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FOUNDEO BY
GOLDWlN SMITH
HARRIET SiniTH
J
RERUM ITALICARUM
SCRIPTORES
RERUM ITALICARUM SCRIPTORES
RACCOLTA
DEGLI
STORICI ITALIANI
dal cinquecento al millecinquecento
ORDINATA
L A. MURATORI
+ + +
NUOVA BDIZIONE RIVEDUTA AMPLIATA B CORRETTA
CON LA DIREZIONE
DI
GIOSUE CARDUCCI e VITTORIO FIORINI
ACCESSIONES NOVISSIMAE
TOMO TRENTESIMO
(CRONACHE TOSCANk)
«^V.-PAC-ir
•^ ET /^#
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CITTA DI CASTELLO
COI TIPI DBLVEDITORE S. LAPI
* ♦*
M.DCCCCXII
Il
RERUM ITALICARUM SCRIPTORES
RACCOLTA
DEGLI
STORICI ITALIANI
dal cinquecento al millecinquecento
ORDINATA
L A. MURATORI
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NUOVA BDIZIONB RIVEDUTA AMPLIATA E CORRETTA
CON LA DIRSZIONE
DI
GIOSUE CARDUCCI e VITTORIO FIORINI
T. XXX (ACCESS. NOVISS. - CRON. toscanb)
P. I (marchionne stefani)
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CITTA DI CASTELLO
COI TIPI DELVEDITORE S. LAPI
M.Dccccm- fi.c^\.L\/,
DG
624695
^
CRONACA
FIORENTINA
DI
Marchionne di Coppo Stefani
A CURA
DI
mCCOLO RODOLICO
^
CITTA DI CASTELLO
COI TIPI DELL'EDITORB S. LAPI
* * *
M.DCCCCm
proprietX letteraria
INTRODUZIONE
CAPITOLO I.
I CODICI DBLLA CRONACA DI MARCHIONNK DI COPPO STEFANI
10
SoMMARlo: Ragiom cke coiaigliarono una nuova edizione della Cronaca — I codici della cronaca conosciuii da fadre
Ildefonso — Esame di nuovi codici — Le due redazioni della cronaca date dai codici, e frima classijicazione
di essi secondo la diversa redazione — Valore del codice Guadagni secondo padre Ilde/onso ed esame di esso
in re/azione al codice asiniano e a quello giordaniano — Vedizione di fadre lide/onso in rafporto al codice
giordaniano — Esame particolare dei codici asiniano e giordaniano — / codici del frimo gruffo e le loro re-
lazioni — La redazione della cronaca secondo i codici del secondo gruppo e la congcttura di due autori della
cronaca — Esame dei codici del secondo gruppo: il codice magliahecchiano D, I, jo^g e le varieth che presenta
in parte del racconto — Valore dei codici asiniano e giordaniano per la nuova edizione della cronaca.
NELLA Storiografia fiorentina il cronista Marchionne di Coppo Stefani, per
il tempo in cui visse, e del quale narr6 i fatti del suo Comune, sta di
mezzo tra Giovanni Villani e Pietro Minerbetti. Pertanto la nuova edi-
15 zione della cronaca dello Stefani appare qui come naturale compimento delle due
cronache fiorentine del Villani e del Minerbetti che fanno parte dei Rerum Italica-
runi Scripiores. ^
Una prima edizione della cronaca stefaniana fu fatta da padre Ildefonso di San Luigi
nelle Delizie degli Ertiditi toscani^; la nuova edizione fe stata consigliata non solo
20 dal bisogno gik inteso dagli Storici per i passi oscuri e lacunosi che ricorrono nel-
I' edizione ildefonsiana ', i quali si possono chiarire e colmare mercfe nuovi impor-
tanti codici della cronaca sconosciuti a padre Ildefonso, ma anche dal nuovo valore,
in cui mi h apparso il cronista dopo uno studio comparativo tra lui e G. Villani.
' GiovANNl VlLI,ANl, Historie /iorentine in R. I. S.,
XIII, 9-1002. PiETRO MlNERBETTI, Cronaca fiorentina in
R. I. S., Addit. MittarelU, II, 79-628.
* Marchionne di Coppo Stefani, Istoria fioren-
5 tina fubblicata e (£»' annotazioni e di antichi monumenti ac-
cresduta ed illustrata da padre Ilde/onso di San Luigi,
carmelitano scalzo, in Delizie degli Eruditi toscani, vo-
lumiVn-Vni; Firenze, Cambiagi, 1776-1783.
' Dell'edizione di padre Ildefonso, Alessandro Ghe-
JO rardi, nella sua dotta prefazione al Diario d' Anonimo
(edito nel tomo VI dei Documenti di Storia italiana pub-
blicati a cura deUa R. Deputazione di Storia patria per
le provincie di Toscana, deU'Umbria e delle Marche; Fi-
renze, Cellini, 1876, pp. 208-588) ebbe a dire (a p. 241)
* che essa non e priva di quelle mende che tratto tratto
" s'lncontrano nel volumi delle Delizie, e che percio era
" necessario che di quella parte che tocca i tempi della
" sua vita si facesse una seconda edizione piii critica e plii
" giudiziosa, di quella che ci diede 11 buon padre Hde-
" fonso ,.
iS
20
Vi INTRODUZIONE
• Tutti gli storici fiorentini erano stati concordi nell' apprezzare il racconto dello
Stefani per i tempi in cui visse il cronista, per i quali infatti egli dedica la parte
maggiore deiropera ; quasi tutti per6 ritennero senza alcun valore la parte piii antica
della cronaca. E veramente la brevita, la trasandatezza del racconto, le somigHanze
frequenti con il Villani danno in sulle prime ragione del giudizio prevalso, Ma l'esame 5
comparativo tra lo Stefani ed il Villani mi ha fatto concludere che anche pef i tempi
anteriori alla vita del nostro cronista questi ha talvolta valore, se non pcr maggior
copia di fatti nuovi narrati, per I'esattezza di essi, e per il giusto criterio con cui i
fatti e le persone sono giudicate. Perch^ ci6 sia avvenuto dir6 a suo luogo, qui mi
basti di averlo notato per dar ragione della nuova edizione ; e vengo quindi all'esame 10
del materiale che scrvl per essa.
* *
I codici che servirono a padre Ildefonso per 1'edizione della cronaca furono, secondo
la sua testimonianza ^, quattro : II primo di provenienza del march. Antonio Guadagni
fu acquistato da padre Ildefonso per la biblioteca del convento di San Paolino in 15
Firenze, dove egli dimorava. II codice, ora perduto, ^ cosl descritto : " E un vo-
" lume in foglio grande reale, scritto a due colonne e da due mani diverse; la prima
" giunge quasi alla metk del libro, e sino agli anni incirca 1300; l'altra fino alfine....
" L'una e l'altra scrittura pare del secolo stesso XIV. La prima piii antica ; la se-
" conda alquanto piti moderna. Amendue i caratteri sono piuttosto grandi che pic- 3
" coli. Primo danno sebbene non molto grave di quest' ottimo ms. si h la man-
" canza della metk della prima carta, che si vede strappata del tutto da mezzo in-
" giii. Si trovano poi tratto tratto lacune e tralasciamenti in bianco ove di nomi,
" ove di tempi, e quando di fatti, e quando di qualche intero capitolo o rubrica ;
" conciossiachfe a rubriche, e talora molto brevi, sia divisa tutta 1'opera senz'altra 25
" distinzione di libri .... E di vero le rubriche suddette, o vogliamo dire i titoli, sono
" tutti scritti a cinabro e di un carattere cattivissimo, ed affatto diverso da quello
" del testo. E perch^ ancor questo in molti luoghi h a intendersi difiicile, perci6 h,
" che in tutte I'altre copie suddette sono scorsi o sbagli ed equivoci gravissimi o
" abbandonamenti frequenti, e di non piccola importanza. Questo testo e nondimeno 30;
" il piij compiuto, che si trovi, a mia notizia, perciocchfe salvo le piccole mancanze '
" suddette, tira dal principio del mondo sino alPanno di Cristo 1385 ^ „.
Ho riportato per intero la descrizione fatta da padre Ildefonso, poicht; la sua
edizione h condotta principalmente su quel codice, di cui peraltro vedremo scemare
Timportanza attribuitagli, a mano a mano che procederemo nelPesame degli altri 35
mss. Intanto avverto che le ricerche da me fatte nelle biblioteche pubbliche e pri-
vate di Firenzc e nelfe principali di Roma rimasero infruttuose per la identificazione
» O/. cii., Proemio, pp. Lxj^xn-Lxxxvii. ^ Oj>. cii., Proemio, pp. lxxxii-lxxxiii.
i I
INTRODUZIONfi VH
di questo codice. II quale, credo, dovette scomparire in una delle soppressioni dei
beni ecclesiastici ; e forse le note appostevi da padre Ildefonso, che ne rilevavano
l'importanza, dovettero influire al suo trafugamento. Vero h che il FofTano (che
pure ha il merito di avere per primo, dopo padre Ildefonso, trattato della cronaca
5 dello Stefani *) credette di potere identificare il codice Guadagni in un ms. della
Nazionale di Firenze, segnato D, I, 1039; ma egli b caduto in errore. II codice
della Nazionale contiene sl la cronaca dello Stefani, ma h una copia recente, non h
scritto a due colonne, e va dal 1308 al 1348, particolari che non corrispondono
aflfatto con quelle descritte da padre Ildefonso per il codice Guadagni. Un esame
10 poi piCi minuto del codice suddetto della Nazionale dimostra, che il codice appar-
tenne alla libreria del senatore Carlo Strozzi, nella quale ebbe (siccome si vede
nel dorso tuttora) la segnatura C, H, 957. Di questo Codice strozziano, contenente
parte della cronaca dello Stefani, parla invero padre Ildefonso, e lo descrive con
quella segnatura strozziana, ma lo pone quarto tra quelli, di cui egli si servl nel curare
15 la edizione della cronaca *.
Lo smarrimento del codice Guadagni ci togHe adunque un mezzo di riprova
deII'edizione ildefonsiana, tuttavia la perdita del codice h compensata dalI'edizione a
stampa, la quale, secondo la testimonianza deII'editore, riproduce quel codice quasi
fedelmente. Prima di esaminare il valore di questo e degli altri mss. di cui si servl
20 padre Ildefonso, giova seguime la rassegna, descrivendo altresl quelli sconosciuti al
detto editore.
Dopo quello del Guadagni padre Hdefonso ne descrive uno magliabecchiano.*,
segnato ai suoi tempi col n. XXV e con questo titolo : Coppo Stefani, Ist. fiorentina
script. iussu H. Summ.: ciofe per ordine dj monsignore Girolamo Della Sommaia,
25 che ne fece fare una copia, come egli stesso lo dichiara in un avvertimento scritto di
propria mano nella prima pagina del ms. II quale comincia con i fatti del 1309
e va fino al 1385. Padre Ildefonso crede che sia questa una copia condotta sul ms.
Guadagni; la qual cosa si pu6 benissimo ammettere per quanto non si possa ripro-
vare per la mancanza del ms. suddetto. In ogni modo io mi Hmito a identificare
30 questo ms. di mons. Della Sommaia con quello della Nazionale che reca la se-
guente segnatura : II, III, 117.
II terzo dei codici descritti da padre Ildefonso, proveniente dalla biblioteca Gad-
diana, ms. del principio del XVIII secolo, riporta la cronaca dal principio fino
airanno 1881. La particolare descrizione fattane da padre Ildefonso mi ha dato
35 modo di identificare il ms. con quello che si conserva nella Nazionale di Firenze
in quattro tomi con la seguente segnatura II, III, 108-111.
II quarto dei codici citati dal suddetto editore h quello che il Foffano confuse
' Francksco Foffano, Ricerche letterarie; Livomo, * Proemio cit., p. l,xxxv.
Raffaele Giusti, 1897, pp. 3-39; cf. il cap.: La Cronaca » Proemio cit., p. Lxx^cni.
fiortntina di Marchionne di Cofpe Stefani,
Vffl INTRODUZIONE
con il ms. Guadagni. ^ un codice del XVIII secolo appartenuto alla libreria Strozzi
e riporta la cronaca dello Stefani dal 1308 al 1348 con questo titolo : Memorie dei
suoi tempi di Melchionne di Coppo Stefani. L' identificazione fattane dal FofFano,
anch'essa, h errata; questo codice, cosl descritto da padre Ildefonso *, non corrisponde a
quello indicato dal Foffano della Nazionale di Firenze II, III, 335, che contiene uno 5
zibaldone di Antonio Pucci ^, ma invece a quello della medesima biblioteca segnato
D, I, 1039. In esso infatti si legge ancora nel dorso la segnatura che aveva nella
libreria strozziana C, H, 957, e che padre Ildefonso aveva riportato ^
«
* *
I codici della cronaca dello Stefani non conosciuti da padre Ildefonso sono i 10
seguenti:
1° II codice della Nazionale di Firenze II, III, 116, ms. cartaceo di cc. 357
con due carte membranacee di guardia in pergamena (mm. 292X208) rilegato in
assi e costole di pelle. Dalla forma di scrittura si pu6 attribuire al principio del
XV secolo. Un particolare assai curioso di una correzione che s'incontra sovente 15
nel testo ci pu6 fare con qualche sicurezza assegnare il ms. ai primi anni del XV se-
colo. II copista, quando segnava in cifre arabe le date comprese fra gli anni 1100 e
1199, scriveva molte volte 1400, correggendo quindi il 4 in 1. E questo un errore
derivato certamente dall'abitudine del copista a scrivere gli anni del suo tempo. Nelle
carte membranacee di guardia ^ la storia dei possessori del ms. Del primo posses- 20 j
sore h stato raschiato il nome e al posto del nome raschiato h scritto con caratteri
del principio del 1500: " Questo libro fe di Nichol6 di Giovan Battista di Marco
" di NicoI6 di Francesco di Giovanni degli Asini „. NeII'ultima carta 868" fe scritto
in caratteri del XVI secolo il nome F. Petrucci forse anch'egli possessore del codice.
Nel '600 il codice era nella biblioteca strozziana, come attesta il nome che si legge 25
nel primo foglio di guardia di Luigi del senatore Carlo Strozzi con la data del 1679
e col numero di catalogo 1435. II Granduca di Toscana Leopoldo I lo acquist6 nel
1786 per donarlo alla Magliabecchiana, dove tuttora si conserva con 1' indicazione
sopra citata. La cronaca dello Stefani vi fe compresa nelle prime 348 carte, ed il
racconto va dal principio alFanno 1381 scritto da una stessa mano con rubriche in 30
inchiostro rosso assai sbiadito. II copista pare non ha potuto compiere l'opera sua, e
si t arrestato alla rubrica 932. Seguono altri fogli 348-357 destinati forse alla con-
tinuazione e compimento della copia, ma rimasti in bianco, furono riempiti da mano
del secolo XVI con un indice alfabetico dei nomi ricorrenti nella cronaca *. Esami-
nando piti minutamente il codice ho osservato che manca la carta decima probabil- 35
' Proemio cit., pp. lxxxiv-i.xxxv. indicato questo codice sconosciuto a padre Ildefonso. 5
^ FoFFANO, op. cit., p. 4. Lo esamin6 per6 assai rapidamente, n^ si serv\ di esso
^ Proemio cit., p. Lxxxv. per stabilire la famiglia dei codici della cronaca.
^ II FoFFANo in op. cit., p. 4, iia il merito di aver
INTRODUZIONE IX
mente per colpa del rilegatore, al quale anche si deve se furono tagliati i margini
del codice in modo che I' antica numerazionc delle pagine scomparve in parte. La
mancanza della carta decima non fu osservata da copisti successivi.
2° II codice della biblioteca Laurenziana (fondo Ashburnham) segnato n. 821,
5 ms. cartaceo del secolo XVI (mm. 275X212) di cc. 236 (numerazione recente), a
cui seguono altre dieci carte bianche, rilegato in pergamena con tre carte di guardia,
scritto in due colonne con iniziali colorate in rosso e in turchino.
Vi si legge in principio: " Cronaca fatta e scritta e composta per lo degno
" uomo Marchionne di Jacopo Stefani cittadino di Firenze per dare consolazione a'
10 " lettori e uditori delle cose antiche et di quelle che seguiteranno di tempo in tempo
" sicondo che e accaduto, cosl cominciando col nome di Dio amen „. La cronaca
si protrae fino al 1385, e termina con queste parole : " Finito di copiare a di pri-
" mo di settembre anno 1507 per me Giordano di Michele Giordani in Firenze.
" Deo Gratias „.
15 3° II codice della Riccardiana segnato nelI'antico inventario col n. 3166 corri-
spondente alla nuova segnatura n. 3266 ; fe un manoscritto cartaceo del XVII secolo
(mm. 260 X 190) di cc. 223 (numerazione moderna) rilegato in cartapecora. Contiene
la cronaca dello Stefani dal principio fino aII'anno 1381.
4° II codice della Nazionale di Firenze, proveniente dalla biblioteca dei Filip-
20 pini per la terza soppressione dei Conventi, segnato n. 9, ms. cartaceo del secolo
XVII (mm. 287X200) rilegato in cartapecora, fe un codice miscellaneo che da c. 311''
a c. 507' riporta la cronaca dello Stefani con il titolo seguente : " Istoria fiorentina
di Melphior di Coppo Stefani del 1308 „. Comincia: " Messer Corso Donati aveva
" gran seguito „ ; finisce con la narrazione di fatti del 1348 con le parole seguenti :
'25 " alla marina dove habbia percosso lo detto vento „.
5° II codice della Nazionale di Firenze II, II, 335, di provenienza strozziana fc
un ms. cartaceo del secolo XVI (fine) (mm. 333X208) di cc. 141, rilegato in car-
i tone. Nel foglio di guardia h scritto il seguente titolo : " Istorie fiorentine di Mel-
[, " chiorre di Coppo Stefani dal 1308 al 1344 „. Nello stesso foglio si legge: " Com-
30 " pre questo dl 22 novembre 1575 da serbarlo per stampare „.
6° II codice della Nazionale di Firenze 11, V, 150 (provenienza Archivio di
Stato, vecchia segnatura XXV, 696) codice miscellaneo del XVIII secolo (principio)
gih descritto dall' illustre Isidoro Del Lungo tra i codici della cronica di Dino Com-
pagni *. Dopo la cronica del Compagni porta con numerazione a s^ quella dello
35 Stefani. Comincia il racconto con il 1308 con le parole seguenti; " Messer Carlo
" Donati aveva gran seguito e grandigia „, finisce il racconto con l'anno 1348 e con le
parole: " alla marina dove abbia percosso lo detto vento„. Da c. 329 a c. 335
vi h un indice : " tavola delle famiglie fiorentine che si contengono nella presente
" Istoria di Melchiorre di M. Coppo Stefani „.
* IslDORO DBL LONOO, Difto Comfagnie iasua Cro- ' nica; Firenze, Le Monnier, 1879, vol. II, p. ix,
X
INTRODUZIONE
7° II codice della libreria Firidolfi-Ricasoli in Firenze, segnato con il n. 90
(vecchia segnatura CI) ms. cartaceo del XVIII secolo ^ Nel primo foglio vi si
legge: " Antiche memorie di Melchionne di Cbppo Stefani, comincia dal anno 1308
" cavate da un originale che la prima carta dalFantichith corrosa non si h possuta
" interpretare „. In un catalogo della libreria suddetta compilato ai principi dell"800
il codice h cosl descritto : " Manoscritto cartaceo in folio piccolo col titolo : Antiche
" memorie di Melchionne di Coppo Stefani. E una copia moderna della storia dello
" Stefani, la quale fu pubblicata nelle Delizie degli Eruditi toscani dal padre Ddefonso
" Fridiani
w
#
* *
10
Abbiamo cosi undici codici, dei quali cinque riportano la cronaca fin da prin-
cipio, gli altri invece riportano la cronaca dal 1308; fe possibile adunque, ed anche
non inopportuna per ci6 che sar6 per dire, una prima divisione dei codici in due
gruppi:
1° Codice Guadagni (descritto da padre Ildefonso, ora smarrito) 15
2° Nazionale II, III, 116
3° Nazionale II, III, 108-111
4° Laurenziano n. 821
5° Riccardiano n. 3166
Primo Gruppo
Secondo Gruppo
1° Nazionale D, I, 1039
2° Nazionale II, III, 117
3° Nazionale II, II, 335
4° Nazionale (Filippini 3* sopp.) n. 9
5° Nazionale II, V, 150
6° Ricasoli-Firidolfi n. 90
20
25
Questa divisione fa accrescere d' importanza la questione gik sollevata, prima an-
cora che da padre Ildefonso, dai bibliografi fiorentini : se ciofe Marchionne di Coppo
Stefani fosse I'autore di tutta la cronaca fin dal principio, o non piuttosto, imitando i
Villani, avesse continuato dalFanno 1308 in poi la cronaca cominciata dal padre suo,
Coppo. II numero di nuovi codici da me trovati darebbe un nuovo valore alI'ipo-
tesi fatta. Sulla questione ritorneremo a suo luogo, volendo esaminare per ora il
valore dei singoli codici. ' .
30
Per ordine di tempoi codici piii antichi sarebbero quello Guadagni ed il Na-
zionale II, III, 116 che chiamer6 asiniano dal nome di quelli che per molto tempo 35
lo possedettero. A questi primi due segue quello trascritto dal Giordani nel 1507.
' Non ho potuto esaminare direttamente il codice scritto il defunto marchese ed il reverendo prof. Antonio
per la morte sopravvenuta del marchese G. Firidolfi- Lorenzoni mi e stato possibile determinarne lo scarso
Ricasoli, ma dai passi che mi avevano gentilmente tra- vaiore.
INTRODUZIONE XI
Comincio per ora dal Guaclagni; di esso scriveva padre Ildefonso: " Non ho prove
" sufficienti da crederlo autografo, ma non sarei lontano dal persuadernii che fosse o
" copia cavata immediatamente dagH originali o forse anche dettata dall'autore stesso
" in tcmpi diversi, come indica e la detta diversith di carattere, e di ciascuno carat-
5 " tere la varicth d' inchiostro e della grandezza della scrittura ; e se dicasi essere det-
" tata dall'autore stesso, bisognerh ancora concludere, essere tutto il codice scritto
" per entro il secolo XIV c che quelle mancanze che s' incontrano, con gli spazi pro-
" porzionati da supplirsi, sono altrcttante scordanze ovvero difetti di sicure notizie
" dello Stefani medesimo „ ^ La mancanza del codice, ripeto, h supplita dairedizione
10 a stampa, nella quale padre Ildefonso dichiara di essersi attenuto fedelmente al co-
dice Guadagni, avvertendo in nota i passi che ha corretto o supplito con gli altii
codici o con altri cronisti. Dunque l'edizione a stampa ci rappresenta il codice
Guadagni, a meno che non si voglia credere, cosa abbastanza difficile anzi impossi-
bile, che padre Ildefonso avesse di suo tagliato alcuni passi senza alcuno avverti-
15 mento in nota. Dopo talc premessa ammetto per poco che il codice Guadagni fosse
dettato dall'autore, o imrriediatamente derivato dairoriginale.
Della rubrica 7" dell'edizione ildefonsiana, doh del codice Guadagni, non v'fe che
il solo titolo ; e l'editore aggiunge in nota ravvertimento che essa " manca tutta
" nell'originale „. K strano che l'autografo non porti che il solo titolo, pure pu5
20 ammettersi che l'autore si riservava di completare la lacuna piti tardi ritornando so-
pra sul lavoro. Bisogna in tal caso ammettere che le intitolazioni fossero dettatc
dall'autore. Ma intanto la rubrica che qui manca la si ritrova interamente nel co-
dicc asiniano e nel giordaniano ; potrebbe peraltro anche darsi che i copisti dei due
codici avessero voluto completare la lacuna. Ma se si pensa che i due copisti non
^j hanno alcuna dipendenza tra loro per le grandi differenze che i due codici riportano,
h strano che avessero tutti e due pensato a colmare nello stesso modo la lacuna, non
riportando poi esattamente il titolo medesimo della rubrica. II quale, come ai due
copisti aveva dato luogo all' idea di colmare la lacuna, doveva poi essere riprodotto
ugualmente da entrambi.
.1») La rubrica 5* deiredizionc ildefonsiana h scorretta e lacunosa ; nel codice giorda-
niano si ritrovano tutti i passi mancanti. Pu6 sorgere peraltro il dubbio che le
lacune sieno state colmate e gli earori sieno stati corretti dal copista Giordani, ma intanto
fe da osservare che i frammenti del passo lacunoso delI'edizione si ritrovano collocati
a loro posto nel codice giordaniano, e che la fine del capitolo dell'edizione a stampa
35 coincide perfettamente con quclla del capitolo del codice giordaniano. Bisognerebbe
adunque, per credere il Giordani un interpolatore, ammettere che egli fosse, non un
semplice copista, ma un abile restitutore di un passo lacunoso, e che si fosse abil-
mente servito dei frammenti dati dal codice Guadagni.
' Proemio cit., p. Lxxxm.
Xn INTRODUZIONE
Anche la rubrica 13* del testo ildefonsiano pu6 dar luogo a simili osservazioni,
se si mette a confronto con quella corrispondente del codice giordaniano. Nella
rubrica si narrano le opere di Saturno in Italia, e nel ms. giordaniano si trovano
descritte molto piti distesamente di quel che non sieno nella edizione a stampa. Trat-
tandosi di un vero e proprio ampliamento, che non si trova nel codice asiniano, e 5
che ricorda molto da vicino il passo corrispondente del Villani, si pu6 con molta
verosimiglianza credere che il Giordani avesse sott'occhio la cronaca del Villani e
che credette opportuno di ampliare con quella scorta il passo dello Stefani. La
stessa ipotesi si pu6 ragionevolmente fare anche a proposito della rubrica 20% assai
piii ricca di particolari nel ms. giordaniano in confronto alla rubrica corrispondente 10
delI'edizione ildefonsiana. Anche qui i ' nuovi particolari ricordano la cronaca del
Villani e il dubbio di ampliamenti sorge piti facile. Contro di esso sta per6 il fatto
delle notevoli varianti che si riscontrano tra il testo dello Stefani, secondo il codice
giordaniano, e il testo del Villani: diverso h il numero di anni attribuito al^regno
di alcuni dei discendenti di Saturno, nuove interamente sono rispetto al Villani alcune 15
particolari descrizioni di fatti della rubrica 20* dello Stefani.
Che veramente il Giordani non sia un interpolatore ce lo dimostra in qualche
modo anche il seguente fatto desunto dal confronto del codice giordaniano con quello
asiniano. Nella rubrica 66* deIl'edizione ildefonsiana fe narrato un aneddoto, che fu
ritenuto qual causa delle inimicizie tra Fiorentini e Pisani. Stando I' ambasciatore 20
dei Fiorentini a Roma fu invitato da un Cardinale a desinare, il Fiorentino avendo
visto un cagnolino del Cardinale, gliene fece richiesta, e ne ebbe la promessa. II giorno
dopo 1'ambasciatore dei Pisani andato a casa dello stesso Cardinale vide il cagnolino,
se ne invaghi, e l'ebbe donato dal Cardinale, immemore della prima promessa fatta.
Da qui gli odii, le vendette e la guerra tra Fiorentini e Pisani. II racconto dell'aned- 25
doto h riportato minuziosamente nel codice giordaniano, laddove nel passo corrispon-
dente del codice asiniano dopo la citazione del Villani si legge " lascio questa materia
" perche non vale al vero „. Queste parole possono essere attribuite tanto al copista
quanto all'autore, il quale in altri passi dimostra quel buon senso che lo fa incredulo
di simili storielle. Per la qual cosa si pu6 credere, che il Giordani, copista di un 30
secolo posteriore, trovando nel ms., che copiava, la citazione del Villani e la dichia-
razione dell'autore di una volontaria mancanza, avesse di propria iniziativa riempito
con la scorta del Villani quella che per lui era una lacuna. Tornando per6 ad esa-
minare il codice asiniano si trovano in una rubrica seguente a quella deII'aneddoto
omesso, le parole seguenti : " Come detto h i Fiorentini non sostennero I' ingiuria „ . 35
La ingiuria di cui si fa cenno h proprio quella narrata nel passo tagliato, il richiamo
adunque attesta 1'esistenza di quel passo nell' esemplare che il copista trascriveva.
L'omissione adunque non fe deIl'autore, ed il Giordani non h, almfeno in questi fatti,
un capriccioso interpolatore.
Qualche nuova osservazione pu6 ricavarsi dai titoli apposti alle rubriche. Am- 40
INTRODUZIONE .Xin
mettiamo per poco che quelli riportati nel codice Guadagni fossero dettati dall'au-
tore. Se essi si confrontano con le intitolazioni, che si leggono nellc rubriche dei
codici asiniano e giordaniano, tutte e tre le lezioni sono diverse tra loro. La di-
versith fe piii stridente tra quelle del codice asiniano e quelle dell'edizione ildefon-
5 siana. 11 codice asiniano per il tempo in cui fu scritto (nei primi anni del secolo
XV) h molto vicino all'autografo ; il copista peraltro ci si rivela non molto scrupo-
loso e fedele ; ha omesso non di rado passi di racconti favolosi, o poco utili, come
la descrizione della torre di Babele, l'aneddoto del cagnolino donato alFambascia-
tore pisano ; tralascia le liste dei priori. E che questi passi sieno veramente tagliati
10 dal copista e non piuttosto inesistenti nell'originale, l'ho dimostrato piCi avanti. An-
che nella grafia il copista palesa una certa fretta e le intitolazioni apposte alle ru-
briche sono assai brevi e concise, e talvolta per amore di concisione, non molto
esatte. Orbene se il copista ci si rivela come persona che non vuol perder tempo sen-
z'alcuna preoccupazione calligrafica, e se egli h cosi vicino per il tempo all'autografo,
15 o a copia derivata immediatamente da quello, fe molto naturale ammettere, che se
avesse trovato intitolazioni di rubriche nel ms. che trascriveva, l'avrebbe senz'altro
copiato, se non altro per quella naturale inerzia di una mente che non vuole affa-
ticarsi a trovame delle nuove. Se cosl h adunque, le intitolazioni del codice Gua-
dagni (secondo padre Ildefonso autografo o diretta copia di esso) dovrebbero corrispon-
20 dere a quelle del codice asiniano; la differenza invece tra le due lezioni h assai stridente.
Prendo ad esempio le prime due: Cod. as.: " Creazione del mondo e degli animali „;
^diz. ild. : " Come il mondo fu al principio, delli primi uomini e infine alla dispersione
" dei primi paesi „. Lasciamo stare per un momento la lezione oscura, se non inte-
ramente erronea data da padre lldefonso della disfersione dei ^rimi -paesi ) ma esa-
25 miniamo piuttosto il titolo della prima rubrica del codice asiniano con la contenenza
della rubrica medesima: Di animali in vero non se nfe parla; questo titolo pertanto
non pu6 essere stato apposto in alcun modo dall'autore, che doveva ben ricordare
ci6 che nella prima rubrica aveva scritto ; ma piuttosto da un copista che era solito
di trascrivere cronache, le quali su per giCi cominciano tutte ad un modo con simili
30 titoli e con simili argomenti. Adunque il copista dell'asiniano aveva sott'occhio o
l'originale senza titoli, o una copia con intitolazioni non derivate dall'originale, o
infine una copia senza intitolazioni, ond'egli pens6 bene di volerle apporre di suo
nella copia che faceva. Queste intitolazioni pertanto potranno darci altre prove per
conoscer meglio il ms. Guadagni.
35
* *
Prove migliori possiamo infatti averle con il confronto trala edizione a stampa
e il codice giordaniano. In generale si osserva conformitk di intitolazioni, tale per6
da non potersi dedurre che le une sieno copiate dalle altre, ma invece che entrambe
derlvino per vie diverse da una stessa fonte. Comincio dalle lezioni varie. Tor-
XIV INTRODUZIONE
nando cosl al titolo della prima rubrica accanto alla lezione abbastanza strana " . . . . e
infine alla dispersione dei primi paesi „ troviamo la lezione seguente nel codicc
giordaniano " . . . . e al fine della discissione dei primi uomini cioh d'Azia d'AfFrica
e della Europia „.
La lezione data da padre Ildefonso si rende in qualche modo chiara accostan- 5
dola all'altra del codice giordaniano, onde viene il dubbio che nella prima manchi
qualche cosa; che ciofe la dispersione di cui si fa cenno in essa si riferiva non ai paesi,
ma ai primi uomini. Che per5 nei titoli delPedizione ildefonsiana fossero operati dei
tagli o per trascuranza o per amore di brevitk si vede piii chiaramente in molte rubriche,
nelle quali i titoli delPedizione ildefonsiana corrispondono perfettamente con le altre del 10
codice giordaniano, salvoche nell'edizione a stampa i titoli sono accorciati, mancano
cio^ le ultime parole finali; valga un esempio: Bd. ild.: " Come e perch^ fu edi-
" ficata la citta di Firenze „ ; Cod. giord. : " Come e perch^ fue edificata la cittk di
" Firenze dopo la disfacione della cittk di Fiesole \, . Noi abbiamo ammesso per un
momento con il padre Ildefonso, che il codice Guadagni h del secolo XIV e che deriva 15
direttamente dalPoriginale se pur non e l'originale: esso dunque dovrebbe essere piil
intero e piti esatto che non un codice, come quello del Giordani, lontano di un
secolo e mezzo dall'autore; ed invece avviene proprio il contrario.
Passiamo ora agli errori del testo ildefonsiano : so bene, che le lezioni piii chiare
non sono sempre le piu vere e le piti originali, ma gli errori che verro notando 20
sono tali che non si possono conciliare con il valore attribuito da padre Ildefonso
al codice Guadagni. Alcuni degli errori possono attribuirsi magari a padre Ildefonso,
e per6 il valore del codice non sarebbe scemato; altri invece non possono derivare
da padre Ildefonso, ma da un ignorante trascrittore di seconda mano. Della prima
specie, tra i moltissimi (un centinaio) che ne ho raccolto, sono, ad esempio, i seguenti 25
derivati da inesatto scioglimento di parole abbreviate : Nella rubrica 22" ^ descritta
Topera di G. Cesare per ingrandire Firenze e la sua benevolenza con l'invio di
molti doni ad alcuni suoi compagni, che abitavano allora Firenze, " vecchi e malati
• Credo utile riportare qui diversi simili esempi, " il ponte alla Carraia e perch^ „. — Rubr. 348 : Giord.
perche non si attribuisca il fatto a un curioso e singolo " Come il Comune di Firenze fece oste a Monte Calvi
caso: RuBR. 2io: Giord, " Come i Donati e i Cerchi eb- "e aile Stinche di Valdigrieve e quello assediarono „;
" bono zuflfa insieme per trovarsi a caso a uno mortorio„; Ed. ild, " Come il Comune di Firenze fece oste a Monte 20
S Ed, ild. " Com& i Donati e i Cerchi ebbono zuffa insie- " Calvi e alle Stinche di Valdigrieve „. — Rubr. 251:
me „, — RuBR. 231 : Giord. " D'un'altra mischia che si Giord, " Come i Fiorentini e i Lucchesi andarono a oste
"fece tra i Donati e i Cerchi, e come furono condanna- " a Pistoia e andovvi un capitano con un podesta di
" ti e messi in prigione „ ; £i/. ild. "D'un'altra mischia "Firenze,; Ed, ild. " Come i Fiorentini e i Lucchesi
"che fu a Remole tra' Donati e Cerchi, e come furono " andarono a ostc a Pistoia „. — Rubr. 257: Giord. 25
10 " condannati „. — Rubr, 226: G/o;';/. "Come messer Carlo " Come si edifico il castello della Scarperia di Mugello
" di Valosa riforni6 co' Neri la citta a suo modo, e come " e dato il guasto agli Ubaldini di qua e di lA deU'Al-
"poi si partl, e lascii vicario un ser Matteo „; Ed. ild, pe„; Ed, ild. " Come si edific6 il castello della Scar-
" Come messer Carlo di Valosa riform6 co' Neri la citta " peria di Mugello e dato il guasto agli Ubaldini „. Po-
" a suo modo e come poi si partl, e lasci6 Vicario „. — trei moltiplicare ancora gli esempi di simili tagli finali 30
15 Rubr. 243: Giord. " Come cadde il ponte alla Carraia alle intitolazioni delle rubriche.
"e perehi, cioe per una festa. „; Ed. ild, " Come cadde
INTRODUZIONE XV
" che erano delle lunghe terre e guerre stati con lui „. Queste lunghe terre del testo
ildefonsiano sono le lungique terre del codice giordaniano.
In altro passo si narra delle paci fatte stipulare dal cardinale Latino in Firenze :
in piazza furono allora alzati alcuni pergami; ma quei pergami divengono ■pregami
5 nel testo ildefonsiano per lo scambio dell'abbreviazione del fre con il fer'^ e rle fe
cosi venuta fuori una curiosa alterazione di tutto il passo. Altrove per un'inesatta
separazione delle parole, padre Ildefonso, o il copista del codice Guadagni, fanno
andare il papa e i cardinali a Lione sopra loro danno. L'articolo lo, si vede, era
legato graficamente con la parola seguente Rodano^ e da qui deriv6 l'errore che
10 invece non si trova nfe nel codice Guadagni, nfe nel codice asiniano. La natura per6
degli errori fin qui notati, ripeto, non son tali da infirmare il valore del codice Gua-
dagni, specialmente poi se essi si attribuiscono a padre Ildefonso. A lui per6 non
si possono attribuire gli errori seguenti molto pifi complessi. Nella rubrica 15* del-
1'edizione a stampa si descrive la giovinezza di Romolo e di Remo passata tra i
15 pastori e tra gli umili servizi che essi mal potevano tollerare; a tal proposito l'au-
tore cosi dice (o meglio cosi gli hanno fatto dire) : Romolo e Remo " furono virili
" e tutti i pastori mettevano in romore come uomini che a ci6 non erano nati. Se
" di presente erano (?) non sono usi issuti (?) a guardare le pecore, ma a stare ad agio,
" e ad essere guardati; se da Dio Marte, ch'fe Iddio di battaglie; ed a chi non si
20 " guarda pecore (?) ed h di reale atto, com' e' a quel tempo di certo erano per fem-
" mina, non si conveniva essere pastori „. II passo fe incomprensibile, o almeno in
questo modo non dk senso, e la straha lezione deriva da diversi sbagli accumulati
in quel passo da trascrittore in trascrittore. Nella rubrica precedente Tautore aveva
narrato che il padre di Romolo e Remo secondo alcuni fu Marte, secondo altri fu
25 ** il prete di quel tempio in cui era monaca Rea Silvia „. L'autore nella rubrica
seguente volendo spiegare il carattere di Romolo e Remo figli di Rea Silvia, ben
alieni dal condurre una vita umile di pastori, osserva (leggo secondo il codice Gior-
dani): che essi " se di prete erano, non sono usi i preti a guardare le pecore, ma
" a stare ad aglo e ad essere riguardati : se da Dio Marte, che h Dio delle battaglie,
30 " non yi si guarda pecore, ma di reale atto, com' e' a quel tempo di certo erano ;
" nfe per femmina non si conveniva essere pastori „. Orbene secondo padre Ilde-
fonso il codice Guadagni, se non ^ l'autografo, e la copia immediata da quello, dun-
que la lezione chiara data dal codice giordaniano, o deriva per altra via.daIl'auto-
grafo, o h una restituzione operata dal copista Giordani, il quale avrebbe cosl avuto
35 un senso critico molto sagace e superiore alla forze di un copista. Infatti gli ele-
menti dati dal codice Guadagni non valsero a padre Ildefonso per restituire la lezione
vera; nfe credo che ci6 sarebbe stato cosl facile a chiunque avesse tentato simile
restituzione con i soli elementi forniti dal codice suddetto.
Pertanto le osservazioni fatte a proposito del codice Guadagni ci mostrano che
0 per attribuire ad esso tutto quel valore assegnatogli da padre Ildefonso, bisognerebbe
XVI INTRODUZIONE
credere interpolati quei passi nuovi d' intere rubriche che sono nei due codici da me
trovati, e credere correzioni e rifacimenti dei due copisti le lezioni chiare corrispon-
denti a quelle confuse del testo ildefonsiano, bisognerebbe ammettere che la tradi-
zione deU'autografo fosse tramandata solo attraverso il codice Guadagni ; bisognerebbe
ammettere che i titoli apposti ai capitoli nel codice suddetto fossero opera dell'au- 5
tore, e che a quei titoli, per capriccio o per caso, il Giordano aggiungesse qiaasi
sempre in fine alcune parole; bisognerebbe infine credere che tutti gli errori del testo
fossero opera di padre Ildefonso, il quale invece non h responsabile di tanti errori, e
bisognerebbe finalmente non assegnare alcun valore ai due codici da me trovati.
Non avendo potuto trovare il ms. Guadagni, mi sfugge il mezzo di potere con 10
l'esame paleografico stabilire, se veramente esso fosse del XIV secolo. La qual cosa
h provata da padre Ildefonso con una prova che avrebbe per conto suo richiesta
a priori una dimostrazione : padre Ildefonso cerca infatti argomento a favore della
sua tesi nell'ipotesi che il ms. Guadagni fosse dettato dallo Stefani. Con Tesame
degli altri codici potremo, forse con molta probabilitk di riuscita, colpire il segno, e 15
coUocare a suo posto il ms. Guadagni. Procediamo intanto nell'esame degli altri
due codici pih volte ricordati.
*
* *
Padre Ildefonso non conobbe il codice asiniano, conobbe peraltro una fedele
copia di esso, ciofe il codice II, III, 108-III della Nazionale che egli descrisse terzo 20
dei codici da lui adoperati. L'eta abbastanza recente di questo terzo ms. in con-
fronto al ms. Guadagni forse lo trasse in inganno nel giudizio che ne diede: tanto
h vero che la lezione piti antica e piti chiara non h sempre la piti vicina all'origi-
nale. Ecco il giudizio di padre Ildefonso sul terzo suo codice, che vale quindi per
il codice asiniano, poichfe ripeto^ il ms. della Nazionale II, 10, 108-111 ne fe copia 25
fedele : " Due gran difetti io vi ho veduti : il primo che non solamente non istk
" punto alla lettera dell'originale ; ma pu6 dirsi di questo piuttosto una parafrasi, od
" un estratto che una vera copia, aggiugnendo e troncando di proprio arbitrio, chi 1' ha
" scritto ci5 che gli piace. L'altro difetto consiste nel tralasciarsi una delle pih belle parti
" di questa storia che h la serie, anno per anno dei Priori, e degli altri risieduti, ed i cata- 30
" loghi ed i nomi degli isbanditi e degli Ammoniti „^ Perche l'accusa fondamentale mossa
da padre Ildefonso avesse valore occorrerebbe anzitutto conoscere l'originale per vedere
poi se veramente il codice asiniano non stesse punto alla lettera dell'originale ; ma
che questo non sia rappresentato dal codice Guadagni non h pih credo, il caso di
ammetterlo : maggior valore ha invece il difetto notato da padre Ildefonso di capric- 35
ciose aggiunte e tagli fatti di proprio arbitrio dal copista. Nella 5* rubrica manca
infatti tutta la descrizione della torre di Babele; manca cosi il racconto deirepisodio
' Proemio dt., p. Lxxxv.
INTRODUZIONE XVII
del cagnolino donato all' ambasciatore pisano. Esaminando per6 i tagH di tal genere
si osserva che essi si trovano soltanto nella prima parte della cronaca, in quella cioi:
favolosa, che un copista dell'indole dell'asiniano lascia, perche crede inutile perdi-
tempo. Nessuna raancanza invece ho osservato in tutto il resto della cronaca in cui
5 si narrano fatti e non frottole. Delle aggiunte poi capricciose, di cui fa cenno padre
Ildefonso, cito la principale, cioh la rubrica 7% di cui padre Ildefonso non dk che il
solo titolo e che invece b interamente riportata nel codice asiniano. Nel codice
giordaniano ritroviamo tutta questa rubrica uguale a quella del codice asiniano ; il
codice giordaniano, vedremo, non ha alcuna relazione con 1' asiniano ; dunque la ru-
10 brica 7* del codice asiniano non fe un'aggiunta capricciosa del copista, ma una copia
di ci5 che era nel ms. che egli trascriveva, e che era ben diverso da quello da cui
derivava il ms. Guadagni. In quanto poi all'opinione di padre Ildefonso, che il ms.
asiniano sia una parafrasi od un estratto dell'originaIe, osservo che veramente nella
prima parte della cronaca qualche racconto favoloso h esposto brevemente o troncato
15 con un eic. ; ma, ripeto, ci6 non avviene nel resto deIl'opera.
L'idea di parafrasi o di estratto forse fu suggerita a padre Ildefonso dalla la-
conica maniera con cui sono espressi i titoli delle rubriche; ma dell'autenticita di
quelli del Guadagni, con i quali padre Ildefonso stabiliva ogni confronto, non h da
fare assegnamento. Oltre che per le mancanze rispetto al finto originale il ms. asiniano
20 puo essere accusato per qualche aggiunta, come la rubrica 7* che nel testo ildefon-
siano manca. Anche qui per la contenenza della rubrica e per il metodo adoperato
da padre Ildefonso nel condurre I' edizione non pu6 ritenersi che questa rubrica fosse
omessa da padre Ildefonso, ma h da credere invece che veramente mancasse nel co-
dice Guadagni. Dall'altro lato la natura del copista del codice asiniano, la sua fret-
25 tolosa copia non confermano il sospetto di una sua aggiunta capricciosa ; sospetto
che cade del tutto con il confronto della rubrica 7* del codice giordaniano, la qual
rubrica corrisponde interamente con qualche piccola variante a quella del codice asiniano.
Anche qui, ripeto, la indipendenza dei due codici, asiniano e giordaniano, ci assicura
che il passo riportato dalPasiniano esisteva nelI'autografo. I difetti adunque ai quali
0 accennava padre Ildefonso non scemano, mi sembra, valore al ms., che anzi mi sem-
bra, che glielo accrescano, poichfe la natura frettolosa del copista, e i tagli da lui
fatti per brevita ci danno afKdamento, che quei passi che si trovano nel codice, e che
mancano agli altri, appartengano all'autore. Pertanto il ms. asiniano, e per i fatti
lin qui notati, e per la distribuzione diversa di alcune rubriche, e per le varianti
5 notevoli di lezioni, ci rappresenta nella derivazione dall' originale un ramo indipen-
dente da quello rappresentato dal ms. Guadagni, e per il suo tempo ci accosta assai
da vicino all' originale. Padre Ildefonso certamente se avesse avuto sott' occhio il
codice asiniano, per la stessa antichitk dei caratteri avrebbe dato ad esso il valore
che merita, ma, ripeto, non conobbe di esso che una copia abbastanza recente rispetto
I al suo ms. Guadagni, e fu cosl tratto in inganno. Possiamo intanto da ci6 che si
T. XXX, p. I ~ Bi
XVIII INTRODUZIONE
h detto collegare all'asimano il codice III di padre Hdefonso (Naz. II, Ul, 108-111)
che chiamer6 gaddiano per la sua provenienza, e possiamo coUegarvi altresl il ric-
cardiano 3266, che anch'esso h copia dell'asiniano,
Resta cosl a dire, fermandoci ancora nel primo gruppo di codici, un po' pih partico-
larmente del codice giordaniano. Esso si avvicina moltissimo alla edizione ildefonsiana, =
e nelle particolari lezioni del testo, e nella forma dei titoli : h abbastanza evidente
insomma la relazione tra il codice giordaniano e quello Guadagni ; resta piuttosto a
vedere quale sia il grado di questa relazione, e quale dei due dipenda dall'altro.
Ho gik notato come il giordaniano contenga altre nuove rubriche, ed offra lezioni
chiare ed intelligibili, ed ho dimostrato che non pu6 in modo assoluto ammettersi IC
che il Giordani fosse un interpolatore. Tuttavia riconosco che questi argomenti da
soH non sono sufficienti che ad assegnare il valore al nostro codice in rapporto al
codice Guadagni, ma non rispetto agli altri. Credo opportuno quindi stabilire un
confronto tra il giordaniano e l'asiniano.
Un secolo corre tra l'uno e 1'altro; nel piii antico il copista rivela quella certa If
fretta che ho gik notato, nell'altro il Giordani affetta una certa cura calligrafica,
nulla omette nella sua copia, appone alle rubriche lunghi titoli in rosso, ed infine
segna il suo nome con quella compiacenza di chi ha terminato bene un lungo lavoro.
Dunque ben diversi sono i due copisti non solo per la forma grafica, ma anche per
lo scrupolo dell'uno e per la fretta deiraltro. Lk dove il copista dell'asiniano alla 2(
fine della rubrica 4" pone un eic. il Giordani riporta il passo finale ; la rubrica se-
guente che b tagliata dall'uno h invece integralmente riportata dalPaltro. Dunque
possiamo credere che il Giordani non trascriveva la sua copia dal ms. asiniano, o
per lo meno non aveva sott'occhio solo quel ms. Dall'altro lato, ripetendo ci6 che
ho detto altrove, alcune rubriche che sono nel codice giordaniano e nell' asiniano 21
non si ritrovano nel codice Guadagni ; dunque il Giordani, o non aveva sott' occhio
il ms. Guadagni, o ne aveva uno che conteneva non solo quello che h nel Guada-
gni, ma anche una parte che manca nel Guadagni, e che e da attribuire alPautore.
I tre codici fin qui esaminati non hanno quindi una diretta derivazione fra di essi.
La qual cosa si vedrk meglio con l'esame dei vari errori che sono in tutti e tre.
Un primo gruppo di errori, assai limitato del resto, fe rappresentato da quelli che si ;
riscontrano solo nella copia del Giordani : cosl ad esempio in essa si trova la parola j
capitani in luogo di capitudini, siccome h nei codici asiniano e Guadagni, esatta-
mente, poichfe nel passo si parla proprio di capiiudini e non di capitani ^. Un secondoJ
gruppo di errori h rappresentato da quelli analoghi per loro natura all'esempio citato,'
i quali sono nell' edizione ildefonsiana e nel codice giordaniano, e non si riscontrano
invece nel codice asiniano. Nella rubrica 204" si narra di Giano della Bella e dei
propositi che egli aveva contro i Grandi ; per la qual cosa aggiunge lo Stefani (leggo
» Rubr. 140».
';
INTRODUZIONE XIX
secondo il codice asiniano) : " molto l'odiarono i detti Grandi quando il scpporfo „.
Nell' edizione ildefonsiana e nel codice giordaniano l'odio diventa lode e si legge in
entrambi : " molto lodarono i detti Grandi „. Questa comunanza di errori, aggiunta
al fatto della simiglianza dei titoli delle rubriche sono segni di comune origine dei
f due codici Guadagni e giordaniano. Le ragioni dette avanti ci allontanano dalla idea
di una dijretta derivazione immediata dell' uno di essi dall' altro, per i passi che sono
in di piCi nel giordaniano; e per6 la comunanza di errori come quelli citati c'induce
a credere ad una comune origine dallo stesso esemplare per via diversa.
*
* *
10 Pertanto prima di stabilire la parentela dei codici del primo gruppo un altro
fatto fe degno di nota. Alla rubrica 209* del testo ildefonsiano segue nel codice
asiniano una breve rubrica dal titolo seguente : '^ Ordine dei Grandi per mettere di-
" scordia „. Questa rubrica manca nelI'edizione ildefonsiana e nel codice giordaniano.
Dato il carattere del copista del codice asiniano non si pu5 pensare ad una sua in-
J5 terpolazione. Si pu6 quindi ammettere che neiroriginale questa rubrica esistesse.
DalPaltro lato per quella fedeltk che si palesa nel codice giordaniano non si pu6
credere che questo taglio fosse operato dal Giordani, ma invece dal copista da cui
il Giordani trascriveva la sua copia. Dunque il Giordani non ebbe sott'occhio I'ori-
ginale; il che molto meglio si pu6 provare, ripetendo quel che ho notato per le in-
,|J0 titolazioni delle rubriche. Le quali non sono opera del Giordani perchfe le medesime
si trovano su per giti nel codice Guadagni, che non ha dipendenza diretta con il
giordaniano, e che h anteriore per il tempo al medesimo. E per6 h lecito conclu-
dere che il Giordani e il copista del ms. Guadagni ebbero un codice, che non deri-
vava dalI'asiniano, e che non era roriginale ; codice, che il Giordani piti fedelmente
3 riprodusse.
Tale codice, che non ci resta, rappresenterebbe pertanto, nella derivazione dei
codici dairoriginale, una corrente diversa da quella segnata dal codice asiniano.
L'ipotesi non mi fe stato possibile di provare con il rinvenimento di un tale codice.
La ricerca tuttavia h stata da me fatta non solo materialmente tra i vari fondi delle
) biblioteche fiorentine, ma anche in un altro campo assai diverso. Ho spinto la ricerca
infatti nel secondo gruppo di codici, i quali, sebbene fossero molto piii recenti di
quelli del primo, e mancassero della prima parte della cronaca, potevano tuttavia,
nella parte che essi ne riportano, derivare non solo dai pih antichi codici del primo
gruppo, ma anche da altri altrettanto antichi, e a noi non pervenuti. Tra questi po-
•j trebbe appunto essere stato il codice di cui abbiamo ipoteticamente ammesso l'esistenza.
Le varianti tra i codici dei due gruppi potrebbero incamminarci alla ricostruzione
di un tale codice smarrito. I confronti stabiliti non mi hanno dato materiale per
tale ricostruzione ; non per questo Tipotesi perde valore, essa non ha acquistato que-
st'altra prova, la quale peraltro non sarebbe cosl valida, come parrebbe in sulle prime,
XX INTRODUZIONE
poichfe il valore di questo secondo gnippo di codice b, come vedremo, assai limitato.
Pertanto gli argomenti fin qui addotti, e per Tesame dei titoli delle rubriche, e per
l'esame dei passi in meno o in di piii nei tre codici principali, e per l'esame finalmente
dei vari errori, ci danno ragione ad ammettere l'esistenza di un codice finora non
trovato, da cui derivano quello del Guadagni e quello del Giordani; e volendo intanto
da ci6 che si h detto finora segnare i vari gradi di parentela del prirao gruppo di
codici, si pu6 approssimativamente stabilire la seguente tavola:
Autografo
Codice asiniano
Codice gaddiano
Codice riccardiano K
, Codice X
Codice giordaniano
Codice Guadagni (edizione ildefonsiana)
«
* *
i;
Veniamo ora al secondo gruppo di codici : H loro numero h superiore a quello
dei codici del primo gruppo ; essi per6 non risalgono per il tempo al di Ik della fine
del XVI secolo. Da quanto poi abbiamo detto piii sopra, essi non offrono lezioni
talmente diverse da quelle dei codici del primo gruppo da potere dedurre che deri-
vino per una via diversa daII'originaIe. Queste osservazioni possono in qualche modo 2(
attenuare il valore di questi codici, ma non possono da sole distruggere un'altra ipo-
tesi che si ricollega appunto a questi codici. La cronaca di Marchionne h opera sua
fin da principio, oppure gli appartiene soltanto dal racconto del 1308 in poi, siccome
riportano i codici del secondo gruppo ? Ed anche provato che egli h I'autore di tutta
la cronaca, come mai ebbe origine I'errore di questa falsa attribuzione di autore? 2
A favore delPattribuzione a Coppo Stefani della prima parte della cronaca, e a
Marchionne, suo figlio, del resto delPopera a cominciare daII'anno 1308, stanno i se-
guenti fatti:
1° il numero dei codici che riportano la cronaca dello Stefani a cominciare
dal 1308 fe superiore a quello dei codici che riportano intera la cronaca sotto 3(
il nome di Marchionne;
2° la testimonianza di molti bibliografi fiorentini, che dal XVI al XVIII secolo
hanno affermato Coppo essere autore della prima parte della cronaca;
3° le opere storiche attribuite a Coppo Stefani, delle quali ve ne ha una a lui
attribuita che si conserva ancora, e che esamineremo; 3!
4" la grafia diversa tra le due parti della cronaca, osservata da padre Ildefonso
nel codice Guadagni;
5" lo stile diverso che tra quelle due parti della cronaca il suddetto padre Ilde-
fonso ha osservato;
INTRODUZIONE XXI
6° la consuetudine di continuare (siccome appunto si praticava nelle famiglie
fiorentine per i libri di ricordanze domestiche) le cronache cominciate dal padre, non
altrimenti insomma di quel che era avvenuto nella famiglia dei Villani.
Pongo anzitutto la questione in questi termini. Fu Coppo Stefani veramente
5 scrittore di storie? II ms., che conserva un'opera a lui attribuita, fa parte di un co-
dice miscellaneo della Nazionale di Firenze (Classe XXV, 43) in folio del XVI se-
colo, nel quale si contengono: " Estratti di vari libri appartenenti al Pubblico di
" Firenze fatti copiare da monsignore Girolamo Della Sommaia „. Da c. 84 a c. 101
contiene un " estratto della Istituzione di Coppo (monsignor Sommaia aggiunge Ste-
10 " fatii) dopo la cacciata del Duca d'Atene con riflessioni critiche di mons. Borghini
" e confronti col Villani „. La intitolazione che ho riferito, e la copia del codice
h del Borghini, il quale fa notare al lettore che appartiene a mons. Della Sommaia
1'aggiunta del cognome Stefani al nome di Coppo. I fatti che si narrano vanno fino
al 1376. Orbene, mettendo da parte ogni altro argomento per provare che Coppo
15 non fu Tautore di queII'opera, uno assai valevole mi fe fomito da un documento,
che ho trovato, ricercando materiale per la vita di Marchionne. II quale nel 1 9 di-
cembre del 1351 era gia orfano, aveva quindici anni, e faceva un compromesso con
la sorella Giovanna per regolare I'ereditk del padre Coppo, morto I'anno innanzi^.
Se Coppo adunque nel 1350 era morto, non pot^ scrivere un'opera che va fino al 1378.
20 Mons. Girolamo Della Sommaia fu tratto quindi in errore, e dal nome Coppo, che gli
richiam6 alla memoria quello dello Stefani, mentr'esso poteva appartenere ad altri, e
dal non conoscere gli anni in cui Coppo Stefani era vissuto. Che anzi mons. Della
Sommaia, avendo attribuito a lui un'opera che va fino al 1378, implicitamente am-
metteva che Coppo fosse vissuto in quel tempo, e per6 egli poteva a lui attribuire
25 altre opere della seconda metk del XIV secolo. Pertanto resta stabilito, che Coppo
non scrisse V Istituzione ; ma ci6 non esclude che egli non possa avere scritto la
prima parte della cronaca che va sotto il nome di Marchionne, suo figlio. In tal
caso noi dovremmo trovare il nome suo nei codici che riportano la cronaca fin da
principio ; ed invece il guo nome compare solo in qualcuno di quelli che riportano la
>0 cronaca dal 1308 al 1385, entro il qual periodo di tempo Coppo era morto. Si
vede insomma che chi scrisse il nome di Coppo in un tale codice della cronaca igno-
rava gli anni di vita di Coppo. Orbene quel tal codice appunto appartiene a mon-
signore Girolamo Della Sommaia, che abbiamo visto inesattamente per un tale errore
cronologico avere attribuito a Coppo la suddetta Istituzione. In quel codice infatti
5 si legge: " Coppo Stefani Ist. florentina script. iussu H. Summ. {Hieronimi Summaiae) ^.
Cosl adunque I'errore di mons. Girolamo Della Sommaia diede origine ad una lunga
serie di errori ripetuti nei secoli successivi dai bibliografi fiorentini. Con questo pe-
raltro non ^ interamente spiegato perch^ mai la cronaca ci si presenti in doppia re-
1 Archivio di Stato di Firenze — Diplomatico — Certosa, 19 dlcembre i3Si.
XXII INTRODUZIONE
dazione; 1' una cioh col racconto che muove dalla Creazione, e l'altra dal 1308.
Mons. Della Sommaia avrk potuto mettere di suo capriccio il nome di Coppo Ste-
fani, come aveva aggiunto quello di Stefahi al nbme Coppo nel ms. della Istituzione ;
ma la sua copia poteva derivare da un ms. cJae soltanto contenesse il racconto dal 1 308
al 1385. Una tale redazione e insomma anteriore a mons. Girolamo Della Sommaia?
II confronto fatto da padre Ildefonso tra il ms. di mons. Della Sommaia e quello del
Guadagni, dimostra che da quest'uItimo h stato fedelmente trascritto quello di monsi-
gnore Della Sommaia. E poichfe il ms. del Guadagni riporta la cronaca fin da prin-
cipio, la redazione data da mons. Della Somrnaia si deve ritenere sia dovuta unica-
mente a ragioni particolari di opportunith del suddetto Monsignore. I
Cito un ultimo fatto che dimostra la unith di tutta la cronaca, la quale potfe
essere divisa solo per il capriccio di chi posteriormente la trascrisse. II codice II,
II, 335 riporta la seconda parte della cronaca. Le prime parole del codice erano
le seguenti: " Come h detto messer Corso Donati, etc. „. II trascrittore si h accorto
che egli precedentemente nulla aveva trascritto, e pero ha cancellato, ma in modo
che ancora si leggono, le parole : b detto. Segno evidente che 1'esemplare da cui
derivava, o riportava intera la cronaca, o aveva un simile errore che palesava la sua
derivazione da un esemplare che conteneva la cronaca fin dal principio.
In quanto poi al valore delle testimonianze dei bibliografi fiorentini intorno alla
vita e alle opere di Coppo Stefani, dir6 brevemente che esse non sono anteriori alle 2
affermazioni di mons. Della Sommaia, e che quelle del secolo XVI sono assai vaghe
ed inesatte. II Poccianti nel suo Catalogus scriptorum Jlorentinoruin (Firenze, 1589)
asseri che Coppo Stefani ^^" Jlorentinas historias scripsit „. Poco dopo Paolo Mini nel
suo Discorso della nobilta di Firenze e dei Fiorentini (Firenze, 1593) poneva Coppo
Stefani tra i " Fiorentini famosi scrittori di storia „. Orbene di costoro il Poccianti 1
non disse quali storie Coppo avesse scritto; il Mini poi, facendo la genealogia della
famiglia Stefani, sebbene parli pomposamente di Coppo, dimentica, o ignora, che Coppo
avesse un figlio chiamato Marchionne, anch'egli scrittore di storia. Nel '600 1'errore,
procedendo con il tempo, s'ingrossa: i mss. derivati da quello di mons. Della Som-
maia si accrescono, e quindi Giovanni Calvoli Cinelli nelPopera inedita La Toscana
letterata, opera consultata da molti, ripetfe che Coppo scrisse di storia, e che Mar-
chionne cominci5 la sua cronaca con l'anno 1308^. Non vado avanti nella storia
deIl'errore, e mi fermo brevemente su ci6 che a tal proposito scrisse padre Ildefonso,
avuto riguardo che le sue osservazioni si possono anche rivolgere per lo studio del
materiale storico, di cui si servi Marchionne nello scrivere la sua cronaca.
Creata la tradizione di un Coppo storico, essa non si poteva ad un tratto demo-
lire, e per6 padre Ildefonso, conservando ancora l'errore cronologico per quel che ri-
guardava V Jstituzione, attribuisce a Coppo V Istituzione suddetta e con certe riserve
> Blbliot. Naz. dl Firenze, Classe IX, 66; c. 399.
INTRODUZION^ XXIll
e in forma dubitativa anche la prima parte della cronaca fino ciofe agH anni 1300.
" lo crederei, cosl egli scrive, se si dicesse, come assai probabile cosa a me sembra,
" che non due diverse sieno queste istorie fiorentine, l'una di Coppo e l'alti-a di
" Marchionne; ma una sola, o cominciata gih da Coppo e condotta fino all'intorno
" degli anni 1300 e proseguita dal figliuolo Marchionne, come nei due Villani h acca-
" duto, ovvero lasciata da Coppo sino a detto tempo confusa e quasi nei soli mate-
" riali e quindi poi da Melchiorre posta in ordine, e seguitata distintamente per tutto
" il corso dei suoi tempi, e perci6 sia avvenuto che ora sotto il nome delPuno, e
" ora sotto quello deIl'altro sia e citata e descritta „ ^. Nell'ipotesi fatta da padre
10 Ildefonso, si vede la tenacia della tradizione di Coppo scrittore, a cui si vuole in
qualche modo attribuire, se non altro, qualche cosa nella preparazione del lavoro.
lo credo di avere demolita quella tradizione, nh posso accettare alcuna delle due ipo-
tesi ammesse da padre Ildefonso. Se Coppo avesse scritto la prima parte, e il figUo
Tavesse poi continuato, perch^ mai nel preambolo dell' intera cronaca Marchionne che
I 15 dk il suo nome e cognome fin dal principio, come autore dell'opera, non ricorda il
padre suo? Se poi Marchionne avesse avuto preparati i materiali del padre, perchfe
! mai non volle far ricordo di lui, come per partito preso, mentre in alcuni passi del-
l'opera nomina Giovanni Villani, contemporaneo del padre suo?
' Pertanto io credo che nuUa si possa con sicurezza attribuire a Coppo, e che
20 in ogni modo il fatto della mancanza della prima parte della cronaca in un gruppo
numeroso di codici non ha alcun valore. Di questi codici tuttavia daremo qualche
altra notizia per stabilire, con qualche probabilitk di toccare il vero, la relazione
che corre tra tutti i codici rimasti.
* *
25 II pih importante h il codice D, I, 1039, il quarto ciofe di quelli conosciuti da
padre Ildefonso, il quale per6 non lo esamin6 molto scrupolosamente.
La prima rubrica riporta i fatti di messer Corso Donati, ed ofFre la seguente
lezione diversa da quella dei codici principali del primo gruppo: " Messer Corso,
" haveva gran seguito e grandigia in Firenze, pure addivenne che per li ordini della
30 " giustizia non puot^ cosl essere grande come a lui pareva meritare et per li sua modi
" dissimul6 per sospetto che e/c. „. Al luogo di disshnulb gli altri codici hanno e simile.
Ritoma alla mente 1' ipotesi, per poco gia enunciata, che i codici del secondo gruppo
possano con le loro varianti darci modo di ritrovare qualche altro antico ms. del-
l'opera dello Stefani. Per ora intanto credo opportuno 1'esame particolare del codice.
35 II codice D, I, 1039 riporta quasi fedelmente fino a c. 131' il testo della cro-
naca che h dato dal codice asiniano. Axrivato in quel punto (corrispondente alla ru-
brica 515* dell'edizione ild.) cominciano molte diversitk tra questo ms. e 1'asiniano.
1 Proemio cit, p. Lxxvii.
XXIV . INTRODUZIONE
Le diversith consistono in principio solamente nella mancanza di alcune rubriche in
confronto a quelle del codice asiniano. Dalla c. 131" alla 137'' mancano le rubrichc
516-522% 524-529% 531-533% e con simili salti si va fino a c. 137^ Fin qui i
fatti narrati nelle successive rubriche seguono per tempo ordinatamente. Con la
c. 137" l'ordine cronologico h interrotto; si fa un salto indietro di otto anni con il
racconto dell'ambasciata del 1355 dei Fiorentini a Mastino.
Diffusamente sono descritte 1' impresa di Lucca, fatta da Mastino e le lotte che
egli ebbe a sostenere per tal motivo con Firenze e con Venezia. A c. 155"^ b un
breve cenno delle guerre di Sicilia negli anni 1339 e 1340. A c. ISb' h ricordo
della mortalitk a Firenze per la peste ', quindi si parla di Prato, e dopo tali fatti si 1
riprende il racconto (fino a c, l^^') dei fatti interni di Firenze. Molto importante
h a c. 164 la descrizione minuta della battaglia tra le milizie di Mastino e dei Pi-
sani e quella dei Fiorentini e dei loro collegati avvenuta il 2 ottobre 1341 a causa
delP impresa di Lucca. Dopo questa descrizione si legge : " Lucca come havete hu-
" dito ebbe dalla morte di Castruccio infino a qui molte persecuzioni che durarono da 1
" tredici anni che mai non ebbe riposo et in ' quel tempo fue signoreggiata da piii e
" piJi signori, hora rimane Lucca a' Pisani li quali pongono in Lucca grandi gabelle „.
Da questa indicazione lo scrittore appare contemporaneo a quel dominio : egli quindi
viveva a mezzo il secolo XIV. Continuo la descrizione del ms.
II ms. a c. 171' torna ai fatti interni di Firenze e precisamente al modo tenuto 2
per la elezione del Duca d'Atene; poi a c. 196" si legge: " in questa parte dice lo
" conto che quando lo Comune di Pisa ebbe havuta la cittk di Lucca, messer Arrigo
"e Vallerano figliuoli di Castruccio fecero e/c. „. A c. l^^"" un'altra espressione e
degna di nota : finito il racconto di fatti non avvenuti in Firenze si legge : " hora
" lasceremo di parlare di questa materia e torneremo a parlare del Duca d'Atene „. 2
II racconto dei fatti avvenuti dopo la cacciata del Duca ha particolari sconosciuti
agli altri cronisti, cos5 a c. 210" assai importante h il ricordo di un tintore di nome
Corazza che " fecesi caporale del popolo minuto et era di piccola nazione e prese
" tanto di baldimento che andava al palazzo dei Priori con cinquecento et con ot-
" tocenio pedoni del popolo minuto, e da Priori per tema non li era tenuto porta, 3
" et metteanlo dentro, et li Priori con lusinghe et con buone parole lo vinceano e
" davanli buone promesse et con buone parole lo tenevano s5 che non fece novitk
" nessuna „. 1
II racconto degli avvenimenti fiorentini si protrae fino a c. 24 P; da questa fino
alla fine del ms. si narrano fatti successi dal 1344 al 1347 in ItaHa, in Inghilterra, 3l|i
in Francia ed anche in Siria ed in India, del qual paese si raccontano alcune mo-
struositk soprannaturali.
La descrizione del ms. non ^ stata inopportuna, e per I'importanza di nuovi
frammenti di cronaca del '300, che esso ci fornisce, e per la relazione che potrebbe
avere con la cronaca di Marchionne: bisogna infatti vedere se proprio appartenga 4(
INTROt)UZIONE 5CXV
al nostro cronista questa seconda parte del ms. D, I, 1039, siccome appunto h at-
tribuito nel codice, che h scritto tutto di una mano.
II codice h della seconda metk del 1500, riporta per5 uno scritto del 1300,
in primo luogo per le parole con cui termina il racconto dell'impresa di Lucca:
" hora rimane Lucca ai Pisani „, ed in secondo luogo per la lingua e per lo stile
della narrazione, della quale pu5 essere saggio il breve passo che ho riportato sui
fatti del tintore Gorazza. Inoltre un argomento, sia pure di secondaria importanza,
pu5 essere fomito dalla descrizione minuta della battaglia tra i Fiorentini e Mastino,
poichfe le particolari notizie date non possono essere scritte che da persona che sia
stata presente ai fatti, a meno che non si ammetta, che sieno scritte da diligente
storico posteriore che abbia avuto sott'occhio documenti coevi ai fatti narrati. Ma
l'autore non ci appare dalla sua opera un diligente storico.
L'autore della seconda parte del codice suddetto, per qunnto si allontani spesso
nel suo racconto dalla storia fiorentina, tuttavia sente il bisogno di dichiarare tal-
volta la relazione che corre tra i fatti fiorentini e quelli degli altri pacsi, e narrando
poi di quelli di Firenze vi si ferma a lungo, aggiungendo particolari, che mancano
in altri cronisti fiorentini ; e per5 io credo che l'autore di quella cronaca sia del Tre-
cento e fiorentino.
II racconto degli avvenimenti h condotto con frequenti salti cronologici per te-
nere un filo conduttore tra i fatti di diversi paesi. La qnal cosa ci pu5 far sospet-
tare che lo scrittore, o tentasse, assai infelicemente, una storia universale, come quella
dei Villani, o che forse egli facesse estratti, se non copie fedeli, di passi di diverse
cronache per raccogliere materiale per una storia. A favore della prima ipotesi
sta il fatto che egli cerca di cucire i diversi passi con espressioni, come queste : " hora
" lasceremo di parlare di questa materia e torneremo a parlare del Duca d'Atene„.
Noto inoltre, a proposito di tali espressioni, che lo scrittore mostra di non avere
la pretesa di fare lo storico, poiche scrive: " in questa parte dice lo conto eic. „.
Orbene, osservando che la cronaca dello Stefani dal 1335 al 1347 ^ assai scarsa
di notizie, e che dal 1335 al 1340 sono venti rubriche, e nessuna ve ne ha dal
1338 al 1340, si pu5 credere che questa seconda parte del codice, o rappresenti
un materiale nuovo che lo Stefani aveva raccolto per impinguare quella parte assai
magra^ della sua cronaca, la quale non pot^ verosimilmente essere terminata e cor-
retta da lui, oppure pu5 anche credersi che altri trascrivendo la cronaca dello Ste-
fani, ed accorgendosi della povertk del racconto in quel punto, cercasse per conto suo
di aggiungere questa appendice con passi di altre cronache del '300. La prima delle
due ipotesi sembra assai probabile, per5 non pu5 ammettersi sicuramente se si pensa
alla materia trattata in queste aggiunte, Lo Stefani, a differenza del Villani, non in-
tentleva scrivere di tutti i paesi, ma della sola Firenze; egli nella sua cronaca di
rado si allontana dal suo Comune, e quando lo fa, assai brevemente, si giustifica
con il lettore della necessaria digressione; rautore invece di quel tratto di cronaca
XHVl 1NTR0DU2I0NE
I
riportata dal codice suddetto dedica gran parte del racconto agli avvenimenti non
fiorentini. Comprendo che questo argomento non h tale da potere escludere l'ipo-
tesi fatta, poichfe pu6 darsi che lo Stefani, raccogliendo materiale, non fosse obbli-
gato, come poi lo era nello scrivere la cronaca fiorentina, a Hmitare le sue ricerche
soltanto nel campo fiorentino ; ma dall' altro lato io confesso di non avere prove 5
sufficienti per ammettere che questa parte appartenga proprio allo Stefani, o non piut-
tosto a un compilatore che avesse voluto allargare il racconto stefaniano, Ik dove
esso era piti arido, E per6 lascio insoluta la questione, notando tuttavia che mi
atterrei alla seconda delle due ipotesi, come a quella che pu6 essere confortata da
altri casi analoghi. E per concludere circa il codice D, I, 1039 della Nazionale dir6 10
che esso nelle cc. 1-137 deriva dal codice asiniano; che di lezioni diverse, come
quella notata dissimulb al luogo di et simile, non ve ne ha altri esempi, nfe h quindi da
credere alla derivazione di un codice perduto, dal quale sarebbero derivati indipen-
dentemente il ms. D, I, 1039 e l'asiniano; che finalmente la relazione di questi due
rnss. si vede anche bene dalla uguaglianza delle intitolazioni delle rubriche, intitola- 1
zioni che non corrispondono affatto a quelle date dagli altri codici del primo gruppo.
Accanto al codice D, I, 1039 pongo quello della Nazionale miscellaneo II, V,
150, e 1'altro proveniente dalla terza soppressione dei Filippini n. 9, Entrambi ri-
portano la lezione del codice D, I, 1039 dissimulb invece della et simile, entrambi
rlportano gli stessi errori. Senonche h da osservare che i copisti di essi molto piti 20
recenti hanno talvolta modificate diverse parole antiquate; cosl si legge in esse nello
stesso capitolo in cui si parla di Corso Donati : " avvenne ■per li suoi modi „ in-
vece della lezione "■ addivenne ■per li sua modi „ che h nel cod. D, I, 1039.
II cod. II, II, 335 deriva anch'esso dal codice asiniano, ma non ha relazione
alcuna con gli ultimi tre codici descritti. Infatti, pur corrispondendo come i suddetti 25
al codice asiniano, non riporta le varianti che sono nel codice D, 1, 1039.
Non mi resta a dire che del ms. Firidolfi-Ricasoli e del ms. della Nazionale
n, III, 117; di essi dir6 semplicemente che sono da coUocare vicino al codice Gua-
dagni e quindi alPedizione ildefonsiana, Del resto, stando appunto a ci6 che h scritto
in principio al codice II, III, 117, esso h una copia fatta per ordine di mons. Gi- 30i
rolamo Della Sommaia dal codice Guadagni. II confronto tra l'edizione ildefonsiana '
e il codice II, III, 117 lo conferma, e simile cosa pu6 dirsi dell'altro Firidolfi-Ricasoli.
*
RaccogHendo adunque le varie osservazioni fatte, i codici piti importanti restano
sempre l'asiniano e il giordaniano. II codice asiniano (A), per il carattere del copista 31
e per il tempo in cui fu scritto, ci rappresenta una maggiore sinceritk e vicinanza con
l'autografo. II copista e ben alieno dal colmare lacune o dairintrodurre interpola-
zioni, era piuttosto proclive a tagliare ci6 che gli sembrava inutile ; e per6 ci6 che
^ nella sua copia e che si ritrova in altri codici indipendenti da essa h da attribuirsi
INTRODUZiONE JCXVlt
con sicurezza alI'autore. Nfe meno utile h il fatto dell' indipendenza dell'asiniano
dal giordaniano. A proposito del quale ricorderb nuovamente che la diligenza del
PGiordani e il tempo in cui egli visse, che suggeriva buoni criteri nella trascrizione
dei codici, ci dk affidamento a condurre suUa sua copia (G) la nuova edizione per ci5
5 che riguarda le forme grammaticali. Finalmente ai due codici suddetti ^ da aggiun-
gere l'edizione ildefonsiana (I), che rappresenta il ms. Guadagni, che ha pure il suo
\; valore. E cosl questi tre mss. fbrmano il materiale fbndamentale per la nuova edi-
zione. Lk dove essi sono uguali riprodurr5 fedelmente il ms. giordaniano, Ik dove
essi presentano diversith di lezioni avr5 riguardo ai seguenti casi che sono possibili :
10 La diversa lezione pu5 ricorrere in tutti e tre i mss. ; ed in tal caso mi lascier5 gui-
dare piii che altro dal senso del testo, mettendo in nota le varianti degli altri due
mss. La diversa lezione pu5 ricorrere tra uno dei codici e gli altri due, ed allora
accetto la lezione data dai due, mettendo in nota quella del terzo, qualora questa
sia una vera e propria lezione, e non un errore evidentissimo di trascrittore. Stando
15 a queste norme, non ho da ricordare ci5 che ho notato intorno alla diversitk delle
intitolazioni delle rubriche per dire, che riprodurr5 quelle del Giordaniano, non cre-
dendo opportuno riportare in hota le monche delI'edizione ildelfonsiana e quelle as-
sai laconiche dell'asiniano.
Per rendere piti agevole la ricerca con le citazioni date secondo l'edizione di pa-
20 dre Ildefonso, ho lasciato invariata la medesima numerazione, nonostante che talvolta
ricorra nell' edizione ildefonsiana il caso di un numero medesimo ripetuto in due ru-
briche, o di una rubrica che andrebbe scissa secondo codici piti autorevoli di quelli
usati da padre Ildefonso. Questi casi del resto sono pochi, nh per essi ho creduto
opportuno di variare la numerazione.
25 Avverto finalmente che invece di apporre lunghe note al testo ho preferito d'il-
lustrare la cronaca, raccogliendo in un capitolo le questioni sui punti controversi
della storia fiorentina con confronti tra lo Stefani ed il Villani, ed in altro capitolo
descrivendo la vita del cronista con documenti del tempo.
XXVIIl INTRODUZIONE
CAPITOLO 11.
VALORE DELLA CRONACA
(Lo Stefani ed U ViUani)
SoMMARlo: Partizione della cronaca — Procedimenio tenuto dal cronista nel comJiHare la frima farte: attinse a fonti
anteriori al XIV secolo o solamente alla cronaca di Giovanni Villani? — Le frinci^ali fonii del ^eriodo leg-
gendario delle origini: la Chronica de origlne civitatis e le origini secondo lo Stefani — La leggenda di Ber-
ioldo Cesare nclla cronaca stefaniana, nel Libro fiesolano e nella cronaca di G. Villani — Risultati delPesame
del feriodo lcggendario delle origini nel racconto detlo Stefani confrontato con quello del Villani — Sfiega-
zione della lacuna nel racconto ira il IX e PXI secolo — La distruzione di Fiesole del lojo e del ixsS:
la critica dal Muratori al Davidsohn: le aggiunte dello Stefani in rafforto ai risultati della critica — Le
imfrese esteriori del Comune fioreniino nel XII e nel XIII secolo: le ragioni delle imfrese secondo lo Siefani
ed il Villani: esame comfarativo delte varie differenze: V imfresa di Monte Grossoli — La guerra tra Pisa
e Firenze del izzo — La vendita del castello di Monte di Croce — La notizia dello Stefani di una legge
fer Vacquisto dei castelli, esaminata in rafforto alle condizioni folitiche del temfo fer confermarne la vero-
simiglianza — La vcnuta di Federico I in Toscana e la questione del contado tolto ai Fiorentini : farticolare
notato dallo Stefani — Le lotte civili secondo lo Stefani e secondo il Villani: il moto degli Uberti del llfj;
le cause e le -vicende del moto secondo lo Stefani e secondo gli ultiini risultati del Davidsohn — L'origine dei
Guelfi e dei Ghibellini secondo i due cronisii: esame del racconio del isij e del 1248, le ragioni metafisiche
del Villani e quelle foliiiche dello Stefani, valore diverso assegnato ai fatii e farticolari diversi del racconto
£,a costiiuzione folitica del Comune del izSo: esame comfaraiivo dci fassi corrisfondenti dello Sicfani e 20
del Villani ■ — // valore della farola Popolo e la fosizione dei fartiti nel racconto dello Siefani — • La con-
doita dei Ghibellini sfiegata dallo Siefani in rafforto alV unione dei Guelfi con il Pofolo — L'ufficio dei Tren-
iasei — // richiamo degli esuli Guelfi nel 12S0 — // Governo dal 1230 al 1260 : Vesodo dei Guelfi del 1260 —
// secondo Pofolo del 1266 : cause della sollevazione — Le accuse mosse dal Villani contro i Fraii Gaudenti man-
cano nello Stefani: esame dei fassi corrisfondenti — Uofera dei Fraii Gaudenti — La costituzione foliiica delle 25
Arti, e la distinzione che h nello Stefani tra Arti maggiori e minori — La isiituzione dei Dodici Anziani e quella
dei Dodici buoni uomini confuse dal Villani e disiinie dallo Siefani — Le concordanze dello Stefani e delVAreiino:
le osservazioni del Satvemini — La costituzione del maggio del 1267: il Villani, lo Siefani ed il Salvemini
— La farte soggeiiiva del racconio del Villani — // Consiglio dei Cenio e quello generale: discordanze con il
Salvemini — La sioria fioreniina dal isiS al lejg : la farie avuia dal Pofolo negli avvenimenti fosia in 30
evidenza dallo Siefani: la face del cardinale Latino: la folitica del Pafato in armonia con gV interessi del
Pofolo — L' ufficio dei ^uatiordici buoni uomini, la creazioni delV ufficio e la sua abolizione non ofera solo dei
Guelfi, come vuole il Villani, ma sofrattuito del Pofolo — // Priorato: la noiizia dello Siefani della farteci-
fazionc al Prioraio delle Arii minori e i risultati della critica del Salvemini non interamente concordanti —
Seconda farte della cronaca dello Stefani: suo scarso valore in rafforio a quello dei cronisii del iemfo: Dino 35
Comfagni e Giovanni Villani: le conclusioni del Del Lungo a frofosito della cronaca siefaniana — Confronio
di alcuni fassi dello Stefani con i corrisfondenti del Villani: la Signoria del re Roberto e quella del Duca
d'Atene: giudizi dello Stefani sui faiti e sulle fersone — La terza farie della cronaca — Vari fregt di essa:
i giudizi sulle fersone: la verith nel cronista: la sua frosa.
Credo opportuno per lo studio delle fonti e per determinare il valore della cro- 40
naca dividere 1'opera in tre parti, corrispondenti a tre periodi di tempo, che in di-
verso modo l'autore poteva conoscere e descrivere. Vi fe infatti una parte della
cronaca che lo Stefani scrisse attingendo unicamente dalle fonti piti antiche, ve n'ha
una seconda di cui qualcosa potfe raccogliere dalla viva voce di chi fu presente ai
fatti narrati, e finalmente un'ultima parte comprende fatti svoltisi in tempi in cui 45!
visse l'autore, e ai quali egli prese parte. !
L'anno di nascita dello Stefani, siccome innanzi vedremo, si pu6 con sicurezza
fissare al 1336 j la cronaca fu scritta tra il 1378 e il 1385: segno questo limite
INTRODUZIONE XXIX
per un cenno che h nelPopera alla rubrica 134% nella quale h detto che durante la
riforma dei Frati Gaudenti del 1266 " fatti i consigHeri, voUono i Mercatanti ove
" qucsti consiglieri si ragunassero. Ci6 fu sotto la casa dei Cavalcanti, ove h oggi
" l'Arte dei farsettai, barbieri ek. „. Quest'Arte fu creata durante il tumulto dei
5 Ciompi nel 1378 e fu soppressa nella reazione del 1382*, dunque lo Stefani in quel
periodo di tempo aveva gik scritto le prime 134 rubriche.
Un altro limite di tempo pu5 segnarsi con I'esame della rubrica 851% nella quale
si narra degli avvenimenti del 1380, allorquando i Ciompi banditi dal Comune si
erano riparati a Siena. Nota lo Stefani che per tal motivo il Comune di Firenze
10 " se ne dolse ; alcuno ne sbandirono, e gli altri ricevettono e ricevono e ritengono,
" e per gli patti tra loro e noi non potessono nh debbono „. Orbene se si pensa
che verso il 1385 in Siena era abbattuto il Governo democratico, e che d'aIIora in
poi • non si accolsero mai piii Ciompi fiorentini, pu5 credersi che l'autore scriveva
la rubrica 851* prima del 1385.
Stabiliti questi termini cronologici segno il 1300 come primo limite nella parti-
zione della cronaca, poichfe verosimilmente egli non poteva raccogliere notizie ante-
riori al 1300 da testimoni di fatti, anche se a lui narrati durante la giovinezza. E gio-
vevole assegnare al 1300 questo limite in rapporto aIl'anno in cui fu principiata la
cronaca di G. Villani, con la quale stabiliremo frequenti confronti.
Anche per lo stesso motivo segno il limite della seconda parte della cronaca
intorno al 1348 al termine cio^ della cronaca villaniana. In quella prima metk del
secolo XIV visse quella generazione che precedette lo Stefani, e che poteva a lui
nella giovinezza narrare i fatti operati in servizio del Comune. Con quelFanno poi
della terribile peste pu6 dirsi cominci nella narrazione dello Stefani il primo fatto
5 che I'autore personalmente ricordava scrivendo. Egli aveva allora compiuti i dodici
anni, era certamente troppo giovane per fermare nella memoria i fatti e ritenerli fino
al 1378, tuttavia si noti che la peste del 1348 era tal cosa che doveva colpire la mente
di un giovanetto che ne avrk potuto conservare il ricordo in tutto il resto della vita.
La narrazione che segue il 1348 ha bcn presto un segno assai chiaro della testimo-
) nianza dello scrittore ai fatti narrati. " Questo vid' io „ scrive lo Stefani nella ru-
brica 647" per il 1351 dopo aver narrato alcuni episodi delle fortificazioni della citta,
minacciata allora dai Visconti.
Abbiamo cosl distribuito la cronaca dello Stefani in tre parti : la prima dal prin-
cipio al 1300 conta 215 rubriche; la seconda dal 1300 al 1348 comprende le ni-
) briche 216-635*; la terza h formata dalle ultime 362 rubriche e va fino alPan-
no 1385.
Si pu6 certamente osservare che nella economia di tutto il lavoro non v'b pro-
porzione tra la prima e le due ultime parti in relazione allo spazio di tempo trattato ;
' Rubr. 134*.
XXX INTRODUZIONE
poichfe, mentre dal 1300 in poi si pu6 in media stabilire dalle nove alle dieci rubriche
per ogni anno; per la prima parte invece dalle origini dell' uomo al 1300 sono im-
piegate sole 215 rubrjche.
Lo Stefani aveva creduto opportuno di premettere come i cronisti contemporanei
un simile cappello di leggendarie origini bibliche e romane alla sua cronaca fiorentina,
ma egli cerca ben presto di liberarsi di tale luogo comune, rapidamente sorvolando su
diversi secoli di storia, e pervenendo con la 30* rubrica ai tempi di Carlo Magno.
* *
Nella prima parte adunque della cronaca fe brevemente trattato il periddo delle
piii lontane origini del mondo, di Roma, di Fiesole e di Firenze. Lo studio di 10
questo periodo se storicamente non ha alcun valore, pu6 servirci tuttavia per cono-
scere il metodo tenuto dall'autore nel compilare questa parte della cronaca ; la qual
cosa puo fornirci il modo di stabilire, qualora ne sia il caso, qualche analogia con il
procedimento tenuto dall'autore nella narrazione dei periodi successivi.'
Una questione ci si presenta subito: Lo Stefani poteva ricavare questo mate- 15
riale delle origini, o da antiche compilazioni fiorentine anteriori al XIV secolo, oppure
da quelle cronache del principio del XIV secolo, che avevano riprodotto il materiale
precedente accomodandolo a preambolo della Storia fiorentina. Se poi si pensa, che
la cronaca di Giovanni Villani ai tempi dello Stefani era ben divulgata, e che lo Ste-
fani la consulto indubbiamente (come appare, lo vedremo piti innanzi, dalla citazione 20
che egli ne fa per due volte nell'opera sua), sorge assai verosimile l'ipotesi che lo
Stefani abbia fin da principio unicamente riprodotto la cronaca villaniana, senza ri-
correre (poiche poteva farne a meno) ad altre fonti piix antiche, dalle quali aveva
gik attinto il Villani. Se poi questa ipotesi si potrk estendere a tutta la prima parte
della cronaca cioh alle prime 215 rubriche, sark tolto cosl ogni valore alla cronaca 25
stefaniana fino al racconto del 1 300 ; e sark in tal modo giustificata la dimenticanza,
in cui h stata posta la nostra cronaca dagli storici piti recenti e piti diligenti, che
hanno trattato dei primi tempi della storia fiorentina.
II proemio della cronaca stefaniana ci dk fin dal principio un argomento a fa-
vore dell'ipotesi fatta. Esso h, pu6 dirsi, una parafi-asi non molto ben riuscita di 30
quello simile premesso da G. Villani all'opera sua. Se poi si considera la distribu-
zione della materia nelle due cronache, fatta astrazione della parte relativa alla storia
generale non fiorentina che lo Stefani tralascia, 1'analogia fe manifesta non ^olo nell'or-
dine della materia trattata, ma anche nelle lacune che ricorrono nelle due cronache di
certi periodi storici ; finalmente venendo a casi piti speciali si possono facilmente ci- 35
tare molti errori comuni di nomi e di date.
Accanto a queste analogie (le quali peraltro potrebbero derivare da identitk di
fonte usata dai due cronisti) sono da osservare alcune notevoli differenze tra lo
Stefani ed il Villani in questa prima parte delle loro cronache. Lo Stefani infatti.
►■
INTRODUZIONE XXXI
pur non riportando alcune notizie che sono nella cronaca villaniana, ne riporta altrc
che non sono in questa.
I passi che oiTrono le pih notevoli differenze li ho divisi in due gruppi ; com-
prendendo in un primo quelli nei quali lo Stefani ha descritto con piti ricchi parti-
5 colari i medesimi fatti narrati dal Villani; e finalmente in un secondo quei passi nei
quali i due cronisti in diverso modo spiegarono e valutarono gli stessi fatti ^ Lo
Stefani adunque, giacchfe esistono tali differenze, non ha copiato il Villani in questa
prima parte della sua cronaca ; egli pu6 avere attinto o a fonti diverse, o alle me-
desime variamente interpretandole e riproducendole.
0 Limito la ricerca per ora alle prime trenta rubriche della cronaca, al periodo
cioh delle origini, e comincio intanto a indicare quali soho le fonti che lo Stefani
stesso cita nel corso della sua opera: un primo gruppo fe rappresentato dalla Genesi'
c dai libri di Virgilio, di Orosio e di Darete frigio®; un altro gruppo b rappresen-
tato dalle cronache di Martin Polono * e di Giovanni Villani^. Non credo che il
5 primo gruppo sia stato direttamente consultato dallo Stefani, poichfe il modo stesso
com'fe tirata giii questa prima parte, le non poche compilazioni anteriori, nelle quali
erano gik fuse queste leggende bibliche e pagane, ci fanno credere che tale erudi-
zione dello Stefani fosse di seconda mano. AI contrario b molto piii sicuro che
le cronache di Martin Polono e di Giovanni Villani fossero direttamente consultate
0 dallo Stefani ; ma queste, ripeto, non bastano a spiegare le differenze notate, e pero
bisogna credere che I'autore verosimilmente non volesse citare, ne aveva bisogno di
f! farlo, altre fonti della primitiva storia fiorentina, dalle quali egli attinse.
*
Delle fonti della primitiva storia fiorentina ^ da noi conosciuto un materiale
5 formatosi verso il XII secolo, ed accresciutosi a mano a mano nel tempo successivo.
La leggenda dell' origine di Firenze compare nella cronaca del Sanzanome, che scrisse
nel principio del XIII secolo ', e fu tramandata in diverse redazioni, delle quali tre
' Non ho tenuto conto deUe differenze dl date, I35 138-VII, 15; 139-Vn, 17; 142-^11,32; 156-^11,79-,
poich^ non si pu6 essere sicuri che queste fossero tutte 1S8-VII, 79; 194- VII, 154.
quante apposte dallo Stefani ; mancano infatti moltissi- * Rubr. i*.
me nel codice piu antico, l'asiniano ; nei codici poste- ^ Rubr. 10'.
riori sono riprodotte quasl sempre quelle del Villani. * Rubr. 27*. 30
Sembra che il lavoro non pote essere condotto a termine ' Rubr. 157*.
dallo Stefani. Ecco intanto uno specchletto delle prin- * La sua cronaca va sotto il nome di Ges/a flo-
cipali differenze ; il primo numero indica la rubrica dello retiiinorum, e stata pubblicata dall' Hartwig in * Quel-
Stefani, gli altri due rappresentano il libro e il capitolo len und Forschungen zur altesten Geschichte der Stadt
del Villani (Ediz. Dragomannl, Firenze, 1844). FIorenz„, Erster Theii, Marburg, 1875. Un'altra edi- 25
Primo gruppo: 71 -VI, 6; 83-VI, 33; 86- VI, 35; zione ne fu fatta dalla Deputazione toscana di Storia
90-VI, 39; 93, 94-VI, 43; 104-VI, 55; 117-VI, 65; I30-VI, patria, in Documenti di Storia italiana; Firenze, Cel-
74; 125-VI, 79; 140- VII, 16; 147-VII, 31; 150-VII, 42; lini, 1876. II nomc del Sanzanome ricorre in un docu-
153-VII, 56; 158-VII, 79; 194-VII, 154. mento del 14 giugno 1188 e in altro del 1197, editi da
Secon-do gruppo : 82-VI, 33; I24-VI, 79; 133- VII, P. Santini in Documenti deWantica costituzione di Fi- 30
xxxn
INTRODUZIONE
furono pubblicate dall' Hartwig con il titolo di Chronica de origine civitatis ^ Di
queste redazioni I'una in latino fe cavata da un codice della Magliabecchiana di Fi-
renze della fine del secolo XIII '^; Taltra in italiano trovasi in un codice lucchese
compilato fra il 1290 e il 1342 **, la terza conosciuta sotto il nome di Libro fieso-
lano ha la data del 1382*. Una quarta e non meno importante redazione e stata
trovata dal prof. C. Paoli ^.
Accanto a queste leggende abbiamo un piccolo ma prczioso materiale in due
raccolte annalistiche, delle quali la piu antica risale al XII secolo ^ Tengo a dire
intanto che il mio non h uno studio sulle fonti di storia fiorentina ; io mi limito sem-
plicemente a vedere se di questo materiale da noi conosciuto vi sia traccia nella
cronaca dello Stefani, e se ve ne sia inoltre altro sconosciuto.
La rubrica seconda dello Stefani che descrive l'Asia richiama alla memoria il
passo corrispondente del Libro fiesolano. Scriveva lo Stefani : " l'Asia conie a-p-pare
fe quasi la meta della terra abitabile „ ; la espressione conie appare non t veramente
molto chiara, tale peraltro diventa leggendo le seguenti parole nel Libro fiesolano
(p. 38) : " La prima parte e la maggiore h detta Asia, siccome si dimostra -per lo
diritto com-passo „ ; le quali parole sono illustrate da questa figura :
10
i
15
Non si pu6 certamente assicurare che lo Stefani avesse qui sott'occhio il Libro
fiesolano ; ma si noti che la dimostrazione geometrica della notizia data manca nelle
altre redazioni della Chronica de origine; nh quindi t inverosimile che da quel Libro 2(
I'abbia preso lo Stefani, che omise di segnare la figura geometrica; se pure questa
omissione non si debba ai copisti della cronaca stefaniana.
Continuando il confronto delle diverse redazioni della Chronica de origine ci-
vitatis con le prime rubriche dello Stefani, si puo notare che solo con il Libro fie-
solano corrisponde il tempo assegnato aII'assedio di Troia di anni 10, mesi 6, giorni 12, 2!
e non di giorni 15, come danno le altre redazioni. Parimenti al Libro fiesolano si
w
renze (a cura della R. Deputazione toscana di Storia pa-
tria); Firenze, Cellini, 1895, parte I, doc. 18 e 21.
' D. O. Hartwig, oJ>. cit., parte I, pp. 37-63.
* Biblioteca nazionale di Firenze, cod. magliabec-
chiano, 11, 67.
^ Arcliivio di Lucca, Collezione Orsucci : O, 40.
* Fu pubblicato la prima volta dal Gargani nel
vol. I &t\V Afpendice alle leiiure di famiglia; Firenze, Cel-
lini, 18S4.
* Biblioteca laurenziana di Firenze, XXVIII, 8; il
prof. C. Paoli ne dife notizia in una recensione del libro
citato dell'HARTWiG in " Archivio storico italiano „ to-
mo IV, anno 1882.
* Costituiscono gli y4»»a/ej^or€»AW, I (1110-1173)
e gli Annales florentini, II (i 107-1247) editi dall'HARTWiG
in o/. c//., parte II (Halle, 1880). La natura di quegli
annali fu ben definita dal prof. C. Paoh neirartico-
lo citato e dal prof. P. Villari ne I frimi due secoli
della storia di Firenze, vol, I, cap. I ; Firenze, Sanso-
ni, 1893.
INTRODUZIONE XXXIII
accosta il racconto dello Stefani sulla prima distruzione di Fiesole e sulle condizioni
imposte ai vinti Fiesolani. Perallro, restando sempre nel campo della Chronica de
orig^ine civiiatis, accanto a queste corrispondenze e richiami del Libro Jiesolano pos-
siamo notare altri passi, in cui lo Stefani si accosta pifi che al Libro Jiesolano alle
5 altre redazioni : cosi appunto si puo osservare per il racconto della leggenda di Rea
Silvia che si avvicina solamente a quella del codice lucchese. Ed inoltre possiamo
citare altri passi dello Stefani, che sono diversi dalle redazioni citate, ma che con-
tengono molti elementi, che sono in quelle redazioni, L'origine deirarme fiorentina,
secondo lo Stefani, che qui h un po' diverso dal Villani, si deve ai Fiorentini che
10 recatisi un giorno in Campidoglio per discutere appunto sulParme " trovarono un
giglio nato " sopra un prato molto bello „ e questo misero nel gonfalone rosso che i
Romani avevano loro mandato. Nelle tre redazioni della Chronica de origine civitatis
ci sono tutti gli elementi della leggenda, vi fe solo questa differenza : non sono i
, Fiorentini, ma i Romani ad adunarsi per discutere suU' arme, la quale h scelta, avuto
3 riguardo ai fiori del campo in cui sorgeva Firenze.
* *
Molto piii notevole 6 la leggenda di Bertaldo Cesare che h nello Stefani, la quale
pu6 mettersi a confronto con quella di Uberto Cesare, che h in appendice al Libro
jj Jiesolano ^ La leggenda dettata da adulazione " verso gli Uberti era conosciuta dal
•o Villani, ma egli da buon popolano fiorentino, poco amorevole agli Uberti, non
la riporta, scusandosi col dire: " questo non troviamo per alcuna autentica storia
" che per noi si trovi „ ^ Secondo il Libro fiesolano Uberto Cesare era figlio di Ca-
tilina; dopo la distruzione di Fiesole egli fu perdonato dai Romani, e fu quindi invi-
tato da G. Cesare ad abitare in Firenze. Egli vi signoreggi6 con sette compagni
3 fiesolani e fiorentini. Morto G. Cesare, Cesare Augusto lo invit6 ad andare alla
conquista della Sassonia. AUora l'Antigrade della Germania diede ad Uberto Cati-
lina, figliuolo di Uberto Cesare la propria figlia per moglie, e cosl da Uberto Cati-
lina derivarono gli Ottoni di Germania ed altri legnaggi degli Uberti che si trapian-
tarono quindi in Firenze. A proposito dei tre Ottoni il genealogista avverte : " Questi
•» " tre imperatori sono nati del lignaggio degli Uberti di Firenze, e perci6 sono molti
" che dicono che sono nati della Magna. Ma a ricontare la verace storia, elli sono
" nati del nobilissimo Catilina re di Roma; e Catilina fue nato dei nobili scacciati
" di Troia „ ^
Lo Stefani riferisce che Bertaldo Cesare era stato a Fiesole ai tempi di Cati-
' Dl questa leggenda tratt6 anche il Renier nel suo particolarmente (nh del resto era buo proposito) la reda-
ottimo lavoro su Fazio degli Uberti : Uriche edite ed zione stefaniana, sidla quale appunto io devo soprattutto
inedite di Fazio degli Uberti. Testo critico freceduto fermarmi.
da una introduzione sulla famiglia e sulla vita delVau- ^ Of. cit,, I, 41. lO
^re /c»- ca^a rfj Rodolfo Renier; Firenze, Sansoni, 1883, ^ O/. cit., p. 65,
pp. xvui sgg.). II Renier peraltro non lia esaminato
T. XXX, p. I — C.
XXXIV INTRODUZIONE
I
lina, egli era parente di G. Cesare, e per6 nella distruzione di Fiesole gli furono
rispettati i beni e la casa. Venuto a dimorare a Firenze fu onorato e scelto come
ambasciatore da inviare ai Romani, quando alla morte di Benzo, rettore dei Fioren-
tini, questi richiesero dai Romani di " potersi reggere a loro modo, sl veramente in
" divozione del popolo di Roma „. L'ambasceria ebbe esito felice; e Bertaldo Ce- :
sare fu scelto come console per cinque anni con dodici senatori, dei quali sei fieso-
lani e sei fiorentini \
La leggenda stefaniana ci si presenta abbastanza diversa da quella del Libro
fiesolano- si consideri tuttavia : 1° il posto identico nelle due cronache in cui essa
cronologicamente h incastrata tra la distruzione di Fiesole e 1'edificazione di Firenze ; 10
2° una certa somiglianza di nomi : Bertaldo Cesare e Uberto Cesare ; 3° la cor-
X rispondenza delle notizie sul govemo in Firenze di Bertaldo e di Uberto con com-
pagni fiorentini e fiesolani. Una differenza fe per6 notevole : Uberto Cesare, marito
di una fiesolana h figlio di Catilina ; Bertaldo Cesare h fiesolano, ma h invece parente
di G. Cesare. Le differenze diventano sempre piti inconciliabili per il seguito della 15
leggenda, poichb 1' una si ferma a Firenze ; I'altra invece, peregrinando per la Ger-
mania dopo di aver dato origine agli Ottoni, torna nuovamente a Firenze.
Esaminiamo il valore delle due leggende : quella dello Stefani non ha alcun fine
particolare, come evidentemente ha quella del Libro fiesolano, di adulare le origini de-
gli Uberti. La leggenda stefaniana ^, pu6 dirsi, un complemento necessario a quelle 2C
precedenti della distruzione di Fiesole e dell'edificazione di Firenze, per dire del primo
governo di Firenze. E poichfe tra le memorie dei primi tentativi di autonomia cit-
tadina era vivo il ricordo della dipendenza feudale si volle a questo Bertaldo, nome
d'origine germanica, innestare un elemento romano aggiungendo il secondo nome di
Cesare, legandolo in parentela con G. Cesare, nominandolo quindi ambasciatore dei 2
Fiorentini presso i Romani, ed eleggendolo infine console per cinque anni in compa-
gnia di senatori fiorentini. Credo insomma che la leggenda sia 1' idealizzazione della
prima forma di autonomia comunale, contemperata in principio da elementi feudali
e da elementi cittadini. La leggenda naturalmente spinse indietro nei piij lontani
secoli un fatto molto piii recente per dare ad esso una veste arcaica, piti solenne e 3
misteriosa.
Ben diverso, ripeto, h il fine particolare di adulazione agli Uberti che si pro-
pone la leggenda del Libro fiesolano ; si osservi peraltro che 1' indirizzo tutto ger-
manico, che prende questa leggenda, segue una prima parte in cui sono possibili
molti confronti con la leggenda stefaniana ; e si osservi che la seconda parte ha un 3i
significato che fe, puo dirsi, 1' ultima parola dopo quella gik detta sull' origine degli
Uberti : costoro, vi si dice, non discendono, come comunemente si ritiene, dagli Ot-
toni, ma questi discendono da quelli. Questa seconda parte adunque della leggenda
' Rubr. 31».
INTRODUZIONE XXXV
del Libro fiesolano fe verosimilmente posteriore alla prima, la quale e servita ed essa
quasi come preambolo.
La leggenda insomma del Libro fiesolano prende una via tutta diversa da quella
stefaniana dopo avere percorso un campo, che lo Stefani indipendentemente dal com-
5 pilatore del Libro fiesolano conobbe e percorse.
Se ora veniamo al raffronto .dello Stefani con il Villani abbiamo in questo punto
una prova sicura che qui i due cronisti ebbero fbnti diverse, e che piii antica era
quella dello Stefani. Infatti il Villani evidentemente si serviva qui o del Libr^o fiC'
solanoy o di una redazione simile, poichfe egli non volle riportare quella leggenda
10 perchfe a lui appariva un atto di adulazione agli Uberti. Orbene, la leggenda dello
Stefani non ha questo carattere, e per6 se fosse stata sotfocchio al Villani, questi
non avrebbe avuto ragioni contrarie per non riportarla integralmente. Giova intanto
avvertire che il Villani non dk in quel punto della cronaca tutte le notizie che sono
nello Stefani intomo al govemo di Firenze ai tempi di Roma ^ ; la qual cosa ci dk
5 sempre piii ragione a credere che queste notizie si colleghinb (anzi ne sieno parte
integrale) con la leggenda di Bertaldo, e che perci6 la mancanza di questa nel Vil-
lani spieghi la mancanza delle suddette notizie,
*
* *
I raffronti con il materiale leggendario delle origini ci ha cosl portato al con-
J fronto dei passi dello Stefani con quelli del Villani ; pertanto, prima di venire a quelle
differenze gik distinte in due gruppi, sbarazzo il terreno da altre che potrebbero in
sulle prime dimostrarci nello Stefani fonti diverse da quelle del Villani per fatti che
appaiono narrati in modo sostanzialmente diverso. Qui peraltro bisogna andare cauti ;
cosi le differenze, che sono ad esempio: 1° nella descrizione del tempio di Firenze che
5 secondo lo Stefani fu cominciato da Cesare e finito da Ottaviano, e che, secondo
il Villani, fu cominciato da Ottaviano; 2° nella diversa data d' introduzione del Cristia-
nesimo in Firenze nel 320 secondo lo Stefani e nel 350 secondo il Villani, non sono
tali differenze da poterci fare ammettere una fonte diversa tra i due cronisti, poichfe
quelle date e quei nomi possono conciliarsi, e possono non essere state nel testo
primitivo, ma introdotte dal Villani o dallo Stefani. Infatti il nome Cesare Otta-
viano, sdoppiandosi, potfe essere ragione di avere attribuito a Cesare il principio e ad
Ottaviano la fine del tempio; la differenza poi della data deII'introduzione del Cri-
stianesimo in Firenze fe dovuta ad un computo diversamente fatto da cronisti sulle
determinazioni approssimative, che erano nelle memorie pifi antiche. Firenze, era
detto in quelle memorie, pass6 al Cristianesimo nel regno di Costantino; questi si
era fatto cristiano nel 320, ed aveva regnato trent'anni; Firenze dunque potfe dive-
nire cristiana in quel trentennio; e per6 per lo Stefani ci6 avvenne nel 320, per il
' Rubr. 21*.
^«
XXXVl INTRODUZIONE
/ Villani nel 350. Ripeto, pu6 benissimo ci6 derivare da diversitk di fonti, ma pari-
menti ci5 pu5 derivare anche da una stessa fonte, diversamente interpretata.
A questa seconda opinione, per la quale possiamo ammettere che tra le fonti
adoperate dallo Stefani ve ne sieno state di quelle gik adoperate dal Villani, ci
riconduce un'altra serie di passi dei due cronisti messi a confronto. 5
Dei passi messi a confronto alcuni sono caratteristici per certe frasi che sono
ripetute nei due cronisti. Nella venuta di Saturno in Italia lo Stefani nota che
" grosse genti erano quelle del paese „ (rubr. 1 3") ; ed il Villani : " la gente allora
" era molto grossa „ (I, 23). Lo Stefani aggiunge in quella rubrica molti particolari
suUa cittk edificata e sulle opere di Saturno, particolari che escludono, che la frase 10
analoga sia pervenuta allo Stefani per via del Villani, ma che invece ci fanno cre-
dere, che quei particolari fossero nella medesima fonte usata dal Villani, il quale non
credette opportuno di riportarli. In altro passo h detto che i Goti, battuti da Ono-
rio, furono ridotti vicino a Fiesole m alido Izcogo; la frase ricorre nei due cronisti^;
per5 nel Villani h accompagnata da simili frasi che danno una coloritura artistica 15
al passo, nello Stefani manca invece quella coloritura che probabilmente si deve al
gusto artistico del Villani, e che mancava nell'originaIe piti rozzamente e sincera-
mente riprodotto dallo Stefani.
Anche certe differenze possono farci pervenire a simile conclusione: Nel rac-
conto dell'opera di Romolo lo Stefani nota che i nomi dei Senatori creati da Ro- 2'i
molo si leggevano in tavole con lettere ^oro (rubr. 16*), nel posto corrispondente
il Vill^ni dice che quei nomi si leggevano in tavole d^oro (I, 26). Non credo di
andare lontano dal vero ammettendo che la lezione piii antica e genuina fosse quella
meno esagerata delle tavole con lettere d'oro, e che l'altra si dovesse all'alterazione
introdotta successivamente forse dal Villani medesimo. A questo proposito potrebbe 2
essere citato anche un altro esempio, in cui la lezione data dal Villani diventa intel-
ligibile ponendovi accanto il passo corrispondente dello Stefani. I Fiorentini ave-
vano custodito la cittk di Pisa dalle insidie dei Lucchesi, mentre i Pisani erano andati
all'impresa di Maiorca; tornati dalla spedizione i Pisani olTersero ai Fiorentini due
colonne, delle quali cosi parlano i due cronisti: '
G. ViLLANi, lib. IV, c. 3 1 {Ed. Dragoni). MARcraoNNE di C. Stefani, rubr. 42».
. . . . e per alcuno si disse che per invidia le feciono . . . . e dicesi una favola che in queste colonne si ve-
affocare, e le dette colonne sono quelle che sono diritte devano molte cose e che i Pisani le abbacinarono col
dinanzi a San Giovanni. fuoco. Qnesto e rimesso nella sua verita.
Nel Villani non si capisce la ragione perchfe le colonne fossero affocate, non
dicendoci il cronista che in esse " si vedevano molte cose „ e percio se la lezione
del Villani, data dalPedizione del Dragomanni b genuina, dimostra che in questo
caso la fonte comune ai due cronisti fu piii chiaramente riprodotta dallo Stefani.
' O/. dt,, rubr. 25*, lib. I, c. 25.
INTRODUZIONE XXXVII
Pertanto, riassumendo i risultati delPesame di questo periodo leggendario della
prima parte della cronaca, le hotizie messe a confronto, se da per sfe stesse non
mno alcuna importanza storica, possono farci tuttavia conchiudere che anche per
iuesto periodo, che lo Stefani frettolosamente ha trattato, egli : 1° non deriva diret-
^tamente dal Villani; 2° si servl talvolta di qualche fonte sconosciuta dal Villani;
3° si servl quasi sempre delle fonti villaniane, attingendo ad esse direttamente e ripro-
ducendole talvolta con maggiore ampiezza di particolari e taPaltra forse con mag-
• *
10 La prima parte della cronaca stefaniana, secondo la partizione fatta, dopo il
racconto favoloso delle origini, compreso nelle prime 33 rubriche, passa agli avve-
nimenti del secolo XI con un salto di due secoli nella scala cronologica della sto-
ria fiorentina.
Questo fatto si ripete nel Villani, e per6 resta a spiegAre: 1° che cosa indichi
15 una tale lacuna comune allo Stefani ed al Villani; 2" per quale motivo esista que-
sta lacuna, la quale poteva benissimo essere ricolma di leggende, se le notizie certe
facevano difetto per quel periodo.
Se si ammette per un momento che tanto il Villani quanto lo Stefani avessero
un'unica fonte, la lacuna sarebbe presto spiegata, poichfe essa sarebbe esistita in quella
I^^O fonte comune ; ci resterebbe quindi solo a spiegare la seconda parte della questione
' sollevata. Noi peraltro non possiamo ammettere in modo sicuro che i due croni-
sti seguissero sempre un'unica fonte, poichfe nelle prime 33 rubriche della cronaca
stefaniana abbiamo visto qualche segno abbastanza evidente di fonti diverse, delle
quali alcuna non adoperata dal Villani. Tuttavia h bene notare fin da ora che, pro-
5 cedendo nei confronti tra i due cronisti, mentre per il primo periodo leggendario vi
sono alcune differenze che danno quasi una opposta versione di alcuni fitti, e fanno
quindi pensare a fonti tutte diverse, queste sostanziali differenze alla fine del primo
periodo leggendario quasi interamente cessano per dar luogo ad altro genere di dif-
ferenze, sempre piii numerose, per le quali lo Stefani ^ diverso dal Villani solo per-
0 chb aggiunge particolari nuovi.
Dunque se era lecito ammettere diversitk di fonti per il primo periodo, bisogna
cssere molto cauti ad estendere I'ipotesi al periodo seguente, nel quale piti che fonti
diverse che danno lezioni opposte e lecito di supporre fonti medesime piii o meno
ricche di particolari, o piCi o meno chiaramente riprodotte.
':> Veniamo ora ad altro genere di osservazioni. Nel materiale della storia pri-
mitiva di Firenze vi sono due gruppi distinti: il primo rappresentato dalla Chronica
de origine civitatis, che si spazia dai tempi piCi remoti fino al tempo dell'ultima
ricostruzione della cittk, cio^ al tempo di Carlo Magno e alla prima distruzione di Fie-
sole ; il secondo gruppo h rappresentato dalle raccolte annalistiche, delle quali la noti-
^}CXVlll iNTRODUZIONfi
zia pih lontana registrata risale alP XI secolo ; cosicchfe tra i due gruppi di materiali
h appunto la lacuna dal IX all' XI secolo. Dall'altro lato si noti che il primo ge-
nere di materiale per la sua natura poteva nelle diverse compilazioni dar luogo a
differenze sostanziali, mentre il secondo nelle diverse redazioni non poteva ofFrire
in generale che maggiori o minori notizie degli stessi fatti. Per la qual cosa io 5
credo che i cronisti, come il Villani e lo Stefani, che voUero fare una storia di
Firenze dalle origini del mondo, accostarono insieme questi due gruppi di materiale,
nfe pensarono essi a colmare la lacuna, non volendo o non sapendo creare nuove
leggende, nh potendo trovare alcuna notizia di quel tempo. Diversamente da loro,
Paolino Pieri, volendo lasciar da parte tutto il materiale leggendario, come cosa 10
poco importante per lui, cominci6 addirittura dal 1082, dal limite cioh piti lontano
di notizie annalistiche, il quale segna il principio di un nuovo ordine di materiale
storico.
* *
Spiegata in tal modo la lacuna passo senz'altro all'esame del racconto del 15
resto della prima parte della cronaca a cominciare dall' XI secolo. Ho gik detto
che questa parte offre differenze con il Villani soprattutto riguardanti particolari nuovi
od apprezzamenti diversi, dei quali importa conoscere Tesattezza ed il valore. Credo
che tale studio possa concorrere a quello delle fonti fiorentine. che pur non fe mio
proposito nh mio c6mpito, ripeto, di studiare qui pienamente. 20
Della prima metk dell' XI secolo lo Stefani non riporta che una sola notizia, la
quale si trova nel Villani: la distruzione di Fiesole del 1010, che dalla critica h
stata gik relegata tra le leggende derivate dalla Chronica de origine civitatis. II pri-
mo a metterla in dubbio fu il Muratori, il quale dopo dj averla riportata cosl vi
aggiunse : " in quanto a me vo assai lento a persuadermi cotali bravure in questi 25,
" tempi, nei quali le cittk d'Italia non avevano peranche n^ facoltk nh uso di muo-
" vere 1'armi da sh nh di distruggersi l'una l'altra „*. II Lami quindi prov6 meglio
la falsitk della notizia trovando in documenti del secolo XI ricordo della esistenza
di Fiesole, e per6 venne alla conclusione di riferire tutto al 1125, anno in cui
h certa notizia di una distruzione di Fiesole, la quale peraltro era da limitarsi, 30
secondo lui, a parziali demolizioni di mura e di torri^, Era insomma la medesima
notizia data dagli Annali di Tolomeo da Lucca, che, senza sapere, il Lami accettava '.
I risultati del Lami furono pienamente accettati, fino a quando l'Hartwig, tor-
* L. A. MuRATORI, Annali d' ItaKa dal frincifio sulas, quantum ad aliquas sui munitiones „ in Annales
deWBra volgnre fino alV anno ijoo ; Milano, 1744, vol. Ptolomaei lucensis in Cronache dei sccoli XIII « XIV
VI, p. 3S- edite nei Documenti di Storia italiana pubblicati a cura 10
' GlovANNl Lami, Lezioni di antichitct toscane e della R. Deputazione di Storia patria per le provincie
sfecialmente della citth di Firenze; Firenze, 1766, vol. I, di Toscana dell'Umbria e delle Marche; Firenze, 1876,
P- 284. vol. VI, p. 48.
' "Hoc eodem anno Florentini destruxerunt Fe-
INTRODUZIONB XXXIX
nato sull'argomento, cerc6 di stabilire la provenienza della leggenda e la causa per la
quale essa avesse assegnato al 1 0 1 0 la distruzione di Fiesole, onde poi pass6 in tal modo
nella cronaca del Villani e quindi in quelle posteriori. II Villani, secondo 1' Hartwig
tolse la leggenda dalla Chronica de origine civitatis, e nel riportarla nella sua cronaca
5 confuse le due date del 1010 e del 1125 per un calcolo errato di anni che h in
quella cronaca ^ Anche il Villari ribadi con altre sue osservazioni la spiegazione
data dall' Hartwig ^ e cosl la notizia del 1010 fu sempre piti relegata tra le leggende,
e fu privata di ogni fondamento storico. Spetta al Davidsohn il merito di aver
j cercato per primo, se in questa leggenda fosse aJcun chfe di vero, o per lo meno se
jlO nel tempo, in cui la leggenda h posta avessero effettivamente principio manifestazioni
ostili tra Firenze e Fiesole. II Davidsohn risponde aftermativamente, osservando:
1° che intorno a quel tempo i vescovi di Fiesole abitarono in Firenze; 2° che tal-
volta nell'amministrazione del loro patrimonio fu imposto un amministratore fiorentino ;
3" che in un diploma del Vescovo di Fiesole, Jacopo di Baviera, h cenno di molestie
15 sofferte da vescovi fiesolani suoi predecessori; 4° che Tatto compiuto dal vescovo
Jacopo di Baviera, per cui la residenza del vescoyo dal luogo dell'attuale Badia fu
trasferita nella cittk di Fiesole fe da mettere in relazione a un insieme di fatti, non
interamente a noi conosciuti, di rivalitk preesistenti tra le due cittk*.
La critica del Davidsohn h tutta fondata su documenti ; ma egli trascura, nh di
20 ci6 va data colpa all'illustre storico, la nostra dimenticata cronaca, ritenuta poco
importante per questi tempi. Ci resta cosi a dimostrare: 1" in che rapporto stia la
narrazione dello Stefani con quella del Villani ; 2' in che rapporto stieno le aggiunte
stefaniane con gli ultimi risultati del Davidsohn.
La distruzione di Fiesole h narrata nella rubrica 33'; ma si pu6 dire che rientri
25 in tale racconto anche l'ultima parte della rubrica precedente. Nella quale 1'autore
dk le ragioni delle inimicizie tra le due cittk, e con esse egli cerca un anello di
congiunzione tra il racconto di fatti del IX secolo, che h a principio di quella stessa
rubrica, e il racconto della distruzione di Fiesole della rubrica seguente, Lo Stefani
osserva che finch^ viveva Carlo Magno, e, dopo lui, finchfe un Vicario imperiale
'>0 energicamente governava, risiedendo in Firenze, la citta era ubbidita e temuta dai
vicini ; ma in seguito, venuta meno Tautoritk dei Vicari, i Nobili crebbero di forza
e di arroganza. Di costoro lo Stefani distingue due gruppi: Nobili di contado e
Nobili di cittk, ed osserva che gli uni e gli altri ambivano di dominare in Firenze,
aspirando al Consolato, e per meglio riuscire al loro intento essi si accostavano ai
>5 Fiesolani, naturali nemici di Firenze. Da qui, secondo l'autore, derivava la necessitk
per i Fiorentini di muover guerra e di distruggere Fiesole.
Tutto questo manca al Villani, il quale ricerca le ragioni delle inimicizie tra
' O/. cit., parte I, p. 86. Mittler, 1896, vol. I, pp. 131 sgg. Dello stesso Fcr-
* Of. cit,, vol. I, p. 55 e p. 104. schungen zur alteren Geschichte von Florenz; Berlino, 5
' R. Davidsohn, Geschichte von Florenz; Berlin, Mittler, 1896, p. 33.
XL INTRODUZIONE
Fiesolani e Fiorentini nelFodio atavico tra i due popoli di origine diversa, e nei
ricordi dcUa storia romana che agitavano l'animo dei Fiorentini. Ecco brevemente
come il cronista ci racconta il fatto : I Fiorentini avevano stabilito per i motiyi sud-
detti di distruggere Fiesole con uno stratagemma. Approfittando della tregua fatta
con i Fiesolani per la festa di San Romolo, poterono liberamente penetrare in cittk
ed impadronirsi delle porte e delle mura, mentre i Fiesolani si erano abbandonati
alla gozzoviglia. La gente armata dei Fiorentini che era di fuori fu allora fatta
entrare, e cosl la cittk cadde agevolmente in potere dei Fiorentini, e fu distrutta.
I particolari dello stratagemma e della caduta di Fiesole sono uguali nei due cro-
nisti, che anzi talvolta vi si incontra qualche frase comune che mostra la fonte comune, IC
la quale b quella indicata dall' Hartwig della Chronica de origine civitatis. Seguono
quindi nel racconto dei due cronisti i patti imposti ai vinti. Li riporto perchfe ci danno
modo di qualche non inutile osservazione : " La cittk doveva essere distrutta dalle.
" fondamenta, doveva restare soltanto in piedi il vescovado ; i Fiesolani dovevano
" abitare in Firenze; I'arme nuova di Firenze sarebbe stata dimezzata bianca e rossa, 15
" per ricordo deirunione dei due popoli, dei quali I'uno, il fiorentino aveva prima il
" gonfalone rosso, I'aItro I'aveva bianco „. Fin qui i due cronisti procedono d'accordo,
non cosl nel resto. II Villani, dopo aver fatto Tesposizione di questi patti, considera
gli efFetti dannosi della unione di due popoli cosi diversi, unione, che, secondo lui,
fu causa delle continue lotte civili che agitarono il Comune fiorentino. Ben diver- 2C
samente giudica la cosa lo Stefani, affermando che per questa unione " il Comune di
" Firenze crebbe e magnific6 di terreno, di potere, di uomini e d'entrata e molti borghi
" si feciono con fossi e con isteccati „. Riprendendo quindi la descrizione dei patti
aggiunge che " la cittk di Fiesole, salvo certe chiese si disfacesse tutta, ed i Fio-
" rentini alle loro spese dovessono il legname delle loro case condurre a Firenze, e 2f
" d'ogni casa dei Fiesolani il Comune dovesse dare dieci per centinaio in aiuto a
" loro a rifarla in Firenze; e nei borghi e fossi e steccati dei borghi a tutte spese dei
" Fiorentini „.
II racconto dello Stefani si compone di tre parti: 1° le cause della inimicizia
tra le due cittk; 2** il racconto della caduta di Fiesole; 3" i patti imposti ai vinti. 3(
La prima parte e tutta opera personale djello Stefani, e, se noi la esaminiamo
in relazione alla leggenda, ci h facile osservare 1'errore fondamentale nella mancata
connessione cronologica tra le ragioni del fatto e il fatto stesso, anche se questo fosse
veramente avvenuto. L'influenza deIl'opera di Carlo Magno, il periodo di potenza
di Firenze durante i Vicari delPImpero, possono magari ritenersi, se non interamente 35
false, esagerate notizie; ma la lotta delle due nobiltk, raspirazione al Consolato e
l'alleanza di una parte dei contendenti ad elementi forestieri sono fatti veri, ma che
non sono qui messi al loro posto. Cosicch^ se scomponiamo i vari elementi delle
ragioni addotte dallo Stefani, ne troyiamo di quelli che, considerati indipendentemente
dal luogo in cui si trovano, offrono alcune note caratteristiche, che noi riscontriamo 4(
INTRODUZIONE XU
K
nesrli avvenimenti fiorentini del secolo XII. AUora infatti nel Comune ferveva una
lotta tra le due nobilth attomo alla suprema dignitk del Consolato, ed allora con
i fatti interni s' intrecciavano altri della politica esteriore, tra i quali erano gran
parte appunto quelli derivati dai rapporti con Fiesole. Cola facevano capo alcuni
potenti Nobili del contado, e lo stesso Villani altrove avverte che " teneanla certi
gentiluomini cattani^^ Per la qual cosa se noi riferiamo alcuni degli elementi della
prima parte del racconto stefaniano al secolo XII, dovremo assegnare ad essi una
certa veridicith ed un certo valore. Ci resterk a spiegare in seguito perchfe mai li
Stefani lo avesse collocato malamente in quel posto.
Passiamo ora alla seconda parte del racconto, cio6 a dire alla caduta di Fiesole.
Lo stratagemma t; tutto fittizio, e si riscontra in altri racconti analoghi di cittk prese
anch'esse di sorpresa, mentre i cittadini erano intenti a feste religiose. La distru-
zione della citth, come prov6 il Lami, fe falsa in quel secolo XI; tuttavia oramai
con gli studi del Davidsohn bisogna convenire che nei documenti del XI secolo h
segno di ostilith tra Firenze e Fiesole e di una certa egemonia esercitata da Firenze
su Fiesole. Dunque il fatto, spogliato dalla leggenda, e ridotto nei limiti segnati dal
tenore dei suddetti documenti, pu6 restare in quel posto che occupa nel racconto
dello Stefani ; la trasposizione cronologica al XII secolo la limiteremo solo alle os-
servazioni dello Stefani suUe lotte e sulle aspirazioni dei Nobili. Si noti intanto, che
) lo Stefani pervenuto con il racconto al 1125 non dk alcuna notizia della parziale
distruzione di Fiesole che si trova negli altri cronisti, n^ si pu6 dirc che egli igno-
rasse la notizia, che a lui, se non altri, forniva il Villani, che egli aveva sempre sot-
t'occhio; dunque lo Stefani riteneva che Fiesole fosse stata distrutta solo una volta,
ciofe nel 1010.
La terza parte del racconto risente anch'essa di quell'errore fondamentale della
poca connessione tra le diverse parti di tutto il racconto. Si pu6 facilmente osser-
vare che i patti imposti non sono quelli convenienti a un popolo vinto, e del quale
si ^ distrutta la citth, ma a un popolo che esce con incerto esito dalla prova delle
armi. Tutti gli onori della piena cittadinanza, che furono sempre gelosamente tenuti
I dagli antichi cittadini del Comune, sarebbero stati ora offerti ai Fiesolani vinti. Anche
l'arme del Comune, il simbolo piii solenne del Medio Evo, ed in cui s' incarnava la
personalita giuridica e politica del Comune, sarebbe stata alterata per rispetto ai vinti
con un sentimento di generositk, sconosciuto dalla gente del Comune medioevale nel
tenace spirito di disprezzo per il forestiere. Gik lo stesso Scipione Ammirato aveva
compreso in qualche modo Tesagerazione della cosa, e per6 scrisse che " per mitigare
" gli animi di coloro, i quali si erano rifuggiti alla rocca, e per giustificare il piti che
* potevano cotal loro acquisto (i Fiorentini) fecer gittare un bando, e cosi poi per so-
" lenni capitolazioni convennero tra loro, che qualunque fiesolano volesse abitare in
!
» Cron. cit., IV, 32.
XLH INTRODUZIONE
I
" Firenze vi potesse Hberamente venire „^ Prudentemente l'Ammirato tralascia di
notare i patti clie si riferivano alla partecipazione degli onori del Comune.
Ma, se non b logica la connessione tra la distruzione di Fiesole e i patti im-
posti, b sempre lecito domandare quale valore abbia questa parte del racconto, o che
essa si voglia considerare indipendentemente dalla, leggenda, oppure che si voglia
accostare ai fatti fiesolani del principio dell'XI secolo nei giusti limiti in cui li ha
posti il Davidsohn. II racconto dello Stefani in questa parte presenta alcune partico-
laritk degne di nota: alla descrizione della caduta della cittk l'autore fa seguire i
patti corrispondenti a quelli notati dal Villani, fa quindi le sue osservazioni sugli
effetti derivati per l'unione dei due popoli, e dopo ritorna sui patti per dire gli aiuti 1
dati dai Fiorentini per il trasporto del materiale per la costruzione delle case dei Fie-
solani in Firenze o nei borghi; ed h finanche detta la misura diversa dell'aiuto, minore
prestato nel caso di costruzione in cittk, maggiore nel caso di costruzione nei borghi.
Orbene questi particolari mancano nel Villani, e non si ritrovano nel Libro jiesolano.
Essi hanno un tale carattere di particolaritk, che contrasta con quei patti cosl vaga- 15
mente descritti e cosl fantastici intorno al govemo misto di Fiesolani e di Fiorentini,
e all'arme dimezzata che lo Stefani ha comuni con il Villani e con il Lihro fieso-
lano. Lo Stefani, fe lecito supporlo, deriva da altra fonte ben piii particolare e
definita, che non fosse quella del Villani e del Libro fiesolano. Nel fomiulare l'ipotesi
e nel determinare i caratteri di una tale fonte, la mente ricorre alla espressione del- 20
l'Ammirato : i Fiorentini dopo la vittoria " fecer gittare un bando e cosi poi per
" soLENNi CAPiTOLAziONi convcnnero etc. ^. Le notizie dello Stefani derivano da una
fonte non lontana da quei bandi e da quelle capitolazioni ? La prova sicura non fe
possibile di trovarla per la scarsezza dei documenti; solo mi h possibile di vedere
se le condizioni politiche del tempo fossero state tali da potere dar luogo ai fatti 25
parficolari accennati dallo Stefani.
Dai tempi carolingi a venire al secolo XII scema sempre piti l'importanza di
Fiesole; attraverso quei tre secoli si possono segnare alcuni fatti d'indole giuridica
e politica: ciofe l'unione dei due contadi sotto la giudiciaria del Conte, risiedente in
Firenze; la limitazione deirautoritk vescovile; Pobbligo della dimora in Firenze dello 3C
stesso Vescovo fiesolano. Cosi pertanto con lo scadere dell' importanza politica di
Fiesole scemava la popolazione fiesolana. DalPaltro lato lo sviluppo del Comune
liorentino implicava necessariamente il bisogno di nuove braccia, le quali si cercava
di togliere ai feudatari del contado, invitandone i sottomessi ed adescandoli a venire
nel Comune e nei borghi. II Comune sviluppandosi era divenuto il luogo di rifugio, 35
come un tempo lo era stato lo stesso Castello feudale ; e ad esso traevano dai luoghi
vicini quelli che nelle loro sedi erano poco sicuri, o molto angariati dai feudatari.
Era poi naturale che nella costruzione delle case i nuovi venuti avessero agevolazioni
' ScipioNE Ammirato, Istorie fiorentine (a cura del * O/. cit., p. 71.
Ranallx); Firenze, 1846, vol. I, p. 71.
INTRODUZlONfi XLIII
maggiori da parte del Comune nel caso in cui si stabilissero nei borghi che erano
meno sicuri; e minori agevolazioni nel caso desiderassero di stabilirsi entro la cittk.
Dopo queste considerazioni si osservi che in quello stesso secolo, in cui sono segnati
dallo Stefani questi trattamenti di favore per i nuovi abitatori di Fircnze, h segnato,
5 nella rubrica successiva (rubr. 34*, anno 1078), la costruzione delia seconda cerchia
delle mura, entro le quali furono compresi i borghi. Questa notizia riportata anche
dal Villani h stata accolta per vera, ed essa si pu5 considcrare come il complemento
necessario di un fatto precedente cio^, di un vero e proprio aumento di popolazione
per la venuta di vicini. Orbene tra i vicini, i Fiesolani appunto dalla cittk loro,
0 che di giorno in giorno scadeva d' importanza, dovevano naturalmente scendere al
piano. Cosicch^ l'unione dei due popoli, che h rappresentata dalla leggenda come
avvenuta in un solo momento dopo un fatto strepitoso, qual'era la distruzione di
Fiesole, fe un fatto veramente avvenuto, ma per un continuo e lento lavorio dai tempi
carolingi in poi. Nfc qui sarebbe inutile accostare i patti imposti ai Fiesolani vinti
5 dai Fiorentini secondo la leggenda nel 1010 con quelli imposti ai medesimi vinti da
G. Cesare: anche allora la cittk doveva essere distrutta e la popolazione fiesolana
doveva trasferirsi nella nascente Firenze.
Stando cosi le cose, io credo che i particolari dati dallo Stefani sieno preziosi
e possano dar lume a chi di proposito tratti deII'argomento : a me qui basta aver
) dimostrato che questo materiale non h tutto da relegarsi tra le leggende o gli errori
cronologici. Resta a dire perchfe mai lo Stefani avesse trascurato la notizia del 1125
e confuso nel racconto del 1010 elementi diversi: falsi, esagerati, veri, e di tempo
diverso.
Avuto riguardo alla natura dei cronisti che sogliono fare d'ogni erba un fascio,
> mostrandosi talvolta acuti osservatori di fenomeni sociali, e tal'altra creduli narratori
di puerili favole, la ricerca di una logica spiegazione deII'errore ci farebbe incorrere
neII'errore di attribuire una logica a quelli che talvolta ne difettano. Tuttavia, se una
spiegazione h possibile, io credo che lo Stefani, pervenuto con il racconto al secolo XI,
avesse di quel tempo notizie di fonti diverse: da un lato la leggenda riportata dal
vi Villani, dalPaltro il ricordo di ostilitk tra Firenze e Fiesole, e qualche frammento in
una copia, se non negli originali, di convenzioni stipulate tra il Comune e i Fiesolani
venuti ad abitare in Firenze. Pervenuto poi aII'anno 1125 egli trov6 nei cronisti il
ricordo della seconda distruzione con una narrazione analoga alla prima e con I'evi-
dente errore, per lui, di una distruzione di cittk gik distrutta, egli quindi non vi prest5
i fede *, e tralasci5 di notarla, e riport5 al 1010 anche quelle osservazioni che i fatti
del 1125 a lui suggerivano intomo ai rapporti della nobiltk del contado con Firenze
e con Fiesole, fondendo cosi in unico posto tutto ci5 che di Fiesole aveva raccolto.
' Lo atesso Scipione Ammirato dovette avvertire la nel 1125 "atava ancora in pie la rocca di Fiesole quasi
medeslma coaa, e perd (o^. cit., p. cit.) si limit6 a dire clie " ua testimonio deU'odio e uno stimolo della vendetta „.
XLIV
INTRODUZIONE
*
* *
II periodo storico che s'inizia con il secolo XII fe quello delle imprese esteriori
condotte dal Comune contro i castelli dei feudatari del contado e contro i piccoli
Comuni vicini, La narrazione dello Stefani non si scosta di molto da quella del Vil-
lani ; vi sono peraltro certe notizie nuove non prive d' importanza. Inoltre si pu6
osservare che in questo racconto le ragioni addotte dallo Stefani scaturiscono naturali
dai fatti, e non muovono da considerazioni metafisiche, come quelle del Villani. La
qual cosa, come ben piti chiaramente vedremo in occasione del racconto delle lotte ci-
vili, dimostra nello Stefani un certo senso pratico che talvolta difetta nei giudizi del
Villani. Restando per ora nelle imprese esteriori del XII secolo, noto pertanto il
modo con cui il Villani spiega le cause, e mostra gli effetti di queste imprese del
Comune,. Pervenuto con il racconto al 1107, scrive: " Essendo la cittk di Firenze
" molto montata e cresciuta di popolo di genti e di potere, ordinarono i Fiorentini
" di distendere il loro contado di fuori e allargare la loro signoria, e qualunque ca-
" stello o fortezza non gli ubbidisse di fargli guerra„^ Si pu6 facilmente osservarc
che questa risoluzione, presa quasi ad un tratto ed estesa a qualunque castello del con-
tado, non h per lo meno verosimile, poichfe di molte imprese furono causa le imprese
precedenti, le quali nel loro inizio non miravano a raggiungere quegli scopi che in
ultimo conseguirono. II Villani inoltre, procedendo innanzi nel suo racconto, non
lascia sfuggire l'occasione di dire degli effetti prodotti neII'animo dei Fiorentini da
queste imprese; sl che ad esempio nel 1177, accennando ad un incendio avvenuto
in quell'anno, avverte che ci6 fu " non senza giudicio di Dio, imperocchfe i Fiorentini
" erano venuti molto superbi per le vittorie avute sopra i loro vicini e tra loro molto
" ingrati a Dio e con altri disonesti peccati „ ^. In quel posto lo Stefani narrando lo
stesso fatto vi premette senz'altro la causa reale dell' incendio, notando (cosa non detta
dal Villani) che esso avvenne " per un fante che rimase ad una bottega di pettina-
" gnolo „^ In quanto poi alle cause delle imprese esteriori dei Fiorentini accanto alle
cause metafisiche escogitate dal Villani sono da porre queste dello Stefani. Egli, a
esempio, per l'impresa di Prato del 1107 osserva che i " Fiorentini veggendo mol
" loro vicini non volere essere con loro in compagnia, ma volevano per loro fare
" carriera, e i Fiorentini avevano cupidigia del signoreggiare i vicini „ , sottomisero
i R-atesi che si erano ricomperati dai conti Guidi *. Per l'anno 1135, dovendo din
1(
i:
1
2i
> O/. cii., lib. IV, c. 25.
« O/. cie., lib, V, c. 8.
* E notevole il confronto che si pu6 fare tra la
rubrica 40* dello Stefani e il cap. 30 del lib. IV del
Villani, in cui si descrive rincendio del 11 17, II Villani
pone in relazione questi incendt con i peccati dei Fio-
rentini per le eresie che pullulavano nel Comune e per
le lotte contlnue religiose che vi infierivano. Lo Stefani
da in queIl'anno la notizia deU'incendio, ma liulla ci dice
di lotte religiose e di eresie. Ed a me sembra che de
silenzio dello Stefanl fe da tenersi conto, facendo essa
sospettare che le notizie degli incendi e queUe deUe lott«i
religiose furono messe insieme dal Villani in un rapportfl
di causalita che non esisteva. GI'incendi vi furono
frequenti, ma si dovevano al genere di costruzione e al'-
l'aumentata popolazione che abitava in case edificate in
gran parte con legname.
* Rubr. 38».
INTRODUZIONE XLV
del Castello di Montebuono dei Buondelmonti, premette che " i Fiorentini si recavano a
^* vergogna che quello che non facevano essi alcuno facesse „, e poichfe i " Buondelmonti
" RACCOGLiEVANo IL PEDAGGio Di UNA STRADA „ che passava a pife dcl loro Castello,
i Fiorentini mossero guerra ai Buondelmonti e distrussero il Castello ^ Questa stessa
5 ragione lo Stefani, a difFerenza del Villani, adduce narrando del Castello di Pogna,
distrutto dai Fiorentini nel 1184, poich^ quei castellani " cominciarono a far danno
" Ai viandanti, che non pagavano il passaggio „*.
E molto piti utile pertanto, per valutare meglio il criterio diverso dei due cro-
i nisti nel guidare le imprese militari di questo periodo della storia fiorentina, I'esame
10 particolare di alcune di queste considerazioni premesse nel racconto dei fatti. Da
queste differenze, derivate da diverso criterio soggettivo, passeremo a quelle che dir6
oggettive, le quali sono nelle notizie dei fatti narrati.
Nella rubrica 50* lo Stefani, narrando Pimpresa del castello di Monte Grossoli,
riaccosta alcuni fatti (narrati dal Villani l'uno indipendentemente dalI'aItro), i quali
15 appunto, cosl accostati, spiegano in modo plausibile la ragione dell' impresa. Riporto
intanto i passi corrispondenti dei due cronisti:
G. Villani, lib. V, c. 10. Marchionne di C. Stefani, rubr. 50*.
Negli annl di Cilsto MCLXXXII riraasono le bat- Negli anni di Cristo MCLXXXII di gennaio ralse
taglie cittadinesche, e i cittadini fiorentini fecero oste lo staio di grano, recando a fiorini, uno terzo di fiorlno
if) al castello di Monte Grossoli, e presero il detto Castello lo staio cl»e fu a quel tempo una grandissima meravi-
per forza; e quello anno valse lo staio del grano soldi glia e per questa cagione di Maremma avevano provve-
otto, 11 quale fu tenuto gran carestia. duto di grano i Fiorentini e del contado d'Arezzo, per
il che conveniva quel d'Arezzo venisse quasi di f urto •,
del castello di Monte Grossoli usc) una brigata e tol-
^c sene bene clnquanta some. II romore and6 a Firenze;
si apparecchid l'o8te e andoronvi e presono il Castello.
Gli altri cronisti non fanno parola di questo furto di grano ; nh h possibile ripro-
vare con un documento la notizia dello Stefani, tuttavia nuUa ci vieta a non ammet-
terla e a ritenerla come I'occasione ultima dell'impresa di Monte Grossoli. Infatti
'>0 h vera la notizia della carestia del 1182 per la concorde testimonianza dei cronistij
h vera per la stessa ragione 1' impresa di Monte Grossoli di queII'anno ; h verosimile
che per la via del Chianti i Fiorentini facessero venire grano dal contado di Arezzo
(la storia delle relazioni tra Firenze ed Arezzo nel secolo XIV pu6 dar prova di ci6 ) ;
e finalmente fe assai probabile, trattandosi di grano in tempo di carestia, che quelli
5 di Monte Grossoli avessero rubato le cinquanta some del Comune fiorentino. Questa
adunque pote essere la causa ultima che consigli6 l'impresa. Posto il fatto in tali ^
termini, l'aIIusione che fa il Villani della pace che era allora in citta pu6 accettarsi,
interpretata per6 non nel senso come appare dal suo racconto, che cioe i Fiorentini, go-
. dendo internamente della pace, pensassero a molestare i vicini, ma che egli fossero
• Rubr. 42*. « Rubr. Ji».
XLVI INTRODUZIONE
tutti concordi per questa impresa, la quale mirava da un lato a vendicare un' offesa
che aveva colpito, trattandosi di vettovaglie, le classi meno ricche della cittadinanza,
e dall'altro lato quella impresa giovava ai fini della politica esteriore, a cui mirava
di gik il Popolo grosso. In ogni modo se pure lo Stefani qui non abbia colpito il
vero egli ha dimostrato un acume molto piti sottile del Villani. 5
Speciale ricordo merita la spiegazione data dai due cronisti per la guerra tra
Pisa e Firenze scoppiata nel 1220. La vera causa della guerra sta in quella supre-
mazia politica e commerciale a cui miravano le due repubbliche, l'occasione potfe
forse essere fornita di dissensi sorti a Roma tra gli ambasciatori dei Pisani e quelli
dei Fiorentini. L'occasione ultima e la causa lontana sono confuse insieme dal Villani IC
il quale racconta che un Cardinale don6 agli ambasciatori fiorentini un cagnolino che
egli aveva gik promesso ai Pisani, e conclude che " questo cominciamento e cagione
" della detta guerra sapemmo il vero da antichi nostri cittadini, che i loro padri fu-
" rono presenti a queste cose, e ne feciono loro ricordo e memoria „ ^, e nel capi-
tolo seguente deplorando questa guerra conclude: " e cominciossi per cpsi vile cosa, l^
" come fu per la contenza di un piccolo cagniuolo, il quale si pu6 dire che fosse il
" diavolo in ispetie di catellino „\ Narrando le prime rappresaglie il Villani ricorda
che le mercanzie dei Fiorentini in Pisa erano state arrestate dai Pisani, e per quanto
i Fiorentini le richiedessero, minacciando di venire alle armi, esse non furono in al-
cun modo restituite. Per la qual cosa il cronista conclude : " I Pisani per loro su- 2(
" perbia parendo loro essere signori del marh e della terra rispuosono ai Fiorentini
" che qualunque ora eglino uscissono a oste, essi rammezzerebbono loro la via „ ^
II racconto dello Stefani non si scosta da quello del Villani : 1' episodio del ca-
gnolino vi h nello stesso modo descritto, e parimente descritte vi sono le rappre-
saglie ; ma si osservi che il ricordo del cagnolino segue a questo preambolo : " Sono 2\\
" varie opinioni come si COMInciasse guerra tra Pisani e Fiorentini, e chi il pone in
" un modo e chi in un altro; Giovanni Villani pone che efc. „. II ricordo adunque
di questo fatto h dato come un'opiNiONE del cominciamento della guerra. Si noti
inoltre che la descrizione delle rappresaglie non dk luogo al cronista a considera-
zioni suUa superbia dei Pisani, ma a considerazioni sulla causa per la quale le mer- 3
canzie dei Fiorentini fossero a Pisa durante il corso del traffico. Lo Stefani infatti
scrive " .... ed arrestarono la mercanzia dei Fiorentini che era a Pisa; perocchfe i
" Fiorentini erano grandi mercatanti, e facevano venire per navigli dai Pisani ogni
" loro mercanzia, perch^ erano in quel tempo i Pisani i signori del mare, come sono
" oggi i Genovesi „ *. Senza dubbio le osservazioni dello Stefani hanno un valore 3
superiore a quelle del Villani, e chiaramente mostrano al lettore il contrasto tra le
due repubbliche nel loro sviluppo economico. Solo si puo osservare la corrispon-
> O/. cii., lib. VI, c. 2. 3 0/>. cit., lib. VI, c. i.
* Of. cit., Ub. VI, c. 3. * Rubr. 66».
INTRODUZIONE XLVII
denza nei due cronisti del titolo Signori del mare attribuito ai Pisani : la frase, se
deriva allo Stefani dal Villani, dimostra che essa non valse a condurre il pensiero
dello Stefani in queirordine d' idee segnato dal Villani sulla superbia pisana; se poi
questa frase deriv6 in tutti e due da fonte comune, essa dimostra che lo Stefani la
5 intese assai meglio, dandoci cosl una osservazione piii giusta o per lo meno piii
opportuna.
Nella rubrica seguente lo Stefani pohe la ribellione del castello di Figline in
rapporto alle ostilith tra Pisa e Firenze. II Villani invece si limita a dare semplice-
mente la notizia della ribellione, nfe vede che essa fu da un lato fomentata dai Pi-
jO sani che cercavano appunto di sollevare nemici ai Fiorentini, e dairaltro fu operata
j da quelli di Figline in un momento opportuno, " sentendo essi i Pisani aver guerra
" coi Fiorentini, ed essi erano quasi d'animo ghibellino „.^
Passo all' esame delle notizie che nel racconto di queste imprese lo Stefani ag-
fjiunge al Villani.
j Nella rubrica 43* corrispondente al cap. XXXVII del libro IV del Villani, si
narra della prima impresa dei Fiorentini contro i conti Guido che finl con la ven-
dita da parte del conte Guido il vecchio delle sue ragioni a Monte di Croce. Lo
Stefani aggiunge a ci6 che si legge nel Villani che la vendita fu fatta " con licenzia
" dei Fiorentini„. La notizia si ritrova nti Gesta Jlorentinormn del Sanzanome", ed
) ha il suo valore se si mette in relazione alla politica seguita dai Fiorentini in un
momento in cui gli acquisti o le conquiste di terre feudali potevano essere conte-
stati da parte delFImpero, e per6 erano fatti a nome del Vescovo con licenzia dei
Fiorentini. A tal riguardo riporto volentieri un passo del Santini, il quale sebbene
. si riferisca ad altri fatti pu6 tuttavia illustrare questa vendita del 1146. Egli riporta
^ due cessioni fatte alla Chiesa fiorentina per utilitk del Popolo, I'una del 1138 e Tal-
tra del 1173, e dopo aver mostrato quali fossero le condizioni politiche d' allora
conclude : " L' una e I'altra volta la cittk era in fiero contrasto con messi imperiali ;
" ma mostr6 di ridersi delle minacce e dei bandi loro, e continu6 ad esercitare di-
" ritti sovrani ed allargare i propri domini, facendosi forte dei privilegi della Chiesa,
0 " facendo ciob a lei intestare le nuove sottomissioni „ ^ Monte di Croce adunque
pass6 al vescovado fiorentino; di questa licenza del Comune per il nuovo acquisto h
una prova indiretta quel giuramento reciprocamente prestato tra Vescovo e Comune,
che vincolava annualmente la liberta del Vescovo a non agire contro il Comune* e
v'ha una prova migliore in un documento del 1230 in un bando del Podestk fioren-
' ViLLANi, op. cii., lib. VI, c. 4; Stefaui, rubr. 69*. "documenti del 1236 sappiamo che quando 11 nuovo ma-
^ Sanzanome, Gesia Floreniinorum, ad annum (Edi- " gistrato annuale entrava in un ufficio riceveva il giu-
zione Hartwig, vol. I, p. ij). "ramento del Vescovo, e alla sua volta giurava e pro- 10
' P. Santini, Siudi sulV antica cosiiiuzione di Fi- " metteva di conservare la liberta ecclesiastica eic; tA
renze in * Archivio storico itaIiano„ lerie V, tomo XVI, " e pimto da dubitare che il reclproco giuramento del
p. 27- " Vescovo al Comune fossero in uso fin dal piu antico
* Santini, 0/. cit,, «erie V, tomo XVI, p, 31: " Da " tempo della libert^ cittadina „.
XLVIII INTRODUZIONE
tino agH abitanti di Monte di Croce minacciante le pene del Comune perche non ave-
vano pagato un dazio imposto dal Vescovo fiorentino Giovanni^ Questo documento
puo servire anch' esso ad illustrazione di quel che il Santini aveva detto a tal proposito
osservando che " ai vescovi torn5 piti utile accomodarsi con la cittadinanza e ricono-
" scere in parte anche nei propri teudi la giurisdizione comunale, cercando peraltro di
" conservare il maggior numero di franchigie che il governo del Comune potesse
" consentire, di essere cio5 in condizione privilegiata dinanzi agli altri feudatari del
" contado „ ^
La notizia adunque dello Stefani della licenza data dai Fiorentini per l'acquisto di
Monte di Croce, se da un lato trova riscontro in un cronista del XIII secolo, dall' altro 1
trova la sua verosimiglianza nelle condizioni politiche del Comune che consigliavano
cotali acquisti. Esso partecipava alPatto di vendita con un esplicito o con un tacito
consenso, del quale si possono chiaramente vedere le prove nell' intervento del
Comune in questi domini vescovili, giustificati appunto dalle relazioni che correvano
tra i due Enti e dalla natura degli acquisti. 1!
*
La rubrica 5 1 * dello Stefani corrisponde al cap. XXII del libro V del Villani :
i due cronisti ricordano che neII'anno 1197 il Comune acquisto il castello di Monte
Grossoli, lo Stefani pero nota che cio fu fatto in seguito ad una legge che non si
limitava al solo caso speciale delI'acquisto di Monte Grossoli. Ecco i passi corri- 2
spondenti :
G. ViLLANi, lib. V, cap. XXII. Marchionne di C. Stefani, rubr. 55.'
Nel detto anno 1197 i Fiorentini comperarono il In Firenze si fece una legge, la quale chiunque vo-
castello di Monte Grossoli in Cliianti da certi Cattani, lesse vendere sue castella le vendesse nonostanteche il
di cui era, che lungamente aveva guerreggiato i Fioren- Comune per forza l'avesse prese; e in fra quelle com- 2
tini, e andovvi piu volte l'oste del Coniune di Firenze, perarono lo castello di Monte Grossoli.
come n'e fatta menzione.
La notizia di questa legge manca nel Villani e negH altri cronisti piii antichi|
nh alcuno dei documenti del tempo puo riprovare la veritk della notizia. Quest
legge fu veramente promulgata, o non piuttosto il cronista da un provvedimento spe
ciale preso per Monte Grossoli ha dedotto una legge d' indole generale ?
Gli storici, dal Villari al Santini, che ha detto l'ultima parola in proposito, ri|
cordano semplicemente il fatto : " I Fiorentini, scrive il primo, ripresero per denar
" Monte Grossoli che era stato rioccupato e fortificato da Nobili che davano noia „'
11 Santini su per giti dice la stessa cosa, scrivendo che Firenze subito dopo la mortij
' Lami, Memorabiiia Ecciesiae; Firenze, 1758, p. 53. tomo XVI, p. 31.
* Santini, of. cit., in " Arch; Stor, it. „ serie V, ^ Villari, 0/. cit., vol. I, p, 142.
INTRODUZIONE XLIX
di Enrico VI ricuper6 il castello di Monte Grossoli, toglicndolo ai Nobili che lo te-
ncvano in nome dell' Impero ^. Di legge generalc adunque non si fa menzione; che
anzi dalle loro parole siamo allontanati dall'ipotesi di una legge generale nel senso
dello Stefani. Si osservi infatti che il Villari, illustrando la notizia, cita il passo del
i Villani, il quale ricorda le molestie recate da quei castellani al Comune e le spedizioni
piii volte fatte daU'oste fiorentina contro il Castello. Per la qual cosa se lunghe guerre
vi furono, e se in ultimo il Comune sbors6 " be' denari secchi „, come nota Paolino
Pieri \ per comprare il detto Castello, ^ segno che questo acquisto fu fatto per il
caso speciale di Monte Grossoli, di cui inutilmente con le armi si era potuto ottenere
I una sicura conquista.
Le osservazioni del Santini ci portano a conclusioni analoghe, poichfe egli muove
dal ricordo della morte di Enrico VI, da un momento cioh di debolezza delPIm-
pero, e passa quindi a narrarci che il Comune aveva preso un Castello tenuto da
Nobili in nome deirimpero. Cosi il Santini ci allontana sempre piii dall'idea di una
i legge generale, poichfe egli, senza che esplicitamente lo dica, ci fa riflettere che le
condizioni politiche di Firenze d'aIIora erano contrarie ad un simile provvedimento.
Infatti Firenze per la morte di Enrico VI e per la lega toscana, di cui essa era
gran parte, si trovava in condizioni di forza e di prestigio tali da non essere costretta
a scendere a patti umilianti con quei f6udatari, fiaccati ormai nell' isolamento in cui
) si trovavano per la morte delI'Imperatore. Dunque stando cosi le cose, la notizia
, dello Stefani parrebbe senz'altro si dovesse scartare.
I Prima per6 di concludere in questo senso credo di dovere stabilire: 1" se vera-
' mente le molestie e le guerre dei castellani di Monte Grossoli si riferiscano a poco
tempo prima della data delI'acquisto, si da dover credere che questo fosse la con-
; seguenza immediata di quelle guerre; 2" se veramente le condizioni politiche di Fi-
renze nelle sue relazioni esteriori e nel suo interno governo fossero contrarie, o pur
no, ad una legge, come questa, citata dallo Stefani.
A chi apparteneva Monte Grossoli, e quali erano state le sue relazioni con il
Comune di Firenze ?
5 Una . pergamena del gennaio del 1007, indicata dal Repetti, fe scritta in Monte
Grossoli in luogo chiamato Poggio Rodolfo, quasi per indicare, scrive il Repetti,
che la Signoria di quel poggio fin d'allora apparteneva ai figli di Rodolfo cioh ai
Firidolfi ^. II nome di costoro, quali castellani di Monte Grossoli, meglio si vcde nei
, documenti che illustrano la memoria di una monaca del secolo XIII pubblicati dal
J' Passerini *. Tra le deposizioni testimoniali ve n' ha una di Alchermo d'Alpignano, che
ci dh un episodio della storia del Castello, ricordando essa le lotte tra i potenti Firi-
' Santini, 0/. cii, , in ArcA. Stor. ii., aerie V, tomo deUa Toscana; Firenze, 1833-45 i?-'^- Monte Grossoli).
j XXVI, p. 232, < In Arch, Stor. it., serie III, tomo XXIII, pp. 61-79;
I ' Cronica di Paolino Pieri pubblicata da A. F. 205-217; 3S5-403. II Davidsoiin torno suirargomen-
j Adami; Roma, 1755, p. 11. to in Arch. Stor. it., serie V, tomo XXII, pp. 225 sgg.
' Repetti E., Dizionario geografico-fisico-storico
T. XXX, p. I — Z?.
INTRODUZIONE
dolfi e i signori da Quona. Fra i Firidolfi spicca la figura di Berlinghieri, seguace del
Barbarossa, e da lui fatto potente. II territorio di Rosano divenne campo di lotfe, per
le quali Guido Guerra scese anch'egli a combattere, sicchfe quel territorio al cadere
del secolo XII, nota il Passerini, obbediva a tre padroni: ai conti Guidi, alle mo-
nache del monastero di Rosano e a Berlinghieri dei Firidolfi K Si osservi per6 che •
la deposizione testimoniale di Alchermo fatta al principio del 1200 si riferisce a cose
viste ed intese dal teste quarantacinque anni avanti. Questo documento adunque, ci-
tato a prova delle molestie recate dai castellani di Monte Grossoli, e delle quali fa
cenno il Villari nel passo riportato, non pu6 valere se non entro i termini cronolo-
gici assegnati dalla deposizione testimoniale.
La prima notizia di guerra mossa dal Comune di Firenze al castello di Monte
Grossoli h del II82: lo Stefani come abbiamo gik mostrato coUega la causa ultima
dell'impresa al furto di grano commesso da quelli del Castello a danno dei Fio-
rentini,
Della storia di Monte Grossoli dal 1183 al 1197 nulla sappiamo per i documenti;
i cronisti non ne riparlano che all'anno 1197. Era allora il Castello ricaduto in po-
tere dei Firidolfi ? II Villari ed il Santini esplicitamente, nei passi riportati, lo af-
fermano ; e le loro notizie si ricollegano con quelle della cronaca del Villani, e con
le altre fornite dal documento edito dal Passerini. Si osservi peraltro che l'espres-
sione del cronista e tutt'altro che chiara ed esatta : egli ricordando le lunghe guerre
del Comune con il suddetto Castello rimanda il lettore alla descrizione di quelle
guerre da lui fatta nei capitoli precedenti, Orbene, la sola menzione che preceden-
temente h fatta fe quella del 11^2, quando il cronista afFerma che il Castello era
caduto in potere dei Fiorentini. DalPaltro canto ho gik mostrato che il documento
edito dal Passerini non puo essere citato che per un tempo anteriore al 1182. Dun-
que, stando cosHe cose, bisogna convenire che dal 1182 al 1197 non si pu6 affer-
mare che il Castello fosse efFettivamente ricaduto in potere dei Firidolfi, e che percio
il silenzio che fe nello Stefani a questo riguardo non pu6 attribuirsi ad una inesatta
conoscenza della cosa.
Pertanto questa conelusione ci deve allontanare dalPidea di un acquisto fatto
in seguito a lunga e inefficace prova delle armi.
Una grave obiezione per6 ci pu6 essere fatta : Si ammetta pure che il castello
di Monte Grossoli non fosse ricaduto in potere dei Firidolfi, come mai allora si spiega
la vendita fatta da quei castellani di un Castello che da quindici anni essi avevano,
perduto ? La questione, come si vede, si ricoUega con Taltra gia enunciata della
opportunita di un simile acquisto da parte del Comune con una legge generale riguar-
dante non il solo castello di Monte Grossoli.
Bisogna pertanto tornare un po' indietro con la storia di quei tempi, e pero
> 0/>. «V., p, 73.
INTRODUZIONE LI
brevemente riassumo ci5 che h stato detto dal Davidsohn con la scorta dei docu-
menti ^ Nel 1195 Enrico VI mand6 in Toscana il proprio fratello Filippo, ed in-
vestendolo dei beni della contessa Matilde, lo cre6 Conte e poi Duca di Toscana.
Costui presto si rese odioso a tutti per insopportabili balzelli e vessazioni continue.
A Firenze poi I'odio contro I'Impero era cresciuto, quando fu mandato nella cittk,
quale Podestk imperiale, il pisano Raineri di Gaetano, che abilmente cercava di spe-
gnere nella costituzione del Comune ci6 che ne costituiva I'autonomia. I Fiorentini
ben presto si ribellarono, e nel 1196 riuscirono ad abbattere il Governo della pote-
staria, sostituendovi il regime dei Consoli cittadini. Come in cittk, cosl in contado
I'odio per il duca Filippo aveva dato luogo a qualche ribellione. " I Conti stessi,
" scrive il Santini, ebbero probabilmente violate le proprie immunita, i vassalli loro
" ne furono aggravati non meno degli altri abitatori della regione „ ^ La riprova di
tutto questo sta nei fatti medesimi che si svolsero dopo la morte di Enrico VI
nel 1197. Alla lega costituitasi fra le cittk di Toscana aderirono molti feudatari,
non tanto per paura della crescente potenza dei Comuni, quanto per la memoria delle
vessazioni sotferte sotto il margraviato di Filippo.
In quel dato momento tra i Nobili del contado e il Comune di Firenze corrono
rapporti amichevoli " le difficoltk che poterono sorgere nella costituzione della lega
** furono amichevolmente eliminate con concessioni reciproche „ ^ Si aggiunga che in
: quello stesso momento i Nobili di Firenze costituenti I'antica oligarchia avevano ac-
I quistato prestigio grande nel Comune, poichfe essi avevano abbattuto il Governo della
potestaria imperiale, inviso a tutti i cittadini, ed avevano ripristinato il reggimento
consolare. Anche gli stessi GhibelHni parteciparono volontariamente alla Lega, poi-
I chfe le inimicizie interne erano cessate di fronte al pericolo e all' interesse comune.
: Guardando la lista dei Consoli di quel tempo si vedono gli effetti di quella po-
jlitica interiore: nel 1197 Schiatta degli Uberti fe Console, nel 1198 Davezzino Della
' Tosa, e neII'anno seguente compaiono Consoli, Arrigo conte di Caprara e Boncom-
pagno Lamberti*.
Orbene in tali condizioni a me sembra cosa naturale che il partito dei Nobili
tspingesse 11 Comune ad una legge riparatrice dei danni da loro sofferti per i ca-
stelli abbattuti. Cosicchfe facendo tesoro delle stesse osservazioni del Santini per la
'Ipolitica di quel tempo credo di poter venire a una conclusione diversa dalla sua
,riguardo al castello di Monte GrossoH.
In ogni modo la notizia dello Stefani non va contro ad alcuna delle notizie
5certe di quel tempo, e qualora essa si accolga interamente, h assai interessante per •
.intendere meglio ropera del Governo fiorentino del 1197^
' R. Davidsohn, 0/. «V., vol. I, p. 609. tini in Documentt di storia italiana, pubblicati a cura
' Studi cit. in Arch. St. it., serie V, tomo XXVI, della R. Deputazione di Storia patria per le provincie
'• 238. di Toscana e deirUmbria; Firenze, CeUini, 189S, tomo
' /(/., p. 215. X, pp. XVII-LXXU.
* Vedi ad annuni la Usta dei Consoli edita dal San. ^ Non inutilmente forse potrebbe essere citato Ta- 10
LH INTRODUZIONE
In relazione alla politica esteriore di Firenze del XII secolo un particolare
nuovo aggiunto dallo Stefani ci fa fermare brevemente suUa questione assai dibat-
tuta degli atti compiuti da Federico I in Toscana, venuto con il fermo proposito di
restituire all'Impero i suoi diritti suUe terre di Toscana.
Metto a confronto i passi corrispondenti dei due cronisti :
G. ViLLANi, lib. V, c. 12. Marchionne di C. Stefani, rubr. 52*.
Federico /tolse al Comune di Flrenze tutto il con- Federico I non lasci6 fuori delle mura niuna giu-
tado e la Signoria di quello infino aile mura. riBdizione; non per6 j Fiorentini renderono le castella.
La notizia del Villani fe assai laconica; ne la tradizione rappresentata dai cro-
nisti del XIII e del XIV secolo si avvantaggia per maggior chiarezza o ricchezza
di particolari. Vi h solo qualche divergenza nel numero delle cittk toscane che non
ebbero siffatto trattamento dall' Imperatore \. Da tutti si fa cenno di perdita di si-
gnoria e di giurisdizione, e per6 fu possibile alFHartwig pensare e sostenere, che
con la venuta di Federico I Firenze avesse perduto non solo ogni suo potere nel
contado, ma anche in cittk avesse perduto il diritto di eleggere propri ufficiali ^.
Spetta al prof. Villari il merito di avere confutato 1' ipotesi dell' Hartvirig, ponendo
lucidamente la questione nei suoi veri termini. Egli distinse la questione di diritto
dallo stato di fatto. L'Imperatore poteva benissimo togliere ogni giurisdizione che
il Comune aveva usurpato nel contado, ma alI'atto pratico solo con la forza delle
armi avrebbe potuto rivendicare i suoi diritti; ne cio era facile. II Villari pertanto
potfe constatare l'esercizio della giurisdizione del magistrato fiorentino entro la citta
ed anche in parte fuori nel contado'. Altre prove a ribadire l'opinione del Villari
furono fornite anche in seguito dal Santini con 1'esame del formulario dei documenti
del tempo, i quali dimostrano la continuata autoritk degli ufficiali cittadini nel con-j
tado, mentre i nomi di Consoli cittadini rivelano I'esercizio non interrotto del ma-'
gistrato cittadino entro il Comune *. Dei documenti illustrati dal Santini ve ne sono
alcuni redatti in castelli che per la loro origine feudale dovevano essere tra i primi
ad essere rivendicati dalI'Imperatore e restituiti ai feudatari dal Comune : dunque ilj
possesso di quei castelli (anche se non pieno ed in parte sotto Tingerenza di Pote-(<
sta imperiali) rimase effettivamente al Comune.
La notizia dello Stefani pertanto, ignorata o trascurata da tutti gli storici, mi
pare riceva una prova ed alla sua volta ne dia una maggiore a ci6 che scrisse il
nalogo fatto, avvenuto sette secoli dopo in Francia du- ed il pseudo Brunetto Latini (in Villari, op. cit,, vol. II,
rante la Restaurazione, per compensare i danni sofferti ■Aft- p. 223) eccettuano Pisa e Pistoia.
dai Nobili durante la Rivoiuzione. ' IIartwig, op. cit., vol. II, pp. 78-79.
' Gli Annales 11, in Hartwig, of. cit., parte II, ^ O/. cit., vol. I, pp. 135-136.
p. 40, eccettuano Pistoia; il Villani (lib. V, cap. XII) •• Studi cit.in Arch.Stor.it. ,%.\,t.X\\l,ipp.-](i-<n»
INTRODUZIONE Llll
Villari. Infatti lo Stefani quando alla prima notizia che l'Imperatore " non Iasci6
" fuori delle mura niuna giurisdizione „ fa seguire quell'altra che i Fiorentini " non
"perb renderono le castella „, mostra chiaramente di aver distinto la questione di diritto
da quella di fatto ; cioh a dire egli avverte che 1' Imperatore volle togliere tutto, ma
aIl'atto pratico i Fiorentini mantennero del contado ci6 che vi era di piii impor-
tante: i castelli, che erano i centri amministrativi e i punti strategici del contado.
La notizia dello Stefani h adunque attendibilissima, ed essa forse se fosse stata posta
nel debito conto, non avrebbe dato luogo alPipotesi dell' Hartwig ; poichfe se i Fio-
rentini ebbero tanta forza di conservare, a dispetto della volontk imperiale, i castelli
i del contado, con piCi forte ragione h da ritenere che essi avessero avuto la forza
di conservare entro le mura del Comune gli ufficiali cittadini.
* *
La narrazione delle lotte civili fatta dallo Stefani b talvolta ben diversa da
quella del Villani e degli altri cronisti; la differenza non sta soprattutto nei partico-
lari nuovi aggiunti talvolta dallo Stefani, ma nel giudizio diverso dato da lui ai fatti,
giudizio spesso pi5 sereno e piCi esatto, come quello di persona, che viveva in un
momento politico, in cui le lotte civili del XII e del XIII secolo si erano trasfor-
mate in altre con fini diversi. II tempo che separa Marchionne di Coppo Stefani
da Giovanni Villani non fe grande, ma nella storia della democrazia fiorentina dalla
! fine del XIII alla fine del XIV secolo fu tale rapido svolgimento, ricco di fortunose
vicende, che la vita di un uomo era periodo abbastanza lungo per dare una nuova
fisonomia alla vita politica del Coraune.
Anche per la narrazione delle lotte civili lo Stefani h stato sempre ignorato o
, trascurato ; soltanto Gaetano Salvemini nella sua opera sui Magnati e Popolani ricord6
tl lo Stefani, trattando delle fonti della storia fiorentina degli anni 1266 e 1267.
Egli fu il primo a riconoscere che " un po' migliore del Villani in questo come in
" altri punti della storia fiorentina fe lo Stefani, il quale se non ha tutta quella viva-
" citk di forma che ha dato la fortuna del Villani, ha per altro una esposizione piti
;! • Ittcida e ordinata, una critica piti coscienziosa delle fonti „ ^ II Salvemini per6
i< non si avvalse del cronista in tutta l'opera come avrebbe potuto, e talvolta lo
dimentica pur venendo per vie diverse alle stesse conclusioni del vecchio cronista.
II principio delle lotte civili h segnato dai cronisti airanno 1177; il racconto
h cosl fatto dal Villani e dallo Stefani:
G. ViLLANi, lib. V, c. 9, Marchionnk di C. Stefani, rubr. 49'.
, t . . . . 8i comincid in Firenze dissensione e guerra Troviamo che negli anni di Cristo MCLXXVII
grande tra' cittadini che mal non era pii stata in Fi- del mete di marzo, che in quel mese serapre si facevano
■^ G. Salvkmini, Magnati e Pofolani tn Pirente dal raSo al tjgS; Firenze, Carnesecchi, 1899, p. 343.
LlV INTRODUZIONE
renze, e cl6 fu per troppo grassezza e riposo inischiato i Consoli e gli Sanatori, gli Uberti quasi sempre, pcrclib
colla superba ingratitudine, ciie quelli della casa degli erano li piu possenti li volevano a loro modo ogni volta.
Uberti, che erano i piil possenti e magglori cittadini Di che non avendogli a qucsta volta (essi Uberti) ed
dl Firenze, col loro seguaci Noblli e Popolari cominciaro altre famiglie di Nobili e Popolani presono la contradia
guerra coi Consoli che erano Signori e guidatori del parte (a quella cioc dei Consoli); ed ultimamente non
Comune a certo tempo e con certi ordini per la invi- volendo gli eletti gll Uberti; gll altri diceano che collo
dia della Signoria che non era a loro volere ; e fu s\ e usato decreto si erano formati, ed intendeano che ei f us-
dlversa guerra che quasi ogni dl, o di duc dl l'uno, si sero. Vennero all'arme, e quindi si diede e tolse per piu
combatteano i cittadini insieme ctc. e durd questa pe- d\, e per piJi volte. Ultimamente s'ottenne quel Conso-
. stilenzia piii di due anni cic. e quasi per istraccamento lato; e gli Uberti pensarono avere questa volta la pu-
e rincrescimento si rimasono per loro medesimi dal com- gna perduta, e dubitarono ogni volta loro sarebbono
battere, e si pacificarono e rimasono i Consoli in loro cos\ etc. Cominclarono le zuffe e bastarono piii tempi;
Signoria, ma alla fine pur criarono e partoriro le ma- ma pure i Consoli stettono nel modo usato, e nuova leg-
ledette parti, che furono appresso in Firenze, siccome ge non si fece per gli Uberti. In capo di quattro anni
innanzi per 11 tempi farerao menzione. concordaronsi insieme.
Per quanto la critica abbia lasciato da banda la parte etica delle osservazioni
del Villani, tuttavia il suo racconto esercit5 una non lieve influenza negli storici
posteriori, che diedero una grande importanza politica a questi moti degli Uberti ;
solo recentemente il Davidsohn ne attenu6 in gran parte il valore ^ J
Mettiamo a confronto pertanto le parti diverse del racconto dei due cronisti. .
Per il Villani la causa fondamentale h al solito d' indole morale : essa consiste nella
" troppo grassezza ed ingratitudine „ degli Uberti che hanno invidia della signoria tenuta
dai Consolij la fine della lotta secondo il cronista si deve " alPistraccamento e rin-
" crescimento „, onde i contendenti " si rimasono per loro medesimi dal combattere „ ;
e finalmente gli ultimi effetti di questi moti per il Villarii si protraggono molto piti :
avanti, poich^ " alla fine pur criarono, e partoriro le maledette parti „.
Per lo Stefani la causa sta in questo: gli Uberti erano soliti ad avere il Con-
solato, e poich^ nel marzo del 1177 non 1'ebbero a loro piacimento, formarono un
partito con altri Nobili e Popolani. Secondo lo Stefani la fine della lotta non h segnata
da alcun cambiamento nella costituzione politica, ma essa si deve ad una concordia
tra i contendenti, per la quale tuttavia rimase in vigore I' istituto del Consolato.
II racconto dello Stefani adunque va contro alla tradizione del Villani, n^ pu5 ,
essere accolto se non si risolvono i seguenti quesiti : 1° Gli Uberti erano veramente |
soliti ad avere il Consolato .? 2° L'elezione dei Consoli, segnata soltanto dallo Stefani
nel marzo, ricorreva proprio in quel tempo? 3° L'ambizione del Consolato era la
sola causa che moveva gli Uberti ? 4° Era possibile un'alleanza di costoro con fami-
glie di popolani ? 5° La lotta dur5 veramente quattro anni, e non due come nota il
il Villani ? 6° Alla fine di essa non avvenne veramente alcun cambiamento nella
costituzione politica del Comune ?
Che gli Uberti fossero dei piii potenti delle consorterie fiorentine ne convienc '
anche il Villani, ma che essi fino al 1177 avessero esercitato questa loro potcnza
' RoBERT Davidsohk, Geschickte von Florenz ; 'Btr- lin, 1896, vol. I, pp. 553 sgg.
INTRODUZIONE
LV
nel governo del Comune, nh il Villani lo dice, n^ altro cronista lo aiferma. Che anzi
arrivato a tal punto della storia fiorentina il prof. P. Villari cosl scrive : " II Go-
" verno dei Consoli con la prevalenza in esso del partito popolare aveva sempre piii
" lasciato da parte i potenti, massime la consorteria degli Uberti, i quali ben di rado
5 " troviamo noi ora alla testa del Comune „ *. L' illustre Maestro h qui, mi sembra, un
po' troppo legato alla tradizione del Villani.
La lista dei Consoli anteriore al 1177 consta dei nomi dei Consoli degli anni
1138, 1172, 1173, 1174, 1176^ Volendo adunque esaminare da quei nomi la varia
preponderanza politica delle diverse famiglie b necessario limitarci entro il periodo
1) di tempo che va dal 1172 al 1176, poichfe per il tempo precedente ^ unampia la-^
cuna. Nel 1174 pertanto si nota un Guido degli Uberti al Consolato, nel 1176 in-
vece pare vi fosse prevalenza della consorteria dei Cavalcanti. Come si vede la
scarsezza di tali documenti non ci dk prove sicure per affermare che frequentemente
gli Uberti avessero il Consolato, ma tanto meno poi per affermare che egli fossero
5 lasciati da parte nel governo del Comune per la prevalenza del partito popolarc.
Se veniamo ora all'esame di altri documenti, si ttfeva che nel 5 maggio del
1172 (due anni prima che Guido degli Uberti fosse eletto Console) un altro della
stessa famiglia partecip6 ad un segreto trattato, per il quale gli esuli Sanminiatesi ri-
belli airimpero avevano giurato di far causa comune con Firenze e con Pisa e di
3 dar loro la terra di San Miniato \ L' accordo fu preso a Firenze n el palazzo ve-
scovile; e tra i presenti compare uno degli Uberti; segno evidente che quella con-
sorteria partecipasse allora ai pifi importanti e segreti atti del Comune. Per la qual
cosa adunque la notizia dello Stefani della potenza politica degli Uberti e della loro
partecipazione al Consolato fino al 1175, non pu6 essere confutata; il catalogo dei
j Consoli dimostra che solo nel 1176, alla vigilia dei moti, un'altra consorteria, quella
dei Cavalcanti, aveva avuto in queII'anno il sopravvento.
L'eIezione del Consolato ricorreva proprio nel marzo? Dei Consoli fiorentini
rultimo catalogo. redatto molto dihgentemente ed in parte su nuovi documenti b
quello pubblicato dal Santini *. Da esso non si pu6 in modo certo stabilire la data del-
•) 1'elezione, nh il Santini in quest'opera si ferma su tale argomento. L'illustre prof
P. Villari invece, avendo a proposito della durata in ufiicio dei Consoli citato il
passo del Villani, incidentalmente accenna alla data della elezione, cosi scrivendo :
" L'elezione pare che si facesse nel gennaio. Nel 1202 quelli della prima e della se-
1 fconda meth dell'anno (P marzo e ottobre) sono gli stessi e cosl nel 1204 (15 aprile
•> " e ottobre). Tutto ci6 proverebbe che non si cominciava il 25 marzo secondo lo
" stile fiorentino. A Siena si faceva del pari 1' elezione nel gennaio, e lo stesso
" pu6 indursi in Firenze anche dai cronisti „ ^ Nella rassegna dei cronisti per altro
' 0/>. «•/., vol. I, p. 138.
* Santini, ia Doc. cit. ad annum.
' Santini, 0/. dt., IH, I, p. 363.
* Of. cii., pp. xvn-Lxxii.
S VlLLARI, op. cit., voL I, p. IIO,
LVI INTRODUZIONE
non si fa ricordo del nostro Stefani, che pone l'elezione consolare nel marzo.
Si osservi pertanto che il primo gruppo di documenti del 1° marzo e del 24 ot-
tobre 1202 citati dal Villari sono cosl fatti: nel primo compaiono molti nomi di
Consoli, in quello deIl'ottobre invece non ve n'fe che uno solo, il quale era tra
quelli del marzo. In ogni modo la notizia dello Stefani h alquanto scossa da questo
documento.
In quanto poi al secondo gruppo di documenti citato dal Villari, comprovanti la
corrispondenza dei nomi dei Consoli nell'aprile e nelPottobre del 1204, si noti che quei ]
documenti valgono tanto a sostegno dell'ipotesi del Villari della elezione nel gennaio, •
quanto a prova della notizia dello Stefani della elezione nel marzo. Un altro gruppo 1
di due documenti che ho cavati da quelli editi dal Santini fanno piii al caso nostro
perchfe di un tempo piti vicino al 1177, e perchfe piti ricchi di nomi consolari '.
I nomi dei Consoli dell' S marzo 1183 non sono quelli del 16 ottobre 1183, dunque
verosimilmente la elezione era avvenuta dopo 1' 8 marzo. In ogni modo questo gruppo
di documenti del 1183 toglie l'importanza di quelli pel 1202; e per6 si pu6 aiFer- 1
mare che la notizia dello Stefani (limitata al tempo anteriore al 1177) non fe finora
in contraddizione manifesta con alcun documento di quel tempo, e pu6 essere accolta
per vera.
II desiderio di ottenere i supremi onori del Comune fu veramente la causa dei
moti degli Uberti? Nel Villani vi e una certa insistenza a dir male di costoro. 2
Gih altrove ho notato che piti per rancore politico che per senso critico il Villani,
guelfo, avesse ripudiato la leggenda che faceva degli Uberti i capostipiti degli Ottoni,
In questo passo inoltre h quella solita ricerca delle cause dei fatti nei vizi e nelle
viirtii umane che allontana il cronista dalla giusta percezione del vero; tuttavia nel
contesto si fa cenno che gli Uberti " cominciarono guerra con i Consoli per la in- 2
" vidia della Signoria che non era a loro volere „. Questa che h per il Villani oc-
casione di sfogo contro l'animo ingrato degli Uberti, ed b cosa notata solo di sfuggita,
fe il pernio invece del racconto dello Stefani. II quale muove appunto dalla elezione
consolare, e, attraverso le vicende di questo ufficio dal 1177 in poi, narra le fasi
della lotta. Dal ricordo della elezione del 1177, in cui gli Uberti non erano riusciti, 3|
passa alle dissensioni per la contestata elezione di queiranno: " e ultimamente non '
" volendo gli eletti {pggetto) gli Uberti {soggetto) ; gli altri diceano che collo usato
" decreto si erano formati ed intendeano che ci fussero „. L'autore quindi distinguc
due periodi della lotta in un primo in cui " si ottenne quel Consolato e gli Uberti
" pensarono avere questa volta la pugna perduta e dubitarono ogni volta loro non 5(i
" fusse cosl „ ; in un secondo in cui per questi motivi gli Uberti riprendono le armi
e solo in capo di quattro anni si pacificano con gli avversari. L'autore avverte alla
fine di questo secondo periodo che il Consolato ne uscl fuori senza alcuna alterazione,
' Doc. in 0/. cil., n, III, p. 324 (8 marzo 1183); II, IV, p. 224 (16 ottobre 1183).
INTRODUZIONE LVII
e che gH Uberti, pur essendo in tali condizioni (come si vede dal seguito) da po-
tere segnare una pace onorevole con gli avversari, non riuscirono a far promulgarc
alcuna " nuova legge „.
E cosi particolareggiato il racconto, che, indipendentemente da ogni altra riprova,
5 s' inclincrebbe a credere che lo Stefani fosse meglio informato dei fatti. Notiamo
tuttavia che il Consolato costituiva allora anche per i Nobili venuti dal contado la
ragione ultima di loro potenza nell' adattamento al nuovo ambiente ; notiamo inoltre
che fino al 1175 gli Uberti, come si fe visto, avevano partecipato al Consolato; che
nel 1176 i Cavalcanti avevano preso il sopravvento, e che finalmente dal 1180 in
i) poi gli Uberti ricompaiono nelle liste dei Consoli. Dunque se il racconto dello Ste-
I fani h per cosl dire imperniato intorno alle vicende del Consolato, il suo racconto
non h per questo meno verosimile.
Molto piii difficile ed intrigata h la questione che sorge per la domanda for-
mulata, se cio^ era possibile, come appare dallo Stefani, un'alleanza degli Uberti
3 con le famiglie di Popolani. II passo che dk origine alla questione non b peraltro
^ molto chiaro pifi che per difetto dei codici, per quella negligenza di forma che ha
il cronista, il quale molto probabilmente non potb tornare sull'opera per limarla.
Trascrivo il passo quale si trova nei codici ; avverto che nel periodo precedente h
detto che gli Uberti " perche erano purfe i pit> poss6nti „ volevano ogni volta il
3 Consolato a loro modo " di che non avendogli a questa volta ed altre famigHe di
'' Nobili e di Popolari presono la contradia parte „. Per comprender meglio il passo
pongo a confronto il corrispondente del Villani : " gli Uberti che erano i piti possenti
" e maggiori cittadini di Firenze coi loro seguaci Nobili e Popolani cominciaro guerra
" coi Consoli „ . Se pure la corrispondenza di frase i ■piu ■possenti non indica iden-
i titk di fonte, variamente intesa, se pur di questo sospetto non dobbiamo tener conto,
tuttavia il passo del Villani ci aiuta ad intendere in questa guisa quello corrispondente
dello Stefani (noto in corsivo le parole da me aggiunte).: " Di che gli Uberti non
" avendogli {i Consoli) a questa volta, essi Uberti ed altre famiglie di Nobili e Popo-
" lari presono la contradia partc „, la contraria, cio^ a quella dei Consoli.
^ L' alleanza di famiglie di Popolani nel passo dello Stefani cosl intenso h molto
piii evidente di quel che non sia nel corrispondente passo del Villani, il quale a«-
cenna a seguaci popolani, alludendo forse a quel codazzo di popolo che nelle rivo-
luzioni non manca mai nella speranza del saccheggio e della rapina. Se per5 noi
intendiamo in siftatta guisa il passo dello Stefani, dando cosi un valore a questa al-
i leanza delle famiglie di Popolani andiamo contro a ci5 che h stato scritto da va-
lenti storici intorno a questo periodo. Infatti secondo il Villari nel Consolato aveva
la prevalenza il partito popolare^, il nostro cronista quindi afTermcrebbe cosa as-
,j surda, poich^ gli Ubcrti che combattevano il partito, che chiameremo dei Consoli,
» Op, cit., vol. I, p, 128.
LVin I INTRODUZIOiSTE
avrebbero avuto come loro alleati quelli che nel Consolato avevano appunto la pre-
valenza. E la contraddizione b tanto piti stridente se si pensa, che il partito po-
polare e ritcnuto, ed a ragionc, come il piu geloso di autonomia di fronte alle pre-
tese delPImpero, e che gli Uberti, secondo il Santini, proprio in quel tempo si erano
rivolti aII'Impero per combattere meglio gH avversari^
Ci siamo cosl spinti in un campo assai intrigato, e per uscirne fa d'uopo sta-
bilire quale fosse la posizione degli Uberti nel Comune.
Non si pu6 affermarc, come gik abbiamo visto, che gli Uberti fosscro tenuti
lontani dal Consolato prima del 1176, nh si pu6 attribuire ad essi un programma
di politica estcriore contrario a quello sostcnuto dal partito popolare del Consolato. 1
Poichfe se il partito popolare aveva mirato aII'autonomia del Comune daII'Impero,
anche gli Uberti avevano congiurato insieme ai ribelli di San Miniato contro il can-
cellicre deirimpero, Cristiano di Magonza. La congiura fu del 1172; nh altri do-
cumenti abbiamo dal 1172 al 1176 che provino atti degli Uberti contrari al Comune
autonomo, e favorevoli airimpero. II grande cambiamcnto sarebbe avvenuto, se- 1
condo il Santini, verso il 1177, proprio alla vigilia delle lotte civili. Gli Uberti
erano stati prima contrari airimpero, ma " presentemente, aggiunge il Santini, in
" vista delle importanti mutazioni avvenute nella politica generale, gli Uberti cam-
" biarono bandiera „ ^ Da nessun fatto peraltro si pu6 argomentare questo ricon-
ciliamento degli Uberti con Tlmpero. Che anzi i fatti, parrebbe, dimostrassero il 2
contrario. Quando erano scoppiati i moti, gli imperiali erano in Toscana, ed avreb-J
bero potuto in qualche modo sostenere gli Uberti; essi nulla fecero in questo sensc
Nfe vale la ragione addotta dal Santini, che cio^ gli imperiali non si mossero, perchl
disponevano di poche forze, e temevano che le sorti delle armi non fossero favore4
voli agli Uberti *, poichfe le lotte civili durarono a lungo per tre o quattro anni, e 2
in questo tempo non sempre gli Uberti dovettero toccare la peggio, se la fine della
lotta fu abbastanza onorevole per loro. Pertanto, se non h possibile con altri do-
cumenti segnare le varie fasi di queste lotte, si pu6 essere certi della condotta poli-
tica degli Uberti dopo il 1180 cio^ al termine delle lotte. Allora essi parteciparono
largamente al Consolato, e la politica esteriore del Comune, nota lo stesso Santini, ;
e lo aveva prima avvertito il Villari, " non rimase da tutto ci6 punto alterata „ *.
Dunque gli Uberti, fatti Consoli, continuarono a seguire la condotta politica dei
predecessori, la quale quindi non doveva fortemente contrastare con i loro interessi.
E per6 h lecito da ci6 dedurre: 1° che non si pu6 accogliere in modo assoluto il
giudizio del Santini per il quale queste discordie civili " furono indubbiamente in re-
" lazione con le diverse tendenze dei maggiorenti circa alla politica del Comune„^;
» Siudi cii. in Arch. Stor. it., lerle V, tomo XXVI, ' Studi cit. in Arch, Stor. it., serie V, anno XXVI, f
p. 48. p. 49.
* Studi cit. in Arch. Stor. it., serie V, tomo XXVI, < O/. cit., vol. I, p. 130.
p. 48. 6 O/. cit., serie V, tomo XXVI, p. 48.
INTRODUZIONE, LIX
2" che Hmitata in tal modo la lotta entro il campo cittadino era possibilc un'alle-
lcanza di famiglie popolani con gli Ubcrti, pcrche nessuna divergenza di politica este-
riore li distaccava da costoro, mentre li avvicinava il fine di abbattere una consor-
tcria, quella cio^ dei Cavalcanti. La quale, come tutte, era necessariamente esclusivista,
5 cd allontanava da s6 e dagli onori pubblici gli cstranci ad essa, e quindi anche i Po-
polani che gik avevano acquistato dignitk, e sentivano il bisogno di partecipare al
governo del Comune. •
La notizia adunque del nostro cronista di un'alleanza degli Uberti con i Popo-
lani non h in contraddizione, comc prima pareva, con le condizioni politidhe del Co-
P mune, nh con alcun documento originale di quel tempo. II racconto poi di quelle
lotte nelle loro cause, nelle loro vicende e nella loro fine, b con veritk e con acume
storico posto in relazione al Consolato, il quale secondo lo Stefani e secondo i do-
cumenti, continu6 a sussistere con la partecipazionc degli Uberti, senza che alcuna
' ^^^S"^ nuova, cioh alcuna alterazione avvenisse nelle costituzione del Comune.
3 II racconto dello Stefani insomma non ha certamente alcuno dei pregi artistici
I di quello del Villani, ma dk un' idea piii chiara e piii vera della situazione politica
in Firenze dal 1177 al 1180» Esso poi in parte fornisce una riprova alle conclu-
sioni, a cui era pervenuto al Davidsohn, che aveva anch'egli ignorato l'importanza
dcllo Stefani, ma chc per vie sicure era arrivato alla conclusione che la lotta del 1177
p non ebbe il fine di provocare un cambiamento nella forma oligarchica del govemo
J d'allora, ma solo di procurare ad alcune famiglie quel posto chc altri occupava ^
Prima di lasciare l'argomento noto la differenza fra i due cronisti circa il tempo
in cui durarono le lotte. Pcr il Villani durarono ■piu di due anni^ per lo Stefani
1 finirono in capo di quattro anni. Le due notizie si possono conciliare, poichfe avendo
5 riguardo ai due periodi segnati dallo Stefani nello svolgimento della lotta, si pu6
credere che il Villani alludesse al primo periodo piii acre ; mentre lo Stefani esten-
desse il limite di tempo sino al momento in cui le parti si concordarono insieme
per la elezione c\oh del 11 80 ^
* *
- Pervcnuti al XIII secolo il Villani e lo Stefani narrano dei Guelfi e dei Ghi-
bellini in Firenze. L' origine c lo sviluppo dei due partiti ofTre talvolta nel rac-
conto dci due cronisti alcune differcnze notevoli, non ^ quindi inutile uno studio
comparativo dei passi corrispondenti.
II Villani parla la prima volta di Guelfi e di Ghibellini a proposito della ucci-
5 sione di Buondelmonte dei Buondelmonti ^ Per5 il cronista avverte che, sebbene
questa fosse " cagione e cominciamcnto delle maledette parti guelfa e ghibellina „,
' Op. cil., vol. I, p. SS5. vol. II, p. 319, fissa a ventidue mesi la durata delle lotte.
' Lo pseudo Brunetto Latini, in Villari, of. cit,, * C/. cii., libro V, c. 38.
LX INTRODUZIONE
tuttavia " dinanzi assai erano le sfette tra Nobili cittadini e le dette parti per cagione
" delle brighe e questioni della Chiesa e dell' Imperio „ . Le sfette tra Nobili citta-
dini che preesistevano al 1215 erano una cosa diversa delle parti guelfa e ghibel-
lina ? Esplicitamente il Villani non lo afferma, per6 nel capitolo seguente riportando
la lista delle famiglie di Guelfi e di Ghibellini conclude : " e per la detta cagione f
" si cominciaro da prima le maledette parti in Firenze ; contuttochfe di prima assai
" occultamente pure era parte tra' Nobili cittadini, che chi amava la Signoria della
" Chiesa e chi quella dell' Imperio „ ^. II cronista adunque ci dice che i partiti erano
tra i Nobili, dei quali gli uni favorivano la Chiesa e gli altri 1'Impero. Cosl il Vil-
lani in fondo a tutte queste nuove lotte cittadine vede una manifestazione secondaria 1(
della grande lotta tra Impero e Chiesa.
Un'altra ricerca si pu6 fare per stabilire quale atteggiamento avesse preso se-
condo il Villani il resto della cittadinanza. II cronista al termine del racconto del
Buondelmonte dice che allora " tutti i lignaggi dei Nobili ed altri cittadini se ne
" partirono „. Dunque vi parteciparono altri cittadini non nobili, ciofe popolani. La 11
qual cosa piu chiaramente dice il cronista dopo di avere annoverati i nomi dei
Guelfi e dei Ghibellini, aggiungendo che " molte altre schiatte d' orrevoli cittadini si
" tennero chi d' una parte e chi d' un' altra „ . Dal Villani quindi sappiamo, cosa
giusta assai, che tra i Guelfi e i Ghibellini vi erano Nobili ed anche Popolani;
cosi il cronista h esente dall' errore, che fu comune per molto tempo, della cre- 2(
denza che guelfo significasse popolano e ghibelHno nobile; del Popolo per6 il cro-
nista non fa parola come partito a sb. Per la qual cosa riassumendo i giudizi del
Villani per i fatti del 1215 si pu6 notare che egli dk valore grande alle lotte tra
Chiesa ed Impero e aII'uccisione del Buondelmonte, in secondaria importanza pone
le discordie civili preesistenti, avvertendo che, sebbene vi fossero, pure " per lo stato 2
" e bene del Comune tutti erano in concordia „ ^ Dunque per il Villani in tutto
qufesto la lotta per la conquista del governo del Comun« non c'entra.
Quando il Villani perviene con il racconto al 1248, al divampare cio^ di nuove
lotte civili, trova la causa di tutto in un altroJatto particolare, anzi in una persona,
quella dell' imperatore Federico II : " Costui volle spandere il suo veleno e fare par- 3
" torire le maledette parti guelfa e ghibellina „ K Tuttavia soggiunge il Villani anche
prima le parti erano cominciate per la morte di messer Buondelmonte, poichfe i No-
bili " erano in sfetta per le dette parti, e si teneano insieme; e quegli che si chia-
" mavano Guelfi amavano lo stato del Papa e di Santa Chiesa, e quegli che si chia-
" mavano Ghibellini amavano lo stato dell' Imperio e favorivano I' Imperadore e suoi <■
" seguaci „ *. Tuttavia conclude il Villani, avanti al 1248 " il Popolo e Comune di
" Firenze si manteneva in unitade a bene e a onore e stato della Repubblica „ *.
» O/. ct/., Ubro V, c. 39. * O/. «V., Ubro VI, c. 33.
* Id. 5 /rf,
» O/. ciV., Ubro V, c. 39. ■ • M.
INTRODUZIONE LXI
Se si pone in relazione il racconto del 1215 con quello del 1248 si rileva fa-
cilmente come fossero i fatti guidati con lo stesso criterio storico : In fondo a tutto
h la grande lotta tra Impero e Papato, i partiti che erano gik in Firenze, non hanno
una fisonomia propria locale, ma sono posti in relazione all'atteggiamento diverso
5 preso nella lotta tra Papato e Impero, 1' opera personale di Federico che volle spar-
gere il suo veleno nella cittk h la causa ultima del divampare delle lotte civili ; in
certo modo questo fatto corrisponde all'amore del Buondelmonte " per sussidio dia-
" bolico „ che h la causa dei fatti del 1215. Infatti prima del 1248 come prima
del 1215 i partiti in Firenze preesistevano, ma prima del 1215 " per lo stato e bene
0 " del Comune tutti erano in concordia „ ed ora prima del 1248 sebbene i partiti
preesistessero, " per6 il Popolo e Comune di Firenze si manteneva in unitade a bene
" e a onore e stato della Repubblica ,,. Qui per6 questo desiderio di ricordare un
periodo di pace precedente ad un periodo tumultuoso, verissimo come sentimento
soggettivo e comune a molti cronisti anch' essi vissuti in tempi procellosi, cozza un
;5 po' con la veritk storica, poichfe prima del 1248 gli Anmli ricordano per il 1236
; la distruzione dei palazzi del Comune e dei Caligai in seguito, a quanto pare, a vere
e proprie rivoluzioni *.
Negli avvenimenti del 1248 narrati dal Villani non J; fatta menzione di una spe-
ciale atteggiamento preso dal Popolo, ma le parole seguenti : " la citta si cominci6 a
jO " scomunare, e partirsi i Nobili e tutto il Popolo, e chi teneva dall'una parte e chi
" dall'altra „, non si allontanano dalle indicazioni del 1215, quando anche allora
" molte altre schiatte d'orrevoli cittadini si tennero chi d'una parte e chi di un'altra „.
Se alcuna differenza si puo intravedere dalle parole del Villani, questa consiste piii
piii che altro nella proporzione del numero maggiore nel 1248 dei popolani par-
6 teggianti.
Ho gia notato il valore che ha il ricordo di un periodo di pace precedente al
1248, e come quindi la frase bisogna intenderla con una certa discrezione. La qual
cosa qui novamente osservo, poich^ la frase h stata citata dal Salvemini per dare
un'idea della chiarezza con cui il Villani abbia inteso la posizione dei partiti dei
J Nobili e dei Popolani — la chiarezza a me pare sia qui del Salvemini e non del cro-
nista da lui citato. Riporto le parole del Salvemini : " II Villani, quando racconta
" l'origine dei partiti guelfo e ghibellino, dice chiaramente che quella " era parte tra'
" nobili cittadini „; ma il Popolo " si manteneva in unita bene e a onore e stato
" della Repubblica „ ^ Osservo che la prima espressione h del 1215, la seconda e
3 del 1248 ne si possono accostare come li accosta il Salvemini, poiche neirultima
non si ricorda solamente il Popolo, ma " il Popolo e Comune di Firenze che si
" manteneva in unitk „. E questa insomma una espressione comprensiva per indicare
la pace di tutta quanta la cittadinanza, dai Nobili ai Popolani.
• Annales // in of. cit., all'anno 1336; cf. anche * O/. cit., p. 5.
P. VlLLARI, of. cit., TOl. I, p. 161.
LXII INTRODUZIONE
Concludendo il Villani in tutto il racconto rileva con i pregi artistici della chia-
rezza i difetti di un cronista che non ha un' idea chiara di ci6 che si agitava nelle
varie classi della cittadinanza fiorentina per il governo del Comune; e per6 nella
spiegazione delle lotte civili del 1215 e del 1248 ricorre, o alle grandi cause cstc-
riori, o a qualche strepitoso fatto particolare precedente alle lotte,
Veniamo ora al racconto dello Stefani.
La prima differenza tra lo Stefani ed il Villani sta nelPordine in cui fe distri- ,
buito il racconto. La lista dei nobili Guelfi e Ghibellini precede e non segue, come '
net Villani, il racconto della uccisione del Buondelmonte. Si potrebbe osservare con !
questo che il cronista volesse cosl dimostrare meglio la preesistenza dei partiti alle
discordie del 1215. Certo fc che 1'ordine del racconto J; in rapporto alla lista di
Guelfi e di Ghibellini, la quale offre una differenza noteyole con quella del Villani, In
essa i Buondelmonti sono notati tra i Ghibellini, mentre in quella del Villani tra i
Guelfi. AUa fine del racconto della uccisione del Buondelmonte lo Stefani aggiunge,
che i Buondelmonti da Ghibellini che erano come gli avversari, si mutarono in Guelfi,
Dunque se tale notizia e vera, la lista sarebbe anteriore al 1215, e data questa lista
era ben naturale che I'autore la premettesse al racconto del 1215. Ma la notizia
del cambiamento politico dei Buondelmonti e vera ? Essa contrasta con 1'opinione
generale sul carattere dei partiti e non sembra subito ammissibile.
La spiegazione del Villani, come pur sia, dei fatti non urta con la logica : Le :
parti preesistevano per le ragioni di un diverso atteggiamento delle famiglie nobili
fiorentine nella grande contesa tra Papato ed Impero ; nel 1215 nuove legna furono
messe al fuoco per Tuccisione del Buondelmonte; nel 1248 su questo fuoco volle sof-
fiare Federico 11.
Se ammettiamo pertanto che le parti avessero ragione di essere in relazione :
alla grande contesa tra Papato ed Impero, un fatto particolare come quello dei Buondel-
monti puo aggiungere nuove legna al fuoco, pu6 far divampare gli odi di due fli-
miglie gik di parte diversa, ma non pu6 determinare un cambiamento politico, tra-
sformando, come vuole lo Stefani, i Buondelmonti da Ghibellini in Guelfi, poiche in
questo fatto particolare Papato ed Impero non c'entravano afTatto, Le ragioni che
potevano determinare il favore degli uni o degli altri per il Papato o per I'Impero
continuavano a sussistere dopo I'uccisione del Buondelmonte ; non essendo invece I
avvenuto alcun cambiamento nei rapporti politici dell' Impero e del Papato con Ic
famiglie suddette non ne poteva seguire un cambiamento come quello notato per i
ben due volte dallo Stefani.
Le nostre conclusioni partono dal valore che assegna il Villani ai Guelfi e ai ;
Ghibellini ; resta per6 a vedere se nella interpretazione del significato di questi nomi
lo Stefani concordi con il Villani.
L'origine dei nomi h narrata in modo analogo dai due cronisti. Lo Stefani dopo ,
di avere molto rapidamente esposto i fatti estcriori riguardanti Plmpero e la Chiesa '
INTRODUZIONE LXIH
avverte che stando cosl le cose " addivenne che i Fiorentini comecchfe fossero uo-
" mini d'Imperio, pure erano cattolici e favoreggiavano la Chiesa: ciofe il Popolo, ed
" erano con loro {cioh con il Papolo *) molti Nobili ; e gli altri difendevano lo Im-
perio „ ^ ;^ un avvertimento d* indole generale, non sempre rigorosamente esatto,
che tuttavia vale a darci un'idea che in Firenze la maggioranza dei cittadini, cioe
il Popolo e molti Nobili, erano piii inclinati verso la Chiesa che verso l'Impero. Su
questo concetto torna 1'autore alla fine della medesima rubrica, notando che " a vo-
" lere dire la veritk tutti generalmente, salvo alcuni, erano Guelfi, ed amatori della
" Chiesa sempre, e come si vedrk innanzi, ogni volta il Popolo teneva coi Guelfi e
" con la Chiesa, e i Ghibellini {oggetto) seguirono malvolontieri se non a forza; i quali
" quando ressero li gravavano „ ^. Abbastanza chiaramente Tautore nota la ragione
per la quale i Popolani non seguivano i Ghibellini, non per antipatia di razza, ma
perchfe i Popolani durante il reggimento dei Ghibellini erano gravati. Pertanto giova
osservare che nella cittadinanza fiorentina avanti ancora al 1215 lo Stefani distingue
tre gruppi: Guelfi, Ghibellini e Popolo. In questa stessa rubrica cerca di definire
i Ghibellini ed i Guelfi. Dei primi dice che " quasi tutte le famiglie che tenevano
" ghibellina parte, ciofe con Imperio, erano Nobili del contado perchfe teneano feudo, o
" castello dello Imperio „. Dopo di averne detto i nomi aggiunge che " molti fu-
- rono dei Popolani d'orrevoIi genti e bene imparentati e furono con i Ghibellini „.
Dopo i nomi di alcuni Guelfi aggiunge che : " questi furono Nobili della cittk ed
I " altre famiglie di popolani Guelfi e di pura parte della Chiesa „ . Si noti una prima
distinzione tra Nobili di citta e Nobili di contado, ed una giusta osservazione delle
cause che determinavano famiglie di Popolani ad associarsi, a cagione di parentadi, a
Guelfi e a Ghibellini.
: Definite cosl le parti ci si pu6 chiedere se esse secondo lo Stefani avessero uni-
camente ragione di essere in rapporto aII'Impero ed al Papato. L'occasione di dir-
celo lo Stefani l'ha al termine del racconto del Buondelmonte : " Di questo fu il
" romore grande, perocche le famiglie di costoro, che v'erano, si ritrassero alle case
" perocchfe, come detto fe, per ,la elezione dei Consoli le famiglie dei Nobili vole-
i( " vano chi uno e chi un altro, di che la cittk era assai divisa, e spezialmente tra i
" Nobili e tra famiglie l'una con l'altra, e i cittadini appoggiavano chi uno e chi un
■^ altro. Di che per quello e per la divisione dei Guelfi e dei Ghibellini aiut6 questo
" pigliar parte, e dove i Buondelmonti erano di parte d' Imperio, tornarono allora
" di parte della Chiesa, e dove erano Ghibellini con gli Ghibellini tornarono Guelfi
>v " e feccrsene segno, e per innanzi nc facevano piii che poteano „ *.
Lo Stefani adunque pone il valore del fatto del Buondelmonte in relazione alle
' I pronomi e i verbi che si riferiscono alla parola * Rubr. 63*.
fofolo sono usati dallo Stefani saltuariamente ora al 3 j(j_
■plurale ed ora al singolare, *■ Rubr. 64*.
LXIV INTRODUZIONE
discordie preesistenti, delle quali concepisce la vera causa soprattutto nel volere gli
uffici del Comune.
Stando cosi le cose, noi abbiamo un fatto particolare che dctermin6 due gruppi
di famiglie tra quelle che gik erano discordi, c valse a designare i capi di quci gruppi.
In tale designazione i Buondelmonti, nobili di contado, prendono il primo posto nel
campo dei combattenti Nobili di cittk. E poichfe i Nobili di contado erano, secondo
lo Stefani, per loro origine e per loro interesse i naturali Ghibellini, questo fatto e a
lui apparso come un vero e proprio cambiamento dei Buondelmonti da Ghibellini a
Guelfi. Questo passaggio adunque che prima ci appariva come inverosimile fe in-
vece assai naturale, e non h in aperta contraddizione con ci6 che scrisse il Villani,
poicht; anch'egli aveva gik detto che i Buondelmonti erano stati Nobili di contado^
Fino a qual punto entrino in tutto questo Impero e Papato ce lo dice assai bene
lo Stefani, quando racconta di Federico 11, e quando la manifesta ingerenza dell' Im-
peratore nelle lotte cittadine fa credere al Villani che la colpa di esse si debba tutta
aII'animo cattivo di Federico 11, disseminatore di discordie civili. Lo Stefani dopo
un rapido cenno delle condizioni politiche d'aIIora soggiunge : " Ma piti per partc e
" shtte prese d'uffici, che per Papa e Imperatore, s'erano gli animi dei Fiorentini ap-
" presi „ \ In questa ambizione, che era poi ragione di esistenza politica, vede lo
Stefani il cardine di tutte le lotte civili.
A tale interpretazione naturale ed acuta influiscono piu ragioni: il cronista non
si lascia distrarre dal racconto di fatti esteriori; egli vive in un tempo, in cui de-
clinava I'autoritk deII'Impero e del Papato, e allora nella nuova formazione dei partiti
fiorentini, aventi di mira la conquista del Governo, i nomi di Guelfi e di Ghibellini
non hanno un significato speciale, ed erano rimasti per la tenacia che hanno i nomi
di sopravvivere alle cose. Per il 1379 lo Stefani avverte : " questi che cercavano di
" sovvertere lo Stato non erano per6 piii Guelfi che gli altri, perche sotto titolo di
" parte guelfa rumoreggiare volessero, ma per fare male, abbominavano la cittk che si
" reggeva a parte ghibellina e dicevano male perocche sotto titolo di parte guelfa e
" di Guelfi si reggeva „ ^ E per il 1382 lo stesso cronista nota: " Sempre sotto
" colore di Guelfi si sono ammoniti gli uomini e detti GhibelHni non ad altro fine '
" che per avere per sfe gli uffici e toltogli al compagno „ *,
Tutto questo pu6 avere influito perche lo Stefani desse poco valore ai fatti della
politica esteriore del XII secolo, ma mi sembra che sia valso ad accostare piii da
presso il nostro cronista airambiente fiorentino di quel secolo, poichfe egli per primo
cerc6 nelle condizioni della cittadinanza in relazione al Governo le cause delle di- li
scordie, lasciando le vecchie ragioni teologiche del Villani, e ponendo nel giusto
posto certi episodi prima esagerati.
' O^. cii., lib. rv, c. 36. 3 Rubr. 839*.
* Rubr. 83». * Rubr. 923».
INTRODUZIONE LXV
II confronto fatto con il Villani ci richiama ad una difFerenza di notizie che h
nei due cronisti : abbiamo gik accennato che nella lista delle famiglie dei Ghibellini
s'incontrano i Buondelmonti, diversamente da ci5 che h nella lista del Villani.
Abbiamo gik detto quale valore si debba attribuire a questo cambiamento poli-
tico, e come esso non dia luogo alla inverosimiglianza che in principio ci era ap-
parsa. I Buondelmonti, nobili di contado, e quindi GhibcIHni per lo Stefani, dovevano
apparire tali in una lista che precedesse il racconto dell' uccisione del Buondelmonte,
prima cioh che quel fatto particolare li schierasse contro gli Uberti. Del resto nello
stesso Villani abbiamo nota di un analogo cambiamento a proposito dei Malespini,
i i quali per dispetto agli Uberti divennero Guelfi ^
Non h questa la sola differenza tra le due liste: allo Stefani mancano diversi
nomi che sono riportati dal Villani. I nomi mancanti sono sette dei Guelfi ed uno
; dei Ghibellini. I Bardi e i Cerchi, che tra i Guelfi ha in di piii il Villani, sono dal
, medcsimo detti di piccolo cominciamento ; di altri due, i Malespini e i Buondelmonti,
, si hanno ragioni a credere che in principio non fossero Guelfi, per i Malespini al-
' meno ne conviene lo stesso Villani. Dunque la maggior parte di questi nomi in di
piii sono di Guelfi, che dir6 non di primo conio ; e poichfe il numero dei Guelfi
crebbe con la cacciata dei Ghibellini del 1261, come in generale dopo una vittoria
crescono i partigiani dei vincitori, la proporzione numerica delle due liste, la traspo-
( sizione di certi nomi, e la natura dei nomi mancanti allo Stefani potrebbero dare ra-
: gione a credere che la lista dello Stefani fosse anteriore a quella del Villani. In
ogni modo si pu5 esserc sicuri della diversitk di fonte dei due cronisti, poiche si
riscontrano altre differenze per nomi che ha lo Stefani e che mancano al Villani.
, Cosl questi non nota tra i Guelfi gli Spini e i Bonaiuti riferiti dallo Stefani, il quale
; almeno per i Bonaiuti poteva avere notizie da ricordanze familiari, stante la sua pa-v
j rentela con quella famiglia. E che cosi fosse m' induce a crederlo una notiziola, che
ha pure il suo valore. Nella descrizione della piena del 1250 lo Stefani descrive
minutamente alcuni danni sofferti nei possedimenti dei Bonaiuti '^, particolari che man-
cano in altri cronisti, e che solo potevano ricavarsi dai libri di ricordanze familiari,
t che fin dal XIII secolo furono usati da quei buoni amministratori che erano i Fioren-
tini. NuIIa di piti facile che da uno di quei libri fosse fomita allo Stefani la noti-
zia deII'antico guelfismo di casa Bonaiuti.
* *
La costituzione del primo Popolo ci porta ancora in mezzo ai Guelfi e ai Ghi-
^bellini; il confronto dei due cronisti, se non fa capo a nuovi risultati, ci serve per
dimostrare il valore di un giudizio, trascurato dagli storici, che lo Stefani aveva dato
idei fatti del 1250.
' O/. cii., lib. V, c. 39. Rubr. 88».
T. XXX, p. 1 — E.
LXVI
INTRODUZIONE
G. ViLLANi, lib. VI, c. 39.
Tornati in Firenze la detta oste {Poste dei Ghibel-
ItHi andata alP imfresa di Figline coniro i Guelfi) si ebbe
tra i cittadini grande ripltio, iraperciocchi i GliibeUini
che signoreggiavano la terra gravavano il popolo d'in-
comportabili gravezze, libbre, imposte, e con poco frut-
to, che i Guelfi erano gia sparti per lo contado di Fi-
renze, e teneano molte castella, e facevano guerra alla
cittade; e oltre a ci& quelli della casa degH Uberti e
tutti gii altri nobili Ghibellini, tiranneggiavano il po-
polo di gravi torsioni e forze e ingiurie. Per la qual
cosa i buoni uomini di Firenze raunandosi insierae a
romore c' fecion loro capo alla chiesa di S. Firenze, e
poi per la forza degli Uberti non vi ardirono a stare;
8\ n'andarono a Santa Croce, e quivi stando armati non
s'ardivano di tornare a le loro case, acciocche dalli Uberti
e daili altri nobiil avcndo lasciato i'armi non fossono
rotti, e dalle signorie condannati. S\ n'andarono ar-
mati alle case delli Anchioni da San Lorenzo, ch'erano
molto forti, e quivi armati durando con loro forza fe-
ciono trentasei caporaii di popolo etc. e cio fatto senza
contasto si ordinarono e feciono popolo con certi nuovi
ordini e statuti etc.
Marchionne di C. Stefani, rubr. 89*.
Erano gU usciti di fuori alle castella e molti Guelii
sbanditi di Siena, di Arezzo, di Pisa e di piCi luoghi che
erano accostatisi con loro e teneano moiti castelli e fa-
cevano grande guerra ai Ghibellini cd alla citta di Fi-
renze ; e per questa cagione convenne ai Ghibellini fare
danari e conducere gente ai loro soldi. Di che i buoni
uomini e i mercatanti dolutisi della spesa si raunarono
insieme e ragionato dei modi si recarono in ordine di
gridare: Viva il PoJ>olo e cosl feciono ed armarsi. Ed
ultiraamente ii nobili veggendo questo ancora ioro 8'ar-
marono che era il bilico della cittadinanza. Raunati il
Popolo e i Nobili and6 dalla lepre al coniglio tutto que-
sto d\ che fu negli anni di Cristo MCCL a dl 20 d'ot-
tobre. Gli Uberti ed l Ghibellini nobili sentendo radu-
nato a S. Firenze il Popolo deliberarono di percuotergli
e teraevano dicendo : " s'egli rorapono e aggiungonsi con
" gli Guelfi noi siamo impacciati ma andiamo a provare
" se vogliono zuffa con noi, se la vogliono diamla Ioro„.
Ed il Popolo diceva: " se stiamo qui sono presso i nemici
" e potrebbonci rorapere, e se ci partiarao correranno
* alle case nostre „. Ultimamente andarono alla chiesa
dei Frati minori e quivi con solenne guardia e con sen-
tire quello che i Nobili facevano trovarono che egUno
ebbono la notte grande paura. La raattina se n'anda-
rono al borgo a San Lorenzo, e quivi feciono consiglio
et elessono certi uomini capipopolo et andarono a casa
11 Potesta e dispuosonlo, et ogni ordine e statuto gU
tolsono. I Nobili Ghibellini viddono la forza non essere
per loro, stettono pazienti. II Popolo pigli6 campo quan-
do vide non avere contasto et ordino leggi e statuti e
altre cose, corae parve loro.
II racconto del Villani muove dal ritomo dei Ghibellini da una infelice im-
presa contro i Guelfi, passa quindi al mal governo dei Ghibellini in cittk per fer-
marsi specialmente sulla tirannide esercitata dagli " Uberti e di tutti li altri Nobili
" Ghibellini che tiranneggiavano il Popolo di gravi torsioni e forze e ingiurie „; la
qual cosa fu origine del tumulto promosso dai buoni uomini. La narrazione delle
fasi del tumulto dimostra una continua titubanza nei sollevati, una incertezza nelle
loro operazioni inconciliabile con I' esito felicissimo senza contrasti. Ci6 non si com-
prende poichfe tra gli avversari h fatto ricordo della forza degli Uberti, nh h spie-
gata la ragione della loro inoperositk, che procur5 agli avversan sl facile vittoria. :
Dal racconto del Villani inoltre non si ha un' idea chiara delle classi della cittadi-
nanza che parteciparono al tumulto. Si pu6 infatti sempre domandare che cosa
intendesse il Villani per buoni uomini, e quale valore avesse la sua espressione feciono
popolo. So bene che la spiegazione piti ovvia h quella di Governo popolare, ma in 5
tal caso resta sempre a definire che cosa il Villani intendesse per Popolo nel 1250.
Gli stessi dubbi infatti genera il racconto degli storici che attinsero dal Villani ;
INTRODUZIONE LXVII
fin quello, pur chiaro ed acuto, del prof. P. Villari. Dopo il ricordo dell'impresa
infelice dei Ghibellini contro i Guelfi il Villari osserva: " AUora subito cosl il po-
" polo come la borghesia, stanchi delle incomportabili gravezze sopportate .... videro
• giunto il momento della vendetta e si levarono a tumulto. Ne furono capi i pih
" autorevoli fra gli uomini, cosl detti, di mezzo, che allora guidavano il popolo „^
Da tutto questo pare che il Popolo fosse cosa divcrsa della borghesia, pare anzi
che vi fosse una mezza borghesia ; e sia pure, resta per6 a spiegare perchfe mai alla
fine del tumulto la costituzione che ne risultb non fosse affatto in relazione alla con-
: dotta tenuta dalle classi sociali, cosi distinte durante la lotta.
II racconto dello Stefani non presenta in suUe prime grandi difFerenze, ma sot-
toposto ad un esame delle sue parti dk modo di vedere un po' piti chiaramente in
tutti questi fatti. In principio una circostanza h messa in rilievo : 1' unione degli
esuli Guelfi di Siena, di Arezzo e di Pisa con i Guelfi di Firenze. La qual cosa
'non notata dal Villani spiega abbastanza bene la ragione della prevalenza di costoro
:sui Ghibellini di Firenze. I quali appunto per ci6 sono costretti " a far denari e a
• " conducere gcnte a loro soldi „ . In questi bisogni dei Ghibellini lo Stefani vede
la causa della reazione seguita; le gravi torsioni, le forze e le i?igiurie per lo Ste-
;fani si riducono adunque al bisogno dei Ghibellini di far denari per assoldare gente.
E per6 la reazione avviene per opera dei " buoni uomini e mercatanti dolutisi della
3 " spesa, che si recarono in ordine di gridare viva il Popolo „ .
Orbene il valore di questa parola Popolo, che nel tumulto avrh, come sempre,
compreso in piti larga zona la diversa foUa tumultuante, era invece per quelli, che
primi la lanciarono, l'espressione di un partito; esso ha gik nel 1250 i suoi limiti,
'comprendendo i mercatanti e i buoni uomini. II resto della popolazione non ha
3ancora nel 1250 una fisonomia speciale, essa fomisce una milizia di gregari; la co-
'scienza politica era gik formata in quella borghesia di mercatanti e di buoni uomini
che formano il vero e proprio Popolo, che bisogna distinguere, come fa il nostro
cronista, tanto dai Guelfi, quanto dai Ghibellini: esso forma un terzo partito che ha
proprio allora la prima esplicita manifestazione. Questa distinzione non h. di lieve
Omomento, ed fe lo Stefani il solo dei cronisti a porla in rilievo, come meglio anche
piJi avanti avremo occasione di vedere. A tal proposito giustamente ha osservato
jl Salvemini che " 1' errore che confonde Guelfi e Popolo nella storia fiorentina ha
avuto eifetti dannosissimi alla retta comprensione di questa storia specialmente per
i\ periodo che va dal 1266 al 1280 ^
5 Le fasi del tumulto sono caratterizzate dal cronista con la frase : " and6 dalla
' lepre al coniglio tutto questo dl „. Avevano paura gli uni degli altri, ed i Ghi-
pellini piu dei Popolani, perchfe temevano un'alleanza dei Guelfi con il Popolo.
■'^ questa la ragione non notata dal Villani della condotta dei Ghibellini e della loro
' O/. cii., vol. I, p. i68. « O/. c;V., p. 9.
LXVni INTRODUZIONE
arrendevolezza; essi " la notte ebbono grande paura.... stettono pazienti ; ed il Po-
" polo pigH6 campo quando vide non avere contasto „ .
L'ordine cronologico delle riforme operate nel 1250 non concorda nel racconto
dello Stefani perfettamente con quello del Villani^ La divergenza principale sta in
questo: II primo atto, secondo il Villani compiuto dal Popolo, adunato a San Lo-
renzo, fu 1' elezione di trentasei caporali di popolo, seguirono quindi la deposizione
del Podestk la elezione del Capitano del popolo, e finalmente quella dei dodici An-
ziani. Lo Stefani invece narra che a San Lorenzo il Popolo elesse certi uomini ca-
pipopolo, e depose quindi il Podestk; nella rubrica seguente, continuando il racconto.
nota l'eIezione dei dodici Anziani, i quali nominarono il Capitano del popolo, e final-
mente I'elezione dei trentasei consiglieri degli Anziani, scelti sei per sesto. Lasciamc
da parte la nomina del Capitano del popolo che nello Stefani segue quella degli
Anziani, anzi h proposta da loro, e veniamo piuttosto alPufficio dei Trentasei. Alla
notizia del Villani di trentasei caporali di popolo eletti nel primo momento a San Lo-
renzo corrispondono nello Stefani due notizie: la elezione di certi capipopolo e laj
nomina di trentasei consiglieri degli Anziani. Orbene ci6 che dice lo Stefani put
avere una certa verosimiglianza, era possibile infatti che in sulle prime la direziont
del movimento fosse affidata a cerii capipopolo; si pu5 credere inoltre verosimilt
I'aggiunta di un Consiglio di trentasei agli Anziani, analogamente a ci6 che avvennf
nel 1266. Ma dairaltro lato e anche possibile che lo Stefani abbia scisso una no
tizia in due, oppure che egli abbia inferito al 1250 un fatto del 1266, attirato dalh
corrispondenza di numero.
Se si pon mente peraltro alla distinzione che fa lo Stefani di capipopolo e d
consiglieri degli Anziani, e alla determinazione del numero di costoro in rapportc
ai sestieri della cittk, non h facile con tali particolari ammettere che lo Stefani abbi;
pensato a scindere una notizia sola in due ; tutt' al piij si pu6 ammettere il cas<
contrario che il Villani abbia fuso due notizie cosl vicine e simili.
Dall'aItro lato l'ufficio dei Trentasei del 1266 fe definito anch'esso con tali par
ticolari dallo Stefani in rapporto al colore politico dei membri che lo formavano
che non pu6 aver dato luogo alI'errore possibile di riferire al 1250 un fatto del 12661
Pertanto, sebbene alcun documento non convalidi la notizia dello Stefani, tutta
via, giacchb questa elezione di Trentasei h anch'essa notata dal Villani, il fatto >
certo; sta a vedere se fe vero al posto in cui fe messo dal Villani, o in quello asse
gnato nel racconto dello Stefani. Al posto del Villani non si sa che cosa i Trentas
sieno rimasti a fare nella costituzione, non essendo notata alcuna loro attribuzion
speciale; al posto invece in cui sono coUocati dallo Stefani acquistano verosimi
glianza per le particolari notizie di loro funzioni e per l'analogia di simili consigl
aggiunti in seguito alle piii alte magistrature del Comune.
In ogni modo noi possiamo essere sicuri che lo Stefani anche qui non copi;
dal Villani, nfe ofTre in quelle piccole dilTerenze che ha con il Villani errori o con*!
\ - '
INTRODUZIONE LXlX
traddizioni tali da dovere essere messo da parte nello studio di quegli avvenimenti.
■ Continuo intanto l'esame del racconto dei due cronisti.
La vittoria popolare deirottobre del 1250 fu consolidata con la morte di Fe-
derico II, avvenuta del dicembre di quelI'anno. Nel racconto dello Stefani h qualche
Snotizia che serve a darci un' idea del contegno tenuto dal Popolo rispetto ai Ghibel-
lini durante quei primi due mesi di Governo popolare. II dubbio di alleanza dei
Guelti con il Popolo che nei giorni del tumulto aveva impaurito i Ghibellini era
risorto in loro, poich^ il Popolo, e per opporre nemici ai Ghibellini, e perchfe tra
i Guelfi erano molti dei popolani, aveva prestato orecchio ai desiden dei fuorusciti
Oguelfi di ritornare in cittk, anche a costo di una pacificazione con i Ghibellini:
" II Popolo aveva molte volte ragionato di concordia con i Nobili Ghibellini di vo-
" lere rappacificare i Guelfi e rimetterli. Pure ancora la concordia non era con-
" clusa, nondimeno di parolein parole la cosa voleva il Popolo, ed i Nobili non
^ potevano pitj che il Popolo volesse; ma per6 davano indugio e mandato avevano
5" airimperatore i Nobili Ghibellini uno degli Uberti; di che egli torn6 con no-
:" vella et lettera della sua morte. II Popolo allora si fece forte e quasi per una
" mezza forza fu fatta la pace e rimesso in Firenze chiunque volesse venire „ ^. Tutto
questo dimostra assai bene la posizione dei tre partiti : la prevalenza del Popolo, il
sostegno che i Guelfi ottengono dal Popolo, la condotta dell' indugiare dei Ghibel-
Olini, la loro condizione infelice alla morte di Federico II. II Villani h qui molto
ibreve e superficiale: egli muove il racconto da una disgrazia accidentale di cui fu
vittima il Podestk imperiale in Firenze per dire che ci6 fu bene segnale che nella
cittk di Firenze dovesse morire la sua signoria, ricorda quindi la soUevazione delI'otto-
bre del 1250, e cosi poi narra il ritorno dei Guelfi " vegnendo in Firenze novelle
5 " della morte del detto Federico, pochi giomi appresso il Popolo di Firenze rappeII6
" e rimisono in Firenze la parte dei Guelfi che fuori n'erano cacciati facendo loro
" fare pace coi Ghibellini „ ^ Manca cosl nel cronista ogni considerazione circa le
trattative gik fatte prima della morte dell' imperatore Federico 11, manca la notizia
delPambasciata di uno degli Uberti, e manca ogni particolare che possa darci un'idea
Odella forza politica acquistata dal Popolo ancor prima della morte di Federico II,
quando, scrive lo Stefani, " i Nobili non potevano piii che il Popolo volesse „ e
quando dopo la morte dell' Imperatore, scrive lo Stefani, fu fatta la pace " quasi per
" una mezza forza „ ^. Era infatti una pace che aveva in sfe i germi di nuove di-
scordie, e delle quali il nostro cronista si era dato ragione.
5 Continuando la narrazione del Governo del primo Popolo lo Stefani nella rubrica
113", corrispondente al capitolo 45 del libro VI del Villani, narra della seconda
cacciata dei Ghibellini del 1258 accusati di avere invocato I'aiuto di Manfredi per
{abbattere il Governo popolare. Lo Stefani riporta un particolare che manca al Vil-
> Rubr. 92», 3 Lib. VI, c. 42.
« Lib. VI, c. 43.
LXX INTRODUZIONE
lani, cio^ il nome di Giovanni degli Uberti " che era ito in Puglia al re Manfrcdi
per richicderlo di gente „ ^.
II resto della narrazione del Govemo di dieci anni del primo Popolo (1250-1260)
non offre materia a confronti tra i due cronisti ; h tuttavia degno di nota ci6 che
i duc cronisti osservano, pur concordemente riprovandolo, dell'esodo dci Guelfi da
Firenze nel 1260 alla notizia della disfatta di Montapcrti. II Villani scrive che
" della detta partita molto furono da riprendere i Guelfi imperocchfe la cittk di Firenze
" era molto forte di mura e di fossi pieni d'acqua e da poterla bene difendere e
" tenere, ma il giudicio di Dio per punire le peccata conviene che faccia suo corso
" senza riparo, e a cui Iddio vuole male gli togHe il senno e l'accorgimento „^ Lo 1
Stefani riprova il fatto non tanto in relazione alle fortificazioni della cittk quanto per
la forza che derivava dall'unione dei due partiti dei Guelfi ciofe e del Popolo, il qualc,
avverte lo Stefani, in quel momento era tutto nemico dei Ghibellini : " E non biso-
" gnava partirsi a questo modo perocchfe erano forti e potevano tenersi, chh erono
" uniti, chh del Popolo v'era con loro; chh erano stati si trafitti che erano tutti 1
" ncmici dei Ghibellini „ ^ E al soHto la tripartizione che lo Stefani fa dci partiti
fiorentini che gli dk modo di giudicare meglio dei fatti. Nella trattazione di que-
sto periodo appunto il nostro cronista porta una idea piti chiara di ogni altro sulla
posizione dei partiti fiorentini, attribuendo nello stesso tempo un valore grande al-
l'interesse delle diverse classi di partecipare agli uffici del Comunc. Veniamo cosi
al raffronto dei due cronisti nella narrazione dei fatti del secondo Popolo.
* *
AUa notizia della disfatta di Manfredi del 26 febbraio 1266 « il Popolo di Fi-
" renze, nota il Villani, che era piii guelfo d'animo che ghibellino, per lo danno
" ricevuto chi di padre, chi di figlio, e chi di fratelli alla sconfitta di Montaperti, simile
" cominciarono a rinvigorire e a mormorare e parlare per la cittk, dogliendosi delle
" spese e incarichi disordinati che ricevevano dal conte Guido Novello „ *. Se-
condo lo Stefani alla notizia della disfatta e della morte di Manfredi " cominci6
" il Popolo a ruggire, ricordandosi che solevano avere la signoria ed il reggimento,
" e che non erano signori, ma come cani trattati dai Ghibellini colle imposte che il '
" conte Guido faceva loro „ ^ Nel Villani i sentimenti guelfi del Popolo (si noti
come sempre pifi si confondono i due termini di Popolo e Guelfi), i ricordi della
disfatta di Montaperti determinano la reazione, la quale sembra in tal modo dovuta
principalmente alPelemento guelfo; nello Stefani invece la perdita della partecipa-
zione al Govemo con la conseguente gravezza d'imposte muove il Popolo indipen-
dentemente da ogni elemento guelfo. L' importanza della osservazione dello Stefani
1 Rubr. 113». * O/. c»V., lib. VII, c, 13.
2 O/. cii., lib. VI, c, 80. 5 Rubr, 133».
' Rubr. 124*.
INTRODUZIONE LXXl
si comprende assai bene, quando si consideri il periodo di storia fiorentina che va
dal 1260 al 1266, cosi illustrato dal Salvemini: " Uno dei piCi rovinosi regrcssi per
" le Arti e in generale per tutto il Popolo era avvenuto a Firenze dopo la sconfitta
" di Montaperti. Fra il 1250 e il 1260 Firenze aveva avuta una costituzionc larga-
" mente popolare : nei Consigli accanto ai banchieri e ai ricchi mercanti s'erano tro-
" vati dei fabbri, calzolai, biadaiuoli, sarti, zoccolai, tutto il Popolo organizzato in
" compagnie di Arti e di Armi aveva avuto stabile ingcrenza nel governo della
" cosa pubblica .... venuta la reazione ghibellina le compagnie armate fiirono
" disciolte e del tutto soppresse — le Arti non pare che sieno state del tutto alDoIite —
H " certo furono private dei Consoli, dei Gonfaloni, del diritto di raccogliersi in bot-
" teghe proprie, e non poterono esercitare piii alcuna azione politica legale „ *. In
tali condizioni non h il guelfismo, notato dal Villani, ma il desiderio della conqui-
sta della Signoria, notato dallo Stefani, che muove il Popolo contro i Ghibellini.
In questo punto della storia fiorentina entrano in iscena i Frati Gaudenti, Lote-
] ringo di AndaI6 e Catalano dei Malavolti: I'ipocrisia di cui Dante fe' lora colpa
' condannandoli alPinferno, si ripete nel Villani; e dico si ripete poichfe non senza
ragione e sorto il dubbio che qui il Villani abbia parafrasato i versi danteschi piix.
che riprodotto una fonte piii antica^. Dopo la parola del Poeta e del Cronista la
tradizione aveva tramandato per lungo tempo la figura dei due Frati sotto la colpa
'J dell' ipocrisia. Ne fu tentata una prima difesa dal Federici e dal Gozzadini, ma in
modo tutt'aItro che soddisfacente ^; spetta il merito al Salvemini di aver dimostrato
come costoro non fossero che ciechi strumenti di papa Clemente IV, e che perci6
furono ritenuti autori di tutto ci6 che avvenne per volontk del Pontefice * . II Sal-
vemini avrebbe qui potuto citare, non senza conforto alla sua tesi, lo Stefani; il
i quale h uno dei pochissimi, se non il solo, che pur avendo sott'occhio il Villani
non riport6 alcuna delle accuse lanciate contro i Frati suddetti.
Giova riportare i passi corrispondenti dei due cronisti:
G. ViLLANi, lib. VII, c. 13. Marchionne di C. Stefani, rubr. 133*.
Questl-due Frati per lo Popolo di Firenze furono / due Frati , . . vennono e furono messi nel Palagio
•-■ fatti venire, e misongli nel Palagio del Popolo d' incon- del Podesta ed il Popolo di concordia con gli Ghibel-
tro alla Badia, (credendo che per I'onesta deIl'abito lini, si elessono trentasei uomini, cio& mercatanti ed ar-
fossono comuni, e guardassono il Comune da soperchie tefici, li quali furono Guelfi e Ghibellini mescolati, i quali
spese ; i quali tuttocchfe d'animo di parte f ossono divisi, avevano insieme con gli Frati Gaudenti a vedere il raf-
sotto coverta di falsa ipocrisia furono in concordia piCi frenare le spese ed il contentamento dei cittadini.
i. al guadagno loro proprio che al bene comune), e ordi-
narono trentasei buoni uomini mercanti ed artefici dei
maggiori e migliori che fossono nella cittade; i quali
dovessono consigliare le dette due potestati e provve-
; dere alle spese del Comune ; e di questo novero furono
4 dei Guelfi e dei GhibeUini.
' Of. cit., p. 260. ^ Federici, Storia dei cavalieri gaiidenti ; Venezia,
* Salvbmini, o/. crV., p. 343, Sui rapporti tra Dante 1737; I, 292. — Gozzadini G., Cronaca di Ronzano e
e Villani scrisse dottamente il Clpolla, cf . /?«■ a/c«»« /«o^A» memorie di Brancahone d^Andall; Bologna, 1851, pp.
autobiogr. nella Div. Comm, in Atti della R, Accad. delle 30 sgg.
Seienze di Torino, vol. XXVIII, adunanza 12 febbr. 1893. * Oj>. cit., p. 256. 10
LXXlt risrTR6t)itzi6NE
Ho chiuso in mezzo a parentesi le considerazioni del Villani suUa fiducia che ispira-
vano i Frati per l'onesth dell'abito, tradita dagli atti loro di avarizia e d'ingordigia. Orbene
i passi che precedono e che seguono tali considerazioni sono comuni ai due cro-
nisti. Queste considerazioni adunque della moralitk dei Frati si trovano cosl inca-
strate tra due passi comuni ai due cronisti, e rivelano, o altra fonte, o giudizio per- 5
sonale del Villani. Se lo Stefani infatti qui derivasse direttamcnte dal Villani non
credo che avrebbe avuto ragione di lasciare da banda questa parte delle accuse
contro i Frati (in altri luoghi non ne risparmia neanche a papi), amenochJ; non si
ammetta, cosa possibile, che lo Stefani non convenisse nel giudizio emesso dal Vil-
lani. Tuttavia un' altra spiegazione piii plausibile si pu6 ritrovare, ammettendo piut- IC
tosto che nella fonte, da cui indipendentemente lo Stefani derivava, e alla quale aveva
gik attinto il Villani, raancassero le accuse contro i detti Frati, e che queste fossero
aggiunte dal Villani con la scorta dell'AHghieri. In ogni modo, tanto nell'una spie-
gazione quanto nell'altra, per lo Stefani il non avere ripetuto le accuse del Villani e
segno o d' indipendenza di giudizio, o di derivazione, indipendentemente dal Villani, 1:
da una fonte comune. Ma vi ha di pih. II confronto dei passi dei due cronisti dopo
l'osservazione della natura di quel giudizio sui Frati Gaudenti ci dk il modo di spiegare
e di conciliare una difFerenza che in sulle prime appare stridente tra i due cronisti.
L'ufficio dei Trentasei h opera, secondo il Villani, dei due Frati, secondo lo
Stefani fe efTetto di un concordato del Popolo con i Ghibellini. Ora, se nel passo 2ii
del Villani si toglie il periodo dell'accusa d' ipocrisia, che ho incluso in parentesi, il
soggetto che regge il periodo seguentc, in cui si parla della nomina dei Trentasei, h
appunto in parte lo stesso che h nello Stefani, ciofe : i Popolani (il Popolo) che
tnisono i Frati Gaudenti nel 'palagio e ordinarono trentasei buoni uomini, Ridotta
cosl la cosa, la difFerenza tra i due cronisti circa gli elettori dei Trentasei si attenua, 2
il sospetto d' identita di fonte alterata dal Villani cresce, e cresce parimente la mag-
giore verosimiglianza della notizia dello Stefani. Del resto, se si osserva la mesco-
lanza degli elementi che entrano nel nuovo ufficio, la nomina dei Trentasei appare
piii probabilmente fatta in seguito a un concordato delle parti contendenti, piuttosto
che per designazione dei due Frati venuti per invito non certo del Popolo. 3
Se poi si pone mente che nella costituzione del primo Popolo erasi creato un
ufficio di trentasei consiglieri degH Anziani, l'idea di questo ufficio nel 1266 non era
cosl nuova e peregrina da non potere risorgere nella mente dei Popolani indipenden--
temente dal suggerimento dei Frati Gaudenti. E anzi probabile che durante la rea-
zione ghibellina i trentasei consiglieri degli Anziani piti non si eleggessero, e che ora 3 i
i Trentasei fossero ripristinati, non piii come consigHeri degli Anziani, ma quali con-
siglieri delle due nuove " podestati „.
Sulle loro attribuzioni nuUa si sa dai documenti del tempo, per6 il Salvemini
crede che esse fossero d' indole specialmente finanziaria. " II Popolo infatti, egli
" scrive, si lamentava dei Ghibellini per le troppe imposte e le disordinate spese; le 4
INTRODUZIONE LXXm
" finanze del Comune erano in cattive condizioni ; si capisce quindi che incarico prin-
" cipale della nuova m3.gistratura fosse, come dice il Villani, di provvedere alle spese
" del Comune „ * . Anche qui il Salvemini avrebbe potuto porre in rilievo alcune
osservazioni dello Stefani, per il quale i Trentasei " avevano insieme con gli Frati
" Gaudenti a vedere il rafFrenare le spese ed il contentamento dei cittadini „ ^ .
Chi chiam6 i Frati Gaudenti in Firenze ? II Villani, e dietro le sue orme tutti
gH storici, dicono che essi furono liberamente invitati dai Fiorentini. Nessuno
degli storici, non escluso il Salvemini, ha tenuto conto della notizia dello Stefani
per il quale i due Frati furono chiamati dai Ghibellini. II Salvemini invece con la
J prova delle lettere pontificie di Clemente IV, edite dal Mart^ne * ha dimostrato che
i Frati furono chiamati dal Papa ed obbligati ad accettare 1'invito in virtute obe-
dientie*'. Orbene, se si considera che precedentemente a tutto questo il conte Guido
Novello, nella grave situazione politica in cui si trovava, aveva mutato indirizzo, ed
' invece di continuare la lotta ad oltranza contro i Guelfi e la repressione contro i
■^ Popolani, era venuto con i suoi Ghibellini " a farsi incontro al Popolo, come scrive
'■ " lo Stefani, e a cercare dei modi di contentarlo „ ', se si considera che nella ricerca
di questi modi il Conte aveva iniziato pratiche con Clemente IV, ed aveva ottenuto
di revocare le scomuniche che da sei anni gravavano il Comune ; la notizia dello
Stefani, che cio^ i Frati Gaudenti fossero chiamati dai Ghibellini, pu6 completare la
:) notizia fomita dai documenti, si da potersi ritenere che a tale nomina contribuis-
sero, oltre il Papa, anche in qualche modo i Ghibellini. II Popolo in tutto questo
c' entra sino a un certo punto ; esso mira ad altra conquista che non sia 1' elezione di
due Podestk I'uno guelfo e I'aItro ghibellino ; esso approva quella nomina perchfe h il
segnale del mutato indirizzo politico dei govemanti, e dk adito ad altre riforme che
'.i piti da vicino lo interessano. Tutto questo ben comprende il nostro cronista, che
sorvola sui Frati Gaudenti, e dopo aveme semplicemente riportato il nome conclude ;
" e quivi il Popolo cominci6 a volere vedere il freno alli Nobili, e voUono alFArti
" dare Consoli e . botteghe e gonfaloni „ ^
La mbrica seguente dello Stefani fe appunto dedicata alla descrizione delle con-
■) quiste ottenute dalle Arti. La narrazione procede un po' diversamente da quella del
Villani. Mentre questi si diffonde a dcscrivere ttitte le insegne delle dodici Arti, lo
Stefani espone cosl la cosa : " E ultimamente vollono consoli tutte le Arti e gonfa-
" loni, e cominciossi dalle sette maggiori Arti .... le cinque minori Arti non se ne
" provvide di loro altro „ '. La notizia dello Stefani ha grande valore che fu tra-
j scurato da tutti gli storici fino al Salvemini ; h la prima volta che ricorre nella storia
O/. ai., p. 266. dalla lettera papale del li magglo 1266 in o/. cit., parte
« Rubr. 133». 11, ^ag.
' In Thesaurus novus anegdocforum ; Parigi, 1717, * Rubr. 133*.
vol. II passim. 6 jd.
^ Of. cit., p. 354. L'espressione riferita i tolta ' Rubr. 134». :jo
LXXrV INTRODUZIONE
fiorentina la distinzione tra Arti maggiori e minori; ed e la prima volta che un
cronista ci dimostra i germi di discordia tra i due gruppi delle Arti: tra Popolo
grasso e Popolo minuto, dando cosi modo di comprendere la politica adottata dalle
Arti maggiori nel 1266, quando esse credettero opportuno di escludere dal beneficio
delle conquiste politiche le Arti minori commettendo cosl un grave errore, poichfe
ncIl'ora del pericolo si trovarono sole di fronte agli avversari, tra i quali per rap-
presaglia s' immischi6 il Popolo minuto ^.
* *
Con r innalzamento politico delle Arti e con la prevalenza che sempre piii acqui-:
stava l'eIemento guelfo per l'aiuto del Pontelice, la posizione dei Ghibellini in Fi- U
renze divenne sempre pih difficile : un' occasione si ofTerse propizia a far muovere il
Popolo e i Guelfi contro il conte Guido Novello che fu cacciato dalla cittk I' 1 1 no-
vembre del 1266. Allora, scrive lo Stefani " il Popolo di Firenze fu commosso a
" volere fare i loro fatti senza signore . . . . e quivi si riform6 la terra di Guelfi e di Ghi-
" bellini e gentili uomini per mercatanti ed artefici „ ^. II carattere di questa riforma 1
va messo in rapporto eon I'escIusione che era stata fatta per 1' innanzi di quelle classi
della cittadinanza, che stavano al di sotto della settima Arte maggiore. Questo ri-
chiamo vale per valutare rosservazione dello Stefani, il quale da un lato accenna ai sen-
timenti dei sollevati di volere fare a meno di qualunque Podestk imposto dal Papa,
e per cui licenziano i Frati Gaudenti, daII'altro lato accenna agli elementi che parte- 2
cipano nella nuova riforma, della quale non tutte le classi della cittadinanza parte-
cipano ai benefici. H Salvemini in questo punto ha citato lo storico Leonardo Are-
tino, uno storico del quale egli ha saputo giustamente mostrare il valore, ma non credo
che in questo punto sia opportuna la citazione.
L'Aretino nota che dopo la cacciata del Conte il Popolo deliberb " di riducere la 2
" cittk al vivere antico e popolare „^; ed il Salvemini soggiunge: Come nelfottobre del
1250, anche ora " fecero reggimento di dodici Anziani „*. II ricordo del primo Po-
polo h inopportuno poichfe le basi della costituzione politica del 1267 furono gettate
in un campo molto piii ristretto di quello del 1250, quando tutto il Popolo organizzato
in compagnie diJArti e di Armi (si noti che di organizzazione di compagnie di Armi c
nel 1266 non si fa menzione) aveva avuto una stabile ingerenza nella cosa pubblica^.
II ricordo della citazione deirAretino e quella della istituzione dei dodici Anziani
ci dk l'adito di porre in rilievo una notizia dello Stefani che serve a correggere una
corrispondente del Villani. Questi confonde insieme due istituzioni del 1267: quella c
' O/. «V., pp. 261, 362, 6 Nei conslgli del tempo accftnto a banchieri si tro-
* Rubr. 137*. vano notati sarti, biadaiuoli ed altri simili operai. Vedi:
^ Historie fiorentine; Flrenze, Le Monnier, i86l, Delizie degli Erudtti toscani, VII, 186 sgg., 197 sgg. ;
vol. II, p. 101. Salvemini, oJ>. cit., p. 360.
5 *■ Of. cit., p. 375.
INTRODUZIONE LXXV
dei dodici Anziani e quella dei dodici buoni uomini guelfi che vennero dopo. Cosl
si esprime il cronista: " Tomata parte guelfa in Firenze e venuto il Vicario ov-
" vero Podesta per lo re Carlo, e fatti dodici buoni uomini a modo che antica-
" mente facevano gli Anziani che reggevano la Repubblica, si riformarono etc. „ ^ Lo
5 Stefani invece distingue i dodici Anziani dai dodici buoni uomini ; i primi furono
eletti dai Guelfi nella Pasqua del 1267, quando essi offrirono a re Carlo la signoria
della cittk * ; i secondi invece furono eletti neiroccasione della venuta in Firenze del
vicario di re Carlo, poichb allora " per nOn nomare Anziani si elessono dodici uomini
" li quali si chiamavano li dodici buoni uomini, li quali avevano a diliberare tra
) " loro le spese e le faccende del Comune e Popolo „ ^ La distinzione tra le due
istituzioni J: molto esatta*, e trova riscontro nella notizia corrispondente data da Leo-
nardo Aretino ^ Lo Stefani e l'Aretino forniscono qui notizie piii esatte dei cro-
nisti e degli storici che piti fortunati di loro vanno per la maggiore.
Una difFerenza e peraltro tra le due notizie dello Stefani e delFAretino ; per
I 11 primo i dodici Anziani furono eletti dai Guelfi, per il secondo dal Popolo. La
differenza fe stata avvertita dal Salvemini, il quale crede che qui lo Stefani sia in
errore. " E impossibile, egli scrive, che i Guelfi rimasti padroni del Comune abbiano
" istituito una magistratura popolare simile a quella del primo Popolo ; questo era contro
" il loro interesse tanto e vero che di accordo con l'Angioino I'abolirono „ *. E sia
;) pure, per6 non si pu6 affermare che la notizia sia errata, quando si consideri la po-
sizione dei partiti al cominciare deiranno 1267. Per quel momento lo stesso Sal-
vemini riconosce che la posizione del Popolo non era ancora scossa dai Guelfi ; egli
infatti cita le osservazioni dello Stefani " che il Popolo era commosso a volere fare
" i loro fatti senza signore „ . . . . e che la cittk in quel primo momento si trov6 rifor-
;i mata " di Guelfi e Ghibellini e gentili uomini per mercatanti e artefici „ ^. Questi
mercatanti ed artefici che costituivano relemento popolare, e che anche qualche mese
dopo vediamo insieme ai Guefi moderati contro alcuni Guelfi alleati dei Ghibellini,
questo elemento popolare nel gennaio del 1267 non era separato dai Guelfi, e perci6
I' elezione dei dodici Anziani pu6 essere stata fatta dai Guelfi di concerto con il Po-
vi polo, Quando invece pifi tardi nell'aprile I'intervento angioino con Tarrivo in Fi-
renze del Vicario di re Carlo determina una prevalenza guelfa nel Comune, la scis-
sura tra Popolo e Guelfi fe aperta : i Guelfi, forti delle milizie delPAngioino non
hanno bisogno deiralleanza del Popolo in una possibile lotta con i Ghibellini, ed
allora essi creano una istituzione con carattere piii spiccato guelfo, e " per non no-
> " mare gli Anziani si elessono dodici uomini li quali si chiamavano li dodici buoni
" uomini „ ^. Per la qual cosa io credo che la notizia dello Stefani non sia in aperta
contraddizione con quella dell'Aretino ; nh sia quindi da ritenere del tutto inesatta.
» Lib. VII, c. i6. 5 o^. cit., 11, p, 103. $
' Rubr. 138». « Oj/>. cit., p. 375, n. 3.
3 Rubr. 140*. 7 Of. cit., p. 375.
I < Salvemini, of. cit., p. 375, n. 3. * Rubr. 140*,
LXXVI INTRODUZIONE
GH avvenimenti di queiranno, 1267, sono dei piCl importanti della storia di Fi-
renze, ma se la scarsezza dei documenti ci obbliga a ricorrere ai cronisti, costoro
sono assai confusi ed oscuri. Confusa infatti ed errata h la descrizione fatta dal Vil-
lani, e seguita da tutti gli storici, della riforma operata nel Comune nel maggio del
1267. Gli errori furono messi in evidenza dal Salvcmini che scrupolosamente stu- 5
diando quel periodo storico venne alla conclusione che il Villani avesse confuso la
costituzione popolare del tempo degli Ordinamenti di Giustizia con la costituzione
guelfa del 1267 ^ Un confronto tra il racconto del Villani e quello dello Stefani dk
la riprova a molte delle osservazioni del Salvemini, e pu6 avviarci in qualche punto
a conclusioni alquanto diverse. 10
G. ViLLANi, lib. VII, c. 16. Marchionne di C. Stefani, rubr. 140*.
. . . , e fatti i dodici buonl uomini a modo che an- La citta tutta si riformd in questo modo : che per
ticamente facevano gli Anziani che reggeano la Repub- non nomare Anziani si elessono dodici buoni uomini li
blica si riformarono il Consiglio di Cento buoni uomi- quali cosi si chiamarono, li quali aveano a diliberare
ni dl popolo sanza la diliberazlone dei quali nulla grande tra loro le spese e le faccende del Comune e Popolo, ed 1 ;
cosa, Tih gpesa si potea fare; e poichfe per quello Consi- crano due per sesto e bastavano due mesi ; e vinto tra
glio si vincesse andava a partito a pallottole al Consi- loro il partito si ragunavano le Capitudini delle sette
glio delle Capitudini delle Arti maggiori e a quello della maggiori Arti, ed eravi uno ufficio dei Consiglieri che
Credenza ch'erano ottanta. Questi consiglieri che col si chiamavano quelli della Credenza che erano ottanta e
generale erano trecento, erano tutti Popolani e Guelfi; trenta buoni uomini per sesto: tutti erano Guelfi e Po- 2(
poi vinli ai detti Consigli, convenia il d\ seguente le polani, sicchfe in numero erano trecento e questo era il
medesime proposte rimettere al Consiglio della Podesti Consiglio generale chiamato, e vinto in questo Conaiglio
ch' era il primo di novanta uomini Grandi e Popolani, e s'era poi a vincere in quello del Podesti un altro d\
con loro ancora le Capitudini delle Arti e poi il Consi- seguente. Nel qual Consiglio erano Popolari e Grandi
glio generale che eraao trecento uomini d'ogni condi- mescolati ciofe dieci per sesto Popolari e dieci Grandi 2
zione ; e questi si chiamavano i Consigli opportuni. ed ancora le Capitudini.
Nel passo del Villani distinguo al solito due parti: ci6 che h notizia di un fatto
da ci6 che h illustrazione del fatto stesso. Anche qui, come in altri passi messi a
confronto, la parte oggettiva di notizie offre maggiori analogie. La differenza prin-
cipale in questo campo ^ quella del Consiglio dei Cento, che lo Stefani non riporta 3
ed a ragione, poichfe b un errore del Villani I'avere riferito al 1266 (come ha dimo-
strato il Salvemini) tale istituzione, la quale h del tempo degli Ordinamenti di Giu-
stizia. Le altre differenze che si possono notare riguardano il numero dei membri
del Consiglio del Podestk e il modo con cui era formato il Consiglio generale. Per
il Villani i membri del Consiglio del Podestk sono novanta Grandi e Popolani ; per 3
lo Stefani sono sessanta Grandi e sessanta Popolani. Dal Villani non si comprende
come si formasse il numero di trecento nel Consiglio generale; dallo Stefani le in-
dicazioni numeriche delle diverse parti danno nella loro somma la cifra di 300.
La parte piii soggettiva del racconto del Villani h invece in maggiore discre-
panza'con quella dello Stefani: lo spiccato carattere popolare, che il Villani dk alla 4
Of, «V.
INTRODUZIONE LXXVII
costituzione del 1267, e che h un errore anch'esso dimostrato dal Salvemini, manca
allo Stefani. II quale infatti non ricorre a proposito dei dodici buoni uomini al ri-
cordo degli Anziani, che ebbero un carattere politico ben diverso dai buoni uomini ;
non dice, come il Villani, che quelli del Consiglio generale fossero uomim di ogni
b condizione, nfe tanto meno fa cenno alcuno di uomini di ■popolo nel Consiglio dei Cento.
Come si vede adunque, il racconto dello Stefani ha un errore fondamentale di
meno nelle notizie, ha un apprezzamento meno errato dei fatti, ed ha infine una de-
scrizione piii esatta e particolareggiata nella descrizione dei due Consigli; con tutto
questo lo Stefani ha sempre un fondo comune di notizie con il Villani. U Salve-
jO mini avendo demoHto tutto il racconto del Villani, accettando solo la notizia del
Consiglio del Podestk, ha implicitamente scartato, come false o mal collocate,
quelle notizie comuni nei due cronisti. Le quali, per le differenze notate nei due
passi, non possono derivare allo Stefani direttamente dal Villani, ma possono tutt'al
, piti essere state in una fonte comune anch'essa errata. La conclusione del Salve-
5 mini si pu6 senz' altro accettare ?
La questione principale si aggira suUa esistenza del Consiglio generale negata dal
Salvemini. II quale dopo di avere dimostrata errata la notizia del Consiglio dei Cento,
dopo di avere messo in evidenza che la Costituzione del 1266 non potfe avere avuto
un carattere di spiccata popolarith, non accolse la notizia del Villani di un Consiglio
0 tutto formato di uomini di ogni condizione. I documenti indirettamente gli davano
ragione, poichfe di un Consiglio generale di Capitano di popolo non si fa menzione.
Orbene, fino a quando si trattava di confutare un cronista, che con gli errori
possibili a dimostrarsi nei quattro quinti del suo racconto offriva il fianco ai colpi
della critica diffidente ad accettare l'aItro quinto del racconto, le prove indirette dei
5 documenti e le osservazioni d'indole generale potevano dar ragione al Salvemini, ma
quando accanto al Villani noi abbiamo un altro cronista, che non ha I'errore del
Consiglio dei Cento, che non mette per nulla in evidenza il carattere popolare della
Costituzione, che non parla di Capitano del popolo, ma invece descrive con minutezza
un Consiglio generale il quale non era, secondo lui, formato di uomini di ogni con-
0 dizione, ma di Guelfi e Popolani, io credo che nella mancanza di prove contrarie
dirette bisogna andare piti cauti ad abbattere tutto. E si noti che la formazione di
quei trecento del ConsigHo generale poteva, dalla descrizione che ne fa lo Stefani,
nascondere ogni possibile preponderanza della setta predominante. Infatti in quel
Consiglio h un numero di trenta buoni uomini per sesto, che costituivano nell' insieme
5 la maggioranza del Consiglio dei Trecento. Chi fossero costoro non h detto speci-
ficatamente, ma huoni uomini in quel momento di guelfismo prevalente erano Guelfi;
cosi infatti a tale nome si ricorre proprio allora, quando i Guelfi " per non nomare
" Anziani elessono dodici uomini li quali si chiamavano li dodici buoni uomini „ ^
. ' Rubr. 140*.
LXXVm INTRODUZIONE
In ogni modo a me basta di aver qui mostrato che di fronte alla scarsezza di
documenti e alle conclusioni del Salvemini sta una notizia, che i documenti non ripor-
tano ma non distruggono, la quale si trova non solo nel passo confuso ed errato del
Villani, ma in un passo corrispondente meno errato, per lo meno, dello Stefani, e del
quale si deve tencr conto in ogni studio ulteriore sull'argomento.
*
* *
Dal 1268 al 1279 la storia del Comune fiorentino e in relazione alla politica
di Carlo d'Angi6. II quale con refficace aiuto del Papato mirava, innalzando la No-
biltk guelfa, ad assicurare il suo dominio in Firenze. Quando peraltro con Grego-
rio X e con Niccol6 II la politica pontificia prese un nuovo orientamento, venne H
meno a re Carlo un forte sostegno in Toscana ; ed il Popolo, che nel Comune fio-
rentino era stato scontento della Nobiltk, si rivolse al Papato, perchfe ponesse fine a
quello stato di continua lotta tra Guelfi e Ghibellini, che era una condizione quasi
necessaria per la politica deirAngioino, desideroso del completo sterminio dei Ghi-
bellini. Effetto adunque del cambiamento della politica generale e dell'accresciuto 1
malcontento popolare nel Comune di Firenze fu la domanda fatta a papa Nicold III
di mandare in Firenze un autorevole paciere. E questo uno dei momenti piii im-
portanti della storia di Firenze, e la pace promossa dal cardinale Latino, come be-
nissimo ha dimostrato il Salvemini', ha un valore ben diverso da quello delle solite
paci che tra 1' infierire delle lotte civili dei nostri Comuni descrivono cronisti e poeti, 2
commossi anch' essi dagli spettacoli di gente in preda a veri furori religiosi, che tra
le lacrime e le preghiere dimenticavano, per breve tempo purtroppo, odi inveterati
e vendette tenaci. La pace del cardinale Latino invece segna un nuovo periodo
nella storia del Comune, nel quale periodo si svolse la serie piii feconda d' istitu-
zioni democratiche. 2
Lo Stefani ne ha compreso I' importanza ? Certamente non e il caso di chie-
dere ad un cronista la chiara spiegazione di un fenomeno storico, tuttavia oso af-
fermare che il suo racconto assai meglio di quello del Villani dk un avviamento piii
retto alla spiegazione dei fatti.
Si confronti anzitutto il passo dei due cronisti riferentesi alla domanda di un 3
paciere fatta a NiccoI6 III. Per il Villani la domanda e fatta dai Capitani di Parte
guelfa, preoccupati, che se il Papa non " mettesse consiglio e il suo aiuto a paci-
" ficare i Guelfi di Firenze insieme. . . , Parte guelfa si divideva e cacciava l'uno l'al-
tro „ ^. Agli ambasciatori di Parte guelfa aggiunge il cronista, si uniscono gli am-
basciatori inviati dai Ghibellini fuorusciti. La cosa sembra verosimile, poichfe il 3
cardinale Latino mir6 appunto alla pace fra costoro. Se pero si considera che Parte
» O/. cit., cap. m c IV. 2 Lib. VU, c. 56.
INTRODUZIONE LXXIX
guelfa, cioh il gruppo piti intransigente dei Guelfi, non poteva desideVare un accordo
con i Ghibellini, e che la guerra ad oltranza contro costoro era la sua ragione di
cssere, ed era il desiderio del Re angioino protettore della Parte; se si considera
inoltre che gli efFetti principali delFopera del cardinale Latino non furono favorevoli
\ alla Parte, che anzi egli non volle assolutamente nella costituzione dettata che piti si
; parlasse di Capitani di Parte *, se si considerano questi fatti non si pu6 con piena si-
curezza accogliere la notizia del Villani per il quale I'invito di un paciere fu fatto dai
Capitani di Parte guelfa. E si noti che in tutte queste trattative il Popolo nel rac-
conto del Villani non c'entra afTatto. Al contrario nel racconto dello Stefani h
i proprio il Popolo che stanco delle lotte dei Nobili " temendo che la cosa non s'ur-
" tasse in danno del Comune troppo gli strinse a triegua per due mesi, ed in que-
" sto mezzo mandarono a papa Niccola degli Orsini, che dovesse mandare chi do-
■' vesse pacificare insieme costoro „ ^
Dalle notizie che abbiamo premesso si pu6 notare che in quel tale momento
1 alla politica pontificia antiangioina si opponeva quella angioina dei Guelfi nobili fio-
; rentini, nh era quindi possibile che spontaneamente la Parte guelfa si accostasse al
i Papato; invece un simile accordo era possibile tra il Popolo, che neirAngioino e
nella Nobilth guelfa aveva avuto avversari, ed il Pontefice che seguiva appunto una
! politica antiangioina. Per la qual cosa la notizia dello Stefani e piii esatta di quella
2 del Villani, ed h anche piii particolareggiata, dando notizie di una tregua di due
mesi che precedette la venuta del Cardinale in Firenze. II Villani, io credo, de-
dusse la notizia degli ambasciatori Guelfi e Ghibellini al Papa dal fatto che la pace
fu stipulata tra costoro; e per6 era verosimile che gli uni e gli altri avessero richiesto
un paciere.
- Anche qui lo Stefani si trova d'accordo con l'aItro storico, come lui poco for-
tunato, Leonardo Aretino ^ ; e si pu6 dire che essi siano stati i soli a veder chiaro
in tale questione; ed io credo che il valore nuovo dato cosi allo Stefani possa con-
correre a rialzare il valore della storia di Leonardo Aretino.
Durante la dimora del cardinale Latino fu creato un nuovo ufBcio, quello dei
3' Quattordiei buoni uomini. Le notizie che ne danno i due cronisti non discordano
molto, tuttavia il racconto dello Stefani e notevole non solo perchfe non riporta un
errore del Villani circa la durata in ufBcio dei Quattordici *, ma anche perchfe pone
in evidenza I'opera del Popolo, che h trascurata o confusa con altri elementi dal
Villani, e che in questi avvenimenti fu in vero grandissima. E la solita differenza
3 tra i due cronisti che gik ho notato in altri confronti, per la quale I'uno non ha in-
' Salvemini, 0/. cii., Appendice Doc. III: La face documenti mostrano invece che essi duravano un solo
del cardinale Latino, art. V, p. 326. mese : cf. L« Consulte della Refubblica fiorentina del
' Rubr. 152». secolo XIH, ed. A. Gherardi (Firenze, Carnesecchi,
' htoria fiorentina; 1'irenze, iS6i, lib. III, p. 137. 1S88) I, 30, 59, 71, 83, 94, 96, 102, X13, 123, 130, 135,
j * Per il Villani duravano in ufficio due mesi, ma i 137. Vedi Salvemini, op. cit., p. 78. 10
LXXX INTRODUZIONE
nanzi a sh che Guelfi e Ghibellini, e l'altro oltre costoro vede nella storia di quel
tempo agitarsi indipendentemente un terzo gruppo, il popolare.
Vale la pena mettere a confronto i passi corrispondenti dei due cronisti:
G. ViLLANi, lib. VII, c. 56. Marchionne di C. Stefani, rubr. 154*.
E fece e ordin6 il detto Legato al governamento Li Fiorentini con tutti i Nobili e Popolani ordi-
comune della citta quattordici buoni uomini grandi e narono insieme col detto Cardinale che dove erano XII
popolani, ciie gll otto erano Guelfi e «ei Ghiibellini, e buoni uomini fossono XIV Popolani e Grandi, cioe sci
durava il loro ufficio di due in due mesi con certo or- Popolani e due Grandi Guelfi, e sei Giiibellini quattro
dine di loro elezione. Popolani e due Grandi, i quali fossono con quella mc-
desima bal\a che prima avevano gli XII. Cosi furono 1
gli altri uffici del Consiglio, il soprabbondante delle Ca-
pitudini.
Quando il Villani dice che dei Quattordici otto erano Guelfi e sei Ghibellini,
non esce dal campo dei due partiti, e non possiamo stabilire che la proporzione tra
i due suddetti partiti; quando invece lo Stefani descrive piti minutamente quel cerlo 1
ordine di loro elezione, egli allarga il campo dei contendenti : la lotta che s'inizia
h tra Grandi e Popolani, e appunto tra essi stabilisce lo Stefani la proporzione : dieci
Popolani e quattro Grandi.
Tutto questo corrisponde alla vera posizione politica del momento e agli inten-
djmenti del cardinale Latino, il quale appunto aveva stabilito di ripartire gli ufBci :
in rapporto a tre gruppi della cittadinanza : aGuelfi, a Ghibellini e a Popolani in-
differenti; e di dare una parte minore o maggiore di onori a seconda le forze dei
diversi gruppi.
II Villani ed il Compagni, che in cio concorda con lui, sono meno esatti dello
Stefani tagliando fuori il Popolo in questa partizione^ Resterebbe tuttavia ancora
a vedere se, come h esatto il punto di partenza dello Stefani, sieno altrettanto esatte
le sue notizie particolari circa il procedimento della elezione. Le liste dei nomi
dei Quattordici deiraprile del 1282 danno perfettamente ragione allo Stefani *, ma
non cosl quelle del febbraio e del marzo dello stesso anno e del gennaio del 1283.
che non ci presentano la stessa proporzione di nomi ^ Da queste contraddizioni i
non credo sia infirmata la verith della notizia dello Stefani, ma credo, con il Sal-
vemini, che la regola stabilita non pot^ essere mantenuta per le variazioni delle
forze dei partiti di mese in mese * ; onde fu necessario, come nota il Compagni,
" chiamare gli ufici senza ordine „ ^ Resta in ogni modo il merito allo Stefani di
'aver compreso 1' importanza deIl'elemento popolare, e di aver detto quale fosse la
regola stabilita dal Cardinale. La quale era esatta in quel dato momento, poichfe
rappresentava allora la varia forza dei tre gruppi; ma essa non corrispo^e poi in
' Dino Comfagni e la sua cronica per IsiDORO Del ' Consulte, I, 59, 71, 137.
LuNGo; Firenze, Le Monnier, 1879, vol. II, Cronica, * Oj>. cit., p. 80.
lib. I, c. 3. s D. CoMPAGNi, Cronica cit., I, 4.
* Consulte, I, 83.
INTRODUZIONE LXXXI
seguito ai fatti, poich^ la forza dei partiti subl oscillanze e variazioni che si risenti-
vano nel diverso numero dei rappresentanti dei tre gruppi neIl'ufBcio dei Quattordici.
L'ufficio dei Quattordici dur6 assai poco; la causa dell'abolizione h spiegata
dal Villani con i difetti inerenti a questa magistratura, poichfe, secondo lui, " pareva
5" ai cittadini il detto ufficio dei XIV uno grande volume e confusione ad accordare
" tanti divisati animi a uno, massimamente perchfe ai Guelli non piacea la consor-
'" teria nelPufficio coi Ghibellini per le novitadi che erano gih nate, siccome della
" perdita che re Carlo aveva fatto delPisola di Cicilia e della venuta in Toscana del
i" Vicario dello 'mperio, e sl per guerre cominciate in Romagna per lo Conte di Mon-
)!" tefeltro per gli Ghibellini ; per iscampo e salute della citth. di Firenze si annuUarono
" il detto ufficio dei Quattordici „ ^
Da ci5 che il Villani narra non si comprende come mai i Guelfi potessero cosl
facilmente abolire un ufficio per fiaccare la potenza dei Ghibellini, proprio in un
momento fortunato per costoro, quando dopo i Vespri dappertutto in Italia i Ghibel-
>Iini erano vittoriosi. Allora dalle citta della Sicilia su per la Penisola fino al Pie-
(nonte i fautori delPAngioino precipitavano. A Forll Guido da Montefeltro rinno-
i^ava contro i Francesi le stragi del Vespro, a Roma il Papa angioino era cacciato^,
jid Alba e a Cuneo i fautori di Carlo erano anch'essi scacciati^ Insomma non era
Ijuello il momento pih favorevole ai Guelfi di Firenze per fiaccare la potenza degli
)ivversari, qualora il campo dei combattenti fosse stato solo occupato dai Guelfi e
lai Ghibellini.
Ben diverse appaiono le cose per la narrazione dello Stefani. L'autore muove
lai fatti esteriori, dal ricordo ciofe della disfatta dell'Angioino e della venuta del Vi-
;ario imperiale, per dire che i Ghibellini " presono baldanza e sempre tencionavano
1 ' negli uffici e rado erano di concordia insieme. Di che per questa cagione essendo
I mercatanti di Calimala insieme ragunati e disputando fra loro di questo che vede-
■ vano e intendevano dei Ghibellini, furono i primi con gli altri mercatanti ed arte-
\ fici che v'erano temendo della tirannia, furono insieme .... ed ultimamente i Ghi-
bellini cominciarorio a dibattere il Popolo, ed il Popolo cominci6 a ruggere ed i
D t Guelfi I'appoggiarono . . . . e disfecesi l'ordine dei XIV buoni uomini „ *.
Come si vede qui Tiniziativa fe presa dal Popolo; ed il cronista ci mostra quale
c h il nucleo principale, additandoci i Mercatanti di Calimala " che furono i primi „.
I Guelfi " appoggiano il Popolo „ , essi non avrebbero potuto ora combattere
er conto proprio da soli i Ghibellini, non solo per la forza degli avversari, favo-
5 iiti dagli avvenimenti esteriori, ma anche perchb nel Comune non era pih possibile
'Ua prevalenza esclusiva dei Guelfi o dei Ghibellini. II Popolo dei mercanti e degli
irtefici con la forza della ricchezza aveva acquistato la coscienza della propria forza
' Lib. VII, c. 79. 3 SURRA G., Vicende delle lotte fra il Comune asii-
* Greoorovivs, Storia de//a cittii di Jioma; Venezia., giano e la Casa d'Angih; Torino, Bona, 1893, p. 37. J
a74, X, S64. 4 Rubr. 156».
T. XXX, p. I - i?".
LXXXn INTRODUZIONE
poHtica; Guelfi e Ghibellini non possono essere oramai che suoi alleati e non mai
piti suoi padroni. L'abolizione dei Quattordici non h, come appare dal Villani, opera
soltanto dei Guelfi, nh h dovuta ai difetti inerenti alPufBcio ; ma perchfe in esso ave-
vano preso baldanza i Ghibellini. La qual cosa danneggiava non solo i Guelfi, ma
anche il Popolo. Lo Stefani, io credo, fe uno dei pochissimi, e forse il primo, che
ha inteso il valore di questo elemento popolare nella storia del Comune fiorentino.
*
/
L' istituzione del Priorato h descritta dallo Stefani con le stesse pdrticolaritk del
Villani: che anzi a proposito della etimologia del nome lo Stefani ricorda la spie-
gazione data dal Villani*. Lo studio peraltro dei passi dello Stefani che offrono
qualche differenza con il Villani possono non inopportunamente essere ricordati per
la questione gik soUevata sulla partecipazione al Priorato delle Arti minori. La
questione non pu6 essere risoluta con i soli passi del Villani. Egli, dopo di aver
detto come le sei maggiori Arti avessero ottenuto il Priorato, soggiunge che " poi
" di tempo in tempo vi furono aggiunte tutte l'altre infino alle dodici maggiori Arti
" . . . . e cosl segul infino che si fece il secondo Popolo in Firenze „ ". Nel periodo
adunque compreso tra il 1282 ed il 1293 le cinque Arti seguenti alle prime sette
ottennero il Priorato e furono aggregate alle maggiori; non h detto quando preci-
samente ci6 avvenne. Lo Stefani, secondo l'edizione del padre Ildefonso, ci darebbe
invece la data precisa di questo fatto nel 1289. Una rubrica infatti fe dedicata
tale avvenimento sotto il titolo seguente : " Come le cinque Arti minori si legaronci
" colle sette ed ebbono Consoli „^ Nella fine della rubrica si parla appunto de
Priorato. La notizia sarebbe senz'aItro errata, poichfe nelle liste dei Priori del 128!;
troviamo un beccaio, Dino Pecora, che ebbe tanta parte negli avvenimenti di que|
gli anni * . Si noti per6 che la intitolazione della rubrica ofire nei codici lezioni di2!
verse ; il codice asiniano, piii antico di quello usato dal padre Ildefonso, reca questd
titolo " Unione delle Arti contro a' Grandi „, e il codice giordaniano che piii fedelj
mente deriva dalPoriginale invece di Arii mmori, che si legge nell'edizione ildefor
siana, ha Ar^i minute; inoltre nel testo il passo che accenna esplicitamente alle sett
e alle cinque Arti era lacunoso nello stesso codice, di cui si serviva padre Ildefonsc 3(
ed h stato supplito da lui con la scorta del Villani, siccome egli stesso dichiara i
nota alla rubrica ^. Dunque non si pu6 accusare lo Stefani di avere commesso u
simile errore ; resta per6 a vedere quale sia il modo di supplire piii esattamente 1
lacuna, e quale valore abbiano le differenze che la rubrica offre, messa a confront
con il passo corrispondente del Villani. ^fe utile pertanto riferire i passi corrispondent 3»
' G. ViLLANi, 0/. cit., lib. VII, c. 79; M. di C. * Rubr. 182*.
Stefani, rubr. 157». < Rubr. 163*.
* Lib. VII, c. 79. » Rubr, 182*, n. i.
/
INTRODUZIONE LXXXIII
G. ViLLANi, lib. VII, c. 132. Marchionne di C. Stefani, rubr. 182*.
Bene avvenne che tornando la detta oste {dalla Tornata l'oste in Firenze, i Grandi erano insuper-
imfresa d'Arezzo) i Popolani ebbono sospetto dei Gran- biti e trattavano male i mercatanti ed artefici; ed il soldo
di, che per orgoglio della detta vittoria non gli gravas- che dovevano avere i soldati si rovesciava ai merca-
sono oltre al modo usato; e per questa cagione le sette tanti ed agli artefici, e per questa cagione si ristrinsono
Arti maggiori si rallegarono con loro le clnque Arti con- l'Arti insieme ed ebbono case e Consoli, le quali Arti
seguenti e feciono tra loro iraporre arme e pavesi e cefte furono queste : {lacuna) ; e quando toccava la elezione
insegne, e fu quasi cominciamento di Popolo, onde poi erano dei Priori.
si prese la forma del Popolo che si comincid nel 1292.
) In fondo i due cronisti danno le stesse ragioni dell'alleanza tra le Arti in
seguito alPimpresa di Arezzo. Pero mentre il Villani avverte che i popolani sospet-
iavano di una condotta reazionaria dei Grandi dopo le loro vittorie militari ; lo
Stefani non fa muovere il Popolo dal sospetto, ma dal fatto delle tasse pagate per
a suddetta impresa, la quale era voluta dai Grandi, ed era sostenuta con i denari
)Iei mercatanti e degli artefici.
In quanto al numero e all'ordine gerarchigo^ delle Arti nuove entrate nell'as-
iociazione, il Villani determina quali esse fossero, c\oh le cinque seguenti alle sette
Tiaggiori ; lo Stefani, o per ignoranza o per trascuratezza omise di notarle.
In quanto poi ai benefizi ottenuti per tale alleanza, il Villani ci dice che essi
)urono soprattutto vantaggi militari, ci parla infatti di " armi, pavesi e certe insegne „ ;
o Stcfani invece fa cenno di benetici politici, cioh di case, di Consoli e di Priori.
Chi dei due cronisti si avvicina al vero ?
Questi passi sono stati messi a confronto dal Salvemini, e volontieri ne riporto
'autorevole giudizio; avverto per6, e su di questo mi dovr5 fermare, che egli non
) cnne conto della notizia dello Stefani, cio^ a dire della partecipazione al Priorato
lelle nuove Arti.
" Lo Stefani, scrive il Salvemini, per questo periodo segue quasi costantemente i
passi del Villani, correggendolo quando pu6, ripete che dopo il luglio 1289 " si
i ristrinsero le Arti insieme „, ma quando vuol dire quali fossero le Arti nuove
cntrate nelPassociazione, si ricorda che le cinque Arti mediane si erano ristrette con
le sette maggiori fin dal 1282, quando fu istituito il Priorato; percib lascia nel testo
una lacuna, che daireditorc, padre Ildefonso da San Luigi, e stata riempita natural-
jmente con le cinque Arti del Villani. In luogo delle cinque Arti mediane andavano
invece messe le nove Arti minori, che gik nel 1287 si erano. organizzate militar-
) raente, in tal modo la notizia del Villani avrebbe acquistato un senso giusto e natu-
rale. II Villani, poi, erra non solo confondendo la riforma del 1289 con quella del
1282, ma anche parlando nel 1289 delle " armi, pavesi e certe insegne „ le quali
tfuronoadottate dalle dodici Arti maggiori nel 1282, e dalle nove minori nel 1287 „ ^
' Of, cii., p. 160.
LXXXIV INTRODUZIONE
Dunque delle differenze notate tra i due cronisti, la prima concerne le cause-
che determinarono 1' alleanza delle Arti : lo Stefani ha un'osservazione piii acuta -ed
esatta mostrandoci che non il sospetto, come vuole il Villani, di nuove gravezze
movesse il Popolo, ma lo movesse il fatto delle gravezze che gik pesavano per le
paghe dei soldati. E si ricordi che non diversamente era avvenuto nelPoccasione
della cacciata del conte Guido Novello, che era mal tollerato soprattutto per i bal-
zelli che imponeva per le paghe dei suoi soldati. E si noti daII'aItro lato che di
sospetti e di gelosie fa spesso cenno il Villani con le sue frequenti considerazioni
psicologiche e metafisiche quali cause dei fatti.
La seconda difFerenza sta nel carattere, per il Villani, militare, per lo Stefani,
politico che hanno i benefici ottenuti dalle nuove Arti in seguito all'alleanza fatta
con le maggiori. Le conclusioni alle quali ^ arrivato il Salvemini ci mostrano fa-
cilmente 1'errore del Villani, poichfe gia nel 1287 tutte le ventuna Arti erano mili-
tarmente costituite ^ ; resta per6 a vedere se la notizia dello Stefani sia anch' essa i
errata ; su questo appunto il Salvemini non si ferma.
Si osservi pertanto che il procedimento tenuto dalle Arti per arrivare al Prio-
rato h stato quello che movendo dalla riconosciuta costituzione militare era poi svol-
tosi fino al riconoscimento politico. Le nuove Arti minori avevano ottenuto nel
1287 armi e pavesi, esse adunque nel 1289 (nel nuovo bisogno che avevano avutol
le Arti maggiori di una piti forte e piti larga alleanza) non dovevano che fare unfC
secondo passo per conquistare il Priorato. Avvenne questo veramente? E certoj
che in quelPanno ebbe luogo una reazione popolare in seguito al sopravvento ma-
gnatizio che si era determinato nel Comune dopo 1' impresa di Arezzo. In rapporto|
infatti a questa reazione si devono intendere I' istituzione del Gonfalonierato e gli
Ordinamenti canonizzati, i quali furon fatti per il migliore funzionamento deIl'amnii-:J5
nistrazione finanziaria sotto una piii diretta sorveglianza popolare.
Le due riforme furono illustrate dal Salvemini, e sono certamente segno, CO'
m'egli ha detto, dell' influenza popolare ^; ma chiedo io: possono queste sole costituin
la somma dei vantaggi ottenuti dalle Arti minori nella loro alleanza con le mag
giori? Se si accetta infatti la notizia che nel 1289 I'alleanza delle Arti fu allargat;30
fino alla ventunesima Arte, se si accetta che la costituzione militare delle Arti minor
era sfata due anni prima riconosciuta, se si nota che I' istituzione del gonfalonierat'
e la riforma finanziaria interessavano soprattutto le Arti maggiori, e se dall'aItro lat
si scarta come inesatta la notizia dello Stefani della partecipazione al Priorato dell
Arti minori novellamente consociate alle altre, non so che cosa ci resti per provar|35
che l'alleanza fosse stata fatta, e chc essa avesse recato un beneficio alle Arti minor
I fatti svoltisi in seguito danno in qualche modo ragione a prestar fede alla nc
tizia dello Stefani.
- Ojr. cU., pp. 112 e 148. * Salvemini, op, cit., p. iSS-
INTRODUZIONE LXXXV
Dal 1290 al 1293 il Salvemini osserva che nel Comune dovette esservi " un'al-
" talena fra la preponderanza dei Grandi e quella dei Popolani, dov^ essere quello
" un periodo di contrasti vivacissimi. Uno degli effetti di questi contrasti violenti b,
" se non c' inganniamo, la opposizione che incontrano spessissimo nei Consigli le pro-
" poste dei Priori. Sono numerosissimi a CQminciare dal gennaio 1290 nelle Con-
" sulte i casi di provvisioni gia approvate dai Priori che nei Consigli opportuni o
" sono respinte o passano con leggerissime maggioranze „^ . II Salvemini nota tutto
ci6, ma non sa trovare una ragione immediata di tali contrasti tra i Priori e i mem-
bri dei Consigli opportuni. lo credo che accettando appunto per vera la notizia dello
OStefani si trovi una spiegazione plausibile del fatto, poich^ il Priorato con la rap-
iprescntanza delle ventuna Arti importava una prevalenza del Popolo minuto che non
poteva garbare al partito delle Arti maggiori e soprattutto a quello dci Grandi, il quale
inei Consigli e in ispecial modo in quello del Podestk era largamente rappresentato.
Da qui appunto la opposizione sistematica, per cui si trovano talvolta respinte pro-
5poste naturalissime, che non avrebbero dovuto dar luogo ad alcuna opposizione ^
Anche il seguito degli avvenimenti h in armonia con la notizia stefaniana. Nel
novembre del 1292 avvenne una prima rappresaglia contro il Popolo minuto a pro-
posito del Priorato. Si dibattfe allora la questione del modo di eleggere i nuovi
Priori, ed in uno dei Consigli un certo messer Jacopo da Certaldo propugna il Prio-
Orato di dodici persone, fra cui quattro delle prime sette Arti, quattro delle cinque
Arti seguenti, quattro " de popularibus „ ^
Questo termine fopolari si metta in relazione con la notizia stefaniana, e si vedrh
che messer Jacopo qui alludeva agli artefici delle nove Arti minori. Gik il Salvemini
•stesso aveva espresso la cosa in forma dubitativa, ma egli qui aveva dimenticato lo
:SStefani K
Nel 24 novembre 1292 con una votazione di 58 voti contro 28 fu tolta ogni
prevalenza delle Arti mediane e minori, e.d il numero dei Priori fu fissato a sei, in
rnodo che le Arti maggiori potessero affermare la loro egemonia. Intanto nel 13 di-
cembre si trova notizia di una societas fra le Arti di Beccai, Calzolai, Sarti e Mae-
JOstri di legname; a che cosa mirasse quella societas non ^ possibile saperlo; certo fe
the essa ^ segno di malumori tra Popolo grasso e Popolo minuto, avvenuti poco
tempo dopo che la partecipazione al Priorato era divenuta un privilegio delle Arti
piaggiori e poco tempo prima (gennaio del 1293) che al Priorato partecipassero
,tutte le ventun'Arti ^. Insomma in questi tempi che precedettero gli Ordinamenti
35di Giustizia il Priorato fu una questione di somma importanza, ed il Popolo minuto
;ie fece oggetto di aspirazione e lotta.
' Salvemini, 0/. cit; pp. i63, 163. del Comune.
' Valga ad esempio quello riferito dallo stesso Sal- ' Salvbmini, of, cit., p. 165, n. J.
:nini (pp. cil., p. 163), per cui il Consiglio dei Cento * Id. id.
|Cspingeva la proposta di pagamento della pfgione al ^ Salvemini, oJ>. cit,, p. 196. Di tale partecipa-
iiroprietario diuna casa in cui tenevano ufBcio i Gastaldi zione e prova sicura dal gennaio del 1293 al marzo 1295. *°
LXXXVI INTRODUZIONE
Pertanto, come il Salvemini con la scorta cli Leonardo Aretino ha potuto mo-
strare che nel 1289 vi fu un periodo fortunato per le riforme democratiche, e
che a queII'anno si deve assegnare, contrariamente alla tradizione villaniana, 1'isti-
tuzione del Gonfaloniere di Giustizia, cosl io credo che a quella istituzione bisogna
aggiungere quest' altra vittoria di breve durata e molto contestata del Priorato delle
nove Arti minori, vittoria che in principio non fu regolata con un fisso procedi-
mento di elezione, e che fu poi perduta nel novembre del 1292, per essere riac-
quistata nel gennaio del 1293.
Con la narrazione dei fatti dcl 1300 comincia, secondo i criteri gih detti di
distribuzione della materia, un'altra parte della cronaca dello Stefani. Sono in essa
narrati gli avvenimenti, ai quali aveva partecipato la generazione precedente allo
Stefani ; egli pot^ quindi averli raccolti dalla voce viva di quelli che vi parteciparono.
Se si pon mente peraltro che di costoro vi furono alcuni che hanno narrato quei
fatti, la importanza dello Stefani scema di fronte ad essi, poichfe non abbiamo in
lui ne tutta I' autoritk che viene al racconto dalla diretta testimonianza dello scrit-
tore, nh poi tutta la serenitk di giudizio che deriva da una tale lontananza dello
scrittore dai fatti medesimi, quale e necessaria perch^ di essi sieno spente tutte le
passioni, che li animarono, e cancellati i giudizi che li alterarono. Questa parte ap-
punto della cronaca stefaniana fe la piti laconica e la meno importante.
I primi anni del XIV secolo sono segnati dalle lotte dei Bianchi e dei Neri.
Carlo di Valois ha parte grandissima nei fatti interni di Firenze. Per questo periodo
cosl importante della storia di Firenze lo Stefani lascia il posto a Dino Compagni;
e a Giovanni Villani che, spettatori di quei fatti, li seppero drammaticamente e rai-i
nutamente rappresentare. Ho detto drammaticamente, riferendomi in special modc2!
alla prosa bellissima del Compagni, ah mi fermo per alcun poco su tale argomcntci
pienamente e splendidamente trattato dall' illustre Isidoro Del Lungo ^ Tuttavici
quell' ariditk dello Stefani ha pure il suo valore, poichb quella scmplicc narraziom
non h turbata dal fuoco della passione politica, o dal fascino dell'arte. Le fien
invettive che contro i fautori di Carlo muove Dino, I'esplicita affermazione delh|30
precedente intesa tra Carlo Donati e Carlo di Valois mancano allo Stefani che laconica'
mente, ma serenamente riportando quei fatti, e dovendogiudicare della condottadi Carlo
conclude : " E questa fu la promessa di messer Carlo che poteva ben resistere se avessi
" voluto, chh aveva piti di 2850 uomini d'arme, ma pare e si dice fosse suo ordine >
" fattura „ ^ Egli riporta I'opinione di altri, e I'avvalora con un' osservazione su.
mette infatti a confronto le forze militari di cui disponeva il Valois e la promess;
* IsiDORO Del Lungo, Dino Comfctgni e la sna * Rubr. 336*.
cronica, Firenze, Le Monnier, 1880.
INTRODU2IONE LXXXVII
fatta ai governanti di non far mutare l'ordinamento del Govemo, e lascia cosl 1'adito
ad un giudizio piti sereno ed obiettivo.
Un'ultima domanda ci sarebbe da muovere, se cio^ lo Stefani si fosse servito
<dell'opera del Compagni. L'esame critico fatto dal Del Lungo dell'opera compa-
: gniana in relazione alle cronache fiorentine ci facilita la soluzione del quesito. In
generale si osserva che Ik dove il Villani h talvolta meno esatto del Compagni, lo
Stefani riporta le identiche inesattezze del Villani; onde h verosimile ammettere che
lo Stefani seguisse quest' ultimo, e non tenesse conto dell'opera del Compagni, se pure
j non ne ignorasse la esistenza. Ripeto pertanto che del periodo trattato dal Compagni
i; cosl ampliamente illustrato dal Del Lungo non mi fermo, e passo ad un altro periodo
I storico che e compreso in questa seconda parte della cronaca dello Stefani, a' tempi
i ciob di re Roberto di Napoli.
*
* *
II confronto che stabilir5 tra lo Stefani ed il Villani non condurrk al rinveni-
1' mento di nuovo materiale storico, sibbene al nuovo giudizio che della signoria del
re Roberto ha con molta originalitk espresso lo Stefani; giudizio, che io credo possa
essere pienamente accolto anche ora.
II carattere politico del Villani lo induceva ad essere necessariamente partigiano
, di quel Re, per la qual cosa egli plaude alla offerta Signoria di Firenze a Roberto,
i e nella sua cronaca nota che " di certo cib fu lo scampo dei Fiorentini, chfe per le
" grandi divisioni tra i Guelfi insieme, se il raezzo della Signoria non fusse stato,
" guasti sarebbono tra loro e cacciati per tutto „ ^. Questo sentimento di gratitudine
del Villani si rileva nel corso della sua opera in tutte le parti che trattano della
Signoria di re Roberto ; e quando il cronista nota fatti, sui quali 1'opinione pubblica
1 dei Fiorentini non era stata favorevole, cerca di scagionare il Re, o passa la cosa
sotto silenzio. Cosl per il trattato di pace concluso tra Pisani e Fiorentini nel 1317,
per opera di re Roberto, il Villani difende vivamente l'operato del Re; e questo
bisogno di difesa ci fa giustamente sospettare che contro il Re fossero state lanciate
molte accuse, delle quali, restando a ci6 che ne dice il Villani, non possiamo misu-
2 rare il valore e l'entitk. Finalmente a non minori sospetti dk luogo quel silenzio con
cui il cronista pon termine alla notizia che laconicamente dk della fine della Signoria
di re Roberto. La Signoria aveva accontentato, o scontentato i Fiorentini? Perch^;
essa non fu rinnovata ? Quest' ultima domanda sorge spontanea qualora si ponga mente
che le condizioni e i bisogni del Comune erano immutati da quelli che erano stati
"i al principio della Signoria stessa,
Stando in questi termini il racconto del Villani, era naturale che quelli che de-
I rivavano unicamente da lui non avessero saputo, nella erronea e comune credenza
' Cronaca cit., lib. IX, 55.
LXXXVIII INTRODUZIONE
del poco valore del racconto stefaniano, definire il carattere della Signoria del re
Roberto, e non avessero saputo determinare la causa della sua origine e della sua
fine. H racconto dello Stefani, io credo, ci avvia ad una piCi esatta spiegazione dei
fatti. A dire il vero il racconto non si discosta da quello del Villani, che anzi la
corrispondenza di alcune frasi fa ben a ragione sospettare di luia spiegazione fatta
unicamente sul racconto del Villani. Si confrontino ad esempio le frasi con le quali
i due cronisti chiudono il racconto della elezione :
G. ViLLANi, lib. IX, 55. MARcraoNNE Di C. Stefani, rubr. 303'.
E lU certo fu lo scampo dei Fiorentini . . . . E per certo questo fu lo scampo della citt^....
Un giudizio sommario e celere fe quasi serapre ingiusto ; cd un giudizio del va- 1
lore del nostro cronista fondato unicamente suUa corrispondenza di queste frasi ^ al-
trettanto ingiusto. Esamineremo quanto prima il passo dello Stefani in cui sono le
frasi suddette, ed osserveremo il valore che esso ha, nonostante I' identitk delle frasi
notate. Ora pertanto moveremo dall' esame del principio del racconto stefaniano ri-
ferentesi alla elezione del re Roberto. 1
Una prima cosa h da notare a proposito delle cause della suddetta elezione. II
Villani h naturalmente indotto dalle sue idee politiche a confondere ci6 che h inte-
resse del suo partito con quello della intera cittk; e ci6, io credo, egli facesse in
piena buona fede. Cosl nel 1313 alla vigilia della elezione della Signoria a favore
del Re di Napoli, descrivendo lo stato della cittk, nota che " pareva ai Fiorentini :
" essere in male stato „. I Fiorentini di cui egli parla non sono tutti i Fiorentini, ma
quelli del partito che allora govemava, e che aveva paura di perdere il governo
col favore prestato ai loro avversari da Arrigo VII. Cosl la indicazione del Vil-
lani generica poteva indurre il lettore ad attribuire all' opera di re Roberto .un va-
lore superiore al vero.
Passiamo allo Stefani: Egli descrivendo lo stato della cittk nota che le discor-
die non erano, come h detto nel Villani, tra i soli Guelfi, ma tra Guelfi e Ghibel-
lini, Grandi e Popolani ; e queste shtte, egli osserva, derivavano poichfe " ogni cosa
" sempre in Firenze h stato scandalo per gli uffici „ *. Inoltre, importa qui notare
che al luogo della indicazione generica del Villani dei Fiorentini, cui pareva es-
sere in male stato, lo Stefani determina benissimo di quali Fiorentini qui si trattasse
con la seguente osservazione : " veggendo quegli del Reggimento non potere lunga-
" mente resistere, se li contrarii loro non tenevano a freno con alcuno bastone, di-
" liberarono di mandare per lo re Roberto, che per cinque anni togliesse la Signo-
" ria, e mettesse Vicario „ ^. La preoccupazione dei governanti aveva ragione di
essere per la comparsa in Italia di Arrigo VII che aveva soU^vato le speranze dei
Ghibellini, ed in generale di tutti quelli che erano mossi piii che da vero e proprio
' Rubr. 303*. * Rubr. 303'.
INTRODUZIONE LXXXIX
sentimento di ghibellinismo, da desiderio di ricuperare quegli uffici del Comune, da
cui erano stati scacciati dai loro avversari. La scelta fatta a Signore di Roberto
di Napoii era giustificata dalla situazione politica, nella quale si trovava lo stesso
Roberto, la quale coincideva con quella dei Fiorentini. Egli infatti correva pericolo
) di essere ristretto in una cerchia di ferro nel suo regno per 1' alleanza fatta a suo
danno dell' Imperatore e del Re di Sicilia. Un pericolo comune univa dunque Ro-
berto al partito dominante in Firenze, il quale per5 non intendeva con tale Signo-
ria rinunziare ai propri diritti di cittadini Hberi. Si badi che questa non e la piena
sottomissione che al Signore, cittadino, facevano allora alcuni Comuni itahani, ma ^
) per i Fiorentini desiderio di avere un bastone, prendo 1' espressione del mio croni-
st?., per tenere a freno gli avversari.
Lo Stefani molto sottilmente, e giustamente, mette sempre in relazione la Si-
gnoria di Re Roberto con la situazione interna dei partiti. Anch' egli, come il Vil-
lani, conclude al termine della elezione suddetta : " e per certo questo fu lo scampo
1 della cittk „, ma egli non afferma che questo fosse tutto beneficio dovuto all'opera di
re Roberto, egli invece rivolge Tattenzione del lettore ad un altro fatto, che piii
efficacemente concorse allo scampo della citth, alla morte cio^ di Arrigo VII, la
quale aveva fatto perdere ogni vigore ai Ghibellini, ond'essi non poterono piti es-
sere pericolosi al partito fiorentino dominante, come erano stati alla vigilia della ele-
) zione di re Roberto.
Se peraltro i pericoli interni erano scemati, la situazione politica del Comune nei
suoi rapporti con la Toscana non era scevra di nuovi pericoli, poich^ Lucca era
caduta sotto la dominazione di Uguccione Della Faggiuola, Signore di Pisa, il quale
con la forza delle armi contrastava validamente ai Fiorentini quei passi e quelle vie
3 che, mercfe la egemonia in Toscana, i Fiorentini volevano assicurare allo sbocco dei
loro prodotti industriali.
II nostro cronista comprende appunto assai bene I' importanza politico-econo-
mica di questa guerra tra Firenze e Pisa, e per6 pone nella giusta luce 1' impresa
di Monte Catini dimostrando I'importanza strategica e commerciale di quel posto.
D Riferisco le parole del cronista : " Essendo Uguccione Della Faggiuola in Pisa e
" recatosi nelle branche Lucca e la Signoria di quella e di Pisa e di ci6 che ad
" esse s' apparteneva, stimb che non poteva meglio fare che a piacimento dei Pisani
" levarsi ogni stecco dinanzi, e busco dinanzi agli occhi e perocch^ per la via di
" Lucca a venire infino a Pistoia gli noiava Monte Catini e Monte Sommano, stim6
5 " di porre 1'assedio a Monte Catini „ ^. Da qui il bisogno di un esercito e di un
valente capitano si rendeva piii urgente per i Fiorentini, e poich^ le prime milizie
inviate dal Re di Napoli e condotte dal proprio fratello Piero avevano dato cattiva
prova, i Fiorentini si rivolsero al Principe di Taranto, altro fratello del Re di Na-
' Rubr. 3:1*. ! „,j,^^ . „-.% ,
XC INTRODUZIONE
poH. L' aiuto fu anch' esso inefficace, il Capitano inetto ; e a Monte Catini i Fio-
rentini furono pienamente sconfitti. Da quel momento la fazione contraria a quella
del governo del Comune cominci6 a prevalere, mentre 1' opinione pubblica comin-
ciava ad essere contraria alla Signoria del re Roberto, come inutile e costosa.
II conte Guido Novello, Vicario del Re, fu licenziato prima ancora del termine 5
del suo ufficio ; e un partito contrario al Re si afFerm5 nel Comune con Simone
Della Tosa. Era peraltro una continua altalena nella fortuna dei partiti fiorentini,
poiche in ognuno di essi erano elementi di forza tale da evitare l'assoluto dominio
deir uno sull' altro. Le prepotenze di Simone Della Tosa e del Bargello da lui
creato suscitarono la reazione, e cosl re Roberto fu invitato ad intromettersi negli iU,
affari fiorentini e a mandare nuovo Vicario. Riporto i passi corrispondenti dello
Stefani e del Villani che ci descrivono la posizione dei partiti di allora:
G. ViLLAOT, Ub. IX, 77. Marchionne di C. Stefani, rubr. 322*.
Nel detto anno 1316 grande parte dei Guelfi Grandi In Firenze, come detto h, la setta di messere Simone
e Popolani di Firenze che avevano dato la Signoria al Della Tosa era s\ grande che col Bargello era al tutto 15
re Roberto, i quali erano gran parte di tutte le mag- Signore della citta, e con loro tenevano molti Ghibel-
giori schiatte di tutta la citta e con loro quasi tutti i lini, ch'erano in Firenze e tutta gente che non facie-
mercatanti ed artefici, parea loro male stare per la Si- vano nh arte nh mercatanzia nessuna. L'altra setta che
gnoria dcl Bargello, secretamente si dolsero per lettere quasi nulla vi poteva, per non volere mettersi a partito,
e ambasciadori al re Roberto e richieserlo che egli fa- (^er non essere cioh ammessa a£^li uffici suj>remt) erano 20
cesse suo Vicario in Firenze il conte Guido da Batti- mercatanti e artefici, ci6 erano de' Grandi, Bardi, Ca-
foUe. vicciuli, Buondelmonti, Gianfigliazzi e tutti i Frescobaldi,
e tutta la maggior parte dei Grandi. E poi tutti o la
maggior parte dei mercatanti popolani che avevano af-
fare nello Regno. Di che segretamente si feciono let- 2Si
tere al re Roberto etc,
Certamente se si toglie 1' indicazione dei nomi di alcune famiglie di Grandi
lo Stefani non si avvantaggia gran chh sul Villani. Ma la sua superioritk piii che
nella maggior copia di notizie sta nella determinazione dei due partiti contrari. I
molti Ghibellini che erano allora in Firenze sono messi dal nostro in relazione al 31
fatto che essi non esercitavano n^ arte, ne mercanzia, vivevano quindi di rendita di
beni immobili. L'altra s^tta, e qui si noti che 1'autore ha lasciato di chiamarla
Guelfa, 6 messa invece in rapporto con l'esercizio di arte e di mercanzia fatto dai
membri della sfetta. Ed il cronista, per dimostrarci le ragioni prossime delfalleanza
con re Roberto, ragioni che piCi di tutte potevano sui mercanti fiorentini, aggiunge 3;
che in quella s^tta erano " tutti o la maggior parte dei mercatanti popolani, che
" avieno affare nello Regno „.
Lo scopo adunque dell' intervento del Re era allora quello di abbassare la s^tta
di Simone Della Tosa. Ci5 fatto la situazione del Re, resa necessaria nello stato
di guerra con i Comuni di Toscana e nello stato di lotte civili per il predominio 4(
di lona fazione, non aveva piii ragione di essere, se fossero cessate le lotte civili e
fosse assicurata la supremazia di quella fazione, che lo aveva chiamato. Dunque in
INTRODUZIONE XCI
tali condiisioni, io credo (ed h il mio cronista che mi dk agio a far tale considera-
zione) che la politica di re Roberto avrebbe solo potuto trovare occasione ad inter-
venire nei fatti di Firenze e di Toscana, o fomentando discordie tra i partiti, o
fingendo di mettersi al di sopra di essi, cercando di far concessioni ai vinti strap-
) pandoli ai vincitori. Questa poUtica egli avrebbe potuto adottarla tanto nel campo
interno del Comune, quanto nell' esteriore, nelle relazioni cio^ tra Firenze e Pisa.
Si noti poi che egli non avrebbe potuto continuare la guerra ad oltranza contro
Pisa non solo per la cattiva esperienza fatta delle sue milizie, ma soprattutto poichfe
egli aveva bisogno per combattere i suoi nemici nelle acque della Sicilia, che il Co-
) mune pisano, potente nel mare, gli fosse almeno neutrale. L' idea di pace adun-
que, che si presentava con tutte le seduzioni della bontk della causa in sfe stessa, si
poteva, in rapporto all' interesse del Comune fiorentino, colorire con I' idea di van-
taggi reali per i mercanti di Firenze. Era, a me pare, una ripetizione di quelle
paci solite a farsi e a disfarsi nel. Comune medioevale, le quali stipulate con tante
5 pompe da vicari d' imperatori, di papi e di re avevano effetti di poca durata, per la
natura stessa di esse e per i fini che animavano i pacieri. I quali nel maggior nu-
mero dei casi, piii che spinti da sentimenti umanitari, erano mossi da particolari
fini politici. Dopo la pace continuava I'urto degli interessi e delle passioni tra le
parti, istigate sovente dagli stessi pacieri, che sulle due parti opposte avrebbero nello
0 stato di lotta pi^ sicuramente dominato.
In questo momento adunque era assai facile che il Re di Napoli cercasse di
fare i propri comodi per mezzo di una simile pace tra Fiorentini e Pisani. Ma i
Fiorentini non erano cosl facile preda della politica, pur abile, di un Re. La con-
tinuazione della guerra con Pisa, e la definitiva aifermazione nel governo del Comune
5 del partito che dir6 dei Mercanti erano allora le aspirazioni di quel partito che
aveva cercato per I' innanzi 1' alleanza di re Roberto. Queste aspirazioni erano ora
pi^ facili a conseguirsi per le condizioni stesse, in cui si trovavano gli avversari del
partito suddetto. Non era infatti piti il caso di sperare aiuti in un Imperatore, nh
in un potente nemico del Comune, poich^ oramai mancava quegli che era stato la
0 causa delle disfatte delle armi fiorentine : Uguccione Della Faggiuola non era piii
Signore di Pisa. Seguitare adunque la guerra con gli aiuti del re Roberto sarebbe
stato piJi facile per i Fiorentini desiderosi per forti interessi, della suprema rovina di
quel Comune. II Villani stesso, narrando di uno stratagemma fatto dai Fiorentini per
far sapere ai Pisani che essi si erano rivolti al Re di Francia per avere aiuti contro
>5 il Comune di Pisa, accenna appunto alle preoccupazioni di quel Comune nella con-
sapevolezza delle sue cattive condizioni per resistere ad una guerra^. Avevano dun-
que torto i Fiorentini a lamentarsi di una pace intempestiva fatta stipulare da re
Roberto tra loro ed i Pisani ? Che questi malumori veramente esistessero lo dice
O/. cit., lib. IX, c. 8o.
XCn INTRODUZIONE
lo stessQ Villani ; egli per6 nota che essi non avevano ragione di essere, che anzi
doveva tributarsi lode al re Roberto per la pace stipulata mercfe sua con i Pisani.
II cronista era contemporaneo di quei fatti, avrebbe potuto quindi sapere il fon-
damento ragionevole di quei malumori, ma egli era allora Priore, ed era stato gi^
assunto a tale ufficio, quando il Conte di Battifolle era venuto in citta, Vicario di 5
re Roberto, ed aveva fatto rinnovare il Governo con elementi ligi al Re. II Vil-
lani adunque era naturalmente portato a difendere in tutto e per tutto 1' operato del
Re, perchb cosl facendo egli avrebbe difeso i propri atti politici.
Ben diverso h lo Stefani; egli 6 lontano dai fatti chc descrive, ma non tanto
da non aver potuto raccogliere dalla viva voce dei contemporanei al Villani la opi- 10
nione contraria a quella pace. Lo Stefani quindi ci aggiungc nella narrazione degli
avvenimenti di quegli anni una intera rubrica, che manca al Villani. In questa cosl
egli scrive: " Essendo la cittk di Firenze in questi termini (1316-1317), elore Ro-
" berto non aiutando nella guerra dei Pisani i Fiorentini, come a loro parere era
" conveniente, i Fiorentini cominciarono a mormorare ; e sentendo che per sue bri- 1j
" GHE egli li voleva pacificare con i Pisani, e collegare seco la sfetta dei Guelfi come
" quella dei Ghibellini efc. ; gli altri della s^tta dei Mercatanti e pih Guelfi veggendosi
" lo re Roberto essere Signore e non attendere ai fatti della cittk di Firenze nelle loro
" guerre e sentendosi che il Re voleva collegarsi e fare pace, sentendolo da merca-
" tanti di Napoli ma non per6 ancora da lui, tutti erano disviati nei loro animi dalla 2l
" sua divozione : e sentendosi ci6, e se non fosse stata la divisione e il non fidarsi
" I' una sfetta dell' altra, avrebbono attentato a non essere contenti, Tuttavia pensando
" quanto era lo pericolo della setta e dei nimici di fuori, ciascuno si stava ; e non-
" dimeno con segreto cercava se vero era del ragionamento del Re, ovvero con le
" lettere e con ispie cercando, trovorono essere vero, e cosi erano nella citta in 25i
" molti bisbigli e a molti forsi, che a chi piaceva ed a chi dispiaceva molte cose ;
" ma pure in effetto ognuno faceva malvolontieri pace e lega^„.
Lascio al giudizio del lettore constatare il valore delle osservazioni dello Ste-
fani di fronte alle ottimiste del Villani, limitandomi solo a notare I' importanza che
ha per la migliore comprensione di quel periodo storico la illustrazione di quel ma- 3(|
lumore dei Fiorentini alla pace voluta da re Roberto.
* *
Dalla Signoria del Re di NapoH a quella ben diversa del Duca d'Atene. Ri-
peto che la ricchezza di particolari che h nel racconto del Villani, contemporaneo
ai fatti narrati, supera ogni confronto con altro cronista ; ed il nostro si attiene in 3:
questa parte del racconto molto da vicino al Villani. Fin molte frasi si ripetono
chc chiaramente palesano il largo uso fatto dallo Stefani di quella cronaca, che con
* Rubr. 335*.
INTRODUZIONE XCIII
molta fortuna era allora penetrata nel patrimonio della cultura fiorentina. Talvolta
nel racconto stefaniano vi h qualche notizia interamente nuova, ma h di lieve mo-
mento ; talvolta vi h qualche rubrica come quella che ritrae le fattezze fisiche e il
carattere morale del Duca e dei suoi ufficiali, in cui il ritratto h riuscito con un
; certo umorismo e con una forma artistica che non h nel resto della cronaca. La
qual cosa forse si deve al fatto che in quei passi il cronista procedeva molto piti
agevolmente, poichfe non doveva durar fatica nella ricerca del materiale che ora
eragli fornito interamente dal Villani.
Due rubriche peraltro dello Stefani mi sembrano degne di nota nel confronto
I tra le due cronache ; l'una tratta della situazione dei partiti alla vigilia della elezione
del Duca d'Atene, e I'altra molto piii originale tratta della situazione dei partiti dopo
la cacciata del Duca. I due cronisti intendono benissimo la ragione, direi cosi, mi-
litare, con cui s' inizia la Signoria, per il bisogno cioh di continuare efficacemente
la guerra con Pisa; I'uno e l'aItro poi, a volerli intendere per bene, indicano una
'•> ragione economica del fatto in quelle condizioni, in cui si trovava il partito dei Po-
polani grassi dopo i disastrosi fallimenti allora avvenuti.
Lo Stefani si ferma a descrivere gli altri ceti della cittadinanza che prestarono
il loro favore alla elezione del Duca. Egli pone in evidenza quei Mezzani (i cit-
tadini delle Arti minori) e il Popolo minuto che mancavano di coscienza politica, ed
I erano ciechi strumenti dell'ambizione altrui. Si noti che queste osservazioni dello Ste-
fani sono derivate allo scrittore dalla pratica della vita, poichfe egli scriveva proprio
nel momento di maggiore preponderanza al Governo di quei Mezzani e di quel Po-
polo minuto, e nutriva per costoro un senso di avversione e di disprezzo. Egli cosi
scrive: " il popolazzo e ancora i Mezzani che non vivono con nessuno ordine per-
T " chfe sono troppi a ragunarsi o ad intendersi insieme s' imbeccano per li orecchi o
" con essere loro toccata la spalla .... s'accordano a chi loro parla e credenti sono „^
Ne lo scrittore risparmia i Grandi, e seguitando a dire della condizione dei partiti
d'allora, mostra la tendenza politica di costoro alla forma monarchica, ed oligarchica,
osservando che essi per loro natura " hanno sempre reverenza a uno, il piti savio del
3 " loro lihgnaggio o a pochi „ ^ ^
Lo Stefani inoltre si dimostra pih che semplice cronista, acuto osservatore dei
fatti in quella rubrica, dov' egli descrive la situazione politica della citta dopo
la cacciata del Duca. Comincia con i Grandi, riportando 1'osservazione, che al-
lora si faceva, della proporzione tra il loro numero (meno di 1000) e quello dei
5 Popolani (pih di 20 000), messo in rapporto alla parte uguale di onori goduti
nel Comune dai due gruppi. Solo nel Priorato i Grandi godevano il terzo, nel
resto degli uffici la meta. Questo fatto nota lo Stefani aveva le sue conseguenze
nelle deliberazioni del Comune, poichfe i Grandi " non lasciavano vincere i partiti che
» Rubr. SS3\ « Rubr. 553».
XCIV INTRODUZIONE
" si vincono per le due parti ; chi aveva affare agli uffici, se non portava presenti
" a casa li Grandi ufficiali e non si sottometteva loro non aveva cosa ch'egli addo-
" mandasse „^
Detto cosl della prevalenza di costoro lo Stefani passa a dire dei Grandi po-
polani; e si noti anzitutto questa distinzione tra i due ordini di Grandi. I Grandi 5
popolani erano per 1'autore la parte piti austera della cittadinanza, come quelli che
avendo abbracciato la democrazia avevano abbandonato tutte le prepotenze feudali ;
di costoro egli osserva il malcontento, perch^ essi erano ora sopraffatti dagli altri,
mentre prima erano " usi di minestrare a loro posta gli uffici „^
Dopo costoro sono passati in rassegna gli artefici, dei quali lo Stefani cosl scrive: 10
" Gli artefici che non mai si conobbono, parea loro avere fondato il mondo, perchfe erano
" stati favorevoli (alla cacciata del Duca), e pareva loro'dovere avere piu parte „^ Lo
Stefani mostra inoltre come essi fossero facile strumento dei Popolani grassi, i quali per
abbattere gli avversari si servivano di quei minuti artefici " stimando di dire : s' io ar6
" per compagnia uno artefice, egli mi sark suggetto o reverente e fara quello che vorro, 15
" e ancora non lo ar6 per metk, chfe se non fark quello che vorrb non saranno tanti
" che mi rompano in mano la faccenda „*. Speravano appunto i Popolani grassi di
avere nella nuova possibile ripartizione degli uffici la parte del leone, e contavano
poi grandemente sulla docilitk degli arteiici minuti.
In questa medesima rubrica, dopo la disamina dei partiti, lo Stefani fa un ritratto 2Ci
splendidamente riuscito del vescovo Acciaiuoli che ebbe larga parte in questi avve-
nimenti. " II Vescovo, scrive lo Stefani, fu buonissimo uomo, ma con poca fer-
" mezza, e chi prima lo pigliava con sua ragione lo si teneva dal suo lato; e questo
" si vide in ogni suo processo „^ Egli si trovava da principio in una posizione
falsa per ragioni sue particolari. Per salvare ad ogni costo i suoi consorti falliti, 2f'
maHziosamente osserva lo Stefani, il Vescovo aveva prima detto bene della Signoria
del Duca: " Nelle prediche il lodava prima piii che Dio „. Quando il Duca fu cac-
ciato, il Vescovo si accordo con i Grandi e fece dar loro nel Parlamento quasi la
metk degli uffici; ma quando gli umori della maggior parte della cittadinanza di-
vennero contrari ai Grandi, il Vescovo " come alle altre cose si piego, cos\ a que- 3(
" sta si lascio voltare, e fu della discordia capo lui „^ Infatti convenne con i piii
nel proposito di escludere i Grandi dal Priorato.
II giudizio dello Stefani h severo, ma non credo sia molto inesatto, solo si pu5
avvertire che tutta la colpa non era del Vescovo, e che egli non h un istigatore
di discordie, ma b strumento dei partiti piti forti di lui, che volevano servirsene .3
per abbattere gli avversari. Certo h che neiraspro dibattito d' interessi di vari par-
titi, un uomo debole, che alla sua volta ha qualche interesse da sostenere, e che e
» Rubr. s88\ ■• Rubr. -588"
* Id. id. 5 id. id.
^ Id. id. - « id. id.
INTRODUZIONE XCV
messo a capo di un movimento politico, finisce con il perdere la coscienza dei pro-
pri atti e la via retta da seguire. Tale mi sembra il vescovo Acciaiuoli dopo le
osservazioni dello Stefani.
*
« *
La parte ultima della cronaca, secondo la distribuzione gik fatta, e quella che
descrive i tempi, in cui visse lo Stefani, Non credo che sia il caso di mettere a
confronto la cronaca con le altre contemporanee, nh esaminare in modo particolare
il racconto. La cronaca dello Stefani supera quella dei contemporanei per larga copia
di fatti ; e i documenti originali che di quel tempo ci restano danno la prova migliore della
1: verith delle cose narrate. Credo invece sia migliore partito illustrare questa parte
della cronaca con la narrazione documentata della vita delI'autore e con la espo-
sizione delle sue idee politiche manifestate negli atti di sua vita e nei diversi passi
della cronaca. Qui mi accontento di alcune altre osservazioni per definire ancor
meglio il valore della cronaca.
1 II vdlore di una cronaca come quella dello Stefani, in cui entra una parte sog-
gettiva, deriva non solo dalla veritk dei fatti narrati, ma anche dai giudizi espressi
dal cronista. Ci6 che fin qui si h detto mi pare basti per dimostrare che lo Ste-
fani meriti appunto lode per I'uno e I'altro motivo; egli ha veramente visto docu-
menti, e raccolto dalla viva voce dei testimoni i fatti narrati, non accontentandosi di
2 attenersi a quella cronaca che con molta fortuna era penetrata nel patrimonio della
cultura fiorentina. E ben diverso dal Villani egli segue un criterio piti umano, piii
razionale, determinando le ragioni delle lotte tra i partiti fiorentini non in una sola
causa di ambizione personale o di castigo divino, ma in una miscela di interessi e
di passioni, che egli studia in rapporto alle diverse classi sociali del Comune, le
2. quali egli con fine analisi sa distinguere e definire.
In quanto ai giudizi sulle persone lo Stefani, che non lascia quasi mai occasione
dl esprimere, h molto sereno, ne risparmia le lodi meritate anche a neniici del suo
Comune. Castruccio Castracane e da lui chiamato " uomo sottile e savio „^. Di
Urbano VI dice che " era scienziato uomo e buono chierico, ma di mobile cervello
3 " e furioso e mutabile e superbissimo „^. Ritiene per6 the Urbano fosse il vero Papa
e non simoniaco^. Gli ultimi risultati della critica danno ragione allo Stefani poi-
che lo stesso Cardinale di Ginevra, poscia eletto antipapa, attesto che l'elezione di
Urbano VI era avvenuta regolarmente ed unafiimiter*: E anche, interessante il giu-
' Rubr. 373". va dimostrato la validit^ della elezione del Pontefice ; piu
Rubr. 782". recentemente il Pastor nella sua Geschichte der Paj^sie
Rubr. 783*' seit dem Ausgang des Mittelalters — Dritte und viert&
* NoEL Valois {L'e!ection d'Urbain VI, 'm Revue Ati/lagc; Freiiurg im Breisgau, igo/ ; ETsteTBa.nd,p, 7g2,
des questions hisioriques, 1890, XLVIII, pp. 3S3 sgg.) ave- potfe dlre l'ultima parola sull'argomento.
10
XCVI INTRODUZIONE
dizio che dh di un altro Papa, nemico dei Fiorentini: Gregorio XI. Era il tempo
dcUa Guerra degli Otto Santi; lo Stefani, come ogni buon fiorentino, geloso dei di-
ritti della propria citth era favorevole a quella guerra, e nella sua cronaca loda gli
■ Otto Santi, preposti a quella guerra, chiamandoli: " savissimi uomini „. Ci6 nono-
stante egli non b molto partigiano nel giudizio che dk di Gregorio XI : " Questo fu
" papa Ghirigorio XI, uomo il quale in sua vita nipote fu di papa Chimento ; fu gio-
" vane di quindici anni quando fu fatto Cardinale, e in effetto insino al di che fue fatto
" Papa si disse di essere stato vergine e di santa vita. Non la mostrb molto con-
" tro a' Fiorentini nelle opere, o vero che la ngiuria fosse si grande a lui e alla Chiesa
" fatta per li Fiorentini, che gli era, o vero gli pareva, licito a fare ogni cosa contro 1
" a' Fiorentini, perocchJ; li Fiorentini gli feciono perdere ci6 che teneva in Patrimo-
" nio ed in Campagna ed in Romagna ed in Toscana „^
Conie si vede raccogHe e riporta i benevoli giudizi sul conto del Pontefice, e
pur mostrando il contrasto tra la santitk della sua vita e l'opera sua contro i Fiorentini,
spiega, se non giustifica interamente quest'opera esaminandola dal lato degli inte- 1
ressi del Pontefice, che questi doveva difendere.
Non lascia per5 lo Stefani occasione piti avanti di accusare il Pontefice di avere,
se non toUerato, lasciato impunito il sacco di Faenza fatto dalle bande di ventura
inglesi. ife una delle poche volte in cui lo Stefani piii apertamente dh il suo giudi-
zio con aspre parole, pur riportando l'opinione pubblica : " Le monache cosl a sacco
" e al vizio della lussuria furono date come le mondane. Questo parve stranissimo,
" e di ci6 il Papa non cur6 e non mostr6 al detto messere averne mala voglia niuna
" di tanta maledetta e disonesta operazione „^.
Giudizi cosl severi egli non risparmia anche per atti commessi dai Fiorentini e
soprattutto a proposito di quella giustizia pessimamente esercitata o per spirito di -
parte o per la paura delPira popolare, non sempre effetto di legittima indignazione,
o per quei mezzi brutali adoperati con la tortura, con l'arsione e con la confisca dei
beni deiraccusato. Cito alcuni esempi: Per una condanna promulgata da Parte
guelfa nel 1377 nel momento di sua arrabbiata persecuzione degli avversari il cro-
nista esclama : " questo parve cosa stranissima ed abominevole e fuori d'ogni ragione 3
" ed equitk, e certo fu „^.
A proposito della fine di Manne Anselmi e Filippo di Biagio che il Popolo
voleva condannati a morte, benchfe "probabilmente innocenti, lo Stefani scrive : " il Ca-
" pitano veduta la volontk del Popolo forse per iscarico di sh, se non li sentiva col-
" pevoli, li coll6 tanto, che dissono quello perchfe eglino morirono, credendosi di 3
" campare gli altri ; e se (// Capitand) colpevoli li trov6 non gli era onore a lasciarli
" tanto /,
' Rubr. 754». 3 Rubr. 779*.
« Rubr. 758*. < Rubr. 834*.
INTRODUZIONE XCVII
Quando nei moti del 1343 furono arse e saccheggiate le case dei Bardi e dei
loro partigiani, lo Stefani, dopo di aver narrati i fatti, aggiunge: " fu gran male, l'una
" perchfe la terra se ne guast5 e peggior6 assai, l'altra per la cattiva usanza d'av-
" vezzare il Popolo a rubare e a ardere ; poi perche niuno buono uomo ruberebbe
" mai, sicch^ la roba viene in mano dei cattivi uomini. Furono arse circa venti-
" trc case e palagi grandissimi che pareva a vedere una cosa orribilissima „*. Nar-
rando degli avvenimenti di quest'anno (1343) lo Stefani fa ricordo della confisca
ad alcuni Grandi di certi beni, che erano stati dati dal Comune ai loro antenati in
ricompensa di servizi prestati al Comune. Lo Stefani fe contrario in massima ai
l! Grandi, tuttavia a proposito di quella confisca osserva giustamente che " dispiacque
" questo, perocchfe se avevano fallato per modo che meritassono pena, per altra via
" pareva essere da tenere e non torre quello che dato era per beneficio „^.
Quando narra d' imprese militari dei Fiorentini andate male, non cerca per amor
del suo Comune di attenuare la cosa, ma pi^ volte molto sinceramente e brusca-
1 mente pone termine alla descrizione delle disfatte scrivendo : " pure cosl and6 con
• danno e vergogna dei Fiorentini „^ Se qualche volta cerca di scusarli non altera
' la veritk dei fatti, ma indica una ragione abbastanza buona nell' indole dei Fiorentini,
i quali egli dice " non sono uomini di guerra, ma da mercatanzia ; ed a qiiel tempo
" meno erano (anno 1351), perocchfe erano stati gran tempo senza guerra, come ad-
2 " drieto potete comprendere „*.
Questa serenith di giudizi che ha lo Stefani, si vede anche megHo dal concetto
che egli mostra di avere deIl'ufficio suo di cronista. Quando egli non conosce bene
i fatti, avverte sempre il lettore, che egli non sa appieno la verith di essi: " Se fu
" vero rimanga nel suo luogo, scrive a proposito di certe operazioni del Podestk
i " del 1252, perocch^ le cose vogliono essere molte vere prima che si scrivano „ ^
Altrove a proposito del podestk Meliadus d'Ascoli " non tenuto netto „ nell' ufficio
suo, lo Stefani non avendo le prove per accogliere l'accusa scrive : " Iddio ed egli
seppe la verita „ ^
Questo suo ritegno nel formulare un'accusa si ritrova sovente con espressioni
3 siffatte : " La verita non so io, come in quel tempo si fosse ; io ne udi vari ragiona-
" menti „ '. Altrove scrive: " La veritk eglino (ciofe gli autori del fatto) il sanno me-
" glio di me : io gik non lo affermo „ ^. A proposito deiraccusa di complicitk della
regina Giovanna nell'assassinio del marito Andrea scrive : " Dissesi che la regina sua
" moglie acconsentl al delitto detto. Lo vero si rimanga nei suoi piedi, ed io di
3 " cio non mi distendo „ ^ Durante il tumulto dei Ciompi Luca Totto di Panzano
corse al Palazzo della Parte " si disse che egli guat6 con quello gonfalone correre
' Rubr. 592». « Rubr. 556*.
» Rubr. 617». " Rubr. 568».
' Rubr. 387». ' Rubr. 581*.
* Rubr, 649*; cf. anche rubr. 389*. ' Rubr. 623*.
' Rubr. loi*.
T. XXX, p. I — G.
XCVIII INTRODUZIONE
" e rubare e dire Viva il Popolo minuto e Guelfi e fare rubare in piti luoghi e a
" casa i suoi nemici Quaratesi. Questo non afFermo io, nfe dico, perocch^ solo il
« parlare d'altrui dico e non suo, nh di suoi amici „ ^
Di quel periodo del tumulto dei Ciompi mi pare assai importante il modo con
cui egli, pur essendo nemico dei Ciompi, riporta la voce ad arte messa fuori di lui
Signore che i Ciompi volessero creare; egU a differenza degli altri non afferma la
cosa, ma si accontenta di dire che " detto fu, quasi verisimile „ l
*
* *
Ai pregi della veritk aggiunse lo Stefani i pregi artistici ? Resterebbe qui a dire
qualche cosa sul valore letterario della cronaca. Un tal esame potrebbo farci var- i
care i limiti assegnati dall'indole del lavoro, giacchfe sarebbe necessario uno studio
comparativo tra lo Stefani e i prosatori del Trecento; sicchfe mi limito a notare i
caratteri principali della prosa dello Stefani. E comincio riportando il giudizio di
Gino Capponi che cosl lo espresse nella sua Storia di Firenze : " Lo Stefani non fu a
" dir vero, felice scrittore, ma sa mettere fuori di quelle parole che riescono tratti
" di luce alla istoria „ ^. La luce che illumina talvolta la prosa dello Stefani de-
riva dalle doti deiranimo suo; vedremo, quapto prima, dalla narrazione della vita,
lo Stefani buon cittadino, amante di luia democrazia temperata, dispregiatore della
folla incosciente e prepotente e del dispotismo delle sfette; l'abbiamo gik visto nel
racconto, amante del vero, serenamente giudicare senza spirito di parte o amore di 1
campanile; e questa sincerith, questa temperanza sono le naturali sorgenti di quella
luce che illumin6 lo scrittore, poiche la sinceritk da per sfe stessa e eloquenza che
dk vita alla parola. Credo pertanto che da qui derivi quella vigoria, quella efficacia
che talvolta lo scrittore raggiunge, il quale innanzi ad ingiustizie o a prepotenze ha
talvolta invettive aspre o sarcastiche frasi. '
II pregio di una certa vivacitk nella descrizione pu6 anche talvolta assegnarsi
allo Stefani; e a prova di ci5 bene a proposito, il Foffano nel suo studio suUo
Stefani riferisce la descrizione della nomina a Signore del Duca d'Atene e quella
della famosa peste del 1348*. Ho gik indagato della vigoria della prosa dello Ste-
fani la ragione nel carattere dello scrittore, cosl di questa certa vivacitk di stile ^
credo di dovere ricercare la causa nelI'indole del carattere fiorentino; ond'egli
scrivendo con naturalezza e spontaneitk, riproduce inalterati i naturali pregi del suo
carattere di Fiorentino. La descrizione della peste (che non ha che vedere con
quella del Villani) e 1'altra della elezione del Duca non sono belle, secondo me, per
veri pregi artistici, per 1'ordine con cui la descrizione h condotta, e per la propor- 3
1 Rubr. 8oi*. renze; Firenze, Barbera, 1875, vol. I, p. 532.
* Rubr. 804*. < Op. cii., pp. 20-21.
' GlKO CAPPOtn, Storia della Repuhblica di Fi-
INTRODUZIONE XCIX
zione delle parti, ma per quella frase spiritosa, sarcastica, per quell' imagine, talvolta
grottesca, che in ogni modo riesce a ravvivare la descrizione ; non altrimenti vivo e
spiritoso b il racconto di un intelligente popolano fiorentino. Cosl ad esempio quando
descrive ii modo con cui fu eletto a vita e non per un anno a Signore il Duca
per opera soprattutto del Popolo minuto, egli scrive : " ma pure gli scardassieri che
" furono quelli che molto il favorirono alla piazza gridando, fatta la festa, tornarono
" a scardassare e a guadagnarsi il pane. „^ Quando accenna alla sepoltura dei po-
veri appestati grottescamente descrive : " La mattina se ne trovavano assai in quella
" fossa; toglievasi della terra e gittavasi giuso loro addosso, e poi venivano gli altri
} " sopr' essi, e poi dalla terra addosso a suolo a suolo, con poca terra, come si mine-
" strassero le lasagne a fornire di cacio „^
L'imagine ^ assai grottesca, e ci palesa I'indoIe dello scrittore, e ci dk modo
di trovare facilmente i difetti. A lui mancava quella preparazione artistica, per la
quale conservando le naturali doti di popolano scrittore evitasse i difetti. Cosl egli
1 abbonda di idiotismi, di anacoluti, di frasi talvolta poco decenti, di periodi sintatti-
camente mal composti ; nh credo valga sempre a scusarlo la ragione, che pur con
i buon fondamento si puo addurre, che cioh la morte gl' impedisse di tornare sul la-
voro compiuto; egli aveva quei difetti soprattutto per la mancata preparazione let-
teraria. Ai tempi dello Stefani questa pu6 dirsi era necessariamente congiunta con
2 la conoscenza del latino che dava modo di dedurre da quel certo numero di scrit-
tori classici e di libri sacri quella cultura che era una buona preparazione artistica.
Orbene nella sua cronaca cita le Sacre Scritture e i libri dei poeti latini sempre di
seconda mano ; egli adopera una lingua scevra di latinismi e ricca di fiorentinismi ;
egli adunque molto probabilmente non conosceva il latino, indice sicuro, ripeto, della
2 mancanza di quella cultura che valeva appunto a dare una preparazione artistica.
Si aggiunga a questo che il tempo, in cui lo Stefani scriveva la sua cronaca,
corrisponde a quello, in cui egli dispieg6 la sua maggiore attivit^ nel campo della
poUtica. Non fe adunque un lavoro condotto, come quello di altri cronisti o sto-
rici, nella quiete della vita dopo un ritiro, piii o meno volontario, dai pubblici af-
c fari, h invece un lavoro condotto tra un'ambasceria a Bologna ed una cbnsulta nel
Comune, tra la feconda e sollecita attivitk delPuomo poHtico che quasi sempre porta
negli scritti quella fretta che egli ha nei fatti della vita quotidiana. Lo Stefani perci5
risentiva di tutti quei difetti che la fretta genera in ogni lavoro.
1 Rubr. 556». » Rubr. 634».
INTRODUZIONE
CAPITOLO III.
NOTIZIE SULLA VITA DEL CRONISTA
SoMMAluo ; La famiglia dtl cromsta : Coffo Siefani e Gtmma di Danle di Rinaldo; loro figliolanza — Marckionnc;
annt di sua nasdta, nome, abitazione — Sua condizione economica ; beni immobili ; osservazioni siiUc idee poH-
ticke del cronista in rapforto alla jiolitica finanziaria del Comune e alla farticolare condizione economica dello
Stefani — Notizie della vita domestica del cronista; congettura sul suo anno di morte — La vita folitica
dello Stefani : h dei Dieci di Liberti nel 13^2; i dei Qiiattro ragionieri del Comune nel 1373; va ambascia-
tore a Bologna nel 1376; e Cafitano nell' imfresa di Portico nel '377; compare fiit volte nelle Consulte del
Comune dai 1378 al 1382; i ufficiaU J>er l' Estimo del 1378; va ambaaciatore a Bernabb Visconti nel T379; >
Ca^tano a Volterra nello stesso anno ; ottiene il Priorato nelPultimo bimestre del 1379; va ambasciatore fresf
la Compagnia di San Giorgio nel febbraio del 1380, e nelPagosto dello stesso anno va anche come ambasciatore
al Comune di Bologna ; parte nel luglio 1381 per la Germania pcr rendere omaggio in nome dei Fioreniim
alV imperatore Venceslao — Cambiamento del Governo fiorentino del 138^; ultimi ufficl dello Stefani — Le idee
politicke espresse nella cronaca rispetto alP Impero, rispetio alla Ckitsa e rispetto al governo del Comune.
Ho raccolto dello Stefani nuovi documenti che illustrano molti fatti della sua vita. J
La qual cosa pu6 farci meglio conoscere non solo un cittadino di Firenze, vissuto
in uno dei periodi piti agitati della vita del Comune, ma nel nostro caso concorre
anche alla migliore conoscenza della cronaca, per misurare assai megHo il valore di
alcuni giudizi espressi dalI'autore, e per determinare di quali fatti egli fosse testimone.
Padre Ildefonso in una lunga prefazione della edizione della cronaca, cerc6 di
segnare la genealogia della famiglia del cronista^; credo peraltro che l'omonomia
abbia fatto prendere molti abbagli al genealogista, il quale ha cercato di stabilire la
relazione tra i diversi Bonaiuti di Firenze, di Mugello, di Fiesole e di Pogna di
Valdelsa ; e quindi ha fissato la relazione tra i Buonaiuti e gli Stefani. A noi poco 5
interessa sl lungo studio, ci accontenteremo di ammettere che I'avo del cronista prese
il cognome Stefani dal nome del padre, e veniamo 3enz'altro a Coppo, da cui nacque
Marchionne.
Coppo, dice padre Ildefonso, nacque verso il 1279, poichb compare la prima
volta negli ufKci del Comune nel 1 309 ; due anni dopo h tratto dei Priori da mezzo 0
aprile a mezzo giugno del 1311, e questo ufficio ebbe, a diversi intervalli, fino al
1336 ^ II suo nome ricorre in altri onorevoli uffici; e 1'ultima volta, dice padre II-
defonso, compare nello squittinio di Parte guelfa del 1344 ^ La data della morte
fe sconosciuta; padre Ildefonso, cercando di stabilirla approssimativamente, h tratto in
' Op. cit., VOl. I, pp. I-LXXXI. » Op. cit., p. LXIV.
* Op. cif.,yol. I, p, Lxii.
INTRODUZIONE CI
errore nelle sue congetture per la falsa attribuzione fatta a Coppo della Istituzione
dopo la cacciata del duca d' Atene, opera, che, ho gik dimostrato, non gli appartiene.
Con nuovi documenti ho potuto mettere insieme le seguenti notizie intorno a
Coppo, Nel 17 febbraio del 1306, Beatrice di Obizo d' Este, moglie di Galeazzo
,| Visconti, nominava suoi procuratori Brandaglia Acciaiuoli, Giovanni Bonaccursi e
Coppo Stefani, perchfe riscotessero in suo nome gli interessi che le spettavano da ca-
pitali impiegati presso la Societk dei Pazzi e dei Peruzzi ^.
Sebbene nel documento non fe espressa l'arte professata da Coppo, tuttavia i nomi
di quelli che sono procuratori con lui e 1' indole della procura affidatagli mi fanno
1| supporre che egli fosse un banchiere.
Delle sue condizioni economiche, abbastanza agiate, fanno fede diversi acquisti
! da lui fatti e Tatto dotale del suo matrimonio. L' 11 settembre 1318 egli acqui-
stava tre case poste nel popolo di Santo Spirito per la somma di cinquecento lire di
fiorini. A lui le vendeva Pietro da Calesandria preposto della chiesa d'Ognissanti ^
l' I beni di Coppo non si limitavano a questi soltanto, perchfe di vigne e di poderi b
I fatta menzione quand'egli " nomine morgincapt „ (specie di dono nuziale d'origine
i germanica) assegna alla sposa nel momento di contrarre il matrimonio cinquecento
lire di fiorini piccoli. La sposa era Gemma di Dante di Rinaldo del popolo di Santa
I Maria, alla quale lo zio paterno assegnava la dote di quattrocento ottanta fiorini d'oro
! la vigilia delle nozze avvenute il 27 maggio 1320^
Dal 1325 al 1345 Coppo compare tra i Capitani della Compagnia delPOrsan-
I michele ; 1'ultima volta ricorre tra quelli che ebbero tale ufficio dal dicembre al-
raprile del 1345*; forse la data di sua morte non si allontana molto da quelPanno,
in ogni modo egli ed anche la sua moglie erano sicuramente morti nel 1351, come
!' appare da un documento, che tratta della successione all'eredita patema dei suoi
figli, documento del quale fra poco parleremo.
I figli di Coppo furono, secondo padre Ildefonso, cinque; di essi il maggiore
sarebbe stato il n6stro Marchionne; questi avrebbe avuto due fratelli, Bonifazio e
; Giovanni, e due sorelle, Giovanna ed Elisabetta. A provare I'esistenza di Bonifazio
i' il suddetto erudito carmelitano, riporta un passo dei Libri della Gabella, nei quali
• Archivio di Stato di Firenze - Diplomatico - " consentiens per verba de so et anuli donationem et
Mercanzia, 17 febbraio 1306. Atto rogato da Bonagiun- " receptionem. Insuper dictus Tecchinus adprehendes
ta di Guglielrao in Ferrara. Ringrazio il dotto e gen- " dictam dominam Gemmam neptem suam, volentem et 15
tile canonico Ristori per le preziose indicazioni datemi. " consenticntem, per manum dexteram misit et tradidit
' Archivio di Stato di Firenze - Diplomatico - " eam in manibus et sub mundio et potestate dicti Coppi
Certosa, 11 settembre 1318. " viri sui cum omni suoiure et mundio et usufreanus,
' Archivio di Stato cit. - Diplomatico - Certosa, " grippe et omni lege et requisitione sua „.
27 maggio 1320. — Ne riporto un passo che si riferi- ■• Archivio di Stato cit. - Archivio Orsanmichele - 20
sce alla ceriraonia delle nozze, e che contiene qualche Codice contenente U catalogo dei Capitani della Com-
formula non molto comune: " . . . . Coppo et Gemma pagnia. II nome di Coppo ricorre ncirottobre del 1325,
cum consensu Tecchini sui patrui inter se ad invicem noirottobre del 1332, neiraprile del 133S e dal dicembre
" matrimonium contraxerunt, alter eorum in alterum airaprile del 1345.
Cn INTRODUZIONE
compare airanno 1399 una " Niccolosa di Bonifazio di Coppo Stefani, gik mo-
* glie di ser Lando Fortini „ ^
Una prova migliore si ricava dal testamento di Marchionne edito dal Sanesi'',
in cui i; menzione di due sue pronipoti, figlie di una figlia del suo fratelio Bonifazio,
che nel 1381 (data del testamento) era morto.
DcU' esistenza di Giovanni, della quale ho molti dubbi per ammetterla, padre
Ildefonso adduce solo una testimonianza di un tale della famiglia Bonaiuti-Stefani * .
Padre Ildefonso non ricorda un altro figlio di Coppo: Jacopo che ho trovato
ricordato in un documento del 1371, nel quale fe riportato un atto di donazione del
maggio del 1344 fatta da Coppo Stefani a favore del monastero di San Lorenzo nel
caso che i suoi figli Jacopo e Baldassare, detto Marchionne, morissero senza prole * .
Jacopo nel 1371 dovbva essere gik morto, poiche Baldassare rinnova la donazione,
e non fa ricordo del fratello. In ogni modo la donazione di Coppo h siffatta, che
h da ritenere che suoi figli maschi fossero soltanto Jacopo e Baldassare.
Delle sorelle di Marchionne la prima sarebbe, secondo padre Ildefonso, una suora
Lisabetta, monaca delPOrdine degli Umiliati del Monastero suburbano di Santa
Marta. Anche di lei manca una prova diretta: la testimonianza di padre Ildefonso
deriva, attraverso le citazioni del Lami e del Manni, da un ricordo del senatore Carlo
Strozzi. Ci manca la precisa indicazione dello Strozzi, nh sappiamo se la prima
notizia sia stata in seguito alterata. Padre Ildefonso l'attinge dal Lami, che nelle
sue Lezioni di Antichith toscane ricorda tra le prime monache del monastero di Santa
Marta, fondato nel 1343, suora Lisabetta di Cap-po Stefayii^ .
Di Giovanna, sorelia di Marchionne, ho prove molto piii sicure di quelle fomite
da padre Ildefonso. • Essa nel 19 dicembre del 1351 compare sposa di Uberto degli
Albizi, e nomina qual suo procuratore il marito per regolare I'ereditci toccata loro
per la morte dei genitori Coppo e Gemma ^. A questo atto di procura segue nella
stessa pergamena in data del 23 dicembre dello stesso anno un atto di compari-
zione, innanzi al giudice del Podesth, di Marchionne, il quale chiede, per le condi-
zioni di etJi in cui si trova (di anni 14), il permesso di potere nominare a procu-
ratore il parente Dino del fu Dante del popolo di Santa Maria. I procuratori delle
parti eleggono per arbitro ser Niccolb di ser Pietro di Guccio, del quale, sempre
nella stessa pergamena, h riportato il suo giudizio in data del 24 dicembre 1351.
E notevole che in questo giudizio si fa cenno della morte del padre avvenuta un
anno prima (1350) e della morte della madre Gemma. In quanto poi alla Giovanna
essa compare in altro documento dell'8 luglio 1364'.
' Of. cit., vol. I, p. Lxvi. ^ Oj>. cit., vol. I, p. LXVll ; Lami, o/. cit., p. xxxvil.
' Sanesi I., // testamento di Marchionne di Copfo * Archivio di Stato di Firenze - Diplomatico -
Stefani in Arck. Stor. it., serle V, tomo IX, pp. 318 sgg. Certosa, 19 dlcembre 1351.
' Op. cit., vol. I, pp. Lxvu-Lxviu. ' La Giovanna in tale documento nomina procura-
S * Archivio di Stato di Firenze - Diplomatico - tore il marito per dare in affitto a Picro Guazza " partem
Certosa, 13 maggio 1371. " unius domus alte, ex parte anteriore versus flumen Arni.
INTRODUZIONE CIII
Di altre due tiglie di Coppo, Sandra e Margherita trovo ricordo nel testamento
di Marchionne, il quale lasciava alla prima Pusufrutto di una casa, ed istituiva eredi
universali i nipoti Forese e Giovanni figli della Margherita * .
Resta pertanto stabilito in modo sicuro che Coppo ebbe da Gemma degli Adi-
5 mari questi figli: Jacopo, Bonifazio, Baldassare detto Marchionne, Giovanna Sandra,
Margherita, EHsabetta. Di Giovanni, ripeto, ho tutti i dubbi per la poca validitk
delle prove addotte. Ed ora fermiamoci a Marchionne.
Padre Ildefonso afterma che egli fosse il maggiore dei figli di Coppo^; io non
j) credo che ci6 si possa ammettere, poichfe nel 1351 egli aveva quattordici anni ed
in quel tempo la sorella Giovanna era gik sposa, la Elisabetta da sette anni (1343)
era monaca; ed il padre alPanno di nascita di Marchionne (1336) av6va gik da
' sedici anni preso moglie (1320).
Comecchessia interessa soprattutto fermare 1'anno di nascita di Marchionne (finora
3 sconosciuto), che ho gih ricordato a proposito delFatto di comparizione di Mar-
chionne innanzi al giudice del Podesta per la nomina di un procuratore. Egli si
j presenta al giudice in questa guisa : " Baldasar vocatus Melchion, adultus, minor quin-
" decim annorum, filius quondam Coppi Stefani populi SS. Apostolorum de Florentia „ ^.
Nello stesso documento ricorre altra volta 1' indicazione dell'etk, e Baldassare dice
p al giudice " quod ipse est adultus, minor quindecim annorum, et maior XIIII annorum „.
II documento, ripeto, h del 23 dicembre 1351, dunque egli nacque nei primi mesi
del 1336. Cadono cosi tutte le congetture di padre Ildefonso che pongono l'anno
di nascita del cronista tra il 1310 e il 1320, e quelle del Foffano che lo limitano
tra il 1320 e il 1330. II primo dei due poggiava la sua congettura suirambasceria
•5 fatta da Coppo nel 1381 *, e l'altro, suiranno in cui Marchionne ebbe il primo uffi-
cio nel Comune. " Infatti, il Foftano soggiunge : se lo Stefani fosse nato piti tardi
" non lo troveremmo nel '66 partecipare gik ai pubblici uffici „ ^ Non fe stato inutile
ricordare l'errore del Foffano, poiche Targomento, addotto da padre Ildefonso e
che ho riportato, per stabilire l'anno di nascita di Coppo Stefani, argomento cavato
0 anch' esso dalle prescrizioni di etk per avere alcuni uffici nel Comune, non h molto
valevole, nh solo da per sfe h sicuro, poichb questa norma fissata dagli Statuti non
era in pratica rigorosamente osservata.
In quanto alle varie maniere con cui h espresso il suo nome: Baldassare,
Melchionne, Melchiorre, Marchionne, si pu5 con molta probabilitk credere che
" cum unica apotheca sive cella in solo dicte domus vcr- era moglie di Piero di Forese di Firenze.
" sus pontem veterem cum unica saletta que est in ^ O/. cit., vol. I, p. lxv.
" palco et solario dictc domus eic. „. (Arcluvio di Stato ' Archivio di Stato di Firenze - Diplomatico - Cer-
, di Firenze - ProtocoUi di ser Lando di Fortino - tosa, 19 dicembre 1351. 10
\S L. 35, 1363/1366 in data dell' 8 luglio 1364). * O/. cit., vol. I, p. lxvi.
I ' Sanesi, op. cit., pp. 323 e 325. La Margherita * Foffano, op. cit., pp. 11-13.
"V
CIV INTRODUZIONE
Baldassare fu il nome di battesimo, Melchionne il nome, con cui fu usualmente chia-
mato fin da bambino; Marchionne fu la forma che forse preferJ da grande, poi-
chfe si ritrova in quasi tutti i documenti posteriori a quello del 1351. Melchiorre
fu un' alterazione del nome Melchionne non dovuta n^ a lui nb forse ai suoi con-
temporanei.
Egli abitava nel quartiere d'01trarno nel popolo di Santo Spirito sotto il gonfa-
lone della Sferza, come appare specificato in molti degli uffici del Comune che egli
tenne. La sua casa assai probabilmente era quella patema, che Coppo aveva com-
prata nel 1318% e che aveva donato nel 1344 al Monastero di San Lorenzo, qua-
lora i figli Jacopo e Baldassare fossero morti senza prole^. La donazione fu rin-
novata da Baldassare il 12 maggio 1371 con la rinunzia da parte della moglie Co-
stanza degli Adimari delle ragioni che su quelle case aveva per ipoteca della sua
dote matrimoniale ^ . Quelle case sono cosl descritte nel documento citato : " posite
" in populo Sanctorum Apostolorum loco dicto Via di Lungarno, quibus omnibus:
" a primo Via di Lungamo, a secundo chiassus, a tertio curia Gentilis Oddi de Alto-
" vitis, a quarto chiassus „ * .
*
* *
SMgnora quale arte esercitasse; che anzi io credo che egli non ne esercitassc
alcuna, poichfe accanto al suo nome, quando h notato tra gli ufficiali del Comune
non si trova alcuna specificazione di arte o di mestiere. Tale specificazione non e
quasi mai trascurata nelle liste suddette, poichfe era necessaria per la distribuzione
degli uffici. Probabilmente egli era degli scioperati.
Lo stabilire la condizione economica di Marchionne ci fa meglio conoscere il
valore di alcuni giudizi che egli riporta nella sua cronaca. Credo pertanto che egli
fosse non ricco, ma agiato proprietario, possidente di case in citth e di qualche po-
dere in contado, come si rileva dagli atti di acquisto e di vendita da lui fatti du-
rante la sua vita, e dal testamento in cui sono ricordati i beni che egli aveva nel 1381.
Marchionne non doveva avere altre rendite, nh capitali da potere come i Fiorentini
del suo tempo impiegare nei Monti del Comune. Erano, secondo la testimonianza
dello stesso Marchionne, circa 5000 persone, su una popolazione di 60 000, secondo
il medesimo cronista ^, che avevano impiegato denari al Monte, " perocchfe molti
" avevano venduto i loro poderi, e chi case, e chi disfatte botteghe per lo interesso
' Archivio di Stato di Firenze - Dlplomatico - posto di quelle case; sicuramente nel tratto di Lun-
Certosa, ii settembre 1318. garno Acciaiuoli a mezza strada tra il Ponte vecchio c
* Archivio cit. - Diplomatico - Certosa, 12 mag- il Ponte di Santa Trinita; e molto probabilmente tra i
gio 1371. E riportato nel contesto la donazione del numcri S e 20 deirodierna numerazione, anche per que-
S maggio 1344. sta ricerca rendo grazie agli aiuti fomitimi dal rev.
^ Archivio di Stato di Firenze - Certosa, 12 mag- can. Restori.
S'° 1371. 5 Ncl marzo dcl 1374 lo Stefani (rubr. 745*) cal-
■• Le indicazioni date possono farci identificare il cola a 60000, o /iii, gli abitanti di Firenze.
INTRODUZIONE CV
" di XV o di X per cento, e chi gli aveva comperati dalH pagatori e pagato per loro
" che gli venieno xxv per cento e chi pih e chi meno „ '. Questa corrente al ca-
pitalismo ebbe i suoi efFetti suUa vita politica ', non e qui il caso di fermarmi su tale
argomento; noto soltanto che quando il governo democratico delle Arti minori ri-
dusse al cinque per cento 1' interesse dei capitali impiegati nei Monti, le proteste e
le ire prodotte per questa legge furono grandissime. II nostro cronista dk notizia
della legge, osserva che nuUa di piii importante nel corso di cento anni si era votato
nei Consigli del Comune, ma non si scalmana per nulla, e senz'altro continua il suo
i racconto. Egli in quel tempo faceva parte del Governo, e proprio quando fu pro-
1' mulgata quella legge ebbe 1' incarico d' importanti ambascerie ; dunque fe lecito cre-
dere che doveva, se non altro in massima, accettare i principt di politica finanziaria
; adottati da quel Governo democratico, ed h anche lecito supporre che egli, non bia-
! , simando la legge, non fosse un capitalista, che speculasse sui Monti. Si confronti la
serenitk del suo racconto con la rabbia di uno scrittore di Ricordanze domestiche,
1: che riferendo il nome del gonfaloniere di Giustizia, sotto il quale la legge fu votata,
;fesclama: non di gitistizia tna piuttosto d' ingiustizia. La ragione deIl'epiteto si com-
prende subito dalI'avvertimento apposto a un credito di 1200 fiorini sul Monte del-
I' un tre, nel quale avvertimento h detto che i 1 200 fiorini " per certa riformazione
" sono ridotti a quattrocento „ ^
Continuando la ricerca delle idee politiche dello Stefani in relazione alle sue
^^condizioni economiche, assai significative mi sembrano le seguenti notizie da lui for-
' nite a proposito di alcune gabelle, imposte dal Governo democratico del 1379, " alla
" mercatanzia, ed ai buoi del contado e alPolio contado e molte altre utili e gabelle
" ragionevoli e fruttifere assai „; ma..,. poi, osserva il cronista, " perchfe pochi beni
J " pare st'eno fermi, o si consentano oggi in Firenze, o per gli nostri peccati, o per
" piancta che corra, quelli medesimi che le puosono le levarono incontanente, e non
" rimase se non quella dei buoi e quella deII'oIio del contado „'. La natura di que-
ste gabelle era tutta contraria agli interessi dci mercatanti delle Arti maggiori e
dei grossi proprietari di terreni, era, direi quasi, una rappresaglia del Governo delle
}| Arti minori che di quelle tasse non risentivano il peso, che molto tenuamente ed in-
dircttamente.
Le rimostranze subito sollevate riuscirono a modificare la Icgge a favore dei
raercatanti, la reazione seguita con la caduta delle Arti minori nel 1382 riuscl a to-
gliere la gabella sui buoi. L'argomento merita studio piti largo che spero altrove
5 di tentare ; qui h stato solo conveniente un cenno per dimostrare che il benevolo
giudizio dato dallo Stefani alla legge fa^upporre che egli non era ne ricco possidente,
' Rubr. 883*. seguitato fino all'anno 1429 da Valorino figlio di Lapo, 5
I ' Archivio di Stato di Firenzc - Miscellanea - Mss. da Barna figlio di Valorino e da ValorinofigliodiBarna,.
j rarii, N. 46, c. 23 : ." Hbro di Ricordanze familiari scritto ^ Rubr. S5S*.
\ da Lapo di Valore Curianni, corainciato l'anno 1325 e
CVI INTRODUZIONE
nfe grosso mercatante, era piuttosto un piccolo proprietario, non ricco, ma abba-
stanza agiato. Dei suoi beni immobili, oltre la casa gik descritta, trovo ricordo di
un podere da lui acquistato per 200 fiorini posto nel popolo di Santo Stefano e a lui
venduto nel 30 aprile del 1367 dal notaio ser Lando del fu Forte '. Ho anche csa-
minato a tal fine il testamento, ma in esso non fe la descrizione dei beni ; i quali son(
esprcssi in termini generali, ad eccezione della casa patema, poich^ doveva esserc
divisa tra alcuni dei suoi eredi. Le somme da pagare per legati ascendono a fiorini
1 50 d'oro, a 2 1 lire di fiorini piccoli ed 8 soldi : un'altra somma desiderava che ve-
nisse pagata al Comune di Volterra di lire 200 di fiorini piccoli. Fa ricordo di
debiti che ha nei suoi libri di cassa, ma non ci fa conoscere a qual cifra essi asccn-
dessero^ Queste sono le notizie che possono cavarsi dal testamento, n^ sono tali
da infirmare ci6 che ho detto sulle condizioni economiche di Marchionne.
* *
Passo ora a dare qualche notizia della vita familiare del cronista. Padre Ildc-
fonso aveva affermato, senza citare la provenienza della notizia, che egli avesse pc:
moglie Costanza figlia di Guido Adimari. II Sanesi l'aveva messo in dubbio, e per
la indeterminatezza della citazione di padre Ildefonso, e per l'esame del testamcnto
di Marchionne, nel quale non si fa cenno, nh di figli, nh di moglie. II testamento
h del 1381 e la Costanza degli Adimari, secondo padre Ildefonso, nel 1385 passava
a seconde nozze con Giovanni di Cambio dei Medici. »
Certamente h notevole il silenzio che h nel testamento a tale proposito, poich^
Marchionne h molto generoso per tutti i parenti fin per i pronipoti.
Tuttavia il documento da me riferito del 12 maggio 1371 toglie ogni dubbio,
poichfe in esso compare " domina Ghostantia filia Guidi de Adimaribus uxor dicti
" Baldassaris vocati Marchionne„ ^. II silenzio adunque del testamento non si pui
spiegare che con la mancanza di prole e con la morte della Costanza prima del 13^1.
La partecipazione di costei all'atto di donazlone del 12 maggio 1371, fatta dal ma-
rito, e la volontaria rinunzia ai diritti che essa aveva sui beni donati dal marito, ci
allontanano dall' idea che Marchionne non avesse voluto di proposito lasciare nuUa
alla moglie per possibili disaccordi avvenuti tra i coniugi. Ma comecchessia, con u
maggiore sicurezza possiamo dall'esame del testamento afFermare che Marchionne, o
non avesse figli, o che essi fossero premorti al padre, e che con lui fosse troncato
questo ramo degli Stefani.
Pongo fine a queste notizie della vita domestica di Marchionne con la ricerca,
poco felice, dell'anno di sua morte. Padre Ildefonso ne fissa la data riportando la 5
' Archlvio di Stato di Firenze - Diplomatico - * Sanesi I., o/. «V,, pp. 321-326.
Certosa, 30 aprile 1367; nell'atto, rogato dal notaio Al- ^ A.rcluvio di Stato di Firenze - Diplomatico
bizo di Filippo, interviene il cognato di Marcliionne Certosa, 12 maggio 1371.
Vanne del fu Uberto degli Albizi.
pi
INTRODUZIONE CVII
notizia delle seconde nozze di Costanza degli Adimari del 1385. La morte del cro-
nista sarebbe avvenuta in quell'anno stesso, poichfe la sua cronaca finisce con il rac-
conto dei primi mesi del medesimo anno. Essendo tale congettura poggiata sulla
notizia della moglie di Marchionne, e non essendo la notizia accolta per vera dal
SSanesi, questi, e dopo lui il FofFano, non ammise la data fissata da padre Ildefonso.
II Sanesi invece cerco in modo indiretto di stabilire, con l'aiuto del testamento e di
alcune postille, un termine ante qiiem sarebbe avvenuta la morte del cronista. II te-
stamento pubblicato dal Sanesi ci resta in una trascrizione fatta dagli ufBciali della
Compagnia dell' Orsanmichele, la quale aveva ereditato parte dei beni di Marchionne*.
CUna chiosa marginale apposta al testo del documento e della stessa mano del tra-
scrittore del testamento dice : " Nota quod tota executio dicti testamenti est devoluta
'"ad sotietatem „. Segue a questa un' altra nota marginale, che il Sanesi crede sia
,della stessa mano ma un poco pifi recente (cosa non molto sicura); in questa seconda
nota si legge : " MCCCC quinto indictione XIIU, die XXVII novembris domini Ca-
f5 " pitanei dicte Sotietatis, viso presenti testamento, et viso testamento Baldo Locterii,
■ ut patet in Registro Quartieri Sante Crucis, c. 127....; et viso quod dicta Sotietas
- ex dicta hereditate dicti Melchionnis, que hereditas pertinet dicto Johanni Pieri Fo-
" resis habuit usque in summam florenorum quinquaginta auri occaxione cuiusdam
poderis venditi per capitaneos dicte Sotietatis; et visis et consideratis que videnda
|t " et consideranda fuerunt ; deliberaverunt et providerunt et stantiaverunt dictos florenos
juinquaginta auri dicto Johanni ; et quod Simon Vannis camerarius dicte Sotietatis
teneatur et debeat dare et solvere de quacumque pecunia dicte sotietatis dictos
" florenos quinquaginta dicto Johanni Hbere et impune dummodo dictus Johannes fa-
" ciat finem etc. dicte sotietati etc. „. Si noti, avverte il Sanesi, che Marchionne nel
l°suo testamento disponeva che gli esecutori testamentari da lui designati dovessero
eseguire " omnia et singula.... infra annum a die obitus sui, si decesserit in civi-
" tate Florentie ; et si extra civitatem Florentie infra annum a die notificationis
" dicti obitus facte dictis executoribus vel maiori parti ipsorum „. Si noti inoltre
che egli aveva stabilito che nel caso di negligenza dei primi esecutori testamentari,
i( dovessero .succedere nell' incarico di esecutori il priore di San Lorenzo della Certosa
ed il priore di Santa Maria degli Angeli, e che finalmente nel caso di trascuranza
anche da parte di costoro I'esecuzione del testamento dovesse essere aflBdata alla Com-
pagnia delP Orsanmichele. Premesse queste notizie il Sanesi conclude : " La societh
j " d' Orsanmichele non aveva il diritto di eseguire il testamento di Marchionne, se
IS " non due anni dopo la morte di lui, e poichfc realmente ne fu essa I'esecutrice, e la
" seconda chiosa marginale ci presenta la data del 1405, Ji necessario concludere
' che lo Stefani mori certamente prima del 1403 „. Converra poi, secondo me, ri-
Isalire ancora piii addietro perchfe, se non m'inganno, dalla chiosa stessa apparisce
' Archivio di Stato di Firenze - Capitani d'Or- sanmichele - Cod. N. 462, cc. 162 sgg.
CVm INTRODUZIONE
che, nel 1405, l'esecuzione del testamento di Marchionne era gik stata fatta qualche ,
tempo innanzi ; forse da alcuni anni : " viso guod dicta sotietas ex dicta hereditata dicti '
" Melchiorris habuit usqm in sumniam Jlorefiorum quinquaginta auri occasione cuiu-
" sdam poderis venditi per capitaneos dicte sotietatis „ . Ma 1' epoca precisa, con-
clude il Sanesi, non h possibile determinarla ^
Si risale adunque al 1403 con la probabilitk di essere ancora lontani con quel-
l'anno' alla data di morte. Per questa ricerca ho esaminato gli squittini e le note
degli ufficiali del Comune dal 1385 al 1400, e il nome di Marchionne piii non ri-
corre. Comprendo che ci6 non costituisce una prova, poiche la natura del reggi-
mento politico di quel tempo non si confaceva con I' indole democratica del cro-
nista, il quale potfe allora esser messo da parte. Lontano dalla vita politica egli
avrebbe potuto allora scrivere la cronaca, e vivere tranquillo e dimenticato fino al
1403, morendo a 67 anni. Contro tale ipotesi stanno i seguenti fatti. Da alcuni
cenni che sono nella cronaca ho potuto stabilire che I'opera era gia alla rubrica
136* durante il predominio delle sedici Arti minori (1378-1382), che essa era a buon
punto (rubrica 851', le rubriche tutte sono 997) non prima del 1380 e non piu
tardi del 1385; e che finalmente essa termina con I'anno 1385. Orbene nel 1385 lo
Stefani aveva 49 anni, non era vecchio, nfe occupato in pubblici alTari, dunque avrebbe
potuto continuare il racconto. Invece non solo la cronaca si arresta al 1385, ma
dimostra per il modo come e scritta che l'autore non potfe tornarvi sopra per colmare
certe lacune di nomi e di date, e per correggere la forma di qualche passo ingarbu-
gliato che non sempre e tale per colpa del trascrittore. Pertanto io crcdo che la
morte interruppe il lavoro deII'autore; il quale morl forse non molto piii tardi del
1385, anno in cui termina la sua cronaca.
* *
Dalle notizie raccolte della vita domestica di Marchionne passo a quelle della
vita pubblica. La prima memoria b data da padre Ildefonso, ed h del 1366, nel
quale anno Marchionne compare nello squittinio fatto del mese di febbraio per il
quartiere di Santa I^.Iaria Novella sotto il gonfalone della Vipera ^ NelI'anno se-
guente (1367) egli era a Napoli, e di Ik si rec6 a Roma; ma non si comprende
bene se vi fosse andato per ragioni sue speciali, o per incarico affidatogli dal Co-
mune in quel momento di difficile condotta politica dei Fiorentini con la Santa Sede.
Urbano V desiderava allora l'alleanza dei Fiorentini, che se ne schermivano, per
non incorrere a forti spese, e a difficolta pih serie per opera dei nemici del Papa
" Di che (scrivc lo Stefani) assai si turbava papa Urbano V. E questo so bene io
che ero a Roma allora, che con la regina Giovanna v' ero venuto; ed in quella
" stagione tornai a Firenze, e recai lettere deefli ambasciadori ed ambasciata a bocca
1 Sanesi I., oJ>. cii., pp. 3io-33i. « Op. cit., toI. I, p. lxix.
INTRODUZIONE "^ CIX
" da loro, ed ancora da me dissi ai Priori quello che io sentivo che papa Urbano
" aveva detto contro a' Fiorentini con certi baroni della Reina, li quali a me l'a-
" veano detto, ch'era forte sdegnato, e altre parole diceva contro a Firenze „^ Da
questa notizia, ripeto, non si pu6 affermare che Marchionne fosse ambasciadore dei
Fiorentini, poichfe 1' incarico datogli dai veii ambasciadori poteva essere indipendente
da tin mandato speciale del Comune.
La prima volta che lo vediamo partecipare sicuramente ai piCi alti ufEci del
Comune h neiragosto del 1372. In quell'anno, come egli stesso dice^, fu eletto per
il quartiere di Santa Maria Novella come uno dei Dieci di liberici. Dovevano co-
1; storo vigilare alla quiete pubblica.. .. " e chi parlasse, o attentasse contro allo Stato
" in detti o in fatti ; questo era di loro ufficio il rapportarlo ai Priori e CoUegi
" che poi eglino ne avevano a fare quello che loro paresse ^. Era uno dei mo-
menti piti torbidi della storia fiorentina : dalPalto si manifestava la tendenza alla oli-
garchia che sotto forma di s^tta era intinta di vecchi nomi; dal basso una corrente
1 nuova spinta dalle Arti minori irrompeva contro le prepotenze delle sfette. Mar-
chionne partecipa a quella lotta, ed ha l'ufficio dei Dieci di liberta; ma egli non si
avvedeva dove la corrente democratica lo trascinasse; e proprio fin da quelPanno nelle
notizie e nei giudizi dei fatti ^ la contraddizione che h sovente nel giudizio di un
contemporaneo. Egli cioe non si accorge che i primi colpi dati alla vecchia Parte
2 sono un efietto dell' innalzarsi di quei ceti sociali costituiti dalle Arti minori, la qual-
cosa portava con se necessariamente altri effetti, che egli detestava fin dalle prime e
' piii legittime manifestazioni. Marchionne pertanto loda i Signori e i CoUegi " che
" si restrinsono insieme ed in effetto vidono che era necessario di ammaccare la su-
" perbia degli Albizzi „* dalPaltro lato biasima l'aumento del numero dei Consoli della '
1 Mercatanzia, " dei quali n'ebbe due deUe quattordici minori Arti, che mai piii niuno
" ve n'era stato, nfe era convenevole perocchfe lo piti degno ufficio dei mercatanti era
" d'Italia ed infino di Francia, e da ogni paese d'Italia veniano quivi a determi-
" narsi, nelle mani dei Cinque della Mercanzia perocche erano cinque dei piu solenni
" e piii pratichi e- piii savi mercatanti di Firenze ; aggiunti poi queUi due artefici fu
" meno apprezzato e meno poi in progresso di tempo ^. II Consolato della Merca-
tanzia non era desiderato, come parrebbe dal cronista e dagli storici, per ambizione
di sedere in tribunale cosl accreditato, dove gli affari principali che si agitavano con-
cernevano i grossi mercatanti, ma da altra ragione piij pratica che ho facilmente de-
sunto dagli.atti dei Consoli della Mercatanzia. I quaU, dovevano secondo gli statuti
; del Comune, esaminare ed approvare prima di ogni altro ufficiale, gli squittinj delle
varie Arti; essi insomma erano i primi revisori deUe liste degli elettori e dei can-
\ didati dei pubblici uffici. In questo h da ricercare la ragione principale della lotta
' Rubr. 738*. ^ Rubr. 732*.
' Rubr. 701*. s Rubr. 734*.
' Rubr. 738».
CX INTRODUZIONE
fatta attorno a questo ufficio ; l'argomento meriterebbe piii larga trattazione, ma che
qui in alcun modo non conviene, e per6 seguo il corso degli onori del nostro cronista.
Nel 1373 egli fu eletto per il quartiere di Santa Maria Novella, siccome uno
dei quattro ragionieri straordinari con balia di rivedere i crediti del Comune. La
creazione di questo ufficio straordinario era rimedio che si voleva porre per evitarc
un male, che per6 aveva radici ben profonde, e per il quale occorrevano rimedi
ben piCi validi della creazione di nuovi ragionieri. Quando al di fuori del Governo
centrale una fazione pu6 esplicarsi potentemente e sicuramente, il Governo centrale
h fatalraente fiacco, e subisce tutte le influenze che tristemente si ripercuotono sull'anda-
mento della giustizia e deII'amministrazione finanziaria. Allora la vendita dei beni di
ribelli e le frequenti pene pecuniarie costituivano uno dei proventi piii ricchi del Co-
mune. La vendita dei beni per6 non era sempre fatta nelle piil favorevoli condi-
zioni per il Comune ; e sovente il pagamento a rate era ritardato, o anche non fatto.
Le frequenti pene pecuniarie erano sovente assolte per I' intercessione dei Priori, o
per la corruzione dei Giudici. Tutti i mali provenivano, ripeto, dalla debolezza del
Governo centrale e dalla prevalenza delle shtte. Era adunque naturale che in prin-
cipio della reazione contro la Parte si cercassero di far valere i diritti del Comune.
Ma gli uomini della Parte erano molto forti; e quando Marchionne e i compagni
denunziavano al Comune uno degli Albizi, come debitore di tremila fiorini, essi ur-
tarono contro uno scoglio; l'AIbizi non pag6; " ed il Comune, conclude amara- 1
" mente lo Stefani, non ebbe sua ragione „^
Nel 1376, mentre ardeva la guerra degli Otto Santi, ed i Fiorentini cercavano
di soUevare dappertutto nemici contro la Chiesa, Marchionne fu inviato dagli Otto
a Bologna, con ufficio assai delicato.
I Bolognesi avevano proprio allora scosso il giogo della Chiesa aiutati effica- >
cemente dai Fiorentini. La libertk ottenuta peraltro non era la conquista di un
popolo degno di godere di un reggimento democratico; quella libertk restaurata
viveva assai stentatamente, minacciata da nemici interni piii che degli estemi. II
Governo aveva richiesto fin da principio aiuti di milizie al Comune fiorentino, ed
aveva, cosa molto notevole, richiesto " gli Oiio Santi di Firenze, che sempre ve ne f
" stessono due ambasciadori sl alla guardia della terra e della gente dell'arme, e si
" allo loro consiglio ; di che cosl faceva il Comune continuo. I primi furono questi cioe :
" Melchionne Stefani e Filippo di messer Alamanno Cavicciuli ; e se non fussimo stati
" noi con la gente che sentimmo il trattato, che certi, volevano mettere i Peppoli
" dentro, che non era altro che mettervi messer Bernab6 signore di Milano; subito '
" tratto la gente degli alberghi fummo alla piazza, e tenemmola tanto che i gonfaloni
" trassono, e allora alquanti ne furono confinati; e questo fu per quella volta la
" salvazione di Bologna „^
» Rubr. 740». « Rubr. 763»,
INTRODUZIONE CXI
In quel tempo Marchionne stipul6 un contratto, per conto del suo Comune, con
lil quale fu assoldata una compagnia di Brettoni. Erano costoro venuti in Italia in
queIl'anno incitati dalla preda che speravano di fare saccheggiando Firenze, ed erano
stati benedetti dalla Corte papale di Avignone, come se fossero andati ad una nuova
i Crociata.
Gli Otto Santi seppero dapprima molto abilmente tenerli a bada nelle Roma-
gne, ma poi dovettero scendere a patti, assoldandoli, per evitare che avesse efFetto
il disegno di Giovanni l'Acuto, il quale desiderava di unire, a danno dei Fiorentini,
la sua compagnia con quella dei Brettoni. Per non sopportare da soli un peso si
[jgrave gli Otto pensarono di dividerlo con gli amici dei Fiorentini, ma non riuscirono
che a indurvi solo i Bolognesi. " Di che, scrive lo Stefani, fu grande spesa, ed ebbe
i " lo Comune di soldo allora di lance d'ogni ragione, e pedoni bene mille, e bale-
" strieri genovesi ben trecento; questa era incomportabile spesa, ma era tanto lo trionfo
' " dei Fiorentini, li quali si vedevano fuori del pericolo di venire sotto i Pastori
i " della Chiesa, che ogni cosa comportavano in paee etc. ; e questo so io che li feci
. " scrivere, essendo come di sopra dissi in Bologna per lo Comune „ *.
Durante la guerra degli Otto Santi, se Firenze aveva sollevato dappertutto ne-
mici contro la Chiesa, aveva poi alla sua volta dovuto combattere contro alcuni
suoi vecchi neraici, che aiutati dalla Chiesa avevano audacemente rialzato la fronte.
[;Uno di cssi, il conte Francesco di Doadola, alleatosi con il cognato Giovanni d'Azzo
degli Ubaldini, aveva ribellato alcuni castelli dei Fiorentini, mentre I'Ubaldini con
ottanta lance di quelle della Chiesa occupava Portico, terra dei Fiorentini. Costoro
mandarono un esercito in quei posti che nei primi tempi, pare, poco riuscisse a fiac-
care l'audacia del Conte. Un nuovo capitano fu allora inviato dagli Otto, e questi
Jfu Marchionne che cosl narra delPimpresa: " fui io mandato a ci6, e guerra si fece
" tutto lo verno al Conte grandissima, e per non lodare me, mi tacer6 della ma-
" teria, salvocchfe ne dir6, che in sei mesi fu sl stretto, che cosa che egli avesse fuori,
" di niuna non gli fu possibile di mettere dentro, se non quello che vi si era etc.
" In sei mesi ch' io vi stetti non perdei oltre a quindici uomini e dei suoi centoven-
[ " titre avemmo prigioni e tollemmo Beccova per forza, etc. Tornai compiuti i sei
" mesi a Firenze a dl 10 di giugno 1377 „ ". H nostro Marchionne si compiace di
questa sua gloriola, direi, militare; ma la sua impresa, per quanto condotta abba-
stanza felicemente, non riuscl aIl'intento finale, che era quello di torre Portico al
conte Giovanni d'Azzo degli Ubaldini.
5 Non aveva ancora finito l'ufEcio suo a Portico che gik era estratto per Pote-
stk nel Castello di Monte Catini. Cosl ho ricavato da un documento del 1 8 mag-
gio 1377 redatto a Monte Catini ^ UufBcio per6 dovette egli esercitarlo efFettiva-
■ Rubr. 764*. 3 Archivio di Stato di Firenze - Diplomatico -
* Rubr. 768*. Arch. generale, i8 maggio 1377. "In Christi nomine
CXII INTRODUZIONE
mente solo dal giugno del 1377, occupato come era prima nella impresa di Portico.
L'opera politica di Marchionne si dispieg6 soprattutto dal 1378 al 1382 e
principalmente quando dopo la caduta dei Ciompi il Govemo fu retto dalle Arti
maggiori e dalle minori, le quali partecipavano in uguali proporzioni agli onori del
Comune.
Di questo tempo ho voluto vedere i volumi delle Consulte, inedite, per racco-
gliere, direi quasi, la parola di Marchionne, detta nei Consigli della Repubblica tra
il dibattito di ardue questioni che si paravano innanzi allo svolgersi agitato di quella
democrazia.
La prima volta compare nel 2 settembre del 1378; fe un consigliere aggiunto ■
dai Signori a rappresentare il quartiere di Santa Maria Novella. Si trattava di de-
cidere suUe sorti di Bartolomeo da San Severino, e di stabilire i provvedimenti piti
opportuni per il nuovo Governo. Bartolomeo da San Severino, marchigiano, era ca-
pitato, per ragione di un'ambascieria, negli ultimi dell'agosto a Firenze. I Ciompi
allora si erano con otto loro ufficiali ritirati a Santa Maria Novella; i Priori dal-
I'aItro lato si erano raflbrzati nel loro palazzo aspettando mezzi opportuni per la
rivincita. Bartolomeo da San Severino venne in quel mentre ai Priori, ed essi forse
non volendo dargli alcuna risposta, o forse premeditando il colpo, per ischemo lo
rimandarono agli Otto di Santa Maria Novella, perche egli ricevesse da costoro come
dai veri Signori del Comune la risposta voluta. Egli prestb fede alla cosa, e reca-
tosi a Santa Maria Novella fu onoratamente ricevuto dai Ciompi; ed allora i Priori
" messono a vedere, cosl scrive Marchionne, a' buoni artefici, come questi Ciompi vo-
" lieno fare loro Capitano messer Bartolomeo di Smiduccio da San Severino. Detto
" fu quasi verisimile, perocchfe lo avevano onorato e ben veduto, e oltre a ci6, se vero
" era, non so, si disse, che eglino (i Ciompi) intendevano correre la terra etc. ^. W
cronista non prestava cieca fede alPaccusa mossa ai Ciompi e a Bartolomeo da San
Severino ; sicchfe quando nel Consiglio del 2 settembre si doveva decidere sulla sorte
di costui, che arrestato doveva essere condannato, qual traditore, a morte, Mar-
chionne consiglia : " quod dominus Bertholomeus expediatur, ita quod remaneat filius
" Comunis „*. In quello stesso consiglio Marchionne proponeva che si desse facolth 0
di provvedere agli urgenti bisogni deII'interno ordinamento del Comune ai Consigli
formati da tutti i piti alti ufficiali del Comune. Egli forse voleva cosi evitare le
riunioni clamorose dei Consigli maggiori, facili in quei momenti a dar luogo a tu-
" amen, anno eiusdem incarnationis millesimo trecen- " ut de predictis deberem pubblicum conficere instru-
" teslmo septuagesimo septimo indictione quintadecima " mentum, Actum in dicto Castro Montis Catini in
" die decirao octavo mensis mali. Tenore presentis pub- " pallatio residentie dicti potestatis sito iuxta plateam
" blici instrumenti omnibus innotescat quod nobilis vir " dicti Comunl Montis Catini et res ipsius Comunis , etc.
" Melchion Coppi Shephanl de Florentia extractus pro ' Rubr. 804*.
* ipso Comuni florentino in potestaterio Castris Mon- * Archivio dl Stato di Firenze - Consulte e Pra-
* tis Catini ad dictum potestaterie officium exercendum tiche - Reg. N. 16 (segnatura moderna) c. 20'; Consuita
" cum uno notario uno equo et quatuor famulis perso- del 2 settembre 1378.
* naliter presentavit rogans me notarium infrascriptum
INTRODUZIONE CXIII
multi. Finalmente Marchionne consigliava di riformare la Parte guelfa, associandosi
al parere, gik espresso da altri in quel medesimo Consiglio, di rifare gli squittini
della Parte ^
Marchionne ricompare nelle Consulte il 10 gennaio 1379 e accanto al suo nome
ad indicarne Tufficio si leggono le parole: " pro offitio extimi „. Abbiamo cosi no-
tizia di questo ufficio che egli ebbe nell'ottobre del 1378, quando appunto furono
eletti sessantaquattro cittadini perchfe compilassero un nuovo estimo improntato a cri-
teri di una piti giusta distribuzione dei balzelli. L'estimo fu una questione assai di-
battuta fin dalle prime fasi del tumulto, ed era ora sostenuto energicamente dai sosteni-
1 tori delle Arti minori. II vedere pertanto partecipare Marchionne a questo ufficio e
segno della sua tendenza alla democrazia.
II Consiglio del 10 gennaio, a cui partecipava Marchionne, seguiva ad una grossa
congiura, scoperta pochi giorni prima, la quale mirava ad abbattere il Governo. Nu-
merose condanne erano state fatte; ed ora nel Consiglio due tendenze si erano
i manifestate, per I'una si desiderava lo sterminio di tutti i nemici dello Stato, per
I'altra corrente si desiderava che, dopo che fossero stati colpiti i capi della con-
giura, non si procedesse piii oltre. Marchionne partecipa a questa seconda corrente^;
e la riforma che segul, per porre termine ad altri simili processi, dimostra che le
idee miti sostenute da Marchionne riuscirono a trionfare '.
; Durante i primi due mesi del 1379 Marchionne fu mandato ambasciatore a Ber-
nab6 Visconti che richiedeva aiuti dai Fiorentini per combattere le compagnie di
ventura guidate da Giovanni I'Acuto. L'idea del combattere non lusingava molto
gli animi poco generosi (militarmente) dei Fiorentini, i quali adottavano allora per
le compagnie di ventura l'oro piii che le armi, comprando l'alleanza delle une per
: opporle alle altre. Combattere allora I'Acuto pareva ai Fiorentini piii pericoloso, per-
chh a lui si voleva avvicinare la Compagnia di San Giorgio; " di che scrive lo
" Stefani, fu mandato per gli Fiorentini a messer Bemab6 a mostrarli lo pericolo
" che era a combattere eic. ; ed a ci6 fui mandato io con lettere di credenza a
" messer Giovanni Aguto ed al conte Lucio con mandato d'accordarIi con messer
'. " Bernab6 e^c. ; non feci l'accordo „ *. Con una certa compiacenza Marchionne sog-
giunge, che a messer Bernab6 dopo poco " gli convenne per forza torre a soldo
" la compagnia ^ „ .
Dal febbraio al novembre del 1379 non trovo piii ricordo nelle Consulte di
Marchionne, e probabilmente egli tenne allora Tufficio di Capitano a Volterra.
3 Di questo suo ufficio h menzione nel testamento pubblicato dal Sanesi con la
semplice indicazione cronologica: " tempore vigentis guerre senensis „. II Sanesi
crede appunto che ci6 sia avvenuto nel 1379, quando gli esuli fiorentini, movendo
' Archivio di Stato di Firenze - Consulte e Pra- c. 73* (10 gennaio 1378, stile fior.).
tiche - Reg. N. 16 (segnatura moderna) c. 30'; Consulta ^ Rubr. 810*.
del 2 settembre 1378. * Rubr. 8ia*.
' Arcliivio di Stato di Firenze - Consuite - Reg. 16 ^ Id. id.
T. XXX, p. I — ^.
CXIV INTRODUZIONE
.. 4—
da Siena, facevano scorrerie sul territorio fiorentino per impadronirsi di qualche Ca-
stello *. "^ notevole che il ricordo dell'ufficio avuto fosse richiamato nella coscienza
dello Stefani per riparare a colpe che egli sentiva di aver fatto in quell'ufficio.
Ecco il passo un po' guasto del testamento : " Idem testator preferuit capita-
■* neatui et officio capitaneatus civitatis Vulterrarum tempore vigentis guerre senensis, 5
" et ob id multi famuli ab eo arripuerent, idemque etiam in retentione famulorum
" per eum in dicto officio retinendorum propter invalescentem penuriam frumenti
* tunc valentis ad rationem soldorum triginta pro quolibet stario dicti grani et etiam
" aliarum rerum . . . . ; disposuit et ad exonerationem voluit quod a Comuni Vulter-
" rarura imploretur et petatur per infrascriptos suos executores vel aliquem ipsorun:
" quod eidem fiat remissio et absolutio usque in quantitatem librarum ducentarum
" florenorum parvorum, vel minoris quantitatis si dictam integram* quantitatem con-
" sequi non valebunt; quodque Comuni prefato narretur, ut inducatur habilius ad pre-
" dicta, quam ipse olim capitaneus ipsorum fuit in servitiis dicti Comunis fidelissimus
" pervigil et actentus, nec etiam in occurrentibus quantumcumque suo offitio imper- 5
" tinentibus cessavit pro ipsorum quietudine fatigari. Quod si huiusmodi absolutionis
" benefitium nequiverint impetrare voluit restitui et satisfieri Comuni prefato de bonis
" suis usque ad summam quantitatem librarum ducentarum florenorum parvorum „ '.
Toma certamente ad onore di Marchionne l'ammenda che egli volle pubblica-
mente fare. )
Nel 21 luglio 1379 egli intervenne in un Consiglio segreto, non so con quale
speciale ufficio, e dk il suo parere diede intorno alla condotta da tenere con gli Aretini.
I quali allora dilaniati da lotte civili attiravano gli sguardi del Comune di Firenze,
avido di sottomettere quella cittk, ostentando di intervenire come paciere tra le lotte
cittadine ®. * 3
In altro Consiglio tenuto pochi giomi dopo (2 agosto 1379) Marchionne inter-
viene, e fa alcune proposte intorno alla grave questione che allora si agitava in cittk
per la pubblicazione dell' estimo. I malumori sollevati furono molti ; nh mi h stato
possibile di potere stabilire fino a qual punto i cittadini avessero ragione a lamentarsi
deU'estimo; poichfe mi manca il mezzo di conoscere i nuovi criteri adottati nelPim-iO
porre questo estimo voluto dai fautori delle Arti minori. Forse non andr6 errato
ammettendo che in queII'estimo per la prima volta si colpisse piti direttamente la ric-
chezza mobile, stata fino allora in una condizione privilegiata. Cosl mi fanno sospet-
tare il momento in cui avviene iniziato l'estimo, e le condizioni economiche dei fau-
' Sanksi I., <?/. ct/., p, 318. Non so fino a qual mesi cioe del 1380.
punto abbia ragione il Sanesi, poichfe nel novembre di ^ Sanesi I., 0/. cii., p. 333. °
queU'anno (come si ricava nella rubr. 823» della Cro- ' Arcliivio di Stato di Firenze. - Consulte e Pra-
naca dello Stefani) ii Capitano di Volterra era Bettino ticlxe - Reg. N. 17, c. ^g': * Marcliion Coppi Stefani
CoToni; ni lo Stefani in tale occasione fa ricordo al- " dixit quod . . . . scribatur Comuni Aretii et sciatur an
cuno del suo capitanato. In ogni modo se egli non " sit contentus quod Episcopus faciat bellum Ubertinis
ebbe queli'ufficio nel 1379, lo ebbe probabilmente appena « et postea provideatur prout domiais et coliegiis pls*kj
finito il priorato (novembre-dicembre 1379) nei primi " cuerit „.
INTRODUZIONE CXV
tori. Marchionne non doveva essere dei pih scontenti, clie anzi egli era stato uno
degli ufficiali dell'estinio, tutlavia conveniva nella necessitk di una riduzione della
somma totale imposta, e suggeriva rimedi speciali per l'alleviamento parziale ^
Negli ultimi due mesi del 1379 Marchionne fu dei Priori : " Intrati i detti Priori
5 " ebbono assai tribulazioni „ ; cosl scrive lo Stefani, facendo quindi ricordo delle
mene degli esuli, che avevano trovato in Carlo Della Pace un sostenitore, e delle
incursioni fattenel territorio fiorentino dai Ciompi, i quali movendo da Siena mi-
ravano a impossessarsi di qualche Castello fiorentino; e finalmente delle congiure or-
dite in cittk per abbattere il Governo. Delle condanne seguite alle congiure ve ne
'» hanno alcune che, mosse dalPira e dal sospetto della folla tumultuante, colpirono, in
uno di quei momenti di terrore degli stessi giudici, cittadini innocenti. Di questi
delitti, commessi durante il Priorato di Marchionne, a me sembra dal suo rac-
conto che il cronista sentisse nella propria coscienza l'accusa, e, scrivendo, egli cer-
casse di scusarsi innanzi a sfe stesso, affermando che la sentenza era stata pronun-
,1 ziata dal Capitano del Popolo, e che, sebbene i Priori fossero stati interrogati dal
Capitano sul da fare, fecero bene a lavarsene le mani, poichfe non spettava loro inquisire
e giudicare^ Non h questa una vera giustilicazione, poichfe in altri casi i Priori si
crano ingeriti negli affari del Capitano del Popolo, ma essi allora, appunto come
costui, avevano paura delPira del Popolo.
' Nel febbraio del 1380 Marchionne ebbe 1'incarico dai Priori di recarsi presso
la Compagnia di San Giorgio ; la quale era penetrata nel territorio fiorentino, spe-
rando certamente di strappare nuovi patti e nuovi denari dai Fiorentini. " Fui man-
" dato io, scrive lo Stefani, con commissione di volere sapere dalla detta Compagnia
" se volevano osservare i patti e promissione, che durava infino a' d\ XVII d'agosto
'5 " prossimo, e che se volessero osservare che io m' ingegnassi per xviii mesi o per
" due anni, e con quella condizione medesima gli obbligassi per lo meno pregio che io
" potessi,,^ Le trattative andarono un po' per le lunghe il 20 marzo Marchionne; rife-
risce ai Priori ci6 che aveva fatto. I Priori tennero all'uopo un consiglio segreto con
altri ufliciali del Comune, e quivi Nicola da Uzano propose : " quod Marchion Coppi
• " Stefani subito remittatur in sotietatem ad procurandum de sciendo omnia et quod
" scribat sepe „ '',
" Fummi, narra lo Stefani, comandato di tornare indietro e diliberato fu ch' io
" cercassi concordia; e perch' io non voUi tanto carico solo mi fu promesso man-
" darmi compagnia „ ^ II compagno fu messer Bettino Covoni, cavaliere. L' impresa
> era veramente difficile, poichfe nella Compagnia erano parecchi dei banditi fiorentini,
i quali speravano che all'avvicinarsi delPesercito a Firenze la cittk si sarebbe sol-
' Archivio di Stato di Firenze - Consulte e Pra- ■* Archivio di Stato di Firenze - Consulte e Pra-
tiche - Reg. N. 17, c. 62* (2 agosto 1379). tiche - Reg. 18, c. 91'' (21 marzo 1379, stile fior.).
« Rubr. 83S*. 6 Rubr. 849*.
3 Rubr. 846»,
GXVI . INTRODUZIONE
levata. Giannotto, siniscalco di re Carlo Della Pace, era il condottiere, ed egH, lusin-
f^ato dalle promesse laute dei banditi, aveva imposto' per condizione di pace con il
Comunc l'obbHgo di accettare i banditi, ed intanto egli con la sua Compagnia cra
gik a dodici miglia da Firenze scorazzando il contado. " Messer Bettino ed io,
" scrive lo Stefani, fummo da lui dicendogli lo danno che era stato fatto „, ed accu-
sando la Compagnia di aver rotto i patti gik stipulati. Piij degli ambasciatori pe-
raltro valsero a farlo allontanare dal contado alcune milizie, assoldate dal Comune,
che gH si mossero contro e Tobbligarono a ritirarsi verso Empoli. " Allora, scrive
" lo Stefani, messer Giannotto, quando si vide non aver fatto nulla, pentissi non aver
" fatto l'accordo, e tolto i danari, siccome messer Bettino ed io gli proferimmo, e 1
" rimand6 a Firenze messer Giovanni Cancellieri da Pistoia ed Ugolino delle Grotte
" a Mare a cercare concordia. Li quali furono ricevuti, e dato parole e tolto pa-
" role „ *. II pericolo era scampato, e messer Giannotto rimase a bocca asciutta.
Nel luglio del 1380 Marchionne era in cittk, e partecipava ad un Consiglio di
richiesti, nel quale esponeva le sue opinioni intorno ai mezzi da adottare per ripa- 1
rare alle tristi condizioni finanziarie del Comune, ed intorno alla condotta da tenere
con le milizie mercenarie e con gli Aretini ^
L'operositk politica di Marchionne non si an-esta: nelPagosto di quell'anno era
ambasciatore dei Fiorentini a Bologna per farli partecipare ad una lega con alcune
cittk di Toscana. Era una di quelle leghe sollecitate dalla comunanza di pericolo
per le bande di ventura. Le cittk piii minacciate solevano assoldare (per tenerli
lontani) quelli stessi che minacciavano il loro territorio. Nel settembre deIl'anno prece-
dente era stata conclusa una simile lega tra Fiorentini e Bolognesi di 1200 lancie; alla
quale non avevano voluto partecipare i Sanesi, i Pisani ed i Lucchesi. La nuova
lega era invece sollecitata da quest'ultimi che avrebbero desiderato la partecipazione
dei Bolognesi mercfe 1' intercessione dei Fiorentini. A tal uopo era stato mandato
Marchionne a Bologna, e pare dalle Consulte che vi si trattenesse per qualche mese
nella speranza di attirare i Bolognesi. Nel 31 agosto un consigliere proponeva:
" quod revocatio Marchionnis non fiat ad presens „ ® ; 1' 8 settembre invece altri pro-
poneva: " quod scribatur Marchionni quod redeat„*; e dello stesso avviso era un
altro consigliere del 10 settembre ^ Verso quel tempo egli dovette effettivamente
far ritorno, non essendo riuscito nell' intento " perocchfe, scrive egli stesso, i Bolognesi
" sdegnarono che eglino (i Sanesi, i Pisani ed i Lucchesi) perchfe e' non vollono intrarvi
" loro l'anno passato „ ^
Rubr. 853*. " officialibus bonorum rebellium, et^repetatur pecunia a '
* " Marchion Coppi Stephani dixit quod ab omni- " Regina „. (Archivio di Stato di Firenze - Consulte
"bus solUcite exigatur illud quod debent Comuni, et e Pratiche - Reg. N. i8, c. 131', 3 luglio 1380).
" si non sufficit ponatur extimum. Gentes reconducan- ^ Archivio di Stato di Firenze - Consulte e Pra-
tur et non dimittantur ad presens, sed pro minori tiche - P.eg. N. 19, c. 44'.
"tempore firmentur quam fieri potest. Super facto Are- ■• Id. - Consulte e Pratiche - Reg. 19, c. ja'-
" tinorum mittatur pro domino Azone et pro oratori- » Id. - Consulte e Pratiche - Reg. 19, c. 54'.
• bus Aretinorum qui veniant huc, tamen super hls pro- « Rubr. 863*.
"videatur per dominos et CoUegia: et detur plenabalia
INTRODUZIONE CXVII
L'ultima volta che Marchionne compare nelle Consulte h nei 9 gennaio 1381.
Si agitava allora la questione di un'altra lega ben pih importante e d'interesse po-
litico, alla quale il Comune di Firenze era stato invitato da Bernab6 Visconti. Questi
voleva per5 che si stabilisse una lega offensiva e difensiva non solo contro le bande
5 di ventura, ma contro i nemici d'oItralpe, intendendo con questo alludere anche al
Re d'Ungheria. La qual cosa non pareva opportuna ai Fiorentini, forse per ra-
gione commerciale, ed essi trattarono pih volte dell'argomento in consigli segreti; in
uno dei quali del 9 gennaio 1381 partecipava il nostro Marchionne che rimetteva
la decisione delPaffare agli Otto di Balia ^.
0 Nel luglio di quelPanno 1381, Marchionne ebbe l'onorevole incarico di recarsi
come ambasciatore dei Fiorentini in Germania presso 1' imperatore Venceslao. II
quale fin dal 1379 alla morte del padre Carlo IV aveva mandato ai Fiorentini, come
solenne ambasciatore, Corrado Kreyg per dar notizia al Comune del suo avvenimento
al trono, per offrire la sua amicizia, e piti che per altro per avere con gli omaggi
5 dei Fiorentini una buona somma di fiorini. Le gravi condizioni, in cui si trovava
il Comune, non avevano reso possibile una sollecita risposta, la quale del resto con-
veniva di ritardare per prender tempo al pagamento della somma richiesta. Final-
mente nel 25 luglio del 1381 furono mandati ambasciatori messer Niccol6 da Ra-
batta, Marchionne di Coppo Stefani e Zanobi Guidetti ^ Durante la loro dimora in
!0 Germania a Firenze avvenivano mutamenti nel Governo che indirizzavano diversa-
mente la politica esteriore del Comune ; sicchfe gli ambasciatori dopo cinque mesi
e diversi giorni tornarono a Firenze senza aver concluso quei trattati per i quali
occorrevano 30 000 fiorini ^
La forma democratica del Governo delle Arti minori in quell' anno gik tendeva
'5 ad una forma demagogica per 1' accordo ibrido di alcuni degl' infimi popolani con
altri non meno ambiziosi di nobili cittadini. Tommaso Strozzi, Giorgio Scali, Feo
di Piero, corazzaio e Jacopo Scatizza, cimatore, erano i veri padroni della cosa pub-
blica. Contro di essi la reazione si manifest6 apertamente al principio del 1382.
Furono costoro abbattuti nel gennaio, e fu data la Balia a diversi cittadini per la
iO riforma del Governo. In essa e il nostro Marchionne notato nella sua stessa cro-
naca come gonfaloniere della Vipera del quartiere di Santa Maria Novella*. E que-
sto l'ultimo atto di sua vita politica, ed h assai importante perchfe segna in parte un
mutamento delle sue idee politiche. Egli partecipa a quella BaKa, in cui furono
strappate molte delle conquiste delle Arti minori, e in cui furono distrutte le due
>5 Arli che rimanevano ancora del Popolo minuto. Certamente gli eccessi della de-
magogia avevano turbato lo spirito del cronista, e lo avevano allontanato da quelle
idee democratiche, che egli da giovane aveva caldamente sostenute, prima che quelle
1 Archivio di Stato di Firenze - Consulte e Pra- ^ Rubr. 89S*.
tiche - Reg, ig, c. loz"". ■* Rubr. 903*.
' Rubr. 895*.
CXVIII INTRODUZIONE
idee fossero divenute in pratica preda di ambiziosi o di incoscienti; tuttavia non
nascondo clie b pur doloroso che egli partecipi a quella Balfa che abbatte quel Go-
verno delle Arti minori, durante il quale appunto egli aveva ottenuto gli onori su-
premi del suo Comune. Di questa nuova Balfa forsc egli non prevedeva gli ultimi
effetti ; non molto tardi per6 se ne accorge, e nota quasi a scusa del suo primo
errore : " Pare da gran tempo infino a quel dl (febbraio 1382) che le Balfe hanno
" dato di male ragioni, e molte volte le Bah'e a fine di bene si danno, e molto
" spesso s'usano in mala parte „^
A mano a mano che le leggi promulgate miravano a dare, con lo sfogo di
vendette da tempo represse, il sopravvento a Nobili e Popolani grassi, egli si turba
ed ha per essi fiere parole di rimprovero ^ L' animo suo democratico si rivela an-
cora una volta; e forse allora volontariamente egli si ritir6 dalla vita politica ; certo
h che dal gonfalonierato di Compagnia del gennaio del 1382 Marchionne piu non
compare tra gli ufficiali del Comune ; e il non vederlo immischiato tra gli atti di
vendetta e di tirannide di una oligarchia, che si assise allora nel Comune, torna ad
onore del popolano sincero e prudente amatore di libertk senza eccessi, quale fu
appunto Marchionne di Coppo Stefani.
* *
Un'ultima ricerca ho fatto intorno alle idee politiche dello Stefani per stabilire
quale rapporto corra tra gli atti di vita politica del cronista e le idee da lui mani-
festate nel corso della cronaca.
In quanto alPImpero egli ^ ben lontano dalPassegnare ad esso quelPalta fun-
zione politica, che ncl principio aveva avuto, e che in seguito eragli stata inutil-
mente attribuita, nella speranza di restaurare le sorti dell' Italia, da poeti e da filosofi
nelle loro nobili ma poco pratiche aspirazioni politiche. Lo Stefani vede nell' Impe-
ratore uno straniero che ha interessi contrari a quelli dei Comuni italiani, vede uno
straniero, di cui e sempre funesta la intromissione ncgH affari politici delle citth ita-
lianej vede finalmente in esso, o colui che ccrca di farli strumenti dei Signori italiani
per dominare su tutti, o colui che fe fatto strumento di quei Signori piii abili politici
di lui. Queste idee lo Stefani manifesta principalmente a proposito di Ludovico il
Bavaro e di Carlo IV di Boemia. Del primo nota I' ingratitudine per il trattamento
crudele usato verso i figli di Castruccio Castracane, che era stato " il principale uomo
" per cui il Bavaro ebbe la corona „^; ed il cronista conclude : e cosl interviene
a chi vuole fare Signori i forestieri; ed intervenga quello e peggio „ *. Di Carlo IV di
Boemia, notando la incoronazione avvenuta nella Pasqua di Resurrezione del 1355, lo
Stefani sarcasticamente scrive : L' imperatorc " per rendere guidardone a Dio, che ri-
' Rubr. 908». 3 Rubr. 442'
* Rubr. 908*. * Rubr. 442»
INTRODUZIONE CXlX
suscit5 il suo figliuolo, egli risuscitb e favoreggib li tiranni, e chiunque gli don6 da-
1
Dair Impero alla Chiesa : Premetto che lo Stefani era un credente, e che ma-
nifesta apertamente fede cattolica nella sua cronaca e nel suo testamento. Egli per5
vissc in un tempo in cui le relazioni tra il Papato e il Comune fiorentino erano
state assai aspre. Da un lato lo svolgimento della democrazia fiorentina compor-
tava l' abolizione di ogni privilegio sotto qualunque forma ecclesiastica si presentasse,
dallaltro lato la politica del Papato, che tendeva alla formazione di un principato
della Chiesa, aveva messo in contrasto gli interessi del Papato con quelli di diversi
1! Comuni italiani. Pertanto avveniva che nella medesima persona era sovente in dis-
sidio il cattolico rispettoso all' autorita del Pontefice ed il cittadino geloso della in-
dipendenza e della liberta del proprio Comune. Nello Stefani l'amore al suo Co-
mune non cancella nh attenua la sua fede cattolica ; ma ispira talvolta odio contro
quegli ecclesiastici che a capo di masnade straniere cercavano di ricostituire lo Stato
1: della Chiesa e minacciavano la libertk della sua Firenze f. Egli giustifica gli atti
di ribellione alla Chiesa durante la guerra degli Otto Santi, e venendo a parlare
della legge del 1344, con la quale era tolto il privilegio di foro degli Ecclesiastici,
egli, sebbene non troppo favorevole a quelli che avevano promulgato quella legge,
tuttavia la trova necessaria e giusta " seguendo i chierici molti soperchi in molti
2< " modi ; ed infra i quali erano molti Grandi e Popolani grassi, li quali batte-
" vano ed oltrdggiavano li minuti, e cognizione non era appo li secolari rettori „ ^
Questa legge adunque h un effetto necessario di quella democrazia, pur credente,
e pur cattolica; lo Stefani ne comprende il valore serenamente e giustamente. La
spicgazione da lui data acquista maggior merito, se si pone accanto a quella fomita
2 da suoi contemporanei, e precisamente a quella data da un suo concittadino, Gino
Capponi, il seniore, che giudicava quella serie di leggi e di provvedimenti militari,
presi dal Comune contro la Chiesa, come il peggior peccato dei Fiorentini, il quale
aveva attirato il castigo di Dio; ed il castigo di Dio era per Gino Capponi il tu-
raulto dei Ciompi: Questo " fu il guastamento e la distruzione di nostra cittk e fu
3' " in questo modo: Per lo peccato commesso contro a Santa Chiesa di Dio, perchfe
" non rimanesse impunito, essendosi per li mali cittadini di Firenze fatta 1' impresa
" contro a Santa Chiesa efc^ promise Iddio dare questa disciplina a questa nostra
" cittk „ * .
In quanto al Governo della citth egli h contrario a quelle consorterie che, alte-
5 rando il loro carattere primitivo, esplicavano la loro forza a danno del Comune.
" Parve sempre, lo Stefani giustamente nota, che quando le cose trasformano di loro
'' essere che non ne segua appresso cosa nh utile nh decente „°. E venendo altrove piti
' Rubr. 669*. * GiNO Capponi, // (umulto dei Ciomfi In Croni-
2 Rubr. 616', chette antiche edite dal Manni, Firenze, 1733, p. 3*7. S
' Rubr. 497* ^ rubr, 751». 5 Rubr. 495^
CXX INTRODUZIONE
specialmente a parlare di quella potente Consorteria, quale cra divenuta Parte guelfa.
che usava un' arma terribile con 1' ammonire per Ghibellini i nemici della Consor-
teria, lo Stefani scrive : " dico che bene usassero ragione quanto alla legge che egHno
" ammunissono li veri Ghibellini ; lo modo non era onesto, perocchb negli uffici si
" dee levare odio e ira „^. Egli quindi si mostra contrario ai Ricci e agli Albizz
che dividevano le cittk in sfette, e chiama costoro responsabili di molti guai avvenuti
nel Comune " .
Le sue idee politiche sul regime della citta abbiamo gik avuto occasione di
mostrarle, osservando il carattere del Governo nel tempo in cui egli ottenne uffici
pubblici, notando la spiegazione da luijdata delle leggi sul foro ecclesiastico, su cert<
gabelle, sul Monte; ed egli non ha alcuna reticenza nel ripetere che i piccoli sono
quelli che sempre pagano le spese, concludendo nel racconto di certe ingiustizie:
" Sempre va lo male per li meno possenti, che li grossi pesci e bestie rompono k
" reti n*^; ed altrove: " e dicesi tuttodi: il piccolo non ha rubato il Comune, ma li
" grossi si „*.
Non si creda con questo che egli fosse un fautore del Popolo minuto, ne un
sostenitore di quella uguaglianza alla partecipazione al Governo, a cui tendevano
dopo il 1378 i minuti popolani, uguaglianza che parve quasi un fatto compiuto
al principio del 1379, quando fu fatta una uguale partizione degli uffici tra le settc
Arti maggiori e le sedici minori. " Questo agguagliare, nota lo Stefani, vi mise
" molti minuti che non lo meritavano, ma i i buoni uomini pure v' intrarono, comec-
" chfe questo agguagliare non fosse buono „^. Si noti che tra le sedici minori Arti
le ultime due erano ancora di quelle create durante il tumulto dei Ciompi. Ap-
punto per tale elemento il cronista giudica non buono " questo agguagliare „. Nc
lascia occasione di dirne male; cosi narrando dei tempi del Duca d'Atene egli scrivc
che i cittadini " veggendo magnificare la gente minuta e scardassieri ed innalzargli'
" sdegnarono forte di ci6, perchfe era fuori d'ogni umana e divina ragione „^ Lc
Stefani narrando di quei tempi, in cui ebbe principio 1' innalzamento o il tentativc
d'innalzamento dell'infima classe sociale, vi trasporta quei giudizi, quella passione del
tempo in cui egli vive, quando l'infima classe era come fiume ingrossato, nh pitBO
alcun argine era potente a trattenerlo. Lo Stefani nella sua indignazione contrc
i minuti ha talvolta per essi 1'amaro sarcasmo, che certamente non gli fa onore:
" Ma pure gli scardassini che furono quelli che molto favorirono il Duca alla piazz;
" gridando {il giorno della sua elezione a Signore), fatta la festa, tornarono a scai
" dassare e a guadagnare lo pane „'. Piii che gli scardassieri dei tempi del Ducij;
egli ha in mente, cosi scrivendo, gli scardassieri dei suoi tempi, quelli delPArte de
Popolo di Dio, cacciati e oppressi dopo il tumulto dei Ciompi.
!0
1 Rubr. 674». 6 Rubr. 8i3».
• Rubr. 725». 6 Rubr. 575».
• Rubr. 685». ' Rubr, SiCK
• Rubr. 575».
INTRODUZIONE CXXI
Forse per questa prevalenza a cui tendevano gV infimi popolani, e che degenerava
in tirannide demagogica, e forse anche per quella mutabilitk che era inevitabile nel
Comune, lo Stefani esprime talvolta pensieri che appaiono in aperta contraddizione
con i suoi principi democratici, e scrive : " meglio mena una faccenda uno Signore,
. " ch' fe solo a' fatti suoi, che uno Comune che sono assai „ *.
I pericoli, che la libertk seco trascina, turbano sovente i piti caldi fautori di essa, e li
arrestano quasi smarriti nella via che avevano impreso per la pifj larga e la piii diritta.
Tale e lo Stefani che vive in un periodo agitato, dove seguono le forme politiche
piii varie : dalla tirannide di Parte guelfa ai tumultuosi tempi dei Ciompi, aII'oIigar-
l! chia delle Arti maggiori ; ed in tale periodo egli, che aveva abbracciato la Demo-
crazia delle Arti minori, come la piii conveniente, e che aveva visto 1' inefficacia
di essa, le discordie e le congiure che I'avevano afflitta, prova una certa delusione
, ed esprime un pensiero che forse h sintomo di un occulto bisogno, il quale in modo
' indistinto e confuso si agitava nella coscienza di quella societh che fatalmente piegava
1 ad una forma politica nuova : la Signoria.
Lo Stefani pertanto segna nella storiografia fiorentina un momento corrispon-
dente ad un periodo politico della vita del Comune, siccome prima di lui Dino
Compagni e Giovanni Villani, cittadini onesti e lodevolissimi cronisti, avevano rap-
i presentato i due periodi precedenti della storia del glorioso Comune.
Riibr. 387^.
NlCCOLO RODOLICO.
c<^
CRONACA FIORENTINA
DI MARCHIONNE DI COPPO STEFANI
«*•:
ABBREVIAZIONI
A, = Codice asiniano (Bibl. Naz. di Firenze, 11, lll, ll6).
G. — Codice giordaniano (Bibl. Laurenz. di Firenze, Ashbum. 821).
/. = Edizione del jiadre Ildefonso.
lENSANDO quanto e a grado agli uomini trovare cosa che riduca a memoria le ^'pf lx"!"^"'
cose antiche e spezialmente i principii e le origini delle citt^ e schiatte e le
istorie, io Melchionne di Coppo Stefani, cittadino di Firenze, mi puosi in cuore
di durar fatica e mettere tempo e sollecitudine in ritrovare libri e scritture, ac-
.cio che io potessi chi di cio avesse vaghezza riducere loro a memoria la edificazione della
citta di Firenze e la esaltazione di quella e i modi della vita de' cittadini e i reggimenti della
citth. E pensando quanto essa citta h magnifica al nostro tempo, porremo nella presente scrit-
tura le magnifiche e vertuose opere, le magnanime imprese, li giusti ordini e leggi, Tesalta-
zione d'essa, ' l'eccelse vittorie, le sofistiche astuzie e i muovere gli animi a imprese notabili e p. lxxx
eghe fare, li vittoriosi cittadini e gli strenui cavalieri a seguire e magnificare lo imperio e il
magistrato di quella ; ed e converso gli emoli di quella ed i perversi cittadini e le loro crudeli
operazioni a volere lo stato di quella usurpare e in isterminio mettere e contro essa venire, ed
opporsi, ed in quella generare divisioni, sette, congiure, parti, brighe, battaglie ed uccisioni, e
solo a loro proprio utile ed onore volerla riducere a loro potere. E pensando questa opera
quanto e alla mia insufficienza grave, nondimeno sperando nel sommo ed unico Bene trovare
grazia, che col suo aiutorio rechero a perfezione la impresa; considerando che chi vorra leg-
gere sara moUo ammaestrato, e dal reggimento passato se in cio si dilettera per lo futuro potra
esemplo prendere; e perch^ cosl il laico come il litterato di cio possa prendere frutto in vol-
gare latino scriveremo. E per volere alUeffetto venire della impresa, cominceremo dalla edifi-
2(ficazione di Firenze, e per potere meglio quella' dimostrare ci conviene fare da chi fu lo edi- p. lxxxi
catore, e volendo trovare quello, perche e' fu romano, ci conviene trovare la nazione di quello,
e per avere appieno ci conviene vedere la edificazione di Roma, e trapassare chi edifico Roma;
e ci f aremo da quegli che prima cominciarono a f are abitazioni e cittadi ; e per averlo ap-
pieno ci faremo da Adamo; e fia dilettevole a saperlo e il frutto averne non fia sanza utilitk.
A.UBRICA 1* — Comc e in chc modo fu il ■princi-pio dci frimi tiomini; e al fine della discissione dei /., Lib. i, p. i
■primi uomini cioe d'Asia, d'Affrica c della Eurofia; del seguito cke segui dei loro discendenii.
_ Truovasi nella santa Scrittura, nel Genesi, come nostro Signore Iddio cre6 di niente il
mondo e lo primo uomo Adamo e la prima femmina Eva, la quale Eva per compagna diede
3. nu puosi ia cuore] mi proposi con animo A. — 4. ed ogni scrittura /. — 5. riducere ad memoria C?
riducere a niemoria /. — 8. le magnifiche.. . ordini] Ic magnifiche imprese, li giusti ordini G.; raagnifiche e vitto-
riose opere le magnaninie imprese li giusti ordini /. — lo. virtudiosi A. — 11. maestrato /. — 1%. sommo e inelTa-
bile Trino ed Uno Bene G. — 16. impresa] infixa G. — 18. laico] vulgo G. — 24. frutto averlo non sara sanza
utile G.; senza utUita /.
MuRATORi, Rer. It. Scrijii., Tomo XXX, parte l — i.
CRONACA FIORENTINA
ad Adamo, acciocchfe riempiessono la terra; i quali ebbono piii figliuoli; e verremo sol-,
a quelli di cui vorremo fare distinzione. Infra gli altri ebbe un figliuolo, nome Set. D,
Set prendiamo Enos e di Enos Cainan, di Cainan Malabeel, di Malabeel laret, di lare
Enoc, di Enoc Matussalem, di Matussalem Lamec, di Lamec No^, lo quale fece l'arca o
/., I, j cui tempo fu il grande diluvio'. Questo No^ ebbe tre figliuoli, de' quali discesono genera .
zioni assai; li quali tre figliuoli le generazioni loro abitarono e riempierono il mondo, e no!
minarono le provincie, ciob, prima Asia, Africa et Taltra Europia. Chi volesse piu appienc
quanti figliuoli et quali furono le schiatte, si truovono nella santa Scrittura e in piii luoghi
e per6 passeremo a nostra materia, e verremo a quello ch' b di necessitk a nostra materia, i
diremo delle tre parti del mondo succintamente col nome di Dio. ;1(
RuBRicA 2* — Della ■prima farte dcl mondo, cioe dclVAsia, c di chi Vahito.
Asia, come appare, h quasi la metk della terra abitabile, e confinasi cosi: che il prin
cipio de' suoi confini ^ il Paradiso deliciarum; e dalla parte di tramontana, ciofe dalla parti
di settentrione dal fiume Tanai, che il suo fine h il mare maggiore; e dal mezzodl confin;
col diserto, ch'fe in mezzo tra Soria et lo Egitto, e per lo Nilo fiume infino al nostro mare l;
e quest' h. il confine del mare. Lasciamo a dire le provincie di terra. Quest'Asia si abiti
per gli discendenti di Sem figliuolo di No^.
/., I, J RuBRiCA 3*' — Dclla seconda farte dcl mondo, cioe d!Affrica, st s'abitb da' discndenti di Cam.
~ Affrica, ch' h posta per la seconda parte del mondo, confinasi da levante : parte del Nilo
dal mezzogiomo insino al ponente: Sibiglia' e '1 mare di Libia, e da settentrione il mar(2(
Adriano'; e delle sue comprese terre ne lasciamo. Questa parte prima si abitoe per gl;
discendenti di Cam. ,
||
RuBRiCA 4" — Come la terza ■parte dcl mondo, cioe di Eurofiaj si s'abitb come di sotto si dm %
et de' suoi confini c dc' fiumi. j .
Europia, ch'e posta per la terza parte del mondo, si confina cosi. Dal levante, cioi2!
dal fiume chiamato Tanai, il quale fiume h in Cumania e scende nello mare della Tana, .
va per la Riviera infino a Gostantinopoli e tutta Grecia, e viene per lo golfo di Vinegia'
e cierca il corno d'Ausonia, il mare di Puglia, Cicilia, Napoli, Genova e Spagna, e va in
fino in Francia e Lamagna, e toma in Ungaria per terra Bogaria al fiume detto di sopri
Tanai; ed h la meglio abitata terra del mondo, perchfe h la piu temperata di freddo e d3<
caldo che Taltre due. Questa s'abit6 prima per li discendenti di laffet.
/.. I, «
RuBRicA 5' ' — Come la gran Torre di Babel fu edificata da JVebrot e ancora la distruziom
cioc la divisione delle lingue,
Avendo fatta menzione della divisione del mondo in tre parti, cio6 Asia, Affrica e(
Europia, ora h da vedere come e perch^ i detti discendenti discendessono nelle dette pro3:
3. discensione A.\ dis(n-izione /. - che ebbe nome Sette G. — 3. prendiamo] nacque A. — 4. Matassale A.\
Matussalcn G. — 9-10. ch'e.... Dio] che e di necessita, e diremo le tre parti del mondo succintamente A. — 13
litiarum A.\ diliziano G.; diliciarum /. — 36. Romania G. — 38. e cerchia il corno d^Ausonia; cioe il m«r<]
/.; e cierca il mare A. — 38. per terra Soragia al fiume detto sopra Tanai /.; per terra infino al fiurae Tanai A
» Stretto di GibUterra. » Mar Mediterraneo.
CRONACA FIORENTINA
' Vincie e qual f u la cagione. Troviamo per la santa Scrittura, che anni .... dalla edificazione
del mondo fue lo diluvio di Nofe, e poi Nebrot, figliuolo di Cus, de' discendenti di Noh
in questo modo; che No^, come detto b, che infra gli suoi figliuoli il secondo fue Cam, e
di Cam nacque Cus, e di Cus nacque Nebrot, il quale fue gigante; e udito il giudicio di-
Svino del diluvio, e narratogli quanto avea adoperato ne' mortali in disfare rumana ingene-
razione, e presa superbia d'animo e ardire f ece nel mondo tre cose ' oltre al comandamento /., i, 5
di Dio: la prima che esso fu il primo che si fece signore a signoreggiare tutte le schiatte
dei suoi primi parenti ; la seconda che esso fece adorare gl' idoli ; la terza che per arroganza
credette essere Dio in terra, come era Iddio in cielo, e cosi si faceva dire e di cio fece
Kfonna, e pensossi riparare per modo che Dio nuocere non gli potesse, e ordino per difen-
zione di cio una torre grandissima, la quale voleva conducere per modo che se Iddio per
acqua volesse offendere il mondo, lui non potesse offendere. La quale fue di circuito ot-
tanta miglia e di grossezza di muro mille passi che venieno a essere a misura braccia tre-
mila delle nostre. E questa superbia Iddio non volle, ma mandowi Iddio il suo giudizio,
Ifjmperocchfe negli edificatori e maestri fece che una lingua che s'aveva in tutto il mondo,
,Ia divise in lxxii, onde convenne rimanere il detto lavorio, et piu non segui, e rimase ne-
gli anni del mondo, cominciati da Adamo, dumilia trecento settantatre, ciofe ^'"ccClxxii.
'Erasi fabbricato nella detta torre anni cvii. Di questa torre dicono le storie furono le mura
in che si rinchiuse Babillonia la grande del grande Soldano. Per questa cagione si con-
JCvenne abitare le provincie narrate divise in tre parti, ciofe Asia, Affrica ed Europia, peroc-
chfe insieme non istettero per la superbia di Nebrot.
OR.UBRICA 6* — Come s'ahitb Eurofia et in Italia et -per chi, lasciando Valtre due.
Perche al nostro proposito fa al presente di venire a ritrovare come si ritruovi la edi-
Ificazione di Firenze, noi verremo all'ultima parte, cio^ Earopia, a vedere come s'abit6,
2fIasciando Taltre due. Troviamo che Attalo, soprannominato Attalante, disceso di lafet in
questo modo: Attalante fue figliuolo di Tagran, Tagran fu figliuolo di Tigras, Tigras fu
figliuolo di Gomen, Gomen fu figliuolo di lafet; questo Attalo, chiamato Attalante, ebbe
una moglie chiamata Elettra, e come detto h si partl del paese della Babillonia, ciofe dalla
Torre di Nebrot coi suoi, ed ebbe quella moglie, e venne in Europia, ciofe nelle parti d' Ita-
3Clia nel seno d'Europia, et cercando con astrologi la piu amabile e sana contrada trovoe'
il monte di Fiesole, il quale h oggi sopra Firenze, e qui per Taere buono e per molti di- /., i, *
licati e soavi venti e buone acque e nutricativo paese si puose, e fece la citta e la rocca,
e murolla e popoloUa e fecela d'ogni cosa necessaria abbondante, e poi la venne ampliando
d'uomini e di case, acconciolla e signoregioUa con tutta la provincia.
3.'RuBRicA 7* — Come e fer chi fu edificata Fiesolc nella detta farte d!Eurofia.
Attalante, come detto e, edifico Fiesole in Europia e posele nome Fiesole, ciofe Fia sola,
'imperocche altra terra in Europia non era, e fu edificata anni .... dal cominciamento del
6-19. e presa superbia , . . del grande Soldano seguo in qucsto fasso G.; I. segna molte lacune; A. manca di
■quesia rubrica ; giacche il cojiista arrivaio verso la fine della ruhrica 4^, Ih dove si farla del fiume Tanai, si arresia
con un etc. sorvolattdo il resto e passando sem'altro alla rubrica 6*. // taglio fatto i, come ho notato, in relazione
nlFindole del cofista e alla materia favolosa qui irattata, — 35. Attalo.... Attalante] Attilo ovvero Attalante A.\
•Attalo di sopra nominato Attalante G. — 27. Attalo] Attalao A. — 30. e cercando gli astrolaghi la pii abile c
sana trovorono A. - amabile] abile /. — 33-34. e poi.... provincia] e prima la riempie d'uomini e di case, e si-
gnoregiolla A, — 35. i. Di questa rubrica I. forta il solo titolo con il seguente avvertimento : " raanca tutto nel-
1 originale „. Essa invece si trova fer intero nei due codici A, e G, dai quali affunto la riforto
CRONACA FIORENTINA
/., I, »
mondo. Ebbe come fe detto per moglie Elettra figliuola di uno Attalante che fu re di Rieti j
dei discendenti di Cam, secondo figliuolo di Nofe. Nofe ingenero Cam; di Cam Cus; di Cus
Nembrotto, di Nembroti Cres che prima fu figliuolo e re di Creti ; di Cres Cielo ; di Cielo
Satumo; di Saturno Giove; di Giove Attalante, che fu padre di Elettra. Della quale Elet-
tra et Attalante re et reina di Fiesole nacquero tre figliuoli ; l'uno ebbe nome Italo, il se- 5
condo Dardano, il terzo Sicano. Di Italo fu nomata Italia, perchfe qui in Europia rimase ,
et in Fiesole re, e per lo suo nome Italia; di tutta rimase signore. E Dardano n'and6 in ;
Frigia e Sicano in Sicilia. Veduta la edificazione di Fiesole, il perchfe lasceremo ora, e
quando sark tempo ne verremo a ci6. Ancora diremo nella seguente rubrica e capitolo di
Dardano, perocchfe a fare ha un con trattato; ma di Sicano che poco ci tocca diciamo breve, 0
perocch^ n'and6 in Sicilia, e per lui cosi si nomin6 Sicilia da Siccano, et fece progenie
grande et cipt^ et acquist6 provincie, e fece grandi cose.
RuBRECA 8* — Come Dardano andh in Frigia, cioe in luogo ove edifich Dardania, chc foi
fu chiamata Troia la grande, di cui Roma edijicata fu -per JSnea; foi Firenze.
Dardano figliuolo di Attalante re di Fiesole si parti e ando in Frigia, cosi chiamata per b
lo discendente di lafet, la quale oggi si chiama Turchia, ed 6 delle parti d'Asia in circa;
sul qual mare fece una cittk il detto Dardano e puosele il suo nome, clofe Dardania; e que-
sto fu dal cominciamento del mondo anni dumila dugento. II qual Dardano ebbe un figliolo
il qual si chiam6 Tritanio, ' e di Tritanio ne nacque Troio ed altri. Ma Troio fu valoroso
molto e savio ; onde poi per lo nome suo, sl per Taccrescimento della citta e del reame am- C
pliato, mutato fu di Dardania nel nome di Troio in Troia; il qual nome sempre ritenne il
tutto della cittk. E perch6 non si perdesse il nome di Dardania rimase il nome di Dardanial
nella fortezza mastra della citta, ch'era grande abitazione con fortezza della terra.
RuBRiCA 9* — Come e quando cioe quanti furono i discendenti di Troia e la frima distruzionc.
Troio figliuolo di Dardano ebbe tre figliuoli, de' quali il primo fu Elion, il secondo o
Ansaraco, il terzo Ganimedes. Fu Elion uomo di gran virtu, e f ece in Troia una magnifica
fortezza del suo nome nomata, la quale ebbe nome Elion e fu la mastra fortezza reale. Del
detto Elion nacque il re Laumedon; di Laumedon nacque Menelao e molto grande fece la{
citta, nondimeno distrutta fu. Perocchfe andando lason in conquisto del veglio del montone
deiroro (con seco avea Ercule ed altri nobili assai) fugli vietato entrare nel porto di Troia t
e fattogli ingiuria, donde ne furono crucciati e dopo racquisto del veglio delForo feciono
armata per mare e per terra e dopo molto guerreggiare disf eciono la cittk ' negli anni
del cominciamento del mondo; e fu morto re Laumedon in quella distruzione e menatane
in servaggio la figliuola di Laumedon bellissima chiamata Ensiona, e tenuta per femmina
dal re Talamone; et rimase vivo il figliuolo di Laumedon, ci6 fu Priamo, valoroso uomo. '■
RuBRicA 10* — Come Priamo edifico da ca-po la seconda Troia di grandissimo giro et moUo
magnifica di fofolo.
Priamo figliuolo di Laumedon torn6 ove stata era Troia, e raccolse le reliquie delle casei
e degli abitatori, e con aiuto e forza de' parenti ed amici redific6 la detta cittk maggiore,
I. ^»j ed in seguito A. ha semfre Ries e Rieti al fosto di Cres e Creti di G. — lo. per6 che rifaremo altro
trattato G. — i6. d'Asia in circa] di Frisia in Grecia A.', d'Asia in Grecia /. — 21. Troio] Troiolo G. — 23. I.
ed A. fortezza della maestra entrata della citta /. cd A. ; la lezione fortezza mastra che ho accettaio e data da G.; Mastra|
fortezza si ritrova nella ruhrica seguente di I. e di A. — 39. del vello d'oro /.; del vello dell'oro A. — 30. vietato|
Tcntrata di Troia /.; vietato Tentrare di Troia A. — 34. Isiona A.; Esione /. 'S
CRONACA FIORENTINA
che prima non era, tanto che ella era poi la maggiore del mondo. Chi volesse la storia sa-
pere cerchi Virgilio, il troiano Dares ed altre croniche, ma non s'aspetta a nostra materia,
se non Teffetto. Priamo ebbe piu figliuoli legittimi e naturali e de' piu prodi uomini del
mondo; ed in effetto per vendicare la morte delFavolo e la ingiuria d'Ensiona ch'era te-
nuta per femmina, mandorono in Grecia e rubarono Elena, la piu bella donna del mondo,
moglie del re Menelao di Grecia; donde nacque guerra grandissima. E fu edificata negli
anni .... del cominciamento del mondo.
RuBRiCA 11'" — Coinc Menelao menh la gente in Troia e distrussela e canfponne JSnca con /., i, 9
moUi altri.
1 Menelao, toltogli per Paris figliuolo di Priamo la bella Elena, raguno grande esercito,
ed in effetto assedio Troia, ove mori di molti nobili da Tuna e Taltra parte, e Paris di Troia
ed Ettorre e Troiolo ed Achille ed altri nobili Greci. Ed ultimamente stati ad assedio dieci
anni e undici mesi e quindici dl, fatte molte battaglie e molte triegue si dice si ebbe per
tradimento e disf eciono Troia ; della quale alquanti scampati si f urono ; infra quali fu Enea
} col padre vecchio ed uno suo figliuolo detto Ascanio. Questa distruzione di Troia la se-
conda volta fu dal cominciamento del mondo anni 1265. Chi volesse le dette storie piu pie-
' namente, le cerchi come di sopra ^ detto.
RuBRicA 12* — Comc Enca scamfato di Troia arrivb in Italia et gueUo che fece.
Enea scampato di Troia col padre, col figliuolo e con molti altri, armate galee e legni,
1 errando piu paesi e molte navi perdute e genti, ed il padre in Cicilia sotterrato, ultimamente'
in capo di anni tre o circa arriv6 in Italia. Fu Enea della schiatta di Dardano, che venne da /., i, lo
Fiesole, che edifico Troia, come dicemmo adrieto nel capitolo suo, Ansaraco figliuolo di Troio
e fratello d'EIion; di Ansaraco Daffino, di Daffino Anchises, d'Anchises Enea, di cui fac-
ciamo menzione. Errato e capitato in piu luoghi, ultimamente capito in Tevero sulla riva
4 di Albola, e quivi fermato feciono fossi e steccati e case di legname de' loro navilj ; e quel
luogo f u poi citta, chiamata Ostia ; e quelli del paese assai lo contastarono e combatterono ;
ed ultimamente Enea vinse e tenne il campo per suo, e fecevi la detta citta.
RuBRiCA 13'' — Come Enea cafito in Italia, e come tolse moglie ed ebbene jigliuoli; e di
TMtino c di stid antichita,
c Enea capito nello paese italico, dove signoreggiava de' discendenti di Nofe uno che si
chiamava lo re Latino, discese in questo modo : Come detto h, Nofe ebbe tre figliuoli : Sem,
Cam e lafet. Questo Latino scese del secondo figliuolo di Nofe, ciofe di Cam. Cam ingenero
Cus, di Cus Nebrot, di Nebrot Cres; di Cres re di Creti nacque Cielo, di Cielo Saturno e
di Saturno love. Questo love caccio Saturno del regno; il quale Saturno venne in Italia'
2 in quel luogo, dov'fe oggi Sutri presso a Roma; il quale paese signoreggiava Giano, uno de' /., i, ii
discendenti di No^. Grosse genti erano quelle del paese. Saturno savissimo del naturale
e deiraccidentale, veduto da lano, molto ronoro e feceselo compagno in signoria, e fece sua
prima fermata dove oggi si chiama Sutri. Di poi Giano li dono uno luogo cioh un poggio
2. cerchi il troiano Virgilio ed altre cronaclie /.; cerclii il troiano Virgilio ed altre cronaclie A,; cerchl Virgilio,
Oares ed altre cronache G. Moto che mi sono fermesso di sfostare la parola troiano accostandola a Darcte, f rigio —
u. ove morirono molti nobili /. ; onde men6 molti nobili G. — i6. /. omette la data — 20. errando] arando G,
— 38.-p- 6, 1, 12 signoria... inferraita] Seg-uo in guesto passo G. ; A. ed I. riassumono brevemenie questi fatti.
CRONACA FIORENXmA
bello in sul quale poggio fond6 e mur6 una cittk, non molto grande per lo bello sito ch'egli
era con uno bello paese d' intorno. Alla quale cittk egli puose il suo proprio nome et quivi
ferm6 suo regno et in quei tempi non si sapeva nfe si viveva d'altro che di frutti campe-
stri, egli insegn6 loro coltivare e seminare e arare. In questo luogo fu il primo grano chei
si seminasse, e cosl fu che da vivo e morto lo tenessono per Iddio, e fece loro fare case ejl
abitazioni e fece loro prima por vigna domestica, e insegno loro murare terre, e puose, come
li detto, Sutri. Ma la principale fece capo di sedia reale, quella che puose nome Saturna, prese
parte del reame in dono da Giano per sua virtu, et vivette in quei paesi e luoghi anni 34, et ini
quella cittk di Saturna edific6 co' suoi baroni nobili abitazioni et rocca reale siccome sede
del reame. Dopo la sua morte feciono lo loro stendardo per sua memoria con uno re con I
le spiche del grano e colla falce in mano, e per suo sapere trov6 e edific6 in detta Saturnia
un bagno, il quale sanava d'ogni infermitk. E doppo lui regn6 Picco suo figliuolo anni 31.1
Costui molto magnific6 Saturna; e dopo Picco, Fauno suo figliuolo, questi regn6 anni 28,i
e di Fauno rimasero due figliuoli, Lavino e Latino. Lavino edific6 la cittk di Lavina.
Morto Lavino rimase Latino e puose nome a Lavina Laurenzia, perocchfe si dice che in
molti luoghi d'essa cittk nacquono arbori d'alloro, e spezialmente in su uno terrazzo della
maestra torre tra le pietre ne nacque uno ismisurato. Ebbe Latino re una unica figliuola,
/., I, 12 alla quale puose il nome del fratello, cio^ Lavinia, 'bellissima e savia e molto Tamava; la
quale in quel tempo Tavea promessa per matrimonio allo re di Cortona chiamato Tamo.
RuBRicA 14* — Come lo re Latino diede fer tnoglie Lavinia sua figliuola ad Enea, e comel
s'accordb lo re Latino con JSnea.
Latino sentendo Enea nobile e buon guerriero, si fu in concordia con lui di pace; nelU'
qual pace si contenne che gli dovesse dare Lavinia per moglie ; di che convenne che di cic
fossono piu battaglie con Turno, a cui promessa era, come detto 6, re di Cortona. Ondt
dopo molte battaglie, Enea s'a£front6 a corpo a corpo col detto re Tumo, d'accordo, lo vinstZ
e ammazzollo e meno Lavinia per moglie; e ivi a poco mori Latino e rimase Enea erede
del reame, e vivette dopo la morte di re Latino tre anni. Della cui morte, d'Enea, molt
ne parlarono varie cose, e quasi niuno s'accorda di sua morte; per6 lasciamo di lui e ve-|
gniamo a Lavinia che rimase gravida d' Enea nelle mani d'Ascanio figliuolo d' Enea troiano j
perocch6 nacque in Troia, come detto arrieto di lui abbiamo. J
Lavinia figliuola di Latino e moglie d'Enea, morto Enea, per paura che Ascanio nor
la trattasse male, e non uccidesse lei e la creatura che conceputa avea di Enea, se n'and(
A. I. 13 a casa d'un suo f edele pastore in una ' selva e qui partorl un bello figliuolo maschio e puo-
segli nome Silvio Postumo. Silvio perch^ nacque in selva, e Postumo, cWh vocabolo gram-
matico che viene a dire, dipoich'6 ito sotto la terra il padre. Ascanio molto malinconio8c3
della matrigna, facendo cercare del fratello e di lei, la ritrov6, e lei con molta riverenza
come madre, tratt6, ed onor6 il figliuolo di lei suo fratello; e come fu grandicello lascic
alla madre con lui lo reame, ed egli in quello luogo, dove prima discese Enea edifico uns
cittk e ampliolla e nominolla Albana e chiamolla Troia Albana. Edificata la citta, ebbe due
figliuoli: airuno puose nome lulio e airaltro Silvio. Di lulio nacquero gli lulj e di questfl»
famiglia fu lulio Cesare. L'altro Silvio fu con moglie, ed ebbe una nipote di Lavinia, k
quale morl in parto d'un figliuolo che rimase, ch' ebbe nome Bruto, il quale crescendp uc-
ig. allo re di Cortona] a uno re in Toscana G."^ — 22. si fece pace con lul nella A. — 30. abbiamo.] L(
rnhrica i^ nei due codici A. G. termina in questo j>unto, il resto forma un'altra rubrica che in G. ha il seguente titolo
Come morto Enea, Lavina per paura d'Ascanio si fugg\ in una selva, e quivi partorl uno figliuolo bellissimo <j
puosegli nome Silvio. Per le ragioni dette nelP introduzione mantengo la fartizione adottata in I. — 35- malinco-
nioso] maniconoso G. ; doloroso A. — 41. Li'altro Silvio ; questo Silvio ebbe per moglie una nipote G.
CRONACA FIORENTINA
; cise Silvio Postumo e fuggissi e arrivo in Brettagna con sua brigata et per lo suo nome
i Bruto la chiamo Brettagna che oggi si dice Inghilterra. Tutto il reame di re in re per-
venne insino al re Artus, di cui si dice fece la Tavola ritonda, e d'Artus fuCostantino che
f ece Costantinopoli ; e perocch^ non tocca a nostra materia, lasceremo stare. Ascanio figliuolo
primo d'Enea regno anni 38 e dopo lui regno Silvio Postumo figliuolo di Enea e di La-
vinia, e regno anni 38. 'Dopo lui Capis Silvio, che tutti ritennono lo nome, 28 anni. Dopo /.. i, u
lui Latino 50 anni. Di Latino Alba Silvio 40 anni. Dopo Alba Egitio 24 anni. Dopo lui
Carpento 17 anni. Dopo lui Tiberino 9 anni; costui annego in Tevero. Dopo Tiberino
Agrippa 40 anni. Dopo Agrippa Aremo 15 anni; di Aremo Aventino 29 anni; di Aven-
li tino Proca 23 anni; di Proca Amolo 44 anni. E questo fu il secondogenito, il quale caccio
Numitore suo maggior fratello del regno e la figliuola fece monaca per forza, la quale
avea nome Rea a cio non avesse reda, che ne f acesse vendetta, e togliessegli lo regno. Questa
essendo monaca si trovo grossa e partori a un parto due figliuoli maschi, li quali Tuno nomo
Romolo e Taltro Remolo. Questa cosa saputa da Amulio suo zio e signore, volendo sapere
I di cui questi figliuoli fossero, ella confess6 che lo Dio Marte, a cui servigio era, Tavea in-
( gravidata. Altri dicono, che 'I prete di quel tempio era dormito con lei. Ma quale la cosa
si fusse, egli uso nella nepote severa iustizia e fecela propagginare e viva sotterrare dove
h oggi la citta di Rieti, e cosi fu detto Reati, per Rea cosi nominata. I figliuoli comando
, fossero gittati alle fiere salvatiche, e quelli che li porto, gli prese peccato e lasciogli in luogo
0 che un pastore ch'avea nome Faustulo, trovandogli, gliene increbbe e con festa gli porto 'alla /., i, i5
moglie, la quale si chiamava Laurenzia, e quella li nutrico.
RuBRiCA 15* — Come Romulo e Remiilo gia grandi non ■poterono sfare co' -pecorat e comin-
ciorono a fare gran fatti e cacciare di signoria e rimettere chi di ragionc era.
AUevati questi due fratelli, guardando le pecore, furono virili, e tutti i pastori tenevano
S in romore e in briga, come uomini che a ci6 non erano nati. Se di prete erano, non sono
usi i preti a guardare le pecore, ma a stare in agio ed essere riguardati ; se dello Dio Marte
erano, ch' e Iddio di battaglie, non vi si guarda pecore, ma di reale atto come a quel tempo
di certo erano; n^ per femmina non si convenia essere pastori. Ragunati molti sbanditi
e gente armigera, andarono e seppero da Laurenzia e da Faustulo chi eglino erano. Intra-
) rono nello reame, uccisero Amulio loro zio, e ristituito nella signoria Numitore loro avo-
lo, ed eglino fratelli di concordia si andarono dove h. oggi Roma, e trovarono Monte Aven-
tino e queiraltre villate in quelle valli e lungo il Tevero, ed i borghi inchiusero di mura e
fecionla popolata e gran citta e fu chiusa negli anni dalla edificazione, ovvero formazione,
del mondo 3494 anni; e questo fu dipoi 'la seconda distruzione di Troia, quando Enea si /., i, i6
'5 parti anni 454: ed erano quelli due fratelli Romulo e Remulo d'eti anni 22 circa. Dicesi
per le storie che fosse quistione tra Romolo e Remolo, di che Romolo volea nominare del
suo nome Roma e Remolo di suo; e dicesi che I'uccise. Del quale e in che modo nelle
storie deirorigine di Roma e di Virgilio appare; basta qui dire che e' '1 fe' morire; e morto
lui, uccise il suo avolo per avere la signoria del tutto. Perch^ di questo sono varie op-
|0 penioni, lo lasciero alla verita. Ma quale si fosse la cagione, Roma si nomo, e non avendo
moglie nfe figliuoli, ordino una festa, ove vennono tutte le donne di Sabina il terzo anno
dopo la edificazione di Roma, dove tutte le ritennono i Romani e ciascuno di quelle ne tol-
6. lo nome xxv. A. — 9. Aremo] Attenio G. — 24. AUevati... virili] Romolo e Remo]o come furono grandi
che guardavono le pccore furono virili A\ Romolo e Remolo come furono grandi ed allevati, guardando le pecore, fu-
rono virili /. Dal frincipio dcUa rubricafino a pastori (1. 28) seguo G.; A.h laconico; I. scorretio cd incomfrensibile —
25-26. Se di prete. . , riguardatij Se di presente erano non sono usi issuti a guardare le pecore, ma a stare ad agio ed esser
guardati /. — 37-38. II passo clie va dalle farote : Del quale^«o a fe' morire h riportato da G, ; esso manca in A, e in l.
8 CRONACA FIORENTINA
sono per moglie, ma per6 per questo ne nacquono grandi battaglie. Romolo vinse e sottomis-
sesi tutta la provincia.
RuBRiCA 16* — Come Romolo et Remo edificarono Roma da frima, c come fu lasnafine,
ciob che lo Dio Marte lo volle con seco in cielo, c chi tennc che annegassc. i
Romolo poich'ebbe ammogliato sfe ed i suoi Romani, la volle ordinare, e trov6 cento
migliori uomini e piu savi, che allora vi fosseno in Roma et feceli suoi consiglieri, e fecegli
scrivere in tavole con lettere d'oro e chiamogli padri conscritti, e cosl si dice signoreggib
/., I, 17 Roma 8 anni e fu in arme virtuoso' e in naturale senno. In capo di 30 anni della sua na- ',
zione, essendo allato al Tevere un dl facendo festa la sera e la notte, la mattina, levato tutto
il popolo, si lev6 un fumo d'una nebbia a modo d'una nugola, sedendo esso in sedia reale, .
ita la nuvola, pifi non si vide Romolo. Sonne varie oppenioni, chi dice Iddio Marte il volle (
nella migliore eta, fu anche chi disse ch'egli annegasse, e chi tiene una e chi un'altra. La-
sciamo a chi ha voglia di cercare quello cerchi, e credane quello che li pare c piace.
RuBRlCA 1 7" — Come Romolo ordinh el reggimento di Roma, e dofo lui fu fatto rc JVuma
Pomfilio et comc -per miracolo venne di cielo uno sctido vermiglio, e come JVuma v'ag- :
giunse lettera.
Morto Romolo, signoreggiata fu Roma. Fu fatto re Numa Pompilio, il quale non avendo
insegna, ciofe arma, stando in pensieri deirarma, piovve per miracolo del cielo uno scudo
vermiglio, e Numa v'aggiunse quelle lettere che ora vi sono. II secondo TuUio Ostilio, il
terzo Marco Marzio, il quarto Pristizio Tarquinio, il quinto Servio TuUio, il sesto Tarquinio
Superbo, e Romolo fu il settimo e il primo. Questi fu crudelissimo e superbo, cioe Tarquinio,
A, 1,18 e per molte superbie, siccome ' per la f orza f atta a Lucrezia figliuola di Bruto, nato della i
schiatta reale di Enea di Giulio Ascanio, e per la morte di Lucrezia, la citti si levo a ro-
more, dicendo che Tarquinio superbo re fosse cacciato, considerato che la piu casta ed
onesta donna del mondo per la forza che avea ricevnita, innanzi al padre ed al marito di 3
coltello s'era uccisa; e cosi fu fatto. E nota che dal cominciamento di Roma erano 250 anni |
vivuti a re, da Romolo alla cacciata di Tarquinio superbo detto di sopra.
RuBRiCA 18* — Cotne Roma si resse doffo la morte di Romolo. Cacciato Tarquinio non vol-
lono fiu rc.
Cacciato Tarquino, il Comune di Roma si mosse a volere vivere sanza re, e feciono 0
leggi che re mai piu Roma non avesse, ma sanatori cento, li quali Romolo avea ordinati, e
questi avessono a eleggere consoli per un anno e non per piu tempo; e fu il primo Bruto, il
quale fu padre della detta Lucrezia, di cui neiraltra rubrica di sopra facemmo menzione; e
cosi dur6 di consolato e d' altri uficj Roma infino a lulio Cesare, lo quale si f ece signore e
imperatore, e furono anni 448. E dopo lulio Cesare fu imperatore Ottaviano Augusto, ni- J
/., I, 19 pote di' Cesare, figliuolo d'una sua sirocchia e figliuolo adottivo di Cesare, e fu clementis-
simo e quasi adorato per Iddio, e al suo tempo fu il mondo tutto in pace e non si trovava
tanto quanto farebbe ombra un olmo che non fosse dei Romani, e al suo tempo nacque
Cristo di Maria, 700 anni dopo la edificazione di Roma. E qui porremo fine al reggimento
i-a. sottomissegU tutti a lui A. — 8. in fatti d'arme vittorioso e in naturale G. — 31. sanatori e consoli li
quali G.\ forse la farola consoli h dovuta ad inesatto scioglimento in G. della lettera C di cento — 37-38. 11 ^asso chf
va dalle farole: fu 11 mondo fino a Roraani c cavato da G,; manca in A. ed in I.
CRONACA FIORENTINA ^
di Roma, perocche al nostro trattato nuUa ha a fare, se non per trovare la edificazione di
Firenze. Infra' quali tempi de' sanatori, ciofe al tempo di M, TuUio Cicerone, Catellina,
uomo nobile, trattb di sovvertire la repubblica di Roma, e scoperto il trattato si parti e
andossene scampato alla citta di Fiesole, ch' era de' Romani, e con molti uomini sbanditi
) ed altri fecela rubellare e fecesi signore; perocch^ Catellina fu nobilissimo, perocchfe di-
scese di Enea per linea masculina; ma era uomo di mala condizione e di disonesta vita ed
era dal vino e dalle femmine alcuna volta ingannato, ma era cortese e in fatti d'arme pru-
' dente e sommo.
: RuBRicA 19* — Come li Romani isconfissono Catcllina c fii morto, c come assediarom Fiesole
n e vinsonla e fresono.
Catellina sentendo 1' oste dei Romani che lo seguiva ed erano accampati con due con-
, soli, cio furono Caio Antonio e Publio' Pleteio, in sulla riva del fiume d'Arno, ed aspetta- /.,1.20
vano di Francia, che gi^ era in Lombardia, Metello con gran esercito, si partl di Fiesole
Catellina di furto e andonne nel piano dov'6 oggi Pistoia in campo Piceno per passare in
'5 Lombardia, per fare la guerra che avea trattato in Ik. Li due consoli sentendo cio si gli
, pararono innanzi e vennono alla battaglia, e d'una parte e d'altra furono morti tanti, che
1 quasi pochi ne camparo, e Catilina fu morto. Camparo di quelli di Catilina maxime quasi
i piu forti. Essi si feciono loro steccati e frascati e capanne dove col tempo crescendo
edificarono Pistoia, e cosi le puosono nome per la pistolenza della battaglia qui suta di tanti
)0 morti e feriti che vi rimasono. Venuto Taltro esercito, quello di Metello s'aIIoggi6 presso a
. Fiesole, ch'erano stati ribelli e combatterono, e se non che Metello passo Arno e fermossi
' sul poggio di San Mignato, e i Fiesolani Tarebbono vinto. E ultimamente venne lulio Ce-
sare, Cicerone, Macrino e Fiorino con molti altri nobili e assediarono Fiesole e stato ac-
campati cinque anni e compiuti i cinque anni dello stare fuori si tornarono a Roma, e
5 Fiorino rimase airassedio di Fiesole. Di furto una notte i Fiesolani presono il campo di
Fiorino e lui e i figliuoli uccisero; il quale era stato mariscalco deiroste, e per virtu, par-
titi gli altri, esso v' era rimaso. Ritornati i Romani in campo, e Cesare e molti baroni,
assediarono la citta e morti per disagio e per guerra pure Cesare resistette allo assedio e fece
fare lungarno, in' un luogo che si chiamava Campo Marzio, ove si facea la fiera o mercato
10 di bestie per gli Fiesolani a tempo di pace, lo Palagio tondo, e dentro era a seggi ordinato
alti e bassi, di grado in grado, per modo che ognuno vedea Tuno Taltro e chi parlava era
da tutti udito, e chiamavollo Parlatorio, comecch^ il nome si corrompesse e fu detto Par-
lagio poi, ed era grande, e tenea dalle Stinche da casa i Tolosini per TAnguillaia e girava
infino alk piazza di S. Croce. Questo fece quando sei campi di sei principi assediarono
i3 Fiesole; ed ultimamente la cittk di Fiesole rimanea con battifoUi, e i principi anda-
vano a parlamento a questo Parlagio. Cesare strinse, rimaso quasi solo di principi, tanto
Fiesole, che per difetto d'acqua e di vivande, fatto ragione di otto anni e quattro mesi e
sei di, s'arrenderono i Fiesolani, salve le persone, e la roba fu de' Romani e la citt^ si di-
sfece infino a' fondamenti, e fu questo 680 anni dopo la edificazione di Roma, innanzi Tav-
tO venimento di Cristo 71 anno e 11 mesi e 28 di.
18-20. Essi. . . rimasono] di quegli pochi vi rimasono si steccorono et ivi posono Pistoia et abitaroUa C; si feciono
loro steccati ed edificarono Pistoia /. — 22. San Mignato... vinto] Santo Miniato, v'cra rotto dal popolo A. —
26-27. dell'oste... rimaso] delPoste ora vi ritornorono A. — 32-33. Parlagio I., farrebbc j>iu esatta questa uHima lezione;
non l' ko accolta non solo fer Vaulorith dei codici A. e G., ma anche j>erche, a quel che c deito nella stessa rubrica, quel
$ Palagio/» soltanio in seguito dcito Parlagio — 33. Tolosi /.; Tolosinghi G. — 36. Cesare scrisse, rimaso A.;
Cesare Istesso rimaso G,
I.. I, 21
10 CRONACA FIORENTINA
/.. 1, 22 RuBRicA 20' ' — Comc et qnando fue edificata la citta di Fireme dofo la disfacione della citth
di Fiesole.
Cesare, disfatta la cittJi di Fiesole, cerc6 di fare una citth nobilissima. Sentendo questo i
Romani, molta invidia nacque tra i principi e' nobili e a sorte e a fortuna vollono ciascuno
nobile per nomarla del suo nome andare a edificarla: infra' quali Macrino, Albino, Gneo
Pompeio, Marco furono di concordia d'andarvi; e questo feciono perchfe mai Fiesole non si
rifacesse, e costrinsono tutti i Fiesolani a none stare allo paese, se non abitassono in Firenze
quando fosse fatta. Per le possessioni de' Fiesolani che ivi aveano assentirono di starvi.
Partita la edificazione a ciascuno la parte per sorte, e chi prima avesse fatta la sua part
sl la nomasse come volesse, avvenne che fu fatta quasi per modo che nome non vi si po-
tesse porre, e furono in tanta tencione, che niuno nome mai per loro posto vi fu ; ma poi
considerato che Fiorino nobilissimo uomo e guerriere v'era rimaso solo e morto in ser-
vigio de' Romani, la chiamarono del suo nome Fiorenza. Fu molto ben posta, perocch^
/.,«,23 per dicreto vollono i Romani fosse posta come stava posta Roma 'e molti belli condotti
feciono fare, onde Tacque venieno di fonti e ruscelli del poggio di monte Morello, e ve-
nivono per la via di Quarto e Colonnata, a S. Giovanni tra Tarcora ne sono ancora se-
gnali ed ewene alcuna reliquia per memoria di ci5, et racque da lungi tolsono perocchfe era
Firenze tutta pantani e acque grosse da bere, perocch^ era molto presso Tacqua al letto del
fiume; e racchiusonvi dentro due ville, ciofe villa Arnina e Prato Marzio, ed il Parlatorio
detto nell'altra rubrica. Fecevisi la fortezza mastra de' Romani et nominoronla campidoglio
al modo di quello di Roma, e fu fatta dov' h oggi S. Maria in campidoglio, ciofe in Mer-
cato vecchio. Mandaronvi Romani oltre a quelli, ch' erano Romani da sua volonta rimasi
ivi, ch'erano nobili Romani poveri, ch'andavano al soldo ed in Fiesole arricchiti per la
preda, et anco molti nobili per legge ed altri savj uomini; e chi per avere le possessioni de'
3. In A. la rubrica incomincia con queste farole : Firenze cosl poi che edificata f u, cosl chiamata, f u in questo \
modo edificata. Cesare disfatta eic; In I.: Firenze, dipoi ch'edificata fu, cosi cliiamata fu in questo modo edif!-
cata. Cesare disf atta etc. ; anche in A. i un frincifio che ha tutta Val>farenza, come nei frecedenti, di un titolo
non di un frinciJ>io di rubrica: Come Firenze fue cdificata e del primo motore e come fue datogli il nome cioe r
Firenze, e cosi come fue dotata delia prima arme cioe insegna ch'ell'ebbe. Cesare disfatta etc. — 13-14. Fu molto !
bene.... posta Roma] Sentendosi questo da Romani molta invidia nacque tra i principi e nobili di Roma feciono '
che la detta citta si edificasse per li nobili siccome a sorta fusseno eletti alquanti per edificare e dare principio
a tale opera, ed a quegli tale a sorta toccasse nominarla del suo nome. De' quali i norai loro furono quesli: Magrino,
Albino, Igneo Pompeio, Marco. I sanatori eletti questi uomini, fue dato a ciascuno lo suo lavorio di popolarla et
quale di loro pii tosto finisse, ciofc facesse piC» tosto il suo edificio, appcllasse la citta di suo nome e come a lui
piacesse. E apparecchiati di loro fornimenti et maestri vennono da Roma alla citta che Cesare principiava et edificava
et ivi con Cesare divisarono l'edificare in questo modo, che Albino prese a smaltare tutta la citta che fue un nobilc
lavorio, Magrxno fece fare il condotto deiracque in doccie, in archi; Igneo Pompeo fece fare le mura della citta con
le torri sopra le mura edlficd ritonde, molto ispesse e alte ; Marco l'altro signore roniano fece il Capidoglio ad
modo di Roma ciofe 11 palagio dov'era la mastra forteza della citta e questa fue di maravigliosa bellezza. I dettl if
signori per avanzare l'uno edificio dell'altro con molta soUicitudine si studiavano, ma a uno raedesimo tempo fue
compiuto, sicch6 nessuno di loro ebbe, ne poteo acquistare la gloria di norainare la citfade a sua volonta si che •
per raolti fue allo incominciaraento chiamata la piccola Roma et altri l'appellava Floria perclie Fiorino fue qui
morto, e perchfe fue il primo edificatore di quello luogo e fue in opere d'arme et in cavalleria fiore, e in quello
luogo ne' campi dintorno ove fue edificata la cittade serapre nascano fiori, poi la raaggior parte degli abitanti ;
furono contenti di chiamarla sl come fosse in fiori edificata cioe con molte dilizie, e di certo cosl fue per6 ch'ella
fue popolata della miglior gente di Roma et de piu sofficienti mandati per 11 senatori di ciascuno rione di Roraa
per setta s\ corae tocc6 per sorte che l'abitassono et accolseno con loro quelli Fiesolani che vi voUono dimorare
e abitare, ma poi per 1' uso del vulgare fue norainata Firenze cioe s' interpreta spada fiorita et troviamo ch' ella
fue edificata anni secento ottantadue dopo la edificazione di Roraa e annl settanta innanzi la venuta di lesu :
Cristo. Et nota perche i Fiorentini sono serapre in guerre et divisioni tra loro che non e da meravigliare es-
sendo nati e derivati di due popoli cosl contrarii e neraicl et diversi di costurai come furono i nobili romani ver-
tudiosi et 11 Fiesolani crudi et aspri in fatti di guerra. Et voUono i Romani fosse posta come stava Roraa. —
16. a S. Giovanni aU'arcora ne sono ancora segnati G. — 23. Do^o le farote e in Fiesole arri.... in A. manca
vna fagina, 3]
/., I, 24
CRONACA FIORfiNTlNA U
Fiesolani morti e scacciati, e chi per l'aere buono vendea i suoi beni e andavavi ad abi-
tare perch' era il luogo pacifico, ed era molto bene murata e di diletto di cacciare e ab-
bondante d'ogni buono terreno, ed era in maestra strada e perchfe' era bene popolata e
bene acconcia. E fatto ci6, i Romani vi mandarono Tarme loro a Firenze, come avea-
no usato di fare all'altre cittk che edificavano; la quale arme era uno gonfalone tutto
rosso. Vedendo i Fiorentini questo, e da loro voleano fare qualche cosa neirarme, stettono
piu di in pensiero; e ultimamente perchfe una mattina che si ragunarono al campidoglio
trovarono un giglio nato su uno prato che era molto bello, e' divisarono, come a Roma
era venuta dal cielo Tarme dello scudo rosso, come detto e rubrica 1 7" addietro, cosi dal
) cielo questo f usse venuto ; e cosi bianco ordinarono che nel campo vermiglio f osse posto questo
giglio e cosl ebbe Firenze per arme campo vermiglio col giglio bianco per arme di cittk.
RuBRicA 21* — Come e in che modo la citta di Firenze si reggeva et a che temfo, et che
Dio adoravano, et in che modo si governavano, e come viveano, e quasi cib che da Ro-
mani voleano avieno, et come lo loro temfio fue bello.
5 Firenze edificata, come adrieto aviamo detto, nella prima parte per Fiorino, e poi
circundata da lulio Cesare che aminduo furono descendenti di Enea; comecch^ gli altri
quattro baroni con lui, cio^ Cesare, ' la compiesseno, ma egli Tavea cominciata a seguire drieto /., i. js
a Fiorino ; Firenze rimasa coirarme, che detto h, il campo vermiglio e '1 giglio bianco, tennono
parlamento in che modo si reggesse e sotto che forma. In Firenze era novamente tomato
0 del legnaggio di lulio Cesare uno nobile giovane ch'era stato nella cittk di Fiesole, e quando
Catellina si fuggi e fu sconfitto, vi rimase, e vinta Fiesole, Cesare voUe fargli bene, perch^
era de' suoi, e la casa in che era gli salvo e coUa roba sua ; e come gli altri ebbe licenza
' di stare in Firenze, cosl egli si stette, e tanto piu onorato quanto piu che era del legnaggio
di lulio, ed era chiamato Bertaldo Cesare. Costui, delibero il parlamento andasse a Roma
5 per lo parentado che avea, impetrasse grazia del reggimento, perocchfe i Romani v'aveano
lasciato un nobile uomo, che avea nome Benzo che li governasse come rettore. Costui era
morto; delibero il senato che i Fiorentini si reggessono a lor modo, si veramente con divo-
zione del Comune di Roma come a cavalcate ed osti con loro facesseno, e nimico e amico
tenesseno chi e cui tenesseno i Romani. Di che tornato costui, si dilibero ch' egli fosse
0 consolo loro con dodici sanatori, che bastassono cinque anni; de' quali sei erano romani,
che mandati erano dal principio del cominciamento di Firenze ad abitare, e sei fosseno fie-
solani e d'ogni altro abitante' dentro alle mura. Lo primo decreto che feciono si fu che /., t, j»
Iddio adorasseno; e qui dopo molti ragionamenti deliberaro d'adorare Marte, 11 quale era il
primo borgo di Firenze, come detto h adrieto, si chiamava Campo Marzio; e per6 delibe-
15 rarono un nobile tempio e consacraronlo a Dio Marte. E la cittk era grande, perchfe li Ro-
mani Tamavano e onoravano i cittadini et rispiarmavoUa, e quasi cio che i cittadini voleano
da' Romani Taveano. Lo tempio fu bello e nobile di marmi venuti di lungi, bianchi, ver-
migli e neri e con bello lavorio di colonne, e costo gran tesoro, e i Romani feciono loro
molto aiuto, quando sentirono la nobiltk del principio del tempio, e quivi puosero la sta-
10 tua di Marte, e lui adoravano e tenevano per loro Iddio. II qual tempio si dice fue fatto
e compiuto al tempo di Tiberio imperatore, Tanno che S. loanni Batista fu morto da Erode,
e quella fu quella cagione, come diremo, perchfe fu poi quel tempio di Marte chiamato Santo
Giovanni Batista.
9-10. cosK... fusse] cos\ dal cielo bello cesto fosse /. ; cosl dal cielo questo cesto fusse G. Mi son fcrmesso
di modificare il testo, omcttendo la parola cesto, forse cattiva trascrizione della farola questo ri^etuta. — 12-13. ^
che tempio di Dio adoravano /. — 26. Renzo G. — 31. cominciament6\ movimento /. ; mento G, In A,, come
ho detio, 7nanca Vintera fagina; ho corretto nel testo cominciamento.
12 CRONACA FIORENTINA tAA. 1-252],
RuBRiCA 22' — Come Firenzefue magnificata -per lulio Cesare c foi fer gli altri Jm-peratori\
come diremo.
Firenze seguitando negli ordini dati e detti, quando lulio Cesare ebbe la signoria, voUe
/., I, 27 vedere Firenze in che stato era, ' e considerato che contra Pompeo molti Fiorentini furono !
con lui, e delle spoglie guadagnarono nella detta vittoria, a tutti i vecchi e malati, ch'erano \
delle lunginque terre e guerre state, djfe beneficio di denaro e d'altri doni e rendite, che
venissono ad abitare in Firenze, e molti furono e assai e adornarono la citta, e moUi per le .
gravezze delle guerre, e chi per isdegno di vedere Cesare signore, che non erano di sua i
parte, si partirono di Roma, e alla dolcezza di Firenze ristettono ad abitare, e Cesare don6 |
molto avere a Firenze; di che con molto studio il tempio alzo, che detto h, ed ancor fece \
fare di suo cento case per abitare per innanzi cui lui le volesse concedere che di nuovo
venisse. Susseguentemente morto Cesare, ed Ottaviano avendo memoria di Cesare ancora '
vi fece tanto aiuto che si compi^ il tempio, e molto magnifico Firenze; al cui tempo nacque
Cristo Tanno del suo Imperio 42°. Dipoi Tiberio appresso lui la magnifico, e videla, e molto
vi fece fare di bellezze, al cui tempo Cristo fu crucifisso Tanno del suo Imperio 18. Di che j
/., I, 28 Cristo nato, dal di che Iddio formo il mondo e fece il primo uomo, anni 5199 'e la morte venne
ad essere anni 33 e piu infino a marzo, che sarebbono 5231 e quelli piu mesi. Al tempo
di costui si compi^ e col suo aiuto Santo loanni, ch' h. oggi, ch'era lo tempio dello Dio
Marte ; c\oh il di che a Santo loanni fu tagliata la testa da Erode, che fu negli anni dclla
nativitJi di Cristo . . . . e dal cominciamento del mondo anni . . . . e dairedificazione di Firenze t
aimi . . . . E pare che delli fatti della citta di Firenze poi non si trovi piu, quella che si sia
la cagione non lo so; salvocch^ molti dicono, ch' erano in Firenze molte croniche de' fatti j
fiorentini, ma per Totile che arse Firenze, come diremo innanzi, furono arse. Sicche ap-
pare che dal ventesimonono imperadore, cio fu Decio imperadore, adrieto non si trovi nulla,
se non di tre detti, Giulio, Ottaviano e Tiberio che sono sunnominati.
RuBRiCA. 23" — Comc e guanti anni ebbe dalla vcnuta di Decio imfcradorc vcntesimonono in
Fircnze dalla crcazione del mondo c dalla edificazionc di Fircnzc, c quello che fccc.
I; 1. 29 Firenze, come detto h, stette a suo reggimento al tempo de' consolati di Roma, ' come
essi Fiorentini voUono, sotto il segno romano. Poi successivamente grimperadori Tamavano
e aggrandivano e magnificavano ; ma la cagione, perchfe piu chiara non si trova, aviamo ;
detto secondo i volgari. Ma Decio imperadore ventesimonono, udendo la fama di Firenze
e quanto era bella e quanto bene si mantenea, venne personalmente ad abitare qui, perse-
guitando li cristiani, siccome avea fatto negli altri paesi, e questa sua venuta fu gli anni di
Cristo 252 e dal cominciamento del mondo 5452, dalla edificazione della cittk di Firenze
anni 324. Venuto Decio in Firenze, e quivi senti che Miniato, figliuolo primogenito del v
re d'Erminia, che di la era venuto a Roma, ed avea appresso a s^ molti eremiti congiunti |
in una selva drieto ove h oggi la chiesa di San Miniato e il suo corpo, divozione e fede
tenea a Cristo. Decio imperadore lo fece prendere e ultimamente lo fece dicoUare, e mar-
tire fu in uno luogo, dove infino agli anni 1373 li giustiziati di Firenze abbandonati si sep-
pellivano, drieto alla chiesa di S. Candida allato alla porta alla Croce e fuor delle mura, ^
e poi si fece una chiesa fuor della porta alla giustizia per accatto, dove h oggi che vi si
sotterrano gli giustiziati, che si chiama S. Maria del Tempio. S. Miniato cosl dicollato nel
6, delle lunghe terre e guerre A, I. — 7-8. per la gravezza della terra per le guerre G. — 11. del suo molte
case G. — 11-12. per abitare per gli nuovi abitanti vi venissono .,4.; per innanzi cui esso vi volesse concedere che
dl nuovo venisse /. — 20. di Cristo XXXII e dal cominciamento del mondo MMMMMCCXXX e dalla /. Le date
sono suffliie da fadre Ildefonso, — 21. non si trovi] non si trovava G.; non trovassi A. — 28. consolati] consoli G-
[AA. 252-392] CRONACA FIORENTINA 13
luogo detto, Iddio mostro suo miracolo che egli pass6 ' racqua d'Arno, che non era molto /., i. 3o
grosso, per ire al suo luogo coUa sua testa tra le sue due mani, e visibile a ogni persona
sall il monte, ove b oggi la chiesa di S. Miniato, e quivi era una chiesicciuola di spedale,
a pi^, e quivi non possendo o non permettendo Iddio andasse piu oltre, si fermo, e poi la
notte da sante persone fu seppellito. E cosl, come Decio detto fece martirizzare Santo
Miniato, e cosi molti altri li quali erano di fede cristiana; infra' quali n' avea uno che si
chiamava Crescio, il quale avea molti compagni, e cosi mori in Mugello, che per lui si nomo
S. Cresci a Valcava. Di si fatti avea in Firenze assai, ma erano timidi della morte, che
non vedeano rampollare la fede, come arebbono voluto; e cosi fu perseguitata dallo Imperio
1 la fede di Cristo, infino al trentesimonono imperadore Gostantino, il quale fu imperadore
negli anni di Cristo 311 ed esso fu cristiano, e costui doto la Chiesa e ando a Gostantino-
poli, ove mori. Ebbe tre figliuoli; de' quali Tuno fu cristiano, cio fu Gostantino, e quello
stette in Gostantinopoli ; Taltro Constante il quale perseguit6 i Cristiani ; e cosi lo Imperio
si divise in modo che gran ' tempo fu che piu imperadori ad un' ora erano chi cristiano e /., i, 3i
I chi pagano.
RuBRicA 24* — Come c quando e ferche la citta di Firenze fu ridotta a cristianesimo, e
il modo del battesimo e la consacrazione di S. Giovanni, cioe del temfio che si diceva
di Marte.
Firenze istette nella fede pagana infino agli anni di Cristo 320 e dalla edificazione
;i d'e8sa citta 392 e perchfe Onorio, il quale era cristiano e romano venne a Firenze a predi-
care la fede cristiana colla bolla di Gostantino imperadore battezzato, in Firenze si fece,
e consacro la cattolica fede cristiana '. E considerato il tempio di Marte, quello Onorio il i., i, 32
quale avea predicato, fu fatto vescovo di Firenze per Santo Silvestro papa, il quale avea
' Gostantino battezzato, concesse esser rivocato lo tempio di Marte in quel Santo, lo quale i
I Fiorentini volessono. Di che si trov6 di concordia essere in S. loanni Batista consacrato
per tre principali cose: Tuna perche propio in quel di della sua festa s'annunzi6 per tutta
la cittk per lo 'mperio e per lo Papa la fede cristiana; Taltra perche in quel di, come
detto 6 adrieto, fue compiuta la detta chiesa; Taltra perche Santo loanni battezz6 Cristo.
Un'altra ce ne aggiungo io, cioe che ogni fedele crede in lui, ed h. combattitore della fede
) di Cristo ed a lui diede Cristo quella insegna della croce rossa in campo bianco quando
and6 al Limbo Cristo anzi che Santo loanni andasse in cielo. Fu adunque quistione tra i
Fiorentini della immagine dello Iddio Marte, che il Vescovo non la volea in chiesa. I Fio-
rentini trovarono che Ogni volta che non fosse alta ed onorata, la citta dovea avere male
stato, e come abbassava, abbassava lo stato della citta. Onorio veggendo i Fiorentini essere
3 assai leggieri di fede, ancora temette non si partissono dalla fede, concesse loro la cavas-
sero della chiesa, e ponessonla dove a loro piacesse. Quegli 'furono insieme a consiglio e /.,1,33
divisorono di porla in su una torre la piu alta che avesse Firenze, come i loro strologhi
dissero, perocch6 non si abbassava ma si alzava; e fu posta sopra una torre soprarno, che
^ fu la torre lulia, la quale lulio Cesare avea fatta per sfe; poi ordinarono che Santo loanni
;3 il di della sua nattivita fosse la maggior festa della citta, e qui solenne festa e giuochi si
facessono, e corressono uno palio di sciamito e altre cirimonie assai ; e statuirono ch' ogni
persona maschio e femmina da' dodici anni in su v' andasse la vigilia a visitare ed offerere
3-4. di S. Miniato, e ando insino all' ospedale dov' e la chiesicciola e ivi non potendo o non permettendo
Iddio A.\ di S. Miniato, e quivi era una chiesicciola di spedale in quello luogo dove sta l'ospedale a pi&, e quivi
, non prometendo Iddio G. — 29. aggiungo io che ogni Cristiano crede in lui /. ; aggiungo con due code che ogni
I fede crede in lui A. ; aggiungo io che ogni fede crcde in lui G. Ho accolta la lexione di questi due codici ferjnet-
'5 tendomi di modificare la farola fede in fedele — 41-42. statuirono che ogni maschio da dodici anni in su v'andasse G.
14 CRONACA FIORENTINA [AA. 392-401]
per contrade a certa pena infallante; e chi non potesse andare, mandasse; e ci6 era scritto e
rassegnato; ed infino a questo di era stata la cipta in pace ed accresciuta di dl in di, e multipli-
cata d'avere, di uomini e di stato e di potenza e di orrevolezza di cittadini. Et qui delibera-
rono che si battezzassono i fanciuUi quando nascessono, e fosse capo e mastra chiesa di P^irenze.
RuBRiCA 25* — Come Firenzc fue assediata da' Gotti e contc furono sconfitti i Gotti c come
furono duc imferadori,
Firenze nel detto stato si govemava con buona fede cristiana e in divozione della
/.,1,34 Chiesa e suggetta d'Imperio, e negli anni di Cristo 396 fu quistione dello Imperio, 'ma
alla fine furono due imperadori figliuoli di Teodosio, e negli anni di Cristo 401 venne in
Italia una ingenerazione di gente infedele di grandissimo numero, i quali si chiamarono
Gotti d'una provincia di W dal Danubio, che confina con la Schiavonia ed Ungaria e Bur-
garia infra terra che si chiama Gotia; ed Alberigo re de' Gotti in persona fu con loro, e
guastata la provincia di Toscana infino per Romagna passarono a Roma; e questo si dice
ch'e' faceva perch^ lo Imperadore era, ed esso Alberigo per le divisioni dello Imperio cre-
dea essere Imperadore, ed abbatteva la fede cristiana. Questo passo in Puglia e guasto
ogni cosa: poi ando inverso Cosenza in Calavria e quivi mori, e sua gente torno. Di che
Rodasio poi re de' Gotti venne a vendicare la morte del zio con maggiore oste, ed ulti-
mamente giunse a Firenze per Lombardia e per Romagna guastando negli anni di Cristo
401. II Papa ed i Romani aveano mandato in Gostantinopoli per soccorso et venuto il soc-
/., j, 35 corso, Onorio, secondo iigliuolo ed Imperadore, venne, e partissi di 'Roma con gente, non
pero quanto quella di Rodasio. Quando Rodasio senti che veniva lo 'mperadore si partl d'asse-
dio di Firenze, ch'egli avea si stretta ch'era in grande rischio e guasta di fuori ogni cosa, si
spavento, e partissi ed andonne ove Fiesole era stata, e quivi per quelle valli di Ceceri e
di Monte Morello si distesono et qui s'accamparo il meglio che poterono. II luogo era alido,
e manco per lo caldo e logorb tutta la vettovaglia. Et loro addosso discesono di tutte le
provincie ed in effetto affamati s'arrenderono ad Onorio e per ischiavi furono mandati. E
cosi fu libera la citth di Firenze il di della nativita di S. loanni Batista; e preso e morto
Rodasio lor signore, ed isconfitti tutti il dl di S. Reparata se ne fece in Firenze la somma
ed ultima allegrezza e vittoria. In questo tempo S. Zenobio era vescovo di Firenze e cit-
tadino fu di Firenze. Feciono edificare ed onorare la chiesa di Santo Salvadore di nuovo
et la sagrarono in nome di S. Reparata il cui di ebbono Tultima vittoria.
RuBRicA 26' — Come Sancto Zanohi vescovo di Firenze mort e fecc miracoli.
Firenze ne' sopraddetti anni avea uno santo uomo vescovo, lo quale Jn quegli tempi
fece molti miracoli, il quale risuscito morti ed altri miracoli fece. Era il vescovado presso
/., 1, 36 al ' borgo di S. Lorenzo nella chiesa dove h. oggi S. Lorenzo, et in essa cantava il Vescovo ^
17. con maggiore oste] e maggiore oste men6 che prima G, — 19. 414 G.\ 405 /. — s^-aS- D luogo...
la Tettovaglia] E quivi per quelle valli di Monte Morello avevano eglino tutto logoro /. Che il fasso sta lacunoso
lo dimostra la lezione data da A., la quale rij>orta le stesse farole di I. ma con altre ehe danno un significato fiti
chiaro al feriodo: et quivi per quelle valle di Ceceri e di Monte MoreUo manco per lo caldo e logoro tutta la
vettovaglia; G. gui si rileva anch'esso lacunoso, ma da gualche altro elcmenio che da prova della bonta della lezione
asiniana: E quivi per quelle valli di Monte Morello si distesono et qui s'acamparo il meglio clie poterono; il luogo
era alido et avevano tutta loro vettovaglia. Ho rifortato le diverse iezioni perche ncl testo mi sono fermesso di fondcre
le due lezioni di A, e G. — 28. S. Liberata G, — 30-31. ed onorare... Reparata] ed onorare la chiesa di Santo
Salvatore di nuovo, ed a S. Salvadore sagrarono il nome di S. Reparata A.; di nuovo e a S. Salvatore sagrarono lo
nome di S. Liperata /.; di nuovo e a S. Salvatore la sagrarono e in nome di S. Reparata G. — SS^P- 'Si 1. i. l»
essa abitava ii vescovo et seco aveva A, '
[AA. 401-450]
CRONACA FIORENTINA 15
la messa e suoi officii e seco avea due suoi cappellani di vita onestissima, tali che santifi-
carono. L'uno fu S. Crescenzio Taltro S. Eugenio, li quali morirono e seppelliti furono
poi nella chiesa di S. Reparata con lui, ciofe dove il suo corpo si traslatb. I miracoli che
fece furono questi
! Mori S. Zenobio gli anni di Cristo . . . . e traslatato fu in S. Reparata a' di 26 di gennaio
gli anni di Cristo E recandosi il corpo suo dal vescovado, ciofe da S. Lorenzo a S. Re-
parata, tocco uno ulivo ch'era sulla piazza di S. loanni, passando allato al detto ulivo ch'era
secco, incontinente rinverdl di foglic e fiori di subito, e molto tempo basto, e poi venuto
meno vi si fece per memoria una colonna la quale colonna v'k ancora.
liRuBRicA 27' — Come la citta di Firenze fu distrutta da Attile fragcllum Dei,
Firenze slando in pace si venia racconciando del danno ricevuto dello assedio ' de' Gotti /., i, 37
sconfitti, come adrieto fecemmo menzione. Ma poco duro la lor gloria, perocche sentendo
Bello, chiamato Attila, la sconfitta di Rodoazio, si misse in conquistare le sue provincie e
reami. Esso fue barbero di nazione antica, ma era nato di reale sangue, fecesi signore de'
l.Gotti e di Svezia e di Schiavonia e d'Ungheria, fu uomo di grande animo e fu savissimo,
comecche egli fosse crudele oltra ogni generazione di cristiani, e fece pensiero di rimuovere
la fede cristiana ed abbassarla e disfare Roma e recare lo Imperio sotto sfe e farsi signore
del mondo, racconto a' Gotti la sconfitta e morte del lor signore, dimostrandola a' fratelli,
padri e figliuoli de' morti per I' Italiani e venduti per schiavi ; e promettendo la vendetta, se
2 seguire lo voleano, sommosse le genti e venne con innumerabile gente ed esercito. I Romani,
' Fiorentini e Lombardi temendo tuttavia di cio, teneano nella provincia sua ispie e sentirono
la sua tornata. Ultimamente sentendo sua venuta, con gli Franceschi insieme tutta Italia
Tandarono a scontrare insino in Frigoli, e quivi combatterono, e secondocch^ conta la cro-
: nica martiniana tal fu la battaglia che cento ottantamila uomini dairuna parte e Taltra
2 morirono, ed un fiume per nome.... 'corse sangue tutto de' morti e molti gran baroni vi /•. i, 33
morirono d'una parte e d'altra, inf ra' quali il Re di Borgogna mori d' Italiani parte. Attila
si parti e tornossi in Ungaria. Questa battaglia fu al tempo di Teodosio II e di Valenti-
niano suo genero imperadori, negli anni di Cristo 436. Tomossi in suo paese e sommosse
maggiore esercito di prima e fu nella prima tornata ad Aquilea, ove appresso era Frigoli,
3 e quivi era stato sconfitto e stato tre anni a assedio, la prese e distrusse. Passo in Lombar-
dia et Vinegia, Brescia, Bergamo, Parma, Melano, Lodi e tutte le terre di Lombardia; sal-
vossi Modena per Torazioni di S. Gemignano vescovo d'essa cittk. Poi passo in Romagna
e non vi lascio quasi terra; Bologna fu la prima distrutta. Sceso in Toscana, giunse a Fi-
renze e quella assedio, e pensando la sconfitta che avea avuta l'altra volta Rodoasio, penso
.: (ch'erano fieri uomini) di starvi poco aIl'assedio, ma d' ingannargli, e cosl fece, che esso
disse che volea essere loro amico e salvare Firenze, ed impromesse loro molte cose, e sug-
gello, e tanto gli alletto ch'eglino si fidarono di lui, tantocchfe con doni e con fargli onore
lo missero drento et che voleva col loro consiglio fare le loro faccende. Eglino lo messono
nel Campidoglio. Egli mandava per gli cittadini ed onoravagli, e facea loro doni e man-
-. giari tanto, che gli auso seco. Poi appoco appoco' misse i baroni dentro, e come vide ch'essi i., i, 39
seppono bene le vie e le case della bella e nobile citta di Firenze, che a quel tempo facea
ventimila uomini d'arme, si penso d' ingannarli. Mando un di per gli cittadini che venissono
a lui che volea da loro consigliarsi in che modo in Toscana avesse a procedere. Veniano
1 4. La lacuna e segnata in tutti i codici ed in /. — 5. xv gennaio G. — 7. ulivo] olmo A. : era stato scritlo
i frima uUvo, la correzione fero h della siessa mano. Ho accettata la lezione di G, cke concorda con il Guadagni e con la
frima lezione dello stesso A. — 13. Attila] Totila /. ; awerte peri padre Ildefonso che il suo ms., ha Attila. Non ho cre-
duto opportuno correggere, essen.lo propria delPautore la confusione tra Attila e Totila. — 25. e '1 fiume corse sangue A,
16 CRONACA FIORENTINA [AA. 450-529]
com'erano iisati, i maggiori e i piu savj et di piu seguito, et a uno trapassare d'una sala a una
camera era detto loro : " Qui k Attila , e passando erano presi e morti e gittati in un canale
che passava sotto il Campidoglio in Arno; e molti uccise in poco d'ora come veniano, a sei, a
due, a uno, e quasi tutti i migliori avea spacciati, ed avea suo segno, come nulla si vedesse.
La sua gente era in concio, e in ordine che avessono a correr la terra; e com'e' viddono co- '":
minciare a entrare in Campidoglio, segretnmente 8'andarono ad armare. Gli uomini di Firenze
andando ad Arno, e veggendo presso alla fogna che rispicciava in Campidoglio, uscir Tac-
qua rossa, cominciarono a borbottare e voUono entrare in Campidoglio, non furono lasciati.
Avviddonsi del tratto e vollono prender rarme. La gente di Totila era armata, presono il
corso, e maschi e femmine, piccoli e grandi cominciarono a tagliare. La cittk sbigottita, "
/., I, 40 chi meglio uscir potea fuori, chi imbucarsi, 'chi a' boschi, e cosi tutti fuggirono, chi pot^ o
seppe. Chi non seppe o stette alla difesa, fu tagliato e morto, e poi rubata la ciuh. e tratta
fuori la roba, tutta la disfece ed arse. La chiesa di Santo loanni si dice che o per mira-
colo di S. Zenobi, o perchfe si fosse, in effetto rimase con poche altre parti di torri o di mura.
Fu coiraltre fatta cadere la torre lulia, dove era Marte ed and6 in Arno, e stettevi quanto i
udirete, che si ritrov6 poi. Questa sconfitta fu negli anni di Cristo 450 a' di 28 di giu-
gno e dal di deirediiicazione d'essa anni 522. II vescovo della citt^ di Firenze ed altri
religiosi presi furono straziati e le cose sacre della citta, ed ultimamente con molte cose j-
vituperevoli lo detto vescovo Santo Maurizio, cosi chiamato, morto fue da' detti. La cittk ;
rimase rovinata e disfatta. )
/.. I, «I RuBRiCA 28"' — Comc Attila ricdificb Ficsolc c comc viorl; c comc dofo Itd altri Gotti vcn-
nom, c guanio tennono in Italia signoria, et foi vcnne un altro Tcodoro rc de' Goti c \
vcnne in Italia,
Disfatta Firenze in quello medesimo anno, penso che a redificare Firenze non era suo
bene, ma a redificare Fiesole era piu sicuro, e pero fece legge ed ordine che chi volesse >
abitare in Fiesole d'ogni provincia venisse; e cosi vennono Fiorentini e Fiesolani, si vera-
mente giurassono di non essere contro i Gotti, ma tutti contro li Romani; e cosi riedifico |
Fiesole, muro di buone e forte mura, e fatta questa forte, si parti e guasto tutte le terre di \
Toscana, e andando da Volterra che avea disfatto, verso Roma, di subitanea morte mori i
in maremma. Un altro Teodorico re de' Gotti, che a un tratto ito in Francia e queirol- \
tramontano paese guasto, senti la morte di Attila e venne in Italia e giunse in Roma, e fue t
in concordia collo Imperadore di Gostantinopoli a guastare tutte le chiese di Roma a chi '
non teneva la setta ariana, ch'era contro la fede di Cristo. Questo imperadore fu Leone,
/., 1, 4i imperadore li e ultimamente Zeno fu poi di lui, e fece guerra con lui 'e con Teodorico l
figliuolo di Teodorico re de' Gotti, e di piu altri disfacimenti d'ltalia furono fatti per gli »
Gotti. Ultimamente lustiniano imperadore mando Bellisario suo nipote a Roma, e furono
morti e cacciati i Gotti che aveano tenuto Italia e tutta Europia ed Affrica in parte anni
127. AI tempo di Giustino imperadore, che fu il lv imperadore, negli anni di Cristo 529
e' mando Narset, il quale le reliquie de' Gotti vinse e scaccio d' Italia, e liberossi del tutto
da' Gotti, comecche grande disfacimento fusse dello Imperio e d'Italia per guerre, guastamento •
1. c i piu sari seguiti dal popolo et a uno trapassare G.; e 1 piii savi e quindi seguiti a un trapassare /. ; e
i piu savi et di piu seguito et a uno trapassare A, Delle tre lezioni ho seguito quella asiniana che mi seinbra la pik
chiara e da cui poterono essere derivate lc altre — 9, / codici qui hanno Totila e non Attila come jier Pinnanzi.
— 15-16. e stettevi innanzi udirete clie si ritrovo poi G.\ e stettevi molto tempo A. — 24-25. Disfatta .... leggej
In quello medeslmo anno penso di riedificare Fiesole e fece leggi G. — 30-31. e oltramare molto paese guasto
G.; e nell'oItramar paese guasto /. ^ueste due ultime lezioni sono molto vicine, e forse non c fuor di prohabilith il
credere che la seconda sia stata (flterata in seguito alla omissione della farola molto.
lAA. 529-810] CRONACA FIORENTINA 17
di cittk, fame e mortalitk che furono in Italia; q ci6 si pensa che fusse perch^ la fede di
Cristo era poco cultivata, ma la setta ariana crescea, e in questo modo. Cristo gastig^ de'
loro peccati.
IRuBRicA 29* — Comc i Longohardi vennono in Italia, e fafa Stefano mando in Francia fer
f Pifino e venne foi Carlo.
Liberata 1' Italia e la cristianitk da' Gotti e fatte le predette cose, troviamo che Narset,
il qualc era patrizio in Roma, ciofe luogotenente dello Imperadore che stava in Gostanti-
nopoli, per certi sdegni ch'ebbe con Soffia, ch'era la moglie di Giustino imperadore, mand6
Iper gli Longobardi, cio^ per 'gli Ungari, e rubellossi dallo Imperio; e cosl venne Rotario /., i, «
Kre de' Longobardi con grande gente negli anni di Cristo 570, e di re in re conquistarono
tanto che diffini lo reame di Francia e di tutta Europia furon signori per modo che la
tennono come naturali infino agli anni di Cristo 775 che furono anni 205. In questo anno
ando papa Stefano in Francia per Pipino, e venne Pipino e poi Carlo Magno; sicchfe de'
Longobardi fini la loro signoria sotto lo imperio di Carlo Magno re di Francia, ed impe-
IJradore del mondo fu fatto alla seconda tornata in Roma per preghiere di papa Adriano,
e fu incoronato imperadore negli anni di Cristo 801 addi 7 d'aprile: cio fu il di della Re-
I surrezione di Cristo ; siccome avea risuscitata la santa Chiesa spenta per gl' imperadori greci
e fede ariana e' Longobardi e' barberi.
RuBRicA 30* — Come Carlo Magno fece reedificare Firenze, ed in che temfo e con che forzt^
2 e come t Romani vi inandarono molti di loro cittadini ad abitare.
Negli anni di Cristo 810 il di della nostra Donna di febbraio si mosse di Firenze Ar-
naldo de' Firidolfi, loanni de' Ghineldi e Ridolfo Figiovanni; questi eraao di tre schiatte
de' nobili che furono in Firenze al tempo innanzi che si disfacesse per Totila, e andorono
a Roma allo imperatore Carlo' Magno e papa Lione; i quali mostrorono come sempre i /., i, 4«
2 Fiesolani furono nimici dello Imperio e di santa Chiesa, e come distrutti erano stati per gli
Romani, e Firenze era stata edificata per gli Romani, e sempre figliuoli di santa Chiesa e
difenditori e sempre fidelissinji allo Imperio, e qhe sapeano bene che Totila in dispetto de'
Romani e di santa Chiesa e dello Imperio avea redificata Fiesole, in ogni tempo nemica
d'Imperio e di Chiesa, e quanto male poteano fare a detti e ad ogni fedele cristiano fa-
3 ceano. Avendo per vero lo Imperadore ed il Papa quello che gli ambasciadori fiorentini
avevono porto, e dimandato che addimandassono, rispuosero che conciofossecosachfe i Fio-
rentini scampati ed accresciuti ogni di cercavano riporre Firenze, e piu volte cominciato il
borgo di Campo Marzio ad affossare per murark), perocch^ cosl rappellavano i Fiesolani,
come anticamente faceano innanzi che Fiorenza fosse edificata, ed in quel luogo faceano il
: k)ro mercato, come che i Fiorentini pur lo chiamavano il borgo di Santo loanni, perocchfe
il Duomo e la chiesa di Santo loanni v'era rimasta; di che i Fiorentini Tavevano ricomin-
ciata e i Fiesolani con armata maoo la disfacevano et pure i Fioreutini la ricignevano di
steccati e fossi e di nuovo la riguastavano, di che i Fiorentini li richiedevano supplicando
, umilemente al Papa ed allo Imperadore, dessero aiuto a redificare la loro 'citta fidelissima. /., i, <i
II. diffini] difini A. — 21. Negli anni di Cristo 8ot 11 d\ della Santa Pasqua fu incoronato come meglio di-
remo di sotto, ritorno a dire come nell'anno sopra detto il dl della nostra Donna di febbraio G. — 22. Ghineldi]
Ghinelli G. — 23. per Attila A. — 24. Lione III /. — 27. Attila A. — 30-31. quello che gli ambasciadori cio& per
loro s'cra sposto per parte de' Fiorentini fue risposto loro che addomandassono G.
T. XXX, p. I — 2.
18 CRONACA FIORENTINA [AA. sio-sisi
Inclinati di concordia, comandato fu a tutti i maestri deirubbidienza intomo a cento miglja
a Firenze e a tutti i maestri di Roma e a tutti quelli delle terre o ville di Roma, a Fi-
renze fusseno il primo dl d'aprile prossimo vegnente quelli di cinquanta miglia, e a di otto
quegli di miglia cento e quegli da inde in su a' dl 15 del predetto mese, ed a cavallo et
a piede con grande sforzo; ed ordinaron la redificazione di Firenze. Volle lo Imperadore 5
che come prima v'erano venuti cosi de' Romani nobili a edificarla, cosi ora vi venissono
quattro altri savj e nobili Romani, e cosl fu fatto; infra' quali fu Marco Antonio Porzio,
lulio Sesto de' lulj, Gneio Fulvio, Aniballi e Pio Pipino. Questi nacque in Roma d'una si-
rocchia di Pipino padre di Carlo Magno, quando venne con Pipino a Roma ed innamorossi
d'una pulceUa de' Porzj, e tolsela per moglie che avea tredici anni. Egli e la madre 8'era n
rinchiusa, veduto il figliuolo ammogliato, in uno munisterio. Quando furono a Firenze tro-
trovossi 1351 maestri di pietre e 1050 di legname. Partirono in quattro parti i quattro
principi lo edificio come di concordia furono, e feciono la cittk di questo giro, ciofe f eciono
una porta, la qual puosono sulla maestra strada di Roma, la quale chiamarono Por Santa
/., 1, 46 Maria ch'era presso al fiume d'Arno, ove rimase appresso la porta la chiesa di' S. Stefano 5
di fuori nel luogo dove b oggi, tirando suso le mura lungamo ove sono le case de i Pulcii
appi^ del castello Oltraf onti drieto a S. Piero Scheraggio, e missonla driento (Scheraggio 1
era un f ossato in che Tacqua entrava che scolava in Arno, e cosi avea nome). Tirando su
le mura per la strada \k da' Magalotti ed Asini e la Badia, in fino ove sono oggi le case
de' Portinari, e quivi puosono porta di S. Piero, ove era un borgo che andava a S. Piero 0
maggiore, e rimase di fuori; e tirb suso come era S. loanne intro dentro, e S. Lorenzo
rimase di fuori; e questa porta facea la strada maestra che rispondea a Porta S. Maria, e
questa porta si chiamo porta di Duomo, perchfe era quivi dov'era Santo loanni. Venendo
giuso si puosono alValtra porta, ove sono oggi le case de' Tornaquinci; sicchfe questa poria
rispondea a quella di S. Pietro a casa Pazzi. Fuori di questa era S. Paolo e S. Brancazio, p
e tirarono le mura infino a casa gli Scali, e lasciarono borgo Santo Apostolo di fuori, chej
infino a quel tempo v'era fatto il borgo e Taltre chiese ch'io vi conto, poi si feciono mu- 1
rata la cittk e i borghi detti, ciofe S. Piero e S. Lorenzo; il borgo S. Lorenzo v'era e di
Santo Paolo; pass6 il muro da S. Trinita per porta Rossa e giunsesi a S. Maria, ch'era ove'
/., 1, 47 h oggi Mercato nuovo. E cosl quattro porte maestre ebbe la citta di Firenze murata per i
gli detti nobili Romani edificatori, chiese feciono al modo usato di Roma; poste le dette
chiese per lo borgo che detto h, rimase fuori Santo Stefano ed il borgo infino ad Amo. AUa
maestra strada di Roma si f ece quattro pile di pietra, e poi suso legname e un ponte, sul quale
si passava di Ik d'Arno. Le mura erano alte e forti, e di torri ben chiuse e spesse e per tutti j
i fossi correa acqua. Molti cittadini delle contrade d'attorno per lo sito e la buona aere o
vi si ridussono, e tosto si popol6, ed i Romani vi mandarono de' nobili uomini ad abitare.
RuBRiCA 31* — Come Firenze sifofolb e crebbe, e fer quali ufflciali si resse cioe due Consoli.
Firenze cosi edificata, li Romani aveano certi prigioni, i quali Carlo Magno tenea di
Francia in Roma, e presi di Napoli quando meno lo esercito contr'a loro e ridussegli a fidelta :
furono di molte provincie, circa mille nobiU uomini, i quali tutti speravano quivi morire. De-
Uber6 di farli cittadini di Firenze, e dove avea tutti i lor beni fatti seguestrare, gli rend^
1-3. comandato fu a tutti i maestri di Roma e a tutti quegli delle terre e ville di Roma che a Firenze fut-
seno G. — 9. Carlo Magno, e per6 venne con Pipino a Roma et innamorossi G. — 17. Altrafonte A. ; Oltrafonti /.
— 19. ed Asini insino alle mura della Badia A. — 31-22. e intr6 drento a S. Lorenzo, e rimase di fuore e questa
porta A. — 31. Romani ed edificatevi chiese furono al modo e sito di Roraa /. ; Romani e edificatori di cMese
feciono al modo usato dl Roma G. — 33. si fece una pila di pietra A. — 34. di torri bene fornita e per tutti —
38. redificata /. — 41-p. 20, 1. i. seguestrare li rilascio a chi /.; avverte fcrh in nota padre Ildefonso c/ie rilasci& e
stato da lui " sufplito ftr mancanza dcl ms. „
[AA. 815-1010] CRONACA FIORENTINA 19
a chi promesse 'd'abitare Firenze, i quali li vendessero in loro paese e quivi venissono a stare /., i, 49
furono circa a secento; e ordinarono il reggimento di Firenze in questo modo; che Firenze
avesse in suo reggimento due consoli e cento sanatori, come Roma, e fusse in modo che
i Rettori venissono per far sangue e piati da Roma, o donde allo imperio piacesse; e cosl
Sbasto infino negli anni di Cristo 815 con questo siffatto reggimento.
RuBRicA 32* — Come Carlo Magno fece libera la citta di Firenze et non avesse rettori da
Im-perio e in tutto fusse libera.
Negli anni di Cristo 815 Carlo Magno, pacificata Roma e gli altri paesi et rilevata la
iChiesa, si torno in Francia a riposare, e il suo distribul in chiese ed in misericordia ch'era
Kgran tesoro. Venne in Firenze, e veggendola si bene situata e sl bene in poco tempo abi-
tata, e veduta la nobilta de' cittadini ivi tornati, fece una bella chiesa, la quale la nomo
iet chiamo Santo Appostolo, la quale ancora cosi si chiama, e fecene successivamente in do-
dici provincie, in ognuna una chiesa, e ciascuna chiamo Santo Apostolo, ed una n'avea fatta
in Roma. Firenze fece libera d'osti e di cavalcate, di dazj e di dohi reali e di personali
;?gravezze, e dielle mero e misto imperio. Volle fosse libera cosi la 'cittk come i suoi cit- /., i, 50
tadini ed ancora chiunque vi venisse ad abitare, e da quel di innanzi non voUe vi fosse
ivicario d' Imperadore, e sempre mentre che e' visse Tamo molto, e molti di vi stette e fece
loro piene scritture. Poi partito lui fu grande danno a Firenze la libert^, perocchfe prima
per la signoria e vicario d' Imperio la citta era ubbidita e temuta, ma poi i nobili ch'aveano
lor castella e tenute intorno voleano essere in quello reggimento signori e consoli, e gli al-
2( tri, ch'erano nobili e gentili uomini come loro, se non avessono castella come loro, li voleano
male trattare, e cosi s'accostavano insieme con gli Fiesolani, che sempre nimicavano Firenze.
Ma pure perchfe i cittadini erano uniti, istava la cittk insieme, e poco curava e loro e Fie-
sole, e ogni dl multiplicava.
RuBRicA 33* — Cotne i Fiarentini -per inganno fresono Fiesole e furono d'accordo che chi
volesse abitare in Fircnze fotesse e con loro ammezzarono gli uffici.
Firenze, vedendosi appoco appoco i nobili di fuori accostarsi co' Fiesolani, pensarono'
'd'ingannare i Fiesolani, e pensorono di fare triegua con loro, tantoch^ si dimesticarono con /., i, si
loro insieme, e a' di sei di luglio, negli anni di Cristo 1010 che fu il di di Santo Romolo, li
Fiorentini feciono grandi imboscamenti e in palagi e in valli presso a Fiesole sul termine
3' di Firenze. La mattina per tempo molti Fiorentini entrarono in Fiesole, e fecero vista d'es-
sere alla festa come molti anni aveano fatto dappoichfe avevono fatto la triegua; e rice-
vuti disarmati, ma sotto aveano panzeroni, quando e' furono sulla piazza ed in altri luoghi
tanti, quanti parve loro essere assai, li Fiesolani erano a mangiare, e quasi altri che Fio-
rentini e f orestieri erano in piazza e nelle vie ; le porte a pace erano aperte e sanza guardie
3 di difesa ordinata, i Fiorentini mostrando di volere vedere le mura e le torri, tanti ne sa-
lirono che presono le torri e le porte, e feciono cenno a quelli di fuori ch'erano grande
numero, ed alla perfine venuti drento armati, ebbono prima presi tutti i luoghi preminenti
della citta, che si sentisse nuUa di loro volere, e presi i campanili e certe torri de' citta-
, dini, v'entraron dentro per forza, essendo quegli a mangiare senza prender guardia. Fatto
4 questo il segno era dato, e di Firenze era uscito popolo e cavalieri, sicchfe quasi senza al-
(
4. piati di Roma onde allo Imperio G. — 8-9. et relevata et sormontata la Chiesa G. — 17. e sempre....
e fece] e sempre vivente l'am6 molto e molti dl vi stette e fece A.; e sempre mentre vivette l'ara6 e molti & vi
i stette e fece /.; e serapre mentre che e' vlsse sottenne e fece G. — 19. tenute intorno per la loro superbla et mag-
■ gioranza volevano G. — 22-23. curava loro e Fiesole /.; curavano i Fiesolani e ogni d\ G.
20 CRONACA FIORENTINA [AA. 1010-107«]
/.,1, jj cuno contrasto furono signori della citt^ et nessuno fu rubato nfe morto, se' non quelli che;
vollono combattere o volesseno i Fiorentini, o non; raolti si fuggirono per le porte ch'e-
rano aperte, altri nelia rocca; ed ultimamente feciono patti co' Fiorentini, che chi volesse
abitare a Firenze con sua famiglia, rimanendoli le sue possessioni e beni, vi venisse, ed
avesse gli uficj come i Fiorentini, e cosl fosse trattato; chi volesse andare altrove aveaee 5
la licenza dove volesse e sicurtk; ma quasi ogni uomo prese partito di venire a Firenze,
considerato, non perdea se non la casa. E perchfe piu pacificamente si vivesse, l'arme di
Firenze data da' Romani era tutta rossa, come dicemmo adrieto, quella di Fiesole bianca;
vero b che vi tenevano drento giglio bianco nel campo rosso i Fiorentini, e i Fiesolani una
luna azzurra; levossi lo intrasegno e puosesi un'arme dimezzata bianca e rossa. E cosl si C
resse la citt^ mescolatamente Fiesolani e Fiorentini, ed ubbidirono i castellani, ed il Co-!
mune di Firenze crebbe, e magnific6 di terreno, di potere, d'uomini e d'entrata, e raotti
borghi si feciono con fossi e con isteccati, perchfe vi si capesse dentro perchfe non pote-
vono stare nella cittk; e fu patto con gli Fiesolani che la citth di Fiesole, salvo certe chiese,
si disfacesse tutta, ed i Fiorentini alle loro spese dovessono il legname delle loro case con- ?
/., 1, 52 durre a Firenze, ed il Vescovado f osse sempre in piedi, e d'ogni casa de' Fiesolani ' il Co- '
mune dovesse dare dieci per centinaio in aiuto a rifarla in Firenze, e ne' borghi e fossi
e steccati de' borghi a tutte spese de' Fiorentini; e cosi si tenne i patti.
RuBRiCA 34* — Come si feciono le seconde cerchia delle mura di Firenze.
Firenze vedendo che non istava forte in f ossi e in isteccati e in borghi, e ognidi ave- \
vono a crescere, e pero negli anni di Cristo 1078 i Fiorentini ordinarono cittadini ufl^ciali,
e decreto di murare i borghi, ed ancora d'accrescere la cittk. Crebbesi la porta a S. Piero
maggiore con certa rivolta tirando le mura infino suso in luogo, ove ancor si chiama la
porta Bertinelli, che si crebbe una porticciuola, e queste mura messer dentro tutti quegli
luoghi che oggi sono a S. Gilio allato, oltre fu dalla via che va oggi a' Servi, e misse den- \
tro la chiesa di S. Lorenzo, e quivi fu la porta maestra e andonne a Campo Corbolini, e '
quivi si fece una porticciuola in sul luogo, dove oggi si dice la forca, e Taltra ove ancora
si dice la porta del Baschiera, che era alla piazza di S. Maria Novella; e poi la porta mae- [
stra misse dentro la Vigna e S. Brancazio; S. Paolo rimase di fuori, e andonne al ponte
/., 1, 53 alla Carraia, ove ancora si chiamano f ossi, ed il muro confino ' con TArno e f ecevisi una
porticciuola che si chiamb la porta alla Carraia, e f eciono lungamo un muro di lungi d'Amo
tanto che v'era larga via infino ove oggi h. il ponte Rubaconte, e quivi ebbe lungamo due
porticciuole, e parmi dove oggi sono le case degli Alberti avea una porta che si chiamava
la porta de' Buoi, e tiravano suso drieto a S. lacopo tra le fosse, e quivi si fece una portic-
ciuola che andava ove h oggi S. Croce, e tirarono su dalle Stinche infino a S. Piero mag- I
giore; ed in questo modo crebbono le mura della ciptk di Firenze.
4. a Firenze con sua compa^^ia rimanendo le sue possessioni vi Tcnisse A.\ con siia famiglia rimanendo 11
le gue possesioni e beni vi venisse /. — lo. contrassegno A. — i6. Vescovado stesse e fosse sempre G.; Vescovado
stesse sempre A. — 22-33. Crebbesi la porta a San Piero magglore con certa rivolta infino tirando suso in luogo A.;
crebbesi la porta a San Piero maggiore con certa rivolta infino la menia (sic) tirando suso in luogo G. ; Crebbesi
la citta a San Piero maggiore con certa rivolta, infino tlrando suso in luogo /. La lczione porta in luogo di citta
h adunqut da accetlare fer la concordia dei due codici A. « G., ed i da ritenere correzione quella di citta in I. fro-
babilmenle fer dare un sigmficato fiii ckiaro al passo. H quale diventa chiaro abbastanza ricorrendo alPanalogo del
Villani (Lib. IV, c. 8; edizione Firenze Dragomanni, 1844): Cominciarono i Fiorentini le nuove mura cominciando
dalla parte del Levante alla porta di San Piero Maggiore, la quale fu alquanto dietro alla detta chiesa, mettendo
il borgo di San Piero Maggiore e la chiesa detta dentro alle nuove mura, e poi ristrignendosi dalla partc di tra-
montana poco di limgi al detto borgo fece gomito a una postierla, che si chiamd la porta Albertinelii.
,[AA. 1072-1080] CRONACA FIORENTINA 21
RuBRicA 35* — Come Firenze si notnb a quartiere, e chi furono i cittadini di famiglie di
nome, e dove stavano-.
Firenze ne' detti tempi si riconoscea ne' suoi f atti a quartieri ; ci6 erano porta di Duomo,
il quartiere di porta S. Pietro, il quartiere di porta S. Maria, il quartiere di porta S. Bran-
cazio. I nobili del quartiere di S. loanni, ciofe Duomo, furono: i Figiovanni, i Fighineldi
(queste due schiatte stavano di presso a S. loanni) i Barucci da S. Maria Maggiore, Arri-
gucci , Sizj , Tosinghi , Bisdomini, quegli della Pressa. Del quartiere di S. Brancazio :
Lamberti, Ughi, Catellini, Pigli, Soldanieri, Vecchietti, quegli deirArca, MigHorelli. Del
quartiere di porta S. Maria: Uberti, Fifanti, Scali, Cappiardi, Guidi, Filippi, Greci, Or-
1 manni, quegli della Porta, Sacchetti, Bostichi, quegli della Gonnella, Giandonati, Gualte-
rotti; i borghi di Santo Apostolo: Guazzi, Bonaiuti, Pulci; oltrarno: Conti da Gangalandi,
Ciuffagni, Nerli, quegli della Bella. Del quartiere di porta S. Piero : Alberighi, Ravignani,
Galligni, Chiaromontesi, Ardinghi, Giuochi, Elisei, Caponsacchi, Donati e Calfucci, quegli
della Bella da S. Martino, Aldimari. Avea oltrarno tre borghi: Tuno era dal Ponte vecchio,
1 ove h oggi, e andava lungarno infino a S. Lucia, e quivi era una porta; e un altro borgo
' che n'andava suso da Santa Feliclta infino dov'^ oggi Santo Felice in piazza, quivi era
' un'altra porta; e aveva un altro borgo S. lacopo, moveasi lungarno dov' h oggi il Ponte Vec-
chio, e andava infino a casa Nerli, ed ivi era un'altra porta. Questi borghi si erano forti
assai, perocch^ ' le case chiudevano Tuna Taltra dal lato di f uori e f ossi e steccati. Quello /., i, a
l^ che andava verso il ponte alla Carraia, si chiamava borgo Periglioso. L'altro borgo si chia-
mava borgo di Piazza, Taltro borgo S. lacopo. In questo borgo non avea nobili uomini,
ma gente meccanica assai e nuova ed avventiccia, e contadina assai.
RuBRiCA 36" — Come S. Giovanni Gualberth santifico, e cotne e ferchl.
Negli anni di Cristo .... uno giovane gentile uomo della casa di Petroio di Valdipesa,
) cittadino di Firenze ch' avea nome loanni, figliuolo di messer Gualberto da Petroio, gli era
stato morto un suo f ratello, andando per vendicarlo trovo il nimico in un luogo stretto, onde
colui non si potea f uggire ; di che costui vedendolo, non possendo altro f are egli s' inginocchio
a' piedi del cavallo, e chiesegli perdono per Tamore di Cristo crocifisso, loanni commosso
per ramore di Cristo disse : " Ed io a Cristo ti daro, ed egli tiperdoni„. Era presso alla
) chiesa di S. Miniato a Monte ; menoUo col^, e andonne a uno Crucifisso, ed a lui I^offerse.
Lo Crucifisso s'inchin6 ed 'abbassossi col capo e col busto. Veggendo loanni questo mira- /., i, 55
colo subito si convertl, e fessi monaco di quello luogo, e poi si partl ed andonne per fare
piu aspra penitenzia nel luogo dove h. oggi la Badia di Vallombrosa, e quivi esso a Dio servl,
ed ultimamente fece sl, che Iddio lo santific6; e fecesi una Badia per modo che di quella
j Badia molte e molte Badie ne sono discese. Esso morl^ con molti miracoli negli anni di
Cristo 1072: e fu calonizzato da papa Gregorio; e quivi si dice h il suo santo corpo.
RuBRiCA 37" — Come lo 'mferadore Arrigo III ebbe difierenzia con Santa Chiesa.
Lo Imperadore Arrigo III ebbe dissensione con S. Chiesa, e fece con un certo citta-
dino romano de' Grandi, che prese il papa Gregorio VII la notte di Natale e misselo in
9. Scali] Galli A. - Greci] Graeci G. — lo. Gonnella] Sannella /. — ii. Guazzi] Guaschi G. — 13. Gallignl]
Galiscari A. ; Galigni G. ; /. corregge in Galligari il nome Galligni che era nel suo ms., come avverie in nota, — 15-17. La
descrizione del secondo borgo h cavata da G.; manca in A. ed I. — 20. Pediglioso /. — 22. gente meccanica assai e
nuova avventiccia e gente cotidiana assai G, ; gente ineccanica assai e nuova e gente contadina A. — 26. stretto] se-
■ 5 greto A. — 32. fessi monaco di quello luogo dove h oggi Valenbrosa, cioi la Badia e quivi G,; fessi monaco nel luogo
' dove i oggi Valenbrosa e quivi A. — 38. / codici Itanno Arrigo III in luogo di Arrigo IV dd quale apfunio si narra.
22 CRONACA FIORENTINA [AA. i080-ni7]l
pregione. II popolo si lev6 a romore e trasselo fuori di pregionc, e cacciorono tutti quegli
che Taveano preso; poi il Papa scomunic6 quegli che ravevano preso e lo Imperadore; et in
poco tempo vegnendo a perdonanza quel cittadino romano il Papa lo ricomunic6. In quel i
tempo gli elettori sentendo essere lo Imperadore scomunicato, elessero un altro Imperadore, i
un Ridolfo Duca di Spagna. Arrigo sentendo questo si addimand6 al Papa che scomuni- ^
/.,1,57 casse' quello Ridolfo lui e li elettori. Di che esso non volle fare; di che la Chiesa fu piue
oppressata da lui che di prima; e perch^ i Fiorentini teneano con S. Chiesa, venne a Fi-
renze e voUe entrare dentro; ma non vi fue lasciato entrare; ma uscitogli incontro e com-
battuto piu volte il campo suo a tanto che avendo una mattina di 21 di luglio anni Do-
mini 1080 molto danno ricevuto, si parti da campo mezzo sconfitto e andossene in Lombardia, )
e quivi fece molta guerra colla contessa Matelda, perchfe era amica di S. Chiesa, e dalla
sua gente fu poi sconfitto. Andonne nella Magna e fu impregionato dal figliuolo suo primo-
genito Arrigo e quivi mori in prigione negli anni di Cristo II 04.
RuBRiCA 38' — Come i Fiorentini fresono Prato e Monte Orlandi,
I Fiorentini veggendo molti loro vicini non volere esser con loro in compagnia, ma >
voleano per loro fare carriera, e li Fiorentini aveano la cupidigia del signoreggiare i vicini;
i Pratesi pertanto d'alcun tempo s'erano ricomperati negli anni di Cristo 1080 da i conti |
Guidi ch'erano loro fideli ed abitavano in Chianello in villate ch'erano tra Pistoia e Mon-
/.,1,58 temurlo, ed erano scesi in quel piano dove k. Prato, e' puosongli nome Prato, perch' era
prato fiorito e non lavorato. Non volendo ubbidire, negli anni di Cristo 1107 uscirono i Fio- j
rentini a campo e presonlo e disfecionlo, ed in quello anno medesimo andarono a Monte
Orlandi, ch'era di sopra a Gangalandi, d'un Signorello de' conti di Gangalandi, per nome si
diceva Arnolfo; di che il vinsono e presono Arnolfo e disfeciono il castello.
RuBRicA 39' — Come i Fiorentini sconfissono il vicario dcllo 'm-peradorc Arrigo, e -presono
Monte Casciolli e disfecionlo.
I vicarj dello Imperadore stavano in Santo Miniato del Tedesco, e facevano guerra a
chi non ubbidiva. I Fiorentini essendo guerreggiati da loro andarono a Monte CascioUi e
puosonvi Tassedio e stettonvi due mesi. Uscl fuori messere Ruberto Tedesco e fu sconfitto,
ed il castello fu disfatto il di di S. loanni Batista negli anni di Cristo 1113.
RuBRiCA 40' — Come si frese un fuoco in Firenze in horgo S. Apostoh.
In Firenze nel quartiere di porta S. Maria s'apprese il fuoco in casa di . . . ., e arse il'
/.,1,59 borgo S. Apostolo negli anni di Cristo 1115, e gran danno fece per tutta la citt^, e dipoi
due anni appresso si rapprese, e fe' grandissimo danno.
RuBRlCA 41' — Come i Fiorentini andarono a guardare Pisa per Vandare che feciono i
Pisani nelV Isola di Maiolica perche dubitavano dei vicini e cosi la conservarono in pace.
I Fiorentini erano in quelli tempi amici carissimi de' Pisani ed i Lucchesi il contrario ;
di che addivenne che avendo i Pisani armato d'aprile negli anni di Cristo 1117 grande
9. il campo suo tanto G. — x6. fare omm. G. — 17. In G. manca Panno — 19. scesi] istesi G. — 22. Si-
gnoretto G. — 25 e 27. Monte CasciolU] Monte Castegli A.; I. avverte in noia : " Ms. fare cie dica CaateUi, e cosl
fer entro del racconto „.
lAA. 1117-1146] CRONACA FIORENTINA 23
armata per passare neirisola di Maiorica, ed essendo gih mossi del loro porto, sentirono
che i Lucchesi faceano apparecchio d'andare a combattere Pisa; di che i Pisani ci6 sen-
tendo, diliberarono di mandare a' Fiorentini e commettere loro che guardassono Pisa insino
alla loro tornata, e cosl feciono, perocchfe mandarono un capitano con gente da cavallo e
da pife, e per onestk, perch^ Pisa era rimasta molto vuota d'uomini salvocchfe di vecchi, si
puosono ne' borghi di fuori, e non vollono 8'entrasse dentro, e feciono un ordine che nes-
suno fosse ardito entrare nella citt^ sotto pena della disgrazia del Comune di Firenze; di
che uno pur v' entr6, di che il Capitano delibero tagliargli il capo. I Pisani sentito ci6
vennono a pregare per lui; le preghiere non valsono, onde vennono a vietare che sul loro
1 terreno non facessono giustizia. Rispuosono di non farla in loro terreno'. Questo feciono /., i, oo
i Pisani non per superbia ma per onestk di loro e per campare la vita a colui. La sera
i ebbono uno lavoratore, il quale avea un poderetto con un suo campo, e comperaronlo per
modo che lo lavoratore non seppe il perch^, che lo si comper6 in nome del Comune di Fi-
renze, mostrando volerlo per il farvi mercato della vittovaglia, e cosi comperato, ivi la mat-
i tina vi tagliarono la testa a colui che avea disubbidito: ed ancora si chiama il campo fio-
rentino, ed h dalla porta di . . . . I Pisani vedutisi cosl trattar bene da Fiorentini, tomata
Toste de' Pisani con la loro vettoria, e domandati i Fiorentini di due nobiltk recate quali
' volessono, o le porte o le due colonne, i Fiorentini tolsono le due colonne, le quali sl le co-
persono di scarlatto; e dicesi una favola che in queste colonne si vedeano molte cose, e che
i i Pisani ne Tabbacinarono col fuoco. Questo rimanga nella sua veritk; ma pur le colonne si
messono dinnanzi dalle porte del Duomo per memoria, e cosi si sono ancora.
RuBRiCA 42* — Come i Fiorentini disfeciono Montebuoni fresso a Firenze a qtiattro miglia
■per la strada che va verso Siena.
I Fiorentini si recavano a vergogna che quello che non faceano essi, alcuno facesse.
) Avea una famiglia di gentili uomini ', i quali si chiamavano i Buondelmonti, e ricoglievano i., i, 6i
il passaggio d'una strada che a' piedi di questo castello era; di che i Fiorentini mandarono
a quegli Buondelmonti piu volte, che non voleano che ricogliessero il passaggio, di che
costoro non lo vollero fare. I Fiorentini disdegnati puosono oste al detto castello e presonlo
per forza e disfecionlo, e le rendite loro e possessioni se rebbono e furono fatti cittadini di
) Firenze e vennono ad abitare a Firenze. Questo fu negli anni di Cristo 1135.
RuBRiCA 43* — Come i Fiorentini furono sconfitti da' conti Guidi a Monte di Croce fresso
a Firenze a nove miglia.
I Fiorentini non erano amici de' conti Guidi di Modigliana, perocch^ erano di parte
d' Imperio, che aveano assediata Firenze, come detto h. adrieto a rubrica 37% ed i Fiorentini
5 erano amici della Chiesa, ed ancora pare usanza che i vicini a rado si vogliano bene. Te-
neano intorno a Firenze da sei miglia in Ik, quasi intorno intorno, i detti Conti; di che i
J Fiorentini faceano guerra con loro, e partironsi di Firenze del mese di giugno dl due, anni
di Cristo 1146, ed assediaro Monte di Croce, ed essendo un grande esercito non curavano
nulla i nimici. Di 'che il dl di S. Pietro, avendo il conte Guido vecchio ricercati gli amici, /.. ■, 62
'0 infra' quali gli Aretini v'erano forti, percosse Toste de' Fiorentini e sconfissegli con gran
6-8. ordine... di che uno] ordine che niuno entrasse nella citti di che uno /. — 18-19. le quali i Pisani co-
. prirono per magnificenza di scarlatto G. — 24. quello non facevano essi ad alcuno, che alcuno facesse loro G.
i Sebbene qiiesia sia la fih chiara, accetio la lezione di I. clie concorda con A.i quello non facevono eglino, alcuno facesse.
24 CRONACA FlORfiNTINA lAA. 1146-1177]
danno; di che stettono un gran tempo che laaciarono i Fiorentini stare e feciono triegua. Rotta
et finita la triegua negli anni di CriBto 1154 si partl di Firenze lo esercito, e ando a Monte
di Croce ed ivi feciono stanza, e a dl 10 di giugno lo presono e disfecionlo da' fondamenti.
Lo conte poi in processo di tempo vend^ al Vescovo di Firenze aue ragioni con licenzia
de' Fiorentini. ,
RuBRiCA 44» — Comc i Pratesi cotla gente de? Fiorentini furono sconfitti da' Pistoiesi a ficdi
di Carmignano.
Firenze quest'anno non parve bene awenturata di guerra. Era quistione tra i Pratesi ,
e i Pistolesi; di che i Pratesi richiesono i Fiorentini che prestassono loro la loro gente a '
cavallo e cavalcarono a Carmignano. Come usciti furono del loro contado ed entrati in i
quel di Carmignano, furono sconfitti i Pratesi ; e lasciaronvi pifi fanti i Fiorentini che i Pra-
tesi; e ci6 fu n^li anni di Cristo 1154, di 15 di settembre.
/.,1,63 RubRiCA 45*' — Come i Fiorentini sconfissono gli Aretini ferche furono loro contro cogU j
conti Guidi nella loro guerra.
1 riorentini ricordandosi che gli Xretini eranO sanza ragione alcuna stati contra loro
col conte Guido a sconfiggergli a Monte di Croce, come arrieto appare nella rubrica 43%
disposono farne vendetta, ed uscirono di Firenze negli anni di Cristo 1 1 70 a' dl 20 d' ottobre i
e andarono ad Arezzo. Gli Aretini si feciono loro incontro et combatterono e furono scon-
fitti a' dl. . . . di novembre detto anno. I Fiorentini, fatta la loro vehdetta, vollono pace con \
loro ed ebbonla, e promessono essere amici, e sanza alcun prezzo renderono loro i prigioni, ':
e cod si ritornprono con vittoria.
RUBRICA 46* — Come si comincih guerra tra i Sanesi e Fiorentini, ed il ferche e comefn-
rono sconfitti da loro. • \
I Fiorentini sentendosi gravati dalla sconfitta del conte Guido, nella quale i Sanesi fu-
rono, ed ancora perchfe confinavano insieme aveano quistione di certi castelli e volevono oc- «
cupare de' vicini loro; di che essendo i Sanesi ad assedio a Montepulciano, ed era gik quasi
/.,!,»< per perdersi per istretta di vettovaglia; i Fiorentini ' a richiesta de' Montepulcianesi si mos-
sono e andarono a soccorrergli e fornirono Montepulciano, ed oltraccio isconfissono i Sa-
nesi. Perlocchfe sentendo i Sanesi, si feciono loro incontro ad Asciano, e quivi Tuna oste {
e Taltra s'abboccarono a' di . . . . del mese di giugno negli anni di Cristo 1174 ove molti i
Sanesi furono morti e presi prigioni.
RuBRicA 47* — Comc in qtiesto anno s'a-pfrese ilfuoco dncvoltc in Fircnze, efe' gran danno,
In Firenze a di . . . . del mese....* anni di Cristo 1177 per uno fante che rimase ad
una bottega di pettinagnolo appi^ di Santo Stefano al Ponte vecchio, s'accese il fuoco ed
arse e fece si gran danno di botteghe e di case, che non rimase casa infino in Mercato 3
vecchio. Nel detto anno e mese si rapprese il fuoco daccapo in S. Martino, e prese oltre
13. XVI dl settembre G. — 36-p. 25,1. i. e prese.... Andrea] si rapprese oltre da S. Andrea G.; di poi si
rapprese In S. Martino A.
' Secondo il Villani (lib. V, cap. 8) : addl J d'agosto.
[AA. 1177-11861 CRONACA FIORENTINA 2S
da Santo Andrea, e andonne oltre infino a S. Miniato tra le torri per I'altro verso e infino
alla chiesa del Duomo con grandissimo danno di mercanzia e di case e di botteghe.
RuBRiCA 48* — Come cadde il Ponte vecchio.
Negli anni di Cristo 1177 d'ottobre a' dl 28 fue gran pioggia, di che per la' pioggia /., i. 65
;i fiumi del paese d'attorno messono in Arno il quale ingrosso per tal modo che ruppe una
pila del Ponte vecchio, la seconda. Tutto cadde il ponte e ando via.
RuBRiCA 49* — Come dafprima si comincib in Firenze guerra e quistioni cittadinesche.
Troviamo che negli anni di Cristo 1177 del mese di marzo, che in quel mese sempre
si faceano i consoli e li sanatori, gli Ubetti quasi sempre, perch^ erano pure i piu possenti,
1 li voleano a loro modo ogni volta. Di che non avendogli a questa volta, ed altre famiglie
di nobili e di popolani si presono la contradia parte, ed ultimamente non volendo gli eletti
gli Uberti; gli altri diceano, che collo usato decreto si erano formati, ed intendeano che
'• ei fusseno. Vennono airarme, e quivi si diede e tolse per piu di e per piii volte. Ultima-
mente s'ottenne quel consolato ; e gli Uberti pensarono avere a questa volta la pugna per-
1 duta, e dubitarono che ogni volta loro sarebbono cosi ; e gli altri pensarono che costoro mo-
' verebbono ogni volta lite, o penserebbono per innanzi provvedersi di venire alla loro. Prov-
vidono in questo modo, che certe f amiglie si tenessono con altri da canto e provvedessono
lor torri, ed asserragliare la terra in loro vicinanza, chfe avea in 'quel tempo molte torri. /., i, 66
Gli Uberti del tratto avvedutosi feciono lo simile, e per isdegno cominciarono zuffe e ba-
2 starono piii tempo; ma pure i consoli stettono nel modo usato, e nuova legge non si fece
per gli Uberti e ristettono. In capo di quattro anni si concordarono insieme.
RuBRicA 50* — Come in Firenze fu gran caro, e 1'oste andb allo castello di Monte Grossoli
in Chianti e come quei del castello ne tolsono.
Negli anni di Cristo 1182 di gennaio valse lo staio del grano, recando a fiorini, uno
". terzo di fiorino lo staio che fu a quel tempo una grandissima meraviglia; e per questa ca-
gione di Maremma aveano provveduto di grano i Fiorentini e del contado d'Arezzo : perch^
convenia che quello d'Arezzo venisse qirasi di furto. Del castello di Monte Grossoli di Chianti
uscl una brigata, e tolsene bene cinquanta some. II romore ando a Firenze ; apparecchiossi
l'oste, andaronvi e presono il Calstello.
) RuBRiCA 51* — Come e -perche i Fiorentini tolsono il castello di Pogna e disfecionlo.
Avea in Valdelsa certi nobili i quali si chiamavano quegli di Pogna, ed aveano un
loro castello che Pogna avea nome in Valdelsa, 'e cominciarono a far danno a' viandanti /., i, 67
che non pagavano il passaggio. I Fiorentini si dolsono di cio, e cominciarono a volere che
Ubbidissono al Comune di Firenze ; di che non volendo fare i Fiorentini vi mandarono Toste
5 e ultimamente rebbono, e disfecionlo a' dl.... del mese di giugno 1184.
RuBRicA 52* — Come h Imferadore vcnne e tolse al Comune di Firenze tutto il contado,
Negli anni di Cristo 1186 il secondo dl d'agosto lo imperadore Federigo riconciliato
I col Papa passo oltre mare, ma capitando a Firenze in questo dl, e ricevuto graziosamente,
S. i fiumi missono e Arno ingross6 per tal modo A.; i fiumi missero in grosso per tal modo Arno /. — 6. tutto....
' Tia] Cadde il ponte tutto /,; e menonne Tia il ponte tutto A, — 15. che ogni Tolta non fussi cos^ A. — ao. e nuOTC
leggi non si fcnno G. — 3i. insieme] insleme a una Tolonti G. — 35. La dafa h errata; il faito avvenne nel gingno
26 CRONACA FIORENTINA [AA. nse-uM]
i nobili che aveano le castella di fuori si dolsono di quello che i Fiorentini faceano loro
e che ogni dl loro faceano oste, e toglieanO loro le loro castella. Di che lo Imperadore i
allora ruppe fede a' Fiorentini, e non lasci6 loro fuori delle mura niuna giurisdizione : non j
per6 renderono le castella.
RuBRiCA 53' — Come e ferchh h Imferadore rendb a'Fiorcntini la giurisdizione del contado.
/., 1, 61 Avvenne che essendo negli anni di Cristo 1188 di settembre arrivato in' Firenze rArci-
vescovo di Ravenna a predicare la crociata, di che si commosse molta gente di Firenze a
piede ed a cavallo, ed il dl di S. Maria di febbraio del detto anno, rassembrati in sul Ri- j
fredi appresso al munistero di Santo Donato deirOrdine di Cestello, mossono nel nome di
Dio e andarono in Dammiata e quivi puosono campo, ed i primi che entrarono dentro furono i
i Fiorentini ; di che lo Imperadore per questo rendfe la giurisdizione del contado a' Fiorentini \
intorno intomo a dieci miglia con quella podestJi nel contado che aveano nella cittk.
RuBRicA 54' — Come il braccio di S. Filiffo afostolo vennc in Firenze negli anni di Cri-
sto iigo e feccsene solenne froccssione.
Uno messere monaco di Firenze, Patriarca di Gerusalem, trattato un parentado
d'una nipote di Manovello imperadore di Gostantinopoli a un Guido dl Lasignano re di
Gerusalem; la qual donna avea nome Madonna Isabella, e infra' suoi gioielli avea il brac-
cio di S. Filippo apostolo, il Patriarca pensando ch' egli era di Firenze, tanto fece che j
la Reina gliel don6, e mandollo a Firenze, e giunse negli anni di Cristo 1190 e andaron-
gli incontro a processione tutta la chiericia e '1 popolo con molta divozione.
/., I, »9 RuBRiCA 55' ' — Come i Fiorentini comferarono Monte Grossoli di Valdelsa.
In Firenze si fece una legge, la quale chiunque volesse vendere al Comune sue castella,
le vendesse, nonostante che il Comune per forza Tavesse prese, e infra quelle comperarono I
lo castello di Monte Grossoli; e ci6 fu negli anni di Cristo 1197 del mese di febbraio.
RuBRiCA 56' — Come il castello di Frondigliano fue disfatto da' Fiorentini e il ferchl. \
Uno castello lo quale si chiamava Frondigliano ribellatosi facea guerra a' Fiorentini:
di che uscirono a campo il dl primo d'aprile, lo presono e disfecionlo injSno ne' fondamenti
Tanno medesimo; cio fu a' di 20 di giugno 1199.
RuBRiCA 57' — Come i Fiorentini andarono a camfo a Semifontc e al castello di Combiati cd
cbbongU e disfeciongli. 3
Nel detto anno andarono i Fiorentini a assedio ad castello di Simifonte, e stettonvi anni
/, 1, 70 tre, e poi lo presono e disfecionlo. In questo medesimo anno f eciono il simile del ' castello
del ii8s (cf. Santini P., Studi mlPantica costituzione di Firenxe in Arch. Stor. it., serie IV, tomo XXVI, p. 63).
Ho accolto nel testo la data, quale e in A. e in /. ; 1183 G. — 4-5. e non pero.... castella] e tennono (» Fio-
rentini) le castella A.\ non per6 volse rendere loro le castella G. Opincrci che la lezione originaria fosse : non per6
Tolsono rendere le loro castella la quale fu ridotta in A., al solito abbreviando, alla seguente: tennono le castella efu
in G. alterata con il cambiamento di soggetto, j>ur conservandone le farole che si riscontrano infatti in I. che ho conser-
vato nel testo. Tn ogni modo giova constatare, fer l' importanza del fasso, che qui I. ha in suo sostegno il senso che si
ricava da A. — 9. al Monistero delle donne di S. Donato /. — i3. podesta nel contado che nella citti A.; podesta
che avevano nella citta avessono nel contado con merum et mixtum imperium G. — 18. pensando.... Firenze]
imaginando dl magnificarsi alla sua citta di Firenze — 19-20. e andarongii .... dlvozione] omm. /► ed A,
AA. 1199-1208] CRONACA FIORENTINA 27
di Combiati; i quali castelli disfatti feciono che fosse legge che fosse pena deiravere e
della persona a chi li facesse rifare, o vi lavorasse o edificasse niente; ci6 fu fatto negli
anni di Cristo 1202 del mese di settembre.
RuBRicA 58* — Come i Fiorentini cdificarono uno castelh in Valdarno chc si chiamo Montelnfo.
: Avea in Valdarno di sotto certi conti, li quali si chiamavano li Conti, e il Comune di
Firenze, come adrieto appare, o per amore o per forza voleano che i loro vicini cui essi
poteano soprastare ubbidissono; di che questi conti non ubbidendo, / Fiorentini puosono il
castello di Montelupo dirimpetto a Capraia per battifolle negli ann? di Cristo 1203 del
mese di maggio.
itRuBRicA 59* — Come i Fiorentini comfcroi'ono Montemurlo da' conti Guidi.
Per la legge fatta come fe detto adrieto i Fiorentini di volontk de' conti Guidi compe-
rorono Montemurlo, e la cagione perchfe lo venderono fu, perchfe i Pistolesi noiavano loro i
lor campi; e cio fu negli anni di Cristo 1207. Costo a' Fiorentini cinquemila novecento ot-
tantasei fiorini.
1: RuBRicA 60*' — Come in Firenze si irovo da ■prima ujiciali e rettori che fossono forestieri. /., i, n
Come fu sempre nelle cittk che de' dissoluti ed ingiuriosi vi sono e gli uficiali volu-
bili, cosi nella citta di Firenze ancora n' ebbe ; e volesse Iddio non ne avesse piu oggi che
mai in Firenzt faccendosi assai malefizj. I consoli non sapeano stare coll' animo forte alla
giustizia corporale, ma a preghiera et a misericordia 8'arrendevano ; di che la giustizia man-
% cava. Ordinossi d'eleggere un rettore forestiere, il quale avesse a tenere ragione e iusti-
zia in civile e criminale, ed il governo della cittk rimanesse a' consoli e sanatori come
infino a questo di faceano e con famiglia e balla; e cio fu il primo per un anno un gen-
tile uomo chiamato Gualfredi da Melano; e ci6 fu negli anni di Cristo 1207.
RuBRicA 61*' — Come i Ftorentini combatterono co' Sanesi, e sconfissongli e presono Montalto. /., i, 72
i Come adrieto fu fatta menzione della pace feciono i Fiorentini con gli Sanesi che per
la sconfitta d'Asciano, nella qual pace fu non dovessono far piu guerra a Montepulciano, nh
a Monte Alcino ; di che ruppono i patti che vi andarono a campo ; di che i Fiorentini an-
darono con Toste a Monte Alto. I Sanesi sentito ci6 uscirono fuori e furono sconfitti, e
furonne molti morti e presi e a novero ne vennono in Firenze senza i trafugati 1320, e questo
; fu negli anni di Cristo 1207.
RuBRiCA 62* — Come i Fiorentini feciono oste contro a' Sancsi, e come feciono la ■pace.
Come la primavera venne i Fiorentini uscirono fuori addosso a' Sanesi, ed assedlarono
Rugomagno e disfecionlo, e scorsono il contado di Siena intomo alla cittk. I Sanesi veg-
3. del mese di settembre a dl J; /* indicazione del giorno manca in A. e G, — 5-8. il Comune di Firenze
voleva a cui poteva soprastare de vicini ubidissono, di che questi Conti non vollono e puosono di nuovo il castello
A. — 12. la cagione il perch^ venderono fu G.; e la cagione, che cid fu, che venderono, fu /, — 12-13. gli loro
campi e non gll lasciavano lavorare c ci6 G. — 13-14- 8486 fiorini G. — 29. e presi... In Firenze] e presi, i quali
presi menoronne in Firenze G. - 1320] cosi G., in A. manca la cifra 1331 /. — 33. Ragumano G,; Rigomagno
/• — 33. discorsono G.
n CRONACA FIORENTINA rAA. 1208-1215]
gendo loro sforzo richiesono pace, e quivi promessono e quetarono Montepulciano e IMonte
Alcino, e fatta la pace i Fiorentini tornarono a Firenze, e questo fu negli anni di Cristo 1208.
/., Lib. II, p. 73 RuBRicA 63*' — Come da frima furono in Fircnzc la ■partc gucl/a e ghibelUna fcr le discar-
dic loro.
Nella Magna, si dice, avea due nobili uomini, ed aveano quistione, ed erano vicini con i
due castella; l'uno si chiamava Guelfo e raltro Ghibellino; e fu tanto la pugna loro che
nella Magna Tuna parteyw dctta guelfa, Taltra ghibellina cio6 secondo chi aiutavono, e cosi si
tenne in Italia che per le guerre della Chiesa allo Imperio, quella parte della Magna, a
cui 8'appoggiava lo Imperio, e lo Imperio dava favore, era la parte di Ghibellino, e quello
che per dispetto dello Imperadore aiutava la parte contraria e dava favore e riceveva dalla jj
Chiesa era Guelfo; sicchfe per le dissensioni dello Imperio e della Chiesa, quegli di Guelfo ■
furono i fautori della Chiesa; di che dipend^ poi sempre che chi aiutava lo Imperio era 1
detto Ghibellino e chi aiutava la Chiesa era detto Guelfo. Addivenne che i Fiorentini co-
/., II, 7i mecchfe f ossero uomini d' Imperio, pure erano cattolici, e favoreggiavano ' la Chiesa, cio^ il i
Popolo, erano con loro molti nobili, e gli altri difendeano lo Imperio ; di che per maladizione »
in Firenze si disse questo nome di parte guelfa e ghibellina; le quali Thanno fatta afflig-
gere gran tempo, che piaccia a Dio porvi rimedio. Ora per narrare alquanti delle famiglie ;
guelfe e ghibelline di Firenze, de' piu notabili faremo memoria, e quasi tutte le famiglie
che teneano parte ghibellina, ciofe con Imperio, erano nobili del contado, perche teneano
f eudo, o castella dallo Imperio. Furono le f amiglie a nome guelf 0 queste, ciofe : Nerli, Gia- «
copi, Frescobaldi, Mozzi, Bagnesi, Guidalotti, Sacchetti, Pulci, Manieri, Gherardini, Fora-
boschi, Chiermontesi, Compiombesi, Lucardesi, Guidalotti, Cavalcanti, Scali, Gualterotti, \
Giandonati, Importuni, Gianfigliazzi, Bonaiuti, Spini, Tornaquinci, Bostichi, Vecchietti, Ar-
rigucci, Tosinghi, Sizj, Agli, Visdomini, Pazzi, Adimari, quegli della Bella, Tedaldi. Que-
sti furono nobili della cittk, ed altre famiglie di popolani guelfi e di pura parte di Chieaa.
I Ghibellini furono questi nobili, ciofe: Mannelli, i Conti di Gangalandi Ubriachi, Uberti,
Fisanti, Malespini, Amidei, Volognanesi, Buondelmonti, Scolari, Guidi, Galli, Cappiardi,
/., it, 75 Lamberti, Toschi', Palmieri, Soldanieri, Cipriani, Amieri, Pigli, Migliorelli, Agolanti, Bru-
nelleschi, Barucci, quegli da Castiglione e da Corsino, Caponsacchi, Tedaldini, Galigai, Abati, j
Lisei; e molti furono de' popolani d'orrevoli genti e bene imparentati, e furono co' Ghi- ;'
bellini. Ma a voler dire la veritk, tutti generalmente, salvo alcuni, erano Guelfi e sempre
amatori della Chiesa ; e, come si vedrk innanzi, ogni volta il Popolo tenea co' Guelfi e colla
6-7. l'uno. . . aiutavono] l'uno si chiaraaya Guelfo e l'altro Ghibeliino sicondo che aiutavano G. ; l'uno si chiaraara
Guelf o e 1'altro Ghibellino ciob secondoche atavano /. Credo che tanto G, quanto I. sieno qui lacunosi, essendo stato
probahilmente saltato dal trascrittore da cui essi derivano un rigo di scrittura che andava dalla farola fu tanto fino \
a l'altra ghibellina — 9-i3- S'appoggiava lo Imperio, o lo Iraperio dava favore, era la parte ghibellina, e quello !
che dava favore, o riceveva daila Chiesa era guelfo, addivenne A.; si appoggiava lo Imperio e lo Imperio dava
favore; ed era la parte di Guelfo quello che per dispetto dello Imperadore aiutava la parte contraria, ciofe contra
a Ghibellino, s\ che per le dissenzioni dello Iraperio e della Chiesa quelli di Guelfo furono i difensori della
Chiesa; di che dipende sempre poi che chi aiutava lo Iraperio era ghibellino chiamato, et chi aiutava la Chiesa
era chiaraato Guelfo; addivenne G.; s'appoggiava lo Iraperio, e lo Iraperio dava favore, era la parte di Ghibellino,
e quello, che per dispetto dello Iraperadore atava la parte contro e dava favore era Guelfo, sicche per le dissen- i
tioni dello Imperio e della Chiesa, quegli di Guelfo furono fautori della Chiesa; di che dipende serapre che chi
aiutava lo Iraperio era detto Ghibellino e chi aiutava la Chiesa era detto Guelfo. Addivenne /. Ho accettato la
lezione di I. completandola con G. — 14. favoreggiavano] favorirono A.; signoreggiavano /. — i^-iS- cloe il Po-
polo] ciofe erano il Popolo G. — 16. nome... ghibellina] nome guelfo e ghibellino A. — 20. le famiglie a nome
guelfo] le famiglie guelfe G.; le famiglie nobili guelfe /.; in nota feri fadre Ildefonso avvcrte: "Supplito nobili i
per mancanza dell'originale (cioi del suo ms. Guad.)\ Magl. legge cos\: furono di norae guelfo,. II Magl. qui
dtato i il cod. della Nazionale di Firenze: II, III, 108-111 che deriva da A. — 23. Iraportuni] Portinari G. - Bosti-
chi] Bosachi G. — 24. Adimari] Aldimari G. — 29. Corsino] Cercino A, ; I. corregge in Cercina <7 Corsino dei
suo ms, Guad., siccome awerte in noia, — 30. furono de' popolani] furono i popolani G,
[A. 1215] CRONACA FIORENTINA 29
Chiesa e i Ghibellini seguirono malvolentieri, se non a forza; i quali quando ressono, li
gravavano, perchfe teneano co' Guelfi. E qui porremo fine a narrare de' Guelfi e Ghibellini.
RuBRiCA 64* — Come si divisono gli animi di ■piu cittadini e famiglie nella citta di Firenzc
■pcr la mortc di uno messcre Buondehnonte dc' Buondelmonti cKerano di farte d^Imferio,
Avea nella famiglia de' Buondelmonti, ciofe di quella famiglia de' nobili del contado,
della quale facemmo menzione adrieto, di cui fu disfatto il lor castello, uno cavaliere' gio- /., n, 76
vane ed altiero, molto bello ed assai orrevole, il quale avea promesso di torre per moglie,
e giuratala alFusanza di Firenze una figliuola di . . . • degli Amidei d' un' altra f amiglia di
nobili cittadini di Firenze; e cavalcando per la citta il di della domenica dello Ulivo, e
\{ passando da casa i Donati, una moglie .... de' Donati si levo e dissegli : " Messer Buondel-
" monte, bene m' incresce che considerata la vostra virtu e quella della donna che voi avete
" presa, ella non vi si confa ne per bellezza, nfe per nazione, nfe per virtu alla vostra per-
" sona ; ed io assai ho aspettato, e quando io credetti congiugnere con voi parentado, quale
" si f osse la cagione, non da me, ma da voi rimase che la mia figliuola, la quale io I' ho
1 " a piu disdetta, serbandola a voi, voi ravete lasciata, ed eccola qui, e vedete che per un
"poco d'avarizia di dota di donna, cui voi avete tolta et cambiata„. II cavaliere vergo-
gnandosi, ch'era cosi il vero ci6 che la donna dicea, et poi vedendosi innanzi cosi bella
fanciulla, si fu' ivi in concordia colla donna della quale poi il di susseguente sposo. Sen- /., n, 77
tito questo i parenti e gli amici sdegnati della vergogna ricevuta diliberarono di cio fare
2 alta vendetta, e richiesono uomini, parenti ed amici, li quali fosseno alFoffesa vendicare, e
pare che li principali delle schiatte assentirono alla faccenda. Furono uomini di leggier
fatto e gagliardi; ed essendo il dl della Pasqua di Risurresso negli anni di Cristo 1215 del
mese d'aprile, vegnendo Messer Buondelmonte predetto da casa sua, il quale allora stava a
casa i Buondelmonti in Montebuoni, ma egli stava a S. Felice, a cavallo su per lo Ponte
i Vecchio, in casa gli Amidei da Santo Stefano erano raunati Lambertuccio degli Amidei, il
Mosca degli Uberti, Odorigo Fifanti, ed uno degli Conti da Gangalandi, e qui praticarono
insieme quello che si facesse, e v'era chi ragionava di dargli di molte mazzate, e chi di far-
gli un fregio di coltello nel viso, e chi di tirarlo da cavallo e strascinarlo per lo fango, e
chi di ucciderlo. Stando in questo ragionamento il cavaliere venne. Disse il ' Mosca degli /., n, 78
.' Uberti: " Cominciamo a fare, che poi cosa fatta capo han. Assalirono il cavaliere e tira-
ronlo da cavallo, ed in questo le cose si riscaldarono ; la gente trasse, il romore si levo;
di che tratte I' armi, 1' uno gli dife, Taltro il segul, ed in fine gli fu segata la gola. Di
questo fue lo romore grande, perocchfe le famiglie di costoro, che v'erano si ritrassono alle
case; perocche, come detto h. adrieto per la elezione de' consoli le famiglie de' Nobili vo-
. leano chi uno e chi un altro, di che la cittk era molto e assai divisa, e spezialmente tra i
Nobili e tra famiglie Tuna coiraltra, e i cittadini appoggiavano chi uno e chi un altro. Di
che per quello e per la divisione de' Guelfi e Ghibellini, che detto h adrietro nella rubrica 63*
passata, aiut6 questo a pigliar parte, e dove i Buondalmonti erano di parte d'Imperio, tor-
; narono allora alla parte di Chiesa, e dove erano Ghibellini e con gli Ghibellini, tornarono
• Guelfi e fecionsene segno, e per innanzi ne faceano piu che poteano.
1-2. quando. . . e GhibelUni] quando reggevano gravavano il popolo per fargli di guelfi ghibellini A. — 5-6.
Buondelmonti . . uno cavaliere] Buondelmonti de' nobili del contado uno cavaliere A, — 9-10. e passando.. . si lev6]
e passando da casa Ccrchi, e scendendo giu da casa Donati ima moglie si levo /. -- 30-21. e pare . . . faccenda] e pure
che i principali della schiatta asscntirono pure alla faccenda G. — 21-22. uomini . . . gagliardi] huomini di piccolo
affare A. — 22-23, di Crlsto 1225 a 15 d\ del mese d'aprile G. — 23. casa . . . stava a] casa sua c!ie stavano d. A. —
25. in casa] da casa G. — 26. Uberti] Lamberti /. ; fadre Ildefonso pero in nota avverte che il suo ms. Guadagni
aveva Uberti, corretto da alira mano in Lamberti - Fifanti] Sifanti /. — 31-33. da cavallo . . . questo] da cavallo
lo tagliarono a pezzi : di questo A. — 38-40. d' Imperio . . . poteano] d' Imperio presono la parte della Chiesa e pre-
•ono parte guclfa e fecionsene segno e per la parte feciono ogni cosa A.
30 CRONACA FIORENTINA [AA. 1215-1220]
RuBRiCA 65' — Conte in Firenze si comincib il fonte alla Carraia,
Nel detto tempo si era Firenze sl popolata di gente che era gran fatica a chi era nel
/., II, 79 sesto di S. Brancazio, quando aveva andare ' nel sesto d' Oltrarno a casa i Frescobaldi, an-
dare al Ponte Vecchio quando era di verno; la state, perch6 le barchette gli passavano,
non era cosl fatica. Ordinossi un ponte, lo quale si chiamo il ponte alla Carraia, e penossi
anni due a fare di pietra tutto, e chiamossi allora il Ponte Nuovo, e quello da S. Stefano
si chiam6 il Ponte Vecchio, fatto quello perocchfe Tuno era nuovo e Taltro vecchio: e ci6
fue negli anni di Cristo 1220, e fue compiuto del mese d'ag08to.
RuBRiCA 66* — Comc c ferche comincio la gtierra tra i Pisani e i Fiorentini.
Sono varie oppenioni come si cominciasse guerra tra Pisani e Fiorentini, e chi il pone
in un modo e chi in un altro. Giovanni Villani pone che essendo negli anni di Cristo 1220
a Roma coronato imperadore lo secondo Federigo di novembre il di di S. Cecilia, tutte le
amista e imbasciate e di Firenze e di Comuni e di Signori vi furono, chi con gente d'anne
assai e chi con poca, furonvi i Pisani. Dessi che invitato da uno cardinale lo imbasciatore
/.,11,80 fiorentino' a mangiare chiese uno catellino che aveva il detto cardinale, al quale volontieri
glielo concedette et rimase mandare per esso. L'altro di invitato lo 'nbasciadore pisano a
desinare chiese il detto cane. II cardinale non ebbe avvertenza della prima promessa e
impromisselo ancora a costui; di che il Fiorentino mando per esso ed ebbelo. II Pisano
ambasciadore mand6 per esso; il cardinale Tavea dato al Fiorentino; di che trovandosi per
la via, il Pisano volea il cane; il Fiorentino Tavea legittimamente, non glielo dette et ve- '
nendo di parole in parole vennono a' fatti; i Pisani feciono villania a quegli di Firenz>
quegli di Firenze ne feciono poi a quegli di Pisa; di che nacque tra' Fiorentini e' Pisani
quistiOne, ed arrestarono le mercanzie de' Fiorentini ch'erano a Pisa; perocche i Fioren-
tini erano grandi mercadanti e facevano venire in legni de' Pisani ogni lor mercadanzia,
perocchfe erano in quel tempo i Pisani signori del mare, come sono oggi i Genovesi. I ;
Fiorentini si dolsono piu volte col Comune; in effetto mandarono a sfidare il Comune di
Pisa, e non ebbono altra risposta, se non che essi gli sarebbono incontro. Questo fu negli
anni di Cristo 1220.
RuBRiCA 67* — Come i Fiorentini andarono col camfo allo assedio al castello di Montcnmvo
degli Squarcialufi.
Come detto h i Fiorentini s'aIlargavono volentieri. Avea nel contado una famiglia, li
/., II. 81 quali si chiamavano gli Squarcialupi ', nobili, ed aveano lor fortezze et abitavano bene benchfe
non volessono ubbidire a' Fiorentini. I Fiorentini uscirono a oste, e presono e disfeciono
lo castello. Ci6 fu gli anni di Cristo 1220.
3. S. Brancazio... Frescobaldi] S. Brancazio andare nel sesto d'01trarno a casa i Frescobaldi A.'; S. Bran-
cazio e avea andare nel sesto d'01trarno a casa Frescobaldi /. — 5. era cosi] era loro cosi G. — \2. Roraa...
novembre] Roma coronato imperadore Federico II di Savoia gli anni di Cristo 1220 a' di 22 di novembre /.;
Roma lascer6 questa materia perchfe non vide al vero, e verrerao aU'altre cose raa con loro si cominciorono le guerre
nelli anni di Cristo 1330 A. Cosi finisce la rubrica in A. — 14-16. Dalle parole furonvi i Pisani fino a mandare per
esso seguo G. ; A. non riporta, come ho detto, il passo, ed I. i lacunoso ; in nota fadre Ildefonso avverte che ha " cosi
supplito il passo con le parole del Villani per la mancanza dell' originale „. — 16-17. L.'altro . . . cMese] L'altro
dl invltati i Pisani uno imbasciadore di Pisa cliiese /. — 17. avvertenza] cura /. — 32-33. nobili... benchfe nonj
nobili con pii loro foricz.^e e abitavono bene bcnrhe non A.; nobili et avev.ino loro fortezze et abitavano bene
che non G, — 34. castello. Ci5 fu] castello era posto in luogo detto Mortennana. Ci6 fu /.
[AA. 1222-1230] CRONACA FIORENTINA 31
RuBRicA 68* — Come fu una battaglia in fra li Fiorentini e' Pisani al Casiello del Bosco e
fue gran battaglia,
Come h detto i Fiorentini non sostennono la ingiuria ricevuta da' Pisani ma feciono con-
dotta di gente d'arme per ire a quello di Pisa. I Pisani lo seppono, e feciono loro sforzo, e
;fecionsi loro incontro infino a Castel del Bosco, ch'fe nel contado di Pisa, fuori di Pisa mi-
glia Quivi f ue grande ed aspra battaglia ; alla perfine i Fiorentini vinsono la pugna, e
presi vennono a Firenze de' Pisani 1246 annoverati. Cio fu negli anni di Cristo 1222 del
mese di luglio.
RuBRicA 69* — Comc i Fiorentini assediarono Fegghine, e disfeciono il borgo delVAncisa.
\\ II castello deirAncisa sentendo i Pisani aver guerra co' Fiorentini, essi erano quasi
d'animo ghibellino, si rubellarono da' Fiorentini ; di che il Comune di Firenze vi mando a ' /., n, n
oste la lor gente. II castello era forte e bene fornito di vettovaglie e ricco d'avere e di
persone, per modo che non si potea cosi di leggieri avere. Ma i Fiorentini feciono quel
borgo dell'Ancisa sopra Tacqua d'Arno in quel luogo forte, e messonvi gente, che li guer-
lireggiassono, e steccaronlo; e quando v'andorono a oste fu negli anni di Cristo 1228.
RuBRiCA 70* — Come i Fiorentini feciono oste a Pistoia e guadagnorono Carmignatio, che
e a mezzo del cammino.
I Pistolesi erano male di concordia co' Fiorentini per Tacquisto di Montemurlo, e per
altre cose che il Comune favoreggiava i conti Guidi. Di che i Fiorentini cavalcarono ad
2< oste a Pistoia e infino ne' borghi, e cio che f uori delle mura era, guastarono, e i borghi ed
alte torri abbatterono ; poi ebbono il castello di Carmignano, e disfeciono il cassero e la torre
ch'era sul cassero ; che v'era due braccia, che f acieno le fiche a Firenze. Dicesi che quelle
fiche le puosono . . . . Questo fu negli anni di Cristo 1228'.
RuBRiCA 71" ' — Come e ferche i Fiorentini feciono oste e andarono contra a' Sanesi. i., n, «3
2 Negli anni di Cristo 1229 di settembre i Fiorentini sentendo che i Sanesi erano andati a
oste a Montepulciano contro ai patti della pace fatta, anch'eglino uscirono a campo e an-
daronne guastando infino ad Asciano cio che trovarono nel contado di Siena e tenitorio
per Chianti, e combatterono un loro castello che si chiama . . . . e presonlo e abbatteronlo,
ch'era presso a Siena a quattro miglia, e tomarono con la preda a Firenze.
3 RuBRiCA 72* — Come i Fiorentini rifeciono oste di nuovo e col carroccio andarono sofra a
Sanesi, e disfeciono il bagno Avignone.
Dipoi i Fiorentini Tanno seguente uscirono di fuori ad oste contro a' Sanesi negli anni
di Cristo 1230 a' di 21 di maggio, e guastando tanto quanto loro si parava innanzi, et pas-
4. ire a quello] andare su quello G. — 5-6. di Pisa 16 miglia /. — 7-8. del mese] a' di 21 del mese /. —
, 10. Ancisa] Feghine /.; /. perb avverte in nota essere nel ms. Guadagni Ancisa erroneamente. Ho conservato nel testo
'. Perrore quale e nei codici. — 20-21. borgtii . . . abbatterono] borghi e ogni altra cosa avieno guasto e borghl e
I certe tori abbatterono A. ; borghi e ci6 che fuori delle mura era e i borghi e alte torri abbandonarono G. —
28. MCCXXVni G. — 28. // nome manca in G. ed in A, ; in I, si legge: Qucrciagrossa.
32 CRONACA FIORENTINA [A. 1229]
sarono infino di l^ da Siena a S. Quirico a Rosenna, e disfeciono il Bagno Avignone de
Sanesi, e non bastb, che essi passarono in Valdelza e andarono addosso a' Perugini, impe-
rocchfe aveano dato favore a' Sanesi contra la pace de' Fiorentini, e puosonsi sul loro ter-
/., II, $« reno. Di che mandorono i Perugini' a Roma per gente; i Fiorentini si partirono da campo, e
tornorono da Siena, e disfeciono circa diciannove castella e fortezze, infra le quali ebbero cioi
guastarono, e per vergogna de' Sanesi tagliarono il pino da Monte Celeste, e tagliato quello
puosonsi a campo presso a Siena e ruppono il serraglio della via e combatterono I'antiporto
del borgo, e per gli borghi entrarono e presono uomini e fanciuUi e femmine, ma le fem-
mine lasciarono andare; li presi furono annoverati 1311. E nota che per tutto questo cam-
mino menarono il carroccio, sul quale era l'arme di Fiesole e di Firenze, lo quale h uno
stendardo bianco e rosso, lo quale h ancora in S. loanni, che 8'appicca sopra il coro, e
metteasi in su un carro di quattro ruote tutto vermiglio, e tiravanlo buoi coj>erti di panno
vermiglio, e quello che menava i buoi era coperto di vermiglio e non avea altro salario
se non ch'era franco, ed avea la parte sua doppia della preda; avea due grandi antenne in
sul carro, e lo stendardo nel mezzo ventolava e traevasi di S. Giovanni trenta dl innanzi
8'usci8se ad oste, e ponevasi in Mercato Nuovo, e quivi accomandato per gli nobili Fioren-
tini al Popolo, che '1 guardassino; e suvvi era posta una campana, che si chiamava la Marti-
/., II, 85 nella, e sonava dl e notte', solo per dare a sentire al nimico che trenta di innanzi si suonava, che
contra a lui si venisse, acciocchfe bene si potesse difendere. Questo carroccio cosl tratto
8'accomandava a guardia de' piu gagliardi del Popolo, e bene armati, e quando Toste usciva
fuori, ed egli andava in mezzo delle schiere, e con quella campana si faceano le guardie
del campo la notte e il di. Questa era una degnitk e trionfo del Comune quando facea
oste generale contro il nimico.
RuBRiCA 73* — Come i Fiorentini andarono a Cafoselvole in Valdambra e disfecionla.
Era un castello in Valdambra, il quale si chiamava Caposelvole, il quale h. presso a
Montevarchi e facea guerra al contado di Firenze coUo appoggio de' Sanesi, ed i Sanesi
erano appoggiati dagli Aretini. II Comune di Firenze v' ando ad oste, e presonlo e disfe-
cionlo Tanno di Cristo 1229.
RuBRicA 74* — Come affarve sangue e carne di sagrificio di Cristo nel calice nella chiesa
di Santo Ambrogio di Firenze.
Essendo nella chiesa delle monache di Santo Ambruogio di Firenze uno prete, e leva-
/.,11,86 tosi per dir messa la mattina come era usato', acconcio alla messa, scoperto ed isfasciato
il calice, esso trov6 nel calice sangue che parea mistura propia sangue e came. Di ci6
meravigliato il prete, subito fu alle monache della detta chiesa colla badessa, e mandarono
per altri preti e vicini, ed ancora mandarono per lo vescovo. E subito esaminato il prete,
e trovatolo semplice persona e di buona vita, compresero questo essere reliquie dell' altro
di di non avere bene netto e forbito il calice di vino e d'ostia, ed avendo bene esami-
2. Valdelza] Valdorda /. — 5. venti castella /. — 8. e presono uomini e pregioni e fanciulU G. — 10. il car-
roccio . . . l'arme] il carroccio. II carroccio si cra l'arme /.-, il carroccio era l'arme A. - lo quale fe] lo quale si era
G.; lo quale si e /. — 13. metteasi] mettesi G. — 13. menava] metteva /. — 16. accomandato] raccomandato
G. — 25-26, presso a Montevarchi] presso a' conlini d'Arezzo /.; G. lascia in bianco il nome. — 28. 1229] Cosi A.,
G. ed anche il ms. Guadagni, siccome avvertt in nola fadre Ildefonso, che ha correito in 1230 la data con la scorta
del Villani (lib. VI, c. 6). — 31-32. e levatosi per 0»»»». G. — 32, acconcio . . , scoperto] acconci6 la messa e sco-
perto A^
[AA. 1229-1235] CRONACA FIORENTINA ' 33
nato il fatto, con grandissima riverenza questo conservarono in un'ampolla e con grandis-
sima divozione al popolo si offere il venerdi santo e le loro feste principali. Questo addi-
venne il di di S. Firenze, cioe a' di 30 del mese di dicembre negli anni di Cristo 1229.
RuBRiCA 75'' — Come ' i Fiorentini andarono ad oste al castello di ^uerciagrossa -presso a /., u, s;
5 Siena a qiiattro miglia, e quello disfeciono, e molti ne menorono frigioni.
I Fiorentini sentendo che i Sanesi aveano disfatte le mura di Montepulciano, per oste
fatta, ch'era in lega co' Fiorentini, i Fiorentini andarono ad oste ad un castello de' Sanesi,
cioe Querciagrossa presso a Siena a quattro miglia, e presonlo e disfecionlo, e gli abitanti
ne menorono prigioni a Firenze; e cio fu negli anni di Cristo 1232.
) RuBRicA 76* — D'un fuoco che fecc danno assai nella citta di Firenze.
Nella citta di Firenze negli anni di Cristo 1232 assai volte facea danno il fuoco che
s'apprese in Firenze, infra le quali volte s'apprese in Mercato Vecchio in casa di loanni
Caponsacchi ; e certi pigionali di quelle case ed altri vi arsono in piu case circa a venti
tra maschi e femmine.
5 RuBRiCA 77* — Come ' i Fiorentini di nuovo feciono un'altra oste sofra i Sanesi. /., n, ss
I Fiorentini seguendo rappetito della guerra di nuovo feciono oste e andarono contro a
Sanesi, si mossono a campo alla citta e puosono piu campi, e con trabocchi e magnelle vi git-
tarono dentro asini e molte brutture. Questo fu negli anni di Cristo 1233.
RuBRiCA 78* — Come i Fiorentini feciono oste e andarono a camfo a Siena,
• Ancora trOviamo che i Fiorentini feciono oste a Siena e menarono il carroccio, e stettonvi
53 di, e presono e disfeciono molte fortezze e viUe arsono assai; infra le quali fu Ascianc
e Oreglia e bene da venti castella murate senza le ville; e questo fu negli anni di Cristo 1234.
RuBRiCxV 79* — Come in Firenze fuc un grande fuoco etfece danno assai di la d^Arno.
Molto perseguito il danno del fuoco in Firenze in questo anno, perocche stando' un /., u, 89
5 giovane hicchieraio la notte a fare coverta a un fiasco, addormentandosi s'apprese il fuoco alla
paglia e arse la casa, e tante di quelle dei vicini, che da S. Felice quasi presso a S. Felicita
arse, prima che spegnere si potesse; e cio fu la vigilia di Natale negli anni di Cristo 1234.
RuBRiCA 80* — Come si fece -pace tra i Senesi e li Fiorentini che era durata la guerra circa
d'anni sei con molto danno.
0 I Sanesi non veggendo poter durare contro a' Fiorentini si si avvisarono per non es-
sere disfatti cercare la pace, e cosi feciono con questi patti : Che rifacessono le mura di
1-2. ampoUa . . . venerdl] ampoUa e questo fune grande divozione al popolo, mostrasi il venerdi A, — 6. I Fio-
rcntini... mura] In Firenze sentitosi clie i Sanesi avevano disfatto le raura G, — 17. si mossono] messonsi G.
18. asini . . . brutture] asini morti e altre brutture G, — 23. Oreglia] /. corrcgge Orgiale; nel suo ms. avea leito:
OregUa - murate] munite A, — 25. a fare coverta 0/«»». A, — 25-26. addormentandoBi la paglia s'apprese e arse /.
T. XXX, p. I — 3. , •
34 CRONACA FIORENTINA lAA. 1235-1249]
Montepulciano alle loro spese, e prometterebbono contra loro per niun tempo venire ; e si-
milmente a Monte Alcino rifeciono il danno e cosl fu fermo, e i Fiorentini furono a ci6
abili e renderono loro i pregioni, e cosi si pacificaro le due cittk insieme, che era durata !a
guerra circa d'anni sei, et allora finl per questa volta et questa fu negli anni di Cristo 1235.
/.,11,90 RuBRiCA 81* — Come^ si fece lasiricare la citta di Firenze e fecesi il fontc Rubaconte, e cos\
ebbe nome -pcr un Podesta.
Essendo in Firenze le vie assai brutte per la pianura in clie era Firenze che riteneva
l'acqua ed il fango, perocchfe era tutta terraccia, salvo le quattro vie de' cinque sesti, ch'e-
rano ammattonate, provvidesi di lastricare tutta la cittk; e perchfe cra gran fatica a quegli
da casa i Peruzzi e Santo Piero Maggiore Tandare a passare Tacqua al Ponte Vecchio, si 1
fece il Ponte Rubaconte, e cosl fu chiamato per uno Podestk ch'era in Firenze che cosi
avea nome; e ci6 fu negli anni di Cristo 1236.
RuBRicA 82' — Comc ed in che modo furono li Guelfi cacciati di Fircnze la frima volta.
Come aviamo adrieto detto della prima creazione in Firenze de' Guelfi e Ghibellini, e
quali casate presono le parti, li quali nomi sono stati guastamento della cristianitk, e spezial- I
mente h stata ed fe, e voglia Iddio manchi in Firenze, comecche ancora non ne veggio segno :
stando tra per le parti e s^tte maledette Firenze in tribolazioni, ed ancora aggiunta partc
/., u, 91 guelfa e ghibellina al fuoco di legne tante, che non h. si grande che non ve ne avanzi per
fare gran fuoco ogni dl di nuovo: avvenne che lo imperadore Federigo venne in dissensionr
con santa Chiesa, ovvero diciamo co' Pastori; Federigo sentendosi iscomunicare e privare -
da papa Innocenzio, lo quale per paura se n'era ito a Lione sopra il Rodano per la forza
che Federigo gli avea fatta, e quasi della Chiesa erano pochi che la f avoreggiassono ; ma
piu per parte e sfette prese d'uficj, che per Papa o Imperadore s'erano gli animi de' Fio-
rentini appresi, ed erano a tanto venuto che il nome delle loro s^tte in Firenze non era
nominato, se non parte di Chiesa e parte d'Imperio, e che parea che tutti i Ghibellini si .
tenessono collo Imperadore e i Guelfi colla Chiesa. Di che per questa cagione erano i sa^di
di parte d'Imperio ristretti in S. Piero Scheraggio, e ragunati insieme ebbero consiglio, che
se la boce si spandesse che in Firenze si dicesse : " Viva la Parte della Chiesa „ , e quegli ^
dicessono: " Viva quella dello Imperadore „, non era onore di dire contra la Chiesa, ma
dire: " Viva lo Imperadore e parte ghibellina„, era uno nuovo mescuglio accompagnare di
nuUa il nome d' Imperio, ma che lo Imperio s'opponea a' Pastori, e quegli quasi per tutto
I: ji, 92 il mondo che erano Ghibellini teneano coirimperio, si dilibero si dicesse: " Viva' Parte Ghi-
bellina„, e cosi si ferm6; e perchfe lo Imperio era loro signore, presono Tarme; e i Guelfi
presono il nome de' Guelfi. Qui si fu di grandi battaglie ed aspre, imperocchfe Buondel-
monti che prima erano in concordia con gli Uberti a' fatti della citta e a parte ghibellina,
per la morte di messer Buondalmonte furono Guelfi e molto principali si feciono, ed in ogni
sesto era chi capo d'una parte e chi d'un'altra; e cosi tutto '1 di si faceano battaglie e ba-
dalucchi e torri con isteccati e serragli armati si combatteano, ch^ avea Firenze torri assai.
Ma i Guelfi in questo tempo erano molto abbandonati, perocch^ lo Imperadore era in To-
scana e in Sanminiato del Tedesco, e per volersi assicurare mando per tutta la Toscana,
che volea le terre a pacificare le parti, e questo facea con malizia, perocchfe se avesse detto
3-4. cosl . . . lasS] cosi si pacificarono et questo fu negli anni di Cristo 1335 del mese . . . di che era stato
gran guerra e ferma durata piu di sei anni tra' Fiorentini e loro ; ed allora fin\ per quella volta /. ; cos\ si pa-
cific6 negli annl 1235, dur6 questa pace pii d'anni sei A. — 7. brutte, e per la pianura, in che era Firenze ritc-
nea /. — 12. 1237 G. — 15. quali casate omm. I. — 36. e molto . .. feciono] e molte principali famiglie si feciono G.
[A. 1249] CRONACA FIORENTJNA 35
di volere gli staggi che voUe guelfi, non gli avrebbe avuti, ma disse di pacificare, e volle
staggi guelfi e ghibellini, e cosi ebbe; e quando ebbe quegli da Firenze, ritenne i guelfi
d'ogni luogo e lascio i ghibellini e con loro compuose che conciofossecosacch^ i Guelfi erano
suoi nimici, che s' ingegnassono di cacciarli d'ogni terra, ed esso darebbe lo suo favore loro
quando l'addimandassono. Gli staggi furono nobili e possenti, perocch^ s'egli gli' avesse la- /., u, 93
sciati nella citta, quasi tutto il Popolo avrebbe seguito i Guelfi, considerando che teneano
la parte della Chiesa. Tornati i Guelfi, che ne lascio alcuni e {insieme d) tutti i Ghibellini, in
Firenze vidono {i Guelji) essere abbandonati dallo Imperadore e dalla Chiesa, ch' era quasi
schiacciata da chiunque favellava e la Chiesa iscacciata, e itosi il Pastore a Lione sopra '1
1 Rodano, pensaronsi di tenersi colFarme e di provare loro ventura, ed ogni dl combatteano
co' Ghibellini in ogni sesto. Veggendo i Ghibellini quasi perdere di di in dl, ricorsono allo
I Imperadore, il quale mando loro il figliuolo, il quale avea nome Federigo, comech^ fusse na-
turale, con mille cinquecento cavalieri e pedoni cinquecento, i quali entrarono nella citt^
coiraiuto de' Ghibellini a' di 30 di gennaio il di di Domenica negli anni di Cristo 1248.
li I Ghibellini feciono capo grosso a casa gli Uberti, e poca gente rimase agli altri sesti. Poi
, cominciorono co' f orestieri a ire al sesto di S. Piero a casa i Bagnesi, e quivi li ruppono
e poi di sesto in sesto di di in di per modo che lo mercoledl notte vegnente, ciofe a' di 2 di
febbraio, i Guelfi se ne andarono chi nel Valdarno di sopra e chi in Valdarno di sotto.
RuBRiCA 83* — Come i Ghibellini guastarono i beni dei Guclfi cioe lc casc loro et le belle
% iorri che avevano.
I Ghibellini rimasono in Firenze, e la citta riformarono e gli uficj, ed ebbono sempre 'ri- /., n, «
guardo ad acconciarsi si che i Guelfi non tornassono; ed i modi furono questi : prima di
guastare loro i loro beni, ciofe le case, e le possessioni vendere a buon pregio. Aveano di
belli palagi in Firenze con grandi torri le quali tutte abbatterono, le grandi circa 38, delle
Jfquali alcune ne conteremo notabili e Taltre lasceremo. Avea sulla piazza di S. Joanni sopra
le sepolture sul corso una torre di braccia 120 che si chiamava la torre di Guardamorto,
altissima e forte. Stimarono i Ghibellini, perchfe S. loanni era la maestra chiesa ed \\\ si
ragunavano a quelli tempi i Guelfi, pur parea lor male a disfare S. loanni e disfare lo vo-
leano, di comporre con gli maestri, ch'essi puntellassero per modo la torre che cadesse
jCnella faccia di S. loanni, istimando non guastare la chiesa, e se pure qualche cosa si gua-
stasse racconcerebbono, et quello che restasse della torre che non caggia tutta racconce-
ranno dentro per modo non vi si potra mai istare dentro. San Giovanni sa fare quando
vuole. Quando la torre cadde, parve che la spingesse con quella sua insegna per modo che
si stese sulla piazza, e solo una pietra non ne tocc6. L'altra nobile fortezza fu quella de' To-
.35singhi in Mercato Vecchio, che si chiamava il palagio de' Tosinghi, e la torre di 130 braccia,
1-2. pacificare . . . ghibeUini] pacificare e noa degli staggi et poi volle staggi guelfi e ghibellini G. — 8-10. e
.ialla Chiesa . . . pensaronsi] e dalla Chiesa ch'era quasi scacciata e itisi i Pastori a Lione sopra loro danno pensarsi
\l.i e dalla Chiesa ch'era quasi scacciata da chiunque favellava e la Chiesa iscacciata e itosi i Pastori a Lione sopra
! Rodano pensaronsi G.; e dalla Chiesa che era schiacciata da chiunque favellava, e la Chiesa schiacciata e itosi
■ 1 Pastore a Lione pensarsi A. — 15. Uberti] Lamberti A. — 27-32. II fasso i forae guasio; ne ho riporiaio la le-
Hone di G. clie concorda con /., salvocchh da rigo 30-32 alle farole istimando . . . per modo] stiraando . . . {lacuna, non
\:i comfrende se esistente nel ms. o se derivaia da difficolia di leiiura del fasso) Giovanni c quello della torre vi ri-
narra dentro, e benchJ non caggia tutta, lo concera per modo /.; A. i molto fiu chiaro, ma la chiarezza e ^roba-
nlmente derivaia dalVavere A. cosi riassunio il passo compreso nei righi 27-34: stimarono . . . L'altra nobile fortezza]
iof'stimarono i Ghlbellini fare puntellare la torre e poi farla cadere a terra nella faccla di San Giovanni per gittarlo a
jerra, rispetto che i Guelfi si ragunavono quivi quando avevono a fare nulla. Or appuntellato la torre per fare dctto
';ffetto, San Giovanni non voUe vedere guastare la sua casa, ch'ella cadde e solo una pietra di San Giovanni toccd,
jna distesesi In la piazza. L'altra torrc A. — 39. di comporre] compuosono G.
36 CRONACA FIORENTINA lA. i249j
/.,11,95 ove avea molto adornamento di manno e d'altr€ bellezze', ed era sl nobile che a uno Im-
peradore sarebbe bastato. Ancora per parte nh per s^tta a Firenze non 8'era mai nessuna
casa disfatta.
RUBRICA 84* — Come si ■partt di Firenze il figlimlo dello Imferadore e lasciowi un vicario.
II dl di S. Maria di marzo negli anni di Cristo 1248 si partl lo figliuolo dello Impe-
radore e al soldo de' Ghibellini di Firenze lascib ottocento cavalieri e cento pedoni, e lascio
per vicario d'Imperio il conte Giordano, e tom6 allo Imperadore.
RuBRiCA 85* — Come i Giielfi jiorentini ch'erano a Montevarchi sconfissono i Tedeschi, e
furonne morti.
I GhibelUni mandarono fuori i loro soldati tedeschi, 11 quali avevano a seguitare li
Guelfi dovunque sentivano che e' fosseno. I Guelfi bene sdegnati stavano in segreto in Val-
damo di sopra e di sotto e per lo contado di Firenze e nelle ville pianamente e poveramente.
Quelli di Montevarchi usciti di Firenze per potere meglio guerreggiare stavano ne' borghi
di fuori, assaliti da' Tedeschi si difesono arditamente, ed ultimamente morti d'una parte
e d'altra, i Tedeschi furono sconfitti; e ci6 fu negli anni di Cristo 1249 a' dl 26 d'aprile.
A, II, 96 RuBRiCA 86' — Comc' fue fresa Ca-praia, ed i Guelfi che v'crano dentro furono morti c
straziati, e come fer mare e fer terra gli -perseguitavano.
Lo Imperadore non and6 a Firenze quando vi mand6 il figliuolo, perocchfe gli fu per
suoi strolaghi annunziato che dovea esser morto in Firenze, e cod poi mori in Firenze, una
citti in Puglia, ch'6 presso a Venosa a 8 miglia e presso a Barletta a 32. Passando pres?<
a Firenze, ando di fuori in un luogo dove si pos6, e sapendo che in Capraia erano ridotti
Guelfi assai, vi puose Toste, ed egli and6 a Fucecchio; di che la roba manco, ed ultima-
mente si strinsono a far patti, i quali allora erano patti onorevoli e buoni. Un Giovanni del
Tosco, il quale era calzolaio in Mercato Vecchio appresso a' Tosinghi, avea per parte guelfa
assai fatto secondo la sua possibilit^, e non potendo sentire de' fatti come passavano pe
rocch^ non v'era stato richiesto, sdegnato chiam6 uno che gli parve daccio, e disse: " Va
al Vicario, e di che non f ermi i patti, che io so che qui non h che mangiare „ . I patti
non si fermarono. Costui la notte s'usci fuori; e cosl convenne che per gente morta s'ar-
rendessono; i quali lo Imperadore fece straziare e morire per Puglia per mare e per terr?
e a uno messer Rinieri Ghincane de' Buondalmonti fece cavare' gli occhi e lasciollo; di ch-
/., II, 97
a
per vergogna essendo povero e cieco entr6 in uno romitorio, e quivi miseramente fini su
vita. Queste cosl fatte cose sono le doti e le gioie delle parti e delle s^tte della cittk, e
certo chi sta fermo, o in parte guelfa o in ghibellina, io credo che salvare non si possa.
Dio mi perdoni s' io erro, e se dico contro sia per non detto e per non iscritto. E questo
fu negli anni di Cristo 1249 del mese di settembre. 3
6. e al Boldo] e a soldo A,\ ed assold6 /. - pedoni] fanti A, — 7. torn6 allo Imperadore] e lui torn6 il
padre A. — lo-ii. fuori... stavano] fuori i loro tedeschi li quali avieno a seguitare 11 Guelfi dove gli trorti-
sono. I Guelfi, stavano A,; fuori 1 loro soldati tedeschi li quali avevano e dovunque sentivano che fosseno de'
Guelfi, i quali quelli bene sdegnatl istavano G. {forsc manca doj>o avevano qualche farola: a seguitare); fuori i loro
tedeschi i quali andavano dovunque sentivano i Guelfi; i quali quelli bene sdegnati stavano /. — 19. mori ia Firenie]i
morl In Firenzuola I. — 20-31. Passando . . . e sapendo] Passando presso a Firenze entr6 in ogni luogo e sapendo
A.\ Passando presso a Firenze, intr6 di fuori in un luogo e sentendo /. — 33. i quali... buoni] i quaii avevano
a loro onorevoli e buoni /.; i quali furono onorevoli e buoni A, — 34. Tosco] Toso A. — 25. fattij patti A. — 29.
straziare e raorire] strascinare e morire miseramente G. — 30. Ghincane] Ingame A. — 31. cieco] vecchio G.
tA. 12501 CRONACA FIORENTINA 37
RuBRiCA 87* — Come i Guelfi scrissono a' Tedeschi ed altri Ghibellini in Figghine e fre-
serne e ucciserne assai.
Essendo lo vicario dello Imperio a assedio a Ostina, gli usciti guelfi che erano a Mon-
tevarchi pensarono di soccorreria; di che del campo usci gente, e venne ne' borghi di Feg-
ghine ; e questo saputo da' Guelfi, assalirono quelli ch'erano in Fegghine, e quasi tutti morti
e presi la notte tutti gli ebbono, e Tassedio si parti. Fu questo negli anni di Cristo 1250
a' di 21 di settembre.
RuBRiCA 88* — Comefue una gran ■piova che ne segtii diluvio d'acqua ■pcr lifiumi.
Una piova comincio a' dl 17 d'ottobre negli anni di Cristo 1250, la qual dur6 continua
1 tre dl e tre notti, comecch^ tutto ' ottobre fosse f orte piovoso, in la quale piova, perchfe quel- /., u, 98
Tanno era stato piovoso, molti edificj caddono in questa piena, e molte molina e navi ne
vennono per Arno; infra le quali case cadute cadde una chiesa ch'era con uno spedale
sulla Grieve, ov'fe oggi Taltro spedale di Via buia che va per la strada di Siena, e morironvi
10 poveri tra maschi e femmine coUo Spedalingo e colla moglie. Ancora sopra un pog-
1 gio ivi presso che si chiamava Monte Auto de' Bonaiuti, ove h oggi S. Lorenzo a Certosa,
cadde una torre che v'era e un picciolo procinto, e andonne la maggior parte infino in
Grieve, e morironvi tre figliuoli di Bonaiuto di Piero Bonaiuti, due femmine e un maschio
e una balia e la madre de' fanciulli. Cadde in Caraerata una casa ove si tenea taverna,
ove morirono cinque tra maschi e femmine; e tutto fue in una notte medesima ci6 che h
1 detto qui sopra.
RuBRicA 89* — Come il Pofolo di Firenze comincib novita contro a' Nobili.
Erano gli usciti di Firenze di fuori alle castella, e molti Guelfi sbanditi di Siena, d'Arezzo,
di Pisa e di piu luoghi s'erano accostati con loro, e teneano molti castelli, e faceano grande
guerra a' Ghibellini ed alla cittk di Firenze ; e per questa cagione ' convenne a' Ghibellini /., u, 99
2 far denari e conducere gente a' loro soldi; di che i buoni uomini e mercatanti dolutisi della
spesa si raunarono insieme, e ragionato de' modi, si recarono in ordine di dire : " Viva il
" Popolo „ ; e cosi f eciono ed armarsi. Ed ultimamente li Nobili veggendo questo, ancora
s'armarono e furono a casa gli Uberti, ch'era il bilico della cittadinanza. Raunato il Po-
polo ed i Nobili, ando dalla lievre al coniglio tutto questo di, che fu negli anni di Cristo
C- 1250 a' di 20 d'ottobre. Gli Uberti ed i Ghibellini nobili sentendo ragunato a S. Firenze il
Popolo, deliberarono di percuotere a loro, e temevano dicendo: " s'essi rompono e aggiun-
" gonsi con gli Guelfi noi siamo impacciati, ma andiamo a provare se vogliono zuffa con
" noi ; se la vogliono, diamla loro » . Ed il Popolo dicea : " Se stiamo qui, sono presso gli
" Uberti, e' ci romperanno ; se ci partiamo, correranno alle case nostre „ . Ultimamente n'an-
0 darono alla chiesa de' Frati Minori, e quivi con solenne guardia e con sentire quello che i
Nobili faceano, trovarono che ebbono la notte grande paura. La mattina se n'andarono al
borgo a S. Lorenzo, e quivi feciono consiglio, ed elessono certi umini capipopolo, e andarono
a casa del Podestk, e dispuosonlo, ed ogni ordine e statuto gli tolsono. I Nobili ghibellini
che vidono la forza non essere per loro, stettono pazienti. II 'Popolo pigli6 campo quando /., u. 100
vide non avere contasto, e ordino leggi e statuti e altre cose come parve loro.
13. Via buia] Val buia /. — 26. si recaroao in ordine] si cercarono ordine C; si crearono ordine /. —
3I-33. se essi rompono e aggiungasi coi Guelfi noi siamo impacciati, ma vorranno qualche leggerezza per6 siamo
armati, e se la vogliono diamola loro C,\ se si rompano e aggiungansi co' Guelfi noi siamo impacciati; ma vorranno
qualche leggerezza, per6 fieno armati, e se la vogliano diamola loro /. — 38. dispuosonlo] sposollo A. ; spuoserlo /,
38 CRONACA PlORENTINA [A. 12501
RuBRicA 90* — Come il Popolo fcce dodici Anziani fcr sesto con venti gonfalom e Cafi-
tano di Pofolo.
Negli anni di Cristo 1250 a' dl 20 d'ottobre il detto Popolo e dodici Anziani chiama-
rono un Capitano di Popolo, un cavaliere lucchese, il quale avea nome Ruberto, ch'era ve-
nuto a Firenze per suoi danari che avea avere dal Comune di Firenze per uno uficio ch(
avea avuto. Di che conoaciuta la sua virtii, incontanente lo elessono li dodici Anziani, <•
con lui insieme fatto Capitano gli feciono fare venti gonfalonieri e venti gonfaloni, li quali
quando suonasse messere lo Capitano la sua campana tutti alli gonfaloni traessono, ciascuno
com'era ordinato, chi airuno gonfalone e chi airaltro, e poi cosi armati andassero col gon-
falone a seguire il Capitano del Popolo. 01tracci6 elessono trentasei consiglieri degli do- '
dici Anziani, sei per ogni sesto; e fatto ci6 fecero una insegna aU'arme di Comune mezz,.
bianca e mezza rossa, il quale gonfalone avesse a tenere il Capitano del Popolo. I quali
/., II, 101 venti gonfalonieri si chiamarono ' i gonfalonieri di compagnia. I primi dodici Anziani furono
questi. I quali, de' nomi loro lascio per brevitk per seguitare la nostra materia e tornere-
/., II, 102 mo alle insegne. Le insegne ' de' venti gonfaloni furono in questo modo : quattro n'ebbe nel 1:
sesto d'OItrarno, in questo modo con questi segni e con questi intrassegni e con questi
campi. II primo gonfalone fu campo vermiglio entrovi una scala bianca; il secondo, il campo
azzurro, in lo quale uno quadro bianco e cinque nicchi rossi; il terzo, uno campo bianco
/., II, 103 ed una ferza nera spandoiante per lo campo; lo quarto', uno campo rosso nel quale era un
drago verde. :
Lo sesto di S. Piero Scheraggio furono altri quattro: il primo gonfalone, uno campo
azzurro ed uno carroccio d'oro; il secondo, campo giallo con uno toro nero rampante; il
terzo, campo bianco con uno lione nero rampante; il quarto si era addogato bianco e nero
per traverso, ed era detta pezza gagliarda.
Lo sesto di Borgo furono tre: il primo, il campo giallo ed una vipera verde ondeg- -
giante|; il secondo, il campo bianco con un'aquila nera; il terzo, il campo verde con uno
cavallo sfrenato, coverto di bianco con croce vermiglia.
Lo sesto di S. Brancazio furono tre: il primo, campo verde ed uno lione di suo pelo
rampante ; il secondo, campo bianco con uno lione rosso rampante : il terzo, campo azzurro
con lione bianco rampante.
Lo sesto di Porta di Duomo tre : il primo, campo azzurro con un lione d'oro rampante ;
il secondo, campo giallo con un drago verde ; il terzo campo bianco con uno lione azzurro
rampante incoronato.
Lo sesto di porta di S. Piero tre: il primo, il campo giallo con due chiavi rosse; il
/.. n, 104 secondo', a ruote cerchiate tonde bianche e nere; il terzo, partito il campo, e di sopra rosso 3
e di sotto tutto seminato a vaj.
VoIIono similmente nel contado avesse ordine che quando fossono richiesti, fossono
presti; e qui furono lxxxxvi gonfalonieri di leghe e pivieri; e fecero tornare le torri tutte
basse a cinquanta braccia Tuna ; e tornarono gli Anziani in una casa della Badia di Firenze
ed il Capitano allato a loro.
11-12 insegna... avesse] insegna la quale avesse A.; insegna all'arme dl croce rossa in camfo bianco la quale
avesse /. Le farole in corsivo sono sufplite da I.; come avverte in nota, con la scorta del Villani L. VI, c. 40 —
14. Cosi in G. e spiegaia la mancanza dei nomi degli Anziani; in A. e lasciato in bianco uno sfazio dofo la farola
furono. La medesima lacuna i segnata, siccome avverte in nota fadre Ildefonso, nel Cod. Guadagni. — 19. span-
doiante] spandorante /.; A. omm. — 38. Manca il numero in G. e in /.; A. ha xxxxxvi. Si noti che modificando
il frimo x in L si ha il vero numero dei gonfalonieri, cioh di g6 corrisfondente a quetlo notato nel Villani (llb. VI,
c 40). Credo che Verrore fossa sficgarsi ammettendo che FAuiore abbia veramente notato il numero dci gonfalonieri;
ma che egli, o un suo frossimo trascrittore, abbia scritto male la cifra, la quale foi essendo affarsa chiaramente errata
fn omessa da quel cofisfa da cui derivarono G, ed I.
[AA. 1250-1251] CRONACA FIORENTINA 39
RuBRicA 91* — Come s'ordtnb altre insegne in Fireme fer onore del Pofolo fer fare ca-
valcate a loro onoranze.
Detto delle insegne del Popolo e gonfaloni, h ora da dire di certe insegne, le quali si
davano per gli sesti, e cosl come li conteremo, cosi quando la cittk andava in oste anda-
) vono innanzi Tuna alFaltra. La 'nsegna del sesto d'01trarno era bianca tutta. La 'nsegna
del Popolo di S. Pietro Scheraggio era addogata gialla e nera. Del sesto di Borgo la 'nse-
gna addogata di bianco e azzurro. Quella di Porta di Duomo tutta rossa. Quella di Porta
S. Piero tutta gialla. Quella di S. Brancazio rossa e bianca. Quella che si dava al Capitano del-
Toste era dimezzata, Tarme del Comune, bianca e rossa'. Avea aUa guardia del campo fermo /., n, los
j) due bandiere con due Capitani del Popolo, le quali stavano sempre fitte in lo carro del car-
! roccio quando fermava il campo; runa avea il campo bianco e la croce rossa; Taltro era il
campo rosso colla croce bianca. L'altra insegna era de' feritori e de' saccomanni.
RuBRicA 92* — Come il Po-polo di Firenze rimise in Firenze i Guelfi e lo 'mferadore in
quel temfo mort, ferb furon rimessi.
1 In Firenze venne novella che lo imperadore Federigo era morto la notte di S. Lucia,
■ di 13 di dicembre, e questa novella venne a' di 20 di dicembre, ed il Popolo avea molte
: volte ragionato di concordia co' Nobili ghibellini di volere pacificare i Guelfi e rimetterli.
Pure ancora la concordia non era conclusa; nondimeno di parole in parole la cosa volea
il Popolo, ed i Nobili non poteano piu, che '1 Popolo volesse, ma pero davano indugio, e
J» mandato aveano allo Imperadore i Nobili ghibellini uno degli Uberti; di che eglitomo coUa
lettera della sua morte. II Popolo allora si fece forte, e quasi per una raezza f orza fu fatta la
pace e rimesso in Firenze chiunque voUe venire a' dl 8 di gennaio degli anni di Cristo 1250.
RuBRicA 93" — Come i Fiorentini' sconfissono i Pistolesi ferchh fu cagione de^ Ghibellini. i., n, i<»
Quando i Guelfi furono in Firenze, i Ghibellini non gli potevano patire di vedere, scop-
:. piando della loro tornata, onde segretamente feciono con gli Pistolesi che e' non volessono
che i Guelfi loro tornassono, e che se guerra fosse tra' Fiorentini e loro, e che se '1 Co-
mune uscisse fuori non v'anderebbono, ma rimarrebbono, e ordinerebbono che i Pistolesi
averebbono gente che vincerebbono, ed eglino caccerebbono i Guelfi di Firenze per modo
non vi tornerebbono piii mai. Ma Iddio che fa tutto, mut6 la cosa in contrario ch' e' non
d lo pensarono; dove tuttavia non vi andarono i Ghibellini, vi fu battaglia grande, e i Pisto-
lesi furonp sconfitti. E questo fu negli anni di Cristo 1251 del mese di luglio, e f u a Monte
Rubolini, e fu gran danno.
RuBRiCA 94* — Come i Ghibellini furono di Firenze cacciati.
Tornati in Firenze i Guelfi, e saputo per gli presi Tordine dato per gli Ghibellini ; ed
• 11 Popolo, tastata e trovata la veritk, a furore di popolo cacciarono di Firenze quasi tutti i
Ghibellini, almeno i caporali ch'erano suti iprincipali; e questo fu negli anni di Cristo 1251
del mese di luglio medesimo.
24-36. i Ghibellini . . . guerra fosse] I Ghibellini segretamente feciono co' Pistolesi non volessino i loro Guelfi
tomassino, che se guerra fusse A,\ i Ghibellinl segretamente fecero che i Pistolesi non volessero che i Guelfi loro
tornassero, e che guerra fosse /. — 39. pii mal . . . contrario] pii mai. Fu la cosa in contrario /.; piii mai fu
tft cosa il contradio A. — 30. pensarono . . . vi fu] pensarono; dove tuttavia non vi andarono i Giiibellini come
biiognava, dove vl fue G, — 35. tastata... Firenze] tastata la veriti a furore si lev6 e caccii di Firenre /.; e
nputo il vero a furorc si lev6, e cacci6 di Firenze A. — 36, ch'erano sutl i principali omm. A ed I,
40 CRONACA FIORENTINA fAA- 1251-1252)
/.. 11. 107 RuBRiCA 95* — Come 'furono rimutatc Varme del Comune di Firenze di cam-pi e gigli.
I Ghibellini usciti di Firenze, il Comune ed il Popolo sentendo e ricordandosi che fu
data loro per lo Imperio di Roma Tarme, il campo tutto rosso, ed eglino v'aveano aggiunto
il giglio bianco, e dagl' Imperadori da gran tempo in qua altro che male non aveano avuto.
ed erano tutti da un tempo in qua nemici della Chiesa, ed ancora i Ghibellini siccom»
usciron fuori rizzarono quella insegna, si dilibero il di di S, Maria mezz'ago8to di volger^
il contrario neirarme del Comune, e ove era il campo rosso fu bianco, e dove era il giglii
bianco fu rosso; di che infino a questo tempo h cresciuto e fermo, e le tre armi fernK
insino ad oggi ; cio^ quella del Comune prima, comecchfe si mutasse il giglio ed il camp^.
la seconda arme del Comune bianca e rossa presa co' Fiesolani, come h addietro fatta mei.
zione rubrica 33*, e quella del Popolo, ciofe campo bianco e croce vermiglia.
RuBRiCA 96* — Come i Fiorcntini sconjissono gli Ubaldini affic di Monte Accinico.
Come i Ghibellini furono fuori sempre si accostorono co' signori ghibellini ; di che '
/., II, 108 gli Ubaldini feciono grande sforzo, e furono presso a Monte Accinico in Mugello, e quivi
i Fiorentini furono allora con essi e combatterono con loro e sconfissongli con grandissimo 1
lor danno. Questo fu a' di.... del mese . . . . negli anni di Cristo 1251.
RuBRiCA 97* — Come il Comune di Fireme ricovcrh il castello di monte di Valdarno, clu
era stato tolto da Ghibellini.
I Ghibellini con loro sforzo, de' Sanesi e Pisani, feciono del mese di dicembre rubellan-
Montaio. II Comune e Popolo vi fu subito ad oste, ed i Pisani e i Sanesi gli soccorsono. .
I Fiorentini si feciono loro incontro, ed ultimamente gli sconfissono e tomarono al castello,
e quelli si renderono, e prigioni vi furono di nobili ghibellini; il castello si disfece del
mese di gennaio 1251.
RuBRiCA 98' — Come i Fiorentini feciono oste a' Pistolcsi, e -presono Tizzana.
I Fiorentini uscirono il primo di di maggio di Firenze, e guastarono il contado di Pi- -
/., II, 109 stoia infino alle porte, e di la passarono per' trattato ch'eglino ebbono in Tizzana, stando
Toste ferma a Pistoia, ed ebbono Tizzana a' di 24 di giugno negli anni di Cristo 1252.
RuBRicA 99* — Come i Fiorentini sconfissono i Sanesi cK erano iti addosso a' Lsicchcsi.
Stando i Fiorentini ad oste a Pistoia, sentirono per messi lucchesi, che i Pisani ed i Sa-
nesi gli aveano sconfitti ; di che subito 1' oste si levo, e passb Amo, e giunse appife di Monte
Topoli la brigata, e quivi fue grande battaglia, e deiruna parte e deiraltra assai.ve ne mori.
Ultimamente i Fiorentini rimasono vincitori, e riscattarono i prigioni lucchesi e poterono pi-
gliare di quelli che aveano presi loro, perocchfe i Fiorentini seguirono quegli che fuggirono
infino presso a Pisa, e alla Badia di S. Savino feciono alto, e quivi la notte albergarono, e
i prigioni la mattina annoverati furono 325. E questo fu negli anni di Cristo 1252 a di
di luglio.
8. cresciuto] ritenuto sositiuisce in nota I. — 23. e guastarono] e accercarono et giiastarono G. — 32, l Fiorcn-
tini... e poterono] i Fiorentini vinsero e riscattarono i prigioni lucchesi e poterono yl. ; i Fiorentini vinsero ed
i raedesimi Lucchesi che andarano prigioni rimasero sul campo e poterono /.
[A. i25i] CRONACA F^IORENTJnA 41
RuBRicA 100'' — Conie fu fatto un altro fonte in Firenze, c comc gli si chiamb.
Essendo tre ponti in Firenze parea che vi bisognasse, per la distanza del Vecchio' a /., n, iio
quello della Carraia, il quarto ; e cosi si fece il ponte che va da casa gli Spini a' Frescobaldi ;
e perch^ non v' era altro congruo modo di nome, si chiamo per lo nome della Chiesa della
Trinita ch' e ivi, il ponte a S. Trinita. E questo fu negli anni del Signore 1252.
RuBRiCA 101* — Contc i Fiorcntini fuosono ostc al castcllo di Fighine che s' era ribeUaio a
■pctizionc de' Ghibellini.
I Ghibellini sentendo i Fiorentini a Pistoia a oste, e sentendo che i Pisani e' Sanesi iti
a Lucca si ebbono trattato in Fighine, ed il conte Guido Novello, ch' era nel paese, grande,
» vi fu in persona, e tolsero per trattato Fighine; di che sentendo i Fiorentini questo, e tor-
nando da Pisa vittoriosi, senza intrare in Firenze andarono a Fighine. II castello era forte
e bene fornito di vettovaglia e di gente ; trassono patti con loro di fare rientrare i Ghibellini
in Firenze (accio furono i Franzesi) ', e fosse salvo loro Tavere e le persone del Conte e de'
suoi. I Fiorentini guelfi non voleano questo in verun modo. Uno messer Filippo da Brescia
) ch' era Podesth, disse : " Lasciatemi fare, ch' io so quello mi fo ; il Comune non promette
nulla faro io contento ogni uomo„. E cosi fece, e promisse; ultimamente lo castello si
rend^ ; la roba ando a sacco e poi fu arso e disfatto, ed i' Ghibellini tornorono. Pare che /., n, m
'1 Podestk facesse co' Franzesi questo da se. Se fu vero rimanga nel suo luogo, perocchfe
le cose vogliono essere molto vere, prima che si scrivano. Questo fu negli anni di Cristo
0 1252 d'agosto.
RuBRiCA 102°^ — Come i Fiorentini andarono a oste a Siena, e sconfissono i Sanesi.
Sentendo i Fiorentini quando si partirono da Fighine, ^he Toste era a Monte Alcino
de' Sanesi, ch' era accomandato de' Fiorentini, subito mossa Foste v' ando con molta vetto-
vaglia, perchfe era stato a stretta, e venuti Ik, li Sanesi si feciono loro incontro, e combat-
5 terono, e furono sconfitti i Sanesi, e lo castello di Mont'AIcino fornirono; e questo fu negli
anni di Cristo 1252 d'agosto.
RuBRiCA 103* — Comc da frima si batte moneta cP oro in Firenze col segno loro di S. Gio-
vanni da un lato e V altro il giglio.
Ne' detti tempi i Fiorentini tornati a Firenze con vittoria, e vedendo quanto ogni dl
0 magnificava, e non avea moneta d' oro, si ordin6 di f are il fiorin d' oro, dall' uno lato S. loanni
Batista, dalFaltro Tarme del Comune, ciofe il giglio, e fu di ventiquattro carate', e gli otto /., n, 112
pesarono un'oncia; e ci6 fu negli anni di Cristo 1252 del mese di settembre.
2. del Vecchio] deU'occhio /. — q. grande omm. A. — lo. tolsero] tolselo G. — 1S-16. Lasciateml . . . promisse]
Lasciatemi fare che io so quello mi fo; il Comune non promette nulla. Fu contento ogni uomo; e cosl fece e pro-
misse „ G. ed T. Ho accolta tuttavia nel testo la lezione di A. ferchh nii sembra che con essa si comprenda meglio
l' inganno tcso dal Podesth di fromettere cioc, non in nome del Comune, ma in nome j>roj>rio, per foter quindi non
mantcncre i fatti stipulati. — 23. accomandato] raccomandato G. — 24. era stato a stretta] era molto stretto A,;
era stretto /. — 31. ventiquattro carati] ventitrfe carati A.
' Nome di una faralglia accusata appunto di cor- ruzione, cfr. VitLAN'i, libro VI, c, 51,
42 CRONACA FIORENTINA [AA. 1253-1254)
RuBRiCA 104* — Cotne a Fireme fresom la signoria di Pistoia, fcrchb non volevano i Graiidi.
In questo tempo che i Guelfi reggevano Firenze si era il Popolo molto forte e ono-
rato, poichfe ogni uorao attendea ad onorare e magnificare il Comune, e non ad ogni suo
proprio corae oggi si fa; e sentendo che i Pistolesi non voleano i Guelfi dentro, subita-
raente v'andarono a oste e intorno intomo Tassediarono ed andavano il Popolo e i Nobili
a cavallo ed appife, ed erano i Nobili sempre signori degli uficj coUo Popolo e leali al loro
Comune ed a Parte. Veggendo i Pistolesi non avere rimedio di soccorso, s' arrenderono ; ed
i Fioreutini vi feciono il cassero e rimessonvi i Guelii; e ci6 fu negli anni di Cristo 1253.
RuBRiCA 105* — Come i Fiorentini andaro a ostc a Sicna, e fornirono Monte Alcino, c frc-
sono Rafolano ad altre terre d^ Sanesi. 1
Tomati da Pistoia senza entrare in Firenze Toste si dirizz6 a Siena, e molto danno
/., II, 113 feciono a' Sanesi, e forairono Monte Alcino', e presero Rapolano e molte fortezze de' Sa-
nesi; e ci6 fu negli anni di Cristo 1253 del mese di dicembre.
RuBRiCA 106' — Come i Fiorentini assediarono Monte Reggione, e come feciono face co' Sa-
nesi e liberarono Montalcino. 1
Parea che f osse quistione di Monte Alcino ; per6 i Fiorentini uscirono ad oste a Monte
Reggioni su quello di Siena, ed era per perdersi. I Sanesi maliziosamente feciono la pace
e Taccordo, e quetarono di tutto Monte Alcino; e questo fu negli anni 1254.
RuBRiCA 107* — Come i Fiorentini ebbono Poggibonisi e Mortennana.
Due castella ebbono i Fiorentini in questo anno: Tuno a patti e Taltro per forza; quello l
di Poggibonizi per patti e quello di Mortennana riebbono, che raveano fatto rubellare gli
Squarcialupi; e ci6 fu negli anni 1254.
RuBRiCA 108* — Come i Fiorentini sconfissero i Volterrani, e i Guelfi rientrarono.
Tornando Toste de' Fiorentini da Poggibonizi, feciono la via di Volterra, ed ultima-
/.. II. lu mente non isperando se non del guasto', salendo il poggio, i Volterrani usciron loro incontro.
e combattendo, furono i Volterrani rotti e messi in fuga. I Fiorentini entrarono nelle porte
insieme con loro, e presa la fortezza della porta e delle mura vi feciono venire tutta Taltra
oste e ultimamente fatto capo grosso per correre tutta la terra, veggendosi i Volterrani deboli
da rispondere, trassono patti con loro, e di concordia si diedono ai Fiorentini ; e rif ormossi
la terra, ed i Guelfi rientrarono, che n'erano fuori, E questo fu negli anni del Signore 1254 o'
a' dl 10 d'agosto.
RuBRicA 109* — Come i Fiorentini andarono a ostc a Pisa, ed ebbono -patti onorcvoli e V
castello di Rifafratia in std Serchio.
Tornati i Fiorentini da Volterra, appi6 di San Miniato bandirono oste a Pisa, ed i Pi-
sani sbigottiti della presa di Volterra e del danno de' Sanesi, e sentendo i Lucchesi che si 3:
S. In I. manea la notizia delVassedio. — 27-28. con loro . . . capo grosso] coa loro e pretono per forza la
porta e le mura e la fortezza e nltiraainente vl feciono venire il campo grosso A.
[AA. 1254-1258] CRONACA FIORENTINA 45
metteano in concio, mandarono incontro a' Fiorentini onorevoli ambasciadori e colle chiavi
di Pisa, pregando i Fiorentini volessero essere padri de' Pisani, ed eglino si faceano figliuoli.
E cosi qui si fermo in questo modo : che i Fiorentini f ossero f ranchi di gabelle di mer-
canzia per mare e per terra, e che fossero franchi in Pisa tutti i Fiorentini che abitare vo-
lessero in Pisa, e che' misura di canna e di staio e di moneta e di peso la dovessono da' /., n, ii5
! Fiorentini suggellata pigliare, e dovessono per questo osservare e pace mantenere, dare 50 sta-
tichi, e non fossero contro a' Fiorentini, n^ in segreto nfe in palese dessono aiuto a nessuno
loro nimico presente o futuro, e dessono il castello di Ripafratta a' Fiorentini libero e spe-
dito; e cio fu negli anni del Signore 1254 del mese di settembre.
1 RuBRiCA 110* — Come ftirono i GhibelUni cacciati d'Arezzo, ed i Fiorcntini li rimcssono dcntro.
Mandando i Fiorentini ad Orvieto per la guerra di Viterbo 500 cavalieri e capitano
; il conte Guido Guerra; essendo in cammino ed entrando in Arezzo, i Guelfi loro chiesono
che cacciasse i Ghibellini d'Arezzo ; egli il fece. II Comune di Firenze sentendo cio, subito
v'andarono e rimessongli dentro. Questo fecero, imperocchfe non erano in briga con gli
J Aretini, ma in pace. E cio fu negli anni del Signore 1255.
! RuBRicA 111* — Come i Fiorentini sconfissono i Pisani, della quale sconfitta n' usct la face
tra li Fiorentini e Pisani c Lucchesi.
I Pisani che i patti non osservarono a' Lucchesl, andarono contro alla pace de' Fiorentini'
ad assedio al Ponte di Serchio, un castello de' Lucchesi. Questo sentitosi in Firenze, Toste /., n, ii6
^i usci fuori, e colla gente lucchese assalirono Toste de' Pisani, e ruppongli, e sconfissongli,
, e molti ne f uron morti e presi ; ed ultimamente i Fiorentini si trassono verso Pisa. I Pisani
' temendo, si accordarono, e fecero pace co' Fiorentini e Lucchesi. Questo fu negli anni
del Signore 1256. E per piu memoria i Fiorentini appife di Sa' lacopo di Valdiserchio taglia-
rono un pino, e in sul cippo feciono battere e coniare fiorini con giglio e S. loanni; ne'
'a quali fiorini avea un pino, e li chiamarono i fiorini dal pino.
RuBRicA 112* — Come Poggibonizi fu la frima volta disfatto tutto, ferche era contro a Firenze.
Essendo Poggibonizi tutto di in segreto ed alcuna volta in palese contro a' Fiorentini
il Comune di Firenze vi cavalco e presonlo e dlsfecionlo tutto; e cio fu negli anni del Si-
gnore 1257.
;i RuBRicA 113* — Come il Pofolo di Firenze caccio generalmentc la -prima volta tutti quegli
ch'erano Ghibellini in Firenzc.
Come adrieto e detto che per non volere andare ad oste a Pistoia, furono i' caporali de' /., n, iij
Ghibellini cacciati di Firenze, poi erano per concordia tornati; di che loanni degli Uberti
era ito in Pugha al re Manfredi a richiederlo di gente per far reggere Firenze a parte
''' ghibellina, e levarla di parte guelfa e di divozione di Santa Chiesa, di cui Manfredi era
nemico; addivenne che questo tornato, e sentitosi il trattato, uno Podestk, un messer lacopo,
i8. I Pisani i patti non osservarono /.; i Pisani che mai patti osservorono A. — 35. e li chiamarono i fio-
rini dal pino omm. A. ed I. — 27-28. contro . . . cavalc6] contro a' Fiorentini vedendo il Comune di Firenze non
se ne rimanere e stare perfidi contro di loro, ii Comune vi cavalci G.
44 CRONACA FlORENTlNA tAA. nsa-iaeo]
e' mand6 a richiedere i detti caporali ; quelli non compariro ; mand6 la f amiglia per loro ;
di che furono cacciati e morti due suoi fanti e fedito il cavaliere. II Popolo subito corse
all'arme, ed andaronne a casa gli Uberti, e quivi si combattfe (stavano gli Uberti dove fe oggi
il Palagio del Popolo, cio6 quello che si chiama il Palagio de' Priori) e vinse il Popolo, e
vigorosamente si portarono; infra quali Schiatta Uberti e molti furono morti e molt'altri di- i
scacciati furono e disfatte le torri loro e tutti i loro gran palagj. E le case de' principali
Nobili e di Popolo sono queste: Razzanti, Soldanieri, Uberti, Guidi, Amidei, Fifanti, Lam-
berti, Scolari, Abati, Caponsacchi, Migliorelli, Infangati, Tedaldini, Obriachi, Galigari, que'
della Pressa, da Cercino, Amieri. Furono molte altre caae e caporali di parte ghibellina;
/., H, ii> ma Uberto degli Uberti ed un Mangia degl' Infangati furon presi, ch'erano de' 'principali, »
e fu loro tagliata la testa. Questo fu negli anni del Signore 1258.
RuBRJCA 114* — Conte i GhibelUni usciti di Firenze andarono a Siem, e furono accettati.
Come i Ghibellini usciti di Firenze vidono di non potere piii rientrare in Firenze, e
guaste le loro case, se ne andarono a Siena, ove furono molto bene veduti; i quali Sanesi
stimavano per la divisione ricoverare ancora grande parte di loro vergogna che aveaiio so- >
stenuta da' Fiorentini, e diedono loro case e abitazioni e provvisioni a' capi de' Ghibellini,
e lasciavanli fare danno a Firenze e ridursi sul loro contado e terre.
RuBRiCA 115* — Come i Fiorentini tagliarono il cafo alVAbate di Vallembrosa fer trattato.
Apparve in Firenze sentore che messere .... da Beccheria da Pavia, nobile uomo, il
quale era a que' tempi Abate di Vallembrosa, e di nazione e d'animo ghibellino, menasse *
trattato di mettere i Ghibellini in Firenze; di che preso e messo al martorio, il confessb,
ed a furore di popolo gli fu tagliato il capo. Molti dissono costui non essere colpevole. j;
/, II, 119 Come la cosa si fosse, pur ne morl, e la cittk ne fu intraddetta dal' Papa; e ci6 fu negli
anni del Signore 1258 di settembre.
RuBRiCA 116* — Come in Firenze si murb di buone mura il sesto d^ Oltrarno. !
Parve che nella confessione del detto Abate si dicesse che i Ghibellini, ch'erano in
Siena, dovessono fare la via d'OItramo e rubare e vincere i borghi, e qui accamparsi, per-
ch6 v'avea di grandi case e belle torri. Di che a' di 19 di settembre 1258 si cominci6 a
murare il quartiere o sesto d'01trarno, e molto furono buone le pietre delle torri e case
de' Ghibemni.
RuBRicA 117* — Delfamore e fede che -portava il Pofolo alla citta di Firenze, e come Gio-
vanni Sodichi fu condannato in lire mille fer un cancello.
In quel tempo che il Popolo tenea il reggimento con grande fede ed amore al suo
Comune ed erano vittoriosi, ma molto erano superbi ed altieri, e non aveano quel freno
che bisognava, ma di lealtk passavano ogni altro, avvenne infra gli altri che uno Giovanni
Sodichi, il quale era Tuno de' dodici Anziani del quartiere e sesto di Porta del Duomo, an-
/., II, 120 dando vide un cancello, il quale era stato' d'una chiesa, ed era fracido e stava in terra
2. cacciati e morti] cacciati /. — 5. raolfjaltri o»i»i, G. ed I. — 13. rientrare] ritomare G,
[A. 1260] CRONACA FIORENTINA 45
per lo fango. Tomando a casa mandb per esso e fecelosi mandare in villa ad un suo orto.
Come fu uscito d'uficio fu richiesto e confesso non parendogli grave malificio, funne con-
dennato in lire mille; e cosl altri d'ogni piccola cosa che occupassono del Comune mette-
vano gran condennagione. Volesse Iddio, e voglia, che cosl fossono al presente e per in-
. nanzi nella nostra cittk leali, e puniti quelli che ci6 facessono in contrario. 12 ci6 fu negli
anni 1259 di gennaio.
RuBRicA 1 18* — Come i Fiorentini andarono ad assedio al castello di Gressa degli Aretini.
Mostra che Cortona essendo in lega coi Fiorentini, i Fiorentini s'arrecarono che fosse
rotta la pace tra loro e gli Aretini; perocchfe Cortona di notte fu presa dagli Aretini e
1 disfatte le mura e recata ad ubbidienza degli Aretini. Di che il Comune fece oste ad Arezzo
al castello di Gressa, e preso il castello per assedio e quello disfeciono infino a' fonda-
menti, e questo facieno perchfe gli Aretini avevano disfatte le mura di Cortona e recata a
, ubbidienza degli Aretini; e questo fu negli anni di Cristo 1259.
RuBRicA 119* — Come^ il Comune di Firenze -prese il castello di Vernia e di Mangone. /., n, ui
1 Tornata Toste a Firenze and6 ad oste a Vernia ed a Mangone, e presongli, che erano
del conte Alessandro accomandato di Firenze, ed il conte Napoleone suo consorto glieli avea
tolti; di che il Comune li riprese. Erano questi Alessandro e Napoleone de' conti A.Iberti
di Mugello nobili uomini. E ci6 fu negli anni del Signore 1260.
RuBRicA 120* — Come i Ghibellini mandarono in Puglia al re Manfredi ■per soccorso, cd
1 ehbono quello che chiesono.
Quando i Ghibellini si viddono in Siena poveri e scacciati, pensarono non avere piu nfe
. migliore aiuto che dal re Manfredi, e per6 diliberarono mandare a lui per aiuto, e man-
daronvi quattro, d'ogni famiglia uno; infra' quali messer Farinata degli Uberti, savio cava-
liere. E giunti a lui, egli avea molta briga colla Chiesa; di che richiestolo, non poterono
'. ottenere da lui se non cento cavalieri, i quali eglino voleano ricusare, se non f osse messer Fa-
rinata che disse : " Togliamli, ma tanto adoperiamo che ci mandi un capitano con detti cento
" cavalieri, si' veramente noi abbiamo col capitano la insegna della sua arme; quella noi /., n, uj
" la conduceremo in luogo che ne sark fatto tale strazio, che gli verrk voglia d'esser nemico
" de' Fiorentini, e daraccene piu che non vorremo dipoi „ . E cosi f u f atto ; e tornarono in Siena
• con gli detti cento cavalieri; e feciono loro avere piccola speranza quando gli vidono.
RuBRiCA 121* — Come i Fiorentini andarono ad oste a Siena, e i Ghibellini furono rotti.
I Fiorentini andarono ad oste a Siena e menarono il carroccio. In prima presono Vico,
Mezzano, Casole, e poi n'andarono alla cittk, e qui puosono il loro campo allato alle mura,
ove h oggi lo munistero di Santa Petornella, e su uno poggio feciono edificare una torre,
) la quale vedea dentro li borghi ed in parte dentro la cittk, e puoservi suso ima campana,
4. Tolesse Iddio fusse tuttavia A. — 6. gennaio] febbraio G, — 11-13. GresSa... 1259] Gressa, e presolo e
disfeclono negli anni 1259 A,; Gressa, e quello assediato e preso, disfecero tutto infino a' fondamenti; e ci6 fu
negli annl 12S9. ^- ~ 16. accomandato] raccomandato (7. — 23-34. cavaliere. E giunti] cavaliere fu l'uno. E
giunti I.\ — 27. della sua arme] a sue armi /. — 30. feciono loro avere] messeno a loro avere G.
46 CRONACA FIORENTINA [A. 1260]
la qual sonava alla guardia del campo. Li GhibelHni usciti di Firenze si ristrinsono insieme
e dierono ordine insieme come facessono il re Manfredi isdegnare. Come adrieto nell'altro
capitolo messer Farinata disse di mettere la bandiera in luogo, che piii n'avrebbono che non
vorrebbono, ordinarono d'avere 11 detti usciti i caporali tutti un dl di festa a mangiare, e grande
/., je, 123 onore 11 feciono, e poichfe ebbono loro pieno 11 capo di' vivande e di vino, dissono ch'eglino
ed 11 Popolo tutti 11 seguirebbono, e che essi cominciassono lo stormo, e darieno loro paga
doppia. Li tristi uscirono fuori credendosi essere seguiti, e percossono 11 campo de' Fio-
rentini; ed ultimamente, comecchfe prima facessero al campo danno, furono messi in volta
e stramazzati e mortl quasi tutti, e pol presa la bandiera fu strascinata per lo campo, come
stlmava messer Farinata Uberti, e poi in Firenze 11 simile, ed appiccata capopledi come era
usanza; sicchfe alcuni de' prigioni vidono lo strazio deirarme e bandiera del loro Signore.
I Fiorentini levarono, stati alcun di, la campana della torre, ed empierono la torre di terra,
e rimurarono Tuscio e puosonvi suso uno ulivo, che ancora vi s' ^, e tomaronsi a Firenze.
Questo fu negli anni Domini 1260 che uscirono di fuori e del mese di maggio, e tornarono del
mese di giugno.
RuBRicA 122* — Cojne ebbofto i Ghibellini dal rc Manfredi ottocento cavalieri.
I Ghibellini di Firenze procacciarono per iscambio d'avere un cavaliere ch*era stato
preso da' Fiorentini, 11 quale riavuto con solenne imbasciata torn6 in Puglia e disse al re
Manfredi come era stata istracciata la bandiera dell'arme sua e strascinata e appiccata sotto-
/., II, U4 sopra per suo dispregio. I quali imbasciatori portarono' fiorini ventimila d'oro, e pagarono .
la meta dei soldati, e condussono loro capitano 11 conte Giordano. I quali venuti, e richiesta
Tamistk de' Pisani e d'altri Ghibellini, furono in concio con 2000 cavalieri e gran popolo;
poi uscirono a campo a Monte Alcino, ch' era co' Fiorentini, e quivi puosono 11 campo con
loro oste di bellissima brigata.
RuBRicA 123* — Come i Fiorentini furono sconfitti da' Sanesi e dalla gente del rc Man- .
fredt di Puglia e da' Ghibellini.
Come li detti furono ad oste a Monte Alcino, fu dato ordine per gll Ghibellini di fare
un trattato in Firenze, di che ebbe la balla di ci6 messer Farinata degli Uberti e messer
Gherardo de' Lamberti; ed ebbono due Frati Minori, e condussongli agli Anziani. I quali
Anziani trovarono a questa guisa assentire, che una lettera di concordia si facesse co' Fio- .
rentini che messer Provenzano Salvani, che quasi tutti soggiogava, come signore, eglino non
lo volieno, e non vedeano modo da cacclarlo di signoria ch'eglino non dessono la signoria
a' Florentini; di che richiedevano 11 Comune dl diecimila fiorini, e dare loro la porta di
S. Vito e la clttk dar loro. Questi furono a Firenze, e furono agli Anziani di Firenze, e
/., II, U5 dissono che aveano novelle dl gran fatto a onore' della cittk di Firenze, ma con pochi e 3'
con gran sacramento le voleano manifestare. Gli Anziani elessono due di loro: ci6 fu lo
Spedito di . . . . che era di Porta San Piero, e dierongli un messere loanni Calcagni, che
stava nel sesto di San Piero Scheraggio in Vacchereccia. Scoperto a costoro 11 fatto, si trovo
dieclmila fiorini subito e fecesi consiglio dove sl diliberasse Toste a soccorrere Monte Alcino,
e questo si facea per entrare in Siena. Nel qual consiglio furono molti Nobili e Popolari, 4(
ove messer Tegghiaio d'Aldobrando Aldimari, uomo di grande senno ed in arme sperto piu
2. isdegnare] adirare A.; danzare /. — 9. stramazzati] tramezzati A.\ trammazzati C, I. — 13. suso omm.
A. ed I. — 19-30. era stata ... I quali] come era stata straziata l'arme del Re Maniredi. I quali /. — 33-24. Monte
Alcino. .. brigata] Montalclno e ivi fossero loro oste A.; Monte Alcino che era co' Fiorentlni, ed ito a campo
si posero con loro oste /.
A. 12601 CRONACA FIORENTINA 47
:he altro da Firenze, contradisse a ci6 con queste ragioni : " Che la gente ch' era in Siena
" tedesca era gente di gran valore, e gli amici de' Sanesi potrebbono far gente assai, e se
* Monte Alcino si vuole soccorrere, gli Orbetani si sono vantati con poca cosa soccorrergli e
" fornirlo, e cosl terrete a bada; gli uomini del re Manfredi sono pagati per tre mesi e gia
5" n'erano iti due, se stiamo questo mese in suUa guardia, noi avremo nostro attento ch'eglino
"si partiranno; che i Ghibellini sono poveri ed i Sanesi non hanno di che pagare, e non
- vorranno, di che subito si leveranno„. Levossi su lo Spedito, dicendo : "Messere, chi vi
"cercasse le brache, si vederebbono piene di paura; cercatevele che gia sono piene „. II ca-
valiere gli rispuose, non ch'egli avesse ' paura, ma che lo Spedito non saria ardito di seguirlo, /.. ", 120
Oi fatti dove volesse ire. Di subito si lev6 messere Cece Gherardini, e lo Spedito gli comando
56 volea dire contro airandata sedesse a pena di cento lire. Egli rispuose di pagarle; ed
2gli gli raddoppio la pena; ed egli disse di dire e pagare. Ed egli gli rinterzo la pena; disse
ii voler dire il bene del Comune e pagare. Allora gli fu posta pena la testa. Ond'egli
lisse che bene avea di che pagarla, ma voleala serbare e non pagare. E cosi ando innan^i
51'oste e la faccenda che '1 Popolo non volle che si dicesse contro ; e richiesto in loro aiuto
cutta ramistk, furono col carroccio fuori e colla campana del carroccio che si chiamava Mar-
tinella, e cavalcarono sulFArbia in un luogo lo quale si chiamava Monte Aperto, e qui an-
loverati furono circa tremila a cavallo colle cavallate de' Fiorentini ch'erano ottocento e
:irca trentacinque mila pedoni, e di Firenze vi fu d'ogni casa uno; e quando i Sanesi sen-
Otirono che Toste uscire dovea, eglino mandarono a' Frati a Firenze, che quando Toste
fosse per uscire, ordinassono che certi Ghibellini, ch'erano rimasi e tornati in Firenze per
confidenti, fussono richiesti d' uscire del campo ed intrare in campo dei Sanesi ; e cosi f e-
ciono. Aspettando i Fiorentini' d'aver novelle d'entrare in Siena (erano in su Monte Aperto) /.. ", 127
asci di notte un Reggente de' Razzanti, il quale ammaestrato da' Ghibellini di Siena, disse
5con una ghirlanda di ulivo che avea in testa che significava la vittoria, e disse in parlamento
che i Fiorentini erano la meta meno ch'e' non erano, e che i Ghibellini tutti uscirebbono
ioro incontro, e partiriensi da' Fiorentini come i Sanesi uscissero a campo. Di che a furore
di popolo usciron fuori, e come usciron fuori ed i Fiorentini li viddono che non seguivano
l'ordine ordinato, sbigottirono ; e li Ghibellini uscirono del campo de' Fiorentini schierati, come
Oaveano ordinato, ed intrarono neiroste de' Sanesi; cio furono Abati, della Pressa e quasi
d'ogni casa, salvo che Uberti che non ve n'era veruno. Messer lacopo de' Pazzi tenea in
mano la insegna del Popolo di Firenze. I Tedeschi e Sanesi percossono subito, ed i Fiorentini
ressono bene ; ma messer Bocca Abati essendogli allato nelFoste de' Fiorentini trasse la spada
'; tagliogli la mano; di che la bandiera fe' cadere in terra. Allora fu la battaglia grande,
3ed abbattuta la insegna ognuno comincio a fuggire. Quegli da cavallo se n'andarono me-
glio che i pedoni ; di che in effetto veduta la sconfitta, raccolto il campo, si trovorono presi
1500 Fiorentini e piu ne furon presi in campo, e 2500 o piu, morti, e' quasi la maggior parte a. u, us
fu del buon Popolo di Firenze, e perdessi il carroccio e la campana Martinella ; e questa fu la
prima rotta che avesse il Popolo di Firenze il quale avea magnificato il Comune di Firenze con
Osi magnifiche opere e vittorie. E cio fu negli anni Domini 2601 a' di 4 del mese di settembre.
RuBRiCA 124* — Come i Guelfi ahbandonaro Firenze, c andaronsene a Lucca, c i Ghibellini
si missono in ■punto.
Come i GhibelHni tornarono in Siena si missono in concio d'andare colFoste a Firenze,
e cosi feciono; ed i Guelfi ch'erano in Firenze sentendo Toste venire con quelli Ghibellini,
J. attento] intento A. — 6-7. ed 1 Sanesi... Spedito] ed i Sanesi non ispenderebbono. Fatta l'orazione sua
si levd subito lo Spedlto A.; ed i Sanesl non hanno di che pagare e ci6 vorranno. Diche subito si lev6 U detto Spe-
•dito /. — 15, in loro] 11 loro /, — 20. mandarono i frati fuori a Firenze G. — 24. uno Razante A. — 30. Abati,
riella Pressa] Abati, quei della Pressa G.
48 CRONACA FIORENTINA FAA. i26o-i26i]i
i
e gik senza parola i confinati vi si rientrarono e parlavano baldanzosi, deliberarono d'u8c5'-'
sene, e cosl feciono, che tutti i Guelfi che avevano polzo si mossono colle mogli con
figliuoU e con quello arnese che ne poterono portare, e se n'andarono a Lucca. Quelli che
sono da contare sono questi; di quelli del sesto di Porta di Duomo sono questi: Tosinghi,
ArriguccJ, Agli, Sizj e Marignolli. Del sesto di S. Brancazio: Tornaquinci, Vecchietti, Pigli,;
/., 11, 1J9 Minerbetti, Beccanugi, Bordoni. Del sesto di Borgo: Scali, Spini', Gianfigliazzi, Giandonati,
Bostichi. I popolani furono: Altoviti, Ciampoli, Baldovinetti, Bonaiuti. Del quartiere d'OI-
trarno, ovvero sesto: Rossi, Niccoli, una parte di Mannelli che ve n'erano rimasi per guelfi, Bardi.
Mozzi, Frescobaldi, Buondalmonti; e di Popolo che erano buone famiglie: Canigiani, Ma;
Machiavelli, Belfradelli, Aglioni, Orciolini, Soderini e Ammirati ed altri assai. Del sesto di i
S. Piero Scheraggio i nobili : Gherardini, Lucardesi, Cavalcanti, Bagnesi, Pulci, Guidalotti, Fo-
raboschi, Manieri, quegli da Quona, Sacchetti; i popolani Magalotti, Mancini e Bucelli. Del
sesto di Porta S. Piero: Adimari, Pazzi, Visdomini, Donati, Mazzocchi, Uccellini, Boccatorl
E non bisognava partirsi a questo modo, perocchfe erano forti e poteano tenersi, perocch^
erano uniti ; imperocch^ del Popolo v*erano con loro stati si trafitti che tutti erano loro nemici, :
cio6 de' Ghibellini. E questo fu negli anni Domini 1260 a' dl 13 di settembre, e li Ghibellini
entrarono poi dentro, e fensi signori.
/..11,130 RuBRiCA 125* — CofHc' i GhibelUni entrarono in Fircnze, c quello che feciono alle casc
Guelfi, e il mutare della citta.
Negli anni del Signore 1260 a' di 16 di settembre il conte Giordano predetto fece rac-(
cogliere intorno a Firenze tutte le sue forze, ed entr6 in Firenze con gran triunfo, e tutti i
beni de' Guelfi misse in comune e levo la signoria del Popolo ed ogni altro uficio, ed egli
entr6 dentro il palagio del Popolo, lo quale era quello lato vecchio ch'^ oggi palagio dr'
Podesth e fu fatto vicario del re Manfredi, ed a suo segno resse, e guido, e fece confisc;
alla camera tutti i beni de' Guelfi, e disfece molti loro palagj e molto si fece forte, ed op
uomo giuro d'essere fedele al re Manfredi.
RuBRicA 126* — Come il conte Giordano si fartt di Ftrenze e lascib vicario gencralc f
Manfredi in Firenze il conte Guido JVbvello.
Come ebbono ordinate le predette cose, Manfredi mand6 per lo conte Giordano, ed eglii,;
prima che andasse ordin6 lasciare un vicario per lo re Manfredi, e ordino vicario generaltl
il conte Guido Novello; ed egli incontinente raguno in Empoli uno parlamento di fare legs
/.,11,131 con tutta parte ghibellina di Toscana; e ' cosi ragunati, infra le quali cose si ragion6 di di-
sfare Firenze per modo che di ci6 non fosse mai ricordo. Messer Farinata con molte altrc
parole allegando suoi proverbj disse che se ne dovesse morire, sarebbe sempre egli acconr'
a difenderla che ci6 non fosse. E per lui solo pensando il conte Guido il seguito, Tardi
e il senno suo, non s'ardi a metter le mani a ci6; ma seguirono a far la lega e battaglie d
tremila cavalieri addosso a' Guelfi ; e tutte le terre di Toscana si puosono a parte ghibellina,
salvo che la cittk di Lucca.
RuBRiCA 127* — Come il conte Guido Novello fccc oste c^ Lucchesi, ferche ritcncvano i Guclfi
tolse loro fiu castella ed assedib Fucecchio in Valdarno.
II conte Guido raccolta la brigata de' soldati da battaglia di parte ghibellina usci di Fi-
3. Guelfi . . . mogli] Guelfi che ebono polpa se ii'uscirono con mogli A, ; Guelfi ch'ebbero polso sl niissero coUc
mogli /. — 8. Niccoli] Nerli A. — lo. Aglioni, Orciolini] Agnolini G. ; Aglioni, Torcolini A. — 13. Boccatori
omm. A, — 17. e fensi signori omm. l. — 29-30. ed egli... ordino] ed egli and6 ed ordind /.; e andowi e or-
din6 A. — 34. allegando] assegnando G. — 36-37. a ci6 ; ma . . . cavalieri] a ci6 ; ma 8egiiit6 al f ar la lega e bat
tagliare di tremil^ favalierl C ; a ci6; nia seguirono a far la lega e datogli mille cavalleri A. — 41. raccolta . .
[AA. 1261-1263] CRONACA FIORENTINA 49
renze e fece oste con popolo e cavalieri, ed ultimamente percosse in Valdamo di sotto e
prese Castelf ranco, Santa Croce e S. Maria a Monte ; e poi a puose Foste a Fucecchio, ed avreb-
belo avuto, se non che v'era dentro gran gente e tutto '1 fiore de' Guelfi. Stativi trentun di,
per una pioggia ch'era durata bene dieci dl si parti e tomossi in Firenze; e cio fu negli
anni di Cristo 1261, del mese di novembre.
RuBRiCA 128* — Come' i Gtielfi entrarono in Signa e uscironne, e come ruffono messcr Teg- /., u, i32
ghiaio Adimari e lo Sfedito le ■parole, e andarono per Curradino nella Magna, e come
non venne.
Come i fatti si stavano, i Guelfi erano tanto inviliti che non ardivano a guerreggiare,
li ma pure ebbono trattato in Signa ed entraronvi; e sentendosi in Firenze il fatto, subito il
■ conte Guido rimando per la taglia, e venne con grande numero. Ultimamente essendo stati
in Signa dodici di, sentendo la venuta de' Ghibellini e della taglia, si partirono i Guelfi ed
1 abbandonarono Signa, e tornati a Lucca, trovo messer Tegghiaio Aldimari lo Spedito che
) gli avea detto si cercasse le brache, quando biasimava Tandare a Siena. Dissegli, veggen-
1 dolo venuto molto povero, e domando dov'era stato. Quegli gli disse in cattivo luogo per
lui. Messere Tegghiaio, ancora gli erano avanzati 500 fiorini, alzo il lembo e misse mano a'
caviglioni delle brache, e disse : " Guarda come io ho conce le brache, e spenderogli in
•^ onorare la parte guelfa e la citta, e sono de' miei, e tu gli spendesti in disfarla, e di quegli
*del Comune, et mettero in mandaie per Curradino piu che per parte „. E mandarono per
2 lui. Era picciolo; la' madre non lo lascio allora venire. E cio fu negli anni Domini 1262. /., n, ua
RuBRiCA 129* — Come il conte Guido assedib Lucca e come Vebbe, e i Guelfi furono cacciati
di Toscana c di Lucca.
\
Come il conte Guido senti che ne venne la primavera, raguno la taglia de' Ghibellini
e ando ad oste su quello di Lucca, ed ebbono Castiglione, e sconfissono i Lucchesi e gli
2 usciti di Firenze, dove fu preso messer Cece Buondalmonti. Messer Farinata se lo puose
in groppa e trasselo della calca. Messer Asino, fratello di messer Farinata, vide questo,
avea una mazza ferrata e diegli due colpi sulla testa; di che cadde morto da cavallo. Poi
si partirono e conquistarono Nozzano ed il Ponte a Serchio e Trottaia e Serezzana. I Luc-
chesi veggendosi abbandonati, trassono patti il meglio che poterono, e furono questi : Ch'eglino
3' ubbidirebbono al re Manfredi e caccerebbono i Guelfi di Firenze e d'ogni terra dove fos-
seno, salvo i loro, e che avrebbono sempre vicario di Manfredi, ed egli renderebbe loro le
loro castella ed i loro prigioni quivi presi ed a Monte Aperto; e cosi fu fatto. E dierono
termine tre di a' Guelfi di Firenze e a altri forestieri guelfi a uscire di Lucca' e del contado. /., n, xa
E cosl uscirono i Guelfi e capitarono a Bologna, e tutta Toscana stava a parte ghibellina.
ci6 fu gli anni Domini 1263.
RuBRiCA 130* — ■ Co7nc i Guclfi usciti di Firenze arricchirono in Modona ed in Reggio -per
lo Comunc, e cacciarono i Ghibellini, e i Guelfi n' arricchirono dclle loro robbe.
Stando i Ghibellini di Modona in volere discacciare i Guelfi, feciono trattato. La qual
cosa i Guelfi lo seppono e mandarono certi denari a Bologna per aver soccorso da' Guelfi
U9c\] raccolta battaglia di soldati di parte ghib. uscl /. ; raccolta oste uscl A. — 13. abbandonarono Signa] ab-
handonata la Signoria /. ; abbandonarolla A. — 16-17. ^ misse mano a' caviglioni] missesi mano a' coglioni delle
■ \clie G,\ alzossi il culo A. — 23. senti che ne venne] vide venire A. — 26. Asino] Agino /. — 28. Trottaia]
itaia G. — 38^ in volere . . . Guelfi] ancora a volere cacciare i Guelfi /.
T. XXX, p. 1 — 4.
50 CRONACA FIORENTINA [AA. 1263-1265]
di Bologna. Li Fiorentini con danaii chi ne potb avere e chi sanz^essi, v'andarono a ca-
vallo e a pi^, e vinsono e guadagnarono la roba de' Ghibellini, ed arricchirono. Similc venne
in Reggio; e comperati amesi e cavalli, e' furono in concio. Fu negli anni di Cristo 1263.
E tanti furono a cavallo che furono cinquecento uomini bene in amese, e simile i pedoni
tutti ricchi.
/..Libro ii.pro- Rubrica 131' — Comc' t Guclfi mandarono imbasciatori al Pa-pa ed a Carlo conte d'Angib,
ed cbbono Varme del Pafa, e andarono nel regno di Puglia con Carlo.
Avendo papa Chimento quarto, che fu d'una villa chiamata S. Egidio di Provenza, che
fu iudice ed ebbe moglie e figliuoli, poi morta la moglie egli fu vescovo ed arcivescovo e
cardinale e negli anni Domini 1262 eletto Papa, veggendo la persecuzione del re Manfredi 1
fare alla Chiesa, si elesse in re di Puglia e di Cicilia Carlo conte d'Angi6, figliuolo del
re Luigi Piacevole di Francia. Questi accett6 e venne a Roma. Di che sentendo questo
y., II, p. 3 i Guelfi ch'erano in Reggio e Modona si mandarono ambasciadori ' a papa Chimento, e che
proffereano quattrocento nobili uomini a cavallo. II Papa gli accett6 con doni graziosi e
disse che venissono sicuramente che Carlo gli accetterebbe graziosamente, ed in segno di 1
di cio dife loro la sua arme, e pregolli che la portassero, ch'era un'aquila vermiglia in su
uno drago verde in uno campo bianco. Gli ambasciadori la presero e portarono e torna-
rono; e poi vennero a Roma dove Carlo detto venne per mare e soggiorn6 in Roma. UI-
timamente con gli Guelfi Fiorentini sconfisse il re Manfredi a' di 28 di febbraio negli anni
Domini 1265.
RuBRicA 132* — Come i Ghibellini asscdiarono Castclnuovo di Valdarno, c come lasciaron
Toste e tornarono a Firenze.
II Vescovo d'Arezzo ch'era ghibellino e male in concordia co' Ghibellini, esso era de-
gli Ubertini, si diede in guardia sue castella alli Guelfi fiorentini, i quali ad Arezzo e a
Firenze faceano guerra, e presono Castello Nuovo del Valdarno di sopra; ed ultimamentc .
usd il conte Guido fuori a campo a Castello Nuovo, ed avealo si ristretto, che quasi era per
perdersi. Onde un vicario del Vescovo fecesi una sua lettera ed appiccovvi uno suggello
/., II, p. 3 d'altra lettera del Vescovo, la quale' dicea: " Fate francamente che voi sarete subito soc-
"corsi, perocchfe Carlo re di Puglia manda costk ottocento cavalieri franceschi,. Tenne
questo vicario modo che la lettera pervenne alle mani deiroste. Letta la cosa era veri-
simile; e per6 si parti Toste e tomarono i Ghibellini con gran sospetto dentro a Firenze,
facendo grandi guardie, e non sapeano che fare.
RuBRicA 133' — Come la seconda voUa s'alzb nuovo Pofolo in Firenze.
Avvenne che il Popolo senti la sconfitta e morte di Manfredi, e sentiano che Carlo
re mandava con gli Guelfi gente. Cominci6 il Popolo a ruggire, ricordandosi che soleano 3.
avere la signoria ed il reggimento, e che non erano signori, ma come cani trattati da' Ghi-
bellini colle imposte che il conte Guido facea loro; di che i Ghibellini per le dette ragioni
sospettaronsi, e fecionsi incontro al Popolo a cercare de' modi da contentarlo, i quali diero
un modo, ci6 fu di mandare a Bologna per due Frati Godenti, li quali venissono a Firenze.
Vennono e furono messi nel Palagio del Podest^ ; ed il Popolo di concordia con gli Ghi- 4,
bellini si elessono trentasei uomini mercanti ed artefici, li quali furono guelfi e ghibellini |
/., II, p. 4 mescolati'; i quali aveano insieme con gli Frati Godenti a vedere di raffrenare le spese ed il
[A. 1266] CRONACA FIORENTINA 51
contentamento de' cittadini; i quali aveano nome Tuno de' detti frati Messer Catalano de' Mala-
volti e Taltro messer Lodovigo degli Andoli ; e quivi il Popolo comincio a volere vedere il f re-
no alli Nobili, e voUono all'Arti dare consoli e botteghe e gonfaloni; e questo fu deiranno 1266.
RuBRiCA 134* — Comc le Arti ehbono consoli c gonfaloni e case.
Fatti i consigJieri, come detto h, voUono i mercatanti avere ove questi consiglieri si
ragunassero. Cio fu sotto la casa de' Cavalcanti, ove h. oggi TArte de' farsettai, barbieri, ecc.
e ultimamente vollono consoli tutte le Arti e gonfaloni; e cominciossi dalle sette maggiori
Arti, e cio fu : Quella de' giudici e notai, ebbe consoli con una insegna il campo azzurro
con istella d'oro. I mercatanti di Calimala, il campo rosso ed un'aquila d'oro in su una
1 balla bianca. I tavolieri, il campo vermiglio, con fiorin d'oro. La Lana, il campo vermiglio
e uno montone bianco. I medici e speziali ecc. il campo vermiglio con nostra Donna col
I figiiuolo. Setaiuoli e merciai ecc. il campo bianco e una porta rossa. Vaiai e pellicciai,
Tarme a vai e nel' campo uno Agnus Dei in campo azzurro. Le cinque minori Arti non se /., n, p. 5
''' ne provvide di loro altro. Furono le sette botteghe. ... E cio fu negli anni del Signore 1266.
1 RuBRiCA 135* — Come il Pofolo si levb a romore, e caccio il conte Guido.
II conte Guido avendo bisogno di pagare i Tedeschi ch'erano a soldo, e non avendo
denari, mando per gli Trentasei e disse loro trovassono modo di porre subito danari. Questi
cercavano un modo di vendere una gabella ordinata, onde danari s'avessono. II Conte disse
non potere cio aspettare, quelli gli parve non facessono tosto il suo volere; ebbe consiglio
1 con gli Grandi, che gik cosi era loro nome trascorso insino da primo Popolo, che cosi chia-
mavano li Gentili; e quivi si diliber6 di mandare per la lega e taglia della lega, perocch^
' sospettavano del Popolo, perocchfe sentiano che li loro gonfaloni erano trovati per ragunarsi
coirarme alle loro case a chi volesse essere contra il Popolo dire o fare nuUa. Subito
feciono venire la brigata duemila dugento cavalieri in Firenze, e subito ' ordinato di disfare /., n, p. o
\ ruficio de' Trentasei creato per lo Popolo, e torre loro i gonfaloni e le case, e comincia-
rono romore ad ora che li Trentasei erano ragunati in quella casa de' consoli di Calimala
sotto le case de' Cavalcanti. I Lamberti furono quelli che andarono alla casa de' Trentasei
e gridarono: " Fuori, traditori Trentasei„. E udito il romore, TArti s'armarono e trassono
con gonfaloni alla piazza di S. Trinita, dove messer Giovanni Soldanieri fu armato e fatto
0 fu capitano deirArti. Quel di il Conte colle famiglie de' Grandi gia armati a cavallo furono
sulla piazza di S. Giovanni, e mossero le insegne e vennono infino ove h la loggia de' Tor-
naquinci. Quivi trovarono fatti serragli e le torri guernite, e fu dato loro de' sassi con
balestra, ed il Popolo mostrate a' suoi Tedeschi le lance. Di che si dilibero d'andarsene, e
fece la via da S. loanni, e andossene al Palagio del Podest^, e addomandava a' Frati Go-
'< denti le chiavi per andarsene, e volea fare la via per la via Ghibellina, la quale eglino
aveano fatta, e fattavi porta perch^ venisse a lui gente di Casentino per quella via a di-
ritto del Palagio; ma quando si vide avere le chiavi, preso paura del Popolo che non gli
bisognava, chfe aveva il Popolo paura di lui, sl si fascio di cittadini per paura delle pietre
delle case, cio furono di Cerchi, Pulci e Savorigi ' e d'altri armati cittadini dinanzi e di drieto /., u, p. r
" e dallato, ed uscl pure per la porta de' buoi e andossene lungo le mura. La sera entr5 in
Prato; e cio fu negli anni del Signore 1266 a' dl 11 di novembre.
27. Cavalcanti] Cavalieri /. — 30. gii armatl] sl armati /. — 38. paura di lui, si si fasci6 di cittadini] paura
; di lui... si si fasci6 di cittadini /. {non e indicato se la lacuna fosse nel ms,, o se fosse sufposta da P, Ildefonso fer
\ toscuriti det />asso); paura di lui sl sl fugg\ de' cittadini A.
52 CRONACA FIORENTINA [AA. 1266-1367)
RuBRicA 136* — Come il conte Guido tornb il secondo di fer inirare in Firenze, c non h ^
lasciarono intrare,
Quando il Conte fu in Prato, e praticata la vilt^ sua e degli altri Grandi ghibellini
essere lasciati incorrere in tanta follla, pensarono la mattina di tomare, e cosl feciono, e
furono alla porta del ponte alla Carraia, ove h oggi Borgo Ognissanti, e non fu loro aperto
ma serrato e date loro delle pietre. Di che si ritomarono a Prato e pensarono di fare poi
altri loro fatti.
RuBRicA 137* — Come il Pofolo di Firenze riformh la ierra e caccih fuori i Frati Godenti e
mandarono fer cafitani e fodesta e fer gente a Orvieto fer soccorso, i quali lo mandarono.
II Popolo di Firenze fu commosso a voler fare i lor fatti senza signore, deliberarono
di mandare ad Orvieto per uno podestk e capitano per gente in soccorso; i quali Orvie-
/., II, p. 8 tani mandarono a Firenze cento cavalieri e messere ' Ormanno Monaldeschi per podestk e
per capitano di Popolo un gentile uomo e valente; e quivi si riformd la terra di Guelfi e
Ghibellini e gentili uomini per mercatanti ed artefici d'ogni sorta.
RuBRiCA 138* — Come i Gmlfi co' Ghibellini feciono face e rientrarono in Firenze, e feciono Ij
molti farentadi, e come i Ghibellini uscirono di Firenze.
I Ghibellini e' Guelfi tornati dentro feciono molti parentadi insieme, e feciono a che i
Guelfi e i Popolani presono sospetto; ed ultimamente i Guelfi mandarono allo re Carlo per
gente ; il quale mand6 il conte Guido da Monte Forte con 800 cavalieri ; e giunse in Firenze
il dl della Pasqua di Risurresso, anni Domini 1267. Come i Ghibellini sentirono la venuta 2J
della gente del re Carlo, s' uscirono la notte di Firenze, che v' erano stati dal gennaio in-
drieto rientrati, e feciono i Guelfi reggimento di dodici anziani, e mandarono a Carlo la signo-
ria per dieci anni. Egli la rifiut5 e disse che volea il cuore de' Fiorentini e non altra
/., II, p. 9 signoria, ma ch' egli manderebbe un ' Vicario loro ogni anno che gli aiutasse reggere paci-
ficamente e bene govemare il loro Comune e con giustizia, et che fossono i Fiorentini tenuti I
reggere per lo suo segno e per parte guelfa mantenere.
RuBRiCA 134* — Come da frima furono in Firenze Cafitani di Parte Guclfa, c cotne la casa
ebbe e Parte fer sh
Come i Ghibellini furono fuori i Guelfi sl feciono che' beni de' Ghibellini fossero
partiti in tre parti: Tuna del Comune, Taltra della Parte Guelfa e Taltra de' Guelfi che 3
avessero ricevuto danno da' Ghibellini, e tornarono in Santa Maria sopra porta li tre con-
soli, capitano di Parte e consoli de' cavalieri, ed erano due mesi di tre sesti, d'ogni sesto
uno, ed altri due mesi d'altri tre sesti, e feciono quattordici loro segretieri ed uno consiglio
di quaranta uomini, Grandi e Popolani, e feciono sei Priori di parte, tre Grandi e tre Popo-
lani, i quali avessono a tenere la moneta della Parte a freno, ed uno che guardasse il sug- 3
gello, e feciono che niuno Ghibellino potesse stare in Firenze, ed elessono un sindico a accu-
sargli, ed ordinarono la chiesa de' Servi di S. Maria per loro depositario di loro cose segrete.
34-36. ognl anno . . . mantenere] ogni anno che tenesse ragione e che i Fiorentini fussero tenuti reggere
per lo 8U0 segno a parte guelfa A.; ogni anno che gli aiutasse reggere e che fossero i Fiorentini temuti per lo
«egno suo e parte guelfa /. — 31. porta] porto G. — 32. capitano] Capitani G.
[AA. 1267-1269] CRONACA FIORENTINA 53
RuBRicA 140" — Comc' venne a' Fiorentini il ■primo Vtcario delre Carlo e riformossi la cttta /., n, p. lo
di consiglieri.
Come fu il Vicario di Carlo re in Firenze, la cittk tutta si riformb in questo modo,
che per non nomare Anziani si elessono dodici buoni uomini, li quali cosl si chiamarono, li
quali aveano a diliberare tra loro le spese e le faccende del Comune e Popolo, ed erano due
d'ogni sesto e bastavano due mesi, e vinto tra loro il partito si ragunavano ie Capitudini
delle sette maggiori Arti, ed eravi uno oficio de' consiglieri, che si chiamavano quegli della
Credenza che erano ottanta, e trenta buoni uomini per sesto; tutti erano Guelfi e Popolani, sic-
chfe in numero erano trecento, e questo era il Consiglio generale chiamato; e vinto in que-
L sto Consiglio, s' era poi a vincere in quello del Podestk un altro di seguente; nel qual Con-
siglio erano Popolani e Grandi mescolati, ciofe dieci per sesto Popolari e dieci Grandi, ed
ancora le Capitudini; e feciono in questo Consiglio dinanzi le Potesterie e Castellanerie in
questo modo, che a chiunque vada la pallotta delForo, nomava chi egli volea, ch' erano
delle dieci Tuna d'oro, e nomati per ogni uficio quelli che veniano di dieci Tuno, quello
1 che poi' avea piu fave di tutti i nominati s'avea Tuficio; e simile feciono delli Camarlinghi, /., n, p. ii
che tenessono la moneta del Comune, i frati di Settimo sei mesi e i frati d'Ognissanti gli
, altri sei mesi, e duravano i Consigli sei mesi. E questo fu quello reggimento che in Fi-
renze si facea diritto e leale; e questo negli anni di Cristo 1267 del mese di maggio.
RuBRicA 141" — Come il re Carlo fu fatto Vicario d' Imferio venne in Toscana, e guetto
2 cke egli fece.
Lo re Carlo ricevette dalla Chiesa Vicario d'Imperio insino a tanto che Imperadore eletto
fusse, e subito venne in Toscana, ed entro in Firenze il di di S. Maria di mezzo agosto, dove
con molta riverenzia fu ricevuto e soggiomato alcun dl in Firenze, e sentendo che tutte
le cittk e le terre di Toscana si reggevano a Parte Guelfa, salvo Pisa e Siena, ed aveano
2 lega insieme i Guelfi di 800 barbute, le quali erano Franceschi, ed il suo Maliscalco era
capitano di lega ad assedio a Poggibonizi, si si arm6 in persona, e volle ire in quella oste,
perch^ si dubitava di gente raccolta per gli Pisani ed i Sanesi che non assalissono Toste. Ar-
mati molti Gentili e Popolani di Firenze lo seguirono, e fece certi cavalieri a sproni d'oro in
Firenze e d'altri collegati, ed ultimamente stette tanto airassedio ' che a mezzo dicembre /., n, p. 12
Z' Poggibonizi si rendfe negli anni del Signore 1267.
RuBRicA 142' — Come lo re Carlo con gli Fiorentini mandh oste a Pisa e frese Porto Pi-
sano e disjecionlo, e Motrone frese e donollo a' Lucchesi.
Lo re Carlo colla detta oste avuto Poggibonizi n' and6 a Pisa e prese certe f ortezze de'
Pisani e disfecele; andonne a Porto Pisano e disfece le torri ed ogni cosa abbattfe. Poi pre-
3 gato da' Lucchesi tiro giu per la marina e puose Toste a Motrone, ed ebbelo e donollo a'
Lucchesi; e cio fu negli anni del Signore 1267 del mese di febbraio.
RuBRicA 143' — Come i Fiorentini feciono battaglia co' Sanesi a Colle, e vinsono i Fiorentini.
Messer Provenzano Salvani da Siena, dappoich^ ebbe sconfitti a Monte Aperti i Fio-
rentini, se era prima un gran maestro, allora diventb quasi signore di Siena e di tutta la
4-5. cleasono dodicl buoai uomini li quali avieno a diliberare A,\ si elessero dodici uomini, 11 quali si chia-
> maTano li dodici buoni uomini /. — 13. vada... chi] vada ia pallotta deiroro nomava chi G.; vedra la pallottola
de l'oro nomava chi A.\ vada la pallottola di loro nomava chi /. — 22. mezzo agosto] agosto A.\ mezzagosto /. —
27. che non assalissono] non elessono G.\ non elessero /.; ho accoUo tuttavia la lczione di A.
54 CRONACA FIORENTIKA tAA.!i 269- 1270]
lega di parte ghibellina, e dispuosesi, sentendo che Carlo non era piii in Toscana, ma 8*era
partito per la venuta di Curradino, di fare qualche bel fatto, dov' egli ebbe suoi indovini e
e risponsioni diaboliche con le quali si reggea molto. Ultimamente gli dissono, che Toste
/., n, p. 13 ch'egli volea fare, 8'egli la face^se sotto Tascendente' di Marte e sotto il segno del Cancro,
che la 8ua testa sarebbe la piu alta di niuno altro uomo. Di che costui stimato il dire che
altra volta gli avea gittato ad onoranza mondana forse buona ragione, non istimb la testa
alta come fu, ma 8tim6 essere signore di tutto. Uscl coiroste della citti di Siena e Pisa con
ogni Ghibellino, e fu a Lucca. In Firenze venne la novella, ed ultimamente sentito mes-
sere Giambertaldo, il quale era vicario in Firenze, uscl fuori, e non aspett6 niuna persona,
se non gli cavalieri, e percosse le brigate de' Sanesi e sconfissele, ch' erano la meth di loro,
e fece tagliare la testa a Provenzano Salvani, e fu portata in su una lancia per tutta Toste,
e cosi adempife i suoi risponsi; e questo fu negli anni del Signore 1269.
RuBRiCA 144' — Come i Fiorentini andorono a oste a Ostina, e -presonla e disfecionla infino
a' fondamenti, vi stcttono un mcse.
Li Ghibellini usciti di Firenze entrarono nel castello d'Ostina, e presero a fare guerra
colla gente de' Pazzi di Valdarno a' Fiorentini ; di che il Comune e Popolo di Firenze non
volendo sostenere oltraggio v' and6 ad oste, e stettonvi piu d' un mese ogni di battagliando in-
sieme, ultimamente Tebbono per f orza e disf ecionla infino a' f ondamenti e la maggior parte
furono morti e tagliati a pezzi; e ci6 fu negli anni del Signore 1269.
/., n, p. u RuBRicA 145" — Come^ i Fiorcntini e' Lucchesi fcciono oste o* Pisani, e fresono Asciano e
andarono infino sullc -porte di Pisa.
Nel detto anno a petizione de' Lucchesi i Fiorentini uscirono a campo con i Lucchesi
e andarono in Valdiserchio, e quivi presono il castello d'Asciano, e poi andarono infino presso
alle porte, e quivi feciono battere i Lucchesi loro moneta e tornaronsi a casa.
RuBRicA 146' — Come fu grandc diluvio a Firenzc e fcr questo caddc il fonte a S. Tri- ■
nita c quello della Carraia.
Nel detto anno del Signore 1269 il secondo di d' ottobre, essendo state molte piove ed
i fiumi cresciuti, fue Arno sl grosso che allago le tre parti di Firenze, ove molte persone e
cavalli dentro da Firenze annegarono, e di fuori molto bestiame; e fue si grande la furia
e r impeto dell' acqua che il ponte di S. Trinita e quello della Carraia caddono e per lo '.
piano di sotto fece molto danno.
RuBRicA 147* — Come yiacquc face trd! Sancsi e' Fiorentini, e come certi rubelli furono fresi
e mcnati a Firenze.
D'aprile negli anni del Signore 1270 i Fiorentini si mettevano in acconcio per fare
guerra a' Sanesi che ritenevano i loro avversari ghibellini ribelli cacciati di Firenze. Di
che sentito ci6 mandarono i Sanesi a Lucca a pregare che s' intramettessono di pace, e co^
3. di fare qualche bel fatto omtn. I. ed A. — 17-18. mese... rebbono] mese e ultimamente l'ebbero /.; mese
ebbonlo A. — 35-36. guerra . . . sentito] guerra Siena, di che sentitolo A. ; guerra a Siena, di che sentito /. —
36. pace e cosi] pace infra loro e i Fiorentini, e cos\ G.
|[AA. 1270-1277] CRONACA FIORENTINA 55
feciono, e rimasono' i Guelfi, e accomiatarono i Ghibellini, che avessono bando di rubello /., n, p. is
di Firenze ; infra i quali f urono cacciati, e partiti di Siena, appostati e furono presi in sul
terreno di Firenze, tre degli Uberti: cio fu Conticino, Neracozzo e messere Azzolino, il quarto
fu messer Bindo Grifoni da Fegghine, a' quali fu tagliata la testa a tre di loro, ed il quarto,
cioe Conticino, che avea 18 anni e non piu, fu mandato al re Carlo a Napoli; di che lo
fece mettere in una torre di Capova, e quivi si dice che mori. Dicesi che f u a' di 1 8 di
maggio loro tagliata la testa appife delle loro case, cio^ calcinacci e rovine.
RuBRiCA 148' — Come i Fiorentini -presono due castella de' Pazzi di Valdarno e disfecionli,
I Pazzi di Valdamo noQ cessavano di fare contro al Comune di Firenze ; di che del
r mese di maggio uscl fuori l'oste ed ando in Valdamo, e presono il castello di Piano di
mezzo e Ristmccioli, e disfeciongli 1' anno del Signore 1270 del mese di giugno.
RuBRicA 149* — Come Poggibonizi fu disfatto e recato a borghi col ftano.
Innanzi che 1' oste tornasse a Firenze ando a Poggibonizi, e quivi entrati dentro lo spia-
narono tutto e recaronlo a borghi in piano, ' e funne grande danno, imperocch^ era il piu /., n, p. lo
1 nobile castello d' Italia e con gli piu belli edifizj di marmo e di pietre , ma la superbia
' loro il fece, ch' eglino non vollono mai ubbidire a' Fiorentini, nh essere mai amici nh Guelfi,
e cosi si pagano le superbie.
i RuBRicA 1 50* — Come ■pafa Gregorio X vennc in Firenze per ■pacificare e rimettere i Fio-
[ : rentini ghibcUini in Firenze e come non lo ottenne e andossene fuori per -paura.
^ Negli anni del Signore 1273 a' dl 18 del mese di giugno papa Gregorio X, lom-
bardo di Piacenza, venne a Firenze, e fece quella via bench^ non fosse sua via, ch'e ' an-
dava in Borgogna a Lione sopra al Rodano al suo concilio per fare lo passaggio d'ol-
tramare, e con lui era lo re Carlo e lo Imperadore di Gostantinopoli, il quale fu con somma
1 riverenza onorato piu che mai niuno signore, e stando in Firenze tratt5 pace tra' Guelfi
2 e' Ghibellini, ed a' di 2 di lugUo il Papa nel Renaio, ove h oggi la chiesa di S. Gre-
gorio, per me dove sono le mulina, fece fare uno palchetto alto dove stava con tutta ba-
ronia e cardinali; e quivi si dife la sentenzia, ed affermossi per gli sindachi de' Guelfi e
GhibelUni la pace in questa forma: Che i Ghibellini prima 'rendessono le castella al re Carlo, /., n, p. n
e dessono statichi di non rompere la pace, e tornassono sani e salvi in Firenze e securi, e
i puose pena di scumunicazione a chi rompesse la detta pace, e fece quello di edificare la
chiesa di S. Gregorio. Li Signori s'andarono a casa, ed i sindachi de' Ghibellini si torna-
rono in casa de' Tebalducci in Orto S. Michele. II terzo di vennono i sindachi al Papa,
e dissono che detto era loro, che se subito non si partissono che sarebbono morti. II Papa
senza cercarne piu innanzi sdegnato subito cavalco via, ed andonne a casa gli Ubaldini in
^ in Mugello col cardinale Ottaviano, ch' era di quella schiatta ghibellina, ed i Guelfi si ri-
masono, e i Ghibellini non tornorono a Firenze, e Firenze fue interdetta.
RuBRicA 151* — Come i Fiorentini sconfissono il conte Ugolino e Pisani al fosso ArnonicOt
e rientrarono i Guelfi in Pisa.
Aveano i Pisani f atto un fosso dal ponte d' Era insino ad Arno e messovi dentro 1' Era
15. pietre . . . superbia] priete che avesse nessuna terra ma la superbia G. — 36. sono le mulina] sono oggl
le mulina /, - palchetto alto] palancato allato G. — 27. sindachi] statichl G. — 32. Tebalducci] Tebaldini G. —
Tfi, interdctta] interdetta per gli patti detti di sopra G. — 39. pontc d' Era] ponte a Era A, ; ponte ad Era /, —
56 ^ CRONACA FIORENTINA [AA. 1277-1 280]
ed altre acque, ed era di lunghezza circa a nove miglia; e questo era perchfe i Fiorentini
non andassono ogni dl inlino suUe porte. Di che a richiesta del conte Ugolino e d'altri
/., 11, p. 18 Guelfi i Fiorentini' ed i Luccheai si mossono col Conte, e andaronne a questo fosso Amo-
nico, e volendo passare lo trovarono forte di steccati, di torri, di legname e di gente, quasi
il fiore de' Ghibellini di Pisa; di che combattendo i Lucchesi, alcuno de' Guelfi di Pisa
guid6 i Fiorentini ad un certo passo d'Arno l^ dove passorono ed assalirono la brigata
dalle spalle che difendeano. Veggendo passati i Fiorentini, i Pisani si missono in fuga, e
furne preai e morti in quantith, e rimesso per pace in Pisa il conte Ugolino ed i Guelfi, ed
ogni franchigia che i Fiorentini vollono ebbono da' Pisani in Pisa, quasi come signori e da
tutti onorati e ubiditi. E ci6 fu negli anni del Signore 1277 del mese di giugno; e molto 1
temerono i Ghibellini di questa vincita d'aver rimesso il Conte.
RuBRiCA 152* — Come in Firenze tiacqueno divisioni tra le famiglie de' Grandi; cih fue
Vuna ■parte gli Adimari e V altra farte li Tosinghi e Pazzi.
Pare che il nimico dell' umana natura sempre s' impacci di trattare e di seminare tra
le genti quanto puote discordia; di che stando Firenze in requie, essendo magnificata di 1
vittorie, ebbe briga tra gli Adimari e i Donati ; a' quali Donati s' aggiunsono due altre schiatte
/., II, p. 19 di Grandi, Pazzi e Tosinghi ; e f unne innanzi tanto la cosa ' che quasi tutta Firenze ne pren-
dea parte. Di che nacque che il Popolo, temendo che la cosa non 8'urtasse in danno del
Comune troppo, gli strinse a fare triegua per due mesi, ed in questo mezzo mandarono a
papa Niccola degli Orsini che dovesse mandare chi dovesse pacificare insieme costoro. 1 .
Ghibellini erano in Roma a pregare che la sentenzia di papa Grigorio detta per lo adrieto
fosse osservata. Di che il Papa mand6 al suo Legato ch'era in Romagna che venisse in
Firenze a dare esecuzione alle predette cose ; questo cardinale era chiamato il cardinale La-
tino, uomo molto dotto e di gran virtu, il quale venne in Firenze a' di 8 d'ottobre negli anni
del Signore 1279 e fu ricevuto con grandissimo onore come se fosse proprio il Papa e non
come si conveniva e richiedeva a un Legato.
RuBRiCA 153* — Come lo carditmle Latino rimisse i Ghibellini in Firetize, e quello ch' e' fermo.
Lo detto cardinale Latino fu in Firenze, ed ordin6 la pace come il meglio gli parve che
fosse il bene della citta e de' cittadini, e diede ordine che sindachi si facessono, ed ordino
di fare una chiesa in onore di S. Domenico, di cui Ordine esso era; ed era in quel di 3(
/., II, p. 20 Santo Luca Evangelista quando la prima pietra benedisse' e con sua propria mano puose
ne' f ondamenti. Quando ebbe poi trattato la pace, la conchiuse di f ebbraio negli anni del
Signore 1279 in sulla piazza predetta, e con pergami, presenti tutti gli ufficiali della citti,
e per solenni e legittimi sindachi di una parte e d' altra, fece fare tra i Guelfi e i Ghibellini
pace, e che tutti tornassero dentro i Guelfi ed i Ghibellini e sbanditi; e fecesi general pace, ■
saIvoch6 si dilibero che per alcuni principali dovessero stare di fuori confinati, e poi tor-
nassono. E vero che i figliuoli di messere Rinieri Zingani non vollono essere alla pace e ri-
masono scumunicati. E cosi furon fatte le paci di tutti gli speziali cittadini e con malle-
vadori e con pene imposte.
lo-ii, e molto... Conte omm. A. ed I. — 14-15. il niraico... discordia] il niraico de la natura sempre
s' impacci d'entrare tra le genti A.-, il nimico dell'umana ingenerazlone sempre si compiaccia di trattare tra Ic
genti di discordia /. — 25-26. con grandissimo . .. Legato] con grande onore. T. e G. — 33. 1279 .. . presenti] IJ79
e con pregami, presenti G.\ 1279 in sulla piazza predetta presenti A. Che forse aveva scriiio PA. pergaraene?
[AA. 1280-1282] CRONACA FIORENtlNA 57
RuBRicA 154'' — Come la cittli di Firenze di nuovo si riformo d'uficj, e il Cardinale di fot si
ritorno al suo officio, e come i Fiorentini feciono tra loro bellissimi -parentadi da ogni farte.
Li Fiorentini con tutti i Nobiii e Popolani insieme col detto Cardinale ordinarono che
dove erano dodici buoni uomini fossono dodici Popolani e Grandi, cio^ sei Popolani e due
Grandi Guelfi et sei Ghibellini: quattro Popolani e due' Grandi; i quali fossero con quella /., n. p. 21
medesima balia che prima aveano gli altri Dodici. E cosi furono a quel medesimo modo
gli altri uficj de' consiglj, il soprabbondante delle capitudini. E fatto cio si torno il Car-
dinale al suo uficio ed i Fiorentini lascio; i quali ordinarono di belli parentadi, e rende-
rono a' Ghibellini tutti i loro beni immobili, ed onorarongli e stavano in amista e buona
pace e in feste e in sollazzi e in amore tutti Tuno con Taltro.
RuBRiCA 155'' — Come Ridolfo rc de' Romani mandh vicario in Toscana con hene dugento
barbute.
Essendo Ridolfo eletto re de' Romani mando un suo vicario in Toscana con trecento
barbute, e non fu ricevuto in niuna terra se non in Pisa e poi in Sanminiato alcun tempo,
e guerreggiava Firenze, dove gli era francamente risposto ; ed ultimamente non trovando
altro ricetto si parti; e cio fu negli anni del Signore 1281.
i RuBRiCA 156* — Come gU animi si cominciaro a soUevare dello ufficio dci ^uattordici; fue
invidia la cagione de ogni male.
Per la perdita di Sicilia che fece Carlo, e per la venuta che fece lo vicario di Ri-
dolfo re de' Romani, i Ghibellini presono baldanza e sempre tencionavano negli uficj, e
jrado erano di concordia insieme. Di che per questa' cagione essendo i mercatanti di Cali- /., n, p. 22
mala insieme ragunati e disputando fra loro di questo che vedevano e intendevano dei Ghi-
bellini, furono i prirai con gli altri mercatanti ed artefici che v' erano, temendo della tirannia,
furono insieme, e dissono che non era tempo da stare in quattordici uomini; ed ultima-
5 mente i Ghibellini cominciarono a dibattere il Popolo, ed il Popolo comincio a ruggere, ed
i Guelfi Tappoggiarono ; di che per lo migliore s'assenti, e disfecesi Tordinede' Quattordici
buoni uomini e riformossi la Terra.
RuBRiCA 157* — Della^ frima elezione delVuficio de' Priori, che cos\ furono chiamati. /., ub. m, p. 23
Disposto Tuficio de' Quattordici, le Arti ed i consoli insieme ordinarono che delle tre
8 maggiori Arti fosse d'ognuna un uomo a reggere lo stato di Firenze e chiamarsi Priori; e
dice Giovanni Villani nella sua cronica che questo nome fue trovato e cavato dallo Evan-
gelio, ove Cristo disse a' discepoH : Vos estis Priorcs, cio^ : " Voi siete Priori „ , cio^ i primi
e sopra TArti; i quali furono delle prime maggiori Arti. Cio fu delFArte di Calimala e
Cambio e Lana; e fu cominciato Tuficio negli anni del Signore 1282 a mezzo giugno per due
3-6. Li Fiorentini , . . Dodici] Ordinarono insieme col detto Cardinale il Popolo di Firenze che dove xn uominl
erano, fusslno xiv, sei Popolani e due Grandi, e sei Ghibellini i quali fussono in medesima bal\a che prima ave-
vono i XII .^. ; Ordinarono insierae col detto Cardinale il Popolo di Flrenze, che dove erano xn buoni uomini
fossero xiv, otto Popolani con Grandi, cio& sei Popolani e due Grandi Guelfi e sei Ghibellini, quattro Popolani
S e due Grandi; I quali fossero con quella raedesiraa balia clie prima avevano gli altri Dodici /. — 9-10 e stava-
110... l'aItro] e stavano in amista A. ed I. — 16. ricetto] ridotto G. — 21 -23. i mercatanti . . . furono i primi]
i mercatanti di Calimala insieme e furono i primi /.; anche in A. i simile omissione, — 30-32. chiaraarsi... Evan-
gelio] chiaraarsi Priori e dicesi fu tratto dallo Vangelo A.; chiamarsi Priori; e dlce loanni Villani nella sua Cro-
nica, che questo nome fu tratto dallo Evangelio /. '
58 CRONACA FIORENTINA [A. lasa]
mesi per insino a mezzo agosto; e fu dato loro sei fanti e sei messi, e fu dato loro casa nella
Badia di Firenze, e fu ordinato che quivi di dl e di notte stessono, e ordinasaono i fatti del
/., m, 24 Comune col Capitano del Popolo insieme; e per' l'Arte di Calimala fu Bartolo di messer la-
copo de' Bardi Oltrarno; c per lo Cambio Rosso Baclierelli per lo sesto di S. Piero Sche-
raggio; Salvi del Chiaro Girolami per la Lana e per S. Brancazio; e ser Marco Consigli,
loro notaio.
RuBRiCA 158* — Come si fccero i sccondi Priori, e di che Arti e quanti e chi furono.
Compiuti li due mesi parvono airArti pochi, e feciono sei Priori per altri due mesi, dove
aggiunsono dell'altre Arti tre Arti; ciofe Medici e Speziali e Porta S. Maria e Vaiai, e cosi
d'ogni Arte uno, e cosl d'ogni sesto uno; li quali furono questi infrascritti, ciofe da mez-
z'ag08to per due mesi infino a mezzo ottobre, e i loro nomi sono questi qui da pife:
Coppo Giuseppe per lo sesto d'01trarno
Guelfo de' Pulci per lo sesto di S. Piero Scheraggio
Messer Ugo Altoviti iudice per lo sesto di Borgo
Ciaio Ristori per lo sesto di S. Brancazio
Messer Andrea da Cerreto iudice per Porta di Duomo
Folco Portinari per Porta S. Piero
Ser Bonaiuto Galgani, loro notaio e scrittore.
/., III, 35 I quali f urono Grandi e Popolani, purch^ f ossero mercatanti, e vincessono il partito ' li
quali si squittinavano, e sempre eleggevano buoni mercatanti delle sei Arti maggiori delle sette
e squittinavansi tra le Capitudini e li vecchi Priori; e questi qui dappife da mezz'ottobre in-
fino a mezzo dicembre 1282:
UgoIinoBenvenuti per lo sesto d'01tramo
Gianni Becchi per lo sesto di S. Piero Scheraggio
Messer Lione degli Acciaiuoli per Borgo 25
Bonaccorso Villanuzzi per lo sesto di S. Brancazio
Rinaldo Betti per Porta di Duomo
Falco de'Talcomeri per Porta S. Piero
' Ser Cione Baldovini, loro notaio.
E nota che cosi per ordine porremo li Priori per sesto come sono seguiti i due Priorati, 30
tuttavia senza fare piu menzione de' sesti che bene si puo comprendere.
RuBRiCA 159* — Comc fu diluvio d'acque in Fircnzc, c comc fue foi carestia.
Negli anni del Signore 1282 a' dl 16 di dicembre crebbe il fiume d'Arno tanto che and6
infino in Mercato Vecchio, e fece danno assai, et allag6 quasi tutti i vicinati d'Arno in Fi-
/, III, 25 renze, e questo anno ' fu gran carestia, perocch^ valse lo staio del grano per modo che non 35
se ne avea se non due staia a fiorino, ed era allora tenuto gran caro.
13. In A. mancano le liste dei Priori che si irovano in G. e nel ms. Guadagni, siccome awerte in nota fadre Ildefonso,
II quale ha corretto talvolta alcuni nomi del Guadagni con la scorta del " Priorista autentico „. Ho confrontato le corre-
zioni fatte con il Priorista auientico {Arciivio di Stato di Firenze — Arch. Tralfe; Priorista originale), ed ho trovato
tsatte le correzioni di fadre Ildefonso. — 34. quasi] questo /.
[AA. 1282-1284]
CRONACA FIORENTINA
59
^uesii sono i Priori d' un anno, U quali cominciarono a mezzo dicembre 1282 infino a 1283 ■
Maestro Bonaguida, medico
Manetto Ferraccini
Ubaldino Ardinghelli
1 Pagno Bordoni
Amadore da Rabbiacanina, giudice
Dono Bocchi
Ser Ruggieri Soderini, loro notaio.
Messer Lapo Buonfigliuoli
) Lamberto deirAntella
Arrigo Paradisi
Filippo GiamboUari
Piero Borghi
Compagno dAlbizzo
■1 Ser Parigi Rustichi da Signa, loro notaio.
Maffeo Pitti
Messer Maffeo Tedaldi
Neri Ardinghelli
Palla Bernardi'
3 Tedice Manovelli
Davanzato Baldovini
Ser lacopo Buonaccorsi, notaio.
loanni di messer lacopo del Ricco de' Bardi
Andrea Buonfigliuoli
Albizzo del Bene
Manfredo Oderighi
Messer Aldobrando da Cerreto
Finiguerra Diodati
Ser Buonaiuto Galgani, notaio.
Boninsegna Malchiavelli
Duccio Magalotti
Catelano Rinieri
Albizzo Orlandini
Messer Agostino del Borgo, iudice
Cione Moltobuoni
Ser Francesco da Certaldo, loro notaio.
Mico del Velluto v
Feo Ponci
Baldovino Rinucci
Maso di messer Roggerini
Ser Arrigo Grazie <
Messer lacopo di Gherardo, iudice
Ser Benincasa Struffaldi, notaio'.
/., m. J7
RuBRiCA 160* — Come in Firenze si faceano hrigate a godere e fare festa e sfonsalizi.
Per la festa di S. loanni Batista, sendo la cittk riposata ed unita allo pacifico e buono
,5 stato, si comincio brigate a festa ed a balli d'uomini e di femmine, e dur6 questo in vestire
ed in danzare e metter tavole ogni di di festa circa a due anni, e donavano i cavalieri e
i gentili uomini robe a' buffoni e f amigli, e faceasi a ogni nozze armeggiare con grandi giuochi ;
e cosl degli altri sesti come quello d'01trarno seguirono la bisogna; infra' quali furono 01-
trarno brigata bianca e chiamavasi la brigata amorosa; e questo si cominci6 come h. detto
0 per S. Giovanni di giugno 1283 e basto due anni.
I., III, 38
Noi seguiremo i Priori d'anno in anno; da mezzo dicembre 1283 infino a 1284:
Bartolo di messer lacopo del Ricco de' Bardi Puccio Acciaiuoli
Messer Neri della Gattaia, iudice
loanni Donati Ulivieri,
3 Salvi del Chiaro Girolami
Lapo Arrighi
Bandino di messer Cambio de' Falconieri
Ser Marco Consigli, loro notaio'.
Ser Ruggieri Soderini
0 Filippo Peruzzi
Messer Ubertino dello Strozza
Lottieri Benincasa
Marco Struffaldi
Ser lacopino Buonaccorsi, loro notaio.
Coppo Giuseppe de' Canigiani
Borghese Migliorati
Arrigo Paradisi
Ciaio Ristori del Baglione
/., III, 29
J5. brigate a festa ed a balli] feste e balli A, — 28. e cos\ degli altri sestij e cosl deiraltre feate G.
60
CRONACA FIORENTINA
[AA, 1284-1285]
Messer^Andrea da Cerreto, iudice
Lando Albizi
/., m, 30 Ser Benincasa d'Oddo d'Altomena, loro notaio.
Puccio Talenti
Lapo del Bene FaflS
Messer Ugo Altoviti, iudice
Neri Berti
Piero Borghi
Lapo Davanzati
Ser Marco Consigli, loro notaio.
Messer Lapo Buonfigliuoli, iudice
Guido Malabocca
Ugo Aldobrandini
Simone di Rota Ammannati'
Martello Pieri
Forese Falconieri
Ser Rinaldo lacopi da Signa, loro notaio.
lacopo Casciotti
Bargiacco BuonfigHuoli
Messer Oddo Altoviti, iudice
Cione Villanuzzi
Corso Falchi
Lapo Gherardini
Ser Francesco da Certaldo, loro notaio.
/., m, 31
15
20
RuBRiCA 161* — Come Arno crehbe, c cotne fer una caduta di terreno che rovinb affii deUa
Costa di S. Giorgio abbatte da quaranta case.
L'anno del Signore 1284 a' dl 28 di marzo crebbe Amo si forte per continova pioggia e
tempi contrarii ch'erano stati, che allag5 assai luoghi appresso al fiume d'Arno, e mossesi
la ripa che venia dalla Costa di S. Giorgio, e percosse in case ch'erano sopramo allato ove
h S. Lucia, e percossele in modo che le disfece e gitt5 in Arno, e morirvi bene venti per-
sone e di quaranta case ruvinorono.
RuBRiCA 162* — Come i Fiorentini e' Lucchesi e gli altri vicim feciom lcga con i Gcnovesi
contro alla citta di Pisa.
I Pisani sempre sotto mano cercavano di offendere li Fiorentini, e cercando coUo' Re
de' Romani di fare contro a' Fiorentini. Di che i Fiorentini sentendo che non poteano avere
ferma pace, cercarono di far guerra, ed i Genovesi erano nemici de' Pisani; di che gli ri- 25
chiesono di lega, ed i Genovesi Tassentirono, ed i Lucchesi ed i Pistolesi, Volterrani e San-
gimignanesi; e fu compilata la detta lega del mese di settembre Tanno del Signore 1284 e
feciono comandamento a' Fiorentini ch'erano in Pisa tomassono, e mandarono genti alle
frontiere, e presono molte delle Terre de' Pisani ch'erano in Val d'Era.
RuBRiCA 163* — Siuali furono i Priori di quesfanno dal mezzo dicembre 1284. fcr infino al 1285. 30
Dino vocato Pecora
Sere Spigliato Aldobrandini
Ser Marco Consigli, loro notaio.
loanni Ugolini
Manetto Ferraccini
Lapo Ugolini
Messer Ruggieri iudice de' Tomaquinci
MesserDonatodimesserAlbertoRistori, iudice Ghino Frescobaldi
Passa Finiguerra Messer Maffeo Tebaldi, iudice
Ser lacopino Buonaccorsi, loro notaio. Arrigo Marcovaldi
Salvi Chiari Girolami
Messer Lotteringo da Montespertoli, iudice Messer Lotto degli Agli, iudice
Gianni Bucelli Compagno Albizi
Arrighetto Ruggieri' Ser Bonaiuto Galgani, loro notaio.
/., m, 32 lacopo Ismera
35
40
16. per continova pioggia] per pioggie continue /. ; per molta ploggla G. — 39. Val d' Era] Valdarno /•
[AA. 1285-1286]
CRONACA FIORENTINA
61
Bartolo di messer lacopo del Ricco de' Bardi
Gianni Becchi
Mannino Acciaiuoli
Ser Nino de' Cantori
5 Messer Dogino dal Borgo, iudice
Dono Rocchi
Ser Donisdeo Dati, loro notaio.
Ghino Davanzati
) Massaio Raffacani
Messer Ugo Altoviti
Palla Bernardi
Borgo Rinaldi
Fosco Ricoveri de' Portinari
Ser Lapo Cinghietti, loro notaio'.
Arrigo del Boccaccio
Lamberto dall'AntelIa
Catelano Rinieri
Ciano Ristori
Messer Amadore da Rabbiacanina
Finiguerra Diedati
Ser lacopino Buonaccorsi, loro notaio.
/., III, 33
RuBRiCA 1 64" — Come i Fiorentini si ritrassono dalla lega de' Genovesi e ^altri Comuni.
Lo conte Ugolino de' Gherardeschi considerando essere per li Fiorentini rimesso in Pisa
5 penso che se i Fiorentini nella guerra fossono al di sotto, ch'egli era disfatto, e pero cerco
accordo con gli coUegati, e fu fatto accordo con gli Fiorentini e coUegati sl veramente che
i Ghibellini fossono cacciati di Pisa; e cosi fu fatto negli anni del Signore 1284 di gennaio.
I Lucchesi non vennono neiraccordo, ma alla primavera con gli Genovesi assediarono Pisa,
e se non fosse il soccorso di Siena, forse erano signori di disfar Pisa.
} RuBRiCA 1 65"' — Comc s'affosso e stcccoro i cinque sesticri.
L'anno del Signore 1284 del mese di febbraio a' di 2 si fece ordini in Firenze' d'af-
fossare e steccare li cinque sesti di qua d'Arno e farvi le porte, ed una porta si fece a
S. Candida allato e chiamossi la porta alla Croce, ed una se ne fece a S. Gallo, e una al
monistero da Faenza, e una se ne fece al Prato d' Ognissanti.
/., III, 34
) RuBRiCA 166" — Come sifece a Firenze la loggia d'Orto S. Michele.
Nel detto anno si fece in Orto S. Michele una loggia sotto la quale si dovesse vendere
il grano e le biade, ed elessonsi sei ufficiali sopra la biada, e chiamaronsi gli sei della Biada.
RuBRiCA 167* — ^esti sono i Priori da mezzo dicembre 128$ al 1286:
Cino di lacopo de' Bardi
Cambino de' Manieri
Messer Oddo Altoviti, iudice
Manno d'Attaviano
Tedice di Monovello
Giovanni de' Cerchi
Ser Dato Cacciafuori, loro notaio.
Andrea Giuseppe de' Canigiani
Pacino d'ArnoIdo Peruzzi
loanni di Donato Ulivieri'
I Maso di Ruggerino Minerbetti
Messer Andrea da Cerreto, iudice
Guido Canti de' Visdomini
Ser Benincasa d'Oddo d'AItomena, notaio.
Pela di Gualduccio
Bernardo d'UbaIdino
Arrigo de' Paradisi
Messer Ruggieri Tornaquinci, iudice
Orlanduccio d'Orlando
Lando d'Albizzo
Ser lacopino Buonaccorsi, loro notaio.
32. steccarel seccare A. ed /. ; cib nonoslante ho adottato la lez. di G. — 23-24. e una... Faenza] e una a
Faenza A.; e quella da Faenza /. — »7. elessonsi sei ufficialij ed elessesi ufficiali /.; e fecionsi ufficiali A.
/., III, 35
62
CRONACA FIORENTINA
[AA- 1286-1287]
M. Albizzo de' Corbinelli, iudice
Ricco del Maestro
Lapo d'Ugo degli Spini
/., ui, 36 Bartolo di lacopo Buere
Ricco Papini
Bandino de' Falconieri
Ser Benincasa d'Oddo d'Altomena, notaio.
Bartolo di messer lacopo de' Bardi
Uberto di messer Rinaldo Pulci
Ugo Aldobrandini
Simone di Rota Ammannati
Ser Arrigo di Grazia, notaio
Gherardino Diedati
Ser Simone Guidalotti, loro notaio'.
Ser Ruggieri Soderini
Lapo Benifasse
lacopo Ghiselli
Salvi del Chiaro Girolami
Messer Donato di messer Alberto Ristori, iudice
Bernardo di messer Manfredi 1'
Ser lacopino Bonaccorsi, loro notaio.
/•, 111, 37
RuBRiCA 1 68* — Come fu grandc carestia in Firenze ed in molte altre farti.
Per lo molto secco ch'era stato deiranno passato fue si cattivo ricolto di biade que8t'anno
in Firenze ed in tutta Italia che valse piu di mezzo fiorino lo staio del grano, che infino ..
a quel dl in Firenze non era mai stata una tale carestia.
RuBRiCA 1 69* — Come Ridolfo rc dei Romani mandb in Firenze suo vicario.
Ridolfo della Magna, eletto re de' Romani, mand6 in Firenze messer Prenzivalle dal
Fiesco di Genova; e giunto in Firenze addimand6 che il Comune di Firenze gli desse lo
censo, e giurasse nelle sue mani ricevente per lo detto Re; di che non fu esaudito nfe da' 20
Fiorentini nfe quasi da niuno Toscano. Pisa e Samminiato al Tedesco si ubbidirono; di che
con quello che da loro ebbe si torn6 a casa sua. Ci6 fu neiranno del' Signore 1286.
RuBRicA 170* — ^esti sono i Priori di mezzo dicembre 1286 a mezzo dicembre 1287:
/., III, 38
Maestro Bonaguida, medico
Ruggieri de' Pulci
Ser Caccia Bonciani
Albizzo d'OrIandino
Piero di Borgo
Lippo Rocchi
Ser Bencivenni Ugolini, loro notaio.
Mangia del Rosso
Alberto di Baldovino
Simone Acciaiuoli
Neri di Berto
Corso Falchi
Bindo de' Macci
Ser Tedaldo Orlandi, loro notaio.
Baldo di Ridolfo
Feo di Poncio
Bindo della Badessa
Cione di Villanuzzo
Nuto Marignolle
Fazio di Micciole
Ser Bonaiuto Galgani, loro notaio'.
Vanni d'UgoIino
Alberto d'Ottaviano
Baldovino di Ranuccio
Lapo di Guiglielmo
Fantino di Rinieri da Lastra
Passa di Finiguerra
Ser Bindo Mantini da Pagnano, loro notaio.
Simone di messer lacopo Bardi
DuccioMi Guardino Magalotti
Arrigo Marcovaldi
Chiaro di Salvi del Chiaro
Ser Brunetto Latini
Cambio di Forese Falconieri
Ser Tebaldo d'Orlando Rustichelli, loro notaio.
Mico del Cappone
Massaio de' Raffacani
Messer Ugo degli Altoviti, iudice
Donato di Bilenco
Ser Rinieridi Vinci
Folco de' Portinari
Ser Bindo Cambi, loro notaio.
3-'
4C
14-15. fue... in Firenze] fu grande caro in Firenze /.
|[AA. 1287-1288]
CRONACA FIORENTINA
63
RuBRiCA 171* — Come il Podcsta condanno messcr Corso Donati ed altri.
Messer Matteo da Fogliano da Reggio avendo preso uno Totto ' de' Mazzinghi da Campi
per omicidio, e volendogli tagliare la testa alla giustizia, messer Corso Donati con altri Grandi
venendo per torre costui, il cavaliere del Podesta si ridusse sano e salvo con minacciare
.^d'impiccarIo, se nessuno si facesse innanzi. Giunto al palagio col prigione il Podest^ fece
sonare airarme. II popolo s'arm6, ed egli lo fece strascinare e poi impiccare. E cio fu
negli anni del Signore 1287 a' dl. ...
/., 111, 39
RuBRicA 172* — Come gU Aretini mossono guerra a' Fiorentini e vennono infino a Monte Varchi
c fcciono danno assai.
y La quistione tra' Guelfi e' Ghibellini di Arezzo, e gli usciti di fuori si ridussero co'
iTarlati e coUo Vescovo, cio fu messer Guiglielmo degli Ubertini; e misserlo dentro i
.Ghibellini e diergli la signoria e mandarono per messer Prinzisvalle detto addietro, vicario
dello Imperadore, e venuto, cavalcarono a Monte Varchi e feciono danno assai. Cio fu negli
anni del Signore 1287.
lIRuBRicA 173' — Comc s' affrcsc fuoco in Firenze, efece molto danno.
I Fuoco s'apprese in casa Cerchi ed arse in S. Martino molte botteghe e da casa ' i Por-
itinari e fu da' Balestrieri infino al canto di Balla, e fece grande danno; e cio fu negli anni
del Signore 1287 a' di 12 di febbraio.
/., ui, <0
' RuBRicA 174* — ^iesti sono i Priori da mezzo febbraio 1287 a mezzo afrile 1288:
2( Coppo Giuseppe Canigiani
I Manetto di Bonricovero
Catalano di Rinieri
Ciaio di Ristoro
Messer Amadore da Rabbiacanina, iudice
'-Bandino di Spigliato da Filicaia
Sere Arnoldo Arrighi, loro notaio.
Cino di messer lacopo de' Bardi
Messer Maffeo de' Tebaldi, iudice
Pacino del Bieco
^^ Girolamo di Salvi del Chiaro
Tedice di Manovello
Lapo di Gherardino
Ser Giuntino di Spigliato Burnetti, loro notaio.
Mico del Velluto
^ Messer Rinieri dalla Gattaia, iudice
, Mannino degli Acciaiuoli '
Rinaldo de' Pigli
Borgo di Rinaldo
' Giovanni de' Cerchi
K Ser Rinaldo lacopi da Signa, loro notaio.
Borgolino del Bello Borgoli
Gianni de' Bucelli
Messer Oddo degli Altoviti, iudice
Messer Ubertino di Strozza
Lippo di Lapo Arrighi
Maffeo di Forese Galgani
Ser Bono di Gianni da Ugnano, loro notaio
Cione del Rosso
Pacino d'Arnoldo Peruzzi
Lapo d'Ugo Spini
Messer Ruggieri de' Tornaquinci, iudice
Geri di Cardinale
Lando d'AIbizzo
Ser Francesco Forti da Certaldo.
Giovanni Angiolini de' Malchiavelli, iudice
Lapo di Talento
Arrigo Paradisi
Simone di Rota Ammannati
Ser Ristoro Drudoli, notaio
Neri di messer Cherico de' Pazzi
Ser Ruggieri di ser Guiglielmo Bertaldi, loro
notaio.
/., III, 41
3. con altri Grandi] s'arin6 con molti altri A. — %. d' impiccarlo] di spezzarlo A. — 10. La . . . Arezzo] /<»•*«
1 manca era
64 CRONACA FIORENTINA [AA. 1288-1289]
/., III, 4] RuBRiCA 175* — Come' i Fiorentini andaro a oste ad Arezzo, ed i Sanesi furon rotti.
Lo Comune di Firenze richiese i collegati per lo sdegno ricevuto di Monte Varchi,
come adrieto dicemmo, ebbono dumila cinquecento uomini a cavallo e dodicimila pedoni, ed
uscirono fuori il primo di giugno con gran guasto di terreni e di case e di biadi e d'albori,
ed il dl di S. loanni feciono correre il palio sulle porte d'Arezzo. II danno che feciono.
oltre questo detto, si fu ch'eglino disfeciono piii castella, ciofe fu Lione, Castiglione Uber-
tini, ed in Valdambra circa trenta tra fortezze e castella presono, partironsi da campo lo di
dopo S. Giovanni. Li Sanesi aveano nella detta oste trecento cavalieri e trecento pedoni,
perocch^ aveano ricevuta guerra dagli Aretini erano stati a campo per s^ e fatto gran danno,
voUono i Fiorentini che li Sanesi venissono infino a Monte Varchi con loro. Non vollono 1
i Sanesi, ma dissono voler dare il guasto a Lucignano; di che i Fiorentini vollono lor fare
scorta, e non la vollono dicendo loro essere soffizienti assai da loro. Gli Aretini tennono
loro dietro, ed alla Pieve al Toppo s'azzuffarono, e li Sanesi furono rotti e presi e morti
piii che la met^, ed il loro capitano morto, ci6 fu Rinuccio di Pepo da Famese. E ci6 fu
neiranno del Signore 1288 a' di 27 di giugno. 1
/.. 111, 43 RuBRicA 1 76* — Come' i Fiorentini -per soccorso dei Guelfi d'Arezzo uscirono contro agli Are-
tini injino alla Tcrma. GU Arctini si ritornorono a Arezzo.
I Guelfi usciti d'Arezzo presono un castello degli Aretini per nome Cacciano; di che il
Comune d'Arezzo subito vi fu ad oste. Li Guelfi mandarono a Firenze per soccorso; onde
subito ottocento cavallate ed altri dugento soldati furono a Laterina. Gli Aretini si leva- :
rono da campo e mandarono il guanto della battaglia a' Fiorentini, e i Fiorentini lo ricevet-
tono, e lo seguente di si furono a co' di riva d'Arno e presono il poggio, ed erano 1200
cavalli e 800 pedoni. I Fiorentini stettono tutto di al piano ed aspettarongli, e non vollono
discendere a loro. E cio fu a' di 28 di settembre 1288. Li Fiorentini vedendo non si fare
per loro stare a campo dove erano, presero la via verso le castella degli Ubertini, e disfe- Z
cero Monte Marciano e Poggi Tazzi e Monte Fortino de Pazzi di Valdarno; e gli Aretini
andarono a Bibbiena e scesono in Valdisieve infino al ponte a Sieve, e menaronne preda. E
ci6 fu a' di 3 d'ottobre 1288.
A, m, 44 RuBRiCA 177* — Come ' crebbe Arno e fece gran danno alla citta e contado di Firenze.
Fu si grande la pioggia che basto tutto novembre e dicembre, e fece gran dauno, ma '
pur crebbe si Amo che allag6 piu che la meta di Firenze, e molte case ch'erano alla riva
d'Arno fece cadere quasi dal ponte a S. Trinita a quello della Carraia; e ci6 fu a' di 5 di
dicembre 1288.
RuBRiCA 178* — Come gli Aretini cavalcarono infim a S. Donato in collina, di che i Guelfi
di Firenze confinarono certi GhibclUni ca-poraU. c
Gli Aretini per lo danno ricevuto richiesono tutta Tamista de' Ghibellini e di Romagna
e d'ogni parte, e vennero a Monte Varchi e a Fegghine, e stettono due di e mandarono
parte di loro infino a S. Donato in collina, sette miglia presso a Firenze; e bene si vedea
Tarsione in Firenze. Di che i Guelfi di Firenze confinarono certi caporali de' Ghibellini.
Ci6 fu negli anni del Signore 1288 a' di 8 di marzo. J
12. dicendo loro essere soffizienti assai da loro omm, A. ed I. — 22. furono alla rlva d'Amo G.' furono
a t... di riva d'Arno /, /« mla cohna la lacuna, sufponendo dtcesse a traverso.
mM
[AA. 1388-1289]
CRONACA FIORENTINA
65
RuBRicA 179* — ^esti sono i Priori da mezzo dicembre 1288 a mezzo dicembre 1289:
Pela Gualducci
Borghese di Migliorato
Messer Niccola degli Acciaiuoli, iudice'
!Maso di messer Ruggieri Minerbetti
Messer Andrea da Cerreto
Gherardino di Diodato
Ser Cione Baldovini, loro notaio.
Maestro Guiduccio di ser Guidalotto
KiCambio di Manieri de' Manieri
Spina d'Ugo degli Spini
Salvi del Chiaro de' Girolami
Ser Arrigo di Grazia
Messer Gherardo Bisdomini, iudice
Filippo del Velluto
Messer Rinieri della Gattaia, iudice
Pacino del Bieco
Palla di Bemardo Anselmi
Nuto di MarignoUe
Guido de' Bisdomini
Ser Rinaldo di lacopo da Signa, loro notaio.
Gherardo Aldobrandi Canigiani'
Alberto di messer lacopo del Giudice
Neri Attiglianti
Gherardino Gianni
Spina di Falcone
Giano della Bella
'['Benincasa d'Oddo d'Altomena, loro notaio. Ser Ruberto da Carraia, loro notaio.
Messer lacopo da Certaldo, iudice
;Messer Ruggieri da Quona, iudice
iDino Compagni
Pagno Bordoni
2( Dino vocato Pecora
liernardo di Messer Manfredi degli Adimari
Ser Benvenuto Ulivieri da Sesto, loro notaio.
Boninsegna Angiolini Malchiavelli
Cione di Guardino de' Magalotti
Geri de' Paganetti
Albizo d'Orlandino
Messer Donato Alberti Ristori, iudice
Migliore de' Guadagni
Ser Marco ConsigH, loro notaio.
/., 111, 45
/., III, 46
RuBRicA 180* — Comc Carlo II veniic a Firenze, e diede sua insegna a' Fiorentini e cafi-
tano di gtierra.
Tornando Carlo prenze figliuolo di Carlo I re di Cicilia passo per Firenze, ed andava
ad Arieti, ove il Papa era, ciofe Niccolo IV, e gli Aretini si gli feciono innanzi a' passi per
impacciarlo. I Fiorentini sentendolo, senza essere richiesti, con 800 cavallate e 400 altri sol-
dati si gli andarono in aiuto. Di che gli Aretini, cio sentito, si tornarono addietro ; di che
per questo ebbe a grado Carlo e dono loro la sua bandiera, e per capitano di 'guerra messer
3(Amerigo di Nerbona; e cosi fue per gli Fiorentini accettato. E cio fu negli anni del Si-
gnore 1289 a' di 11 di maggio.
/., III, 4;
RuBRiCA 181* — Comefu bandita oste ad Arezzo e sconfitti gli Aretini a Certomondo.
Come la bandiera di Carlo fu in Firenze, fu subito bandita Toste ad Arezzo e feciono
la via di Casentino, ed attendarsi appife di Poppi, dove era un piano che si chiamava Cer-
3.'tomondo. Furono i Fiorentini 2500 cavalieri e 9500 pedoni, e gli Aretini aveano grande
ragunata di Ghibellini di Romagna e del Ducato e di Toscana, e fecersi incontro per la via
di Bibbiena con 1700 uomini da cavallo e 9900 pedoni, e mandarono a' Fiorentini il guanto
1 della battaglia, il quale f u bene ricevuto. Poi con triegua venne I' una oste contro airaltra,
;,ed accamparsi Tuno presso aIl'aItro, e a' di 11 di giugno 1289 cio^ il dl S. Barnaba si com-
30, e cosl fue per gU Fiorentini accettato 0;«;«. A. ed I. — 31. A. omctie it giorno.
ptdoni G. — 37. 1700 uomini] 1200 uomini G.
35. 9500 pedoni] 9000
T. XXX, p. I — 5.
66 CRONACA FIORENTINA \A. i289)
batt^, nella quale battagHa fu sconfitto il Comune d'Arezzo, ed il Vescovo in persona vi
fue armato e fu morto, che avea nome messer Guiglielmo degli Ubertini. Di che i Ghibel-
lini ne ricevettono danno, chfe, comecchfe fosse prete, era uomo di gran valore in senno ed
/., ni. 48 in arme; e messer Guiglielmo de' Pazzi di Valdarno' e Buonoconte figlio del conte Guido di
Monte Feltro vi f uron morti e con essi de' Ghibellini ed usciti di Firenze ; ed il conte Guido
Novello non vi volle morire, perocch^ si fuggl. Furne morti circa duemila e vennerne presi
a Firenze 2037 sanza i trafugati, e de' Fiorentini vi mori di nome messer Guigliehno Ber-
taldi, Francesco e messer Guido del Baschiera della Tosa e Tici Bisdomini. Partissi roste
e andaronsi a Bibbiena e presonla, e molte castella le quali disfeciono insino ne' fondamenti;
quelle che ritennono furono Castiglione, Montecchio, Rondine, Civitella, Laterina ed il ^[onte
a Sansavino. Li Sanesi ebbero Lucignano e Chiusura di Valdichiana, e poi guastarono lo
contado, e fecero il dl di S. loanni correre il palio sulle porte d'Arezzo e manganarono drento
alla citt^ trenta asini colle mitre di carta in capo da vescovo; e dicesi che 8'eglino vi fos-
sono voluti stare e fare quello che doveano, erano signori d'Arezzo, ma si partirono e furne
abominati certi consiglieri del capitano, e tornarono a Firenze a' dl 12 di luglio; e sempre si
corse il palio per la detta vittoria il di di S. Barnaba.
/., III, «9 RuBRiCA 1 82* — Come ' lc cinqiic Arti minutc si collegarono collc scttc, cd ebbono Consoli.
Tornata Toste in Firenze i Grandi erano insuperbiti e trattavano male i mercatanti ed
artefici, ed il soldo che doveano avere i soldati si rovesciavano a' mercatanti ed agli arte-
fici, e per questa cagione si ristrinsono TArti insieme, ed ebbono case e consoli; le quali Arti
furono queste..., e quando toccava la elezione erano de' Priori.
RuBRiCA 1 83* — Come i Lucchesi andarono ad oste a Pisa, ed i Fiorcntini furono con loro a
loro ■petizione.
I Lucchesi bandirono oste a Pisa e richiesono i Fiorentini che vi mandarono 400 uomini
da cavallo e 2000 pedoni, ed andaronne infino alle porte di Pisa, e feciono correre il palio, :
e tolsono il castello di Caprona e guastaronlo, e tolsono castella in Valdicalci, e feciono gran
danno; e ci6 fu negli anni del Signore 1289 d'agosto.
/., Jii, 50 RuBRicA 184° — Come' i Fiorcntini tcnnono trattato in Arczzo fer avere la citta, e non ventu,
a effetto -perchh fue ■palesato.
Avendo i Fiorentini sollecitudine in Arezzo presono f orma di trattato con certi li quali I
per denari davano loro la cittk; e lo di primo del mese di novembre 1289 si dovea levare
il romore, e la gente de' Fiorentini alle porte e doveano avere una porta; e cosi ordinato,
la gente de' Fiorentini andb infino a Civitella aspettando il tempo di quegli che doveano me-
nare la faccenda. Et quello si si levo la notte per vedere un certo segno, questi si cadde
a terra d'uno suo verone per modo che quella notte mori, ed essendo in estremita paleso il-l
trattato, e certi ne furono presi e morti. Udita a Civitella la novella, la gente si tomo a
Firenze addl 19 ch'era uscita addi 9 di novembre 1289.
i-a, Vescovo... morto] Vescovo in prima vi fu morto /. In nota perh I, avverte che il ms. GHadagni ha: ar-
mato. A. e qui al solito laconico. — 5. e con essi de'] e con assai del G. — 7. trafugati\ trabaldati hanno i codici.
I». manganarono] cacciarono G. — 33-34> Fiorentini . . . notte] Fiorentini and6 in fino a Civitella ; e quegli do-,
vevano menare la faccenda si si levarono la notte A.\ Fiorentini and6 insino a qui aspettando il tempo di quegU'
che dovevano menaro la faccenda; et quello s^ si lev6 la notte G.; Fiorentini infino a CiviteUa and6 con quegli i
clie doveano menare la faccenda. Ma uno si lev6 la notte /. — 36. a Civitella la novella] la noveUa G. ; a Clvitella /
[AA. 1289-1291]
CRONACA FIORENTINA
67
RuBRicA 185* — ^testi sono i Priori da menzo diccmhre 1289 a mezzo dicembrc i2go .
Maestro Buonaguida, medico '
Gianni Bechi
Messer Ugo degli Altoviti, iudice
Adimari di Rota Ammannati
Piero Borghi'
Nero Cambi
Ser Chello Uberti Baldovini, loro notaio.
Ser Diedato Alamanni Cacciafuori
1: Uberto de' Pulci
Cante degli Ardinghelli
Bartolo Orlandini
Orlanduccio Orlandi
Messer Folco, medico, di maestro Giovanni
I Ser Amoldo Arrighi, loro notaio.
Noffo di Guidone
' Duccio Giardini Magalotti
Arrigo Marcovaldi
Ciaio Ristori
KTedice Manovelli
Sere Spigliato Aldobrandini
Ser Cenni Ugolini del Cherico, notaio.
Cino di messer lacopo de' Bardi
Lapo Faffi
Messer Biliotto Berlinghieri
Chiaro di Salvi del Chiaro
Ser Bene da Vaglia
Bandino Falconieri
Ser Bonaiuto Galgani, loro notaio'.
Neri Corsini
Ricco del Maestro
Bindo Diotaiuti della Badessa
Lapo Uberti degli Ubertini
Arrigo di Lapo Arrighi
Sere Arrigo di Gherardo de' Rocchi
Ser Donisdeo Dati, loro notaio.
Messer Guidotto de' Canigiani, iudice
Doffo di messer Scolaio de' Pulci
Neri di messer lacopo Ardinghelli
Vanni Ardimanni
Lapo di Gianni Tramontani
Passa Finiguerra
Ser Rinieri Tolomei, loro notaio.
/., m, 51
/., lu, 52
'RuBRiCA 186* — Comc i Fiorcntini andarono a oste a Arezzo, c frcsono uno castello degli
Aretini a Poffi.
\. II Comune di Firenze ando a Arezzo ad oste con 2000 uomini da cavallo e 5000 pe-
doni il secondo dl di giugno, e guastarono intorno intomo a sei miglia ogni cosa, ed il di
di S. loanni corsono il palio innanzi alle porte, e Taltro di si partirono e andaronne a Poppi,
e quivi disfeciono la rocca ed il palagio di Poppi ch'erano nobili fortezze e Santo Agnolo,
Monte Aguto, Francole, Chiacciuolo e Cetina; e cio fu negli anni 1290.
?(RuBRiCA 187* — Come^ i Ftorentini andarono a ostc a Pisa con lcga dci Guclfi e co' Geno-
vesi fer mare, e disfeciono il Porto Pisano e la Meloria.
I Fiorentini, Lucchesi e Genovesi s'accordarono d'andare al Porto Pisano, e presono il
porto e disfecerlo, e le torri della guardia del porto disfeciono tutte e 'I fanale e la Meloria;
ed in quella presa morirono assai uomini ch'erano in quelle torri, e poi affondarono certi
M navilj carichi di pietre alla bocca del porto, acciocchfe non si potesse entrare in porto e poi
si partirono, ed i Genovesi ed i Lucchesi tornandosi a casa loro, ed i Fiorentini feciono la via
di Valdera e lasciaronvi un capitano. E cio negli anni del Signore 1290 del mese di settembre.
/., III, 5J
RuBRiCA 188* — ^iesii soiu> i Priori da mezzojdicembrc i2go a mezzo diccmbre I2gi:
Vanni Ugolini Bencivieni
OSer Bindo Vernacci
Guido del Chiaro
Ammannato di Rota Ammannati
39. Chiacciuolo] Regglolo A.
68
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1291-1292]
Messer Dosino del Borgo, iudice
Rinuccio Abati
Ser Baldo da Monte Spertoli, loro notaio.
/., 111, 54 Bartolo ' di raesser lacopo de' Bardi
Rosso de' Bacherelli
Simone degli Acciaiuoli
Bonaccorso Villanuzzi
Betto Rinaldi
Dolce di Lottifredi de' Pazzi
/., 111, 55 ggj. Lapo Cinghietti, loro notaio.
Cino di ser Diotisalvi
Guido di Malabocca
Bate de' Tornabelli
Girolamo di Salvi del Chiaro
Aglione d'Ugoletto degli Agli
Ugolino di Zampa de' Giugni
Ser Benincasa d'Oddo d'Altomena, loro notaio.
Baldo Ridolfi
Massaio de' Raffacani
Michele d'Angelotti
Bartolo di lacopo Buere
Baldo de' Ruffoli
Durante di messer Buonfantino
Ser lacopino Buonaccorsi, loro notaio.
Mangia del Rosso
Gianni Bucelli
Cino di Brandaglia Acciaiuoli
Ammannato di Prospero
Lottieri' di Benincasa del Beccuto
lacopino di Vermiglio Alfani
Ser Lapo Bartoli da Sesto, loro notaio.
Lapo Bonaiuti
Rinieri di lacopo de' Rubertini
Ugo Aldobrandini
Boninsegna di Buonaccorso Beccanugi
Ardingo di Buonagiunta de' Medici
Lando Albizi
Ser Gianni de' Siminetti, loro notaio.
RuBRicA 189* — Come i Fiorentini fcrderono il Ponte ad Era.
Li Pisani tennono trattato d'entrare di furto nel Ponte ad Era che teneano i Fioren-
tini, e dicesi per denari, e poi andarono alle case di quelli ch'erano castellani, ci6 furono
messer Guido di Bico de' Rossi e Neri Tizzoni, e presongli; ed il Comune si perdfe con
danno e con vergogna la fortezza; e ci5 fu negli anni del Signore 1291 di 24 di dicembre.
RUBRICA 190''
Come i Fiorentini andarono a oste a Pisa.
I Fiorentini erano malmenati da' Grandi tutto di e male guidati, e per la vergogna ri-
/.,111,56 cevuta' voleano bandire Toste a Pisa, ed i Grandi il contradicevano, pure vinse il Popolo e
andowisi; ma tanto fu lo sforzo de' Grandi, e fu chi disse che toccarono da canto che si
tornarono adrieto, e nulla feciono da fare menzione; e ci6 fu negli anni del Signore 1291.
RuBRiCA 191* — Siuesti som i Priori da mezzo dicembre izgi al 12^2:
Scelto Guidotti
Ricco del Maestro
Spina d'Ugo Spini
Palla di Bernardo Anselmi
Piero Borghi
Passa Finiguerra
Ser Marco Consigli, loro notaio.
Boninsegna Angiolini Malchiavelli
Messer Lapo Salterelli, iudice
Messer Ugo Altoviti, iudice
Gherardino Gianni
Nigi Diotisalvi
Gherardino Diedati
Ser Lapo di Migliore di Mugnone, loro notaio.
26. Bico] Becco G. — 31. da canto] da tanto A,
[AA. 1291-1292]
CRONACA FlORENTINA
69
Cione' del Rosso
Neri Rustichi
Gherardo del Bello
Messer Ruggieri Tornaquinci, iudice
Ser Bene da Vaglia
Messer Folco, medico, di maestro Giovanni
SCT Tancredi Bencivenni, loro notaro.
Nosso di Guido Bonafedi
Ulivieri di messer Gherardino de' Cerchi
I Betto del Bieco Baldovinetti
Bartolo Orlandini
Ser Ranieri di ser Vinci
Messer Gherardo de' Visdomini
; Ser Bono di lanni da Ognano, loro notaio.
Coppo loseppe Canigiani /., m, 57
Duccio Magalotti
Mannino degli Acciaiuoli
Salvi del Chiaro Girolami
Messer Andrea da Cerreto, iudice
Lapo Gherardini
Ser Andrea di ser Filippo Sapiti, loro notaio.
Maestro Rinuccio Guidalotti
Messer Maffeo Tedaldi, iudice
Geri Paganetti
Ciaio di Ristoro
Lapo' Buoni i.,iu, ss
Bemardo di messer Manfredi
Ser Bonsignore Ostigiani, loro notaro.
1, RuBRiCA 192* — Come i Fiorentini fresono il casiello d'Amfinana e disjecionlo.
II Comune di Firenze puose il campo ad Ampinana in Mugello, e preserlo, e compe-
rossi fiorini 4000 e per la presa che il Comune pago lo f ece contado, disf eciolo ; e ci6 f u negli
anni del Signore 1291.
RuBRiCA 193* — Come i Fiorentini andarono a Pisa a oste, e feciono loro di gran danni e
1 fresono Fosso Arnonico.
Per vendicarsi i Fiorentini del Ponte ad Era richiesono Tamista, e da Roma ebbono
dugento cavalieri e messer Gentile degli Orsini, ed uscirono a campo e coiramista tremila
cavalieri e con ottomila pedoni, e andaronne a Pisa a' di 10 di giugno, e corsono il palio
il di di S. Giovanni, e stettono alla Badia a S. Savino, e guastarono il campanile della detta
2 Badia, e molto feciono gran danno d'arsioni di case e di vittovaglia e poi nella loro tornata
abbatterono e guastarono il' Fosso Arnonico e tornarono in Firenze a' dl 3 di luglio 1292.
/., III, 59
RUBRICA 194*
altre cose.
Di miracoli e grazie di Madonna dOrto S. Michele in liberare attratti e
Negli anni del Signore 1292 di giugno in Orto S. Michele, dove era dipinta Nostra Donna
col figliuolo in braccio si apparirono molti miracoli, infra' quali uno attratto san6 ed un mu-
tolo parlo, ed un altro che bestemmi6 gli si volse la bocca quasi airorecchie. Di che per
questo si fece una compagnia e capitani, la quale poi s'accrebbe per modo che molta gente
lasciava il suo a quelli capitani a dispensare le rendite; di che occorse che quasi in brieve
tempo si vedea essere le possessioni tutte loro. Fecevi il Comune dunque capitani cittadini
orrevoli, e fece riformagione che non serbassono proprio niuno, ma vendessono e dessono
a' poveri di Cristo; e cosi 6 ancora oggi e sonvi per lo Coraune; ma Iddio il sa, chi oggi
viva con pura fede, ed ho io veduti di quelli che si dice aver male amministrato che ne
sono molto male capitati e morti, chi di mala morte e chi in prigione; e cosl sa fare Nostra
Donna le sue vendette quando ella vuole.
16-17. e comperossi fiorini 4000] e ricomperossi fiorinl 4000 G.; e comperossi fiorini quattrocento .
/. una lacuna do^o la ci/ra sema a//orvi alcuna noia).
T. (scgna
70 CRONACA FIORENTINA tAA. 1292-1293I
/., III, 60 RUBRICA 195"'
RuBRiCA 196* — Come il Pofolo i mercatanti e li buoni uomini vollono il reggimento fer
loro sanza i Grandi, e feciono il Gonfalonicrc dclla lustizia.
Come addietro in piii luoghi abbiamo detto, rambizione degli uficj e del reggimento in
Firenze era, ed era tanto cresciuta che ogni uomo volea e procurava il reggimento, e non
pensavano cherano sei Priori che tutti non poteano essere i cittadini a un'otta, ed ancor
non pensavano se lo meritavano o no, sicchfe chi procurava e non gli venla, assai male con-
/..111, 01 tento rimaneva; e quasi piii' era questo vizio e sdegno ne' Grandi che negli altri; e volesse
Iddio, che non pure allora non fossono state queste ambizioni e finite ma oggidl mancas-
sono; ch^ come fossono allora io non Tho di veduta ma d'udita, ma al di d'oggi io n'ho
tanto veduto ed udito delle preghiere degli uficj e delle nimistk di chi non ha quello che
chiede, che Iddio ne sia comportatore; che certo h. miracolosa cosa che le preghiere paa-
sino ogni onestk, ch' io sono stato pregato talvolta, ch' io mi sono vergognato io del pre-
gatore e deiruficio che addimanda, o dello squittino ottenere; e certo tutte le maladizioni
che ha avute la citt^ di Firenze a' miei dl, h. stato solo per gli ufiicj. Tornando al detto
tempo di sopra, era tanta la discordia e Tambizione degli uficj e la superbia de' Grandi,
perocch^ molto voleano guidare Toficio a lor modo, che fecesi correggere gli statuti tutti
di quello anno di gennaio; di che i buoni mercatanti e artefici deliberarono che in luogo de'
Grandi si mettessono degli artefici e degli scioperati, purchfe fossono buoni uomini e che
mai non avessono piu il Priorato i Grandi, e che intra' Priori 8'eleggessono in ogni Priorato
uno Gonfaloniere, oltre a' sei Priori, il quale fusse uomo valente e savio, e seco tenesse un
/., III, 62 gonfalone alFarme del Popolo, la croce vermiglia nel campo' bianco e che anco avesse a sua
richiesta certi pedoni con certi gonfaloni e pennoni, li quali avessero arme di Popolo e certi
maestri di priete e di legname e certi picconi e picconai, li quali furono capitanati con
gonfaloni e pennoni con certo ordine a trarre a casa i pennonieri ed i pennonieri a casa i
Gonfalonieri, tutti airarme vestiti colla croce in campo bianco; e quando alcuna offesa fa-
cessono i Grandi in alcuno popolano si stesse al gonfaloniere la campana e la deliberazione
ad andare a casa del detto Grande, e quivi disfare la casa e pubblicare i beni, e sonando
la campana, allotta tornassono le dette insegne a casa i Priori, ed il Gonfaloniere uscisse a
fare la esecuzione, e chiamarsi gli Ordini della lustizia; ed il primo Gonfaloniere fu Baldo
de' Ruffoli, ed era onorato piu innanzi che gli altri Priori.
RuBRiCA 197* — ^uesti sono i Priori soli ■per questi due mesi da mezzo dicembre izgz a mezzo
febbraio 121)3:
Pela Gualdacci
Maso dei Lamberti d'AntelIa
Messer Palmieri di messer Ugo degli Altoviti
Monpuccio di Salvi del Chiaro
Lapo Pratese
Gaddo di Forese dei Falconieri
Ser Chello d'Uberto Baldovini, loro notaio.
4. ed era tanto cresciuta]ed ora fe intanto cresciuta /. — 8. non pure... oggid\] non pure allotta fossono state
queste ambizioni, state e finite non pure allora, ma oggidi /. ; non pure allora fusse questa ambizione ma oggid)
A. — II. ne sia comportatore] cessi comportare A. — 17-1S. buoni mercatanti . . . buoni uomini omm. C; cer-
tamente si tratta di qualche rigo saltaio dal cofista,
' La rvbrica jgs* rifortava in /. la lista dei Priori trova nella rvbrica igT^ molto fiu esattamente, eome si {
da mexzo dicembre a mezzo febbraio 13^2, che in G, si deduce dalle frime farole della rubrica ttessa.
fAA. 1203-12^4] CRONACA FlORENTINA 71'
RuBRiCA 197* bis — Come si feciono ufficiali a rivedere le ragioni del Comune.
Questi Priori che intraro da mezzo febbraio col Gonfaloniere feciono uno uficiale a
ritrovare i beni e ragioni del Comune, il quale fu Caruccio del Verre, e quello che si rac-
quisto fu lo Spedale di S. Sebbio dagli ' Ubaldini, e di compere ch'erano state f atte da' Conti /., m, 63 '
) molti Nobili se le tenieno, riebbesi dagli Ubaldini, Barbischio, Monciana e Lori, Gangereto,
Vischia, Catignano, Gambassi, Certaldo, e tutte aveano iurisdizione per s^ e Poggibonizi, e
furono restituiti al Comune, ed a molti speziali cittadini ristituiti ch'erano loro occupate
possessioni da' Nobili.
I RuBRiCA 198* — Come il Gonfaloniere della lustizia comincih afare esecuzione contro li Grandi.
b Avvenne che il detto Baldo Ruffoli Gonfaloniere di lustizia gli venne a notizia che
uno de' Grandi dei Galli aveva ucciso uno popolano ; di che il Gonfaloniere di^ nella cam-
pana, e trasse Tordine a palagio, ed usci fuori, e andarono in Porta S. Maria a casa i
detti Galli, e disfece le sue case, e subito torn6 a palagio, fece bandire che ogni uomo si
disarmasse; e fu fatta sua obedienza.
3 RuBRicA 199* — Come' il Coinune di Prato fu condannato e ■pagb subito lire loooo -per di- /., m, 64
subbidicnza.
Questo popolo volea essere ubbidito da' cittadini e da' suoi vicini. Avvenne che un
cittadino uccise un altro e andonne a Prato. II Popolo vi n^ando uno ambasciadore a pre-
gare che mandassero il loro cittadino. A' Pratesi non piacque la dimanda e non lo feciono.
0 Tornato rambasciadore vi si mando un messo che a pena di 10000 lire lo mandassono in-
fra tre di, e non rimandandolo Toste si bandi; ed il terzo di si diedono le insegne per
uscire ad oste. I Pratesi per paura mandarono il prigione e 10000 lire. AI malfattore fu
tagliata la testa e i denari messi in Comune. Ci6 fu negli anni del Signore 1293.
RuBRicA 200* — Come un fuoco fece molto danno a Firenze.
5 Negli anni del Signore 1293 s'apprese un fuoco in Torcicoda ad una casa allato S. Piero
maggiore, ed arse sanza ristare trentuna casa, che teneano infino alla via ch'fe drieto alle Stinche.
Rubrica201* — Come' la farte di fuori di S. Giovanni si fece di marmo, e levaronsi via le i.,m,a
sefoUure c comandossi infra trc mesi.
II Popolo dife ordine che si facesse tutte le faccie di S. loanni, duomo, di marmo; e
0 questo feciono che facessono i consoli di Calimala, e feciono che chiunque avesse sepul-
tura la levasse infra tre mesi; e cosl fu fatto.
RuBRiCA 202* — ^iesti sono i Priori di mezzo febbraio 1292 a I2pj :
Messer Albizo Corbinelli, iudice Lapo Guazza Ulivieri
Giotto Peruzzi Dante Rinaldi Cambi
3. Verre] Vete A. — 4. S. Sebbio dagU Ubaldlni] che I'occupaTa... /.; occupato da nobill G. — 11. uno del
Grandi dei Gaili, avera ucciso uno popolanoj uno . . . dello legnagglo del Galli, grande, aveva ucclso . . . popolano I. —
20-21. lo mandassono... band\] lo mandassono a Firenze e sterono tre d\ e non lo mandarono, dove clie Toste sl
bandl G, — 29-30, S. loanni... ciuunque] del duomo di S. Giovanni e che consoli di Calimala lo facessino e
diireciono per farlo che chlunquc A,
72
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1294-I2g5]
/. , III, 66
/., III, 67
Arrigo di Ventura, spadaio
Giano della Bella
Baldo de' Ruffoli, gonfaloniere di lustizia
Ser Marco Consigli, loro notaio.
Neri Corsini
Berto Manetti Ferraccini
Arrigo Paradisi
Albizo Orlandini
Messer Donato di messer Alberto Ristori
Fazio Cambi de' Giugni
Migliore Guadagni, gonfaloniere di lustizia
Ser Benincasa d'Oddo d'Altomena, loro notaio.
Maestro' Buonaguida di Simone, medico
Cione Magalotti
Vanni Angelotti
Andrea Cambi, beccaio
Messer Dogino dal Borgo, iudice
Ricco di Ser Compagno Albizi
Dino Compagni, gonfaloniere di lustizia
Ser Bonaiuto Galgani, loro notaio.
Andrea di Maffeo Gianni
Alberto di messer lacopo del ludice
Messer Oddo degli Altoviti, iudice
Ricco Arlotti
Arrigo Lapi Arrighi
Taldo della Bella
lanni Buiamonte, gonfaloniere di lustizia
Ser Marsoppino da Signa, loro notaio.
Giona Aglioni Bellicozzi
Carlettino Aldobrandini
Guccio Salvini
Maestro Cambio di loanni
Lapo Bencivenni
Maso del Cresta
Gofo Guidalotti, gonfaloniere di lustizia
Ser Tancredi di ser Bencivenni, loro notaio.
Stefano Benintendi'
Lapo Talenti
loanni di Donato Ulivieri
lacopo GiamboUari
Ser lacopino Bonaccorsi
Fantino Silimanni
Lapo di Pace Angiolieri, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Bono di ser loanni da Ognano, loro notaio.
RuBRiCA 203* — Come si edifich lachiesa di S. Croce in Firenze d^ Frati Minori diS. Francesco.
La grande chiesa de' Frati Minori si comincio a edificare negli auni del Signore 1294
a' dl 18 di maggio, e fu detta per titolo S. Croce.
RuBRicA 204* — Come Giano della Bella ebbe bando di Firenze.
Essendo Giano della Bella di buona famiglia ed antico di Firenze popolano, uomo di 3
consiglio e leale al suo Comune e franco, ed in questo tempo era lo maggiore cittadino di
/., iit, 68 Firenze si per senno e per virtii, come che fu quello che principi6 ' gli ordini della lustizia
addosso a' Grandi, e fecesi il Gonfaloniere della lustizia, e pero era nimico de' Grandi, ed
in quel tempo erano i cittadini di Parte Guelfa tutti cavaheri e Grandi la maggior parte, e
per temenza di loro, e per diminuire quello uficio, essendo in trattato con gli cittadini di 3!
levare loro il suggello, ed ancora che i beni della detta Parte si vendessero, e mettessonsi
in comune, molto Todiarono i detti Grandi quando il seppono. Ed essendo messer Corso
Donati accusato al Podestk, il quale Podestk avea nome messer Gianni da Como, di che ac-
cuSato di morte di un popolano, compari con segreta sicurtk, e quando son6 a prosciogli-
gione, il Popolo credette sonasse a condannagione ; il Gonfaloniere puose il gonfalone alla 4(
finestra per ire a fare la esecuzione delle sue case, ed il Popolo veggendo assoluto messer
Corso grido : " Muoia il traditore PodestJi „ e corse airarme, ed armato s'and6 a casa di
Giano della Bella, che quasi Taveano come capo e guida loro, e Giano disse : " Andate con
32. come che fu] e fue G.; come perchi fu I. — 37. molto rodiarono] molto lodarono <?.•«<//.; nonostante la
concordia <U G, ed I. adotto la lez, di A. — 39-40. prosciogligione] prosciovigione /.
[aA. 1294-1295J CRONACA FIORENTINA 73
" questo mio fratello ed io verr6 appresso armato^, ed al fratello disse che andasse a casa
i Priori a sapere quello che comandassero. II Popolo mosso, e' non intese avere ad ire a'
Priori, ma corsono a casa del Podestk, ed arsono la porta, ed il Podestk rubarono e presono,
e' dei suoi uccisero assai, e menarlo a' Priori, il quale lo ritennono ed onoraronlo per onore r, m, 69
del Comune; e messer Corso di tetto in tetto si fuggl e non fu giunto, che sarebbe stato
morto dal Popolo; e cosi poi racchetato il Popolo, il Podesta se ne ando. Messer Corso
con gli altri tennono segreti modi della elezione de' Priori d'averla a loro modo e di uomini
li quali volessero quello che eglino; e cosl ebbono. Ed al nuovo Priorato fu data una no-
tificazione al Capitano del Popolo che Giano della Bella avea perturbato il pacifico stato.
1 e con arme assalito il Podesta e cacciatolo di palagio. II Capitano form6 inquisizione e ri-
,; chieselo; il Popolo minuto si gli ando a casa, e si lo volea fare comparire, e prometteva
I d'armarsi, ed il fratello si aveva apparecchiato un gonfalone alFarme della lustizia, per trarre
; al suo soccorso Gian della Bella senti che il palagio de' Priori i Popolani Grassi erano
in concordia con gli Grandi; di che per fuggire quistioni nella cittk diliber5 di non com-
i parire e d'?ispettare cht il Popolo rimediasse a ci6, e se pure avesse bando, d'essere riban-
dito, e cosi ebbe bando a' dl 5 di marzo 1294.
\
RuBRicA 205" — Come' st accrebbe la chiesa di S, Liferata. /., m, 70
Erp la chiesa di S. Raparata disorrevole alla nobilt^ di Firenze, e per6 si dilibero di
i crescerla; di che si dilib'jr6 che fosse di marmo e d'intagli, e fosse larga braccia 157 e
Ji e lunga 260 e mutasse nome in Santa Maria del Fiore; e per cio fare per ogni uomo ch'era
: in Firenze si ponesse due soldi Tanno e per ogni entrata denari quattro per lira.
RuBRicA 206* — Come^ in Firenze dierono danari al Vicario dello 'mferatore, ■perche si -par- /., m, 71
tisse dal -paese.
Ad Arezzo venne della Magna un gentlle uomo, messer Gianni di Celona per Vicario
.' di Alberto d'0sterlich, il quale avendo fatta guerra contro i Guelfi, per cacciarlo sl gli fu
dato fiorini 30 000 d'oro ; e fu questa volta la prima che i Fiorentini si cominciarono a ri-
comperare dalli forestieri; e ci6 fu negli anni del Signore 1294.
RuBRicA 207* — ^esti sono i Priori da mezzo febbraio 12^3 a mezzo febbraio 12^4.:
Martino di Bonaiuto Cingo degli Altoviti, gonf. di lustizia
3 Pacino de' Peruzzi . Ser Marco Consigli, loro notaio.
Michele Angelotti
Chiaro di Salvi Caruccio del Verre
Guido del Bianco Lapo Benefaffi
Ugolino del Zampa Lippo di Salvaterra
l Rosso dello Strozza, gonfaloniere di lustizia Gherardino di loanni
Ser Bindo Cambi; loro notaio. Ruggieri Cardinali
Gherardino di Diedato
' Mongia' del Rosso delle Botte Davizo di Ranieri Davizi, gonf. di lustizia '- "•• "
Michele di Riccialbano Ser Lapo Cinghietti, loro notaio.
\ Arrigo di Marcovaldo
Cesso di Buoninsegna Cione del Rosso
j Pecora di loanni Taldo di messer Maffeo Tedaldi
I Gaddo di Passavante Ser Caccia de' Bonciani
19-30. larga braccia 157 e lunga 260] larga braccia 73 e lunga a6o /.; larga e lunga e mutasse A, — 35. d'0-
•terllch] Starlich /.; SterUch G.
74 CRONACA FIORENTINA [AA. 1245-12961
Bartolo Buere Bianciardo di Toricca
Ricco de' Falconetti Bonaccio Ottobuoni, gonfaloniere di lustizia
Ciuto di aer Manetto Pinzocheri Ser Manno di Talento, loro notaio.
Betto di Rinaldo, gonfaloniere di lustizia
Ser Federigo di ser Palmieri iudice da Qua- Filippo del Lombardo
rantola, loro notaio. Ricco da Ghiacceto
Corso del Fomaio de' Fibianchi
/.. 111, TJ Vanni' del Coppia Adimare di Rota
Lippo di Falco Cambi Stefano del Buono
Cino Diotaiuti della Badessa Nero Cambi
Lapo d'Uberto Ubertini Pacino d'Angiolieri, gonfaloniere di lustizia
Tedice Manovelli .^ Ser Tancredi di ser Bencivenni, loro notaio.
RuBRiCA 208* — Come i Grandi vollono rom-pere il Pofolo, ed i Priori ebbono compagnia
■perckh non -potcssono Jar male.
Come detto h per Tastuzia de' Grandi, li quali pigliavano piu del campo che non vo-
leano i Popolani minori, aveano ogni volta li Priori a lor posta e sempre gente che favo-
reggiavano i Grandi; di che avvenne che il Priorato da mezzo giugno infino a mezzo ago- 1
/., III, 74 sto 1295, che furono Vanni Ugolini ed i' compagni, si parve che con loro consentimento ?
Grandi 8'armarono per voler levare gli ordini della lustizia, e feciono tre schiere tutti ar-
mati con armi reali. Fu messer Forese Adimari capo d'una, e fu suUa piazza di S. loanni
schierato. Fu Oltrarno messer Vanni de' Mozzi; ed in Mercato nuovo la terza ove fu mes- ,
ser Geri Spina capitano. II Popolo s'arm6 e subito furono in sulla casa de' Priori, che era '
drieto a S. Brocolo, e quivi dierono sei compagni a' Priori per modo accompagnati, che
non si sarebbono li Priori potuti ire a negare se avessono voluto, e stettonvi tutto il loro 1
uficio; 11 quali furono questi: messer Guido Canigiani, Rosso de' Bacherelli, Stefano di Bo- :!
naiuto de' Bonaiuti, Boninsegna de' Beccanugi, Passa Finiguerre e ser Arrigo de' Rocchi; e
poi schierati si partirono e andaronne a S. loanni, e domandarono i Grandi quello che vo-
lessono. I Grandi non si vidono seguire come credettono, e mezzani furono, e corressesi in ,,
piccola parte 11 statuti della lustizia, ed alFaltro Priorato si torn6 come s'era, e disarmossi
la brigata senz'altra novitk; e ci6 fu a' di 5 di luglio negli anni del Signore 1295.
/., III, 75 RuBRicA 209. — Come' furon fatte certe famiglie di Grandi po-polane.
Veduto il Popolo Tardire de' Grandi, e pensando d'arrecare a s^ gente ed a loro tor-
mento, si ordinarono di fare certe famiglie grandi popolane ; e cio fu deiranno 1295. Le
famiglie che furono fatte popolane, sono queste:
RuBRlCA 210' — ^testi sono i Priori da mezzo febbraio 12^4 a mezzo febbraio 12^5:
Lippo del Velluto Gherardo Lupicini, gonfaloniere di lustizia
Bachino di loanni, tavernaio Ser Andrea di ser Filippo Sapiti, loro notaio.
Gheri di Paganetto
Bartolo d'Orlandino Lippo dl Ranuccio
Messer Andrea da Cerreto, iudice Messer Ranieri della Gattaia, iudice
Lotto del Migliore Naddo di Segna
a8. credettono, e mezzani] credettono i mezzani G.; /orse cedettono i mezzani
[AA. 1296-1297]
c^oNaca FIORENTINA
75
Cecco' di Ciaio Ristori
Piero di Borgo
Maestro Durante, medico
Nuto de' Marignoli, gonfaloniere di lustizia.
Ser loanni di lacopo da Signa, loro notaio.
Vanni d' Ugolino
Migliore Ildebrandini
Messer Palmieri, degli Altoviti, iudice
1 Palma di Bernardo Anselmi
Messer Guccio di Ruggieri, medico ,
Passa Finiguerre
Vieri Falchi Baldovini, gonf aloniere di lustizia
Ser Chello Uberti Baldovini, loro notaio.
1
Cino di Diotisalvi
Neri di messer lacopo del Giudice
Ser Benincasa d' Oddo d'Altomena
Salvi del Chiaro Girolami
Bindo d'Aldobrandino del Tasso
Piero di Guadagno
Caro di Rustico de' Cantori, gonfaloniere di
lustizia
Ser Lapo di Bartolo da Sesto, loro notaio.
Coppo di Giuseppe Canigiani
Borghese di Migliorato
Guccio di Diotaiuti della Badessa
loanni d'Attaviano
Messer' Aldobrando da Cerreto
Messer Folco, medico, di maestro Giovanni
Neri Corsini, gonfaloniere di lustizia
Ser Buono di Gianni da Ugnano, loro notaio.
Lapo di Bonaiuto
Berto di Manetto Ferraccini
Messer Niccola degli Acciaiuoli, iudice
Pagno di Gherardo Bordoni
Borgo di Rinaldo
Lapo di Gherardino
Cambio Aldobrandini di Bellincione, gonfa-
loniere di lustizia
Ser Bellincione di Diedati Cacciafuori, loro
notaio.
/.. 111, 76
Priori da mezzo febbraio 12^5 a mezzo febbraio I2g6 :
Tingo Barbadori
Maestro Fagno, medico
Gentile di messer Oddone Altoviti
Messer Ubertino dello Strozza, iudice
Arrigo' Lapi Arrighi
Cino Ricevuti
Lando Albizi
Ardingo di Bonaiuti de' Medici, gonfaloniere di
lustizia
Ser Pino da Signa, loro notaio.
Nosso Guidi Bonafede
Messer Lapo Salterelli, dottore di leggi
Tignoso Bellandi
Ammannato di Rota Ammannati
Amadore Ridolfi
Megliore Guadagni
Cante Guidalotti, gonfaloniere di lustizia
Ser Andrea di ser Filippo Sapiti, loro notaio.
Boninsegna Rugerini
Alberto di messer lacopo del Giudice
Simone Benci
Maso di messer Rugerino Minerbetti
Messer Donato iudice di messer Alberto
Manno Rocchi
Lapo di Ammonito de' Minutoli, gonfaloniere
di lustizia
Ser Oddo di ser Benincasa da Altomena, loro
notaio.
Messer Loteringo da Montespertoli, iudice
Lotto di Guidone Malabocca de' Mancini
Simone di Gherardo del Bello
Manno' Attaviani
Vieri del Bello Rondinelli
Michele Rigattiere di Benivieni
Cino Colti, gonfaloniere di lustizia
Ser Ranieri Salvi da Vinci, loro notaio.
Boninsegna Angiolini de' Malchiavelli
Teo Bentaccorda ,
Bizzo di Cambio Alberti
Duccio Belcari
Inamo de' Russoli
Sere Spigliato Aldobrandini
Spinello di Ranieri Girolami, gonfaloniere di
lustizia
Ser Rinaldo di lacopo da Signa, loro notaio.
Pela Gualducci
/., iii, 77
/., III, 7J
/;, in, 79
76
CRONACA FIORENTINA
[AA. 13^7-1296]
Lapo di Bene Faffi
Duto di Bindo della Badessa
Puccio di Benvenuto
Nello di Ranuccio
Geri di scr Pace
Duccio di Palla Bernardino, gonfaloniere di
lustizia
Ser Chello d'Uberto Baldovini, loro notaio.
RuBRiCA 210 bis. — Ordine de' Grandi fer mettere discordia.
Missono i Grandi discrezia tra Popolani in questo modo, dicendo che non era convene-
venole che chi non avevano f ondato Firenze la reggessono, perocchfe gH artefici erano gente
veniticcia, e cosl per guadagnare dagli scandali ogni dl ne perdevano, come innanzi appa-
riri; ma pure lo Priorato fu un poco di piu gente grassa negli anni 1297.
/., III, 80
Priori da mezzo febhraio 12^6 fino a mczzo febbraio izgj .
Messer lacopo da Certaldo, iudice
Duccio Magalotti
Valore Rimbaldi
Chiaro' Salvi del Chiaro
Lapo Bencivenni, legnaiuolo
Feo di messer Buonfantino
Lippo Manni, gonfaloniere di lustizia
Ser Bonafede Buoncompagni da Certognano,
loro notaio.
Giovanni Siminetti
Ser Guido da Turicchio
Nello Diotaiuti Galigaio
Ricco Arlotti
Tedice Manovelli
Ricco degli Albizi
Cere di Piloso de' Canigiani, gonfaloniere di
lustizia
Ser Manno Talenti da Sesto, loro notaio.
/., III, 81
Rosso Filighemi
Duccio di Giannni Bucelli
Vanni Angelotti
Adimare di Rota
Ser Arrigo Grazia
Baccio Burnetti
Pacino Peruzzi, gonfaloniere di lustizia
Ser Bindo Cambi, loro notaio.
Lapo d' Ugolino Benivieni
Venedico de' Pretasini
Arrigo Marcovaldi
Corso Borghi
Messer Andrea da Cerreto, iudice
Gaddo' Passavanti
Ser Arrlgo de' Rocchi, gonfaloniere di lustizia
Ser Bindo di ser Guicciardo de' Magnoli, loro
notaio.
Teo Bardi
Messer Giovanni Rustichelli, iudice
Ser medico Aliotti
Francesco di Ciaio Ristori
Betto Rinaldi
Ciuto di ser Manetto
Pagno dello Strozza, gonfaloniere di lustizia
Ser Matteo di Beliotto da Sesto, loro notaio.
Lippo Rinucci
Sinibaldo Megliori
Messer Palmieri degli Altoviti
Corso Gugliehni
Nuto de' Marignolli
Maestro Cambio di maestro Salvi
Lapo di Guazza Ulivieri, gonfaloniere di lu-
stizia 3:
Ser Pino Biechi da Signa, loro notaio.
3t
/., III, 82
RuBRiCA 211* — Come si fece il falagio di Priori di Fircnze.
Per la novitk della elezione de' Priori che cominciavano, in Firenze ogni dl i Priori
non parevano sicuri nella lor casa , il perchfe si diliber5 ' che si f acesse un palagio, il quale
si fece sul terreno allato alle disfatte degli Uberti; e ci6 fu negli anni del Signore 1298. 40
%. ^ueaia rtibrica manca in G. ed in I,, la ricavo da A,
[AA. 1298-1300]
CRONACA FIORENTINA
77
RuBRiCA 212* — ^esti sono i Priori delV auno izgy a mezzo febhraio I2q8:
Diotaiuti del Velluto
Messer Guatieri da Ghanghereto
Caroccio d' Ugo Buonaccolti
■ Girolamo di Salvi del Chiaro
Durante di Ricovero, tavemaio
Lapo di messer Buonfantino
Mannino degli Acciaiuoli, gonfaloniere di lu-
stizia
I» Ser Filippo di lacopo da Villamagna, loro
notaio.
Casino di Sassino Benincasa
Messer Caro di Ser Venisti, iudice
Borghino del Bieco Baldovinetti
Ristoro di Spede
Geri di Cardinale
Manno d'Arrigo de' Rocchi
Borghese di Migliorato, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Lapo di ser Alberto Amizzini, loro no-
taio.
Cione di Benintendi
Recco di Torre da Ghiacceto
Neri d'Aldobrandino Bellincioni
Cesso di Boninsegna de' Beccanugi
Piero Manzuolo di Borgo
Messer Baldo d'Aguglione, iudice
Pagno di Gherardo Bordoni, gonfaloniere di
lustizia
Ser Ranieri di Tolomeo, loro notaio.
Lapo di Bonaiuto
Alberto del Giudice
Messer Rinieri del Forese, iudice
Maestro loanni di Lapo Guiglielmi
Corso di messer Alberto Ristori
Durante di Donato di Rittafede
Andrea di Guido de' Ricci, gonfaloniere di
lustizia
Ser Orlandino di Nino Biliotti, loro notaio.
Ser Simone di Guidalotto
Manetto di Bentaccorda
Corso' di Bonaccorso
Palla di Bernardo Anselmi
5 Dino vocato Pecora di Gianni
Maestro Salvi medico di Ciuto
, Lapo di Giambono degli Orciolini, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Andrea di ser Filippo Sapiti, loro notaio.
Boninsegna' Angiolini Malchiavelli
Cione de' Magalotti
Gentile di messer Oddo Altoviti
Pietro di Buonavolta
Messer Matteo del Canto
Lando degli Albizi
Guccio di Bonagiunta de' Medici, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Barone Aliotti da Signa, loro notaio.
/., lU, 83
/., m, 84
0 RuBRiCA 213* — Come i Fiorentini cominciorono il terzo cerchio dellc mura in Firenze, fer-
che le altre mura antiche erano rotte.
Gli anni del Signore 1299 del mese di novembre essendo la cittk di Firenze in pace
c le mercanzie stavano in lavoro e guadagno, Firenze non era murata, ma solo erano le
porte, come h narrato adrieto rubrica 165* nelFanno 1284 con alcuno steccato, Taltre mura
i5 antiche erano rotte e disfatte. Pensando quanto potrebbe gittare mala ragione di guerra
jj la elezione di due Imperadori ch' erano eletti e la guerra di Sicilia, si ordinarono di far
f chiudere di mura Firenze; e cosi si fece con grandi ordini e con molta sollecitudine come
a tal cosa si conveniva.
RuBRicA 214* — ^esti' sono i Priori da mczzo fcbbraio 12^8 a mezzo febbraio I2gg:
0 Corsello di Michele
Berto Manetti Ferraccini
loanni di Benci Manovelli
Messer Ubertino dello Strozza, iudice
/., MI, iS
33. e le mercanzie davano al Popolo lavorio c guadagno G,
78
CRONACA FIORENTINA
[A. 1300]
/., III, S6
/., III, 87
Aldobrandino Mariti da Cerreto
Piero di Guadagno
Lapo di Talento de' Bucelli, gonfaloniere di
lustizia
Ser loanni di lacopo da Signa, loro notaio.
Messer lacopo da Certaldo, dottore di leggi
Lippo de' Bencivenni de' Mancini
Saggina di Filippo
loanni d'Attaviano
Vieri de' Rondinelli
Tencino d'Acerbo
Borgo di Rinaldo, gonfaloniere di lustizia
Ser Bonsignore Ostigiani, loro notaio.
Metto di Biliotto
Tano di Mico de' Baroncelli
Tignoso Bellandi
Ammannato di Rota Ammannati
Ricco di Davanzo
Riscosso di Bonifazio
Durante' di Messer Bonfantino, gonfaloniere
di lustizia
Ser Chello d'Oberto Baldovini, loro notaio.
Gherardino de' Velluti
Maso de' Peruzzi
Messer Niccola degli Acciaiuoli, iudice
Marino d'Orlando
Lippo di Manno
Lapo di Gianiano de' Romaldelli
Niccol6 di Donato Ardinghelli, gonfaloniere
di lustizia
Ser Ridolfo di Filippo Pretassini, loro notaio.
Rosso Filigherni 1
Michele di ser lacopo Riccialbani
Cino di Diotaiuti della Badessa
Vanni di Puccio Benvenuti
Cione di Baldovino
Geri di ser Pace 1
Tuccio di Ferruccio, gonfaloniere di lustizia
Ser Matteo Biliotti, loro notaio.
Lapo di Ammonito de' Minutoli
Donato di Lamberto deirAntella
Arrigo di Marcovaldo
Bartolo Buere
Messer Donato di messer Alberto Ristori
Lapo' Biondo di Bencio
Cecco di Ciaio Ristori gonfaloniere di lustizia 2\
Ser Rinieri di Salvi da Vinci, loro notaio.
RuBRiCA 215* — Come fa-pa Bomfazio VIII ordinb il ferdono del giubileo del ijoo di colfa
e di fena in Roma.
Papa Bonifazio ottavo pensando quanto era la difficultk del perdono de' peccati, e quanta
potrebbe essere la misericordia di Dio pregato da' Santi che fussero visitati, ordinb che
vegnente Natale, cio^ Tanno del centesimo, e poi ogni anno seguente che aggiugnesse al 3(
centesimo anno, che qualunque persona andasse a visitare le chiese della cittk di Roma e
per quindici di continui stesse in Roma, gli fusse perdonato colpa e pena, si veramente
ch' e' fusse confesso e pentuto de' suoi peccati; e li Romani, perchfe sono in Roma, doves-
sono f are la visitazione trenta di ; ed ordino che ogni di solenne di quello anno si mostrasse
il Sudario del nostro Signore Gtesu Cristo, ed oltre a' di solenni ogni venerdi d'ogni setti- 35
mana per piu divozione.
/., Lib. IV, I RuBRicA 216* — Come si comiticib da frima le farti nera e bianca.
La giunta della maladizione d' Italia delle parti, e spezialmente quella della citta di Fi-
I renze, fu parte nera e bianca, siccome aggiunta di cibo cattivo che si pone sopra lo sto-
maco debole, pieno d'aItro cibo, che corrompe Tuno Taltro. Aggiunsesi adunque la parte 4C
nera e bianca airaltra maladizione di Guelfi e Ghibellini e di quella parte che Tuna e
Taltra hanno guasta e divisa la nostra cittk di Firenze. Ma pure quella Ghibellina e Guelfa
39-40. siccome . . . l'altro] siccome agglunta di clbo rh' h buono che si pone sopra al debole stomaco sopra al-
1'Altro cibo che corrompe Tuno e Taltro G.
[A. 1300] CRONACA FIORENTINA 79
dura ancora, che volesse Iddio per sua pieti finisse senza piu male seguirne. Venne adun-
que la parte nera e bianca in questa forma, che essendo in Pistoia una'famiglia la quale /.. iv, 2
passava per numero pivi di cento uomini d'arme, non per6 d'antichitk grande, ma di pos-
sanza, d'avere e di persone quanto h detto e d'amicizia assai, H quali discesono d'uno ser
fCancellieri notaio, e da lui aveano nome ritenuto Cancellieri, il nome di schiatta; di che
ne discesono di due donne figliuoli che feciono lo numero in questo di centosette uomini
d'anne ; e Tuna discensione fu della donna che si chiamo madonna Bianca, e quelli che di
lei discesono furono detti Cancellieri Bianchi; di che per opposito gli altri si dissono Can-
cellieri Neri; e fu divisione da loro per lo partire et come detto b per le due donne ma
Kpure erano discesi Grandi, ed insieme infino a questo di si conteneano con gli detti nomi.
Addivenne, come il nimico della umana generazione vuole, che giucando Tuno coiraltro
■ uno figliuolo di messer Guiglielmo Cancellieri Neri, il quale avea nome Lore, fedi un figliuolo
di messer Bertacca Cancellieri Bianchi. Tornato messer Guiglielmo a casa, sentendo la cosa,
Inon faccendo di questo stima grande altro che di riprendere il figliuolo, e si gli disse: " Va'
t' " a messer Bertacca e chiedigli perdono, e vuoglia pregare il figHuolo che ancora egli perdoni
" a te „ ; e mando seco un vicino, dicendo che se simile a lui fusse intervenuto, si sarebbe con-
tro al perdonare fatto'. II figliuolo ubbidi al padre, giunse a casa di messer Bertacca, lo /, iv, 3
quale era addolorato del figliuolo ferito. Udito costui, disse: " Tu fosti poco savio a vecirci,
, e tuo padre a mandartici „. Di che essendo nella sua casa il terreno allato ad una sua stalla,
2 ov' era una mangiatoia, lo f ece prendere, e f ecegli tagliare la mano, e dissegli : " Porta la
"mano al tuo padre che qua t' ha mandato„. II giovane cosi concio si parti e tornossi al
suo padre. Quando il padre il -vide, allora, come ragionevolmente essere dovea, di simile
: cosa entro nelFarme egli ed i suoi ; di che molte zuffe ne seguirono, e d'una parte e d'altra
ne mori, e la citta di Pistoia se ne divise. II Comune di Pistoia fece i capi de' Bianchi e
2 Neri venire a Firenze, e chi piu era da far fatti si gli confinarono in Fii^enze, acciocchfe
non mettessono la cittk, che gia tutta era divisa, in ruina. Erano i Cancellieri, come e
detto, di grande ricchezza e stato e non di si poco che in Firenze non avessero di grandi
parentadi e con migliori cittadini di Firenze, e Tamicizie come i parentadi. Di che venuti
a Firenze Tuna parte, cioe quelli Bianchi, si ridussono in casa i loro parenti ed in vici-
3 nanza, e cio fu a casa i Cerchi, che stavano nel Garbo. Quelli della parte nera si ripa-
rarono a casa i Frescobaldi in lo Fondaccio appie del ponte a S. Trinita; e' fu questa la /., iv, 4
, seconda mala gramigna che si allevo nella citth di Firenze, imperocchfe come s' erano divisi
' in Pistoia i Pistolesi ad aiutare chi Tuno e chi Taltro, quello e peggio si fece in Firenze
per tanto che poche schiatte di Guelfi o Popolani ebbe in Firenze che non pigliassono
i parte chi del^una e chi deiraltra. E ci6 fu che comincio questa maladizione in Pistoia
ed in Firenze negli anni del Signore 1300.
RuBRicA 217'' — Comc si comincih in Fircnze farti bianca e nera il -percke, chi teneva dal-
Vuna c chi daWaltra.
Erano in Firenze, come e detto, li Pistolesi bianchi in casa i Cerchi; di che essendo
|) in casa messer Vieri de' Cerchi la mattina di S. Giorgio a' dl 23 del mese d'aprile, ed
essendo una moglie di messer Filippo de' Bianchi ed una moglie di Bernardo Donati, met-
, tendole a tavola insieme, disse Vieri alla donna sua: " Non far cosl, che non sono d' uno
] animo, tramezza chicchessia „. Disse la moglie di Bemardo: " Messere voi fate una gran
" villania a farmi amici di parte e nimici di persona ; io ho voglia di andarne fuori „ ; di
; 10. si conteneano] si contentavano A, — 12. llquale... figliuolo] il quale avea nomc Lanfredi con quistione
I dette delle busse al figliuolo O. II nome Lanfredi e sorto pcr errore dalla fusione probaHlmente delle farole Lore, fedi.
I Lb Istorie pisTOLBsi (Firenzc, Stamperia di S. Altezza Reale 1733) invece di Lore riporiano il nome Dore —
I 24. / Codici hanno fer errore comune, che si rifete anche in I. Firenze in luogo di Pistoia, come ho corretto. — 43-44.
I; voi fate . . . persona] voi fate gran viliania a far mc o i mia di parte c nimici di persona OV, voi fate una gran
80 CRONACA FIORENTINA (A. laoo)
che la mogHe di messer Vieri disse : " E tu te ne va„. E se non fuase messer Vieri, ella si
partia, che la prese, ma nondimeno come f emmina che poco usb cortesia, disse : " Ora
"m'avete fatta la seconda vergogna, ch' fe gran villania a cercare le donne,. Messer Vieri,
contuttocchfe fuBse savio cavaliere, disse: " Bene sono il diavolo le femmine„, ed ando pih .
oltre e lasciolla. Comecchfe il fatto s^andasse, messer Vieri 8'aizzava per lo adrieto co' i
Donati, perocchfe come fe cattiva usanza in gli antichi proverbi si dice che i vicini si vo-
gliono di rado buon bene. Torn6 a casa la donna, e disse piu \k che non era stata la fac- '
cenda; di che nacque che Bernardo era superbo per la famiglia e sdegnoso per gli uffid
che non avea contra' Cerchi, che erano di mag^ore stato d' uomini di Firenze d' uficio e
di parentado e di danari, erano superbi assai, di che v' avea che dire; di che nacque che (
dolendosi Bernardo di messer Vieri, quegli avendolo a sdegno dovette dire : " La cosa che '
" disse la moglie fu forte appensata; chfe fastidio h questo „ ; volgendosi verso un suo nipote, ;
quegli rispuose a Bernardo: "Di, che sei tu malmenato „. E se non fusse messer Vieri, Ber-
nardo era morto; e pur cosi ebbe delle buone di nuovo. Tomato a casa assali uno de'
Cerchi col coltello e ferillo alquanto, ch^ '1 trovo da casa sua, perocch' erano sl vicini che '
Tuno sempre era a casa raltro. Di che per questa cagione s' ingrossarono gli animi Tuno
contro Taltro e seguinne briga che Tuno si guardava dall'altro. Ed in effetto essendo il
dl di calendi di maggio nel 1300, facendosi feste come si fanno a Firenze di donne e
d'uomini con piCi balli nelle chiese e in sulle piazze, in sulla piazza della chiesa di S. Tri-
nita v'arriv6 a cavallo una brigata di giovani de' Cerchi armati che si guardavano da' Do- I
nati, ed erano iti per Firenze vedendo le feste. Stando a vedere cosi a cavallo, sopra^-
venne quella brigata de' Donati, e non veggendo i Cerchi che vennono loro di drieto, i [
Donati aveano a ricevere, si spinsono loro addosso co' cavalli per vedere e non per ingiu-
ria, perocchfe non sapeano che ivi fossono i Cerchi. Veggendosi i Cerchi spignere altrimenti i
si rivolsono e feciono romore ; dal romore airarme; qui furono de' feriti di qua e di Ik; i
ma pure a uno de' Cerchi, che si chiamava Ricovero, venne un colpo sulla pianella e discese
giu e portonne il naso in parte; e fu tale la zuffa che quasi ogni uomo prese Tarme, e
costoro ciascuno prese Tarme, e ritomoronsi in casa. Erano in la veduta stata del ballo a
compagnia delFuna parte e deiraltra de' cittadini di molte case, le quali chi a offesa e chi |
a difesa avea tenuto, che chi vi fu offeso si tenne offeso da chi vi puose favore; e cosi e i
converso. Le case che poi s'accostarono colle due famiglie furono queste, perch^ furono
i Cerchi parenti de' Bianchi e di loro fanti, ciofe de' Cancellieri Bianchi, che si dissono '
parte bianca. E cosi i Donati si dissono parte nera. Quelli che tennono co' Cerchi e
parte bianca sono questi: Mozzi, parte di famiglia Nerli, Mannelli, Frescobaldi e Bardi e
Rossi, il Baschiera della Tosa con tutto il suo lato, gli Abati tutti, gli Adimari, salvo il lato i
dei Cavecciuli, Malespini, Scali, Falconieri, parte di sei famiglie, cio furono Gherardini, Bo- |
stichi, Giandonati, Pigli, Vecchietti, Arrigucci, Cavalcanti. Molti de' popolani minuti e
quasi tutti i Ghibellini di Firenze tennono con loro e parte bianca. Della parte nera con
gli Donati si furono i Buondalmonti, Gianfigliazzi, Brunelleschi, Agli, Acciaiuoli, Manieri,
Bagnesi, Tornaquinci, Bisdomini, Spini, Pazzi con tutte Taltre case che non furono intere I
accostate co' Cerchi e quasi tutte le famiglie guelfe della citt^ di Firenze.
RuBRiCA 218* — Comc i Fiorcntini mandarono a ■pafa Bonifazio che f^rowedesse alla novita ;
incominciata accib non andasse 'piu innanzi e al fcggio.
II Comune e Popolo di Firenze di concordia mandarono a papa Bonifazio che mettesse ,
rimedio a queste cose; di che il Papa mando per messer Vieri credendo che perch' egli i
vjllania a far me o i miei di parte o nimici di persona /. Si osservi cke le lettere o i miei accostate fossono dar luogo
alla farola amici. L,a scomposizione delle leitere fatta dal copista frobabilmente ia frodotto la varicuiie notata, epperi ,
ho adottata la lez, di A. — 3. cercare le donne] toccare le donnc A. — 7, buon bene] buoni beni A. ; a rado buoni ;
anni /. — 12. appensata] appressata G. — 13. a Bernardo e disse: " Di 6'. — 14. nuovo] mano A. — 36. Scali] Galii & j
[AA. 1300-1301] CRONACA FIORENTINA 81
era mercatante in Roma e in molte altre Terre f acea gran mercatanzia ch'egli lo ubbidisse ;
e si lo ' prego f acesse di questo quello volesse, e promissegli di f argli f are pace onorevole e /., iv, 8
d'aggrandire lui ed i suoi. Messer Vieri non volle assentire, di che ne fu ripreso assai, e
pur torno a casa e non segui pace; e la cittk, Grandi e Popolani, tutta divisa in la male-
Sdetta parte bianca e nera; e cosi la citta ed il contado si contamin5 d'esse parti.
RuBRicA 219* — Come i Cafitani di Partc Guelfa mandarono al Pafa, ed egli mando a loro.
Perchfe il Papa era stato principio di dare Tarme a' Guelfi, che sempre seguirono la
Chiesa, si mossono ambasciata al Papa, il quale a petizione loro e de' Neri mando in Fi-
renze uno frate Matteo d'Acquasparta deirOrdine de' Frati di S. Francesco cardinale con
Glegazione, che era valente uomo, e volendo ordinare la citta non pot^ ottenere balia, per-
chfe i Bianchi temerono non avevano avere male stato, perch^ i Neri erano iti al Papa; e
cosi sdegnato il Cardinale si parti, e scumunico la cittk e interdissela; e cio fu negli anni
del Signor 1300 di giugno.
K.UBRICA 220* — Come i Donati e i Cerchi ebbono zuffa insieme fer trovarsi a caso a uno mortorio.
5 Essendo i Cerchi ed i Donati in compagnia ciascuno de' capi delle sette loro iti' ad /., iv, 9
uno morto Oltrarno, ove molti cittadini erano, i Cerchi v'erano prima, i Donati venneno poi,
non sappiendo de' Cerchi, nh dove si fossono; portoUi la ventura l'andare in quella parte.
Di che nacque che i Cerchi veggendo venire costoro, e coloro trovandosi tra loro, sl si tras-
5ono fuori i ferri. II Popolo, che era al morto, alterato, trassono con istanghe e divi-
05ono, e ciascuna delle parti se n' ando a casa armare e richiedere gli amici ed i pa-
lenti, ed ultimamente i capi e gli armigeri dell' una parte e dall' altra si si andarono alla
ioro parte ; di che i Donati si ridussono a casa messer Corso a S. Piero Maggiore per non
isssere attorniati se '1 Popolo facesse romore, il quale per parte tenea co' Cerchi, la mag-
^or parte, perchfe erano i piu mercatanti. I Cerchi veggendosi bene accompagnati schie-
5rati se ne andarono a S. Piero Maggiore, ed ultimamente furono ricacciati, e dov'eglino si
predettono vendicare, aggiunsono all' onta. E cio fu negli anni del Signore 1300 di dicembre.
RuBRicA 22 P — D'un'altra mischia si fccc tra i Donati c i Cerchi a Rcmole, c cotnc furono
condannati e messi in frigionc.
Poi del mese di gennaio del detto anno andati in Valdisieve i Cerchi a loro possessio-
i Donati sappiendo la tornata di costoro, e non parendo loro convenevole' ch'e' passas- /., iv, lo
iono ' appi^ di casa loro, ed a coloro non parendo onesto avere a girare un gran paese a
:ornare a Firenze, nh eziandio torcere la loro via, se ne vennono appi^ delle Pieve a Re-
nole, ove i Donati feciono risistenza, e pure fra Tuna parte e Taltra fu contenzione che
ce n'ebbe de' feriti; pure passarono i Cerchi sanza guadagnare troppo, di che fue proce-
5duto da' Rettori, e condennata Tuna parte e Taltra; di che i principali ch'erano stati con-
dennati per la zuffa passata de' Donati si erano in prigione, e non aveano pagata la con-
iennagione, sperando o per pace o per grazia uscirne e non volere impoverire di che erano
ricchi da pagare troppo. I Cerchi aveano pagato, et a questa condennagione i Cerchi vol-
lono che cosl facessono i loro, come che avessono da pagare e stare alla dura con loro.
OStando in prigione per lo berlingaccio, i soprastanti mangiando di brigata con questi Cer-
1
|I 4. e la citta, Grandi e Popolani] e la citt^ grande di Popolo G.; e la citti grandi e Popolo /. ; — ii. te-
Tierono non avevano] temettono non avere A.; temerono avere /, — i6. v'erano . . . pol] T'erano prima. I Do-
'lati vegnendo /. — 19. alterato] abiurato A. — 33. contenzione] di condizione /.
T. XXX, p. I - 6.
82
CRONACA FIORENTINA
(AA. 1300-1301]
chi e con altri, si mangi6 un migliaccio, il quale tenea di veleno; di che di ci6 morirono
quattro de' Cerchi ed uno de' Portinari ed uno de' Bronci. E di tutto fue incolpato uno
sopraatante, nome ser Neri Abati, ch'era della parte de' DonatL
RuBRiCA 221' 3/5' — ^icsii sono i Priori da mezzo fehbraio izgg a 1300 i
I., IV, 13 Maestro Lapo del maestro Rinuccino, medico
Spinello di Girolamo
Naldo di messer Ugo Altoviti
Bartolo Orlandini
loanni di Lapo de' Ruffoli
Gaddo di Forese de' Falconieri
Filippo Rinucci, gonfaloniere di lustizia
Ser Maffeo di Lapo Rinieri, loro notaio.
Noffo di Guido
Neri di messer lacopo del Giudice
Nello d'Arrighetto Doni
Bindo di Donato Bilenchi
Ricco Falconetti
Dante Alighieri
Fazio da Micciole, gonfaloniere di lustizia
Ser Aldobrandino d' Uguiccione da Campi,
loro notaio.
Nagio' di Nagio
Messer Lapo Salterelli, iudice
Michele Angelotti
Vanni Torelli
Nuto MarignoIIi
Gherardino Diedati
Guido Ubaldini da Signa, gonfaloniere di
lustizia
Ser Bondone Cambi, loro notaio.
Corso Davanzi
Bacherello Bacherelli
Cione D'Arrigo Paradisi
Ammannato di Prospero
Rinaldo di Buonacosa
Villano di Stoldo
Taldo di Maffeo Tedaldi, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Alone di Guccio Aloni, loro notaio.
/.. v:, U
Cere Canigiani
Guccio Filippi
Senno Rinuccini
Monpuccio di Salvi del Chiaro
Recco di Lapo Arrighi
Davizzino di Rinieri de' Davizzi
Braccino ' di messer Albizo Trinciavelli, gon-
faloniere di lustizia
Ser Rinieri Tolomei, loro notaio.
Vanni Ugolini
Buonaguida di Ranieri
Lippo di Tracca
Guiglielmo Stracciabende
Messer Dogio dal Borgo, iudice
Maccio Ardinghi
Orlanduccio d'Orlando, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Petraccolo di ser Parenzi, loro notaio.
/., jv, II RuBRiCA 222' — lyuna' congiura chefcce messer Corso Donati con Vaiuto d^ Neri contra la
farte hianca ed il Po-polo.
In questo anno del mese di gennaio messer Corso Donati coiraiuto de' capitani della
Parte Guelfa ch'erano allora Neri e di parte nera, si ragunarono a consiglio, e delibera-
rono di mandare ambasciadori al papa Bonifazio, perocchfe per isdegno era male amico de'
Bianchi si per la disdetta di messer Vieri e sl per la venuta del Cardinale che rimase la
concordia de' Bianchi; la quale ambasciata era che il Papa movesse un signore guelfo a
venire in Firenze. E cosl ordinato, i caporali Bianchi ordinarono col capitano che facesse
giustizia di quegli che aveano voluto turbare lo stato e dare signore alla cittk, il quale fu
4. Questa rubrica ia 2. porta la segnatura 322 "', ma per l'ordine cronologico i'ho collocata prima della
222*; tale collocazione fe giustificata anche da ci6 che fe detto a principio della rubrica 223*. — 32. con rArdito
de' Neri I. — 31;. parte nera, si ragunarono] Parte Nera, che quasi tuttl i Guelfi favoreggiavano specialmente U
Parte Nera ragunaronsi A, — 36. amico omm, /.
[A. 1301] CRONACA FIORENTINA 83
per modo che messer Corso ebbe bando deiravere e della persona, ed altxi condennati in mo-
neta, e cosi ne confino Bianchi e Neri, i quali f urono questi : Li Bianchi furono questi confinati
in Sarezzana, ciofe :
Messer Tegghiaio della casa dei Donati
) Messer Gentile della casa de' Cerchi
Carbone della casa dei Cerchi
Baschiera della casa della Tosa
Baldinaccio Adimari
Naddo ' della casa de' Gherardini /., iv, 12
) Guido della casa de' Cavalcanti
Giovanni Malespini
Neri confinati a Citta di Castello:
Sinibaldo della casa de' Donati . .
Messer Rosso della Tosa
) Messer Pazzino, ^ 1 , , p ,
Messer Giachinotto /
Messer Geri degli Spini.
E cosi condennati e confinati, la cittk si riposo tanto quanto lo Papa peno a far venire signore.
RuBRicA 223" — Come fer la -partita di mcsser Corso lo Pafa mando in Franza fer messer
;) Filiffo di Valosa.
Nel detto anno 1300 di febbraio messer Corso partito per lo bando ricevuto', come h /., iv, 15
fatta menzione nel precedente capitolo, se n'and6 a Roma al papa Bonifazioj e messer Geri
Spina, il quale era in Roma col Papa il tutto, si mando in Francia per messer Carlo di Va-
losa, uomo di senno e di potenzia e fratello del Re di Francia con impromissione, s'egli
ij5 volesse scendere in Italia, gli farebbe dare la elezione dello Imperio, stimando che ogni
|{ volta ch'egli fosse nelle citta d' Italia, ogni volta le f amiglie guelfe di Firenze e gli parenti
e gli amici degli usciti e coUa parte della Chiesa ch'era in Firenze rimessa a messer Carlo
mai sarebbe dinegata Fentrata nella citta di Firenze, ed essendo per introdotto suo in Fi-
renze, sarebbe nella volontk del Papa, e cosl stando era il contrario.
) RuBRicA 224* — Siuesti sono i Priori di mezzo febbraio zjoo a' 7 di novembre 1301 :
Piero Compagni per lo sesto d'01tramo Vanni' di Cino Sigoli perjlo sesto d'01trarno /., iv, it
Sinibaldo del Migliore per lo sesto di S. Pie- Massaio Raffacani per lo sesto di S. Piero
ro Scheraggio Scheraggio.
Cambio Aldobrandini per lo sesto di Borgo Messer Palmieri Altoviti per lo sesto di Borgo
0 Dante Rinaldi per lo sesto di S. Brancazio Piero di Guardo Rustichini per sesto di San
Piero Forese per lo sesto di Porta di Duomo Brancazio
Mazzafero di Rinieri per lo sesto di S. Piero Martellino del Ricco per sesto di Porta di
[j Chiarissimo Buonapace per lo sesto di S. Pie- Duomo
ii ro, gonfaloniere di lustizia Guido di Forese Falconieri per sesto di S.
W Ser Giunta Spigliati per lo sesto d'01trarno, Pier Maggiore
f' loro notaio. Guido Baldovinetti per sesto di Borgo, gon-
;| faloniere di lustizia
1 Ser Romeo Lottieri per sesto di Borgo, loro
;i notaio.
4. Tegghiaio della casa dei Donati] Tegghlaio della casa dei Cerchi /.; omm. A. — 37. riraessa 0»»»«. /
84 CRONACA FIORENTINA [A. i30i]
Ser Simone Guidalotti per sesto d' Oltrarno Lippo di Piero Corazzaio per sesto di S. Piero
/.. IV. 17 Neri Pepi per sesto di S. Piero Scheraggio Spinello' detto Mazza de' Girolami per sesto
Giovanni di Donato Ulivieri per sesto di di S. Piero Scheraggio, gonfaloniere di
Borgo lufltizia
MaBO di lacopo Biliotti per sesto di S. Bran- Ser Buonaccorso Gherardi, per sesto di S. Sl
cazio Brancazio, loro notaio.
Guido di Mostanza per sesto di Porta di
Duomo Lapo di Pace Angiolieri per sesto d'OItrarno
Geri di ser Durante de' Chiermontesi per Lippo di Falco Cambi per sesto di S. Piero
sesto di S. Piero Scheraggio 10
Lippo di Vinci per sesto d' Oltramo, gonfa- Dino Compagni per sesto di Borgo
loniere di lustizia Girolamo di Salvi del Chiaro per sesto di S.
Ser Feo di Lapo Ranieri, per sesto di Porta Brancazio
di Duomo, loro notaio. Guccio de' Marignolli per sesto di Porta di
Duomo 1-
Piero Guarnieri per sesto d'01trarno Vermiglio di Jacopino Alfani per sesto di
Ridolfo di Gianni Barba per sesto di S. Pie- Piero S. Piero
ro Scheraggio Piero Brandani per sesto di S. Brancazio,
Tancredi da Vicchio per sesto di Borgd gonfaloniere di lustizia
Davizo del Trincia per sesto di S. Brancazio Ser Bonaiuto Galgani per sesto di Porta San 20
Corso di messer Alberto Ristori per sesto di Piero, loro notaio.
Porta di Duomo
RuBRiCA 226' — Come tnesser Carlo di Valosa venne in Firenze, e quello che segut di sua venuta.
Nel detto anno 1301 il primo di di novembre con ordine ed operazione di papa Boni-
fazio entr6 nella cittk di Firenze messer Carlo di Valosa fratello del Re di Francia; e per- 25
chfe i cittadini non credessono lui volere essere signore, giuro e promise in mano di quelli
che aveano il reggimento di dare pace e buono stato alla cittk e Iibert.\, e che ci6 che si
/., IV, 18 facesse sarebbe di volere e consentimento ' di quelli che allora teneano lo stato; e cosl giu-
rato stette cinque dl in Firenze, e a' dl 5 di novembre detto anno chiese il parlamento in
S. Maria Novella, ed in presenza del parlamento giur5 in mano de' Priori e Vescovo, ed 30
ebbe balia a non fare se non pace e non mutare nulla del reggimento. E fatto questo par-
lamento messer Corso venne con gli sbanditi alla porta di S. Piero ove erano le sue case,
ed ivi non temendo di nulla cominci5 a tagliare di fuori e chi era dentro, e venuto sulla
piazza di S. Piero Maggiore; i soldati di messer Carlo furono armati ed accompagnarono
messer Carlq a casa che stava al giardino de' Frescobaldi, ed i Priori si tornarono a casa, 35
messer Corso ruppe le Stinche e cavonne i prigioni ed il palagio del Podestk ed i Priori
fece scendere di Palagio, e corse la Terra, e fece ardere ed abbattere e rubare dentro e
di fuori, gridando: " Viva il barone messer Corso „. E questa fu la promessa di messer
Carlo, che potea bene resistere se avesse voluto, che avea piu di 2300 uomini d'arme, ma
pare, e si dice, fusse suo ordine e fattura. 40
/•> IV, 19 RuBRiCA 226* bis — Come ' messer Carlo di Valosa riformh co' Neri la citta a suo modo, e comc
■poi si -partl e lascib vicario un messer Matteo.
Fatte tutte le predette ruberie, si fu riformata tutta la cittk per lo rimanente del tempo
ch'erano stati tratti di signoria li Priori, che ne furono tratti a' di 5 di novembre 1301 e fu
39. circa a 3000 persone A.; pii di 2850 uomini d'arme /. — 40. ma si disse fuase tutto suo ordine; e coA
si tenne G.; ma dissesi fu suo ordine /.
[A. 1301] CRONACA FIORENTINA 85
riformata la cittk di Guelfi di parte nera a dl 7 di novembre di detto anno per insino a mezzo
dicembre vegnente, li quali furono questi cioh:
Baldo Ridolfi per sesto d'01trarno
Duccio Giardini Magalotti per sesto di S. Piero Scheraggio
5 Neri di messer lacopo Ardinghelli per sesto di Borgo
Ammannato di Rota Ammannati per sesto di S. Brancazio
Messer Andrea da Cerreto per sesto di Porta di Duomo
Ricco di ser Compagno degli Albizi per sesto di S. Piero
Tedice Manovelli, per sesto di Porta di Duomo, gonfaloniere di lustizia
3 Ser Chello d'Uberto Baldovini per sesto S. Piero, loro notaio.
Tutti' popolani da' di 7 di novembre per infino a mezzo dicembre 1301. E cosl riformata /., iv, jo
la cittk di parte nera e Guelfi, stando in questo riposo, che detto h, tra la paura ed il danno
de' Bianchi, si partl chi volle; niuno non fu cacciato. Come papa Bonifazio senti che i
; Bianchi s'erano usciti di Firenze ed i Neri entrati, mando a Firenze il sopraddetto Cardi-
5 nale, cioe messer Matteo d'Acquasparta, e messer Carlo si parti e andonne a Pistoia, e quivi
! soggiorno per alcun tempo.
RuBRiCA 227* — Come messer Matteo d^ Acquasfarta venne in Firenze, e -pur fece come altra
volta e fartissi daccafo e lascih interdetta la citta.
Messer Matteo d'Acquasparta si parti dal Papa e venne a Firenze con commessione di
d fare pace tra li Bianchi ed i Neri e far riformare Firenze a suo modo dell'una parte e
; deiraltra. I Neri, che parea loro star bene, non assentirono ; di che daccapo si parti e lasci6
j la cittk intradetta,' ma nondimeno alquante paci fece; infra le quali fece tra' Donati e Cer- /., iv, 21
' chi e molti altri casati, e molti matrimoni fece in quel tempo.
RuBRicA 228* — Come^ nacque hriga da cafo tra' Cerchi e' Donati, e come fu morto messer
5 Nicola de^ Cerchi da Simone di messer Corso e Simone da lui.
' Rimanendo la cittk in questi termini, si dife a pensare come non era buona pace che quelli
' ch' erano del tutto signori dello stato ne fusseno del tutto fuori, e quelli che nulla v'aveano
' a fare ne fusseno signori, ciofe di fare lo stato a lor modo, comecch^ non fusseno li Do-
nati, Priori, ma erano chi e' volean; ed i Cerchi, che soleano essere il tutto, nuUa erano.
ip E per questi maledetti uficj, che sono perdimento d'anima e di corpo, sempre la nostra cittk
■ n'^ venuta in disfacimento ed i cittadini in morte e divisione. Voglia Iddio con bene e
riposo d'essa porre rimedio a cio, che altra briga non h da gran tempo in qua istata in Firenze
' che per gli uficj. Addivenne che andando messer Niccola de' Cerchi a Rovezzano in villa,
Simone di messer Corso, il quale era nipote per femmina di messer Nicola predetto, si seppe
j5 la sua andata, ed aspettollo al ponte ad Affrico e quivi TassaH. Questi credendosi aver
j con lui pace e spezialmente collo nipote, veggendosi assalire si difese come potfe, e veggen-
I dosi tirare da cavallo e ferire, trasse uno ' coltello dal lato al detto Simone, e misseglielo ne' /., iv, w
fianchi, di che per lo colpo mortale messer Niccola morl ivi di subito, e Simone morl la
> notte vegnente; e cosi si rinnovellarono le brighe e ruppono le paci; e ci6 fu a' di 24 di
'0 dicembre 1301.
1-2. norembre... vegnente] novembre 1301, rimissonsi nuovi Priori che vi restassono fino a mezzo dlcem-
bre vegnente /. — 32, d'essa . . . istata] d'essa ponga rlmedio, acciocchi altra brlga non ... E da gran tempo stato /.;
// fasso, come si vedc, h segnato in /. come lacunoso ; (ale lo credettc erroneamente /. fer V inesatto scioglimento di qual
c'ie parola e pcr non avcr segnato benc F ortografia — 37. tirare] atterrare A. — 38. per lo colpo mortale /. ed A. omm.
86
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1301-1302]
/., IV, 23
/., IV, 24
RuBRiCA 229' — ^icstt sono i Priori che restavano a forrc da mezzo febbraio tjoo infino a
mczzo diccmbrc, c da mezzo dicembrc fino a mezzo fcbbraio ijoi, pcrchb sofra sono fosii
gli altri sino a' 7 di novembrc ijoi, ovc comincia nttovo rcggimcnto, mettercmo da cafo
tutti fer ordinc:
Piero Compagni
Sinibaldo del Migliore
Cambio Aldobrandini
Dante Rinaldi
Piero Forese
Mazzafero di Ranieri
Chiarissimo Bonapace, gonfaloniere di lustizia
Ser lunta Spigliati, loro notaio.
Vanni Cini Sigoli
Massaio de' Raffacani
Messer Palmieri degli Altoviti
Piero Guardi Rustichini
Martellino del Ricco
Guido' Falconieri
Guido Baldovinetti, gonfaloniere di lustizia
Ser Romeo Lottieri, loro notaio.
Ser Simone Guidalotti
Neri Pepi
loanni Donati Ulivieri
Maso lacopi Biliotti
Guido di Mostanza
Geri di Ser Durante Chiermontesi
Lippo Vinci, gonfaloniere di lustizia
Ser Feo di Lapo Ranieri, loro notaio.
Piero Guarnieri
Ridolfo Gianni Barbe
Tancredi da Vicchio
Davizzo del Trincia
Corso di messer Alberto
Lippo Pieri corazzaio
Spinello detto Mazza Girolami, gonfaloniere di
lusti^ia
Ser Buonaccorso Gherardi, loro notaio.
Lapo di Pace Angiolieri
Lippo di Falco Cambi
Dino Compagni
Girolamo di Salvi del Chiaro
Guccio de' Marignoli
Vermiglio' di lacopino Alfani
Piero Brandani, gonfaloniere di lustizia
Ser Bonaiuto Galgani, loro notaio.
Banco di Guernieri del Bene
Messer loanni Rustichelli, dottore di leggi
Lapo di ser Rinieri Albertini
Lapo dello Strozza
Bernardino di Giambono de' Medici
Salvino de' Rittafede
Neri di Guido de' Ricci, gonf. di lustizia
Ser lacopo di ser Venisti, loro notaio.
2(!
/., IV, 25
RuBRicA 230" — Come molti furono condannati e accozzoronsi coi Ghibellini, c la Terra non 30!
si riformb.
Dopo la morte di messer Nicola si cerc6 con inganni di cacciare i Bianchi, e con lettere
contraffatte, appresentate a messer Carlo in nome de' Bianchi, fu formata inquisizione e ri-
chiesti certi caporali e aderenti de' Bianchi, i quali non compariti ebbono bando e andar-
sene; e fuggitivi e condennati s'accostarono con i Ghibellini e ribelli del Comune di Firenze; 35i
i quali condennati furono questi : Cerchi, Corso e Baldinaccio Adimari, i quali erano di quella
casa in lato bianco, Naldo Gherardini, Baschiera della Tosa, Cavalcanti', Malespini, tutti ciofe
delle dette case del lato della parte bianca e non de' Neri. E cosi si dice che messer
Carlo lo fece a petizione di papa Bonifazio, il quale per introdotto e sagacitk di messer
Geri Spina di cui era signore di corte, ed acciocch^ bene potesse cio fare, messer Musciatto 4u
de' Franzesi da Firenze seppe menare questa facenda che messer Carlo non cognoscea i
cittadini da Firenze, e messer Musciatto amico del Papa facea la combibbia e guasto Firenze,
34. comparlti] comparentl /.; i quali comparirono A, — 36-37. i quali . . . bianco] i quali di quella casa illato
(In lato) bianco G. ; che teneva co' Bianchi A. — 38. e non de' Neri] e non s' iutese denari /. ; e none de Neri A, ;
e non s'intese de' Neri G. — 40. Geri Spina] Geri Malispini G.
[A. 1302] CRONACA FIORENTINA 87
la quale poi mai senza tribulazione non fu, nh b. Voglia Iddio pongavi rimedio, siccome per
la Chiesa fu la prima quistione in Firenze per le divisioni collo Imperio e Chiesa, e Guelfi e
Ghibellini, e Neri e Bianchi rhanno a male porto condotta. La cacciata dei Bianchi fu
a' dl 2 d'aprile negli anni Domini 1302.
RuBRiCA 231* — Come i Lucchesi e i Fiorentini assediarono Pistoia rubellata.
Essendo per la cacciata de' Bianchi di Firenzcj come detto aviamo adrieto rubrica 230,
si si era ribellata la cittk di Pistoia, e gl' Interminelli usciti di Lucca faceano oste e brighe
alle castella de' Lucchesi, ed al Comune di Firenze facevano guerra gli usciti di Firenze; di
che il Comune di Firenze ed i Lucchesi deliberarono ' d' andarvi a sedio, e guastarono cio /., iv, 26
I che d' intorno intorno era a Pistoia. Stati i Lucchesi un pezzo a campo coi Fiorentini airassedio
si partirono, ed i Fiorentini vi rimasono; di che andarono i Lucchesi a sediare Serravalle,
: ch'era de' Pistolesi, ed ebbonla, e poi si tornarono a Lucca, e cosi i Fiorentini levarono Toste
da Pistoia negli anni del Signore 1302 a' di 10 di maggio.
RuBRiCA 232^ — Come Carlino de' Pazzi di Valdarno sifece rUbellare il castello di Piano di
Travignc di Valdarno e 'l Comune di Firenze v'andb a oste.
Stando Toste a Pistoia Carlino de' Pazzi di Valdarno si era in trattato coUi Bianchi cac-
ciati di Firenze e con gli Ghibellini, e si entrarono nel castello di Piano di Travigne di
Valdarno; ove udita questa novella il Comune di Firenze subito fece partire Toste da Pi-
stoia e mandaronla Ik, e statovi piu di a sedio, segretamente Carlino se ne usci e tratt5
:) con gli Fiorentini d'aver danari, cio furono fiorini 2000. Esso fece di notte a' suoi fedeli
. aprire le porte alla gente del Comune di Firenze, ed a patti entrarono dentro e uccisono e
I presono dimolti buoni Bianchi, che ivi s'erano ridotti; e cio fu di luglio negli anni del Si-
gnore 1302.
RuBRiCA 233* — Come' i Fiorentini andarono a oste sofra gli Ubaldini e dierono guasto, e /., iv, 27
.1 -presono Montagliati e Monte Aguto in Valdigrieve.
La forza degli Ubaldini non era piccola, imperocche molte fortezze teneano, ed erano
di gran seguito e buoni guerrieri ; e quasi tutti gli usciti di Firenze ghibellini e parte bianca
con loro si riduceano e faceano guerra alle castella de' Fiorentini e molte ne feciono rubel-
lare. Di che essendo il Comune di Firenze partito della vittoria di Piano Travigne bandi-
.) rono di nuovo Toste airAIpe degli Ubaldini, e del mese d'agosto uscirono fuori, e di qua
e di l^ dairAlpe guastarono biade, ville e castelli, e cosi tornarono in Valdigrieve a due
castella in che erano entrati co' Bianchi i Ghibellini, ci6 furono Montagliati e Monte Aguto
in Valdigrieve ; e quelli per assedio s' arrenderono, salve le persone. Subito il Comune le
fece spianare per dare esemplo agli altri; e cio fu di settembre 1302.
j RuBRicA 234" — Come Fulcieri da Calvoli, ■podesta di Firenze, caccib di Firenze fer rubelli
molti, e fece tagliare la testa a fiu, come -per lo cafitolo si narra.
Negli anni del Signore 1302 essendo podest^ Fulcieri da' Calboli di Romagna, fu detto /.. iv, ai
che messer Musciatto Franzesi, che era de' maggiori uomini di Firenze sl per la ricchezza
e si per lo segno di Carlo, con cui era venuto ed a cui dava fede d' ogni cosa ch' egli
3. condotta] confinata /. — i6. era in trattato] era entrato /. — 21. le porte omm. /. — 30. di nuovo omm,
A. ,d I.
88
CRONACA FIORENTINA
[A. 1302]
/., IV, 29
avesse detto o scritto, si fece avveduto che trattato era in Firenze, e fece pigliare uno che
avea nome Massaio delle Calze, il quale o per vero o per altro che fusse, confessb il trat-
tato in questo modo : che gli usciti Bianchi e' Ghibellini doveano rientrare ed avere la porta
di S. Piero Maggiore, e che questo dovea essere di notte, e che questo atteneva certi Ghi-
bellini e Bianchi ch'erano rimasi per buoni e non cacciati. Fulcieri, ch'era uomo corrente
e rigido, di subito tutti quelli che costui nom6 fece pigliare, e cominci6 a marturiare uno
Tignoso de' Macci, il quale forse non sapendo la cosa, o forse per troppo martorio mori
sulla fune nanzich^ dicesse niente. Gli altri veduto questo sbigottiti si missono a confessare,
ed egH fece tagliare loro la testa, i quali furono questi : Nuccio Coderini de' Galigai, Ti-
gnoso de' Macci, Donato Tegghia Finiguerri, Maso Cavalcanti e messer Betto Gherardini. 1
Parve essGre abominati del trattato tre degli Abati ; di che volendo essere presi si cessarono :
di che il detto Fulcieri dife bando di rubello generalmente a tutto il legnaggio' loro, e le
loro case abbattere fece e pubblic6 ogni lor bene in Comune.
RuBRiCA 235* — ^csti sono i Priori da mezzo febbraio ijoi a ij02
/., IV, 30
Messer lacopo da Certaldo
Lapo di Talento de' Bucelli
Ser Medico Aliotti
Bartolo di lacopo Buere
Nello Rinucci
Vieri Falchi Baldovini
Duccio di Guido Mancini, gonfaloniere di
lustizia
Ser Buono di loanni da Ognano, loro notaio.
Neri de' Corsini
Catellino de' Raffacani
loanni Benocci Manovelli
Duccio Belcari
Buto Ricchi Davanzi
Messer Lotto del maestro Salvi
Simone' di Tuccio Guicciardini, gonfaloniere
di lustizia
Ser lacopo di ser Bencivenni, loro notaio.
Simone di messer Buonaccorso da Passignano
Manetto Buonricoveri
Nero Cambi
Gherardo di Pagno de' Bordoni
Martello Ghetti spadaio
Passa di Zato Passavanti
Geri di messer lacopo Rosoni, gonfaloniere
di lustizia
Ser Filippo Tani Bonatti, loro notaio.
Lapo di messer Angiolino de' Magli
Cione di Bencivenni da Magnale
Tuccio Delli de' Scilinguati
Nardo di Giunta
Piero di Borgo
Messer Baldo d'AguigIione
Mari di Spinello da Mosciano, gonfaloniere
di lustizia
Ser Duti Maghinardi, loro notaio.
Tuccio Ferruzzi
Bello d'AIberto
Dardano degli Acciaiuoli
Cecco di Ciaio Ristori .
Betto di Rinaldo
Migliore Guadagni
Simone Guazza, gonfaloniere di lustizia
Ser Gherardo Aldighieri, loro notaio.
»!
Sanna Benci
Messer Caro di ser Venisti
Lapo di Rinovante
Rotino di Boninsegna
Vieri di Bello Rondinelli
loanni di Guido de' Giugni
Lapo de' Minerbetti, gonfaloniere di lustizia
Ser Buonaccorri di Gieri da Ginestreto, loro 4(|
notaio.
I. detto o scritto, si fece] detto o scritto si fosse /.; in nola ferh I. awerte che egli sostitMi fosse alla
farola fece, che era nel ms. Guadagm — 4-5, che a questo trattato tenevano mano Cerchi, Ghibellini e Bianchi 6". —
6-7. martoriare uno figliuolo dei Macci G. ~ 11. tre degli Abati] otto degU Abati /. — 13. e pubblico ogni lor
bene in Comune] e pubblic6 i suoi beni al Comune /.; omm. A,
[A. 1303J CRONACA FIORENTINA 89
RuBRiCA 236^ — Come^ Scarfetta degli Ordilaffi da Forrt andb cafitano della citta di Bolo- /., iv. 31
gna c de' Bianchi c de' Ghibellini, c vennc nel Mugello contro a' Fiorcntini.
Reggendosi Bologna a parte bianca, gli usciti di Firenze ghibellini e bianchi furono a
Bologna, e sappiendo quanto era degli Ubaldini dell'AIpe congiunta con gli Bolognesi, pro-
fersono a' Bolognesi di fare loro avere tutto il Mugello, e che di Firenze per la parte loro
bianca non ardirebbono uscire fuori i Neri, e i Ghibellini con i Bianchi, se uscissono, non
gli lascerebbono tornare. Di che commossi a cio i Bolognesi feciono Scarpetta degli Ordi-
laffi da Forll loro capitano, e mandarono in Mugello loro brigata, e furono bene 900 uomini
da cavallo e 700 pedoni, e vennono a Pulicciano, e presono il borgo ed il poggio di Pulic-
1 ciano, ed una fortezza che v'era suso assediarono. Di che per questa cagione a Firenze
, vennono 1' amista richieste e vennono in Mugello. Quando i Bolognesi intesono e udirono la
loro venuta, e seppono Tesercito grosso ch'era, s'andarono a Bologna, gli altri si partirono
in modo di furto. Sentita loro partita, i Fiorentini li seguitarono infino nell'Alpe e presorne
alcuni, e tutti gli amesi loro ebbono, e de' cavalli che non poterono fare 1' erta e deirarme '
1 de' fanti, e morti ne furono alcuni. Quelli che vennono presi, a Firenze fu loro mozzo il /., iv, 32
capo, furono questi : messer Donato Alberti, due de' Caponsacchi, uno degli Scolari, Lapo
de' Cipriani e Nerlo Adimari. E ci6 fu deiranno del Signore 1302 di marzo.
RuBRicA 237" — Come fcr tutta Italia fu grande carestia tale chc in Firenze valsc lo staio
trc quarti di jiorino.
2 In quest'anno furono grandissime et lunghe pioggie per modo che le biade andaro a
male per tutto, per modo che per tutta Italia per la guerra e per la pioggia questo anno
valse a Firenze lo staip' del grano maggior pregio che mai vi fosse valuto, ci6 valse tre
quarti di fiorino lo staio et piu per tutto.
RuBRiCA 238" — Come i Fiorentini ebbono il castello del Montale in quel di Pistoia.
2 Messer Pazzino de' Pazzi di Firenze avea sue possessioni presso al castello del Mon-
tale, ch'6 presso a Pistoia a cinque miglia. Tenne trattato con certi terrieri del Montale,
e di^ loro per parte del Comune di Firenze fiorini 3000; ed eglino diedono la terra. Di che
il Comune a' di 11 di maggio vi mandarono ed ebbonlo e spianaronlo.
RuBRicA 239* — Come' i Fiorcntini ed i Lucchcsi dicdono il guasto a' Pistolcsi. /., iv, 33
3 Veduta la fortezza d'uomini e di mura della cittk di Pistoia, il Comune di Firenze ve-
dea essere di necessit^ di fare i guasti e lasciare Tosti, e cosl feciono che i Lucchesi di
li e i Fiorentini di qua, ciascuno vi cavalc6, e feciono grandi danni e guasto intorno in-
tomo per tutto il territorio di Pistoia ; e poi li Pistolesi si rimasero. I Fiorentini e' Luc-
chesi toraarono a casa; e cio fu negli anni del Signore 1303 di giugno.
c RuBRiCA 240* — Come i Fiorentini feciono moltc zuffe, e la cagione e ferche e ferfame, '
L'anno del Signore 1303 essendo messer Corso Donati, siccome possente volea il tutto,
I ed i Popolani voleano gli uficj e la signoria per loro ; di che pens^ messer Corso che,
6. Neri . . . uscissono] Neri, o i Ghibellini e Bianchi se uscissono /. — i6. uno degli Scolari] clnque degU
' Scolari A. — 30-21. In quesfanno . . . pioggia] Tra per la carestia e per la guerra e ploggia /. Coil laconico ^
anchc A. — 22-33. grano . . . per tutto] maggior pregio che mai vl fosse valuto ; ci6 fu tre quarti di fiorino /. ;
i grano libre tre piu mai si ricordi per insino a quel tempo A. — 37. ed cglino . . . terra] se eglino danno la ,
terra G'. — 28. 11 di magglo] 10 del mese di magglo A.
90 CRONACA FIORENTINA [AA. 1303-1 304i
perchfe quello anno era stata gran carestia, il grano era stato comperato di fuori circa 25 000
moggia venuto di Cicilia e per altre apese, ai fece messer Corso Donati sua combibbia con
dire che volea che si facesse rivedere l'entrate e l'u8cite dcl Comune per cittadini, alle-
/.. IV, 34 gando che gli uficiali forestieri veniano a petizione de' reggenti', e non vedeano con dili-
genza i loro uficj e de' denari amministrati la ragione, e che volea che' Grrandi vi fosseno
a vederla. Questo spiacque molto al Popolo grasso ed al minuto, e furono all' arme ; e la s^tta
di messer Corso airarme, con cui tutti i Grandi quasi furono con lui e le famiglie de' pos-
senti, salvocch^ Gherardini, Pazzi, Spini e messer Tegghia Frescobaldi col lato suo, tutti gli
altri tennono con lui. Questi furono in arme col Popolo, ed ultimamente combattuto e sbar-
rato messer Corso assall il Palagio de' Priori, e fu il Palagio da detti difeso con molti con- 1
tadini che entro vi erano venuti, cio^ in Firenze a posta de' Priori e del Popolo grasso e
minuto. Messer Corso avea fatto capo di sfe il Vescovo di Firenze il quale avea nome
measer Lottieri della Tosa ed era Bianco ; e per Firenze s' imbertescarono torri, e dl e notte
si combattea. I Signori di Firenze, ciofe i Priori, mandarono a Lucca per soccorso, onde
essendo in Firenze con grande sforzo, furono fatti arbitri per bello (sic) parlamento di con- 1
cordia di tutte le parti. Di che operarono tanto che gli accordarono, ma sconobbonsi
troppo i Lucchesi, conciosiacosacchfe erono arbitri non signori, benchfe avessono le chiavi ed
il dominio, perch^ dentro nfe fuori non entrasse persona che avesse a contaminare nulla,
/., IV, 35 e se mandavano il bando da parte del Comune' di Lucca, che se da loro parte Tavessono
mandato, non era tanto male. Sdegnati certi un di in canto di Mercato Nuovo si bandia da *
parte de' Lucchesi ; di che Ponzardo de' Ponzi di Vacchereccia li di^ un colpo d' una spada
al banditore, e disse : " Porta questo a Lucca, e off eralo a S. Zita, e di alli tuoi ch' e' sono
" arbitri e non signori „. Di che la Terra fu ad arme ; e pur poi rawedutisi i Lucchesi si
riformarono lo stato di Firenze con quello reggimento che prima era ; e vac6 il Priorato un
di, e il dominio rimase loro, ed elessono il Priorato a' di 16 di febbraio 1303 per infine pure i
airusato modo due mesi meno due dl, cio^ che venne pure a mezzo aprile ; i quali Priori
che furono seguirono pure gli ordini cominciati, come si h veduto Tanno passato infino a
mezzo febbraio a usanza.
RuBRicA 241* — ^esti sono i Priori delV anno fassato a mezzo febbraio 1302 fer infino a'
16 di Jebbraio ijoj: 3
Sassolo de' Sassolini Cione di Benintendi
Borghese di Migliorato, mori in officio Donato di Lamberto deirAntella
Duccio Risaljti, in luogo di Borghese Pesce di Gusgi de' Pesci
Messer Bonifazio da Signa, dottore di leggi Marino d'Orlando
Manno d'Attaviano Benincasa di Falco ^
Albizzo di Buonaggiunta de' Medici Cionetto di Giuvenco de' Bastari
/., IV, 36 Vezzo ' Vezzosi Vanni di Buono Gherardini, gonfaloniere di
Bezzole di Forte Bezzoli, gonfaloniere di lu- lustizia
stizia Ser Matteo Biliotti, loro notaio.
Ser Buonavere di Rosso, loro notaio. 4
Cione di Maffeo de' Pitti Ferruccio di Pagno de' Bordoni
Duccio di Gianni Bucelli Taddeo di messer Aldobrando da Cerreto
Tuccio del Bieco Lotto di Puccio Ardinghi
1-2. gran... moggia] grande carestia di fiorino uno in circa lo staio, aviene comperato di fuori moggia 35000
A, — 7. quasi omm, A. ed I. — 9-10. combattuti e sbarrati /.; combattuti e sbarattati G. — 13. e dl e notte] e
dl notte /. — i6-i7. ma sconobbonsi troppo] ma troppo si conobbono A. — 33, offeralo] offeriicilo A.
[A. 1304] CRONACA FIORENTINA 91
Awogado di Gherardo del Bello, gonfaloniere Neri di lacopo Rimbertini
di lustizia Lapo di Guazza Ulivieri
Ser Uguccione di messer Rinieri Bondoni, Vanni di Puccio Benvenuti
loro notaio. Amadore di Ridolfo
5 Naddo di lacopo de' Covoni
Lapo Bonaiuti Aglino di love Aglioni, gonfaloniere di lustizia
Neri di Guido Mancini Ser loanni di ser lacopo Bonamici, loro notaio.
Lapo Donati degli Ardinghelli
Pagno dello Strozza Metto Biliotti
OGeri' Cardinali Ser Bindo Vernacci /., iv, 37
jTorrigiano di Guido Orlandi Neri Aldobrandini
■Cenni Alberti del Giudice, gonfaloniere di Cardinale di messer Alberto
lustizia Nigi Diotisalvi
iSer loanni di ser Benedetto, loro notaio. Uberto di Lando degli Albizzi
2 Cione de' Magalotti, gonfaloniere di lustizia
jDato di messer Andrea de' Canigiani Ser Bonsignore Ostigliani, loro notaio.
RuBRiCA 242* — Come fafa Bcnedetto mandh in Fireme uno messere JViccoIb di Prato car-
dinale fcr far -pace, e cib che fece in Firenze e in Prato,
Papa Benedetto, nuovamente creato, sentendo le discordie dei Fiorentini deliber6 di
J( mandare per riparare ' alle loro discordie un messer Niccolo da Prato, il quale venuto in Fi- /., iv, ss
renze dl maggio a' 8 di 1304 fue molto bene ricevuto et onorato, e fermato cerc6 d'avere
piena balia di pacificare la citta. Ebbe la balia, perocch6 il Popolo per la superbia dei
Grandi si assenti, e poi cercando il detto Cardinale di voler rimettere i Bianchi e i
Ghibellini fece i sindachi venire in Firenze ed albergare nella Chiesa di S. NiccoI6 presso
t a se, che stava in casa Mozzi ,- di che sentendo i Neri presono sospetto e f urono a bisbiglio,
e fecergli dire che andasse a mettere concordia in Prato, perocche i Grandi stimarono che
se i Ghibellini ed i Bianchi venissono in Firenze, il Popolo malmenerebbe i Grandi, e di
nascoso feciono dire a' sindachi, ch' erano venuti a pacificare i Ghibellini ed i Bianchi, che
se non si partissono, eglino sarebbono morti. II Cardinale si partl per questo ed and6 a
}< Prato. I Grandi di Firenze temendo, si si ordinarono con gli Neri e Guelfi di Prato, ci6
furono i Guazzalotti, che in Prato facessono novith della quale egli avesse cagione di par-
tirsi; e cosi fu fatto. Di che venne a Firenze e scumunico Prato e bandivvi la croce, di
che molti s'apparecchiavano d'andarvi, perche in Firenze molti contadini vennono e castel-
lani e quasi gente ghibellina piii che altro, perocch' egli di progenie ghibellina, come che
3 fosse buono uomo. Quando i Guelfi vidono' tanti Ghibellini in Firenze, temettono, e subito i., iv, 39
gli feciono accumiatare ; e molti dicono che a lui fu detto ancora parole ; o detto, o no,
pure gli fur mostrati visi sospetti, come i Grandi seppono fare ; di che sdegnato si parti e
maladisse la citta ed i cittadini, e scumunico la cittk ed i cittadini, ma pure nanzichfe si
pigliasse briga ed izza, la prima cosa ch' e' facesse si fu che egli ripuose 1' ordine de' Gon-
j; falonieri e battezzogli li Gonfalonieri delle Compagnie; li quali s' erano lasciati, e quegli
; ripuose e f ecegli dare ; di che il Popolo si f ortifico con essi ; e ci6 f u nell' anno del Signore
1304 a' dl 5 di giugno.
RuBRicA 243* — Come cadde il -pontc alla Carraia, e -perchh, cioh fer ttna festa,
In questo anno addivenne che una festa si fece in Firenze, la quale con bando fu gri-
data che chi volesse andare a vedere le pene dell' 'nferno andasse ad Arno tra 'I ponte alla
21. fue molto bene ricevuto oiiwt, A, ed I,
92 CRONACA FIORENTINA [A. i304i
Carraia e quello di S. Trinita; e quivi ebbono molti ordigni di palchi sopra Tacqua e di '
barche, ch* erano acconce per modo che vi si facea fuochi e caldaie con acqua e con pece
e con ogni generazione di pena e d'uomini in f orma di dimonj ed in f orma d' anime ; e cosi
/., IV, 40 and6 la cosa per modo che molti vennono a vedere ; ed essendo il ponte alla' Carraia di le-
gname si caric6 per modo di gente che non resse, e chi v' era suso, o la maggior parte, 1
caddono di su in giii neiracqua e ne' f uochi e in sul legname ; di che molta gente si guastb (
e morl per vedere la detta festa, e cosl andarono a vedere come son fatte le pene dello 'n-
ferno. E ci6 fu nelFanno del Signore 1304.
RuBRiCA 244* — Come fu tn Ftrenze baitaglia ctttadtnesca, fer la quale fu messo fuoco in '•
Firenze in ■piU Itioghi ed arse gran -parte della citta.
Come la cittk di Firenze era in queste divisioni de' Bianchi e Neri, una maladetta parte
un dl si Iev6 in Firenze, infra i quali furono Popolani e Grrandi delle maggiori famiglie di
Firenze e quasi i migliori. D'una parte erano questi, ciofe : Gherardini, Pulci, Cavalcanti,
i Cerchi dal lato bianco, Strozzi, Alberti, Acciaiuoli, Peruzzi, Magalotti, Albizi e Mancini,
neri, cxoh. quelli che seguivano le famiglie de' Grandi. Era un'altra parte contraria a questa,
ch' erano, Adimari, il lato de' Cavecciuli, Pazzi, Spini, messer Rosso della Tosa e messer
Betto Brunelleschi. Di che un dl essendo izza tra' Giugni ed i Cerchi, si presono mischia
/, IV, 41 insieme, ed' i Medici trassero a casa i Giugni in aiuto, con molti altri della parte nera; ed
a casa i Cerchi trassero i Cavalcanti bianchi e gli Antellesi e molte altre famiglie di Po-
polani e Ghibellini ; e vinti i Cerchi, li Giugni ed i Medici li cacciarono infino in Mercato :
Vecchio; e se non fosse fuoco che fu messo, senza dubbio il di sarebbono stati cacciati i
Neri di Firenze. De' quali mali non so qual si fusse stato il minore, perocchfe ad un tratto
fu messo fuoco in tre luoghi: in casa gli Abati in Orto S. Michele ed in Mercato in casa
i Caponsacchi ed in Calimala. Questo fuoco fu di sl fatta condizione che trascorse per
modo che guast6 molto della citta e molto delle mercanzia di Firenze tra arsa e rubata fu; ;
perocchfe gente, ch' erano a questa zuffa, poveri e villani, trassero al fuoco e sgombravano
e rubavano, non dico imbolavano. Molte compagnie di nobili mercatanti furono rubate e
disfatte piii famiglie. Lo fuoco arse in questo modo che il fuoco di Calimala prese di la
e di qua, e giii al tondo n'and6 tutta la via per Mercato Nuovo infino al Ponte Vecchio
per porta S. Maria, e volse da casa gli Amidei, ed arse i Pulci, Gherardini e Vacchereccia i
tutta e S. Cecilia, ed accozzossi con quello d'Orto S. Michele ed a tondo infino le case de'
/., IV, 42 Macci. Ed il fuoco de' Caponsacchi arse infino a S. Andrea, sicchfe ' si dice arsono piu di
1300 case. Fu incolpato di quest' arsione il priore di San Piero Scheraggio, che si chia-
mava messer Neri degli Abati. E ci6 fu negli anni del Signore 1304 a' di 10 di giugno.
RuBRiCA 245' — Come il Cardinale di Prato fu dentro fece ordinare con tradimento chc a c
Firenze fosse cavalcato e fatto tradimento -per metter dentro i Ghibellini e' Bianchi, e
cacciare i Neri c li Guelfi di Firenze.
Come il Cardinale di Prato si fue partito, egli ordin6 segretamente con suoi amici un
trattato in Firenze che egli farebbe citare i caporali di parte nera al Papa, e poi farebbe
che tutti i Bianchi di Toscana ed i Ghibellini verrebbono ad oste a Firenze, e tenne questo 4
trattato co' Bianchi e Ghibellini ch' erano dentro in Firenze, ed ancora a Prato tenne con
certi Guelfi grandi di Firenze, promettendo loro di mettergli in istato. Fatto questo si
dolse al Papa ed al collegio de' Cardinali della. ingiuria ricevuta a Firenze, proponendo
1. ordini di palchi G.; in A, era scritto ordlni, corretto dalla stessa mano in ordigni. — a. e con pece] e con
pene /, — 14-15. Albizi... ciofe] Albizi, Ricci e Mancini, ciofe A — 41. a Prato] da parte /.
A. 1304] CRONACA FIORENTINA 93
jssere nemici di S. Chiesa quelli che reggevano in Firenze, e disse che pure non era da
jerdonare, nfe anco da prendere corruccio, ma da richiedere i caporali che erano in Firenze
>Jeri e Guelfi, i quali venuti a lui non contradirebbono a cosa che '1 Papa volesse. II Papa
;d i Cardinali a cio s' accordarono, ed egli' dife quindici caporali di quelli che egli volle, /.. iv, 43
5 no furono i migliori ed i capi delle case, credendo gli altri non potessero risistere a quelli
:he rimaneano. Fatto cio e citati, come seppe che venivano, il Cardinale scrisse a Bologna,
i Pisa, Arezzo, a Pistoia, ed ordino che movessono loro esercito con gli usciti, e dih il di
;:he ciascuno fusse a Firenze, dicendo che questo egli scriveva di volonta del Papa e che
ali cose non era convenevole che scrivesse il Papa. E cosl commossa tutta Toscana, a un
3 ratto f u la citti assalita da tre luoghi : due Oltramo e uno di qua d' Arno ; Oltrarno nel
)orgo a S. Friano, e ci6 da' Pisani e gli usciti di Firenze erano in tutti gli osti ; e nel
)orgo a S. Niccolo dagli Aretini, Pazzi di Valdamo ed Ubertini ; dalla chiesa de' Servi i
3olognesi. Di che assalita la cittk, li Bianchi e Ghibellini si missono in concio di dare a
juelli de' Servi 1' entrata. I Grandi pensando : "Noi non saremo ricevuti a parte ghibellina,
3i; rubati, tanta h la foresteria „. Pensarono incontanente non ottenere patti, ma feciono il con-
Tario. Corsono a far fare i serragli in su ogni ponte, acciocchfe se Oltrarno si vincesse, non
uasseranno di qua; e bene li guamirono, e poi si fecero forti a S. loanni. Gli usciti Ghi-
jellini e Bianchi, ch' erano a' Servi, vennono francamente alla porta e ruppono la porta
iegli Spadai. I Bolognesi ' erano rimasi in Camerata e quivi aspettavano messer Tosolato /., u, *t
3,Jberti alla forza de' Pistotesi. Li Bianchi e Ghibellini dentro veggendo i Grandi, i quali
^rano Guelfi, buona brigata farsi incontra a quelli di fuori, e chiamare il Popolo, e gridare :
^AlIa morte, alla morte de' traditori„, subito sbigottirono, e non seppono che altro si fare
ic non quello medesimo, stimando di giugnere poi alla notte e sentire Tanimo di quelli di
■uori e con cui drento de' Grandi guelfi faceano appoggio. In questo rotta la porta, e ve-
5iire colle insegne levate e fatto cenno a' Bolognesi, scenderono a S. Gallo schierati. La
jrigata dentro vigorosamente uscirono della piazza loro in quattro, e rupponli in sulla piazza ;
(luelli di rieto rincularono e cosi uscirono della porta per tema di maggior gente, ed erano
^ente sanza usanza d'arme ; di che assai ne fuggirono infino a' Bolognesi. Quando i Bolo-
^esi vidono uscire e fuggire gli usciti, dissono : " Questo non h quello che ci fu promesso,
y che noi troveremmo le porte aperte ; questa t delle condotte del Cardinale di Prato e degli
' altri cherici e preti „ . Volsono le insegne e tomaronsi schierati addrieto. Gli usciti ve-
dendosi mancare la schiera del conforto, si ritrassono indrieto. Uno ch' era gi^ montato
iulla porta, comincio a gridare : " Eglino f uggono ; e la gente che scendea a S. Gallo f ugge
iddrieto' „. Si lev6 il romore: " A loro „. E cosi fu che chi piu gli aspettava, piu li seguiva as- /., iv, «
Jialendogli, e come ne giugnevano veruno, lo impiccavano su per gli arbori; e messongli in
•otta. I villani tutti trassono ; messer Tosolato non potendo far tornare i Bolognesi, ve-
Juto che ebbono piu parole che fatti, si torno adrieto ; e cosl furono rotti, morti e cacciati
2 presi quelli della via di Bologna. Quelli di l^ d'Arno sentendo il romore, intrarono in
hmo, e montarono da Samminiato, e vidono fuggire e seguirli, si ritrassono alla Lastra.
)[ Pisani e gli Aretini si ritrassoro a S. Donato. E cio fu negli anni del Signore 1304 a' dl
20 di luglio, il a di S. Maria Maddalena.
R.UBRICA 246* — Come gli Aretini tolsono Laterina a' Fiorentini, la quale tenea messer Gual-
terotto dc' Bardi.
Gli Aretini vedendo la forza non essere loro si partirono e stettono fermi a Laterina
1-2. che pure . . . corruccio] che pure non era da prenderne corruccio /. — 3. a lul non conscenderebbono
ifa cosa G. — 14, In A. e in I, manca non ; in G. e aggiunto nclV inttrlineo, ferb della stessa mano del Giordani. —
17. passassero A. — 20. alla forza] coUa forza A. — 24. e con cui . . . appogglo] e con quel drento avieno ap-
poggio A. — 29. vidono fuggire gli usciti G.; vidono uscire gli usciti /. — 36-37. i Bolognesi... fatti] i Bolo-
;?ne8i, che scritte ebbero piu parole che fatti /.; l Bolognesi che sempre ebbono plii parole che fatti G. — 44. veden-
io... loro] vedendo la cosa non essere loro riuscita G.
94 CRONACA FIORENTINA [AA. 1304.13031
e mandarono ad Arezzo per gente, ed ultimamente ebbono il castello e la rocca di Late-
rina, e chi dice per lo trattato d'inganno, e chi non, e chi ne incolpa messer Gualterotto de'
Bardi, il quale per iscusarsi sl disse esserc venuto per le dette no^Htk in Firenze, ed ordi-
/., IV, 46 nato di darlo per mezzo degli Ubertini. Questo non affermo, perocchfe ' cavaliere, non so
se s' ha da dire, ma dico quello che si disse in quelli tempi, cio6 negli anni del Signore
1304 a' di 26 del mese di luglio il dl di S. lacopo apostolo.
RuBRiCA 247* — Come si fecero lc nuove ■prigioni in Firenze.
Non avendo in Firenze prigione nulla forte, deliber6 il Comune di fare una forte pri-
gione in Firenze, e subito feciono in pochi di uno compreso di mura allato a S. Simone di
molte pietre di case, ch' erano state ivi abbattute degli Uberti; e fatto ci6, ordinarono dentro 1
appoco appoco le case de' prigioni che oggi vi sono.
RuBRicA 248* — Come il Comune di Firenze fece oste a Monte CcHvi e atte Stinche di Val'
digrtevc e qtiello assediarono.
Avendo i Bianchi usciti di Firenze molte fortezze de' Fiorentini rubellate, ed usciti
di nuovo di Firenze i Cavalcanti per rubelli aveano rubellato Monte Calvi e le Stinche, 1
di che prima and6 roste Ik alle Stinche in Valdigrieve, e quello assediato si arrendfe, e
prigioni ne vennono a Firenze, e lo castello si disfece ; di che per lo nome di quelli delle
/., IV, 47 Stinche cosl fu chiamata la prigione', perchfe furono li primi prigioni che vi entrarono
dentro. E poi sanza entrare in Firenze andarono a Monte Calvi, e quello simile presono,
salvo le persone d' ogni uomo che v'era. Nel quale a furore di popolo fu morto uno figliuolo di .
messer Bianco Cavalcanti ed uno de' Tosinghi. E ci6 fu neiranno del Signore 1304 d'agosto.
RuBRiCA 249* — ^esti sono i Priori da' 16 febbraio /joj a mezzo fehbraio 1304.:
Messer Albizo Corbinelli, dottore di leggi Massaio de' Raffacani
Ricco di Mico del Cappone Banco Ragugi
Gherardo d'Aldobrandino Canigiani Neri dell' ludice
Giotto d'Arnoldo de' Peruzzi Ser Medico Aliotti
Lapo di Guarente Domenici Tignoso Bellandi
Borgino del Ricco Baldovinetti Rosso di Geri dello Strozza
Gentile di messer Oddo Altoviti Bartolo Orlandini
Anselmo di Palla di Bemardo Franco Rinieri da Fiesole
Ammannato di Rota Ammannati Tedice Manovelli
Borgo Rinaldi Messer Lotto di maestro Salvi, iudice
Gherardo di Barzia di Scolaio Durante di messer Bonfantino
Ser Arrigo Rocchi Vanni Accolti, gonfaloniere di lustizia
Lapo Rinaldi Ser Feo Lapi Ranieri, loro notaio.
Messer lacopo de' Ricci, gonfaloniere di lu-
stizia Bindo di Firenze de' Machiavelli
Ser Piero di ser Buono da Ognano, loro notaio. Deo Bentaccordi
Cecco di Corso
/., IV, 48 Messer' Lotteringo da Monte Spertoli, iudice Ser Matteo Biliotti
Noffo di Guido Guccio di Bonagiunta de' Medici
2. e chl non omm, I. — 4-5. afTertno... tempi] afTermo, lasciolo nel Tero, ma cosl si disse A. — 11. che
oggi vl sono chiamate le Stinche G.
[A. 1305] CRONACA FIORENTINA 95
Ghino de' Cantori Ser loanni de' Siminetti
, Bartolo di Bandino, gonfaloniere di lustizia Mari Spinelli da Mosciano
Ser Bartolo Bernardi, loro notaio. Benincasa di Falco
Benzo di Guido de' Ricci
i lacopo di ser Michele - Nello di Guido Malegonelle, gonfaloniere di
. Grigorio de' Raffacani lustizia
I Monte degli Acciaiuoli Ser Sacco di ser Dato da Carraia, loro notaio.
1 Bemardo di Pagno Bordoni
IMesser' Alberto Rosoni loanni Bonaccorsi /., iv, <9
li Lotto Ardinghi Messer Caro di ser Venisti ludice
Bartolino di Cenni Alberti, gonfaloniere di Lapo di Donato Ardinghelli
lustizia Lapo dello Strozza
Ser Stefano Toscanelli, loro notaio. Manno di Lippo Manni
Terzo di Cione Bonelle
h Neri Corsini Lotto di Dello, gonfaloniere di lustizia
Cenni del Ricco Risaliti Ser Bertaldo Pandolfini da Signa, loro notaio.
RuBRiCA 250* — Come Ruberto di Calabria venne a Firenze.
Per la divozione che aveano i Guelfi di Firenze con gli Reali del reame di Sicilia
avuta sempre, avendo cacciati i Bianchi ed' i Ghibellini di Firenze, mandarono per messer /., iv, so
2 Ruberto primogenito del re Carlo secondo, e fecionlo capitano di guerra. II quale era savio
uomo piu che gagliardo, ma seco avea gente buona Catelana e savj Franceschi di guerra,
j e venuto fue ricevuto onorevolmente. E cio fu negli anni del Signore 1305 il dl di S. Giorgio
del mese d'aprile.
RuBRiCA 251^ — Come i Fiorentini ed i Lucckesi andarono a oste a Pistoia e andovvi un
cafitano con un ■podesta di Firenze.
Essendo prosperati in Toscana i Neri ed i Guelfi, salvocchfe si tenea Pisa ed Arezzo e
Pistoia a parte bianca, i Fiorentini ed i Lucchesi s'accordarono ad assediare Pistoia, e ban-
dita Toste si v'andarono, ed andovvi il capitano messer Ruberto duca di Calavria, ed an-
dowi uno podestk di Firenze d'Agobbio, il quale avea nome messer Bino Gabbrielli, e fecesi
3 bargello delFoste alla guardia un suo notaio nome ser Lando d'Agubbio, posta roste di qua
< per gli Fiorentini e di la per gli Lucchesi e steccata la Terra, che uno uccello non ne potea
uscire. E cio fu a' di 20 di maggio Tanno del Signore 1305.
RuBRicA 252"" — Come^ i Fiorentini andarono a forre 1'oste al castello d'Ostina in Valdarno. /., iv, 51
In questo mezzo feciono i Fiorentini una oste al castello d'Ostina in Valdarno e stava
3 pure a Pistoia fermo il campo; il quale castello d'Ostina era rubellato per gli Bianchi, il
quale preso, abbattute furono tutte le mura ed ogni fortezza a' di 28 di giugno 1305.
RuBRicA 253" — Come il Pafa mando due Legati a Firenze a fare levarc Voste di Pistoia,
e facificare i Bianchi e Neri insieme.
, In questo tempo che Toste era a Pistoia, messer Napoleone Orsini e il cardinale di
4 Prato richiesono papa Benedetto, che s' intromettesse che Toste si levasse da Pistoia e facesse
far pace ai Fiorentini Tuna parte coiraltra. Di che il Papa vi mand6 due vescovi valenti
uomini, i quali furono in Firenze e richiesono di volere balla di concordare i Bianchi e' Neri,
e non la poterono avere. Partirsi e andaronne neiroste a Pistoia, e sotto pena di scumuni-
96
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1305-1306]
cazione domandarono si levasBono da campo tutti. II Duca si lev6 e andonne; a Firenze
ne venne novella cd il Comune di Firenze e di Lucca non si partirono e feciono loro fac-
cenda. Fu scomunicata la cittk e l'08te ; liberi quegli chc si partirono. E ci6 f u negli anni
del Signore 1305 del mese di settembre.
/., IV, 5i RuBRicA 254* — ^esii' sono i Priori da mezzo fcbbraio 1304. a mczzo febbraio 1305:
/., IV, 53
/., IV, 54
Cenni Biliotti
Manetto di Buonricovero
Tuccio di Dello de* Scelinguati
Feo di^Cione de' Minerbetti
Neri d*Uguiccione
Vanni di Benintendi degli Albizzi
Tuccio Ferrucci, gonfaloniere di lustizia
Ser BellincionejCacciafuori, loro notaio.
Nuccio di messer Bardo degU Ammirati
Duccio di Guido de' Mancini
Bindo di messer Oddo degli Altoviti
Lapo Attaviani
Maestro Durante di messer Bencivenni
Passa di Zato Passavanti
D088O di Naldo della Rena, gonfaloniere
lustizia
Ser loanni de' Siminetti, loro notaio.
di
Bellincione di ser Dato Cacciafuori
Recco da Ghiacceto
Lapo del Pace
Baldo Borghi
Bindo di Spigliato
Salvino de' Rittafedi
Piero Guadagni,' gonfaloniere di lustizia
Ser Buonafede de' Buoncompagni da Certo-
niano, loro notaio.
Priore di ser Bartolo
Duccio di loanni de' Bucelli
Simone di Gherardo
Fellaio Capitani
Tuccio di ser Ciapo
Lapo Gianiani
Neri' d'AIdobrandino Bellincioni, gonfaloniere
di lustizia
Ser Rinaldo di lacopo da Signa, loro notaio.
Simone di Tuccio Guicciardini
Cerrino di Giambono
Messer Ranieri del Forese, iudice
Duccio di Palla Bernardi
Betto di Rinaldo
Vieri di Falco Davanzati
Niccolo Mariti da Cerreto, gonfaloniere di
lustizia
Ser Uguiccione di messer Ranieri Bondoni,
loro notaio.
Messer Uberto di messer lacopo da Certaldo
Meglino di lacopo Magaldi
loanni di Benci Manovelli
Pugio di Belcaro
Geri Cardinali
Lippo' de' Centinari
Arrigo Sassoli de' Sassolini, gonfaloniere di
lustizia
Ser Buonaccorri di Geri da Ginestreto, loro
notaio.
RuBRiCA 255* — Come i Fiorentini ebbono Pistoia e feciono disfare le niura e recarla a borghi. 35
Per continuo assedio i Fiorentini ed i Lucchesi stretta la cittk di Pistoia per modo che '
dentro si manicavano i cavalli, perocchfe non aveano piu pane n^ di miglio nh. di saggina
nfe di crusca e mangiarono cani ed altre brutture ; e questo era per virtii di messer Tosolato
degli Uberti franco guerriere ; pure non possendo piu s' accordarono, salve le persone de'
Bianchi; ed i Fiorentini feciono disfare le mura e recare a borghi; e tutte le castella, che 40
traevano da Pistoia in qua, furono dal Comune di Firenze, e tutte quelle di \h^ del Comune
di Lucca, salvocchfe la cittJi si rimase a' Fiorentini, ed il podestk di patto togUevano da Lucca,
ed il capitano da Firenze; e cio fu negli anni del Signore 1306 a' di 10 d'aprile.
1-3. a Flrenze ne venne novella omm. G. — 3-3. il Comune di Firenze . . . E cio fu] il comune di Firenae
e di Lucca non si partirono. E ci6 fu G.; il Com. di F. e di L. non si partirono e andarsene. E ci6 fu /. —
37-38. dentro . . . brutture] dentro non avieno pii che manicare se nonne brutture A. ; ah di miglio omm, I.
[A. 1306] ' CRONACA FIORENTINA 97
RuBRiCA 256* — Come fu assediato Monte Acinico, e freso e disfatto.
Era in Mugello appie dell'Alpe un castello chiamato Monte Acinico ; il quale castello era
bellissimo di due cerchia di mura, il ' piu f orte ed il piu bello ed il piu ricco del contado /., iv, 55
di Toscana; avevalo fatto fare il cardinale Ottaviano degli Ubaldini. In quello tutti i Ghi-
bellini ed i Bianchi usciti di Firenze v'erano ridotti, e guastavano tutto il contado di Fi-
renze. Ed in effetto ubbidiva agli Ubaldini infino a Fontebuona chi per amore, chi per forza
e chi per paura. Torno Toste da Pistoia, subito ando la ; e sarebbonvi indarno istati, se non
fusse che tra loro messer Geri Spini, come parente, tratto con una delle parti degli Ubaldini,
cio fu con messer Ugolino, dargli 15000 fiorini E cosi, sentendo il trattato, tutti si partirono;
1, e il castello si prese di settembre 1306, e fu disfatto.
i
' RuBRicA 257* — Come st difico tl castello della Scarferta dt Mugello, e dato tl gtiasto agli
Ubaldini.
Acciocche Monte Acinico non si potesse rifare, subito fu fatta riporre Scarperia con fran-
1 chigia di chi v'abitasse, e, passato TAlpe, i Fiorentini dierono il guasto agli Ubaldini in case
I e borghi e cio che innanzi si paro loro. E cio fu negli anni del Signore 1306 di settembre.
NoTA. — Da questa rubrica in poi segncremo con le iniziali G. R. le varianti daie dal cod. Guadagni di casa
Ricaso/i. .^ueslo codice riirovato dopo !a stampa delle prime 2SS rubrichc e stato da noi illustrato in ArchlTio
mnratoriano^iMC. s, pf. 83-8J, Citth di Castello, igo^.. Cotne avevamo detto nella Introduzione lo smarrimanto di
questo codice era compensato dalla edizione di P. Ildefonso, la quale riproduce quasi fcdelmente il codice suddetto.
tn ogni modo darcmo in fine della cronaca le foche lczioni del Guadagni, di cui P. Ildefonso non aveva tenuto conlo
i» queste frime 2JJ rubriche ; in quanto al resto ci servircmo direttamenie dcl cod, G. R. con il solito criterio (non
mutato dal rinvenimento di esso codice) di segnare cioh in nota le lezioni del G. R., diverse dalV Asiniano (A.), e che
aen ne sieno migliori, c di accogliere nel testo quelie chc concordano con /'A. Pertanto di questi due frincifali codici
ii lettore avrh, 0 nel testo, 0 nelle notc, tutte le lezioni; trascureremo solo quelle del Giordaniano (G.) chc sieno eviden-
ttmente aggiuntc fosteriori, e cke non si trovino nl in A. ne in G. R. Inoltre non indicheremo J>iu la cdizione ilde-
fonsiana se non nelle pochissime volte in cui si discosta da G. R.
2. chiamato] che si chiamava A. - il quale castello] omm. A. — 4. avevalo] il qualc avea G. R, - Ottaviano]
»mm. A, — 6. ed in effetto] omm. A. — 6-7. Fontebuona . . . . paura] Fontebuona o per araore o per paura A. —
7. tom6.... sarebbonvi] tornata l'o8te di Pistoia subito and6 \h. e bene vi sarebbono G, R. — 9-10. partlrono .. ..
dlifatto] partirono, di che il castello si ebbe a dl 7 di settembre, che vi era stata piii dl 6 mesi l'oste e disfecerlo
oegli anni del Signore 1306 G. R. Secondo G, la durata dell^ imfresa fu di iS mesi; A. che ho rifrodotto nei tesio,
non detcrmina il tcmfo — 13. riporre Scarperia| riporre la Scarperia — i3-i4- con franchigia] e francliigia (7.7?.
— 14. e passato] e passarono e G. li. — 15. e tib clie innanzi si par6 loro] e in ci6 che si paro loro incontro A.
T. XXX, p. I — 7.
/., IV, 36
RuBRiCA 258" — SitiestV sono i Priori da mezzo fehbraio 1305 a mezzo febbraio 1306.
Cione di Benintendi Vanni Pucci Benvenuti
Messer loanni di Rustichello, iudice Buto Del Ricco Davanzi
Cambino di Neri Cambi Giugnino' de' Giugni. Mori; in suo luogo fu /, iv, sr
1 Ricco Arlotti il maestro Cambio del maestro Salvi a'
Veri de' Rondinelli di 3 d'agosto
I Lando Biliotti Neri di Pepe, gonfaloniere di lustizia
' Ciangheri di Boninsegna Beccanugi, gonfalo- Ser loanni di messser Bernardo, loro notaio.
niere de lustizia
2 Ser Dino Manetti, loro notaio. Messer lacopo da Certaldo, dottore di leggi
Battagliuzzo di Rustichello
Casino Sassini Piero di messer Oddo degli Altoviti
Mestro Fagno, medico Cecco di Ciaio Ristori
Bonaccorso Cini della Badessa Messer Geppo di maestro Lamberto, iudice
98 CRONACA FIORENTINA [AA. i306-i307j
Cione da Magnale Bellincione di Neri Aldobrandini
Bizzo di Cambio Anselmo di Palla Bemardi
Nuto Periccioli Bezzole di Forte Bezzoli
Lapo di Giambono de' Medici Ser Arrigo Rocchi
Chermontese degli Uccellini Giannotto di Duccio Bucelii, gonfaloniere di
Caccino di Boncianni, gonfaloniere di lustizia lustizia
Ser Bindo Martini da Pagnano, loro notaio. Ser Piero di Buono da Ognano, loro notaio.
Taddeo di messer Aldobrando da Cerreto Buoninsegna An^olini Machiavelli
Ricciardo di Cione de' Ricci Dono di Guscio
Lapo di messer Angiolino de' Magli, gonfa- Francesco Ardinghelli
loniere di lustizia Messer Ubertino dello Strozza
/.. IV, si Ser Ridolfino Tucci da Gangalandi, loro no- Amadore' di Ridolfo
taio. Uberto di Lando degli Albizzi
Chele di Pagno Bordoni, gonfaloniere di lu-
Cione Pitti stizia
Giotto Arnoldi de' Peruzzi Ser Rustico Moranducci Bondoni, loro notaio.
RuBRicA 259* — Comc Vostc dcl comunc di Fircnzc amVo ad Arczzo fcr la vcntUa di mcsscr
Nafolconc dcgli Orsini, legato.
II cardinale messer Napoleone venne ad Arezzo, e quivi congrego gente assai per fare
oste a' Fiorentini. Sentito cio a Firenze, si bandi roste ad andare ad Arezzo; e cavalcarono -
con 3000 uomini da cavallo e con 15000 pedoni di loro e d^amistk, e cavalcarono infino in
Valdambra, guastando e disfacendo le castella degli Aretini, e puosono roste a Gargosa. II
cardinale veggendo cio, fece vista d'andare a Firenze, ed ando a Bibbiena. Sentito questo,
i Fiorentini si partirono, e tomarono in Firenze, e poi molti trattati feciono col cardinale, e
non ebbono effetto. E ci6 fu di maggio 1307. :
RuBRiCA 260* — Come i Fiorentini -puosofio imfosta a' cherici, e feciono abbassare -parte dcl
camfanile della Badia.
/., :v. 59 Vedendosi il Comune scomunicato da' Legati e farsi guerra, posono una imposta a' 'che-
rici. Quegli della Badia feciono villania a' messi; di che il Popolo \\ corse, e rubarongli,
e vollono tagliare il campanile, perchfe aveano sonato alVarme; pure non lo feciono, ma 3
tagliarollo un poco da capo. E cio fu nel detto anno.
RuBRiCA 261* — Come in Firenzc si feciono nuovi ordini fcr Pofolo e Grandi.
Per le novitk dette, i Grandi aveano preso baldanza molto piu non soleano, e offen-
devano il popolo di parole e di fatti; di che essendo in cio avvisati si riformo il Popolo
la cittJi con molti ordini; i quali in effetto chi gli volesse vedere, vada al Libro degli Or- .
dini della Giustizia ; e rifeciono i gonfaloni, e dove erano venti ne trassono uno di S. Piero
Scheraggio, ch' era 1' arme a metk per traverso dal mezzo in su . . . . e dal mezzo in giu. . . .
20. ci6] omm. A. - ad andare] omm. A. — 2i. uomini da cavallo] cavagli A. — «. Gargosa] Gargonsa A. —
28. Vedendosi . . . . scomunlcato] Vedendo il Comune scomunicatosi A. — 29. vi corse] vi trasse A. — 30-31. pu-
re. . . . E cl6] pure non tagltarono da pi^ ma da capo si fecero. £ ci6 G. /?. ; pure non tagliarono da pi^ ma da
capo si feciono alquanto abbassando il campanile. E ci6 G. — 33-34- baldanza. . . . . oftendevano] baldanza gran
fatto piii clie non soleano avere e offendeano G. R. — 34. di fatti] in fatti A. — 35. con] t A. - ordini.... ve-
dere] ordini e quelli in effetto chi li volesse vederc A. — 3". le duc lacune segnate con punti nel tesio sono in G. R.
e G.; in A non ■vi e sfazio alcuno in bianco e sono ommesse lc parolc: dal raczzo in su e dal mezzo in giii
[A. 1307
CRONACA FIORENTINA
99
E feciono per ordine che la vilia di S. loanni tutti i popolani e artieri andassono ad offe-
rere con gli gonfalonieri col gonfalone spiegato, e le Arti non andassono in quel di a offerere
come soliano coi gonfaloni ed insegne loro, se non col gonfalone delle compagnie. Ed eb-
bono i gonfalonieri la guardia della cittk, con portare arme e pigliare e richiedere e co-
i mandare che i suoi attenenti, ciascuno del suo gonfalone,' s'armasse a sua posta, e andasse
con lui armato sanza alcuna pena. E sopra a ogni gonf alone s' aggiunse Tarme del Popolo,
cio^ il campo bianco e la croce vermiglia in uno scudicciuolo ed una banda alFarme del
re Carlo primo, che v' era il rastrello vermiglio sopra i gigli, come ancora vi s' h. E manda-
rono per uno uficiale, il quale chiamarono lo Esecutore degli Ordinamenti della Giustizia
1 con grandissimo arbitrio, e non avea a stare a sindacato, se non di baratteria o di furto,
sicche molto potea fare a cavallo sopra i Grandi, e venne in Firenze negli anni del Signore
1306 del mese di marzo; e venuto il feciono cavaliere. Ebbe nome messer Matteo d'Amelia
di provincia di Roma.
A. IV, M
RuBRicA 262* — ^iesti sono i Priori da mezzo febbraio ijo6 a mezzo febbraio 1307,
1 Ser Cambio di Buonaguida
Donato di Lamberto delFAntella
Checco di Corso
Lapo di Corso de' Minerbetti
j Donato di Lapo Viviani
2 Cionetto di Giuvenco de' Bastari
Dardano di Tingo degli Acciaiuoli, gonfalo-
niere di lustizia
Ser loanni di ser Lapo Bunamici, loro notaio.
Deo' di Bardo
2 Massaio de' Raffacani
Messer Fantino da Signa, dottore di leggi
Cenni di Nardo lunta
Ser Alberto Amizini, notaio
Cino del Buoso degli Uccellini
3 Ardingo di Buonagiunta de' Medici, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Fredi di Bindo da Panzano, loro notaio.
Neri Corsini
Rinieri di Pacino de' Peruzzi
Monte di Mannino degli Acciaiuoli
Messer Orlando Marini, iudice
Nello Rinucci
Torrigiano di Guido Orlandi
Vinta del Caccia Altoviti, gonfaloniere
lustizia
Ser Ricco Pegolotti, loro notaio.
di
lacopo' di messer Berlinghieri Marsilj
Bello di Lippo de' Mancini
Lapo Rinnovanti
Filippo Aldobrandini
Bartolo Bonghi
Lotto d'Ardingo
Passa di Zato Passavanti, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Ciuccio di Neri Ciucci, loro not-tio.
/.. IV, 1
l., IV, 63
Benzo di Filippo Soderini
Cione de' Magalotti
Avvogado di Gherardo
Ammannato di Rota Beccanugi
Piero Borghi
Messer Ubaldo d'Aguiglione
loanni di Guido de' Giugni, gonf. di lustizia
Ser Uguiccione di messer Rimeri Bondoni,
loro notaio.
Baciienno di Bertoldo
Rinaldo Baroncelli
Maso di Benci Manovelli
Ser Matteo Biliotti, notaio
Falco di Bello Rondinelli
Durante di messer Buonfantino
Banco di Guarnieri, gonfaloniere di lustizia
Ser Ghino Pinucci da Signa, loro notaio.
I. rilia] vlUa A. - e artlcri] e arteficl G. /?. — 2-3. col gonfalone.. .. delle compagnie] col gonfalone e in-
scgne loro se none col gonfalone delle compagnie A. — 4. la omm. G. R. - con portare arme e pigliare] con po-
tere arme sumere e pigliarc G. R. - 4-5. comandare.. .. ciascuno] comandare clie i suoi attenti ciascuno A.; co-
mandare ai suoi attenenti a ciascuno G. — 7. bianco e ia croce] bianco in croce G. R. — 8. rastrello] rastello
G. R. — 9. cliiamarono lo Esecutore] chiamarono il nome dell' ulicio lo Esecutore G.R. — ii-i2. del Signore...,
Maiteo] del Signore 1306 e venuto in l'irenze U feciono cavallere; chlamossl messer Matteo A.
100 CRONACA FIORENTINA [A. 13071
RuBRicA 263* — Come il fodesta di Firenze si fugg\ col suggcllo del Comunc.
Essendo podest<\ di Firenze messer Carlo d'Amelia, fratello di messer Matteo, che fu il pri-
mo esecutore degli Ordinamenti della Giustizia, si port6 in suo officio assai dissolutamente
e in baratterie e in cattivith. Ed essendo di giugno per finire ruficio, si parti di furto per
non si trovare a sindacato, e portossene il suggello, che sempre lo teneano li Podesti; il 5
/., jv, u quale suggello avea, come ha oggi, per segno un' Ercole. Nondimeno in questo modo non si
fu per6 assoluto, ed il Comune lo fece sindacare e condannare, e dove credette riparare a
sua vergogna per portar seco il suggello con dire: "Eglino m' assolveranno, se '1 vorranno,; ed
egli fu notificato per tutto '1 mondo che lettere che andassono, o che fussono ite, non fussero
credute, che il tale Podestk avea rubato il suggello. II fratello, addolorato di ci6, il furo un 1
di al Podestk che era stato, e rimandollo a Firenze ; e da quel dl innanzi il tennero i frati
di Settimo e non piu il Podesta. E cio fu negli anni 1307; e fece bene costui per onor suo.
RuBRiCA 264* — Come morl messer Corso Donati.
Come addietro in piu luoghi aviamo fatta menzione, che messer Corso de' Donati avca
gran s^guito e grande grandigia in Firenze, pure addivenne che per gli Ordini della Giustizia !
non potea esser cosi grande, come a lui parea meritare, e per suoi modi e simile per sospetto
ch'egli quasi tenea con gli Bianchi e con gli Ghibellini, non era nfe amato come solea, nfe
seguito, ma odiato. E quello che piu lo fece odiare, si fu lo parentado di Uguccione della
Faggiuola, nimicissimo del comune di Firenze e ghibellino, di cui egli avea tolta la figliuola per
/., IV, u moglie; di che quasi da molti era abbandonato, salvo d'alcum' Bianchi de' Grandi, e de' Neri
pochi. Bene teneano con lui i Bordoni s5, che era capo deiruna sfetta, ma molto era minore
che non solea, e Taltra parte era nobile ancora: Tosinghi e Pazzi, Spini, Brunelleschi, Ca-
vecciuoli; i quali seguivano, ed eglino erano seguiti da quelli che erano nello stato Guelfi e
Neri. Messer Corso fece immaginazione che setteggiare per far grandi altrui e non sfe, era
nuUa, dilibero di farsi signore, e mando per Uguccione della Faggiuola, e con lui richiesti -
molti amici, che n' avea di f uori assai piu che dentro, subito furono mossi i Ghibellini ed i
Bianchi, e con molta gente furono gii a Remole. Questo fu sentito, e fu dato nella cam-
pana de' Priori e il popolo subito fu armato, e trassero a casa i Priori con gonfaloni, e
subito tutta la citta di comune concordia diedero a messer Piero della Branca d'Agobbio,
podesta, un'accusa contro a messer Corso. Ed egli la tolse, e fello richiedere, e dettegli 3'
bando la mattina a mezza terza deiravere e della persona e di rubello e di traditore del
Popolo, e fu messo in concio il Gonfaloniere della Giustizia co' maestri e co' picconi per
ire a f are 1' esecuzione, dietro a cui andarono li diciannove gonfaloni, capitano e podestk ed
/., IV, 6J esecutore. Messer Corso era messo in punto con alcuni f orestieri e molti ' amici e ^acini e
con isbarre si difese infino a vespro ; che mai non venne il soccorso. I Priori come anda- 3
rono assalire, feciono un messo uscire fuori, che and6 a Remole a dire fittiziamente da parte
2-3. Matteo .... Ordinamentl] Matteo, che il primo fu esecutore degli Ordinaraenti G. R. ; che fu il prlmo
defensore degli ordini A. — /[. e in barat. e in cattiv.] in barat. ed in altre cattiv. G. /?. — 4-5. per non si tro-
vare] per non essere G. R. — 6. modo] luogo A, — 8. portar seco] portarsene G. R. - se '1 yorranno] omm. A.
— II. tennero] tenne A. — 12. e ci6 suo] e ci6 nell'anno del Signore 1307. G. R. — 14. Come . . . . mcs-
ser] Come h detto messer A. — 15. e grande] omm. A. — 16. e per i suoi modi] e per li sua modl A. — 17. ne
amato] amato A. — 19. nimlcissimo] nemico G. R. - dl Firenze] omm. A. — 22-23. Cavecciuoli] CavicciuU A.
— 23. eglino] omm. A. — 28-29. Priori e il popolo.... gonfaloni] Priori airarme subltamente e fu armato 11
popolo e trassero a casa i Prlori li gonfalonl G. R. — 29. concordia] omm. A. — 30. podesti] omm. G. R. —
30-31. la tolse.... a mezza] la tolse e fu rlchiesto e datogli il bando e la condannagione dalla mattina a dl a
mezza G. R.; I. segna una lacuna dopo la farola a d\ — 32. ii Gonfaloniere] Gonfalone A. - picconi] picconai G. R.
— 34. che mal.... I Priori] che mai non venne il soccorso. I Priori /.; che mal non venne.... I Priorl G.R.;
che mai non vennono. I Priori A.; che mai non restarono G.
[A. 1308] CRONACA FIORENTINA 101
di messer Corso con novelle ree: " Messer Corso h preso egli e tutta sua brigata, e disfat-
" togli le case, ed egli era suUa piazza per essergli tagliato il capo, quando uscii f uori ; pero
" soccorrete„. Quelli, non pensando, dicevano: " Noi non siamo gente da andare a soccorrerlo,
" poichfe il popolo ^ in arme, e hallo preso, e le porte serrate „ . In quello vennoro altri, e
5 dissono che il popolo era in arme ed ito a casa messer Corso con gli gonfaloni e rettori; cio fe
la prima verisimile, chfe quello ch' era mandato era venuto piii presto, che quello che venia da
sfe ; di che la brigata si ritrasse. Messer Corso, che aspettava a nona il soccorso ; non veniva.
La brigata de' popolani veggendo i gonfaloni a casa, ed il gonfaloniere della giustizia e'
rettori, a uno a uno se ne andavano, e tale era colui che facea vista d'andarsi a rinfrescare,
) che pigliava mezza volta, ed era dalla parte del Popolo piu fiero che gli altri, e per non poi
dettogli, nb condennato: " Tu fosti con messer Corso „. Ultimamente su '1 vespro non potendo
! piu risistere, si fu rotto un muro d'un orto, di che entrarono dentro il popolo. Di che messer'
Corso e' suoi si partirono, e f urono rubbati ed abbattute le loro case ; e messi f urono i Catelani /., iv, 6»
del Duca di Calavria dietro a messer Corso, infra' quali furono con loro certi cittadini. E
i dicesi che uno de' Cavecciuli, cio^ Boccaccio, giunse de' compagni di messer Corso e uccisene
. e presene, in fra' quali fu Gherardo Bordoni sul ponticello del fiume d'A£frico, e mortolo
se ne arreco la mano per insegna. Messer Corso si dice fu giunto e preso, ch'era appie di
Quintole, e messo in su uno muletto di non gran pregio perchfe venisse piu sicuro. Gli Catelani
furono da lui molto lusingati di denari e d'avere, se lo lasciassero, non vollero credere; di
j) che alla per fine, essendo presso alla Badia di S. Salvi, vedendosi ire in Firenze, per non
' essere alle mani del popolo, stimo di lasciarsi cadere da cavallo e di dire : " lo voglio mo-
I "rire prima di venire a Firenze„. II mulo quando si lasci6 cadere, si dice, gli rimase il
pi^ diritto nella staffa, strascinandolo aombrato dove traeva il popolo. Di che cosi trasci-
nandosi, li Catalani, temendo lo popolo non lo togliesse loro, per ubbidire a' Signori dis-
:> sono: " Innanzi che eglino lo ci tolghino, e' Taranno morto^. Di che uno con unalancia ca-
talana, sopraggiugnendolo gli dih per la gola, e subito mori. II Popolo lo volea pigliare e
non torlo, videlo morto '. Fu per gli monaci nella Badia portato, e accomandato loro, tan- /., iv, 67
tocchfe da' Signori di Firenze fosse loro comandato quello fusse da farne. Ci6 fu negli
anni del Signore 1308.
) RuBRiCA 265* — Come i Tarlati furono cacciati d' Arezzo.
Gli Aretini cacciarono i Tarlati d'Arezzo, e feciono pace co' Fiorentini, e andarono
con molta concordia, e feciono coiraiuto di Uguccione della Faggiuola. Ci6 fu negli anni
del Signore 1308 del mese di giugno.
RuBRiCA 266' — Come gli Ubaldini s' accordarono co' Fiorcntini.
) I nobili della casa degli Ubaldini, vedendo tornati a parte guelfa gli Aretini, Pratesi
e tutta Toscana, salvo Pisa, si si rimessono nelle mani de' Fiorentini, e feciono questi patti,
clie gli Ubaldini sodarono in Firenze di 20 000 fiorini di fare sicuro il passaggio delle
1-2. brigata.... ed egli era] brlgata, la terra e colle case loro e diafatte sono; ed egli G. R. — 3. dicevano]
0«»;«. A. — 4. e hallo preso] omm. G. R. — S- ^^] fu A.,G,R. — lO. era] omm. A. — lo-ii. per non.... conden-
nato] per non essergli plij detto e condennato G.R. — 13. il popolo] omm, G. R. — 13. loro] omm. G. R, —
13. con loro] omm. G. R. — 18. non gran.... Gli Catelani] non gran corso perch& non iipronasse il cavallo. Li
Catelani G. R. — 41. alla perfine. ... S. Salvi] alla fine di che e' fu presso alla badia di S. Salvi A. — 23. prima]
prima clie A. - si dice] omm. G. /?. — 23. strascinandolo .... il popolo] strascinandolo arrabbiato ; ed i vlUani
traevano ed il popolo G. R. — 45. temendo .... ubbldire] temendo che a loro il popolo non lo togliesse loro per
ubbidire G.R. — 25. eglino lo] omm. G. R. - tolghino] cosi G. R. ed A.; tengano /. — 26. sopraggiungendo. . . . mori]
sopraggiungendo il raulo, gli dii per la gola ; della quale ferita mor\ G, R. — 38. C16 fu] omm, A. — 39. del Signore]
omm. A, — 36. Fiorentini. . . . patti] Fiorentini, i quali contennero in effetto questo li patti G, R.
102
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1308-1309]
loro terre a tutti i passanti per loro terreno, ed averebbono amici per amici e nemici per
nemici chi avesse il Comune e Popolo di Firenze, e farebbono oste e cavalcata. Ed il Co-
/., IV, »1 mune fece loro perdonanza, e cancell6 ogni bando e condennagione ' di loro fatta. Ci6 fu
negli anni del Signore 1308 del mese di novembre.
RuBRiCA 267' — ^esii sono i Priori da mezzo febbraio 1307 a mezzo fcbbraio 1308,
/., IV. W
/., IV, 70
Bonaccorso di Michele
Lapo di Talento
Cambio di Guido del Chiaro
Chiaro di ser Carradore
Messer Alberto Rofoni, iudice
Luti di Rittafede
Deo di Bentaccorda, gonfaloniere di lustizia
Ser lacopo di ser Bencivenni Dandi, loro notaio.
Bartolo di Cione Benintendi
Duccio di Macca de' Vezzi
Ser Medico Aliotti
Ubertino di Rosso dello Strozza
Neri di Forte de' Bezzoli
Messer' Bartolo de' Ricci, dottore di leggi
Tuccio di ser Ciapo dal Pino, gonfaloniere di
lustizia
Ser Geri d'Andrea, loro notaio.
Neri di Ridolfo
Cambino di Candeghi
Neri Aldobrandini
Manno d'Ottaviano
Guccio di Buonagiunta de' Medici
Ser loanni di ser Benedetto Capitani
Lapo de' Velluti, gonfaloniere di lustizia
Ser loanni di ser Spigliato da Filicaia, loro not.
Lione di Tuccio de' Guicciardini
Bello d'Alberto
Tuccio Delli de' Scilinguati
Bernardo di Pagno Bordoni
Ser Rustico Consigli
Ricco di Compagno degli Albizzi
Lippo di Puccio Benvenuti, gonf. di lustizia
Ser Duti Mainardi, loro notaio.
Bartolo Bandini
Neri di lacopo
Simone di Gherardo
Fellaio Capitani
Lapo di Bencivenni
Ugolino del Zampa
Nardo di lunta, gonfaloniere di lustizia
Ser loanni di lacopo da Signa, loro notaio.
lusto di Benci Amati
Donato di Lamberto deirAntella
Pesce di Gugio de' Pesci
Anselmo di Palla di Bernardo
Lapo di Pace Struffaldi
Lapo' di lacopo de' Covoni
Veri di Falco Baldovini, gonf aloniere di lustizia
Ser Cambio Micheli, loro notaio.
1
RuBRiCA 268* — Come i Ghibellini e i Bianchi cacciarono i Guelfi e i Neri di Prato, e si
vennero a Firenze, e il Comune ve li rimise.
In Prato si levo un di, per la morte d'un uomo che uccise \m Nero, il romore, e cac-
ciaronne i Bianchi ed i Ghibellini fuori i Neri ed i Guelfi. Questi rifuggirono a Firenze.
Di che fu posta la candela alla porta, che le cavallate ed i gonfaloni di tre sesti uscisssero 3
fuori a pena del pi^; e quella notte medesima furono a Prato. Temendo i Pratesi del gua-
sto, s'accordarono, e rimessono i Guelfi ed i Neri dentro, e dierono la terra al comune di
Firenze; e ci6 fu negli anni del Signore 1309 a di 7 d'aprile.
RuBRicA 269' — Come i Fiorentini andarono a darc il guasto agli Aretini.
II comune di Firenze fece cavalcare il contado d'Arezzo, imperocchfe a dl 24 d'aprile i 4"
Tarlati erano per trattato ritornati in Arezzo, e cacciatine i Guelfi e i Neri, ed aveano ca-
i-a. amici.... farebbono] amici ed e converso e' farebbono A. — 2. cavalcaU] cavalcate G. R. — 3. fece loro
perdonanza. ... bando] gli fece perdonanza d'ogni bando A. • q condennagione] o condannagione A. - Ci6 fu] omm. A.
4. del mese di novembre] omtn. A. — 33. per la raorte] per morte A. — 34. rifuggirono] rifuggiti A. — 35, caval-
late] cavalcate G, R. — 38. a dl 7] omm. A. — 40. a dl 24] omm. A,
[A. 1309] CRONACA FIORENTINA 103
valcato il contado di Firenze. Di che uscirono fuori i Fiorentini a' di 23 di maggio', e stet- /.. iv. n
tono infino a' di 8 di giugno 1309, e feciono loro grandissimo danno col guasto.
RuBRiCA 270* — Come i Lucchesi vollero disfare la citta di Pistoia, e i Fiorentini non li la-
sciarono.
) Per la superbia de' Pistolesi che usavano co' Lucchesi, i quali si teneano la metk di Pi-
stoia delle fortezze di fuori e della citta dentro, diliberarono i Lucchesi di guastare la cittk,
e richiesono i Fiorentini a guastare come loro. I Fiorentini, che sempre furono pietosi,
contraddissoro che niente se ne facesse, e fu sturbata l'oste loro che venia per un messer
Lapo Vergolesi con segreta compagnia de' Fiorentini e di Romagna che teneva la Sambu-
I ca, e data licenzia da' Fiorentini, che steccassero e murassoro Pistoia; i quali in cinquanta
ore di di e di notte tutta la steccarano e l'affossarono, tanto lavorarono che fu miracolo.
Cio fu negli anni del Signore 1309 a dl 5 di giugno.
RuBRicA 271* — Come i Fiorentini mandarono in aiuto del Cardinale in Romagna contro i
Veneziani.
5 I Fiorentini, richiesti dal Legato di Romagna, nipote di papa Chimento, mandarono in
aiuto gente. E cio fu deiranno 1309 di luglio, e a dl 27 di agosto seguente furono' /., i», 7j
sconfitti i Viniziani dal Legato, e molto si portarono bene i Fiorentini. E cio fu signifi-
cato al Papa.
RuBRiCA 272' — Come i Fiorentini facificarono i Volterrani e Sangiminianesi.
) I Fiorentini cavalcarono a Volterra per briga ch'era tra loro e i Sangiminianesi, e fe-
ciono con grande fatica f arli far pace insieme ; e cio fu la terminazione de' Fiorentini della
pace: ai confini di ciascuno, perchfe piu quistione non fosse, yosst: fatta una fortezza. Cio fu
negli anni del Signore 1309 di settembre.
1 RuBRicA 273' — Come il re Ruberto niandb la stia bandiera a Firenze.
3 II re Ruberto mand6 al suo maliscalco, il quale avea lasciato neiroste da Pistoia, quan-
ll do si partl, ch'era duca di Calavria, una bandiera alla sua arme. Colla quale i Fiorentini
andarono ad Arezzo per sommossa di quelli da Castello. Con sua gente i Fiorentini mos-
sero a' di 10 di febbraio negli anni del Signore 1309. Di che andando ad Arezzo, e' fa-
cevano la via da Cortona di sopra' per guastare di Ih gli Aretini. Gli assalirono sotto Cor- /., iv. 73
0 tona gli usciti di Firenze e il Popolo d'Arezzo a' dl 20 di febbraio, e furono sconfitti, ed
Uguccione da Faggiuola si fuggi, e furono sconfitti in campo e morti, infra i quali vi fu
morto Vanni Tarlati e Cione Gherardini e piii altri.
1-3. il contado.... guasto] il contado di Flrenze, e feciono agli Aretini grandissimi danni negli anni del
.Signore 1309 A, — ^. z. giiastare] di gu.nstare G. R. - pietosi] piatosi A. — 11. che fu un miracolo] omm. G. R.
- 12. a d\ 5 di glugno] omm. A. — 16. e a d\ 27] e Id ai 27 G. R. — 17. E ci6 . . . . Papa] omm. A, — 20-31. della
pace.... fortezza] della pace a confini di ciascuno; e perchb piu questione non fusse fatta una fortezza fu foata /.;
della pace a confini di ciascuno e perchfe pii questione non fiisse fatta una fortezza G, R,; una fortezza oinm. A.
— 20-23. Ci6 fu di settembre] E fu negli anni 1309 di settembre A. — 34. al suo] 11 suo A. - 11 quale] che A.
— 26. partl ch'era duca] partl dal duca A. — 37. «ndarono] mandarono G, R, — 37-38. Costello. . . . a' dl] Castello
e con gente gua ed 1 Fiorentinl mossersi a' d\ G, R, — 38. Negli annl del Slgnore] omm. A. — 39. da Cortona] di
Cortona G. R.
104
CRONACA FIORENTINA
lAA. 1309-1310]
RuBRiCA 274' — ^testi sono i Priori da mezzo fcbbraio ijo8 a mezzo febbraio i3og.
/., IV,
/., IV,
Boninsegna Angiolini Machiavelli
Coppo Borghesi Migliorati
Francesco di Bonaccorso
Pagno di messer Bonaccorso
Donato di Lapo Viviani
Ser Arrigo Rocchi
Banco di love Aglioni, gonfaloniere di lustizia
Ser Lottieri di messer Rinaldo da Barberino,
loro notaio.
Messer Geppo del maestro Lamberto
Amoldo de' Peruzzi
Dardano di Maso Bonciani
Ricco Arlotti
Nello Rinucci
Maestro Cambio del maestro Salvi
Uguiccione de' Tizzoni, gonfaloniere di lustizia
Ser Carletto Benvenuti da Castel Fiorentino,
loro notaio.
Giovanni' del Baldese
Messer Giovanni Rustichelli
Francesco d'Ubaldino Ardinghelli
Maso Aldobrandini
Buto del Ricco Davanzi
Vanni Benintendi degli Albizzi
Dardano degli Acciaiuoli, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Bernardo di ser Benincasa, loro notaio.
Giovanni di Bonaccorso
Buoso di Risalito Rossi
Messer Fazio di Signa, dottore di legp
Teghiaio de' Beccanugi
Gieri Cardinali
Bartolo di Lotto Bischeri
Lapo dello Strozza, gonfaloniere di lustizia
Ser Fazio Gonzi da Castel Fiorentino, loro
notaio. 1
Barone de' Risaliti
Manetto di Buonricoveri
Ugo di messer Oddo Altoviti
Spinello di Primerano da Mosciano
Averardo de' Medici i
Messer lacopo de' Ricci, iudice
Veri de' Rondinelli, gonfaloniere di lustizia
Ser Bernardo Pacini, loro notaio.
Cenni' de' Biliotti
Duccio de' Mancini
Simone Arrighetti degli Abbruciati
Vanni Pucci Benvenuti
Bartolo de' Anchioni
Vezzo Vezzosi
Bezzole di Forte Bezzoli, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Arrigo Gani, loro notaio.
RuBRiCA 275* — Co7nc il cardinalc di Pelagiu, nifote del Pafa, venne in Firenzc.
II cardinale di Pelagiu, essendo stato onorato dalla gente del comune di Firenze, 3(
venne in Firenze, e molto vi fu onorato e ringrazio il Comune della gente, la quale mandata
avieno a Ferrara. Fugli donato cavalli ed altri doni ed una coppa d'oro entro\T 2000 fio-
rinid'oro; e andogli incontro il carroccio. Avea in questo frammezzo impetrato dal Papa di
conciliarli con santa Chiesa e ricomunicarli. E ci6 si fece d'aprile 1310.
A. IV, 76 RuBRicA 276" — Comc^ i Fiorentini fcciono osie ad Arezzo.
I Fiorentini erano in concio dell'andare ad oste ad Arezzo, ed in quel mezzo lo 'mpe-
radore a stanza degli Aretini, ciofe Arrigo, scrisse del non andare, chfe volea acconciargli
insieme, che era per venire. Non lasciarono pero che non andassero, e feciono gran danno
39. Pelagiu] Pelagro G. R. ; Pelagr6 /. — 29-30. onorato dalla gente del Comune rlngrazl6] onorato dal
comune di Firenze, venne in Firenze e fuvvi molto onorato e ringrazl6 G. R. — 31-32. della gente.... fugll] della
gente gli avevono mandata e fugli A. — 32. entrovi] con G. R. — 33. framraezzo] mezzo G. R. — 34. ricomuni-
carli.... aprile] ricomunicarli, e cosl fece del mese d'aprile G. R.
LA. 1310] CRONACA FIORENTINA 105
di guasto e d'arsura, e nondimeno si tornarono a Firenze, lasciando gli usciti all' Olmo a uno
forte battif olle. E dicesi se vi fussono stati a campo Tavrebbono vinto, non vi stettono ; chi
dice per una cagione e chi per un'altra, ma quella che per piu si diceva era che i Grandi
erano male contenti degli Ordini della lustizia e dello stato che non avieno a loro posta,
erano contenti di tenere il Comune in guerra, e che non montasse in acquisto, che non avesse
piu possa clie s'avesse allotta, ma meno. E ci6 fu che andarono negli anni del Signore 1310
a' di 9 di giugno, e tornarono a' di 25 di luglio detto anno. E innanzi si partissono ven-
nono gli ambasciadori dello Imperadore a Firenze e la neiroste, e non ubbidirono, che fu una
onorevole ambasciata ; i quali f u uno messer Luisi da Soavia e uno messer Simone da Pistoia
1 ed altri due Prelati; e non ubbiditi se ne andarono ad Arezzo.
RuBRiCA 277* — Come^ Arrigo di Ijisimborgo, conte, eletto Imfcradore, venne -per la corona. r,. ir, n
Arrigo, conte di Luzzimborgo, venne per la corona, come era eletto Imperadore, e ve-
nuto ... si gli vennero incontro tutti gli ambasciadori a confortarlo della sua venuta. II quale,
, quando non vide venire i Fiorentini, domando il perchfe, ed a lui fu detta che la cagione
r era perch^ avevano sospetto di non riavere per sua mano dentro li Ghibellini e li Bianchi.
' A lui ne parve male, e disse che la sua intenzione era altra che quella non sonava; e certo
si seppe ch'egli guardava di fare accordi in Italia, e poi di fare passaggio sopra quelli che
! occupavano la Terra Santa. E questo fu.... deiranno 1310.
RuBRiCA 278* — Camc lo re Ruberto venne a Firenze.
Lo re Ruberto, tornando da Vignone da prendere la corona, venne a Firenze, e cerc6 di
concordare le sette di Firenze, ciofe tra' Grandi e Popolo, e non vi trovo quello modo
avrebbe voluto, ma grande onore gli fue fatto con gran doni. Stettevi 24 dl, e a' 25 si partl
del mese d'ottobre neiranno del Signore 1310.
RuBRiCA 279* • — Come^ si murb, e steccb Firenze. r, iv,r»
Firenze non era murata, se non dalla gora d' Ognissanti infino alla porta d' Ognissanti,
ma dalla porta 4'Ognissanti infino a quella di S. Gallo erano le mura fondate; e in Fi-
, renze, comecchfe due altre cerchia di mura vi fossono anticamente, tutte o la maggior parte
abbattute o vendute a' cittadini per disfarle per dar luogo alle case. Di che il Comune,
avendo rispetto a quella venuta dello Imperadore, temendo, e poi vedendo ch' era grande
i spesa, nondimeno diliberaro che ove erano fondate, s'aIzassero otto braccia, ed in ogni al-
tro luogo si facessero fossi e steccati. E questo fu diliberato a' di 2 dicembre 1310.
RuBRiCA 280* — Siuesti furono i Priori da mezzo febbraio i^o^ a mczzo febbraio ijio.
Renzo di Filippo Soderini Ser Matteo Biliotti
loanni di Lamberto deirAntella Pieruccio Fiorentini
3 Lapo di Valore lano' di Lando degli Albizzi
I. aU'01mo a uno] aU'01mo e uno G. R. — 2. se vi fussono. ... vi stettono] se Tolessero esservl stati,
l'avrebbono vinto. ma non vi stettono G. /?. — 3. un'aitra] aitra G. P. - diceva .... grandi] dice era quelia che
perclife i Grandi G. R. — 5. erano contenti] erano genti G. R. — 6. ma meno] omm. A. — 6-7. e ci6.... 1310]
e fii negli anni di Cristo 131 1 d'ottobre A. Con queste faroU: " negll anni di Cristo 131 1 d'ottobre „ yJiwVce la
pngina in A; la aeguente comincia con la rubrica corrispon-lcnte alla 284'^ dcUa fresenta edizione. La numcrazione
delle fagine del codice prosegue rcgolar/nente (81-82), la scrittura dclln numeiazione b dcl timtpo ; In mancanza quindi
delle S ruhrlche era prohabilmente nel codice da cui A, irascriveva — 31. a dl 2] a d^ 4 /.
106
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1310-1311]
Arrigo di Sassolo de' Sassoli, gonfaloniere di Feo di Cione de' Minerbetti
lustizia Niccol6 Mariti da Cerreto
/., IV, 7» Ser Guido di Rosso da S. Casciano, loro Passa di Zato Passavanti
notaio.
Amideo di Salvi de* Minutoli
Bettino de' Rimbertini
Boninsegna degli Abbruciati
Ser Gianni de' Siminetti, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Guasco di Nardo de' Guasconi, loro no-
taio.
Lapo di messer Angiolino de' Magli
Neri de' Pepi
Albizzo Mannini degli Acciaiuoli
Manno Attaviani
Davanzino del Ricco Davanzi
Messer Rinieri di Gano del Forese
Lapo di Talento de' Bucelli, gonfaloniere di
lustizia
Ser Bernardo Neldi, loro notaio.
Bancherone di Cione degli Aglioni
Banco di Ciuto
Tuccio Delli de' Scilinguati
Messer Ubertino dello Strozza
Betto di Rinaldo
Salvino de' Rittafedi
Tingo de' Barbadori
Calcina de' Raffacani
Bindo di messer Oddo degli Altoviti
Cenni di Nardo
Gherardo di Lapo Pagani
Ser Giovanni di ser Benedetto
Ruggerino di ser Benci, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Puccio di Ventura de' Mori, loro notaio.
Boninsegna Angiolini
Cione de' Magalotti
Francesco di Bonaccorso
Ansehno di Palla
Donato di Lapo Viviani
Uberto di Lando degli Albizzi
/., IV, 10 Maruccio' di Geremia del Beccuto, gonfalo- Veri Rondinelli, gonfaloniere di lustizia
niere di lustizia Ser Giovanni Finucci, loro notaio.
Ser Rustico Moranducci, loro notaio.
/., ▼. 1 RuBRiCA 281" — Come in JFtrenze fu gran caro; c ribandirono i Gtielfi; c feciono legge.
Nella citt^ di Firenze fu grande carestia, tale che lo staio del grano valse circa due
terzi di fiorino. E per lo caro, e per la venuta dello 'mperadore, che potea gittare mala
ragione, com'era fatta lega collo re Ruberto, cosi si coUegarono con chiunque volle essere
contro quello Imperadore ; e tutti i Guelfi si ribandiro d'ogni bando. E cio fu fatto per legge 3j
a' di 25 di aprile 1311. \
A, V, 2
RuBRicA 282' — Come^ fcr sosfetio de' Samminiatesi c Volterrani i Fiorentini si fresero
le fortezze loro, e guernironle, e gtiardaronle.
II comune di Firenze e di Lucca per la venuta dello Imperadore, si vollono assicurare 1
delle castella di Sanmignato e di Volterra. Di concordia le forniro, e misservi gente e 3'
vettovaglia. E ci6 fu negli anni del Signore 1311 del mese d'ottobre.
RUBRICA 283* — Come gli ambasciadori dello 'mferadore vennero a Fircnzc, e non ftirono
lasciati cntrarc.
Lo 'mperadore mando a Firenze li suoi ambasciadori, li quali furono Messer Pandolfo
Savelli da Roma e con altri. E ultimamente fu loro mandato a dire che non intrassero, 4li
e si partissero. Ristettono a Montughi, e non intraro. La notte furono rubati e presso che
34. assicurare] assettare G.
[A. 1311] CRONACA FIORENTINA 107
morti. Furono di quelli che ne dierono biasimo a' Priori. E cio fu negli anni del Signore
1311 a' di 20 d'ottobre.
RuBRicA 284* — Come i Fiorentini mandaro in Lunigiana a contradirc lo -passo allo Im-
■peradore.
f II maliscalco dello re Ruberto, ch'era ito a Bologna, ch'era in lega co' Fiorentini,
fu' mandato a Pietra Santa e Sarezzana a guardare il passo contra lo Imperadore. E cio /., v, 3
fu negli anni del Signore 1311 d'ottobre a' di 25.
RuBRiCA 285" — Comc lo Imferadore condannb il Comune a condizione, e rimasero condan-
7iati, e tornarono in Firenze di ■piu -parte.
Lo 'mperadore Arrigo fece una condannagione al comune di Firenze, che, a pena del-
ravere e della persona, se i Fiorentini non mandassero infra 40 di, e non andassero sinda-
.chi con pieno mandato, corressono nella pena. E la condannagione fu data in Genova.
Non fu risposto, ma fu comandato a tutti i Fiorentini, che fossero in terra d'Imperio, tor-
nassero. E cio fu negli anni del Signore 1311 di novembre.
1 RuBRiCA 286* — Comc lo re Ruberto mandh a Firenze uomini di cavallo.
II re Ruberto mando a gente sua ch'era in Lombardia, che venissero a Firenze, e ubbi-
dissero i Fiorentini. E cosi feciono, e giunsono in Firenze a di 15 di dicembre 1311.
RuBRiCA 287* — Come^ e ■perckh furono esiliati i Cavalcanti. i., v, «
Erano i Cavalcanti rimessi in Firenze, e non voUono sofferire il bene, perche andando
2 messer Pazzino de' Pazzi a falcone in sul greto d'Arno, Paffiera Cavalcanti con molti
altri rassalirono, e uccisero. E dissesi per vendetta di Masino, a cui fu tagliato il capo dal
Popolo. Di che il Popolo di cio crucciato, recando la ingiuria a s^, perch^ messer Pazzino era
buono cavaliere e amato dal Popolo, fu portato in sulla piazza de' Priori. II Popolo si
mosse airarme, fece sonare la campana alFusato modo, e trassero fuori il gonfalone della
2 giustizia, e ando a casa i Cavalcanti, la guasto, e furono cacciati di Firenze. E ci6 fu negli
anni del Signore 1311 a' di 6 di gennaio.
RuBRicA 288" — Come il Maniscalco dello 'mperadore vemic a Pisa, c fecc perdere lo mer-
cato de^ Fiorentini.
Messer Arrigo, fratello del conte di Fiandra, venne a Pisa, e il di ch'egU entr6 gli fue
c detto che some de' Fiorentini passavano. Di che mand6 dietro sue genti, e fecele prendere; e
quanto trovo in Pisa de' Fiorentini fece ' il simile. Di che i Fiorentini manderono gente alle /., v, 5
frontiere. E ci6 fu detto anno e a' di 20 di gennaio.
6-7. E ci6.... a di 35] Negli anni di Cristo 1311 d'ottobre A. — 11. persona, se] persona che se A. —
II-I2. 40 d\.... sindachi] 40 giorni slndachi A. — 13. nella pena e la condannagione] nella pena e condana-
gione ./4. — 14. E cid.... novembre] E ci6 fu negli anni 1311 A. — i6. sua] omm. I — 17. feciono.... 1311]
feciono nel 1311 A. — 19. perchfe] imperocchfe G. R. — 22. crucciato] turbato G. 11. - la ingiuria a sfc] la ingiuria
il popolo a sfe G. R, — 23-34. si mosse] somosso A. — 35. e cl6 fu] omm. A. — 36. 6 gennaio] 10 gennaio G.;
1 1 gennaio G. R, — 2(). Arrigo] Errigo G. R. - Fiandra] l<>andia G. R. - egH] omm. G, R. — 30-31. e quanto] e dl
quanto G, R.
108
CRONACA FIOlUiNTlNA
lAA. 1311-13121
RuBRiCA 289" — ^uesti sono i Priori da mezzo febbraio ijio a mezzo febbraio ijii.
/., V, 6
I; V, 7
/.. V, $
Neri Corsini
Coppo di Borghese de' Domenichi
Dardano degli Acciaiuoli
Vanni di Puccio Benvenuti
Nello di Rinuccio
Neri di Guido de' Ricci.
Simone di Gherardo, gonfaloniere di lustizia
Ser Bonacosa Compagni, loro notaio.
Messer Rinaldo Casini ludice
Manetto di Buonricovero
Neri d'Aldobrandino
Bartolo d'Orlandino
Neri di Forte del Bezzole
Ser Arrigo di Rocco
Cione d'Alberto, gonfaloniere di lustizia
Ser Nello Giordani, loro notaio.
Neri del Zanca Guardi
Lotto di Guido de' Mancini
Coppo di Stefano de' Bonaiuti
Pagno' di messer Bonaccorso
Lapo Bencivenni Legnaiuolo
Bartolo di Lotto Biscari
Francesco di Sassolo de' Sassolini, gonfalo-
niere di lustizia.
Ser Fazio Gonzi da Castelfiorentino, notaio.
Priore di ser Bartolo
Neri di lacopo
Lapo di Rinovante
Cardinale di messer Alberto
Maestro Durante medico
Messer Baldo d'Aguglione
Spinello di Primerano da Mosciano, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Filippo Nerini, loro notaio.
Ammirato degli Ammirati
Uguccione di Tizzone
Ser Lamberto del Nero Cambi
Francesco di lacopo Imera
Buto del Ricco Davanzi
Ugolino del Zampa de' Giugni
Gianni di Forese degli Alfani, gonfalonier.
di lustizia
Ser Piero di ser Bono da Ugnano, loro no-
taio.
Fuccio d'Amadore.
Messer Giovanni Rustichelli, iudice
Leone' degli Acciaiuoli
Ser Matteo Biliotti
Niccol6 da Cerreto
Cionetto de' Bastari
Loso di Lapo degli Strozzi, gonfaloniere di
giustizia.
Ser Giovanni di Lapo Bonanuchi, loro notaio.
RuBRiCA 290* — Come la lega andh a Roina a contastare la corona allo imferadore Arri-
go di Lusinborgo. 3
II re Ruberto richiese li Fiorentini e la lega; e ciascuno vi mandb; e in tutto furono
mille in Roma a' dl 20 di maggio 1312, e accostati con gli Orsini, che non lo volieno, si
presono il campidoglio e castello Santagnolo e tutte le fortezze vicine e S. Pietro e il
Palagio, e quasi le due parti di Roma tennero, e fortificaro con serragli. Li Colonnesi, chi
volevano lo Imperio, teneano Tavanzo, ciofe il Culiseo, le milizie, Laterano, S. Maria Mag- o
giore. I Fiorentini, cavallate ch'erano due, nobili, si chiamaro i cavalieri della Banda, v'an-
daro, i quali portavano una arme, un campo verde e una banda rossa, e furono nobili e
gentili uomini tutti, e feciono di belle prodezze e assai, e il di di S. Giovanni ' di giugno
feciono i Fiorentini correre un palio di sciamito alFusanza di Firenze.
RuBRiCA 291* — Come i Fiorentini levaro i Pisani da oste. 4
Essendo i Pisani a oste a Cerretello, i Fiorentini assalirono il campo deiroste, e con
grande danno di morti e di presi li cacciaro dal campo, e missergli in rotta, e fomiro lo
castello, e se ne tomarono i Fiorentini. E cio fu a' dl 20 di maggio 1312.
33. mille] omm. G. R. — 34. Campldoglio] Campo d'ogUo G. R. — 36. cavallate che erano due] cayalierl che
erano duecento /. — 39. sciamlto] velluto A. - dl Firenzc] fiorentlna A. — 43. e se ne] e li G. R.
[A. 1312] CRONACA FIORENTINA 109
RuBRicA 292" — Come lo im-peradore Arrigo intrh in Roma, e fue incoronato.
Essendo con molto contasto lo Imperadore a Monte Malo, e ultimamente i Colonnesi
dentro, lo Imperadore di fuori, pure intro a' di 7 di maggio 1312, ed albergo in Santa Sa-
vina, e ultimamente fece piu battaglie, e nelle molte battaglie si cimentava lo 'mperadore
fogni di; ma pure alla per fine i cavalieri della Banda un di assaliro il vescovo di Leggi,
che avea seco, per assalire la ruga e le torri de mercantanti, tutto il fiore della Magna. I
cavalieri della Banda percossero di traverso, e ruppero i Tedeschi, e fu preso il vescovo
di Leggi, e poi fu d'uno stocco ucciso. Lo' 'mperadore affiebolava ogni di, mando al Papa, /., v, 9
che consentisse, ch'e' potesse pigliare la corona in ogni luogo di Roma. Di che subito ebbe
l(la licenzia; e il primo di d'agosto 1312 in S. Giovanni Laterano fu coronato, dove lo corono
iil vescovo e cardinale d'Ostia, cxoh da Prato e quello del Fiesco e uno messer Amaldo di
Guascogna. Poi si parti di Roma, onde per rordine dello 'mperio, che lo debbono servire,
tanto pigli la corona, si partiro poi molti baroni. Di che il duge di Baviera partito di
maggio, molta la brigata e il campo suo, e lui n'and6 a Tiboli, e indi si parti, e venne a
llTodi. E la gente de' Fiorentini si partirono da Roma, e tornarono in Firenze. Tutte le
igenti di Toscana si missono colla lega, ciascuno a farsi forti.
RuBRiCA 293" — Come lo 'mferadore frese Ca-poselvole e Montevarchi, Sangiovanni e Figline.
In questo anno 1312 a di 12 di settembre venne lo imperadore Arrigo in sul contado
di Firenze, e prese Caposelvole sanza colpo di spada, perocche s'arrendero. Poi combatte
2 Montevarchi e Sangiovanni, e arrenderonsi, poi venne ne' Borghi di Fighino, e sentendo che'
Fiorentini con forse 2000 cavalli erano alla Ancisa per torgli il passo, se ne venne al Mez-
zule, cioe neirisola appie della Ancisa, e mando il guanto della battaglia. I Fiorentini /., v, lo
non Taccettarono, ma chiusero, e afossarono, e sbarraro il passo. Lo 'mperadore, che avea da
%h buono consiglio si dagli usciti, ch'avieno lo modo de i passi e delle genti, consigliarono
2{ che passasse di sopra dal castello per la montagna. Di che egli mando il conte di Fian-
dra e quello di Soavia a pigliare la via, e giunsero innanzi e' trovassono la brigata de' Fio-
rentini al passo a Montelfi. I Tedeschi erano con fanti a piedi e i Fiorentini usciti, percos-
sero addosso alla gente de' Fiorentini col vantaggio del terreno, e ruppongli, e missongli in
isconfitta infino nella Ancisa; ma poco danno ricevettono i Fiorentini, ma piu ne ricevettono
3 quelli dello Imperadore, perocche ne furono morti piu di 150, quando vollono tornare addie-
tro. Di che ridottosi la sera nella Ancisa, e lo 'mperadore passato di Ik verso Firenze. E di
lu verso Fighino era nimico ogni gente, ed erano le cavallate e lo maliscalco del re Ru-
berto co' Catalani e i pedoni nella Ancisa con 4000 bocche senza i cavalli e non v'era
vettovaglia per quattro dl, e se I' Imperadore fusse stato a oste fermo, egli gli aveva a man
. salva, e certo avrebbe avuto Firenze; ma egli dilibero di andare la notte via, credendosi
intrare in Firenze. E cio fu negli anni detti e mese a' di 18 di settembre.
RuBRiCA 294* — Come' lo 'mferadore venne accamfarsi a Firenzc a mczzo miglio a /., v, ii
r, San Salvi.
Lo 'mperadore a bandiere spiegate lo seguente di se ne venne per la strada diritta, e
2. ultimamente] omm. A. — 3, pure] oinm. A. — 4. ultimamentc] in ultimo A. - si clmentava] sl vinceva
A. — 5. Leggi] Legge G. li. — 6. mercatanti] mercanti G. It. — 8. fu] omm. G. R. - affiebolava] omm. A. — 10. e
11 primo d\] e a dl primo A. - dove] ove G. R. — 14. molta la brigata] con molto brigata /. - e lui] ed egli
G. R. — 18. anno 1312] anno cioh 1313 G. R. - a' <\\ 12] omm. A. — 19. perocch^ s'arrendero] omm. A. — 21. forse]
omm. G. R. — 23. accettarono] la repetero G. R. — 24. consiglio s\] consigliossi G. R.; consigllo b\ anco G. — 26. e'
trovassono | c trovarono G. R. — 27. Montelfi | Montell. ... G. R.; I. corresse in Montelfi — 28. alla gente dei F.\
tX F.A. — 28-29. e missongli in isconfitta] e cinsongli isconfitti G. R. — 31. ridottosi] ridotto G. R. - di lii] di
qua G. R. — 33-35. senza i cavalii Firenze] senza i cavalli, ed egli l'avrebbe avufa a man salva, e certo avrebbe
avuto Firenzc G. R. — 35-36. credcndosl intrare] credendosi la nottc intrare /. — 36. anni.. . . settembre] anni 1312
A. — 39, bandlcre splegate] bandiera spiegata G. R,
1 10 CRONACA FIORENTINA [A. i3i2|
pa886 Arno dirimpetto a San Salvi, e in sul vespro vi si puose a campo. E credevasi tra per
!a novella della Ancisa, e perchfc non era niuno forestiere in Firenze, e per i mali contenti,
se se ne fosse venuto alie porte, se ne veniva dentro, perocchfc, come fc detto addietro, Fi-
renze non era murata, ma avea fossi e da quella parte non avea pezzo di steccato. Vedendo
i fuochi, e giugnendo i villani dentro, e alcuno ch'era stato in luogo che avea veduto lo
'mperadore passare lo fiume, fu airarme tutta la citti. E i Gonfaloni delle compagnie e il
vescovo col chericato e con tutto il Popolo armato, a cavallo, ne venne alla porta di Santo
Ambruogio; e quella fu la prima brigata che vi giunse, e poi vi vennero a prowedere il
capitano e il podestk e alcuno gonfaloniere, e quivi tutti s' accamparono, e puosono piii tra-
bacche, e tolsono lettiere e tavole da mangiare e finestre, e in meno di mezza notte inlino 1'
a Pinti fu tutto steccato, e innanzi di molte bertesche fatte e corritoi sopra gli steccati.
/., V, 13 Era la cittk in gran gelosia della gente' loro dairAncisa; ma come il fatto s^andasse, pure
con molto ordine si vennero rassicurando, con dando ordine alla guardia delle mura e stec-
cati e fossi della citth. Lo 'mperadore non si strinse alla cittk, chfc attendeva i suoi che
erano in Valdarno e a Todi, chfc egli non avea che 1000 cavalieri seco. Lo seguente di 1
21 di settembre, la notte, la gente deirAncisa tom5, e molto rinvigori la cittk, e feciono per
gli monti piii vie ; ma tutti innanzi di vi furono, e a' di 22 vennero soccorso a Firenze della
lega e amist^, come udirete: i Pistolesi IIO cavalieri e 600 pedoni; Pratesi 60 cavalieri e
400 pedoni ; Volterrani 200 cavalieri e 350 pedoni ; a dl 23 di settembre detto anno i Luc-
chesi 500 cavalieri e 2000 pedoni; Sanmignato 50 cavalieri e 200 pedoni; CoUe 60 cavalli e 2H
100 pedoni; Sangimignano 40 cavalli e 200 pedoni; a dl 26, 450 cavalli e 2200 pedoni ven-
nero di Romagna di piu terre; a di 30 di settembre e dl 5 ottobre, 400 cavalieri e 1000 pe-
doni Perugia; Castello mando poca gente per le guerre aveva di Ik. Sicchfc in calen di
ottobre, fatta la mostra, il comune di Firenze si trov6 uomini di cavallo 4900 e di forestieri
pedoni bene 10 050. Lo 'mperadore era con 1000 cavalli, de' quali erano la metk suoi e Tal- 2'-
I. V, 13 tra de' Romani e Marchigiani' e altre provincie d'Italia con gli usciti di Firenze. Potreb-
besi dire quale fosse la cagione, poichfc piii di due tanti erano i Fiorentini, che lo 'mpera-
dore, come non si missero a battaglia. Le ragioni sono molte; Tuna si fc che non avieno
niuno virtuoso capitano forestiere, e comecchfc de' cittadini vi fossero, non si fidavano insieme
per le divisioni; e lo 'mperadore stimaro esser col fiore delli virtuosi uomini d'arme caporali 3i
della Magna e di Toscana e di Talia; sicche per questa cagione e per altre, che taccio per
onestk de' cittadini di Firenze, si diliberb solo di stare alle difese.
RuBRiCA 295* — Come i Pisani ■picosono oste a Certaldo, c cotne furono da' Fiorcntini
sconfitti.
I Pisani, come seppono che lo 'mperadore era a San Salvi, cavalcaro a Certaldo con 3f
2000 pedoni e 300 cavalieri, e cinsolo intorno ; e le novelle vennero a Firenze a' 8 d'ottobre.
II maliscalco vi cavalc6 con 500 cavalli e 5000 pedoni e percossero alfoste, e ruppergli
con gran danno de' Pisani, e poi si tomarono in Firenze. E cio fu negli anni del Signore
1312 a' di 10 d'ottobre.
1. E credevasi] E credesl G. Jt. - e in sul. . . . campo] e quivi si puose a campo in sul vespro G. /f. — 3. i raali
contentl] le male genti G. R. — 3. veniva dentro] entrava A, come e detto addietro] cmm. G. /?. — 4. pezzo dl
steccato] pezzi di steccati G. R. — 5. dentro] omm. A. — 6. gonfaloni] gonfalonieri A. — 8. e poi] e quivi A. —
11. Pinti] ponti A. - corritol] corridoi A. — 13. gelosia della] gelo si per la <?./?. — 13. conj e A. — 14. strinse]
stese G. /f. - i suol] a' suoi C /?. — 14-15. attendeva avea] attendeva i suoi clie erano in Valdarno ciie egli
non avea .^. — 15. e a Todi| omm. A. — 17. e amista] e a vista G. R. - Pratesi] Prato G. R. — 19. Volterranl . . . .
pedoni] Volterrani 100 cavalieri e 450 pedoni G. R. — 2t. 2*00] laoo G. R. — 22. 1000] 2000 A. — 25. 10050]
10 000 G. R. - con 1000] con 2000 G. R. — 36-27. potrebbesi] potiesi A. — 27. due tanti] duemila tanti G. R, —
30. caporall] omm. A. — 31. cagione] omm. G. R. — 32. solo] omm. A. — 36. intorno] intorno intorno A. — 37. con
Soo cavalli] omm. G. R. — 39. a' di 10] omm. A.
lA. 1312] CRONACA FIORENTINA 111
RuBRicA 296" — Come^ lo Imferatore si farit da oste da Firenze, e dove andasse. /., v, u
Lo 'mperadore Arrigo, vedendo che i Fiorentini non faceano niuno mutamento nella
citta, n^ per guasto dato, che fece gran danno, n^ si per divisioni, n^ per campo, si parti,
e andonne di Ik da Amo, Tultimo d'ottobre 1312. Puosesi in £ma in sul piano; e i cava-
ilieri della Banda uscirono con altri insieme, e ogni dl badaluccavano con loro. Stato tre di
si parti, e andonne in sul Poggio a Sancasciano ne' borghi, e quivi si stette, e nello stare
gli venne da Genova 1000 balestrieri e da Pisa 600 cavalieri e 3000 pedoni; e molto gua-
starono con questa gente e coUa sua insino a' di 30 di novembre in 10 di che c'erano
stati e sempre i Fiorentini gli codiavano in iscaramucce. I cavalieri della Banda, essendo
0 a Cerbaia, sopra Pesa, furono alla mischia con gli Tedeschi e altri, ed ebbono il peggiore
quelli della Banda; infra' quali morirono tre giovani di grande ardire, de quali fu danno, cio
fu.... de' Bostichi, e de' Guadagni.... e degli Spini, giovane savio e gagliardo. A di 6 di
gennaio si parti.
RuBRicA 297* — Come' i Fiorentini ferono affossare e fortificare i borghi cresciuti del /., v, is
5 sesto d'Olirarno delle mura.
Avea Oltrarno borghi oltra le mura, i quali erano da riceverne vergogna piu che
danno, altro che di case, perocche dentro era la gente ridotta; e perche molta foresteria
pativa disagio, si feciono in otto di subito affossare e steccare intorno intorno, e poi Iicenzi6
il Comune la maggior parte deiramist^; perocchfe lo 'mperadore avea assai licenziati di quelli
0 di Roma e della Marca e Patrimonio e altre provincie. E il primo di di dicembre che si
P comincio affossare il sesto d'OItrarno negli anni del Signore 1312.
RuBRiCA 298* — Come lo 'mferadore si fartl da Sancasciano, e andonne a Poggibonizi e
fose Castello Tmferiale, frese sastella de' Fiorentini, cib fu Sandonato in Poggio e Barbcrino.
Lo 'mperadore, avendo in Sancasciano per la moltitudine della gente e per lo fango e
5 lordura de' cavalli infermitk di gente e di bestie, e si che poco ancora avanzava suo onore,
si parti, e andonne per andare a Pogibonizi; e ci6 fu negli anni del Signore' 1312 a di 6 /., v, i6
di gennaio, ed ebbe Sandonato in Poggio e Barberino; e giunto a Pogibonizi ripuose il
cassero in sullo antico poggio, ove era stato, e chiamollo Castello Imperiale. I Fiorentini
mandarono a CoUe il mariscalco e cavallate e altri soldati e quelli della Banda a Sangi-
(I mignano, e davano alla gente dello Imperadore di molti mali pizzichi, e serraronli la strada
per modo non poteano avere vettovaglia. Infra' quali un di andando per vettovaglia in
quello d'Arezzo la brigata dello 'mperadore fu rotta, e presi circa 200 cavalieri con grande
scempio. Ci6 fu negli anni del Signore 1312 a' di 14 di febbraio. II conte di Fiandra,
vedendo lunga la stanza dello 'mperadore, dilibero d'andarsene. Di che facendo la via di
5 Valdelsaj fu assalito appife di Castelfiorentino, e fu sconfitto, e perdfe la maggior parte di
400 cavalieri ch'avea, e con pochi si salvo a Pisa. E lo 'mperadore rimase forse con
400 uomini da cavallo.
2. nella] della G. R. — 3. divisioni] divisione G. R. — 4. l'ultimo d'ottobre 1312] e cio fu negli anni del
Signore 13 12 G. R. - Ema] Cosi corresse I. la lezionn Orma ilaia da G.R.; in A. otnm. — S-6. Stato.... borghi]
Statovi 3 dl si partirono, e andarone a San Casciano nei borghi A. —- 6. e nello stare] e nel suo stare G, R.
— 9. codiavano] coderavano G. R. - in iscaramucce] omm. A. — 10. Pesa .... furono] Pesa la brigata della Banda
5 furono G. R. — 11-13. 'l' grande.... si parti] di grande ardire che furono dei Bostichi Spini e Guadagni, A A\
6 di gennaio si partirono A. — 16. oltra le] oltre alla G. R. — 18. intorno intorno] intorno A. — 19. il comune]
• il comune di Firenze G. R. — 19-30. aveva assai . . . . II primo] aveva fatto il simile; e il primo A. — 26. Po-
gibonizi.... 1312] Poggibonizi a d\ 6 di gennaio 1313 A. — 27. ed ebbe.... Barberino] e prese San Donato e
,. Barberino A. — 38. in suHo antico poggio] in sul poggio A. — 39. il mariscalco e covallate] il marisealco dello
||0 Imperatore e cavallate G. R. — 30. di molti mali pizzichi] dl mali bizichi A. — 32. fu rotta] furono rotti G. R.
- cavalieri] cavagU A. — ^^-^^. con grande scempio] 0»»»». A. — 33. negU anni del .Slgnore omm. A. — 33. Fran-
dria] I-'iandra A. — 37. 400 uomini da cavallo] 900 cavagli A.
112
CRONACA FIORENTINA
[A. 1312]
RUBRiCA 299* — Come lo Imferadore si farii da Poggibonizi, e andb a Pisa.
Lo 'mperadore, stando a Poggibonizi sl in amese di gente come di denari, che poc«
/.. V, 17 erano, e sarebbesi partito, se avesse avuto con che (fagarc), perocch'era iargo spenditore e' do-
natore e di sua coscienza era buon uomo, e avea buona fede. Non si volea partire, chfe non avea
che dare da cui avea accattato. Stando in questa maniera, il re Federigo di Sicilia mand^j
a far lega con lui, ciofe a conchiuderla, e mandogli 20 migliaia di fiorini, con gli quali esso si
pag6 i suoi debiti, e partissi da Pogibonizi, e per la via di Pisa prese il suo cammino. £ ci6
fu negli anni del Signore 1312 a* dl 6 di marzo.
RUBRICA 300* — Come lo Imferadore condannb il comunc di Fircnzc e i cittadini c lo re Ubcrto.
Lo 'mperadore giunse in Pisa a' di 10 di marzo, e fece molti processi contra i Fiorentini, 1(
ove condann6 la citt^, e priv6, e molte privazioni fece negli uomini speziali, come cava-
lieri, giudici e notai, e di non battere monete, e di non avere uffici, e quasi tutti gli uomini,
che aveano ofizio in quel tempo condann6 nelKavere e persona, e concesse al Marchese di
Monferrato che battesse moneta con conio fiorentino contraffatto, e simile si dice che '1 con-
cesse a messer Obizzino Spinola. E ci6 fu negli anni del Signore 1312 di febbraio. 1
RuBRiCA 301* — ^ucsti sono i Priori da mezzo febbraio 1311 a mezzo fcbbraio 1312.
/.. V, is
A. V. »
/., V, 30
Bocchino ' de' Rimbaldesi
Miglino di Magaldo
Messer Fazio di Rinaldo da Signa
Filippozzo di Gherardino
Tedice Manovelli
Giovanni d'Andrea de' Ricci
Gherardo di Giovanni Baldesi, gonfaloniere
lustizia
Ser Cesti di Lapo Vespucci, loro notaio.
di
Giovanni dello Scelto Guidotti
Duccio de' Magalotti
Dardo di Maso de' Bonciani
Salvino d'AIbizzo Orlandini
Bartolo di Borgo Rinaldi
Passa di Zato Passavanti
Bellincione di Neri Aldobrandini, gonfalonie-
re di lustizia
Ser Tano di Nardo Guasconi, loro notaio.
Guccio di Rinaldo da Panzano
Giovanni di Lamberto deirAntella
Pazzino di Gugio Pesce
Vanni di Puccio Benvenuti
Bartolo' di Cante degli Anchioni
lacopo di ser Spigliato da Filicaia
Giannozzo di Duccio de' Bucelli, gonfaloniere
di lustizia
Ser Nardo di Firenze Sangallini, loro notaio.
Bencino di Sanna Benci
Fuccio del Maestro
Francesco di Rustico
Giunta di Nardo di Giunta 2i
Veri de' Rondinelli
Lippo di Bartolo degli Albizzi
Bonino di Lippo de' Medici, gonfaloniere di
lustizia.
Ser lacopo del Maestro Salvi, loro notaio. 2
Bartolo di Bardo da Montespertoli
Cecco di Cenni Temagnini
Gentile di messer Oddo Altoviti
Leoncino di messer Alberto Girolami
Maruccio di Geremia del Beccuto 3(
Taddeo Salvini de' Rittafedi
Cambino di Geri lacopi, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Geri d'Andrea, loro notaio.
Arrigo di Sassolo de' Sassolini 3;
Ser Naddo di ser Benincasa
Tuccio di Dello degli Scilinguati
Anselmo di Palla Anselmi
Vanni' d'Oderigo de' Bellondi
Messer Baldo d'AgugIione 41
Mosciano di Mari da Mosciano, gonfaloniere
di lustizia
Ser Guido Lippi da Settimo, loro notaio.
4. buonuomo] buono G.R. — 6. 3o] 24 G. li. — 7. suo| omm. G. Jt. — •j-8. e ci6fu.... 1313] nel 1312 A.— I3. cit-
ta.... negli uomlni] citti, e priT6 di molte privazioni che fece negli uomini A. • prirazioni] prorizioni G.; la lexiotm
dtl testo i di A., G, It. — 14. persona] persone G. Jt. — 15. con conio fiorentino] omm. A. — 16. Obizzino Spinola]
Ubizzino Spinoll G. Jt.; Aiblzlno Spinola G. - Splnola. .. . febbralo] Spinola negii anni di Cristo 1313 di febbraio A.
[A. 1313] CRONACA FIORENTINA 113
RuBRicA 302" — Come lo imfcradore Arrigo si -partt da Pisa, e combatte Castello Aretino,
e andb a-pfie di Siena, e foi andb a Buonconvento.
Lo 'mperadore Arrigo stando in Pisa, e pensando lo stare in Toscana poco avanzava, e
pero richiese tutti i parenti in Alamagna e amici e Ghibellini, e raguno in Pisa circa
^ 2000 uomini da cavallo, e die ordine co' Genovesi andare sopra lo re Ruberto ; e armarono
j i Genovesi 70 galee, e vennero a Porto Pisano. E il re Federigo con 50 galee e altra gente
i fu dairaltro capo del regno, ciofe in Calavria, e prese Reggio e Turpia e Seminara. E
lo 'mperadore si parti per intrare nel regno a di 5 d'agosto 1313, e passo TElsa appie di
Sanmignato, e ando a Castelfiorentino, e combattello, e non lo ebbe. Poi passo appie di
;) Siena ; ed i Sanesi con molta gente uscirono per porta CamolUa, e combatterono, e non v'ebbe
i grande scaramuccia. Passo oltre, ed accampossi a Monte Aperto. Quando venne a S. Salvi
cominci6 a sentirsi malaticcio, e cosi quando usci ' di Pisa quel di in sull'Arbia peggioro ; poi /, v.aj
Taltro di se ne and6 al Bagno a Macereto e peggioro, e di Ik and6 al Borgo a Buoncon-
vento. Dicesi che lo re Uberto gli avea dietro molti uomini in casa sua, che cercavano d' av-
i velenarlo, o d'ucciderlo, perocch6 temea, se venisse nel regno, essendo in lega col re Fede-
rigo, non gli togliesse il reame. Ma fosse, o non fosse, dissesi, che essendo malato lo 'm-
peradore era consueto quasi ogni mese una volta comunicarsi, ed essendo malato si confesso,
e comunicossi. Onde si dice che in capo delFostia nella pasta fosse avvelenato. Molta e
\ grande cosa a credere che i frati in tali cose offendessero si airostia che si pone in figura
:) del corpo di Cristo, ed eglino lo consacrano ; pure se ne disse. E lo imperadore Arrigo mori
nel detto Borgo a Buonconvento negli anni del Signore 1313 a di 24 d'agosto.
RuBRicA 303'' — Come i Fiorentini dierono la signoria al re Uberto cinque anni, e tolsono
vicario di sei mesi, e chi fu il -primo.
Assai divisioni erano infra' detti tempi in Firenze, imperocche v'era la briga occulta tra'
f) Ghibellini e' Guelfi e i grandi e i popolani, s6tte per lo maladetto stato, ' che ogni cosa /., v, 23
sempre in Firenze h. stato scandalo per gli ufici; perocchfe mentre ch'ebbono signore furono
uniti. Veggendo quelli dello reggimento non potere lungamente resistere, se li contrari loro
non teneano a freno con alcuno bastone, deliberaro di mandare per lo re Ruberto che per
5 anni togliesse la signoria, e mettesse vicario. E cosl fu fatto, dandogli certa quantita di
■) pecunia, si veramente che lo reggimento mantenesse, e cosi accetto. E mandovvi vicario, e
fu messer lacopo Cantellini provenzale, nobile uomo di sangue, disceso di reale per femmina.
Cio fu negli anni del Signore 1313. A' 10 dl di giugno intr6 in Firenze: e per certo questo
fu lo scampo della cittk, che' Ghibellini, sentendo morto lo 'mperadore perderono il vigore ;
e dove si avrebbono pressato nella citt^ cli Firenze molto piu male assai, stettono piii a freno.
' RuBRiCA 304* — Come Uguccionc della Faggimla fue in Pisa cafitano generale, c frcse
Lucca c alire terre.
Poichfe lo 'mperadore fu morto, e recato in Pisa, lo re Federigo venne in Pisa, ed i
Pisani, temendo il re Uberto ed i Fiorentini, si ' volsono a lui dare, e lui non gli volle. E poi /.. v, n
i-
3. Arrig6\ Federico A., G. R. — 6-7. altra .. . . daU'a]tro] altre gente furono daU'altro G. R. — 8. passd TEl-
sa] passA per l'Elsa A. — lo. con molta gente] omm. G. R. — n-u. quando venne a S. Salvi cominci6] come
venne in Toscana infino a S. Salvi presso a Firenze comincio G. It. — 12. comlnci6.... quando] cominci6 a
I esser poco sano, ed era un poco malaticcio, quando G. R. — i3. di Pisa.... peggiori] di Pisa, queUo dl in sul-
l'Arba G. R.; I. corresse Arbia — 15. o d'ucciderlo] G. R, scgna una lacnna al posto di questa parola - perocchfc]
I pcr6 A. — 18. comunicossi .. .. deU'ostia] comunicossi. Si dice, il corpo dell'ostia G. R. - molta] molto G. R. —
30. disse. E lo] disse e pure lo G. R. - Arrigo] Federico G. R., A. — 24. briga] brlgata A. — 25. e I pupolani
■^ettel e l popolani e tra i popolanl stette G.R. — 28. Ruberto] Uberto G. R. — 31. lacopo Cantellini] Latamo
iinelini G. R. — 33. lo 'roperadore perderono] lo 'mperadore pol perderono G. R. — 34. pressato] pensato G. R.
■ molto] omiii. I. - pifi] pol G. R. — 38. si volsono,... volle] la volsono a lui dare e non la volle G. R.
T. XXX, p. I — 8.
114
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1313-1314]
/., V, 24
si vollono dare al fratello del conte di Fiandra, e simlle ad altri buoni baroni. Niuno l'ac-
cett6, sapiendo le condizioni di Pisa e di Toscana. Vedendosi male parati, pensando che
Uguiccione della Faggiuola da Massa Tebara di.... era vicario dMmperio in Genova, ghi-
bellino, uomo d'arme, ardito e savio, sl lo tolsono per loro capitano generale, e quasi era
come loro signore, e 1000 soldati feciono di quella gente dello 'mperadore. Cosi subito per
cominciare eglino feciono guerra a Lucca, e ultimamente pace, e renderono tutte le castell.i.
che teneano de' Pisani ; e per le loro sfette, che tra loro Guelfi furono sconfitti piu volte, ■
per6 feciono pace con patti di rimettere i Ghibellini dentro, e cosl feciono, e rimissono
grinterminelli con ogni loro seguace a posta de' Pisani. E ci6 fu nelFanno 1313 di febbraio.
RuBRicA 305* — Come Lucca fu rubata e -presa, e iolto il tcsoro della Chicsa di Lucca, che 1
era in S. Friano,
Avendo li Lucchesi rimessi i Ghibellini dentro, e per quistione de' beni loro che nc
gli voleano rendere i Guelfi, Uguiccione pensb d^accordarsi cogl' Interminelli e con gli altr;
Ghibellini, e cosl fece. Ed ordin6 che ' si movesse uno romore, ed egli entr6 in arme, e com-
battesse una porta, e dentro gli fusse aperta; e cosl fu a' di 14 di giugno 1314. E corsono l;i !
terra, e rubati i Guelfi; e' Ghibellini andarono a S. Friano, ove era raunato molto tesoro
di santa Chiesa per la Terra di Roma, Marca e Ducato e Romagna, ed ivi 1' avea lasciato
il cardinale Gentile. E cosi venne Lucca nelle mani de i Pisani.
RuBRicA 306" — ^uesti sofio i Priori da mezzo febbraio 1312 a mezzo febbraio 1313.
I., V. 35
/., V. 26
Dino di Bemardo
Bonaccorso di Geri del Banco
Ser Medico Aliotti
Pagno di Strozza degli Strozzi
Neri di Forte del Bezzole
Giachetto di Pagno de' Bastari
Battezzino di Berto Battezzoni, gonfaloniere di
lustizia
Ser Gherardo di Geri Risaliti, loro notaio.
Metto Bigliotti
lacopo di messer Berlinghieri
Giovanni di Feo Buglietti
Gherardo di Micco Baroncelli
Corso di Cino della Badessa
Maestro Giovanni di Lapo Guiglielmi
Lippo Aldobrandini
Messer' Alberto Rosoni ludice
Donato di Lapo Viviani
Lapo di lacopo Covoni
Chiermontese degli Uccellini
Francesco Corsi, gonfaloniere di lustizia
Ser Bernardo Neldi, loro notaio.
Lapo di messer Angiolino
Gherardino di lanni
Gianni di Bartolo
Giamoro di Folco
Lapo Valori
More Ubaldini
Pagno di messer Bonaccorso
Giovanni Gherardini
Taddeo di messer Aldobrando
Veri di Duccio
Lapo di Rinaldo
Zato di Gaddo Passavanti, gonfaloniere di
lustizia
Ser Francesco Nucci, loro notaio.
Banco di ser Bartolo
Cino di Martino
Filippo di Paccino de' Peruzzi
Dardano degli Acciaiuoli
Cambino di Guido del Chiaro
Messer Orlando Marini ludice
Bindello di Simone Beccanugi
Nigi Dietisalvi
Borgognone ' Fiorentini
Biliotto Alfani
Francesco di Biliotto Tornabelli
Bello di Lippo Mancini, gonfaloniere di giu-
stizia
I. buonl baroni «»1»». A. — 3. A. no» s»gua lacuna — j. e quas: era] omm. A.
sono] e corse G, R. — 18. nelle] alle A.
■ 9. con] e G. It. — 15. E cor-
[A. 1314] CRONACA FIORENTINA 115
Ser Giuntino di ser Giovanni da Pagnana, lo- Ser Francesco di ser Giunta, loro notaio.
ro notaio.
Boninsegna d'Angiolino Machiavelli
Messer Geppo del Maestro Lamberto Neri Corsini
5 Lorenzo d'Aglino degli Aglioni Tommaso di Duccio de' Magalotti
Alberto di messsr lacopo del Giudice Simon di Duccio del Macca
i| Coppo di Borghese Migliorati Simone Gherardi
I Meglio Sassuoli Giotto di Fantone Angelotti
Cambino del Nero Cambi Lippo di Ricco Arlotti
]) Dino di Ciaio Ristori Ardingo ' di Bonaiunta de' Medici /., v, n
|| Mari Albizzoni Lippo di lanni Comacchini
j Ser Mannino Talenti da Sesto Ser Arrigo de' Rocchi
; Bonaiuto Lamberti Pagno di Bando degli Albizi
[• Bartolo di Lotto Bastari Banco di Lippo lanni, gonfaloniere di lustizia
i Betto di Rinaldo Betti, gonfaloniere di lustizia Ser Maso Lagi, loro notaio.
RuBRiCA 307' — Come i Fiorcntini mandaro soccorso allo rc Ruberto, lo qualc mandb mcs-
ser Piero suo fratello, ed ebbero lo castcllo di Valdarno e Valdinievole.
Vedendo i Fiorentini che' Lucchesi erano soggiogati per gli Pisani, si mandaro al re
; Ruberto per soccorso, temendo che Uguccione non pigliasse piede. Di che messer Pietro,
0 fratello minore del re, con bella compagnia e savio consiglio venne in Firenze, ove gli fu
i data la signoria del tutto; e cio fu a' di 28 d'agosto negli anni del Signore 1314. E presonsi
y il Valdarno, che si dierono volontari per non venire alle mani de' Pisani, queste castella
de' Lucchesi: Monte Topoli, Castello Franco, Santa Croce, Monte Calvoli, Santa Maria a
Monte, Fucecchio; e in Valdinievole si ebbe Monte Somano e Monte Catino.
:> RuBRiCA 308* — Come* i Fiorcntini e^ JVeri, collegati di Toscana Guelfi, feciono -pace con gli i., v, 28
Aretini.
Volle messer Piero che i Fiorentini ed i Lucchesi facessono pace con gli Aretini; e
cio fu fatto, e ferma e rogata la pace negli anni del Signore 1314 a' di 28 di settembre.
RuBRiCA 309* — Come Uguiccionc della Faggiuola frcse Moniecalvi c Cigoli.
.1 Uguiccione siccome ebbe Lucca, ogni di cavalcava Pistoia, Volterra e Sanmigniato del
Tedesco, e prese Cigoli e Monte Calvi, E ci6 fu nelPanno 1314.
RuBRiCA 310* — S>tiesti sono i Priori da mczzo fcbbraio 1313 a mczzo febbraio 1314.
Noffo di Guido Nello Rinucci
Donato di Lamberto delFAntella Tieri ' di Bindo Ambrogi /., v. 29
C- Francesco di Maso Unganelli Messer Bartolo de' Ricci dottor di leggi
Francesco d'Ubaldino Ardinghelli Maestro Cambio del maestro Salvi medico
Coppo Stefani de' Bonaiuti Ciprino di Bonaguida, gonfaloniere di Ii»stizia
Nino di Giunta Ser Giovanni di lacopo da Signa, loro no-
Xaddo Casini taio.
17. frafello] figliuolo A. — i8, eranoj omm. A. — 20, fratello] figliuolo A, — 2i. negli anni dei Signore
amm. A. - presonsl) presersi G, /i. — 22, clio si dferono volontari] ie quali si diero di loro rolontJ G. li. —
33, Caivoli] Calvi /, ; G. R, scgna qui una lacuna — 34. Somano] Semano /, — 28. del Signore] di Cristo A. - 28]
36 G. R. — 30-31, dei Tedesco] omiii, A. — 31. neli'anno 1314] neiI'anno 1315 de) mese..., {iacuita) G. R.; neIl'anno
131S a' i\ 36 di settembre /.
116
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1314-1315]
/., v,3l
/., V, 30
Catellino Aldobrandi
Recco di Micco del Cappone
Tolto Tedaldi
Talento di Lapo Talenti
Lapo di Rinovante
Giovanni di Cecco Compagni
Dante di Rinaldo
Piero di Guilielmo
Feo d'Arrigo
Gherardo di Lapo Paganelli
Durante di messer Buonfantino
Ruggieri di ser Benci, gonfaloniere di lustizia
Ser Rinaldo d'Uberto Baldovini, loro notaio.
Giovanni di Buonaccorso
Benozzo d'Andrea
Neri di lacopo
Nigi di Spigliato
Ser Scotto di ser Benincasa
Felaia Capitani
Guglielmo di lacopo
Lapo Bencivenni
lacopo ' de' Marignolli
Falco de' Giugni
Albizzo di Cambio
Vanni Donnini, gonfaloniere di Giustizia
Ser Giovanni Finucci, loro notaio.
Francesco Sassoli de' Sassolini
Banchello del Buono
Bivigliano di Manetto Buonricoveri
Ser Gianni de' Siminetti
Pegolotto di messer Oddo degli Altoviti
Lippo di Pagni degli Strozzi
Michele di Cione Maffei
Bezzole di Forte del Bezzole
Tinore di Nardo Guasconi .
Ser Cione Uberti
Maso Benvenuti
Pierozzo Alberti, gonfaloniere di lustizia 1
Ser Rustico Moranducci, loro notaio.
Geri di Stefano de' Soderini
Giotto d'ArnoIdo Peruzzi
Dardano degli Acciaiuoli 1
Vanni di Puccio Benvenuti
Nello Rinucci
Bartolo di Lotto Bischeri
Averardo de' Medici, gonfaloniere di lustizia
Ser Giovanni di ser Lapo Buonamichi, loro 2
notaio.
Buoninsegna' d'AngioIino Machiavelli
Neri di messer lacopo del ludice
Niccol6 di lacopo degli Altoviti
Cenni di Nardo lunta 2
Donato di Lapo Viviani
Ricciardo di Cione de' Ricci
Giovanni di Gherardino Malegonnelle, gonfa-
loniere di lustizia
Ser Piero di ser Buono da Ugnano, loro notaio. 3
RuBRiCA 311* — Come Uguccione della Faggiuola -pose Voste a Montecatino.
Essendo Uguiccione della Faggiuola in Pisa, e recatosi nelle branche Lucca e la signoria
di quella e di Pisa e di ci6 che ad esse appartenea, stim6 che non potea meglio fare
che a piacimento de' Pisani levarsi ogni stecco dinanzi; e perocchfe per la via di Lucca a
venire infino a Pistoia Tannoiava Montecatini e Monte Somano, stimo di porre Tassedio a 3
Montecatino. E cosl fece con buona gente e con grande esercito e li battifolli bene guer-
niti di gente e di vettovaglia. E ci6 fu negli anni del Signore 1315.
/.. V, 3J RuBRicA 312* — Come' i Fiorentini mandaro fer lo frincife di Taratito.
I Fiorentini, vedendo Uguccione della Faggiuola essere uomo di gran virtil e possanza
ed avere buona ventura, e da sfe essere sofBciente capitano e signore, e seco avere di buoni 4
capitani e virtuosi, e' Fiorentini mal fomiti di ci6, perocchfe messer Pietro, fratello minore
del re Ruberto era giovane e in arme male esperto, stimarono di provvedersi meglio, e cre-
dendo che messer Filippo prenze di Taranto, fratello altro dello re Ruberto fosse darme
33. appartenea] 8'appartenga G. R. — 34. stecco dinanzi] ogni busvo dinanzi agli occhi G. — 35. Semano]
Semano /. — 37. anni del Signore] omm. A, — 39. della Faggiuola] omm. A. - e possznza] omm. A. — 40. e da
si] ed a se G. /?. — 41. yirtuosi] rertudiosi A. - perocche] omm. A. — 41-42. fratello minore del re Roberto] 0»«»».
■^- — 4J' male esperto] poco dotto G. R. — 42-43. credendo] vedendo A.
[A. 1315] CRONACA FIORENTINA 117
e di senno meglio avventurato e fomito, che non era, si diliberarono di mandare per lui e
cosi feciono. Ed egli subito fu mosso troppo piu tosto che lo suo fratello re Ruberto non
averebbe voluto. E feciono ch'e' seppe onestamente che cio non fosse, e pure segui sua ve-
nuta. II quale con 500 uomini da cavallo venne in Firenze, e ricevuto graziosamente e con
5 grande reverenzia, e menb seco messer Carlo suo figliuolo a' di 10 di luglio negli anni del
Signore 1315.
RuBRicA 313" — Come^ Uguccionc della Faggiuola e il ■prenze combatterono, efurono scon- /., v, 33
Jitti a morte i Fiorentini.
I Fiorentini diliberaro per la venuta del prenze di Taranto uscire a campo e soccorrere
^O lo castello di Monte Catini, il quale era assediato. E richiesti gli amici, tra con gli loro e
; con gli amici e della gente di tutti e tre i reali, i quali insieme andaro, ebbono i Fioren-
' tini di uomini da cavallo circa a 3300 e di pedoni non pongo il numero, che trassero d'ogni
I parte. Pure poichfe roste fu mossa, e Tordine della vettuaglia venia appresso, la quale gui-
' dava uno Montecatinese, che si chiamava Uguiccione, come senti la venuta a
'5 Firenze del prenze, mando infino a Melano e in Romagna per tutti gli amici per soccorso,
ed ebbe seco 2600 di uomini a cavallo e molti pedoni, ed accampossi appresso a Monte
Catini di Ik dalla Nievole, ed aspettava di vedere che gente fosse quella che venisse,
quasi con isperanza di levarsi da campo. Avvenne che il prenze giunse colla sua brigata
appife della Nievole di qua da Monte Catino a' di 8 d'agosto, e feciono ordinare che fosse
!0 assalito la brigata di Ik dagli usciti ' di Lucca e da certa gente bolognese e pistolese ; la /., v. 3«
\ quale doveano a certo segno fare intrare la vettovaglia nello castello il dl dato. E gli usciti
I di Lucca per fare levare il campo correvano ogni dl a Lucca per rompere le strade della
j vettovaglia che venia nelFoste. Di che veduto il modo della brigata del prenze e degli usciti
di Lucca, Uguiccione deliber6 di levarsi da campo, e per irne piu netto il dl che si dovea
fS levare, mand6 il guanto della battaglia per Taltro dl vegnente Uguiccione al prenze, il quale
lo ricevette graziosamente. La notte Uguccione Iev6 Toste in suIFalba e i battifolli, e gi-
ronne giuso dalla via del piano per fare la via da Pisa, e mossesi in suiralba del giorno.
>j AI prenze fu detto, e sanza nissuno ordine gli si misse di dietro dicendo : A loro, a loro, che
1' se ne vanno. I Fiorentini dissero al prenze ch'era meglio, poichfe si partia, mandare per la
;0 vettovaglia dello fornimento, che dovea a vespro intrare, e soUicitarla, e seguire poi Toste.
ri II prenze sanza nullo ordine si mosse, e and6 dietro a Uguccione. Uguccione, veggendosi la
; coda nel Cerro si volse ordinatamente, come avea fatto ogni ordine se volgere si dovesse, 0
convenisse. Ed in effetto, lasciando le particularitk, Uguccione vinse, ed il prenze vi fu scon-
■ j fitto. E fuvvi assai nobili morti, fra i quali ' fu messer Pietro f ratello del re Ruberto e del /., v, 35
\ 5 prenze e messer Carlo figliuolo del detto prenze di Taranto e degli altri assai : messer Carlo
\
I. e fornito] omm. A. — j. non] omm. A. — 3. e feciono.. .. non fosse] e fece onestamente cl6 che seppe che
cI6 non fosse A. — 4. II quale con 500 uoraini da cavallo venne in Firenze] 0»»«». A. — 5-6. negli anni del Si-
gnore] omm. A, — 10. lo castello di] omm. A. - era asscdiato] era, com'^ detto nel presente passato capitolo asse-
diato G. /?. - tra con gli loro] e colle loro A. — lo-n. e con gli amici] omm. A. — u. 3300] 330 G. /?. - non
pongo il numero] assai A. — 14. che si chiamava] omm. A. — 16. seco 3600] seco circa 2000 G. /?. — ai. la
vettovaglla] il detto foragglo G. /?. - nello castello] in detto casteUo A. — 13-23. E gli usciti vettovaglla]
I quali usciti di Luoca per fargli levare corrieno ogni d\ a Lucca e percoteano aila strada alla vettuaglia G. R. —
23. che venia neU'oste] 0»;;«. A. — 36. Ugucclone] omm. A. - gironne] gir6 G. /?. — 37. mossesi] mossi A., G. R.
— 38. a loro a loro] a ioro A. — 29. se ne vanno. I Fiorentini] se ne vanno, e cosl era che se ne andavano.
I Fiorentini G. R, — 30. fornimento che dovea] fornimento che l'altro dl dovea G. R. — 33. Cerro] contro G. R.
Cerro era un fadule vicino al fiumc Pescta in Val di Nievole, come afpare da una relaxione del luglio 1670 in Ar-
eUvio di Stato di Firenze-Ufficio delle foisessioni, Filza i6, c. 139 — 34. E fuwi assai . . . , raesser Piero] In fra
gll altrl nobUi morti furono questi due Reall raesser Piero G. R. — 35. del detto prenze dl Taranto] del pren-
cipe yl. — 3S-p. n8, 1. 3. dcl detto Prenzc . . . , di circa 1900] dcl Principe e degli nltri assai e furne mortl dei
Florentlni 1900 A.
118
CRONACA FIORENTINA
[A. 1315]
/.. V, 3«
da Battifolle, mcsBer Caroccio e messer Brasco Catalani della casa di Ragona, per femmina;
nato, e d'ogni casa di Fircnze quasi di nome vi rimasono morti e presi e degli altri pacsi amici
de' Fiorentini. Furonne morti in tutto del lato de' Fiorentini circa 1900 e presi 1400, ed il
prenze si fuggl. E quegli che avieno la vettovaglia, sentito la rotta, venderonla e andaron»
sene in Lombardia, e con essa furono pifi ricchi che se '1 Comune avesse vinto, e mai non
fu chi ne domandasse ragione. Dal lato d' Uguiccione vi morl il figliuolo e messer Giacotto
Malespini, i quali condussero la Imperiale, ed erano i feridori, ed altri di nome non v'ebbe.
E ci6 fu negli anni del Signore 1315 a dl 29 d'ago8to il dl di S. Giovanni decoUato.
RuBRiCA 314* — Come Uguiccionc ebbe Monte Catini e Monte Sontmano,
Fatta per Uguiccione la detta sconfitta al prenze, si drizz6 verso Monte Catino, e ultima-
mente si renderono, salve le persone di ' quelli che v'erano dentro. E poi il simile fecc Monte
Sommano, detto anno.
RiraRiCA 315* — Come Vinci e come Cerreto Guidi si ribellaro a' Fiorentini, e tomaro al far-
tito (P Uguccione della Faggiuola.
Era in Valdamo di sotto uno castello, che si chiamava Vinci, lo quale teneano a posta 1!
delli Fiorentini i signori d'Anchiano. Per guadagnare, sentendo chc i Fiorentini erano rotti,
corsono alle strade, e per le Chiane, ove ne trovavanc assai affogati e assai fuggenti, li quali
pigliavano, e menavongli in Vinci, e da quello dl innanzi si tennono per Uguiccione. Era uno
Baldinaccio Adimari rubello di Firenze, e avea molte amicizie in Cerreto Guidi, trov6 modo
d'entrarvi, ed entrowi, e tennelo per sfe ed a posta di Uguccione negli anni 1315. 2(
RuBRiCA 316* — Come il conte da Monte Scaggioso, chiamato Conte NoveUo, vetme a Firenxe
■per cafitano.
I Fiorentini, tomati in Firenze, vidono esser soli di capitano. Subito mandarono allo re
/., V, 37 Ruberto mandassc uno capitano e gente. Di che ' subito vi mand6 uno savio e valente ca-
valieri, ci6 fu messer dal Balzo conte di Monte Scaggioso ; il quale avea per mo-
glie la sirocchia del re Ruberto. E venne in Firenze con 200 cavalieri negli anni del Si-
gnore 1315.
RuBRiCA 317* — Siuesti sono i Priori da mezzo febbraio 131 4, a mezzo fehbraio 131 5.
1
Cino di Martino
Bencivenni di Folco
Rinuccio di Cocco Compagni
Lippo Aldobrandini
Dino del Chiaro Cornacchini
Ricco di ser Compagno degli Albizzi
lacopo di messer Berlinghieri, gonfaloniere di
lustizia 3'
Ser Benedetto di ser Martino, loro notaio.
Neri Corsini
Donato di Lamberto deirAntella
4-5. si fuggl .... in Lombardia] si fuggi .... {laeunti) e coUa vettovaglia ristettono e non sentendo vinto
ma perduto, eglino se n'andarono con essa e portarsene e con venderla e andarne in Lombardia G. /?.; sl fug
e tutta Valtra gente colla vettovagUa ristettono, e non sentendo vinto, ma perduto, eglino se n'andarono coB
essa e venderla ed andame in Lombardia /.; /. avverte in nota di avere sufplito la lacuna del ms. G. R. con la scorlt
5 del Villam, 1. 9, c. 70 — 5-6. e con essa .... ragione] omm. A. — 6. il figiiuolo] il figliuolo d'Uguiccione G. R.
7. i quali] e quegli A. — 8. del Slgnore] omm. A. - U d\ di S. Giovannl decollato] omm. A. — 11. si renderonol
si dierono A. — 15. io quale teneano] che si teneva A. — 17. fuggenti li quali] fuggiti clie A. — 18. e menavoa^
gli.... Uguccione] e raenarsegU in Vinci, e tennersi da queUo di innanzi per Uguiccione G. R. — 19. Guidl|
omm. A. — 19-30. trov6 modo .... Uguccione] trov6 modo di settembre anno detto d'entrare dentro, e queili
lo tenncro l'aluto di Uguiccione a suo segno G. R. — 20. negli anni 1315] omm. G. R. I» A. si legg* 11 10 corretto
dalla stessa mano in 13 15 — 24. uno] omm. G. R. — 35. /. comfleta la lacuna eon i/ nome diHdtTiuno — 36-37. del
Slgnore] omm. A.
[A. 1316]
CRONACA FIORENTINA
119
10
'20
Francesco d'Ubaldino degli Ardinghelli
Lapo di Strozza degli Strozzi
Vieri del Bello de' Rondinelli
Maestro Cambio del Maestro Salvi
Cionetto di Giovenco de' Bastari, gonfaloniere
di lustizia
Ser Lippo di ser Dino di Santa Maria in Pi-
neta, loro notaio.
Noffo' di Guido
Tano de' Baroncelli
Monte degli Acciaiuoli
Anselmo di Palla Anselmi
Guccio di Bonagiunta de' Medici
15 Ruggierino di ser Benci
Migliorato de' Domenichi, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser lacopo di ser Bencivenni Dandi, loro no-
taio.
Lapo di messer Angiolino
Lapo di Talento
Ser Lamberto di Neri Cambi
Filippozzo di Gherardino Gianni
Taddeo di messer Aldobrando da Cerreto
Francesco di Biliotto Tornabelli
Coppo di Stefano de' Bonaiuti, gonfaloniere
di lustizia
Ser Guasco di Nardo Guasconi, loro notaio.
Catellino Aldobrandi
Bello di Lippo de' Mancini
Tuccio di Dello degli Scilinguati
Giangheri di Boninsegna de' Beccanugi
Messer Alberto Rosoni, iudice
Neri di Guido de' Ricci
Nello di Rlnuccio, gonfaloniere di Giustizia
Ser Giovanni Dini da Montevarchi, loro notaio.
Bancherone ' di Cione degli AgHoni
Coppo di Borghese Migliorati.
Pesce di Gugio de' Pesci.
Ubertino di Rosso degli Strozzi
Betto di Rinaldo
Ser Arrigo Rocchi
Michele di Cione Maffei, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Fazio Gonzi da Castelfiorentino, loro no-
taio.
/., V, 38
/., V, 39
,25 RuBRiCA 318* — Come il Conte Novello, venuto, si fu rimandato addreto, e tornossi nello reamc.
In questa avversit^, la quale ebbe il Comune, partito il prenze e venuto il Conte No-
vello, in Firenze erano grandi sfette, delle quali due s^tte era capo dell' una ; i quali
teneano fede ed amore al re Ruberto, a cui era data la signoria; e deiraltra, che teneano
il contrario, era capo messer Simone della Tosa; ed era tanto piu forte questa che Taltra,
che facieno fare cio che voleano a' Priori e al Comune. Ed era mandato in Francia per
messer Filippo di Valosa e nella Magna per lo dugi di Luziborghi; e niuno venne; i quali
ciascuno dovea venire e menare gente. Di che la sfetta di messer Simone era male con-
tenta del Conte Novello e della signoria del re Ruberto, e pot^ tanto che al Conte Novello,
che era stato 4 mesi, e dovea stare uno anno, gli fu detto dimesticamente che se ne andasse,
e cosl fece, come che vicario vi fosse del re non potea a ci6 riparare. E ci6 fu negli anni
del Signore 1316 d'aprile.
30
35
1., y. *o
RuBRiCA 319" — Come dai Fiorentini fu eletto un bargello a -posta di messer Simone della
Tosa c degli altri Guelfi.
In Firenze, come h detto, messer Simone della Tosa con grande parte de' Guelfi di Fi-
40 renze resse in tutto con gli grandi e popolani, e vide d'avere, poich^ non avieno altra stretta
(uerra di fuori, ed aspettavano capitano, chi di Francia e chi della Magna, di cacciare di
Firenze chiunche avea alcuno pensiero ad animo ghibellino. E feciono uno bargello, lo quale
' nelFoste di Pistoia fu aspro e crudele, il quale si chiam6 ser Lando da Gobbio. Ed ultima-
37. La lacuna scgnata nei codtci e sufplita da I. con le farole: messer Pino della Tosa — 31. Luzlborghi] Lu-
chimborghl G. li. — 32. menare] mandarc G. R. — 35. vi fossej cl6 fusse A. — 39. come detto fe] omm. A. — 43. dl
Plstoia.... da Gobbio] dl Pistola come adietro diremo.... fu aspro c crudele, II quale si chlam5 ser Lando....
da Gobblo 6'./?.; di Pistoia comc adietro dlremo fu aspro e crudele, II quale si chiamft ser Lando da Gobbio /,
120 . CRONACA FIORENTINA [A. i3i6]
mente gli puosono uno gonfalone di giustizia in tnano, e diergli mero e misto imperio sopra
a chi attentasse contra H Guelfi del presente stato. II quale bargello avea balla di niuna
Bolennlt^ servare, ma di fatto sanza condannagione procedere in avere e di persona. E il
/., V, 41 primo di di maggio negli anni del Signore 1316 prese ruficio, e molte coae di fatto fece, e
cui ammanaiare, e cui tagliare il capo, ed avea 500 fanti a ci6 fare e 50 cavalU e la campana 5
a sua posta. Molte rigide cose fece in avere ed in persona, delle quali non guard6 nfe ad
ordine sagro, nh ad altra dignit^ e preminenza; e infra gli altri fece morire. . . .
RuBRiCA 320* — Come si murb Firenze, e dei danni di falsa tnoneta.
Questo ser Lando, bargello, ordin6 in Firenze una certa moneta di danari sei I' una
d'ariento, che valea male quattro. Della quale moneta, infra Taltre monete, e cosl d'altre ren- IC
dite, 8tudi6 il detto Bargello che si compiessono di murare le mura di Firenze, e cosi in
parte si fece, cio^ dal Prato Ognissanti infino a S. Gallo. Chiamossi la detta moneta !a bar-
gellina. E ci6 fu neiranno del Signore 1316 di giugno.
RuBRiCA 321° — Come fu tolta la signoria di Liicca e di Pisa ad Uguiccione, e cotne di
Litcca la fresc Castruccio. 15
/., V, 43 I Lucchesi, vedendo che '1 figliuolo d'Uguiccione volea per malificio tagliare la testa a
Castruccio, si levarono a romore. Uguiccione era a Pisa, ed il furore a Pisa ed in Lucca
fu alle sue case in un medesimo di, perocch6 come uscl di Pisa, il conte Gaddo Gherar-
deschi col popolo corsono alla casa d'Uguiccione, sentendo ch'era tratto allo romore in
Lucca, e chi dice s'accordarono insieme i Lucchesi e' Pisani, perocchfe di poco avea fatto 2G
tagliare la testa a Balduccio Buonconti ed al figliuolo, di che Pisa molto si dolse, ed ora
facea tagliare la testa a Castruccio Interminelli di Lucca, amati da' Lucchesi; di che molto
parve, volesse per rapina pigliare la signoria e con sangue. Di che il conte Gaddo corso
alle case d'Uguiccione, e morta sua famiglia, e preso il detto conte la signoria, gli and6
dietro la novella. Quando giunse a Lucca trov6 il romore dentro, ed egli non si fid6, pe- 25
rocchfe il popolo era inanimato a voler Castruccio. Diello, ed uscissi di fuori di furto egli ed
il figliuolo. Di che f eciono Castruccio signore ; ed egli se ne and6 a messer Cane della Scala
in Lombardia negli anni 1316 d'aprile.
RuBRiCA 322' — Comc il Conte da Battifolle venne vicario in Fireme.
In Firenze, come detto h, la s^tta di messer Simone della Tosa era sl grande, che col 3C
/., V, 43 Bargello ' era al tutto signore della citt^, e con lui teneano molti GhibelUni, ch'erano in Fi-
renze e tutta gente che non aveano n6 arte, n6 mercatanzia. L'altra s^tta, che quasi nulla vi
potea, per non volere mettersi a partito, che erano mercatanti ed artefici; cio erano de' grandi,
Bardi, CavicciuU, Buondelmonti, Gianfigliazzi, tutti i Frescobaldi e tutta la maggior parte
de' grandi, dipoi tutti, o la maggior parte de' mercatanti popolani, ch'avieno a fare nello 35
I. e diergli mero e misto imperio] e diergli,... imperio G. R.\ I. trascura di segnare la Ittatna, fubblicando
e diergli imperio — 2. Guelii del presente] Guelfi o lo presente G. /?. — 7. e premlnenza] omm. A. - infra gli altri]
infra i quall A. - f ece morire . . . .] fece morire chierici sacri della casa degli Abati, uno giovane innocente deila casa
dei Falconieri « piu altri di basso affare I, ; la lacuna e supflita da I. col Villani L. IX, c. 74 ; fece morire molti
S A. — 10. valeva maie quattro] valera quattro A.; valeva quattro a mala pena G. - e cosl d'altre] e che d'altre
A. — II. che 8i compiessono] se non si compiessono A. — 13. anno del Signore] omm, A. — 17. era] che era
A. — 19. col popolo] e il popoio A. — 20. e chi dice] e chi dicevano A. — 33. volesse.... Di che] volesse per
tirannia plgliare la Signoria e con sangue. Dl che G. If. - e con rapina] e con terannia G. R. - corso] corse A. —
26. di furto omm. G. R. — 27. feciono C. signore] C. fu signore G. R. - Cane] Cione G.R.,A.; Cane /. — »8.
10 negli anni 1316 d'apriie] E cl6 fu negli anni del Signore 1316. A A\ ii d'aprile n'usc\ di Lucca G. R. — 32. lui]
loro G. R. — 31-32. ch*erano in Firenie A. — 32. aveano] facieno G. R. Amcke A. aveva frima scritto faceano eke
corresse in avevano - mercatanzla] mercansia G. R. — 33, che] omm. G. R.
[A. 1310]
CRONACA FIORENTINA
121
regno. Di che segretamente si feciono lettere al re Rubertc, che considerato che quelH erano
amici suoi, ed egli gli conoscea, ch'egli facesse il conte da Battifolle messer.... vicario in
Firenze, come era usato di fare altri, considerato ch'era guelfo e possente. Incontinente
fu assentito, e venne in Firenze, e prese la signoria a' di 15 di luglio 1316.
5 RuBRiCA 323* — Come fu cacciato ser Lando Bargello.
Essendo il conte da Battif olle in Firenze vicario, si comincib a ristringere con cui e' do-
vea, ed era tanto le f orze degli altri, che se f osse stato uno degli altri regnicoli ravrebbe cacciato
di Firenze, ma per la grande forza e seguito stava, e pigliava piede. E venendo a Napoli
dalla Magna la moglie' del Duca di Calavria, figliuolo dello re Alberto della Magna, fu in
jlO Firenze, e quivi aspetto i baroni del re che venieno per lei. Infra i quali furono mes-
■ ser Giovanni fratello dello re Ruberto ed il conte camarlingo ed il Conte Novello cognato
' del re, il quale per la sfetta, di messer Simone, era stato accomiatato di Firenze, il quale ri-
; stretto colFaltra s^tta, tra con parole e con minacce si dispuosono i detti reali che a' Priori,
ch'erano stati dell'altra sfetta, cui vollono n'avessono altri sei in compagnia. Cosl fu fatto, ed
rl5 i gonfalonieri, che erano infino a quelFora stati a posta di messer Simone, furono del tutto
a posta deiraltra parte. Li piu si erano gik i Priori, da mezzo ottobre vegnente eletti, sei,
e lo gonf alonieri di giustizia. Di che v'aggiunsono dell'altra sfetta tutti Guelfi sei altri ; di che
furono nove poi i Guelfi, perocchfe tra queUi n'erano tre Guelfi; e ci6 fu di settembre 1316.
Come questi furono in palagio presono pife e in nome di concordia e segretamente manda-
|.20 rono al re Uberto, che comandasse che il Bargello fosse cacciato, e cosi rapportarono gli
I baroni fosse da f are. Di che lo re scrisse a Firenze ; e cosl fu fatto che lo bargello fu licen-
I ziato e pagato di migliore moneta che esso non meritava; e in pacifico stato si ressono.
I., V, 4*
RuBRiCA 324^ — ^iesti ' sono i Priori da mezzo febbraio IJIJ a mezzo ottobre ijr6 e infino
a mezzo febbraio.
I; V, 45
25 Priore di ser Bartolo
Giovanni di Lamberto deirAntella
Bonicontro di lacopo Ghiselli
Duccio di Palla Anselmi
Vieri di Bello de' Rondinelli
30 Bartolo di Lotto Bischeri
Cino di Martino, gonfaloniere di lustizia
Ser Giovanni Gini da Calenzano, loro notaio.
Gherardino di Gianni
35 Duccio de' Mancini
Francesco di Corso
Lippo di Puccio Benvenuti
Ardingo di Buonagiunta de' Medici
Maestro Cambio del maestro Salvi
Fazio de' Giugni, gonfaloniere di lustizia
Ser Lapo di Spina da Calenzano, loro notaio.
Arrigo di Sassolo de' Sassolini
Gherardo de' Magaldi
Gentile di messer Oddo degli Altoviti
Giunta di Nardo di Giunta
Neri di Forte del Bezzole
Ricciardo de' Ricci
Messer Fazio da Signa, iudice, gonfaloniere di
lustizia
Ser Francesco Nucci, loro notaio.
Bencino ' di Sanna Benci
Neri di Pepe
Stoldo di Francesco Ardinghelli
I. che quelli] quall A. — 2. egll] omm. A. - messer.,.. rlcarlo] messer Guido vicario /.; cos\ supfhsce T. la
lacuna di G. R.; A. non segna lacuna — 4. £u assentito] fu in Casentino G. — 7. le forzc] in forze (?) A, - l'avrebbe]
gli arebbe A.; l'avrebbono /. ^uesla ferb i una correzione di /., che tutiavia nvn toglie Poscurith del passo - cacciato]
cacciati A. — 10. i quali] quelli G. li. — n. — Giovanni] Gianni G. R. — 12-13. '1 quale.... coll'altra] il quale
v'era per la s&tta di messer Simone stato accomiatato il quale ristette coll'altra G. It. — 14. ch'erano.... compa-
gnla] ch'erano sei se ne aggiugnesse loro altri sei in compagnia A. - cui voUono] sl voUono /. — 19. e in nome]
od i nove G. /?. — 20. e cosl rapportarono glij e cosl rapportaraento per gli /. ; e cosl raportato li G. R. —
21. da fare scrisse] da fare allo re. Di che egli scrisse G. li. — 21-32. licenziato] cacciato G, R, — 22. che
esso] oimn. A. - sl] oinm. A.
/., V, «6
122 CRONACA FIORENTINA [AA. I3i6-i3i7j
Lippo di Ricco Arlotti di leggi, gonfaloniere di lustizia
Zucchero di Buonaiuto Sere Scotto di ser Benincasa d'Altomena, no-
Albizzo di Ricco degli Albizzi taio.
Ser Bellincione Cacciafuori, gonfaloniere di
lustizia Messer Pace di messer lacopo de Certaldo, 5
SerCambioMicheUdaCa8telfiorentino,notaio. dottor di.leggi
Pela Gualducci
Metto de' Biliotti Tommaso de' Peruzzi
/., v,47 Bocchino di Chiaro Rimbaldesi Gerino ' di Giambono
lanni di Bartolo Donato di Mannino degli Acciaiuoli 10
Salvestro di Manetto Buonricoveri Meglio Fagiuoli
Giotto di Fantone Angelotti Spinello di Primerano da Mosciano
Giovanni di Cocco Compagni Banco di Lippo
Dante di Rinsildo Tinoro di Nardo de' Guasconi
Zucchero di Lapo Benci Cecco di Spina Falconi 15
Buto del Ricco Giovanni Villani
Lippo Amizzini Luti di Rittafedi
Masseo {Maso) di Chiarissimo Alberto di messer lacopo del ludice, gonfa-
loanni d'Albizzo de' Cambi loniere di lustizia
Messer Gherardo da Castelfiorentino, dottore Ser Maffeo di Lapo, loro notaio. 20
RuBRiCA 325' — Comc -per gli modi del re Ruberto i Fiorentini cominciarono a -perdere sua
divozione.
Essendo la cittk di Firenze in questi termini, e lo re Ruberto non aiutando i Fiorentini
nella guerra de' Pisani, come era ragionevole, 1i Fiorentini cominciavano a mormorare; e
sentendo che per sue brighe egli gli volea pacificare con gli Pisani e coUegare seco la setta 25
de i Guelfi come quella de' Ghibellini, si era mal contenta quella de" Ghibellini e loro amici
/.. V, 48 per lo vicariato del conte' da Battifolle e per la cacciata del Bargello; che bene vedea quella
sfetta essere forte, e per la venuta di colui, e per la cacciata dell'altro essere indeboliti, e
correre rischio d'es8ere cacciati di loro stato. Gli altri della s^tta de' mercatanti, e piu
Guelfi, veggendosi lo re Ruberto esser signore, e non attendere a' f atti della citti di Firenze 30
nello loro guerre, e sentendosi che il re volea collegare, e fare pace, sentendosi questo per
mercatanti da Napoli, ma non pero ancora da lui, tutti erano diviati ne' loro animi dalla sua
divozione; e se non fosse stata la divisione e il non fidarsi Tuna sfetta deiraltra, averebbono
attentato non essere contenti. Tuttavia pensando quanto era lo pericolo della s^tta e de'
nimici di fuori ciascuno si stava ; e nondimeno con segreto cercare se vero era del ragiona- 35
mento del re, owero con lettere e con ispie cercando, travarono esser vero, e cosl erano in
molti bisbigli la cittk e in molti forsi, che a cui piaceva, ed a cui dispiaceva; ma pure in
effetto ognuno faceva malvolentieri pace o lega.
/., V, 49 RuBRiCA 326* — ^uestV sono i Priori da mezzo fcbbraio 1316 a mczzo fcbbraio 1317.
Maestro Lapo del maestro Rinuccino, medico Giovanni di Gherardino 40
Gherardo di Gentile Bartolo degli Anchioni
Ser Gianni Siminetti Scolaio di messer Palmidesi
34. come era ragionevole ; U Florentlni] come a loro parere e convenente crano li Fiorentini G. R.; come
a loro parcre era convenente /. — 35- brlglie] omm. A. — 36-27. mal contenta queUa.... BattifoUe] malcontenta
queUa de' GijlbeUini, ovvero amici de' GJiil)eUinI male contenti per io vicario del conte da BattifoUe G. R. —
37. cacclata] caccla (?./?.; cacciata /. — 29. correre riscliio] con raeno r^sciiio G./!.; con maggiore riscliio /. —
31. questo omm. G. R. — 37. dispiaceva ma pure] dispiaceva molte cose ma pure G. R.
[A. 1317]
CRONACA FIORENTINA
123
Naddo di Sere Spigliato da Filicaia
Giovanni di messer Ubertino Strozzi,
loniere di lustizia
Ser Giovanni Finucci, loro notaio.
Lotto Guineldi da Quarata
Totto Tedaldi
Awogado di Gherardo
Pero di Guillielmo
10 Martello di Ghetto
Bartolo di Bonafede
Messer Giovanni Rustichelli, iudice, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Lippo Bonamichi, loro notaio.
Boninsegna Gherardi
gonfa- Guccio di Bati Tomabelli
Vanni di Puccio Benvevuti
Ridolfo Amadori
Lapo di Bonagiunta
Pieraccio de' Guadagni, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Agnolo di maestro Nuto, medico notaio.
15
l20
Gherardo Bonsi
Catellino de' Raffacani
Ugo ' di messer Oddo degli Altoviti
Cenni di Nardo Giunta
Bemardino de' Medici
Messer Covone di Naldo Covoni, dottor
leggi
Ser Medico Aliotti, gonfaloniere di lustizia,
Ser Barone Aliotti da Signa, loro notaio.
Piuvichese di Brancaccio
Fuccio del Maestro
Messer Teghia de' Bonaccolti, iudice
Tano di messer Banco Castellani
Niccolo di Mirito da Cerreto
Cionetto de' Bastari
Tuccio Ferucci, gonfaloniere di lustizia
Ser Ciano di Neri Boccacci, loro notaio.
25
Lapaccio di Bindo del Bene
Chiarino Davanzati
Nozzo di Manetto Bentaccordi
di Messer Ranieri del Forese, dottor di leggi
Feruccio ' di Pagno de' Bordoni
Ser Rustico Consigli
Filippo di Lando degli Albizzi
Lotto dArdingo, gonfaloniere di lustizia
Ser Lippo Nerini, loro notaio.
I
^Hse argomentato, in Firenze sarebbe stato fame; ma per gli Fiorentini si providde di man-
30 dare per esso di fuori, ma pure valse mezzo fiorino lo staio.
^RuBRiCA 327* — Come fu grande caro in Firenze.
In questo anno fu grande caro di grano in Firenze, tale che se de' danari non si fos-
RuBRiCA 328" — Cotne i Fiorentini jeciono face co' Pisani e co' Lucchesi.
Lo re Ruberto si volse strignere i Fiorentini a fare pace co' Pisani, e volle che i Fio-
rentini si fossero. insieme ed in lega con lui e con loro tutta Toscana, e ci6 fece. Malcon-
tenti ne furono i Fiorentini, avendo rispetto alla sconfitta di Montecatini. Pure pensando i
35 Fiorentini che vi fu morto il fratello ed il nepote, ed egli ne facea pace, bene si doveano
Ieglino arrecare, e cosi fu fatto. E riebbono i pregioni loro e colla franchigia della mercanzia
in Pisa per mare e per terra, e allo re Ruberto promissono in ogni armata generale cinque
galee. E ci6 fu fatto, ' e pacificata tutta la Toscana e collegata negli anni del Signore 1317
ai dl 18 d'aprile.
40 RuBRiCA 329^* — Come si fece nuova moneta in Firenze.
Fecesi a Firenze moneta di 20 danari Funa, e disfeciono quella la quale si chiamava
28. di gran6\ ho aggiunto, avuto rignardo alla lez, per esso del rigo 30 — 29. argomentato] agumentato
G, R. — 30. esso] coil A., G, li,', I, corregge grano - raa pure valse mezzo fiorlno lo staio] ma pure valse fiorinl
uno due staia G. R. — 32-33. co' Pisani.... con lul] coUi Pisani e lega insieme con lul A. — 36. e colla] e la
/. — 38. fatto .... Signore] fatto e pacificata tutta Toscana e collegata. Fu f atta e ferma nelli anni del Signore
G. R.; fu fatta e ferma la detta pace negli anni del Signore /. — 41. a Flrcnze] in Fircnze A. - quella la qualej
quella che A ^
/., V. 50
/.. V, Sl
/., V, 52
124
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1317-1318]
la bargellina di sei 1' una. Poi disfeciono quella di 20 danari, e ne feciono una, la quale u
chiamava Guelfo e una di danari 15 Tuna.
RuBRiCA 330' — Comc si feciono le mura di lungarno e d'oUrarno di Fircnze.
Nel detto anno del mese di luglio feciono ordine i Fiorentini che si murasse lungarno,
lo muro dal castello Altrafonte infino al corso de* Tintori, e ancora si compife le mura dallo
renaio infino alla porta alla Croce allato a Santa Candida.
RuBRiCA 331* — ^uesti sono i Priori da mezzo febbraio 1J17 a mczzo febbraio 1318.
Albizo di Stefano Soderini
Neri di messer lacopo del Giudice
Tommaso Diotaiuti
/., V. 53 Luca ' di Gerino degli Strozzi
/., V, 54 Manno di Lippo Manni
Ser Michele di ser Bonaccorso
Ciampi di Duccio, gonfaloniere di lustizia
Ser Bene di Bruno da Vispignano, notaio.
Messer Rinaldo Caaini, dottore di leggi
Bartolo di Manetto Bonricoveri
Bartolo de' Paradisi
Maso di Valore
Benincasa di Falco
Lando di Biliotto
Giovanni d'Andrea de' Ricci, gonfaloniere di
lustizia
Ser Giovanni Ciai, loro notaio.
Bartolo di Bandino
Messer Caro di ser Venisti, dottore di leggi
Dardano di Tingo degli Acciaiuoli
Filippo d'Aldobrandino
Ser Manno Talenti
Vanni di Corso Mattei
Donato di Paccino de' Peruzzi, gonfaloniere
di lustizia
Ser Giovanni Finucci, loro notaio.
Mafiio Palmieri
Bonaguida di Fabro Tolosini
Dardo de' Bonciani
Piero di Puccio Benvenuti
Tedice di Manovello
Tieri ' di Benvenuto
Gianni di Dingo de' Marignolli, gonfaloniere
di lustizia
Ser Rinaldo d'Uberto Baldovini, loro notaio.
Ghinuccio di Cante
Ser Francesco di ser Giunta
Giunta Fini
Meeser Filippo de' Bonaccolti, dottore di leggi
Monte di Guido da Mosciano
Pino di Spina Falconi
Giovanni di Maso
Benino di Bello Borgoli, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Albizzo Tosi da Signa, loro notaio.
Rosso d'Aldobrandino
Cinozzo de' Raffacani
Alberto di Cione
Borguccio di Borgo
Ghisello di Fiamma
Giovanni d'AIbizo
Zanobi di messer Lapo Arnolfi, gonfaloniere
di lustizia
Ser Benedetto del maestro Martino, loro notaio.
5
J
10
15
20
I
30
35
/., V, S5 RuBRiCA 332* — Come' lo re Ruberto andh a Genova, ed ebbe la signoria.
Come lo re Ruberto ebbe fatta la pace de' Pisani e prosperato, egli ando con i Guelfi
a Genova, ebbene la signoria a' dl 27 di luglio negli anni del Signore 1318.
i-a. quella di ao.... l'una] quella di 30 denarl e ne feciono una si chiamaya lo Guelfo e una di danari 15
1 uno - 4. del mese] omm. A. • \ Fiorentlni] In Firenze A. - 5. Altrafonte] Altafronte /. ; la Uuone dH codici i
ttaia coti da I. corretta — 6. Candida] Canlda A. — 38. del Signore] omm. A.
lAA. 1318-1320]
CRONACA FIORENTINA
125
RuBRicA 333* — ^uesti sono i Priori da mezzo fehbraio 1318 a mezzo febbraio ijig.
r
10
15
20
J5
Piero di Fornaio Battimamme
Perso di Filippo de' Fagiolari
Gentile di messer Oddo degli Altoviti
Cardinale di messer Alberto Girolami
Conte d'Averardo de' Medici
Filippo di Bartolo degli Albizzi
Tuccio di Cocco Compagni, gonfaloniere di
lustizia.
Ser Betto Geppi, loro notaio.
Pino di Chiavicella de' Tiglianiochi
Filippone di Filippo Ristori
Ser Gianni de' Siminetti
Francesco di Manno Attaviani
Piero di Durante
Giano di Dino Gherardini
Gherardo' di Migliore Guadagni, gonfaloniere
di lustizia
Sere Zuccaro di Giunta, loro notaio.
Ser Bene di lacopo da Verrezano
Priore di Cionaccio
Bene del Chiaro
Buoso di ser Albizo Cenamelle
Maruccio di Geremia
Geri di Guccio Ghiberti
Feduccio di Duccio della Morotta, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Alessandro di messer Caro, loro notaio.
}0
Niccol6 di Manieri Buongradi
Ghese di Bonaccorso
Francesco di Meo degli Acciaiuoli
Chele di Pagno de' Bordoni
Buto del Ricco Davanzi
Lapo di Geri lacopi
Piero di Pinaccio degli Strozzi, gonfaloniere
di lustizia
Ser Cozzo di Piero da Trebbio, loro notaio.
Messer Pace di messer lacopo da Certaldo,
dottore di Leggi
Tegghia di Guido Tolosini
Guido di Lapo Guazza
Vanni di Puccio Benvenuti
Gherardo di Scolaio
Nuto' Bencivenni
Bindo Guineldi da Quarata, gonfaloniere di
lustizia
Ser Angiolieri Dini da Careggi, loro notaio,
Nerlo del Bene
Bencivenni de' Buonsostegni
Avogado di Gherardo
Ricco di Bando
Grazia Giutumanni
Maffeo di Chiarissimo
Guerriante di Dingo de' Marignolli, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Ticcio di Ciano, loro notaio.
RuBRicA 334"
f35
Come lo rc Ruberto si fartt da Genova, ed andb al Pafa.
Lo re Ruberto tenendo Genova, e stimando che Bisconti di Melano gU faceano guerra in
Piemonte e che Genova gli era troppo fascio, faccendogli guerra gli Bisconti di Melano, si
ancora per attutare l'orgoglio de' Pisani, attutato quello de' Lombardi, si partl da Genova
e andonne a Papa Giovanni . . . . il quale ricevuto onorevolmente, mandarono di concordia in
Francia per messer Filippo ' di Valosa, figliuolo di messer Carlo fratello del re di Francia,
lo quale venne subito in Lombardia. E in quello mezzo avea richiesti il re Ruberto i Sa-
nesi ed i Bolognesi e' Fiorentini, li quali aveano mandati in Lombardia circa 400 uomini da
cavallo bene in concio per guerreggiare messer Matteo Bisconti. E ci6 fu negli anni del
Signore 1319 del mese di marzo. A dl 22 si partirono di Firenze, e presono la via di Reggio.
RuBRiCA 335' — Sluesti sono i Priori da mezzo febbraio ijig a mezzo febbraio 1320.
Bencivenni di Salvi Bonagi Lapo d'Albertuccio da Castiglionchio
33. Ruberto] Uberto G. /?. — 33. Piemonte] Piamonte A. - fascio] fastidlo G. — 35. /. suffliscr. la lacuna
di G. R., e che e anche in A., con il numero XXII 36-37. Valosa. ... lo quale] Valosa nipote del re di Francia, lo
14 quale A. — 38-39. In Lombardia .. .. per guerreggiare] in Lombardla caragli 4 per guerreggiare A. — 40. di
marzo.... Rcgglo] di marzo c andaro ria A,
r
/., V. 56
/., V, 57
/., V, 58
126
CRONACA FIORENTINA
(AA. 1319-1320]
/., V, M
/., V, 5»
Simone di Bemotto di Rustichelli
Lotto d'Ardingo
Ser Rustico Consigli
Cionetto di Giuvenco de' Bastari
Naddo di Duccio de* Bucelli, gonfaloniere di
luBtizia
Ser Granaiuolo di Sone da Grranaiuolo, loro
notaio.
Tuccio di Femiccio
Benedetto di Pacino de' Peruzzi
Cione di Caroccio de* Bonacolti
Spinello di Primerano da Mosciano
Bemardino d'Imbono de' Medici
Bartolo di Bonafede
Francesco' di ser Caccia de' Bonciani, gon-
faloniere di lustizia
Ser Bemardo di Conte da Fighine, loro notaio.
Boccaccio di Manno Vittori
Messer Giovanni Rustichelli, dottore di leggi
Meglio Fagiuoli
Bartolo di Lapo Bend
Andrea del Nero
Vanni di Benintendi degli Albizi
Giovanni d'Andrea de' Ricci, gonfaloniere di
lustizia
Ser Tommaso Bucci da Certaldo, loro notaio.
Messer Rinaldo Casini, dottore di leggi
Guido di Bencivenni da Magnale
Coppo Stefani de' Bonaiuti
Tano di messer Banco Castellani
Ridolfo Amadori
Naddo di sere Spigliato da Filicaia
Filippo Aldobrandini, gonfaloniere di lusti-
zia
Ser Belcaro Bonaiuti, loro notaio.
Bartolo Bandini
Vanni Bandini
Piero di messer Oddo Altoviti
Giovanni ' d' Ubertino degli Strozzi
Stefano di Berto Davanzi
Ser Michele di ser Bonaccorso dalla Lastra
Giovanni di Cocco Compagni, gonf aloniere di 1 5
lustizia
Ser Guido di ser Bene da Verrazzano, loro
notaio.
10
20
Gherardo Bonsi
lacopo d'Alberto del ludice
Donato di Mannino degli Acciaiuoli
Ghigo di Pagno Bordoni
Cecco di Spina Falconi
Giano di Dino Gherardini
Boninsegna di Gherardo, gonfaloniere di lu- 25
stizia
Ser Piero Ottinelli da Signa, loro notaio.
/.. VI. I RuBRiCA 336" — Co7ne ' Castruccio, sigfiore di Lucca, ru-p-pe face a Firenze.
Poichfe Castmccio sentl che i Fiorentini avevano mandato in Lombardia la gente sua
contro a' Bisconti, ed erano sfomiti di gente, diliberb di cavalcarli, non avendo riguardo a 30
niuna pace, ed ebbe la gente di Pisa, e cavalco, e per trattato prese Cappiano e il ponte
della Gusciana e Monte Falcone in Valdamo di sotto, e passb la Gusciana e intomo Fu-
cecchio, e Vinci e Cerreto guast6. E poi tomandosi ebbe S. Maria a Monte, chc assedib di
concordia de' terrazzani; li quali voUono mostrare di tenersi alcuno dl, ma s'erano dati
/.. VI, 2 d'accordo, ma per dimostrazione vi stette il campo alcuni di, ed ebbono il cassero, ' lo 35
quale i terrazzani teneano. E questo fu a' dl 25 d'aprile; e tutto cio fu tatto negli anni del
Signore 1320 del mese d'aprile.
RuBRiCA 337* — Come i Fiorentini cavalcarono il terreno di Lucca e di Castruccto.
Li Fiorentini, sentendo che Castruccio, signore di Lucca, era ito verso Genova coUe
masnade de' Pisani, e i Lombardi vi doveano venire per torla e farla mbellare al re Ru- 4^
30. contro a' Bisconti] omm. A. - dUiber6] deliljerarono A, - riguardo a niuna pace] riguardo alla pace A. ;
riguardo nessuno alla pace G. — 31. caTalc6 e per trattato prese] cavalcorono e per trattato presono A. — 32.
Gusciana] Lusclana G. /?. - in Vaidarno di sotto] 0/«»«. A. - intorno] lntorni6 G. R. — 33-34- ebl>e S. Maria a
Monte cke assedi6 di concordia] ebbe S. Maria a Monte assedi6 di concordia G. R.; eblie S. Maria a Monte di
concordia A. — 34-35. alcuno d\ , . . . d\ U Cassero] alcuno d\ ma a capo di 10 d\ si arrenderono con tutto il
cassero G. /?. — 40. per toria omm. A.
[AA. 1320-1321]
CRONACA FIORENTINA
127
berto, si cavalcarono i Fiorentini in Valdinievole, e guastarono ed arsono, e gran danno fe-
ciono a' Lucchesi e a lor castella. Castruccio, ch'era gia nella Riviera, per sospetto di Lucca
si torno indietro. E non andare lui a Genova, guarenti Genova, sanza fallo che si perdeva,
ed affrontossi alla Gusciana coi Fiorentini, e non combatterono. Alla perfine d'ottobre 1320
si torno ciascuna oste addietro a casa sua.
RuBRiCA 338* — ^iesti sono i Priori da mezzo febbraio 1320 a mezzo febbraio 1321.
l Rosso d'Aldobrandino
Buonaguida di Fabro Tolosini
Lottieri Davanzati
0 Giovanni ' Gherardini Malegonnelle
Messer Alberto Rosoni, dottore di leggi
Simone di Spigliato da Filicaia
Banco di Puccio Bencivenni, gonfaloniere di
lustizia
5 Ser Giovanni di ser Lapo Bonamichi, loro
notaio.
Ghino di Bindo de' Canigiani
Messer Caro di ser Venisti, dottore di leggi
U Antonio di ser Caccia Bonciani
Naddo Casini
Niccol6 Mirichi da Cerreto
Migliorozzo di Zato de' Guadagni
Bencivenni Buonsostegni, gonfaloniere di lu-
5 stizia
Ser Lapo di Spina da Calenzano, loro notaio.
Messer Alessio Rinucci, dottore di leggi
Geppo di Cere Giamboni
Niccol6 ' di lacopo Altoviti
Lotto di Puccio Ardinghi
Giovanni d'Uberto Cambi
Bartolo Bonafede
Ardingo di Guido de' Ricci, gonfaloniere di
lustizia
Ser Francesco Dolci da Sommaia, loro notaio.
Niccolo Manieri Buongradi
Cennino di Bartolino degli Alberti
Tinaccio di Tuccio Petri
Ricco Bardi
Maruccio di Geremia
Ulivieri del Carbone
Messer Forese da Rabatta, dottore di leggi,
gonfaloniere di lustizia
Ser Giovanni di messer Boninsegna da Rigna-
no, loro notaio
I, VI, «
/., VI, 3
Bindo Ferrucci
Alesser Vanni di Benino Formichi, dottore di
leggi
Giovanni di Vanni della Sannella
Feduccio di Duccio della Morotta
Grifo di Guccio de' Medici
Antonio di Lando, degli AJbizzi
Ser Giovanni Finucci, gonfaloniere di lustizia
Ser Lapo di Simone da Linari, loro notaio.
Cione Ridolfi
Tommaso de' Peruzzi
Bemardo di Lapo Ardinghelli
Maso Valori
Vanni di Bartolo Armati
Giovanni Villani
Currado di messer Simone de' Giotti, gonfa-
loniere di lustizia
Ser Albizzo Tosi da Signa, loro notaio.
RuBRiCA 339'' — Come ' i F^iorentini assediarono Monte Vettolino di Castruccto,
Feciono i Fiorentini una lega col Marchese Spinetta Malespini, che facesse guerra a
Castruccio di l^ di Lunigiana, e mandargli 300 cavalieri e 1000 pedoni, e riebbe delle sue
terre; ed i Fiorentini assediarono in Valdinievole Monte Vettolino. Castruccio richiese in
0 Lombardia e in Pisa ed in Arezzo gente, e vennene al campo. Di che il capitano dei Fio-
rentini, Guido dalla Petrella, sentendo Castruccio avere gente due tanti di kii, si si mosse
la sera, e mand6 il guanto della battaglia a Castruccio; Castruccio il ritenne. Guido la notte
/., VI, 5
3. per sospetto] per rispetto A. — 3. guarent\| a qitesio posto in G, R. era uita laciina, snpplita poi, pnre dnlla
stessa mano, con la parola guarenti — 3-4. Genova. ... ed alTroiitossi] Genova che sonza fallo sl sorebbe presa ed
affrontossi G, li. — 4-5. conibatterono . ... a casa sua] combatterono o tornoronsi a casa A. — 40. vennene al] ven-
ne nel G. R. — 41. due tanti di lui] altrettanti il doppio di iui /.
128 CRONACA FIORENTINA [AA. 1321-1322]
fece grande luminare e fal6, e la mattina non lo aspettb, ma lascib i fuochi in suo luogo,
perocchfc se aBpettato ravesse non si partiva sanza zuffa. La mattina fu allogato nelle terre
di Valdamo. Castruccio o8teggi6, e fece danno assai in Valdamo. II comune di Firenze
mand6 per la sua gente in Lunigiana, e Castruccio cavalc6, e riprese le terre del marchese
Spinetta. E ci6 fu nelFanno del Signore 1321 la state.
/., VI, 6 RuBRiCA 340* — Della' morte di Dante Alighicri, cittadino di Firenze.
Perchfe 6 bene fare memoria degli uomini virtuosi, si noteremo che Dante Alighieri,
onorevole cittadino, come furono cacciati di Firenze i Bianchi, egli, perch'era di quella parte,
si partl sanza aspettare comiato, ed and6 in istudio ed in altro modo errando circa ad anni 2C',
ne' quali spese il tempo non invano, ma in molte virtuose cose ed operazioni, in fare libri 1
e nobili esempli e grandi giudici di rettorica e quasi di tutte le sette scienze. E moralmente
visse, e mori in Ravenna di settembre 1321, e fu onorevolmente seppellito.
/., VI, 7 RuBRicA 341* — Come* i Fiorentini lasciarom signoria del re Rubcrto, c rcssonsi fer loro.
Li Fiorentini si diliberarono di non volere piu la signoria dello re Ruberto, perocche
vedeano essere troppo di spesa a loro e poco d'aiuto, e quasi i mercatanti non poteano 1
alle spese, non che quelli che vivevano di rendita e delle loro braccia. E per6 ristretti in-
sieme, e fatti piu e piu ragionamenti e consigli infra loro e confidanza de' buoni si presono
del tutto partito di volere essere liberi per loro, ed elessero capitano e podestk di loro volontk,
e cercavano d'avere di valenti uomini, piu che potevano; ed i primi furono questi.... E ,
ci6 fu negli anni del Signore 1321. 2)
RuBRiCA 342* — Siuesti sono i Priori da mczzo febbraio ijf2i a mezzo febbraio 1322.
Tile di messer FiHppo Belfredelli Geri di Guccio Ghiberti, gonfaloniere di lu-
Cione di Bonsignore Bisarnesi stizia
/., VI, 8 Messer ' Tegghia Buonacolti, iudice Ser Michele di ser Bonaccorso dalla Lastra,
Lupo di Primerano da Mosciano loro notaio.
Pino di Spina Falconi
Buonaiuto Lamberti Lapaccio di Bindo del Bene
Bemardo Cattani, gonfaloniere di lustizia Lapo Albertucci da Castiglionchio
Ser Piero Ottinelli, loro notaio. Tommaso Diotaiuti
Filippo Aldobrandini
Gherardino di Tuccio Benincasa Falchi
Cinozzo di Simone de' Raffacani Giovenco di Cionetto de' Bastari
Acciaiuolo di messer Niccola Acciaiuoli Zanobi di messer Lapo Arnolfi, gonfaloniere
Piero di Pinaccio degli Strozzi di lustizia
Ciampo di Duccio Ser Filippo Bonamichi, loro notaio.
Messer Francesco di messer Lotto, dottore di
leggi Bemardo di Neri da Quarata
2. perocchi.... la mattina] perocchfe se l'a8pettava era rotto; la mattina A. — J. E cl6 fu la Btate] negli
anni 1331 A. —7. Dante Alighieri] Dante . . . . (lacutia) delli (litama) G.R.; Dante di Alighcrio degli Ali-
ghieri /. — 9. circa ad anni 30] clrca 30 anni G. R. — 10. non invano] non in crro G. R., I. — I3. visse . . . .
1331] visse; e poi ultimamente morl a d\ . . . . {/acnna) di settembre in Ravenna, dove lii onorevoie sepultura ne-
gli anni del Signore 1331 G.R.; I. sufflisce la lacunti cosl: add\ 14. — iS. capitano] capitani G. R. - l>er loroj
per lo re G. R. - dl loro] a loro G. R. — 19-20. piu che potevano.... 1331] piii che poterono negii anni 1331
A. La lacuna rifortata nel testo, e che h in G. R., e sufplita da I. con le parole seguenti: Uberto o Ubertlno dc'
Sali da Brescia podestJ, e Bannino dl Guldo da Polenta capitano del popolo
[AA. 1320-1322]
CRONACA BIORENTINA
129
Bartolo di Manetto Buonricoveri
Francesco del Bene Bencivenni
Bemardo di Pagno Bordoni
Buto ' di Ricco Davanzi
5 Cambino di Geri
Messer Ranieri del Forese, dottore di leggi,
gonfaloniere di lustizia
Ser Ugolino di Sozzo da Trebbio, loro notaio.
0 Francesco d'Andrea
Messer Gianiano di Lapo de' Rinaldi, dottore
di leggi
Ser Gianni di Bonapresa de' Siminetti
Castello di Tecchino
5 Bernardino d'Imbono de' Medici
Taldo Valori
Albizo di Stefano Soderini, gonfaloniere di
lustizia
Ser Giovanni di ser Lapo Bonamichi, notaio.
Tuccio Ferrucci
Filippo di Lippo Buonfigliuoli
Naldo di messer Ugo Altoviti
Spinello di Primerano da Mosciano
Ser Rustico Consigli
Boccaccio di Golino da Certaldo
Tegghia di Guido Tolosini, gonfaloniere di
lustizia
Ser Tommaso Bucci da Certaldo, loro notaio.
/., VI, 9
RuBRiCA SiS'^ — Cojne nella ciita di Pistoia ehbe novita colVonore del comune di Firenze.
La forza di Castruccio, signore di Lucca, multiplicava ; ed i Pistolesi vicini a lui, pe-
rocche ' e' tenea Serravalle, stavano male. Cercarono accordo con lui, ed in effetto lo fecio-
no con dargli fiorini quattromila Tanno. Di cio i Fiorentini furono male contenti, e cerca-
iO rono di sturbarla. Lo vescovo, ch'era . . . , contrapponendosi, ne fu cacciato e con grande
danno e vergogna; e TAbate da Pacciano . . . , vi fue il maggiore maestro e capopopolo, e
non vi volea udire ricordare Fiorentini a nulla. E ci6 fu negli anni del Signore 1322 d'aprile.
/., VI, 10
RuBRiCA 344* — Come gli usciti di Firenze ghibellini di ■piu luoghi vennero a Colh di Valdelsa.
Certi usciti e ghibellini di Firenze, credendosi di furto intrare in CoUe con guida della bri-
15 gata che erano usciti di Colle, entrarono infino nel borgo. Poi ravveduti i Colligiani, intrati
neirarme li cacciarono fuori; e morti ' e presi ne furono gran brigata. E cio fu negli anni
del Signore 1322 d'aprile.
/., VI, 11
RuBRiCA 345* — Come i Fiorentini ordinarono fiera d'ogni cosa allo prato d' O gnissanti.
Del mese di giugno s'ordin6 a Firenze che otto di innanzi S. Giovanni di giugno ed
iO otto di appresso fosse un franco mercato in sul prato d'Ognissanti. E ci6 fu tenuto grande
semplicitk per piu ragioni. Negli anni 1322.
RuBRicA 346* — Come s'affresono diversi fuochi in Firenze,
Negli anni del Signore 1322 a' di 7 di luglio s'apprese il fuoco in sulle botteghe ch'era-
ro in sul Ponte vecchio, ed arsono da mezzo il Ponte Vecchio in qua, e tiro per le case di
5 Santo Stefano, e andonne da casa i Pulci, e fece grande danno. Ed appresso, a' dl 6 d'agosto,
8'apprese un altro fuoco nelle case di sul ponte detto, ch'erano rimase dal mezzo in 1<\, ed
ursono tutte le botteghe e cinque case de' Mannelli di Ik dal ponte.
i8. itavano male. Cercarono accordo] male stavano cercavano d'accordo G, R. - ed in effetto omm, A. —
30. Lo veacovo .... contrapponendosi] Lo vescovo contrapponendosi A.; Lo vescovo cli'era Baronio Ricciardi I. —
31. /. aggiunge il nome: Ormanno di lacopo Tedici — 2». a nuUa] omm. A. - negli annl del Signore] omm. A.
— 34. usciti e ghiibellini] usciti ghibellini A, — 24-25. Intrare in CoUe inlino nel borgo] intrare in Collc
con grida della brlgata, erano usciti di Colle e furono infino nel borgo G. R. ; intrare in Colle e guida della
brigata erano usciti di Colle ed entrarono infino nel borgo A. — id-^l. negli anni dcl Slgnore] omm. A. — 29. Del]
Nel /. — 30. fosse . . . . tenuto] fusse franco uno mercato In sul prato; e questo fu tenufo A, — 33. Negli....
dl luglio] Ncl detto anno di luglio A. — 36. case .... in 14] case ch'erano rimase dal ponte in \k A.
T. XXX, p. I
130 CRONACA FIORENTINA [A. i322j
RuBRiCA 347* — Come i Pisani fosono gabelle sofra la mercanzia de' Fiorcntini.
Li Pisani feciono loro gabelle generali, le quali toccarono a' Fiorentini ; di che si dol-
/.. VI, 12 8ono ' i Fiorentini, perocclifc nella pace si contenea esser liberi. Li Pisani dissono essere
gabelle nuove, e cori ruppero la pace paiese, che segretamente piu volte avieno rotta con
dare gente a Castruccio. E ci6 fu negli anni del Signore 1322 d'ago8to.
RUBRiCA 348' — Come la camfana del Pofolo, ciob la maggiorc, da frima suonb alla distcsa.
Avea il comune di Firenze, fatta fare una campana, la quale pesava circa diciotto mila
libbre, e mai alla distesa non era sonata. Di che capitb a Firenze uno maestro Imbratta da
Siena, acconcioHa per modo che due uomini la sonavano. E ci6 fu neiranno del Signore
1322 del mese d'ago8to. Ebbene fiorini quattrocento.
10
RuBRiCA 349' — Comc i Fiorentini vollono Camfoselvole.
Gli Aretini avieno tolto al comune di Firenze nella venuta dello imperadore Arrigo il
castello di Camposelvole di Valdambra; di che i Fiorentini lo riebbono per trattato, ed aa-
sediarono lo cassero addl 8 di settembre, lo di di S. Maria, ed andowi popolani e cava-
lieri. E gli Aretini, sentendolo male fomito, per non perdere gli uomini, lo feciono rendere 15
a di 29 di settembre 1322.
/., VI, 13 RuBRiCA 350' — Come ' il comune di Firenze rifose Casaglia.
II Comune di Firenze usando sue ragioni, si vide che Casaglia di ragione era del co-
mune ed Ampinana; le quali erano disfatte a tempo della guerra de' Bianchi e Neri. Di che
si ripuose, e recossi le ville d'Ampinana in giurisdizione, come cose di Comune. E ci6 fu 20
di settembre 1322.
RuBRiCA 351' — Come gli Ubaldini si sottomissero al comune di Firenzc.
Era stato piii quistioni tra' nobili degli Ubaldini, Tuno coiraltro ; e perchfe Tuno sentiva
che Taltro trattava per disfare Tuno Taltro, il Comune tenne modi per li quali di concordia
si sottomessero al Comune perpetualmente, e furono franchi d'ogni fazione reale e personale 2!
due anni, e furono a novero 3343. E cio fu negli anni del Signore 1322 a di 21 d'ottobre.
RuBRlCA 352' — Comc fu grande carcstia quasi in tutta Italia ed in Firenze,
Fu neiranno predetto carestia d'ogni vettovaglia in tutta Italia ed in ogni luogo mag-
A. VI, u giore ' che in Firenze il doppio per lo buono prowedimento si f atto che il grano in Firenze
valse due quinti di fiorino lo staio. E tutti i poveri scacciati di Toscana il comune di Fi- 3(
renze li raccettava, e niuno di fame non mori, tante furono le limosine dei Fiorentini.
RuBRiCA 353' — Come i Fiorentini a stanza di fafa Giovanni mandarono in Lombardia
gcnte al signorc di Melano.
NeII'anno del Signore 1322 di febbraio a stanza di papa Giovanni . . . . i Fiorentini man-
darono in Lombardia contro a' Bisconti di Melano 200 uomini da cavallo per fare guerra. 31
I. La rubrica 34J in A. vie* do/o aila rubrica 34.8 — 3-3. dl che. . . . pace] i Fiorentini sl dolsono che nella pacc
A. — 3. contenea] contenevano A, — 5. negll anni del Signore] omm, A, — 7. la quale] che A, - circa] omm. A,
— 8. distesa non era] distesa era G. R. — 9. per modo che due uomini la sonavano] per modo che mossa pcr
due uominl, uno la faceva bene sonare G. R. — 10. quattrocento] trecento G. /?. — 13-13. '^ castello] omm. A. —
S 14. add\ 8 di aettembre lo dl di S. Maria] onim. A. — 14-15. popolani e cavalierl] il popolo A, — 16. a' dl 39] omm. A.
— 18. dl ragione] 0»»»«. A. — 19. della guerra] omm. A. — 36. 3343] 3S43 G. R. - del .Signore a di 3i] omm A. —
3a due qulnti di fiorino lo staio. E tutti] dieci quinti dl fiorino e non piil. E tutti G. R. — 34. La lacuma i
atgnata in G. R. e in A.; I. sufflisce : XXII. — 35. di Mel.] da Mel. G. R. - Mclano 30o] Melano 100 A.
[AA. 1322-1 323 J
CRONACA FIORENTINA
131
RuBRiCA 354" — Come i Fioreniini mandarono contro a Castruccio in aiuto de' Pistolesi.
Lt Pistolesi mandarono a Firenze per soccorso, perocche Castruccio era in Garfagnana,
ed ebbero 80 uomini da cavallo e 400 pedoni. Castruccio poco curo di cio, fece i fatti
suoi, e riebbe sue castella, che a posta de' Fiorentini s'erano rubellati. Cio fu neiranno del
5 Signore 1322 di marzo.
RuBRicA 355' — ^uesti^ sono Priori da mezzo febbraio 1J22 a mezzo febbraio 1323.
Bartolo Bandini
Francesco di Banco Raugi
Messer Filippo de' Bonaccolti, dottore di leggi
Borguccio di Ventura Borghi
Rinaldo Lotteringhi
Azzarello di Lapo Gherardini
Giotto di Fantone degli Angelotti, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Giovanni Pizzini loro notaio.
Messer Rinaldo Casini, dottore di leggi
Guido Bencivenni da Magnale
Meglio Fagiuoli
0 Bingieri di Nardo
Gherardo Scolai
Filippo di Gherardo de' Giochi.
Pugio di lacopo, gonfaloniere di lustizia
Ser Salvi Dini, loro notaio.
Totto Rinaldi
Giotto d'Arnoldo de' Peruzzi
Guido di Lapo Guazza
Ciaio di Ciaio Ristori
0 Giovanni di Donato Viviani
Tieri Benvenuti
Guerriante ' di Dingo de' Marignolli, gonf alo-
niere di lustizia
Ser Matteo Guidi, loro notaio
Lotto Guineldi da Quarata
Tavernino Donati
Stefano di Duccio del Forese
Giovanni di messer Ubertino degU Strozzi
Niccolo di Berto Strozzafichi
Lippo di Bartolo degli Albizi
Giovanni d'Andrea de' Ricci, gonfaloniere di
lustizia
Ser Bernardo Bencivenni da S. Donato in
Poggio, loro notaio.
Messer Pace di messer lacopo da Certaldo,
dottor di leggi
Neri di messer lacopo del ludice
Dardano di Tingo Acciaiuoli
Chele di Pagno Bordoni
Cionetto di Giovenco de' Bastari
Francesco Giamori, gonfaloniere di lustizia
Ser Rinaldo Nacci da Cepparello, loro notaio.
Boninsegna d'Angiolino de' Magli
Francesco Lotteringhi
Ruspo di Guittone da Legnaia
Rucco ' Bandi
Messer Forese da Rabatta, dottore di leggi
Chele di ser Guemieri d'Agulione
Lapo Buti, gonfaloniere di lustizia
Ser Gherardo Setti da Certaldo, loro notaio.
i5 RuBRiCA 356* — • Come il Conte Novello fi in Firenze cafitano di guerra.
Li Fiorentini sentendosi guerreggiare da Castruccio, e non avieno valoroso capitano,
mandarono al re Ruberto, lo quale a loro soldo mand6 uno suo cognato, che avea per mo-
glie la sirocchia dello re, e fu messer conte di Monte Scaglioso, detto il Conte No-
vello, perocch^, comecch^ fosse della casa del Balzo, non era conte, ma novellamente lo
0 fece conte lo re, e venne in Firenze con 200 uomini da cavallo a di 16 di maggio 1323.
RuBKiCA 357* — Come i Fiorentini ebbono licenza dal fapa Giovanni di forrc a' chierici.
I Fiorentini avendo la guerra e molte spese, chiesono al papa Giovanni che per sus-
3. uomlnl da carallo e 400 pedoni] cavagll e 400 fantl A. — 4-5. dcl Slgnore] omm. A, — 36. guerregglare
da] guerieggiare a G. R. — 37-39- cognato.... della casa] cognato che fu il Contc dl Monte Scaggioso, perchi come
fusse della casa A. — 38. /. nuffHsce la lacuna con le parole Beltramo del Balzo — 40. a' d\ 16] omm. A.
/., VI, 15
/, VI, 17
/., VI, 16
132 CRONACA FIORENTINA [A. i323j
/.,»1, II «dio delle loro mura potessono avere imposta ' sopra i chierici di 20000 fiorini; di che Teb-
bono, e puoserli. Li cherici si dolsero che i denari che pagavano non se ne murava la
cittl», ma si nutricava la guerra. Di che essendo mezzi riscossi rivoc6 la grazia, e non se ne
riscosse piCi. E ci6 fu di maggio 1323.
RuBRiCA 358' — Contc i Friolani soldati de" Fiorentini se n'andarono da Castruccio.
Avendo i Fiorentini ordinato co' Genovesi, venissono per terra addosso a Castruccio, c
con galee per mare, uscirono a campo i Fiorentini in calen di maggio. Ed essendo a Fu-
cecchio lacopo capitano de' Friolani a' dl 7 di maggio con 300 uomini da cavallo, se n'and6
dalla parte di Castruccio, ed uno trattato, che il comune di Firenze avea in Buggiano, sco-
perse. Di che furono impiccati 13 buoni uomini di Buggiano, ed il trattato falli. Di che molto 1
si sconfortarono i Fiorentini.
RuBRiCA 359' — Conte Castruccio andb a oste in Valdarno sofra Fiorentini.
/., VI, 19 Castruccio cavalco, quando ebbe avuti li soldati Friolani e richiesti i Pisani ed ' amistu,
ed in calen di giugno giunse a Fucecchio, e diewi il guasto ed il simile a Santa Croce c
poi a Monte Topoli ed a Sanmignato, e tornossi a Lucca la vilia di San Giovanni del 1
detto anno.
RuBRiCA 360' — Come Castruccio andb a oste a Prato.
L'ardire de' prodi uomini e la superbia del vincitore, o soprano, fa fare molte imprese
talora sconvenevoli. Tomato Castruccio a Lucca, raccolta gente assai, venne ad oste presso
a Prato a uno miglio nelli borghi d'Aiuolo, e qui domand6 tributo come avea da' Pistolesi: 2
fugli negato. Sentito ci6 a Firenze, subito colla candela alla porta andb il bando a pena del
piede uscisse ogni uomo fuori, uno per casa. Di che subito 8'aviorono, e furonvi a' di 2 di
luglio con 1500 cavalieri e 20 000 pedoni. Castruccio v"era venuto il di dinanzi con 1150 ca-
valieri e 4100 pedoni. Gli sbanditi di Firenze guelti, avieno avuto licenzia d'e8sere riban-
diti, chi ivi fosse. Castruccio mand6 il guanto della battaglia, e la notte si fuggi da campo, 2
e se' Grandi la mattina l'aves8ono voluto seguire, non n'andava, perocchfe era con grande fa-
/.. VI, ao tica, piu che di trotto, condotto ' a Serravalle, e quasi lasciati i pedoni. Ma' Grrandi diceano,
che non era il meglio; e questo faceano, perche si sentiano gravati degli ordini della giu-
stizia, e credeano che fossero loro levati. Di che sentito questo a Firenze, il popolo quasi fu
airarme, dicendo: "Muoiano i traditori Grandi „. E se non fosse buona providenzia, si correa 3
a casa loro. Di che i Grandi seminarono scandoli agli sbanditi, dicendo che non volea loro
essere osservati i patti. Di che si armarono, e vennero a Firenze, e credettero intrare nella
cittk, e venire rubando. Di che i Priori feciono buona e sollecita guardia, e rimandarono
per Toste, ch'era gi^ a Fucecchio, come che per difetto de' Grandi non sarebbono per6 iti
pid innanzi. Ed in grande gelosia stavano i Fiorentini, si per gli Grandi male contenti, come 3
per la guerra di Castruccio, e non poteano avere capitano a loro modo. Gli sbanditi non
ebbono per loro difetto la grazia loro promessa, e pero si tomorono ciascuno a suo cammino.
L'o8te rientr6 dentro a' di quindici di luglio 1323.
RUBRICA 361' — Come gli sbanditi col braccio de' Grandi voltarono il conmnc di Firetizc.
/., VI, Ji Gli sbanditi, come detto e, si trovarono ingannati di loro ribandigione per loro difetto ' : 4
7. in calen] o;/»m. A. — 8, se n'and6] omm. A. — lo. buoni] omm. A. - eil il trattato falft] omm. A. — iS. o
aoprano] omm. A. — 19. raccolta] con molta G.R. — ao. a Prato a uno] a Prato uno G. R. — ai. andi\
omm. A. e G.R.; and6 sttfplisce I. — 32. subito.... a di 3] subito furono in Prato a dl 2 G. R. — 33-»4' '^°"
11500.... pedonl] con 700 uominl da carallo e 4000 pedoni A. — 32. osserratl] conservati A. — 33. soUecita] so-
lenne A. — 37. promessa e per6 si tornorono ciascuno] promessa c ciascuno sl torn6 G. R. — 38. rienlr6....
lugUo] tom6 di luglio A.
[A. 1323] CRONACA FIORENTINA 133
e con licenzia per cercare questo certi caporali vennoro in Firenze, e non ottenendo il ri-
bandire, colle famiglie de' Grandi cercarono tradimento, e diliberarono che la notte di S. Lo-
renzo, cio^ a' di 10 d'agosto 1323, venissono alla porta di S. Gallo, ed intrassoro con scure
di fuori, ed i Grandi dentro loro aiuterebbono a rompere la porta. Di che vennono infino
5 alla porta con circa 100 a cavallo e bene 2000 pedoni in sulFora di compieta. Si scopri
il fatto; di che per tema de' Grandi i Fiorentini popolani erano sotto Tarme. Di che di-
scendendo di Camerata, e veggendo non essere loro risposto, non vennono piu innanzi che
lo piano di S. Gallo. Quando videno in sulle porti i lumi, gridando le guardie: " Viva il po-
" polo, e muoiano gli sbanditi , , si tomarono indietro. Per la quale cosa in Firenze si sentl
10 che tutti i Grandi erano colpevoli, chi volea giustizia, e chi misericordia, e tanto si dilat6 la
cosa, che' Priori non diceano al lor rettore nuUa. II quale era messer Manno della Branca
da Gubbio, podest^, «d egli, per tema di non convenirgli fare troppo gran fascio, si stava.
Ultimamente si ragunarono le capitudini e quelli che reggevano in palagio del popolo, e
quivi consigliato e riconsigliato, feciono uno ordine ' che ciascuno ch'avesse piu polizze di /., vi, 32
1 5 tutti quelli che f osseno messi nella cassetta, tre n'avessero bando, ed ogni uomo, ch'era quivi
j mettesse una cedola. Di che ottenuto questo, furono piu cedole in messer Amerigo de' Do-
' nati ed in messer Teghia Frescobaldi e messer Lotteringo Gherardini, e furono condannati
in lire 3000 per uno a' di 20 d'agosto 1323. E furono confinati 40 miglia di lungi dallo con-
tado di Firenze mesi 6.
20 RuBRiCA 362'' — Come da frima si ordinarono i fennoni e gonfaloni della comfagnia di Firenze.
Vedendo il Popolo Tardire de' Grandi, e li gonf aloni essere tutti di lungi I' uno dairaltro
troppo, tanto che i Grandi tramezzavano i popolani a ire a casa a' gonfalonieri, dilibera-
rono pennoni che si dessono delle insegne delli gonfaloni, nello gonfalone, a certi uomini.
E secondo che romore fosse, ogni gonfaloniere aspettasse i suoi pennonieri, E fu diputato che
35 si corresse a casa de' pennonieri li vicini, ed i pennonieri a casa il gonfaloniere schierati,
sicchfe a uno a uno non avessero a ire a casa del gonfaloniere. E dierono, secondo la gran-
dezza del gonfalone, a quale 2, a quale ' 3 ed a quale 4 pennoni. Furono in tutto 56 pen- /., vi, 33
noni, c diersi generalmente a ogni uomo che avesse avuto ufficio, o pur fosse popolano e
confidente al Popolo. Molto si ristrinsono i popolani insieme per questa volta; d'agosto 1323.
30 RuBRicA 363" — Come Castrticcio venne ad oste al castello di Valdarno.
Come abbiamo detto, lo comune di Firenze per le dette divisioni e per lo capitano,
che non potieno avere buono, la gente si stava in Valdamo, ed erano pagati dal comune,
e niuno servigio faceano. E Castruccio mando gente a fare il guasto a Monte Topoli e Ca-
stello Franco e a Santa Croce. E contuttochfe la gente del Comune fosse a Fucecchio non
J5 rispuosono, ed erano due tanti che quella di Castruccio; e ci6 fu a di 25 infino in 30 d'agosto
neiranno del Signore 1323.
RuBRiCA 364" — Come fu grandc quantita in Firenzc di infrcddati.
Nel detto anno e del mese d'agosto e di settembre fu una infermith quasi generale di
1. e con llcenzia] omm. A. — 3. di S.] a San A. — 4. dentro loro] omm. A. — 4. cosa In Firenze] cosa
come In Firenze /. ; la farola come i un'aggiunta di I. tion trovandosi neanche in G, R, — 11. al lor rettore] a
loro rettori A. — 12. troppo gran fascio] troppo fascio /. — 13. le Capitudini] 1 cittadini A. — 15. cassetta, tre
n'avessero] taschetta n'avessero G. R. — 16. piu cedole] le prime cedole G. R. — 18. 3000] 3000 G. R, — 3i. gonfa-
loni] gonfalonieri A. - daU'altro] all'altro G. R. — 33. fanto] fa A. — 33. delle insegne] della Insegna A. - nello
gonfalone] 0/«;«. A. — 34. secondo] e sentendo G. R. - pennonieri] pennoni G. R. — 36. e dierono] lacuna in G. R.
tufflita con dierono da T. — 28. uflicio o pur fosse] ufficio e non uvuto pur fosse G.R. — 39. d'agosto 1333] ontm.
G. R. — 32. buono] omm. A. — 35. tanti che] tanti di A. — 36. del Signore] 0/«»». A. — 38. e del mese] omm. A,
134 CRONACA FIORENTINA [A. 1323]
/., VI, u freddo, ed alquanti pigliava loro la febbre, e perdeano rapperito, ed alquanti ne morieno,'
cioi vecchi e vecchie, e fu la detta malattia quasi in tutta Italia, e come venne mezzo ot-
tobre restd.
RuBRiCA 365* — Comc i Fiorentitti fcrderono il castcllo della Traffola in Valdarno.
Li Pazzi e gli Ubertini di Valdamo intrarono di furto e per alcuno tradimento nel ca- 1
stello della Trappola, e quanti Guelfi vi trovarono ne uccisero nelle letta, perocch^ in suUa
mezza notte v'entrarono. II Popolo di Firenze vi soccorse con 200 uomini da cavallo e 1000
pedoni. Quelli de' Pazzi sentendo ci6, missero a ruberia gli amici ed i nemici; poi missero
fuoco nel castello, e andarsene a Lanciolina. La brigata de' Fiorentini li seguirono, ed a»-
sediarongli in Lanciolina; e gli Ubertini e li Pazzi subitamente con forse 150 cavalli e 1000 II
pedoni li soccorreano ; onde i Fiorentini si levarono da campo, e tomarono in Firenze. Tutto
ci6 fu negli anni del Signore 1323 del mese di settembre.
RUBRICA 366* — Comc in Firenze si fecero imborsazioni dcl Priorato fcr 4 anni.
I., VI, J5 Temendo del reggimento quelli che reggevano in Firenze, non fosse scandolo, pensarono '
di contentare gente, e presono balla di riformare Firenze per 4 anni e mettergli in borse e II
trargli a sorte. Furonvi imborsati di quelli che non erano usati avere uficio a quelli tempi ; e
cosl per gli consigli si dife balia di fare ci6; e fecesi. E vero che, perchfe pigliassono balia
per 4 anni, non l'u80ro se non per 3 e mezzo. E ci6 fu fatto a' dl 28 d*ottobre 1323.
RuBRlCA 367* — Comc Castruccio entrb in Fucccchio di Valdarno e quella mattina ne fu cacciato.
Castruccio, come soUicito uomo, mai non pensava se non alla offesa de' Fiorentini. 2(
Tenne trattato in Fucecchio, e subito cavalc6 in sul vespro, e la mezza notte fu con sua bri-
gata alle mura di Fucecchio. Ed uno che si chiamava col quale egli avea com-
posto che gli rompesse lo muro da uno luogo da canto la rocca, che il comune di Firenze
vi murava. La quale rocca non s'abitava ancora, se non la torre. Lo tempo era piovoso e
scuro, di che le guardie non udirono il rompere che fece costui d'una balestriera, e and6 2;
tanto innanzi che Castruccio intro dentro in persona con bene 200 cavagli, ciofe gli uomini
/., vt, 36 armati e bene 600 ' pedoni. Poi lo romore si lev6 ; la piazza era presa per Castruccio, la
gente si sbarr6 ; Castruccio in suUa piazza e li terrieri per le strade. E subito feciono li sol-
dati cenni, che v'erano dentro. Ed i terrieri co' messi sollicitando d'avere soccorso. La
mattina in sulFalba Castruccio avea rotto tanto del muro che quasi 150 cavalli erano dentro. 3(
La brigata del soccorso con quelli che v'erono ed i terrieri furono all'arme, ed ultimamente
li terrieri li missono in rotta. E f urne presi da pi6 e da cavallo circa 1 70, ma a bottino se
ne appresentarono 161, e Castruccio fu ferito nella testa, e fuggl della terra a piede. E dis-
sesi che se li nostri avessono seguito fuori loro dietro, niuno ne campava. E ci6 fu a' di 20
di dicembre 1323. 3:
I. loroj omm. A. — 2. malattia] malizia G. /?. — 3-3. Italia.... re8t6] Italia, e d'ottobre resti A. — £. Uber-
tini] Ubaldini A. ma correito, fare in Ubertini A. - alcuno] omm. A. — 5-6. nel castello delia Trappola] nella
Trappola .<4. — 7-9. 11 Popolo.... de' Florentini] II popolo con raolta gente sentito; prima 1 Pazzi ruijorono gli
amic! e nemici e pol arsono il castelio e andaronsene a Lanciolina. E i Fiorentini A. — 9. Lanciolina] Aaclolina
S G. R. — 10. forse] omm. A. — ii. onde] 0«««. A. — ii-u. Tutto ci6.... settembre] Di settembre 1333 A. — 16. a
sorte] a sorte ed a fortuna G. /?. — 17. bal\a] G. R. segna lacuna al poalodi guesta farola — 18. non l'usoro] non d|
ne fecioDO G. li. - E ci6.... 1333] E fu d'ottobre 1333 A. — 31. subito] omm. A. - in sul vespro] omm. A. — *
33. egli avea] e 8'era A. — 33. ciie il] dove il A. — 25. di che] omm. A. — 36-37. bene 300 e bene 600]
Ijene 200 uomini da cavallo armatl a pife e bene 600 G. R, — 37. era] omm. G. R. — 38. 8barr6; Castruccio] ebarr6
10 con Castruccio A. - terrieri] terrazzani G. R. — 39. terrieri co' messi] terrierl com'essi G, R. — 30. muro....
dentro] muro clie aveva messo dentro cavagll 1 50 ^. - quasi] omm. A. — 33-34. dissesi] dicesi G. R. — 34- •*■
guUo.... niuno] segu\to la rotta niuno A.
[AA. 1323-1324]
CRONACA FIORENTINA
135
RuBRiCA 368* — Come i Fiorentini mandarono al re di Francia ■per Franceschi.
Li Fiorentini, veggendosi da Castruccio gravare, e vedendosi da' Friolani traditi, si im-
maginarono di mandare al re di Francia per 500 soldati, istimando che se lo re li mandava,
non tradirebbono. E ci6 fu mandato a' di 3 di gennaio 1323.
5 RuBRiCA 369* — Come ' i Pistolesi mandarono indietro il vicario dello re Ruberto.
Come addietro h detto, lo vicario dello re Ruberto, lo quale andava a Pistoia per le
convenenze ch'avieno collo re Ruberto e colli Fiorentini; di che messer Filippo Tedici,
lo quale era gran mastro in Pistoia, usci con certi, owero si dice mand6, ed assalillo appife
di Tizzano, e quivi fu combattuto e vergognato. E ci6 fu a' di tre di marzo negli anni del
10 Signore 1323.
/., VI, 27
RuBRiCA 370* — ^esti sono i Priori da mezzo febhraio 1323 a mezzo febhraio 1324..
Gherardo Bonsi
Ruggieri di messer Lapo da Castiglionchio
Francesco di Borghino Baldovinetti
Maso Valori
Maruccio (Marco) di Geremia
Messer Lottieri di Lapo Gherardini
Nigi di Spigliato, gonfaloniere di lustizia
Ser Bruno Orlandi, loro notaio.
20
Niccol6 Manieri
Tommaso di Duccio de' Magalotti
Lottieri Davanzati
Lotto di Puccio Ardinghi
Vanni' di Bartolo Armati
25 Filippo Villani
Bartolommeo di Guccio de' Siminetti, gonfa-
loniere di lustizia
Ser Giovanni di ser Boninsegna da Rignano,
loro notaio.
Ghino di Bindo de' Canigiani
Naddo di Duccio de' Bucelli
Bindo di messer Oddo Altoviti
Castello Tecchi
Daldo di Dingo de' MarignoUi
Uberto di Lando degli Albizzi
Grazia Guittomanni, gonfaloniere di lustizia
Ser Giovanni Finucci, loro notaio.
Berto Casini
Ser Giovanni Corsi Cafferelli
Pesce di Guccio di Pesce
Pugio ' di lacopo
Andrea del Nero
Uberto di Gherardo de' Giuochi
Messer Bartolo de' Ricci, dottore di leggi
gonfaloniere di lustizia
Ser Cambio Micheli da Castel Fiorentino, loro
notaio.
/., VI, 29
/., VI, 28
30 Piuvichese Brancacci
Tano Baroncelli
Messer Tegghia de' Bonacolti, dottore di leggi
Anselmo di Palla
Giovanni d'Uberto Cambi
35 Pieraccio di Piero Guadagni
Feduccio di Duccio della Morotta, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Manno Banchi, loro notaio.
Piero di Gherardino de' Velluti
Messer Vanni Benini, dottore di leggi
Awogado Gherardi
Zanobio Corsi de' Borghi
Conte (Cante) d'Averardo de' Medici
Tano di Chiarissimo
Alessandro di ser Bellincione Cacciafuori,
gonfaloniere di lustizia
Ser Bernardo Ravignani, loro notaio.
2-3. si imaglnarono] s\ si iinaginarono G. R. — 3. Istimando che se lo re li mandara] stlmando che se gH
mandava A. — 4. a' d\ 3] omm. A. — 6. h detto lo] h detto Rubrica 356 lo /. - Ruberto lo qualo andava] Ruberto
si andava /. I.a lezione del testo e quella di A. e G. R. — 7. Tndici] Tedia G. /?.; A. seg^na lacuna. La lexione del testo
e quella di I. — 8. si dii:e] omm. A, — 9-10. E ci6 fu.... 1323] Ci6 fu ncgli anni 1323 dl marzo A,
136 CRONACA FIORENTINA [A. 1324]
RuBRiCA 371" — Come furono ribanditi gli sbanditi, e fosto freno agli ornamcnti delle donne
con nuovi ordini.
Avendo il comune di Firenze per la soccorsa di Prato promesso agli sbandlti che tor-
nassero, come che eglino errassero, vi furono messi da' Grandi; pure il Popolo di Firenze fece
decreto, clie tutti entrasscro, salvo i rubelli e quelli che furono condannati d'ag08to, ci6 fu me»- 5
/., VI. M ser Amerigo Donati, messer Tegghia Frescobaldi e messer Lotteringo Gherardini. ' Ed eles-
sero certi statutari, 11 quali feciono ordini sopra lo sfrenato portamento dornamenti delle
donne ed altre frasche che poco montarono. E ci6 fu del mese d'aprile 1324.
RuBRiCA 372* — Come il Conte Novello -prese Carmignano,
Avendo, come adietro h detto, TAbate da Pacciano con Castruccio patteggiato al coi 10
Pistolesi contra il volere de* Fiorentini, e datogli per anno 4000 fiorini, e sussequentemente
ordinato la cacciata del vicario del re Ruberto, e mandati fuori di Pistoia i Guelfi, il Conte
Novello, il quale era capitano de' Fiorentini, si parti di Fucecchio e con certo segno prese
i borghi e poi lo castello di Carmignano, lo quale era de' Pistolesi. Di che non piacque a'
Fiorentini, ed assediata la rocca, era per averla. L'Abate da Pacciano mand6 a Castruccio 15
che lo soccorresse. Castruccio si mosse con 500 cavalieri e 3000 pedoni. Sentendo questo
i Fiorentini mandarono al Conte Novello imbasciata, si dovesse levare dal campo e lasciare
la terra e cosl fece. A' di 20 d'aprile v'era ito, e partissi a di 28 negli anni del Signore 1324.
/., VI, 31 RuBRiCA 373* — Come ' combatterono colla gcnte di Castruccio ch' erano fuori di Fireme.
Castruccio, siccome uomo di guerra sollicito, mand6 200 uomini da cavallo a fare preda 20
a Castelfranco di Valdamo di sotto. E li soldati ch'erano dentro, come li vidono, mandaro
battendo a Fucecchio per soccorso e con segni e con uscire fuori alla zuffa, ed ultimamente
tanto gli tennero a bada, che la brigata da Fucecchio giunse, e furono alle mani e ruppergli
ed ucciserne da 20 e preseme da 50; e gli altri si fuggirono in rotta. De' Fiorentini vi mo-
rirono due: uno conestabile ed uno suo compagno. E ci6 fu a' di 22 di maggio negli anni 25
del Signore 1324.
RuBRiCA 374' — Come si ordinb di murare il comfimento delle mura di Firenze e far bar-
bacani e torri infra le fortc.
Neiranno del Signore a di 25 di maggio si diliber6 di fornire le mura della cittk di
Firenze con barbacani e con torri per difesa ed onore della cittk; e furono diliberate che 30
/., VI, 32 fossero braccia.... alte e grosse' braccia 3 e torri.... tra di qua d'Arno e di l^; le quali
torri fossero alte braccia 40 e larghe braccia 14. Sicche nota quanta moneta voUono a
ci6 fare.
I. Per errore in I. invece di 371 e scgnato 370, il resto della nuwerazione e esatta. — 4. errassero] entraMero
A. — S"6- Ci6 fu. ... Ed elessero] Ci6 fu Donati e sua compagnl. Ed elessono A.; Ci6 fu messer Amerigo Do-
natl, messer Teggliia Frescobaldi e messer Lotteringo Ghcr an dini fossero rimessi dal bando. Ed elessero /. Lefa-
role che ho segnato in corsivo della iezione di I. non sono cavate da G. R., di cai ho riprodotlo la lezione nel testo.
S A maggiore schiarimtnto ho aggiunto: entrassero — 7. sfrenato] servato G. R.; osservato G. — 9. Conte] duca G. R.
— 10. come adietro fe detto] o»»»t. A. - con] t A. — lo-ii. coi Pistolesi] omm. G. R. — 13. 11 quale] che A. —
14. Di che] che A. — 17. imbasciata] omm. G. R. - si dovesse levare] si levasse A. - lasciare] lasciasse A. —
18. j8] 39 A. — 10. sollicito] omm. A. — ii. per soccorso] omm. G. R. - segni.... fuorl] segni e pol seguirono
fuorl G. R. - eA ultimamente] omm. A. — 33. e furono alle mani omm. G. R. — 34. 20] 16 A. — 34-35. vi niori-
10 rono due.... 1324] vl morirono due. Ci6 fu di maggio 1334 A. — 39. Nell'anno maggio] Nell'anno soprad-
detto di maggio A.; NeU'anno detto del Signore a di 20 di maggio /. — 29-30. di Firenie] omm. A. — 30. con....
con] e....e.<4. —31. braccia 3 e torri.... tra] bra.... tra G. R.; braccia 30 torrl.... tra A.; bracda 3 mezio
e torri 75 tra /.
[A. 1324] CRONACA FIORENTINA 137
RuBRiCA 375^ — Comc mcsscr Filiffo Tcdici corsc Pistoia con falso titolo mostro di/arlo a
■posta de' Fiorcntini.
Avea in Pistoia uno cavaliere, lo quale avea nome messer Filippo de' Tedici, che era
nipote deirAbate da Pacciano, lo quale era uomo di molto sottile spirito ed uomo di poca fede.
5 Veggendo che la signoria di Pistoia, la quale TAbate occupava, non piacea a' Fiorentini, e
veggendo che Castruccio, signore di Lucca, multiplicava, ed avea tributo dallAbate vedea cer-
tamente pervenire, o in Castruccio del tutto, o ne' Fiorentini la signoria, messer Filippo si
penso di prender la signoria egli e di darla poi a chi piu gliene desse. E cosi fece che una
sera messe dentro molti contadini e forestieri, e corse in sul far delFalba la cittk, e colla
10 spada in mano si fece concedere la signoria per uno anno. I Fiorentini subito vi mandarono
gente e non fu accettata, ma fece lega e trattato con Castruccio, dandogli tributo. La cittk
prese a' di' 24 di luglio 1324 e poi il primo di d'agosto comincio a trattare co' Fiorentini e /., vi, 33
I con Castruccio. Di che Castruccio come senti ci6, si si misse ad oste a Pistoia, e ripuose uno
castello, che si chiamo Giabrandegli, ed era disf atto, ch' era molto alto al di sopra di Pistoia,
1 5 e sopra giudicava, e vedea tutte le parti del piano e Firenze. Questo fu a di 30 di agosto.
Messer Filippo mando a Firenze per aiuto, ed ebbelo subito. Quando furono alla porta non
gli voUe dentro, ma volea che s'anda8sero a combattere con Casttuccio per istare a vedere
Tuno e raltro consumare per avere migliori patti. I Fiorentini sdegnati si partirono, e tor-
narono in Firenze.
20 RuBRiCA 376' — Comc messer Filiffo fece fare alVAbatc da Pacciano, suo zio, uno trattato
do-p-pio.
L'Abate da Pacciano, zio di messer Filippo Tedici, veggendo che Toffesa de' Fioren->
tini era grande avere fatto lega con Castruccio, si fece, secondo si dice, a posta del nipote
in suo nome lamento a' Fiorentini, segretamente del nipote messer Filippo che dava Tanno
25 4000 fiorini a Castruccio, e promisse di metter dentro la gente de' Fiorentini, a fine di farli
pigliare e ricomperare, perocche' non vedea modo di venderla loro messer Filippo, come vo- A, vi, 34
lea. Di che mandato a cercare uno trattato doppio, una notte furono alle porte i soldati
del Comune. Messer Filippo avea spie in Firenze, e sapea chi uscia; sentendo che i cittadini
non vi venieno, si dilibero non scoprirsi per soldati. Corse airarme quando furono alla porta,
30 e fece pigliare lo zio, ciofe TAbate. Ed i mercatanti ed altri Fiorentini, che v'erano, corsono
gran pericolo, se non che egli si credette f are maggiore gracchiata, gli averebbe rubati. E
cosi si tornarono i Fiorentini a Firenze, e non compiero il trattato. E ci6 fu a dl 22 di set-
tembre 1324.
RuBRiCA 377* — Come si mutarotio, ovvero mancarono le 'mborsagioni dc' Priori, c'mborsa-
35 ronsi i gonfalonieri della comfagnia c i Dodici Buoni Uomini e consigli.
Come addietro abbiamo detto, i fumi degli ufici, che certo non h. altro che fumo e
danno d'anima e di corpo, coll' ambizione d'essi ufici sempre guastarono le cittJi e gli uomini
d'esse e spezialmente Firenze. Era in Firenze una setta detta Serraglina per uno Seraglio
de' Bordoni, di che capo n'era della s^tta la f amiglia de' Bordoni, li quali s' accostarono co'
i
3. che era] omm, A. — 7. messer FiHppo] otnm. A. — 8. cosi fece che] otHm. G. R. — 9. dentro .... corse]
dentro forestlerl cloi contadinl e corsc C. R. - sul far dell'alba] sulValba G.Ii.; siill'alba del A\ G. — 11. ac-
cettataj riceruta G. R, — 13. come] omm. G.R. — 15.6 sopra giudicava] e giudJcav-a G. R. - le parli] G. R, segna
una lacuna — 17-18. a vedere l'uno e Taltro consumare] a vedere li morl l'altro consumare G. R.; a vedere quelll
raorti, Taltro consumare /. — 24. Fior. segr.] Fior. fece segr. A. — 35. a fiie di] per A. — j8. sapea chl usda] per sa-
pere chl A. — 31, gracchlata] gacchlata A, — 33. Ecid fu a' dl 23] omm. A. — 37. danno .... coll'ambizlonc] danno
l'anibIzione A. — 39. s' accostarono] s'accozzarono A.; s' accordurono G.
138 CRONACA FIORENTINA (A. 1324]
/.. VI, 35 loro seguaci uaciti e con altri,' di cui prima non ai erano in concordia, e temendo che non
fosse relezione ed imbossolazione dello uficio del priorato a loro modo, si pensarono onesta-
mente d' assicurarsi coirulicio di 12 Buoni Uomini, ch'erano segreti conaglieri con i quali
la Signoria si consigliava, e terminava le loro faccende. Di che feciono che li Priori potes-
sero inaieme con gli 1 2 Buoni Uomini rif ormare e correggere le imbossolazioni f atte per in- 5
nanzi per quattro anni e mezzo, come dicemmo, rubr. 366. E presa balia, credeano, veg-
gendo come stavano, stesse peggio; e ci6 seppero, perocchfe di costoro e di lor sfetta e con-
fidenti erano nello uficio de' Priori e de' Dodici. Di che non mutarono nulla che trovassero,
salvocchi: vi aggiunsero d'ogni ingenerazione de i buoni uomini sei Priorati e con quelli li
mischiaro, e misaervi di quelli che non erano usati di buon tempo avere uficio, ed il simile 10
feciono borse di 12 Buoni Uomini consiglieri segreti e di gonfalonieri di compagnie e di
condottieri e d'ogni uficio di citth e per lo tempo e termine, ch'erano le imborsazioni de i
Priori. E ci5 fu del mese di settembre 1324.
/., »1,36 RuBRicA 378* — Come^ il comune di Firenze ebbe lo castcllo di Lanciolina.
Gli Ubertini teneano il castello di Lanciolina, lo quale era stato de' conti di Romena 15
e per dota 1' avea avuto Bettino degli Ubertini ; di che Aghinolfo, figliuolo del detto Bettino,
facea grande guerra insieme con gli suoi in Valdamo. Di che a di 25 di settembre fu preso
in una cavalcata da quelli di Castelfranco di sopra, ed il Comune mand5 per lui per fargli
tagliare la testa. E consorti vi furono con gli amici, e trassero pace, e dierono Lanciolina
per lui ed ogni ragione che su v'avessero. Ci5 fu a di primo d'ottobre 1324. 20
RuBRiCA 379' — Come si fose Vicchio di Mugello.
Avendo, come 5 detto addietro, racquistato i Fiorentini le terra e ragioni di Mugello,
volendosi fortificare nel paese cominciarono a porre una terra in Mugello, la quale cliiamarono
Vicchio. E ci5 fu d'ottobre 1324.
/.. VI, 37 RuBRiCA 380* — Come' vennero i soldati dcl comune di Firenzc di Francia. 25
Abbiamo fatta menzione de* soldati per cui il Comune avea mandato in Francia, e ven-
nero molta buona gente. Ci5 furono 500 cavalieri con molti a sproni d'oro, e giunsono in
Firenze a' di 19 di novembre 1324.
RuBRicA 381* — Cotne i Carmignanesi si dierono al Pofolo di Firenze.
Neiranno del Signore 1324 a' di 13 di dicembre di volontJl libera quelli di Carmignano 30
colle fortezze e giurisdizioni si dierono al comune di Firenze e furono fatti liberi sette anni
/., VI, 38 con t6rre podestk di Firenze cui volessero. Ci5' feciono per dispetto di messer Filippo Te-
dici che li trattava male.
3-4. d'assicurarsi .... f eciono che U Priori] d'assicurar8i. Come addietro abbiamo detto erano uno ufficio di
iJ Buoni Uomini, U quali si chiamavano U la consiglieri segreti dei Priori con i quali gU Priori s'avieno a con-
sigUare e determinare le loro faccende. Dl che avendo pensato feciono che li priori G. R. I. rifroduccndo la le-
tione suddetta di G. R. ne altera il senso, cos) funteggiando il j>asso : d'assicurarsi e come addietro abbiamo detto.
S Erano uno ufEcio etc. — 5. Buoni UominiJ omm. G. R. — 6. quattro anni e mezzo] tre in mezzo G. R. ; tre anni
e mezzo /. Verrore forse deriva dalla inesatta trascrizione dcl cofista G. R. - come dicemmo rubrica 366] 0»»«.
'A. — 7. e ci6] e non A. — 11. Buoni Uomini] omm. G. R. — 13. del mese] omm. A. — 15. il castello dl] omm. A. —
16. Bettino] Bertino /. — 18. per lui] per esso G. R. — 20. a A\ primo] omm. A. — 21. h detto] h detto addie-
tro G. R. - le terra] delle terre G. R. — 33. nel paese cominciarono] nel paese puosero o vero cominciarono G. R.
10 34. Vicchio.... 1334] Vicchio e ci6 fu del mese d'ottobre a A\ 30 negU anni del Signore 1334 G.R.; a di 38 G. —
37. buona gente] bella gente G. R. - joo.... sproni] 500 e molti cavalieri a sproni G. R. — 38. di nov. 1334]
detto A. — 30-31. Carmignano. . . . si dierono] Carniignano ed U cassero e tutta la corte si dierono G. R. — 31-33. co-
mune dl Flrenze .... cui volessero] comune di Firenze cui a loro piacesse G. R, — 33. trattava male] trattava vale.
Che Dlo gU dia A. ^uestc ultime farole che si trovano solo in A. semhrano scritte dofo, ma della sttssa mano.
[A. 1324] CRONACA FIORENTINA 139
RuBRicA 382" — Come furono condannati certi de' Bordoni, -perche voleano signoreggiare
'piu che il dovuto.
Come abbiamo detto in piu luoghi, Tambizione ed il fumo de' maledetti ufici a Firenze
hanno molto male generato. La sfetta Serraglina, di che capo erano i Bordoni, con troppa au-
5 dacia e sfrenatamente cominciarono a tiranneggiatamente reggere. Di che il Popolo male n'era
contento. Furono certi deiraltra s^tta insieme, e non vidono altro modo se non che, con-
siderato che gli ordini e balia dello Esecutore della Giustizia sono a sindacare gli uficiali
e condannare di baratteria, infra Taltre cose provvidono d'avere uno Esecutore a loro modo,
ed ebbonlo, e cio fu Pietro di Landulfo da Roma. Ed essendo stato Bernardo Bordoni
10 condottieri, fu tamburato di baratteria. Di che richiesti, comparirono gli altri, e Bemardo
era stato mandato a Carmignano per ambasciadore ; di che volendo scusarlo Chele suo fra-
, tello e comparire per lui, non lo volle, se non rimanesse appresso la corte. Zanobi Borghi
'; uno de' Priori, essendo Proposto, gli dife la famiglia, e compari. L'Asseguitore ' il volle rite- /., vi, 3s
nere ; la f amiglia de' Priori lo dif ese ; di che zuffa fu tra i fanti de' Priori e fanti deirAsse-
15 cutore. Alla per fine, veggendo la terra correre airarme, Chele diUbero rimanere prigione per
lo meglio. L'Assecutore condanno Bernardo in lire 2000 per baratteria, e privoUo in per-
petuo degli ufici, e simile Chele suo fratello con certi suoi compagni, ch'erano venuti con
lui, e poi condanno Zanobi Borghi, quando stette al sindacato per lo priorato, perchfe avea
datogli la famiglia, in lire 1500. E cio fu di gennaio 1324.
20 RuBRiCA 383* — Come si die baTia a' Priori di poter cassarc la famiglia di tutti li rettori
di Firenze,
Avendo f atto questo Esecutore cotante cose, usava la sua balia troppo sfrenatamente, e
quasi avea per niente, non che i cittadini, ma Toficio de' Priori. Di che si rawidono i buoni
uomini, e feciono una riformagione che Tuficio del priorato potesse cassare e rimuovere la
25 famiglia d'ogni rettore. Ed ogni volta rimossa la famiglia, egli non puo fare uficio. Di che
stette piu a freno che non facea prima. E ci6 fu di febbraio 1324.
RuBRicA 384" — Come' Castruccio fece compagnia con gli Pistolesi, ed i Fiorentini presero /., vi, 4o
guardia in Pistoia.
Messer Filippo Tedici, signore di Pistoia, essendo cavalcato da Castruccio, infra altre terre
30 gli tolse la Sambuca. Quegli mand6 a Firenze, ed ebbe ogni patto che volle, e promisse es-
sere contra Castruccio, ed ebbe i soldati de' Fiorentini seco in guardia; e tutto ci6 faceva
per battere Castruccio, ed avere piu danari, e cosl ebbe i soldati. E ci6 fu a dl 25 febbraio 1324.
RuBRiCA 385* — Come Castruccio ordinh trattato in Firenze.
I Avea Castruccio sempre trama in Firenze e nel contado d'uomini grandi e di soldati
35 infra' quali era uno Tommaso di Lippaccio Frescobaldi, uomo di seguito e di grande animo
e di poca fede e dimestico di Castruccio. Di che Castruccio avea un suo caro famiglio, non
3. maledetti] omm. A. — 4. eranoj n'era A. — 4-3. con troppa audacia] troppo aldaci A. — $. a. tiranneg-
giatamente] tiranneggiamente G. R. — $-(>. male n'era contento] n'era mal contento — 8. provvidono] procuraro
G.R. — 9. Landulfo] Landolfo A. — 9-10. Bordonl.... baratteria] Bordoni condottieri, furono tamburati dl ba-
ratterla G. R. Anche in A. tamburati i corretto in tamburato — 11. Cliele] Micliele A. — 14. Priori] Signori G. R.
— i6. 2000] 1000 G. R. — 17. Chele] Michele A. — 18-19. condann6.... 1500] condarin6 quello Zanobi il quale avea
dato la famiglia al sindacato suo in lire 1500 G. /?. ; in iire 1200 /. — 19. E cl6 fu di gcnnaio 1324] omm. A, —
2j. usava] usando G. R. - sfrenatamente] smisuratamente G. R, — 22-23. e quasi avea pcr niente] otnm, A. —
23-24. i buoni uominl] omm. A. — 24. del Priorato] dei Prlorl A, — 26. freno. ... facen] freno dal d\ innanzl che
non facea G, R, - 1324] 1323 A. — 31. faceva] fu fatto G, R. — 32. E ci6 fii a d\ 25] oinm. A,
140 CRONACA FIORENTINA [A. 1325J
molto noto in Firenze, ma a lui fedelissimo, il quale mandb a atare col detto Tommaso, e
con lui sMntendeano insieme per ambasciata. Di che quello che tramavano un di venne a
luce; perocchi andando lo detto famiglio, e' facea la via da Montelupo, e passava a Fu-
/., »1, 41 cecchio, il Podest^, avendolo ' piix volte veduto si la sera o il dl, e poi non lo rivedea
Taltro dl, ma al terzo di si, lo scrisse a Firenze. Di che fu preso, manifestb il trattato; il quale j
era in questa forma: che uno penitenziere di Papa, il qua!e il Papa mandava, che chi foase
contro a Castruccio fosse assoluto di colpa e di pena, e lo processo era venuto a Firenze, come
ereticoj|,'pronunziato; lo quale era coUa gente de' Franceschi, ch'era al soldo de' Fiorentini,
il quale si chiamava messer Cristiano; con costui questo Tommaso ordin6 che corrompesse
della brigata francesca a ire al soldo di Castruccio, e gih avea accordato uno messer lanni 10
compagno di messer Guglielmo di Nores e messer Guillielmo medesimo e messer Miles dal
Zuro, questi due erano conestabili, e dovieno corrompere gli altri. Ma eglino medesimi
promesso avieno a Tommaso detto d'andare a Castruccio ; e perch^ i Frescobaldi sono grandi
inverso Empoli e per quelle contrade, questa gente, quando dovieno uscire di Firenze con
quella che corrompere potessero, doveano andare con Tommaso Frescobaldi in modo di fare 11
una cavalcata e prendere Montelupo e Capraia e darla a Castruccio. Di che confessato il
fatto, vollc esser preso Tommaso; egli avea sentito preso il suo famiglio, onde 8'era cessato.
/.. VI, « Fu preso quello messer Cristiano e messer Gianni. Di due altri conestabili' parve fosse
meglio tacersi e ritenere le scuse, perocchfe non era sicuro cercare troppo addentro, perocchfe
sarebbono rimasi per aventura sanza gente, perocchfe a^aeno mandati a' Perugini degli altri 20
soldati per la guerra di Castello. Di che fu tagliata la testa a messer Gianni, e li detti co-
nestabili la sentirono, perchfe vidono loro non essere stati a confessare il trattato ch'avieno.
II monaco fu, cioh messer Cristiano, a perpetua carcere condannato. E ci5 fu neiranno del
Signore 1325 a' di 17 d'aprile.
RuBRiCA 386* — Come furono faiti certi citladini e contadini, che erano Grandi po-polani 25
in Firenze.
Per iscemare la potenza de' Grandi, furono fatte dieci famiglie, che erano del numero
de' Grandi, popolani, e 25 case di nobili di contado sirailemente Grandi furono fatte po-
polane. E ci6 fu d'aprile neiranno 1325.
RuBRiCA 387' — Come Castruccio cbbe Pistoia. 30
Neiranno del Signore 1325 a' di 5 del mese di maggio, come e detto addietro, Caslruccio
/., VI, 43 tenea trattato in Firenze e nelle terre, ed in Pistoia singularmente questa notte' intro con
tutta sua cavalleria, ed al fare del giomo corse la terra in Pistoia. Avea 100 uomini da
cavaUo de' Fiorentini, li quali con gli Guelfi molto bene provarono ; ma f urono tutti tra morti
e presi. Questo trattato fece messer Filippo Tedici per 10 000 fiorini, ch'ebbe da Castruccio, 35
ed ebbe la figliuola per moglie. E bene gliele pot^ dare, chfe in sei mesi di rendita di Pi-
stoia sconto le spese. Sentissi in suUa sesta in Firenze; di che subito fu neirarme e da
piede e da cavallo, credendo non fosse perduta, ma assaUta. Quando furono a Prato tro-
varono ch'era spacciata; di che si tornarono addietro con riprensione; perocchfe con quelU
danari medesimi ravrebbono avuta i Fiorentini, che piu volte furono tentati. Ma che fosse 40
difetto di non saperlo fare, o di non potere; perocch^ megUo mena una faccenda uno si-
I
I. fedelisslmo] molto fedele A. — 3-4. famiglio..., Fucecciiio] famiglio da Montelupo e da Fuceccliio A. —
5. ma al terzo] e il terzo G. R. • fu] omm. G. R. — 7. venuto] omm. A. — 7-8. come eretico pronunziato] come era ....
{lacuna) pronunziato G. R.; come era stato pronunziato /. — 9. ordinfi] omm. G. R. — IJ. Zuro] Zurro G. R. —
18-19. parve fo8se meglio tacersi] parre meglio di tacersi A. — 30. per aventura] per la ventura G. R. — 22. ia
sentirono perchb] la sentirono di morire lui perclib G. R. — 24. a' d\ 17 d'aprile] omm. A. — aS. similemente Grandi]
omm. A. — 31. a' A\ 5 dei mese] omm. A. - come h detto addietro] omm. A. — 34. tra] omm. G. R. — 36. sel mesl
di rendita] sei mesl gli avea di rendita A.-
[A. 1325] CRONACA FIORENTINA 141
gnore, ch'e solo a' fatti suoi, che uno Comune, che sono aasai; pure cosi and6 con danno
e vergogna de' Fiorentini.
RuBRiCA 388'' — Come Castruccio tenea trattato in Prato, e come si sco-perse.
Era Castruccio, com' h detto la 3* rubr. addietro, in molti trattati con gli uomini e sud-
5 diti di Firenze e delle castella, ed in Prato era in trattato con messer Vita Pugliesi. II quale
trattato ' scoferse un Giovanni Alfani, che f acea la alcun traffico. Trovossi un di dirieto alla /., vi, m
cappella maggiore di S. Maria, ove messer Vita con uno gentiluomo era a parlare, e dicendo :
" giovedi notte state alla porta, e noi dentro, e voi di fuori, ed io saro bene forte d'amici e
" di contadini , . Costui, stando ivi a orare, f ece vista di dormire, se veduto f osse ; di che
, 10 ando bene la cosa, che veduto ei non fu. Lo detto Giovanne monto a cavallo, e corse a Fi-
renze. La gente, che gik era tutta tornata in Firenze e disarmava, s'arm6, e giunse a Prato
e di notte intr6, sicchfe chi si pens6 si fuggi, ma pure poi fu preso.... e fu loro tagliatoil
capo. Non so se per grazia divina S. Maria concesse che colui fosse ito a orare, chh cosl
andava, come Pistoia. E tiensi che se avea Prato, era, per le divisioni, e perchfe i Fioren-
15 tini sono piu atti a mercatanzia che ad altro, Firenze era di Castruccio.
*.
RuBRiCA 389* — Come messer Ramondo di Cardona fue ca-pitano dc' Fiorentini.
Li Fiorentini molto tribulati, aveano cerco di capitano di guerra, ed infra gli altri uno
messer' Ramondo di Cardona della provincia di.... venendo da Vignone, capitato era a Ta- t., vi, 45
lamone. Di che venendo in Firenze a' di 5 di maggio, che era scoperto il trattato di
20 Pistoia, erano sconsolati i Fiorentini, e costui insino a Siena era stato tastato d'essere loro
capitano, e chi dice piu l^, ma pure venuto in Firenze gli fu fatto ogni patto che chiese.
Di che il seguente di accett6; e fu quegli che accettato cavalc6 a Prato, che quando era
I in suUa piazza, venne la novella, ed egli avea allora giurato, ed andowi subito, ed ebbe la
buona ventura di non perdersi Prato, come Pistoia.
25 RuBRiCA 390* — Come il comune di Firenze ebbc Artimino ch'era de' Pistolesi.
Li Fiorentini erano a assedio al castello di Artimino, lo quale era de' Pistolesi, ed ul-
timamente si renderono, salvo solo le persone; e mandati a Firenze, che furono i terrieri 102
ed i forestieri 116, li quali il Comune serv6 loro i patti, e lasciolli ire. E la campana d'Ar-
timino venne in Firenze, e tutte le mura del castello furono abbattute. Ed ebbesi a' di 22 di
30 maggio 1325.
RuBRiCA 391* — Come' Voste de' Fiorentini andb fuori di Firenzc fcr andare a Pistoia. /., vi, 46
Messer Ramondo di Cardona, capitano de i Fiorentini, uscl di Firenze a' di 8 di giugno
per porre oste a Pistoia con 3454 uomini da cavallo tra forestieri e terrazzani e cittadini
di cavallate; e furono pedoni circa 15250 e con grandissimo fornimento ed arnesi da porre
35 campo meglio in concio che grande tempo il Comune avesse usato fare. E giunti a Prato,
I. ch'fe solo] che n'& solo A, - che uno Coraune] che non fu un Comune A. — 4, come 4 detto la 3' rubr.
addietro] 0»»/«. A. — 4-5. e sudditi] 0/«;«. O. R. — 5. in trattato] un trattato O. R. — 7. S. Marla ove messer]
S. Maria ov'era messer /. - era a parlare] essere a parlare /. — 12. di notte.... fu loro tagliato] dl notte intr6,
sicclife si pens6 pure fugglre ma pure fu preso.... fu loro tagliato O. R.; di notte intr6. Sicchfe si pens6 Pugliesi
1 fuggjre ma purc fu preso con altri, cd egli e' suoi cacciati di Prato ed altri simihnente scoperti fu loro taglialo /.
— 17. ed infra gli altri] omm. A. — iS. capitato] capltano O. R, — 28-29. campana d'Artimino venre] campana
loro vcnne A. — 33. per porre oste a Pistoia] per potere essere a Pistoia /. — 33-34- con 3454.... fornlmcnto]
con 3500 caragli tra forestieri e cavallate e 15000 pedoni con grande fornimento A. — 35. meglio in concio....
E giunti] meglio ia punto che gran tempo focesse ii Comune. E giunti A.
142 CRONACA FIORENTINA [A, 1325)
quivi si raccolse molta gente, oltre a questi a piede. Poi a' di 1 7 di giugno posero il campo
a Pistoia, e tutto guastarono intomo intomo. Messer Kamondo vedendo dentro Castruccio,
e non uscia di fuori, si si maravigliava, puose rassedio a Tizzano, e mand6 a Fucecchio, e
fece fare un ponte, e passb in buI passo di Risaiuolo, del quale ponte fu maravigliosa cosa ;
e puosersi a Cappiano a sedio, e Castruccio {Raimondo?) passb con tutta l'o8te e con gli usciti 5
di Lucca a' dl 11 di luglio 1325. Castruccio, come ci6 senti, si maravigli6, perocchfe non mai
piii ponte 8'era fatto a passare se non per Cappiano e quella via. Uscl fuori di Plstoia, e
puosesi a poggio, dove.... {lacund) fece fare fossi e steccati dal poggio al padule, e prima
/., VI, 47 di piii dl avea mandato dagli amici a ricercare aiuto,' ed eragli venuto. Di che avea circa
600 uomini di cavallo. £ cosl stava Tuna oste appresso Taltra, ciascuna con buona guardia. 10
RuBRiCA 392* — Comc i Fiorentini chbono il fonte a Caffiano e Moniefahone.
II comune di Firenze, essendo a oste a Cappiano, ebbe le torri ed il ponte a' dl 18
di luglio e Montefalcone a' di 29 di luglio ; e questa vittoria molto rincor6 la brigata fioren-
tina; e la brigata di Castruccio fece il contrario di sbigottimento.
RuBRicA 393* — Comc Castruccio fece cavalcarc al fonte a Carmignano, e tenne trattato con 15
gli Franceschi.
Castruccio, veggendo la forza non essere sua, ebbe sua gente ch'era a Pistoia, e feceli
cavalcare a Prato ed a Carmignano, e feciono grande danno. Ma in questo mezzo i Fio-
rentini, ricevuta gente da Bologna, uscirono fuori, e ruppongli in su quello di Carmignano,
/., VI, 4» a' di ii d'ag08to; e tra presi e morti ne furono piii di 400. Castruccio tenea trattato' con 20
' gli cavalieri franceschi, ed ultimamente quelli medesimi, ch'egli avea prima corrotti, simile
ebbe allo assedio, ove era la brigata de' Fiorentini ad Altopascio, e quivi messer GuilUelmo
preso; e messer Miles infermo a morte, lo paleso, e morissi. Li Franceschi, sentendo ci6,
cominciarono a rinfrancescarsi. Di che per lo meglio messer Guillielmo disse di volere ire allo
re Uberto, e cosi promisse, ma egli and6 a Castruccio. Di che per questa tema, e per molti 25
malati per lo assedio della Lusciana, i Fiorentini richiesono ramistk, che d'ogni parte vi
verme; di che fu forte Toste de' Fiorentini.
RuBRiCA 394* — Come i Fiorentini ebbono il castello d'Altopascio, c rotto fu il camfo per
testa de' Fiorcntini.
II comune di Firenze essendo ad oste ad Altopascio, e gli Altopascini veggendo non 30
avere soccorso da Castruccio, si renderono, salve le persone, che erano da 406 fanti ed avieno
grande fomimento. Avuto Altopascio, fu quistione d'andare a Lucca, o d'andare a S. Maria
a Monte ; e questa era Toste in sfetta, come nella citta. I Grandi consigliavano messer Ra-
mondo andasse a Lucca, e che addimandasse balia, e questo consigUavano per iscandolo.
/., VI, 49 Li popolani e buoni uomini volieno ' ire a S. Maria a Monte ; pure si prese di mandare a 35
Firenze, e quivi fu Taltra contesa per lo simile modo e sette. Dissesi che Toste era infie-
bolita per difetto di messer Ramondo; perocche per danari, che riceveva dagli uomini del
campo, li licenziava andarsene. Pure vinse la setta de' Grandi, e partironsi il dl di S. Maria
di settembre ed andame alla Badia a Pozzevere.
i-a. posero U campo a Pistola] furono ad oste intorno a Plstoia G. R. — i. intorno, intomo] intomo G. R. —
4. Risaiuolo] Risamoio G. R. ; Rosamolo /» noia I. (Repetti, Diz. della Toscana ad voc, ha Rosaiuolo) — 6-7. Luc-
ca Castruccioj Lucca; e ci6 fu a d\ 11 di luglio. Castruccio G. R. — 8. La lacuna e segnaia solo in G.R. —
10. 600 uomini di caT.illo] 1800 uomini a carailo A. - con buona] a buona A — 13. a dl 19 di luglio] omm. A. -
S e questa vittoria] e questo A. — 31. corrotti] corretti G. /?. — 33. infermo.... Ll Franceschii] infermato a morte
di clie mori lo palesi. I Francesclii .,4.-24. rlnfrancescarsi] infrancescarsi G. R. — 30. di Firenze] <»»i»». A. — 31- 406]
500 A. — 36. per lo simiie modo e sfette] per le s&tte A,
[A. 1323] CRONACA FIORENTINA 143
RuBRicA 395" — Come i Fiorcntini furono sconfitti dalla gcnte di Castruccio.
Castruccio avea mandato in Lombardia per gente a messer Galeazzo, di che egli mando
10000 fiorini, e promisegli 20, di che ebbe 800 cavalieri, e 200 n'ebbe da messer Passerino
di Mantova. Castruccio aspettava la gente, e sentendo che i Fiorentini mandavano per la
gente che tornassono, che aveano novelle della gente che veniano e sentiano affiebolito Toste
loro, subito Castruccio fece che le castella di Valdinievole menarono trattato di rendersi, e
icosi li condusse a non ubbidire di partirsi, ma ridussersi inverso Altopascio. Poi per im-
pulsamento di messer Bornio, suo maliscalco, si rifece innanzi piu che Pozzevere; pare si
dica per danari ch'ebbe ' da' Castruccio mediante messer Galeazzo, cui cavaliere e soldato /., vi, so
3 era stato il detto maliscalco. Di che a' di 21 di settembre mando il capitano messer Urlim-
bacche e lo maliscalco a spiare per volere andare verso Castruccio con 120 cavalieri. Ca-
struccio mando ad attizzare il badalucco ; di che l'oste senza niuno ordine trasse. Castruccio
con grande ordine segui, e infino a sera si combatt^. La notte li divise ; Castruccio se n'and6
la notte in Lucca, perch^ messer Azzo era venuto coUa gente, ciofe il figliuolo di messer
5 Galeazzo Bisconti, di che volea danari anzi che combattesse. Di che con pegni d'ariento,
e con danari e con promissioni di mercatanti, circa fiorini 6000 ebbe, e poi cavalco Faltro
di. E messer Ramondo si torn6 ad Altopascio a' di 22 del mese di settembre. La mattina
Castruccio fu alle mani co' Fiorentini ad Altopascio, e la brigata di Lombardia fece stu-
diare. Ultimamente venuto lo maliscalco Bomio col fiore delFoste, coUa bandiera de' feritori
J si trasse innanzi, e come s'affrontarono, ed egli fece volgere la bandiera. L'oste, veggendo
fuggire la bandiera de' feridori, si misse in fuga, salvo i pedoni ed il capitano, il quale fu
preso con molti buoni uomini; ma innanzi che si tomasse Castruccio di ricogliere il campo,
mando sua gente a pigliare il passo di Cappiano ed il ponte. Di che quando seppono la
rotta' da' loro medesimi, si fuggirono, e lasciarono la fortezza; di che i Fiorentini fuggiano /., vi, si
1 per quella via, ed erano presi. Furono presi con messer Ramondo molti buoni uomini da
Firenze, e molti altri presi di di in di fuggiti, e molti n'affogarono nella Gusciana fuggendo.
Fu la detta sconfitta in nelFora di sesta a' di 23 di settembre 1325.
[I RuBRicA 396' — Come s'cbbe Castruccio Montefalconc cd Altofascio.
Poi Castmccio seguit6 sua vittoria, se ne ando a Montefalcone, ed il primo di di ot-
) tobre Tebbe. Appresso seguendo ando ad Altopascio, lo quale vilmente si rend^, ch'era forte
e ben fomito di vettovaglia e di gente. E ci6 fu a' di 6 del mese d'ottobre neU'anno del
Signore 1325.
RuBRicA 397* — Come Mangone vennc allc mani del comune di Fircnze.
Era stato lo conte Alessandro de' conti Alberti, per addietro, padre d'Alberto e di Ne-
rone, ed avea lasciato testando la guardia al comune di Firenze, e perchfe avea ritenuti
certi censi fece coscienza, e lasci6 erede il comune di Firenze, che in quanto i figliuoli
morissono' sanza erede maschio veruno, Mangone pervenisse al Comune; e poi dopo la morte /., vi, 52
d'AIessandro li detti Alberto e Nerone ratificaro. Accadde che messer Benuccio Salimbeni
tolse per moglie una figliuola di Nerone, ch'era rimasa, e per dota si tenea Vemia. Di che
) Alberto non volea che messer Benuccio tenesse Vemia; di che guerreggiavano. Addivenne
:
8-9. pare si dica] e dissesl A. — lo. detto] omm. A. — ii. spiare] spianare A. — 12. attizzarc] rizzare A,
— 13. con grande ordine segul] clie con grande ordine la segu\ G. R. — 15. Biscontl di che] Bisconti clie /., tna
non cosi i codici — 17. del mese] 0;«/«. A. — 37. in nell'ora di sesta] omm. A. — 29-31. Montefalcone... . ben fornl-
to] Montefalcone, ed ebbelo, e prese Altopascio vilraente, chfe era ben fornito A. — 31. e di gente. E ci6 fu] omm. A.
— 3 '•.■52. nell'anno del Signore] omm. A. — 34. per addletro] omm. A. — 36. erede] ercda A. — 37. pervenlsse]
pervenissono A. — 39. per dota] per donna A.
144 CRONACA FIORENTINA [A. 1335]
che uno figliuolo bastardo di Nerone, che venla ad essere nipote d'Alberto, coiraiuto di
messer Benuccio e degli Ubaldini, a tradimento uccise Alberto del mese d'ag08to a' di 20.
Avea nome Spinello, e tolse la signoria di Mangone. II comune di Firenze sentendo queRto,
venne cercando 8ue ragioni, ed ultimamente Spinello, non veggendo dal Comune potersi di-
fendere, lo vendfe 1 700 fiorini d'oro. Ed ebbe la pos8e88ione il comune di Firenze a' di 11 d'ot-
tobre 1325.
/., VI, jj RuBRiCA 398* — Come ' Castruccio venne coWoste sua a Firenze, e dove.
Castruccio, avuto la vittoria e preso Altopascio, fece abbattere il ponte a Cappiano e
la fortezza che v'era e Montefalcone, perocchfe erano in corpo alle terre de i Fiorentini.
Poi se ne venne in Pistoia a' dl 26 di settembre, e a' di 27 mand6 Toste a Carmignano e 1
prese ogni cosa, salvocchfe la rocca. A' dl 29 Castruccio in persona venne alla Torre coll'o8te
8ua, e a' di 30 ando coiroste in sul poggio e piano di sopra a Signa, e fu Signa abbando-
nata da' soldati de' Fiorentini. A' di 30 di settembre puose suo campo a Sanmoro, e fece
ardere e dibruciare il piano, c\6k Brozzi e Campi e Quaracchi, e arso, passo piii innanzi,
perocchfe and6 a' di primo d'ottobre ne' borghi di Peretola, e fece intino alla cittk di Fi- 1
renze venire suoi corridori, e nelle porte fece balestrare, e, chi disse, lanciare: e bene spol-
verezzo con fuochi e ruberia tutto il piano. A' di 4 d'ottobre fece correre tre pali: runo
di scarlatto a cavallo, raltro di panno bianco a' pedoni, lo terzo di guamello a femmine. E
mossonsi di sul fiumicello di Rifredi; e non pero a quel tempo si dice che' Fiorentini avieno
comecch^ fossero stati sconfitti, piu gente che Castruccio; e non usci persona di fuori per ^-
I., VI, 5« tema di trattato.' A' di 5 si parti, ed arse Peretola, e prese il castello di Capalle e di Ca-
lenzano, ed andossene a Signa. A' di 6 arse tutto il piano dalla Lastra infino a Grieve, e
mand5 i corridori infino tanto che colle balestra gittarono nella porta ; e poi sali una brigata
infino a MarignoIIe ed infino a Softiano, e parte ne scorsono infino a Colombaia, ardendo
ci6 che innanzi loro era. A' dl 8 mando infino a Giogoli e a Pesa e a Torri, e stesonsi a 2.
Montelupo, e arsono il suo borgo e quello di Pontomo. Ebbe infra questi di la rocca di
Carmignano, e poi ripasso Tacqua d'Amo a' dl 12, e ando verso Prato facendo il simile.
RuBRiCA 399* — Come Azzo vollc vcnire a Firenze la seconda volta, c fece correre il falio.
Aveano i Fiorentini a petizione del Papa mandato in Lombardia contra la casa de' Bi-
sconti gente due volte, e fatto correre il palio in suUe porti di ISIelano ; Azzo sl s'era, come 3<
detto 6 addietro cinque rubriche, trovato a sconfiggere la gente de' Fiorentini, e statosi infino
a questo di a riposare in Lucca, tanto che ebbe i danari della promessa e delle sue prede.
Poi, per vendicarsi de' Fiorentini, venne a Castruccio, e con lui s'accozz6, e furono circa
/., VI, 35 2000 uomini da cavallo, e cavalcarono, e vennono' a Rifredi, e fece correre uno palio di
sciamito a traverso a Rifredi, e tennerlo in Tlsola per modo che in Firenze si vedea ogni 3:
cosa. Di che in Firenze fu gran dotta per questa seconda tomata. E ci6 fu a' di 26 d'ot-
tobre 1325. Lo secondo di si tom6 verso Lucca, e andossene in Lombardia.
3-3. del mese dl agosto a d\ 30. Avea] a d\ ao d'agosto 1323 costui amaz6. Aveva A. — 5-6. fiorini d'oro....
13J5J fiorini d'oro al comune di Firenze: ebene la possessione d'ottobre 1335 A. — 9. che r'era] omm. A. — 10. e
a d\ 37] e l'aItro d\ A. — lo-ii. e prcse] ed ebbe G. R. — it. alla Torre] a le core A. Fors* il copista trascrisse
male la parole Torre. Probahilmente qui si allude alla localith Torre Becchi vicino a Carmignano. C/. Rkpetti,
S Dlz. cit. advocem — 13. a' d\ 30] a' d\ 39 G. R. — 14. e arso] ed arse quivi G, R. — ij. perocch^] omm. A. - Peretola]
Paretola G. R. — i6. nellc porte] In nelle porti G. R. - chi disse] omm. A. — 17. fuochi] fuoco G. R. — 18. a fem-
mine] alle femraine A. — 21. II castello di] omm. A. — 23. colle balestra] con balestra - sali] salirono A. — 24. ed
infino a Sofliano] e a Soffiano A. - ne scorsono iafino] oinm. A. — 35. che innanzi loro era] ci6 si para loro in-
nanzi A. — 26. Montelupo.... Pontorno] Montelupo e a Pontomo - infra] in A. — 36-37. la rocca di Carmi-
10 gnano] il castello di Carmignano cioi la rocca G. R. — 30-31. come detto h addietro 5 rubriche, trovato] omm.
A. — 35. traTcrso a] traverso da A. — 36. dotta] de*ta A.
[A. 1325] CRONACA FIORENTINA 145
RuBRicA 400* — Comc si mando al re Ruberto -per atuio, ed afforzossi Fiesole e Samminiato
a Monte.
Essendo i Fiorentini cosi malmenati in questa furia, perchfe Castruccio non riponesse
Fiesole, rafforzarono, e fornirono di buona gente e simile Sanminiato a Monte, e manda-
5 rono allo re Ruberto per aiuto, e i vicini richiesero e fornironsi di gente per tema non pas-
sasse di Ih d'Amo ad ardere inverso S. Salvi o Ripoli. E feciono loro capitano messer
Oddo ch'era capitano della gente de' Perugini.
RuBRiCA 40 1 "* — Come il conte Ugolino da Battifollc fece gita in Mugello.
Com'^ detto, il comune di Firenze compero dal conte Manfredi Ampinana, sicch^ di
0 ragione la tenea. Essendo il comune di Firenze nelle dette avversitadi ' di pochi di scon- /., vi, 56
titto, e Castruccio ardea intorno a Firenze, si mosse il conte Ugo di Guido da Battifolle, e
tolse 5 popoletti e ville appie dAmpinana, e ripuoseli contra il volere de' Fiorentini; cio
furono.... E questa fu a' Fiorentini troppa gran soma a sostenere, perocch^ lo padre era
stato troppo amico de' Fiorentini, e bene si notarono colla penna, come innanzi diremo.
5 Questo fu a' di 2 d'ottobre 1325.
RuBRiCA 402* — Come Castruccio -pose oste a Prato, c -poi fece come a FirenzCf ed ando in
Valdimarina.
Castruccio, seguitando sua vittoria, venne ad oste a Prato a' di 19 d'ottobre nel detto
anno, e stettevi dieci di, e passo in Valdamo, ed arse per passare in Mugello. La lega gli
0 si fece a' passi alla Croce a Combiati, ed i Fiorentini vi mandarono 200 cavalieri e 2000 pe-
doni dietro. E se non che n'ebbe lingua si 8'era impaurato, e ridussesi innanzi che la gente
de' Fiorentini venisse, ed andonne a Signa, e mando correndo e guastando infino a Giogoli,
e fece correre infino a Rifredi ; ed ultimamente si parti colla grande' preda, la maggiore, /.. vi, 57
che fosse stata fatta a Firenze, gia grandissimo tempo. E certo e' non potea piu, se non
5 vincea, pagare ma tra la vittoria e '1 guadagno e poi lo riscatto de' pregioni gli feciono
fare gran fatti. Toraossi in Lucca a' dl 9 di novembre 1325.
RuBRiCA 403* — Come Castruccio fcce dilegione del carroccio e de fregioni di Firenze.
Avea nella sconfitta Castruccio preso il carroccio e la campana, lo quale carroccio avea
adomato lo di di S. Martino delle bandiere del comune di Firenze e de' loto soldati e fuvvi
0 lo carroccio, e mandollo dinanzi a sfe a offerere ed appresso 51 carroccio messer Ramondo
capitano e tutti i pregioni, e ciascuno con una candela di 12 danari piccioli ed il capitano
con uno torchietto alla chiesa di S. Martino; ed egli con molta pompa coUa brigata sua
dietro. Poi fece loro uno bello mangiare; e fatto ci6 li fece mettere in pregione e porre
loro grandi taglie. Li cittadini di nome, ch'ebbono taglie, si furono questi....
5 RuBRicA 404* — Come^ si fecero ordine in Firenze che certi non fotessero avere uficio -per /., vi, ss
alcun tempo.
Erano in Firenze grandi sospecioni per gli cittadini di Firenze, considerato che ogni
S. e i vklni] ed a vicini G. R. - fornlronsi] fondarsi G. R. — 6. di I& d'Arno.... S. SaM] dl Xk d*Arno
e dalla cltta cioi a S. Saivi G. R. — 7. clie era] 0»»»«. A. — 9. Com'fe detto] Come addietro rubr. 350 fu detto
G. R. - Amplnana] al posto di quesia jiarola h lacuna in G.R. — II. di Guldo] 0/«»«. A. — 12. popoietti] popoii A.
• d'Ampinana] lacuita in G. R. — 13. E qucsta] E questo A. — 14. sl notarono] sc n'atarono A. — 18-19. nel
detto anno] omiit. A. — 19. Valdarno] Valdimarina G. R. — 23. fece correre] omm. A. - ed ultlmamente] e dipoi A.
— 25. c poi lo] e i A, — 36. 9 di novembre 1325] 4 di novembre G. R. — 29. fuvvi] Buri A., la Itziont «uvi
di A. non i chiara — 30. raandollo dinanzi a si\ raandoilo. . .. {lacuna) a sh G. R.; mandoiio aila chiesa a oiTcrere G.
T. XXX, p. I — 10.
146 CRONACA FIORENTINA lA. 1325]
dl li parenti de' presi diceano di fare pace con Castruccio, essendo da lui vituperatL Di che
si provvide che niuno di quel legnaggio, di che erano presi, non potessero avere alcuno
oficio di Comune n6 dentro la citth, nh di fuori, nfe essere in niuno consiglio mentre li pre-
gioni erano presi. Questo fu tenuto grande coaa, e molto si dolieno i parenti, dicendo loro
esaere morti e presi in servigio di Comune, ed ancora segnati per sospetto ; e gran turbazione 5
nacque; e pure cosl si stette la cosa. Ci6 fu a' dl 13 di novembre 1325.
RuBRiCA 405* — Come Castruccio frese il castello di Montemurlo.
Castruccio, essendo al di sopra della guerra, come h detto, si venne ad assedio al ca-
stello di Montemurlo a" dl 26 di novembre 1325, e molte fortezze di cittadini e torri di
/., VI, 59 guardia, come 8'era de' Pazzi e Strozzi, preae e disf ece, che erano ivi, e poi stette f ermo ' 1 0
allo assedio infino a' dl 8 di gennaio 1325, e poi fece patti chi lo tenea, ch'era Giovanni
di meaaer Tedici Adimari e Neri di messer Pazzino de' Pazzi, salve le persone e ramese
che portare ne potessero. Ed ancora si dice che con difici gli avieno si conci che fu loro
di necessith rendersi, ed ancora Taveano protestato di soccorso piu volte, e poteano i Fioren-
tini soccorrere, e non voUono. Castruccio lo foml, e murollo molto bene, e fece con esso di 15
molto danno e vergogna al comune di Firenze.
RuBRiCA 406' — Come lo re Ruberto mandb gente a' Fiorentini.
Come narrato h. addietro rubr. 400 i Fiorentini aveano mandato allo re Ruberto per
gente ; la quale gente giunse in Firenze ; e ci5 f urono 300 uomini di cavallo. E ci6 fu nel-
Tanno del Signore 1325 a' dl 2 di dicembre. 20
RuBRiCA 407* — Come la gente di Castruccio vcnne infino a Monticelli di Firenze,
/., VI, 60 Aveva Castruccio gente a Signa, e vennero a Firenze, e corsero infino presso a Firenze,'
ove si dice Monticelli dalla porta a S. Friano. Certa gente usci fuori, e furono rotti quelli
de' Fiorentini. Sonossi le campane a martello, ed uscl fuori il Popolo e cavalieri, e diedono
loro la caccia infino alla Pieve a Settimo. E ci5 fu a di 10 di dicembre 1325. 25
RuBRlCA 408* — Come i Fiorentini dierono la 'nsegna di Firenze ai Bianchi contra Castruccio.
Li Fiorentini si vedeano Castruccio appresso e guerreggiare e spese grandi; ed i loro
pregioni li tribulavano che li loro congiunti, ch'erano in Firenze, non avendo riguardo al
loro stato, nh della repubblica, ogni dl trattavano segretamente con Castmccio e spezial-
mente i Grandi. Onde si dilibero di darsi a messer Carlo, figliuolo del re Ruberto, il quale 30
era primogenito e duca di Calavria, e si veramente che egli li conservasse in quelli statuti
e reggimento ed ordini che allora erano, e si veramente alla guerra avesse continuo 1000 ml
uomini di cavallo, li quali fossero forestieri del suo reame e non del regno, e per questo ■
avesse ogni mese fiorini 16666 e due terzi di fiorino, e questo s'intende8se durare lOanni;
ed esso in persona stare alla guerra. E se prima conducesse vinto Castmccio, o pace ono- 35
I. Dl che] omm. A. — 3. nfe dentro la citta nfe fuori] drento o fuori A. - niuno] omm. A. — 5. ed ancora]
e poi A. — 6. a d\ 13] omm. A. — 8-9. assedio . . . . e molte] assedio a Montemurlo di novembre e molte A. —
II. 1315] omm. A. - fece] fecero C /?. - patti . . .. Giovanni] patti con quclli clie lo teneano ci6 fu Giovanni G. R.
— 13. gli avleno si conci] l'avieno s\ concia A. — 14. ed ancora l'aveano . . . . e poteano] ed ancora l^avjano no-
5 tificato piu volle ch'edendo soccorso A. — 18. Come . . . . i Florentini] Cora' e detto i Fiorentini A, — 19-30. 300 uo-
mini .... dicembre] 300 cavagli; di dicembre 1325 A. — 22-33. e corsero . . . . a S. Friano] e corsono infino a Mon-
ticegli e San Friano A. — 23-34. quelli del Flor.] i Fior. A. — 24. sonossi le campane a martello] 8on6 le cam-
pane G. li. — 35. alla Pieve] omm. A. - a d\ 10] omm. A. — 39. repubblica] repubrlca A, — 39-30. e speiial-
mente] e masslme A. — 30. di darsi] di mandarsi G. — 30-31. il qualc era primogenito e duca] che era duca A. —
*o 32-33. continuo . . . . e per questo] continuo 100 cavagli foresticri, e per questo A. — 35. esso] omm. G. R.
[A. 1325] CRONACA FIORENTINA 147
revole, allora avesse ogni anno la metk delli danari, e potesse lasciare suo vicario,' e tenere /., vi, u
solamente 400 uomini da cavallo. E ci6 fu mandato il di della Pasqua di Natale 1325.
RuBRiCA 409* — Come i J^iorentini fecero uno cafitano di guerra.
Del mese di settembre di questo anno, essendo venuto dal Sepolcro messer Piero di
5 Narsi di Francia ed un suo figliuolo con bella compagnia, alle sue spese voUe essere alla
battaglia. Di che Castruccio sconfisse i Fiorentini alFAltopascio, ove il detto messer Piero
fu preso ed il figliuolo morto; ed egli si ricompero fiorini 1000 d'oro, e venuto in Firenze
narro com'egli avea stando l^, innugelliti certi soldati di Castruccio circa 200 tra Fran-
ceschi e Borgognoni. Di che fu eletto capitano di guerra a' di 5 di gennaio 1325, e fece
10 buona e soUicita guerra, e segui suo trattato. Nel quale trattato (....); il quale per difetto di
non cautamente essere menato, tom6 airorecchio di Castruccio; onde fece pigliare tre de'
conestabili ' che trattavano e feceli morire, e poi licenzi6 tutti i Franceschi e' Borgognoni. /., vi, 62
E ci6 fu a di 20 di gennaio 1325.
RuBRiCA 410* — Come Castruccio venne a oste a Firenze.
Castruccio, avendo, come detto h, sodisfatto al trattato di Signa, che i suoi Borgognoni
faceano co' Fiorentini, si cavalc6 e venne in persona a Torri ed a Sancasciano, ed arse e
fece gran danno, e poi torn6 a Signa, e pass6 TArno, e venne a Peretola, e men6 900 uomini
di cavallo e 3000 pedoni, e quivi stette dalla mattina alla sera, e persona non usci di Fi-
renze contra a lui. Partissi, ed and6 a Carmignano, e fecelo afforzare, e torn6 a Signa,
THi ed arsela, e tagli6 il ponte. Dissesi che, perchfe il duca di Calabria aveva accettato, per6
non voUe avere a guardare Signa, che voleva gente assai, ed era presso a Firenze troppo.
E fu di febbraio 1325.
RuBRiCA 411* — Siuesti sono i Priori da mczzo febbraio 1324 a mezzo febbraio 1325.
Banchello del Buono Ser Giovanni di ser Spigliato da Filicaia, loro
j5 Gherardo di Gentile notaio.
Giotto di Fantone degli Angelotti
Taddeo del Ricco Arlotti Bartolo Bandini
Niccolaio di Nello Rinucci Filippo di Duccio de' Magalotti
Piero del Papa Dardano di Tingo degli Acciaiuoli
K) Odaldo del Cianga, gonfaloniere di lustizia Bindo d'Ammannato Prosperi
Ser Castello del maestro Rinuccio, loro notaio. Giovanni di Dingo de' Marignolli
Bartolo di Lotto Bischeri
Ridolfo di Guido ' Manetto di Dello degli Scilinguati, gonf alo- /., vi, 63
Filippo di Lippo Buonfigliuoli niere di lustizia
Giovanni Cristiani Ser Michele di ser Francesco da Castelfio-
Messer Orlando Marini, dottore di leggi rentino, loro notaio.
Federigo d'Arrigo Federighi
Geri di Guccio de' Ghiberti Simone di Neri da Quarata
Bartolo di Lapo Benci, gonfaloniere di lu- Bonaguida di Fabro de Tolosini
stizia Valorino di Lapo Valori
I. delU danari] omm. A. — 8. innuggellitt] inugelliti A. Forsc ftr inuggiollti, o inuzzoliti cioi adescat! —
lo. IIo segnato una lacuria, fcraltro nesauno sJ>azio in hianco sia a quesio fosto ni in A. nh in G. li. Anchc I. credettc
lacuttoso il fasso, che vollc sufpUre con altro corrispondcnte del Villani — n. aIl'oreccliio] ad orecclii A. — 11-13, pl-
gliare.... e fcceli] pigliare tre dei trattantl e fecegli A. — 13. E cl6 fu a d\ 3o dl gennaio] omm. A. — 15. che
i suoi Borgognoni] che i Franceschi A. — ao. e tagli6 il ponte .... di febbraio 1325] »»»»1. G. R.
148 CRONACA FIORENTINA [A. 1326]
Bindello di Simone de' Beccanugi Guiglielmo di Vita degli Altoviti, gonialo-
Rinaldo di Veri Rondinelli niere di lustizia
Fedello del Roifo Ser Stefano di Giovanni, loro notaio.
Giovanni di Donato Viviani, gonfaloniere di
lustizia Lapo di messer Angiolino de' Magli
/., VI. 64 Ser Zanobi ' di ser Bartolo da Pozzolatico, Miglino Magaldi
loro notaio. Francesco del Bene Benevieni
Francesco di Manno Attaviani
Ser Belcaro di Bonaiuto Buto del Ricco
Totto di Tedaldo Bartolo di Bonafede 10
Bartolo Paradisi Durantozzo di Lapo Bonfantini, gonfaloniere
Maso Valori di lustizia
Giovanni di Bemardino de' Medici Ser Buoncristiano di ser Simone, loro notaio.
Filippo di Migliore Pazzi
RuBRiCA 412* — Come Castruccio cavalcb il comune di Firenze. 15
/., VI, 66 Castruccio tenne trattato con . . . . de' Frescobaldi, che tenea in guardia la Castellina ' di
Greti, e diegli fiorini 500, e Tebbe a' di 29 di marzo 1326, e poi cavalco per lo piano tutte
le terre infino a Empoli, e combattello a' dl 6 d'aprile, e prese a' di 8 d'aprile Petroio,
ch*fe sopra a Empoli, benchfe poco lo tenesse, perchfe era poco forte, lo disfece.
RuBRicA 413* — Come messer Piero, ca-pitano di Firenze, fu ■prcso, e tagliatagli latesta fer 20
Castruccio.
Messer Piero, capitano de' Fiorentini, era sottile uomo e savio, ed infra Taltre cose me-
nava spesso trattato colla gente di Castruccio. Castruccio stim6 di fame uno doppio, e cosi
f ece che certi Franceschi e Borgognoni ch'erano in Carmignano f ossero con lui in trattato ;
e cosi fu. E dato il dl, Castruccio dovea essere in aguato, e lo capitano andare a Carmi- 25
gnano, e ardendo e guastando il paese. Ed a quello ardere eglino gli doveano dare il castello:
cosl fu. A dl 15 di maggio passando TOmbrone con 200 uomini eletti, tutti conestabili e
caporali e 500 pedoni, di che s'abbattfe nel primo aguato, e quello com'era ordinato, ruppe
per conducerlo nel secondo; condotto nel secondo fu rotto messer Piero, e preso e menato
/.. VI, 66 in Pistoia, e quivi ' Castruccio gli f ece tagUare la testa. E cio f u, che f u preso, a' di 1 5, e 30
a' di 17 gli fu tagliata la testa neIl'anno del Signore 1326.
I
RuBRicA 414* — Come il duca d^Atene venne vicario del duca di Calavria.
Messere Gualtieri franzese conte di Brenna e duca d'Atene, lo quale avea per moglie
Madonna figliuola del prenze di Taranto, fratello del re Ruberto, si venne in Fi-
renze vicario dello duca di Calavria con 400 uomini di Calavria, e fece per sua parte rimuo- 35
vere tutti gli ufici ch'erano e' Priori ed ogni altro uficio, e giurare nelle sue mani, rice-
vente per lo duca di Calavria detto, si veramente che tutti gli uffici fossero infino a mezzo
giugno. E ci6 fu negli anni del Signore 1326 a' di 17 di maggio. Reco seco uno processo
papale, il quale in parlamento fece leggere, come lo re Ruberto era vicario di Imperio
in Italia. 40
i6. La lacnna i segnaia in G. R. e ia A, — ij. Greti] Creti A. - l'ebbe] diegUele A. — 18. infino a Em-
poll . . . . Petroio] infino a Empoli e prese EmpoU; a d\ 8 d'aprile prese Petroio A. — 19. benchi poco.... di-
sfece] bene che poco tenne Petroio, perch^ non era forte, ma lo disfece G. R. — 26. ardendo e guastando] e ardere
e guastare A. — 39. 15] aj A. - con 200] con 3 G. R.; con aoo /. — 27-28. tutti conestabili e caporali] omm. A. —
38. s'abbatt&] s'abbatterono A. — 31. testa.... 1336] testa nel 1336 A. — 33. Gualtieri franzese] lacuna A. - Bren-
na] Birrena /. — 33-34. per moglie .... prinze] per moglie la iigliuola del Prenze A. — 36-37. ricerente] e rice-
vette G.R. — 37. si veramente . . . . infino] sl veramente stettono ogni ufiSciale infino G, R. — 38. a' dl 17] omm. A.
[A. 1326] CRONACA FIORENTINA 149
RuBRiCA 415^ — Come il legato di -pa-pa Giovanni venne in Firenze.
I In Pisa venne a di 23 di giugno messer Giovanni Orsini, romano, cardinale e legato ' di /.. vi, 6?
i papa Giovanni. . , . Essendo ivi, piuvico suo' processi, e poi si parti, e venne in Firenze a'
di 30 di giugno, e piuvic6 il simile. E la sua legazione era in effetto con grande arbitrio e
j 5 a mettere pace; neiranno del Signore 1326.
RuBRiCA 416* — Come il duca di Calavria fu signore di Siena -per cinque anni.
Lo duca di Calavria venne in Toscana, ed intro in Siena a' di 10 di luglio 1326; ed i
Fiorentini per le male disposizioni de' Sanesi, che tra loro per parti si guastavano, si man-
darono, che esso dovesse essere pregato per lor parte di mettere concordia. Cosl fece ; ed
10 ultimamente gli fu data la signoria di Siena per 5 anni; e addimand5 poi a' Fiorentini per
1 6 000 fiorini, li quali disse avere spesi in Siena per starvi a loro petizione, ma non ne stim5
nulla 1'onore e la signoria di Siena; di che molto ne gonfiarono i Fiorentini; e parve loro
cattiva incominciata di signoria.
RuBRiCA 417* — Come il dtica di Calavria venne in Firenzc e con che comfagnia.
15 Nell'anno del Signore 1326 messer Carlo, duca di Calabria, venne in Firenze per signore' /., vi, 68
a' di 30 del mese di luglio, e meno seco la moglie ch'era della casa di Francia, nipote del
re di Francia, madonna .... figliuola di messer Carlo di Valosa. La compagnia in effetto
fu questa : messer Gianni fratello del re Uberto, prenze della Morea, ch'^ la Morea in Ro-
mania; messer Filippo figliuolo di messer .... prenze di Taranto fratello del re, e dispoto
20 di Romania; oltre a questi due reali, Tuno fratello del re Uberto e l'altro nipote, men6
messer Giuffredi di Marzano, il conte di Squillaci, ch'era di persona grandissimo uomo,
messer conte di Sanseverino, ch'fe del maggior casato del regno, messer .... conte di Chia-
ramonte, ch.'h del legnaggio di Sanseverino detto, messer conte di Catanzaro, grande gen-
tile uomo, quasi de' piu di Calavria, messer .... conte d'Altamonte pur di Calavria, mes-
25 ser da Fabriano conte d'Arriano, questi per femmina nato de' Reali di Francia, messer....
della casa degli Orsini conte di Nola presso a Napoli a 12 miglia, messer.... de' Gaetani
da Roma, nipote di Papa Bonif azio, d'Abruzzi, conte di Fondi in quella provincia d'Abruzzi
ed 6 in Campagna il contado suo, messer di Pipino conte di Minerbino, dello paese di Puglia
il suo,' contado. Tutti questi sono conti, che hanno lo contado loro nello reame dello re /., vi, 69
30 Uberto. Diremo ora de' baroni, figliuoli, o fratelli de' conti messer Guillielmo della casa
degli Stendardi, ha sua baronia in Terra di Lavoro, messer Amelio della casa dal Balzo,
f urono Provenzali, ha sua Baronia in terra . . . , messer .... Signore di Bera, questi era fran-
cesco e non avea nel regno, messer.... della casa di Merlo, di nobile sangue di Francia di
Campagna, di Eboli dello Reame ha sue castella, messer Giuffredi di Gianvilla, uomo del
55 re di Francia, franco cavaliere, messer lacopo Cantellini, questi h barone in Terra di Lavoro
nel reame, Carlo di Armigio provenzale, uomo di gran valore, messer Guillielmo d'Ebole,
franccsco. E volendo a nome contare tutti non 6 di nostra materia necessario; ma in
somma men6 seco 1547 uomini di cavallo, infra quali avea 317 cavalieri a sproni d'oro. II
quale veduto fu come signore, e per sua abitazione gli fu assegnato il palagio del podest^,
10 ed il podesth and6 a stare in Orto S. Michele in casa i Macci. Sicchfe dove dovea tenere
3. La lacuna h segnata solo in A. — 4-5. arbltrio.... 13 J6] oibitrio e a mettere pace nel 1316 A. — it. ma non
ne stim6] ma non iscrivo G. R. — 17. la lacuna h itgnata solo i* G. R. — 18-38. fu questa insomma mend]
fu quetta e per non dare tedio, dir6 insomma men6 A. — 35. Cantcllini] Cantelmo /. — 36, Armlglo] Artugio
/. — 38. 1547] 1556 /1. - 317] 217 ^-
150 CRONACA FIORENTINA [A. 1326]
almeno 1000 uomini da cavallo, ne men6 tra con quelli del Duca d'Atem c quelli, cui egli
/., ♦!, 70 avea menato, furono in tutto 1917 e fu bella gente tra Franceschi ' e Provenzali, Borgognoni
e Catalani e d'altri paesi.
RuBRiCA 418* — Come il duca di Calavria richiese Patnista.
Lo duca per fare sua onorata impresa nel principio richiese Tamisth; infra' quali ebbe 5
questi: 350 uomini di cavallo da Sanesi, 300 uomini da' Perugini, 200 li Bolognesi, 100 gli
Orvietani; mand6 a dl 10 d'ago8to 1326 100 uomini di cavallo Manfredi di Faenza, 300
men6 il conte Ugo di.... Di che in tutto ebbe d'amici 1350 cavalieri. Pedoni ebbe d'aiuto
dal contc Ruggieri da Doadola 300. Avendo questa gente raccolta, sanza dubbio, tra che
Castruccio cra malsano per Taffanno che avea durato quell'anno, e per la nobile cavalleria 10
si dicea che si finia la g\ierra; ma Castruccio savio tratt6 pace col Legato e col Duca, e
non fece oste. Di che molto ne 'ngregarono i Fiorentini.
RuBRiCA 419* — Come il Duca mutb -parte a' Fiorcntini.
Per la buona guerra che il Duca facea, mosse lite a' Fiorentini in questo modo che
/., VI, 71 voUe che si gli confermasse la signoria per 10 anni,' e cominciasse in calen di settembre, 15
e potere fare ogni volta a suo modo i Priori ed ogni uficio; e cosi ebbe. E bene in vero i
Grandi gli voleano dare la signoria del tutto, e non la voUe, perchfe seppe che lo faceano
per levare via gli Ordini della Giustizia, e perch^ il popolo non avesse piii signoria ; e di
questo, sentendo il Duca ne vedea male contento il popolo, e per6 Ia8ci6.
1
RUBRICA 420* — Come falli la comfagnia degli Scali. 20
Nel detto anno del 1326 a' dl 4 d'agosto si falU la compagnia degli Scali, ch'era bastata
pii di 100 anni. E non avea in Firenze niuno ricco ed abiente, ch^avesse danari, che pochi
o assai diinari non avesse suso. E fu questa una gran perdita. Dicesi si trovarono debito
fiorini allato di 400 000.
RuBRiCA 421* — Come i Fiorentini murarono il castcllo di Signa. 25
Vedendo i Fiorentini che Castruccio era un poco a siepe, con tutto che *1 Duca con
tanta gente n6 oste •ak cavalcata facea, per potere far seminare e lavorare il piano ripuo-
/., VI, 73 sono ' il castello da Signa, e muraroUo, e guamirlo di gente. E ci6 f u la impresa di ci6 f atta
a' di 15 di settembre 1326.
RuBRicA 422* — Comc il Duca fe^ farc guerra a Castruccio. 30
H marchese Spinetta, ch'era a Verona, ebbe dal Duca 300 uomini di cavallo e dal Le-
gato 200 e da Verona 100, e con questi tolse in Lunigiana due castella a Castruccio, e puose
assedio a Buoso e alla Verruca. E certi usdti di Pistoia, presero Ravignano e Mantinano. Di
che Castruccio 1' assedi6, e venne in persona a Pistoia e f omi i passi. II Conte di Squillaci vi
cavalc6 con molti Fiorentini e con 2000 uomini a cavallo, e ultimamente per lo male passo 35
i-a. d'Ateiii.... e fu bella] d'Atene e sua furono aooo caragll e fu bella A. — 3. e d'altri paeci] e «Itri A. —
S-9. ebbe questi . . . . Avendo questa gente] ebbe questi. Mand6 a lo d'agosto 1326 1 Sanesi cavalll 300, i Peruginl
300, i Boiognesi 300, li Lucchesl 100, Manfredi da Faenza 100, il Conte Ugo 300; clie in tutto ebbe d'amicl
cavalli 1350 e molti pedoni. Avendo questa gente A. — 11. si dicea] si dice G. R. - tiatt6 pace] tent6 pace A. —
15. e cominciasse] e cominciassero G. R. — 16, Ebene invero i] fe vero clie i G. R. — iS. via] omm. G. R. —
19. contento] contenti G.R. — ai. a d\ 4] omm. A. — S2. ed abiente] o abitante A. — 33-23. che poclii o ai-
sal] che poco o d'assai G. R. — 33. questa] quella G. R. — 34. allato dl] omm. A. — 36. era] stava A. — 37. ca-
valcata facea] cavalcata non faceva .^. — 39. a d\ 15] omm. A. — 33. Mantinano] Mammlano G. R.; Cammiano
G. — 35. ultimamente] omm, A.
[A. 1326] CRONACA FIORENTINA 151
non poterono soccorrere il castello e per molte acque e nevi. Di che convenne che tomas-
sero in Firenze con poco onore; e '1 Marchese Spinetta abbandono la 'mpresa, e Castruccio
con onore rientro in Lucca. E queste cose furono d'ottobre 1326.
RuBRiCA 423* — Come il duca di Calavria con sentimento del re mutb -parte in Firenze.
I La duca di Calavria da sfe e colle lettere del re disse a' Fiorentini, che facessero co'
Sanesi' e Perugini, che pagassero la taglia dell'avanzo della gente da 1000 cavalli in suso, /., vi, 73
e volea che uno de' suoi baroni fosse sempre in palagio co' Priori per vedere ci6 che si
facesse, o egli si volea tomare a Napoli. Li Fiorentini si vidono gravati delle spese e gra-
varsi di questo sopra piu, nondimeno vidono modo di contentarlo, come che avieno ragione
^O di dolersi sanza fallo che egli rompea loro i patti, e dierongli oltre a fiorini 30 000. E rufi-
cio de' Priori non potea fare nulla, se non come e' volea.
RuBRicA 424" — Come la duchessa, moglie del detto duca di Calabria, fe rendere le trecce
alle donne,
Certo h che li Franceschi sono gente vana d'amore e baldanzosi. Di che addivenne che
15 essendo le donne vagheggiate da' Franceschi, la duchessa fu richiesta dalle donne de' Fio-
rentini che, per potere meglio sfrenare, riavessero certe loro trecce, loro levate per addietro ;
f e cosl voUe la Duchessa, e cosl fu. E ci6 fu fatto la vilia di Natale 1326.
RuBRiCA 425* — Come il Duca ruffe i -patti a' Fiorentini di torsi le terre loro ed altre.
Avea il Duca patti co' Fiorentini: niuna terra volere tenere, nfe occupare de i Fioren-
20 tini.' Di che con suoi modi cerco di volere, e cosl fece che per sindacato ebbe liberamente /., vi, n
Prato in perpetuo, ed oltre a questo si ebbe CoUe Sangimignano, Samnignato al Tedesco per
10 anni con loro patti e franchigie. E cio fu del mese di gennaio 1326.
^ RuBRiCA 426* — Come si cavalch a Pistoia.
W. Lo conte di Monte Scaggioso usci da Prato con 800 uomini a cavallo, e fece a Pistoia
■ 25 di notte in sulFalba assalimento, e ruppe i serragli dell'antiporto, e corse alle ville, ed arse e
ruppe mulina, e mbo, e fece grandissimo danno, ed usci a' dl 21 di gennaio, e torn6 a' di 22
deiranno del Signore 1326.
RuBRiCA 427* — ^uesti sono i Priori da mczzo febbraio 1325 a mezzo fehbraio 1326.
Biliotto di Metto Biliotti Boninsegna d'Angiolino de' Machiavelli, gon-
30 lacopo d'Alberto del Giudice faloniere di lustizia
Meglio Fagiuoli Ser Spigliato Dini, loro notaio.
Cambino del Rosso
Niccolo di Berto Strozzafichi Maestro ' Manno di maestro Rinuccio /.. vi, 75
Forese di Geri de' Ferrantini Vanni di ser Dotto
I. il castello] omm. G. R, — 1-2. acque e nev!,... in Firenze] acque e nievl; di che tornarono a Firenie A, —
3. e queste cose furono] e ci6 fu A. — C-7. gente..,. e rolea] gente, oltre agll 1000 uominl di cnvallo; e volea
G. R. — 7-8. ci6 clie si facesse] ci6 facessino A. — lo. oltre a fiorini 30000] oltre a 20000 fiorini 30000 G. R. —
II. se non come e' volea] omm. A. — 14. e baldanzosi. Di che addivenne] e baldanzosi in ci6 avvenne G.R.;
e baldazosi in ci6 A. — 15-16. dei Fiorentini] fiorentine A. — 16-17. per addietro.... 1326] per adrieto; e la
Duchessa lo fe' fare per Natale 1326 A. — 19. n6] 0»»»«. A. — 20. suoi] sua A. - che] omm. A. - ebbe] omm. A., I. —
23. del mese] omm. A. — 25. delPantlporto e corse alle ville] dell'antiporto e la porta della porta; cavalcarono
le ville G. R. — 26. mulina, o rub6, e fece] mulina, e tutto, e fece G. R. — 26-37. danno.,.. 1326] danno e fu
di gennaio 1326 A.
152
CRONACA FIORENTINA
[A. 1327]
Coppo di Stefano de* Bonaiuti
Strozza del Robso degli Strozzi
/„ ri, 76 Scolaio di messer Palamidese
Maflo di Chiermontese degli Uccellini
Bardo del Ricco Risaliti, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser lacopo di lacopo da Certaldo, loro notaio.
Geri di Stefano Soderini
Donato Lamberto deirAntella
Gentile di messer Oddo Altoviti
Tecchino di ser Rinaldo
Cecco di Spina Falconi
Ricciardo de' Ricci
Francesco di Meo degli Acciaiuoli, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Puccio di Ventura de' Mori, loro notaio.
Dino di Bonaguida
Cineo di Bonsignore Bisamesi
Tuccio di Dello degli Scilinguati
Baldera di Duccio
Tinoro di Nardo Guasconi
Antonio di Lando degli Albizzi
Cenni di Nardo, gonfaloniere di lustizia
Ser Franceaco di teT Palmieri, loro notaio.
Meuer' Tommaso di Duccio de* Coriini, dotto-
re di leggi
Bonaccorso di Bencivenni Bentaccorda
Nerozzo di Meo Compagni
Anselmo di Palla
Vannino di Ventura
Vanni di Neri vocato Ancontano
Daldo di Dingo de' MarignoUi, gonfaloniere
di lustizia
Ser Francesco di ser Pino da Signa, loro no-
taio.
Rosso d'AIdobrandino
Giotto de' Peruzzi
Tommaso Dietaiuti
Falconieri di Baldese
Nerone di Nigi
Leone di Simone
Messer Covone de' Covoni, dottore di leggi,
gonfaloniere di lustizia
Ser Cione di messer Rinieri Bondoni, loro no-
taio.
I., VI, 77
RuBRicA 428* — Come si diliberh di fare cstimo in Firenze.
Fece lo duca con uficiali forestieri certo estimo, lo quale fu fatto con segrete inquisi-
zioni di testimoni segreti La quale cosa fu molto male agguagliata, e gitto grande scandalo
e rammarichio. Fu la quantitk in tutto ' fiorini (lacuna), e cio f u tratto fuori d'Aprile
a' di 11 nel 1327.
RuBRiCA 429' — Comc il duca di Calavria ebbe un figliuolo maschio dalla moglie.
Lo duca ebbe un figliuolo in Firenze, lo quale il comune di Firenze lo fece battezzare,
e fece sindachi a ci6 fare messer Simone de' Tosinghi e Salvestro di Bivigliano Baroncelli
con grandissimi doni. Ed ebbe nome messer Martino. Fu nato a' dl 13 d'aprile 1327, e mo-
rissi a' di 21 di detto mese ed anno. 35
RuBRiCA 430* — Come il duca di Calavria ebbe trattato in Lucca.
Lo duca di Calavria si tenne trattato in Lucca con messer Guerrucdo Quartigiani, il
quale fu quegli che gli diede la signoria a Castruccio ; e dovea cavalcare lo Duca, e Castruccio
uscire fuori, ed eglino doveano trarre bandiere della Chiesa, e la gente dei Fiorentini ch'erano
a Fucecchio andare Ik, e il Duca tenere a bada Castruccio. E cio si facea, ma il Duca non 40
»7. con uficiali forestleri] con ufici delli forestieri /.; la letione del testo b quella di G. R. e di A. — 38-39. ag-
guagliata e gittd grande scandalo e rammarichio] aguagliata . . . . (lacuna') grande acan.... (laeuna) G. R. — 29. la
lacuna c im G. R. ed in A.; I. supflisce con la scorta del Villani, L. X, c. l6, segnando la ci/ra di 80000 — 30. a
dl 11] omm. A. — 33-33. di Firenze.... messer Simone] in Firenze; e il Comune fece sindaciii, e feceglielo ijat-
tezzare, cii fur messer Slmone A. — 34. ed ebl)e nomej e poseglisl .<4. - fu nato] nacque A. — 35. 3i dl detto
niese ed anno] 2 1 prosslmi G. R. — 38. qu^ll] quello A. — 39. eglino] egU G. R. - erano] era G. R.
[A. 1327] CRONACA FIORENTINA 153
fu il di che dovea; di che si scopri il trattato. Fece Castruccio serrare le porti ed armare la
foresteria, e prese messer Guerruccio co" suoi tre figliuoli, e fecegli impiccare, e altri . . . . /., vi, 78
{lactina) di altri tormenti fece fare ch'erano con lui nel trattato, e caccib tutti i suoi con-
sorti di Lucca. E ci6 fu scoperto a' di 12 di giugno nell'anno 1327.
5 RuBRiCA 43 P — Conte il Legato fiuvicb frocesso contro il Bavero.
Era disceso della Magna Lodovico, duca di Baviera, e coronato in Melano. Lo papa
Giovanni XXII lo scomunico, e mando i processi al cardinale, lo quale era in Toscan^; ed
egli venne in Firenze, e scomunic6 lo detto Bavero, piuvico il processo a' dl 24 di giuno 1327.
RuBRiCA 432* — Coine fu uno ftioco in Firenze.
0 Neiranno del Signore 1327 a' di 24 di luglio, vegnente il 25 dl, s'apprese uno fuoco in
Borgo Sant'Apostolo in casa gli Angelotti, ed arse una bella casa con 5 altre case.
RuBRiCA 433* — Come ' il Dtica fece oste so-pra Castruccio, e freseno S. Maria a Monte ed /., vi, n
Artimino.
II conte di Monte Scaggioso, capitano fatto per lo duca, and6 con circa 2000 uomini di
cavallo e 1 6 000 pedoni a sediare la terra di S. Maria a Monte in Valdamo di sotto, ed eb-
bevi di soccorso da Bologna uomini da cavallo 400. Combattutolo, lo presono per forza a di
4 d'agosto 1327; e tutti quei d'entro missono al filo delle spade. Poi dirubandola i soldati
fiorentini erano malmenati da quelli del Duca ; il perchfe i Fiorentini cominciarono a mettere
fuoco, acci6 la preda s^ardesse, poichfe non ne potieno avere parte. E per questo molti uo-
0 mini e quasi donne tutte ed i fanciuUi arsono, ch'erano nascosi nelle case. Poi guemita e
riparata la terra di vettovaglia e di gente, si parti Toste, e passo rAmo, e venne inverso
Firenze, e puosesi ad oste ad Artimino ch'era fortissimo, e combatterlo. Di che impauriti
quelli dentro si arrenderono. E ci6 fu a di 28 d'agosto 1327.
Videsi la ragione delle spese d'un anno addietro passato che fu 511 migliaia di fiorini ' /., vi, m
e 528 e soldi 22 e danari 5 piccioli per un anno solo.
RuBRiCA 434* — Come Castruccio fu fatto duca -per la -parte del Bavero in Lucca.
Avendo il Bavero per Taiuto e prowedimento di Castruccio presa Pisa, si venne a Lucca,
e fece Castruccio duca, e brivilegiogli ci6 ch'egli avea e tenea, ed oltre a cio Volterra,
e dielli Tarme sua, e lasci6 Castruccio la sua. Ci6 fu il campo a oro ed una banda a tra-
verso a scacchi d'azzurro e argento. Ed ebbe di Pisa e di Lucca il Bavero circa 200 000
fiorini. E ci6 fu a dl 18 di novembre 1327.
1. dovea. ... Castruccio] dovea. Scoperto il trattato si fece Castruccio G. R. — i-3. la foresteria] li fore-
stieri A. — 2. coi suoi tre figli] con 3 figli A. - e fecegH] e feciolo G. R. — 2-3. e altri.... e cacci6] e ad altri dl
altri tormenti fece fare cli'erano con lui nel trattato e caccid /.; e oltri del trattato cacci6 A. Nel testo ho accettato
la lezione di G. R. con la lacuna in esso segnata — 4. di Lucca .... 1337] di Lucca ci6 fu di luglio 1327 A. — 6. duca]
omm. A. — S. a d\ 34] omm. A. — 10. di luglio. ... fuoco] di luglio s'aprese il fuoco A. — 14. capitano fatto per
lo duca] capitano del duca A. — 15. la terra di] omm. A. - di sotto] omm. A. — 16-19. ^a cavallo 400.... a mettere
fuoco] da cavallo 400 e ultimamente combattuto con grande vigore, la vinsero a d\ 4 di agosto 1327, e furono
tutti morti ciii entro vi fu preso poi ribandllla I soldati fiorentini erano malmenati da quelli del Duca.... {lacund)
di che cominclarono a metter fuoco G. R.; I. sufjilisce la lacuna eon la scoria del Villani, X, 39, cosi: per cagione della
preda — 19. accl6 la preda] perchi la preda G. R. — 19-30. E per questo.... arsono] e per questo molfuomini e
donne e fanciulli arsono A, — 22. e puosesl ad oste] e and6 ad oste A. - DI che] omm. A. — 33-23. Artimino.. . .
d'agosto 1327] Artlmlno, e irapaurtti 8'arenderono d'agosto .4. — 34. delle spese.... passato] della spesa deIl'anno
pass.ito A. - che fu] omm. A. — 24-25. fiorini.... anno solo] fiorinl e ancora piii A. — 28. cl6 ch'egU avea e tenea]
ci6 che teneva A. — 29-30. la sua .... dl Plsa] la sua e il Uavero ebbc di Pisa A.
154 CRONACA FIORENTINA [A. laa?]
RuBRiCA 435* — Come il Duca fece ardere maestro Cecco (fAscoli fcr eretico.
Uno maestro Cecco d^Ascoli, che fu sottilissimo uomo in astrologia, e dicesi che disse e
dicea contro alla fede, ma mai non lo confessb. Ma pure il fece ardere per alcuna cosa che
in un 8uo libro scrisse delle cose che .... (lacutia); ma dicesi che la cagione perchfe fu arso
/., Ti, si fu che disse ' che madonna Giovanna, flgliuola dello Duca, era nata in punto di dovere essere j
in lussuria disordinata. Di che parve questo essere sdegno al Duca, perchfe non avrebbe
voluto che fosse morto un tanto uomo per uno libro. E molti vogliono dire ch'era nimico
di quello frate Minore inquisitore e arcivescovo di Cosenza, perchfe i frati Minori erano
molto suoi nimici. Di che il fece ardere a di 16 di settembre 1327. E di questo mese a
dl 30 mori il maestro Dino, medico di fisica e lo piii eccellente dottore d*Italia. 1(
RunRiCA 436* — Comc Gianni della famiglia degli Alfani ebbc bando delVavere e dellafcrsona.
Aveasi sl arrecato il duca la signoria, che quasi come tiranno era del tutto signore di Fi-
renze. Di che mandando per la sua guerra di Sicilia per aiuto a Firenze, tenendosi di ci6
consiglio, uno grande popolano, il quale era chiamato Gianni Alfani si levo, e racconto le
spese della guerra dicendo che non era tempo da sfornirsi nfe di denari, nfe di gente, e che 1!
il duca avea piu volte accresciutosi giurisdizione e denari in Firenze, e non avea osservati
i patti, ed oltraccio nelle afflizioni ch'era il Comune li richiedea. Di che per questo il
/., VI, u Duca lo fece condannare in avere ed in persona ' ed abbattere i suoi beni. E cio f u nelFanno
del Signore 1327 a dl 18 di dicembre.
RUBRICA 437* — Come il Bavero diede a Castruccio castella de' Pisani, fcrchh lo accomfa- 2(
gnasse, e si farti fcr ire a Roma.
II Bavero diede a Castruccio delle terre dei Pisani, Sanrenzana, Rotina, Pietracassa,
Versilla, Monte Calvoli, e poi si parti di Pisa a' di 7 di dicembre 1328, e giunse a Viterbo
a* dl 2 di gennaio con bene 3000 uomini di cavallo.
RUBRICA 438' — Come il duca di Calavria si farti di Firenze. 25
n Duca di Calavria, sentendo partito il Bavero, si misse in concio di partirsi di Firenze
tomare nel regno, e fece un parlamento nella sua abitazione, ciofe nel palagio del podesth,
ove furono i Priori ed ogni uficiale di Comune ed ogni buono cittadino. E quivi parlamento,
e proferse allo soccorso de' Fiorentini al tomare, se bisognasse, e volle pure che rimanes-
/.. VI, 83 sero obbligati a 200 000 fiorini,' e lasciowi 1000 uomini di cavallo, pure i peggiori, e menonne 30
seco il fiore, e partissi di Firenie a di 28 di dicembre, e lasci6 suo vicario messer Filippo
da Sanginetto, conte d'Altamonte di Calavria, ed al suo consiglio due giudici, cio fu messer
Giovanni da Civita Ducali d'Abruzzi e inesser Giovanni di Giovanazzo di Puglia. E giunse
all'Aquila a' dl 16 di gennaio 1327.
2. che fu sottUlssimo] lo quale fu solennlsslmo G. R. - in astrologia e dicesi] in astronomia e In rettorica
e In molte scienze e dlcesi G. /?. — 3. fede.... confess6] fede mai non lo confessd G.R.; fede ma io non lo
confesso G. — 4. cose clie.... ma dicesi clie la cagione] cose clie sono contra fede.... (Jacina) ma dicesi che
la caglone /. — 4-5. arso .... Madonna] arso parve che dovesse dire che Madonna G. R. — 7. uno libro. E molti]
S uno libro che si poteva ammendare G, — 8. frate .... perchb] frate Minore inquisitore ed era vescovo di Co-
stanza, perchi G. R. - Minore] omm. A. — 9. Di che il fece ardere] Di che fu arso A. - 16 di settembre] 13 di
settembre G. — 9-10.- E di questo mese a di 30]' E a d\ 30 detto A. — 10. lo pli^ eccellente dottore] lo piil Ta-
lentuomo A. — 12. del tutto] omm. A. — 14, il quale era] omm. A. — 15. spese della] spese e la G. R. —
16. e denari] omm, A. — 17. i pattl ed oItracci6] i patti che aveva promesso, ed oltraccii G. — 18-19. e ci4 fu....
10 di dlcembre] di dlcembre 1327 A. —22. Sanrenzana] Sarezzana G. R. - Pietracassa] Pletrasanta /. — 33. a dl 7]^
omm. A. — 24. a di 2] omm. A. — 27. nel regno] a regno A. - parlamento] partimento G. R, — 29. se bl»
gnasse] se bisogno fusse A. — 30. obbllgati] ubricati A. — 31. a d\ 28] addi 18 A. — 32. cI6 fu] omm. A. — |
33. Civlta Ducali] Civita di Tieti A. /. - Giovanazzo] Giovannozzo A.
[A. 1327]
CRONACA FIORENTINA
155
RuBRicA 439* — Come lo imferadore giunto in Roma fu coronato.
Neiranno del Signore 1327 a' dl 17 di gennaio essendo Lodovico di Baviera, sopran-
nominato Bavero, si si fece coronare, com'fe d'usanza in S. Piero di Roma, e fu coronato
per due vescovi privati di loro vescovadi, Tuno fu quello di Vinegia, nipote del cardinale
da Prato, ed il vescovo di EUera egli e la imperadrice. Ed in luogo dello conte del Palazzo
Laterano, che '1 dee tenere a cresima, il quale era cattolic6, ed erasi cessato, fu fatto conte
Castruccio e cavaliere con grande solennitk.
RuBRicA 439*'''* — ^estV sono i Priori da
Bertuccio Taddei
0 Riccardo di Geri Rusticlu
More Ubaldini
Pagio lacopi
Borone di Barone Cappelli
Pero Bindi
5 Luigi di messer Andrea de' Mozzi, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Giovanni di ser Benvenuto da Sesto, loro
notaio.
Francesco Sassoli de* Sassolini
Berto Cecchi
Simone Bemotti
Piero Guglielmi
Andrea del Nero
Giovanni d'Albizzo Cambi
Lapo di Giovanni Bonaccorsi, gonfaloniere di
lustizia
Ser Giovanni Benintendi, notaio.
Lupo di messer Angiolino de* Magli
Maestro Fagno di Spigliato, medico
0 Ser Lamberto di Neri Cambi
Messer Orlando di Marino, dottore di leggi
Cera (al. Cenni) Ghetti
Luti de' Rittafedi
Ghino di Veri de' Rondinelli, gonfaloniere di
lustizia
Ser Franchino di Vermiglio Caccialupi, no-
taio.
mezzo febbraio 1326 a mezzo febbraio 1327. i., vi, ««
Messer Giachinotto di Trincia de' Corbinelli,
dottore di leggi
Bartolo di Filippo
Francesco di Borghino de' Baldovinetti.
Ubertino ' di Rosso degli Strozzi '•. vi, 85
Nicolao di Nello Rinucci
Maestro Cambio di maestro Salvi, medico
Bemardo di Lapo degli Ardinghelli, gonfa-
loniere di lustizia
Ser Nardo Ciai da Castelfiorentino, notaio.
Gherardino Gianni
Caroccio di Lapo degli Alberti
Donato di Mannino degli Acciaiuoli
Andrea di Betto Minerbetti
Gherardo di Lapo Paganelli
Naddo di ser Spigliato da Filicaia
lacopo d'Adimare de* Beccanugi, gonfaloniere
di lustizia
Ser Bartolomeo di Benedetto Capitani, notaio.
Messer Bartolomeo da Castelfiorentino, dotto-
re di leggi.
Spinello ' Bonsignori /., vi, 86
Bartolo di Maso de' Bonciani
Banco di Lippo Gianni
Lorino Bonaiuti
Berto Salvucci
Filippo di Lando degli Albizzi, gonfaloniere
di lustizia
Ser Bonacosa Compagni, loro notaio.
RuBRXCA 440*- Come Castruccio mor\, e^ figliuoli fresero, e corsero Pisa con gli usciti di Firenze.
Del detto anno 1328 del mese di settembre, essendo il Bavero a Grrosseto, e combat-
0 tendo la terra, gli venne novelle che Castmccio avea abbandonato il corpo, e ranima era
a. Nell'anno. ... gennaio] NelPanno sopradetto di gennalo A. — s- ^S'' * 1" iniperadrlce] 0//»»». A, — 7. Al
terminc di questa ruhrica in G. li. i uno Ifatio bianco, che /. ha compleiato con la liiia seguente dei friori da mezxo
febbraio 1336 a mezzo febbraio 1337. Nel Giordaniano seguono invece quattro rubriche, compilat» iulla acorta dal Villatti
e di qualche altro cronista. II Giordani ha voluto prohabilvicnte sufplire cosi lo sfaxio bianco che considerb coine lacuna
5 del testo, e non come omissione di lista di friori. Senonchi cl:c st tratti di omissionc dei nomi di friori lo conferma A., che
al snlito non segna i nomi dcifriori, e che non ha alcun srgno di lacuna dofo !a rubrica 43<f, — 40-p. 156, 1. I, abbando-
156 CRONACA FIORENTINA (A. ms]
paasata di questo mondo, ed i figlluoli aveano con gli usciti di Firenze cona Pita. H Ba-
vero turbato di ci6, come gli fu fatto a vedere, che era uomo assai credente, gli era messo a
vedere che' figliuoli di Castruccio correano in lega co' Fiorentini, partissi dal campo di Gro»-
seto, sl dal mare, ed intr6 in Pisa a' dl 21 di settembre, ove fu ricevuto, e riform6 Piaa ad
appetito de' nimici di Castruccio. Ed i figliuoli di Castruccio e la madre intrarono in Lucca 5
con gli usciti de' Fiorentini; e fece vicario di Pisa messer Tarlatino de' Tarlati d'Arezzo,
8U0 cavaliere.
/., VI, »7 RuBRiCA 441" — Come' i Ficn-entini n'ebbono Cartnignano fer forza.
L'aimo detto a di 15 di settembre il capitano della guerra de' Fiorentini, ci5 fu mes-
ser Filippo di Sanginetto, si partl da Sanmignato del Tedesco colla gente del comune di Fi- 10
renze , e andonne a Carmignano, e giunse W la mattina vegnente con sua gente e con quella
che d' intomo ordin6 che f osse ivi la mattina, e combatterono il castello di Carmignano dalla
mattina per infino a mezzo di, da undici parti a un'otta, e dierono la battaglia per infino all'ora
detta, e in quelFora intrarono dentro da piu parti, e corsero la terra. La foresteria che v'era
dentro fecero grandissima retta a difesa poi del castello; e molti ne furono morti, feriti e 15
presi. Erano dentro dal castello alquanti iscampati, che si ridussero nel cassero; era tutta
la brigata de' forestieri in Carmignano della gente di Castruccio 50 uomini di cavallo e 600
pedoni ; e li Fiorentini erano 900 barbute e da 500 buoni f anti. Vinto il castello, la brigata
missero a sacco ogni cosa, e pure fu grandissima preda, e poi assediato il cassero e con difici
e con ogni stanzia e argomenti da vincerlo. Di che, il Bavero era gik a Pistoia sua brigata, 20
/., VI, «8 i Fiorentini per paura del soccorso trassero' buoni patti e larghi, e lasciarono uscire quelli
dentro del caasero, e presono il cassero, e diedero ancora loro fiorini 1200 d'oro e ci6 che
adosso ne potessero portare, e ordinarono di riporre Carmignano di minore compresso che
non era e di murarlo, e fecionvi una torre, che ancora la chiamano la torre della porta San-
dinisi per onore del capitano. 25
RuBRicA 442* — Come furono sconfitti e sbanditi i figlittoli di Castruccio c la moglic.
II Bavero era soUicitato da' nimici de' figliuoli di Castmccio, ch'egli non gli lasciasse in
Lucca, perocch^ eglino ne caccerebbono lui di Pisa. Costui credette fare richiedergli; di
che la loro madre compari in Pisa e con danari e gioielli di piu di 10 000 fiorini gli fece
presente, di che parve alquanto raumiliato. Poi pure spinto se ne and6 in Lucca a dl 5 del 30
mese d'ottobre, e qui con sue astuzie e consiglio di nimici de' figliuoli di Castruccio, fece
levare romore in Lucca contro di loro, e presela e missevi un vicario, il quale era della
I^assa Magna, il quale avea nome Ipocrato, ed a' figliuoli di Castruccio si tolse il titolo dello
contado e ducato di Lucca. Tomato a Pisa Ipocrato si s' imparento, e tolse per moglie una
/., vj, »8 figliuola di Castmccio, e molto onorava' i figliuoli di Castmccio. L'altra parte ne presero 35
sospetto, e sobillarono il Bavero tanto ch'egli ritomo a Lucca, e priv6 del vicariato Ipo-
crato; onde con isdegno se ne and6 nella Magna. I figliuoli di Castmccio e la loro madre
nato.... passata] abbandonato il corpo e ranima, ed era passato di questo mondo A. — 2-3. come gli.... figliuoli]
come gll fu fatto aTvedere clie era uomo assai credente che' figliuoU /. La letione del tttto i qmtUa d$ A. cie
concorda coa G. R. — 4. s\ dal mare omm. A, ; mont6 in mare G. Ho conservato la lezione G. R. sebbene non molto
chiara; forse vuol dire pcr la via del mare o lungo la costa del tnare — 3-4. dal campo. . . . in Pisa] dal campo da
5 Grosseto ed entro in Pisa A. — 4-5. ad appctito] aila voglia A, — 6-7. messer Tarlatino cavaliere] messer Tariato
d'Arezzo suo cavaliere A. — 9. ci6 fu] clie era A. — 10. Sangineto] San Giiuneto A. — ii. ordin6] ordinarono
A. • Carraignano] omm. A, — 13. raattina per] mattina G. R. — 19. pure] omm, A. - assediato] assediarono A. —
30. atanzia] istanza A. • Bavero. . . . brigata] Bavero, essendo gla in Pisa e a Pistoia sua brigata /. Iai lexion* dal testo
i fnel/a di A. e di G. R. — 33. e presooo] e tolsersi G. R. — 33-34. di minore. . . . era] minore che non era A. —
to 34-35. Sandinisi] Sandonisi G. R, — 28. eglino ne] omm. A. - credette fare ricliiedergli] credette fece ricliiedergli
G. R. — 39. compari] con patti G. R. — 30-31. del mese] omm. A. — 33. contro di loro. ... vicario] contro loro, di
che vi puose uno vlcario G, R. - e raissevi] di che vi puose G, R. — 33 c 36-37. Ipocrato] lipocrato A.
lA. 1328] CRONACA FIORENTINA 157
furono mandati a' confini a Pontremoli; e questi furono i meriti ch'ebbe Ca8truccio del
servigio rilevato e magnifico che fece al Bavero, che fu il principale uomo per cui il Ba-
j vero ebbe la corona; e cosi intervenne a chi si volle fare signore e forestiere; ed inter-
" venga quello e peggio. Promisse a Lucchesi libert^ ed impuose loro fiorini 1 50 000 e la-
5 sciarli liberi infra l'anno, e cio fatto tomo a Pisa, ed impuose a' Pisani che pagassero fio-
rini 100 000. E cio fu per la grazia che avea fatto loro di trarli delle mani del tiranno, cio^
de' figliuoli di Castruccio, e piu assenti loro che egli dife loro licenzia, cioe a' Pisani, che
a' figliuoU di Castruccio e alla moglie dessero bando di rubelli del contado e della cittk di
Pisa; e cosi fu fatto. E cio fu del mese di novembre a' di 8. Tomo in Pisa anno 1328.
10 RuBRiCA 443* — Come' messer Beltramo dal Balzo vcnne -per -parte del duca di Calavria vi- /., vi, w
j cario in Firenze,
\ Li Fiorentini in questo tempo pensando ch'eglino davano 200 000 fiorini al duca di Ca-
I lavria, figliuolo dello re Uberto; avendogli mandato a dire che gli piacesse, dappoichfe il
] Bavero non era per rentrare nello reame, a lui dovesse piacere di voler loro osservare i patti,
•15 li quali male loro gli attenea, ed a lui volea fossero attesi nobilmente con mandarsene i da-
' nari che dovea logorare in Firenze nelle guerre de' nemici de' Fiorentini, ed egli gli si rau-
• nava in Puglia, e la loro libertk davano a cui di lui, o come gli piacea, e non che liberi,
ma peggio che vassalli. Pure la coscienza lo riprese, e mandovvi uno nobile e franco cava-
I liere ; cio f u messer Beltramone del Balzo con 520 cavalieri di bella brigata. E piu erano con-
j20 tenti i Fiorentini di costui che non sarebbono del Duca per due ragioni: Tuna perch'era
d'arme migliore di lui, e Taltra perch'eglino a tempo pensavano con licita cagione volere
dire al Duca non avere loro attenuti i patti di stare a Firenze, o di tenere e mancare soldo,
e nuUa avea loro osservato a compimento. Intro con grande onore il detto messer' Beltra- /., vj, 9i
mone a Firenze il primo di di novembre negli anni del Signore 1328.
25 RuBRiCA 444* — Come mort il duca di Calavria,
Negli anni del Signore 1328 a di 17 del mese di novembre in Firenze vennero lettere della '
morte di messer Carlo, duca di Calavria e figliuolo dello re Ruberto, il quale era morto il detto
mese a di 8. Di che in Firenze se ne fece grande cordoglio in apparenza, ma nel cuore
grande aUegrezza per le grandi spese dava loro. Fecesene un grande ed onorevole annovale.
50 RuBRiCA 445* — ^esti sono i friori da mezzo febbraio 1327 infino a mczzo dicembre 1328.
Cione Falconi Messer ' Rinaldo Casini /„ vi. 92
Filippo di Duccio de' Magalotti Donato di Giotto de' Peruzzi
Bartolommeo di Guccio de' Siminetti Giotto di Fantone degli Angelotti
Chele di Pagno de' Bordoni Giunta Nardi
5 Neri di Forte de' Bezzoli Coppo di Lapo de' Medici
Messer Bartolo de' Ricci, dottore di leggi Neri Lippi
Bartolo di Ridolfo Guidi, gonfaloniere di lu- Piero Bandini, gonfaloniere di lustizia.
stizia Ser Alessio di ser Barone da Signa, loro no-
Ser Zanobi di ser Bartolo da Pozzolatico, loro taio.
notaio.
I. a' confini a Pontremoli e questl] a' confini nel castello di Ponte Triemoli e questi G,R. — 2. magnlfico]
magno G. R. — 3. volle] vuole G, R. - s forestierej i forestieri G. R. — 6-7. mani .... Castruccio] mani dl figlluoH
di Castruccio G. R. — 8. rubelli] rubello A. — 14. rentrare] entrare G. R. — 15. nobilmcnfe] omm. A, — 16-17. gH
si raunava] gli si murava G.R. — ao. ragionl] cagloni A. — 24. Firenze.... 1328] Firenzc a i\ primo di novem-
bre 1328 A. — 26. a &\ 17 del mese] omm. A. — 28. a d\ 8] a' d\ 9 G. R. — 28-29. In apparenza. . . . onorevoie] in
apparenza, ma per le gravezzc e poco utile, che' Fiorentiai se ne vedeano non fu cosi nelli cuori; e fecesegii grande
ed onorevole G, R. — 39. annovale] annuaie A.
158
CRONACA FIORENTINA
[A. 1028]
/., VI, 93
/., Vil, 94
/., VII, 95
/., vu, %
Lapacdo del Bene
Coppo di Borghese Migliorati
Lottieri Davanzati
Palla di messer lacopo degli Strozzi
Benincasa di Falco
Bartolo di Buonafede
Francesco di Meo degli Acciaiuoli, gonfalo-
niere di lustizia
Ser lacopo di Vanni da Signa, loro notaio.
F»"ance8C0 d'Andrea
Vanni di ser Lotto
Coppo Stefani d«' Bonaiuti
Tecchino di ser Rinaldo
Messer Ugo Lotteringlii, dottore di leggi
Giovanni Villani
Spinello di Primerano, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Piero di ser Macone, loro notaio.
Lapo' di Giovanni Gavacciani
lacopo d'AIberto deiriudice
Gentile di messer Oddo degli Altoviti
Maso Valori
Tinoro di Nardo Guasconi
Giovenco di Cionetto
Cecco di Spina Falconi, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Cecco Gucci da Pontormo, loro notaio.
10
15
RuBRiCA 446* — Comc' si riformh la citta di Fircnze e farte del reggimento dci cittadini c
dei rettori ed ufficiali di Firenze.
NegU anni del Signore 1328 del mese di novembre, come h. detto, li Fiorentini rimasero
liberi per la morte del duca di Calavria, e pensando quale modo fosse quello che gittasse
buona ragione al Comune ed al Popolo nello riformare la cittk, chfe infino a quello tempo gli 20
ulici erano stati eletti a posta del Duca, e pensando che innanzi al Duca relezioni de' Prio-
rati e gli altri ufici sl per 1' ambizione del fumo degli ufici, come per la grandigia de' cit-
tadini, che avieno lo stato, ciascuno tirava acqua a suo mulino, e chi a petizione altrui avieno
condotta la cittk in guerre e in divisioni e in sfette e in maladizioni ; ora i cittadini pensando
di f are ' elezione di nuovo priorato, e di f arlo buono e franco e schietto e non settaiuolo, avuto 25
li Priori piu e piu consigU di richiesti e piu segreti e buoni consigli, in fine diliberarono
con gli consigli opportuni ed in parlamento pacifico in suUa piazza gl' inf rascritti ordini sotto
gravi pene osservare :
In prima che ciascuno Priore con due arroti per sesto di concordia di tutti e sette avesse
a fare una recata di tutti gli uomini guelfi e popolani; li quali fossero degni di essere nel-
Tofizio del priorato, che passassero anni 30 per uno.
Item che ciascuno gonfaloniere facesse con due arroti il simile.
Item che i capitani della Parte guelfa facessero coUo aiuto e consiglio de' loro consi-
glieri il simile.
Item che li cinque della Mercatanzia facessero ancora la loro recata similmente, come
li predetti; s\ veramente che a ci6 fare con gli cinque della mercatanzia fossero due consoli
delle sette maggiori arti per ogni consolato; sicche erano 19 a fare la recata. E che fatte
le dette recate, si riscontrassero tutte e facessesene una, sicchfe ciascun vi fosse una volta e
non piu. E che poi in calen di dicembre nella sala del consiglio si adunassero li Priori e li
12 Buoni Uomini e li 19 gonfalonieri, e d'ogni arte delle dodici' maggiori arti vi fossero due
consoli eletti a squittino per li Priori, e poi per ogni sesto avessero i Priori e li Dodici ad
eleggere per isquittino 6 cittadini popolani e guelfi; e cosi ragunati li predetti 98 uomini
avessero a mettere a uno a uno a partito a segreto squittino a fave nere e bianche quegli
che recati erano, e quale per 66 fave la vincesse, allora in 6 borse per 6 sesti s'imborsas-
l8. dcl mese] omm. A. - come e detto] omm, A. — 19. qualc modo fosse] omm. A. — 20. ed al Popolo] omm.
A. — 23. e chi a] e clie a /. — 34. sfette] sbtta A. — 25. e schletto] omm. A. — 36. e buoni consigll] omm. A. — 27. ed
in parlamento] paclfico ed 11 parlamento patelic6 G. R. — 38. osservare] ordinare G. R. — 39. due arroti] al
poito di qutste due parole e una lacuna in G. R, — 33. capitanl] cittadinl G. R. — 39. nella sala] nella generale sala
5 G. R. — 40. o d'ogni arte] e ogoi arte A. — 43. a partito] omm. G. R. — 43-44. quegli che] qualunque G. R.
[A. 1328] CRONACA FIORENTINA 159
sero. E di quegli si traessero, quando fosse finito ruficio degli altri e tre dl innanzi; ed
allo detto squittino si ricevesse una fava sola in mano di frati, e nel bossolo si ponesse e
portassesi in luogo che altro che li frati non lo sapessero; si veramente che i frati fossero
tutti forestieri di queste regole : due Minori, due Predicatori e due Romitani ed a parte ed
5 a vicenda annoverare, e poi cosi descritti ed imborsati in una cassetta si mettessero nella
chiesa dei frati Minori, e simile 1' uficio de' Dodici e de' gonfalonieri. La detta cassa avesse
fc tre serrami; l'una tenesse il guardiano de' frati Minori, l'altra i frati di Settimo e 1' altra il
r capitano del popolo; ed al tempo della tratta, ragunato il consiglio del popolo, venisse la
f cassa accompagnata dalla f amiglia de' Priori nel palagio, ed ivi a sorte ed a fortuna si traes-
10 sero delle borse; ma il gonfaloniere della Giustizia s'osservava' in questo modo cio^. ... E /., vxt, 97
similemente d'ogni due anni si rifacesse di nuovo, e mettessersi insieme quelli che usciti non
fossero con divieto due auni la persona propria, uno il padre, fratello e figliuoli e sei mesi i
consorti. E i gonfalonieri e li Dodici quattro mesi per uno durassero. Ed il consiglio fosse
ancora squittinato tra' Priori e coUegi, e fossero 300 il consiglio del popolo e 150 quello del
5 Comune, nel quale f ossero, ciofe in quello del Comune, buoni uomini di f amiglie ; ma in quello
del popolo fosse ogni uomo di famiglie e mercatanti e d'ogm ragione popolani, ma guelfi. E
levossi ogni altro consiglio; ed il simile feciono de' rettori forestieri imborsazioni. Ancora
le dodici arti maggiori fecero li loro consoli a quello medesimo modo.
RuBRiCA 447* — Come' i Fiorentini fosono una imfosta a' cherici; efu fosto lo intradetto a /., vn, 9»
50 Firenze.
In questo anno con licenzia del Papa si puose al chericato di Firenze una imposta a
ragione di fiorini 1 2 000, e li cherici non lo volsero pagare ; convenne f ossero sforzati. Di che
puosero lo intradetto a di 1 8 di novembre ; poi lo vescovo ch'era ito nella Marca, torno a
Firenze e veggendo che questo era f atto per difendere cosi li beni dei cherici, come di laici,
!5 da' nimici di S. Chiesa, levo lo intradetto.
RuBRiCA 448'' — Co7ne messer Beltramonc dal Balzo, cafitano dei Fiorentini e del re Ruberto,
corse a Pisa ed a Lucca.
In questo medesimo tempo del mese di gennaio a' di 10 messer Beltramone dal Balzo
capitano dello re Ruberto e de' Fiorentini con 1100 uomini di cavallo e molti pedoni ca-
K) valco a Pisa, essendovi dentro il Bavero ed il loro antipapa, cioh frate Pietro da Corvaia
con sei cardinali, e stettero a Ponte di Sacco due di e due notti, e fecero grande danno a'
Pisani di prede e di pregioni. Fu ' richiesto il Bavero mandasse sua gente f uori ; rispuose /., vn, 99
ch'egli li pagassero, e manderebbela. Poi a dl 21 di febbraio del detto anno li Fiorentini
medesimamente cavalcarono a Lucca, e fecero grande danno di preda e di pregioni.
JS Rubrica 449* — Come i Fiorentini scopersero il trattato dello imferatorc; e qttcllo chc nc scgui.
Nel detto anno a' di 16 di gennaio 1328 fu riportato a' Priori che uno Giovanni del
Sega da Carlone cercava di fare uno trattato in questo modo: che un Ugolino di Tano degli
I. e tre d\ innanzi] e innanzi per tre d\ G, R. — 1-4. ed allo detto squittlnio. . . . ed a parte] e lo detto aquit-
tino si tenesse il segreto pcr gli f rati di qucste regole e tutti forestieri, due per gli frati Minori, due per gli Pre-
dicatori, due per gU Romitanl e a parte A. — 8. tempo della tratta] tempo detto G. R. - del popolo] otnm. A.
— 9. Priori] Signorl A. — 10. ia lacuna i aeffnata in A. e in G. R. — ii-u. non fosscro. ... due annl] non fos-
«reo, ed ebbono ii divicto usato ciofc due anni G. R. — 12. la persona propria] la persona del Priore G. R. - uno]
omm. A. — 13-15. e li Dodici. ... buoni uomini] e dodicl squittinassero 1 consigli del Popolo e Comune insiemc coi
Priorl; e il consiglio dci popolo fussino uomini 300 e quello dei Comune ijo e In quello dei Coraune fussino buonl
uoniini A. — 16. d'ognl ragione.... guelfi] d'ogni condizione popolani e guelfi G. R. — 21. con liccnzia] pcr
licenzia G, R. — 28. a dl 10] a dl 11 A, — 29. Ruberto] Uberto A. — 33. [pagassero pregassero G. /?.; pagassero /.
160 CRONACA FIORENTINA [A. 1328]
Ubaldini dovea mettere in Firenze una quantit^ di f anti ; li quali questo Giovanni coUocava
con certi suoi amici in Borgo S. Pagolo, e la gente del Bavero era a Pistoia ed alle frontiere,
/., vu, 100 e doveva essere la notte alla porta d^Ognissanti, e certe case in Firenze' torre a pigione di
\h d'Arno nel sesto d'01tramo piene di stipa, e in quello di San Piero Scheraggio appigliarvi
il fuoco, e quando foasero tratti allo romore del fuoco, allora li fanti di Borgo San Pagolo 5
doveano sbarrare lo borgo d^Ognissanti e di S. Pagolo, e ire a rompere la porta il Prato, e
la gente intrare dentro e gridare: " Viva lo 'mperadore „. Questa cosa si si scoperse; di che
fu attanagliato Giovanni detto e propaginato e tre altri strascinati ed impiccati, ed Ugolino
ed altri ebbono bando. Quelli che lo rivelarono ebbero denari ed arme,
RuBRiCA 450* — Come in questo anno fu gran carcstia in Firenze. 10
Neiranno del 1328 e 29 fu in tutta Toscana grande carestia, tale che valse lo staio del
grano fiorini uno d'oro, e in ogni altra parte d' Italia valeva piu che a Firenze ; perocche il
comune di Firenze mand6 in Sicilia ed in altre luogora, tanto che lo misse a mezzo fiorino
lo staio; e ci6 non dava dovizia perchfe non v'era danari, II Comune diliber6 di fare pane,
il quale fosse di 6 once a denari 4 Tuno, ma era il terzo orzo, e con questo ne perdfe il Co- 15
i., VII, 101 mune, veduta la ragione, 60 000 fiorini o circa, E tutte le terre d'ltalia cacciavano ogni' re-
gola di religione, salvo i necessari, ed ogni persona che per accatto andasse cercando; ed
i Fiorentini ricettarono ogni persona, e niuno n'accumiatarono.
RUBRICA 451* — ^uesti sono i Priori da mezzo diccmbrc 1328 a mezzo diccmbre IJ92:
Priore di ser Bartolo Guido di Lapo Guazza 20
Bonaccorso Bentaccordi Anselmo di Palla
Cino di Tano Messer Forese da Rabatta, dottore di leggi
Michele di Cione Maffei Albizzo di Ricco degli Albizi
Salvino Armati Cione di Bonsignore Bisarnesi, gonfaloniere
Matteo Benvenuti di lustizia 2S,
Zato di Gaddo Passavanti, gonfaloniere di lu- Ser Giovanni Pizzini, loro notaio.
stizia
Ser Romolo di ser Triccolo, loro notaio. Messer Tommaso Corsini, dottore di leggi
Messer Gianiano di Lapo de' Rimaldelli, dot-
Neri di Boccuccio di Manno Vettori tore di leggi 3(-
Messer Lorenzo di messer Caro, dottore di Messer Ranieri del Forese, dottore di leggi
leggi Ugolino d'Andrea
Valorino di Lapo Valori Nerone di Nigi Dietisalvi
Feduccio di Duccio della Marotta Ricciardo de' Ricci
Giovanni di Donato Viviani Ser Gianni de' Siminetti, gonfaloniere di lu-
Simone di Spigliato da Filicaia stizia
Filippo Bencini del Sanna Benci, gonfaloniere Ser Lippo di ser Cambio da Vinci, loro no-
di lustizia taio.
Ser lacopo del maestro Salvi, loro notaio,
Cionino di Cione degli Aglioni
/., vu, loj Bertuccio' Taddei Filippo Buonfigliuoli
Gherardo di Volpe de' Canigiani Foresino d'Andrea degli Abbruciati
Lotto Donati deIl'Antella Piero Ceffi de' Beccanugi
3. doveva] dore G. R. — 4. d'01trarno] al posto di qucste farole h tma lacuna in G. R. — 9. ed altrl] con al-
trl -«^. — II. NeU'anno..., fu] Nciranno detto fu A. — 11-12, valse,... parte] vaUe fiorini uno d'oro lo sfaio e
In ognl parte G. R. — 13. valeva] vaise G. R. — 12-14. a Firenze... . lo staio] a Firenze pcr buonl prowedlraentl
fatti per lo Comune lo mise 11 Comune a fiorino mezzo lo stalo A. — 14. e cl6 non dava dovizia perche non v'era
danari] omm. G. R. — l6. 60 000 fiorini o circa] circa 61 000 fiorini d'oro G. R. — i8. accumiatarono] acomiatarono A.
[AA. 1328-1329] . CRONACA FIORENTINA 161
Conte d'Averardo de' Medici Tano Baroncelli
Taldo Valori Rinuccio Cocchi
Bartolo' di Lapo Benci, gonfaloniere di giu- Ubertino del Rosso degli Strozzi y.,vii, 103
stizia Gherardo di Lapo Paganelli
5 Ser Nardo Ciai da Castelfiorentino, loro no- Maestro Cambio del maestro Salvi
taio. Nicolao di Nello Rinucci, gonfaloniere di giu-
stizia
Neri di lacopo Ser Cione di messer Ranieri Bondoni, notaio.
RuBRiCA 452* — Come' fu mozzo il cafo a Tano da lesi, eletto in capitano del comune dei /., v«, uo
10 Fiorentini.
Venne in Firenze novelle, come il conte Gianni del legnaggio de' Chiaramonti, ciciliano
e conte di Chiaramonte, cacciato di Sicilia, che era capo di tutti i Ghibellini della Marca, ed
era intrato in lesi della Marca, della quale Terra era tiranno e signore Tano da Castello delli
Ubaldini della detta Terra di lesi, e che intrato lo conte, e volendo con titolo di ragione ta-
1 5 ghargli la testa, lo f acea martoriare e conf essare ch'egli era traditore dello imperio, e che avesse
col papa Giovanni lega e in dispetto e danno del Bavero. Questi disse cio che volle, e poi
disse : " lo muoio, e non per questo f allo, ma perocch' io trattava tradire i Fiorentini, uomini
giusti, perocch'io era eletto loro capitano di guerra, ed a posta della setta de' GhibelHni
pensava cacciare gli altri „. Cio era messer Simone della Tosa e gli altri suoi seguaci. Cio
20 fu negli anni del Signore MCCCXXVIII a di 8 di marzo.
RuBRicA 453* — Come lo Bavero si farti di Pisa, e andonne in Lombardia. '
Gli anni del Signore 1329 a di 11 di aprile si partl lo Bavero da Pisa con cinquecento'
cavalieri, perocche lo tempo addietro avea perduto tutti i Tedeschi della Bassa Magna; li /., vn, 111
quaH per lo sdegno della partita deiripocraro, che avea privato del vicariato di Lucca, se
35 n'andaro, come narrato aviamo addietro, ed itisi al Cerruglio a fare guerra a' Lucchesi.
Lascio in Pisa 600 barbute, e vicario di Pisa messer Tarlati de' Tarlati d'Arezzo, e in Lucca
lascio 400 barbute, e vicario di Lucca messer Francesco Castracani, cugino di Castruccio,
e non amico de' figliuoli di Castruccio, e rimase vicario per fiorini venticinquemila, che egli
prest6, owero dono,
30 RuBRicA 454* — Come i Fiorentini fotcrono aver Lticca, e non la vollero.
A' Fiorentini, sempre per Fambizione dello stato convenne che fosse male menato il
Comune di Firenze, imperocchfe, come detto e nello precedente capitolo, i Tedeschi della
Bassa Magna erano a Cerruglio, e partito lo Imperadore, cio^ il Bavero, a' dl 15 di aprile,
avendo con loro messer Marco di.... della casa de' Bisconti, il quale con certi accordi del
35 Bavero il teneano per istaggio di danari e paghe a ricevere, e fecionlo capitano, e questa
notte intrarono in Lucca per la Gosta. Lo terzo dl fecero accordo co' Lucchesi, ed a loro
si dierono messer Pino della Tosa ed' il Vescovo, che avieno piii tempo trattato d'avergli /., vn, 113
10. A quetta ruhrica (451*) in I. segue una nota nella quale sono i nomi dei gonfalonieri di compagnia c dei
Dodid Buoni uomini che 1. ricavi da un ms. della Magliabechiana. Nh G. R., di cui si scrviva I., ne G. che fur ia
te liste dei priori, hanno quelle de' gonfalonieri. Non credo quindi fosscro nelPautografo, tfperh non la riforto. —
ii.ciciUano] uomo di Sicilia G. R. — 12. clie era] ed era G. R.— is.Iesi] lexi A. — 13-14. Tano.... della detta Terra]
Tano (lacuna") della detta G. R. Anche in A. era una lacuna sufpUta da altra mano col nome che ko riforlato nel tcsto, —
33. cavalieri] cavagli A. — 33-24. li quali] omm. A. — JS- come] secondo A. — 26. 600 barbute] 600 cavagli A.
- dei Tarlati] al fosto di qiieste farole h una lacuna in G. R. — 27. Castracani] Castruccini A. — 39. ovvero don6]
o vero fu dono G. R. — 32. come detto 6] come h narrato A. — 33. Magna] omm. A. — 36. intrarono] intrato
G. R. - i)er la Gosta] omm. A. ; Costa G. Nella rubr. 479 l'A. /ar/a delta Costa di Buggiano, eastello net Lucchese.
E prohabilmentc la medesima locallth, di cui qui fa cenno.
T. XXX, p. 1 — u. .
162 CRONACA FIORENTINA lA. i329j
al soldo, ma peroccTife il Bavero teneva ancora trattato con loro, non era il Connine fidatosi.
Come cbbono questa brigata, ch'erano 650 barbute, Lucca libera, profersonla al Comune di
Firenze per mezzo di messer Pino detto e del vescovo di Firenze. Addivenne che '1 Co-
mune di Firenze di ci6 si consigliarono piii e piu volte tra loro. Messer Simone, come non
amico del consorto, cioi: di messer Pino, per astio con loro disse che conciosiacosachi la
casa de' Bisconti era nimica de' Fiorentini, non era da fidarsi di loro, nh di lasciare in
Lucca 1 figliuoli di Castruccio. Le quali cose chiedeano ne* patti, ciofe: d'essere al soldo
de' Fiorentini per uno anno, e' figliuoli di Castruccio stare in Lucca come cittadini, e vo-
leano, per loro soldi ritenuti dal Bavero e per tranquillo del Comune di Firenze, tenuti fio-
rini 87 migliaia. Sarebbesene fatto tara del terzo, opiu; ma messer Simone della Tosa per l"
la detta cagione, mostrando piii ragioni, linse di lasciarla Lucca e di non torla ; la quale gitto
poi non buona ragione a' Fiorentini. E ci5 fu negli anni del Signore 1329 a dl 18 d'aprile.
RUBRICA 455' — Cotne^ fu fatta face tra' Fiorcntini c' Pistolesi.
/., VII, \\i Negli anni del Signore 1329 a' dl 29 di maggio si compil6 una pace franca tra Fio-
rentini e' Pistolesi, infra' quali questo fu reffetto: Che' Fiorentini avessero la guardia della 1
cittJi, e che i Guelfi rientrassero tutti dentro, e salvo i Tedici, e raccomunassorsi gli ufici, e
che ogni insegna d'aquila del Bavero o di Castruccio e de' Ghibellini si levasse via; ed i Ghi-
bellini in luogo deiraquila pigliassero Tarme i nicchi di San lacopo. Ed ebbono i Fiorentini
Monte Murlo e Vittolino, Carmignano, Artimino. Ed ogni Terra, che '1 Comune di Firenze
tenesse, confermarono, e diedero in perpetuo a' Fiorentini i Pistolesi. Ed ebbono la guardia 2
di Tizzano i Fiorentini. Della quale cosa in Firenze si fece grandissima festa di giostre, d'ar-
meggiare, di danze e di suoni il di dell'Ascensione.
RuBRiCA 456" — Come il vicario del Bavcro fu cacciato di Pisa.
I Pisani coiraiuto di messer Marco Bisconti e coUa brigata di Lucca, ciofe co' Tedeschi
dal Cerruglio, cacciarono messer Tarlato vicario del Bavero, e riformarono la Terra a Co- 2
/., VII, lu mune.' E ci6 fu negli anni del Signore 1329 a' dl 18 di giugno.
RuBRiCA 457' — Cotne messer Marco venne in Fircnze ■per lo trattato di Lucca.
Messer Marco Bisconti, quando fu in Pisa sl disse alla brigata del Cerruglio, di cui era
staggio per lo Bavero per le loro paghe: che se fosse loro piacere, anderebbe a Firenze a
cercare il trattato. E cosi gli fu concesso. Di che venne in Firenze a' di 27 di giugno detto 3
anno, e proferto Lucca, come detto h. addietro. Messer Simone per invidia del consorto mes-
ser Pino della Tosa, suo consorto, lo sconsiglio tanto che non si prese. E fugli donati fiorini
mille, e non tom6 a Lucca, e andonne a Melano, ove da' fratelli fu strangolato.
RuBRiCA 458* — Come le castella di Valdarno fecero face col Comune di Fireme, e tolsero
ca-pitano Jiorentino. 3
Le castella di Valdinievole fecero pace col Comune di Firenze, e promessero trattare
gli amici per amici e nimici per nimici.... Fiorentini, facessero cio appiacesse a loro vo-:^
lontk, e tolsero il capitano fiorentino. E ci6 fu nel detto anno a' di 21 di giugno.
3. detto] omm. A. — 3-4. Addivenne .... messer] Avvenne che il Comune ebbe consiglio da sua cittadini
pi5 e piii TOlte dove messer A. — 5. dlsse] omm. G. /?. - consiosiacosachfe] omm. A. — 7. cioe] omm. A. —
II. finse] Tinse A. — ij. a d\ 18] omm. /.; a d\ 39 G. R. — 14. a d\ 29] a d\ 34 A. - franca] om. A. — 15. Pi-
stolcsi.... enTetto] Pistolesi in questo effetto A. — 16. tutti] omm. A. - raccomunassorsi] raccomunassero G. R.
— 17. inscgna d'aquila del Bavero] insegna di quella del Bavero /. - 0] omm. G. R. - ■ 31-12. armeggiare] arraeg-
gerle A. — 32. suo consorto] omm. G. R. - tanto che non si prese] tanto questo fatto non si fece A. — 37-3^- °'-
micl.... e tolsero] niraici e tolsero A.; la lezione lacunosa rifortata nel te$to i eU G, R.; I. non tien tonto della la-
funa - facessero . . . . volontA] omm. A.
[A. 1329] CRONACA FIORENTINA 163
RuBRiCA 459* — Come^ i Fiorentini fecero face co' Pisani -per una cavalcata che fecero i /., vu, iis
Ftorcntini.
Nel detto anno i Pisani, sentendo la discordia de' Fiorentini e la compra che si trat-
tava di Lucca, temendo non avere vicini i Fiorentini, feciono la detta compra per sessanta-
! 5 mila fiorini, e dierono caparro quattordicimila. I Fiorentini, sentendo ci6, per istroppiarla,
il capitano messer Beltramo dal Balzo fecero cavalcare, e disertarono molto la Valdera, e
disfecero due loro castella, cio fu Pratiglione e Camporena. E cio fu di luglio, e incontanente
si cerco la pace nel borgo a S. Marco di Pisa, peroccM i Fiorentini corsero infino airantiporto.
E fatto cio, a' dl 12 d'agosto si fermo la detta pace con molte franquigie de' Fiorentini.
10 RuBRicA 460* — Come i Fiorcntini rifresero le ville d' Amfinana.
Come detto abbiamo addietro rubr. 401, quando il Comune di Firenze fu sconfitto ad
Altopascio, il conte Ugo da Battifolle s'avea ripreso le ville e i popoli d'Ampinana di Mu-
gello. Di che i Fiorentini mandarono a ritorgliele. E ci6 fu nel detto anno a' di 15 di luglio.
RuBRicA 461* — Come^ si ruffe Vaccordo della lega di Valdinievole co' Fiorentini, e il Co- /., vn, U6
15 mune n'ebbe Monte Vettolini.
La lega delle castella di Valdinievole si era fattd, come detto fe, del mese passato, terza
rubrica addietro. Li Ghibellini, amici de' Castruccini, ruppero la pace, e tolsonsi Monte
Catino coUe masnade de' Lucchesi, ch'erano ad Altopascio. Di che i Fiorentini cavalcarono
a Montecatino, ed arsono il borgo. Di che quegli di Monte Vettolino, che erano in trattato
20 con quelli di Montecatino, venendo in Montecatini per trattare con gli amici di Castruccio,
per messer Amerigo Donati furon presi e menati a Monte Vettolino, e renderonsi al Co-
mune, e poi si guerreggio Montecatino. E messer Amerigo Donati era capitano delle ma-
snade fiorentine. E cio fu a' dl 18 di luglio 1329.
RuBRiCA 462* — Come i Tedeschi di Lucca vendcronla a Gherardino Sfinoli di Genova, e
25 come i Fiorentini fecero rubellare il castello di Collodi.
L'anno del Signore 1329 del mese di settembre li Tedeschi di Lucca da capo vollero
fare vendita a' Fiorentini; non si pot6 vincere in Comune per la setta di messer Simone' /., vii, 117
della Tosa. Di che i Fiorentini, mercatanti e buoni uomini, per lo Comune la vollono torre,
e delle gabelle pagarsi con certi sconti, tenendola tanto, fossero sodisfatti coiraiuto di certi
30 mercatanti usciti di Lucca, i quali pagavano il quinto degli ottantamila fiorini. Lo che fu
loro vietato, ed alcuno ne fu condennato per volere in vergogna de' Fiorentini comperare
uomini, dicendo ch'era vergogna di Comune, che una cittk di mercanzia presa per guerra
da' Tedeschi si comperasse la preda, ciofe la cittk di Lucca. Di che uno, messer Gherardino
degli Spinoli, la compero per trentamila fiorini d'oro; il quale prese la possessione della cittk
35 di Lucca, cosl comperata, a' di 21 d'ottobre 1329. Subito richiese i Fiorentini di pace; fugli
negata; richiesegli di tregua; fugli negata; richiesegli di lega contra al Bavero e contra a
ogni nimico de' Fiorentini e suoi; nulla ne vollero, ma fecero rubellare CoUodi. Di che
subito messer Gherardino vi mando Toste, e riebbelo, perchfe i Fiorentini non lo soccorsero
al termine dato. E questo ne segul alla vergogna de' Fiorentini.
5-7. per Istropplarla .... disfecero] per istorpiarla feciono cavalcarc messer Beltramo dal Balzo loro capitano
in Valdera e disertarolla e disfeciono A. — ii. rubr. 401] omm. A. — 12-13. di Mugello] al fosio di gueste fa-
role i una lacuna in G. R. — 16-17. e del mese.... rubrica] omm. A. — 19. quegli] questi A. — 31-23. e rende-
ronsi al Comune e pol si guerreggi6] e rendersi quelU di Montc Vettolino e guerreggiossi G. /?. — 26. del mese] omm.
A. - di Lucca da capo] da capo di Lucca A. — 33. si comperasse la preda] sl comperasse per la preda /. — i-
34. d'oro] omm, A. - iX qualej omm, A. — 37. nulla ne vollero] nol Tollono A, — 39. dato] omm. /.
164
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1329-1330]
/., vit,iii RuBRicA 463' — Come' i Fiorentini ebbero la guardia di SerravaUe.
I Pistolesi si vedeano in pace per la guardia che' Fiorentini aveano della citti di Pistoia.
Di che i Ghibellini videro che la guardia di Serravalle era loro in quistione ed in noia per
la guerra di Lucca, si pensarono di darla a' Fiorentini per tre anni, e cosl fecero. Di che
questo fu molto piacere a' Fiorentini per sicurtk di Lucca e della guerra di Montecatino.
E ci6 fu del detto anno a' dl 11 del meae di novembre.
RuBRiCA 464* — Come la brigata di Firenze intrb in Montecatino, e i Fiorcntini morti e fresi.
La brigata del Comune di Firenze, ch'era a Montecatino ad assedio, una notte v'intra-
rono di furto e con iscale, U quali essendo in nella Terra, e gik iti alla porta per aprirla
e mettere dentro gli altri, H forestieri, che v'erano dentro, si rawidero ed armarsi, e rup-
pongli, e fume morti 19 e presi circa 60. E ci6 fu a' dl 17 di febbraio 1329.
/., vn, 119 RuBRiCA 465* — ^testi' sono i Priori da mezzo diccmbre ij2p a mezzo dicembre ijjo.
/., vn, 130
/.. vu, 121
Lapo di messer Angiolino de' Magli
Lapo di Giovanni Bonaccorsi
Donato degli Acciaiuoli
Cino Michi
Ghino di Veri de' Rondinelli
Messer Covone de' Covoni, dottore di leggi
Maestro Lapo del maestro Rinuccio medico,
gonfaloniere di lustizia
Ser Marco di ser Bano da Ugnano, loro notaio.
Fuccio Amadori
Porcello di Recco da Ghiacceto
Tuccio di Dello degli Scilinguati
Bingeri di Nardo degli Oricellari
Giovanni d'Uberto Cambi
Messer lacopo di Neri de' Ricci, dottore di
leggi
Duccino di Guido de' Mancini, gonfaloniere
di lustizia
Ser Piglialarme Pacini, loro notdo.
Piuvichese Brancacci
Caroccio di Lapo degli Alberti
Bartolo de' Bonciani
Francesco di Lapo loanni
Vanno Armati'
Chele Guamieri d'Aguglione
Francesco Borghini, gonfaloniere di lustizia
Ser Bartolommeo del maestro Alamanno da
Castelfiorentino, loro notaio.
Francesco di Cenni Bigliotti
Roggieri di messer Lapo da Castiglionchio
Nerozzo di Meo
Cecco di Gianni
Giovanni di Bernardino de' Medici
Vanni di Benintendi degli Albizzi
Falconiere di Baldese, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Francesco di ser Giovanni di ser Lapo
Bonamichi, loro notaio
Francesco Sassoli
Coppo Borghesi
Ser Lamberto del Neri Cambi
Chele Pagni de' Bordoni
Taddeo di messer Aldobrando da Cerreto
Lapo Rinaldi
Cenni Ghetti, gonfaloniere di lustizia
Ser Ventura Monachi, loro notaio.
Gheradino di Gianni
Maestro Fagno, medico
Ubaldino di Niccolo degli Ardinghelli
Palla di messer lacopo degli Strozzi
Federigo Soldi
Bartolo' Buonafedi
Lapo Covoni, gonfaloniere di giustizia
Ser Cambio Micheli da Castelfiorentino, no-
taio.
4-S. fecero.... sicurti] feciono che l'ebbono i Fiorentinl molto a bene per sicurta A. — 6. del mese] omtn. A.
10. metteredentro.... forestieri] mctter dentro gll altri forestieri A. — n. 19] 30 A - circa] omm. A.
[A. 1330] CRONACA FIORENTINA 165
RuBRiCA 466* — Come^ i Fiorentini fecero ordini so-pra i vestimenti delle donne, e raffrenarono /., vn, 125
altrc disordinate sfese.
Aveano i Fiorentini molto strabocchevolmente allargato la mano nelli conviti e vesti-
menti delle donne loro e di loro persone. Di che per queste spese aveano grandi affanni
5 per le guerre, che non poteano piu Tuna ' e TaltTa spesa e delle gabelle comportare ; e pure /., vn, 125
chi per ricchezze, e chi per boria, pure portavano la spesa; ma in comune se ne ricevea gran
danno. Di che si elessero uficiali a fare ordini assai convenevoli, e uficiale forestiero elessero
a cio fare esecuzione e riscuotere le pene. E cio fu negli anni del Signore 1330 d'aprile.
RuBRicA 467* — Come messer Gherardino, signore di Lucca, colVaiuto del marchese Sfinetta
j 10 e de' Pisani tolsero il castello d' Uzzano de' Fiorentini.
Messer Gherardino, vedendo i Fiorentini averlo nimicato, dappoich^ fu signore di Lucca,
segretamente richiese i Pisani, e da loro ebbe gente contro al Comune di Firenze ed an-
cora d'altre amistk ; inf ra' quali f u il marchese Spinetta Malispini. E partito di notte di Lucca
in suiralba per trattato intro in Uzzano, il quale si tenea per gli Fiorentini, nel quale v'era
.15 caporale dentro due dello lignaggio degli Obizi, ci6 furono.... ed eranvi con 170 fanti, e
tutti erano presi, e morti vi furono dentro. E con molta furia vollero fornire Montecatino,
dov'era Tassedio per gli Fiorentini, e non venne lor fatto, e tornossi in Lucca. E cio fu a'
di 23 d'aprile 1330.
RuBRicA 468* — Come' i Fiorentini ebbero Montecatini, frima ricevuto alcuno danno da messer /., vn, in
20 Gherardino, signore di Lucca.
Per piu riprese s'era sf orzato messer Gherardino, signore di Lucca, di volere levare Tas-
sedio de' Fiorentini dal castello di Montecatini, e piu volte fatte generali cavalcate, infra
quali nonnullo onore n'avea avuto. E ci5 era, perocchfe il Comune di Firenze avea jiffossato
tutto intorno il piano di Montecatino, cio^ da pi^ di Serravalle infino alla Pieve a Nievole
25 e di sopra infino a Buggiano ch'era circa cinque miglia di fosso e steccato e di sopra molte
bastie, di che intrare, nh uscire non vi si potea. Di che ultimamente tra d'amist^ e di soldo
messer Gherardino rauno gran gente da pife e da cavallo, bene che sempre v'erano sottacqua
la gente de' Pisani, e vennero agli steccati e fossi detti di Montecatini, e non vi poterono
approdare nulla. Di notte con usciti di Firenze andarono ad un passo d'un ponte 600 uo-
30 mini appi^ e 350 a cavallo appi^ di Serravalle, e passaro perocchfe i fossi e steccati del-
Toste erano volti due fiumi ed uno fossato, cio^ la Nievole e la Borra e lo fossato di....
sicchfe se non passavano per quel luogo, d'aItronde non poteano ' passare, e passati n'anda- /., vn, m
rono alla Pieve a Nievole, e combatteronla, e vinserla per forza, e preservi dentro messer
lacopo de' Medici. I Fiorentini subito si tolsono il passo, acciocchfe pi{i gente non vi potesse
35 passare, ed i passati non tomassero; di che convenne loro pigliare la via del poggio, e ri-
cogliersi a Montecatini, rinchiusi dentro. Come che a' Fiorentini fosse vergogna lo perdere
la Pieve, fu loro utile, chfe quelli di Montecatini mangiavano tra per loro e per li cavalli
la roba piu tosto, ed entrare non vi potea piu nulla. Di che messer Gherardino si parti tra
per questo che non potea soccorrere, e perchfe fu ferito da Giovanni de' Castracani, nipote
3. strabocchevolmente] omm. A. — 4. per] 0»»»«. /. — 8. a ci6 fare] per fare A. - del Signore] omm. A. —
II. averlo nimicato] avendolo inimicato G. R. — 12. e da loro] e dl \k A. — 14. il quale si tenea] che cra A. —
16. furia] al fosto di guesla farola h una lacuna in G. R., che I, ha $upflito con la farola sforzo — 17. dov'era l'as-
sedio per gli Fiorentini] dov'era il campo dei Fiorentlni A. — 17. e cl6 fu] omm. A, — 23. nonnullo onore] nullo
onore /. — 24. di Montecatino ciofe] omm. A. — 29. 600] 700 A. — 31. Borra] Bura A. — 32. d'altronde] al-
tronde G. R. — 33. per forza] omm. G. R. — 34-35» potesse passare] passasse G. R. — 38. roba. ... potea] roba e
piu tosto Intrare non vl potea G. R. — 39. questo] omm. A. — 39-p. 166, 1. i. nlpotc dl messer Francesco] omm, A.
166 CRONACA FIORENTINA [A. laaoj
di messer Francesco. Onde in capo d'otto dl fecero patti quelli forestieri di Montecatini di
lasciare la Terra, e sani e salvi con cavalli ed arme potersene ire a loro posta, e cosi fu
loro osservato. I Fiorentini intrarono in Montecatini. E ci6 f u a' dl 19 di luglio 1330.
/.. vn, iM RuBRiCA 469' — Come ' scurb il sole fiu dclla meta, e fu assai scuritit.
Nel detto anno e del mese di luglio a di 16, circa le 20 ore, 08cur6 il sole bene la met\ 5
del 8U0 corpo, e as^ai rendfe oscuritk ; e molti ne parlarono variamente de' segni che perci6
dovea avvenire, come h sempre di ci6 usanza parlare, e per6 noi di ci6 ci taceremo.
RuBRicA 470* — Come messer Gherardim ebbe il castello di Buggiano, che teneano i Fio-
rcntini, c taglih la testa a certi Lucchcsi. ,
Le sfitte e l'ambizione de' Fiorentini sempre lianno avute di grandi spese loro e vergogne. 10
Questo dico, che poterono, come detto 6 addietro in piii parti, e spezialmente nella rubri-
ca 454*, che' Fiorentini poterono avere Lucca con poco gosto allo Comune, e non la voUono.
E ogni dl, poich6 l'ebbe messer Gherardino, cercavano di toglierle, perocchfe teneano trattato
con certi li quali erano in Lucca. Di che '1 trattato si senti per messer Gherardino, e mand6
per Tamisth, e corse la Terra, e prese certi; infra' quali fu messer Pagano Quartigiani e.... 15
/., vij. 130 suo nipote e altri loro seguaci. Di che ne fece morire lui' e dieci altri, e molti ne mand6
fuori, e subito cavalcare fece sua brigata, e prese il castello di sopra di Buggiano. E dicesi
per ismemoraggine del podestk, che v'era messer Tegghia di messer Bindo Buondelmonti. E
ci6 fu a' 19 di settembre 1330.
RuBRicA 471* — Come il Comune di Firenze fece oste a' Lucchesi. 2i
Parve a Fiorentini ricevere tanta vergogna del castello di Buggiano, che coiramistJi si di-
liberarono d'assediare la citt^ di Lucca, e cosl f eciono. Ed uscirono di Firenze con 1 500 bar-
bute e 5000 pedoni. A di 3 d'ottobre si partl la brigata di Firenze, capitanata per messer
Alamannno degli Obizi uscito di Lucca, e a' di 6 d'ottobre presono il Cerruglio, e ne' detti
di ebbono ancora per patti Montechiaro, San Martino e Vivinaia e Porcari, e poi s'accampa- 2f
rono presso a Lucca giu nel piano a mezzo miglio alla cittk nel mezzo delle due strade
francesche, ciofe per quella che viene in Valdinievole e quella che va in Valdamo. Dicesi
che se non gli avessero lasciati seminare, che forse si sarebbono renduti; ma il capitano ne
guadagno, e lasci6 fare la sementa, ma per questo fu rimosso, ed eletto Cantuccio di messer
Bino de' Gabbrielli da Gubbio. 3(
A, VII, 131 RuBRiCA 472* — Cotne ' certe Terre di Valdarno si dierono a' Fiorentini.
Aveano i Fiorentini tenute in guardia tre castella de' Lucchesi, ci6 era Fucecchio, Ca-
stelfranco e Santa Croce. Ora per le dissensioni dello eleggere li rettori e delle spese eb-
I. quelli] omm. A. — 2. potersene] potere G. R. — 3. a' dl 19 di luglio] a dl 39 del mese d'aprile G. R.
S. circa le 20 ore] a 30 hore A. — 6. molti] miile G. R. — 10. sempre Iianno avute] sempre ha udite G. R. —
10-16. vergogne. , . . dieci] vergogne. Solo per non sapere pigliare partito poterono comprare Lucca con podii
denari e per setta non la tolsero. Di pol che fu di messer Gherardino cercarono pii volte di toglierla per certi
erano in Lucca. Scopersesi il trattato, e messer Gherardino con le amista corse la terra, e prese certi del trattato
infra i quali messer Pazzano Quartigiani e II nipote e altrl loro seguaci, e fece morire lui con dieci A, — i5. e
molti] ed altri G.R. — 17. sua] dl sua G. R. — 18. podeBti che v'era] podesti fosse ci6 fu G.R.- Tegghia] Teg-
gliiaio A. - di messer Bindo omm. A. — 19. settembre 1330] setterabre anno Domini 1330 A. — ai. Fiorentlni] Fi-
renze A; del castcUo] 0»»/«. A. — 22. la citta di] omm. A. — 23. pedoni] fanti A. — 26. giii] omm. A. — 28. seminare. . . .
capitano] semlnare che avrebbono avuta la cltta; ma il capltano A. — 29. fare] stare A. — 33. Ora] Era A.
[AA. 1330-1331]
CRONACA FIORENTINA
167
bono discordia, e sottomassersi liberamente ne' Fiorentini, come contadini con certe conven-
zioni e patti. E cio fu a' di 4 di dicembre 1330.
RuBRicA 473* — Come scurb la luna.
La luna scur5 piu che le tre parti oscurissima, e Taltra parte ancora scura assai; e cio fu in
5 sul fare del bruzzolo a di 16 di dicembre 1330. E dissesi signiiicava assaissime cose e cattive.
RuBRicA 474" — ^uesti sono i Priori da mezzo dicembre ijjo a mezzo dicembre IJJI.
Stefano del Benino
Nastagio di Lapo Talenti
Giotto Fantoni
10 Messer Orlando Marini, dottore di leggi
Simone di Nardo Guasconi
Tano di Chiarissimo
Pugio' di Boninsegna, gonfaloniere di lustizia
Ser Ristoro di Bencivenni da Quarata, loro
15 notaio.
Messer Giachinotto de' Corbinelli, dottore di
leggi
Aldighieri di ser Gherardo
Bartolommeo di Guccio Siminetti
20 Bartolo di Vanni Pucci
Diedato Baronci
Giovenco di Cionetto de' Bastari
Donato di Pacino de' Peruzzi, gonfaloniere di
lustizia
25 Ser Giovanni Benvenuti da Sesto, loro notaio.
Messer Pace di messer lacopo da Certaldo,
dottore di leggi
Spinello di Bonsignore
Guilielmo di Vita degli Altoviti
30 Naddo di Cenni Nardi
Barone Cappelli
Giovanhi d'AIbizzo Cambi
Bartolo Paradisi, gonfaloniere di lustizia
Ser Zanobi di ser Bartolo da Pazzolatico, loro
notaio.
35
Messer Rainaldo Casini, dottore di leggi
Cione d'AIberto
Tommaso Dietaiuti
Marco del Rosso degli Strozzi
Andrea del Nero'
Messer Lottieri di Lapo Gherardini
Tecchino di ser Rinaldo, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Giovanni Megli, loro notaio.
Guccio di Rinaldo da Panzano
Boninsegna Gherardi
Francesco di Meo degli Acciaiuoli
Banco di Lippo Gianni
Lorino Bonaiuti
Ruggieri di Neri de' Ricci
Ricco di Buto del Riccio Davanzi, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Tommaso Lamberti, loro notaio.
Bernardo da Quarata
Bartolino Filippi
Vanni Donnini
Consiglio d'Ugo
Niccol6 di Berto Strozzafichi
Gianni di messer Gherardino
Messer Francesco di messer Lotto, dottore di
leggi, gonfaloniere di lustizia
Ser Chiarozzo di Balduccio da Varazzano,
loro notaio.
Come narrato abbiamo addietro, i Fiorentini elessero Cantuccio de' Gabbrielli da Gub-
bio in capitano di guerra; il quale venne nel campo a' dl 16 di gennaio 1331, trovo molto
vittorioso il suo campo, si per le castella ricevute, come per gli soldati che si uscirono di
40 Lucca. Ci6 fu a' dl 12 di ottobre, quando si corsero i palii in sulle porti di Lucca, che i
/., VII, 133
/., VII, 133
RuBRiCA 475* — Come' i Fiorentini ebbero fiu trattati co' Lucchesi neWassedio di Lucca. /., vn, us
3. 4] omm. A, — 4. parti] 0»;;«. A.; scura] omm. A. — 5. fare del] omm. A. - disscsi. ... cattive] omm. G. /?.
~ 38- 1331J 1330 /,; ia lezione dcl testo h quella di A. e G.R. IIo consnrxiato 1'errore nel testo, corretlo da I.
168 CRONACA FIORENTINA [AA, 1331-1332]
/., m, iM Fiorentini fecero correre una melagranata' spinata di 25 ducati e il secondo palio fu un vio-
letto e il terzo fu di guarnello che corsero le puttane. E and6 il bando, che chi volesse venire [
fuori a vedere o a correre, venisse salvo e sicuro. Di che 200 cavalieri tedeschi con certo ]
trattato uscirono annati a vedere; inira gli altri furono molti, li quali non rientrarono, ma ]
rimasero al soldo de' Fiorentini. Onde si passb I'altra parte di Lucca, sentendosi forte Toste, S
e presero campo, passato il Ponte Tetto, a Gattaiuola, E non potea intrare in Lucca di niuna
parte vettovaglia, se non quella che di furto vi mandavano i Pisani. E ci6 era contro a do-
vere, ma tradimento, secondo i patti tra Fiorentini e Pisani ; e contuttoci6 era molto stretta
di vettovaglia. Di che certi Lucchesi cercarono patti molto onorevoli con lo Comune di
Firenze. Per la maladetta setta e izza quelli che li menavano, si dice, il fecero sentire 10
a messer Gherardino. Di che li Lucchesi lasciarono Taccordo, e messer Gherardino lo seguiva,
e trattandolo lo ruppe, come nel seguente capitolo dir6.
RuBRicA 476* — Come fii fatto vergogna al cafitano fer gli Borgognoni, c come elessero
nuovo ca-pitano, e levossi lo camfo.
I Fiorentini avendo, come detto 6, il campo di \h da Lucca e di qua, awerme che un 15
/., VII, 140 Borgognone ' fece una zuffa. Lo capitano ne voUe far giustizia piii virilmente che non si ri-
chiede in fatti d'arme. Li Borgognoni, che erano bene 600 barbute, intrarono in arme, e tol-
sero il prigione alla famiglia del capitano, e ucciseme e ferirome parecchi. Di che corsi al
campo del capitano, ravrebbono morto, se non fossero i Tedeschi che spensero la zuffa. Di che
convenne avere cura degU amici e nimici. E per certo fu tanta la quistione, che se il signor 20
di Lucca avesse avuto gente, rompea la gente de' Fiorentini. Di che sentendo messer Gherar-
dino la novit^ ed il trattato segreto, che menava co' Fiorentini di render loro Lucca, rallent6,
e non lo volle eseguire. I Fiorentini elessero in loro capitano messer Beltramone dal Balzo.
RuBRicA 477' — Come messer Gherardino vendh Lucca allo re Giovanni di Boemia ; di chc
mandb a Firenze si levassono da oste da Imcco; ed arsero delle Terre. 25
Messer Gherardino, signore di Lucca, veggendo la forza de' Fiorentini e li danari gli
conveniva spendere, e non si potea fidar de' Lucchesi, incontinente mand6 allo re Giovanni
figliuolo dello imperadore Arrigo della Magna re di Boemia, il quale in concordia con lui
/., VII. \i\ fu, e vendegliela. E lo re Giovanni ' mand6 a' Fiorentini suoi ambasciadori, li quali signifi-
carono che Lucca era sua, e che piacesse a' Fiorentini levarsi da campo. Fu loro risposto, 30
che ci6 non era possibile senza la parola della Chiesa e dello re Ruberto, e che sua gente
v'era. Di che poi mandaro da Firenze il capitano, vide che con pericolo vi si stava,
e diliber6 di levare il campo, ed arsero il campo, e partirsi a dl 25 di febbraio 1330, e an-
darne a Vivinaia, ed arserla e rubarla. E messer Gherardino perdfe di Lucca piu che non
fece mai di niuna mercanzia, perocchfe non fu pagato dallo re Giovanni di tutto ci6 che 35
dovea avere, ma pagato d'ingiuria.
RuBRicA 478* — ^iesti sono i Priori da mezzo dicembrc 13 31 a mezzo dicembre 1332.
Benino Borgoli Giunta Nardi
Messer Bivigliano di Manetto Messer Ugo Lotteringhi, doltore di leggi
Ugo di messer Oddo degli Altoviti Aldobrandino di Lapo Rinaldi 40
1. melagranata] melagrata A. — 2. fu] omm. G, R. — 5. Onde] ove G. R. — 6. di nluna] da niuna A. —
7. parte vetfovaglia] parte nh vettOTaglla G. /?. ; parte nh aiuto nh vettovaglia /. — 8. e con tutto] al potto di
questefarole e nna lacuna in G. R. — 13. dir6] dico A. — 15. come detto i] omm. A. — 29. vendegiieia] vendegllele /.
— 33. il campo] gli alloggiamenti A. - febbraio] gennaio A. — 34. Vivinaia] Vivina G. R. — 36. avere] rtcevere G. R.
[AA. 1331-1332]
CRONACA FIORENTINA
169
Banco di Puccio Bencivenni, gonfaloniere di
lustizia
Ser Matteo Signorelli, loro notaio.
i Piero ' di Gherardino de' Velluti
Giotto de' Peruzzi
Cambiozzo del Nero Aldobrandini
Maso di Valore
Dietisalvi di Nigi
10 Teghiaio del Cecino
Giovanni di Lamberto dell'Antella, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Lotto Pucci, loro notaio.
15 Cappone di Recco
More Ubaldini
Filippo di Duccio Magalotti
Luca di Gerino degli Strozzi
Cecco di Spina Falconi
20 Luti de' Rittafedi
Bernardo di Lapo Ardinghelli, gonfaloniere
di lustizia
Ser Giovanni di ser Lapo Buonamichi, loro
notaio.
25 Lapaccio del Bene
Mugnaio di Recco da Ghiacceto
Lottieri Davanzati
Spinello di Primerano da Mosciano
Benedetto di Guccio Gennai
Neri di Lippo
Piero di Guglielmo, gonfaloniere di lustizia
Ser Benincasa di Ciuto da Sandonnino, no-
taio.
Bartolo' Strada
Giovanni di Bonaccorso
Tuccio de' Cocchi
Cristofano di Puccio
Sandro di Buto Davanzi
Ruspo Guittoni
Daldo de' Marignolli, gonfaloniere di lustizia
Ser Michele di ser Dietifece da Gangalandi,
loro notaio.
Messer Alessandro de' Rinucci, dottore di
leggi
Vanni di ser Lotto
Coppo di Stefano de' Bonaiuti
Bartolo di Morello
Vanni Armati
Messer Bartolo de' Ricci, dottore di leggi
Maso di Chiermontese degli Uccellini, gonf a-
loniere di lustizia
Ser Guido Gilii degli Arfoli, loro notaio.
/., VII, 142
/., VII, U2
RuBRiCA 479* — Come' lo re Giovanni mandh a ■pigliare la tenuta di Lucca -per uno suo ma-
riscalco, e^ Fiorcntini abbandoyiarono certe castella.
30 Avendo lo re Giovanni di Buemia comprata Lucca, si mand6 11 suo maliscalco a Lucca
con 800 cavalieri, e prese la tenuta, e mandonne messer Gherardino; e i Fiorentini ebbono
cotale vicino. E cio fu lo primo dl di marzo 1330. Di che veduto cio i Fiorentini, lasciarono
il Borgo di Buggiano, ed arserlo ed il Cozzile ed il castello della Costa di Buggiano.
/., VII, MS
RuBRicA 480' — Comc il mariscalco dello re Giovanni cavalcb il contado di Firenze.
35 Lo mariscalco dello re Giovanni a' dl 15 di marzo del detto anno con 1000 uomini di
cavallo e 2000 fanti usci di Lucca, e cavalco,' e pass6 le Tagliate appife di Monte Vettolino,
e corsono al borgo di Cerreto, e quello arsono, e disfecero, e combatterono il castello, e non
Tebbono, e presono Colligozi, e misserlo a fuoco, e simile Agliana e tutto Valdarno di sotto
scempiarono, e stettono tre dl in sul contado di Firenze con tanto danno di Terre e di bor-
40 ghi e con grande preda di villani e di bestie si ritornarono a Buggiano. E dissesi che se la
gente de* Fiorentini avessono voluto, che non passavano le Tagliate, e pur cosl passati, guar-
dando il passo, non poteano tornare a Lucca. Dissesi che fu dif etto di malizia loro ; di che
furono cassi.
/.. VII, M9
30. dl Bucmia] 0»»;». A. — 31. mandonne] andonne A. — 33. Buggiano ed arserlo] Bugglano e U simlle arsero
A. — 36-38. Vettolino . . . . ebbono] Vittolino e corsono a Cerreto e arsono il borgo e combattcrono ii castello e
non l'ebbono A. — 38. Colligozl] CoUigonzi /. — 39. scempiarono] 0/»;«. A. — 40. di bestic] dl bestiame A.
170 CRONACA FIORENTINA [A. i33ii
RuBRiCA 481* — Comc Colle di Valdelsa dicde la guardia della Terra al Comune di Firenze,
e fecersi le forte di Santo Giovanm di metallo.
La Terra di CoUe di Valdelsa signoreggiavano tre frategli, ci6 erano: messer Albizzo,
messer Desso e Agnolo, d'uno lignaggio di Colle, chiamati i Tancredi, e sotto titolo di po-
polo reggevano tirannescamente, e accostavansi col popolo, e facevano di grande oppressione 5
/ VII, 150 a' nobili e possenti uomini. Di che accostati insieme con quelli di Monte Gabrio ' e da Pic-
chiena ed altri popolani leviu-ono in romore. Di che esssendo a mangiare, scesi in piazza
fu morto il detto arciprete ed Agnolo e messer Desso preso e ferito e messo in prigione,
ed ivi lo feciono morire. Di che poi feciono Popolo, e detti con altri si feciono riformagione,
e mandarono a Firenze, e diedero la Terra al Comune in guardia, rimanendo liberi, e to- 10
gliendo capitano e podesti fiorentino. E ci6 fu a dl 10 di marzo lo romore e la morte de-
gli detti. E questo medesimo anno si feciono le porte di S. Giovanni di Firenze di metallo.
RuBRicA 482' — Come i Fiorentini fecero lega col re Uberto di Cicilia.
Essendo il re Giovanni in Lombardia, e faccendosi unito col Legato di Bologna, i Fio-
rentini ed i Lombardi presono gran sospetto, e lo re Ruberto il simile. E f ecesi lega insieme 1 5
contro allo detto re Giovanni e contro a chi gli desse aiuto e favore. E fu cio ordinato di
collegarsi a' dl 16 d'aprile 1331.
RuBRiCA 483' — Come Fircnze fu intradcita fer la chicsa di S. Maria Imfruneta.
/., vn, 151 La chiesa di S. Maria Impruneta vacando, messer legato in ' Toscana la impetro con-
tro al volere degli Scolari e Buondelmonti padroni di quella chiesa. Di che sdegnati i pa- 20
droni non vollero sofferire pigliasse la tenuta i suoi procuratori. E tanto fu la potenza de'
Buondelmonti, che si sofferse in Firenze, e funne intradetta la cittJi di Firenze mesi 19. E
ci6 fu neiranno 1331 a dl 10 di maggio.
RuBRiCA 484' — Come il maliscalco dcl re Giovanni fuose asscdio al castello di Barga del
Contune di Firenzc, e furono sconfitti i Fiorentini, e -pcrdcrono Tizzano. 25
Era Vicario dello re Giovanni in Lucca uno messer Simone figliuolo di Filippo della
casa di . . . . della citt^ di Pistoia. Di che sentendo che Barga, la quale si tenea per gli
Fiorentini, non era bene fornita, sl vi puose Tassedio. Di che sentendo ci6 i Fiorentini,
mandarono messer Amerigo Donati per fare levare da campo li Lucchesi con 400 barbute.
Ed essendo in un boschetto appife di Montecatino, le masnade di Lucca con 500 cavalieri sl 30
si missero di notte ad assalirgli, uscendo di Buggiano, e sconfissero i Fforentini. Di che mes-
ser Amerigo si parti, e ricolsesi in Montecatino, e furne morti e presi presso che il quarto.
E ci6 fu a' dl 6 di giugno 1331. Di che convenne tornasse la brigata a Firenze.
/., VII, I5J RuBRiCA 485* — Comc^ in questo anno s^a-pfrese con gran danno ilfuoco in Firenzc fiu voUc.
L'anno del 1331 in Firenze fece pivi volte il fuoco con gran danni, infra quali furono 35
questi: La notte vegnente la vigilia di S. Giovanni di giugno s'apprese un fuoco in sul Ponte
3. signoreggiavano tre frategli] si signoreggiaTa per tre frategli A. — 9. ed ivi] e quivi A. - sl feciono] omm.
G. R. — 16-17. di collegarsi] omm. A. — 17. 16] 36 A. — 19. la lacuna e iit G. R, ed iu A.; I. sufplisce col ncme
Gio. Gaetani degli Orsini — 30. chiesa] omm. G.R. — 21. pigliasse] pigliassero G. R. — 29, per fare.... Luc-
chesi] omm. A. — 33. e prcsi prcsso che U quarto] e presi cento A. — 33. 1331] omm. G. R. — 35. pii volte] omm.
5 t. *d A. — 36. la notte vegnente] omm, A.
[AA. 1331-1332] CRONACA FIORENTINA 171
vecchio, ed arsevi da 20 botteghe con molti arnesi degli artefici, e morironvi due fanciulli,
ed arsono delle case della magione di S. Giovanni, vocato Sansipolcro, appi^ del Ponte Vec-
chio. E a' d5 12 di settembre di notte ancora 8'apprese il fuoco in sulla piazza di S. Tri-
nita nelle case de' Soldanieri, e fece danno assai, tanto che vi morirono sei persone. E ai
di 27 di febbraio s'apprese il fuoco nel palagio del Podestk, ed arse quasi tutto. E poi an-
cora di luglio s'apprese nello palagio deirArte della Lana, ed arsevi dentro un uomo.
RuBRiCA 486* — Come nacquono lioni in Fireme la 'prima volta.
e
In questo medesimo anno a' dl 25 di luglio nacquero in Firenze due lioni dello lione
maschio e della femmina, ch'erano in Firenze ' inchiusi presso a S. Piero Scheraggio. Que- /., vu, 153
10 sto fu grande maraviglia tenuta, perocch^ mai piu in queste parti non erano nati niuno, e
fu tenuto buona significanza della nostra citt^.
RuBRiCA 487* — Come i Fiorentini ebbono la guardia della citta di Pistoia e di Serravalle.
Nel detto anno a' di 26 del mese di luglio si corsono i Fiorentini con 500 cavalieri e
1200 pedoni Pistoia con volontk de' Panciatichi e de' Gualfreducci e Muli, li quali avieno
messo dentro la gente de' Fiorentini per sospetto di loro, perocchfe Taltra parte cercava di
cacciarli, cio erano i Cancellieri. E in effetto poi di concordia con gli loro consigli la guar-
dia per uno anno dierono a' Fiorentini, e poi a' di 15 di gennaio si dierono per due altri
anni, e tolsero capitano fiorentino. Ed i Fiorentini per piu sicurtJi vi fecero un cassero, ed
ebbono in guardia il castello di Serravalle ed i casseri.
20 RuBRiCA 488'' — Come^ fu morto messer Filiffo de' Tedici di Pistoia. /., vn, 154
Nel detto anno essendo per certi scontrazzi e scaramucce f atte da' soldati dei Fioren-
tini e de' Lucchesi, condotti i soldati de' Fiorentini in Valdinievole, penso messer Filippo' /., v», 155
Tedici di Pistoia, lo quale era in Lucca contro a' Fiorentini ed ai Pistolesi d' intrare in un
castello de' Pistolesi della Montagna, che si chiama Popiglio. Ed essendo gik coUa maggior
25 parte dentro dal castello, che avea seco 200 uomini di cavallo, e smontati tutti a piedi per
gli passi noiosi, il romore si sentl; gli altri del castello, che non erano al trattato, corsero in
arme, e combatterono con costoro, e spinsergli fuori. II romore si levo grande, si corse ai
passi, e furono rotti e morti, e presi circa 80 buoni uomini sanza altri pedoni e bene 100 ca-
valli. Infra' quali fu morto il detto messer Filippo de' Tedici da' villani, fuggendosi vitupe-
30 revolmente. E cio fu a' dl 26 di settembre.
RuBRiCA 489* — Come i Fiorentini aiutarono difendere la Tcrra c lo stato a gnelli che reg-
gervano Pisa.
Essendo intorno a Pisa venuti gli usciti loro e lo vescovo d' Ellera di Corsica colla lega
di Parmigiani e di Ghibellini e di Lucchesi e di Manfredi Vivaldi, erano a tanto stretti i
2. vocato] che sl chiama G. R. — 2-3. Vecchio] detto A, — 3. ancora] omm. A. — 4. e fece danno assai] e feciono
gran danno A. — 4-5. ai dl 27] a' d\ 17 G. R. — 8. a' di 25] a' dl 15 G. R. — 8-1 1. luglio.... citti] luglio nac-
quero in Firenze due lioni di quegli che erano rinchiusi; chc fu tenuto gran fatto, ch& mai prima ve n'era nati.
E fu tenuto buona signlficanza alla nostra citta A. — 13. cavalierij cavagli A. — 14. e Muli] emuli A. — 19. ed i
casserij e lo cassero A. — 27. combatterono con costoro, e spinsergli] combatferono. Costoro spinsergll G.R. —
28. passi. . . . 8o| passi e furono morti e presl 80 A. — 28-39. 80 ... . messer] 80 cavalieri 0 molti fanti e fuvvi morto
raesser A. — 29-30. vituperevolmente] omm. A, — 30. a' d\ 36] a' d\ 16 G. R. — 33. Ellcra] era A. EUera s/a forie
fer Alcria
172 ' CRONACA FIORENTINA [A. 1332)
Pisani che non usciano della Terra, e con gran gelosia erano dentro, dl e notte erano in anne.
/., »11. IS6 E certo era dentro trattato d'awolgere quello stato c mutarsi in altro. Di' che vedendo i Pi-
sani non avere altro scampo, che Taiuto de' Fiorentini, \k ricorsono. Ed in effetto proffe-
rendo sempre essere obbrigati, se a questo punto li soccorressero, li Fiorentini mandarono
750 barbute, le quali andassero, le 500 insino a' confini de' Pisani, e non intrassero dentro, 5
se non fossero richiesti da' Pisani, acciocchfe non pigliassoro sospetto, e 250 ne mandarono
che intrassero in Pisa. Molto piacque a' Pisani la venuta della gente, e salvarono lo loro
Btato, perocchfe la brigata de' nemici si ritrassero addietro. E ci6 £u del mese di gennaio 1331.
RuBRicA 490* — Come il Comune di Fircnze dilibcrh di fare una Terra neWAlfe degli Ubal-
dini, nome Firenzuola. 10
Negli anni di Cristo 1332 a' dl 8 d'aprile si diliber6 che in TAlpe degli Ubaldini si fa-
cesse una Terra, e perchfe al Comune fosse piu in suirocchio e meglio alla mente, si chiam6
Firenzuola; e ci6 fu fatto per la divisione degli Ubaldini. Di che Tuno e Taltro di loro si
dierono al Comune di Firenze.
/., VII, 197 RuBRiCA 491* — Come^ i Fiorcntini intrarono in lega co' tiranni lombardi. 15
In questo anno del mese di luglio essendosi legato il cardinale di Lombardia coHo re
Giovanni e lo Bavero, presero sdegno messer Azzo Bisconti e messer Mastino della Scala, e fe-
cionsi una contro al Bavero e allo re Giovanni e contro a ogni persona, che desse loro aiuto,
o favore, ch'era la Chiesa. E fu questa lega cosi condizionata : che 3000 uomini di cavallo
fosse, e partiti in questo modo : lo re Uberto ne dovesse tenere 600, e 600 il Comune di 20
Firenze, e 800 messer Mastino della Scala, e 600 quelli di Melano, e 200 al Mantovano, e
200 al Ferrarese con questi patti: che la lega starebbe al conquisto di Lucca per gli Fio-
rentini, a' Bisconti Chermona e lo Borgo a S. Donnino in Lombardia, a quelli della Scala
Parnut, e a quello di Mantova Reggio, e a quello di Ferrara Modona.
/., VII, isj RuBRiCA 492* — Come ' i Fiorentini ■pcrderono Barga. 25
Nel detto anno e mese di settembre avendo i Lucchesi assediato Barga, si partirono i
' Fiorentini da Pistoia con 800 cavalieri e molti pedoni, e vollono fomire Barga, e creden-
dosi essere piii forti, allo marchese Spinetta diedono danari che si partisse di Ik. Ed egli
coi soldati venne di Ih; i Fiorentini si partirono, e presono il Cerruglio e Monte Chiaro e
Vivinaia. E se avessero afforzato il campo, e f attosi forti, e cavalcato ogni dl in suUe porti 30
di Lucca, facevano levare roste da Barga, ma andarono pure a Barga, quando furono ri-
chiesti dal marchese Spinetta, e nulla feciono, e tornarsi addietro. E Barga si rendfe per di-
fetto di vettovaglia a' Lucchesi.
RuBRicA 493* — Come il Comune di Firenze condanno il Comunc di Sangimignano, e foi
levh la condannagione. 35
Avea il Comune di Sangimignano certi suoi sbanditi, li quali si ricettavano in sulla villa
di Campo Urbano nel contado di Firenze ; di che con armata mano seguendoli in questa villa
I. erano in] in G. R. — 5. barbute.... Joo] barbute che 500 A. - dentro] omm. G. R. — 6. e 250] e 300
G.R. — 7. che] omm. G. R. — 8. del mese] omm. A. — 11. I332\ 133 1 A., G. R. Correggo con I. la Uzion» dei
codici — 13. e niegllo alla mente] omm. A. — iS. e allo re Giovanni] omm. A. — 18-19. aluto. ... Chiesa] aiuto
al Bavero e al re Giovanni, clie era la Chiesa A. — 19. e fu questa lega cosl] e feciono lega cos\ A.; e fu cosi /. —
30. fosse, e partiti] fusstno compartiti A, - ne dovesse tenere] ne tenesse A. — 30-31. il Comune di Firenae] i S
Fiorentinl A. — 33. in Lombardia] omm. A. — 3S-39. ed egli coi soldati venne di la] omm. G. R. — 37- Campo
Urbano nel contado] Caralpo Urbano.... {lacuna) contado G.R.; Campo Urbiano /.
[AA. 1332-1333] CRONACA FIORENTINA 173
i Sangimignanesi li presero, e la detta' villa, ed arserla. Di che i rettori di Firenze ne feciono /.. vn, 159
processo, e citati e non compariti, nfe per comune, nfe per diviso, fu condannato il Comune
di Sangimignano in cinquantamila lire, e lo Podestk loro e 150 uomini nel fuoco, e bandito
loro l'oste a Sangimignano. Di che i Sangimignanesi vennero alla misericordia, e furono riban-
5 diti, e mandarono lo danno agli uomini che volsero, e levarono ogni condannagione di grazia.
E cio fu a' dl 11 d'ottobre del detto anno, che bene un mese innanzi erano condannati.
RuBRiCA 494' — Come i Fiorentini mandarono gentc in aiuto del marchese di Ferrara contro
il Legato, nonostante che il Legato aveva richiesti i Fiorentini si -partissero dalla Lcga.
Nel detto anno e mese di gennaio vennero in Firenze ambasciadori del Legato, siccome
10 i Fiorentini si dovessero partire dalla lega de' Lombardi, mostrando loro era contro a Santa
Chiesa, e come messer Azzo Bisconti era stato a sconfiggere i Fiorentini con Castruccio ad
Altopascio. E i Fiorentini rispondendo riverentemente, che cio si fece con volontk di papa
Giovanni, e che il Comune volea' servare sua promissione, come sempre avea fatto. Di che /., vn, I60
in questi tempi il Legato avea sconfitto il Marchese da Ferrara, e posto il campo a Ferrara.
15 E richiesto la lega per lo Marchese, i Fiorentini vi mandarono 400 barbute, e convenne che
andassero per mare a Genova, e da Genova per lo Monferrato a Melano, e da Melano a
Verona, e da Verona poi insieme con gli collegati a Ferrara con grande spesa. E fu capi-
tano della gente fiorentina messer Francesco degli Strozzi e Ugo di Vieri degli Scali. E cio
fu a di 2 di marzo; e ai di 14 d'aprile 1333 fu sconfitto il Legato a Ferrara,
20 RuBRiCA 495* — Come i Fiorentini fecero certe comfagnie efeste fer ccrti artefici della citta.
Parve sempre che quando le cose trasformano di loro essere, che non segue appresso
cosa n^ utile, nh decente. Erano i Fiorentini, cioe gli artefici, montati in superbia, che ogni
dl facevano novitk di feste e giuochi ed altre allegrezze, piii che a loro non si richiedea, e
fecersi molte brigate; infra le quali conteremo due: Tuna nella via Ghibellina, nella quale
""^S si vestirono 477 uomini tutti di giallo, e feciono loro signore e con cene e desinari' e spese. /., vn, 161
E cio fu di maggio, e duro un mese. E poi ne fu fatta per Sant'Onofrio nel corso de' Tin-
tori un'altra di 520 uomini vestiti di bianco con grande armeggiare e festa, e feciono correre
un palio bianco il di di Sant' Onof rio. Ed ancora servano quello ordine medesimo di f are
quella medesima festa in quello di, ma non si grande. Seguinne poi il diluvio con danno
30 grande di quella contrada, piu che d'altr£L
RuBRiCA 496* — Come si comincib la forta a S. Friano.
L'anno medesimo del 1333 a' dl 10 di maggio si comincib la porta di S. Friano molto
magnifica; e molti la biasimarono, perchfe era di troppo grande lavorio, sl per la spesa e si
per la fortezza d'essa, quando fu fatta per molti casi occorrenti. Ma checch6 si fusse, ono-
35 revole cosa era, se fusse stata compiuta nel modo ordinato.
RuBRicA 497* — Come fu uno grande diluvio d'acqua, che allagh la citta con gran danno
d'essa e dei cittadini.
Gli anni di Cristo 1333 il primo di di novembre comincio a piovere sl fortemente e con
tanta ruina d'acqua, che i fiumi ' e li fossati crebbono sl forte e missero in Arno, che a dl 3 di /„ v", 1*2
I. la detta] In detta A. — 4, loro] omm. G.R. — 5. agli uominl clie volscro] agli uomlni quello volsoro A. —
6. che benc... condannati] omm. A. — 21. trasformano | trascorrono A. — 32. cioh gli] omm. A. — 33. ed altre
allegrezze] omm. A. — 34. nella quale] 11 quali A. — 28. unj omm. G. R. — 38-29. Ed ancora.... Seguinne] c ancora
servono queU'ordine in detto d\; seguinne A. — 30. d'altra] di niuna altra A. — 33, grande lavorlo] gra lavorlo A.
174 CRONACA FIORENTINA [A. i333j
novembre tutto il piano d'Arezzo e di Valdarno di sopra allag6 e guastb molti edifici, e il dl
medesimo la notte, vegnendo il dl 4, ruppe la porta alla Croce colKantiporto e la porta alla
giufltizia e lo muro del corso de' Tintori, per modo che fu sl grande Timpito che allag6 quaai
le tre parti della citth di Firenze e grande spavento misse ad ogni persona. Allag6 la chiesa
de' frati Minori per tutto, e fu in suUa piazza de' frati detti nel piu alto luogo di quella circa 5
6 braccia, e cosl n'and6 per lo detto luogo e per lo sesto di porta di Duomo per modo che
and6 infino airaltare di S. Giovanni, e allag6 la chiesa di S. Reparata, e ruppe una colonna
con una croce suvvi, la quale era posta in luogo, ove S. Zenobio fece un miracolo ivi davanti
la porta di S. Giovanni, volta da tramontana, ed allag6, e scese in campo Corbolino e di S. Ma-
ria Novella ed in Mercato vecchio, e in nello nuovo fu braccia tre alta, e in nel palagio 10
del Popolo, ciofe de' Priori, fu al secondo scalone ed oltre, a quello del Podesth sall Tacqua
braccia cinque nel cortile, e crescendo sl che in sulla nona fu cosi grande, come detto fe;
e vegnendo con cotanto empito abbattfe il Ponte Vecchio, perchfe furiaz^a dalla strada maestra
/., VII, 163 dalla porta a S. Gallo alla porta a S. Pietro Gattolino, ' e lo ponte a S. Trinita, che dalla
detta chiesa si passa in via Maggio da casa i Frescobaldi, e lo ponte alla Carraia, che si 15
passa dairuscire della Vigna e dallo borgo Onissanti a casa i Nerli ed alla Cuculia, e molte
case, che erano Lungarno dal castello Altafronte al ponte a S. Trinita, abbattfe, quasi tutte le
muliiia e gualchiere d'Arno abbatt^, e guast6 quelle che erano in su navi con pericolo d'ogni
dificio, e molti uomini e donne e fanciuUi ne men6, e vedeansi per le mulina e navi andare
per Arno, e non che si potessero soccorrere, ma non sapeano i cittadini dove loro scam- 20
pare si potessero, ma fuggivano di casa in casa, di torre in torre. E Oltramo allag6 da
borgo a S. Niccol6 grande parte della cittJi di \h e tutto Camaldoli fu piena; e se di qua
d'Arno non fosse rotto il muro d'0gnis8anti, che sgorgo, alzava piii nella citta Tacqua, ma
per quello abba8s6 assai. E questo fu lo giovedl a nona in sommitk insino a sera; la notte
cominci6 a mancare. Trovossi nel Valdarno di sotto grandissimo danno di bestiame e di 23
genti e di case e di masserizie, e furono molto guaste tutte le semente, e andatone il fiore
de' terreni lavoratoi, e gran danno di mura delle terre di Valdarno fece infino a Pisa e nella
cittJi di Pisa. Ma i loro terreni migliorarono, che vi puose di terreno, in luogo fu due brac-
/., vu, 16« cia, e riempife molti pantani' e stagni con quelli terreni vi puose. Dissono gli antichi che
mai non fu sl grande acqua a' loro tempi, e di ci6 si dolsero quasi tutti i Taliani del danno 30
di Firenze delle mercatanzie guaste in Firenze che fu inestimabile, salvo che '1 Cardinale
che ne fece somma allegrezza, dicendo che Dio aveva fatto per vendetta del danno ricevuto
da Santa Chiesa a Ferrara per gli Fiorentini; ma egli non sapeva che ancora si poteva di
presso ridere e festare in Firenze di suoi nuovi danni futuri.
RuBRiCA 49S* — Come in Fircnze tornb nn certo trattato chc faccano i Grandi, c n'erano 35
capo i Rossi e altrc famiglie <f Oltrarno.
Essendo rotti i ponti, li Grandi veggendo il popolo in pensieri dello danno ch'era mag-
giore che quello de' Grandi, stimarono di rivolgere lo stato, e missero loro trattati in ordine
dicendo: "11 popolo non passerk di qua, che non ci ha se non un ponte, e quello h in f orza
3. U d^] a d\ 4 ^. — 3. impito] emplto A. — 4. di Firenze] omm. A. — $• PC" tutto] tutta A. — l-d. Mi-
nori.... e cos\] Minorl tutta, e in sulla piazza di S. Croce braccla sei, cosi A. — 7. Reparata] Liberata A. — 9. volta
da tramontana] omm. A. - e scese] e stese G. R. — 10, alta] alto G. R. — 13. nel cortile.. . . detto e] omm. A. —
13. Tegnendo] venne A. — I3-I7> Ponte vccchio, . . . Lungarno] Ponte vecchio e abbattfe molte case Lungarno A.
— 13. furlava daiia strada] furla dalla strada G. R.; furiava per la strada /. — 18. abbattfe e g^asto] omm. A. —
30-3I. dove loro scampare sl potessero] dove loro scampassino A. — 36. furono] fu A. - tutte] omm. G. /?.
- andatone] andarone A. — 37, lavoratoi] lavoraril A. - fece] omm. A. — 38. migllorarono] miglior6 A. - ter-
reno in iuogo fu due] terreno luogo' fu due G. R. — 31. fu] furono A. — 33. da] omm A. — 33-34. di presso]
di presto /.; la lezion* del testo i quella di A. e di G. R, — 34. futuri] alla farola iMtvaV seguono in G. R. alcum
fnntolini
[AA. 1332-1333]
CRONACA FIORENTINA
175
" nostra ^ . E bene h vero che il popolo lo senti, e pensando a rimedi .... de' Rossi f edl
uno de' Magli, lo quale avea nome .... Di che lo fece a fine di cominciare quistione. II
popolo f u airarme prima di loro ; di che, veggendo neirarme i Grandi il popolo, non ardirono
seguire i loro tratta'ti. E f ecersi certi ordini contro a' Grandi ciofe. . . .
5 RuBRiCA 499* — Cotnc una nave esscndo in Arno, vi morirono -piu fersone da bene.
Essendo li ponti d'Arno rotti per lo diluvio, come detto h., essendo un di una grande
piova, avea in Firenze navi che passavano i cittadini di qua e di l^. Di che avendo
32 uomini in una navicella, la navicella si rivolse, e chi si seppe atare o con nuoto o
con aggrapparsi campo. Furono quelli che annegarono 15. E cio f u a' di 6 di dicem-
0 bre 1333.
RuBRiCA 500* — ^iesti sono i Priori da mezzo dicembre 1332 a mezzo dicembre IJJJ.
I„ TII, 165
Banco di ser Bartolo
Francesco di Giammori de' Baroncelli
Gentile degli Altoviti
Strozza del Rosso degli Strozzi
Federigo di Soldo
Piero' di Ceffo de' Beccanugi
Giano di Lando degli Albizi
Cione Falconi, gonfaloniere di lustizia
0 Ser Stefano Casciani, loro notaio.
Guccio di Stefano Soderini
Duccio di Lapo degli Alberti
Bartolo di Maso de' Bonciani
.5 Cenni di Nardo Rucellai
Taddeo di messer Aldobrando da Cerreto
lacopo di Dino Gherardini
Giovanni di messer Lapo Arnolfi, gonfaloniere
di lustizia
Ser Mingo Bonamichi del Cappello, loro no-
taio.
Leone di Tuccio Guicciardini
Dino di Lapo della Bioia
Bindo di messer Oddo Altoviti
Niccolo di Guiglielmo
Diedato de' Baronci
Ser Ghino di Veri Rondinelli
Antonio di Lando degli Albizi
0 Messer Ranieri del Forese, gonfaloniere di
lustizia.
Ser lacopo Cecchi, loro notaio
Gherardo de Bonsi
Naddo di Buccio BucelH
Messer Alamanno degli Acciaiuoli
Barone' Cappelli
Guidaccio di Giovanni de' Giugni
Cino Michi, gonfaloniere di lustizia
Ser Bonaccorso Tucci, loro notaio.
Maestro Manno del maestro Rinuccio, medico
Berto Cecchi
Ulivieri di Lapo Guazza
Palla di messer lacopo degli Strozzi
Mancino Sostegni
Forese Ferrantini
Giovanni di Bernardino de' Medici, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Bono Orlandini, loro notaio.
Andrea di Pietro de' Magli
Vanni di Bandino Baroncelli
Chiarozzo del Bene Chiari
Giovanni Carucci
Gherardo Paganelli
Ruggieri di Neri de' Ricci
Lapo Covoni, gonfaloniere di lustizia
Giovenco di Cionetto de' Bastati, gonfaloniere
di lustizia
Ser Giovanni Pazzini da Pontorno, loro no-
taio.
/., VII, 166
/., VII, 167
I. La lacuna h in G. R. e in A. - fetHJ a/ i>oslo di questa parola i *na lacuna iit G. R.; fcdlto I. — 3, /a
lacuna i in A. e in G, R. - Di che lo fece] fecelo A. — 4. clo&] omm. G. R. - la lacnna i seffnaia nci codici — 7. e
di 14] in 14 A. — 8. naTicella] nave A. — 9. aggrapparsij aggropparsi /.
176 CRONACA FIORENTINA (A. 1334]
/..ru, 17 j RuBRicA 501" — Cotne a Firetute vennero reliquic di Santi.
Negli anni del Signore 1334 a' dl 13 del mese d'aprile vennero in Firenze certe reliquie
da Roma, le quali furono di San lacopo.... di Sant'Ale8sio, c infra le quali cbbe dei panni
di Cristo, e furono mesae in S. Giovanni.
RuBRicA 502* — Come messer Dartolomeo dal Balzo, cafitano di gucrra de^ Fiorcntini, ca- 5
valcb a Pistoia.
/., VII, 173 Negli anni di Cristo 1334 a' dl 20 di aprile usci messer Beltramo dal Balzo con 850' bar-
bute di Firenze, e cavalc6 in quello di Pistoia per andare a Lucca. Poi si partl a' dl 22,
e diede il guasto a Buggiano, e poi a' di 26 lo diede a Pescia, e sarebbe ito infino a Lucca,
com'era ordinato, se non che in Lombardia addivenne che la lega, che dovea venire in aiuto 10
de' Fiorentini, si trovb tratttato che dovea messer Mastino esser morto dai suoi soldati a
petizione del Cardinale di Bologna per gli Tedeschi della Bassa Magna. Di che trovato il
trattato, alcune persone si fuggirono, circa 27 bandiere deiroste, e andame a' nemici a loro
soldo, come ordinato era. Di che convenne a messer Beltramo tomare addietro in Pistoia.
RuBRiCA 503* — Come si fondh il camfanilc di S. Lifcrata. < 15
In questo anno a' dl 18 di luglio si comincio a fare il fondamento della chiesa di S. Re-
parata, ciofe lo campanile della detta chiesa. E con molta divozione e con grande proces-
sione lo vescovo di Firenze benedisse, e colle sue mani puose la prima pietra.
/., VII, 174 RuBRicA 504* — Come^ i Fiorcntini cbbono il castcllo dUzano in Valdimicvole, c cavalcossi
a Lucca, e dicssi il guasto duc volte. 20
Li Fiorentini facendo guerra a' Lucchesi, ed essendo messer Beltramo dal Balzo loro
capitano si partl di Firenze, e andonne a dare lo guasto a Lucca per due volte, con grandi
prede tomato in Pistoia. E cio fu del detto anno e mese di settembre. E per trattato fatto
con costo di fiorini duemila ebbe il castello d'Uzano sopra Pescia il Comune di Firenze.
RuBRiCA 505* — Come si mutarono in Fircnze nuovi rettori. 25
Nel detto anno furono in Firenze molte zuffe e altre quistioni; di che i rettori aveano
assai che fare; di che 8'ordin6 d'avere in Firenze certi rettori, H quali li chiamarono Bargelli,
e missorne due nel sesto d'OItrarno, e in ogni sesto un altro, sicch^ furono sette con 25 fanti
per uno. Altri vollono dire che per lo gennaio vegnente si doveano fare gli squittini de'
Priori, per temenza di novit^, piii che per altro, si crearono, perchfe molti piu che non erano 30
/., VII, 17S stati de' sacchi passati parea loro essere degni di essere nel reggimento, e quelli' che Taveano
lo voleano per loro. Li detti uficiali cominciorono ruffizio in calendi di novembre 1334.
RuBRiCA 506* — Comc crcbbc Arno in modo di diluvio.
In questo medesimo anno a' dl 5 di dicembre per grandi piove crebbero i fiumi, e mis-
2. Slgnore] Cristo A. - del mese] omm. A. — 3. A. non segna la lacuna — 13-14- andarne.... come] an-
darone al soldo dei loro nimici come A. — 16-17. Reparata] Liperata A. — 18. colle suc] con sua] con sua A.
— 33. e andonne.... volte] c andonne a Lucca, e diergli 11 guasto per due volte A. — 32-33. con grandi prede]
con gran preda A. — 36. altre] omm. A. — 37. dl che] omm. A. - li quali li] ciie li A. — 38. e missorne due] e
stettono due G. /?. - altro] omm. A. — 31. loro essere degni di essere] loro degni essere G. R. — 33. cominciorono
l'ufiSzlo] furono all'ofBzio G. R. — 34. mcdcsimo anno] medesimo tempo e anno A.
[AA 1333-1335]
CRONACA FIORENTINA
177
sero in Arno, e Amo crebbe per modo che fu molto grosso, e ruppe il ponte di legname,
il quale era fatto tra lo ponte a S. Trinita e quello vecchio, e quello delle navi che era
tra il ponte a S. Trinita e la Carraia ne meno, e fece grande danno.
RuBRicA 507'
— .^esti sono i Priori da mezzo dicembre 1333 a mezzo dicembre 1334.
Lapo di Giovanni Cavacciani
Riccardo del maestro Fagno
Ranieri Valori
Feduccio di Duccio della Morotta
Salvino Armati
Naddo di ser Spigliato da Filicaia
Biliotto di Metto Biliotti, gonfalon. di lustizia
Ser Manetto Cambi da Pontormo, loro notaio.
Cino del Migliore
Bonifazio di Tommaso de' Peruzzi
Acciaiuolo ' di messer Niccola Acciaiuoli
Falconiere di Baldese
Lorino de' Bonaiuti
Chele di ser Guarnieri d'AgugIione
lacopo degli Alberti, gonfaloniere di lustizia
Ser Aldobrandino di ser Albizo, loro notaio.
Luigi di messer Andrea de' Mozzi
-Messer Salvestro di Manetto de' Baroncelli
Bartolo Paradisi
Tecchino di ser -Rinaldo
Niccolaio di Nello Rinucci
Lapo Niccoli
Giotto Fantoni, gonfaloniere di lustizia
Ser Uguccione di messer Ranieri Bondoni,
loro notaio.
Francesco d'Andrea
Renzo di Giovanni Bonaccorsi
Messer Marco di Giotto de' Marchi, dottore
di leggi
Bingieri di Nardo Rucellai
Ricco di Buto Davanzi
Tegghiaio del Cecino
Giano ' di Dino Gherardini
Maso Valori, gonfaloniere di lustizia
Ser Filippo Contuccini, loro notaio.
Salvestro Ciprini
Bencivenni Buonsostegni
lacopo di Francesco del Bene
lacopo di ser Rinuccio
Andrea del Nero
Aldobrandino di Lapo Rinaldi
Cecco di Spina Falconi, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser lacopo di ser Lapo Benci, loro notaio.
Gherardo Lanfredini
Gherardo Baroncelli
Dardano degli Acciaiuoli
Cristofano di Puccio
Niccol6 di Berto Strozzafichi
Messer Covone di Naddo de' Covoni
Messer Lottieri di Lapo Gherardini, dottore
di leggi, gonfaloniere di lustizia
Ser Michele Boschi, loro notaio.
/., VII, 177
/., vn, 176
RuBRiCA 508' — Come i Fiorentini fresero in guardia Pietrasanta.
Negli anni di Cristo 1335 a' di 9 di luglio, essendo Niccolaio de' Poginghi in tenuta
del castello di Pietrasanta, avendolo auto pegno dal conestabile di Francia, quando fu col
re Giovanni in Lucca per dieci miglia" di fiorini, non possendo tenere la spesa, lo diede
in guardia a' Fiorentini, e per s^ tenne la rocca. I Fiorentini missero gente da pife e da
cavallo; e messer Gerozzo de' Bardi v'and6 per capitano.
) RuBRiCA 509* — Come ' in Firenze s'affrese fuoco, ed arsono cinque case.
Nel detto anno s'apprese il fuoco in alcune case, ma non da farne raenzione, se none
uno che s'apprese in sulla piazza del Duomo di S. Giovanni nella via del corso, ed arsonvi
cinque case con molto danno.
I. e Arno] omm. G. It.
•Ua piazza G. R.
41-43. ma non.... suUa piazza] ma uno da fare menzione s'apprese, U quale fu
/., VII, 112
/., VII, m
T. XXX, p. I — 12.
178 CRONACA FIORENTINA [A. i335i
RUBRICA 510' — Come si fece in Firenze un conservatore di cafiiano di guerra.
Quelli che teneano lo stato in quel tempo in Firenze, come detto fe addietro, temendo
di coloro, che parea loro degni essere nel reggimento ed estimavano non esservi, si mormo-
ravano dello squittino per addietro fatto Tanno passato. Di che sotto colore di sbigottirej
gli sbanditi, che pure male faceano, tolsono messer lacopo de' Gabrielli da Gubbio, e dier" '
gli 50 uomini di cavallo e 100 fanti con balia di fare di fatto. Questi fu uomo rigido, e
/., VII. 114 molto sbigottirono gli sbanditi, e cacciolli della cittk e del contado, che' ogni uomo andava]
sicuro. E quasi tutti li comuni e Terre del contado di Firenze condann6 per avere ritenuti j
gli sbanditi, e fu detto, alcuni a torto. Questo per buono uficio, o a torto o a ragione, al-
cuna volta per fargli attenti a buona guardia e non ricettargli, ove non sia grande la con-
dannagione, forse non era rea. Andava cercando alcuno grande uomo, o di stato o di po-
tenza, di cui avesse alcuno appiccatoio, e avrebbe voluto, gli venisse a mani. Infra' quali
uno Rosso di Gherarduccio Buondelmonti gli venne a mano ; egli lo prese, e gli f ece tagliar
la testa. Dicesi che costui non si guardava, perchfe aveva auto bando del capo, perocche
riformagione era in Firenze, che niuno andasse con arme in servigio d'alcuno contro alcuno 11
Comune di Toscana. Questi non avea offeso persona di Firenze, ma ito in servizio de' To-
lomei, era ito in una cavalcata a Montalcino. Questo f u tenuto strano ; ma f ecelo, ed ogni
uomo trem6 di lui di poi, perchfe la casa dei Buondelmonti era in grande stato a quelli
tempi. Stette in uficio uno anno, e guadagnb bene, comincib lo suo uficio a' dl primo di
novembre 1335. 2(
/., VII. 1S5 RuBRicA 511* — Come^ messer Mastitio ebbc la citta di Lucca.
Nel detto anno 1335 in calendi di novembre, avendo messer Mastino della Scala molto
tracciato co' Rossi da Parma, quando ebbe Parma, di dare Ponte Triemoli ed altre castella
a Orlando Rosso, che tenea Lucca per lo re Giovanni, ed egli avesse Lucca, cosi compife
il suo desiderio con ordine e con intenzione di pigliare tutta Toscana. E presa la posses- 2
sione di Lucca, i Fiorentini, i quali erano in lega con lui e con gli altri Lombardi, e ne'
patti era, come addietro h. fatto menzione, che la lega dovea conquistare insieme co' Fio-
rentini per gli Fiorentini Lucca, e ciascuno coUegato avea il simile in suo paese, e gii messer
Mastino aveva avuto in parte sua promessa; veggendosi ingannati i Fiorentini, mandarono
imbasciadori a dolersi. Della quale ambasciata ne seguia che per gli Fiorentini la togliea, e 3
riformata in pace, la darebbe loro; e tutte furono parole, parole.
RuBRiCA 512* — Come i Fiorentini ebbono Terre del Vescovado d'Arezzo.
/., VII, 1S6 Li Aretini, come addietro, furono gran tempo nimici de' Fiorentini, ed avendo coiraiuto'
de' Perugini perduto la Cittk di Castello e il Borgo a Sansepolcro, erano i Tarlati assai ab-
bassati, e molte pizzicate avieno ricevute. Di che vedendo le castella non potere essere c
soccorse, n^ dif ese dagli Aretini, si dierono a' Fiorentini con esser franchi per cinque anni,
pagando per censo un cero il dl di S. Giovanni. Le castella furono queste: lo castello di
Bucine, Cennina, Gallatrone, Rondine e la Torricella. Le quali terre erano tutte sotto la si-
gnoria de' Tarlati. E ci6 fu a' di 2 di novembre 1335.
a. detto.... temendo] detto si fe temendo A. — 7. sbigottirono] sbigottl A. — 13-14. gU fece tagliar ia
testa] e tagliogli la testa A. — 17. era ito] omm. A. — i8. di poi, perchfe] di poiclife G. R. — aa. In calendi di
novembre] a d\ primo di novembre A. — 33. Ponte Triemoli] Pontriemoli A. — 39. aveva avuto in parte] era
in parte avuto G.R.; si era in parte avuto 7. — 31. parole, parole] parole A, — 33, come addietro, furono] come
avemo, furono A. Forse il passo i da restituire cos) : ' Come avemo detto addietro „ — 36. con esser franchi per
cinijue] con franchigla dl anni cinque A. — 37. lo castello di] omm. A. — 38. terre] omm. A. - tutte] omm. G. R.
\.
[AA. 1334-1335]
CRONACA FIORENTINA
179
RuBRiCA 513* — Siuesti sono i Priori da mezzo dicembre 1334. a mezzo dicefnbre 133 S'
Cione Ruffoli
Boninsegna Gherardi
Tuccio di Dello degli Scilinguati
Marco del Rosso degli Strozzi
Nerone di Nigi Dietisalvi
Vanni di Benintendi degli Albizi
Geri di Stefano Soderini, gonfaloniere di lu-
stizia
Ser Ugolino di ser Tonto, loro notaio.
Giovanni dello Scelto
Giovanni di Lamberto dell'Antella
Francesco Borghini
Cecco' di Gianni, rigattieri
Giovanni di Donato Viviani
Teghiaio del Cecino
Bonaccorso Bentaccorda, gonfaloniere di lu-
stizia
,Ser Francesco di ser Giovanni da Rignano,
loro notaio.
Ormannozzo del Bianco Deti
Giotto de' Peruzzi
Bindo di messer Oddo degli Altoviti
Naddo di Cenni di Nardo
Daldo di Dingo de' Marignolli
Matteo di Benvenuto
Francesco di Lapo Giovanni, gonfaloniere di
lustizia
Ser Tommaso di ser Luca da Campi, loro
notaio.
Giorgio di Barone
Maestro Fagno, medico
Tuccio ' Cocchi
Anselmo di Palla
Giovanni d'Uberto Cambi
Tano di Chiarissimo
Benedetto di Guccio Gennai, gonfaloniere di
lustizia
Ser Rustico Moranducci, loro notaio.
/., VII, 187
/., ru, 188
Messer Bartolommeo da Castelfiorentino, dot-
tore di leggi
Forese de' Sacchetti
2 Bernardo di Lapo degli Ardinghelli
Michele di Cione Maffei
Messer Forese da Rabatta
Messer lacopo de' Ricci, dottore di leggi
Bartolommeo di Guccio Siminetti, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Salvi di Benino del Poggio, loro notaio.
Agostino Moscardi
Vanni di ser Lotto
Guido di Lapo Guazza
Bartolo di Lapo Benci
Simone di Nardo Guasconi
Lapo Rinaldi
Maestro Cambio del maestro Salvi, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Michele di Gianni Cristiani, loro notaio.
RuBRicA 514* — Come' messer Mastino, essendo in lega co' Ftorentini e co' Bolognesi, ruffe /., vu, 193
loro, e fece loro guerra.
Nel detto anno 1335, come avemo fatto menzione, avendo contro a ogni ragione messer
3 Mastino e messer Alberto tolto Lucca, che dovea essere de' Fiorentini, i quali erano in lega,
e colla gente loro i Fiorentini cacciato e sconfitto il Legato di Bologna, e fatto fare signore
grande, maggiore che non erano quelli della Scala; i Lombardi cercavano di metterlo in
briga co' Fiorentini, perchfe egli non fosse grande appo loro vicino; ed era per la sodduzione
de' Fiorentini cacciato di Bologna lo Legato, ed intrati in lega i Bolognesi co' Fiorentini e
4 Lombardi. Di che protestando i Fiorentini a' Signori della Scala, rendesse loro Lucca, come
ne' patti era, non possendo negare, disse che volea danari, perocchfe gostava loro la pace
' col re Giovanni assai ', e patteggiato dovea avere da' Fiorentini 360 000 fiorini, parte in danari /.. vu, 194
e parte in sicurta a termini. Li Lombardi acordarono questo fatto, e quando i sindachi
vollono il contratto, si disse, non volea denari, ma volea che i Fiorentini gli aiutassero aver^
41. gostava] costava A. — 43. acordarono] scordarono G. R. — 44. che] omm. A,
180 CRONACA FIORENTINA [A. 1336]
Bologna. Quando ci6 intesono gli Fiorentini, essere ingannati e schemiti, e pensando non
potere per niuno danaro averla, ma veduto ch'egli volea Bologna per avere Firenze, e pen-
sando che per meno che il quarto danaro la poterono avere due volte, e non la seppono
avere, protestato a' Signori della Scala in presenza de' Signori lombardi, si partirono e
vennonsene. Di che in un di messer Mastino colla gente che era in Lucca, sanza siidare
i Fiorentini n6 Bolognesi, ch'erano in lega, si corse il contado di Bologna e Valdinievole
e Valdarno de' Fiorentini. E ci6 £u a' di 23 di febbraio 1335.
RuBRicA 515* — Comc i Fiorentini fecero uficiali di guerra e uficiali di trovare danari.
/., »11, 195 Li Fiorentini, avendosi veduti traditi da messer Mastino, e veggendo niuno riparo ' se
non la guerra, subitamente elessero 6 cittadini sopra la guerra e 14 sopra trovare danari 1
con grandissime e piene balle, siccome avea tutto lo Comune. E ci6 fu nel detto anno 1335.
A' dl 10 di marzo cominciarono il loro uficio.
RuBRiCA 516* — Come i Fioreniim feciono fare la rocca in Colle, e frolungarono i Colli-
giani fer tre anni la guardia di loro a' Fiorentini.
Erano compiuti li termini, che i Fiorentini avieno avuti con gli CoUigiani della guardia 1
che avieno i Fiorentini di Colle, onde perchi si vidono in pace e ben trattare per 3 anni si
dierono a' Fiorentini. E fecesi un cassero in sulla piazza. La spesa della muraglia si fece per
meth tra CoUigiani e' Fiorentini. La guardia di 40 fanti pagano i Fiorentini e lo castellano.
/.,Tu, 196 RuBRicA 517' — Come' i Fiorentini mossono guerra agli Aretini, e tolsero il fasso aJla gente
di messer Mastino che andava ad Arczzo. '.
Negli anni Domini 1336 a' dl 14 di aprile sfidarono i Fiorentini gli Aretini; e la cagione
fu, perocch6 sentirono di certo che messer Piero Saccone de' Tarlati avea mandato per gente
a messer Mastino, e con lui collegatosi, e promesso fare guerra a' Fiorentini. E gia era la
gente venuta infino a Furll con 850 barbute; onde i Fiorentini mandarono 600 barbute, e co'
loro amici Bolognesi e di Romagna contastato loro il passo, sicchfe non vennono. Ed i Fio-
rentini sempre alle frontiere d'Arezzo avieno 700 barbute a guerreggiare Arezzo. j
RuBRiCA 518* — Come i Fiorentini andarono ad oste ad Arezzo, e li Perugini insieme dal-
Vahra farte.
Avendosi i Fiorentini assicurati, come detto 6, che la gente di messer Mastino non potea
passare in Toscana per ire ad Arezzo, feciono che li Perugini si mossono, ed andarono ad
Arezzo in un dl li Fiorentini, ed i Perugini indi stettono, e feciono Tun di qua e Taltro di
/, VII, 197 Ih gran guasto di possessioni e di biade di campi e d'alberi, e fu tanta la' moltitudine di
pedoni d'ogni parte, che quasi presso alle mura e tre miglia di lunge non rimase albero
vivo, n6 frutto, n6 vigne, e quasi tutto il contado nudarono di case. E non si ricorda infino
a quel dl sl gran danno avere ricevuto gli Aretini. Ebbonvi i Fiorentini 750 barbute e 8000
pedoni, e li Perugini 400 barbute e 3300 pedoni; e giunse lo detto oste ad Arezzo a' di 5
di luglio 1336, e poi vedendo da non far loro piii danno, si partirono del contado d'Arezzo
a' di 6 d'agosto 1336.
I. Quando.... Florentlni] quando questo s'intese per gli Fiorentini G. R. — 3. il quarto] '/, A. — 7. do»
Fiorentlnl] omm. A. — lo. subitamente] subito A. — 17. dierono] ridierono — ii. sfidarono] soldarono A. —
34. iafino] omm. A. - con] omm. G. R. — 35. contastato] contastaro /.; contastarono A. — 34. nudarono] nudato
A. — 35. e 8000] e 800 /. — 36. barbute] omm. G. R, - 3300] 4000 A.
[A. 1336] CRONACA FIORENTINA 181
RuBRiCA 519* — Comc i Fiorentini furono levati di Pietrasanta.
Come addietro h fatto menzione, rubr. 508, i Fiorentini avieno avuto in guardia la terra
di Pietrasanta, salvo che '1 cassero, da Niccolaio de' Poginchi. Di che essendo messer Ma-
stino divenuto nimico de' Fiorentini, sl essendo Signore di Lucca, tratto con Niccolaio d'aver
5 Pietrasanta, e dienne fiorini 1 1 000 con altre promissioni ; le quali promissioni gli furono at-
tenute, come udirete. Di che per lo cassero intrarono pedoni e cavalieri in gran numero,
ed ebbe la possessione messer Mastino dal detto Niccolaio, ed i Fiorentini ne furono' cac- /., vn, i9S
ciati. E ci6 fu a' dl 21 d'aprile 1336, ma poi il gennaio vegnente messer Mastino il fece
pigliare per tagliargli il capo per traditore, e ricomperossi fiorini 15 000 d'oro per non mo-
0 rire; e questa fu la prowisione che ebbe da lui.
RuBRiCA 520° — Come i Fiorentini co' Viniziani si legarono insieme contro messer Mastino
della Scala.
Li Viniziani erano in certe discordie con gli Signori della Scala, come avviene sempre,
che li Comuni furono e sono sempre nimici de' tiranni e de converso, e spezialmente e
5 maggiormente quando vicinano, come eglino faceano. Di che i Fiorentini ordinarono farsi
incontro a' Viniziani, ed uljimamente insieme feciono lega e compagnia per un anno e mesi
due e di quattordici; e cosi fu bandita a' di 15 di luglio 1336 con questi patti, che 2000 bar-
bute e 2000 fanti fosse la lega de' detti comuni, e che due cittadini avessono balia di sol-
dare, e di cassare e far guerra in compagnia del capitano per gli Fiorentini, e simile due
0 Viniziani, e cosl dovessero essere in Lombardia e Trivigiana ' e piu altre convenzioni, le /., vn, i9»
quali si contennono nella detta lega. E nota, lettore, che il Comune avea grandi spese, e
facea di comune la detta spesa con gli Viniziani, e trovossi debito fiorini 100 000 il Comune
di Firenze, quando fece questa lega, ed avea 1000 barbute a Vinegia e 650 a' passi in Ro-
magna, perchfe non passasse ad Arezzo gente, e 750 ad Arezzo, e dava di merito a fiorini 15
per centinaio, e trovava cittadini che pagavano ogni tua somma, e credeano al Comune, dando
tu loro a ragione di cinque per cento, oltre a quello del Comune.
RuBRicA 521* — Come messer Mastino fece cavalcare i Fiorentini colla gente che avcvano i
Lucchesi -per due volte.
Nel detto anno e di luglio a' dl 14 uscirono di Lucca 400 uomini di cavallo e pedoni 2000,
3 e vennono la sera a Buggiano in lo sole tramonto. La notte medesima andarono al borgo
di Cerreto Guidi nel Valdarno di sotto. E quello, essendo affossato, combatterono ed arsero
e guastarono, e tornarsi quel dl medesimo a Buggiano. Poi a' dl 5 d'agosto vegnente Ciupo
degli Scolari, che era in Lucca, capitano della foresteria di messer' Mastino della Scala, si /., vn, 200
parti di Lucca, e passo Amo con 850 cavalieri e pedoni 3050, e andonne al borgo a S. Fiore,
e guastollo, e poi n'and6 a Martignano nel contado di Sanmignato, e stettervi due giorni.
La brigata de' Fiorentini trassero, ed accozzarsi a Sanmignato, e costoro essendo a S. Gonda,
e trovato fatte sbarre temettono, e quasi in rotta si partirono, e perderono molti pedoni ed
alquanti cavalieri per la Gusciana, e per quelli paesi si tomarono male in concio, e fu lo
3. rubr. 508] omtn. A. — 6. Di che] omm. A, — 8. a' d\ 31] a' dl 22 A. — 10. da lul] omm. G. R. — 14. e
sono] omm. A. — ij. maggiormente] omm. A. - eglino] omm. A. — 21-22. spese.... comune] spese e tutta usciva
di comune A. — 22. la detta speaa] omm. A. — 34. fiorini] omm. G. li. — 26. tu] omm. G. It. - del Comune] del
Comune di Firenze ecc. A. — 29. a' dl 14] omm. A. — 30. in lo sole tramonto] al tramontar dcl sole A. — 32. e
guastarono] omm. A. — 34. cavalieri] cavagli A. - 3050] 3000 A. — 35. nel] omm. A. - giorni] di Cr. /f. — 37. sbarre]
barre G. R. • pedoni] fanti A.
182 CRONACA FIORENTINA [AA. 1335-1336]
numero perduto de* pedoni 530 e de' cavalieri 28 infra' quali erano 5 conestabili; e se i
Fiorentini avessero avuto soldatJ, non ne andava capo di quelli di messer Mastino.
RUBRICA 522' — Come i Fiorentini rifosono il castello di Laierina.
Nel detto anno 1336 a' dl 20 d'ag08to il Comune di Firenze comincib a edificare e ri-
porre il castello di Laterina, lo quale era disfatto, e per guardia di quello vi lasci^ 200 uo- 1
mini a cavallo, e che facessero guerra agli Aretini.
/., Tii, Mi RuBRiCA 523' — Come^ mcsser Piero de' Rossi da Parma venne in Firenze fer cafitano di
guerra della lega ira i Viniziani e i Fiorentini con quclli della Scala, e atidb a Lucca
frima, e sconfisse i Lucchesi e i Pisani.
Nel detto anno a' ^ 24 agosto giunse messer Piero de' Rossi da Parma in Firenze per li
capitano della lega fatta tra' Viniziani e i Fiorentini contro a quelli della Scala, dove fu
bene veduto ed onorato. Ed il dl primo di settembre uscl fuori con 400 barbute e fanti 8000,
ed andando predando e guastando il contado di Lucca infino in sul Prato ed in quel terreno
stettono cinque di, e con preda e con vittoria se ne vennono. Ma i Lucchesi con gente de'
Pisani si pararono loro innanzi ad Altopascio, e quivi era una tagliata di terreno. Li cor- 1:
ridori de' Fiorentini ricevettono alcuno danno, ma quando le schiere s'appressaro, e com-
batterono co' Lucchesi, ch'erano 600 cavalieri e pedoni assai, molto dur6 la battaglia, alla
perfine furono i Fiorentini vincitori, ed i Lucchesi si ricolsero nel Ceruglio con gran danno,
e perderono genti e bandiere assai; infra l'altre vi f u la bandiera di messer Mastino della
Scala. £ il di di S. Maria tomarono in Firenze. 2
/., VII, J02 RuBRiCA 524' — Come^ messer Piero Rossi, cafitano, fartt di Firenze, c andb a Vinegia,
Nel detto anno a' «^ 20 di settembre uscl fuori messer Piero Rosso, ed and6 verso Lom-
bardia al servigio della lega de' Viniziani, e qui si trov6 sul contado di Padova a Bogolenta
con 4000 uomini di cavallo e molti pedoni con danno della cittk di Padova, ed arse i borghi
e le ville d'intomo.
RuBRicA 525* — Come Orlando de' Rossi da Parmafufatto cafitano di guerra d^ Fiorcn-
tini, e andb addosso a iMCca.
Nel detto anno a' dl 16 d'ottobre venne in Firenze Orlando de' Rossi da Parma per capi-
tano di guerra, e a' dl 25 di novembre del detto anno usci fuori con 1200 uomini da cavallo
e 5000 pedoni, e andonne a Lucca. E tra stare nel contado di Lucca e scorrere infino in sul
Prato di Lucca ed ardere con gran preda e con onore si tornarono in 20 di in Firenze.
/., Tn, 203 RuBRicA 526' — ^iestV sono i Priori da mezzo dicembre 1335 a mezzo dicembre 1336.
Pagolo di Ridolfo Guidi Spinello di Primerano da Mosciano
Cione d'AIberto Sandro di Buto Davanzi
Francesco di Meo Acciaiuoli Taldo Valori
I. 530] 80 G.R. - cavalleri] cavagli A. — 1-2. e se I Fiorentini . . . . soldati] e s'egli avessero i Fiorentini
soldaU G. /?. — 10. a» d\ 34] a' d\ 14 G. /?. — ta. 8000] 9000 A. — 15. qui] qulvi G. R. — 34. 4000] 5000 G. R. -
uomini dl cavaUo] cavagli A. - pedoni] fanU — 35. e le ville d'intomo] e le vUle e vi bruci6 tutto A. — 39. del
detto anno] omm. A, — 30. a Lucca.... e scorrere] a Lucca contra il contado di Lucca e starc e scorrere G. R.
— 31. ed ardere] omm. A, - gran] omm. G.R. — 31. si tomarono in 20 dl in Firenze] sl tomft a Firenze A,
[AA. 1335-1337]
CRONACA FIORENTINA
183
Messer Rinaldo Casini, dottore di leggi, gon-
faloniere di lustizia
J Ser Marco di ser Buono da Ugnano, loro no-
taio.
Cionino Aglioni
Coppo Borghesi
More Ubaldini
Banco di Lippo Gianni
Vanni Axmati
Luti Dirittafedi
Filippo Buonfigliuoli, gonfaloniere di lustizia.
Ser Salvi Dini, loro notaio.
0
Bernardo di Neri da Quarata
Giovanni Bonaccorsi
Pero Baldovinetti
Chele di Pagno de' Bordoni
Dietisalvi di Nigi
Bellincioni d'Uberto degli Albizi
Coppo di Stefano de' Bonaiuti, gonfaloniere
di lustizia
Ser Dionigi di Bindo da Calenzano, loro no-
taio.
Francesco' Sassoli
Giovanni di messer Lapo Arnolfi
Lottieri Davanzati
Piero Guiglielmi
Ghino di Veri de' Rondinelli
Messer Francesco di messer Lotto, dottore di
leggi
Ubertino del Rosso degli Strozzi, gonfalonie-
re di lustizia
Ser Giovanni di Benvenuto da Sesto, loro no-
taio.
Cappone di Recco Capponi
Donato di Pacino de' Peruzzi
Bartolommeo di Stefano degli Acciaiuoli
Cenni di Nardo Rucellai
Messer Ugo Lotteringhi, dottore di leggi
Neri di Lippo
Gherardo Paganelli, gonfaloniere di lustizia
Ser Dietifeci di ser Michele da Gangalandi,
loro notaio.
Francesco d'Andrea
Filippo di Duccio de' Magalotti
Rinuccio di Cocco de' Cocchi
Bartolo di Vanni Pacci
Andrea del Nero
Messer Bartolo de' Ricci, dottore di leggi
Zato di Gaddo Passavanti, gonfalon. di lustizia
Ser Lippo di ser Cambio da Vinci, loro no-
taio.
/. VII, 204
»
RuBRiCA 527* — Come^ il Comune di Firenze ebhe la citta d'Arezzo da messer Piero Tarlati, i., vn, 209
detto Saccone.
Nel detto anno 1336 a dl 10 di marzo si conchiuse una concordia tra messer Piero da
Pietramala d'Arezzo, detto messer Piero Saccone, co' Fiorentini; lo quale non veggendo
modo d'avere soccorso da quelli della Scala, la signoria d'Arezzo non posserido tenere, la
dife al Comune di.Firenze. Dissesi che' n'ebbe denari assai. Lo Comune lo prese, e lascioUo /., vn, 210
al Popolo, e rimissevi i Guelfi, e riformolla de' Priori ed altri ufici di Guelfi, e mandovvi
Podest^ jmesser Currado de' Panciatichi da Pistoia e conservadore Bonifazio de' Peruzzi di
Firenze. E grandissimo tempo era passato che' Fiorentini non avieno avuto maggiore alle-
grezza, con gran festa d'armeggiare e di feste e compagnie se ne fecero, e non si lavorb,
nfe tenne botteghe aperte tre dl nella cittk di Firenze; ma li Perugini si dolsono molto di ci6.
0 RuBRiCA 528* — Come messer Piero Saccone venne in Firenze.
Neiranno del Signore 1337, d'aprile di 10, venne in Firenze messer Piero Saccone e
quasi tutti li suoi consorti, e richiesero d'essere falti veri cittadini di Firenze. Fu loro ac-
consentito, ed onorati grandemente. E poi fatto ci6, si partirono, e tornarsi in Arezzo.
32. d'Arezzo] omm, A. — 34. denari] omm. I. — 38-39. d' armeggiarc .
tennesi serrato tre d\ le botteghe In Firenze A. — 43. fatti] omm. G. R,
Flrenze] d'anneggiare feclono, e
184 CRONACA FIORENTINA lA. i337i
/.. »n,8ii RuBRlCA 529' — Cotne'' il Comune di Firenze ^accordb co' Perugini dei fatti di Arezzo.
Nel detto anno e mese d'aprile per ambasciadori e sindachi liorentini si prese con-
cordia co' Perugini, ed ebbono in Arezzo alcuna preminenza d'un giudice d'appellazione per
cinque anni, e certe castella ritennono per sicurtk di loro per anni cinque; e £u fatta pace
tra' Fiorentini ed Aretini co' Perugini con grande unione e levamento di animi 5
RuBRiCA 530* — Cotne i Fiorcntini ^ Viniziani feciono con quelli della Scala, colle Signoric
di Melano, ntesser Azzo marchese di Ferrara e con messer Luigi da Gonzaga c co' Si-
gnori di Mantova.
Nell'anno di Cristo 1337 d'aprile si mossero messer Azzo Bisconti, signore di Melano, e
marchese da Ferrara e messer Luigi da Gonzaga, signore di Mantova, e andarono a Vinegia, 10
e cercarono accordo con gli Viniziani e con gli ambasciatori fiorentini di pacificargli in-
siememente con messer Mastino e messer Alberto della Scala, signore da Verona. Rimase
da quelli di Verona Taccordo. Di che i predetti di Melano, di Ferrara e di Mantova si
collegarono con gli Viniziani e' Fiorentini contro a quelli della Scala; di che fu gran con-
z, VII, 312 forto. E '1 re Carlo di Boemia', figliuolo dello re Griovanni, venne nella detta lega, e cavalc6 15
il Trevigiano, e tolse a messer Mastino Civita e Feltro; e grande sconforto n'ebbono quelli
della Scala.
RuBRiCA 531* — Come i Fiorentini mandarono oste a Lucca, e richiesero 1'amista.
Essendo i Fiorentini disiderosi di mostrare loro vigore in ogni luogo, e spezialmente a
Lucca, rinchiesono 1' amist^ ; inf ra' quali i Bolognesi dierono 200 uomini di cavallo e li Ro- 20
magnuoli 100, gli Orvietani 60, i Perugini 100, li Tarlati 50 e 100 pedoni, gli Aretini 500 pe-
doni, li Sanesi 100 cavalieri, che poco feciono, che non vollono uscire del contado di Fi-
renze, CoUe 100 pedoni, Volterra 100 pedoni, Sangimignano 100 pedoni, i Conti 150 pe-
doni, la Cittk di Castello ed il borgo Sansipolcro 100 cavalieri e 200 pedoni. Ed uscirono
di Firenze il primo dl di giugno. Uscl roste fuori con 2000 barbute e 10 000 pedoni, e an- 25
darono a Buggiano ed a Pescia, e tutto guastarono, e posto il campo al Ceruglio scorsono
10 contado di Lucca, e guastarono il biado e le vigne, ma niuna terra o castello presono,
perocchfe non intesero i Lucchesi se non alla difesa, e bene avieno guamito i loro castelli.
/..Tii, 313 E cosl guasto ogni cosa, tomarono con preda, e vittoriosamente' in Firenze a* di primo
d'ag08to 1337. 30
RuBRiCA 532* — Come feciono fiti cavalcate i Fiorentini e' Viniziani a Verona.
Perchfe h pure della nostra materia della cittk per lega, diremo de' fatti di Lombardia.
11 capitano della lega mand6 messer Marsilio Rosso con 2 500 cavalieri della lega, e f u a
Mantova; e quivi ragunati e collegati cavalcarono a Verona, e corsono il palio il di di
S. Gioyanni, e molto male e danno averieno fatto, se non che quelli della Scala corruppero 35
per moneta certi Tedeschi della lega, e vollono poi la battaglia colla lega. Di che di neces-
sitk fu che si partisse per tornarsi a Bogolento, ed in questa tomata sentendo messer Ma-
stino, che s'era messer Marsilio fermo a Mantova, n'and6 con 3000 cavalieri e 5000 pedoni
a Bogolento, e strinse messer Piero in Bogolento per modo che lo affam6. Messer Marsilio
si partl e and6, e soccorselo per modo che intr6 in Bogolento. Messer Mastino se n'and6 40
3-4. d'appellazione . . . . e fu fatta] d'appe]lazione e per cinque anni certe castella ritennono per sicurtft di
loro, e fu fatta G. R. — 5. con grande unione c levamento di animi] omm. G. R. — 11. accordo] concordia G. R.
— 16. n'ebbono] n'ebbe A. — 35. Uscl l'o8te fuori] «»»1»». A. — 38. non intesero] attesono A — 30. 1337] omm.
A. — 37. Bogolento] Bongolento A. — 39. Bogolento] Bongolento A. — 40. Bogolento] Bongolento A.
[AA. 1337-1339] CRONACA FIORENTINA , 185
in Padova, e quivi lasci6 messer Alberto, ed egli tom6 a Verona; e messer Marsilio s'accost6
a Padova, ed assediolla dall' uno de' lati per certi trattati, che ' si intendea con certi dentro /., vn, ju
e con messer Ubertino e messer Marsilio da Carrara.
RuBRiCA 533" — Come la lega dc' Fiorentini e' Viniziani e gli altri collegati ebbono Padova,
5 e quelli che la diedero furono nella lega, e vi fu -preso messere Alberto.
Nel detto anno a' di 3 d'agosto per trattato delli detti messer Ubertino e Marsilio, il
capitano della lega, messer Marsilio e messer Piero Rosso intrarono in Padova, e corserla
per la lega, e poi lasciarono la signoria a loro, ed intrarono in lega. Ma fuvvi preso entro
messer Alberto della Scala con altri e mandati a Vinegia. Di che ivi ed in Firenze si fece
10 gran festa e grandi allegrezze.
RuBRicA 534* — Come mor\ messer Piero Rosso e messer Marsilio; ed Orlando Rossofufatto
ca-pitano della lega,
Nel detto anno e mese d'agosto, essendo messer Piero Rosso, capitano della lega, a oste
a Monselice, gli fu dato d'una lancia nel fianco, di che il secondo dl mori, e cinque di poi
15 messer Marsilio Rosso ammal6, e mori. Di che onoratamente in Padova furono seppelliti, ed
in Firenze grande onorevole esequio ' fu fatto per lo Comune nella chiesa dei frati Predica- /., vu, 215
tori. E poi fu provveduto in Firenze che Orlando Rosso, capitano de' Fiorentini, n'andasse
a Vinegia; e cosl fece. E l^ fu provveduto ed ordinato capitano della lega generale, perchfe
era prode uomo.
20 RuBRicA 535" — Come Orlando Rossi fece fiu cavalieri in su quello di Verona, ed in luogo
id'Orlando messer laco-po Gabrielli fu cafitano di guerra, e comc i Viniziani feciono -pace
col Signore della Scala, e tradirono i Fiorentini ed i collegati.
Come la lega ordinata per gli Viniziani e Fiorentini partirono in questo modo si s'acqui-
stasse certe provincie e terre, cio^ : Trevigi a' Viniziani, Lucca a' Fiorentini, ecc. Giunto Or-
25 lando Rossi a Vinegia in questo anno, cavalc6 a Verona piu volte, e quivi si fece cavalieri,
e prese piu castella de' Veronesi, ed assedi6 Vicenza, e sanza fallo vincea, e disfacea mes-
ser Mastino, se non che egli, come savio, cerc6 concordia, ed in effetto concluse in questa
forma, che pace fusse co' Viniziani, e ci6 che vollono, ebbono da lui, e ci6 f u Trevigi col
suo contado. E f ermi loro, trattarono per gli Fiorentini in questo modo : che desse ai Fio-
30 rentini Pescia e Buggiano ed Altopascio. Ancora messer Mastino assentl. Di che fatto ci6,
incontanente addivenne che mandati furono ambasciatori ' a Firenze, che li Viniziani volieno /., vn. 316
pace in questO modo. Di che udito questo in Firenze i Fiorentini si tennero gravati ed in-
gannati, e non volieno assentire la pace. Di che li Viniziani dissero volere la pace, e se i
Fiorentini la volieno nel modo fatta, essi si contentavano, quando che no, eglino la pren-
35 deano per loro, ed i Fiorentini facessero guerra, ch'egIino volieno pace. Veduto per gli
Fiorentini questo partito, assentirono alla pace, ed ebbono Pescia ed Altopascio e Buggiano,
e raesser lacopo Gabrielli da Gubbio, capitano de' Fiorentini in luogo d'OrIando Rosso, ve-
nuto in Firenze, fu quegli che ando per la tenuta delle tre castella, e poca allegrezza se ne
fece in Firenze della detta pace, ferma e bandita a' dl 10 di febbraio Tanno 1338.
3. con tnesser Ubertino e messer MarslUo da Carraral con messere Ubertino d« Carrara G. R. ; con mesiere
Albertino da Carrara /. — 6. 11] in A. — 15. seppelliti] soppellltl A, — 16. Flrenze..,. nella] Firenze fu fatto per
loro grande osequlo nelia A. — »3-24. Come. . .. «'acquistasse] Come alla lega ordinata tra' Vinizlanl e i Fiorentinl
sl p {lacuna) s'acquistasse G.R,; Fiorentini si perrenia s'acquistasse /. — 34. cioi] come detto h G, R. —
25« pli volte] omm. A. — 28. Vlnlziani e ci6 che vollono] Vinizlanl vollono G.R,; Viniziani 1 quali ci6 che vol-
lono /. — 39. in Firenze] omm, A, - I'anno] omm. A, - In seguito alla rubrica suddttta in G. i la seguente, cke non
186
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1336>1338]
RuBRicA 536* — Siuesti sono i Priori da mezzo dicembrt 1336 a mezzo dicembre 1337.
Pajrno di Boninsegna
Vanni Bandini
Vanni Donnini
/., Tii, 3IS Consiglio d'Ugo
Bcnincasa di Falco
Antonio di Lando degll Albizzi
/„ »11, J17 Messer' Alesso Rinucci, dottore di leggi, gon-
faloniere di lustizia
Ser Piero di Baldo, loro notaio.
Piero de' Velluti
Porcello di Recco da Ghiacceto
Ubaldino di Niccol6 Ardinghelli
Messer Orlando Marini
Mancino Sostegni
Maso di Chiermontese degli Uccellini
Messer Gianiano di Lapo Rimaldelli, gonfa-
loniere di lustizia
Ser Berto di ser Dino da Petrognano, loro
notaio.
Vanni Manetti
Naddo di Duccio Bucelli
Tommaso Dietaiuti
Bartolo Morelli
Guido del Pecora
Naddo di ser Spigliato da Filicaia
Ugo di messer Oddo degli Altoviti, gonfalo-
niere di lustizia.
Ser Castello del maestro Rinuccio, loro notaio.
Andca di Pietro de' Magli
Pacino di Tommaso Peruzzi
Guiglielmo del Vinta Altoviti
Giunta' di Nardo 5
Taddeo di messer Aldobrando da Cerreto
Giovanni d'Albizzo Cambi
Strozza del Rosso Strozzi, gonfaloniere di
lustizia
Ser Gherardo di ser Arrigo da Vico, loro no- In
taio.
Luigi di messer Andrea de' Mozzi
Masino di Maso deirAntella
Matteo di Boninsegna 15
Michele di Cione Maffei
Niccol6 di Berto Strozzafichi
Lapo Niccoli
Nerone di Nigi, gonfaloniere di lustizia
Ser Matteo di Guido, loro notaio. 20
Banco di ser Bartolo
Gherardo de' Baroncelli
Cambiozzo di Neri Aldobrandini
Luca di Gerino degli Strozzi 25
Salvino Armati
Albizzo del Ricco degli Albizzi
Tano di Chiarissimo, gonfaloniere di lustizia.
Ser Niccol6 di ser Giunta da Castel Fioren-
tino loro notaio. 30
/.. »«, MJ RuBRicA 537* — Come' i collegati si dolsero co' Fiorentini e' Viniziani, c qticllo che ne seg-ui.
Nel detto anno e mese di febbraio vennero certi ambasciadori lombardi dei coUegati,
o per buona intenzione, o per iscusa di loro, o per sapere la veritk, e dolsonsi della pace.
Fu loro mostrato, come il difetto ed inganno venne da' Viniziani e non da' Fiorentini; e 35
cosl si partirono contenti dei Fiorentini.
/., VII, zn
RuBRiCA 538* — ^esti^ sono i Priori da mezzo dicembre 1337 a mczzo dicembrc 1338.
Gherardo de' Bonsi Francesco di Borghino de' Baldovinetti
Caroccio di Lapo degli Alberti
Cristofano di Puccio
rttorto nel ttsto, foicii manca in A. « ,» G. Jf. Essa, fnr ricordando la corrisfondente del VtUani pa, 12) offr,
qnalch, diverstth, degna di nota sfecialmente i>er la data di nascita di Giotto : " Comc aX tempo dei sopradetti Prlori
addl 8 dl magglo morl in Firenze maestro Giotto dipintore. Dal tempo de' sopradetti Priori addl 8 di maggio
T .1" ^x""*"^ maestro Glotto di Bondone da Vcspignano di Mugello notabile maestro di pittura; e £u queUo
che rItrov61a pittura deIl'antico romano cioi al naturale; e '1 maestro suo fue chiamato Cimabue; e furono lume
\ *»"** °"°"** « bella scienza di maestria che hanno data fama e onore alla cipta nostra di Firenze,. -
36. del Florentini] omm. A.
[AA. 1337-1339]
CRONACA FIORENTINA
187
Rinuccio di Bonaccio Guasconi
Bocca Scarlatti
Giorgio Baroni, gonfaloniere di lustizia
Ser Nardo Ciai da Castel Fiorentino, loro no-
taio.
Bigliotto di Metto Bigliotti
Aldighieri di ser Gherardo
Giovanni di Benci Davanzati
Anselmo di Palla
0 Daldo de' Marignolli
Ruggieri di Neri de' Ricci
Nastagio di Lapo, gonfaloniere di lustizia
Ser Lotto Gonzi da Casaglia, loro notaio.
Gherardo Lanfredi
Mugnaio di Recco da Ghiacceto
lacopo di Francesco del Bene
Donato d'Albizzo Orlandini
Coppo di Lapo de' Medici ■«■
20 Aldobrandino di Lapo Rinaldi
Messer Ranieri del Forese, gonfal. di lustizia
Ser Guido di ser Bene da Verazzano, notaio.
Gherardo Lanfredi
25 Mugnaio di Recco da Ghiacceto
lacopo di Francesco del Bene
Donato d'Albizzo Orlandini
Coppo di Lapo de' Medici
Aldobrandino di Lapo Rinaldi
30 Messer Ranieri del Forese, gonfal. di lustizia
Ser Guido di ser Bene da Verazzano, notaio.
Agostino' Moscardi
Dino di Lapo della Bioia
Guido di Lapo Guazza
Feduccio di Duccio della Morotta
Vanni di Falco de' Rondinelli
Taldo Valori
Chele di Pagno de' Bordoni, gonfaloniere di
lustizia
Ser Bonaccorso di Geri da Ginestreto, loro
notaio.
Lapaccio del Bene
Bartolo Filippi
Tuccio di Dello degli Scilinguati
Andrea di Betto de' Minerbetti
Benedetto di Guccio Gennai
Maestro Cambio del maestro Salvi
Simone di Nardo de' Guasconi, gonfaloniere
di lustizia
Ser Ricco di ser Giovanni da Rondinaia, lo-
ro notaio.
Maestro Manno del maestro Rinuccio, medico
Bivigliano di Manetto
Tuccio Cocchi
Marco del Rosso degli Strozzi
Stefano di Berto
Messer Covone de' Covoni
Bellincione d'Uberto degli Albizi, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Lotto Nardi da Capraia, loro notaio.
/., vn, 225
NoTA. — Dofo questa rubrica tn G, R, i un tratto laseiato in bianco. /., ritenendo guesta una lacuna, Pha supflito
con le liste dei friori da mezzo dicembre i^jS a mezzo dicembre 1340. G. riforta qui alcune rubriche, le quali, derivate
in gran farte dal Villani (XI, 90-137), sono da ritenersi interpolazioni. A. non ha alcun tratto in bianco; le sue ru-
briche corrisj^ondono d quelle di G. R,, soltanto mancano al solito le liste di friori. Si fuh quindi credere che la lista dei
-S pi^iofi, riportata da I., dovesse trovarsi nel tratto lasdato in hianco in G. R. Riportiamo pertanto qui in nota la detta lista :
■^uesti sono i Priori da mezzo dicembre 133S a metzo dicembre 133^.
IS
30
Pino Cavlccluli
Betto di Cecco
Lippo ' dl Dono del Sagglna
Banco di Lippo di Gioranni
Lorenzo di Domato Vivianl
Neri di ser Benedetto
Lione Guicciardini, gonfaloniere dl lustlzia
Ser Gerl di Gliino da Rabatta, loro notalo.
Tommaso Baroni
Cione di Bonsignore
Bartolo de' Bonciani
Splnello di Primerano da Mosciano
Giovanni d'Uberto Cambi
Messer Lottieri dl Lapo Glicrardinl
Taddeo di Donato dell'Antella, gonfaloniere di lustkla
Ser Buoninsegna di ser Manetto, loro notaio.
Giovanni dello Scelto
Renzo dl Giovanni Buonaccorsi
Lottierl Davanzati
Falconlere di Baldese
Federigo Soldi
Salvestro di Rlcciardo de' Rlccl
Bartolommeo di Guccio Siminettl, gonfaloniere dl lu-
stlzia
Ser Francesco di ser Splna da Signa, loro notaio.
Lorenzo Sassoli
Fuccio dei Maestro
/., VII, 231
188
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1330-1340]
'"2^'ie'V^' RuBRiCA 539* — Cotne^ i FiorentirU mandarono fer aiuto al re Ruberio, e non Vebbono.
Neiranno 1340 li Fiorentini mandarono ambasciatori allo re Uberto in Puglia, che man-
dasse buo soccorBo impromesBO al Comune per gli ambasciadori dello detto re, e richiesergU
uno de' Buoi nipoti per capitano di guerra, come erano i patti, che dovea dare milie uominl
di cavallo a mezzo soldo de' Fiorentini e raltra meth a sua spesa e 12 galee armate. N6
Tuno, nfe l'altro fece. Questa richiesta era per lo assedio, che i Pisani avieno alla cittk di
Lucca, per la cui impromessa fu obbligato il re; ma osservare non volle in niun modo.
/.,»«,/»•., 3 RuBRiCA 540* — Cotne'' i Fiorentini mandarono ambasciadori al Bavero nella Magna, e con
hro vennono in Firenze ambasciadori dal Bavero.
Tornando gli ambasciadori, e non avendo fatto niente collo re Uberto di loro faccende, 10
i Fiorentini mandarono ambasciadori al Bavero, lo quale era venuto a Trento ne' confini della
/., vn, 333
Blndo ' dl meuer Oddo AltovUi
Gugllelmo dl Nlccol6 Stracciabende
Barone Cappell!
Zato di Gaddo Passarantl
Consiglio d'Ugo, gonfalonlere di luatizla
Ser Glovanni Pizzini, loro notaio.
Prlore di ser Bartolo
lacopo Alberto AJbertl
Vannl di Donnino
Pagolo di Nerl Bordoni
Grasia di Guittomanni
Matteo di Benvenuto
Messer Forcsc da Rabatta, gonlaloniere di lustlzia
Ser Matteo dl Vanni, loro notaio.
Nlccol6 dl Clone Ridolfi
Salvestro dl Manetto de' Baroncelii
Neri dl lacopo Ardinghelli
Naddo di Cenni Nardi
Lorino Buonalutl
Naddo dl ser Spigllato da Filicaia
Antonio dl Lando degli Albizzi, gonfaloniere di lustizla
Ser Gherardo dl Pagolo da Tignano, loro notalo.
/., VII, 339 ^uesii' sono i Priori da metxo dicetnbre i^ a metxo dieembre 1340,
/., VII, 339
/., VII. 338
Tommaso Corsinl, dottore di leggi
Bencivenni Sostegni
Giotto Fantonl
Luca dl Gerl Strozzl
Sandro dl Buto Davanzi
Neri di LIppo
Pluvlchese Brancaccl, gonfaloniere di lustizla
Ser Flllppo Contuccl, loro aotalo.
Plero dl Tucclo Ferruccl
Glovanni di Gerl del Bello
Coppo' di Stefano
Plero di Guglielmo
Andrea Caslnl
Giovanni dl Guasco Covoni
Maestro Mlchele medico, gonfaloniere di lustizia
Ser GioTanni di ser Lapo di Sesto, loro notaio.
Gerl dl Stefano Soderini
Forese Sacchetti
Camblozzo di Neri Aldobrandini
Tegghino dl Ser Rinaldo
Matteo di Borgo Rinaldi
Bonlfazio dl Feo Bonfantini
Neri di Pagno Vaialo, gonfaloniere dl lustizia
Ser Lippo di ser Dlno da S. Maria Impruneta, loro no-
taio.
Pagolo dl Rldolfo Guldl
Dato Guidi
Tommaso Dietaiuti
Bartolo di Vannl Pucci *S
Nerone di Nigi
Uguccione di Ricciardo de' RIccI
Naddo Casinl, gonfalonlere dl lustizia «
Ser Mlchele dl ser Dietifeci, loro notaio
Ser Matteo Pechi, tratto U dl 8 di lugllo in luogo del '°
suddetto ser Michele defunto, notaio.
Messer' Alessio Rinucci
Flllppo Buonfigliuoli
Ullvieri dl Lapo Guazza
Palia dl messer lacopo Strozzl 35
Niccola di Berto Strozzafichl
Maso di Chiermontese Uccelllnl
Glovanni di Bernardo de' Medicl, gonfaloniere di lustizia
Ser Alessandro di raesser Chlaro, loro notaio
Giovanni dl Clone Falconi, tratto Priore in luogo di 3°
detto messer Alesslo Rinucci deibnto.
Piero di Rinuccio MachiavelU
Borghino di Taddeo
Giovanni di Benci Davanzati 35
Bernardo Bordoni
Lapo BugUasse
Messer Francesco di messer Lotto, dottore di leggi
Taldo Valori, gonfaloniere di lustlzia
Ser Tano di Nardo Guasconi loro notai&. 40
3. soccorso.... e richiesergli] soccorso e rlchlesogli .4. — 7. Impromessa] promessa A.
to A. — 10. Tornando] Tornati A.
• obbligato] obriga-
[AA. 1340-1341]
CRONACA FIORENTINA
189
Magna, lo quale volle convenienzia co' Fiorentini, e mand6 il suo Lufmastro ed il Poncanio ;
i quali per sua parte prometteano, se '1 Comune di Firenze volesse ricevere un vicario in
Firenze da parte dello Bavero ed Imperadore, si dicea egli farebbe tutti i Tedeschi, ch'erano
neiroste di Lucca co' Pisani, partire e venire al soldo de' Fiorentini. Di che discusso questo
5 fatto, per gli Guelfi non si pati, n^ fu preso il partito, come che del tutto non si rompessero
insieme, ma nel segreto rimase non avere a fare nulla con lui.
RuBRiCA 541* — Come lo re Uberto sentendo il trattato de' Fiorentini col Bavero, ebbene
gran sos-petio, e il danno che ne segut a' mercatanti.
Sentendo lo re Uberto che' Fiorentini trattavano col Bavero, ebbene grande sospetto
10 che non pigliassero parte d'Imperio. E questo' sentito, le compagnie de' mercatanti, ch'erano /., vn./r., 3
grossissime in Napoli, ed avieno grandissime quantitk di denari di baroni e di cherici e di
singulari persone in dipositi e in avere di credenze e di mercatanzie addimandate e accoman-
date e vendute a credenza nello regno, subito convenne loro rendere ogni diposito, e di
quello ch'aveano avere convenne loro servare li termini, e per pagare chi avea avere,
15 convenne loro vendere, non vendere, ma gittare la loro mercatanzia. Di che per queste ,.,
cose e per le grandi spese che facea il Comune nella guerra, vennero si al disotto del
denaio, che non poteano rispondere a chi avieno a dare. Ed in quel tempo le compagnie
faceano piu col danaio altrui che col loro,- e quinci si comincio il fallire delle compagnie
di Firenze.
20 RuBRiCA 542* — ^iesti^ sono i Priori da mezzo dicembre 134.0 a mezzo dicembre 134-1. i., vii,/r., *
Francesco di Cenni Biliotti
Vanni di ser Lotto
Benedetto di Simone Gherardi
Niccolo di Giovanni Gherardini
25 Giovanni di Niccolo da Cerreto
Bellincione d'Uberto degli Albizi
Ruggieri di Gherardino Gianni, gonfaloniere
di lustizia
Ser Piero di ser Fino da Gangalandi, loro
30 notaio.
Andrea di Piero de' Magli
Giovanni di messer Lapo Arnolfi
Ubaldino di Niccolo Ardinghelli
35 Giunta di Nardo
Mone di Guido
Giovanni d'AIbizo Cambi
Porcello di Ricco da Ghiacceto, gonfaloniere
di lustizia
40 Ser Michele Boschi, loro notaio.
R0S80' d'Aldobrandino
Ruggieri di messer Lapo da Castiglionchio
Guiglielmo di Vinta degli Altoviti
Spinello da Mosciano
Vanni Armati
Messer lacopo di Neri de' Ricci, dottor di leggi
lacopo di Donato degli Acciaiuoli, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Rustico Moranducci, loro notaio.
Gherardo del Volpe de' Canigiani
Caroccio di Lapo degli Alberti
Martino di Bizzo Vaiaio
lacopo di ser Rinuccio
Tano di Pino
Teghiaio del Cicino
Strozza del Rosso degli Strozzi, gonfaloniere
di lustizia
Ser Marco di ser Buono da Ungnano, loro
notaio.
/., VII, tr., 6
I. Lufmastro] Luf (lacuna) G. R.; Bufmastro /. - Poncanio] Proca.... G, R. segna /wiwa; Porcaro /. —
3. egli farebbe] e li farebbono A. — 5. non si patl] non si piati /. - preso il partito] presso al partito G. R. — 6. a]
0»»»». G. R. — 9. ebbene] ebbe A. — ii-ij. e di slngulari] e di altre A. — i3. e in avere] ed ancora «vere G.R. -
mercatanzie] mercanzie G. R. - addimandate omm. G. R. — 13. di] omm. A. — 1$. vendere, non rendere] yendere,
anzi I, — 19. di Firenze] omm. A.
190
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1341-1343]
Ser Marco di ser Buono da Ungnano
Bonaccorso Bentaccordi
/^vu.ff.,7 Guidalotto Bernotti
Primerano Ubbriachi
Rinuccio di Bonaccio
Forese Ferrantini
Schiatta di Ridolfo Guidi
Coppo di Borghese
Francesco' di Borghino Baldovinetti
Donato d'Albizo Orlandini
Ghino di Veri de' Rondinelli
Luti di Rittaffe
Francesco Fiorentini, gonfaloniere di lustizia Lapo Niccoli, gonfaloniere di lustizia
Ser Simone di Lapo da Campi, loro notaio. Ser Arrigo di Gano, loro notaio.
A, Tii, /r„ 13 RuBRiCA 543* — Gwwc' I Fiorentini fecero -pcr levare fassedio de Lucca, e richiesero gU anUci
ed i Guelfi d! Italia. 10
L'anno di Cristo 1341 i Fiorentini si diliberarono di volere levare rassedio di Lucca,
il quale era si strettamente fermo, che giJi era per mancare loro la vettovaglia, ed il Comune
aveva a suo soldo 2000 oltramontani a cavallo, da messer Mastino 500 cavalieri, da Bologna
500 cavalieri, dal marchese di Ferrara 400 cavalieri e da' guelfi di Romagna 200 cavalieri,
/., Tu,/r., 13 da' Sanesi 300 e da' Perugini 150 e da altri vicini, Conti di Casentino e da' aitri. E da ca- 15
vallo e da piedi ebbono i Fiorentini grande numero di gente.
RuBRiCA 544' — ^uesti sono i Priori da mezzo dicembre 134J a mezzo dicembre 1342.
t., TU, /r., i<
/., vu, fr., IS
Barduccio di Deo di Bardo
Messer Simone de' Peruzzi
Bemardo di Lapo degli Ardinghelli
Chele di Pagno de' Bordoni
Giovanni di Donato Viviani
Messer Bartolo de' Ricci, dottore di leggi
Gherardo Corsini, gonfaloniere di lustizia
Ser Giovanni di ser Nisi, lorq notaio.
Messer Bartolo da Castello Fiorentino, dot-
tore di leggi
Guiglielmo Lupicini
Giotto Fantoni
Lorenzo di Mari Villanucci
Messer Ugo Lotteringhi
Neri di Lippo
Maso di Maso degli Antellesi, gonfaloniere di
lustizia
Ser Neri Chelli da Monte Rappoli, loro notaio.
Rinieri di Lando da Quarata
Aldighieri di ser Gherardo
Federigo' di messer Ardovino Boccacci
Luca di Gerino degli Strozzi
Sandro di Buto Davanzi
Naddo di ser Spigliato da Filicaia
Francesco di Meo degli Acciaiuoli, gonfalo-
niere di lustizia
Ser Giovanni Benvenuti, loro notaio. 20
Giovanni di Gherardo Lanfredini
Lapo del Bene
lacopo di Francesco del Bene
Cenni di Nardo 25
Filippo Niccoli
Niccolaio d'Ugo degli Albizi
Luigi di Lippo Aldobrandini, gonfaloniere di
lustizia
Ser Guido Corsini, loro notaio. 30
Corsino di Mozzo Corsini
Messer Francesco di messer Giovanni Rusti-
chelli, dottore di leggi
Bartolommeo di Guccio Siminetti 35
Pagolo di Neri de' Bordoni
Braccino' di Pero Duranti
Zato di Gaddo Passavanti
Grazia Guitto Manni, gonfaloniere di lustizia
Niccolb di Grazia Guittomanni, gonfaloniere 40
di lustizia, estratto in luogo del suddetto
Grazia, suo padre, defonto.
Ser Gilio di ser Guido da Empoli, loro notaio.
II. Tolerc] omm. A.
Ferrara] da Fcrrara A.
— 13. gii] omm. A. - la] omm. G. R. — 14. caralleri] caTagll A. - dal marcheae di
[AA. 1342-1343]
CRONACA FIORENTINA
191
Messer Donato di Lamberta Velluti
Bellaccio di Puccio
Giambone di Guido Cristiani
Michele di Cione Maffei
Andrea Casini
Manetto di Spigliato da Filicaia
Piero di Giugni de' Giugni, gonfal. di lustizia
Ser Andrea Donati, loro notaio.
5 RuBRicA 545* — ^iesii' som i Priori da mezzo dicembre 1342 a mezzo afrile 134.3.
/., VII, /r., 19
Neri Baldesi
Baldo Orlandini
Lapo Bombeni
Ser Giovanni Pezzini
10 Lorenzo di Nello Rinucci
Domenico di Fenci degli Uccellini
Arrigo di Guido, gonfaloniere di lustizia
Ser' Filippo Contucci e ser Azzolino Contuc-
ci, loro notai.
Giovanni di Dardo del Pace
Ventura Visconti
Francesco del Chiaro
Piero d'Anselmo di Palla
Lippo di Lapo de' Guidalotti
Piero Rigaletti
Gio. di Guido degli Antellesi, gonfaloniere
di lustizia
Ser Lotto Gonzi da Casaglia, loro notaio.
/., VII, pr., 20
1j Rubrica 546* — Come si diedero le insegne al cafitanofer andare a far levare Vassedio da
Lticca.
Negli anni di Cristo 1 342 nel nome di Dio il Comune di Firenze, avendo per suo capi-
tano messer Malatesta da Rimino, diliberarono di soccorrere Lucca, e dieronsi le insegne il
dl della domenica d'uIivo, il di di Nostra Donna, e cosi usciron fuori. E se il capitano fusse
20 stato di buono animo, owero ben provveduto, egli averebbe spacciata la guerra, impercioc-
ch^ egli ebbe da cavallo .... che averebbe ' non che levato Tassedio, ma assediata la citta di
Pisa. Ed egli se ne and6 nel poggio di Grignano, e quivi si stette, e trattava con gli Tede-
schi deiraltra parte, ed andava dalla lepre alla volpe. Imperocchfe il capitano de' Pisani,
cio fu Nolfo figlio del conte Federigo da Montefeltro, non meno proweduto di cio, s'avvide
25 del trattato che facea messer Malatesta co' suoi Tedeschi, infingendosi di non vedersene, egli
il facea menare a fine di tenere a bada lo capitano de' Fiorentini, tantoch^ egli avesse buon
soccorso, ed afforzatosi coiroste sua, sicchfe non ricevesse incappo di danno, o che soccorsa
non fusse Lucca. Dissesi che messer Malatesta avea grande speranza, che i Fiorentini male
capitando di Lucca ed altrimenti d'aItro, che poi quando li vedesse a stretta, egli volendosi
30 partire, eglino dessero tanto arbitrio, piu che non avea, ch'egli si tirasse coiraiuto de' citta-
dini Guelfi alla signoria di Firenze, perocch^ gli uomini che non voleano la guerra biasima-
vano quelli che la faceano, ed i Grandi male contenti, era gran parte de' cittadini in divisione,
ed egli s'immagin6, pigliando Tuna, e promettendo di disfare Taltra, con quella farsi signore.
Se vero fu, quegli ch'6 Signore il sa, e quegli che con lui menavano la traccia; e molte
35 volte fu ripreso da Firenze, ch'egli dovea far piii non facea.
/., vu, pr., 21
RuBRiCA 547* — Come' si scoferse trattato in Arezzo, e furono -presi Aretini e mandati a i.,vu,pr., 22
Firenze.
Nel detto anno i Pisani, sospettando del capitano de' Fiorentini, cercarono di farlo le-
vare da campo, e tennono trattato con gli Aretini, promettendo loro denari e gente. E cosi
19. della domenica] 0»»»». A. — ao. orvero ben] o bene A. - avercbbe spacclata] ispacclava A. — 20-21. im-
pcrciocchJ: egli] imper6 egli A. — ai. da cavallo . . . . clie] da cavalio c da pife grandissima gente che ^.,- da ca-
vallo 4000 ttomini e da piedi loooo che /. Lm lacuna chc !io rifortalo nel testo i in G. R, I. ha Sttpflito con fAm-
miralo (IX, 440) - la citti di] omm. A, — 22. poggio] chiozzo A, — 34. ci6 fu] omm, A. - figlio] omm. A. — J7. rlce-
vesse] avesse G, R. - incappo di] omm, A. — 30. dessero] gli dessero — 35. egli] omm, A,
192 CRONACA FIORENTINA lA. i343j
trattando, il capitano d'Arezzo Guiglielmo Altoviti lo sentl, e prese quelli che '1 menavano,
cib fu meMcr Piero Sacconi, messer Ridolfo e mesaer Luigi e Guido de' Tarlati, ed in Fi-
renze li mand6 presi. E varie parlanze furono in Firenze: chi li difendea e chi gli abbomi-
nava; ed in prigione nel palagio de' Priori stettono piii tempo. Ma pure sospettando di ci6,
fu scritto a messer Giovanni de' Medici, ch'era in Lucca, pigliasse messer Tarlato ch'era in 5
Lucca con lui; e cosl fece. Ma egli non lo tenendo sotto buona guardia, si si fuggl nel
campo dei Pisani, ed andossene nel contado d'Arezzo, ove fece rubellare molte terre. Sicchi
vero, o non vero il trattato, fu fatto vero per la rubellione di messer Tarlato.
RuBRicA 548* — Cotne gU Ubaldini si rubellarono, e tolsono Firenztiola, c Tarsono, e come
ebbono Tirli, e rifuosono Monte Collareto. lu
L'anno predetto, essendo cosl pigro messer Malatesta, ed i Pisani pensaro poter dare
A,vii.,/r.,33 pasto' agU Ubaldini, feciono loro promissione, ed ancora messer Luchino da Melano diedc
loro gente e de' Ghibellini di Romagna assai con loro furono. Ed ultimamente se n'anda-
rono a Firenzuola neirAlpe, ed assediarla. E questo sentendosi a Firenze, mandarono gente
di Mugello con alcuni de' Medici, e andando male ordinati, quando furono a Rifredi furono 15
rotti. E poi aggravando la Terra, s'ebbe per tradimento, ciofe Firenzuola per un fedele degli
Ubaldini. I quali, intrati dentro, 1'arsono, e disfeciono, e poi se n'andarono a Tirli, e pre-
sorlo, e ripuosono Monte Collareto.
RuBRiCA 549' — Comc gli Ubaldini e Pazzi di Valdarno si rubellarono, e ferono ribellare terre
al Comune di Firenze. 20
Infra questo termine ed anno gli Ubaldini e Pazzi di Valdarno si rubellarono, e presono
Castiglione e Campogiallo e la Treggiaia, e corsero faccendo gran danno ad Arezzo, ed al
nostro Comune gran vergogna.
RuBRiCA 550* — Come il cafitano di Firenzc vollc fornire Lucca, c non fote, c Lucca si
rende a' Pisani; e dclla venuta del duca d'Ateni in Fircnzc. 25
/., vii, /r., 3i Nel detto anno per le contese nostre parve che una parte de' Fiorentini, trovandosi' nello
stato, dovessero mandare al duca d'Ateni, ch'era di grande sangue di Francia e barone del
re Ruberto, in Puglia, che venisse a Firenze per nostro capitano di guerra. E perchfe il re
non gli avrebbe dato la parola, per lo fallo fatto che avea mancata la promessa a' Fioren-
tini, gli parrebbe aver ricevuta vergogna di non mandare di sua gente, vegnendo un tale ba- 30
rone; il duca di grande animo accett6 segretamente, e chiese licenzia al re che voleva ire
in pellegrinaggio a Roma ed a Santo Antonio, e cosi venne in Firenze, e non come capitano
ma come amico con bella compagnia. Pregato ch'egli avesse, riguardo aironore del suo signore
e de' Fiorentini, andare neU'oste, ove si dovea assaUre quella settimana Toste de' nimici e
fomire Lucca, assenti di leggiere, perocchfe nel segreto non v'era per altro. E cosi giunse nel 35
campo, lo quale era messo in passare, e passarono lo Serchio. Col duca fu messer Uguccione
Bondelmonti e messer Manno Donati. E in queUi di medesimi il Bavero avea mandati il Lufma-
stro ed il Porcanio con 50 uomini armati. Di che, innanzi che si partisse messer Malatesta,
3. varle parUuize] vart pariari G. R. — 3-4. abbominava . . . . Ma pure] abominava, c stettero presi nel palagio
dei Priori pii tempo. Ma pure A. — 6. con lui.... tenendo] con lui; ed egli non tenendolo G. R. — 13. ul-
timamente] finalmente A. — 16. ciok Firenzuola] omm. A. — 17. Intrati dentro l'arsono] intrati a Firenzuola l'ar-
sono A. - disfeciono] disfecionU A. — 18. CoUareto] Collaretto A. — ai. Ubaldini] Ubertinl A.; il copUta attva
scritto frima Ubaldinl cke poi corresse in Ubertlni — aa. Castiglione] Casaglione /. ed A. — 36. messo In pasaare]
raosso G.R.-e passarono] omm. A. — 37-38. Luf mastro] Bufmastro G. R. — 38. Porcnnio] Porcavio G. R.; Porcaro /.
[A. 1342] CRONACA FIORENTINA 193
li Pisani, per paura di non perdere, vollono fare patti, che 180 000 fiorini, che dovea dare 11
Comune di Firenze per Lucca a messer Martino, li Pisani li rendessero a' Fiorentini, e la-
sciassero' la 'mpresa di Lucca ed ogni anno 10 000 fiorini ed un palio ed un cavallo per tri- /., vn, />•., zs
buto. Non seppono i Fiorentini pigliare partito ; funne data colpa a Cenni di Nardo Rucel-
5 lai, che allora era de' Priori. Di che messer Malatesta, avendo oltre 4000 uomini da cavallo
ed innumerabile popolo a piede, dovea fare quella bisogna. Lievemente passato il Serchio
due rami, la notte stettono con affanno e pioggia neirisola del terzo ramo; pure la mattina
furono, con ponte fatto la notte, passati alla bastia di S. Chirico. E se fosse lo capitano stato
fermo alla bastia, ed accampatosi in sul prato innanzi Lucca, fornia la terra. Ed in questo
10 un tedesco, messer Bruschino, del lato de' Pisani passo il Serchio, ed il duca d'Ateni gli si
fece incontro valentemente, e ripinselo per modo che se fosse stato seguito, come dovea,
perocch^ '1 duca avea seco menati da Firenze 100 uomiui a cavallo e non piu, e con quelli
segui quel tedesco e sua brigata, e quivi fece miracolo. Tornatosi il duca la notte vegnente,
messer Malatesta fu mosso, e non istette nel prato come dovea, imperocchfe se stato vi fosse
15 per forza averebbono avuta la bastia, e fomito Taltro dl' la terra; ma egli si tiro al coUe; /., vn./r., 26
onde la notte i Pisani fornirono la bastta, e affossarono, e steccarono ed il prato e la bastia,
onde la mattina non poterono Toste dei Fiorentini rientrare nel prato, e piu di tasto di en-
trare nel prato o nel campo de' Pisani, ma tra per lo grande steccato e fosse e pioggie non
poterono nulla fare. E cosi da' di 10 di maggio, che parti da S. Pietro, a dl 18 di maggio,
20 perduto tempo, con danno e con vergogna sl se ne venne al Ceruglio, e combatte un castello
per averlo, e la chtk non avea voluta, e cosi se ne venne a Fucecchio a' di primo di giugno.
RuBRiCA 551" — Come U soldati ch'erano a Kticecchio feciono danno in sul contado di Pisa,
e -presero 150 uoviini da cavallo de' Pisani,
Nel detto tempo veggendo li soldati malmenare la guerra alli capitani, si diliberarono,
25 perche 'I Duca era uomo valente, di cavalcare con lui, e furono con 1000 uomini a cavallo,
e andarono in su quello di Pisa con assai pedoni, ed ultimamente, faccendo grande' danno, /., vn, /r., 27
scontrarono 150 cavalieri, e preserli.
RuBRiCA 552* — // modo di rendere di Lucca a' Pisani.
Nel detto anno e a' dl 6 di liJ^lio, veggendo quelli ch'erano in Lucca per lo Comune
30 di Firenze come s'era partito un'D8te, non che da fornire Lucca, ma ancora da assediare
Pisa, si presero partito di non volere morire di fame, o d'esser traditi, morti, o presi, feciono
patto di dare la terra a' Pisani e d'avere salvo Tavere e le persone, e chi si volesse partire
avesse e portare potesse ogni sua roba. E cosl con danno e con vergogna de' Fiorentini
ebbono i Pisanl Lucca.
J5 RuBRicA 553* — Come^ lo duca d'Ateni fu eletto in conservadore e cafitano di guardia della /., vm, as
cittli di Firenze, e -poi cafitano di guerra sl di dentro che di fuori.
Nel detto anno e principio di giugno immaginando li Fiorentini messer Malatesta non
parere essersi portato virilmente, come si convenla, nella loro guerra, e poi li cittadini, li
2. rendesscro] rendieno G. R. — 4. Nardo] Natto A. — 5. oltre] omm. A. — 11. rlplnselo] ripreselo A. —
II-I3. dovea perocchfc] dovea, e non pit"» perocchfe A. — 13. qulvi] quasi G. /?. - miracolo. Tornatosl] niiracolo,
i nostri avieno la vittoria. Tornatosi /. Nei codici A, e G, R. non e segnata alcuna lacuna — 16. affbssarono] fos-
sarono G. R. — 18. tra] omm. G. R. — 25. con 1000] 2000 A. — 36. viitimaraente] flnalmentc A, — 29. Nel det-
to . . , . ch'erano] Nel detto tempo a d\ 11 di iuglio quegli veggendo ch'erano A. — 30. ancora] omm. A, — 31. 0]
e G. R. — 32. e chi si volesse] e chi voiesse /. ; la lcxionc del tesio e guella di G. R, ed A. — 37. anno e prlnclpioj
anno 1342 e principio /. — 37-38. non parere essersi] non si essere A.
T. XXX, p. I — 13.
194 CRONACA FIORENTINA [A. 1343]
quali « trovavano aver fallito nelle compagnie, csser mantenuti e non cessare le persone,
come cessavano di pagare Tavere, ed ancora Tordine tra loro fatto che, come detto 6 adietro,
nel aegreto avieno mandato per lo Duca, a questo fine diedono a vedere al popolo che il
Bavero dovea volere in Firenze signoria e vicario, e come avea mandato a Lucca sua uficiali
per riavere Lucca, ed a noi non era pervenuta per difetto della viltk, od altro difetto di 5
i^na.n messer Malatesta, ch'egli' avieno provato e veduto messer Gualtieri duca d'Ateni, uomo di
gran cuore e sangue, e che per sua prowidenza tOBto recherebbe a fine la guerra. II popo-
lazzo ed ancora i mezzani, che non vivono con niun ordine, e perocchfe sono troppi a ragu-
narsi, o ad intendersi, 8'imbeccano per gli orecchi, o per esser loro toccato la spalla, e col
presente lusingamento sanza nuUo prowedimento di futuro da loro, o d'altronde non h chi 10
loro lo mostri, 8'accordano a chi loro parla, e credenti sono; li Grandi di 8enno, di genti-
lezza, d'ordine e le famiglie, che hanno sempre reverenza a uno il piu savio del loro legnag-
gio, o a pochi, fe poco accordare, e di8Cutono le loro faccende, e veggonne il meglio; dico,
de' loro appetiti non il meglio 8empre, ma la volontk degli appetiti accordano piuttosto, o
bene, o male, che piglino, perchfe hanno meno a consigliare ed aragunare; ai popoli, come 15
detto h, fe impo88ibile. E cosl furono tosto accordati a dare al duca d'Ateni gli ufici di sopra
detti con quel salario uficio e famiglia, che messer Malatesta avea, e aggiuntogli quello 80-
prappiii che a'k narrato. II prod'uomo, che avea speranza ad altro gik, non iechifb quello
che era a lui assai vile, ciofe quegli ufici dentro della cittk; ma perchfe gli era dato a vedere
A, Tin. 30 quello che seguirebbe, e da sb si fidava in loro, ed in sfe accett6, dico,' vile signoria a ri- 20
spetto di sb; perocchfe di ragione lo reame di Cipri era suo, lo ducato d'Ateni e Brenna e
conte di Lecce; e comecch^ tutto non tenesse, pure non sl poco tenea, che non fosse di
rendita la sua signoria di 40 000 fiorini per anno ; sicchfe non gli bisognava essere conservadore
e capitano di guardia di Firenze, come da prima gli fu dato, ed accettb. Dico, che capi-
tano di guerra si potea passare, ma non per6 in grande dignitk, ma egli aspettava qupllo che 25
li nimici della umana spezie, ciofe li Grandi e le famiglie gli prometteano, chi per non pagare
a cui avieno a dare, e chi con credendosi levare gli ordini de' Grandi d'addosso, e farsi
maggiori sopra le pecorelle e i pastori delle pecorelle, e come lupi tonderle e vender la
pelle, e poi mangiarsi la carne, e deirossa far dadi, come sempre fu, ch^ non h questo vizio
de' Fiorentini solo, che sempre fu che i pesci maggiori mangiano li minori. Di che accet- 3C
tato il Duca d'Ateni, si voUe mostrare per ipocrisia, o per altro pensieri, di poter meglio e
piii onestamente e segretamente trovarsi con cui volea starsi, come cattolico, in S. Croce, casa
di poveri mendicanti frati di S. Francesco. Ed assettato, e preso Tuficio d'unanno, comin-
ciato il di che finia messer Malatesta in calendi agosto 1342.
/. Toi, 31 RuBRiCA 554* — Come^ il Duca aiutb a rivedere le ragioni delli cittadini, ed a far mettcrc 35
i danari rubati e le giustizie de' cittadini e condannagioni ■pecuniali e -personali.
Seguendo il duca il suo uficio, e ricercando li falli e danari tolti e fatti al Comune,
cominci6 a f are esecuzione di cittadini in questo modo : E cominceremo dalle ingiustizie, che
conciofossecosachfe Ridolfo di messer Teghia Pugliesi, rubello de' Pratesi, con certi sbanditi
Fiorentini andarono a Prato il di di Sa' lacopo di luglio, sappiendo che Pratesi erano iti a 4C
a. come cessavano] come non cessavano /. La letione dtl testo di A. eoncorda con G. R. — 4. Lucca sua ufi-
ciali] Lucca fuorl uficiall G. R. — 10. sanza] se gia G. R. — 13. o a pociii] e a pochi G. R. — 13-14. meglio, dlco,
de' loro] megllo di ci6 de loro A. Veramente si le^g-e in A.: dicio; il copista suole ometierc i'h, qnindi ti potrebb*
inttudere dlcliUo — 15. piglino] pigliano G. R. — 17. uficio] ed uficl G. R. - c agiuntogll] c giuntogli G. R. —
i8. s'i narrato] su & narrato G. R. — 31. di ragione] per ragione G. R. — 21-23. Cipri .... fiorini per anno] Cipri
era suo e teneva la ducca (ducea?) e conte e tanta signoria n'avea I'anno di rendita fiorini 40000 A. — 28. e i pa-
stori delle pecorelle] omm. I. — j8. tonderle] torsele /. ; la lexione del testo h quella di A., e corritfondt a quella di G. R.{
PaUra di /. i nna congettura — 29-30. chi non h questo vizio de' Fiorentini solo] omm. I. — 32-33. casa di poveri
mendicanti] fmm. A. — 34. finia] fini A. - 1342] 1382 G. R., corretto in 1342 da altra mano — 40. di luglio] omm. A.
[A. 1342] CRONACA FIORENTINA 195
Pistoia alla festa, con credendo avere rentrata di Prato, ed ultimamente non vegnendogli
fatto, inseguiti, furono presi, ed al Duca d'Ateni furono menati. Quale si fosse la cagione,
egli fece morire Ridolfo, e gli sbanditi lascio. Di questo gliene segui grande biasimo. D'ago-
sto fece pigliare messer Giovanni di Bernardino de' Medici, il quale era stato rettore in
5 Lucca, e perch^ avea lasciato fuggire messer Tarlato, di cui h adietro fatta menzione, che
gli era raccomandato per lo Comune di Firenze. Del detto mese d'agosto fece pigliare Gui-
glielmo ' Altoviti, lo quale fu rettore in Arezzo per lo Comune di Firenze, e per confessione, /., vm, 3j
licita o inlicita, di baratterie fatte in Arezzo gli fece tagliare la testa. Nel detto tempo
tL molti altri uficiali stati in Arezzo e Castiglione Aretini, condannb pecuniarmente per barat-
|D terie. Ancora Naddo di Cenni Rucellai, il quale era stato camarlingo degli soldati del Co-
mune in Lucca fece pigliare, e dissesi che egli confesso aver tenuto trattato co' Pisani dei
fatti di Lucca, e che ne ricevette denari, quando il padre era de' Priori. Costui condanno
in fiorini 2500 d'oro, ed a preghiera di molti cittadini gli perdon6 la vita, ma fecegli sodare
^ di 10 000 fiorini, e confinoUo a Perugia. Ancora nel detto anno prese Rosso di Ricciardo
B di Ricci, il quale era in Lucca compagno del detto Naddo, e condannoUo in fiorini 3800, e
raccomandoUo in pregione per Tavere e persona. Ancora prese Rosso Buondelmonti, e fe-
cegli tagliare la testa. Ed a molti altri tra per baratterie confessate, vero o bugia che fosse,
fece rimettere denari in buona somma in molte persone.
RuBRicA 555* — Come' lo duca d'Ateni sifece signore colVaiuto de' Grandi di Firenze, del fo- /., vm, 33
"10 folo minuto e di altri -pofolani grassi e col ca-pitano de' fanti de' Priori -per tradimento suo.
Nel detto anno veggendosi lo Duca favoreggiare a' Grandi di Firenze, li quali sempre,
si dicea, essergli agli orecchi, perocch^, dipoi che furono fatti Grandi, non furono mai amici
de' popolani grassi, e forse ebbono ragione, perocchfe se alcuno fallava, si volea quello pu-
aire, e non chi f allare non potea, perocch^ le giustizie generali rado seguono debite ; se me-
;5 ritavano, o no, colui che fece loro Tordine, lo compero, come dietro appare. Lasciamo qui
la discrezione ed il discernere altrui, che quello per ora ncn h. nostro proposito ; se non che
i Grandi il favorieno, ed il popolo minuto fortemente lo seguia e favoria; che mai non ca-
valcava che non lo esaltassono, dicendo: " Viva il giusto Signore che punisce i grossi, e non
ha paura di loro „ . Onde ne monto in tanta superbia che sanza licenzia de' Priori, o loro
■0 coUegi, egli fece bandire' un parlamento in sulla piazza di S. Croce. Questo fu a' di 7 di /., vm, 3i
settembre la vigilia di Nostra Donna. I Priori ed i coUegi maravigUati di cio, molto si turba-
rono, ed avuto il consiglio de' cittadini, niuno fu osb di dire contro al Duca, nh di biasimare
quello ch'e' facea perocch^ parve che oltre a questi Grandi e popolo minuto, tenessero con
lui certe famiglie de' falliti, che avieno da lui promissione di mantenersi ; e cio si disse che
5 fossero Acciaiuoli, Peruzzi, Bonaccorsi, Antellesi, ed ogni uomo che avea male stato. E questi
feciono venire fanti in Firenze segretamente, ed il Duca promise a' Grandi di levare loro gli
ordini de' Grandi. Di che veggendo i Priori ed i collegi questa pasta, immaginarono non po-
ter rompere questo ghiaccio. Andarono parte di loro, e si trattarono con lui i piu abili patti
che poterono, ed in fine rimasero d'accordo, che per un anno egli fosse Signore, oltre alla
0 sua elezione con quelli patti e salari e gaggi ed ogni altra cosa, la quale avesse avuta mes-
1. inseguitl] seguiti G. R. — 6. di Firenze. Del detto raese] Firenze gli fece tagllare 11 capo /.; la lezione
di I. e congettHrale — 9. stati in] istati ad A. — lo. Rucellai] omm. G. R. — 11. pigliarc] prcndere G. R.; pcr-
dcre /. - clie egli confess6] confesso A. — 13. 3500] 1500 G. R. — 17-18. per baratterie . . . . raolte persone] per
baratterle e confessare vero o bugia clie fosse, fcce rimetterc dcnari G. R. — 25. lo comper6] la comper6 G, R.
— 38. esaltassono] assaltassero G. R, — 31. vigilia] viilia A. — 32. fu] omm, I. — 34. lui] loro G. R, - promis-
sione] proraexione G. R.; permesslone /. — 34-35. clieyo«ff-o Acciaiuoli] clie fossero Acciaioli /. ; che Acclaluoll
G.R, ed A. — 38. giiiaccio. Andarono] gliiaccio, ondc andarono /. ; la lezione dcl tcsto di G. R. corriffonde <?
quella di A. — 40. gaggi] omm. A.
196 CRONACA FIORENTINA [A. i342)
aer Carlo figliuolo del re Ruberto e duca di Calavria, siccome adietro fe parlato gli anni di
Cristo 1326. Ed egli ebbe a promettere dalla sua parte alli detti uficiali, riceventi per lo Co-
mune di Firenze, liberth e francliigia in tutto e pcr tutto gli ufici ed il priorato; ed ogni altro
ordine delia Terra stare fermo e scritto per iscrittiu-a solenne.
/„ rin, 3j La' mattina di Nostra Donna 1342 si rec6 il parlamento in suUa piazza de' Priori, dove
dovea essere. In su quella di S. Croce la gente del Duca 8'arm6, circa 120 uomini a ca-
vallo e 300 da pife, ch'era una salsa, ma tutti i Grandi e popolani predetti furono coirarmi
con lui, e condusaerlo in sulla piazza de' Priori. Era tenuto conBiglio segreto tra i mezzani
col Duca che Rinieri di Giotto da Sangimignano, il quale era capitano de' fanti di palagio
de* Priori, che sempre h dentro quando i signori escono fuori, ed h sua la guardia del pa- 1
lagio; il quale avea promesso di fare quello che fece contro allo suo sacramento in vergo-
gna del Comune. Come lo Duca fu in sulla piazza, bandito il consiglio e parlamento, i Priori
^'assettarono in suirusata ringhiera nel nome del male incominciamento e di perdimento
di libertL E levato messer Francesco Rustichelli a proporre la proposta, come detto fe adie-
tro, subitamente quando fu alla parte che dicea " per un anno „ ; il popolo comincio a rug- 1
ghiare, com*era diliberato ed ordinato per gli traditori, e gridarono: * A vita, a vita; viva il
signore duca d'Atene, in tutto sia Signore„. E cosi pesolone preso e portato alla porta del
palagio, la quale era chiusa, subito fu portato per la piazza, e gridando in quel mezzo: * Alle
/., »111, 36 " scure, alle scure; al fuoco, al fuoco „ ; la porta fu per lo capitano de' fanti subito,' com'era
ordinato, per lui aperta, e con grandissima pompa e suono di trombe e d'ogni stormento 2
portato suso nel palagio de i Priori, ed assettato come Signore, e sonato e cantato " Te
Deum laudamus „ con tutto raltro salmo.
RuBRicA 556* — Co7ne furotio i Priori viiufcraii e mossi di loro seggio, e V libro degli Or-
dini e 'I gonfalone della giustizia e gli altri gonfaloni stracciaii e tolti.
Fatte le predette cose, subito i Priori, che dovieno sedere nel luogo loro preminente del 2
palagio, furono messi neirinfimo luogo, cio^ nella camera deirarme, e preso il gonfalone
della giustLzia e Tordine d'esso uficio, e stracciato e guasto ogni ordine, e le bandiere del
Duca poste in sulla torre con grande triunfo. Fece lo Duca cavalieri messer Ciritieri Bi-
sdomini cittadino fiorentino, e per adietro suo famigHo, e Rinieri di Giotto, che capitano era
stato del palagio de' Priori per buon merito di tradimento. Messer Guglielmo d'Asciesi, al- 3
lora capitano di popolo, si disse acconsentire al detto trattato; e questo fu chiaro, ch'egli
rimase col Duca, poi suo uficiale. Questi si disse dilettarsi molto in crudeltk ed in divisare
|/., »m, 37 pene a quelli che '1 Duca volea far morire. Messer Meliadus di Ascoli, si disse, essere ' leale,
ch'era podestk, e rifiut6 la podesteria innanzi ch'e' volesse giurare per lo Duca, comecch^
pure fu da alcuni biasimato e non tenuto netto, perocchfe rimase col Duca suo ofRciale. 3
Iddio ed egli seppe la veritk. Li Grandi e quegli, a cui motiva fece questo lo Duca, come
detto fe, feciono grande festa ed armeggiata e faI6 e luminare ricche. Ma pure gli scar-
dassieri, che furono quelli che molto il favorirono alla piazza gridando, fatta la fesla, tor-
narono a scardassare ed a guadagnare lo pane.
RuBRicA 557* — Come il Duca difuth a' Priori loro abitazionc e famiglia, e fece fiu ordini, 4
c levb il foriare Varme a' citiadini.
Nel detto anno e mese, lo di vegnente, lo Duca misse li Priori nella casa de' Figliuoli
i-a. dl Cristo] omm. A. — 3. ebbe. . . . dalla] apertamente dalla A. — 3. gU uficl] l'uficio C /?. — 4. e scritto] c
ritto A. — 6. essere. In su quella di S. Croce la gente] essere in su quclla di S. Croce. La gente /. — 6-7. .1
cavallo] dl caraUo G. R. — 7. ch'era] ch'erano A. — 10. ed i sua] e sua G. R. — 16. gridarono] grldato A. —
17. sla] omm. A. — 31. suso] su G. R. — 32. laudaraus] laldamus A. - con tutto Taltro salmo] omm. A. — 2S.A0-
vieno] soUeno G. R. — 38. trlunfo] trionfo A. - Ciritierl] Cerretleri .^. — 31. trattato] tradimento G. R. — 32-35. Que-
?tl »1 dis»e.,.. coj Duca, suo officlale] omm. A, — 35, pure] omm. T. — 36-37. detto h\ detto si fe A.
lA. 1342] CRONACA FIORENTINA 197
, Petri dietro a S. Pietro Scheraggio, e dove solevano avere 100 sergenti e famigliari e fanti,
li reco a 20, ed a' cittadini levo l'arme non ostante alcuno brivilegio, lo quale avessero, e
non lascio a' Priori niuna giuridizione, ne balla, anzi li privo d'ogni cosa, e Tottava di Nostj-a
Donna a S. Croce fece fare bella festa, ringraziandola della sua signoria. E fece a' gon-
falonieri di compagnia torre li gonfaloni, e a' Dodici lo ragunarsi, e delle Stinche fece trarre
e offerire circa 150 prigioni, quasi tutti quelli che v'erano.
RuBRicA 558* — Comc^ ricevuta la signoria dal Duca di Firenze molte Terre gli si rende- /., vm, 3S
rono, e V modo che 'l re Ruberto gli die nella signoria.
Mentrech^ il Duca signoreggiava, ed ordinava le fortezze, e le Terre recava a sua
0 mano, e mettea a guardia cui esso volea, gli pervennero alle mani queste Terre: Arezzo
a' di 14 f ece la sua volonta, e ressene la signoria del tutto ; Pistoia ancora gli si diede del
tutto ; Colle di Valdelsa fece lo simile ; Sangimignano gli si rend^ ; Volterra in questo me-
desimo anno gli si diede. Onde egli ebbe grande rendita, e come egli si vide Signore,
quanti soldati franceschi furono in Italia raccolse al suo soldo, e non tenne poi i patti al
5 Comune di Firenze di cosa che promettesse. Lo re Ruberto, udito lo modo del Duca,
quando da prima fu a Firenze fatto capitano,' si reco alla mente ch'egli gli avea doman- /., vtn, 39
data licenzia d'andare in pellegrinaggio, e subito disse: " E albergato il pellegrino „. Ed
ora, quando udi ch'egli era Signore, gli diede un savio consiglio, si per lo Comune e si per
lui, ma migUore per lui che per lo Comune; imperocch^ se avesse osservato al Comune
50 quello che lo re gli scrisse, il Comune Tarebbe conservato in sua signoria, ed egli arebbe
munto il Comune tanto, che triste le borse. Ond' h che per non credere al consiglio del
re, egli vi si trovo modo per gli cittadini dopo alcun danno d'avere e di persone. Lo con-
siglio del re in effetto fu questo: che considerato che li Fiorentini non per molto senno,
nfe per molto seguito, nfe per altra cagione, se non per le divisioni de' cittadini Taveano fatto
55 signore, ch'egli gli ricordava, ch'egli non gli tenesse divisi in setta, ma reggessegli in loro
ordini, e mantenesse giustizia, e rimettesse i Priori nella loro abitazione, e conservassegli ; e
se questo non facesse, non vedea potesse tenere la signoria. Li cittadini presero de' costumi
e vestimenti istrani de' Franceschi assai piu che non bisognava loro, tantochfe si domestica-
rono insieme, e colle donne in danzare ed in parlare piu che non era onesto, e quale per
JO forza e quale per amore; ed assai oltraggi riceveano i Fiorentini da' Franceschi.
RuBRicA 559" — Come^ rimase lo Comune do-po la rifresa della citta di Firenze debito, e /., vni, 4o
qiiante rendite risfondeano.
Nel tempo che '1 Duca d'Ateni avea la signoria di Firenze, quando la prese, avea lo
Comunfr debito co' cittadini suoi quattrocento migliaia di fiorini, ed avea Tanno d'intrata di
J5 rendita assisa lo Comune circa dugento sessanta migliaia di fiorini. Con questa rendita ed
entrata, sanza le gravezze, la trovo il Duca d'Ateni.
RuBRiCA 560* — Come i Tarlati ed Ubertini fecero entrata in Castiglione, e d'ogni luogo
furofto cacciati, e furono fresi molti, infra' quali fu -preso Francesco di Guido Molle,
fratello del Vescovo d'Arezzo.
L'anno predetto messer Piero Sacconi e Francesco di Guido Molle, fratello del Vescovo
2, brlTilegio] brevileglo A. — 3. n& balla] e balla A. — 6. offerire] omm. G. R. - circa] omm. A. — 9. Terre]
Drre A. — 11. a' dl 14] omm. A. - resaene] resene G.R. — 11-13. Pistoia.... CoIIe] Pistoia 11 simile CoIIe j4. —
12. fece] 0/«?». A. - gli si rende] 11 siinile .^. — 12-13. Volterra.... Onde] Volterra 11 simile; onde A. — 17. b....
pellegrinoj abergato si fe lo pellegrino A. — 20. conservato] osservato G.R. — 21. tanto] tale G.R. — 22. modo]
mondo /., la lezio/ic. del teslo i queHo di A. c G. R. — 24. I'avevano fatto] era fatto A. — 26. conservasscgli] e
conservandogli G. R. — 38. loro] omin. A. — 30. riceveano] ricevcrono A. — 34. co'] a' G. R.
198 CRONACA FIORENTINA lA. 1342]
d'Arew50, per trattato Intr6 in Arezzo. E sentito, furono cacciati per forza, e presi furono
alquanti. Poi il detto Francesco intrando ancora per simil modo in Castiglione, ne furono
cacciati, e preso il detto Franccsco e menato al Duca, che gli fece tagliare il capo, e molti
Ghibellini presi, confinati e cacciati de' detti luoghi furo. Castiglione predetto degli Uber-
tini ed altre loro fortezze si disfeciono. !
/., »111, 41 RuBRlCA 561' — Come^ lo Duca fece face, e gli sbanditi si ribandirono.
Questo anno il Duca fece pace co' Pisani, contro a cui egli fu eletto a far guerra onde
procedette la sua signoria, con questi patti: che' Pisani s^avessono Lucca 15 anni, e poi la
lasciassero libera al loro stato, e che il Duca v^avesse il podestk, e non avesse affare altro
che civile, e che' Lucchesi dessero ogni anno al Duca il dl di S. Giovanni novemila fiorini 1(
questi quindici anni, e che i Fiorentini ai tenessero tutto cio che tenieno di Lucca o di Pisa,
e fossero franchi li Fiorentini in Pisa cinque anni, li quali erano prima in eterno franchi, e
Barga e Pietrasanta. Li Pisani riceverono questo : che i Fiorentini dovessero rimettere tutti
gli sbanditi rubelli, nuovi e vecchi, che co' Pisani in lega erano stati, tra' quali s'intesero
Tarlati, Ubertini, Pazzi, Ubaldini, Frescobaldi ed altri cittadini assai, e cod dovessero la- II
sciare messer Piero Saccone, ch'era preso, e gli altri Tarlati, e rendere loro le loro fortezze,
e messer Giovanni Visconti, a cui il Duca fece grande onore di cavalli e d'amesi. E li
Pisani rimisero li Lucchesi ed altri sbanditi, e renderono loro le loro possessioni. E fermossi
la pace a' dl 15 d'ottobre, e bandita.
/., viii. 41 RuBRiCA 562* — Come' mor\ lo re d^Ungheria. 2i
Nel detto anno mori Carlo Uberto figliuolo di Carlo Martello nipote del re Ruberto, il
quale avea per moglie la figliuola dello re di Pollonia, del quale rimasero tre figliuoli: Tuno
fu Lodovico, lo quale prese la corona d' Ungheria, Taltro quella di Pollonia e Taltro, cio^
Andrea, andd poi in Puglia allo re Ruberto, lo quale gli diede la figliuola del duca di Ca-
lavria per moglie, che era suo figliuolo, a cui lo reame di ragione venia. E per questa cagione 21
abbiamo fatto menzione di questo, non perchfe puntualmente sia di nostra materia, ma perchfe
avea a venire in altra materia successivamente.
RuBRicA 563* — Come il Pa-pa fece cardinale un cittadino di Firenze.
L'anno predetto lo papa Clemento sesto fece cardinale messer Andrea Ghini dei Mal-
pigli della cittJi di Firenze, antichi e buoni cittadini, ed abitavano in Orto S. Michele. Era 3<
in quel tempo vescovo di Tornai.
RuBRicA 564* — Come lo Duca dAtene rifornl di nuovo la citta di Firenze di friori e gon-
faloniere di giustizia e di nuovo gonfalone.
/.. vui, 43 Questo medesimo anno lo Duca, essendosi accostato un poco al parere e consiglio del '
suo signore, re Ruberto, pure s'one8t6 poco, fece alla meth d'ottobre nuovi priori e gonfa- 3
loniere di giustizia, e furono questi:
I. e sentito] e sentiU G. R. — 4. furo] omm. G. R. — 10. novemila] ottomila /., la hxione del testo h quclla
di A. e G.R. — 18. renderono loro le] renderono le A. — 19. e bandita] e band\ A. — 21. Martello] Marte G. R.
— 23. Pollonia] Apolonia G. R. — 24. Ruberto] Uberto A. — 25. per moglie, che era] omm. G. R. — 26. pun-
tualmente] puntalmente A. — a?. avea] ara A. - altr.i] nostra G. R. — 29-30, Malpigli] Marsili A. — 30. ddla
citti di Firenze] da Firenae A. — 35. aUa meta] a mezzo A.
[A. 1342] CRONACA FIORENTINA 199
Messer Donato Lamberti de' Velluti, per lo sesto d'OItrarno
Bellaccio Pucci, beccaio, per lo sesto di S. Piero Scheraggio
Giambone di Guido Cristiani, per lo sesto di Borgo
Michele di Cione Maffei, per lo sesto di S. Pancrazio
i Andrea Casini, per lo sesto di porta del Duomo
Manetto di Spigliato da Filicaia, per sesto di porta S. Piero
Piero Giugno de' Giugni, gonfaloniere di lustizia per lo sesto di porta S. Piero
Ser Andrea Donati, loro notaio.
Fece il Duca questa nuova elezione, infra i quali fu un beccaio ed altri artefici, li quali
10 ravevano molto favoreggiato, e molti tiravano con lui, e non ne voleano udire niuna parola,
ed alcuni Ghibellini furono infra questi priori. E disse fece questo, perchfe volea la Terra
avesse Priori comuni d'ogni ragione, perch^ si chiamava Comune, e non dih pero loro niuna
balia, ma pure li reco in sulla piazza nella casa dello Esecutore. Fece un nuovo gonfalone,
lo quale aveva tre insegne dentro:' Tuna allato airaste, questa lo campo bianco ed il giglio /., vm, i4
15 vermiglio, ed appresso a questa v'era nel mezzo Tarme del Duca, ciofe lione a oro in campo
azzurro con uno scudetto a coUo coirarme del popolo, e poi appresso Tarme del popolo:
campo bianco e la croce vermiglia. E cominciossi a dire lo Duca accostarsi col popolo, e
che sempre dicea: " le notre popule bon„. E non avea a memoria che crocifissero Cristo, gri-
dando : * Muoia, muoia „ . Ben dovea egli avere a memoria che non f arebbono meglio a lui
20 che a Cristo, che fu giusto Signore. Fatto questo, diede di_^ua mano la insegna sanza ragu-
nare popolo, o sonare campana, e fecelli giurare in sua mano.
RuBRiCA 565* — Di alcuna giustizia che il Duca fece contra certi d^ Bardi.
Nel detto anno uno de' Bardi, volendo una fanciuUa non di grande leva, Tavea voluta
manomettere. Ella gridando, pervenne agli orecchi del Duca. Fello pigliare e pagare fio-
25 rini 300 d'oro. Ed un altro de' Bardi avendo parole con un suo vicino, gli strinse la gola
con dirgli d'affogarIo. Subito il condanno in fiorini 500 d'oro o nella mano. Di che in-
gregati i Grandi, si perche parea loro, essendo stati principali a farlo signore, dovere essere
altrimenti trattati da lui, e parea' loro poter dire " Noli me tangere „, e * nec tangere Christos /., vm, 45
" meos „ erano ancora ingannati, imperocchfe a rado si vide mai signore, o tiranno, che chi
30 gli di la signoria, egli non lo iscemi quanto pu6, perocchfe dice: " Come me la diede, me la
" pu6 torre „. Ed ancora Iddio per miracolo gli fa portare pena della sommessa liberth; chfe
chi fa quello che non dee, ric6ve quello che non crede.
RuBRicA 566* — Come il Duca si comincib a domesticare con gli artefici e gentc mezzana,
e ad afforzarsi nella citta, e tdrre arme a' cittadini.
35 Questo medesimo anno il Duca comincib a stringersi con gli beccai, vinattieri ed al-
tre arti minori e scardassieri, e diede loro licenzia che alle loro case potessero ragunarsi, ed
avere ordini, e guastare Tantiche loro leggi e fare novelle. Quasi tutto ci6 che gli addoman-
davano, dava loro e dicea che erano " le bone popule „ . Ed agli scardassieri concesse che
I. Lambcrti] omm. A. — 7. Piero.... Giugnl] Piero di Giugno Giugni A. — 8. loro] omm. G. R. — 9. ele-
zione] lczione A. — la. d'ogni raglone, perchfe si chiamava Comune] omm. G. R. — 13. nella.... Esecutore] In
casa l'asccutore A. — 15. v'era] che v'era A. - oro in carapo] oro e campo G. R. — 18. sempre dicca] se predicea
G. R. - " le notrc popule bon ,] omm. G, R. — 24. Fello pigliare e pagare] Fu preso e pag5 G. R. — 36. con dlrgli]
e disse G. R. — 37-38. dovere..,. e parea] dovesse essere pii loro suggetto, che eglino a lui, e parea G. R. —
30. lo isceml] G. R. segna qui una lacuna che I. sitfflisce con la farola umilii — 32. non dee.... crede] non dee sie
riceve quello chc non si crede A. — 36. licenzia che] omm. A. — 37. guastare] gustare A. - Quasi tutto ci6 che]
qui che A, — 37-38. gli addomandavano] li adomandava G. R.
200 CRONACA FIORENTINA [A. 1342]
ciascuno potesae avere un pavese, nel quale dipignesse un agnolo, e cori feciono. Onde mon-
tarono gli artefici in tanta superbia che non si potieno pagare di cosa dessero, o facessero,
ed in ogni cosa erano dal signore favoriti. T6rre fece a' cittadini le balestra, e sospettava,
/., vtn, 46 come gli era detto, ch'egli si 'ragunavano, o a canti, o a mangiare, tantochfe non si usavano
ragunare, ed a vivere comincib con gelosia. Afforzare fece lo palagio, e ferrare finestre, 5
antiporti alle porte, ed alle porte della citt^ fece murare e fare fortezze, e fece lo circuito
del palagio suo, e misse nel palagio de' Figliuoli Petri e del Bello Alberti e del Vardingo,
e 8tim6 di fare grande compreso e forte. E delle pietre, ch'erano lavorate per fare il ponte,
assai ne mur6. Le case de' cittadini, ch'erano in sulla piazza, fece sgomberare e mettervi
8ua gente sanza pagare pigione. E cominciossi a disonestare per amore di donna, dicendo 10
alle donne si vuol far piacere, e rend^ loro gli ornamenti, ch'erano divietati e penali. Ed
assai sconce cose faceano loro le sue genti, e non era nulla nelle donne de' cittadini. E lo
luogo comune delle donne, ovvero femmine mondane, fece vendere, onde n'ebbe buona quan-
titk di denari. E fece fare restimo nella cittk e contado di Firenze, e molte rendite e de-
nari di gravezze fatte a' cittadini ne mand6 a casa sua. E dissesi che di quello gli pervenne 15
alle mani di gabelle e d' altre intrate, che non ne spese se non in quelli pochi soldati f rance-
schi, che ebbe nel tempo di undici mesi di circa 500 migliaia di fiorini. Di che la met^ o
piii, potfe mandame, e forse le due parti, che ogni spesa f acea fare colle gravezze a' cittadini.
/.. vui. 47 RuBRiCA 567* — Della ' fersona, figura, costumi e consigli del Duca in Firenzc.
La statura di questo signore si fu bassa, e fu di pelle bruna e non grazioso aspetto. 20
Dilettossi in peli, la barba avea grande. Nelle sue risposte non grazioso, la vita assai onesta
di mangiare e di bere. Al suo consiglio poche genti avea; infra' quali quegli, di cui piii si
fidava, era lo vescovo di Lecce, il quale era vescovo d' una sua Terra di Puglia, di che egli
era conte e signore, e messer Baglione de' Baglioni da Perugia, podesta di Firenze e messer
Guilielmo d'Asciesi conservadore e messer Ciritieri Bisdomini. Avea consiglio con un ser 25
Arrigo Fei di.... in porre denari, e fare nuove inventive di gabelle, o d'imposte; e con
questi era il segreto consiglio e diliberazione, comecchfe egli avesse appresso a sfe lo vescovo
di Volterra e d'Arezzo e Tarlati ed Uberti di Pistoia e d'altre Terre per suo consiglio e
prowigionati, ma non gli tenea per consiglio, ma quasi per istadichi e sicurta delle Terre, di
che erano, e molto gli onorava; ma lo suo consiglio si riducea a quelli cinque detti. Molti 30
' uiiciali avea a rivedere ragioni, ed a fare baratterie ed ingiurie a' cittadini, e molto tiranne-
scamente vivea.
/., vin, 48 RuBRicA 568* — DV molte ingiustizte fatte ^per messer Guiglielmo ^Asciesi, conservadore.
Fece messer Guiglielmo molte esecuzioni personali, delle quali si disse esseme fatte in-
giuste infra le quali lo giudice della mercanzia da Piagenzia, messer Piero, avea guada- 35
gnato denari. E disse che avea fatte baratterie assai, e disse nella condannagione, che egli
trattava con messer Luchino Visconti t6rre la signoria del Duca. Naddo di Cenni de' Ru-
cellai, ch'era confinato a Perugia, ed avea dato mallevadori di 10 000 fiorini, e sospettando di
questo conservadore, voUono sicurt^ della persona; e cosi fece. Nondimeno siccome fu ve-
nuto, egli il fece impiccare, e comand6 non essere spiccato, ed appuosegli, e cosl gli fece 40
I. pavese] uno palvese A. — 3. ed in ogni] e d'ognl A — 7. misse] misselo A. - Figliuoli Petri] Figlio
Petrl A. — 10. senza pagare plgione] senza alcuna pigione G. R. — 1 1. si vuol far] se vuol f ar G. R. ; clj'e' volea
f ar /. - e rendfe] e rendere G. R. — ij. sue] omm. A. — 15. fatte] faceva .^. - di quello] omm. A. — 17. di clrca]
omm. A. — 18. e forse le due parti] omm. A. - coUe gravezze] omm. I. — ai. avea] teneva A. — 12. e di bere] o
dl bere A - consiglio pociie] consiglio assai pociie /. — 25. Ciritierij Cerretieri A. — 26. di ] A. non ugna
lacitna - e fare] e fece A. — 27. appresso a sfe] appo ah A. — aS. Uberti] Ubertini A. — 39. quasi] omm. A. —
35. mercantia] mertia A. — 37. Visconti torre la signoria del duca] omm. /. — 38. fiorini sospettando] fiorini ^lino
sospettando /. — 40. appuosegli e cos\] omm. A.
[A. 1342] CRONACA FIORENTINA 201
confessare che egli avea trattato con gli Sanesi e Perugini contro la sua signoria. La verith
non so io, come in quel tempo si fosse; io n'udii vari ragionamenti, perocclife i Sanesi e i
Perugini molto dubitavano di loro stato, e costui sapea le sue trame, ed egli l'avea provate,
e provava; ma sa^dssimo uomo fu Naddo, ed uomo di grande astuzia, e molto provveduto
5 e sollicito, ed era uomo tanto sagace, che quasi niuno piu in Firenze se ne sapea. Poich^
morfo fu, egli costrinse i mallevadori a pagare diecimila iiorini, dicendo che avea frodati
al' Comune; e cosi toltogli quello, si trovo del suo infino centodiecimila fiorini, pagarono i mal- /., vm, 49
levadori l'avanzo, che furono circa cinquemila fiorini d'oro. Matteo di Morozzo da Firenze
fece pigliare; e perchfe egli avea rivelato un trattato, lo quale si cercava contro al Duca,
10 questi sel merito, perocch^ lo trattato era vero, si ragionava, ma egli voleva che la cittk sua
stesse serva; onde si ebbe quello che ando cercando. II Duca gli disse ch'egli apportava
bugie e scandoli. Fu costui in su un carro attanagliato e poi trascinato e poi impiccato.
Lamberto degli Abbati, al quale appuose tenere trattato con certi e con messer Guido da
Fogliano di torgli la signoria, fece impiccare in su Monte Rinaldi. Molte altre giustizie cru-
1 5 deli ed ingiustizie f ece f are, che molto dispiacquero a' cittadini, e spesso si dolieno insieme,
e pensavano che le discordie de' cittadini raveano condutti a servitudine, e che la concordia
li doverebbe ridurre a liberta. Ma tanto era lo pericolo, di cui s'avessero a fidare, che con
grande gelosia viveano; perocchfe come sentia chi parlasse contro a lui, egli vivea con tanto
sospetto, che subito era morto e condennato e disfatto. La Pasqua di Risorresso MCCCXLII
20 fece grandi mangiari a' cittadini e a sua baroni e soldati, e bandi giostre e feste, comecchfe
pochi vi giostrassero de' Fiorentini, perocche li Grandi, a cui' egli avea promesso di levare il /., vm, 50
reggimento del popolo e recare a comune loro co' popolani grassi, egli non l'avea loro os-
servato, ma avea rifatto il gonfaloniere della giustizia e li popolani delle famiglie poco avea
a capitale, ma sempre si tenea con gli artefici e con gli minuti. Di che erano indegnati con-
25 tro lui, e pensavano sempre al suo danno.
RuBRicA 569* — Come lo Duca fece lega con gU Pisani.
I Pisani, come gU antichi nimici pensano, pensarono d'assicurarsi col Duca, e di cercare
modo di disf are li Fiorentini, che gli aveano oppressati, e cercarono lega col Duca ; ed egli
la fece. Stimarono li Pisani : " noi aremo materia d'andare spesso a Firenze e seminare
30 "triboli, e cosi faremo assentir li trattati, ed altre cose contra li grandi cittadini di Firenze;
" ed egli li disfara„. Fatta la lega, i cittadini ne sdegnarono, e grandi e piccoli, perocchfe
non parea loro la dovesse fare, nfe per bisogno che ne avesse, nfe ancora, perchfe erano nimici
de' Fiorentini.
RuBRicA 570" — Come si fece comfagnia in Pisa a fosta dcl Duca e de' Pisani.
35 Come fu fatta la pace tra '1 Duca e li Pisani, di concordia del Duca li Pisani fecero'
della loro gente tedesca, circa 1500 uomini a cavallo e 2000 pedoni, una compagnia, la quale /., vm, si
non fece danno a Firenze ma alli Sanesi e Perugini. Questo si disse che assenti il Duca,
perchfe non vollono intrare in lega con lui. Ed in piu luoghi della Marca a' Malatesti, ed a
chiunque avea data aiuto o favore a' Fiorentini, fece danno. E di ci6 non cur6 il Duca, e
40 feciono ridomperare tutti.
3. trame] tirannie G. R. — 7. centodiecimila fiorini] in fiorini diecimlla A. - pagarono] pagato G. R. —
8. circa] omm. G.R. - Matteo] Maestro G.R. — i2. e poij omm. A. — 13. con certl omm. A. — 14. fece] fecelo
A. — 20. fi a sua] e suol G. R, - bandl] bandire G. R. - e feste] c fece A. — 21. de'] omm. A. — 24. capltale]
capitare G. R. — 27. e di cercare] e di vedere A. — 28-39. ed egli la fece] e fecela A, — 30. di Flrenze] omm. A. —
36. a cavallo] dl cavallo G. R.
202 CRONACA FIORENTINA (A. 1343]
RuBRiCA 571* — Come lo re Uberto mori in Nafoli.
L'anno predetto e a dl 29 di gennaio, cio^ 1342, lo re Ruberto di lerusalem e di Sicilia
tnorii, savissimo signore di naturale senno ed accidentale, ed amico e padre della citti di
Firenze. E dopo lui erano due figliuole, le quali una, loanna, fu maritata al figliuolo del re di
Ungheria, ciofe ad Andrea, di cui addietro h. fatta menzione (e questo fece lo re, perchfe
redasse lo reame), e l'altra dopo la morte del re Ruberto si marit6 al duca di Durazzo.
In Firenze se ne fece bello annoale ed onorevole.
RuBRicA 572* — Di certe cose nuove fecero i Fiorentini, e come si crebbe lo staio.
In queato medesimo anno, perchfe il popolo di Firenze avea in odio i Grandi, e pensando'
/., Tiii, 5J che se novith apparisse, ed eglino avessero a passare per correre alle mura a difendere a ll
S. Giorgio o a S. Niccol6, quelli di Oltramo e di qua convema loro passare sotto casa Rossi
e chi sotto i Bardi, feciono la via nuova dal Pozzo Toscanelli. Lo staio fu cresciuto nn cer-
chio, considerato che prima si dava al colino, e qui vi si potea, e facea, inganni, fu tanto
cresciuto quanto n'andava nel colino. E questa sottigliezza fu quelI'anno, perchfe fu grande
caro di grano, perocchfe valse circa mezzo fiorino d'oro ; ed ancora il vino f u caro, che valse 11
circa sei fiorini lo cogno.
RuBRicA 573* — Come fafa Chimento fece lo giubbileo di 50 in $0 anni.
Trovato papa Clemento, che papa Bonifazio avea recato il perdono, lo quale era a Roma
di cento anni in cento anni, a cinquantanni, considerato Teta mancare, si lo piuvic6, e fece
noto a tutta cristianitk, che chi di cinquant'anni in cinquant'anni andasse a Roma, e quin- 20
dici dl continui visitasse la chiesa di S. Pietro e di S. Polo, gli fosse perdonato colpa e
pena. E cominci6 Tanno di Cristo 1350 lo dl della nativit^ di Cristo.
/., »111, S3 RuBRiCA 574" — Come' lo Dnca mandh a murarc S. Casciano.
Gli anni del Signore 1343 fece lo Duca cominciare a murare il poggio di S. Casciano, e
puosegli nome Castello Ducale. Questo fece, perchfe in quel paese non avea alcuna tenuta, ove 25
si potessero riducere li foresi e le villate.
RuBRicA 575* — Come fcce fare molte belle feste in fiti dt sfezialmente fer S. Giovanni.
Nel detto anno il Duca per le feste, che sono di maggio, fece fare sei brigate, nelle quali
fece signori, e vestire li fece a divisa, e di^ loro per ispese danari e doni di vino e da mangiare ;
ma furono tutte queste brigate di gente minuta; li quali danzando, ballando, sonando andavano 30
per la citth. L'una fu a S. Ambruogio; Taltra fu da il canto la Macina giuso per Belletri in-
sino a Ognissanti; Taltra in borgo S. Paolo; Taltra a S. Friano; Taltra a S. Giorgio; Taltra
nella via Larga, dagli Spadai infino al canto alle Rondine, la via del Cocomero e de' Serv-i
8u a Monte Loro. La festa di S. Giovanni fece fare per arti e non p^r gonfaloni, e ciascuna
/., Tiu, M arte per se ; poi tutti i ceri ordinati e palii, li quali avea da' ' signori e comuni sottoposti al 35
Comune, e poi a lui bracchi e sparvieri. Questa fu onorevole festa ed offerta e bella, pe-
1. ciofe] omm, A. - Ruberto] Uberto A. — 6. redasse] restasse G.li. — 7. annoale] anauale A. — ^13. col\-
no] colmo /., ma G. R. ed A hanno collno cosi anche a l. i^ — 15. Talse.... d'oro] valse lo staio mezzo fiorlno
d'oro A. — 16. circa] omm. A. — 18. Clemento] Cremento A. — 19. cinquantannl] cinquanta A. - piuric6] public6
A, — 19. CoA i codici; I, omeitt ftr il senso le farole a cinquantanni — 36. potessero] potesse A, — a8. clie sono]
5 omm. G. R, — 30. minuta] menuale A. - minuta li quali] minuta ed in luogo di gente minuta li quali G. R. Forse
quest» farole erano, cos) errate, nelVautografo; A. le ka omesse, G.R. lc ha riporlatc senxa correggere — 31. fu
da] fu tra A.; fu omm. I. — 33-34. del Cocomero e dei Servi su a Monte] dal Cocomero e da Servi infino a Monte
■^• — 34- per] «»««». G.R. — 35-36. sottopostl . . . . Questa] sottoposti. Questft A, — 36. festa] omm. G. R.
[A. 1343] CRONACA FIORENTINA 203
rocch^ tutte queste cose ragun6 in sulla piazza di S. Croce, e poi le condusse in sulla piazza
del suo palagio, e andarono a S. Giovanni. Onde li cittadini, che si ricordarono della offerta
co' gonfaloni, e veggendo magnificare la gente minuta e scardassieri ed inalzargli, sdegna-
rono forte di cio, perche era fuori d'ogni umana e divina ragione. Lo palio di S. Giovanni
5 fece foderare di vaio e molto riccamente ed onorevolmente addobbare d'ogni cosa. Parendo
tante cose sconce nella nostra cittk farsi per lo signore, abbandonando gli antichi cittadini,
e riducendosi e magnificandosi con gli minuti uomini. Ed infra l'altre cose, che piu avieno
a sdegno, si era un vocabolo, lo quale avieno preso i Franceschi e i cortigiani e i soldati,
perocch^ in francesco s'accorda il nome di dire compare, quasi nel parlare loro compar, e
10 vanno volentieri alle taveme, e la gente minuta usano il vino e la taverna; usavano insieme
a bere, e dicea il Francesco : Compar, allois a boier : Compare andiamo a bere. E il popolo
rozzo di vocabolo francesco diceano; Ciompo, andiamo a bere; e cosl diceano: Ciompo,
Ciompo; e quasi erano tutti ciompi, cioe compari. E cosi veggendo il Fiorentino usare la
sua citta a Franceschi,' signori, con vili e minuti e i famigli ed i soldati il simile, ed i buoni /., vm, 55
15 ed antichi sdegnare, e dicesi tutto dl: "11 piccolo non ha rubato il Comune, ma li grossi si„,
sdegnati, dl e notte pensavano come potessero essere liberi.
RuBRicA 576* — Come fu tagliata la lingua ad un Bettone Cini.
Nel detto anno e mese di giugno fu preso un Bettone Cini da Campi, lo quale per an-
tico era d'una famiglia da Campi, lo quale solea menare lo carroccio di Firenze, quando si
20 ponea oste. Questo Bettone fu per quella dignith per lo Duca fatto de' Priori. In questo
tempo il Duca puose imposta a' cittadini, infra' quali fu posta a lui. Egli tra per la dignitJi del
priorato, che solea essere assai, quando la cittk era libera, e sl perch^ era uomo parlatore,
con male dire volentieri, prosentuoso, disse che il Duca troppo volea mordere, dicendo che
chi leccava il cacio e mangiava il pane, si satollava, ma chi metteva le zanne nel cacio, vi
25 rimaneva Torma; ed il signore, di cui era il cacio, si dolea, sicch^ era meglio appoco appoco
trarre lo denaro della borsa del maestro, che votarla a ruina. Queste parole tornarono a bocca
del Duca; non ebbe riguardo niuno, se non che in su un carro il fece legare e strappargli
e tagliargli la lingua', e per tutta la citta in su una lancia posta and6, e poi il confin6 in Ro- /., vm, 5»
magna, ove di questa tagliatura si mori. Di questa aspra giustizia molti ne sbigottirono f or-
30 temente, perch^ non parea questa parola meritasse tanta crudeltk. Inanimarono i cittadini
non usi mai d'essere loro a parlare ristretta la via, e per le incomportabili gravezze si si co-
minciarono a ragunare ed in piu parti, non sappiendo Tun deiraltro, secondo gli animi, nella
citth; perocch6 i popolani grassi non si fidavano dei mezzani, nh. li grandi de' mezzani, nfe
eglino di loro ; Sicch^ tre spezie erano, e ciascun per sfe aoperava contro al Duca, non sen-
35 tendo I' una del^altro, e molte maniere di trattati si tennero ; ma li capi di tutte e tre si fu-
rono questi : pare Tuno fosse lo vescovo Agnolo degli Acciaiuoli, e Bardi quasi la casa tutta
con quegli ch'egli avea rimessi in Firenze per la pace fatta co' Pisani e Rossi e Frescobaldi;
quelli che ancora rimessi erano per lui in Firenze, ch'erano rubelli e Scali ; delPaltra congiura
era capo messer Manno e Corso Donati, e qui tiravano molte famiglie; deiraltra era capo
40 Antonio di Baldinaccio degli Adimari, collo quale tiravano molte altre famigliette, e con lui
capo era Luigi Aldobrandini e Rucellai ed uomini tutti mezzani. Questi co' signori e co'
comuni tenieno mano, e poichfe videro che dentro volea essere ' la medicina, piii modi trova-
9. in francesco s'accorda] i Franceschi s'accorda A, — ii. Compar allois a boier] omm. A. — n. di] del
G.R. — 14. slgnori] signore G. It. — i8. Cini] omm. A. — 18-19. lo quale.... Campi] omm. A. — 21. quali fu
posta] quali e gli fu posto A. - per] omvi. A. — 34. il pane] del pane del A. — 38. e tagiiargli] o tagllargli
G. R. - posta] 07nm. A, — 39. ove] onde A. — 30. Inanimarono] inanimirono /; innanlmarono A. — 31. a par-
S lare] per parlare A. — 36. Agnolo] omm, A. — 37. con quegli] e quegli A. — 38. per luij omm. A. - rubclli] cosl
i codici; T. corregge Rucellai - congiura] o poslo di qucsta farola G. R, segnava una lacuna, e di cui I. non tenne
conto — 40. degll] omm. A. - collo] lo A. — 41-43. co' signori e co' comunl] con signori c comuni G. R. —
42. mano] omm. A.
f04 CRONACA FIORENTINA lA. i343j
/„ VIII, « rono: chi quando andasse a vedere correre il palio in casa gli Albizi; e queato venia fatto, e
non v'and6 ; chi quando andava per la Terra, saettando, e parve sentirlo, ed andava con buona
panziera, e non usava per le vie piii d'una volta, e non si sapea sua cavalcata. Altra volta
8'accordavano a' consigli ch'egli facea spesso. Anche il senti, e rimedib ; e cosi raolti modi
gi pensava. A costui prese paura, ed agli altri ardire. Di che Antonio di Baldinaccio, volendo 5
mettersi innanzi alla facccnda, richiese amici sanesi, infra' quali un masinadiere, essendo molto
amico di messer Francesco Bninelleschi, perch^ Antonio gli avea detto che non avesse ri-
guardo, che tutta la cittk era consapevole a cib. Si parlb di questo con messer Francesco
Brunelleschi. Quegli non era nella traccia, perocch^ era molto degli amici del Duca; prese
fidanza di lui il Duca, e il Duca il sicurb, ed il fante ancora, e menollo al Duca. Costui 10
gli disse di Paolo di Francesco di Manzecca, onorevole cittadino, comecchfe fosse masmadiere
stato; e volle piuttosto abominare costui che Antonio, a cui posta costui era. Subito preso
costui manifest6 un Simone di Monte Rappoli. Di che avutigli, e messigli al tormento, sco-
persono la torta. Questo fu a' dl 18 di luglio 1343. Veduto il Duca questo, cominci6 a
/., Tiii, 51 dubitare, e nondimeno' avuto suo consiglio, gli fu detto non mettesse mano a niun cittadino, 15
considerato, che se vero fosse, troppo correa pericolo, ma cominciasse a richiedeme uno,
e vedere se comparisse, e se fuggisse, venire richieggendo gli altri ad uno ad uno, e dare
loro bando, e mandare di fuori alle Terre ed agli amici per gente. Mand6 a Bologna, onde
subito n'ebbe 300 cavalieri ; e per li sua mando, ch'erano per le Terre, venissero. Fu richie-
sto Antonio di Baldinaccio, ch'era capo della detta congiura. Tra per lo grande stato e per 2i '
la moltitudine della congiura si fid6, dicendo : gli altri non mi lasceranno perire per la paura
di loro. II Duca, veduto questa congiura vera, non si attent6 di porre mano addosso a questi ;
che se avesse fatto a senno de' suoi e di messcr Francesco Brunelleschi e di messer Uguc-
cione Buondelmonti, tagliato il capo a costoro, ed armatosi, e corsa la Terra, era signore;
perocch^. ogni uomo, veggendo ritenuto Antonio di Baldinaccio, si erano fuggiti e nascosi. Lo 25
venerdl a di 25 di luglio, la vigilia di S. Anna, egli fece richiedere li congiurati e gli altri, che
forse non sapea essere congiurati, per mostrare di voler consiglio con loro, ed avea ordinato
che come erano nella sala del consiglio, farli morire e correre la Terra. Come era di sua
/., »111, 5* usanza di dare scritti i cittadini ' per sesto, che andassero al consiglio del signore, e cosi f ece
ora, e furono circa 300. Quando le scritte andavano, com'6 d'usanza, quegli ch'e richiesto, 30
dice : " Chi 6 meco, mostra la scritta ? „ E vedeano i compagni, e sl sapeano il loro difetto,
andava al compagno, e dicea: " Che c'6 da fare ? Di non ire ? E riveggiamo i nostri, e muoiamo
" insieme, o viviamo „ . Cosl vedute le scritte, vidono le congiure ; non saputa Tuna deiraltra,
cominciarsi a intendere e annare la citt^ e dire palese : " Liberta si vuole, o noi saremo tutti
" morti „. Di che intesosi, tosto, sl per volontk di Dio come per sollicitudine di loro, ordinarsi 35
insieme tutto il dl e la notte a fare e dare rordine alla rebellione. ,
RuBRicA 577* — Conte si levh lo romore, -presesi Varmc, e corsesi, c diessi modo a cacciare
lo Dtica, e tornare a liberta.
Nel detto anno e mese, a dl 26 di luglio, il di di madonna S. Anna pensando li detti
capi della congiura che non era da indugiare, perocche gia molti fanti e cavalieri di piu luo- 40
ghi e di Romagna gia avevano passate TAlpe, e venieno a Firenze, e la gente del Duca
t. correre il paiio] come il palio G. R. — 2. chi] o»j»i. A. - saettando] seguitarlo A. — 4. cosl moltl] cosl in
molti G.R. — 9. Brunelleschi] omm. A. - traccia] treccia A. (tresca?) — 11. onorevole] orevole A. — 12. costui
cra] egH era G. R. — 12-13. preso costui manifest6] preso quasi manifest6 G. R. — 17. gli altri] omm. G.R. —
i8. per gente] omm. G. R, — 18-19. onde subito] omm. A. — 19. e per li sua] ed i suoi G. R. - per le] nelle A. -
vcnlssero] omm. A. — 30. congiura] guerra C?. R. — 35. si erano] si era /. - uascosi] nascosto /. — 26. vigilia]
villa A. — 37. che] omm. G, R. — 30. circa] omm. A. — 33. saputa] sapere A. — 34. armare\ arare G. R., A.
- o noi s»remo] c saremo G. R. — 39. madonna] omm. A.
[A. 1343J CRONACA FIORENTINA 205
venia dentro, e gia 500 uomini da cavallo erano giunti, dierono ordine che in Mercato vec-
chio avesse per barattieri' quistione, e che alcuni di quella quistione fuggissono a porta S. Pie- i., vm, 50
tro, e quelli seguitandoli, gli seguiti gridassero: " Accorrete, signori; all'arme, airarme „. Tra
per l'ordine dato e per la tema delle persone ogni uomo era soUevato, ed avieno Tarme in
5 concio. La notte era stato mandato per Arno e per altri luoghi f uori per f anti ; di che dato
Tordine in sulla sonata nona, si levb lo romore, gridando: " Muoia lo tiranno, e viva il popolo
" e lo Comune di Firenze e liberta „. Bandiere del Comune e Popolo erano assai fatte e preste;
e corsesi con esse, ed asserragliossi le vie, perchfe non si potesse correre la cittk la gente
del Duca. Ed i cittadini d'ogni ragione di setta s'intesero insieme, e promisero una vita e
10 morte a cacciare lo tiranno, salvoch^ messer Uguccione de' Buondelmonti e la maggior parte
de' suoi consorti ed Acciaiuoli, Cavalcanti, Peruzzi ed Antellesi e beccai e gli scardassieri.
Questi vennono armati alla piazza, gridando: " Viva il Duca e signore „. Ed appresso la gente
deirarme del Duca, circa trecento, ne furono in piazza armati. Gli altri che venieno per
le vie, e chi per gli alberghi furono presi e rubati. Quegli cittadini n'andarono al Duca in
15 palagio, e dissergli ch'egli uscisse fuori, e che corresse la Terra. Egli non si assicuro, ma
armato stava intra due dello uscire, e dava ordine alla difesa del palagio,' e quivi con pietre 1., vui, 6t
e con balestra e fionde difendieno la piazza. Alla perfine, veduto che se questo fosse, il
popolo colla gente del Duca ingrosserebbe troppo, si mossero i Medici con gli Cavicciuli
ed altri assai con loro, e feciono richiedere quelli degli altri sesti che corressero alla piazza
20 a vincerla. Onde detto fatto, salvochfe il quartiere di Oltrarno, che s'era asserragliato a'
ponti, e non passavano di qua, se non alcuni pedoni. Cosi tratti alla piazza, e veggendo i
cittadini di concordia trarre al palagio d'ogni bocca, si partirono i nostri cittadini, ch'erano
col Duca, e vennero a' nostri, ed abbandonarono lo Duca e la gente sua. Delli quali rimase
in palagio alcuni, e cio fu messer Uguccione Buondelmonti. Messer Giannozzo Cavalcanti se /
25 ne venne in Mercato nuovo a casa loro e con gli suoi consorti, e montb in su un desco da
tavernai, che allora la beccheria si teneva Ih; lo quale desco era recato alto, e gridava al
popolo, che traeva alla piazza: " Dite, viva 11 Signore, viva il Signore; che la gente sua h ar-
" mata in piazza: non andate, sarete tutti morti„. Ma poco gli valse, che pure andarono.
Ultimamente combattendo colla gente, ch'era in sulla piazza, e non essendoci piu del dl, e
30 molti feriti d'una parte e deiraltra, dei nostri di pietre e di balestra dal palagio, e della gente
del Duca, che era in piazza, di balestre ' e di lance manesche ; alcuni lasciarono i cavalli, /., vm, 62
cio^ li capi, ed intrarono in palagio; altri d'accordo lasciando Tarmi e cavalli a nostri, salve
le persone, si renderono. E cosl, vota la piazza, fu restata la zuffa.
RuBRicA 578" — Come furono rottc le Stinchc, c cavatinc i -prigioni, c frcsi i falagi dc'
35 rettori, c rubata la camcra del Comune.
Mentrech^ le predette cose si faceano, Corso di messer Amerigo Donati con molti altri,
li quali aveano in pregione loro amici e parenti, si ragunarono, e con molto popolazzo cor-
sero alle Stinche, e quelle coiraiuto di quelli dentro ruppono, e cavaronne tutti i prigioni.
Fatto questo, eglino non erano a lor parere sicuri per le condannagioni fatte di loro, ed
40 ancora vi erano di quelli che avieno in bando de' loro parenti ed amici. Andarono cosi
furiosi alla camera del Comune, e quella rotta, intrarono dentro, ed ogni scrittura arsono e
stracciarono, donde al Comune ne fu gran danno, sl perchfe v'erano molte ragioni che '1
I. uornini da cavallo] cavagli A, — i, a. porta] per porta A. — 7. e libertA] e di liberti A, - erano] ne erano
/1. - e preste] omm. A. — 9. d'ogni ragione di setta] di setta d'ogni ragione A. — 9-10. vita e morte] vita o morte
/. — 13. dcU'arme] omm. G. R. — 15. disscrgli] dicegli A. — 16. quivi] qui G. It. — 17. e fionde] omm. A. —
18. ingrosserebbe] ingrosserebbono A. — 20. 11 quartiore] quel quartiere G.R. — 25. con gll suoi] alli sua A. —
30. dei nostri] omm. A. — 33. a nostri] omm. A. — 36. mentrccli&] mentre A. — 38. coil'aiuto dl quelli dentro]
omm, A. - cavaronne tutti i prigioni] cavarono i prigioni G. R. — 39. parere] placere G.R. — 41. quella rotta
intrarono] quella rotta la porta intrarono G.R. • dcntro] omm. G. R. — 41-42. e stracciarono] omm, A.
206 CRONACA FIORENTINA [A. 1343]
Comune avea in piil luoghi ed altri brivilegi, li quali tutti andarono a niba ed a fuoco. Dopo
quetto, veduto che le Bolognane e carcere de' rettori avea de' prigioni e delle scritture,
/., vm, u che non erano ancora ite a palagio o in camera, combatterono' il pal^igio del Podestk, ove
cra messer Baglione, il qualc si difese poco, ma come fu dentro la gentc, trov6 alcun suo
amico, che lo at6 a salvarc, cd cgli si ridussc in casa gli Albizi. Rubata fu la sua roba, c 5
la Bolognana apcrta, e tutti i Hbri del palagio stracciati cd arsi, c simile d'ogni altro rettore pre-
si i palagi e case e scritturc arsi. Fatto qucsto quclli d'01trarno, ch'crano ancora sbarrati, udcn-
do li cittadini d'un animo cavalcarono di qua, e la Terra si corse comunemcnte pcr ogni uomo.
RuBRiCA 579' — Come lo Duca shigottito fece cotisiglio, e -pose la bandiera del Pofolo e Co-
mune in sulla torre. . 10
Fatto di, la domenica mattina, lo Duca sentendo i cittadini in concordia tutti contro a
lui, ebbe li Priori, li quali s'erano ridutti in palagio col Duca pcr paura per6 ch'egli erano
scmpre di quclli, cui egli piii amava, o fidava, sccondochfe cra avvisato da' suoi amici, cd
ebbe con loro consiglio. Li quali lo consigliarono che subito lasciasse tutti i presi, onde voUe
farc cavalicre Antonio di Baldinaccio. Egli dicca non volcre essere per sua mano. I Priori 15
vollono ch'cgli Jl sofferisse ; c cosl fu f atto. Ed uscito di fuori egli e gli altri prcgioni se
/., VIII, M n'andarono ' allc lor case. E cosi il Duca credendo rappacificare il popolo, misse le bandiere
del Popolo c comune in sulla torrc. Qucsto non bast6 al popolo, ma asscrrjigHata la piazza
d'ogni parte, e fatte buone guardic, che niuno non entrasse, n^ uscisse di palagio.
RuBRiCA 580* — Come li cittadini in nome del Comune richiesero i vicini e signori, Comuni 20
ed altri in nome loro fro-prio, ed il soccorso che venne, e quello segut.
II sabato s'era scritto in nome di Comune a tutti i Comuni vicini e Conti, che mandas-
Bcro gcnte allo aiuto, salvochfe a' Pisani. Ma certi cittadini, li quali erano a Pisa, stati ru-
belli del Comune di Firenze, come adietro h narrato, li quali per la pace dcl Duca crano
tornati a Firenze, in loro spezialtk mandarono, senza saputa degli altri. Li quali cittadini fu- 25
rono questi:
Mcsser Picro, lacopo 1 ,. ^.,.
-, „ ., jdi Filippozzo
Messer Gerozzo, Andrea I ^^
Simone di Geri, tutti della grande Casa de' Bardi
II priore di San lacopo, cio^ mcsser.... 30
Messcr Agnolo Giramonte, tutti dei Grandi e dclla famiglia de' Frescobaldi.
/.. viu. 6S La' domcnica vegnente giunse lo soccorso de' Sanesi: 300 uomini di cavallo e 400 ba-
lcstrieri ed ambasciadori, savi uomini sanesi con loro. Da Sanmignato del Tcdesco vennono
2000 pedoni, da Prato 500 fanti. Lo conte Simone e Guido da BattifoUc, le loro persone
con 400 fanti, e dello contado da loro e richiesti da' cittadini innumerabili contadini. Alli 35
sopraddctti, che stati erano a Pisa richiesti senza volontk degli altri, vennono da Pisa 400 uo-
mini di cavallo, e come furono alla Lastra a Malmantile, significarono loro venuta. Questo
1. altri] cmm. A. - Vi. quall] che A. - andarono . . . . Dopo] andarono male. Dopo A, — 2. le Bolognane] nella
Bolognana /.; /« /ex. del testo e qutlla di G. R. ed A. — 6. Bolognana] Volognana A. - stracciati ed arsi] ar-
lono A, ~ ij. per6] omm. G.R. — 15. dicea.... I Priori] dicea non volea per sua mano esser cavalierl. I Priori
C» R- — 19' di palagio] di palagto segu\ guanto afprtiso I. (k u»^ aggiunta di I. che ka ritemito qui il testo la-
cmmoto) — 39. Casa] famigUa G, R, — 31. tutti.... Frescobaldi] tutti della famiglia e de' Grandi della Casa de'
Frescobaldi G. R. — 33. uomini di cavaUo] cavagli A. — 33. rennono] omm. A. — 34. fanti .... le loro] fanti
Conti da Battifolle le loro A. - 35. contadinl] gente A. — 36-37. uominl di cavallo] cavagli A. — 37. a Malman-
tile [omm. A.
[A. 1343] CRONACA FIORENTINA 207
sentitosi, dispiacque airuniversitk per due cagioni : Tuna per Tantica nimicizia e per la nuova
amicizia del Duca, ed appresso per quegli, a cui petizione erano venuti. Onde fu subito man-
dato a dire che il Comune non avea mandato per loro, ch'egli si tornassero, che non era di
bisogno loro servigio. Cosl fecero quelli della Lastra, Pontormo e gli altri da Montelupo,
i ch'aveano sentito del morso. Di mozzo udendo non essere a posta del Comune, e non esser
ricevuti, diventarono arditi, ed assalirgli, e feciono loro gran danno, ed uccisero e presero.
RuBRiCA 581* — Come^ Arezzo e Pistoia si ribellh, e' ciitadini di Firenze che v'erano dentro /., vm, 5»
renderono i casscri ed altre castella e Terre.
In questi tempi che le cose si faceano a Firenze, si rubello Arezzo dal Duca e da' Fio-
10 rentini; ed il casteliano che tenea il castello, fatto per Fiorentini forte e ben guernito, rendfe
Guelfo di messer Bindo de' Buondelmonti cittadino di Firenze.
Castiglione Aretino renderono a' Tarlati Andrea di Tingo de' Bardi e lacopo di Laino
de' Pulci. Questi due erano castellani in Castiglione. Furono biasimati tutti e tre questi, il
facessero per danari. La veritk eglino il sanno meglio di me ; io gik non lo affermo.
15 Pistoia si rubello da' Fiorentini; e nel castello era.... il quale avuto, fu disfatto il ca-
stello, fatto per lo Comune di Firenze. E ripresersi Seravalle i Pistolesi, come loro cosa.
Santa Maria a Monte i . . , „
,, m !• } questi si rubellarono.
Monte Topoh | ^
Volterra' si rubello, e tolsela sotto messer Attaviano de' Belforti. /., vm, 6?
o .' . } questi si rubellaro, e disfeciono il cassero, e tornarono a liberta.
oangmugnano J
RuBRicA 582* — Come i Fiorentini feciono farlamento, e riformarono la Terra fer tutto set-
tembre, data baUa a 14. cittadini.
Lunedi, a' di 28 di luglio, si ragunarono i cittadini, e feciono bandire parlamento, lo
25 quale si tenesse in S. Riparata, ed a cio ragunare feciono sonare le campane del palagio del
Podesta. E qui di comune concordia fu diliberato quattordici cittadini, sette popolani e sette
Grandi a riformare Firenze, come a loro piacesse per tutto settembre 1343. Questi cittadini
si ragunavano al vescovado insieme col vescovo; cio furono questi:
Messer' Agnolo, vescovo di Firenze
Messer Ridolfo de' Bardi
Messer Pino de' Rossi
Sandro Bigliotti
Messer Giannozzo Cavalcanti
Messer Simone de' Peruzzi
Filippo de' Magalotti
Messer Giovanni de' Gianfigliazzi
Bindo di messer Oddo Altoviti
Messer Testa de' Tornaquinci
Marco degli Strozzi
Messer Francesco da' Medici
I. sentitosi] sentisse G. R. — J. del morso di] de' morsi del A, — 6. gran danno ed ucclsero e prcsero] gran
danno e vergogna A. — 9. tempi] temporali G.R. — 13-14. e trc... facessero] c trc chc lo facessono A. —
15. sl rubell6 dai Fiorentini] si rubeU6, e da' Fiorentinl G. R. — 15-16. Florentini. ... c rlprescrsi] Fiorentinl e
fu dato il castello, 11 quale avuto fu disfatto; e ripresonsi A. — 16. i Pistolesi] omm. A, — 19. tolsela] recoselasi
G. R. • sotto] omm. A. — 25. Riparata] Liperata A. - del palagio] omm. A, — 38. Insleme... . questi] omm, G. R. —
32. Sandro Biliotti] Sandro di Cenni BigUotti /.; Biliottl A.
/., VIII, M
208 CRONACA FIORENTINA lA- 1343]
Bindo di messer Biligiardo Tosinghi
Messer Talano degli Adimari
Messer Bartolo de' Ricci.
E con loro ebbono ad csser rogati delle scritture due notai, li quali furono questi:
Ser Guido Gili Arsoli 3
Ser Ugolino di ser Tonto da Gambassi.
Costoro ragunandosi elcssero per podest^ il marchese da Varliano, messer Giovanni, e per-
/., v.ii. 0» chfe' non era presente, diedono balla a sei cittadini infino alla sua venuta. Li quali furono questi:
Messer Berto di messer Stoldo Frescobaldi, grande
Taddeo deirAntella, popolano M
Nepo degli Spini, grande
Pagolo Bordoni, popolano
Messer Francesco Brunelleschi, grande
Antonio di Lando degli Albizi, popolano.
Questi eletti in luogo del Podesti Marchese, che si aspettava, doveano stare in palagio 15
del Podestk, ed avieno 300 fanti alla guardia. Li quali aveano balia solo di ruberla, o di forze,
o di chi attentasse contro libert^, di fatto sommariamente in avere e in persona punire, sic-
come a tutti, o le due parti di loro, paresse. Nondimeno Tarme s'usava, e die e notte si
saettava nel palagio al Duca; ed il popolo cercava gli uficiali del Duca se aveano arme.
RuBRicA 583* — Come furotio trovati uficiali del Duca, e quello che nc fu fatto. 20
Mentrechfe il popolo di Firenze assediava il Duca, e combatteano il palagio per la liberta
della cittk, furono trovati alcuni uficiali del Duca, ci6 fu un notaio ed alcuni famigli del
/., VIII, 70 Conservadore, i quali a furore' di popolo furono morti. Messer Simone da Norcia, iudice delle
ragioni, il quale molti cittadini avea condannati per suo uficio, e nel tormentare pare che fusse
crudele pifi non si richiedeva, e fece tagliare il capo a molte persone, e similmente fu fatto
a lui. II capitano della famiglia del Duca, ch'era un napoletano, ed era notaio, ancora preso,
fu ^dlmente spezzato. Ser Arrigo Fei, lo quale era.... sopra le gabelle diputato dal Duca,
uomo astuto ed a trovare ed a ricercare il frodo, si fuggiva vestito come frate, ed uscendo
fuori delle porte della citt^ fu conosciuto, e fu morto. Di che i fanciulli della cittk lo presero,
e stracciatigli li panni, strascinato da loro per la cittk, e poi recato in sulla piazza, il popolazzo 30
lo 'mpicc6 per i piedi in su una forca, e spararonlo, come fosse un porco. E piii altri della
sua brigata capitarono male.
RuBRiCA 584* — Come si fece Vaccordo del duca d'Atene e li cittadini di Firenze; fer la
quale coticordia diede il conservadore ed il figliuolo al fofolo.
L'anno predetto e mese d'agosto il primo di, essendo in Firenze, come detto h, gli am- 35
basciadori da Sienei, e menando accordo col vescovo e con gli 14 cittadini della balia, eglino
JD
I. Biiigiardo] Blgiiardo /. — 4. ebbono.... scritture] ebbono due notai per essere rogati delie scritture
A. — s. GUi] di Giiio /. - Gili Arsoli] GUi da Arsoll A. — 7. Variiano] Valiano /. — 9. Stolao] Istoldo A. —
I». popolano] omm. G. R. — 16. 300] joo G. R. — 19. se aveano arme] omm. G. R, — 32. furono] fu A. - aicuni]
a' lioni /. - cio fu] omm. A. — 34. il quale] clie A. — 34-26. suo uficio.... li capitano] suo uficio, raa parve
che nel tormentare stendesse la mano pi6 clie non richledeva ragione o usanza, similraente fu tagliato. II capi-
tano G. R. — 37. spezzato] ammazzato A. - era ] A. non segna la lacuna — 28. il frodo si fuggiva] il frodo di
esse lo quale si fugglva G. R. — 39. deile porte] della porta A. - della citta] omm. G. R. — 30. strascinato] stra-
acina A, - citti .... piazza] citti e mercato, in sulla piazza A.
1
lA. 1343] CRONACx\ FIORENTINA 209
voleano trarre il Duca, salvo lui' e suoi arnesi e compagnia. II popolo si turbava forte, ma /,, vui, 7i
per alturita e balia, che aveano data a' predetti, rimase che non feciono villania a' Sanesi
ambasciadori. Poi si recarono a dire che voleano il conservadore ed uno suo figliuolo e
messer Ciritieri, gli altri se n'andassero. Di che trattando col Duca, questo non fu per Uii
5 mai acconsentito, se non quando la brigata de' Borgognoni, ch'erano con lui in palagio, dis-
sero ch'eglino non erano acconci a morire, poich^ '1 popolo si acchetava, e salvava gli altri,
e che cosi volieno, fosse. II Duca, temendo de' Borgognoni, ch'erano tanti, che lo averebbono
potuto sforzare, si assend di darlo. Ed essendo il romore appife della porta, e fatti i patti di
non saettare niuno, n^ offendere, appiede d'essa porta vennono Altoviti, Medici, Rucellai ed
0 altri assai, cui avea i loro condannati a morte, e fu gittato fuori della porta il figliuolo del
conservadore, il quale avea 18 anni ed appresso lo conservadore. II popolo bestialmente
straziando, e tagliando questi, chi con un pezzo, e chi con un altro n'andava via, e chi ne
mangiava, e chi ne mordea, che, secondochfe si legge, in inferno non si fa peggio di un'anima.
Ed assai vituperevole cosa era a vedere. E tale fu la tirata dietro a costoro, che messer Ci-
5 ritieri non f u con furia chiesto, ch'era impromesso, o per volontk di Dio, o che ' pure, perchfe /., vin, 7j
era da Firenze, vi fossero di quelli che attutassero il popolo, come i parenti o altri, tale che
sopravvegnente la notte,J parenti ed amici suoi il cavarono, ed insieme con gli ambasciadori
sanesi per modo che salvo fu, e levoglisi d'addosso la furia,.
RuBRiCA 585* — Come il Duca quoth il Comune di FirenzBy e rifatto la signoria -per ogni
0 modo, e andossene.
L'anno predetto e dl 3 d'agosto si fermo raccordo de' cittadini di Firenze col Duca,
il quale a volontk delli detti cittadini diputati fece ogni sacramento e scritture, le quali il
Comune volle, e promisse di rinunziare la signoria, innanzichfe uscisse del paese, fuori de'
confini del contado e distretto di Firenze. E cosl investi lo palagio agli ambasciadori sanesi
ed agli uficiali del Comune, e a' dl 6 del detto mese di notte s'uscl accompagnato da' cit-
tadini sanesi e fiorejitini e dal conte Simone per le vie di Casentino, ove nelle terre del
Conte rifiuto, come promesso avea. Malvolentieri il f ece ; ma lo Conte disse : " Voi sapete
" quello avete promesso, ed io cosi vi tolsi a guidare salvo; se voi non servate a me ed al
" Comune quello avete promesso, io non v'offender6, nfe non vi costringero altrimenti a ci6,
" ma io vi rimenero' in Firenze, e voi poi fate col popolo, come a voi parrk „. Quando lo Duca /., vm, 73
intese il tornare a Firenze, non gli piacea. Allora, e con iscrittura e con sacramento, osserv6
quello che promesso avea, come lo Conte seppe fare scrivere. E per6, lettori, sievi a me-
moria le discordie de' vostri cittadini, Tuno coiraltro; chfe le gioie, che si donano nelle
discordie sono istrani signori, che ne portano le persone e Tavere; h meglio pacificarsi insieme
\ e non avere discordia, che tiranno dopo discordia, e poi la pace, ma prima Tonte si perdo-
nino con poco danno e sanza tiranno, che pure alla fine si fa pace; e megUo 6 pace di poca
ingiuria, che d'as8ai a suo maggior danno. E Iddio cosl prometta in Firenze ed in ogni luogo
per sua grazia. Rimasa la citt^ di Firenze libera ed apertesi le botteghe e diposta rarme
e pacificati i cittadini, si rallegravano insieme, ed attendevano a' loro fatti.
1 RuBRicA 586* — Siccome la citth si riformb d' ufici, e divisesi a quartieri.
Come lo Duca fu ito via, li 14 cittadini collo Vescovo insieme si ristrinsero a riformare
2. alturiti] anniti G. /?.; autorita /. - rimase] rimasono B. — 6. poichi] per poichb A. — 8. si assenti]
consentl A. — ii. straziando] stracciando A. - & tagliando questi] e questi tagliando A. • via] omm. A, — 13. e
chl ne mordea] omm. A. — 15. o che pure] o per chi pure A. — 16. atutassero] aiutassero /. — 18. c lcvoglisi
d'addosso la furia] omm. G. li. — 36. per le vie di] per la via del G. R. — aS. promesso] »mm. G. R. — 30. rime-
nero] rimerr6 G. R. — 32. sievi] sia G. R. — 34-3S' e l'avere.... e non avere] e l'avere e poi trafitti cacciano 11
•Ignore e pacificanti insieme; megllo 6 non avere G. R. — 37, prometta] perraette G,R, — 38. dlposta] riposta G,R,
T. XXX, p. I - 14.
210 CRONACA FIORENTINA [A. 1343]
•
U Terra, e pratlcato collo consiglio dei Grandi e popolani graBsi e con gli artefici piii ragio-
/., viu, 74 namenti, che parvero trnttati, perocchfe' i Grandi, che furono principali a volere liberta, vo-
leano parte in ogni uficio. Le famiglie Vasscntiano, il popolo non parea per lo Priorato, ma
pure per la pace ed unione B^assentl che d'ogni cosa avessero parte. E perchfe erano pochi
sei Priori, uno per sesto, ed a mettcrvi i Grandi parve di crescere il numero de' Priori, ed |
appresso a crescere il Priorato non vedieno bene il modo a' Grandi. Ed ancora v'era un ri- i
spetto, che la Terra si reggea a sesti ; ed Oltrarno, ch'era piii che quarto, non che sesto, avea j
il sesto degli ufici, e pagava bene piu che 'I quarto danaio della gravezza; sicche computato j
ogni cosa, parve il meglio si recasse a quartieri, e cosl diliberato fu. La tassa della citt^ -
era centomila fiorini a gravezza, la quale era tassata per sesto in questo modo, ciofe: 1(
Oltrarno avea de' centomilia fior. 28 m.
San Piero Scheraggio „ 23 m.
Borgo n'avea , 12 m.
San Brancazio n'avea , 13 m. i
Porta del Duomo , 11 m. H
Porta San Piero , 13 m.
I
Di che parea bene si recasse a quartieri gli ufici, acciocch^ non fosse ingannato d'ufid
Oltramo. Li quartieri si feciono in questo modo divisi, ciofe, e con questi segnali, li quali
/., VIII, 7i parve convenirsi bene alle chiese de' quartieri nominati per le chiese. II quartiere di S.' Spi-
rito fu tutto Oltramo, e per insegna il campo azzurro ed entrovi una colomba bianca con 2(
gli raggi del S. Spirito in becco. S. Croce fu il secondo quartiere, perchfe S. Piero Sche-
raggio era il secondo sesto, e fu sua insegna il campo azzurro e la croce d'oro. I suoi confini
furono questi, cio^ dalla via ad Amo, come trae dalla maestra via del Ponte Vecchio intino
a Mercato nuovo, ed Orto S. Michele per S. Martino, e per la via di S. Brocolo tirando suso
diritto fino a Porta Guelfa. S. Maria Novella fu il terzo quartiere, il quale per insegna fu 25
diliberato avesse il campo azzurro ed il sole con gli raggi d'oro. Li confini furono questi:
ciofe, dal Ponte Vecchio, suso per mercato nuovo e vecchio e giii da Ferravecchi, e prendere
da S. Piero cieloro di drieto a S. Michel Berteldi, e per la via di Cenni alla Piazza vecchia
di S. Maria Novella e la Scala ed Ognissanti, e tomare lungo TAmo. S. Giovanni fu raltro
quartieri, lo quale fu tutto lo rimanente della citt^ non contato nelli detti tre quartieri. 3'
L'arme sua fu questa: il campo azzurro e la cappella di S. Giovanni ad oro con due chiavi.
Diliberati i quartieri, furono a fare i Priori, e furono dodici, ciofe quattro Grandi e otto po-
polani, ed in iscambio de' dodici si recarono a otto, che furono quattro Grandi e quattro
popolani.
/., vin, T» RuBRicA 587*' — / Pfiori frimi delFuficio di liberta sccondo il loro qttartieri:
quartiere di S. Spirito.
Zanobi di messer Lapo dei Mannelli, Grande
Sandro di Simone da Quarata
Niccol6 di Cione Ridolfi
Messer Razzante de' Foraboschi, Grande
Borghino Taddei
Naatagio di Bonaguida del Tosino.
quartiere di S. Croce.
3. che parvero] parvero A — ^. non che sesto] omm. A — lo. la quale era] omm. A — 14. n'arett] omm. A —
33. vUad Arno] vla Arno G. /?. — a6. avesse] omm. G.U. — 37. Ponte Vccchio.. .. Ferravecchi] Pontevecchlo e
tlrare giuso tra Ferravecchi G. R. — 28. cleloro di drieto] coelorum dlriHo G. R. — 36. del Manelll] dei ManegU
A - Grande] /a /aro/a i cancellata in A — 39. Grande] $crUto e cancellalo in A — 41. di] omm, G. R.
[A. 1343] CRONACA FIORENTINA 211
quartiere di S. M. Novella.
quartiere di S. Giovanni.
Ugo' di Lapo degli Spini, Grande
Messer Marco dei Marchi
Antonio d'Orso
Messer Francesco di Lapo Adimari, grande
Neri di Lippo
Bellincione d'Uberto degli Albizi
Ser Francesco Lapi, lor notaio.
Gli otto consiglieri in luogo de' dodici furono questi:
Bartolo di messer Ridolfo de' Bardi, quartiere di S. Spirito
Messer Ciampolo de' Cavalcanti, quartiere di S. Croce
Nepo degli Spini, quartiere di S. M. Novella
Beltramo de* Pazzi, quartiere di S. Giovanni
Adoardo Belfredelli, quartiere di S. Spirito
Messer Francesco di messer Lotto Salviati, quartiere di S. Croce
Piero di ser Feo da Signa
Pietro Rigaletti, quartiere di S. Giovanni
Grandi.
Popolani.
1] Grande] scritto t cancellcUo in A — j. del omm. A — 7. Ser.... notalo] omm. A — 14. dl messer Lotto]
omm, A — 17-19. Fatta ladetta.... di bisogno] omm G.R, — 29. influenzia] infruenzla A — 30. cosl dolce citti
e concordia] cose dolci citta e concordia ./4 ; cose dolcl gitta e concordia G.R.; cose dolci gittaro e nella con-
cordia /. J.a lexione di I e una correzione della lezione di G. /?., come I. avverte in nota; io mi sono permesiQ df
correggtre la lezione di A, variando semflicemente la desinenza i in e ed e in l — 39. dovere] omm. A,
I., vui, 7T
Fatta la detta eletione del priorato e degli otto consiglieri, si furono messi in palagio
con grande onore, e li Quattordici col vescovo si tornarono al vescovado, e lasciarono il pa-
lagio a' priori, ed eglino attesono, al vescovado, airaltre cose che videro essere di bisogno.
JO RuRRicA 588* — Cotne' i Fiorentini furom in arme, e cacciaronoU Grandi di falagio e de- /., vni, 78
gli ufict.
Nel detto anno e mese di settembre avvennono molte cose. Siccome Tuomo dice che
sempre Tuomo soffera meglio il male che il bene, stando la cittk in tanta posa e concordia
ed allegrezza d'essere tornata a libertk, non seppono godere il bene che avieno, e dissesi
3 che questo pacifico stato doveano li Grandi piu magnificare, e contentarsi che' popolani, ch'e'
erano picciolo numero, quasi meno di mille e li popolani ventimila, ed avieno i Grandi mezzo
ogni uficio, salvoch^ avieno il terzo del Priorato, o che superbia non volesse essere quieta,
o che destino fosse, che Marte, significatore della cittk di Firenze, ed il segno del lione, in
che era rascendente nella esaltazione del sole, alla nativitk della nostra cittk desse influenzia
0 di non riposarsi, quale si fosse la cagione, gli scandoli in cosl dolce cittk e concordia missero
la coda li malvagi ed antichi serpenti, nimici della umana spezie, chfe li Grandi comincia-
rono a fare in cittk ed in contado forze ed istorsioni per libertk d'ufici che avieno. Impe-
rocchfe considerato, che in ogni uficio era' per metJi, eglino non lasciavano vincere i partiti, /., vni, 7»
che si vincono per le due parti. Chi aveva affare agli ufici, se non portava presenti a casa
5 li Grandi, uficiali, e non si sottomettea loro, non avea cosa che addomandasse. Dairaltra
parte li Grandi, popolani, ed usi di minestrare a loro posta gli ufici, ed avere compagnia di
uomini che valieno, e' voleano la loro parte, e da loro si rimovea in parte la simonia e pre-
senti sdegnavano forte. Poi gli artefici, che non mai si conobbono, parea loro avere fondato
il mondo, perchfe erano stati favorevoli, e parea loro dovere avere piii parte. Li grassi po-
0 polani stimando di dire: * S'io ar6 per compagnia uno artefice, egli mi sark suggetto, 0 reve-
212 CRONACA FIORENTINA (A. 1343]
•rente, e fark quello vorr6, ed ancora non lo arb per metk, chfe se non fark quello vorr6,
• non saranno tanti, che mi rompano in mano la f accenda „ ; mescolando i Grandl loro superbie
negli ufict e nelle accuse dei cittadini per l'antiche ingiurie d'e8ser fatti de' Grandi per gli
popolani grassi. E per le sopraddette ragioni cominciarono i popolani grassi a trattare, c
nel trattato intervcnnero alcuni de' popolani Priori e degli otto consiglieri, e cosl indussero 3
il Vescovo, che fu buonissimo uomo, ma con poca fermezza, e chi prima il pigliava con sua
ragione, lo si tenea dal suo lato. E questo si vide in ogni suo processo, perocchfe quando lo
/., »ia, M Duca fu eletto,' egli fu favorevole per gli suoi consorti, ch*erano falliti per non esser costretti;
poi alla sua cacciata, perch^ era informato dagli uomini, che non era buona signoria, e nelle
prediche il lodava prima pii che Dio, poi quando fu cacciato, gH furono date le chiavi della 10
cittk, ed egli, come signore onorato, e fece secondo fu lusingato. Nel parlamento dife balla
a 14 dttadini, mezzo Grandi, sicchfe ancora nello squittino che si fece, lo quale ordin6 con
gli Quattordici, furono, come fu lusingato, uomini della volonti de' Grandi, che furono per
quartieri 17 popolani e 8 Grandi. Sicch6 come aU'altre cose si pieg6, cosi a questa si Iasci6
varare, e f u la discordia lui capo. Cosl inf ormato, avendo ancora balla, pales^ agli Quattordici 1 5
che non era bene che li Priori vi fossero Grandi. Lo scandolo mont6; quelli il rivelarono
ai Bardi, quelli cominciarono a crucciarsi; ed ultimamente tenuto consiglio di ci6 co' Grandi
e co' popolani grassi e con artefici, lo Vescovo con gli Quattordici ultimamente non accon- M
sentendo i Grandi, lo scandolo venne tanto, che li Grandi mandarono di fuori per aiuto, ed "
il popolo sentendolo si misse in arme, e corsero alla piazza, e missero fuoco alla porta del 20
palagio. Li Priori scusavano li Grandi. AII' ultimo fu per f orza f atta concordia, e rimessi in
casa loro i Grandi, e tratti dello uficio de' Priori e degli otto consiglieri. Questa fu la con-
cordia cosl' poco durata, ciofe infino a' di 22 di settembre MCCCXLIII.
RuBRiCA 589' — Come si riformh Vuficio de^ Priori, e fecersi i dodici buoni uomini.
Come li quattro Priori furono fuori, e levati li quattro Grandi degli otto consiglieri, li 25
Priori elessero, oltre a' quattro consigUeri, otto altri; sicch6 si torn6 il numero de' dodici
Buoni Uomini, come innanzi al Duca erano. Ed elessero, senza aggiugnere al priorato niuno
uomo, uno de' Priori per gonf alonieri di giustizia, ci6 f u Sandro da Quarata ; e li Quattordici
col Vescovo U confermarono. E poi elessero sedici gonfalonieri, quattro per ogni quartieri
ed il consiglio del popolo coUe capitudini, pure li Priori e le capitudini, e missero in consiglio 30
75 uomini per quartieri. Ed ogni legge ed ogni statuto rimase; a' Signori, e a' Dodici e a'
gonfalonieri ed al consiglio la guardia della Terra.
RuBRiCA 590* — Come messer Andrea dcgli Strozzi volle essere signore di Firenze.
L'anno predetto e mese di settembre a' di 23 fu novitk neUa cittk di Firenze per un
cavalieri degli Strozzi, lo quale si chiamava messer Andrea di lo quale, credo, che '1 35
/., viu, ti muovesse piuttosto sempUcit^, o, forse' pazzia che altro. Essendo sommossa, ed egli sommo-
vendo, perch6 'I grano era caro, la minuta gente, dicendo loro di far loro buona derrata di
grano, la qual cosa 6 il disiderio de' poveri, ragun6 seco circa quattromila tra scardassieri
e gente minuta e povera. E con queirarme che avieno, che non era molta, corsono la Terra;
I. non lo ar6] non l'ho aruto A — 8-10. il fasso i evidentemente alterato; forse fotreblc essere rcstituito nel
tnodo seguenie: per non essere costretti a fagare, e nelle prediche il lodara priraa piu che Dio; poi alla sua cac-
ciata, perchfc era Infonnato dagll uomini che non era buona signoria, /« contrario; e gii furono date — ij. ya-
rare] ratare G. R.; voltare / - lul capo] capo egll G. R. — 16. bene] buono G. R. — 17. quelli] questi /— 18. ul-
tlmamente] omm. I. — 21. tratti] tratto A — 27. erano] furono A - 30. pure li Priori e le capitudini] omm. G. R.
— 3^. ogni] omm. A — 35. si chiamava] aveva nome A - credo che '1] credo lo ^ — 36. sempUciti, 0] sempUcitA
e G.R, — 38. k il disiderio] e il disidero A; o M dislderio G, R.
[A. 1343] CRONACA FIORENTINA 213
costul a cavallo armato, ed il popolo a piede, dicendo : " Viva il Barone, e muoia il popolo
" grasso e le gabelle „ . Cosl sanza contasto se n' andarono al palagio, e cominciarono a gridare
quel medesimo, e addimandarono fusse loro aperta la porta. Li Priori mandarono fuori a dire
che si andassero con Dio, e che ciascuno si tomasse alla casa. Questo non era nulla. Dal
palagio si comincio a gittare verrettoni e pietre in quantita tale che ve n'ebbe de' male conci,
e chi ne mori. Questi, partiti, andarono al palagio del Podestk, e non meno ebbono buona
f accenda, che Ih s' avessero avuta, perocch^ il Podestk si port6 f rancamente con sua brigata, .
ed ultimamente tra con preghiere de' vicini e colla f orza, chi qua chi I^ dicendo : " Noi an-
* diamo dietro ad un pazzo „ , eglino scemarono. Ed egli si tom6 a casa, ed indi si partl, e
0 andossi con Dio. E poi ebbe bando deiravere e della persona per mbello.
RuBRicA 591* — Come' nacque divisione tra il fofolo ed i Grandi. /., vm, sj
Stando le cose in questi termini, i Grandi sentendosi gravati dal popolo dairessere stati
tratti dagli uffici, e veggendo in disconcordia il popolo grasso col minuto, si rallegravano, ed
aizzavano il popolo minuto, e presero speranza, e mandarono per soccorso a Pisa ed in Lom-
15 bardia. I Bardi n'erano capo ed i Bondalmonti e Gianfigliazzi, e non che segreto ma palese
parlavano, ed avieno speranza dal popolo minuto essere seguiti. Questo sentendo il popolo
grasso, furono in palagio, e mandarono per Comune a Siena, a Pemgia ed in piii luoghi.
Di che i Sanesi si mossono, e mandarono in aiuto al Comune 300 cavalieri e 2000 pedoni.
Li Gianfigliazzi si feciono incontro a Sancasciano, e qui pregarono gli ambasciadori, che
20 menavano la gente, di non venire, dicendo che scandalo nascerebbe, tanto che soprastet-
tono. Ed ultimamente il Comune il senti, e miserli dentro, perocch^ avieno le chiavi. E da
Perugia vennono 150 cavalli e pedoni; e d'ogni amistk ogni dl giugnea gente. A' Grandi
giugneano contadini e sbanditi ed altri assai, e metteanli dentro, perocchfe i Bardi aveano
presa ed afforzata la porta a S. Giorgio. E tanto di qua e di I^ si giunse gente, che in
25 arme si misse il' popolo, e feciono serragli, chi di qua e chi di Ik, e grandi guardie di dl /., vm, 8«
e di notte si faceano, pure il popolo era piu forte, ed avea la signoria in mano.
RuBRicA 592* — Come il fo-polo crebbe, e li Grandi vinse il fofolo, ed i Bardi cacciati ed
arsi e rubati.
L'anno predetto a dl 24 di settembre, sentendo il popolo che i Grandi il dl vegnente
30 dovieno cominciare la zuffa, quelli del quartieri di S. Giovanni, capo li Medici e Ron-
dinelli, e gli altri popolani seguendo e i beccai e soldati, andarono ordinatjunente e bene
armati a casa i Cavicciuli, li quali s'erano sbarrati, ed afforzate le torri sopra Tentrata della
piazza di S. Giovanni da S. Cristofano. E qui fu aspra zuffa, imperocchfe da alto veniano
pietre, e da basso balestra e lance, perocchfe avieno di molti fanti. Lo romore si lev6; i
35 popolani trassero chi di qua e chi di \k in aiuto del popolo. Bast6 circa tre ore la zuffa.
Veggendo i Cavicciuli non essere soccorsi, si trattarono accordo, e subito si renderono. Li
popolani misericordiosi li presero, e vollono che si disarmassero, e che ponessero le insegne
del popolo in su ogni loro fortezza e torre, e che eglino non istessero insieme, ma per si-
curt^ di loro e del popolo si stessero in casa, ma' li capi di loro n'andassero a casa li loro /., vm, s:
3. fusse] esser G. R, — 4. clascuno[ ognuno A, — 9. scemarono] s'arraarono A. — 10. bando,... rubello]
bando dl rubello delVarere e della persona A. — ia-13. popolo.... veggendo] popolo e veggendo /. {A. corri-
iponde a G, R.) — 13, dlsconcordia] sconcordia G. R. — 14. aizzarano] attizavrano G. R. — 20. menarano] gul-
davano G.R. — aa. e pedoni] omm. A, - pedonl.... A' Grandi] pedoni perocclii . . . . (laeuna) d'ogni amistA ogni
S dl glugnea A' Grandl G. R. (forse la lacuna si fuh sufflire con laparola gente, che i in A.)i I. rifroduce G. R. senza
segnarne la lacuna — 34. E tanto di] e A di I. — 29. d\ 34] dl 39 G, R, — 33. da alto] da doltl A. — 38. In
su.... cglino] in sulle loro torri e fortezze e che eglino A,
1
214 CRONACA FIORENTINA [A. i343i
parenti popolani, i quali promettessero per loro, che non uscirebbono di casa, n& pigliereb-
bono anne; e cosl fu fatto. E subito a casa li Donati andarono e Pazzi, e qui corsono ad
aiuto gli altri popolani, ed in poco tempo feciono quello ch*avieno fatto i Cavicciuli. Re-
Btava i Cavalcanti, ove gik traevano tutti i Gonfaloni, perocchfe i Cavalcanti di fanteria erano
molto forti. Ma veggendo questo che i Cavicciuli, ch'erano la piii possente famiglia dei
Grandi di persone e piii armigeri e con piii fanti, ed erano vinti con tre gonfaloni, temettono
I Cavalcanti, e subito feciono quello vollono i popolani; i quali quello feciono di loro che
degli altri; e per simile modo tutti i Grandi di tre quartieri furono quelli che feciono la
volont^ del popolo. II popolo, ingagliardito e cresciuto, ed il popolazzo minuto, tutti gri-
davano: " A casa i Bardi ,. La brigata corsero tutti al Ponte Vecchio; quello trovarono isbar- 10
rato, ed armate e bertescate le torri, ch^erano sopra il ponte, ci6 fu S. Sipolcro e la torre
della Parte e quella de' Mannelli. Alle balestra e pietre che gittavano, non si potea
riflistere, e furonne in poca dotta piii feriti qui che in tutti gli altri tre quartieri. Di che
ritrattiu adietro, qui limase a guardia il gonfalone della Vipera e quello del Lioncomo,
/., vni, t6 e tutti gli altri n'andarono' al ponte Rubaconte. Qui le case de' Bardi e S. Ghirigoro erano 15
bI armate e sl barrato il ponte, che ancora da poi ricevettono danno, e poco potieno fare.
II simile si fece qui di lasciarvi due gonfaloni alla guardia. E pensarono che al ponte
alla Carraia non avea fortezza d'altezza sopr^esso, e che le case dei popolani di ]k sareb
bono piii in aiuto, perocchfe i Nerli, ch'erano vicini, non erano di tanta possa, ch'egIino
potessero avere molta fanteria. Cosl feciono. Come i Capponi e gli altri popolani vidono 20
venire il popolo al ponte alla Carraia, non aspettarono le 'nsegne, ma valentemente n'an-
darono alle case de* Nerli, e quelle combattendo vinsero innanzi li gonfaloni giugnessero,
la brigata ruppero il serraglio del ponte alla Carraia senza contasto, ed accozzati co' Cap-
poni e collo altro popolo, combatterono i Frescobaldi. E di via Maggio trasse tutto il po-
polo, e da S. Spirito e S. Piero Gattolini gente assai piii da rubare e far male, che da 25
combattere, ma pure era conforto al popolo contro agli Grandi. Lasciando la lunghezza
del parlare, furono vinti, e renderonsi, come gli altri; e poi per simile li Rossi. Quando
si venne a casa i Bardi, quelli si erano fomiti di gente di cavallo e da piedi in gran nu-
mero, e perchfe erano stati i primi movitori di tutto questo male, A si temeano, credendo
/., vm, 87 non trovare misericordia, e misersi a difesa. Ma eglino averebbono piuttosto ' trovato grazia, 30
che gli altri, Tuna, perchfe k d'usanza che chi domanda perdono Tabbia, Taltra per-
chh il popolo era stracco, ed era malmenato. Pure si venne alla battaglia; e nulla veniva
a dire, perocchfe passare non si potea in niun modo, ch'erano si forti e guemiti, che indamo
8'a£faticavano. Veduto che la f orza non era loro, presero altro modo : di mandare dal Pozzo
Toscanelli e dalla via nuova gente che da S. Giorgio avessero a scendere giuso a casa i 35
Bardi, che venieno loro dirietro e di sopra per lo poggio, ch'fe erto. E cosl mandarono a
quelli del ponte Rubaconte, che si strignessero alla battaglia, sicchfe da piu lati fossero as-
saliti ; e cosl f u. Ed ancora giov6 molto che tutto il poggio di S. Giorgio, di cui i Bardi si —
fidavano, veggendo il popolo dir^o in furia contro a' Bardi e dire loro : " Venite a guada- f
"gnare con noi„, tutti presero Tarme con loro, e quando furono giunti giuso, e* cominciaro 40
ad entrare nelle case di dietro, ove bene sapeano Tentrate, e per le vie che vi sono, a scen-
dere, e gridare: " Viva il popolo „. Quelli che avieno le case lassuso, ed erano a' serragli o
al Ponte Vecchio, o a Rubaconte, lasciavano i serragli, per ire a casa loro a soccorrere, e
li serragli indebolieno. La zuffa era aspra e forte; alla perfine fu sl forte per gli popolani.
S. ch'erano] 11 quaU erano A. — it. fu] omm. A. — la. Mannelll] Mannegli A. — 13. rUistere . . . . quar-
Uerl] reslstere e In poca dotta ne furono ferltl assai pift che In tutti e tre i quartierl A. — i6. barrato] sbar-
rarono A. - da pol] da puo G. R.; da poco /. - danno] omm. G. R. — 33. serraglio] sogllo G. R. — 2\. dl via
Maggio] dl Tie Maggio A. — sg. primi movitorl] 1 promotori A. — 32. venne] vlene G. R. - veniva] viene G. R.
— 35. dalla] per la G. R. — 36. eito] orto G. R. - a] omm. G. R. — 39. dir«tto] dirotto A., G. R. — 41. ore]
onde G.R. — 43. serragli] serraglio A.
[A. 1343] CRONACA FIORENTINA 215
che un capo de' serragli fu rotto. Un soldato conestabole tedesco, lo quale' si chiamava /., vra, «s
Strozza, era con suo pennone rieto, ed era stato gran pezzo a cavallo, e rinfrescatosi, con
sua brigata si trasse innanzi al popolo a questo poco del rotto serraglio, e sua brigata il
segul. Egli coUa lancia in suUa coscia sprona addosso alla brigata de' Bardi, ch'erano tutti
5 scesi per difendere il serraglio che si tagliava. L'altra brigata, chi a piedi e chi a cavallo
seguirono questo Strozza, ed ultimamente cacciarono fino a S. Maria soprarno i Bardi. Qui
era altro serraglic, al quale si ridussero i Bardi. Ma perchfe le case non v'erano sl forti e
imbertescate Ik come all'entrata, ed i Priori avieno mandati i soldati da piedi e balestra
allo aiuto del popolo, non poterono stare alle finestre a difendere n^ a offendere, e le ba-
10 lestra de' Bardi erano rimase adietro al serraglio. Di che, premendo il popolo da S. Giorgio
e d'ogni altro luogo, i Bardi si misero in fuga ed in rotta, e chi in casa i Quaratesi, e chi
in casa i Panzanesi, e chi in casa i Mozzi furono ricevuti. II popolo pass6 il ponte Ruba-
conte, ed il popolazzo entr5 nelle case con ta' rovina, ch'era una rabbiosa cosa a vedere,
ove trov6 ciascuno che torre e che pigliare. E chi avesse voluto difendere al popolo il ru-
15 bare, egli era il primo rubato o morto. Di che fu maggiore fatica a difendere le case degli
altri vicini popolani, che non fu il vincere i Bardi, e chi' vi fu men possente, fu rubato, come /., vm, «»
i Bardi, e fu loro tolto infino a' legnami de' letti e le rastrelliere de' cavalli, non ch'altro, ed
i fasci deUe legne di catasta. E fu messo a fuoco e a fiamma tutte le loro case. Questo fu
piu fatto per gli amici de' feriti e morti, che per ordine e volonta del popolo, perocch^ fu
20 gran male : Tuna, perchfe la Terra se ne guasto, e peggioro assai, Taltra per la cattiva usanza
d'avvezzare il popolo a rubare ed ardere, poi perch^ niuno buono uomo ruberebbe mai,
sicchfe la buona robba viene in mano de' cattivi uomini. Furono arse circa 23 case con
palagi grandissimi, che parea a vedere una cosa orribilissima.
RuBRicA 593* — Come una bri^ata di gente minuta avendo veduto rubare, e rubato, si voU
25 lono da cafo rubare.
L'anno predetto e il dl seguente si ragunarono tra scardassieri ed altra gente minuta
forse 1300 uomini; li quali si ragunarono tutti a' Servi, e non si sapea quello volessero fare,
e non richiedieno, se non loro pari. Questo sentito, fu mandato per gH Rettori. Eglino
montarono a cavallo e con loro a pi^ delli gonfalonieri e d'altri buoni uomini assai armati,
30 e poi si mossero dal palagio del Podestk, ordinati e schierati, per andare a trovare ' costoro /., vm, 50
e coUe mannaie e ceppi e capresti. Quando furono alla loggia de' Pazzi, sentirono il ro-
more, e vidono la fuga. Questi erano mossi, ed iti gik a casa li Bisdomini, li quali gik si
cominciavano a difendere, che erano assaliti. E volle lo Podesth, come savio, sapere la ca-
gione: dissero che messer Ciritieri fu quello che guastb Firenze, e che avea di ruberie
35 fatte, e della roba del Duca messa in casa Bisdomini, che la voleano, ch'erano poveri. Lo
Podesta con parole, nfe con minacci, cercb acchetarli ; non possendogli acchetare, a uno, che
piii parlava superbamente, gli sprona addosso, e pigHalo. La zuffa incominci6, e di fatto
questo fu tutto tagliato. Pure li buoni vinsero. E fece pigliare uno, il primo giunse, e ta-
gHargli la mano; ed un altro gliene fu menato innanzi, fecegli tagliare uno piede. La
I. de' serragll] del serragHo A, • soldato] omm. A. — 2. rleto] rltto G. R. — 3. del rotto] dl rotto G. R. ;
dirotto /. — 7-8. fortl e imbertescate] forte imbertescate G. R. — 9. a difendere nfe] omm. G. R. — 9-10. e le
balestra] e le loro balestra G. R, — 10. il popolo] omm, G. R. — 11. e d'ogni altro luogo] e di qua e di 14 G, R,
— 13. rovina] ravina G. R. — 17. i Bardi.... e le rastrelllere] i Bardi, quando l'artllleria iniino ai iegname fu
rubato G. R. — 17. non cli' altro] omm. A. — 18. di catasta] omm. A. • fu messo.... tutte] furono a fuoco e a
fiamma messo tutte G.R. — »2. con] e G. R. — 23. orriblllssima] orriblle G, R. — 27, 11 quali] omm. A. — 27-
28. fare e non] fare se non clie non G. R. — 29. a cayallo.... dellt gonfalonieri] a cavallo e qul con loro delli
gonfalonieri G. R. • gonfalonleri ed altri buonl uomlnl] gonfaionieri e buon uominl A, — 31, capresti] capestri
/. — 33. clie erano assaliti] omm. A, — 36. cerc6 acchetarli] manca nei mss, - a uno] uno A, — 39. ed un aitro...,
tagUare] e a un altro fecc tagliare II plh A,
216 CRONACA FIORENTINA [A. lus]
bHgata Bpaventata fuggi, chi qua e chi \k, e non si osavano pii ragunare. Trov6 pur alcuno
chc prese, e menoUo a palagio, e disse che difiberato avieno che rubati i Bisdomini, rubavano
poi affatto ognuno, e diceano: " Noi cresceremo tanto, che noi faremo grandi ricchezze;
• sicch^ i poveri saranno una volta ricchi ,. Di che i Priori e gli altri, veggendo qui la coaa,
per non gnastare la Terra, alcuni ne furono puniti, e gli altri perdonarono, e assicurarono. 5
/., Yin, »1 RuBRiCA 594' — Covte' la citta di Firenze si riformh a -pofolano stato.
Nel detto anno e mese d'ottobre si ragunarono i Priori, gli ambasciadori sanesi e li
perugini, e col consiglio delle 21 capitudini deirArti e d'altri buoni uomini feciono ordine
In questo modo: che li Priori fossero nove, due popolani grassi, tre mediani e tre artefici;
ed il gonfaloniere della giustizia a sorte, Tuno mese delVun membro e Taltro deiraltro ed 10
a quartieri, e cosl per simile i gonfalonieri e' 12 Buoni Uomini. E fecesi lo squittino in
questo modo: che a farlo in palagio co' Priori fossero tutti i consoli deirarti ch'erano 53
col proconsolo e li Cinque della Mercatanzia e 28 arroti per quartiere, tutti artefici, e furono in
tutto 207, lo partito si vincesse per 110 fave nere, e chi vincesse il partito fosse imbor-
sato Priore e Gonfaloniere e Dodici, ciascuno in una borsa de* detti ufici. E qui dHibera- 15
rono che ne' gonfalonieri stesse la discrezione, quelli che dovessero ire a partito, li quali
fossero uomini buoni. Andarono a partito circa 4000, rimaserne circa 200. E cominciossi a
trarre per lo quartiere di S. Spirito e per S. Croce e per gli altri quartieri.
/., vni, »a RuBRicA 595* — Com^ si rifosono gli Ordini della Giustizia a' Grandi, eferonsi di fofolo alcutii.
Nel detto anno e mese li popolani a petizione degli ambasciadori sanesi e perugini, 20
avendo riposti gli Ordini della Giustizia a' Grandi, feciono certi, popolani, de' meno rei, se-
condo si credettono. Gli ordini erano questi, che mitigati furono, secondoch^erano innanzi
che '1 Duca li levasse: solea essere condannata tutta la casa del Grande, oltre la condan-
nagione del malfattore contro al popolano, in tremilia lire, ora fu mitigata che la detta con-
dannagione delle tremila lire si stendesse nel terzo grado, s'eglino non pigliassero il mal- 25
fattore. Ed ogni altro ordine, che prima fosse innanzi al Duca, s'intendesse essere riposto
ed osservarsL Li popolani fatti, che prima erano grandi, furono questi, li quali o per loro
beneficio, o perchfe pareano meno rei che gli altri, ciofe come vedrai iscritti qui:
Messer Antonio di Baldinaccio degli Adimari ed i fratelli ed i nipotL
La famiglia degli Scali 30
La famiglSa degli Spini
Messer Bemardo de' Rossi, Mannelli, Nerli di Borgo Sa' lacopo.
/., vui, w La casa' de' Manieri, la casa de' Brunelleschi, la casa de' Pigli, la casa degli Aliotti.
La casa de' Compiombesi, la casa degli Amieri.
Messer Giovanni della Tosa e fratelli e nipoti. 35
Nepo della Tosa.
La casa de' Guidi ed altri, alcuni che erano due o tre, de' quali noi non faremo menzione.
Ancora nel contado altri nobili nomini Grandi recati a popolo, furono questi, ciofe:
U Conti da Lucard<y,^ li Conti da Quona, B Conti da Pontormo, li conti da Certalda
I. non s! osarano piii] non sl usarono piii A. — 3-3. Blsdomini . . . . e diceano] Bisdominl andarano poi affiitto
e dlceano G. R. — 5. alcuni ne furone puniti] alcunl ne fecero punire G. R. - perdonarono e] omm. Gv /?. — 14, ria-
ceste] Tinse G. R. - nere] omm. G. R. — 16-17. gonfalonieri. .. . Andarono a parUto] gonfalonleri istesse a maadaie
* partito e togllessino sopratutto buonuomini. Mandarono a partito A. — 18. trarre. ... quartierl] trarre in & Spi-
«Ito ii quartiere G. R. — 33, tutta] emm. A. — 35. s*eglino] s'egH G. R. — 38. come vednu iscritti qui] omm. G. R.
[A. 1343] CRONACA FIORENTINA 21 7
La famiglia da Mugnano
La famiglia da Colle di Valdarno
La famiglia da Monte Rinaldi
La famigHa dalla Torricella
5 La famiglia da Sezzata
La famiglia de' Benzi da Figghine
La famiglia di Lucolena
La famiglia da Monte Luco della Bernardinga.
Queste famiglie con altri soli, de' quali non si fa menzione, furono fatti popolani, con
0 non potere essere priori, n^ gonfalonieri infra cinque anni, ma ogni altro uficio della cittJi
e contado, salvoch^ capitani di lega, ma se infra' dieci anni offendessero persona con omi- /., vin, »4
cidio, o perdita di membro o inorma ferita, tomassero de' Grandi.
RuBRiCA 596* — Come i Fiorentini feciono grazia al conie Simone da Battifolle.
Fatte le predette cose, lo conte Simone da BattifoUe, avendo in questi casi servito bene il
S Comime colla persona e con sua gente, lo Comune gli restitui Ampinana, Moncione e Baldischio.
RuBRicA 597* — Come lo Comune fece altre diliberazioni d'Arezzo e di Pietrasanta.
Questo medesimo anno li Fiorentini, come detto h adietro, perderorio Arezzo per la ri-
bellione del Duca e de' nostri cittadini, che renderono le castella, Vennero ambasciadori
a comporsi co' Fiorentini da Arezzo, da rimanere liberi, nonostantech^ rubellati si fossero.
0 Lo Comune il fece, dando perci6 d'ammenda al Comune, per ispese fatte, certa quantith di
moneta e 100 uomini a cavallo, pagati quattro anni. II castello e terra di Pietrasanta do-
nossi al vescovo di Luni, il quale era cognato di messer Luchino Bisconti da Melano, perchfe
facessero guerra a' Pisani, E questa h maladizione de' Fiorentini di mai non istare in pace;' /., vin, 9S
questa volta si poteano stare, considerata fatta la pace (con i Pisani) per lo Daca, comecch^
5 fosse vituperevole, non raveano fatta i Fiorentini.
RuBRicA 598* — Come i Fiorentini fecero face miovamente con gli Pisani.
In questo anno pensando che la pace de' Pisani fatta per lo Duca in pii modi non si
potea attenere, si perchfe la fece il Duca, si per la venuta de' Pisani a richiesta de' Grandi,
e tu H rompessi, nuove convenzioni si mutarono, e nuova pace fu fatta: prima, che Lucca
0 rimanesse a' Pisani, ed a' Fiorentini le castella che teneano, e' Pisani dare centomilia fio-
rini al comune di Firenze in 14 paghe, ogni anno quello che toccava per rata, e franchi i
Fiorentini dugentomilia fiorinate di mercanzia per anno, e da indi in su pagare danari due
per lira, e li Pisani avessero franchigia trentamilia fiorini di mercanzia per anno, e da indi
in su denari due per lira.
5 RuBRiCA 599* — Di mvita fatte in Firenze, ove furono confinati alquanti Grandi.
Nel detto anno per alcuni si sentl che li Grrandi da Firenze co' Tarlati ed altri signo-
relli, ricettatori di chi rubava nel contado di' Firenze, collo appoggio de' Grandi, si fu sen- /., vin, m
tito che i Grandi doveano t6rre certe castella nel contado e con appoggio de' Pisani; pe-
8. Bernardlnga] Berardlnga A. — ii, se] omm. G. li. — 12. inorma] co^ i codiei; Inorme ferlta /. — »i. pa-
gati] omm. G, R. — 23. h\ omm, A. — a8. potea] poti A. - si perchi la fece ii Dnca, aV] sV per ciii la fece,
sV G. R. — 29. rompessl] rompestl G. R. — 37-38. sl f u . . . . Grandi] h nna ripeiixiont che tuttavia ho fastiato,
ferchi si trova nei codici
218 CRONACA FIORENTINA [AA. 1343-1344J
i rocch^ tutd diceano: •Appoggiavi il vescovo di Luni, ch& gli avete dato Pietrasanta, ch^
"facesse loro guerra,. E messer Luchino Bisconti facea contro a' Pisani, perocchfe in molti
modi aveano fatto contro a lui, che col suo appoggio aveano sconfitti i Fiorentini a Lucca, e
poi il comune di Pisa non pag6 messer Giovanni Bisconte loro capitano, nfe ricettarono quando
uscl di prigione di Firenze, e perchfe il detto vescovo della casa de* Marchesi Malespini era 5
cognato di messer Luchino. Di che il vescovo faceva guerra a' Pisani con gente di messer
Luchino. Dissesi che' nostri Grandi scriveano a' Pisani, che questo era fattura del comune di
Firenze per mettere in briga i Fiorentini in Firenze co' Pisani, e con loro nuovi trattati te-
neano. Di che ne furono confinati de' Bardi, Frescobaldi, Rossi, Cavicciuli, Donati e Pazzi.
Di che o per isdegno, 0 per levare il sospetto al popolo, quasi tutti i Grandi se n'andarono in 10
contado, e I^ si stavano.
RuBRicA 600* — Come i Fiorentini feciono leghe.
Nel detto anno e mese di marzo per levare il mal pensiero a chi lo avease contro a'
Fiorentini, {essi) si collegarono con gli Sanesi, Penigini ed Aretini.
/., Tiii, w RuBRicA 601* — Come' fatia ragione con messer Mastino della Scala della comfra di Lncca 15
/; cittadini tornaronno a Firenze,
In questo medesimo tempo fu veduto che messer Mastino restava avere della compra di
Lucca fiorini centottomila, de' quali si fece con lui concordia di darli. Gli furono assegnati
ogni mese duemilia sopra certe gabelle, e gli stadichi, ch*erano ancora a Verona, tornarono,
e mandovisene dodici di nuovo, e non piu. Diliberossi scemare loro lo salario. Di che tom5 20
il cavaliere a fiorini uno il di, e lo scudiere a soldi 40 il di.
RuBRicA 602* — '^esti sono i Priori d'un anno da' 15 ^a-prile 134.3, a tntto aprile 1344.
/., VIII, 98 lunta Ciati f erraiuolo per sesto Oltramo Andrea ' di messer Lapo delle Botte
Sandro deirAsino per S. Piero Scheraggio Francesco Unganelli
Bocchino d'Albizzo del Bene per Borgo Alamanno di Monte degH Acciaiuoli 25
Buto di Baldo per S. Brancazio lacopo di Ceffo de' Beccanugi
Roberto Martelli per Porta Duomo Piero di Buti cassettaio
Buono di Filippo per Porta S. Piero Garaiano di Gaddo de' Falconieri
Bettone Cini, gonfaloniere di lustizia per Francesco di Pacino rigattiere, gonfaloniere
Borgo di lustizia ^^
Ser Piglialarme Pacini, loro notaio. Ser Lapo Pacini da Paterno, loro notaio.
Neirultimo mese, cacciato il Duca, fu data balla, compiuto il Priorato, siccome appare
dietro a carte. ...; e recossi di sesto a quartieri.
Zanobi di messer Lapo Mannelli, Grande
Sandro di Simone da Quarata
NiccoI6 di Cione Ridolfi
Messer Razzante de' Foraboschi, Grande
Borghino di Taddeo
Nastagio di Bonaguida Tolosini
quartiere di S. Spirito 35
quartiere di S. Croce
I. tutti] t«' G, R. - avete] aveva G. R. ; avevano /. — 4. rlcettarono] rlcettato G. R. — 6. faceva] fatta
G. R. — 7. che questo] e che egU A, — 14. collegarono] legarono G, R. • ed Aretin!] e d'Arezzo G. R, — 19. lopra
certe] dl certe A, — 19-20. e gli stadichi dodici] e gU statichi tuoi ch'erano ancora a Verona tomarono che
erano li e mastivene dodici G. R. — 30. e mandovlsene] e maadaronvesene /.
CRONACA FIORENTINA
219
Ugo di Lapo degli Spini, Grande
Messer Marco de' Marchi, ludice
Antonio d'Orso
Messer' Francesco di Lapo Adimari, Grande
Neri di Lippo
Bellincione d'Uberto degli Albizi
Ser Francesco Lapi, loro notaio.
quartiere di S. Maria Novella
quartiere di S. Giovanni
/., vin, »9
Li quali Grandi notati furono cacciati del Prlorato a' dl 22 di settembre, e tornarsi a
casa, e rimasero li sopraddetti popolani scritti nello uficio de' Priori; li quali infra loro, perchfe
10 non v'era gonfaloniere di lustizia, feciono Sandro di Simone da Quarata, gonfaloniere di
lustizia, siccome adietro fatto h menzione a carte....
1
lunta Ciati, ferraiuolo
lacopo Armati
Neri' di Buoncristiano, speziale
Bonarrota di Simone
Ubaldino di Fastello Petriboni
Francesco di lunta Borghi
Domenico Guerrucci, beccaio
Naddo di Nozzo spadaio f quartiere
Ormannozo del Bianco Deti, gonfaloniere di lustizia, quartiere S. Spirito
Ser Niccolb di Ser Ventura Monaci per quartiere di S. Croce, loro notaio.
/ quartiere di S. Spirito
quartiere di S. Croce
quartiere di S. Maria Novella
di S. Giovanni
/., vni, 100
Guiglielmo d'Angiolino, pezzaio
Lippaccio di Duccio, beccaio
Guido di Puccio, biadaiuolo
Lotto del Maestro Cambio Salviati
Francesco d'Adatto, cambiatore
Maso di Leone, maestro di pietre
Ser Francesco di Cenni, notaio
Lorenzo di Neri del Bezzole
^O Filippozzo Bonaccorsi de' Soldani per quar-
tiere di S. Croce, gonfaloniere di lustizia.
Ser Andrea di Nerino per quartiere di S. Spi-
rito, loro notaio.
Guerruccio' Borgarelli, calzolaio
Giovanni di Stefano Soderini
Francesco di Gueri, legnaiuolo
Geri di Ser Gherardo Risaliti
Guemieri di Manetto, beccaio.
Lorenzo di Meglio Fagiuoli
Mari di Talento de' Medici
Bartolommeo di Dante "Guidalotti
Spinello di Primerano da Mosciano, gonfal.
di lustizia per quartiere di S. M. Novella
Ser Giovanni di ser Benvenuto da Sesto per
quartiere detto, loro notaio.
/., VIII, 101
RuBRicA 603* — Co?nc gtie' di Castelfranco di sofra fresono Camfogiallo, e Varsero.
35 Gli anni del Signore MCCCXLIV del mese d'aprile quelli di CasteUo Franco del contado
di Firenze, sentendosi offesi da' Ghibellini di Valdarno e d'Arezzo, richiesero loro amici, e
cavalcarono a Campogiallo, il quale era de' Pazzi, ch'erano nimici degli Aretini. Ed avendo
per trattato una porta, entrarono dentro, e corsoUo, e missero al taglio della spada uomini
e femmine, e rubarla, e poi vi missero fuoco, e tutta la disfeciono, ed arsero.
40 RuBRicA 604* — Come^ si fece ordine di rivedere la ragione di quelli chc lasciarono le Terrc /., vm, loa
a iem-po del Duca.
Questo medesimo anno per lo Esecutore degli Ordinamenti della Giustizia fu fatto in-
36-37. del contado dl Firenze] omm. A, — 3S. Campogiallo] Campo galll A, — 38. e coriollo] e sl la cor-
sero G. R. — 39. la disfeclono] omm. A,
220 CRONACA FIORENTINA lA. 1344]
quisizione di quelli che avieno dati li castelli e Terre del comune di Firenze, come adietro
fe detto, cio^ Lucca, Arezzo, Volterra, ecc. Furonne condannati alquanti, ma chi ebbe amici,
o denari, n'u8d netto, e tale dovea essere condannato, che si scusd a essere stato sforzato,
che lo vendfe per denari, e fu assoluto, e tale fu sforzato, che ne fu condannato. Pur de-
nari entrarono assai in Comune, ed altri n'ebbono bando personalmente, infra i quali fu.... 3
RuBRicA 605* — Come il Comune fece mettere certi rubelli in suoi libri, e messer Corso Do-
nati fu condannato,
In questo anno ricordandosi i cittadini che i libri de' loro rubelli arsero per Corso alla
Camera, ed atti non si trovavano, e ribanditi non erano, elessero uficiali a rifare li libri.
Ma pochi ve ne misero suso, chi per preghiere e chi per rispetto d'una cosa e chi d'altra, 10
/., vw, loj In questo medesimo tempo fu abominato Corso ' di messer Amerigo Donati di trattato co' ti-
ranni di Lombardia, ciofe con messer Luchino Visconti. Di che richiestolo lui, si cess6. La
casa fu cerca, e trovarsi le lettere che davano colore alla materia. Fu di nuovo richiesto,
non compari. Fu condannato per contumacia.
RuBRiCA 606' — Come fu fuoco in Fireme con gran danno dei cittadini. 1 5
Nel detto anno e mese d'agosto a' dl 8 la notte 8'apprese' il fuoco in S. Martino dal
capo d'Orto S. Michele, e fu per riscaldamento di lana. E tanta fu la furia che non si pot&
spegnere che non ardesse prima 18 botteghe e case, ch'erano 8opr'esse, con grandissimo
danno di panni e di masserizie e lana. E fu questo il fuoco maladetto, ch^ nel popolo di
S. Brocolo arsono tre case grandi, piene e ricche. E alle donne del Prato Ognissanti arse 20
loro il munistero, che nulla ne rimase.
RuBRiCA 607* — Come furono fatte leggi e statuti coniro «* Grandi di Firenze.
Nel detto anno essendo stato, come detto ^, cacciato il Duca, tolti gli ufici ai Grandi,
/., viti, 104 eglino si partirono, e andarsene molti al soldo, o, a prowisione de' Signori ed ufici '. Lo po-
polo fece legge, che tutti i Grandi di Firenze, che fossero in alcuno uficio fuor della citti\, 25
o contado di Firenze, dovessero tomare, a pena d'essere rubello, infra due mesi, donde gran
danno fu loro; ancora che qualimque Grande offendesse alcuno popolano, Tuno consorto
fosse tenuto per raltro, nonostante che nimicizia fosse tra loro. Non piacque n^ Tuna, nfe
r altra legge molto a' Buonomini, ma le capitudini, ovvero per loro, owero aizzati d' altrui,
voUono che andasse cosl. 30
RuBRiCA 608* — Come dontro al Duca ed o* suoi consiglieri si fecero certi ordini.
L' anno predetto lo Duca d'Ateni in Francia, dogliendosi del danno ricevuto a Firenze,
domandava ammenda allo re di Francia. Lo quale fece richiedere i mercatanti, ed eglino,
domandato terraine, oltre le scuse loro fatte, scrissero qua. Ed i Fiorentini vi mandarono am-
basciadori a scusarsi. Ma grande rischio corsero i mercatanti fiorentini di loro persone ed 35
avere. Ultimamente assicurati li Fiorentini, feciono una legge, che lo Duca fosse rubello
egli e tutti i suoi descendenti della cittk di Firenze per linea masculina, e che chi lo ucci-
I. Terre] omm. A. — $. infra i quali fu....] omm, A. — lo. suao] omm. G. Jt. — IJ. di Lombardia] omm. A. -
Vlicontl] omm. G. R. — 13. riclUestolo lui] yolendolo G. R. — 13. dl nuoTo] omm. G. R. — 17. E tanta fu la furia
che non] con tanta furia clie mal non G.R. — 19-31. maladetto . . • . ne rimaae] raaladetto. In quesfanno pure
«'apprese nella maggior parte in quello quartierl di S. Croce, ch' h nel popolo di S. Brocolo, ed arsero in questo
tre case grandi e buone e ricche con gran danno G. R. — 34. aj omm. G. R. — 34-35. ambasciadori] omm. G. R.
[A. 1344] CRONACA FIORENTINA 221
desse, o cittadino, o forestiere, avesse diecimilia fiorini, e se fosse sbandito, s'intendesse ri-
bandito.' E fecesi dipignere molto vituperevolmente al palagio del Podestk co' suoi consiglieri, /., vui, 105
che furono questi con lui: messer Ciritieri Bisdomini, messer Meliadus d'Ascoli, messer Gui-
glielmo d'Aciesi ed il figliuolo e messer Rinieri da Sangimignano ed il fratello. Questa
5 dipintura assai fu biasimata dalli savi cittadini per piu rispetti ; ma pure vi f u posta e dipinta.
E di quello ci paghiamo di chi ci fa onta per nostri difetti.
RuBRiCA 609* — DelVordine di duc camfane in sul falagio de^ Priori.
Questo medesimo anno e mese di dicembre il Comime avea la campana del popolo, che
sonava al consiglio in sul terrazzo del palagio. Diliberossi che si ponesse in sulla torre, e cosi
10 fu fatto. Ed in quel luogo fu messa una campana, che venne dal castello di Vernia, e dipu-
tossi che quella campana, qiiando s' apprendesse il fuoco nella citt^, sonasse, onde i cittadini
e maestri, che sono diputati a correre a spegnere il fuoco, traessero tutti, come Tudissero,
sotto certi ordini di pene.
RuBRiCA 610' — D'una lcga fatta col vcscovo d'Arezzo.
15 Nel detto anno il Comune di Firenze fece lega col vescovo d'Arezzo della casa degli' /., vib, io*|
Ubertini, e trasse di bando di Firenze tutti i suoi consorti, si veramente ch'egli diede nelle
inani del conte Simone per pegno tutte le castella degli Ubertini e quelle del vescovado, e
promisse avere amici per amici, nemici per nimici, come il Comune di Firenze avesse, e far
guerra a' Tarlati e rubelli d'Arezzo.
20 RuBRiCA 611* — Come la casa degli Ubaldini fu condannata.
Nel detto anno e mese di febbraio la famiglia degli Ubaldini furono condannati nel-
Tavere e nella persona, perocchfe, come detto h addietro, quando ilDucafu cacciato, il Comune
mandava al soccorso di Firenzuola, ed eglino si feciono incontro a Rifredi, e sconfissero la
nostra gente in sul nostro terreno.
25 RuBRicA 612* — Comc lo Comune fece Ubro de' suoi debiti, e dih fer frovvisionc a cinquc
fer ccnto.
Nel detto anno volendo il Comune provvedere chi avea sovvenuto alla guerra, vide tutto
cio che pagato aveano i cittadini, e trovossi essere circa cinquecento settantamilia fiorini,
de' quali, fatto libro, assign6 a cinque per cento 1' anno, pagando ogni mese la rata,' ed aase- /•, vm, 107
30 gnolli sopra le gabelle del Comune, cominciando del mese d'ottobre MCCCXLV.
RuBRicA 613* — D'uno che si disse fare miracoli a sua morte,
Questo medesimo anno mori un figliuolo di messer Giambono, giudice, il quale avea
nome lacopo, stava nel popolo di S. Brocolo. Costui tutto il patrimonio suo dife per Dio a*
poveri, e scrivea a prezzo, e di quello si nutricava poveramente, e poco usciva di casa, e
35 limosina non pigliava, se bisogno non avea, e quando n'avea bisogno non pigliava, se non
' da coloro che vivessero di loro rendita o di netta mercanzia. Dissesi ch'era vergine, e dis-
sesi che predisse la venuta del Duca e la sua cacciata, e morl, e fece alcuni segni d^essere
accetto a Dio, ed in S. Croce fu seppellito.
j. co' juoi] e 1 sua //. — i8. e far] a fare G,R. — 38. aveano] omm, 4.
ff'
Iki
222
CRONACA FIORENTINA
[A. 1343]
/., Tni, IM RuBRicA 614' — ^uesti^ sono i Prioridal di ■primo di maggio 134.4. "^ ^ frimo di maggio 1345.
Lapo di Bruno, coreggiaio
Bartolo di Lapo Strada
Neri di Bartolino, speziale
Lippo Ricchi, galigaio
Baldese Falconieri, ferraiuolo
Piero di Giotto de' Marchi
Ser Gino di ser Giovanni di Gino
Geri Vermigli
Vanni di Falco de' Rondinelli, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Giovanni
Ser Cante del maestro Bonaventura, loro no-
taio, quartiere di S. Maria Novella.
/., viu, 110 Lapaccio del Bene
Niccolb di Nome, vinattieri
Piero di Guccio Filippi
Piero di Dino, maliscalco
Guiduccio Pucci, linaiuolo
Pagolo di messer lacopo degli Strozzi
Vanni diPagno degli Albizi
Giovanni di Casella, ritagliatore
/., Tui, 10» Vanni' del Migliore, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. Spirito
Ser Bandino di Lapo, lor notaio, quartiere di
S. Maria Novella.
Lapo di Bartolo, pannaiuolo
Bartolo di Cenni Bigliotti
Guiglielmo PacarelH, pianellaio
Betto Betti, fomaio
Pagolo di Cecco di Giovanni, rigattiere
Lapo Buti, galigaio
Lorenzo di lacopino Gualinghi
Giglio d'Andrea Aghinetti
Ruggieri di messer Lapo da Castiglionchio,
gonfal. di lustizia, quartiere di S. Croce.
Ser Andrea Petri da Gaville, lor notaio, quar-
tiere di S. Spirito.
Neri di Baldese, calzolaio
Totto di Rinaldo da Panzano
Andrea Ghesi, iarsettaio
Messer Simone de' Peruzzi 5
Masino di Gallo, galigaio
Nastagio di Cambio, lanaiuolo
Neri di Fioravante, maestro di pietre
Domenico di ser Vanni, combiatore
Pagolo di Neri de' Bordoni, gonfaloniere di 10
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Matteo Guiducci, loro notaio, quartiere
di S. Giovanni.
Filippo' di Giovanni de' Machiavelli
Giovanni di monna Carina, rigattiere
Ser Zanobi di ser Bartolo
Zanobi di Berto Ranieri
Coppo di Stefano de' Bonaiuti
Messer Orlandino de' Marini
Francesco di Giovanni, beccaio
Giovanni di Niccola, tintore
Maso Chiermontese degli Uccellini, gonfalo-
niere di lustizia, quartiere di S. Giovanni
Ser Michele di ser Cambio, loro notaio, quar-
tiere detto.
Felice di Lapo Benci
Ser Marco di ser Buono da Ugnano
GugIie'.mo Lupicini
Giovanni Donati, calzolaio
Stefano Stefani, lanaiuolo
Azzino Gualbertt, fabbro
Forese Ferrantini
Uberto di Pagno degli Albizi
Pagolo Boccucci, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. Spirito
Ser Bindo di Vanni da Empoli, loro notaio,
quartiere di S. Maria Novella.
15
m
25
30
35
RuBRicA 615' — Della congiunzione di love e di Saturno.
L'anno di Cristo MCCCXLV si congiunse Saturno e love. Ma comecchfe non abbia di
/., Tui. ui punta' a fare a nostra materia, pure perchfe la induce alquanti suoi effetti in questo nostro 40
clima h ancora ragione, ne diremo alcuna cosa. La grande congiunzione di Saturno della
parte, di che vogliamo parlare, ^ di 20 in 20 anni una volta, e secondo le loro disposizioni
danno effetti. Ma secondo la disposizione di questa congiunzione li pianeti erano nella spera,
38. ^n*ita ruWica manca in A.
[A. 1345] CRONACA FIORENTINA 223
che significavano morte ed apparizione di Signori e mutazioni e s^tte e piu dove e cui i segni
e pianeti doveano essere suggetti in quelle parti piu che altrove e piove e mortalit^ ; ma non
cosl subito erano gli affetti, perch^ era retrogrado love. Ora questa congiunzione fu a' di
28 di marzo MCCCXLV inver ponente, e lo sole era quasi mezzo cielo a gradi 16 d'Ariete,
5 quasi sua esaltazione, e Marte era quasi nel Pesce a gradi 6, Venere nel Tauro gradi 14 in
mezzo cielo, Mercurio in Tauro in primo grado e la Luna in Aquario gradi 4. Secondo
astrologia questo significava in Italia pifi che quasi altrove.
RuBRiCA 616* — Come lo Comune di Firenze fcce legge sofra li cherici.
Questo medesimo anno seguendo i cherici molti soperchi in molti modi, ed infra quali
10 erano molti Grandi e popolani grassi, li quali' batteano, ed oltraggiavano li minuti, e cogni- /., vhi, uj
zione non era appo li secolari rettori, e forse ancora per la superbia delli minuti, che quasi
il reggimento era tutto loro, perocch^ le 2 1 capitudini le due parti sono gente minuta e nuova,
e sono arroganti sanza discrezione, e perchfe erano negli ufici parea loro essere ciascuno un
re, di che feciono legge, che qualunque cherico offendesse alcun secolare, potesse esser pu-
15 nito in avere e in persona, come lo laico, e fosse fuori della guardia del Comune, se offen-
desse in persona criminalmente, e molte altre leggi gravi, le quali non era di loro modo sanza
la licenza del papa, che avendolo notificato a lui, si dee credere, ne averebbe provveduto.
RuBRicA 617' — Come il Comune tolse a' Grandi alcune fossessioni loro fer adietro donatc.
In questo anno medesimo, o che fosse che al popolo minuto, che reggea piu che il
20 grasso, come detto h, avesse sospetto, perchfe il popolo grasso gia si dolea, che li minori
aviano piii parte che non doveano, e tutto dl parlavano co' Grandi, ed i Grandi con loro, o
che per dispetto e per impaurirgli, o che pure ingratitudine li muovesse, fu che trovandosi
il Proposto de' Priori delle minori arti, ricordando a' compagni ed a' collegi lo soperchio' /., vni, iij
de' Grandi, che avieno voluto rompere lo popolo, ed erano stati bonificati di possessioni dal
25 popolo, deliberarono fossero loro levate le possessioni date. Vinto e fatto fu. Toccb a' fi-
gliuoli di messer Pazzino dei Pazzi, morto in servigio del popolo nel 1311, ed a' figliuoli di
messer Pino e di messer Simone della Tosa i beni donati a' lor padri, quando furono fatti
cavalieri del popolo, ed a' figliuoli di messer Giovanni Pini de' Rossi, il quale mori amba-
sciadore del Comune al papa. Questi beni furono dati a' figliuoli per merito, e cosi furono
30 loro tolti, ed assegnati allo rifare delli ponti. Montarono non molto, furono circa quindici-
milia fiorini. Dispiacque molto per6; chfe se avieno fallato per modo che meritassero pena,
altra via parea essere da tenere, e non torre quello che dato era per beneficio; chfe da ma-
teria, non essere il cittadino operatore del suo Comune di niuno suo bene.
RuBRiCA 618* — Come Fucecchio fu assaliio fcr ofera dc^ Pisani.
35 L'anno predetto in Fucecchio avea due famiglie possenti e nimiche Tuna deiraltra:
Tuna quelli della Volta, Taltra si chiamavano quelli di messer Simonetto, e con soccorso
de' Pisani e fanti segreti corsero la Terra.' Ma subito vi trassero i soldati di Valdarno, e /., vm, m
intrati dentro, cacciarono, ed uccisero, e ferirono quelli della Volta, che voleano cacciare
quelli di messer Simonetto. Ma voUeno fare altro che pur cacciare coloro, perocchfe poco
40 appresso li Pisani mandarono di notte certi che per la Terra furono sentiti. Onde vegnendo
13. parea] pare G. R. — 17. papa] Santo Padre G. R. — 19. al popolo minuto] II popolo minuto /. —
34-35. dal popolo, deliberarono fossero] dal popolo fu vinto e deliberato che fossero /. CmJ /. eolma la lacumt
di cui non h iraccia nei mss. — 25. date] omm. A. - fatto fu. Tocc5 a' figliuoll] fatto fuoco al figlluolo G. /?.; /.
accomoda a modo suo la lezione di G. R. e furono tolti dl fatto — 36. nel 1311] 131 1 annl di Crlsto G'. R. — 38. del
Comune] omm. A. — 30. furono] omm. G. R. — 31. molto] omm. G. R. — 33. di niuno suo bene] oirm. G, R,
^24 CRONACA FIORENTINA £A. 1345]
a Fucecchio, il trattato si scoperse, e furono assaliti e morti e presi dalll soldati de' Fioren-
tini. II Comune si dolae a' Pisani. Scusarsi che non fu di loro saputa; ma aon ne feciono
per5 punizione.
RuBRiCA 619* — Conie fu rifatto lo Ponte Vecchio in Fircnze.
Questo anno fu rifatto il Ponte Vecchio di pietre ed archi tre e riccamente. Lo quale 5
ponte rimase largo 16 braccia, oltre alle botteghe, che vi si feciono suso d'ogni lato, che
furono 43, delle quali 8'ebbe di pigione tanto che in meno di 20 anni francarono la spesa
che g08t6 il ponte. E furono in v6Ita le botteghe per piii sicurti.
i:, y«u, uj RuBRicA 620' — Cotne^ messer Mastino volle esser fagato, e fatto Vaccordo fer lo Marchetc
da Ferrara. 10
In questo anno sentendo messer Mastino che lo Comune di Firenze avea assegnato lo
8U0 assegnamento alli cittadini, egli fece pigliare tutti li mercatanti, ch'erano in Verona ed
in Vicenza; di che il Comune -vx mand6. E messer Mastino venne a Ferrara; e qui si stralci6,
e fecesi accordo e quetanza per sessantacinque milia fiorini, e pagare in due mesi. II Co-
mune fece una legge che chi avea avere dal Comune, di che il Comune gli dava cinque per 15
cento, e volesse prestare altrettanti, quanti n'avea avere, che gli fossero assegnati i vecchi
e nuovi alle gabelle ed avere la vera sorte in due anni. E cosi fu trovato il modo, e pagato
messer Mastino; e riebesi i cittadini che egli avea la per istatichi e sostenuti.
RuBRicA 621* — Come quelli di Sangimignano furono condannati fer correria fatta in sul
contado di Firenze. 20
/., vm, 116 L'anno detto quelli di Sangimignano corsero la villa di Campo Robiano; di che fu' con-
dannato il Comune in danari, ed i cittadini in avere e in persona. Poi a preghiere di Sanesi
furono ribanditi, salvoch^ quattro caporali; e pagarono per ammenda fiorini cinquemila d'oro
a' Fiorentini.
RuBRicA 622* — Di trcmoti ed aliri affanni chc furono in Fircnze. 25
Nel detto anno fu grande caldo e secco, e poi appresso il settembre ed il dicembre
furono grandi termuoti in Firenze, comecchfe danno fosse piccolo, ma la paura fu grandis-
sima. Ma dal dl primo d' agosto infino a' di 6 di novembre non rist6 mai di piovere, e quasi
poco si ricolse, e quello si ricolse e quel poco si guast6, e vino e grano. E peggio fu che
/., vni, m male si semin6, perchfe le terre non furono bene' lavorate, n6 acconce; e fu si grandi piove, 30
che Amo due volte fu si grande che allag6 di Firenze gran parte, la piazza di S. Croce ed
infino al palagio del Podesta. Ed ogni fossato e fiume fece gran danno.
RuBRiCA 623* — Come fu novella in Firenze che lo re Andrea era stato morto fer U ba-
roni suoi.
Nel detto anno e mese di settembre venne a Firenze novelle che lo re Andrea, figliuolo 35
di Carlo Uberto, re d' Ungheria e marito di Giovanna, figliuola del Duca di Calavria, figliuolo
dello re Ruberto, il quale si dovea incoronare re di Puglia, fu morto e strangolato da' suoi
baroni e famiglia in Aversa a' di 18 del detto mese ed anno. Dissesi la regina Giovanna,
S-6. pietre.... largo] pietre e in arch rlccamente rimase largo A — 18. e rlebesi.... istatichi] e rlavuti 1
•uoi cittadinl ch'erano stati per istatichi G. Ji. — 21. detto quelli] detto corsono quelli A. — 27. fu] omm. G.R. —
39. e quel poco] omm. G, R. — 35. venne] Tennono /. — 38. e famiglia in Aversa] omm. 4.
[A. 1345] CRONACA FIORENTINA 225
8ua moglie, acconsenti al delitto detto. Lo vero si rimanga nei suoi piedi, ed io di ci6 non
mi stendo, perchfe non 6 di nostra materia, ma toccone sommariamente, perchfe molte cose
dipendenti da quello regno e signori accagionb a nostra materia spesso. E rimase grossa la
reina di sei mesi, la quale poi partori uno fanciullo maschio.
5 RuBRicA 624' — Come i Fiorentini si feciono miova moneta.
In questo anno fece lo Comune di Firenze nuova moneta d'ariento con giglio e S.' Gio- /., vni, u»
vanni; li quali si corsero a soldi 4 l'uno, e fu bella e buona moneta.
RuBRiCA 625* — Come ehhono hando alquanti cittadini ■per falsare la detta moneta.
Questo medesimo anno furono presi due, li quali vennono a spontania confessione che
10 a petizione d'Aghinolfo di messere Gualterotto de' Bardi, di Sozzo di messer Piero de' Bardi
e di Rubecchio del Piovano avevono falsate le monete. Questi due furono arsi, e con loro i
detti furono richiesti, e come contumaci ebbono bando del fuoco.
RuBRiCA 626* — Come li Bardi e altre comfagnie fallirono,
L'anno predetto si falli la compagnia dei Bardi di Firenze, la quale avea molti denari
15 di cittadini di Firenze e d'altri. E la cagione del fallimento si dice fosse che nelle guerre
dello re di Francia e d' Inghilterra e' gli aveano prestato, che lo resto delFavere dal re Adoardo
d' Inghilterra era ottocentomilia fiorini, e dallo re di Sicilia dovieno avere fiorini centomilia.
RuBRicA 627* — Come il Dtica d'Atene ottcnne rafresaglia contro «' Fiorentini. /., Tia, ii»
Gli anni predetti di Cristo lo re di Francia, stato stimolato dal Duca d'Ateni, concesse
20 rapresaglia al Duca contro a' Fiorentini di ci6 che domandava di danno e di menda, che era
grande cosa. E Ik era sempre lo sindaco del Comune, e non valse, e di nulla fu udito a
ragione, dando termine dal febbraio al maggio, onde gran danno ne ricevette il Comune,
cio6 i cittadini, che aveano nello reame di Francia assai a fare, e convenne loro fuggire, e
stare in franchigia, ed assai danno n'ebbono.
25 RuBRicA 628* — Come lo inquisitorc dc' fatcrini ebbe quistione col Comune di Firenze.
Questo medesimo anno essendo fallita la compagnia degli Acciaiuoli, ed avendo a dare
al Cardinale di Spagna a Vignone dodicimilia fiorini d'oro, lo inquisitore de' paterini da
Firenze, frate Piero deirAquila deirordine di S. Francesco, molto conto del detto Cardinale,
fu fatto procuratore. Onde lui addimandando li detti denari, lo Comune s'interpuo8e in ac-
30 cordo de' detti denari per riverenzia del Cardinale; onde erano quasi in accordo.' Messer /., vin, im
Salvestro Bivigliani, compagno della detta compagnia per acconcio del fatto era ito in palagio
de' Priori, sotto fidanza de' Priori e colla loro famiglia, ed uscendo del palagio colla famiglia
de' Priori accompagnato, quattro messi del Comune e famiglia del podesth presero messer Sal-
I. acconsenrt) acconsenzlente A. - Lo vero. ... piedl] II vero rimanga In sua plfe A. — 3. gignori] signorla
G. R, • accagion6] cagion6 G. R. — 4. partorl uno fanciullo] fecc un figliuoio G. R. — 7. fu] omm. G. R — 9. 11
quali. . confessione] li quall alla spontana confessiono G. R. - confessione che] confessione dissero clie /. —
II. e di R.ubecchio dei Piovano] omm. A. - averono falsato le monete] omm. G. R.; I. sufpliice: avevano faisato
la detta moneta — 11-12. arsl.... ebbono] arsi e gli altrl richiesti non comparirono ed ebbono A. — I4-IS' '*
quale.... cittadini] ia quale porocche avea molti de* cittadini G R, — 15. fosse] fu A. — 23. dando termine dal
febbraio ai maggio] omm. /.; fermlne] Irame A. - onde] ove A. — 27. d'oro lo inquisitore] d'oro da frate Piero
dell'Aqu:ia lo inqulsitore A, — 38. conto] conosciuto — 29. luij 0»»/». G. R.
T. XXX, p. I — is-
226
CRONACA FIORENTINA
[A. 1345]
vCBtro. Lo romore f u grande ; la f amiglia de' Priori e quella del Capitano trassero allo romore ;
e furono presi i messi e la famiglia del podesti, e messer Salvestro lasciato subito, perchfe la
famiglia de' Priori avieno sicurato, ed erano con messer Salvestro. Fu tagliato la mano a'
messi, e confinati per dieci anni. II Podest^ venne a' Priori a chiedere misericordia, consi-
derato che li berrovieri non fanno le leggi, ma sono menati da' messi; e con molto sottomet- 5
tersi alla scusa, onde con grande preghiera fu libero s^. e sua famiglia. Lo inquisitore per
isdegno se n'and6 a Siena, e qui 8Comunic6 i Priori ed il Capitano e chi avesse dato aiuto
c favore, onde intraddisse la cittJi. Questo inquisitore fu uomo di guadagno, e per denari
molti cittadini avea condannati per eretici quasi per nonnuUa, e tanti danari avea fatto,
ch'era gran fatto. E per le dette baratterie il Comune ne fece carte pubbliche fare, e am- 10
i^ VIII, 131 basciata cre6 onorevole alla dif esa, ed appeU6 al Papa, ed andaronvi questi : . . . Andarono ' con
danari e con pieno mandato di comporsi e di pagare e promettere al detto Cardinale. E
cosl fu lo intraddetto sospeso, e go8t6 al Comune piu di ventimilia fiorini, e poco onore ne
ebbe il Comune, ma li cittadini utile assai, perocch^ eglino si feciorjo dare di buoni benefici.
In presenza del Papa lette le baratterie dello inquisitore, e fatto Taccordo, dipoi tornati gli 15
ambasciadori, il Papa fece citare i Priori ch'erano e lo vescovo e piu secolari. E fu grande
ruina de' Fiorentini in corte.
Questi sono gli ambasciadori :
Messer Francesco Brunelleschi
Messer Antonio Baldinacci Adimari 20
Messer Bonaccorso Frescobaldi, calonaco
Messer Ugo della Stufa, giudice
Lippo degli Spini
Ser Baldo Franceschi, sindaco e notaio.
RuBRiCA 629* — Cotne i Fiorentim feciono leggi contro al vescovo ed inquisitore. -j
Per le predette cose diliber6 il Comune che lo inquisitore non potesse condannare ntuno,
se non nel fuoco e non in pecunia, e non potesse avere altra pregione che le Stinche, e che
/., VIII, la niuno rettore desse famiglia allo inquisitore, nh. pigliare niuno senza' licenzia de' Priori, ne
tenesse con arme se non sei famigli, ed a piu non potesse dare Tarme; ch^ si trovo che a
piu di 500 Tavea data, che per suoi famigli la portavano, onde si disse ch'egli ne toccava 30
denari assai; ed al vescovo di Firenze e di Fiesole 12 per uno, e non piu potessero portare
arme. Ed altre leggi contro a loro.
RuBRiCA 630* — ^uesti sono i Priori d' un anno da' di frimo di maggio 134.5 o* di frimo
di maggio 134.6.
Niccol6 Latini, speziale
Francesco del Benino Nelli
Dino di Cente, calzolaio
Bonsi d'Orlando
Simone di Piero Borsi
Giovannozzo Rinaldi
Piero di Saggio, tavolacciaio
Chimento Buoncristiani Baronci
Giovanni di messer Lapo Amolfi, gonfalonie-
re di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Bartolo di Neri da RofRano, loro notaio,
quartiere detto.
Guido di Banco Deti
Vanni Lamberti
Foresino Totti, calzolaio
6. s& e] esso e G. R, — 9. per erctlci] per heretlcl G. R.; perche retici /. — 11. crco] omm. A. • appcllA]
appellorono A. — 13, ventirailia] xviii'° A. — 15. In presenza..., tornatl] Quando i detti inbasciadori isposono
dinanzi al Papa l'ambasciata feciono leggeie le baratterie dcllo inquisitore e fatto l'acordo e (ornati A. — 13-17. In
presenza.... corte] questo fas30 ia A. segite i nomi degli ambasciadori — 16. secolari] prelati A. — iS. sono] furoao
A. — 20. Baldlnacci] omm. A, — ji, calonaco] chcrico G.R. — 30. 300] 100 C. R. — 31. assai] omm. G.R.
[A. 1345]
CRONACA FIORENTINA
227
Messer' Francesco di messer Lotto Salviati
Matteo di Boninsegna
Cecco di Giovanni, rigattieri
Lapaccio di Vieri, vinattiere
Filippo Niccoli
Pagolo del Buono, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. M. Novella
Ser Gio. Paganelli, loro notaio, quartiere di
S. Spirito.
Andrea di Benozzo
Salino di Bruno, rigattiere
Lapo del Bene
Gabriello di ser Simone
Naddo di I^apo, beccaio
Messer Oddo di messer Bindo Altoviti
Mazzetto Guadagni
Francesco di Lapo, pizzicagnolo
Lorino di Buonaiuto, gonfaloniere di lustizia,
0 quartiere di S. Giovanni
Ser Andrea di ser Maso da Capalle, loro no-
taio, quartiere di S. M. Novella.
Salvi di Lapo, ferraiuolo
Bandino di Bartolo Bandini
Tingo di Guido Mancini.
Bese del Busino
Lenzo' di ser Guido
Bartolo di Tommaso, agoraio
Ser Lotto Pucci
0 Cino di Colto, vinattiere
Luigi di messer Andrea de' Mozzi, gonfalo- /., v«i, us
niere di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Tano di Nardo de' Guasconi, loro notaio,
quartiere di S. Giovanni.
Sassolo di Giunta, vinattiere
Lippo di Lotto, speziale
Pela di Nuccio, albergatore
Filippo di Cionetto Bastari
Francesco Pacini, rigattieri
Andrea di Nino de' Rucellai
Francesco di Fiorentino Ragni
Cifo di Lotto Delli
Giovanni di Guasco de' Covoni, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Bartolo luntini da Vico, loro notaio, quar-
tiere di S. Spirito.
Francesco di Buto, calzolaio
Messer Guido Dandi
Bartolo Gucci, legnaiuolo
Niccolo d'UgoIino de' Giugni
Bencivenni d'Albizzo, oliandolo
Luca' Alberti /., ▼ni, las
Michele di Veri Rondinelli
Matteo di Lando Biliotti
Primerano Obbriachi Serragli, gonfaloniere di /., vm, 134
lustizia, quartiere di S. M. Novella
Ser Guccio di ser Boninsegna da Rignano, lo-
ro notaio, quartiere di S. Croce.
RuBRicA 631' — Comc fu fatto il fonte a Santa Trinita.
Gli anni di Cristo MCCCXLVI del mese d'ottobre fu compiuto il ponte a S. Trinita,
molto bello e ricco. Non vi fu fatto su altro che una chiesicciuola, e dairaltro lato Tabi-
turo del prete in suUe punte delle pile. Gost5 il detto ponte con ogni spesa ventunmilia
i5 settecento fiorini d'oro, 0 circa.
RuBRicA 632' — Come Carlo figlimlo del re Giovanni, re di Buemia,fu eletto re de^ Romani
■per incoronarsi imferadore.
Comecch^ non sia puntualmente di nostra materia, ma perchfe verra a bisogno avere udito
questo, nel detto anno fu soddutto {condutto?) in Vignone per mezzo dello re di Francia Carlo,
0 figliuolo dello re Giovanni di Boemia. Lo quale venne per avere la electione dello imperio,
perocchfe '1 Bavero la usurpava, come ' adietro avete udito in piii luoghi. E molto sarebbe da /., vni, 126
7. LippoJ Lippo («/. Lapo) /. — 13. Cifo] Cifo (<?/. Ciuffo) /. — 33-34. chlesicctuola . . . . Gosti] clilesa plc-
cola coa 1'abituro del prete. Cost6 A. — 34, spesa vcntunmliia] spesa conto ventunmlia G, /?.; ventunmila] ui" A,
Jorse Vaiiiografo aveva notato due mila tegnanlo il due tra due graffe; ed A, irascrisst I3I, menire G. R, tratcrisie
21, cssendo forse non molto chiaro il frimo segno — 38. puntualmente] puntalmcntc A. — 40. clectlone] correctlono
5 G, R.; coronazione /,
228
CRONACA FIORENTINA
[A. 1347]
dlre sopra cib, ma perchl non h d! nostra materia, barti il sapere questo, che con lettere
dello Papa se n'and6 egli agli Elettori, e fu eletto a' dl 1 1 di luglio MCCCXLVI imperadore.
RUBRICA 632"'
naio 1347.
^uesti sono i Priori dal di frimo di maggio 1346 al di -primo di gen-
Griiido di Bernardo, pizzicagnolo
Betto di Nigio
Bellaccio di Puccio, beccaio
Cionellino di Bello Alberti
Piero di Guglielmo
Duccio di Bardo degli Altoviti
Giunta di Giovanni, coreggiaio
Benozzo di Cino, armaiuolo
Giovanni di Niccol6 da Cerreto, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Giovanni
Ser Manfredi di ser Paniccia, loro notaio,
quartiere di S. Spirito.
/, vm, 137 Vanni' di Lando, ferratore
/.,'.TBi, 129 Giovanni di Cione Falconi
Bartolo di Neri, pizzicagnolo
Rinaldo di ser Rustichello
Giambone di Giovanni Cristiani
Bingieri di Nardo
Tommaso di Diodato Baronci
Gianni di Lapo, tintore
Francesco di Balduccio Pegolotti, gonfalonie-
re di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Alessandro di messer Caro, loro notaio,
quartiere di S. Croce.
Cionellino di Ghingo Aldobrandini
Donato di Balsamino, fornaciaio
Cecco di Civolo, biadaiuolo
Simone di Bertino, ritagliatore
Michele di Bergo, calzolaio
Stefano di Puccio, maestro di pietre
Rosso di Ricciardo de' Ricci
Angelo di Giano degli Albizi
Messer Agnolo di Neri degli Alberti, gonfa-
loniere di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Maggio di ser Pepo, loro notaio, quartie-
re di S. Giovanni.
/., Tiii, 130
/., Tiu, 128 Guadagno' di Mazzetto, fornaio
Pierozzo di Braccino, orafo
Piero di Romolo, beccaio
Francesco di Buono, fabbro
Bartolo di Cino Benvenuti
lacopo di Chele Bordoni
Filippo di Ciuti, rigattiere
Baldovino di Lando, speziale
Lippo di Dono del Saggina, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Nardo Ciai da Castel Fiorentino, loro no-
taio, quartiere detto.
1
Taddeo di Buono Strada
Mannello di Lando Guidetti
Marco' di Cristiano, vinattiere
Filippo del Rosso Bagnesi 2
Andrea d'Ottonello, calzolaio
Andrea d'Ubertino degli Strozzi
Tano di Tuccio Somelle
Gherardo di Ghese, beccaio
Piero d'Uguccione del Papa, gonfaloniere di 2
lustizia, quartiere di S. Giovanni
Ser Bindo di Cione da Passignano, loro no-
taio, quartiere di S. Maria Novella.
Antonio di Bartolo, funaiuolo 3
Geppo del Ricco Pitti
Simone del maestro Fagno
Vaccio Ciani
Salimbene di Bruno, fornaio
Cino di Federigo, cambiatore 3
Stoldo di Dore {al. di Lore) pellicciaio
Nepo di Cecco Spina
Giovanni di Gherardo Lanfredini, gonfalonie-
re di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Romolo di ser Triccolo, loro notaio, quar- 4
tiere detto.
Michele' di Tieri, fornaio
Sandro di Zanobi dello Scelto
I. basti] basta G. R. — 3. imperadore] eletto fu re del Romani
Buoao («/. di Lione) /.
il detto Cario G. R. — 7. di Buono] di
[AA. 1347-1348]
CRONACA FIORENTINA
229
lacopo di Gherardo di Gentile
Chiarozzo della Mora
lacopo di Tuccio Taoni
Bardo Altoviti
Zanobi di Chiaruccio, biadaiuolo
Messer Gianiano di Lapo Gianiani, gonfalo-
niere di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Francesco di ser Pino da Signa, loro no-
taio, quartiere detto.
Rinieri di ser Segna
Meglio Bonanni
Francesco di Fabbrino, vinattiere
Giovanni Cigliamochi
Gherardo di Chele Bordoni
Giovanni di Guglielmo, setaiuolo
Zanobi di Neri Camerini
Bartolo di Lore, beccaio
Ubaldino di Niccolo ArdinghelH, gonfalonie-
re di lustizia, quartiere di S. Maria No-
vella Ser Francesco di Lapo, loro notaio.
Niccolaio di Bocchino Rimbaldesi
Salvino di Martino, calzolaio
Bencivenni Buonsostegni
Nastagio' Bucelli
Soldo di messer Ubertino degli Strozzi
Bernardo di Simone, fornaciaio
Baldino Compagni
Zato di Baldo Passavanti
Matteo di Borgo Rinaldi, gonfaloniere di lusti-
zia, quartiere di S. Giovanni
Ser lacopo di ser Gherardo Gualberti, loro
notaio, quartiere di S. Spirito.
Alessandro di Giovanni Cristiani
Niccol5 d'Andrea, calzolaio
Nastagio di Buonaguida Tolosini
Migliore di Duccio, tintore
Giovanni di Lippo Aldobrandini
Bartolo di Mannuccio Rucellai
Bencivenni di Pierotto, spadaio
Guido di Buonsignore
Giorgio Baroni, gonfaloniere di lustizia, quar-
tiere di S. Spirito
Ser Guido di Corsino, loro notaio, quartiere
di S. Maria Novella.
/., vni, 131
25 RuBRiCA 633* — ^icsii' sono i Priori dal dt ■primo di gennaio 134.7 a' dt frimo di gennaio 1348. /., vnr, 132
^O
^5
Bartolo Giannini, funaiuolo
Sandro di Simone da Quarata
Francesco Rinuccini
Lapo di Lapo, rigattiere
Matteo di Guiglielmo, legnaiuolo
Francesco di Borghino
Niccolb di Vanni, fornaio
Mone Guidi
Forese Sacchetti, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. Croce
Ser Gino di ser Giovanni da Calenzano, loro
notaio, quartiere di S. Giovanni.
Francesco di Vannozzo Bigliotti
Segna di Lotto, pizzicagnolo
Salvestro di Manetto Isacchi
Mico Calvagni
Orlando di Bartolo Orlandini
Ugo' di messer Oddo Altoviti
Dino del Burci, linaiuolo
Manno di Pagno degli Albizi
Francesco di Lapo di Giovanni, gonfaloniere
di lustizia, quartiere S. M. Novella.
Ser Francesco di ser loanni, loro notaio, quar-
tiere di S. Croce.
Piero' di Cione Ridolfi
Gherardo di messer Botte
Paolo del Ricco Pelacane
Allegro' di Nuto, fornaio
Francesco del Chiaro, stamaiuolo
Francesco Comucci, setaiuolo
Domenico di Dante, farsettaio
Castello di Lippo del Beccuto
Giovanni di Geri del Bello, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Bartolo di ser Chermontieri loro notaio,
quartiere di S. Spirito.
Piero di Stefano Benintendi
/,, vni, IM
/., vui, 135
/., VIII, 133
30. /. aggiunge qm, ricavandoU da un friorista, i nomi dei friori del maggio-giugno ehe maneaHO in G, R.
230
CRONACA FIORENTINA
[A. 1348]
Salvestro d'Adoardo Belfredelli
Uberto d'Ubaldino Infangati
Bemardo del Bene Pepi
Piero di Cambio, linaiuolo
Cecco di Bocchino, calzolaio
Giovanni di Tedice Manovelli
Niccolao di Mone Guidi
Messer Francesco di Palla degli Strozzi, gon-
faloniere di lustizia, quartiere di S. M.
Novella.
Ser lacopo Cecchi, loro notaio, quartiere di 5
S. Giovanni.
10
RuBRic A 634* — n una mortalilh la quale fu nella citta di Firenzc, dove morirono molte
■persone.
Negli anni del Signore MCCCXLVIII fu nella cittk di Firenze e nel contado grandis-
sima pistilenzia, e fu di tale furore e di tanta tempesta, che nella casa dove 8'appigliava
/., Tui, iv> chiunque servia niuno malato, tutti quelli che lo ' serviano, moriano di quel medesimo male,
e quasi niuno passava lo quarto giomo, e non valeva nh medico, rvh medicina, o che non
fossero ancora conosciute quelle malattie, o che li medici non avessero sopra quelle mai
studiato, non parea che rimedio vi fosse. Fu di tanta paura che niuno non sapea che si
fare; quando 8'appigliava in alcuna casa, spesso avvenia che non vi rimanea persona che 15
non morisse. E non bastava solo gli uomini e le femmine, ma ancora gli animali sensitivi,
cani e gatte, poUi, buoi, asini e pecore moriano di quella malattia e con quel segno, e quasi
niuno, a cui venla lo segno, o pochi, veniano a guarigione. Lo segno era questo, che, o tra la
coBcia e '1 corpo al modo {nodo?) d'anguinaia, o sotto lo ditello apparia un grossetto, e la feb-
bre a un tratto, e quando sputava, sputava sangue mescolato colla saliva, e quegli che sputava 20
sangue niuno ne campava. Fu questa cosa di tanto spavento, che veggendo appiccarla in una
casa, ove cominciava, come detto h, non vi rimanea niuno ; le genti spaventate abbandona-
vano la casa, e fuggivano in un'altra; e chi nella citti, e chi si fuggia in villa. Medici non
si trovavano, perocchfe moriano come gli altri; quelli che si trovavano, voleano smisurato
prezzo in mano innanzi che intrassero nella casa, ed entratovi, tocavono il polso col viso 25
/., vin, 137 volto adrieto, e' da limgi volevono vedere rurlna con cose odorifere al naso. Lo figliuolo
abbandonava il padre, lo marito la moglie, la moglie il marito, luno fratello Taltro, Tuna
sirocchia Taltra. Tutta la cittk non avea a fare altro che a portare morti a seppellire ; molti
ne morirono, che non ebbono alla lor fine nfe confessione ed altri sacramenti; e moltissimi
ne morirono che non fu chi li vedesse, e molti ne morirono di fame, imperocche come uno 30
si ponea in sul letto malato, quegli di casa sbigottiti gli diceano: " lo vo per lo medico ,, e
serravano pianamente Tuscio da via, e non vi tornavano piii. Costui abbandonato dalle per-
sone e poi da cibo, ed accompagnato dalla febbre si venla meno. Molti erano, che solli-
citavano li loro che non gli abbandonassero, quando venia alla sera; e' diceano airammalato:
" Acciocchfe la notte tu non abbi per ogni cosa a destare chi li serve, e dura f atica lo di e 35
" la notte, t6tti tu stesso de' confetti e del vino o acqua, eccola qui in sullo soglio della let-
lo, plstilenzla] plstolenzla ^. - appigliava] apicava ^. — ii. chiunque . . . . serviano] vi i /orse una ri^ttision*
- nluno] alcuno G.R. — it. tA medico, nfe medicina] nfe medici, ne medicine A. — 14. non] omm, A. — 16. basta-
va.... anjmali] bastava le persone ma gli animali A. — 17. pecore moriano] pecore e altre bestle moriano A. -
malattia] mallzla G. R. — 18. 0] omm. A,- veniano a guar.'glone] ne guarivano A. — iS-Ji. Lo segno.... sangue
niuno] lo segno era l'anguinala tra la coscla e il corpo o sotto il braccio e la febbre a un tratto e sputavano
tuttl sangue; e quegli sputarono snngue nluno A. — 2J-33. casa.... Tilla] casa fugglTono in un'a]tra o chi in
Tllla A. — 35-26. ed entratovi . . . . vedere] ed entrati appena che col tIso adietro stendeano la mano a tastare
lo polso alI'ammalato e da lungi Tedere G. R. — 27-28. 1' uno .... Tutta] Tuno fratello o sirocchia Taltro ; la dtti
A. — 2S-31. molti.... lo To] e molti ne morirono sanza sagramenti, e molti che non furono veduti da persona,
e molti di fame, perch^ come sl poncTa Tamalato giuso quegll dl casa sbigottitl gli diceTono: • P vo .4. — 31. quegll lO
di casa] gli aitri /. — 32. da Tia] omm. A. - pi£l] omm. G. R. — 32-33. abbandonato . . . . Tenia] abandonato dalle
persone e col fatto e febre grande e' reniTa A, — 35. cosa] Tolta A. — 35-36. lo dl e la notte] omm. A.
[A. 1348] CRONACA FIORENTINA 231
" tiera sopra '1 capo tuo, e po' torre della roba„. E quando s'addormentava rammalato, se n'an-
dava via, e non tornava. Se per sua ventura si trovava la notte confortato di questo cibo
la mattina vivo e forte da farsi a finestra, stava mezz'ora innanzicch^ persona vi valicasse, se
non era la via molto mastra, e quando pure alcun passava,' ed egli avesse un poco di boce /., vm, tts
5 che gli fosse udlto, chiamando, quando gli era risposto, e quando no, e se gli era risposto,
non era soccorso. Imperocchfe niuno, o pochi voleano intrare in casa, dove alcuno fosse ma-
lato, ma ancora non voleano ricettare di quelli, che sani uscissero della casa del malato, e
diceano : " Egli h affatappiato, non gli parlate „ dicendo : * E' 1' ha, perocch^ in casa sua h il
" gavocciolo „ ; e chiamavano quello infiato il gavocciolo. Moltissimi morieno senza esser ve-
10 duti, che stavano in sullo letto tanto che puzzavano. E la vicinanza, se v'era, sentito lo puzzo,
mettevono per borsa, e lo mandavano a seppellire. Le case rimaneano aperte, e non era ar-
dito persona di toccare nuUa, che parea che le cose rimanessero awelenate, che chi le usava
gli s'appiccava il male.
Fecesi a ogni chiesa, o alle pifi, fosse infino airacqua, larghe e cupe, secondo lo popolo
15 era grande; e quivi chi non era molto ricco, la notte morto, quegli, a cui toccava, se lo met-
teva sopra la spalla, o gittavalo in questa fossa, o pagava gran prezzo a chi lo facesse. La
mattina se ne trovavano assai nella fossa, toglievasi della terra, e gittavasi laggiuso loro ad-
dosso ; e poi veniano gli altri sopr'es8i, e poi la terra addosso a suolo, a suolo, con poca
terra, come si minestrasse lasagne a fornire di formaggio.
20 Li' beccamorti, che facevano gli servigi, erono prezzolati di sl gran prezzo, che molti n'ar- /., vni, u»
ricchirono, e molti ne morirono, chi ricco e chi con poco guadagno, ma gran prezzo avieno.
Le serviziali, o serviziali, che servieno li malati volieno da uno in tre fiorini per dl e le spese
di cose fiorite. Le cose che mangiavono i malati, confetti e zucchero, smisuratamente vale-
vano. Fu venduta di tre in otto fiorini la libbra di zucchero e al simile gli altri confetti.
25 Li pollastri ed altri pollami a meraviglia carissimi, e ruovo di prezzo di denari 12 in 24
Tuno; e beato chi ne trovava tre il dl con cercare tutta la citt^. La cera era miracolo; la
libbra sarebbe montata piu d'un fiorino, senonch^ vi si puose freno alle grande burbanze,
che sempre feciono gli Fiorentini, perocchfe si diede ordine non si potesse portare piii due
doppieri, Le chiese non avieno piu che una bara, com' h d'uso, non bastava. Li speziali e
30 bechamorti avieno prese bare, coltri e guanciali con grandissimo prezzo. Lo vestire di sta-
migna che si usava nei morti, che soleva costare a donna, gonella guarnacca e mantello e
veli, fiorini tre, mont5 in pregio di fiorini trenta, e sarebbe ito in fiorini cento, se non che si
levo il vestire della stamigna,' e chi era ricco vestiva di panno, e chi non ricco in lenzoletto /., vm, uo
lo cucia. Costava le panche, che si pongono a morti, uno sfolgoro, e ancora non bastava
35 tutte le panche ch'erano il centesimo. Lo sonare delle campane non si potevano li preti
contentare ; di che si f ece ordine tra per lo sbigottimento del sonare delle campane e per lo
vendere le panche e raffrenare le spese, che a niuno corpo si sonasse, n^ si ponesse panche,
nfe si bandisse, perocchfe Tudivano gli ammalati, sbigottivano li sani, nonch^ i malati. Li preti
e i frati andavano ai ricchi e in tanta moltitudine, ed erano sl pagati di tanto prezzo che
40 tutti arricchieno. E pero si fece ordine che non si potesse avere piii che d'una regola e la
chiesa del popolo, e per regola sei frati e non piu. Tutte le frutta nocive vietarono a en-
trare nella citta, come susine acerbe, mandorle in erba, fave fresche, fichi ed ogni frutta
1-2. sopra U capo tuo. .. . Se per sua rentura] sopra II tuo capo e l'amalato s'adormentava e andavaiene tra'
plu e se per sua ventura A. — 3. persona t1 vallcasse] quivi passasse persona G. R. — S- '^^^ g''] ® '* <?• ^- *
chlamando] omm, G. R. — 9. e cliiamavano quello infiato 11 gavocciolo] omtn. A. - Moltlssiml] moltl G. /?• — 10. pu-
zzavano] puzzava C /?. — ii. mettevono] omm. A. — 14. o alle pl6] 0»»»». A. — 14-15. secondo.... e quivi]
omm. A. — 15-16. se lo metteva] II mettere G. R. — 16. in questa fossa] In queste fosse R. G, — 17. nella fossa]
In quelle fosse G. R. — »2. da uno in tre fiorlnl] dl.... {lacuna) in tre fiorini G.R; di due in tre fior. /. —
23-34. smisuratamente valevano] smisurata valuta A. — 26. l'uno] omm, G, R. — »9. pii] omm, A. — 32. mont6]
cost6 G, R, — 34. pongono] poneano G. R. — 40. avere] omm, G. R. — 41-42, vietarono a entrare] si vletarono
cntrare G. R. — 42. frutta] frutto G, R.
232 CRONACA FIORENTINA ]A. i34»]
non utile e non sana. Molte proceseioni ed orliqoe e la tavola di S. Maria Impruneta ven-
nero andando per la cittk, gridando: " Misericordia ^, e facendo orazioni, e poi in sulla rin-
ghiera dei Priori fermate. Vi si renderono paci di gran queBtioni e di ferite e di morte
/., yta, ui d'uomini. Fu questa cosa di tanto sbigottimento e di tanta paura' che le genti si ragunavano
in brigata a mangiare per pigliare qualche conforto; e dava Tuno la sera cena a dieci com-
pagni, e Taltra sera davono ordine di mangiare con uno di quelli, e quando credevono ce-
nare con quello, ed egli era senza cena, che quegli era malato, o quando era fatta la cena
per dieci, vi se ne trovava meno due o tre. Chi si fuggia in villa, chi nelle castella per
mutare aria; ove non era lo portavono, se v'era lo crescevono. Niuna Arte si lavorava in
Firenze : tutte le botteghe serrate, tutte le taveme cliiuse, salvo speziali e chiese. Per la Terra 10
andavi, che non trovavi quasi persona; e molti buoni e ricchi uomini erano portati dalla
casa alla chiesa nella bara con quattro beccamorti ed uno chiericuzzo che portava la croce,
e poi volieno uno tiorino uno. Di questa mortalit^ arricchirono speziali, medici, pollaiuoli,
beccamorti, trecche di malva, ortiche, marcorelle ed altre erbe da impiastri per macerare
malori. E fu piii quello che feciono queste trecche d'erbe, fu gran danaro. Lanaiuoli e rita- 15
gliatori che si trovarono panni li vendeano ci6 che chiedeono. Ristata la mortalit^ chi si trov6
panni fatti d'ogni ragione n'arricchl, o chi si trov6 da poteme fare ; ma molti se ne trovarono
/., yui, 142 intignati' e guasti e perduti a' telai; e stame e lana in quantitk perdute per la cittk e contado.
Questa pistolenza cominci6 di marzo, come detto h, e finl di settembre 1348. E le genti
cominciavono a tornare e rivedersi le case e le masserizie. E fu tante le case piene di tutti
li beni, che non avevono signore, ch'era uno stupore, poi si cominciarono a vedere gli eredi 20
dei beni. E tale che non aveva nuUa si trovo ricco, che non pareva che fusse suo, ed a lui
medesimo pareva gli si disdicesse. E cominciorono a sfogiare nei vestimenti e ne' cavagli e
le donne e gli uomini.
RuBRiCA 635* — La quantith di morti che morirono fer la mortalith degli atmi di Cristo 1348. 25
Ora fatto ordine in Firenze per lo vescovo e per gli Signori che si vedesse solennemente
quanti ne moriva nella cittk di Firenze, ultimamente veduto in calendi ottobre che di queUa
pistilenzia non moria piCi persone, si trovarono tra maschi e femine, piccoli e grandi, dal
marzo infino aIl'ottobre v'era morti novantaseimila.
;., vm, 143 RuRRiCA 636* — Come' si feciono molti ordini in Firenze sopra molte cose. 30
Nel detto anno, essendo ristata la mortaliti, era in Firenze trasandato gli uomini e le
donne nel vestire e negli omamenti di capo e di dosso; e fessi ordine sopra cio, e diesd
balla a seguire gli ordini al giudice della grascia. Li sarti erano si forte smisurati ne' pa-
gamenti che non si potevono contentare. Fu a loro posto ordine quello dovessero torre d'ogni
cosa per sfe. Li fanti e fante erano si spiacevoli con grandissimi prezzi che conveime farvi 3J
grosse pene a raffrenarle. Li lavoratori delle terre del contado volieno tali patti che quasi
ci6 che si ricogliea era loro si potea dire. Ed avevano imparato a t6rre li buoi dairoste a
rischio deiroste poi le buone opere e li belli di a prezzo atavano altmi, ed anco ire a scon-
fessa li presti e pagamenti. Di che fu fatto ordini gravi sopra ci6; e molto rincararono li
lavoratori; li quali, erano, si potea dire, loro i poderi tanto di buoi, di seme, di presto e di 40]
vantaggio voleano. Missesi freno ancora nelle nozze, perocch^ quando si ragunavano al giu-
3. dl ferlte] dl fcrrl G.R, — 6. credavono] credeano /. — 15. d'erbe.... Lanaiuoli] d'erbe che sarebbe Incre-
dibile a scrlTere. Lanaiuoli G. R. — 19. come detto fe] omm. A. — 30. e fu] e furono /. — 82. E tale] omm. A. —
36. gll] omm. A. — 37. ne moriva] morleno G.R. — 37-29, neUa cittA.... dal marzo] neUa cittsk trovorono non ne
raoriva niuno, e trovorono clie dal marzo A. — 39. T'era morti] omm. G.R. — 33. negli] omm. A. - e fe«si] dl che
5 ti fece G. R. — 33.34. ne' pagamenti] omm. I. — 35. per s^] omm. G. R. — 36. del contado] omm. A. — 37. im-
parato] aparato ^l — 38. beUl dl] be' dl A. — 38-39. ed anco.... e pagameati] omm. A. - 39-41. e molto rin-
carODO .... voleano] omm, A.
[AA. 1348-1349] CRONACA FIORENTINA 233
ramento, ciascuno ' per pompa ragunava troppa gente. E cosl di quanti taglieri fussero le /., vm, m
nozze e di quanti dl e quante donne andassero alle nozze da parte della donna; e molti
altri ordini appartenenti a ci6 si feciono.
RuBRicA 637* — Come venne in Firenze tnesser Niccola degli Acciaiuoli, e h re Luigi se-
5 greto venne con lui.
Nel detto anno venne in Firenze, ciofe nel contado al luogo dei frati di Certosa, messer
Niccola degli Acciaiuoli, novellamente fatto gran siniscaldo del re Luigi e della regina Gio-
vanna. Lo quale ivi segretamente men6 lo re Luigi, e venne segreto, perch6 vollono cosl
coloro che reggevano Firenze per non dispiacere allo re d' Ungheria, o vennesi pure da lui,
10 perchfe non aveva molto da spendere in gran pompa che si richiedeva a lui.
RuBRiCA 638* — Come in quello anno fu grande carestia di vino in Firenze.
In questo medesimo anno 1349 fu in Firenze una carestia di vino grandissima, tale che
infino a quel dl mai maggiore non fu veduta, perocchfe il vino che si vendeva al minuto
valse soldi 8 la metadella e lo cogno valse ' circa fiorini 1 5, e di marzo e d'agosto fiorini 20 t., vm, us
15 perch6 poco ne fu Taltr^anno. E lo di di S. Piero di giugno fu grande tempesta di gragnuola
per tutto lo contado.
RuBRiCA 639* — Lamentazioni contro gli Ubertini.
Nel detto anno vennono a Firenze molti lamenti che gli Ubaldini infra Bologna e Fi-
renze rubavono i pellegrini e mercatanti. Onde in Francia e in Lombardia e nella Magna
20 i mercatanti fiorentini n'erono male veduti e trattati. Di che si fece loro a sapere; ed
eglino si scusarono assai debolmente.
RuBRiCA 640' — ^esti sono i Priori dal di frimo di gennaio 134.8 a di frimo di gennaio 1349.
Bartolomeo di Lapo Buti Ricco di Spinello, vaiaio
NiccoI6 di Tengo, speziale Turino Baldese
25 Lottiero di Chito Federico di messer Ardovino
Francesco di Cenno Risaliti Manni di Manno dei Medici
lacopo di Mezza Attaviani Cecco di Cione, ritagliatore
Bemardo di Pagno Bordoni Sandro di Cenni Bigliotti, gonfaloniere di lu-
Giovanni di Giano, beccaio sti^ia, quartiere di S. Spirito
30 Benci di Bruno, arrotatore Ser Simone Lapi, loro notaio, quartiere S. Ma-
Naddo di ser Spigliato da Filicaia, gonfalo- "a Novella.
niere di lustizia, quartiere di S. Giovanni
Ser Nello Ghetti, loro notaio, per quartiere Niccolo di ser Bene da Varazzano
detto. ' Alamanno Torelli
35 Lorenzo di Ridolfo, calzolaio
Dante' di Tieri, ferratore Antonio Martiiii, beccaio '•• ^"'' "*
Durante di Sasso, vinattiere Giovanni di Ricco Savini
Tieri Marchi, pellicciaio Ser Giovanni Benvenuti da Sesto
9. per non dlspiacere] perchfe non dlspiacesse G. R. - o vennesi] o venisse G. R. — 13. mal] omm. G.R. —
14. circa fiorlnl 15] Ubbre sesanta A, — ij. dl gragnuola] omm. A. — i8, Ubaldlni Infra] Ubaldinl di cul pli volte
h detto addietro noblU Infra G. R. — 19-ao. I peiiegrlnl. ... male veduti] pellegrlnl ed I mercatanti fiorentinl n'e>
rano male vedutl G. R.
234
CRONACA FIORENTINA
[A. 1349]
/., rnt, U7
/„ ▼in, I4S
Luca di Sandro Alfani
Ser Tano di Nardo Guasconi
Giovanni di Masino Raifacani, gonfaloniere
di luBtizia, quartiere di S. Croce
Ser Bartolo Nevaldini loro notaio, detto quar-
tiere.
Piero' di Glierardo Velluti
Cione di Vaccino, beccaio
Francesco Lippi, pellicciaio
Ser Gherardo di Geri Risaliti
Schiatta Ricchi, galigaio
Mucciatto, fomaio
Tegghiaio del Cicino
Grovanni di Neri di Ser Benedetti
Luigi di Lippo Aldobrandini, golfaloniere di
lustizia, quartiere S. Maria Novella
Ser Piero di Guccio Matini, loro notaio, quar-
tiere detti.
Banco di Bartolo
Bonaccorso di Ricco Pitti
Mugnaio di Recco da Ghiacceto
Giachetto Mancini
Ammannato di Tegghino di Ser Rinaldo
Zanobi di Niccol6 Ardinghelli
Dosso di Lapo del Bugliaffe, spadaio
Guglielmo di Luccio, ferratore
Giovanni di Conte dei Medici, gonfaloniere
di lustizia, quartiere S. Giovanni
Ser Dietifeci di ser Michele da Gangalandi,
loro notaio, quartiere di S. Maria Novella.
10
Borgo Pucci, beccaio
Vaccio Falcucci, beccaio
Vanni' di Ser Lotto
Migliorozzo di Taddeo Magaldi
Tommaso Dietaiuti 15
Bernardo Bordoni
Piero di Filippo degli Albizi
Geri di Piero
lacopo di Guerruccio Ridolfi, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Spirito 20
Ser Martino da Gangalandi, loro notaio, quar-
tiere di S. Spirito,
/., TIIl, 1«
RuBRiCA 641* — Perchh fu mossa guerra agli Ubaldini, e tolto loro le castella.
Negli anni di Cristo 1350 fu morto un mercatante di bestiame di Mugello, che si chia- 25
mava Ciante, in sul giogo deirAIpe da gente degli Ubaldini. Di che, come detto h nella
precedente rubrica, il comune di Firenze ammonitili di ci6 che rubavano gli strani, egli 8'am-
mendarono con rubare li sottoposti al Comune di Firenze ed uccidere. Turbato di ci6 il
Comune, mosse loro guerra. Ed uno di loro, a cui era stato morto un suo figliuolo dal con-
sorte medesimo, 8'accord6 col Comune. E cosl fu la cosa recata che il Comune tra per guerra 30
ed accordo ebbe le castella degli Ubaldini. Ed a molti di loro e spezialmente a Maghinardo
da Susinana e ad altri lo Comune diede provvisione, e tenevagli in Firenze, e onoravagli.
Altri' di loro se n*andarono al soldo dell' Arcivescovo e tiranno di Melano della Casa dei
Bisconti.
RuBRiCA 642' — Come lo Comune di Firenze ebbe la Terra di Prato.
35
Nel detto anno lo Comune di Firenze assedi6 la Terra di Prato, perocch6 era sl in seno
al Comune, come 6 10 miglia, e quivi potieno tenere gli sbanditi che si levavano e veniano
e rubavano ed uccidevano, e ricogliensi a Prato, morti e rubati i Fiorentini. Lo Comune
aveva molto sofferto, perchfe era stato dello re Ruberto, ed era dello re Luigi e della reina
Giovanna di Napoli. Disessi che nel segreto messer Niccola Acciaiuoli, il quale era il tutto 40
dello detto re, e che lo padre Acciaiuolo era stato vicario a suo tempo, Tassentl a Fioren-
a6-j8, Ubaldlni... . 11 sottopostl] Ubaldini, nonchb ammonitogli 11 Comune di Flrenze di ci6 che rubavono I
pellegrlni e mercatantl forestieri che s* amendassino ; ma l'amendo h rubare 11 sottopostl A. — 39. il Comune
mosse loro guerra] U Comune dl che II Comune mosse loro guerra G.R. — 31. Maghinardo] Malnardo A. — 36-
37. In seno al Comune] In seno del Comune di Firenze G. R. — 39. Ruberto] Ul)erto A. — 41. a suo] assai G. R,
[AA. 1349-13501
CRONACA FIORENTINA
235
tini, perche quand'era passato Tanno della mortalitk strano modo tennero di non lo volere
ricevere. E poi avuto, lo gran siniscalco predetto fu mezzano a riconciliare li Fiorentini coUo
detto re e reina. E comperossi circa 1 7000 fiorini. E fatto in Firenze allegrezza tra dello
aquisto e poi in processo di tempo della compera. Lo Comune rarreco a contado. Di che
5 molto ne sdegnarono li Guazalotti, ch'erano la piii posente e nobile' famiglia di Prato; e certi
si partirono e andarono all' Arcivescovo e tiranno di Melano.
/., vxii, 150
RuBRiCA 1 43* — ^esti sono li Priori da di frinto di gennaio /j/p a dl -primo di gennaio 1350,
Ugolino di Vieri, speziale
10 NiccoI6 di Gherardo Gianni
Taddeo Carucci, pannaiuolo
Bertoldo di Geppo, speziale
Messer Tommaso degli Altoviti, giudice
Marco di Rosso degli Strozzi
1 5 Andrea di Veri Rondinelli
Braccino di Pero Duranti
Filippo di Duccio Magalotti, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Piero Mazzetti, loro notaio, quartiere di
20 S. Giovanni.
Chiaro di Nuccio Ammirati
Vanni Manetti
Niccolo di Simone Guardi
25 Cambio Signorini
NiccoI6 di Geri, beccaio
Pasquino di Tello fabbro
Manetto di ser Spigliato da Filicaia
Andrea di Neri di Lippo
30 NiccoI6 di Giovanni Gherardini, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Bartolo da Roffiano, loro notaio, quartiere
di S. Croce.
3 5 Filippo' di Recco Capponi
Taddeo di Cennino Aglioni
Piero del Bene Pepi
Giovanni di messer Lotto Salviati
Ciore del Buono
40 Ser Giovanni Pizzini
Salvestro di Donato, cassettaio
Roberto Martelli, spadaio
Nerone di Nigi, gonfaloniere di lustizia, quar-
tiere di S. Giovanni
45 Ser lacopo di ser Gherardo Gualberti, loro
notaio, quartiere S. SpiritQ.
R088O di Corso, ferratore
Simone di ser Donato Benci
Ricco di ser Gherardo
Ag^iolo di Berto Cecchi {al. di Cecco)
Temperano di Manno Cecchi
Ugolino di Naddo Rucellai
Geri di Guccio Ghiberti
Guido di Dino del Pecora
NiccoI6 di Cione Ridolfi, gonfaloniere di lu-
stizia, quartiere S. Spirito
Ser Niccola di ser Ventura, loro notaio, quar-
tiere di S. Croce.
Schiatta di Ridolfo Guidi
lacopo di Banco di Puccio Bencivenni
Nuto di Vanni, pizzicagnolo
Francesco' di Giovanni calzolaio
lacopo di Lapo Brunetti
Andrea di Ricco Savini
Sandro di Bigliotto Tornabelli
Giorgio di Benci Carucci
Filippo di Cionetto Bastari, gonfaloniere di lu-
stizia, quartiere di S. Croce
Ser Tommaso Lamberti, loro notaio, per quar-
tiere di S. Maria Novella.
Stefano di Lippo di Neri
Luca di Feo Ugolini
Michele di Nardo, merciaio
Simone di Rinieri Peruzzi
Vespuccio Dolcibeni, vinattiere
Pagolo Giraldi, galigaio
Tommaso di Bartolo Fedi
Amerigo da Sommaia
Messer Bindo di messer Oddo Altoviti, gon-
faloniere di lustizia, quartiere di S. Ma-
ria Novella
Ser Martino Tancredi, loro notaio, quartiere
di S. Giovanni.
/., VIII, 151
/., VIII, 351
3-4. tra dcllo aquisto] tra dello a questo /.
236 CRONACA FIORENTINA [A. laso]
RuBRiCA 644* — CotHC lo Comune di Firenze ebbe la fossessione della citlh di Pistoia.
Negli anni di Cristo mcccli ebbe lo Comune di Firenze la citti di Pistoia lo di della
Pasqua di Resorresso, che v'erano stati ad assedio dh... La cagione ed il perchfe lo Comune
/., vm, 153 di Firenze I'ebbe ad assediare f u questo ' : che tutti gli sbanditi del Comune di Firenze tira-
vano Ih, ed alcune volte faceano danno in sul Fiorentino, e sentiesi ch'egli trattavano collo 5
Arcivescovo e Signore di Melano. Di che avendo due famiglie, le maggiori di Pistoia, in-
sieme questione, ciofe Panciatichi e Cancellieri, ed alcuni e quasi tutti li Cancellieri per parte
cacciati stavano in Firenze, ed in effetto mossero lo Comune a dire, che come gli amici loro
li vedessero colla forza de' Fiorentini, ch'egli li metterebbono dentro. Mosso il Comune la
Bua gente, andarono a Pistoia, e non fu loro aperto, come dissero. Lo Comune avendo la 10
'mpresa, vi mand6 lo capitano del popolo, messer con gli pennoni delli gonfaloni, e
puosero Toste, e per patti vi s'intr6. Li quali furono con loro libertk e con nostra spesa.
RuRRiCA 645' — Come lo Vescovo di Melano vcnne in sul contado di Firenze, e gU Ubal-
dini si rubcllarono,
In questo medesino anno vennero novelle a Firenze che lo Arcivescovo e signore di 15
Melano facea gente assai da piedi e da cavallo, e non si sapea quello ne volessi fare. Per
/., vui, isi molti accenni, come detto h nella rubrica dinanzi' a questa e adietro nella rubrica 641, i
Fiorentini per ispie segrete aveano inteso che a Firenze verrebbono, fornirono bene Pistoia
e Prato e Taltre tenute. Non vollono gli Ubaldini mancare di loro usanza; perocchfe essendo
al soldo e prowisione del Comune di Firenze, si partl Mainardo da Suainana con gli altri 20
suoi consorti, a giorno infra loro dato, all' arcivescovo di Melano, e andarsene neirAlpe, e
feciono cavalcata. E a Firenzuola, ch'era lo di del mercato, vi mandarono entro gente di
loro alpigiani; ed egli sopraggiunti la guastarono, e disfeciono le mura e le loro tenute, che
parte ne tenieno eglino e parte il Comune, si nibellarono, e poi insieme con messer Galeazo
Bisconti, nipote dello Arcivescovo, partito da Bologna, ch'era del detto Arcivescovo, scen- 25
dendo per TAlpi se ne vennero nel piano di Pistoia e di Prato, e colle bandiere levate se
ne vennero insino a Peretola, e quivi, faccendo corridori, se ne vennono i loro corridori leg-
/., vm, »5 gieri infino alle porti di Firenze infino alla porta' al Prato Ognissanti. Poi si tornarono a
Peretola, e quivi puosero campo.
RuBRicA 646* — Come i Fiorentini ■provvidero la detta guerra. 30
Li Fiorentini, veggendosi nel mese d'Agosto essere assaliti da possente signore, e non
molto forniti di gente, e la vettovagHa per gli campi, feciono uno {j>rovvedimento) a fornire le
castella e recare dentro alla cittk e castella vettovaglia, e richiesero amici d' intorno. E gente
ebbono da' Comuni d'Arezzo, Siena, Penigia e per tutte altre Comunanze; e ciascuno vi venla
volentieri, perocch^ teneano che '1 tiranno possente, se avesse Firenze, loro starebbono male. 35
RuBRicA 647' — Siccome lo Comune di Firenze fece suoi ufict a fare guerra e difensione e
avere denari.
Nella detta stagione lo Comune di Firenze fece 20 uficiali a fare sua difesa della guerra.
5. ed alcune volte] ed alcuna volta A. — lo. loro] omm. G. R. — ii. /. sapplisc* la iaama col uomt dato
dalV Ammirato, t. ro, fp. Jig « s»r: Todino del Bernardlnl — la. con nostra spesa] co' nostrl G. R. — 15. ven-
nero] venne A. — 17. come.... rubrica 641] omm. A. — 18. inteso] omm. A. - fornirono] for.... (laeuna) G.R.;
forzarono /.; /. supplisce coA la lacuna di G. R. — 19. mancare] lacuna in G. R. supplita da I. con le farole: com'era
— ai. airarcivescovo] e l'arc. G. R. — aa. vi mandarono entro gente] e mandarono molta gente A. — a6. nel
plano] per lo piano G. R. - e dl] ed a G. R. - levate] spiegate A. — 38. Infino] omm. G. R. — 32. feciono uno
(prowedime»to) a fornlre] feciono uno a fornire A.; feciono uno fomire G.R. — 33. gente] omm. A.
[A. 1350] CRONACA FIORENTINA 237
li quali ebbono grandissima balia, e spezialmente ' a trovare denari. Li quali cittadini ne' loro /.| ym, «6
processi assai discretamente e francamente attesero alla libertk della citta di Firenze. Li quali
cittadini furono questi, cioh
5 Ed oltre a questi feciono quattro uficiali, alli quali diedono a ciascuno un gonfalone, lo quale
avea nel gonfalone Tarme di quel quartiere di che era Tuficiale, ciofe fu S. Spirito la co-
lomba, S. Croce la croce, S. Maria Novella lo viso del sole co' raggi, S. Giovanni la chiesa
di S. Giovanni. Questi furono li quattro uficiali, ciofe
10 Simone di Rinieri Peruzzi per lo quartieri di S. Croce.
Uberto di Pagno degli Albizi per lo quartiere di S. Giovanni.
Li quali ebbono balia di far fortificare la citt^ dentro e di fuori, e che quando sotiasse al-
Tarme tutti li gonfaloni colle loro brigate traessero ciascuno a suo capitano del quartiere.
15 E per dire novellette da ridere alcuni: Uberto di Pagno degli Albizi, faccendo afforzare lo
suo quartiere fuori della porta a S. Gallo, facea fare fossi e capo cavalli ed altre cose ne-
cessarie, ed in persona andava a cavallo a sollecitare, ed avea seco in quel luogo per essere' /., vnx, is;
temuto ed ubbidito dei notai e famiglia di rettori, e puniva in pecunia e minacciava in per-
sona, come uomo, ch'era piii di buona fede, che atto ad arme e ad esercizio, ed era di tempo.
20 Infra Taltre, che molte ne facea, avendo un povero uomo marraiuolo fatto quistione per lo
lavorare con un altro, e sospintolo, ed alzato la marra per dargli con essa, fu preso, ed a
lui, ch'era a cavallo, menato. Minacciollo di tagliargli la mano; ed egli ginocchione chieg-
gendo mercfe, dicendo ch'avea gran famiglia, rispuose, di fargli grazia. Stando cosi ginoc-
chione, lo notaio dice: " Quando gli f aremo pagare ? , . Dopo parole assai disse lo capitano
25 Uberto predetto: " Va' qua, e bacia qui „. E fecesi baciare lo piede, e disse: " Va', lavora, e
"non far piu quistione „. E gia questo non per superbia, ma solo simpliciti lo indusse; e
credo che non vi pensasse a quello facea. E questo vid'io co' mia occhi.
RuBRicA 648* — Siccome la gente delV Arcivescovo fece fare corridori fer tcnere a bada li
cittadini, e -poi andb a Scarferia.
30 Nel detto anno e mese di. ... avendo veduto lo capitano deirArcivescovo, messer Ga-
leazzo, non fare alcuno utile a Peretola, partissi quindi, e fece corridori, e mandolli infino
alle porti con dire: gente sono' assai dentro, e temendo ch'io non abbia trattato dentro si /., vm, is«
terranno e serreranno le porti, ed i corridori sieno leggieri al tornare, ed io Iever6 campo,
e non mi seguiranno; perocch^ avea a fare mala via. E come si pensb, cosi fu fatto. Li
35 corridori vennono alla porta tanto che con freccie ed arco trasserq infino airantiporta. La
porta si chiuse, alFarme si corse, e ragunarsi al Prato d'Ognissanti» Li corridori corsero
adietro, e la gente deirArcivescovo passb per Valdimarina, e and6 alla Scarperia in Mugello.
RuBRiCA 649* — ^iello che fece la gentc d'armc dcl Comune di Fircnzc e li cittadini dclli
quarticri.
40 In questo giorno detto di sopra la gente d'arme s' assembr6 in sullo Prato d'0gni8santi,
e loro Capitano fu e qui stando, vennono novelle, che quelli delli quartieri e li
ij. degll Albtzi] omm. G.R. — i6. c capo cavalli] omm. A. — i8. dei] dal A. — 31-23. fu preso. ... mano]
fu prcso e menato a Uberto, e Uberto minacciandolo di fargli tagllare ia mano A, — j^.gran] 0;«/». G. R. — 34. assail
mole A. — 37. co' mla occiii] omm. G, R. — 30-31. Gaieazzo] Gailassa A, — 31. quindi] quivi A. — 33-33. sl ter-
ranno] lacuna iii G. R. — 35. tanto. . . . antiporta] 0/««/. /. — 3S-36. trasscro. . . , ch!u8e] trassono nlla porta cii'erA
clilusa A, — 40. dl sopra] di solto G, R. — 41. c qui] e quivl G. H,
238 CRONACA FIORENTINA [A. 1350]
gonfaloni veniano. E dopo questo venuero novelle, che la gente cavalcava verso Calenzano.
Credetteai per gli piu, che egli andasse per combatterlo, e pigliare certe fortezze che v'erano.
Li capitani del quartiere uscirono cobI lungo la porta con loro brigata. Uberto di Pagno
deglt Albizi capitano dei quartieri di S. Giovanni a cavallo, essendo di coste ad un canneto,
/., Tui, is» ricordandosi forse quando' era stato giovane, disse: " Se qui fossero li nemici, noi ne faremmo 5
" grande taglia „. E trasse la spada, e diede alcun colpo per le canne. Questo medesimo di,
quando la gente deirArcivescovo corse, come detto fe nella precedente rubrica, infino alla
porta d'0gni88anti, com'fe d'usanza, si misse alla porta un cittadino col pennone, e con lui
alquanti altri cittadini con armi. Vegnendo la brigata alla correria detta, questo cittadino,
lo quale avea lo pennone, veggendo venire, avea qui lo suo ronzino, mont6 a cavallo, e co- 10
mincib a correre per lo prato inverso la cipth, e per lo prato e per la cipti cominci6 a gri-
dare: " Fuggite, fuggite, eccoli, eccoli „. Pensa, lettore, dove si dovea fuggire, dacch^ egli era
nella cittJi murata, e dicea, fuggite. Gli altri serrarono la porta; e se avesse detto a quelli
dello Arcivescovo intrate dentro, se voi potete, egli non sarebbono intrati, perocchfe sapeano,
che con gli mortai le femmine gli averebbono ammazzati. La intenzione fu di rubellione, 15
ch'aves8e dentro; tanto era la citth gik per setta divisa. Clie Dio metta in cuore a chi fa
male alla citth di Firenze, la faccia bene ; perocchfe non sono uomini di guerra, ma di mer-
canzia, ed a quel tempo meno erano, perocchfe erano stati gran tempo senza guerra, come
adietro potete comprendere. E veramente li Fiorentini furono meno divisi a quella guerra,
/., VIII, 160 che mai fossero a niuna, perocchfe' non erano vaghi di signore e spezialmente di tiranno. 20
RuBRiCA 650* — Come la dctta gcnte dello Arcivescovo di Mclano esscdib la Scarfcria.
Nel detto anno e mese partita la gente dello Arcivescovo, come narrato h nella terza
rubrica adietro, da Peretola, e levata via la openione dello intrare nella citth di Firenze,
perocch6 erano bene uniti, si immagin6 che poichfe avea la venuta libera da Bologna alFAlpe
degli Ubaldini e per TAIpe degli Ubaldini la venuta libera infino alFAlpe sopra Montaltuzzo, 25
potere scendere in Mugello, e 8*egli avesse alcuno ricetto, egli potrebbe venire infino alle
mura di Firenze a sua posta; ed immaginato che la Scarperia ch'era picciola Terra e non
murata, prenderla, ch'6 presso alla montagna a due picciole miglia in sulla diritta strada,
difilarsi W. E giunti combatterono il castello. Quello era bene afossato, e sentendo la venuta
di questa brigata, li paesani della villa, raccolti dentro, e steccati erano in parte i fossi, e 30
meglio ancora si steccarono, e per capitano della provincia: di Mugello era Giovanni di Cante
/., viu, 116 de* Medici, ridussersi dentro,' ed in effetto combattuti piu volte francamente si tennero. Quelli
di fuori si puosero battifolli e molti ingegni e trabocchi, ed assediarla stretta intomo intomo,
che niuno ne potesse uscire.
, RuBRicA 651' — Come il Comune di Firenze frovvidcro a mandarc fanteria nella Scarfcria 35
fcr difcsa.
In questo tempo venuta la novella a Firenze come la Scarperia era assediata, si cerc6
d'avere fanti da mettervi dentro; e veramente in quel tempo avea a Firenze fanteria della
3. capltanil cittadlnl G. R. — 7. quando] emm. A. - nella precedente rubrica] omm. A. — 9. alquanti altrl] al-
cunl A. — II. inverso] e per G.R. — ii-u. correre. . . . Fuggite] correre per lo prato Inrerso ia citta, gridando
forte: * Fuggite A.; correre per Jo prato e per la citta comincl6 a gridare:„ Fugglte /. — 13. nelia] ia A. —
13-15. la porta. . . . La intenzione] la porta, clie esscndo apcrta non arebbono i nimici avuto animo d'entrare den-
tro, c\\h le donne co' mortal dalie finestre gli avrebbono mortl. La intcnzione A. — 17. alia citta dl Flr.] aYIt. A.
— 17-tS. mercanzia] mercatanzia A. — io. perocchi non. . .. tiranno] perthb non ameremo tiranni A. — 3J-J3.
nella terza rubrlca] omm. A. — 15. e per l'AI?e] e da l'AIpo .,4. — 37. che la Scarpcria ch'era picclola] ch*4 la
Scarperia ch'era picciola G. Jt. - plcclola] omm. A. — 39. combatfcrono il castcUo] danno l'assalto alla terra G. R.
- afossato] rlfossata G. R. — 31. ancora] omm. G. R.
I
[A. 1350] CRONACA FIORENTINA ' 239
migliore del mondo ; e per certo a quel tempo li buoni fanti erano pregiati ed onorati, sic-
come oggi s'onorano infra gli uomini comuni li cavalieri a spron d'oro. Era in quel tempo
Francesco Malamamma, Giovanni Bisdomini, un Giovanni da Firenze, Sandro del Corso, Ma-
zinella, Prete Fortino, il Prete Galicorsi, Boschereccio ed altri molti sofEcienti fanti masina-
5 dieri. Questi con altri si vennero a vantarsi colle' loro brigate, ch'egli aveano al soldo del /., vm, m
Comune, che se fusse piu gente di fuori, che non era, e piu stretti, eglino entrerebbono
dentro. E cosi fecero in piu guise e con piii sottigliezze chi di furto, e chi con messi segreti
fare assalire il campo di notte da quelli dentro, ed eglino dare per mezzo Toste, mostrando
d'essere de' loro, e poi accostati correre alle mura. Infra gli altri Giovanni da Firenze con
10 sua brigata la mattina in suIFalba fece vista d'essere de' fanti dello Arcivescovo, che venisse
dalla guardia per la via verso Firenze, schierato per lo mezzo del campo passb, e quando
fu alla fine del campo, dib nei tamburini gridando: " Alla morte, alla morte „. Ed innanzichfe
potesse pigliare rinimico Tarme, prese de' loro pregioni, e menolli dentro della Scarperia.
Molto ci averebbe a dire, ma pure sottili invenzioni e sicure e gagliarde feciono li masina-
15 dieri ad entrare dentro, e poi ogni di erano alle mani con gli nemici a badaluccare co'
grandi fanti d'arme. E veramente rArcivescovo avea molti buoni e nomlnati fanti' piii che /., vm, i6J
mai avesse a quelli tempi, ed assai innanzi avuti in niuna guerra, e, secondo si disse, niuno,
che vivo fosse a quelli tempi, si ricordava aver veduti sl buona fanteria, n^ tanta in niun
luogo, quanto aveano quelle due osta, nh mai veduto, n^ udito di gran tempo tanti e si spesso,
20 nh si franchi badalucchi da brigata a brigata, da sei a sei, e cosl infino da uno a uno fe-
ciono grandissimi fatti d'arme.
RuBRicA 652* — Cerit ordini d^avere danari che fecero U XX.
Nel detto anno li Venti predetti della balia, avendo bisogno di denaro, puosero una ga-
bella a' cittadini, e chiamaronla la Sega; onde ebbono danari assai. Ed una gabella, che avieno
25 posta li Diciotto, che dicemmo adietro rubrica 647% che si chiamava la gabella de' Fumanti.
RuBRicA 653* — Siuesti sono li Priori dal frimo gennaio 1350 a' di ■primo gennaio 1351.
Albizo Rinucci Giorgio di CoUino Grandoni
Neri di Recco del Cappone Messer Lottieri da Filicaia
Simone di Bertino Malatesta di Francesco de' Medici
30 Francesco di Caccino Ricoveri Messer Donato Velluti, iudice, gonfaloniere
Andrea di Lippozzo di lustizia, quartiere di S. Spirito
Stefano di Duccio del Forese Ser Michele Lapi da Vinci, loro notaio, quar-
Sandro ' Ghiselli, beccaio tiere di S. Maria Novella. /., vm, 16«
Paolo di Tendi, fornaio
35 Francesco di ser Arrigo Rocchi, gonfaloniere Giovanni di Giunta
di lustizia, quartiere di S. Giovanni. Lippo Dini
Ser loanni di Guido da Magnale, loro notaio, Piero di Dino, maliscalco
quartiere detto. Ridolfo di Lorenzo, calzolaio
Martino Bizzi, vaiaio
40 Andrea, piannellaio Uberto di Strozza di messer lacopo
Nigi di Paolo, albergatore Zato Passavanti
loanni di Covone de' Covoni Manno di Pagno degli Albizi
Orlando di Cambio Orlandi Simone' di Neri deirAntella, gonfaloniere di '•- v'"' '**
Niccolo di Cenni di Nardo lustizia, quartiere di S. Croce
4. Galicorsl] Gallarsi G.R. — 7. sotllgliezze, chl di furto] sottlgltezze e dl fiirto G.R. — la. nei tambu-
rini] nel taniburo A. - gridando] 0»»/«. G. R, — 14. a dire] da dire A. — 18. che vivo fosscj che vl fosse G.R.
— 30-21. feclono] omm. G.R, — 21. grandisslmi] gran G.R. — 25. rubrica 647] omm. A.
240
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1330-1352]
Ser Casciotto di Giovanni, loro notaio, quar-
tiere di S. Spirito.
/., »111, 165 : Ser Rinuccio Sapiti
Ser lacopo di ser Gherardo Gmalberti
Duccio di Guido Tolosini
Francesco Vigorosi
Niccolaio Delli, pizzicagnolo
Giuliano di Lippo, beccaio
lacopo di Renzo, cambiatore
Rosso di Ricciardo de' Ricci
Pagolo di Neri Bordoni, gonfaloniere di lusti-
zia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Ghiberto di ser Alessandro, loro notaio,
quartiere di S. Croce.
Francesco di Lippo Antinori
Niccol6 di Bocchino Rimbaldesi
Pagolo de' Covoni
Piero di Bandino Baroncelli
Pagolo di Bardo Altoviti
Puccio Carletti
Giovanni di Piero, corazzaio
Mettino Bettini, cofanaio
Bindo' di Bonaccio Guarconi, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. loanni. 5
Ser Filippo di Matteo Duranti, loro notaio,
quartiere detto.
Giovanni Ciari, rigattiere
Bandino di Guido, coreggiaio
Andrea Loli
Niccol6 di Michele Riccialbani
Salvino (a/. Salvuccio) Beccanugi
Simone di ser Gianni Siminetti
Spina di Pino Spina
Piero di ser Spigliato da Filicaia
Glorgio di Barone, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. Spirito.
Ser Bartolo Chermontieri, loro notaio, quar-
tiere detto.
10
15
20
RuBRic A 654' — ^iesti sono i friori da' di frimo di gennaio /jj/ a' di frimo di gennaio ijs~-
Azzolino ser Viviani
Giavanni d'Arrigo Sassolini
Antonio Martini, beccaio
Paolo di Ricco Pelacane
Bernardo di Piero degli Strozzi
Lorenzo di Meglio Fagiuoli
Cambiozzo di Lippo de' Medici
Niccolaio di Mone Guidi
Bencivenni di Lippo Mancini, in luogo di Na-
stagio di Lapo Bucelli, morto in ufizio, gon-
faloniere di lustizia quartiere di S. Croce
/., vm, U7 Ser ' Giovanni Lagi da Villamagna, loro notaio
quartiere. . . .
/., vm, lis Giovanni di Gherardo Lanfredini
Francesco del Benino Neldi
Sandro di Lapo Covoni
Giovanni di Geri del Bello
Giovanni Giraldi, galigaio
Bonifazio Falconieri, ferraiuolo
Castello di Lippo
Giorgio del Ricco Buti
Francesco di Meo Acciaiuoli, gonfalonlere di
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Michele Vestri, loro notaio, quartiere detto.
25
Pieri di Cenni Ugolini
lacopo di Gherardino Gianni
Lotto del maestro Cambio Salviati
Piero di Bonaventura Ricoveri
Albizzo di Lippo Bellandi
Bartolo di More Ubaldini
Matteo di Federico Soldi
Scolaio di Francesco, rigattiere 39
Lando d'Antonio degli Albizi, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. loanni.
Ser Santi Bruni, loro notaio, quartiere detto.
Niccol6' di Nome, vinattiere 35
Segna Lotti, pizzicagnolo
Francesco di Cino Rinuccini
Giovanni di Massaio Raffacani
Giovanni di Ricco Savini
lacopo di Mezza Attaviani 40
Giovanni di Bartolo Bischeri
Francesco di Lippo Lapi Bonagiunta
Luigi de' Mozzi, gonfaloniere di lustizia, quar-
tiere di S. Spirito
Ser Francesco Masini, loro notaio, quartiere 45
di S. Maria Novella.
(A. 1352] CRONACA FIORENTINA 241
Bartolomeo di Lapo Buti Filippo Bonsi
Piero Bini Biagio di Fecino Ridolfi
Taddeo Carucci, pannaiuolo Orlando Gherardi
Francesco di Giovanni, calzolaio Zanobi di Berto Ranieri
5 Luigi di Lippo Aldobrandini Filippo Gucci, legnaiuolo
Francesco di lunta Borghi Azzino Gualberti, fabbro
lacopo di Dino Guidi Giorgio di Ricciardo de' Ricci
Lazzaro di Foresino Lazzari Cecco' di Cione, ritagliatore
lacopo d'Alberto degli Alberti, gonfaloniere lacopo di Francesco del Bene, gonfaloniere
10 di lustizia, quartiere di S. Croce di lustizia quartiere di S. Maria Novellla
Ser Gherardo Risaliti, loro notaio, quartiere Ser Domenico di ser lacopo da Certaldo, loro
detto. notaio, quartiere di S. Spirito.
RuBRicA 655* — Come lo Comune di Firenze mandh ambasciadori alla c&ronazione del rc Lnigi.
Negli anni del Signore 1352 li Fiorentini, siccome amici e figliuoli e servidori della
15 Casa di Francia e spezialmente delli Reali da Napoli, sentendo lo re Luigi essere per in-
coronarsi, per onorarlo e per mostrar bene Tamicizia si ordinarono solenni ambasciadori, li
quali andassero ad esser presenti a quella incoronazione, e quelli che non fossero cavalieri,
si facessero cavalieri per sua mano. E furono gl' infrascritti uomini li detti ambasciadori,
questi cio^
20 Li' quali ambasciadori furono graziosamente veduti ed onorati e prima e poi dalla inco- /., vm, 170
ronazione.
RuBRicA 656* — Come li detli ambasciadori rccarono il braccio di S. Rifarata di legno,
Nel detto tempo essendo li detti ambasciadori a Napoli, e fatta la festa della incorona-
zione, furono allo re Luigi, lo quale molto si proffereva, e profferto s'era di piacere alli Fio-
25 rentini. Richieserlo che per contemplazione de' suoi figliuoli e servidori Fiorentini, gH dovesse
piacere di donare alcuna parte delle reliquie del corpo di S. Reparata, considerato, che 'la
cattedrale chiesa sia in FJrenze S. Reparata, comecch^ altri nomi abbia mutati, ma pure
quel nome ritiene nel generale. Lo re rispose graztosamente darlo; e cosl credo fosse sua
oppinione, e cosi si dee credere di re, perocchfe non dee mentire. E fatto chiamare lo duca
30 d'Andri, suo cognato, ch'avea per moglie la sirocchia del re, ed era signore d'una citti, la
quale si chiama Tiano presso a Napoli, inverso Firenze, 28 miglia, dove e lo corpo di S. Re-
parata, e preso parlamento di ci6, si venne a conclusione in questo modo : che per riverenzia
del re e per amore de' Fiorentini, concedea lo braccio di Santa Reparata agli ambasciadori ' /., vm, 171
di Firenze. E cosi ebbono gli ambasciadori, credendosi avere lo braccio di S. Reparata,
35 ma ebbono un braccio di legno colorato ed acconcio per modo che braccio vero signifi-
cava sua apparenza. Venendo gli ambasciadori con solenne ordine recatolo in Firenrc
la mattina ch'entr6 con grandissima processione e con tutte le rellquie incontro gli anda-
14, del Slgnore] omm. A. — i8. sl face?sero cavalicri] omm, A. • per sua mano] omm. G. /f. — iS-19. E fu-
rono. . . . cloh] Li imbasciadori furono questi ciofe A. - i nomi mancano in A. e in G. /<".; /. sujrplitce eon qMUi Hati
dah' Ammirato, l. 10, p. J43 — 20. e prima c poi dall'incor.] e dopo la incor. e di pol G. R, — 34. profferto s'erB]
omm. A. — 26. Reparata] Liperafa A. — 36-27. conslderato, , , . Reparata] <mm. A. — 30, cognato cli'avea] cognato,
c\oh lo detto duea avea G. li. — 33. Rep.irata] Liperata A. — i^Zi' Reparata ma ebbono un bracclo di legno co-
lorato] Reparata ebbono un braccio, ma chl lo fece non lo seppe fare clie doveva dare un brarclo, e non quello,
e sempre si aarebbe creduto quello esserc. Ma dicllo dl lcgno colorato G. /?. Forse la lczion* ili G. /?, fuh tistrt re-
atiluita nel moJo scguente: Reparata ebbono un braccio di IrgHO, ma chi lo fece non lo seppe fare, chi dovcr^
dare un bracclo umano
T. XXX, p. I - 16.
242
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1353-1353]
rono con grande solenniti. Fu portato alla chiesa di S. Reparata, e molti dl si fece orazioni
e solennitii ed offerte di cittadini maachi e femmine. E cosl si credette essere questo vero
braccio di S Reparata. Dopo alcun tempo si trov6 essere un braccio di legno. E cosl n'ebbe
lo Comune di Firenze una, da cui ella si venisse.
RUBRICA 657* — Priori da dl frimo di gennaio 1352 a' dl frimo di gennaio 1353.
Mico di Recco del Cappone
Niccol6 di Tingo, speziale
Ser Bartolo di Neri da Roffiano
Migliorozzo di Taddeo Magaldi
Domenico di Sandro Donnini
Benedetto di messer loanni degli Strozzi
/., vitt, i7i Mone' Santini, vinattiere
Bartolo di Lore, beccaio
Messer loanni di messer Alamanno de' Me-
dici, gonfaloniere di lustizia, quartiere di
S. loanni, morto a' di 6 di gennaio in ufi-
zio, e percio in suo luogo fu tratto
Manetto di ser Spigliato da Filicaia per detto
quartiere di S. Giovanni
Ser Dietifeci di Niccol6 da Gangalandi, loro
notaio, quartiere di S. Maria Novella.
Nicol6 Bruni, coreggiaio
Baccio di Falco, beccaio
Filippo di Duccio Magalotti
' Salvestro di Manetto Isacchi
Tommaso Dietaiuti
lannozzo Rinaldi
Uberto di Pagno degli Albizi
/., vm, 173 loanni di Neri di ser Benedetto
Messer Tommaso de' Confini, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Francesco Bruni, loro notaio, quartiere
di S. loanni.
Lippo Guardi
Gherardino di messer Botte
loanni di Cenni, fornaciaio
Testa Brandini, coltellinaio
Niccol6 di loanni Malegonnelle
Matteo di Simone Orlandi
Bianco di Bonsi
/., vxu, 174 loanni' di Tedici Manovelli
luliano Lupicini, gonf aloniere di lustizia, quar-
tiere di S. Croce
Ser Francesco di ser Rosso, loro notaio, quar-
tiere di S. Spirito.
Nicol6 di Gherardo lanni
Luca Guicciardini
loanni di messer Lapo Arnolfi
Niccol6 di Simone Guardi
Schiatta Ricchi, beccaio
Niccol6 di Geri, tavernaio
Braccino di Pero Duranti
Francesco Nelli, merciaio
Bernardo Ardinghelli, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. Maria Novella
Ser Francesco di ser loanni da Rignana, loro
notaio, quartiere di S. Croce.
Niccol6 di Cione Ridolfi
Niccol6 di ser Bene da Varazzano
Berto Giugni de' Giugni
Lorenzo di Lippo Mancini 25
Francesco Falconetti
Bartolo Cini, ritagliatore
Guido Pezzini calderaio
Neri di Fioravante, maestro
Uguccione' di Ricciardo de' Ricci, gonfalo- 30
niere di lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Francesco di ser Palmieri, loro notaio,
quartiere di S. Croce.
Cione Vaccini, beccaio
Rosso di Corso, ferratore
lacopo di Gherardo Gentili
Cambino Signorini
Taddeo di Fino Tosi
lacopo di Lapo Brunetti
Tegghiaio del Cicino
Biagio di Bonaccio Guasconi
Castello di Bernardo da Quarata, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Bandino Lapi, loro notaio, quartiere di
S. Maria Novella.
[A. 1353] CRONACA FIORENTINA ^ 243
RuBRiCA 658* — D'una grande carestia fu in questo anno in Firenxe.
Negli anni di Cristo MCCCLIII, come che cominciasse nel MCCCLII infino di gennaio
e bastasse infino di giugno, fu in Firenze gran caro, tale che lo grano sndo in pregio di
fiorini uno lo staio.
5 RuBRiCA 659* — Come ' in Firenze fer carestia furono fatti di moUi furti. /., Tni, m
Nel detto anno, essendo carestia, molti erano li cittadini corrotti a grandi spese, ed assai
ve n'erano usi di giostrare e di simili feste, che non se ne potieno rimanere, e la carestia
era, ed ogni giorno si sconficcava una bottegai la notte, e non era portato una cassetta con
danari, ma erane tratto cio che v'era ; e ad esemplo : e' si trovo una bottega di pizzlcagnolo
10 tratti circa 200 mezzi porci salati, e piu botteghe di sarti e d'altri vote di tutto, e case d'ogni
masserizie, tolte le letta, le coltrici e materassi, e voto lo saccone di paglla, e portato lo
saccone. Pare grande meravlglia questo, ch'essendo plena la citta, com'era ,di cittadini, che
pure andando a cena con amlcl e ad altri servigl, tomando a casa, nulla si trovava mai di
queste cose portare. La raglone il perchfe non si poteva trovare. Fu questa: questi erano
5 clttadlnl di buone famlglle da Flrenze e dl tali famlglie ch'aveano ufizj e stato, toglleano
trombe, liuti, cornemuse e simili stormentl, e poneansi a sonare in una via, ove volessero, e
poi tra con pali di ferro e con leve e con tanaglie e' schiavavano una bottega, e con grosse
cariche andavano in una ' casa, la piu presso che avea uno della brlgata. Da capo e da pi^ /., vni, i76
stavano di questa via due di questi di buona f amiglla, e se alcuno passava, ed eglino diceano :
!0 " Placclavi di fare altra via, che qui fe uno, ch'fe innamorato, e fa sonare e cjmtare, e noa
" vuole essere conosciuto „ . Lo passante f acea altra via ; e costoro f aceano li f atti loro.
In questo tempo si fu sconfitta una bottega d'arte di lana in Santo Brancazlo con gli
predetti ordinl. La mattina la bottega si trovo vota di 45 pezze di panno tra compiuti ed
altrl. Lo lamento n'and6 a' Signori; li Rettorl furono chlamati, e detto loro di grandi pa-
role. Di che lo Podestk tomato a casa con malinconia della vergogna gli pareva avere, ed
era uomo savio ed astuto e pratlco ed era ludlce e cavaliere, ed avea nome messer Paolo
Valani da Roma. Questi immagin6 che tanto furto non potea esser molto di lungl portato.
Fece da presso quella bottega tutte le vle immaginare {^igilare) e di notte in persona vi stette,
puose solenni guardie nascose in cateratte dl botteghe, ed in finestre serrate di v61te, che
sono sotto le panche. Questo f urto era stato posto in un casolare che avea una volta ; sot-
terrati erano con alquanto muro, forse tre braccia alto dinanzi, perchfe fanciulli e bestie non
andassero a f are bmttura dentro. In capo d' alquantl dl, avendo guardato saviamente, come
detto ' fe, e credendosl li buonl f ancelli la cosa dimentlcata, e messo in ordine di loro f atti, /„ yra, nj
tolsero la sera loro bastagi, ed andarono allo casolare, e feciono balle, ed ultlmamente tol-
tene parte, vanno con ^sse per la vla della Scala alle mura della citth, e qtiivi sallto in sulle
mura, di fuori era chi prendea la roba, ed era presta una barca per portarla a Pisa. Andato
dletro a costoro, e presili collo furto in capo, ed assediatl quelli, ch'erano dentro a fare le
balle, ne furono presi In tutto quattro. Li due erano delll maestri, e li due erano due bastagi,
a cui era stato detto: " Venite a sgombrare, e sarete pagati; egli h. uno che ha fatto male
" i fatti suoi, e per debito se ne va, e vuole per le mura coUare sue balle e mandarle a
"Pisan. E cosl costoro innocentl, tastato la fune, furono liberi, e gll altri due impiccati.
O che al PodestJi paresse troppo gran boccone, o che non volesse metter mano a tanti e tali
a. di Cristo] omm. A. — 3. and6] andasse G. R. — 7. clio non se ne potieno rimanere] omm, A, — 8. scon-
ficcava] trorava sconfitta G. /f. — lo-u e case. . . . Pare grande] e case fatto il slmile voto in fino a* sacconi.
Pare grande A. — 14. poteva trorare] trovava G. R. — 16. volessero] roieano A. — 17. pol tra con] poi erono
con A. - leve] ollque G. R. — 18. presso. ... uno] prcsso cli'era, cli'egll arietto uno G.Ji. — 19. di questi i\
buona] dl questa G.Ji, -^ 2i. iacea] fatta G.R. — 37. molto] omm. /,
244 CRONACA FIORENTINA [A- 13531
cittadini, non segul virilmente; perocch^ in sul punto ch'ebbe li due, a casa, dei quattro, do-
vette sentire de* compagni, ed averebbegli avuti in sulle letta, perocchfe quelli due che fu-
rono impiccati, furono uoraini leggieri, ma li maggiori Bi stavano a casa. Fece poi qui inqui-
sizione, e fecene richiedere una brigata, infra' quali ne compari solo uno.
/., Tin, 17» RuBRicA 660* — Dclla^ morte di Bordone d^ Bordoni, e li modi c h mormorio delia ciiia, S
e quello ne scgui.
Nella detta stagione, come detto h, richiesti molti per questo delitto, Bordone de* Bor-
doni era caro cittadino ed uomo di grande ardire, ed innamorato avea un suo fratcllo, che
quasi de' maggiori cittadini di stato era di Firenze; avea nome messer Gherardo. Essendo
richiesto, disse al fratello: ' Se tu se* colpevole, va' via; se non se* colpevole, comparisci, e 1(
" non ti fare colpevole, ch'io t'ater6 bene „. Costui iidandosi della grandigia del fratello, com-
pari. Lo podestk avendo la informazione chiara, lo misse alla fune. e confessato, e' raffer-
in6« Aviasi a f are la "esecuzione ; li parenti furono all'aiuto; li Priori mandarono per lo Po-
dest^, e con preghiere volendolo rimuovere dalla morte di quello, mai non se ne voUe ri-
muovere. Alla perfine dopo molto ordine di qua e di la, non venendo a dire nulla, li Si- 1!
gnori gli cassarono la famiglia; e cosi cassa non potea fare Tuficio. Costui se n'and6 in
palagio a' Signori, e disse : * Poichfe voi m' avete cassa la f amiglia, ed io rifiuto la bacchetta „ ;
/., wii, 17« e quivi la puose. Li Priori pregandolo la togliesse,' ed infino la mattina si pensasse, non la
volle tfirre. Tornossi a palagio, e la mattina di notte, come la porta fu aperta, con pocn
compagnia se ne and6 a Siena. Questo sentito la cittk, chi per buono stato della citta, e
chi per setta si doleano di non lasciare fare giustizia al podest^. La cittk rimaneva in male
stato, dicendo : " da poi che per non lasciar f are giustizia si cassa lo Rettore, chi sarJi quello
" che venire voglia a Firenze ? „ . Cosl sibillato e parlato, lo lamento ando in palagio per gli gon-
falonieri e' Dodici ed altri. Poi la mattina in molti luoghi si trov6 scritto: " Egli fe morto
• dovizia, ragione, giustizia,; dovizia perch^ lo staio del grano valea un fiorino. Veduto questo, 2;
si prese per partito che lo podesth tornasse, e facesse giustizia. Lo podesth tomare non
voUe, lamentandosi che era stata cassa la famiglia. E bene che ricondotto fosse, egli non
volea tornare, che lo grano e biada era caro piu, che quando venne, e che messo Vavea
del suo. Di che fu ristorato del passato e dello awenire grossamente di danari piii che
non si convenia; ed ebbe ogni patto volle. E torno, e taglib la testa a Bordone, e fece buono 3(
uficio. Dipoi segul a dare bando a quelli, che fuggiti erano; e perchfe di loro non segul
esecuzione personale, taceremo di loro nomi per onore de' loro descendenti; ma di molte
buone ed antiche famiglie ne furono colpevoli, li quali ne furono condannati, e non tutti
si disse.
/., vMi, 110 RuBRicA 661' — Della^ comfagrUa del conte Lando e di friere Morreale. 3.'
Nello detto anno si fece una compagnia in Italia, e funne capo tm messer Currado de'
conti di Lando dello legnaggio di Vittemberch della Magna e d'un cavaliere provenzale
Friere, lo quale si chiamb friere Morreale. La detta compagnia scese in Toscana, e venne
a Firenze per la via di Valdelsa, e puose campo a S. Casciano ed a Santo Andrea, e cor-
sero infino a Montebuoni. Parve alla cittadinanza grande fatto, si perchfe non erano molti
usi a ci6, e sl perch6 era la stagione della ricolta. Ebbono loro ambasciadori li Fiorentini,
I. del quattro] dl quanto G.R. — 3. qul] per G.R. — ^ lolo] omm. G.R. — 7. dclitto] dirltto A. —
8. ardlre. . . . avea] ardlro e giostrante e prorante ed innamorato ed area G. R. — 16. se n'and6J vassene G R. ]
17. Signori] Prlorl A. — j8. Friori] Signorl A. — 31-32. di non lasclare. . . . dicendo da poi] omm, G. R. — 3». molte]
0mm. I. — 37. Vlttemberch] Vitturaberegll A. -^ 38. Morreale] Morrale A.
[AA. 1333-1354] CRONACA FIORENTINA 245
e patteggiarsi per fiorini venticinquemila, che uscirebbono del contado di Firenze, e stareb-
bono anni tre, che non sarebbono contro al Comune di Firenze. Tn questo mezzo vennero
a Firenze a comperare loro bisogno. Un giomo di sesta cavalcando per Firenze, veggendo
la citta i caporali di detta compagnia, ed essendo presso a sera, ed uscendo fuori della porta
5 uno ch'era stato rubato di pane, ch'avea portato a vendere nella compagnia, comincio a
gridare: " Egli si vorrebbono tagliare a pezzi, che m'hanno rubato „. Quella gente minuta del
borgo a S. Piero Gattolino, cominciarono a gridare: " A loro, a loro „. Questi' fuggirono per /., vm, m
la citta, e furono a grande rischio d'essere tutti tagliati, se non fusse che li buoni uomini
raffrenarono. Ed ultimamente poco danno, o niente, ricevettono, ma poi lo stimarono assai, e
0 si vollono ristoro, dicendo essere rotti li patti. Ed a gran fatica con 4uemilia cinquecento fiorini
s' accordarono, ed andarsene. Ed ancora si convenne dare loro pane a quel pregio vollono.
RuBRiCA 662* — Come cominciarono in falese a contrastare la casa degli Albizi e Ricci.
Nella detta stagione nacque mormorio in Firenze per le due famiglie nominate capo di
setta, ciofe la setta degli Albizi e la setta de' Ricci. Per la venuta della detta compagnia
gli Albizi ebbono de' fanti in casa di Casentino e d'altronde per difesa di loro, se novit^
apparisse. Fu subito detto ai Ricci che gli Albizi gli offenderebbono ; ed eglino si prowi-
dono. E questo fanno li mali apportatori. Stette per modo che uno di una soma di rena
di^ di petto a uno in Mercato vecchio; quegli batt^ Tasinaro; quegli grid6. Gente trasse,
e corse, e la boce and6 : " Li Ricci vogliono assalire gli Albizi „ . Gli Albizi si missero in
20 punto. Ed a' Ricci fu detto : " Gli Albizi 8'armarono „. E cosl s'arm6 tutta la Terra. Poi non si
trov6 esser nulla, e riposato ' la cosa. L'Asseguitori a petizione de' sibillatori si volea inqui- /., vm, m
sire, se non che li Signori vi puosero rimedio. E qui cominci6 a parlare 1' uno contro 1' ^ltro.
Li Signori li fecero far pace; ma la volontk cattiva tra loro rimase.
RuBRicA 663* — Come fu quistione e zuffa tr(^ Bordoni e' Mangioni in Firenze,
25 Nel detto anno essendo la gente in arme in Firenze per la compagnia, li Bordoni aveano
rezza con un' altra f amiglia loro vicina : si chiamavano i Mangioni. Riscaldati dopo cena li
Bordoni assalirono li Mangioni a casa, e le donne stavano in suU' uscio al f resco, ch' era gran
caldo, e quivi si diede, e tolse, e furvi morte due donne per colpi di lance. Li fanti trassero
a difesa, e fu la zuffa. Li gonfalonieri trassero allo spartire, e spartita la zuffa, dipoich^
30 fu riposata la coea, n'ebbono bando li Bordoni.
RuBRicA 664' — Priori da di frimo di gennaio iJSJ ^' ^ frimo di gennaio 1354.
Scelto Tinchi Mugnaio di Recco da Ghiacceto, gonfaloniere
Sandro di Zanobi dello Scelto di lustizia, quartiere di S. Croce
Ardovino di Ciapo, beccaio Ser lacopo Cecchi, loro notaio, quartiere di
J5 Bencivenni di Zanobi, pannaiuolo S. loanni.
Ammannato ' di Tecchino di ser Rinaldo '•■ vui, U3
Pinuccio d'Antonio Bonciani Arrigo Farolfi
Tura Dini Bartolo Strada
Nerone di Nigi Dietisalvi Lapo di Duccio Bucelli
4. 11 di G. R. — 8. d'MBere tnttl tagHatl] di non essere mortl ^. - se non fu»»e che] 8e non »e che /. —
10. dnquecento] omm. A. — 14. 8etta ciofe la setta] setta dioesl la setta G.R. — ij. Casentlno] Caitrlno A. —
19. and6: li Ricci] and6 aUi Rlcci; li Riccl G. R. — 23. li fecero] 11 fece loro A. — 25-26. arcano. . . . JM-
scaldatij avevono rea co' Mangionl loro vlclni. Riscaldatl A. — 39. gonfalonleri] gonfaloni A.
246
CRONACA FIORENTINA
[A. 1364]
/q vitl, lU
/., Tin, 183
Michele di Nardo, merciaio
Piero Cambi, linaiuolo
Stefano Pucci, maestro
Pepo d'Antonio degli Albizi
Fuligno di Conte de' Medici
Mccol6 di mesaer Bencivenni Rucellai, gon-
faloniere di lustizia, quartiere di S. Maria
Novella
Ser Puccio di eer Lapo Pucci, loro notaio,
quartiere di S. Spirito.
Franceaco di Vannozzo Bigliotti
Tommaso di Giuntino Alamanni
Francesco di Cenni Risaliti
Bardo Corsi, setaiuolo
Andrea di Lippozzo Mangioni
Andrea di Rucco Savini
Roberto Martelli
Toffo' di Lapo del Bugliaffe
Mari di Falento de' Medici, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Piero Pucci, loro notaio, quartiere di S.
Maria Novella.
Maso, albergatore
Marco di Giovanni, beccaio
Niccolb d'Ugolino de' Giugni
Forese di Benci Sacchetti
Temperano di Manno
Stefano di Tuccio del Forese
Andrea di Veri Rondinelli
Tommaso Baronci
Albizo di loanni Rinucci, gonfaloniere di lu-
stizia, quartiere di S. Spirito
Ser loanni Nepi da Castello Santo loanni,
loro notaio, quartiere di S. Croce.
Piero de' Velluti
Pierozzo di Banco di ser Bartolo
Pasquino Pacini, pizzicagnolo
Piero Banchini, beccaio
Puccio Carletti
Giorgio di CoUino Grandoni
Andrea di Neri di Lippo
Francesco di ser Arrigo Rocchi
Pagolo' di Cenni Covoni, gonfaloniere di lu-
stizia, quartiere di S. Croce ^^
Ser Bartolo di ser Chermontese, loro notaio,
quartiere di S. Spirito.
10
Cino Cecchi
Taddeo di Cione Aglioni
Fruosino Unganelli
Ricco di Spinello, vaiaio
Vespuccia Dolcibeni, vinattiere
Telllno Dini, ferraiuolo
Guido del Pecora
Naddo di ser Spigliato da Filicaia
Piero di Lippo Aldobrandini, gonfaloniere di
lustizia, per quartiere di S. Maria Novella
Ser Benedetto di ser loanni Ciai, loro notaio,
per quartiere di S. loanni.
20
25
30
/., «, I RuBRicA 665' — Come ' si trovb Vordine deWordinare in Firenze Parte guelfa.
Negli anni di Cristo 1354 rinovellb lo maladetto seme, che gik era stato seminato per
adrieto, e quasi dormia quella sementa, come h adrieto in piu luoghi narrato h. de' guelfi
e ghibellini, Questi nomi molto feciono di danno alla cittk di Firenze, e ora nuovamente.
In questo anno si dice che perchfe gli Albizi erano calunniati essere d'Arezzo e ghibellini,
li Ricci prendeano forma nuova di vietare gli ufici a' ghibellini. Gli Albizi si dicea per
altri essere d'Alcone del contado di Arezzo, e poi d'Arezzo buoni cittadini, e cacciati
/., u, 2 d'Arezzo per guelfi. Quale si fosse la veritJi io non la determino, perchfe a mio tempo non '
era loro venuta, e la veriti non istava a me a cercare. S'armarono li Ricci e loro setta,
dicendo: ' Noi torremo gli ufici agli Albizi con modo che noi faremo mettere una petizione
"alla Parte guelfa, che chi ghibellino sia in uficio, sia in 500 lire condannato. Gli Albizi
" la contradiranno ; allora si vedr^ bene loro essere ghibellini, imperocchfe noi diremo che
• se fussino guelfi, egli la favoreggerebbono „. E non era gik forse di ci6 quivi la quistione;
35« Quostl .... danno] queato nome fece molto di danno A.
•e fuaslno] s'egU fossero G. R.
OD
40
43. bene loro] loro bene G R. — 43*44« che
J
lAA. 1354-1355] CRONACA FIORENTINA 247
imperocch^ erano gik queste due sette in tanta quistione, che fosse la cosa iusta a suo modo,
che quando movea dagli Albizi, li Ricci li contradicevono, e quando movea la cosa da'
Ricci, gli Albizi la contastavano ; sicchfe bene aveano pensato li Ricci il dire: " Gli Albizi
la contraddiranno „. E cosl avieno fatto, quando si ragionava per la cittk di questa mate-
5 ria, dicendo: " Non era bene a fare piu innanzi contr'a' ghibellini per alIora„. E tenuto
consiglio, come detto h di sopra, della petizione, uno degli amici de' Ricci vedendo questo
a che fine si facea, o che nello intrinseco fosse amico di Piero di Filippo, o che si volesse
fare, la notte ragionato questo, e porta il dl la petizione, e la mattina si doveva andare a'
consigli, costui per Arno usci di Firenze, e ando a Piero di Filippo degli Albizi, ch'era capo
10 della famiglia, e disse: " Cosi si dee fare „. Dice Piero: "EUai' si vuole contastare„. Ed /., ix, 3
egli disse a che fine era ordinato ; " e se tu la vieti, subito si dirk, che per paura che la legge
" non tocchi a te, tu lo f ai „ . Accostossi la novella a Piero, e venne in Firenze, e quando
ando la petizione, la favoreggio con gli amici suoi; e vinsesi; che fu poi, usandola male,
com'ella s'us6, la guastagione della buona e pacifica citt^ di Firenze. Questi, o a buon fine o .
15 ad altro cattivo fine ch'el facesse, fu messer Geri de' Pazzi di Firenze, che a Piero awis6.
RuBRiCA 666* — Come lo Imferadore scese in Italia.
Nel detto anno, come detto h. adrieto, lo Imperadore scese in Italia a petizione delli
Fiorentini, per disfare lo Signore di Melano e gli altri tiranni lombardi. Ma eglino ne seppono
piu de 'Fiorentini, ch'egli scese a danno de' FJorentini e degli altri comuni di Toscana, ed
20 a loro utilitk eglino Tavelenarono con danari, avanti ch*egli si partisse di Buemia per modo
ch'egli venne, e feceli suoi vicari. E coloro gli f eciono grandi onori, ed ellino si maritarono,
e noi gli pagammo la dota, come udirete nella seguente rubrica.
RuBRicA 667* — Cojne' lo Imferadore entrb nella citta di Pisa nella sua venuta. A, ix, *
Lo detto anno sceso lo Imperadore, li Fiorentini gli mandarono ambasciadori, e qui fu-
25 rono molte contese dairuna parte e dalFaltra. Ed ultimamente li Fiorentini ebbono brivi-
legi assai, e diedono allo Imperadore fiorini 120 000; sicch^ bene pagarono la dota de' ma-
ritati tiranni ; e Pisa n'ebbe molti danni d'avere e persone ; e i Sanesi non andarono cantando.
E con questi danari e con quelli che trasse di Pisa, che ve n'ebbe assai, ed Jincora la ca-
mera di Pisa rub6, e tagli6 la testa a' maggiori di casa Gambacorti, a Lotto ed a Francesco,
30 ed andossene nella Magna.
RuBRicA 668' — PriorV da' dt frimo gennaio 1354, a' dl frimo genmio 1355. r., ix, s
Ormannozzo del Bianco Deti loanni di Neri di ser Benedetto, gonfaloniere
Luca di Totto da Panzano di lustizia, quartiere di S. loanni
Rinieri di messer Simone Peruzzi Ser Simone Taddei da Cerreto, loro notaio,
35 Bindo di Niccol6 Raugi quartiere detto.
Ubaldino Fastelli
Paolo di Bardo Altoviti Andrea di Giovanni, pianellaio
Matteo di Federigo Soldi, vinattiere Firenze di Bartolo, calzolaio
Lapone Salvucci, spadaio Filippo di Fabbrino Tolosini
3. contradlcevono] contraddlrano G. R. — 4. la] 11 A. — <]. o che nello] o nello /. — 8. raglonato] ragio-
namento A. 11 fasto « qui guasto — ii. ordinato . . . . sublto] ordinato efifettualraenle sublto A. — 13. con gU] o
gli A. — 15. cattlvo] omm. G.R. — 20. eglino ravrelenarono] egll la levarono /. — 3i. elllno ai marltarono]
egU si raaritd G, R. — 24. e qui] e quivi A.
248
GRONACA FIORENTINA
[A. 13S5)
/., K, 1
/., IX, t
SUnone dJ Buonarrota Simoni
Salrino di Simone Beccanugi
Uberto di Strozra di mesaer lacopo Strozzi
Filippo di Pero Duranti
Geri Ghiberti
Schiatta di Ridolfo Guidi, gonfaloniere di lu-
stizia, quartiere di S. Spirito
Ser Neri Chellini, loro notaio, quartiere di
S. Croce.
Piero' di Ghino de' Guicciardini
Simone di ser Donato Benci
Antonio Martini, beccaio
Dono Lotti, vinattiere
Piero di Lippo Aldobrandini
Ugolino di Naddo Rucellai
Noddo d'Andrea Boccoli
Ser Tano di Nardo Guasconi
Guiglielmo di Gherardo Lupicini, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Benozzo Pieri, loro notaio, quartiere di S.
Maria Novella.
lacopo di Banco Pucci
Ciovanni di Giunta
Geri di ser Gherardo
Filippo di Giammori Baroncelli
Bonifazio Falconieri, ferravecchio
Niccolaio Delli, pizzicagnolo
lannozzo di Bartolo Fedi
Bernarduccio di Lapo, tintore
lacopo di Franceaco del Bene, gonfalonier*
di luatizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Piero Nelli, loro notaio, quartiere di S.
Spirito.
Luca di Feo Ugolini
lacopo Guerrucci
Niccol6 di Vanni Ricoveri
Filippo di Cionetto de* Bastari
lacopo' di Mazza Attaviani
Lorenzo di Meglio Fagiuoli
Giovanni di Piero Parenti, coreggiaio
Scolaio FranchJ, rigattiere
Lapo di Donato Viviani, gonfaloniere di lusti-
zia, quartiere di S. loanni
Ser Bardo Brandaglia da Leccio, loro notaio,
quartiere di S. Croce.
1»
IS
Niccol6 di Nome, vinattiere
Bartolo di Paolo, ferratore 20
Niccolsuo di lacopo degli Alberti
Andrea Villani, tintore
Simone di ser Grianni Siminetti
Franceaco Bartolini
Cantino di Agnolo di Lapo Canti 25
Tosco Chinazzi
Lippo di Dino Tinghi, gonfaloniere di lusti-
zia, quartiere di S. Spirito
Ser Simone Lapi da Campi, loro notaio, quar-
tiere di S. Maria Novella. 30
RuBRicA 669' — DeUa coronazione dello Imferadore.
Negli anni di Criato 1355 sceso lo 'mperadore, e passato a Roma collo suo sforzo e
/., IX, I coUa gente del Comime di Firenze e bandiera del detto Comune e cosl degli altri Comuni'
e Signori d'Italia, in Roma lo di della Pasqua di Ressurezione di Cristo fu pacificamente 35
coronato; ed egli per rendere guidardone a Dio, che risuscito il suo Figliuolo, egli risu-
8cit6 e favoreggi6 li tiranni e chiunque gli don6 danari. E veramente di naturale e di scien-
zia e di pratica e d'ogni cosa fu lo piii compiuto principe ch'ave8se la cristianiti ; ma ogni
cosa perdfe sua parte per Tavarizia, ch'egli adun6 d'ogni luogo denari, e portoUi in Buemia.
RuBRiCA 670* — Della venuta di messer Niccolb Acciaiuoli di Firenze, gran siniscalco del 40
re Luigi.
Nel detto anno, come gli altri ambasciadori, cori venne ambasciadore da parte del re
Luigi e della reina Giovanna allo Imperadore a Roma un cavaliere, nato in Firenze d'una
35. dl Critto] omm. A.
[AA. 1355-1356]
CRONACA FIORENTINA
249
famiglia chiamati gli Acciaiuoli, il quale avea nome messer Niccola d'Acciaiuolo degli Ac-
ciaiuoli, ed era grande siniscalco dello regno di lerusalem e di Sicilia del re e reina pre-
detta. Questo cavaliere fu sl conosciuto e praticato dallo 'mperadore, che veramente egli
approv6 che lo piu savio uomo, e da piii uomo d'ogni cosa che mai in Italia avesse trovato,
5 era costui. E volealo appresso di s^ per governare sfe e suo imperio. Non volle, perche
era quasi signore dello re e dello reame predetto, e forse perchfe conoscea li Tedeschi, con
cui averebbe avuto a praticare. Questi venne in Firenze con' 150 cavalli, e seco avea in
compagnia da 10 cavalieri. Stette in Firenze da 15 di, ch'ogni dl, sera e mattina, mettea
tavole con grandi conviti di donne e uomini e di balli di di e di iiotte, e spendea lo di
10 circa 150 fiorini. Onorato fu in Firenze assai dal Comune e da speziali cittadini, e molto
graziosamente si porto con gli cittadini.
I., ", 9
RuBRiCA 671* — Come fu coronato foeta mcsser Zanobi da Strata di Firenze dallo Im-pe-
radore in Pisa.
Nel detto anno lo 'mperadore in Pisa con bella disputazione e sermone, prima fatto,
15 coron5 di corona d'alloro, come era usato U poeti, messer Zanobi da Strata di Firenze
in Pisa, lo quale, usando poesia, si dicea essere valente uomo, comecchfe di sfe non la-
sciasse libri. Questo addivenne per due cagioni: prima perchfe mori assai giovane, poi
perchfe segui la Chiesa di Roma, dove avea a fare assai, e non attendeva a fare libri. Ed
ivi poi morl.
20 RuBRiCA 672* — Priori da' dl -primo di gennaio 1355, a' dt -primo gennaio 1336.
Tommaso di Mone Guidotti
Andrea di Benotto
lacopo di Domenico, beccaio
Francesco di loanni, calzolaio
25 Francesco' di Giunta Borghi
Monte di Lippo BeUandi
Bartolommeo Aldobrandini Alfani
CasteUo di Lippo del Beccuto
Dino di Geri Tigliamochi, gonfaloniere di
30 lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Francesco Neri, loro notaio, quartiere di
S. Spirito.
Giovanni di Meglio Bonarli
35 UgoUno di Veri
Francesco Rinuccini
Piero del Bene Pepe
lacopo di Naddo, beccaio
Pace Brunetti, coiaio
40 Spina di Pino Spina
lacopo di Dino del Pecora
Domenico di Sandro Donnini, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Martino Tangredi da Tignano, loro no-
taio, quartiere di S. loanni.
Vanni Manetti
Bartolo di Cenni Bigliotti
Tommaso di FiUppo MachiaveUi
Giovanni' di Lapo Niccolini
lannozzo Rinaldi
Nardo Manni Salumanni
Giovanni di Vita, corazzaio
Salvestro Ciati, caffettaio
loanni di Conte de' Medici, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Domenico di ser Berto, loro notaio, quar-
tiere detto.
Giovanni Ciati, rigattiere
Cione Vaccini, beccaio
Simone Bertini
/., tx, 10
/., IX, u
1. cWamatl] chiamata G. R. — 3-3. predctta] omm. I. — 4. approvi] dis» G. R. - uomo] omm. C. R. —
4-S.trovato.... volealo] trovato trovi lul. E Tolealo G. ^. — 5. di sb.... imperio] di s& perchi govemasse lo suo
imperio — 8. da 15 d\] 15 giorni A. — 17. addivenne] avvenne A, — t8. attendeva] intendeva G. R.
250
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1356-1357]
Andrea Loli
Piero di Lippo Buonagrazie
Matteo di Simone Orlandi
Bianco di Bonsi
Cecco Cioni, ritagliatore
Alamanno di Torello Vettori, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Pagolo Nemmi di Mugello, loro notaio^
quartiere di S. Maria Novella.
Messer Donato Velluti, dottore di leggi
Stefano di Lippo Neri
Piero Dini, maliscalco
Agnolo Sanguigni, pizzicagnolo
Niccol6 di loanni Malegonnelle
/., Q, « Baldese' di Turino Baldesi
lacopo di Vanni, ritagliatore
Giorgio di Benci Carucci
loanni di messer Lotto Salviati, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Croce.
Ser Luigi di Niccol6 Semigi, loro notaio,
quartiere di S. Spirito.
5
Filjppo di Giovanni Machiavelli
Cliiaro di Nuccio Ammirati
Zanobi di Berto Rinieri
loanni di Masino Raffacani
Piero Ottinelli, pezzaio 10
Filippo Gucci, legnaiuolo
Ugmcciozzo d'Ardingo de' Ricd
loanni di Mancino Sostegni, speziale
Giannozzo di Strozza di messer lacopo degli
Strozzi, gonfaloniere di lustizia, quartiere 15
di S. Maria Novella
Ser Taddeo di Lapo, loro notaio, quartiere
di S. Croce.
RuBRicA 673' ■
naio 1357.
^esti sono i Priori da' dl frimo di gennaio 1356 a' di frimo di gcn-
20
Bartolommeo di Martino Guardi
Guido di Bianco Deti
Taddeo di Bencivenni Buonsostegni
Giovanni di ser Buonaccorri
/., IX, J3 Attaviano ' di Dino Attaviani
/., «, u lacopo di Lapo Brunetti
Guido Pittini, calderaio
Mone Santini, vinattiere
Chiarissimo di Meo, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. loanne
Ser Michele Vestri, loro notaio, qnartiere di
S. Maria Novella.
Nigi di Paolo, albergatore
Tommaso di Serotine de' Brancacci
Forigiano Viviani, speziale
Filippo di Stagio di Turicchio
Andrea di Rucco Savini
Bartolo Ciai Benvenuti
Nerone di Nigi Dietisalvi
Amerigo di Bernardo da Sommaia
Sandro di Simone da Quarata, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser lacopo Pagni da Vispignano, loro notaio,
quartiere di S. loanni.
Cione Pitti
Lorenzo di lacopo Marsili
Simone di Lapo Corsi
Betto Berti, fomaio
Domenico d'Albizo Fagiuoli
Taddeo di Fino Tosi
Migliore di Vieri Guadagni 25
Biagio' di Bonaccio Guasconi
Simone deirAntella, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. Croce
Ser Casciotto di loanni, loro notaio, quartiere
di S. Spirito. 30
Sandro di Cenni Bigliotti
Piero di Dato Canigiani
loanni di Geri del Bello
Tommaso di Lippo Soldani 35
Schiatta del Ricco, pezzaio
lacopo di Puccio, linaiuolo
Niccolo d'Andrea Ferrantini
loanni di Bartolo Bischeri
Bartolo di More Ubaldini, gonfaloniere di 40
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Neri Chelli, loro notaio, quartiere di S.
Croce.
lacopo di Lapo Gavacciani
lacopo di Ghingo Aldobrandini ^5
Francesco di Ciaccino Ricoveri
Simone di Rinieri Peruzzi
Guido Federighi, orafo
[AA. 13S7-1358] CRONACA FIORENTINA 251
Guccio di Dino Gucci Mariano' di ser loanni Cafferelli , r.,ix,is
Bartolo di Lore, beccaio Duccio di Guido Tolosini
Dante di ser Baldino, albergatore Giorgio di CoUino Grandoni
Simone di Michele Ristori, gonfaloniere di Puccio Carletti
5 lustizia, quartiere di S. loanni Francesco Nelli, merciaio
Ser Filippo di ser Benedetto, loro notaio, quar- Francesco di Lapo Stoldi
tiere detto. Bartolo del Cliiaro Bonarli, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Spirito
Piero Pucci, vinattiere Ser Bartolo di ser Bonaiuto da Tignano, loro
10 lusto Bati, pizzicagnolo notaio, quartiere di S, Spirito.
RuBRicA 674* — Come si trovb modo a domandare li cittadini di Firenze fer Parte guelfa.
Nell'anno del Signore 1357 essendo li Guelfi da Firenze in pensiero che gli uomini,
ch'erano d'origine ghibellina avieno gli uiBci, e procacciavangli, e poi non si trovava chi li
volesse accusare per farli condannare, e pure accusati era 'mpossibile a fare le prove come
15 fosse ghibellino, si pens6 un altro modo alla materia piu abile. E veramente se si fosse usato
bene, era secondo la legge, poichfe i Ghibellini non doveano avere uficio, chfe se era buono
o no ch'egli non gli avessero, questo giudichi chi la f ece ; ma a quanto a f ortificare la legge,
questo modo fu buono, dico, se usato si fosse bene, come s'us6 molte volte male. Fu dili-
berato che' sei capitani di Parte guelfa ogni volta che in concordia fossero,' o veramente /., ir, i6
20 li quattro de' sei, che uno fosse ghibellino, eglino gli notificavano, ed ammonivanlo di non
pigliare alcuno uficio, e che se ne pigliasse piu, allora era fatta la prova, ed ogni uomo lo
potea accusare, ed i rettori cadevano in pena, se non lo condannavano. Parve buono, pe-
rocchfe noo era condannato come prima ; ed usavano la gente per f arla parere buona questo
vocabolo: "E meglio essere ammonito, che gastigato „ . Usaronla molti male poi, imperocch^
25 si accozzavano insieme alcuni a volerla usare. Dicea Tuno capitano airaltro: " Non hai tu
" alcuno nimico ? Consenti a me lo mio, ed io il consentir^ a te lo tuo, e cosl a uno partito
" vadano ; tutti e sei non inganneremo 1' uno 1' altro „ . E dico, che bene usassero ragione
quanto alla legge, ch'eglino ammonissero li veri ghibellini ; lo modo non era onesto, perocchfe
negli ufici si dee levare odio, ira, etc. Pure la legge si fece, ed usossi quando bene e
30 quando altrimenti, tantochfe modo vi si vide poi in parte, come innemzi appeirir^
RuBRiCA 675' — ^esti sono quelli che furono ammoniti in questo anno.
Usando la legge, di che h parlato nella precedente rubrica, furono cominciati ad am-
monire gl' inf rascritti cittadini:
Manetto ' di Geri Mazzetti, popolo Sa' lacopo Oltrarno. a' dl 7 dl marzo /., «, 17
35 Giovanni di Lapaccio de' Girolami, popolo S. Stefano a Ponte nel detto anno e dl
Giovanni Bianciardi, popolo S. Benedetto di Firenze detto d\
Neri di Giuntino degli Alamanni, popolo di S. Lucia de' Magnoli, detto anno e dl 24 di marzo.
RuBRiCA 676* — Siuesti sono i Priori da' di frimo di gennaio tjs? <*' dl ■primo di gennaio IJSS.
Guido di loanni Machiavelli Filippo di Recco Vettori
ij. usato] peasato /. — i6. chb «e era] che »e 11 era A. — 17. ma a quanto] ma quanto G. R. — i8. molte
volte] alcuna volta G. /?. — 31. allora] omm, A. — 25« usare.... Non] usare. Dlcleno l'uno capltano: Non C /?.
— j6. consentird te] consento a te /. — 37. vadano] v'andavano A.; ho conservato la Uxiona di G, R., mntando
ferh la interpunzione data da I. — 27-J8. che bene.... ammonissero] che bene chegll usassero ragione in quanto
S la legge che gli ammunissero A. — 39. Ira etc.] omm, A.
252
CRONACA FIORENTINA
(A. 13S8]
Piero Bachini, tavernaio
Dino Nucci, coreggiaio
/„ B, II Lippo di Vanni Rucellal
Albizzo di Lippo Bellandi
Tommaso di Neri di Lippo
Domenico di Dante, farsettaio
Sandro di Lapo Covoni, gonfalonierc di luBti-
zia, quartiere di S. Croce.
Ser Niccold di ser Zanobi Paoni, loro notaio,
quartiere di S. Spirito.
Francesco di Lippo Antinori
Giovanni di Ser Segna
Niccolb di Bocchino
Ricco di Spinello
Maestro Tommaso del maestro Domenico
Ubaldino Fastelli
Stefano di Duccio del Forese
Matteo di Federico Soldi
Neri di Fioravante, maestro
Berto Gratini Duranti, speziale, gonfaloniere
di luatizia, quartiere di S. loanni
Ser Goro di ser Grifo da Castelio, loro notaio,
quartiere di S. Croce.
Marco di loanni Trenta, beccaio
Baccio di Falco, tavemaio
Bemardo di Nerozzo degli Alberti
lacopo di Bartoluccio
/, IX, 19 Messer' Amaldo di Palmieri degli Altoviti
Piero di Lippo Aldobrandini
lacopo di Renzo, cambiatore
Francesco di Ser Arrigo Rocchi
/, IX, jo lacopo di Bartolo Strada, gonfaloniere di lu-
stizia, quartiere di S. Spirito
Ser Benedetto di Ser lohanne Ciai, loro notaio,
quartiere di S. lohanne.
Francesco Sapiti
Francesco di Goso, linaiuolo
Salvestro' di Manetto Isacchi
Azzino Gualberti, fabbro
Lapo Marchi, maliscalco 5
Niccolaio di Mone Guidi
Andrea di Veri Rondinelii
Ghino di Caccino Bonciani, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Benedetto Tempi da Castello Fiorentino* 10
loro notaio, quartiere detto.
Cino Cecchi
Schiatta di Noffo Ridolfi
Ridolfo di Lorenzo, calzolaio
Antonio Martini, beccaio 15
Marco del Rosso degli Strozzi
Tommaso Federighi
Tommaso Dietaiuti Baronci
Giovanni di Tedici Manovelli
Geri di ser Gherardo Risaliti, gonfaloniere di 20
lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Michele di ser Tegna, loro notaio, quar-
tiere di S. Maria Novella.
Niccol6 di ser Bene da Verrazzano
Giannozzo Cambuzzi 25
Orlando di Cambio Orlandi
Niccolo d'Ugolino de' Giugni
Francesco del Chiaro, galigaio
Benozzo di ser Ricco, linaiuolo
Lando d'Antonio degli Albizi 30
Salvestro di messer Alamanno de* Medici
Ghino' di Bernardo Anselmi, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Bartolo Chiermontieri, loro notaio, quar-
tiere di S. Spirito. 35
RuBRiCA 677* — D'una comfagnia, la qtuile /ece h conte di Lando e lo conie Broccardo
Tedeschi, e furon sconfitti.
Negli anni di Cristo 1358 di luglio, essendo congregata una compagnia, di Tedeschi la
maggior parte, e fanti a piedi assai, venneno in sul contado di Firenze. E lo Comune avendo
presentito loro venuta, si argoment6 d'essere alla difesa. Ed Ailtimamente condotta la com-
pagnia d* accordo a uscire del contado di Firenze, ed avendo guida che li guidassero, e do-
veano avere derrata per loro denaro, non osservando H patti, come fanno li loro pari, andavano
rubando non pure bestiame e vettuaglia, ma quando s'abbatteano in alcuno, il quale avesse
cavallo, glielo toglieano, e 8'e' volea andare a' capitani e maliscalchi a dolersi, egli era ab-
43. derratA .... noa OMervando] derrata pcr loro denaro dl TcttoTagUa non oswrraado G. R.
40
lA. 1358] CRONACA FIORENTINA 253
bastonato e minacciato d'esser morto; e cosl di panni o di danari ch'e' trovassero ad alcuno
viandante. Questo modo quasi mai a gente di compagnia con ogni accordo non si pu6 levare.
Li contadini, veggendosi cosi rubare, furono awisati della via doveano fare per Valdilamone
e per Romagna: chi innanzi e chi adietro' e chi di traverso awisarono quelli di Valdilamone. /., ix, 21
5 Quelli, che sono Romagnuoli, aveano volentieri di seguire loro usanze e voglia, e poi punti
dalla compagnia, che non gli trattavano meglio che gli altri, e confortati ed aiutati dalli
contadini di Firenze, percossero in quelli passi stretti di Valdilamone addosso alla brigata,
e molti ne uccisero e f edirono. E morto fu 1' uno de' capitani, lo conte Broccardo, e Taltro
capitano, lo conte Lando, fedito a morte. E se non fosse ch'egli si ridussero in su uno
10 monte, e quivi si difesero, tutti erano morti. Li paesani trassero, ed assediargli; e certo in
due dl gli arebbono, tra di fame e di sete e di ferro, tutti morti collo aiuto che venia loro,
se non fosse Tastuzia di messer Amerigo Cavalcanti, che li guidava per lo comune di Fi-
renze, che con sottili modi la notte alle guardie ingannb, e loro condusse a partirsi ; e andarne
salvi. Molti poi lo biasimarono. Chi dicea che li dovea lasciare uccidere, poichfe non atte-
15 neano li patti, e chi dicea una e chi un'altra, come in cotali cose 8'usa di dire. Egli si scu-
sava, ch'egli dovea essere leale a guidarli. Altri vollono dire, che, perchfe egli avea dimesti-
chezza con loro in Puglia, pero li salvasse. Come la cosa si fosse, egli li salvo; ed eglino
se n'andarono male in arnese, meno assai che non erano venuti.
RuBRiCA 678* — ^icsii' sono quclU che furono ammuniti fcr gli cafitani della Parte. /., w, ja
20 Seguendo lo detto ordine della Parte guelfa si furono ammoniti gl' infrascritti cittadini
per gli capitani della Parte guelfa.
Simone di Geri Guidi
Giovanni di Guido Perini
23 Giovanni di Vanni Rizza
A' dl 28 di marzo 1358.
popolo di S. Piero a Monticelli.
A' dl 13 di aprile.
Mazza de' Rammaglianti, popolo di S. lacopo Oltrarno
Piero di Lippo Bonagrazie
Cristofano di Francesco Cosi, popolo di S. Trinita
30 lacopo vocato Vigna di Naddo Ammannati, popolo di S. Felicita
Michele Lapi, speziale, popolo di S. Friano
Domenico di Donato Bandini.
Cambio Nucci, speziale, popolo di S. Lorenzo
Sandro di Giovanni Portinari, a' di 21 di aprile
35 Giovanni di Matteo Guidi Compagni
Simone Bertini, popolo di S. Piero Scheraggio
NiccoI6 di Bartolo del Buono, popolo di S. lacopo Oltrarno, a' di 20
Gabbriello di Piero, popolo di S. Pier Maggiore, a' di 8 di maggio.
Lodovico di Donato Bellondi, popolo di S. Maria 8opr'Arno, a' di 18 di giugno.
40 Tommaso' di messer Rinuccio, popolo di S. Felicita, a' di 19. /., «, M
I. panni o di denari] panni e dl danarl A. — 3. furono] furongi A. — 7. passl] postl /. — S. ne ucchero
e fedirono] ne furono mortl ed uccisi G. /?. - capitanl] capitani cioi A. — ii. arcbbono tra] arebbono avuti tra
di G. li. — 14. dicea] omm. G. R. — 15. cotali] tali G. R. — 23. Guidi] Gondi A. — 35. Giovanni dl Vanni
Rizza i compreso i» A. tra quclU del 13 afriU — 30. vocato Vigna] omm. 4. — 37. a' 6\ Jo] «»»1. A.; a' d\ 25 f,
— 40. Rlnuccio] Anuccio G. ^. - a' di 19] orrnn. A,
254
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1358-1359]
Ser Piero di Lapo Centellini |
Tuccio di Diedi de' Falconieri a' di 20
Valorino Dolcibeni, popolo di S. Simone
Sandro di Guiduccio, biadaiuolo, popolo di S. Andrea
Ser Niccol6 di ser Cecco di ser Gino de' Baldovini da Figghine, a' dl 9 di luglio
Ser Bonaccorso di ser Neri Gherardini da Signa, a' dl 22 di settembre.
RuBRiCA 679* — Priori da' di frimo di gcnnaio 1358 a' di primo di gennaio ijjp.
Azzolino di ser Viviano
Niccolb di Cione Ridolfi
loanni di Guido deirAntella
Lapo di Duccio Bucelli
Ammannato di Tecchino di ser Rinaldo
/., IX 35 Maffio di Can e de' Pigli
loanni di Goggio, rigattiere
Ricco Taldi, calderaio
Manetto di ser Spigliato da Filicaia, gonfalo-
niere di lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Nello Ghetti, loro notaio, quartiere detto.
Bartolo di Paolo, maliscalco
Andrea di Feo, lastraiuolo
/., IX, J4 Forcse ' Sacchetti
Ranieri di messer Simone de' Peruzzi
Ciore del Buono
Francesco Bartolini
Geri Peraglia, speziale
Ser Francesco Bruni
Tommaso di Mone Guidetti, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Ghiberto di ser Alessandro, loro notaio,
quartiere di S. Croce.
Piero Chiarini
Ugo di Guccio da Panzano
loanni di Cenni, forficiaio
Testa Brandini, fabbro
Simone di ser Giovanni Siminetti
Anfrione di messer Geri degli Spini
Geri Ghiberti
Tommaso di Bartolo Fedi
Michele Nardi, merciaio, gonfaloniere di lu-
stizia, quartiere di S. Croce
Ser Piero Gucci Mucini, loro notaio, quartiere
di S. Spirito.
10
15
Messer Paolo Vettori
Simone di Francesco de' Rinucci
loanni di messer Lapo Arnolfi
Cambino Signorini
Pagolo Giraldi, galigaio
Pace' Brunetti, pezzaio
Rosso di Ricciardo de' Ricci
Lapo di Donato Viviani
Bama Valorini, gonfaloniere di lustizia, quar-
tiere di S. Maria Novella
Ser Bartolomeo di Lapo del Forese, loro notaio»
quartiere detto.
20
Francesco di Vannozzo Siminetti
loanni di Giunta, lanaiuolo
Pierozzo di Piero Pieri
Migliorozzo di Taddeo Magaldi
NiccoI5 di messer Bencivenni 25
Pagolo di Neri de' Bordoni
Roberto Martelli
Giovanni di Rota, fomaio
Bianco di Bonsi, ritagHatore, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. loanni 30
Ser Santi Bruni, loro notaio, quartiere detto.
NiccoI6 di Nome, vinattiere
Segna di Cione, coreggiaio
Bertoldo di Geppo, speziale
Orlando Gherardi 35
Lorenzo di Meglio Fagiuoli
Niccol5 di Giovanni Malagonnelle
Guido del Pecora, speziale
Filippo di Rinaldo Rondinelli
Taddeo di Cionino Aglioni, gonfaloniere di 40
lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Francesco di Vanni Muzzi, loro notaio,
quartiere detto.
6. Gherardlni] Gherarducct A,
[AA. 1359-1360] CRONACA FIORENTINA 255
RuBRiCA 680* — DeV tabernacolo di nostra Donna d^Orto S. Michele e del suo adornamento. /., ix, 26
Negli anni del Signore 1359 si compi^ lo taberaacolo della Vergine Maria d'Orto S. Mi-
chele di Firenze, che veramente per chiunque lo vide mai al mondo infino a quello dl non
s'era veduto si adorna cosa di quella grandezza. E molti tengono che sia delle belle cose
5 che si truovi, ed ancora si tiene che si sarebbe fatto d' ariento per lo danaio che gostb quello
di pietra, marmora e proferito e lavorio, ciofe d'ariento in piastre sottili, come si richiede-
rebbe a fare sopra le pietre, non gik massiccio grosso. E gik si ragionb di farlo d'ariento,
ma ultimamente veduto i pericoli, che averebbe corso Targento sl per guerre o bisogno di
Comune di disfarlo, e si per rubberie, che potrebbono essere awenute, come gi^ in antiche
10 storie si truova, si lascio a farlo d'argento, e fecesi di marmo lavorato. E gost5 il detto
tabernacolo, cosl lavorato di marmo, grandissimo denaro; e fu gran lavorio.
RuBRiCA 68 r — ^iesti sono quelli che furono ammuniti -pcr Parte guelfa.
Ser Filippo di ser Albizzo, a' di 17 d'aprile
Uberto Benvenuti, a' di 12 di giugno
15 loanni Rinaldi
Ciore' del Buono /., ix.jt
Tosco Ghinazzi
' loanni di messer Andrea Mazzetti
Francesco del Boccio Becchi
20 Naddo d'Andrea
Tommaso di Bonaccorso Adimari
lacopo di Piero del Buono
Francesco di Bertuccio Castri, a' di 13 di gennaio
Tommaso di Giuntino Alamanni
25 Antonio di Nepo Brunelleschi
Uberto d'Ubaldino Infangati, a* dl 21 di febbraio
Taddeo di Francesco del Tano del Bene, a' di....
I a' dl 20 di febbraio
RuBRiCA 682' — Priori da' dt -primo di gennaio rjsg a' dl ■primo di gennaio 1360.
Bonaccorso di Ricco Pitti Benozzo di Francesco Andrea
30 Francesco Falconetti Giovanni di Meglio Bonarli
Tono di Lotto, vinattiere Bonaccorso' di Filippozzo Soldani /., ix, 2»
Francesco di loanni, calzolaio Francesco di Priore, lanaiuolo
Tommaso Dietaiuti Tellino Dini, ferraiuolo
Luigi di Lippo Aldobrandini Niccol6 di Geri, beccaio
35 Niccolaio di Matteo Duranti, speziale Francesco Cambi
Bindo di Bonaccio Guasconi Tommaso di Lippo Amicini
Bardo Corsi, gonfaloniere di lustizia, quartiere Francesco di Giunta Borghi, gonfaloniere di
di S. Croce lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Mino di ser Grifo, loro notaio, quartiere Ser Filippo di ser Bernardo da Signa, loro
40 detto. notaio, quartiere detto.
3. del Slgnore] di Cristo A. — 3. di Firenze] omm, A. - per] omm. A. — 6. in] e ^. — 9. potrebbono] po-
trebbe A. — lo-ii. E gosti.... lavorlo] E gost6 cos\ compluto nel torno dl.... G. /?. — 18. dl messer Andrea]
omm. A. — 18-J7, gmesii dieci sono comprisi in A. da A\ ij. d'aprile 13S9 per inflno a tutlo febbralo di dctto anno
furono l dettl ammoniti A. — 3o. Naddo] Noddo /,
256
CRONACA FIORENTINA
lA. 1360]
/.. IX, n
/« IX, 30
Luca di Feo
Sandro di Zanobi dello Scelto
Francesco di Spinello, vaiaio
Dino di Geri Tigliamochi
Matteo di Simone Orlandi
Bartolo di Cino, lanaiuolo
lacopo di Saggio, tavolacciaio
Guccio Nucci, funaiuolo
Bencivenni di Simone Benciveni, speziale,
gonfaloniere di lustizia, quartiere di S.
loanni
Ser Filippo Mattei, loro notaio, quartiere detto.
Marco di Cione, beccaio
Migi di Paolo, albergatore
Filippo di Duccio de' Magalotti
Pagolo di Cenni de* Covoni
lacopo' di Francesco del Bene
Andrea di Rucco Savini
loanni di Neri di ser Benedetto
Nerone di Nigi Dietisalvi
Ugolino di Vieri, speziale, gonfaloniere di lu-
stizia, quartierc di S. Spirito
Ser Lapo Gini, loro notaio, quartiere di S.
Croce.
Guido di Banco Deti
Durante di Sasso
Cristofano di ser Gianni, pannaiuolo
lacopo di Domenico, beccaio
Bartolo di More Ubaldini 5
Bardo di Guglielmo Altoviti
Cambiozzo di Lapo de' Medici
Stoldo di Lapo Stoldi
Filippo di Fabbrino de' Tolosini, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Croce 10
Ser Piero Nelli, loro notaio, quartiere di S.
Spirito.
Lionardo di Bindo Ferucci
Sandro di Simone da Quarata
Michele di Vanni di ser Lotto 15
Niccol6 di Vanni Ricoveri
lacopo di Naddo, beccaio
Piero di Cambio, linaiuolo
Andrea di Neri di Lippo
Cherico' di Gerino da Sommaia 20
lacopo di Lapo Brunetti, gonfaloniere di lu-
Btizia, quartiere di S. Maria Novella.
Ser Tomraaso Lamberti da Signa, loro notaio,
quartiere detto.
/., n, 31
RuBRiCA 683* — Della edificazione della chiesa di S, Maria del Fiore e di suoi ornamenii. 25
Negli anni di Cristo 1360 si ordinb di edificare una chiesa in onore di S. Maria del
Fiore, la quale piu anni d'innanzi era cominciata, ed h. vero che di prima era chiesa chia-
mata S. Reparata, dipoi si ridusse nel detto nome. La quale chiesa h. dirimpetto al Duomo,
cloh alla cappella di S. Giovanni Battista. Avendo li cittadini di Firenze rispetto alla ma-
gnificenzia del Comune ed alla ricchezza della citt^ e de' cittadini ed alla fama d'essa e 30
d'essi, pensarono di fare una magnifica opera, e mandarono in molte parti del mondo, ac-
ciocchfe fosse la piii ricca e meglio ordinata, che potesse essere, ed in fine si ordinb in
questo raodo: ch'ella fosse di questa grandezza e proporzione qui appiedi scritta, cio^:
Che la detta chiesa sia lunga, ed in capo della lunghezza avesse la croce, e la cupola
nel mezzo della crocc, e la lunghezza fosse colla nave alta nel mezzo e due alie dallato, 35
Tuna da destro e Taltra da sinistro, e fosse in volta ognl cosa' con grosse colonne e belle,
tutte dentro di pietra lavorate, e battuta con belli intagli in su' capitelli delle colonne, e
diliberossi la luiighezza della detta chiesa e larghezza e altezza : Queste misure tutto intendi
il netto dentro della cappella, cio^ della cliiesa: La chiesa fosse lunga braccia 297. Larga
fosse braccia 62 e due terzi. Alta dalle volti, ciofe dal cielo della chiesa, braccia 66 e due terzL 40
La cupola fosse larga braccia 72, alta la detta cupola dalla volta a terra braccia 144. Avesse
ancora 5 cappelle alla croce, le quali fossero di questa proporzione. Alte da terra al loro cielo
braccia 72, e Taltare maggiore fosse nel mezzo delle dette cappelle e cupola. Intomo al coro deb-
39. di Flrenze] omm. G. R. — 50. clttadlni] clttadlni di Firenze G. R. — 38. tutto] omm. C. R. — 39. I*
chtesa fosse lunga] lunga fo«3e la detta chlesa G, R. — 40. fosse braccla] fosse la detta chiesa braccia G. R, -
dal ciclo della chlesa] omm, A, — 43. ncl mczzo .... cupola] nel mezzo di A.
[A. 13601 CRONACA FIORENTINA 257
bono essere 15 cappelle sotto la cupola, le quali deono essere ciascuna larga braccia 14. La
croce della detta chiesa dee essere netta dentro braccia 190 la quale debbe essere di fuori
tutta di marmo con immagini di Santi e storie e angioli grandi e di sottile lavoro; ed altri
onorevoli lavori s'ordinarono, li quali si li tacciamo, e quelli che a' tempi faranno U ve-
5 dranno come successivamente si mura.
Assegnowi lo Comune, acciocch'ella si potesse fare, d'ogni danalo che intrasse in ca-
mera del Comune danari 6 per lira; e d' ogni danaio ' che uscisse della cassa del generale i.,tx,32
dieci per centinaio; e che uscisse a' soldati dieci per centinaio. Ed acciocchfe fosse ben
provveduta e sollecitata, ordin6 lo Comune che lo convento ed uficiali dell'Arte della Lana
10 della cittk di Firenze Tavesse a fare fomire ed edificare per loro uficiali e camarlinghi.
RuBRiCA 684' — Come fu tagUata la testa al conte Tano di Monte CareUi,
Nel detto anno e mese di settembre fu tagliato il capo al conte Tano di Monte Carelli
in Firenze, e fu preso.
RuBRicA 685* — Come fu sfento in Firenze un trattato, del quale usci che ne furono scac-
15 ciati e sbanditi.
Nello detto anno 1360 fu in Firenze scoperto uno trattato, lo quale in questo modo era,
cioe: che, come h in piu luoghi addietro narrato, le s^tte degli Albizi e Ricci erano sl in-
trinsicate ne' cittadini, che gi^ tutti i cittadini si conosceano per la moltitudine, grandi e
piccoli, di che setta era Tuno e Taltro. Addivenne, come che gli uomini, che hanno mag-
20 giore animo uno che un altro, alcuni s' immaginarono di cacciare Tuno Taltro, e furono, se-
condo si dissc, de' grandi della setta ' de' Ricci impacciati nel trattato. Ma di queste cose /., ix, 33
addiviene che sempre va. lo male per gli meno possenti: chfe li grossi pesci e bestie rom-
pono le reti. Questi, che nel trattato erano, videro da loro non poter fare senza appoggio
altrui; parve che con uno messer Giovanni da Uleggio, ch'era signore in Ancona, uomo sa-
25 vissimo e della casa de' Visconti, e chi disse con messer Bemabo, signore di Melano, aves-
sero li trattati e con lui parlamento, e compuosero Tordine, ed egli dovea avere la gente
lo detto dl a' confini, e quando li Priori entravano, ovvero quando si davano i gonfaloni
a' dl 8 di gennaio, che lo palagio rimane sanza fanti e la porta di verso la Condotta 8'apre
per uscire i Gonfaloni, lo capitano dei fanti acconsenziente e lo frate, doveano lasciare,
30 usciti i Signori fuori alla ringhiera e gonfaloni e fanti con essi in mano, si entravano" H
settaiuoli e certi fanti in palagio, la Terra romoreggiava; la setta andava alle porti colle
chiavi, e metteano dentro la gente di messer Giovanni delto, o di messer Bernab6, e cosl
coUo suo titolo si faceva la setta de' Ricci. Riformavano Firenze e quella degli Albizi,
cacciati ed i capi di loro setta. Andrea di messer Alamanno de' Medici, sentendo che uno
35 forestiere per 20 000 fiorini lo rivelava, si fu savio, andonne in palagio, e salvo sfe, rivel6 lo
trattato, e ingann6 li compagni,' che furono presi, che ben lo potea loro fare a sapere, e /., « j4
cosl fu risaputo lo trattatc, e cosl dato ordine a pigliare. E commesso a' rettori cercare
questo fatto, eglino missero mano allo fatto. Ed in effetto fu posto le mani addosso ad al-
cuni, e infra' quali, trovato lo difetto grande e in moUi cittadini, tali e sl fatti, che si dili-
40 ber6 per lo migliore, che considerando che forse non sarebbe stato possibile, o forse avrebbe
gittato grande scandolo a volergli tutti avere, fu preso per partito, che la cosa si scoprisse.
2. braccU] omm, G. R. — 3. di] omm, G. R. — 3-5. ed altrl .... mura] omm, A. — 7-8. che URcisse . . . . al
soldatl] clie uscisse a' soldati A, — 10. camarlinghl] omm. A. — 13. e fu preso] omm. A. — 31. impacciati] Ira-
picciati /. — 34. con] omm. A. — 36. I'ordine] lo A\ G.R. — 33-34. e quella.... e i capl] e quella degli Albisl
caeciati gli Albizi ed i capi G. /?. — 35. sl] emm. A. — 41. a volcrgli] lo rolersi G. R,
Y XXX, p. 1—17.
/., IX, U
258
CRONACA FIORENTiNA
[AA. 1360-1361]
acciocchi chi 88 ne volesae ire, poteBse. E questo scoperto, ancora della diliberazione fatta
di non volere proseguire, aasicurb molti il non volersi partire, sentendo la diliberazione fatta;
pure come che si andasse lo fatto, fu preso, e fu giudicato a morte e tagliato loro ilcapo:
Domenico di Giovanni Bandini 1 ^ j^ ^^^^^
Niccol6 di Bartolo del Buono I ^
Furono altri, li quali si cessarono, e non si lasciarono prendere, o non si assicurarono
a stare, o quale si fosse la cagione, ebbono bando della persona gl' inf rascritti.
NiccoI6 di Guido da Sammontana de' Frescobaldi
Luca di Feo Ugolini
Andrea di Tello de' Lischi
Bartolommeo di messer Alamanno de' Medici
Attaviano' di Tuccio de' Brunelleschi
Beltramo de' Pazzi
Pazzino de' Donati
Tommaso degli Adimari
Pelliccia de' Gherardini
Andrea di Pacchio degli Adimari
Poi per lo meglio si puose piede in sulla cosa, perchfe si vide per chi tenea lo reggimento,
essere meglio fare cosl che seguire piu.
10
bandeggiati nel capo.
IS
RuBRiCA 686' — ^testi sono gU ammoniti in questo anno fer la Parte guelfa.
Lionardo di Bartolommeo degli Asini, a' dl 15 d'aprile.
Tommaso di Francesco de' Davizzi, a* dl 16 d'aprile.
Aldobrando di Donato Bandini 1 , „ ^- ,, .,
„ ,. T>. • J a di 25 d apnle.
Benozzo di ser Riccio J
lacopo di Feo de' Girolami, a' di 7 di maggio.
Ser Sandro di ser Bertello, notaio, a dl 29 d'aprile.
20
25
RUBRiCA 687' — Priori dal dl -primo di gennaio zj6o a' dt frimo di gennaio zj6i.
Luca di Totto da Panzano
Andrea Capponi de' Capponi
/., tt, 36 loanni ' di messer Lotto Salviati
Bonaguida di lacopo Simoni
Carlo di Strozza degli Strozzi
Guido Federighi, orafo
Giovanni di Vinta, corazzaio
Nardo di Lippo Durelli
loanni d'Aldobrandino degli Alfani, gonfalo-
niere di lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Casciotto loanni, loro notaio, quartiere di
S. Spirito.
Cione Vaccini, beccaio
loanni Ciari, rigattiere
30
Cetto di loanni Lottini
lacopo di Piero Sacchetti
Giorgio di CoUino Grandoni
Recco di Guido Guazza
lacopo di Gianni Gherardini
Filippone di Matteo del Riccio
Lippo Dini, gonfaloniere di lustizia, quartiere
di S. Spirito 35
Ser Francesco di ser Palmiere, loro notaio,
quartiere di S. Croce.
Filippo di Bartolo Filippi
Zanobi di loanni di Cione Mezzola
Perso di Dino, bottaio
Piero di Dino, maniscalco
40
3. che] omm. G. R. - lo fatto.... testa] lo fatto, e fu tagliata la testa ad alcuni, e gll altri sbandeggiati
nella persona come intenderai A. - tagliato loro 11 capo] tagliare loro la testa G. R. — S. N;ccol6] Rlccol6 /. -
da Sammontana de' Frescobaldi] omm. A.
[AA. 1361-1362]
CRONACA FIORENTINA
259
Taddeo di Fino Tosi
Lorenzo di Matteo Boninsegna
Chiarozzo' del Bene Chiari
Chiarissimo di Meo
5 Filippo di Giammoro Baroncelli, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. loanni.
Andrea di Benozzo
Lorenzo di lacopo Marsili
10 loanni di ser Bonaccorri
Filippo di Stagio da Turicchio
Schiatta Ricchi, galigaio
Bernardo di Piero, maestro
Filippo di Piero Duranti
15 Matteo di Federigo Soldi
Ghino di Caccino de' Bonciani, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Dietifeci di ser Michele da Gangalandi,
loro notaio, quartiere detto.
20
Giovanni d'Arrigo de' Sassolini
Stefano di Lippo, lanaiuolo
Otto Sapiti
Tizio di ser Gherardo Risaliti
Andrea del Pera Baldovinetti
Ubaldino Fastelli
loanni di Firenze, spadaio
Giovanni Brunellini
Francesco' Nelli, gonf aloniere di lustizia, quar-
tiere di S. loanni
Ser Domenico di ser Benincasa, loro notaio,
quartiere detto.
Piero di Piuvichese Brancacci, linaiuolo
loanni di Lippo, vocato Getta, vinattiere
Filippo di Lapo Baldovinetti
Giovanni di Geri del Bello
Ammannato di Tecchino
Baldese di Turino Baldesi ' '•'
Tommaso Baronci
Cantino d'Agnolo Lapi Cantini
Pierozzo di Banco di ser Bartolo, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Benozzo Pieri, loro notaio, quartiere di
S. Maria Novella.
/., a, 37
/., iz, M
RuBRiCA 688* — Coloro i quali furono ammoniti in questo anno fcr gli cafitani della Parte
25 guelfa sono qucsii:
Negli anni di Cristo 1360 seguitando gli ordini addietro narrati d'ammonire li Ghibel-
Hni furono in questo anno ammoniti, ciofe:
Giachinotto d'AIdobrandino Tanagli, a' di 24 d'aprile
Stefano di Stefano del popolo di S. Maria Novella, a' dl 5 di febbraio detto anno *
30 lacopo' d'Asino degli Asini, a' dl 16 di febbraio
Francesco Baldovini, a' di 15 di marzo
Bardo di Lapo, popolo di S. Felice in Piazza, a' dl 5 d'aprile
Salvestrp di Manetto Isacchi, popolo di S. Simone, a' di 6 di settembre.
/., IX. n
35
RuBRicA 689' — Priori dal di frimo di gennaio 1361 a' dl frimo di gennaio 1362.
Neri di Bonaccorso Pitti
Gutdo di Giovanni Machiavelli
Allegro di Nuto, fornaio
40 Antonio di Martino, beccalo
Attaviano di Dino Attaviani
Lapo di Vanno Rucellai
loanni di Mancino Sostegni
Giovanni di Bartolo Bischeri
Francesco di Lapo Corsi, gonfaloniere di lusti-
zia, quartiere di S. Croce
Ser Agnolo di messer Neri, loro notaio, quar-
tiere di S. lohanni.
Bartolo di Cenni de' Bigliotti
lacopo di Banco Pucci
Lapo di Duccio Bucelli
24-38. la data delle ammoniiioni in A. h cosi es^ressa: aramunUi da A\ 6 febbralo Inflno a' d» 6 dl «ettem-
bre 1361 — 37. In] Infra A. '- clofe] clo& questl infrascrittl dl sotto
260
CRONACA FIORENTINA
[A. 1362]
Niccol6 del maettro Cambio de* Salviati
/, tx «e Domenlco' di Cecco Fei, pannaiuolo
Niccolaio Delli, pizzicagnolo
Francesco di ser Arrigo Rocchi
Niccolaio di Mone Guidi
» Bcmardo di Lapo Ardinghelli, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Niccola di uer Ventura Monaci, loro no-
taio, quartiere di S. Croce.
Niccol6 di Bocchino Rimbaldesi
Amerigo di messer Tommaso Corsini
Orlando di Cambio Orlandi
Bonaccorso di Lapo di loanni Bonaccorsi
Guccio di Dino Gucci
Ghino di Bemardo Anselmi
loanni di Piero Parenti, corazzaio
Mettino Bechini, cassettaio
Zato Passavanti, gonfaloniere di lustizia, quar-
tiere di S. lohanni
Ser lacopo Ambruogi, loro notaio, quartiere
di S. Maria Novella.
Baccio di Falco, beccdo
Firenze di Bartolo del Pancia, calzolaio
Ruggieri Lippi, tavolieri
/., Dc, « Salvestro di Manetto Isacchi
Bemardo di lacopo Beccanugi
Lionardo Bartolini
Biagio di Bonaccio Guasconi
/, B, 41 Giorgio' di Ricciardo de' Ricci
Ormannozzo del Bianco Deti, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Bartolo Neri da Rofiana, loro notaio,
quartiere di S. Croce.
5
Messer Pagolo Vettori
Niccol6 di Gherardino lanni
Dino di Piero, maliscalco
Dino di Nuccio, coreggiaio
Bernardo di Piero degli Stroazi 10
Barna Valorini
Dino di Berto Ferrantini
Manetto da Filicaia
Francesco Gosi, lanoiuolo, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Croce 15
Ser Francesco Venni, lor notaio, quartiere di
S. Spirito.
Azzolino di ser Viviano
Simone di Palmiere, vaiaio 20
Agnolo di Berto Cecchi Castellani
Francesco Rinuccini
Luca di Vanni, calzolaio
Ghieri di Chele, albergatore
Andrea di Veri Rondinelli 25
Geri Peraglia, speziale
Luigi' di Lippo Aldobrandini, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Piero Mazzetti, loro notaio, quartiere di
S. loanni. 30
RtJBRiCA 690* — Come comincib briga tra il Cotnune di Firenze e 'l Comune di Pisa.
Negli anni di Cristo 1362 incominci6 lo comune di Firenze briga collo comune di
Pisa, dico la briga aperta e palese. Come narrato h. addietro Rubrica 599, li Pisani per
mare faceano ci6 che poteano, che li Fiorentini toraassero al porto di Pisa per mare, con 35
guerra nel modo detto. Veggendo che questi modi non erano bastevoli, si pensarono di
muovere guerra per terra, ed ebbono uno loro, lo quale si chiamo . . . . e fecero che con trat-
tato egli ebbe uno castello del comune di Firenze, che si chiamava non so come. E quando
lo Comune si dolse di questo a' Pisani, egli risposero non era di loro volere, n6 loro ope-
razioni. Li Fiorentini, che male erano vaghi di guerra, e per loro non si facea, non si vo- 40
leano impacciare in briga, e poi male volentieri sofferivano questa vergogna, cercarono di
fare con quelle medesime operazioni, e cosl feciono e con uno loro Giovanni da Sasso di
Valdinievole, che intr6 in Pietrabuona. Li Pisani, che cercavano briga, veggendosi torre le
/•, IX, « loro castella,' si dolsono al Comune di Firenze; il Comune us6 la risposta che aveano usato
li Pisani: " non essere questo di loro consentimento ,. Li Pisani subito furono a cio saputi, 45
34. la] »mm. A. - rubrica 599] omm. A, — 38. non 80 come] omm, A. — 44. usato] fatto G, R, — 45. con-
■entimento] yolontj G. R.
[AA. 1362-1363] CRONACA FIORENTINA 261
perocchfe voleano guerra, e volevonla con mostrare non essere U cominciatori. Mandarono
la loro oste a Pietrabuona, dicendo: " poichfe i Fiorentini non sono eglino, di Giovanni da
Sasso ci ateremo noi „ . E presero Pietrabuona, e f eciono crudeltk in molti, e qui trovarono
essere di volontk da' Fiorentini. E se li Fiorentini fossero stati savj, come volontarosi, ed
5 avessero voluto seguire le volte delle volpi pisane, che belle averebbono cosl saputo seguire,
come seguito avieno di sopra, non cominciavano guerra, che '1 principio fosse loro, ch'eglino
avrebbono riavuto con quello medesimo modo lo loro casteUo, come riebbono li Pisani, ma.
feciono subito guerra. Mandarono per messer Bonifazio Lupo a Padova, e fecerlo loro ca-
pitano di guerra, e subito fatto mangani ed altri loro amesi con mostrare di volere riavere
10 il loro castello, siccome avieno fatto li Pisani, ed uscirono fuori a campo. E li Pisani, che
non si prendeano guardia di guerra, non avieno sgombro niente. Scese la gente de' Fiorentini
in Valdera, e passarono a Ponte di Sacco, e rubarono, e presero uomini, e preda in grande
quantitk' tale che inestimabile fu il danno de' Pisani. E cosl comincid la liccia. /., ix, u
RuBRiCA 691* — Come U Pisani cavalcarono, e fecero gran danno d^ arsioni e di -prede.
15 Negli anni del Signore 1363 li Pisani avendo a memoria la ingiiuria ricevuta da' Fioren-
tini, e stimando ch'egHno si poteano vendicare largamente, si perch^ erano fomiti di gente,
e che la mortalitk era grande in Firenze, si mossero del mese di luglio, e vennorsene a Pi-
stoia lo dl S. lacopo. Ed indi partiti se ne vennero a S. Donnino e a Campi, ed arsero, e
fecero grande danno. E cosi feciono grandissimo danno di preda e di prigioni e d'arsione,
20 e poi si partirono, e tornaronsi a Pisa con grande festa ed allegrezza; e li Fiorentini il con-
tradio per lo danno ricevuto e per la grande mortalit^ ch'era allora in Firenze e per tutto.
il suo contomo.
RuBRicA 692* — Siuelli che furono ammoniti in quello anno.
Seguendo Tordine detto per addietro in piu luoghi dello ammonire li cittadini ghibellini, che
25 pigliavano gli uficj, oltre agli ordini della Parte guelf a, ammonirono in quest'anno questi di sotto :
Ammuniti da dl 28 d'aprile a' dl 16 di gennaio di detto anno:
Piero ' di Cenni Ugolini /., k, «
Francesco di Lapo Bonamichi, chiamato Morello
Agnolo di Vanni Guidi
30 Ser Maso Nelli
Ser Bartolo Gallozzi
Matteo Villani
Piero Ferantini. E qul fu fatto fine per costoro in questo anno.
RuBRicA 693* — ^esti sono i Priori dal di frimo di gennaio 1362 d dl frimo di gennaio 1363.
35 Piero Bini Zanobi di Berto Ranieri
Cristofano di Bono Strada Tommaso di Lippo Soldani
I. Tolevonla con mostrare] yoleano dlmostrare G. R, — 3. ateremo] aiuteremo G. R, - In molt!] omm. A.
— 8. messer] omm. I. — 9. volere] 0»»»». A. — it. nlente] nuUa A. — 13. quantlt4.... Inestlmablle] quantlti; e
Inestiraablle A.; quantiti che inestlmabile /. - Inestimabile . . . . cominci6] inestimablle danno ebbono e cosV co-
minci6 A. — 15. del Signore] dl Cristo A. — 19. feciono] fatto G,R. — 20. e poi] omm. G. R. ~ ao-ai. il con-
tradlo] al contrario G, R. — ai-aa. e per tutto il suo contorno] 0«»». G, R. — 34. detto,... luoghl] omm. A. —
25. guelfa.... di sotto] guelfa facclarao menzlone chi fu in quesfanno ammoniti G. R. — 36-32. i frimi sei in
G.R. sono comfrtsi $oUo la data aq d^afrilt. U »*ttimo J sotto la data 16 di gtnnaio — 38. chlamato Morello] omm, A,
262
CRONACA FIORENTINA
[A. 1363]
Bartolommeo di Rucco Savini
Naldino di Niccol6 Altoviti
Neri di Fioravante, maestro
Giovanni di Goggio, rigattiere
/.,K,4T Tommaso di Neri di Lippo, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Francesco di 8er loanni Awiati, loro no-
taio, quartiere di S. Spirito.
Tommaso di Serotine, linaiuolo
Piero Pucci, vinattiere
/.,«,«♦ Niccolaio' del Bello Mancini
Giovanni di Lapo Niccolini
Cipriano di Lippozzo Mangioni
Pinuccio d'Antonio Bonciani
Giovanni di Cantino, cambiatore
Mommaso di Bartolo Fedi
Schiatta Ridolfi, gonfaloniere di lustizia, quar-
tiere di S. Spirito
Ser Lapo di ser loanni Bonamichi, loro no-
taio, quartiere di S. Croce.
Maestro Pagolo di ser Piero deirAbbaco
Bartolommeo di Niccolb di Cione Ridolfi
Spinello di Donato, pianellaio
Ridolfo di Lorenzo, calzolaio
Simone di ser Gianni Siminetti
Francesco di ser Benincasa
Cecco di Cione, ritagliatore
/., tx, 48 Migliore de' Guadagni
Niccolaio di lacopo degli Alberti, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Francesco di ser Piero Nucci, loro notaio,
quartiere di S. Maria Novella.
Giovanni d^Alessandro da Uzzano
Taddeo di Cione degli Aglioni
Piero di Lapo Baldovinetti
Pierozzo di Piero Pieri
Tellino Dini
Pagolo Giraldi, galigaio
Giorgio' di Benci Carucci 5
Francesco Maai
Maffio di Cante di messer Guatano de' Pigli,
gonfaloniere di lustizia di S. Maria No-
vella
Ser Tino di ser Attaviano, loro notaio, quar- 10
tiere di S. lohanni.
Gerozzo di Nastagio de' Cacciafuori
Francesco di Lippo Antinori
Cambino Signorini 15
Maestro Tommaso del maestro Dino, medico
Tommaso Federighi, speziale
Boccaccio di messer Ardovino
Maso di Neri, funaiuolo
Guido Pezzini, calderaio 20
Cherico Gerini da Sommaia, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Guido di ser Rucco da Rondinaia, loro
notaio, quartiere di S. Croce.
25
Puccio di Filippo, vinattiere
Andrea Giannino, pianellaio
Giovanni di Francesco Magalotti
lacopo di Gherardo Gentili
Lionardo' di Niccol6 Beccanugi 30
Francesco di Giunta Borglii
Giorgio del Ricco Buti
Giovanni di Bonato
Giovanni di Giunta, lanaiuolo, gonfaloniere di
lustizizi, quartiere di S. Spirito 35
Ser Michele di ser Tegna, loro notaio, quar-
tiere di S. Maria Novella.
RuBRicA 694* — Di certe haratterie che furono scoferte in certi ufiziali di Comune nel rifor-
mare la citth di Firenze.
Negli anni di Cristo 1366 si ritrovarono certe baratterie commesse per uficiali di Comune, 40
e fu la cosa in questa forma. Che nella cittk di Firenze si usava di fare ogni capo di tre
anni imborsagione degli uficj della cittk: cio^ dei Priori, 12 Buoni Uomini e Gonfalonieri.
Ora, come piii volte abbiamo narrato addietro che le contese sono state in Firenze per gli
uficj, che li Fiorentini sono molto soUeciti in.volerli, essendo alcuni preparatosi in volere
essere del numero de' letti a fare le predette insaccazioni, non per far bene al Comune, ma 45
^a rltrovarono] trorarono A.
paratosi] p.... G.R,
4?. dei] omm. A. — 42-43. Priorl.... Ora] Priorl e collegi. Ora A. — 44. pr»-
[AA. 1363-1364] CRONACA FIORENTINA 263
per far bene a' suoi, e per essere certo d'esservi entro egli; per6 o che sia sofficiente o no
al servigio del Comune, eglino, che sono a far le borse, a loro medesimi si rendono le fave,
e rimangonvi. Lo squittino era' in questa forma: che li Priori, gonfaloniere e 12 capitani /., ix, «
di Parte, 5 di Mercanzia e '1 proconsolo e 21 consoli, fatti per Signori e Collegi, hanno a
5 torre cinque uomini per ogni gonfalone, Di che alcuni procacciarono con danari d'essere
degli eletti, e furono eletti. Di poi si seppe che fu simonia, e furne condannati.
RuBRicA 695* — U uno ordine e freno che si messe a' cafitani della Parte guelfa.
Nel detto anno e mese di novembre essendo molto in abbominio a' cittadini lo ammonire,
conciosiacosachfe sei capitani essendo in concordia, li quattro potessero privare li cittadini
10 d'uficj loro discendenti e consorti in etemo, parea che fosse troppa balia, che gik si usavano
le nimicizie in ci6, imperocch^ si acozzavano insieme, e diceano: "Metta ciascuno il suo
" nemico, e facciasi tutti a un'otta e a uno partito „. Ciascuno per fare la sua vendetta
assentiva; e pognamo ch'e' facessero buono giudicio, che fossero ghibellini, pur nondimeno
la forma non era buona. Uguiccione di Ricciardo dei Ricci, trovandosi de' Priori e Propo-
15 sto, pens6 di medicare questo malore, ed ordino con una petizione, che dove li capitani erano
sei, f ossero ' nove, inf ra' quali avesse due deirArte minore, e quello che si diliberasse essere /., ix, 50
ghibellino bisognasse il meno sei fave nere, e per piii avesse ad andare ancora ad un altro
vaglio; ci6 fosse che per li tempi si facessero borse d'uomini guelfi, le quali stessero ferme,
e quando il caso fosse venuto che, in quella ora che i capitani avessero chiarito, fossero
20 tratti 24 uomini, 6 per quartieri, e richiesto 1' ammonito per gli capitani, gli fosse letto, come
fosse ghibellino, ed egli si scusasse come meglio sapesse, e poi si desse il partito tra' Capitani,
e li 24; cosl per li 24 in concordia rimanesse. Questa petizione and6 ai consigli, e vinta
suso poi. E cosl vero 6 che chi voUe fare male, vi trov6 pure il modo a fare essere in con-
cordia li 24, come innanzi diremo.
25 RuBRicA 696* — Come furono amtnoniti certi cittadini.
In questo medesimo anno seguendo una legge, la quale fe detto addietro in pii parti,
siccome narrato avemo, d'ammonire i cittadini, si fu ammonito uno Pagolo di GugHelmo,
setaiuolo, del popolo di S. Friano e ser Lapo Ambrogi da Monte Rinaldi, abitatore di Fi-
renze, popolo di S. Felicita e ser Michele di ser Aldobrando, popolo di S. Brancazio e Buono
30 di Paolo del Buono, popolo di S. Michele Berteldi, a' dl 15 di febbraio 1367.
NoTA. — L« aeguenti tratt» di Priori dal gennalo 1363 al HOV*mbre 1367 mancano in G. jR.} /. /« ri/orta, riea-
vandole da un Priorista della MagliabecMana di Firenx* :
RUBRICA 697* — Questi^ SOHO i Priori dal di primo di gennaio 1363 a' di ^imo di gennaio 1364. /,, ix, 51
lacopo dl Ghingo Aldobrandini Gerl GUberti
5 Tommaso di Mone Guidettl Bindo di Bonaccio Guasconl
Giovanni di Francesco, fornaciaio Andrea Villani, gonfalonicre di lustizla, quartiere dl
Francesco di Giovanni, calzolaio S, Croce
Giovanni di Giano, setaiuolo Ser Domenico Salvestri, ioro notaio, quartlere di S.
Ambrogio MaringM Spirito.
10 1. per6 o che] perocch^ G. R. — 3. li priori] omm. A. — 3-5. Priori.... hanno a tdrre] Priorl e CoIIegl e
li gonfalonieri e li la vi sono e li capitani deila Parte e 5 della Mercanzia e lo proconsolo dell'Arte dei Gludlci
e notal; e poi li Priori e gonfaloniere e' la hanno a torre G.R. — 5-6. d'es»ere.... condannatl] dl essere dl
quelU eletti a ci6 fare ; e cos]l furono eletti, Seppesi poi e furonne condannati G. R. — 16. avesse] omm. G. R. —
32-33, cosl per 11 34,... suso poi] omm. G.R, — »7. ayemo] abbiamo /, — 30. dl febbraio] lacuna A.
264
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1363-13651
/., n, U
/.,«,51
/., tx, S3
/4 IX, S4
RtJBB.iCA 701* — Come' gU ambasciadori risfosero esser tnale contento fafa Urbano tU quesio
Comune di Firenze,
Nel detto anno, cio^ 1367, essendo, come addietro h detto, messer Andrea dei Bardi,
messer Niccolaio degli Alberti, Uguccione di Ricciardo dei Ricci e Matteo di Federigo Soldi
ambaaciadori a Roma a papa Urbano V, il papa si dolse con loro, dicendo ch'egli avea 5
Sandro dl Slmone d« Quarata
Plero dl Matino dl scr Tano
Fnutcetco dl Naddo Bucelll
Andrea Loll, mcrclalo
Glovannl Gherardlni Cortl, maestro
Slmone dl Gulducclo dl Pucclo, linaluolo
Nerene dl Nlgl
Napoleone dl Bencl Caruccl
Nlccold dl Gioyanni Malegonnelle, gonfalonlere dl lu-
itlzla, quartiere dl S. Marla Novella
Ser Domenico dl ser Benlncasa, loro notalo, quartlere
dl S. GlorannL
Plero' dl Dato Caniglanl
Ugollno dl Bonso, spezialc
Nlccold dl Ugolino de* Giugnl
Sandro dl Donato Baruccl
Domenlco dl Sandro Donninl
Marco di Glotto Fantonl
Ruberto Martelil
Nucclo dl Matteo, tavolacclalo
Slmone dl Mlciiele Ristori, gonfaloniere dl lustlzla,
quartiere dl S. loanni
Ser lacopo dl ser Bertoldo, loro notalo, quartlere di
S. Croce.
Benghl dl Bartolo Pancia, calzolalo
Francesco dl Guiduccio Landi, coregglaio
Massaiozzo dl Plero Rafiacanl
Mlchele Nardl, merclalo
Carlo dl Strozza degll Strozzi
Bartolo dl Giovanni Simlnettl
Stoldo di Lapo Stoldi, lanaluolo
Angiolo dl Stoldo, pellicciaio
Ugollno dl Vlerl, tpeziale, gonfaloniere dl lustUIa,
quartiere dl S. Splrito
Ser Tommaso Lambertl, loro notaio, quartiere dl S. S
Marla Novella.
Matteo di Buonaccorso di Giorannl Alderotti
Zanobi di GioTanni dl Cione da Mezzola
Slmone dl Lapo Corsi, fornaclaio lO
Bartolo dl Sanguigno, calzolaio
Alessandro ' di ler Lamberto dl Neri Cambi
Bardo di Guglleimo Aitovlti
Ricco dl Spinello, vaiaio
Paolo dl Michele Rondlnelli jj
Simone dl Rinierl Peruzri, gonfalonlere dl Inttlxla,
quartlere dl S. Croce
Ser Mingo Buonamiclil, loro notaio, quartlere dl S.
loanoL
30
Scelto di Tingo
Andrea di Benozzo
Plero di Buonaventura Ricoveri
Orlando Gherardi
Rlstoro di Cione
Pace di Brunetto, pezzaio
lacopo d'Andrea Ghinettl
Chiiarisslmo di Meo
Paoio di Bingerl Rucellai, gonfalonlere di lustizla,
quartiere di S. Maria Noveila 30
Ser Matteo Gherardl, loro notaio, quartiere di S. Splrito.
aS
RUBRlCA 698» — QuesH tono i PrioH cUt A ^mo di gtnnaio 13S4 a* dl primo di gtnnaio 1365.
Fllippo dl Recco Capponi
Stefano di LIppo dl Nerl, lanaluolo
Torrlgiano dl Viviano, speziale
Biagio di Leone Simoni
Temperano ' di Mauro del Chiaro
Ammannato dl Teggiilno Rlnaldl
Rlstoro NIccolI, linaiuolo
Matteo dl Federlgo Soldi, vinattiere
Alessandro di Niccol6 degU Alblzzl, gonfaloniere dl
lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Ghiberto dl ser Alessandro di maestro Caro, loro
notalo.
Giusto di Bate, pizzicagnolo
Mlglo di Paolo, aibergatore
Lapo dl Guldo Tolosinl
Domenlco di Teri Magalottl
Andrea dl Segnlno Baldesi 35
Guccio di Dino Guccio
Lapo di Donato Vivianl
Giovenco di messer Ugo
Francesco Falconetti, gonfaloniere di lustizla, quartlere
dl S. Spirito 40
Ser Dletifeci di ser Mlchele, loro notaio, quartiere dl
S. MarU Novella.
Guido dl Glovannl Macliiavelli
Messer Luca di Totto da Panzano 45
Bartolo dl Maso, vlnattiere
Piero Bachlni, beccaio
Lorenzo dl Meglio FagluoU
Ubaldino FasteUi
4. del Riccl] omm. G. R. — 5. Urbano V.... dlceado] Urbaao V, egU sl dolie, doi 11 Papa, dlceado G, R.
[AA. 1365-13661
CRONACA FIORENTINA
265
avuto promissione dagli ambasciadori, ch'erano iti prima a lui, di far lega con lui contro
messer Bernab6 Visconti, e che percio avea mandato per lo Imperadore, e fattolo scendere
della Magna, e che ora non gli attenieno i patti. La cagione perche in Firenze non si ot-
tenea la lega coUa Chiesa era questo, perocch'era stata fatta pace con messer Bernab6 a
5 Sarezzana, ed i Fiorentini la voleano osservare, e sotto cio si coprivano, e diceano non man-
lO
15
lacopo ' di Dino del Pecora
Antonio di Spigliato, pellicciaio
Francesco di Bonifazio, gonfaloniere di lustizia, quar-
tiere S. Croce
Ser Francesco di ser Gianni d'Antica, loro notaio, quar-
tiere di S. Spirito.
Piero di Chiarino Davanzati
Giovanni di Luigi de' Mozzi
Filippo di Cionetto Bastari
Lorenzo di Lippo Mancini
Bernardo di Piero Doni, maestro di pietre
Lippo di Giovanni, pannaiuolo, vocato Lisca
Lionardo di Neri di ser Benedetto
Bianco di Bonsi, ritagliatore
Messer Mafiio di Cante de' Pigli, gonfalonierc di lustizia,
quartiere di S. Maria Novella
Ser Forese Pieri, loro notaio, quartiere di S. Giovanni.
Lippo Dinl
ao Piero di Bino di ser Tinaccio
RuBRlCA 699* — Quesii sono i Friori da' di frimo di gennaio 1365 a' di primo di
Filippo Giammori
lacopo di Betto Beriinghieri
Bartoio di More Ubaldini
Filippo d'Ugo, speziale
Giovanni di Piero Parenti
Giorgio di Benci Carucci, gonfaloniere di lustizia, quar-
tiere di S. Maria Novella
Ser Domenico Allegri, loro notaio, quartiere di S. Croce.
Feo'di Benino, pizzicagnolo
Agostino di Lapo Bruni
Messer lacopo di Caroccio degli Alberti
Domenico di Teri, speziaie
Ser Benozzo Pieri
Bernardo di lacopo Beccanugi
Filippo Doni
Domenico di Dante, farsettaio
lacopo di Banco Bencivenni, gonfaloniere di lustlzia,
quartiere di S. Spirito
Ser Niccoid di ser Zanobi Pavoni, loro notaio '
/., IX. 5J
/., IX, 54
gennaio 1366.
3S
3S
40
45
50
Bartolo di Cenni Biliotti
Guccio di Stefano Soderini
Betto di Berto, fornaio
Piero di Dino, maliscalco
Glannozzo degli Strozzi
Piero di Lippo Aldobrandini
Giovanni Carabi
Cambiozzo di Lippo de' Medici
Michele di Vanni di ser Lotto, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. Croce
Ser Piero Mazzetti, ioro notaio, quartiere di S. Giovanni.
Manetto'di ser Ricciardo Gucci
Giovanni Sassolini
Nastagio di ser Francesco Benvenuti
Tommaso di Lippo Soldani
Luca di Vanni, calzolaio
Niccol6 Delli, pizzicagnolo
Francesco di Benedetto Gucci
Francesco di ser Arrlgo Rocchi
lacopo di Francesco del Bene, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. Maria Novelia
Ser Dionigi di ser Giovanni, loro notaio, quartiere detto»
Blagio di Fecino Ridolfi
lacopo di Lapo Gavacciani
Francesco di Lapo Corsi
Bartolommeo di Lotto de' Penizzi
Gagliardo dl Neri Bonciani
Recco di Guido Guazza
Giovanni di Goggio, rigattiere
Giovanni di Mone, biadaiuolo
Manetto di Spigiiato da Filicaia, gonfaloniere di lusti»
zia, quartiere di S. Giovanni
Ser Giovanni Guidi da Magnale, loro notaio.
Filippo Attucci, fornaciaio
Giovanni Ciari, rigattiere
Michele ' di Brunaccio, lanaiuolo
Bartolommeo di ser Ventura Monaci
Niccoi6 di Nerozzo de' Cocciii
Lionardo Bartolini Salimbeni
Duccio di Giovanni Ducci, spezialc
Cantino d'Agnoio Lapi
Lionardo di Bindo Ferrucci, gonfaloniere di lustizia
quartiere di S. Spirito
Ser Riccardo Cini, ioro notaio, quartiere di S. Croce.
Mico di Recco de' Capponi
lacopo di Lippo Neri, lanaiuolo
Ardovino di Ciapo, Ijeccaio
Niccoi6 di Vanni di Nelio, galigaio
Niccol6 d'Alessio Borghlni
lacopo di Bernardo, ritagliatore
Tommaso di Francesco di Giunta, fiascaio
Piero di Fillppo degli Albizi
Francesco Caccini Ricovcrl, gonfaloniere dl lustizia,
quartiere di S. Croce
Ser Giiirigoro di ser Francesco dl ser Baldo, loro no-
taio, quartlcre detto.
Niccol6 dl Baccliino Rimbaldesl
/., IX 58
/., IX 57
4-5. a Sareazana] tmm* A.
/..«.M
266
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1366-1367]
care loro promMsione. Di che assai ei turbava papa Urbano V. E questo so bene io che
era a Roma allora, che colla reina Giovanna v'era venuto, e in quella stagione tomai a
Firenze, e recai lettere dagli ambasciadori ed ambasciata a bocca da loro, ed ancora da me
dissi ai Priori quello che io sentia, che papa Urbano avea detto contro a' Fiorentini con
certi baroni della Reina, li quali a me Taveano detto, ch'era' forte adegnato, e alte parole
dicea contro di Firenze. Ma la setta degli Albizi in quella materia volea la lega colla Chiesa,
e quella de' Ricci il contradio.
/« IX, s«
/., ts, ti
/m IX, 60
RuBRiCA 702' — Come andb ambasciaia allo imferadore Carh.
In questo medesimo anno and6 ambasciadori a Carlo re de' Romani e imperadore,
Glorannl d'Alessandro da Cozano
Mlchele dl Plero Guccl
Simone dl Buonarrota Simoni
Geri di Ciiele, albergatore
Sdtiatta di Ricco, pezzaio
Uguccione' di Rlcciardo de' Rlccl
Gioranni di Cante Ammannati
Baidese di Turino Baldesi, gonfaionlere di luttlzia,
quartlere di S. Marla Novclia
Ser lacopo Ambruogi, loro notaio. 5
RUBRICA 700* — Qiusti S0HO i Priori da' dl primo dt gennaio 1366 cf dl primo di gtnnaio 1367,
lacopo di Bartolo Strada
Tommaso di Piero Parlgi
Bernardo di ser Ridoifo Pretassini
Dino di Teri Tagliamocixi
Gliino di Bernardo Anselmi
Lapo di Vanni de' Rucellal
Neri di Fiorayante, maestro
Bartoiomeo di Naccio Valentinl, albergatore
Niccol6 di Taldo Valori, gonfalonlere di lustizia, quar-
tlere di S. Giovanni
Ser Francesco Masini, loro notaio, quartiere di S. Ma-
ria Noyella.
Fellce di Torrigiano di Cenni, coreggiaio
Niccol& di Brunetto di Ventura, pizzicagnolo
Pierozzo dl Piero Pieri
Francesco Vigorosi
Davanzato di Gipvanni Davanzati
Niccol6 ' di lacopo de' Bordoni
Ghirigoro del Ricco Buti
Tommaso di Neri di Lippo
Sandro di Simone da Quarata, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. Spirito
Ser Francesco Cioli, loro notaio, quartiere di S. Croce.
Niccol6 di Bono Rinucci
Bernardo dl Lapo Angiolinini de' Magli
Taluti di Neri Bronchl, rigattiere
NiccoI6 di Ricco, vinattiere
Giovanni di Pierozzo degli Altoviti
Niccol6 di Giovanni Malegonnelle
lacopo di Renzo
lacopo di Giano Ghcrardini
Fillppo di Giammori Baroncelli, gonfaloniere di lusti-
zia, quartiere di S. Croce
Ser Michele Totti, loro notaio, quartiere di S. loannl,
10
Zanobl di Banco dl Puccio Bencivenni
Gherardino di messer Botte
Giovanni di Geri del Bello
lacopo di Piero Sacchetti
Bcrtolo di Piero, coreggiaio
Glovanni di Cecco, vinattiere
Niccoiaio di Mone Guidi
Simonc di Michele Ristori
Luigi' di Lippo Aidobrandini, gonfaloniere di lustizia, 15
quartiere di S. Maria
Ser Falcone Falconi, loro notaio, quartiere di S. Spirlto.
Niccol6 di Geri Soderini
Simone di Giorgio Baroni
Messer Niccol6 di lacopo degli Aiberti
Michele Nardi
Carlo di Strozza degli Strozzi
Lionardo di NiccoI6 de' Beccanugi
Maso di Neri, funaiuolo
Bcnci di Cione Dami, maestro di pietre
Bindo dl Bonaccio Guasconi, gonfaionlere di lustizia,
quartiere di S. loanni
Ser Piero di ser Stefano Casclani, loro notalo, quarticre
di S. Maria Novella.
as
30
Bartolo di Paolo, maliscalco
Piero Scotti, calzolaio
Niccol6 del Maestro Cambio Salviatl
Giovanni di Lapo Niccolini
Piero Fastelli 3S
Attaviano di messere Attaviano
Francesco di Guccio del Massaio
Fiiippo di Rinaldo de' Rondineili
Piero di Gliino de' Guicciardlni, gonfaloniere di lusti-
zia, quartiere di S. Spirito 40
Ser Bonaluto Bencini, ioro notaio, quartiere di S. Spirito.
3. allora] omm, A. ■
■Itre G.X. — 6. Albizl.
■ 3. lettere.... ancora] lettera e ombasciata dagll ambaaciatori e aucora A. — $. alte]
. . Tolea] Albizl e quella mantenea e volea G. R. — 7. contradio] contrarlo G. R.
[AA. 1367-1368]
CRONACA FIORENTINA
267
messer Filippo Corsini e.... Ed in effetto nella loro tornata, che tornarono del mese e (U....
n'arrecarono la risposta.
RuBRiCA 703* — ^uello che ri-portarono gli ambasciadori dal -pa-pa Urbano.
Gr imbasciadori tornarono da Roma, ed in effetto come per lettera cosl a bocca ripor-
5 taro il medesimo, che scritto avieno, del.'o sdegno preso contro a' Fiorentini per papa Ur-
bano, e che veramente nostro nemico era nel segreto, ma come che di f uori non dimostrasse,
se non nel dolersi. E cio fu neiranno del Signore 1368 del mese di....
RuBRiCA 704' — ^esii' sono i Priori da' di frimo di gennaio 1367 a di frimo di gennaio 1368. /., ix, m
Sandro di Soldo
Ift Andrea di Benozzo
Giovanni Arrighetti, legnaiuolo
Giovanni di Francesco de Montelatico
Donnino di Lapo Donnini
Lorenzo di Matteo Boninsegna
15 Anibaldo di Benci Carucci
Domenico di Berto Ugolini
Messer Tommaso del maestro Dino, medico,
gonfaloniere di lustizia, quartiere di S.
Croce
20 Ser Benedetto di ser Giovanni Ciai, loro no-
taio, quartiere di S. loanni.
Bemardo di Matteo de' Velluti
Zanobi di loanni di Cione Mezola
25 Messer Francesco di Cino de' Rinuccini
Orlando' Gherardi
Tellino di Dino, ferraiuolo
Bencivenni Grazini, galigaio
Filippone di Matteo del Riccio
30 Giovanni Tedici Manovelli
Dego di Dosso degli Spini, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Domenico di ser Mino di Montevarchi,
loro notaio, quartiere di S. Croce.
35
Scelto Tinghi
Piero di Geppo Orlandini
Bernardo di messer Covone Covoni
Masseozzo di Piero de' Raffacani
40 Simone di ser Gianni de' Siminetti
Tommaso Federighi
Giovanni di Rota, fornaio
Roberto Martelli, spadaio
Giovanni di Mancino Sostegni, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Benozzo Pieri, loro notaio, quartiere di
S. Maria Novella.
Tommaso di Serotine Brancacci, linaiuolo
Agnolo Bachini, pizzicagnolo
Agnolo di Berto Cecchi
Francesco' di Bonifazio
Agnolo di Bemardo degli Ardinghelli
Barna Valorini
Malatesta di Francesco de' Medici
Francesco di Buto, scodellaio
Messer Filippo di messer Tommaso Corsini,
gonfaloniere di lustizia, quartiere di S.
Spirito
Ser Piero di Nello Corsi, loro notaio, quar-
tiere detto.
Vero h che Malatesta, predetto, nel detto uficio
mori per affanno, che avea rivevuto, pe-
rocch'era toraato, il dl ch'entr6 de' Priori,
d'Ungheria d^ambasciata. Morl a' dl 29
di luglio, e in suo luogo fu tratto messer
Rosso di Ricciardo de' Ricci.
Antonio di NiccoI6 di Cione Ridolfi
Uberto di Schiatta Ridolfi
Bardo Corsi
Francesco di Naddo de' Bucelli
lacopo di Bemardo, biadaiuolo
Giovanni di Gherardino, maestro
Piero di ser Spigliato da Filicaia
Piero di Neri di Lippo
Guccio di Dino Gucci, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. Maria Novella
/., IX, 66
/., K, 65
1-3. tornata. ... risposta] tornarono narreremo la rliposta A,; tornata tornarono n'arrecarono la rliposta
del mete e dl G.R. Pur maHtencndo la lczione di G. R., mi sono ftrmesso difare una sempliec iratpo$inoni. — i. del
meae di] omm, A.
268 CRONACA FIORENTINA [A. i36Si
Ser Giudo di ser Ricco, loro notaio, quartiere Agnolo di Caccino de' Bondani
di S. Croce. Chiarissimo di Meo Cionacci
Cione di Giovanni del Bonazzo Matteo di Federigo Soldi
/«a, « Neri Pitti Niccol6' d'Ugolino de' Giugni, gonfaloniere
Spinello di Donato, pianellaio di lustizia, quartiere di S. Croce 5
Ser Ugolino da Villanuova, loro notaio, quar-
Francesco di Giovanni, calzolaio tiere di S. lohanni.
Ser Michele di ser Tegna
RuBRiCA 705* — Come lo re di Cifri venne in Firenze.
Neiranno 1368 del mese di.... venne a Firenze lo re di Cipri, e men5 uno suo figliuolo. 10
Fu graziosamente ricevuto ed onorato, e donatogli di grandi doni, e stetteci dl.... e fece-
segli convito alle spese del Comune in Santa.... e torn6 in S. Maria Novella. E molte
^ giostre e feste si fecero in Firenze per lui ; ed egli gio8tr6 piii e piu volte, e bene lo facea
A,ix,ts e destramente. Dissesi ch'era venuto' per sommuovere i criatiani ad andare sopra grinfe-
deli, come gli anni addietro avea fatto. Egli ha ben fatto sopra grinfedeli, perocchfe preae 15
Alessandria, e cosl viaitava le provincie, e andonne a Vinegia, e poco aiuto ebbe dal Papa,
a cui and6 di punta, perocchfe volea fare guerra a messer Bernab6, e tornossene in Cipri,
ove a tradimento fu morto da certi suoi baroni.
RuBRiCA 706* — Cotne Carlo imferadore venne in Italia, e fece guerra a messer Bernabb,
e -poi venne a Pisa e a Lucca. 20
Nel detto anno messer Carlo imperadore, e re de' Romani venne in Italia e con gran-
dissima quantitk di Tedeschi, e puosesi ad oste in Lombardia contro a messer Bemab6 e
a' serragli di Mantova, e tanto vi stette, che fece accordo com messer Bemab6: comecchfe
molti vogliono dire che innanzi che si muovesse della Magna segretamente con lui fu in
concordia per denari, e pure venne di concordia, per6 fece poco danno a messer Bemab6, 25
ma venne per osservare quello avea promesso a papa Urbano. Ma la gente sua si sbaragli^,
e si partJ, e poca gliene rimase. E fece dentro segretamente, come detto h, accordo con
/., IX, M messer Bernab6, e mo8tr6 per carestia di vivanda e di danari non poter tenere la gente, e '
partissi, e andonne a Pisa e a Lucca, ove fu ricevuto da messer Giovanni dello Agnello, lo
quale v'era signore, e rimise messer Piero Gambacorti in Pisa, e messer Giovanni fece ca- 30
valieri, ove cadde un ponte di legname in Lucca, in su ch'erano, e mppesi la coscia messer
Giovanni dello Agnello, e rimase signore in Pisa messer Piero Gambacorti, e Lucca rimase
al patriarca d'Aquilea e a uno cardinale, ci6 fu messer.... lo quale poi ultimamente la
lasci6 libera per centoventimila fiorini che n'ebbe. E disfecesi la Gosta, ciofe una cittadella
che v'era dentro. 35
RuBRicA 707* — Come fu grandi fiove in guesto anno.
In questo anno dairOgnissanti 1367 allo agosto 1368 furono grandissime piove, tanto
che la state fu sl piovosa, che non si potfe metere, che non se ne perdesse della biada e
grano, e metuto quando era un'ora sole, innanzi che si potesse fare il covone, o la bica, era
molle per pioggia, e innanzi che si potesse battere; stette nelle biche tanto che vi mettea 40
dentro, ove molto se ne guast6 quello anno, tale che il secondo vegnente ne fu grande carestia.
lo. del mese dl] omm. A. — 15. Egli.... Infedell] omm. A. — »5. per denarl] con denari A. — a;. come detto
i] omm. A. — 38. dl] omm. G. JR. — 37. daU'Ogaissantl . . . . furono] daU'OnIssanti 1367 allo agosto e aU'Ognls«anti
1368 furono G.R.; daU^OnUsantl all'agosto 1368 A. Afi sono fermtsso di adattart il Usto strotndomi dtUe du»
Moin. — 39. o U blca] alla bica A — 40. stette] state G. R, — 41. ne] omm. G. R.
[A. 1368J CRONACA FIORENTINA 269
RuBRiCA 708* — Come^ li Fiorentini facificarono -per danari lo 'mferadore. /., ix, 70
Essendo stati gli ambasciadori collo 'mperadore in Lombardia, e ultimamente dolutosi lo
'mperadore che dopo la concordia fatta con lui li Fiorentini avieno oppressati li suoi sudditi,
e tolto loro le terre, ed a lui tolto Sanmignato, e che erano traditori della Corona i Fioren-
5 tini, e che airultimo egU vedea che' Fiorentini erano poco fedeli a lui. Fugli mostrato
per gli ambasciadori l'oppressioni, che aveano fatte a' Fiorentini la casa de' Tarlati, che te-
neano Bibbiena e gli altri e li Sanmignatesi. Lo contentarono in questo modo che disse:
"" Tanto potrebbono f are d' ammenda i Fiorentini, che noi gli averemo per scusati, e dimen-
" ticheremo la 'ngiuria,. E cosl gli richiese di gente contro a messer Bemab6, allegando
10 lo 'mperadore, ch'erano tenuti di ci6 fare eglino ed ogni sottoposto d'Imperio. Di che fu
risposto che eravamo in pace con messer Bernab6, e non volevamo essere suo nemico, e che
noi rimanevamo in Toscana, ed egli si aveva a tomare nella Magna, e messer Bernabo era
troppo possente nimico a' Fiorentini. Disse lo 'mperadore la parola del Vangelio: ^iis non
est mccum, contra me est; ciofe: Chi non h meco, h. contro' a me. Tanto venne a dire, quanto /., «, 7i
15 i Fiorentini fossero suoi nemici. E tornati i nostri ambasciadori, venne in Firenze per parte
sua due ambasciadori, 1' uno fu messer Napoleone degli Orsini, conte di Manupello, locoteta,
e messer Niccola di Napoli, cancelliere e barone dello reame della reina Giovanna di Puglia,
e intromisersi d'accordo collo Comune di Firenze e collo 'mperadore. Ed in questo mezzo
per avere migliori patti il patriarca d'AquiIea si parli da Lucca, e cavalc6 il contado di Fi-
20 renze per Valdelsa, e venne infino a Montespertoli, e fecero danno di prigioni e di bestiame.
Ultimamente si fece Taccordo, e brivilegi6 lo 'mperadore al Comune di Firenze, e ci6 che
in quello tempo tenieno li Fiorentini, ed ebbe fiorini quarantamila d'oro; e lo conte di Ma-
nopello e raesser Niccola per senseria n'ebbono fiorini mille di doni. Cosi si parti amico
de' Fiorentini lo 'mperadore, e nel segreto male di Papa Urbano, perocch^ non attenne al
25 Papa di disfare messer Bernab6, e partissi di Toscana del mese di febbraio, e andonne per
la via di Vernia, e andossene nella Magna. Ma il Comune di Firenze pag6 fiorini cin-
quantamila, e quando si partl da Vernia disse a certi ambasciadori, ch'egli non n'avea avuti
se non quarantamila, e che lo conte di Manopello e messer Niccola da Napoli aveano
avuti gli altri.
30 RuBRiCA 709* — Co7ne' fu grandi nevaggi e grandi freddi. i.,a,J2
In questo medesimo anno furono grandissimi freddi di dicembre e di gennaio, e gran-
dissime nievi piovvono di gennaio e di febbraio piii e piii volte oltre alFusato modo di quegli
anni addietro passati di piu di dieci anni.
RuBRiCA 710* — Co7>ic i Sanminiatesi, i quali s'crano rubellati da' Fiorcniini, faccano danno
35 in su quello di Firenze ed a' Toscani con messcr Bcrnabo.
Neiranno del Sigaore 1369 i Sanmignatesi per la venuta dello Imperadore, che avea
fattaTanno passato, presero superbia, come fe narrato addietro Rubrica 708. I Sanmignatesi
neiranno del Signore 1367 8'erano ribellati dalla giurisdizione, la quale il comune di Firenze
a. dolutosi lo 'mperadore] dubitossl lo 'mperadore G. /?. — 7. e gli] con gli G. R. — 8-9. dimcntlcheremol
dimettercmo A. — 12. si avera a tornare] sl tornerebbe G.R. — 13-14. il testo latino della cita*ion« b omm. in A.
— 15. nemici] amici G. R. ed A.; si tratla evidentcmcnic di um errorc che tra nelPoriginale — 16. locotcta] cmm. A.
— 21. al Coraune] il Comune G. R. — 23. mille dl doni. Cosi] duemila. Cos\ A. — 28. da Napoli] omm. A. -
aveano] aveva A.; — 29. gll altri] gli altrl eglino G.R. — 31. dl dicembre e di gcnnato] omm. A. — 32. plov-
rono] plovve A. — 33. di plii] omm. A. — 36. dcl Signore] dl Crlstp A. — 37. Rubrica 708] omm. A,
270 CRONACA FIORENTINA [A, i36«]
v'avea, del capitanato fiorentino e d*altre giurisdizione. Di che per la venuta dello Impe-
radore, come detto abbiamo, aveano presumito di ricettare sbanditi de' Fiorentini e altri ni-
mici di Firenze ; li quali di furto, e quando di rapina, pigliavano bestiame, ed uomini faceano
/., IX. 7J ricomprare. Di che i Fiorentini' pensarono di porvi rimedio, e cercarono di fare ci6 chc
potessero per riducere alla riverenzia del comune di Firenze, e non poterono in niun 5
modo a ci6 ridurgH; perocchfe i cavalieri de' Ciccioni e Mangiadori e altri gentili uomini
non si fidavano del Comunc, ma tentavano di darsi, o d' appoggiarsi ad altro Comune e Si-
gnore, e tenieno mano con Signori e Comuni contra al Comune, e ultimamente si raccoman-
darono a meaaer Bemabb, e ricevettono suo segno e sua gente e per capitano Guasparre
degli Xjrbaldini. 10
RuBRiCA 711* — Corne il Comune di Fircnze fose Voste a Sanminiato del Tedesco, e fecero
cafitano messer Giovanni Malatacca di Reggio, e della setta degli Albizi e Ricci.
In questo medesimo anno del 1369 del mese di.... venne messer Giovanni Malatacca
di Reggio da Napoli, e fu capitano di guerra del Comune di Firenze; e poi a' di.... s'and6
ad oste allo castello di Sanmignato del Tedesco, e puosorsi piii e piu campi, e strinsesi lo 15
campo per modo che non potea nfe intrare n6 uscire persona dentro, e piii e piii trattati
con loro 8'ebbe, e molte volte si condussero in Firenze e presso a Firenze quelli messer
Lodovico Mangiadori e altri de' Ciccioni per essere in concordia, e sarebbono stati, se non
/., u, 74 che una setta,' che era in Firenze, non gU lasciavano, li quali li faceano tenere a petizione
loro segretamente per conducere i Fiorentini a lega colla Chiesa, come volea Urbano. E 20
questa era la setta degli Albizi. Lo contradio era la setta de' Ricci. E questa setta degli
Albizi si chiamavano i Paperini. E venne a tanto che chi portava berrette di quelle cucite
ad ago, si chiamavano i Paperini, perchfe quella usanza era venuta di Corte di Roma, ch'era
molto utile e calda la berretta sopra il cappuccio e molto atta a tenere e trarre di capo
piii che li cappelli lunghi del Bavero, che si usavano per caldezza di capo. E dico che chi 25
aveva a sdegno d'essere della setta degli Albizi, nomati Paperini, avea il cappello, e molti
altri non si curavano di portarlo.
RuBRiCA 712* — Come furono grandi fiove, c fu mala ricolta qucsto anno.
Questo anno furono grandissime piove tale, che lo piovere fu tale e sl fatto di novembre
e di dicembre, che non si semin6 molto, che non si guastasse; perocch6 quasi ogni dl de' 30
detti due mesi piovve, e crebbe sl Amo, che dal 346 in qua non fu mai maggiore, e quasi
il campo che era a Sanmignato fu per levarsi per lo disagio deiracqua e deirandarvi il bi-
sogno del campo agli uomini.
/., IX, 54 RuBRicA 713' — Come' messer Giovanni Aguto sconfisse la gcnte dci Fiorcntini al Borgo a
Cascina, e frese del Comune e il Cafitano. 35
Nel detto anno, ciofe 1369 a' dl.... essendo messer Giovanni Malatacca capitano del
Comune di Firenze ad oste a Sanmignato, messer Giovanni Aguto si parti di Lombardia,
I. capltanato] cnplteliao G. R.; in A., di cui ho accettato la lcxione, si leggc: cap." — 2. detto abbiamo] 4
detto G. R. — 3. di rapina] per rapina G. R. — 6. ci6] omm. A. — 7. tentavano] cercarano G. R. — 7-8, c Si-
gnore . . . , contra ol Comune] omm. I. — 13. del mese dl....] omm. A. — 14. di Firenze.... 8'and6] dl Firenze e
in quesfanno and6 A. — 15. allo castcilo dl Sanmignato] a Sanmignato A, — 17. qiielli messcr] queiii dentro
messcr G. R. — 11. di quelle cucite] omm. A. — 35. cappeiii.... usavano] cappegii dcl Beuccio clie si usarano A.
— J6-37. c moitl.... portario] e moiti non se ne curavano G. R. — ag. piove] piogge G. R. — 31. dal 346 in
qua] da ccnto anni in qua A. - maggiore] s\ grande G. R. — 3». ii campo.... lcvarsi] il campo di San Mignato
fu per disabitarsi e per ievarsi G. R. — 33-33. andarri.... uomini] andarri. Lo foraggio pur bisognara nel campo
agii uomini G. R. — 36. clo^] omm. A. - a dl] omm. A.
lA. 1368] CRONACA FIORENTINA 271
chi disse comandato di messer Bernab6, e venne al Borgo a Cascina per levare roste da
Sanmignato, e dissesi che avea.... di barbute. Di che per le pioggie e per lo disagio della
vettuaglia non andavano a soccorrere Sanmignato. Di che messer Giovanni Malatacca, capi-
tano dei Fiorentini, gli avea a vile, e piu volte scrisse lettere a Firenze, che questa era bri-
[ 5 gata da vincerla. Incorporarono i Fiorentini di sconfiggere questa brigata, e scrissero lettere
che dovesse andare a combattere. Di che rispose il capitano, non era da prendere quello
partito, perocchfe partito dubbioso ; e cosi udito questo che Sanmignato era stretto per aversi
di certo, e clie il mettersi a partito non era sicura cosa, si diliberarono i savj di non com-
battere ; ma tanto poterono piu quelli che sono volontarosi e non tanto savi n^ pratichi che
10 gli altri, che fu scritto da capo al capitano che combattesse. Di che non volendo combat-
tere, gli fu mandato a dire per uno ' di quelli della guerra, che erano otto cittadini e due /., ix, 7t
capitani di Parte, cio fu Schiatta del Ricco Pezzaio, che se non avesse tanto cuore, che
eglino gliene manderebbono uno di bue. Di che quello capitano udendo questo, sdegnato
essere tenuto vile, che per certo era de' gagliardi uomini di sua persona che fosse in Italia,
15 pure per vergogna si condusse alla battaglia. E cosl uscito dal campo and6 al Borgo a Ca-
scina. E presono battaglia ; e combattendo f u sconfitto, e preso messer Giovanni Malatacca,
e molti Fiorentini, ch'erano con lui. Infra' quali di nome non vi fu per6 altro Fiorentino,
che Filippo di messer Alamanno Cavicciuli, il quale poi ricomperatosi, fu fatto di popolo e
vicario della Valdinievole. Della quale sconfitta molto si sgomentarono i Fiorentini; e non-
20 dimeno Toste non si lev6 pero da Sanmignato.
RuBRicA 714* — Comc i Fiorentini mandarono fer lo conte Ruberto da Poffi, e feronlo
loro cafitano di guerra.
In questo medesimo anno e mese mandarono i Fiorentini per lo conte Ruberto de' conti
Guidi da Poppi, e torserlo per loro capitano, e and6 nel campo di Sanmignato del Tedesco,
25 e quello vide, e a£forz6 per modo che con ogni sicurtk dentro non vi potea persona intrare,
v\k uscire; e da mangiare non vi aveva se non poco.
RuBRicA 715* — Comc^ la comfagnia di mcsscr Giovanni Aguto vennc a Fircnzc, efecc grandi /., ix, 77
danni, e mandossi ambasciadori al Pafa, e fcce fare la lega con lui.
Stando in questo tremore e sbigottimento i Fiorentini per la detta sconfitta narrata qui
30 addietro lo secondo capitolo passato, si pensavano per certo essere diserti, e gran paura
aveano dello loro stato e libertk; e a quelli che contradiceano la lega della Chiesa, ci6 era
la setta degli Albizi, e tutto di era loro rimproverato che per non volere conoscere gringanni
di messer Bemab6, che sempre avea ingannato i Fiorentini, li Fiorentini erano per perdere
la loro libertk. Di che convenne alla setta de' Ricci assentire alla lega, e cosl fu; perocch^
35 creati furono ambasciadori, e andarono a fare la lega col Papa, ed ebbesi con grandissimi
disavvantaggi, piu che non si arebbono avuti, infra' quali ambasciadori fu il capo della setta
de' Ricci, il quale fu Uguccione di Ricciardo de' Ricci, e cosl ebbe papa Urbano V la
lega, che non era per averla a quelli tempi. La compagnia di messer Giovanni Aguto veg-
3. Malatacca] omm. G. R. — 4. dei Fiorentinl] omm. G. R. — 6. Di che] omm. A. — 7. perocchfe.... e cosl]
perocchc di partito vlnto non era da mettergi a partito G. R. — 8. ccrto] corto G. /?. — 9. e non tanto «avl ni
pratichi] omm. G. R. — 14-15. uominl pure].... uomini dTtalla di lua persona; pure G. R. — 15-16. andd al Borgo
a Cascina] nnd6 albergo a Casclna G. R. — 16. E preaono battagHn] cmm, G. R. — 33. anno] omm. G. R. —
J4. di San] da San G. R. — 36. vl aveva] vi era G. R. — J9-30. narrata.... passato] omm. A, — J9. qul] omm, /,
— 3». tutto di era loro] era tutto di loro G, R. — 36. sl] omm. G. R.
272 CRONACA FIORENTINA [A. 1369]
gendori questa vittoria cosl grande, si dice, non voUe andare a soccorrere Sanmignato, e lo
/.,i«.7i non vi andare furono dette piii cagioni: chi disse, perchfe lo foraggio non vi era;' chi disse
non fu chi darli danari ; chi disse per lo tempo tempestoso dell' acqua ed i mali cammini e
terreni di Sanmignato. Ma vennorsene a Peretola presso a Firenze a due miglia; dissesi
v'and6 con isperanza che a Firenze fosse novitk, e mutasse stato, e venisae alle mani di 5
messer Bemab6; e pare si creda, che »e fosse stata gente d'uno signore naturale, come di
cosl crudele tiranno, come 6 messer Bemab6, correa gran rischio di mutare stato; ma niuno
era vago della signoria sua. E venne a Firenze, ciofe a Peretola, a' dl.... di dicembre 1369.
RuBRiCA 716' — Comc ^ebbe Sanminiato.
Stando in questo tremore per piii di, s'era cercato trattato deirentrare in Sanmignato 10
di furto. Di che un pover'uomo, che si chiamava Luperarello, seguendo suo trattato, una
notte mppe una parte del muro, ed intr6 dentro alquanti, e poi andarono, e mppero la porta,
e combatterono la piazza, vinsonla, e simile alla Terra, ed and6 a mba la maggior parte
della Terra, e ci6 fu nel mese di gennaio, cio6 a' di 9, 1369.
A a, r» RuBRiCA 717* — Come^ fu freso il castello di Sanminiato c qucllo chc ne segu\ di loro, ed 15
a certi fu tagliato il cafo,
In questo medesimo anno e mese essendo in Sanmignato la gente de' Fiorentini, e presi
de' principali nimici del comune di Firenze e menati a Firenze, infra' quali messer Lodovico
Ciccioni.... e messer Filippo Lazzerini vennero a Firenze a' di.... del mese di gennaio in
sul vespro. Lo popolo si attend6 per tutta la via donde veniano, cio^ dalla porta San Friano 20
infino al palagio de' Priori, e sl per la guerra che fatto aveano, e si per la carestia che
della guerra era uscito, e poi per la gente che cavalcato avea a Firenze, fu grandissima
fatica con tutta la gente e famiglia de' rettori e de' Priori a poterli salvare che dal popolo
non fussero allapidati, e fu di pietre la famiglia dei Priori e dei rettori male guidata, e
tanli ne furono feriti di pietre, che abbandonarono i pregioni, e se fossero stati sciolti, si 25
dice, se n'andavano. Pure airultimo con grande fatica furono messi in mano delli rettori.
E lo di seguente in sullo muro, che h dal palagio delo asseguitore allo palagio de' Priori,
fu tagliata la testa agl' infrascritti
/.. IX, 80 Di che essendo stato tagliata la testa a messer Filippo Lazzarini,' e quasi ogni persona itosi
a casa, e lo corpo suo era nel!a bara nello cortile del capitano, fu tolto in sulla terza, e 30
portato via con quelle solennitk che gli altri. Di che essendo in Porta rossa, parve giudicio
divino, che i fanciulli che uscivano dalle scuole cominciarono a domandare chi erano li por-
tati: ad uno ad uno passarono, che nuUa fu detto; quando furono a messer Filippo Lazza-
rini, con boci e sassi cacciarono coloro che lo portavano, e ultimamente lo trassero della
bara, e per tutta Porta rossa lo strascinarono infino alla uscita di Porta rossa da casa i Bom- 35
beni. La novella and6 in palagio, la famiglia de' Signori v^accorse, e fecelo rimettere nella
bara e ritorre, ed i fanciulli cacciati. Di subito innanzi giunse a casa gli Spini da capo
fu loro tolto e gittato fuori della bara, e fatto riporre, e tolto loro piu volte. Ultimamente
nfe i rettori, n& altri non ebbono potere che i fanciulli non lo gittassero in Arno. Dicesi
che fosse giudicio divino, perocchfe operazione di persona non fu che ci6 si facesse se non 40
I. tt dlce] omm.A.— 1-4. Sanmignato . . , . Peretola] San Mlgnato, ma di punto se ne andi a Perelola A- —
4-S. dissesi T'and6] omn. G.R. — 7. 6] era A. — 11. Luperarello] Luparello /. — 13. piazza.... andi] piazsa e
conringero la Terra, ed and6 G. R. — 14. fu.... 1369] fu a d\ 9 dl gennaio 1369 A. — 19. a di....] omm. A. —
ao. sl attend6] sentendo G. R. - la via] omm. A — 33-24. a poterli.... dei Rettori] omm. I. — 33. dal popolo]
omm, G. R. — 37. che i] omm. A. - Allo palagio dei] a quello de' A, — 39. stato] omm. G. R. — 35. per] omm. G, R. —
36. T'accor8e] vi corie A. — 39-40. Dicesi.... perocclii] Disscsi che fu giud. di Dio perocclii A,
[AA. 1363-1369)
CRONACA FIORENTINA
273
de' fanciulli. Dicesi bene ch'egli fu uomo di mala ragione, e che avea grano, e che mai
non si potfe a Sanmignato f are lo desse, che n' aspettava gran carestia, e vedea quelli di sua
setta e gli altri comperare pane di saggina di 6 denari 12.
RuBRiCA 718* — Come^ si fartt la brigata di mcsser Giovanni Aguto, e andonne in Lombardia,
'5 c di gcntc fiorcntina si fccero cavalieri.
In quel tempo e in queiranno la detta brigata di messer Giovanni Aguto, stata ch'ella
fu a Peretola di.... e stata alle dette luogora de' cittadini, quando si partirono dello luogo
dove erano, si fecero ardere e fare grandi danni, e innanzi che si partissero a' di.... del
mese di dicembre vennero presso a Firenze sforzatamente con tutta la sua brigata, e fece
10 corridori infino alle porti della cittJi di Firenze, e corsero per modo che vennero infino a
Mugnone, che sono i fossi. E allora si dilibero che non si uscisse fuori per gli nostri soldati,
e cosi questi corridori furono contastati per alcuni che si trovarono di fuori. E fu preso
uno messer.... provisionato di messer Bernabo, ed erasi quello dl f atto cavalieri egli e mes-
ser.... figliuolo di.... d'una famiglia di ghibellini, chiamati Lischi. Questa vergogna rice-
15 vettono i Fiorentini e danno per osservare la promissione a messer Bernab6; ed egli non
la osservo a loro.
/., IX, 81
RuBRiCA 719* — ^icstV sono i Priori da' d\ frimo di gennaio Ij68 a' dt frimo di gcnnaio Ij6^. /., ix, ti
lacopo d'Alamanno Vettori
Ugolino di Bonsi, speziale
20 Piero di Bonaventura Ricoveri
Bonaccorso di Lapo di loanni Bonaccorsi
Francesco di lacopo del Bene
Cipriano di Lippozzo Mangioni
Manetto Ammannatini
25 lacopo di Gaggio, tavolacciaio
Migliore di Veri Guadagni, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Paolo Venni, loro notaio, quartiere di S.
Maria Novella.
Giovanni d'Arrigo Sassolini
Francesco di Lippo Antinori
Francesco Martini, galigaio
Marco del Bellaccio, beccaio
Giovanni di Roberto Ghini
Bernardo di lacopo Beccanugi
Giovanni d'Aldobrandino del Ricco
Pino di Teghiaio del Cicino
Filippo di Cionetto Bastari, gonfaloniere di
lustizia, quarliere di S. Croce
Ser Goro di ser Grifo, loro notaio, quartiere
detto.
/., IX, «j
30 Giovanni Doni, rigattiere
Andrea di Giovanni, pianellaio
Andrea Villani, tintore
Francesco Lippi, pellicciaio
Francesco di Giunta Borghi
35 Caroccio Carocci
Benedetto di Neri di ser Benedetto
Agnolo Borgognoni
Luca di Totto da Panzano, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Spirito
40 Ser Vermiglio di ser Franchino, loro notaio,
quartiere di S. loanni.
Stefano di Lippo Neri
Ciriaco di Guernieri Beuci
Francesco di Spinello, vaiaio
Lionardo di loanni Ratfacani
Niccolaio Delli, pizzicagnolo
Cecco Giandonati, vinattiere
Pagolo di Michele de' Rondinelli
Domenico di Filippo di Niccola, lanaiuolo
Guido di Federigo Baldi, gonfaloniere di lu-
stizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Francesco di Vanni Muzzi, loro notaio,
quartiere di S. Spirito.
3. e gli altri] omm, A. - saggina.... 12] sagglna d! monte ataia i3 danari G. R, — 6. la detta] omm. A.
7-8. Peretola. ... dove] Peretola piCt dt nel luoghi del cittadini, quando li partlrono dore A, — 8-9. partlssero.
dlcembre] partissono che f u dl dicembre — 9. sua] loro G, R. • fece] fecero G, R,
T. XXX, p. I
18.
274
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1369-1370]
Giovanni di Francesco, grasso mercatante
Lippo Dini
Ntccolaio del Bello de' Mancini
/« IX. M Francesco' Gori, lanaiuolo
Domenico di Sandro Donnini
Tommaso di Meglio Fagiuoli
loanni di Lapo Ghini, maestro
loanni di Piero Parenti, corazzaio
' Geri Ghiberti, gonfaloniere di lustizia, quar-
tiere di S. Giovanni
Ser Lorenzo di ser Tano, loro notaio, quar-
tiere detto.
Niccol6 Don!, albergatore
Bonaccorso di Vita, rigattiere
loanni di Piero Bandini
loanni di Francesco de' Magaletti
Simone di messer Bindo degli Altoviti ^
Boccaccio di messer Ardovino
Bianco di Bonfi, ritagliatore
Filippo Doni, lanaiuolo
loanni di Luigi de' Mozzi, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Spirito 10
Ser Lodovico di loanni Dossi, loro notaio,
quartiere di S. Croce.
RuBRicA 720* — Comc, fatta la lega colla Ckiesa, si mandb in Lombardia gente contro a messer
Bernabb.
In questo anno del 1370 ferma la lega con papa Urbano, perchfe Piero di Filippo degli 15
Albizi avea sempre favoreggiato che la lega colla Chiesa si facesse, avendo messer Piero
/., IX, ss figliuo' di messer Filippo Corsini, suo nipote, vescovo ' di Firenze, lo papa Urbano gli diede
il cappello, e fu nel numero degli altri cardinali, e richiese il Papa la lega de' Fiorentini
e gU altri collegati incontro a messer Bernab6. Di che i Fiorentini vi mandarono; e infra
tutti gli altri collegati insieme colla Chiesa fu maggiore lo numero che stette alla guerra dei 20
soldati fiorentini che tutte I' altre genti. E di quella gente f u capitano messer Rosso de' Ricci.
Ed essendo messer Rosso de' Ricci colla brigata in Lombardia, una sera cavalc6.... ove
fu rotto, e preso. E poi pag6 alcuno danaio della taglia, e Iasci6 il figHuolo staggio a messer
Bemab6 per tremila fiorini; lo quale sopra di 86 Tavea tolto, promesso a' soldati, e lui sopra
la sua provisione lasciava libero. Di che si fuggi lo mese di gennaio 1370. 25
RuBRiCA 721* — ^csti sono i Priori da' dt frimo di gennaio ijdg a' dl frimo di gennaio 1370.
loanni di Giunta, lanaiuolo
Piero Bini
Piero Gorini, beccaio
Francesco Pepi, pannaiolino
Messer Pazzino degli Strozzi
Priore del Pera Baldovinetti
Biagio di Bonaccio Guasconi
Guicciozo d'Ardingo de' Ricci
/.,ix, 8* Lapo' di Duccio Bucelli, gonfaloniere di lu-
stizia, quartiere di S. Croce
Ser NiccoI6 Serragli, loro notaio, quartiere
di S. Spirito.
Piero di Zucchero Soderini
Bonaccorso di Rucco Pitti
Dino di Geri Tigliamochi
Giovanni Mannini
Gherardo di Bartolino, pezzaio
Stagio di Bartolo, ferraiuolo
Cantino d'AgnoIo di Lapo di Cante
Duccio di loanni, sellaio 30
Bartolo di More Ubaldini, gonfaloniere di lu-
stizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Giovanni di ser Corso, loro notaio, quar-
tiere detto.
35
Giovanni Dini, speziale
Bartolo di Cenni Bigliotti
Simone di Rinieri de Peruzzi
Agnolo di Piero Covoni
Filippo d'Uguone, speziale 40
Ghino di Bemardo Anselmi
Miniato di Nuccio, funaiuolo
Nuccio di Matteo, tavolacciaio
i6. faroreggiato.... arendo] faroregglato la lega colla Chleaa^ avendo A. — 17. flgUuo'] omm. A. - CorslniJ
Conl G.R. — 30-3I. guerni..,. E dl quella] guerra quello de! Fiorentlnl dl loldati che alcun'altra, o tuttl In-
■ieme G. R, — 25. lo nie»e] del mese A.
[AA. 1370-1371] CRONACA FIORENTINA 275
Salvestro di messer Alamanno de' Medici, Orlando Avviati, fabro
gonfaloniere di lustizia, qnartiere di S. Giovanni di Giano, setaiuolo
loanni Ambrogio di Meringo
Ser Salvi Gai, loro notaio, quartiere detto. Gueriante di Matteo Marignolli
5 loanni Cambi
NiccoI6 ' Brunetti, pizzicagnolo Giovanni di messer Lotto Salviati, gonfaloniere i., iy, st
Andrea Niccolini, calzolaio di lustizia, quartiere di S. Croce
NiccoI6 d' Ugolino Giugni Ser Tinello di ser Bonasera, loro notaio, quar-
loanni di Lapo Corsi tiere di S. Spirito.
10 Ubaldino Fastelli
Ammannato di Teghino Rinaldi Cione 'di Vanni Abadinghi /., » ts
Francesco di Benedetto Gucci Lionardo di Bindo Ferrucci
Caruccio d'Andrea del Nero Bonaguida di lacopo Simoni, lanaiuolo
Messer Donato Velluti, gonfaloniere, morto; Bonaccorso di Vanni, orafo
15 in suo luogo Sandro di Simone da Qua- Ristoro di Cione, maestro
rata, gonfaloniere di lustizia, quartiere di Tommaso di Vanni da Careggi, linaiuolo
S. Spirito Alessandro di Niccolaio d'Ugo degli Albizi
Ser Francesco del Maestro Piero, loro notaio, lacopo d'AIdobrandino di Lapo Rinaldi
quartiere di S. Maria Novell^u Baldese di Turino Baldesi, gonfaloniere di
20 lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Andrea di Cappone de' Capponi Ser Piero Cini, loro notaio, quartiere di S.
lacopo di Lapo Gavacciani Croce.
Dino di Nuccio, coreggiaio
RuBRiCA. 722* — Come messer Bernaho mandb gente in Toscana, e venne da Mutrone.
25 Nel detto anno del 1370 messer Bemab6 mand6 sua gente, la quale venne da Sarezana,
e per la via di Mutrone e poi si partl di quelle parti, e andossi disfacendo per soldi, e non
facea per6 danno a' Fiorentini, nfe a molte persone, perocchfe con molta gente, che il Comune
avea, si difese.
RuBRiCA 723* — Come ^in questo anno fu grande carestia d!ogni cosa. /.,it, »
30 Nel detto anno f u grandissima carestia, perocchfe per la gran pioggia dell' anno passato,
e perchfe era stata guerra, non s'era raccolto assai abbastanza; di che convenne si mandasse
per grano di fuori. E valse queiranno lo staio fiorentino, tre mesi : ci6 fu febbraio, marzo
e aprile e parte di maggio, un fioriao lo staio. E quel medesimo anno di vino fu gran ca-
restia, perocch6 valse fiorini uno la barile di ricolta, e di state fiorini uno e mezzo il barile.
35 Ancora fu carestia di came, perocchfe queiranno era stata in Lombardia la guerra e in To-
scana e in molte luogora, per la quale cagione non era venuto a Firenze bestiame di Puglia,
donde ne solea venire assai. Queiranno v'ebbe mortalitk di bestiame, la qual cosa gitt6 assai
carestia oltre airaltre cagioni di sopra narrate.
RuBRiCA 724" — Siuesti sono i Priori da' dl frimo di gennaio 1370 o* d\ frimo di gennaio 1371.
iO lacopo di Bartolo Strada Lapo di Vanni Rucellai
Matteo di Bonaccorso Alderotti Marco di Giotto Fantoni
Agnolo di Berto Cecchi Bartolo Lana, legnaiuolo
Simone ' di Bonarrota Simoni NiccoI6 di Benedetto, rigattiere /., u, w
35-16. Sarezana. ... Mutrone] Sarezana ed a Mutrone A. — 31. non ■'era.... dl cbe] non «'era troppo rlcolto;
di che A. — 3». fu] omm, A. — 33. parte dl] omm, A,
276
CRONACA FIORENTINA
[A. 13711
/., IX, t2
/., IX, «
Andrea di Veri Rondineni, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Calciotto loanni, loro notoio, quartiere di
S. Spirito.
Picro Scotti, calzolaio
Andrea di Feo, lastraiuolo
Alberto da Caatiglionchio
Domenico di Borghino Taddei
Tellino Dini
Alessandro di ser Lamberto del Nero Cambi
lacopo di Giano Gherardini
Bartolommeo di Luca Banchelli
lacopo di Banco Pucci Bencivenni, gonfalo-
niere di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Niccol6 di ser Ventura Monachi, loro no-
taio, quartiere di S. Croce.
Guido di loanni Machiavelli
Giovanni di ser Segna, ritagliatore
Bartolo Masi, vinattiere
Antonio Martini, beccaio
Piero di Lippo Aldobrandini
Bartolo di More Ubaldini
Niccolaio di Mone Guidi
Stefano di Taddeo Cerretani
Bonaccorso' di Lapo loanni, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Domenico di ser Benincasa, loro notaio,
quartiere di S. loanni.
Bartolommeo di Niccolb di Cione Ridolfi
Filippo di lacopo Marsilj
Pierozzo di Piero Pieri
Gueriante di Bili^ardo Bagnesi
Ghieri di Chele, albergatore
Francesco di Chele, rigattiere
Gieri Ghiberti
Tommaso di Neri di Lippo 5
Ghino di Bernardo Anselmi, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Francesco Masini, loro notaio, quartiere
detto.
10
Niccol6 di Zucchero, tavoliere
Luca di Totto da Panzano
Ser Ghiberto di ser Alessandro
Lodovico di ser Gherardo della Fioraia
Carlo di Strozza degli Strozzi 15
Giovanni d'Amerigo del Bene
Giovanni di Mone, biadaiuolo
Giovanni di Cenni, vinattiere
Uguccione' di Ricciardo de' Ricci,gonfalonie-
re di lustizia, quartiere di S. loanni 20
Ser Bartolo Neri da Roffiano, loro notaio,
quartiere di S. Croce.
Niccol6 di Nome, vinattiere
Bartolommeo di Caroccio degli Alberti 25
loanni di Geri del Bello
Attaviano di Dino Attaviani
Bindo di Giovanni Vecchietti
Marco di Bandino da Filicaia
lacopo Bonafede 30
Niccol6 di Geri Soderini, gonfalomere di lu-
stizia, quartiere di S. Spirito
Ser Giovanni Simoni, loro notaio, quartiere
di S. loannL
RuBRiCA 725' — Come in guesto anno fu in Firenze grandi novita -per rivolgimcnto di stato 35
de^ cittadini, e la legge si fece fer messer Benghi Bondalmonti.
In questo anno ebbe nella cittk di Firenze principio di molte rivoluzioni, le quali parvono
veramente essere principio di molte novitk grandi che poi seguirono. Considerato che per
A. IX, M la lega della Chiesa 8'era Tuna' setta assai sormontata, ciofe quella degli Albizi, e in questo
medesimo anno parve che I' una setta 8'accordasse insieme coiraltra, ovvero dicono altri 4C
che guardavano di dare il gambetto Tuno alFaltro; ma come che la cosa si andasse, Teffetto
fu che la setta degli Albizi, per la lega e per lo Cardinale ch'era in Corte, in Firenze presero
maggior pife, spezialmente Piero di Filippo degli Albizi, zio de^ Cardinale, e mando il nipote
a Bologna, e indi fu fatto capitano della Montagna. Parve Piero far surgere lo maladetto
ordine dello ammonire, addietro narrato in piii luoghi, di che molto si tramestava la cosa : 43
37. ebbe] ebbono /. — 41. guardaTano] guard6 G. R.
rato] tnttato G. R.
43. Albizi sio del] Albisi cioh del G. R. — 45. nar-
[A. 1371] CRONACA FIORENTINA 277
e andava a partito d'es3ere ammonito tale, ch'era guelfo, e cio era si discorsa la cosa che
quando erano insieme li capitani della Parte guelfa, Tuno dicea alI'altTo: " Non hai tu
" niuno a cui tu voglia male ? Ed io 1' ho. Ora mettiamo a partito ciascuno ii suo in una
"volta tutti e otto ,. E alcuna volta diceano: " Vada il tuo prima e poscia il mio„. E
j cosi non essendo in concordia, poi giuravano credenza, teniesi un tempo, e poi pure si pa-
lesava. E chi era stato lass^ nominato, o messo a partito, avea uno grande crollo, perocch^
si dicea : " II tale dee essere ghibellino ; egli fu messo al paraone , . Dicea 1' altro : " Non
" era che non si vinse ,. E quegli rispondea: " II tale capitano era suo amico, e campollo „.
Di che parea altro non si avere a fare in Firenze, che tali cose d'ammonire tutto di ricor-
10 darsi. Di che per questo diguazzare messer Benghi Buondelmonti ' cavaliere del popolo, e /., n, u
avea ricevuto essere popolano per la guerra de' Pisani, come addietro fu fatta menzione,
e in quel medesimo anno era stato imborsato de' Priori, e sarebbe stato in queiranno me-
desimo Priore, per 11 modi suoi si fece una riformazione, la quale in effetto narro : che chi
fosse stato Grande e fatto popolano, da quello dl del beneRcio ricevuto, ed avesse consorti
15 Grandi, non potesse essere, infra venti anni dal dl del beneficio, de' Priori, e non potesse essere
a fare lo squittino ecc. Questa legge fu fatta proprio per messer Benghi, perocch'egU avea
consorti Grandi, e niuno altro avea consorti Grandi; perocchfe chiunque si facea di popolo
mutava arme, e riiiutava la consorteria, e messer Benghi non mut6 arme, nfe rifiut6 consor-
teria, di che ebbe divieto venti anni dal di. Di che poi nell' ammonire divent6 piu fiero
20 per lo sdegno. E ci6 fu del mese di gennaio 1370.
RuBRicA 726* — Come segui forte la legge delVammonire, e chi fu ammonito in quesfantto.
Nel detto anno essendo la setta degli Albizi in colmo per la Chiesa e per lo Cardinale
e per la lega, parve Taltra setta d'Uguccione de' Ricci dare a terra le reni e cominciare
a piaggiare, ed ancora a f are di quello medesimo che gli Mbizi ed a volere delle prowisioni '
25 dalla Chiesa, e cominci6 Uguccione a mandare Guglielmo suo figliuolo a Bologna, onde ebbe /., w, »»
dal cardinale di Brugia prowisione di 40 fiorini il mese, ed aII'altro figliuolo dare uno be-
neficio e terreni di Chiesa in quello di Sanmignato. Di che alli cittadini parea quasi loro
essere venduti, dicendo: " Noi siamo meglio; e prima da Firenze di queste due famiglie e'
" diceasi la setta degli Albizi e quella de' Ricci, ed ora sono accordati insieme ; ed Uguccione
30 " era quello, che sempre vieto la lega della Chiesa, ed ora Tha ordinata, ed ha a provvisione
" della Chiesa i figliuoli ; egli non la vietava per bene di Comune, ma per avere migliore boc-
" cone; neiranno del 1366 egli puose Tordine che non si ammonisse di leggiero, come si facea,
" e ora k. fiero all' ammonire „ . Onde molti si meravigliavano di lui, e in odio 1' avevano, pe-
rocchfe parea essere fatto colla setta degli Albizi una cosa. E in questo anno furono ammo-
35 niti tre famiglie, per6 chi ammonia uno d'una casa e fosse uno lato stretto, o discendenti,
erano tutti ammoniti. L'uno fu Priore d'Arrigo de' Sigoli, quartiere di S. Spirito, popolo di
S. Niccolo, e ci6 fu a' dl 22 d'aprile 1371. Uberto de' Benvenuti, detto quartiere, popolo
di Felice in Piazza, detto anno e mese. Zanobi di Neri de* Macigni, quartiere di S. Giovanni,
detto anno a' di 8 di gennaio, alla cui' moniziona fu messer Rosso de' Ricci capitano, e non /., ix, »6
40 possendo vincersi tra loro, e messo tre volte, messer Rosso, non volendolo il Proposto mettere
piu tra' Ventiquattro, disse che lo metterebbe egli cento volte. E ultimamente non vincendosi,
feciono uno consiglio di richiesti la sera alle due ore, e stettono insino a dl, quando sonata
era la seconda volta per andare per li Gonfaloni. Alla terza questi dei Macigni, ch'era tratto
1, 11 capltanl della Parte guelfa] 11 dettl Capltanl G. /?. — 4. e poscia] c pol G, R. — 5. gluravano] tl
giurava G. R. - teniesl] tenevasi A, — 9-10. in Firenze.... Dl ciie] in Firenze clie ammonlre. Dl ciie A —
13. Priore] omm. A. — 16. fatta] omm. G. R. - per messer] in raesser G. R. — ao. dcl racse] omm. A. — 13. d'U-
guccione] omm. A. • le reni] omm. A, — it,. a piaggiare] a piangere A. - che gii] degll /. — a?. loro] emm. G, /?,
— 39. dlceasij dicesl A. — 31. della CJiiesa] e Chiese G. R. A. — 36. quartlcre] omm. G. R. — 37. UbertoJ Berto A,
278 CRONACA FIORENTINA [AA. 1371-13721
gonfalonleri, messer Rosso si lev6, e puxb ch'egli non lo piglierebbe. La brigata stracca,
e vedendo quivi 300 cittadini richieati a consigliare, che lo apacciassero, perocch'eglino ri-
chiedeano ai consigli uomini che fosaero di loro animo, ciofe al consiglio de' richiesti; allora
il Ventiquattro s' arrenderono, e fu ammonito.
RtraRlCA 727* — Cotne st elessero bargelli, e fecesi legge sofra falliti, e feronsi gabelle al 5
Monte, e fecesi Uguccione Alhizi una lega, e fecesi legge a chi uccidesse gli sbanditi.
Nel detto anno del 1371 «i fecero in Firenze molte leggi; perocchfe molti sbanditi usa-
vano allora nel contado di Firenze, e vietavano poBsessioni. Di che si elesaero quattro bargelli,
i quali stessero in contado, e niuno ne potesse stare in Firenze, se non tre dl per mese, con
/., IX, 97 grandi balie. E certo molto f ecero ' spaurire gli sbanditi, ed arsono molte case de' cittadini, 10
e condannarono molti che gli ricettavano, che erano la maggior parte del numero de' Grandi.
Chi dice che '1 feciono perchfe si trov6 le s6tte in palagio; e chi dice che '1 fecero pure
perchfe li Grandi stanno piii in villa, e ricettano gli piii, che i popolani. Ancora queiranno
falli la compagnia de' Guardi, la quale avea di debito 127 migliaia di fiorini, e per questo
si pose grandi pene a' falUti e alle mogli e a' figliuoli, e non potessero avere uficio, se non 15
rendessero soldi 20 per Ura, e chi non rendesse soldi 20 per lira, benchfe fosse finito, ad ogni
tempo potesse esser convenuto, e molte altre leggi sopra ci6. Ancora chi pigliasse alcuno
abandito avesse certi danari; e chi uccidesse uno sbandito, se avesse bando, fosse ribandito.
Ancora si fece legge, conciosiacosachfe molti incantavano li denari del Monte, e diceano :
"Lo Monte vale 30 per centinaio questo dl; io voglio fare teco una cosa: io voglio poterti 20
' dare oggi a un anno, owero tu dare a me, quanto a 31 per cento che vuoi ti doni, e fa
'questoP^. E cadeano in patto; poi stava in se. Se rinvigHavano, li comperava, e se rin-
caravano, li vendeva, e non promutava qua e Ik le scritte 20 volte I' anno. Di che vi si puose
su gabella fiorini 2 per cento a ogni permuta.
/« IX, 9» Fu in que8t'anno, cio^ il settembre e Tottobre,' Carlo Strozzi de' Priori, ed era un savio 25
uomo, ed era cosl grande capo della setta degli Albizi, come si fosse Piero di Filippo degli
Albizi medesimo ; e fu gonfalonieri di lustizia Uguccione di Ricciardo de' Ricci. Di che per
lo senno di Carlo parve unire Piero di Filippo e Uguccione a ogni cosa e spezialmente all' am-
monire. Di che non seppe fare si segreto che non si sapesse, e ancora per le opere si
vedeano; onde la setta de' Ricci lev5 la fede a Uguccione. E dissesi che piu volte di notte 30
s' accozzarono insieme in pifi luoghi.
RuBRiCA 728' — Come si fecero ordini e leggi sofra i noiai, e foco valse.
Nel detto anno del 1371 di maggio si fece legge, che conciofossecosach^ li notai negli uficj
si pagavano troppo ingordamente, cio6 era uno notaio al camarlingato dell' Estimo, ciofe paga-
vasi: egli volea dello pagamento di 20 soldi a cancellare per lo popolo la bulletta soldi 5, ed era 35
tale popolo a pagare lire 5 che '1 notaio volea il quarto, e cosl di ogni cosa. Di che si fece
ordini penaU, e non si osservarono, nfe infino a questi di non si fece tante leggi che si osservino.
/., ix, 99 RuBRicA 729' — ^estV sono i Priori da^ di frimo di gennaio 1371 d di frimo di gennaio 1372.
Bonaiuto di ser Belcaro de' Serragli Simone d'Andrea Fagiuoli, chiavaiolo
lacopo di Lippo Neri Ridolfo di Lorenzo, calzolaio 40
9. 1 qnali] de' quali G. R. ; e* qiiali /. • niuno ne potesse] non potesslno A. — 1 1. ricettarano .... magglor]
rlcettarano 11 quall erano 11 condannati la magglor G, R. — 13. perch^ U Grandi] percli'egllno /. — 16. e chi....
per llra] omm. A. — 18. certl] omm. G. R. - se aresse bando] omm. G, R. — 19. li denarl] omm. G. R. — »3. e
non] e ne /. ti tratta evidentcmente di u»a correzione di /, - le scritte] il patto G. R. — J4. permuta] promutatore
G, R, — 36-37. degli Albizi] omm. A, — 38. parre] per A, — 34. troppo] omm, A, - cio^] omm, A. - cloi] omm. G, R.
[AA. 1371-1373]
CRONACA FIORENTINA
279
Guccio di Dino Gucci
Bartolo di Giovanni Siminetti
Napoleone di Benci Carucci
Francesco di ser Arrigo Rocchi
5 Lapo di Duccio Bucelli, gonfaloniere di lu-
stizia, quartiere di S. Croce
Ser Andrea di ser Guido, loro notaio, quar-
tiere di S. Maria Novella.
10 Giovanni di Luigi de' Mozzi
Simone di Geri Baroni
lacopo di Piero Sacchetti
Bartolommeo di Lione Simoni
Pace Brunetti, pezzaio
15 Giraldo di Paolo Giraldi, galigaio
Benedetto di Piero MoreUi, lanaiuolo
Marco di Benvenuto, saponaio
Andrea' di Lippozzo Mangioni, gonf aloniere di
lustizia, quartiere di Santa Maria Novella
20 Ser Chiermontieri di ser Bartolo Chiermontieri,
loro notaio, quartieri di S. Spirito.
lacopo di Banco Pucci Bencivenni
Pagolo di Matteo de' Malificj
25 Bardo Corsi, setaiuolo
Andrea di messer Francesco Salviati
Pera del Pera Baldovinetti
Giovanni Federighi
loanni di Cante Ammannati, pizzicagnolo
30 Maso di Neri, funaiuolo
lacopo di Dino Guidi, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. loanni
Ser Piero Mazzetti, loro notaio, quartiere detto.
35 Simone Tucci, albergatore
Serotine di Salvestro Brancacci
Tommaso di Lippo Soldani
loanni di Lapo Niccolini
Gentile d'Oddo Altoviti
Pagolo di Bingeri Rucellai
Giovenco di messer Ugo della Stufa
Biagio di Bonaccio de' Guasconi
Francesco' di Feduccio Falconi, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Bemardo di ser Taddeo Carchereli, loro
notaio, quartiere di S. Croce.
XJberto di Schiatta Ridolfi
lacopo d'Alessandro Guidetti
Piero Bachini, beccaio
Bartolo Sanguigni, calzolaio
Andrea di Segnino Baldesi
Davanzato di loanni Davanzati
Uberto di Pagno degli Albizi
Filippo di Rinaldo Rondinelli
Michele di Vanni di ser Lotto, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Croce.
Ser Michele di ser Tegna, loro notaio, quar-
tiere di S. Maria Novella.
Giovanni di Tingo, speziale
Nicola d'AIbizo de' Guicciardini
Bettino di messer Covone de' Covoni
Beltramo di messer Bivigliano de' Baroncelli
Luca di Vanni, calzolaio
Francesco d'Amerigo, pezzaio
Ugolino Attavanti, speziale
Giovanni di Tura Dini
Dego di Dosso degli Spini, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Maria Novella,
Ser Verdiano Arrighi, loro notaio, quartiere
di S. Spirito.
/., n, loi
/., K. 100
RuBRicA 730* — Come^ sifece ordini alla Parte guel/a sofra gli ammomti, e che non si fotesse /., n, va
toccare gli ordini.
Neiranno 1371 li Priori di gennaio e febbraio furono, infra i quali ebbe uno Bartolo
40 di loanni de' Siminetti, quartiere di S. Maria Novella, uomo, che di nuovo era intrato
nella setta degli Albizi, e toltosi da quella de' Ricci. Dicesi che lo fece che quando faUi-
rono i Guardi egli stava male, ed era tavoliere, ed avea crediti da non riscuotere tosto, e
debiti che ogni uomo volea esser pagato. Di che avendo debiti, ed essendo per fallire,
parve che Carlo Strozzi e Michele di Vanni di ser Lotto, che erano due grandissimi neUa
45 setta degli Albizi, lo mantenessero ai loro danari, onde rimedib a non fallire. Di che per
39. febbraio.
tc* eon del quall
uno] febbraio tI fn uno A, — 43-43. e debtti che ogni] e debiti ogni G, R. * A. ; I. ffff*'
280 CRONACA FIORENTINA lAA. 1371-1373]
questo egli 8'era loro obbligato. Per la qual cosa eBsendosi la setta degli Albizi per la lega
e per lo Cardinale sormontati, e datisi airammonire p^er tema che non fosse chi restrignesse
gli ordini della Parte, furono col detto Bartolo, e si si feciono forti con lui, Ed in efifetto
e<^li, come uomo assai saputo e baldanzoso piii che non era sua persona e sua forza, fece una
petizione, che niuna legge si potesse fare contro alla Parte guelfa, nh pro alla Parte, e qui 5
/., IX, 101 fece porre gravissime pene. Non si vinceva'; egli uab piii arti;icci6 farla vincere, e non si
vinceva, li capitani della Parte stavano in consiglio, e facevano minacci onestamente, e man-
dnvano nel consiglio per colui, ch'eg1ino sentiano che si opponesse coUa fava, ediceangli:
•Se'tu gueIfo?„ Ognuno dicea: "sl,. — " O perchfe non vuo' tu che questa petizione
si vinca? „ Quegli si scusava, e temeva d^essere ammonito, tomava a sedere nel luogo suo, e 10*"^
colla fava scoperta nera rendea il partito. Gli altri veggendosi minacciati faceano lo simile,
ed ancora non si vincea. Pure Bartolo predetto cominci6 a fare racogliere a panca a panca,
e dicea: "Noi vogliamo vedere, donde le fave bianche vengono, ch6 non k guelfo chi non
" vuole che la si viiica ,. E in questo modo, spaurita la brigata, si vinse. Questa fu una
mala novella, e fu dare un principio a quello che segul ; di che poi si gua8t6 la cittk, ed a 1 5
molti fu in odio il detto Bartolo, quasi ai buoni uomini, perchfe troppo si disonest^ in fare
tanta violenza al consiglio, e molto innalz6 con gli partigiani. Allora questa cosa dife tanto
da pensare alla brigata, sl perch6 Uguiccione si dicea quasi di assentire, che li buoni mer-
catanti si vedeano a malo porto, e parea loro essere schiavi di quelle due famiglie, cioe
Ricci e Albizi, e non ardiano in palese a parlare, ma segreto ragionavano ogni di : * Ve- 20
* demo modo di uscire di servitudine e di tanto vitupero,.
/.,ix, 104 RuBRiCA 731* — Come^ gli fecero gli ordini, ed i Ricci e gli Aliizi furono fosti al divieto,
e cotne.
Nel detto anno 1372 d'aprile veduti li Priori nuovi di buono animo e persone di non
grande leva e da starsi volentieri sanza parti e s^tte, salvo Andrea di Lippozzo, ch'era 25
gonfaloniere di iustizia, ch'era della setta degli Albizi, molto fiero ; li cittadini si strinsero
insieme di volontk segreta d'alcuni Priori e d'alcuni Collegi, e cominciarsi a ragunare a due
e tre insieme, ed ultimamente intesi insieme, cominciarono a farsi tra loro alcuni capi. Infra
quall fu nel quartiere di S. Spirito Giovanni di Luigi de' Mozzi, ch'era de' Priori ; in S. Croce [
Simone di Rinieri de Peruzzi, messer Lapo da Castiglione, Giovanni Magalotti : S. Maria Novella 30
Luigi di Lippo Aldobrandini, Ghino di Bonardo Anselmi, Bama di Valorino Curianni, ed in
S. Giovanni, Andrea di Veri Rondinelli, Salvestro di messer Alamanno dei Medlci, e molti
altri li seguirono, e in numero di cento o piu il sentirono; ma forse trenta da prima furono
/., iz, los i giurati. Ed ultimjimente la cosa si scoperse, perocch6' questi andarono in casa di Simone
di Rinieri de Peruzzi a giurare ; ed egli 8'infignea malato. Di che uno e altro veggendo tanto 35
costui essere visitato, presero sospetto, e andarono a' Signori e dissero che combibbia si facea
e ragunata in casa cittadini; e mostr6 queste famiglie Albizi e Ricci sentire di questa cosa
alcuno sentore. Di che costoro si ragunarono in S. Piero Scheraggio, e quivi furono circa
uomini quarantotto, e non si sarebbero ragunati, se non avieno rappoggio d'alquanti Priori
3. fosse chl ristrlgnesse] fosse qualche Prlore che restrjgnesse G. R. — 4. sua persona e] omm. A. — 5. guelfa]
««»1. A. - pro] per /. - qui] omm, I. — 6-7. vincere., .. li capltani] vlncere; priraa che 11 capitani G. R. — 7. fa-
ceTano minacci] minacciaTano A. — 7-8. onestamente .... dlceangli] onestamente quegll delle f are bianche, e pol
cominciaroao a mandare per loro e dicevono A. — 9. dlcea] rispondevono A. — 9-10. perch^.... Quegli] perchfe
non Tlnci la petizione? Quegli A. — lo. nei luogo suo] omm, A, — ii. scoperta.... Gll altri] scoperta dara nera. 5
Gli altri G. R. — 13. a panca a panca] per pancata A. — 16, quasl al buonl uomlni] omm. A. — 19. cioi] omm.
A. — 20. In palese] omm. G. R, — ai. serTltudine] schlaTitudine G. R. - e dl tanto yitupero] omm. G, R. —
34. d'aprUe] d'aprlle e marzo G.R,; I. corregge: d'aprUe e di magglo — 35. e sfette] omm. A. — 30. Castl-
gllone] CastigUone-Conetto In Caatiglionchio A ; Castiglionchio /. — 33. del Medici] omm, G. R, — 34. giuraUJ
congluratl A. — 39. uomini] omm. G. R, 10
[A. 1372] CRONACA FIORENTINA 281
e Collegi, perochfe era pena capitale a ragunarsi oltre a dodici in luogo secreto, se faccenda
spressa o speziale palese non si facesse. Li Signori s'infinsero di sapere questo; la brigata
si si risenti, e cosi ragunati andarono in Palagio, e dissero scusandosi ch'erano cittadini, e
che essi intendeano potere venire a' Signori, e pero erano venuti, che a loro parea essere
5 venduti come schiavi, che altro che Ricci e Albizi non si dicea. Di questo nacque quello
che per gli predetti ragunati era oidinato: di tenere uno consiglio di richiesti, al quale si
proponesse queste cose, e quivi ognuno consigliasse. E questi aveano ordinato chi dicesse,
chi rispondesse, chi seguitasse, e chi arringasse. Ragunato il consiglio, li Signori propuosero
che a loro erano venuti certi cittadini a dire, che raunata si facea e conventicole, e che
10 questi erano penali affari. Altri cittadini erano' venuti a loro, e diceano, ch'erano ragunati /., ix, io6
in S. Piero Scheraggio per venire a ricordare ai Signori che mantenessero ragione e libertk ;
che a loro parea che nella citta si avessero famiglie, che si voleano fare Signori, di che
ciascuno consigli. Quivi erano Albizi e Ricci, e poi delli loro aderenti assai in numero di
cinquecento cittadini, Fatta la proposta, i coUegati non volieno cominciare eglino per avere
15 Tassemplo, ed erano con ordine, e gli altri non sapeano bene lo loro ordine. Di che stato
per ispazio d'un pezzo si levo uno grande settaiuolo, e bene savio e grande, con gli Albizi
e disse : " Signori io non so che cagione sia, e possa essere, per la quale ragunata de' cit-
tadini si debba fare sl grande, come ^ questa, che non si faccia prima qui in questo palagio
e di licenza di voi Signori; e pertanto io giudico che, sia chi vuole che si sia ragunato, in
20 quale luogo si voglia, che si mandi a' vostri rettori, che ne facciano ragione secondo gli
ordini, acciocch^ sia assemplo alle ragunate„. Se la brigata gli avessero iti dirietro, cio^
gli Albizi e li Ricci e i loro amici, a confortare il detto suo, e seguito di non lasciare tra-
mezzare li giurati, il consiglio venia per gli settaiuoli, perchfe ad ognuno parea (giusto) quella
che colui disse ; e questi fu lacopo di Lapo Gavacciani. Subito si lev6 dietro uno de' mag-
25 giori giurati, ci6 fu Filippo di Cionetto Bastari,' il quale disse: " Signori, egli h vero che /., ix, 107
" circa cinquanta cittadini si ragunarono in San Piero Scheraggio, de' quali io fui uno, a inten-
" zione di fare quello che facemmo, di venire alla vostra Signoria a narrare la liberta, sotto
" che questa Terra e stata, e stare dee, e stark per vostra virtii, e non sark tanta di forza in
" certi malevoli, che si sono fatti capi di setta, a vendere gli altri come schiavi ; perocch^ chi
30 " non h di loro setta h incusato, molestato e disf atto, e chi h dell' una setta, e non h. del tutto
" come scliiavo, egli h mezzo abbandonato, e Taltra setta 1' impronta addosso. Noi ci siamo
" ragunati per essere liberi; e, o Signori, dateci libertk„. Fu costui secondato da Simone
di Rinieri Peruzzi e da messer Lapo da Castiglionchio e da molti altri de' giurati, e di loro
animo, le s^tte non seppono il riparo. Cominci6 ad andare uno giovane baldanzoso, che avea
35 nome Francesco d'Antonio degli Albizi, e disse che mai la casa degli Albizi non vollero
vendere la cittk, ma i Ricci si, che Uguccione de' Ricci avea promesso a messer Bernab6
Firenze. Levossi suso Giorgio di Ricciardo dei Ricci, e disse non era vero, ma che Checco
d'Antonio avea, andando in Ferrara e in Padova, detto a quelli due tiranni, che la casa
degli Albizi erano signori di Firenze, come quelli tiranni delle loro citth, fuori che colla
40 bacchetta. E quello udito inanim6 la brigata contro' alFuno e airaltro. E quando questi /., ix, los
doveano scusarsi ed incolpare i giurati, ed eglino infamavansi insieme Tuno contro all'allro
di loro medesimi; ma questo non avrebbe mai fatto Piero, n^ Uguccione. Vedendo in con-
tenzibne menata la cosa, si licenziarono i consigli, e andarsi con Dio Tuna parte e raltra.
I Priori furono con gli loro Collegi, e deliberarono d'eleggere due cittadini per quartiere,
7. ognuno consigliasse] ognuno dlcesse G, R. — 8. seguitasse.... Ragunato] seguitasse e chi ripigliasse. Ra-
gunato G. II. — ii. ricordare . . . . libertd] ricordare che mantenessero i Signorl ragione e liberti G. H, — 15. ed
erano] che erano G. R. — 16. d'un pezzo] omm, G. R. — 18-19. palagio e di ilcenza dl voi] palagio con diligenza
di voi G. R. — 20-3I. secondo gli ordlni] omm. G, R. — 33. settaiuoli. ... disse] settaiuoli perocchfe ad ognuno
susa {iic) a quello che colui disse G. R. ; I. corregge, semza feraltro avvtrtirlo : ad ognuno servla ; IIo aggimttt
alla lezione di A., adottnta nel teiio la farola : giusto — 33. Peruzzi] omm. G. R,
282 CRONACA FIORENTINA [A. i373j
li quali aveuero con due Grandi insieme, cio& dieci in tutto, a domandare infra' cittadini
ciascuno per lo suo quartiere, quale era la cagione degli scandoli, e quale era lo rimedio
buono a levarli. I quali cittadini furono questi, cio^....
RuBRicA 732* — Cotne furono fosti gli ordini agli Albizi ed a' Ricci, tre fer famiglia, e
fatto Vuficio de' Dieci della Liberta e moltri altri ordini. 5
Rapportato a' Signori ed alli CoUegl la cosa, si si ristrinsero insieme, ed in effetto videro
ch'era d'ammaccare la superbia degli Albizi e di loro seguaci. Ma come erano in quel tempo
negli uficj dell'una setta e deiraltra d'ogni ingenerazione, si presero balla per U consigli
/,B,iM d'e88ere li Priori e li Gonfalonieri ' e li dodici Buoni Uomini e li Capitani di Parte e quelli
Dieci che furono eletti, e questi avessero balla di fare molte cose. E molte ne vietarono, 10
ciofe: che non potessero vendere, nh impegnare la cittk, o sue forze, nh danaio toccare, non
potessero toccare le borse degli ufici, non potessero fare di Grandi popolani, nfe di popolani
Grandi, n^ di Guelfi Ghibellini, nfe di Ghibellini Guelfi; nh ribandire, nk dar bando, nh
confini fuori della citt^ a niuno e molte cose. Presa la balia, questi furono gli uomini:....
Dipoi si rinchiusero, e stettono in palagio dalla mattina infino alla notte presso a di, e 15
molte cose f eciono ; ma volentieri arebbono f atto solo agli Albizi e non a' Ricci ; ma pure
per la setta, che ciascuno guard6 salvare, molti ne vietarono degli ufici, e ci6 furono 96, ma
poi parve loro gran boccone. I savi ingannarono gli altri, e dissero : " Egli h meglio
" avere cominciato ad alcuno, e vedere quel che se ne dice ; noi abbiamo ancora tutto
"aprile balla; a torre tanti, quanti questi sono, potrebbe generare scandalo, perocchfe y'h 20
" d'ogni famiglia,. Alla perfine si diliberb che fossero tre degli Albizi e tre dei Ricci; infra
quali furono questi ciofe: Piero di Filippo, Pepo d'Antonio e Francesco d'Antonio, tutti e
/., IX, 110 tre della famiglia degli Albizi ; Uguccione di Ricciardo,' messer Rosso di Ricciardo, messer
Giovanni di Ruggieri, tutti e tre della famiglia de' Ricci. Li quali infra cinque anni non
potessero avere alcuno uficio della cittk di Firenze, salvochfe alla Parte, e che non potessero 25
intrare in niuno palagio d'alcuno rettore, nh del Comune, a pena di mille fiorini, n^ presso
al palagio de' Priori a cento braccia, ed ogni volta che f osse tratto, fosse rimesso. Feciono
che se quando fosse tratto, che se egli avesse 25 fave delle 37 de' Priori e Coilegi nere,
potesse esercitare. Ancora feciono che sempre fossero li Dieci della Libert^, e fecionne borsa:
Ancora feciono che dieci avessero balla di far fare compromessi, e che niuno cittadino 30
intrasse in palagio, se non quando si tenesse corte col palagio aperto, ed avessero i Dieci
a punire in 500 lire chi ivi entrasse. Ancora puosero le petizioni di fare de' Grandi per
ciascuno che sia ingiuriato, o vietato possessioni e altre ingiurie, si potesse dare una peti-
zione a* Signori, ch'ello fosse fatto de' Grandi : di chi facesse ingiuria, e uscisse del quar-
tiere dove abita, e non potesse intrare in casa sua, pena Grande ; e che data non si potesse 35
ritorre addietro ; ma fatta, o no, la concordia, s' intendesse andare a partito, e se avesse piu
nere fave che bianche, allotta si traesse uno per Capitudine, ed insieme udite le parti con
/., IX, m gli' CoUegi e Priori che prima aveano vinto il partito, in quello modo se da capo colle Ca-
pitudini avesse la maggior parte delle nere f ave, lo facessero Grande ; di che molti scandoli
poi perci6 ne seguirono, e molte leggi feciono in ci6. Ancora feciono borse nuove degli 40
uficl di fuori, e feciono che queste nuove andassero innanzi. Ancora che rettori forestieri
della citt^ non si traessero delle borse ov'erano, ma si facesse borsa di sindachi, che andas-
sero per essi a loro voIontL E molto erano tutti gli ordini buoni, se si fossero usati bene.
3. mojteaito i nomi — 6. R«pport»to] Rapport»rono A. — ia.13. nh di popolanl Grandi] omm. G. R. — 19. quel]
cmm. G. R. — aa. questl cloi] emm. G. R. — 36. in nluno] in alcuno A. — a8. delle 37] omm. A. — ag. eaerei-
tare] essere G. R. — 33. chl Ivi] chlunque G. R. — 34. ch' eUo] che egll A. - 37. allotte] allora G. R. — 39. aTCsae]
omm. A. — 40. percl6] omm. G. R. — 43. tutti] omm. A.
[A. 1372] CRONACA FIORENTINA 283
ma gittb mala ragione per lo male usarle. E fu fatta la detta legge e compiuta a' dl....
d'aprile 1372.
RuBRiCA 733* — Come si fuose gli ordini degli uffici, e uno degli AJbizi fu d^ Grandi.
Nel detto anno essendo per le predette cose uno cittadino molto magnificato, il quale
5 avea nome MigHore di Vieri de' Guadagni, e sl perchfe parea amico del popolo, e si perchfe
non parea amico degli Albizi; e questo apparve che egli per quistione d*uno podere di^
una petizione a Francesco d'Uberto degli Albizi, onde il detto Francesco fu fatto de' Grandi
e di ci6 Migliore innalzb, e divento nemico di loro, saIvoch'egIi era amico e compagnone di
due f ratelli, ciofe Alessandro ' e Bartolommeo di Niccolaio degli Albizi ; e perch^ lo Migliore /., ix, lu
10 Guadagni era imborsato per gonfalonieri di iustizia in modo che gli convenla per necessitk
essere di gennaio gonfaloniere di iustizia, e perchfe egli era nimico degli Albizi, s'avvis6 di
fare piii oltre che fatto non era: fece sapere ad Alessandro e Bartolommeo si partissero
da' consorti, e cosi feciono. Ma le scritture non stettono per6 in modo che stesse cosi come
bisognava, quando lo Migliore fu de' Priori ; e imper6 incontanente fece fare una riforma-
15 gione, che infra cinque anni niuno degli Albizi potesse avere alcuno uficio nella cittk, e se
infra cinque anni fosse tratto, fosse stracciato. Questo non fu, se non che se fossero stati
rimessi in capo di cinque anni, si sarebbero stati poi tutto dl compiuti e' divieti; ma strac-
ciando i tratti, quasi in cinque anni di tutte le borse uscivano ; e simile fusse di tutta la casa
de' Ricci. E in questo modo le due famiglie furono ischiuse di tutti gli ufici.
20 RuBRicA 734* — Come della Mercatanzia furono sette e fer che cosa.
Parve sempre che d'ogni novitk che Firenze ebbe, che gli artefici meno avanzassero
gU ufici e stato per la disconoscenza e ambizione. Cosl per la cacciata del Duca d'Ateni
ogni ' volta, allora e poi, non hanno avanzato stato ; e per6 come fu mosso lo stato delli Ricci /., ix, iis
e Albizi, gli artefici addomandarono piii parte. Infra le cose che ebbero a raccontare, si fu:
25 che dove erano cinque li consoli della Mercatanzia furono sette, de' quali v' ebbe due delle
quattordici minori arti, che mai pivi niuno ve n'era stato; nh era convenevole, perocchfe lo
piii degno uficio de' mercatanti d'ltalia era, ed infino di Francia e d'ogni paese d' Italia veniano
quivi a determinarsi nelle mani de' cinque della Mercatanzia, perocchfe erano cinque i piii
solenni e piu pratichi e piu savi mercatanti di Firenze. Aggiunti quelli due artefici, fu meno
30 pregiato, e ogni dl n'fe ito di male in peggio.
RuBRicA 735* — Come e chi fu ammonito.
Nel detto anno 1372 quelli partigiani non restarono per6 di seguire alla parte loro la
cattiva opinione dello ammonire contro ogni ordine di ragione. Di che quelli che furono
ammoniti in questo anno furono questi, cvoh:
35 Uberto di Benvenuto, popolo di S. Felice in Piero Fastelli Petroboni, a' dl primo di mar-
Piazza a' dl 9 d'aprile zo 1372
Sanna' di Giovanni del Sanna degli Usacchi Francesco di Bachino del Rosso, fabbro a dl /.. ix, lu
da Castelfiorentino a' dl 5 maggio primo di marzo 1372.
I. E fu] Ci6 fu G.R. - a dl....] omm. A. — 5. dl Vierl de'] omm. A. — 6. parea] era A. - egll] omm. I. —
9. cloi:] cl6 era G. R. — 14, de' Priori.... incontanente] de' Priori, ed egli incontanente A. — 19. iicliiuse] scliluse
G. R. - di tutti gli ufjci] degU uficl A. — ii. meno] omm. A. — 33. gli] omm. G. R. — 23. hanno avanzato] ayan-
zaro G.R. — 35. v'ebbe due] vi furo due A. — 37.0 d'ogni] e ognl G.R. — 38. 1 piii] de' piii G.R. — 39. Ag-
giunti quelli] Aggiuntl poi quelli /. — 30. pregiato .... peggio] prezzato, e meno pol in progresio dl tempo G, R,
— 33. scguire alla] seguire dalla /. — 36. 9 d' aprile] 8 d' aprlle A. — 38. da Castelfiorentino] omm. A, - a' dl
di raaggio] a d\ primo di marzo 1373 A. — 37-38. a dll primo dl marzo 1373] omm, G. R,
384
CRONACA FIORENTINA
[A. 1373-1373]
RuBRicA 736* — ^uesti sono i Priori dal di frinio di gennaio 1372, a di frimo di gcnnaio 1373.
l.,vt, 11»
/., IX, 115
/., u, 117
lacopo d'Alamanno Vettori
lacopo di Neri Paganelli
Niccol6 di Vanni Kacoveri
Andrea Villanl
Piero FafltelH
Agnolo di Dragonetto Ducci
lacopo di Monte, beccaio
Giovanni di Lapo Ghini, maestro
Migliore di Vieri de' Guadagni, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Giovanni
Ser lacopo di Bertoldo, loro notaio, quartiere
di S. Spirito.
Michele Giachi, fabbro '^
Filippo Attucci, fomaciaio
Torello del maestro Dino
Michele Nardi, merciaio
Pierozzo di Francesco, speziale
Salvestro Lippi, stamaiuolo
Lionardo di Neri di ser Benedetto
Filippone' di Matteo del Riccio
Niccolb di Niccol6 di Gherardino Gianni
gonfaloniere di lustizia, quartiere di S.
Spirito
Ser Filippo di ser Andrea Nerini, loro notaio,
quartiere detto.
Tommaso di Luigi de' Mozzi
Bernardo di Lapo de' Magli
Cristofano di ser Gianni, pannaiuolo lino
Niccol6 del Ricco, albergatore
Francesco di lacopo di Francesco
Pagolo di Tommaso, setaiuolo
Pagolo Bartolini, ritagliatore
Messer Lorenzo da Castel S. Giovanni
Niccolaio del Bello Mancini, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Croce
Ser lacopo Benintendi della Casa, loro notaio,
quartiere di S. Giovanni.
Giovannozzo di Francesco Biliotti
Lodovico di Banco di ser Bartolo
loanni di lacopo, tavoliere
Orlando Gherardi
Tomaso Bartoli, agoraio 5
Martino Dini, fornaciaio
Bemardo di Piero della Rena
Niccol6 d'Arrigo, tavoliere
Niccol6 di loanni Malegonnelle, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Maria Novella 10
Ser Dionisi di ser loanni, loro Notaio, quar-
tiere detto.
Gerozzo' di Nastagio Cacciafuori
Piero di Luco Marzi 15
Benedetto di Nerozzo degli Alberti
Bartolommeo di ser Ventura Monachi
Piero di Gherardo Borsi
Niccolino Corteselli
Roberto Martelli, spadaio 20
lacopo di Gaggio, tavolacciaio
Giorgio di Benci Camcci, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Giovanni
Ser Giovanni Pezzini, loro notaio, quartiere
di S. Maria Novella 25
A' dl 21 di Novembre morl Roberto Martelli
predetto, ed in suo luogo loanni di Vita,
corazzaio, fu tratto per lo tempo fu-
turo.
. • 30
Piero del Rosso, fornaciaio
lusto di Bate, pizzicagnolo
Francesco di Spinello
Tommaso di Bese Busini
Vanni di lacopo Vecchietti 35
Piero di Nuto Michi
Michele di messer loanni de' Medici
Tommaso' di Guccio Martini, lanaiuolo
Tommaso di Mone Guidetti, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Spirito 40
Ser Gino di Giovanni, loro notaio, quartiere
di S. Giovanni
RuBRiCA 737. — Come i Fiorentini fuosono fiu guernigione in Pistoia.
Nel detto anno e mese di settembre per le divisioni de' Panciatichi e Cancellieri i Fioren-
tini fecero borsa de' capitani di Pistoia, e fecervi quattro casseri oltre a quelli che v'erano e 43
piii preminenza che non soleano avere ; ove chiamavano capitano a loro modo prima i Pistolesi.
46. ove] onde G. R. La laion* del ttsto i qtiella tU A. : ore tiafer laddore - prima 1 Pistolesl] prima in PistoU A.
[A. 1373] CRONACA FIORENTINA 285
RuBRiCA 738. — Come da' Dieci della Liberta fu condannato messer Giovanni di ser Frosino.
Nel detto anno 1373 si parea alquanto essere levata la superbia degli Albizi e Ricci, e
ciascuno avea ardire a parlare per lo ben comune, e un poco si dirizz6 la faccenda. E infra
'I detto anno vi vennero alcune cose da fare menzione, infra le quali essendo de' Dieci della
5 Liberta gl' inf rascritti cittadini che entrarono del mese d'ag08to, cio f urono :
Bartolommeo di messer Andrea de'Bardi
Gerozzo di Nastagio Cacciafuori
Andrea Niccolini, calzolaio
lacopo ' di Piero Sacchetti
10 Piero di Masino deirAntella
Marchionne di Coppo Stefani
Zanobi di messer Marabottino Tomaquinci
Andrea di Pietro, corazzaio
Domenico di Filippo Niccoli
15 lacopo d'Aldobrandino di Lapo Rinaldi.
S. Spirito
S. Croce . ^- •»• "»
S. Maria Novella
S. Giovanni
Costoro, sappiendo che li 8'era a fare per roficio de' Dieci inquisizione di chi parlasse, o
attentasse contro allo stato in detti o in fatti ; questo era di loro uficio lo rapportarlo a Priori
e CoIIegi, che poi eglino n'aveano a fare fare, o fare quello che loro paresse; di che venne
a notizia airuficio che uno messer Giovanni di ser Fruosino del quartiere di S. Spirito
20 dovea avere detto, che solea in Firenze essere la famiglia degli Albizi e Ricci, che per senno
e per pratica sapeano reggere come si convenla, ma ora h venuto il reggimento in mano di
gente nuova e nimici di coloro, perch^ erano buoni; ma che lo Abate di Perugia e lo Car-
dinale da Bologna erano bene avvisati di cio ; e che questi che si stavano cosl sicuri, e avieno
il reggimento, e cacciati gli altri, sarieno ammazzati, ovvero desti col capo della scura ; e
25 e molte altre cose intorno a cio di ' che gli ufici de' Dieci Tudirono, mossersi a fare esa- /., »x. "»
minazione di cio, e fatta 1' esaminazione di queste cose, trovato essere vero, voUono ci6
riportare a' Signori, e cosl feciono. Li Signori e li Collegi vollono che i Dieci facessero una
cedola di chi era quegli. Di che fatta la cedola, si mise in uno bollettino, e mandossi al
Podesta. II Podesta fece richiedere costui, e non compari. E fu condannato in fiorini mille,
30 e sei anni non avere ufici e uno anno a' confini. Dissesi avere questa cosa gran coda, e che
era una mena degli Albizi ; li quali metteano a vedere allo Abate di Mommaiore, che era
signore in Perugia per la Chiesa col Cardinale di Burgesi ch' era signore di Bologna, e che
quegto si disse molto piuvvicamente in piii luoghi, essere li Fiorentini nimici della Santa
Chiesa. Quello che di cio apparosse fu questo, che essendo morto TAbate di Vallembrosa,
35 uno cittadino, andando a parlare alFAbate di S. Trinita, trovo una lettera postillata e cor-
retta in sul desco di detto Abate di S. Trinita del suo studio, e partendosi TAbate andando
per la camera, questo cittadino si tolse quella lettera, la quale mostrava d'essere copia d'una
lettera mandata da' cittadini, li quali erano della setta degli Albizi e uno fratello del Cardi-
nale di Firenze, il quale era nipote di Piero di Filippo degli Albizi. La quale in effetto, la
40 copia di detta lettera, conteneva in effetto questo' che cinque cittadini scriveano al Papa, /., ix, wo
significando la morte deirAbate, e supplicandolo che gli piacesse riformare quella Chiesa di
'• 1373] '37' G. R. — 5. che entrarono] omm. G.R. — ii. dt Coppo] dl Geppo G. R. — ij. dl Lapo]
0/«»». A: — 16. che li »'era] che era /. - di], omm. G.Ii. — i8. fare fare o fare] fare /. — ao. solea] toleTail G. R.
— aj. mossersi] mossons! A. — 27. riportare] rapportare A. - rlportare . . . , Li Slgnori] rlporlare ai Signorl. E co8\
rlportato li Signorl G. li. — 30. cosa] omm. A. — 33. col cardinale] e U Cardlnale A. — 33. piuvTlcaraente] pre-
mieramente A. - Santa] omm. A. — 36. desco dl detto Abate] desco deirAbatc G. R. - andando] a andare G. /?,
— 39. La quale in eiTetto] omm. A, — 40. questo che] che questl G. R,
286 CRONACA FIORENTINA [a. 13731
Abate, che fosse coofidente allo Stato della Sua Santitk, e' fosse confidente alli suoi amici
da Firenze, considerandb che la badia di Vallembrosa era, chi la tenea, da potere quasi
tenere assediata Firenze da quella parte, ed a tempo di guerra era, chi avea quella Badia
con gli altri suoi amici, potea essere quasi signore e favoreggiatore a Santa Chiesa ed altre
parole simlli a queste ; e poi conchiudeano chi egll voleano. Di che cosl ebbono questa let- 5
tera con quelle parole, dettono grande ammirazione, e fossero dl messer Giovanni, sentite e
piii oltre ; onde solo egli ne fu condannato, come detto h.
RuBRiCA 739. — Come gli Ubaldini si diero o* Fiorentini, e tolsero alcune loro castclla.
Nel detto anno, la state, veggendosi i Fiorentini aversi alquanto levato la euperbia, e
fatto di gran fatti sopra i cittadini, e sentendosi di fuori gli Ubaldini, li quali teneano 14 ca- 10
stella nelle Alpi, e temendo della Chiesa, che si era adampiata, che gi^ tenea lo Patrimonio,
/, M. 131 il Ducato e parte' della Marca, e suggiogava tutti li Signori di Ih, e prosperava in Bologna,
signore di gran parte di Romagna, e tenea Perugia ; vedendo tutto di gli scatuzzamenti, che
si faceano in Firenze, e gli Ubaldini si faceano amici e provvisionati delli Legati di Bolo-
gna, e tutto dl faceano rubare i pellegrini ed altri — diciesi per lo mondo che neiralpe dei 15
Fiorentini si rubava, e gli Albizi in sino a questo dl gU aveano mantenuti — onde per bene
fare a* passanti, ed ancora alla infamia porre rimedio, cercarono come potessero essere al di
sopra degli Ubaldini. Venne loro alle mani che uno conte Ugolino di Francesco degli
Ubaldini gli fu morto uno suo figHuolo da Pieraccio del conte Pazzino degli Ubaldini, donde
pensando alla vendetta dello suo figliuolo, accostossi co' Fiorentini, e dife loro due sue castella. 20
I Fiorentini feciono otto uficiali, li quali furono questi qui di sotto
E subito feciono loro capitano di guerra Obizzo da Monte Carugli, e mandarlo Ik nell' Alpe
a Firenzuola, la quale era gi^ rimurata, e qui con sollecita guerra in effetto tomo con trionfo
il dl di santo Luca a' dl diciotto d'ottobre con vittoria, che niuna fortezza, nfe villa era
/., K, J2J rimasta agli Ubaldini neirAIpe. Ed oltre a ci6 fu morto per trattato Tano degli Ubaldini ' 25
in Frena in uno suo castello da' suoi fedeli, che '1 dierono, ed ebbono danari e preeminenze.
E preso fu in persona Mainardo di degli Ubaldini nel suo castello del Frassino, e
fugli tagliato il capo in Firenze in sul muro del cortile del Capitano per lo Podestk; ch^ lo
Capitano e lo Assecutore non lo vollono fare eglino, perchfe diceano, non vedere esser preso
con ragione e essergli tagliato il c.apo. II quale benchfe in quello anno avesse avuto bando 30
per la tolta di Monte Collereto a' Fiorentini, diceano che non era stato preso in lo terreno
del Comune di Firenze, ma nello suo proprio per forza menato a Firenze. Messer Giovanni
da Roncofreddo, podestk, non cosl sottile guatb, ma letta la condannagione, ove detto h, gli
fece tagliare il capo. Le castella degli Ubaldini, che furono tolte loro, e poi per ispazio
d'aIcuno tempo furono disfatte, fuori che tre, furono queste: Monte Gemmoli, Frena, Caprile, 35
Roccabruna, Tirli, Monte CoUoreto; queste sono le castella delle Alpi degli Ubaldini. Queste
sono le castella de' poderi degli Ubaldini : Lozzole, Vigiano, Castello Lione, Momigno, Val-
dignelli, Frassino, Susinana, Cerigniolo. Oltre a questi furono infino per Taltra guerra di-
sfatte due altre castella, ciofe fue Belmonte e le Pigniole nelle Alpe ; e tutti i loro fedeli
feciono ricomperare' i loro fitti perpetui, e liberargli, e feciongli franchi dieci anni da ogni 40
/., IX, m f azione reale e personale.
RuBRiCA 740* — Come furono eletti ragionieri, li quali avcssero a vedere le ragioni del Co-
mune, i quali fecero de' gran difctti,
Nel detto anno essendo le cose ne' termini prosperi, furono eletti quattro ragionieri
3. era] omm. I. — 6. parole . . . . e fossero] parole parve darc grande ammonizione G. R. — 6-7. sentite e pli
oltre] omm. A. — i8. dl Francesco] omm. A. — 21. qul dl sotto] omm. G.R. — aj. loro] omm. I. — J8-30. muro
raglone] rauro del CapiUno; e l'assecufore nol volle fare lui perclife dicea non vedeva fusse preso a raglone A. —
35« fuori queste] fuorl clie alcune cioi A. — 36. Alpi degU Ulwldinil Alpi prese agil Ubaidini /.
[A. 1373] CRONACA FIORENTINA 287
straordinarj con grande balk, e furono eletti alcuni che vacaro, Tuno per Dodici e raltro
per Priore; ma quelli che feciono oficio insino a'di 17 di Marzo furono questi cioh:
Bemardo di Piero de'Bigliotti per lo quartiere di S. Spirito
Piero di Masino degli Antellesi per lo quartiere di S. Croce
5 Melchionne di Coppo Stefani per lo quartiere di S. Maria Novella
Giovenco di messer Ugo da Filicaia per lo quartiere di S. Giovanni
Questi ragionieri molti cittadini chiarirono a restituire danari al Comune ; infra' quali
chiarirono Giovanni da Uzzano in quindicimila cinquecento fiorini per beni de' rubelli ; e
pero gli fu fatto con volontk de' detti ragionieri del doppio in che era fatto chiarito fiorini
10 circa quattromila, che ne pagb circa undicimila; perocch^ la metk era la vera sorte' de* quin- /., «, i24
dicimila, e molti danari altri assai a' cittadini. Ancora chiarirono che il conte Guido dei
conti Guidi figliuolo di il quale tenea Diecomano, che di ragione pervenia, ed era
del Comune di Firenze, ed ebbesi la tenuta ed ancora Gattaia e Belforte di Mugello, che
esso conte Guido tenea; sentendo che' ragionieri erano per chiarirlo, 8'accord5 collo Co-
15 mune, ed ebbe tanti piii amici coi suoi doni e presenti, piu che 'I Comune, che egli lo
vendfe al Comune, ch'erano del Comune, e fu pagato; di che i ragionieri sdegnarono forte
di ci6. Ancora chiarirono Totto di Filippozzo, che tenea il contado del Pozzo in Valdi-
sieve, e renderlo al Comune con novanta fedeli, e cosi rende. Molti gran fatti pervennero
alle mani de' predetti ragionieri di cose occupate del Comune, le quali averebbono dato circa
20 fiorini cinquantamila al Comune. Se non che le preghiere passano i nuvoli, e secondo Salo-
mone dice che li doni acciecano gli occhi della mente, li Priori cominciarono a ci6 che'
ragionieri facieno a volere che disputassero di ragione ci6 che facieno, e: " Oggi venite e
" domani udiremo „. Di che vedendo i detti ragionieri turbarsi ruficio, allentarono. Ed ancora
uno sdegno che nacque fu questo, che Alessandro di Bartolommeo degli Aibizi si partl da*
25 consorti, e fece segno ed arme per s^, e non potea per6 avere' gli ufici, se non come gli /., ix, us
Albizi, e secondo la riformagione a punto di ragione. Era una legge posta addosso ai ra-
gionieri che ogni ragione, la quale fosse imposta a' ragionieri per Toficio dei regolatori, se
egli non la spacciavano infra venti dl, cadeano i ragionieri in gravi pene. Onde li regola-
tori avendo una tamburagione di Bartolommeo e Alessandro di Niccolaio d' Ugo degli Albizi,
30 che erano, per tre ufici che avieno avuti, corsi in pena di mille fiorini per uficio, veduta la
tamburazione subito commessa a' ragionieri, eglino la feciono vedere, e vollonne consiglio con
quattro gran dottori forestieri, e a ragione non gli poteano avere tolti li detti uffici. I ra-
gionieri gli chiarirono in fiorini tremila e in lire sedici, che aveano avuto del gonfalonierato,
e le loro chiarigioni mandavano a' rettori, ed eglino gli condannavano, e facieno Tesecu-
35 zioni. Mandata questa a uno messer Bernab6 Magaluffi, lombardo, podestk, i Signori a peti-
zione d'Alessandro e Bartolommeo disputarono co' ragionieri questa chiarigione, e basto piii
d'un mese. Li ragionieri sdegnati, compirono il loro uficio. II Podestk predetto, quando gli
avea a condannare, lasci6 uscire i ragionieri, e assolvettegli. Non avea per6 balla, perocchfe
dovea condannare, secondo che gli era mandata la inquisizione. Per grande forza di danari,
40 ch'erano ricchi di centomila fiorini, feciono che tutti i giudici di Firenze' soscrissero, ch'e' /., ix, ij6
poteano avere gli uffici. Con danari, che dierono al Podestk e al suo collaterale, furono
assoluti, che con tutti li consigli avuti non gli potea assolvere, perocchfe aveva a fare secondo
la chiarigione. Cost6 questo loro fiorini settemila e pid, e questo so io di certo. E il Co-
muae non ebbe sua ragione.
4. degll Antellesi] deirAntella A. — 6. da Fillcala] della Stufa A. — 12. figlluolo dl ....] omm. A. — 13-14. ch«
esso] che 11 A. — 18. e renderlo al Comune] omm. A. — 31. dlce omm. G. R. — »$. non potea] non potieno A. —
28. egll] omm. A. — »9. tamburagione] tamburata G. R. — 32. 11 dettl uffici] li ufi G. R.; II fiorlni /. — 33. gli chiari-
rono] la chlarlrono G. R. — 35. Mandata] ma andata /. - potesti] omm. G. R. — 37. complrono] compluto A., G. R.
S — 38. avea a condannare] dovea condannare A. — ^i.dlerono] di& .A - podeiti.... e al luo] podeiti, • quetto 10 lo
dicerto, eai »uo] G. R. — 4J-44. consIgU.. . . E II Coraune] contlgll non gll potea astolvere che con loro fiorinl
aettemlla o pi6. E 11 Comune G.R.
288 CRONACA FIORENTINA [AA. 1373-1374]
RUBRICA 741' — Come si fece la loggia dclla fiazza de' Priori, e quanto costb.
Nel detto anno 1373 di febbraio, veduto che quando i Priori intravano, 0 si davano i
gonfaloni, e piovesse, conveniva che si rinchiudessero li Signori e '1 popolo in S. Piero
Scheraggio, piccola chiesa a tanto servigio, e per6 deliberarono allato alla Moneta (Zecca), e
tolsero certe case di Dino di Geri Tigliamochi, e quelle feciono con altre case de' Baron- 5
celli disfare, e fare una magnifica loggia, la quale h braccia.... larga e lunga braccia....,
ed fe v61ta in volta, e dicesi gostasse circa ventimila fiorini d'oro.
RUBRiCA 742* — Come si fece la camfana grossa, e gittossi due volte.
Nel detto anno e nel mese di febbraio, essendo la campana grossa de' Priori rotta nei
labri, si divis^ una maggiore, che pe86 libbre venzettemila, e fu misurata spanne ventotto in 10
/., ix,ii7 bocca; e ricolossi' due volte per non essere bene formata. E in effetto il dl di carnasciale
and6 insino a mezza via in sul palagio.
RuBRiCA 743* — Come e chi furono gli ammoniti in questo anno.
La setta degli ammoniti pure seguia, e feciono grande ammonire, e in questo anno furono
ammoniti molti cittadini di nome, infra' quali furono questi, ci6 furono: 15
A' dl 12 di settembre: Andrea di Pacchio degli Adimari
Bemardo di Salvestro Buonfigliuoli
Piero di Migliorino
A di 21 di febbraio: Bemardo di Guccio di messer Tedici degli Adimari
Lamberto di Zucchero Gianni 20
A* dl 24 di febbraio : Ser Alvizo del maestro Sinibaldo
lacopo di Vanni da Petrognano
A' dl 26 d'aprile: Vieri di Berto di Vieri di messer Ugo degli Scali
Bernardo di Paolo di Luti Corbizi
Francesco, vocato ser Pucciano de' Cerchi. 25
RuBRiCA 744* — ^testi sono i Priori dal di frimo di gcnnaio /J7J a' d\ frimo di gen-
naio 1374,
Francesco di Bindo Ferrucci Manetto di ser Ricciardo
Niccol6 di Bocchino Rimbaldesi Francesco di Lippo Antinori
Marco di Bellaccio, beccaio loanni di ser Rucco, lanaiuolo ^^
Francesco Pepi loanni di Francesco Magalotti
Lionardo di messer loanni degli Strozzi Beraardo di Piero, maestro,
Stoldo di messer Bindo Altoviti Salvestro di loanni, pizzicagnolo
Antonio di Spigliato, pellicciaio Niccolo di Geri di Geri 35
Matteo di lacopo Arrighi Neri di Bencivenni, orafo
Filippo di Cionetto de'Bastari, gonfaloniere Lionardo di Niccol6 de' Beccanugi, gonfalon.
di lustizia, quartiere di S. Croce. di lustizia, quartiere di S. Maria Novella.
Ser Casciotto di Giovanni Casciotti, loro no- Ser Bindo di ser Spigliato, loro notaio, quar-
taio, quartiere di S. Spirito. tiere di S. Croce. 40
'• '3731 "37* G. R. — 3. convenlva] lacunn G./t.', bisognava /.; /. ia sufpUto eHdgntemenie ia lacuna diG. R.
senxa ferh avern» fatto memione. — 6-7. loggia. ... d'oro] loggia in volta. Dlssesl cost6 fiorini ventimila, o piii A.
— 9. anno .... essendol anno e mese .... cssendo A. — 9. nci labri] 0»»««. A. — 10. divis6] divise /. — 10-11. venxet-
temila.... E rlcolossi] venzettemila, e su venzette spanne delle mie in bocca con grande spanne, e rxolossi U.R.
— II. bene formata] bene fornita A. — 12, insino a mezza ria] omm. A. — 14. ammonire] ammazzare G. R, —
15. ci6 furono] omm. A.
[AA. 1373-1374]
CRONACA FIORENTINA
289
N1CC0I6 di Lappozzo, vasaio
Tommaso di Piero di Nuccio Pari^
Mariotto di Simone Orlandini
Dino di Geri Tigliamochi
Guccio di Cino Bartolini
Ser Niccolo di ser Ciuto
Ricco Taldi, calderaio
Benci di Cione, maestro
Andrea di Veri Rondinelli, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Guido di ser Grifo, loro notaio, quartiere
di S. Croce.
Piero Ghini, corazzaio
Andrea di Tile, maestro
Francesco di Caccino Ricovesi
Francesco di Naddo de' Bucelli
Simone di ser Gianni Siminetti
Meo di Bartolo de' Cocchi
Francesco di loanni Giani, speziale
Tommaso Bartoli, pellicciaio
Lippo Dini Tinghi, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. Spirito
Ser Francesco Lapi di Castel Fiorpntino, loro
25 notaio.
Agnolo di Neri Vettori
Ugolino di Bonsi, speziale
Matteo di Dolce, calzolaio
RuBRicA 745* — Come fu grandc morialita,
30 Nel detto anno 1374 era fama d'una mortaUth dell' usata pestilenza dello infiato deiran-
guinaia, o sotto il ditello, e viviesene tre o quattro di il piii alto. Nel generale era stata
in tutte le parti circunstanti d'intorno grandissima, bene che ove maggiore e minore; ma nel
generale parve essere morto il terzo della gente, 0 delle bocche, nelle circunstanze. E molte
favole e novelle se ne diceano, come di simili cose 8'usa di parlare. Comincid in Firenze
33 di marzo, e a poco a poco seguit6 la cosa per modo che a settembre o a ottobre quasi
poco o nuUa v'era della detta pestilenzia; e non fu niuna Terra in Toscana, ove del tanto
meno gente morissero che in Firenze; perocch^ morirono circa settemila bocche, che ve ne
era a quel tempo sessanta milia, o piii. Ma diessene ancora la utiliti al fuggirla, ove era
stata, perocchfe la maggior parte' della gente con gli ligliuoli e mogli uscirono di Firenze, e
40 andarono ad abitare in Terre. E niuno era, che avesse di che fare le spese, che non se ne
andasse. Fecionsi molti ordini di non sonare campane, nh porre paghe, nfe portare piii che
quattro torchi, e non vestire piii ch'e' figliuoli di nero. Ancora feciono riformagione sopra
Spinello Donati, pianellaio
Donnino di Sandro Donnini
Giovanni di Bingieri Rucellai
Domenico Ciampelli, speziale
Bartolommeo di Lorino Bonaiuti
Nofrio di Giovanni di messer Lapo Amolfi,
gonfaloniere di lustizia, quartiere di S.
Croce
Ser Alessandro di messer Ugolino, loro no-
taio, quartiere di S. Giovanni.
Niccolino di Consiglio, ritagliatore in luogo
di Giovanni di Bingieri assente
Giovanni di Francesco d'Andrea
Nozzo di Vanni Manetti
Matteozzo di Piero de' Raffacani
Francesco Vigorosi
loanni di Gherardino, maestro
Pace di Cino, coreggiaio
Cantino d'Agnolo
Bernardo di Cecco Spina
Giorgio di messer Francesco degli Scali, gon-
faloniere di lustizia, quartiere di S. Maria
Novella
Ser ' Niccol6 di ser Zanobi, loro notaio, quar- a, ix, ui
tiere di S. Spirito
Luigi di Giovanni da Quarata.
/., IX, 13]
30-31. dello Infiato dlteUo) omm. A. — 3». partl] omm. G. R. — 33. gener«Ie .. . . morto) genernlc erfl morto A.
— 33-34- niortc... Comincl6] morfo un tcrzo (Ulle circustanze. ComIncl6 ^. — 35-41. dl marzo. ... Fec!oni! moltl
ordini] dl marzo e fin\ per tuf.o otfobre; e mor\ settomila bocctie; che ve n'cra in Fircnze in quel fcrapo si-9san-
tamila, o plCi. E fu minore In Firenze che nel contado assal, e funne raglone le famlglle assal che higgirono
dove era stata. Fccionsl moltl ordnl A, — 38. ove era stata] gwtle^arole $eguono in G, R. la farola Terre della
l, 40. Con la icorla di A, ho fatlo quctla Irat^osixione
T. XXX, p. I
19.
290 CRONACA FIORENTINA [A. 1374]
a chi fuggla, che se £o8«e tratto a ufid, fosse stracciato, se infra dleci di non veniase all'uficio,
e corrcMe in pena di cinquecento lire, e poi avesse divieto agli altri ufici; e intorno a ci6
aasai cosc feciero da non farne menzione; epperb taccio.
RuBRiCA 746' — Come fu cattiva ricolta e carestia grande.
Nel detto anno intervenne grandi piogge di novembre e di dicembre, di che fu catliva 5
ricolta; e per questa cagione si provvide a Firenze a mandare per grano in molti luoghi di
fuori, perocch^ in Italia in molti luoghi fu fame non che carestia, e perd6 quell'anno il Co-
mune circa sessantamila fiorini, perocchfe il grano venla di langi e caro, e vendevaai vile.
Ed in Italia fu carestia in ogni luogo; per lo provvedimento si fece a Firenze fu piii vile
che in altro luogo d'ItaUa, e non valse mai piu di lire tre lo staio di libbre cinquanta; cosl 10
A, IX, 133 se n'ebbe tanto, che se' ne avanzb, tantoch^ poi si fece di dicembre dare a'cittadini a forza,
che si guastb. E questo fu {chc -per) la detta carestia, Tanno seguente ordinossi si facesse
sementa di miglio, vedendo questa cattiva ricolta; sicchfe la carestia fu nello gennaio e feb-
braio 1374 ancora tutto aprile seguente.
RuBRiCA 747' — Co7ne scurb la luna. 15
Nel detto anno del mese di settembre scurb la luna in sulla prima ora della notte, e
bastb qxiasi un'ora innanzi che fosse tra oscurata e chiarita.
RuBRiCA 748' — Come furono tolte certe tenute a^ Grandi, e foi rendute.
Nel detto anno li Priori, che f urono di novembre e di dicembre, essendo infra loro uno
gonfaloniere di lustizia, il quale era il primo uficio che avesse mai avuto di Collegio, pe- 20
rocchfe erano stati Grandi, e furono popolani al tempo della cacciata del Duca d'Atene — questi
era d' una famiglia del quartiere di S. Maria Novella, ed avea nome Giorgio di messer Fran-
cesco degli Scali — a costui era stato ammonito uno suo consorto l'anno passato, come ad-
/., IX, 134 dietro f acemmo menzione : ci6 fu Vieri degli Scali ; onde costui era in sospetto ' non facessero
a lui lo simile, come gl' intervenne ; ma, trovandosi gonfaloniere di lustizia, perocchfe dei 25
Grandi, quelli ch'erano Capitani di Parte, due per volta, e de' ventiquattro ve n'erano sei,
e per questa cagione perch^ messer Benghi e altri Buondelmonti e altri Grandi perorarono (?)
contro a ci6 fare ammunire il consorto, fu proposto messer Benghi Buondelmonti, e dei
Bardi vi furono; di che fece una riformagione fare il detto Giorgio degli Scali, gonfaloniere
di lustizia, che niuno Grande potesse avere niuna tenuta o Terra o fedeli, o dove fedeli abi- 30
tassero, che a loro di ragione fossero loro, si comprassero per lo Comune giusto prezzo.
Molto piacque; ma mai si misse a secuzione a loro tempo: a mano a mano entrarono nuovi
Priori, e per gli amici e parenti valsero le preghiere, e di subito si rivoc6 la riformagione.
3. asaai co«e .... taccio] assal cose da non farne menzione percid in qnesta nostra opera G. li. — S- gnind'
plogge] gran plova A. — 6. In molti luoghi] In ogni luogo A. — lo. d'ltalia] omm. A. — 14. ancora] omm. A. •
«eguentej emm, A. — 17. oscurata| uscurita A. — 19. dl dlcembre] omm. A. — »1-23. questi era.... A costul]
questi era Giorgio dl messer Francesco degli Scali. A costui A. — »3-24. corae. ...ci6 fuj come appare Indietro:
e cl6 fu A, — js-j6. del Graadi] gli Grandl A. — j6. e de' Tcntiquattro] e i ventiquattro A. — 37-29. e per questa S
cagione.... Di clie fecej il fasso alquanto guasto i eo^ modifieato da /.; e per questa cagione vi era niesser
Benghi e altri Buondelmonti e dei Bardl e altri Grandi e messer Benghl era ancora proposto di detti Capitani,
quando gll fu ammonito il consorto. Di clie fece /. La lezione del trsto e quella <U A. che corri^^nde a G, R. Di
dubbia lettura i la farola perorano di A. e peroraro di G. R. — 30-31. abitassero . . . . fosscro loro] abif.issoro che
a loro di nuUa fosse obbllgata e quelle che di raglone fossero loro G. R. — 33. ma mal] ma non si G. R, — 10
33. e di sublto sl riTOc6] e rirocossl G. R.
[AA. 1374-1375]
CRONACA FIORENTINA
291
RuBRiCA 749* — Come scr NiccoJh di ser Ventura fu cassato, e -perchi.
Nel detto anno era nella cancelleria uno ser Niccol6 di ser Ventura Monachi, lo quale
era stato cancelliere de' Signori molti anni, ed era nel vero leale uomo, ma perchfe' voHe essere
ammonito, molto era nimico di questa setta che ammonieno. Di quelli di quella setta era stato
5 uno Bonaiuto di ser Belcaro de Serragli tre anni addietro Priore, ed avea tolti ad aiutare uno
certo comune di certe gravezze ; onde si disse costoro {avcre) ricevuto il beneficio (poichfe) al
detto Bonaiuto dierono certi doni. Di che il detto Bonaiuto ne fu tamburato allo Esecutore,
e quasi che condannato. Di questo nacque grande bisbigHo, perch^ fu libero e non con-
dannato ; e chi in suo f avore e chi contro. Dissesi : ser Niccolo cancelliere predetto avergli
10 nociuto quanto pot^, e assai noia gli potfe fare, essendo cancelliere; onde, trovandosi lo detto
Bonaiuto gonfaloniere di lustizia con li suoi compagni del mese di marzo e d'aprile, lo
cassarono. Parve gran fatto, perocch^ grande aiuto avea, ma sconoscente uomo era e fasti-
dioso per chi avea a fare con lui e di pagamenti ingordissimo : molto gli nocette. E ci6 fu
assai grande ammaestramento a chi lo 8econd6. Fu in suo luogo un ser Coluccio da Sti-
15 gliano di Valdinievole.
/., IX, 135
RuBRicA 750* — ^icsti sono i Priori da d\ -primo di gennaio 1374. a' di -primo di gennaio 1375.
Stefano di Lippo, lanaiuolo
Niccol6 di Bono Rinucci
Agnolo di Berto Cecchi
20 loanni' di Lapo Corsi, setaiuolo
Marco di Giotto Fantoni
Lodovico d'Adoardo degli Acciaiuoli
Zanobi di loanni Marignolli, albergatore
Miniato di Nuccio, funaiuolo
15 lacopo di Dino Guidi, gonfaloniere di lusti-
zia, quartiere di S. Giovanni
Ser lacopo Ambruogi, loro notaio, quartiere
di S. Maria Novella.
20 Stetano del Rosso, fabbro
Tommaso Brancacci, linaiuolo
Bernardo di ser Ridolfo Pretasini
Bonsignore di Spinello
Francesco di ser Benincasa, stamaiuolo
25 Giorgio di CoUino Grandoni
Francesco di Neri Fioravanti
Galeazzo di Tommaso Baronci
Bonaiuto di ser Belcaro Serragli, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Spirito.
30 Ser Francesco di Vanni Muzzi, loro notaio,
quartiere detto.
Boninsegna di Filippo de' Malchiavelli
Matteo di Bonaccorso Alderotti
Dino di Nuccio, coreggiaio
Santi del Ricco, vinattiere
Temperano di Manno del Chiaro
Gagliardo di Neri Bonciani
Nuccio ' Martelli, setaiuolo
Francesco di Buto, scodellaio
NiccoI6 d'UgoIino de' Giugni, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Benedetto di loanni Ciai, loro notaio,
quartiere di S. Giovanni.
Maffeo di Vanni
Piero Bini
Simone di Rinieri de Peruzzi
Agnolo di Piero de' Covoni
Ghieri di Chele, albergatore
Branca d'Amerigo, beccaio
Giovenco di Daniello Arrigucci
Francesco di ser Santi Bruni
Luigi di Lippo Aldobrandini, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Bartolommeo di ser Bonaiuto da Rignano,
loro notaio, quartiere di S. Croce.
Tommaso di Mone Guidetti
Gentile di Lippo Belfredelli
Niccol6 di Filippozzo Soldani
Donato Busini
/., IX, 13«
I., IX, 137
3. moltl annl] bene annl . . . . {lacuna) G. R. — 6-7. st dlsse .... ccrtl d'- ; . ' iie costi II servlxlo al detto Bo-
naluto dietro certl donl G. R. — ii. e d'aprlle] omm. A. — 13-14. Ingordiu.ir.j Fu In tuo luogo] Ingordls-
tlmo; fu molto grande ammaesfraniento a chi renira dletro a lul. Fu In tuo luc^o ^
^^ C^ONACA FIORENTINA [A. iwj)
Glannozzo di Strorza degH Strozzi FUippo di Spinello da Mosciano
Bardo di Guglielmo degli Altoviti Andrea di Segnino Baldest
Giovanni di Mone, biadaiuolo Cipriano di Lippozzo de' Mangioni
/, «, m Francesco' di Bartolo Baldoni, bottaio Benincasa di Michele Ristori
Matteo di Federigo Soldi, gonfaloniere di lu- Fuligno di Conte de' Medici 5
stizia, quarliere di S. Giovanni Uberto di Schiatta Ridolfi, gonfaloniere di
Ser Piero (U aer Stefani Cagciani, loro aotaio, lustizia, quaniere diS. Spirito. Fu assente.
quartiere di S. Maria Novella. Niccol6 di Bocchino, gonfaloniere di lustizia,
quartiere di S. Spirito
Feo Benini, pizzicagnolo Ser Tommaso Aldobrandini, loro notaio, quar- 10
Tieri di Paolo, maniscalco tiere di S. Croce.
Lapa cU Dino de' Toloaini
R.UBRICA 751' — Came si -prese in questo anno la Uga di messer Dernabh e con gli Comuni
di Toscana; e la comfagnia di messcr loanni Aguto venne a Firenze.
/., K.i» Nell'anno 1375, essendo restata la mortaliti, e tornati i cittadini a Firenze, ed essendo' 15
etata la gran carestia, e poco o niente grano si trov6 in Firenze e nelle terre del contado,
di che essendo lo Cardinale . . . . (lacuna) a Bologna, signore per la Chiesa, ed a Peru^a
r Abate di Montemaggiore per la Chiesa, signori, s' intesero insieme lo Cardinale e 1' Abate,
e chi dice di volontk del papa, per introdotto della setta degli Albizi, i quali v'aveano il
Cardinale, e chi dice della setta dei Ricci, insieme con loro. Ma come ch'ella si fosse 20
e donde procedesse, lo Cardinale di Bologna scrisse a' Fiorentini : conciosiacosacchfe f osse in
triegua collo signore di Melano, messer Bemabb, e non avesse di che pagare li soldati, egli
aignificava a' Fiorentini che messer Giovanni Aguto, inghilese, farebbe compagnia, ma dove
i Fiorentini gli volessero prestare centomila fiorini, o almeno sessantamila, ch'egli li potesse
pagare, che quella state non scenderebbono a Firenze. Tenutosi di ci6 ragionamento a Fi- 25
renze, vidono che non era altro che per voler mugnere di danari Firenze, ed oltre a ci6 di
volere poi dire un'altra volta il simile, di che non era tempo da prestare; onde si gli fu
/., ut, 140 mandata solenne ambasciata per risposta, dicendogli che non era possente ' il Comune a ci6.
Di che di giugno messer Giovanni Aguto si partl da Bologna, e vennene per 1' Alpi, e prima
per le fiumate, e capit6 a Gaburatto, neirAIpi de' Bolognesi con Fiorentini in su' confini. 30
I Fiorentini veggendo che il Cardinale mandava loro questa gente addosso per dire: "io
far6 ardere loro le ricolte, e ho fatto il divieto, poi affamati io sar6 signore di Firenze , —
tutto ci6 veduto per gli Fiorentini, e trovato che in Prato si trov6 uno trattato che messer
Giovanni Aguto dovesse avere Prato per uno ser Piero da Canneto, di presente si pensarono
d'accordarsi con messer Giovanni Aguto, e diergli centotrenta miglia' di fiorini, e cosl 8'ac- 35
cordarono con lui, e diergli ogni anno di provvisione mentre vivesse fior.... {laaina). E
cosi venne dalto Stale, e scese sul contado di Firenze, e pass6 in su quello de' Pisani; fece
rimedere {ricomfrarc) i Pisani e i Sanesi, e andonne nella Marca, e poi a Bologna ritom6.
Parve che generalmente si dicesse che fu di palto da lui al Cardinale, che le paghe facesse
17. dl che] slcchi G, R. - taaiica il noma i* G. R. » A. sufflUo da /.; SanfAgnolo Guglielmo di NotcI-
letto — 19. di volonti del Papa] dl volonti della Chiesa cloh del Papa G. R. — »3. Aguto] Aucut G. R. - mm]
»mm. A. — 34, gll] lo G. R, - prestare.... ch'egU] prestare il meno fiorini 60 ooo, che egll ./<. — 35. non scende-
rebbono] non s'anderebbono G.R. — 36, altro] a loro G.R. — 37. slj omm. A, — 29. vennene] venne G. R. —
30. Gaburattoj Tapuraccio G.R, — 33. ho] omm. G.R. — 34. Canneto.... pensarono] Canncto, prete, si pensa-
rono /.; Canneto di.... (lacuna) prete si pensarono G. R. La lezione del teslo i quella di A.;forsef*rh »0» i Juor
di luogo crtdere, che la laeuna di G. R, sia da eolmare con la farola presente; « cli» il testo S'a da correg-gere: ter
Plero da Canneto, prete, di presente si pensarono. — 37. su quello dei Pisani] In quello di Pis.i A. — 3S. rlme-
dere.... andonnc] rimediare Pisa e Siena, e andonne G. R. — 39. che le paghc facesse] chc sc per le paghe facesscro /.
tA. 1375] CRONACA FIORENTINA k^%
ricomperare i Comuni di Toscana, si fossero mezzi loro e mezzi si scontassero delle paghe
che avieno avere. Se fu vero,' questo non si us6 mai piii, che la Chiesa di Roma andasse /.. ix, ui
in compagnia facendo rimedere i Comuni e' Signori. Vedutosi questo in Firenze, feciono lega
i Comuni di Toscana e messer Bemabb, e fecero otto uficiali con grandissima e piena balia.
5 RuBRiCA 752* — Come si fece lo uficio della dalia, e fu attanagliato ser Piero da Canncto,
e furono fatti ufficiali sofra la Parte.
Nel detto anno 1375 nel priorato di luglio e d'ag08to, veduto che lo giugno passato
per san Giovanni messer Giovanni Aguto avea cavalcato a Firenze, e il trattato si scoperse»
e fu preso ser Piero da Canneto, e fu attanagliato, nonostante che fosse prete; comech^
10 certi dissero non essere vero il trattato; ma rimanga (il vcro) in suo luogo; cosi and6. Furono
eletti — acciocch^ il Comune non pagasse quello che de' Pastori della 'Chifesa a torto avieno fatto
pagare a' Fiorentini a messer Giovanni Aguto — elessero otto cittadini con gran balk a porriB
danari a' chierici per difendere la cittk di cui e da cui e come a loro fiacesse, e sopra
quali chiese, o persona ecclesiastica. Onde posero una prestanza, che se ne dovesse rendere
15 ogni anno tanto, che fossero restituiti quelli che s'accattas8ero ; onde si dice che n'accatta-
rono per f orza, o per amore,' iiorini novantamilia, o piu. Furono gli ufEciali a ci6 etetti .... /., «, lu
E simile fiu-ono eletti otto cittadini, i quali ebbono una grandissima alturith e balia a farfi
lega, guerra, pace, e a potere spendere ci6 che volessero, e non si avesse a vedere ragione
di loro, e a potere vendere e impegnare rendlte e generale balla, come tutto il Comune in
20 molte cose. Questi furono gli eletti:
Quartiere di S. Spirito: Giovanni Dini, speziale, Alessandro di messer Riccardo de' BardL
Quartiere di S. Croce: Giovanni Magalotti, Andrea di messer Francesco Salviati.
Quartiere di S. Maria Novella: Tommaso di Marco degli Strozzi, Guccio di Dino Gocci.
Quartiere ' di S. Giovanni : Marco di Fedferigo Soldi, vinattiere, Tommaso di Mone, biadaiuolo. /., ix, 1«
25 Questi otto uficiali fecero pure i maggiori fatti che mai infino a quello dl si facessero.
RiraRicA 753' — Come si fecero fiti voltc ufficiali sofra forre a' freti, e c&ine fecero ribeU
lare Terre alla Chiesa. *
Nel detto anno 1375 vedendo che la lega era fatta, te chfe pt^stahzte ^r pagare ^dici
centinaia di lance non bastava a' soldati, che rincrescea pagare ai cittadini, e che ^er difetto
30 de' Pastori della Chiesa la gente si tenea, fecesi uficiali a vendere gli avillari delle chiese,
e poi a porre loro prestanze alle chiese, e poi a vendere le possessioni delle chiese. Veden-
dosi in lega questi uficiali della balia, cercarono d'essere lasciati stare da Pastori della Chiesa;
mandarono ad Orvieto ed a Viterbo, ed in effetto essendo ad Orvieto le sfette, si tennono modo
che Orvieto si rubeI16 con ordinamento di detti uficiali della balia. Poi le pii castella si
35 rubellarono, e oltre a ci6 tennero modo co' Perugini che si rubellarono dairAbate di Mon-
temaggiore, ed in' effetlo a' di 8 di dicembre si ribelI6 Perugia. Questi otto fecero una ban- /., «, 144
diera, la quale era tutta rossa con lettere a traverso, come quelle di Roma; ma questa ban-
1 -2. mezzi loro . . . . Se fu vero] mezzi loro e mezzi delle paghe chc avieno avcre si stentaMcro ; »e f u vero G, R, ;
/. modifica cosi il pano: mezzi loro e mezzi per le paghe che avieno avere, /«f ci^ qumlt »i stentancro; »e fu vero /.
— 3. facendo rimedere] a fare rimedere A. ; rimediare /. — 4. e plcna] 0««»». G. R. — 7- ne' priorato] ne' Prlori A.
— 8-9. trattato .... Canneto] trattato in Prato che Ser Piero da Canneto G. R. — 11. ele»»ero] fnrono eJettl /. —
15. tanto] lacuna A. — 17. alturitS] omm. G. R. — 18. voiessero . . . . ragione] volc»»ero sanza rcndere nluna rtt-
ginoe A. — 19. come tutto il Comune] come al Comtme A. — »3. Marco] Matteo /. — 34. TOmnia»o] Giovannl /,
30. avillari] arredl /, — 37. la quaie era] 0m. A,
294 CRONACA FIORENTINA [A. 13751
dlera dicea " LibertJi , lettere bianche. E molte Terre che si rubellavano si voleano dare
alli Fiorcntini, e mai niuna ne vollero; ma mandavano la bandiera della Libertk, e facevanle
libere. Di che questa cosa fece molte Terre liberare di mano della Chiesa, e poi alcuno tiran-
nello 81 levava, e rientravavi dentro, pure alla Chiesa erano tolte. Di che per questa cagione
il Papa fece scomunicazione dei nominati cittadini, ciofe i Priori e li CoUegi e li Otto della 5
balla e chi avesse niuno uficio nella cittk di Firenze. Formato lo processo, e fatta la
richiesta, e posto lo intradetto, si mand6 a difendere il detto processo mcsser Donato dei
Barbadori, il quale francamente fece contro al processo; ma nuUa valae.
RuBRicA 754* — Come si mandb in Francia e tiella Magna a scusarsi dcgli abominj dati ai
Fiorentitti, e come il Pafa scomunicb chi riiencsse i Fiorenttni. 10
Nel detto anno il Papa scomunicati i cittadini, e fatto che fosse scomunicato chiunque
/., nt, I4S ne ritenesse niuno, e piii : che chi potesse ' de* suoi beni torre nuUa, f osse suo, come di sco-
municati ed eretici. Molti danni vennero a' Fiorentini per lo mondo, e molti ne furono disfatti,
e gran tesoro perderono i Fiorentini; e abomminb il papa per tutto il mondo i Fiorentini,
come ci6 fu, perch^ volea cacciarli d'ogni reame. Fu mandati ambasciatori allo Imperadore 15
e in Francia e in Inghilterra, e ove fu fatta accusa; e la Reina Giovanna promisse di non
cacciare i Fiorentini, ma se pure cacciarli convenisse, farebbe loro quattro mesi termine ;
ma non l'osserv6, chfe non dife loro che quindici di, e grandi danni ne ricevetteno i Fio-
rentini per la sua fidanza data. E pertanto in Vinegia e in Pisa furono ricettati, nonostante
ogni comandamento e interdetto fatto. Questi fu papa Ghirigoro XI, uomo, il quale in sua 20
vita nipote di papa Chimento, fu giovane di quindici anni quando fu fatto cardinale, e insino
al (dl che fu fatto papa si disse essere stato vergine e di santa vita; non lo mostro molto
nelle opere contro a' Fiorcntini, o vero che la ingiuria fosse si grande a lui e alla Chiesa
fatta per gli Fiorentini, ch'egli era, o vero gli parea, licito a fare ogni cosa contro a' Fio-
rentini, perocchfe i Fiorentini gli fecero perdere ci6 che tenea in Patrimonio ed in Cam- 25
pagna e in Romagna e in Toscana, siccome per addietro e innanzi appare.
i.,tx,\u> RuBRicA 755* — ^elW che furono ammoniti in qucs^ anno.
Nel detto anno 1375 seguendo la detta forma dello ammonire e guastamento della nostra
cittk furono ammoniti gl' inf rascritti :
A' dl 18 d'aprile: Bartolo di Martino Peruzzi 30
Vita Pasquini Nuti de' Rapucci da Bacchereto
Michele di Pagno di Ventura.
A' di 14 di maggio: ser Tommaso del maestro Piero Giotti da San Gemignano
Giorgio di messer Francesco degli Scali, a' di 6 di novembre.
Del quale Giorgio nacque grande ammirazione in tutti li cittadini, e fu quella cosa che fu 35
principio del guastamento del buono e bello reggimento; imperocch^ il detto Giorgio di pro-
genie e stirpe guelfissima fu sempre, e giJi per gli Fiorentini e Parte guelfa nelle guerre dei
Fiorentini contro a' Pisani e' Ghibellini fu sempre gran maestro e confidente a' Guelfi; ma
per lo sdegno che ricevette contro del consorto che fu ammonito, come addietro h. fatta
menzione, rubrica 748, esso Giorgio alquanto sparlava. Era uomo di grande ardire e di 40
4. erano tolte] era tolta G, R. — 5. de! nomlnati] dl nominati G. li. — 16. fatta accusa] fatte scxwe G. R.
— 30-ai. uomo.... vlta] omm. A. — 31. fu giorane] era giorane A. — 33. fatto] omm. A. — 34. licito a fare] lieto
afiare G. R. — 33. 14 dl maggio] 13 di maggio /. — 39-40» addietro.... esso] addietro ^ scritto, esso G, R. —
40. Giorglo. . . . Era] Glorgio al partlto spariva. £^a G. R.
[A. 1375] CRONACA FIORENTINA 295
sottile ingegno e di gran ' vedere ed uomo scientifico. Di che quelli partigiani si presero /., ix, ui
gran sospetto di lui, e perchfe negli uficj era, temeano : " 8'egli si trova in luogo da nuocere
"alla Parte, lo f ark , ; e percio l'ammonirono. Onde li Guelfi, che non erano di quell'animo
e non piaceva loro queirammonire, molto si turbarono; e ciascuno dicea: " Questi fe Guelfo
5 " ed fe ammonito, e non se ne fa nulla; cosl faranno oggi a te, domane a me; questi ordini
" fecero per ammonire i Ghibellini e non i Guelfi; questo si vede che chi non vuole dire come
" loro, sia ammonito „. E molto sbigottiro e temettero; e quelli partigiani vedendo aver fatti
si gran fatti e non esserne nuUa, troppo piu d'ardire e di presunzione presero, onde ogni uomo
tremava di loro. E per certo non era si Guelfo, che gli paresse essere sicuro, se non dicea
10 quello ch'essi diceano. E tali li diceano: " Bene fate; ammonite,; chh di ci5 crepavano e
tutto per paura; e quando passava il collegio de' Capitani, erano piii per la citth scappucciate e
trarre di berrette, che a' Priori. E teneano modo d'arrecarsi gente a casa, perocchfe assai fosse
ghibellino, che essi non lo tenessero, e adoperasserlo per guelfo, se abbaiava per le piazze e
per li palagi in favore loro, e se era de' Priori, e favoreggiava a loro modo, per guelfissimo
15 lo teneano, e cosi assai era guelfo, che se non facea' per loro, ogni dl lo tramestavano, di- /., ix, u»
cendo egli e nato di luogo che, non che ne fosse nato, ma non lo avea mai udito ricordare.
E cosi si guidava la Terra in malo stato.
RuBRicA 756* — Come si rubellb Bologna.
Neiranno del 1375 a dl 20 del mese di novembre gli Otto della balla, essendo stimolati
20 da molti, e ancora da loro medesimi e d' intorno, da fare forma alla liberagione delle Terre,
che si teneano per la Chiesa, si s' immaginarono che Bologna era quella Terra, ch'era di
bisogno a trargli di mano, perocchfe molta quantitk di danari ne traevano, e ancora molti
sussidj, ed a freno teneano tutta Romagna. Diliberossi questo di di mandare alcimo segreta-
mente per alcuno amico del Comune e nimico di quelli Pastori. Infra gli altri che venneno
25 segretamente furono quegli da Loiano e de' Bianchi, e compuosesi con loro la faccenda, e
non venne per5 fatto. Ma poi con questi medesimi si fece la faccenda coUa gente da piede
^ e da cavallo, che vi si mand5 in gran copia, e rubellossi, e tom5 a libert^. E lo Comune
di Firenze vi mand5 gente assai e ambasciadori a riformare la citth e dar loro gli ordini, e
intrarono in lega. Quello di che si rubellavano fu nelFanno 1375 a' di 20 marzo 1375.
30 RuBRicA 757* — Come^ fosto lo intradeiio, si fecero molie comfagnie e lattdi in Firenze e /., ix, h»
di uomim e di femmine.
Nell'anno 1375, avendo lo Papa posto lo 'ntradetto, ed ossejrvandosi per tutto il contado
e la cittk, awenne che parve che una compunzione venisse a tutti i cittadini, che quasi in
ogni chiesa si cantava ogni sera le laude, ed uomini e femmine infiniti v'andavano; ed era
35 s) gran cosa le spese vi si facea di cera e libri e cose necessarie, ch'era gran fatto; ed
ancora s'andava ogni dl a processione coUe reliquie e canti musichi con tutto lo popolo dietro;
ed ogni compagnia facea battuti in tanto numero, che v'erano infino a fanciulli di dieci anni,
e ccrto piu di cinquemila battuti, quando si facea processione generale, v'erano, e ventimila
persone o piu seguiano la processione, e dal vedere lo sacrificio del corpo di Cristo in fuori
40 pivi divoti e piu cattolici in stare in chiesa a prediche, a orazioni e a digiuni, che quando si
I. scientlfico] santifico G.R. — 4. Questl h} Costui h A. — 10. tall 11 dleeano] tall diceano loro /. — 11. col-
legio de' Capitani] collegio del cittadini G. R. — 13. tene$sero e adopcragierlo] tenessero ed operasierlo G. R, —
13-14. e per li palagi] omm. A. — 32. molta quantitA] gran quantitii G, R. — 34. che Tcnneno] che vi erono A. —
39. lega.... marzo] lega. Rubelloronsi a' d\ 30 dl marzo A. - nell'anno] nel detto anno G, R. - 1375] omm. G.R,
— 3;. battuti] battenti G. R. — 38. battuti] battentl G, R.
^^6 CRONACA FiokENTlNA [k. lafftj
^cea 1* uficio della messa noh erano mal per ogni uno cento, Ancofa si mowero molti giovanl
nobili e ricchi, e si convertirono, e feciono loro conventicule a Fiesole, e facieno loro limo-
/., iz, ijo iine, e quivi in dlgiuni e In orazioni ' dormieno in «dla paglia e in terra, e cotivtrtieno p«b-
catrrd, e Vestienle, e menavanle a Fiesole, e facieno loro limosine, e munisteri rimuravano,
e non si vergognavano molti ricciii giovani sprezzarsi, e abbandonare lo mondo, e andare a 5
accftttare per le povere persone convertite. Ed era questa cosa sl dilatata, che ben parea che
volessero vincere e aumiliare il Papa, e che volieno essere nbbidienti alla Chiesa.
RuBRicA 758. — Come si corse Paenza fer la Ckiesa, e rubossi generalmente tutta la dtth,
e messer Giavanni Aguto Vebbe, e s^arriccM.
Nel detto anno 1376 a' dl 24 di marzo, esssendosi rubellata Bologna, e essendo in Faenza 10
per la Chiesa messer.... {lactina), sentendo che alcuna cosa si cercava per rubellarsi, non-
chfe sapesse ; di che mand6 per messer Giovanni Aguto, e si lo ihise dentro, e la cittk mise
a saccomanno, e chi fu presci de' tertieri, si ricomper6. Oltre a ci6 tutte le donne furono
presie, e tenute per loro femmine da' soldati inghilesi. E dissesi che detto messer.... {la-
cuna) stava in sulla porta, quando le femmine se n'andavano, che assai se ne partirono, 15
poichfe furono lassate per alcuni caporali, a cui rincrescea, o forse non ne volieno tante, nk
/., IX, 151 vecchie, nh rustiche, il detto' dicea: " Torna addietro; questa sia buona per la masnada,,.
E poi ancora non sofferse che li monisteri delle religiose monache si salvasse, ma cosi a
iacco e al vizio della lussuria fufono date come le mondane. Questo parve stranissimo, e
di c\h il Papa non cur6, e non mostr6 al predetto messer.... avere mala voglia niuna di 20
taQta inaladetta e disonesta operazione.
RuBRicA 759* — Come venne la hrigata de^ Brettoni in Italia fer venire a Firenze, e con
loro venne lo Cardinale di Ginevra, e gli ambasciadcri andaro a Vignone al Pdfa.
i^el detto anno 1376 parve agli Otto della balla predetti avere fa'tto assai alli Pastori, e che
quasi non si potea fare piii, che aver perduto la Chiesa ci6 che avea in Italia; di che per 25
questa cagione deliberarono di mandare ambasciadori al Papa e di cercare pace. Q6 fu
commesso; li quali ambasciadori furono questi:
Messer Alessandro di.... deirAntella
MeSser Pazzino di meSser FrancCsco degli Strozzi
Michele di Vanni di ser Lotto. 30
Partironsi k' dl due di gingtio 1376 fe poco di profitto feciono, e tornaronsi, e qnasi che
/., XX, 15] non fu loro mancato il fealvacondotto, e avuto villania nella persona. Tutto questo era' piuttosto
per operazione del Visconte di Torena {TurcnneT) fratello del papa, lo quaie avea di^isato d'e8-
sere Sighore di Firenre, e diede ordine di mandare in Italia una compagnia di Brettoni, H
quali in quelli tempi 8'erano partiti daila guerra dello Re di Francia e dello Re d' Inghil- 35
terra, e venuti a Vigrione, e quivi patteggiati col Papa si partirono, e promissono di essere
per san Giovanni di Giugno a Firenze, e con molte minacce profferendo di pigliare per forza
Firenz6. Di che per questo loro detto avieno disegnato in su d' una tavola di gesso tntta la
citt^ e li prominenti luoghi, dicendo: "Qui far6 rostello del Visconte, qul porr6 il cassero,.
I. tnal] MiAk. G. JR. — 2. 't fkciino Ibro llmotlne] o»im. A. — 4. rimtiravano] mnrtvtino G. R. — 10. anoo
1376] anno 1375 A. — 10-11. BolOgna . . . . Sentendo] Bologna, ed essendo In forza per la Chiesa messer.... in F»enia
sentendo /. — ii. che alcuna] alcnna G. R. — ii-u. rubellarsi.. .. di che] rubellarsi, parve ch'a8tentis«e ; di che
G. R. — 15. ifava in] omm. G. R. — 30. Michele di Vinni dl ser Ldtto] Michele Vanni Castellanl A. — y. Jwco
dl profitto] poco profetto G. R. — 38-39. di gesso.... citti] di gerto a Flrenze tutta la dtta G. >?. S
[A. 1376] CRONACA FIORENTINA 297
E poi quando era loro detto non essere Firenze da pigliare per forza, diceano, che se il sole
intrasse in alcuna Terra, essi v'entrerebbono, e prenderebbero per forza. Di che veduto questo
gli Otto providono a cio, e ordinaro di soldare, e richiesero la lega, ed afforzarsi.
RuBRiCA 760* — Come fu messer Ridolfo da Camerino cafitano della genie fiorentina, e
5 come i Brettoni tentarono di venire a Firenzc, e non foterono, e di cib che fecero gli Otto.
Nel detto anno sentendo la venuta de' Brettoni, e parendo i Fiorentini essere molto
ignudi' di gente e di valoroso capitano, 8'ingegnarono d'avere uomo valoroso; infra' quali /., tx, i53
li Malatesti non poterono corrompere contro la Chiesa, salvo in promettere tion essere contro
la cittJi di Firenze, ne palese, n^ segreto, nfe contro al Papa per gli Fiorentini. Messer Bar-
10 tolommeo da Smidaccio da Sanseverino promisse essere contro ad ogni persona, e intr6 in
lega. Messer Rudolfo da Camerino intro in lega, ed accett6 la capitaneria, e venne in Fi-
renze a' di 10 di luglio 1376, di che messer Bartolommeo fu male contento, perocchfe erano
nimici, e se vi fosse intrato messer Rudolfo in prima di lui, non vi sarebbe egli intrato
poi. Accettato messer Rudolfo si paftl di Firenze colla gente della lega, infra' quali furono
15 cjrca settecento lance, che quelli di messer Bemabb non vollero essere contro alla Chiesa
p-er gli patti della lega, mentre fosse in triegua colla Chiesa. Di che rimase in Firenze la
gente di messer Bernab6; di che la gente de' Fiorentini era in tutto intomo di duemila lanze;
ravanzo era ad Ascoli della Marca, dove era assediato messer Comes, nipofe che fu del
cardinale di Spagna. E per lo Ducato e Patrimonio in aiuto a quelli ch'erano incontro alli
20 Pastori della Chiesa giunsero i Brettoni a Bologna per passare in Firenze. Gli Otto, come
detto e, savissimi uomini e proveduti,' ebbono in Bologna uomini, li quali di luglio si riten- /., n, i54
nero per modo che non andassero in sul Fiorentino, con cercare trattato di dare Bologna
alla Chiesa. Ci6 era tutte parole per tenersi qui a bada per conducerlo al soldo della lega,
e ultimamente ancora contro a messer Giovanni Aguto; cercarono di tenerlo a bada, accioc-
25 ch6 non si facesse prima con gli predetti Brettoni, perocch6 era cosa pericolosa a lasciare
di quelle due compagnie fare una, e da non essere niuno rimedio al guastamento d'ItaHa.
E per certo buona previsione fu, ma non sarebbe potuto ci6 osservare, se non che la Chiesa
non avea da pagargli, ed avea perduta Tentrata; di che non avendo e non aspettando, Si
ritornarono i Brettoni in Cesena ed in Castrocaro ed in altre Terre; onde quando li volea poi
30 raandare in Toscana non poteano venire; e molti cavalli guasti e morti per li lunghi viaggi,
e pertanto mai in Toscana non venhono.
RuBRicA 761* — Come i Fiorentini si fresono giuridicione in Romagna, e ferderono quella
che avieno in Portico di Roinagna.
Nel detto anno trovandosi in Romagna, ciofe i conti Guidi, il conte Francesco figliuolo
35 del conte Ruggieri da Doadola, il conte NiccoI6 ed il conte Giovanni, il coiite' Ahtohio, figlioli /., ix, i55
del conte Bandino da Monte Granelli ed il conte Antonio da Bagno e messer Azzo degli
Ubertini e Francesco da Calvoli, tutti venuti in queiranno nella lega, cominciarono a guer-
reggiare certe Comunanze di quella provincia, infra le quali era la Galiata, che sono sette
castella, e Modigliana, ch'fe uno castello di novecenfo uomini colle ville, ed il Cornraolo,
40 ch'era del conte Ruggieri del conte Salvatico. Essendo queste fortezze, il Comune di Firenze
imprese contro a' predetti conti, ch'erano in lega, non oppressassero costoro, 8'elli volessero
3. ordinaro.... richlesero] ordlnaro dei ioldatl e ricWesero G Jt. — lo. Smldacclo] Smiaucclo /. — ii. !nfT&
in lega ed] omm. A. — i^-iS- lega.... lance] lega con lance A. — 3i. uollilnl] omm. A. — 33. C16 era] erano A.
- bada.... lega] bada di conducerlo al $oldo colla lega G. R. — 33-»5. lega.... Brettoni] lega accia non si facc«»e
una con il dettl Brettoni A. — as» »» facedso prima] ki face»$e lega prima /. — 38-39. »• ritomarono] si ritennono
G, R. — 30. vcnlre] ire A. — 34. cioi] oinm. A.
298
CRONACA FIORENTINA
[AA. 1375-1376]
venire nella lega. Di che vennero, c furono liberi, salvo che i caaseri principali dovesse il
comune di Firenze guardare, e cosl fu. E Primalcuore si prese contro Amerigo di messer
Giovanni d' Alberghettino, e fu libero dato al comune di Firenze, come cbsa tolta al suo
nemico. Per la quale cagione parve lo Comune dal proponimento addietro toccato disviarsi;
perocchfe non avea voluto inlino a qui alcuna cosa imprendere per sfe; questo non era per6 5
pigliare per s^, se non che quanto a sicurth. E questo fece, perocchfe per quella via, tenen-
dola aperta e sicura, mai fame avere non potea Firenze, perocchfe quindi venne sempre in
Firenze grano di Romagna. E similmente presero n liberth San Benedetto dell' Alpe e Ca-
/., tz, iM stello deirAlpe, e furono liberi in loro uficio e comune,' come a loro paresse a reggersL
Infra questi termini narrati nacque infra certi figliuoli del conte Bandino ed il conte Fran- 10
cesco del conte Ruggieri predetti quistione. La quale quistione, come collegati, udita per
gli Otto della balla, parve al conte Francesco essere favoreggiati i figliuoli del conte Ban-
dino, suo avversario. Lo detto conte Francesco avendo in Portico buono e grosso castello,
piii che altro delle dette montagne e fiumare di Romagna, molti amici, infra' quali v*era
uno Matteo di.... del detto Portico, ordinb che il detto Matteo ribell6 il detto Portico, 15
e grid5: "Viva la Chiesa„. Saputo questo a Firenze, subito si provvide di soccorso, il
quale fu dato a ci6 messer Benghi Buondelmonti con trecento lance ed il figliuolo del
conte Guido a sua compagnia; li quali feciono sl fatta operazione nel detto luogo, che chi
disse, lo figliuolo del conte Guido, perch6 gli fu tolto Diecomano, Gattaia, Monforte e Co-
rella, di consentimento degli uomini di quelle castella ; onde lo venderono a i Fiorentini per 20
le proferte che i loro uomini faceano al Comune, come detto ^ addietro rubrica 740, si per
disfare quelli villani, mostrando che non fosse tempo d'andare, ma d' aspettare in queste pre-
/., IX, 157 dette ville delli predetti castelli, per disfare di vettovaglia e di strame' quelli villani, come
gli venne fatto; e chi dice che messer Benghi era male contento della guerra, e ogni dl
volea ammonire da s^, e era male contento d'ire, s' indugib tanto che Portico si foml di 25
Brettoni per la via di Cesena; e lui non vi potfe entrare; nondimeno molti dissero che se si
fosse fomito colli paesani che avrebbero avuti, e Tavesse bene stretto, lo averebbe avuto.
Ma quale si fosse la cagione, o le dette, o non sapere piu, o credersi fare meglio, segul
quelli che si partirono, cio^ le trecento lance de' Brettoni; onde ancora quelli non seguirono
in modo da volersi, ma stettersi, e logorarsi il bestiame, la vettuaglia, lo strame degli amici, 30
ch'erano per le ville a sacco, come se di nimici stati fossero, o peggio, e disertarono quello
paese, e mai Portico non vi vidono. Poi quando non ebbono piil che logorare, essi si tor-
narono a Firenzo con poco onore e fama del Comune e loro e con grande danno degli amici
del Comune.
RuBRlcA 762' — ^uesti sono i Priori da* di frimo di gennaio 137$ a' di frimo di gen- 35
naio 1376.
/., IZ, isi
NiccoI6 di Geri de* Soderini
Azzolino di ser Viviano
loanni d^Arrighetto, legnaiuolo
Bartolommeo' del Bellaccio, beccaio
lacopo di Bernardo, ritagliatore
Bartolo di loanni Siminetti
Anibaldo di Benci Camcci
Andrea di messer Ugo della Stufa
Lapo di Duccio de' Bucelli, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Croce 40
Ser loanni Cambini, loro notaio, quartiere di
S. Giovanni.
10. narratl] omm. A, — 11. predetti] omm. A. — 13. suo aTversarlo] suol avversart G. R. — 19. Monforte] Bel-
forte /. — ai. rubrica 740] omm. A. — 35-36. 9' indugid . . . . noadimeno] s'ladugi6 tanto che in Portico non
poti intrare al soccorso, dl clie elll guidara, perocchfe treccnto lance di Brettoni erano venuti da Cesena, e for-
nito di gente Portlco; nondimeno G.R. — 36-38. nondimeno.... cagione] nondimeno raolti dissero che se si
fosse fermo col paesanl che arrebbe avuto; ma quale si fusse la cagione A. — 38. o credersi fare meglio] omm.
A. — 3^ seguiroao] segu\ G. R. — 31. dlsertarono quelio] e disertato quello A.
[A. 1376]
CRONACA FIORENTJNA
299
lacopo di Lutozzo
Bemardo di Castello da Quarata
loanni di Mugnaio di Recco da Ghiacceto
Bonaccorso di Lapo Giovanni
5 lacopo di Pagolo, maestro
Giovanni di Salvi Vespuccia, funaiuolo
loanni di Ventura, merciaio
Nofrlo d'Attaviano del Voglia
Niccol6 di Giovanni Malegonnelle, gonfalo-
10 niere di lustizia, quartiere di S. Maria
Novella
Ser lacopo di ser Zanobi Paoni, loro notaio,
quartiere di S. Spirito.
Bonaccorso di Rucco Pitti
15 Giovanni Dini, speziale
Niccolb di Vanni Ricoveri
Francesco di ser Donato Fazi
Andrea di lacopo Collini Grandoni
loanni di Giano, setaiuolo
Giovanni' di Rota, fornaio
20 Batino Cambiuzzi, maestro
Biagio di Bonaccio de' Guasconi, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Giovanni
Ser Michele Vestri Contadini, loro notaio,
quartiere di S. Maria Novella.
25 Giovanni Ciari, rigattiere
Firenze del Pancia, calzolaio
Bartolo di ser Tino, tavoliere
Cocco di Donato Cocchi, lanaiuolo
30 Lionardo di Bartolino Salimbeni
Filippo d'Ugo, speziale
lacopo di Giani Gherardini
Nofri d'Andrea di Neri di Lippo
lacopo di Bartolo Strada, gonfaloniere di lu-
stizia, quartiere di S. Spirito
Ser NiccoI6 Manetti, loro notaio, quartiere
di S. Giovanni.
Priore di Feduccio di Cione Falconi
Bongianni Pucci, speziale
Simone di Lapo Corsi, fornaciaio
Orlando del Chiaro, fabbro
Recco di Guido Guazza
Tommaso di Meglio Fagiuoli
Marco di Bandino da Filicaia
Niccol6 di Giovanni de" Cerretani
Massaiozzo' di Pietro Rassacani, gonfaloniere /., ix, i60
di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser NiccoI6 di ser Serraglio Serragli, loro
notaio, quartiere di S. Spirito.
Ridolfo di lacopo Ridolfi
lacopo di Neri Paganelli
Buonaccorso di Vanni, orafo
Giovanni di Lapo Niccolini
Cecco di Giandonato, vinattiere
Ristoro di Cione, maestro
Alessandro di Niccol6 degli Albizzi
Duccio di Giovanni, sellaio
Ghino di Bernardo Anselmi, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Domenico Allegri, loro notaio, quartiere
di S. Croce.
/., IX, 159
RuBUicA 763* — Come a Bologiia fu quistione e menati tratiati, dove convcnne che messer
Ridolfo ragunasse gente, c fu fatta giustizia di quelli ch'cntraro, e da qucllo dt innanzi
semfre vi furo ambasciadori e gente d'annc del Comune.
35 In questo medesimo anno certe famiglie di Bologna tennero trattato da dovere col Car-
dinale detto di Ginevra per dargli Bologna; di che sentito questo messer Ridolfo, che era
I^, fu col Capitano, che fu messer Giovanni Mangiadori' da Sanmignato, e presi quelli del /., ix, i6i
trattato, a parecchi fu tagliata la testa, ed alquanti ne furono confinati. Poi si partl messer
Ridolfo d'ottobre, ed i Bolognesi riformarono Bologna, e richiesero gli Otto che sempre vi
40 stessero due ambasciadori sl alla guardia della gente deirarme e sl allo loro consiglio. Di
che cosl facea il Comune continuo; di che fu' io uno di quelli e Filippo di messer Alamanno
Cavicciuli; e se non fussimo stati noi coUa gente, che sentimmo il trattato, certi che volieno
mettere i Peppoli dentro, che non era altro che mettervi messer Bemab6 Visconte, Signore
36. detto] omm. A. — 40-41. Di che.
poH) 1 popoU G.R.
FUlppo] dl che fu Melchlonne Stcfanl e FlUppo A. — 43. 1 Pep-
Sdft Cronaca fiorentina tA. 1376)
di Melano, aubito ftitto la gtstite db^li albetghi fummo alla piazza, e tentt«iftol& tiShtb che
1 gonfaloni trawiero, e allora alquanti ne furono confinati. E questo fu per quella volta la
salvazione di Bologna; e perchfe non h nostra materia di punta, lo taccio; ma cod fu per
essere guasta Bologna.
RuBRicA 764* — Come si tenne tnodo a romfere la comfagnia eU mcsser Giovanni Aguto, e 5
soldossi fer gli Fiorentini farte di essa, ferchi non si acconciasse con gli JJrettoni.
Era messer Giovanhi Aguto in Faenza, ricco di denari e fomito di vettovaglia, ed essendo
/., iz, ui 11 vemo venuto, *d a' Bretton! inaacava' l6 podere del venire in Toscana, 8i pensarono di
richiedere messer Giovanni Aguto, o forse astuzia di messer Giovanni Aguto fu, perchfe avea
brigata che non si contentava di lui, ed egH non si contentava di loro. Di che sentendo 10
questo gli Otto, mandarono a Melano ed a Bologna, e ciascuno promise di torre la Bua rata
di settecento lancfe e di trecento arcieri ; poi segretamente si stuzzic6 con messer Filippo Puer
Grandente Giamberivech e messer Giani.... (lacum) i quali conducessero la gente, Ed
ebbono la presta e promessa di ventidue fiorini per lancia fino a ventiqnattro, e mai non ai
era usato lA gran soldo. Ci6 si fece per rompere la brigata. Ora messer Bernab6 non la 15
volle la sua parte ; convenne a' Bolognesi torla ed a' Fiorentiai. Di che fu grande spesa, ed
ebbe lo Comune a soldo allora lance d' ogni ragione .... (lacuna) e pfcdoni bene miHe
e balestrieri genovesi ben trecento. Questa era incomportabile spesa; ma era tanto lo trionfo
de' Fiorentini, li quali si vedeano fuoti del pericolo di venire sotto i Pastori della Chiesa,
che ogni cosa comportavano in pace. Tocc6 a' Fiorentini delle predette lance, che non ne 20
poterono conducere i detti caporali, piil dtigentoquindici lance con novantadue arcierL E
questo 80 io che li feci scrivere, essendo, come di sopra nella prossima mbrica dissi, in Bolo-
gna per lo Comune insieme con Filippo di messer Alamanno CavicciuU.
A, tx, 1*3 RuBRiCA 76d* Conie^ e chi Jurono ammoniti in questo anno.
In questi tempi che le cose andavano prospere, tuttodl tomava di Francia, d' Inghilterra e 25
d'ogni provincia gente mercatantij i quali a petizione della Chiesa, com'fe detto, erano scac-
ciati e mbati e con grandi lamentazioni. Di che, corae detto h, quella maledetta tignuola,
la quale ogni dl rodea, cioe lo ammonire per volontk ed a torto alcuna volta per setta,
cominciarono a trarre fuori un modo largo di dire : che gli Otto della balla guastavano Firenze,
e non voleano pace, e che per certo Firenze non potea piu, e che qui non era altro rimedio, 30
che lo ammonire, e sollicitavaho i capitani, e quando era ammonito ttno, e quegli stava alla
scala del palagio deHa 1'arte, una brigata di giovani, quando scendea dalla scala ninno am-
monito, ed e'gli diceano; 'Or va', fa guerra colla Chiesa e „, picchiavangli le panche dietro,
facevangli le coregge dietro colla bocca, e cosi infino a casa lo rimetteano, e peggio gli parea
lo scomo che il danno. Di che quest'anno furono ammoniti grinfrascritli, cio^: A' dl 24 35
^i maggio: Beltranlo di Piet-o Davanzi. A' di 22 d'agosto: Francesco di messer Guido di ser
/.,ix, 164 Guerriahte. A' di' 19 di novembre: Beraardo di Cecco Spina Francesco del Baschiera della
Tosa. A' dl 29 di dicembre: ser Bonare di ser Piero Arrigucci, Filippo d'Ugo, speziale,
Gugrielhio d'UgoImo Stracciabende. A' dl 15 di gennaio: Niccol6 deirAmmannato Tecchini,
3-4- perehi.... Bologna] omm, A. — 13. Grandente] grandemente G. R. - La laeuna h »«£^ata ioUanio im
G.Jt. — 14. lancla.... mai] lancla e fiorini due dl proTTisione per lancia clie mal A. — 17. La lacuna i itgnata
>oh 1» A. — 17-18. pedonl.... Questa] pedoni 1500. Questa A. — 19. pericoio.... Cliiesa] pericolo del sottomettersi
alla Chiesa ^. — aa. scriTere..,. in Bologna] scriTere io Melchionne Stefani in Bologna A. — 33. InsJeme....
CaTlccitiH] <imm. G. k. — 1$. d' Inghillerra] omm. A. — 36. gente] omm. A. — 38. bgni di] omm, A. — 39. gli Otto
delU] gU uomini della G. R. — 34. faceTangli] omm. G. R.
\A- 1376] CROI^ACA FIORENTINA 301
Giovanni di Riccardo de' Cerchi, aer Albizo, di ijaes^r FiUppq ^a. B^rberino, Ej^fl^dj^ 4^
Sandro di ser Amadore.
Di costoro fu grande il bisbiglio, e come queste cose fossero giust?, ^empr^ 4i notte
questo ammunire si faceva.
5 RuBRicA 766* — Come furono hvate le ■petizioni -per gli Priori, e non fu altri con loro.
Li predetti ammonitori deliberarono insieme che, veduta la condizione degli Otto della
balia, e che con loro concorrea ogni persona, che non era di setta, ed a cui dispiacea l'am-
monire e quasi tutti gli artefici, si diliberarono che due cose spegnerebbe lo loro ardire:
1' ammonire e lo levare quelle petizioni, delle quali h narrato dietro rubrica 732 che puosero
10 l'ordine dei Cinquantasei, cio^ che chi facesse ingiuria ad alcuno meno possente, egli po-
tesse dare la petizione di fare lo ingiuriante de' Grandi per la maggiore parte' delle fave /..ix, m
Ibianche. E certo la intenzione di chi le puose non fu alla fine di quelli che IHisavano male,
perocchfe eirera ridotta in luogo che chi avere aveva dieci lire di piccioli prestate, ovvero
venduto sua mercanzia, dava la petizione di fare de' Grandi il suo debitore. Questa certo non
15 fu la vera intenzione nello effetto delle parole di riformagione; ma pereh^ ogni cosa non si
pu6 per iscrittura sprimere, si si usavano male, ed ancora si si usava, che chi, gik h cen-
t'anni, avea a dare al padre, o bisavolo d'uno, quegli trovava una carta e dicea: " lo debbo
" avere dalli tuoi passati cento fiorini „. Quegli, che non sapea lo fatto, cercava, non trovava,
non sapea rispondere ; lo dimandatore se n'andava a' Dieci della Libert^, e facealo richiedere ;
quegli comparia, addimandava compromesso, e se non lo avea, correa coUa petizione per
farlo dei Grandi, abbelliva la faccenda, e per farla grave, dicea: "lo addimandava a com-
" promesso ; non lo volle, ma dissemi ingiuria, e percossemi, e puose mano al cohello, e sl e'
' la fece ,. E cosl aggravava Tingiuria. II buono uomo convenia per non essere fatto Grande,
facesse compromesso; avea a fare altro, non volea piatire col piatitore, dava le reni,
25 ed airalbitro lasciava dare del suo in luogo ove si conveniva; e nonostante ci6 pure la pe-
tizione convenia ire a partito, se avesse o licito od illicito dato a' colui, che addimandava /., «, if6
tutta sua domanda. Onde le famiglie correan gran rischio per gli peccati vecchi, o per le
tirannie della Parte, o per avere mala boce in capitolo correa rischio di non rimanere
Grande, ed ancora se non rimanea, l'era preso senza colpa, dava materia ad un altro dargli
30 un'altra. E come che io dica, s'u8ava male, facea paura, ma mai torto non fu fatto a niuno
che Grande fosse fatto, che mala fama non avesse de' delitti commessi, ma non per processo
per la propria m^teria di che avuta avea la petizione contro. Ma come che la cosa si fosse,
andavano lo martedl e lo venerdl a partito, e quasi niuno dei detti due dl pon era che nu-
mero non ve ne fosse, e non ne incappavano Tanno {Pamo^ due, se non fosse di morte d'uomini;
35 perocchfe la intenzione fu quando alcuno fosse rubato, o morto, o ferito, o battuto, o vieta-
togli la sua possessione; ma, come detto h, si ampiava la materia. Ora trovandosi del mese
di gennaio deiruficio dei Priori grinfrascriiti: Antonio di Niccolo di Cione Ridolfi, Ramon-
dino di Giovanni de' Vecchietti, Priore del Pera Baldovinetti e per gonfalonieri di lustizia
Migliore di Vieri de' Guadagni ed altri loro compagni, ma questi furono il billco, si reca-
40 rono le fave in mano, e corressero le petizioni in questa forma: ch? petizione non si po-
tesse dare se non per ingiuria atroce, e questa' contenea ruberla e b^ttere ed altre inorme /., ix, iw
cose. Certo se altri che loro, ch' erano tutti della brigata degli ammonitori, le avessero cq^?
3. grande .... come] grande 11 romore e come A. — 3-4. dl notte .... li facera] dl notte le faceano C. R. —
IJ. blanche] omm. v4.— 13-14. ovvero venduto sua] o dato sua A. — 1 7. d'uno] o«i«. .4. — JI-J3. percoiteml.... E co%\^
percossemi, e rolleml dare. E cosl A. — 35. ove.... nonostantej ove non segula G. R. — 38. boce.... In capl-
tolo] boce in altro In capitoio G. R. — 31-3». coramessi... . propr^a] commessl, ma non proprio per la propria G. S.
— 37. deU' uficlo] omm. G. R. - gl' Infrascrittl] predetti A. — 40-41. forma .... darej ioiva^ : Hou %\ potoM^ro ^aro «, R^
302 CRONACA FIORENTINA (A. i37«i
rette, quas! opn! uomo dicea: •ben vi sta,; ma considerato non essere questi confident!, e
poi trovatosi ii modo della balla de' Priori, che non era usata la balia loro correggere quello
che tutto il popolo ed il comune ed i consigli avieno fatlo, benchfe potessero per loro balia,
parve strano lo modo e la condizione di clii li fece. E oltre a ci6 mostrato minacciare negH
ordini chi ponesse petizione, e non si vincesse vero, costui essere falso. E quasi tanto sdegno 5
mosse in tutti gli altri, che di loro setta non erano, che prima infino a quello dl non era
tanta ingiuria partorita nei loro animL Or perchfe quistione tacita si potrebbe muovere e
dire : " gli altri Priori come non racconciarono ? , : Era tanta la paura di quelli che erano
nel bilico della Parte negli animi de* contrarj, che chiunque facea cosa non piacesse loro,
era in gran pericolo, perocchfe quelli partigiani diceano: "fa contro alla Parte„. Bartolo 10
Siminetti avea ancora un'altra volta nel 1375 fatti per forza gravissimi ordini, oltre agli altri
per lui fatti altra volta, che non era niuno che se fosse stato a tavola per mangiare, e fosse
stato un di senza mangiare per qualche sua faccenda, ed uno fosse sopravvenuto, ed aves-
/., IX, iti segli detto: " questo pane' fe contro alla Parte „, che con tutta la fame egli non si fosse levato
da tavola ed indugiato il mangiare. A tanto era venuta la cosa f uori d*ogni debito di ragione. 1 3
RuBRiCA 767* — Come si feciono ufficiali alla Parte contro a chi farlassc.
Nel detto anno essendo nel trionfo grande quelli della Parte, si feciono molti forti ordini,
ed elessero per quartieri molti uomini confidenti, ed alcuni ne presero per gonfalone, 11 quali
chiamarono defensori, a cercare di chi fosse quelli che parlavano; sicch^ voleano {foicano) fare
torto a cui voleano, e non voleano si potesse parlare; e poteasi bestemmiare li Priori ed ancora 20
quasi ogni uficiale bestemmiare per la libertn ch'era nella citta; e benchfe le leggi fussero
penale, non s'u8avano, e non erano leggi negli uficiali della Parte; e non si usava di niuno
parlare, e chi fosse ito ad uno rettore a bomminare uno che avesse bestemmiato Iddio ed
uno che avesse bestemmiato li capitani di Parte, del bestemmiare il capitano era condan-
nato piii tosto e piu grave che di bestemmiare Iddio. 25
/., IX, 16» RuBRicA 768' — Come^ Franccsco, conte da Doadola, fecc guerra in Romagna a' colhgati c
accostati di Firenze.
Come narrato k. addietro rubrica 761, il conte Francesco, figliuolo del conte Ruggieri
da Doadola, fece rubellare Portico al comune di Firenze, il quale gran tempo era stato col
comune di Firenze, e datogli Tanno il palio. E non bastandogli questo, a tutte le Terre, che 30
il Comune avea ricevute, come appare nella predetta rubrica, in Romagna facea gran guerra e
cavalcate. E Giovanni d'Azzo degli Ubaldini, suo cognato, tenea il Portico con ottanta lance
di quelle della Chiesa, e facieno di gran correrie; onde il comune di Firenze vi mando
circa trecento fanti a pife, si per lo verno che venia e si per lo terreno atto a cavalli piu
che a pedoni, malagevole e pericoloso, e per risistere all'orgoglio del detto conte. E per- 35
ch'^ d'usanza che i soldati, dove non veggono gran guadagni, mal volentieri si stanno, quelli
del paese vennero agli Otto, e richiesero uno capitano alle loro spese, lo quale fu' io man-
dato a ci6; e guerra si fece tutto lo verno al Conte grandissima, e per non lodare me mi
tacer6 della materia, salvochfe ne dir6 che in sei mesi fu si stretto, che cosa ch'egli avesse
/., XX, 170 fuori, dei nemici, non gli fu' possibile a mettere dentro, se non quello che vi si era, e la brigata 40
vivette di quello di fuori continuo del loro, e quanto bestiame, ovvero la maggior parte, perdfe il
6. In] omm. A. - non erano] omm. A, — 9. de'] omm. A. — 18. confidenti] confidati A. • ed alcuni .... per
gonfolone] ed alcuni respuoscro per gonfulone G. R. — 25. di bestemmiare] 0««;«. G. R. — 2S. figliuolo] omm. A. —
3J. tenea il Portico] tenea In Portico G. R. — 34. a pib'] 0»»»». A. — 36. mal] omm. A. — 37-38. fu'io .. .. guer-
ra] fu mandato a ci6 Malchlonne Coppo Stcfanl e guerra A, — 38. ladare me, mi] lodare Malcliionne, ml A. —
40. fuorl..., non gll] fuorl di niuno non gli G. R. 5
[A. 1376] CRONACA FIORENTINA 303
Conte e suoi uomini. In sei mesi ch'io vi stetti, non perdei oltre a quindici uomini, e dei
suoi centoventitre avemmo prigioni, e tollemmo Bettona per forza, ed egli ridusse tutte le
sue fortezze a sfe dentro da' muri, giammai non si pot^ mettere oste per le grandi neve, che
quest'anno, e sempre sono, in quello paese grandissime. Tornai, compiuti i sei mesi, a Fi-
5 renze a' dl 10 di giugno 1377, ed in mio luogo and6 Buono Strada, dove vi stette insino a set-
tembre, tanto che la pace della Chiesa fu fatta.
RuBRicA 769 — Come fti raso {cancellato) il Vicario di Valdinievole.
Nel detto anno 1376 del mese di gennaio furono Priori: Antonio di Niccol6 Ridolfi, Ram-
mondino Vecchietti, Priore del Pera Baldovinetti, il Migliore Guadagni, gonfalonieri di lustizia
10 e altri loro compagni, ma questi quattro erano tutti d'un animo, e vedendo che a volere
guarire la lue, non vidono niuno modo se non fare studiare i capitoli della Parte allo am-
fmonire ed a trovare modo a' levare le petizioni, corae addietro h narrato: ove dierono loro /.. ix, iri
alle petizioni gran crollo, e nello ammonire seguitavano volentieri tutti quelli, li quali erano
stati del numero de' Cinquantasei, dove alcuno appiccatoio trovavano, e molti n'aveano am-
15 moniti, ed ammonirono come per lo innanzi apparirL Addivenne che per le petizioni, ranno
che li cinquantasei furono, fu fatto de' Grandi per una petizione data per Donato di lacopo
Acciaiuoli, Bartolommeo di Niccolo Ridolfi, e quando la petizione and6, Giovanni di Luigi
de' Mozzi era de' Priori e proposto a mettere il partito, lo mise a partito, e fu fatto dei
Grandi. Addivenne ch'egli in quello tempo era vicario di Valdinievole, donde non potea essere
vicario, perocchfe era Grande. Vicario si trasse nuovo, ed in quello luogo a guardia, tanto
andasse il nuovo vicario, v'and6 uno bargello, ovvero difensore. Di che Bartolommeo fu
Grande, e perd6 rufficio, che assai danno gli venne; onde addivenne, che essendo de'.Priori
Antonio di Niccolo, fratello del detto Bartolommeo, Grande, ed essendo vicario di Valdinie-
vole Giovanni di Luigi de Mozzi, che si trov6, come detto 6, de' Priori e proposto, quando
and6 Bartolommeo a essere Grande, come dctto h, fece uno suo cavalieri, compagno, a Pescia
quistione per una femmina con uno soldato di messer Bernab6, ch'era I^; onde in zuffa fu' /., ix, i7i
ferito quello cavalieri di Giovanni di Luigi de' Mozzi, vicario. Di che la famiglia del Podesth
e quella del Vicario trasse; la famiglia del Podesth lo prese, il malfattore. Lo Vicario lo volea,
lo Podestk lo volea lui ; nacque zuffa tra loro ; lo romore corse per la Terra ; i terrazzani tras-
sero in aiuto al Podesta e non al Vicario; di che zuffa si fece allato al palagio del Vicario;
e di sul muro del Vicario si balestr6 per la piazza, ed alcuno ne fu ferito e morto
uno terrazzano. Di che il Vicario, come furioso, suon6 all* arme, e fece cenno di fuoco
e soccorso alle castella, che n'ha diciotto. Li Pesciatini, perchfe tutta una provincia impa-
rentati, e furono d'una diocesi di Lucca e del vescovado, la maggior parte si tengono insieme,
35 usciano di fuori delle mura, e quando tracano, diceano, che il Vicario avea torto, e che
volea correre Pescia; Onde la brigata si tornava indietro e non aiutava al Vicario. Di ci6
il Vicario fu biasimato, perocchfe non dovea fare con romore, dapoich'egH avea la pena, n6
mettere a partito la provincia. Di che riposato il dl la faccenda, li parenti del morto e quasi
tutti gli terrieri di concordia ed il Podesth feciono ambasciadori ad abominare Giovanni di
40 Luigi de' Mozzi, vicario. Ben si dice che fu per consentimento delli quattro predetti Priori,
3. Beftona] Beccora G. R. — 3. giammal] guarai G. li. omm. A. — 4. grandlssime] omm. A. — $■ «d '» ""'o
luogo ando] ed andovvi G. /?. - dove] onde G. R. — 6. che] omm. A. — 9. Baldovlnetti, II Mlgllore] Baldovinettl ed
altrl, il Migliore G. /?. — 9-10. lustizia.. .. quattro] lustlzia; H qiiali quattro G. R. — lo-ll. volere.... non vldono)
volere loro animo faro salvo, non vidono G. R. ho riportato nrl testo la leziont ili A., correggeniio la parola gul-
rare in guarire. — 11. 1 capitoli della Parte] 1 capitani dclla Parte A. — ia-13. dierono Joro alle petlzlonl] dlerono lc
petlzioni G. R. — 15. ed ammonirono] omm. A. — 18-19. il partlto , . .. del Grandi] il partlto; dl che messo il par-
tito, Bartolommeo fu dei Grandi G. R. — 30-Ji. guardla.... bargelio] sl mand6 uno bargcllo G. R. — a^-^S- quan-
do.... Grande] quando Bartolommeo fu fatto Grande A. — 37. dl Lulgil omm. A — 28. lo] omm. A. »el frima luogo
— 39. lul] omm. G. R. — 3V n'ha dlclotto] n'avevano diclotto A. • perchij choA. — 37. blasiraato] beitemmlato G. R.
3Ai ORONACA PJOR5NT1NA l^ i»m
/, IX. I7J infra' quali era il fratello di Bartolommeo, che, come fe detto,' fu fatto de' Grandi, essendo
il detto vicario de' Priori e proposto. Giunti a Firenze la brigata, fu mandato di subito per
lo Vicario; ed in effetto udito Tuna parte e Taltra, incontenente fu dato il torto al Vicario,
g) perch^ lo avea, ed ancora perch^ se lo diede con moUo male e disoneato parlare contro
alla Parte, piCi che non ai convenia. Perocchfe avendo scusato s^ e abominato loro in pre- 5
senza de' Priori e Collegi onestamente, e non minacciatogli di dire : * Voi tornerete a Peacia,
•e far6, e dir6,, per questo gli fu dato il torto, e poi si disse che per gli Priori furono
attizzati i Pesciatini ambasciadori a far dare la petizione di farlo de' Grandi, onde costoro
la dierono. II Vicario veduto che il torto si dife loro, si appacilic6 colla Parte, e loro pro-
miae, e cauti li fece di non offendergli in niun modo; ed eglino non voleano altro, perocchi 10
non temeano se non di condannagione, che molto grande albitrio ha il Vicario di procedere
e d' inquisire, e poteagli a ragione inquisire di turbazione di stato e condannare o lasciare pen-
dente o mandare alli rettori a Firenze ; ed erano impacciati, e cosl pacificati si tomarono a
casa di brigata a Pescia. Li Priori ritrovarono una riformagione antica, la quale dice ch'e'
/., IX, 17« Priori possono cassare ogni loro uficiale; di che costoro Tadattaro dal loro uficiale' airuficiale 15
del Comune, ed ebbono savi che consigliarono a loro modo: di che in malo luogo si mise
la cannella, e sl lo cassarono dall' uficio. E certo a lui intervenne quello ch'era intervenuto
a Bartolommeo di Niccol6 Ridolfi, fratello del Priore, che, casso, gli fu comandato se ne
venisse, e mandatovi uno bargello, ovvero difensore, intanto lo nuovo vicario v'andas8e. E
fu questo quasi alla tine deiruiicio de' Priori, e feciorlo sindacare, com'^ d'usanza, allo Ese- 20
cutore in Firenze, di che mai per uficio non fu sindacato niuno che fosse ritenuto. Egli
rispondere credea dell' amministrazione deiruficio, ed a lui convenia rispondere a una inqui-
sizione formata sotto una tamburagione di micidj e baratterie. Dissesi fu fattura de' Priori,
che se pure otto dl avessero a stare all'uficio, i Priori allora gli faceano tagliare il capo,
ma il dl che lo ritenne, Taltro dl si dovea trarre li nuovi Priori; di che si potfe tanto collo 25
Assecutore, che quello d\ gli amici feciono si che egli non lo colI6 a fargli confessare la
inquisizione. L'altro dl, tratti li nuovi Priori, tutti dello partito contrario alli presenti, feciono
pregare lo Esecutore, che gli piacesae di dovere soprasedere. Lo Esecutore s'arrend& alle
preghiere de' Signori nuovi e degli amici, perocch6 era il suo uficio a fare con gli Priori
/.,«,175 nuovi e con gli vecchi nonnuUa. Poi esanjin6 il processo, intrati i nuovi, ed' assolvettelo. 30
E cosi quelli, chp la Parte faceano gongolare a ragione ed a torto ammonieno, e facieno de'
Grandi, e minacciavano, e con gli rettori avieno tanta baUa, che non che della ragione ma
del torto facieno ragione. S'eIIino non avieno quello che volieno, eglino incontanente gli
facieno d'accanto dire che lo ammonirebbono per ghibellino, e converrebbegli essere casso
deiruficio, e questo tutto dl facieno a fine di recarsi in mano la signoria. 35
RuBRiCA 770' — .^uesii sono quclli che in qucsfanno dcl 1377 furono ammouili, cioi:
Manente Amidei Cristiani Francesco di Geremia di ser Tano
Baldassare di loanni Nucciboni Attaviano, suo fratello
Duccio Dietaiuti Gualzelli NiccoI6 di Bocchino
Forese di Francesco Adimari Zanobi del Truffa 40
Simone di Gabbriello, beccaio Francesco di Geri, ferraiuolo
/.. ix, 176 loanni d'Aldobrando del Ricco Lionardo' di Rinieri Rustichi
Ser Cinozzo Pieri Ag^i Agnolo di loanni di ser Lotto
1. come ^ detto] omm. A. — 1-2. essendo,... proposto] omm. A. — 4. perch^J omm. A. • dlsonesto parlarc]
disoneste parole A, — 6. Collegi.... toI tornerete] II fasso firobabi/meutt « gnasto; la Utione del tcsto i quella di
A. e G.R., che coMcordano. l. ka corretfo cosi: Collegl poco onestamente e poi minacciato loro con dire. Forse fo-
trtbbe correggersi c«s>; e non onestumcnte minacciatoglt di dlre — 13-13. c poteagli.... impacciati] omm. A. -
Impacciati] implccati /. — ij-i^- a casa] omm. A. — 17. cannelia] ranella G. R. — iS. di Niccolo Ridoifi] omm.
G. R. — 33. f a fattura dei PrioriJ fu fatta da' Priori A. — 27. dello partito contrario] dello apetito contrario
G, R, -r 31. goagoiare] gogolar^ G. R. — 35. di recarsij da recarsi A.
{A. 1377]
CRONACA FIORENTINA
305
10
15
20
25
Attaviano di Dino Attaviani
Francesco di Ventura, lanaiuolo
Bartolommeo di lacopo Giambemardi degli
Adimari
loanni di Ruberto Ghini, popolo S. Trinita
Ser Diedi di ser Francesco Fei
Sandro Muletti da Panzano
Guido di Caccialoste Guidi Trinciavelli
Meo di Bartolo de' Cocchi
Giovanni di Mancini Sostegni
Benedetto di Geri del Bello
Andrea di lacopo di Collino Grandoni
Francesco Lippi di ser Bonaventura Bonaiuti
Banco di Tosco, rigattiere
Messer Donato del Ricco, iudice
_ ' I di Bonaccorso Alderotti
rrancesco j
" ^ . ' J di Giovanni di Meglio Bonarli
, , . ' \ figliuoli del maestro Dino, medico
Giovanni Piero Parenti
Tommaso d'Ugolino di Vieri, speziale
Andrea di Betto Filippi
Bancozzo di loanni di ser Bartolo Catenacci,
Niccolo del Ricco, lanaiuolo
Como Federighi da Signa
Nastagio di ser Francesco, popolo di S. Si-
mone.
lacopo' di Bonaffe, popolo di S. Pier Maggiore /., ix, m
Lapo di Guido di Fabro de' Tolofini
Ugolino di Bonsi, speziale
Ser Niccol6 di ser Ventura Monaci
Andrea di Feo, lanaiolo
Simone di Vanni Meccere
Tommaso di Lippo Soldani
loanni d'Amerigo del Bene
Bettino di messer Covone de' Covoni
Francesco di Niccolb, vocato Bate
Lorenzo di loanni Lottini
Giovanni di Tura Dini
Giovanni di Luigi de' Mozzi
Francesco di ser Tingo Rocchi
Stefano Brunacci, lanaiuolo
loanni di Piero Parlarcioni
Mazza d'Andrea, corazzaio
Davanzato Nacci di Contro Guidi, galigaio
Alberto di ser Lapo da Barberino
Amoddeo di Frate Grigio da Barberino
Cantino d'Agnolo, popolo di S. Lorenzo
Scarlatto di Nuto Scarlattini
Francesco Vigorosi
loanni Ciari, quartieri di S. Spirito
Amaretto di Zanobi Mannelli
Messer Francesco di Cino Rinuccini
Luigi di Poltrone Cavalcanti
Tommaso di Pazzino, bilanciaio.
30
(35
*0
RuBRioA 771. — Come' /urono cafiiani alli quali si feciono grandi onori^ ed ehbono li fen-
noni e la targia.
Nello anno 1377 sl si segula molto rammonire, perocchfe la guerra era incominciata a
rincrescere, ed il pagare si facea malvolentieri, ed erono gli attizzatori della Parte contro
agli Otto della balia, e dicieno che eglino voleano guerra e non pace; e con questo chi H
favoreggiava era in grande paura e pericolo. Infra lo detto anno era uno capitano, lo quale
fece grande ammonire. Poichfe ebbono disposto lo uficio i detti capitani, quelli che dietro
loro furono tratti, si diliberarono che ciascuno de' predetti capitani avesse dalla Parte uno
pennone ed una targia alTarme della Parte per infiammare bene chiunque vi fosse a fare
ruficio tratto francamente; e simile ognuno che per ravvenire fusse tratto aspettarebbe il
medesimo, e farebbono francamente. E cosl con molte trombe e gran triunfo furono portati
a casa li capitani, come uscirono d'uficio.
/., XI, 178
33-3S' nialvolentieri... . uno capitano] malvolentieri ed egllno voleano guerra e non pace, e con questo chi 11
favoreggiava era in grande paura e pericolo in fare lo detto, ed erano gli attlzzatori della Parte contro agli Otto
dflla baUa: ed era uno capltano G. R, — 36. ammonlre. Poichi] ammonlre.... {lacHna) che poL-lii G. R. In A.
non i sfi^no di lacuna, mn Jopo la farola "ammonire , finiscc la lu^^rica; ed altra ha princifio eon qutslo tit»t»!
" Premlo dato ai capitanl dl Parte guelfa,. - 1 dettl capitani] omm. G. R. — 38. targla] targa A. - bene.... a fare]
Ijcne che vl sl trovasse a fare A. — 39. tratto omm, A. — 40. francamente. E cori] francamente per aipettare
quello medeiimo onore. £ coslj G, R.
T. XXX, p. I - ao.
306 CRONACA FIORENTINA [A. 13771
RuBRicA 772* — Come furono forzati li freti e cherici a uficiare e a dire la messa ad ogni uficio,
Nel detto anno e mese di.... si fu ordinato che ogni chiesa dovesse fare sacrificare ed
/- 1«, m ogni oficio solennemente fare, siccome' intradetto non fosse. Ci6 fu fatto, perocchfe molte
ambasciate erano ite a Roma al Papa, e niuna se ne era tornata con concordia.
RuBRicA 773" — Come Caterina venne in Firenze a fredicare.
Nel detto anno addivenne che in Firenze avea una femmina, la quale avea nome Cate-
rina.... (lacuna), ed essendo stata tenuta di santissima, netta e buona vita ed onesta, co-
minci6 a biasimare la brigata contro alla Chiesa. Questi, che mestavano alla Parte, molto
la vedeano volentieri, ed infra gli altri erano li maestri uno Niccold de' Soderini, lo quale
gli avea fatto a casa sua una camera, e in questa alcuna volta era stata; l'aItro era Stoldo I(
di messer Bindo Altoviti e Taltro Piero Canigiani; questi erano quelli che sommamente la
lodavano. Ed fe vero ch'ella sapea sl con buono naturale e sl con molto accidentale le cose
ecclesiastiche, e sl dettava, e scrivea molto bene. E Piero Canigiani lasso a pifc di S. Giorgio
le facea fare uno abituro ; e da tutti artefici e da donne e uomini ricoglieva denari, e com-
perava pietre e legni, e conducea lassfi; tale che quando fu poi arsa la casa siia, egli non 15
ebbe rispetto a beata Caterina, ma per 86 adopr6 lo predetto lavorlo. Fu costei condotta, o
/., IX, iw per' sua voglia, o con malizia introdotta per stimolo di costoro molte volte alla Parte a dire
ch'era buono rammonire, acciocchfe alla Parte si provedesse di levare la guerra; di che era
costei quasi una profetessa tenuta da quelli della Parte e dagli altri ipocrita e mala femmina.
E molte cose si dissero di lei, chi per truffe, e chi per parergli dire bene a dire male di leL 20
RuBRiCA 774* — ^esti sono i Priori dal di frimo di gennaio /j/<5 al di frimo di gen-
ntdo 1377.
Filippo di Recco Capponi Ristoro di Michele Ristori
Antonio di NiccoI6 di Cione Ridolfi Guido di Giovanni de' Machiavelli, gonfalo-
Marco di Francesco degli Alberti niere di lustizia, quartiere di S. Spirito 23
Bernardo di messer Covone de' Covoni Ser Niccol6 di ser Ciuto Cecchi, loro notaio,
Ramondino di Giovanni de' Vecchietti quartiere di S. Maria Novella-
Priore del Pera Baldovinetti
Giovanni di Piero Parenti, corazzaio Filippo di lacopo de' Marsili
Piero di Pero, calderaio Zanobi di loanni di Cione Mezola 30
Migliore di Vieri de' Guadagni, gonfaloniere Niccol6 di Salvi, vocato Cica, vinattiere
di lustizia, quartiere di S. Giovanni Piero Bachini, beccaio
Ser Falcone Falconi, loro notaio, quartiere Caroccio Carocci, speziale
di S. Spirito. Bama di Valorino
Giovanni Cambi 35
Niccolo Brunetti, pizzicagnolo Maestro Giovanni del maestro Ambrogio, me-
Falco di Baccio, tavemaio dico
A IX, m Andrea' di messer Francesco Salviati loanni di Francesco Magalotti, gonfaloniere
lacopo di Ser Zello, orafo di lustizia, quartiere di S. Croce
lacopo di Dosso, vocato Cione degli Spini Ser lacopo di Feo Ciacchi, loro notaio, quar-
Giovanni di Cecco Michi, lanaiolo tiere di S. Giovanni.
lacopo di Bartolommeo Talenti de' Medici
3. fare] omm. I. — 4. Ite] omm. l. - nluna .... tornata] niuna finora tornata /. — J. La lacuna cke i iit A. « in
G. R. i colmata cos) da /.: e fu figUuoIo dl lacopo Benincasa. — 14. arteficij partefichi G, /?. — 18. era] ora G. R.
[A. 1377] CRONACA FIORENTINA 307
Lionardo del Chiaro di messer Botte loanni di Niccola, pannaiuolo Hno
Benozzo di Francesco d'Andrea. Niccolaio del Chiaro, fabbro
Zanobi' di Lapuccio Corda Lapo di loanni Viviani, gonfaloniere di lu- i.,a,U3
Guerriante di Biligiardo Bagnesi stizia, quartiere di S. Giovanni
5 Giovanni di ser Dato, maliscalco Ser Michele Bardella, loro notaio, quartiere
Niccolaio Delli, pizzicagnolo di S. Spirito.
Alessandro di Benedetto Gucci
Agnolo Borgognoni Niccolb di Bono, galigaio
Agnolo di Bernardo Ardinghelli, gonfaloniere Andrea di Niccolino, calzolaio
10 di lustizia, quartiere di S. Maria Novella. Andrea' Villani, lanaiuolo /., ix,i$3
Ser Niccolo di ser Ventura Monaco, loro no- Stefano del Migliore, borsaio
taio, quartiere di S. Croce Arrigo di loanni Mazzinghi
Domenico di Guido Pardi in luogo di Nic- Francesco di lacopo di Francesco del Bene
colaio Delli, morto. Nofri di Giovanni di NiccoI6 Bischeri
15 Gerozzo di Nastagio Cacciafuori Niccolaio di Mone Guidi
Bernardo di Matteo de' Velluti Lodovico di Banco di ser Bartolo, gonfalo-
Pietro di Simone Orlandini niere di lustizia, quartiere di S. Spirito.
Bonifazio di ser Donato Ser Goro di ser Grifo dal Castel Fiorentino,
Lapo di Vanni Rucellai loro notaio, quartiere di S. Croce.
20 Baldese di Turino Baldeai
RuBRicA 775" — ^ieslt sono quelli chc furono ammoniti in quest' anno, e de' cafitani
della Parte.
Nel detto anno del 1377 questi narrati per addietro, che stimolavano Tammonire, presero
piu campo che non soleano pigliare, ed avieno fatto grandi lavori infra loro e gran compo-
25 sizioni, ed erano in Firenze fatti come bargelletti e signori di quello luogo, e non si potea
parlare innanzi a loro, e chi avea a maritare figliuole di loro, le facea proferere e prima
che le facesse profferere e a cui volesse darla, lo facea un poco diguazzare alla Parte, e
poi avea uno di mezzo che dicea: " Che non da' tu la tua figliuola per moglie al tale, o al
" tale suo congiunto?,. E cosi costui vedeva assicurare, davagliela con gran dota. Ed an-
30 cora simile modo teneano nel torre al dare, che senza dota la maritavano.' E piii oltre a /., ix, ui
questo andavano a' lanaiuoli e ritagliatori ed altri mercanti, e toglieano roba in credenza,
ed era loro fatta, 9 poi non voleano pagare, e se erano loro chiesti, lo diguazzavano dalla Parte;
il buono uomo si stava poi cheto. E peggio ancora che piu andavano innanzi, che eglino
faceano mettere a partito uno ricco, e poi quegli andava a' parenti ed alli savi de' capitani,
35 o mandavano persone religiose o loro auzzenti e sensali, e domandavano il rimedio, e quelli
diceano: " Se tu dai a' savi, o al tale difenditore, ti difenderanno „. II buono uomo per fug-
gire quello pericolo, o per volere ii fummo degli ufici, gliele dava i denari, e simile gli con-
venia fare spesso, e tali di grosse quantitJi; e tutto questo avvenia per la maladetta ambizione
e fummo di volere gli uficj, e niuno, chi non era loro schiavo, non era sicuro, se non famiglie
40 note ghibelline, o quelli ch'erano ammoniti, comecch'egli diceano, non fare questo per gli uficj ;
ma che poich'erano ammoniti, nelle gravezze erano peggio trattati, che non era convenevole,
e le loro moglie a torre ed a dare non valea dieci soldi la lira. Molti erano gli auzotti, che
a questo modo si governavano, e pasciensi. Cio eraiio tutti i consorti e stretti amici' de' /., », im
34, plgUarc] fare A. — 16-37. e prima chc le faccsie proffererc] omm. G.R. — JS-:^. da' tu.... daragliela] dal
tu la tua figlluoln a costiii? Sl vedea assicurnrsl; davagllcla G. A*. — 31. roba] omm. G. /?. — 3». ed era loro fatta]
omm. A. - poi] omm. G. R. — 33-33. chlesti.... II buono] chleitl, lo faccano dlgiiazzare; il buono G. R. —
36. difenditore] omm. A. - ti] omm. G.R. — ^r). fummo.... ufict] fummo degll ufict ./4. — 40-41. comecch*egli . . . .
ammonltl] omm. A. — 43. la lira] omm. A. - Moltl.... auzotti] omm. A. — 43. Ci6 erano] omm. A.
\
101 CRONACA nORENTINA fA. 13771
caporali. I qnall caporali sono quetti li maggiori, comecchfc piii fossero i caporali, ma li
maggiori erano questi) Bonaiato di ser Belcaro de' Serragli, Giovanni di Bartolo Bigliotti,
Bonifisegna di Filippo Machiavolli, Antonio di Niccol6 di Cione Ridolfi, Piero di Dato de'
Canigiani e meBser RiBtoro, iudice suo figliuolo. Questi aono popolani tutti del quartieri di
S. Spirito ed alcuni Grandi del detto quartieri, ci6 sono : Guerrieri di Tribaldo dei Rossi 5
e de' Bardi i figliuoli di mesaer Piero e quello lato tutto. Ora diremo del quartiere di
S. Croce : messer Lapo da Castiglionchio ; questi era fatto per l'ordine de' Cinquantasei savio
di Parte a vita, perocch^ neU'ordin€ dei Cinquantsisei molto adoper6 bene, ma a male fine
lo fece, a quello che poi segui e Simone di Rinieri de' Peruzzi, Bese Magalotti, lacopo di
Gianni Gherardini, messer Lotto di Nanne Castellani. Li Grandi del detto quartiere erano : 10
Ormanno di messer Gherardo Foraboschi ed Aduardo de' Pulci. In S. Maria Novella : Stoldo
di messer Bindo Altoviti, Andrea e Cipriano di Lippozzo Mangioni, messer Albizzo Rucellai,
" Andrea di Segnino Baldesi. Li Grandi del detto quartieri, bench^ fusse la sua persona po-
polano^ ma gli altri suoi consorti grandi, messer Benghi Buondelmonti con gli consorti suoi.
Tutti aveano in mano quasi ogni priminenzia. Pero Tornaquinci, Salice di Giachinotto Ca- 1 5
/., IX, iM valcanti, Bartolo di Giovanni Siminetti, questi era popolano.' Nel quartieri di S. Giovanni:
Piero di Filippo degli Albizi (non erano gli Albizi privati degli ufici della Parte, come di
quelli del Comune), Biagio di Bonaccio Guasconi, bene v'as8entia Uguiccione e messer Rosso
de' Ricci per la ingiuria della privazione, Guerriante Marignolli, Vieri di Cambio de' Me-
dici, Migliore di Vieri Guadagni, lacopo di Bartolommeo de' Medici. Li Grandi del detto 20
quartieri : lacopo di messer Francesco de' Pazzi, Vieri di messer Pepo Cavicciuli e Pigello
suo consorto. Questi si chiamavano i campioni della Parte guelfa, ed in effetto furono
quelll che con appetito smisurato si potfe dire guastato Firenze. Ed in quest'anno furono
ammoniti piii uomini e di maggiore lieva, che ancora si facesse, e perchfe sieno noti a cia-
scuno qui appife li nomineremo a uno a uno per ordine : Manente d'Amedeo Cristiani, Bal- 25
dassare di Giovanni Nucciboni, Duccio di Dietaiuti de' Gualzelli, Forese di Francesco degli
Adimari a' dl quattro di Settembre ; Simone di Gabbriello di ser Simone a' di tredici di
settembre ; Giovanni d'Aldobrandino del Ricco, popolo S. Maria Maggiore, ser Cinozzo Pieri
/..u, 187 Agli, notaio, a' dl 26 di settembre; Franceso di Geremia' di ser Tano, Attaviano suo fratello
a' dl 27 di settembre. NiccoI6 di Bocchino, Zanobi del Tuffa, Francesco di Geri, ferraiuolo, 30
Lionardo di Rinieri Rustichi, Agnolo di loanni di ser Lotto a' di primo d'ottobre; Atta-
viano di messer Attaviano, popolo S. Paolo, Francesco di Ventura, lanaiuolo, Giovanni di
Roberto Ghini, ser Diedi di ser Francesco a' di 30 d'ottobre; Sandro Muletti da Panzano,
popolo S. Niccol6, Guido di Caccialoste di Guido Trinciavelli, a di 18 di novembre; Meo di
Bartolo de' Cocchi, Giovanni di Mancigno de' Sostegni, a' dl 5 di dicembre, Benedetto di 33
Geri del Bello, Andrea di lacopo Collino de Grandoni, Francesco di Lippo di ser Bonaven-
tura di Bonaiuto a' di 2 di gennaio; Banco di Tosco Rigattiere, messer Donato del Ricco,
iudice, Matteo e Francesco di Bonaccorso Alderotti a' dl 22 di gennaio; Niccol6 e Nofri
di Giovanni di Meglio de' Bonarli, detto di; Lorenzo e Martino, figliuoli del maestro Dino
medico; Tommaso d'Ugolino di Vieri speziale, Andrea di Betto Filippi, Bancozzo di loani.i 40
di ser Banco Catenacci, NiccoI6 del Ricco lanaiuolo, Commo Federighi da Signa a' di 22
di gennaio; Nastagio di ser Francesco, popolo di S. Simone, lacopo di Bonaf^, popolo di
/., IX, its S. Piero Maggiore, Lapo di Guido di Fabro de' Tolosini, Ugolino di Bonsi' speziale, popolo
di S. Friano, ser Niccol6 di ser Ventura Monaci, che fu cancellieri dei Priori, e fu casso.
6. e quello lato tutto] omm. A. — 7-8. sayio.... Cinquantasei] omm. I. — 10. dl Nanne] di Vanni G. R. —
13-14. Ll Grandl..,. consortl grandi] omm. A. — 14-15« co° g'i consorti.... prlmiaenzia] omm. A. — 15. Tutti]
omm. l. — 17. degli uficl della Parte] alla Parte A. — 17-18. corae dl.... Comune] omm. A — 20. dl Vleri] omm.
G, R, — 31. Plgello] Pisello G. R, — 22. suo consorto] omm. A. — 34-35. a ciascuno] #»»»1. G. R. — 35. a uno a
uno per ordlne] omm. G. R. — 30. TuflEa] Truffa /. — 40. speziale] omm. A. — 41-43, 32 di gennaio] 33 di gcnnalo A.
[A. 1377] CRONACA FIORENTINA 309
come appare adietro. Andrea di Feo lastraiuolo, popolo di S. Piero Gattotioi, Simoae di
Vanni mecciere, popolo di S. Lorenzo, Tommaso di Lippo de' Soldani a' di 28 di Gennaio ;
Giovanni d'Amerigo del Bene, Bettino di messer Covone de' Covoni, Francesco di Niccol6,
vocato Bate, Lorenzo di Giovanni Lottini, Giovanni di Tura Dini, Giovanni di Luigi del
Mozzi, Francesco di ser Arrigo Bocchi a' dl 12 di febbraio ; StefMio Brunacci, lanaiuolo,
Giovanni di Pero de' Parlarcioni, Mazza d'Andrea, corazzaio, Davanzato di Naccio Coatri,
Alberto di ser Lippo da Barberino, Ramondo fratello di Giorgio da Barberino, Cantino di
Agnolo di Monna Checca, popolo S. Lorenzo, Scarlatto di Nuto Scarlattini, popolo S. Friano,
Francesco Vigorosi, lanaiuolo, a' dl 27 di febbraio; Giovaani di Chiari, S. Spirito, Amaretto
VQ di Zanobi de' MannelJi, messer Francesco di Cino de' Rinuccini, Luigi di Poltrone de Ca-
valcanti, Tommaso di Pazzino bilanciaio, Bartolommeo di lacopo Giambemardi degli Adi-
mari, Giovanni di Piero Parente, quartieri di S. Giovanni, a' dl 23 di marzo.
RuBRiCA 776" — Come' morl Giovanni Magalotti dello uficio degli Otto di balia, f come fu /.,».»»
in suo luogo Simone de' Peruzzi.
15 Nel detto anno 1377 si mori Giovanni Magalotti di sua infermit^, di cui fu gran danno,
e sl perchfe fu buono uomo, e sl perchfe in luogo suo fu eletto Simone di Rinieri Peruzzi,
il quale per isdegno fu principio di guastare la cittk di Firenze. A cui fu fatto grandissimo
onore per lo Comune per rispetto di sua bontk e per lo uficio degli Otto della balia che
egli tenea.
20 RuBRiCA 777* — Come mori messer Niccolh degli Alberti.
Era nella cittk di Firenze uno cavalieri ^ una ca', la quale si chi*jnano glj Alberti,
famiglia ricchissima. Questo cavaliere avea nome messer Niccolaio di lacopo d'Alberto degli
Alberti, famoso mercatante. Fu il padre in Francia ed in Provenza ed in Inghilterra e qiwsi
per tutto lo Cristianesimo. Segui questo suo figliuolo, messer Niccolaio, lo quale fu di si
25 gran credito, che niuno piii mai per uomo solo ' non f u tanto creduto, nh si ricco, perocchi^ '•• "^, w
fu stimato la sua ricchezza in sua vita 300 milia fiorini, comecchfe alla morte se ne trovasse
la valuta di buona somma. Lasci6 due figliuoli maschi e due f emmine, piccioli : f u alla vita
uomo di gran limosina, ed alla morte piii di 500 poveri lo piaQSero alla bara senza quelle
e quelli, che '1 piansero per Firenze. Costui ebbe grandissimo onore di bandiere, cavalli co-
30 verti, uomini vestiti e donne e famigli e poveri e moltissima cera e molti altri omamenti, bellis-
simi alla bara e cera infinita in su Tarca nella chiesa. Fu tenuto gran danno della sua morte
per ogni rispetto. Fu seppellito nella chiesa di S. Croce a' frati minori a' dl.... del mese
di.... Tanno 1377.
RuB&icA 778" — Cofne si fecc gonfaloniere alla Parie, e come s$ fece.
15 Nel detto anno 1377 del mese di marzo erano venuti ambasciadori della reina Giovanna
al Comune e alla Parte guelfa, e furono onorevolmente veduti alla Parte. Ed essendosi in
queiranno medesimo fatto pallottole de' capitani delle borse, non erano piaciute, cd eranp
disfatte. Ora questi capitani, che entrarono a mezzo febbraio per due mesi,' feciono rifonna- /., tx, i»«
l. come appare adletro] otnm, A. — 5, Bocchl] Rocchl /. — 13. /. eon U Korta dtirAamirato aggmng* la
data: 15 luglio — 17. di FirenzeJ omm. A. — aJ-33. degli Albertl] omm. G. R. — 29-30. Flrenze....e moltl aHrl]
Firenze. Furono coverti caraili .... bandlere .... uoralnl vestill dl sanguigno .... fantl e porerl Teitltl dl nero ....
donne »i vestirono .... ebbe doppleri di ceri di libbre l'uno . . . . e molti altri G. R. — 31. neHa chiesa] omm. A. —
31-3». morte .... chiesa] morte per6 in rispetto morl e leppeliito £u alla chlesa G. R. — 36. alta Parte .... veduti]
omm. G.R, — 37, fatto] omm. G. /?.; /. au^plisce la omiuion» dl G.R, coh: * toite le,.
310 CRONACA FIORENTINA [A- 1377]
gione di fare squittino nuovo e di fare pallottole, e fecionle per modo che ogni dl faces-
Bero novitJl d'ammonire, perocchfe nelle borse, bene che vi avesse alcuni di non loro animi,
temeano che se per fortuna una volta uacissero insieme, non correggesBero le loro cattive
operazioni, diliberarono . . . . {lacuna) una cedola porre sette d'uno animo ed uno del contrario,
0 Bei e due, di che fossero acconci di fare li loro voleri. Ed oltre a ci6 feciono un gon- 5i
falone airarme dello re Carlo primo, e vollero vi fosse gonfaloniere, e diero lo primo a !
messer Benghi Buondelmonti. Questo fu a fine di mal fare con esso, come innanzi appa- 1
rhk. Ed elessero quarantotto uomini che con loro fossero a fare male, a consigliarsi; e la
balla che fu dato loro per gli loro collegi se la presero eglino, e forz6 la legge messer
Lapo, che rendfe consiglio. Si potea fare per uno anno; sicchfe erano signori i detti capi- 10
tani per uno anno della Parte, e chi era signore della Parte era signore di Firenze. E messer
Lapo serbb la baha a sfe a vita; sicchfe infra Tanno avieno costoro essere piii capitani. Questo
gonfi6 gli animi de' cittadini fieramente; vidono essere costoro signori quasi a bacchetta.
Questi furono quelli che qul appife sono scritti, doh: Bonaiuto di ser Belcaro Serragli, Do-
/., is, 193 menico di Cassiano, messer Lapo da Castiglionchio, Adovardo' de' Pulci, messer Benghi 15
Buondelmonte, Giovanni di ser Dato, maliscalco, Vieri di Cambio de' Medici e Giovanni di
Cambio, balestriere. Questi tra per la balia da loro tolta, e per le operazioni delle pal-
lottole furono molti odiati, eglino e li loro amici, salvochfe Giovanni di ser Dato e Giovanni
di Cambio, balestriere.
RuBRiCA 779* — Come fu freso Lorenzo del maestro Dino ed Alesso Baldovinetti, e collalo 20
Laremo e condannato.
Nel detto anno ed uficio de' capitani, usciti ed intrati gli altri capitani, che furono i
primi delle pallottole, uno Lorenzo, figliuolo del maestro Dino medico, essendo stato de' Buon-
delmonti non nemico palese, ma malvolente, uno Alesso di Francesco Borghini de' Baldovi-
netti, vicino de' Buondelmonti e poco amico, sl per vicinanza, sl per I' opere loro, quando 23
fu ammonito Giovanni d'Amerigo del Bene, si dolse il febbraio passato, come appare nella
rubrica 775, parI6 molto altamente contro a' capitani, di che ne fu condannato, e pago, uscito
di capitanato, per sue questioni ch'avea con lui messer Benghi Buondelmonti; ed Alessio
gli diede una petizione con consiglio di Lorenzo del maestro Dino, il quale era stato ammo-
/., IX, iM nito nel predetto anno ed al tempo del detto messer' Benghi, per farlo de' Grandi. Onde 30
non vinta la petizione, li capitani si si ragunarono a petizione di messer Benghi e degli altri
li quali avieno riserbatosi, come detto h, balia per uno anno, come appare addietro rubrica
778, ed ultimamente le mandarono amendue allo Podesth, che contro a loro procedesse. Ed
ultimamente collato Lorenzo del maestro Dino, e confessato che con suo consiglio era stato
fatto per Alesso predetto, subitamente li capitani presenti airesaminazione vollono che a co- 35
storo fosse tagHato il capo. Ma '1 Podestk, che vedea che le petizioni, non che a' capitani
ma a' Priori usciti ed ancora presidenti si poteano, non volle seguire il loro appetito. E poi
li capitani pure ripresi da' loro parenti ed amici mitigarono la loro ira, ed in effetto assen- !
tirono alla condannagione pecuniaria, e non pagarono, ma soffersero stare in prigione, aspet-
tando grazia. Questo parve cosa stranissima ed abominevole e fuori d'ogni ragione ed equiti; 40 ;
e certo fu. Ma come che la faccenda s'andasse, la cosa rimase quivi con loro in prigione.
4. dlliberarono.... cedola] deliberarono una cedola A.; la laeuna i segnata i» G.R.; I. la eolma: ■ delibe-
rarono perci6 In una ,. — 8. a consigliarsl] e consigliarsi A. — 14-15. Domenico di Cassiano] Domenico di . . .. Tar-
•Inaro A. — 16. Vierl dl Cambio dei Medicl] omm. A. — 17, Questi.... toiU] Questl tre per la baiia
{lacuHa) loro toita G.R.; Questi tre per ia balia ioro toita /. — 19. balestriere] omm. G. R. — J4. BorgUnl] omm.
■^. — 26-37. come .... parl6] come h detto adietro parI6 A. — 39-30. ammonlto .... Benghi] ammontto al tempo
di messer Benghl In quesfanno A. — 33-33. Rubrica 778] Rubrica prossima passata A. — 39. pagarono .... prl-
gione] pagarono, ma si stettero In priglone G.R.
[AA. 1377-1378] CRONACA FIORENTINA 311
RuBRicA 780* — Come si tratth la face con messer Bernahb, mezzano tra i Fiorentini
e la Chiesa.
Nel detto anno 1377 i Fiorentini mandarono a papa Gregorio XI loro ambasciadori,' e /., «, 194
messer Bernabb Visconte, Signore di Melano, 8'interpuose alla faccenda, e venne infino a
5 Sarezana, e quivi furono cardinali della Chiesa, legati, ci6 furono .... {lacund). E trattata
la cosa, e quasi a conclusione recata, che i Fiorentini rendessero ogni giurisdizione che
avessero nelle Terre sottoposte, che solieno avere la Chiesa, e pagassono fiorini settecento
migliaia in certi termini, e rendessono le possessioni delli preti infra un anno; ch'erano ven-
dute infino a quel di tanta quantitk di possessioni, che montavano fiorini .... ed avillari
10 {lacund) che montarono fiorini .... {lacitna). Quando la cosa era quasi a conclusione li
Cardinali si partirono per la novella ch'ebbono che il papa Ghrigoro XI era morto, e las-
sarono le cose scompigliate, e gli ambasciadori se ne veimono, e messer Bernab6 si parti,
e and6 a Melano.
RuBRicA 781' — Come furono ammoniti molti e Giavanni Dini dello uficio della balia.
15 Neiranno del 1378 essendo la brigata degli ammonitori rinfrancata per gli grandi fatti
per loro adoprati, e non lasciando niuno, a cui a loro piacesse toccare, s' immaginarono ' di /„ tx, m
cominciare a uno deiruficio degll Otto della balia. Ed in effetto vedendo che ammunirono
Giovanni Dini, speziale, uno degli Otto, e non ne fu nulla, subito presero cuore, e comin-
ciarono nbn piu di notte, ma di dl ammonire ; e molto parve loro gran f atto, che ci6 non si
20 risisti per gli Otto. Ma Simone di Rinieri Peruzzi, in luogo di Giovanni Magalotti eletto,
tenea con gli ammunitori, dicesi che fece ammunire il compagno suo al figliuolo suo, per
tuna parola che disse Giovanni Dini, che essendosi rivelato uno loro segreto per Simone, egli
disse: "maladetta sia la morte di Giovanni Magalotti, che da lui non usd mai niuno segreto„;
Simone se lo rec6 a noia.
25 RuBRicA 782* — Come morto fafa Ghirigoro undecimo, fu eletto fafa Urbano sesto.
NeIl'anno 1378 del mese di.... [lacuna) essendo, com'6 narrato nella precedente ru-
brica 780, morto il papa Ghirigorio undecimo, furono li cardinali rinchiusi a concestoro
tper fare elezione di nuovo Papa, e non eleggendo, li Romani temendo che non elegessero
Papa, oltremontano, lo quale se n'andasse in Provenza a Vignone, corsono airarme' a S. Piero, /.. w, i?4
ed in effetto dissero ch'e' volieno Papa romano; onde i cardinali, non essendo di ci6 in
concordia, per mitigare il furore puosero alle finestre messer .... {lacuna) di concordia di
lui, e dissero costui essere eletto Papa. Li Romani credettero ci6 essere vero, furono rap-
pacificati, e tornati adietro. Di che costoro stimando : " noi abbiamo ingannati i Romani di
"fare elezione di Papa; a noi h di necessit^ eleggere Papa italiano, il quale non sia romano,
35 " nh Orsino, nfe Colonnese, perocchfe non si partirebbe di Roma, e tutti i cardinali sarebbono
* contenti di tornare a Vignone „ (perocch^ di qua era loro rimasa troppa poco robba al vivere)
" e li Romani sono ancora uomini furiosi e bestiali, che male stare va lo papa„. Di che in
Keffetto mess .... (lacuna) avea uno suo cappellano, lo quale era quasi come uno auo intimo
da fargli fare ogni cosa, ed era di nazione picciola da non lo avere per signore. Misse
4. Slgnore] omm. A, — J. /. eolma cosi la latnna eon la icorta d»irAmmirato; ' II cardlnale d'Ainlenl e l'ar-
cWescoTo dl Narbona parente del papa,. — 9. ed avlllarl] e d'avUlari G.R, e dc' Tlllarl /. — ij. degU ammo-
nitorl] degli aramonitl A. — 17-18. vedendo . . . . fu nulla] vedendo che ad uno Glovannl Dlnl.ipezlale, uno dl quelll,
non ne fu nuUa G.R. — 30. rlslstl] rlstl G. R. — 26-J7. com'i.... rubrlca] omm. A. — 17. Ghlrtgorlo] Grego-
rlo A. — 33. «tlmando .... Ingannati] stlmando d'aTero inganoatl A. — 35. partlrebbe] potrebbe G. R.
312 CRONACA FIORENTINA [A. 1878]
innanzi a' suoi compagsd costui, e promiMe, che sarebbe coatante e ienno a tomare incon-
/., n, w tanente in Provenza, ed in effetto lo diliberarono Papa; e cod fu negli' anni del Signore 1378
a' di . . . . {lacuna) del mese .... {lacuna), e fu il dl della Pasqua di Resurresso da* cardinali
in tutto coronato, e fatto ogni •olennit^ di concordia, che si ricliiede a Papa ; e scrissero li
cardinali per lo mondo ed a qualunque re, essere lo predetto messere Urbano VI. Questi
avea nome meBser Bartolomeo arcivescovo di Bari, di Napoli, d'una famigUa, li quali tA si
chiamavano, ma nella veritk coetui fu d'uno castello, lo quale si chiama Linari del contado
di Firenze, presao a 17 miglia a Firenze. Lo suo avolo fu cacciato per ghibellino; andoaeene
a Pisa, e da Pisa a Napoli, ed accostossi con alcuno di quella famiglia, e con lui §i fece
uomo; e questi diBcese di lui. Questi Tanno del 1370 era vicario dello Arclvescovo di Na- 1<
poli, era scienziato uomo e buono cherico, ma di mobile cervello e furioso e mutabile e su-
perbissimo. Furono quelU cardinali li quali lo eletsero, ciofe questi: .... {lacttna).
/., IX, «91 RuBRicA 783* — Come' furo mandati ambasciadori al Papa fer avere la face.
Incontenente furono congregati ambasciadori, ed andarouo al Papa, ci6 fu: Stoldo di
messer Bindo Altoviti, Matteo di lacopo Arrighi. Eletto costui in Papa non volle nulla udire II
di tomare ad Avignone, ma diliberb di starai a Roma, ed incominci6 ad avere per nulla tutti
U cardinaH, e villaneggiarli per ogni maniera disonesta, tanto che niuno in pochi di bene gli
/, iz, m volea;' e fu tanta la sua poca pazienzia, che innanzi che compiesse luglio non fu niuno, a
cui non facesse ingiuria o di parole, o di benificj, di che male ne gli addivenne, che da
corte venne discordia, e dicieno, che egli non era Papa, perocchfe per forza era stato fatto. 20
Nella veritk non era cosl, fatto non fu a forza; perocch^ volieno uno Romano, e non lo
ebbono ; la seconda, che paciticamente procedettono alla coniirmazione ; la terza che gli f eciono
reverenzie, ed ubbidironlo ; la quarta da lui presero beneficj ; la quinta f eciono molti atti di
suo e di loro volere in conceatoro ed altre cose che a' Cardinali si richiede fare col Papa;
la sesta che scrissero per lo mondo, notificando avere fatto vero e legittiino Papa ed uomo 25
santo alli re ed imperadore. Ma certo mala disposizione di lui e poco senno li fece da
lui disviare.
RuBRicA 784* Come la reina Giovanna si fece al Pafa ricetto cardenalesco che elesse an-
tifapa, e tennegli guerra.
Nel detto anno essendo la cosa in quelli termini di diacordia, la reina Giovanna di 30
NapoU, essendo . . . . e vedendo, che costui suo uomo era Papa, si magnific6 con lui con
grandi doni e belU, e mandogU solenne ambasciata e gente d'arme per sua compagnia e pro-
/, u, 200 ferte' grandissime di venirlo a vicitare proponea. Ma in effetto in pochi di seppe al fare con
lei, dicendo ch'ella era donna Giovanna e non reina, e che lo reame era dello re d' Un-
gheria e non suo. Di che nacque che essa comincio appoggiare i cardinaU, che di lui si 35
diceano male, di che trovando appoggio si partirono piii cardinali; ci6 furono : . . . . e dipar-
titi se ne andarono a Fondi, il quale 6 del conte di Fondi, uomo della reina Giovanna,
/., IX, 301 nipote di papa Bonifazio, e quasi tutti li baroni,' o la maggior parte di NapoU, voleano male
alla Reina di ci6; quasi tutti li baroni di Roma, o vicini, volieno male al Papa. Costui contut"
toci6 mai non raffren6 la sua voiuntk e furia, contro a lei sempre sparlando, e segreto mand6 40
3. lo dlliberarono] lo dl diliberaron <7. A — 3. a' d\ , . . , d' aprlle] omm, A. — 6. nome . . . . di Napoll] nome
metser di Napoli G. R — 8. presso .... Firenze] omm. A. — 10, del 1370] 1360 G. R. — 14. congregatl] creati A.
- ed andarono] omm. A. — 18. compiesse .... non fu] compiesse l'anno, non i\x G. R. — »4. in concestoro] col con-
cestoro A. — 34. dello re] de' re G. R. — 36. appoggio .... cardinali] appogglo ai partirono .... (lactina) cardinaii
G. R.\ I. colma la lacuma con la farola : "X detti „ ; appoggio pii cardinali A. Mi som /ermesso di co!mare la la-
euna di G. R. co* la scor/a di A. — 36-37. e dlpartitl] e nel partire A.
[A. 1378] CRONACA FIORENTINA 313
allo re d' Ungheria, che se egli volesse lo reame di Puglia, glielo concederebbe come suo. Di
che nacque che messer Carlo figHuolo di messer Luigi di Durazzo, lo re d' Ungheria l'avea
allevato, e gik tomatosi nello reame alle Terre che la reina gli avea date, che furono del
padre, lo re d'Ungaria assentl di dare le sue ragioni a detto messer Carlo; di che poi in pro-
5 cesso di tempo si partl, ed ando in Ungaria, e poi, come innanzi udirete, ando a Roma. Ma
comecchfe di nostra materia non sia, pure alquanto diremo, come il Papa dicea essere ragione
dello re d'Ungaria lo reame. Lo re Carlo ebbe ^ette figliuoli, ciofe Carlo secondo, delli
quali sette l'uno ebbe nome Carlo, e fu primogenito, il secondo fu Ruberto; ed essendosi gli
Ungari senza re, mandarono a Carlo secondo, che mandasse uno de' figliuoli per lo reame
10 d'Ungaria. Lo re Carlo parve sempre voler meglio a Ruberto, perchfe era piu savio che Carlo;
altri dissero perchfe era ad adoprare per forza nello detto reame, che Carlo era in arme franco
barone, vi mando lui, lo quale grandi fatti d'arme fece, e vittoriosamente accrebbe lo reame
per modo che quasi per Iddio Tadoravano. Lo re Uberto, morto' lo re Carlo suo padre, r., ix, »2
impetr6 con molti danari in Corte, tanto che vinse contro al fratello d'e8sere incoronato; e
1 5 cosl f u, e non f ece Carlo d' Ungaria gran pugna, sl per non lasciare lo paese suo, che era
in guerra, e f orse per discrezione. Lo re Roberto ebbe uno figliuolo, lo quale ebbe nome ....
(lactma), e non piii maschi, e fu Duca di Calavria. Morto lui, rimasero di lui due figliuole
femmine ; la prima, a cui scadea lo reame, fu Giovanna, di cui qui al presente si parla. Lo
re Uberto, avendo lo suo reame, e pareagli averlo avuto non licitamente, mand6 al fratello
20 Carlo d'Ungaria, lo quale avea due figliuoli, Andrea e Luigi, ch'egH mandasse uno de' figliuoli,
a cui egli desse per moglie quella che dovea essere reina, acciocch'egli redasse lo reame.
Di che egli contento, a ci6 mand6 Andrea primogenito, e cosl sposo in vita dello re Ru-
berto la reina Giovanna. L'altra si diede al Duca di Durazzo. Morto lo re Ruberto, lo re
Andrea da' suoi baroni e cavalieri fu nella camera sua strangolato e gittato da una finestra
25 neirorto dei frati in Aversa, presso a Napoli cittk di otto miglia. NeUa camera d'allato,
quando fu morto, era la reina nella quale rispondea Tuscio, e non' era altra entrata, se /., ix, 203
non prima per quella del re, secondo per Tuscio della reina. Di che si disse ella essere
colpevole. Discese il re Luigi d'Ungaria a fare vendetta dello fratello. La reina 8'avea
tolto Luigi suo cugino per marito, e con lui si fuggl in Provenza. Tagli6 il capo al duca
30 di Durazzo il re d' Ungaria, e gli altri Reali se ne men6 in Ungaria, e fuggl la mortalitk
deiranno 1348. Poi tom6, e lasci6 li Reali andare. Papa Chimento fece Taccordo tra la
reina e lui che, mentre vivesse la reina ed il marito, non molestasse lo reame di Puglia.
Questo reame conquist6 lo re Carlo primogenito del re Carlo II, padre del detto re d'Un-
garia e d'Uberto per concessione del Papa, lo quale si dicea essere tenuto per Manfredi
35 a torto, di che per questo papa Urbano si concedea a Carlo a petizione del re d'Ungaria.
Tomando a nostra materia, che di questo non 6 da narrare per noi, li predetti cardinali iti
a Fondi, come detto fe, stavano in eleggere Papa nuovo, e per non potere avere compa-
gnia, vedendo messer Piero cardinale di Firenze, e messer.... (lacuna) a Fondi a trattare
concordia' tra '1 Papa e li predetti Cardinali, si pensarono li Cardinali di Fondi d'ingannare i^ ix, 204
40 coloro che venneno per mezzani, e missero loro a vedere, come Urbano non era papa, e
com'egli avea promesso loro di rinunziare il papato, ed eglino ne facessero altro, e non lo
avea fatto, e ch'egli era uomo in cui la chiesa d'Iddio non era bene corretta, ma che egli
vedieno, che se non era Papa taliano, certo non potea la chiesa bene arrivare; di che
8'eglino volieno assentire a nuovo papa, ch'egli n'eleggerebbono uno taliano, poi davanti a
43 ciascuno di loro promissero di dare le boci. Costoro Bimplici aasentirono airelezione, e fe-
7-8. secondo.... l'uno] «econdo, che l'uno A. — lo. Carlo.... raeglio] Carlo volle tenjpre meglio A. —
11-12. franco barone] fra' combaronl G. /?. — i8. qui al pre«ente] omm, A. — 24. nella.... strangolato] nella....
(lacund) strangolato G. R. ; /. colma la lacuna con le parole • lua sala ,. — 26. nella quak] U quais G. R, — 29. ti
fugg\ in Prorenza] sl fugg). In presenza /.
314
CRONACA FIORENTINA
[A. 1377-1378]
/.. t^ 7V>
ciono Papa, ma non quello ch'egli promissono, anzi eleasero uno di loro, e ci6 fu messer....
{lacuna), fratello del contc di Gineva dello reame di Franda, gentile uomo e parente dello
Re e del Duca d'Angi6. Costui elessero, perocchfe era di grande aiuto, pensando che essi
ne sarebbono aiutati dal Re di Francia sl per lo parentado, e si per la lingua, e per averlo
in Provenza, ove dipoi and5.
/., 11. ws RuBRicA 785' — ^uesti' sotto i Priori d^ di frimo di gennaio 1377 ef di 22 di luglio 1378.
Luigi di loanni da Quarata
Bono di Taddeo Strada
Antonio Martini, beccaio
Mese di Guccio, coreggiaio '
Lionardo di messer loanni degli Strozzi
Simone di messer Bindo Altoviti
Chiarissimo di Meo Cionacci
Bianco di Bonsi, ritagliatore
Domenico di Taddeo Borghini, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Francesco di ser loanni Ciai, loro notaio
quartiere di S. Giovanni.
Zanobi di Bartolo Lippi
loanni di Bartolo di Cenni Biliotti
Bello di Niccolao Mancini
Francesco Casini
Bemardo d'Andrea, corazzaio
Romolo Cecchi, beccaio
Bardo di Niccol6 di Luti Rittaffe
Bernardo d'Aldobrandino di Lapo Rinaldi
Lionardo di Niccol6 Beccanugi, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Tegghiaio d'Ugo Altoviti, loro notaio,
quartiere detto
Francesco' di Feduccio di Cione Falconi.
Niccola di Lippo Alberti
Piero di Fronte, lanaiuolo
Francesco di Spinello, vasaio
Lorenzo di Matteo Boninsegna
Simone di Benedetto Gherardi
Simone di Bartolino, calzolaio
Piero di Cenni Ghetti
Salvestro di messer Alamanno de' Medici,
gonfaloniere di luatizia, quartiere di S.
Giovanni
Ser Domenico Salvetti, loro notaio, quartiere
di S. Spirito.
Brancazio di Berto Borsi
Tommaso di Serotine Brancacci
Pierozzo di Piero Peri
Zanobio di Cambio Orlandi
Manetto di loanni Davanzati
Alamanno di messer Alamanno Acciaiuoli
Niccolaio di Lapo del Nero
Guerriante di Matteo Marignolli
Luigi di messer Piero Guicciardini, gonfalo-
niere di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Baldo Brandaglie, loro notaio, quartiere
di S. Giovanni.
10
15
20
25
30
Questi furono cacciati da' Ciompi, e non compierono se non 22 dl, come innanzi diremo.
RuBRiCA 786* — Come furono quelli della Parte guelfa in suferbia nelF ammonire, e come
in luogo di Giovanni Dini fu messo uno loro confidente a loro -posto.
Nel detto anno 1378 essendo ammonito Giovanni Dini, uno deiruficio degli Otto, si di- 35
liber6 che in luogo di lui fosse uomo confidente alla Parte, e non si osava favellare incontro
a cosa che di quella casa uscisse o de' loro auzzetti, che subito, 0 ammonito, 0 conden-
nato sarebbe stato chi avesse fiatato. Ed in effetto ebbono Niccolo di Niccol6 di Gherar-
dino Gianni in luogo di Giovanni Dini. E dicesi che guardavano di ammonire alcimi altri
per mettere in luogo di loro altri. Questa baldanza di costoro era tale che niuno osava 40
faveUare, perocchfe niuno non voleva dei loro colpi. Molto erano sbigottiti i buoni uomini
e gli uomini che si voleano stare in pace.
3. gentile uomo] omm. A. — 33. Questl.
QuesU] dl loro almlU. QuestA G.R.
dlremo] tmm. A. — 37. o de' loro] e dl loro /. — 40W dl loro...
[A. 1378] CRONACA FIORENTINA 315
RuBRiCA 787* — Come' cominciarono a intendersi insieme li buoni uomini. /., ix, mi
Proverbio antico pare che sia che in effetto suoni : " Firenze non si muove, se tutto non
" si duole „. Era gik tanta piena larga delVorgoglio degli ammonitori, che niuno si tenea sicuro;
di che considerato cio gli uomini, che parea esser loro da Firenze, non voleano essere sotto
5 tiranni; e sentendo che Simone di Rinieri Peruzzi usb di dire che alquanti uomini si volea
recare lo reggimento di Firenze, pensando che migliaia per piil ragioni doveano reggere come
lui, sl si cominciarono a intendersi insieme, e si prowidero a' f atti loro con dire : che uno
Priore, che volesse mettersi a partito, potea sanare Firenze, considerato che piil erano quelli
che in uficio si poteano trovare, a cui spiacea, che quelli a cui piacea. E cosi quelli che
10 spiaceva incominciarono a fiatare insieme con gli Otto, a cui ubbidiano li soldati. Assicura-
tisi vidono che di maggio convenia essere Salvestro di messer Alamanno de' Medici di ne-
cessitk gonfaloniere di lustizia. Con lui si fece forte la brigata, ed egli promisse di fare la
faccenda. Parve che quelli della Parte, o sentissero, o sospettassero da lui, ed essendo U
Dodici tratti a mezzo marzo, videro che se uno dei Dodici scemassero' di quel quartiere con- /,. ix, jm
15 venia fusse Salvestro dei Medici, o uno de' consorti dei Dodici, e poi per lo divieto non
potea essere gonfaloniere di lustizia a maggio Salvestro. La brigata della Parte prowide
a ammonire Maso di Neri, funaiuolo, accio che uno degli ufici de' Dodici si traesse; e cosl
fu ammonito a' di 20 d'aprile 1378. Non seppe tanto uno che Taltro non sapesse piii, che
gli Otto della Balla ordinarono che non si traesse lo scambio, e non si traesse quello Dodici,
20 anzi si lascio, e fu tratto Salvestro di messer Alamanno dei Medici, gonfaloniere di lustizia.
Subito la brigata venne alli rimedi; ed in effetto furono da lui li capitani, ed ordinarono si
acconciassero le leggi della Parte e delle petizioni.
RUBRICA 788* — ^uesti sono quelli che furono ammoniti in questo anno.
Seguendo lo loro appetito quelli della Parte, in effetto senza freno, se non gli appetiti
25 sfrenati, che ciascuno volea lo suo nimico o malvogliente spiacere, e come era passato tra'
capitani, se fosse stato piu guelfo che Carlo Magno, tra' ventiquattro rimanea ammonito, pe-
rocchfe si doveano trarre a sorte ed a fortuna 24 uomini delle borse, e richiesto lo cattivello,
gli era detto, ch'egli era ammonito per la tale cagione, ed egli detto ' quello che volea, gli /., «, «o
era detto: " Sta' fuori, e niuno la campa, o molti radi,. Li 24 si doveano trarre a sorte e a
30 fortuna: stava alla tratta, se era bene alla loro mano: " Buono k, si dicea, va'perlui„. Se
non era bene arrabbiato, dicea uno, il primo che '1 conoscea: "Egli h assente, io lo vidi ire
" oggi in villa„. Airaltro il simile, se simile era; e cosl erano tutti apinellati e innanzi che
il richiesto potesse dire le sue ragioni, gli era detto; " Sta' di fuori „, e datogli deiruscio
nelle calcagne, e poi, come detto e addietro, quando se ne andava gU erano tirate le co-
35 reggie dietro, e picchiatogli le panche dietro, e fattogli gli alloccoli, e li bu bu ; e cosl scher-
niti, e straziati erano allo andarsene a casa. E tale ne fu ammonito, che vedutosi fare torto,
e non veggendosi rimedio, si pose lo secondo di in sullo letto colla febbre, e di quello luogo
non si lev6, che in pochi dl si si morl. Questa era abbominevole e scura cosa, e ogni dl si
dlcea per gli savi: " Questa cosa guasta Firenze „. Ed ogni uomo la vedea, e non si vedea
40 per6 rimedio. Pure quando Iddio non vuole piii sofferire le iniquitk, f a sua operazione come
3. che in eftetto suoni] omm. A. — 9-10. quelli cliesptaceal quelll a cul splacea /. — lo-il. ubbidiano li soldatl.
Assicuratisi] ubbldiano. Ll soldati asslcuratisi /.— ll-ia. dl necessiti] per forza A.— I4-IS« convcnla fusse] con-
venia essere G. R, — 15. pol] 0»»»«. G. R. — 17. acci6 che] anco che /. — 18-19. sapesse.... e non si traesse] sa-
pesse pli ch'egli non ordinarono gli Otto deila Balia che non si traesse, e non sl trasse G, R. — Jo. del Me-
dici] omm. G. R, — 31. il primo] omm, A. — 32. villa.... Innanzi] ▼111« e tuttl erano a lor modo in eflfctto, e
innanzi A. - aplnellati] appennellatl /. — 39-40. e non.,.. Pure] e non sl rimedlaT». Puro A. — 40. pi4 ■offerirej
piii sostenere A.
I
316 CRONACA FIORENTINA [A. i3Tej
giusto Signore, e co>i fece di questo, peroccli^ fece tale rimedio che quelli, che parte ne
operarono, non credettono per6 chc la cosa andasse dove la vidono ire, nfe ancora l*avereb-
/, iz, Jii bono voluta cosl gastigare,' nh con tanta agrezza, nfe ancora non l'avrebbono saputa a lingua
chiedere ne' termini che Iddio racconcib, ed improwiso d' ogni buono uomo e contro al
penstero de' rei, che mai non stimarono, che a loro venisse meno il loro pensieri. E cosl 5
interviene, come dice il proverbio : " Che chi fa quello che non dee, gli addiviene quello
• che non pensa ,. Cosi iatervenne a costoro, che certo non pensarono che mai intervenisse
loro quello che intervenne. Ora per seguire il trattato, in questo anno furono ammoniti
griofrascritti, ciofe:
Messer Qiovanni del maestro Neri, iudice da Barberino, messer Giovanni di messer Sco< 10
laio di 3erto, iudice da Petrognano, ser Cristofano di ser Bartolo Nevaldini da Barberino,
Fraacesco BartoU Baldoni, bottaio, Salvestro d'Andrea di Chiarissimo da Barberino a' di 31
di marzo.
Francasco di Benedetto Gucci, quartiere di S. loanni, Baldo Coppini da Vicchio, ser
Manieri di Giovanni Chiarissimi Bilenchi, notaio, Giovanni Dini, speziale (questi era degli 13
Olto della balia), »' d) 22 d'aprile.
Nofri di Simone deU'AnteIla, a' di 22 d'aprile.
/., IX, JiJ Stefano di Biudo Benini, quartiere di S. Croce, Simone' di Pajmieri, vasaio, quartiere di
S. SpiritOf Francesco di ser Donato, speziale, Giovanni di ser Rucco, quartiere di S. Croce,
a' di 29 d'aprU0. 30
yj. . } figliuoli di Fantone di Giraldo da Ognano.
Francesco di ser lacopo Cecchi da Signa, Filippo di Maso Mangieri Mauvoli da Ognano,
Simone di ser Benedetto di Martino Petri da Santo Ellero Pietro Donati dal Sambuco, Nic-
coI6 di Lodovico Ricciardi de' Cerchi, Michele di ser Vanni di ser Ugolino di ser Dino 25
d« Castiglione, Maso di Neri, funaiuolo, quartiere di S. loanni a' di 30 d'aprile.
Gflraldo di Paolo Giraldi, quartiere di S. Maria Novella, Francesco Martini de' Salti da
Monte Ficalle, a' dl 15 di giugno.
30
In quesd ultimi due finj rammonire, e levossi per costoro Torgoglio a coloro, li quali
non bene nfe a buon zelo adoperavano, e voUe Iddio porre rimedio a questa usanza.
/.i Xi I RusBJCA 789* -^ Come' g ^irenze furo grandi mutazioni e grandi novith fer cagione deUo
ammomre, cd ordini.
Essendo il priorato, nel quale Salvestro di messer Alamanno de' Medici fu gonialonieri
di giustizia, a cui molto dispiacea rammonire, e speziedmente fare torto a' Guelfi, i capitani
della Parte ne presero gr:w sospetto, e la cagione, perchfe non ammonirono lui, fu p^rchfe 35
nel vero era guelfissimo, ed aveano molto grande speranza negli suoi compagni, che ve ne
avea assai di loro animo, e spezialmente Francesco di Feduccio Falconi e Niccola di Lippo
Alberti, perch'era compagno di Michele di Vanni e Francesco di Spinello e Francesco Ca-
/., X, 3 sini e Piero' di Front^. Essendo il priorato intrato di maggio, il primo di vennero a ra-
gionamento i capitani deUa Parte guelfa col detto Salvestro per sospetto di cio ch'aveano 4^
di lui e de' modi di mitigare le petizioni e d'acconciare un poco i fatti deUa Parte, e ten-
nero questo modo, che si medic6 nelle petizioni, che.... {lacuna). E nella Parte si medico
che niuno potesse essere ammonito, che per sospetto se non.... (lacutta), e che non fusse
i-«. parte.... eredettono] parte teneano la comprarono, non credettono <?./?. — 5. de' rel] de' rettori G.Jt.
— 8. H trattatoj omm. A. — 33. 11 priorato] un prlorato G.It. - fu] omm. G. /?.; era gonfalonieri /. — 40. guej-
fa] «mm. A.
lA. 1378J CRONACA FIORENTINA 317
messo a partito niuno piii che tre volte tra' Ventiquattro. E certo sarebbesi stato la cosa
in 8uoi termini per ora, se non fussero i capitani usciti de' loro termini, i quali capitani fu-
rono questi, cio^: {lacuna).
5 Ma ' essendo un giorno tra' capitani chiarito Giraldo di Paolo Giraldi, galigaio e Fran- /., x. 3
cesco Martini de' Salti da Monte Ficalle, tratti la sera alle tre ore li Ventiquattro, e messo
a partito tre volte, non si vincea. Ghino di Bernardo Anselmi si disse che non era buono
a rompere gli ordini del Comune e della Parte, fatti del mese prossimo passato per gli pre-
senti Priori e capitani, e pertanto si partl, e andossene, pensando non essere i suoi com-
0 pagni a cio contenti. E subito rimissero a partito piu e piu volte, e non vincendosi, e gii
era mezzanotte, Bettino da Ricasoli, lo quale era Proposto, volendosene partire un altro de'
capitani, si levo, e tolse le chiavi, e disse queste parole: "A dispetto di Dio, che non si
uscirk persond, se non si vince, che questi sieno ammoniti „ ; e serrato l'u8cio colla chiave,
vi si pose suso a sedere, e rimise piu volte a partito, sl si vinse, e furono ammoniti i detti
5 Giraldo e Francesco. E dissesi che ventitre volte li missero a partito. Era questa cosa in
tanto abominio a' buoni uomini ed a' buoni mercatanti ed artefici, che chi non dicea come
quelli della maledetta' setta, era sospetto, e se era guelfo, chiamato il malo guelfo, e cosi /., x 4
aspettava ogni di essere sospetto, e per sospetto essere ammonito. Sentito la mattina non
essere osservati gli ordini delle tre volte, ma passati e quasi vinto per mezza forza, ridotta
20 la cosa a Salvestro di messer Alamanno dei Medici, gonfaloniere di giustizia, dicendo: "Tu
volesti medicare le petizioni, e desti il lustro alla Parte, e non si seguita, perocch' el tale
ordine istanotte alla Parte ordinato h fatto„. Di che dogliendosi Salvestro di cio, disse, e
lasciossi uscire di bocca: " Noi Tacconceremo quando sarb Proposto,. E mand6 per quelli
di cui si fidava, e inlesesi con loro personalmente, con alquanti ed altri per mezzani, e die-
23 rono ordine alla materia, secondoch^ nel seguente capitolo far6 menzione.
I
Rubrica 790* — Come si fecc mutazioni in Fircnze con grandi romori, e fassaronsi gli
ordini della giustizia a' Grandi.
Avendo parlato Salvestro de' Medici a cui gli parve, ed essendo in casa di Luigi di
Lippo Aldobrandini, il quale era grande cittadino, ragunatosi di notte molta gente segreta-
10 mente, sollecitarono il gonfalonieri della giustizia, e dato Tordine. Ed essendo tratto propo-
sto il detto Salvestro a' dl i8 di giugno negli anni del Signore 1378 avea fatta la' petizione, /., x, J
dalla quale volle cominciare per vedere quello che questi della Parte volessero fare novitJi
niuna e movimento niuno, e comincio da quello, perocchfe generalmente quasi tutti i Grandi
voleano, e studiavano rammonire, se non era alquanti buoni, ch' erano in alcuna delle fa-
J5 miglie de' Grandi, li quali erano pochi; e dato nella campana fu fatto a sentire quello si
dovea fare. Di che i capitani subito furono al palagio della Parte ragunati, e feciono richie-
8ti subito, e quasi tutti i capi delle famiglie de' Grandi, a cui piaceano le materie {maniere)
che essi teneano alla Parte, e tutti quasi con panziere e coltella, e chi stocchi celatamente
allato. E furvi richiesti tutti i capi delle famiglie popolane, le quali faceano alla materia
0 adiuto e favore, e quivi furono questi, li quali erano il bilico di tutta la materia: messer
Lapo da Castiglionchio, Carlo degli Strozzl con gli figliuoli, Piero di Filippo degli Albizi,
Niccol6 Soderini, Bartolo di Giovanni Siminetti, detto Mastino: questi erano il fermo di
3. per ora] »mm. A. — 6. dei Salti] omm. A. — 7. Anselml] omm. O. R. — 8-9. pMMntl] pred«ttl G. R. —
IJ-13. non sl usciri] non usciri A. — 14. sedere.... piu rolte] sedere, mottendole dovo sedoTa, • rlmesto piCi rolte
G.R.— 15. e Francesco] lacuna in G. R. colmata esaitamente da I. — 16, buoni] omm. A. — 18. cssere) 9mm, A.
— 19. rldotU] ridetto /. — ao. di mesier.,.. glustizia] omm. G. R. — >l. ii lustro] l' l'u»oi» A. - seguita] osierra
G.R. — 35. far6] faremo G. R. — 31. negli annl del Signore] omm. A. — 31-33. noTlti.... comincl6] WjUk Q
raoTimento niuno e comincid A. — 38. coitella e clii] omm. A.
318 CRONACA FIORENTINA [A. 1378]
tutta la faccenda. E vero che appresso di loro non era uno, ch* era Taltro campione: ci6
era Stoldo di messer Bindo Altoviti, il quale era in ambasciata per la pace a Roma. E die-
tro a costoro quelli ch'erano maggiori si erano questi: nel quartiere d'01tramo: Bonaiuto
A, X. 6 di ser Belcaro Serragli, Giovanni di Bartolo Bigliotti, Antonio e Bortolommeo di' Niccolo
di Cione Ridolfi, Guerrieri di Tribaldo de* Rossi, Piero di Dato Canigiani e messer Ristoro
8U0 figliuolo, Uberto di Schiatta Ridolfi. S. Croce: comecchfe fusse frate godente, messer
Filippo Giammori e Giovanni di Piero Bandini suo consorto de' Baroncelli, Michele e mes-
ser Lotto di Vanni Castellani, Simone di Ranieri Peruzzi e Benedetto suo figliuolo e' con-
Borti tutti, Adoardo de' Pulci, Bonaccorso di Lapo, Giovanni de' Bonaccorsi, Guerriante
Bagnesi, Bardo di Tingo Mancini, Bese Magalolti, Salice Cavalcanti, Guccio di Cino Bar- 10
tolini, lacopo di Gian Gherardini. S. Maria Novella: Buondelmonti tutti, Acciaiuoli alcuni,
Altoviti tutti, alcuni degli Ardinghelli, Ramondino Vecchietti di Giovanni, messer Albizo
Rucellai e quasi tutti, messer Pazzino degli Strozzi, Andrea, e Cipriano di Lippozzo Man-
gioni, Andrea di Signino. Santo Giovanni: Biagio di Bonaccio Guasconi e consorti, Bru-
nelleschi tutti i figliuoli di Boccaccio, lacopo di messer Francesco de' Pazzi, gli Albizi tutti, 15
Migliore Guadngni, Vieri di messer Pepo de' Cavicciuli e Pigello di messer Talano e molti
altri auzzetti popolani e Grandi seguieno la faccenda. Ed ultimamente essendo di questi e di
altri alla Parte, il gonfalonieri della Parte: Giovanni di Bartolo Bigliotti e messer Lapo da
/., X, j Castiglionchio andarono in Palagio, e trovarono,' che la petizione contenea porre gli ordini
della giustizia a' Grandi e non altro. Vennono alla Parte; quivi si ragion6 di lasciar fare, 20
e chi dicea di trar fuori il gonfalone. In questa la petizione non si vincea co' coUegi. Sal-
vestro di messer Alamanno, gonfaloniere di giustizia, si lev6 suso dal coUegio, e scese giii
nella sala dov' era il consiglio, dolendosi col consiglio. Di che '1 popolo gli disse : * Chi
non vuole, fatelo tagHare a pezzi„. Alcuno si lev6, e fecesi alla finestra, e cominci6 a gri-
dare: " Viva il popolo „. II romore fu per la cittk, ed in molte luogora s'arm6, come era 25
ordinato, dicendo : " Viva il popolo e libertk„. II romore and6 in palagio; subito si vinse,
e dove dicea • perpetuo ,, furono solo posti gli ordini per uno anno e per venti privati d'ogni
uficio dentro e di fuori. E quelli che erano al palagio della Parte si fuggirono, non che
pigliassero il gonfalone. E vinto la sera, nel popolo subito ogni uomo si disarm6. I capi-
tani mandavano la mattina per gli consiglieri, e pregavanli che non lasciassero vincerla; 30 \
pure si viiise. Di che, fatto ci6, ancora questo di ebbe bisbiglio ed arme alcuno innanzi si
vincesse; di che veduto Salvestro rispondersi al popolo, pens6 piii innanzi.
/., 3ti " RuBRiCA 791' — Come' si dilibcrb de' fatti della Parte guelfa, e diessi modo al mtiovere.
Nel detto anno 1378 a* dl 20 di giugno per osservare i patti e gH ordini delle riforma-
gioni che si feciono, quando il Mastino Siminetti si fu' Priori, feciono i Priori diliberare 35
alla Parte la petizione, e fecersi ordini, che non si ammonisse cosl di fatto, come si facea,
e che si ordinasse nuovo squittino. E cosl si fece, cioe s'ordin6, e poi si fece lo squittino.
RuBRicA 792* — Come il fopolo e FArti corsono aWarmc, e furono arse -piu case, c furono
fatte ■provvisioni sopra gli ammoniti.
Nel detto anno a' di 22 di giugno essendosi il popolo risentito ed i buoni uomini, e veg- 40
gendo che quelli medesimi che signoreggiavano alla Parte, poteano venire suso a rifare il
3. questl.... Bonaiuto] questl per quartieri come tu vedral iscritti qui di sotto : Bonaiuto A. — 6-7. Ri-
dolfi.... Giovanni] Ridolfi. Per lo quartlere di S. Croce messer Filippo Camorri, frate gaJdente e Giovanni A. —
7. suo conaorto] omm. A. — 7-8. Michele. ... Simone] Michele dl Vannl di ser Lotto ed ii fratello messer Lotto Simone
G. R. — 13. alcuni] omm, A. — 14-15. Brunellesclii.... lacopo] Bruneileschi e figliuoli dl Boccaccio ; lacopo G. R.;
Bmnelleschl tuttl; lacopo A. — 17. auzzetti] omm. A. — ai. co' collegl] tra' collegi G. R. — 31-23. Saivestro dl
messer Alamanno] omm, A. — 33. gonfaioniere] li gonfaioniere A. - suso] omm. G. R. — 23. col conslglio] omm,
G, R, — 37. si fcce io aquittinio] si lece, ed ordin6 lo squlttinio A,
[A. 1378] CRONACA FIORENTINA 319
giuoco, si diliberavano di volere fare alquanti de' Grandi, e pure intendeano di fare a coloro
che guidavano i fatti della Parte. Di che gli amici loro, cio erano quelli di collegio e i
capitani di Parte e i Dieci di Libertk ed ancora de' Priori che in ogni coUegio n'avea alquanti
de' loro araici, sosteneano che cio non si facesse, e non possendo fare,' n^ essendo di con- /., i. lo
5 cordia, il martedi, a' dl detti, in sulla terza, il romore si levo, e le 'insegne deirArti corsono
airarme, e venneno alla piazza de' Priori. E la prima, che si mosse fu quella deirArte de
vaiai; e chi dice che il popolo da sh si mosse, e chi dice, che venne scritta di palagio, ove
erano scritti quelli che dovessero essere arsi ; questo rimanga nel suo luogo. Ma io mi credo
che vero giudicio divino fosse che niuno altro che gl' infrascritti furono nk arsi, nh tocchi,
10 nh rubati. Furono li primi : messer Lapo da Castiglionchio colle case sue e de' suoi consorti
e sua loggia, ch'erano in sulla piazza del ponte Rubaconte, dirimpetto a casa dei figliuoli
di messer lacopo degli Alberti; la quale casa poco vi fu a rubare, perocch^ la notte e la
mattina avea sgombro ogni cosa, salvo in legname e coltrici, ed egli 8'era fuggito in Santa
Croce, ove per una parola che disse, secondo si dice, ch'egli quando udi che il fuoco era a
15 casa sua disse: " Ora aspetta San Giovanni, Piero di Filippo, ora hai Santo Giovanni„. E
vestissi a guida di frate, e andonne lungamo, e capitb in Casentino. Trovossi poi per do-
mandare piu innanzi che Piero di Filippo doveva il dl San Giovanni la notte dinanzi avere
in casa sua il gonfalone della Parte a gigli, Tarme di Francia, del quale' era gonfalonieri /., x, «
Giovanni di Bartolo Biliotti, e per la festa che si facea in Firenze tutti quelli di quella loro
20 setta doveano avere foresteria di villani e d'aItronde in casa; ed era leggiere avere, peroc-
chfe di nulla si guardava in Firenze, e pure da loro i contadini si vengono in Firenze tal di.
E in suirora che i Priori vengono in palagio d' Alessandro di Niccolaio degli Albizi, ovvero
Alessandri, che ogni anno vengono in cotal dl ivi per vedere con tutta la famiglia, ed in
palagio rimane meno di venti persone, aveano diliberato di gridare ed essere in concio e
23 correre la Terra, e subito ire al palagio de' Priori, e quello sanza contasto torre, ed appresso
correre la citt^, gridando: " Viva il popolo e Parte Guelfa„, e menare il popolo a casa gli
ammoniti ed i Ghibellini ed a certi loro nemici, poi riformare la citth a loro modo e lasciare
nel reggimento, diceano, sessanta uomini. La seconda casa rubata ed arsa fu quella di Carlo
degli Strozzi, la quale era da casa i Guidalotti : quivi erano piii cose che in quella di messer
30 Lapo. E la terza quella di Bartolo Siminetti in su la piazza di Mercato nuovo. La quarta
fu quella di Niccolo Soderini al canto della piazza del ponte alla Carraia aU'uscire di Gual-
fonda a andare alla Cuculia: quivi fu arso assai cose' e molte case di lui e di Tommaso /•. x, $
Soderini, e le case sue abitava un suo genero, Ardingo de' Ricci, che fu arso e rubato.
II sestaio fu andato a casa messer Benghi, il quale in casa non avea altro che legname, di
J5 piu dl sgombro. E per non ardere le case de' vicini e de' mercatanti ed artefici sopra Porta
S. Maria, ove era situata, e forse per piu danno e vergogna della casa de' Buondelraonti, fu
messo fuoco nella casa, ove abito messer Benghi, quando fu fatto popolano, che v'erano le
Croci, dicendo: " Questa h ancora di messer Benghi „. E quella era de' figliuoli di messer
Lorenzo Buondelmonti, la quale abitava a pigione messer Gherardo Buondelmonti. L'altre
10 case che furono arse sono queste: messer Ristoro e Piero suo padre de' Canigiani, allato e
sopra a S. Felicita; Piero di Filippo, Maso di Luca, Alesso di lacopo, figliuoli di Manno
di Pagno degli Albizi — questi stavano in uno palagio lungo, ch'avea ciascuno intrata di per
se nella via di S. Piero Maggiore — Andrea di Francesco degli Albizi stava loro dirimpetto
fu arso. lacopo di messer Francesco, Simone della Torre de' Pazzi. Questi erano consorti,
15 stavano da casa Pazzi nel Corso di San Piero Maggiore. Vieri di messer Pepo CavicciuU
lo. CastigUonchlo] CastigUone G. /?. — ij. dlsse] omm. G. R. — 19-JO. quella loro sett»] dl qaello loro
setto G. R. — 13-33. Alblzl Alessandrl] o Alblzl vero pol si disse degU Alessandrl G, R.; Alblzl ore pol sl dissc
degli Alesaandri /. — 32. assai .. . . di lui] assal case e molte di lui A. — 34. 11 sestalo] II sesto G. R. — 35. A\ sgom-
bro] dl si 8gombr6 A. — 40-41. allato.... Fellcita] omm. A. — 43.-43. Queftl.. . . Maggiore] omm. A. — 43. stara
arso] omm. A. — 44-45. Questi.... Magglore] »»«»1. A. —
330 CRONACA FIORENTINA jA. 137«]
/« X. u nella via Larga presso a S. Marco; Migliore' di Vieri de' Guadagai: stava allato alla Loggia
de' Pazzi, owero albergo della Corona nella via del Corso di San Piero Moggiore e molte j
altre caae e tutte di coloro che erano di quella maladetta setta deirammonire. E di poi cor-
sono alle Stinche, ed uscirne tutti i prigioni, ed ebbene grande danno ed il Comune ed i
cittadini; e quelli del Biancarto per Fiamminghi erano in pregione; ed arse. Lo secondo di 5^
corsono una gente minuta, e rizzarono uno cappello in su una lancia, ed andarono e niba-
rono ne' Romiti degli Angeli e nella Chiesa di S. Spirito. Di che '1 Podestk e gli altri ret-
tori e la 'nsegna della Libertk li seguirono, ed impiccarne cinque forestieri dovunque gli
giunsero, perocchfe rubarono infino airorliquie insieme coUa roba e mercanzia, che v'era den- 1
tro, del giusto e del peccatore. E similmente si diede balia a ottantuno uomini, li quali 10 '
avessero a vedere quelli uomini, i quali fusseno stati ammoniti dal 1354 in qua, a cui fosse
fatto torto, si fossero ristituiti, e che potessero avere gli ufici dal di della ristituzione a tre
anni e non prima; e che 'n niuno collegio ne potesse essere piii che uno di quegli ristituiti,
collegi s' intendea Priori, gonfalonieri e Dodici Buoni Uomini, e cosi d' ogni altro uficio.
Questi ottantuno furono questi, cio6: Priori, gonfalonieri e Dodici e capitani di Parte e Dieci' 13
/., X. 13 di libertJi, sei di Mercatanzia e ventuno consoli.
RuBRicA 793* — ' ^tesii sono i Priori da calendi novembre 1377 a di frimo di novembrc 1378.
NiccoI6 di Bo....io
Salvestro di messer Alamanno dei Medici 20
Ser Domenico Salvestri, loro notaio, quartiere di S. Spirito.
I predetti Priori con gli loro aggiunti feciono per piii volte piu ordini delle cose che
vedieno essere utili, e non si vinceano, ciofe questi ultimi Priori; e feciono legge che ser
Piero delle Riformagioni fosse casso, e fu 11 degli ufici. E fu fatta rifonnagione che tutti
fossero ribanditi gli sbanditi, eccetto i ribelli ; e fu levato il divieto a Uguccione e messer 25
Piero de' Ricci, posto per lo Migliore.
RuBRiCA 794* — Priori tratii fer gli mesi di luglio e d^agosto del 1378, e cib che fecero.
Neiranno del Signore MCCCLXXVIII in calendi di luglio intrarono li Priori nuovi, li
quali furono principio di molto danno della nostra citt^; e furono questi, ciofe:
/., X, •« Brancazio ' di Berto Borsi 30
Tommaso di Serotine Brancacci
Pierozzo di Piero Peri
Zanobi di Cambio Orlandi
Manetto di loanni Davanzati
Alamanno di messer Alamanno Acciaiuoli 33
Niccolaio di Lapo del Nero
Guerriante di Matteo Marignolli
Luigi di messer Piero Guicciardini, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Baldo Brandaglie, loro notaio, quartiere di S. Giovanni.
I. nella .... Marco] omm. A. — 1-2. stava .... Magglore] omm. A. — 2-3. e molte .... e di poi] omm. G. R. —
6-7. andarono e rubarono] andarono a rubare G. R. — 13. non prima e che] non pl6 e che G. R. — 13-16. che uno . ...
liberti] che uno dei restituit», gli ottantuno furono questi Signorl, gonfalonieri e dodici capltani di Parte che erano
statl Dleci di Llberti A. - 16. llberti.... consoli] llberti e gli ufidali A^ . . . . (lacuna) i quali G. R.; liberti e gU
uficlali deIl'Artl, l quali furono questl /. — 17. /« rubrica 793 manca in A. — 17-21. Questi . . . . & Spirito....]
Questl sono I PrJori da Calen di gennalo 1377 a» di prlmo di luglio 1378 : Luigi di Gioranni da Quarata etc. Gli
steMl di rubrica 785 /.
[A. 1378] CRONACA FIORENTINA 321
I' quali Priori trattarono, com'fe d'usanza, per due mesi, cioe luglio e agosto, ed essendo /■, x, is
in offizio, seguirono Tordine dello smonire gH ammoniti, e feciono questi Ottemtuno piu e
piu ordini, e feciono loro consorti li Priori nuovi detti qui di sopra, ed ebbono quelle pre-
minenzie e privilegi d"arme, come gli altri Ottantuno, e molte ammonizioni presero, e pre-
5 sero di potere dare Tarme ciascuno a due, a cui volessero li consiglieri, cioe Capitudini
ch'erano per lo tempo detto. Vollono ancora potere portare Tarme; di che bene cinquecento
uomini, tra i principali e quelli che in poco tempo avieno avuta balia, portavano Tarme
senza quelli che aveano il brivilegio del Priorato.
RuBRiCA 795'' — Come ftirono molti condannati c sollcvato il -popolo a romorc.
10 Nel detto anno, avendosi fatto per gli Priori passati, cioe Salvestro de' Medici ed i com-
; pagni, riformagione di confinare certi e fatti Grandi e rubeili ; i quali rubelli furono que-
sti e Grandi:
Messer' Lapo da Castiglionchio, rubello /., x, i»
Anibaldo di Lionardo \ ^^ ^^^^^.
,5 Currado di Paolo \ ^
i Alessandro di Niccolaio 1 , , ^ ,.
i! „ , ,• . 11 / de Grandi
i Bartolommeo suo fratello j
Migliore Guadagni
Tommaso Soderini
Matteo di Nanni dello Scelto Tinghi
Selvole di Lippo di Cione del Cane
Piero di Filippo
Maso di Luca
Bartolo di Giovanni Siminetti
Niccolo Soderini
Carlo di Strozza degli Strozzi, non possa intrare in Firenze per 5 anni
Niccolo di Sandro de' Bardi
Bettino di messer Bindaccio da Ricasoli
Bertacchino Frescobaldi
Manetto di ser Ricciardo
Simone di messer Bindo Altoviti
Priore e Pera del Pera Baldovinetti
Giovanni di Piero Bandini
Lodovico di Banco di ser Bartolo
Piero di Dato Canigiani.
Questi sono privati d'ogni uficio per dieci anni, e dove fossero tratti, sieno stracciati,
; rimanendo la balla a' Priori presenti, ciofe Luigi' di messer Piero Guicciardini ed i compagni, /., x, I7
di mandargli a' confini dalle trenta migliaia in Ih; e praticando queste ed altre cose con
I esse, e fatti ed eletti sindachi deirArti ciofe.... per ogni Arte delle XXI. I quali sindachi
[) furono questi (lacund)
privati d'ogni uficio in eterno
confinati da 30 miglia in Ik.
sopraggrandi
I. trattarono] Intrarono A. — S-6. Tolessero .... ch'erano] volessero gli cittadinl che erano A. — 8. quelll
che avevano] omm. A. — 14. di Leonardo] di Bernardo A. — 16. Aleesandro .... dei Grandi] Alessandro e Barto-
lommeo dl Niceolaio degll Alessandri del Grandi A. — 30. Manetto di ser Rlcciardo] omm. A. Anck* Simonc Hi
meuer Bimio e i qmatlro sofutHti sono sognati com* sopraggrandi im A.
T. XXX, p. I — ai.
322 CRONACA FIORENTINA ' fA. 1378]
In questo tempo, a' dl . . . . (lacuna) di Luglio, vennero le lettere, siccome 11 nostri amba-
sciadori avieno conchiusa la pace tra '1 Comune e la Chiesa e patti, li quali avesse intra
certi tcrmini, cio6 fiorini.... (lacuna). E g08t6 questa guerra fiorini due milioni c dugento
quarantatre migliaia. A' dl 20 dello stesso mese di Luglio 1378, essendo addimandato per
le XIV minori Arti a' presentl Priori uno Priore piii delle xiv minori Arti, mancando {togliendo) f
delle sette uno di quelli che ne avieno sette, le sette Arti, e due le xiv, e non ottenendosi, si
legarono insicmc le xiv con una maniera di gente minuta: scardassieri, pettinatori, vergheg-
giatori, lavatori, purgatori e riveditori ed altri membri, e sollevarono costoro, e stimarono
che '1 martedi si levassero ad arme, e venissero in piazza, e domandassero di fare un'Arte,
/., X, II e volessero Consoli; e fatto fu' questo. Sentito cio per gli Priori, sl si feciono pigliare de' U
detti caporali quattro, li quali furono questi:.... {lacutia) e furono messi alla fune. Dl che
sentitosl questo, sublto furono all'arme incontanente, cavando fuori una loro insegna, la quale
il Duca d'Ateni avea loro data, ed era uno agnolo dipinto, e chiamavansi i ciompi. Lo quale J
nome dirivo infino al tempo del Duca, e tanto viene a dire ciompo quanto compare; ma h ■
corrotto il vocabolo, che in francesco dice: " compar , com'fe usanza de' France«chi; questi lo W
corruppero con dire : " Ciompa „ . E venuti alla piazza cominciarono a crescere, perocche
tutti i fattori di tutte TArti minori e molti delle maggiori s'acco8tarono ad esse. Ed ultima-
mente i Priori mandarono a' gonfalonieri, ch'e' venissero alla piazza, e non vi vollero venirc,
se non Giovanni Cambi, gonfaloniere del Vaio.... {lacuna) gonfalone Lione a oro, e pero
1., X, u gli altri' non vennono. La brigata si fece grossa, e domandavano i pregioni; e perchfe non 2«
gli ebbono tosto, come vollero, subito andarono a casa il gonfalonieri della lustizia, Luigi di
messer Piero Guicciardini, e quella arsono con molto danno di lui e con molta roba, la quale
avea in casa. E con quella si appicco a quella de' cugini, i figliuoli di Niccol6 Guicciar-
ciardini, ed una dirimpetto di Francesco Guidetti. E riauti i pregioni, corsero ad ardere altre
case di cittadini. E perch^ non si dicesse che andassero rubando, tennono uno modo che 2'
quando giugneano per mettere fuoco alla casa, pigliavano ci6 che altri ne traevano, drappi
perle, ariento e letta, e in sul fuoco ardevano ogni cosa. E vid'io infino a uno poUo ed uno
pezzo di came salata ch'avea uno in mano, dargli d'una lancia nelle spalle, perche non lo
volea gittare nel fuoco, di Michele di Vanni Castellani, e tagliolle, e rompere le gambe al
pollo, e quelle gittare nel fuoco. E cosl sanza rubare questa seconda volta arsono. Li quali 3
arsi furono questi, ciofe:
Messer Filippo Corsini 1 . . ,, . , o ^ ,. • ,,.
\ ^ • j- TVT- 15. j- r-.- T.-J 1/^ J m via Maggio da capo presso a S. Felice m Piazza.
Antonio di Niccol6 di Cione Ridolfi j ^° ^ *^
Messer Coppo di Lippo di Cione del Cane, dirimpetto a S. Friano Oltrarno 3
i.,x,3o Michele' di Vanni Castellani di ser Lotto, Lungarno tta '1 Castello Altrafonte e Ponte
Vecchio
Simone di Rinieri Peruzzi, dalla via viene a traverso da S. Simone, a casa Peruzzi
Andrea di Segnino de' Baldesi, dal pozzo a San Sisti
Bernardo di lacopo Beccanugi ; da S. Michele Berteldi
Alessandro e Bartolommeo degli Alessandri, che prima erano degli Albizi, divisi nel 1373
stavano da casa degli Albizi a San Piero Maggiore nel Corso, o borgo detto
Domenico di Berto Ugolini, nella detta via su diritta di la dal canto le Rondine verso
S. Ambrogio.
I. /. coima ^riustamentt la lacHna: a dl i8 dl lugllo — 3. /. colma la laeuna con la ci/ra: dugentomila —
S. mancando] montando A. — "j. mlnuta] 01»»«. A. — 8. lavatori] lavoratori A. - riveditori] rlvenditoH /. —
13. 1 dompi] il ciompo A — 16. corruppero] grapporono A. — 19. del] omm. G. R. - gonfalone . . . . e per6] omm. A.
— 33-»4- Gulcclardlnl] omm. G. R. — 34. Guidettij omm. G. R. — a8. lancia .... perchj;] lancia di drieto perchi A.
— 29. Castellani] omm. G. R. - taglloUe] tagllarlc /. — 33-33, in via. . . . Piazza] omm. A. — 35. dirimpetto Ol-
trarno] omm. A. Tuttt U indicaxioni delU vie mancano in A. — 36. Castellani] omm. G.'R.
[A. 1378] CRONACA FIORENTINA 323
Ser Piero di ser Grrifo, detto ser Piero delle riformagione, che stava nella via che va
da S. Pulinari alla piazza di S. Croce.
Luigi di messer Piero Guicciardini con quelle de' consorti : ciofe figliuoli di Niccolo Guic-
ciardini, ch'erano appiccate insieme.
5 Furono arse molte case di cittadini, non in pruova, ch'erano chi appiccate con esee e
chi dirimpetto; furono disfatte in parte alcune case coi picconi per non ardere i vicini;
cio furono: •
Bonaccorso di Lapo Giovanni da casa Pulci
Francesco e ser Taddeo di Donato Marchi in Borgo Santo Apostolo.
)
! 10 Tutti i detti arsi e picconati furono divietati' degli uficj, eglino e' fratelli e' nipoti e a, x, ji
farcnti ch'egli avieno. Ed eglino presero certi cittadini, e per forza li faceano cavalieri,
come che in quello fare dei cavalieri molti se ne facessero per paura di non essere arsi e
rubati. E teneano questa cautela: mandavano in sulla piazza de' Priori, dove era il Capitano
del popolo ed il conte Averardo di Lando che era soldato, e quegli che si volea fare cava-
•15 liere da %h. per paura di non essere arso, perocch'era della setta di quelli ch' ammoniano,
avea gli amici in sulla piazza, e dicea : * All'altro, airaltro, al cotale, al cotale „ . E moveansi.
Lo popolo, vago di novita, correa qua e la, e menavanlo. E chi ardeano, e chi levavano
a dignita di cavalleria; e a tale era arsa la casa sua, che in quello stante era fatto cavaliere;
e tale fatto cavaliere, che ivi a poco gH era arsa la casa E fu il piii nuovo e strano vi-
20 luppo che mai si f acesse. Infra' quali f urono per f orza f atti dal popolo, o volessero,' o no : /., x, u
fu il primo messer Salvestro di messer Alamanno de' Medici, furono tutti quelli deiruficio
degli Otto della balia della guerra, che avere poteano, i quali furono:
Messer Tommaso degli Strozzi
Messer Guccio di Dino Gucci
25 Messer Alessandro de' Bardi
Messer Andrea Salviati
Messer Simone di Rinieri Peruzzi
Messer Matteo di Federigo Soldi
Messer Giovanni di Mone
ii) Gli altri cavalieri furono questi:
Messer Luigi di messer Piero Guicciardini. Que8t'era gonfalonieri di lustizia.
Messer Vieri di Gherardo de' Bardi, ovvero dal Poggio
Messer Vanni di Simone da Quarata
Messer Arnaldo di messer Coppo Mannelli
35 Messer Guido de' Machiavelli
Messer Nozzo di Vanni Manetti
Messer Benedetto di Nerozzo degli Alberti
Messer Antonio di messer Niccolaio degli Alberti
Messer' Rinieri di Luigi l H ' P
40 Messer Lionardo di Tommaso / '•< »• ^
I
3. Luigl.... Gulcciardinl] omm. A. — 5. molte case] certe case G. R. — 6-7. dlifatte.... ci6 furono] dirfaHe
in parte alcune case per non ardere i Ticini, clie sarebbono state arse: ci6 furono G. R. — 9. Apostoio. ... plcconati]
Apostoio furono picconatl. Tutti G. R. — \i. parenti ch\gli avieno\ parte chc gll ardieno G. R., A; /. segna
laeuna, di cui perh non i traecia nei mss. — 14. Lando clie era soidato] Lando non soidato G. R. — 16. dicea: AIl'altro
ail'altro] dicea: ai iatro ai iatro G. R. — 17-18. ciii ardeano.... a dignltl] qulvi ardeano c quirl leravano uno a
dignlti G.R.; que' ardevano e que' levavano /. — 19. c-ivaiiere.... casa] cavaliere incontanente gii fu poi arsa
la casa G. R. — »3-23. della guerra,... furono] della guerra poterono arere A. — »7. Peruwl] Pazii G. R.
I
324 CRONACA FIORENTINA [A. i37»i
Messer Bettino di mcsser Covone de' Covoni
Messer Forese di Giovanni de' Salviati
Messer lacopo di Piero de' Sacchetti
Messer Filippo di Filippo Magalotti
Messer Giovanni di Francesco Rinuccini 5
Messer Piero di Bindo Benini
Messer Simone de' Baroncelli
Messer Niccol6 d^Alesso Baldovinetti •
Messer Donato di lacopo Acciaiuoli
Messer Gagliardo di Neri de' Bonciani 10
Meseer Guccio di Cino Bartolino
Messer Bartolommeo .... Petroboni
Messer Palmieri di messer Arnaldo Altoviti
Messer Giorgio di messer Francesco degli Scali
Messer Francesco di Neri \ H r S ' ' '^
Messer Cristofano d'Anfrione f s i>
Messer Meo di . . . . (lacuna) de' Cocchi
Messer Giovanni di Bingeri Oricellai
Messer Ghirigoro di Pagnozzo Cardinali, altra volta de' Tornaquinci
Messer Ghino di Bernardo Anselmi 20
Messer Vanni di lacopo J Vecchietti
Messer Kamondino di Giovanni j
Messer Luigi di Lippo l aiH K H" "
Messer Ruberto di Piero di Lippo /
Messer Andrea di Lippozzo Mangioni 25
Messer lacopo di Bernardo, biadaiuolo
Messer Fruosino di Francesco di Spinello, vaiaio
/., X, 34 Messer' Bartolommeo dl Lapo de' Bombeni
Messer Giovenco di messer Ugo della Stufa
Messer Biagio di Bonaccio de' Guasconi 30
Messer Filippo di Rinaldo de' Rondinelli
Messer Marco di Francesco Vigorosi
Messer Guerriante di Matteo Marignolli: Costui era deiruficio de' Priori questo di
Messer Veri di Cambio de' Medici
Messer Fulignq di Conte 35
Messer Simone di Baldo della Tosa
Messer Alessandro di Niccolaio degli Alessandri, altra volta degli Albizi
Messer Matteo di lacopo Arrighi
Messer Antonio di Michele Tanaglia
Messer Giovanni Zati 40
Messer Bernardo di Chiarissimo di Meo
Messer Tommaso di Neri di Lippo
Messer Giovanni di Cambio, detto balestriere
Messer Francesco d'Uberto degli Albizi
Messer Guasparre, detto Biondo, suo figliuolo 45
Messer Nastagio di ser Francesco
Infra gli altri se ne feciono due deirArti minori, cio^ del popolo minuto; Tuno fu scar-
dassiere, messer Guido Bandiera, al quale dierono di prowisione fiorini duemila d'oro, dei
quali ebbe circa 50, e raltro fu uno messer Meo del Grasso, il quale era fomaio; de' quali cava-
47. deU'Artl minori] omm. A.
*' lA. 1378] CRONACA FIORENTINA 325
lieri chi la tenne, e chi lascib da se; e poi si fece riformagione chi la volesse tenere,
come innanzi diremo. E l'altro di seguente erano in concio d'ardere piii e piu case, se non
che una acqua maravigliosa fu si forte, che avendo la notte vegghiato armati per tema del
popolo, e per Tacqua si si erano stanchi, si riposavano ; di che i Priori per tema che e' non
5 facessero piu danno, ebbono uomini mezzani a praticare con loro quello ch'e' volessero, e
TArti, che gli avieno detti, cominciarono a pentirsi, imperciocch^ tutti i loro fattori s'erano
messi nella turma, ed eglino cominciarono a gridare : " Viva il popolo minuto „ ; e dove dissero
prima volere consoli, ora cominciarono a volere consoli e priori, e vollono nota di piu cose.
Infra Taltre vollono due priori, i quali di presente intrassero in palagio, e due di quelli se
10 ne uscissero, e che uficiale di lana, od altro, non fosse sopra loro e non venisse. E fatto
questo con piii capitoli ; altri voUono che la rendita delle botteghe del Ponte Vecchio fosse
a vita di mess. Salvestro de' Medici, e la piazza di Mercato vecchio rispondesse a mess.
Giovanni di Mone in quantita di fior. trecento d'oro Tanno a vita. Questi fu uno biadaiuolo,
ch'era degli Otto della balia della guerra. E date le riformagioni subito corsono a pigliare
i5 uno bargello,' lo quale era creato per tagliare di fatto il capo a coloro ch'erano presi e ad /, x, 26
j altri, il quale altre volte era stato bargello crudele, e chiamavasi ser Nuto da Cittk di Ca-
; stello. E questo preso, fatto le forche in sulla piazza de' Priori, lo 'mpiccarono, e sbrana-
i rono, e tagliarollo a bocconi, che tale ne porto a casa per parte meno dun'oncia, peso. E
I poi combatterono il palagio del Podesta, ed ultimamente Tebbono. E innanzi che venissero
pO a combatterlo, si mandarono a tutte TArti a comandare, che a pena del fuoco, che venissero
a loro in Belletri a S. Bernaba co' loro gonfaloni. Quelli per tema chi vi and6, e chi vi
mand6; ed andovvi tale gonfalone con meno di sei uomini. Ed allora s'avvidero che male
avieno fatto a sommovere la gente minuta. E cosi vinto il consiglio del popolo, il secondo
di si fece quello del Comune, e vinto ogni cosa, dissero ch'e' volieno che i priori se ne
5 scendessero, e andasserne a casa. Ed avieno rubato il palagio dello asseguitore, e toltogli
il gonfalone della giustizia, e tenienlo in sulla piazza, e mandavano il bando da loro parte
e del Gonfaloniere della giustizia. Quelli dolorosi per vilta e cattivith se ne uscirono, ed
abbandonarono il palagio, e andarsene a casa; e due di loro, ch'erano il di dinanzi fatti ca-
valieri del popolo, e fatti altri cavalieri, eglino si beneficiarono d'arme; Tuno fu il gonfalonieri'
0 della giustizia, messer Luigi di messer Piero Guicciardini e messer Guerriante di Matteo Mari- /, x, 37
gnolli ch'era de' prlori, che fu si buono guerrieri, che a parole fu il primo, se ne usd fuori.
Rubrica 796' — Come ed a cui si serbh il falagio de' Priori, e riformossi la farte de' Priori,
e come si resse in quello mezzo.
Nel detto anno a' di 22 di luglio neirora di nona vollono i detti Ciompi, che alla guardia
3 di loro e consiglio fussero li Otto della balla della guerra, ed intrarono in palagio collo
loro Gonfaloniere di giustizia, il quale fu uno Michele di Lando, scardassiere, ovvero pettina-
tore, come che la madre vendesse stoviglie, il quale era per adrieto pettinatore di lana, come
che allora fosse sopra i pettinatori e scardasserii d'Alessandro di Niccolaio a salario, e la
madre e moglie faceano bottega di trecca e di stoviglie di terra. E tutto il di ed il seguente
> infino a nona cosi stando gonfaloniere, si mando il bando da parte del gonfaloniere della
j. e plfi case] omm. G.R. — 2-3. se non che] se none A, — 3. arniati] schUntl O.Ii.A; ichlerntl /. —
4. e pcr.... stanchi] si si erano stanchl e per l'acqua G. R. A. — 6. Imperclocchfe] pcrchb G. R. — J. turma]
torma A. — 8. volere consoli] dlre consoli A. — 13. dl Monc] di Mone, bladaluolo A. — 13-14. Questi.... riforma-
gloni] Questl fu degli Otto della guerra; c fatte le rlformagionl A. — 16. da Citti] daila Citti G./f. - 18. U-
gUaroHo] tagliarlo G. R. — 19. ultimamentej omm. A. — 31. Quem] X quali /. — 23. del popolo] del popolo e
del comune A. - secondo] primo /. — 24. e vinto ogni cosa] tmiit. A. —- »9-30, ii gonf nloniere . . . . messer Guerriante]
messer Lulgi Guicciardini, ch'era gonfalonlere di giustiziu A. — 30. di Matteo] omm. A. — 31. ch'era dc' priorlj »mm.
GR. —■ 34. neU'ora di nona] a nona A. — 36. ii quale] che A. — 37. adrletoj addictro GR. — 38. pettlnatorl]
pettlni A. — 39. bottega.... stoTlglleJ bottega di cavoll e d'erb« e dentro di ttivlgile] GJi. - ttorlglle /.
326
CRONACA FIORENTINA
(A. 1378]
/. ». «
gtuBtizia del popolo minuto, e tenne il palagio e la signoria, e fece, e disfece, e tenne le
chiavi, e 8err6 1a cittk, e scrisBe lettere e comandamenti da sua parte, sonb 51 primo dl, intr6
in palagio a parlamento, e prese balia egli nominatamente di fare insieme con gli^sindachi
predetti e con messer Salvestro de' Medici e con gli Otto della Balia, priori e gonfalonieri
e' Dodici buoni uomini di nuovo, non volendo gli altri ch'erano, cbe avieno il gonfalonieri a
Btare infino a' dl 8 di settembre e li Dodici infino a mezzo settembre. Lo seguente di feciono
poi li priori, li quali furono questi e i gonfalonieri e i Dodici, i quali qui appife sieno, e scrive-
rolli per ordine, come si daiino, e traggono; i raaggiori di sopra e quelli delle minori di BOtto:
Giovanni d'Agnolo Capponi
Leoncino di Franchino, pettinatore
Giovanni di Bartolo, speziale \ g^
Salvestro di Buoso Compiombesi j
Spinello di Simone Borsi » g. Maria Novella
Benedetto di Tendi da Carlona J
Salvestro di Giovanni, tintore
Bonaccorso di Giovanni, pettinatore
Michele di Lando, scardassiere, goiifaloniere di lustizia, quartiere di S. Griovanni
Ser Guccio Franchi, loro notaio, quartiere di S. Croce.
S. Spirito
Croce
S. Spirito
Gonfalonieri di Comfagnia infino a di 8 di settembre.
Bruno di Pagolo, raaliscalco
Banco da Zanobi di Banco
/, X, » Lorenzo' di Donato, tintore
detto Persona
Lionardo di Cecco da Vinci
tavoliere
NicoI6 di Vanni Pelacane
/, X, 30 Giovanni di Giovanni, detto Gui-
done
Guido di Riccardo Fagni tavo-
Here
Bonaiuto di loanni, cardaiuolo
Filippo, vocato Forabo-
sco, copertoiaio
Lorenzo di Puccio Cam-
bini, scardassiere
Lorenzo del Toso, li-
naiuolo
Mezza di lacopo di
Mezza
quartiere di
S. Spirito
quartiere di
S. Croce
quartiere di S. Ma-
ria Novella
/ Dodici buoni uomini
Gottolo di Berto, detto Morel-
lo, vinattieri
Giovanni di Carabio de'Medici
Baldo di Lapo, rivenditore
Michele Ciati, corazzaio.
Francesco' Fantoni, vinattiere
Priore di Feduccio Falconi
Lorenzo diRicovero, scardassiere
Niccolaio di Lorenzo, fabbro
Duccio di Caroccio degli Al-
berti
Domenico di Chiavaccino, la-
vatore
Giovanni di Cione, mali-
scalco, detto Nanni
Francesco di Chele, pel-
licciaio
Piero d'Andra, tessitore
Angelo di Bindo, cardaiuolo
Simone di Biagio, corazzaio
Giovanni di Paolo di ser Bar-
tolo, ritagliatore. -
quartiere di
S. loanni
quartiere di
S. Spirito
quartiere di
S. Croce
quartiere di S. Ma-
ria Novella
quartiere di
S. Croce
1. d1, Intr6] d\ come intr6 GR. — 5. chVrano] omm, G. R, — 7-8. e scriverolli . . . . di sotto] omm. A. —
13, Slmone] 0»»»«. A. — 18. Franchi] Francesco d'Andrea /. ; corretto e supflito con la scorta di documenti del temfo
— 34. da Vinci) Puccl /. corrrtto con la scorta di doeumenti del ttmfo — 25. riveditore] riveditore G. R. — 26. di
Vannl] di Vanni dt Nella — 37-28. Guidane] Guidone scardassiere /. — 29. di Riccardo] di Filippo /. - di Rlcovero]
di Klccomanno /. — 31. cardaiuolo] galigaio /. — 33. Fllippo, vocato] Filippo Tedeschi, vocato /. — 33. coper-
tolalo] copertonalo G. R. — 36. detto Nannl] omm. G. R"
tA. 1378] CRONACA FIORENTINA 327
RuBRiCA 797* — Come' si aggiunsero tre Arti alle qnaltordici minori e come furono chiamate. r, x, 3i
Nel detto anno al 1378 del mese di Luglio questi Priori e sindachi diliberarono tre altre
Arti, delle quali furono queste: cio^ TArte de' Ciompi, che si chiamavano TArte de'...; la
seconda quella de' tintori, lavoratori, cimatori ed altri membri di lana con loro; e la terza fu
quella de' farsettai, barbieri, e con questi si aggiunsero altri membri ch'erano prima con altre
Arti che si partirono da quelle, e vennono a queste. E cosi vollono balia e preminenza
come Taltre, o come qualunque altra delle quattordici, e cosi ebbono.
RuBRicA 798' — Come^ i sindachi diliberarom di fare, e come vifu il Priorato, e chi lo facesse. i, x, 32
Nel detto anno e mese d'agosto diliberarono lo squittino generale, perche i Priori gonfa-
•10 lonieri non erano chiamati altro che per lo tempo che H cacciati avieno a stare; si vollono
in questo modo ordinare: che i Priori fussero nove, come soleano, tre deirArti maggiori e
scioperati, tre delle quattordici Arti minori primaie, tre delle tre Arti nuove aggiunte, ed
ogni due mesi avesse il gonfaloniere della lustizia Tuno membro; cioh due Priori ed uno
gonfalonieri della lustizia; e cosi per terzo i gonfalonieri e i Dodici, e traessesi il sedicesimo
15 gonfalone Tuna volta airuno membro e Taltro alPaltro; e cosi riformarono la cittk. E fu
fatto a tempo, cioe innanzi li 28 d'Agosto, che si avieno a trarre i Priori ed il gonfalonieri ;
e furono a fare detto squittinio i Priori e loro collegi, i sindachi, i Capitani della Parte, li Died
della Liberta, li Nove della Mercatanzia, che prima erano sette, e fume aggiunti due, pure
deirArti minori e gli Otto della Balia con messer Salvestro e messer Benedetto, come che del
20 popolo minuto v'ebbe molti sindachi a fare lo squittinio, perocche 68 vi furono delle tre
Arti aggiunte,' che di niuna ve n'ebbe tre. Mentre faceano lo squittinio attendeano alFaltre r, x, 33
cose i sindachi, ed ancora accolsono i Priori uno arroto per uno; sicch^ a f are lo squittinio
furono in numero di.... uomini, de' quali vedete quanta fu la quantitk delle tre Arti sanza
i gonfalonieri, Priori e' Dodici e' Dieci di Libertk, che ne rimasero due, ci6 fu.... miservi
25 due del popolo minuto; ci6 furono....
RuBRiCA 799* — Come si ritrovb un certo trattato, e come dessero baUstrieri ed altri soldati,
e fecero ragione, ed altri ufciali.
Nel detto anno d'ag08to si senti che certi andavano sollevando gente, perocchfe non
piacea loro il fatto, de' quali uno de' caporali era un Antonio di ser Ugo Orlandi ed essendo
50 sentito il fatto, fu preso uno Fino di Taddeo di Fino Tosi del popolo di S. Stefano nel
gonfalone della Vipera. Costui essendo nelle mani del Capitano, non lo aspreggib, come
dovea, a sentire tutto, e tenuto piu di ebbe amici, tanto che 'I Capitano per uno bullettino
de' Priori lo fece lasciare. Di che tra' sindachi ne fu grande quistione, e non si trov6 poi
quando lo rivollono. Fu preso per parole, ovvero per trattato messer lacopo Sacchetti e
15 Luigi di Poltrone Cavalcanti ; e ci6 non furono se non parole ' per malizia di cattivitJi del- /, x. 34
Tunaparte Luigi, e dairaltra il dipintore, ovvero imbrattatore di calcina, ch'avea uome....
3. la lacuna i segnaia in A e in G. /?.; /. supfUset: minuti — <,. prlma con altre] prima ed altre G, R, —
7. quattordlcij lacuna in G. R., supplita da /.; minori — g. e mese] omm. A, — 13. gonfalonlere] gonfalone G. R,
— 17. a fare.... 1 sindacJiij a fare gll uficl i Priori, i gonfalonleri, 1 Dodlci, i slndaclii G. R. — 18. erano] io-
leano essere G. R. — 19. con mess.] e messer A, — io, 68] 65 G, R, — 3J. cd ancora.... arroto] cd ancora a
costoro i Prlori uno arroto G.R.; con uno arroto /. — »3. stgno di Ucuna in A, e in G.R. — 34. ttgno di la-
cuna in A. e in G. R. - miservi] rimesservl /. — 28. detto . . . . d' agotto] detto mesc d'ago8to G. R. — 29. Orlandi]
segno di lacuna in G. R. — 30-31. nel gonfalone] e gonfalone G. R, — 31-33. come doTCva] come ai dovea G. R.
— 33. ebbe amici] ebbe adiuti G. R,
\
328
CRONACA FIORENTINA
[A. 1378]
/, X. 35
chc fu preno insiemc con loro. Ed essendo il popolo arrabbiato di fame, perchfe le botteghe
quasi stavano serrate, e se stavano aperte non lavoravano, e la Lana non volea fare nulla,
di che questi Ciompi volevaiio tutti gli uficj, e non avieno di che manicare, tutto di cerca-
vano di volere rubbare. Di clie si prese modo di dare uno staio di grano per bocca a chi
ne volesse, e faceBsesi scrivere di quello del Comune, e poi lo rendessc, o grano, o denari, I
e diessi soldo a bene 2000 tra' balestrieri ed altri per due mesi, e cosi si fortificarono il po-
polo. E in questo mezzo elessero ragioniere a vedere le ragioni del Comune, ed altri a far
mettere biada in citta, e mandarono uomiui per lo contado a confortare i contadini, e dare
soldo dalle tre miglia in qua, e scemarono restimo a' contadini il terzo, e puosero a' citta-
dini una prestanza di 40000 liorini, ed una di 25000 fiorini, e levarono lo 'nteresso del Monte, 1(
e che si reiidesse la vera sorte, ogni anno il dodecimo, sicch^' in dodici anni fosse renduto,
e che mai non si facesse piii Monte, ma che si facesse uno estimo a' cittadini perchfe pure
bisognava denari, sei mesi si potesse porre quelle prestanze, che bisognassero.' E fecero
certi confinati dalle 50 miglia in Ih, li quali dovessero stare ove fosse deliberato per uno anno
per rappresentarsi all' Uliciale di quella Terra ogni di, e in capo del mese mandare la carta di 1
tutti i dl del mese ; e chi non mandasse la carta, il primo mese cadesse in pena di 1000 fiorini,
ed il secondo mese 2000, e il terzo s'intendesse essere rubello. Qui appife scriveremo i confinati:
Messer Benghi del Teghia Buondelmonti con-
finato a Perugia
Alessandro di messer Francesco Buondelraonti
a Roma
Pepo di Marignano de' Buondelmonti a Verona
Ser Taddeo di Donato di Rosso de' Marchi
a Napoli
Francesco suo fratello ad Ascoli della Marca
NiccoI6 di Geri Soderini a Trevigi
Carlo di Strozza degli Strozzi a Genova
Andrea di Segnino Baldesi a Bologna
Giovenco di raesser Lottieri da Filicaia a
Manfredonia
Bartolo di Giovanni de' Siminetti a Mantova
Pero di.... Tornaquinci a Faenza
Messer Giovanni di ser Fruosino iudice a Furli
Messer lacopo di Piero de' Sacchetti a Todi
Antonio di Niccolo di Cione Ridolfi di Piazza
a Viterbo
Uberto di Schiatta Ridolfi di Borgo S. lacopo
a Riraino
Piero di Masino deirAntella a Foligno
lacopo di Bartolommeo de' Medici, detto di
Monna Niccolosa, a Reggio
Bingeri di Giovanni di Bingeri Rucellai a
Parma
lacopo di messer Francesco de' Pazzi a Brescia
Filippo di Biagio degli Strozzi alla Citta di
Castello
Vieri di messer Pepo Cavicciuli airAquila
Attaviano di Boccaccio de' Brunelleschi ad
Agubbio
Bonaiuto di ser Belcaro Serragli a Pesero
Pigello Cavicciuli a Padova
Niccolo di Sandro de' Bardi a Ferrara
Piero di Filippo degli Albizi a Vinegia
Maso di Luca degli Albizi a Barletta
Simone di Rinieri Peruzzi a Spuleto
Giovanni di.... de' Giugni a Modona
Bettino di messer Bindaccio da Ricasoli ad
Ancona.
RuBRicA 800* — Conie si levarono quclli del -pcpolo minuto, e fecero grandi mutazioni.
Nel detto anno e mese d'agosto, a di 29, si levarono i detti Ciompi, armaronsi, e ven-
nono in piazza, e con loro furono tutti i balestrieri, li quali avieno fatto i Priori e sindachi.
6. Boldo .... balestrieri] soldo a . . . . (/acuna) bore .... (/acutta) tra' balestrieri G. R. — 9. l'estinio] le stime G. R.
— 13. denari, sel] denari perclie in sei /. La Itzione del testo i queUa di A. e di G, R. — 14-15. deliberato . . . .
rappresentarsi] deliberato uno anno rappresentarsl 6'. R. — 17-18. Qui.... confinati] I confinati furono questi ciofc
A. — 19-20. di Monna Niccolosa] omm. A. — 33. di Rosso] omm. A. — 39. di messer Lottieri] omm. A. — 30. Pi-
geUo....a Padova] Pigello di inesser lacopo degll Adinari a Padova /. - di messer . . . . (/acsna) degll Adlnari CT: ^.
— 33. t« A. manca il sfgHO Je/la /acuna - Vinegia] Comegia G.R. — 34. dl Piero omm. A. — 35. di Cione]
di Mone /. — 37. di Borgo S. lacopo] omm. A. • . messer Bindaccio] omm. A. — 40. e mese] omm. A. • e mete]
omm. A. • 39] 37 G. R. - armaroasi] armarsl G. R. — 41, fatto] omim, G, R.
[A. 1378] CRONACA FlORENTllsrA 329
fi-
t
f- e molto arrabbiati gridando: " Viva il popolo minuto„. Ed insieme furono, e feciono bri-
'; gata, e feciono loro ordini e leggi,' e portarle suso a' Priori e a' sindachi; ed infra Taltre /, x, 37
■| feciono la prima, che contenne che i sindachi fossero cassi e levata ogni provvisione, e non
avessero balia piii. E poi feciono ordini che ciascuno cavaliere non potesse avere uficio, e
5 che il Ponte vecchio fosse levato, cio^ la rendita, a messer Salvestro, ed a messer Giovanni
di Mone la piazza di Mercato vecchio, e che di malificio fatto infino a quello di, non si co-
noscesse. E venuto il loro notaio, era uno ser Agnolo Latini, che stava al Pozzo a S. Sisti,
ed era con loro uno loro scrivano, lo quale avea nome Guasparre di..., lo quale stava in
via Ghibellina a tenere i fanciulli a leggere, e fu gih crociato nel 1353 per Paterino, e sta-
10 vano in sulla piazza e in sulla ringhiera de' Priori, e quivi Tuno diceva: " Scrivi, Guasparre,
" io voglio cosi „ ; Taltro venia da canto e dicea: " vo' cosl „ ; e I'aItro gli ponea la spada
alla gola, e stracciava la scritta, e ponevagli un foglio in mano, e diceva: * Scrivi „ ; e raltro
vi f regava suso le dita, e diceva : " Vuole stare cosi , . Ed il romore ed il parlare loro pare
uno inferno, e fanno legge di non potere essere costretti per niuno debito infino a cotanti
,15 anni, nfe in persona, ne iii avere. Tutte queste loro riformagioni sarebbono state messe e
tenute per vinte, come erano, se non che ser Viviano, notaio' delle riformagioni, disse loro /, x, 3»
per levarseli da dosso, e perchfe si levassero dalle riformagioni, e per lo vero che non valea
nulla, perocch'era uscito e finito il consiglio, e li sindachi ch'avieno balia cassi per la prima
petizione, sicchfc non valea uulla cosa si facesse sanza parlamento, e che eglino s'andassero
'20 a disarmare, e ordinerebbesi cio che e' volieno. E cosi rimasero le loro prowisioni per
quello di; le quali suggellate e vinte tra i CoHegi le rendfe loro ser Viviano, ed eglino se
le guardassono.
RuBRiCA 801* — Come messer Lttca da Panzano andh fer romfere la casa della Parle -per
torre il gonfalone reale.
25 In questo anno e questo dl, ciofe 1378 a' di 28 d'agosto, la mattina a buona ora, mes-
ser Luca di Totto da Panzano, il quale per addietro era stato fatto de' grandi per una pe-
tizione datagli per una donna, si dicea, per lui adoperare esser morta, che era sua nuora,
a S. Marco, s'and6 loro a proferere con tutti quasi gli sbanditi ribanditi, e quelli seguieno
lui e Tommasino suo nipote. Di che essendo in suUa piazza, preg6 essere fatto di popolo
30 per le loro riformagioni: e cosi fu fatto, e poi si fece disfare cavaliere e tagliare gli sproni,
li quali avea in piede,' ch'era cavaliere del popolo di Firenze. E come fu disfatto, volle che /, x, 39
lo rifacessono cavaliere del popolo minuto, il quale e' chiamava il popolo di Dio; e cosi
feciono, e feciollo loro capitano.' E andarono subito a casa del capitano del popolo, e quivi /, x, 3»
si feciono aprire, e poi la pregione della Scala, dov'erano messer lacopo Sacchetti e Luigi
55 di Poltrone Cavalcanti col difintore, 0 imbrattatore di bianco, per la cagione narrata ad-
dietro, rubrica 799, e quivi lo menarono in sulla ringhiera, dicendo: " Ringrazia Iddio e il
"popolo di Dio, il quale t'ha liberato„. E feciongli baciare la 'nsegna deirAgnolo, e dis-
sergli che facesse fare una bottega d'Arte di lana di fiorini 3000. Egli disse di farla di 6000.
A grido dissono tutti: " Questi e buono uomo, e per6 gli volevano questi fare male^. Ac-
10 compagnandolo tutta la ciurma a casa. Ed egli, che gli parea mille anni d^essere dileguato,
disse: " Va', apri la cella; e voi mi perdonate; andate, e beete, e mangiate, e rinfrescatevi.
3. levata ognl] levati d'ognl G. /?. — 5. vecchlo] omm. G. R. — 7. venuto il loro] e venuti 1 loro A. — 8. la
lacuna che h nei codici ^ supplita da /..• di RIcco con la scorta della riMca 807 — 11. canto .... coii] canto: Ed lo
voglio coAG.R. — 13. parej parc;i G. R. — 14. fanno] faceano G. R. — 13. guardassono] guardarono G. R. —
27. per iui .... che era] per lul adoperata c essero inccrta, clie era G. R. ; e easere incinta /. - ii-id. Cavalcanti ....
ringlilera] Cavalcanti clie compresi per la ragione narratn adrieto A. — 35- <^o\ diplntore] Ucitma in A. colmata
da T. con la Ittione riferiia nel lesto — 40. dlleguato] leguato G, R.
330 CRONACA FIORENTINA [A. 1378)
e io m'andr6 un poco a potare,. Questl chiedeano poco altro che bere, tra perchfe ne
sono usi, e per lo caldo e l'arme. Egli se ne intr6 in casa, e di dietro se ne usci, e par-
vegli mille anni. E quando costoro giunaono in piazza, e Tommaamo ebbe raccolta la bri-
/. x,«o gata, e ordinato che seguissero messer Luca, egli si mosse, e venne' al palagio della Parte
Guelfa, e quivi volle entrare. Le chiavi non v'erano; cominci6 a tagliare ruscio e intrare 5
in casa per torre il gonfalone della Parte; chi dice per una cosa, e chi per un'altra; pe-
rocchfe si disse che egli guato con quello gonfalone correre e rubare e dire: " Viva il po-
polo minuto, e' Guelfi ,, e fare rubare in piu luoghi, e a ca' i suoi nimici Quaratesi. Questo
non affermo, nfe dico, perocch6 solo il parlare altnii dico e non suo, n^ di suoi amici. Ma
quale si foase la cagione, fu rapportato al suo popolo di Dio, che messer Luca era ito a 10
rompere la casa della Parte per torre il gonfalone, e che egli si farebbe seguire, e poi lo
loro Agnolo non farebbe nulla, e che a loro non dovea bisognare gonfalone de' Guelfi, che
'1 popolo era tutto guelfo. Questi che porse queste parole, non dovea essere molto suo
amico. Quando il popolo suo di Dio udi questo, disse: Noli tangere Christos meos; subito
a una boce gridarono: " S'egli ce lo reca, sia tagliato a pezzi„. La novella gli and6, ed il 15
gonfalone nel vero non v'era, ed a lui fu detto che brigata si strignea per venirlo a tro-
vare; onde tutto il popolo di Dio, ch'era con lui, lo lasciaro, e andarono alla piazza. Allora
messer Luca si cess^, con gli suoi nuovi sproni dorati si convenne cessare, perocchfe la mat-
/, X, «I tina vegnente lo cercarono, e se lo avessero trovato, credo male avea' fatto. La brigata si
tomo a S. Maria Novella, e quivi chiesero luogo ove stare, e andarsi a porre giuso alle casi 20
Tarmi gravi e tornarono a fare loro bisogni, e loro fu assegnata la cappella, la quale fece
fare messer Agnolo degli Acciaiuoli, vescovo di Firenze, quando era vescovo, negli anni del
Signore 13..., e dato loro alcuno frate a loro servigio, come qui appresso nella seconda ru-
brica faremo menzione.
RuBRiCA 802' — Come il fopolo minuto fece suoi uficiali e ordini contra quelli, mandarono 25
in Palagio.
Tomati, come detto 6, si furono la sera e tutta la notte nella chiesa di S. Maria No-
vella, e' dissero al priore che desse loro certi buoni frati, che avessero a consolarli per
Tanima e per lo corpo. II priore rispose ch'egli non gli potea dare frati da ci6, s'eglino
prima non consolassero loro medesimi, e oltre a queste molte buone parole, le quali udite, 30
si ristrinsero insieme, e chiesero che dessero loro frati onesti e di buona vita, li quali gli
ammaestrassero, e insegnassero fare cose utili e buone; e cosi lo ebbono. E praticato co'
frati de' modi, Tuno dicea, Taltro si levava, e Taltro interrompeva, e secondoch^ dissero
/, X, 42 quelli che vi furono, ch'era peggio in apparenza loro' a intenderli, che la solfa degli Hermini.
Poi pure rimasero a questo, che gli palesarono li loro uficiali, che 'I di dinanzi aveano or- 35
dinato, cio^ 8 uomini, a' quali posero nome: gli Otto di S. Maria Novella, e vollono ch'ave8-
sero da tutti mero e misto impero. Ed a cio fare feciono in f orma di parlamento tutti, ed
eletti furono questi li loro Otto:... (lacund).
Poi vollono che non potessero essere senza consiglio: tolsero sedici altri pure del popolo
minuto, d'ogni gonfalone uuo, li quali furono questi:... (lacuna). 40
Poi la mattina vegnente f eciono loro ordini, li quali f urono molti ; ma in effetto furono : che
questi Otto ed altri che si eleggessero successivamente di priorato in priorato, stessero in
I. m'andr6] andr& G. R. - posare] riposare A. — 1.3, ne sono] non sono A. — 3. quando .... piazza] quando
furono in piazza G. R. — 5. entrare] aprire G. R. — 6. deiia Parte] omm. A. — 18. cesaare] partire G. R. —
jo-ai. gluso.... tornarono] giuso l'armi a casa gravi tornarono G. R. — 2i. la quale] omm. G. R. — 33-J3. negli
annl del Signore 13....] omm. A.; 1343] /. ; cos) I. colma la lacuna del suo mss. G. R. — 23-34. neiia seconda ru-
brica] omm. A. — 31. tl riatrinsero] ai atrlnsero G. R. - che dessero loro] emm. G. R. — 33. InterrompeTaJ ii
rompcTa A,
[A. 1378] CRONACA FIORENTINA 331
palagio de' Priori, e che niuna cosa che toccasse alla citta, non si facesse senza la dilibe-
razione di costoro, e diliberata per gli Priori, e poi per costoro potesse ire a' Collegi, e poi
a consigli, e molte altre cose intorno al loro stato, le quali al presente omettiamo. Mes-
ser Smiduccio da Sanseverino, collegato' del Comune di Firenze, della Marca, era venuto per /, x, 43
5 sue faccende agli Otto della balia; e gli Otto per sentire lo animo di costoro, n'erano iti
due di loro a S. Maria Novella, dove costoro stavano, credendosi essere veduti ed onorati,
come eglino meritavano, e come erano da' Priori. Eglino, essendo innanzi alla cappella del
Vescovo degli A.cciaiuoIIi nel secondo chiostro, v'erano stati airuscio, e fatto loro. dire ch'e'
volieno parlare, ed eranvi stati piu di due ore, e non avieno loro potuto parlare; alla fine
10 intrati dentro, con poco onore furono ricevuti, ed eglino ne feciono agli Otto del popolo di
Dio loro, pifi ch'a' Priori. Tornati a casa, sopra\^egnendo il detto messer Bartolommeo di
Smiduccio per la risposta de' suoi fatti, gli Otto erano malinconiosi e vennero a dirgli: * Noi
"non vi possiamo fare nulla, andate agli Otto di S. Maria Novella,. Questo dissero per
ira; costui lo prese per risposta, e andonne a loro. Quelli lo ricevettono, ed onorarlo, e dis-
sono ch' altra volta gli f arebbono risposta. Di che molti cittadini, udendo messer Bartolom-
meo essere stato ricevuto ed onorato da costoro, ed essendo egli de' tiranni della Marca,
si presero sospetto; e con costoro si erano de' grandi cittadini di nome, Mezza di lacopo
di Mezza, ch'era gonfaloniere, Anibaldo degli Strozzi, perch^ era stato stato' fatto de' grandi i,x, 44
di poco per le novith state, credendosi essere ristituito per loro avea loro proferto molto
grano. Ed e' avieno quello loro cancelliere, ser Agnolo Latini.
RuBRiCA 803* — Cotne furono tratti i Priori nuovi, e come gli Oilo di S. Maria Novella
■mandarono in -palagio loro ordini. e feciono giurare i Priori nuovi e veccki.
La domenica a' di 29 dello detto mese ed anno, ciofe 1378, furono delle borse nuove
tratti li Priori nuovi e Gonf aloniere. Questi erano in sulla piazza, e gridavano : * Non lo
25 " vogIiam.o; istraccia, istraccia; buono, buono ,. Feciono stracciare cui loro parve; ma quelU,
che rimasero, furono questi, cio^:
7 arti. Agnolo d' Uguccione Tigliamochi, lanaiolo ) g g .j.j.
14 min. Michele Carelli, bottaio |
3 arti. Benincasa di Francesco, cimatore i ^, „
30 14 , loanni d'AgnoIino, fabro J
7 „ Taddeo di Neri ricamatore X^ ^^^^ j^^^^„^
3 „ Giovanni di Domenico vocato Tna, scardassiere J
7 , Domenico di Lapo Gilj, mercatante 1 o /— •
.,.,,.,, V , J S. Giovanni.
14 „ Francesco di Michele fabro J /, «, 4S
35 3 „ Bartolo di lacopo, vocato Baroccio, pettinatore, ovvero scardassieri, gonfaloniere
della giustizia, S. Spirito.
Poi' tratti, si mandarono gli Otto di S. Maria Novella in palagio de' Priori loro ordini,
e voUono che' Priori sonassero a parlamento, e confermassero le loro faccende. I Priori,
veggendo che questi disponieno quasi Tuficio del Priorato e non avere a f ar nuUa, siccome
5. per sentlre lo anlmo] presentito dello animo G. R. — 7. egHno] omm. G. R. — la. mallnconlo»!] ma-
linconlci G. li. - e vennero a dlrgllj e venne a dire loro A. — 17. e con coitoroj e costoro G. R. - ii ertno de'
grandi clttadini] sl era grandc de ciptadlni G. R. — 19. avea loro] omm. G. R. — 37-3<>- *" ^' '»<t^ca Pimlicm'
xione ilelle arti, in G. R. quella dei qtiartieri — 30. a'AgnoIino] d'Ugollno /. — Ji. vocato Trla] <?«/;». A. —
38. /. aggiunge il nome Jtl nolaio, che manca nei mss. : .Ser Luca Bambocci, ino/tre ri/orta la Usla dei gonfalonitri
delle Societh dcl Popolo ; la lisla ferh non si trova nei mss. della cronaca, n>. vi i traccia i» essi di tfasi», /asciat»
in bianco a ta/e scofo. Non credo percih opfortuno fubblicare /a /ista riforlata da I.
332 CRONACA FIORENTINA |A. i37«j
detto k nello passato capitolo, e ancora che pHi toccava nel vivo, che certi di loro per la balia
s'avieno attribuito chi una coHa e chi un'altra; e infra gli altri Michele di Lando, gonfaloniere
di giuBtizia, 8*avea fatto dare la podestaria di Barberino per uno anno, e diliberato fiorini
cento in uno cavallo e pennone' e targia; e di tutto per gli ordini di coloro era privato, e non
rlmaneva famiglia in palagio, nk cancellieri, nfe notaio di riformagione, porsero questa rispotta:
che eglino erauo acconci a mettere in esecuzione ogni loro diliberazione, e di ci6 non mancare
nuUa, ma che il mercoledl, che sonare dovea a parlamento per lo intrare de' Priori, allora
confermerebbono ogni loro ordine compiulamente. E credesi che cosi avrebbono fatto, se
non fusse ch'e' toglieano a Michele di Lando ogni preminenza. Michele era ardito e con
scguito di artefici e di altri, perocch'avea tenuto in pace la cittk il suo tempo, e stato gra- 10
zioso a ogni maniera di gente. Questa risposta fu fatta agli Otto di S. Maria Novella del
popolo del loro Iddio. Di clie pensando tra loro, diliberarono d'avere consiglio, e nondimeno
ronndarono lassd in palagio due di loro collo loro notaio, ser Agnolo Latini, li quali faces-
sero giurare li Priori vecchi e nuovi, di mettere il mercoledi nel parlamento li detti ordini,
e di farlo vincere quelli che fatti erano e quelli che in questo mezzo fare volessero. E udito 1
questo dissono, si voleano ristrignere insieme, e loro risponderebbono; e quindi non si vollono
partire quelli due e il notaio, se non come essi signori, e i Priori fossero loro schiavi. Di
che sdegnati i Priori, subito v'era di quelli che diceano pianamente infra gli compagni : " Non
" lo facciamo : questo ^ il maggiore pericolo del mondo ; f orse vorranno dare la citti a uno
* Signore „. Ultimamente si diliberarono di giurare; comecch^ alquanti si partirono, e non vi 20
vollono essere, gli altri giuravano, e promissono ogni cosa alla fine rivennono, e giurarono tutti,
e i nuovi priori tratti, ch'erano in palagio, perocch^ alcuni non v'erano venuti ancora. Mi-
chele di Lando mand6 a praticare con loro, che gli lasciassero o Tuficio, o li doni, qualunque
volessero. A nulla assentieno; e poi si rec6 solo allo pennone, e non volere altro. Non
vollon fare, per certo, se pure il pennone gli si fusse lasciato, a loro rimanea la signoria. 25
Veduto che non gli lasciavano nulla, si ristrinsero insieme nella cappella, e quivi giurarono
in sullo Crocifisso di tenere segreto loro oppinione, che niuno Ciompo non saprebbe nulla.
RuBRiCA 804* — Cofnc si fece trattato contro agli Otto di S. Maria Novella c contro al
'pofolo minnto, e come furono rotti.
La sera, veggendosi i Priori fatto il giuramento, mandaro di fuori mess. Benedetto degli 30
Alberti, che fu airordine, a dare ordine, che il mercoledi mattina la notte del martedi avesse
serrate le porti di Firenze, e con lettere de' signori manifestato che egli volieno gente, e il
mercoledi' alValba fussino in Firenze e cosi di molti altri. Delli buoni uomini poco conto
si potea fare, perocchfe tutti se n'erano iti in contado, e chi in castella e sgombro le loro
case. Di che i mercatanti ancora la loro mercatanzia chi in fortezze, e chi in Pisa, e chi 35
in Bologna avea mandato. II lunedl, avendo ordinato per lo contado maudarono per gli buoni
artefici e mercatanti, ed avvisarli che questi, ch'erano detti gli Otto del popolo del loro Iddio,
guastavano la citta, ed ogni di erano airarme, e quello che avevano fatto giurare loro; e cli'egIino
avieno il terzo degli ufici, che bene dovea loro bastare, e dissono, stessero avvisati. Alli mer-
1
)
I
I. che certi dl loro] che Arti di loro /. — 4. targia] targa G. R. — 9-10. con seguito.... altri] ben seguito
dagl! arteficl e dagli altri G. R. — I3. Dl che] omm. A. — i6. dissono] si dissono G. R. — 20. comecch^] che come G. R.
— ai. promissono] prometteano G. R. - rivennono] tornarono A. — ai. Priorl] omm. G. R. — 22. o l'uficio] l'uficlo
G. R. — 24-25. altro.... certo] altro; nulla fu e per certo G. R. — 30. £atto] omm. G. R. — 31. la notte del raartedl]
omm. A. — 32. dei signori] omm. A. - che essl] che i signori A. — 33-34» alba .... si potea] alba venisse dentro con
Ipta e cos\ degll altri delli buonl uomini, poco quanto sl potea G. R. — 32. poco quanto] per6 quanto /. Bvidtntt
error* di Uttura, come prova /« lezione A. riferita nel testo — 35. mercatanti] meicantl G. R. — 36. mandarono]
mandato G. R. — 38. quello che aTeyano fatto] quello teneano fatti G. R. ; teneano /.
lA. 1378] CRONACA FIORENTINA 333
canti ed agli artefici spiacea il modo loro, perocche non faceano nulla, ancora che non ricorda
vano nh artefici, ne nulla in loro faccende, se non il popolo minuto, E infra TaltTe leggi, che
fatte aviano, era un ordine tutti i consoli dei consolati con i dieci consiglieri eletti a lor modo
potessero privare degli ufici del Comune e deirArti cui loro piacesse. Questo faceano, acciocche
5 li discepoli f ussono li signori e gli uficiali e none i maestri ; e consoli erano tutti quasi discepoli,
perocchfe quando s'arse le borse de' Priori e degli altri ufici, si fece il simile de' consolati,
e come si riformassero i consolati fu che quasi tutti i discepoli deirArti, piu che li roaestri,
v'erano per consoli.' Missero i Priori a vedere a' buoni artefici, come questi Ciompi volieno /, x. n
fare loro capitano mess. Bartolommeo di Smiduccio da Sanseverino. A costoro fu quasi
. 10 verisimile, perocchfe Tavieno onorato e ben veduto ; e oltre a cio, se vero era, si disse, non
j so, ch'egIino intendeano correre la Terra, e rubarla e cacciare e uccidere tutti i ricchi e li
j buoni uomini, e torsi la loro roba, e murare e steccare le bocche delle vie, e ridurre la cittk
a piccolo compreso: tiravano la casa degli Spini e tutta Porta rossa dal rigagnolo in qua
' e lo Garbo ed il palagio del Podesta, e oltre da S. Firenze al Castel Trafonte ; ed in questo
15 picciolo cerchio farsi forti con questa roba, poi vender la citta a chi piii ne desse, e andarsene
con questa roba a Siena, e quivi stare e abitare con loro ricchezza. Gli artefici furono la
notte in gran bisbiglio; mostra che queste cose si sentissero. Di che la notte gli Otto di
S. Maria Novella s'armaro; armati mandarono a' Priori a farli giurare da capo, e a quelli
Priori che non avieno giurato e a collegi. Venuti in palagio due di loro ed il loro notaio,
20 subito furono richiesti li Priori nuovi e vecchi, e ci6 fu il martedi mattina, a' di ultimo
d'agosto 1378. Essendo insieme, li cominciarono a rassegnare, e come non' rispondieno com'e' /, x, »3
volieno, subito : " Ove sei ? , con tanta arroganza, che parea loro essere signori. Quando questi
ebbono rassegnati i nuovi e i vecchi, dicendo ch'e' giurassero, Michele di Lando, gonfalonieri
di giustizia, disse: " Aspettate un poco, ch'io torno„, e subito s'and6 nella camera a armare,
23 e torn6 fuori gridando : " Ove sono i traditori ? „ ; trae drieto a costoro con una spada ignuda
in mano e giunsegli in capo della scala, e da a uno in sulla testa, e fallo tombolare giii per
la scala, e trov6 uno povero fante che recava vino, e percosselo in modo che il fante cadde
adrieto, e subito mori; e percosse raltro collo stocco, e credendogli dare per gli fianchi,
gli dife nel braccio. Seguito dalla famiglia della casa, appena lo poterono raffrenare, che
30 con sue mani non gli uccidesse. Pure levatisigli dinanzi, furono presi, e messi sotto la scala,
e la novella ando a S. Maria Novella. Di che la brigata, che sapea bene non dovere avere
quello che volea, comincio a sonare a S. Paolo; e S. Friano rispotidere, e S. Giorgio e
S. Niccol6 e Belletri e S. Ambrogio, e ultimamente si raccolsero a S. Friano. I Priori, sentendo
questo, mandarono airArti e a' gonfalonieri, e sonarono a martello; e in poco tempo la piazza
35 fu piena, e TArti furono con gli gonfaloni. Di che subito il gonfaloniere, credendo trovar e la
brigata in S. Maria Novella, n'aiid6 col gonfalone della' giustizia, e in questo mezzo i Ciompi /, x. a
vennono in sulla piazza colla insegna delFAngelo, gridando: " Viva il popolo, eTArti,. Di
che mutato verso, e' posersi in suUa porta del palagio, di verso la Condotta, e quivi si ridussero,
e ogni uomo aspettava il comandamento di palagio di cominciare. I Priori non credetteno
10 cominciare quello di, perchfe aspettavano gente di fuori per la mattina vegnente, per avere
il giuoco vinto. Di che ogni uomo era stracco neirarme, ed i gonfaloni delle compagnie
avieno preso le bocche della piazza, e molti de* balestrieri, soldati del Comune, era loro
3. con] se^-MO di lacuna in G. R.; co' /. — 5. e gli uficlall] omm. A. e - none 1] e non gli G. R. — 9. San-
severino .... fu] Sanseverino. Detto fu G. R. — 11. cacciare e uccldere tutti i ricchi] chiamare e uccldere tuttl 1 rlc-
chi /. — 13. compresol compenso A. — 15. vendere] venderemo A. — 18. e a quelli] e quelll G.R. — 19. e a collegi]
e ii collegi G. R. — 3i. cominciarono] cominci6 A. — 2a. loro] omm. G. R. — 23. vecchl.... glurassero] vccchl
Priori dissono che giurassono — 25. tradltori.. .. loro] traditorl? Dl subito con una spada d& dletro a ioro G. R.
— j6. e fallo tombolare] e quegli torabola G. R. — 27. povero. . . . Taltro] povero frate, chc recava vino, ftel cadere
sl percosse in esso, lo frate cadde addietro e subito fu morto; e percuoti l'aUro G. /f. — 34. sonarono.. .. pia«xa]
sonarono a stormo, e in eflTetto la plazza G. R. — 38. mutato] mutaron A.
334 CRONACA FIORENTINA lA. i37a]
I
moatrato ch'c' dovieno ubbidirc a' Priori, ed erano ubbidenti con gli gonfalonL Lo gonfa-
lontere tom6, ed era ito cercando costoro Oltrarno, cd eglino erano, com'fe detto, in suUa
piazza. Di che il gonfaloniere scese, e mand6 a rinfrescare la gente, E quando venne, in
sulle 21 ora e li Priori mandarono a dire a tutte l'Arti, come fu ordinato, che dcssero ie loro
insegne, che le volieno in sullo palagio; l'Arti, come fu ordinato, subito le mandarono, e i
Priori lc miescro onoratamente alle finestre. Di che poste quelle delFArti, mandarono per
qucUa de' Ciompi, ciofc quella deirAgnolo. Quelli non la vollono dare. Di che scese giii
Lioncino, uno de' Priori e due gonfalonieri e due de' Dodici, e chieserla loro con mostrare,'
/. I, i4 le nobili Arti c raltrc avieno ubbidito al comandamento de' Priori. Questo parve loro troppo
gran fastidio, che niuna Arte fosse appareggiata loro, ed ultimamente con parole villane 10
nogarono di darla. I Priori cercavano di torre loro la 'nsegna prima, e la mattina fare le
loro faccende. Lo gonfalone del Lione ad oro 8'era al canto degli Antellesi, ed avea fatto
pavesata, e alla Condotta era quello delle Chiavi ed il Vaio, e simile erono in concio alla
porta de' Signori, da S. Piero Scheraggio era lo Lione nero, dalla intrata di Vacchercccia
era la Ferza ed il Nicchio, da Santo Romolo era la Vipera e il Lioncomo. Uno balestriere 15
vide tramezzare pietre in sul palagio e balestra, prese sospetto, e balestrb in sul palagio.
Uno del Lione ad oro tese per dare a colui ch'avea balestrato il palagio. Quelli vidono
tendere, tesono ancora eglino; e cosi colle balestra e colle lance cominciarono a badaluccare.
II popolo pricme il palagio, gitto pietre a' Ciompi, ch'erano in sulla ringhiera, e premendo
il popolo addosso, questi comincio a rinculare per la via de' Magalotti. La famiglia deirAs- 20
secutore cominciarono a trarre pietre; la brigata si ruppe, e pure si ritenne a casa i Magalotti.
II Lione nero sentendo ch'erano in rotta, tir6 giu da S. Piero e dalle Gabelle e da' Leoni.
/, X, 53 Quando costoro si vidono addosso costoro sl ruppono,' che non tennono cinghie. Ed essendone
rincliiusi in palagio del Capitano alcuni, se n'uscirono, e mescolarsi con gli altri. E chi non
si difese, non gli fu detto nulla. Cavalc6 la brigata de' soldati, ch'erano in piazza venuti infino --
il dl e i gonfaloni, cercando per le borgora; e questi erano per gli campi e per le case, e
chi per Arno s'era uscito fuori; e cosi si ruppono, e furne morti nella zuffa forse sei, e feriti
forse diciotto. E riposarsi, e ceno la brigata; e li soldati furono in piazza la notte, ed i
gonfaloni a casa i gonfalonieri, perche si disse, si cercavano di ragunarsi i Ciompi in sulle
quattro ore. I Priori per farli dileguare subito feciono sonare le campane a martello tutte, 30
e quelle delle chiese, acciocche ogni uomo stesse desto la notte. E cercarono le brigate
tutta la citta, e chi meglio si pote fuggire, meglio si dilegu6 la notte di Firenze e del contado.
Poi per cacciarli piu, usci la mattina vegnente fuori i soldati, ed altri de' gonfaloni a cercargli,
e non trovarono se non uve, alle quali chi rebbe presso un miglio a quelle porti, donde 8'usci,
vendemmi6 per modo che poche tina n'empi^ di poi. 35
/ X, 56 RuBRicA 805* — Come^ i nuovi Priori ■presono Foficio, e come s'ordino.
Nel detto anno, cio^ nel 1378, il primo dl di settembre, i detti Priori tratti primi delle
borse tre dellc Arti vir maggiori e scioperati, tre del 14 minori Arti, tre del popolo minuto
delle tre Arti, a cui era toccato per furia e volonth il gonfaloniere della giustizia. La mat-
tina Michele di Lando con gli compagni commissero uno errore, dicendo che avieno giurato 40
Toficio rimettere nelle mani di Cui s'ordinas8e per gli sindachi, e cosi volieno fare. Non
vollero uscire nello consueto luogo alla ringhiera, ma in sulla sala della audienza dierono
6. quelle dell'Artl] omm. A. — 9. de* Priori] de' nostri Signori G. R. — i). dei Lionej ad oro] del llone
d'oro A. — 13. erono] era G. R. — 18. ancora] omm. G. R. — 19. prieme] lacuna G, R. — io, il popolo] /. segna
dopo quttta farola lacuna, ma di essa non i Iraccia ne in G, R. nr in A. — ai. si ritenne] si tenne G. R. — 23. addosso
costoro] addosso c a coste G. R, — 26. 11 d\\ do/o qucsta farola l. segna lacnna, di emi non vi i segno •« in G. R,
n* in A. — 34. presso a uno] presso uno A, — 35. di poi] pol G. R. ■ $
[A. 1378] CRONACA FIORENTINA 335
il gonfalone in mano al Ciompo, e giurato Toficio andarsene a casa, dicendo: " Voi siete sei,
e questi sono tre; fatela voi „. Quando il popolo vide Michele di Lando e gli altri Priori
fuori, e rimasi i Ciompi, cominciarono a gridare: " Airarme, alFarme; a terra, a terra i Ciompi„.
Era la piazza piena e il romore grande; di che i Priori mandato a dire che in S. Piero
5 Scheraggio si ragunassero le 21 Capitudini, e diliberassono quello che a fare s^avesse, venendo
nella pratica, si dilibero che niuno Ciompo avesse uficio; ma che le due Arti rimanessero, /,«•57
ciofe quella de' Tintori ed altre membra e quella de' Farsettai ed altre membra, e che i
Priori fossero 5 di queste 16 Arti, e 4 delle 7 maggiori Arti e scioperati, e che fosse Tuna
volta Gonfalonieri ne' 5 Priori, e Taltra ne' 4; e questa volta fosse ne* 5, e mandassesi a
10 terra il Gonfaloniere ed il Priore, ch'erano di questa una Arte divietata. E dei 16 gonfa-
lonieri fossero 9 delle 16 Arti e 7 delle 7 Arli e scioperati; e de' 12 buoni uomini fossero 7
delle minori Arti e 5 delle maggiori Arti e scioperati. E fatto questo, fu riportato in pa-
lagio di concordia delle Arti. Bene alle maggiori parve essere male trattati, ma per non
fare nuova quistione, che non era tempo, lasciarono fare cosi.
15 RuBRiCA 806* — Come furo fatti cittadini a trarre i Priori, ed altri cittadim a scambio loro.
Nel detto anno e mese e di diliberato quello ordine, che detto e, per le 21 capitudini,
portato SU80, diliberaro i CoIIegi quello ed altre cose. E subito lo popolo comincio a gridare :
" A terra, a terra,. Di che a Bartolo di lacopo, vocato Baroccio, gonfaloniere della giu-
stizia, gli fu detto che il popolo non lo volea n^ lui, n^ gli altri. Egli da s^ era uomo di
20 buona condizione, era pettinatore di lana; se ne usci fuori sano e sicuro, e raltro, ciofe
loanni di Domenico, vocato ' Tria, scardassieri. E fu sonato a parlamento, e fu conf ermato A x, si
in parlamento tutti gli ordini detti e gli altri. E come fu questo parlamento, cosi fatti furono
gli altri, colle spade in mano, e niuno ordine di parlamento si fece, come si dee fare ordi-
nato, ma a f uria. Si disse : " Volete voi cosl ? „ . Ogni uomo dicea " si „ ; e niuno avrebbe
25 osato dire no per la vita. E rientrato in palagio i Signori, e' feciono loro squittini degli
ufici grossi e vicariati, che non erano fatti, e delle podesterie grosse e di Pistoia susseguen-
temente nel loro ofizio; e 'n questi grossi ufici si missero tanti delle 16 Arti, quanti delle 7
e scioperati, a guazzo insieme, e a cui toccava la sorte, andava nello officio, e potea essere,
che piii volte toccava alle 16 allato allato il Vicariato; e cosi alle 7 che non era cosi degli
30 altri ufici ; anzi quando sei mesi era atato delle 7 Arti uno, gli altri sei mesi si traeva delle
1 6 Arti. Li Priori tratti in luogo di costoro di sopra e del Gonfalonieri f urono questi : Fran-
cesco di Chele, rigattiere per lo quartiere di S. Spirito, gonfaloniere di giustizia, messer
Giorgio di messer Francesco degli Scali per quartiere di S. Maria Novella, in luogo di Gio-
vanni detto, vocato Tria, e Francesco, predetto gonfalonieri, in luogo di Bartolo Barocci.
35 E finirono l'ufficio loro insieme con gli altri loro compagni Priori.
RuBRiCA 807* — Come /u fatto giustizia di quelli due degli Otto di S. Maria Novella, c
come -per la detta ragiotte delPatto fu fatta, c come si /ece fer lo estimo ufidali a farlo.
Nel detto anno e mese, essendo lo Podest^ rimesso nel suo pristino ofizio, di che di
luglio era stato tratto, e rubato, fu rimesso il terzo di : ma non era stato ristituito, come fu
40 di questo mese, nelle sue cose e nello uficio per parlamento a lui attrlbuito; si gli furono
13. delle ralnorl Arti] delle.'i6 Artl G. R. - delle magglorl Artl] delle 7 G. /?. — 14. <*« no» "* tempo,
lasciarono] che era pericoloso lasciarono A. — 18. a Bartolo] Bartolo G.R.— iyn. far ftirlaj fare. Ordl-
narono raa a furia G. R. — 33. rientrato] rientrarono A. — J8-30. officio.... sel mesl] uficlo e non faceano cort
degli altri, perd ehe quando sei mesl A. — 35. E finirono .... PrlorlJ omm. G. R.
336 CRONACA FIORENTINA £A. 137«]
assignati li due feriti degli Otto di S. Maria Novella del popolo del loro Iddio, li quali
furono questi, che Michele di Lando, gonfalonieri ferl; ci6 furono:
Marco di ser Salvi dcl popolo di S. Reparata.
Domenico di Tuccio, chiamato Tambo.
II podcsth cra Ugolino di Piero, marchese da S. Maria a Monte, il quale con diligenzia j
esaminato che motiva era la loro, ed a che fine feciono quegli Otto, e che fu loro intenzione,
pare che in effetto fusse quefito: che eglino voHeno, questi Otto, potessero stare in palagio
di e notte, siccome volessero, ed essere alle diliberazioni loro, ed interporsi ad esse, come
di loro piacere fusse, e poi sempre vi fossero a quello mudo, di priorato in priorato, per
avere i Ciompi tutto il regginiento. Fatto il Podesta Tesaminatione, fece loro tagliare la testa ln
y, X, »0 in' sulla piazza de' Priori a vespro a dl.... (lactind) di settembre. E poi per la confessione di
costoro e d'aUrc informazioni, diede bando a molti, li quali parte condanno nella persona, e
parte nelPavere e nella persofia, secondochi appit porremo ordinatamente, e dove porremo il
popolo, donde fusse per meglio conoscere:
Simone d'Andrea 13
Marco Danzini
Messer Guido Bandiera, cavaliere de' Ciompi
Mezza di lacopo di Mezza
Anibaldo di Bernardo Strozzi
Ser Agnolo Latini, notaio degli Otto di S. Maria Novella
Messer Luca di Totto da Panzano
Maestro Andrea, medico delle Stinche
Guasparre del Ricco, che fu gia crociato Tanno del LIII
Matteo di Turino ) 1 .. o t
A j j- /— • j .. T> popolo di b. Lorenzo
Andrea di Giovanni, detto Rocca \
Baldo di Niccolo, beccamorto
Matteo Piccardi, popolo di S. Paolo
Antonio di Giovanni, tavemaio | 1 j- o t.-
lacopo del Testa, vocato Testinella / P°P°'° ^^ ^' ^'"^ Magg.ore
Salvestrino del Teghia, popolo di S. Ambrogio
Francesco di Bartolo, popolo di S. Reparata
Sandro di Feduccio, detto Ghianda, popolo di S. Maria, condannati nel capo.
'> ^ <■! Biagio ' di Francesco
Talento di Pacco
Domenico, detto Musson
Michele di Piero Picchini
Agnolo di Cenni
Fiore di Bartolo
Zanobi, suo figliuolo
Piero di Cino
Pagolo Boddi, e
Pozzetto 8U0 figliuolo
Nofrio di Cinello, popolo di S. Firenze
NiccoI6 di Bartolo, popolo di S. Simone
popolo di S. Lucia d'Ognissanti
35
popolo di S. Friano
40
I. del popolo del loro Iddlo] omtn. A. — 8. interporsl.... come] interporsi ed essere come G. R. — lo. reg-
glmento.... fece] reggimento. Di che egli le fece A. — ii. la lacuna di G. R. e di A, e supplita da I. con la
teorta di altra cronaca; a d\ 5 — 13-14. ordinataraente . . . . conoscere] otnm. G. R. — 20. di S. Maria Novella]
omm. G. R. — 33. l'anno del LIIIJ omm. A. — 35. Musson] Muss^ G. R.; Mussu /. — 40. Pozzetto] Pezzato G. R.
41. Cinello] Agnello G. X.
[A. 1378] CRONACA FIORENTINA 337
Luca del Melano
Bartolommeo del Grasso, fomaio
Niccolo di Betto, tintore, popolo di S. Piero Gattolino
Donnino di Donnino da S. Donnino
Bartolommeo Barocci, popolo di S. Romeo
Luca di Guido, vocato Migliuzza.
Tutti i soprascritti furono condannati neiravere e nella persona.
Li detti Priori delli detti due mesi con ogni diligenzia s' ingegnarono di rappacificare
la citta, e fare gli artefici e mercanti lavorare, e attendere a' loro fatti, ed elessero uficiali
a fare Testimo, e per sei mesi, come che poi si crebbe loro presso che due mesi di termine,
e pure si fece, e compiessi. E diliberarono questi Priori, gli ordini fatri per gli Consigli
sopra lo Monte non valessero, e rendessesi lo 'nteresso : e dove i denari del Monte valeano
a 13' per centinaio, salirono a 24 in pochi di. E diliberarono ancora che a messer Salvestro i, »,62
noii fusse potuto torre la rendita del Ponte vecchio, nh a messer Tommaso di Mone la piazza
di Mercato vecchio, e ciascuno di loro ebbono la possessione e rendita. E /continuossi in
Firenze uno uficio di tutti i Consoli e Capitudini di concordia, che gli posero nome gli Ufi-
ciali della Guardia senza alcuna balia, ed erano otto, li quali attendeano alla guardia e alla
foresteria della citta e del contado. Ed elessero due Bargelli con mero e misto impero, con
100 fanti e 10 uomini a cavallo ed altri uficiali; ed uno fu lo conte Giovanni figliuolo del
K) conte Bandino di Monte Granelli dei conti Guidi ; Taltro fu . . . . (lacufta) da Faenza. E man-
d£u-ono la elezione del Capitanato del Popolo a messer Cante di messer lacopo Gabrielli, il
quale ebbe grandissima balia; e venne a' di 8 di marzo.
RuBRiCA 808* — ^uesti sono i Priori della detta borsa fer iiovcmbre e dicembre, ed il gon-
faloniere della giustizia.
?5 Nel detto anno del Signore 1378 a' di 28 d'ottobre si trassero li nuovi Priori per gli
seguenti due mesi, cioe novembre e dicembre, e il gonfalonieri di giustizia tocco a sorte a
trarre del quartiere di S. Croce ; ' de' quali tratti tutti gli gonfalonieri, che f urono 8, niuno vi i, x, u
fu che fusse sanza divieto. Di che per riformagione convenne si facesse; e tolsero Andrea
di messer Francesco Salviati; e questi sono i Priori:
Rosso di Piero, caligaio
Dominico di lohanni, forbiciaio
Luigi di Lippo Aldobrandini
Agnolo di Puccio, cappellaio
Modesto di Geri, sellaio
Romolo di Marco, albergatore
Andrea di messer Francesco Salviati, gonfaloniere di lustizia
Ser Tommaso Redditi, loro notaio.
RuBR. 809*- Comefurono fresi certi cittadini fer trattato, c ordinossi difare Vestimo della citth.
Nel detto anno e mese eletti furono 64 cittadini a fare restiino de* cittadini; e' Priori
6. MlgHuzaa] Viglezza A. — 7. Tutti.... persona] omm. G. R. — 9. attenderej andare G. R. — 10. di ter-
mine] omm. A. — n. e pure si fece] omm. A. — 14. non fuise potuto] non era potuto G. R. — 16. CapitudlnlJ
capitani G.R. — 17. guardia.... attcndeanoj guardia cio4 otto sanza alcuna baila attendeano ^. 18. foretteria
della] foresteria la guardia delia G.R. — 19. fanti e 10 uoinini] fantl ed uonilnl G. R. — ao. GrBnelH . . . . GuWI]
Granelli detti Guidi G. R. - J3. grandissima] grande G.R.-i di marzo] 7 dl marzo] 7 di marzo G. R. — 35. 38J
omm. A. - 38. facesse.... Andrea] facesse, e fu Andrea A. - 30-33. 1 lumi dei /rimi yuaitro /riori im G. R. son»
in latino — 31. forbiciaio] fornaciarlus G.R.
T. XXX, p. I — aa.
338 CRONACA FIORENTINA fA. 137»]
atteoero a fare loro farlo; a cui tempo furono de* grandi binbigli per la citt^; e le compagnie
di fuori sl faceano; e credo, se non fusse la mossa di messer Bemabo Visconte, che fece
i,*,ti guerra a quello della Scala, noi' avevamo affanni, e Taltro tutta la nostra brij^ata nimica; e
molte novelle vennono di nuovo: ciofe lo scendere del Re d'Ungaria addosso a' Viniziani,
10 quale dovea venire a primavera; e simile la elezione dello Re dei Romani, messer Lan- 5
zelao, re di Boemia, figliuolo di Carlo imperadore. In questo tempo, messer Fantino di Vi-
negia podestk era a Firenze; al quale si fu dato il Migliore di Vieri Guadagni e Benedetto
di Simone Peruzzi e Conticino di Bartolommeo de' Medici, a' quali si disse ch'erano in trat-
tato. Di che il podestk gli esaminb, e tennegli gran tempo, poi li lascib. Dissesi di certo
che sapieno trattato, ma per difetto del podesth, o per sua non molta pratica, non gli volle 10
molestare, pure li lasci6 senza alcuna novitk fare loro. Di che per questo si disse che fe-
ciono poi trattato certi di loro, come qui appi^ faremo menzione.
RuBRiCA 810* — Come si scofcrsc uno trattato in Fircuzc, fer lo quale fu tagUato la testa a
tnesser Ghirigoro e ad altri, e molti vi furono in questi condannati.
Dipoi si lev6 in Firenze una maniera di gente a f are trattato contro lo stato, sotto titolo I S
/, X, 65 di Guelfi; ultimamente venne infino' a questa parte, che la vigilia della Pasqua di Natale
aveano ordinato di ragunarsi in sulla piazza degli Spini, e quivi armarsi, ed i Ciompi con
altri cittadini e contadini essere alle porte, e questi correre la Terra, dicendo : " Viva il po-
"polo e Parte guelfa„: ed ire per la Terra, e vincerla, ed una parte n'andavano alla porta
al Prato a romperla, e raettere dentro la foresteria. Questo fu sentito, e furono certi presi, 20
infra' quali messer Ghirigoro di Pagnozzo Cardinali, lo quale per nazione era de' Torna-
quinci, ma era stato di pochi anni, fatto di popolo, e mutato soprannome Cardinali. Preso
martoriato e confessato ed ultimamente gli f u mozzo la testa a' di 30 . . . . (lacuna) negli anni
di Signore 1370 e molti altri inquisiti per questo trattato e sbanditi. Infra' quali fu tagliato
11 capo con messer Ghirigoro a Salvestro di Tanuccio del popolo di S. Piero Maggiore, li quali 2f
per lo Asseguitore in parte con gli predetti, e parte per lo Podesta e Capitano furono con-
dannati per Tavere e per la persona per Fino, Esecutore di Firenze.
/, jt,»» Questi' sono gli condennati, di cui non si fece esecuzione per Fino, Esecutore predetto.
Talano di messer Luigi Cavicciuli
Bemardo di Lippo di Cione del Cane 3(
Piero di Fornaino de' Rossi
Bemardo d'Antonio di Niccol6 Ridolfi
Mariano di Lando d'Antonio degli Albizi
Tommaso di Rinieri Cavalcanti
Niccol6 di lacopo Bordoni 3;:
Vanni di Lapo Rucellai
Cenni di Naddo Rucellai
Alesso di lacopo degli Albizi
Giovanni di Vannicello da Viterbo
Giovanni di Bartolo Biliotti 4(
I. f*rlo] /acmma <V» G.X.; fatti /. — 5-6. Lanzelao] Venceslao /. — 8-9. si disse.... trattato] si disse do-
Tero senUre trattato G. R, — 9. il podesta] esso G. R. — 10. sapienoj sentirono G. R. - del podesti] »mm. G. R.
- Tolle] omm. A. — 11. pnre 11 lascI6] ma lasclogli A. — 11-12. dlsse che feciono] disse egHno feciono G. R. —
33. e confessato] omm. G. R. • la laeuna e suffUta da I. : del mese dl dlcembre — »6-27. e Capitano . . . . dl Firenze]
e parte per lo capiteno. Quelll li quali condenni lo Esecutore, ci6 fu Fino di.... da Perugia, lo quale com'fc detto
fece tagliare la testa a messer Ghlrigoro predetto. Di sotto sono li condannati G. R. — 34. di Lando d'Antonio]
«MM. A. — 36. Rucellal emm. G. R.
(A- 1378] CRONACA FIORENTINA 339
Bartolommeo di Niccol6 Ridolfi
Guerrieri di Tribaldo de' Rossi
Giovanni, suo figliuolo
Andrea di Segnino Baldesi
5 Adoardo — {lacutta) de' Pulci
lacopo di Boccaccio Brunelleschi
Matteo, e \ , „ ^ , „.
^. . ( dello Scelto Tmehi
Giovanni > °
Ugolino di Noldo Gherardini
10 Bernardo Beccanugi e
lacopo, vocato Moscone, figliuolo suo
Matteo di Francesco, chiamato il maestro Calcina
Checco di Sano
Nanni di Currado
15 Lionardo' di Lorenzo / x »r
Bartolommeo di Grazia
Davizzo di Giovanni
Matteo di ser Baldo
Meo Davizzo
20 Antonio di lacopo Perotti
Pussignano di Currado da Cinciano.
E tutti questi di sotto condannati neiravere e nelle persone per lo detto Fino, E^cutore.
Niccolo Brunetti, legnaiuolo
Piero di lacopo, detto Cappellina
25 Niccolb di GiOvanni
Lo Scheggia di Camaldoli popolo di S. Felice in Piazza
Lorenzo d'AgnoIo
Nanni di Bucarello t 1 j. c t
»/r .• j-.i^ 11 f popolo di S. Lorenzo
Martino di;CareIIo > *^ ^
30 Carlo di Biagio Lapini
Niccol6, e
Cecco, e
Domenico di Tommaso
Matteo, detto MatteruUa
35 Tano di Scotto, popolo di S. Piero Gattolino
Lorenzo di Benedetto, vocato fabro
Salvestro del Melana.
Condennati per lo detto Esecutore:
Messer Benghi Buondelmonti per rompere i primi confini la prima volta in fiorini 1050 d'oro
40 Luca' di Piero di Filippo degli Albizzi J /, x, »1
Ramondino Vecchietti
NiccoI6 d'Andrea di Lippozzo Mangioni
Bingieri di Piero Rucellai \ in fiorini 2000 doro.
Matteo di lacopo Arrighi
45 Conte di Bartolommeo de* Medici
lacopo di messer Rinieri Adimari
popolo di S. Simone
II. rocato Moacone] omm. A. — la, chtamato il maettro] omm. A. — 30. Perottl] Penetl G, R. — 30. L«-
pinl] Lione i4. — 43. 2000] it,<x> A.
340 CRONACA FIORENTINA [A. 1378]
1«
Li quali condcnnati furono con questa condizione, che se non pa^assero infra.... {lactoia) stea-
sero a' coniini sei anni, dove egli loro piacesse, di lungi a Firenze 100 miglia, e rappresen-
tasseroi ogni dl, ed il mese mandasacro la carta della rappresentazione a Firenze, e in caso
non lo facessino, rimanessimo condannati cd in bando del capo.
Questi condennati per lo detto trattato dallo predetto Fino, Esecutore, nclle infrascritte 5
quantith e stare messi in conlini dalle 70 miglia in la tre anni, ed ogni di rassegnarsi, rd
una carta il mese a Firenze, a condizione del capo:
Tribaldo di Guerrieri de' Rossi
' Domenico di Giovanni Tassinaia
Giusto del Citema da S. Piero Maggiore
Lorenzo di ser Giovanni, detto Schiavo
/, X, 6» Branca ' d'Amerigo, pezzaio
Benedetto, chiamato Scaffo ^ in lire 1000.
Simone, detto Cinarello
Brancazio di Perogio
Bemardo d^Andrea, corazzaio
Rinaldo di Stefano da Monte Lupo
Bartolomeo di Giotto Pemzzi j
'4
Essendo per lo dctto trattato incolpato Filippo di Fornaino de' Rossi, fu preso per lo j
conte Giovanni defensore, e si gli fu tagliato la testa a lui ed a Filippo di Rinaldo ed al- 2^
cuno altro, e condannati per trattato per lui medesimo neiravere e nella persona tutti quclli
dallato, e quasi come fusse altro trattato, non so se fu, ma mal volontieri, si dice, lo facesse i
per lo Conte, ma per paura lo fece, perocchfe si avea lasciato fuggire {lacuna) da Panzano ^
di prigione. *
Questi, che fieno scritti qui appi^, furono condannati per lo detto trattato per messer 25
Fantino da Vinegia, podestk di Firenze.
Michele di Lionardo, popolo di S. Lucia Ognissanti, neiravere e persona
Ser Nofrio di ser Piero di ser Grifo )
Bese Magalotti j condannati nella persona
NiccoI6 di Berto Bardi 30
Luca del Melano
Meo del Grasso
Tommaso di Viterbo, popolo di S. Ambrogio
Giovanni dello Scelto Tinghi
/.x. 70 Domenico' di Filippo, popolo di S. Pier Maggiore 35
Marchetto di Minaccio, popolo di S. Maria Novella, condannati neiravere e nella persona.
Filippo di Piero Anselmi, condannato a stare a* confini dalle 500 miglia in Ik, anni 5
e lire 1000.
Fatte le dette condennagioni, o parte, che s'inquisiva, si tenne uno consiglio di richiesti,
dove si pratic6. E udito che lo Esecutore disse che lo trattato era tale e si fatto, che non 40
era seguito per meth degli uomini che '1 seppero; e veduto chi erano, si fece riformagione
che di questo trattato non si potesse piii conoscere. E seguissi a pacificare e unire la citt^
con gli nuovi Priori, tratti per gennaio e febbraio; li quali furono questi, ciofe:
3-4. mese. ... capo] mese una carta a Firenze rimanessero condannati nel capo G. R. — 7. deJ capo] del capo;
« furono questl A. — 30. defensore] omm. G. R. — 33. dallato] dapplfe O. R. — 35. fieno] sono A. — 37. S. Lucia]
S. Maria A. — 37. dalle 500 miglia in la] omm. G.R. - 43. soUeciU] omm. A. - e nd unire la citU] e ad amare
la citta /.; e Tenne la citta G. R.
delle 16 minori Arti.
[A. 13781 CRONACA FIORENTINA 341
RuBRiCA 811' — ^iesti sono i Priori da gennaio a febbraio 1378.
^m Matteo di Bonaccorso Alderotti
B Pagolo di Filippo Gucci, ritagliatore •, „ , ...
m Niccolo di Naddo Nanni, lanaiuolo i *^^"^ ^ maggior, Arti.
5 Ugolino Martelli, fondaco
Matteo Chelini, tavernaio
Bartolo Sanguigni, calzolaio
Lorenzo di Simone, chiavaiolo
Lionardo di BeHincione, saponaio
10 Dominus' lohannes Monis, biadaiuolus Vexillif. lustitie, quartiere S. lohannis /, x. 71
Ser Cristoforus Bindi de Poggibonizi eorum notaio, quartiere S. Spiritus, e delle 16 mi-
nori Arti.
RuBRiCA 812* — Come si fece ro^nore, e fecesi nuovo squittino de' Priori, c degli uffici di
fuori e dentro.
15 Tratti i nuovi Priori, questi furono uoraini tutti di buona condizione e pacifici, e come
furono intrati, si attesero a buona e sollicita guardia e ad imire la citt^ e dierono ordine a
sentire ranimo de' cittadini, il quale in effetto si puose freno, come detto ^, allo seguire pi^
innanzi le condannagioni del trattato; e fatta la riformagione, elessero 31 uomini a vedere
lo modo di unire li cittadini: li quali furono questi, ciofe:... (lactind).
20 De' detti' cittadini usci questo frutto, ch'egIino pensarono, che conciofossecosacchfe lo /, x, 72
primo squittino che si fece, vi furono la maggior parte di gente minuta ed a farlo, tolsono
pure delle 7 Arti delle piii mennome, come sono, pillicciai e vaiai e deirArte di Porta S. Ma-
ria, calzaioli e simili; e cosl delli medici e speziali tolsero li minori speziali ed i fattori e
compagni piu che de' maestri, e cosi delle 16 Arti; di che cavatane quella una Arte de'
25 Ciompi, comecche fussero per quinto e quarto i Priori, 5 delle minori 16 Arti, e 4 delle
maggiori, di ogni Arte v'erano i fattori piu che' maestri; e cosi era la cittk e' cittadini in
male stato e male contenti, providono di fare uno squittino nello quale ogni uomo andasse
a partito, si veramente che chi vincesse il partito, fusse messo nel primo squittino, se non
vi fosse, e rimanesse ancora nel secondo ; e che poi veduto di quale parte avesse piii uomini
30 vinto il partito, o delle 7 maggiori Arti, o delle 16 minori, s^agguagliasse I' un membro col-
Taltro, sl che tanti s'imborsasse delle maggiori come delle minori, togliendo chi avesse piii
fave nere nello predetto agguagliamento. E questo agguagliare vi misse molli minuti, che
non lo meritavano, ma i buoni uomini pure v'intrarono, comecch^ questo affare o aggua-
gliare non fosse buono. Feciono ' ancora : che gli ufici tutti si partissero per meti i Priori /, x, 73
35 e i CoIIegi ed ogni uficio, salvo li 9 della Mercatanzia, che furono '.) delle 7 Arti maggiori
e 4 delle 16 minori; feciono ancora che si levassero gli ordini della giustizia a parte de'
Grandi, cio6 almeno alle due parti, sl veramente che avessero sodo, com'6 Tusanza de' Grandi
sodare ogni anno, e questi potessero avere il quarto degli ufici di fuori, ed in ogni uficio
dentro vi avesse uno. E cosi feciono, e piii che le due parti ne furono ristiluiti: 58.
40 In questi medesimi 2 mesi fu la compagnia di messer Giovanni Aguto ed il conte Luccio
in differenza con messer Bernab6, e minacciava il Comune di Firenze; e messer Bemabo
addimando la gente al Comune di Firenze per combattere con loro; di che fu mandato per
gli Fiorentini a messer Bernab5 a mostrarli lo pericolo, che era lo combattere, peroccii6 si
19. la laeuna h in G. It. rd in A. — 21. minuta ed a farlol mlnutat n farlo A. — JI-2a. tolsono come
tolsono pure dell'Arte maggiore quella terza parte che toUono queiti pure delle 7 Arti delle plu menonte, iomc
A. {Si riferisce ai aottopofti deile Arti, che erano stati sfuittinati al pari dei maestri delPArtt)
342 CRONACA FIORENTINA IAA. 1378-13791
accostava con loro una brigata di Taliani in compagnia adunati, che si chiamava la Com-
pagnia di S. Giorgio. Ed a ci6 fui mandato io, Melchionne Stefani, con lettere di credenza
a messer Giovanni Aguto ed al conte Luccio con mandato d'accordarH con messer Bemab6:
di che rimase da messer Bernab6 ch^ io non feci l'accordo, di che come diremo innanzi
r,x,7i nel seguente capitolo, gli convenne per forza torre a soldo. Ed in' questo medesimo tempo
di priorato fece la Compagnia de' Taliani di S. Giorgio accordo con gli Fiorentini per 10 000
fiorini: non essere contra il Comune anni 1 e mesi 6, e di non si accostare a soldo di per-
sona, se prima non richiedessero il Comune di Firenze, e che mai in questo tempo non ver-
rebbono per lo terreno de' Fioreutini, loro contado, 0 distretto, o di Pistoia, Volterra, o
CoUe, li quali erano accomandati de' Fiorentini; e non solo osserverebbono i patti detti, IC
stando come Compagnia, ma eziandio, se andassero a soldo di chi si fosse, o sotto che segno,
0 sotto che capitano, o sotto cui govemo, o in ogni altro modo, niuno verrebbono incontro;
ed ancora chiunque al presente era nella Compagnia promisse per sh e per chi v^entrasse,
ed ancora per chi n^uscisse, gli farebboiio fare promissione osservare il detto tempo di non
venire contro a* detti patti, comecchfe male gli osservassero, come innanzi appare, rubrica 814. 15
Nel predetto tempo de' detti Priori, avendo pacificato ed unito la citt^ e mescolati e fatti
gli squittini, e' feciono trarre li Priori per marzo e aprile 1379; li quali furono questi:
/, X, 75 RuBRicA 813* — ^uesii' sono i Priori di marzo c afrile ijyS a 1379.
Matteo di Niccol6 Corsini
Checco di Mannuccio, farfettaio 20
Rinaldo di Ghirigoro, cambiatore
Matteo di Paolo, caligaio
Marcuccio d'Uberto degli Strozzi
Bartolommeo di Maffeo, biadaiuolo
Ser Niccol6 Manetti, notaio 2S
Francesco di lacopo Lemmi, saponaio
Francesco di Neri Ardinghelli, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Francesco Masini, loro notaio per lo quartiere detto per marzo e aprile.
RuBRiCA 814' — Come si scoferse uno trattato, e molti -percih cottdantiati.
Nel detto anno e tempo delli predetti Priori per gli 2 mesi, cio^ marzo e aprile 1378 30
e 1379, questi Priori stettono, e trovarono in pace la citta, e come intrarono nello uficio,
molto si confortarono il comune degli cittadini, perocch^ mostrarono essere d'ogni genera-
zione di gente, ciofe di famiglie e d'ogni generazione di buoni mercatanti e artefici; ed ogni
/. X, 76 persona si conforto della' loro estrazione. Come che il fatto s'andas8e, era stato fatto una
inborsagione per addietro di Proposti, li quali aveano a ragunare alla casa della Mercanzia 35
le Capitudini, le quali avessero, quando bisogao fosse, di ricordare ai signori Priori alcune
cose per bene degli mercatanti ed artefici, ed erano 2 deirArti maggiori e due delle minori ;
li quali delle maggiori, messer Donato del Ricco, giudice, e Simone di Biagio, corazzaio, e Mi-
chele di Ridolfo, mercatante, e.... {lacuna); li quali parve che si dicesse, che eglino presono
arroganza di parlare a' Priori, quasi come volessero la guardia dello palagio. Di che per 40
questa cagione si disf eciono li detti Priori la borsa de' Proposti ; non era per riformagione, e
per6 la poterono f are levare di f atto. A di . . . . (lacutta), c\oh il di del giovedi santo, si scoperse
a. Melchionne Stefani] omm. G.R. — 4. rimase da] omm. G. R. — 5. ne)] emm. G. R. — 9. contado]*iitii». A. —
9-10. distrettd . . . . soloj distretto o «ccomandatl e non solo A. — 15. 814] omm. A. — 19. dl Niccolo] omm. A. —
3X. Ghirigoro] Ghinghi A. — 12. dl Paulo] Paull G. R. — ij. d' Uberto] omm. A. — 39-43. raercatante .... gioTedl]
omm. A. — 39. la lacuna di G, R. l sufpUta da I.; deUe mlnorl — 43. la iacmna di G. R. i suf^Uta da /.: « 7 d'aprile.
[A. 1379] CRONACA FIORENTINA 343
uno trattato, lo quale era conseguente a quello ch'era di dicembre prossimo passato, e quasi
quella medesima brigata: e dovieno il venerdi santo la mattina, nella predica, intrare in tutte
le 5 principali chiese con arme (perocch^ in cotale <M, si comincia la predica innanzi dl) e
quivi mettere al taglio delle spade la gente, e correre la cittk. E certo venia loro fatto, se
5 non fosse che quelli Ciompi si partirono di Siena e di Bologna per venire a Firenze, e pure
si convenne sentire. Di che percib fu preso messer Pagno' di Lionardo degh" Strozzi, priore /, x, 77
di S. Lorenzo, il quale avea l'ordine dato, insieme con Guerriante di Matteo Guerriante delli
Marignolli; e Tordine era, che uno cenno di fuoco in sul campanile di S. Lorenzo rispon-
dea al campanile di S. Ambrogio a S. Giorgio, e quello di S. Giorgio a Camaldoli, cosl a
10 una ora in S. Spirito, in S. Reparata e in S. Maria Novella e in S. Croce correemo col-
Tarme, e chiunque trovavano nella chiesa metteano al taglio delle spade, e poi correano la
cittk, dicendo: " Viva il popolo, e la Parte Guelfa^. Di che per questa cagione ne fu-
rono morti, ed ebbono bando assai. Sentissi in questo modo: che uno ser.... {lacutia) prete di
S. Lorenzo, giovane ed assai semplice, essendosi il detto messer Pagno degli Strozzi fidatosi
1 5 di lui, e datogli la chiave del campanile, si allargo nel favellare ; onde ne venne ad orecchie
a uno di questa gente minuta, lo quale avea nome Lapolino. Essendo costui accorto, e nello
ordine, e da alcuni che cio cercavano, si dilibero di manifestare il fatto, e andonne subito
agli Otto della Guardia, e a loro il disse. Parve, si dicesse, che alcuni di quelli ne sentis-
sero, e acconsentissero, ed ancora dello uficio de' Priori se ne tiene oppinione; se fu vero,
20 o no, stia in suo luogo. Di che essendo de' Priori Marco degli Strozzi predetto,' o per non /, x, it
rimanere in inimicizia dei consorti, o per non volere quella vergogna essendo de' Priori, mo-
risse uno suo consorto, si di^ biasimo a lui e a' compagni, perch^ lasciaronlo andare, ciofe
messer Pagno degli Strozzi, priore di S. Lorenzo. Fu la mattina messo in concio al riparo;
donde non segul tanto male. Del quale trattato parve a' buoni uomini ed alli mercatanti ed
2.1 artefici, che avessero torto di muoversi, perocchfe nel vero gli ufici assai bene erano racco-
munati, secondo lo stato ch'erano, e non era stato possibile allora fare piii. Quelli che fu-
rono morti di cio, furono questi, ciofe quelli che fece giustiziare in persona, a quale il capo,
ed a quale le forche, e alcuni neiravere li condann6:
Antonio di NiccoI6 \ , ,. ^ r>- iv/r •
30 Bernardo di Bernardo } P^P^^^^ ^' ^. Piero Magg^ore
Palmieri di Luca, popolo di S. Lorenzo
Andrea di Sale, popolo di S. Ambrogio
Antonio di Bello
Niccol6 di Tommaso, chiamato il Vita
35 Lioncino Franchini.
Di questi fu per lo detto trattato fatta la esecuzione personale:
Messer Pagno di Lionardo di messer Giovanni degli Strozzi
Guerriante di Matteo di Guerriante Marignolli
Bartolommeo, e i . ^ ,. ,.
-, ^ \ 8U01 fighuoh.
4U Matteo | ^
Questi' furono condannati nel capo e neiravere e in la persona per lo capitano, messer /, x i*
Cante Gabrielli da Gubbio, lo quale avea grande balla, e fu tenuto infino a questo tempo
buono rettore da ogni gente in Firenze; nia per la morte del detto Lioncino, fu un poco
i6. LapoUno ....accorto] Lapolino di .... (/«<:/»««) il quale stava dal (/««»»<?) ooitul G.R. — so.itia] lU G.R.
— 32. blasimo .... lasclaronlol biasimo egil e' compagni iasciaronlo O. R. — n- «' riparo] 11 rlparo A. — 26. itato]
stare G. R. — j8. e alcunl] omm. G. R. — 34. Vlta] Nuta G. R. — 36. pcraonale] omm. A. - 37. dl raeiaer Ulo-
Tannl] omm. A. — 39-40. Bartolorameo .... tigliuoU] omm, A. — 41. in U per»ona] omm. G.R.
344
CRONACA WORJSNTttJA
[A. 1374]
lo
abominato dairuna delle parti di Firenze, chh parve ioro non procedesse contra li maggiori,
come avrebbono voiuto, e molto piii parea loro feroce sopra li minuti. Di che Tuna delle
parti, imperocchfe in Firenze avea piu parti, imperocchfe si dicea che gli ammoniti erano ri-
stretti insieme con gli ghibellini e con certi che li favoreggiavano, li quali, si dicea, che
consigliavano quella gente, la quale avea gli ufici, cio^ li minori delle 16 Arti, e a costoro
facieno fare ci6 ch'es8i volieno, ed eglino sanza loro consiglio nulla facieno. Li capi di
questi si eraiio delle maggiori Arti e scioperati: messer Giorgio di messer Francesco Scali,
messer Donato del Ricco, giudice, messer Tommaso di Marco degli Strozzi, messer Salvestro
di messer Alamanno de* Medici, messer Benedetto di Nerozzo degli Albeni. Con costoro
si ristrigneano degli altri dairaltre famiglie; ma questi erano il bilico delle 16 Arti. Quelli
/, X, so che piu eraiio capi, e guidavano gli altri, erano questi: Benedetto . . . . (lacuna) da' Carlona,
Niccol6 di. . . . (Jacutia) da Carlona, Simone di Biagio, corazzaio, Feo di.... {lacuna) corazzaio,
Lorenzo di Donato, liiitore, Salvestro di Giovanni, tintore, Feozzo di Casino, cimatore; e
questi si tiravano dietro altri capi; ma pure questi erano il bilico delle 16 Arti. Un'altra
brigata biasimava quest'altra, perche era quella che biasimava il Capitaao, ciofe quella di 1 j
sopra; erano una brigata di mercatanti ed artelici antichi uomini, li quali si vorrebbono essere
in pace, e diceano, che gli ammoniti traevano fuori quistioni per volersi vendicare, e che
non mollavano mai; e se diceauo vero, non so; credo clie alcuni, non per vendetta, ma per
non tornare ne' primi termini, averebbono fatto ogni cosa, per non si stare. Un'altra bri-
gata s'intendeano insieme con molte famiglie, le quali non parea loro avere degli ulici, come 20
averebbono voluto, e pero sobillavano, e male diceano degli uni e degli altri; e di costoro
si dicea fare i trattati, che si scopriano, e molte volte per lo parlare ebbono di mali scoppi,
come addietro e innanzi apparirk. Gli altri condannati per messer Cante per lo detto trat-
tato, sono questi, condennati nelle forche:
lacopo di Nello
Nanni di Lorenzo
Andrea del Grasso
Bernardo Rossello, detto fusaio
25
popolo di S. Piero Maggiore
1, X, «J Tommasino,' 1
Lanfranco e da Panzano
Matteo
Bartolommeo di Giovanni di Rosina
Domenico di Sinibaldo, detto Cattaio
Bartolommeo di Giovanni, detto Dolce
Niccola di Gino di Montalto
Nucciarello da Vigozzo, Corazza
Nanni del Pezza da Siena
Gherardo del Capella d'Arezzo
Biagio di Cinello da Monte Lupo.
Questi tutti furono condennati per messer Cante per lo predetto trattato neiravere e
nella persona.
Era in Firenze uno Checco di.... (lacuna) da Poggibonizi, uomo di mala fama e di cattiva
vita, e molte cose sconce ed abominevoli avea f atte ; ma era molto per lo stato costante a suo
vantaggio, perocch^ gli Otto della balla della guerra Taveano fatto ribandire; ma molto era
30
35
4U
1. contra li] coUl ^. — 7. e scioperati] omm. A. — n. la lacuna di G. R. i sufflita da I.: di Tendl; «» A.
nom e stgno di lacuna — ij-iO. perchfe.... sopral omm. G. R. — 16-17. essere in] essere stati in A. — 39. Lupo]
Luco G. R. — 40.41. nell*avere e nella peraona] omm. G.R. — 44. ribandire] bandire G. R.
[A. 13791 CRONACA FIORENTINA 345
odiato da buoni uomini, perocch^ il primo fuoco, lo quale si mise al primo romore, al lempo
del Priorato di messer Salvestro de' Medici, egli il guido quasi a casa de' piu degli arsi:
ed ancora si trovo per sua confessione e restituzione, che '1 padre promisse a Simone di
ser Gianni Siminetti, che lo avea fatto ricomprare 25 fiorini d'oro, come ebbe arso Bartolo
5 Siminetti, fece dire a Simone che se non gli dava danari infra un'ora lo farebbe ardere.
Costui' per paura compero fiorini 25 d'oro genovini, che gli gostarono in quello furore piu / x, »2
il doppio, che non sarieno gostati altra volta. II Capitano lo mand6 a pigliare, a cui posta
non si sa; ma la setta di coloro dissero, a petizione delle famiglie; perocch^ costui era uomo
da fatti, e da averne paura. E collatolo, e fattogli molte cose confessare, in effetto si d'una
llO parte e d'altra ebbe molto aiuto, e piu di il tenne, e Funo dicea: " Egli fe campato„; ed
, altri "mortOfl. Ultimamente lo fece dicapitare. Al tempo di questi Priori, si fece il traflico
colla Compagnia di messer Giovanni Aguto ed il conte Luccio, i quali diceano non volere
rompere i patti, che '1 Comune avea con loro, che durava bene ancora due anni; ma ch'egli
temeano, che il conte Averardo fratello del conte Luccio non movesse brigata, e facesse
5 danno alla citta. Tra per questa gelosia e per la poca concordia della cittk, molto si temea;
si fece uno accordo di torgli al soldo; e cosi ruppono fede al Comune, che non fu palese,
e fu pixl che palese : " lo non ti fo ricomprare, ma tu mi dai soldo, e non hai bisogno, o
vogli tu, o non voglia „. Di questi si partiro quasi tutti i soldati toscani: tocconne a' Fioren-
tini 450 lance, e parte Perugini e Sanesi e Aretini e Lucchesi.
20 RuBRiCA 815* — Come' si fece la cerca di quclli uomini e femmine e hocchc crano nello -po- /, x, «3
■polo di Firenze.
Per potere megHo fare Testimo si cerc6 per uomini di diligenzia e sottigliezza quanti
uomini e donne fussino in Firenze; ed in effetto si trov6 che dentro della cittk e mura di
Firenze avea da' 25 anni in su.... {lacuna); e poi tra grandi e piccioli in tutto furono anno-
25 verati e scritti bocche di Cristiani . . . . (lacuna).
RuBRiCA 816* — ^esti sono i Priori di maggio e giugno 1379.
Filippo di Tommaso Corbinelli, lanaiuolo
Tommaso di Bartolo, cardaiuolo
Lorenzo di Romeo, calzaiuolo
JO Giuliano d'Andrea, barbiere
lohanni di Matteo di ser Giovanni, cambiatore
lohanni di Luca, pezzaio
Talento di Duccio, bilanciaio
Albizo Guiducci, beccaio
J5 Buono del Pace, linaiuolo, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Tino di ser Attaviano, loro notaio, quartiere di S. loanni.
RuBRicA 817" — ^estV sono i Priori di luglio e agosto X379. r.x, 14
lacopo di Lutozzo, mercatante
3. a casa de'] a casa i G. R. — S- Slrainettl] 0»»»«. G. R. — %-(>. Slnaone. ... Costul] Slmonc, te tublto non
avesse 1 denarl nuovi dl zecca tornerebbe in fiamma ora a arderlo. Costul G. R. — 6. comperA.... genovinij
comper6 tutti genovlni G. R. - in quello furore] omm. A. — 7. che non sarieno gostati] omm. A. — 9. paura....
collatoj paura ognuno fu esaminato e collato A. - 14- movesse] sommoTCSse A. — 18. tuttl) con tuttl A. —
19. Aretinil omm. A. — 22. cerc6.... dillgenzitt] cercd con ognl dlligenza G. R. — aj. fuMino) erano G.R. - cit-
tk] omm. A. — »6. la rubHca 816 e le seguenti fino alla Sio, inclu$a, mantano im A,
346 CRONACA FIORENTINA IA. 1379j
Grennaio Tucci, ferratore
Iohanni][di ser Rucco, lanaiuolo
Nese di Durante, fornaciaio
Brancazio di Puccio Carletti, setaiuolo
Bartolommeo Cambini, rigattiere 5
Piero di lohanni Firenze, speziale
Niccolao di lohanni Neri, coreggiaio
Nardo di Chele Pagnini, lanaiuolo, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Bonaventura di ser Zello, loro notaio, quartiere di S. Croce.
RuBRicA 818* — Cotne si dilibcrh una hgge contra (^ forestieri. 10
Nel detto anno 1379 del mese di luglio e d'ag08to, si fu alla fine del loro uficio, cioi
d'ag08to, si diliberarono i detti Priori una petizione, che chi f osse forestiere, che non avesse
restimo in cittk, o in contado, non potesse essere in niuno uficio, e qualunque fosse, che non
/, X, «5 fosse nato nella cittk o contado' di Firenze, s^intendesse essere forestiere; e poi si chiar),
8'intendes8e contado di Firenze quello che pagasse estimo, castella, o terra, o villa, che fusse. l!
Per questa legge molti n'usciano; incontanente gitt6 grande mormorio; f>erocch6 gli artefici,
a cui toccava questo fatto, molto ne parea loro male, e tanto vennero auzzando, che gene-
rarono grande mormorlo; e questo era per piu generato, che per gli artefici. Alcuni mali-
contenti dello reggimento davano a vedere agli artefici per generare scandalo: " Questo
* fatto andra come dello ammonire in male uscire perocch^ chi avea due che non voliano 20
•bene a uno, incontenente lo tamburavano, e procedevangli addosso: e costui sia privato
• degli ufici ,. E molte altre cose metteano loro a vedere, perchfe si guastasse ogni bene, e
venissesi a romore. E questo non venne loro, comecchfe assai venisse loro, di torre via que-
sta petizione; come qui appi^ della seconda rubrica diremo.
RuBRiCA 819* — ^esti sono i Priori da settemhre ad ottobre 1379, 25
lacopo dello Accorto, lanaiuolo
Francesco Martini, correggiaio
lacopo di Giovanni Risaliti
Vanni Mannucci, galigaio
/, X, S6 Giovanni ' di Giano, setaiuolo 30
Antonio d'Arrigo, cimatore
Alberto di Bonaccorso Alberti, lanaiuolo
Sandro di Lorenzo Pagagnotto, legnaiuolo
lacobo di Zanobi, vocato Gilio, biadaiuolo, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Francesco di Vanni Muzzi, loro notaio, quartiere di S. Spirito. 35
RuBRiCA 820* — Come si misse a esecuzione la legge suddetta contro a' Jorestieri.
In questo priorato ebbe molte faccende e nuove, e infra Taltre, come intrarono, si dili-
berarono quella petizione de* forestieri, e trattarla, che dove si potea provare per testimoni
di fama, egli non si poteano poi riprovare. Costoro feciono, che si riprovassero, e se erano
riprovati, per quella medesima prova rimanea condennato Taccusatore, il quale k in quella 40
condizione, che Taccusato, se f usse provato : sicchfe h privato e condennato in danari ; e ci6
furono molti dispiaceri. In questo medesimo priorato, cio6 a' di 6 del mese di settembre 1379,
si vinse, e piuvic5 la detta petizione.
43. furoao moltl] /. ecrragfi ta. a molU
I
[A. 1379] CRONACA FIORENTINA 347
•'■
RuBRicA 821' — Comc' in Firenze si scoferse uno trattato. r.x.ti
In questo Priorato di settembre si scoperse uno trattato, lo quale venne palese per ?li
ambasciadori di messer Carlo, ciofe quelli cittadini, ch'andarono al campo a lui a trattare la
pace tra Viniziani e lui ed i Genovesi e gli altri collegati. Furono questi ambasciadori : mes-
ser Tommaso di Marco degli Strozzi e messer Donato di (lacuna) de' Barbadori e Marco di
Benvenuto, saponaio, e loro notaio ser Bonaccorso Simoni Argani, li quali significarono a quelli
della Guardia, onde costoro presono Giannozzo di . . . . (lacuna) Sacchetti, e da lui saputo a cui
tempo egli avea parlato, si and6 la famiglia di notte alle loro case in villa, ciofe a Marignolla,
de' quali non fu preso niuno. Come sentirono preso Giannozzo, tutti si fuggirono, e chi si
10 fuggi, quando senti la famiglia a casa del vicino. Solo ne fu preso uno, ci6 fu Bonifazio '
di Berto de' Peruzzi. Lo trattato in questo modo fu: ciofe che, essendo Giannozzo Sacchetti
ipporito uomo, nel vero di mala condizione ed ipocrito, a fine d'ingannare altrui di danari,
esso comincio a ragunarsi a Fiesole con certi che stavano con uno frate che riesci d'Ognis-
santi, che si' chiamava frate Andrea, uomo che avea meno di cervello, ma assai buoiie cose i.x, ss
15 dicea; e dormieno in terra, e male mangiavano, e peggio beeano. Questi era di quella bri-
gata. Un di vegnendo in Firenze fu preso per debito, e messo nelle Stinche, ciofe nella
prigione, e quivi stava ginocchione di e notte, e tanto fece cli"egli pure se ne uscl per con-
cordia de' creditori. Uno ch'era in prigione, forestiere, o per paura non gli fosse tolto, o
per occultare le cose, avea suoi gioegli: udendo costui, stimandolo di buona vita, si li acco-
20 mand6 questi gioelli; costui si gli vendfe, e fecene sue faccende, e costui per lo suo mede-
simo non potea uscire di prigione. Giannozzo se ne ando in Lombardia con quelli danari.
Questa cosl piccola cattivanzuola avemo fatto menzione per provare la ipocresia sua. E
ito, and6 a messer Carlo di Durazzo allo assedio de' Viniziani, e con lui, si disse, tratt6.
Questo non affermo ma' si essere, io, ma quella sperienza, che di cio usd. Benedetto di Si-
25 mone Peruzzi, il quale avea bando di Firenze, si ristringea molto con lui, ed era ito insino
in Ungaria. Quello si ragionasse non si sa contro al detto messer Carlo allo re d*Ungaria,
ma sospelto assai v'era, perocch^ Benedetto stava in Padova, dov'era messer Lapo da Casti-
glionchio, ribello del Comune di Firenze,' il quale sempre contra al Comune, si dice, facea. /, x, s»
Questi propuose con Giannozzo d'avere fiorini 3000, e quelli dare alla Compagnia che v'era
30 di Taliani, e condurla in sullo contado di Firenze, e i danari 3'immaginarono d'avere da'
Fiorentini guelfi male contenti, o vogliamo dire arciguelfi, male feroci neirammonire. Co-
stui, perche gli fosse dato fede, si dice, che contraffece il suggello di messer Carlo, e fece
lettere di famigliaritk allo detto Giannozzo, e lettere di credenza da parte di messer Carlo
a tutti, e generalraente a' Guelfi della cittk di Firenze. Era buono intagliatore di priete
35 quello Giannozzo, o vero, o non fusse vero la 'ntaglia, o lo suggello, o contraffatto, Gian-
nozzo venuto in Firenze raccolse a sua cena alquanti, a cui piuvic6 in casa sua a Marignolla
questo fatto, e richiese di denari. Chi gli promisse, e chi no: dicendo che con questi da-
nari verrebbono in Firenze gente, e ritornerebbono gli usciti, e sarebbono le famiglie, signorl.
Questi, come detto ^, fu preso, e questo manif e8t6 ; di che non possendo avere se non lui e
2. Priorato.... scoperse] Priorato, clo6 a dl.... del mese dl....sl scoperse C /?• — 6. Slmonl ArganlJ Sl-
mone Artigiani G. R. — 6-7. significarono. . . . pretonol signlficarono agli Otto dclla Guardla, ondc gli Otto pre-
»ono A — 7-S. a cui.... avea] a cui esso avoa C. R. — 10. dei vlclnol laeuna in G. R. — 13. clie rlesci] rieic\ G. R.
ed A.; ch'e»c\ I. — 17. purc omm. A. — 18. creditori] debltorl G.R. — 23. avemoj avlamo A. — J4. ma' ti eMere,
iol raa' s\.,.. (/<!«(««) ma G. R. ; I.sufpUice: ma' t\ »i diste, ma — 26-27. Ungarla. ... soipetto] Ungiierla con-
tro el detto messer Carlo et allo re d'Unglierla queilo si raglona»se non si »a, ma sospetto A — 28. ti dice] tl
dicea A — 31. nell'ammonire] a ammonire A — 32. 11 suggello| 11 vlzlo G.R.; II vlzlo /— 33. lettere.... partej
lettere d'Andrea da parte G.R. — 34. prlete] pletre G. R. — 35- Glannoito.... tagliaj GI»nno«», o fiute vero,
che fusse vero la taglla A
348 CRONACA FIOBIENTINA [A. 1379]
Bonifazio di Berto Peruzzi, a lui fu tagliato la testa a' di 15 del mese di ottobre 1379. A
Bonifazio ebbe molte preghiere, conniderato, che egli non avea se non sentito il fatto, ed
/, X. 90 avea detto che' darebbe quello adiuto e favore che potesse. Di che il capitano lo condann6
in fiorini 2000 d'oro, a pagare infra uno mese, a pena del capo. E di questo in effetto gliene
segul grande biasimo per la brigata detta, dicendo, che a' poveri uomini si mozzavano il capo 5
e gli possenti e di famiglia campavano. Per lo quale trattato fece inquisizione d'alquanti,
e condannogli nella detta quantitk e detto modo, a condizione. I quali furono questi, salvo
Benedetto di Simone Peruzzi, il quale condannb nell'avere e persona.
Donato di lacopo Strada
Piero di Dato Canigiani jij
Guido di messer Francesco della Foresta
Antonio d'Agnolo da Uzzano.
Tutti condannati in fiorini 2000 a pagare infra uno mese, a pena della testa e deiravere.
Questo seguette del detto trattato, che ancora fu molto biasimato dalla predetta brigata, di-
cendo, che egli non segui in altrui assai, che sentirono la faccenda : esso si scusava non es- 1 3
sere cos).
Questi medesimi Priori del mese d'ottobre feciono molte cose, delle quali parve alla
detta brigata, non molto accette.
/,x, »1 RuBRtcA 822' — Come^ si fece riformagione contra agli sbanditi, c elcssesi uficiali de' bcni
de' rubelli forestieri. 20
Parea a una brigata, e quasi a piu, che degli condannati in avere e persona, non intrasse
in Comune, come dovesse; di che si cre5 una petizione, di confinare tutti gli sbanditi, che
paresse agli Priori seguenti, e ad uno per capitudine d'ogni Arte, cio^ delle 23 e Capitani
di Parte e 10 di Libert^, ma che almeno fussero 30. Li quali fussero dalle 100 miglia in Ik,
e chi non f osse ubbidente a stare a' confini fusse rubello : e che si dovesse eleggere uno ufi- 25
ciale di beni rubelli, il quale di ci6 che mettesse in Comune, avesse denari quattro per lira;
e fusse pena a' Priori, se infra gli otto dl del loro uficio, non avessero fatto le predette
cose, cio^ a' nuovi che intrassero in calendi di novembre 1379.
RUBRICA 823" — ^csti sono i Priori del mesc di novembre e dicembre I37g..
Banco di Zanobi di Banco 30
Sandro di Basilio, tintore
Francesco di Ricovero, ritagliatatore
/, X, 92 Filippo' di Ghese, legnaiuolo
Melchionne di Coppo Stefani
Domenico di Michele, coreggiaio 35
Antonio Zampini, lanaiuolo
Buono di Brabsmte, tavernaio
Niccol5 di Bono Rinucci, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Michele Cioni, loro notaio, quartiere di S. Croce.
I. ottobrc] laeuua in G. R. — J. sl mozzavano] si mozzicaTa A. — S-6. capo.... Per lo quale] capo, ed
alll possentl no, e di famiglia campava G. R. — it,. altrui] aitrl G. /?. - esso] egil A. — 24. miglia in la....
fusse] mtglia in \k e dalle miglie .... (lacHna) in \k per un anno, e ctie chi non fosse G. R. — 37. tavernaio]
beccaio A.
[A. 1379] CRONACA FIORENTINA 349
RuBRicA 824* — Cotnc i detti Priori misscro Asscguitori a riformare i beni dc' ribelli, ed
ebbono tribolazioni fer trattati scoferti.
I detti Priori come entrarono nel primo di di novembre 1379, il seguente dl comincia-
rono a dare asseguzione a' fatti della riformagione della precedcnte rubrica, ed in effetto
5 missero ogni cosa, e confinaronne trenta sbanditi, ed elessoro un Uticiale de' beni de' ribelli
uno da Perugia, lo quale venne poi del mese di dicembre. Come intrati i detti Priori,
ebbono assai tribulazioni, perocche sempre s'avea sospetto della venuta di messer Carlo, che
si dicea, che andava a Roma al Papa, ed i confinati dello altro anno tornavano a Firenze
tutto di, e diceasi che avieno praticato con mess. Carlo con lettere e con ambasciate e chi
0 a bocca; e gli ambasciadori,' ch'erano con messer Carlo detti, cioe messer Tommaso Strozzi /, x. 03
ed i compagni ogni di scriveano di sospetti. Ed in questo mezzo li Ciompi, ch'erano a
Siena con nostri sbanditi, cercarono di torre certe castella a' Volterrani accomandati del
Comune di Firenze. E messer Bettino Covoni, ch*era lo capitano, tutto di scrivea essere so-
spetto e trattati nelle dette Terre di Volterra per gli nostri sbanditi. Perch'io scriva in que-
5 sto Priorato un pocp piu distesamente non h maraviglia, perche v'era, e sentiva ogni cosa.
RuBRiCA 824* - Comc si scofcrsc il tratiato di Fighinc del mesc di novcmbrc I37().
Nel mese di novembre 1379, ogni di ■ avea i;i Firenze lettere, che i confinati avieno
composto trattato con messer Carlo di Durazzo, e tutto di formicolavano gli usciti c sbanditi
di Firenze nelle Terre vicine in Bologna et in Siena et altrove tanto che da Siena, di Bo-
50 logna e delle altre Terre vennono lettere piii e piu a' Priori di Firenze da' Signori di la,
che sentivano, che certi sbanditi si ragunavano, e doveano andare con arme, e non sapevaiio
dove. E bene averebbono potuto riparare, ma non voleano, perocchfe lo reggimento di
Firenze non piacea ad una parte di Siena, perocch^ avrebbono voluto il reggimento de'
Ciompi: un'altra parte' ancora, ch^ non spiacesse il reggimento presente, ma per mutare /, x, 94
25 stato in Siena, che non lo avieno a loro modo, consigliavano, non si ponesse rimedio, acciocchfe
3 Fiorentini avessero briga co' Sanesi, per migliorare loro condizione. Ed in effetto, come
che il fatto si fosse, di Siena si partl una gente, la quale si combibbib in casa di ser Pietro
delle Riformagioni, che ivi era, ed abitava, e vennero per la via di Chianti per boschi, ed il
venerdi, a' dl {lacuna) del mese di novembre, la iiotte, furono presso a Fighine con numero
JO di forse 30 da cavallo armati e 120 appife, e chi gli scontrava, diceano, ch'erano gente del
Difensore: e credettono giugnere a Fighino in sul di alPaprire della porta, che si apriva
per tempo a' lavoratori; e cio venia fatto loro di leggieri; e se fosse loro vcnuto fatto,
avieno messo in concio in sul contado di Siena grande numero di Ciompi e di sbanditi ed
in 8u quello d'Arezzo, che in sul dl medesimo innanzi sera vi sarieno giunti, e di quelli di
15 Firenze assai, per male fare, e gente povera, che TArti poco lavoravano, sarebbono messosi alla
alla via. La cagione, perchfe non venne loro fatto, fu questa, che avuto lettere di piu luoghi
di queste ragunate, ed il sospetto intrato a' Priori, scritto avieno di buona guardia in tutto
il contado; ma avendo da' Signori di Siena' lettere, come detto 6, che gente erano ragunate /, >., «
in arme, e che credeano che fusse per venire nel nostro contado, ma non sapeano dove, si
10 mand6 fanti pe' Priori per tutto di buona e sollicita guardia di di e di notte. II podestii
5-6. ribelli uno da Perugia] rubelli (lacutta) da Perugla G. R. — 9. diceasi] dlcesl A. — lo. C«rlo ....
messer] Carlo era messer A. - Strozzi] 0/«»«. G, R, — 18. formlcolavano] fornitolaTano G, R. — 19. in Bologna
et in Siena et altrove] omm. G. R. — J4. cJifc non spiacessej alla qiialc non splacea /. ; ha coA corrttta ta Uttom*
dti fiut. per remlere chiaro il iesto ; il seiuo ferh corre lo stesso lUnienda : cht non gpiace nei senso lU bcnclic non
5 tpiaceate — 38. era] ontm, A. — 30. forte] omm. A. 40. pcr tutto] omm. G. R.
350 CRONACA FIORENTINA [A. i379j
di Fighine comand6 la sera, che la mattina non si apriase per tempo la porta, come solea.
Era ancora giunto a Bologna circa trecento lance e centocinquanta arcieri Ungari di measer
Carlo, e dissesi erano in puiito, se avessero sentito la presa di Fighino, d^essere \h subito,
comecch^ dessero il nome d'andare al servigio di papa Urbano. Di che la mattina del
venerdl detto, la porta stette serrata piii tardi, come detto fe. Di che quelli, che vennono
innanzi, forse per pigliare la porta, e gli altri erano presso a una corsa di cavallo, trovata
la porta serrata e lo ponte levato, e tutto fuori d'ordine usato, tomarono addietro ratti; di
che il di era gran guardie ; e quelli di fuori, veggendo costoro tornare ratti, gridarono. La
brigata si misse in volta, e stretti insieme, con grande paura, passarono per boschi, e riosci-
rono a Gaiuole. E se solo avesse una campana loro gridato dietro, non ne campava coda. I'i
A Gaiuole era il podesth di Chianti, ciofe {lacuna), uomo non molto sperto: ed a questo si
parve che, passando allato a Gaiuole, nuUa disse, n^ volle sapere chi fossero, che pure in
Gaiuole avrebbe' avuto chi gli arebbe impacciati, se non che sei lavoratori andarono dietro
/. X, 96 loro, e trovarono uno povero uomo, che avea bando, che per istracchezza 8'era messo a bere,
e fu conosciuto, e preso, e menato a Firenze, che avea nome .... (lacuua), e da costui e poi 1 .)
da altri fu saputa la traccia. Ma ancora il Podesta di Fighino, o colpevole, o no, o per
poca pratica, nulla di ci6 ne scrisse, se non lo sabato, poichfe fu la lettera la domenica a
Firenze, due di dopo. Di che fu tenuto che sentisse di cio, e subito fu mandato messer Rosso
de' Ricci con gente d'arme in quelle parti; e preso il Podesta di Fighino, e accomandato
a buona gnardia al Difensore, che v'era ito gik, e mandato uno buono cittadino a gnardia Jn
di Fighino, e messer Rosso, che cercasse per quello paese, se v"era degli sbanditi, o altro
bisogno di guernire Terre. Quegli, ch'era Podestk di Fighino avea nome.... (lacuna) e quello,
che vi fu mandato, fu Piero di Guido Guazzi; ma come che il fatto si andasse, pure per non
colpevole il Podestk predetto fu ristituito nella sua Podestaria. Di queste cose in Firenze
nacque grandi bisbigli, perocchfe apparve, questo non potere essere, che coloro fussero venuti Jo
a torre Fighino sanza appoggio degli altri cittadini, e non so, se lo sentirono, o no; perocch^
/. X, 97 Fighino fe Terra piii di raercato di grano, o di biada,' che Terra del contado di Firenze,
e meglio guernita; e forse pure da loro ci6 si facea, aspettando quella gente, che detto h.
RuBRiCA 826' — Come fosse siguito dello detto trattato, e queUi che di cih ebhono bando.
Quando a Firenze si seppe la veritk del trattato, e che quella gente erano usciti e ridotti 30^
del contado di Siena, si mand6 solenne ambasciata a' Sanesi, dogliendosi di loro. linfra'
quali fu messer lacopo di Bemardo, biadaiulo, messer Donato del Ricco iudice, Domenico di
Guido Pardi, rigattiere. E li rettori intesero alle loro faccende di fare processi contra alli
traditori : e quella brigata era stata condotta in quello luogo per ser Nofrio, figliuolo di ser
Piero delle Riformagioni, che fu, che avea in quello paese grande seguito ; perocchfe quando 35
era in Firenze ed in istato, era egli e 'I padre quasi un signorello di tutta quella provinda,
perchfe lassu avieno tutte loro possessioni ed assai, e poi eglino erano nati di Casentino, ciofe
/, X. 9» di Poppi, quivi vicini, e per uno de' Gherardini, molti altri. Quelli' che furono sbanditi
neiravere e persona per lo detto trattato furono questi, per messer Cante, podesta da Gubbio;
ci6 furono. 40
Ser Piero di ser Grifo, che fu delle Riformagioni
Ser Nofrio
Ser Bmno
Lionardo e
Francesco
figliuolo del detto ser Piero
45
S. 1» porta] omm. G. R. — 8. grldarono] gridando G R. — \t,. poi] omm. G. R. — 30. usciti e ridotti] usciti
oon ridotti G.R. — 34. figUuolo] omm. A. — 38. e per uno] e per.... {laeuna) G. R - Gherardlni] Glardinl ..4.
fA. 1379] CRONACA FIORENTINA 351
Donato di lacopo Strada
Nanni dello Scelto Tinghi
Lanfranco, e i . ^
Tommasino } ^a Panzano
5 Ugolino di Noldo Gherardini
lacopo di Boccaccio Bninelleschi
Bese di . . . . {lacuna) Magalotti
Gherardino di Piero Velluti
Guido di Luca, detto Pegotto
0 Giovanni di Puccio Scheggia
Sandro di Feduccio Ghianda
Bartolo Contesse
Michele di Lorenzo Buratta
Fulino di Bindo da S. Maria Castello
5 Neri di Pelagra d'EIbola.
II Difensore del contado trasse, come detto e addietro neiraltro capitolo passato, e fece r, x, »9
ancora condennagione, perchfe fu in sul fatto di quelli di cui seppe esser stati nella detta
cavalcata di Fighino, e quelli ch'egli condenno furono questi:
Messer Luca di Totto da Panzano
;0 Ugolino di Noldo e | ^, ...
rr. • ( Gherardmi
Toccio )
Domenico di Francesco da Sandonato
Giusto di Giovanni, popolo S. Pier Maggiore
Ruffignano di Giardino
0 Antonio di lacopo
Meo Davizzi
Giunta di Francesco
Matteo di ser Baldo
Lionardo di Lorenzo
0 Antonio di Giovanni
Checco di Peroldo
Checco di Sano
Michele, vocato mastro
Davizzo
'3 tutti da Poggiobonizi.
Per questo trattato, gli artefici cominciarono a volere che si cercasse piu innanzi, e di
cio dierono biasimo al Capitano per lo non proceder ne' maggiori, lo quale, diceano, essere
per certo consenziente alla venuta di costoro: e vollono le Capitudini deirArti averlo in
palagio, e quivi gli dissero di questa materia assai parole, presente il Capitano ; ed egli come
lO molto savio disse, precedere contro a chi fosse colpevole.
RuBRicA 827' — Comc ' tornaro gU ambasciadori, li quali erano stati con messer Carlo fer la i, x, iw
farte delli Viniziani, e qucllo dissero intorno alla faccenda di messer Carlo,
Nel mese d.... a' dl.... tomarono li predetti ambasciadori, li quali erano iti a trattare
Tutt! condennnati neiravere e nella per-
sona per Bertaldo da Genova, difensore pre-
detto.
ij. d'ElboIa] d'AIbola A. — i6. contado trasse] contado che trasse A. — 19. dl Totto] »mm. A. — ao. dl
Noldo] omm, A. — 36-37. innanzi... blaaimo] innanzi ed ancora dierono biatimo G.R — 39. pre«ente 11 Capi-
tano] omm. G. R.
352 CRONACA FIORENTINA lA. i379|
della pacc tra' Viniziani e' Genovesi con messer Carlo, i quali rapportarono, come ncrittu
avieno, messer Carlo essersi partito et ito in Ungaria, come la gente era partita, e comc
accordo non si potea avere, e ci6 rimanea dagli Genovesi, che troppo n sconosceano ne' van-
tag^ ; e per certo f urono cosi, che grandi ed onorevoli i patti, cd a casa loro tenendogli as-
sediati. Ue' fatti del Comune si riportarono, che messer Carlo dello abominio che Giannozzo 5
gli avea dato dello trattato, che per parte di messcr Carlo porgea con sue lettere e sug-
gelli a' Guelti, si conoscea veramente, quella non essere impronta di suo suggello, e sua det-
tHtura; e cio, com't; detto, bene pu6 essere vero, perocchi; Giannozzo confess6 da s^, averc
fatto la 'ntaglia e la lettcra. E disse che piccola giustizia fu fatto di tale traditore della sua
Macstii e del Comune; e di ci6 si dolse, che gli averebbe fatto portare altra pena; che non li
/, X, 101 si dovca, poicht a lui s'appartenea farlo morire, che' prima a lui non ne fosse fatta menzione.
QueBta scusa fece messcr Carlo, comecch^ per gli Priori gli fusse stato mandato a dire quello
medesimo, ch'egli erano certi che non era di sua coscienza; ma significavangli la detta cosa,
acciocchfe altro non gli fosse detto, e che egli non pensasse che' Fiorentini credessero esserc
egli in ci6 impacciato, che i Fiorentini teneano esso certo non sapere nulla. Ed il simile :
in Ungaria era stato scritto, come a messer Carlo, in propia forma allo Re d'Ungaria; lo
quale rispuose che bene era coutento messer Carlo non colpevole, nfe che i Fiorentini il cre-
dessero; concioffosaecosachfe se messer Carlo pensasse attentare contra lo Comune di Firenze,
certo non lo averebbe nonche per suo fratello, n^ per di suo sangue, ma per nimico, e cosi
lo tratterebbe. Infra le altre cose, che riportarono li detti ambasciadori, cioe quelli, che ve- 20
nieno da messer Carlo (furono messer Tommaso di Marco degli Strozzi e messer Donato de'
Barbadori e Marco di Benvenuto, saponaio), si fu che certi de' nostri sbanditi avieno accoz-
zatosi di notte con messer Carlo, e che messer Alberto di Pepo di Antonio degli Albizi
avea con messer Lapo da Castiglionchio di notte parlato, e che certi sbanditi avieno con-
tro a messer Tommaso detto alcune cose. Questo fu nella presenzia di tutto lo nostro uf- 25
1, X, loi licio del Priorato e Gonfalonieri e de' Dodici.' Alle quali parole dette per messer Tommaso,
messer Donato disse, di cio non sapere nulla egli, e vollesi partire ; se non che messer Tom-
maso il tenne, e Marco, avendo detto messer Tommaso in forma di tutti e tre, non neg6
nulla, sicch^ si puo dire consenziente. Di che messer Tommaso, non allora, ma altra volta,
a piii de' Priori e de' Collegi notific6, messer Donato avere con gli sbanditi del Comune ce- 30
nato, e non richiesti, n^ inviati i compagni, e partitosi im di innanzi agli altri. A ci6 si
scusava messer Donato, non gli esser comandato da' Signori, ne vietato, e ci6 potea fare di
legge comune : e 8'egli non avea invitato a cena li suoi compagni, era, perche quegli sban-
diti non volieno loro. Questo non fu in giudicio, ma fu ne' parlari cittadineschi e con
messer Tommaso, dicendo, ch'egli avea vinto, e che quella brigata gli chiesero cena della
vincita. E nel vero messer Tommaso, se lo disse per sospetto, non so, ma messer Donato,
fu molto uomo di razza e di brigata; ma in ci6 non fu molto provveduto, e che in altre cose
era proweduto, e molto stato leale e fedele al Comune.
/, X, m RuBRiCA 828* — Cotne uno trattato si fecc in Fircnzc, e come ne fu avvisaio lo Comunc.
Nel detto anno e mese di dicembre a di 10 deiranno del Signore 1379, messer Giovanni 40
Aguto mand6 ad uno cittadino, lo quale non si pu6 contare, che trattato era in Firenze, o
4. onoreroll.... ed a casa] onorevoll patti ed a casa A. e G.R.; I. corregge: patti non voUono, ed a casa;
Ho eorrttl» ancVio con P aggiunta: i pattl — 7-8. suo.... e ci6] suo mezzo ne dettatura del suol notar!, e ci6
G. R, — 8. bene] omm. A, — 15. esso] egli A. — 19. averebbe. . . . fratello] averebbc ne per suo fratelto G. R. —
a6. Priorato, ... allc quall] Priorato e dei nostri collegi. Alie quali A. — 29. sicche.... conscnziente] sicche si
poti congenziente G. R. ; siocha si pote credcre consenziente /. — 33. compagni .... un dlj compagni e partirsi un
di G, R, ; compagni ed essersi partito un dl /.
[A. 1379] CRONACA FIORENTINA 353
nelle Terre si grande, che grandissima novit^ genererebbe, e che se rimedio non si pigliava,
era per fatto e di grande pericolo; e che quegli non lo volea manifestare a messer Gio-
vanni Aguto sanza gli ambasciadori del Comune di Firenze ; e che se voleano sapere il trat-
tato e gli uomini che trattavano, volea 50 000 fiorini d'oro, e potere salvare le persone di
5 sei uomini da perdere la persona e li beni, salvo che fussero e potessero avere confini i detti
sei; e se volieno spendere meno, sapere pure il trattato, e non sapere gli uomini, volea
20000 fiorini: e che con denari s'andas8e a Bagnicavallo. Pensando noi, che messer Gio-
vanni fusse quegli che volesse di ci6 guadagnare, e poi i sei cittadini volesse mostrare
loro: * lo vi campo^, e fare loro ancora pagare da canto; pure per la gelosia del fatto,
10 diliberammo di avere uno uomo savio, ricco e leale: savio, per conducere bene la cosa;
ricco, perchfe non avesse voglia di guadagnare n^ biaogno, leale, perchfe' non guadagnasse, che /., x. m
erano cose da poterne scarpignare parecchie migliaia. E f u a ci6 per noi giurato grandissima
credenza; e mandarono Guccio di Dino Gucci, e fece vista d'andare in villa, ed i figliuoli nulla
seppero di sua andata, Giunto al luogo, trov6 messer Giovanni Aguto soro della faccenda;
15 ma quegli che parlava era sconosciuto, e venne di notte collo mezzano, ch'era messer Gio-
vanni e Guccio ed il principale parlarono. Non ebbono concordia, perocch^ volea 20000 fio-
rini, e 50000 fiorini, come avea detto; e questa faccenda traflScata, noi ogni dl mandavamo
fanti. Messer Giovanni Aguto, volendo sapere chi erano li trattatori, mand6 la notte che si
partirono loro dietro ; questi vennono a pi^ ; ed a pih si partirono, e non seppe ; la seconda
20 notte si rimand6, e vennono, e come detto e, al buio, al fuoco di bracia, sanza lume, e
questo era nella fede di messer Giovanni. Ultimamente praticato di ventimila, si ferm6 a nomi-
nare lo irattato, e gli uomini e sei salvi al modo detto, a sua elezione, ovvero dodicimila allo
trattato, ed il riparo, e dove, senza sapere gli uomini; e questi, mandato loro dietro al modo
usato, si seppe chi fu, che fu.... (lacuna). In questo mezzo molte lettere da Bologna, da Siena,
!5 da Pisa, d'Arezzo avemmo, che gente in arme si mettea, e si richiedea, e bandiere' fatte in /., x, los
Bologna, e la gente di messer Carlo si mettea in punto, ch'era in Bologna, e molti Ciompi
e sbanditi uscirono di notte e di di di Bologna e con arme, ed andavano verso Imola. Era
la detta gente di messer Carlo in Bologna, e dava il suono d' andare a papa Urbano a Roma,
capitanata di messer Giannotto del Protogiudice di Salerno, siniscalco di messer Carlo, e con
30 lui era in compagnia messer Simone dal Poggio e messer Giovanni Poccia da Perugia, cit-
tadini sbanditi di Perugia. Molte bandiere e pennoncelli erano fatti in Bologna airarme
del popolo di Firenze, e di sopra, a modo d'una banda, era Tarme della Parte guelfa, e di
sotto avea uno braccio con una apada ignuda rotta.
RuBRicA 829* — Come si scoferse il trattato fer uno, ed il modo, che se nc tenne.
35 Nel detto anno del Signore 1379 a' dl 17 di dicembre, in sulle due ore, venne allo uficio
nostro de' Priori messer Tommaso di Marco degli Strozzi e Giovanni Dini speziale, ed ap-
presentarci una lettera in gran furia ricevuta, la quale in effetto la mandava il conte An-
tonio, figliuolo del conte Giovanni di Monte Bruscoli, del lignaggio de' conti Alberti, il quale
mandava la lettera alli' detti cittadini; e quivi in effetto narrava come tenero delie lor per- i.,x, im
40 sone e della lor vita. Considerato essere loro amico, e che pensava essere meglio provve-
duto di questo trattato, che di quello di Bologna, perocch'egli fu quegli, che men6 il trat-
5, beni avere] benl ma che pote«»ero avere /.; la Uziom dtl ttHo, i qMtlla di G. R. eU eomeorda eom A.
— 6. saperel omm. A. — 9. ancora.... gelosia] ancora da cento pagare, purc per la gelosia G. R. • purej omm,
A. — iJ. acarplgnare] scarplglUre A. — 13. Dlno] Dlo A. — 16. parlarono] parlato A — jj. PUa] Plstola G. R.
- arme] torrae G. /?. — 18. e dava] e andava G. R. — 39. capltanata dl rnMHx] capltano me««er A. - Glan-
S notto.... di Saiemo] Giannotto conte Guldl di .Salerno G. R.; Quattrogludlcl dl Salerno A.!»*iia ruhrica S^ H-
torna il nome di Glannotto del protogludlce - 33. con unaj t Vin». A. — 38. figliuolo] omm. A. - del Ugnagglo]
omm. A. — 39. tenero] tennoro G. /?. ; tene* /.
T. XXX, p. I — »3-
354 CRONACA FIORENTINA [A. 13791
tato dl Bolojrna, quando fr\\ Otto deHa balla la feciono nibellare alla Chiesa, ed avea due
bandi di Bologna della persona, e funne proweduto di 25 fiorini il mese, e poi in poco piu
di due anni gli manc6 la prowisione, ma che quella era cosa da rilevare il popolo, ed il
Comune di Firenze, e guardare la cittk da pericoli: che conciosiacosach^ a' di 19 la notte
al mattuiino, vegnpnte il mercoledl a' dl 20 si dovea levare il romore in Firenze in otto luo- 5
gora, e correre la cittk airarme, a tagliare a pezzi messer Tommaso di Marco degli Strozzi
e messer Giorgio degli Scali, e tutti gli ammoniti, e correre al palagio, e quello avere. Ed
il modo dello levare il romore, era questo: che in suUo mattutino, in quattro casette fuori
di mano, l'una da Santo Ambrogio, Taltra da San Niccol6, Taltra da CamaldoH, Taltra da
Belletri, a un'otta vi si dovea mettere il fuoco di consentimento di cui era e gridare: "Al 10
"fuoco,. Quando a spegnere il fuoco v'era la gente, ch'e' voleano; perchfe al fuoco trae
/., X, 107 ogni uomo coll' arme ; allora uscivano i ' pennoncelli alla detta arme del Popolo, e della Parte
fuori, gridando: " Viva il Popolo e Parte Guelfa ,. Di che per questo seguito e di molti
grandi cittadini nobili e popolani, li quali teneano al trattato, awisati, con loro genti in casa^
e quaai tutti dovieno fare venire' porci loro in Firenze da* loro lavoratori, che in tal dl ven- 15
gono, ciofe per Santo Tomfe appostolo in Firenze, avere Tarme in braccio, e correre, come
detto 6, e tagliare, e uccidere, come detto fe, rimettere gli usciti dentro ; e dicendo, che altre
cose a bocca avea a* dire, ma volea daiiari da spese per potere venire e due ronzini. Questa
cosa, fe vero, che co' detti cittadini avea detto, ch'e' sentia che trattavano con messer Gian-
notto, capitano della gente di messer Carlo, nostri cittadini, altra volta, bene uno mese di- 20
nanzi. Di che gli fu dato alcuno danaio, di ch'egli andasse a sentire, e pochi, 10 fiorini;
di ch'egli dicea essere ito a piede, ed avea speso i danari, e lasciato in suUo albergo il man-
tello. Di che, comecch^ fusse d^assai strane condizioni il detto Conte, pure sappierdo i
modi suoi ed altre volte avea, come detto h, fatto a speranza di danari delle cose, ed avendo
veduto ed udito da messer Giovanni Agutb lo trattato, ed auto da' vicini, come detto h di 25
/., X, 108 sopra, gli fu mandato 15 fiorini e due ronzini da vettura. Ed ancora' veduto uno capitolo
della detta lettera, la quale dicea, che per salute della nostra cittk e per rimedio subito 8'an-
dasse nel borgo a San NiccoI6, e s\ si pigliasse uno Bruno di Giovanni del popolo di San Nic-
C0I6, lo quale avea uno degli otto pennoni, ed egli direbbe il fatto. Tennesi che il detto
Conte fusse nel trattato e tradiase la brigata. Subito ragunati quegli della guardia, cio^ 30
otto cittadini, li quali furono questi, cio^:
Tommaso di Piero Parigi
Lorenzo d'Agnolo, maliscalco
Donato Dini, speziale
Niccol6 di.... cappellinaio 35
Recco di Guido Guazza
Francesco di Pasquino Terrancchio
Scarlatto di Tommaso Paronci
Michele di Lando, stivigliaio;
e dato loro la lettera, subito mandarono, e presono lo detto Bruno, e colserlo fuori della 40
porta in una casa. Quando si senti attorniata la casa, si gitt6 il pennone, ch' avea seco, nel
necessario; e quivi di fuori si stava la notte per esaere pifi sicuro, che avea fatte le sue
ambasciate ; questi non avea bando : quando volle subito per lo cavaliere del Capitano essere
3. gli raanc6] la mancft G. /?. — lo. rl tl dorea] sl dorea G, R. — lo. il fuoco] omm. A. — ij. In tal d\]
In calendl G. Jf. — Ji. Di che] «aMi. A • danalo.... egH] denaro cioi fiorini lo, ed egH G. /?. — 30-31. ragu-
nati.... cloi] ragunati gll Otto della guardia, cii'erono questi, cio> A. — 35. cappellinaro] colteiUnaio A. —
37. Patqulno Terranccliio] Pasci G.R. — 40. coiserlo] glunserlo .^ — 41-4». nel necessarlo] nella plnagia G.R.;
nelia pruagU /. — 43. subito] 0mm, A 5
[A. 1379] CRONACA FIORENTINA 355
gittato in terra, per martoriare nella casa medeBima, trasse fuori parole, e disse : " Venite,'
* il pennone ^ qua„. E trovato il pennone, furono in palagio, ed i Priori erano al fuoco. /., x, 109
VoIIono fare venire quegli della guardia costui dinanzi a' Priori: li Priori rispuosero, che
nfe lui, nb niuno intendeano venisse nel palagio, e che non voleano sapere nulla: la guardia
5 della citta e contado s'era attribuita a loro, e ci6 s'aspettava, a chi la turbava, a' Rettori;
andassero a loro, e con loro attendessero a giustizia. Menato a casa il capitano, ed esami-
natolo, e confessato il fatto, in effetto ch'era intinto, e la notte se ne presero tre altri, e
piii se ne sarebbono stati presi, se non fusse stata la paura dello trattato, che Donato Dini,
uno degli detti Otto della guardia, che era stato ammonito addietro, per paura, che non si
10 destassero prima eglino, andb, e mand6 il compagno suo a destare gli artefici, che pigliassero
Tarme. II bulichio fu subito per la citt^; chi ebbe voglia di fuggire, fuggi. A' dl 18 la
[ notte, fu preso uno Lorenzo di Giovanni, detto Nencio Ciccho, lo quale avendo veduto preso
uno de' compagni, e poi gli altri, s' andava traf ugando : e pure fu preso, e conf ess6 essere
nel trattato tutti i confinati, salvo tre, e che messer Carlo senti il trattato, e che avea 27 sug-
t 15 gelli di famiglie di Firenze. Di che la cittJl fu' tutta alVarme la mattina del martedi, a' /., x, 118
di 19. Ed ultimamente fu mandato in qua ed in Ik cercando per questi confinati, de' quali
furono presi questi, che appife si fark menzione.
RuBRiCA 830* — Cotne furotio fresi ctttadini e chi e ferche e cotne si /ecero quattro citta-
dini ca-pitani della gente ^arme.
20 Nel seguente dl, essendo presi questi, fu diliberato di dare alla gente d'arme capi cit-
tadini, acciocch^ se fusse assalita la piazza, non avessero la scusa, che ebbono Taltra volta,
di non conoscere i cittadini; 11 quali furono questi:
Messer Tommaso di Marco degli Strozzi e
Messer Benedetto di Nerozzo degli Alberti, per TArti maggiori, e
25 Lorenzo di Donato, tintore, e
Benedetto da Carlona, pianellaio, per TArti minori.
Costoro stettero armati con gli soldati in piazza: lo palagio fu guernito di vettuaglia ed in
concio d'arme per modo che non ne serebbono stati cacciati, come furono quelli di lu-
glio 1378. Mandarono quegli della guardia Simone di Biagio Corazzaio per pigliare Ma-
30 riano di Lando degli Albizi a Rovezzano, secondo' ch'e8si dissero che altro non grimpuosero; /., x. 111
e diergli uno mazziere de' Priori e sei lance da cavallo. Di che egli and6 a Querceto, ed
uUiraamente Carlo si partl sentendo alla porta dinanzi la brigata, per la porta dietro del-
Torto; e poi andaroiio alle mulina, e presero Piero di Filippo degli Albizi, il quale giunsero,
- che si partiva, ed andavane per la strada diritta; e per la notte aveano mandato a Monte
35 Ughi, e presero Cipriano di Lippozzo, e Bartolo di Giovanni Siminetti, detto mastino e Fi-
lippo di Biagio degli Strozzi. Messer lacopo Sacchetti s'era ito alla sua casa la notte di-
nanzi, ed egli in farsetto 8'era uscito di letto, e fuggito di tetto in tetto, e saltato, e disvol-
tosi il piede, e nascososi nella Badia di Firenze, ch'era dietro alle case sue, in uno monte
di grano tutta la notte e Taltro di infino a nona; e se non si fosse isvolto il pife, campava.
40 Come si sapesse, vi si and6, e trovossi, e fu preso. Tutti questi vennono alle mani del Ca-
pitano. Alle mani dello Esecutore fu menato preso messer Donato, e Bartolommeo de' Bar-
i
! 3. ed I Priori] a' priorl <?. /?. — 8. stati] »mm. A. — u. Clccho] Mecco cUcco G.R.; Nencio cleco /. -
avendo] avea G. R., corretto di teconda mano in avendo — IJ. e pure fu preso] emm. A. - 17. ni A., mi G. R.
rifortano la lista — a6. per TArtl minorl] omm, G. R. — 30. essi] omm. A. — 31. uno] omm. G. /?. — 31. CaHo]
Marlano /.; Carlo A.; Carlo G. R.. corretto di mano ponteriore in Marlano — 33. degll Alblxi] omm. A. - giunsero]
5 glunse G. /?.; glunsero /. — 37. dl letto| del letto A. — 37-38. dUvoltosi] svuolaeal A,
356 CRONACA FIORENTINA (A. 1379]
badori; imperocch^ a quello Nencio venne detto era state date lettere, e detto quello a Ijocca
/., s, 112 avesae a fare, e che parJaase a megser Donato, ed egli 8'era' il dl stato ne' Servi; c sentito
i compagni presi, si s'immagtn6 d'occaltare le lettere, le quali minutissimamente miauzzb,
e gitt6 dietro alle prowpere del Capitolo, le quali ricolte, e ripezzate per gli piu sottili uomini
di Firenze, nulla comprendere se ne potfe; ma sl le 8minuzz6, e a bocca dicea, e faciesi 5
gagliardo, dicendo: " Fate ci6, che vi pare, che domane il trattato andrk a secuzione, tanta
"i la gente, che dee essere nel trattato „. E la brigata di messer Carlo dovea essere il mer-
coled) notte alle porti, quando il trattato si scopria. E per questa cagione si mand6 mes-
ser Ruberto in Mugello con geiite d'arme, per scontrare la brigata, 8'e' venissero, e a' Bo-
logneBi che non gli lasciassero uscire di Bologna, e se uscissero, venissero la gente loro 10
dietro, e la nostra si facesse loro innanzi; e mandosai per tutte le vicinanze delli confini e
per gli passi, che se passasse persona sospetta, fusae ritenuta. Perchfe Carlo Mangioni paa-
sava da Barberino, il Podesth il ritenne, e mandossi per esso, con due suoi compagni; ci6
furono, Lorenzo di Giovanni da Firenze e Francesco di Simone da Castello San Giovanni,
i quali furono dati a messer Giovanni da Nami podestk di Firenze. 15
/., X, n3 RuBRicA 831' — C<me' i Bolognesi trattarono le gente di messer Carlo di DurazMo.
I Bolognesi di buono animo, essendo nuovamente del mese di settembre collegati con
gli Perugini e' Fiorentini, veggendo la gente de' Fiorentini sbanditi, i Ciompi usciti fuori,
ed eglino che dissero di soggiomare quattro dl, ed eranvi stati bene venti, preseme sospetto;
e quando costoro si vollono partire lo lunedi, per essere Tordine del trattato il mercoledl a 20
Firenze, sl si mandarono la domenica per gli Caporali, e vollono ch'e' giurassero, suggellas-
sero, e promettessero non offendere niuno loro coUegato, nh i Fiorentini in ispezialtk; e
ch'egIino uscissero per questa via, ciofe per Rimine della Romagna, e quindi andassero a
Roma molto in ordine, ciofe il terzo di loro, e con loro andava il Cavallaro Bolognese; e
quando lo terzo di loro era a Rimine, e Taltro terzo si partiva, e poi Taltro il simile. Questo 25
tu loro corale cosa a sofferire; ma pure non possendo piu, si tolsero quello potieno, e man
darono Ungari a dolersi a messer Carlo, ed i Fiorentini ed i Bolognesi ed i Pemgini man-
darono loro dietro li messi a dolersi del trattato.
/., X, lu RuBRiCA 832* — Come' i Fiorentini richiesono V amista, fer essere forniti di gente fer lo
detto temfo, 30
I Fiorentini sappiendo il trattato, ed aspettando la gente da Bologna, la quale mes-
ser Carlo si dicea andava a Roma, ch'era nel trattato, richiesero i Pisani e Lucchesi ed i
Sanesi, li Perugini, gli Aretini e messer Azzo degli Ubertini, i conti Guidi di Casentino, e
mandarono a tutti loro accomandali, de' quali vennono il terzo di; i Sanesi 70 lance; il
quarto di i Pisani con 800 lance; i Bolognesi il sesto dl con 100 lance; i Perugini il tre- 35
dicesimo di con 100 lance : gli Aretini Tottavo di con 30 lance. Fra Ungari e '1 Conte e
Tamistk de i fanti vennono prestamente tutti.
RuBRiCA 833* — Come si ragunarono le Cafittidini, e come vollono che si seguisse nella gtustitia.
Essendo presi li predetti, ed ancora di piu di dinanzi uno Giovanni di Piero Anselmi
non per questo trattato, ma di questa radice pare ch'e' fusse: perocchfe dovette dire: " In- 40
I. Nenclo.... sUte] Nenclo, detto Claccoi erano aUte G.R.; detto Cleco /. — j. Serri; e tenttto] Serri,
Nencio e lenmo G. R. — 4. dietro .... Capltolo] drieto al Capitolo A. - 36-37. Fr* Ungari.. .. l'amUti] Fra UngMl
e lance, ramirti G. R. — 37. prestamente] omm. A.
[A. 13791 CRONACA FIORENTINA 357
"nanzi che sia pochi di sar^ messo un zaffo in culo agli artefici d'acciaio per modo, che
" non reggeranno, com'e' fanno„. O vero o no, che queste parole fussero, il Capitano, che' i.,x,iis
lo avea, non trovava in lui da procedere, come esso dicea. Gli artefici ed altri di loro animo
di ci6 forte lo incolpavano. Di che ragunati il mjirtedi, e praticato le Capitudini sopra la
5 detta materia e de' presi, ultimamente si diliber6, che due per Capitudini fussero a dilibe-
rare il modo della giustizia, perocchfe la cittk stava tutta sotto Tarme, e gridava: " Giustizia,
"giustizia,. Preso partito di due per Arti Capitudini, gli altri se n'andavano, e questi fu-
rono messi nella sala del consiglio, e due de' capitani della Parte guelfa e due de' Nove
della Mercanzia, e due de' Dieci della Libertk e due de' Dodici e due Gonf alonieri ; ed ulti-
10 mamente in pratica tutto lo di e la notte si stette, ed il Capitano fu riscaldato ed il Podestk
e lo Esecutore che facessero iustizia. Eglino diceano di farla, e che non trovavano da far
morire di quelli ricchi, owero maggiori, altro che quegli delle bandiere, e quegli, che avieno
bando. Ultimamente il mercoledl infino a nona stati alla pratica, e detto al Capitano, che
essi intendeano, che al presente non fosse morto niuno di quelli poveri; e quivi in effetto
15 lo popolo prese Tarme, gridando: " Giustizia, giustizia „. Non pigliandosi nulla, vennono in
palagio di quelli quattro cittadiiii della compagnia de' soldati, ovvero sopra loro, e disse
messer Benedetto degli Alberti che il popolo dicea che, se innanzi' nona non fosse dato ror- r.,x, n»
dine alla giustizia, per modo che si vedesse quello si dovesse fare, che' la farebbono eglino
col fuoco e con la spada. Udito questo le Capitudini, chi una e chi altra si presero questo
20 partito come nona son6, che quelli quattro cittadini avessero balla insieme con gli Rettori
a fare dare esecuzione alla giustizia, e cosi fu. E fatto ci6, fu detto cha 'I Capitano sgom-
brava, per andarsene la notte, e fare fuggire i prigioni; di che fu messo a guardia quella
notte di lui e de' prigioni da 50 uomini, e furono si dissoluti che gli dissero d'oItraggio8e
parole, e f orse gli averebbono fatti de i fatti ; se con che quelli quattro cittadini vi corsero,
25 e ripresergli, e lui confortarono a fare giustizia. Di che la notte colI6 Filippo di Biagio e
Nanni Anselmi.
RuBRicA 834' — Come il Ca-pitatio fece giustizia di Nanni Anselmi e di Filiffo di Biagio,
ed il Podesta di Carlo Mangioni e d^altri.
II Capitano, veggendo la volontk del popolo, forse per iscarico di se, se non gli sentia
30 colpevoli, li colI6 tanto, che dissero quello, perchfe egli morirono, credendosi campare gli
altri; e se colpevoli li trov6, non gli era onore a lasciarli tanto, quanto avea tenuto Nanni' di /., x, u;
Piero Anselmi. Come che la cosa andasse, dife loro la sera il comandamento deiranima; e
lo Podestk a' suoi avea fatto il simile. Di che la mattina in sulla terza, o piii, son6 a con-
dannagione, ed in sulla piazza di San Pulinari, per turbazione di stato, fece tagliare il capo
35 a Carlo di Francesco Mangioni e Lorenzo di Giovanni da Firenze, questi avea bando, e Fran-
cesco di Simone da Castel San Giovanni, pure per turbazione di stato. Et il Capitano dipoi
lui facea leggere la condannagione di Nanni di Piero Anselmi e di Filippo di Biagio degli
Strozzi in sullo piano della scala del suo cortile, come era usato e gli detti condannati erono
gik nel cortile a modo usato e doviesi tagliare il capo in sullo muro del cortile sopra la
40 piazza. Leggendosi la condennagione, lo popolo armato in sulla piazza e le gente deirarme,
una femmina pazza misse uno mugghio grandissimo; la baruffa fu grande, credendo fusse altro.
Li disarmati cominciarono a fuggire della piazza, i cavalli per lo romore spaventati, H sol-
dati strignersi insieme; il romore, e la calca fu si grande, che airuscire della piazza, alle
bocche delle vie, cadde Tuno sopra Taltro per modo che ve ne a£fog6 circa cinque; infra'
15. popolo.... giustlzla] popolo in 8uU'arme : glustlzia G. R. — 18. queilo] omm. G. R. — 23. gU] omm. A.
— 31-33. di Plero] 0»«»«. A. ~ 35. queati area bando] omm. A. - 36. per turbazione dl stato] omm. A. — 38-
39. cortUe.... doTiesl] cortile al modo usato e doriensi G. R. - del cortlle] omm, A. — 41. credendo fusse altro]
tmm, G. R. — 44. drca] omm. A.
358 CRONACA FIORENTINA |A. 1379J
quali vi morirono di nome uno figliuolo di Giano Torrigiani d'anni.... {iacuna) ed uno no-
taio, il quale avea iiome Bcr.... {lacuna) ed era piena la piazza di zoccoli e di pianelle, la-
/., «, III sciate per fuggire meglio,' e berrette cadute, che se ne sarebbe fatto leggermente soma. Ed
a questo si vide che fe popolo, ed almeno tratto tra Tarme disannato. La gente, ch'era nella
corte del Capitano a udire leggere la condennagione, cominci6 a fuggire, e chi avea anne 5
a trarla f uori, ed iraene con essa in mano. Li berrovieri spauriti laaciaroiio i condennati ; e
se pigliavano la via della porta, leggiera cosa era a campare; ma Tuno, ciofe Nanni Man-
gioi\e, prese la via della scala e sall sul piaiio della scala, ed arrogantemente diase: Dielvo-
glia, Capitano, che tu abbia oggi fatio bene; e ci6 disse due volte. II Capitano francamente
il fece ripigliare, ed in quella baruifa avea mandato a serrare la porta del cortile, e gii era 10
serrata; e veduto che contra a lui non si dicea, ma la gente era uscita fuori, e non intrata
dentro, comand6 fussero menati in aul muro, e loro tagliato il capo. Dissero di quelli della
guardia, che quando il romore si lev6, quelli cinque, ch'erano sotto la scala a vedere quelli,
che si doveano guastare, e sopra la volta si leggea la condennagione, che quando vidono
fuggire fuori la brigata, e costoro due lasciati che '1 Maslino disse: Piero di Filippo stiamo 15
franchi, che messer Giannotto sia giunto alle porti; cio6 il Capitano con la gente di mes-
/., X, 11» ser Carlo, che dovea nel trattato venire 11 dl dinanzL Questo, dico, se cosi fu, quasi' parve
per le parole, essere veramente colpevole come che chi dicea di no e chi di sL Queste pa-
role, poi a piii dl, u86 di dire uno, ch'era stato preso di notte col coltello, e perchfe era
un poco persona da easere tenuto in quello tempo sospetto, e £u.... {lacuna) e disselo, es- 20
sendo lasciato e libero e sicuro. Fu adunque tagliato la testa alli due predetti, dok a Nanni
di Piero Anselmi e a Filippo di Biagio degli Strozzi; ed il popolo coroinci6 a gridare: " Agli
"altri, agli altri,. Ed il palagio del Capitano serrato, che se fusse stato aperto, ed il Ca-
pitano non lo avesse fatto, sarebbe stato a rischio eglino ed egli. Lo Capitano gli avea la
notte collati, e nulla aveano confessato; di che il Capitano si scusava, e dicea a coloro, 25
ch'erano alla guardia de i soldati, ed alla sua e de' prigioni: " Andate, e fategli morire voi,
" che se io non gli trover6 colpevoli, io no 'I far6 „. Di che stava la cittk in arme ed in
favellio ; e tutti diceano : " S'egli non gli fa morire, e' sark tagliato a pezzi egli, e loro, e
" tutti i loro consorti maschi e femmine arse nelle case ,. E tutto il popolo faceva gran-
dissima minaccia. 30
RUBRICA 835' — Come il Cafitano fece tagliare la testa a Piero di Fili-pfo e ad altri quattro.
Ed il predetto di, ciofe il giovedi a dl.... {lacuna) di dicembre 1379, sentendo li pa-
/., X, ijo renti loro, cio^ de' cinque, ch'erano in prigione,' il ragionamento; e lo fatto nel vero parea
loro piii virisimile, ch'e* non era, per gU modi tenuti per adrieto delFardere e del ru-
bare; ma i Priori 8'erano posti in cuore che non si facesse piii, ed erano fomiti di gente, 35
ed aveano buono animo, e li buoni uomini li confortavano, e prometteano di aiutargli. Ma
come che la cosa s^andasse, per frati loro e parenti ed altri loro parenti ed amici fu loro
parlato per modo, che Piero di Filippo cominci6 a mostrare il modo ed il pericolo a* com-
pagni, di loro e delle loro famiglie, e che per6 non campavano eglino, ma come cani si ve-
drebbono raorire e tagliare; e di concordia mandarono al Capitano, che gli voleano parlare, 40
ed egli non gli volle udire; ma poi a preghiere loro vi mand6 il cavagliere, a cui dissero
che il Capitano vedeano a gran rischio, e loro e le cose loro, e che il Capitano dicesse loro
I. dl noni«] omm. A. - d'anni] omm. A. — i-a. ed uno not«Io emm. A. — 4. tratto] omm. A. — 7. l'uno
cloi] omm. A. — 8. vla.... arrogantementel rU delle scale; FUippo dl Biagio prese la via della scaJa ed arrogaji-
temente G. R. - acaia] staila /. — 12-13. Dlasero.... guardia] Dissero di quella guardia G. /f. — 18-19. colpe-
Tole.... dl notte] colpevole. Poi a plil di us6 di dlre uno, cJi'era stato di d\ e di notte G. R. — J9-30. E tutto....
minaccla] omm. G. R. — 34. per adrieto] qul addietro G. R. — 37. parentl.... parenti] parenti ed altrl cht fratl
e parenti G. R. — 38. il modo] omm. A. — 40. e tagliarej omm. A.
[A. 1379] CRONACA FIORENTINA 359
quello, ch'egli avessero a confessare, ch'egliao erano presti a confessarlo. II Capitano, come
f ranco uomo, disse ch'egli lasciava il pensiere a loro, ch'egli non era per dire nulla a loro ;
ma 8'egli, se si sentiano colpevoli, ch'egli li esaminerebbe, e se gli dicessero cosa, per la
quale dovessero morire, egH farebbe la esecuzione e ch'egli per se di nulla temea, Di che
5 costoro diliberarono di morire, e pregarono che onestasse la condennagione ' il piu che po- /., x, lai
tesse, e confessarono aver parlato chi con uno e chi con un altro per turbare lo stato pre-
sente. II Capitano di^ loro il comandamento deiranima, e mando a' Priori, che questi avieno
confessato, quello ch'egli ne dovesse fare, e quello che essi comandavano. I Priori rispuo-
sero, ch'eglino per loro stavano in palagio allo reggimento della citta, e mantenere lo stato,
10 ed a fare lo loro uficio, ed il Capitano lo suo; e che il primo di che lo trattato si scoperse
da quello Bruno, che fu preso per loro detto, e preso non lo voUono udire, nfe.vedere, ma
dissero che facessero quelli della Guardia ed i Rettori lo loro uficio, ch'egli non intendeano
d'impacciarsene, nfe fare pigliare, nfe sentire de' presi, salvoch'erano presti in dare e far
dare adiuto e favore a' Rettori e ad ogni persozia che fusse uficiale di Comune. Ma tanto
15 gli fu detto che facesse ragione a ogni uomo e giustizia sopra chi la meritasse. Di che tor-
natosene lo vcKerdi mattina in sulla terza, ad uno ad uno lette le condennagioni, in suUo
muro fe' loro tagliare la testa. Cio furono questi: messer lacopo Sacchetti, Cipriano di Lip-
pozzo Mangioni, Bartolo di Giovanni Siminetti e Piero di Filippo degli Albizi. E nel vero
tutti, per inhno al colpo del ceppo dissero essere loro fatto torto, e che non seppero nulla
20 del trattato.
RuBRic A 836" — Come ' fu tagliato il cafo a messer Donato Barbadori. /., x, \ii
In quello medesimo di ed in quella medesima ora in quello medesimo minuto si lesse
condannagione Giannino d'Ascoli, esecutore. Ed egli medesimo con quelle parole, che il
Capitano, la sera dinanzi era ito a' Priori, e quelle medesime parole gli furono risposte che
25 al Capitano. E certo questo costa a me scrittore di vero, che io era de' Priori, che certo
mai noi non sentimmo, n^ volemmo sentire di niuno, salvo quello Bruno, che detto h, lo
quale avea la bandiera, di quello innanzi dicemmo, che facessero quelli della Guardia 11
loro uficio ed i Rettori contra a chi fosse colpevole nel trattato, fosse chi volesse, fosse pu-
nito. E queste parole sempre ai Rettori ed a quelli della Guardia furono usate. Messer Do-
30 nato Barbadori, letto la condennagione, molto si 8cus6, non essere colpevole, e raccontb in
conclusione, essere stato il piu fedele ed il piii leale a quella cosa, ciofe a quella de' Priori,
che mai fusse niuno. E certamente di messer Donato, se fu colpevole, gran peccato fu di
lui che in tanto errore venisse, perocch'era franco uomo e molto savio e molto utile al Co-
mune; e se non fu colpevole, gran danno ne fu, e male fece chi di ci6' Tabbominb. Per i.,x, m
35 certo messer Donato fu al Comune per addietro leale ed ardito, ed in ogni ambasciata per
lo Comune andava ne' grandi fatti a grandi signori e tiranni; infra gli altri gran fatti egli
and6 a difendere il processo formato contra il Comune per lo papa Ghirigoro XI ed alta- .
mente e francamente sempre parl6, e sapea ch'egli era male del Papa; ed infra Taltre cose
che disse, essendo al concestoro il Papa co' cardinali, e cominciato a leggere lo processo,
40 uno prete, ch'era colla moltitudine a vedere, gli si di6 il mal maestro, forse come usato 8'era,
messer Donato cominci6 a gridare : " Guardatevi dinanzi, che '1 Santo Padre vegga , ; ogni
uomo si ce8s6; egli si trasse innanzi, e non disse " Santo Padre „, ma: " messere, guardate come
" H vostri famigli e crientoli cominciano a stramazzare per la ingiusta sentenzia, innanzi ch'ella
" sia letta; pensate, che seguir^ letta: eh per Dio non date si ingiusta sentenza, come que-
1$. Di che] che G. R. — 17. muro.... testa] muro fu poi tagliato la te»ta G.R. - dopo la faroU Sacchettl /.
Hota »na lacuna che non h segnata nei mss. — 19. del ceppoj omm. A. — 13. rainuto] muro G, R. — 23. condan-
nagione] la coiulannagione A. — 26. che detto h[ omm, A. — 39. disse, essendo] disse, fu che essendo /,
360 CRONACA FIORENTINA [A. ia79j
*ita & ,. E con tanto ardire e franco animo, che ogni uomo si meravigli6: ed il Papa tur-
bato delle parole. se non fusse stato raffrenato, gli averebbe fatto villania. £gli dicendo
che la morte era acconcio a sofferire, per non tacere la ingiusta condannagione contra al
Comune di Firenze ; e molto avea prima rimediato e umiliato infino a quello punto, quanto
/., X, 124 uomo avesse potuto fare. Oltre a ci6 fu' mandato in Francia ed in Ungaria, ed in tutta 5
quasi cristianitk a scusare lo Comune, ed abbominare lo Papa per quella ingiustizia. £ certo
grande danno ne fu della sua morte. Fatta la detta ingiustizia, ogni uomo pose giu Tarme,
e ie botteghe si apersono, ed acchetossi il popolo incontanente e' fu scapolato per lo Aase-
guitore, Donato Barbadori.
/., X, IJ5 RuBRicA 837* — Come' furono sei volte in due mesi grandi diluvi (facque in Firenze, e che 10
ne segu\.
Nel detto anno 1379 e del mese di novembre e di dicembre furono grandi diluvi e piene
d'acque in numero di sei volte; crebbe il fiume d'Amo si forte, gran tempo non crebbe,
come h detto, rubrica 497. Ma per fare menzione d'una piena di dicembre, avea in Valdamo
di sopra presso a Bibbiena nel contado d'Arezzo una villa con una fortezza, ch'era degli 15
Aretini: si chiamava Campi; crebbe sl Arno che allag6 ogni cosa, ed i paesani si fuggirono
in lo palagio; di ch^ il palagio cadde la met^, e chi fu in quella metk, mori: e morirono
circa 77 persone.
RiraRlCA 838* — Co^tne il conte Antomo da Bruscoli fu rimutierato della rivelazione del trattato.
I Priori, pensando di fare guidardone al conte Antonio da Bruscoli, il quale, come detto 20
k addietro rubrica 829, rilev6 il trattato, di che s'^ ragionato infino a qui, si per lui, e per
dare materia di sentire delle cose, si gli fu donato di mancia la mattina di Natale fiorini 100
in due lance morte due anni, che sono 40 fiorini ogni mese. II quale contento si parti dalli
Priori, e cerc6 sua civanza: sicch^ potea egli e cinque altri portare arme per Tordine delle
due lance; che si contiene in ogni lancia tre uomini di soldo, e per6 puo portare Tarme 25
come soldato con cinque compagni.
RuBRiCA 839* — Come il Cafitano e 7 Podesta fcciono giustizia degli altri fresi fer lo
detto trattato.
Lo sabato seguente, ciofe nel detto mese, a' di 24 di dicembre 1379 il Capitano fece
giustizia di cinque per lo predetto trattato. Infra gli quali cinque quello, ciofe Nencio Cecco, 30
leggendosi la condennagione ad alta voce, mostrandcsi lo pennone, disse: " Fate cio che vo-
/„ X, 136 « lete, che non pu6 mancare,' che '1 trattato non venga fatto; perocchfe tale tela 6 ordita, che
* 8'ha a tessere, ed io sono contento morire per Parte guelfa, e s' io non avessi fatto che fatto
" ho, lo farei „ ; e ando a guastarsi con gli altri. Questi, che cercavano di sovvertere lo stato,
non erano per6 piii Guehi che gli altri, perchfe sotto titolo di Parte guelfa romoreggiare vo- 35
lessero; ma per fare male, e abbominavano la cittk, che si reggea a Parte ghibellina; e di-
ceano male, perocchfe sotto titolo di Parte guelfa e per gH Guelri si reggea la cittk; ma
degli smoniti Guelfi, e forse de' Ghibellini smoniti ve n'erano nelle borse, ed alcuni ne ve-
niano agli ufici tratti; ma era piccola cosa a rispetto de i Guelfi, che non erano negli nfici
4. e umlllato] con umllti G. R. — 5. In tJngarla] In Inghllterra A — 6. per quella] della G. R. — 7. In-
glustizia] giustlxia G. R. - pose] po»6 G. R. — 8. Incontanente] omm. A. — 9. Donato] Bartolommeo G. R. ed A.
— 83. in due] e due G. R. — 35-26. perd.... compagni] per6 possono portare l'armi cinque compagni A. —
30. cinque quello] omm. A, — 31. roce] bocie A. — 33-33. c)ie s'ha a tessere] che pure sl tessera G. R. — 36. abomi-
navano] abominare A. — 37. la cirtaj omm. G, R.
[A. 1379] CRONACA FIORENTINA 361
veduti infino a quello di, de' 20 runo. Li giustiziati furono questi per messer Cante capi-
tano, ciofe:
Lorenzo di Giovanni, vocato Nencio Cecco
Bruno di Giovanni, popolo San Niccol6, fu primo preso
5 Niccol6 di Bartolo, popolo Santo Ambrogio
Lorenzo di Taldo del detto popolo
Consiglio di Tommaso, popolo Sau Lorenzo.
Questi altri sono quelli di che fece esecuzione per lo detto trattato messer Giovanni da
Nami podestk, ciofe:
10 Francesco di Simone da Castel San Giovanni
Niccol6' del Bene da CoUe di Valdelsa /., x, 127
Lapo del Buono da Firenze
Ruggieri fante di Pigello Adimari.
RuBRiCA 840' — Come furono tiella citta alcuni mormorii fer la tratia de' Priori.
15 Nella tratta de' nuovi Priori e de' Gonfalonieri, che si avea a trarre dl 20 di dicerabre
era per la citth grande mormorio; perocchfe si dicea ch'e' parenti e deiranimo delli morti
ed inquisiti poteano essere de' Priori e de' Gonfalanieri di compagnia, e diceasi poterne per
sorte essere tanti, che forse colle spalle loro si potrebbe essere novitk di trattato o d'altro;
ma pure che novita non gittJisse da loro parte, pure a sospetto erano agli ^dtri. Per la quale
20 cagione, Tuno dicea: " Se sia tratto, noi il taglieremo a pezzi,. L'altro dicea: " E' non sia,
" e facciamlo stracciare „. E varie oppinioni si tenne ne' parlari; e ci6 si sapea de' parenti
loro e di loro animo essere nelle borse; perocch6 chi era veduto del primo squittino agli
uiici della cittk e del contado, quasi si sapea di certo essere de' Priori e Gonfalonieri e
Dodici, se non avesse avute due f ave meno che le due parti, e ben 8i vedea, chi era d' avere
25 quella stremitk. Di che stando la cittk in questo bisbiglio, vennero allo uficio de' Priori li
quattro cittadini, ch'erano ' stati guidatori della gente dell' arme ; ci6 furono, messer Benedetto /., x, u%
degli Alberti, messer Tommaso di Marco, Benedetto da Carlona, Lorenzo di Donato, tintore;
e propuosero lo bisbiglio allo uficio, e dissero il modo di levare questo f usse : che li quattro
accoppiatori delle borse de' Priori andassero alla cassa, e degli imborsati togliessero cui a
30 loro piacesse ; di che udito i Priori questo ed i CoUegi consigliarono se ne tenesse generale
consiglio di richiesti e tutte le Capitudini, e cosi si fece a' dl 26 di dicembre; e dissero in
loro risposta ch'e' voleano essere alle botteghe de' loro consolati. Ed ultimamente Taltro
dl rispuosero, praticato lungamente piu e piii alla casa della Mercatanzia, per iscrittura, e
le 17 Arti tutte in concordia, si facesse la tratta a sorte, ed a fortuna, come era usato.
35 Le sei volieno altre cose, non Tuna, come raltra. Di che presesi, col nome di Dio, di trarre
al modo usato; e Dio concedette che la tratta fu tale che quasi ogni uomo si content6. E
vero che stette in sulla piazza tutta la foresteria armata, mentre si trassero i Priori ed i Col-
legi, cio^ i Gonfalonieri, e per la grazia di Dio, non fu una parola di scandolo.
RuBRiCA 841' — ^luestV sono i Priori da gennaio a fcbbraio 1379. /., x, m
40 Cristofano di Bartolo, vaiaio
Bartolo Lapucci, cardatore
4. fu prlmo preso] omm. A. — II. dl Valdelsa] omm.A. — ij. Nellaj Per la A, - che si aTea... . dlcembre]
— 17. dkeasi] dlcesi G.JR. — 23. de'] omm, G, li, — 36. quasi] omm. G. R. — 37-38. ed 1 Collegl cloi]
omm. A,
Collegl clo%] omm. A.
362 CRONACA FIORENTINA lA. i379j
Agnolo Barucci, lanaiuolo
Arrigo del Biondo, cimatore
Giorgio di GKiccio di Dino Gucci
Lorenzo di Puccio, oliandolo
Simone di ser Matteo Biffoli 5
Francesco di lacopo, corazzaio
Francesco di Tieri, vocato Calcagno, beccaio, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. lohanni
Ser Antonio del maestro Bartolo, loro notaio, quartiere di S. Maria Novella.
RuBRicA. 842* — Come fer gli nuovi Priori si cerch modo di coiicordia nella citth, e fecesi
nuovo squittino, cd elessero certi a cib fare. 10
L'oficio di questi Priori intrati che furono, pensando agli scandoli delle tratte de' »o-
spetti, vollono vedere il modo di concordia. Feciono uno consiglio di richiesti, nel quale
/., X, 130 furono tutte le Capitudini, e di Buoni' uomini mercatanti, li quali ragunati per consigliare,
si disse, si provvedesse. Di che il provvedimento, che fu, si fu quello, che li Priori man-
darono ad ogni Consolato, che mandaasero loro dieci uomiui, li quali avessero squittinati per 15
loro artefici, ed egli ne piglierebbono de' dieci due. E cosi fu fatto; ed in effetto ebbongli, ed
elessero due per Arti, e furono insieme con gli Priori e con gli Gonfaloiiieri e Dodici buoni
uomini e Capitani di Parte e Dieci di Libertk; li quali qui appife per ordine li metteremo.
RuBRiCA 843*' — Come fu in Firenze fatto consiglio, nel quale alcuni grandi furono fatti
■pofolani, ed altri fofolani fatti grandi, e -piu cose furono diliberate. 20
Lo effetto che usci delli detti Uficiali fu questo, che nel detto anno 1379 a' di.... di
febbraio si fece uno consiglio, nello quale dissesi che quello ch'era fatto per gli predetti
Uficiali era a loro segreto, salvochfe ci6 sapea il canceliere ed il notaio delle Riformagioni
/., X, 131 ed i Frati e due Gonfalonieri e due Dodici, e per meno scandalo si ' f ermasse quello che
fatto avieno. Di che con fatica si vinse : e cosi nel consiglio del Comune, come del popolo, 25
confermato fu. In effetto feciono venti popolani de' grandi, e venti grandi, popolani, solo
ciascuno le loro persone; e 39 uomini diliberarono, che stessero tre anni senza uficio, e se
fusse tratto, fusse rimesso. Feciono che quelli condennati, li quali eglino confinassero ed
osservassero i confini, avessero bene de' beni loro, e none osservando, fussero rubelli.
Item feciono, che acciocch^ chi avesse avere da' ribelli e condennati, fosse, tanto per 30
dote, quanto per altre cagioni, chiarito, acciocchfe il Comune non fusse ingannato, ed altri
avesse sue ragioni, quattro cittadini, uuo per ogni quartiere.
Item, che' Priori ed i Collegi cadessero in pena, se bgni loro uficio non eleggessero otto
Uficiali di guardia, comecchfe ogni Priorato s' eleggessero, addietro passato, dappoich^ li Ro-
mani cominciarono ; ma pure non erano tenuti piii, ch'e' volessero. 35
Item feciono borsa di Proposti, quattro deirArti, li quali avessero a rjigunare le Capi-
/., X, IJ2 tudini, quando vedessero essere necessario per' buono stato della cittk e degli mercatanti ed
artefici, li quali primi tratti furono questi per mesi sei.
Lorenzo di Spinello, vaiaio
Filippo di Bandino, coreggiaio 40
Bonaccorso di Vanni, orafo
17-18. Prlorl.... Capitani] priori e loro coUegi e capltani G. R. — 34. si fermasse] ai afierinasse G. R. —
26-37. solo.... 39] solo le loro persone di ciascuno e 39 G. R. — 37-28. e se fusse tratto] e se alcuno fusse
tratto /. — 39. bene.... rubelil) beni loro se gii osservassero anni e se non gli osserrassero fussero ril>eUl G. R.{
annl due /, — 3a acclocclii] omm. A. — 35. pure] omm, A. — 38. seij omm. G. R.
[A. 1379] CRONACA FIORENTINA 363
Questi sono li 20 popolani, fatti grandi.
Biliotto di Sandro Biliotti
Giovannozzo di Francesco Biliotti
Boninsegna di loanni Machiavelli
5 Bingieri di messer Giovanni 1 Tim,gii„j
Messer Francesco di messer Andrea j
Messer Biagio di Bonaccio Guasconi
Francesco di Feduccio Falconi
Filippo, detto lisca | ^^, p^^^^^.
10 Simone di Rinieri J
Giovanni, e ^ , ^. ,^.
TVT li. ^- de Giugni
Niccolb j
Giovenco di messer Lottieri da Filicaia
Nofri di Pagnozzo degli Strozzi
15 Piero di Masino deUAntella
Stoldo di messer Bindo Altoviti
Strozza di Carlo Strozzi
Uberto di Schiatta Ridolfi
Niccol6 di Gieri Soderini
20 Bonaccorso di Lapo Giovanni
Maso di Luca degli Albizzi.
Questi' sono li 39 divietati. '■• ^- •"
Bardo di Tingo Mancini
Bemardo
25 Gualtiero
l di Bartolo Biliotti
Donato di lacopo \ . .
Alamanno di messer Alamanno / Acciaiuoh
Firenze del Pancia, calzolaio
Lionardo Beccanugi
30 Messer Giovanni di Bingeri 1
Messer Albizo di messer Andrea j R^^cellai
Giovanni di Piero Bandini
Ghino di Bemardo Anselmi
Giovenco di messer Ugo della Stufa
35 Guerriante Bagnesi
lacopo Bigliotti
lacopo Corsini
lacopone di lacopo di Giano Gherardini
Lorenzo di loanni Machiavelli
40 Lionardo di Sandro \ , r>
Andrea di Francesco j ^^' Peruzzi
Lionardo di messer Giovanni 1
Marcuccio / Strozzi
Luigi di messer Piero Guicciardini
45 Lionardo del Chiaro di messer Botte
Migliore di Vieri Guadagni
Agnolo da Pino
Nardo di Chele Pagnini
364 CRONACA FIORENTINA lA. 1379 j
Ser Niccolb Manetti
Niccol6 di messer Lottieri da Filicaia
Uberto di Bellincione degli Albizi
Vanni di lacopo de' Vecchietti
Ugo di Domenico de' Vecchietti 5
Zanobi Marignolli
Bartolommeo de' Barbadori
Ser Niccolb di ser Ciuto da Castello Fiorentino, che fu can-
cellieri alla Parte al tempo di messer Lapo e degli altii
Francesco di Neri Ardinghelli 10
Niccol6 di lacopo Guasconi
Dono calzaiuolo
Lodovico di ser Banco di ser Bartolo.
Questi sono li 20 grandi fatti popolani:
Guasparre di Tommaso, beccaio 15
Lionardo di Bernardino, e
Lionardo di Niccol6 della casa de' Frescobaldi
Simone detto Attorri,
Sandro di Neri de' Pazzi
Lionardo di Giovanni, vergheggiatore 20
Maestro Pietro di Bama de' Pulci
Antonio di Tommaso de' Rossi
Francesco di Lapo della Trita
Domenico di Francesco, dipintore
Filippo di Benedetto da Pontormo 25
/., X, 135 Zanobi' di messer Marabottino
Sandro di Simone de' Tomaquinci
Bindo di messer lacopo de' Bardi
Piero di Gilio Serragli
lacopozzo Soldanieri 30
Giovanni del Guerra Gherardini
Lapo di Biagio, fomaciaio
Poi del mese di febbraio tutti gli soprascritti grandi, fatti popolani, ebbono quello me-
desimo beneficio per gli loro figliuoli, ch'egli avieno per le loro persone.
RuBRicA 844' — Conte messer Agabito della Colonna, cardinale, venne in Ftrenze, e ferchi. 35
Nel detto anno del 1379 a di .... di gennaio, messer Agabito della Colonna venne in
Firenze, legato di papa Urbano VI, al quale fu fatto grande onore di palio, di drappi e ca-
valli, in circa di spesa di fiorini 700 d'oro ; il quale richiese i Fiorentini di lega col Papa.
/., X, 1J6 AI quale fu risposto che i Fiorentini erano nuovamente in lega con gli Pemgini' e con gli
Bolognesi, che senza loro non farebbono, n^ risponderebbono niente. E questo era vero della 40
lega; ma allegavano ci6 per non farla. Della quale lega avea in commissione dal Papa ri-
cercame tutti i Taliani; e cosi si parti di Firenze di gennaio.
18. Attorrl] Accorri /. — lo. dl Gloranni] omm. G. R. — 3i. Barna] omm. G. R. — 39. GUlo] Slllo G. R.
— 38. U qualej 11 detto A.
[A. 1379] CRONACA FIORENTINA 365
RuBRiCA 845" — Come il Ca-pitano condannb gli usciti, li qiuzli fer le confessioni di quelli
che fece morire, o Saliri, seffero li trattati.
In questo anno e mese il Capitano del Popolo, messer Cante, o per confessione che avesse
da Piero di Filtppo, o d'altrui, com'fe detto, fece inquisizione di molti, li quali, servate le
5 consuetudini e leggi del Comune, condanno. I nomi de' quali qui appi^ faremo menzione:
Messer Lapo da Castiglionchio
Messer Giovanni Poccia, da Perugia
Benedetto di Simone Peruzzi
Adoardo de' Pulci
10 Bernardo di Lippo di Cione del Cane
Giovanni di Bartolo Bibliotti
Messer Alberto di Pepo ] , ,. . „ . .
,, . j> T • j c degli Albizzi
Manano di Lando j *=
Giovanni di Guerrieri de' Rossi
13 PigeUol T • • Aj- •
T la o } messer Luigi Adimari
Tommaso' di Rinieri Cavalcanti /., x, u?
Bartolommeo di Niccol6 Ridolfi
Cenni di Naddo e 1 , _ „ .
TT • . ,. TT ; de Rucellai
2U Bmgieri di Piero j
Niccolo di lacopo Bordoni
Bemardo di lacopo Beccanugi e
Luigi suo tigliuolo
lacopo di Bartolommeo de' Medici
25 Niccol6 di Sandro de' Bardi
Andrea di Segnino Baldesi
Messer Guido Bandiera, scardassieri
Niccolo Brunetti, legnaiuolo
Simone d'Andrea, detto Morello, e
30 Bartolommeo suo figliuolo, del popolo di S. Lucia sopr'Amo
lacopo del Testa, detto TestineUa, popolo di S. Pier Maggiore
Matteo di Turino, detto Teo
Antonio detto Caratti, S. Lorenzo
Domenico di Bonaiuto, detto Danza
P . j [ di Vannino, popolo di S. Ambrogio
Lucarino, pettinatore, popolo di S. Giorgio
Cambio di Giovanni, detto Camaccino, popolo di S. Niccol6
Mazza, tessitore
40 Nanni di Guccio popolo di S. Ambrogio
Antonio del Rocca
Simone, detto Compare \ j o ■c •
Testa, fratello di Macinella / P^P^^^^ '^» ^' ^"*"*'
Francesco' di Sisto ] /. x w
45 Basilio e [ popolo di S. Lucia d^Ognissanti
Abraam di Matteo
5. condann6] omm. G. R. ; furono condannatl /.
366 CRONACA FIORENTINA lA. ia7«|
Ortnanno da Padova ) c r 11
Antonio detto Lombardo |
Luca del Melano
Freddura da S. Gallo 5
Michele di Giuffredi, popolo di S. Trinita
Donnino di Pietro Donnini, da S. Donnino.
Tutti furono condannati per lo predetto messer Cante di messer lacopo Gabrielli da
Gubbio, capitano e difensore del popolo, nell'avere e nella persona per lo trattato predetto.
RuBRicA §46* — Conte la Comfagnia di S. Giorgio con messer Giannotto, siniscalco di ntes-
ser Carlo, vennono in Toscana. 10
Nel detto anno, ciofe 1379 e mese di febbraio, venne a Firenze lettere mccome una
Compagnia, di che h. fatto menzione addietro e Rubrica 812% chiamata la Compagnia di S.
Giorgio, era venuta in sul terreno de' Sanesi, e che minacciavano venire a Firenze; di che
si diliber5 che vi si mandasse a sentire di loro intenzione : mandowisi, e fuvvi mandato io
altore, con commessione di volere sapere della detta Compagnia, se voleano osservare i patti 15
/.. X, 139 e promissione, che durava infino a' di 17 d'ag08to prossimo, e che se volessero osservare,
che io m'ingegna98i per 17 mesi, o per due anni, con quella condizione medesima gli ob-
bligassi per lo meno pregio, io potessi; li quali patti erano questi, i quali qui nomineremo:
RuBRiCA 847" — Siui a-pfih faremo mcmione dc' fatti, U qtiali la ComfagniadiS. Giorgio
fece col Comune di Fircfize, che -poi non osservb, ma tnancolli, sanza niuna col-pa o difetto 20
del Comune di Firenze.
In prima che non verrebbono in sul contado di Firenze, n^ distretto, nk contado d'al-
cuno accomandato, nh eziandio per Terre, n^ Castella di Firenze farebbono alcuno danno,
n^ offenderebbono, n^ ancora passerebbono ne retto, n^ per oblico, n^ chiederebbono alcuna
vettuaglia passando presso a quelle, se non fusse di volontk del Comune di Firenze, o di 23
quelle Terre, presso alle quali passassero, e se concesso fosse, ogni volta per gli loro denari ;
ed infra '1 detto termine non verrebbono come Compagnia, n^ come soldati di persona niona,
nfe in niuno segno, nh forma : ed a questo obbligavano le loro persone e de' loro compagni,
i.,x.iw de' loro caporali, e' famigli, che al presente erano, owero che di nuovo v'intras8ero; e chi
v'entrasse durante il tempo, facessero giurare che osserverebbono, ed ancora chi n^uacisse, 30
ove s'andasse, convenisse osservare le predette cose. E di ci6 avieno promesso e suggellato
tutti i caporali, i quali furono 39 suggelH. Li quali caporali sono questi, che qui appie sono
nominati :
Messer Alberigo conte da Barbiano, capitano generale
Messer Giovanni suo fratello 35
Francesco da Coreggia
Guglielmo de' Conti di Mede
Messer Pietro Gaetani da Pisa
Berardo da Recanato
7-8. dl inesser.... da Gubblo] omm. A, — ii. lettere ■iccome] omm. G. R. — 13. Saneai.... minacciarano]
Sanesi e con a lentore di loro intenzlone, e che minacciavano G. R. — 14-15. io altore] io Marchionne Stefani
A. — lS-'6. con commessione. ... e prometsione] con cnmmessione e promissione A. — 18. qui nomineremo]
qui nol metteremo appli G. R. — 38. persone e de' loro] persone de' ioro G. R. — J9. ovTero che .... Intrassero]
OTTfro che di mano In mano T'entrassero /. — 30. che] omm. G. R. - 31. promesso e suggellato] promisslonl sug-
gellate G. R. — 3»-33. sono .... nominati] sono inacrittl qui dl sotto A.
[A. 1379] CRONACA FIORENTINA 367
Niccolotto da San Soverino
Ugolotto Biancardi
Ugelletto, e ^ , ,,
Guglielmo } degli Adilardi
5 Cittadino de' Tolomei da Siena
Antonio da Correggia
Bartolommeo da Gaggio
Messer Giovanni dellAgnello di Pisa
Azzo
10 Francesco de' Peppoli di Bologoa
Ricciardo
Brunaccino da Verona
Andrino ' Trotto d^Alessandria r., x, J4i
Lipaccio da Massa della Marca d'Ancona
15 Bemardo di Duccio
Uguiccione da Gaggio
Ventura da Faenza
Cristofano da Pontremoli
Matteo da Recanato.
20 Tutti e' 12 consiglieri della Compagnia.
Marcovaldo della Rocca di Pisa
Cola de' Sabbatini di Bologna
Cola da Monte Mellone
Marsilio Chiancio da Parma
25 Francesco da Carfagnana
Guccio di Bologna
Giovanni d'Arezzo
Antonio da Salazzaro da Papia
Giannino da Valle di Melano
30 Griovanni degli Arciguidi di Bologna
Manfredi de' Bracciati da Novara
Antonio di Carlo da Papia
Colombello da Castigliolo d^AIessandria.
E. colla detta brigata era uno messer Giannotto del Protogiudice di Salerno, siniscalco
35 di messer Carlo di Durazzo, del quale fe fatta menzione nella Rubrica 828* del mese di di-
cembre prossimo passato, il quale attent6 trattato in Firenze, secondo dissero quelli che fu-
rono' giustiziati, e con certi patti e forme avea con questa brigata di S. Giorgio allegatosi, /., x. i«
e per soldati di messer Carlo predetto gli avea condotti sotto certa convenzione ; ed ancora
una brigata di messer Guglielmo Filibach, tedesco, 8'era con lui congiunta, e in su quello
40 di Siena facea gran danno. Partimmi coUa detta commissione a' dl 11 di marzo.
RuBRicA 848* — ^esii sano i Priori di marzo e afrile /j/p.
Orlando di Lapo, setaiuolo
Cristofano di Michele, calzolaio
II. Rlcclardol Rlccardo A. — 14. della Marca] omm. A. — lo. Tuttl.... Compagnla] omm. A. — 23. Cola
da Monte Mellone] omm. A. — 24. Chlancio] CWavaro G. R. — 33. Castlgllolo] StortlgUo A. — 36. H quale attenti]
che tantd A. — 39. dl mester .... congiiinta] omm. G. R.
368 CRONACA FIORENTINA (A. 1379]
Donato di Uonifazlo dJ Ser Uonato, speziale
Antonio di Bartolommeo, farsettaio
loanni d'Amerigo del Bene
Salvestro di Vanni, Hnaiuolo
Nofrio d'Andrea di Neri di Lapo 5
Nuto di Vanni, spadaio
Francesco di Ser Santi Bruni, cambiatore, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. loanni
Ser Mattia Pieri di Castel Fiorentino, loro notaio, quartiere detto.
t., X, 143 RuBRXCA 849* — Come' si cercb di fare concordia con messer Giannotio e colla Comfagnia
di S. Giorgio. 10
Nel detto anno e mese di marzo, a' dl 20, io autore, essendo ito nella Compagnia di
S. Giorgio, e praticato con messer Giannotto, siniscalco di mesaer Carlo, com' k predetto nella
precedente rubrica, questo di tomai, e riportato a' Signori, come la Compagnia di S. Giorgio
diceano i Caporali osservare la fede promessa, e volere fare nuovi patti per lo tempo da venire,
sl veramente voleano potere torre soldo, e prometteano non offendere, come promesso avieno, 15
salvocchfe come soldati ; come che dalla brigata di segreto da piu amici ebbi sempre, non os-
serverebbono i patti fatti, e che messer Giannotto cavalcherebbe il terreno de' Fiorentini
con gli usciti di Firenze, ed ancora parlato con messer Giannotto, rapportai ch'egli era amico
de' Fiorentini, e ch'egli era offeso ed abbominato del trattato di dicembre e non colpevole,
e per riverenza di messer Carlo si tacea; ma che se gli bisognasse passare per lo terreno 20
de' Fiorentini, passerebbe come amico, e non farebbe danno di nuUa: ed ancora v'erano
parte delli sbanditi, e gli altri s^aspettavano, ed ogni dl ne giugneano piu e piil sbanditi, ed'
7., X, 144 usciti di Firenze; e comunemente si dicea, che messer Giannotto conducerebbe la brigata
de' Fiorentini, usciti, a Firenze. Di che rapportato le predette cose, e la concordia, che
avieno fatlo con gli Sanesi e con gli Pisani per danari, e curavasi co' Lucchesi di dargli 25
denari, e sicurarsi da loro per sei mesi : i Sanesi dodicimila florini, i Pisani diecimila fiorini ;
da tanto facea ricercare me di simile, non mostrando di venire da lui, ma da alcuni di sua
brigata. Fummi comandato di tomare indietro, e deliberato fu ch'io cercassi concordia; e
perch'io non voUi tanto carico solo, mi fu promesso mandarmi compagnia. Partimmi il di
medesimo, ch'io ero venuto, cio^ a dl 20, e a' di 23 mi fu mandato in compagno, messer 30
Bettino Covoni, cavaliere.
t., X, I RuBRicA 850' — Come^ s'affresti> la Comfagnia a Firenze, e come messer Giannotto volea
ribandire gli sbanditi e ribelli dcl Comune di Firenze, e qtullo vi fu.
Neiranno del Signore 1380, a dl 26 di marzo, si parti la detta brigata di su quello di
Siena, ch'era di Ik da Siena in Val di Rosia e pure in su quello di Siena dalla parte di qua 35
verso Firenze 8'accamp6 in Val di Strova, ed alcimo nelle Ville di Firenze accomandate,
ciofe in quello di Colle; ci6 fu disavvedutamente, credendo fussero di Siena. In quella bri-
gata erano sbanditi de' Fiorentini e gH usciti la maggior parte; e con messer Giannotto mai
t„ X, i niuno concio, nfe accordo si pot^ avere,' ch'ei non volesse passare per lo nostro terreno ; se
non che volea, che tutti gli sbanditi fussero di nuovo confinati, ed avessero bene di loro 40
beni per uno anno, e che in capo deiranno tutti quelli che fussero confinati, ed avessero
osservato confini, che allora, alla deliberazione di messer Carlo, o tutti, o parte fussero ri-
II. io.... essendo] io Marchionne essendo A. — 13-13. com'i.... rubrica] omm. A. — 17. il teireno dei] <
A. — 30. che] omm, A. — 24. a Firenzej omm. A. — 37. rlcercare] ricordare G. R, — 30. in] un G. R. — 35. ch'eni
di \k da Siena] omm. A. — 3S-36. qua verso] omm. A. — 43. oMerrato] obt>editi G. R.
[A. 1379] CRONACA FIORENTINA 369
banditi e rimessi in Firenze e ristituiti ne' loro beni. Questo non piacque al Comune di
Firenze nh agli uomini di Firenze.
RuBRicA 851* — Come messer Giannotto colla Comfagnia vennero a Firenze -presso alla citta
a 8 miglia con gli sbanditi.
5 Nel detto anno e mese, a' di 31 di marzo, levarono campo di Val di Strova, e vennono
tra Staggia e Colle allato a Poggiobonizi, pure come amici, siccome fanno le Compagnie,
togliendosi de' buoi, ma non pigliando prigioni, manicavano e beeano, e puosero campo alle
Tavernelle, presso a Firenze a 14 miglia. II dl innanzi ch'essi partissero, avieno avuta la
licenzia da Firenze la Compagnia di S. Giorgio di potere passare allato al terreno di Colle
10 e di Monte Feltraio, e sotto Volterra per uno dl, e se passassero come amici, come avia,
fossero trattati come amici, se come nemici passassero o per altra via, come nemici trattati.
Passarono e feciono, come detto' h, danno, e la mattina, quando levarono campo, arsero al- /., xi, i
cune capanne e due o tre case ed uno mulino, e presero alcuni prigioni. II conte Averardo
di Lando era stato mandato in Val d'Elsa per riparo del paese, tolse loro alcuno ronzino;
15 di ch'egIino incanirono. Lo seguente di, ciofe lo primo dl di aprile, si partirono dalle Ta-
vernelle, ed andarono per Pesa, e parte si puose a Quarantola, e parte nelle Ville di sotto,
ciofe in Schizzano. Questa fu la brigata di S. Giorgio presso a Firenze a 12 miglia. La
brigata di messer Giannotto passo la Pesa, e venne, e puose campo a Carcheri presso a Fi-
renze a 9 miglia con gli usciti di Firenze seco. Messer Bettino ed io fummo da lui, dicen-
20 dogli lo danno, ch'era stato fatto. Disse di fare tutto cercare e fare giustizia di chi avesse
offeso; ma nel vero egli si credette venire a Firenze presso a due miglia, e per la promessa
degli usciti, che Firenze si leverebbe airarme, e che sarebbono rimessi dentro gli usciti, e
riformerebbesi la Terra al segno di messer Carlo. Lo conte Averardo con 300 lance ad una
brigata, che erano in Malraantile, assali, e tolsegli circa 60 cavalli, e preso vi fu lo conte
25 Giovanni, fratello del conte Alberigo, capitano della brigata di S. Giorgio; e se avessero i
Fiorentini mandato la notte a Carcheri 4000 lance,' e quella brigata del conte Averardo in- /., xi, 4
sieme, l'uno dairuno lato, Taltro dalFaltro avessero assalito a Carcheri messer Giannotto e
gli usciti, non andava testa; perocch^ '1 campo della brigata di S. Giorgio era pressochfe 4
miglia loro di lungi, ed in tutto tra messer Giannotto e gli sbanditi, non erano 300 lance, e
30 sarebbono prima stati morti, e presi, che la brigata di S. Giorgio ravessero saputo, non che
soccorso; e tutte e tre le brigate di messer Giannotto e di messer Guiglielmo e la brigata
di S. Giorgio erano circa 800 lance e 1000 ribaldi a pi^, ed il Comune di Firenze avea
circa 900 lance da loro e d'amici. Ma sempre da gran tempo in qua pare i Fiorentini aver
male provvedimento. Dissesi che si aspettava messser Giovanni Auto per capitano; non cre-
35 dendosene avere maggiore derrata, credo stettero in sul contado di Firenze. Dissesi che gli
usciti aviene promesso a messer Giannotto fiorini 8000, se stava 3 dl dinanzi a Firenze; e
che n'ebbe in su quello di Siena fiorini 4500 e del resto promesse. Di che, non osservando
loro i patti del venire presso alle mura e stare 3 dt, si dolsono di lui, se vero fu quello si
disse. Lo secondo di d'aprile si parti messer Giannotto, si disse, e and6 verso Empoli; di-
40 lungossi donde era, dicesi, per paura della assalita del ' conte Averardo, e che altra brigata /. xi, s
non venisse. Quivi stette di e passb, e andonne a Lucca, e f ece patti co' Lucchesi
per 5000 fiorini, e questo fu, perchfe i Fiorentini si profersero a' Lucchesi essere con loro
a. n^ agll uomlnl dl Flrenze] emm. G. R. — lo. come arla] omm. A. — ii.se come nemicl.... trattatl] omm.
G. R. — 13. due 0] »»«»1. A. — \e,. Lo seguente di clofe] omm. A. — 3>-33. e looo ribaldi.... iance] om. A, —
33. pare] pure G.R.; pare /. — 37. n'ebbe] non ebbe G. R. — 37. Siena.... promesse] Siena 4000 denari e di
3500 promesse G. R. la cifra in A. i sagnata in nHineri romani: * UH" D ,; frobabilment» anch* il ms. da eui d«-
riva G. R. forttva la str.ssa indicatione in numeri romani, e G. R. copiando scioite ia sigla D come uifabbremation*
dtlla farola denarl
T. XXX, p. 1 — 34.
370 CRONACA FIORENTINA (A. i379i
ad azzuffarni colla brigata. Di che \ Luccheri tennono in parole i Fiorentini, e feciono patto
per meno che la metk di quello ch*averebbono fatto.
Parve n\ nuova cosa a tutti i Toscani, che alla bandiera della Casa di Francia messer
Giannotto siniscalco di messer Carlo di Durazzo facesBe con Compagnia rimedire tutta To-
scana, che mai non si trov6 piCi, che Casa di Franda facesse lo simile; perocchfe i predetti 5
Comuni, ciofe Firenze, Siena, Lucca, Perugia, sempre furono figliuoli di quelll della Casa di
FrancJa e di Puglia; e se altra volta con gente d'arme vennono in Toscana, Reali di Fran-
cia e di Puglia con gente, o come Uficiali con questa, mai senza titolo, e con Compagnia
non vennono. Negav.i messer Carlo ci6 non avere saputo, ed essere contro a sua voglia;
ma pure mostrava suo mandato e lettere e carte, come potea obbligare messer Carlo e sua In
moglie, e figliuoli, e Terre, il detto messer Giannotto. I denari, che facea ricomprare 11
/.. XI, 6 Comuni, dicea gli volea in prestanza,' ed obbligava messer Carlo a rendere; ma pure chi
non volea prestare, era sforzato, rubato ed arso.
Parve ancora cosi nuova cosa, che la Compagnia di S. Giorgio, chWano tutti Taliani,
mancassero loro fede e promissione; la qual fede e promissione non ha niuno contasto, che 15
mancato non sia per loro; e mai piii compagnie di Taliani non avieno infino a qui fatto.
Questi sono gli sbanditi ed usciti di Firenze, ch'ebbero bando di rubelli, per essere ve-
nuti in sul Contado di Firenze ad ardere e far danno contro la loro patiia.
Piero di Masino dell'Antella
Matteo di lacopone Arrighi 20
Pigello di messer Luigi Cavicciuli
Cenni di Naddo Oricellai
Cherardino. di Piero Velluti
lacopo di messer Rinieri Cavicciuli
lacopo di Bartolommeo de' Medid, detto di Monna Niccolosa 25
Niccolb di Rinieri Peruzzi
lacopo di Boccaccio Brunelleschi
loanni di Bindo della Vitella, vocato il Caciuola
loaimi di Guerriante di Matteo Marignolli
Niccol6 di Sandro de' Bardi, vocato Boccasenno 30
/., XI, 7 lacopo ' di Bernardo Beccanugi
Luigi di Bemardo Beccanugi, vocato Moscone
Adovardo di Bartolommeo de' Pulci, vocato il Caccola
Ugolino di Noldo Gherardini
Tommaso d'Antonio Totti da Panzano, vocato Tommasino 3S
Niccola d'Andrea di Lippozzo de' Mangioni
Nanni di Guerrieri de' Rossi
C TVT £ * \
j. , ' > fratelli e figliuoli di ser Piero di ser Grrifo delle Riformagioni
Giovanni di Bartolo Biliotti 40
Cristofano di lacopo di Bartolommeo dei Medid
Bonaiuto di ser Bonaiuto Danza
Bindo di Gentile Buondelmonti
Bemardo di Lippo di Cione del Cane
Toccio 1 j. r-u j- • *5
T, > di .... Gherardini
Boccaccio j
4. facesse con Compagnia] facesse compagnia G. /?. — 6. dl queUll om. A, — 8. con questa] con asta /. —
14. tuttl) omm. A. — i6. infino a qui omm. A. — 17. di Firenzel <"»«•■ ^- — »8. Tocato U Cacinola] omm. A. —
30. Tocato Boccaacnno] omm. A. — 32. vocato Moacone] omm. A. — 33. Tocato il Caccola] omm. A. — 37. Gner-
rleri] lacuna G. R. — 38-39. di »er Griio] emm. G. R.
[A. 1379] CRONACA FIORENTINA 371
Lanfranco di Totto da Panzano
Mariano di Lando degli Albizzi
Bartolommeo di .... da Prato, soldato
Messer Guido Bandiera
5 lacopo di vocato Testinella
Giotto di .... Scamatino
Checco di Giovanni, fabro
Maestro Andrea Malagamba, medico
Picciotto di Giorgio
10 Nanni di Bucarello,
ed arsero in Schizzano case 39, in Quarantola,' e in quelle Ville presso case 59 e molte ca- /., xi, s
panne, in Carcheri case 19 e piu luoghi; circa case in tutto, in ogni luogo, da 200. Danno
di ci6 molto colpa a certi Sanesi, ch*erano nella brigata intrati per isdegno, che quando ri-
chiesero i Fiorentini, per combattere con messer Giannotto, di gente, non l'ebbero, ch'erano
15 tenuti per una lega, che durava infino a' di 27 di luglio prossimo, che venia; ma la cagione,
che non Tebbono, fu in effetto questa, perocch^ i Sanesi non voUono intrare in una nuova
lega f atta co' Bolognesi e Perugini e Lucchesi e Pisani ; non voHono ancora intrarvi ; se vi
fussero intrati, la Compagnia non venla, e se fosse venuta, sarebbe stata male venuta. La
seconda cagione fu, che, come h detto addietro rubrica 825", del mese di novembre, i nostri
20 sbanditi si partirono di Siena, e con Sanesi gentili uomini e popolo, e andarono per torci
Fighino, e ridussonsi in Siena, e furono ricevuti ; e quando il Comune di Firenze se ne dolse,
alcuno ne sbandirono, e gli altri ricevettono, e ricevono, e ritengono e per gli patti tra
loro e noi, non potessero, n^ debbono. E di certo in la detta brigata di messer Giannotto
molti Sanesi con gli sbanditi e con altri usciti, chi confinati e chi sbanditi, e molti deirArte
25 della Lana, li quali erano detti Ciompi, di quella medesima' Arte de' Sanesi, vennono con /., xi, »
gli nostri, che ve ne avea assai in Siena, scardassieri, pettinatori ed altri lavoranti di lana,
che non aveano bando, e per isdegno che non erano signori di Firenze, come furono, sta-
vano a Siena a lavorare, e vennono nella Compagnia, e come k detto, menarono de' simili
di quella Arte ed altri con loro. Ma per tutte queste novitk, e deirardere, e del cavalcare
30 infino presso alla Lastra, non fu movimento in Firenze d'alcuno romore, e quasi pochi 8'ar-
marono, se non quando era loro comandato, che non era cosi stato per Taltre novitk; ma
richiesti furono in contado e li vicini d'aiuto di gente d'arme, e vennono assai, ed i Bolognesi
mandarono 500 lance in servigio del Comune di Firenze e per gli Perugini il simile. Ed a'
di 2 del mese d'aprile 1380, veduto il popolo come questa brigata non era sofficente a offen-
35 derli, si lev6 l'armare del popolo, ed eglino si partirono, come addietro k detto, ed anda-
rono verso Empoli.
RuBRiCA 852* — Come messer Giovanni Aguto ebbe frowisione, e che gente avea il Cotnune
di Firenze allora.
Non sarebbe messer Giovanni Aguto venuto, nh eletto a venire per capitano a Firenze '
40 nel volere d'alcuni, perocch^ una gente il volea ed un'altra no; quelli che lo volieno, erano /., xi, lo
quelli che sospettavano, e che furono ammoniti, ed altri loro amici, e mettieno a vedere al
popolo, essere costui di necessitk. Ed altri non lo volieno, chi perchfe non favorisse i so-
pradetti, e chi a rispetto di non volere piill spesa, che parea non bisognasse : perocchfe venne
con 1000 fiorini il mese di provvisione per la sua persona e 130 lance, per 6 mesi, ed avea
'45 il Comune di Firenze lance 500 con pedoni. Intr6 a' di 3 del mese d'aprile 1380.
3. Bartolommeo.... soldato] omm. A. — 11-13. *'' arsero.... brigata] coatoro arsero clrca a ca»e ioo, m*
dissono furono i Sanesl, chVrono in brlgata A. — aa. ricevettonoj ritengono G. H. — 2%. H quaU] che A. — 4$. con
pedonl] omm. A.
372 CRONACA FIORENTINA lAA. 1379-13801
RuBRiCA 853' — Come messer Giannotto volle concordia e denari dal Comune di Fireme, e non ebbc.
Messer Griannotto «opraddetto gli parve avere mal preso, quando si vide non aver fatto
nxxlla col Comune di Firenze, e pentessi non aver fatto Taccordo, e torre danari, come degli
altri, siccome messer Bettino ed io gli prefferemmo; e rimand6 a Firenze messer Giovanni
Cancellieri da Pistoia ed Ugolino dalle Grotte a Mare a cercare concordia ; li quali furono 5
ricevuti, e dato parole e tolto parole. E cosl ai partirono a' di 10 d'aprile 1380.
/« xj. n RuBRicA 854* — ^uestV sono i Priori fcr due mesi, cioi fer maggio e giugno 1380.
Nel detto anno 1380, a' dl 28 del mese d'aprile, furono tratti, secondo il modo uaato,
per gli due mesi di maggio e giugno prossimi, li quali furono questi:
Piero di ser Chiaro, ritagliatore 10
Bartolommeo di Piero, pettinaiuolo
Messer Piero de' Benini, mercatante
Andrea di Francesco, linaiuolo
lacopo di me88er Tommaso degli Strozzi
Bartolo Cambini, galigaio 13
Luca di Piero di Vieri, cambiatore
lacopo deirAmmannatino, cofanaio
Benedetto di Ciardo, vinattiere, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Michele d'Agnolo, loro notaio, quartiere di S. Croce.
RuBRiCA 855' — Come si fece riformagione d'eleggere Ufciali e venderc gli beni d^ ru- 20
belli, e chi furono gli eletti.
Come li detti Priori furono intrati, ciofe il primo di di maggio 1 380, ebbono loro Collegi,
ed il quarto di feciono uno consiglio di richiesti, ove propuosero il bisogno della moneta: di
/., XI, u che, dopo molti consigli, si diliber6' unitamente per tutti i richiesti, che li beni degli sbanditi
e condannati in avere ed in persona si vendano, e chiaminai Uficiali a fare cio con balia di 25
vendere ed ancora a forzare, a comperare chi volesse e chi non volesse, secondo la loro di-
scrizione. E poi a' dl 16 di maggio si fece il consiglio, e diessi balia a' Priori ed a' Collegi
ad eleggere 8 cittadini a ci6 fare. Ed insieme coi Priori e Collegi a leggere questi 8 cit-
tadini, furono i Capitani della Parte, X di Libert^, uno per Capitudine. E a' dl 18 furono
eletti con quella solennita, che detto k., con modo che convenissero accettare, e fu p>08to loro 30
pena, se non accettassero : e furono questi scritti qui di sotto:
Bemardo di (lacuna) de' Velluti, lanaiuolo
Matteo di Geri, fomaciaio
Duccio di Caroccio degli Alberti
Francesco del Ricco, tintore 35
Recco di Guido de' Guazzi
Giovanni di Taddeo Bend, linaiuolo
Alessandro di Benedetto Gucci
Pieruzzo d'Andrea della Vitella, beccaio.
Questi furono eletti secondo che fu ordinato per lo Consiglio. 40
3. topraddetto] omm. A. — 3. col] al G. R. — 10-19. ^- »<"» riforta la Utta dei ^ori — ii. cioi 1380]
omm. A. 5. — 35. a fare omm. A. — 26. a forzare] di sforzare A. — 38-39. Collegi uno] CoUegi i capltani
della Parte, X dl Ubcrti, etc. et uno A. — 31. scritti di lotto] omm. A. — 33. /. snffUset la tacuma cM /o faroia:
Matteo — ^ QuMti.... ConiigUoJ oaum. C.Ji.
[A. 1380] CRONACA FIORENTINA 373
RuBRicA 856* — Come fu morto Francesco, conte da Bruscoli dal fratello.
Nel detto anno e mese di maggio, a' d1 .... essendo stato, secondo si voUe dire, male
trattato ' Alberto fratello d' Antonio, conte da Bruscoli, figliuoli di Giovanni de' conti Alberti, /., xi, ij
ch'era il secondo fratello, perocch'erano 3, Antonio, Alberto e Francesco, stando pure in-
5 sieme, ma male gli parea essere trattato Alberto, essendo Antonio a tavola, giunse Alberto
con 6 compagni, infra' quali v'era uno Checco di Monna Imperiera sbandito di Firenze, e
si prese Antonio, e menollo nello fondo d'una torre, legato con molte catene. In questo
mezzo, la moglie d'Antonio e di Francesco si andarono alle finestre, e gridarono, e Francesco
il terzo figliuolo, del conte Antonio trassero, e seppero dalle donne come stava il fatto, di-
10 cendo le donne essere morto Antonio, e cosi credeano. In quello stante vollono intrare den-
tro; trovarono la porta serrata; fecionsi dare teli di lenzuola e tovaglie, e per le mura in-
trarono, ed armarsi, e le femmine uscirono nella corte con loro con arme. Di che quelli
uscirono fuori, ed in zuffa fu morto questo Francesco terzo fratello dal detto Alberto e da
Checco di Monna Imperiera e da sua brigata: e lo tigliuolo d'Antonio si fuggi per la via,
1 5 ond'era venuto, e la moglie d' Antonio ferita nel braccio sl sconciamente, che ne pen6 a gua-
rire per piu tempo, e quasi si disse ch'era per perderne il braccio, se non fusse buon me-
dico. E, o che Alberto avesse questo ordito' co' Bolognesi, o che subito ordisse, il secondo A,xi, u
di furono i Bolognesi a Bruscoli, e feciono fare la pace ad Antonio ed Alberto conti e fra-
telli, e traasono fuori di prigione Antonio. Queste novelle s'erano sentite a Firenze, peroc-
20 chfe per lo romore dentro si senti ; di che i Fiorentini v'aveano mandato messer Giovanni di
Mone e messer Ruberto di Piero di Lippo con 25 lance: ma eglino vi trovarono i Bolognesi
dentro, H quali da Alberto detto, v'erano messi dentro, e presene prowisione in fiorini 3000,
e diello a' Bolognesi. E cosi entrarono i Bolognesi, comecchfe fusse Bruscoli alquanto piii
presso a Bologna che a Firenze, pure erano il conte Antonio e fratelli, cittadini di Firenze
25 e accomandati. L^Esecutore degli Ordinamenti della giustizia, condanno quelli che intrarono
con Alberto conte in Bruscoli, quando prese il conte Antonio. I quali condannati per rubelli,
furono questi:
Conte Alberto del conte Giovanni de' Conti da Bruscoli
30 I?^'^"^^ ld'Ugolino
Francesco j
Michele d'Attaviano
Francesco e | ,. ,, . ,
^. . l di Mamardo
Giovanni 1
35 tutti del legnaggio della Casa degli Ubaldini
.Francesco,' vocato Checco, di ser Neri Luchini /., xi, is
Nanni, vocato Braglialasso, da Casanuova
Buratto, figliuolo di Buratto dal Borgo a S. Lorenzo
Nanni, vocato Cornicchia, da Casanuova
40 Fredino di Gratino da Rifredi, contado di Firenze
loanni di Brisualdo da Melano
Baldinuzzo d'Albizzo degli Ubaldini.
9. terzo (iacuna) figlluolo] terzo fratello figliuolo A. — i6. quasi.... perdeme] quaai fu per perdeme ul —
16-17. »e non.... medlco] omm. A. — 17. ordito] ordlnato G. /?. - ordiwe] ordlnatse G. R. — 19. trassono] an-
doisene G. R. — J». In fiorinij e fiorlni G. R. — »3. entrarono] errarono A. — 24. erano] era A. — 25. acco-
raandati. L*Esecutore] accomandatl. Pure ser.... (laeuna) IVsecutore G. R. — 32. Mlchele] Adiille A. — 37. Bra-
gllalasso da CasanuoraJ Brangalaio da Caiona A,
374 CRONACA FIORENTINA [A. lasoj
RuBRicA 857* — Come si fece una riformagione sofra i beni cU^ Preti c ordine sopra U
cherici, che non voleana dare i sacramcnti a coloro che aveam comprato i detti bem.
C.ome h narrato addietro, Rubrica 753', che '1 Comune fece vendite de' beni de* che-
rici per la guerra della Uhiesa coi Fiorentini e poi, fatta la pace, ai promissero i Fiorentini
rendergli, ed aiicora iniino a questo di non erano renduti, e li cherici, quando alcuno era
malato, che delle possessioni de' cherici avesse comperato, non lo volieno i cherici aasol-
vere; onde ricorsero al Comune, che gli aveano sforzati a comperare, e chi pure di volontk,
Onde si provvide di fare una riformagione, che lo interesso, owero provvisione, la quale si
dava a' cherici l'anno, ch'era liorini 18 00U, che il Comune dava TaDuo a' cherici, si ag-
i^ xj, u giugnesse ' a quelli, e che il numero di 25 miglia', che cosi era, aggiuiigendone 7000, il Co- 10
mune si dovesse torre quelii denari, ed imborsare tutti i compratori, e si traesse a sorte, ed
a cui toccasse la sorte inhno a quello numero, si desse a' compratori, e restituissero la pos-
sessione alle chiese. Questo venia molto iii utile delle chiese per riavere lo loro; ma per
gli preti, che aveano a vivere di quello 5 per centinaio, non furono contenli, perocchfe man-
cava loro la vita. Ed ancora si fece piu, che quale prete vietasse i sacramenti a niuno, 15
fosse fuori di quello benedcio dello uscire della borsa e d^esservi imborsato per riavere le
sue possessioni. £ ci6 fu allo tempo deiranno 1380, a' di 12 di giugno.
RuBRiCA 858* — Come venne il cardinaie dal Fiesco in Pireme,
In quel medesimo aimo venne presso a Firenze a due mlglia, messer Giovanni, cardinale
di papa Urbano VI dei gentiluomini di Genova, ciofe di quelli del Fiesco, lo quale perch^ 20
addietro era stato a Firenze, quando and6 a Roma a papa Urbano per lo cappello, ci6 fu
/., XI, 17 neiranno del Signore 1379 del mese di . . . . {lacuna) si fu onorato' in Firenze. Si tenne per
onestk sua, e per non dare spesa a' Fiorentini, egli si passasse per di fuori, e venia da Pe-
nigia e di Corte, ed andava a Genova a casa sua. Per poverta di danari, fu al Galluzzo,
e stettevi im di, e la persona sua in Certosa, cio^ in S. JLorenzo de' Frati di Certosa. E 25
ci6 f u a di 23 di giugno 1380.
RuBRicA 859* — ^uesti sono i Priori di lugUo e agosto 1380.
Clari di loannl Ciari, ritagliatore
Niccol6 di Baglione, linaiuolo
Ser Domenico AUegri, notaio 30
Niccol6 di Bemardo del Sannella, brigliaio
loanni di Filippo Carduccio, ritagliatore
Lionardo di Stefano, maestro
Tommaso di Giovanni, fiascaio
Michele di Simone, vinattiere 35
Tommaso di Mone Guidetti, mercatante, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Michele di ser lacopo da Rabatta, loro notaio, quartiere di S. loannL
4. col Florentlni] omm. G. R. — 6.1 cherlci] emm. ^ — 9. che 11 Comune chiericl] omm. A. — 9-11. sl ag-
giugnesse . . . . doyesae] s' aggiugnesse a quelU fiorini 7000, ch'erano poi fiorlai 2500, il Coraune si doTesse A. —
II. e sl traesse] e trarre A. — 11-12. ed a cul.... desse] omm. A. — 15. sacramentij sacrlfici A. — 19. Gioranni]
eoA l, giustamentt colma la lacuna dei mss. — 19-20. raesser Giovanni.... Fiescoj messer Giovannl del legnagglo
de' gentili uomlnl da Genora, cardinjde di papa Urbar.o VI, cloi di quelli del Fiesco G. Jt. — 3i. a papa Ur-
bano] omm. A. — ji-ja. ci6 fu.... mese dij omm. A. — jj. in FirenreJ omm. G,R. — 35. cloi in.... Certow]
0mm, A — J7. di ser lacopoj Uumma A,
[A. 13801 CRONACA FIORENTENA 375
RuBRiCA 860* — Come messer Carlo venne in Italia con Ungari, come, e che feciono, e come
fu a Verona e a Mantova ed a Bologna.
In questi due mesi di questi Priori molte novitk apparirono in Italia, e spezialmente in
Toscana;' perocch^, avendo papa Urbano VI, quegli, che volgarmente si chiamava Papa da /., u, u
5 Roma, conceduto il reame di Puglia a messer Carlo della Pace, figliuolo di messer Luigi
fratello del duca di Durazzo della Casa di Francia, e nipote cugino della reina di Puglia
Giovanna, e per moglie avea la nipote della detta reina Giovanna, figliuola del duca di Du-
razzo, tigliuola della sirocchia carnale della reina Giovanna detta, e cugina carnale del detto
messer Carlo, cioe figliuola del duca di Durazzo, fratello camale di messer Luigi, suo padre,
10 ciofe di messer Carlo dispensato il parentado, e, com' h detto, conceduto i! detto reame per
dispetto della detta reina Giovanna, perocchfe tenea coUo altro papa da Vignone, e sornmos-
solo, ch'era in Utigaria, e fattogli dare censi de' Cherici d'Ungaria, circa 60 000 fiorini
d'oro, acciocchfe venisse in favore di lui, ch' era quasi assediato a Roma dalla gente della
detta Reiua e vassalli e da sua setta e lega, e di voler levarsi lo Papa questa gente da
15 dosso, ed al detto messer Carlo coronare e favoreggiare dello detto reame, che tenea la reina
Giovanna, il cui titolo si chiamava reame di lerusalem e di Sicilia ; il quale reame di ragione
pervenia al re d'Ungheria, bene che per sentenzia di Chimento, papa nelFanno 1348 Tavea
di concordia concesso al re Luigi di Taranto ed alla reina Giovanna' predetta, di consenti- /., xi, 19
mento del re d'Ungaria non venire contro lo reame predetto vivente la reina Giovanna e
20 lo re Luigi. Ora lo re Luigi d'Ungaria predetto avea dato ogni sua ragione nello reame
predetto contro la reina Giovanna al detto messer Carlo della Pace, e dicendo non man-
care promissione, perocch'ella avea tolto due mariti, rutio morto era, e non era della Casa
di Francia, ma nimico di loro e massime della Casa d'Ungaria, li quali tolsero Sicilia a re
Carlo e re Uberto, e Taltro nimico ancora della detta Casa di Francia in Piemonte ed in
25 piu luoghi, ciofe messer Otto da casa Bresvich, tedesco, lo quale egli e gli altri Tedeschi
erano nimici della detta Casa di Francia, cio^ di questi di Puglia, per amore di re Manfredi
e per quello di Curradino, morti in quello reame; di che parea allo re d'Ungaria, se questa
avesse figliuoli, che lo reame si stranava delle mani di quelli di Francia; sicchfe, per questa
cagione, dava sue ragioni a messer Carlo della Pace ed aiuto. Di che del mese di luglio lo
30 detto messer Carlo pass6 d'Ungaria, e venne in Lombardia a Verona con 5000 Ungari, e
quivi, o per poco consiglio, o perchfe si fosse, si stette in Verona, e di \\ dappo' circa 15
di passb Po, e stette in sul Bolognese circa altri 15 di, ed a Rimine dirizzb sua via, e stette'
poi Ik alquanti di. Questa materia non toccava molto alla nostra, ma perocchfe dipendea, /., xi, 20
era di necessitk dire. Lo ditto messer Carlo promisse a' Bolognesi ed agli altri Signori, non
35 stare se non in transito in sullo loro terreno, e stettevi oltre a sua promissione molti di;
scusossi non potere ci6 piii fare, ed eglino ne furono molto male contenti.
RuBRiCA 861' — Com^ tornarono gli ambasciadori d' Ungheria, che erano stati, e quelU) raf-
■portarono dello Re, e di messer Carlo, che -promissero di non venire, ni mandare in sul
contado di Fireme.
40 Erano atati del mese d'aprile mandati a messer lo re d' Ungaria ed a messer Carlo am-
basciadore infino del mese d'aprile prossimo passato, a dolersi del danno, che fatto avea
3. spezialmentel massime A. — 5-6, figliuolo.... Durazzo] omm. A, — 7, Gloranna] omm, A. — 8. figliuola
della sirocchia .... cioi figlluola del duca di Durazzo] omm, A. — 9-10. Luigi .... meiser Carto] Lnlgi, padre di mea-
ser Carlo A. — 1$, coronarej omm. A. — i6. chiaroaTa] chiama A, — 32. era] omm. A. — 23. Francia.... Ungaria]
Francia, ma manco di quegli Reali ciofe della casa d'Ungarla G. R. — i^. Otto dl casa Bresvich] Otto duca di Bre-
svich G. R, — 36. clob] 0»»»». A. - per amore dl re] per la mor<e del re G. R. — 33. pass6 Po e stette] poi pass6 e
stette G. R. — 33. toccava] tocca A. — 40, del mese] omm. A, — 41. infino.... pasiate] infino d'aprile passato A,
376 CRONACA FIORENTINA (A. lasoi
messer Giannotto, mariscalco dj messer Carlo colle sue bandiere ritte ; 11 quali ambaBciadori
furono questi: meBner Nofrio di mesBer Barria de' Rossi, Pagolo di Bemardino, albergatore ;
e con loro uno maestro in Teologia deirOrdine dei frati di Santo Augostino, ci6 fu uno
maestro Agnolo di {lacutia). E costoro stati con messer Carlo, tom6 il detto Frate, c gli
altri Ia8ci6 con messer Carlo a Trevigi, e rapport6 come lo re d' Ungaria di ci6 8'era molto 5
I., XI, 21 doluto, ed ancora messer Carlo' del danno, che messer Giemnotto fatto avea, e minacciando
fare e dire contra a messer Giannotto messer Carlo. Di che allegando gli ambasciadori, che
in lo awenimento di gente per lo terreno di Firenze, i nostri sbanditi con loro vi traevano,
e facieno danno in sul terreno di Firenze, e vergogna a colui con cui erano, pregando mes-
ser Carlo non dovesse con questo esercito passare per lo terreno fiorentino; acch^ lo re d'Un- 10
gheria assent), e fece assentire a messer Carlo; e gli ambasciadori furono cauti, e pregarli
che a confortamento del Comune di Firenze, di ci6 per loro acrittura, e suggelli ne scri-
vessero; e cosi di per se Tuno dairaltro lo feciono. E lo detto frate ci6 piuvic6 in uno
consiglio di richiesti di 5U0 uomini, o di piii, che prometteaiio non venire, nfe mandare per
lo terreno tiorentino e loro Terre alcuna gente. E ci6 fu del mese di luglio 1380. 15
RuBRiCA 862* — Come venne in Firenze l' atnbasciatore dello re (TUngaria e di messer Carlo
della Pace, lo Vescovo di Criavarino.
Nello anno del Signore 1380, a d) 18 di luglio, venne in Firenze messer.... (lacuna) del-
/., XI, 2j rOrdine' de' frati di S. Frai.cesco, vescovo di Giavarino, per parte dello re di Ungaria e di
messer Carlo, lo quale era ancora a Trevigi, e richiese lo Comune per parte di messer Carlo, 20
e lo Re ^regava messer Carlo per amore di lui servito. La richiesta fu questa : di lega
contro alla reina Giovanna; la seconda, di 40 000 fiorini in prestanza; la terza, se non vo-
lessero lega, prestassero gente; a cui fu risposto, di rispondere per voce viva, e cosi si parti
male contento. Appresso pocl.i di, fu mandato il predetto maestro Agnolo, narrato nella
precedente rubrica, e la commissioae fu fatta in lui, e negli altri suoi compagni, cio^ messer 25
Nofrio e Pagolo, di cui 6 fatta menzione nella terza passata rubrica, e loro risposta a
/., xi,at messer Carlo fu questa: che contro alla Reina, nh a niuno di' quella Casa, non si farebbe
lega, ma ogni cosa che fusse possibile si farebbe di mettere concordia. Alla seconda di de-
nari: il Comune era molto iscosso, ed al presente per molte spese non era agiato; ma che
altra volta si provvederebbe per modo che farebbe contento. Al fatto della gente fu cosi 30
risposto: ch'era ita a Bologna per la lega, ch'egli non si potea al presente a cio servire, altra
volta si provvederk a ci6. Di che si tenne male servito; e tracch6 avea gli sbanditi seco,
e Tuno e Taltro, e de' Fiorentini e de' Perugini e Sanesi e Pisani era tutto di sobillato; di
che egli giovane e male accompagnato di consiglio, si credea.
Ri;brica 863* — Come si Jece lega di nuovo in Toscana di i6oo lance. 35
Era stata fatta dello anno passato, cio6 del mese di settembre 1379, una lega di 1200
lance, nella quale lega era il Comune di Bologna e queUo di Firenze, e quello di Perugia;
alla quale lega erano stati richiesti li Sanesi Pisani e Lucchesi, e niuno di loro v'era voluto
intrare; di che essendo poi fatti rimediare da messer Giannotto Siniscalco di messer Carlo
della Pace, e dato denari del mese di marzo, e di aprile prossimi passati, si vennero nella 40
3. deirOrdlne dei fratij omm. A. — 3-4. ci6 £u uno maestro Agnolo di] omm. A. — %.rl traevano] vMntm-
Tano G. R. — 10. esercito] exercito G. R. - acclii lo Re] a ci6 lo Re G. A — 11. fece] facea G. Ji. — 12. a con-
fortamento] a contsntamento — 13. frate ci6 piuric6] frate In piii vico A. — 18. 18] i8 /. • la lacuma i tHfflita
da I, coi nome di Guglielmo — 19. frati parte] frati minori, vescovo per parte A. - Giavarino] Guerino G. R,
la Ittione del tttto i qutUa corretta daia da I. — 25. altri suol compagni] altri uomlni compagni G. R. — 34. ii
credea] il Intendea G. R. — 38. dl ioro] omm. A. — 40. prossiral] omm. A.
lA. 13801 CRONACA FIORENTINA 377
lega, e fecesi lo sindacato a retificare in' Firenze, e di 1600 lar.ce de' essere. Cib fu 1380, r.,xi,u
a' dl 18 di luglio, ed a confermarla con gli Bolognesi e richiederli che intrassero in lega
con gli Sanesi, Pisani e Lucchesi, fui mandato io, Malchionne, e non vi voUono intrare con
loro i Bolognesi, perocchfe sdegnarono, ch'eglino non vi vollono intrare Taltro anno passato.
5 RuBRiCA 864* — Come si fece forte riformagione in Firenze -per li delitti che si cmn-
metteano.
L'anno passato, ciofe 1379, al tempo de' Ciompi, 8'era levata la condizione della mano
a chi ferisse, e iion pagasse fra 10 di di certe fedite; di che molti malifici inormi si com-
metteano, e molte inorme cose ed uccisioni, quasi per piccole cose, si feciono di maggio,
10 di giugno e di luglio di questo anno 1380. Infra' quali fu morto lacopo, fratello del pio-
vaao di Giogoli, giucaado a tavole, dicendosi villauia con Lamberto di Schiatta Ricchi, e
cosi crucciati si partirono dicendo: " tieni a mente, tu m'hai detto villania„. E in ispazio
di due mesi, ad animo diliberata, per queste parole il detto Lamberto in Sancasciano uccise
il detto lacopo. Ancora per piato, ch'e' menava messer Giovanni di messer Scolaio di ser
15 Berto, iudice, com'^ usanza de' giudici, fu morto allato a uno Gonfaloniere,' da casa i Bo- /., xi, 25
veregli. E simile Gherardozzo di Bartolo Filippi per quistione di gioco, e piii di poi, ad
animo diliberato, fu assalito da . . . . {lacund) de' Machiavelli e rimase peggio che morto, tante
fedite ebbe, e fugli tagliate tre dita della mano, e nel letto stette parecchi mesi. Questi
sono genti notabili; ma in piu altri tante altre sconce cose commesse. Di che per queste
20 cagioni si fece riformagione del mese d'ago8to, che chiunque vedesse alcuno, e potessesi
presumere, che fosse per lo stato, si avesse a diliberare per Priori e Collegi ed uno per Ca-
pitudine, se i cousorti, o chi de' congiui.ti fussero ribelli, e che ogni sbandito, o che sban-
dito fosse per lo innanzi, non si potesse ribandire, se non per 37 fave di 37, cioe per 9 Priori,
16 Gonfalonieri e 12 Buoni Uomini, e poi insieme con questi da capo con uno per Capitu-
25 dine di 23 Capitudini, cio^, se non in tutto 60, per tutti e' sessanta in concordia, e poi per
gli consigli opportuui. E ci6 fu del mese d'agosto 1380.
RuBRiCA 865* — Cotne in Firenze si senii certi trattati ragionare fer certi Ciompi, e ritro-
varsi certe bandiere, le quali erano venute fer addietro, e come.
Nel detto anno 1380 e del mese di agosto, erano molti bisbigli di messer' Carlo, i Ciompi /., xi, 26
30 in Firenze molto parlavano; ed essendo a Bologna.... {lacuna) venne di Ik, che certi trat-
tati si facieno per gli sbanditi con gli Ciompi in volere mettere messer Carlo in Firenze.
Di che uno Baldo da Vitorata fu morto da' sua Ciompi; lo quale Baldo stava nel popolo di
Sant'Ambrogio, e che egli avea a sua posta una bandiera, e sapea chi Tavea; la quale ban-
diera avea una da Vitorata in guardia dal detto Baldo. Di che vegnendo questo da Bologna,
35 come detto h, awenne per caso che furono presi per questa cosa alcuni, e collati. La donna
si fuggi a Vitorata, e poi.... (lacuna).
I. sindacato] sindaco G. R. — 3. Malchlonne] omm. G. R. — 4. l'aItro anno] Tanno A. — 9. quasl] omm, A. —
10. dl questo anno] 0»»»»». A. — 13. partirono.... iii'hai] partirono : Abbi a mente, fn'hai G. R. — 15-16. da casa i
Boveregli] da . .. . {lacuna) dei Bovareili G. R, — 17. rimasej omm. G. R. — 18. e fugli] omm. G. R. — 18-19. stette ....
pli altri] omm. A. — 19. tante aitre| omm. G, R. — 30. vedesse] uccldesse G.R, — 33. per io innanzl] piii in-
nanzi A. — 23-34. fave. . . . insieme] fave dei Signori e Coliegi e poi inaieme A. — 34-36. con questi .... 1380] coa
questi Priorl e Coliegi con uno per capitudine, che erano ailora 23 capltudinl, ch'erano in tutte persone 60, con
tuttl e 60 In concordia, e pol per gii Consigli del Popolo e Comune. E ci6 fu d'agosto 1380 A. — 33. sua] suoi
G. R. — 33. una] omm, G. R. — 34. una da Vltorata] una donna da Vitorata A. {fa farola donna )t di mano ^oste-
riore) ; una donna . . . . da Vitorata /. — 36. in A, segue um Jogli» biatuo, e manca la rubrica 866
378 CRONACA FIORENTINA (A. imoj
RuBRiCA 866* — CotM mori in Roma CaUrina,
Nel detto anno vennono novelle in Firenze, come a' di 29 del me«e d'aprile era morta
iti Roma Caterina, di cui h narrato addietro nella rubrica 773*; e molte cose si dissono di
lei; e molti miracoli avea fatti in Roma.
/., «1, 37 RuBRiCA 867* — Come' furono eletti ambasciadori a messer Carlo a presentargli doni. 5
Nel detto anno 1380 del mese d'agosto, essendo messer Carlo a Rimine, furono eletti
ambasciadori d'andare a messer Carlo, e presentargli doni, li quali doni furono parte appre-
sentati per lo Comune, ed in nome del Comune, cavalli e drappi di seta e d'oro di valuta
di fiorini.... {lacuna) d'oro, e per la Parte guelfa per li Capitani furono mandati di di....
(lacuna) di valuta di fiorini.... [lacuna). Gli ambasciadori furono del Comune questi: Filippo 10
di Cionetto Bastari e Guggio di Dino Gucci, lanaiuoli e Benedetto dal Buco vinattiere. Quelli
della Parte guelfa furono questi: Ugolino d'Andrea degli Strozzi, e fu con lui uno notaio,
ser Tommaso Redditi. I quali appresentati dinanzi da lui, non ricevette nfe Tuno n^ Taltro
presente, e ritornoronsene a Firenze con essi.
/, XI, j8 RuBRiCA 868* — Come' si vollono accrescere V entrata del Comune fer gdbeUe, e non fu 15
sofferto.
Nel detto anno e del mese d'agosto, presono balla i Signori e li Collegi di porre gabelle
per accrescere Tentrata del Comune, ed in effetto eletti uomini a ci6. Trovati i modi, si
puose alla mercanzia ed a' buoi del contado e aU'olio, nel contado si riponesse, e molte altre
utili e gabelle ragionevoli e fruttifere assai, e diliberarsi per gli predetti che avieno balla. 20
Poi perch^ pochi beni pare stieno fermi, o si consentano oggi in Firenze, o per gli nostri
peccati, o per pianeto che corra, quelli medesimi che le puosero le levarono incontanente,
e non rimase se non quella de' buoi e quella deirolio del contado.
RuBRiCA 869* — Comc messer Carlo della Pace ebbe Agobbio ed Arezzo, e ■per che cagione.
Nel predetto anno nel 1380 del mese d'agosto si partl messer Carlo della Pace da Ri- 25
mino, e and6 verso Agubbio, ed intro dentro per introdutto di messer de' Gabrielli, vescovo
/., zi, 39 d'Agubbio, lo quale Tavea di geunaio prossimo passato corso per se, e' messer Cante di mes-
ser lacopo Gabrielli suo cugino se n'era uscito, e itosene a Perugia, e di quindi a Canziano
male contento ; di che vedendo lo Vescovo non potere tenere Agubbio contra la volonti de'
Perugini e de i suoi consorti e de' nimici dentro, s' immagino d^essere da messer Carlo molto 30
aiutato e soccorso, e misselo dentro come signore a di 10 d'agosto; e di quindi si parti mes-
ser Carlo, e tenne trattato nella cittk di Castello, e mandowi, e non gli venne fatto. Dipoi
si dirizzb di verso Arezzo, e quivi li fu aperto Arezzo, e datogli con ogni onore reale Arezzo
per gli Boscoli; e ci6 a' dl 14 del mese di settembre 1380.
7. d'andare] omm. A. — 9. per U Capitani] omm. A. — 11. lanaiuoU] omm. A, — 13. appresentati] appre-
sentarono G. R. — 14. pretente.... con essi] presente, dicendo clie.... (laeuna) G. R. — 18. Trovati] trovare
G. R. — 19. aIl'oUo[ ad olio G. R. — 36. introdutto . . . . vescoroj introdotto del rescoTO A; I. aggittnge com Im
scorttt dtlP UgkelU (Itaiia Sacra, /, 6^9) il nome del vescovo: GabrieUe — 37. prossimo] omm. A. — 37-28. me»-
•er lacopo] owtm. A. — 38. suo cugino] cugino deJ veKOTO A. • di quindi] quindi G. R. — 31. a A 10 d'ago>to]
cid fu del detto mese d'ago8to a' di.... {laeuna) G.R, — 33. mandoTTi] mandoUi G. R,
[A. 1380] CRONACA FIORENTINA 379
RuBRiCA 870^ — Come fu morto messer Griovanni di Mone dagli sbanditi in Arezzo.
Negli anni del Signore 1380, a' di 14 del mese di settembre, essendo iti insino del mese
di luglio passato messer Giovanni di Mone e Niccol6 di Ghino Popolareschi, gia degli Tor-
naquinci per addietro innanzi fosse popolano e Bartolo di Michele coreggiaio e messer Be-
5 nedetto degli Alberti per ambasciadori per la quistione degli Aretini e di quelli di fuori,
poi per lunghezza di tempo si fu' ordinato, che Niccolo di Ghino e messer Givanni di Mone /., xi, 30
rimanessero Ik; e cosi fu ordinato. Uno di addivenne che essendo il di, che messer Carlo
dovea intrare in Arezzo, e quasi una ora innanzi, essendo il detto messer Giovanni acconcio
e vestitosi onorevolmente per essere nella presenza di messer Carlo, e stando in quella, ven-
10 nono nelFalbergo dove era Tommasino da Panzano ed il Moscone figliuolo di Bernardo Bec-
canugi ed uno Bartolommeo da Prato; ed ultimamente assalirono messer Giovanni predetto,
ed uccisorlo, di che il di se ne mori la notte. Di che questa fu tenuta la piu sconcia cosa
che mai fosse fatta, perocche mai non fu piii morto ambasciadori per Fiorentini ; di che in
Firenze ne fu grande romore di bisbiglio contra a quello che lo avieno fatto e loro genti,
15 come nella seguente rubrica.
RuBRiCA 871* — Come si fece riformagione e ordine contra coloro che uccisero messer Giovanni.
Nel detto anno, a' dl 20 del mese di settembre, si fece riformagione che tutti i consorti
di Tommasino da Panzano s' intendessero ' essere nibelli, se infra uno anno non ammazzas- /., xi,3i
sero, o facessino morire Tommasino, e il simile gli altri, aalvo Lionardo Beccanugi ; e furono
20 disfatte le case loro di quelli tali, cioe quelle di Bernardo Beccanugi, padre del Moscone,
che era in suUa piazza di san Michele Berteldi, e quelia di messer Luca da Panzano nel
borgo a S. Niccol6, ed ogni masserizia, che vi si trov6 dentro, furono vendute allo 'ncanto.
RuBRiCA 872* — Come messer Carlo della Pace venne in sul contado in Firenze con gli Un-
gari ed altri.
25 Partissi messer Carlo della Pace d'Arezzo, e venne in su quello di Siena, e promessa
ch'avesse fatto messer Giannotto a' Sanesi, quando di marzo passato gli dierono danari, non
fu osservata, il quale avea promesso colle scritture di messer Carlo, che nh. egli, nfe sua bri-
gata non offenderebbe infra sei mesi da calen di aprile; e puosesi infra gli altri luoghi in
sul poggio di S. Giovanni sopra TArbia, quasi tra' confini di Firenze in Chianti ed i Sa-
30 nesi, e parte delle brigate erano in su quello di Firenze, e parte in su quello de' Sanesi;
e cio fu a' dl 24 di settembre; e poi a' di 29 di settembre and6 alla Badia a Isola in sul
contado di Firenze vicino a' confini; ma pure messer Carlo tenea il campo in' su quello di /., xi, 33
Siena; ma gli Ungari s'alIogiarono in su quello di Poggiobonizi, e corsero parte a Staggia,
parte a Poggiobonizi per preda. E messer Giovanni Aguto, capitano de' Fiorentini, avea
35 circa mille lance Ik, e tramezzarongli, e torsongli da otto cavalli, e piii scaramucce feciono
di correrie. Ultimamente gli ambasciadori, ch'erano iti Ik trattando concordia, feciono triegua
tra la gente di messer Carlo e de' Fiorentini cinque di ; ma pure delle cose si toglieno, ed
3. a' dl 14] a' dl.... (Jacuna) G. R. - Iti] ito G. R. — 3. Popolareschi] Popoleschl /. — 3-4. gli degU Tor-
naquincl.... popolano] omm. A. — 7. W\ omm. G. R. • ordInato| omm. A, — 10. Tommasino] Tommaslno dl
Antonlo /. - iigliuolo dl Bernardo omm. A. — iz. Bartolommeo] Bartolomeo dl Gherardacclo /. — 13. uccisorlo
di che il d\\ ucciserlo cidh che 11 d\ G. R. — 14. blsblgliol omm. A. — 15. conie.... rubrlca] «mm. A. — 18-
19. anno.... siraile] anno non morisse, o non fosse ucciso, e simile G. R. — 30. di quelll tall] dl quelli contadi
G.R. — 31. che era] omm. G. R. — 3$. Pace] Parte G. R. — 31. and6] Tcnnono G. R. — 37. tra la gente....
FiorentiniJ omm. A. — 37-p. 380, 1. 3. cinque di . . . . coA addiviene] cinque di ; non pure delle co«e il toglieno 1' uno
a i'altro; e coil avviene A,
380 CRONACA FIORENTINA lA. lasoi
i noBtri gli scontravano, ed alcuna volta le togHeno loro, e pure le si togUeno per loro ; sicche
quelli dt messer Carlo facieno danno, e gli altri danno e peggio; e cosl addiviene chi ha
lo nimico appresso, che ti fa danno, e ramico non utile. Avea li Fiorentini richiesti li col-
legati: li Bolognesi mandarono trecento lance, li Sanesi 150, li Pisani 100, li Lucchesi ne
dovieno mandare cinquanta, mandaronne raeno; i Perugini non ne mandarono, scusandofli
perchfe avieno il Duca di Sterlich presao, che tenea Todi. E se messer Giovanni Aguto aveBse
fatto, o lasciatolo fare, avea brigata da fare danno a' nemici e di non esser fatto danno al
Comune. Gli ambasciadori, ch'erano iti a messer Carlo, erano questi : messer Rosso di Ric-
ciardo de' Ricci, cavaliere, per S. lohanni, messer Bettino di messer Covone de' Covoni, ca-
/.. XI. 33 valiere, per S. Croce, lacopo di Michele' cimatore, per S. Spirito, Salvestro di Giovanni, tin- 1
tore, per S. Maria Novella.
RuBRiCA 873* — Comc messer Carlo mandb ambasciadori a Firenze, e quello che dissero, ed
ebbono auditori.
Nel detto anno e a' dl 30 di settembre, venne in Firenze ambasciadori per parte di
messer Carlo a traticcare de' suoi fatti, il Vescovo di Giurino, frate minore, e Guascone di 15
lingua et uno fratello di Giambano, ungaro, il quale Giambano era capitano degli Ungari,
ch'erano con raesser Carlo e messer Baldassarre Spinoli di Genova, il quale volea che
gli Ungari, li quali promessi gli avieno d'andare addosso a messer Bernab6, andassero, e
venia a Firenze per parte di messer Carlo, e cio era che gli parea mille anni la concordia
si facesse per menare via gli Ungari; ed in effetto loro ambasciata fu questa: Che concio- 20
siacosacch^ egli non come nimico, ma come amico de* Fiorentini si avea, et era venuto in
Toscana per acquistare lo reame di Puglia, e' richiedea il Comune di sussidio, dicendo che
altre volte loro fu promesso, cio^ a messer Carlo ed al Re d' Ungaria, d'atargli a acquistare
/., XI, 34 11 regno. Di che udendosi queste parole, che dicea di promessa,' subito furono trovate ogni
lettera e commessione fatta agli ambasciadori mai mandali, ed ultimamente si trov6 che Si- 2o
mone di Rinieri Peruzzi e messer Benedetto di lacopo di Francesco del Bene avieno avuto
in commessione di promettere allo Re d' Ungaria di atargli conquistare lo reame, vivente la
reina Giovanna, s'egli intrasse in lega co' Fiorentini contra al Papa, di che non vi volle
intrare; di che i Fiorentini non erano obbligati, perchfe dico, vivente la Reina; perocchfe il
Comune per altra obbligazione, fatta come addietro h fatta menzione, s'obbrig6, morta la 30
Reina, dargli molte barbute al conquisto dello reame. Di che riprovata la sua oppinione,
si profersero i Fiorentini alle loro domande quello fusse possibile a servire raesser Carlo;
di che domandassero quello fusse possibile ed onesto a ci6 fare, i Fiorentini darebbono ese-
cuzione. E quivi si fece che la sua gente non offendesse, mentre gli ambasciadori fussero
a Firenze, ed e converso, e fu dato loro auditori e trattatori due per collegio; ci6 furono
questi due per ogni collegio; ed oltre alli detti due per coUegio, altri cittadini, cio^ Nic-
col6 di Vanni Ricoveri mercatante, Simone di Biagio, corazzaio, per gli gonfalonieri, Guccio
di Dino Gucci, lanaiuolo, per gli Dodici, e con loro furono ogni volta li sopraddetti 4 amba-
/„ XI, 35 sciadori. Di ' che praticato per piti di, conchiusero a' di 7 d'ottobre in questo modo : Che
messer Carlo promettea essere mantenitore e protettore della citta di Firenze, e contro a 40
quella non fare, e promettea per sfe e per gli Ungari e per gli Taliani, che coQ seco avea,
e salvo che li Taliani fussero liberi di questa promissione ogni volta che non fussero al soldo
di messer Carlo, la cui ferma dovea durare infino a aprile prossimo vegnente, e promisse di
\
5. mandaronne meno] onim. A - i Peruglni non ne mandarono] di che i Perugini mandarono G. R. —
6. SterlichJ Storich G. R. — 7-8. neraicl .... ambasciatori] nemlci e da non farai iasciar far danno. Gll ambascia-
tori G. R. — 16. et uno] omm, G. R. - di Giambano.... Giambano] omm. A. — 21. nimico.... renuto] nimico
de' Florentini avea venuto G. R.; nimico, ma come amico de' Fiorentlnl avea era renuto A. — 31. molte] {la-
tuna) G, R. — 33. possibUe] omm. A. — 36. oltre .... altri] oltre costoro altri A. 5
lA. 13801 CRONACA FIORENTINA 381
non ritenere in suo campo, nfe in sua citta, o fortezza, dove avesse iuridizione infino a questo
di ; salvoch^ se per lo innanzi conquistasse, potesse tenergli, dove promettessero di non f are
contra a Firenze ed a niuno Fiorentino offendere, e di ci6 buona mallevaria dessero, e questi
patti suggellare, e promettere, e giurare sopra le Scritture ; e lo Comune di Firenze promisse
5 prestare a lui fiorini 40000 in questo modo: 20000 al presente, e dal di de' 20000 a uno
mese, 10000, e dal di de' 10000 a uno mese, 10000; i quali danari promettea, infra uno
anno i Fiorentini sarebbono liberi dalla Chiesa di quella quantitk, e se infra uno anno non
gli avesse fatti scontare, lo Re d'Ungaria gli renderebbe infra 5 anni. E promisse che in
perpetuo niuno degli Ungari, nfe egli, sarebbe contra a' Fiorentini. Questa concordia fu cosl
10 ordinata il di detto 7 d'ottobre 1380.
RuBRiCA 874' — Come^ si fermh Vaccordo con messer Carlo, e fagaronsi i danari, e fartissi, /., xi, 36
e dove andasse.
Li predetti ambasciadori di messer Carlo e li Fiorentini con gli altri di concordia s'an-
darono a messer Carlo a retificare le dette concordie, e cosi si conchiuse a' di 9 di notte
15 vegnente il di 10 "d'ottobre, e li 20000 fiorini io portai, e feci il pagamento, e ricevetti le
scritture in nome de' Fiorentini, e gli Ungari n'ebbono 10000, e messer Carlo 10000. Gli
Ungari si partirono, e vennono a Poggiobonizi sopra lo Monte Imperiale come amici, e a'
di 11 si fece il pagamento, e a' di 12 si partirono gli Ungari, e andarne per Val d'EIsa;
e a' di detto messer Carlo si parti da Strova di quello di Siena, e andonne sotto Monte Reg-
20 gioni, e tiro per Chianti, e andonne ad Arezzo; e sotto mano, mostrando messer Carlo essere
suoi, e che gli Ungari non se ne sapessero nulla, fiorini 5000, oltre a' 40000, ebbe. Ed in
questo modo ando messer Carlo per lo reame di Puglia, faccendo ricomperare i Comuni di
Wk Toscana amici e servidori de' suoi passati, con compagnie e con soldati; e dissesi fece ri-
comperare i Sanesi, che oltre a quelli patti, mancandogli, che fatti erano in suo nome
25 fiorini 3000 d'oro, et questo mai per uomo di quella Casa in Toscana mai non feciono; ed in
niuno altro luogo' ricomperare niuna persona in forma niuna, non che in forma di compagnia. /., xi, n
RUBK.ICA 875* — Come si fece riformagione in Firenze di sfcndere fiorini loooo fer fare
morirc i ribelli dcl Comunc di Firenze.
Nel detto anno, e a' di 11 e 12 del mese d'ottobre, si fece riformagioni che gli Otto
30 uficiali dcUa balia e della guerra avessero a spendere fiorini 10 000 de' primi beni de' rubelH
che si vendessero, li quali denari potessero spendergli senza vedersene ragione e segreto e
palese.in perseguire e fare morire li rubelli del Comune in ogni forma e via e modo, che
a loro meglio paresse; li quali beni si vendeano forte in quelli tempi e per buona derrata.
RuBRicA 876' — Come in Firenzc fu grandc acgua, quasi in forma di diluvio, e fece grande
35 danno.
Neiranno 1380; a' dl 20 d^ottobre, fu una piova si grande quello dl in parte, ma tutta
la notte dinanzi dalle due ore infino a mezza terza mai non ristette di piovere; e 'n quella
detta piova crebbe si smisuratamente Arno, che cresciuto non era infino a quello di tanto
mai, dapoich^ fu lo diluvio deiranno 1333, e fece gran danno nel contado e nella citta, im-
40 perocch^ nel contado allag6 11 piano da' S. Salvi, ed infino presso al Bagno a Ripole, e /., xi. 3»
S-6. presente. . . . promettea] presonte e In due me«i 11 resto fiorlnl loooo per mese, 1 quali denarl promettea A,
— 14-15. a d\ . . . . io] a dl 9 d'ottobre, ed io A. — 17-18. a di 11 si fece 11 pagamento] omm. A. — 19. e a dl detto] e
11 raedegirao d\ A. — 25. fiorlnl .... Toscana] omm. G. R. — 39. anno .... ottobre] anno addi 1 3 d'ottobre A. — 33. e
per buona derrataj omm. G. li. — 36. s\ grandej omm. G. R. — 37-38. rlstette.... crebbe] ristette acqua, e crebbe A.
382 CRONACA FIORENTINA [A. laso]
qxuoA di sotto infino presso a Peretola, and6 infino di sopra a RJfredi grandissimo, e men6,
e guastb molte muHna e nella citttk fece grandissimo danno, perocchfe lo vino era nelle botti,
e non erano turate, perocchfe il mosto ancora bolHva, le volte 8'empiero d'acqua, e le botti
gallarono, e guastossi molto vino; circa 200 cogna, o piii, se ne ver»6, senza il guasto; pe-
rocch^ non si credea persona fosse si subito; imperocchfe dalle due ore infino in tre, crebbe 5
cinque braccia. In questo subito le genti cenavano, e non parve a niuno che per piova
che fosse stata, dovesse Amo essere sl grande. Ancora crebbe infino alle quattro ore, e se
fosse piovuto dalle xxii ore innanzi, sanza dubbio passava il diluvio a quella medesima ra-
gione; ed alle quattro ore si rasseren^, e stette infino alle cinque ore d'uno modo, e come si
cresc^ di subito, cosi ancora manc6; perocch^ alle sei ore fu mancato quattro braccia, e a 10
di, 10 braccia fu mancato. Fu grande in questa guisa che and6 per la porta alla Croce in-
fino a S. Ambrogio, e se non che i Signori feciono aprire la porta alla Croce, v'annegavano
200 persone rifuggite alle mura su per la via Ghibellina e per tutta la piazza di Santa Croce
allag6 tanto, che travi, che v'erano per fare certe case, gallarono, e fu infino presso alie
/., XI, 3* case de* Magalotti,' e copersesi la piazza del grano, e lung'Amo infino in borgo Santo Apo- 15
stolo. Pressochfe alla via in borgo Ogni Santi fu alto assai. Lo seguente di cominci6 a piovere,
e fu tale la piova che sbigotti molto ogni uomo, e crebbe nella medesima forma presso a mezzo
braccio, come era stato lo di dinanzi. Poi cresciuto alle tre ore, alle cinque cominci6 a sce-
mare, e cosi s'and6 via con molto danno di sementa e di muHna e di bestiame e di vino.
RuBRiCA 877* — Gfme si fece diliberazione di disfare moneta in Fireme, ferchh lo fiorino 20
valesse meno,
Nel detto anno e a' di 26 e 27 d'ottobre si fece una riformagione che fussero tenuti i
Priori da gennaio innanzi, ogni uficio, disfarae 2000 fiorinate, cio^ quattrini et ogni moneta
di rame; e tutto ci6 feciono affine che, disfatta, lo fiorino toraerebbe a minore pregio; pe-
rocchfe bene 30 anni era stato da lire 3, soldi 6, o in quello tomo, ed ora era stato salito, 25
bene 7 anni, da lire 3, soldi 16, o in queUo torao, da lire 3, soldi 12. Questo fu volonti de-
gli artefici minori che si pagavano a soldi. Li mercatanti vendeano a fiorini, e le mani-
/., XI, 40 fatture pagavano a soldi:' e cosl si facea per gli mercatanti valesse assai, e spezialmente
per gli lanaiuoli, e per quelli che viveano di rendita. Ma tanto era la forza degli artefici,
che in ogni cosa di diliberazione vinceano ne' consigli ci6 che voHeno, che !a vinsero; pe- 30
rocchfe sono ne' consigli xxiii Arti, che le xvi sono minori, e ogni Consolato, de' minori
hanno piii Consoli, ch'e' maggiori. E cod va a chi piu pu6, non guardando per6 s'fe bene
o utile della cittk, e ciascuno tira acqua a suo mulino, come meglio vede potere: n^ legge»
nk statuto vale nelle cose; perocche ordine si fa tutto giorao con pene, non si venda piu
che 2 soldi lo castrone la libbra, e vendonla soldi 2, denari 8 la Hbbra; e cosi al simi- 35
gHante ogni cosa; e chi dice nulla, gli artefici subito dicono: " Costui h nimico degH arte-
* fici „. E ad altro non si guarda ; e se novitk s'appresta, ciascuno dice : " Lo tale dice, e
* fece cosl ,. E d'aItro che di vendicare sue ingiurie, o di minacciare a cui vuole male, poco
ad altro si attende. E cosl va la cosa: credo sia piii per li peccati nostri, che per altra
ragione di bene o d'altra cosa. 40
I. grandlsslrao] emm. A. — 3. il tnosto] emm. A, — 3-5, le bottl.... aubito] le botti Temrono U tIiio ed
empieronsi d'acqua, e fece grandissimo danno, perciife venne subbito A. — 8. xxii ore] xll ore G. /?. — 10. an-
cora] omm. G. R. — 14. gallarono] andarono a galla A. — 16. assal] assal, tanto che.... {laeMma) G. R. — 19. s
di Tlno] omm. G. R. — 32. e 37] omm. A. — 23. fiorinate.... moneta] fiorinate dl disfare quattrini . . . . (lacnna)
G,R. — 25. soldi 6] soldi cinque A. — a6. soldi 16] soldi 15 ^ — 30. cosa dl diliberazione] cosa diltt>erasione
G.R. — 31. minori e ogni] minori due ogni G, R. — 35. e vendonla.... cos\] e rendonla 3», e co«l G.R.; e
▼endonla.... {lacuHa) t. — 36. Costui] Lo tale G.R. — 38. di minacciore] dl nimicare G. R. — 40. o d'altra
coia] omm. G. R.
[A. 1380] CRONACA FIORENTINA 3»3
RuBRicA 878* — Come in Fireme s'affrese fuoco con gran danno.
Nel detto anno del 1380 piu volte nella cittk di Firenze s^accese grandi fuochi con as-
sai danno. Del mese di.... (lacund) s'apprese' il fuoco in casa Simone di Michele Ristori /., n. 41
da Campo Corbolini, e fece gran danno. E di settembre s'appre8e dalla cella di Niccol^
5 di Monte, dietro a via Maggio, ed arse uno fomo per molte scope che v'erano; arsero quat-
tro case. E poi d'ottobre s'apprese il fuoco in suUa piazza di S. Lorenzo, dirimpetto alle
Regi ed in casa uno speziale cadde una candela in una bigoncia di sapone, e apprese uno
fuoco allato al letto per modo che arsero quattro case con molta roba drento sanza poco
sgombrare di cose. A di 21 di settembre s^apprese il fuoco a Camaldoli, ed arse una casa
10 con poco danno di roba.
RuBRiCA 879' — ^uesti sono i Priori di settembre e di ottobre deWanno 1380.
Bartolommeo di Niccol6 di Bonaventura, lanaiuolo
Bonavere di Simone, legnaiuolo
Alessandro di Salino Bruni
15 Benuccio di Piero Benucci, pizzicagnolo
Niccol6 di lacopo de' Vecchietti
Azzino Ghinucci, chiavaiuolo
Nofrio di ser Parente, setaiuolo
Girolamo di Bartolo Falconi
20 Francesco' d'AgnoIo, pezzaio, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Maria Novella /., x., 42
Ser loanni Niccolai da Castel Fiorentino, loro notaio, quartiere detto.
RuBRiCA 880* — Come gli Ungart tornarono a Firenze.
Nel detto anno e del mese di novembre gli predetti Ungari, li quali s'erano partiti da
messer Carlo, e condotti al soldo de' Genovesi per messer Baldassarre SpinoH, partiti ed iti
25 in quello di Lucca per passare a Serezzana, o alla Spezie, ed ire a guerreggiare messer Ber-
nab6, che avea sua gente in quello de' Genovesi, la brigata di messer Bernab6 li fece in-
contro, e non gli lasci6 passare. Di che, come uomini costretti a non potere passare, ed ivi
stare non poteano, perch^ non avieno vettuaglia, si ritornarono in sul contado di Firenze,
cio6 in Valdinievole, ed accamparsi alla Pieve a Nievole, e mandarono a' Fiorentini volieno
30 il passo per andare in Ungaria. Di che sentendo i Fiorentini, che si dovea fare in Romagna
una compagnia di tedeschi e d'ungari, dissero loro, che se voleano passare su per lo ter-
reno de' Fiorentini, se voleano, passassero ove egli erano, e andassero per TAIpi di Pistoia
ed in sul contado di Bologna potieno' passare, ed ire in Ungaria; di che cosl fu fatto. Di /., xi, «
che i Bolognesi ne sdegnarono con gli Fiorentini; pure come pivi saputi, owero con meno
35 sospetto di loro stato, li lasciarono venire, e vollono intrassero dentro in Bologna, acccioc-
chfe vi lasciassero de' loro denari, e non guastassero di fuori li loro contadini; e cosl fu
f atto, e voUono stadichi, che passassero il Po, e non facessero compagnia ; e tennergli quivi
da 25 dl, e poi passarono il Po, ed andarsene, forse 900 cavalli furono, ed intra piii volte
circa 2000; sicchfe bene di 7000 cavalli tomarono in Ungaria la metk.
3. Del raese dl....] omm. .4. — 4. E dl settembre] a dl.... (lacuna) di settembre G. R. — J. che v'erano]
omm. A. ~6.¥, pol d'ottobre) e pol a di {lacuna) del mese d'ottobre G. R. — 8. drento] omm. G. R. ~ 9-10. ed arse ....
roba] ed arse una casa di poco danno, salvo la casa G. R. — 15. pizzicagnolo] oliandolo /. — 3i. Nlccolal] di
NICC0I6 A. -- i8. poteano.... rettuaglia] poteano per le vettovaglie A. — 28-29. dl Firenze.... mandarono] di
Pireuze, e accamparonsl alla Pleve a Nlevole, clo^ In Valdinierole, e mandarono A. — 29. mandarono] mandato
G.Jt. — 32. se] omm, G.R, — 39. 7000] vii G.R.
384 CRONACA FIORENTINA lA. 1380)
RuBRicA 881* — ^uesti sono i Priori di novembre c dicembre 1380.
Bartolomeo di GHovanni Bonaccorsi, lanaiuolo
Manetto Dati, viiiattiere della Malvagia
Fantino di Tegna, ritagliatore
Lorenzo d'Andrea, fomaio 5
Giovanni Federighi, speziale
Giovanni di Taddeo Benci, linaiuolo
Cristiano del Migliore, tavoliere
Lorenzo di Cresci, tintore
/., XI, 44 Recco ' di Guido Guazza, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Maria Norella 10
Ser Antonio di ser Chello, loro notaio, quartiere di S. Spirito.
RuBRiCA 882* — Come si fece riformagione che li cittadini stcssero a Fireme.
£ra tanto dilatata la materia dello sdegno delle famiglie da Firenze e de' grandi casati,
che soleano reggere, piu che le 7 parti delle 9 eglino ed alcuni, come h detto adrieto, ti-
ranneggiare, che ora, comecch'eglino avessero assai parte, perocch^ aveano quelio toccava 15
loro per metk, ma erano in ogni squittino di Priorato piu di 1000 uomini, ove airaltro tempo
ve ne avea circa 300 ed erano per meta a trarsi, dove si traevano de' 9 li 7, sicche non
erano cosi spesso : per questo sdegno si avieno preso di starsi la maggior parte in villa ; ed
ancora per la superbia d'alcuni sboccati artefici, che pure sparlavano per la caldezza dello
stato; di che standosi in villa spendeano meno si in vestimenta, ^ in dare mangiare, e ri in 20
cose da mangiare non gabellate. Lo sale valea lire 6 in Firenze e 3 in contado; il porco
pagava intratura lire 2, ed il sale, come h detto, da 'nsalare, gostava la meta; ed 11 vino
soldi 50 il cogno, e le vetture e le legne ed altre cose, che si logoravano, non gabellate.
/., XI, 45 Di che' si fece del mese di novembre riformagione si stesse a Firenze, e se no, fusse tassato
in contado per Toficio de' Regolatori. Di che molti tornarono in cittk. 25
RuBRlCA 883* — Come si fece ordinc sofra lo Monte, e tornossi gFinieresst del Monle a 5
fer 100 Vanno.
Era dilatata la forma del muovere gH ordinamenti del Comune, non tanto fussero gra^T
e penali; e questo si vide per li giudici che fanno, e disfanno ogni cosa. Era pena la testa
per qualunque parlasse, o proponesse, o mettesse partito di muovere lo 'nteresso, o lo capi- 30
tale del Monte, nel quale v'erano su danari dal tempp del Duca di Calavria 1327 a ragione
di fiorini 5 per 100 Tanno, e fatto legge che pena la testa, chi desse, o pigliasse piii che
5 per 100 Tanno. Poi alla guerra de' Pisani, Tanno 1362, non si trovava chi volesse pre-
stare a 5 per centinaio, e piu chi era sforzato si gravava della ingiuria forte; di che, non
possendosi prestare piii che a 5 per 100, fu domandato ser Piero di ser Grifo, uomo molto 35
saputo in tali cose e notaio delle Riformagioni, se vedesse niuno modo, onde si desse piii di
/., XI, 46 5 per 100. Egli rispose che il modo fe, chi prestasse 100 fiorini, gliene fosse scritto' 300 di
Monte, e cosi di 100 avea fiorini 15 per lUO, e cosi si fece, e chiamossi lo Monte deiruno
tre. Poi si fece la guerra di Sanmignato, ove assai denari si spese e tennesi quello modo ;
3. della Malragla] «mm. A. — 14-15. detto.... tlrannegglare] detto in plCt luoghl tlranneggiare G.R.—
sa. da 'nsalarej a salare G.R. — 39. ogni cosa] ogni dl A. — 30. perj omm. C.R- — 33. fiorinij omm. G.X. —
36. tali oose] aimili cose A. — 37. Egli rispose] Egli disse G. R. — 37-38. dl Monte] omm G.R. — 38. area.M.
e coal] avea xv, e cosl G. R. — 39. denari] omm. A.
[A. 1880] CRONACA FIORENTINA 385
ma chi prestava 100, gli era scritto 200, e chiamossi lo Monte delVuno due. Di che questa
era incomportabile soma, sl per le spese dei soldati e a\ per grinteressi del Comune del
detto Monte; e cosl il Comune non potea soddisfare alle spese ed alli soldati ed alMonte;
e non potendosi del Monte, perchfe era penale, muovere, come h detto di sopra, li giudici
5 guastavano, e muoveano ogni cosa; e perchfe era nello detto ordine che fusse cosi penale,
ed eglino trovarono modo, che con 25 fave, cioh le due parti de' Priori e Collegi, bastasse
a sospendere la detta legge penale; di che in uno mese si potesse parlare ed ordinare, e
fare legge sopra lo Monte: e ci6 fu vinto a' di 7 di dicembre; e poi a' dl 12 fu riformato
e vinto che d'ogni Monte si desse 5 per 100, e che 100 si recasse per chi 100 avea pagato,
10 e levassesi Tun due e Tun tre. E di questo si manc6 il Comune di spesa Tanno circa 60 000
fiorini d'interesso: di che il Comune ebbe quello piu di rendita e quello meno di spesa.
Molto se ne mormor6, perocchfe molti avieno venduti i loro poderi e le case, e chi disfatto
bottega per lo interesso di 15 o di 10 per 100, e chi gli avea comperati dalli' pagatori, e i.,xt,i7
pagato per loro, che gli venieno 25 per 100, e chi piu e chi meno. Ed era questa cosa sl
15 multiplicata, che circa 5000 persone v'aveano su loro danari; e non credo, che gi^ 100 anni,
niuna cosl gran cosa si facesse colle fave, come questa: perocchfe la somma era grande de'
denari e la quantitk degli uomini e donne era grande.
RuBRicA 884* — Come si fe<^iformagione che li danari delVestimo si stessero infino a 5 anni,
ni si rendessero, a da indi in qua si -potessono dare a 5 -per 100.
20 Nel detto anno e mese e di si contenne una riformagione che lo estimo pagato, e che
si pagasse, si dovesse fare libro, e 'n quello scrivere chiunque pagasse, o pagato avesse, e
che per infino a 5 anni non si potesse nullo interesso dare : ma da' 5 anni indietro si desse
quello interesso che si diliberasse per gli Priori e CoUegi ed uno per Capitudine. Lo quale
interesso non eccedesse le quantitk di 5 per 100 Tanno; e ci6 fu fatto contra gli ordini dello
25 estimo ; perocchfe la legge dello estimo f u, che non si rendesse nh interesse nh capitale. Ma
la cittk di Firenze credo che sia passata la costellazione, la quale si dice ch'era lo suo ascen-
dente, cio^ di Marte, e sia rifondata di nuovo sotto la' Lunsi, owero sotto qualunque segno /., xi, u
piu mobile, perocchfe n^ fermezza, nh. stabilitk non ha in loro leggi, n^ in loro riformagioni,
ma ogni dl di nuovo se ne fanno tante pro e contra, che k una confusione. Voglia Iddio
30 che ci6 sia bene e non il contrario; chfe da dubitare h delli modi nelli casi avvegnenti.
RuBRicA 885*— Come si fece riformagione che i cittadini non mangiassero alla tavola d^ Priori.
Era venuta e discorsa la cosa tanto in palagio de' Priori per importunitk dei manica-
tori. Li Priori non si poteano difendere che a tavola non avessero altrettanti quant'eglino,
0 piii, sera e mattina, e d' uno fiorino, che per uno aveano lo dl, non che bastava loro due ;
35 e poi facieno per indiretto le sopraspese per consigli tutto trarre danari di camera, e colo-
ravano la materia per modo che si vincea. Solea per addietro essere tenuto gran fatto che
la settimana vi mangiasse tre persone cittadini ; e da due anni in qua non era settimana che
piu di 30 o 40, o piii non vi fusse la mattina e la sera. E per6 si fece questa legge che
fusse pena Hre 200 a qualunque cittadino vi mangiasse, se per sei fave de' Signori non si
40 vincesse. E ci6 fu del detto anno del 1380 del mese di dicembre.
2. del Comune] omm. G. R. — 6. fave .... CoUegl] fave del Slgnorl e Collegl A. — lo. levasse»!] ievossl /.
— 13. poderi .... caae] poderi, e ciii case G. X. — 17. uomlnt .... grandej uominl e femmine grande G. H. — 34. ec-
cedesae] estendesse ^. — a6. credo.... costeilazione] credo sia sotto la costeliazione A. — 3*-33' palagio.... po-
teano] palagio dei Priorl che clii era dei Priori si desse come Importunlti del manlcatori. Li Priori non si po-
teano G. H. — 34.0 piu| omm. A. — 38. non vl fusae.... sera] omm. G, R, • queata] una G. R. — 38-40. legge..,.
dicembre] legge che qualunque cittadino vl mangiaase sanza licenza delle sel fave de' Signori cadetse In pena dl
libbre 300, e cl6 fu di dlcembre 1380 A.
T. XXX, p. z — 9$.
386 CRONACA FIORENTINA [A. i3«oj
/., M, 4» RuBRicA 886' - ('omc' si fcce ordine sofra i denari del MotUe d^ rubelli e condannati, ed
elessero S uficiali alli beni de" ruhclli mwvi, c che avessero a vendere le fossessioni de* rubelli.
Era nel detto anno del 1380, del mese di novembre e dicembre, e li predetti Priori vo-
lontarosi a volere che agli sbanditi si vendessero i loro beni in tutto. E perocchfe era una
riformagione del Monte che niuno sbandito, o condannato non potesse, nfe sbandito, perdere 5
la vera sorte e lo 'nteresso del Monte; di che ei fece riformagione, che easi uficiali pote»-
sero cancellare ogni danaio, lo quale fusse in suUo detto Monte d'alcuno rubello o sbandito
o condannato. Ed elessero uficiali a f are vendere li beni de' rubelli, e ci6 furono gl' infra-
scritti con balia maggiore che altri passati, ciofe che per altri antichi ribeUi 8'era stato dato
le possessioni in pegno, a ragione di fiorini 50 per moggio uno grano di rendita- A costoro 10
fu dato balla di rivendergli maggiore pregio. Gli uficiali a ci6 fare sono questi otto:
/.. n, M
N1CC0I6 di Giovanni di Megbo Bonarh l ,. o o • -^
,.0. , • } di S. Spmto
Luca di Simone, farsettaio I
Lorenzo del Maestro Dino, medico \ ,. o /-•
- j. o- • • \ «1 S. Croce , -
lacopo di Simone, coreggiaio I 15
Donninordi Sandro Donnini 1 .. o »*• • xt h
„ j. T. • /-L fdiS. Mana Novella
Francesco di Pasqumo, fabro '
Bartolomeo' del Bianco di Bonsi, ritagliatore \ ,. o t •
,,.,,„.,, ^ ' -& ^ di S. loanm.
Michele Pucci, albergatore ■'
RuBRiCA 887* — Come fu dissensione tra Parte de' Tintori ed altri membri c quella della Lana, 20
Nel predetto anno e del mese di dicembre, per lo soperchio homore, che soprabbondava
negli artefici, nacque grande quistione in Firenze, tanto che sall in Palagio dei Priori la la-
mentazione. Per levare questione, come narrato h in piu parti addietro, furono due Arti
aggiunte alle 1 4 minori ; ci6 f urono f arsettai, sarti, barbieri ecc, Taltra furono tintori, cima-
tori ed altri scardassieri, lavatori ed altri ecc. Questa Arte de' Tintori presero tanta d'alda- 25
cia, che non avendo rispetto a chi essi erano, ciofe alla cittk, se non a propria loro utilitk,
che essi, che soleano essere retti e sottoposti a' lanaiuoli, e da loro ricevere leggi, e a* loro
statuti essere sottoposti, pigliarono tanto d'arroganza, che dove tutte Taltre Arti hanno di
torre tanto di manifattura, e non piii, a pena di libbre ecc, questi feciono leggi che tanto
si togliesse della tale cosa, e chi ne togliesse meno, cadesse in pena. Questa fu tanto strana 30
a' lanaiuoli e abbominevole a' cittadini, che fu oltre a misura ; perocche li tintori ricchi con-
/., XI, 51 venia torre il soperchio, e non' era loro rincarato la loro mercanzia; in ci6 awenla che li
discepoli erano consoli e non gli maestri, e, se v'erano maestri, erano compagni da beffe; e M
fu tanto la cosa innanzi, che le botteghe per paura assentirono a' discepoli. Fu detestabile
questa cosa, perchfe era inferma la cittk per le novitk d'intorno, ch'assentire convenne di 35
rimetterla ne' Priori, e non si contast6 e non ebbe effetto, e quasi fu la citti sotto rarme.
Ma poi s'acconci6 con danno de' lanaiuoli e de' ricchi; e' poveri acquistarono iurisdizione
e prezzo.
4. che agU] che ]XG.R, — 5. sbandito] omm. G, R. — 7. sbandito] omm. G. R. — 9. che altri passati] ch'%
pasaati G,R. — 10. moggio . . . . grano] moggio grano A. ; moggio uno grano /. — 11. sono questi] furono questl
G. R. — IJ. di Meglio] omm. A, — 13. Simone] lacuna G. R. — »1. homore] umore G. R. — 32-23. in Firenze....
questione] omm. G. R. — 34. 14] 13 A. — 25-36. tanta d'aldacia] tanta audacia G.R. — 39. non piik.... questl]
non plit di lira e soldi, questi G. R. — 33. in ci6 avTenla] ma ayvenia G. R. — 33. e se v'erano maestri] omm.
G.X. — 36. efietto] a&tto G.R.
[A. 1380J CRONACA FIORENTINA 387
RuBRiCA 888' — Come si trovh uno trattato in Firenze d^ Ciomfi.
Nel predetto anno e del mese di gennaio, essendo questa benedetta ingenerazione de'
manuali dell'Arte della lana, chiamati Ciompi, con molta arroganza, perchfe erano stati tolti
degli ufici, s' intesero insieme a Bologna, dove molti n'erano rifuggiti, sl per lo grasso vivere,
5 e si perchfe I'arte della lana Ik era multiplicata ; e capo di loro de' cittadini parve essere
Matteo dello Scelto Tinghi e Adoardo de' Pulci, li quali mandarono a dire in Firenze a'
Ciompi, che quelli da Bologna e da Siena erano presti, e avieno gente d'arme e danari, se
voleano attendere alla materia, Di che in effetto vegnendo in Firenze..,. (lacuna) fu' in casa /., xi, sj
uno suo amico cimatore ed ultimamente disse ch'avea briga con alctmi, e che volea ordinare
10 di fare la pace. Questi se '1 credette, ed in effetto mandati per certi altri Ciompi, ed a loro
palesato lo fatto, uno, lo quale ha nome che sta Oltrarno lo rivelo ; ed in effetto
ito a casa del predetto cimatore, gli fu detto: " Tu hai in casa il tale „. Esso subito lo con-
fesso, e disse : * E vero : esso mi disse volea pacificarsi ; se egli h per fare male, venite per
"lui». Cosl fu fatto; e preso, confessb, e' dovea essere in S. Marco con certi altri. Preso
15 costui, altri si fuggirono. Preso questo ed un altro, fu loro tagliato il capo per lo Capitano
del Popolo a dl 6 di febbraio 1380. Cio fu Bartolo di Riccardo, popolo di S. Ambrogio,
e Salvi Pagni, detto Capelvero, popolo di S. Piero Maggiore. E cosl i loro trattati vanno
attorno, ed in effetto questo ne guadagnano.
RuBRiCA 889* — Come fu morto Tommaso da Panzano.
20 Come per addietro k, scritto, rubrica 871, fu posto per la morte di messer Giovanni di
Mone, ambasciadore del Comune in Arezzo, che quegli da Panzano fussero ribelli, se non
ammazzassono, infra uno anno, o f acean morire, Tommasino. Giovanni di messer ' Luca, cu- /., xi, 53
gino del detto Tommasino, per non essere ribello, e chi dice perchfe gli fu promesso fiorini 1000
ed i beni e trarre il padre di prigione ch'era a Faenza, trasselo, come che il fatto andasse,
25 in Siena. Fidandosi Tommasino del cugino suo Nanni, lo ammazzb in Siena, e rec6 la
chiave della casa, dove morto I'avea lasciato.
RuBRiCA 890* — Come messer Lafo di Castiglionchio fu fer essere avvelenato.
Nel predetto anno venne novella a Firenze essere vera che messer Lapo da Castiglion-
chio essendo in Roma uno famiglio, lo quale per addietro era stato con esso in Firenze,
30 capitb a lui, e con lui s'acconci6, e ordinatamente si fid6 dello altro famiglio di messer Lapo,
e dissegli lo farebbe ricco, se volesse 'assentire e avvelenare messer Lapo. Lo famiglio assentl,
e poi lo disse a messer Lapo ; ed in effetto il di di santo Stefano avvelen6 ragliata, e cosl
volea Taltra vivanda fare. A questo fu incolto colFordine, e preso, e confes86 ci6 fare a
posta di messer Tommaso di Marco degli Strozzi. E fu attanagliato in Roma con suo danno
35 e con vergogna altrui e con ispavento di sbanditi.
RuBRiCA 891* — Come' li Boscoli d^Arezzo tennero con certi tratiato in Laterina, e come non i., xi. 54
venne fatto, e fecesene giustizia,
Parve essere maladizione in Firenze la venuta di messer Carlo di Durazzo, che poichfe
3. manuali.... chiamati] manuali de' lanaiuoli, chlamatl A. — S-6. cittadinl . . . . Matteol cittadinl era Mat-
teo A. — 9. ciraatore; ed ultimamente] clraatore, lo quale area nome {lacuna) ed ultlmamente G.R. — IJ-13. lo
confcss6 e| omm. G. R. — 13. fe vero] omm. A. - se egli h\ omm. C. R.{ a^h /. — ao. rubrica 871] omm, A. — 21-3». te
non ammazzassono, .. . Tommaslno] se non moria In un anno Tommasino G. R. — 23-'4' e clii dlce.... beni]
omm. A. — 14. ben!.... FacnzaJ beni del padre ribello ed in prlgione, cli'era ii padre a Kaenza G. R. - trasseloj
trarlo jG. R. — 15. dol cugino suo) dl A. - 28-29. Castigllonchio] Castiglionc G. R. — 29. Firenze] omm. A. — 32. poi
loj omm. G. R. — 34-35. con suo danno . , . . sbanditi] 01»»». A. — 38. Parre, . , , maladlzioae] Parre una maladlzione A.
388 CRONACA FIORENTINA (A. lasoj
venne in Toscana, scandoli sono sempre nati. Addivenne, come narrato ^ addietro, che eflso
ebbe Arezzo, e che esso ai partl, e and6 a Roma. Li Boscolt, come capo d^Arezzo, che se
per la cegaggine de' Fiorentini, che sempre cui piii servono poco h tenuto a mente per li
serviti, come vengono in istato; mai non furono i Boscoli fuori d'Arezzo, che soldo e prov-
visione non avessero dal Comune di Firenze, ed in Arezzo sempre nimici furono. Addivenne 5
che uno Nanni di messer Camaino de' Camaiani d'Arezzo, amico de' Boscoli, ha certe ami-
cizie in Laterina, cerca di trattato, ed in effetto compone con cinque dare loro 1000 fiorini,
ciofe 200 per uno, infra' quali furono questi: Niccol6 di Pero del Migliore, podestk, Pero
Buo padre di Laterina e Muccio di Casa, Matteo di Niccol6, Giovanni di Cenni, chiamato
Toso, da Laterina tutti e tre, e Tribaldo di Santi da Monte Lungo del contado di Firenze. 10
Di che apparve, secondo si diase, scrittura e auggelli deiruna parte e dell'altra per mano
/., zi, 55 d'uno ser Francesco' da Laterina, abitante in Arezzo. Di che a' di 22 di gennaio 1380 dovea
uno Riovardo da Monte Varchi, abitatore d'Arezzo, venire con 400 fanti a Laterina, ed il
iigliuolo del Podestk e gli altri predetti metterli dentro; e perchfe nel cassero era uno talosso
{molosso) che cattiva guardia facea, si fidavano di avere lo cassero. Di che spandendosi per fare 15
la raunata, fu richiesto uno amico degli usciti d'Arezzo, ciofe de' Tarlati e di Pietramalesi, non
sapiendo esso f osse loro, e dissegli : " Se tu voi venire con noi, noi saremo ricchi, e torremo
" una Terra de' Tarlati „ . Costui disse di ci6 f are, e andonne a uno di Pietramala, e dis-
segli la novella. Quegli disse: " Va' dietro, e sappi, se puoi, quaVfe „. E nondimeno feciono
buone guardie. Costui ritom6 all'amico, e dissegli la faccenda come era Laterina. Di che 20
tomando non trov6 Tamico, ma trov6 TAbate da Ponte Vano, lo quale era quello ch'fe Tamico
suo, e dettogli il fatto gli disse: " Va drieto alla traccia „. Di che TAbate scrisse a uno
suo amico, ed era parente, dalla Terranuova; onde quegli se ne venne a Firenze colla let-
tera agli Otto della balla e della guardia; di che si feciono innanzi al fatto. II castellano
avea fatti certi cenni di fuochi non usati, e per lui fu mandato; e poi trovata la lettera pre- 25
detta, e presi gli predetti, confessarono le predette cose. Di che a tutti e cinque fu tagliato
/., XI, 56 11 capo per lo Capitano' del Popolo a' dl 16 del mese di febbraio 1380.
RuBRiCA 892* — Come in Firenze furono certe abominazioni di citiadiui, certe cose che fu-
rono ccrcate contro a certi cittadini, e fu di cib contasto tra li Signori e quelli della balia,
ck'erano -per lo tem-po. 30
Nel detto anno e mese di febbraio uno de' rubelli del Comune, ci6 fu Mariano di Lando
degli Albizi, essendo in Arinrine, scrisse ad uno suo cognato, ciofe Piero di ser Benozzo, che
fusse con quelli della balla, ed operasse che s'egli rivelasse uno trattato, ch'egli volea essere
ribandito, ed avere danari ed altre cose e suoi beni. Tirato la faccenda innanzi, e fatto
il patto della convenzione, addivenne che ne nacque grande scandalo nella citta; imperocch^ 35
ribandire costui non si pot6 per la stretta legge; di che si sospesero le leggi, che si potesse
ribandire uno per 25 fave, e non si nom6 e stette segreta questa legge, e quello che di ci6
dovesse uscire, non sapendo di che pure si ragionasse, n6 di che si parlasse ; ed uno consiglio
in Firenze stare segreto un di, pare maraviglia, non che questo che stette circa uno mese.
Era gran bisbiglio: "Chesia?, dicea Tuno airaltro. Ultimamente del mese d'aprile nacque 40
/., XI, 57 che li Signori e quelli della balia tinendo,' ed essendo finito 1' uficio della balia, la cosa si
scoperse, che il detto Mariano volea abominare uomini per farli morire, ed essere ribandito,
i. In Toscana] Intestara G. R. — a-3.se per la] serapre la G. R. — 6-7. Boscoll . . . . cerca] Boscoli * corte
amlcixie nella terra cerca A. — 10. da Laterina tutU e tre] tutti di Laterlna ^4. — 11. deiruna.... altra] dall'uiui
partc aU*altra A. — 17. dissegU] dettogli G. R. - Se tu.... saremo] Se voi yenite, noi saremo G.R. — 18-19. dii-
aegll la novella] dissegli tutto A. — 19. puoi.... nondimeoo] puoi quale, e nondimeno G. R. — ao. aii'amlco]
l'amlco G. R. - faccenda.... era] faccenda esso gli disse ch'era G. R. — 33. fatto tracc-n] fatto va dietro «lla
traccia G.R. — 33. ed era.... TerranuoTaJ omm. A. — 37. ribandire] ribandito G. R. — 37. segreta] Mgreto G.R.
[AA. 1380-1381] CRONACA FIORENTINA 3S9
e torre danari. Altri dissero che era pure vero, ma che i Priori di marzo e d'aprile non
vollono: essere puniti quelli che costui avea, ovvero volea, abominare; ma nel segreto li Si-
gnori ben davano biasimo alli uliciali della balia, e gli uficiali nel segreto il davano loro.
E cosi si cavavano ogni di fuori scritte, che tale e tale avea voluto pagare denari per tra-
5 dire Firenze a messer Carlo. Li settaiuoli aggiugneano alla somma uomini ; le scritte si tro-
vavano la notte poste pe' canti ; chi abominava i cittadini, chi abominava i Priori non volere
fare trovare il trattato, chi abominava quelli della balia volere fare tagliare il capo per loro
nimicizia a uomini, e chi una cosa, e chi un'altra. Ultimamente Mariano scrisse non avere
mai commesso quello chi si parlava di volere fare noti trattato, o cittadini. Letta la lettera,
10 si trovo pure lettere di sua mano del contrario, cio^ d'avere promesso. Di che per fuggire
riprensione, e levare scandoli, del mese d'aprile s'arsono le scritture avute da lui, ed in cio
fare un poco si ammort6 la 'nfamazione.
RuBRicA 893' — ^tesii' sono i Priori da gennaio e febhraio 1380. /., xi, 58
Piero d'UgoKno di Bonsi, speziale
15 Gherardo Bani, maestro
Duccio Miglini, tavoliere
Giovanni di Bartolo, vinattiere
Francesco di Manetto, pilHcciaio
Antonio di Ghieri, albergatore
20 Antonio di Spigliato, pillicciaio
Bartoluccio Guiducci, balestrieri
Niccolo di Vanni Nelli, Pelacane, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Lorenzo di ser Tano da Lutiano, loro notaio, quartiere di S. Giovanm.
RuBRicA 894* — Come uno cardinale di fafa Urbano venne in Fireme.
25 Nello anno del Signore 1381 del mese di giugno uno cardinale di papa Urbano e deUo
legnaggio di Casa di Francia, venne a Firenze, e per povertk si partiva da Roma, ed anda-
vane al patriarcato d'Aquilea; perocch^ il papa Urbano lasciava i benefici a chi facea car-
dinale, perch^ avessero' di che vivere. Fu onorato di palio e di doni di bene 500 fiorini; /.. xi, 59
ed oltre a ci6 gli fu prestato fiorii^ 2000, e stetteci 8 di; il quale patriarcato avea in com-
30 menda e non libero.
RUBRiCA 895" — Come si elessero cittadini -per andare imhasciadori allo 'mferadore nella Magna.
Nel detto anno e del mese di luglio andarono allo Imperadore ambasciadori, perocch^
piu tempo, bene due anni innanzi, s'era ricevuti ambasciadori da lui per tre volte, infino a
questo dl, per sua parte profferendo ch'eg!i volea onorare e mantenere Firenze ed accre-
35 scere, come il padre avea fatto. Di clie ogni volta gli era risposto di rispondere per boce
viva; e poi praticato, e essere eletti ambasciadori, e non iti per le gare de' cittadini, e cosl
tre volte eletti, e non fti; pure in questo mese andarono, e furono questi: messer Niccol6
da Rabatta e Marchionne di Coppo Stefani e Zanobi Guidotti, legnaiuolo, e per notaio per
fare le scritture and6 ser Francesco di ser Lando Fortini. Stettono mesi cinque e dl, e non
3. ben] omm, G. R. - uficlali.... segreto] uficiali a loro nel segreto G. R. — 10. d'avere] avere G. /?. —
21. Gulducci] (lacuna) A. — 2%. uno] /. tuffUsee con la teorta dell' UgheHi (\taX\a. Sacra, cit., tomo V,f.zis) FiHppo
d^Alengon — 19. 11 quale] e '1 .4. — 32. e del mese] omm. A. — 36. essere] s'era /. — 37. e non iti] omm. A. -
pure.... furono] pure questo mese, ed e' andarono, e ci6 furono G, R. ■— 38. Guldotti] Guidetti G. R. - legna-
S iuolo] omm. G. R. — 39. e di] omm. A.
390 CRONACA FIORENTINA [A. lasi]
feciono conclusione, perocchfe non ebbono mandato da spendere per le contese da Firenze;
e sarebbesi concluBO con meno spesa di 30000 fiorini, avendo ci6 che '1 Comune addimandava.
/., XI. 60 RuBKicA 896" — Come' in Firenze vennono lettere dello re Carlo, lo quale avea avuio la foi-
sessione del regno, che tenea la reina Giovanna, e queUo ne segui.
Nel detto anno e mese vennono lettere dallo re Carlo, ch'egli era in possewione dello 5
reame di Gierusalem e di Sicilia, lo quale volgarmente 8'appella lo reame di Puglia, Le
lettere vennono del mese di . . . . {lacuna), e coronato Tavea di quello regno papa Urbano infino
del mese di.... (lacuna) in Roma, e scrisse avere la relna Giovanna ed il suo Consiglio in
pregione. Di che grande allegrezza si fece per Firenze, comecchfe dentro assai di cittadini
ne feciono cieffo, perch^ sapeano nel segreto non essere molto amico de' Fiorentini, e chi 10
per avere di lui sparlato; pure nel generale si mostr6 grande festa, ed il fante fu vestito
e fatto doni, che tra doni e vestimenti di sciamito e vaio, C08t6 fiorini 350. E poi per
la incoronazione della reina Margherita, sua moglie, la quale 8'incoron6 a' di.... {lacuna)
una solenne ambasciata ando allo detto re Carlo, la quale feciono 5 robe per uno, e furono
queste, cio^, una roba di sciamito ed una roba di camucca per donare alla corte, ed una 15
/., XI, 61 roba di scarlato ed una roba di azzurrino' edima di berrettino. Gli ambasciadori furono questi:
Bemardo di Salvestro Velluti, lanaiuolo | e q • •
Benedetto di Ciardo, vinattiere | *
Messer Bettino Covone, mercatante | o r>
Simone di Cino, legnaiuolo i ' 20
Messer Ruberto di Piero di Lippo Aldobrandini
/., XI, 62
1
Benino di Guccio, linaiuolo |
o 1 4. j- /-• >. • x^ ^ i^ S. Maria Novella
Salvestro di Giovanni, tintore
Francesco di ser Santi Mini, tavoliere , „ , ,
S. lohanni.
RuBRiCA 897' — Come fu in Firenze certi mormorii, di che fu tagUato il cafo a certi, e 25
certi ne furono sbanditi.
Nel detto anno e del mese d'ottobre si furono certi sciocchi in Firenze, che perch^ ve-
dieno li ristituiti, ch'erano stati per addietro moniti, avere a loro parere troppo stato, e
sdegnando di ci6, pensarono insieme di volere a' Signori porgere una petizione di volere
ch'eglino soprastessero a non pigliare ufici certo tempo. E di questo 8'intesero certi insieme, 30
e quando ne furono con alcuni a ragionamento, era loro detto che non si vincerebbe, e loro
diceano: " Noi la faremo vincere per forza, come faceano i Ciompi in questo tempo indietro ,.
E' di questo conferirono con uno gonfalonieri, che si chiamava Piero di Giovanni di Firenze;
questi pare ne ragionasse con alcuni de' suoi compagni, ma non in forma d'uficio. Di che
la cosa scoperta, ne furono certi presi e collati, infra' quali quello Piero detto fu tormen- 35
tato, e poi fu lasciato. Morti ne furono dicapitati sei; ci6 furono gl' inf rascritti, ciofe:
Priore di Feduccio Falconi
(lacuna).
J. e mese] e mese dl agosto /. — 6. lo quaJe.... PugUa] omm. A. — 7. /. eo/ma la laemHa di G. R.: agosto —
7-8. Infino.... mese dl] omm, A. — 8. /. colma la lacana di G. if. glugno - Gioranna] <?«»». ^. — 9-10. assai....
perchfe] assai s' impetrassono moltl, chi perchfe G.R. — 11. pure.,.. si rao8tr6] pure nel generale si roostrd G.BU
— 13. e Talo] omm. A. - 350] 350 in danari G.X. — 13-14. moglie solenne] moglie v'andd una aolenne A. —
14. la quale] 1 quaJi A. — 33. ser] omm. G. X. — 37. sclocchl] Isacdii G. R. — 28-39. e sdegnando] sdegnarono
G.S. — 31. e loro] omm. G. R. — 33-33. Ciompl.... E di questo] Clompl, come narrato h di loro addietro In pii
partl. E dl questo G.R.; Clompl In questo Indietro. E dl quello A. — ^ laaclato.... furono] laaciato e sei ne
furono dicapitati, ci6 furono.... (Jactma) A.
[A. 1381]
CRONACA FIORENTINA
391
E molti altri n'ebbono bando, come appresso diremo:
{lacund).
RuBRiCA 898" — ^uesti sono i Priori dal di ■primo di marzo 1380 a tutto febbraio 1381.
Piero di Neri Pitti, lanaiuolo
5 Filippo di Gherardo, galigaio
Giovaimi' di Niccol6 Riccialtani, linaiuolo
Giovanni di Bartolo Masi, vinattieri
Andrea di lacopo di CoUino Grandoni, la-
naiuolo
10 Giovanni di Benci, bicchieraio
Bartolommeo di Lorino Bonaiuti, lanaiuolo
Luca Ducci, tiratore
Bonaccorso di Vanni, orafo, gonfaloniere di
lustizia, quartiere di S. Croce
15 Ser Antonio di ser Michele da Ricavo, loro
notaio, quartiere detto. *
Francesco di Vanni de' Calici, orafo
Niccolo Berardi, maestro
Giovanni di Tommaso, ritagliatore
20 Bartolommeo di Bandino, pianellaio
Tommaso di Bartolo, merciaio
Andrea di ser Donato, lavatore
NiccoI6 di Matteo Davanzi, cambiatore
Banco di Tosco, rigattiere
25 Ventura di Niccol6 Brunetti, pizzicagnolo, gon-
faloniere di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Francesco del Maestro Piero, loro notaio,
quartiere di S. Maria Novella.
30 Ser Falcone Falconi, notaio
Tommaso di Vanni, forbiciaio
Giovanni di Bondo del Caccia, lanaiuolo
Matteo' di Salvestro Compiubbesi, fornaciaio
Bongianni Pucci, speziale
35 Alessandro di lacopo Guiducci, cimatore
Manetto di Neri de' Medici
Giovanni di Cenni, detto di Monna Nella
Lionardo di Giovanni de' Raffacani, gonf alo-
niere di lustizia, quartiere di S. Croce
40 Ser Monte di ser Bartolo Chermontieri, loro
notaio, quartiere di S. Spirito.
Francesco di Giovaimi di ser Segna, rita-
gliatore
Piero Nutini, beccaio
Messer Giovanni di messer Francesco Rinuc-
cini, cavaliere
Mese di Guccio, coreggiaio
Messer Pazzino di messer Francesco degli
Strozzi, cavaliere
Leo di Lapo di Nino, rimendatore
Giovanni di Niccol6, tiratore
Giovanni di Giuntino, maestro
Matteo del Teghia, linaiuolo, gonf aloniere di
lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Giustino Giusti, loro notaio, quartiere
detto.
Michele di RidoLfo di Tuono, mercatante
Griusto Tofani, mercatante
Torello del maestro Dino del Garbo, lanaiuolo
Domenico' di Vanni Chiavaccini, conciatore
Manetto di Giovanni Davanzati
Piero di Gerino, beccaio
Tommaso Marchi, cambiatore
Gottolo del Buono, maestro
Messer Guido di Giovanni de' Machiavelli,
cavaliere, gonfaloniere di lustizia, quar-
tiere di S. Spirito
Ser Benedetto di ser Lando Fortini, loro no-
taio, quartiere di S. loanni.
NiccoI6 Dietifeci, lanaiuolo
Puccio Filippi, vinattiere
Orlando Gherardi, mercatante
Antonio Martini, beccaio
Lionardo di Bartolino SaUmbeni, tavoliere
Antonio di Giovanni, cappellaio
Filippo di ser Giovanni, mercatante
Giovanni di Simone, calzolaio
Antonio di Bese Busini, tintore, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Antonio del Maestro Piero, loro notaio,
quartiere detto.
/., XI, 63
/., XI, »5
/., XI, 6i
I. E mom.... diremo] E bando n* ebbero : . . . . (iacuna) G. R. — 4. lanaiuolo] omm. A. — 5. galigalo] or-
pellalo A. — 6. linaluolo] omm. A. — 15. Ser Antonlo di aer Michele] Ser Mlcliele dl ser Antonlo /. — as. la-
vatore] clmatore A,
392 CRONACA FIORENTINA lA. i3«ii
/., XI. M RuBRicA 899* — Come ' s$ dii balia a cerii di foter fare ordini addosso a certi, e fare d^
grandi, e divietare d^ufici, ma foco feciono.
Nel detto anno e mese per le predette novit^ che furono per li predetti bisbigli e de'
morti e condennati, segui che certi ch'aveano Tappetito a gastigare certi, che si diceano
essere nel detto trattato e non puniti, ordinarono di dare balla a certi uomini, li quali aves- 5
sero balia di fare grandi, e di fare divieto d' uficio. Li quali furono questi: Priori, gonfalo-
nieri, Dodici Buoni Uomini, Capitani di Parte guelfa, li Dieci della libert^ Nove delia Mer-
catanzia, et altri scritti di sotto, cio^.... (lacund).
RuBRicA 900* — Siuello che usci da quelli della bal\a, e quello fedono.
Nel detto anno e mese usarono li predetti la balia; perocch^ bastd loro otto dl. E molti 10
ragionamenti e movimenti infra loro furono, li quali lascio; e l'e£fetto fu questo che solo
uno ne f u f atto de' grandi : cio f u Lapo di Vanni RucellaL E quello che per molti s' intese,
fu, che tutti quelli che fussero condennati per rubelli, owero per turbazione di stato da
A, XI, »7 tre anni addietro, niuno loro figliuolo, padri, o fratelli da quel dl a 10 anni, non' possano
essere Priori, o di Collegio. Questi furono molti a chi tocc6. Funne uno eccettuato: questi 15
fu Franco Sacchetti, uomo di buona condizione e fratello di quegli, a cui fu tagliato il capo
per la lettera, che contraffece di messer Carlo, come appare addietro capitolo 835. Per lui
non 8'intese questo.
RuBRicA 901* — Come in Firenze ebbe grandi mutazioni di stato e romori e turbazioni e
morte di cittadini e zuffe. 20
Nel detto anno e del mese di dicembre 1381, essendo le cose ne' termini sopraddetti,
grande bisbigli erano, perocchfe certi cittadini, li quali si faceano pifi grandi che 1 Comune,
essendo appoggiati dagli smoniti, per paura di loro medesimi, per le offese fatte ne' tre anni
passati degli sbanditi e dei morti per gli trattati predetti, vivendo in gelosia, o vero, o bu-
gia, spesso si trovavano infamati, e come era tratto alcuno in ofizio, il quale non fusse di 25
loro animo, sl in infamie, o mormorii erano. Capi erano costoro : messer Tommaso di Marco
degli Strozzi, messer Giorgio di messer Francesco degli Scali, questi erano i capi nobili;
altri -pigliati d'ogni ragione, nobili ed artefici, li seguivano. Infra i quali artefici era imo
i„ XI. »s Simone di Biagio corazzaio e Feo di Piero corazzaio ed uno lacopo ' di Bartolommeo Sca-
tizza, cimatore. Del detto mese, essendo gonfaloniere di compagnia Giovanni di Cambio, gon- 30 i
faloniere del Vaio, fu abbominato avere in casa ragunata d'uomim; essendo gonfaloniere,
non parve a quelli Priori da seguire le parole di quello Bartolommeo Scatizza dello abbo-
minio di costui. Entrando gli altri Priori di gennaio, lo abbomin6 similmente; di che uscito
dello uficio a' di 8 di gennaio, feciono i Priori un bullettino al Capitano, di pigliare questo
Scatizza, e sapere da lui, se lo abominio era vero, o pure bugia. Preso ed esaminato, si 35
trov6 per sua confessione essere da sfe fatto per fare vergogna a quello gonfaloniere, e molte
altre cose in abbominio del cancelliere de' Signori, che era messer Coluccio da Stigliano,
ed ancora confess^ avere ordinato insieme egli con messer Giorgio e messer Tommaso pre-
detti e con molti altri, quando Simone di Biagio ebbe la petizione d'essere egli e Feo, co-
3. per 11] delU G. R. — 4. rappetito a gasiigare] 1'appetito o a gastigare G. R. — 7. Buoni Uomini] omm. A.
— 8. et altrl .... cioi] e . . . . {lacuna) G. R. — 1 1. 11 quali lasclo] omm. A. — 12. per molti] In moltl G. R. — 1$. ec-
cettuato] eccettato G. R. — 25. infamati] infamazloni G. R. — 28. pigliati] pigliazzi A., G. R. — 29-30. ScatlBa]
Schlattetl A. — 35-36. gonfaloniere] omm. G. R. — 37. Scatizza] ScUtteai A. — 40. Scalizza] SclUattesI A. —
37. cfae era raesser] «er G.R. - A». Stigliano] »mm. A. 5
[A. 1381] CRONACA FIORENTINA 393
razzaio fatti de' grandi, che se rimaneano de' grandi, assalire i Priori, e gittare i gonfalo-
nieri della giustizia a terra delle finestre, e molte cose intomo a ci6; e quali si dissero essere
cose fattizie, e chi dice essere proprie vere ; ma nello effetto questi volle essere guasto. Di
che li predetti messer Tommaso e messer Giorgio e Simone di Biagio ed altri di loro gesta
5 procacciarono tanto ch'ebbono un bullettino da' Signori e Collegi, lo' rendesse. E non ren- /. xi, 69
dendolo il Capitano, la brigata corse in arme, e vennono in piazza; ed ultimamente, essendo
di notte, per lo meglio si prese di renderlo, e la gente armata se n'and6 con esso. La mat-
tina i Signori si dolsono, e ragunarono le Capitudini, e dissero la 'ngiuria, e come il Capi-
tano avea renunziata la bacchetta. L'Arti di concordia si profersero, ed in effetto rimissero
10 il Capitano nel palagio. Come fu nel palaglo a terza; ed in sullo vespro mand6 a casa mes-
ser Giorgio degli Scali, e preselo di subito. La Terra fu in bisbiglio, e quasi sotto Tarme :
e lo secondo dl per tempo gli fece tagliare la testa in sul muro del cortile, e venti ore ebbe
dalla presura alla morte, e quivi stette parecchie ore senza nuUo adornamento di corpo, ma
pure uno sciugatoio non ebbe al capo, anzi colla cioppa gli si tenne la testa, quando gli fu
15 tagliata senza tappeto, o nuUa altra cosa. Rimase la gente in arme, e lo Capitano cominci6
a inquisire e sbandire. E fu tagliato il capo a messer Giorgio, venerdi a' di 13 di gennaio 138L
RuBRicA 902* — Come' fu mozzo il cafo a Feo, corazzaio ed a messer Donato del Ricco, e /., xi, 70
la Terra corsa a Parte guelfa.
Nel detto anno e mese di gennaio, essendo fatto giustizia, e Simone di Biagio fuggen-
20 dosi alle porti per ire fuori, fu preso da genti, e co' sassi da fanciulli seguito, ed ultima-
mente da uno fu morto. Li fanciulli lo strascinavano per la Terra, ed uno suo figliuolo di
bene 25 anni, ancora fu morto e strascinato dal popolo. Di che avendo avuto bando mes-
ser Donato del Ricco, giudice, e molti altri di quella setta, fu preso in una casa, e ancora
Feo, corazzaio, in un'altra, e dati al Capitano. Di che il martedi vegnente, a' dl 21 del mese
25 di gennaio 1381, fece loro mozzare il capo in sul muro del cortile del Capitano. E morti,
si lev6 im romore, e cominciossi a gridare : " Viva Parte guelf a „ . E cosl f urono in arme
tutte le famiglie di Firenze, grandi e popolani, e corsero alla piazza, e quivi si feciono so-
nare a parlamento, e diedero balla a' Priori e Collegi, Gonfalonieri, Dodici Buoni Uomini,
Otto uficiali di guardia e sei capitani di Parte e due de' Nove della Mercatanzia ed a due
30 de' Dieci della libertk ed a 52 altri cittadini, li quali avessero a fare e disporre la cittk,
siccome a loro paresse con tutta la balia e podestk,' che '1 Comune di Firenze avesse, per /., xi. 71
di quel d\ 21 di gennaio infino a di 5 di febbraio prossimo vegnente. E pure andando con
una insegna della Parte per la cittk correndo, dicendo : " Viva il Popolo e Parte guelfa, e
"rATti„. E la sera grande guardie faccendo, e non lasciando Tarmi. E il Capitano del
35 popolo il dl fece cavalieri, e tra egli ed altri, ne feciono 20; li quali furono questi:
Messer Stoldo di messer Bindo degli Altoviti
Messer Donato di lacopo degli Acciaiuoli
Messer Rinaldo di Giannozzo de' Gianfigliazzi
Messer lacopo di Pagnozzo de' Tornaquinci
Messer Cristofano d'Anfrione degli Spini
40 Messer Cipriano di Duccio 1 H 1* Alh
Messer Andrea di messer Benedetto j °
3. essere proprle] e»«ere G. R, — 5. procaccUrono] prontarono A. — 6. rennono] omm. G. R. — lo. palaglo....
vespro] palagio in sullo vespro A. — 11. preselo.... bisbigUo] preselo, e preso la Tcrra in blsblglio G. R. —
14. capo.... tenne] capo Innanzi alla sua cioppa; gll si tenne G. R. — 16. 13] 17 /. — 19. e mese] omm. A. —
Ji. fu] omm. G. R. — 22, £u] omm. G. R. — 33. ancora] omm. G. R. — 25. 1381 .... capo] 1381 loro mozzo ii capo
G. R. - del cortile] omm. A. — aS. Gonfalonlerl, Dodlcl Buoni Uomini] omm. A. — 33. prossimo vegnente] omm.
A, — 34. grande guardie] grande con guardie G. R.
394 CRONACA FIORENTINA fA. i3«ii
Messer Gherardo di me»8er Lorenzo Buondelmonti
Messer Baldese di Turino Baldesi
Messer Vanni di Michele di Vanni di ser Lotto
Messer Tommaso di messer lacopo Sacchetti
Messer Filippo di messer Alamanno Adimari
Michele di messer Fuligno de' Medici
Messer Zanobi di Giovanni da Mezzola
Messer Bello di Niccolaio del Bello Mancini
Messer Giovanni di messer Giovanni di Bingeri Rucellai; lasciolla il secondo dL
Messer Luigi di messer Piero Guicciardini 10
/., XI, 71 Messer ' Tommaso di Guccio de' Soderini
Messer Baldo di Simone de' Tosinghi
Messer lacopo di Bemardo, detto lacopo, biadaiuolo.
RUBRICA 903* — .^uesti sono nomiiiatamente guelli della balla chc riformarono la Terra.
Niccol6 Dietifeci, lanaiuolo J ^ o • -^ 15
„ .„.,... ,,. \ S. Spinto
Puccio Filippi, viiiattiere j
Orlando Gherardi, mercatante ^ ^, _,
Antonio di Martino, beccaio |
Lionardo di Bartolino Salimbeni, cambiatore | o ivyr • xr n
. . .. y-^. .... ; o. iviaria JNovelia _^
Antonio di Giovanni, cappellaio j 20
Filippo di ser Giovanni, mercatante i ,, -
/-.• • j- o^ 11« > S. loanm
Giovanm di Simone, calzolaio |
Antonio di Bese Busini, gonfaloniere di S. Croce
Ser Antonio del maestro Piero, loro notaio, quartiere di S. Croce. '
Gonfalonieri di Comfagnia. 25
S. Spirito
Vanni di Simone da Quarata, gonfaloniere della Scala
Giunta di Cecco, orafo d'ottone, gonfaloniere del Nicchio
Francesco d'Agostino, calzolaio, gonfaloniere della Ferza
Ser Biagio Bernabucci, notaio, gonfaloniere del Drago.
/., XI, 73 Nese' di Durante, forbiciaio, gonfaloniere del Carro
Lionardo di Berto, speziale, gonfaloniere del Bue nero
Donato di Fazio, speziale, gonfaloniere del Lione nero
Fruosino di Giovanni, cimatore, gonfaloniere delle Ruote
Marchionne di Coppo Stefani, gonfaloniere della Vipera
Chiaro di Pagolo Giraldi, gonfaloniere del Lioncomo
Piero di Lippo Aldobrandini, gonfaloniere del Lion bianco
Antonio di Benci, linaiuolo, gonfaloniere del Lion rosso
Guido di Stefano, beccaio, gonfaloniere del Lion d'oro
Domenico di Guido del Pecora, gonfaloniere del Drago verde
lacopo d'AIdobrandino di Lapo Rinaldi, gonfaloniere delle Chiavi
Bardo di Salvestro, cassettaio, gonfaloniere del Vaio
30
S. Croce
35
S. Maria Novella
S. Giovanni.
40
3. Mlchelt. .. Lotto] Mlchele Castellani A. — 9. lascloUa {eioi la dignith cavalleresca) il secondo dl] emm,
G, R. — 13. del Tosinghi] della Tosa A. — 13. detto lacopo] omm. A. — 34. Ser Antonlo... . Croce] omm. G. R.
— 36. da QuarataJ Quaratesl A. — 31. nero] »mm. A. — 37. Llon rosso] Drago rosso /. — 38. gonf aloniere . . . .
d'oro] omm. G. R — 39. -verde] omm. /.
!A. 1381]
CRONACA FIORENTINA
395
Dodici Buoni Uomini.
10
Michele di Lapo, speziale
Masino Duranti, fornaio
Niccol6 di Baglione, calzolaio
Scolaio' di Lapo, vaiaio
Domenico di Sandro, merciaio
Antonio di Bartolino, farsettaio
Filippo di Cino, setaiuolo
Baglione di Vanni, beccaio
Dino di Stefano, tintore
Domenico di Naldino, pillicciaio
Ugolino Martelli, mercatante
Giovanni di Luti, calzolaio
S. Spirito
S. Croce
S. Maria Novella
S. Giovanni.
/., XI. 74
15
JU cittadini cafitani di Parte guelfa.
Filippo di Tommaso Corbinelli, lanaiuolo
Bartolo Sanguigni, calzolaio.
20
Li due d^ Dieci della Liberth, e li due de' Dieci della Mercatanzia.
Francesco di ser Piglialarme
Giovanni di Feo, maestro
Andrea di Niccol6 Betti
Andrea di Vanni Tosi,
Ijo numero d^ cittadini aggiunti a' Priori e Collegi ed altri.
35
30
35
Luigi da Quarata
Bonino di lacopo, fabro
Giannozzo di Neri Vittori
Piero di Chino Lippi, spadaio
NiccoI6 di Bono Rinucci
Piero' Fantoni
Bonaccorso di Vanni, pillicciaio
Ghiotto Marroni, galigaio
Nofrio di Giovanni, Arnolfi
NiccoI6 di Bartolommeo, coltellinaio
lacopo di ser Zello, orafo
Griovanni di Lorenzo, coreggiaio
Niccol6 Fagni
Cristofano di Giusto, bottaio
Filippo di Cionetto Bastari
Bonaiuto di loanni, cordaiuolo
S. Spirito
S. Spirito
/., W, 75
S. Croce
i8. Feo] Petto A. — 34. d« Quarata] Quaratesl A.
36. bottalo] fornalo A. — 39. dl loanni] di lacopo A,
37. apadalo] omm, A, — 33. coltelllnaio] colteUi G, R.
396 CRONACA FIORENTINA lA. nsi]
S. Maria Novella
S. Giovanni
Messer Gruccio di Cino Bartolini
Francesco d'Agnolo, pezzaio
Manetto Davanzati
Riccho del Teghia
Francesco di Lapo Federighi
Biagio di Caruccio Alberti
Lapaccino del Toso
Pazzino di Luca Alberti
Francesco di ser Gino Ginori
Lorenzo d'Andrea, tavemaio
Bartolommeo di Lorino
Salvi di Guglielmo, beccaio
Antonio di Spigliato, pillicciaio
Gottolo del Buono, maestro
Lionardo di Neri di ser Benedetto
Girolamo di Bartolo Falconi
Messer Vieri di Gherardo de' Bardi
Bono di Taddeo Strada
Lionardo di Niccol6 Frescobaldi
/., XI, 76 Biliotto' di Sandro Biliotti 2i
Federigo di Berto Gherardeschi
Simone d'Agnolino, pezzaio
Rosso di Piero di Rosso
Filippo di Gardo, orpellaio
Michele di Vanni di ser Lotto
Zanobi di Bruno, pizzicagnolo
Marco di Benvenuto, saponaio
Messer Rinaldo di Giannozzo Gianfigliazzi
Messer Donato di lacopo Acciaiuoli
Messer Stoldo di messer Bindo Altoviti
Giovanni di'ser Dato, maliscalco
lacopo d'Ubaldino Axdinghelli
Francesco di Pasquino, albergatore
Francesco di Lionardo, vinattiere
Ghiotto di Lotto da Secciano
Bemardo di Luigi, calderaio.
^uesti s(mo gli otto uficiali della guardia.
Lorenzo di Filippo Capponi
\ S. Croce
i^orenzo ai i^mppo L.appom ^ . „ „ . .
Benedetto di Ciardo, vinattiere S '
Messer Benedetto di Nerozzo degli Alberti
Neri di Ricaccio, vinattiere
Giorgio di Guccio di Dino
Lorenzo del Toso, linaiuolo
Giovanni di Cambio \ q c • •
Cenni Marchi, albergatore j * "
> S. Maria Novella
4. Riccho] Bieco G. R. — 9. Ginori] omm. G. Jf. — 25. di Vanni di ser Lotto] dl Vannl Castellani j1.
41. Rlcacclo] Riccio G.Jt.
[A. 1381] CRONACA FIORENTINA 397
RuBRiCA 904' — Come' quelli della balta fredetti disfeciono le due Arti, e ribandirono gli /., xi, 77
sbanditi, e levarono li diviciati degli ufici, e fosti a sedere, e fatti de' Grandi.
Nel detto anno e mese di febbraio, raunati insieme quelli della balia predetti, subito a
tutti li confinati ed a tutti i posti a sedere ed a tutti gli addivietati d'ufici, li quali da' dl 18
5 di giugno 1378 infino a quel di avessero auto le predette condizioni, o alcuna altra novitk per
Wb, alcuna legge, balia, o riformagione, fussero in quello pristino stato, che le predette condizioni
" gli avea trovati. E subito le due Arti, le quali avieno i Ciompi nel predetto anno 1378 fatte
ed ordinate co' Consoli, ci6 era TArte de' Tintori e molti altri membri, e TArte de' Farsettai,
barbieri ed altri membri, fussero annullate e tolte via, e ritornassero a quelle Arti, che prima
10 erano quelli membri ed Arti, innanzi che fussero nel 1378 create. Fu questa operazione
fatta a petizione delli lanaiuoli, li quali ogni di avieno quistione con loro, bene che ebbono
due consoli neirArte della lana, TArte de' tintori e loro membri. E fatto questo, feciono
una legge, come tutti gli sbanditi da' dl 18 di giugno 1378 infino al dl 22 di gennaio 1381
fussero liberi e ribanditi' per cagione di stato, o di ribellione, salvochfe stessero tutto feb- /.. xi, 78
15 braio fuori delle mura di Firenze, ove feciono di sconce cose. Ed ancora feciono i predetti
della balla, che tutti gli sbanditi per privata offesa, fussero ribanditi, e fussero costretti a
triegue e paci secondo la convenenza. Ancora feciono che tutti grincarcerati, grinquisiti,
li condennati, gl' imprigionati ne' palagi, o in qualunque luogo, s' intendessero essere liberi,
dal dl del romore addietro, e avessero le predette condizioni, purchfe non s'intendesse dei
20 condennati, o inquisiti da dl 16 di gennaio in qua, salvo per privati debiti, ed eccetto quelli
della casa degli Ubaldini.
RuBRiCA 905* — Come furono certc zuffe in sulla fiazza de' Priori e fer VArti e -per altri.
Nel detto anno e mese di gennaio a' di 24, essendo cosl guaste le due Arti, quelli delle
due Arti andarono sobillando Taltre 14 Arti minori, e dicieno ch'elle anderebbono a terra
25 ancora eglino; ed ancora parve, si dice, che gli smoniti tenieno mano a questo. Di che con
ordine TArti s'armavano, e venieno in piazza; e certo se i beccai si fussero armati, e venuti
in piazza con ordine, io credo la cosa andava d'aItro ordine non si pensava; ma come be-
stiali, non aspettarono la loro brigata' tutta, ma con pochi uscirono in sulla piazza, gridando: /., xi, 79
" Vivano le xxiii Arti „ . Le f amiglie dei rettori e quelli della Lana gik erano in piazza armati
30 e con molti villani. Questi con poco ordine entrarono in piazza, saltabeccando in qua e \\
e' furono subito rotti, e morti tre di loro, e cacciati di piazza, e seguiti infino in Orto San Mi-
chele. E quelli' della balia in palagio, che v'erano di quelle famiglie coIParme, che tolsero
alla famiglia di palagio, andarono, e chiesero lo gonfalone della Parte e quello della Giustizia,
ed uscirono in sulla piazza, e furono seguiti, ed andarono con le predette bandiere, intor-
35 niando la piazza, e in mano a due di quelli della guardia, e cosl infino a sera stettono in
piazza; ed i Priori mandarono per gli gonfaloni deirArti, e in sulla ringhiera del palagio
gli fecioro mettere, e poi gli appiccorono alle finestre del palagio; e cosi feciono serrare le
botteghe deirArti, di che gli artefici non si poterono piu ragunare.
RuBRicA 906* — Come si fece nuova distribuzione d'ufci, ed arsonsi le borse degli ufici della
40 citta e contado e consolati e ca-pitani di Parte.
Nel seguente dl, raunati quelli della balia, si feciono nuova distribuzione d'ufici, che
3. e mese] omm, A. — 3-4. a tuttl] omm. A. — 15. delle mura] omm. A. — 18. ne' palagi] per paiagl A, — 35. an-
cora eglino] omm. A, - parve] pare A. - sl dlce] omm. A. — 37. andava .... come] andava male, ma come A. — 29. dei
rettori] omm. G. R. — 30. entrarono] intrato G. li. saltabcccando] saltando A. — 36-37. Arti .... finestre] Artl, ci»'e-
rano in sulla ringhiera del palagio, e iecionii mettere alle finestre G, R, — 37. cos)] omm. A. — 38. dell'Artl] omm. A,
398 CRONACA FIORENTINA [A. i38i]
prima erano per tratta dentro e d\ fuorl; recarri in questo modo: ch'e' Priori fuasero otto,
A, XI. so pcr' metk le vii Arti e le xiv, ed il gonfalonieri della Giustizia sempre nelle vn ma^ori
Arti, nove gonfalonieri alle vii Arti e sette alle xiv Arti; sette Dodici alle vn maggiori Arti
e cinque alle xiv Arti; i rapitani di Parte cinque alle vii maggiori Arti e quattro alle xiv Arti;
tulti gli ufici dentro e di fuori, cinque alle maggiori Arti e tre alle minori, salvo lo vica-
riato di Valdinievole, di Sammignato, Prato, Sangimignano, Pistoia, e TAlpe di Pistoia, e
rambasciate, Recondo paresse a' Priori e CoUegi, che per gli tempi si trovaasero. Ancora
che tutte le borse del Priorato ed ogni uficio dentro e di fuori si annullasRono, e capitani di
Parte e consolati annullorono, e di nuovo si riformassero, ed il terzo di s'ar8ero in palagio.
E molte leggi ed ordinamenti si feciono, che non fe di necessitk a nostra materia tutto scrivere.
RuBRiCA 907* — Come la Comfagnia del conte Alberigo di Villamagna vennotio nel Contado
di Fircnzc.
Come narrato fe addietro che Arezzo sempre ha impedito il buono vivere d'Italia, e
come raesser Carlo sempre con Compagnie e sotto suo titolo ha pericolato Italia, prima che
fusse re ricevette Arezzo, e poi sotto suo governo, essendo re, fu corso da Taliani, com- If
/., XI, ti pagnia. Questo ' t mirabile cosa che sempre li reali di Francia hanno combattuto e liberato
la Cristianita dagriiifedeli. Ma, o che sia i peccati nostri, o la disposizione de' Cieli, o la
disawentura de' reali di Francia, pure in abominio di quella casa ed il mondo in tribula-
zione, il Re di P^rancia, e quegli che lo governa, ch'fe il Duca d'Angi6, si h nimico di
papa Urbano, ed amico dello antipapa da Vignone, ciofe di.... (lacuna) di Ginevra, e mea- 2C
ser Carlo di Durazzo re di Gerusalem e di Sicilia, dicesi mantenere compagnia; ed avendo
corso Arezzo e prese le femmine e ricomperati gli uomini, come fe detto addietro, rubrica 869
si partl quella compagnia d'Arezzo del mese di gennaio 1381 ed intr6 nel contado di Fi-
renze, essendo in tribulazione, per correre la cittk di Firenze, a' dl 24 di gennaio per Chianti
e per S. Donato e venne al Sanbuco, e dal Sanbuco prese il Poggio e Villa di Marcialla 25
in Val di Pesa. Quivi messer Giovanni Auto, capitano de' Fiorentini and6, e con esercito
di cavallo e di piedi gli strinse si che non potieno aiutarsene; ed erano la compagnia del
conte Alberigo da Barbiano e di Villanuccio circa 3000 cavalli e 600 fanti, ed in effetto si
/., XI, »2 assediati che convenia loro addomandare mercfe, ed ogni di crescea' gente al campo de' Fio-
rentini e vittuaglia, e alla Compagnia mancava. Come che 'I fatto s'andasse, di notte a' di 31 30
di gennaio si scirono del nostro contado sani e salvi con molti nostri pregioni. Parvesi dire
che messer Giovanni Auguto non facesse quello potea in nostro servigio, ma piuttosto con-
tro; ma la veritk rimanga in suo luogo; pure 10 per uno ne toccava, e aveano a ire 20 mi-
glia, o piu, per nostro terreno e mali passi. II danno fu de' Fiorentini di perdere i pregioni,
e guasto il paese da' nimici, e dagli amici Tonore fu nostro, che se ne andarono di notte 35
ed in fuga, ed il pro fu loro, ed il danno di chi perdfe il figliuolo ed il padre ed il fratello,
che convenne poi ricomperarlo. E cosi vanno i fatti de* Fiorentini, per le dissensioni dentro,
quelli di fuori n^arricchiscono, ed i Fiorentini ed i contadini cattivegli ne rimangono diserti,
e le Compagnie se ne allievano, e pigliano vigore e ardire.
RuBRicA 908* — Come quelli dclla balia fredctti feciono fiu cose nel temfo deUa balia, lc 40
quali tornarono a danno del Comune e de' cittadini.
Pare da gran tempo infino a quel di le balle hanno dato di male ragioni, e molte volte
3. gonfalonieri . . . . vii] gonfaloniere Bempre fusse delle vii A. — 7. Priori] Signori A. — 9. annullorono] si
annullassero /. - P«rte.... di nuovo] Parte e d'ogni Consolato e di nuoTo G. R. — 10. feciono.... scrivere] feciono che
non ne far6 menzione A. — 18. pure] pare G. R, — 19. eh'e] omm. G. R. — 20. lacuna] Clemente VII /. — aS- e <•»!
Sanbuco] omnt. A. — 26. in Val di PesaJ omm. A. — ay. aiutarsene] andarsenc G. R. — j8. Villanuccio] Villanac-
cio G. R. — 30. alla] nella G.R. — 31-3*. pregioni.,.. messerj pregioni. Disscsi messer A. — 32. .\guto] omm.A. - non
facesse] non fe' A. - in nostro serviglo] omm. A. — 33. ma] omm. G. R. — 34. o piiil omm. A. — 34-35. Fiorentini....
guasto] Florentini de' prigioni e del paese guasto A. — 39. e pigUano] e prendono X - e ardire] omm. A.
[A. 1381] CRONACA FIORENTINA 399
le balie a fine di bene si danno, e molto spesso' 8'usano in mala parte. Ebbero, come ad- /., u, «3
dietro nella rubrica 902 e narrato, balia li predetti per infino a' di 5 di febbraio, nella quale
fatte disfare le due Arti predette, e ribanditi gli sbanditi, doveano stare tutto febbraio di
fuori; vennonsene dentro di furto, e chi per forza delle guardie, e ogni di 8'uccideano degli
5 uomini. E come che '1 fatto si andasse, eglino e gli altri s'armavano, e diceano che voleano
cose nuove, delle quali assai n'ebbono. Infra le quali ebbono che qualunque fosse incorso
in alcuna pena d'avere morto e rubato, o altro delitto commesso, non se ne potesse cono-
scere. Questo fu dare materia a chi volesse ogni di uccidere, e poi venire al romore, ed
essere ribanditi. Fecesi assai legge, infra le quali le nomora di coloro, che descritti fussero,
j 10 si dovessero radere, se v'era scritto altre condennagioni, e se no, fussero arsi i libri.
RuBRicA 909° — Cotne fu dato ■premto al Ca-pitano del Pofolo e baUa al PodestU ed al Ca-
fitano, maggiore che non aveano, e raffermo fer sei mesi il Cafitano,
Nel detto anno 1381 e mese di febbraio, non essendo contenti quelli ch'erano tornati
degli ammoniti vederglisi innanzi, si perch^ diceano ch'eglino commetteano male,' e si per /., xi, 84
15 sospetto che avieno di loro e di molti si trov6 pure la verita male parlare; e piii volte quelli
della balia insieme ragionavano di confinare alcuni, o di mandarne alcuni fuori alle loro
possessioni; e non essendo niuno, che capo si volesse fare di c\h mettere in pratica paleae,
parve che molta larga via fosse altra, la quale contenesse questo: che il Podestk e il Capi-
tano non potesse procedere per vigore di questa balia piii che per xvi di di febbraio presente,
20 e que' facessero in lo predetto tempo ragione e giustizia, e di tutto facessero non istessero
a sindacato, se non de' furti, o baratteria, o debiti. E fu donato al Capitano 1200 fiorini in
contanti e 200 in pennoni, targia e sopraveste et in coppa. Questo gli fu dato, e raffermo
per sei mesi con piu famiglia e salaro, con quella balia predetta. La sera, come senti questo
il Podesta, ed eglino feciono di nuovo inquisizioni, tale che dir si volle che trasportassero
25 il Capitano per lo dono ed il Podestk per promissioni. Nondimeno sentito le 'nquisizioni,
gran mormorio ne segui per la Terra, perocchfe parve essere inquisiti alcuni nobili e ricchi
mercatanti e cavalieri non colpevoli. Di che messo a partito di dare 200 fiorini al Podestk
in doni di cavalli e d'arme del Comune in pennoni, non si vinse. II capitano era mes-
ser Obizzo degli Alidugi' da Imola; lo podestk messer.... {lacund) d'Ascoli della Marca. E /., xi, ss
30 cosi si fini la balia, che '1 Podestk non ebbe niuno dono, nh niuno onore, perchfe parve a'
cittadini che '1 Capitano straportasse di dare bando e confini a fine di piaceri di doni.
RuBRiCA 910* — Come certi ebbono bando e confini -per lo romore del di z^ di gennaio gia detto.
Parvesi dire che nel primo romore, il dl che messer Giorgio fu preso, che certi volsero
levare capo a adiutarlo, e poi il di 24 di gennaio, quando TArte de' Beccai fu rotta, come
35 appare vedi rubrica addietro, certi gH sollevassero. Di che n'ebbono bando e confini, gli
quali furono di nome questi iscritti di sotto:
Messer Tommaso di Marco degli Strozzi
lacopo, vocato Scatizza
I. le balle] omm. A. — 4. delle guardle] omm. A. {}. forse da intendere: facendo forza, violenza suUe guardie)
— 6. n'ebbono.... qualunque] n'ebbono e Inf ra l'aJtre fu cho qualunque /4. — 9. nomora] memorle /, — 10. altre]
omm, G. R. — 13. e mese] omm. A. — 14. perchfe..., commetteano] perche egll diceano che commetteano A. —
16. ragionavano] ragunavano G. /?., /. ha eorretto la letione di G. R., e la sua correzione corris/onde alla lexione
di A., data nel ti-fto — 18. via.... la quale] via fusse la quale A — 20-21. giustizla.. . . slndacato] giustizia e fussc
dato loro picna balla di non stnre a sindacato G.R. — 21-2J. fiorlni.... Questo] fiorinl tra i pennoni c targia
e uno cavallo e coppa fussero etc. G. R.; fussero 200 contanti /. — 31. di piacerl] omm. A, — 35-36. bando....
sotto] bando e confinl e bando assal, infra i quall furono dl nome questi, che qul appi^ noteremo G. R,
400 CRONACA FIORENTINA [A. imi]
Nanni, gjubbettaio
Ceffo, farsettaio
Bartolommeo di Bianco di Bonsi
Manno di Boccaccio di messer Ardovino
Tommaso Buzzaffi 5
Piero di Ser Benozzo
Alessandro di lacopo, cimatore
Lorenzo di Puccio Cambi, scardasaieri
'•'"••* N"*^^'' ^ \ di Stefano del Mazza ,_
Mazza f »0
Atanagio di Simone, legnaiuolo
Francesco di Martino, correggiaio
Ser Cione di Pagolo Cioni
Bartolommeo di Guiduccio, balestriere
Niccol6 degli Oriuoli 15
Ser Bonaccorso Simoni, bacinaio
loanni di lacopo degli Asini
Guido Tolosini
Domenico di Taldo, cimatore
Tommaso, detto Calavrese 20
Bemardo di Matteo Velluti
Niccol5 di loanni del Sega, tintore
Simoncino di Francesco, vinattiere
Cristofano di Barberino, corazzaio
Pagolo di Matteo Malifici 25 |
Lorenzo di Donato, chiamato Persona
Giovanni Dini, speziale
Benedetto di Bartolommeo Gucci j
Marchionne, legnaiuolo
Bartolommeo di Bernardo, corazzaio
Ciardo di Berto, vinattiere, fu preso, e mozzo il capo
Benedetto di Tendi, cardatore
Tommaso di Marco, sensale.
Tutti i sopraddetti furono condennati ne' detti tempi nell'avere e persona per lo Capi-
tano del popolo. 35
/., XI, 17 Questi ' sono i confinati, e dove, condennati in certa quantit^ a condizione deiravere e
persona.
Michele di Ridolfo confinato a Bologna, e poi a Genova per cinque anni.
Tommaso Soldani a Perugia per uno anno
Giovanni di Taddeo Bonci a Siena 40
Francesco Gori a Cortona
Antonio di Bartolo Pericoloso a Pisa per due anni
Bemardo Covoni a Lucca; poi oltre le 50 miglia per due anni
Niccol6 di Vanni Nelli a Furli, e poi a Pisa per cinque anni
Vieri di Pagolo, maliscalco, a Perugia per cinque anni, poi oltre le 40 migUa. 45
4. di Boccaocio] omm, A, — 34. Criatofano . . . . corazzaio] omm. A. — 36-37. Questi.... e persona] omm. A. —
38. confinato] omm. G. R. • t poi a Genova] omm. G. R. — 43. per due anni] omm. G. R. — 43. pol.... 50 miglia]
omm. A. — 45. poi.,.. miglla] omm. A.
[A. 1381] CRONACA FIORENTINA 401
Filippozzo Soldani a Bologna per tre anni
Taddeo di Neri, ricamatore, a Lucca, e poi oltre le 50 nuglia per cinque anni
Amaretto Mannelli
Bruno di Salino Bruni in lire 500, e stare a* confini oltre le 50 miglia per sei anni
5 Andrea di Giovanni Chesse in lire 100 \ ^ . i , r/^ • i-
„ , ., ..... -__ i e connni oltre le 50 migua per cmque anni
Tommaso, bilanciaio m Iire 200, I & r i
Andrea di Betto Filippi in lire 1000 ] ^ . , , ,-^ . ,.
T^ , . j T» • • ,• ^nr. } e connni oltre le 50 migha per sei anni
Dolcmo da Petroia in lire 200 j -& i-
Agnolo, cardaiuolo in lire 300, e confini oltre le 50 miglia per sei anni
10 Pagolino' de' Cerchi in lire 400 et a confini per sei anni /., zi, ss
Taddeo di Riguccio Pegolotti in lire 200
Matteo, cimatore, confinato oltre alle 50 miglia per cinque anni
Piero di Martignone, condannato in lire 300, e confinato olre le 50 miglia per sei anni
Lorenzo del maestro Dino in lire 300
15 Riccardo Figliopetri in lire 200
Ruggieri, vocato figlioccio in lire 200
Messer Piero Benini in lire 1000
Francesco di ser Puciano de' Cerchi in lire 300
Betto di Tano del Bene in lire 200
20 Filippo Casaccia in lire 200
Messer Nofrio de' Rossi in lire 1000
,,°" , ' i di Francesco Lippi in Hre 200
Michele j ^^
Alessandro di Benedetto Gucci in lire 500
25 Francesco in lire 300
Andrea, vocato Chessa, in Ure 200
Antonio di Cino, cardatore in Hre 200
Cambio di Bartolo Calosso in lire 300.
Confinati dalle 50 miglia in Ik:
per sei anni
30 NiccoI6 di Giovanni Bonarli
Piero d'Ugolino di Bonsi
Francesco, vocato Bate, orafo
Ser Niccol6. di ser Ventura Monaci
loanni,' di Bartolo, cardatore per due anni /., h, »
35 Filippo Pucci privato d'ufici e confinato per 10 anni oltre le 50 miglia
Bemardo di Niccol6 di Bocchino 1 ...
^ . ^ ^ .j ( privati m perpetuo
loanni, vocato Guidone ' ^ '^
Messer Salvestro de' Medici a Modona |^ H* •
Matteo di Bonaccorso Alderotti a Genova / "
40 Ser loanni Burazzi da Castel Fiorentino, confinato i>er dieci anni oltre le 50 miglia
lacopo di messes Tommaso degli Strozzi in lire 1000, e privato d'uficio in perpetuo
Branca di messer Giorgio Scali e
Donato Dini a' confini per dieci anni oltre le 100 miglia in lire 1000 e privati in perpetuo.
1. per tre anni] omm. G. R. — 9. 300] 500 A. — 10. In lire.. . . anni] omm. G. R. — 11. In lire 200] omm. G, R.
— 35. in llre 300] in Hre 500 A. — 29. Confinati. . .. in iAJ a pena dei doppio e stare debbono a pena dell'avere
e deila persona oltre le 50 migHa per cinque anni G. R. — 33-34- Monaci loanni] Monacl. Confinati oltre le
50 migiia per »ei anni loanni G. R. — 35. Pucci] Piccl G. R. - prlvato.... confinato] amm. A. - oltre ie 50 ral-
glia omm. A. — 38-39. per diecl anni] per cinqu; anni O, R. — 41. in perpetuo] in eterno G. R. — 43. in iire,..,
perpetuo] omm. G. R.
T. XXX, p. I — 9«.
402 CRONACA FIORENTINA [A. i38ii
RUBRiCA 911' — Come fu fer quclli della dalia levato il divieto a messer Cantc de' Gahrielli,
ed eletto fer sei mesi Cafitano.
Durante la predetta balla si fu eletto in Capitano di guardia messer Cante, figliuolo di
messer lacopo Gabrielli da Gubbio, il quale per due anni addietro era stato Capitano, con
quella medesima balla, famiglia e salaro, che usb altra volta; e che il divieto, ch'era an- 5
cora otto anni, li fusse levato, ed entrasse a' dl 8 di aettembre prosaimo vegnente, lo quale
/., XI, w seguire dovea il suo offizio dopo ' la rafferma del detto messer Obizzo, detto nella aoprascritta
rubrica. E non 8'arebbono indugiato tanto a volerlo, nfe a raffermarlo messer Obizo, se al-
lora ravessero potuto avere; ma era per venire per sei mesi presenti sanatore di Siena, e
per6 diliberarono la aua elezione da lunga tanto. 10
RuBRicA 912* — Come si fece legge, che c^ Grandi fossero levati li gravi ordini dclla giu-
stigia, e del nuovo ordine delle fetizioni.
Ancora durando la predetta balia, raccordandosi che a' dl 18 di giugno 1378, 8'era posti
gli gravi ordini della giustizia addosso a' Grandi, li quali in effetto la gravezza era, che chi
offendea alcuno popolano incorresse in gravi pene, e se cessava Toffenditore, o non potesse li
pagare, intino in quarto grado il congiunto per linea masculina era ubricato alle predette
pene pagare ; li quali gravi ordini levati furono loro, rimanendo in quello pristino stato, che
erano in quello tempo, che posti furono loro, ciofe 1378 e potessero avere gli ufici stribuiti,
come a quello tempo erano. Ed ancora fu fatta un'altra legge, la quale, non molto bene
calculata, contenne questo; che tutti quelli che per vigore di petizioni date fussero stati fatti 20
/., XI, »1 del numero de' Grandi, o Grandi sopraggrandi, s' intendessero essere liberi' ed assoluti, e ri-
tomarsi in quello pristino stato che prima s'era, ciofe popolato, o grande, ch'e' fusse. Questa
fu pessima legge, che molti erano stati fatti grandi e sopraggrandi per gravi delitti di ma-
lificio e d^uccisioni ed assasinagione, o di molti altri mali; che se fussero iti a partito d'es-
sere ristituiti ad uno ad uno, sarebbe la cerna troppo migliore che non fu; e cosi si ristette 25
in termini assai gravi e sconci; puosevisi una condizione, la quale s^intendessero aver prima
la pace da quegli che data gli avea la petizione, e che stessero tre anni senza alcuno uficio
di Comune. Queste petizioni furono formate in questo modo nel 1354. La cagione fu questa
che le feuniglie possenti e grandi della cittk di Firenze, e ricche d'uomini e di persone, ol-
traggiavano i meno possenti, e poi a palagio non potieno avere piena ragione i meno pos- 30
senti. Per porre freno a ci6 fu fatto, che qualunque meno possente si fosse offeso dal pos-
sente, di persona o di forza, o di possessione rubata, o vietata, o arsione, o simile inorme,
o atroce cose, desse la petizione ai Priori e Collegi, e chi per le due parti delle fave rima-
nesse avere fatto le predette cose, o alcune di quelle, in quello caso rimanesse del numuro
de' Grandi e possenti, e trattato e riputato fusse come se grande fusse nato. Poi nel 1372 35
/, XI, n d'aprile si fortific6 col numero' ed ordine de' 56 cittadini della balia, li quali puosero le con-
dizioni predette, si potesse dare petizioni: e se per la maggiore parte de' 37 di Signori e
CoUegi, sl veramente vi sieno il meno 25 tra Signori e Collegi, e di poi andare a partito;
e colui che avra la maggior parte delle fave nere rimanga dei Grandi, ed allora trassero
3. figliuolo] omm. A. — S- che U86 altra voltal omm. A. — 5-6. ch'era.... annl] 0»»». A. — 6. levato....
a' di] levalo i\ quale fusse Capitano a' di G. R. — 7-10. detto..,. tanto] detto messer Obizzo, e «'avessero po-
tuto raffermare messer Obizzo, l'arebbon fatto, ma lui areva andare Sanatore di Siena, e per6 diliberorono questa
eletione A. — 16. 11] omm. A. - ubrlcato] obbligato G. R. — 18. stribuiti] distribuitl G. R. — 34. asaassinagionl]
aasassinagine G. R. — 35. la cema] la cosa A, — 16. e sconci] omm. A. — 33. o dl possessione] dl possessione
G. R. - possessione.. .. slmili] possessione turbata, o simili A. — 33. priori] signori A. — 3+. alcune di quelle]
»mm. A. — 35. fusse] omm. G. R. - grande] omm. A. — 37. di Signori] omm. G. R. — 3S-39. vcramente , . . . ed al-
lora] veramente che le due parti de' CoUegi vi fussero che vogllono essere almeno 25, che chi vname 13 fare nere
in contro, o cot^ da 37 Infino In 35, ia maggior parte, allora G. R.
[A. 1381] CRONACA FIORENTINA 403
delle borse de' Consoli delle 21 Arti uno Consolo per Arte, e che cosJ, senza levarsi i Col-
legi da sedere, si mettesse da capo tra i Collegi e le Capitudini, e chi la maggior parte delle
fave nere contra a se avesse, fusse del numero de' Grandi, e cosl trattato. E per levare
via, che alcuno, data la petizione, non fosse di tanta potenzia, che ordinasse, o per amicizia,
5 0 per paura, che la predetta petizione soprastesse, o Toffeso la ritogliesse, s'ordin6 che infra
tre di, a pena di 1000 fiorini, i Priori ed il notaio lo dovessero torre, e mettere a partito,
e se Toffeso la rivolesse, non la potesse riavere. E per torre che la porta non fosse vietata
s'ordin6, che a ogni rettore e judice e cavaliere compagno si potesse dare, ed eglino cadere
nella pena, se in palagio non la portassero. Queste furono in effetto le condizioni delle pe-
10 tizioni, delle quali molti n'erano stati puniti, li quali furono tutti liberi, e fu male per chi
Tavea meritato, comecchfe certi aveano ricevuto torto, perocch^ erano stati ' per opera di /., xi, 93
quistioni piccole, ovvero per danari : sicchfe non erano usate alla intenzione perchfe erono
state fatte.
RuBRicA 913* — Come la citta di Firenze di nuovo si misse in arme, e corsesi, e nuovo ■par-
15 lamento si fece e balla di nuovo si diede a quelli che Vaveano e ad altri.
Nel detto anno 1381, a' di 15 di febbraio, essendo gli predetti della balla a fermare le
loro condizioni, e fare le loro faccende per vigore di loro balla, s'intesero insieme molta
gente, ci6 furono le famiglie ed i Grandi e li Ciompi mossero con loro. E principalmente
tolsero una bandiera della Parte, e corsero alla piazza, e mai non si vide piii trista brigata,
20 che soldati e da pife e da cavallo, e messer Giovanni Auguto capitano di guerra con pifi di
1500 cavalli e balestrieri genovesi, assai altri fanti si furono in piazza, e quelli ciompi con
quella bandiera della Parte con forse 50 uomini male armati intrarono in piazza senza alcuno
contasto, e quivi corsero : ed armarsi per la citt^, ed in Mercato nuovo si ragun6 tutte le f a-
miglie e molti altri, li quali in effetto feciono sentire in palagio quello volieno, ciofe quattro
25 della brigata della balla, che parlassero con loro; furono loro dati: ed in effetto nella casa della
Parte guelfa diliberarono', ed a' Priori ed a quelli della balla predetti mandarono 43 uomini /., xi, m
per iscritti, che fussero con loro insieme, ed avessero la balla, che avea il Comune, per tutto
il mese di febbraio, e questo voUono fosse, ed a parlamento si sonasse. Diliberato il par-
lamento e sonato, quando si leggea in suUa ringhiera del palagio, ed in lo palagio alle finestre
v5(1 i Priori ed i CoIIegi ed il Capitano del popolo, e lo popolo armato in piazza; e letti e no-
minati, e presa la balia per 43 insieme con gli altri 103 predetti, uscl da canto altri ciofe
messer Giovanni del Ricco, giudice, Carlo Strozzi e Bonaccorso di Lapo Giovanni con altra
scrittura, contenente molte e varie cose, le quali sono queste che appi^ si narreranno, e li
43 eletti per uno notaio solo le infrascritte cose senza richiesta di quelli della balia. Dalle
35 finestre udivano i Priori, e poco intendieno, e cheti stanti ad ogni cosa addimandata, e cosl
si usci fuori lo gonfalone della Parte guelfa e quello della Giustizia; quello della Parte in
mano a messer Donato di lacopo Acciaiuoli, e quello della Giustizia in mano a Benedetto
di Ciardo dal Buco, vinattiere, e corsero la cittk colle genti delle famiglie e col popolo e
coUa gente deirarme, e tornarsi a casa, corsa la Terra, e renderono le bandiere in palagio
40 a' Priori.
S^uesti^ sono i Cafitoli ■profosti in ■parlamento, /., xi, w
In prima che gl' inf rascritti 43 abbiamo quella balla insieme con gli altri 103 che ha il
Popolo e Comune di Firenze per tutto il mese di febbraio.
Item che tutte le male fave si debbano infra '1 presente dl ed il secondo levare di pa-
45 lagio; e se infra '1 termine non fussero levate, 8'intendano avere gl' inf rascritti 43 la balia
13-13. Intenzlone . . . . fatte] intenzlone pcr che fatte erano dl state G. R. — i6. fermare] formare G, R, —
ao. dl guerraj qui ttrmiHa U codiet atiniano.
404
CRONACA FIORENTINA
[A. 1381]
i
di levarle eglino. Male fave s'intendano gli smoniti del Collegio e della balia o altri a loro
sospetti,
Item, che tutti i condennati, coniinati, o inquisiti infino a1 presente dl, da' dl 16 di gen-
naio in qaa, 8'intendano essere condannati per rubelli e neU'avere e perBona, ed i loro
figliuoli da quindici anni in su. 5
Item che tutti gli sbanditi ribanditi, arsi i loro beni, ristorati.
Item che Tuficio de' Priori sieno sei maggiori e scioperati, e tre minori, ed i Gonfalo-
nieri undici maggiori e cinque minori, e i Dodici siene otto maggiori e quattro minori.
Item 60 Grandi si facciano popolani.
Item che ai lievi il divieto a' Grandi, il quale era, che chi fosse fatto popolano aveoae 1"
a stare da quel dl venti anni ad essere Priore e Collegio.
j„ XI, 9» Item ' cinque mesi avesse termine a pagare chi avesse a dare al Comune, e pagare pre-
stanza, che avesse da 2 fiorini ingiii, 20 soldi per ciascuno fiorino, e non piii, essendo assegnato.
Item che chiunque avesse fatto alcuno malificio per insino a quel dl fusse libero ed as-
soluto, ed ancora aggiunsero, cosa diabolica, che chi offendesse per tutto quello dl infino a lo
mezza notte, fusse libero; e credettono fare de' micidi. E fatto questo, si partirono molti
per farne, se non che la cosa sl si sparse, ed eglino si puosero cura alle mani, cio^ chi temea.
Item, che le balestra si rendessero a quelli poveri uomini, a cui furono tolte: intesesi
per quelli Ciompi, a cui furono tolte, quando di settembre nel 1378 furono cacciati; erano
balestrieri soldati Ciompi, furono loro tolte le balestra. 20
Siuesti sono gU aggiunti alla balta di quelU di fritna.
Niccol6 di Betto Bardi, tiratore
Messer Tommaso Soderini
Messer Filippo Corsini
Piero di Sillo Serragli 25
Piero di Neri Pitti
Niccolb di Sandro de' Bardi
A, u, 97 Nanni' del Boneca de' Rossi
Tommaso Brancacci
Arrigo di ser Piero Mucini
Filippo, vocato Barbsizza
Luigi di Piero Canigiani
Lorenzo di Filippo Machiavelli
Messer Filippo de' Magalotti
Bonaccorso Hi Lapo Giovanni 35
Giovemni di Piero Bandinl
Lionardo di Sandro Peruzzi
Piero di Lapozzo, vaiaio
Giovanni di ser Ugo i S. Croce
lacopo d'Arrighetto, legnaiuolo 40
Bartolommeo di Marco, vinattiere
Ugolino di Neldo Gherardini
Bettino di messer Bindaccio da Ricasoli
Adovardo de' Pulci
Fino di Taddeo di Fino ^ ' 45
Carlo di Strozza degli Strozzi
lacopo di Schiatta Mangioni
Lorenzo di Matteo Boninsegna
Zanobi di Simone Fei, chiavaiuolo
S. Spirito
30.
S. Maria Novella
[A. 1381]
CRONACA FIORENTINA
405
ir,.-
I
|5
110
15
Messer Cristofano d'Anfrione degli Spini
Pepo di Marignano Buondelmonti
Tommaso di Rinieri Cavalcanti
Manetto Ricciardi
Messer Albizo di messer Andrea Rucellai
Messer Veri' di Cambio de' Medici
Messer Biagio de' Guasconi
Matteo di lacopo Arrighi
Francesco di Berto da Filicaia
Benghi del Panza, calzolaio
Bono di Filippo, cofanaio
Taddeo di Cantino degli Agli
Simone di messer Pepo Cavicciuli
Andrea di Francesco degli Albizzi
Agnolo da Pino,
S. Maria Novella
S. Giovanni
/., XI, »8
RUBRICA 914*
nunziare.
^uello chc segu\ della -predetta balia, e come fu fatto loro rifiutare e ri-
Come la gente si fu ita a disarmare, ed uscita di piazza, li predetti Carlo degli Strozzi
e Bonaccorso di Lapo, e messer Giovanni del Ricco, judice, parve loro aver fatte cose as-
20 sai, come uomini che desideravano riducere le cose ne' primi termini, quando si ammonia o
in peggio; perocch^ Carlo e messer Giovanni assai in quel tempo poteano meno male ado-
perare che non feciono; messer Giovanni e messer Carlo vollero, che ser Viviano, notaio
delle riformagioni fosse rogato egli e ser Coluccio cancellieri della sconda scritta, ove erano
li capitoli, come la prima de' 43 ser Viviano neg6, dicendo che non era comandamento ' de' /., xi, 99
25 Signori, se non solo quella de i 43 uomini, e quindi si parti, e torn6 in- palagio a' Priori, e
ser Coluccio disse, e tolse la scritta, dicendo messer Giovanni : " Voi siete rogato della pre-
" sente scrittaa; dicendo ser Coluccio: " lo Tho letta al popolo, ma non ne sono rogato,
" imperocch' io non ne sarei, sanza prima la diliberazione de' Priori„. E messer Giovanni
dicea, che volea. Di che ser Coluccio la tolse in mano; ed in effetto messer Giovanni se
30 n'andava, credo per fare sentire la brigata Terrore, per fare fare qualche male. Ser Coluc-
cio lo fece chiamare in palagio, e quivi disputd seco tanto, che contento lo fece, che lo par-
lamento non vale cosa si proponga, se non procede di comaadamento e diliberazione de' Si-
gnori, ogni cosa che sia a proporre. La mattina vegnente e la sera a tutti li buoni uomini
di Firenze parea loro avere tagliato le mani e' piedi, vedendo il parlamento, gli uomini,
35 ch'erano dati in compagnia a quelli della balla ed i Capitoli e lo inganno delle cose, che
erano state lette, credendo, che valesse, ed ancora quello, che piu loro dolea, si era, che
quando vennero in piazza la brigata, gridava: " A terra, a terra „ questo s' intendea, che' vo-
lieno ch'e' Priori e CoIIegi, non avessero a fare nuUa, e questo era loro oppinione. Di che
tutti male contenti, veggendo le buone operazioni fatte per gli Priori e Gonf alonieri ' e /., xi, loo
40 Dodici, d'avere tratta di mano la cittk, e messa in mano da' buoni a' rei, ed ora con quelli
della balla, savi uomini e buoni, essere aggiunti 43 infra i quali avea d'uonuni di cattiva
condizione, e del numero de' Grandi e sbanditi, parea loro stare assai male. Pure s' intesero
di subito li Buoni Uomini e mercatanti ed artefici, e TArti 8'andarono a proferere airArte
della Lana; donde TArte della Lana ne venne in palagio palese, e dissero che intendeano,
45 che subito quelli 43 ne scendessero e che quelli ch'erano nella balla erano sofBcienti a fare
2i. Glorannl,... che »er] Gtorannl ToUero che »er G. R.; Giorannt volea che ser /. — 45. icendessero]
itendetsero alla baUa /.
406 CRONACA FIORENTINA [Aa. 13»i.i382]
quello bisognava. Essendo lo seguente d) del parlamento in palagio raunati li 103 e 11 43
di clje in effetto lo scompiglio fu subito, e quasi ogni uomo volea mandarli fuori; poi per
fuggire gli errori, si diliber6 che per meno male si tenesse modo, che con meno vergogna
n'usci88ero che si potesse, la quale vla qui appi^ diremo.
RuBRicA 915* — Come ed in che modo fu la balia d^ 4.3 e come di nuovo si fece la farti- 5
gione degli uficj tra le sette maggiori Arti e scioperati e le 14. minori, cd altre cose si
feciono insieme la brigata.
Blessesi per migliore e piii abile modo, che con loro si facesse alcuna cosa, la quale
/.,»1,101 fosse' quesU: che conciofossecosach^ in suUa recaia deila scritta, che si dicea non valere
il parlamento, era ch'e' Priori deirArte maggiori e scioperati erano 4 ed il Gonfalonieri di 10
giustizia, e 4 delle 14 Arti, tomassero 3 delle 14 minori Arti, e quello s'aggiugnesse alle
maggiori, e che li Gonfalonieri di compagola fossero, dove erano 9 de' maggiori e 7 de' mi-
nori, fussero 11 maggiori, e 5 minori; e de' Dodici Buoni Uomini, ch'erano 7 maggiori, e
5 minori, fossero 8 maggiori e 4 minori. Ed ancora feciono insieme li predetti della balia,
che gli sbanditi avessero uticiali, che vedessero de' modi per gU quali egli riavessero lo loro, 15
ch'egIino avessero cinque per centinedo di quello che v'era veiiduto, ed intrato in comune;
e che i denari della ricompera delle possessioni de' cherici, si ricomperasse quello degli sban-
diti, ed i cherici avessero lo loro cinque per centinaio; e ch'e' 40 milia tiorini, li quali si
difaceano lo monte compiuto e ragguagliato il quarto, s'intende8se pure trarsi alla restitu-
zione de' beni degli sbanditi; e che chi volesse prestare 100 tiorini al Comune n^avesse cin- 20
que per cento, e di quelli deIi'Estimo pagato, che non se n'ha nulla di merito, n^avesse
scritti altri 100, ed avesse cinque per centinaio, di chi prestasse 100 n'avea 10 per la pre-
/., XI, 102 detta ragione; e tutte' le predette cose fussero alla restituzione dei beni de' rubelli; ed altre
cose feciono, delle quali non h da fare menzione. E poi commissero tutta la loro balia in
due, cui vollono i Priori, e gli altri 103 della balia; e questo si fece per meno vergogna di 25
loro, acciocch^ nulla avessero a fare nella predetta balia: sicch^ in tutto un dl Tusarono, e
non piu. Ed ancora feciono che chi fusse stato dal 1312 per infino a questo di Priore, Gon-
falonieri, Dodici, il padre, ravolo, o egli non potesse essere ammonito, e fusse abile agli ufici
del Comune, e clie non fosse, n^ potesse essere sospetto alla Parte guelfa, e che cosa, che
si facesse in contrarlo, nou valesse, n^ tenesse. 30
RuBRiCA 916* — Come di nuovo fu romore in Firenze, e sarmarono i Ciomfi e gli sbanditi
ribanditi, e corsero alla fiazza de' Priori, e fcce» farlamento, e tolsersi 8 Gonfalom.
Nel detto anno e del mese di febbraio a' di 26, tratti i Priori delle borse nuove, furono
il contrario modo, che gli usciti, ove a rado erano di famiglie, e quivi ne furono parecchi
insieme; li quali Priori, come Tordine narrato nel precedente Capitolo disse, 6 delle 7 mag- 35
giori Arti e scioperati, e 3 delle 14 minori Arti, li quali furono:
/.• XI, 103 ^uestV sono li Priori da marzo 1381, a tutto afrile 1382.
Lotto Ricci, mercatante
Falco di Baccio, beccaio
Bartolommeo di Giotto de' Peruzzi 40
loanni di Franceschino Pepi
Leone di Zanobi degli Acciaiuoli
Luca di Vanni, calzolaio
Branca di Stefano de' Scodelleiri, cambiatore
Bartolommeo di Dolfo del Bugliaffa, spadaio 45
Messer Rinaldo di Giannozzo Gianfigliazzi, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Ma-
ria Novella
Ser Francesco di ser Giovanni Amati loro notaio, quartiere di 8. Spirito.
[A. 1382] CRONACA FIORENTINA 407
Vedutosi i Priori, ed entrati lo primo di di marzo, e cominciato a trarre gli ufici di
fuori e dentro, alcuno degli smoniti uscirono ad alcuno picciolo uficio ; di che perch^ male
erano contenti quelli, che avieno il reggimento, che niuno ve ne fosse, cominciossi a mor-
morare di loro; e quello che segui di questo, fu, che li ribanditi soUevarono i Ciompi ed
5 altra brigata, e sabato notte a' di 8 di marzo, si ragunarono in S. Michele Berteldi, e feciono
parlamenti ' assai ; e quegli della guardia e' Signori vi puosero rimedio. AUora non armarsi ; /., xi, lo*
ma fu si dolce lo 'mpiastro, che la Domenica vegnente in sul tardi 8'armarono da capo, e la
notte corsero per la Terra con insegna di Parte guelfa, ed andarono a casa d' uno, a cui era
stato tagliato il capo, e suggellato 1' uscio, ciofe Ciardo, ed arsonlo, e dipoi a casa d' un altro
10 ammonito ricco, cio fu Maso di Neri, funaiolo, ed erano acconci d'ardere tutti gli smoniti,
se non fosse che TArte della Lana ed i Gonfaloni, 8'armarono, e venne alcuno in piazza, e
poi si mando Ik. La mattina per tempo furono in arme, e vennono in piazza; il Gonfalo-
nieri della giustizia si misse in concio per armarsi col gonfalone, e se si fosse uscito di pa-
lagio, la cosa andava in buoni termini ; onde incoiitanente si fuggiroro questi sbanditi al Pog-
1 5 gio alla porta a S. Giorgio, e gia per uscire fuori cominciavano a smemorare la porta. Come
che il fatto 8'andasse, molti d'ogni famiglia n'andarono a loro, e con loro s'accostarono, e
feciono lassu con fanti e con brigate. Di che il Capitano del Popolo n'and6 con loro, e con
loro s'accost6, e f eciono loro ordini, e vennono in piazza ; li quali ordini furono in utile del
Capitano, ed in danno e vergogna del Comune di Firenze. E nella loro venuta tolsero 8 gon-
20 faloni a 8 Gonfalonieri di Compagnia,' e diergli ad altri 8 uomini. Questo sofferse il Capitano; /., xi, 105
poi sono a parlamento, e feciono li Capitoli, e nel parlamento si lessero, li quali furono questi:
^esti sono i Ca-pitoli del farlamento.
In prima che niuno ammonito, nh. suoi consorti, possano co' loro descendenti in perpetuo
avere alcuno uficio nella cittk, 0 contado di Firenze, nh niuno di origine Ghibellina, o se
25 fosse tratto si debbia stracciare, e se accettasse alcuno uficio, gli posero pena la testa, salvo
12 de' Priori.
Ancora che i Priori possano de' gonfaloni tolti ristituire due degli Otto, a cui loro piace.
Item che il Capitano del Popolo sia tenuto, e debba alla pena di 500 lire confinare per
tutto lo secondo di, 25 cittadini, quali e dove e per quello tempo che a lui parrk.
30 Item che 'I Capitano possa e debba avere al soldo del Comune di Firenze per
lance 20 a quello soldo usato che il Comune dk agli altri.
Item che i beni che furono del conte di Monte Carelli si debbano rendere airerede, lo
quaFfe conte Tano; gli fu tagliato il capo di setfembre 1360.
Item che tutti i malifici commessi dal dl deiraltro parlamento infino a quello dl, non se
35 ne potesse conoscere.
Item che 'I Moscone fosse Castellano di Sangimignano.
Item che Fino di Taddeo fosse scrivano per uno anno airuficio degli Uficiali de' ponti
e mura, che si dice gli Uficiali della Torre.
Item che tutte le case le quali furono arse neiranno del 1378 si debbiano ristituire lo prezzo.
40 Item' che tutti coloro, li quali avessero pagata alcuna condennagione dal 1378 in qua, /., xt, 106
per gaione d'e3sere turbato stato, li dovesse essere ristituito la pecunia. Questo 8'intese,
che nello detto tempo si feciono certi trattati, come addietro appare, e di dicembre e di
febbraio e marzo, di che certi n'ebbono bando personale, e certi bando pecuniale e confi-
nati; poi chi pag6, e a cui fu concesso pagare la metk, ed osservare certi confini, e dimi-
45 nuiti i confini, e questo volle incontenente la petizione, e piii cose altre.
RuBRiCA 917* — Come si riarmaro li Ciomfi ed i banditi, e voleano cose nwve, e dis-
sesi gridavano: " Viva le 24. Arti ,,, e come ^armarono i soldati e gli altri fer azzuffare,
Nel detto anno 1381, a' di 11 di marzo, ci6 fu il seguente dl del parlamento, sl' s'ar- /..«,107
408 CRONACA FIORENTINA f a. i3«aj
marono da capo i Ciompi, e dissesi, che gridavano: " Vivano le 24 Arti„. Ci6 era a dire
rifare le tre Arti; ci6 erano quella del Popolo minuto, quella de' Ciompi, che si diafece di
settenibre 1378 e le due, che si disfeciono di gennaio 1381. Questo inteso la brigata delle
famiglie e de' mercatanti s'armarono ed andarono al palagio, e lo gonfalone della giuatizia
e quello della Parte guelfa ed il Capitano del Popoio ed il Capitano della guerra e ri si 5
assembrarono dietro a quelia brigata. Ed ultimamente non ne ritrovarono niuno, anzi s'erano
disarmati e nascosti in casa, owero non ancora ragunati insieme. Le 'nssegne tomarono al
palagio e la brigata si disarmb; e lo Podest^, perocch^ armati 8'erano in Mercato nuovo
grande quantit^ di ribanditi colla insegna della Parte e con gran numero d'uomini, e non
voleano rendere la 'nsegna, si diliber6 di volerla, ed ebbesi, e la brigata si disarm^ con gli 10
altri. E la sera seguente il Podesth inquiai quattro capi di coloro, ed il secondo di di^ loro
bando di turbare il pacifico Btato; 11 quali furono questi:
Bernardo Beccanugi
II Moscone suo figliuolo
Andrea di Bartolone 15
20
/., XI, 10« RuBRiCA 918* — ^testi' sono i confinati del di i^ di marzo -per lo Cafitano.
Piero Fastelli
Recco di Giudo Guazzi, capitano di CoUe a FuUgno
Giovanni d'Amerigo, del Bene, capitano di Pistoia
lacopo d'Ubaldino Fastelli | _, ,
Bino di Bino, rimendatore j
Lionardo di Bellincione, saponaio, a Grosseto
Michele di Lando a Chioggia
Verozzo Giraldi a Triesti 25
Andrea di Pacchio Adimari a Pisa, o oltre le 40 miglia
lacopo di Salvestro Buonfigliuoli a Ricanati
Giovanni di Pagolo di Ser Bartolo a Osimo
Francesco di lacopo del Bene a Fermo
Salvestro di Giovanni Cortenuova a Argenta 30
lacopo di Comello da Castel Fiorentino a Orbatello
Lodovico di Piero Baldovinetti a Vinegia
Andrea Franceschi ^
Filippo di Pagolo Corbizi \ ""
Messer Bettino Covoni. Era in ambasciata a Re Carlo 35
Giovanni di messer Pino de' Rossi a Nizza
/., XI, 109 lacopo ' d' Ubertino degli Strozzi a Manfredonia
Lapo di Lippo Grimelli a Chiusi
lacopo di Simone, bacinaio, a Sinalunga. Nel margine: Era Castellano a Susinana
Francesco di Chele a Montefiascone 40
Feozzo Casini, cimatore, a Toscanella. Nel margine: Era Podestk di Gambassi
Sandro di Basilio, tintore, a Cometo.
Tutti i predetti confinati di tre anni, e debbono avere sgombro il contado e distretto
di Firenze infra due di, e osaervare i confini, a pena d'e8sere rubellL
39. ntl mmrgint dtlla steuo m«m>: Tornara d'ambuclat« dal Papa.
[A. 1382] CRONACA FIORENTINA 40»
Questi sono H 12 ch'e' Priori ristituirono ammoniti, avere possono gli ufici 4 delle 14
minori Arti, e 8 delle maggiori 7 e scioperati.
Andrea di Collino Grandoni, lanaiuolo
Banco di Tosco, rigattiere
5 • Bernardo di Sslvestro Buonfigliuoli
Giovanni di Ruberto Ghini
Ser Ristoro.... {lacuna) da Fighino
Giovanni di Mancino Sostegni.
m
RuBRiCA 919* — Come fer gli Consigli si die balla di correggere qtiello che si fece -per
10 vigore del frimo ■parlamento.
Nel detto anno 1381 dl 14 di marzo essendo molti e vari parlari dello sconcio' atto del- /., xi, iio
Tultimo parlamento fatto dl 10 di marzo, e de' Priori che osservato Tavieno in torre i gon-
faloni a buoni uomini, e confinare chi no '1 meritava, e dare bando, ed altre cose che in
ci6 si contiene, l'Arti, e buoni uomini si levarono a biasimare le predette cose, e tanto fe-
15 ciono che per gli Consigli, li Priori ed uno per Arte ed uno per gonfalone, due degli Ufi-
ciali della guardia, due de' capitani della Parte, due de Sette della Mercatanzia, due de' Dieci
della Libertk avessero balia con gli Priori e CoUegi correggere le cose di quello parlamento.
^este sono VArti e i Collegi della dalia.
Filippo di Tommaso Corbinelli » . . ,. p
20 Lorenzo d'Agnolo, maliscalco |
Francesco di ser Piglialarme i _. . ,. , .i ^
. , ,. ,^ . ° . \ Dieci di Liberta
Andrea di Vanni Tosi |
Niccol6 di Bono Rinucci 1 , , t^. . , „ ,,
A j j- xT- M. -n ^- } de Dieci della Mercatanzia
Andrea ai Niccolo Betti j
25 Ser Bernardo Carchelli per giudici e notai
Messer Antonio degli Alberti per gli mercatanti
Messer Veri di Cambio de' Medici per lo Cambio
Messer Zanobi da Mezzola per TArte della lana
Simone Vespuccia per Porta S. Maria
30 Giovanni Federighi per speziali e merciai
Cristofano di Bartolo, vaiaio per vaiai e pillicciai
Zanobi' di Bonvanni, beccaio, per gli beccai /., xi, iii
Benghi del Panza per gli calzolai
Giovanni di ser Dato per fabbri
35 Lapaccio del Toso, linaiuolo per rigattieri e linaiuoli
Matteo di Geri, fomaciaio per mastri
Neri di Riccuccio per vinattieri
Antonio di Ghieri, albergatore per gli albergatori
Giovanni Dietisalvi, biadaiuolo per gli oliandoli
40 Zanobi di Dino, pezzaio per gli galigai
Bartolommeo di Giovanni Baroncini per corazzai
Nuccio di Matteo, tavolacciaio per coreggiai
lacopo del Riccio, fabbro per chiavaiuoli
Bono di Pepo, cofanaio per legnaiuoli ,
45 Griunta di Bartolo, fomaio per fomai.
I. sono] omm, L
410 CRONACA FIORENTINA [A. lasaj
^uesti sono utio -per gonfalone.
MeMcr Vieri de' Bardi
Barduccio di Cherichino
Bono di Taddeo Strada
Bartolommeo Capponi
Lionardo deirAntella
Bardo Mancini
Buono di Bese Busini
Giovanni Riccialbani
/., zi, 112 Messer' Donato Acciaiuoli 10|
Manetto degli Spini
Arrigo Mazzinghi
Marcuccio degli Strozzi
Nardo di Chele Pagnini
Bartolommeo di Lorino 15
Bardo di Niccol6 di Luti
Messer Tommaso di Neri di Lippo.
Tutti gli sopradetti insieme co' Priori e gonfalonieri di Compagnia e con 12 buoni uomini
ebbono balia di correggere le predette cose fatte nel parlamento infra 10 di, dal dl che la
petizione fu vinta nel consiglio del Comune, ci6 fu a' di 16 di marzo. 20
RuBRiCA. 920* — Come quelli della bal\a feciono fiu cose, infra Valtre cih che segue.
Per la detta balia presa, fu in Firenze molti monnorii, ed a cui parea che correggessero
le cose fatte in quello parlamento, ed a cui dispiacea, come sempre fu di Comuni, ch'a cui
piace, ed a cui dispiace. Ultimamente eglino pure ragunati insieme, cominciarono a correg-
gere; e in effetto degli confinati, ch'erano 25, ne levarono 6 che non andassero a' confini, 25
/., XI, 113 e quelli ch'erano confinati ancora ebbono grazia, imperocchfe' da' confini furono agevolati,
imperocchfe furono mutati loro i confini, quasi a tutti, dove a loro piacea piii d^essere, sal-
voch^ piCi che tre non ne fussero per Terra.
^uesti furono li sei chefu loro levato i confini, che doveano (ivere fer vigore della detta batia,
Piero Fastelli Petroboni 30
Bino di Bino, rimendatore
Salvestro di Giovanni, tintore
Lodovico di Piero Baldovinetti
Filippo di Pagolo Corbizi
Lapo di Lippo Grinzelli. 33
RuBRiCA 921* — ^ello che feciono i fredetti della balia, i quali furono segreti infino allo
s-pirare del di lo.
Per lo mormorio lo quale fu delli 6 levati de' confini, di che di sopra fatto aviamo men-
zione, perocchfe molti diceano dovere essere intra '1 numero de' 25 sei piii degni di grazia
che questi, per6 o meno avieno offeso, ovvero v'era di quelli che offeso non avieno, molte 40
parlanze n'uscirono. Di che per non avere n^ preghiere di rimovere, n^ che scandolo non
uscisse, e se uscire ne dovesse, fosse alla fine, e prowedersi di romore, mandarono i Priori
/., XI. lu per le Vicherie del contado, e fecionle' venire; sicchfe l'ultimo de 10 di vi furono in Firenze
assai gente d'arme, e poi piuvicarono ci6 che fatto avieno, che in effetto fu questo:
[A. 1382] CRONACA FIORENTINA 411
Che, conciofossecosache nel parlamento fosse che niuno smonito, n^ suo discendente
potesse avere uficio, e se imborsato fosse, si stracciasse, corressero, che infra quattro anni
non potessero avere uficio; e cosi quelli che imborsati erano, se tratti fussero, si straccias-
sero; e se infra' quattro anni niuno ne rimanesse nelle borse, che non fosse tratto e strac-
5 ciato, poi passati 11 quattro anni potesse accettare ogni uficio ; e se squittini si facessero il
detto tempo, potessero essere imborsati, ed avere ogni uficio a che tratto, o eletto fusse.
Paria grazia, ma fu piccola; perocch^ infra i quattro anni vi debbono essere tutti veduti e
stracciati, ed a rifare lo squittino, bench^ vincessero il partito, per lo vecchio ch'era per
quello tempo, ve n'era tanti, che se bastato fosse, ve n'era per 17 anni o piu; sicch^ a buona
10 speranza potea stare lo smonito.
Item dovecchfe '1 Capitano del Popolo dovea avere 20 lance gli furono levate.
Item che dove dovea a certa pena fare 25 rubelli, ancora questa pena si tolse.
Item che de' beni del Conte di Monte Carelli, che restituire si doveano, si Iev6 via,
e che non si dovesse restituire.
15 Item che '1 Moscone fosse castellano si lev6 via, che n6.
Item' che la restituzione delle case arse e rubate non si dovessero ristituire. /., xi, us
Item che tutti coloro i quali doveano riavere le condennagioni pagate, ancora dilibera-
rono che non le riavessero, ed altre cose feciono che non sono da impacciarne scrittura per
non esser degne di memoria.
20 Item feciono ordine che dopo li quattro anni niuno smunito non possa avere in uficio,
se non uno per volta. Questo fu loro il maggiore segno, ch'eglino potesse avere, perocch^
sempre saranno, osservandosi questi tenuti Ghibellini, da non si potere finire; perocchfe ogni
volta, che se '1 Priorato n'ara uno, fark sospetto a' compagni, chi per lo segno, e chi per
non essere tenuto di loro setta, e guarderannosi li compagni di non avere con lui colloquio
25 di cose segrete. E cosi addiverrk in ogni uficio della cittk, in che eglino fieno eletti o tratti.
RuBRiCA 922* — Come vennono lettere in Firenze del Duca d' Angib e -poi ambasciata.
Nel detto anno 1381 del mese di marzo vennono in Firenze lettere del Duca d'Angi6,
ciofe dello Re di Francia, e balio' dello reame e Re di Francia. Le quali lettere significa- /., xi, ii6
vano, ch'egli facea a sapere al Comune di Firenze, che Bernardo di Cino BartoUni da Fi-
30 renze suo servidore, che era appresso a lui in Parigi, e gli avea detto suo segreto de' fatti
d' Italia, a cui il Comune desse piena f ede, come a lui. L'e£fetto dello scrivere di Bernardo
fu questo: Che' egli amava la cittk e' cittadini di Firenze, come suoi cari amici, e che a
loro significava che egli era per passare in Italia al soccorso della reina Giovanna, la quale,
come detto h addietro rubrica 896, era presa per lo re Carlo, e privata dello regno per
35 Urbano papa, e che il detto Duca d'Angi6 mandava suoi ambasciadori a bocca narrando
per Italia le predette cose ed altre assai intomo alla detta materia. E del detto mese ven-
nono ambasciadori solenni ; uno Prelato e due altri nobili uomini, i quali alli Priori spuosero
loro ambasciata in questa forma, ciofe: " Salute, etc. prof erte, etc. , , e richiesero il Comune,
che non dovesse in niuno modo coUegarsi col re Carlo, n6 con niuno nimico dello Re di
40 Francia, n^ del Duca d'Angi6, e TAmbasciata fu da parte dello Re e del Duca; e che il
Comune di Firenze si dovesse collegare a fare compagnia coUo detto Duca d'Angi6, sap-
piendo che pifi tempo dinanzi la Reina avea tolto un suo figliuolo adottivo, il' Duca d'Angi6, /., xi, 117
ed egli avea accettato. A loro fu fatto grande onore, e convitati dai Priori; e tenuto di
ci6 consiglio, fu loro risposto: II Comune rallegrarsi e ringraziare li saluti e le proferte, e
:45 che d'ogni sinistro caso avvenuto, o che avvenisse, infra loro padri e famiglie, cio^ tra la
Casa di Francia, sempre loro graverebbe, e sempre ebbono per padri e mantenitori, e cosl
amavano 1' uno e Taltro, e riveriano cosl quelli di Francia, come quelli di Puglia, e che tra
loro non piglierebbono parte nh. in offendere, nfe in diiendere, ma sempre ogni bene ed ogni
412 CRONACA FIORENTINA [A. 1382]
concordia, che mettere ri potesse tra loro, il Comune avere e persone vi metterebbe sempre.
Questa fu in effetto la rispoflta del Comune di Firenze; e cori del detto mese di marzo si
pArtirono li detti ambasciadori della cittk di Firenze, ed andarsene onorati di parole e di
conviti e di compagnia infino a casa li Priori; ma quando cavalcarono non fu per6 loro
fatta compagnia; quale si fosse la cagione, o per non dispiacere allo re Carlo, o per non 5
essere li Priorl meglio provveduti. Ma pure allo re Carlo ed al papa piacque a' Priori
signiiicare la copia della lettera e della ambasciata fatta a bocca per parte dello Re di
Francia e Duca d*Angi6 al Comune di Firenze.
/., XI, lii RuBRiCA 923* — Come ' in Ftrenze si levarom molti baldanzosi, e feciono segno.
Nel detto anno essendo nelle predette furie e contese le cose della cittk di Firenze, 10
sempre parvono di condizione, che o per pigrizia de' Mercatanti, ovvero per soperchia bal-
danza de' pochi savi, e soprabbondanti baldanze, la citt^ ebbe sempre genti che si sono
fatti segni, e per sperienza, come scritto abbiamo, se ne dovieno correggere; imperocchfe
mai nella cittk di Firenze, niuno si fece segno, che non fosse saettato. E come narrato ab-
biamo addietro rubrica 901 che i capi dello passato istato innanzi a questo furono chi morti 15
e chi cacciati; e cosi in ogni stato narrato abbiamo essere intervenuto, il simile pure, non
avendo in ci6 asemplo, molti si feciono segno nella citti, infra' quali furono questi di fami-
glie e di nobilt^ e appresso artefici.
Messer Stoldo Altoviti I r, ,, . ^t
,, „ ^ ...,.} S. Maria Novella
Messer Donato Acciaiuoli ) 20
Michele di Vanni di ser Lotto Castellani l o p
Mesaer Benedetto degli Alberti i
Messer Vieri di Cambio de' Medici \
Giovanni di Cambio, detto Balestrieri \ S. loanni
Messer Biagio di Bonaccio Guasconi I 25
'-. ", 11» Messer' Tommaso di Guccio Soderini \
Lorenzo di Filippo de' Capponi S. Spirito.
Bigliotto di Sandro Bigliotti
Messer Gherardo di messer Lorenzo Buondelmonti S. Maria Novella
Bettino di messer Bindaccio da Ricasoli S. Croce 30
Simone di messer Pepo Cavicciuli S. loanni.
Comecchfe questi Grandi non facessero molto segno di se, pure eglino erano careggiati
da' predetti popolani maggiori; ma non perch^ volessero i popolani lasciargli pigliare troppo
del campo, ed i Grandi, comecchfe se lo conoscessero, nondimeno per migliore si strigneano
con loro; e cosi chi era, ed a cui parea essere gran segno. GH artefici sono questi: 35
Fantone di Naldo Fantoni, vinattiere 1 c o • •
Simone d'Agnolino, pezzaio ( '
Simone del Chiaro, fabbro \ ^ ^
Antonio Martini, beccaio i ' ^*-^^^
Bernardo d'Andrea, corazzaio 1 40 j
Lapaccino del Toso, linaiuolo
Ricco del Teghia, linaiuolo
Benghi del Pancia, calzolaio ' 1 c t
Francesco di Neri Fioravanti, maestro j ' ***°^
Questi artefici insieme co' predetti maggiori erano il maggiore segno della cittk, comecch^ 45
«Itri ci fossero in ogni quartiere; ma costoro erano nel meoare le cose del palagio e del-
S. Maria Novella
[A. 1383] CRONACA FIORENTINA 413
rarme ' innanzd agli altri, come che essendo a venire alle f ave, vogliendo grazie, o cose dal /., xi, m
Comune, non sarebbono pero stati i piu creduti; perocchfe molti infra loro v'erano stempe-
rati, e faceano sollevare ad arme cui a loro piacea; e se non fosse la temperanza di molti
buoni uomini, averebbono messo ad arme la Terra piu spesso che non faceano, comecchfe
assai la metteano, e troppo, non che assai. Ed infra gli altri furiosi, Fantone e Simone,
artefici, e Biliotto de' maggiori: costoro del quartiere di S. Spirito facieno intrare in arme
tutti li minuti a loro volontk. Ed h vero che in Firenze avea certi, li quali furono arse le
loro case nel 1378 che ogni di averebbono voluto romoreggiare per avere menda de i loro
beni; infra' quali erano questi: ,
10 Messer Filippo di messer Tommaso Corsini 1 „ <; • •+
Messer Tommaso di Guccio Soderini j *
Michele di Vanni Castellani
Alberto di Lapo di Castiglionchio
Carlo di Strozza degli Strozzi, S. loanni
15 La famiglia de' Mangioni per la morte de' loro, S. Maria Novella.
i S. Croce
E nota lettore, come narrato ^, tutto ci6 che di male e stato nella benedetta citta di
Firenze, nulla cosa b proceduto, se non da volere gli ufici, e poi auti, ciascuno a volerli'
per se tutti, e cacciarne il compagno, come fece lo Spinoso, quando lusing6 la Serpe nella /., xi, 121
buca; perocch^, poich6 Firenze ebbe le divisioni de' Guelfi e GhibelHni in qua, sempre sotto
20 colore di Guelfi si sono ammoniti gli uomini, e detti Ghibellini non ad altro fine che avere
per se gli ufici, e toltogli al compagno; ed h in questo trovato rammonire ed il confinare
ed il porre a sedere ed il divieto degli ufici, ed infino a questo dl per ogni uomo che ha
guadagnato d'ufici, mille n'hanno perduto, sanza ranima e le niraicizie, che per lo uficio,
nello uficio sono acquistate; che quando uno h nello uficio, se la ragione dh, e contra a cui
25 viene ogni dispiacere, o in danno di pecunia o d'aItro, assai sia ragionevole . . . . (lacuna) che
contra a cui h venuta, mai contento non b stato; ma sempre in malavoglienza di chi I'ha
data h. fatto, e sempre pensato alla vendetta, e quando s'fe ritrovato ne' luoghi non ha pen-
sato, se non come abbia voluto, o potuto, disfare chi a diritto, 0 a torto, sentenzia contra a
Ixii ha renduta. E a tanto era la cosa, che per lo ammonire era maggiore il colpo, perocchfe
30 era in etemo Tordine contro a se, e tutti i suoi discendenti s'accozzavano di volere essere
capitano di Parte per ammonire, e quando erano in ofiizio i capitani si ristrignieano insieme,
e diceano Tuno airaltro: * Non hai tu alcuno' nemico, a cui tu vogli farenoia?„. E cosl /., xi, 122
ne' parlari raccozzati insieme ciascuno mettea il suo o i suoi, e poi a una fava facieno il
partito; ed era venuta a tanto, come narrato h in piu luoghi addietro, che cosl il Guelfo,
35 come il Ghibellino, era ammonito, ed era sospetto al Comune; sicch6 per gli ufici e dalli
benedetti ufici, per ambizione di volerli, e di non volere, che altri che egli gli avesse, ogni
dissenzione della magnifica e benigna cittk di Firenze, ogni cosa procedea; e ogni uomo
di fuori : e compagnie, e signori, e tiranni avvilivano, e cavalcavano, e predavano la cittk di
fuori per le divisioni dentro ; e talora il terzo gente di fuori a tre tanti soldati del Comune
40 tenieno carapo, non ostante che oltre a' soldati Fiorentini, ch'erano tre tanti ch'e' nimici,
Firenze dentro dalle mura avea 1 5 000 uomini d'arme, sanza la innumerabile gente delle Ca-
stella e Terre e Ville del contado e distretto di Firenze; e dove quattro anni addietro era
dottata e temuta la cittk di Firenze da papa, imperadore e da ogni signore, e allora era in
tanto basso e vile stato, che poche lance la vituperava per divisioni dentro la cittk de' cittadini.
43 RuBRiCA 924* — Come' in Firenze guasi si rifrese Varmi fer certi che furono fresi. /., xn. 1
Pare che serapre, quando la cittk di Firenze si coraincia ad arme, la gente stia gran
terapo innanzi del tutto si riposi; e cosi per ogni piccolo raovimento rarme lasciate subito
35. ltxemna\ I, eolma la iaeuita con pare. ForM» si fotrtblm tufflir» eon /« jfarohi se non che
414 CRONACA FIORENTINA f A. iwai
«5 ripifjliarono. D! cTie volendo i Priori purf farc landare rarme, andando per la citta la
famifjlia de' Rettori, e pipfliando uno del popolo minuto per rarme, dicendo un altro: " Non
"lo menate in tanta furia„, si fu egH preso, e per quelle parole lo Rettore il volle fare
/.. xp. 3 morire. Di che per questo molti di loro genti ed anco delli ritomati ribanditi aiutavano' sol-
levare la cosa, che ogni dl vorrebbono avere fatte novit^, per riavere alle spese altrui di 5
loro beni piii tosto che la legge non avrebbe voluto. E stando in questo sollevamento, fu-
rono presi due, li quali si disse che dovieno uccidere il figliuolo di mesaer Luca da Panzano
a poRta de' Quaratesi, loro antichi nemici. E cosi presi, esaminati, uno di loro, trovandosi
essere nato per madre d'una- bastarda de* Quaratesi, quasi ai d\h per molti fede esaere vera
la cosa; donde se prima bulicava la cosa, maggiormente fu in arme quasi ogni uomo, e chi 10
dicea morissono tutti e tre, e chi dicea: campino; e chi avea parlato per lo preso deirarme
fusse libero, ed alVuno de' due, che si diceano assassini, si tagliasse la mano ; e cosi si cre-
dette. Ma preso il manigoldo, e venuti in su il palagio, in quella ora cosi di notte fu ta-
gliato la testa ad amendue; poi messo bando che ogni uomo tomasse a casa, e ponesse I'anne,
e gran guardie si feciono. E questo fu lo sabato deirUlivo a' di 29 di marzo 1382. IS
RuRBiCA 925* — Comc fu morto uno fe 7 quMle fu fosta in arme Firenze e certi ammoniti
con fanti dello ucciditore furono disfatti.
/.. zu, 3 Nell'anno 1382 e mese d'aprile uno Francesco di Giandonato, chiamato Trucca,' coiaiolo,
vicino d'una famiglia di coiai, i quali furono per addietro ammoniti, che per alcuno tempo
s'aizzarono insieme, essendosi posti di prestanza certi denari a riavere alVestimo, per bisogno 20
di Comune, fu runo di questi 16 a porre li danari quello Trucca; di che ne venne a pa-
gare a quelli coiai fiorini 100, ciofe a' Giraldi. O ch'egli parlassero della gravezza contra
a costui, ch'era stato de' 16 Tuno a porli, o come che '1 fatto v^andasse, uno giovanetto de'
Giraldi, ch'avea forse 22 anni, ch*avea nome Pagolo di Giraldo^ uccise quello Tracca, e fu
con lui uno nato per femmina de' detti Giraldi. I! romore fu grande; e che gli ammoniti 25
ed i Ghibellini uccideano li Guelfi. And6 di furia la famiglia del Capitano, e tutte le robe
delle donne e masserizie letta ed ogni cosa missero in sul fuoco, e fatto ardere raolte mas-
serizie, le quali valeano assai, perocch'erano ricchi, e teneano tre masserizie, e disfatto parte
delle case, ed oltre a questo furono tre di loro che n'ebbono bando e tre confinati e bando
di danari. E certo si volle dire non essere colpevoli, se non li malfattori ch^uccisero; co- 30
mecchfe alquanti volessero dire che con consigHo loro era fatto. Poi si disse che, o colpevoli o
non colpevoli, si segui meno ancora che una riformagione, ch'era, iion dicea: imperocchfe in
terzo grado pare che si stenda, a chi offende alcuno, per rispetto dello offizio che abbia avuto.
/., XII. 4 RuBRiCA, 926* — Come andarono ambasciatori al re Carlo -per la citta d^Arezzo che v^era
dentro la Comfagnia. 35
Nel detto anno e mese d'aprile, pensando Tangoscia che ogni dl 8'avea della brigata che
sotto il segno del re Carlo tenieno a Arezzo, parve fosse da mandare ambasciadori al re
Carlo, i quali furono questi: Maso di Luca degli Albizi e Giovanni di Cambio, detto bale-
striere; i quali, tornati di giugno, recarono d'avere certa guardia.
RuBRicA 927' — Come si fece ordine (Taccattare denari fer rendere le fossessioni a^ ritor- 40
nati ribanditi.
Nel detto anno e mese di maggio si fece riformagione, avendo provato ogni altro modo
che '1 Comune potesse accattare fiorini 20 000 d'oro a 8 per cento Tanno, e porre a' con-
a^ Glraldo] Imtmma in G.R. smf^Uta tn ntta da I.
[A. 1382] CRONACA FIORENTINA 415
tadini uno estimo, e di questi cotali danari si dovessono ristituire le possessioni de' ritornati
ribanditi. L'estimo era circa 12 000 fiorini, e quasi la metk delle loro possessioni' si ricom- /., xn, 5
peravano, e l'avanzo aspettavano di riavere, secondo Taltra riformagione detta addietro, ru-
brica 386. Pure la cosa s'indugi6 un poco per le 'nfrascritte cagioni qui dappi^ narrate,
5 secondochfe si disse.
RuBRicA 928' — Come in Firenze fu bisbiglio (Tuno trattato, di che alcuni ne furono inqui-
siti e bandeggiati alcuni.
Nel detto anno e mese fu bisbiglio, ed una notte ogni uomo intr6 in arme, ed i gon-
faloni uscirono fuori, perocchfe si disse che li ciompi voleano correre la Terra e rubare.
10 Ed in effetto alquanti a Belletri s'armarono, e veniano a torre il gonfalone del Drago verde,
quartiere di S. loanni, e poi accozzarsi a Santambruogio con gli altri ciompi, e nel quar-
tiere di Santo Spirito alquanti ancora si doveano armare ciompi. Onde il Capitano del Po-
polo s'arm6 con foresteria e con vicherle del contado, ed abboccossi al Canto alla Macina
con una brigata, e nel vero gli assall, e ruppe; ma non gli segul, n^ non ne fu preso al-
15 cuno. La cagione chi disse d'un mo' e d'un altro; ma pure lo effetto fu questo, che si
disse che questi ciompi con certi de' tornati doveano correre e rubare ed uccidere le case
degli ammoniti e Ghibellini e sospetti;' e cosi rubati poi li beni loro, ristituire li ritomati. /., xu, ♦
Questa fu cosa cosl detta, e parve, o tutto, o in parte essere vero; perocchfe n'ebbe bando
per la presura d' uno ciompo, chiamato Pitana, Pigello di messer Talano Cavicciuli e Matteo
20 di messer Luca da Panzano, ch'erano di questi ritornati, ed a quello Pitana fu tagliato il
capo. E dissesi ch'era gran trama, e grandi uomini vi teneano le mani; la veritk rimanga
in suo luogo, ma in gran bisbiglio and6 la cosa.
RuBRicA 929* — Come gli ambasciadori del re Carlo vennono in Firenze, e fecesi accordo con
quelli d^Arezzo, e noi ne fagammo forini 20 000.
25 Nel detto anno e mese di maggio gli ambasciadori del re Carlo vennono in Firenze,
o vero airuscita d'aprile, ed in effetto molto gratulandosi dello stato della cittk; e poich'egli
erano venuti per trarre d'Arezzo le compagnie, e torgli al soldo, e li Fiorentini ne pagarono
fiorini 20 000. E questa benedizione a Firenze, che sono sl dolci i danari de' Fiorentini,
che ogni uomo ne vuole. E cosl uscirono d'Arezzo, e lasciarlo ben concio, come addietro
30 abbiamo narrato,. e la robberia ne venne in Firenze, e neiraltre Terre a vendersi.
RuBRicA 930" — Come^ fu morto uno medico, e disfatta una famiglia, c frcssocche un' altra /., xu, 7
cacciata e disfatta,
Nel detto anno e mese di giugno fu uno de' Covoni, lo quale avea nome .... (lacuna)
ed uno figliuolo di Tommaso di Pazzino, bilanciaio, lo quale Tommaso era confinato in quello
35 tempo, si f edirono uno maestro Zanobi, medico d' impiastri, dal Borgo .... {lacuna). La ca-
gione non si sa; ma per quello che si disse: quello figliuolo di Tommaso di Pazzino, bilan-
ciaio, tenea una bottega a pigione nel Garbo, la qual pigione era della Parte guelf a ; di che
essendo lo mese dinnanzi tolta la pigione a quello figliuolo di Tommaso, e non essendogli
renduta Tentratura ch'avea pagata, ed essendo Capitano di Parte il detto medico, si dice si
i40 rec6 a ingiuria dal medico, perchfe per lo piu, dagli compagni, in dispiacere del detto bi-
lanciaio, a quello de' Covoni fu sostenuto per alcune parole, delle quali si tenne ingiuriato dal
detto medico; ma nel vero i detti giovani non erauo amati da niuno de' loro, perocch'erano
15. efTetto fu] tSeHo sono G. R. — 40. (UgU] che gli G. R.
416 CRONACA FIORENTINA lA. 1382]
20
giovani disnoluti e cattivi. Pure lo furore del Podestk corae alla casa del padre del bilan-
ciaio, il quale era a' confini, e la casa detta era appigionata a Giovanni d^Asino degli Asini,
/..xii, 8 ch'ancora' era degli ammoniti; e come l'uficiale del Podestk v'entr6 dentro, essendo fatto
fede, che ci6 ch'era nella casa non era del padre di colui, cominci6 a Bcrivere, e a dire,
che sarebbe poi ragione. In questa venne il cavalieri del Capitano del Popolo, ed intr6 subo
piii forte, e non accettando alcuna scusa, tir6 in via ogni cosa, ed arse, e 8pezz6, e 8tracci6
infino alle casse e botti, che v'erano; e dicesi che danari e gioielli furono veduti torre, e
portare via al detto cavaliere. Di che 1 cattivello ne fu disfatto, che colpa non avea, che
vi stava a pigione : si dice di presso a 2000 fiorini di valuta. La mattina seguente alla casa
del zio del garzone fu fatto il simile, che non Vebbe colpa : si disse, ed alValtro zio, ch'era 1
7 anni stato, ed era ancora in Ungaria, la casa sua cosi fu concia, ed ebbono bando della
famiglia de' Covoni, di che fu raltro malfattore giovane: corse tutta la famiglia gran pe-
ricolo, e furne richiesti 5, e se non fusse il buono aiuto de' Buoni Uomini, aveano bando:
infra' quali 5 n'era uno a Roma stato due anni addietro. Sicchfe 'I trasandare non k buono,
ma male esemplo, e mala ragione si tira dietro. 15
/.. xu, » RuBRiCA 931* — Come' si fecc elezionc di iz cittadini a vedere d(f modi di contentare la citth.
Nel detto anno e mese di giugno, avendo trafficato 12 savi cittadini certe cose, le quali
fossero salute e bene della cittk, praticate tra' Priori e Collegi, e recate a conclucione, parve
piacessero. Convenia che venisse a bisogno li consigli a fare le dette esecuzioni : di che non
parve di metterle in consiglio, ma di dare balia a quelli 12, e non si vinse; ma una petizione
che tutti i confinati fossero confinati da 100 miglia in W dovimque volessero questa ancora
non si vinse. E di questo medesimo tempo 8'ordin6 di racconciare Testimo, chi disse che non
dovea piu durare restimo che cosl era Tordine, e questo 6 vero: chi voUe dire che quelli che
reggeano pareano loro essere gravati per isgravarsi, che forse era convenevole fossero isgra-
vati; che sempre parve da gran tempo che chi ha fare le parti, guarda a farla a sfe buona. 25
RuBRicA 932* — ^uesii sono i Priori di maggio e giugno 1382.
Leonardo di Geppo Pitti
Filippo di Bandino, coreggiaio
Francesco di Niccol6 Riccialbani
/., xu, 10 lacopo ' di Piero Guidi, scarpellatore 30
Tommaso di Meglio Fagiuoli
Giovanni di Berto Fini, lanaiuolo
Filippo di Michele, cambiatore
Nuccio di Matteo, tavolacciaio
Filippo di Barone Cappelli, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. loanni 35
Ser Michele di Bardella loro notaio, quartiere di S. Spirito.
RuBRiCA 933* — Come in Firenze vennero ambasciatori del Duca (f Angib, e come ambascia-
dori andarono a lui di Firenze.
Come narrato avemo addietro in piii parti della venuta del Duca d'Angi6, cioi messer
Luigi, figliuolo di messer Gianni, re di Francia, lo quale a quello tempo era balio dello reame 40
di Francia, perocchfe lo nipote, lo figliuolo del fratello, era re e giovane. Questo Duca
d'Angi6 era stato fatto figliuolo adottivo della reina Giovanna, reina di Gerusalem e di Si-
cilia, che volgarmente s'appella il reame di Puglia, e quello avea fatto la detta reina, per-
17. tnfficato] traffinato /.
fA. 1383] CRONACA FIORENTINA 417
chfe messer Carlo di Durazzo allora 8'era mosso per venire a torle lo reame. Questi non
essendo venuto a tempo a soccorrerla, pure veggendo lo re Carlo avere auto la possessione
dello' reame, si mosse con grande sforzo, e venne a Vignone; e quivi a quello che Papa era /., xn, n
tenuto in quello paese, si fece concedere le ragioni di quello reame, siccome a Papa vero
5 8'appartenea di fare; e poi se ne venne per Piemonte e per Lombardia, dove fu ben rice-
vuto. E parentado si disse che fece con messer Bemab6 Visconti, Signore di Melano. E
quindi mando suoi ambasciadori in Toscana a risignificare la sua venuta, e a narrare siccome
egli era in Lombardia, e che sua intenzione era passare ed andare a suo viaggio senza
nuocere ad alcuna cittk, o persone, perocch'era amico di tutti li Comuni di Toscana, e qui
10 grandissime profferte faccendo alli Comuni di conservarli sanza danno, a quelli ch'erano in
sul suo cammino, chieggendo vettoagHa per lo suo cammino, ed a' Fiorentini signjficando non
toccare di loro terreno. Furono veduti graziosamente e ringraziati, ed appresso si mand6
lo Comune, quando furono in su quello di Bologna, ambasciatori a visitarlo e {fare) generali
profferte, le quali graziosamente ricevette, e vide. E questi furono gli ambasciadori :
15 Maestro Luigi Marsili, frate romitano di Santo Augustino
Messer Guccio de' Nobili
Messer Luigi di messer Piero Guicciardini, e con grande orrevolezza di cavagli e di
vestiti' si partirono di Firenze a' dl . . . . (lacuna) di luglio e con compagnia di gente d'arme. /., xii, 12
Questo negli anni di Cristo 1382.
20 RuBRiCA 934* — .^uesti sono i Priori di luglio e d'agosto 1382.
Agostino Martini, lanaiuolo
Giotto di Marrone, galigaio
Giovanni di Ser Ugo Orlandi
Filippo Baldini, vinattiere
25 Rinieri di Giotto Fantoni
Monte di Pugio, Ferrovecchio
Gentile di Vanni degli Albizi
Marchionne di Geri di Ceri
Agnolo d'Uguccione Tigliamochi, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Spirito
30 Ser Tommaso Redditi, loro notaio, quartiere di S. Maria Novella.
RuBRicA 935' — Come fu alcuno bisbiglio, onde ne segut certi inconvenienti ed infino in -pa-
lagio de' Priori.
Nel detto anno 1382 e rultimo dl d'agosto, avendo veduto che la tratta dei Priori
fatta a' di 28 d'agosto, era d'uomini comuni e non molto signorili, onde la cosa procedesse '
35 parve che accordassero certi a non volere tali Priorj. Dissesi di molti, che ci6 furono li i., xu, 13
capi, li quali al presente taciamo, perchfe in comune allora non ne fu nuUa, e parve che ci6
si sconciasse, che non and6 tondo il trattato; perocchfe era ordinato fosse alKora de' Priori
tornati fossero a casa, che era quasi le tre ore; perocch'6 usanza che i Priori, il dl sono
tratti, vanno in palagio, poi la sera si ritornano a casa a dormire quelli tre di, che sono in-
40 nanzi tratti, dopo la grossa campana, e la mattina ritornano in palagio; ora s'affrett6 la cosa,
se vero era lo trattato, per uno, che fu in suUa Avemmaria preso, in iscambio d'un altro,
onde la vicinanza non lo lasciava menare. Quivi fur tratte arme addosso alla famiglia del
Podestk, e feriti furono ; di che molti in arme uscirono fuori. Dicesi che fu prima che rora,
di che non si appresentarono armati, se non quelli dello paese, ove fu lo romore della fa-
45 miglia. Ma pure d'uno grido in altro, si cominci6 a gridare, ed armare molti, gridando:
I. allora] che allora G. R, — iS. lacii»a\ a dX 30 /. La data i tufpUta da I. eon la scorta di alira eronaca citata
in nota — 37. de'] ch'e' /.
T. XXX, p. 1 — »7-
418 CRONACA FIORENTINA [A. i3«ai
•V!va Parte guelfa, e muoiano ^M ammoniti e' Ghibellini,. E parve che per alquanti si
gridasse: " A casa gH Alberti — chh noi non vogliamo mewer Cipriano degli Alberti per Gon-
" falonieri di giustizia,, ch*era tratto. Costui era a casa, ed in effetto tolae sua compagnia
/., XII. u e con armi ed intr6 in via, ed andonne al palagio, e quando egli fu alla porta, domand6 ' che
gli fosse aperta. Lo Capitano de' fanti rispuose ch'egli entrasBe per uno sportellino terragno, 5
ove convenla ire carponi, perocchfe cosl avea comandamento da' Priori, ch'erano in palagio.
Di che come franco uomo rispose, che volea gli fosse aperto la porta, e ch'egU era Gon-
falonieri di giustizia, e non intendea andare per isportelli. Ultimamente dopo molte cose,
8'and6 su per la parola a' Priori, e gli fu aperto. Quando fu suso, ed intrato con 20 ar-
mati, egli disse che volea lo gonfalone della giustizia. Lo Gonfalonieri gli disse, 8'indu- 10
giasae nella fnattina, o infino a mezza notte. Ultimamente egli il volle, ed ebbelo, e fecelo
ben guardare, che non fosse mosso, nfe tocco da persona. La mattina nel nome di Dio preae
ruficio. Quelli ch'erano in arrae si tomarono a casa, come seppero che messer Cipriano
avea lo gonfalone appo sfe. E certo TArti e gli Artefici tutti riconfortati allo riposo della
cittk, veggendo avere tanta franchigia nel Gonfaloniere; e se avesse voluto il Gonfaloniere 15
se^fuire la volontk degli artefici, egli volgea la cittk a quello stato ch'egli volea; perocchfe
si disse che molto erano in punto rArti. Posato la cosa, gli artefici si ragunarono alle loro
botteghe, ed andavano al palagio a confortare li Signori, che facessero giustizia di coloro,
/., xn, is che avessero fallato. Lo Gonfalonieri ed i Priori feciono dire che' si stessero in pace. Di
che essendo le cose in quelli termini, ed intrati li nuovi Gonfaloni e nuovi Dodici, missero 20
mano a ragionare di unire la citt^; ma giustizia in queirora non fece contra a niuno, ed il
Podestk non puni di quello niuno ed altri della ingiuria della sua famiglia, poich'era sicuro,
e non se ne fece quasi cosa niuna che montasse.
RuBRiCA 936* — Come fu -preso Agnolo di Pierozzo Arcagnoli -per trattato che si disse do-
vea fare a fosta di certi, 25
Nel detto anno e mese di settembre, essendo uno sensale fiorentino a Pisa, lo quale avea
nome Agnolo di Pierozzo Arcagnoli, e vegnendo a Firenze, fu a Monte Lupo preso e me-
nato al Podestk di Firenze. E fu detto al podestk che questi venia per trattato fare, e che
da parte di certi sbanditi e confinati, che abitavano a Pisa, aveano a favellare, che fussero
nel trattato. Messo alla fune, in effetto si confess^ essere perci6 venuto; ma piu volte va- 30
lendo che alla stanga lo raffermasse, mai non raffermo, ma sempre dicea, non essere nulla
vero. Di che condottisi il Podestk infino alla fine del di, che tolti gli dovieno essere gli
atti, egli Iasci6 lo detto Agnolo libero, salvoch^ gli diede confini, e comandogli nulla dicesse
/., XH. 16 di che esaminato fosse. Ed il' di, che tolti gli furono gli atti, inquisl certi, ch'erano a Pisa
sbanditi e confinati, e mandogli in camera, e lasciogli negli atti predetti ; onde gran biasimo 35
n'ebbe, imperocchfe, se il preso era colpevole, dovea morire, e se non colpevole, non dovea
essere condennato a' confini, che esso principale lasciato e li mallevadori inquisiti, che ne pu6
ire la persona, non parea a persona giustei, nh degna cosa. Pure grinquia, come detto h; li
quali furono questi, cio6:
Andrea di Pacchio degli Adimari 40
Recco di Guido Guazzi.
RuBRiCA 937* — Conte si cercb ^unire cittadini, e fecesi riformare e levare gli uomini a dh fare.
Parve che sempre la nostra cittk avesse qualche stimolo di faccenda, perch^ parea male
contentnrsi delli rimescolamenti i cittadini, e spezialmente che gli ammoniti tutti fossero in
sospetto, perocch6 tra essi avea de' Guelfi. Presero li Capitani della Parte a ragionare di 45
vedere modo di unire li cittadini: e a ci6 praticare elessero 48 uomini. Poi intrati i Gon-
46. unlre] aTere /.
[A. 1382] CRONACA FIORENTINA 419
faloni e Dodici nuovi, diliberarono i Signori di sospendere la legge della Parte per tutto il
mese d'ottobre, della quale legge non si potea parlare nh in aumento, nfe' in diminuzione, /., xii, 17
sotto gravi pene. Di che si sospese la legge, e che 48 uomini fossero insieme con gli Priori
e i Dodici e' Gonfalonieri e i Capitani di Parte a praticare quali fossero le vie della unione
5 e concordia dei cittadini; e cib fu fatto, secondo si disse, a buono fine.
RuBRiCA 938* — De' modi di messer Obizo, cafitano del Pofolo e di suo sindacato.
Nel detto anno e mese di settembre, avendo di dietro del palagio del Capitano, del
quale h parlato addietro, ciofe messer Obizo degli Alidugi, il quale si trov6 a tutte le novitk
predette di questo anno, una casa, nella quale abitava la famiglia di Ricciardo de' Figliuoli-
petri, cio^ la moglie e due pulcelle grandi d'et^ di 18 anni, assai belle e molto appariscenti
delle persone, e tra perchfe era il padre confinato, e perchfe era povero gentile uomo, non
le maritava, lo Capitano, secondo si disse, essendo innamorato deiruna, perch^ dalle finestre
si poteano insieme vedere, trattb con lei: ed in effetto una notte, sotto colore di far cercare
se lo detto Ricciardo avea rotti i confini, e fusse in casa, per uno suo notaio con certi fanti,
15 la fanciulla fu tratta di casa e messa in casa il Capitano, ed in effetto spolcellata. Ed usata
questa prosunzione,' e per la Terra si parlava variamente e noiosamente di ci6, pure si dava 1., xn, is
questo difetto al figliuolo ed al notaio. Ed ultimamente non sappiendo che se ne fare, o
che '1 peccato lo volesse, che in piu brutta raateria andasse, fu accomandata a una che
tenea le fanciulle al servigio degli uomini, la quale scusandosi, che il figliuolo del Capitano
20 alcuno dl glieVavea accomandata, che la guardasse, scusandosi non sapere chi si fosse, il
fratello della fanciulla tornato, ch'era fuori, in capo d'aIcuno di, sentendo questa mercatan-
zia, si dice, Tuccise, e fecela sotterrare segretamente. Molte cose baldanzosamente fece, ed
eziandio di confinare uomini, che non lo meritavano, ed a posta, si dicea, di quelli che
allora ministravano. E che ci6 fosse vero, questo apparve essere cosJ, perocch'aI sindacato
25 molte petizioni gli furono date di baratteria, le quali si provarono. E veggendosi le prove
fatte, e che esso venia condannato, tanto poterono gli amici suoi, con dire : " Se questo h
condennato, niuno per istato raffermare mai non verrk a Firenze, e se verrk, male Iafark„.
Di che forma si prese di cattivo assemplo, non mai pivi usata in Firenze, che si tolse gli
atti alli sindachi loro; di che spirato il termine, e non condannato, 8'and6 con Dio, e fugli
30 per gli capitani della Parte donato arme di Parte, ed onorato di grosse baratterie di' mi- /., xii, 19
gliaia di fiorini per una che si trovarono provate in lui.
RuBRiCA 939* — Come i Genovesi feciono raffrcsaglia sofra le mercatanzie de' Fiorentini.
Nel detto anno avendo li Fiorentini veduto quanto si facea per loro, che la mercatanzia
andasse sicura per mare e per terra, e che per la guerra de' Genovesi e Viniziani, durata
35 piu tempo, ed i Fiorentini piu volte interpostisi della pace, ultimamente ragunandosi nelle
Terre del Conte di Savoia Tuna parte e l'altra, ciofe.... {lacuna) e li Fiorentini vi mands'-
rono onorevole ambasciaria a formare questa pace con molti capitoli, infra' quali fu uno
capitolo che li Genovesi dovessero riavere Tenedon, lo quale teneano li Viniziani. Della
qual cosa furono i Fiorentini mallevadori, che li Viniziani lo darebbono in mano del Conte
40 di Savoia, e la pena fu di 150000 fiorini. Di che non osservata la convenzione, li Geno-
vesi, sanza richiedere della pena li Fiorentini, od altro osservare, sostennono molta mer-
catanzia de' Fiorentini a Genova, e disonestarsi piii ancora, ch^ per temenza dello papa
d'Avignone, li Fiorentini noleggiavano in nome di Genovesi e colle loro navi ogni merca-
tanzia, e per6 non lasciarono che non rompessero fede e promissione del navicare sane' e /., zn, w
45 salve a Pisa le mercatanzie, ma ritennonle a Genova sanza piii arrecarle innanzi. Onde piii
e piii ambasciate v'andorono, e nulla venne a dire di rendere; ma li Viniziani si scusavano,
43. nATl] mani /.
420 CRONACA FIORENTINA lA. iz»2]
e diceaao, che infra H termine aveano mandato a dire al Conte di Savoia ed a' Genovesi,
togliessero la tenuta di Tenedon, e che 8'egli non Taveano voluta, non doveano fare rappre-
saglia sopra li Fiorentini, e se la faceano, faceano torto a' Fioreiitini e forza, della quale
eBsi Viniziani non erano potenti a vendicarci, nh a loro stava; ma che molto a loro ne 'ncre-
8cea. E cod non la prima volta i Fiorentini per gli Viniziani ebbono danno. 5
RuBRiCA 940' — Conu eerti furono abominati (falcuna baratieria, e non/u vero, e ne fvirono
condanttati quelli cke gli aveano abominati.
Perchfe aempre nella cittk di Firenze furono gli animi pregni a vendetta, piii che a be-
nignitk, parve che gli emoli molte volte, piii che li buoni, potessero, o per punire li peccati,
o per dare asemplo, che de' fatti de' Comuni se ne pigli pochi, e spezialmente chi ha altra 10
faccenda. Come narrato h. addietro, fu tagliato per trattato, che si disse dovere fare, uno
/., XII, 31 Filippo di Fomaio de' Rossi, al tempo che lo conte Giovanni fu bargello; onde' essendo mes-
ser Cante intrato in oiizio, uno Fomaino di Guido da Borra abbomin6 uno Guido, farsettaio,
averlo fatto ricomperare, essendo in oficio di Comune. Di che Tuno e Taltro sostenuto e col-
lato Tuno e raltro, e non potuto rinvenire il fatto per bene un mese, o piii, il Capitano usb 15
di malizia, ed ebbeuna sera dopo cena amendue costoro, e disse, con quasi farsi beffe della
cosa: " Per 25 fiorini m'avete fatto stare impacciato voi e me, e nulla ho salvo: voi sofferto
" male, ed io impaccio; andatevi con Dio, e piu non voglio di voi impacciarmi ,. E disse a*
suoi uficiali: " LasciategH ire,. Gli ufficiali dissero: " Egli ^ assai di notte, ed andandone a
" questa.pra, metterebbe ammirazione a' parenti ed alli cittadini, ma domattina li lasciate an- 20
dare„. Disse lo Capitano: * lo non voglio ch'egli abbiano piil male notti ,. Lo giudice disse:
" lo far6 loro dare uno letto, e domattina li lascerb „. E cosl dato loro larghezza, e coman-
dato al portieri li lasciasse andare al dl, fu dato loro una camera ed uno letto, sotto il quale
avea uno nascoso. Come questi furono a letto, lo farsettaio disse: * Bene m'hai fatto guastare
"la persona, acciocchfe io non possa lavorare, ed hai fatto male ad appormi il falso; ma tu lo 25
"facesti, perch^ tu fosti informato, ch'io adoperai nella morte di Filippo di Fornaino; ci6
/., XII, 22 " mai non feci, ma fu il tale ed il tale, e non io„. Di che rispuose Fornaino': " Di vero
" questo non feci da me, io non terr6 mai per amico quegli che ci6 m'hanno fatto fare,
"ch'io t'ho per buono e leale, e pregoti mi perdoni, ch'io voglio essere tuo amico sempre,.
Lo fante riport6 al Capitano queste parole. Quando il Capitano ebbe questo, fece che For- 30
naino il confess6, e rafferm6, e Guido farsettaio liber6, e Fomaino condann6 in Hre 1000
a pagare netti, e fecegli portare la mitria per Firenze. Onde fu molto lodato di questa
cosa, e piu lodato sarebbe stato, se fusse giustizia allora di quelli che insegnato gli aveano
tale mercanzia; perocch^ da %h non era uomo da tale faccenda operare. Ma questo k. detto,
non perchfe tale materia meriti mettere in cronica, ma perchfe tutto dl di simili infamazioni si 35
faceano per gente per chi era tomato che non lo meritava, e per chi avea ufici era ristituito
in essi non meritamente, che poi offendeano, ed ingiuriavano chi gli avea offesi e chi non gli
avea offesi. E certo piii benignamente si poteano portare che non faceano ; chfe chi toma a
casa per grazia, e Toffesa ch'6 fatta gli h perdonata, non dee piu offendere, nfe nimicare colui
che non fu colpevole a fargli torto, ma ragione; e se pure gli viene voglia di vendicarsi di 40
chi gli ha fatta ragione, non dee nimicare colui che non gli ha fatto n6 torto, n^ ragione.
/., xn, » Questa giustizia fu la prima che' messer Cante fece personale, e fu a' di 16 d'ottobre 1382.
RuBRiCA 941* Come lo Pa-pa mandb ambasciadori a richiedere U FiorefUini del danaio della
■pace, e come si diliberh di dare a messer Giovanni danari di quelli della Chiesa sotto co~
lore d^una cosa in altra. 45
Nel detto anno per piii volte 8'era per una gente cercato di fare lega collo re Carlo,
e generalmente li mercatanti ed altri non parea loro di fare la lega. Di che in contesa era
3& per] che /.
\
[A. 1382] CRONACA FIORENTINA 421
la cosa tanto che in Firenze non si avea altro che parlare di ci6 ; e non possendosi ottenere,
si avvenne che in questo mezzo lo Papa mando suoi ambasciadori a ricercare che H danari,
li quali dovea avere da' Fiorentini, li dovessero dare parte, in ogni modo ch'e' volessero,
o in dono, o per Dio, o della somma, o in che modo a loro piacesse, ed in ogni modo si
5 dichinava a dimandare, quasi come per limosina, allegando che il Duca d'Angi6 gik era per
intrare nel paese, dove se venia a Roma, non vedea come si difendere. Di che veduto quegli,
a cui piacea di lega col re Carlo, non poterla avere, vidono modo di fare che avesse intrato
in impaccio; e sotto questo colore missero innanzi di sovvenire il Papa in questo modo:
"Che messer Giovanni Aguto, il' quale era Capitano delle gente d'arme del Comune di Fi- i.,xa,ii
10 renze si cassasse, ed avesse de' danari del Papa fiorini 12000 da' Fiorentini, li quali si scon-
tassero nel compito de' danari della pace ; e cosi s'ordin6. E messer Giovanni Aguto si
parti di Firenze per andare nel mese d'ottobre 1382, ed andonne per colore d'andare a ser-
vire la Chiesa. Ed il servigio, ch'egli fece, fu ch'egli si misse in su quello di Siena alla
Badia a Isola, e domandava a' Sanesi fiorini 14000, dicendo che quando fu insieme con
15 messer Gianni Bavo Ungaro, li dovea dare. Di che li Sanesi si teneano gravati da' Fio-
rentini, perch^ eglino ch'erano usciti dei terreno de' Fiorentini collegati de' Sanesi, in sul
terreno loro facieno danno, e faciengli ricomperare; e grande doglianza di ci6 facieno in
Firenze. E poi si parti messer Giovanni, e cavalc6, e and6 a Roma, e quivi per ispazio di
piu di stato, lo papa cercava d'andare di Roma, e dissesi che ne volea ire a Napoli colla
20 crociata; e chi dice ch'egli volea andare a stare a Cometo; perocchfe se '1 Duca d'Angi6
vincea, parea a lui male sicuro stare in Roma. Lo popolo di Roma andarono a casa di
messer Giovanni Aguto, e minacciaronlo con dire, egli ne volea menare il Papa, che s'egli
non andasse tosto via, che gli farebbono villania. Di che a' dl 6 di novembre si parti di
Roma messer Giovanni Aguto, ed andonne a Napoli ' in aiuto dello re Carlo ; onde il Duca /., xn, 25
25 d'Angi6 scritto avea in Francia ed a Vignone, che li Fiorentini mandavano incontro gente,
e corsero in quella volta gran rischio i Fiorentini a Vignone ed in Francia,
RuBRicA 942" — Come vennero ambasciadori del re Carlo a Firenze, e la cagione della loro
venuta, e qucllo che fer cib si fece,
Nel detto anno e mese d'ottobre vennono in Firenze ambasciadori del re Carlo di Na-
30 poli, li quali per parte del re Carlo cercavano pifi cose; ma lo effetto era questo che per
vie strane cercava lega e con dimostrazioni varie; ed ultimamente addomandava fiorini 38000,
li quali la Duchessa di Durazzo avea dipositati in sul Comune di Firenze, e che ancora la
Duchessa n'avea ambasciata imposta a' detti arabasciadori. Di questo fu vario ragionamento
e contesa; cbnciofossecosache la predetta Duchessa avesse per altre lettere scritto che i
35 Fiorentini non dovessero n^ per lettere, ne per ambasciata mai dare suoi danari, salvo 8'egli
non vedessero lei essere libera in sua libertk stare ed in luogo salvo e sicuro per lei, ovvero
se per ultima volontk di lei morta. Questa cosa venne in molta contesa, perocchfe quegli
che voleano la lega coUo re Carlo, non possendolo atare, voleano per altro modo atarlo ' che /.. xn, »
per lega, e consideravano che poich6 il Duca d'Angi6 era intrato nello reame, ed era intorno
40 a Napoli, ed il Re avea bisogno di danari per pagare i suoi soldati, che questo fosse un
grande sussidio al Re, e quando lo Duca sapesse ch'e' Fiorentini mandassero messer Gio-
vanni Aguto al Papa, e dal Papa contra a lui, e poi dessero denari al re Carlo, assai sa-
rebbe chiaro, li Fiorentini atare lo re Carlo contra a lui, e che di questo n'arebbe sdegno
contra a Fiorentini, e di ci6 esso sparlerebbe, o altro farebbe contra a' Fiorentini; di che
45 poi di comune concordia si darebbe adiuto, e sussidio al re Carlo.
RuBRiCA 943" — Come ^ebbono cofie delle lettere che lo Duca d'Angib mandd in Francia
■per fare sostenere li Fiorentini e le loro mercatanzie.
Nel detto anno e mese di novembre vennoro a Firenze lettere e copie di lettere; le
quali lettere mandavano i Bolognesi; conciofossecosach^ alle buUette delle porti dei Bolo-
422 CRONACA FIORENTINA |A. i3Ba|
gneti si cerctiino d'ogni lettera, furono trovate lettere, 1e quaU lo Duca d'An|^6 numdava
in Krancia, a fare ditenere mercatanti e mercaiizie de' Fioreiitini, conciofossecosacli^ i
Fiorentini contra a lui mandavano gente, e davano aiuto ailo re Carlo contra a lui. La
/., «n, J7 copia' della lettera maiidarono i Bolognesi ai Fiorentini; e similmente messer Bernab6 di
Melano per sue lettere e copie di quelle significava a' Fiorentini il simile. Onde di questo 5
nacque grande bisbiglio nella cittk, e molto s'occultarono queste lettere, acciocciie non fosse
fatto sconcio alla materia; ma pur fu cori ciie si seppero, e molto sconciarono e la lega e
dell'altre cose che addimandava lo re Carlo.
RuBRiCA 944* — Come in Fireme si fece rinovaU del Re (f Ungheria.
Nel detto anno e mese d'ottobre venne novelle di piii luoghi che lo Re d'Ungaria mes- 10
ser Luigi era morto, e chiare lettere furono di ci6 apportate, ma non dalla moglie o tigliuoie,
come d'u8anza suole essere signiticato. Di che si fece nel duomo della cittk di Firenze
onorevole rinovale, siccome si suole fare quando alcuno Re di Napoli muore. Di che assai
fu in Firenze ammirazione per molti, considerato che non 8'avea nuUa n^ dal re Carlo, n6
d'Ungaria a fare cio. Ma co^ vanno variando le cose in Firenze, che alle bubanze o a 15
certi appetiti la gente corre alle spese. Del detto Re non rimase figUuolo niuno maschio,
/., xu, M due femmine; Tuna era in vita del Re maritata al fratello del Re di Buemia, Marchese" di
Brandimborgo, il quale Re di Buemia era eletto imperadore; Taltra figliuola era rimasa sanza
marito. Dissesi per molti che lo Re Tavea lasciata si maritasse a uno tigliuolo dello re Carlo
di Napoli. Questo ancora per infino a quello tempo del rinovale, non era lettera vera ancora 20
di cio. La maggiore, a cui di ragione 8'appartenea lo reame, la quale era moglie dello fra-
tello dello Imperadore; e diciesi: gli Ungari non essere contenti d'avere re boemio, nfe te-
desco, perocchfe non erano amici. Di che la cosa si stava piii ia dire che in fatto di veritk;
ma pure avea colore, perocche infino al tempo della vita del Re d'Ungaria, n'erano gli
Ungari male contenti del parentado dello imperadore Carlo e fratello di Vincislao, eletto ; e 25
per altro colore che avendo lo Re d'Ungaria maritata la seconda figliuola, di cui si parla,
dicendosi, dovere essere del figliuolo del re Carlo, Tavea promessa al figliuolo del duca Lip-
poldo duca di Osterich per contentare gli Ungari, in sua vita si ritrasse del parentado, ed
avendo a casa lo duca Lippoldo la detta fanciulla, che non era nh ella, nh. 'I fanciullo in
etk, mand6 per essa, ed al genero della maggiore, cio6 il fratello dello eletto Imperadore, 30
don6 lo reame di Pollonia in dota.
/.,xii, 29 RuBRicA 945* — Come^ lo Cardinale di Ravenna venne in Firenzc, e cib cke fu la cagione
di sua venuta -per farte dello re Carlo, im-peradore.
•
Negli anni di Cristo 1382, a di 3 di novembre, intr6 in Firenze il Cardinale di Ravenna,
uomo di nazione friolano, sagacissimo e bello parlatore; e comecchfe a tempo di papa Ghi- 35
rigoro XI collo quale i Fiorentini ebbono guerra, essendo egli arcivescovo di Ravenna, fu
mandato in Francia e in Fiandra ed oltre a' monti a perseguitare i Fiorentini, e certo molto
si speriment6, e vituper6 con iscomuniche, e con t6rre ogni sustanzia a" Fiorentini; nondi-
meno quando lo Comune di Firenze si mand6 questo anno passato suoi ambasciadori allo
eletto Imperadore, del numero de' quali io fui 1' uno, molto gli onor6 lo detto Cardinale oltre 40
a tutti gli amici de' Fiorentini, lo quale Cardinale era I^ Legato di papa Urbano VI. E quasi
per lui spacciati furono li Fiorentini, non avendo riguardo allo male, che fatto avea a' suoi
mercatanti, ma come fu sempre la cittk benigna e graziosa ad ogni forestiero, e spezial-
mente divoti di santa Chiesa, molto lo onorarono. £d in effetto la venuta sua fu che am-
31. re«me.... era] reame perocchi era /.
[A. 1382] CRONACA FIORENTINA 423
basciata dello Imperadore e' recava, e che esso volea fare tra lo Imperadore e li Fiorentini
accordo, e ' che lo Imperadore assai gli dava fede. Venuto alla pratica, fu conchiuso in /., xu, 30
effetto che i Fiorentini erano divoti figliuoli e servidori dello Imperio, e che erano presti,
se lo Imperadore volesse lo censo ordinato col padre, ch'e' Fiorentini gli darebbono ogni
5 volta, e cosi ricevendo da lui, come avieno dal padre. Non molto si strinse alla materia, e
non molto fu stretto; con parole generali Tuno e Taltro si salv6, bench'egli cercasse di fare
una lega collo Imperadore e con messer Carlo, re di Napoli, e con tutti i Comuni e la Chiesa.
Questa coiraltra si passo di leggiere : e di leggera impresa di leggier frutto fusse nella su-
stanzia. Egli si parti di Firenze, e tornossi per la via di Bologna venerdl a' dl 21 di no-
10 vembre, e dissesi che esso andava indietro con lettere del Papa al Signore di Ferrara e di
Padova, li quali prometteano in adiuto di papa Urbano danairi, o gente; e poi dovea in
Ungaria andare a trattare che la figliuola dello re Luigi d' Ungaria fosse moglie del figliuolo
del re Carlo di Napoli. Molti dissero che per sagacitk impetrava queste andate per non
tornare a Roma, fino il Duca d'Angi6 era a Napoli.
15 RuBRiCA 946' — Cotne^ la loggia della fiazza de' Priori fu comfiuta, e di che misura, e di i., xu, 31
che costo.
Nel mese di novembre la loggia di suUa piazza de' Priori venne tutta compiuta, ed into-
nicata d'ogni maestro e d'ogni arme intagliate poste di fuori, salvochfe di figure che a porre
v'erano; la quale loggia fu di grandezza: il vano dentro lunga braccia 60 e di larghezza
20 braccia 23 e d'altezza braccio 28. E se fusse stato lavorio d'uno cittadino ognuno giudic6
essersi fatta prezzo di meno di 12 000 fiorini; ma perch^ sempre la cittk di Firenze nelle
spese si trasando, e male si spende, e peggio si lavora, si trovo essere spesi fiorini.... (lacuna)
d'oro. La quale spesa fu molto meravigliosamente ragguardata, non perchfe non fosse d'ono-
revole cosa alla nostra cittk e di bellissimo lavorio, ma per la soperchia spesa.
25 RuBRicA 947* — Come in Firenze si sco-perse uno trattato.
Nel detto anno, cio6 1382, del mese di novembre si scoperse in Firenze uno trattato, lo
quale fu saputo per uno Meo di.... {lacuna) il quale avea uno suo figliuolo, che stava' a' /., xn, 3»
linaiuoli e panni lini; ed in effetto rivel6 che uno, lo quale avea comperato da lui panno
lino tinto, gli avea detto che trattato v'era, e che il panno avea comperato per fare bandiere.
30 Lo garzone dicea a Meo suo padre, che egli se ne volea andare a Pisa; lo padre, sospet-
tando la sua andata, in effetto gli fu molesto tanto, ch'egli lo Iusing6 che gli dicesse il fatto.
Onde itosene agli ufiiciali della guardia, e presi alcuni, infra' quali ne furono guasti tra due
volte sei: Tuno fu Bartolommeo di Piero Porcelli, lo quale era vinattieri, e dissesi costui
essere grande capo di questo trattato, e con lui fu preso uno Nencio, cappellaio, ed uno
35 Guelfo, cardatore, ed uno Fazio, conciatore, e furono impiccati con lui. E dissesi che con-
fessarono che la vilia di S. Andrea, ch'era lo sabato, ch'egIino alle 7 ore della notte si do-
veano armare, e ragunarsi al ponte alla Carraia, e poi in suUa piazza di S. Maria Novella,
e quivi dovieno venire tutti quelli delle due Arti, le quali furono levate via, cio6 quella de'
Farsettai e quella de' Tintori e de' Ciompi assai, le quali due Arti furono levate via di gen-
40 naio prossimo passato, come addietro appare, e dove erano 23 Arti, tomarono a 21, e do-
veano levare tre bandiere: quelle due di quelle Arti e quella della Parte guelfa. E dissero
che altri non erano impacciati a ci6, che eglino, per' isperanza che cominciato lo romore, gli /., xn, u
ammoniti e Ghibellini ed altri, male contenti, li seguissero, e cosl grossi andare a casa li
ricchi, e rubare, e pigliare il palagio del Podestk, e quivi farsi forti, ed andare a casa de'
8. leggera] legge /., G. R. - futse] erft /. — 41. quellej eon le /.
424 CRONACA FIORENTINA [AA. i382-i3831
Priori, e pigHare le mopjli e figHuoH, e menai^li alla piazza de' Priori, e domandare lo pa-
laeio, e se non lo davano loro, cominciare a uccidere gli tigliuoli, ed ardere loro )e case.
Ancora ne furono guasti due altri; ci6 furono: uno Giovanni Maacalzone ed uno Cocco, pure
delle dette due Arti. Venne questa in mano di messer Cante Gabrielli, capitano del popolo,
e dubitosai che se fusse in mano d'altrui, non fosse stato tirato la cosa pMi innanzi per le
volontk di quelli, clie intizzavano li rettori a vendetta di loro altre ingiurie.
RuBRicA 948' — Come fer lo detto trattato si feciono riformagioni.
Nel detto anno e mese di dicembre si feciono riformagioni, acciocchfe chi volesse offen-
dere allo palagio de' Signori, non avesse tanto di baldaaza : che a qualunque dei Priori fosae
arsa la casa o rubata, per offizio che* fosse, o alcuno di Collegi, o degli Uficiali della guar- 1
/.,»1,34 dia, lo Comune de' danari del Comune rifacesse lo danno; e molte altre rif ormagioni ' a ci6
simili ed a freno de' mali operatori; e raffermo messer Cante, capitano.
RuBRiCA 949' — ^uesti sono i Priori da settembre a gennaio 1382.
Filippo d'Arrigo de' Magli Donato di lacopo Strada
Benozzo di Francesco Benozzi Francesco di Donato, pizzicagnolo I
Simone di ser Piero della Fioraia Filippo di Niccol6 de' Giugni
Antonio di Lippo, maliscalco Andrea di ser Bartolo da Rignano, lanaiuolo
Caroccio Carocci, speziale loanni di Berto Pucci
Paolo di Lorenzo, linaiuolo Bartolommeo di Zanobi, rigattiere
Paolo di Bartolo, ritagliatore lacopo di Piero, sellaio 2
Matteo di Francesco d'Andrea, setaiuolo Antonio di NiccoI6, biadaiuolo
Messer Cipriano degli Alberti, cavaliere, gon- Francesco di Lapo Federighi, gonfaloniere di
faloniere di lustizia, quartiere di S. Croce lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Lorenzo di ser Lando, loro notaio, quar- Ser Michele Cioni, loro notaio, quartiere di
tiere di S. lohanni. S. Croce. 4
/., xu, 35 RuBRiCA 950* — Come^ si racchetb la citta di Firenze del detto trattato fer lc farole di mes-
ser Cantt, cafitano.
Nel detto anno e mese la gente stava sospesa, che parea loro gran fatto, che alcuno di
grande possanza non fosse nel detto trattato; e come addiviene sempre che chi sta in una
oppinione per paura, e chi mostra di starvi, ed ha altra intenzione, quelli che dubitavano di 30
questo trattato, che di maggior lieva non fossero intinti, peccavano meno; ma certi v'erano
che voleano quello dire che quelli con malizia per tirare la cosa a fare male, e cacciare
gente. Onde a' Signori piacque di tener consiglio di richiesti e grande numero, e lo Ca-
pitano del Popolo, messer Cante, manif est6 del trattato ci6 che n' era, che altri non era ca-
porali del trattato che li morti, come nella terza rubrica h detto, e quelli a cui dava bando, 55
ed erano inquisiti; e se altri v'erano intinti, erano gente di condizione delle due Arti, sic-
come h. detto nella detta robrica. £ co^ ne 'nquisi, e di^ bando a una buona brigata di
quella condizione.
NOTA. — La rubriea seguentt cka i in I., manca in G, R.; /. la ricava dai Prioritti.
/., XII, 3« RuBRiOA 9S1' — S^uetti' S0HO 1 Priori da gtnnaio i^Sa a tutio aprile 1383.
Lorenzo di Glorannetto Zamp«loca PleroBO di Piero Perl, lanaiuolo
Pilippo dl Ventura, maettro Silrestro dl Buoao Compiobbeai, foniaciaio
(A. 1383] CRONACA FIORENTINA 425
RuBRicA 952* — Come' furono traditi due sbanditi del Comune. /., w, 37
Neiranno di Cristo 1383 del mese di maggio furono presi due sbanditi della persona,
Piero di ser Benozzo e Manuo di Boccaccio di messer Ardovino. Questi ebbono bando ne'
romori che furono nello rivolgimento dello stato di gennaio, come appare addietro rubrica 905.
5 E nel vero quello Manno non era parlatore e di peggiore vita che Piero. Costoro, per quello
si disse, usavano in Romagna nelle Terre di messer Giovanni d'Alberghettino e d'Amerigo
8U0 figliuolo, e pare che si riparavano in casa d'uno prete, lo quale si chiamava ser.... {ia-
cuna). Di che sentendosi a Firenze, per chi volea loro male, e per chi temea ch'egIino fa-
cessero trattato, fu riportato ed ordinato coUo predetto prete, che quando vi venisse, ch'egli
10 trovasse lo modo di farlo pigliare ad Amerigo predetto, tigliuolo di messer loanni d'Alber-
ghettino. Lo tranello fu fatto a loro in questa forma: che lo prete disse d'avere bisogno
d' una mezza pezza di scarlatto per suo amico, e cosi gli darebbe i danari, quando volesse
venire a lui nel luogo usato, dicendogli ch'egli avea parenti' e fratello lanaiuolo in Firenze /., xn, 38
lo detto Piero, che lo servirebbe bene. Ed ando lo detto prete a ritrovargli infino dov'egli
15 erano. Quelli semplici, stimando: noi averemo ora li danari senza mandare a Firenze per
danari, e' dissero al prete : " Noi manderemo a Firenze anzi, e f aremo venire il panno, e
poi voi darete quello che gosta „ . Lo prete, perch'egli venissero pivi volontieri, disse che
ben si fidava di loro, ch'egli farebbono venire lo panno ch'egli venissero per danari, e ch'egli
li darebbe loro, ed il panao venisse a luogo e tempo; e cosi andarono per danari, ed eb-
20 bono derrate. Costoro furono presi, secondo disse Amerigo, perche gli fu messo sospetto,
ch'egli venieno per fare danno nelle sue Terre. Di che essendo in Firenze messer Giovanni
d'Alberghettino, il padre del detto Amerigo, e subito fu sostenuto, nfe mai lasciato infino che
li predetti Piero e Manno non vennono in Firenze. Molti voUono dire che fu fatto a mano
e con ordine e con volontk di messer Giovanni e d'Amerigo; se fu vero, o no, eglino il
25 sanno. Come che la cosa si fosse, egli Amerigo ebbe poi prowisione in Firenze di certe
lance, e questo un poco gli diS infamia; ch6 essendo ghibellini, ed il Comune in quello
tempo fatta grande falo di guelfi, e di grande tempo nimici del Conte, il Comune si si fid6
di loro. Furono li predetti dati, Tuno a messer Cante,' ch'era capitano, e Taltro a messer /., xu. 39
Simone di messer Tommaso da Spuleto, ch'era podest^ e dopo molte contese, fu loro mozzo
30 il capo. Le contese furono da prima che non dovieno morire, perocchfe li rettori non gli
avieno presi in sul terreno del Comune di Firenze, e non gli dovieno guastare. L'altro di-
cea : " Che ha a f are lo rettore dove si sieno presi ? egli non gli hanno a pigliare in sul
" contado altrui ; ma gli f urono menati a casa „ . Ma dopo la contesa e grande esaminazione
fatta di loro con tortura, la contesa venne di che morte dovessero morire; e furono con-
35 tenti, quando eglino ebbono la grazia che a loro fosse mozzo il capo. E cosi furono mozzi
loro li capi.
\
'• 1383I 1383 G. /?. Aitcie I. eorregge la data — ao. derrate] ....tcG. R. la lacuna b dovuta a nnforo ntlla
carta. La letiono " derrate , i data da G. ; /. segna lacuna
Naldo di sere Stefftno CascUni I.uca dl raetser Forese de' Salviatl
Tommaso di ser Manetto, speziale Andrea di Boccio, fornaio
Lorenzo di Martino dl Cambio, «pezlale Vlerl di Sandro degii Altorlti
Cenni Marclii, albergatore lacopo del Rlccio, clilavaiuolo
Migliore di Vieri Guadagni, gonfaloniere di lustizia, Giovanni di Mancino Sostegni
quartiere di S. Giorannl Luca di Giovauni del Peccliia, merciaio
Ser Niccolo di ser Guidone di ser iJonaluto, loro no- Ubaldo di i<'etto Ubertini, mercatante, gonfalonlere dl
lo taio, quartiere di S. Croce lustizia, quartiere di .S. .Spirlto
Fedutcio d'Andrea Bellottl Ser Luca dl Francesco, loro notaio, quartiere dl S. Ma-
Giovanni dl Chino Llppl, corazzaio ria Novella.
426 CRONACA FIORENTINA [A. lasaj
RuBRicA 953* — .^uesti sono i Priori di maggio e cU giugno 1383.
Bartolommeo di Micuccio, lanaiuolo
Lodovico di Bono Rinucci, merciaio
Zanobi di Taddeo Borghini, lanaiuolo
Bartolommeo di Dino, legnaiuolo
Giorgio di Guccio di Diao Gucci, lanaiuolo
Cambiuzzo di Batino, maestro
Simone di ser Matteo Biffoli
Paolo Fenci, beccaio
Niccol6 di Nastagio de' Bucelli, gonfaloniere di lustizia, quartiere di S. Croce
Ser Guccio di Francesco d'Andrea, loro notaio, quartiere di S. GiovannL
/, XII, 40 RuBRiCA 954* — Come' in Firenze si fece uno iratiato, fure di guella medesima gente minuta.
Nel detto anno e mese di luglio fu nella ciXXh. di Firenze uno trattato, fatto pure per
gente minuta, li quali estimando che la mortalitk, della quale diremo, era molto primiera nella
cittk di Firenze, e molti cittadini fuggiti, chi in contado e chi fuori di contado, di lungi
un giomo, o due, e pifi, stimarono che venisse lor fatto, e d'es8ere seguiti dagli ammoniti e
da' mali contenti. E certo ogni volta, ch'eglino Tavessero fatta a sapere alli predetti, si sti-
mava, loro sarebbe venuto fatto; ma eglino noii lo feciono, ed eglino non feciono loro in-
tenzione, ma guastaronla, e le loro persone. Fu lo detto trattato scoperto in questa forma:
che essendo U cittadini, come detto fe, fuggiti per la mortalita, la minuta gente non partita,
ragunato alcuni sbanditi, li quali cosl ragunati a fine di rubare e d'e8sere ribanditi, venendo
loro fatto. E veramente per quello che poi si vide, s'egliiio avessero fatto con ordine, ve-
nla loro fatto; imperocchfe li cittadini possenti erano fuggiti la mortalitk, e chi fuori del
contado di Firenze, e chi nel contado; ma eglino si scopersono prima che non dovieno se-
condo Tordine. In sulla prima loro non [non tutti loro] si levarono, e mossonsi da Santo'
7., xii, 41 Ambrogio e per Belletri passando e per lo Prato d'Ognis8anti, e feciono capo al ponte alla
Carraia. Quelli dalFaltro lato d'Amo, non erano in concio, non rispuosono, ed in quello
luogo fu gridato ; e cosi si partirono, e nuUa f eciono ; e la gente sdegnb, ed andarono cer-
cando costoro, e niuno ne fu preso; ma assai n'ebbono bando.
RuBRiCA 955* — Come fu una grande mortalita nella citth di Fireme.
Nel detto anno cominci6 a Firenze una pestilenza primiera, e primiera di ci6 per ri-
spetto ch'era cominciata infino nelFanno dinanzi in alcuna casa, al Canto a Monteloro ed
a S. Piero Maggiore, forse in quattro case, ed avie casa dove in uno mese n*erano morti
10 e lasciatone due, e poi restata; ma per la cittk quasi niente si senti se non in sul marzo
e aprile; allora cominci6 a rucellare, e ba8t6 infino al settembre molto fiera, pure al modo Z
dell'altre mortalitk, di quello segno del grosso sotto il braccio e sopra la coscia airanguinaia.
Molti buoni uomini morti, ma piii fu ne' giovani e fanciuUi che negli uomini e femmine di
compiuta etk Ultimamente ristette, come detto fe, di settembre, non si che alcuno, e questo
/., XII, M era a rado, infino al marzo vegnente' dello altro anno non ne sentisse, ma radi e pochi.
Pure com'6 d'usanza di tenerne lo conto che muoiono, in quello anno ne morirono circa 4
14. prlmiera] pinlera G. R.; da quamto i detto ntila ruMea seguant» sono stato indotto a correggere il tasto;
/oieki pare voglia dire frimaticcia — 35. il testo i gnasto; e la funteggiaiura di /. lo rende semfre pik oscnro; It
parole loro non forse tono state male trascritte; se pnre nom sia stata omessa la parola tutti — 31. «ii ci6] dlco /.
1« w/« ttwtrtt dt overt corrftto in dico ta Itfiont dicio di G. R,
[AA. 1383-1384] CRONACA FIORENTINA 427
di (lacuna). E cosi posata la maggior parte di novembre si lornarono alia cittk: alquaati
stettero infino passata la primavera, e poi tornarono.
RuBRicA 956* — Come fer la detta mortalita si fece ■pixi leggi e ordini a Firenze.
Nel detto anno si feciono di molte ieggi, acciocchfe niuno cittadino si partisse per la detta
5 mortalit^, a ci6 che sospettavano che la minuta gente non partisse, e facesse romore, ed i
mali contenti s'accozzas8ero con loro. Poi veduto che pur si partivano li ricchi, comincia-
rono a non lassare partire niuno sanza il bullettino. Ancora a questo era impossibile a te-
nergli. Poi all' ultimo impuosero danari a chi s'era partito, o partisse : comecchfe la cosa non
and6 uguale, che di quelli a cui fu posto, pagarono e tale no, com'^ sempre d'usanza che
0 gli animali grossi e possenti saltano e rompono le reti; pure n'entr6 in Comune fiorini....
(lacuna). Dissero che gli voleano per soldare fanti, acciocch^ lo stato stesse fermo.
RuBRiCA 957* — De" cittadini di gran nome e stato che morirono in Firenze. /., xn. 43
Nel detto anno, tra in Firenze e di fuori di Firenze, fuggiti la mortalitk non a buon'otta,
o che morire dovieno, di che fu gran danno per le loro virtii e senno e per gli danari che
5 avieno e seguito di parentado, diremo d'alcuni piti singulari:
Carlo di Strozza degli Strozzi
Migliore di Vieri Guadagni
Michele di Vanni di ser Lotto
loanni di Cambio, balestriere
0 Messer Rosso di Ricciardo,
Uguiccione e
Giorgio
Messer Andrea di messer Benedetto
Alberto di Luigi
de' Ricci
Alberti.
!5 RuBRiCA 958* — Come in Fireme vennero novelle che certi voleano mutare stato in Perugia,
ed andaronvi ambasciadori,
Nel detto anqio venne a Firenze sentore che in Perugia era bisbiglio che gli usciti rien-
trassero in posto. Comecchfe non sia di nostra materia, la toccheremo, perch^ ne furono
incolpati li Fiorentini, e dissesi che era stato ordine di certi cittadini di Firenze. Quelli'
M) che ne furono nomati il sanno, se fu vero. In effetto mandati vi furono ambasciadori, e di /., xu, 44
concordia vi furono rimessi gli usciti, e poi intrati feciono romore, e furne tagliati una buona
brigata da quelli dentro e cacciati e sbanditi, ed alcuni di loro se n'u8cirono per paura, e
poi feciono guerra a' Perugini e danno assai.
15 RuBRiCA 959* — ^uesti sono i Priori dal ■primo di luglio 1383 a tutto agosto 1384.
Paolo di ser Guido, cimatore Niccol6 di Giovanni di Neri, coreggiaio
Giovanni di Betto, maliscalco Piero di Lippo Aldobrandini, gonfaloniere di
Mariotto di Simone Orlandini, lanaiuolo lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Bartolo del Cece, lanaiuolo Ser Filippo di ser Piero Mucini, loro notaio,
Alessandro di ser Lamberto del Nero Cambi quartiere di S. Spirito.
Matteo di Pacino, legnaiuolo
Cristofano di Giovanni Benivieni, speziale Bartolommeo di Tommaso Corbinelli
428
CRONACA FIORENTINA
(A. 1364]
Oiovanni di TJn^o, calzolaio
Ser Niccol6 di ser Pielro di Guccio Sirigatti,
lanaiuolo
Bartolo Sanguigni, calzolaio
/.. XII, 45 Messer' Tommaso di messer Marco de' Marchi
Giovanni di Bartolo Manovelli, fondaco
Giovanni di Cambio de' Medici
Giovanni di Ristoro, linaiuolo
Messer Francesco Bruni, gonfaloniere di lusti-
zia, quartiere di S. Giovanni
Ser Antonio di ser Chello, loro notaio, quar-
tiere di S. Spirito.
Lorenzo di Filippo de' Machiavelli
Matteo Geri, fornaciaio
Messer Lorer.zo di Guinizello Fracassini
Andrea di Vanni Tosi, coreggiaio
Bonaccorso Berardi, setaiuolo
Giovanni di Luca, galigaio
Chino di Simone Ristori
Tommaso di Bernardo Viviani
Giovannozzo di Francesco Biliotti, gonfalo-
niere di lustizia, quartiere di S. Spirito
Ser Lapo Mazzei, loro notaio, quartiere di
S. Giovanni.
Simone di Renzo, lanaiuolo
/., XII, «7 Simone di Filippo de' Capponi
Silvestro di Michele Nardi, merciaio
Giunta di Bartolo, fornaio
Giuliano di Rinieri del Forese
Niccol6 di Giovanni, calzolaio
Niccol6 di messer Lottieri da Filicaia
Lorenzo di Filippo, maestro
Filippo di Cionetto de' Bastari, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Croce
/., XII, 46 Ser' Dionigi vocato Nigi di ser Giovanni Tucci
da S. Dodato in Pocis, loro notaio, quar-
tiere di S. Maria Novella
Giuliano di Cola Nerini
Bartolo di Betto, bicchieraio
Messer Antonio di meBser Niccol6 degli Al-
berti, cavaliere
lacopo di ser Zello, orafo
Lionardo di messer Giovanni degli Strozzi
Francesco d'Ange1o, pezzaio
Franco di Benci de' Sacchetti
Biagio Carducci, albergatore
Gagliardo di Neri de' Bonciani, gonfaloniere
di lustizia, quartiere di S. Maria Novella
Ser Ristoro di ser lacopo da Figghine, loro
notaio, quartiere di S. Croce.
lacopo deirAccerrito, lanaiuolo
Lorenzo d'Angelo, maliscalco
Giorgio di Lione di Simone
Andrea di Dello, bicchieraio
Vanni di lacopo de' Vecchietti
Collino di Giorgio di Collino Grandoni
Giovanni di Pagno, lanaiuolo
Matteo di Nutino, calzolaio
Matteo di Chele Pagnini, lanaiuolo, gonfalo-
niere di lustizia, quartiere di S. Giovanni
Ser Antonio di ser Francesco da Gangalandi,
loro notaio, quartiere di S. Maria Novella.
Bernardo' di lacopo Paganelli, lanaiuolo
Rosso di Piero del Rosso, fomaciaio
Niccola di ser Niccola, lanaiuolo
lacopo di Zanobi vocato Gilio, biadaiuolo
Domenico di Giovanni di Maso Manovelli
Lapo di Martino, maestro
Terrino di Giovanni Manovelli
lacopo del Rosso, pellicciaio
Chiaro di Francesco da Caaavecchia, gonfa-
loniere di lustizia, qnartiere di S. Spirito
Ser Vanni di Stefano di Vanni da Sanbuco,
loro notaio, quartiere detto.
RuBRiCA 960' — Della veftuta del Sire di Cusci in Italia.
L'anno del 1384 scese di Francia della provincia di Piccardia uno gentile uomo, n<M
per6 grande signore, ma molto uso in arme con assai pratica, e ben seguito in arme, e da
gente sanza ordine, come sbanditi e gente di compagnia, e sotto titolo d'andare adiutare al
Duca d'Angi6 nello reame di Puglia. Dissesi ch'era condotto per la moglie del Duca d'An-
gi6. Quale che si fosse, o sl, o no, fece la via di Piemonte, e prima per Savoia e di Pie-
monte per la Lombardia; e quivi stando alcun di, si disse che da messer Bernab6 avesse
fiorini 40 000, li quali diede per mandato del Duca d'Angi6, per lo parentado fatto della
figUuola di messer Bemab6 al figlio del Duca.
[A. 13841 CRONACA FIORENTINA 429
RUBRICA 961* — Come' fer la venuta del detto Sire di Cusc\ si fece in Firenze uno uficio di /., xu. «s
lo cittadini.
Lo detto anno e mese di . . . . (lacuna) avendo H Fiorentini sentito la venuta del Sire di
Cuscl, sospettando di lui, si tenne molti ragionamenti in Firenze e piu consigli di richiesti;
e come le divisioni vanno, chi volea soldare gente per contradirgli lo passare, acciocchfe non
j fosse contr'allo re Carlo, e chi perch'egli potesse ire, e non volere arrecarsi piu a nimico
lo duca d'Angi6, voleano lasciarlo passare. Pure si furono tanto dibattuti, che si cre6 uno
uficio di nuovi cittadini, li quali furono questi, ciofe:
Lorenzo di Filippo Capponi \ q «; • -f '
Tommaso di messer Castellano Frescobaldi j *
Filippo di ser Giovanni
Nofrio di loanni di messer Lapo Arnolfi
Messer Lotto Castellani
Messer Stoldo di messer Bindo Altoviti 1 „ n, • t^t i,
„ , j, A j • / S. Maria Novella
Bernardo d Andrea, corazzaio j
Tolomeo di Cecco Bocchini
S. Croce
Bonaiuto di loanni, galigaio
Matteo di lacopo Arrighi
S. loanni
RuBRiCA 962* — Della' venuta del Sire di Cusci in Toscana, e cotne fece danari in alcuno /., xii, 49
luogo, e -prese Arezzo, lo quale li Fiorentini -piu volte lo fotieno avere, e non lo vollono.
Nel detto anno e mese di.... {lacund) lo Sire di Cusci predetto con numero di lance
3000 e pedoni pochi, partito di Lombardia, scese per Pontriemoli e per Sarezzana pass6, e
puose suo campo a Massa in sul terreno de' Lucchesi, e passato, per alcune ingiurie che gli
feciono certi delle ville, fece in lo borgo di Massa grande danno di ruberia e d'arsione, e
i da' Lucchesi poi airultimo ebbe da loro danari, e partissi di Ik. Dissesi ebbe da loro di
raccatto fiorini 9000. Poi passo per Valdera, ed andonne alla Badia a Isola in su quello di
Siena, e quivi fermo suo campo. In questo mezzo Marco da Pietramala, figHuolo che fu di
Pietro, lo quale, come addietro h parlato, stette in prigione in Firenze, e lasciato a petizione
dello Imperadore negli anni 1368, mand6 a Firenze a dire che se i Fiorentini voleano Arezzo,
\ egli lo darebbe loro, e quello che addimandava era quasi nulla. Molti furono che per mano
dei Ghibellini non lo voleano, perch^ Marco era ghibellino. Altra brigata pure di quella
medesima, davano colore di non torlo per non ingiuriare lo re Carlo ; e tanto venne di con-
tesa che' non si tolse; ma dissesi che quelli che lo rifiutavano, per non torlo al re Carlo, /., xn, 50
non lo voleano, perocch'era loro fortezza, e se sinistro venisse d'essere cacciati, com'altra
i volta erano stati, erano amici dello re Carlo, e quello nido averebbono avuto. Rimanga nel
8uo luogo qual si fosse la cagione ; come h detto addietro in piii luoghi, e piu volte si potfe
avere, e non si tolse, ed innanzi che lo avesse il re Carlo: e poichfe lo re Carlo rebbe, si
sarebbe auto dallo Re per 70 000 fiorini ; bench6 fosse gran pregio, g08t6 poi piu di quattro
cotanti sanza i pericoli. Addivenne che Marco vedendo la contesa de' Fiorentini, disse che
B'egli non lo togliessero, lo darebbe altrui ed al demonio, se non avesse a cui darlo altri.
Fece trattato dentro con quelli che lo davano, ed introcci dentro, e misseci il Sire di Cusci,
e fu rubato ora un'altra volta. E cosl fanno li mali cittadini; Tuno perch^ lo re Carlo non
abbia denari, Taltro perchfe il Comune non abbia in sua balia, acciocch^ se disastro avve-
nisse d^essere altra volta cacciati, avere nido, che ae '1 Comune Tavesse, non lo averebbe
38. Pietro] laeuna G, R. supfUta da I. eon la letioiu riportata nel ttsto
430 CRONACA FIORENTINA (A. 1384]
avuto. Questo si d!ue, »e fu vero, Tddio ne »a la veritk: ma pure il Cotnunr non lo ebbe
per le contese de' mali cittadini. E questo f u a di.... del mese.... (lacuna) 1384. E queitto
medesimo d\ venne la novella che '1 Duca d*Angi6 era morto.
/., xu, si RuBRiCA 963* — Come' i Fiorentini dierono Salia alli detti Dieci ferfare certe cose con gli
CoUegj, e ragunarono gente di soldo e d^ainisth assai.
Nel detto anno e mese d'ottobre li cittadini di Firenze vedendosi preao Arezzo da Com-
pagnia, si parve loro male stare. Dierono grande balla alli predetti Dieci, e quelli raguna-
rono danari assai, e aoldarono d'ogni scazzamaglia ed ancora de' buoni soldati, e divenne
tanto che lo Comune soldb circa 600 lancie e circa 700 pedoni, e sold6 una Compagnia di
messer Guido d'Aftciano da Siena, e di marzo un Tedesco ed altri con cavalli circa 2500 e
pedoni 500 ; e d' amicizia ebbe di pifi luoghi, cio^ da Bologna e Perugia e da Pisa e Lucca
e d'altri luoghi di Signoretti: furono intomo di 1000 lance ed assai pedoni e contadini. E
questo si fece piu presto che mai si facesse per !o Comune di Firenze, bonth dei Dieci e
de' danari del Comune, che alli bisogni alfine ogni uomo li tira fuori volentieri. La quale
gente si misse alle frontiere intorno ad Arezzo, e strinsero le vie dello venire foraggio ad 1:
Arezzo, salvochfe si disse ch'e' Sanesi davano loro foraggio per dispetto de' Fiorentini.
/., XII, 52 RuBRiCA 964' — Come' quegli di Castiglione Aretino si dierono a' Fiorentini.
Nel detto anno e mese di dicembre ebbe lo Comune di Firenze Castiglione Aretino in
questo raodo, che da loro propria volonta si vennono a dare, o che temessero di non andare
come gli Aretini. Lo Comune di Firenze li prese, ma lo cassero si tenne tuttavia per lo 2(
re Carlo.
RuBRiCA 965* — Come lo Comune di Firenze ebbe Arezzo ed in che maniera.
Nel detto anno e mese di novembre, stringendo lo Comune di Firenze Arezzo, lo condusse
a tal porto, secondo si trov6 poi, ed ancora si dicea prima, che poco v'era da mangiare, pe-
rocchfe per gli cavalli, che consumavano assai roba, v'era poco, di che molto stavano male.
Giovanni d'Azzo degli Ubaldini, che v'era, e Marco da Pietramala v'avevano buona brigata ;
volieno soffrire ogni affanno, perchfe non venisse alle mani de' Fiorentini. Pure lo Sire di
Cusci, siccome uomo, che volea toccare lo danaio, si argoment6 di trattare, e tanto venne
/., xn, 53 la cosa innanzi ch'ella ebbe compimento, e vendello libero al Comune per fiorini circa' 50000,
e diede la tenuta al Comune, e per lo Comune lo prese lo Capitano della guerra, ci6 fu 30
messer Giovanni degli Albizi da Lucca. Lo cassero, che lo tenea messer lacopo Caraccioli
da Napoli per lo re Carlo, lo diede ancora al Comune con pregio di fiorini 20 000. E cosi
venne la novella in Firenze, che Arezzo era avuto a di 18 di novembre: di che se ne fece
molti fal6, ed alcune brigate di ^ovani armeggiarono. E cosi s'ebbe Arezzo con grande
spesa di pregio di compera e di spesa di soldare soldati per pi^ tempo, che fu gran quantiti 35
di danari, e poteasi avere per quasi nulla, e cosi fanno le divisioni de' cittadini nelle cittk,
che di soldati, che tuttora non averebbono soldati, ch'e8si tennono loro ferme; ma pure infino
a quello dl gostarono fiorini.... {lacuna) bench^ ogni spesa, poichfe male [non] era ita, parve non
dolere, quando 8'ebbe la possessione. Quando si venne a pigliare le carte e le promessioni,
voUe lo Sire di Cusci che si facesseso in questo modo: ch'egli in vece ed in nome dello 40
to. Asclano] Ascanio /. - e di mario un Tedeico] e di Marco Tedetco /. Ho lasciata la letiane <U (i. R, r
di G., agg-iungtndt un — t8. dlcembre] tmfflito da I. con ta scorta dtlV Ammirato, V, jfo — 33. condusae] ridusse /.
— 3V t8] lacmna G, R.; la data i aggimnta du I. — 38. non]/afr<M« dal stnto eto il non fois* ttato tmetto nelia
traterititnt
[A. 1384] CRONACA FIORENTINA 431
re di Francia donava liberamente al Comune di Firenze la citt^ d'Arezzo senza alcun prezzo
o dono o guidardone; e quando le carte si faceano, messer Donato di lacopo Acciaiuoli,
I ch'era 1' uno di quelli, che lo ricevea per lo Comune di Firenze, disse : " Salvo le ragioni di
"monsJgnor lo re Carlo „. Rispuose lo Sire di Cusci, che' chi fosse da tanto ordine [ardire] /., xn, 5«
che nominasse in questi patti Carlo di Durazzo, che colla daga, ch'egli avea in mano, ch'egH
lo ucciderebbe, e farielo gettare a terra delle finestre; e domandb a messer Donato per cui
egli era quivi. Rispuose: * Per lo Comune di Firenze „ . Rispuose lo Sire ch'e' 40 000fio-
rini ch'egli avea per Arezzo, s' intendessero che '1 Comune di Firenze glieli prestasse, e
ch'egli non fosse costretto a rendergli, se non quando egli ne fosse agiato. Gli altri furono
0 i magaluffi, ciofe infino in 50 000. E cosl fatto, vollero gli ambasciadori, che per li detti
50 000 fiorini egli promettesse non essere contra al Comune di Firenze per quattro anni.
AUora rispuose lo Sire di Cuscl che non volea questo termine, ma in tempo di sua vita pro-
mettea non essere contra, salvo se gli Fiorentini non fossero collo re Carlo con gente, o
con danari, per retto, nb per indiretto, mentre fosse in guerra collo Duca d'Angi5 o collo
re di Francia. E molte altre cose si dissero essere dette per lui e promesse per nostri am-
basciadori.
RuBRiCA 966" — Come s'ebbe lo cassero di Castiglione Aretino.
Nel detto anno e mese di novembre, a' di 28, venne Tulivo e la lettera, come' lo Co- /., xn ss
mune di Firenze avea avuta la tenuta del cassero di CastigHone Aretino, e come messer Do-
0 nato Acciaiuoli avea presa la tenuta d'es80, ch'avea presa la tenuta prima della Terra.
RuBRicA 967* — Come lo Cafitano della Guerra d!Arezzo rendb le insegne.
In questo anno e mese di dicembre, di 6, lo di di S. NiccoI6, lo Capitano della Guerra
d*Arezzo, messer Giovanni degli Obizi, ritorn6 in Firenze, e nelPora della terza con grande
triunfo di campane e di trombe rassegn6 al palagio de' Signori, alli Dieci della balia la in-
5 segna del Comune.
RuBR|CA 968' — Di novita che fu in Siena.
In questo medesimo anno e mese addivenne in Siena novitk, e parve che molti stimas-
sero, e spezialmente li Sanesi tennono da principio, che da' Fiorentini venisse la novitk ; pe-
rocch'eglino per lo loro animo che avieno contra li Fiorentini, e spezialmente nella intrata
) d'Arezzo che f ece il Signore di Cusci, fu da' Sanesi favorito ; di ch'eglino stimarono essere,
com'era, consapevole allo Comune di Firenze, sicch^ la novitk fu; ed eglino stimando ci6'
addivenire da Firenze, perocch^ si sentiano colpevoli in avere offeso, e non pure ivi, ma /., xn, s»
molte altre volte a Firenze, perocchfe non era conforme lo stato de' Sanesi a quello dei Fio-
rentini, perocchfe a' Fiorentini era stato di piti alti cittadini, ed in Siena di minore condi-
J zione e piu bassa. La novitk fu questa: che in Siena si facea trattato di t6rre lo stato di
quella gente, e recarla a piii alta e discreta gente, com'era di gentili uomini e dello ordine
de* Nove, uomini di stato e condizione mezzani e mercatanti ed uomini, che per antico e
buono tempo aveano retto e bene ed in concordia col Comune di Firenze. Lo trattato
discoperto, e li soldati del Comune di Firenze trovatosi in quelle terre convicine di Siena,
) furono presi in Siena 7 contadini da Firenze, li quali furono giustiziati subito, e poi cerca
la terra, e non giuntone piu, furono serrate le porti, e presi altri loro cittadini, e furne
giustiziati circa tre, e bandeggiati circa .... {lacuna) ; li quali f urono uomini d'ogni condizione.
4. ordlne] eoi) G. R. ed /.% /orst ntlforif^nal» si Itggtva: ardire — 33. d) 6J d\ 7 <?. R.f anek» I. torroggo
la hMiono di G.R.
432 CRONACA FIORENTINA [A. 1384]
RuuRiCA 970' — Cume i Fiorentini mandarono ambasciatori a Siena.
Nel detto e medesimo tempo e mese, essendo la novella in Firenze di ci6, e come li
/. xn. 57 Sanesi si gravavano del Comune di Firenze, addivenne' che volendosi lo Comune di cJ6 di-
^avare, mand6 ambasciatori a Siena a dolersi del caso, ed a proferersi deiraiuto e concor-
dta, Li quali ambasciadori furono eletti piii volte, e niuno vi volea ire, considerato che li
Sanesi sono uomini di furia, e non molto perfetti amici de' Fiorentini. Ultimamente rifiu-
tato e vietato lo andarvi, soggiunse che si elessero gl* infrascritti ; ci6 furon questi:
Messer Benedetto, cavaliere, degli Alberti
Messer Tommaso di messer Marco de' Marchi, judice
Andrea di Franceschino degli Albizi. lu
Questi furono cosi eletti. Messer Benedetto dicea di non andare; fu subito detto per gli
Priori, che o volesse ire a' conlini, o ire a Siena; di che subito diliber6 lo andare, ed and6
a Siena con gli compagni, e dopo molti di andarono in Siena, e praticato delli loro accordi
e commessione, e non furono molto ben veduti, come avrebbono voluto.
RuBRicA 971' — Come messer Agnolo Acciaiuoli, vescovo di Firenze, fu eletto cardinale fer 15
fafa Urbano.
Nel detto anno e mese di dicembre predetto, venne in Firenze novelle siccome messer
Agnolo di lacopo di Donato Acciaiuoli, vescovo di Firenze, era fatto di vescovo cardinale'
7., XII, 58 di papa Urbano. Di che in Firenze per molti se ne fece grande allegrezza, siccome si usa
di simili cose per gli amici e parenti dei detti onorati; e dove sono le sfitte il contrario 20 i
di chi odia.
RuBRtCA 972* — Della imfresa e guerra di Marco da Pietramala.
Nel detto anno e mese di febbraio, vedendosi li Fiorentini avere Arezzo, e vedendo che
la via non era spedita da Firenze ad Arezzo, che li Tarlati ed Ubertini d'Arezzo teneano
Terre in questo mezzo, ciofe tra '1 contado d'Arezzo e la Terra e lo contado Fiorentino, ed
ancora le dette Terre essere del Comune d'Arezzo, o del Vescovado, pensarono, come avieno
comperato Arezzo ed il contado, che quelle Terre erano loro. Significarono a Marco, figliuolo
di messer Piero Sacconi da Pietramala, che rendesse le Terre, ch'erano del contado d'Arez-
zo : ^li rispuose essere sue, e che i suoi antichi l'avieno avute e possedute gran tempo ; e dicea
vero che essendo di loro legnaggio il vescovo d'Arezzo, Signore, eglino occuparono di quelle oL
Terre, e poi Tavieno tenute ed ancora murate e speso ; nondimeno la propriet^ d'esse erano
del Comune, e quali del Vescovado. Di che esso dicea buone parole, e che volea si vedesse
/.. XII, 59 a ragione. Li Dieci ' della balia, non volendo che uscisse loro di mano, tenendo a parole
costui, il Comune diliberarono la 'mpresa, ed andovvi Toste, e delle sue castella 8'ebbono
per trattato e per concordia parte. E Capitano di Guerra v'and6 uno giovane caTaliere, 35
ciofe messer Vanni di Michele di Vanni Castellani. Queste sono le Terre che si ebbono in
questo anno di Marco da Pietramala.... (&<:?<«a).
RuBRicA 973* — Come s'ebbc Leone del contado d'Arczzo, che tenea messer Azzo degli Ubertini.
Nel detto anno, significando il Comune di Firenze a messer Azzo degli Ubertini che egli
tenea delle Terre del Comune d'Arezzo, ragione di Firenze, [alcune] Terre, egli venne a Fi- 4(
renze, e con concordia diede al Comune di prima punta Leone, dicendo quella essere del Co-
mune d'Arezzo.
[A. 1384] CRONACA FIORENTINA 433
RuBRicA 974* — Come il fafa Urbano ebbe quistione collo re Carlo in Puglia.
Nel detto anno 1384 apparvono novitk tra '1 papa Urbano e lo re Carlo in Puglia; e
benche non sia di nostra materia, pure ne toccheremo per le condizioni de' Fiorentini, che
in loro sette gareggiano, e favoreggiansi ' colle dette parti di cose nuove, che appariscono /., xii, m
5 nel paese, sperando acquistare stato, e quelli che lo tengono si rallegrano, che la novitk sia in
utile ed in onore di quelli, di cui si fanno campo. Nella brigata che reggea, dico, che reggea
favorevole, e baldanzosi di parole, spantendo [sfaurendo] gli altri, furono col titolo di Parte
guelfa, come addietro appare, rimessi in Firenze e ribanditi ; e perchfe molti di loro furono
CoUo re Carlo quando venne a Firenze innanzi avesse lo reame, sotto quello titolo del re
10 Carlo aveano sempre quello nome favorito, e se a loro fosse stato creduto, averebbono da-
tigli danari, e dierono quello poterono, come addietro appare. Ora appare che quando lo
re Carlo ricevette la corona in Roma da papa Urbano, promettesse al Papa per lo nipote
del Papa ufici e Terre, le quali poi avuto lo reame, non parve che lo re Carlo gli osservasse
la promessa. Di che per piu spazio e lettere ed ambasciate non osservando, nh ancora pa-
15 gando lo debito censo il re Carlo alla Chiesa dello reame, com'era d'antica usanza e patto,
e '1 Papa andossi a Napoli, ed ultimamente ad Aversa, dicendo il Papa al re Carlo, ch'egli
era venuto in suo favore per la guerra del Duca d'Angi6, ch'egli avea contra, ed ancora
perch'egli osservasse quello che promesso avea. Venne tra loro screzio per modo che '1 re
Carlo lo fece sostenere nel cassero d'Aversa' che non si pote partire, poi nato concordia tra /„ xn, n
20 loro, e racconcisi insieme, e dato alcuna parte della impromessa, lo Papa and6 a Napoli, e
da Napoli a una Terra di Ik da Napoli 26 miglia, ov'fe uno bello cassero, che lo fece mes-
ser Niccola AcciaiuoH, Gran Siniscalco, e la Reina poi molto adorn6 e dilettevole; e quivi
volendo poi dal re Carlo la sua promessa, ed egli non osservando, turbandosi, cerc6 di fare
processo contra allo re Carlo, e di fare amicizia e lega con quelli baroni, che teneano col
25 Duca d'Angi6. Ed ultimamente legatosi con quelli della parte del Duca d'Angi6, ferm6 suo
processo contra allo re Carlo, e volendolo leggere in Nocera, li cardinali non volendo a ci6
acconsentire, e fattigli venire nel cassero, furiosamente ne fece prendere otto, infra' quali
fece rubare le loro case, e mettere a saccomanno amesi e cavalli a' suoi soldati ed al suo
nipote, lo quale si chiamava lubutillo. E cosi ne' \de'\ presi, alcuni ne fece mettere al tor-
30 mento, e alcuni ed uno vescovo ne morl, ed uno cardinale si gua8t6 della persona, che sfron-
dol6 le budella nella borsa. Fatto questo, gli altri cardinali si fuggirono a Napoli.
RuBRiCA 975* — Come' lo -pafa Urbano fece a' cardinali, -perche sent\ ck'erano dal re Carlo, 1., x». 62
e cercavano di fare contra a lui, e lo re Carlo lo assedih in Nocera.
Nel detto anno, sentendo il Papa i cardinali partiti, si senti ch'eglino gli voleano dare
35 tutori. Di che sentendo questo li priv6 tutti, acciocch^ non potessero fare contra a lui, sal-
voch6 quelli, ch'erano con lui in Nocera, e cosl gli parve essere sicuro. Lo re Carlo gli
mand6 Tassedio, e strinselo perchfe foraggio non v'intra8se in castello; poi sentendo ch'era
fomito, e per molto acquazzone, arsero lo borgo, e partirsi.
RuBRiCA 976* — Come certi baroni voUono soccorrere il Pafa, e furono sconfitti,
40 Nella detta stagione, essendo assediato lo Papa, quattro signori, ciofe lo conte di San-
t'Agata e lo conte di Monte Dorigi e quello di Santa (lacund) e di Sant'Agata con 1000
cavalli si partirono per soccorrere il Papa. Poi, sentendo partito roste, se n'andarono verso
Napoli, e quivi corsero presso alla Terra a due miglia; poi partitisi di l^, furono seguiti
ed andando a Nocera al Papa furono sconfitti, e presi circa 200 cavalli di loro, e ricolsonsi '
45 8u a Nocera presso ch'al cassero. Appresso quelli baroni volendosi riducere a loro Terre, /., xu, «3
T, XXX, p. I — 38.
434 CRONACA FIORENTINA (AA. i383-i384I
furono scontrati insieme col nipote del Papa e dalla gente del re Carlo; onde si ridussero
in uno castello: si chiama Scafati. Di notte 1i dctti baroni si partirono, ed andaronsene, e lo
nipote del Papa si rimase in Iscafati.
RuBRiCA 977* — Come li Sanesi mutarono stato, e cacctarom la gc.Uc ti.'..ula deUo stato.
Nel detto ar.no e mese di marzo li gentili uomini di Siena, secondo si disse, col favore
de' Dieci della balia di Firenze, fatti soldati, e legatosi coirordine de' Nove e de' Dodici
che non avieno uficio, e fac^ndo guerra, e parlando largo contra a quelli, che tenieno lo stato
faccendo trattati, quelli dubitando, mandarono a Firenze, ed andarvi ambasciadori. Di che
non essendo in concordia, si partirono \\ due, e li due vi rimasero: ed ultimamente la Terra
romoreggi6, e lo stato se ne mut5: e dove erar.o 15 Signori, tornarono a 10 e dove erano 12 10
di quello popolo minuto, solamente due ve ne misnero e quattro deirordine de' Nove e
quattro deU'ordine de' Dodici. Di questa cosa si fece in Firenze grandissima allegrezza e
/., xii, 64 grandi parlanze; pure per quelli che d'uno animo.... (lacuna), ciofe quelli, che' col dtolo di
Guelfi si mantellano, ed armeggiossi, e fecesi faI6, e sonarono campane. Ma al gencrale di-
spiacque forte, perocchfe non pare onesto che mai l'uno Comune faccia fare noviti nella 15
Terra dell' altro ; e se lo f a, non pare degna cosa avere allegrezza di male che persona ri-
ceva, se non e nimico.
RuBRiCA. 978* — Della carestia che fu in Firenze in qucsto anno di grano e di vino.
In questo anno fu in Firenze grande carestia d'ogni cosa, e questo addivenne per mala
ricolta, per la gran piova che fu questo anno, perocch^ non lasci6 battere, e quello si gua- 20
stava, perocchfe umido si ricoglieva, e valse lo staio circa 3 lire del buono, di peso di meno
di 48 libbre, e questo era lo migliore ; e di vino fu la maggiore carestia che niuno che vi
fosse ricordasse raai a sua vita perocchfe non si ricorda mai di marzo e d"aprile valere lo
vino soldi 6 la metadella di vermiglio; altre volte era valuto questo prezzo, ma di luglio e
d'agosto, ma non di primavera. Valse fiorini 2 lo barile del buono, e vendessi soldi 7 e 8 25
la metadella del vermiglio buono. E questo addivenne per la piova che segui sempre, e poi
la state se ne guast6 assai in infossare ed in volgersi La carne, per le guerre di Lombardia
/., xn, 65 e di Puglia, carissima,' salvo lo porco. Fu comune questa carestia del vino e del grano in
questo anno, segue nel vegnente, come h. detto.
RuBRicA 979* — Conte oscurb lo sole. 30
Nel detto anno e mese d'agosto, a di 17, dopo mezzo dl, oscur6 il sole, e delle 23 parti
d'e8S0 le 17; lo quale fu bello tempo, e quasi non si vide niente di sole risplendere.
RuBRiCA 980' — ^esti sono i Priori dal dl frimo di settembre ijSj a tuito afrile 1384..
NiccoI6 di Niccol6 di Gherardino Gianni Giovanni di Niccol6 Riccialbani, gonfaloniere
Buonaiuto di Taddeo Aglioni di lustizia, quartiere di S. Croce 35
Angelo di Tinaccio Campiobesi Ser Bonaventura di ser Zello, loro notaio,
Rosso di Piero, galigaio quartiere detto.
Giovanni di Giovanni di Lippo Aldobrandini
Giovanni di ser Dato, maliscalco Bene d'AIbizzino, speziale
Andrea di Franceschino degli Albizzi Angelo Banchini, pizzicagnolo
Francesco di Michele vocato Becco, fabbro Vanni di Niccol6 Ricoveri
31. del buono] lo buono /.
[A. 1384] CRONACA FIORENTINA 435
Bartolommeo di Francesco Bisarnesi Lionardo di Teo, corazzaio
Gherardo' di Rosso de' Gianfigliazzi Domenico di Guido del Pecora, gonfaloniere /., xu, 56
Giovanni di Fetto,- maestro di lustizia, quartiere di S. Giovanni
Fantino di Giovanni de' Medici Ser Bernardo di ser Taddeo Carchelli, loro
Bonaiuto di Lando, cassettaio notaio, quartiere di S. Croce.
lacopo d'Ubaldino degli Ardinghelli, gonfa-
loniere di lustizia, quartiere di S. Maria Ridolfo di lacopo Ridolfi
Novella Bonino di lacopo, fabbro
Ser lacopo di Benintendi della Casa, loro no- Lapo di Francesco Corsi
10 taio, quartiere di S. Giovanni. Gherardo di Giovanni, calzolaio
Giovanni di Filippo Carducci, ritagliatore
lacopo di Micuccio, lanaiuolo Matteo di Benozzo di Sovigliana, vinattiere
Francesco di Pasquino, rigattiere Alessandro di Danielle Arrigucci
Duccio Meglini, cambiatore Benvenuto di Piero Nuti, setaiuolo
15 Paolo d'Ambrogio, coreggiaio Simone' di Giorgio Baroni, gonfaloniere di /., xn, 67
Donato d'Albizzo degli Acciaiuoli lustizia, quartiere di S. Spirito
Gibvanni di Bertoldo, speziale Ser Piero di ser Stefano Casciani, loro no-
Francesco di ser Piglialarme, speziale taio, quartiere di S. Maria Novella.
RumucA 981* — Come Bartolommco da Pietramala fece accordo con gli Ftorentini, e rendh
20 sei castella al Comune di Firenze, ed chhe dal Comune alcune cose e danari.
Negli anni di Cristo 1385, essendosi tenuti piu ragionamenti per gli Dieci della balla
d'Arezzo con Bartolommeo di messer Maso di Pietramala, ch'egli dovesse rendere le castella,
chegli tenea del Comune d'Arezzo a' Fiorentini, ed egli scotendosi, sempre dicea, che volea
commettere a ragione questa quistione collo Comune di Firenze, il Comune dicea che volea
25 di ragione e di f atto ; perocchfe a ragione il Comune non potea addimandare ; imperocchfe il
Comune a punto di ragione non tenea Arezzo, perocch^ lo avea auto da chi lo tenea per
forza e non con ragione. Di che stando in questa quistione, fu per lui dimandato a' Priori
salvocondotto e gli Priori lo feciono, e con gli Dieci della balia non ne conferirono. Onde
sdegnati li Dieci, parve che significassero al Capitano della Guerra di Ik sopra a Marco, che
30 predasse; di che fu predato, essendo in Firenze. Di che si dolse, e vari ragionamenti ' ne /., xu, 68
furono tenuti, e neirultimo per gli piu fu biasimato, come a stretto punto di ragione H detti
si salvassero, che lo bullettino fu fatto a lui e non alle Terre; ma pure niuna guerra era
mossa palese ancora se non quella. Pure il danno fu suo sanza utilita di comune, ed i sol-
dati arricchirono di piu 7000 fiorini, a lui di danno. Venuto al contasto si compromesse ne'
35 Priori e Collegi di ragione e di fatto. In effetto egli lodarono ch'egli desse al Comune
sei Terre, le quali sono queste : Anghiari, buona e grossa terra, Gaenna, ancora buona, Pianeto,
Montaltello e Carciano; ed a lui fosse dato per lo Comune, mentrechfe Bartolommeo vivesse,
avesse dal Comune di Firenze fiorini 100 ogni mese. Dato lo lodo in questo modo, che a
lui fosse lecito ratificare allq lodo ed osservare le predette cose, se a lui piacesse; quando
10 che no, ch'egli fosse riposto col salvocondotto ne' suoi termini, e che aspettasse la guerra.
Rispuose che volea andare a casa alli suoi e riferire, e che se a loro paresse, lo farebbe, e
tornerebbe. E cosi ando, e ritorn6, e retific6 al lodo dato, e prese le prowisioni, e le ca-
stella assegnb al Comune di Firenze ed alli suoi uficiali.
RuBRiCA 982' — Come' messer Bernahb fu freso dal tUfote, e tolteglile Terre, cKegli tenea, /.. xn, 6»
5 e messo in ■prigione.
L'anno predetto e mese d'aprile, comecchfe poco abbia a fare a nostra materia, se non
per la lega fatta, venne in Firenze novelle che suidando alla festa fuori di Melana measer Ber-
436 CRONACA FIORENTINA [A. 1384]
nab6 Visconte di Melano, messer lo Conte di Virtil, figliuolo di messer Galeazzo e nipote
•uo, gli venne incontro da Pavia, e presolo con due suoi figliuoli, cioi messer.... (lacut$a) e
missegli nel cassero suo di Melano, e corse Melano, e d\k al popolo in preda la casa sua,
e Iev6 le gabelle, poi aR8edi6 le Terre, e prese ogni cosa, e lui misse in una aspra torre
(si chiama la torre della Treccia) ; e due suoi figliuoH, oltre a' presi, 1' uno se n'and6 nella
Magna al Dugi di Storich e Taltro a Verona. Li Fiorentini gli mandarono ambasciadori,
e feciono lega con lui. E questo si diese avere fatto lo Conte, perocchfe trov6 che mes-
ser Bemab6 lo volle awelenare, ed altre volte piij lo volle fare uccidere. E cosi fa la for-
tuna, che quegli, di cui tremava tutta la CristianitA, ed avea stracco Papa ed Imperadori,
Comuni e Tiranni, fu ingannato, e preso da uno giovane, ed abbassata la superbia di tanto 10
/., zii, 70 tiranno. Molte crudeltk ed altre tirannie 8'erano dette' di lui infino a quello di; e co«i si
mori in pregione.
RuBRiCA 983* — Come ambasciadori si mandarotio allo -pafa Urbano ed al re Carlo fer fa-
cificargli insieme.
Questo medesimo anno, essendo aollicitato dagli amici dello re Carlo che li Fiorendni 15
mandassero ambasciata a Napoli per accordare lo Papa collo re Carlo di Puglia, essendo lo
Papa stretto in Nocera, vi fu mandati messer Donato Acciaiuoli, raesser Filippo di messer Ala-
manno Cavicciuli . • . . (iacuna) Simone di Rinieri Peruzzi; li quali si disse assentirsi questa
ambasciata piii in servigio del Vescovo di Firenze che ad altro fine, considerato ch'era eletto
Cardinale, e qui era venuto lo promovitore del suo Vescovo, e non ricevuto, acciocchi 'I 20
Cardinale fosse vescovo e cardinale, come a piii altri avea lo Papa fatto. Pure in com-
messione ebbono la pace, e cosl andarono.
RuBRiCA 984* — Come il Pa-pa usci dallo castello, che teneza assediato lo re Carlo coltaiuto
di messer Tommaso di Sanseverino e del figliuolo del Conie di Nola.
Nelli detti anni, comecchfe non sia di nostra opera, pure perchfe in Firenze si vedea 25
y., XII, 71 sotto il segno de' ragionamenti del re Carlo,' forse piu che a utilit^ della nostra citti non
bisognava, che parea di questa e deiraltre guerre lontane non bisognasse, se non il mettervi
pace; ma a Firenze una brigata usavano dire, che chi non volesse che lo re Carlo vincesse,
era nimico del buono stato di Firenze, e per un' altra brigata si dicea il contrario, non per
dispiacere allo re Carlo in lui medesimo, ma per lo trasandare di quelli averebbono voluto 30
vederlo perdere. Perocche come alla comunit^ paresse che il duca d'Angi6 fosse della Casa
di Francia e guelfo, come lo re Carlo e pifi, nondimeno per Tantica amicizia vicina ed amore
di Puglia, voleano megHo allo re Carlo, ed oggi perchfe morto era il Duca d'Angi6 ; ma pure
per dispetto di setta, non per lui, ma per loro si contastava in Firenze di non avere lo
re Carlo quello forse voleano quelli che '1 contrastavano. Tomando alla materia, vennono 35
novelle del mese di luglio che lo papa Urbano fu soccorso da messer Tommaso di Sanse-
verino, zio del Conte di Tricarico e da Ramondello, figliuolo del Conte di Nola di casa
degli Orsini, e levarono da campo lo Abate di Monte Casino, che v'era allo assedio, e cac-
ciarono e presero l'amese del campo e foraggio che v'era ed i generi che bisognarono, e
fomirono il castello di Nocera: Tavanzo arsero. E dopo questo feciono al Papa di nuovo 40
/., XII, n pronunziare il re Carlo privato' dello reame, ed al figliuolo del Duca d'Angi6 dare e conce-
dere lo reame, e molte altre cose fare. E poi lui condussero a Benevento, ove aspettava
di quindi, si dicea, tirarsi alla marina, quando le galee de* Genovesi fossero giunte a porto,
dov'egIi potesse tirare a loro per andarsene a Grenova con loro.
17. vl fn] t1 furono /. ^ a;. se non il] le non m 11 /.
tA. 1384] CRONACA FIOReNTINA 437
RuBRiCA 985' — Come Marco di messer Piero Sacconi de' Tarlati di Arezzo, assediato in
Pietramala, fece accordo e fatii col Comune di Firenze, e quello ch'ebbe in iscambio dal
Comune -per Pietramala e suo contado.
L'anno predetto, come narrato h addietro, che la guerra di Pietramala contra a Marco,
5 figliuolo di messer Piero Sacconi Tarlati, era sollecitameute raenata per messer Giovanni
degli Obizi da Lucca, capitano de' Fiorentini, venne ultimamente a strignere Pietramala per
modo che f ece Marco patti ; li quali patti in eff etto furono questi, ciofe : . . . (lacund).
RuBRiCA 986* — Come' fafa Urbano usc\ di Puglia in sulle galee d^ Genovesi, e andonne /., xn, 73
a Gcnova, e d!indi andb a Savona, Terra de' Genovesi.
10 Nel detto anno e mese di settembre vennero novelle siccome papa Urbano era stato
levato da Bari di Puglia dalle galee dei Genovesi, e portato a Genova, ove gli fu fatto
grande onore. E poi per levare le canzone della cittk, e perchfe era piu abile a stare a lui,
e venire per terra la gente che con lui avesse affare, n'and5 a Savona, e poi torn6 pure a
Genova. Di questa impresa li Genovesi nel generale furono assai lodati, comecchfe dei
15 morsi avessero, secondo le volontk delle genti, chi tira ad una fune, e chi a un'altra.
RuBRiCA 987' — Come^ li Fiorentini riebbono certe Terre che teneano li Sanesi del contado /., xii, 7*
d'Arezzo, e delValtre feciono comfromesso di ragione e di fatto nei Bolognesi.
In questo medesimo anno, essendo, come addietro h. detto, per lo Comune di Firenze rad-
domandate agli uomini speziali le Terre del contado d'Arezzo, e riavute, si cominci6 ai
20 Comuni; e Siena che tenea di quelle, fu richiesta. Diceano: Arezzo essere acquistato e com-
perato da persona che non lo potea vendere ; sicchfe con ragione non poteano addomandare
a loro le Terre, ch'egIino teneano del Comune d'Arezzo. Onde molto dibatterono la cosa.
Renderono quattro; ci6 furono queste qui appife scritte, ciofe lo Monte a S. Savino.... (/a-
cuna). Di Lucignano, lo quale era lo tutto, dissero che non ebbono mai in loro balia; ma
25 che bene vi mandavano Rettore, e non vi avieno n^ cassero, n6 niuna cosa ne traevano,
salvo uno cero Tanno, e che vi avieno speso. Commissesi la quistione nel Comune di Bo-
logna, che di ragione e di fatto avesse a giudicare, se lo dovieno rendere, o no; e se lo
dovessero rendere, quello che ne dovessero riavere per le ' spese. E cosl fu quieta la quistione /., xu, 75
che ne dovea uscire.
30 RuBRicA 988° — Come lo Vescovo di Firenze andb fer lo caffello, ed in Firenze gU fu
faiio onore.
Nel detto anno messer Agnolo degli Acciaiuoli, lo quale era stato vescovo di Firenze
ed eletto cardinale, si partl di Firenze di novembre, ed il Comune Tonor^ di ricco palio,
portato onorevolmente e con gran triunfo di campane e di cavalieri e di cittadini, accom-
}5 pagnato n'and6 a Pisa, e quivi intrato in mare n'and6 a Genova, ove il di di S. Martiiio
giunse, e a' dl 12 ricevette il cappello. Ed in questo tempo triunf6 il Comune di Firenze
di due cardinali; questo, con papa Urbano, latino, e messer Piero de' Corsini con papa Ghi-
rigoro, francesco, a Vignone, il quale era stato fatto cardinale per papa Urbano quinto.
RuBRiCA 989' — Come a Firenze vennono ambasciadori romani.
Nel detto anno vennono a Firenze ambasciadori romani, ed in ogni parte d'ltalia a Si-
gnbri e ad ogni Comune a pregare, che per loro si dovesse mandare ambasciadori a Genova
13. Saron»] SavoU G. R. — as-a^. /. *«///«*ce eon la scorta dtlPAmmiratc, libro dt., /. Tfj: P«l«zzuolo,
Uargonsa e San Pancrazio,
438 CRONACA FIORENTINA [A- usA]
I., XII, 7< a pregare lo Papa che a lui dovesse piacere ' di tornare a Roma. La quale ambasciata fu
esaudita per lo Comuiie, e fu eletta; la quale ambasciata furono questi: mesaer Zanobi di
Giovanni da Mezzola, cavaliere, messer Tommaso di messer Marco de' Marchi, giudice, Fi-
lippo di Cionetto dei Bastari. E cosi si partirono del mese di gennaio, anni detti, e torna-
rono di marzo, e rapportarono, che.... (lacuna), 5
RuBRiCA 990" — Cotne vetme in Firenze lo Cardinale di Nocea di Gttaldo.
In questo medesimo anno venne in Firenze uno Cardinale, il quale era di quelli di
papa Urbano, ed efa vescovo di Nocea di Gualdo. Quando fu fatto cardinale piu anni
innanzi la sua venuta, uomo di buona vita, e non fu molto onorato, nk allo venire, nh allo
andare; e questo parve strano a moltt, perocchfe a fare molti grandi fatti a uno Cardinale, e 10
gli altri male trattare, o non onorare, pare che poi quegli, che non h onorato, non se lo reca
a mente in onore, ma piuttosto in vergogna; e cosi si arreca Tuomo a nimico le persone.
/.. xii, 77 Cagione, si disse, ne fu che lo re Carlo,' come detto e addietro, era nimico di papa Urbano,
ed in Fireuze, come in molti luoghi detto h, se n'era preso troppa gran gara, non per molto
bene, che I' una parte volle al re Carlo, nh. Taltra male, ma perchfe alcuni si mantellavano 1 '
coUo favore di parole del detto Re, e gli altri per dispetto di quelli il contrario e Tuno e
Taltro pendeva nello stremo; sicchfe trovandosi negli ufici forti in quella volta quelli che fa-
voreggiavano il nome del re Carlo, parve si dicesse che quella fosse la cagionc. Altri lo
vietavano, ma diceano che non avea fatto a sapere nulla, n^ sua venuta; e cosl si disse.
Quale ai fosse la cagione non la determino io. 20
RuBRicA. 991* — Come lo Cotnune frese guerra col Conte da Orbino.
L'anno medesimo lo Comune di Firenze prese guerra col Conte da Orbino, comecchi
la cagione fosse assai piccola, e forse da starsene. Ma, siccome addiviene, le parti e le
volontk della cittk passano la convenevolezza. Come narrato h addietro, messer Cante de'
Gabrielli ed altri di quella casa piu volte furono rettori in Firenze; e come addiviene che 25
i rettori piacciano alli cittadini, e poi si rifidano nello piaciuto di richiedere, era stato caso
che '1 Conte da Orbino avea presa la signoria d'Agubbio, onde li Gabrielli n'erano 11 mag-
giori e stare non vi poteano, perocchfe '1 Conte addimandava loro certe castella, ch'egli avieno
/„ xn, 78 degli Agubbini, ed eglino in quistione' del Conte; e temendo di non essere oppressati, ricor-
sero a Firenze, e richiesero li Fiorentini che dovessero interporsi ad accordargli col Conte. 30
Assai di leggiero ebbero ambasciadore, e questo fe sempre stato di costume de' Fiorentini, e
lodolo e buona usanza h; ed oltre a cio, parve ai dicesse che messer Francesco Gabrielli,
che perci6 ci era venuto, fusse, o promettesse di fare a piacere de' cittadini, ad andare per
uno capitano dove a loro piacesse. Elli se n'andarono in Casentino, e tanto aspettarono ivi,
che messer Francesco Gabrielli venne spacciato, et e' Tappiaciata, che avea chiesta avuta, 35
e quivi gli fu appresentata la lezione del Capitanato di Firenze. Molto dispiacque a piii
cittadini, perocche non fu in sfe bene, ed ancora avea divieto che non potea essere, peroc-
chfe nibello della sua cittk d'Agubbio, secondo gli statuti, non potea essere. Andato lo am-
basciadore del Comune, cio^ Buono di Taddeo Strada al Conte, parve che trattando questa
concordia senza avervi frutto, volle che messer Francesco de' Gabrielli s'accozzasse col sal- 40
vocondotto col Conte in Agubbio; e cosi a preghiere dello 'mbasciadore fu fatto. E non
essendo concordia tra loro, spira il termine del buUettino; di che volendo uscire della Terra,
/., XII, 79 spirato il buUettino del salvocondotto e notificato airambasciadore la sera dinanzi' che facesse
4. dei] MtM. /. — 35. et e' l'applaciata] ed %' lo ha a placiata /.; inttndi il piacere
\
iA. 1384] CRONACA JFIORENTINA 439
partire messer Francesco, che '1 salvocondotto spirava, e messer Francesco, temendo d'andarne
solo, e Buono fidandosi di trarlo, mostrando che spirato fosse, pure lo ritenne seco. L'altro
dl si volle partire con lui, fu detto che lo ambasciadore era salvo, ma messer Francesco ri-
manesse; questo fu cosl che Buono fu libero e messer Francesco ritenuto. Buono sdegnato,
5 partito, riporto, che infra '1 termine della sicurtk fu tradito, e preso messer Francesco, ed
ancora a lui essere oltraggiato di parole villane. II Conte si mand6 a scusare, e venne infra
gli altri messer Gaddo degli Acorimboni da Gubbio a dire per lo Conte, a mostrare non
essere per lo Conte commesso errore. Come che la cosa s'anda8se, poco fu udito. Lo Conte
lascio messer Francesco a petizione del Comune in Firenze. Venne per Capitano, e come
10 fu in Firenze, tanto venne sollicitando li suoi fatti, che sollicitando uno Priorato ed un altro,
fece che s'abbattfe a uno uficio de' Priori e di Collegi che si sdrucciolarono a pigliare la
impresa. A molti dispiacque, e spezialmente a' mercatanti e ai mezzani ed altri artefici per
cui non si fa guerra; e qui biasimando Buono, e dicendo qhe a petizione d'uno cittadino
con sue bugie facea pigliare briga al Comune; e piacque questa impresa alle famiglie, e con
15 quelli che molto volentieri seguono questo nome di Parte guelfa,' perocch^ lo Conte k ghi- /., xn, lo
bellino e Buono k del numero di quelli che tengono questo sfrecciato modo di Parte guelfa.
Non dico pero che li mezzani e gli altri non tenessero per6 Parte guelfa, ma piii tempera-
tamente, che gH altri Tusavano.
RuBRicA 992' — Come lo re Carlo di Puglia si rubb i mercatanti di Firenze nello reame suo.
20 L'anno medesimo essendo, lo re Carlo munto di danari per la lunga guerra, ed essendo
da certi baroni d'Ungheria chiamato alla corona d'Ungaria, e non veggendo modo d'andare,
se danari non avea da lasciare pagati li soldati che lasciava e quelli che menava, s'immagin6
di t6rre tutte le mercatanzie che nello Reame trov6, e cosi fece; ed ultimamente le diede
in pagamento a' soldati, e chi le volle, le ricomper6 da loro, ed altre ne mise a sua peti-
25 zione, come quelle de' Fiorentini. Ed ancora si trovo in Firenze chi per lui aoperava pa-
role, dicendo che a ragione lo avea fatto, perch^ dovea avere, e fecesi vedere la ragione
de' danari della Duchessa, ed in effetto si trov6 non dovere avere. Pure acciocch^ '1 danno
de' mercatanti non fosse, lo Comune 8'interpuose, e andossi a fare concordia ambasciadori,
ed in effetto si f ece con danno e spesa del Comune e mercatanti. E ' certo assai fu biasi- j., xu, ii
30 mato il re Carlo degli atti fatti contra a' Fiorentini, siccome addietro appare, quando fece
ricomperare il Comune 45000 fiorini, ed ora la ruberia de' mercatanti fidati nel suo regno.
Agli altri, cui rub6, assegn^ sopra le sue rendite a certi tempi riavere.
RuBRiCA 993* — Uandaia del re Carlo in Uhghcria, e come fu morto il Re d^ Ungheria.
In questo tempo, avendo ragunati danari, si mise lo re Carlo in concio, perocch6 lo reame
35 d'Ungheria era diviso, perocchfe dopo la morte dello re Luigi d'Ungaria rimasero due
figliuole: Tuna moglie del Marchese di Brandimborgo, Taltra del Duca di Storich. Di che
molto male contenti gli Ungari della signoria de' Tedeschi, certi baroni si levarono a man-
dare in Puglia per lo re Carlo, che dovesse venire per lo reame. Di che sentendo la Reina
questo, tolse la figliuola, non giaciuta col Duca di Storich, e maritoHa ad un signore del suo
40 legnaggio la in Pagania, e fecesi cristiano, acciocchfe lo re Carlo non la desse al figliuolo,
perocchfe la reina d'Ungaria non amava il re Carlo; e lo re Carlo fu chiamato da' Baroni,
perocch'egIi 8'era con loro allevato. Di che giunto lo re Carlo nel paese, veggendo' la Reina i., xn. la
lo reame in quistione, lo ricevette, ed ultimamente lo fece balio e governatore dello reame.
In pochi di ad Albarossa, la quale 6 la maestra cittk d'Ungheria, dove si coronano li re,
4. hi liberoj non fu llbero G. R.: ho corretto la hxione G. R. — J8. andoMl] mandoMl /. - 3«. rlayere] In «Tve-
alre /, — 39. gtacluta] glil glunta /. ; glagiusta G. R.
I
440 CRONACA FIORENTINA tA. i3»4i
egli fu coronato Jn re. E dissesi ch'egH prese lo reame con una cosdtuzione antica, che
dicea che quando del legnaggio di Francia si trovasse alcuno maschio, non dovesse estere
reda del regno alcuna femmina.
RuBRicA 994* — Come fu ucciso lo re Carlo.
Nel detto anno, essendo in questo modo ch'^ detto di sopra, lo re Carlo coronato in 5
re d' Ungaria, e pigliando la aignoria, vcggendo la reina spodestata dello reame s^ e le *ue
tigliuole, pens6 allo remedio. Ed in effetto venendo un dl a vicitare la Reina, e chi dice
cliiamato a consiglio da lei, dinanzi dalla sua camera in una sala, ovvero stufa, assalito fu,
e datogli piii e piu colpi infra i quali uno nella tempia che venia iniino al naso, e perd^
uno occhio. Di che preso, e messo in pregione, e poi si fu di notte mandato a Misongrado, 10
ove mori. Della morte sua in piii modi si dice; ma della ferita e presura piii lettere in uno
A, XII, 8J tenore apparvono in Firenze, e copie di lettere mandate per la Reina d'Ungaria' in Francia
al papa ed al Comune di Vinegia. L'effetto delle lettere k. questo, che la Reina scrive che
conciossiacosachfe suoi baroni, nimici di lei, mandarono per lo Re in Puglia segretamente, ed
ella sentendo sua venuta, credendo che come figliuolo della memoria dello re Luigi, che fu 1!
d*UngJiria e di lei, li quali Taveano e cresciuto e colla loro forza e danari fatto acquistare
il reame di Puglia, divoto venisse aiutare loro salvare lo reame, e cacciare i loro nimici,
che gli avea dato il governo dello Reame, e fattolo balio e governatore, e che egli tradi-
tamente gli avea ingannati e spodestati lei e le sue figliuole dello reame, e per s^ toltolo
e colla forza de' nimici di lei e dello regno, e fattosi coronare in re; di che ella veggen- 20
dosi tradita, Tavea fatto pigliare per tenerlo in prigione, acciocch'egIi non si potesse glo-
riare di quello male fatto, come si gloriava dello reame di Puglia; lo quale avea tradita e
tolto lo reame alla reiua Giovanna, la quale da picciolo fanciullo Tavea allevato e datogli
la nipote per moglie; ma che nella presura era intervenuto le ferite. Queste lettere scritte
conteneano questo effetto, delle quali vidi copia, e piu altre parole assai vituperevoli dello 25
detto re Carlo dicea, come nimico di santa Chiesa, e chiamavalo Satan.
/., xti, M RuBRicA 995* — De^ modi che si tennero in Firenze fer la coronazione e morte dello re Carlo
di Puglia nei deiti tem-pi.
Nel detto anno e tempo che le dette cose si facieno in Ungaria, in Firenze si facieno
le infrascritte cose; e non tanto scrivo le cose dello re Carlo, perch^ abbiano in s^ a fare 30
a nostra materia, ma per la materia che fanno li cittadini di Firenze nelle loro gare sotto
lo nome e titolo d'esso re Carlo. Era tanto lo nome dello re Carlo in Firenze per certi
fautori con tanta audacia che chi non dicea: " viva lo re Carlo,, parea non essere da Fi-
renze allo animo d'aIcuno ; e questo non awenia tanto per bene che allo re Carlo volessero
quelli tali, ma perch^ vedeano che non poteano essere signori e cacciare cui voleano a lor 35 .
posta, pigliavano questo nome con dire tanto sfrenatamente lo suo nome, che diceano che
chi non volea che lo re Carlo fosse aumentato e cresciuto, ed avesse grandi signorie, non
era amico del buono stato di Firenze. E come daU'altra parte si vedea non essere cosi,
owero a lor parea non essere cosi, perocch^ nel vero da lui i Fiorentini non ebbero mai
se non male, imperocchfe come esso and6 contro al Signore di Padova per lo Re d' Ungaria, 40;
r^ xa, »s egli tenne trattato contra alla cittk di ' Firenze, e questo, comecch^ se ne prendesse scusa
che quegli, a cui fu mozzd il capo, ciofe Giannozzo Sacchetti, si fece dire che la lettera
ed il suggello dello re Carlo, egli Tavesse contrafifatto, e dallo re non avesse nulla, che era
allora messer Carlo della Pace, nel vero fu sua lettera e suggello, ma per onestk, e perchfe
quelli che teneano allora lo stato gik dubitavano di loro stato, e di lui temeano, quello fe- 45
ciono allora dire per non innanimarlo contra a loro; e Taltra cosa contra a Firenze, perchfe
[A. 1384] CRONACA FIORENTINA 441
vera divozione a lui non si avea, fu che, come in piu luoghi addietro abbiamo narrato, mes-
ser Giannotto, suo maliscalco, venne a Firenze, e cavalco il terreno de' Fiorentini, ed arse,
e venne infino alla Lastra a Malmantile, ove fu preso il conte Giovanni da Barbiano ed altri
con lui della gente del re Carlo, cioe di messer Giannotto, e scrivendosi allo detto messer Carlo
5 questa ingiuria, disse: questo essere contra a sua volontk, e che quando fosse, dove mes-
ser Giannotto fosse, gli farebbe patire pena; ma che egli non credea, ch'egli avesse richiesto,
nh voluto fare ricomperare il Comune, come gli fu scritto che avea fatto. Di questb male
si potea scusare, perocch'io fui ambasciadore a cio diputato, e con lui messer Giannotto,
questo trafficai e piii dl, e poi ritornammo a Firenze, e riportato, e domandato a tanta cosa,
10 quanto questo era, volere compagnia' fui dato in compagnia di messer Bettino Covoni; ed /., xn, h
ultimamente tanto ci tenne in parole, vogliendo noi dargli danari, ch'egli ridussesi a volere da
nari, e rimettere gli sbanditi e rubelli in Firenze; e chi gli avesse dato ci6 che chiedea, appena
l'averebbe tolto, perchfe si credea che gli sbanditi ch'eran6 con lui, lo mettessero in Firenze.
E cosl come venimmo, egli entr6 sul terreno et arsero e dannificarono. Lo detto messer Carlo
15 avendo, come detto h, voluto fare credere di gastigarlo, torn6 poi, e venne nel contado di
Firenze con armata mano infino presso a Poggiobonizi la sua gente, e ricomperossi il Co-
mune 45 000 fiorini sanza i magaluffi da lui, [daii a lui] comecchfe s'onest6 di volergli in pre-
stanza, ma pure dicendo che non c'erano, egH disse non potere tenere la sua gente; di che
per sospetto del suo stato gli si dierono, ed io gliene portai 20000. Sicchfe a buona ragione
20 si pu6 dire da lui non avere auto altro che male ; ma essere la brigata che diceano per lui
ingiustamente del suo nome carichi, ma come detto 6, quelli che ci6 faceano sono quelli che
con lui vennono a Firenze a fare danno per essere rimessi in casa loro; ed a volere dire la
verita molti n'erano stati cacciati sanza colpa o cagione avere commessa, e cercavano quella
via, ch'era loro piu abile a rientrare; perocchfe, chi, perch'erano stati favorevoli airammo-
25 nire, e' chi, perch'erano amici degli ammonitori, e chi per alcuna nimicizia, e chi per altra, /., xn, s?
molti a torto erano stati cacciati e sbanditi di Firenze, ed eglino, e quegli che teneano lo
stato, si guidavano male. Ma pure parea a molti, che la impresa dello re Carlo non fosse
quella, se non profferersi di bene mettere pace e concordia, ma non pigliare parte coirarmi.
E cosl ancora si pu6 dire per contrario degli altri, ch'erano contra a questa: Tuna, che erano
30 gente offese, oltraggiati ed ammoniti, che bastava loro essere ristituiti e vedere gastigati
quelli che gli avieno ammoniti. E doveano non insino in eterno loro e le loro parentele ed
amici perseguitare ; sicchfe d*ogni parte era grande la colpa ed il peccato. E venne in tanta
contesa questa cosa dello re Carlo, che veramente quelH ch'erano suggetti ed amici del
re Carlo ed in Puglia, di cui era signore, e quelli ch*erano dello Duca d'Angi6, nimici allo
35 re Carlo e loro sudditi, non avieno nb tanta gara, n6 tanta questione, n^ tale, ne sl aspra
voglia pro e contro, come i Fiorentini; perocch^ ogni dl v'erano cento novelle pro e contro.
L'uno dicea che egli era Signore in Ungaria, e che una brigata, nimici suoi e del buono
stato di Firenze, si voleano tagHare a pezzi, che chi non si rallegrava del suo onore era
traditore e ghibellino, ed in tanta superbia ne montavano, che chi si volea stare, non potea,'
40 che tacendo in suiruscio suo gli era detto: " £ iu de illis esse „. E fu tanto la festa e Tal- /., xn, ti
legrezza di fare fal6, suoni, serrare le botteghe, armeggiare, giostrare, suoni e feste, che se
'1 Comune di Firenze avesse sottomessosi Pisa, antica citta nimica de' Fiorentini, sanza dubbio
non se ne sarebbe fatta la metk; e sommossono s\ il popolo, che se solo una femmina avesse
detto: " Viva il re Carlo „, era egli Signore, e non so da che rimase, se non che Dio non
45 volle tanto male; perocchfe a mano a mano si gridava: " AUa morte de' Ghibellini ed ammo-
" niti e sospetti,. E il popolo, vago di rubare, e Tanno caro ch'era d'ogni cosa, averebbe
fatti piii sospetti che altri confidenti. E veramente tra per soperchio parlare, ed usanza non
buona, a grande rischio fu la mercanzia e li ricchi. E quelli che scoppiavano dello onore
l^. terreno.... danaiflcarono] terreno e casaero e dannificarono /. — 16. mano] meno /.
442 CRONACA FIORENTINA [A. 1384]
del rc, erano (jiielli clie piu fcsta nc mostravano; certamente Tuno in troppa sfrenata par-
lanza di suo onore, e ^i altri in soperchio parlare nel segreto di sua vergogna, Tuno e Taltro
fallavn; e certo sanza dubbio se Dio non avesse posto silenzio alla soperchia allegrezza, io
credo Barebbe uscito un gran male. Perchfe i Capitani di Parte feciono artneggiare con
vestc, e molte famigHe il similo, j^are cominciarono grandi infra' cittadini ; ed onorossi di 5
/., XII, M robc e di cavalli uno uomo di niente ch'arrec6 la novella, che se fosse stato' un gran ba-
ronc, troppo era; e a\ lo vestirono di sciamito, e foderarono di vaio, e feciongli convito,
che quasi allo Re non si sarebbe piu fatto, che si fece a lui. E molti ragionamenti si ten-
nero di fare male per una brigata, H quali aveano diliberato, quando sonasse a parlamento
per l'a!Iegrezza, e leggere la lettera della sua coronazione, di muoversi una brigata di cit- 10
tadini, e dire: " Vivano i Guelfi, e muoiano i Ghibellini „'. Li quali averebbono corso a casa
gli ammoniti e Ghibellini, e rubato ed arso, e forse quivi non rimaneano contentL E fu
uno Gonfalonieri, lo quale veduto ch'e' Priori posero silenzio a quello, che di notte richiese
una brigata a offerrere a S. Giovanni, ed ebbe molti fanciulli, gridando: * Vivano i Guelfi,
*e muoiano i Ghibellini„, credendo, con questo si leveranno altri, e quivi faccendo di notte, 15
i Signori non potranno porre rimedio, e con questo noi correremo la Terra; onde non fu
loro risposto, e rimasesi cosi la cosa, e molto biasimo n'ebbe. E fu questo Gonfaloniere
ghibellino di nazione, ed a segno di ci6, che quando egli era giovanetto, chi gli dicea: ' Se'
" tu guelfo? „ egli sputava in terra, e yolgea le spalle; nh il padre disse mai ch'egli fosse
guelfo, ma vero ghibellino. Fu questi Berlinghieri di {lacuna) Rerlinghieri. 20
Piacque a Dio che infra questo armeggiare venne la novella della morte del Re, e quella'
y. XII, w brigata, li quali si aspettavano colla sua boce nuocere agli altri, di ci6 ne furono male con-
tenti; e gli altri, che dubitavano, allegri. E venne questa cosa in tanta gara, che quasi due
mesi si disse non essere morto e morto; e faceansi le piu strane novelle e lettere con fanti
propri dire essere venuti di \k, ch'egli era vivo: e gli altri con lettere ch'egli era morto. 25
Era per gli Uficiali del Comune mandato per lui, e con grandi minacci postogli silenzio; e
chi bestemmava Iddio, o i Priori, o tutta la citth, non e chi ne curi; ed in tanta contesa si
venne del re Carlo, che una brigata d"arrabbiati minacciavano chi ne parlava, che fosse
morto. Gli era meglio il cessarsi, che lo stare ove di ci6 si parlava. E veramente se egli
fosse stato Signore naturale di Firenze, e Signore, che avesse molto sollevata e alzata la citth, 30
non ne sarebbe tanto parlato, nh. aggradito. E Tuna parte e Taltra a mal fine faceano ci6
che faceano; Tuna per fare danno con quello nome airaltra, e Taltra per dispetto e per
dispregio deiraltra. Pure vennero poi lettere ch'egli era morto; quasi no '1 voleano mai
confessare quelH che fosse morto, nk. credo infino alla venuta di Cristo, quando giudicherk
il mondo, vorranno ch'egli sia vivo per dispetto dellaltra parte: e quelli che vorranno 35
e vorrebbono ch'e' fosse morto in prima che e' morisse. E con queste contese la nostra
/., XII, <>j cittk' non in buono stato, ma in contese si tenea per Tuna parte e per Taltra, ciascuna a
fine di male.
RuBRiCA 996' — Comc fu una congiunzione di Saturno c love, ed oscurb lo sole e la luna.
In questo medesimo anno del mese di maggio si congiunse love con Saturno nel prin- 40
cipio di Cancro, H cui effetti gli aspetteremo per non prendere lunghezza, che non molto ha
a fare; e chi ne disidera trovare, pu6 cercare poichfe ha la convinzione. Lo sole 08cur6 lo
primo dl di gennaio tra la sesta e terza, e se non che fu nuvolo, si sarebbe quasi veduto
tutto il corpo del sole scurato, perocch^ scuro quasi 3/4 d'e8so; poi, con tutto fusse nuvolo,
assai rabbui6. 45
I. sfrenataj franata /. — 17. cos^] omm. G. R. — 29. Gli era megliol che era meglio /. — 40. Iotc con Sa-
turno] loTC e Saturno /. — 43. quasi] omm, I.
tAA. 1385-1386]
CRONACA FIORENTINA
443
La luna oscuro poi appresso il detto mese a' dl 13 del detto mese, vegnente 16 dl, in-
nanzi di circa due ore.
2. in I. ug»e la lista dei friori che rifortiamo in nota, e che manca in G, R.
RuBRiCA 997* — ^uesti sono i Priori dal di primo maggio 13SS a tutto afrile 13S6.
Angelo dl Nerl Vettori
Gherardo dl Piero BoTerelli
lacopo di Matteo vocato Ciacco, lanaiuolo
Vanni ' di Mannuccio, galigaio
Matt:= Latini, lanaiuolo
Branca d'Amerigo, pezzaio
lacopone di lacopo Gherardini
Giovanni di Dietaiuti, brigliaio
Giovanni di Piero di Bandino Baroncelll, gonfaloniere
dl lustizia, quartiere di S, Croce
Ser Francesco di ser Giovanni Cial, loro notaio
Ser Biagio Bernabucci Mazzocchi
Bninetto di Prese da Varazzano, vinattiere
Baido di Mariotto di Simone Orlandini
Matteo di Birtolo Casini
Biondo d'Ambrogio Meringui
30 Bartolo Cambini, pezzaio
Cristiano di Migliore, setaiuolo
Francesco di Giovanni Tini, bicchieraio
Nofrl di Palla degli Strozzi, gonfaloniere di luatizia,
quartiere di S. Marla Novella
35 Ser Piero Nelli, loro notaio, quartiere di S, Spirito
Agostino di Francesco di ser Giovanni
Giusto di Tofano, fornaio
Francesco di Vanni, orafo
30 Andrea Ciampelli, chiavaiuolo
Simone di messer Bindo degli Altoviti
Bartolommeo di Lionardo BartoUni, cambiatore
Chiarissimo di Meo Cionaccl
Piero ' Peri, calderaio
35 Francesco di Neri Fioravanti, gonfaloniere di lustiziai
quartiere di S. Glovanni
Ser Ruberto Finucci, loro notaio, quartiere di S. Croce
Antonio di Marignano Sassolini
40 lacopo dl Michele, chiavaiuolo
Nastagio di Benincasa della Camera
Zanobi di Bruno, bicchieraio.
li quale morto, fu tratto in suo luogo a' 10 dl no-
vembre:
Lorenzo di Bernardo, albergatore
Manetto di ser Piero Pucci, speziale
Bieco di Teglia, iinaiuolo
Antonio d'Angelo di Vanni dal Canto
Andrea di Piero di Filippo degii Aibizzi
Messer Tommaso di Guccio de' Soderini, cavaliere, gon-
faloniere di lustizia, quartiere di S. Spirlto
Ser Giovanni di Lapino di Brunetto, loro notaio, quar^
tiere di S. Giovanni
Stefano di Giovanni di Ser Segna
Bindaccio d'Antonio Benizi
Giovanni di Bondo del Caccia
Gherardo di Lippo, pianeilaio
Testa di lacopo Girolami, lanaiuolo
Simone d'Arrlgo, agoraio
Niccold d'Andrea di Neri di Lippo
Giovannl di Rota, fornaio
Messer' Lotto di V^anni de' Casteil&ni, gonfaloniere dl
lustizia, quartiere dl S. Croce
Ser lacopo d'Ambrogio Meringhi, loro notaio, quartiere
di S. Maria Novella
Giusto di Coverello, ritagliatore
Michele di Salvi, coreggiaio
Stefano dl Migliore, borsaio
Giovanni di Francesco de' Bucelli
Tommaso di Guccio di Dino Gucci
Francesco Pasquini, albergatore
Zanobl di Giovanni MarignoIIl
Lodovico d'Andrea, pizzicagnolo
Davanzato di Glovanni Davanzati, gonfaloniere di lusti-
zia, quartiere dl S. Maria Novella
Ser lacopo di ser Zanobl Pavoni, loro notaio, quartiere
di S. Spirito.
y., xu, 91
l., XII, 9i
/•., III, *J
;M>
INDICI
Tomo XXX, p. 1 — »9.
AWERTENZE PER GLI INDICI
Le indicazioni in carattere tondo rimandano al testo della cronaca, quelle in corsivo alle varianti
o alle note illustrative, quelle fra vitgolette alla prefazione. Le notizic che il contesto del
discorso permette di riferire ad un dato personaggio, sebbene questo non sia espressamente
nominato, si trovano sotto il nome del personaggio stesso, ma distinte dalle altre per ca-
ratteri spaMieggiati.
n punto esclamativo (I) indica la notizia dubbia.
II numero in carattere piit grande indica la pagina, quello in carattere piA piccolo, la riga.
NeiriNDICE ALFABETICO DEI NOMI E DELLE MATERIE, accanto a ciascun nome, ri-
dotto nella forma italiana pii» comune neiruso mo<ierno, sono poste tra parentesi quadre
tutte le altre forme sotto le quali esso figura nel testo e ciie per ragioni ortografiche di
dialetto o di lingua sono diverse da quella prescelta. Di queste diverse forme figurano, al
loro posto alfabetico neirindice e con richiamo alla f-^rma italiana prescelta, soltanto quelle
nelle cui prime quattto lettere si riscontra qualche differenza dalle prime quattro letteredella
forma prescelta.
NeiriNDlCE CRONOLOGICO si tiene conto soltanto dei fatti posteriori alla nascita di Cristo.
Ciascuna data, qualunque sia lo stile secondo cui 6 computata nel te.sto pubblicato, si trova
ricondotta neirindice allo stile coraune o del Calendario romano ; ma accanto ad essa fra
pare.itesi totonde k registrata anche quella che iigura nel testo.
Coii asterisco sono segnate lc date che si possono desiiwere dal contesto dcl discorso, sebbene es.se
non siano espressamente dichiarate nel testo della cronaca.
Fra parentesi qiiadre sono poste le date errate con richiamo alla data vera, la quale, a sua
volta, ha un richiamo alla data errata.
Tavola delle principali abbreviazioni che s'incontrano negli indici
a. C.
avanti Cristo
tnons.
monsignore
an. aa.
anno, anni
ms.
manoscritto
ambasc.
ambasciatore, am
ibasciatori
n. ed.
nuova edizione
arciv.
arcivescovo
p.e.
per esempio
c. cc.
citti {sing.) citti {piur.)
p. p.
papa
«/.
confronta
pr.
presso
eit.
citato
pred.
predetto
d. C.
dopo Cristo
ric.
ricordato
ed.
edizione, edito
S.
Santo
a.
eletto, eletti
st. fior.
stile fiorentino
f.
fiume
sec.
secolo
/om.
famiglia
V.
vedi
march.
marchese
V. l.
varia lezione
[Abadinghi^Acciaiuoli]
hHi
INDICE ALFABETICO
[a cura del Prof. Cesare Fraschetti(i)]
Abadinghi Cione di Vanni, h nelle liste dei Priori del
1369 genna.io-1370 gennaio, 275, 11.
Abati, fam. fiorentina di parte ghibellina, 28, 22 ; si
schiera coi Cerchi con la parte bianca, 80, 35.
Abati Bocca, fa cadere a terra, con un colpo di spada,
a Montaperti, la bandiera del popolo di Firenze
dalle mani del vessillifero (an. 1260), 47, 34-35.
Abati Rinuccio, 6 nelle liste dei Priori del 1290 dicem-
bre-1291 dicembre, 68, 2.
Abati (degli) fani., v. Abati, fam.
-^bati (dkgli) Neri, priore di S. Piero Scheraggio, viene
accusato d'aver procurata, nella sua qualiti di so-
vrastante alle prigioni, la morte di alcuni Bianchi
in esse rinchiusi, 82, 1-3 ; viene incolpato quale
responsabile deirincendio scoppiato in Firenze du-
rante una mischia cittadina (an. 1304), 92, 33-34.
Abati (casa degli), in Orto S. Michele, arsa in seguito
airincendio scoppiato durante la mischia cittadina
(an. 1304) 92, 23-25.
Abati (CASE degli), abbattute e distrutte durante la
rivolta popolare contro i Ghibellini (an. 1258), 44, 8.
Abbaco (dell') Paolo [Pagolo] di Piero, 6 nelle liste
dei Priori del 1362. gennaio- 1363 gennaio, 262, 23.
Abbati (degli) Lamberto, (I) viene fatto impiccare da
Guglielmo Asciesi, Conservatore, al tempo del Duca
d'Atene (an. 1342) 201, 12-14.
Abbruciati (degli) Boninsegna, b nelle liste dei Priori
del 1309 febbraio-1310 febbraio, 106, 7.
Abbruciati (degli) Forksino d'Andrea, 6 nelle liste
dei Priori del 1328 dicembre-r329 dicembre, 160, 42.
Abbruciati (degli) Simone Arrighetti, h nelle liste
dei Priori del 1308 febbraio-i^og febbraio, 104, 22.
Abramo [Abraam] di Matteo, del popolo di S. Lucia
d'Ognissanti, 6 condannato neiravere e nella persona
per trame contro lo Stato (an. 1379), 365, 48.
AcciAiuoLi, fam. fiorentina di parte nera, 80, 39 ; 92,
14 ; 6 tra le favorevoli alla nomina del Duca d'Atene
a signore di Firenze (an. 1342), 195, 35 ; scoppiata
la rivolta contro il Duca, si leva in suo favore (an.
1343). 205, 14 ; alcuni dei suoi capi sono tra i mag-
giori esponenti di Parte guelfa 318, 11.
AcciAiuoLi AcciAiuoLO Di NiccoLA, & nellc liste dei
Priori del 1321 febbraio-1322 febbraio, 128, 33;
del 1333 dicerabre-1334 dicembre, 177, 16.
AcciAiuoLi Alamanno di Alamanno, nominato tra i
Priori pel bimestre luglio-agosto 1378 6 cacciatti
dairufficio dai Ciompi il 22 luglio, 314, 24 ; 320, 35 ;
325, 24-31 ; viene escluso dagli uffici per tre anni
(an. 1379). 363, 25.
« AcciAiuoLi Brandaglia, procuratore di Beatrice d'0-
bizo d'Este, CI-5 ".
Acciaiuoli CiNo Di Brandaglia, 6 nelle liste dei Priori
del 1290 dicembre-1291 dicembre, 68, 9.
Acciaiuoli Mannino, 6 nelle liste dei Priori del 1284
dicembre-1285 dicembre, 61, 3 ; del 1287 febbraio-
1288 aprile, 63, 36 ; e del 1291 dicembre-1292 di-
cembre, 69, 3 ; v. anche Acciaiuoli (degli) Mannino.
AcciAiuoLi Puccio, 6 nelle liste dei Priori del 1283 di-
cembre-1284 dicembre, 59, 33.
AcciAiuoLi Simone, 6 nelle liste dei Priori del 1286 di-
(i) Per non ingombrare grindici d'inutili correzioni
ho riportato le notizie, le date ed i nomi tali quali ap-
paiano nel testo della Cronaca e mi sono limitato, in ge-
nerale, a correggere solo gli errori che ho trovato gik
in qualche modo corretti o rettificati dairEditore di essa
neirintroduzione o nelle note.
Ho cercato per6, per quanto 6 stato possibile, d'in-
dividuare, secondo i criteri comunemente seguiti nella
Raccolta Muratoriana, i nomi di quei personaggi del pe-
riodo storico di cui il testo parla senza nominarli altri-
menti che per Tindicazione generica di papa, imperatore,
re ecc, ed ho riportato i nomi cosl accertati neirindice
alfabetico, chiudendoli tra parentesi quadre, con le notizie
del testo che ad essi si riferiscono ; come ho riportato
aache oeUo stesso, chiudendoli ugualmente in parentesi
quadre, con le notizie del testo che ad essi si riferiscono
e con gli opportuni richiami del caso, le formo piA noU
dei nomi di quei personaggi del periodo storico, spe-
cie stranieri, che appaiono nel testo con forme italiane
punto note e non adottate da altri.
Cosl ho curato parimenti di ricondurre nelVindice cro-
nologico. secondo i surricordati criteri della Raccolta, le
date allo stile comune odel Calendario romano, ponendo
accanto ad esse, fra parentesi rotonde, quelle in stile
fiorentino che figurano nel testo ; e di porre. infine, nel
detto inlice. con le notizie del testo, cui esse si riferiacono,
le numerose date non espresse nel testo stesso, segnan-
dole.con asterisco, desunto, in generalc, o dal contesto o
dalla posizione della notizia, cui essa si riferisce, rispetto
alle altre vicine.
448
INDICE ALFABETICO
[AcciaiuoIi-AcorimbMul
c«inbre-i287 dicembre, 62, 33 ; v. anche Auiaiuoli
(degli) Simonr.
AcciAiuoLi (dbgli) fam., v. Acciaiuoli fam.
AcciAiuoLi (dbgli) Agnolo, vescovo di Firenze, trama
coi Bardi, coi Rossi, coi Frescobaldi, cogli Scali e
con altri Grandi pcr la cacciata del Duca d'Atene
(an. 1343), 203, 34-37 ; viene incaricato dal parla-
mento insieme ad altri quattordici cittadini pcr la
costituzione dcl nuovo governo dopo la cacciata del
detto Duca, 207, 29 ; viene accusato dallo Stefani
quale primo responsabile dol dissidio scoppiato tra
i Grandi ed i Popolani, 212, 5-23 ; ric. 330, 22.
AcciAiuoLi (dbgli) Agnolo di Donato, vescovo di Fi-
renze, h nominato cardinale da Urbano VI (an.
1385), 432, 15-20 ; parte da Firenze alla volta di Ge-
nova per prendere il cappello cardinalizio onorato dal
Comune con grandi feste, 437, 32-38.
AcciAiuoLi (degli) Alamanno, h nelle liste dei Priori
del 1332 dicembre-1333 dicembre, 175, 15.
AcciAiuoLi (degli) Alamanno di Monte, 6 nelle liste
dei Priori del 1343 aprile-1344 aprile, 218, 25.
AcciAiuoLi (oecli) A131ZZ0 Mannini, d nelle liste dei
Priori del 1309 febbraio-1310 febbraio, 106, 10.
AcciAiuoLi (degli) Bartolomeo [Bartolommeo] di Ste-
FANO, h nelle liste dei Priori del 1335 dicembre-1336
dicembre, 183, 12.
AcciAiuoLi (dbgli) Dardano, h nelle liste dei Priori
del 1301 febbraio-1302 febbraio, 88, 26 ; k Gonfa-
loniere di Giustizia (liste 1306 febbraio-1307 feb-
braio), 99, 21 ; di nuovo Gonfaloniere (liste 1308
febbraio-1309 febbraio), 104, 26 ; 6 nelle liste dei
Priori del 1310 febbraio-i^u febbraio, 108, 4; del
1312 febbraio-1313 febbraio, 114, 36 ; del 1313
febbraio-1314 febbraio, 116, 14 ; e del 1333 dicembre-
1334 dicembre, 177, 27 ; 1». anche Auiaiuoli [degli)
Dardano di Tingo.
AcciAiuoLi (degli) Dardano di Tingo, 6 nelle liste dei
Priori del 1317 febbraio-1318 febbraio, 124, 28
del 1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 21 ; e del 1324
febbraio-1325 febbraio, 147, 29 ; v. anche Acciaiuoli
(degli) Dardano.
AcciAiuoLi (dbgli) Donato d'Albizzo, 6 nelle liste dei
Priori del 1383 settembre-i^S^ aprile, 435, 16.
AcciAiuoLi (degli) Donato di Jacopo, 6 fatto cavaliere
dai Ciompi (an. 1378), 324, 9 ; viene escluso dagli
uffici per tre anni (an. 1379), 363, 24 ; 6 fatto cava-
liere dal Capitano del Popolo (an. 1381), 393, 37 ; h
dei cinquantadue cittadini cui viene data dal parla-
mento, insieme ai Priori ed ai CoIIegi, Balia per la
riforma del govemo (an. 1381), 396, 29 ; porta in
corteo il gonfalone della Parte guelfa, 403, 37-38 ;
partecipa alla nuova Balia, 410, 10 ; cerca di elevarsi
su gli altri e predominare, 412, 19 ; prende in conse-
gna in nome del Comune fiorentino ]a c. di Arezzo
dal Sire di Couchy (an. 1384), 431, 2-3 ; suo diver-
bio col pred. Couchy, 3-8 ; prende possesso, in nome
del Comune, di Castiglione aretino, 18-20 ; viene
inviato con altri a Napoli per vedere di ricondurre
la pace tra re Carlo e il pp. Urbano VI (an. J385)
436. 18-17.
AcciAiuoLi (DBCLi) DoNATO Di Mannino, k nclle liste
dei Priori del 1315 febbraio-1316 febbraio, 122, IW ;
del 1319 febbraio-1320 febbraio, 126, 11 ; dd 1336
febbraio-1327 febbraio, 155,11 ; e del 1329 dicembre-
1330 dicerabre, 164, 15.
AcciAiuoLi (DBGLi) Krancesco di Meo, * nelle liste dei
Priori del 1318 febbraio-1319 febbraio. 125, 3 ; k
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1325 febbraio-1336
febbraio), 152, 15 ; e di nuovo Gonfaloniere (liste
1327 febbraio-1328 febbraio), 158, 7 ; * nelle liste
dei Priori del 1339 dicembre-1331 dicembre, 167,
18 ; del 1335 dicembre-1336 dicembre, 182, 35 ; b
ancora Gonfalonicre (liste 1341 dicembre-1342 di-
cembre), 190, 18 ; e nuovamente (liste 1351 geonaio-
1352 gennaio), 240, 45.
AcciAluoLi (DEGLi) Jacopo di Donato, * Gonfaloniere
di Giustizia (1340 dicembre-1341 dicembre), 189, 27.
AcciAiuoLi (DEGLi) Leone [Lione\, k nelle liste dei 1'riori
(an. 1282 ottobre-dicembre), 58, 25; del 1310 fcl
braio-1311 febbraio, 108, 22.
AcciAluoLi (degli) Leone di Zanobi, k nelle liate d>
Priori del 1381 marzo-1382 aprile, 406, 41.
AcciAiuoLi (degli) Lodovico d'Adoardo, 6 nelle list
dei Priori del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291. 22.
AcciAiuoLi (DEGLi) Mannino, 6 Gonfaloniere di Giustiz:
(liste 1297 febbraio-1298 febbraio), 77, 8 ; v. anci
Auiaiuoli Mannino.
AcciAiuoLi (DEGLi) MoNTE. h nelle liste dei Priori del
1303 febbraio-1304 febbraio, 95, 7 ; del 1306 febbraio-
1307 febbraio, 99, 17 ; e del 1314 febbraio-1351
febbraio, 119, VI.
AcciAiuoLi (degli) Niccola, h nelle liste dei Prion
del 1288 dicembre-1289 dicembre, 65, 4; del 1294
febbraio-1295 febbraio, 75, 14 ; e del 1298 febbraio-
1299 febbraio, 78, 2.
AcciAiuoLi (degli) N]ccol6, Gran siniscalco del re Luigi
e della regina Giovanna di Napoli, viene a Firenze
con lo stesso re Luigi e vi si trattiene per piii giorni
segretamente pr. la Certosa (an. 1349), 233. 6-10 ;
presta i suoi buoni nffici per Taccordo tra i Fiorentini
ed il detto re Luigi a riguardo di Prato (an. 1350).
234, 40-41 ; 235. 1-4 ; va come ambasc. del re Luigi
e della regina Giovanna in Roma, per Tincoronazione
deirimperatore Carlo IV (an. 1355), 248, 42-44 ;
249, 1-7 ; torna in Firenze con grande seguito e vi
si trattiene piii giomi dando grandi feste e ricevi-
menti, 249, 7-11 ; cassero da lui fatto costruire
presso Napoli, 433, 21-23.
AcciAiuon (degli) Simone. 6 nelle liste dei Priori del
1290 dicembre-1291 dicembre, 68, 7 ; v. anche Ac-
ciaiuoli Simone.
AcciAiuoLi (Compagnia degli), fallita. 225, 26.
AcciAiuoLO Di NicoLA, t;. AcciaiuoH A . di N.
AcciNico V. Monte Accinico (CasteUo).
AccoLTi Vanni, 6 Gonfaloniere di Grustizia (liste 1303
febbraio-1304 febbraio), 94, 34.
Acerbo (d') V. Tencino d'A.
AcHiLLE, eroe greco, ric, 5, 2.
AciNico V. Monte Accinico (Castello).
AcoRiMBONi (degli) Gaddo da Gubbio, viene in Fi-
[Acqaasparta'Adimari]
INDICE ALFABETICO
449
renze a giustificare U Conte da Orbino (sic) per Tar-
resto di Francesco de' Gabrielli (an. 1385), 439, 7-9.
AcQUASPARTA (d") Matteo, card., deirordine dei frati
di S. Francesco, 6 inviato da pp. Bonifacio VIII a
Firenze per la pacificazione dei Bianchi coi Neri
(an. 1300), 81, 7-10; suoi inutili tentativi, 10-15;
85, 13-23.
AcuTO [Aguto, Auto], [Hawkwood Giovanni] capitano di
ventura, viene con la sua Compagnia ad accamparsi
a Borgo a Cascina, mandato da Bernab6 Visconti in
aiuto di San Miniato al Tedesco assediato dai Fioren-
tini (an. 1369), 270, 30-37 ; 271, 1-3 ; sconfigge i Fio-
rentini, condotti dal loro capitano Giovanni Malatac-
ca, facendo prigioniero lo stesso capitano, 15-20 ; va
verso Firenze e s'accampa a Peretola facendo grandi
danni alle terre del contado, 272, 4-9 ; manda suoi
corridori sino pr. le mura della c, mapoi, fallite le spe-
ranze di movimenti interni, toglie improvvisamente
il campo e se ne ritorna in Lombardia, 273, 6-16 ;
torna di nuovo con la sua Compagnia contro Firenze
mandato dal Card. di Bologna, ma viene ad accordi
coi Fiorentini e, dopo aver fatto scorrerie nelle terre
dei Pisani e dei Senesi, esigendo taglie, se ne ritorna
a Bologna (an. 1375), 292, 29-38 ; viene mandato dalle
Autorita pontificie contro Faenza, che stava per
ribellarsi alla Chiesa, e la riduce airubbidienza
sottoponendola ad un orribile sacco (au. 1376),
296, 10-20 ; sje trattative per assoldare i Brettoni,
mandati contro Firenze da Gregorio XI, fatte fallire
dagli Otto di balia, 300, 7-16 ; venuto in discordia
con Bernab6 Visconti si tenta da parte dei Fioren-
tini di ricondurlo con questo a pace (an. 1379), 341,
40-43 ; 342, 1-5 ; viene as.soldato con tutta la sua
Compagnia, insieme al conte Lucio, dai Fiorentini,
345, 12-19 ; informa la Signoria fiorentina su certe
voci di trame da lui raccolte, 353, 1-7 ; suoi tentativi
per venire in chiaro della cosa, 353, 14-24 ; viene
el. dai Fiorentini Capitano di guerra con larga prov-
vigione (an. 1380), 371, 39-45 ; viene a contatto con
scaramucce con le genti di Carlo di Durazzo venuto,
coi suoi Ungheri nel territorio fiorentino, 379, 34-
37; 380, 6-8 ; non oppone resistenza alcuna, con
grande meraviglia dello Stefani, alle turbe dei Grandi
e dei Ciompi scorrazzanti per le vie di Firenze (an.
1381), 403, 20-23 ; nfe a alle genti del Coudottiero
di ventura Alberigo da Barbiano, venuto da Arezzo
a devastare il contado fiorentino, 398, 25-35 ; viene
cassato dairuflScio di Capitano dei Fiorentini e man-
dato a Roma a servizio della Chiesa in difesa di Ur-
bano VI contro il Duca d'Angi6 (an. 1382), 421,
8-13; sue richieste fatte ai Senesi 13-18; si ferma
a Roma pochi giorni e poi va a Napoli in aiuto di re
Carlo contro il detto Duca 18-26; < cf . CXI, 8;
CXIII, 28-29 ».
Adamo, ric. 1, 28 ; 2, 1 ; 3, 17.
Adatto (d') V. Francesco d'Adatlo.
Adilardi (degli) Guglielmo e Ugelletto, capitani
nella Compagnia di S. Giorgio, firmatari degli ac-
cordi stretti dalla detta Compagnia con Firenze
(an. 1379), 367, 3-4.
Adimare di Rota, h nelle liste dei Priori del 1293 feb-
braio-1294 febbraio, 74, 8 ; e del 1296 febbraio-1297
febbraio, 76, 24.
Adimare di Rota v. Ammannati A. di R.
Adimari, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 24 ; esce da
Firenze alVannunzio della sconfitta di Montaperti
(an. 1260), 48, 13 ; sue brighe coi Donati, 56, 16 ;
si schiera coi Cerchi con la parte bianca, 80, 35 ;
92, 16.
Adimari Antonio di Baldinaccio, congiura con Lnigi
Aldobrandini, coi Rucellai e con altri per la cacciata
da Firenze del Duca d'Atene (an. 1343), 203, 39-
40 ; chiede aiuto agli amici senesi, 204, 5-8 ; viene
fatto prendere dal Duca, 19-20 ; viene dallo stesso
liberato per tentare di pacificare la folla in rivolta,
206, 15 ; 6 fatto popolano, 216, 20.
Adimari Baldinaccio, viene confinato coi Bianchi a
Sarzana (an. 1300), 83, 8 ; viene bandito (an. 1302),
86, 28 ; occupa coi ribelli fiorentini Cerreto Guidi, in
nome di Uguccione della Faggiuola (an. 1315),
118, 18-20.
Adimari Corso, viene bandito da Firenze (an. 1302),
86, 26.
Adimari Filippo di Alamanno, k fatto cavaliere (an.
1381), 394, 5.
Adimari Forese, h posto a capo di una brigata armata
dai Grandi contro i Priori (an. 1295), 74, 20.
Adimari Francesco di Lapo, uno dei quattro Grandi
fatti Priori dopo la cacciata del Duca d'Atene e poi
deposti poco dopo (an. 1343) 211, 4 ; 219, 4-8.
Adimari Giovanni di Tedici, viene a patti con Ca-
struccio a riguardo di Montemurlo (an. 1326), 144,
11-12.
Adimari Iacopo di Rinieri, 6 condannato per trame
contro lo Stato a 2.000 fiorini d'oro o, in mancanza,
a sei anni di conf ine oltre le cento miglia da Firenze
(an. 1378), 339, 46.
Adimari Nerlo, fuoruscito fiorentino preso tra le mi-
lizie in fuga di Scarpetta degli Ordelaffi e mandato
a morte (an. 1302), 89, 17.
Adimari Pigello, fuoruscito condannato neiravere e
nella persona per trame contro lo Stato (an. 1379),
365, 15.
Adimari Talano, fuoruscito condannato nell'avere e
nella persona per trame contro lo Stato (an. 1379),
365, 16.
Adimari Tommaso di Bonaccorso, viene ammonito
(an. 1359), 255, 21 ; h bandito da Firenzc (an. 1360),
258, 15.
Adimari (degli), farn. v. Adimari, fam.
Adimari (degli) Andrea di Pacchio, viene bandito
da Firenze (an. 1360), 258, 17 ; h ammonito (an.
1373). 288, 16 ; viene confinato dal Capitano a Pisa
an. 1381), 408, 26 ; 418, 40.
Adimari (degli) Bartolomeo di Jacopo Giambernardi
viene ammonito (an. 1377), 305, 3-4 ; 309, 11-12.
Adimari (degli) Bernardo di Guccio di Tedici, h
ammonito (an. 1373), 288, 19.
Adimari (degli) Bernardo di Manfredi, 6 ncUe liste
dei Priori del 1288 dicembre-iaSg dicembre, 65, 21.
450
INDICE ALFABETICO
[AdimaTi-Alamaiioi]
" AoiMARi (decli) CosTAtiZA {Ghostantia], figlia di Guido,
nioglie di Marchionne di Coppo Stefani. CIV, 11-18;
CVI, 16-8« " ; " sposa in seconde nozre, secondo P.
Ildefonso, Giovanni di Cambio dc' Medici, CVI,
19-n ".
Adimari (decli) Forese di Francesco, viene ammo-
nito (an. 1377), 304, 40 ; 308. 20-27.
" Adimari (degli) Gemma di Dante di Rinaldo, del
popolo di S. Maria, moglie di Coppo Stefani padre
di Marchionne, CI, 16-30, 7-19 ; CIII, 4-8 ".
" Adimari (decli) GuiDO, padre di Costanza moglie
di Marchionne di Coppo Stefani, CVI. 16-24 ".
Adimari (dbgli) Talano, h dei quattordici cittadini
el. a costitvire il nvovo governo dopo la cacciata del
I>uca d'Atene (an, 1343). 208, 2.
Adoardo [Adiiardo] v. Pulci {de') A.
Adriano (I) pp.. (aa. 772-795) ric, 17, 14.
Affrica ed Affrico V. Africa ed Africo.
Africa [Affrica], suoi antichi confini, 2, 19-21 ; vi si stan-
ziano i discendenti di Cam. 21-2** ; 3, 21.
Africo [Affrico] torrente alle porte di Firenze ric, 85,
85; V. anche Firenze (Ponte aWAfrico.)
Agapito V. Colonna (della) A.
AoHlNETTi Giglio d'Andrea, k nelle liste dei Priori del
1344 maggio-1345 maggio, 222. 33.
AcLi, fam. fiorentina di parte guelfa, 28. 24 ; esce da
Firenze all'annunzio della sconfitta di Montaperti (an.
1260), 48, 5 ; si schiera coi Donati nella parte nera,
80. 39.
Agli Cinozzo Pieri, viene ammonito (an. 1377), 304,
41; 308. 28-29.
Agli (degli), fam. v. Agli, fam.
AcLi (degli) Aglione d'Ugoletto, fe nelle liste dei
Priori del 1290 dicembre-1291 dicembre, 68. 17.
AcLi (degli) Lotto, 6 nelle liste dei Priori del 1284 di-
cembre-1285 dicembre, 60, 39.
Agli (degli) Taddeo di Cantino. h dei quarantatrfe
cittadini el. in aggiunta agli altri della Balia gia nomi-
nati (an. 1381). 405. 12.
Agliana. terra di Val d'Arno danneggiata dalle milizie
del Maniscalco di Giovanni di Boemia (an. 1330),
169, 38.
Aglino di Giove 1/0««] V. Aglioni A. di G.
Aglione d'Ugoletto V. Agli {degli) A. di. U.
.\glioni Aglino di Giove [Jovc], k Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1302 febbraio-1303 febbraio), 91, 6.
Aglioni Banco di Giove 1/0»«], 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1308 febbraio-1309 febbraio), 104, 8.
Aclioni Buonaiuto di Taddeo. 6 nelle liste dei Priori
dcl 1383 settembre-1384 aprile, 434, 35.
Aglioni Taddeo di Cennino, 6 nelle liste dei Priori
del 1349 gennaio-1350 gennaio, 235. 36.
Aglioni Taddeo di Cione, 6nelle Hstc dei Priori del 1353
gennaio-1354 gcnnaio, 246,20 ; ^Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1358 gennaio-1359 gennaio), 254, <0 ; fe
di nnovo nelle liste dei Priori del 1362 gennaio-1363,
gennaio. 262, 37.
Aglioni (degli) Bancherone di Cione, fc nelle liste dei
Priori del 1309 febbraio-1310 febbraio, 106, 18 ; del
1314 febbraio-1315 febbraio, 119, 15.
AcLiONi (decli) Cionino di Cione. k neUe liste dei Priori
del 1328 dicembre-1329 dicembre, 160,40 ; e del
1335 dicembre-1336 dicembre, 183, «.
AcLioNi (dbgli) Lorenzo d'Aclino i nelle liste dei
Priori del 1312 febbraio-1313 febbraio, 115, 6.
Agnello (dello) V. Giovanni dell'A.
Acnolo V. Bachini A. ; Latini A ; Sanguigni A.
Agnolo. cardaiuolo i condannato a L. 300 ed a sei anni
di confioe oltre le 50 miglia (an. 1381). 400, B.
Agnolo di maestro in Teologia dei Frati di S.
Agostino. ambasc. fiorentino. inviato dal Comune pr.
il Re d'Ungheria e pr. Carlo della Pace di Durazzo
per dolersi del danno fatto da Giannotto, Maniscalco
di esso Carlo. nel contado fiorentino, riferisce il ram-
marico di questo per Toperato del detto Giannotto
e la promessa che nel territorio fiorentino non ver-
rebbe piii mandata alcuna gente (an. 1380), 376,
3-15.
AcNOLO Di Bernardo V. ArdingheUi {degli) A. di H.
Agnolo di Berto i;. Cecchi A. di B.
AcNOLO Di Berto Cecchi V. Castellani A. di B. C.
Agnolo di Caccino tr. Bonciani {de'.) A. di C.
Agnolo di Cenni, del popolo di S. Friano, condannato
neiravere e nella per.sona per la rivolta degli Otto
di balia del Popolo di Dio di S. Maria Novella (an.
1378), 336. 36.
AcNOLO Di Dragonetto V. Ducci A . di D.
AcNOLO Di GiovANNi Di LoTTO k anunonito (an. 1377),
304. 42; 308, 31.
Agnolo di Neri, notaio dei Priori, ric. 259, 30 ; v.
anehe Alberti {degli) A. di N ; Vettori A. di N.
AcNOLO Di NuTO, notaio dei Priori, ric 123, 8.
ACNOLO Dl Piero V. Covoni (de') A. di P.
Agnolo di Pierozzo V. Arcagnoli A. di P.
Agnolo da Pino, viene escluso dagli uffici per tre anni
(an. 1379), 363, 47 ; h dei quarantatre cittadini el.
in aggiunta agli altri della Balia gia nominati (an.
1381). 405, 15.
Agnolo di Puccio h dei Priori (an. 1378 novembre-di-
cembre), 337, 33.
AcNOLO d'Uguccione V. Tigliainochi A. d'U.
Agnolo di Vanni V. Guidi A. di V.
Agnolo (d') V. Cantino d'A .
Agobbio i;. Gubbio.
Acolanti fam. fiorentina di parte ghibellina, 28, 28.
Agostino V. Moscardi A.
Agostino del Borgo fc nelle liste dci l'riori del 1282
dicembre-1283 dicembre, 59. 13.
Agostino di Francesco di Giovanni,
i nelU liste dei Priori dcl 1385 inaggio-1386 aprile,
443, ss.
AgostinO di Lapo V. Briini A. di L.
Agrippa discendente della regia stirpe di Enea, 7, 19.
Agubbini V. Igubbini.
Agubbio V. Gubbio.
.\cuBBio (d') V. Lando d'A.
.\guglione [Aguiglione, .■Igulione] (d') v. Baldo d'A.,^
Chele GiiarHicri e di Gitamieri d'A. ; Vbaldo d'A.
AcuTO V. Acuio ; Monte Aculo.
Alamanni Tommaso di Giuntino. 6 nelle liste dei Prioril
[Alamanni-Alberti]
INDICE ALFABETICO
451
del 1353 gennaio-1354 gennaio, 246, 13 ; viene am-
monito (an. 1360), 255, 24.
Alamanni (degli) Neri di Giuntino, viene ammonito
(an. 1357), 251, 37.
Alamanno V. Acciaiuoli (degli) A. ; Torelli A.
Alamanno di Alamanno V. Acciaiuoli A. di A.
Alamanno di Monte V. AcciaiuoU (degU) A. di M.
Alamanno di Torello V. Vettori A. di T.
Albarossa, c. ungherese, 439, 44.
Alba Silvio discendente di Enea, ric. 7, 8.
-Vlberghettino (d') v. Amerigo di Giovanni d'A. ; Gio-
vanni d'A.
Alberighi fam. fiorentina del quartiere di porta S. Piero,
21, 12.
.Alberigo, re dei Goti, (sic) scende in Italia a capo del
suo popolo, devasta la Toscana, la Romagna e Roma
e giunge, rovinando ogni cosa, sino nellTtalia meri-
dionale ove muore pr. Cosenza (an. 401), 14, 9-16.
Alberigo, conte, da Barbiano, capitano generale della
Compagnia di S. Giorgio, viene contro Firenze con
la sua Compagnia violando i patti gia stretti con
essa (an. 1379). 366, 34 ; torna contro Firenze da
Arezzo, ove era con la sua compagnia a soldo di
Carlo di Durazzo, e ne devasta e saccheggia il
territorio (an. 1381), 398, 25-31.
Alberti (dei conti) Alberto, nobile del Mugello, signore
di Mangone, 143, 34-36.
-\lberti (dei conti) Alessandro, nobile del Mugello
signore di Mangone, 45, 15-16 ; lascia il castello
pred.. con la conferma e ratifica dei figli Alberto e
Nerone, al Comune di Firenze (an. 1325), 143, 44-38.
Alberti (dei conti) Napoleone, nobile del Mugello
signore di Mangone, 45, 16-17.
.'\lberti (dei conti) Nerone, nobile del Mugello, signore
di Mangone, 143, 34-38.
.Alberti (dei conti) Alberto di Giovanni, dei conti di
Bruscoli viene condannato come ribelle, insieme ad
alcuni sbanditi fiorentini suoi complici, dairEsecu-
tore di giustizia di Firenze, per avere ucciso il fratello
Francesco e fatto prendere e ferire gravemente il
fratello Antonio ed altri parenti, cittadini tutti ac-
comandati del Comune (an. 1380) ; 373, 1-29.
Alberti (dei conti) Antonio di Giovanni, dei conti di
Bni,scoli informa Tommaso degli Strozzi deirimmi-
nente scoppio d'una vasta congiura ordita contro
Firenze (an. 1379), 353, 35-40 ; vicne rimunerato di
questa sua benemerenza dal Comune fiorentino, 360,
20-25 ; sua contesa col fratello Alberto, 373, 2-20.
Alberti (dei conti) Francesco di Giovanni, dei conti
di Bruscoli, viene .ucciso in una zuffa col fratello
.\lberto e con alcuni sbanditi fiorentini complici di
questo (an. 1380), 373. 2-14.
Vi.berti, fam. fiorcntina di parte neia, 92, 14.
\lberti Alberto di Bonaccorso, i! dei Priori (an. 1379
settembre-ottobre), 346, .U.
\lberti Alberto di Luigi, mnrto di pestilenza (an.
138J). 427, 24.
|Alberti Bartolino di Cenni, t! G<mfalonierc di giusti-
zia (listc 1303 febbraio-1304 fcbbraio) 94, II.
I Alberti Biagio di Cakuccio, 6 dei 52 cittadini cui vicnc
data la Balia per la riforma del governo (an. 1381),
396, 6.
Alberti Bizzo diCambio, fenelle liste dei Priori del 1295
febbraio-1296 febbraio, 75, 41.
Alberti Cionellino di Bello, 6 nelle liste dei Priori del
1346 maggio-1347 gennaio 228, 8.
Alberti Donato fuoruscito fiorentino fatto prigioniero
durante la ritirata delle genti deirArdelafiS e mandato
a morte (an. 1302), 89, 16.
Alberti Jacopo Alberto, ^ nelle Uste dei
Priori del 1338 dicembre-1339 dicembre, 188, S ; v.
anche Alberti (degU) Jacopo d'Alberto.
Alberti Luca 6 nelle liste dei Priori del 1345 maggio-
1346 maggio, 227, 24.
Alberti Niccola di Lippo, 6 nelle liste dei Priori del
1377 gennaio-1378 luglio, 314, 7 ; ric. 216, 3 7-38.
Alberti Pazzino di Luca, 6 dei cinquantadue cittadini
cui viene data, insieme ai (Priori e collegi, la Balia
per la riforma del governo, an. 1381), 396, 8.
Alberti Pierozzo, fe Gonfaloniere di Giustizia (liste 1313
febbraio-1314 febbraio), 116, 10.
(Alberti (degli), fam. v. Alb'.rtr, fam.
Alberti (degli) Agnolo di Neri, h Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1346 maggio-i347 gennaio), 228, 38-39.
Alberti (degli) Andrea di Benedetto, 6 fatto cavaliere
(an. 1381), 393, 41 ; muore di pestilenza (an. 1383),
427, 23.
Alberti (degli) Antonio, partecipa airufficio di Balia
per la riforma del governo per i Mercatanti (an.
1381), 409. 26.
Alberti (degli) Antonio di Niccol6 [Niccolaio] k
fatto cavaliere dai Ciompi (an. 1378), 323, 38 ; fe
nelle liste dei Priori del 1383 luglio-1384 agosto,
428, 4.
Alberti (degli) Bartolomeo {Bartolommeo\, di Caroc-
cio 6 nelle liste dei Priori del 1370 gennaio-1371
gcnnaio, 276, 25.
Alberti (degli) Benedetto, viene mandato dai Priori a
preparare nel contado la rivolta contro gli Otto di
Balia del Popolo di Dio di S. Maria Novella (an.
1378), 332, 30-34.
Alberti (degli) Benedetto di Nerozzo. e nelle liste dei
Priori dcl 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 16; vieue
fatto cavaliere dai Ciompi (an. 1378), 323, 37 ; 6
dei capi della coalizione democratica che reclama
maggiore rigore .sui rei di complotti, contro lo Stato,
di fam. ricche e potenti (an. 1379), 344, 9; 6 posto
a capo dei cittadini armati a presidio della c. e del
palazzo dclla Signoria pcr Tarti maggiori, 355, 24 ;
va in palazzo a portarc rintimazione del popolo a
fare senza indugio giustizia su tutti i conpiurati con-
tro lo Stato, specie sui ricchi e potenti, 357, 18-19 ;
va con altri a rifcrire ai Priori i mo'morii della folla
a riguardo delle imminenti estraz. "ni dalle borse dci
nuovi Priori, 361, 25-30 ; vienc mandato ambasc. in
Arezzo (an. 1380), 379, 4-5 ; 6 degli Otto Ufficiali
della guardia e partecipa quindi alla Balia por la
riforma del gogerno pel quartie.e di S. Crt)ce (an.
1381), 396, 40 ; cerca predorainare su gli altri, 412,
21 ; viene inviato ambaisc. a Siena, 431, 8.
452
INDICE ALFABETICO
[AlWti.AlUssi]
Albkrti (degli) Bernardo di Nbrozzo, i nelle liste dei
Priori del 1357 gennaio 1358, gennaio, 252, 2«.
Albbrti (oeoli) Caroccio di I.apo. 4 nelle li»te dei Priori
del 1326 febbraio-1327 febbraio, 155, 20; del 1329
dlcefflbre-i33o dicembre, 164, 34 ; del 1337 dicembre-
1338 dicembre, 186, 89 ; e del 1340 dicembre-1341
dicembre, 189, 3i.
AlbbRti (dbgli) Cennino di Bartolino, 6 nelle liste dei
Priori del 1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 18.
Albbrti (dboli) Cipriano di Duccio, t fatto cavaliere
(an. 1387), 393, 40 ; eletto Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1382, settembre-novembre), si tenta da parte
di alcuni scontenti d'impedire la sua entrata in uffi-
cio ma il tentativo viene stroncato dalla sua pronta
energia, 417, 33-4S ; 418, 1-23 ; 424,83.
Alberti (degli) Duccio di Caroccio, h dei Dodici buoni
uomini pel quartiere di S. Croce (an. 1378), 326, 81 ;
h degli Otto incaricati della vendita dei beni dei
condannati neiravere e nella persona (an. 1380),
372, 34.
Albbrti (degli) Duccio di Lapo, 6 nelle liste dei Priori
del 1332 dicembre-1333 dicembre, 175, 23.
Albbrti (dbgli) Jacopo ft Gonfaloniere di Ginstizia (li-
.ste 1333 dicembre-1334 dicembre), 177, 20.
Albbrti (degli) Jacopo d'Alberto, 6 Gonfaloniero di
Giustizia (liste 1351 gennaio-1352 gennaio), 241, 8 ;
V. anche Alberti Jacopo Alhtrto
Alberti (degli) Jacopo di Caroccio, h nelle liste dei
Priori del 1364 gennaio-1365 gennaio, 265, 12.
Alberti (degli) Marco di Francesco, h nelle liste dei
Priori del 1376 gennaio-1377 gennaio, 306, 25.
Alberti (degli) Niccol6 \Niccolaio\, va ambasc. in
Roma pr. Urbano V, (an. 1367), 264, 4.
Alberti (degli) Niccol6 [Niccolaio] di Jacopo, h nelle
liste dei Priori del 1354 gennaio-1355 gennaio, 248,
21 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1362 gennaio-
1363 gennaio), 262, 31 ; i nelle liste dei Priori del
1366 gennaio-1367 gennaio, 266, 2i ; sua morte (an.
1377), 309, ii ; sue ricchezze e benemerenze, 21-33.
ALberti (tASE degli), poste dove era prima la oprta dei
Buoi, 20, 33.
Albkrtini Lapo di Rinieri, 4 nelle liste dei Priori del
1300 febbraio-1301 febbraio, 86, 24.
Alberto V. Amizzini A. ; Rofoni A. ; Rosoni A.
[Alberto d'Austria], imperatore (aa. 1298-1308) ric.
73, 25.
Alberto di Baldovino, 6 nelle li.ste dei Priori del 1286
dicembre-1287, dicembre, 62, 33.
Alberto Di Bonaccorso t>. Alberti A. di B.
Albkrto di Castiglionchio, 6 nelle iiste dei Priori del
1370 gennaio-1371 gennaio, 276. 8.
Albkrto di Cione, h nelle liste dei Priori del 1317 feb-
braio-1318 febbraio, 124, 29.
Alberio di GiovANNi DEi coNTi DA Bruscoli V. Albtrti
A. dj G. dei conti di B.
AlBbrto del GiuDicE, k nello liste dci Priori del 1297
febbraio-1298, febbraio, 77, 1*.
AlSkrto di Jacopo. fc nelle liste dei Priori del 1288 di-
cembre-1289. dicembre, 65. 18.
Albbrto Dt Jacopo dbl Giudicb \Judict], i iMIe liste
dei Priori del 1288 dicembre-1289 dicembre, 65, 10 ;
del 1292 febbraio- 1 293 febbraio, 72, 25; del 1295
febbraio-1296 febbraio, 75, 48; e dcl 1312 febbraio-
1313 febbraio, 115, 6; * Gonfaloniere di Giostizia
(liste 13 15 febbraio-1316 febbraio), 122, 18.
Alberto di Lapo da Barbbrino, viene ammonito (an.
1377), 305, I».
Alberto di Lapo di Castiglionchio, briga per ottenere
il risarcimento doi danni arrecati alla sua fam. Aa\
moti cittadioi, 413, 13.
Alberto di Lippo da Barberino; viene ammomto (an.
1377). 309, 7.
Alberto d'Ottaviano, 6 nelle liste dei Priori del u8t) di-
cembre-1287 dicembre, 62, 25.
Albbrto (d') V. BeUod'A.; Cardinale d'A. ; Cioru d'.-i ,
Corso d'A. ; Donato d'\.
Albertucci b d'Albertuccio V. Lapo da Castiglionchw
d'Albertuccio.
Albino, uno dei leggendari fondatori di Firenze, 10, 5.
Albizzi, fam. fiorentina di parte nera, 92, 14 ; dicerie in-
tomo alla sua origine, 246, 35-40 ; suoi primi disscn.si
coi Ricci, 40, 47 ; 247, 1-5 ; * favorevole alla lega
con Urbano V 270, 19-21 ; potenza da essa acqui-
stata tra la popolazione in seguito alla lega fatta
con la Chiesa ed alla nomina di uno dei suoi a card.,
276, 38-40 ; 277, 22-25 ; fa lega coi Ricci, 278, 25-
30 ; i suoi componenti vengono esclusi tutti dagli
uffici per cinque anni (an. 1372), 283, 14-19; " ric.
CIX, 24, CX, 29, 30 ".
Albizzi Compagno, h nelle liste dei Priori del 1284 dicem-
bre-1285, dicembre, 60, 40.
Albizzi (degli), fam. v. Albizzi, fam.
Albizzi (degli) Alberto di Pepo di Antorio, * condan-
nato neiravere e nella persona per complotto con-
tro lo Stato (an. 1379), 365, 12 ; ric. 352, 23.
Albizzi (degli) Albizzo di Ricco e dkl Ricco, k nelle
liste dei Priori del 1315 febbraio-1316 febbraio, 122,
3 ; del 1328 dicembre-1329 dicembre, 160, 23 ; e del
1336 dicembre-1337 dicembre, 186, 26.
Albizzi (degli) Alessandro di Bartolomeo, si stacca
dai suoi consorti e fa arma a sfe, 287, 24-25.
Albizzi (degli) Alessandro di Niccol6, i Gonfaloniere
di giustizia (liste 1364 gennaio-Z36j gennaio), 264,
42 ; h nelle liste dei Priori del 1375 gennaio-1376
gennaio, 299, 24 ; ric, 283, 9 ; suo palazzo ric, 319, 22.
Albizzi (degli) Alessandro di Niccol6 d'Ugo, i nelle
liste dei Priori del 1369 gennaio-1370 gennaio, 275, 17 ;
V. anche Alessandri (degli) Alessandro di Niccold.
albizzi (degli) Alessandro e Bartolomeo di Niccolo'
d'Ugo denunziati dai quattro ragionieri come debi-
tori del Comune, vengono assolti dal Podesta (an.
1373), 287, 29-44. V. aache AUssandri (degli) Alcs-
sandro e Bartolomeo di Niccold.
Albizzi (degli) Alksso di Jacopo, h condannato nell'avere
e nella persona per trame contro lo Stato (an. 1379),
338, 38.
Albizzi (degli) Andrea di Francesco. gli viene arsa la
casa dalla rivolta del popolo contro la Parte guelfa
(an. 1378), 319, 43-44 ; h dei quarantatre cittadini
M. ia aggiunta agli altri della Balia gii nominati
[Albizzi]
INDICE ALFABETICO
453
(an. 1381), 405, 44 ; v. anche Albizzi {degli) Andrea
di Franceschino.
Albizzi (degli) Andrea di Franceschino, va ambasc.
a Siena (an. 1384), 431, 10 ; fe nelle Hste dei Priori
del 1383 settembre-1384 aprile, 434, 40 ; v. anche
Albizzi {degli Andrea di Francesco.
Albizzi (degli) Andrea«di Piero di
FiLlPPO, i nelle liste dei Priori del 1385 maggio-
1386 aprile, 443, 9.
Albizzi (degli) Angelo di Giano, h nelle liste dei Priori
del 1346 maggio-1347 gennaio, 228, 38.
Albizzi (degli) Anionio di Lando, 6 nelle liste dei Prio-
ri del 1320 febbraio-i^ai febbraio, 127, 33 ; del 1323
febbraio-1326 febbraio, 152, 24 ; del 1332 dicembre-
1333 dicembre, 175, 38 ; e del 1336 dicembre-1337
dicembre, 186, 7 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1338 dicembre-1339 dicembre), 188, 10 ; 6 uno dei
Sei di Balia (an. 1343), 208, 14.
Albizzi (degli) Bellincione d'Uberto, 6 nelle liste dei
Priori del 1335 dicembre-1336 dicembre, 183, 20 ;
6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1337 dicembre-
1338 dicembre), 187, 29 ; e di nuovo nelle liste dei
Priori del 1340 dicembre-i34i dicembre, 189, 26 ; e
del 1343 aprile-1344 aprile, 211, 6 ; 219, 6.
Albizzi (degli) Filippo di Lando, 6 nelle liste dei Priori
del 1316 febbraio-T3i7 febbraio 123, 24 ; h Gonfa-
loniere di Giustizia (liste 1326 febbraio-1327 febbraio),
155, 35.
Albizzi (degli) Francesco Di Antonio, difende in un
consiglio di richiesti, nel palazzo della Signoria gli AI-
bizzi, dalle accuse lanciate contro di essi e le ritorce
sui Ricci (an. 1372), 281, 35-37 ; viene escluso per
cin que anni dagli uffici, 282, 21-23.
Albizzi (degli) Francesco d'Uberto, viene fatto dei
Grandi in seguito a petizione di Migliore di Vieri
de' Guadagni (an. 1372), 283, 7-8 ; a fatto cavaliere
dai Ciompi (an. 1378), 324, 44.
Albizzi (degli) Gasparre [Guasparre] detto, Biondo,
figlio di Francesco d'Uberto h fatto cavaliere dai
Ciompi (an. 1378), 324, 4S.
Albizzi (degli) GeNtile di Vanni, h dei Priori (an.
1382 luglio-agosto), 417, 27.
Albizzi (degli) Giano [Jano] vi Lando, 6 nelle liste dei
Priori del 1309 febbraio-1310 febbraio, 105, 35 ;
e del 1332 dicembre-1333 dicembre, 175, 18.
Albizzi (degli) Giovanni da Lucca, V. Obizi {degli) G.
da L.
Albizzi (degli) Lando, 6 nelle liste dei Priori del 1283
dicembre-1284 dicembre, 60, 2 ; in quelle del 1290 di-
ccmbre-1291 dicembre, 68, 20 ; del 1295 febbraio-
1296 febbraio, 75, 32 ; e del 1297 febbraio-1298 feb-
braio, 77, 26.
Albizzi (degli) Lando di Antonio, h Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1351 genoaio-i^jz gennaio(, 240, 31 ; 6
nelle liste dei Priori del 1357 gennaio-1358 gennaio,
252, 30.
Albizzi (degli) Lippo di Bartolo 6 nelle liste dei Priori
del 1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 22; del 1318
febbraio-1319 febbraio, 125, 7 ; e del 1322 febbraio,
1323 febbraio, 131, 12.
Albizzi (degli) Luca di Piero di FiLiPPO, h condannato
per trame contro lo stato a 2000 fiorini d'oro o, in
mancanza, a sei anni di confine oltre le 100 mig]ia
(an. 1378), 339, 40.
Albizzi (degli) Manno di Pagno, h nelle liste dei Priori
del 1347 gennaio-1348 gennaio, 229, 26 ; del 1350
gennaio-1351 gennaio, 239, 42 ; gli vengono bruciate
le case dal popolo in rivolta contro la parte gnelfa
(an. 1378), 319, 40-43.
Albizzi (degli) Mariano di Lando, sospetto di com-
plicita nella congiura ordita contro lo Stato, sfugge
con la fuga alle ricerche degli emissari mandati con-
tro di lui dagli Otto della Guardia (an. 1379), 355 ,
29-34 ; viene condannato dal Capitano neiravere e
nella persona, 365, 13 ; fe bandito come ribelle (an.
1380), 371, 2 ; dicerie, contrasti e discussioni su certe
sue lettere inviate da Rimini, 388, 34-42 ; 389, I-2.
Albizzi (degli) Mariano di Lando di Antonio, 6 con-
dannato neiravere e nella persona per trame contro
lo Stato (an. 1378), 338. 33.
Albizzi (degli) Maso di Luca, viene confinato a Barletta
(an. 1378), 328, 33 ; h fatto dei Grandi (an. 1379),
363,21.
Albizzi (degli) Niccol6 [Niccolaio] d'Ugo, 6 nelle liste
dei Priori del 1341 dicembre-1342 dicembre, 190, 27.
Albizzi (degli) Pagno di Bando, h nelle liste dei Priori
del 1312 febbraio-1313 febbraio 115, 13.
Albizzi (degli) Pepo di Antonio, h nelle liste dei Priori
del 1353 gennaio-1354 gennaio, 246, 4 ; viene escluso
dagli uffici per 5 anni (an. 1352), 281, 21-23.
Albizzi (degli) Piero di Filippo, 6 nelle liste di Priori
del 1348 gennaio-1349 gennaio, 234, 17 ; Ak voto fa-
vorevole insieme ai suoi, per consiglio di Geri de'
Pazzi, alla proposta di legge fatta dai Ricci vietante
gli Uffici ai Ghibellini, (an. 1354), 247, 12-15 ; 6 di
nuovo nelle liste dei Priori del 1365 gennaio-1366
gennaio, 265, 46 ; 6 patrocinatore della lega con
Urbano V, 274, 15-17, 6 il vero capo dclla setta che
prende il nome dalla sua famiglia, 276, 42-43 ; si
accentua per opera sua la lista dei cittadini ammoniti,
44-45 ; 277, 9-10 ; si riavvicina e s'unisce ai Ricci
e alla loro setta, specie nei riguardi della legge del-
rammonire (an. 1371), 278, 27-29 ; scoppiata la ri-
volta popolare contro le prepotenze delle due sette,
viene escluso dagli uffici per 5 anni (an. 1372), 282, 21-
23 ; h tra i capi della Parte guelfa, dove s'erano anni-
dati gli oligarchi delle due sette, cacciate dagli Uffici
del Comune, a seguito della detta rivolta, e tra i mag-
giori istigatori deII'ammonire, 308, 17-18 ; 317, 41 ;
trama con altri contro il Governo (an. 1378), 319,
14-26 ; gli vengono arse le case dal popolo in rivolta
contro la detta Parte, 41 ; viene confinato per un
anno a Venezia, 328, 32 ; tornato in Firenze, viene
fatto prendere dagli Otto della Guardia e consegnare
al Capitano del popolo, come complice della congiura
allora scoperta contro lo Stato, insieme ad altri, pur
essi, come lui, di famiglie guelfe, ricche e potenti (an.
1379)1 355, 32-40 ; agitazioni e sommosse delle Capi-
tudini delle arti e del popolo che recIama*ano mi-
nacciosamente la sua condanna a morte e quella di
454
INDICE ALFABETICO
[Albixzi-AMobraadini'
tutti i detti ricchi ed esitaiioni del Capitano, 357,
4-35 ; 358, 1&-30 ; coRie si giunse alla stia condanna
ed a quelle dei suoi compagni di carcere, 358, 31-47 ;
359, 1-17 ; loro proteste d'innocenza, 17-20.
Albizzi (degli) Ricco, * nelle liste dei Priori del 1296
febbraio-1397 febbraio, 76, 16 ; v. auche Albiui (dfgU)
Jiicco di Compagno.
Albizzi (degli) Ricco di Compagno, 6 nellc liste dei
Priori del 1292 febbraio-1293 febbraio, 72, 20 ; del
1300 febbraio-1301 febbraio, 85, 8 ; del 1307 fcbbraio-
1308 febbraio, 112, 11 ; c del 1314 febbraio-1315
febbraio, 118, 34; v. anche Albiizi (degli) Ricco.
" Albizzi (degli) Uberto, marito di Giovanna figlia
di Coppo Stefani, CII. 24-26 „.
Albizzi (decli) Uberto di Bellincione, viene escluso
dagli uiBci per tre anni (an. 1379). 364, 3.
Albizzi (degli) Uberto di Lando, fe nelle liste dei
Priori del 1302 fcbbraio-1303 febbraio, 91, 14 ;
del 1305 febbraio-1306 febbraio, 98, 13 ; del 1309
febbraio-1310 febbraio, 106, 22 ; e del 1323 febbraio-
1324 febbraio, 135, 17.
Albizzi (degli) Uberto di Pagno, k nelle liste dei Priori
del 1344 maggio-1345 maggio, 222, 33 ; h uno dei
quattro Ufficiali cui viene affidata la difesa della c.
assalita da Galeazzo Visconti (an. 1351), 237, 12 ;
sua bonaria attivita al riguardo, 15-27 ; 238, 3-6 ;
fe nelle liste dei Priori del 1352 gennaio-1353 gennaio,
242, 29 ; e del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 18.
Albizzi (degli) Vanni di Benintendi, fe nelle liste dei
Priori del 1304 febbraio-1305 febbraio, 96, 12 ; del
1308 febbraio-1309 febbraio, 104, 25 ; del 1319 feb-
braio-1320 febbraio, 126, 23 ; del 1329 dicembre-
1330 dicembre, 164, 18 ; e del 1334 dicembre-1335
dicembre, 179, 7.
Albizzi (degli) Vanni di Pagno, 4 nelle liste dei Priori
del 1344 maggio-1345 maggio, 222, 20.
Albizzi (casa degli), rjc, 204, 1 ; 206, 5.
Albizzi (setta degli), contro quella dei Ricci, 245,
13-17 ; fe favorevole alla lega con Urbano V e detta
anche per questo dei Paperini, 270, 19-26.
Albizzo (M.) V. Corbinelli (de') M. A.
Albizzo V. Orlandini A. ; Riniicci A. ; Tosi A.
Albizzo d'Andrea V. Rucellai A. d'A.
Albizzo del Bene, i nelle liste dei Priori del 1282 di-
cembre i283-dicembre, 59, 4.
Albizzo di BuoNAGiUNTA, V. Medici (de') A. di B.
Albizzo di Cambio, h nelle liste dei Priori del 1313 fcb-
braio-1314 febbraio, 116, 25.
Albizzo di Filippo, da Barberino vicne ammonito (an.
1376), 301, 1.
Albizzo di Giovanni II. Rinucci A. di G.
Albizzo Di Lippo V. Bellandi A. di L.
Albizzo d'Orlandino, k nelle liste dei Priori del 1286
dicembre-1287 dicembre, 62, 27 ; e del 1288 dicem-
bre-1289 dicembre, 65, 19.
Albizzo di Ricco, V. Albizzi (degli) A. di R.
Albizzo di Stefano, V. Sodcrini A. di S.
Albizzo (d'), V. Aldobrandino d'A. ; BeHciveHni d'A. ;
Compagno d'A. ; Filippo d'A. ; Giovanni d'A. ;
Lando d'A.
Albizzoni Mari, ft nelle liste dei Priori del 1312 febbram-
1313 febbraio, 115, II.
Alderotti Francesco di Bonaccokso, h ammonito
(an. 1377), 305, 17 ; 308, 88.
Aldekotti Mattbo di Bonaccokso,
i tulU liste dei Priori del 1363 gennaio-1364 gennaio,
264, 8 ; del 1370 gennaio-1371 gennaio, 275, 41 ;
del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 33; viene am-
monito (an. 1377), 305, 16 ; 308, 38 ; * di nnovo
nelle liste dei Priori (an. 1378 gennaio-febbraio),
341, 2 ; viene confinato per dieci anni a Genova (an
1381), 401, 39.
Aldighieri Gherardo, notaio dei Priori, ric, 88, 31.
Aldighieri di Gherardo, k nelle liste dei Priori del
1330 dicembre-1331 dicembre, 167, 18 ; del 1337
dicembre-1338 dicembre, 187. 7 ; e del 1341 dicem-
bre-1342 dicembre, 190. 39.
Aldimari, antica e nobile fam. fiorcntina di Porta S.
Piero, 21, 14. (forse la stessa detta poi Adimari,
(v.) anch'essa del sesto di Porta S. Piero ?),
Aldimari Tegghiaio d'Aldobrando, suo drammatico
contrasto con lo Spedito, uno degli Anziani del Co-
mune, a riguardo degli aruti da portarsi a Montal-
cino assediato dai Senesi (an. 1260), 46, 41 ; 47,
1-10 ; sua rivincita suUo stesso Spedito, 49, 13-19.
Aldobrandi Catellino, k nelle liste dei Priori del 1313
febbraio-1314 febbraio, 116, 1 ; e del 1314 febbraio-
1315 febbraio, 119, 6. I
Aldobrandini Bellincione di Neri, k nelle liste dei ^
Priori, del 1305 febbraio-i3o6 febbraio, 98, I ; ^
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1311 febbraio-1312
febbraio), 112, 32.
Aldobrandini Cambio, h nelle liste dei Priori del 1300
febbraio-1301 febbraio, 86, 7.
Aldobrandini Cambiozzo di Neri, e del Nero, h
nelle liste dei Priori del 1331 dicembre-1332 dicem-
bre, 169, 7 ; del 1336 dicembre-1337 dicembre,
186, H; e del 1339 dicembre-1340 dicembre, 188, 33.
Aldobrandini Carlettino, h nelle liste dei Priori del
1292 febbraio-1293 febbraio, 72, 9.
Aldobrandini Cionellino di Ghingo, 6 nelle liste
dei Priori del 1346 maggio-1347 gennaio, 228, 30.
Aldobrandini Filippo, h nelle liste dei Priori del 1306
febbraio-1307 fcbbraio, 99, 26 ; k Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1319 febbraio-1320 fcbbraio), 126, 6 ;
6 di nuovo nelle liste dei Priori del 1321 febbraif)-
1322 febbraio, 128, 30.
Aldobrandini GiovANNi Di Lippo. i nelle listc dci
Priori dcl 1346 maggio-1347 gennaio. 229. 16.
Aldobrandini Giovan.ni di GiovANNi Di Lippo, d nellc
liste dei Priori del 1383 settembre-1384 aprilc, 431.
38.
Aldobrandini Jacopo di Ghingo, fe nelle liste dei Pri"- ■
dcl 1356 gennaio-1357 Rcnnaio, 250, io ; e dcl 1363
gennaio-1364 gennaio, 263. 4.
Aldobrandini Lippo, k nelle liste dei Priori del 131-
febbraio-1313 febbraio, 114, 36 ; e dcl 1314 fcbbrai.i
1315 febbraio, 118, 32.
.4LDODRANDINI l.uiGl Di LiPro, i' Gonfalonicrc di Giusti-
zia (listc 1341 dicembre-1342 dicembre), 190, 28 ;
[Aldobrandiiii«Aligliierf]
INDICE ALFABETICO
455
e di nuovo (!iste 1348 gennaio-1349 gennaio), 234,
16 ; 6 nelle liste dei Priori del 1351 gennaio-1352
gennaio, 241, 5 ; del 1359 gennaio-i36o gennaio,
255, 34 ; e nuovamente Gonfaloniere (liste 1361
gennaio-1362 gennaio), 260, 26 ; e (liste 1366 gennaio-
1367 gennaio), 266 15 ; 6 a capo, per U quartiere
di S. Maria Novella, dei congiurati contro le sette
degli Albizzi e dei Ricci (an. 1372) 280, 31 ; h ancora
Gonfaloniere di giustizia (liste 1374 gennaio-1375
gennaio), 291, 26 ; k fatto cavaliere dai Ciompi
(an. 1378), 324, 24 ; 6 dei Priori (an. 1378 novembre-
dicembre), 337, 33, ric. 317, 18-19.
Aldobrandini Maso, 6 nelle liste dei Priori del 1308
febbraio-i309 febbraio, 104, 23.
Aldobrandini Neri, h nelle liste dei Priori del 1302
febbraio-1303 febbraio, 91, 10 e del 1307 febbraio-
1308 febbraio, 102, 25.
Aldobrandini Piero di Lippo, h Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1353 gennaio-1354 gennaio), 246, 27 ;
6 nelle Hste dei Priori del 1354 gennaio-1355 gennaio,
248, 15 ; del 1357 gennaio-1358 gennaio, 252, 28 ;
del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 27 ; e del 1370
gennaio-1371 gennaio, 276, 23 ; k fatto cavaliere
dai Ciompi (an. 1378), 324, 24 ; partecipa comc
Gonfaloniere di S. Maria Novella alla Balia per la
riforma del governo (an. 1381), 394, 36 ; 6 di nuovo
Gonfaloniere di Giutizia (liste 1383 IugIio-1384
agosto), 427, 37.
Aldobrandini Roberto di Piero, va qualc ambasc. del
Comune di Firenze per Tincoronazione della Regina
Margherita, moglie di re Carlo di Puglia (an. 1381),
390, 22.
Aldobrandini Spigliato, e nelle liste dei Priori del 1284
dicembre-1285 dicembre, 60, 32 ; del 1289 dicembre-
1290 dicembre, 67, 21, e del 1295 febbraio-1296
febbraio, 75, 44.
Aldobrandini Tommaso, notaro dei Priori, ric. 292, 10.
Aldobrandini Ugo, 6 nelle liste dei Priori del 1283
dicembre-1284 dicembre, 60, 1 ; del 1285 dicembre-
1286 dicembre, 62, 11, e del 1290 dicembre-1291
dicembre, 68. 17.
Aldobrandino d'Albizzo, notaio dei Priori, ric, 177, 21.
Aldobrandino di Lapo, V. Rinaldi A. di L.
Aldobrandino Mariti da Cerreto, d nelle liste dei
Priori del 1298 febbraio-1299 febbraio, 78, 1.
Aldobrandino d'Uguccione da Campi, notaio dei
Priori, ric, 82, 21.
Aldobrandino (d'), II. Bindo del Tasso d'A ; Filippo
d'A. ; Neri d'A. ; liosso d'A.
.■\ldobrando da Cerreto, 6 nelle liste dei l^riori del
1282 dicembre-1283 dicembrc, 59, 6 ; dcl 1294 feb-
braio-1295 febbraio, 75, 7.
.Aldobrando di Donato, V. Bandini A. di D.
.\ldobrando (d"), V. Michele d'A. ; Taddeo d'A.
Alessandri (degli), oia' degli Albizzi, Alessandro
di Niccol6, t fatto cavalierc dai Ciompi (an. 1378),
324, 37 ; V. anclie Albizzi (de^li) Alcssandro di Nic-
cold.
Alessandri (degli), GiA DEOLi .Albizzi, .\lessandro
E Bariolomiio, vieue loro bruciata l<i casa dai
Ciompi in rivolta (an. 1378), 322, 41-42 ; v. anche
AlHzzi {degli) Alcssandro e Bartolomco,
Alessandro, V. Rinucci. A.
Alessandro di Bellincione, V. Cacciafuori A. di B.
Alessandro di Benedetto, V. Gucci A. di B.
Alessandro di Caro, notaio dei Priori, ric, 125, 29 ;
228, 28.
Alessandro di Chiaro, notaio dei Priori, ric, 188, 29.
Alessandro di Giovanni, V. Cristiani A. di G.
Alessandro di Jacopo, viene bandito e condannato
neiravere e nella persona (an. 1381), 400, 7.
Alessandro di Lamberto del Nero, V. Cambi A. di
L. del N.
Alessandro di Lamberto di Neri, V. Cambi A. di L.
di N.
Alessandro di Niccol6, 6 fatto dei Grandi (an. 1378),
321, 16 ; V. anche Alessandri (degli) Alessandro di
Niccold.
Alessandro di Riccardo, V. Bardi (de') A. di R.
Alessandro di Salino, V. Bruni A . di S.
Alessandro d'Ugolino, notaio dei Priori, ric, 289, 9.
Alessandro (d'), V. Ghiberto d'A. ; Giovanni d'A.
Alessio, V. Rinucci A.
Alessio di Barone da Signa, notaio dei Priori, ric,
157, 38.
Alfani Bartolomeo Alessandrini, h nelle liste dei
Priori del 1355 gennaio-1356 gennaio, 249, 27.
Alfani Biliotto, 6 nelle liste dei Priori del 1312 febbraio-
1313 febbraio, 114, 42.
Alfani Giovanni, rivela ai Fiorentini la trama di Ca-
stmccio contro Prato, 141, 6-11 ; viene fatto bandire
dal Duca di Calabria (an. 1327), 154, 11 ; ragioni
della sua condanna, 12-18.
Alfani Jacopino di Vermiglio, 6 nelle liste dei Priori
del 1290 dicerabre-1291 dicembre, 68, 12.
Alfani Luca di Sandro, 6 nelle liste dei Priori del 1348
gennaio-1349 gennaio, 234, 1.
Alfani Vermiglio di Jacopino, 6 nelle liste dei Priori
del 1300 febbraio-1301 febbraio, 86, 19.
Alfani (degli) Gianni di Forese, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1310 febbraio-1311 febbraio), 108, 16.
Alfani (degli) Giovanni d'Aldobrandino, 6 Gonfa-
lonierc di Giustizia (1360 gennaio-1361 gennaio),
258, 36.
Alidugi (degli) Obizo da Imola, capitano del popolo di
Firenze, gli viene data ampia balia e viene, inoltre,
per la sua inflessibiliti nelle condanne, riconfer-
mato a titolo di premio neiruflicio (an. 1381), 399,
21-23 ; cittadini da lui condannati, 37-38 ; 400,
1-40 ; 401, 1-43 ; dicerie intorno alle sue relazioni
con la figlia del bandito Ricciardo de' Figliuolipctri
ed intorno alla morte di questa, 419, 7-22, cessato
ruflScio viene sottoposto a sindacato ma, non ostante
le accusc presentate e provate contro di lui, se ne
parte senza alcuna condanna e con gli onori e i doni
dclla Parte guelfa, 419, 25-31.
Alighieri Dante, 6 nclle liste dei Priori del 1299 feb-
braio-1300 febbraio, 82, 19 ; bandito coi Bianchi
(la Firenzc, muorc csule a Ravenna (an. 1321), 128,
7-12.
456
INDICE ALFABETICO
[AIIetti.Altoviti
Aliotti, fam. fiorentina dei Grandi fatta popolana,
216, S4.
Aliotti Barone da Signa, notaio dei Priori, 77, 28 ;
123, 34.
Aliotti (ser. MEDico), * nelle liste dei Priori del 1296
febbraio-1297 febbraio, 76, 22 ; del 1301 febbraio-
1302 febbraio, 88, 17 ; del 1303 febbraio-1304 feb-
braio, 94, 28 ; del 1307 febbraio-1308 febbraio,
112, 16, e del 1312 febbraio-i^j^ febbraio, 114,
32 ; h Gonfaloniere di Giustizia (liste 1316 febbraio-
131 7 febbraio), 123, 23.
Allecri Domemico, notaio doi Priori, ric, 265, 8 ;
299, 29 ; 6 dei Priori (an. 1380 luglio-agosto), 374, 30.
Allegro di Nuto, 6 nelle liste dei Priori del 1347 gennaio-
1348 gennaio, 229, 35 ; e del 1361 gennaio, 1362
gennaio, 259, 39.
Aloni Alone di Guccio, notaio dei Priori, 82, 22.
Altomena (d") Benincasa, notaio dei Priori, ric, 61,
31 ; 62, 7 ; 65, 15 ; 68, 19 ; 72, 14 ; 75, 13.
Altomena (d') Oddo di Benincasa, notaio dei Priori,
ric, 75, 27.
Altomena (d") Scotto di Benincasa, notaio dei Priori,
ric, 122. 2.
Altopascio, viene preso dai Fiorentini (an. 1325), 142,
30-33 ; vi vengono sconfitti gli stessi da Castruccio,
143, 17-27 ; 6 ripreso da questo 29-33 ; 6 dato ai
Fiorentini definitivamente (an. 1338), 185, 30-38.
Altoviti, fam. fiorentina, esce coi Gnelfi da Firenze
aU'anmincio della sconfitta di Montaperti (an. 1260),
48, 7 ; si leva contro il Duca d'Atene (an. 1343),
209, 9; 6 tra le maggiori di parte guelfa, 318, 11.
Altoviti Bardo, h nelle liste dei Priori del 1346 maggio-
1347 gennaio, 229, 3 ; e del 1359 gennaio-1360 gen-
naio, 255, 6.
Altoviti Bardo di Guglielmo, 6 nelle liste dei Priori
del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 12 ; e del 1374
gennaio-1375 gennaio, 292, 2.
Altoviti Bindo di Oddo, h nelle liste dei Priori del 1332
dicembre-1333 dicembre, 175, 38 ; del 1338 dicem-
bre-1339 dicembre, 188, 1 ; fe dei quattordici citta-
dini el. dal parlamento a costituire il nnovo govemo
dopo la cacciata del Duca d'Atene (an. 1343), 207,
38 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1349 gennaio-
1350 gennaio), 235, 42.
Altoviti Gentile di Oddone, 6 nelle liste dei Priori
del 1295 febbraio-1296 febbraio, 75, 27 ; del 1297
febbraio-1298 febbraio, 77, 23, del 1303 febbraio-
1304 febbraio, 94, 29; e del 1311 febbraio-1312
febbraio, 112. 28 ; " ric, CIV, 15-16 ,,.
Altoviti Guglielmo, capitano in Arezzo, fa prendere
alcuni Aretini accusati di trame contro i Fiorentini e
rinvia a Firenze, 192. 1-8 ; viene fatto prendere e
mandato a morte per baratteria dal Duca d'Atene
(an. 1342). 195, 7-8.
Altoviti Gdglielmo del ViNTA, 6 nelle liste dei Priori
del 1336 dicembre-1337 dicembre, 186, 4 ; v. anche
Altoviti {dfigli) Giiglielmo di Vinta.
Altoviti Naldino di NiccoLd, 6 nelle liste dei Priori
del 1362 gennaio-1363 gennaio, 262, 2.
Altoviti Naldo di Ugo, h nelle liste dei Priori del 1299
febbraio-i30o febbraio, 82, 6, e del 1321 febbraio-
1322 febbraio, 129, 8.
Altoviti Oddo, 6 nelle liste dei Priori del 1283 dicembre-
1284 dicembre, 60, 9; del 1283 dicembre-1286 di-
cembre, 61, 31 ; e del 1287 febbraio-1288 aprtle,
63,32; V. anche Altoviti (deglt) Oddo.
Altoviti Oddo di Bindo, k nelle liste dei Priori del
1345 maggio.1346 maggio, 227, 1«.
Altoviti Paolo [Pagoh\ di Bardo, h nelle liste dei
Priori dcl 1350 gennaio-1351 gennaio, 240, 21 ; e
de! 1354 gennaio-1355 gennaio, 247, 37.
Altoviti Simone di Bindo, k nelle liste dei Prjori del
1377 gennaio-1378 Ittglio, 314. 12 ; V. ancke AUoviti
(degli) Simone di Bindo.
Altoviti Stoldo di Bindo, h nelle liste dei Priori del
1373 geonaio-1374 gennaio, 288, 33 ; accoglie in
sua casa, con grandi onori, Caterina da Siena, venuta
a Firenze a predicare la pace con la Chiesa (an. 1377),
306, 10-11 ; k tra i capi e i maggiori istigatori della
Parte guclfa, per rammonire, del quartierc di S. Ma-
ria Novella, 308, 11-12 ; h inviato ambasc. per la pace
pr. il nuovo pontefice Urbano VI, 312, 14-15 ; A fatto
dei Grandi (an. 1379), 363, 16 ; ft fatto cavalierc
(an. 1381), 393, 36 ; 6 dei 52 cittadini cni vien data,
insieme ai Priori e CoIIegi, la Balia per la riforma del
governo, 396, 30 ; cerca di elevarsi sTigli altri, 412,
18 ; 6 dei 10 cittadini el. per provvedere ai bisogni
del momento per la vennta del Sire di Couchy (an.
1384), 429, U.
Altoviti Tegghiaio d'Ugo, notaio dei Priori, ric, 214,
29.
.\ltoviti Ugo, k nelle liste dei Priori del 1282 (agosto-
ottobre), 58, 14; del 1283 dicembre-i 284 dicembre,
60, 7 ; del 1284 dicembre-1285 dicembre, 61, U ;
e del 1291 dicembre-1292 dicembre, 68, 36 ; v. anche
Altoviti (degli) Ugo.
Altoviti Ugo di Oddo, fe nelle liste dei Priori del 1308
febbraio-1309 febbraio, 104, 13, e del 1347 gennaio-
1348 gennaio, 229, 44; v. anche Altaviti (degli) Ugo
di Oddo.
Altoviti Vinta del Caccia, i Gonfaloniere di Ginstizia
(liste 1306 febbraio-1307 febbraio), 99, 17.
.\ltoviti (degli), fam. v. Altoviti, fam.
Altoviti (degli) Arnaldo di Palmieri, 6 nelle liste dei
Priori del 1357 gennaio-1358 gennaio, 252, 28.
Altoviti (degli) Bindo di Oddo, k nelle liste dei Priori
del 1304 febbraio-1305 febbraio, 96, 17 ; del 1309
febbraio-1310 febbraio, 106, 10 ; del 1323 febbraio-
1324 febbraio, 135, 14 ; e del 1334 dicembre-1335
dicembre, 179, 3.
.\ltoviti (degli) Cingo, k Gonfaloniere di Giustizia (li-
ste 1293 febbraio-1294 febbraio), 73, 29.
Altoviti (degli) Duccio di Bardo, h nelle liste dei
Priori del 1346 maggio-1347 gennaio, 228, 10.
Altoviti (degli) Gentile di Oddo, 6 nelle liste dei
Priori del 1315 febbraio-1316 febbraio, 121, 30;
del 1318 febbraio-1319 febbraio, 125, 4 ; del 1325
febbraio-1326 fcbbraio, 152, 11 ; del 1326 febbraio-
1327 febbraio. 158, 9 ; e del 1332 diceinbre-1333
dicembre, 175, 14.
[AltovitUAmmannati]
INDICE ALFABETICO
457
AlTOVITI (DKGLI) GlOVANNI DI PlE-
R o z z o, i nelle liste dei Priori del 1366 gennaio-
1367 gennaio, 266, 35.
Altoviti (degli) Guglielmo di Vinta, 6 nelle liste dei
Priori del 1340 dicembre-i34i dicembre, 189, 23 ; v.
anchc Allovili Giiglielmo del Vimla.
Altoviti (degli) Guglielmo di Vita, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1324 geanaio-1325 gennaio), 148,
1; 6 nelle liste dei Priori del 1330 dicembre-1331
dicembre, 167, 29.
Altoviti (degli) Niccol6 di Jacopo, 6 nelle li.ste dei
Priori del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116. 24 ; e
del 1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 9.
Altoviti (degli) Oddo, 6 nelle liste dei Priori del 1292
febbraio-1293 febbraio, 72, 1 ; v. anche AUoviti
Oddo.
Altoviti (degli) Pagolotto di Oddo, k nelle liste dei
Priori del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 3.
Altoviti (degli) Palmieri, fe nelle liste dei Priori del
1296 febbraio-1297 febbraio, 76, 30 ; e del 1300 feb-
braio-1301 febbraio, 86, 16.
Altoviti (degli) Palmieri di Arnaldo, 6 fatto cava-
liere dai Ciompi (an. 1378), 324, 14.
Altoviti (degli) Palmieri di Ugo, h nelle liste dei
Priori del 1292 dicembre-1293 febbraio, 70, 35 ; e
del 1294 febbraio-1295 febbraio, 75, 9.
Altoviti (degli) Piero di Oddo, 6 nelle liste dei Priori
del 1305 febbraio-1306 febbraio, 97, 27 ; e del 1319
febbraio-1320 febbraio, 126, 11.
Altoviti (degli) Simone di Bindo, 6 nelle liste dei
Priori del 1368 gennaio-1369 gennaio, 274, 5 ; viene
escluso dagli uffici per anni 10 (an. 1378), 321, 31 ;
k di nuovo nelle liste dei Priori del 1385 maggio-1386
aprile, 443, 31 ; v. anche Altovili Simone di Bindo.
Altoviti (degli) Tommaso, 6 nelle liste dei Priori del
1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 13.
Altoviti (degli) Ugo, 6 neUe liste dei Priori del 1286
dicembre-1287 dicembre, 62, 40 ; e del 1289 dicem-
bre-1290 dicembre, 67, 4 ; v. anche Aliovili Ugo.
Altoviti (degli) U.go di Oddo, 6 nelle liste dei Priori
del 1316 febbraio-1317 febbraio, 123, 18 ; e del
1331 dicembre-1332 dicembre, 168, 40 ; 6 Gonfa-
loniere di Giustizia (liste 1336 dicembre-1337 dicem-
bre), 186, 29 ; 0. anche Altoviti Ugo di Oddo.
Altoviti (degli) Vieri di Sandro, i nelle liste dei Priori
del 1382 gennaio-1383 aprile, 425, 5.
Alvizzo di Sinibaldo, viene ammonito (an. 1373),
288, 21.
Amadore, V. Ridolfi A.
Amadore da Rabbiacanina, & nelle liste dei Priori del
1282 dicembre-1283 dicembre, 59, 6 ; del 1284 di-
cembre-1285 dicembre, 61, 10 ; e del 1287 febbraio-
1288 aprUe, 63, 24.
Amadore di Ridolfo, fe nelle liste dei Priori del 1302
febbraio-1303 febbraio, 91, 4 ; e del 1305 febbraio-
1306 febbraio, 98, 13.
Amadore (d'), v. Bernardo di Sandro d'A. ; Fuccio d'A.
Amadori Fuccio, 6 nelle liste dei Priori del 1329 dicem-
bre-1330 dicembre, 164, 24.
Amadori Ridolfo, 6 nelle liste dei Priori del 1316 feb-
braio-1317 febbraio, 123, 4 ; e del 1319 febbraio-
1320 febbraio, 126, 4.
Amaretto di Zanobi, v. Mannelli (de') A. di Z.
Amati Francesco di Giovanni, notaio dei Priori, ric,
406, 48.
Amati Giusto [Justo] Di Benci, h nelle liste dei Priori
del 1307 febbraio-1308 febbraio, 102, 23.
Ambrogi [.■imbruogi] Jacopo, notaio dei Priori, ric, 260,
21; 266, 5 ; 291, 13.
Ambrogi Lapo, viene ammonito (an. 1367), 263, 28.
Ambrogi Tieri di Bindo, fe nelle liste dei Priori del 1313
febbraio-1314 febbraio, 115, 34.
Ambrogio, v. Maringhi A.
Ambrogio di Meringo, h nelle liste dei Priori del 1369
gennaio-1370 gennaio, 275, 3.
Ambrogio (d'), v. Giovanni d'A.
Amelia (d'), V. Carlo d'A. ; Matteo d'A.
Amelio, V. Balzo {del) A.
Amerigo di Bernardo da Sommaia, h nelle liste dei
Priori del 1356 gennaio-1257 gennaio, 250, 39.
Amerigo di Giovanni d'Alberghettino, signore di
Romagna, fa prendere, con un tranello, nelle sue
terre, due banditi fiorentini sospetti di trame contro
Firenze e li consegna ai Rettori della c. ricevendone
ricompense (an. 1383), 425, 1-35 ; ric, 298, 2-3.
Amerigo di Narbona, viene lasciato quale capitano di
guerra ai Fiorentini da Carlo, figlio di Carlo II d'An-
gi6 (an. 1289), 65, 30.
Amerigo di Tommaso, V. Corsini A. di T.
Amerigo (d.), V. Branca d'A. ; Francesco d'A.
Amicini Tommaso di Lippo, 6 nelle liste dei Priori del
1359 gennaio-1360 gennaio, 255, 38.
Amidei, nobile fam. fiorentina di parte ghibeUina, 28, 27.
Amidei (degli) Lambertuccio, aggredisce ed uccide,
insieme ad altri suoi partigiani, Buondelmonte de'
Buondelmonti (an. 1215), 29, 25-31.
Amidei (cASE degli), vengono arse e distnitte neUa
rivolta popolare contro i gbibellini (an. 1258), 44, 7.
Amideo di Salvi, V. Minutoli {de') A. S.
Amieri, nobile fam. fiorentina di parte ghibellina, 28,
28 ; viene fatta popolana (an. 1343), 216, 35.
Amieri (case DEGLi), vengono arse e distrutte nella ri-
volta popolare contro i ghibellini (an. 1258), 44, 9.
Amizzini Alberto, 6 nelle liste dei Priori del 1306 feb-
braio-1307 febbraio, 99, 28.
Amizzini Lapo di Alberto, notaio dei Priori, ric,
77, 10.
Amizzini Lippo, h neUe liste dei Priori del 1315 febbraio-
1316 febbraio, 122, 16.
Ammannati Adimari di Rota, 6 nelle liste dei Priori
del 1289 dicembre-1290 dicembre, 67, 5.
Ammannati Ammannato di Rota, 6 nelle liste dei Priori
del 1290 dicembre-1291 dicembre, 67, 40 ; del 1295
febbraio-1296 febbraio, 75, 39 ; del 1298 febbraio-
1299 febbraio, 78, 19 ; del 1300 febbraio-1301 feb-
braio, 85, 6 ; e del 1303 febbraio-1304 febbraio,
94, 81.
Ammannati Giovanmi [Jovanni] di Cante, i nelle lisle
dei Priori del 136$ gennaio-1366 gennaio, 266, 2 ;
e del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 29.
458
INDICE ALFABETICO
[Ammanoati-Aodrta di Ciovaani]
Amuankati Jacopo di Naddo, * ammonito (an. J338),
253, 80.
Ammannati Simone di Rota, * nelle liste dei Priori del
1283 dicembre-1284, diccmbre, 60, 2 ; del 1285 di-
cembrei286 dicembre, 62, 12; e del 1287 febbraio-
1288 aprile, 63, 87.
Ammannatini Manktto, * nelle liste dei Priori del 1368
gennaio-1369 gennaio, 273, 24.
Ammannato di Prospero, 6 nelle liste dei Priori del
1290 dicembre-1291 dicembre, 68, 10 ; e del 1299
febbraio-1300 febbraio, 82, 17.
Ammannato di Rota, V. Beccanugi A. di R.
Ammannato di Tegghino, V. Rinaldi A. di T.
Ammannato di Tegghino, e di Tecchino, di Rinaldo,
fe nelle liste dei Priori del 1348 gennaio-i^^g gennaio,
234, 2; del 1353 gennaio-1354 gennaio, 245, 36;
del 1358 gennaio-1359 gennaio, 254, 12 ; e del 1360
gennaio-1361 gennaio, 259, 15.
Ammirati, fam. fiorentina, esce da Firenze coi Guelfi al-
rannunzio della .sconfitta di Montaperti (an. 1260),
48, 10.
Ammirati Chiaro di Nuccio, 6 nelle li.ste dei Priori del
1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 22 ; e del 1355 gen-
naio-1356 gennaio, 250, 7.
Ammirati (degli) Ammirato, 6 nelle liste dei Priori
del 1310 febbraio-1311 febbraio, 108, 10.
Ammirati (degli) Nuccio di Bardo, 6 nelle liste dei
Priori del 1304 febbraio-1305 febbraio, 96, 15.
" Ammirato Scipione, Islorie fiorentine, cit,, XLI, 3i-
38 ; XLII, 1 S ; XLIII, 1-4 „.
Ammonito, «;. Minuioli {de') A.
Amodeo di Frate Grigio da Barberino, viene ammo-
nito (an. 1377). 305, 20.
Amolo, V. Amulio.
Ampinana, castello nel Mugello, acquistato dai Fioren-
tini dal conte Manfredi (an. 1291), 69, 16-17 ; viene
occupato in parte dal conte Ugo di BattifoUe (an.
1325). 145, 9-15 ; viene ripreso dai Fiorentini (an.
. 1329), 163, 12 ; ma poi viene dato al Conte Simone
di Battifolle, a premio dei servigi dalui resi al Comune
di Firenze, al tempo della cacciata del Duca d'Atene
(an. 1343), 217, 14-15.
Amulio [Amolo], secondo genito del re Proca, usurpatore
del trono spettante al fratello Numitore, zio di Rea,
madre di Romolo e Remo : sue atrocitci e sua fine,
7, 10-30.
Anchioni (degli) Bartolo, 6 nelle liste dei Priori del
1308 febbraio-1309 febbraio, 104, 24.
Anchioni (degli) Bartolo di Cante, 6 nelle liste dei
Priori del 1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 31 ; e
del 1316 febbraio-1317 febbraio, 122, 41.
Anchise, padre di Enea, ric, 5, 23.
Ancisa, castello, si ribella ai Fiorentini ma viene presto
ripreso e devastato (an. 1228), 31, 10-15 ; vi si ac-
campano i Fiorentini per impedire il passo ad Ar-
rigo VII (an. 1312), 109, 20-23.
Anco Marzio [Marco], uno dei sette Re di Roma, ric,
8, 20.
Andoh (degli) e Andal6 (di), v. Loteringo di Andald.
Anorea d'Uncreria, figlio di Carlo Uberto re d'Un-
gheria, della casa d'Angi6, marito di Giovanna, fi-
glia di Carlo duca di Calabria, 202, 4-6 ; vtene stran-
goUto dai snoi Baroni (an. 1343), 224, t»-*8 ; 313,
tO-S8.
Andrba, V. Bardi (de') A. ; Buonligliuoli A. ; Cambi A. ;
Casini A. ; Donati A, ; Ghtii A. ; Giannino A. ;
Loli A. ; Niccolini A. ; Petri A. ; Villani A.
Andrba, pianeUaio, i nelle liste dei Priori del 1350 gen-
naio-1351 gennaio, 239, 40.
Andrea, maestro, medico delle Stinche, condannato nel
capo per la rivolta degli Otto di Balia del popolo di
Dio di S. Maria NoveUa (an. 1378), 336, «2.
Andrea di Bartolo da Rignano, h neUe liste dei Priori
del 1382 settembre-gennaio, 424, 17.
Andrea di Bartolone, viene bandito dal Podesti (an.
1382), 408, 15.
Andrea di Benotto, fe nelle liste dei Priori del 1355
gennaio-1356 gennaio, 249, 22.
Andrea di Benozzo, 4 neUe liste dei Priori dcl 1345
maggio-1346 maggio, 227, 11 ; del 1360 gennaio-
136X gennaio, 259, 8 ; del 1363 gennaio-1364 gen-
naio, 264, 21 ; e del 1367 gennaio-i36S f;cnn.iio,
267, 10.
Andrea di Betto, V. Filippi A. di B.; Minerbetti A.
di B.
Andrea di Boccio, i nelle liste dei Priori del
1382 gennaio, 1383 aprile, 425, 4.
Andrea di Cappone, V. Capponi (de') A. di C.
Andrka Capponi, V. Capponi {de') A. C.
Andrea da Cerreto, 6 nelle liste dei Priori del 1282
agosto-ottobre), 58, 16 ; del 1283 dicembre-1284
dicembre, 60, 1 ; del 1285 dicembre-1286 dicembre,
61, 29 ; del 1288 dicerabre-1289 dicembre, 65, 6 ;
del 1291 dicembre-1292 dicembre, 69, 5 ; del 1294
febbraio-1295 febbraio, 74, 41 ; del 1296 febbraio-
1297 febbraio, 76, 32 ; e del 1300 febbraio-1301 feb-
braio, 83, 7.
Andrea vocato Chessa, condannato in lire 200 (an.
1381) 401, 26.
Andrka di Dello, fe nelle liste dei Priori del 1383 hi-
gIio-1384 agosto, 428, 18.
Andrea di Donato, & nelle liste dei Priori del 1380 m.Trzii
1381 febbraio, 391, 22.
Andrba di Feo, 6 nelle liste dei Priori del 1358 gennaio-
1359 gennaio, 254, 21 ; del 1370 gennaio-1371 gen-
naio, 276, 7 ; viene ammonito (an. 1377), 305, 5 ;
369, 1.
Andrea di Filippo, V. Sapiti A . di F.
Andrba di Francesco 6 dei Priori (an. 1380 maggio-
giugno), 372, 12; v. anehe Albizzi {degli) A.diF.
Salviati A. di F.
Andrea Giannino fe neUe liste dei Priori del 1362 gen-
naio-1363 gennaio, 262, 26.
Andrea di GiovANNi 6 neUe liste dei Priori del 1354 gen-
naio-1355 gennaio, 247, 37 ; e del 1368 gennaio-
1369 gennaio, 273, 31.
Andrea di GiovANNi Chesse, condannato in lire 100
e confinato per 5 anni oltre le 50 miglia (an. 1381),
401, 5.
Andrea di GiovANNi, DETTO RoccA, del popolo di S. Lo-
[Andrea GiuMppe-Anielmi]
INDICEJALFABETICO
459
renzo, condannato nel capo per la rivolta degli Otto
di Balia del popolo di Dio di S. Maria Novella (an.
1378), 336, 26.
Andrka Giuseppe, V. Canigiani (de') A. G.
Andrea del Grasso, del popolo di S. Piero maggiore,
condannato alla forca per trame contro lo Stato (an.
1379), 344, 27.
Andrea di Guido, notaio dei Priori, ric. 279, 7 ; v. anche
Ricci {de') A. di G.
Andrea di Jacopo CoLLiNi, V. Grandoni A . di J. C.
Andrea di Lapo delle Botte, 6 nelle liste dei Priori del
1343 aprile-1344 aprile, 218, 23.
Andrea di Lippozzo, 6 nelle liste dei Priori del 1530 gen-
naio-1351 gennaio, 239, 31 ; v. anche Mangioni
A. di L.
Andrea di Maffio, V. Gianni A. di M.
Andrea di Maso da Capalle, notaio dei Priori, ric,
227, 21.
Andrea di Neri di Lippo, fe nelle liste dei Priori del 1349
gennaio-1350 gennaio, 235, 29 ; del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 246, 12 ; e del 1359 gennaio-1360 gen-
naio, 256, 19.
.•\ndrea di Nerino, notaio dei Priori, ric. 219, 32.
.\nurea del Nero, 6 nelle liste dei Priori del 1319 feb-
braio-1320 febbraio, 126, 23 ; del 1323 febbraio-1324
febbraio, 135, 24 ; del 1326 febbraio-1327 febbraio,
155,23 ;del 1330 dicembre-1331 dicembre, 167, 11 ;
del 1333 dicembre, 1334 dicembre, 177, 19 ; e del
1335 dicembre 1336 dicembre, 183, 24.
Andrea di Niccolino 6 nelle liste dei Priori del 1376 gen-
naio-1377 gennaio, 307, 9.
Andrea di Niccol6 v. Belti A. di N.
Andrea di Nino, V. Rucellai (de') A. di N.
Andrea di Ottonello, 6 nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 228, 21.
Andrea di Pacchio, V. Adimari (degli) A. di P.
Andrea del Pera, V. Baldovinetti A. del P.
Andrea di Piero di Filippo, V. Albizzi (degli)A.di P. diF.
A.vdrea di Pietro, 6 del consiglio dei Dieci della libert<l
per il quartiere di S. Maria Novella (an. 1373), 285, 14.
Andrea di Pietro, V. Magli (de') A. di P.
Andrea di Riccio, e di Rucco, V. Savini A . di R.
Andrea di Sale, del popolo di S. Ambrogio, t fatto giu-
stiziare dal Capitano per complotto contro lo Stato
(an. 1379), 343, 32.
Andrea di Segnino, V. Baldesi A. di S.
Andrea di Signino, 6 tra i capi di Parte guelfa accorsi
in difesa di essa (an. 1378), 318, 14.
Andrea di Tello, v. Lischi (de') A. di T.
Andrea di Tile, 6 nelle liste dei Priori del 1373 gennaio-
1374 gennaio, 289, 16.
Andrea d'Ubertino, V. Strozzi (degli) A. d'U.
Andrsa d'Ugo dblla Stufa, h nelle liste dei Priori del
1375-gennaio 1376 gennaio, 298, 38.
Andrea di Vanni, V. Tosi A. di V.
Andrea di Veri, V. Rondinelli A. di V.
Andrea (d'), V. Benozzo d'A. ; Benozzo di Francesco d'A. ;
Bernardo d'A.; Francesco d'A.; Geri d'A.; Giovanni di
Francesco d'A . ; Giuliano d'A . ; Naddo d'A . ; Niccold
d'A. ; Ugolino d'A.
Andri (duca d') ric. 241, 29-30.
Andrino Trotto d'Alessandria, caporale della Compa-
gnia di S. Giorgio, firmatario degli accordi con Fi-
renze (an. 1379), 367, 13.
Anfrione di Geri, V. Spini (degli) A. di G.
Angelo di Bindo, 6 dei Dodici buoni uomini pel quar-
tiere S. Croce (an. 1378), 326, 40.
Angelo di Giano, V. Albizzi (degli) A. di G.
Angelo di Neri, V. Vettori A. di N.
Angelo di Tinaccio, V. Campiobesi A. di T.
Angelotti Vanni, 6 nelle liste dei Priori del i292-feb-
braio-1293 febbraio, 72, 18 ; e del 1296 febbraio-
1297 febbraio, 76, 22.
Angelotti (d') MicHELE, 6 nelle liste dei Priori del 1290
dicembre-1291 dicembre, 68, 1 ; del 1293 febbraio-
1294 febbraio, 73, 31 ; e del 1299 febbraio-1300
febbraio, 82, 7.
Angelotti (degli) GiOTTO Di Fanione, h nelle liste dei
Priori del 1312 febbraio-1313 febbraio, 115, 8 ; del
1315 febbraio-1316 febbraio, 122, 12 ; fe Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1322 febbraio-1323 febbraio),
131, 13 ; ft di nuovo nelle liste dei Priori del 1324
febbraio, 1325 febbraio, 147, 26 ; e del 1327 febbraio
1328 febbraio, 157, 33.
Anghiari, castello, viene ceduto al Comune di Firenze da
Bartolomeo di Pietramala (an. 1385), 435, 36.
Angi6 (d'), V. Carlo I d'A. ; Carlo II d'A. ; Roberto d'A.
Angi6 (duca d'), V. Gianni d. d'A. ; Luigi d. d'A.
Angiolikri, V. Dini A.
Angiolieri Lapo, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1292
febbraio-1293 febbraio), 72, 23-24.
Angiolieri Lapo di Pace, 6 nelle liste dei Priori del 1300
febbraio-i30i febbraio, 86, 14.
Angiolibri (d') Pacino, 6 Gonfaloniere di Giustizia (li-
ste 1293 febbraio-1294 febbraio), 74, 11.
Angiolini Boninsegna, 6 nelle liste dei Priori del 1309
febbraio-1310 febbraio, 106, 18.
Angiolino (d'), V. Guglielmo d'A. ; Lapo d'A.
Angiolo di Stoldo, i nelle liste dei Priori del
1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 2.
Anibaldo di Benci, t>. Carucci A . di B.
Anibaldo di Leonardo, V. Strozzi (degli) A . di L.
"Annalks Florkntini, raccolte annalistiche
dei sec. XII e XIII, cit., XXXII, 14- 20".
Anselmi Anselmo di Palla, k nelle liste dei Priori del
1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 38; e del 1314
febbraio-1315 febbraio, 119, 13.
Anselmi Duccio di Palla k nelle liste dei Priori del 1315
febbraio-1316 febbraio, 121, 28.
Anselmi Filippo di Piero, condannato per trame con-
tro lo Stato a 5 amii di confine ed a 1000 lire (an.
1378), 340, 37.
Anselmi Ghino di Bernardo, k Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1357 gennaio-1358 gennaio), 252, 32 ; k nelle
liste dei Priori del 1361 geiinaio-1362 gennaio, 260,
16; del 1366 gennaio-1367 gennaio, 266, 10 ; e del
1369 gennaio-1370 gennaio, 274, 41 ; 6 di nuovo
Gonfaloniere (liste 1370 gennaio-1371 gennaio),
276, 6 ; e ancora (liste 1375 gennaio-1376 gennaio),
299, 26 ; 6 fatto cavaliere dai Ciompi (an. 1378),
460
INDICE ALFABETICO
[AaMlmi>Aatoaio di Balloj
324,20 ; viene escluso dagll nffici per 3 anai (an.
1379), 363, SS.
Ansklmi Ghino di Bonardo, 6 a capo dei congiurati
contro le sette degli Albizri e dei Ricci pel quartiere
di S. Maria Novella (an. 1372), 280, 31 ; capitano
della Parte guelfa, si allontana dai suoi perchft non
vuolc violare gli accordi presi col Gonfaloniere Sal-
vestro de' Medici (an. 1378), 317, 7-10.
Ansblmi Giovanni di Piero, viene preso e consegnato al
capitano per espre-ssioni che lasciavano sospettare
la sua compliciti nella congiura contro lo Stato al-
lora scoperta (an. 1379), 356, 39-40 ; 357, 1-2 ; viene
posto ai tormenti e quindi fatto decapitare per turba-
zione di Stato, 357, 25-37 ; 358, 21-22.
Ansblmi Palla di Bernardo, 6 nelle liste dei Priori del
1288 dicembre-1289 dicembre, 65, 5 ; del 1291 di-
cembre-1292 dicembre, 68, 37; del 1294 febbraio-1295
95 febbraio, 75, 10 ; e del 1297 febbraio-1298 feb-
braio, 77, 24.
Ansblmo di Palla, fe nelle liste dei Priori del 1309 feb-
braio-1310 febbraio, 106, 20 ; del 1323 febbraio-1324
febbraio, 135, 33 ; del 1325 febbraio-1326 febbraio,
152, 7 ; del 1328 dicembrc-1329 dicembre, 160, 21;
del 1334 dicembre-1335 dicerabre, 179, 16 ; e del
1337 dicembre-1338 dicembre, 187, 3.
Anselmo di Palla, V. Bernardi A. di P.
Ansklmo di Palla di Bernardo, 6 nelle liste dei Priori
del 1303 febbraio-1304 febbraio, 94, 30 ; e del 1307
febbraio-1308 febbraio, 102, 26.
Antella (dell') Alessandro viene inviato ambasc. in
Avignone pr. il pontefice Gregorio XI per la pace
(an. 1376), 296, 28.
Antella (dell') Donato di Lamberto, 6 nelle liste dei
Priori del 1298 febbraio-1299 febbraio, 78, 20 ; del
1302 febbraio-1303 febbraio, 90, 32 ; del 1306 feb-
braio-1307 febbraio, 99, 16 ; del 1307 febbraio-1308
febbraio, 102, 24 ; del 1313 febbraio-1314 febbraio,
115, 34 ", del 1314 febbraio-1315 febbraio, 118,
34 ; e del 1325 febbraio, 1326 febbraio, 152, 10.
Antella (dell') Giovanni di Guido, 6 nelle liste dei
Priori del 1358 gennaio-1359 gennaio, 254, 10.
Antella (dell') Giovanni di Lamberto, 6 nelle liste
dei Priori del 1309 febbraio-1310 febbraio, 105, 34 ;
del 13H febbraio-1312 febbraio, 112, 36; del 1315
febbraio-1316 febbraio, 121, 26 ; 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1331 dicembre-1332 dicembre), 169,
1 1 ; e di nuovo nelle liste dei Priori del 1334 dicembre-
1335 dicembre, 179, 13.
Antella (dell') Lamberto, b nelle liste pei Priori del
1282 dicembrei283 dicembre, 59, 10 ; e del 1284
dicembre-1285 dicembre, 61, 6.
Antella (dell') Leonardo, partecipa all'Uflficio di Ba-
lia (an. 1381), 410, 5.
Antklla (dell') Lotto, 6 nelle liste dei Priori del 1328
dicembre-1329 dicembre, 160, 43.
Antella (dell') Masino di Maso, 6 nelle liste dei Priori
del 1336 dicembre-1337 dicerabre, 186, 14 ; v. anche
AntelUsi Uegli) Maso di Maso.
Antella (dell') Nofri di Simonb, viene ammonito
(an. 1378), 316, 17.
Antella (dell') Pibro di Masino, k dei Dieci della li-
berti per quartiere S. Croce (an. 1373), 285, 10 ;
viene confinato « Foligno (an. 1578), 328, IS ; t
fatto dei Grandi (an. 1379), 363, IS ; viene banditn
come ribelle (an. 1380), 370, 18; v. anche Atitalle.u
{degli) Piero di Masino.
Antella (dbll') Simonb 01 Nbri, i Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1350 gennaio-1351 gennaio), 239, 4t ; e
di nuovo (liste 1356 gennaio-1357 gennaio), 250, 27.
Antella (dell') Taddeo di Domato,
i Gon/aloniere di Giustizia (lisle 1338 dicembre-1339
dicembre), 187, 7 ; 6 dei Sei di Balia (an. 1343),
208, 10.
Antellesi ^degli) fam. fiorentina di parte bianca, 29,
19 ; k favorevole al Duca d'Atene, 195, 85 ; 205, U.
Antellesi (degli) Maso di Maso, k Gonfaloniere di Gin-
stizia (hste 1341 dicembre-1342 dicembre), 190, 34 ;
V. anche Antella (delV) Masino di Maso.
Antellesi (decli) Pibro di Masino, 6 dei Quattro ra-
gionieri el. per la ricerca e rivendica deUe ragioni e
diritti del Comune (an. 1373), 287, 4 ; v. anche An-
tella (deW) Piero di Masino.
Antellesi (canto decli), V. Fireme (vie).
A N T 1 c A (d'), V. Francesco di Gianni d'A.
Antblminblli (degli) Castracani Castroccio, V. In-
terminelli (degli) C. C.
Antinori Francesco di LiPPO, fe nelle liste dei Priori
del 1350 gennaio-1351 gennaio, 240, 17 ; del 1357
gennaio-1358 gennaio, 252, 11 ; del 1362 gennaio-
1363 gennaio, 262, 14 ; del 1368 gennaio-1369 gen-
naio, 273, 19 ; e del 1373 gennaio-1374 gennaio,
288, 29.
Antonio da Bagno, conte, alleato dei Fiorentini (an.
1376), 297, 36.
Antonio, Giovanni k Niccol6, figliuoli del conte Ban-
dino di Monte Granelli (dei conti Guidi (v)) strin-
gono lega coi Fiorentini (an. 1376), 297, 35-37 ; loro
questione col conte Francesco di Kuggieri da Dova-
dola, 298, 18-18.
Antonio, V. Martini A. ; Zampini A.
Antonio d'Agnolo da Uzzano, i condannato per trame,
contro lo Stato a pagare, sotto pena della testa
2000 fiorini d'oro (an. 1379), 348, 12-18.
A N t o N I o d'A ngelo di Vanni dal Can-
T o, ^ nelle liste dei Priori del 1383 maggio-1386
aprile, 443, 9.
Antonio d'Arrigo, k dei Priori (an. 1379 settembre-
ottobre), 346, 30.
Antonio di Bartolino, h dei Dodici buoni uomini e
partecipa alla Balia per la riforma del govemo pel
quartiere S. Croce (an. 1381), 395, 7.
Antonio di Bartolo, h nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 228, 30.
Antonio di Bartolo, notaio dei Priori, ric, 362, 8.
Antonio di Bartolo Pericoloso, viene confinato a Pisa
per 2 anni (an. 1381), 400, 42.
Antonio di Bartolomeo, 6 dei Priori (an. 1379 marzo-
aprUe), 368, 2.
Antonio di Bello, viene fatto giustiziare dal capitano
per complotto contro lo Stato (an. 1379), 343, 38.
[Antonio di Benci-Ardingkelli]
INDICE ALFABETICO
461
Antonio di Benci, partecipa come Gonfaloniere del
quartiere S. Maria Novella alla Balia per la riforraa
del governo (an. 1381), 394, 37.
Antonio di Caccia, V. Bonciani A. di C.
Antonio detto Caratti, 6 condannato neiravere e nella
persona per trame contro lo Stato (an. 1379), 365, 34.
Antonio di Carlo, consigliere della Compagnia S. Gior-
gio, 367, 32.
Antonio di Chello, notaio dei Priori, ric, 384, 11 ;
428. 11.
.\ntqnio di Cino, 6 condannato a lire 200 (an. 1381),
401, 27.
Antonio da Correggio, caporale della Compagnia di S.
Giorgio, firmatario degli accordi con Firenze, 367, 6.
.\ntonio di Francesco da Gangalandi, notaio dei
Priori, ric, 428, 25.
.\ntonio di Ghieri, k dei Priori (an. 1380 gennaio-feb-
braio), 389, 19 ; partecipa airufficio di Balia per
Tarte degli albergatori (an. 1381), 409, 38.
Antonio di Giovanni, tavernaio, del popolo di S. Piero
Maggiore, condannato nel capo per la rivolta degli
Otto di Balia di S. Maria Novella (an. 1378),
336, 26.
.\NroNio m Giovanni da Poggibonsi, condannato nel-
Tavere e nella persona per Tincursione su Figline
(an. 1379), 351, 30.
Antonio di Giovanni, cappellaio, 6 nelle liste dei Priori
del 1380 marzo-1381 febbraio, 391, 36 ; partecipa
alla Balia per la riforma del governo (an. 1381),
394, 20.
Antonio di Giovanni dei conti di Bruscoli, V. Al-
berti (dei conti) A. di G. dei conti di B.
A-VTONio Di Jacopo, S condannato neiravere e nella per-
.sona per rincursione su Figline (an. 1379), 351. 25.
Antonio di Jacopo, V. Perotti A. di J.
Antonio di Lando, V. Albizzi (degli) A. di L.
Antonio detto Lombardo da S. Gallo, h condannato
neiravere e nella persona per trame contro lo Stato
(an. 1379), 366, 2.
Antonio di Lippo, fe.nelle liste dei Priori nel 1382 (.set-
tembre-gennaio), 424, 17.
Antonio pi Marignano, V. Sassolini A. di M.
Antonio di Martino, 6 nelle liste dei Priori del 1361
gennaio-1362 gennaio, 259, 40 ; partecipa alla Balia
per la riforma del governo (an. 1381), 394, 18 ; v.
anche Martini A.
.\ntonio di Michele da Ricavo, notaio dei Priori, ric,
391, 15.
Antonio di Napo, V. Brunelleschi A . di N.
Antonio di Niccol6, del popolo di S. Piero Maggiore,
6 fatto giustiziare dal capitano per complotto contro
lo Stato (an. 1379), 343, 29.
Antonio di Niccol6, biadaiuolo, k nelle liste dei Priori
del 1382 (settembre-gennaio), 424, 21.
Antonio di N1CCOL6 Di Cione, V. Ridolfi A. di N. di C.
Antonio d'Orso, 6 nelle liste dei Priori del 1343 aprile-
1344 aprile, 210. 3 ; 219, 3.
Antonio di Piero, notaio dei Priori, ric. 391, 41 ;
394, 24.
Antonio del Rocca, del popolo di S. Ambrogio, condan-
nato per trame contro lo Stato neiravere e nella
persona (an. 1379), 365, 41.
.\ntonio da Salazzaro, consigliere della compagnia
S. Giorgio, 367, 28.
Antonio di Spigliato, ^ nelle liste dei Priori del 1364
gennaio-i36$ gennaio, 265, 2 ; del 1373 gennaio-1374
gennaio, 288, 35 ; del 1380 (gennaio-febbraio), 389,
20; k dei 52 cittadini cui viene data, insieme ai Priori
e Collegi, la Balia per la riforma del governo (an.
1381), 396, 12.
-Vquila (dell'), V. Piero delVA.
Aquileia [Aquilea], c. distrutta da Attila.
Aquileia (Patriarca d'). [Niccold] fe fatto signore di
Lucca dairimperatore Carlo IV (an. 1368). 268, 32,
33 ; devasta con le sue milizie il contado fiorentino,
269, 19, 21.
Arbia, f. nei suoi pressi, a Montaperti, vi vengono scon-
fitti i Fiorentini dai Senesi, dai Ghibellini fuorusciti
di Firenze e dalle milizie di Manfredi (an. 1260),
47, 16-40 ; vi sosta per qualche giorno Arrigo VII
(an. 1313), 113, 12 ; vi si accampa Carlo di Durazzo
(an. 1380), 379, 29.
Arcagnoli Agnolo di Pierozzo, viene condotto dal
Podest^ per sospetti di trame contro lo Stato e viene
condannato al confine, 418, 26-38.
Ardimanni Vanni, 6 nelle liste dei Priori del 1289 di-
cembre-1290 dicembre, 67, 19.
Ardinghelli Agnolo di Bbrnardo, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1376 gennaio-1377 gennaio), 307, » ;
V. anche Ardinghelli {dcgli) Agnolo di Bernardo.
Ardinghelli Bernardo, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1352 gennaio-1353 gennaio), 242, 17.
Ardinghelli Bernardo di Lapo, 6 nelle liste dei Priori
del 1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 29 ; 6 Gonfa-
loniera di Giustizia (liste 1326 febbraio-1327 feb-
braio), 155, 16 ; e di nuovo (liste 1331 dicembre-
1332 dicembre), 169, 21 ; i nelle liste dei Priori del
1334 dicembre-1335 dicembre, 179, 25 ; del 1341
dicembre-1342 dicembre, 190, 20 ; e nuovamente
Gonfaloniere (liste 1361 gennaio-1362 gennaio).
260. 6.
Ardinghelli Cante, 6 nelle liste dei Priori del 1289 di-
cembre-1290 dicembre, 67, 11.
Ardinghelli Francesco, h nelle liste dei Priori del 1305
febbraio-1306 febbraio, 98, 10 ; del 1308 febbraio-
1309 febbraio, 104, 22 ; del 1313 febbraio-1314 feb-
braio, 115, 36 ; (i. anche Ardinghelli (degli) Fruii-
cesco d'Ubaldino.
Ardinghelli Francesco di Neri, 6 Gonfalonierc di
Giustizia (an. 1379 marzo-aprile), 342, 27 ; viene
escluso dagli uffici per 3 anni, 364, 10.
Ardinghelli Lapo Donati, h nelle liste dei Priori del
1302 febbraio-1303 febbraio, 91, 8 ; e del 1303 feb-
braio-1304 febbraio, 95, 11.
Ardinghelli Neri, 6 nelle liste dei Priori del 1282 di-
cembre-1283 dicembre, 59, 18 ; del 1289 dicembre-
1290 dicembre, 67, 18 ; e del 1300 febbraio-1301
febbraio, 85, 5.
Ardinghelli Neri di Jacopo, ^ nelle liste
dei Priori del 1338 diccmbre-t339 diceinbre, 188. 6.
Tomo XXX, p. I — 30.
462
INDICE ALFABETICO
[Ar4iafk«UUAi
Aroincublli Niccol6 di Donato, t Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1298 febbraio-1299 febbraio), 78, 6.
Ardinghelli Stoldo di Francesco, b nclle liste dei
Priori del 1315 febbraio-1316 febbraio, 121, 39.
Ardingbklli Ubaldino, h nelle liste dei Priori del 1282
dicerabre-1283 dicembre, 59, 4.
Aroinchblli Zanobi di N1CCOL6, i nelle liste dei Priori
del 1348 gennaio-1349 gennaio, 234, 3.
Ardinghelli (decli) Agnolo di Bbrnardo, 6 nelle
liste dei Priori del 1367 gennaio-1368 gennaio, 267,
18 ; V. anche ArdinghelU Agnolo di Bernardo.
Ardinghblli (oegli) Francesco d'Ubaldino, k nelle
liste dei Priori del 1314 febbraio-1315 febbraio,
119, 1 ; »• anche Ardinghelli Francesco.
Ardinchelli (dbcli) Jacopo d'Ubaldino, 6 dei 52
cittadini cui viene data Balia insieme ai Priori e
CoUegi per la riforma del governo (an. 1381), 396,
32 ; h Gonfaloniere di Giustizia (liste 1383 settembre-
1384 aprile), 435, 6.
Ardinghelli (degli) Ubaloino 01 N1CCOL6, 6 nelle li-
ste dei Priori del 1329 dicembre-1330 dicembre,
164, 35 ; del 1336 dicembre-1337 dicembre, 186,
15; del 1340 dicembre-1341 dicembre, 189, 34; fe
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1346 maggio-1347
gennaio), 229, 19.
Ardinghi, fam. fiorentina di Porta S. Piero, 21, 13.
Ardinghi Lotto di Puccio, fe nelle liste dei Priori del
1302 febbraio-1303 febbraio, 90, 43 ; del 1303 feb-
braio-1304 febbraio, 94, 10 ; del 1320 febbraio-1321
febbraio, 127, 10 ; e del 1323 febbraio-i324 febbraio,
135, 23.
Ardinghi Maccio, 6 nelle liste dei Priori del 1299 feb-
braio-1300 febbraio, 82, 28.
Ardingo di Buonagiunta, V. Medici {de') A. di B.
Ardingo di Bonaiuti, V. Medici {de') A. di B.
Ardingo di Guido, V. Ricci {de') A. di G.
Ardingo (d'), V. Lotto d'A.
Arduino [Ardovino\ (d'), v. Boccaccio d'A. ; Federigo
d'A.
Arduino [Ardovino] oi Ciapo, 6 nelle liste dei Priori del
1353 gennaio-1354 gennaio, 245, 34 ; e del 1365-gen-
naio-1366 gennaio, 265, 41.
Aremo, discendente di Enea ric, 7, 9.
Aretini, vanno in aiuto del Conte Guido assediato dai
Fiorentini nel castello di Monte di Croce (an. 1146),
23, 39-40 ; vengono attaccati e sconfitti da questi (an.
1170), 24, 17-19 ; i quali, poi, fanno con essi un patto
di pace e d'amicizia, 19, 21 ; prendono Cortona al-
leata dei Fiorentini stessi e vengono quindi nuova-
mente a guerra con essi che prendono loro e distrug-
gono il Castello di Gressa (an. 1259), 45, 8-13 ; ad
istigazione dei Tarlati, loro potenti concittadini, si
danno in Signoria del ghibellino Ouglielmo degli
Ubertini loro vescovO e vanno contro Firenze, allora
in potere dei Guelfi, devastando Montevarchi (an.
1287), 63, 10-14 ; vengono alla loro volta attaccati
dai Fiorentini che, con Taiuto dei collegati guelfi,
tolgono loro castelli e devastano terre (an. 1288),
64, I-IO, senza potere impedire per6 che essi, ap-
profittando deU'aIIontanamento dei Senesi dagli
altri collegati, non li sorprendano improwiHa-
mente e li sconfiggano, 10-15 ; vengono di miovo
attaccati dai Fiorentini corsi in aruto dei GueUi
daloro cacciati dalla c, che prendono e devastaoo
le terre e i castelli degli Ubertini e dei Pazzi di Val-
darno, loro alleati, 18-26, mentrequesfi, da parte loro,
danneggiano le terre del contado fiorentino, 26-28 ;
chiamano in aiuto i Ghibellini della Toscana e della
Romagna e tornano con questi a danneggiare Mon-
tevarchi e Figline giungendo, con rovine e «acchegg'.
sino a sette miglia da Firenze, 35-38 ; vengono icon-
fitti dai Fiorentini c dai loro alleati in una grande
battaglia a Certomondo, nel Piano di Campaldino, e
vengono loro tolte terre e castelli (an. 12S9), 65.
33-39 ; 66, 1-16 ; tolgono ai Fiorentini il castello di
Laterina (an. 1304), 93, 43 ; 94, 1-3 ; cacciano i
Tarlati dalla c. e tornano a pace coi Fiorentini (an
1308), 101, 31-33 ; ma poco dopo fanno rientrare
i Tarlati e cacciano i Neri, violando i patti stretti
coi pred. Fiorentini i quali vengono di nuovo a dan-
neggiare il loro territorio (aa. 1309-1310), 102, 40-
41 ; 103, 1-2 ; 104, 36-38 ; viene loro ritolto dai
suddetti il castello di Laterina (an. 1336), 182, 4-S ;
t;. anche Arezzo.
" Aretino Leonardo. storico. sue concordanze con lo
Stefani LXXIV. 25-35 ; LXXV, 1-37 ; LXXIX,
25-28 „ ; " ric, LXXXVI, 1 „.
Arezzo (CittX), ne vengono cacciati i Ghibellini dal ca-
pitano dei Fiorentini, Guido Guerra, \k di passaggio,
a richiesta dei Guelfi della c, ma poi. per ordine del
Comune di Firenze stessa, vi vengono fatti rientrare
(an. 1255), 43, 1O-15 ; ne diventa signore il ghibel-
lino Gnglielmc degli Ubertini, vescovo della c. (an.
1287), 63. 10-12 ; vano tentativo dei Fiorentini per
impadronirsi di essa con uno stratagemma (an. 1289),
66, 30-36 ; vi raccoglie genti, per marciare poi di qua
con queste contro i Fiorentini, il card. legato Napo-
leone Orsini ma risaputa la cosa viene costretto dai
suddetti, che vengono a devastare il suo contado, ad
allontanarsi (an. 1307), 98, 19-23 ; ne vengono cac-
ciati i Tarlati (an. 1308), 101, 31-33, che per6 poco
dopo vi rientrano (an. 1309), 102, 1-2 ; da Piero dei
Tarlati, detto Saccone, viene data in signoria ai Fio-
rentini che vi mandano un loro Podesti ed un Con-
servatore (an. 1336), 183, 31-39 ; invia aiuti ai Fio-
rentini attaccati da Mastino della Scala, signore di
Lucca (an. 1337), 184, 21 ; vi vengono fatti arrestare
dal capitano Altoviti alcuni cittadini accusati di
trame contro i Fiorentini (an. 1342), 192, 1-18 ; ne
diviene signore il Duca d'Atene, 197, 10 ; si ribella
a questo (an. 1343), 207, 9-11 ; torna ad accordi col
Comune di Firenze, 217, 18-21 ; invia aiuti ai Fio-
rentini assaliti da Galeazzo Visconti (an. 1351).
236, 34 ; invia aiuti agli stessi contro la brigata di
Carlo di Durazzo (an. 1379). 356, 36 ; vi entra come
signore il detto Carlo (an. 1380), 378, 33-34 ; vi viene
ucciso Giovanni di Mone ambasc. fiorentino, 379,
2-12 ; vi toma il pred. Carlo dopo gli accordi e la pace
coi Fiorentini, 381. 20 ; viene occupata dal Sire di
Couchy (an. 1384), 429, 40-41 ; h assediata dai Fio-
l;ArMxo«Arrigo Vil]
INDlCE ALPABETICO
463
rentini, 430, 14-16 ; 23-26 ; viene ceduta dal Sire
pred. ai Fiorentini stessi mentre contemporanea-
mente viene data a questi medesimi anche la £or-
tezza della c. che Jacopo Caracciolo teneva occupata
in nome di Carlo di Durazzo, 23-40 ; 431, l-O ; la
solenne consegna del suo vessillo al Comune di Fi-
renze in mezzo alle feste ed ai tripudi di tutti i cit-
tadini, 431, 22-25; ' ric, LXXXIII, 10-11,,; v.
anche Aretini.
Arezzo (Contado), dipendente dapprima, nella maggior
parte, dal Comune e dal Vescovado di Arezzo, passa
poi con la c, dopo lunghe trattative, dagli Uber-
tini, dai Tarlati e dal Comune di Siena, che da tempo
tenevano occupato quasi tutte le sue terre e castelli,
ai Fiorentini (aa. 1384-1385), 432, 23-42 ; 435, 21-
43 ; 437, 4-7, 18-29 ; cf. 178, 33.
Arezzo (famiglie), V. Boscoli, Tarlati, Uberiini.
— (VBSCOVO) viene fatto signore della c (an. 1287),
63, 10-12 ; 6 consigliere del Duca d'Atene, 200, 28 ;
stringe una lega coi Fiorentini (an. 1344), 221, 15-
18, V. anche Vbertini Gnglielmo ; Umbertini Bnoso.
Arfoli (degli) Guido Gilii, notaio dei Priori, ric,
169, 27.
Argani Bonaccorso Simoni, notaio degli ambasc in-
viati pr. Carlo di Durazzo (an. 1379), 347, «.
Arlotti Lippo di Ricco, 6 nelle liste dei Priori del 13 12
febbraio-1313 febbraio, 115, 10 ; e del 1315 febbraio-
1316 febbraio, 122, 1.
Arlotti Ricco, d nelle liste dei Priori del 1292 febbraio-
1293 febbraio, 72, 2 ; del 1296 febbraio-1297 febbraio,
76, 14 ; del 1305 febbraio-1306 febbraio, 97, 20 ;
e del 1308 febbraio-1309 febbraio, 104, 14.
Arlotti Taddeo del Ricco, 6 nelle liste dei Priori del
1324 febbraio-1325 febbraio, 147, 27.
Armati Jacopo, 6 nelle liste dei Priori del 1343 aprile-
1344 aprile, 219, 13.
Armati Salvino, fe nelle liste dei Priori del 1328 dicem-
bre-1329 dicembre, 160, 24 ; del 1333 dicembre-
1334 dicembre, 177, 9 ; e del 1336 dicembre-1337
dicembre, 186, 26.
Armati Vanni, e Vanno, h nelle liste dei Priori del
1329 dicembre-1330 dicembre, 164, 38 ; e del 1340
dicembre-1341 dicembre, 189, 25.
Armati Vanni di Bartolo, 6 nelle liste dei Priori del
1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 31 ; del 1323
febbraio-1324 febbraio, 135, 24 ; del 1331 dicembre-
1332 dicembre, 169, 23 e del 1335 dicembre-1336
dicembre, 183, 10.
Armigio (d'), V. Carlo d'A.
Arnaldo di Coppo, V. Mannelli A. di C.
Arnaldo di Palmieri, V. Altoviti {degli) A. di P.
Arno, ^., ric 9, 12, 21 ; 13, 1 ; 16, 3, 15 ; 18, 15, 18, 32 ;
20, 30, 31.
Arnoldo, V. Arrighi A. ; Peruzzi (d') A.
Arnolfi Giovanni di Lapo, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1332 dicembre-1333 dicembre), 175, 28 ; h
nelle liste dei Priori del 1335 dicembre-1336 dicem-
bre, 183, 27 ; del 1340 dicembre-1341 dicembre,
189, 33 ; 6 di nuovo Gonfaloniere (liste 1345 maggio-
1346 maggio), 226, 35 ; e nelle liste dei Priori del
1352 gennaio-1353 gennaio, 242, 11 ; e del 1358
gennaio-1359 gennaio, 254, 10.
Arnolfi Nofrio di Giovanni di Lapo, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1373 gennaio-1374 gennaio), 289, 6 ;
6 dei 52 cittadini cui viene data Balia per la riforma
del govemo (an. 1381), 395, 31 ; h dei Dieci Citta-
dini el. per provvedere al bisogni in seguito alla
venuta del Sire di Couchy (an. 1384), 429, 12.
Arnolfi Zanobi di Lapo, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1317 febbraio-1318 febbraio), 124, 31 ; e di
nuovo (liste 132 1 febbraio-1322 febbraio, 128, 33.
Arnolfo dei conti di Gangalandi, signore di Monte
Orlandi, 6 vinto e fatto prigioniero dai Fiorentini
(an. 1107), 22, 20-23.
Arnonico, fosso, vi vengono sconfitti i Ghibellini di
Pisa dai Fiorentini e dai Lucchesi (an. 1277), 56,
3-8 ; viene preso e devastato dai Fiorentiiii, C9, li.
.\rrighetti Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del 1367
gennaio-1368 gennaio, 267, 11.
Arrighetto, V. Ruggeri A.
Arrighetto (d'), V. Giovanni d'A.
Arrighi Arnoldo, notaio dei Priori, ric, 63, 28 ; 67, 15.
Arrighi Arrigo Lapi, e nelle liste dei Priori del 1292
febbraiQ-1293 febbraio, 73, 3 ; e del 1295 febbraio-
1296 febbraio, 75, 29.
Arrighi Arrigo di Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 12S9
dicembre-1290 dicembre, 67, 13.
Arrighi Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1283 dicembre-
1284 dicembre, 59, 38.
Arrighi Lippo di Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1287
febbraio-1288 aprile, 63, 24.
Arrighi Matteo di Jacopo, 6 nelle liste dei Priori del
1373 gennaio-1374 gennaio, 288, 36 ; viene inviato
ambasc per la pace pr. il nuovo pontefice Urbano
VI (an. 1378), 312, 15 ; 6 fatto cavaliere dai Ciompi,
324, 38 ; 6 condannato per trame contro lo Stato
a 2000 fiorini d'oro e a sei mesi di confine oltre le
cento miglia, 339, 44 ; viene bandito come ribelle
(an. 1380), 370, 20 ; fe dei Quarantatre cittadini el.
in aggiunta agli altri gii nominati della Balia (an.
1381), 405, 8 ; 6 dei Dieci cittadini el. a provvedere
ai bisogni per la venuta del Sire di Couchy (an. 1384),
429, 18.
Arrighi Recco di Lapo, h nelle liste dei Priori del 1299
febbraio-1300 febbraio, 82, 27.
Arrighi Verdiano, notaio dei Priori, ric, 279, 35.
Arrigo IV, imperatore (aa. 1075-1106), gli viene im-
pedito dai Fiorentini Tentrata in cittk (an. 1080),
21, 38-39 ; e ; 22, 7-8 ; 6 costretto a togliere il campo
e ad allontanarsi, 8-10 ; viene sconfitto dalla contessa
Matilde, IO-12 ; sua morte, 12-13.
[Arrigo V], iraperatore (aa. 1106-1125), ric. 22, 26.
Arrigo VII Di Lussemburgo ILussimborgo, Luzzim-
borgo], imperatore (aa. 1308-1313), manda a Firenze
ambasic. per annunziare il suo arrivo e per ordinare
la sospensione di ogni ostiliti (an. 1310), 104, 36-38 ;
scende in Italia per essere incoronato, 105, 11-12;
invia a Firenze nuovi ambasc. (an. 1311), 106-
39-41 ; intima da Genova al Comune di Firenze di
luandare a lui legati con pieno mandato, 107, 10-18 ;
464
INDICE ALFABETICO [Arrigo cooU ai C.pr«r..AlUvi»ai
ghinge a Roma in mezzo a grande contrasto (an.
1312), 109, 1-3; ottenuto, in seguito ai falliti tenta-
tivi di snidare gli awersari da S. Pietro, U per-
roeMO di potcr tenere in altro luogo rincoronazione,
viene iiicoronatu in S. Giovanni in Latcrano, 109,
8-12 ; va contro Firenze e senza colpo (erire occupa
varie terre del contado, battendo poi i Fiorentini al
passo di Montel, 18-S9 ; muove a bandiere spiegate
verso la c. e s'accampa a San Salvi 20-39 ; 110, 1-2 ;
porta il campo a San Casciano ed a Poggibonsi in-
seguito dalle milizie fiorentine che lo molestano
con continue scaramucce 111, 6-9, 27-33 ; stringe al-
leanza con Federico di Sicilia e parte alla volta di
Pisa {an. 1313), 112, 6-8 ; pronunzia solennemente
a Pisa sentenza di condanna contro i Fiorentini e
contro la c, 10-15; fa preparativi per la guerra contro
Roberto di Napoli insieme a Federico di Sicilia,
113 6-8 ; parte da Pisa per entrare nel regno di Na-
poli ed iniziare cos' la guerra, ma muore per via a
Buonconvento, 8-21 ; dicerie suUa sua morte, 14-20.
" Arrigo conte di Caprara, & nelle liste dei Consoli
di Firenze (an. 1199), LI, 27 „.
Arrigo, V. Farolfi A. ; Gani A. ; Grazie A. ; Marcovaldi
A. ; Paradisi (de') A.; Rocchi {de') A. ; SassoHni
{de) A.
Arrigo del Biondo, 6 dei Priori (an. 1379 gennaio-feb-
braio), 362, 2.
Arrigo del Boccaccio, 6 nelle liste pei Priori del 1384
dicembre-1385 dicembre, 61, 5.
Arrigo di Gano, notaio dei Priori, ric, 190, 8.
Arrigo di Giovanni, V. Mazzinghi A. di G.
Arrigo di Grazia, 6 nelle liste dei priori del 1285 di-
cembre-1286 dicembre, 62, 1 ; e del 1288 dicembre-
1289 dicembre, 65, 13 ; v. anche Grazia t Grazie
Arrigo.
Arrigo di Marcovaldo, h nelle liste dei Priori del 1293
febbraio-1294 febbraio. 73, 40; e del 1298 febbraio
1299 febbraio, 78, 21.
Arrigo di PiERO, V. Mancini A. di P.
Arrigo di Rocco, 6 nelle liste dei Priori del 1310 feb-
braio-1311 febbraio, 108, 15.
Arrigo di Sassolo, V. Sassoli e Sassolini (de') A. di S.
Arrigo di Ventura, 6 nelle liste dei Priori del 1292
febbraio-1293 febbraio, 72, 1.
Arrigo (d"), V. Antonio d'A. ; Feo d'A. ; Gherardo
d'A. ; Niccolo d'A.
Arrigucci, fam. fiorentina di parte guclfa, 28, 24 ; esce
da Firenze airannunzio della sconfitta di Montaperti
(an. 1260), 48, 5.
Arrigucci Alessandro di Daniello, k nelle liste dei
Priori del 1383 settembre-1384 aprile, 435, 13.
Arrigucci Bonare di Piero, viene ammonito (an.
1376). 300, 38.
Arrigucci GiovENco Di Daniello, 6 nelle liste dei Priori
del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 24.
Arsoli Guido Gili, notaio dei Priori, ric, 208, 4.
Artimino, castello, preso dai Fiorentini ai Pistoiesi (an.
1325). 141, 26-30 ; viene occupato da Castruccio
ma poi viene ripreso poco dopo dal conte di Monte
Scaggioso, capitano dei Fiorentiui (an. 1327), 153,
22-38 ; viene dai Pistoiesi e dato in perpetuo ai Fio-
rentini (an. 1329), 162, 19.
AsCANio, figlio di Enea, capostipite della gente Giulia,
6, 35-41.
Asciano, vi vengono sconfitti i Seiiesi dai Fiorentini
(an. II 74), 24, 39; viene danneggiato dai Fiorentini
(an. 1229), 31, 27 ; 32, 21 ; viene pres" dat-li «t.-s,i
(an. 1269), 54, 30-24 ; ric, 27, 2«.
AscoLi della Marca, c ric, 297, 18.
AscOLi (d"), V. Cecco d'A. ; Gianni d'A.
AsiA, suoi antichi confini, 2, 12-16 ; vi Ri stanziano i di-
scendenti di Sem, 16-17 ; 3, 21.
AsiNi, (dbgli), fam., fiorentina ric, 18, 19.
« AsiNi (degli) Francssco di Giovanni, postessore, al
principio del 1500, del codice della cronaca dello
Stefani detto poi dal nome dtlla sna famiglia " Asi-
niano, VIII, 22-23 „ ..
AsiNi (degli) GiovANNi d'Asino, ammonito ric, 416, 2.
AsiNi (degli) Giovanni di Jacopo, b condannato nel-
Tavere e nella persona (an. 1381), 400, 16.
AsiNi (degli) Jacopo d'Asino, viene ammonito (an.
1360), 259, 30.
" AsiNiANO (codice), ms. del sec. XV contenente la cro-
naca di Marchionne di Coppo Stefani, dal principio
del mondo al 1385, restato per lungo tempo in pos-
sesso della fam. degli Asini, da cai il suo nome, pas-
sato poi in possesso di Carlo Strozzi e di altri ed in-
fine acquistato dal Gran Duca Leopoldo I per la Ma-
gliabecchiana ove trovasi tuttora, VIII, 12-35 ; IX,
1-3 ,,; " si dimostra, con raffronti col codice Guadagni,
che esso rappresenta, nella derivazione dal codice
originale, un ramo indipendente e che, per il suo
tempo, ci accosta asisai vicino airoriginale stesso,
XVI, 19-37 ; XVII, 1-37, 77.»
AsiNO (dell'), ti. Sandro delVA.
Atanagio di SiMONE, vicnc bandito e condannato nel-
Tavere e nella persona (an. 1381), 400, 11.
Atene (duca d'), V. Giialtieri di Brienne Duca d' A.
Attalo, soprannominato Attalante, discendente di Jafet,
viene in Italia con la moglie Elettra, dove nel luogo,
indicatogli dagli astrologi, come il piii amabile,
fonda la c cui di il nome di Fiesole, facendosene
signore, 3, 25-37 ; suoi discendenti, 4, 4-12.
Attavanti Ugolino, 6 nelle liste dei Priori del 1371
gennaio-1372 gennaio, 279, 31.
Attaviani Attaviano di Dino, h nelle liste dei Priori
del 1356 gennaio-1357 gennaio, 250, 25 ; del 1361
gennaio-1362 gennaio, 259, 41 ; del 1370 gennaio
1371 gennaio, 276, 27 ; viene ammonito (an. 1377).
305, 1.
Attaviani Francesco di Manno, k nelle liste dei Priori
del 1318 febbraio-1319 febbraio, 125, 14 ; e del
1324 febbraio-1325 febbraio, 148, 8.
Attaviani Iacopo di Mbzza b di Mazza, k nelle liste dei j
Priori del 1348 gennaio-1349 gennaio, 233, 27; delj
1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 40 ; e del 1354]
gennaio-1355 gennaio, 246, 10.
Attaviani Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1304 febbraio- j
1305 febbraio, 96, 18.
Attaviani Manno, t nelle liste dei Priori del 1295 feb-^
[Attaviano-Baldera di Duccio]
INDICE ALFABETICO
465
braio-1296 febbraio, 75, 33 ; e del 1309 febbraio-
13 10 febbraio, 106, 11.
Attaviano d'Attaviano, i nelle liste dei Priori del 1366
gennaio-J36y gennaio, 266, 36 ; viene ammonito (an.
1377), 308, 31-32.
Attaviano di Dino, V. Attaviani A. di D.
.\ttaviano di Tuccio, V. Brimelleschi (de) A. di T.
Attaviano (d'), V. Atiaviano d'A, ; Giovanni d'A. ; Man-
no d'A. ; Ti>w d'A.
Attiglianti Neri, 6 nelle liste dei Priori del 1288 di-
cembre-1289 dicembre, 65, 11.
.Vtiila, signore dei Goti, di Schiavonia e d'Unglieria,
scende in Italia con un grande esercito ma viene
sconfitto presso Frigoli (sic.) (an. 436), 15, 11-28 ;
toma una seconda volta e, secondo la leggendaria
narrazione dello Stefani, che in qualche punto lo chia-
ma anche col nome di Totila, devasta il Veneto, la
Lombardia, la Romagna, la Toscana, ove incendia e
distrugge Firenze c fa ricostruire Fiesole, e muore
poi in Maremma mcntre si dirige alla volta di Roma
(an. 451), 28-43 ; 16, 1-30.
.^ttucci Filippo, e nelle liste Uei Priori del 1365 gen-
naio-1366 gennaio, 265, 27 ; del 1372 gennaio-1373
gennaio, 284, 15.
.^UGUSTO, V. Ottaviano A.
Auto, V. AcHto.
AvENTiNO, discendente di Enea, ric, 7, 9.
Averardo, V. Medici {de') A.
-\verardo di Lando, conte, condottiero di ventura,
ricaccia e mette in fuga, con le milizie a .soldo del
Comune di Firenze, venendo da Malmantile, la bri-
gcta di Giannotto spintasi fino a due miglia da Fi-
reazc (an. 1380), 369, 23-2.5 ; ric. 323, 14 ; 345, 14.
AvERSA, vi viene tenuto quasi prigioniero per qualche
tempo Urbano VI per ordine di re Carlo di Napoli
(an. 1384), 433, 19-21.
AviGNONE c, ric, 105, 20.
.^viGNONE (pAPi d'), ric, 417, 8 ; 419, 44 ; 437, 38.
AviGNONE (b.^gno d'), in territorio Senese. devastato dai
Fiorentini (an. 1230), 32, 1.
.^vviATi Francesco di Giovanni, notaio dei Priori, ric
262, 7.
AvviATi Orlando, 6 nelle liate dei Priori del 1369 gen-
naio-1370 gennaio, 275, 1.
.\vvoGADO, V. Gherardi A.
Avvogado di Gherardo, fe nelle liste dei Priori del 1306
febbraio-1307 febbraio, 99, 35 ; del 1316 febbraio-
1317 febbraio, 123, 8 ; e del 1318 febbraio-i^ig
febbraio, 125, 24.
NvvoGADO Di Gherardo del Bello, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1302 febbraio-1303 febbraio), 91, 1.
Azzarello Di Lapo, V. Gherardini A. di L.
AzziNO, V. Ghinucci A. ; Gualberli A.
Azzo, V. Uberlini (degli) A.
AzzoLiNO, V. Viviani A.
AzzoLiNO Di ViviANO, 6 nelle liste dei Priori del 1358
gennaio-1359 gennaio, 254, 8 ; del 1361 gennaio-
1362 gennaio, 260, 19 ; e del 1375 gennaio-1376 gen-
naio, 298, 38.
Babilonia, c ric, 3, 19, 38.
Baccio, V. Burnelti B.
Baccio diF.\lco, e nelle liste dei Priori del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 23 ; del 1357 gennaio-1358 gennaio,
252, 25 ; e del 1361 gennaio-1362 gennaio, 260, 24.
Baccio (di), V. Falco di B.
Bacherelli Bacherello, 6 nelle liste dei Priori del 1299
fcbbraio-1300 febbraio, 82, 15.
Bacherelli (de") Rosso, 6 uno de' tre primi Priori, per
Tarte del Cambio, pel sesto di S. Piero Scheraggio
(an. 1282 giugno-agostc), 58, 5-6 ; e di nuovo nelle
liste dei Priori del 1290 dicembre-1291 dicembre,
68, 6 ; viene nominato Compagno dei Priori (an.
1295), 74, 25.
Bacherino di Bertoldo, 6 nelle liste dei Priori del 1306
febbraio-1307 febbraio, 99, 33.
Bachini Agnolo, e nelle liste dei Priori del 1367 gennaio-
1368 gennaio, 267, 14.
Bachini Piero, 6 nelle liste dei Priori del 1357 gennaio-
1358 gennaio, 252, 1 ; del 1364 gennaio-1365 gennaio,
264, 47 ; del 1371 gennaio-i372 gennaio, 279, 14 ; e
nel 1376 genuaio-1377 gennaio, 306, 32.
Bachino di Giovanni, h nelle liste del Priori del 1294 feb-
braio-1295 febbraio, 74, 39.
Badessa (della) Bindo, 6 nelle liste dei Priori del 1286
dicembre-1287 dicembre, 62, 40 ; del 1289 dicembre-
1290 dicembre, 67, 11.
Badessa (della) Bonaccorso Cini, 6 nelle liste dei
Priori del 1305 febbraio-1306 febbraio, 97, 29.
Badessa (della) Cino Diotaiuti, 6 nelle liste dei Priori
del 1293 febbraio-1294 febbraio, 74, 10 ; e del 1298
febbraio-1299 febbraio, 78, 12.
Badessa (della) Corso di Cino, 6 nelle liste dei Priori
del 1312 febbraio-1313 febbraio, 114, 35.
Badessa (della) Duto di Bindo, h nelle liste dei Priori
del 1295 febbraio-1296 febbraio, 76, 2.
Badessa (della) Guccio di Diotaiuti, 6 nelle liste dei
Priori del 1294 febbraio-1295 febbraio, 74, 5.
Baglione di Vanni, 6 dei Dodici buoni uomini pel qiiar-
tiere di S. Maria Novella e partecipa alla Balia per la
riforma del govemo (an. 1381), 395, 9.
Baglione (del) V. Ristori Ciaio del B.
Baglioni (dei) B.\glione, perugino, podestci di Firenze
e consigliere del Duca d'Atene (an. 1342), 200,24.
Bagnesi, fam. fiorentina di parte gnclfa, 28, 21 ; esce da
Firenze airannunzio della sconfitta di Montaperti
(an. 1260), 48, 11 ; si schiera coi Donati dalla parte
dei Neri, 80, 40.
Bagnesi Filippo del Rosso, k nelle liste dei Priori del
1346 maggio-1347 gennaio, 228, 20.
Bagnesi Gueriante di Biligiardo, 6 nelle liste dei Priori
del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 1 ; e del 1376,
gennaio-1377 gennaio, 307, 4 ; fe tra i capi della parte
guelfa accorsi in difesa della medesima (an. 1378),
318, 9, 10 ; viene escluso dagli nffici (an. 1379),
363, 35.
Bagno (da), V. Antonio da B.
Bagno Cavallo, ric, 353, 7.
" Baldassare, V. Stefani Marchionne ".
Baldera di Duccio, b nelle liste dei Priori del 1325 feb-
braio-1326 febbraio, 152, 23.
466
INDICE ALFABETICO
[B*l<ief«>Baldoviiio di LaDdo"
Baldese Turino, * nelle liste dei Priori del 1348 gennaio-
1349 gennaio, 233, 24.
Baldesb, V. Falconieri B.
Baldesb (del), V. Giovanni del B.
Baldesb (di), V. Falconieri di B. ; Neri di B.
Baldesi Andrea di Segnino, i nelle liste dei Priori del
1364 gennaio-l36s gennaio, 264, 35 ; del 1371 gennaio-
1372 gennaio, 279, 16 ; e del 1374 gennaio-1375 gen-
naio, 292, 2 ; * tra i capi e i maggiori istigatori della
Farte guelfa del quartiere di S. Maria Novella, 308,
18; gli viene bniciata la casa dai Ciompi in rivolta
(an. 1378), 322, 30 ; viene confinato a Bologna, 328,
27 ; fc condannato neiraverc e nella persona per trame
contro lo Stato, (an. 1379), 339, 4 ; 365, 26.
Baldesi Baldese di Turino, h nelle liste dei Priori del
1355 gennaio-1356 gennaio, 250, 15 ; del 1360 gen-
naio-1361 gennaio 259, 18 ;i Gonfaloniere di Giustizia,
(lisle 1365 gennaio-1366 gennaio), 266, J ; fc di nuovo
Gonfaloniere (liste 1369 gennaio-1370 gennaio), 275,
19 ; e di nuovo nelle liste dei Priori del 1376 gen-
naio-1377 gennaio, 307, 20 ; 6 fatto cavaliere (an.
1381), 394,2.
Baldesi Gherardo di Giovanni, k Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1311 febbraio-1312 febbraio), 112,23.
Baldi Guido di Federico, h Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1368 gennaio-1369 gennaio), 273, 38.
Baldini Filippo, 6 dei Priori (an. 1382 luglio-agosto),
417, 21.
Baldino, V. Compagni B.
Baldino (di), V. Dante di B.
Baldischio, castello, ric. 217, 15.
Baldo, V. Borghi B. ; Coppini B. ; Ridolfi B ; Ruffoli (de') B.
Baldo d'Aguglione, fc nelle liste dei Priori del 1297 feb-
braio-1298 febbraio, 77, 17 ; del 1301 febbraio-1302
febbraio, 88, 38 ; del 1310 febbraio-1311 febbraio,
108, 0 ; e del 1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 40.
Baldo di Lapo, k dei dodici buoni uomini pel quartiere
di S. Giovanni (an. 1378), 326, 25.
Baldo di Mariotto di Simone, V. Orlandini B. di M.
diS.
Baldo da Montespertoli, notaio dei Priori, ric, 68, 3.
Baldo di Niccol6, condannato nel capo per la rivolta
degli Otto di Balia di S. Maria Novella (an. 1378),
336, 26.
Baldo di Ridolfo, k nelle liste dei Priori del 1286 di-
cembre-1287 dicembre, 62, 38.
Baldo di Simone, V. Tosinghi B. di S.
Baldo da Vitorata, del popolo di S. Ambrogio, ucciso
dai Ciompi, 377. 32 ; dicerie intorno ad una bandiera
da Ini data in custodia ad una donna di Vitorata,
32-36.
Baldo (di), V. Berto di B. ; Ghirigoro di Francesco di B. ;
Piero di B.
Baldoni Francesco di Bartolo, fc nelle liste dei Priori
del 1374 gennaio-1375 gennaio, 292, 4 ; viene ammo-
nito (an. 1378), 316, 12.
Baldovinetti Andrea del Pera, 6 nelle listc dei Priori
del 1360 gennaio-i36t gennaio, 259, 2.
Baldovinbtti Betto del Ricco, h nelle liste dei Priori
del 1391 dicembre-1392 dicembre, 69, 10.
Baldovinetti Borchino del Ricco, t nelle liste dei
Priori del 1297 febbraio-1298 febbraio, 77, 3; e del
1303 febbraio-1304 febbraio, 94, S8.
Baldovinetti Filippo di Lapo, * nelle liste dei Priori del
1360 gennaio-1361 gennaio, 259, 18.
Baldovinetti Francesco di Borchino, h nelle liste dei
Priori del 1323 febbraio-1324 febbraio, 135, 14 ;
del 1326 febbraio-1327 febbraio, 155, 1* ; del 1337 di-
cembre-1338 dicembre, 186, 30 ; e del 1340 dicembre-
1341 dicembre, 190, 3.
Baldovinetti Guido, h Gonfaloniere di Giustizia (liste
1300 febbraio-1301 febbraio), 86, 20.
Baldovinetti Lodovico di Piero, viene conf inato a \>
nezia (an. 1381), 408, 32 ; h revocato il bando dal-
l'ufficio di Balia, 410, 33.
Baldovinetti Niccol6 d'Alessio, t fatto cavaliere dai
Ciompi (an. 1378), 324, 9.
Baldovinetti Pera del Pera, b nelle liste dei Priori
del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 27.
Baldovinetti Pero, k nelle liste dei Priori del 1335 di-
cembre-1336 dicembre, 183, IT.
Baldovinetti Piero di Lapo, ft nelle liste dei Priori
del 1362 gennaio-1363 gennaio, 262, 1.
Baldovinetti Priore del Pera, * nelle liste dei Priori
del 1369 gennaio-1370 gennaio, 274, 31 ; del 1376 gcn-
naio-1377 gennaio, 306, 28 ; riforme d'Ordini fattc
approvare dalla Parte guelfa durante il sno Priorat'>.
301, 6-13, 36-42; comportamento suo e dei colleglii
suoi verso Taccusato Giovanni di Luigi de' Mozzi,
Vicario di Valdinievole, 303, 9, 15-40 ; 304, 1-21 ;
viene escluso dagli uffici per 10 anni (an. 1378),
321,32.
Baldovinetti (de") Alessio di Francesco Borchini,
viene fatto condannare dai Capitani di Parte gnelfa,
310, 24-40.
Baldovini Chello d'Oberto, notaio dei Priori, ric, 78,
24 ; 83, 10.
Baldovini Chello Uberti, notaio dei Priori, ric, 67,
8; 70, 39; 75, 14; 76, 4.
Baldovini Cione, notaio dei Priori, ric, 58, 29 ; 65, 8.
Baldovini Davanzato, fe nelle liste dei Priori del 1282
dicembre-1283 dicembre, 59, 21.
Baldovini Francesco, viene ammonito (an. 1360),
259, 31.
Baldovini Rinaldo d'Uberto, notaio dei Priori, ric,
116, 13; 124, 15.
Baldovini Veri di Falco, h Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1307 febbraio-1308 febbraio), 102, 29.
Baldovini Vieri Falchi, fe Gonfaloniere d! Giustizia (liste
1294 febbraio-1295 febbraio), 75, 13 ; fe nelle liste
dei Priori del 1301 febbraio-1302 febbraio, 88, 20.
Baldovini (de') Niccol6 di Cecco di Gino, viene am-
monito (an. 1358), 254, 5.
[B A l D o V I N ol, imperatore di Costantinopoli, di pas-
saggio per Firenze, insieme al pp. Gregorio X e a
Carlo I D'Angi6, diretti al concilio di Lione, si ferraa
qui per qualche giomo (an. 1273), 55, 28.
Baldovino, V. Riniicci B.
Baldovino di Lando, fe nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 228, 11.
[BaldeviDO di Raiineeio>Barbadori]
INDICE ALFABETICO
467
Baldovino di Ranuccio, e nelle liste dei Priori del 1286
dicembre-1287 dicembre, 62, 26.
Baldovino (di), V. Alberlo di B. ; Cione di B.
Balduccio (di), V. Chiarozzo di B.
Balestrieri, t;. Giovanni di Catnbio dello B.
Balia, V. Firenze (Balie).
Balia (Dieci di), V. Firenze (Disci di Balia).
Balia (Otio di), V. Firenze [Otto di Balia).
Balsamino (di), V. Donato di B.
Balzo (del) Amelio, barone venuto in Firenze al
seguito di Carlo duca di Calabria el. signore della c.
(an. 1326), 149, 32.
Balzo (del k dal) Beltramo, e Beltramone, conie di
monte scaggioso, e scaglioso, detto conte no-
VELLO, viene in Firenze inviato da re Roberto, come
Capitano, ma 6 costretto poco dopo a partire per gli
intrighi della fazione di Siraone della Tosa (aa. 1315-
1316), 118, 23-26 ; 119, 26-36 ; ritorna inviato ancora
da re Roberto, come Capitano, ad istanza dei Fio-
rentini (an. 1324), 136, 12-18 ; viene ancora una volta
a Firenze come Vicario del Duca di Calabria, con cin-
quecentoventi cavalieri (an. 1328), 157, 12-24 ; va
dopo la morte del Duca di Calabria, quale Capitano
di guerra di re Roberto e dei Fiorentini, contro Pisa
e Lucca, 159, 28-33 ; e di nuovo contro Pisa (an.
1329). 163, 1-9 ; viene nuovamente el. Capitano di
guerra dai Fiorentini (an. 1330), 168, 23 ; va con le
genti di questi nuovamente contro Lucca (an. 1334),
176, 7-U, 21-23.
Bambacci Luca, notaio dei Priori, ric. 331, S.
Banchelli Bartolomeo di Luca, 6 nelle liste dci Priori
del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 13.
Banchello del Buono, 6 nelle liste dei Priori del 13 13
febbraio-1314 febbraio, 116, 29 ; e del 1324 febbraio-
1325 febbraio, 147, 24.
Bancherone di Cione, V. Aglioni (degli) B. di C.
Banchi Manno, notaio dei Priori, ric, 135, 38.
Banchini Angelo, 6 nelle liste dei Priori del 1383 set-
tembre-1384 aprile, 434, 40.
Banchini Piero, h nelle liste dei Priori del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 246, 9.
Banco, V. Ragugi B.
Banco del Bene di Guernieri, 6 nelle liste dei Priori
del 1300 febbraio-1301 febbraio, 86, 22.
Banco di Bartolo, 6 nelle liste dei Priori del 1312 feb-
braio-1313 febbraio, 114, 33 ; del 1332 dicembre-
1333 dicembre, 175, 12; del 1336 dicembre-1337 di-
cembre, 186, 22 ; e del 1348 gennaio-1349 gennaio,
234, 21.
Banco di Ciuto, 6 nelle liste dei Priori del 1309 febbraio-
1310 febbraio, 106, 18.
Banco di Giove, V. Aglioni B. di G.
Banco di Guarnieri, 6 Gonfaloniere di Giuatizia (liste
1306 febbraio-1307 febbraio), 99, 39.
Banco di Lippo, 6 nelle liste dei Priori del 1315 febbraio-
1316 febbraio, 122, 13 ; v. 'titche Gianni B. di L.
Banco di Lippo di Giovanni, i nelle lisle
dei Priori del 1338 dicembre-lJJC) dicembre, 187, 10.
Banco di Puccio, V. Btncivenni B. di P.
Banco di Tosco, i ammonito (an. 1377), 305, U ; 308,
37 ; h nelle liste dei Priori del 1380 marzo-1381 feb-
braio, 391, 24 ; ric, 409, 4.
Banco di Zanobi di Banco, 6 Gonfaloniere di Compa-
gnia (an. 1378), 326, 21 ; k dei Priori (an. 1379 no-
vembre-dicembre), 348, 30.
Banco (del), v. Bonaccorso di Geri del B.
Bandi Rucco, 6 nelle liste dei Priori del 1322 febbraio-
1323 febbraio, 131, 30.
Bandiera Guido, 6 fatto cavaliere dai Ciompi (an. 1378),
324, 47 ; 6 condannato nel capo per la rivolta dei
detti Ciompi, 336, 17 ; e neiravere e nella persona
per trame contro lo Stato (an. 1379), 365, 27 ;
viene bandito come ribelle (an. 1380), 371, 24.
Bandini Aldobrando di Donato, viene ammonito
(an. 1360), 258, 23.
Bandini B.\ndino di Bartolo, 6 nelle liste dei Priori
del 1345 roaggio-1346 maggio, 227, 24.
Bandini B.'S.rtolo, fe nelle liste dei Priori del 1307 feb-
braio-1308 febbraio, 102, 14 ; del 1319 febbraiu-
1320 febbraio, 126, 9 ; del 1322 febbraio-1323 feb-
braio, 131, 7 ; e del 1324 febbraio 1325 febbraio,
147, 27.
Bandini Domenico di Donato, viene ammonito (an.
1358). 253. 32.
Bandini Domenico di Giovanni, viene raandato a morte
per trame contro lo Stato (an. 1360), 258, 4.
Bandini GiovANNi Di PiERO, h nellc liste dei Priori del
1368 gennaio-1369 gennaio, 274, 3 ; 6 tra i capi di
Parte guelfa accorsi in difesa della stessa contro gli
avversari (an. 1378), 318, 7 ; viene escluso dagli u{-
fici per dieci anni, 321, 33, e di nuovo per tre (an.
1379). 363, 31 ; 6 dei quarantatre cittadini el. in
aggiunta agli altri della Balia (an. 1381), 404, 36.
Bandini Piero, h Gonfaloniere di Giustizia (liste 1327
febbraio-1328 febbraio), 157, 37.
Bandini Vanni, h nelle liste dei Priori del 1319 febbraio-
1320 febbraio, 126, 10 ; e del 1336 dicembre-1337 di-
cembre, 186, 3.
Bandino, V. Falconieri (de') B. ; Lapi B.
Bandino di Cambio, V. Falconieri (de') B. di C.
Bandino di Guido, h nelle liste dei Priori del 1350 ge-
naio-1351 gennaio, 240, 10.
Bandino di Lapo, notaio dei Priori, ric, 222, 23.
Bandino di Spigliato da Filicaia, h nelle liste dei Priori
del 1287 febbraio-1288 aprile, 63, 25.
Bandino (di), V. Bartolo di B. ; Marco di B.
Bando (di), V. Ricco di B.
Bani Gherardo, h dei Priori (an. 1380 gennaio-fcbbraio),
389, 15.
Barbadori Tingo, h nelle liste dei Priori del 1295 *eb-
braio-1296 febbraio, 75, 25 ; e del 1309 febbraio-1310
febbraio, 106, 8.
Barbadori (de') Bartolomeo, viene preso e consegnato
airEsecutore di Giu.stizia come complice della con-
giura ordita contro !o Stato dai Ciompi e dai Guelfi
sbanditi (an. 1379), 355, 61 ; 356, 1 ; viene escluso
dagli uffici per tre anni, 364, 7.
Barbadori (de') Donato, viene inviato a difendcre il
Comune di Firenze pr. pp. Gregorio XI, in se(;uito
alla scomunica (an. 1375), 294, 6-8 ; va con altri
468
INDICE ALFABETICO
[Barbazza-Bardo di SalvMlro'
ambasc. pr. Carlo di Durazzo (an. 1379). 347, 6 ;
vivne al ritorno accu.sato pubblicamente dal suo col-
leKi Tommaso degli Strozzi d'aver avuto rapporti
con gli sbanditi, 352, 23-30 ; sua discolpa 31-37 ;
vieno fatto prendero dagli Otto della guardia
o consegnato airEsecutoro di Giustizia comc coraplice
della congiura ordita dai Ciompi e dai GucUi sban-
Uiti contro lo Stato (an. 1379), 355, 41 ; 356, 1 ;
corae si Iiber6 dalle lettere compromettonti ricevute,
sccondo le rivolazioni del Nencio, dai congiurati,
356, 1-8; rjfiutatisi i Priori, interpellati sul da fare,
rl'ingerirsi di cose non di loro pertinenza, vieno con-
dannato dairEsecutoro e fatto dccapitare, non ostanto
le sTie dichiarazioni di costante fedelt^ al Comune,
359, 29-32 ; le sue passate benemerenze verso il Co-
mune e verso i concittadini, 32-44 ; 360, 1-7.
Barbazza, V. Filippo vocato B.
Barbe RiDOLFO GiANNi, 6 nello liste dei Priori del 1930
febbraio-1301 febbraio, 86, 6.
Barberino, castello, viene preso dairimperatore Arrigo
VII (an. 1213), 111. 2«.
Barberino (da), V. Alberto di Lapo da B. ; Alberto di
Lippo da B. ; Albizzo di Filippo da B. ; Amedeo di
Frate Grigio da B. ; Ramondo fralello di Giorgio da B.
Barbiano (da), V. Alberigo da B. ; Giovanni da B.
Barobixa Michele, notaio dei Priori, ric. 307, 5.
Bardi, fam. fiorentina di parte guelfa, " LXV, 13-16 " ;
esce da Firenze all'annunzio della sconfitta di Mon-
tapcrti (an. 1260) 48, 8 ; si schiera coi Bianchi, 80,
34 ; si pone contro la fazione di Simone della Tosa,
120, 34 ; condanna emanata dal Duca d'Ateno con-
tro alcuni dei suoi componenti, 199, 23-26 ; chiede
aiuto agli amici di Pisa per !a cacciata del detto Duca
da Firenze (an. 1343), 206, 25-29 ; 6 a capo dei Grandi
nelle rivolte contro i popolani, 212, 16-17 ; 213,
15 ; ma viene sconfitta e scacciata dalla c. mentre
le sue case vengono arse e saccheggiate, 214, 27-44 ;
215, 4-23; ric. 202, 12.
B.ARDi Niccol6 di Berto, h condannato per trame con-
tro lo Stato neiravere e nella persona (an. 1378),
340, 30.
Bardi Niccolo di Betto, h dei quarantatre cittadini
el. in aggiunta agli altri della Balia, gik nominati,
per la riforma del Governo (an. 1381), 404, 22.
Bardi Ricco, k nelle liste dei Priori del 1320 febbraio-
1321 febbraio, 127, 20.
Bardi (de') fam. v. Bardi, fam.
Bardi Simone di Jacopo, dnelle liste dei Priori del 1286
dicembre-1287 dicembre, 62, 22.
Bardi Teo, k nelle liste dei Priori del 1296 febbraio-
1297 febbraio, 76, 20.
Bardi (de') Alessandro di Riccardo, fe degli Otto di
Balia pel quartiere di S. Spirito (an. 1375), 293, 21 ;
* fatto Cavaliere dai Ciompi (an. 1378), 323, 25.
Bardi (dk') Andrea, va ambasc. a Roma pr. Urbano
V (an. 1367), 264, 3.
Bardi (de') .\ndrea di Tingo, castellano di Castiglione
Aretino, (an. 1343) 207, 12.
Bardi (db') Bartolo di Jacopo, i uno dei tre primi Priori
per TArte di Calimala pcl sesto d'01trarno (an. 1282.
giugno-agosto), 58, S-4 ; * di nuovo nelle liste dei
Priori del 1285 dicembre-1286 dicombre, 62, S : v
aiiche Bardi {de') Bartoh di Jacopo del Rirco.
Bardi (db') Bartolo 01 Jacopo del Ricco, h nelle li-
ste doi Priori dol 1283 dicombre-izS^ dicembre,
59, 32 ; del 1284 dicombre-izSj dicembro, 61, 1 ; e
det 1290 dicembre-1291 dicembre, 68, 5 ; v. anckt
Bardi {de') Barlolo di Jacopo.
Bardi (de') Bartolo di Ridolfo, vione nominato Cousi-
gliere dei Priori (an. 1343), 211, 8.
Bardi (de') Bartolombo di Andrea, h dei Dicci >ii
Liberti pel quartiere di S. Spirito (an. 1373), 285, 8,
Bakdi (db*) Bindo di Jacopo, viene fatto populano
(an. 1379), 364, 28.
Bakdi (de') Cino di Jacopo, h nello liste dei Priori del
1285 dicembre-1286 dicembre, 61, 29 ; del 1287 fcb-
braio-1288 aprile, 63, 27 ; e del 1289 dicembrc-ugo
dicombre, 67, 2.
Bardi (de') Gerozzo, vieno inviato a capo di milizie
a Pietrasanta affidata alla custodia dei Fiorentini
(an. 1335). 177, 35-39.
Bardi (de') Giovanni di Jacopo dbl Ricco, 4 nelle liste
dei Priori del 1282 dicombre-1283 dicembre, 59, 2.
Bardi (de') Gualterotto, comandantc del castello tli
Laterina, vtene ritenuto da alcuni responsabile della
caduta del castello stesso in mano degli Arotini (an.
1304). 94, 2-3.
Bardi (de') Niccol6 di Sandro, vocato Boccasenno,
k fatto dei Grandi (an. 1378), 321,27 ; viene confinato
a Ferrara, 328, 31 ; 6 condannato neiravere e nella
persona per congiure contro lo Stato (an. 1379),
365, 25 ; viene bandito come ribelle (an. 1380),
370, 30 ; h dei quarantatre cittadini el. in aggiunta
agli altri della Balia per la riforma del Govemo (an.
1381), 404. 27.
Bardi (de') Piero, k. coi figli, tra i capi e i maggiori isti-
gatori della Parte gueUa pel qnartiere di S. Spirito,
308, 6.
Bardi (de") Ridolfo, h dei Quattordici cittadini el. dal
Parlamento per costituire il nuovo Govemo dopo la
cacciata del Duca d'Atene (an. 1343), 207, SO.
Bardi (de') Vieri, partecipa al Consiglio di Balia per
la revisiono delle proposte di legge fatte dai Ciompi
0 dagli sbanditi (an, (1381), 410, 1.
Bardi (de') Vieri di Gherardo, h dei cinquantadue
cittadini cui viene data la Balia, insicme ai Priori e
Collegi, per la riforma del Govemo (an. 1381),
396, 17.
Bardi (de") Vieri di Gherajido dal Poggio, h fatto Ca-
valiere dai Ciompi (an. 1378), 323, 32.
Bardi (compagnia dei) dichiara fallimento (an, 1345),
225. 14-17.
Bardo, V. Altoviti B. ; Brandaglia B. ; Corsi B.
Bardo di Guglielmo, V. Altoviti B. di G.
Bardo di Lapo, viene ammonito (an. 1360), 259, 32.
Bardo di Niccol6, t;. Rittafi B. di N.
Bardo di Niccol6 di Luti, psirtecipa al Consiglio di
Balia per la riforma del Govemo (an. 1381), 410, 16.
Bardo del Ricco, V. Risaliti B. dtl R.
Bardo di Salvestro, partecipa, come Gonfaloniere dei
[Bardo«Bartolo]
INDICE ALFABETICO
469
Vaio del quartiere S. Giovanni, alla Balia per la
riforma del Governo (an. 1381), 394, 61.
Bardo (di), V. Barduccio di B. ; Deo di B.
Barduccio di Cherichino, partecipa al Consiglio di
Balia per la riforma del Governo (an. 1381), 410, 2.
Barduccio di Bardo, fe nelle liste dei Priori del 1341
dicembre-1342 dicembre, 190, 18.
Barga, castello del Comune di Firenze, viene assediato
dal Maniscalco di Giovanni di Boemia, signore di
Lucca (an. 1331), 170, 26-27 ; muovono in suo
aiuto i Fiorentini ma ci6 non ostante esso deve poco
dopo arrendersi, 172, 26-32.
Bargiacco, V. BnonfigUuoli B.
Bari, vi f'imbarca Urbano VI, su galee genovesi alla
volta di Genova (an. 1385), 437, 10-15.
Barletta, c. ric, 36, 20.
Barna, V. Valorini B.
Barna di Valorino, 6 nelle liste dei Priori del 1376
gennaio-1377 gennaio, 306, 34.
B.\RNA Di Valorino, V. Curianni B. di V.
Uarocci Bartolomeo, 6 condannato neiravere e nella
persona per la rivolta degli Otto di Balia di S. Ma-
ria Novella (an. 1378), 337, 5.
B.vroncelli Filippo di Giammori, fe nelle liste dei Priori
del 1354 gennaio-1355 gennaio, 248, 26 ; h Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1360 gennaio-1361 gennaio),
259, 5 ; e nuovamente Gonfaloniere (liste 1366 gen-
naio 1367 gennaio), 266, 39.
Baroncelli Gherardo di Micco, e nelle liste dei Priori
del 1312 febbraio-1313 febbraio, 114, 34 ; c del 1333
dicembre-1334 dicembre, 177, 25.
Baroncelli Giovanni di Piero di
BANDiNO,e Gonfaloniere di Giustizia {liste 138$
maggio-1386 aprile), 443, U.
Baroncelli Piero di Bandino, 6 nelle liste dei Priori
del 1350 gennaio-1351 gennaio, 240, 21.
Baroncelli Rinaldo, 6 nelle liste dei Priori del 1306
febbraio-1307 febbraio, 99, 34.
Baroncelli Salvestro di Bivigliano, viene el. a rap-
presentare il Convune di Firenze al battesimo del
figlio del Duca di Calabria (an. 1327), 152, 39.
Baroncelli Tano, 6 nelle liste dei Priori del 1323 feb-
braio, 1324 febbraio, 135, 31 ; e del 1328 dicembre-
1329 dicembre, 161, 1.
Baroncelli Vanni di Bandino, 6 nelle liste dei Priori
del 1332 dicembre-1333 dicembre, 175, 32.
Baroncelli (de") Beltramo di Bivigliano, 6 nelle liste
dei Priori del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 28.
Baroncelli (de') Francesco di Giammori, h nelle listc
dei Priori del 1332 dicembre-1333 dicembre, 175, 13.
Baroncelli (de') Gherardo, fe nelle liste dei Priori del
1336 dicembre-1337 dicembre, 186, 23.
Baroncelli (db') Salvestro di Manetto, k nelle liste
dei Priori del 1333 dicembre-1334 dicembre, 177,
24 ; e del 1338 dicembre-1339 dicembre, 188, 5.
Baroncelli (de') Simone, viene fatto cavaliere dai
Ciompi (an. 1378), 324, 8.
Baroncblli (de') Tano di Mico, 6 nelle liste dei Priori
del 1298 febbraio-1299 febbraio, 78, IT ; e del 1314
febbraio-1315 febbraio, 119, 11.
Baroncelli (case DEi), abbattute per la costruzione
della piazza dei Priori (an. 1373), 288, 5-6.
Baronci Chimento Booncristiani, 6 nelle liste dei
Priori del 1345 maggio-1346 maggio, 226, 42.
Baronci Diodato [Diedato], 6 nelle liste dei Priori del
1330 dicembre-i33r dicembre, 167, 21 ; e del 1332
dicembre-1333 dicembre, 175, 37.
Baronci Galeazzo di Tommaso, 6 nelle liste dei Priori
del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 27.
Baronci Tommaso, e nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-1347 gennaio, 228, 24 ; del 1353 gennaio-1354
gennaio, 246, 30 ; del 1357 gennaio-1358 gennaio,
252, 18 ; e del 1360 gennaio-1361 gennaio, 259, 17.
Baroncini Bartolo.meo di Giovanni, partecipa airuffi-
cio di Balia per la riforma del Governo (an. 1381),
409, 41.
Barone, V. Aliotti B. ; Cappelli B. ; Risaliti (de') B.
Barone (di), V. Alcssio di B. ; Giorgio di B.
Baroni Giorgio, h Gonfaloniere di Giustizia (liste 1337
dicembre-1338 dicembre), 187, 3 ; e di nuovo Gonfa-
loniere (liste 1346 maggio-1347 gennaio), 229, 20.
Baroni Simone di Geri, h nelle liste dei Priori del 1371
gennaio-1372 gennaio, 279, 11.
Baroni Simone di Giorgio, h nelle liste dei Priori del
1366 gennaio-i36y gennaio, 266, 20 ; e Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1383 setterabre-1384 aprile), 435,
16.
Baroni Tommaso, ^ nelle liste dei Priori del 133S
dicembre-133^ dicembre, 187, 18.
Bartoli Lapo da Sesto, notaio dei Priori, ric, 68, 13.
Bartoli Tommaso, 6 nelle liste dei Priori del 1372 gen-
naio-1373 gennaio, 284, 5 ; e del 1373 gennaio-1374
gennaio, 289, 21.
Bartolini Bartolomeo diLeonardo,
i nelle liste dei Priori del 1385 maggio-1386 aprilr,
443, 32.
Bartolini Bernardo di Cino, scrive alla Signoria di
Firenze in nome del Duca D'Angi6 per annunziarc
la venuta in Italia di .Luigi D'Angi6, figlio del detto
Duca, e per sollecitare gli aiuti fiorentini per lui
(an. 1381), 411, 30-37.
Bartolini Francesco, h nelle liste dei Priori del 1354
gennaio-1355 gennaio, 248, 24 ; e del 1358 gennaio-
1359 gennaio, 254, 25.
Bartolini Guccio di Cino, 6 nelle liste dei Priori del
1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 5 ; h tra i capi
della Parte guelfa accorsi in sua difesa contro gli
avversari popolani (an. 1378), 318, 10-19; 6 dei
Cinquantadue cittadini cui viene data Balia, insieme
ai Priori e CoIIegi, per la riforma del Governo (an.
1381), 396, 1.
Bartolini Leonardo, h nclle listc dei Priori del 1361
gennaio-1362 gennaio, 260, 29.
Bartolini Paolo [Pagolo], h nelle liste dei Priori del
1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 35.
Bartolino di Cenni, V. Alberli B. di C.
Bartolino (di), V. Gherardo di B. ; Guccio di Cino di
B. ; Neri di B. ; Simone di B.
Bartolo, V. Anchioni (degli) B. ; Bandini B. ; Bernardi
B. ; BoHciani B. ; Bonghi B. ; Buonafede B. ; Chier-
470
INDICE ALFABETICO [Bartolo di Bandino-Bartoloineo di CioTamii
montieri B. ; Cini B. ; ConUsse B. ; Filippi B. ;
OalloMti B. ; Giannini B. ; Gtuci B. ; Juntini B. ;
Ma$i B. ; Moretli B. ; Neri B. ; Nevaldini B. ; 0>--
landini B. ; Paradisi {de') B. ; i7t£C» (<f<') B. ; Sangui-
gni B. ; Strada B.
Bartolo di Bandino, k Gonfaloniere di Giustizia (liste
1303 febbraio-1304 febbraio), 95, 2 ; 6 nelle liste dei
Priori del 1317 febbraio-i^iS febbraio, 124, 26.
Bartolo di Bardo da Montespertoli, b nelle liste dei
Priori del 13H febbraio-1312 febbraio, 112, 26.
Bartolo di Betto, d nelle liste dei Priori del 1383 luglio-
1384 agosto, 428, 2.
Bartolo di Bonafede, e Buonafede, k nelle liste dei
Priori del 1316 febbraio-i^iy febbraio, 123, U;
del 1319 febbraio-i32o febbraio, 126, 14 ; del 1320
febbraio-1321 febbraio, 127, 12 ; del 1324 febbraio-
T325 febbraio, 148, 0; e del 1327 febbraio-1328
febbraio, 158, 0.
Bartolo di Bonaiuto, notaio dei Priori, ric, 251, 9.
Bartolo di Borgo, V. Rinaldi B. di B.
Bartolo da Castbllo Fiorbntino, h nelle liste dei
Priori del 1341 dicembre-1342 dicembre, 190, 27.
Bartolo di Cece, h nelle liste dei Priori del 1383 luglio-
1384 agosto, 427. 39.
Bartolo di Cenni, V. Biliotti B. di C.
Bartolo di Chermontese, notaiodei Priori, ric, 246, 16.
Bartolo di Chermontieri, notaio dei Priori, ric, 229,
42; 240, 13.
Bartolo del Chiaro, V. Bonarli B. del C.
Bartolo Ciai, t». Benvenuti B. C.
Bariolo di Cino, k nelle liste dei Priori del 1359 gennaio-
1360 gennaio, 256, 6.
Bartolo di Cino, V. Benvenuii B. di C.
Bartolo di Cione Benintendi, k nelle liste dei Priori
del 1307 febbraio-1308 febbraio, 102, 14.
Bartolo di Filippo, fe nelle liste dei Priori del 132O
febbraio-1327 febbraio, 155, 11.
Bartolo di GiovANNi, V. Siminetti.
Bartolo di Jacopo, V. Bardi {de') B. di J ; Buere B.
di J.
Bartolo di Jacopo (vocato Baroccio), cardassiere,
viene nominato Gonfaloniere di Giustizia ma poi
viene imraediatamente sostituito per la soppressione
deirarte dei Ciompi (an. 1378), 331, 35 ; 335, 34.
Bartolo Lana, 6 nelle liste dei Priori del 1370 gennaio-
1371 gennaio, 275, 42.
Bartolo di Lapo, V. Benci B. di L.
Bartolo di Lore, fe nelle liste dei Priori del 1346 maggio-
1347 gennaio, 229, 18 ; del 1352 gennaio-1353 gen-
naio, 242, 13 ; del 1356 gennaio-1357 gennaio, 251,2.
Bartolo di Lotto, V. Bastari B. di L ; Bischeri B. di L.
Bartolo di Manetto, V. Bonricoveri B. di M.
Bartolo di Mannuccio, V. Rucellai B. di M.
Bartolo di Martino, V. Peruzzi B. di M.
Bartolo di Maso, ^ nelle liste dei Priori del 1364
gennaio-1365 gennaio, 264, 45.
Bartolo ni Maso, v. Bonciani {de') B. di M.
Bartolo di Michele, va ambasc del Comxine fioren-
tino in Arezzo (an. 1380), 379, 4.
Bartolo di Morb, V. Vbaldini B. di M.
Bartolo di Morello, h nelle liste dei Priori del 1331
dicembre-1332 dicembre, 169,22.
Bartolo di Neri, pizzicagnolo, k nelle liste dei Priuri
del 1346 maggio-1347 gennaio, 228, 30.
Bartolo Di Neri, notaio dei Priori, ric, 226, 87 ; 260,
4 ; i. nelle liste dei Priori del 1332 geniuiio-i3j3 gen-
naio, 242, 8.
Bartolo d'Orlandino, 6 nelle liste dei Priori del 1294
febbraio-1295 febbraio, 74, 40 ; e del 1310 febbraio-
1311 febbraio, 108, 13.
Bartolo di Riccardo, del popolo di S. Ambrogio, viene
fatto decapitare per trame contro lo Stato (an. 1380),
387, 1«.
Bartolo di Ridolfo, V. Guidi B. di R.
Bartolo da Roffiano, notaio dei Priori, 235, 32.
Bartolo di Sanguigno,^ nelle liste dei Prtori
del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 11.
Bartolo di Tino, 6 nelle liste dei Priori del 1375 gennai'>.
1376 gennai"", 299, 27.
Bartolo di Tommaso, 6 nclle liste dei Priori del 1345
maggio-1346 maggio, 227, 28.
Bartolo di Vanni, V. Pucci B. di V.
Bartolo (di), v. Antonio di B.; Banco di B. ; Firenze di
B. ; Giovanni di B. ; Lapo di B. ; Lodovico di Banco di
B. ; Pierozzo di B. ; Priore di B. ; Stagio di B. ; Totn-
maso di B. ; Zanobi di B. ;
Bartolomeo, V. Cambini B.
Bartolomeo di Alamanno, notaio dei Priori, ric, 164, 4 1 .
Bartolomeo di Alamanno, V. Medici (dei) B. di A.
Bartolomeo Aldobrandini, V. Alfani B. A.
Bartolomeo di Andrea, i». Bardi {de') B. di A.
Bartolomeo di Bandino, fe nelle liste dei Priori del
1380 marzo-1381 febbraio, 391, 20.
Bartolomeo del Bellaccio, k nelle liste dei Priori
del 1375 gennaio-1376 gennaio, 298, 40.
Bartolomeo di Benedetto, V. Capitani B. di B.
Bartolomeo di Bernardo, viene condannato neiravere
c nella persona (an. 1381), 400, 30.
Bartolomeo di Bianco, 6 degli Otto ufficiali incaricati
della vendita dei beni dei ribelli (an. 1380), 386, 18 ;
viene bandito e condannato neiravere e nella persona
(an. 1381), 400, 3.
Bartolomeo di Bonaiuto, notaio dei Priori, ric, 291,
28.
Bartolomeo di Caroccio, V. Alberti (degli) B. di C.
Bartolomeo da Castelfiorentino, k nelle liste dei
Priori del 1326 febbraio-1327 febbraio, 155, 28 ;
e del 1334 dicembre-1335 dicembre, 179, 22.
Bartolomeo di Dante, V. Guidalotti B. di D.
Bartolomeo di Dino, 6 dei Priori (an. 1383 maggio-
giugno), 426, 5.
Bartolomeo di Dolfo del Bugliaffa, k dei Priori (an.
1381 marzo-1382 aprile), 406, 43.
Bartolomeo del Forese, notaio dei Priori, ric, 254, 18.
Bartolomeo di Francesco, V. Bisarnesi B. di F.
Bartolomeo da Gaggio, capitano nella compagnia di
S. Giorgio firmatario degli accordi con Firenze,
367, 8.
Bartolombo di Giovanni, V. Baroncini B. di G. ; Bonac-
eorsi B. di G.
[Bartolomeo di Giovanni-Battifollc]
INDICE ALFABETICO
471
Bartolomeo di Giovanni detto Dolce, viene condan-
nato nell'avere e nella persona (an. 1379), 344, 34.
Bartolomeo di GiovANNi Di RosiNA, viene condannato
neiravere e nella persona per trame contro lo Stato
(an. 1379), 344, 32.
Bartolomeo del Grasso, viene condannato nell'avere e
nella persona per la rivolta degli Otto di Balia di
S. Maria Novella (an. 1378), 337, 2.
Bartolomeo di Grazia, 6 condannato neiravere e nella
persona per trame contro lo Stato (an. 1378), 339, 16.
Bartolomeo di Guccio, V. Siminetti (de') B. di G.
Bartolomeo di Guiduccio, viene condannato nell'avere
e nelle persone e bandito dalla c. (an. 1381), 400, 14.
Bartolomeo di Jacopo Giambernardi, V. Adimari
[degli) B. d. J. G.
Bartolomeo di Lapo, V. Buti B. di L. ; Bombeni (de')
B. di L.
Bartolomeo di Leone, V. Simoni B. di L.
Bartolomeo di Lorino, h dei Cinquantadue c'ttadini cui
viene data la Balia, insieme ai Priori e CoUegi, per la
riforma del Governo (an. 1381), 396, 11 ; 410, 15.
Bartolomeo di Lorino, V. Bonaittti B. di L.
Bartolomeo di Lotto, i;. Peruzzi [de') B. di L.
Bartolomeo di Luca, V. Banchelli B. di L.
Bartolomeo di Maffeo, h dei Priori (an. 1379 marzo-
aprile), 342, 24.
Bartolomeo di Marco, 6 di Quarantatre cittadini el.
in aggiunta agli altri della Balia gia nominati (an.
1381), 404, 41.
Bartolomeo di Martino, V. Gtiardi B. di M.
Bariolomeo di Maso da Pietramala, V. Tarlati (de')
B. di M. da P.
Bartolomeo di Micuccio, 6 dei Priori (an. 1383 mag-
gio-giugno) 426, 2.
Bartolomeo di Naccio,u. Valentini B. di N.
Bartolomeo di Niccol6, k fatto dei Grandi (an. 1378),
321, 17.
Bartolomeo di Niccol6' [Niccolaio], v. Atbizzi (degli)
B. di N.
Bartolomeo di Niccol6 di Bonaventura, fe dei Priori
(an. 1380 settembre-ottobre), 383, 12.
Bartolomeo di Niccol6 di Cione, v. Ridolfi B. di N.
di C.
Bartolomeo di Piero, fe dei Priori (an. 1380 maggio-
giugno), 372, 11.
Bartolomeo di . . . da Prato, k bandito come ribelle
(an. 1379), 371, 3; uccide con altri sbanditi, in Arezzo,
Tambasc. fiorentino Giovanni di Mone (an. 1380),
379, 11-u.
Bartolomeo di Romeo, V. Savini B. di R.
Bartolomeo di Smiduccio da S. Severino, aderice
alla lega con Firenze contro il Pontefice (an. 1376),
297, 9-10 ; venuto in Firenze, pr. gli Otto di Balia
di S. Maria Novella, vieue accolto onorevolmente
(an. 1378), 331, 3-15 ; voci, fatte correre forse ad
arte, che questi volessero farlo signore della c,
333, 8-9 ; cf. " CXII, 12-30 ".
Babtolomeo di Stefano, V. Acciaiuoli (degli) B. di S.
Bartolomeo di Tommaso, u. Corbinelli B. di T.
Baktolomeo di Ventura, V. Monachi t Monaci B. di V.
Bartolomeo di Zanobi, 6 nelle liste dei Priori del 1382
(settembre-gennaio), 424, 19.
Bartoluccio, V. Guiducci B.
Bartoluccio (di), V. Jacopo di B.
Barucci, fam. fiorentina del quartlere Duomo, 21. 12 ;
di parte guelfa, 28, 29.
Barucci Agnolo, 6 dei Priori (an. 1379 gennaio-febbraio),
362, 1.
Barucci Sandro di Donato, e nelle liste dei
Priori del 1363 geHnaio-1364 gennaio, 264, 16.
Basilio di Matteo, viene condannato neiravere e nella
persona per trame contro lo Stato (an. 1379), 365, 44.
Basilio (di), V. Sandro di B.
Bastari Bartolo di Lotto, 6 nelle liste dei Priori dcl
1312 febbraio-1313 febbraio, 115, 14.
Bastari (de') Cionetto di Giovenco, h nelle liste dei
Priori del 1302 febbraio-1303 febbraio, 90, 36 ; del
1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 20; del 1310 feb-
braio-1311 febbraio, 108, 25 ; 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1314 febbraio-1315 febbraio), 119, o ; c
di nuovo nelle liste dei Priori del I316 febbraio 1317
febbraio, 123, 15 ; del 131Q febbraio-1320 febbraio,
126, 4 ; e del 1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 23.
Bastari (de') Filippo di Cionetto, 6 nelle liste dei
Priori del 1345 maggio-1346 maggio, 227, 9 ; fe Gon-
faloniere di Giustizia (liste 1349 gennaio-1350 gen-
naio), 235, 29 ; 6 di nuovo nelle liste dei Priori del
1354 gennaio-1355 gennaio, 248, 9 ; del 1364 gen-
naio-1365 gennaio, 265, 9 ; 6 ancora Gonfaloniere
(liste 1368 gennaio-1369 gennaio), 273, 26; difende
nel Consiglio dei Richiesti nel palazzo della Signoria
i compagni congiurati invocanti la difesa dalle sette
degli Albizzi e dei Ricci (an. 1272), 281, 25-32 ; k
nuovamente Gonfaloniere di Giustizia (liste 1373
gennaio-1374 gennaio), 288, 37 ; viene inviato dal
Comune ambasc. in Rimini pr. Carlo di Durazzo,
378, 10-11 ; 6 dei Cinquantadue cittadini cui viene
datala Balia per la riforma dcl Governo (an. 1381),
395, 37 ; viene el. di nuovo Gonfaloniere di Giusti-
zia (liste 1383 Iuglio-1384 agosto), 428, 35 ; viene
mandato ambasc. pr. Urbano VI a Genova (an. 1385),
438. 3-4.
Bastari (de') GiACHETTO Di Pagno, h nelle listc dei
Priori del 1312 febbraio-1313 febbraio, 114, 25.
Bastari (de') Giovenco di Cionetto, 6 nelle liste dei
Priori del 1321 febbraio-1322 febbraio, 128, 32 ;
e del 1330 dicembre-1331 dicembre, 167, 22.
Bastati (de') Giovenco di Cionetto, k Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1332 dicembre-1333 dicembre),
175, 38.
Batb, V. Francesco vocato Bate ; Tornabelli (de') B.
Batb (di), V. Giusto di B.
Bati Giusto IJusto], d nelle liste dei Priori del 1356 gen-
naio-1357 gennaio, 251, 10.
Batino, V. Cambittzzi B.
Battagliuzzo di Rustichello, 6 nelle liste dei Priori
del 1305 febbraio-1306 febbraio, 97, 26.
Battezzoni Battbzzino, fe Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1312 febbraio-1313 febbraio), 114, 25.
Battifollb (da) Guido, conte, [della fam. dei conti
m
INDICE ALFABETICO
[B>ttifoll«.Belc*pi'
Gufdi (v.)] viene nominato, in seguito a sollecitarioni
delle fam. fiorentine dei Grandi, dei Mercatanti c
degli Artefici, avversi alla fazione di Simeone della
Tosa, Vicariodi re Roberto (an. 1316), 121, 1-4 ; me-
diante i suoi aiTiti le predette fam. possono otte-
nere finalmente I'alIontanaraento del Bargello fatto
nominare dalla fazione pred., 121, 6-22 ; viene in
aiuto dei Fiorentini durante la rivolta contro il
Duca d'Atene (an. 1343), 206, 34.
Battifollb (da) SiMONE, conte, [della fam. dei conti
Guidi (v)] viene con sue genti in aiuto dei Fiorentini
durante la rivolta contro il I>uca d'Atene (an. 1343),
206, 34 ; accompagna il detto Duca sino ai confini
e lo costringe, per incarico del Comune di Firenze,
a rinnovare e riconfermare la siia definitiva rinuncia
alla signoria della c., 209, 21-33 ; in riconoscimento
dei .servigi da lui resi al Comune in questa contin-
genza gli vengono restituite dal Comune stesso le
terre di Ampinana, Moncione e Baldischio, 217,
23-25.
Battifolle (da) Ugo di Guido, conte, [della fam. dei
conti Guidi (v)] toglie ai Fiorentini alcune terre del
castello di Ampinana (an. 1325), 145, 11-12 ; ma
gli vengono presto riprese dai Fiorentini stessi,
163, 13.
Battimamhe Piero Dl-FoRNAio, k uelle liste dei Priori
del 1318 febbraio-1319 febbraio, 125, 2.
" Beatrice Di Obizo d'Este, moglie di Galeazzo Vi-
sconti, nomina Coppo Stefani sno procuratore per
riscuotere, insieme a due altri, certe somme a lei do-
vute, 101, 4-7".
Beccanugi Ammannato di Rota, h nelle liste dei Priori
del 1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 36.
Beccanugi Bernardo di Jacopo, k nelle liste dei Priori
del 1361 gennaio-1362 gennaio, 260, 28 ; del 1364
gennaio-1365 gennaio, 265, 15 ; del 1368 gennaio-
1369 gennaio, 273, 23 ; gli viene data alle fiamme
la casa dai Ciompi (an. 1378), 322, 40 ; viene con-
dannato neiravere e nella persona per trame contro
lo Stato, 339, 11 ; 6 di nuovo condannato per tra-
me (an. 1379), 365, 29 ; gli viene fatta abbattere
la casa (an. 1380), 379, 20-21 ; richiamato dal bando,
insieme ad altri, viene poco dopo di nuovo bandito
dalla c. per tumulti e rivolte (an. 1382), 408, 13.
Beccanugi Bindello di Simone, h nelle liste dei Priori
del 1312 febbraio-1313 febbraio, 114, 40 ; e del 1324
febbraio-1315 febbraio, 148, 1.
Beccanugi Boninsegna di Buonaccorso, e nelle liste
dei Priori del 1290 dicerabre-i29i dicembre, 68, 18.
Beccakugi Ciangheri di Boninsegna, k Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1305 febbraio-1306 febbraio), 97,
23 ; h nelle liste dei Priori del 1314 fdbbraio-i^is
febbraio. 119. 9.
Beccanugi Jacopo di Bernardo, vocato Moscone, 6
condannato, insieme al padre, neiravere e nella per-
sona per trame contro lo Stato (an. 1378), 339, 12 ;
viene bindito dalla c. come ribelle (an. 1380), 370. 30.
Beccanugi Luigi di Bernardo. vocato anch'csso, Mo-
scon» (!), 4 condannato, insieme al padre, neU'avere
« nella persona per trame contro lo Stato (an. 1379),
365, 23; viene bandito dalla c. come rtbelle (-lu
1380), 370, 31.
Beccanugi, detto Moscone, figlio di Bemardo (»ic), (>
sopra Btocanugi Jacopo e Beccanugi Luigt), nccide, tn-
sicme ad altri sbanditi fiorentini in Arezzo, Giovanni
di Mone, ambasc. inviato li dal Comune di Fireiue,
(an. 1380) 379, 10-12 ; in seguito di che vengono dichia-
rati ribelli tutti i suoi consorti e viene fatta abbattere
la casa di Bernardo, suo padre, posta sulla piazza di
S. Michele Berteldi, 379. 17-21 ; fc nominato dal Par-
lamento, convocato dagli sbanditi richiamati e dai
Ciompi, Castellano di Sangemignano (an. 1382),
407. 36 ; viene nuovaraente cacciato in bando dal
Podesta. 408. 13 ; viene annullata la sua nomina
a Castellano, 411, 15.
Beccanugi Salvino, fe nelie liste dei Priori dcl 1350
gennaio-1351 gennaio, 240, 13.
Beccanugi Salvino di Simone, 6 nellc liste dei Prion
del 1354 gennaio-1355 gennaio, 248, 2.
BeCCANUGI (de') BONINSEGNA, fe nomiuato Comiiapn-.
dei Priori (an. 1295), 74, 26.
Beccanugi (de') Cesso di Boninsegna, t nelle listc dci
Priori del 1297 febbraio-1298 febbraio, 77, 15.
Beccanugi (de') Jacopo d'Adimare, h Gonfalonicre di
Giustizia (liste 1326 febbraio-1327 febbraio), 155,25.
Beccanugi (de') Jacopo di Ceffo, 6 nelle liste dei Priori
del 1343 aprile-1344 aprile, 218, 26.
Beccanugi (de') Leonardo di Niccol6 b nelle liste
dei Priori del 1362 gennaio-1363 gennaio, 262. 30 ; del
1366 gennaio-1367 gennaio, 266. 24 ; fe Gonfaloniere
di Giustizia (list*? 1373 gennaio-1374 gennaio), 288,
37 ; e di nuovo (liste 1377 gennaio-1378 gennaio),
314, 27 ; viene escluso dagli uffici per trc anni (au.
1379), 363, 29.
Beccanugi (de') Piero Ceffi, e nelle liste dei l'riori
del 1328 dicembre-1329 dicembre, 160, 43 ; v. iinche
Beccanw^i {de') Piero di Ceffi.
Beccanugi (de') Piero di Ceffi, fe nelle liste dei Priori
del 1332 dicembre-1333 dicembre, 175, 17 ; v. anchs
Beccaniigi (de') Piero Ceffi.
Beccanugi (de') Teghiaio, 6 nelle liste dei Priori del
1308 febbraio-1309 febbraio, 104, 5.
Becchi Francesco del Boccio, viene ammonito (an.
1359), 255. 19.
Becchi Gianni. h nelle liste dei Priori del 1282 (ottobrc-
dicembre). 58, 24 ; del 1284 dicembre-1285 dicembre,
61, 2 ; e del 1289 dicembre-1290 dicembre, 67, 3.
Becchini Mettino, h nelle liste dei Priori del 1361 gen-
naio-1362 gennaio, 260, 18.
Becco, V. Francesco di Michele vocaio B.
Beccuto (del) Castello di Lippo, k nelle liste dei Priori
del 1347 gennaio-1348 gennaio, 229. 39 ; e del 1355
gennaio-1356 gennaio. 249. 28.
Beccuto (del) Maruccio di Geremia, k Gonfalonierc
di Giustizia (liste 1309 febbraio-1310 febbraio), 106,
23; 6 nelle liste dei Priori del 131 1 febbraio 1312
febbraio, 112, 30.
Beccuto (del) Lottieri di Besincasa, fe nelle liste dei
Priori del 1290 dicembre-1291 dicembre. 68, 11.
Belcari Doccio, fe nelle liste dei Priori del 1295 febbraio
'BeIcaro>Benciveiiiu]
INDICE ALFABETICO
473
1296 febbraio, 75, 42 ; e del 1301 febbraio-1302 feb-
braio, 88 18.
Belcaro, t;. Bonaiuti B.
Belcaro di BoNAiuTO, 6 nelle liste dei Priori del 1324
febbraio-1325 febbraio, 148, 8.
Belcaro (di), V. Pugio di B.
Belforte, castello del Mugello, venduto dal Conte Guido
al Comune di Firenze (an. 1373) 287, 16.
Belfredelli Adoardo, & fatto Consigliere dei Priori
(an. 1343), 211, 13.
Belfredelli Gentile di Lippo, e nelle liste dei Priori
del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 32.
Belfredelli Salvestro d'Adoardo, 6 nelle liste dei
Priori del 1347 gennaio-1348 gennaio, 230, 1.
Belfredelli Tile di Filippo, 6 nelle liste dei Priori
del 1321 febbraio-1322 febbraio, 128, 22.
Beliotto (di), V. Maiteo di B.
Bella (della), fam. fiorentina d'01tramo, 21, 12 ; di
parte guelfa, 28, 24.
Bella (della) Giano, 6 nelle liste dei Priori del 1288
dicembre-1289 dicembre, 65, 14 ; del 1292 febbraio-
1293 febbraio, 72, 2 ; 6 odiato dai Grandi perchfe ri-
tenuto ispiratore ed autore degli Ordini di Giustizia
contro di loro, 72, 30-36 ; viene accusato di voler
perturbare lo Stato, 73, 8-9 ; il popolo si schiera in
suo favore, 11-13, ma egli rifiuta di difendersi e
viene quindi bandito dalla c. (an. 1295), 73, 13-16.
Bella (della) Taldo, k nelle liste dei Priori del 1292
febbraio-1293 febbraio, 72, 4.
Bellaccio di Puccio, 6 nelle liste dei Priori del 1341
dicembre-1342 dicembre, 191, 2 ; 199, 2 ; e del 1346
maggio-1347 gennaio, 228, 7.
Bellaccio (del), V. Bartolomeo del B ; Marco del B.
Bellandi Albizzo di Lippo, h nelle liste dei Priori del
1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 27 ; e del 1357 gen-
naio-1358 gennaio, 252, 4.
Bellandi Monte di Lippo, h nelle liste dei Priori del
1355 gennaio-1356 gennaio, 249, 26.
Bellandi Tignoso, h nelle liste dei Priori del 1295 feb-
braio-1296 febbraio, 75, 38 ; del 1298 febbraio-i299
febbraio, 78, 18 ; e del 1303 febbraio-1304 febbraio,
94, 27.
Bellicozzi Giona Aglioni, 6 nelle liste dei Priori de)
1292 febbraio-1293 febbraio, 72, 9.
Bellincione, V. Cacciafuori B.
Bellincione di Neri, V. Aldobrandini B. di N.
Bellincione d'Uberto, V. Albizzi (degli) B. di U.
Bellincione (di), V. Cambio Aldobrandini di B.
Bellincioni Neri d'Aldobrandino, h nelle liste dei
Priori del 1297 febbraio-1298 febbraio, 77, 14 ; fe
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1304 febbraio-
1305 febbraio), 96, 13.
Belisario [Bellisario], viene inviato in Italia dairimpe-
ratore Giustiniano contro i Goti, 16, 36-37.
Bello d'Alberto, 6 nelle liste dei Priori del 1301 febbraio-
1302 febbraio, 88, 25 ; e del 1307 febbraio-1308 feb-
braio, 102, 7.
Bello di Lippo, V. Mancini (de') B. di L.
Bello di Lodovico di Donato, viene ammonito (an.
1358), 253. 39.
Bello di Niccola, V. Mancini B. di N.
Bello (del), V. Avvogado di Gherardo del B. ; Benedelto
di Geri del B. ; Gherardo del B.\ Giovanni di Geri del
B. ; Simone di Gherardo del B.
Bellondi (de') Vanni d'Oderigo, k nelle liste dei Priori
del 1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 38.
Bellotti Feduccio d'Andrea, h nelle liste dei Priori
del 1382 gennaio-1383 aprile, 425, 11.
Beltramo, V. Balzo (del) B. : Pazzi (de') B.
Beltramo di Bivigliano. V. Baroncelli (de') B. di B.
Beltramo di Pietro, t;. Davanzi B. di P.
Benci Bartolo di Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1319
febbraio-1320 febbraio, 126, 21 ; 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1324 febbraio-1325 febbraio), 147,
39 ; e di nuovo Gonfaloniere (liste 1328 dicembre-
1329 dicembre), 161, 3 ; e nelle liste dei Priori del
1334 dicembre-1335 dicembre, 179, 25.
Benci Bencino di Sanna, h nelle liste dei Priorj del 131 1
febbraio-i3r2 febbraio, 112, 22 ; e del 1315 febbraio-
1316 febbraio, 121, 37.
Benci Ciriaco di Guernieri, h nelle liste dei Priori del
1368 gennaio-1369 gennaio, 273, 31.
Benci Fblice di Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1344
maggio-1345 maggio, 222, 26.
Benci Filippo Bencini del Sanna, h Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1328 dicembre-1329 dicembre),
160, 37.
Benci Giovanni di Taddeo, 6 degli Otto ufficiali inca-
ricati della vendita dei beni dei condannati nello
avere e nella persona (an. 1380), 372, 37 ; h dei
Priori (an. 1380 novembre-dicembre), 384, 7.
Benci Jacopo di Lapo, notaio dei Priori, ric, 177, 23.
Benci Sanna, 6 nelle liste dei FViori del 1301 febbraio-
1302 febbraio, 88, 32.
Benci Simone, h nelle liste dei Priori del 1295 febbraio-
1296 febbraio, 75, 47.
Benci Simone di Donato, 6 nelle liste dei Priori del 1349
gennaio-1350 gennaio, 235, 9 ; e del 1354 gennaio-
1355 gennaio, 248, 12.
Benci Zucchero di Lapo, k nelle liste dei Priori del 1315
febbraio-i3i6 febbraio, 122, 14.
Benci di Bruno, h nelle liste dei Priori del 1348 gennaio-
1349 gennaio, 233, 30.
Bknci di Cionk, 6 nelle liste dei Priori del 1373 gennaio-
1374 gennaio, 289, 8.
Benci (di), V. Ruggerino di B.
Bencini Bonaiuto, notaio dei Priori, ric,
266, 41.
Bencio (di), V. Lapo di Biondo di B.
Bencivenni Banco di Puccio, k Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1320 febbraio-1321 febbraio), 127, 13 ;
e di nuovo Gonfaloniere (liste 1331 dicembre-1332
dicembre), 169, 1.
Bencivknni Bencivknni di Simone, h Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1359 gennaio-i36o gennaio), 256, 9.
Bencivenni Bernardo, notaio dei Priori, ric, 131, 1*.
Bencivenni Francesco dkl Bene, 6 nelle liste dei
Priori del 1321 febbraio-1322 febbraio, 129, 2.
Bencivenni Jacopo di Banco di Puccio, h nelle liste
dei Prjori del 1349 gennaio-1330 gennajo, 235, «S ;
474
INDICE ALFABETICO
[Baociv
ni.B.
i GonfeUoniere di Giustitia (liste 1364 gennaio-i36$
gennaio), 265, t» ; e di nuovo Gonfaloniere (liste
1370 gennaio-1371 gennaio), 276, 1* ; e nelle liste
dei Priori del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, M.
Bbncivenni Lapo, k nelle liste dei Priori del 1292 feb-
braia-1293 febbraio, 72, 12; del 1296 febbraio-1297
febbraio, 76, 15; del 1310 fcbbraio-1311 febbraio,
108, S3 ; e del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 33.
Bkncivbnni NiccoLd, 6 nelle liste dei Priori del 1358
gennaio-i35g gennaio, 254, 25.
Bkncivenni Nuto, 6 nelle liste dei Priori del 1318 feb-
braio-1319 febbraio, 125, 17.
Bencivenni Tancredi, notaio dei Priori, ric, 69, 7 ;
72, 12 ; 74, 12 ; 6 nelle li.ste dei Priori del 1304 feb-
braio-1305 febbraio, 96, 20.
Bbncivenni Ugohni, notaio dei Priori, ric, 62, 30.
Bencivknni Zanobi di Banco di Puc-
cio, i nelle liste dei Priori del 1366 gennaio-i36y
gennaio, 266, 7.
Bencivenni, V. Buonsostegni {de') B. ; Grazini B. ; So-
stegni B. ; Ugolini B.
Bencivknni d'Albizzo, k nelle liste dei Priori del 1345
maggio-1346 maggio, 227, 23.
Bencivenni di Folco, 6 nelle liste dei Priori del 13x4
febbraio-1315 febbraio, 118, 30.
Bencivenni di Lippo, v. Mancini B. di L.
Bencivknni di Pierotto, 6 nelle liste dei Priori del
1346 maggio-1347 gennaio, 229, lo.
Bencivknni di Salvi. V. Bonagi B. di S.
Bkncivenni di Zanobi, fe nelle liste dei Priori del 1353
gennaio-1354 gennaio, 245, 35.
Bkncivenni (di), t». Cione di B. ; Guido di B. ; Jacopo
di B. ; Lapo di B. ; Neri di B. ; Ristoro di B.
Bkncivikni Vanni Ugolini, 6 nelle liste dei Priori del
1290 dicembre-1291 dicembre, 67, 39.
Bknk d'Albizzino, h nelle liste dei Priori del 1383 set-
tembre-1384 aprile, 434, 39.
Bbnk di Bkuno da Vispignano, notaio dei Priori, ric,
124, 15.
Bknk dkl Chiaro, 6 nelle liste dei Priori del 1318 feb-
braio-1319 febbraio, 125, 23.
Benk di Jacopo, k nelle liste dei Priori del 1318 febbraio-
1319 febbraio, 125, 21.
Bknk da Vaglia, 6 nelle liste dei Priori del 1289 dicem-
bre-1290 dicembre, 67, 0 ; e del 1291 dicembre-
1292 dicembre, 69, 5.
Bkne (dkl), i;. Albizzo del B. ; Banco del B. ; Benedetto
di Jacopo del B. ; Betto di Tano del B. ; Bocchino del
B. ; Francesco Benevieni del B. ; Francesco di Jacopo
del B. ; Giovanni d' Amerigo del B. ; Guido del B. ;
Jacopo del B. ; Jacopo di Francesco del B. ; Lapaccio
delB.; Lapo del B. ; Nerlo del B. ; Taddeo del B.
Benk (di Skr), V. Niccold di Ser B.
Bknkdetti (di), V. Giovanni di Neri di B.
Bknkdktto XI, pp., invia a Firenze per la pacificazione
degli animi il Card. da Prato (an. 1304), 91, 18-20 ;
in seguito a sollecitazioni del pred. e del Card. Na-
poleone Orsini invia nella stessa c pel medesimo
scopo due altri suoi legati, ma anche questi inutil-
meute (an. 1305), 93. 39-48.
Bknedktto, V. Tempi B.
Benbortto di Bartolomeo, V. Gucci B. di B.
Benedetto dal Buco, viene inviato a Rimini dal Co-
mune di Firenze ambasc. pr. Carlo di Durazzo della
Pace (an. 1380), 378, 11.
Bbnedbtto di DA Carlona, k dei capi della coa-
lizione democratica cbe reclama maggiore rigore sui
rei di complotti di {am. ricche e potenti (an. 1379),
344, \i. ; k posto a capo, per le Arti minori, dei citta-
dini in armi a presidio della c e del palazzo della
Signoria (an. 1379), 355, 26 ; va con altri dai Priori
per riferire loro il mormorio del popolo e per suggerire
rimedi. 361, 27.
Benedktto di Ciardo dal Buco, i Gonfaloniere di Giu-
stizia (an. 1380 maggio-giugno), 372, 17 ; viene
inviato ambasc pr. Carlo re di Poglia per Tincorona-
zione della regina Margherita sua moglic (an. 1381).
390, 18 ; fe degli Otto uf&ciali della guardia e par-
tecipa l>el quartiere S. Spirito alla Balia per la ri-
forma del Governo, 396, 39 ; gli viene affidato il
Gonfalone della Giustizia, 403. 37-38.
Benkdktto di Gkri del Bkllo, viene ammonito (an.
1377), 305, U ; 308, 35-36.
Bknkdktto di Giovanni, V. Ciai B. di G. ; Strotzi (de-
gli) B. di G.
Bknkdbtto di Guccio, v. Gennai B. di G.
Bknkdetto di Jacopo di Francksco dkl Benk, pro-
messe da lui fatte al Re d'Ungheria ed a Carlo della
Pace a nome del Comune di Firenze, (an. 1380),
380. 26-29.
Bknkdetto di Lando, V. Fortini B. di L.
Bhnedetto di Martino. notaio dei Priori, ric, 118,
31 ; 124, 34.
Bknbdktto di Nkri di Benedktto, k nelle liste dei
Priori del 1368 gennaio-1369 gennaio, 273, 38.
Bknkdetto di Pacino, V. Peruzzi (de') B. di P.
Benedetto di Piero, V. Morelli B. di P.
Benedktto. chiamato Scaffo. 6 condannato per trame
contro lo Stato a tre anni di confine oltre le set-
tanta miglia (an. 1378). 340. 13.
Bknrdktto di SiMONK. V. Gherardi B. di S.; Peruzri B. di S.
Bknkdktto di Tkndi. viene bandito e condannato nel-
Tavere e nella persona (an. 1381), 400, 32.
Bknedetto di Tkndi d ^ Carlona. 6 nelle liste dei FYiori
del 1378 (IugIio-2gosto). 326, 14.
Bknkdetto (di). V. Benedetto di Neri di B. ; Filippo di
B. ; Giovanni di B. ; Leonardo di Neri di B. ; Nrri
di B. ; Niccold di B.
Benefaffi (dkl e di). v. Lapo del o di B.
Bknevento. c r;c.. 436, 12.
Benghi, V. Buondelmonti B.
Bbnghi di Bartolo, V. Pancia B. d. B.
Benghi del Panza, k dkl Pancia, 6 dei Quarantatre
cittadini el. in aggiunta agli altri della Balia gia no-
minati (an. 1381), 405, 10 ; partecipa aUa nuova
Balia per l'Arte dei calzolai, 409, 33 ; fe sobillatore
di folle e tenta dominare su gli altri, 412, 43.
Benifassk. i'. Lapo B.
Bknincasa. t;. Altomena (d') B. ; Casini di Sassino B. ;
Fakhi B. ; Lottieri B. ; Struffaldi B.
[BenlncMa-BerluiKhiari]
INDICE ALFABETICO
475
Benincasa di Ciuto, notaio dei Priori, ric, 169, 5.
Benincasa di Fai-co, 6 nelle liste dei Priori del 1302
febbraio-1303 febbraio, 90, 35 ; del 1303 febbraio-
1304 febbraio, 95, 3; del 1317 febbraio-1318 feb-
braio, 124, 20 ; del 1327 febbraio-1328 febbraio.
158, 5 ; e del 1336 dicembre-1337 dicembre, 186, 6.
Benincasa di Francesco, 6 dei Priori, quale rappresen-
tante delle tre Arti minori aggiunte (an. 1378 set-
tembre-ottobre), 331, 29.
Benincasa di Michele, V. Ristori B. di M.
Benincasa (di), V. Bernardo di B. ; Domenico di B. ;
Francesco di B. ; Naddo di B. ; Scotto di B.
Benini Feo, 6 nelle liste dei Priori del 1374 gennaio-
1375 gennaio, 292, 10.
Bknini Piero, 6 condannato per trame in lire mille (an.
1381), 401, 17.
Benini Piero di Bindo, 6 fatto cavaliere dai Ciompi
(an. 1378), 324, 6.
Benini Stefano di Bindo, viene ammonito (an. 1378),
316, 18.
Benini Vanni, 6 nelle liste dei Priori del 1323 febbraio-
1324 febbraio, 135, 31.
Benini (de') Piero, 6 dei Priori (an. 1380 maggio-giu-
gno), 372, 12.
Benino di Bello, V. Borgoli B. di B.
Benino di Guccio, va ambasc. pr. re Carlo di Puglia
per rincoronazione della regina Margherita sua mo-
glie (an. 1381), 390, 24.
Benino (del e di), v. Feo di B, ; Salvi del B. ; Stefano
del B.
Benintendi, V. Bartolo di Cione B. ; Giovanni B. ; Piero
di Stefano B. ; Stefano B.
Benintendi Jacopo della Casa, notaio dei Priori,
ric, 284, 39.
Benintendi (di), V. Cione di B.
Bknivieni Cristofano di Giovanni, fe nelle liste dei
Priori del 1383 luglio-1384 agosto, 428, 42.
Benivieni Lapo d'Ugolino, & nelle liste dei Priori del
1296 febbraio-1297 febbraio, 76, 28.
Benivieni (di), V. MiQhele di B.
Benizi Bindaccio d'A n t o n i o, i nelle liste
dei Priori del 1383 maggio-1386 aprile, 443, 17.
Bknotto (di), V. Andrea di B.
Benozzi Benozzo di Francesco, 6 nelle liste dei Priori
del 1382 (settembre-gennaio), 424, 15.
Benozzo, V. Pieri B.
Benozzo d'Andrea, k nelle liste dei Priori del 1313
febbraio-i3r4 febbraio, 116, 14.
Benozzo di Cino, 6 nelle liste dei Priori del 1346 maggio-
1347 gennaio, 228, 12.
Bknozzo di Francksco d'Andrea, 6 nelle liste dei
Priori del 1359 gennaio-t36o gennaio, 255, 29 ; e
del 1376 gennaio-1377 gennaio, 307, 2.
Benozzo di Riccio, viene ammonito (an. 1360), 258, 24.
Benozzo di Ricco, 6 nelle liste dei Priori del 1357 gen-
naio-1358 gennaio, 252, 29.
Bknozzo (di), V. Andrea di B.
Bentaccorda, V. Bonaccorso B. ; Bonaccorso di Benci-
venghi B. ; Teo B.
Bbntaccorda (di), V. Deo di B. ; Manetto di B.
Bentaccordi, V. Bonaccorso B. ; Deo B. ; Nozzo di Ma-
netto B.
Benucci Benuccio di Piero, 6 dei FViori (an. 1380
settembre-ottobre), 383, 15.
Benvenuti Bartolo Ciai, 6 nelle liste dei Priori del
1356 gennaio-1357 gennaio, 250, 39.
Benvenuti Bartolo di Cino, i nelle liste dei Priori del
1346 maggio-1347 gennaio, 228, 8.
Benvenuti Carletto da Castelfiorentino, notaio
dei Priori, ric, 104, 18.
Benvenuti GiovANNi DA Sesto, notaio dei Priori, ric,
167, 25 ; 190, 20 ; h nelle liste dei Priori del 1348
gennaio-1349 gennaio, 233, 38.
Benvenuti Lippo di Puccio, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1307 febbraio-1308 febbraio), 102, 12 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1315 febbraio-1316 febbraio,
121, 37.
Benvenuti Maso, 6 nelle liste dei Priori del 1313 feb-
braio-1314 febbraio, 116, 9.
Benvknuti Matteo, 6 nelle liste dei Priori del 1328
dicembre-1329 dicembre, 160, 24.
Bknvenuti Nastagio di Francesco,
i nelle liste dei Priori del 1365 gennaio-1366 gennaio,
265, ie.
Benvknuti PiKRO Di Puccio, fe nellc liste dei Priori del
1317 febbraio-1318 febbraio, 124, 10.
Benvknuti Tikri, h nelle liste dei Priori del 1322 feb-
braio-1323 febbraio, 131, 31.
Benvenuti Uberto, viene ammonito (an. 1359), 255, 14.
Benvenuti Ugolino, 6 nelle liste dei Priori del 1282
(ottobre-dicembre), 58, i3.
Benvenuti Vanni di Puccio, 6 nelle liste dei Priori del
1298 febbraio-1299 febbraio, 78, 14 ; del 1302 feb-
braio-i303 febbraio, 91, 3 ; del 1305 febbraio-1306
febbraio, 97, 17 ; del 1308 febbraio-1309 fnbbraio,
104, 23; del 1310 febbraio-1311 febbraio, 108, 5;
del 1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 38 ; del 1313
febbraio-1314 febbraio, 116, 16 ; del 1316 febbraio-
1317 febbraio, 123, 3 ; e del 1318 febbraio-1319
febbraio, 125, 15.
Benvenuti (de") Uberto, viene ammonito (an. 1371),
277, 37.
Benvenuto, V. Ulivieri B.
Benvenuto di Piero, V. Nuti B. di P.
Benvenuto (di), V. Giovanni di B. ; Marco di B. ; Mat-
teo di B. ; Puccio di B. ; Tieri di B.
Bknzo di Filippo, v. Soderini B. di F.
Benzo di Guido, V. Ricci {de') B. di G.
Berardi Bonaccorso, 6 nelle liste dei Priori del 1383
higlio-1384 agosto, 428, 18.
Berardi Niccol6, 6 nelle liste dei Priori del 1380 marzo-
1381 febbraio, 391, 18.
Berardo da Rbcanati, caporale della Compagnia S.
Giorgio, firmatario degli accordi con Firenze, 366, 39.
Brrgo (di), V. Michele di B.
Berlinghikri di . . . Bkrlinghikri, ric, 442, 20.
Berlinghieri Biliotto, 6 nelle liste dei Priori del 1289
diceiabre-1290 dicembre, 67, 4.
" Berlinghisri dki Firidolfi, signori del castello di
Monte GrossoLi, L, 2 „.
476
INDICE ALFABETICO
[B*rliiifieri-B«rtaliio da GMtovaj
BsRLiNGiERi Jacopo di Bstto, ^ fielle
listc dei Priori det 1364 gennaio-ijSj gennaio, 265, t.
Bkrlinchieri (di), V. Jacopo di B.
B1CRNAB6, V. Magaluffi B. ; Visconti B.
BERNABUCCr BiAGio, partecipa come Gunfaloniere del
Orago, quartierc S. Spirito, alla Balia per la riforma
del Govcrno (an. 1381), 394, 29.
Bernardi Ansblmo di Palla, h nelle liste dei Priori
del 1305 febbraio-1306 febbraio, 98, 2.
Bernardi Bartolo, notaio dei Priori, ric, 95, 3.
Brrnardi Duccio di Palla, 6 nelle liste dei Priori del
1304 febbraio-1305 febbraio, 96, 18.
Bernardi Palla, 6 nelle liste dei Priori del 1282 dicem-
bre-1283 dicembre, 59, 19; e del 1284 dicembre-
1285 dicembre, 61, 12.
Bbrnardino di Giambono, V. Medici (de') B. di G.
Bkrnardo, V. Bencivenni B. ; Bordoni B. ; Catlani B. ;
Nelli B. ; Pacini B. ; Ravignani B.
Bernardo d'Aldobrandino, V. Rinaldi B. d'A.
Uernardo d'.\ndrea, 6 nelle li.ste dei Priori del 1377
gennaio-1378 luglio, 314, 23 ; 6 condannato per
trame contro lo Stato a lire mille ed a tre anni di
confine (an. 1378), 340, 17 ; i sobillatore di folle e
tenta elevarsi su gli altri, 412, 40 ; 6 dei Dieci cit-
tadini el. per provvedere ai bisogni per la venuta del
Siredi Couchy (an. 1384), 429, 16.
Bernardo del Bkne, V. Pepi B. del B.
Bernardo di Benincasa, notaio dei Priori, ric,
104,28.
Be^^nardo di Bernardo, del popolo di S. Piero Maggiore,
fatto giustiziare dal Capitano per complotti contro
lo Stato (an. 1379), 343, 30.
Bernardo di Castello da Quarata, fe nelle liste dei
Priori del 1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 2.
Bbrnardo di Cecco, V. Spina B. di C.
Bernardo di Chiarissimo di Meo, 6 fatto cavaliere dai
Ciompi (an. 1378), 324, 41.
Bernardo di Conte, notaio dei Priori, ric, 126, 17.
Bernardo di Covone. V. Covoni (de') B. di C.
Bernardo di Jacopo, V. Beccaniigi B. di J. ; Paganelli
B. di J.
Bernardo di Lapo, V. Ardinghelli B. di L. ; Magli (de')
B. di L.
Bernardo di Lapo Angiolini, V. Magli (de') B. di L. A .
Bernardo di Lippo di Cione, 6 condannato neiravere
e nella persona per trame contro lo Stato (an. 1378),
338, 30 ; (an. 1379), 365, 10 ; viene bandito come
ribelle (an, 1380), 370, 44.
Bernardo di Luigi, 6 dei Cinquantadue cittadini cui
viene data la Balia, insieme a Priori e Collegi, per la
riforma del Governo (an. 1381), 396. 36.
Bernardo di Manfredi, k nelle liste dei Priori del 1285
dicembre-1286 dicembre, 62. 10 ; e del 1291 dicembre
1292 dicembre. 69. 13.
Bernardo di Manfredi, V. Adimari (degli) B. di M.
Bernardo di Matteo, t;. Velluti (de') B. di M.
Bernardo di Neri, 6 nelle liste dei Priori del 1321 feb-
braio-1322 febbraio, 128. 37 ; e del 1335 dicembre-
1336 dicembre. 183, 15.
Bbrnardo di Nerozzo, V. Alberti (degli) B. di N.
Bernardo di N1CCOL6 Di BoccHiNO, viene escluso per
sempre dagli ufBci (an. 1381), 401, 38.
Bernardo di Paolo di Luti, V. Corbizi B. di P. di L.
Bernardo di Piero, k nelle liste dei Priori del 1360.
gennaio-1361 gennaio, 259, 13 ; e del 1373 gennaio-
>374 gennaio, 288, 32.
Bbrnardo di Piero, V. Biliotti (de') B. di P. ; Doni B.
di P. ; Slrozzi (degli) B. di P.
Bernaroo di Piero della Rena, 6 nelle liste dei Pnori
del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 7.
Bernardo da Quarata, h nelle liste dei Priori del 1330
dicembre-1331 dicembre, 167, 26.
Bernardo di Ridolfo, V. Pretassini B. di R.
Bbrnardo Rosello, del pop)olo di S. Piero Maggiore,
condannato alla forca per trame contro lo Stato
(an. 1379), 344, 28.
Bernardo di Salvestro, V. Buonjigliuoli B. d. S. ; Vel-
luti B. di S.
Bernardo di Sandro d'Andrea, viene ammonito (an.
1376). 301, 2.
Bernardo di Simone, 6 nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 229. 4.
Bernardo di Taddeo. V. Carchelli B. di T. ; Carcherelli
B. di T.
Bernardo di Tuccio, caporale della Compagnia S. Gior-
gio, firmatario degli accordi con Firenze (an. 1379),
367, 15.
Bernardo d'Ubaldino, h nelle liste dei Priori del 1285
dicembre-1286 dicembre, 61, 33.
Bernardo (di), V. Amerigo di B. ; Anselmo di Palla di
B. ; Castello di B. ; Dino di B. ; Filippo di B. ; Gio-
vanni di B. ; Guido di B. ; lacopo di B.
Bernarduccio di Lapo, h nelle liste dei Priori del 1354
gennaio-1355 gennaio, 248, 31.
Bernotti Guidalotto. 6 nelle liste dsi Priori del 1340
dicembre-1341 dicembre, 190, 3.
Bernotti Simone. 6 nelle liste dei Priori del 1326 feb-
braio-1327 febbraio, 155, 21.
Bertacchino, i;. Frescobaldi B.
Bertaldi Guglielmo, illustre fiorentino morto combat-
tendo contro gli Aretini a Campaldino (an. 1289),
66, 7-8.
Bertaldi Ruggeri di Guglielmo, notaio dei Priori.
ric. 63. 40.
Bertaldo, V. Pandolfini B.
Bertaldo Cesare. leggendario parente di Cesare parti-
giano di Catilina. restato a Fiesole tra i superstiti
Catilinari. cui Cesare, secondo la leggenda stefa-
niana, alla presa e alla distruzione di questa c, per-
dona e consente di potersi stabilire, insieme agli al-
tri Fiesolani, nella nuova c. di Firenze, 11, 19-24 ;
viene mandato a Roma dal parlamento della nuova
c per ottenere di potersi reggere a modo proprio e,
tornato colle attese concessioni, viene nominato con-
sole della C per cinque anni, 24, 30 ; . raffronto con
rUberto Cesare della leggenda del Libro fiesolano •
XXXIII, 17-35 ; XXXIV. 1-38 ; XXXV, 1-5 „.
Bertaldo da Genova, Difensore del contado fiorentino :
cittadini da lui condannati pel tentativo d'incursione
su Figline (an. 1379). 351, 19-34.
[Bertello-Biaiichi]
INDICE ALFABETICO
477
Bertello (di), V. Sandro di B.
Berti Betto, 6 nelle liste dei Priori del 1356 gennaio-
1357 geanaio, 250, 22.
Berti Neri, 6 nelle liste dei Priori del 1283 dicembre-
1284 dicembre, 60, 8.
Bertini Simone, h nelle liste dei Priori del 1355 gennaio-
1356 gennaio, 249, 41 ; viene ammonito (an. 1358),
253, 36.
Bbrtino (di), V. Simone di B.
Berto, t^. Casini B. ; Cecchi B. ; Giugni (de') B. ; Sal-
VHCci B.
Berto di Dino, notaio dei Priori, ric, 186, 20.
Berto Gratini, V. Duranti B. G.
Berto Manetti, V. Ferraccini B. M.
Berto (di), V. Betto di B. ; Domenico di B. ; Neri di B. ;
Slefano di B.
Bertoldo di Gbppo, 6 nelle liste dei Priori del 1349
gennaio-1350 gennaio, 235, 12 ; del 1358 gennaio-
1359 gennaio, 254, 34.
Bertoldo (di), V. Bacherino di B. ; Jacopo di B.
Bertolo di Piero, i nelle liste dei Priori del
Z366 gennaio-1367 gennaio, 266, 11.
Bertuccio, V. Taddei B.
Bese (del), V. Biisino del B.
Betti Andrea di Niccol6, k dei Dieci della Mercatan-
zia e partecipa al Consiglio di Balia per la riforma
del Governo (an. 1381), 395, 20 ; 409, 24.
Betti Betto, 6 nelle liste dei Priori del 1344 maggio-
1345 maggio, 222, 29.
Betti Betto di Rinaldo, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1312 febbraio-1313 febbraio), 115, 15.
Betti Rinaldo, 6 neUe liste dei Priori del 1282 (ottobre-
dicembre), 58, 27.
Bettini Mettino 6 nelle liste dei Priori del 1350 gen-
naio-1351 gennaio 240, 3,
Bettino, V. Rimbertini (de') B.
Bettino di Bindaccio da Ricasoli, Proposto del
consiglio dei capitani della Parte guelfa, fa ap-
provare, con la violenza, dai riluttanti colleghi
le ammonizioni proposte (an. 1378), 317, 11 ;
6 fatto dei Sopraggrandi, 321, 28 ; viene confinato
ad Ancona, 328, 36 ; 6 dei Quarantatre cittadini
el. in aggiunta agli altri della Balia gici nominati
(an. 1381), 404, 44 ; tenta di levarsi su gli altri,
412, 30.
Bettino di Covone, V. Covoni (de') B. di C.
Betto, V. Berti B. ; Betti B. ; Geppi B. ; Rinaldi B.
Betto di Berto, i nelle liste dei Priori del 1365
gennaio-1366 gennaio, 265, 2i.
Betto di Cecco, i nelle liste dei Priori del 1338
dicembre-Z33g dicembre, 187, S.
Betto di Nigio, 6 nelle liste dei Priori del 1346 maggio
1347 gennaio, 228, 6.
Betto del Ricco, V. Baldovinetti B. del R.
Betto di Rinaldo, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1293 febbraio-1294 febbraio), 74, 4 ; 6 nelle liste dei
Priori del 1301 febbraio-1302 febbraio, 88, 28 ; del
1304 febbraio-1305 febbraio, 96, 19 ; del 1309 feb-
braio-r^io 'ebbraio, 106, 20 ; e del 1314 febbraio-
1315 febbraio, 119, 19.
Beito di Tano del Bene, viene condannato a lire due-
cento (an. 1381), 401, 19.
Bettonk, V. Cini B.
Bezzole di Forte del Bezzole, i nelle liste dei Priori
del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 6 ; v. anche
Bezzoli Bezzole di Forte.
Bezzole (del), V. Bezzole di Forte del B. ; Lorenzo di Neri
del B. ; Neri di ForU del B.
Bezzoli Bezzole di Forte, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1302 febbraio-1303 febbraio), 90, 38 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1305 febbraio-1306 febbraio, 98,
3 ; e di nuovo Gonfaloniere (liste 1308 febbraio-
1309 febbraio), 104, 26 ; v. anche Bezzole di Forte
del Bezznle.
Bezzoli (de') Neri di Forte, b nelle liste dei Priori del
1307 febbraio-1308 febbraio, 102, 18 ; e del 1327
febbraio-1328 febbraio, 157, 35.
Biagio Bernabucci, V. Mazzocchi B. B.
BiAGio Di Bonaccio, V. Guasconi B. di B.
Biagio di Caruccio, V. Alberti B. di C.
BiAGio Di CiNELLO DA MoNTELUPO, 6 condannato nel-
Tavere e nella persona per trame contro lo Stato
(an. 1379), 344, 39.
BiAGio Di Fecino, V. Ridolfi B. di F.
BiAGio Di Francesco, del popolo di S. Lucia d'Ognis-
santi, k condannato neiravere e nella persona pcr la
rivolta degli Otto di Balia di S. Maria Novella (an.
1378), 336, 31.
BiAGio Di Leone, V. Simoni B. di L.
BiANCARDi Ugolotto, capitano della Compagnia S. Gior-
gio, 'irmatario degli accordi con Firenze, 367, 2.
BiANCHi Iparte bianca], fazione del partito Guelfo cui
stanno a capo in Firenze i Cerchi, presso i quali i
Bianchi di Pistoia, cacciati dallapatria, avevano, per
ragioni di parentela, trovato ospitaliti e protezione,
79, 28-30 ; 80, 30-33 ; primi loro contrasti e scontri
con i Donati, diventati invece capi della fazione oppo-
sta detta dei Neri, in casa di Vieri dei Cerchi ed alle
feste del Calendimaggio (an. 1300), 79, 39-44 ; 80, 1-28 ;
famiglie nobili e popolane che si schierano coi Ccr-
chi e che si dissero di parte bianca, 33-38 ; s'oppon-
gono alle richieste del card. d'Acquasparta, mandato
a Firenze come paciere da Bonifacio VIII, perchfe
ritenuto favorevole ai Neri, 81, 10-13 ; vengono a
zuffa coi Neri in Oltrarno, durante un mortorio, 15-
26 ; nuovi scontri con gli stessi a Remole e condanne
dei principali responsabili (an. 1301), 29-39 ; vengono
confinati a Sarzana alcuni loro capi, 83, 3-17 ; fanno
cacciare in bando Corso Donati capo della fazione
opposta, 82, 39-40 ; 83, 1 ; ma questi, rientrando in
Firenze mentre vi entrava nello stesso tempo Carlo
di Valois, inviato come nuovo paciere da Bonifacio
VIII, fa coi suoi partigiani le sue vendette caccian-
doli dagli uffici, 84, 24-43 ; 85, 1-10 ; vengono a
nuove risse sanguinose coi Neri, 26-40; e sono, quindi
cacciati quasi tutti in bando (an. 1302), 86, 31-37 ;
87, 1-4 ; unitisi con gli esuli Ghibellini si afiorzano
in Pistoia e nei castelli degli Ubaldini e dei Pazzi.
loro allcati, e muovono piCi volte dai loro nidi contro
Firenze, 87, 6-8, 18-18, 26-34, in conseguenza di che
Tomo XXX, p. I — 31.
478
INDICE ALFABETICO
[Bianchi.BilioUl
veDgono presi e mandati a morte, come rei di
complotti, dal Podesti Fulcieri da Calboli, quei
pochi della loro parte cni era stato sino allora rispar-
miato il bando, S7-3» ; 88, 1-13 ; loro vani tentativi
pcr rientrare in c. con gli aiuti dei Bolognesi condotti
da Scarpetta degli Ordelaffi, 89, 3-17, e con gli aiuti
dei Bianchi e dei Ghibellini di Toscana e di Bologna
raccolti dal card. da Prato (an. 1304), 92, 38-43 ;
93, 1-4 ; si riaccostano a Corso Donati con segrete
trattative e s'adunano a Remole nella vana speranza
di poter rientrare finalmente in Firenze (an. 1308),
100, 16-17, 25-27 ; si uniscono per questa stessa spe-
ranza, che fallisce ancora una volta, con le milizie
deirimperatore Arrigo VII marciante contro Firenze
(an. 1312), 109, 14.
BiANCHi e Nbri, fazioni sorte la prima volta in Pistoia
dalla divisione della potente famiglia locale dei
Cancellieri (an. 1300), 79, 1-24 ; i loro capi vengono
dal Comune di Pistoia, per ristabilire la pace in citti,
confinati a Firenze, 24-27 ; accolti e protetti, per i
loro parentadi, da potenti famiglie del luogo, provo-
cano anche qua la divisione degli animi, la scissionc
del partito guelfo dominante e delle fam. che lo for-
mavano, ed il sorgere delle fazioni dei Bianchi e dei
Neri o, come allora si disse, della parte nera e della
partu hianca (v.) (an. 1300), 27-36.
BiANCiARDi GioVANNi, vicne ammonito (an. 1357), 251,
36.
BiANciARDO Di ToRiccA, 6 nellc liste dei Priori del 1293
febbraio-i294 febbraio, 74, 1.
BiANCO Di BoNFi, 6 nelle liste dei Priori del 1368 gennaio-
1369 gennaio, 274, 7.
BiANCO Di BoNSi, k nelle liste dei Priori del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 42 ; del 1355 gennaio-1356 gen-
naio, 250, 4 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1358
gennaio-1359 gennaio), 254, 29 ; i di nuovo nelle liste
dei Priori del 1364 gennaio-1365 gennaio, 265, 14 ;
e del 1377 gennaio-1378 luglio, 314, 14.
BiANco (dkl), i;. Guido del B.
BiBBiENA, terra deirAretino presa dai Fiorentini (an.
1289, 66, 9 ; ric, 65, 37 ; 98, 23.
BiBLiOTTi GiovANNi Di Bartolo, vicne condannato per
trame contro lo Stato (an. 1379), 365, 11.
BiccHi PiNO da Signa, notaio dei Priori, ric, 76, 36.
BiECO Di Teglia i nelle liste dei Priori del 1385
maggio-1386 aprile, 443, <•
BiKCO (del), V. Pacino del B. ; Tuccio del B.
BiFFOLi SiMONE Di Matteo, h dci Priori (an. 1379 gen-
naio-febbraio), 362, 5 ; e (an. 1383 maggio-giugno),
426, 8.
BiGLioTTi, e BiLiOTTi, Bartolo di Cknni, 6 nelle liste
dei Priori del 1344 maggio-1345 maggio, 222, 27 ;
del 1355 gennaio-x356 gennaio, 249, 27 ; del 1361 gen-
naio-1362 gennaio, 259, 42 ; del 1365 gennaio -1366
gennaio, 265, 22 ; e del 1369 gennaio-1370 gennaio,
274, 37.
Bigliotti Jacopo, viene escluso dagli uffici per tre anni
(an. 1379), 363, 36.
Bighotti (dk') Bernardo di Piero, 6 dei Quattro ra-
gionieri el. a rivedere e rivendicare le ragioni ed i di-
ritti del Comune usurpati dai privati (an. 13731
287, 3.
Bilbnchi Bindo di Donato, i nelle liste dei Priori il<
1299 fcbbraio-1300 febbraio, 82, 17.
Bilenchi Manieri di Giovanni Chiarissimi, viene am
monito (an. 1378), 316. IS.
BiLENco (dbl). V, Donato del B.
Biliotti Bernardo di Bartolo, viene esclnso dai
uffici per tre anni (an. 1379). 363,24.
Biliotti Biliotto Di Metto. 6 nelle liste dei Priou
del 1325 febbraio-1326 febbraio, 151, S9 ; h Gonfa
loniere di Giustizia (liste 1333 dicembre-1334
cembre), 177, 11 ; e di nuovo nelle liste dei Prioi
del 1337 dicembre-1338 dicembre, 187, 6.
BiLioTTi Biliotto di Sandro, viene fatto dei Grandi,
363, 2 ; 6 dei Ciaquentadue cittadini cni viene data
la Balia, insie r.e ai Priori e CoUegi, per la riforraa del
Govemo (an, 1381), 396, 20 ; tenta di levarsi sugli
altri. 412, 28 ; 413, 6.
BiLiOTTi Cenni, e nelle liste dei Priori del 1304 febbraio-
1305 febbraio, 96, 6 ; del 1308 febbraio-1309 feh-
braio, 104. 20.
BiLiOTTi, e BiGLiOTTi. Francesco di Cbnni, t nelle li-
ste dei Priori del 1329 dicembre-1330 dicembre,
164, 13 ; e del 1340 dicembre-1341 dicembre, 189, 21 .
BiLioTTi. e BiGLioTTi, Francesco di Vannozzo, d nelle
liste dei Priori del 1347 gennaio-1348 fennaio, 229.
39 ; e del 1353 gennaio-1354 gennaio, 246, 12.
BiLiOTTi, e BiGLiom, Giovanni di Bartolo, k tra i
capi ed i maggiori istigatori della Parte guelfa. 308.
2 ; 318, 4, 18 ; 6 condannato neiravere e nella per-
sona per trame contro lo Stato (an. 1378), 338. 40 ;
viene bandito corae ribelle (an. 1380), 370, 40 ; v.
anche Biliotli Giovanni di Bartolo di Cenni.
Biliotti Giovanni di Bartolo di Cenni, 6 nelle liste
dei Priori del 1377 geimaio-1378 luglio, 314, 20 ; v.
anche Biliotli, e Bigliotti, Giovanni di Bartolo.
Biliotti Giovannozzo di Francesco, h nelle liste dci
Priori del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284. ii ; vien?
fatto dei Grandi, 363. 2 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1383 IugIio-1384 agosto), 428. 22.
BiLiom GuALTiERO Di Bartolo, \-iene esclJso dagli
uffici per tre anni (an. 1379), 363, 25.
BiLiOTTi Lando, 6 nelle liste dei Priori del 1305 febbraio-
1306 febbraio, 97, 22.
BiLioTTi Maso Jacopi, 6 nelle liste dei Priori del 1300
febbraio-1301 febbraio, 86. 25.
BiLiOTTi Matteo, notaio dei Priori, ric, 78, 17 ; 90. 39 ;
b nelle liste dei Priori del 1303 febbraio-1304 Xeb-
braio, 94. 40 ; del 1306 febbraio-1307 febbraio, 99.
36 ; del 1309 febbraio-1310 febbraio. 105, 33 ; e del
1310 febbraio-1311 febbraio, 108, 23.
BiLiOTTi Matteo di Lando, 6 nelle liste dei Priori del
i345maggio-i346 maggio, 227, 6.
BiLiOTTi Metto, fe nelle liste dei Priori del 1302 febbraio
1303 febbraio, 91, 9 ; e del 131 2 febbraio-1313 feb-
braio, 114, 31.
BiLiOTTi Orlandino di Nino, notaio dei Priori, ric,
77, 20.
BiLiOTTi, e BiGLioTTl, Sandro, & dei Quattordici citta-
011 ;
di.l
[Biliotti-Boccoli]
INDICE ALFABETICO
479
dini el. dal Parlamento per la costituzione del nuovo
Governo dopo la cacciata del Duca d'Atene (an.
1343), 207. 32.
BiLiOTri, e BiGLioTTi, Sandro di Cenni, fe Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1348 gennaio-1349 gennaio), 233,
28 ; i nelle liste dei Priori del 1356 gennaio-1357 gen-
naio, 250, 31.
UiLiOTTi (de') Metto, fe nelle liste dei Priori del 1315 feb-
braio-1316 febbraio, 122, 8.
BiLioTTO, t;. Alfani B. ; Berlinghieri B.
BiLiOTTO Di Metto, V. BiHotti B. di M.
BiLiOTTO (di), V. Lando di B. ; Metto di B.
BiNDELLO Di SiMONE, V. Beccanugi B. di S.
'indi Cristofaro, notaio dei Priori, ric, 341, H.
iJiNDi Pero, 6 nelle liste dei Priori del 1326 febbraio-
1327 febbraio, 155, 14.
iiiNDo, V. Altoviti (deglij B. ; Badessa [della) B. ; Cambi
B. ; Ferrucci B. ; Guineldi B. ; Macci (de') B. ; Man-
tini B. ; Vernacci B.
l3iNDO d'Aldobrandino del Tasso, fe nelle liste dei Priori
del 1294 febbraio-1295 febbraio, 75, 20.
Bindo d'Ammanato, V. Prosperi B. d'A.
BiNDO Di BoNACCio, i;. GuarconiB. di B. ; Guasconi B.
di B
BiNDO Di CiONE da Passignano, notaio dei Priori, ric,
228, 8.
Bi.NDO Di Donato, V. Bilenchi B. di D.
BiNDo Di Firenze, V. MachiavelH (de') B. di F.
BiNDO Di Giovanni, V. VeccMetti B. di G.
BiNDO Di Guicciardo, V. MagnoU (de') B. di G.
BiNDO Di NiccoLo', V. Raugi B. di N.
BiNDO DA Pagnano, t>. Martint B. da P.
BiNDO Di Spigliato, h nelle liste dei Priori del 1304 feb-
braio-1305 febbraio, 96, 29.
BiNDo Di Spigliato, notaio dei Priori, ric 288, 39.
BiNDO DEL Tasso d'Aldobrandino, 6 nelle liste dei
Priori del 1294 febbraio-1295 febbraio, 75, 20.
BiNDO di Vanni da Empoli, notaio dei Priori, ric, 222, 36.
BiNDO (di), V. Dionigi di B. ; Fredi di B. ; Folino di B.
BiNGERi (di), V. Giovanni di B.
Bingibri di Nardo, h nelle liste dei Priori del 1322 feb-
braio-1323 febbraio, 131, 20 ; del 1346 maggio-1347
gennaio, 228, 23 ; v. anche Rucellai B. di N.
BiNi PiERo, 6 nelle liste dei Priori del 1351 gennaio-1352
gennaio, 241, 2 ; del 1362 gennaio-1363 gennaio,
261, 35 ; del 1369 gennaio-1370 gennaio, 274, 28 ;
e del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 19.
BiNO Di BiNO, viene confinato a Todi dal Capitano (an.
1381), 408, 21 ; gli viene revocato il bando dairUf-
ficio di Balia, 410, 31.
BioiA (della), V. Dino di Lapo della B.
BiSARNEsi Bartolomeo di Francesco, 6 nelle liste dei
Priori del 1383 settembre- 1 384 aprile, 435, 1.
BisARNESi Cione di Bonsignore, 6 nelle liste dei Priori
del 1321 febbraio-1322 febbraio, 128, 23 ; e del 1325
febbraio-1326 febbraio, 152, 20 ; 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1328 dicembre-1329 dicenibre), 160,24.
Bischeri [Biscari] Bartolo di Lotto, 6 nelle liste dei
Priori del 1308 febbraio-1309 febbraio, 104, 8 ; del
1310 febbraio-1311 febbraio, 108, 23; del 1313 feb-
braio-1314 febbraio, 116, 18 ; del 1315 febbraio-
1316 febbraio, 121, 30 ; e del 1324 febbraio-1325
febbraio, 147, 33.
BiscHERi GioVANNi Di Bartolo, e nelle liste dei Priori
del 1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 41 ; del 1356 gen-
naio-1357 gennaio, 250, 39 ; del 136! gennaio-1362
gennaio, 259, 44.
BiscHERi NoFRi Di GiovANNi Di Niccol6, 6 nelle liste
dei Priori del 1376 gennaio-1377 gennaio, 307, 14.
BiscoNTi, V. Visconti.
BiSDOMiNi, fam. fiorentina del quartiere Duomo, 21, 7 ;
di parte nera, 80, 40 ; si tenta da turbe del popolo
minuto di dare Tassalto alla sua casa (an. 13.(3),
214, 25-39 ; 215, 1-5.
BiSDOMiNi CiRiTiERi, viene fatto cavaliere dal Duca
d'Atene (an. 1342), 196, 28 ; diventa consigliere del
Ehica, 200, 25 ; si salva a stento dalla furia popoUire
che lo ricerca, 209, 15-18 ; 215, 34.
BisDOMiNi Gherardo, 6 nellc liste dei Priori del 1288
dicembre, 1289 dicembre, 65, 14.
BisDOMiNi GiovANNi, ric, 239, 3.
BisDOMiNi (de') Guido, 6 nelle liste dei Priori del 1288
dicembre-1289 dicembre, 265, 7.
BisDOMiNi (de') Tici, muore a Campaldino combattendo
contro gli Aretini (an. 1289), 66, 8.
BiviGLiANi Salvestro, della Compagnia degli Acciaiuoli
ric, 225, 31.
BiviGLiANo Di Manetto, k nelle liste dei Priori del 1331
dicembre-r332 dicembre, 168, 39 ; 1337 dicembre-
1338 dicembre, 187, 24 ; v. anche Buonricoveri B.
di M.
Bizzo Di Cambio, h nelle liste dei Priori del 1305 febbraio-
1306 febbraio, 98, 2.
Bizzo Di Cambio, V. Alberti B. di C.
Bizzo e Bizzi (di), v. Martino Vaiaio di B.
BoccA, V. Scarlatfi B.
BoccACCi CiANO Di Neri, notaio dei Priori, ric, 123, 17.
BoccAcci Federigo di Arduino, 6 nelle liste dei Priori
del 1341 dicembre-1342 dicembre, 190, 40.
BoccAccio d'Arduino, 6 nelle liste dei Priori del 1362
gennaio-1363 gennaio, 262, 18 ; del 1368 gennaio-
1369 gennaio, 274, 6.
BoccACCio Di GoLiNO DA Certaldo, 6 nellc liste dei
Priori del 1321 febbraio-1322 febbraio, 129, U.
BoccAccio Di Manno, v. Vittori B. di M.
BoccACCio (del), v. Arrigo del B.
BoccHi DoNO, 6 nelle liste dei Priori del 1282 dicembre-
1283 dicembre, 59, 7.
BoccHi Francesco d'Arrigo, viene amraonito (an.
1377). 309, 1.
BoccHiNi ToLOMEO Di Cbcco, 6 dci Dieci cittadini el. a
provvederc sul da fare per la venuta del Sire di Cou-
chy (an. 1384), 429, 16.
BoccHiNO, V. Rimbaldezi (de') B.
BoccHiNO del Bene d'Albizzo, 6 nelle liste dei Priori
del 1343 apriIe-1344 aprile, 219, 25.
BoccHiNO Di Chiaro, V. Rimbaldesi B. di C.
BoccHiNO (Di), v. Cecco di B. ; Niccolb di B.
BoccOLi Naddo d'Andrea, 6 nelle liste dei Priori del
1354 gennaio-1355 gennaio, 248, 17.
480
INDICE ALFABETICO
[BoccuccUBoaaccorto di Lapo'
Boccucci Pacolo. k Gonfaloniere di Giustizia (linte 1344
nMtggio-1343 maggio), 222, 34-36.
BoDDi Paoolo e PozzETTO, suo liglio, del popolo di S.
Friano, vengono condannati nell'avere e nelle per-
sone per la rivolta degli Otto di Balia di S, Maria
Novella (an. 1378), 336, «0-41.
BoEMiA (kb Dl), V. Carlo re di B. ; Giovanni re di B. ; Ven-
ceslao re di B.
BoLOGNA (CittA), vi vengono mandati dagli Otto di Ba-
lia di Firenze emissari per suscitarvi rivolte contro
la Chiesa (an. 1375), 295, 19-24 ; si ribella alla Chiesa,
25-26 ; vi giungono milizie ed ambasc. fiorentini
per organizzare e presidiare il miovo Governo, 26-29 ;
vi si tenta invano da parte di alcune famiglie locali,
d'accordo col Card. di Ginevra, di abbattere il li-
bero comnne e ristabilire il dominio della Chiesa,
299, 35-43 ; 300, 1-4 ; ric, 64, 27 ; 371, 17 ; " cf.
CX, 24-38 ; CXI. 16 " ; v. anche Bolognesi ; [Nolllet
Guglidmo^ Card. Legato di B.
BoLOGNA (coNTADo), viene devastato dalle milizie di Ma-
stino della Scala (an. 1335), 180, 6.
BoLOGNESi, vengono piti volte, ma sempre invano, in
aiuto dei Bianchi cacciati da Firenze per tentare di
farli rientrare in . (an. 1302), 89, 3-17 ; (an. 1304),
93, 19, 25-31 ; mandano, unitamente ai Fiorentini,
loro milizie al re Roberto in Lombardia, contro Mat-
teo Visconti (an. 1319), 125, 37-38 ; inviano aiuti
a Carlo di Calabria, signore di Firenze, per la guerra
contro Castruccio (an. 1326), 150, 6 ; sfringono nuova
lega coi Fiorentini (an. 1335), 179, 38-40 ; mandano a
questi loro aiuti per la guerra contro Lucca (an. 1337),
184, 20 ; asscldano, insieme con gli stessi, la Compa-
gnia di ventura dei Brettoni (an. 1376), 300, 7-23 ;
" cf. CXI, 16 " ; vengono inviati pr. di loro messi
dai Fiorentini affinchfe impediscano alla brigata
di Carlo di Durazzo, accampata nel loro terri-
torio, di potersi muovere contro Firenze in aiuto de-
gli sbanditi e congiurati ai danni dello Stato (an.
1379). 356, 8-11 ; misure da loro prese a questo
riguardo, 17-35 ; inviano ainti ai Fiorentini aggrediti
dalle milizie della brigata di Gfannotto, siniscalco
del pred. Carlo di Durazzo (an. 1380), 371, 33 ; ri-
iutano Tadesione alla lega proposta da Firenze
coi Senesi, Lucchesi e Pisani, 377, 1-3 ; mandano
aiuti agli stessi Fiorentini assaliti da Carlo di Durazzo,
380, 4 ; danno il passo per le loro terre agli Ungheri
del detto Carlo che ritornavano in patria venendo
con loro ad accordi, 383, 35-39 ; rimettono ai Fioren-
tini una lettera del Duca d'Angi6, che li riguardava,
da loro intercettata, 421, 47-48 ; 422, 3-4 ; corrono
di nuovo in aiuto dei Fiorentini in lotta con Arezzo
(an. 1384), 430, 11; vengono nominati da questie
dai Senesi quali arbitri per la decisione d'una loro
vertenza, 437, 27 ; w. anche Bologna.
BoMBENi (de') Bartolomeo di Lapo, 6 fatto Cavaliere
dai Ciompi (an. 1378), 324, 28.
BoNACCio, V. Ottohuoni B.
BoNACCio (Di), V. Rinuccio di B.
BoNACCOLTi (DE") FiLiPPO, 6 nelle liste dei Priori del 1317
febbraio-i3i8 febbraio, 124, 19 ; e del 1322 febbraio-
1323 febbraio, 131, 9.
BoNACcoLTi e BoNACoLTi, (db') Tbggbia, * nelle listt
dei Priori del 1316 febbraio-1317 febbraio, 123, 12 ;
del 1321 febbraio-1322 febbraio, 128,84 ; e del 1323
iebbraio-1324 febbraio, 135, 82.
BoNACCORSi, fam. fiorentina favorevole al Duca d'Atene ;
(an. 1342), 195, 35.
BoNAccoRsi Bartolomeo di Giovanni, 6 dei Priori
(an. 1380 novembre-dicembre), 384,8.
BoNAccoRsi BoNACcoRso Di Lapo di Giovanni, * nelle
liste dei Priori del 1361 gennaio-1362 gennaio, 260,
14 ; e del 1368 gcnnaio-1369 gennaio, 274, 21.
Bonaccorsi GioVANNi \Jovantti], i nclle liste dei Priori
del 1303 febbraio-1305 febbraio, 95, 9 ; e del 1335
dicembre-1336 dicembre, 183, 16.
BoNACCORSi Lapo di Giovanni, i Gonfaloniere di Giu- ■
.stizia (liste 1326 febbraio-1327 febbraio), 155, 25 ;
e nelle liste dei Priori del 1329 dicembre-1330 dicem-
bre, 174, 14.
BONACCORSI, e BOONACCORSI, Renzo di Giovanni, h
nelle liste dei P*riori del 1333 dicembre-1334 dicem- -
bre, 177, 5 ; e del 1338 dicembre-1339 dicembre,
187, 11.
BoNACCORSi (de') Giovanni, k tra i capi della Parte guelfa
accorsi a difesa di essa contro i popolani (an. 1378),
318, 9.
Bonaccorso, i;. Tucci B. ; Villanuzzi B.
BoNACcoRso Di Bencivenni Bentaccorda, d nelle
iiste dei Priori del 1325 febbraio-1326 febbraio,
152, 5.
Bonaccorso Bentaccorda, k Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1334 dicembre-1335 dicembre), 179, 18 ; v.
anche Boiiaccorso Bentaccordi.
Bonaccorso Bentaccordi, 6 nelle liste dei Priori dei
1328 dicembre-1329 dicembre, 160, 21 ; e del 1340
dicembre-1341 dicembre, 190, 2 ; f. anche Bonaccorso
Bsntaccorda.
BoNACcoRSO CiNi, V. Bodcssa (della) B. C.
Bonaccorso di Filippozzo, V. Soldani B. di F.
BoNACCORSo Di Geri, notaio dei Priori, ric, 187. 9.
Bonaccorso di Geri del Banco, 6 nelle liste dei Priori
del 1312 febbraio-1313 febbraio, 114, 21.
BONACCORSO di Lapo, 6 tia i capi della Parte puelfa corsi
a difesa della stes.sa contro i j>opoIani (an. 1378),
318, 9.
BoNACcoRso Di Lapo Giovanni [Jovanni], h Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1370 gennaio-1371 gennaio),
276, 27 ; 6 nelle liste dei Priori del 1375 gennaio.
1376 gennaio, 299, 4 ; gli viene abbattuta e distrutta
la casa dai Ciompi (an. 1378), 323, 8 ; 6 fatto dei
Grandi (an. 1379), 363, 20 ; h dei Quarantatre citta- '
dini el. in aggiunta agli altri della Balia gii nominati
(an. 1381), 404, 35 ; legge in parlamento i Capitoli
e le proposte concordate fra i Grandi e i Ciompi,
403, 32-35 ; tenta, ma inutilmente, insieme ai col-
leghi di fare rogare dal Notaio e dal Cancelliere dei
Priori queste proposte come vere leggi gik approvate,
405, 18-34.
[Bonaccerto-Bonapace]
INDICE ALFABETICO
481
BoNACCORSO Di MicHELE, 6 nelle liste dei Priori del 1307
febbraio-1308 febbraio, 102, 6.
BoNACCORSO Di Neri, V. Gherardtni B. di N.
BoNACcoRso Di Ricco, V. Pitti B. di JR.
BoNACcoRso Di Rucco, V. Pitti B. di R.
BoNACCORSo SiMONi, V. Argatii B. S.
BoNACcoRSO Di Vanni, orafo, 6 nelle liste dei Priori del
1369 gennaio-1370 gennaio, 275, 14 ; del 1375 gen-
naio-T376 gennaio, 299, 21 ; fe fatto Proposto delle
arti (an. 1379), 362, 41 ; 6 Gonfaloniere di Giastizia
(liste 1380 marzo-1381 febbraio), 391, 13.
BoNAccoRso Di Vanni, pellicciaio, 6 dei Cinquantadue
cittadini cui viene data la Balia, insieme ai Priori
e Collegi, di riformare il Governo (an. 1381), 395,29.
BoNACCORSO Di ViTA, 6 neUe liste dei Priori del 1368 gen-
naio-1369 gennaio, 274, 2.
BONACCORSO (di), V. Corzo di B. ; Francesco di B. ; Ghese
diB. ; GiovannidiB. ; Michelc di B. ; Pagno di B.
« BoNACCURSi GiovANNi, procuratore di Beatrice d'Obizo
d'Este insieme a Coppo Stefani, " CI, 5 " ».
BoNACOLTi CioNE Di Caroccio, 6 nelle liste dei Priori
del 1319 febbraio-1320 febbraio, 126, 11.
BoNACOSA, V. Compagni B.
Bonafe (di) V. Jacopo di B.
BoNAFEDE, V. Buoncompagni B.
Bonafede Jacopo, h nelle liste dei Priori del 1370 gen-
naio-1371 gennaio, 276, 30.
BoNAFEDE Nosso GuiDi, 6 nellc liste dei Priori del 1295
febbraio-1296 febbraio, 75, 36 ; v. anche Bonajedi
Nosso di Guido.
BoNAFEDE (di), V. Bartolo di B.
BoNAFEDi Nosso Di GuiDo, e nelle liste dei Priori del
1291 dicembre-1292 dicembre, 69, 8 ; v. a.nche Bo-
nafede Nosso Gtiidi.
BoNAGi BoNCiANNi Di Salvi, b nelle liste dei Priori del
1319 febbraio-1320 febbraio, 125, 42.
Bonagiunta, V. Francezco di Lippo Lapi B.
BONAGIUNTA (di), V. Lopo di B.
BoNAGRAZiE, V. Piero di Lippo B.
BoNAGUiDA, e BuoNAGUiDA, Maestro, h nelle liste dei
Priori del 1282 dicembre-1283 dicembre, 59, 2 ; e
del 1286 dicembre-1287 dicembre, 62, 24.
BoNAGUiDA Di Fabbro, V. Tolositti B. di F.
BoNAGUiDA Di Jacopo, V. Simoni B. di J.
BoNAGUiDA (di), V. Ciprino di B. ; Dino di B. ; Nastugio
di B.
BoNAiUTi, fam. fiorentina del borgo S. Apostolo, 21, 11 ;
di parte guelfa, 28, 23 ; esce da Firenze airanminzio
della sconfitta di Montaperti (an. 1260), 48, 7 : " sua
parentela con la fam. dello Stefani, C. 1-2 ; CII, 7 ;
cf. LXV. 24-32 ".
BoNAiUTi Bartolomeo di Lorino, k nelle liste dei Priori
del 1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 5 ; e del 1380
marzo-i38r febbraio, 391, 11.
BoNAiUTi Belcaro, notaio dei Priori, ric, 126, 8.
Bonaiuti Bonaiuto di Piero, danni e vittime fatte
nella sua famiglia dalla piena (an. 1250), 37, 15-20.
Bonaiuti Francesco Lippi di Bonaventura, viene
ammonito (an. 1377), 305, 13.
BoNAiUTi Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1290 dicem-
bro-i29i dicembre, 68, 15 ; del 1294 febbraio-1295
febbraio, 75, 12; e del 1302 febbraio-1303 febbraio,
91, 6.
Bonaiuti, e Buonaiuti, Lorino, 6 nelle liste dei Priori
del 1326 febbraio-1327 febbraio, 155, 33 ; del 1330
dicembre-1331 dicembre, 167, 20 ; e del 1338 di-
cembre-1339 dicembre, 188, 8.
Bonaiuti (de') fam. v. Bonaiuti fam.
BoNAiUTi (de') Coppo di Stefano, h nelle liste dei Priori
del 1310 febbraio-1311 febbraio, 108, 20 ; k Gonfa-
loniere di Giustizia (liste 1314 febbraio-1315 febbraio),
119, 2 ; 6 di nuovo nelle liste dei Priori del 1325
febbraio-1326 febbraio, 152, i ; del 1331 dicembre-
1332 dicembre, 169, 21 ; e del 1344 maggio-1345
maggio, 222, 19 ; v. anchc Bonaiuti {de') Coppo
Stejani.
BoNAiUTi (de') Coppo Stefani, 6 nelle liste dei Priori
del 1313 febbraio-1314 febbraio, 115, 37 ; del 1319
febbraio-1320 febbraio, 126, 2 ; e del 1327 febbraio-
1328 febbraio, 158, 13 ; v. anche Bonaiuli (de) Coppo
di Stelano.
Bonaiuti (de') Lorino, 6 nelle liste dei Priori del 1333
dicembre-1334 dicembre, 177, 18.
BoNAiuTi (de') Stefano di Bonaiuto, viene nominato
Compagno dei Priori (an. 1295), 74, 25-26.
BoNAiUTi (de') Montaguto [Monte Auto] poggio, ove
^ oggi S. Lorenzo della Certo.sa, danneggiato dalla
piena (an. 1250), 37, 15.
BoNAiuTO, t). Bencini B. ; Galgani B. ; Lamberti B.
Bonaiuto di Belcaro, V. Serragli (de') B. di B.
BoNAiuTO Di Bonaiuto, V. Danza B. di B.
BoNAiuTO Di GiovANNi, h Gonfaloniere di Compagnia
(an. 1378), 326, 60 ; 6 dei Cinquantadue cittadini
cui viene data la Balia, insieme ai Priori e Collegi.
per la riforma del Governo (an. 1381), 395, 38 ; h dei
Dieci cittadini el. a prowedere sul da fare per la
venuta del Sire di Couchy, 429, 17.
BoNAiUTO Di' Lando, 6 nelle liste dei Priori del 1383
settembre-1384 aprile, 435, 5.
BoNAiUTo (di), V. Bartolo di B. ; Belcaro di B. ; Lapo di
B. ; Martino di B.
BoNAMicHi Francesco di Giovanni di Lapo, notaio
dei Priori, ric, 164, 21.
BoNAMiCHi Francesco di Lapo, detto Morello, viene
ammonito (an. 1363), 261, 28.
Bonamichi, Buonamichi e Bunamici, Giovanni di
Lapo, notaio dei Priori, ric, 99, 23 ; 116, 20 ; 127,
15 ; 129. 4 : 169, 22.
BoNAMiCHi Lapo di Giovanni, notaio dei Priori, ric,
262, 20.
BoNAMicHi MiNGO DEL Cappello, notaio dci Priori, ric,
175, 30.
BoNAMici Giovanni di Jacopo. notaio dei Priori, ric,
91, 7.
BoNANNi Meglio, 6 nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-13^7 gennaio, 228, 12.
BoNANUCHi GiovANNi Di Lapo, notaio doi Priori, ric,
108, 28.
BoNAPACE Chiarissimo, k Gonfaloniere di Giustizi:i (li-
ste 1300 febbraio-1301 febbraio), 86, 11.
182
INDICE ALFABETICO
[Bonarc-Boaiatecns'^
BoNARB Dl PiERO, V. Arrigucci B. di P.
BoNARi.1 Bartolo dkl Chiaro, 6 Gonfaloniere di Giu-
stiria (liste 1336 gennaio-i357 gennaio), 251, 7.
BoNARLi GiovANNi Di Mbglio, * nelle liste dei Priori
dcl 1355 gennaio-1356 gennaio. 249, 34 ; e del 1359
gennaio-1360 gennaio, 255, 30.
BoNARLi N1CCOL6 Di GiovANNi, 6 confinato per sei
anni (an. 1381), 401, 30 ; v. anche Bonarli Niccold
di Giovanni di Meglio.
BoNARLi N1CCOL6 Di GiovANNi Di Meglio, vieue am-
monito (an. 1377), 305, 18-19; 308, 38-39 ; 6 degli
Otto ufficiali incaricati della vendita dei beni dei ri-
belli (an. 1380), 386, 12 ; ». anche Bonarli Niccold
di Giovanni.
BoNARLi NoFRio, 6 NoFRi, Di GioVANNi Di Mbglio, viene
ammonito (an. 1377), 305, 19 ; 308 39.
BoNARROTA Di SiMONB, k nellc Hste dei Priori del 1343
aprile-1344 aprile, 219, 15.
BoNASERA (di), V. Tinello di B.
BoNATO (di), i;. Giovanni di B.
BoNATTi Filippo Tani, notaio dei Priori, ric, 88, 32.
BoNAVENTURA Di Zbllo, notaio dei Priori, ric, 346, 8 ;
434, 86.
BoNAVENTURA (di), V. Cante di B.
BoNAVERE Di SiMONE, fe dei Priori (an. 1380 settembre-
ottobre). 383, 13.
BoNAZZO (del), V. Cione di Giovanni del B.
BoNCi GiovANNi di Taddeo, viene confinato a Siena
(an. 1381), 400. 40.
BoNciANi Antonio di Caccia. h nelle liste dei Priori del
1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 20.
BoNciANi Bartolo,^ wW« liste dei Priori del
1338 dicembre-i33g dicembre, 187, IS.
BoNCiANi Caccia. h nelle liste dei Priori del 1286 dicem-
bre-1287 dicembre, 62, 26 ; e del 1293 febbraio-1294
febbraio, 73, 42.
BoNCiANi Dardano di Maso h nelle liste dei Priori del
1308 febbraio-1309 febbraio, 104, 13 ; w. anche Bon-
ciani {de') Dardo di Maso.
Bonciani Gagliardo di Neri, i nelle liste dei Priori del
1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 50 ; e del 1374 gen-
naio-1375 gennaio, 291, 20 ; viene fatto cavaliere
dai Ciompi (an. 1378), 324, 10 ; o. anche Bonciani
(de') Gagliardo di Neri.
BoNciANi Ghino di Caccino. 6 Gonfaloniere di Giusti-
ria (liste 1357 gennaio-1358 gennaio), 252 8 ; v. anche
Bonciani {dc') Ghino di Caccino.
BoNciANi PiNuccio Di Antonio, h nellc liste dei Priori
del 1353 gennaio-1354 gennaio, 245, 37 ; e del 1362
gennaio-1363 gennaio, 262, 15.
Bonciani (de') Agnolo di Caccino. 6 nelle liste dei
Priori del 1367 gennaio-1368 gennaio, 268, 1.
Bonciani (de") Bartolo di Maso, 6 nelle liste dei Priori
del 1326 febbraio-1327 febbraio, 155. 31 ; del 1329
dicembre-1330 dicembre, 164, 36 ; e del 1332 dicem-
bre-1333 dicembre, 175, 4.
Bonciani (db') Dardo di Maso, k nelle liste dei Priori
del 1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 28 ; e del 1317
febbraio-1318 febbraio, 124, 9 ; v. anche Bonciani
Dardano di Maso.
BoNciANi (de') Francesco di Caccia, h Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1310 febbraio-1320 febbraio), 126, 15.
BoNciANi (db') Gacliardo di Neri, t Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1383 Iuglio-1384 agosto), 428, 10 ; v.
ancke Bonciani Cagliardo di Neri.
BoNCiANi (de') Ghino di Caccino, k Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1360 gennaio-1361 gennaio), 259, 16.
v. anche Bonciani Ghino di Caccino.
BoNciANNi (di), V. Caccino di B.
BONCOMPAGNO, V. Lamberti B.
BoNDONE, V. Cambi B.
Bondoni Cione di Ranieri, notaio dei Priori, ric, 152,
24; 161, 8.
Bondoni Rusiico Moranducci, notaio dei Priori, ri( .
98, 16.
Bondoni Uguccione di Rinieri, notaio dei Priori, riL ,
91, 3 ; 96. 23 ; 99, 40 ; 177, 30.
BoNELLB Tbrzo di Cione, A nellc liste dei Priori del 1303
febbraio-1304 febbraio, 95, 14.
BoNFANTiNi Bonifazio di Feo. h nelle liste dei Priori
del 1339 dicembre-1340 dicembre, 188, 36.
BoNFANTiNi DuRANlozzo Di Lapo, k Goufaloniere di
Grostizia (liste 1324 febbraio-1325 febbraio, 148,
11.
BoNFi (di), V. Bianco di B.
BoNGHi Bartolo. fe nelle liste dei Priori del 1306 feb
braio-1307 febbraio, 99, 28.
BONGIANNI, V. PuCCi B.
Bonifacio [Bonifazio] VIII pp., bandisce il giubileo (an.
1300). 78, 28-36 ; sollecitato dal Comune e dal po-
polo fiorentino cerca, ma inviano. d'indurre Vieri
de' Cerchi a pacificarsi coi Donati. 80, 40-44 ; 81 ,
1-3 ; ad istanza dei Capitani di Parte guelfa e dei
Neri manda in Firenze per )a pacificazione degli
animi, il card. d'Acquasparta, 81, 7-10 ; 85, 13-15 ;
per sollecitazioni di Corso Donati e di altri Neri
manda nella stessa c, come paciere, Carlo di Valois
(an. 1301), 83, 21-29 ; 84, 24-25.
Bonifazio, V. Falconieri B. ; Stefani B.
Bonifazio di Berto, V. Peruzzi {de') B. di B.
BoNiFAZio di Donato, 6 nelle liste dei Priori del 1376 ge-
naio-1377 gennaio, 307, 18.
BoNiFAZio Di Feo, V. Bonfantini B. di F.
BoNiFAZio DA SiGNA, 6 nellc liste dei Priori del 1302 feb-
braio-1303 febbraio, 90, 34.
BoNiFAZio Di ToMMASO, V. Peruzzi {de') B. di T.
BoNiFAZio (di), V. Francesco di B. ; Lapo di B. ; Riscosso
di B.
Bonincontro di Jacopo, V. Ghiselli B. di J.
BoNiNO Di Jacopo, k dei Cinquantadue cittadini cui viene
data la Balia, insieme ai Priori e Collegi, per la rifomia
del Governo (an. 1381), 395. 24 ; 6 nelle liste dei
Priori del 1383 settembre-1384 aprile, 435, 7.
BoNiNO Di LiPPO, V. Medici {de') B. di L.
BoNiNSEGNA LoRENZO Di Mattko, k nelle liste dei Priori
del 1360 gennaio-1361 gennaio, 259. 2 ; del 1367 gen-
naio-1368 gennaio. 267, 14 ; e del 1377 gennaio-1378
luglio, 314, 10 ; ft dei Quarantatre cittadini el. in ag-
giunta agli altri della Balia gi^ nominati (an. 1381).
404, 48.
(Boninsegna-Borgarelli]
INDICE ALFABETICO
483
BoNiNSEGNA, V. Abbruciati (degli) B. ; Angiolini B. ;
Gherardi B. ; Malchiavclli B. ; Rugerini B.
BoNiNSEGNA Angiolini, V. MachiavelU B. A. ; Malchia-
velli B. A.
BoNiNSEGNA d'Angiolino, V. MachiavelH B. d. A. ; Ma-
gli (de') B. d'A.
BoNiNSEGNA Di BuoNAccoRso, V. Beccanugi B. di B.
BoNiNSEGNA Di Gherardo, ^ Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1319 febbraio-1320 febbraio), 126, 25.
BoNiNSEGNA (di), V. Giovanni di B. ; Guccio di B. ; Matteo
di B. ; Pagno di B. ; Piiggio di B. ; Rotino di B.
BoNO, V. Orlandini B.
BoNO Di FiLiPPO, h dei Quarantadue cittadini el. in ag-
giunta agli altri della Balia gia nominati (an. 1381),
405, u.
BoNO, e BuoNO, di Giovanni da Ugnano, notaio dei
Priori, ric, 63, 26 ; 69, U ; 72, 25 ; 75, 10 ; 88, 23.
BoNO Di Pepo, paitecipa airUfficio di Balia per TArte dei
legnaiuoli (an. 1381), 409, 44.
BoNO Di Taddeo, V. Slrada B. di T.
BoNO (di), V. Niccolb di B.
BoNRicovERi, e Buonricoveri, Bartolo di Manetto,
h nelle liste dei Priori del 1317-1318 febbraio, 124,
18 ; e del 1321 febbraio-1322 febbraio, 129, 1.
Bonricovero (di), V. Manetio di B.
BoNsi FiLiPPO, k nelle liste dei Priori del 1351 gennaio-
1352 gennaio, 241, 1.
BoNSi Gherardo, 6 nelle liste dei Priori del 1316 feb-
braio-1317 febbraio, 123, 17 ; del 1319 febbraio-
1320 febbraio, 126, 19 ; del 1323 febbraio-1324 feb-
braio, 135, 12 ; del 1332 dicembre-1333 dicembre,
175, 13 ; e del 1337 dicembre-1338 dicembre, 186, 38.
BoNSi PiERO d'Ugolino, viene confinato per sei anni ol-
tre le cinquanta miglia (an. 1381), 401, 31.
BoNsi d'Orlando, 6 nelle liste dei Priori del 1345 mag-
gio-1346 maggio, 226, 38.
BoNSi (di), Bartolomeo di Bianco di B. ; Bianco di B. ;
Piero d'UgoHno di B. ; Vgolino di B.
Bonsignore, V. Ostigiani B. ; Postigliani B.
BoNsiGNORE Di SpiNELLO, 6 nelle liste dei Priori del 1374
gennaio-1375 gennaio, 291, 23.
Bonsignore (di), V. Cione di B. ; Spincllo di B.
BoNsiGNORi Spinello, 6 nelle liste dei Priori del 1326
febbraio-1327 febbraio, 155, 30.
BoNso (di), V. Ugolini di B.
BoRDONi, fam. fiorentina, esce da Firenze coi Guelfi
airannuncio della sconfitta di Montaperti (an. 1260),
48, 6 ; si schiera con Corso Donati coi Neri, 100, 21 ;
sta a capo della setta cosi detta Serraglina, 139, 5-6 ;
viene a zuffa con i Mangioni, 245, 25-28 ; vengono
banditi dalla c. i coraponenti di essa responsabili
della rissa, 28-30.
BoRDONi Bernardo, i nelle lislc dei Priori del 1339 ^i-
cembre-1340 dicembre, 188, is ; e del 1348 gennaio-
1349 gennaio, 234, 16.
Bordoni Bernardo di Pagno, 6 nelle liste dei Priori
del 1303 febbraio-1304 febbraio, 95, 8 ; del 1307 feb-
braio-1308 febbraio, 102, 9 ; del 3121 febbraio-1322
febbraio, 129, 3 ; viene condannato per baratteria
(an. 1324}, 139, 10-14; torna nuovamente nelle li-
ste dei Priori del 1348 gennaio-1349 gennaio,
233,28.
Bordoni Chele di Pagno, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1305 febbraio-1306 febbraio), 98, H ; k nelle
liste dei Priori del 1318 febbraio-1319 febbraio, 125, 5 ;
del 1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 22 ; viene con-
dannato per baratteria insieme al fratello Ber-
nardo (an. 1324), 139, 10-19 ; k di nuovo nelle liste
dei Priori del 1327 febbraio-1328 febbraio, 157, 34 ;
del 1335 dicembre-1336 dicembre, 183, 18 ; fe di
nuovo Gonfaloniere (liste 1337 dicembre-1338 di-
cembre) ; 187, 7 ; e nuovamente nelle liste dei Priori
del 1341 dicembre-1342 dicembre, 190, 21 ; v. anche
Bordoni (de') Chcle Pagni.
BoRDONi Gherardo, partigiano di Corso Donati ucciso
sul ponte d'Africo (an. 1308), 101, 16.
BoRDONi Gherardo di Chele, 6 nelle liste dei Priori
del 1346 maggio-1347 gennaio, 229, 15.
Bordoni Ghigo di Pagno, h nelle liste dei Priori del 1319
febbraio-1320 febbraio, 126, '^i.
BoRDONi Jacopo di Chele, 6 nelle liste dei Prori de!
1346 maggio-1347 gennaio, 228, 9.
BoRDONi Pagno, e nelle liste dei Priori del 1282 dicem-
bre-1283 dicembre, 59, 5 ; e del 1288 dicembre-
1289 dicembre, 65, 19.
Bordoni Pagno di Gherardo, e nelle liste dei Priori
del 1294 febbraio-1295 febbraio, 75, 15 ; 6 Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1297 febbraio-1298 febbraio),
77, 18.
Bordoni Paolo di Neri, e nelle liste dei Priori del 1338
dicembre-i33g dicembre, 188, 10 ; 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1350 gennaio-i^^r gennaio), 240,
12 ; h nelle liste dei Priori del 1358 gennaio-1359 gcn-
naio, 254, 26 ; v. anche Bordoni (de') Paolo di Neri.
BoRDONi (de'), fam. v. Bordoni, fam.
BoRDONi (de') Bordone, viene mandato amorte dalPode-
sta Vaiani da Roma (an. 1353), 243,25-27 ; 244, 7-30.
Bordoni (de') Chele Pagni, 6 nelle liste dei Priori del
1329 dicembre-1330 dicembre, 164, 27 ; v. anche
Bordoni Chele di Pagno.
Bordoni (de') Ferruccio di Pagno, h nelle liste doi
Priori del 1301 febbraio-1303 febbraio, 90, 41 ; e
del 1316 febbraio-1317 febbraio, 123, 'J2.
BoRDONi (de') Gherardo, tenta invano di liberare il
fratello Bordone fatto prendere dal Podestk (an.
1353), '244, 7-2.
Bordoni (de') Gherardo di Pagno, 6 ncUe liste dei
Priori dei i3oi-febbraio-i302 febbralo, 88, 27.
Bordoni (de') Niccol6 di Jacopo, i nelle liste dei Priori
del 1366 gennaio-1367 gennaio, 266, iS ; viene con-
dannato neiravere e nella persona per trame con-
tro lo Stato (an. 1378), 338, 35 ; e nuovamcnte (an.
1379), 365, 21.
Bordoni (de') Pagolo di Neri, i! nelle listc dei 1'riori
del 1341 dicembre-1342 dicembre, 190, 36 ; 4 uno
dei Sei di Balia (an. 1343), 208, 12 ; h Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1344 maggio-1345 maggio), 222, 10;
V. anche Bordoni Paolo di Neri.
BoRGARELLi GuERRUCCio, 6 nellc liste dei Priori del 1343
aprile-1344 aprile, 219, ti.
484
INDICE ALFABETICO
[B«r(hMe-BrBBca d'Ain*rig«]
BOROHBBB, V. Migliorati B.
BoRCHBSE Di MiGLioRATO, h nelle liste dei Priori del 1288
(licfmbre-1289 dicembre, 65, 4 ; del ijo4 'cbbraio-
1293 febbrai», 75, 4 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia
liste 1297 (ebbraio-1298 febbraio), 77, 8 ; c di nuovo
nelle liste dei Priori dol 1302 febbraio-1303 febbraio,
»0, 32.
l!uK(iilESE (Di), V. Coppo di B.
lioKUUESi Coppo, 6 nelle liste dei Priori del 1329 dicem-
bre-1330 dicembre, 164. 28 ; e del 1335 dicembre-
1336 dicembre, 183, 7.
UoRGHi Baldo, k nelle liste dei Priori del 1304 febbraio-
1305 febbraio, 96, 28.
BoRGHi BoRGUCcio Di Ventura, 6 nellc liste dei Priori
del 1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 10.
BoRGHi CoRso, k nelle liste dei Priori del 1296 febbraio-
1297 febbraio, 76, 31.
BoRGHi Francesco di Giunta [Junta\, k nelle liste dei
Priori del 1343 aprile-1344 aprile, 219, 17 ; del 1351
gennaio-1352 gennaio, 241, 6 ; del 1355 gennaio
1356 gennaio, 249, 25 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1359 gennaio-1360 gennaio), 255, 37 ; 6 di
nuovo nelle liste dei Priori de 1362 gennaio-1363
gennaio, 262, 31 ; e del 1368 gennaio-1369 gennaio,
273, 34.
BoROBi PiERO, 6 nelle liste dei Priori del 1282 dicembre-
1283 dicembre, 59, 13 ; del 1283 dicembre-i284 di-
cembre, 60, 8 ; del 1289 dicembre-1290 dicembre,
67, 6 ; del 1291 dicembre-1292 dicembre, 68, 38 ;
• del 1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 37.
BoRGHi (de') Zanobi, c Zanobio, k nelle liste dei Priori
del 1323 febbraio-1324 febbraio, 135, 33 ; sottoposto
a sindacato dopo Tuscita di carica viene condannato
per aver favorito i Bordoni mentre erano sottoposti
a processo (an. 1324), 139, 18.
BoRGHiNi DoMENico Di Taddeo, h Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1377 gennaio-1378 luglio), 314, 15.
BoRGHiNi Francesco, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1329 dicembre-1330 dicembre), 164, 40 ; 6 nelle li-
ste dei Priori del 1334 dicembre-1335 dicembre,
179, 14.
BoRGHiNi Niccol6 d'Alessio, i nelle
liste dei Priori del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 43.
BoRGRiNi Zanobi di Taddeo, fe dei Priori (an. 1383
maggio-giugno), 426, i.
BoRGHiNO del Ricco. V. Baldovutetti B. del R.
BoRGHiNO (Di), V. Francesco di B.
BoRGO, V. Pucci B. ; v. Rinaldi B.
BoRGO Di RiNALDO, 6 nellc liste dei Priori del 1287 fc-
braio-1288 aprile, 63, 38 ; e del 1294 febbraio-1295
febbraio, 73, 16 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (Ij-
ste 1298 febbraio-1299 febbraio), 78, 13.
BoRGO (dal e del), t;. Agostino del B. ; Dogino e Dogio
dal B. ; Dosino del B.
BoRGo (di), V. Borguccio di B. ; Piero di B. ; Rinaldo di B.
Borgognone, V. Fiorentini B.
BoRGOGNONi, soldati, ric, 147, 8-9, 12 ; 148, 34 ; 150, 2 ;
loro rivolta contro il Capitano, 168, 15-20 ; vengono
arruolati dal Duca d'Atene : loro contegno dnrante
la rivolta contro U detto Duca, 209, 4-8.
Borgognoni Aonolo, k nelle liste dei Priori del 1368
gennaio-1369 gennaio, 273, 37 ; e del 1376 gennaio-
«377 gennaio, 307, 8.
BoRGOLi Benino di Bello, d Gonfaloniere di Gtustizia
(liste 1317 febbraio-1318 febbraio), 124,SS ; t ncllc
liste dei Priori del 1331 dtcembre-1332 dicembre
168, 38.
Borgoli Borgolino del Bello, d nelle liste dei Priori
del 1287 febbraio-1288 aprile, 63, 20.
BoRGUCcio, V. Borghi B.
BoRGUCcio Di BoRGO, * nelle liste dei Priori dtl 131 7
febbraio-1318 febbraio, 124, 29.
BoRNio, Maniscalco di Castruccio nella battaglia d'Al-
topascio (an. 1325), 143, 8, 20.
BoRSi Brancazio di Berto, el. Priore pel bimestre l;-
glio-agosto 1378, viene costretto dai Ciompi a la-
sciare rUfficio (luglio 22), 314, 19 ; 320, 30 ; 325.
24-31.
Borsi Piero di Gherardo, k nelle liste dci Priori del
1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 18.
Borsi Simone di Piero, ^ nelle liste dei Priori del 1345
raaggio-1346 maggio, 226, 39.
BoRSi Spinello di Simone, fe nellc liste dei Priori del
1378 (luglio-agosto), 326, 15.
BoscHERECCio, va con altri fanti, inviati dal Comune
di Firenze, a difesa del castello di Scarperia assediato
da Gian Galeazzo, 239, 4.
BoscHi MicHELE, notaio dei Priori, ric, 177, 33 ; 189, 40.
BoscoLi, nobile fam. aretina, favorisce Tentrata di Carlo
della Pace di Durazzo in Arezzo quale signore della
c. (an. 1380), 378, 33-34 ; trama per prendere ai
Fiorentini il castello di Laterina e p>er farvi entrare
genti aretine, ma la trama viene scoperta e sventata,
388, 5-27.
Bostighi, e Bostichi, fam. fiorentina dcl quartiere di
Porta S. Maria, 21, 10 ; di parte guelfa, 28, 23 ; esce
da Firenze alfannunzio dalla sconfitta di Montaperti
(an. 1260), 42, 7 ; si schiera coi Cerchi nella parte
bianca. 80, 37 ; ric, 111, 2.
BoTTE (delle), V. Andrea di Lapo delle B. ; Mangia del
Rosso delle B.
BoTTE (di), V. Gherardo di B. ; Leonardo del Chiaro di B.
BovERELLi Gherardo di Pibro,^ rulle
liste dei Priori del 1385 maggio-1386 aprile, 443, 4.
Brabante (di), V. Buono di B.
Braccino d'Albizzo, i;. TrinciavelH B. d'A.
Braccino di Pero, V. Duranti B. di P.
Braccino (di), V. Piero320 di B.
Bracciuti (de') Manfredi da Novara, consigliere della
Compagnia S. Giorgio. 367. 31.
Branca (della) Piero da Gubbio, Podesti di Firenze.
condanna Corso Donati come • traditore del popolo
e muove, col Gonfaloniere e col popolo stesso armato,
verso le case di questo per procedere aU'esccuzione
di giustizia (an. 1308), 100, 28-34.
Branca d'Ambrigo, h nelle liste dei Priori del 1374 gen-
naio-1375 gennaio. 291. i3 ; viene condannato per
trarae contro lo Stato in lire mille ed a tre anni di
confine (an. 1378), 340. 12 ; i nelle liste dei Priori
dtl 1385 maggio-1386 aprilt, 443, 8.
[Brancacci-Bruno]
INDICE ALFABETICO
485
Brancacci Piero di Piuvichese, h nelle liste dei Priori
del 1360 gennaio-1361 gennaio, 259, 11.
Brancacci Piuvichese, 6 nelle liste dei Priori del 1323
,1 febbraio-1324 febbraio, 135, 30 ; e del 1329 dicem-
bre-1330 dicembre, 164, 34 ; h Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1339 dicembre-1340 dicembre), 188, 19.
Brancacci Serotine di Salvestro, 6 nelle liste dei
Priori del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 36.
Brancacci Tommaso, 6 nelle liste dei Priori del 1374 gen-
naio-1375 gennaio, 291, 21 ; e dei Quarantatre citta-
dini el. in aggiunta agli altri della Balia gili nomi-
nati (an. 1381), 404, 30.
Brancacci (de') Tommaso di Serotine, 6 nelle liste
dei Priori del 1356 gennaio-1357 gennaio, 250, 35 ;
del 1367 gennaio-1368 gennaio, 267, 14 ; fe chiamato
nuovamente tra i Priori (an. 1378), pel bimestre
luglio-agosto, ma viene cacciato daIl'Ufficio il 22
Ijglio dai Ciompi, 314, 20 ; 320. 31 ; 325, 24-31.
Brancaccio (di), V. Piuvichese di B.
Bancazio di Berto, V. Borsi di B. di B.
Brancazio di Perogio, viene condannato per trame a
lire mille ed a tre anni di confine (an. 1378), 339, 15.
Brancazio di Puccio, V. Carletti B. di P.
Brandaglia, V. Acciaiuoli B.
Brandaglia Bardo, notaio dei Priori, ric, 248, 16.
Brandaglie Baldo, notaio dei Priori, ric, 314, 29.
Brandani Piero, 6 Gonfaloniere di Giu,stizia (liste 1300
febbraio-1301 febbraio), 86, 20.
Brandeburgo (Marchese di), ric, 439, 36.
Brandini Testa, 6 nelle liste dei Priori del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 39 ; e del 1358 gennaio-1359 gen-
naio, 254, 35.
Brescia (da), V. Filippo da B.
Brettoni (compagnia di), viene mandata in Italia dal
pp. Gregorio XI contro Firenze (an. 1376), 296, 24-
38 ; si accampa presso Cesena e Castrocaro, 297,
20-21 ; viene assoldata dai Fiorentini e dai Bolognesi,
300, 7-16 ; ■• cf. CXI, 2 ".
Broccardo, conte, capitano di ventura ucciso durante la
ritirata a Valdilampne (an. 1358), 253, 8-9.
Bronchi Taluti di Neri, ^ nelle liste dei
Priori del 1366 gennaio-i36y gsnaio, 266, 33.
Bronacci Stefano, viene ammonito (an. 1377), 305, 15 ;
309, 5.
Brunaccio (di), V. Michele di B.
Brunaccino da Verona, caporale della compagnia S.
Giorgio firmatario degli accordi con Firenze,
367. 12.
Brunelleschi, fam. fiorentina di parte ghibellina,
28, 39 ; si schiera coi Neri, 80, 39, ma k contro Corso
Donati. 100. 22 ; viene fatta popolana, 216. 34.
Brunellescki Antonio di Nepo. viene ammonito (an.
1360). 255, 25.
Brunellkschi Attaviano di Boccaccio, viene confi-
nato a Gubbio (an. 1378), 328, 27.
Brunelleschi Attaviano di Tuccio, k bandito da Fi-
renze (an. 1360), 258, 11.
Brunellkschi Betto, combatte a fianco dei Popolani
contro i Grandi (an. 1304), 92, 18.
BikUNsixBSCHi FnANCBSco, k tra gli amici dei Duca di
Atene (an. 1343), 204, 7-8 ; h dei Sei di Balia, 208,
13 ; va ambasc pr. il pp. (an. 1345), 226, 19.
Brunelleschi Jacopo di Boccaccio, 6 tra i capi isti-
gatori della Parte guelfa, insieme ai fratelli, 318, 14 ;
viene condannato neiravere e nella persona per trame
contro lo Stato (an. 1378), 339, 6 ; 6 di miovo con-
dannato per la spedizione contro Figline (an. 1379),
351, 6 ; viene bandito come ribelle (an. 1380), 370. 27.
Brunellini Giovanni, fe nelle liste dei Priori del 1360 ge-
naio-1361 gennaio, 259, 5.
Brunetti Jacopo di Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1349
gennaio-1350 gennaio, 235, 25 ; del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 40 ; e del 1356 gennaio-1357
gennaio, 250, 26 ; k Gonfaloniere di Giustizia (liste
1359 gennaio-1360 gennaio), 256, 21.
Brunetti Niccol6 6 nelle liste dei Priori del 1369 gen-
naio-1370 gennaio, 275, 6 ; e del 1376 gennaio-1377
gennaio), 306, 36 ; viene condannato neiravere e
nella persona per trame contro lo Stato (an. 1378),
339, 23 ; e di nuovo (an. 1379), 365, 28.
Brunetti Pace, 6 nelle liste dei Priori del 1355 gennaio-
1356 gennaio, 249. 39 ; del 1358 gennaio-1359 gen-
naio, 254, 13 ; e del 1371 gennaio-1372 gennaio,
279, 14.
Brunetti Ventura di Niccol6, h Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1380 marzo-1381 febbraio), 391, 25.
Brunetto. V. Latini B.
Brunetto di Prese da Varazzano,
i nelle liste dei Priori del 1385 maggio-1386 aprile,
443, 16.
Brunetto (di), t;. Pace di B.
Bruni Agostino di Lapo,^ nelle liste dei
Priori del 1364 gennaio-z36s gennaio, 265, 11.
Bruni Alessanrro di Salino, 6 dei Priori (an. 1380
settembre-ottobre), 383, 14.
Bruni Bruno di Salino, viene condannato a lire cin-
quecento e a sei anni di confine (an. 1381), 401, 4.
Bruni Francesco, notaio dei Priori, ric, 242, 33 ; h
nelle liste dei Priori del 1358 gennaio-1359 gennaio,
254, 27.
Bruni Francesco di Santi. 6 nelle liste dei Priori del
1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 25 ; 6 Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1379 marzo-1380 aprile), 368, 7 ;
e nuovamente Gonfaloniere (liste 1383 Iuglio-1384 ago-
sto), 428, 9.
Bruni Niccolo fe nelle liste dei Priori del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 24.
Bruni Santi, notaio dei Priori, ric, 240, 33; 254, 31.
Bruno, V. Orlandi B.
Bruno di Giovanni, del popolo di S. Niccold, fatto
prendere. dagli Otto Ufficiali della Gnardia, con il
pennone che egli teneva pr. di sfe pronto per rimmi-
nente rivolta contro lo Stato, viene condotto pr.
il Capitano al quale confessa la sua colpa (an. 1379),
354. 27-28. 40-43 ; 355. 1-7 ; viene fatto decapitare,
361. 4.
Bruno di Paolo, fe Gonfaloniere di Compagnia (an. 1378,
326, 20.
Bruno (di), V. Benci di B. ; Bene di B. ; Lapo di B. ; Sa-
limbin» di B. ; Salinc di B.
486
INDICE ALFABETICO
rBruicoli-BuoadelmoDti
Bkuscoli (comti di), v. Alberti (degli) Alberlo dei Conti di
B. ; Antonio dei conti di B., Franceico dei Conti di B.
Bittno, nipote di Aacanio, nccide Silvio Postumo e fug-
ge coi suoi andando a stabilirsi nella terra che da
lui prese poi, secondo la leggenda stefaniana, il
nome di Brettagna, 6, 11 ; 7, i-U.
Bruto, padre di Lucrezia primo console di Roma,
8, 33.
Bucci ToMMASO, notaio dei Priori, ric, 126,26 ; 129, 14,
BucELLl Duccio Di GiovANNi, ft nelle liste dei Priori del
1296 febbraio-1297 febbraio, 76, 21 ; del 1302 feb-
braio-1303 febbraio, 90, 42 ; e del 1304 febbraio-1305
febbraio, 96, 7.
BucEL-Li Francesco di Naddo, k nelle liste dei Priori
del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264. 3 ; del 1367 gen-
naio-1368 gennaio, 267, 37 ; c del 1373 gennaio-1374
gennaio, 289, 17.
BucELLi GiANNi, 6 nellc liste dei Priori del 1284 dicembre-
1285 dicembre, 60. 40 ; e del 1290 dicembre-1291 di-
cembre. 68. 8 ; v. anche Bucelli {de') Gianni.
BucELLi GiANNOTTO Di Duccio, h Gonfaloniere di Giu-
stiria (liste 1305 febbraio-1306 febbraio). 98, 5.
BucELLi Lapo di Duccio, fe nelle liste dei Priori del 1353
gennaio-1354 gennaio, 245, 39 ; del 1358 gennaio-
1359 gennaio 254. 11 ; del 1361 gennaio-1362 gen-
naio. 259. 44 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1369
gennaio-1370 gennaio). 274, 35.; e di nuovo Gonfa-
loniere (liste 1371 gennaio-1372 gennaio). 279, 6 ;
c nnovamente (liste 1375 gennaio-1376 gennaio),
298, 39.
BucELLi Naddo di Buccio, e Di Duccio, fe nelle liste dei
Priori del 1332 dicembre-1333 dicembre, 175. 14;
e del 1336 dicembre-1337 dicembre, 186, 24.
BucELLi Nastagio, h nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-1347 gennaio, 229, 2 ; fe Gonfaloniere di Giusti-
zia (liste 1351 gennaio-1352 gennaio), 240, 32.
BucELLi N1CCOL6 Di Nastagio, 6 Gonfalonicre di Giu-
stizia (an. 1383 maggio-giiigno), 426, 10.
BucELLi (de") Gianni, k nelle liste dei Priori del 1287 feb-
braio-1288 aprile, 63, 24 i v. anche Bucelli Gianni,
BucELLi (de*) Giannozzo di Duccio. 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1311 febbraio-1312 febbraio), 112, 41 ;
V. anche Bucelli Giannotto di Duccio.
Bucelli(de') Giovanni di Francesco,
i nelle liste dei Priori del 1385 inaggio-1386 aprite,
443. 38.
BucELLi (de') Lapo di Talento, fe Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1298 febbraio-i299 febbraio). 78, 3 ; h
nelle liste dei Priori del 1301 febbraio-1302 febbraio,
88, 16 ; e di nuovo Gonfaloniere (liste 1309 fabbraio-
1310 febbraio), 106, 14.
BucELLi (de') Naddo di Duccio, h Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1319 febbraio-1320 febbraio), 126, 5 ;
fe nelle liste dei Priori del 1323 febbraio-1324 feb-
febbraio), 135. 13.
BuciNE, castello dei Tarlati di Arezzo datosi spontanea-
mente ai Fiorentini (an. 1335). 178, 36-38.
Buco (del) V. Benedetlo di Ciardo del B.
BcsRE Bartolo di Jacopo, k nelle liste dei Piiori del
1285 dicembre-1286 dicembre, 62, 4 ; del 1290 di-
cembre-1291 dicembre, 68, 2; del 1293 febbrai<
1294 febbraio, 74, 1 ; del 1298 febbraio-i299 febbiHl
78, 82 ; e del I3oi-febbraio-i302 febbraio, 88, 1'-
BuGGiANO, castello, ric, 132. 8-10; viene preso ai 1 n
rentini da Gherardino degli Spinoli, signore di Lucc;i
166. 17 ; viene danneggiato dai Fiorentini (an. 1337
184, 26 ; viene definitivamente ripreso dai Fiorcn
tini stessi, 185, 30-38.
BuGLiAFFE (del). V. Bartolomeo di Dolfo del B. ; Don.0 (i
Lapo del B. ; Toffo di Lapo del B.
BuGLiASSE Lapo, k nelle liste dei Priori del 1339 diccm
bre-1340 dicembre, 188. 37.
Buglietti Giovanni di Feo, * nelle liste dei Priori dtl
1312 febbraio-1313 febbraio, 114, 33.
BUGLIONE (del), V. Ristori Ciaio del B.
BuiAMONTE GiANNi \Janni], k Gonfaloniere di Giastizi.:
(liste 1292 febbraio-1293 febbraio). 72. 5.
BuoNACCOLTi Caroccio d'Ugo, h nelle liste dei Prior:
del 1297 febbraio-1298 febbraio, 77, 4.
Buonaccorri di Geri, notaio dei Priori), ric, 96. -
BuoNACCORRi Di GiERi DA GiNisTRETO, notaio dei Pnori,
ric, 88, 40.
BuoNACCORRi, e BONACCORRI, (di), V. Giovanni di B.
BuoNACcoRso e BoNACcoRSi, Jacopo, e Jacopino, no-
taio dei Priori, ric, 59, 22. 36 ; 60, 37 ; 61, 11, 39 ;
62, 11 ; 68. 5 ; 6 nelle liste dei Priori del 1292 feb-
braio-1293 febbraio, 72, 21.
BuoNACCORSO, V. Gherardi B.
BuoNACosA (di), V. Rinaldo di B.
BuoNAFEDi Bartolo, k nelle liste dei Priori del 1329
dicembre-1330 dicembre. 164. 37.
BuoNAGUiDA Di Jacopo, V. Simoni B. di J.
BuoNAGUiDA Di Ranieri, k nelle liste dei Priori del 1299
febbraio-1300 febbraio. 82, 24.
Buonaguida di Simone, h nelle liste dei Priori del 1292
febbraio-1293 febbraio, 72, 15.
BuoNAGUiDA (di), V. Camhio di B.
BuoNAiUTO di Taddeo, V. Aglioni B. di T.
Buonaiuto (di), V. Lorino di B. ; Zucckero di B.
BuoNAMicHi MiNGO, tiotaio dei Priori, rtc,
264, IS.
BuoNAVERE Di Rosso. notaio dei Priori, ric, 90. 40. 3,
Buonavolta (di). V. Pietro di B.
BuoNCOMPAGNi BoNAFEDE, notaio dei Priori, ric., 76,
18 ; 96, 32.
BuoNCONTE [Buonoconte], Ai Montefeltro, figlio del contc
Guido, muore a Campaldino combattendo coi Ghi-
bcllini e con gli Aretini contro i Fiorentini (an. 128,
669), 4-5.
BuoNcoNTi Balduccio, pisano, viene fatto uccidere col
figlio da Uguccione, 120, 21.
BuonconVEnto (Bqrgo a), vi muore Arrigo VII (an.
1313), 113, 11.
Buoncristiano di Simone, notaio dei Priori, ric, 148, 13
Buoncristiano (di), ti. Neri di B.
Buondelmonti [Buondalmontt], signori di Montebuoni,
venuti a guerra coi Fiorentini pel pedaggio chc essi
esigevano dai passanti. sono sconfitti ed il loro ca-
stello distrutto (an. 1135), 23, 24-29; vengono per6
conservate loro le rendite e possessioni e vengono.
[Biioadeimonti'BuraKa]
INDICE ALFABETICO
487
^F
inoltre, fatti cittadini di Firenze dov'essi vanno a
stabilirsi definitivamente, 29-30 ; schieratisi dapprima,
come nobili di contado, tra i Ghibellini con la parte
deirimpero, passano poi, a seguito dell'ticcisione di
Buondelmonte per opera degli Amidei, ai GueUi, 28,
27 ; 29, 38-40 ; 34, 34-36 ; " cf. LXII, 6-40 — LXV,
1-32 " ; escono da Firenze airannunzio della sconfitta
di Montaperti (an. 1260), 48, 9 ; si schierano coi Neri,
80, 31-32 ; si pongono coi Grandi contro i Popolani
(an. 1343), 213, 15 ; sono capi della Parte guelfa,
318, 11.
BuoNDELMONTi Alessandro di Francesco, vienc con-
finato a Roma (an. 1378), 328, 20.
Buondelmonti Benghi, fatto cavaliere del popolo e
popolano per benemerenze civiche, viene escluso dagli
uffici per non essersi staccato dai consorti Grandi
e per non aver rifiutata la consorteria (an. 1370),
277, 18-20 ; viene inviato, con esito per6 poco felice,
dagli Otto di Balia con trecento lance per ripren-
dere Portico di Romagna (an. 1376), 298, 16-34 ; 6
tra i capi e maggiori istigatori della Parte guelfa
del quartiere di S. Maria Novella (an. 1377), 308,
14 ; 6 fatto Gonfaloniere della Parte e Capitano
della stessa con grande Balia, 310, 15-16 ; gli
viene bruciata la casa dal popolo in rivolta contro
la Parte (an. 1378), 319, 34-41 ; viene confinato a
Perugia, 328, 18 ; 6 condannato a fiorini d'oro mille
e cinquanta per avere violato i confini assegnatigli,
339, 39.
Buondelmonti Bindo di Gentile, h bandito come ri-
belle (an. 1380). 370, 43.
Buondelmonti Gherardo di Lorenzo, 6 fatto cavaliere,
394, 1 ; cerca levarsi sopra agli altri, 412, 29 ; ric,
319, 39.
Buondelmonti Lorenzo, ric, 319, 39.
Buondelmonti Tegghia di Bindo, viene fatto Podesti
a Ruggiano (an. 1330), 166, 18.
Buondelmonti (de') Buondelmonte, viene ucciso per
vendetta privata dai partigiani degli Amidei (an.
X215), 29, 18-32.
BuoNDELMONTi (de') Cece, i fatto prigioniero dai Ghi-
bellini a Lucca (an. 1263), 49, 25.
BuoNDELMONTi (de') Guelfo di Bindo, ric, 207, 16.
BuoNDELMONTi (de') Pepo di Marignano, vienc confi-
nato a Verona (an. 1378), 328, 22 ; 6 dei Quaranta-
tre cittadini el. in aggiunta agli altri della Balia gik
nominati (an. 1381), 405, 2.
BuoNDELMONTi (de') Rinieri Ghincane, fatto prigio-
niero a Capraia, viene fatto straziare da Federico 11
(an. 1249), 36, 30.
BuoNDELMONTi (de') Rosso, viene fatto prendere e con-
dannare dal Duca d'Atene (an. 1342), 195, 16.
BuoNDELMONTi (de') Rosso di Gherarduccio, vieue
fatto decapitare dal Conservatore lacopo de Ga-
brielli (an. 1335), 178, 13.
BuoNDELMONTi (de') Uguccione, fe tra i favorevoli a)
Duca dAtene, 205, 11-24 ; ric, 112, 36-37.
BuoNFANTiNO (di), V. Durunte di B. ; Feo diB. ; Lapo di B.
BuoNFiGLiuoLi Andrea, k nclle liste dei Priori del 1282
dicembre-1283 dicembre, 59, 3.
BuoNFiGLiuoLi Bargiacco, 6 nelle liste dei Priori del
1283 dicembre-1284 dicembre, 60, 7.
BuoNFiGLiuoLi Bernardo di Salvestro, viene ammo-
nito (an. 1373), 288, 17 ; ric, 409, 5.
BuoNFiGLiuoLi FiLiPPO, 6 Gonfalouiere di Giustizia (li-
ste 1335 dicembre-r336 dicembre), 183, 12 ; i nelle
liste dei Priori del 1339 dicembre-1340 dicembre,
188, B3 ; V. anche Biionfigliuoli Filippo di Lippo.
BuoNFiGLiuoLi FiLiPPO Di Lippo, 6 nelle liste dei Priori
del 1321 febbraio-1322 febbraio, 129, 7 ; del 1324
febbraio-1325 febbraio, 147, 34 ; e del 1328 dicembre-
1329 dicembre, 160, 41; w. anche Buonfigliuoli Filippo.
BuoNFiGLiuoLi Jacopo di Salvestro, vieue confinato
dal Capitano a Reccanati (an. 1381), 408, 27.
BuoNFiGLiuoLi Lapo, 6 uelle liste dei Priori. del 1282
dicembre-1283 dicembre, 59, 9 ; e del 1283 dicembre-
1284 dicembre, 60, U.
BuoNGRADi NiccoLO Di Manieri, 6 nellc liste dei Priori
del 1318 febbraio 1319 febbraio, 125, 2 ; e del 1320
febbraio-1321 febbraio, 127, 17.
BuONi Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1291 dicembre-
1292 dicembre, 69, 12.
BuoNiNSEGNA Di Manetto, notaio dei Priori, ric, 187, 8.
Buoninsegna (di), V. Cesso di B.
BuoNO, V. Strada B.
Buono di Brabante, 6 dei Priori (an. 1379 novembre-
dicerabre), 348, 37.
BuoNO di Filippo, e nelle liste dei Priori del 1343 aprile-
1344 aprile, 218, 28.
BuoNO del Pace, 6 Gonfaloniere di Giustizia (an. 1379
maggio-giugno), 345, 35.
BuoNO Di Paolo del Buono, viene amraonito (an. 1367)
263, 29-30.
Buono (del), V. Bancherello del B. ; Buono di Paolo del
B. ; Ciore del B. ; Jacopo di Piero del B. ; Marco
del B. ; Niccold di Bartolo del B. ; Paolo del B. ; Ste-
fano del B.
BuoNO (di), V. Francesco di B. ; Marco di B. ; Piero di B.
Buonoconte, V. Buonconte.
Buonricoveri Bivigliano di Manetto, 6 nelle liste dei
Priori del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 1.
Buonricoveri Manetto, h nelle liste dci I^riori del 1301
febbraio-1302 febbraio, 88, 25.
BuoNRicovERi Salvestro di Manetto, 6 nelle liste dei
Priori del 1315 febbraio-1316 febbraio, 122, 11.
BuoNRicovERO (di), V. Manetto di B.
BuoNsiGNORE (di), V. Guido di B.
BuoNSOSTEGNi Taddeo di Bencivbnni, 6 nelle liste dei
Priori del 1356 gennaio-1357 gennaio, 250, 23.
BuONSOSTEGNi (de') Bencivenni, 6 nelle liste dei ftiori
del 1318 febbraio-1319 febbraio, 125, 23 ; 6 Gonfa-
loniere di Giustizia (liste 1320 febbraio-i32i feb-
braio), 127, 84 ; e di nuovo nelle liste dei Priori del
1333 dicembre-1334 dicembre, 177, 16 ; e del 1346
maggio-1347 gennaio, 229, 1.
Buoso di Albizzo, t;. Cenamelle B. di A.
Buoso Di Risalito, V. Possi B. di R.
Burassi Giovanni da Castelfiorhntino, viene confi-
nato per dieci anni (an. 1381), 401, 40.
BuRAiTA MicHBLB Di LoRSNZO, 6 condannato neU'avere
488
INDICE ALFABETICO
[Boratt*>C«inbil
e nella porsona p«r la spedizione contro Figline (an.
1370), 351. 13.
BuRATTO figliuolo di Buratto t condannato come ribelle
(an. 1380), 373. 38.
BuRci (obl), V. Dino del B.
BoRNETTi Baccio, b nelle Uste dei Priori del 1296 feb-
braio-1297 febbraio, 76. 2S.
BuRNETTi GiUNTiNO Di SPiouATO, notaio dcl Priori,
ric, 63, 88.
BusiNi Antonio del Bene, * Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1380 marzo-1381 febbraio), 391, 39 ; partecipa
alla Balia per la riforma del Governo (an. 1381),
394, 23.
BusiNi BuoNO Di Bese, partecipa alla Balia per la ri-
forma del Governo (an. 1381), 410, 7.
BusiNi Donato, 6 nelle liste dei Priori del 1374 gennaio-
'375 gennaio, 291, 34.
BusiNi ToMMASO Di Bese, k nellc liste dei Priori del
1372, gennaio-1373 gennaio, 284, 34.
BusiNO del Bese, k nelle liste dei Priori del i^^^raaggio-
1346 maggio, 227, 26.
Buti Bartolomeo di Lapo, 6 nelle liste dei Priori del
1348 gennaio-1349 gennaio, 233, 23 ; e del 1351 gen-
naio-1352 gennaio, 241, 1.
BoTi Ghirigoro del Ricco, i nelle lisfe dei Priori del
1366 gennaio-1367 gennaio, 266, 2«.
BuTi GioRGio DEL Ricco, 6 nelle liste dei
Priori del 1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 44 ; e
del 1362 gennaio-1363 gennaio, 262, 32.
BoTi Lapo, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1322 feb-
braio-1323 febbraio), 131, 33 ; 6 nelle liste dei Priori
del 1344 maggio-1345 maggio, 222, 31.
BuTi (di), r. Piero di B.
BuTO Di Baldo, 6 nelle liste dei Priori del 1343 aprile-
1344 aprile, 218, 26.
Buto Ricchi, t;. Davami B. R.
Buto del Ricco, 6 nelle liste dei Priori del 1315 febbraio-
1316 febbraio, 122, 15 ; e del 1324 febbraio-1325
febbraio, 148, 9.
BuTO DEL Ricco, e Di Ricco, V. Davanzi B. del R.
Buto (di), V. Francesco di B.
BuzzAFFi Tommaso, viene bandito e condannato neira-
BuzzAFFi Tommaso, viene bandito e condannato nell'
vere e nella persona (an. 1381), 400, 5.
Caccia, V. Bonciani C.
Caccia (del), V. Giovanni di Bondo del C.
Cacciafuori Alessandro di Bellincione, 6 Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1323 febbraio-1324 febbraio),
135, 36.
Cacciafuori Bellincione di Dato, ^ neUe liste dei
Priori del 1304 febbraio-1305 febbraio, 96, 25 ; 6
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1315 febbraio-1316
febbraio), 122, 4.
Cacciafuori Bellincionb di Diodati, notaio dei Priori,
ric, 75, 20 ; 96, 15.
Cacciafuori Dato, notaio dei Priori, ric, 61, 35.
Cacciafuori Diodato Alamanni, 6 nelle liste dei Priori
del 1289 dicembre-i2go dicembre, 67, 9.
Cacciafuori (de), Gerozzo di Nastagio, fe nelle liste
dei Priori del 1362 geimaio-1363 gennaio, 262, 13 ;
del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 14 ; k dei Dieci
di Liberta pel quartiere S. Spirito (an. 1373), 285,
7 ; 6 nelle liste dei Priori dd 1376 geiuiaio-1377 gen-
naio, 307, 15.
Caccialupi Franchino di Vermiglio, notaio dei Priori,
ric, 155, sa.
Cacciano, castello degli Aretini, occnpato dai Ouelfi
espulsi dalla c (an. 1288), 64, 18.
Caccino di Boncianni, i Gonfaloniere di Giustizia (U-
ste 1305 febbraio-1306 febbraio), 98, 6.
Caetani IGaelani], nobile antica fam. di Roma ric,
149, 26.
Cafferelli Giovanni Corsi, 6 nelle liste dei Priori del
1323 febbraio-1324 febbraio, 135,21.
Cafferelli Mariano di Giovanni, k nelle liste dei Priori
del 1356 gennaio-1357 gennaio, 251, 1.
Caio Antonio, console romano, viene inviato a capo del
suo csercito contro Catilina, 9, 12.
Calavrese, V. Totnmazo detto C.
Calboli (da), V. Francezco da C. ; FuUieri da C.
Calcagni Giovanni, ric, 46, 37.
Calcina, V. Raffacani (de') C.
Calciotto Giovanni, notaio dei Priori, ric, 276, S.
Calesandria (da), t;. Pietro da C.
Calfucci, fam. fiorentina del quartiere di Porta S. Maria.
21. 13.
Calici (de') Francesco di Vanni, 6 nelle liste dei Priori
del 1380 marzo-1381 febbraio, 391, 12.
Calosso Cambio di Bartolo, viene condannato a lirc
trecento (an. 1381), 401, 28.
Calvagni Mico, fe nelle liste dei Priori del 1347 gennaio-
1348 gennaio, 229, 42.
" Calvoli Cinelli GiovANNi, sue errate affermazioni
su Coppo e su Marchionne Stefani nel suo libro " La
Toscana Letterata ,,, XXII. 30-32 ,,.
Cam, figlio di N06, ric, 2. 22 ; 3, 3-4 ; 4, 2 ; 5, 32.
Camaiani (de') Nanni di Camaino, trama con i suoi,
amici di Laterina, ad istigazione dei Boscoli di Arezzo.
per fare entrare nel castello gente aretina (an. 1380),
388, 5-14.
Cambi Alessandro di Lamberto di Neri, e nelle lisl/
dei Priori del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 12 ,
del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 11 ; e deri383
Iuglio-1384 agosto, 427, 40.
Cambi Andrea, 6 nelle liste dei Priori del 1292 febbraio-
1293 febbraio, 72, 19.
Cambi Bindo, notaio dei Priori, ric, 62, 44 ; 73, 36 ;
76, 27.
Cambi Bondone, notaio dei Priori, ric, 82, 13.
Cambi Cambino di Neri, k nelle liste dei Priori del 1305
febbraio-1306 febbraio, 97, 19 ; e del 1312 febbraio-
1313 febbraio, 115, 9.
Cambi Dante Rinaldi, 6 nelle liste dei Priori del 1292
febbraio-1293 febbraio, 71, 34.
Cambi Franesco, h nelle liste dei Priori del 1359 geJinaio-
1360 gennaio, 255, 35.
Cambi GiovANNi, i nelle lisle dei Priori del J365 gennaio-
1366 gennaio, 265, 2» ; del 1369 gennaio-1370 gen-
naio, 275, 5 : e del 1376 gennaio-1377 gennaio,
306, 35.
[Ca m bi> C ancellieri]
INDICE ALFABETICO
489
Cambi Giovanni d'Albizzo, k nelle liste dei Priori del
1326 febbraio-1327 febbraio, 155, 24 ; del 1330 di-
cembre-1331 dicembre, 167, 32 ; del 1336 dicembre-
1337 dicembre, 186, 7 ; e del 1340 dicembre-1341 di-
cembre, 189, 37 ; b. anche Cambi (de') Giovanni d'Al-
bizzo.
Cambi Giovanni d'Uberto, h nelle liste dei Priori del
1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 11 ; del 1323 feb-
braio-1324 febbraio, 135, 34 ; del 1329 dicembre-
1330 dicembre, 164, 27 ; del 1334 dicembre-1335
dicembre, 179, 17 ; i; del 1338 dicembre-1339 dicembre,
187. 20.
Cambi Lamberto del Nero, k ne le liste dei Priori del
1310 febbraio-1311 febbraio, 108, 11; del 1329 di-
cembre-1330 dicembre, 164, 26.
Cambi Lamberto di Neri, 6 nelle liste dei Priori del
1314 fcbbraio-1315 febbraio, 119, 22 ; e del 1326 feb-
braio-1327 febbraio, 155, 30.
Cambi Lippo di Folco, 6 nelle liste dei Priori del 1293
febbraio-1294 febbraio, 74, 9 ; e del 1300 febbraio-
1301 febbraio, 86, 15.
Cambi Lorenzo di Puccio, viene bandito e condannato
neiravere e nella persona (an. 1381), 400, 8.
Cambi Manetto, notaio dei Priori, ric, 177, 12.
Cambi Nero, 6 nelle liste dei Priori del 1289 dicembre-
1290 dicembre, 67, 7 ; del 1293 febbraio-1294 feb-
braio, 74, 10 ; e del 1301 febbraio-1302 febbraio,
88, 26.
Cambi Piero, 6 nelle liste dei Priori del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 246, 2.
Cambi (de') Giovanni d'Albizzo, h nelle liste dei Priori
del 1315 febbraio-1316 febbraio, 122, 19 ; v. anche
Combi GiovariHi d'Albizzo.
Cambini Bartolo, 6 dei Priori (an. 1380 maggio-giug[no),
372, 16 ; ^ nelle liile dei Priori del 1385 maggio-1386
aprile, 443, 20.
Cambini Bartolomeo, 6 dei Priori (an. 1379 luglio-ago-
sto), 346, 5.
Cambini Giovanni, notaio dei Priori, ric, 298, 41.
Cambini Lorenzo di Paccio, h Gonfaloniere di Compa-
gnia pel quartiere di S. Maria Novel.a (an. 1378),
326, 34-35.
Cambino, V. Manieri {de') C. ; Signorini C.
Cambino di Candeghi, 6 nelle liste dei Priori del 1307
febbraio-1308 febbraio, 102, 24.
Cambino di Geri, 6 nelle liste dei Priori del 132 1 febbraio-
1322 febbraio, 129, 5.
Cambino di Geri, V. Jacopi C. di G.
Cambino di Neri, V. Cambi C. di N.
Cambino di Rosso, 6 nelle liste dei Priori del 1325 feb-
braio-1326 febbraio, 151, 32.
Cambio, V. Manieri (de') C. ; Micheli C. ; Nucci C. ; Si-
gnorini C.
Cambio Aldobrandini di Bellincione, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1294 febbraio-1295 febbraio), 75, 18 ;
V. anche Aldobrandini Cambio.
Cambio di Bartolo, i;. Calosso C. di B.
Cambio di Buonaquida, 6 nelle liste dei Priori del 1306
febbraio-1307 febbraio, 99, 16.
Cambio di Forese, V. Falconieri C, di F.
Cambio di Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del 1292
febbraio-1293 febbraio, 72, 11.
Cambio di Giovanni, detto Cornaccino, del popolo di
S. Niccolo, viene condannato nelfavere e nella per-
sona per trame contro lo Stato (an. 1379), 365, 37.
Cambio di Guido del Chiaro, h nelle liste dei Priori del
1307 febbraio-1308 febbraio, 102, 8 ; e del 1312 feb-
braio-1313 febbraio, 114, 38.
Cambio, e Cambiozzo, di Nkri, v. Aldobrandini C. di N.
Cambio di Salvi, 6 nelle liste dei Priori del 1305 feb-
braio-1306 febbraio, 97, 20 ; del 1314 febbraio-1315
febbraio, 119, 4 ; e del 1328 dicembre-1329 dicembre,
161, 5 ; V. anche Cambio (Maestro) di Salvi ; Cambio
del Maesiro Salvi
Cambio (maestro) di Salvi, 6 nelle liste dei Priori del
1296 febbraio-1297 febbraio, 76, 34 ; del 1308 feb-
braio-1309 febbraio, 104, 16 ; del 1313 febbraio-
1314 febbraio, 115, 36; i Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1334 dicembre-1335 dicembre), 179, 28 ; 6 di
nuovo nelle liste dei Priori del 1337 dicembre-1338
dicembre, 187, 11 ; v. anche Cambio di Salvi ; Cambio
(Maestro) di Salvi.
Cambio del maestro Salvi, ^ nelle liste dei Priori del
1315 febbraio-1316 febbraio, 121, 39 ; e del 1326
febbraio-1327 febbraio, 155, 15 ; v. anche Cambio di
Salvi : Cambio (Maestro) di Salvi.
Cambio {Di),.t;. Albizzo di C. ; Bizzo di C. ; Lippo di C. ;
Michele di C. ; Nastagio di C. ; Piero di C.
Cambiozzi di Lapo, e di Lippo, v. Medici (de') C. di L.
Cambiuzzi Batino, maestro, 6 nelle liste dei Priori del
1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 20.
Cambiuzzo di Batino, maestro, h dei Priori (an. 1383
maggio-giugno), 426, 7.
Cambuzzo Giannozzo, 6 nelle liste dei Priori del 1357
gennaio-1358 gennaio, 252, 2S.
Camsrata, vi cade, per la piena, una casa ove si teneva
tavema, facendo molte vittime (an. 1250), 37, 18-20.
Cambrini Zanobi di Neri, h nelle liste dei Priori del
1346 maggio-1347 maggio, 229, 17.
Camerino (da), V. Rodolfo da C.
Campi, villa in Valdarno presso Bibbiena danneggiata
dalla piena (an. 1379), 360, 15-18.
Campiobesi Angklo di Tinaccio, 6 nelle liste dei Priori
del 1383 settembre-1384 aprile, 434, 36.
Campogiallo, viene preso e devastato dagli abitanti di
Castelfranco del contado di Firenze (an. 1344), 219,
35-39.
Camporbna, castello dei Pisani danneggiato dai Fioren-
tini (an. 1329), 163, 7.
Camposelvole, V. Caposelvole.
Cancellisri, nobile fam. pistoiese di parte guelfa dalla
cui divisione originarono le fazioni dei Bianchi e dei
Neri (an. 1300), 79, 1-28 ; sua briga coi Panciatichi
(an. 1351), 236, 6-1O ; e di nuovo con gli stessi (an.
1372). 284, 44.
Cancellieri Giovanni da PisTOiA, viene inviato da
Giannotto, siniscalco di Carlo di Durazzo, pr. il Co-
mune di Firenze per venire ad accordi e trovar de-
nari, raa Tintento non si raggiunge punto, 372, 2-6 ;
" cf. CXVI, 30-38 ".
490
INDICE ALFABETICO
[CM4i«ghi>Cappoo*^
Candeghi (di), V. Cambino di C.
Canb (dbl), V. Bernardo di Lippo di Cioru del C. ; Coppo
di Lippo di Ciotu del C. ; Selvole di Lippo di Cione
del C.
Canioiani Cbrb, 6 nelle liste dei Priori del 1299 febbraio-
1300 febbraio, 82, 23.
Canigiani Coppo Giuseppe, & nelle liste dei Priori del
1287 febbraio-1288 aprilc, 63, 20 ; e del 1291 dicem-
bre-1292 dicembre, 69, 1 ; f. anche Canigiani Coppo
di Giuseppe ; Canigiani {de') Coppo Giuseppe.
Canioiani Coppo di Giuseppe, fe nelle liste dei Priori del
1294 febbraio-1295 febbraio, 75, 3 ; v. anche Canigiani
Coppo Giuseppe ; Ganigiani (de') Coppo Giuseppe.
Canigiani Gherardo Aldobrandi, 6 nelle liste dei
Priori del 1288 dicembre-1289 dicembre, 65, 9.
Canigiani Gherardo d'Aldobrandino, 6 nelle liste dei
Priori del 1303 febbraio-1304 febbraio, 94, 25.
Canigiani Guido, k nominato Compagno dei Priori (an.
1295). 74, 25.
Canigiani Luigi di Piero, 6 dei Quarantatre cittadini
el. in aggiunta agli altrt della Balia gi^ nominati
(an. 1381), 404, 32.
Canigiani (de') Andrea Giuseppe, 6 nelle liste dei
Priori del 1285 dicembre-1286 dicembre, 61, 37.
Canigiani (de') Cbre di Piloso, 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1296 febbraio-r297 febbraio), 76, 17.
Canigiani (de") Coppo Giuseppe, h nelle liste dei Priori
del 1283 dicembre-1284 dicembre, 59, 38 ; v. anche
Canigiani Coppo Giuseppe ; Canigiani Coppo di Giu-
se-jype.
Canigiani (de') Dato di Andrea, k nelle liste dei Priori
del 1302 febbraio-1303 febbraio, 91, 16.
Canigiani (de') Gherardo di Volpe, 6 nelle liste dei
Priori del 1328 dicembre-1329 dicembre, 160, 43 ;
e del 1340 dicembre-1341 dicembre, 189, 31.
Canigiani (de') Ghino di Bindo, 6 nelle liste dei Priori
del 1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 18 ; e del 1323
febbraio-1324 febbraio, 135, 12.
Canigiani (de') Guidotto, 6 nelle liste dei Priori del
1289 dicembre-1290 dicembre, 67, 16.
Canigiani (de') Piero di Dato, 6 nelle liste dei Priori
del 1356 gennaio-1357 gennaio, 250, 32 ; e del 1363
gennaio-1364 genaio, 264, 15 ; h tra i capi della
Parte guelfa che fanno maggiori onori a Caterina da
Siena venuta a Firenz? a predicare la pace con la
Chiesa (an. 1378), 306, 13-20; h col figlio Ristoro
tra i capi ed i maggiori istigatorl della Parte, 308,
3-4 ; 318, 5-6 ; gli vengono bruciate le case dal po-
polo in rivolta contro la detta Parte, 319, 39-4U ;
viene escluso per dieci anni dagli uffici, 321, 3S ; h
condannato per trame contro lo Stato a pagare,
sotto pena della testa, duemila fiorini d'oro (an.
1379). 348, 10-13.
Canneto (da), V. Piero da C.
Cante, t). Ardinghetli C. ; Guidalotti C.
Camtk di Bonaventura, notaio dei Priori, ric, 222, 12.
Cantb (di), V. Cantino d'Agnolo di C. ; Ghinuccio di C. ;
Lapo di C.
CAMTBU.IN1 Jacopo, viene in Firenre come vicario di re-
Roberto signore della c. (an. 1313), 113, 30-81 ; rj-
torna al seguito di Carlo Duca di Calabria, nomi,
nato, come il primo, signore di Firenze (au. 1326),
149, 35.
Canti Cantino di Acnolo di Lapo, h neUe liste dei
Priori del 1354 gennaio-1355 gennato, 248, t5.
Cantini Cantino d'Agnolo, V. Lapi C. C. d'A.
Cantino d'Aonolo, h nelle liste dei Priori del 1373 gen-
naio-1374 gennaio, 289, 20.
Cantino d'Agnolo di Lapo, V. Canti C. d'A. di L.
Cantino d'Agnolo Lapi, V. Cantini C. d'A. L.
Cantino d'Agnolo di Lapo di Cante, h nelle liste dei
Priori del 1369 gennaio-1370 gennaio, 274, 28
274, 29.
Cantino d'Agnolo di Monna Checca, viene ammonito
(an. 1377), 305, 21 ; 309, 7-8,
Cantino (di), V. Giovanni di C.
Canto (oal), V. Antonio d'Angelo di Vanni dal C.
Canto (del), V. Matteo del C.
Cantori (de') Caro di Rustico, k Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1294 febbraio-1295 febbraio), 75, 22.
Cantori (de') Ghino, h nelle liste dei Priori del 1303
febbraio-1304 febbraio, 95, 1.
Cantori (de') Nino, h nelle liste dei Priori del 1284 di-
cembre-1285 dicembre, 61, 4.
Capeixa (del), V. Gherardo del C.
Capis Silvio, discendente di Silvio Postumo ric, 7, 6.
Capitani Bartolomeo di Benedetto, notaio dei Priori,
ric, 155, 26.
Capitani Fellaio, e Felaia, h nelle liste dei Priori del
1304 febbraio-1305 febbraio, 96, 10 ; del 1307 feb-
braio-1308 febbrato, 102, 17 ; e del 1313 febbraio,
1314 febbraio, 116, 19.
Capitani Giovanni di Benedetto, h nelle liste dei
Priori del 1307 febbraio-1308 febbrajo, 102, 28.
Caponsacchi, nobile fam. Fiorentina di parte Ghibellina,
28, 29.
Caponsacchi (case de'), vengono danneggiate dal fuoco,
32, 11-13 ; sono abbattute e distrutte dalla rivolta
popolare contro i Ghibellini (an. 1258), 44, 8.
Caposelvole [Camposelvole], castello in Valdambra
preso e distrutto dai Fiorentini (an. 1229), 32, 25-27 ;
viene occupato da Arrigo VII (an. 1312), 109, 19 ;
h ripreso agli Aretini, che Tavevano occupato al tempo
di Arrigo VII, dai Fiorentini (an. 1322), 130, 12-15
Cappelli Barone, h nelle liste dei Priori del 1330 dicem
bre-1331 dicembre, 167, 31 ; del 1332 dicembre-
1333 dicembre, 175, 16 ; e del 1338 dieembre-i^jg
dicembre, 188, 3 ; v. anche Cappelli Barone di Barone.
Cappelli Barone di Barone, h nelle liste dei Priori del
1326 febbraio-1327 febbraio, 155, 13 ; v. atiche Cap-
pelli Barone.
Cappelli Filippo di Barone, h Gonfaloniere di Grustizia
(an. 1382 maggio-giugno), 416, 35.
Cappiano, castello, preso dai Fiorentini (an. 1325), 142,
5, 7, 12.
Cappiardi, fam. Fiorentina di parte Ghibellina, 28, 27.
Cappone di Recco, h nelle liste dei Priori del 1331 di-
cembre-1332 dicembre, 169, 15.
Cappone di Recco, V. Capponi C. di R.
Cappone (del), t». Mico del C. ; Mico di Recco del C. ;
[CapponUCarlo Magno]
INDICE ALFABETICO
491
Neri di Recco del C. ; Recco di Mico del C. ; Ricco di
Mico del C.
Capponi, fam. Fiorentina, si schiera coi Popolani contro i
Grandi (an. 1343), 214, 20, 23-24.
Capponi Bartolomeo, partecipa airufficio di Balia (an.
1381), 410. 4.
Capponi Cappone di Recco, h nelle liste dei Priori del
1335 dicembre-1336 dicembre, 183, 10.
Capponi Filippo di Recco, e nelle liste dei Priori del
1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 35; del 1364 gen-
naio-ijSs gennaio, 246, 34 ; e del 1376 gennaio-1377
gennaio, 306, 23.
" Capponi Gino, letterato, suo giudizio suUa prosa dello
Stefani, XCVIII, 14-16, 3-i " ; « suo giudizio sulle
leggi del Comune di Firenze contro la Chiesa »,
CXIX, 25-32, 4-5 „.
Capponi Giovanni d'Agnolo, 6 dei Priori (an. 1378 lu-
glio-agosto), 326, 9.
Capponi Lorenzo di Filippo, partecipa, come uno degli
Otto ufficiali della Guardia, alla Balia per la riforma
del Governo (1381), 396, 38 ; tenta di predominare
sugli altri, 412, 26 ; 6 dei Dieci cittadini di Balia
chiamati a provvedere per la venuta in Italia del con-
dottiero di ventura Inghiramo di Couchy (an. 1384),
429, 9.
Capponi (de') Andrea Capponi, 6 nelle liste dei Priori
del 1360 gennaio-1361 gennaio, 258, 29 ; v. anche
Capponi (de') Andrea di Cappone.
Capponi (de') Andrea di Cappone, 6 nelle liste dei
Priori del 1369 gennaio-1370 gennaio, 275, 21 ; v.
anchc Capponi (de') Avdrea Capponi.
Capponi (de') Mico di Recco, ^ nelU liste
dei Priori del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 39.
Capponi (de') Simone di Filippo, 6 nelle liste dei Priori
del 1383 luglio-1384 agosto, 428, 28.
Capraia, come fu presa dalle milizie del vicario di Fe-
derico II (an. 1249), 36, 21-27.
Caprilb, castello degli Ubaldini, viene preso e disfatto
dei Fiorentini (an. 1373), 286, 35.
Caprona, castello dei Pisani, preso e distrutto dai Fio-
rentini (an. 1289), 66, 26.
Caracciolo Jacopo da Napoli, comandante in nome di
re Carlo di Durazzo della fortezza d'Arezzo, cede
questa ai Fiorentini per ventimila fiorini (an. 1384),
430, 31.
Carbone (del), V. Ulivieri del C.
Carchelli Bernardo, partecipa alla Balia per la riforma
del Governo per Tarte det Notai e Giudici (an. 1381),
409, 25 ; 6 notaio dei Priori, 435, 4.
Carchereli (!) Bernardo di Taddeo, notaio dei Priori,
ric, 279, 9.
Carcheri, vi si accampano devastandolo le milizie della
brigata di Giannotto siniscalco di Carlo di Durazzo
(an. 1380), 369, 18-26 ; 371, 13.
Carciano, castello, viene ceduto al Comune di Firenze da
Bartolomeo di Maso di Pietramala (an. 1385), 435, 37.
Cardinale di Alberto, k nelle liste dei Priori del 1302
febbraio-1303 febbraio, 91, 11 ; e del 1310 febbraio-
13U febbraio, 108, 4.
Cardinale di Albbrto, V. Girolami C. di A.
Cardinale (di), V. Geri di C.
Cardinali, si rinchiudono a conclave, a seguito della
morte di Gregorio XI, per la nomina del nuovo pon-
tefice (an. 1378), 311, 25-28 ; divisi dapprima da sen-
timenti contrastanti, si decidono poi concordemente,
perledimostrazioni popolari che reclamavano unpapa
romano, ad eleggere Bartolomeo arcivescovo di Bari
che prende il nome di Urbano VI, 28-39 ; 312, 1-5 ;
ma pentiti, poi, alcuni di essi della elezione, pel con-
tegno ingiurioso del nuovo papa contro tutti, si par-
tono segretamente da Roma e vanno a Fondi ove,
sotto la protezione della regina Giovanna di Napoh
e del conte di Fondi stesso, nemici di Urbano VI,
dichiarano nuila la sua elezione e nominano quindi
un nuovo pontefice (antipapa) nella persona del
card. [RobertoJ di Ginevra, 15-40 ; 313, 30-45 ; 314,
1-5 ; vengono in aperto dissidio con Urbano, a causa
della lite apertasi tra lui e Carlo di Durazzo, anche
alcuni altri di quelli restatigli fedeli, ma essi sono
senz'altro fatti prendere da Urbano ste.sso e fatti
porre ai tormenti (an. 1384), 433, 25-36.
Vedi anche : Acciaiuoli (degli) Agnolo di Jacopo di
Donato ; Acquasparta (d') Matteo ; Colonna (della)
Agapito ; Corsini Piero di Filippo ; Fiesco (Card.
del) ; Fiesco (del) Giovanni ; Latino (Card.) ; Malpigli
(de') Andrea Ghini ; Niccold da Prato ; Nocea di
Gttaldo ; Orsini Giovanni ; Orsini Niccolo ; Pelagru
Arnaldo ; Roberto di Ginevra ; Ubaldini (degli) 01-
taviano.
Cardinali Geri, h nelle liste dei Priori del 1302 febbraio-
1303 febbraio, 91, 10 ; del 1304 febbraio-1305 feb-
braio, 96, 29 ; e del 1308 febbraio-i^og febbraio,
104, 6 ; o. anche Geri di Cardinale.
Cardinali Ghirigoro di Pagnozzo, giA Tornaquinci,
6 fatto cavaliere dai Ciompi (an. 1378), 324, 19 ;
viene preso e condannato a morte per trame contro
lo Stato, 338, 20-25.
Cardinali Ruggeri, k nelle liste dei Priori del 1293 feb-
braio-1294 febbraio, 73, 36.
Cardona (di), V. Raimondo di C.
Carducci Biaoio, h nelle liste dei Priori del 1383 luglio<
1384 agosto, 428, 9.
Carducci Giovanni di Filippo, 6 nelle liste dei Priori
del 1383 settembre-1384 aprile, 435, 11.
Carduccio, V. Giovanni di Filippo C.
Carelli Michble, k dei Priori, quale rappresentante delle
quattordici Arti minori (an. 1378 settembre-ottobre),
331, 28.
Carina (di), V. Giovanni di C.
Carletti BRANCA2IO Di Puccio, 6 dei Priori (an. 1379
luglio-agosto), 346, 4.
Carletti Puccio, h nelle liste dei Priori del 1350 gennaio-
1351 gennaio, 240, 1 ; del 1353 gennaio-1354 gennaio,
246, 10 ; e del 1356 gennaio-1357 gennaio, 251, 4.
Carlbttino, v. Aldobrandini C.
Carletto, v. Benvenuti C.
Carlo Magno, imperatore (aa. 800-814), pone termino
alla signoria dei Longobardi in Italia, 17, 14-16 ;
viene nominato e incoronato Imperatore del Mondo,
14-18 ; fa riedificare Firenze, 18, 5-8 ; si porta a vi-
492
INDICE ALFABETICO
tCarlo IV.CarU di DnrazM]
sitare la risorta c, ed, ammirato della siia bellezza,
vi fa cpstraire a soe spese la Chiesa di S. Apostolo,
19, 10-18, e dichiara la c. libera e franca, 19, lS-17 ;
" cf. XXXVII, 38-39, 29-3» " ; ric, " XC, 34-34 ".
Carlo [IV], imperatore, figlio di Giovanni re di Boemia
(aa. 1346-1379), si unisce, mentre era ancora solo re-
di Boemia, alla lega contro i signori della Scala e
toglie loro Civita e Feltre (an. 1337), 184, 14-16;
viene eletto Imperatore (an. 1346), 227, 38-41 ; 228
1-2; sua discesa in Italia (an. 1254), 247, 17-21;
ilonari da lui fattisi versare, in riconoscimento dei
suoi diritti, dai Fiorentini e da altri Comuni toscani,
24, 30 ; sua solenne incoronazione in Roma (an.
1355), 248, 33-36 ; scende nuovamente in Italia (an.
1368), 268, 21-26 ; viene a nuovi accordi coi Fioren-
tini che versano a lui altri denari, 269, 2-29 ; ric,
422, 24.
Carlo I d'Angi6 (aa. 1266-1285), figlio di Liigi VIII re
di Francia, avuta appena da Cleraente IV Tinve-
stitura del Regno di Puglia e di Sicilia, viene solleci-
tamente in Italia dove, raccolto in fretta un esercito,
muove contro Manfredi e lo sconfigge a Benevento
impadronendosi del Regno (an. 1266), 50, 8-21 ;
manda aiuti ai Guelfi di Firenze (an. 1267), 52, 20-
22 ; pregato da questi di prendere la Signoria della c.
invia a Firenze un suo vicario, 53, 1-18 ; viene poco
dopo nella c. egli stesso per trattenervisi alcuni giorni,
21-23 ; sue imprese a capo delle milizie fiorentine con-
tro i neraici dei Guelfi, 27-37 ; torna a Firenze di pas-
saggio insierae con Gregorio XI (an. 1273), 55, 23 ;
" cf. LXXVII. 8 ; LXXXI, 1-18 ".
Carlo [II] d'Angi6, figlio di Carlo I re di Puglia e Sicilia
(aa. 1285-1309), grato dell'aiuto spontaneo prestato
a lui dai Fiorentini contro le insidie degli Aretini,
che tentavano d'irapedirgli il passo per le loro terre,
dona loro la sua bandiera e lascia agli stessi, come
Capitano di guerra contro i detti Aretini, Amerigo
di Narbona (an. 1289), 65, 24-31.
Carlo Duca di Calabria, figlio del re Roberto di Napoli,
viene el. dai Fiorentini Signore per dieci anni (an.
1325), 146, 27-34; 147, 1-2 ; manda in Firenze un
suo vicario (an. 1326), 148, 23-40 ; di passaggio per
Siena vi viene nominato Signore per cinque anni,
149, 1-10 ; giunge in Firenze con la moglie Maria
di Valois onorevolmente accolto, 149, 14-16 ; prin-
cipi e baroni del suo seguito, 149, 16-40 ; 150, 1-3 ;
abitazione a lui assegnata, 149, 39-40 ; ottiene di
poter prowedere a suo raodo pel Priorato e per gli
altri Uffici, 150, 14-19 ; pone un suo barone a fianco
dei Priori per il controllo, 151, 6-11 ; si fa concedere,
contrariaraente ai patti, Prato, in perpetuo, e Sange-
mignano e Samminiato al tedesco, per dieci anni,
151, 10-22 ; fa compilare Testimo dai suoi ufiiciali,
152, 28-30 ; gli nasce un figlio che gli muore poco
dopo, 152, 32-34 ; manda contro Castruccio il Conte
di Monte Scaggioso che prende S. Maria a Monte e
Artimino (an. 1327), 153, 14-24; parte da Firenze
lasciando qua un suo vicario, 154, 31-33 ; viene colto
improwisamente da morte, lasciando i Fiorentini in
grande cordoglio, non senza per6 una certa segreta
allegrezza per la fine delle grandi spese, che loro co
stava la signoria (an. 1328), 157, 14-29 ; ric, 384, 31
Carlo 01 Durazzo, detto anche Carlo della pace, figli"
di Luigi Duca di Durazzo : suo grado di parentel.i
coa Luigi re d'Ungherta e con la regina Giovanna di
Napoli, 313, 7-23 ; 375, 4-10 ; gli viene offerto da
papa Urbano VI (a petizione del detto re d'Ungheria
che cedeva a lui i suoi diritti e le sue ragioni) il reame
di Puglia che il Pontefice voleva assolutamente to-
gliere alla detta Giovanna, per la protezione da essa
accordata airantipapa avignonese, 313, 1-34 ; 375,
4-6, 10-30 ; manda in Italia una sua brigata in aiuto,
secondo quanto si diceva, di Urbano VI, condotta dal
suo siniscalco Giannotto che s'accampa pr. Bologna,
353, 24-33 ; gli vengono inviati ambasc. da Firenze,
347, 3-4 ; voci intorno a trame da lui ordite contro
Firenze con Giannozzo Sacchetti e con gli sbanditi
fiorentini, 23-24 ; 249, 17-10 ; sue dichiarazioni in
proposito rimesse ai Priori, a mezzo degli ambasc.
a lui inviati, e dichiarazioni degli ambasc. stcssi,
351, 43 ; 352, 4-24 ; viene accusato pubblicamente
di favorire per raezzo del suo Siniscalco, Giannotto,
comandante della brigata suddetta, la congiura or-
dita contro Firenze dai Guelfi e dai Ciompi sbanditi
(an. 1379). 353, 24-33; 354, 18-20; 355, 14-15;
367, 34-38 ; invitato a Roma da Urbano per essere
incoronato e per muovere poi di qua contro la regina
Giovanna alla conquista del regno, si parte daU'Un-
gheria e viene in Italia con cinquemila Ungheresi fer-
mandosi alcuni giorni a Riraini (an. 1380), 375, 3-
36 ; partito da Rimini, va a Gubbio dove entra da
Signore e donde poi, riuscito vano il tentativo d'im-
padronirsi anche di Citti di Castello, va ad Arezzo
ove viene accolto con onori sovrani, 378, 24-34 ;
viene contro il contado di Firenze, 379, 24-37 ; invia
pr. il Comune fiorentino suoi ambasc. i quali, dopo
lunghe trattative coi delegati del Comune stesso,
vengono finalmente ad accordi, 380, 20-43 ; 381, 1-
10 ; firraa e ratifica gli accordi suddetti e se ne ri-
torna in Arezzo, 13-22 ; suo comf>ortamento poco ;
favorevole coi Toscani in genere, 22-26 ; annunzia ai
Fiorentini la sua vittoria, sulla regina Giovanna, e la
conquista del regno di Puglia (an. 1381), 390, 6-10 ;
danni da lui arrecati airitalia ed alla Toscana. in
ispecie, secondo lo Stefani, 398, 13-20 ; gli viene ri-
messa dai Fiorentini una copia di lettera inviata
loro dal Duca d'Angi6 annunziante Tarrivo in Italia
del suo figlio contro di lui, 412, 4-8 ; raanda ambasc.
a Firenze per regolare il ritiro della Corapagnia di
ventura che egli teneva assoldata in Arezzo, 415,
25-30 ; invia nuovi ambasc. per stringere con essa
una lega contro il Duca d'Angi6 (an. 1382), 421,
29-34 ; 422, 14 ; viene a lite con Urbano VI che egli
fa prima tener rinchiuso in .\versa e poi lo fa asse-
diare in Nocera, dove questi era andato a trattenersi
pr. il nipote (an. 1384). 433, 3-38 ; fa confiscare le
merci dei mercatanti fiorentini che si trovavano nel
suo regno (an. 1385), 439, 20-32 ; parte alla volta del-
1'Ungheria, in seguito alla morte di re Luigi, invitato
dai Baroni del luogo e vi viene senz'altro incoronato
fCarlo-Catini]
INDICE ALFABETICO
Re, 439, 34-44 ; 440, 1-3 ; viene ucciso a tradimento
nelle stanze della regina vedova del re I-uigi (an.
1386), 440, 5-26 ; ripercussioni in Firenze tra le sette
cittadine per queste ultime drammatiche vicende,
29-46 ; 441, 1-48 ; 442, 1-38.
Carlo, figlio di Filippo principe di Taranto, nipote di re
Roberto, muore combattendo ai fianclii dei Fioren-
tini, contro Castruccio, nella battaglia di Montecatini
(an. 1315). 117, 35.
C*RLO IV RE Di Francia (aa. 1322-1328) richiesto di
soldati dal Comune di Firenze, invia a questo cinque-
cento scelti cavalieri (an. 1324), 135, 1-4 ; 138,
25-28.
Carlo Ubbrto d'Ungheria, V. Caroberto d'U.
Carlo di Valois [Valosa], secondogenito di Filippo III
re di Francia e fratello del re Filippo il Bello, viene
a Firenze come paciere inviato da Bonifacio VIII
(an. 1301), 84, 24-26 ; suoi giuramenti e promesse,
fatte in pubblico parlamento in S. Maria Novella
ai Priori ed al Vescovo, per poter ottenere la Balia
della c, 26-31 ; contrariamente alle sue promesse di
l^ pace, ottenuta la Balia, non oppone affatto resistenza
H| alla rientrata a mano armata di Corso Donati e dei
^B Neri, n6 tenta punto d'impedire le violenze e i so-
^B* prusi di questi contro i loro avversari, 31-40 ; riforma
insieme con questi il governo della c. e nomina con
essi i nuovi Priori, 41-44 ; 85, 1-13 ; si porta per
qualche giorno a Pistoia, 15-16 ; sua responsabilita
nei processi, condanne a morte e bandi dei Bianchi, 86,
30-42; 87, 1-4; " cf. LXXXVI, 21-36; LXXXVII,
1-2 ".
Carlo di Valosa, V. Carlo di Valois.
Carlo d'Amelia, podesti di Firenze, parte dalla c. na-
scostamente, per evitare il sindacato, portando seco il
sigillo del Comune (an. 1307), 100, 1-5 ; provvedi-
menti presi dal Comune stesso a questo riguardo,
6-10.
Carlo D'ARMtGio, barone venuto a Firenze al seguito del
Duca di Calabria signore della c, 149, 36.
Carlo di Biagio, V. Lapini Carlo di B.
Carlo di Strozza, V. Strozzi (degli) C. di S.
Carmignano, castello del territorio pistoiese, 24, 10 ;
viene preso e devastato dai Fiorentini (an. 1228),
31, 21 ; si dci spontaneamente a questi (an. 1324),
138, 36-38 ; viene preso da Castruccio (an. 1325),
144, 10-11, 26-27 ; ritorna in potere dei Fiorentini
(an. 1329). 156, 9-25; 162, 19.
Caro Di RusTico, V. Cantori (dei) C. di R.
Caro di Venisti, 6 nelle liste dei Priori del 1297 febbraio-
1298 febbraio, 77, 2 ; del 1301 febbraio-1302 febbraio,
88, 34 ; del 1303 febbraio-1304 febbraio, 95, 10 ; del
1317 febbraio-i3i8 febbraio, 124, 27 ; e del 1320
febbraio-1321 febbraio, 127, 19.
Caro (di), ;;. Alessandro di C. ; Ghiberto di Alessandro
di C. ; Lorenzo di C.
Caroberto [Carlo Uberto], re d'Ungheria (aa. 1292-1342),
figlio di Carlo Martello della Casa d'Angi6, e padre di
.\ndrea, sposo di Giovanna di Napoli : diritti dei suoi
figli alla successione del reame di Napoli, 198, 21-25.
Carocci Caroccio, 6 nelle liste dei Priori del 1368 gen-
naio-1369 gcnnaio, 273, 35 ; del 1376 gennaio-1377
gennaio, 300, 33 ; e del 1382 (settembre-gennaio),
424. 18.
Caroccio di I.apo. V. Alberti (degli) C. di L.
Caroccio d'Ugo. V. BuoHaccolli C. d'U.
Carpento. discendente di Silvio Postumo. ric, 7, 8.
Carradore (di), V. Chiaro di C.
Carraia (oa), V. Roberto da C.
Carrara (da), t;. Marsilio da C. ; Ubertino da C.
Carucci Anibaldo di Benci. h nelle liste dei Priori de)
1367 gennaio-1368 gennaio. 267. 15 ; e del 1375 gen-
anio-1376 gennaio. 298. 37.
Carucci Giorgio di Benci. 6 nelle liste dei Priori del
1349 gennaio-1350 gennaio, 235. 28 ; del 1355 gen-
anio-1356 gennaio. 250, 18 ; del 1362 gennaio-1363
gennaio, 262. 5 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1364 gennaio-1365 gennaio), 265, 6 ; e di nuovo Gon-
faloniere (liste 1372 gennaio-1373 gennaio), 284, 22»
Carucci Giovanni. 6 nelle liste dei Priori del 1332 di-
cembre-1333 dicembre. 175. 34.
Carucci Napoleone di Benci. i nelle liste dei Priori del
1363 gennaio-1364 gennaio, 264, « ; e del 1371 gen-
naio-1372 gennaio. 279. 3.
Carucci Taddeo, 6 nelle liste dei Priori del 1349 gennaio-
1350 gennaio, 235, 11 ; e del 1351 gennaio-1352 gen-
naio. 241. 3.
Caruccio d'Andrea del Nero. h nelle liste dei Priori
del 1369 gennaio-i37o gennaio, 275. 18.
Caruccio del Verre. viene preposto airufficio per la
ricerca e rivendica dei beni e delle ragioni del Comune
(an. 1293), 71, 2-3 ; 6 nelle liste dei Priori del 1293
febbraio-1294 febbraio, 73, 32.
Casa (della), V. Jacopo di Benintendi della C.
Casaccio, V. Filippo C.
Casale, terra dei Senesi presa dai Fiorentini (an. 1260),
45, 33.
Casciani Naldo di Stefano. i nelle liste
dei Priori del 1382 gennaio-1383 aprile, 425, 3.
Casciani Piero di Stefano, notaio dei Priori ric, 266,
29; 292. 7 ; 435, 17.
Casciani Stkfano. notaio dei Priori. ric, 175, 20.
Casciolli, V. Monte Casciolli.
Casciotti Casciotto di Giovanni, notaio dei Priori,
ric, 288, 39.
Casciotti Jacopo, 6 nelle liste dei Priori del 1283 dicem-
bre-1284 dicembre, 60, 6.
Casciotto di Giovanni, notaio dei Priori, ric, 240. 1 ;
250. 29 ; 258. 39 ; v. Casciotti C. di G.
Casella Giovanni. 6 nelle liste dei Priori dcl 1344 ni.aj;-
gio-1345 maggio, 222, 21,
Casentino. ric. 438, 34.
Casini Andrea. i nelle liste dei Priori del 1339 dicembre-
1340 dicembre, 188. 2i ; e del 1341 dicembrc-1342
dicembre. 191. 1 ; 199. 5.
Casini Berto, 6 nelle liste dei Priori del 1323 febbraio-
1324 febbraio. 135, 20.
Casini Feozzo. viene confinato a Toscanella dal Capitano
(an. 1381), 408. 41.
Casini Francesco. ft nelle liste dei Priori dcl 1377 gcn-
naio-1378 luglio. 314. 22 ; ric, 216, 38-39.
Tomo XXX, p. I — 32.
494
INDICE ALFABETICO
[Caiiai-CBtlsnij
Casini Mattko di Bartolo, £ ncllc liste dei Priori dct
1385 inaggio-1386 aprile, 443, 18.
Casini Naddo, ft nelle liste dei Priori del 1313 febbraio-
1314 febbraio, 115, 39; e del 1320 febbraio-1321
febbraio, 127, 21 ; i Gonfaloniere di Ginstizia {liste
IJ39 dicembre-i340 dicembre), 188, /».
Casini Rainaldo, 6 nelle liste pei Priori del 1330 dicem-
bre-i33i dicembre, 167, 7 ; k Gonfaloniere di Giusti-
zia (liste 1335 dicembre-1336 dicembrc), 183, 1.
Casini Rinaldo, k nelle liste dei Priori del 1310 febbraio-
1311 febbraio, 108, 10; del 1317 febbraio-1318 feb-
braio, 124, 16 ; del 1319 febbraio-1320 febbraio,
126, 27 ; del 1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 16 ;
e del 1327 febbraio-1328 febbraio, 157, 31.
Casini , V. Sassini C.
Casino di Sassino Benincasa, 6 nelle liste dei Priori del
1297 febbraio-1298 febbraio, 77, 1.
Castel del Bosco, vi vengono sconfitti dalle milizie fio-
rentine i Pisani (an. 1222), 31, 5-7.
Castelfiorentino, vi viene sconfitto dai Fiorentini il
Conte di Fiandra che aveva lasciato Arrigo VII per
tornarsene a casa (an. 1313), 111, 3S-36 ; tenta in-
vano di impossessarsene il detto Arrigo, 113, 9.
Castelfiorentino (da), V. Bartolo da C. ; Bartolomeo da
C. ; Gherardo da C.
Castellani Agnolo di Berto Cecchi, 6 nelle liste dei
Priori dcl 1361 gennaio-1362 gennaio, 260,21.
Castellani Lotto di Nanne, 6 tra i capi e maggiori
istigatori della Parte guelfa del quartiere S. Croce,
308, 10 ; k dei Dieci cittadini el. per provvedere ai
bisogni per l'improwisa venuta del condottiere di
ventura di Couchy (an. 1384), 429, 13.
Castellani Lotto di Vanni, 6 tra i capi di Parte guelfa
accorsi in difesa di essa contro i Popolani (an. 1378),
318, 8 ; i Gonjaloniere di Giustizia (liste 138$ maggio-
1386 aprile). 443, H.
Castellani Michele di Vanni, h tra i capi della Parte
guelfa accorsi in sua difesa contro i Popolani (an.
1378). 318, 8 ; gli viene data alle fiamme la casa
dai Ciompi (an. 1378), 322, 29-36 ; s'agita per otte-
nere risarcimento delle case bruciategli, 413, 12 ; v.
anche Castellani Michcle di Vanni di Lolto.
Castkllani Michele di Vanni di Lotto, tenta di ele-
varsi sugli altri circondandosi di partigiani, 412, 20 ;
p. anche Castellani Michele di Vanni
Castellani Tano di Banco, 6 nelle liste dei Priori del
1316 febbraio-1317 febbraio. 123, 13 ; e del 1319
febbraio-1320 febbraio, 126, 3.
Castellani Vanni di Michele di Vanni, va come capi-
tano di guerra dei Fiorentini contro Marco di Pietra-
mala (an. 1384), 432, 35-36.
Castello, V. Tecchi C.
Castello di Bernardo da Quarata, 6 Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1352 gennaio-1353 gennaio), 242, 43.
Castello di Lippo, fe nelle liste dei Priori del 1351 gen-
naio-1352 gennaio, 240. 42 ; v. Beccuto (del) C. di L.
Castkllo di Rinuccio, notaio dei Priori, ric, 147, 31 ;
186, 31.
Castbllo di Tecchino, 6 nelle liste dei Priori del 1321
febbraio-1322 febbraio, 129, 14.
Castello dell'Alpe, viene dichiarato libero dai Fiorco-
tini (an, 1376), 298, 8-9.
Castbllo Franco dbi I.ucchbsi, si di ai Fiorentini (an.
I314), 115, 24 ; viene preso e devastato da Castruc-
cio (an. 1323), 133, 34 ; ritorna in potere dei Fioren-
tini (an. 1330), 166, 32-33 ; 167, 1.
Castello LiONE DECLi Ubaldini. prcso c disfatto dai
Fiorentini (an. 1373) 286, 3 7
Castello Nuovo di Valdarno, coiiie 1 Ghibcllini ed li
conte Ghido Novello ra.ssediarono e poi furono co-
stretti a togliere Tassedio (an. I266), 50, 28-32.
Castel S. Giovanni (da), v. Loremo da C. S. G.
Castiglionchio, e Castiglionb (da), v. Alberto da C. ;
Alberto di Lapo da C. ; Lapo da C.
Castiglione, tcrra del Senese presa dai Fiorentini (an.
1289), 66, 10.
Castiglione Aretino, viene restituito ai Tarlati (an.
1343), 207, 12 ; si da spontaneamente ai Fiorentini
(an. 1384), 430, 10-20 ; si di agli stessi anche la for-
tezza, 431. 18-20.
Castiglio.ne Ubertini, viene preso e distrutto dai Fio-
rentini (an. 1288), 64, 6-7.
Castracani Castruccio, V. Interminelli (degli) C. C.
Castracani Francesco. cugino di Castniccio ma non
amico dei figli di lui, viene lasciato da Lodovico il Ba-
varoqualesuo vicario a Lucca (an. 1329), 161,26-27.
Castracani Giovanni, nipote di Francesco, ferisce Ghe-
rardino degli Spinoli. signore di Lucca (an. 1330),
163, 34 ; 165, 39 ; 166. 1.
Castri Francesco di Bertuccio, viene ammonito (an.
1360), 255, 23.
Castrocaro. vi si accampano i Brettoni mandati in Ita-
lia da Gregorio XI contro Firenze, 297. 29.
Castruccini (de"). fam. Lucchese. ric. 163. 17.
Castruccio. V. Interminelli (degli) Castracani C.
Catalane, milizie condotte in Firenze da Roberto di
Calabria, primogenito di Carlo II di Napoli, venuto
qua quale Capitano di guerra (an. 1305), 95, 22 ;
101. 14-15; 150, 3.
Catalano di Rinieri. e nelle liste dei Priori del 1287
febbraio-1288 aprile. 63. 22.
Catalano, V. Rinieri C.
Catellina, V. Catilina.
Catellini, nobile fam. Fiorentina del quartiere di S.
Brancazio, 21, 8.
Catellino, V. Aldobrandi C. ; Raffacani C.
Catenacci Bancozzo di Giovanni di Bartolo, vif-ne
ammonito (an. 1377), 305,25 ; 398, 40-41.
Caterina da Siena, viene a Firenze a predicarc la pacc
con la Chiesa (an. 1377), 306, 6-8 ; fe accolta daUa
Parte guelfa con ostentati onori, 8-12 ; sna morte e
miracoli (an. 1380), 378. 2-4.
Catilina, nobile romano sceso, secondo la leggenda dello
Stefani, dalla stirpe d'Enea, congiura contro la Re-
pubblica ma scoperto fugge a Fiesole che fa ribellare
a Roma, 9. 2-8 ; vengono mandati contro di lai due
eserciti consolari, 11-13 ; muore combattendo pr.
Pistoia, 15-17 ; ric, 11. 21.
Cattani Bernardo. 6 Gonfaloniere i Giustizia (liste
1321 febbraio-1322 febbraio), 122.28.
[CavAcci ani -Cecco]
INDICE ALFABETICO
m
Cavacciani Lapo di Giovanni, 6 nelle liste pei Priori
del 1333 dicembre 1334 dicembre, 177, 5.
Cavalcanti, nobile fam. fiorentina di parte guelfa, 28,
22 ; esce da Firenze aU'annunzio della sconfitta di
Montaperti (an. 1260), 48, 11 ; si schiera coi Cerchi
con la parte bianca (an. 1300), 80, 37 ; 92, 19-20 ;
viene bandita da Firenze (an. 1302), 86, 37 ; tornata
in patria viene di nuovo mandata in esilio e le sae
case ven^ono abbattute (an. 1311), 107, 25-26 ; 6 fa-
vorevole al Diica d'Atene (an. 1343), 205, 11 ; si leva
contro i Popolani ma viene costretta ad arrendersi,
214, 4-7 ; " cf. LV, 12 ; LVII, 9 ; LIX, 4 „.
Cavalcanti Amerigo, viene incaricato dal Comune di
Firenze di accompaguare sino ai confini la Compa-
gnia di ventura del conte Lando e Broccardo (an.
1358). 253, 10-18.
Cavalcanti Ciampolo, fe fatto Consigliere dei Priori
(an. 1343), 311, 10.
Cavalcanti Giannozzo, h tra i partigiani del duca d'A-
tene (an. 1343), 205, 24-26 ; 6 dei Quattordici cit-
tadini el. dal Parlamento per la formazione del nuovo
Governo e per la cacciata del duca, 207, 32.
Cavalcanti Guido, viene confinato coi Bianchi a Sar-
zana (an. 1301), 83, 10.
Cavalcanti Luigi di Poltrone, viene ammonito (an.
1377). 305, 27 ; 309, 11-12; h fatto prendere come
sospetto di trame contro il Governo dei Ciompi
(an. 1378), 327, 35 ; come venne liberato dal carcere,
329, 34-35 ; 330, 1-2.
Cavalcanti Maso, viene mandato a morte da Pulcieri
da Calvoli podesta di Firenze per complotti contro
lo Stato (an. 1302), 88, 10.
Cavalcanti Paffiera, uccide per vendetta privata Paz-
zino de' Pazzi (an. 1312), 107, 25-26.
Cavalcanti Salice di Giachinotto, 6 tra i capi e mag-
giori istigatori della Parte guelfa del quartiere di S.
Maria Novella, 308, 15-16 ; 318, 10.
Cavalcanti Tommaso di Rinieri, viene condannato
neiravere e nella persona per trame contro lo
Stato (an. 1378), 338, 35 ; e di nuovo (an. 1379),
365, 17 ; 6 dei quarantatre cittadini el. in ag-
giunta agli altri della Balia gi^ nominati (an. 1381),
405, 3.
Caviccioli Iacopo di Rinieri, viene bandito (an. 1380),
370, 24.
Cavicciuli fam. fiorentina di parte nera ma non favo
revole a Corso Donati, 80, 36 ; 92, 16 ; 100, 22 ; 6
contro il Daca d'Atene, 205, 18, e poi contro i Popo-
lani ma viene costretta ad arrendersi, 213, 30-36.
Cavicciuli Boccaccio, uccide Gherardo Bordoni parti-
giano di Corso Donati (an. 1308), 101, 16.
Cavicciuli Filippo di Alamanno, combatte contro Gio-
_ vanni Acuto tra le milizie fiorentine pr. Borgo a
^m Cascina e viene fatto vicario della Valdinievole, 271,
18-20 ; va ambasc. a Bologna insieme allo Stefani
(an. 1376). 299. 42-44 ; 300, 22-23 ; " cf. LX, 33 ,, ;
viene inviato a Napoli, quale ambasc, per ristabilire
la pace tra Urbano VI ed il re Carlo (an. 1385),
436, 16-17.
Cavicciuh Pigello, viene confinato a Padova (an. 1378),
328, 30 ; viene bandito corae ribelle (an. 1380), 370,
20 ; e di nuovo 415, 19.
Cavicciuli Pino, e nelle liste dei Priori del 1338
dicembre-133^ dicembre, 187, 7.
C.wicciULi SiMONE di Pepo, & dei quarantatre cittadini
el. in aggiunta agli altri della Balia gia nominati (an.
1381), 405, 13 ; tenta di predominare sugli altri
412, 31.
Cavicciuli Talano di Luigi, viene condannato neira-
vere e nella persona per trame contro lo Stato (an.
1378), 338, 29.
Cavicciuli Vieri di Pepo, 6 tra i capi e i maggiori isti-
gatori della Parte giielfa del quartiere S. Giovanni,
308, 21 ; 310, 16 ; gli vengono arse le case dal popolo
in rivolta contro la Parte suddetta (an. 1378), 317,
45 ; viene confinato a TAquila, 228, 26.
Cecchi Agnolo di Berto, h nelle liste dei Priori del 1349
gennaio-1350 gennaio, 235, 11 ; del 1367 gennaio-
1368 gennaio, 267, 16 ; del 1370 gennaio-i37i gen-
naio, 275, 42 ; e del 1374 gennaio-1375 gennaio,
291, 19.
Ckcchi Berto, 6 nelle liste dei Priori del 1326 febbraio-
1327 febbraio, 155, 20 ; e del 1332 dicembre-1333
dicembre, 175, 22.
Cecchi Cino, 6 nelle liste dei Priori del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 246, 20 ; e del 1357 gennaio-1358 gen-
naio, 252, 12.
Cecchi Francesco di Iacopo, viene ammonito (an.
1378), 316, 23.
Cecchi Jacopo, notaio pei Priori, ric, 175, 12 ; 230, 5 ;
245, 34.
Cecchi Niccol6 di Ciuto, notaio dei Priori, ric, 306, 26.
Cecchi Romolo, ^ nelle liste dei Priori del 1377 gennaio-
1378 luglio, 314, 24.
Cecchi Temperano di Manno, o nelle liste dei Priori del
1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 12.
Cecco, V. Cioni C, Giandonati C. ; Gucci C.
Cecco d'Ascoli, viene mandato al rogo dal Duca di Ca-
labria per eresia (an, 1327), 154, 1-9 ; dicerie intorno
alle cause che determinarono la sua condanna, 4-7.
Cecco di Bocchino, k nelle liste dei Priori del 1347 gen-
naio-1348 gennaio, 230, 5.
Cecco di Cenni, V. Temagnini C. di C.
Cecco di Cino, V. Ristori C. di C.
Cecco di Cione, k nelle liste dei Priori del 1348 genuaio-
i34ggennaio, 233, 7 ; del 1351 gennaio-i352gennaio,
241, 8 ; e del 1362 gennaio-1363 gcnnaio, 262,29.
Cecco di Civolo, 6 nclle liste dei Priori del 1346 maggio-
1347 gennaio, 228, 33.
Cecco di Corso, 6 nelle liste dei Priori del 1303 febbraio-
1304 febbraio, 94, 39.
Cecco di Giandonato, k nelle liste dei Priori del 1375
gennaio-1376 gennaio, 299, 23.
Cbcco Di Gianni, 6 nelle liste dei Priori del 1329 diccm-
bre-1330 dicembre 164, 16 ; e del 1334 diccmbre-
1335 dicembre, 179, 15.
Cecco di Giovanni, k nelle Ii.ste dei Priori del 1345 mag-
gio-t346 raaggio, 227, 3.
Cecco di Spina, t>. Falconi C. di S.
Cecco (di), 1'. Retto di C. ; Giovanni di C.
496
INDICF. ALFABETICO
[C*ctri>Ct(M> di BuaniaKc»*]
Cecbri, valle, ric, 14, 33.
Cecino (oel), V. Tegghiaio del C.
Cbfto, farsettaio, viene bandito e condannato neirnverc
c nella persona (an. 1381), 400, 2.
Cblona (di), V. Giovanni di C.
CBNA.MELLE Buoso Di Albizo, 6 nelle liste pci Priori
del 1318 febbraio-1319 febbraio, 125, 24.
Cbnni, V. Bitiotti C. ; Ghetti C. ; Marchi C.
Cbnni Albbrti Dbl Giudicb, d Gonfalonierc di Giustizia
(liste 1302 febbraio-1303 febbraio), 91, 12.
Cbnni di Nardo, t nelle liste dei Priori del 1309 febbraio-
1310 febbraio, 106, 11 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(li.ste 1325 febbraio-1326 febbraio), 152, 24 ; e di
nuovo nelle liste dei Priori del 1341 dicembre 1342
dicembre, 190, 25,
Cbnni di Nardo, V. Giunta C. di N. ; Rucellai C. di N.
Cenni •del Ricco, V. Risaliti C. del R.
Cbnni Ugolini del Cherico. notaio dei Priori, ric,
67, 22.
Cbnni (di), V. Felice di Torrigiano di C. ; Francesco di
C. ; Giovanni di C.
Cbnnina, castello dei Tarlati d'Arezzo datosi ai Fiorentini
(an. 1335). 178, 38.
Cennino di Bartolino, t;. Alberti (degli) C. di B.
Cente (di), f. Dino di C.
Centellini Piero di Lapo, viene ammonito (an. 1358),
254, 1.
Centinari (de') Lippo, 6 nelle liste dei Priori del 1304
febbraio-1305 febbraio, 96, 30.
Cerbaia, vi si scontrano i cavalieri fiorentini con le mi-
lizie tedesche di Arrigo VII (an. 1312), 111, 9-12.
Cerchi, nobile fam. (iorentina, 51, 39 ; " di parte guelfa
secondo il Villani, LXV, 13 ,, ; accoglie nella sua
casa, per ragioni di parentela, i Cancellieri della fa-
zione bianca confinati da Pistoia a Firenze (an. 1300),
79, 28-30 ; suoi contrasti coi Donati 80, 5-10 ; si
pone a capo della fazione dei Bianchi di Firenze, 80,
31-37 ; 92, U ;
Cerchi Carbone, viene confinato a Sarzana coi Bianchi
(an. 1300), 83, 8.
Cerchi (db') fam. v. Cerchi, fam.
Cerchi (de') Francesco, vocato Pucciano, viene ammo-
nito (an. 1373), 288, 25.
Cerchi (db') Francesco di Puciano, viene condannato
a lire trecento (an. 1381), 401, 18.
Cerchi (de') Gentile, viene confinato a Sarzana coi
Bianchi (an. 1300), 83, 5.
Cerchi (de') GiovANNi, d nelle liste dei Priori del 1285
dicembre-1286 dicembre, 61, 34 ; e del 1287 febbraio-
1288 aprile, 63, 39.
Cbrchi (de') Giovanni di Riccardo, viene ammonito
(an. 1376), 301, 1.
Cerchi (de') Niccol6 di Lodovico Ricciardi, viene
ammonito (an. 1378), 316, 25.
Cerchi (de') Paolino [Pagolino\, viene condannato in
lire quattrocento ed ai confini per sei anni (an. 1381),
401, 10.
Cerchi (de') Ulivieri di Gherardino, 6 nelle liste dei
Priori del 1291 dicembre-1292 dicembre, 69, 9.
Cerchi (de') Vieri. primi snoi screzii coi Donati (an.
1300), 79, 39-44 ; 80, 1-4 ; si lcva contru di questi e
si rifruta d'aderire alle proposte di pace fatteda pp.
Bonifacio, 80, 44-16; 81, 1-4.
Cbrchi (casb dei), vengono danncggiate dal fuui o, iV.i,
16 ; ric, 51, 39.
Cera, t». Ghetti C.
Cerb, V. Canigiani C.
Cbre di Piloso, V. Canigiani (de') C. di P.
Cbrigniolo, castello degli Ubaldini preso e distrutto dai
Fiorentini (an. 1373), 286, 38 ;
Cerrbtani Stepano di Taddeo, 6 nelle liste dei Priori
del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 26.
Cerretani (de') Niccolo' di Giovanni, i nelle liste dei
Priori del 1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 14.
Cerrbtello, castello, assediato dai Pisani viene liberato
dai Fiorentini (an. 1312), 108, 41-43.
Cerreto (da), t;. Aldobrandino Mariti da C. ; Aldobrando
da C. ; Andrea da C. ; Giovanni di Niccold da C. ;
Niccold di Mirito da C. ; Niccold Mariti da C. ;
Niccold Mirichi da C. ; Taddeo di Aldobrando da C.
Cbrreto Guidi, viene occupato da Baldinaccio Adimari,
fuoruscito fiorentino, in nome di Uguccione della
Faggiuola (an. 1315), 118, 18-20 ; viene danneggiato
dalle milizie del Mani.scalco di Giovanni di Boemia
(an. 1331), 169, 37 ; e nuovamente da quelle di Ma-
stino della Scala (an. 1336), 181, 32-33.
Certaldo, castello assediato dai Pisani e liberato dai Fi"i-
rentini (an. 1312), 110, 35-39.
Certaldo (da), V. Domenico di Jacopo da C. ; Francesco
da C. ; Jacopo da C. ; Pace di Jacopo da C. ; Uberto
di Jacopo da C.
Certomondo, localita del Casentino nel piano di Can»-
paldino, vi vengono sconfitti dai Guelfi di Firenze
gli Aretini ed i fuorusciti Ghibellini (an. 1289) 65,
33-35 ; 66, 1-16.
Cerruglio, vi si accampano le truppe tedesche stacca-
tesi da Lodovico il Bavero quando egli cacci6 da Lacca
il suo vicario Ippocrato (an. 1328), 161,24-25, 32-33 ;
viene preso dai Fiorentini (an. 1330), 166, 24 ;
vi si accampa Tesercito fiorentino mandato dal Co-
mune contro Lucca (an. 1337), 184. 26.
Cesare, discendente della regia stirpe d'Enea, asscdia,
secondo la leggenda dello Stefani, con Cicerone, Ma-
crino e Fiorino e poi con altri principi e baroni ro-
mani, Fiesole, ribellatasi a Roma ad istigazione di
Catilina, costringe la c, alla resa e poi la distrugge,
9, 22-39 ; decide di fondare una nuova c, e ne inizia
la costruzione dando licenza ai Fiesolani di potervisi
stabilire, 10, 3, 10-11 ; 11,22-23 ; fa costruire nel luogo
detto Campomarzio, ove i Fiesolani tenevano il loro
mercato, i primi grandi edifici di essa tra i quali il
Palagio tondo, detto Parlatorio, 9, 29-36 ; si fa si-
gnore di Roma ed imperatore, 8, 34-35 ; 12, 3 ; tor-
na a vedere la nuova c, cui era stato dato il nome di
Firenze, e fa doni e concessioni per rabbellimento di
essa e per Tincremento della popolazione, 12, 9-12.
Cesbna, vi si accampano i Brettoni mandati in Italia
da Gregorio XI contro Firenze, 297,29 ; 298,26.
Cesso di Buoninsbgna, 6 nelle liste dei Priori del 1293
febbraio-1294 febbraio, 73, 41.
[Cetto di Boninsegna'Ciai]
INDICE ALFABETICO
497
Cesso di Boninsegna, V. Beccamigi {de') C. di B.
Cesti di Lapo, V. Vespucci C. di L.
Cetina, fortezza aretina presa dai Fiorentini (an. 1290),
67, 29.
Cetto di Giovanni, V. Lottini C. di G.
Checco di Corso, 6 nelle liste dei Priori del 1306 febbraio-
1307 febbraio, 99, 17.
Checco di Giovanni, viene bandito come ribelle (an.
1380), 371, 7.
Checco di Mannuccio, 6 dei Priori (an. 1379 marzo-
aprile), 342, 20.
Checco di Monn.v Imperiera, sbandito fiorentino, prende
e lega con catene, ad istigazione di Alberto dei conti
di Bruscoli, insieme ad altri suoi compagni, Anto-
nio, fratello del detto Alberto, ed uccide in zuffa
Taltro fratello di questo, Francesco, 373, 5-14.
Checco di Peroldo, viene condannato nell'avere e
nella persona per llncursione su Figline (an. 1379),
351,31.
Checco da Poggibonsi, uorao di mala fama e di cattiva
vita, viene fatto decapitare dal Capitano, 344, 42-
44 ; 345, 1-11.
Checco di Sano, 6 condannato neiravere e nella persona
per trame contro lo Stato (an. 1378), 339, 13 ; e di
nuovo condannato per Tincursione su Figline (an.
1379). 351, 32.
Checco di Vannino. del popolo di S. Ambrogio, 6 con-
dannato neiravere e nella persona per trame contro
lo Stato (an. 1379), 365, 35.
Chele, V. Bordoni C.
Chele di Guarnieri, e di Guernieri, d'Aguglione, e
d'.\gulione, 6 nelle liste dei Priori del 1322 febbraio-
1323 febbraio, 131, 32 ; del 1329 dicembre-1330 di-
cembre, 164. 39 ; e del 1333 dicembre-1334 dicem-
bre, 177, 19.
Chele (di), V. Geri di C. ; Ghini di C. ; Francesco di C.
Chelini Matteo, 6 dei Priori (an. 1378 gennaio-febbraio),
341, 6.
Chelli Neri, notaio dei Priori, ric, 190, 36 ; 250, 42.
Chellini Neri, notaio dei Priori, ric. 248, 8.
Chello, V. Baldovini C.
Cherico, V. Gerini C.
Cherico di Gerino, k nelle liste dei Priori del 1359 gen-
naio-1360 gennaio. 256, 20.
Cherico (del), V. Cenni Ugolini del C.
Chermontese, V. Uccellini (degli) C.
Chermontese (di), V. Bartolo d C.
Chermontieri Monte di Bartolo, notaio dei Priori,
ric, 391. 40.
Chermontieri (di). V. Bartolo di C.
Chessa. V. Aiidrea vocato C.
Chesse. t;. Andrea di Giovanni C.
Chianti, ric, 379, 29 ; 381. 20 ; 398, 24.
Chiaramonti (de') Gianni, conte di Chiaramonte, sici-
liano, capo dci Ghibellini dclla Marca, fa decapitare
Tano da Ca.stello degli Ubaldini, signore di Jesi, ac-
cusato d'aver tradito Tlmpero (an. 1328), 161, U-20.
Chiari Chiarozzo del Bene, 6 nelle liste dei Priori del
1332 dicembre-1333 dicembre. 175. 33 ; e del 1360
gennaio-1361 genuaio, 259, 3.
Chiarini PiERO, k nelle liste dei Priori del 1358 gennaio-
1359 gennaio, 254, 32.
Chiarino, V. Davanzati C.
Chiarissimo, v. Bonapace C.
Chiarissimo di Meo, e Gonfaloniere di Giustizia (liste
1356 gennaio-1357 gennaio), 250. 29 ; h nelle liste
dei Priori del 1360 gennaio-1361 gennaio. 259, 4 ; e
del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 27.
Chiarissimo di Meo, V. Cionacci C. di M.
Chiarissimo (di), v. Maffeo di C. ; Masseo di C. ; Sal-
vestro d'Andrea di C. ; Tano di C.
Chiarmontesi, e Chiermontesi, nobile fam. fioren-
tina di Porta S. Piero, 21. 12 ; di parte guelfa. 28, 22.
Chiaro di Carradore, 6 nelle liste dei Priori del 1307 feb-
braio-1308 febbraio, 102, 9.
Chiaro di Francesco da Casavecchia, 6 Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1383 luglio-1384 agosto), 428. 36.
Chiaro di Nuccio, V. Ammirati C. di N.
Chiaro di Pagolo, V. Giraldi C. di P.
Chiaro di Salvi. h nelle liste dei Priori del 1293 febbraio
1294 febbraio. 73. 32 ; v. anche Cliiaro di Salvi del
del Chiaro.
Chiaro di Salvi del Chiaro, 6 nelle liste dei Priori
del 1286 dicembre-1287 dicembre, 62, 34 ; del 1289
dicembre-1290 dicembre, 67, 5 ; e del 1296 febbraio-
1297 febbraio, 76, 14 ; v. anche Cliiaro di Salvi.
Chiaro (del), V. Bene del C. ; Cambio di Guido del C. ;
Chiaro di Salvi del C. ; Francesco del C. ; Girolamo di
Salvi del C. ; Mompuccio di Salvi del C. ; Niccold
del C. ; Orlando del C. ; Temperano di Manno del C. ;
Temperano di Mauro del C.
Chiaro (di), V. Alessandro di C.
Chiarozzo di Balduccio, notaio dei Priori, ric,
167, 33. "
Chiarozzo del Bene. V. Chiari C. dcl B.
Chiarozzo della Mora. 6 nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gonnaio. 329, 2.
Chiaruccio (di), V. Zanobi di C.
Chiavaccini DoMENico Di Vanni, 6 nelle liste cei Priori
del 1380 marzo-1381 febbraio, 391, 20.
Chiavaccino (di), V. Domenico di C.
Chiermontesi Geri di Durante, h nelle liste dei Priori
del 1300 febbraio-i30t febbraio, 86, 27.
Chiermontieri Bartolo, notaio dei Priori. ric, 252, 34.
Chiermontieri Chiermontieri di Bartolo, notaio
dei Priori, ric. 279, 20.
Chimento, V. Clemente.
Chimento Buoncristiani, V. Baronci C. B.
Chinazzi Tosco, 6 nelle liste dei Priori del 1354 gennaio-
1355 gennaio, 248, 26.
Chino di Simone, V. Ristori C. di S.
Chito (di), V. Lottiero di C.
" Chronica de Origine Civitatis, fe fonte della cronaca
dello Stefani, XXXI, 26-27 ; XXXII, 1-5, 12-26 ;
XXXIII-XXXV, 1-5 „.
CiACCHi Jacopo di Feo, notaio dei Priori, ric, 306, 40.
CiAcco, V. Jacopo di Matteo vocato C.
CiAi Benedetto di Giovanni, notaio dei Priori, ric,
246, 29 ; 252, 34 ; 267. 20 ; 291, 15.
CiAi Giovanni, notaio dei Priori, ric, 124, 24.
198
INDICE ALFABETICO
[Ciai-CiempiJ
I
("lAi I"rancesco di Giovanni, notaio Uei I'riori, ric,
:}M, 17; 413, 13.
CiAi Naroo da Castblfiorentino, notaio dei 1'riori,
ric, 155, 18 ; 160, S ; 187, i ; 228, U.
CiAio, V. Jiislori C.
CiAio Di Baglione, f. Kiston C. del B.
CiAio ui RisTORO, 6 nelle listc dci Priori dd 1287 febbraio
ii88 aprile, 63, 'ii ; e del izgi diccmbre-1292 di-
cembrc, 69, U.
CiAMPBLLl Andrka, i itelle lizU dei Priori del
IJ85 maggio-1386 af>rile, 443, 10.
CiAMPBLLi DoMENico, fc nelle li.ste dei Priori del 1373
gennaio-1374 gennaio, 289, 4.
CiAMPi, e CiAMPO, Di Duccio, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(li.ste 1317 febbraio-1318 febbraio), 124, 13 ; d nelle
liste dei Priori del 1321 febbraio-1322 febbraio,
128, 35.
CiAMPOLi, fam. Fiorentina, esce da Firenze coi Guelfi al-
Tannuncio della sconfitta di Montaperti (an. 1260),
48, 7.
CiANGA (del), V. Odaldo del C.
CiANGHERi Di BoNiNSEGNA, V. Beccaitugi C. di B.
CiANi Vaccio, 6 nelle liste pei Priori del 1346 maggio-
1347 gennaio, 228, 33.
CiANO, V. Rislori C.
CiANO Di Neri, V. Boccacci C. di N.
CiANO (di), V. Ticcio di C.
CiAPO (di), V. Ardttino di C. ; Tticcio di C.
CiARDo Di Berto, viene preso e fatto decapitaro per la
rivolta contro la Balia (an. 1381), 400, 31 ; viene
arsa la sua casa dai Ciompi e dagli sbanditi (an. 1382),
407, 9.
CiARi Clari di Giovanni, e dei Priori (an. 1380 luglio-
agosto). 374, 28.
CiARi Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del 1350 gennaio-
1351 gennaio, 240, "J ; del 1360 gennaio-i36i gen-
naio, 258, 42 ; del 1365 geHnaio-1366 ge.inaio, 265, 2« ;
e dcl 1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 25 ; viene am-
mouito (an. 1367), 305,24.
CiATi GiovANNi, 6 nelle liste dei Priori del 1355 gennaio-
1356 gennaio, 249, 39.
CiATi GiuNTA, 6 nelle liste dei Priori del 1343 aprile-1344
aprile, 218, 23 ; 219, 12.
CiATi MicHELE, 6 dei Dodici buoni uoraini del quartiere
S. Giovanni (an. 1378), 326, 26.
CiATi Salvestro, e nelle liste dei Priori del 1355 gennaio-
1356 gennaio, 249, 33.
CicciONi, nobili di S. Miniato del Tedesco coi quali i
Fiorentini tentano invano di ricondurre il castello
airobbidienza verso il Comune (an. 1369), 270, 6 ;
18-19.
CiccioNi LoDovico, viene fatto prigioniero dai Fiorentini
alla presa del castello di S. Miniato del Tedesco ed
inviato quindi a Firenze ove viene giustiziato (an.
1369). 272, 18-27.
ClCERONE M. TULLIO, ric, 9. 2-20.
CiciNO (del), V. Pino di Tegghiaio del C. ; Tegghiaio del C.
CiFO Di LoTTO, V. Dtlli C. di L.
CiGLiAMOCHi GiovANNi, 6 nellc liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 229, 14.
CiGOLi, castello, vitnc prcsf» da Uguccione dellu Faggiul.i
(an. 1314), 151, 31.
CiNGHiETTi Lapo, notaio dci Priori, ric, 61, 3 ; 68, II ,
73, 33.
ClNCO, V. Altoviti (degli) C.
CiNi Bartolo, k nelle liste dei Priori del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242. 27.
CiNi BETroNB, h Gonfaloniere di Giustizia (liste 1343
apriIe-1344 aprilc), 218, 29-30 ; gli vicne fatta strap-
pare la lingiia dal Duca d'Atene pcr aver criticato
in Consiglio la sua politica fiscale, 203, 18-19.
CiNi PiBRO, notaio dci Priori, ric, 275, 21.
CiNi RiccARDO, nolaio dei Priori, ric., 265, J«
CiNO, V. Cecchi C. ; Colti C. ; Diotisalvi C. ; Miclii C ;
Ricevuti C.
CiNO Di Brandaglia, V. Acciaiuoli C. di B.
CiNO DBL Buoso, V. UccelHni {degli) C. del B.
CiNO Di CoLTO, h nelie liste dei Priori del 1345 maggio-
1346 maggio, 227, 30.
CiNO DioTAiUTi, V. Badessa (della) C. D.
CiNO Di Federico. i nelle liste dci Priori del 1346 mag-
gio-1347 gennaio. 228, 35.
CiNo di Jacopo, V. Bardi (de') C. di J.
CiNO di Martino. 6 nelle listc dci Priori dcl 131 2 (cbb;.ii<i
1313 febbraio. 114, 34 ; del 1314 febbraio-1315 feb-
braio, 118, 29 ; e Gonfaloniere di Giustizia (listc i^i.ii
(ebbraio-1316 febbraio), 121, 31.
CiNO di Migliore, k nelle liste dei Priori del 1333 dicem-
bre-1334 dicembre, 177, 14.
CiNO di Tano. 6 nelle liste dei Priori del 1328 dicembrc-
1329 dicembre. 160, 22.
CiNO (di). V. Bartolo di C. ; Benozzo di C. ; Pace di C.
CiNOZZO. V. Raffacani (de') C.
ClNOZZO PlERI, V. Agli C. P.
Cioli Francesco, notaio dei Priori, ric., 266. ».
CiOMPi. infima classe operaia del popolo minuto costituita
spccialmente dai cardassieri della laoa : ragionc dcl
loro nome secondo lo Stefani ; 203, 5-14 ; 322, 13-16 ;
insegna a loro data dal Duca d'Atene, 12-13 ; incorag-
giati dalle Arti minori domandano di poter anch'essi
costituire proprie Arti e di poter avere proprie case
e consoli (an. 1378). 5-10 ; scendono in piazza ar-
mati a reclamare la liberazione di alcnni loro compa-
gni, capi del detto movimento, fatti prendere dalla
Signoria e porre alla fune, 10-12. 16-20 ; ma non es-
sendo stati accontentati, si riversano per le vie della
c dando alle fiamme le case del Gonfaloniere di Giu-
stizia e degli altri cittadini ritenuti loro awersari,
20-30 ; s'impadroniscono del potere e pongono a capo
del Governo Michele di Lando da loro creato Gon-
faloniere di Giustizia, 325, 34-40 ; 326. 1-8 ; U qualc,
prendendo di sua autoritci piena ed assoluta Balia.
nomina i nuovi priori e gli altri ufficiali del Comune ed
istituisce, con i Sindaci delle Arti, tre nuove arti mi-
nori, tra le quali anche quella dei Ciompi, 326, 8-44 ;
327, 1-7 ; delusi per6 nelle speranzc poste nel loro
Governo ed irritati per la fame da cui erano stati
presi, per la chiusura delle botteghe seguita ai loro
moti. scendono nuovamente in piazza armati. 328,
1-4, 40-41 ; 329, 1-2 ; quindi, dopo avere in gran di-
[Cionacci-CIemente]
INDICE ALFABETICO
499
sordine emanato leggi ed ordinanze, s'adunano in
S. Maria Novella ove creano un nuovo ufficio, detto
degli Otto di Balia del popolo di Dio, per controUare
l'opcrato dei Priori, 328, 40-41 ; 329, 1-7 ; 330, 27-
37 ; 331, 37-39 ; ma recatisi alcuni di questi al palaz-
zo della Signoria vengono affrontati e respinti dallo
stesso Michele di Lando, 333, 17-30 ; in seguito di che,
essendo corsi tutti in piazza armati, vengono sbara-
gliati e cacciati dalla c. e dal Governo dai mercatanti
e dalle Arti accorse armate dietro ai loro gonfa-
loni, 31-42 ; 334-337, 1-5 ; tramano con la Parte
guelfa per rientrare (an. 1379), 338, 18-20 ; 343, 5-15 ;
tentano invano d'impossessarsi di Figline per muovere
poi di qua contro Firenze, 349, 26-40 — 351, 1-40 ;
nuovi loro complotti, 353, 24-41 ; 354, 1-15 ; vengono
a danneggiare il territorio fiorentino con la brigata di
Giannotto Siniscalco di Carlo di Durazzo (an. 1380),
371, 23-29; nuove loro inutili congiure, 387, 3-18.
CiONACCi Chiarissimo di Meo, 6 nelle liste dei Priori del
1367 gennaio-1368 gennaio, 268, 2 ; del 1377 gen-
naio-T378 luglio, 314, 13 ; e del 13S5 maggio-1386
aprile, 443, 33.
CioNACcio (di), V. Priore di C.
CiONE, V. Baldovini C. ; Falconi C. ; Magalolti (de') C. ;
Mollobiioni C. ; Pitti C. ; Ridolji C. ; Rujfoli C. ;
Uberti C. ; Vaccini C. ; Villamizzt C.
CiONE d'Ai.berto, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1310
febbraio-i3ii febbraio), 108, 16 ; * nelle liste dei
Priori del 1330 dicembre-i33i dicembre, 167, 8 ; e
del 1335 dicembre-1336 dicembre, 182, 34.
CiONE d'Arrigo, V. Paradizi C. d'A.
CiONE Di Baldovino, 6 nelle liste dei Priori del 1298 feb-
braio-i29g febbraio, 78, 14.
CiONE Di Bencivenni da Magnale, 6 nelle liste dei Priori
del 1301 febbraio-1302 febbraio, 88, 34 ; e del 1305
febbraio-1306 febbraio, 98, !.
CiONE Di Benintendi, h nelle listedei Priori del 1297 feb-
braio-1298 febbraio, 77, 12 ; del 1302 febbraio-1303
febbraio, 90, 31 ; e del 1305 febbraio-1306 febbraio,
97. 17.
CiONE Bonsignore, ^ nelle liste dei Priori del
1338 dicembre-1339 dicenibye, 187 17.
Cione di Bonsignore, V. Bisarnesi C. di B.
CioNE Di Caroccio, V. Bonaccolti C. di C
CioNE Di GiovANNi DEL BoNAZzo, 6 nelle liste dei Priori
del 1367 gennaio-1368 gennaio, 268, 3.
CioNE Di GuARDiNO, V. Magalotti C. di G.
CioNE Di Maffeo, V. Pitti [de') C. di M.
CiONE Di Ranieri, V. Bondoni C. di R.
CioNE DEL Rosso, 6 nelle liste dei Priori del 1287 febbraio-
1288 aprile, 63, 27 ; del 1291 dicembre-1292 dicem-
bre, 69, 1 ; e del 1293 febbraio-1294 febbraio, 73, 41.
CiONE Di Vaccino, k nelle liste dei Priori del 1348 gen-
naio-1349 gennaio, 234, 10.
CiONE Di Vanni, V. Abadinghi C. di V.
CiONE Di Villanuzzo, 6 nelle li.ste dci Priori del 1286 di-
cembre-1287 dicembrc, 62, 41.
CioNE (di), V. Alberto di C. ; Benci di C. ; Bindo di C. ;
Cecco di C. ; Giovanni di C. ; Marco di C. ; Ristoro
di C. ; Se^na di C. ; Zanobi di Giovanni di C.
CiONELLiNO Di Bello, V. Alberti C. di B.
CiONELLiNO Di Ghingo, V. Aldobrandini C. di G.
CiONETTO Di GioVENCo, V. Bastari (de') C. di G.
CioNETTO (di), V. Giovenco di C.
CiONi Cecco, h nelle liste dei Priori del 1355 gennaio-
1356 gennaio, 250, 5.
CiONi CioNE Di Paolo, viene bandito e condannato nel-
Tavere e nella persona (an. 1381), 400, 13.
CiONi Michele, notaio dei Priori, ric, 248, 39 ; 424, 24.
CioNiNO Di CiONE, V. AgUoni (degli) C. di C.
CiORE DEL BuoNO, 6 nelle liste dei Priori del 1349 gen-
naio-1350 gennaio, 235, 39 ; e del 1358 gennaio-
1359 gennaio, 254, 24 ; viene ammonito (an. 1359),
255, 16.
" Cipolla, siorico, scrisse dottamente sui rapporti tra Dante
e il Villani, LXXI, 3 „.
Cipriani, nobile fam. fiorentina di parte ghibellina,
28, 28.
Cipriani (de') Lapo, fuoruscito ghibellino di Firenze,
fatto prigioniero durante la ritirata delle milizie del-
rOrdelaffi, e mandato a morte (an. 1302), 89, 16-17.
CiPRiANO Di Lippozzo, viene fatto prendere dagli Otto
della gnardia e consegnato al Capitano quale complice
della congitira contro lo Stato allora scoperta (an.
1379). 355, 35.
CiPRiANO Di Lippozzo, V. Mangioni (de') C. di L.
CiPRiNi Salvestro, k nelle liste dei Priori del 1333 di-
cembre-1334 dicembre, 177, 15.
Ciprino di Bonaguida, 6 Gonfaloniere di Giustizia (li-
ste 1313 febbraio-1314 febbraio), 115, 37.
CiPRO (re di), V. [Ltisignano (di) Pietro] Re di Cipro.
CiRiAco Di GuERNiERi, V. Benci C. di G.
CittA di Casiello, vi vengono confinati i Neri, banditi
da Firenze (an. 1301), 83, 12 ; in possesso per lungo
tempo dei Tarlati d'Arezzo, si libera da questi con
Taiuto dei Fiorentini e dei Perugini, 178, 33-3'> ;
manda sue milizie in aiuto di Firenze (an. 1337),
184, 24 ; tonta invano d'impadronirsene Carlo di
Durazzo della Pace (an. 13S0), 378, 32.
CittX di Castello (da), ;;. Nnto da C. di C.
CiTTADiNO, V. Tolotnei (de') C.
Ciucci Ciuccio Di Neri, notaio dei Priori, ric, 99, 32.
CiUTi (di), V. Filippo di C.
Ciuio Di Manetio, 6 nelle liste dei Priori del 129O feb-
braio-1297 febbraio, 76, 25.
CiUTO Di Manetto, V. Pinzocheri C. di M.
CiUTO (di), V. Banco di C. ; Benincasa di C. ; Niccold
di C. ; Salvi di C.
Civita, c tolta da Carlo di Boemia ai Signori della Scala
(an. 1337), 184, 10.
CiviTA Ducali (da), V. Giovanni da C. D.
CiviTELLA, castello degli Aretini prcso dai Fiorentini
(nn. 1289), 66, 10.
CivoLO (di), V. Cecco di C.
Clari di Giovanni, V. Ciari C. di G.
Clemente [Chimento], IV pp. (aa. 1265-1268), " suo in-
tervento nelle cose fiorentine secondo il Salvemini,
LXXIII, 10-17 " ; dii a Carlo d'Angi6 Tinvestitura
del regno di I^i.glia e Sicilia togliendolo a Manfredi,
50, 8-11 ; arruola per resercito di questo i fuora-
500
INDICE ALFABETICO
[CUinmU«C«iuigUo «i'Ugo]
sciti gtielfi (iorcntiiii c di loro la sua inscgna,
12-19.
Clkmbnte lChiinento] [V\ pp. (aa. 1305-1314) assolve,
pcr intertcssione del Card. I^gato di Romagna, i
Fiorentini c toglie le scomuniche contro di loro lan-
ciate (an. 1310), 104, 33-34 ; ric, 103, 15 ; 109, 8-9.
Clemente VI pp. (aa. 1342-1352) nomina card. il fioren-
tino Andrea Ghini rtei Malpigli (an, 1342), 198, 29-13 ;
decrcta la celebrazione del giubileo ogni cinquanta
anni a cominciare dal 1350, 202, 18-22.
[Clkmknte VII] antipapa, v. [Roberto] card. di Gi-
nevra.
CoccHi Cocco Di DoNATO, 6 nelle liste dei Priori del 1375
gennaio-1376 gennaio, 299, 29.
CoccHi RiNUCCio, fe nelle liste dei Priori del 1328 dicem-
bre-1329 dicembre, 161,2; v. anche Cocchi (de')
Rinuccio di Cocco.
CoccHi (de') Meo di Bartolo, 6 nelle liste dei Priori
del 1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 19 ; viene ammo-
nito (an. 1377), 305, 9 ; 308, 34-35 ; viene fatto ca-
valiere dai Ciompi (an. 1378), 324, 18.
CoccHi (de') N1CC016 Di Nerozzo, k nelle liste dei Priori
del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 31.
CoccHi (de') Rinuccio di Cocco, k nelle liste dei Priori
del 1335 dicembre-r336 dicembre, 183, 22 ; v. anche
Cocchi Rinuccio.
CoccHi (de') Tuccio, h nelle liste dei Priori del 1331 di-
cembre-1332 dicembre, 169, 9 ; del 1334 dicembre-
1335 dicembre, 179, 15 ; e del 1337 dicembre-1338
dicembre, 187, 25.
Cocco, viene fatto impiccare per congiare contro lo Stato
(an. 1382), 424, 3.
Cocco Di DoNATO, v. Cocchi C. di D..
Codice, V. Asiniano c. ; Firidolfi-Ricasoli c. ; Gaidiano c. ;
Giordaniano c. ; Guadagni c. ; Magliabecchiano c. ;
RicasoU c. ; Riccardiano c. ; Strozziano c.
CoLA DA MoNTE MELLONEi consigliere della Compagnia
S. Giorgio, 367, 24.
CoLLE, V. Valdelsa (colle di) .
CoLLiNO Di GiORGio Di CoLLlNO, V. Grandont C. di G. di C.
CoLLODi, castello, fatto ribellare dai Fiorentini viene su-
bito rioccupato da Gherardino clegli Spinoli signore
di Lucca (an. 1319), 163, 38-39.
CoLOMBELLO DA Castigliolo d'Alessandria, consigliere
della Cx)mpagnia S. Giorgio, 367, 33.
Colonna (della) Agapito, card., viene a Firenze quale
legato di Urbano VI per spingere i Fiorentini a strin-
gere lega col pp. ma ne riparte poco dopo senza aver
nulla concluso (an. 1379), 364, 36-41.
Colonnesi, fazione del partito ghibellino di Roma fa-
cente capo ai Colonna, da cai il nome, favorevole
ad Arrigo VII di Lussemburgo, 108, 34-35 ; luoghi
ed edifizi di Roma da essi occupati nella lotta contro
gli Orsini, contro gli Angioini ed i Fiorentini che
tentavano d'impedire rincoronazione deirimperatore
(an. 1312), 108, 35-36 ; loro combattimenti per le
vie della c, 109, 4-9.
CoLTi CiNo, fe Gonfaloniere di Giustizia (liste 1295 feb-
braio-1296 febbraio), 75, 36.
CoLTO (di), V. Cino di C.
1
CoLuccio DA Stigliano di Valdinibvolb, 6 fatto Can-
celliere dei Priori in luogo di Niccol6 di Ventura Mo-
nachi che era stato cassato (an. 1374), 291, 14-15 ;
viene denunziato da Jacopo Scatizza (an. 1381), 392,
36-37 ; si rifiuta di rogare i capitoli di legge presen-
tati da Carlo degli Strozzi e da altri (an. (381), 405,
18-33.
Combiati, castello, preso e distrutto dai Fiorentini (an.
1199), 26. 32; 27. 1.
COMO, e CoMMO, V. Federighi C.
CoMO (da), V. Gianni da C.
CoMPAGNi Baldino, 6 nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-1347 maggio, 229, 4.
CoMPAGNi BONACOSA, notaio dei Priori, ric, 108, 9
155. 37.
CoMPAGNi DiNO, fe nelle liste dei Priori del 1288 diccmbr'
1289 dicembre, 65, 18 ; fe Gonfaloniere di Giustizi
(liste 1292 febbraio-1293 febbraio), 72, 21 ; e di
nuovo nelle liste dei Priori del 1300 febbraio-1301
febbraio, 86, 16 ; " nella sua cronaca h meno csattn
dello Stefani, LXXX, 24-25 ". ' cit., IX, 33-3« ; ,
LXXXVI, 1-2, e pa-sim nella prefazione ,,.
CoMPAGNi GiovANNi Di Cecco, fc nellc liste dei Priori
del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 6 ; dcl 1313
febbraio-1316 febbraio, 122, 12; 6 Gonfalonierc di
Giustizia (liste 1319 febbraio-1320 febbraio), 126, 15.
CoMPAGNi GiovANNi Di Matteo Guidi, vieue ammonito
(an. 1358), 253, 35.
Compagni Nerozzo di Meo, h ncUe liste dei Priori dcl
1325 febbraio-1326 febbraio, 152, 6.
CoMPAGNi PiERO, k nelle liste dei Priori del 1300 feb-
braio-1301 febbraio, 86, 5.
CoMPAGNi Rinuccio di Cocco, h nclle liste dei Priori dd
1314 febbraio-1315 febbraio, 118, 31.
CoMPAGNi Tuccio di Cocco, k Gonfalonierc di Giustizia
(liste 1318 febbraio-1319 febbraio), 125, 8.
CoMPAGNO, V. Albizzi C.
CoMPAGNO d'Albizzo, k uelle liste dei Priori del 128;
dicembre-1283 dicembre, 59, 14.
CoMPiOMBESi, e CoMPiOBBESi, Salvestro di Buoso, e
nelle liste dei Priori del 1378 (luglio-agosto) pel
quartiere di S. Croce, 326, 12 ; e del 1382 gennaio-
1383 aprile, 424, 4.
CoMPiUBBESi Matteo di Salvestro, 6 ueUe liste dei
Priori del 1380 marzo-1381 febbraio, 391. 33.
CoMUcci Francesco, h nelle liste dei Priori del 1347
gennaio-1348 gennaio, 229, 37.
CoNFiNi (de') Tommaso, h Gonfaloniere di Giustizia (li-
ste 1352 gennaio 1353 gennaio), 242, 31.
CoNsiGLi Marco, notaio dei F^iori, ric, 59, 38 ; 60, 10.
33 ; 65, 22 ; 68, 40 ; 72, 4 ; 73, 36.
CoNSiGLi RusTico, h nellc liste dei Priori del 1307 feb-
braio-i3o8 febbraio, 102, 10 ; del 1316 febbraio-i^i-
febbraio, 123, 23 ; del 1319 febbraio-1320 febbraio,
126, 3 ; e del 1321 febbraio-1322 febbraio, 129, 10.
CoNsiGLio Di ToMMASO, dcl popolo di S. Lorenzo, viene
fatto decapitare dal Capitano per congiure contro lo
Stato (an. 1379), 361, 7.
CoNsiGLio d'Ugo, h neUe liste dei Priori del 1330 dicem-
bre-1331 dicembre, 167, 28 ; e del 1336 dicembre-
[Con*iafIio«Corsiiii]
INDICE ALFABETICO
501
I
1337 dicembre, 186, 5 ; i Gonfaloniere di Giustizia
{liste 1338 dicembre-133^ dicembre), 188, 5.
CoNSiGLio (di), V. Niccolino di C.
CoNTADiNi MicHELE Vestri, notaio dei Priori, ric,
299, 23.
CONTE d'Averardo, V. Medici (de') C. d'A.
CoNTE NoVELLO, V. Beltramo del Balzo detto C. N.
CoNTE Di ViRTU V. [Visconti Gian Galeazzo].
CoNTE (di), V. Bernardo di C.
CoNTESSE Bartolo, viene condannato nell'avere e nella
persona per rincursione su Figline (an. 1379), 351, 13.
CoNTRi Davanzato di Naccio, viene ammonito (an.
1377). 309, 6.
CoNTUCCi FiLiPPO, notaio dei Priori, ric, 188, 20.
CoNTUCciNi FiLiPPO, notaio dei Priori, ric, 177, 12.
CoppiA (del), V. Vanni del C.
Coppo, V. Borghezi C. ; Siefani C.
Coppo BoRGHESi, V. MigUorati C. B.
Coppo GiusEPPE, 6 nelle liste dei Priori del 1282 (agosto-
ottobrc), 58, 12 ; v. anche Canigiani (de') C. G.
Coppo Stbfani, V. Bonaiuti (de') C. S.
Coppo di Borghese, t nelle liste dei Priori del 1340 di-
cembre-i34r dicembre, 190, 2 ; v. anche Domenichi
(de') C. di B. ; Migliorati C. di B.
Coppo Di Giuseppe, V. Canigiani C. di G.
Coppo Di Lapo, V. Medici (de') C. di L.
Coppo Di Lippo Di CiONE DEL Cane, gli vien bruciata
la casa dai Ciompi in rivolta (an. 1378), 322, 35.
Coppo Di Stefano,^ nelle liste dei Priori del
1339 dicembre-1340 dicembre, 188, 23 ; v. ancke Bo-
naiuti (de') C. di S.
CoppiNi Baldo, viene ammonito (an. 1378), 316, 14.
Corbinelli Albizzo, 6 nelle liste dei Priori del 1292
febbraio-1293 febbraio, 71, 33; del 1303 febbraio-
1304 febbraio, 94, 23 ; v. anche CorbineUi (de') M.
Albizzo.
CoRBiNELLi Bartolomeo di Tommaso, 6 nelle liste dei
Priori del 1383 Iuglio-1384 agosto, 427, 42.
CoRBiNELLi FiLiPPO Di ToMMASo, 6 dei Priori (an. 1379
maggio-giugno), 345, 27 ; partecipa alla Balia per la
riforma del Governo come Capitano di Parte guelfa
(an. 1381), 395, 15 ; e nuovamente, 409, 19.
CoRBiNELLi (de') Giachinotto di Trincia, 6 nelle liste
dei Priori del 1326 febbraio-1327 febbraio, 155, 9 ;
e del 1330 dicembre-i33x dicembre, 167, 16.
CoRBiNELLi (de') M. Albizzo, k nelle liste dei Priori del
1285 dicembre-r286 dicembre, 62, 1 ; v. anche Corbi-
netli Albizzo.
CoRBizi Bernardo di Paolo di Luti, viene ammonito
(an. 1373), 288, 24.
CoRBizi FiLippo Di Paolo, viene confinato a Spolcto
(an. 1381), 408, 34 ; viene revocato il bando dairuf-
ficio di Balia, 411, 34.
Corda ZANOBr Di Lapuccio, fe nelle liste dei Priori del
1376 gennaio-1377 gennaio, 307, 3.
CoREGGio (da), V. Antonio da C. ; Francezco da C.
Corella, castello, venduto al Comune di Firenze dai
conti Guidi (an. 1373), 298, 19-20.
CoRNACCHiNi DiNo DEL Chiaro, 6 ncllc Hste dei Prion
del 1314 febbraio-1315 febbraio, 118, 33.
Cornacchini Lippo di Giovanni, 6 nelle liste dei Priori
del 1312 febbraio-1313 febbraio, 115, 11.
Corniuolo, castello, ric, 297, 39-40.
Corradino, figlio deirimperatore Corrado, ric, 49, 19 ;
54, 2 ; 375, 27.
Corrado [Ctirrado] dei conti Lando, v. Lando (de- conti) C.
Corrado di Paolo, V. Strozzi (degli) C. di P.
Corrado di Simone, i;. Giotti (de') C. di S.
Corrado (di), V. Nanni di C.
CORSELLO Di Michele, k nelle liste dei Priori del 1298
febbraio-1299 febbraio, 77, 40.
CoRsi Bardo, k nelle liste dei Priori del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 246, 15 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1359 gennaio-1360 gennaio), 255, 37 ; e di
nuovo nelle liste dei Priori del 1367 gennaio-1368 gen-
naio, 267, 36 ; e del 1271 gennaio-1372 gennaio,
279, 25.
CoRsi Francesco, e Gonfaloniere di Giustizia (liste 13^2
febbraio-1313 febbraio), 114, 41.
CoRsi Francesco di Lapo, fe Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1361 gennaio-1362 gennaio), 259, 37 ; i vclle
l zte de Pr ori del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 48.
CoRsi GiovANNi Gherardini, e nelle li-
ste dei Priori del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 5.
CoRSi GiovANNi di Lapo, h nelle liste dei Priori del 1369
gennaio-r370 gennaio, 275, 9 ; e del 1374 gennaio-
1375 gennaio, 291, 20.
CoRsi Lapo di Francesco, k nelle liste dei Priori del
1383 settembre-r384 aprile, 435, 9.
CoRSi Piero di Nello, notaio dei Priori, ric, 267, '.25.
CoRsi SiMONE Di Lapo, k nelle liste dei Priori dcl 1356
gennaio-1357 gennaio, 250, 22 ; del 1363 gennaio-
1364 gennaio, 264, 10 ; e del 1375 gennaio-1376 gen-
naio, 299, 10.
CoRsiNi Amerigo di Xommaso, 6 nelle liste dei Priori
del 1361 gennaio-1362 gennaio, 260, 12.
Corsini Corsino di Mozzo, h nelle liste dci Priori del
1341 dicerabre-r342 dicembre, 190, 3'2.
CoRsiNi FiLiPPO, va ambasc dei Fiorentini pr. Timpera-
tore Carlo IV (an. ^367), 267, 1 ; gli viene data alle
fiamme la casa dai Ciompi in rivolta (an. 1378),
322, 33 ; 6 dei Quarantatre cittadini el. in aggiunta
agli altri della Balia gia nominati (an. 1381), 404,
24 ; s'agita per ottenere il risarcimento delle case
bruciategli, 413, 10 ; v. anche Corsini Filippo di
Tommaso.
CoRSiNi FiLiPPO di Tommaso, 6 Gonfaloniere di Giasti-
zia (liste 1367 gennaio-1368 gennaio), 267, 22; i;.
anche Corsini Filippo
CoRsiNi Gherardo, h Gonfaloniere di Giustizia (liste
1341 dicembre-1342 dicembre), 190, 24.
CoRSiNi GuiDO, notaio dei Priori, ric, 190, 30.
CoRSiNi Jacopo, viene escluso dagli uffici per tre anni
(an. 1379), 363, 37.
CoRSiNi Matteo di Niccol6 h dei Priori (an. 1379 marzo
aprile), 342, 19.
CoRSiNi Neri, 6 nclle liste dei Priori dcl 1289 dicenibre-
1290 diccmbre, 67, 9 ; del 1292 febbraio-r293 feb-
braio, 72, 6 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste ^294
febbraio-1295 febbraio), 75, 9 ; e di nuovo nelle li-
502
INDICE ALFABETICO
[Cerfiai«CrittiMi]
8te dei Priori del 1301 febbraio-i^oz febbraio, 88,
IS ; del 1303 febbraio-1304 febbraio, 95, 15 ; del
1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 15 ; del 13:0 feb-
braio-1311 febbraio, 108, 3; del 1312 febbraio-1313
febbraio, 115, i ; e del 1314 febbraio-1313 febbraio,
118, 33.
CoRsiNi PiERO Di FiLiPPO, vcscovo di Firenze, nipote di-
Piero di Filippo degli Albizzi, grande fautore della
lega con la Chiesa, viene fatto card. da Urbano V
(an. 1370), 274, iS-18 ; cfr. 437, 37-38.
CoRsiNi ToMMASO, i tielle liste dei Priori del
1339 dicembre-1340 dicembre, 188, 13.
CoRsiNi (de') Tommaso di Duccio, 6 nelle liste dei Priori
del 1325 febbraio-1326 febbraio, 152, 3 ; e del 1328
diceinbre-1329 dicembre, 160, 28.
CoRSiNO Di Mozzo, t;. Corsini C. di M.
CoRsiNO (Di), V, Guido di C.
CoRSO, V. Borghi C. ; Davanzi C. ; Donati C. ; Falchi C. ;
Fibianchi C. ; Gnglielmi C.
CoRso d'Alberto, 6 nelle liste dei Priori del 1300 feb-
braio-1301 febbraio, 86, 9 ; v. anche Ristori C. d'A.
CoRso Di BoNAccoRso, 6 nelle liste dei Priori del 1297 feb-
braio-1298 febbraio, 77, 23.
CoRSO Di GiNO, V. Badessa {della) C. di G.
CoRso (del), V. Sandro del C.
CoRSO (di), t;. Cecco di C. ; Checco di C. ; Francesco di C. ;
Giovanni di C. ; Rosso di C.
CoRTESELLi NiccoLiNO, 6 nelle liste dei Priori del 1372
gennaio-1373 gennaio, 284, 10.
CoRTONA, c. alleata di Firenze, presa e devastata dagli
.\retini (an. 1259), 45, 8-10 ; ric, 103, 29-30.
CoRVAlA (da), i;. Pietro da C.
Cosi Cristofano di Francesco, viene ammonito (an.
1358). 253. 29.
Costante, figlio dell'imperatore Costantino, riprende a
persegiiitare i Cristiani, 13, 14-15.
CosTANTiNO [Gostantino], imperatore (aa. 310-337, con-
cede ai Cristiani liberti di culto (an. 311), 13, 9-11 ;
viene battezzato da pp. Silvestro, 23-24 ; dota la
Chiesa e porta la sede deirimpero a Costan.inopoli,
11-12; suoi figli e successori, 12-16.
CosTANTiNO [Gostantino], figlio di Costantino impera-
tore, seguace della fede cristiana, 13, 14.
CosTANTiNOPOLi [GostantinopoH] c., viene fatta da Costan-
tino sede deirimpero, 13, 10-12.
CoucHY (SiRE Di), V. [lHghira>no\ di C.
CovoNE, V. Covoni (de') C.
CovoNE Di Naddo, V. Covoni {de') C. di N.
CovoNE Di Naldo, V. Covoni C. di N.
CovoNi Agnolo di Piero, 6 nelle liste dei Priori del 1369
gennaio-1370 gennaio, 274, 33 ; e del 1374 gennaio-
1375 gennaio, 291, 21.
CovoNi Bernardo, viene confinato a Lucca (an. 1381),
400, 43.
CovoNi Bernardo di Covone, 6 nelle liste dei Priori
del 1367 gennaio-1368 gennaio, 267, 38 ; e del 1376
gennaio-1377 gennaio, 306, 26.
CovoNi Bettino, fe nelle liste dei Priori del 1371 gennaio-
1372 gennaio, 279, 27 ; viene ammonito (an. 1377),
305, 9 ; 309, 3 ; 6 fatto cavaliere dai Ciompi (an.
1378), 324, 1 ; mandato dal Comune fiorentino
qoale Capitano a Volterra, informa i Priori delle
mene e dei preparativi dei Ciompi e degli sbanditi
fiorentini, di stanza a Siena, contro Volterra e i suoi
castelli (an. 1379), 319, 13-15 ; vienc dato per com-
pagno a Marchionne Stefani invtato quale ambasc
pr. la Compagnia S. Giorgio, 368, 29-30 ; 369, 19 ,
viene mandato ambasc. pr. Carlo di Durazzo (an.
1380), 380, 7-10 ; e di nuovo pr. lo stesso, divenuto
re di Puglia, per Tincoronazione della regina Marghc-
rita sua moglie (an. 1381), 390, 35 ; viene condannato
dal Capitano ai confini mentre 6 ancora fuori per la
detta ambasceria, 408, 35.
CovoNi CovoNE di Naldo, t nelle listc dei Priori dcl
1316 febbraio-1317 febbraio, 123, 21.
COVONI GlOVANNl Di GuASco,<J nelU /1-
ste dei Priori del 1339 dicembre-1340 dicembre. 188,
26 ; D. anche Covoni {de') Giooanni di Guasco.
CovoNi Lapo, k Gonfaloniere di Giustizia (liste 1320
dicembre-1330 dicembre), 164, 39 ; e di nuovo (li-
ste 1332 dicembre-1333 dicembre), 175, 37.
CovoNi Paolo [Pagolo] di Cenni, k Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1353 gennaio-1354 gennaio), 246, 14 ; v.
anchc Covmi (de') Paolo di Cenni.
CovoNi Sandro di Lapo, fe nelle liste dei Priori del 1351
gennaio-T352 gennaio, 240, 39 ; h Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1357 gennaio-1358 gennaio), 252, 7.
CovoNi (de") Covone, k Gonfaloniere di Giustizia (liste
1325 febbraio-1326 febbraio), 152, 21 ; h nelle liste
dei Priori del 1329 dicembre-1330 dicembre, 164, 18 ;
e del 1337 dicembre-1338 dicembre, 187, 28.
CovoNi (de') Covone di Naddo, 6 nelle liste dei Priori
del 1333 dicembre-1334 dicembre, 177, 30.
Covoni (de') Giovanni di Covone, k nelle liste dei Priori
del 1350 gennaio-1351 gennaio, 239, 42.
CovoNi (de') Giovanni di Guasco, k Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1345 maggio-1346 maggio), 227,
14-15 ; V. anche Covoiii Ginvanni di Guasco.
CovoNi (de') Lapo di Jacopo, k nelle liste dei Priori
del 1307 febbraio-1308 febbraio, 102, 28 ; e del 1312
febbraio-1313 febbraio, 114, 40.
CovoNi (de') Naddo di Jacopo, 6 nelle liste dei Priori
del 1302 febbraio-1303 febbraio, 91, 5.
CovoNi (de') Paolo, 6 nelle liste dei Piiori del 1350 gen-
naio-1351 gennaio, 240, 19.
CovoNi (de') Paolo di Cenni, 6 nelle liste dei Priori
del 1359 gennaio-1360 gennaio, 256, 16 ; v. anch'
Covoni Paolo di Cenni.
Cozzo Di PiERO, notaio dei Priori, ric, 125, 10.
Cremona, c, ric, 172, 23.
Crescenzio (S.), cappellano del vescovo di Firenze S.
Zanobio, ric, 15, 1-2.
Crescio (S.), viene fatto martirizzare dairimperatore
Decio nel Mugello nel luogo chiamato poi S. Cresci
a Valcava, 13, 6-8.
Cresta (del), V. Maso del C.
Cristiani Alessandro di Giovanni, h nelle liste dei
Priori del 1346 maggio-1347 gennaio, 229, 11.
Cristiani Giambone di Giovanni, k nellc liste dei Priori
del 1346 maggio-1347 gennaio, 228, 22.
(CrUtiani-Davanzatil
INDICE ALFABETICO
503
Cristiani Giambone di Guido, k nelle liste dei Priori
del 1341 dicembre-1342 dicembre, 191, 3 ; 199, 3.
Cristiani Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del 1324
febbraio-1325 febbraio, 147, 35.
Cristiani Manknte Amidei, e d'Amedeo, viene am-
monito (an. 1377), 304, 37 ; 308,25.
Cristiani Michele di Gianni, notaio dei Priori, ric,
179, 30.
" Cristiano di Magonza, Cancelliere delllmpero, ric,
LVIir, 12-13 „.
Cristiano del Migliore 6 dei Priori (an.1380 novem
bre-dicembre), 384, 7 ; i nellc liste del 1385 maggio-
1386 aprile, 443, 21.
Cristiano (di), V. Marco di C.
Cristofano d^Anfrione, V. Spini (degli) C. d'A.
Cristofano di Barberini, viene condannato neiravere
e nella persona (an. 1381), 407, 24.
Cristofano di Bartolo, k dei Priori (an. 1379 gennaio
febbraio), 361, 40 ; partecipa alla Balia per la ri-
forma del Governo per Tarte dei Vaiai (an. 1381),
409, 31.
Cristofano di Bartolo, V. Nevaldini C. di B.
Cristofano di Bono, V. Strada C. di B.
Cristofano di Francesco, V. Cosi C. di F.
Cristofano di Gianni, 6 nelle liste dei Priori del 1359
gennaio-1360 gennaio, 256, 3 ; e dcl 1372 gennaio-
■373 gennaio, 284, 30.
Cristofano di Giovanni, V. Benivieni C. di G.
Cristofano di Giusto, 6 dei Cinquantadue cittadini cui
viene data Balia per la riforma del Governo (an.
1381), 395, 36.
Cristofano di Michele, 6 nelle liste dei Priori del 1379
marzo-1380 aprile, 367, 43.
Cristofano da Pontremoli, caporale della compagnia
S. Giorgio, ric, 367, 18.
Cristofano di Puccio, 6 nelle liste dei Priori del 1331 di-
cembre-1332 dicembre, 169, U ; del 1333 dicembre-
i334dicembre, 177, 28 ; edeli337 dicembre-1338 di-
cembre, 186, 39.
Croce (monte di), V. Monte di Croce.
CuRiANNi Barna di Valorino, ^ a capo dei congiurati
contro le sette degli Albizzi e dei Ricci pel quartiere
di S. Maria Novella (an. 1372), 280, 31 ; ric, " CV,
6 ".
" CuRiANNi L.\po Di Valore, Ricordaiize scritte da lui,
dal suo figlio Valorino, dal nipote Barna e dal pro-
nipote Valorino : suoi giudizi su alcuni provvedi-
menti fiscali del Comune di Firenze, CV, 15-19,
2-6 ".
Cusci' (SlRE Di), V. [Inghiramo di Couchy].
Daldo di Dingo, V. Marignolli (de') D. di D.
Dami Bhnci di Cione, i nelle liste dei Priori del 1366
gennaio-1367 gennaio, 266, 26.
Damiata [Dammiata], vi si accampano i Crociati fioren-
tini (an. 1188), 26, 10.
Dandi Guido, 6 nelle liste dei Priori del 1345 maggio-
1346 maggio, 227, 20.
Dandi Jacopo di Bencivenni, notaio dei Priori, ric,
102, 13; 119, 18.
Dante, V. Alighieri D. ; Rinaldi D.
Dante di Baldino, k nelle liste dei Priori del 1356 gen-
naio-1357, gennaio, 251, 3.
Dante Rinaldi, V. Cambi D. R.
Dante di Rinaldo, 6 nelle liste dei F^iori del 1313 feb-
braio-1314 febbraio, 116, 7 ; e del 1315 febbraio-
1316 febbraio, 122, 13.
Dante di Tieri, 6 nelle liste dei Priori dcl 1348 gennaio-
1349, gennaio, 233, 36.
Dante (di), 11. Domenico di D.
Danzi Bonaiuto di Bonaiuto, viene bandito come ri-
belle (an. 1380), 370, 42.
Danzini Marco, viene condannato nel capo per la rivolta
dei Ciorapi (an. 1378), 336, 16.
Dardania, c della Frigia, fondata da Dardano, detta poi
Troia dal re Troio, discendente dello stesso Dardano,
4, 17-22.
Dardania, fortezza mastra di Troia, 4, 22-23.
Dardano, figlio di Attalo, o Attalante, signore di Fiesole,
parte dairitalia e va a stabilirsi in Frigia ove fonda
la c, che da lui prese il nome di Dardania, 4, 15-18 ;
suoi discendenti, 18, 21.
Dardano, V. Acciaiuoli (degli) D.
Dardano di Maso, V. Bonciani D. di M.
Dardano di Tingo, V. Acciaiuoli (degli) D. di T.
Dardo di Maso, V. Bonciani (de') D. di M.
Darete [Dares]. storico frigio, ric, 5, 2 ; " cf. XXXI,
13 „.
Dati Donisdeo, notaio dei Priori, ric, 61, 7 ; 67, 15.
Dati Manetto, 6dei Priori(an. 1380 novembrc-dicembre),
384, 3.
Dato, V. Cacciafuori D. ; Guidi D.
Dato d'Andrea, i;. Canigiani (de') D. d'A.
Dato (di), V. Giovanni di D. ; Sacco di D.
Davanzati Chiarino, h nelle liste dei Priori del 13 16 fcb-
braio-1317 febbraio, 123, 19.
Davanzati Davanzato di Giovanni, i nclle liste dei
Priori dcl 1366 gennaio-t^dj gennaio, 266, 23 ; e dcl
1371 gennaio-1372 gennaio, 279, n ; i Gonjalonicre
di Giustizia (liste 1385 maggio-1386 aprile), 443, 37.
Davanzati Ghino, 6 nelle liste dei Priori del 1284 di-
cembre-1285 dicembre, 61, 9.
Davanzati Giovanni di Benci, k nelle liste dei Priori
del i337-dicembre-i338 dicembre, 187, 8 ; e del
1339 dicembre-1340 dicembre, 188, 35.
Davanzati Lapo, k nelle liste dei Priori del laS^dicem-
bre-1284 dicembre, 60, 10.
Davanzati Lottieri, 6 nelle liste dci Priori dcl 1320 fcb-
braio-1321 febbraio, 127, 9 ; del 1323 febbraio-1324
febbraio, 135,22; del 1327 febbraio-1328 febbraio 158,
3 ; del 1331 dicembre-1332 dicembre, 169, 27 ; del
1335 dicembrei336 dicembre, 183, 28 ; e dcl 1338
dicembre-1339 dicembre, 187, 12.
Davanzati Manetto, 6 nelle liste dei Priori del bimestre
luglio-agosto 1378, 314, 23 ; 320, 34 ; 325, 24-31 ;
e del 1380 marzo-1381 febbraio, 391, 27 ; e dei
Cinquantadue cittadini cui viene data la Balia insicme
ai Priori e CoUegi per la riforma dcl Governo (a.
1381), 396, 3.
Davanzati Pikro di Chiarino, i nellt
liste dei Priori del 1364 gennaio-J36s genuaio, 265, i.
504
INDICE ALFABETICO
[DaTaazati-Dini ]
DAVANiATi ViERi Di Falco, 6 nelle liste dei Priori del
1304 (ebbraio-1305 febbraio, 96, 20.
Davanzato, V. Baldovini D.
Davanzato di Giovanni, V. Davanzati D. di G.
Davanzato di Naccio, V. Contri D. di N.
Davanzi Bbltramo di Pietro, viene ammonito (an.
1376), 300, 36.
Davanzi Boto dkl Ricco, ^ nclle liste dei Priori del 1310
febbraio-1311 febbraio, 108, 14; del 1318 febbraio-
1319 febbraio, 125, 6; e del 1321 febbraio-i322
febbraio, 129, 4.
Davanzi Buto Ricchi, 6 nelle liste dei Priori del 1301
febbraio-1302 febbraio, 88, 19 ; del 1305 febbraio-
1306 febbraio, 97, 18 ; e del 1308 febbraio-1309
febbraio, 104, 24.
Davanzi Corso, 6 nelle liste dei Priori del 1299 febbraio-
1300 febbraio, 82, 14.
Davanzi Davanzino del Ricco. 6 nelle liste dei Pricri
del 1309 febbraio-1310 febbraio, 106, 12.
Davanzi Niccol6 di Matteo, 6 nelle liste dei Priori del
1380 marzo-1381 febbraio, 391,23.
Davanzi Ricco di Buto, 6 nelle liste dei Priori del 1333
dicembre-1334 dicembre, 177, ».
Dav.vnzi Ricco di Buto del Riccio, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1330 dicembre-1331 dicembre),
167. 22.
Davanzi Sandro di Buto, 6 nelle liste dei Priori del
1331 dicembre-1332 dicembre, 169, 11 ; del 1335
dicembre-1336 dicembre, 182, 34 ; del 1339 dicembre-
1340 dicembre, 188, 17 ; e del 1341 dicembre-1342
dicembre, 190. 42.
Davanzi Stefano di Berto, 6 nelle liste dei Priori del
1319 febbraio-i32o febbraio. 126, 13.
Davanzino del Ricco, V. Davanzi D. del R.
Davanzo (di), t;. Ricco di D.
" Davidsohn Roberto, storico, sua critica suUa leggen-
daria distruzione di Fiesole del loio, XXXIX, 8-18 „ ;
" attenua il valore della narrazione del Vjllani suUa
lotta civile del 1177 capitanata dagli Uberti, LIV,
18-20 ; LIX. 17-26 " ; cit. ' XLIX. 7-8 ; LI, 1 ...
Davizi Davizo di Ranieri. 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1293 febbraio-1294 febbraio, 73, 38.
Davizzi (de') Davizzino di Rinieri. fe neUe liste dei
Priori del 1299 febbraio-1300 febbraio, 82, 28.
Davizzi (de') Tommaso di Francesco, viene ammonito
(an. 1360), 258,22.
Davizzino di Rinieri, V. Davizzi (de') D. di R.
" Davizzino, V. Tosa (della) D. ".
Davizzo , viene condannato neiravere e neUa per-
sona per Tincursione su Figline (an. 1379). 351, 34.
Davizzo di Giovanni, viene condannato neiravere e nella
persona per trame contro lo Stato (an. 1378), 339, 17.
D.\vizzo Meo, 6 condannato neiravere e nella persona per
trame contro lo Stato (an. 1378), 339, 19 ; e di nuovo
per la spedizione contro Figline (an. 1379), 351, 26.
Davizzo di Ranieri. t». Davizi D. di R.
Davizzo di Trincia. 6 nelle liste dei Priori del 1300 feb-
braio-1301 febbraio, 86, 8.
Decio. imperatore (aa. 249-251), va a Firenze attratto
dalla fama deUe sue bellezze e vi si trattiene alcuni
giorni, facendo martirizzare anche qua non pochi cri-
atiani, 12, 32-42 ; 13, &■«.
Dego di Dosso, V. Spini (degli) D. di D.
"Dblizie degli kruditi Toscani, CiI
V, r ; X, « ; LXXIV, i „.
Delli Cifo di Lotto, 6 nelle liste dei Priori del 1345
maggio-1346 maggio, 227. 13.
Delli Niccol6 [Niccolaio], 6 nelle liste dei Priori del
1350 gennaio-1351 gennaio, 240, 7 ; dcl 1354 gennaio-
1355 gennaio, 248, 29; del 1361 gennaio-i362 gen-
naio, 260, 3 ; del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265,
39 ; del 1368 gennaio-1369 gennaio, 273, 34 ; e del
1376 gennaio-1377 gennaio, 307, 6.
Dello (di), V. Lotto di D.
Deo di Bardo, 6 nelle liste dei Priori del 1306 febbrai
1307 febbraio, 99, 24.
Deo Bentaccordi. 6 nelle liste dei Priori del 1303 feb-
braio-1304 febbraio, 94, 38 : v. anche Deo di Ben-
taccordi.
Deo di Bentaccordi, k Gonfaloniere di Giustizia (li^
1307 febbraio-1308 febbraio), 102, 11 ; o. anche D
lientaccordi.
" Deputazione (R.) di storia patria per le provincie
Di ToscANA. dbll"Umbria e delle Marche cit.,
V, 12-13 ; X, « ; XXXI, 28 ; XXXVIII, loil .,.
Deti Guido di Banco, h nellc liste dei Priori del 1345
maggio-1346 maggio, 226, 40 ; e del 1359 gennaio-
- 1360 gennaio, 256, 1.
Deti Guido di Bianco, 6 neUe liste dei Priori del 1356
gennaio-1357 gennaio, 250, 22.
Deti Ormannozzo del Bianco, 6 nelle liste dei Priori
del 1334 dicembA-e-i335 dicembre, 179, 2 ; 4 Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1343 aprUe-1344 aprUe), 219,
20 ; 6 nelle liste dei Priori del 1354 gennaio-1355 gen-
naio, 247, 32 ; e di nuovo Gonfaloniere (liste 1361
gennaio-1362 gennaio), 260. 1.
Diecomanno, castello del conte Guido venduto al Comune
di Firenze (an. 1373), 287, 11-17 ; 298, 19-21.
DiEDATi, Diedato, V. Diodati e DiodcUo.
DiEDi Di Francesco, V. Fei D. di F.
Dietaiuti, Dietifece, Dietifeci, V. Diotaiuti, Diotifece.
DiNi Angiolieri, notaio dei Priori, ric, 125, 20.
DiNi DoNATO, 6 degli Otto della Guardia (an. 1379),
354. 35 ; viene confinato per dieci anni ed escluso
per sempre dagli Uffici (an. 1301), 401, 43.
DiNi GioVANNi, notaio dei Priori, ric, 119, 13.
DiNi GiovANNi, speziale, k nelle liste dei Priori del 1369
gennaio-1370 gennaio, 274, 36 ; del 1375 gennaio-
1376 gennaio, 299, 15 ; fe degli Otto di Balia (an.
1375), 293. 21 ; viene amraonito dai Capitani di Parte
e quindi sostituito neirufficio di Balia (an. 1378),
311. 15-20; 315. 35-36; va con Tommaso degli
Strozzi a riferire ai Priori suUa lettera del conte
Antonio degli Alberti a riguardo deUa congiTira con-
tro lo Stato (an. 1378). 353, 1-40 ; 354, 4-7 ; vicne
condannato neU'avere e nella persona (an. J381).
400, 27.
DiNi GiovANNi Di TURA, 6 bcUc listc dei Priori del 1371
gennaio-1372 gennaio, 279, 32 ; viene ammonito (an.
1377). 305, 12 ; 309, 4.
{Dini-Dolcibcni]
INDICE ALFABETICO
505
DiNi Lippo, 6 nelle liste dei Priori del 1350 gennaio-1351
gennaio, 239, 36 ; k Gonfaloniere di Giustizia (liste
1360 gennaio-1361 gennaio), 258, 34 ; i di ntiovo
nelle liste dei Priori del 1364 gennaio-1365 gennaio,
265, 19 ; e del 1368 gennaio-1369-gennaio, 274, 2.
DiNi Martino, 6 nelle liste dei Priori del 1373 gennaio-
1374 gennaio, 284, 6.
DlNi PiERO, k nelle liste dei Priori del 1355 gennaio-1356
gennaio, 250, 13.
DiNi Salvi, notaio dei Priori, ric, 131, 24 ; 183, 13.
DiNi Spigliato, notaio dei Priori, ric, 151, 31.
DiNi Tellino, 6 nelle liste dei Priori del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 246, 24 ; del 1359 gennaio-1360 gennaio
255, 33 ; del 1362 gennaio-1363 gennaio, 262, 3 ;
e del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 10.
DiNi TuRA, 6 netle liste dei Priori del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 245, 38.
DiNO, V. Compagni D. ; Manetii D. ; Nucci D.
DiNO (maestro), illnstre medico e fisico morto in Fjrenze
(an. 1327), 154, 9-10.
DiNO Di Bernardo, k nelle liste dei Priori del 1312 feb-
braio-1313 febbraio, 114, 20.
DiNO Di Berto, V. Ferrantini D. di B.
DiNO Di Bonaguida, 6 nelle liste dei Priori del 1325 feb-
braio-1326 febbraio, 152, 19.
Di.NO Di BuRCi 6 nelle liste dei Priori del 1347 gennaio-
1348 gennaio, 229, 45.
DiNO Di Cente, 6 nelle liste dei Priori del 1345 maggio-
1346 maggio, 226, 37.
DiNO DEL Chiaro, V. Comocchini D. del C.
DiNO Di Ciaio, V. Riztori D. di C.
" DiNO Di Dante, viene nominato da Marchionne Ste-
fani suo procuratore, per regolare la divisione dei beni
di famiglia con la sorella Giovanna, CII, 29-30 ,,.
DiNO Di Geri, V. Tigliamochi D. di G.
DiNO Di Gianni Pecora, 6 nelle liste dei Priori del 1297
febbraio-1298 febbraio, 77, 25.
DiNO Di Lapo della Bioia, 6 nelle liste dei Priori del
1332 dicembre-1333 dicembre, 175, 34 ; e del 1337
dicembre-1338 dicembre, 187, 2.
DiNO Di Nuccio, 6 nelle liste dei Priori del 1361 gennaio-
1362 gennaio, 260, 9 ; del 1369 gennaio-1370 gennaio
275, 23 ; e del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 17.
DiNO Pecora, 6 nelle liste dei Priori del 1284 dicembre-
1285 dicembre, 60, 31 ; e del 1288 dicembre-1289
dicembre, 65, 20.
DiNo Di PiERO, 6 nelle liste dei Priori del 1361 gennaio-
1362 gennaio, 266, 8.
DiNO Di Stkfano, k dei Dodici buoni uomini pel quar-
tiere di S. Maria Novella e partecipa alla Balia per la
riforma del Governo (an. 1381), 395, 10.
DiNO Di Teri, V. Tagliamochi D. di T.
DiNO (di), V. Berto di D. ; Lippo di D. ; Lorenzo di D. ;
Martino di D. ; Perso di D. ; Piero di D. ; Tellino di
D. ; Tommaso di D. ; Torello di D.
Diodati Finiguerra, 6 nelle liste dei Priori del 1282
dicembre-1283 dicembre, 59, 7 ; e del 1284 dicembre-
1285 dicembre, 61, 10.
Diodati Gherardino, 6 nelle liste dei Priori del 1285
dicembre-1286 dicembre, 62, 2; del 1291 dicembre-
1292 dicembre, 08, 39 ; e del 1299 febbraio-1300 feb-
braio, 82, 10.
DiODATO, V. Baroni D.
Diodato Alamanni, V. Cacciafuori D. A.
DiODATO (di), V. Gherardino di D.
DioNiGi Di BiNDO, notaio dei Priori, ric, 183, 23.
DiONiGi Di GiovANNi, notaio dei Priori, ric,
265, 44; 284, 11.
DioNiGi, vocATO NiGi, Di GiovANNi, i/. Tucci D. di G.
DioTAiUTi [Dietaiuti] Tommaso, k nelle liste dei Priori
del 1317 febbraio-1318 febbraio, 124, 10 ; del 1321
febbraio-1322 febbraio, 128, 29 ; del 1325 febbraio-
1326 febbraio, 152, 17 ; del 1330 dicembre-1331 di-
cembre, 167, 9 ; del 1336 dicembre-1337 dicembre,
186, 25 ; del 1339 dicembre-1340 dicembre, 188, 14 ;
del 1348 gennaio-1349 geunaio, 234, 15 ; del 1352
gennaio-1353 gennaio, 242, 27 ; e del 1359 gennaio-
1360 gennaio, 255, 33.
DiOTAiUTi DEL Velluto, h nelle liste dei Priori del 1297
febbraio-1298 febbraio, 77, 2.
Diotifece [Dietifece e Dietifeci] Niccol6, h nelle liste dei
Priori del 1380 marzo-1381 febbraio, 391, 31 ; par-
tecipa alla Balia per la riforma del Govemo (an. 1381)
394, 15.
Diotifece di Michele, notaio dei Priori, ric, 183, 17 ;
234, 8 ; 259, 18 ; 264, 41.
Diotifece di Niccol6, notaio dei Priori, ric, 242, 20,
DioTiFECE (di), V. Michele di D.
Diotisalvi Cino, 6 nelle liste dei Priori del 1290 dicenibre-
1291 dicembre, 68, 14 ; e del 1294 febbraio-1295 feb-
braio, 75, 16.
DioTisALVi Giovanni, biadaiuolo, partecipa alla Balia
per Tarte degli oliandoli (an. 1381), 409, 39.
DioTiSALVi Nerone di Nigi, 6 nelle liste dei Priori del
1328 dicembre-1329 dicembre, 160, 33 ; del 1334 di-
cembre-1335 dicembre, 179, 6 ; del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 245, 39 ; del 1355 gennaio-1356 gen-
naio, 250, 40 ; e del 1359 gennaio-1360 gennaio,
256, 20.
DioTiSALVi NiGi, fe nelle liste dei Priori del 1291 dicembre
1292 dicembre, 68, 38 ; del 1302 febbraio-1303 feb-
braio, 91, 13; e del 1312 febbraio-1313 febbraio,
114, 40.
DiOTiSALVi Di NiGi, 6 nelle liste dei Priori del 1331 di-
cembre-1332 dicembre, 169, 9 ; e del 1335 dicembre-
1336 dicembre, 183, 19.
DiRiTTAFEDi LuTi, 6 nelle liste dei Priori del 1335 dicem-
bre-1336 dicembre, 183, 11.
DoADOLA (da e Di), V. Francesco da D. ; Ruggeri da D.
DoFFO Di ScoLAio, V. Pulci {de') D. di S.
DoGiNo, e DoGio, DEL BoRGO, 6 nelle liste dei Priori del
1284 dicembre-1285 dicembre, 61, 5 ; del 1292 feb-
braio-1293 febbraio, 72, 20 ; e del 1299 febbraio-1300
febbraio, 82, 27.
DoLCE Di LoTTiFREDi, V. Pozzt (de') D. di L.
DoLCE (di), t;. Matteo di D.
DoLCi Francesco da Sommaia, notaio dei Priori, ric,
127, 15.
DoLciBKNi Valorino, viene ammonito (an. 1358), 254, S.
DoLCiBBNi Vkspuccio, c Vkspuccia, 6 nellc liste dei Priori
5or.
INDICE ALFABETICO
(Dolcino da Pelraia-Donatij
del 1349 gcnnaio-r350 gennaio, 235, S8 ; e del 1353
genmtio-1354 gennaio, 246, 23.
DoLciNO DA Pbtraia, t condannato a lire duecento ed ai
confini per sei anni (an. 1381), 401, 8.
DoMENtcHi (de') Coppo di Borghrse, 6 nelle liste dei
Priori del 1310 febbraio-1311 febbraio, 108, 3.
DoMRNicHt (db') MiGLiORATO, i Gonfaloniere di Giusti-
zia (liste 1314 febbraio-i3(5 febbraio, 119, 16.
DoMBNici Lapo di Guarbnte, 6 nelle liste dei Priori
del 1303 febbraio-1304 febbraio, 94, 27.
DoMENico, V. Altegri D. ; Ciampelli D. ; Guerrucci D. ;
Salvestri D.
DouBNico d'Albizzo, V. Fagiuoli D. d'A .
DoMENico Dt Benincasa, notaio dei Priori, ric, 259. 8 ;
264, n ; 276, 20.
DoMENico Di Berto, Hotaio dei Priori, ric, 249, 36 ; v.
anche. Ugolini D. di B.
DoMENico Di BoNAiuTO, DBTTO Danza, viene condannato
neiravere e nella persona per trame contro lo Stato
(an. 1379), 365, 34.
DoMENico Dt BoRGHiNO, V. Taddei D. di B.
DoMENico Di Cassiano, viene fatto capitano di Parte
guelfa con grande Balia (an. 1377), 310, 14.
DoMENico Di Cecco, V. Fei D. di C.
DoMENtco Dt Chiavaccino, k dei Dodici buoni uomini
pel quartiere di S. Croce (an. 1378), 326, 33.
DoMENico Di Dante, 6 nelle liste dei Priori del 1347 gen-
naio-1348 gennaio, 229, 38 ; del 1357 gennaio-1358
gennaio, 252, Q ; e del 1364 gennaio-1365 gennaio,
265, 17.
DoMENico Di DoNATO, V. Bandini D. di D.
DoMENico Dt FiLippo, l.xnaiuolo, 6 nelle liste dei Priori
del 1368 gennaio-1369 gennaio, 273. 37.
Ddmenico di FtLippo. del popolo di S. Piero Maggiore.
viene condannato neiravere e nella persona per trame
contro lo Stato (an. 1378). 340. 35.
DoMENico Di Francesco. dipiutore, 6 fatto popolano (an.
1379). 364, 23.
DoMENico Di pRANCESco.da Sandonato, viene condannato
neiravere e nella persona per la spedizione contro Fi-
gline (an. 1379), 351, 22.
DoMENico Di GtovANNi, 6 dei Priori (an. 1378 novembre-
dicembre). 337, 31 ; v. anche Bandini D. di G. ; Tas-
sinari D. di G.
DoMENico Di GiovANNi Di Maso, V. ManovelH D. di G.
di M.
DoMENtco Dt GuiDO. V. Pardi D. di G.
DoMENico Dt GutDO DEL Pecora, partecipa. come Gon-
faloniere del Drago Verde del quartiere S. Giovanni,
alla Bilia per la riforma del Governo (an. 1381),
394, 39 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1383 set-
tembre-1384 aprUe), 435. 2.
DoMENico Di Jacopo da Certaldo, notaio dei Priori,
ric, 241. 11.
DoMENico Di Lapo. t>. GtH D. di L.
DoMBNico Di MicHELE, 6 dei Priori (an. 1379 novembre-
dicembre). 348. 35,
DoMENico Di MiNO, notaio dei Priori. ric, 267, 33.
DoMENico. DETTO MussoN. del popolo di Santa Lucia
d'Ojnissanti, h condannato neiravere e nella persona
per la rivolta degli Otto di Balia di S. Mwi» Novetla
(an. 1378), 336, 34.
DoMENico Di Naldino, b dei Dodici buoni uomini e par
tecipa, pel quartiere di S. Giovanni, alla Balia per l.i
riforma del Governo (an. 1381), 395, 11.
DoMBNico Di Sandro, d dei Dodici buoni uomini e par-
tecipa alla Balia per la riforma del Govcrno pel quar-
tiere S. Croce (an. 1381), 395, • ; t>. ancke Donnini
D. di S.
Domenico di Sinibaldo, detto Cattaio, viene condan-
nato neiravere e nella persona per trame contro lo
Stato (an. 1379), 344, 33.
DoMENico Di Taddbo, V. BoTghini D. di T.
Domenico di Taldo, viene condannato neiravere e nelU
persona per trame contro lo Stato (an. 1381), 400, 1». •
Domenico di Tbri, i nelle liste dei Priori del ,
1364 gennaio-i36s gennaio, 265, 13.
DoMENico Di Teri, V. Magalotti D. di T.
DoMENico Di Tuccio, uno degli inviati dagli Otto di
Balia di S. Maria Novella al Palazzo dei Priori, af-
frontato per la sua arroganza e gittato per le scale da
Michele di I.,ando, viene condannato a morte dal Po-
dest4 per rivolta contro lo Stato (an. 1378), 336,
1-11. ;
DoMENico Di Vanni, fe nellc liste dei Priori del 1344 mag-
gio-1345 maggio, 222. 9.
DoMENico (di), ti. Jacopo di D. ; Tommaso di D.
Donati, fam. fiorentina del quartiere di Porta S. Maria,
21, 13 ; esce coi Guelfi da Firenze aU'annunzio della
sconfitta di Montaperti (an. 1260), 48, 13; viene a
briga coglt Adimari, 56, 16, e poi coi Cerchi divenuti
capi della fazione dei Guelfi detti di Parte bianca (an.
1300), 79, 39-44 ; 80, 1-17. 20-27 ; si mette a capo
della fazione dei Guelfi. avversa a questa, che venne
detta di parte nera, 31-32 ; si leva con gli altri Grandi
contro i Popolani, 214, 2.
DoNATt Amerigo, viene condannato a lire tremila ed a
sei mesi di confine (an. 1323), 133, 16-19 ; coman-
dante delle forze fiorentine inviate contro Monteca-
tini, fa prendere quei di Monte \'ettoIino, che stavano
tramando con Castruccio contro i Fiorentini, e li
manda a Firenze (an. 1329),, 163, 20-23; viene man-
dato a capo di genti fiorentine in aiuto di Barga, as-
sediata dai Lucchesi, ma viene sconfitto da questi
senza quindi poter liberare Barga dairassedio (an.
1331), 170. 21-33.
DoN.\Tl .\ndrea, notaio dei Priori, ric, 191. 4 ; 199, 8.
DoNATt Bernardo, inizia per prirao la lotta contro i
Cerchi e contro la loro fazione detta dei Bianchi, 80,
13-17.
DoNATi CoRso, tenta con altri Consorti dei Grandi d'im-
pedire al podesti di Firenze una esecuzione di giusti-
zia (an. 1287), 63, 3-6 ; viene accusato d'aver ucciso
un popolano (an. 1295), 72, 37-39 ; prosciolto dallac-
cusa viene inseguito dal popolo ma riesce a fuggire,
39. 40 ; 73. 5-6 ; con l'aiuto dei suoi partigiani, fa
eleggere nuovi Priori a lui favorevoli e fa dare il
bando a Giano della Bella (in odio at Grandi per gli
Oriini di giustizia da lui ispirati), come reo di aver
tentato di sovvertire lo Stato. senza potere ottenere
[DoDati«Dono di Gutcio]
INDICE ALFABETICO
507
per6 il ritiro dei detti Ordini, 7-16 ; diviene capo della
parte nera e congiura segretamente per soUecitare
pp. Bonifacio ad inviare in Firenze un signore guelfo
(an. 1301), 82, 34-39 ; viene accusato di trame per
sovvertire lo Stato e cacciato quindi in bando, 39-
40 ; 83, 1-2 ; va a Roma dove, con Geri Spina e con
altri della fazione nera, soUecita il Pontefice per Tin-
vio in Firenze di Carlo di Valois, 23-29 ; rientra ar-
niata mano coi Neri suoi partigiani in Firenze, senza
trovare alcuna opposizione da parte del detto Carlo,
gia inviato qua da Bonifacio come paciere, e caccia,
in mezzo a stragi ed incendi, gli avversari dagli Uffici
dove pone invece persone di Parte nera (an. 1301)
84, 30-44 ; 85, 1-12 ; " cf. LXXXVI, 31-33 ■' ; ma
neanche questa volta per6 non ostante i tentativi
riesce a modificare la costituzione del Comune (an.
1304), 89, 36-37 ; 90, 1-28; congiura con Uguccione
della Faggiuola, di cui aveva sposato la figlia, con
i Ghibellini e con i Bianchi sbanditi, per farsi signore
di Firenze e viene condannato al bando come tra-
ditore del popolo (an. 1308), 100, 27-32 ; si trincera
nelle sue case e tenta di resistere coi suoi alle genti
del Podesta e del Gonfaloniere di Giustizia, venute
per Tesecuzione e per rabbattimento delle sue case,
32-35 ; sua fuga e morte, 11-26.
DoNATi CoRSO d'Amerigo, viene condannato in contu-
macia per aver trattato segretamente con Luchino
Visconti a danno di Firenze (an. 1344), 220, 11-14.
DoNATi GiovANNi, 6 nelleliste dei Prioridel 1344 maggio-
1345 maggio, 222, 29.
DoNATi Manno, 6 a capo, d'una congiura di Grandi per
cacciare da Firenze il Duca d'Atene (an. 1343), 203,
39-40.
DoNATi PiETRO, viene ammonito (an. 1378), 316, 24.
Donati Sinibaldo, 6 confinato coi Neri a Citti di Castello
(an. 1301), 83, 13.
DoNATi Spinello, 6 nelle liste dei Priori del 1373 gennaio-
1374 gennaio, 289, 1.
DoNATi Tavernino, 6 nelle liste dei Priori del 1322 feb-
braio-1323 febbraio, 131, 8.
DoNATi Ulivieri Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del
1283 dicembre-1284 dicembre, 59, 34.
Donati (de') Pazzino, viene bandito da Firenze (an.
1360), 258, 13.
DoNATO, V. Barhadori (de') D. ; Busini D. ; Dini D. ;
Velluti D.
DoNATO Alberti, e Di Alberto, V. Ristori D. A. e di A.
DoNATO d'Alberto, 6 nelle liste dei Priori del 1295 feb-
braio-1296 febbraio, 75, 49.
DoNATO d'Albizzo, V. Orlandini D. d'A.
DoNATO Di Balsamino, k nelle liste dei Priori del 1346
raaggio-1347 gennaio, 228, 32.
Donato del Bilbnco, 6 nelle liste dei Priori de! 1286
dicembre-1287 dicembre, 62, 41.
DoNATO Di BoNiPAZio Di DoNATO, k uelle liste dei Priori
del 1379 raarzo-1380 aprile, 368, 1.
DoNATO Di F^AZio, partecipa alla Balia per la riforma del
Governo come Gonfaloniere del Lione nero del quar-
tiere S. Croce (an. 1381), 394, 32.
DON.VTO Di GiOTTO, V. Peruzzi (de') D. di G.
DoNATO Di Jacopo, V. AcciaiuoH D. di J. ; Strada D. di J.
DoNATO Di Lamberto, V. Antella (deW) D. di L. ; Velluti
D. di L.
Donato di Lapo, V. Viviani D. di L.
Donato di Mannino, V. Acciaiuoli (degli) D. di M.
Don.\to di Pacino, V. Peruzzi (de') D. di P.
Donato del Ricco, giudice, viene ammonito (an. 1377),
305, 15 ; 308, 37 ; viene annullata la sua nomina
a Proposto (an. 1379), 342, 37 ; h dei capi della coa-
lizione democratica che reclama maggiore rigore s li
rei di complotti, contro lo Stato, di fam. ricche e po-
tenti (an. 1379), 344, 8 ; viene inviato ambasc. a
Siena 350, 31-32; viene bandito da Firenze e, ritro-
vato in c. non ostante il bando, viene fatto prendere e
decapitare dal Capitano, 393, 22-25.
DoNATO (di), V. Bonifazio di D. ; Francesco di D. ; Lo-
renzo di D. ; Salvestro di D. ; Spinello di D.
DoNi Bernardo di Piero, i nelle liste dei
Priori del 1364 gennaio-1365 gennaio, 265, 10.
DoNi FiLiPPO, e nelle liste dei Priori del 1364 gennaio-l36s
gennaio, 265, i« ; e del 1368 gennajo-1369 gennaio
274, 8.
DoNi GiovANNi, 6 nelle liste dei Priori del 1368 gennaio-
1369 gennaio, 273, 30.
DoNi Nello d'Arrighetto, k nelle liste dei Priori del
1299 febbraio-1300 febbraio, 82, 14.
DoNi Niccol6, 6 nelle liste dei P^iori del 1368 gennaio-
1369 gennaio, 274, 1.
DoNiSDEO, V. Dati D.
DoNNiNi DoMENico Di Sandro, h nelle liste dei Priori
del 1352 gennaio-1353 gennaio, 242, 10 ; fe Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1355 gennaio-1356 gennaio),
249, 21 ; e di nuovo nelle liste dei Priori del 1363
gennaio-1364 gennaio, 264, 16 ; e del 1368 gennaio-
1369 gennaio, 274, 4.
DoNNiNi DoNNiNO Di Lapo, ^ nelle liste dei Priori del
1367 gennaio-1368 gennaio, 267, 13.
DoNNiNi DoNNiNO Di Sandro, 6 nelle liste dei Priori del
1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 2 ; h degli Otto uffi-
ciali incaricati della vendita dei beni dei ribelli,
386, 15.
DoNNiNi Vanni, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1313
febbraio-1314 febbraio), 116, 26 ; 6 nelle liste dei
Priori del 1330 dicembre-1331 dicembre, 167, 28 ;
e del 1336 dicembre-1337 dicembre, 186, 3.
DoNNiNO Di DoNNiNO DA S. DoNNiNO, vieue condannato
neiravere e nella persona per la rivolta degli Otto di
Balia di S. Maria Novella (an. 1378), 337, 4.
DoNNiNO Di Lapo, V. Donnini D. di L.
DoNNiNO Di Pietro da S. Donnino, viene condannato
neiravere e nella persona per trame contro lo Stato
(an. 1379), 366, 7.
DoNNiNO Di Sandro, V. Donnini D. di S.
DoNNiNO (di), V. Vanni di D.
DoNNiNO (BORGO A S.), ric, 172, 23.
DoNO, V. Bocchi D. ; Lotti D. ; Rocchi D.
DONO, calzaiuolo, viene escluso dagli Uffici per tre anni
(an. 1379). 364, 12.
DoNO di Guscio, 6 nelle liste d«i Priori del 1305 febbraio-
1306 febbraio, 98, 9.
508
INDICE ALFABETICO
[DcMio-Enrico VI]
DoNO (di), V. Lippo del Saggina di D.
DoRE (Di), V. Stoldo di D.
DosiNO DBL BORGO, h nelle liste dei Priori del 1290 di-
cembre-1291 dicembre, 68, 1.
Dossi LoDOVico Di GiovANNj, notaio dei Priori, ric,
274, U.
Dosso Di Lapo dbl Bugliaffh, 6 nelle liste dei Priori
del 1348 gennaio-1349 gennaio, 234, i.
Dosso Di Naldo della Rena, 6 Gonfaloniere di Giusti-
zia (liste 1304 febbraio-1305 febbraio), 9G,21.
DoTTO (di), V. Vanni di D.
Drudoli Ristoro, 6 nelle liste dei Priori del 1287 feb-
braio-1288 aprile, 63, 38.
Ducci AcNOLO di Dragonetto, 6 nclle liste dei Priori
del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 7.
Ducci Duccio di Giovanni, i nelle liste dei
Priori del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 33.
Ducci Luca, 6 nelle liste dei Priori del 1380 marzo-
1381 febbraio, 391, 12.
Duccio, V. Belcari D. ; Magalotti D. ; Mancini (de') D. ;
msaliti D.
Duccio Giardini, v. Magalotti D. G.
Duccio Di Bardo, V. Altoviti (degli) D. di B.
Duccio Di Caroccio, V. A Ibert i (degli) D. di C.
Duccio Di DioTAiUTi, V. GuaUelH (de') D. di D.
Duccio Di GiovANNi, h nello liste dei Priori del 1369 gen-
naio-1370 gennaio, 274, 30 ; del 1375 gennaio-1376
gennaio, 299, 25. v. anche Rucelli D. di G. ; Ducci
D. di G.
Duccio Di GUARDiNO, V. Magalotti D. di G.
Duccio Dl GuiDO, V. Mancini D. di G. ; Tolosini D.
di G.
Duccio Di Lapo, V. Alberti (degli) D. di L.
Duccio Di Macca, V. Vezzi (de') D. di M.
Duccio Di Palla, V. Anselmi D. di P. ; Bernardi D. di P.
Duccio Di Palla Bernardino, 6 Gonfaloniere di Giusti-
zia (liste 1295 febbraio-1296 febbraio), 76, 2.
Duccio (di), V. Baldera di D. ; Cianipi, e Ciampo, di D. ;
Feduccio di D. ; Lippuccio di D. ; Migliore di D. ;
Talento di D. ; Veri di D.
DucHESSA Di Durazzo, voci contrastanti su denari da
essa depositati pr. il Comune di Firenze, 421 , 30-40.
Durante (Maestro), 6 nelle liste dei Priori del 1294 feb-
bario-1295 febbraio, 75, 3 ; e del 1310 febbraio-i^n
febbraio, 108, 5.
DURANTK Di BuoNFANTlNO, h nelle liste dei Priori del
1290 dicembre-1291 dicembre, 68, 4 ; 6 Gonfaloniere
di Giiistizia (liste 1298 febbraio-X299 febbraio), 78,
22 ; e di nuovo nelle liste dei Priori del 1303 febbraio
1304 febbraio, 94, 33 ; del 1306 febbraio-1307 feb-
braio, 99, 38 ; e del 1313 febbraio-1314 febbraio
116, 11.
DuRANTE Di DoNATo Di RiTTAFEDE, i nellc liste dei
Priori del 1297 febbraio-1298 febbraio, 77, 17.
DuRANTE Di RicovERO, 6 nelle liste dei Priori del 1297
febbraio-1298 febbraio, 77, 6.
DuKANTE Di Sasso, 6 nelle liste dei Priori del 1348 gen-
naio-1349 gennaio, 233, 37 ; e del 1359 gennaio-1360
gennaio, 256, 2.
DuRANTE (Di), V. Nese di D. ; Piero di D.
DuRANTi Bbrto Gratini, k Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1357 gennaio-1358 gennaio), 252, 20.
Duranti Braccino di Pibro, k nelle liste dei Priori del
1341 dicerabre-1342 diccmbre, 190, 37 ; del 1349
gennaio-1350 gennaio, 235, 16 ; e del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 15.
DuRANTi Filippo di Matteo, notaio dei Priori, ric,
240, 6.
DuRANTi FiLiPPO Di Pero c di Pibro, k nellc liste dei
Priori del 1354 gennaio-1355 gennaio, 248, 4; e del
1360 gennaio-1361 gennaio, 259, 14.
DuRANTi Masino, 6 dei Dodici buoni nomini e partecipa
alla Balia per U riforma del Govemo pel quartiere
S. Spirito (an. 1381), 395, 3.
DuRANTi Niccol6 \Niccolaio\ di Matteo, 6 nelle liste dei
Priori del 1359 gennaio-1360 gennaio, 255, 35.
DuRANTOZzo di Lapo, V. Bonfantini D. di L.
DuRAZzo (di), V. Carlo di D. ; Duchessa di D.
Durelli Nardo di Lippo, h nelle liste dei Priori del 1360
gennaio-1361 gennaio, 258, 35.
Duti, V. Maghinardi, e Mainardi, D.
DuTO Di BiNDO, V. Badessa (della) D. di B.
EcLissE Di LuNA (an. 1330), 167, 4-5 ; (an. 1374), 290,
15-16.
Eclisse di Sole (an. 1330), 166, 5-7 ; (an. 1384), 434,
30-38 ; (an. 1385), 438, 42-45.
Elena, moglie di Menelao, rapita da Paride figlio di Pria-
mo, 5, 5-6, 10.
Elettra, nipote di Giove, moglie di Attalo, o Attalante,
fondatore e Signore di Fiesole, 3, 28 ; 4, 1-4.
" Elisabetta, V. Stefani E. ".
Elisei, nobile fam., fiorentina del quartiere di Porta S.
Piero, 21, 13.
Ellera (sic) (vEscovo d") di Corsica. assedia coUa lega
dei Ghibellini la c. di Pisa (an. 1332). 171, 33, «-».
Ema, torrente dei dintorni di Firenze. nei cni pressi Ar-
rigo VII s'accampa per tre giorni (an. 1312), 111, 4.
Empoli, vi si adunano i Ghibellini a parlamento dopo la
vittorii di Montaperti e vi viene proposta la distru-
zione di Firenze, ma la proposta cade per ropposiziono
di Farinata, 48. 31-30 ; vi va contro Castruccio coi
suoi (an. 1326), 148, 17-20 ; vi si dirige la brigata di
Giannotto, siniscalco di Carlo di Durazzo, mentre s'al
lontana dal contado fiorentino (an. 1380), 369, 39 ;
371, 36.
Enea. figlio d'Anchise della stirpe di Dardano, scampato
dairincendio di Troia, dopo lungo errare col padre
Anchise, col figlio Ascanio e con altri compagni,
ginnge con pochi alla foce del Tevere, 5, 10-27 ; viene
a concordia con Latino, re del luogo, che gli pro-
mette in isposa la figlia Lavinia, 6, 22-23 ; viene a
guerra con Turno e vintolo spxjsa Lavinia, divenendo
cod, per la morte di Latino, erede del regno, 23-27 ;
snoi discendenti, 28-42 ; 7, 1-81.
Enrico V, imperatore (an. 1106-1125), ric, 22,25.
" Enrico VI, imperatore (aa. 1190-1197), manda in To-
scana il proprio fratello Filippo, investendolo dei
beni della contessa Matilde, e lo crea Conte e poi
Duca della Toscana stessa (an. 1195). LI, 2, 3„;
ric " XLIX, 1, 12, 17 ; LI, 13 „.
(Entiona-FalcoDierii
INDICE ALFABETICO
509
Ensiona, figlia di Laomedonte re di Troia, ric, 4, 24.
Era (Ponte ad), viene tolto ai Fiorentini dai Pisani (an.
1291), 68, 24-27.
Era (Val d') viene tolta ai Pisani dai Fiorentini (an.
1284), 60,28-29.
" EsTE (d") ", V. " Beatrice d'ObUo d'E. "; Obizo d'E. ".
Ettore, eroe Troiano figlio di Priamo, ric, 5, 12.
EuGENio (S.), cappellano del vescovo di Firenze S. Zano-
bio, 15, 2.
EUROPA [Europia], suoi antichi confini, 2, 25-30 ; vi si
stabiliscouo i discendenti di lafet, 3, 2U, 23,29, 30, 37.
EVA, ric, 1,28.
Fabbrino (di), ti. Francesco di F.
Faenza, in procinto di ribellarsi alla Chiesa, viene invasa
dalle milizie di ventura di Giovanni Acuto, mandato
qua dairautorita pontificia per tenerla a freno, che
la sottopone ad un orribile sacco (an. 1376), 296, 10,
20 : ric. 387, 24.
Faenza (di), V. Manfredi di F.
Faffi Lapo, k nelle liste dei Priori del 1289 dioembre-
1290 dicembre, 67, 3.
I^^AOGiuoLA (della), V. Uguccione della F.
■ F.AOiOLARi (de') Perso di Filippo, 6 nelle liste dei Priori
del 1318 febbraio-1319 febbrai.o 125, 3.
F.\GiuoLi DoMENico d'Albizzo, e nelle liste dei Prior
del 1356 gennaio-1357 gennaio, 250, 23.
Fagiuoli Lorenzo di Meglio, 6 nelle liste dei Priori
del 1343 aprile-1344 aprile, 219, 27 ; del 1351 gen-
naio-1352 gennaio, 240, 28 ; de! 1354 gennaio-1355
gennaio, 248, 11 ; del 1358 gennaio-1359 gennaio,
254, 36 ; e del 1364 gennaio-1365 gennaio, 264, <*.
Fagiuoli Meglio, 6 nelle liste dei Priori del 1315 febbraio-
1310 fetb'aio, 122, 11 ; del 1319 febbraio- 1320 feb-
bjaio, 126,21 ; del 1322 febbraio-1323 febbraio, 131,
19; e del 1325 febbraio-i326 febbraio, 151, 31.
F.\oiuoLi SiMONE d'Andrea, 6 nelle liste dei Priori dei
1371 gennaio-1372 gennaio, 278, 39.
FAr.iuoLi Tommaso di Meglio, 6 nelle liste dei Priori del
1368 gennaio-1369 gennaio, 274, 6 ; del 1375 gen-
naio-1376 gennaio, .299, 14 ; e del 1382 (maggio-giu-
gno), 416, 31.
Fagni Guido Di Riccardo, 6 Gonfaloniere di Compa-
gaia pel quartiere di S. Croce (an. 1378), 326,29.
Fag.vi NiccoLd, i dei Cinquantadue cittadini cui viene
data la Balia, insieme ai Priori e Collegi di rifor-
mare il Governo (an. 1381), 395, 35.
Fac.mo (Maestro), 6 nelle liste dei Priori del 1295 feb-
braio-1296 febbraio, 75, 26; del 1305 febbraio-1306
fttbbraio, 97, 28 ; del 1329 dicembre-1330 dicembre,
164, 34 ; e del 1334 dicembre-1335 dicembre, 179, 14.
I'agno di Spigliato, i nelle liste dei Priori del 1326 feb-
braio-1327 febbraio, 155, 29.
Fagno (di), V. Riccardo di F. ; Simone di F.
Falchi Benincasa e nelle liste dei Priori del 1321 feb-
braio-1322 febbraio, 128, 30.
Falchi Corso, 6 nelle liste dei Priori del 1283 dicembre-
12S4 dicembre, 60, 10; e del 1286 dicembre-1287
dicembre, 62, 35.
Falco, V. Falconieri {de') F. ; Giugiii (de') F.
Falco di Baccio, k nelle liste dei Priori del 1376 gen-
naio-1377 gennaio, 306, 37 ; e del 1381 marzo-r382
aprile, 486, 39.
Falco (di), V. Baccio di F. ; Benincasa di F.
Falcone, V. Falconi F.
Falcone (di), V. Spina di F.
Falconetti Francesco, 6 nelle liste dei Priori del 1352
gennaio-1353 gennaio, 242, 26 ; del 1359 gennaio-
1360 gennaio, 255, 30 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1364 gennaio-1365 gennaio), 264, 39.
Falconetti (de') Ricco, 6 nelle liste dei Priori del 1203
febbraio-1294 febbraio, 74, 2 ; e del i29g-febbraio-
1300 febbraio, 82, 18.
Falconi Cecco di Spina, 6 nelle liste dei Priori del 1315
febbraio-1316 febbraio, 122, 15 ; del 1319 febbraio-
1320 febbraio, 126, 23 ; del 1325 febbraio-1326 feb-
braio, 152, 13 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1327 febbi-aio-1328 febbraio), 158, 12 ; k nuovamentc
nelle liste dei Priori del 1331 dicembre-1332 dicem-
bre, 169, 19 ; e Gonfaloniere di Giustizia (liste 1333
dicembre-1334 dicembre), 177, 21.
Falconi Cione, k nelle liste dei Priori del 1327 febbraio
1328 febbraio, 157. 31 ; 6 Gonfaloniere di Gitistizia
(liste 1332 dicembre-1333 dicembre), 175, 19.
Falconi Falcone, notaio dei Priori, ric, 266, 17 ; 306,
33 ; d nelle liste dei Priori del 1380 marzo-1381 feb-
braio, 391, 30.
Falconi Francksco di Feduccio, 6 Gonfaloniere di Giiv
stizia (liste 1371 gennaio-r^^z gennaio), 279, 7 ; r
fatto dei Grandi (an. 1379), 363, 8 ; ric, 216, 37.
FALCONr Francesco Dr Feduccio di Cione, 6 nelle li-
ste dei Priori del ^377 gennaio-1378 luglio, 314, 30.
Falconi GroVANNi di Cione, i nelle liste dei Priori del
del I33g dicembre-1340 diceinbre, 188, 30; e del 1346
maggio-1347 gennaio, 228, 19.
Falconi Girolamo di Bartolo, k dei Priori (an. 138"
settembre-ottobre), 383, 18 ; 6 dei Cinquantadue cit-
tadini cui viene data la Balia insierae ai Priori e
CoIIegi per la riforma del Governo (an. 1381), 396, 17.
Falconi Pino di Spina. 6 nelle li.ste dci Priori del 1317
febbraio-1318 febbraio, 124. 21 ; e del 1321 febbraio-
1322 febbraio, 128, 26.
Falconi Priore di Fkduccio, k nelle liste dei Priori del
1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 8 ; k dei Dodici
buoni uomini pel quartiere di S. Spirito (an. 1378),
326, 28 ; viene fatto decapitare per trame contro lo
Stato (an. 1381), 390, 37.
Falconierk, c Falconieri, di Baldese, 6 nelle liste dei
Priori del 1325 fcbbraio-1326 febbraio, 152, 18 ; e
Gonfaloniere di Giu.stizia (liste 1329 dicebre-1330 di-
cembre), 164, 19 ; e di nuovo nelie listedei Priori del
1333 dicembre-1334 dicembre, 177, 17 ; e del 1338
dicembre-1339 dicembre, 187. 13; v. anche Falconieii
Baldese.
Falconierj, fam. fiorentina di parte bianca, 80, 30.
Falconieri Baldese, d nelle liste dei Priori del 1344
maggio-1345 maggio, 222, 0 : n. ancke Falconiere ••
Falconieri di Baldese.
Falconieri Bandino, 6 nelle liste dei Priori del 1289
dicembre-r29o dicembrc, 67, 7 ; (', aiich; Falcofieil
{de') lS(iitJi''ti e Baniliiio di Cambio,
Tomo XXX, p. 1 — 33.
510
INDICE ALFABETICO
[F«Icoai«ri-F«d«rigbi]
Falconieri Bonifazio, 4 nelle liste dei Priori del 1351
gennaio-1352 gennaio, 240, 42 ; e del 1354 gennaio-
'355 gennaio, 248, 28.
Falconibri Cambio di Forese, d nelle listc dci Priori
del 1286 diceinbre-1287 dicembre, 62, 38.
Falconieri Foresb, i nelle liste dei Priori del 1283 di-
cembre-1284 dicembre, 60, 4.
Falconibri Guido, k nelle liste del 1300 febbraio-1301
febbraio, 86, 19.
Falconieri (de'), fam. v. Falconieri, fam.
Falconieri (de') Bandino, 6 nelle liste dei Priori del
1285 dicembre-1286 dicembre, 62, 6 ; o. anche Fal-
conieri Bandino e Falconieri (de') Bandino di Cainbio.
Falconieri (de') Bandino di Cambio, 6 nelle liste dei
Priori del 1283 dicembre-1284 dicembre, 59, 37 ; o.
anche Falconieri Bandino e Fakonieri {de') Bandino.
Falconieri (de') Falco, 6 nelle liste dei Priori del 1282
ottobre-dicembre, 58, 28.
Falconieri (de') Gaddodi Forese, 6nelle liste dei Priori
del 1292 dicembre-febbraio, 70, 38 ; e del 1299 feb-
braio-1300 febbraio, 82, 10.
Falconieri (de') Garniano di Gaddo, 6 nelle liste dei
Priori del 1343 aprile-i344 aprile, 218, 28.
Falconieri (de') Tuccio di Diedi, viene ammonito (an.
1358), 254, 2.
Falcucci Vaccio, h nelleliste dei Priori del 1348 gennaio-
1349 gennaio, 234, 12.
Fantino, V. Silimanni F.
Fantino di Giovanni, V. Medici (de') F. di G.
Fantino di Rinieri, 6 nelle liste dei Priori del 1286 di
cembre-1287 dicembre, 62, 28.
Fantino da Signa, i nelle liste dei Priori del 1306 feb-
braio-1307 febbraio, 99, 26.
Fantino di Tegna, e dei Priori (an. 1380 novembre-
dicembre), 384, 4.
Fantino di Venezia [Vinegia], podesti di Firenze, viene
biasimato per aver mandati liberi alcuni accusati
di trame contro lo Stato (an. 1378), 338, 6-11 ; cit-
tadini da lui condannati per trame, 340, 25-37.
Fantoni Fantone di Naldo, vinattiere, agitatore di
foUe che tenta elevarsi su gli altri, 412, 36 ; 413, 5-6.
Fantoni Francesco, 6 dei Dodici buoni uomini pel quar-
tiere S. Spirito (an. 1378), 326, 27.
Fantoni Giotto, 6 nelle liste dei Priori del 1330 dicem-
cembre-t33i dicembre, 167, 9 ; h Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1333 dicembre-1334 dicembre), 177,
29 ; 6 di nuovo nelle liste dei Priori del 1339 dicem-
')re-i340 dicembre, 188, 15 ; e del 1341 dicembre-
1342 dicenibre, 190, 30.
Fantoni Marco di Giotto, 6 nelle liste dei Priori del
1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 1» ; del 1370 gen-
naio-1371 gennaio 275, 41 ; e del 1374 gennaio-i375
gennaio, 291, 21.
Fantoni Pikro, 6 dei Cinquantadue cittadini cui viene
data la Balia, tnsieme ai Priori e Collegi, di rifor-
mare il Governo (an. 1381), 395, 28.
Fantoni Rinieri di Giotto, k dei Priori (an. 1382 lu-
glio-agosto), 417, 25.
Farolfi Arrigo, 6 nelle liste dei Priori del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 245, 37.
Fastelli Jacopo d'Ubaldino, viene confinato a T'
dal Capitano (an. 1382), 408, 80.
Fastblli Pibro, i nelle liste dei Priori del 1366 genna
1367 gennaio, 266, 3t ; e del 1372 gennaio-1373 gen-
gennaio, 284, 0.
Fastelli Piero Petroboni, viene ammonito (an. 137
283, 35 ; 6 confinato dalCapitano a Foligno (an. 1384;,
408, 18 ; gli viene revocato il bando dal Consiglio
di Balia, 410, 30.
Fastelli Ubaldino, & nelle liste dei Priori dei 1354 gen-
naio-1355 gennaio, 247, 36 ; del 1357 gennaio-1358
gennaio, 252, 16; del 1360 gennaio-1361 gennar
259, 3; del 1364 gennaio-Z36s gennaio, 264, 4
e del 1369 gennaio-1370 gennaio, 275, 10.
Fauno, discendente di Saturno, ric, 6, 13-14.
Faustolo, raarito di I,aurenzia, nutrice di Romolo
Remo, ric. 7, 20-21.
Fazi Francesco di Donato, h nelle liste dei Priori del
1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 17.
Fazio, conciatore, viene impiccato per congiura contro
lo SUto (an. 1382), 423, 35.
Fazio, V. Giugni (de') F. ; Gonzi F.
Fazio Cambi, V. Giugni (de') F. C.
Fazio da Micciole, k nelle liste dei Priori del 1286 di-
cembre-1287 dicembre, 62, 43 ; fe Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1299 febbraio-i^oo febbraio), 82, 20.
Fazio Di Rinaldo, h nelle liste dei Priori del 131 1 feb-
braio 1312 febbraio, 112, 19.
Fazio da Signa, 6 nelle liste dei Priori del 1308 febbraio-
1309 febbraio, 104, 4; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1315 febbraio-1316 febbraio), 121, 34.
Fedello del Roffo, 6 nelle liste dei Priori del 1324 feb-
braio-1325 febbraio, 148, 3.
" Federici, " Storia dei Cavalieri Gaudenti ,„ tenta una :
prima difesa dei due frati Gaudenti, chiamati a capo ,
del Comune di Firenze, accusati dal Villani, I.XXI,
20, 6-7 „. •
Federico I, imperatore (aa. 1155-1190) viene a Firenzc '
(an. 1186), 25, 27-38 ; toglie ai Fiorentini la giuri.<i<.
zione sul contado ma questi non restituiscono pui.;
i castelli occupati, 26, 2-3 ; restituisce agli stessi
detta giurisdizione (an. 1188), 11-12; " cf. LII-IJIl.
1-14 „.
Federico II, imperatore (aa. 1220-1250), sua lotta col
pp. Innocenzo IV, 34, 19-22 ; interviene nelle vicende
interne di Firenze e manda aiuti ai Ghibellini (an.
1248), 34, 21-41 ; 35, 1-4 ; fa straziare i Guelfi fatti
prigionieri a Capraia (an. 1249), 36, 29-30 ; .suaj
morte (an. 1250), 39, 15-16 ; cf. " LXIV, 11-19 ".
Federico, re di Sicilia, stringe alleanza con Arrigo VI
contro re Roberto di Xaf>oIi (an. 1313), 112, 5-«j
inizia insieme con questo la guerra contro il detto
occupando terre di Calabria, 113, 7-8 ; rifiuta, do
la morte di Arrigo VII, la signoria di Pisa a lui
ferta, 37-38.
Federichi Como, e Commo, da Signa, viene anrnionifl
(an. 1377), 305, 27.
Fbdbrighi Fedbrigo D'ARRiao, k nelle liste dei Pria
del 1324 febbraio-1325 febbraio, 147, 37.
Federighi Francesco di Lapo, 6 dei Cinquantadue cil
[Pe<ierislii«Fernicci]
INDICE ALFABETICO
511
tadini cui viene data la Balia, insieme ai Priori ed ai
CoUegi per la riforma del Govemo (an. 1381), 396, 5 ;
6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1382 settembre
gennaio), 424, 22.
Federighi Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del 1371 gen-
naio-1372 gennaio, 279, 28 ; del 1380 novembre-di-
cembre, 384, 6 ; partecipa alla Balia per la riforma
del Governo per l'Arte degli speziali e merciai (an.
1381), 409, 30.
Federighi Guido, 6 nelle liste dei Priori del 1356 gen-
naio-1357 gennaio, 250, 48 ; e del 1360 gennaio-i36i
gennaio, 258, 33.
Federighi Tommaso, 6 neile liste dei Priori del 1357 gen-
gennaio-1358 gennaio, 252, 17 ; del 1362 gen-
naio-1363 gennaio, 262, 17 ; e del 1367 gennaio-1368
gennaio, 267, 41.
Federigo, V. Palmieri F. ; Soldi F.
Federigo d'Arduino, 6 nelle liste dei Priori del 1348
gennaio-1349 gennaio, 233, 25.
Federigo d'Arduino, V. Boccacci F. d'A.
Fkderigo d'Arrigo, V. Federighi F. d'A.
Federigo di Berto, V. Gherardini F. di B.
Federigo di Soldo, 6 nelle liste dei Priori del 1332 di-
cembre-1333 dicembre 175, 16.
Federigo (di), V. Cino di F.
Fedi Giannozzo IJannozzo] m Bartolq, fe nelle liste dei
Priori del 1354 gennaio-1355 gennaio, 248, 30.
Fedi Tommaso [Mommaso] di Bartolo, k nelle liste dei
Priori del 1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 40 ; del
1358 gennaio-1359 gennaio, 254, 39 ; e del 1362 gen-
naio-r363 gennaio, 262, 17.
Feduccio d'Andrea, V. Bellotti F. d'A.
Feduccio di Duccio della Marotta, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1318 febbraio-1319 febbraio), 125,
27 ; 6 nelle liste dei Priori del 1320 febbraio-1321
febbraio, 127, 31 ; 6 di nuovo Gonfaloniere (liste 1323
febbraio-1324 febbraio), 135, 36 ; e nuovamente nelle
liste dei Priori del 1328 d;cembre-i329 dicembre,
160, 34 ; del 1333 dicembre-1334 dicembre, 177, 8 ;
e del 1337 dicembre-1338 dicembre, 187, 4.
Fei .\rrigo, h Consigliere del duca d'Atene, 200, 28 ;
viene ycciso durante la rivolta contro il Ehica (an.
1343). 208, 27-31.
Fei Diedi di Francesco, viene ammonito (an. 1377).
305, 6 ; 308. 33.
Fei Domenico di Cecco, 6 nelle liste dei Priori del 1361
gennaio-1362 gennaio, 260, 2.
Fei Zanobi di SiMONE, 6 dei Quarantatre cittadini el. in
aggiunta agli altri gi^ nominati della Balia (an. 1381),
404, 49.
Felaia, e Fellaio, 11. Capitani F.
Felice di Lapo, V. Benci F. di L.
Felice di Torrigiano di Cbnni, i nelle
liste dei Priori del 1366 gennaio-i36y gennaio, 266, 20.
Feltre, c. presa da Carlo di Boemia ai Signori della Scala
(an. 1337), 184. 16.
Fknci Paolo, 6 dei Priori (an. 1383 maggio-giugno) 426. 9.
Feo. V. Benini F. ; Ponci F.
Fko d'Arrigo, 6 nelle liste dei Priori del 1313 febbraio-
1314 febbraio, 116. 8.
Feo di Benino, e nelle liste dei Priori (an. 1364
gennaio-l36$ gennaio), 265, 10.
Feo di Buonfantino, 6 nelle liste dei Priori del 1290
febbraio-1297 febbraio, 76. 16.
Feo di Cione, V. Minerbetti (de') F. di C.
Fko Lapi, V. Ranieri F. L.
Feo di Piero, corazzaio, h attivo membro della setta dei
demagoghi, formata di nobili ed infimi popolani, che
spadroneggiano in Firenze (an. 1381). 392, 20-39 ;
393, 1-7 ; viene preso dal popolo in rivolta contro la
detta setta e consegnato al Capitano che lo fa deca-
pitare, 393, 22-25 ; " cf. CXVII, 25-27 ...
Feo di Piero da Signa. k consigliere dei Priori (an. 1343).
211, 15.
Fko di Poncio, 6 nelle liste dei Priori del 1286 dicembre-
1287 dicembre, 62, 39.
Feo di Tkndi, corazzaio. h dei capi della coalizione demo-
cratica che reclama maggiore rigore sui rei di com-
plotti di famiglie ricche e potenti (an. 1379), 344, 12.
Feo (di), V. Andrea di F. ; Luca di F.
Feozzo di Casino, cimatore, 6 dei capi della coalizione
democratica che reclama dal Capitano maggiore ri-
gore sui rei di coraplotti di famiglie ricche e potenti
(an. 1379), 344, 13.
Fkrraccini Berto Manetti, i nelle liste dei Priori del
1292 febbraio-1293 febbraio, 72, 7 ; del 1294 febbraio-
1295 febbraio, 75. 13 ; e del 1298 febbraio-1299 feb-
braio, 77. 41.
Fkrraccini Manetto, 6 nelle liste dei Priori del 1282
dicembre-1283 dicembre. 59. 3 ; e del 1284 dicembre-
1285 dicembre. 60, 32.
Ferrantini Dino di Berto, 6 nelle liste dei Priori del
1361 gennaio-1362 gennaio, 260, 12.
Ferrantini Forese, h nelle liste dei Priori del 1332 di-
cembre-1333 dicembre, 175, 26 ; del 1340 dicembre-
1341 dicembre, 190, 6 ; e del 1344 maggio-1345 mag-
gio, 222, 32 ; 1'. ayiche Ferrantini (dc') Forese di
Geri.
Ferrantini Niccol6 d'Andrea, h nelle liste dei Priori
del 1356 gennaio-1357 gennaio, 250. 38.
Fkrrantini Pikro, viene ammonito (an. 1363), 261, 33.
Ferrantini (de') Forese di Gbri, 6 nelle liste dei Priori
del 1325 febbraio-1326 febbraio, 151, 34 ; v. anche,
Ferrantini Forese.
Ferrara c, vi si accordano i Legati fiorentini con qnelli
di Mastino della Scala a riguardo del credito da que-
sto reclamato (an. 1345). 224, 11-16.
Ferrara (Marchksk di). in guerra con il Legato ponti-
ficio, gli vengono rimessi aiuti dai Fiorentini coi quah
egli sconfigge il pred. Legato (an. 1333), 173, 15-1«.
Fbrrovkcchio, V. Monte di Puggio F.
Fbrrucci Bindo, 6 nelle liste dei Priori del 1320 febbraio-
1321 febbraio, 127, 27.
Fkrrucci Francesco di Bindo, i nelle liste dei Priori
del 1373 gennaio 1374 gennaio, 288, 28.
Fbrrucci Leonardo di Bindo. 6 nelle liste dei Priori del
1359 gennaio-i36o gennaio. 256. li ; i Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1365 gennaio-1366 gennaio), 265,
U ; e di nuovo nelle liste dei Priori del 1369 gennaio-
1370 gennaio, 275, 18,
512
INDICE ALFABETICO
CPcrrucci-Filippo di Valloii
Frrrucci Piero di Tuccio, ^ nelle lisle
dei Priori del 1339 dicembre-X340 dicembre, 188, tn.
Fbrrucci Tuccio, h Gonfaloniere dt Giustizia (liste 1316
febbraio-1317 febbraio), 123, 16 ; ed 6 nelle listc dei
Priori dcl 13^1 febbraio-1322 febbraio, 129, 0.
Fbrruccio, V. Bordoni (de') F.
Ferruccio (di), V. Tuccio di F.
Ferruzzi Tuccio, 6 nelle liste dei Priori del 1301 feb-
braio-1302 febbraio, 88, 2i.
FiAMMA (di), V. Ghisello di F.
FiANDRA (Conte di), viene mandato da Arrigo VII con-
tro i Fiorentini accampati a Montelfi (an. 1312), 109,
35-29 ; partitosi da Arrigo per tornarsene in Fiandra
viene assalito dai Fiorcntini a Castel fiorentino e bat-
tuto duraraente (an. 1313), 111, 33-37.
FiBiANCHi CoRSO, 6 nelle liste dei Priori del i293febbraio-
1294 febbraio, 74, 7.
FiEsco (del) card. Luca, incorona Arrigo VII in Roma
(an. 1312), 109, 11.
FiEsco (del) card. Giovanni, di passaggioper Firenze.
si ferma alcuni giomi ospite pr. la Certosa (an. 1380),
374, 19-20.
1'iesco (del) Prenzivalle, viene inviato in Toscana
quale vicario delfimperatore Rodolfo (an. 1286), 62,
18-22 ; 63, 12.
Fibsolani, si stabiliscono, dopo la distruzione di Fiesole
per opera di Cesare, nella imova c. di Fironze, 10,
6-8 ; ritornano nella loro patria appena questa vicne
riedificata da Attila, 16, 26-28 ; tentano con ogni
mezzo di impedire ai Fiorentini la ricostruzione della
loro patria, 17, 31-38 ; si alleano apertamente coi
nemici di questi, 19, 21-28 ; caduta di nuovo Fiesole
in mano dei Fiorentini, acconsentono di stabilirsi de-
finitivamente in Firenze, 20, 5-7 ; condizioni loro
fatte dai vincitori, 3-10 ; " cf. XXXVIII, 1.5-33-
XLIII, 1-23".
Fiesole, sua favolosa fondazione per opera deireroe
mitico Attalante e ragione del nome, 3, 30-37 ; viene
fatta ribellare a Roma da Catilina, 9, 4-5 ; viene as-
sediata dai Romani, e dopo lungo assedio, viene
presa da Cesare, che la fa distmggere, dando per6 ai
cittadini liberti di venirsi a stabilire nella nuova
c, che veniva allora sorgendo, cui poi venne dato il
nome di Firenze, 9, 27-40 ; viene fatta riedificare da
Attila, 16, 25-28 ; sua nuova leggendaria distmzione
nel loio ad opera dei Fiorentini, 19, 26-40 ; 20, 14-
16 ; " cf. XXXVIII, 15-33-XLIII, 1-26 „.
FiESOLE (Vescovo di), V. Jacopo di Baviera.
FiFANTi [Fisanti], fam. fiorentina del quartiere di Porta
S. Maria, 21, 9 ; di parte ghibellina, 28, 27.
FiFANTi Odbrigo, prcnde parte con altri congiurati al-
Tuccisione di Buondelmonte (an. 1215), 29,26-30.
FiFANii (case dei), vengono abbattute durante la ri-
volta popolare contro i Ghibellini (an. 1258), 44, 7,
Figghine, V. Figline.
FiGBiNELDi, fam. fiorentina del quartiere Duomo, 21, 5.
Figiovanni, fara. fiorentina del quartiere Duorao, 21, 5.
FiGiovANNi RoDOLFO, va ambasc. in Roma pr. Carlo Ma-
gno e Leone [III) per invocare aiuto per la ricostm-
zione di Firenze (an. 810), 17, 21-25.
FiGLiNE IFighine], castello, si ribella ai Fiorentini :
viene presto ripreso e punito (an. 1232), 41, 8-'.'
' cf. XLVII, T-I3 „ ; viene danneggiato dagli A
tini (an. 1288), 64, 37 ; tentano su di esso un'inc
sione gli sbanditi fiorentini ed i Ciompi di stanza
Siemi (an. 1379), 349, 86-40 ; 350, 1-24; cf 171,
18-21.
Figliuolipetri (db') Riccardo, viene condannato a 1
duecento (an. 1381), 401, 15 ; dicerie intorno a n
ziuni tra la figlia ed il Capitano del popolo Obizo '.
gli Alidugi, 419, 10-20.
FiLiBACH Guglielmo, coudottiero di ventura, s'uni- ■■
con la sua brigata alla Compagnia di S. Giorgio, 3*
32-40.
FiLicAiA (da), V. Francesco di Berto da F. ; Giovenco cla
F. ; Giovettco d'Ugo da F. ; Giovenco di Lottieri da 1
Lottieri da F. ; Marutto da F. ; Manetto di Spigltui^
da F. ; Marco di Bandino da F. ; Niccold di Lottieri
da F.
Filigherni Rosso, 6 nelle liste del Priori del 1296 1<
braio-1297 febbraio, 76, 20 ; e del 1298 febbraio-ij
febbraio, 78, 10.
FiLiPPi, fam. fiorentina del quartiere di Porta S. Mai
21, 9.
FiLiPPi Bartolo, 6 nelle liste dei Priori del 1330 dice:
bre-i33i dicembre, 167,27 ; e del 1337 dicembre-ij
dicembre, 187, 13.
FiLiPPi FiLiPPO Di Bartolo, 6 nelle liste dei Vriou ■
1360 gennaio-1361 gennaio, 258, 39.
FiLiPPi Gherardozzo di Bartolo, viene ucciso per qi
stioni di giuoco, 377, 16-17.
Filippi Guccio, 6 nelle liste dei Priori de! 1299 febbr.ui.-
1300 febbraio, 82, 24.
FiLiPPi Piero di Guccio, e nelle liste dei Priori del 1344
maggio-1345 maggio, 222, 16.
FiLiPPi Puccio, h nelle liste dei Priori del 1380 marzi -
1381 febbraio, 391, 32; partecipa alla Balia per I.i
riforma del Governo (an. 1381), 394, 16.
" FiLiPPO, fratello di Enrico VI imperatore, viene inst -
stito da questo dei beni della contessa Matildc c
creato Conte e Duca di Toscana, LI, 2-3 ,,.
FiLiPPO, fratello del re Roberto di Napoli figlio di Carlo II,
principe di Taranto, viene con cinquecento cavalieri
in aiuto dei Fiorentini (an. 1315), 116, 40-43 ; 117,
1-6 ; combatte con questi a Montecatini contro Uguc-
cione della Faggiuola, ma con esito infelice, 9-34
ric, 149, 19.
FiLiPPO VI, re di Francia (aa. 1328-1350), soUecitato daj
Duca d'.\tene, concede a questo di p>otere esercitar
il diritto di rappresaglia sui mercanti fiorentini, svol-
genti la loro attivita in Francia, per indennizzarsi dej
danni che egli diceva d'aver ricevuto dai Fiorentinj
(an. 1345), 220, 31-35 ; 275, 19-24.
FiLiPPO Di Sanginetto, conte, viene lasciato dal duca
di Calabria come suo vicario in Firenze (an. 1327),
154, 31-32 ; occupa come Capitano di guerra dei Fio-
rentiai Carmignano (an. 1328), 156, 9-25.
FiLippo Di Valois [Valosa], figlio di Carlo, 119, 31 1
viene in Italiaper richiesta di re Roberto per la guerra
contro Matteo Visconti (an. 1319), 125, 36.
[FiIippo«Fino di Ptnigia]
INDICE ALFABETICO
513
FiLiPPO, V. Altucci F. ; BonaccolH (de') F. ; Buonfigliuoli
F. ; Bonsi F. ; Cantucci F. ; Cantuccini F. ; Doni F. ;
Giambollari F. ; Giammori F. ; Gucci F. ; Mattei F. :
Nerini F. ; Niccoli F. ; Peruzzi F. ; Ranucci F. ;
Villani F.
FiLiPPO d'Albizzo, viene ammonito (an. 1395), 255 13.
FiLiPPO d'Aldobrandino, fe nelle liste dei Priori del
1317 febbraio-1318 febbraio, 124, 29.
FiLiPPO d'Andrea, V. Nerini F. d'A.
FiLiPPO d'Arrigo, V. Magli (de') F. d'A.
FiLiPPO Di Bandino, 6 fatto Proposto delle arti, 362, 40 ;
6 dei Priori (an. 1382) maggio-giugno, 416, 28.
FlLiPPO, VOCATO Barbazza, 6 dei Quarantatre cittadini
el. ia aggiunta agli altri gia nominati della Balia (an.
1381), 404, 32.
FiLiPPO Di Baro.ve, V. CappelU F. di B.
FiLiPPO Di Bartolo, V. Filiphi F. di B.
FiLiPPO Be.vcini dei. Sanna, V. Benci F. />'. delS.
FiLiPPO Di Be.vedetto, notaio dci Priori, ric, Ifd, fi.
FiLiPPO Di Benedetto, da Pontormo e fatto Popolano
(an. 1379), 364, 25.
FiLiPPO di Bernardo, notaio dei l'riari, ric, 255, 39.
FiLiPPO Di BtAOio, V. Stroz-:i (degli) F. di B.
FiLiPPO DA Brescia, podesta di Firenzc, come ottiene la
resadi Figline (an. 1252), 41, 15-20.
FiLlPPO C.\s\cciA, viene condannato a lire duccento (an.
i3Si). 401, 20.
FiLiPPO Di Ci.vo, pirtecipa ill.i B.tlia per la riforma del
Govcrno coinc uno dei Dodici buoni uomini (an.
138 r), 395, 8.
FiLippo Di Cionetto, V. Baitari F. di C.
FiLiPPO Di CiUTi, 6 nelle liste doi Priori del 13 j6 m.iggio-
1347 gennaio, 228, 10.
FiLiPPO Di Duccio, V. Magalotti (de') F. di D.
FiLiPPO Di Fabbrino, V. Tolosini F. di F.
F"iLiPPO, vocATO Forabosco, 6 Gonfalonicre di Compagnia
pel quartiere di S. Maria Novella (an. 1378), 326, 32.
FiLiPPO Di Gardo, ^ dji Cinquiiitidue cittadini cui viene
data la Bilia, insieme ai Priori e Collegi, per la ri-
forma del Governo (an. 1381), 396, 24.
FiLiPPO Di GiiERARDO, 6 nclle liste dei Priori del 1380
marzo-i38i febbraio, 391, 5 ; v. anch^; Giochi (de')
F. di G.
FiLiPPO Di Ghese, 6 dei Priori (an. 1379 novembre-di-
cembre), 348, 33.
FiLiPPO Di GiAMMORi, V. BaronceUi F. dl G.
FiLiPPO Di GioVANNi, 6 nelle liste dei Priori del J380
raarzo-i33i febbraio, 391, 37; partecipa alla Balia
per la riforma del Governo (an. 1381), 394, 21 ; o
dji Dieci cittidini el. per provvedere ai bisogni di
guerra per la venuta improvvisa del Sire di Couchy
(an. 13S4), 429, 11; V. atch^ MachiavelU F. di G.
FiLiPPO Di Jacopo da Villamagna, notaio dei Priori,
ric, 77, 10.
FiLiPPO Di J.ICOPO, V. Marsili F. di J.
FiLiPPO Di Lando, V. Albizzi (degU) F. di L.
FiLiPPO Di Lapo, V. Baldovinetti F. di L.
FiLiPPo D! LiPPO, V. BuonfigUuoU F. di L.
FiLiPPO DEL LoMBARDO, 6 iielle listc dei Priori del 1 293
fcbbraio-i-'94 fcbbraio, 74, 5.
FiLiPPO Di Matteo, V. Duranti F. di M.
FiLippo Di MicHELE, 6 dei Priori (an. 1382 maggio-giu-
gno), 416, 32.
FiLiPPO Di MiGLioRE, V. Pazzi F. di M.
FiLiPPO Di Niccol6, V. Giugni (de') F. d. N.
FiLippo Di Pacino, V. Peruzzi (de') F. di P.
FiLiPPO Di Paolo, V. Corbizzi F. di P.
FiLiPPO Di PiERO, V. Duranti F. di P. ; Mucini F. di P.
FiLiPPO Di Recco, V. Capponi F. di R. ; Vettori F. di R.
FiLiPPO Di RiN.\LDO, viene fatto decapitare per trame
contro lo Stato (an. 1378), 340, 20.
FiLiPPO Di RiNALDO, V. RondinelU F. di R.
FiLiPPO DEL Rosso, V. Bagnesi F. del R.
FiLiPPO Di Spinello da Mosciano, 6 nelle liste dei Priori
del 1374 gennaio-1375 gennaio, 292, 1.
FiLiPPO Di Stagio di Turicchio, k nello liste dei Priori
del 1356 gennaio-r357 gennaio, 250, 37 ; e del 1360
gcnnaio-i36i gennaio, 259, II.
FiLiPPO Tani, V. Benotti F. T.
FiLiPPO Di ToMMASO, V. Corsini F. di T. ; CorbinclU F.
di T.
KiLiPPO d'Ugo, 6 ncllc listc dei Priori del 13C4 gcnnaio-
'365 gennaio, 265, l ; del 1375 gennaio-1376 gennaio,
299, 31 ; viene ammonito (an. 1376), 300, 38 ; e.
anrhe FiUppo d'Ugo^.e.
FiLiPPO d'Ugone, b nelle liste dei Priori del 1369 gennaio-
1370 gennaio, 274, 40 ; v. aitchs FiUppo d'Ugo.
FiLiPPO del Velluto, e nellc liste dci Priori del 12SH ,
dicembre-1289 dicembrc, 65, 2 ; c dcl 1294 fcbbraio-
1295 febbraio, 74, S7.
FiLippo Di Ventura, i nellc Hstc dei Priori del
138^ gennaio-1383 aprile, 424, /.
{'"iLiPPO (di), V. Bartolo di F. ; Biiono di F. ; Picro di I- . ;
Puccio di F. ; Saggina di F.
FiLiPPONE, V. Ristori F.
FiLiPPONE Di Matteo del Riccio, 6 nclle liste dei Priori
del 1360 gennaio-1361 gennaio, 258, 33 ; del 1367
gennaio-1368 gennaio, 267, 29 ; e del 1372 gennaio-
1373 gennaio, 284, 22.
FiLiPPOZzo Bonaccorsi, V. Sotdani (de') F. B.
FiLiPPOZZO Di Gherardino, k nelle liste dei Priori del
1311 febbraio-1312 febbraii, 112, 20 ; v. anche Gianni
F. di G.
FiLiPPOZZO (di), V. Totto di F.
FiNi Giovanni di Berto, 6 dei Priori (an. 1382 maggio-
giugno), 416, 32.
FiNi GiUNTA, 6 nelle liste dei Priori del 1317 febbraio-
1318 febbraio, 124, 18.
FiNiGUERRA, V. Diodato F.
Finigubrra Donato Tegghia, viene mandato a morte
per trame contro lo Stato (an. 1302), 88, 10.
Finigoerra Passa, h nelle liste dei Piiori del 1284 di-
cembre-1285 dicembrc, 60, 38 ; dcl 1289 diccmbre-
1290 dicembre, 67, 21 ; del 1291 dicembre-1292 di-
ccmbre, 68, 39 ; e del 1294 febbraio-1295 febbraio,
75, 12 ; 6 nominato Compagno dei Priori (an. 1295),
74, 26.
Finigoerra (di), V. Passa di F.
FiNo Di Perugia, Esecutore di Gitistiria di Fironze (aD.
'378), 338, 27-28 ; cittadini condannati da hii per
514
INDICE ALFABETICO
[Fi»e ii Tadd«o-Fier«iitini]
complotti contro lo Stato, 338, *8-40 ; 339, 1-46 ;
340, 5-1 T.
FiNO Di Taddeo di Fino, h dei Quarantatre cittadini el.
in aggrunta agli altri gii nominati della Balia (an.
1381), 404, 4S.
FlNO (di), V. Piero di F.
FiNUcci GiovANNi, notaio dei Priori, ric, 106, 24 ; 116,
27 ; 123, 4 ; 124, 33 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (li-
ste 1320 febbraio-1321 febbraio), 127, 34 ; e nuova-
mente notaio, 135, 19.
FiNUcci RoBERTO, notaio dei Priori, ric., 443, 37.
FiORAiA (dblla), V. Simone di Piero della F.
FioRAVANTE (di), V. Ncri di F.
FioRAVANTi Francesco di Neri, h neUc liste dei Priori
del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 26 ; k tra gli agi-
tatori delle folle e tenta di elevarsi su gli altri,
412, 44 ; i Gonfaloniere di Giustizia {liste 1385 maggio-
1386 aprile), 443, 35.
Fiore di Bartolo e Zanobi, suo figlio, del Popolo di S.
Frediano, vengono condannati neiravere e nella per-
sona per rivolte contro il Governo (an. 1378), 336,
37-38.
FiORENTiNi, originati, secondo la leggendaria narrazione
dello Stefani, dai Romani e Fiesolani che popolarono
per primi la nuova c. cui era stato dato il nome
di Fiorenza, ottengono presto dal Senato romano
di potersi dare un governo a loro piacimento ed
acclamano a iDro capo il concittadino, sce.so dalla
nobile gente Giulia di Roma, Bertaldo Cesare, con
dodici Senatori per consiglieri, 10, 22-24, 21-24; 11,
1-4, 24-32 ; proclamano Marte loro dio ed inalzano in
suo onore, per munificenza di Cesare e degli impera-
tori .•Vugusto e Tiberio, un sontuoso tempio ove pon-
gono una preziosa statua del dio stes.so, 32-40 ; si
convertono al Cristianesimo per opera di Onorio,
inviato fra loro quale Vescovo da pp. Silvestro (an.
320), 13, 19-22; di comune accordo con questo sta-
biliscono che Tantico tempio di Marte venga consa-
crato al nuovo culto e dedicato a S. Giovanni Batti-
sta, 25-31, ed ordinano che il dl della nativita del
detto Santo dovesse essere la maggiore festa della c.
e che il tempio cosl riconsacrato, poi, dovesse essere
la maggiore e principale Chiesa di Firenze, ove solo
si potesse e dovcsse dare il battesimo, 39-42 ; 14, 1-4 ;
leggieri di fede, per6, quali essi erano ancora, delibe-
rano di porre, per consiglio degli astrologi la statua di
Marte, che Onorio aveva cacciato dalla Chiesa, sul
piCi alto edificio della c, sulla torre Giulia, 13, 31-39 ;
in pace cosi airinterno cd airesterno, essi crescono
airombra dellTmpero romano ogni giorno piii di
numero e di potenza, 14, 2-3 ; ma, cominciate nelle
terre dellTmpero le invasioni barbariche, si riversa
su di loro con devastazioni e rovine, secondo la detta
leggendaria narrazione, prima Rodasio {sic) re dei
Goti (an. 401), 17-18, poi Torda di Attila, che incen-
dia la c facendo di loro larga strage (an, 450), 14.
10-43 ; 15, 2-12 ; terminate poi lc invasioni e ricosti-
tnito rirapero per opera di Carlo Magno, tornano a
riunirsi e comincianp a ricostruire la rovinata loro
patria, c, poichd i Fiesolani ingclositi cercano di im-
pedirlo, inviano a Roma ambasc, pr. Timperatore
Carlo e pr. pp. Leone ad invocare il loro aiuto e la
loro protezione (an. 810), 17, 21-3B ; riedificata poi,
finalmente, la c p^r ordine e per opera di Carlo, essi
tornano presto a rifiorire per numero, cosl per le
genti nuove, venute dai dintomi a stabilirsi fra loro,
come per i numerosi Romani mandati qua, secondo la
leggenda, ancora una volta a p>opolarIa, 18, 35-41 ;
19, 1-2 ; loro nuavo ordinamento politico, 2-3 ; ven-
gono dichiarati da Carlo pienamente libcri (an. 815),
15-18 ; risorte poi le vecchie rivalita coi Fiesolani,
s'impadroniscono con uno stratagemma di F'ie$ole, c,
dopo essersi impegnati solennemente di accogliere
tutti i Fiesolani, che avessero voluto trasferirsi pr.
di loro, in piena eguaglianza di diritti, dlstruggono la c.
lasciando in piedi solo il vescovado e qualche Chiesa,
mentre quasi tutti i suoi abitanti, fidenti negli ac-
cordi, si trasferiscono in Firenze (an. 1010), 26-40 ;
20, 1-18 ; per questa unione — realmente awenuta,
non a seguito della favolosa distnizione di Fiesole.
come vuole la leggenda, ma per un lento lavoro, dai
tempi Carolingi in poi — essi cominciano vera-
mente a crescere di numero e di potenza 10-15 ; cf.
" XXXVIII, 15-33-Lni, 1-23 •' ; gii sulla fine del
.secolo XII, impediscono ad Enrico IV, in lotta con
la Chiesa e con la contessa Matilde, d'entrare nella
c. e lo costringono a togliere il campo e ad allonta-
narsi (an. 1080), 22, 5-10 ; spinti ix)i dal numero
sempre crescente a cercare piii largo respiro, fuori la
cerchia delle proprie mnra, c ad iniziare la lotta coi
Signori dei castelli feudali e coi Comuni vicini, che
sbarrano loro ogni via, muovono guerra contro i Pra-
tesi che, ricomperatisi poco prima dai conti Guidi, non
intendevano ubbidire a loro, e prendono c distrug-
gono Prato (an. 1107), 1-20; cf. " XLIV, 27-32";
nello stesso anno, poi, vanno anche contro Arnolfo
dei conti di Gangalandi, signore di Montc Orlandi, e
lo sconfiggono, lo fanno prigioniero c gli prendono e
distruggono il castello, 20-23 ; osteggiati dai Vicari
imperiali, di stanza a Samminiato al Tedesco, vanno
ad a^sediare il castello di Monte CascioUi e vi scon-
figgono Roberto Tedesco, vicario deirimperatore En-
rico V, e prendono e distruggono il castello stesso (an.
1113), 26-29 ; per Tamicizia che li legava allora ai
Pisani, vanno a presidiare Pisa e a difenderla dalle
insidie dei Lucchesi, mentre i detti Pisani erano al-
rimpresa di Maiorca, e ricevono da questi in dono due
colonne, che essi pongono poi in ricordo avanti la
porta del Duomo (an. 11:7), 36-37 ; 23, 1-21 ; muo-
vono guerra ai Buondelmonti, signori di Montebuoni,
che esigevano il pedaggio da quelli che passavano per
le vie del loro castello, e prendono e distrnggono
il castello, ma conservano per6 ai predetti le
rendite e le possessioni e li fanno cittadini
di Firenze dove questi vengono a stabilirsi de-
finitivamente (an. 1135), 24-30 ; assediano U ca-
stello di Monte di Croce, ma sono ricacciati e
respinti dal conte Guido, signorc dcl luogo, aiu-
tato dagli Aretini (an. 1146), 34-40; tornati per6
poco dopo ad assediare di nuovo il dctto castcllo, lo
[Fierentini]
INDICE ALFABETICO
515
prendono e lo distruggono (an. 1154), 24, 2-6; vanno
nello stesso anno in aiuto dei Pratesi, che erano stati
atticcati dai Pistoiesi, ma vengono sconfitti da que-
sti insieme ai Pratesi stessi pr. Carmignano, 8-12 ;
muovono guerra agli Aretini per vendicarsi delFaiuto
da questi dato al conte Guido e, venuti con essi a bat-
taglia, li sconfiggono, ma poi restituiscono loro i pri-
gionieri senza riscatto e stringono con essi un patto di
amicizia (an. 1170), 15-21 ; vanno in aiuto di Montepu-
lciano assediata dai Senesi e, scontratisi con questi pr.
Asciano, li sconfiggono (an. 1174), 24-31 ; muovono con-
tro il Castello di Monte Grossoli e lo prendono (an.
1182), 25, 24-29; poco dopo, poi, prendono anche e
distruggono il castello di Pogna in Valdelsa (an.
1185), 31-35, 2 ; 26, 1-2 ; per le proteste dei Signori
dei caitelli cosi aggrediti, Federico I toglie loro la
giurisdizione sul contado, ma essi non restituiscono
puato, pero, i castelli reclamati (an. 1186), 36-37 ;
26, 1-4; " cf. LII, 1-33-LIII, 1-11,,; spinti dallo
prediche deirArciv. di Ravenna, partono in gran nu-
mero per la Crociata (an. 1188), 26, 6-10 ; ed ammirato
per rer>>ismo da loro dimcstrato in q lesta spedizione,
Timperatore Federico restituisce loro la giurisdizione
del contido sino a dieci miglia dalle mura della c,
11-12 ; " si ribellano al Podesti Raineri di Gaetano,
mandato daU'Imperatore, ed, abbattuto il suo go-
verno, ristabiliscono quello dei consoli cittadini (an.
1196), LI 5-9 " ; " alla morte di Enrico VI, che aveva
tentato di riaffermare i diritti deirimpero sui beni
di Tosoana della Contessa Matilde, si uniscono in
Ic;a, pel cresciuto odio contro rimpero stesso, con
tutte le c. e comuni e con iilcuni nobili feudatari della
Toscana mede,sima (an. 1197), 9-16,,; enianatc una
Icggc che si potesse vendere al Comune anche il ca-
stcllo gia preso precedentemente con la forza, ricom-
prano dai legittimi signori il castello di Monte Gros-
soli gia da tempo occupato dalle loro stessc forze (an.
II97), 26,22-24; cf. " XLVIII, 16-35-LI, 17-36,.;
prendono e distruggono i castelli di Frondigliano, Sc-
raifonte e Combiati (aa. 1199-1202), -26, 26-32, i
fanno una legge minacciante gravi pene contro che
osasse ricostruire nuovi castelli (an. 1202), 27, 1-3 ;
per tenere a freno poi certi conti riottosi di Valdamo
inalzano la fortezza di Montelupo dirimpetto a Ca-
praia (an. 1203), 5-9 ; comperano dai conti Guidi il
castello di Montemurlo (an. 1207), 10-14 ; ripren-
dono le armi contro i Sencsi, che avevano violato i
patti e, dopo aver loro tolto Jlonte Alto e Riigoma-
gno e devastato il territorio, li costringono di nuovo
a domandare la pace (aa. 1 207-1208), 5-33 ; 28, 1-2 ;
per le guerre deirimpero con la Chiesa si trapiantano
tra loro i due avversi partiti dei Guelfi e dei Ghibel-
lini, dividendo in fazioni opposte le famiglie dei no-
bili e non poche dello popolanc, che airuccisione, poi,
di Buondelmonte dei Buondelmenti .scendono in lotta
fra loro (an. 1215), 5-11 ; 29, 5-40 ; venuti a qucstione
coi Pisani, muovono loro gucrra e li sconfiggono in
una gr.ind-; b;ittaglia (an. 1222), 30, 22-23 ; 31, 3-8 ;
e contemporaneamente poi prendono e distruggono il
castello di Montenuovo, 30, 31-32 ; assediano Figline
e devastano il castello deirAncisa che s'era ribellato
(an. 1228), 31, tO-15, e nello stesso tempo vanno ad
oste contro Pistoia devastandone il contado e pren-
dendole Carmignano, 17-23; muovono nuovamente
contro i Senesi e combattono con loro a lungo scon-
figgendoli piii volte, prendendo loro terre, devastando
il loro territorio e costringendoli infine ad una pace
piii dura della precedente (aa. 1229-1235), 31, 1-37 ;
32, 1-37 ; 33, 1-9, 16-22, 30-31 ; 34, 1-4 ; per la ri-
presa della guerra tra la Chiesa e Tlmpero si riaccen-
dono tra loro le lotte civili, e Tingerenza deirim-
peratore Federico II, allora in Toscana, e gli aiuti
da lui inviati permettono ai Ghibellini di cacciare i
Guelfi e di impadronirsi del potere (an. 1248), 34,
39-41 ; 35, 1-21 ; ma Timposte, cui questi debbono
ricorrere per combattere i Guelfi che resistono nel
contado, fanno ribellare i buoni uomini ed i mercanti,
che li cacciano dal potere ed instaurano il Governo
detto del Primo Popolo (an. 1250), 36, 10-35, 37
3-40 ; costituito cosi il nuovo governo, questo fa rien-
trare i Guelfi e costringe i Ghibellini a venire con
questi a pace (an. 1251), 32, 15-22; vanno contro i
Pistoiesi e li sconfiggono pr. Monte Rubolini e poi
cacciano dalla c. i Ghibellini sospetti di aver aizzato
i detti Pistoiesi contro di loro, 39, 24-38 ; prendono
le armi contro gli Ubaldini, che avevano cercato di
\ enirc in aiuto dei detti Ghitellini, e li sconfiggono pr.
Monte Accinico, in Mugello, 40, 13-16 ; riprendono
e distruggono il castello di Montaio fatto ribellare dai
Ghibellini aiutati dai Pisani e Senesi, 10-23 ; escono
a dare il guasto al territorio di Pistoia e ])rendono a
questa il castello di Tizzana (an. 1252), 21-27 ; vanno
contro i Pisani ed i Senesi, che avevano assalito i
Lucchesi, e li sconfiggono pr. Monte Topoli, inse-
guendo poi i Pisani sino alla badia di S. Savino (an.
1252), 40, 29-35; riprendono Figline, fatta ribcllare
dai Ghibellini, e la danno alle fiamme, 41, 8-20 ;
vanno in aiuto di Montalcino, assediato dai Senesi, e
sconfiggono gli assedianti liberando cosi il castello,
22-37 ; muovono con Toste contro i Pistoiesi, che avc-
vano cacciato i Guelfi, e li costringono a farli rien-
trare e a sottomettersi (an. 1253), 42, 1-8; tornano
contro i Senesi e, rifornito di nuovo Montalcino, pren-
dono loro Rapolano ed altre fortezzc, assediano Montc
Reggione e li costringono a domandare la pace (aa.
1253-1254), 10-18 ; prendono con accordi Poggibf)nsi
e rioccupano Mortennana fatta ribellare dagli S^juar-
cialupi (an. 1255), 10-15 ; vanno di nuovo contro i
Pisani che avevano violato la pace e li sconfiggono
costringendoli a patti piii duri (an. 1256) 18-25 ;
tomano contro Poggibonsi, che s'era di nuovo ri-
bellato, lo riprcndono e lo devastano (an. 1257),
27-29 ; sparsasi in c, la voce che gli Uberti ed i Ghi-
bellini stavano tramando con Manfredi contro lo
Stato, corrono alle armi e, abbattute c distrutte lc casc
di questi e uccisi molti di loro in una furiosa mischia,
cacciano gli altri dalla c. a furia di popolo (an. 1258)
31-36; 44, 1-11; \anno contro gli Aretini che ave-
vano danneggiato Cortona, loro alleata, e prendono
, loro il castello di Gressa c lo distrugeono..(aD. 1259),
516
INDICE ALFABETICO
[FierMtlail
45, 8-lS; riprendono ai conti AJberti i castelli di
Vernia e di Mangone (an. 1260), 15-I8 ; muovono di
nuovo contro i Senesi, che hanno accolto i GhibcUini
cacciati da Firenze, e stanno con questi c con Man-
fredi complottando contro di loro, e li sconfiggono
insieme niGhibellini e allc milizie inviateda Mandredi,
alle quali tolgono la bandiera che a dileggio trasci-
nano per il campo, 32-35 ; 46, 1-15 ; saputo che que-
sti, avuti nuovi rinforzi da Manfredi, erano andati
di mtovo ad assediare Montalcino, muovono nuova-
Diente contro, ma vengono sconfitti a Montaperti in
una grande e sanguinosa battaglia (an, 1260), 46, 18-
41 : 47, 1-40 ; alla notizia di questa sconfitta, i Guelfi
escono dalla c, dove poco dopo entrano invcce i Ghi-
bellini, chc abbattono il Govemo del popolo, confisca-
no i beni dci Guelfi cd instaurano un nuovo regime
sotto Talta direzionc dcl Conte Giordnno, vicario del
rc Manfrodi, 43-44 ; 48, 1-26 ; il qualc vicnc sostituito
poco dopo dal conte Guido XovcIIo che, riuniti in Icga
tutti i Ghibellini, caccia i Guelfi da ogni tcrra della
Toscana cd opprime, insiemc ai dctti GhibcUini, il re-
stante popolo fiorentino con imposte e vessazioni di
ogni genere (aa. 1260-1266), 29-42 ; 49, 1-35; giunt
loro per6 notizia della sconfitta e morte di Manfrcdi
c deirimminente ritorno dei Guelfi con aiuti di Carlo
D'Angi6, cominciano a tumultuare, in seguito di
che i Ghibellini ed il conte Guido sono costretti a
fare qualche concessione per accontentarli (an. 1266),
50, 23-42 ; 51, 1-14 ; ma avendo il detto Conte ri-
chiesto poco dopo altro denaro per le milizie, i cittadini
scendono con le Arti in piazza armati, e, cacciato defi-
nitivamente dalla c. il detto Conte e le altre autorita.
pjlitiche, ricostituiscono il libero governo cittadino
dettodel Secondo Popolo, 16-41 ; 52, 1-4 ; fanno rien-
trare i Guelfi ed i Ghibellini che vengono a pacc tra
loro, ).)-lT ; ma giunto, a richiesta dei Guelfi stessi,
il contc Gaido da Monteforte, con ottocento cava-
lieri, mandati da Carlo D'Angi6, i Ghibellini escono di
nuovo dalla c, mentre, offerta la Signoria dellac
stessa al detto Carlo, cominciano, per consiglio di
questo, che manda un suo vicario, a darsi un ordi-
namento decisamente guelfo (an. 1267), 17-37 ; 53,
53, 1-18 ; vanno con il Maniscalco di Carlo, fatto ca-
pitano della lega guelfa, e con Carlo stesso, giunto
in quei giomi a Firenze, airassedio di Poggibonsi c
lo costringono ad arrendersi, 21-30 ; muovono, con a
capo il detto Carlo, contro i Pisani e prendono loro
torri e fortezze e distmggono Porto Pisano, 33-35 ;
sconfiggono sotto il comando di Giambertaldo, vi-
cario di re Carlo, i Senesi che, capitanati dal loro
fiero nemico, Provenzano Salvani, erano andati con-
tro Lucca, e fanno prigioniero lo stesso Salvani che
viene fatto decapitare (an. 1269), 38-39 ; 54, 1-12 ;
riprendono ai Ghibellini ed alle Genti dei Pazzi di Val-
dirnD il castello d'Ostina e lo distroggono, 15-19 ;
tolgono insieme ai Lucchesi il castello d'Asciano ai
Pisani, 20-24 ; fanno pace, con la mediazione di Lucca,
coi Sei^i e, rius^ziti ad avere nelle mani alcuni ri-
bslli Ghi!)ellini cicciati finalmento da Siena, li fanno
decapitare (an. 1270), »4-86 ; 55, 1-7 ; neifc) st«9o
anno poi prendono ai Pazzi di Valdarao, che ouiti
nuavano coi Ghibellini a procurare loro fastidi, diic
castelli e li distruggono, e radono al suolo il cai>telIo
di Poggibonsi che s'era nuovamcnte ribellato, 9-17 ;
sconfiggono, insieme ai Lucchesi, i PtBani al foss»
Araonico e li costringono a far rientrare in c i Gaelfi
ed il conte Ugolino (an. 1277), 37-39; 56, 1-1 1 ;
fanno una lega coi Genovesi, coi Lucchcsi, coi
Pistoiesi e con altri comuni toscani contro Pisa e
mandano loro genti ad occupare tcrre dei Pisani
in Val d'Era (an. 1284), 60, 33-29 ; vengono ad ac-
cordi col conte Ugolino chc caccia da Pisa i Ghibd-
lini (an. 1284), 61, 14-18 ; lasciano senza alcuna
ri.sposta le richieste del vicario deirimperatorc P< -
dolfo (an. 1286), 62, 18-22 ; sdegnati pei danni ar
recati dai Ghibellini d'Arezzo a Montevarchi, vi-.iin"
coi collcgati contro Arezzo stessa c prendono c di-
straggono terre c castelli e fanno correrc il pali»'
avanti lc sue porte (an. 1288), 64, 2-8 ; corrono in
aiuto dei Guelfi di Arezzo, che erano stati messi fuori
della c. ed assediati poi in Cacciano, e prendono e dc-
vastano terre e castelli degli Aretini e doi Pazri fli
Valdarno, loro alleati, 18-28 ; vengono att.iccati da-
gli .\retini che, aiutati dalla lega dci GhibeUini, din-
neggiano Montovarchi e Figline e grungono dcv.i-
stando sino a .sette miglia dalle mura della c. 36- ir. ;
corrono in aiuto del principc Carlo, figlio di Carlo
d'Angi6, cui gli Aretini tentavano impedirc il passo, e
lo liberano ricevendo poi da questo, a segno di rico-
noscenza, la sua bandicra ed un capitano per la guerr.-\
contro i detti Aretini (an. 1289), 65, 25-31 ; muo\-"ii<i
coi collegati contro di questi e li sconfiggono in uiii»
grande battaglia nel piano di Campaldino
nel luogo detto Certomondo, e devastano e prendono
loro terre e castelli, 33-39 ; 66, 1-18 ; vanno cci
Lucchesi contro Pisa c prendono e guastano Caprona
e Valdicalci, 24-27 ; tentano invano d'impadronirji
d'Arezzo con •uno stratagemma, 30-37 ; tornano ad
oste contro Areizo, ne devastano il contado e poi
vanno contro il castello di Poppi che prendono c di-
struggono (an. 1290), 67, 25-29 ; vanno coi Genovesi
e coi Lucchesi contro Pisa e prendono e distruggono
le fortezze di Porto Pisano e della Meloria, 32-37 ;
avendo poi i Pisani tolto loro di fnrto Ponte ad Era,
riprendono contro i suddetti le armi, raa sono co-
stretti a tornare indietro per le mene dei Grandi
(an. 1291), 68, 24-32 ; prendono e distraggono il ca-
steUo di Ampinana, 69, 15-18 ; tornano con gli aiuti
degli amici contro Pisa e danno il guasto alla badia
di S. Savino ed al fosso Arnonico (an. 1292), 20-26 ;
costringono i Pratesi a consegnare un cittadino, reo
d'omiridio, che s'era rifugiato pr. di loro (an. 1293),
71, 17-23; versano al Vicario deirimperatorc A l-
b er t o d'Austria trentamila fiorini d'oro pcr
allontanarlo da Arszzo (an. 1294), 73, 24-27 ; ven-
gono confinati pr. di loro da Pistoia i capi ddledue
fazioni opposte, dei Bianchi e dei Neri, sorte in que-
sta c dalla scissione dcUa famiglia dei CanccUicri,
<~he provocano anchi; fra di loro, appoggiandosi i
prinaia* Cerchi cd i secondi ai Donati, la divisiour
k
[Fioreotiiii]
INDICE ALFABETICO
517
delle famiglie e del partito gnelfo dominante (an.
1300), 78, 38-42; 79, 1-44; 80, 1-41 ; viene fra
loro per ristabilire la pace tra le famiglie il card.
d'Acqjasparta inviato da Bonifacio VIII, ma inu-
tilmente, 81, 7-13 ; preoccupati del numero sempre
pitl crescente di risse cittadine mandano al confine
alcuni dei capi delle due fazioni, 15-40 ; 82, 1-3 ;
34-40 ; 83, 1-17 ; giunge fra loro come paciere, in-
viato da Bonifacio VIII, soUecitato dai Neri e dal ri-
belle bindito Corso Donati, Carlo di Valois, fratello
del re di Francia, ma contemporaneamente rientrano
in c. i Neri e Corso Donati stesso che, in mezzo a ro-
vine ed incendi, fanno le loro vendette, cacciando gli
avversari dagli uffici senza trovare alcuna opposizionc
(an. 1301), 20-24; 84, 24-44; 85, 1-13; faUiti altri
tjnt:itivi di pacificazione e perdurando le risse citta-
dino, i Bi.anchi vengono accusati dalla parte nera di
complotti contro lo Stato e vengono cacciati in bando
(an. 1302), 13-40 ; 86, 33-42 ; 87, 1-3 ; sedate poi le
lotte interne, vanno coi Lucchesi contro Pistoia, ove
si crano rifugiati i Bianchi cacciati da Firenze ed i
Ghiiiellini cacciati da Lucca, 6-13 ; nello stesso tempo,
poi, vmno ad oste contro Carlino dei Pazzi e contro
gli Ubaldini che, alleatisi coi detti Bianchi e Ghibel-
liui, .ivevano fatto ribellare alcuni loro castelli, e
danno il guasto alle terre di questi e riso'tomettono
i castsUi ribelli, 16-23, 26-34 ; respingono Tattacco
<li Soarpetta degli Ordelaffi da Forli, capitano dei
Bolognesi, venuto coi suoi in aiuto dei detti Bian-
chi e Ghibellini che tentavano di rientrare in
Firenze (an. 1303), 89, 1-17 ; acquistano, a mezzo
di Pazzino dei Pazzi, il castello del Montale e lo de-
moliscono, e riprendono coi Lucchesi la lotta contro
Pistoia, 25-34 ; respingono un nuovo attacco con-
tro la c. fitto dagli stessi Bianchi e Ghibellini, aiu-
tati digli alleati d'ogni parte procurati loro dal card.
da Prato, sdegnato contro Firenze pel faUimento
deUa sua missione di pace (an. 1304), 91, 19-42;
92, 38-49 ; 93, 1-41 ; viene loro tolto dagli Aretini il
castello di Laterina, 93, 43 ; 94, 1-6 ; riprendono
Mbnte Calvi e le Stinche, fatte ribellare dai Bianchi
e dai Cavalcanti, e ne distruggono i castelli, 14-21 ;
nomioaho loro capitano di guerra Roberto di Cala-
bria, primogenito di Carlo II, e vanno di nuovo sotto
il sao comando, insieme ai Lucchesi, contro Pistoia che
continuava a restare di parte bianca e Tassediano
(an. 1305), 95, 18-32; contemporaneamcnte poi ri-
prendono il castello d'Ostina fatto ribellare dai
Bianchi e lo distruggono, 34-36 ; prendono, dopo
lungo assedio, Pistoia e se ne dividono coi Lucchesi
U territorio (an. 1306), 96, 36-46 ; e partono poi con-
tro il castello degli Ubaldini di Monte Accinico in
Mugello, divenuto nido di Bianchi e di GhibeUini, e
lo prendono e distruggono, mentre ricostruiscono
invece quello di Scarperia, 97, 1-15 ; vanno contro
Arezzo, dove il card. Napoleonc Orsini stava racco-
gliendo contro di loro armi ed armati, ne danneggiano
il territorio e costringono il detto Card. ad aUonta-
narsi (an. 1307), 19-28 ; venpono a pace con Arezzo
e' poco dopo ancbc con gli Ubaldini (1308), 110,
31-33, 35-37 ; 102, 1-4 ; corrono in aiuto dei Neri, che
erano stati cacciati da Prato, e costringono i Pratesi
a farli rientrare ed a sottomettersi al Comune (an.
1309), 102, 33-38; vanno di nuovo ad oste contro
Arezzo per aver violato i patti di pace e devastano
il suo contado; 40-41 ; 103, 1-2 ; impediscono ai
Lucchesi di poter distruggere Pistoia, 5-12 ; inviano
aiuti al Card. Legato di Romagna per la guerra
contro i Veneziani, 15-18; vanno contro Volterra e
co3tringono i Volterrani ed i Sangiminianesi a tor-
nare tra loro a pace, 20-21 ; tornano a devastare Ic
terre deirArctino ; 25-32 ; accolgono onorevolmente
il Card. Legato di Romagna che, grato degli aiuti
inviati nella guerra contro i Veneziani, li assolve, col
consenso del pp., dalle scomuniche contro loro pre-
ccdentemente lanciate (1310), 104, 30-34 ; vanno
di nuovo, nonostante gli ordini in contrario mandati
loro dal nuovo imperatore, A r ri g o VI I d i
Lussemburgo, a dare il guasto alle terre di
Arezzo, 36-38 ; 105, 1-7 ; giungono pr. di loro gli
ambasc. deirimperatore, ma essi non vcngono punto
ascoltati, 7-10 ; giunge pr. di loro il re Roberto di
Napoli, 20-24, e certi quali erano di dover presto
combattere coU'Imperatore, stringono col detto Ro-
berto una lega e revocano il bando dei Guclfi (1311),
106, 27-31 ; sentendo che rimperatore avanzava
verso di loro, occupano per ragioni militari, insienie
coi Lucchesi, loro allcati, le fortezze di Samminiato
e di Volterra, 34-36 ; giungono nuovi ambasc. da
parte deirimperatore, ma vengono impediti persino
d'cntrarc in c, 39-41 ; mandano in Lunigiana il
Maniscalco di re Roberto con forze dell.i lega per
impedire il pasEO airimperatorc. 107, 5-7 ; intimati d.i
questo a mandare in Genova loro legati, con picno
mandato, rispondono ordinando ai loro concittadini,
dimoranti nelle terre deU'Impero, di rientrare im-
mediatamente in patria, 10-14 ; saputo che il Mani-
scalco deirimperatore aveva ordinato in Pisa la
confisca delle loro mcrcatanzie, mandano loro forze
alla frontiera pisana, 29-32 ; mandano insieme agli
alleati mille cavalieri in Roma pcr contrastare allo
Imperatore, unitamente alle forze degli Orsini e di
re Roberto, Tincoronazione (an. 1312), 108, 31-39 ;
contemporaneamente poi mandano altre forze a li-
berare il castello di Cerretello assediato dai Pisani, 40-
43 ; alla notizia che Tlmperatore si drizzava contro
di loro, mandano genti aU'Ancisa per impedirgli il
passo, ma vengono battute dalle forzc imperiali
che, guidate dai fuorusciti fiorcntini, riescono a gi-
rare lc posizioni e a prenderle alle spalle, 109, 18-29,
e informati quindi che rimperatore avanzava a
bandiere spiegate verso la c. e che s'cra accampato
a San Salvi, accorrono tutti armati aUe porte e, raf-
forzati dai viUani vcnuti dalle campagne, inalzano
barricate e steccati, 39 ; 110, 1-26 ; ricacciano con il
Maniscalco di re Roberto i Pjsani portatisi ad asfc-
diarc Certaldo, 35-39 ; molcstano con continue
guerriglie le forzc impcriali che, perduta la spcranza
di rivolgimenti ncirintcrno dcUa c, avevano tolto
il campo da San Salvi cd crano andate aSancasciano,
518
INDICE ALFABETICO
iriormtini]
111, 8-11 ; fanno prigioniera una brigata imperialc
inviata per vettovaglie e battono duramente le forze
del Ehica di Fiandra che s'allontanava per tomarsenc
s casa, 14-38 ; viene contro di ioro emanata daU'Im-
peratore, tomato a Pisa, solenne condanna negli averi
e nelle persone (an. 1113), 112, 10-14; giunge pr. di
loro lacopo Cantellini in qualitii di vicario del re Ro-
berto, nominato Signore per cinqtie anni, 113. 24-
34 ; occupano con le forze inviate da re Roberto stesso
i castelli dei Lucchesi di Valdamo e di Valdinievole
che si danno loro spontaneamente per non cadere
nelle mani dei Pisani e di Uguccione della Faggiuola
(an. 1314), 115, 18-24; fanno pace, per volonti del
principe Pietro, fratello minore di re Roberto, con
gli Aretini, 27-28 ; giunge fra loro, a seguito d'una es-
pressa richiesta, Filippo principe di Taranto, fra-
tello del re Roberto, col figlio Carlo e con cinque-
cento cavalieri (an. 1315), 117, 4-6 ; vanno con que-
sti in aiuto di Montecatini assediata da Uguccione,
ma, venuti con questo a battaglia, vengono scon-
fitti in un sanguinoso combattimento in cui muoiono,
insieme a molti Fiorentini, il prinripe Pietro, fratello
di re Roberto, ed il principe Carlo, figlio di Filippo,
9-35; 118, 1-8; pacificati, per volonta dello stesso
re Roberto, coi Pisani e coi Lucchesi, stringono con
questi una lega (an. 1317), 123, 32-39 ; inviano, in-
sieme ai Senesi ed ai Bolognesi, aiuti al re Roberto
in Lombardia per la guerra contro Matteo Visconti
(an. 1319), 125, 36-40 ; in conseguenza di che, Ca-
struccio signore di Lucca viene coi Pisani a dare il
guasto alle loro terre di Valdarno prendendo akuni
castelli (an. 1320), 126 ; 29-37 ; saputo poi che Ca-
struccio era andato verso Genova per farla ribel-
lare al re Roberto, muovono contro le sue terre della
Valdinievole, 39-40 ; 127. 1-5 ; si alleano col march.
Spinetta Malespini e vanno nuovamente ad oste
contro Castruccio, attaccandolo nella Lunigiana ed
in Valdinievole, mentre questi alla sua volta, alleatosi
con Pisa ed Arezzo, toma a dare il guasto alle loro
terre di Valdarno (an. 1321), 37-42; 128, 1-5; ricac-
ciano e disperdono i Ghibellini sbanditi che tenta-
vano di entrare di furto in Colle Valdehsa (an. 1322),
129, 24-27 ; nello stesso anno, poi, riprendono agli
Aretini dopo lungo assedio il castello di Camposelvole
in Valdambra, 130, 11-16 ; ristabiliscono la loro giu-
risdizione su Casaglia e suUe ville di Ampinana, 16-
20 ; vengono ad accordi cogli Ubaldini, 23-28 ; man-
dano, ad istanza di pp. Giovanni XXII, nuove forze
per la guerra contro i Visconti, 34-35 ; e mandano
aiuti ai Pistoiesi contro Castruccio, 131, 2-5, il quale
torna di nuovo a dare il guasto alle loro terre (an.
1323), 132, 12-15 ; accorrono con grande esercito
in aiuto di Prato, attaccato dalle forze delle stesso
Castmccio, che si salva fuggendo, in grazia dei Gran-
di che ne impediscono Tinseguimento, 18-29, e poco
dopo ritorna a devastare le loro terre senza trovare
resistenza alcuna, 133, 31-36 ; perdono il castello
di Trappola in Valdarno occupato, per tradimento
di alcuni dei casteUani, dai Pazzi e dagli Ubertini,
134, a-11 ; ricacciano da Fucecchio Castmccio che
aveva tent^fp d^impadronirsi della fortczza con uno
stratagemma, 25-35 ; chiedono aJ re di Francia cin-
quecento soldati nella speranza che essi non tradis-
sero come avevano fatto poco prima i friulani, 135,
1-4 ; mandano ordine al loro Capitano di lasciare il
castello di Carmignano da lui occupato (an. 1324),
136, 10-18 ; ricacciano e sbaragliano le milizie di
Castraccio venuto a far preda in Castelfranco di
Valdamo, 20-26 ; ottengono dagli Ubertini il ca-
stello di Lanciolina, 138, 14-20; fanno costraire in
MugeUo il castello di Vicchio, 22-24 ; tomano ed oc-
cupare Carmignano che si di. loro volontariamente,
30-33 : richiesti da Filippo Tedici, signore di Pistoia,
di aiuti per difendersi da Castraccio, mandano soUeci-
tamente forze a guardia della detta c, 139, 29-32 ;
sconsolati poi per la triste notizia della caduta di essa
in potere dello stesso Castruccio, nominano loro ca-
pitano di guerra Raimondo di Cardona, concedendo
a lui tutti i patti richiesti (an. 1325), 141, 17-24, e
con questo vanno ad occupare il castcUo d'Artimino
dei Pistoiesi e ne abbattono le mura, 26-30 ; muo-
vono con grande oste contro Pistoia e prendono,
nonostante Tuscita di Castruccio daUa c. con tulte
le sue forze, Montefalcone e Cappiano, 32-35 ; 142,
1-4 ; battono duramente Castruccio venuto a dare U
guasto a Prato ed a Carmignano, 17-20, ed, avuti gli
aiuti degli amici, gli prendono anche Altopascio,
30-33 ; ma poi, pei dissensi dcUe sette, che divide-
vano purtroppo anche i combattenti, non s'accor-
dano tra loro sul modo di proseguire le operazioni,
33-."9 ; e vengono quindi sorpresi da Castruccio,
che aveva ricevuto intanto aiuti dagli alleati, e ven-
gono sconfitti ad Altopascio in una sanguinosa bat-
taglia, 143, 1-27; Ca.stmccio riprende loro Altopa-
scio, Montefalcone, Cappiano e Carmignano e viene
a devastare il loro contado, 29-32; 144. 8-27; lo
stesso torna a saccheggiare le loro terre, in.sieme
ad Azzo Visconti che voleva vendicarsi deU'£iuto
da loro mandato in Lombardia per la gucrra contro '
i suoi, 29-37 ; preoccupati, quindi, rafforzano per mi-
sure di sicurezza Fiesole e San Miniato al Monte,
chiedono aiuto al re Roberto e nominano nuovo ca-
pitano di guerra mesrer Oddo aUora a servizio dei ,
Pemgini, 145, 4-7 ; ma Castmccio toma ancora
a depredare il loro territorio, 18-26 ; spintosi pero
sino pr. la porta della c. i cittadini corsi alla armli lo
ricacciano e mettono in fuga, 146, 23-25 ; deliberano
allora di dare per dieci armi la signoria della c.a Carlo
duca di Calabria figlio del re Roberto, 27-35 ; l47. 1-2;
e nominano capitano di guerra Piero di Narei di
Francia, 4-10 ; ma Castmccio torna tuttavia di nuo\t)
contro di loro, 15-22; 148, 15-19 ; giunge fra loro Gual-
tieri di Brienne, duca d'Atene, quale vicario di Carlo
duca di Calabria, signore di Firenze 148, 23-40 ; giunge
lo stesso Carlo con gran seguito di principi, bnroni e
milizie, 149, 15-40 ; 150, 1-3 ; ma con grave loro di-
sappunto il Duca non muove punto contro Castruccio,
5-11 ; Carlo parte da Firenze lasciando tra loro, romc
suo vicario, Filippo di Sanginetto (an. 1327), 154,26-
33; giunge fra loro Beltramo del Balzo con cinquecento
[Fiorentini]
INDICE ALFABETICO
519
cavalieri quale nuovo vicario del Duca di Calabria (an.
1328), 157, 18-24 ; vanno col detto Beltramo, fatto
loro capitano di guerra, a dare il guasto al territorio
di Pisa, dove si trovava allora Lodovico il Bavaro,
159, 28-32, ed a quello di Lucca, 33-37 ; fanno pace
coi Pistoiesi che acccttano tutte le condizioni loro
poste, compresa la cessione di vari castelli e la guardia
della c. (1329), 162, 14-22 ; e fanno pace coi castelli di
Valdinievole, 35-38 ; riprendono le ville d'Ampinana
in Mugello tolte loro dal conte Ugolino di BattifoIIe,
163, 10-13 ; muovono contro Montecatini, occupato
dalle masnade lucchesi.in violazione dellapacedi Val-
dinievole, e prendono Monte Vettolino, 16-23 ; vanno
col loro Capitano a devastare il territorio pisano,
giungendo sino airantiporto, e costringono i Pisani
a domandare la pace ed a concedere loro ed alle loro
merci larghe franchigie, 3-9 ; sdegnati per la vendita
di Lucca, fatta dalle truppe tedesche che Tavevano
occupata dopo lo morte di Castruccio, a Gherardino
degli Spinoli, tentano di far ribellare a questo il ca-
stcllo di Collodi, 26-39 ; viene data loro la guardia
di Serravalle per tre anni, 164, 2-6 ; tentano invano
di prendere di sorpresa il castello di Montecatini,
8-11 ; Gherardino degli Spinoli, signore di Lucca, to-
glie loro, con gli aiuti dei Pisani e del marchese Ma-
lespini, il castello di Uzzano (an. 1330), 165, 11-18 ;
mandati airaria alfine i tentativi, fatti dal detto Ghe-
rardino, di portare aiuto agli assediati di Monteca-
tini, riescono finalmente a costringere il castello
alla resa, 20-31 ; 166, 1-3 ; viene lolto loro il CEstello
di Buggiano dal Gherardino, 10-19, e per vendicarsi
allora di questo, chiesti gli aiuti dagli alleati.vanno ad
assediare Lucca accampandosi a mezzo miglio dalla c. ,
21-26 ; si danno loro spontaneamente alcune terre e
castelli dei Lucchesi di Valdamo, 32-33 ; 167, 1-2 ;
venduta Lucca dal predetto Gherardino a Giovanni
re di Boemia, viene loro notificata la cosa dagli am-
basc. di que.sto affinche piaces.?e di togliere rassedio,
168, 24-30 ; in seguito di che, dopo maturo esame de-
liberano di levare il campo e ritornano a Firenze,
30-35 ; saputo Tarrivo in Lucca, per la presa di pos-
sesso della c, del Maniscalco del detto re Giovanni
con ottocento cavalieri, lasciano anche Borgo di
Buggiano, Cozzile ed il castello di Buggiano stesso,
169, 30-35 ; Colle di Valdelsa, liberatosi dalla signo-
ria dei Tancredi, si da loro spontaneamente pren-
dendo capitano e podesta fiorentino, 170, 3-12 ;
il Maniscalco del pred. Giovanni, giunto appena a
Lucca, viene a devastare con le sue genti il loro
contado, 169, 35-43 ; scntendo quindi che lo stesso
re Giovanni era in Lombardia e che tentava di nnirsi
col legato pontificio di Bologna, stringono lega col re
Roberto contro il suddetto econtro quelliche s'uni^-
sero a lui (an. 1331), 170, 13-16 ; vanno in aiuto di
Barga assediata dalle genti del Vicario del detto Gio-
v.Tnni ma vengono purtroppo da essc affrontati e
sconfitti, 26-32 ; viene data loro per un anno la gusrdia
della citti di Pistoia e della fortezza-di Serravalle
e poi confermata per altri due anni, 171, 13-18 ;
vanno in aruto dei Pisani, assediati dai Ghibellini
fuorusciti, e costringono questi a ritirarsi , 172, 4-8 ;
deliberano di costruire sulle Alpi degli Ubaldini una
fortezza e di chiamarla, a segno della loro speciale
predilezione, Firenzuola (an. 1332), 172, 10-14 ;
stringono lega, insieme al re Roberto, coi Visconti,
coi della Scala e con altri Signori deiritalia setten-
trionale, contro Giovanni di Boemia e contro il B.i-
varo e contro tutti quelli che s'unissero a questi, 15-
24 ; mandano aiuti in base ai patti di questa lega,
nonostante i replicati incitamenti in contrario del Le-
gato pontificio, al Marchesc di Ferrara 173, 9-16 ;
vanno ad oste contro Lucca devastando lungo la via
Buggiano e Pescia, ma poi, venuti a mancare gli aiuti
degli alleati, sono costretti a tornare indietro {an.
1334). 176, 7-14 ; vanno di nuovo a devastare il ter-
torio di Lucca e rioccupano il castello d'Uzzano in
Valdinievole. 21-24 ; viene data loro la guardia del
castello di Pietrasanta (an. 1335), 177, 35-39 ; sa-
puto che Mastino della Scala aveva avuto, dal Vi-
cario di Giovanni di Boemia, Lucca, in cambio d'al-
tre terre da lui cedute, mandano a questo ambasc.
per ricordare che la detta c. spettava a loro in base
ai patti della lega, 118, 21-30 ; si danno loro sponta-
neamente alcuni castelli del Vescovado d'Arezzo al-
lora in mano dei Tarlati, 33-39 ; Mastino della Scala,
sdegnato per il loro rifiuto d'aiuto alla guerra che
egli voleva fare ai Bolognesi, manda ]e genti, che egli
teneva a Lucca, a devastare le loro terre, 179, 34-
44 ; 180, 1-7 ; vistisi allora cosl traditi dairalleato,
nominano, con grandissima Balia, sei ufficiali per prov-
vedere alle cose di guerra e quattordici per trovare i
denari occorrenti alla bi.sogna, 9-12 ; i CoIIigiani con-
fermano a loro Tincarico della guardia del castello
per altri tre anni (an. 1336) : 15-18 ; saputo che Pie
tro Saccone de' Tarlati d'Arezzo aveva chiesto genti
a Mastino della Scala per combatterli, e che queste
erano gia giunte a Forll, mandano loro forze per im-
pedire ad e.sse il passo, e ne mandano poi altre alla
frontiera d'Arezzo per la guerra contro gli Aretini,
21-26 ; vengono cacciati con inganno da Pietrasanta
da Mastino, 181, l-IO ; vanno ad oste insieme ai Pe-
rugini contro Arezzo devastando e saccheggiando ogni
cosa, 180, 29-38 ; Mastino manda a devastare Cer-
reto Guidi di Valdarno, 181, 29-32, inseguito di che,
essi stringono lega coi Veneziani contro il detto Ma-
•stino, 13-26 ; respingono e mettono in rotta pr. Sam-
miniato le forze di questo venute nuovamcnte a
danneggiare le loro terre, 32-38 ; 182, 1-2; ricostrui-
scono il castello di Laterina c vi lasciano proprie
forze per tenere a bada gli Arctini, 4-8 ; vanno con
grarde oste, al comando di Piero de' Rossi da Parma,
capitano della lega fatta con Venezia, a dare il gua-
sto al territorio di Lucca, e sconfiggono i Lucchesi
usciti contro di loro, prendendo a questi anche la
bandicra dello .stesso Mastino, 12-20 ; tomano con
Orlando de' Rossi da Parma loro capitano di guerra,
a devastarc e sacchcggiarc iil territorio di I.U(ca,
29-31 ; Piero df ' Tarlati.drtlo « Sacronc •, dk loro la
signoria di Arczzo, 183, 31-38 ; vengono n concoidia
coi Pcrugini, loro alleati, a riguardo di Arczzo c dei
520
INDICE ALFABETICO
[Fieretatiai]
caHtetli arctini (an. 1337) 184, 1-5 ; aderiscono
alla lega, da loro stretta con Venezia, contro i signori
della Scala, Aaizo Visconti e Luigi Conzaga, c poco
dopo anche Carlo figlio di Giovannj di Bocmia, 9-i8 ;
vanno nnovamente ad ostc contro Lucca e, dopo
avcr danneggiato Buggiano e Pescia c posto il campo
al Ceruglio, saccheggiano e devastano il suo contado
scnza trovare rcsistcnza alcana, 18-30; partecipano
attivamerite alle lottc, sostenutc dalla lcga contr i si-
gnori della Scala, a Padova, a Verona cd a Vicenza,
.12- 18 ; )85, ^--6 ; informati dagli ambasc. chc i Vene-
ziani avevano concluso la pace con Mastino della Scala
e che a loro, in hiogo di Lncca, coroe era nei patti,
erano state date le terre di Buggiano, Pescia ed AI-
topascio, tentano re.igire, ma poi sono costretti ad ac-
tettarc e danno quindi ordine al loro capitano, Jacopo
Gabrielli, di prendere possesso dei detti castelli (an.
1338), 28-39; giungono presso di loro ambasc. dci
Signori di Lombardia, facenti parte dclla lega con-
tro Mastino della Scala, per dolersi della pace con-
clusa con questo a loro in.saputa, 186, 33-35 ; man-
dano ambasc. al rc Roberto per domandare aiuti
contro i Pisani che avevano assediato Lucca (an.
1340), 188, 1-8, e, falltta questa speranza, mandano
per lo stesso motivo ambasc. anche aIl'imperatore
Lodovico il Bavaro, suscitando cosl i sospetti del re
Robcrto e caiisando quindi notevoli danni ai niimc-
rosi loro mcrcatanti sparsi nelle sue terre, 9-19 ; ca-
dute adunque le speranze di aiuti da parte di questi
due, decidono di andare in soccorso di I,ucca con
Ic sole forze dcgli amici che avevano potuto
raccogliere (an. 1341), 190, 11-15 ; ma partiti final-
mente col loro capitano di gnerra, Malatesta da Ri-
mini, invece di correre alla liberazione della c, pcr
dono il tempo, con loro grave disappunto, in vani
tcntativi di corrompere le milizie tedesche che Pisa
teneva airassedio della detta c. (an. 1342), 191,
15-35 ; mentre gli Ubaldini tolgono loro Firenruola,
Tirli e Monte CoIIareto, e, fanno ribellare molte al-
tre terre della regione, 192, 10-23 ; fallite poi le spe-
ranze di liberarc Lucca con intrighi, il loro Capitano
si decide finalmente a muovere con le sue forze alla
liberazione della c. assediata, ma purtroppo, dopo Iun-
ghe ed inutili schermaglie, torna indietro col danno e
la vergogna, 38 — 193, 1-22 ; scontenti allora pcr
tutte queste cose, nominano il Duca d'Atene, Gual-
tieri di Brienne, che, tomato in quei giorni, per in-
vito d'alcuni concittadini, in Firenze, aveva com-
battnto valorosamente nelle file del loro esercito,
Gonservatore, Capitano della gTiardia della c. e Capi-
tano di gucrra, 35-37 ; 194, 4-34, ed approvano poco
dopo, specie per grintrighi dei Grandi e di alcune
famiglie di popolani rafforza<e da tutta la gente mi-
nuta, la nomina di questo stesso a Signore della c,
a vita, 195, 29-40 — 196, 5-22; stanchi presto pcr6,
non solo per la sua politica fiscalc e per le sue cru-
delt&, ma anche per quella dei suoi ministri, scerdono
in piazza armati c lo costringono, dopo piii giomi di
asscdio, a Insciarc la signoria, mentre contempora-
neameate proccdono alla nomina d'una commissionc
di quattordici cittadini, alla qualc affidano Tincarico
di costituirc, insieme al Vcscovo, un nuovo govemo
(an. 1343), 205, 34-42 ; 206, 1-8 ; 207,24-40 ; 208, 1-6 ;
. costituito il govemo e rcprcssi infinc i tcntativi di
rivolta dclla gente minnta, tomano ormai liberi
ad occuparsi dircttamente dei loro affari intcmi ed
esterni e rcstituiscono al contc di BattifoUe, in ri-
conoscimento dci scrvizi resi loro nclla cacciata del
detto Ehlca, Ampinana, Moncione e Baldischio, 215-
26-39 ; 216, 1-28 ; 217, 14-15 ; delibcrano che Arczzo.
pagata Tin'ammenda per la stia ribellionc, resti li-
bera e che Pietrasanta passi invece al \'escovo di
Lvni 15-25 ; fanno nna imova pace coi Pisani non
ritencndo piii valida quella fatta con loro dal Duca,
27-34 ; fanno una lega coi Sencsi, coi Pcnigini c co-
gli .\retini, 218, 13-14 ; vengono ad accordi con Ma-
stino dcUa Scala su qucllo che egli dovcva amora
avere pcr la compcra di Lucca (an. 1344), 218, 15-20;
in risposta al Duca d'Atcne, chc rcclamava pr. il re di
Francia rapprcsaglie su loro, fanno una nuova lcKge
contro di lui, 220, 32-37 ; 221, 1-6 ; stringono Icp?.
col Vescovo d'Arezzo, 15-19 ; ricacciano i Pisani chc
avevano tentato d'impadronirsi con intrighi di Fu-
cecchio (an. 1345), 223, 35-40 ; 224, 1-3 ; vengono
nuovamentc ad accordi con Mastino della Scala fuI
suo crcdito ancora incsatto, 11-19; vengono deri-
mati da una spaventosa pcstilcnza, chc, dal marzo
al scttembrc, mietc fra loro numerose vittirae ascesc
nella sola c. a circa novantascimila (1348), 230, 9-3S ;
231, 1-2 ; 232, 1-29 ; vanno contro gli Ubaldini chc,
nonostante i prcccdenti ammonimenti, avevano spo-
gliato ed ucciso un mercante fiorentino, e li crjstrin-
gono a venire ad accordi ed a cedere loro i castclli
(an. 1350), 233, 18-27 ; 234, 25-34 ; muovono ad »ste
contro Prato. divenuto rifugio degli sbanditi fio-
rentini che devastavano le loro terrc, e, vcnuti ad
accordi col re Luigi e con la regina Giovanna di Na-
poli, signori del luogo, Tannettono al loro contado con
grande letizia di tutti (an. 1350), 234, 34-41 ; 235, 1-
6 ; vaimo ad ostc per le stesse ragioni contro Pistoia
e costringono i Pistoiesi a sottomettersi (an, 1351),
236, 2-12 ; assaliti da Galeazzo Visconti, nipote c
capitano dtlVA r c i v . Giovanni, signorc di Mi-
lano, che, partitosi con le snc genti da Bologna,
era vcnuto ad accamparsi a Peretola, nominano venti
cittadini affinchfe provvcdano ai fondi neccssari ed
altri qnattro ai quali affidano i gonfaloni e la difesa
della c, 18-38 ; 237, 1-27 ; inviano nuove gcnti a
rafforzare il presidio del castello di Scarperia in Mu-
gcllo chc il detto Galeazzo, tolto furtivamente il
campo da Perctola, s'era portato ad assediare, 30-
37 ; 238, 22-29 ; 239, 1-16 ; inviano ambasc. a N?poIi
per rincoronazione del re Lnigi e dclla rcgina Gio-
vanna (an. 1352), 241, 14-21 ; vengono a danneg-
giare Ic loro terre le milizie di ventura del conte Lando
che il Comune allontana, vencndo con essc ad accordo
c ver.-ando loro ver ticinqucmilr. fiorini (?n. 1353), 244,
36-41 ; 245, 1-10 : cominciano tra loro i primi p?Icsi
contrasti tra gli AlWrzi cd i Bicci, 12-23 ; in segnito »1-
rapprovazionc della leggc, presentatii dai partigiani
[Fiorentini]
INDICE ALFABETICO
521
dei Ricci, vietante ai Ghibellini ogni Tifficio pubblico ,
tornano a risorgere in mezzo a loro le fazioni cd a
riaccendersi, fra le accuse reciprocne, i dissidi e gli
odi (an. 1354), 246, 33-44 ; 247, 1-15 ; versano al-
rimperatore Carlo IV, che essi ritenevano sceso in
Italia per abbattcre il Signore di Milano e gli altri
tiranni lombardi, centoventimila fiorini, ma con loro
disappunto, vedono invece questi venire con essi ad
accordi e muovere poi, come nota con ironia lo Ste-
fani, a rifornire le sue casse esauste coi denari d'altri
Comuni toscani, 17-22; 24-30 ; dai Capitani di Partc
guclfa si comincia, in base ai poteri loro conferiti
con .-peciale legge, ad ammonire i cittadini, ritenuti
ghibellini, a non prendere piii, sotto minaccia di gravi
pene, alcun ufficio (an. 1357), 251, 12-37 ; tomano a
saccheggiare il loro contado le milizie di ventura del
conte Lando e del conte Broccardo che questa volta,
pcr6, per le loro ruberie, vengono dai contadini to-
scani e romagnoli sanguinosamente decimate (an.
1358), 252, 38-44 ; 253, 3-18; sdegnati per quanto
i Pisani avevano fatto contro alcuni loro concittadini
a Pietrabuona, vanno con Toste a depredare le loro
tene di Valdera (1362), 260. 32-45; 261, 1-13; ma
alla loro volta i Pisani vengono a dare il guasto e a
saccheggiare le terre di Campi e di San Donnino (an .
1363), 15-22; preoccupati degli strascichi che Tap-
plicazione della legge deirammonire lasciava dietro di
s6, viene fatta approvare, per proposta di Uguccione
de' Ricci, una riforma con maggiori freni (an. 1366),
263, 8-24 ; ma nonostante questo la serie dei citta-
dini ammoniti continua, 26-30 ; giungono lettere de-
gli ambasc. inviati pr. Urbano V che informano del-
rindignazione del pp. contro di loro per la mancata
promessa di lega contro Bemabi Visconti (an. 1367).
264, 3-5 ; 265, 1-5 ; 266, 1-7 ; mandano ambasc.
airimperatore Carlo IV, 8-9 ; 267, 1-2 ; pressati dai
reclami del detto imperatore e dalle milizie del Pa-
triarca d'Aquileia, venute da Lucca a devastare 11
loro contado, vengono con lui a nuovi accordi ver-
sandogli altri cinquantamila fiorini d'oro (an. 1368)
269, 3-5 ; 15-29 ; riusciti vani i tentativi di ricon-
durre airobbedienza Samminiato al Tedesco, vanno
col loro capitano di guerra, Giovanni Malatacca, ad
assediare il detto castello (an. 1369), 269, 37-38 ;
270, 1-16; scoppiano tra loro dissensi e brighe tra
gli awersari ed i partigiani della lega con la Chiesa,
18-27 ; viene ad accamparsi pr. Borgo a Cascina,
mandato da Bernab6 Visconti contro il loro esercito
che as.sediava Samminiato, Giovanni Acuto con la
^ua conipagnia, 37-38 ; 271, 1-3 ; muovono contro
le dette milizie, ma vengono battuti, 15-18 ; sgomenti
allora per la sconfitta, nominano nuovo capitano di
guerra, pr. Tesercito che continuava a tenere asse-
diato Samminiato, Roberto dei conti Guidi da Poppi,
33-26, ma preoccupati gravemente di vedersi soli, si
dccidono alfine ad acconsentire alla lega con Urbano
V contro Bernab6 Visconti, per stringere la quale
vengono subito inviati al pp. ambasc, 27-38 ; 272,
1-8 ; prendono finalmente Samminiato e, fatti pri-
gionieri quelli clie avevano maggiormente .spinto alla
resistenza, li mandano a Firenze dove vengono giu-
stiziati ed i loro cadaveri straziati dalla folla, 10-
40 ; 273, 1-3 ; mentre intanto l'Acuto, fallite le spe-
ranze di movimenti interni nella c, toglie il campo
dal loro contado e se ne ritoma in Lombardia, 271 ,
38 ; 272, 1-8, 273, 6-16 ; conchiusa la detta lega col
pp. mandano milizie in Lombardia contro Bernabo,
Visconti (an. 1370), 274, 18-22, il quale alla sua volta
manda genti contro di loro per la via di Sarzana
che per6 si sciolgono e disperdono lungo la strada per
mancanza di vettovaglie, 275, 25-28 ; i Capitani di
Parte guelfa riprendono, per opera specialmente di
Piero di Filippo degli Albizzi, salito ormai per la lega
con la Chiesa al sommo della potenza, la serie delle
ammonizioni, 267, 34-45 ; 277, 3-10 ; ed i Ricci co-
minciano a venire in odio della cittadinanza perchfe
esssi sembrano a questa aver fatto ormai tutto una
cosa cogli Albizzi (an. 1371), 22-24 ; 39-43 ; 278,
1-4 ; spauriti, quindi, i buoni uomini ed i mercanti per
Tunione che s'andava sempre piii stringendo tra ln
setta dei Ricci e quella degli Albizzi nei riguardi
deirammonire, parendo loro esser divenuti schiavi
di queste due sette, cominciano a ragionare tra loro
segretamente come uscire da qnesta servitil, 25-31 ;
279, 34-35 ; 280, 1-21 ; repressa poi airintemo la
protervia delle dne sette, nominano loro capitano
di guerra Obizzo da Monte Carugli e vanno contro gli
Ubaldini, che avevano ripreso a depredare i passanti
per le loro terre, e riescono a riprcndere finalmcnte
a questi Firenzuola, a togliere molti castelli e ad
avere inoltre nelle mani il conte Mainardo che fanno
decapitare (an. 1373), 286, 9-41 ; richiesti dal Card.
di Bologna [Noellet Gvglielmo (».)] e dairAbate di
Montemaggiore, \Puy (de') Gerardo card. (v.) signore
di Peragia, di un prestito di centomila fiorini in fa-
vore di Giovanni Acnto, rispondono di non essere
in grado di poterlo fare (an. 1375). 292, 17-28, ma
sapnto che il detto Acuto s'era mosso da Bologna
con la sua Compagnia diretto contro le loro tcrre e
che in Prato s'era tramato in suo favore, dccidono
di venire pel momento ad accordi diretti con hii,
29-35 ; il quale, poi, ricevuti da loro centotrentamila
fiorini, si ritira dal loro contado e, dopo aver fatto
scorrerie nel territorio dei Pisani e dei Senesi, esi-
gcndo altre taglie, se ne ritoma a Bologna, 35-38 ;
indignati allora per tutte queste cose, avvenute ad
opera, come essi ritenevano indubbiamente, dei due
pred. Pastori della Chiesa, stringono contro di essi
una lega coi Comuni della Toscana e con Bernab6
Visconti e nominano otto cittadini con grandissima
e piena Balia a far leghe, gucrrc e pace, 292, 39 ;
293, 1-11 ; 17-24 ; e per provvedere poi ai denari
occorrcnti per le spese, cni si doveva sottostare per
colpa dei detti Pastori, nominano appositi ufficiali
che dovessero imporre prestiti ai chierici ed alle
Chiese e vendcrne i beni, 11-16 ; 28-32 ; costituita la
lega, deliberano, sotto la direzione degli Otto di Balia
pred., d'iniziare la lotta per liberare le terre dal do-
minio della Chiesa ed inviano quindi a Perugia, ad
Orvieto, a Viterbo, ed in altri luoghi del Patrimonio,
522
INDICE ALFABETICO
[Fiorcnlioi |
loro cmissari che in breve snscitano in queste terre
rivolto e vi costituiscono liberi Comuni, 32-37 ; 294,
1-4 ; ma interventxto nella lotta Gregorio XI, chc in-
terdice Firenze e scomunica tutti i cittadini insieme
a quelli che in terre straniere osasscro ospitarli, pur-
troppo i loro mercanti sparsi pcl mondo, costretti da
questa scomunica ad uscire da quasi tutti gli Stati
con la rovina dei propri afiari, vengono gravemente
danneggiati, 4-20 ; non domi, per6, mandano, a mezzo
dei pred. Otto di Balia, loro segreti emissari anche a
Bologna per vedere di liberare anche questa c, dal do-
minio della Chiesa, 295, 19-24 ; e, saputo che
essa s'era ribellata finalmente ed aveva costituito un
governo libero, vi mandano loro ambasc. e milizie per
presidiarlo e per stringere con esso una lega, 26-29 ; no-
nostante Tinterdetto e la scomunicasi nota per6 in
tutti un fervore religioso maggiore di quando si tene-
vano le sacre funzioni tanto da far sembrare, come
dice lo Stefani, che si volesse quasi vincere ed umi-
liare il pp., 32-40 ; 296, 1-7 ; desiderosi alfine, per6, di
por termine alla guerra, mandano ambasc. al pp. in
Avignone per trattare la pace (an. 1376), 21-30 ; masa-
puto che essi erano stati respinti dal pontefice Gre-
gorio e che era stata inviata da questo contro di loro
una Compagnia di Brettoni, mandano in fretta loro
speciali Icgati a stringere nuove leghe coi Signori e coi
popoli vicini, e, nominato poi il Capitano di guerra,
lo inviano senz'altro con le forze della lega alla volta
dei minacciati confini, 30-39 ; 297, 7-15 ; s'assicu-
rano ralleanza e Tamicizia di molte Comunita sui
confini della Romagna, garentendo loro la liberta,
ma perdono per6, in questa stessa regione, la terra
di Portico, da tempo sotto la loro giurisdizione, senza
poter riuscire poi a riprenderla nonostante le forze
li inviate a questo scopo, 297, 34-41 ; 298, 1-31 ; a
togliere definitivamente il pericolo che i Brettoni
inviati contro di loro dal Pontefice (che essi ave-
vano, appena giunti presso Bologna, cominciato a
tenere abilmente a bada) potessero unirsi alla Com-
pagnia di Giovanni .\cuto, s'accordano coi Bolo-
gnesi per assoldarli essi stessi, prendendone ciascuno
una parte, 299, 19-31 ; 300, 7-16 ; e procedono quindi
senz'aItro, a mezzo dello Stefani, che si trovava al-
lora a Bologna quale ambasc, alla conclusione del
contratto d'arruoIamento della loro quota, 18-23 ;
cf. '■ CXI, 1-13 „ ; ma la Parte guelfa, dove s'erano
annidati gli oligarchi delle due sette cacciati dagli
uffici pubblici, approfittando dei danni e lutti por-
tati dalla guerra — che essa andava dicendo voluta
dagli Otto di Balia e dal governo popolano — ac-
centua la lotta contro di questi facendo colpire con le
ammonizioni, a mezzo dei suoi Capitani, le persone
ad essi piii notoriamente favorevoli, 25-35 ; ed a di-
sarmare ed a tenere meglio a freno gli avversari, poi,
tenta di far togliere il diritto di presentare petizioni
per fare dei Grandi e nomina in ogni quartiere suoi
confidenti e difensori in mezzo allo sgomento di tutti
i cittadini, 301, 6-12 ; 36-42 ; 302, 1-25 ; purtuttavia,
essi mandano nuove forze contro Giovanni degli Ubal-
dini, che seguitava a contraatare loro Portico, e contro
il conte Francesco di Dovadola suo cognato, che con
tinuava a fare scorrerie contro le loro terre, ma senza
poter neanche questa volta per6 riprendere Portic
e sconfiggere il Dovadola, 28-4! ; 303, 1-5 ; cf. " CXI,
17-24 ,, ; giunge tra loro a predicare la pace con la
Chiesa Caterina da Siena accolta dalla Parte guelfa
con ostentati onori (an. 1377), 306, 6-20, mentre i con-
fidenti, i difensori, i capi della Parte ed istigatori del-
Tammonire, s'insediano in mezzo a loro come bargel-
letti ed il numero dei cittadini ammoniti cresce quindi
ogni giomo piii, 307,22-43 ; 308, 1-13 ; 309, 1-12; ca-
sicchfe i Capitani della Parte stessa, poi, divenuti in se-
guito ad una riforma della sua costituzione signori as-
soluti di essa, tentano d'imporsi come tali anche suUa
c. e sui cittadini con terrore e sgomento di tutti, 36-
38 ; 310, 1-11 ; 22-41 ; nella speranza di poter porre
fine una buona volta alla guerra con la Chiesa, inviano
di nuovo ambasc. a Gregorio XI che, mediante i
buoni uffici di Bernab6 Visconti, possono iniziare fi-
nalmente coi Legati del Pontefice a Sarzana le desi-
derate trattative, 311, 3-6; awenuta poi la morte
di Gregorio e la nomtna di Urbano VI a suo succes-
sore, mandano subito nuovi ambasc. pr. di qviesto
per riprendere con lui le interrotte trattative (an.
1378), 26-39 ; 312, 1-39 ; 313, 38-45 ; 314, 1-5 ;
sbigottiti per6 i buoni uomini ed i mercatanti per
Taudacia dei Capitani pred., che avevano fatto am-
monire Giovanni Dini, uno degli Otto di Balia, ei
spauriti pel numero sempre crescente dei cittadiii-
ammoniti, cominciano a trattare tra loro scgreta-
mente ed a raccogliersi intorno a Salvestro de' Me-
dici, noto avversario della detta Parte e della lo^gi-
deirammonire. che doveva essere nel raaggio Gonfa-
loniere di Giustizia, 40-42; 315, 1-13; 22-40; 316,
1-30 ; salito airufficio di Gonfaloniere il pred. Sal-
vestro, subito i Capitani della Parte, che Tavevano
in sospetto e lo tenievano, cercano di disarmarlo ve-
nendo con lui ad accordi, 315, 13-22; 316, 33-43;
317, 1-3 ; ma, avendo poi questi stessi violato pocn
dopo i patti, Turto scoppia allor.n violento, in scguit
di che, a petizione del pred. Salvestro, vengono rist.i
biliti contro i Grandi per un anno gli Ordini di Giusti-
zia e vengono gli stessi privati d'ogni ufficio per
venti, 5-48 ; 318, 1-32 ; saputosi poi che la Parti
stava preparando la riscossa, il popolo e le Art:
corrono di nuovo alle armi e riversatisi nei vari quar
tieri danno alle fiamme le casc dei piu noti capi ed
istigatori della Parte stessa e della lcgge deirani-
monire, 40-41 ; 319, 1-45; 320, 1-20; sbaragliate, poi,
e disperse dal Podesta le turbe incomposte di popol.
minuto che, approfittando dei prcd. moti, s'eran'
date a saccheggiare Chiese e Conventi, e ristabilito
Tordine e la calma tra il popolo, viene nominata una
commissione di ottantuno cittadini affinch^ riveda le
ammonizioni dal 1354 in poi, revochi i bandi dei con-
finati non ribelli e proceda alla punizione dei colpe-
voli, 10-18, lavoro che la detta commissione inizia
immediatamente e continua poi sotto il nuovo Prio-
rato, entrato in carica otto giorni dopo col 1" luglio,
25-38 ; 321, 1-35 ; giungono finalmente tra loro let-
Fiorentini]
INDICE ALFABETlCO
523
tere degli ambasc. inviati a Roma, che animnziano
la conclusione della pace cou !a Chiesa, 322, 1-4 ;
mentre i miovi Priori sono intenti alla prosecuzione
dei lavori suddetti.scoppiano tra la cittadinanza nuovi
tumulti, in seguito ai quali gli operai piii umili del-
TArte della Lana, detti comunemente Ciompi, scesi
dapprima in piazza armati per reclamare una propria
Arte e propri consoli, si danno poi ad incendiare le
case del Gonfaloniere di Giustizia e di altri cittadini,
ritenuti loro avversari, e s'impadroniscono del po-
tere, ponendovi a capo il cardassiere Michcle Di
Lando da loro creato Gonfaloniere, 322, 4-43 ; 326
1-6 ; i buoni uomini ed i mercatanti, che ai primi
moti erano fuggiti in campagna, conosciuti i dissidi
scoppiati tra i Ciompi stessi ed il malgoverno che essi
stavano facendo di tutto, tornano in c. e, presi gli
accordi, scendono in piazza armati, insieme alle Arti,
e cacciano i Ciompi dal potere e dalla c. stessa, ri-
stabilendo il governo da essi abbattuto, che procede
senza indugio alla restaurazione deU'ordine ed alla
condanna dei responsabili dei perturbamenti pas-
sati, 332, 30-39 ; 337, 1-22 ; preoccupati poi per le
voci di scoperte di trame contro lo Stato e per le
numerose condanne ad esse seguite, nominano nna
commissione di trentuno cittadini per la pacificazione
degli animi, 338, 6-40 ; 341, 15-39 ; richiesti d'aiuto
da Bernab6 Visconti per combattere insieme le Com-
pagnie di ventura di Giovanni Acuto e del conte
Lucio, cui s'accostava anche quella italianadi S. Gior-
gio, non ritenendo il momento punto indicato per
guerre, mandano ambasc. al Visconti, come anche
ai due pred. condottieri, per ricondurli a pace tra
loro (an. 1379), 40-44 ; 342, 1-5 ; e vengono ad ac-
cordi poi con la Compagnia di S. Giorgio la quale,
dietro il versamcnto di diecimila fiorini, s'impegna
per un anno e mezzo di non venire contro le loro
terre, nfe contro quelle dei loro alleati, 5-15 ; assol-
dano, per maggiore sicurezza, le Compagnie deirA-
cuto e del conte Lucio, 345, 1-19 ; scopertesi nuove
congiure contro lo Stato che portano a niiove con-
danne, tornano i loro animi nuovamente a dividersi
ad opera specialmente di una certa setta che accusa
e biasfma il capitano, Cante de' Gabrielli, di eccessivo
rigore verso la gente minuta e di troppa larghezza e
longanimita invece verso quella ricca e potente, 343,
40-43; 344 1-40; 345, l-n ; 348, l-ll ; i Ciompi e
gli sbanditi fiorentini, di stanza a Siena, escono dalla
c. e tentano un colpo di mano :u Figline per muovere
poi di qua contro Firenze, ma il tentativo viene fru-
strato e, mentre quindi si manda a Siena un'amba-
sceria per dolersi della cosa, i colpevoli vengono im-
mediatamente processati e condannati dal Capitano,
il quale, purtroppo, suscita contro di s^, per le sne
condanne, anche questa volta, malumori e risenti-
menti non solo nella setta surricordata, ma anche
fra gli artefici che lo accusano e biasimano pubbli-
camente di parzialit^ verso i ricchi e i potenti, 349,
26-40, — 351, 1-40 ; scopertasi una nnovae piii vasta
congiura, contro lo Stato, ordita dai Ciompi e dai
Guelfi fiorentini sbanditi, in accordo con la brigata
di Carlo di Durazzo, accampata allora pr. Bologna,
vengono presi per sospetti di complicita, insieme ad
altri di famiglie poco note, Piero di Filippo degli AI-
bizzi, Cipriano di Lippozzo Mangioni, Bartolo di Gia-
como Siminetti, Filippo di Biagio degli Strozzi,
Donato de' Barbadori, Carlo Mangioni, Lorenzo di
Giovanni, Francesco di Simone e Giovanni di Piero
Anselmi, tutti confinati di famiglie ricche e potenti
che, mentre il popolo e le Arti si levano in armi re-
clamando insistentemente la loro coadanna a morte
vengono fatti tutti decapitare, 353, 35-41 ; 355, 20-4 1
— 360, 1-9 ; chiuse alfine le esecTizioni capitali e le
altre condanne minori, dai niiovi Priori, insieme ai
Consigli, si cerca con prowedimenti vari di ricondurre
la pace e la concordia tra i cittadini, 9-34 ; 361, 1-38 ;
362, 10-40 ; 365, 1-40 ; 366, 1-9 ; giunta notizia che
la Compagnia di S. Giorgio (cui s'erano uniti con le
loro genti Giannotto, Siniscalco di Carlo di Dnrazzo,
comandante della brigata di cui tanto s'era parlato
durante Tultimo processo per congiure contro lo
Stato, e Guglielmo Filibach) si trovava nel territorio
senese e minacciava di venire contro Firenze, nono-
stante i patti da essa firmati, mandano pr. di questa
come ambasc. il cronista Stefani per ricordare ad
essa i patti pred. e per riconfermarli per altri due
anni, 11-18 ; 38-39; 367, 34-40 ; ma la Compagnia di
S. Giorgio e le brigate di Giannotto e di Filibach, pro-
traendosi a lungo senza nna conclusione le tratta-
tive con i rappresentanti pr. di loro inviati, tolgono
il campo dal territorio senesc e muovono contro quello
fiorentino (an. 1380), 368, 34-42,369, 1-2; ed il pred.
Giannotto, che aveva nella sua brigata numerosi
Ciompi e sbanditi fiorentini, cui aveva promesso di
ricondurli in patria, fallite, per le sue pretese, le
trattative coi rappresentanti fiorentini, muove contro
Firenze spingendosi sino a circa due migiia dalla
c. danneggiandone il territorio, ma viene ricacciato
e battuto dal Conte Averardo, accorso con le lance a
soldo del C^mune da Malmantile, 19-41 ; 371, 11-29 ;
nominano loro capitano Giovanni Acuto con larga
provvigione che non riesce a tutti gradita, 39-48 ;
tornano gli ambasc, inviati pr. il Re di Ungheria
e pr. Carlo di Durazzo, per dolersi dei danni ar-
recati nel loro territorio da Giannotto, Siniscalco
di esso Carlo con la sua brigata, che riferiscono il
rammarico del Re c di Carlo e le loro assicurazioni
per l'awenire, 375, 40-41 ; 376, 1-15 ; giunge pr. di
loro il vescovo di Giavarino, inviato dal Re di Un-
gheria e dal pred. Carlo, per chiedere la conclusione
di una lega con Carlo stesso, contro la Regina Gio-
vanna, ed un prestito, ma non ottiene altro che buone
parole e vaghe promesse, 18-34 ; stringono lega coi
Senesi, coi Pisani e coi Luccnesi ed inviano lo Stefani
pr. i Bolognesi per sollecitare questi ad aderire alla
lega stessa, 36-40 ; 377, 1-4 ; mandano ambasc. a
Rimini pr. Carlo di Durazzo (vemito in Italia con
cinquemila Ungheri per essere incoronato in Roma
e mnovere poi contro la Regina Giovanna alla con.
quista del Regno) con ricchi doni che non vengono
per6 da Carlo pnnto accettati, 378, 6-14 ; il <}uale
524
INDICE ALFABETICO
[Pi«rcntiatUii']
Carlo, partitosi poi coi snoi Ungheri da Hiniini e impa-
dronitosi di Gubbio e d'Arezzo, mnove contro di
loro venendosi ad accampare nel contado, dove
viene raggiunto dagli ambasc. da loro inviati solle-
citamente, per venire con hii ad accordi, i quali
cominciano col fissare intanto «na tregtia di cinque
giorni, 379, 25-37 ; 380, i-ll ; giungono pr. di loro
ambasc. di Carlo coi quali iniziano, a niezzo degli
ambasc. gii inviati a Carlo stesso e di altri delogati
speciali, le trattative per gli accordi, 14-39 ; wngono
con questi agli accordi desiderati, che sono poi rati-
ficati da Carlo stesso, cui viene dallo Stefani ver-
sata la prima quota dei quarantamila fiorini a lui
promessi, nel detto accordo, a titolo di prestito, 39-
43 ; 381, 1-16, in seguito di che, Carlo e gli Ungheri
lasciano finalmente il loro contado, 16-20 ; ma ).'li Un-
gheri che, partitisi da Carlo, erano s1aii assoldati pei
Genovesi da Baldassarre Spinoli, impediti d'entrare
nel territorio della Repubblica dalle genti di Bemabi
6 Visconti, vengono di nuovo nel loro territorio per
tornarsene di qua nella loro patria, attraverto TAlpi
di Pistoia, 283, 22-39 ; vengono inviati pr. Timpe-
ratore Venceslao gli ambasc. in risposta alla le-
gazione da lui rime.ssa al Comune tre anni prima
(an. 1381), 389, 32-39 ; 390, 1-2 ; giungono lettere
da parte del pred. Carlo annunzianti la conqui-
sta del regno di Puglia e rimprigionamento della
regina Giovanna e dei suoi ministri e consiglieri,
3-9, in seguito di che fanno in generale grande alle-
grezza e decidono d'inviare, per rincoronazione della
regina Margherita, moglie di esso Carlo, una solenne
ambasciata, 9-24 ; approfittando delle disEenfcioni
scoppiate fra le sette cittadine e della critica condizio-
zione in cui si trova la c, viene a devastare ed a sac-
cheggiare il loro territorio, partendo da Arezzo, ove
si trovava a soldo del suddetto Carlo, Alberigo da
Barbiano con la sa Compagnia, portando poi via con
s6 persone e cose, 398, 13-39 ; giungono loro lettere
ed ambasc. da parte del r.uca d'Angi6. Reggente di
Francia, per annunziare Tarrivo in Italia, in aiuto della
regina Giovanna, del suo figlio Luigi, e per domandare
quindi il loro aiuto, cui essi, per6, rispondono con
vaghe promesse, rimettendo, poi, copia delle lettere
suddette alpp. ed al re Carlo, 411-27-48 ; 412, 1-8 ;
mandano ambasc. pr. il pred. re Carlo per trattare del
richiamo della Compagnia del Barbiano, accampata in
Arezzo, che continuava sotto la snia bandiera a pro-
curare loro fastidi (1382), 414, 35-39 ; giungono pr.
di loro ambasc. del pred. pcr regolare e portare via fi-
nalmente da Arezzo la Compagnia surricordata, per
ilcheessi versano loro fiorini ventiseimila, 415, 25-30 ;
saputo che il Duca d'Angi6 era gia giunto a Bologna
mandano a lui ambasc. a fargli visita e proffcrte, 417,
13-19 ; venuti a conoscenza che i Genovesi avevano
fermato le loro mercatanzie perch^ i Veneti non ave-
vano loro restituito Tenedo, di cui essi s'erano
fatti garauti, mandano agli uni ed agli altri loro am-
basc. per regolare la cosa, 419, 32-46 ; 420, 1-5 ;
richiesti da Urbano VI dei denari, che gli si dovevano
pel trattato di pace, per grintrighi d'una fazione
cittadina, partigiana della lega con il re Carlo, danno,
in conto di questi denari, tlie si dovevano al pp., ,
dodicimila fiorini a Gio^^anni Acuto affinchi questi,
lasciato Tufficio di Capitano di Giierra pr. di loro
vada invece a servizio drlta Chiesa in difesa dcl pp.
stesso, 420, 45-47 ; 421, l-ll ; vengono pr. di loro
ambasc. del re Carlo, per cercare, per vie strane, di
giungere con loro ad una lega contro il Dnca d'An-
gi6, che suscitano aspre contese tra i partigiani e gli
awersari di essa, 20-45; vengono rimessc loro copie
di lettere del Dnca d'Angi6, intercettate dai Bolo-
gncsi e da Bcrnab6 Visconti, nelle quali il detto
Duca informa i suoi ed il Govemo di Francia degli
aiuti dai Fiarontini inviati al re Carlo, e chiede, quindi,
che vengano fermati per rappresaglia i loro merca-
tanti e mercanzie, 421, 36-49 ; 422, 1-8 ; venuti
a sapere che era giunto in Italia il Sire di Cottchy con
gran seguito d'arinati in aiuto del Duca d'Angi6, no-
minano dieci cittadini affinch^ prowcdano nel mi-
glior modo alle necessita del momento (an. 1384),
429, 9-18 ; respingono per le discordie interne le
proposte loro fatte da Marco da Pietramala pcr I.i
ce.ssione d'Arezzo, ma saputo poi che in questa c.
cra entrato come Signore, coII'assenso di esso Marco,
il Sire di Couchy con la sua compagnia, messi in
allarme, danno piena Balia ai pred. Dieci cittadini
affinchi provvedano ai bisogni assoldando le tiuppe
che il caso richiedeva, 430, 5-16 ; proweduto ai de-
nari occorrenti alla bisogna ed airassoldaraento dt-lle
milizie, vanno, con tutte le forze che hanno potuto
raccogliere, contro Arezzo, 7-16 ; Castiglione ?rc-
tino si da loro di sua spontanea volontii, 18-20; il
Sire di Couchy, vistosi neirirnpossibilita di resistere,
viene con loro a patti e cede Arezzo per cinqueniila
fiorini, mentre contemporaneamente viene loro ce-
duta per ventimila anche la fortezza della c, che
lacopo Caracciol ■ teneva in nome di re Carlo, 23-39 ;
prendono possesso anche della fortezza di Casti-
glione aretino, 431, 18-20; viene loro consegnata
solennemente, in niezzo al tripudio di tutta la c,
Tinsegna del Comune d'Arezzo, 22-25 ; avendo saputo
chein Sienaerano stati "iustiziati alcuni loro conritta-
dini sospetti d'aver tramato per loro istigazione contro
lo Stato senese, mandano ambasc per giustificare
e chiarire la cosa, 432, 1-14 ; intimano a Marco di Pie-
tramala di consegnare loro le terre del Comune di
Arezzo, da lui abusivamente ritenute, ed, essendo.si
questi rifiutato, vanno contro di lui con le loro genti
e lo costringono a cedere, 26-35 ; mandano identiche
intimazioni ad Azzo degli Ubertini ed ottengono da
questo la restituzione del castello di Leone, 39-41 ;
v^ngono ad accordi con Bartolomeo di Maso da Pie-
tramala che cede al Comune di Firenze, che gli as-
segna un vitalizio, sei castelli del contado di Arezzo
(an. 1385), 435. 21-43 ; mandano ambasc. al Conte
di Virtii e stringono con hii una lega, 436, 6-11 ;
mandano ambasc. a Napoli per tentare di ristabilire
Taccordo e la pace tra re Carlo e il pp. Urbano \"I,
assediato a Xocera d.ille genti del detto Curlo, 15-21 ;
vengono ad accordi con Marco figlio di Piero Sac-
{Fiorentini^Pirenie]
INDICE ALFABETICO
525
cone de' Tarlati, a riguardo di alcnne terre del Co-
mune di Arezzo da lui ritermte, 437, 1-7 ; vengono
ad accordi con Siena su certe terre dello stesso Co-
mnne da qnesta ritennte e nominano poi, in accordo
con la stessa, il Comune di Bologna qnale arbitro
per la decisione su altre terre in contestazione, 18-29 ;
soUecitati da Roma, mandano ambasc. in Genova
pr. Urbano VI per pregarlo a tornare nella siia sede,
40-41 ; 438, 1-5 ; interpongono i loro buoni uffici
pr. il Conte di Orbino {sic) in favore di Francesco de'
Gabrielli da Gttbbio, 22-43 ; 439, 1-18 ; giungono
pr. di loro copie di lettere della Regina d'Ungheria ri-
guardanti la morte del re Carlo, 440, 6-26 ; ripercus-
sioni deirultime vicende drammatiche del detto
Carlo sulle sette cittadine, 29-41 : 441, 1-48 : 442,
1-38 ; V. anche Firenzs (Citta) ; [Comune).
FlORENTiNi BoRGOGNONE, 6 uelle liste dei Priori del 1312
febbraio-1313 febbraio, 114, 41.
FioRENTiNi Francesco, 6 Gonfaloniere di Giustizia (li-
ste 1340 dicembre-1341 dicembre), 190, 7.
FiORENTiNi 1'iERUccio, k nelle liste dei Priori del 1309
febbraio-1310 febbraio, 105, 34.
FlORENZA, I'. Firenze (Citti).
FiORiNO, comandante deU'esercito romano aU'assedio
di Fiesole sconfitto ed ucciso dai Fiesolani, 9, 24-26.
FlRKttZKlFiorenza] (Prospetto delle voci) : Abitanti, Al-
BERGHi, Anziani, Archivio di Stato, Arroti, Arti,
Badia, Balia, Bargello, Biblioteche, Borghi,
BuoNi uoMiNi, Campane, Capipopolo, Capitani, Ca
piTUDiNi delle Arti, Carceri, Carestia, Carroccio,
CittA, Compagnie, Comune, Conservatore, Con-
SIGLI, CONSOLI, CONIADO, CONVENTI, DlECI Dl Ba-
lia, Difknsore, Dintorni, Edifici Romani, Ese-
cutore degli Ordini di Giustizia, Estimo, Gon-
FALONIERE DI GlUSTIZlA, Gonfaloniere di Compa-
GNiA, Gonfalonieri di Leghe del Contado, In-
cendi, Inondazioni, Loggia di Piazza dei Priori,
LoGGiA Madonna d'Orto S. Michele, Magistra-
TURE, Mercatanzia, Mercati, Monache, Mona-
STERi, Monete. MortalitA, Mura, Ordini di Giu-
STIZIA, OSPEDALI, OtTO DI BaLIA, PaLAZZI, PaRTK
Guelfa, Piazze, PodestA, Ponti, Popoli o Par-
rocchie, Porte, Priori, Quartieri, Rettori,
Sesti o Sestieri, Signori e Signoria, Taberna-
coLi, ToRRi, Uffici, Vescovo, Vicario, Vie.
— (Abitanti), se ne ordina dal Comune il censimento
per potere procedere alla compilazione deU'Estimo
(an. 1379) 315, 20, 25.
— (Alberghi) Albergo della Corona, posto sulla
Via del Corso di S. Piero Maggiore, ric. 320, 2.
— (Anziani), cittadini el. in numero di dodici a far parte
del governo detto del Primo Popolo (an. 1250), 38,
1-3 ; soppressi con la cacciata di questo governo,
vengono poi di nuovo ricostituiti e chiamati a parte-
cipare al governo del Secondo Popolo (an. 1267),
52, 22 ; cf. " LXXIV, 25-35 ; LXXV, i-ll ".
— " (Archivio di Stato) cit., IX, 31, 32 ; XXI, 1 ;
CI, 1, s, 7, 20 ; CII, i-e ; CIII, i-9 ; CIV, 1-1 ; CV. « ;
CVI, i-e ; CVII, i ; CVIII, 1 ; CXI, 3 ; CXII, U ;
CXIII, 1-9 ; CXV, 1.5 ; CXVI, ii-is ; CXVII, / ".
Firenze (Arroti), savi cittadini aggiunti aUa Signoria,
vengono chiamati a partecipare, in ragione di due
per sesto, dopo la morte di Carlo di Calabria signore
della c, aUa compilazione, insieme coi Priori, delle
liste dei cittadini da imborsarsi pel Priorato (an.
1328), 158, 28-36.
— (Arti) Arti maggiori, qnante e quali esse erano,
51, 7-13 ; viene loro riconosciuto il diritto ad avere
propri consoli, gonfaloni e botteghe (an. 1266), 5-8 ;
colori e contrassegni dei loro gonfaloni, 8-14 ; otten-
gono il Priorato (an. 1282), 57, 27-34 ; 58, 1-5, 8-21.
Arte di Calimala, una deUe sette maggiori,
viene incaricata dal comune di curare, a mezzo dei
snoi consoli, di rifare in marrao la facciata della
Chiesa di S. Giovanni, Duomo deUa cittit, e di far
trasportare altrove le sepolture di essa (an. 1293), 71 ,
29 31 ; viene disfrutta dal fnoco la sua casa (aii.
1304), 92, 24-25.
Arte della Lana, una deUe sette maggiori,
viene incaricata dal Comune di procedere, a mezzo
dei suoi ufficiali, alla sollecita edificazione della
nuova, Chiesa dedicata a S. Maria del Fiore, e di curaie
che essa riesca degna del nome e deUe ricchezze della c .
(an. 1360), 256, 23-49 ; 257, 8-10 ; suo contrasto
con TArte minore dei Tintori, 386, 20-38 ; si leva
contro le Arti minori (an. 1381), 397, 21 ; e contro le
pretese degli sbanditi rientrati e dei Ciompi, 405,
43-45 ; 406, 1-4.
Arti Minori, si alleano con le maggiori ed ot-
tengono di potere anch'esse avere proprie case e
consoli ed il diritto al Priorato (an. 1289), 66, 18-23 ;
cf. " LXXXII, 8-35 ; LXXXV, 1-36 „ ; ne vengono
create altre tre portando cosi il loro numero da quat-
tordici, quali erano prima, a diciassette (an. 1378),
322, 5-9 ; 327, 5-7 ; viene soppressa una di queste
tre aggiunte per deliberazione del Consiglio deUe Ca-
pitudini deUe arti stesse, 335, 5-8 ; ne vengono -sop-
presse le altre due dal Consiglio di Balia per la ri-
forma del Governo (an. 1381), 397, 8-10.
Arte dei Beccai, una deUe quattordici mi-
nori gii da tempo riconosciute, sobillata daUe Arti
minori soppresse, scende in piazza armata contro
la Balia, ma viene subito ricacciata e dispersa (an.
1381), 397, 24-38.
— (Badia), viene fatto abbassare dal popolo il suo
campanile per pnnire i monaci degli atti di villania
fatticontro i messi del Comune (an. 1307), 98,29-31.
— (Balie) Balia del 1343, costitnita da qnattordici
cittadini e dal vescovo, Agnolo degli Acciainoli, no-
minati dal parlamento adnnato in S. Reparata, per
prowedere alla deposizione del Dnca d'Atene ed alla
costitnzione di nn imovo governo, 207, 24-40 ; elegge
il nnovo Podesti e nomina sei cittadini per reggere
con piena Balia, neirattesa deirarrivo di esso podesti,
U governo della cosa pnbblica, 208, 6-18 ; viene ad
accordi, a mezro degli ambasc. senesi, suirnscita
del Duca daUa c. e dal territorio e snUa definitiva
rinuncia che egli doveva fare deUa signoria deUa c.
stessa, 35-36 ; 209, 1-32 ; istuitisce il nuovo governo
chiamando a parteciparvi ugualmente Grandi e
Tomo XXX, p. I
3-1 ■
526
INDICE ALFABETICO
[Fir«DM]
Popolani, *0-«l ; 210, 1-9 ; risorti poi gli antichi
contrasti tra i due ordini t^nddetti, si decide, sno mal-
grado, a cacciare nnovamente dagli uffici i Grandi
ed a ricostituire il govemo popolano qnale era prima
del Dnca, 212, U-22.
FiRENZE (Balie) Balia dei. 1378, costituita da ottan-
tttno cittadini chiamati dal popolo per rivedere le
ammonizioni date dal 1354 in poi, ed a restituire agli
uffici quelli che a loro giudizio, sembrassero essere
stati ingiustamente ammoniti, 320, 10-15.
Balia del 1381 costituita dai Priori, dai Gonfa-
lonieri, dai dodici buoni uomini, dai Capitani di Parte
guelfa, dai dieci di Libert4 e dai Nove Consoli di
Mercatanzia, per fare dei Grandi e per escludere da-
gli uffici quelli che a loro sembrasse opportuno, 392,
1-8 ; loro decisioni al riguardo, 10-18.
— — NuovA Balia del 1381, costituita dai Priori
dai Gonfalonieri, dai Dodici buoni uomini, dagli Otto
della Guardia, da sei Capitani di Parte guelfa, da due
dei Nove Consoli di Mercatanzia, da due dei Dieci
di Liberti e da cinq uantadue cittadini, nominati
dal Parlamento, per riformare il govemo, 393, 25-
40-396, 9-45 ; provvedimenti e riforme da essa ap-
provate, 397, 1-41 ; 398, 1-10; critica dello Stefani
per alcune di queste riforme, 40-42 ; 399, 1-10 ; 402,
13-39 ; 403, 1-13 ; come essa eluse le richieste pre-
sentate dal parlamento, nuovamente convocato a se-
guito delle rivolte capitanate dai Grandi e dai Ciompi,
403, 15-45 ; 404-406, 1-30, come reagl, poi, alle ri-
chieste presentate dal nuovo parlamento convocato a
seguito delle nuove rivolte capitanate dai Ciompi e
dagli sbanditi rientrati, 408-411, 1-25. V. anche :
Firenze {Bargello) ; Fireme (Dieci di Balia) ; Firenze
(Otto di Balia) ; Firenze (Uffici).
— {Bargello), magistrato straordinario con larga Ba-
lia. V. Lando da Gubbio (an. 1316) ; Giovanni di Ban-
dino di Monte Granelli (an. 1378).
" (BlBLIOTECHE) BlBLIOTECA LaURENZIANA, pOS-
siede un codice del secolo XVI della cronaca dello
Stefani trascritto da Giordano Giordani (v), IX,
4-14 .,.
" BiBLiOTECA Nazionale, codici della cronaca
dello Stefani da essa posseduti, VII, 6, 10, 30, 31,
35-36; VIIL 27-28; IX, 19-25, 26-30, 31-32».
" Biblioteca Riccardiana, possiede un codice
della cronaca dello Stefani, IX, 15-18 „.
— (BoRGHi) BoRGO S. Apostolo, viene de%-astato dal
fuoco (an. 1115), 22, 31-33; e di nuovo (an. 1327),
153, 10-11 ; 4 danneggiato dall'inondazione (an.
1380), 382, 15-16 ; ric. 18, 26 ; 21, 11 ; 223, 9.
BoRGO Campo Marzio, vi s'inalza il tempio di
Marte. 11, 34 ; 17, 33.
BoRGO S. GiovanSi o Duomo, ric. 13. 35.
BoRGo S. Jacopo. ric. 21, 17, 21.
BoRGoS. LoRENZo, vi si adunano i mercatanti
e bnoni uomini per organizzare la rivolta contro il
Goverao dei GhibeUini e vi nominano a questo scopo
dei capipopolo (an. 1250), 37, 37 ; ric, 14, 35 ; 18,28.
BoRGO S. Nicol6. viene danneggiato dalla piena
(an. 1333), 174,21 ; e di nuovo (an. 1380). 382. 16.
FiRENZE (BoRGHi) BoRGO S. Paolo, ric, 18, 28, 2» ;
202, 32.
BoRGO Periglioso, e Pbdiclioso, pr. Ponte
alla Carraia, ric, 21, 20, 3.
BoRGO Di Piazza, ric, 21,21.
BoRGO S. PiERO, ric, 18, 28.
— (BuoNi UOMINI), cittadini prcposti in numero di
dodici alla direzione della cosa pubblica, in hiogo
degli Anziani, insieme al vicario di Carlo d'Angi6
(an. 1267), 53, 3-4 ; vengono sostituiti. con la ri-
forma attuata per consiglio del Card. Latino, daU'uf-
ficio dei Quattordici (an. 1280), 57. 3-6.
consiglieri segreti. in numero di dodici, dei Priori,
138, 3-4, 10-11 ; 212, 15-17.
— (Campane) Campana del Capitano del Popolo,
viene fatta suonare per chiamare alle armi il popolo,
che deve accorrere, al primo segnale, per inqnadrarsi
dietro i propri Gonfaloni e Gonfalonieri di Compa-
gnla, 38, 7-13.
Campana del Gonfaloniere di Giustizia,
chiama gli addetti alle esec^zioni di giustizia ed agli
abbattimenti ed alle demolizioni delle case ordinate
dil Gonfaloniere, 70, 28-28.
Campana del PodestX, suonata per chiamare
il popolo a parlamento per deliberare suUa cacciata
del Duca d'Atene e sulla costituzione del imovo go-
verno (an. 1343), 207, 25-26.
Campana del Palazzo dei Priori — Campana
grossa per la convocazione dei Consigli, viene in-
caricato della sua rimessa a nuovo il maestro Im-
bratta di Siena (an. 1322), 130, 7-10 ; viene rimossa
dal terrazzo del Palazzo e trasportata e collocata
suUa torre del Palazzo stesso (an. 1344), 221, 8-10 ;
se ne fa un'altra piii grande (an. 1373), 288, 11-12 ;
ric. 100, 26-27.
— Campana del Palazzo dei Priori — Campana Pltl
piccoLA, proveniente dal casteUo di Vernia, posta
sul terrazzo dove era prima la campana grossa,
chiama in caso di incendio i cittadini addetti allo
spegnimento di esso, 221, 10-19.
— (Capipopolo), nominati dai mercatanti e buoni
uomini, adunati in Borgo S. Lorenzo, per organiz-
zare e guidare la rivolta contro U govemo dei Ghibel-
lini (an. 1250), 37, 37 ; cf. " LXVIII, 3-21 ".
— (Capitani del PopoLo), V. Roberto da Lucca (an.
1250) ; Gabrielli (de') Cante di Jacopo da Gubbio (an.
1378, 1382): Alidugi (degli) Obizo da Imola (aa. J 381).
— (Capitani di Guerra), V. Guerra Guido (an. 1255) ;
Amerigo di Narbona (an. 1289) ; Roberto di Napoli duca
di Calabria (an. 1305) ; Balzo (del) Beltramo (aa. 1315,
1323, 1324, 1328, 1330, 1334) ; Raimondo di Cardona
(an. 1325) ; Oddo (messer) (an. 1325) ; Piero di Narsi
di Francia (an. 1325) ; Filippo di Sanginetto (132S) ;
Gabrielli {de') Cantuccio {an. 1331) ; Gabrielli (de') Ja-
copo (aa. 1335, 1338) ; Rossi (de') Orlando da Parma
(an. 1336) ; Lnpo Bonifazio da Padova (an. 1362) ;
Malatacca Giovanni da Reggio (an. 1369) ; Guidi (dei
conti) Roberto da Poppi (an. 1369) ; Obizzo da Monte
Carugli (an. i373) ; Rodolfo da Camerino (an. 1376) ;
Obizi (degli) Giovanni da Lucca (an. 1384).
[Firenze]
INDICE ALFABETICO
527
FiRENZE (Capitani di parte guelfa), sono preposti per
due mesi alla direzione della Parte, che nel 1267 st dk
una organizzazione autonoma con una propria casa,
statuto e capi, 52, 29-32 ; inviano ambasc. pr. Boni-
fazio VIII per pregarlo a mandare in Firenze un pa-
ciere per ristabilire la pace tra i Bianchi ed i Neri
(an. 1300), 81, 7-10 ; viene data loro facolti di potere
ammonire quei cittadini, che a giudizio della loro
maggioranza fossero ritenuti Ghibellini, di non pren-
dere piil, sotto minaccia di gravi pene, alcun ufficio
pubblico (an. 1358), 251, 12-25 ; si porta per maggiori
garanzie da sei a nove il numero dei Capitani inve-
stiti di questo potere (an. 1366), 263, 8-24 ; vengono
segnalati dalla Parte con speciali onori quelli che
maggiormente si distinguono per zelo neirammonire
(an. 1377), 305, 32-41 ; diventano signori assoluti
della Parte e tentano divenire tali anche di Firenze,
309, 36; 310, 1-5-8-11; sono temuti ed odiati dai
buoni uomini e dai mercatanti, 310, 10-14 ; 39-41 ;
314, 40-43 ; 315, 1-5 ; la reazione contro i loro ec-
cessi da parte del Gonfaloniere di Giustizia, Salvestro
de' Medici, e la rivolta popolare contro di loro e con-
tro la stessa Parte (an. 1378), 316, 34-43; 317, 15-
42 ; 420, 1-25 ; V. anche Firenze (Parte guelfa).
— (Capitano del Popolo), sua istituzione (an. 1250),
38, 4-7 ; suoi poteri e sua insegna, 7-12 ; v. anche
Firenze [Capitani del Popolo).
— (Capitudini delle Arti), collegi delle Arti e loro
capi, V. anche Firenze (Arti).
— (Carceri) La Bolognana, viene assalita dal popolo
in rivolta contro il Duca d'Atene e ne viene bmciato
e distrutto TArchivio (an. 1343), 206, 1-7.
Le Stinche, se ne inizia la costruzione (an. 1304),
94, 8-11; ragione del nome, 94, 17-19; viene as-
salita e presa dal popolo in rivolta contro il Duca
d'Atene e ne vengono liberati i detenuti (an. 1343),
205, 36-38 ; 6 di nuovo assalita e presa dal popolo
in rivolta contro la Parte guelfa (an. 1378), 320, 3-5.
— (Carestie) (an. 1285), 62, 14-15 ; (an. 1303), 89,
20-23; (an. 1311), 106, 27-29; (an. 1316), 123, 28-
30; (an. 1322), 130, 28-31; (an. 1329), 160, 16-18 ;
(an. 1349), 230, 11-15; (an. 1368), 268, 37-41 ; (an.
1374), 290, 5-13 ; (an. 1384), 434, 19-29.
— (Carroccio), sua descrizione, 32, 10-23 ; viene por-
tato contro i Senesi, 9-10 ; cade con la Martinella
nelle mani di questi nella battaglia di Montaperti
(an. 1260), 47, 38-39 ; viene condotto parato a festa
incontro al Card. Legato di Roraagna (an. 1310),
104, 33 ; viene nuovamente preso dal nemico, Ca-
struccio Castracani, nella battaglia di AItopa.scio
ed esposto dal vincitore in Lucca al pubblico dileggio
(an. 1325), 145, 28-34.
— (Chiese) Chiesa dei Frati Minori, vi si adunano
i mercatanti ed i buoni uomini in rivolta contro il
Governo dei Ghibellini per consigliarsi e per delibe-
rare sul da fare (an. 1350), 37, 35.
" Chiesa d'Ognissanti, vendita fatta dal suo
Preposto, Pietro da Calesandria, a Coppo Stefani,
padre di Marchionne, di alcune case poste nel popolo
di S. Spirito (an. 1318), CI, 14 „.
Firenze (Chiesb) Chiesa di S. Domenico, viene eretta
per iniziativa e per ordine del Card. Latino, venuto
in Firenze per ristabilire la pace tra i Guelfi ed i
Ghibellini, che pose la prima pietra (an. 1280), 56,
29-32.
Chiesa di S. Felice, ric, 322, 34.
Chiesa di S. Firenze, vi si aduna il popolo in
rivolta contro U Governo dei Ghibellini per consi-
gliarsi e per deliberare sul da fare (an. 1250), 37,
30 ; ric, 33, 14.
Chiesa di S. Frediano (Friano), ric, 322, 35 ;
333, 32.
Chiesa di S. GiORGio, ric, 333, 32 ; 343, 9.
Chiesa di S. Giorgio a Camaldoli, ric, 343, 9,
Chiesa di S. Giqvanni Battista, detta anche
DuoMO, che la leggenda ritiene Tantico tempio di
Marte, viene consacrata e dedicata dal Vescovo Ono-
rio, che per primo converti i Fiorentini al Cristiane-
simo, 13, 18-30 ; si decide dal popolo, in accordo col
Vescovo, che essa dovesse essere la maggiore e la
principale delle chiese nella quale soltanto si potesse
e si dovesse dare il battesimo ; 14, 39-42 ; 15, 1-4 ;
vi vengono poste avanti la porta due colonne, avute
in dono dai Pisani, 22, 1-4 ; vi si adunano i Guelfi,
35, 27-28 ; si delibera che le facciate vengano fatte di
marmo, che vengano da essa rimosse le sepolture, e si
aifida Tincarico deU'esecuzione di questi ordini al-
rArte di Calimala (an. 1293), 73, 29-31 ; vi si fanno
le porte di metallo (an. 1331), 170, 12.
— — Chiesa di S. Lorenzo, antica sede del vesco-
vado, ric, 14, 35 ; 15. 6-7 ; 18, 21 ; 20, 26 ; 343, 7-23.
Chiesa di S. Lorenzo della Certosa, dove c
quando essa sorse, 37, 15 ; vi viene ospitato il Card.
del Fiesco di passaggio per Firenze (an. 1380), 374,
25, ric. " CVII, 30 „.
Chibsa di S. Michele Berteldi, vi si adunano
i Ciompi per consultarsi, per organizzare la rivolta
e per preparare le richieste da presentare alla Balia
(an. 1381), 407, 5 ; ric, 322, 40.
Chiesa di S. Miniato, sorta nel luogo ove il
Santo, che le dette il nome, visse a lungo in vita soli-
taria e di penitenza e fece i suoi miracoli, 12, 37 ;
13, 3 ; vi si converte, a seguito di un miracolo, S.
Giovanni Gualberto, 21, 30.
Chiesa di S. Nicol6, vi vengono ospitati, per or-
dine del Card. NiccoI6 da Prato, i delegati venuti in
Firenze per regolare la pacificazione dei Ghibellini
e dei Bianchi coi Neri (an. 1304), 91, 20.
Chiesa di S. Paolo, ric, 333, 32.
Chiesa di S. Piero Gattolini, ric, 214, 26.
Chiesa di S. Piero Maggiorb, ric, 81, 88, 25 ;
322, 42.
Chiesa di S. Piero Scheraggio, vi si adunano
per deliberare sul da fare i congiurati contro roli-
garchia e tirannia delle due sette degli Albizzi e dei
Ricci (an. 1372), 280, 37 ; 281, li-s!6; vi si aduna
per invito dei Priori il Consiglio delle Capitudini
delle Arti, per decidere in merito ai Ciompi entrati
nel Priorato (an. 1378), 335, 1-5 ; ric, 334, M.
Chiesa di S. Pulinari, ric, 323, 2.
528
INDICE ALFABETICO
[FirMut
FiKBNZB (Chibsb) Chibsa di S. Romolo, ric, 334, IS.
Chibsa di S. Salvatore, viene fatta riedificare
dal vescovo S. Zenobio e dedicata a S. Reparata, 14,
28-31.
Chibsa di S. Ambrogio, annessa al monastero
di monache, avvenimento strepitoso quivi accaduto
il giorno di S. Firenze (an. 1229), 32, 33-37 ; 33,
1-3 ; ric, 322. U ; 333, 84.
Chibsa di S. Candida, pr. la porta S. Croce
fnori le mura, dietro la quale si seppellivano, sino
al 1373. > giustiziati, 12, 39-40.
Chibsa di S. Croce, dei Frati Minori, se ne inizia
la costruzione (an. 1294), 72, 27-28 ; ric, 343, 11.
" Chibsa di S. Maria dkgli Angeli, ric, CVII,
31 ,..
Cbiesa di S. Maria in Campidoglio, ric, 10, 21.
Chiesa di S. Maria del Fiore, se ne ordina la
costruzione in marmo, nel Inogo deirantica Chiesa
di S. Reparata, gii Duomo della citta, ma sru piii
larghe basi (an. 1294), 73, 18-22; si ordina nuo-
vamente dal Comune di procedere alla costruzione
di essa (an. 1360), 256, 26-29, e si da incarico al-
TArte della Lana affinchfe provveda, a mezzo dei
suoi ufficiali, chfe e.ssa riesca degna del nome e della
ricchezza della citti, 256, 29-43 ; 257, 8-10.
— Chiesa di S. Maria Novella, vi si tiene il parla-
mento che d4 piena Balia a Carlo di Valois per
la pacificazione dei Bianchi e dei Neri (an. 1301),
84, 29-30 ; vi prendono stanza gli Otto di Balia del
popolo di Dio, nominati dai Ciompi, per controllare
Toperato dei Priori (an. 1378), 330, 19-40 ; 331,
4-6 ; i pred. Otto vi organizzano la loro lotta contro
i Priori, 331, 37-39 ; 333, 17-42 ; 334, 1-35 ; cappella
fatta quivi costruire ed ornare dal vescovo della
citti, Agnolo degli Acciaiuoli, 330, 21-23 ; ric,
343, 10.
Chiesa di S. Maria del Tempio, vi .si comin-
ciano a seppellire dopo il 1373 i giustiziati, 12, 42.
— — Chiesa di S. Reparata, eretta e consacrata, nel
luogo dove era prima Tantica Chiesa di S. Salvatore,
dal vescovo S. Zenobio, in ricordo della vittoria delle
armi romane, riportata a Fiesole sui Goti nel di di S.
Reparata, 14, 28-31 ; si inizia la fondazione del suo
Campanile (an. 1334), 176, 16-18 ; vi si adunano i
Grandi ed i Popolani a parlamento per eleggere i
cittadini che dovevano provvedere per la cacciata
del Duca d'Atene e per la costituzione del nuovo go-
verno (an. 1343), 207, 25 ; si delibera di costruire nel
sno posto la Chiesa di S. Maria del Fiore, nuovo
Duomo della citti, 73, 18-22 ; 256, 26-43 ; 257, 1-8.
Chiesa di S. Trinita, ric, 285, 35.
Chiesa di S. Spirito, ric, 320, 7.
Chiesa di S. Stefano, ric, 18, 15.
— (CittA), sna favolosa origine e fondazione per opera
di Cesaree degli altri principie baroni romani, Fiorino,
Macrino, Albino, Gneo Pompeo e Marco, 10, 3-11,
S-15 ; viene chiamata Fiorema in ricordo di Fiorino,
il comandante deII'esercito romano, morto qua
combattendo contro Fiesole, che aveva fatto inalzare
i prinu edifici di essa, H-13 ; viene posta come Roma
e come questa viene fomita di acquedotti, di mura
di cinta e di una fortezza mastra detta Campidoglio,
13-22; si p>ermette ai Fiesolani di potervisi stabilire,
4-6 ; 11, 22-23, vi vengono ad abitare, oltre la quasi
totaliti dei Fiesolani, molti Romani, nobili e non
nobili, sia perchi mandati qua espressamente dal
Senato, sia anche di loro volont4, 10, 'i2-24 ; 11, 1-4 ;
come sorse la sua arma del giglio bianco in campo
vermiglio, 6-11, 18; visite e munificenze di Cesare e
degli Imperatori Augusto e Tiberio, 12, 3-15 ; viene
ad abitarvi per qualche tempo, spinto dalla fama
della sua bellezza, rimperatore Decio che vi per.se-
guita i Cristiani, dimoranti nei suoi pressi, facendo
raartirizzare S. Miniato e molti altri (an. 252), 31-38 ;
13, 5-8 ; h assediata dai Goti condotti da Rodasio
{sic), che viene poi sconfitto pr. Fiesole, 14, 21-26 ;
viene, secondo la leggendaria narrazione dello Ste-
fani, assediata e pre.sa da Attila che la da alle fiammc
(an. 450), 15, 34-44 ; 16, 1-20 ; 17, 23 ; soUecitato
dagli stessi Fiorentini che, finite le invasioni barba-
riche, volevano ricostruire la loro patria, Carlo Ma-
gno ne ordina la riedificazione e vi invia allo .scopo
quattro nobili e savi Romani, 18, 4-6 ; viene rio-
struita, secondo i piani fissati dai Romani pred., u
cinta di mura, munite delle relative porte, 12-35 ; c
visitata da Carlo che, ammirato dell'ordine e della
bellezza di essa, vi fa costruire a sue spese una nuova
Chiesa, dedicata a S. Apostolo, e la dichiara inoltre
pienamente libera, 19, 10-18 ; vi si inizia la costru-
zione della seconda cerchia di mura, inchidendo^-i i
nuovi borghi formati dai nuovi abitatori, venuti n
stabilirsi qua per lo sviluppo sempre crescente di
essa, 20, 20-36 ; quartieri e relativi borghi annessi nei
quali essa viene ripartita e famiglie nobili di ciascuno
di essi (an. 1078), 21, 1-22 ; vi viene devastato dal
fuoco Borgo S. Apostolo (an. 1115), 22, 31-32, e piii
tardi case e botteghe pr. Ponte Vecchio ed in S.
Martino (an. 1177), 24, 33-36; vi cade a causa di
un'aIIuvione Ponte Vecchio, 25, 4-6 ; vi giunge Tlm-
peratore Federico I (an. 1186), 35-38 ; a causa della
lotta deirimpero con la Chiesa vi si trapiantano il
partito ghibellino e quello guelfo, dividendo cosi la
maggior parte delle famiglie in due campi awersi,
28, 6-32 ; vi viene ucciso, per vendetta privata,
Buondelmonte dei Buondelmonti, in seguito di che
i due pred. partiti scendono a lotta sanguinosa fra
loro (an. 1215), 29. 5-40 ; vi viene costruito Ponte
Nuovo (an. 1220), 30, 5-6 ; fe nuovamente danneg-
giata dal fuoco (aa. 1232 e 1234). 33. 6-9, 24-2 7 ; vi
vengono fatte lastricare le vie e dal Podesti Ruba-
conte viene fatto costruire un nuovo ponte, che
prende poi il suo nome (an. 1236), 34, 7-12 ; vi si
riaccendono le lotte civili, 14-38. e gli aiuti, inviati
dall'Imperatore Federico II ai GhibeUini, permettono
a questi di poter cacciare i Guelfi, di abbattere le
loro case e le torri e di impadronirsi del potere (an.
1248), 35, 11-35 ; 36. 1-3 ; danni e rovine ad essa
arrecate dalle continue pioggie (an. 1250), 38, 9-20 ;
dal Governo del Primo Popolo, costituito dai mer-
catanti e dai buoni uomini, che si erano ribellati ai
[Firenze]
INDICE ALFABETICO
529
Ghibellini e li avevano deposti dal potere, vengono
fatti rientrare i Guelfi e vengono costretti i dne par-
titi alla pace (an. 1250), 37, 36-40 ; 39, 15-22 ; vi
viene fatto costruire un nuovo ponte che viene
detto " a S. Trinita ,,, 41, 1-5; vi si batte per la
prima volta la moneta d'oro detta " Fiorino „ (an.
1252), 29-32 ; ne vengono cacciati i Ghibellini, accasati
di segrete trattative con Manfredi a danno dello
Stato, e vengono a furia di popolo abbattute le loro
case (an. 1258, 44, 2-0 ; vi viene fatto decapitare
TAbate di Vallombrosa sospetto di trame coi Ghi-
bellini, 19-22 ; viene interdetta, 22-2 i ; vi viene re-
cinto di mura il sesto d'OItramo, 26-30 ; in seguito
alla sconfitta di Montaperti ne escono i Guelfi e vi
rientrano i Ghibellini che fanno le loro vendette ab-
battendo torri e case degli avversari (an. 1260), 48,
1-22, 24, 25, ma, questi, sconfitto e morto Manfredi ai
Benevento, sono costretti di nuovo ad uscirne (an.
1266), 51, 30-31 ; 52, 3-6 ; con la costituzione del
nuovo Governo del popolo vi rientrano gli uni e gli
altri (an. 1267), 15-17, ma airarrivo del conte Guido da
Monteforte, inviato da Carlo d'Angi6, re di Puglia,
con ottocento cavalieri in aiuto dei Guelfi, i Ghibel-
lini tornano di nuovo ad uscirne, 20-31 ; vi giunge il
Vicario di re Carlo, 53, 1-3 e vi giunge poco dopo lo
stesso Carlo, accolto con grandi onori, quale Signore,
che vi si trattiene vari giorni, 21-36 ; vi cadono, per le
gran pioggie e per lo straripamento deirArno che Tal-
laga, facendo vittime e danni, i ponti a S. Trinita
ed alla Carraia (an. 1269), 54, 25-30 ; vi si ferma
per qualche giorno Gregorio X, (con Carlo d'Angi6
e con rimperatore di Costantinopoli, diretti con lui
al Concilio di Lione), per tentare la pacificazione dei
due partiti e far rientrare quindi i Ghibellini, ma,
sdegnato poi pel contegno fazioso dei contendenti, se
ne parte improvvisamente interdicendola (an. 1273),
55, 21-36 ; vi viene per ristabilire la pace negli animi,
inviato da Niccol6 III Orsini, a seguito di istanze
del popolo, il Card. Latino (an. 1279), 56, 14-26, il
quale riesce finalmente, dopo lunghe trattative, a
riconciliare i due partiti e a far rientrare i Ghibellini
sbanditi, 28-37 ; vi si inizia, per ordine dello stesso
Card., che pone la prima pietra, la costmzionc della
Chiesa dedicata a S. Domenico, 29-32 ; viene di nuovo
danneggiata dalla piena ed oppres.sa da una grande
carestia (an. 1282), 58, 33-36, e (an. 1284). 60, 18-20;
62, 15-16 ; vi vengono afiossati e .steccati i cinque
sesti al di qua deirArno e vi si fanno le relative porte
(an. 1284), 61, 21-25 ; vi si costruisce la loggia d'Orto
S. Michele per la vendita del grano e delle biade,
61, 26-2 7; vi giunge il Vicario deirimperatore Ro-
dolfo, Prinzivalle del Ficsco (an. 1286), 62, 18-1» ;
viene di nuovo danneggiata dal fuoco (an. 1288),
63, 10-18, e dallo straripamento deirArno, 64, 30-
84 ; vi si procede da parte di Baldo dei Ruffoli, primo
Gonfalonierc di Giustizia, alla prima esecuzione di
giustizia contro i Grandi, in base agli Ordini allora
;)pprovati, facendo abbatterc le case «lei Galli, 71 ,
10-13 ; vienc di nuovo danneggiata dal fuoco (an.
1293), 15-26 ; vi si ordina c vi si inizia, a mezzo dei
Consoli deirArte di Calimala, espressamente incari-
cati dal Comune, il rifacimento in marmo delle fac-
ciate della Chiesa di S. Giovanni Battista, allora
Dnomo, e la rimozione delle sepolture che in essa si
trovavano, 28-31 ; si inizia la costruzione della nuova
grande Chiesa dei Frati Minori detta di S. Croce
an. 1294), 72, 27-28 ; vi si ordina e vi si inizia la co-
struzione in marmo e ringrandimento della Chiesa
di S. Reparata e si decide di dedicare e chiamare la
nuova Chiesa cosl ricostruita " S. Maria del Fiore „,
73, 38-2 1 ; vi si ordina e vi s'inizia la costruzione del
Palazzo dei Priori (an. 1298), 76, 38-40, e vi si inizia
la costruzione del terzo cerchio di mura (an. 1299),
77, 32-38 ; ma improwisamente vi sorgono le fazioni
dei Bianchi e dei Neri, venute da Pistoia, alle quali
si pongono a capo rispettivamente i Cerchi ed i Do-
nati, che fanno riaccendere furiosamente le lotte
intestine (an. 1300), 79, 28-44 ; 80, 1-41 ; vi giunge,
inviato da Bonifacio VIII per riportare la pace, il
Card. d'Acquasparta, 81, 7-13, ma le risse conti-
nuano furiose, 15-34 ; ne vengono allora cacciati in
bando alcuni dei capi delle due fazioni, 82, 34-40, e
vi giunge poi, quale paciere, inviato dallo stesso Bo-
nifacio sollecitato dai Neri, Carlo di Valois, fratello
del Re di Francia (an. 1301), 84, 23-31 ; ma vi rien-
tra per6 nello stesso tempo, senza trovare alcuna op-
posizione, lo sbandito Corso Donati, con tutti i suoi
partigiani di parte nera che, in mezzo a stragi ed
incendi, fanno le loro vendette, impadronendosi del
potere e rinfocolando la lotta, 32-40 ; vi toma ancora
come paciere il Card. d'Acquasparta, 85, 15-23, ma
la lotta non cessa ed i Bianchi vengono quindi dalla
parte nera, allora al potere, cacciati in bando quasi
tutti (an. 1302), 33-40 ; 86, 32-42 ; 87, 1-4 ; e poco
dopo, inoltre vengono condannati alla morte o al-
resilio, quali rei di trame con gli sbanditi, dal Podesti
Fulcieri da Calboli anche i pochi ancora restati ; 37-
39 ; 88, 1-13 ; cacciati per6 i Bianchi, scendono contro
Corso Donati ed i suoi partigiani il popolo grasso ed
a minuto (an. 1304), 89, 36-37 ; 90, 1-28 ; vi giunge,
inviato da Benedetto XI, per la pacificazione degli
animi, il Card. da Prato ma anch'egli, come gli altri,
inutilmentc, 91 , 1 3-42 ; vi cade per eccessivo aifolla-
mento il ponte alla Carraia, 44-45 ; 92, 1-8 ; vi si com-
batte una furiosa lotta tra le principali famiglic chc,
a causa degli incendi provocati dai rissanti, la danneg-
gia grandemente distmggendo numerose case e pa-
lazzi, 92, 11-34 ; vi si inizia la co.struzione dellc
nuove prigioni che vengono poi chiamate, dal nome
dei primi che in esse vengono rinchiusi, " Le Stin-
cne ,,, 94, 8-21; vi giungc onorevolmente accolto,
quale Capitano di guerra, Roberto di Calabria, fi-
glio di Carlo II d'.\ngi6 di Napoli (an. 1305), 95,
18 23 ; vi giungono due nuovi legati, ancb'essi in-
vano, inviati dallo stesso Benedetto XI, 39-44 ;
96, 1-4 ; vi viene ccmdannato quale traditore del po-
polo Corso Donati e vi vengono, raentrc egli (ugge
tro\-ando la morte nella fuga, fatte abbattcre dal
Gonfaloniero di Giustizia, lc sue casc (an. 1308),
100, 27-34 ; 101, 1-29 ; vi giunge accolto con grandi
530
INDICE ALFABETICO
[Fir«D(a)
onori il Card. Legato di Ravenna nipote di Clemente
V, che, grato degli aruti riccvuti dai Fiorentini nella
guerra contro Veneria, li assolve dalle scomuniche
contro di loro lanciate e li riconcilia con la Chiesa (an.
1310), 104, 80-84 ; vi giungono gli ambasc. del nuovo
Imperatore, Arrigo VII di Lussemburgo, 105, 7-10 ;
vi giunge, accolto con grandi feste, re Roberto di
Napoli, che vi si trattiene alcuni giorni, 20-25 ; vi si
ordina di innalzare al piil presto le mura di cinta
nei luoghi dove erano gi4 fondate e di fare fosse e
steccati dove non v'erano ancora, 25-31 ; viene af-
flitta da una grande carestia (an. 131 1), 106, 27-
28 ; vi viene revocato il bando dei Guelfi, 106, 29-
30 ; vi giungono nuovi ambasc. da parte dell'impc-
ratore Arrigo cui viene senz'aItro intimato di allonta-
narsi, 39-41 ; vi giungono milizie di re Roberto che si
pongono agli ordini del Comune, 107, 16-17 ; ne ven-
gono di nuovo cacciati in bando i Cavalcanti e vi
vengono abbattute le loro case (an. 1312), 22-25; vi
affluiscono le forze inviate dagli alleati per la lotta
contro rimperatore Arrigo VII, che era venuto ad
accamparsi ostilmente nel suo contado, 110, 16-25;
vi vengono, per misure militari, affossati e steccati
i nuovi borghi d'01trarno, 111, 16-19; vi giunge
Jacopo Cantellini inviato, quale suo vicario, da re
Roberto, fatto allora signore per cinque anni (an.
1313), 113, 30-31 ; vi viene inviato, dallo stesso Ro-
berto, con nuove forze, il fratello minore Pietro (an.
1314), 115, 19-21 ; vi giunge, per sollecitazione dei
Fiorentini stessi, Filippo, principe di Taranto, fratello
anch'es.so di re Roberto, con 500 cavalieri (an. 1315),
117, 3-5 ; vi viene inviato dal pred. Roberto, come
Capitano di guerra, Beltramo del Balzo, conte di
Monte Scaggioso, detto Conte Novello, con altre
forze, 118, 23-26, ma 6 costretto a partirsene poco
dopo per gli intrighi della fazione avversa, capitanata
da Simone della Tosa, 119, 26-36 ; vi viene fatta
battere dal bargello Lando da Gubbio, una nuova
moneta detta " Bargellina ,, e vi viene fatto, nello
stesso tempo, condurre a termine una parte delle
mura di cinta gicidatempo ordinata, 120, 9-13 ; vi
giunge quale vicario del re Roberto, il conte
Guido da BattifoUe, che riesce finalmente a fare
allontanare, secondo il desiderio dei Grandi e dei
mercatanti, il surricordato Bargello, 121, 1-22 ;
viene afflitta da una nuova carestia (an. 1316),
123, 28 ; vi si batte una nuova moneta detta
" Guelfo „ e vi si ritira la " Bargellina ,, (an. 1317),
123, 41 ; 124, 1-2 ; vi si inizia la costruzione delle
mura di Lungamo e d'OItramo, 2-6 ; vi si tiene per
piii giorni, nel prato d'Ognissanti, una fiera e mer-
cato, franco, d'ogni cosa (an. 1322), 129, 29-31 ;
viene danneggtata dal fnoco che distmgge case e
botteghe a Ponte Vecchio ed a S. Stefano, 33-37, e
viene nuovamente afflitta da una grande carestia,
130, 28-31 ; vi toma, a richiesta dei Fiorentini, come
Capitano di guerra, inviato da re Roberto, Beltramo
del Balzo con 200 cavalieri (an. 1323), 131, 36-40 ;
vi scoppia una rivolta popolare contro i Grandi,
131, 29-31, della quale tentano invano di approfit-
tare gli sbaoditi per rientrare armata mano, 31-35 ;
133, 1-9 ; ne vengono banditi alcuni dei detti Grandi,
9-19 ; vi si diflonde una grave infermita, quasi ge-
nerale, d'infreddati, 38 ; 134, 1-3 ; vi viene revocato
il bando a tutti gli sbanditi, meno i ribelli e gli ul-
timi tre condannati (an. 1324), 136, 3-8 ; vi vengono
emanati nuovi ordini contro gli eccessivi ornamenti
delle donne, 8-8 ; vi si ordina di portare a termine
al piii presto la costrazione delle mura e di munirle
di barbacani e torri. 29-33 ; vi ginngono, mandati
dal re di Francia in seguito ad espressa richiesta dci
Fiorentini, cinquecento scelti cavalieri (an. 13^4),
138, 26-28, e ne giungono altre trecento inviati dal
re Roberto (an. 1325), 146, 17-20 ; vi viene inviato
da Carlo, duca di Calabria, fratello del re Robcrto,
fatto allora Signore per dieci anni, Gualtieri di
Brienne, duca d'Atene, quale vicario, 148. 32-40 ; vi
grunge il Card. Giovanni Orsini, Legato di pj).
Giovanni XXII (an. 1326), 149, 2-5, e vi giunge p<>i
il pred. Carlo di Calabria con la duchessa, sua moglic,
e con gran seguito di principi, baroni e milizie. pcr
assumere la signoria cui era stato chiamato, ponend'j
la sua dimora nel palazzo del Podesta, 15-40 ; 150,
1-3 ; vi viene devastato nuovamente dal fuoco Bor(;o
S. Apostolo (an. 1327), 153, 10-11 ; vi si rinnovano
ordini contro i costosi vestimenti delle donne, 165,
4-8 ; vi vengono fatte in metallo le porte della Cliie.sa
di S. Giovanni (an. 1331), 170, 12 ; viene interdetta,
21-22 ; vi vengono danneggiate dal fuoco numerojc
case a Ponte Vecchio ed in Piazza S. Trinita ed i Pa-
lazzi del Podesti e deirArte della Lana, 35-36 ;
171, 1-6 ; vi nascono, con grande meraviglia di tutti,
dalla coppia di leoni, rinchiusa da tempo in S. Piero
Scheraggio, due leoncini, 8-11 ; vi si organizzano e
tengono compagnie e brigate per feste popolari (an.
1333). 173. 21-30 ; vi si inizia la costmzione della
Porta di S. Frediano, 32-35 ; viene gravemente dan-
neggiata dalla pioggia dirotta e dalla inondazione
a questa seguita, 38-39 ; 174-175, 1-10 ; vi giungono
le reliquie di S. Jacopo e di S. Alessio, 176, 2-4 ; vi
si inizia la fondazione del campanile di S. Reparata
(an. 1334), 16-18 ; viene di nuovo danneggiata dalla
piena, 177, 1-3, e dal fuoco (an. 1335), 41-43 ; vi
torna, dietro soUecitazioni di alcuni Fiorentini, al-
rinsaputa di re Roberto. Gualtieri di Brienne, duca
d'Atene (an. 1342), 192, 25-32 ; il quale, poco dopo,
per gli intrighi di alcune famiglie di Grandi e di po-
polani, ne viene acclamato Signore a vita e viene so-
lennemente insediato nel palazzo dei F¥iori, 195. 21-
40 ; 196, 1-22 ; vi viene aperta una nuova via, 202,
12 ; vi si tengono per ordine del Duca grandi feste
popolari che non riescono in generale molto gradite
al popolo (an. T343), 202, 28-36 ; 203. 1-16 ; vi scop-
pia, ad opera dei Grandi e dei Popolani, una violenta
rivolta contro il Duca, 204, 28-31 ; 205, 1-16, che in
breve costringe questo a rinunciare alla Signoria ed
a partirsene, 209, 21-32; vi si accende una furiosa
zuffa tra i Graudi ed i Popolani, pcr dissidi sorti a
proposito degliuffici, che costringe in breve i Grandi
ad arrendersi, 213, 12-35; 215, 1-23, ne vengono
[Firenze]
INDICE ALFABETICO
531
cacciati in bando alcuni dei detti Grandi, 218, 2-10 ;
vi vengono danneggiate dal fuoco case e botteghe
in S. Martino, in S. Brocolo ed in Prato d'Ognissanti
(an. 1344), 220, I6-20 ; vi viene rimossa dal Palazzo
dei Priori la campana grossa, che viene collocata sulla
torre del palazzo stesso, e viene posta nel luogo lasciato
libero un'altra per chiamare i cittadini in caso di
incendio, 221, 8-13 ; viene danneggiata dal terre-
moto e dalla pioggia continua di vari mesi (an. 1345),
224, 26-32 ; vi viene coniata una nuova moneta d'ar-
gento, 225, 6-9 ; vi vengono condannati al rogo due
cittadini rei di avere falsificato la detta moneta, 9-12 ;
vi viene condotta a termine la costruzione del ponte
a S. Trinita (an. 1346), 227, 32-45 ; vi si diffonde una
spaventosa pestilenza che, dal marzo al settembre,
fa circa novantaseimila vittime (an. 1348), 230, 9-36-
232, 1-29 ; e viene afflitta inoltre da una grave ca-
restia (an. 1349), 233, 12-16 ; vengono ad accamparsi
contro di essa a Peretola, facendo scorrerie fino pr.
le porte, le milizie di Galeazzo Visconti, nipote e ca-
pitano deirArcivescovo Giovanni, Signore di Mi-
lano (an. 1351), 236, 15-29 ; vi vengono imposte sui
cittadini alcune gabelle pcr provvedere ai bisogni
della difesa, 239, 23-35 ; vigiunge, in mezzo a graudi
feste, portato dagli ambasciatori, che erano andati
a Napoli per Tincoronazione di re Luigi, il brac-
cio di S. Reparata, rimesso in dono dal re stesso
(an. 1352), 241, 30-37 ; 242, 1-4 ; vi si comin-
ciano a lamentare numerosi furti che impressio-
nano le Autorita (an. 1353), 243, 6-26 ; misure prese
dil Podesta per la scoperta e per la punizione dei
colpevoli, 23-42 ; 244, 1-4 ; vi si cominciano a mani-
festare le prime ostilita tra le due potenti famiglie
degli Albizzi e dei Ricci e fra le sette che ad esse fanno
capo, 245, 13-23; ne vengono banditi i Bordoni,
25-30 ; vi si comincia, da parte dei Capitani di Parte
guelfa, ad ammonire certi cittadini a non prendere piCi,
sotto minaccia di gravi pene, alcun ufficio pubblico
(an. 1357), 251, 32-37 ; vi si conduce a termine la
costruzione in marmo lavorato del taberaacolo della
Vergine d'Orto S. Michele (an. 1259), 253, 2-5 ; si
delibera di affrettare la costmzione della nuova Chiesa
di S. Maria del Fiore e si di incarico all'Arte della
Lana di curare la cosa e di fare in modo che essa rie-
sca degna dclla cittadinanza (an. 1360), 256, 26-33 ;
257, 6-10 ; vi si scopre una vasta congiura ordita,
secondo le voci correnti, dalla fazione dei Ricci,
con alcuni potenti signori di fuori, per cacciare gli
Albizzi ed impossessarsi del potere, in seguito di
che, vengono mandati a morte alcuni dei complici che
si lasciano prendere e messi al bando altri allontana-
tisi alle prime voci, 16-41 ; 258, 1-19 ; vi si diffonde
di nuovo una grande mortaliti (an. 1363), 261, 21-22 ;
vi vengono condannati alcuni ufficiali del Comune, rei
di baratterie (an. 1366), 262, 40-45 ; 263, 1-6 ; vi
giunge il re di Cipro con un suo figlio (an. 1368),
10-14 ; vi si riversa una gran pioggia continua che
impedisce la mietitura e rovina le messi, determi-
nando quindi una grande carestia, 38-41 ; vi continua
la pioggia acporapagnata da nevic?ite e da freddo in-
tenso, 269, 30-34 ; 270, 29-33 ; viene afflitta da una
grandissima carestia d'ogni cosa (an. 1370), 275,
30-38 ; vi si accentua ad opera degli Albizzi, divenuti
ormai per la lega con la Chiesa potentissimi, la serie
degli ammoniti, 276, 37-46 ; 277, 9-10 ; vi comin-
ciano a cadere in odio della cittadinanza anche i Ricci,
che sembrano a questa aver fatto ormai tutto una
cosa con gli Albizzi, specie nei riguardi della legge
deirammonire (an. i37i),22-23 ; 278, 1-4 ; vi si stringe
ancor piCi, per opera di Carlo degli Strozzi, runione,
dei Ricci e degli Albizzi e delle loro sette nei riguardi
della legge suddetta, 25-31 ; in conseguenza di che, i
mercatanti ed i buoni uomini, cui pareva d'essere
diventati schiavi di esse, cominciano a ragionare
segretamente tra loro come poter uscire da questa
servitu, 280, 17-21 ; incoraggiati poi dai nuovi Priori
cominciano a tenere fra loro segrete riunioni, a
darsi dei capi ed infine a farsi coraggio e andare al
palazzo della Signoria per domandare gli opportuni
provvedimenti (an. 1372), 24-39 ; 281, 1-7 ; ma, abbas-
sata, come era stato chiesto, la superbia delle due
famiglie con Tesclusione dei loro componenti dagli
uffici del Comune per cinque anni, non cessa tut-
tavia la serie delle ammonizioni, 283, 14-19, 32-38 ;
vi si inizia la costruzione della loggia della Piazza dci
Priori (an. 1373) 288, 2-7 ; vi si rifa a nuovo e piiJ
grande la campana grossa del palazzo dei Priori, 9-12 ■
vi si diffonde nuovamente ■una grande mortalit4 che
spinge niolti a cercare scampo altrove (an. 1374), 289,
30-40 ; 290, 1-3 ; viene di nuovo tormentata da una
grave carestia, 5-13 ; a seguito di rivolte scoppiate
nelle terre della Chiesa, per istigazione di emissari
degli Otto di Balia fiorentini, viene interdetta da Gre-
gorio XI (an. 1375), 292, 15-39 ; 294, 1-28.; ma
nonostante questo si nota tuttavia nei cittadini tale
fervore religioso da far sembrare quasi, come dice lo
Stefani, che si- volese vincere ed umiliare il papa,
295, 32-40-296, 1-7; dai Capitani della Parte
guelfa, nella quale s'erano annidati gli Oligarchi cac-
ciati dagli uf fici del Comune, si accentua (approfittan-
do dei danni e lutti portati dalla guerra con la Chiesa,
che essi andavano ripetendo yoluta dagli Otto di-
Balia) ropposizione al Governo, colpendo con le loro
ammonizioni specialmente quelli che piil si mostra-
vano ad esso favorevoli (an. 1376), 300, 25-39 ;
301, 1-4, vengono nominati nei vari quartieri confi-
denti e difensori della Parte e dei suoi Capitani che
spargono il terrore fra i cittadini, 302, 16-25 ; vi viene
a predicare la pace con la Chiesa Caterina da Siena ac-
colta dai Capitani della Parte con ostentati onori
{1377). 306, 6-20 ; si accrescc sempre pii, ad opera
dei suddetti Capitani e dei loro confidenti, il numero
degli ammoniti, 307, 22-43-309. 1-12; viene am-
monito, con grande sgomento di tutti i buoni uomini
e mercatanti (che cominciano a raccogliersi intorno
a Salvestro dei Medici, noto avversario della Parte
e deirammonire) Giovanni Dini, uno degli Otto
di Balia (an. 1378), 311, 15-24; 315, 1-26; 316,
10-30 ; vi si iniziano da parte dei suddetti buoni uo-
njini e miercatanti, capit^ijati dal pred. Salvestro
532
INDICE ALFABETICO
[Fir«u«)
dei Medici, fatto Gonfaloniere di Grustizia, nonostante
i mtzii tentati dalla Parte per impcdirlo, i preparativi
per la lotta contro la Parte stessa, contro i Capitani di
es«a e contro la leKRe deirammonire, 31(5, 31-43 ; 'M7,
1-36, in segiiito di che, essendosi improwisamente
passato alle vie di fatto, vi venfjono arse edistrutte
a furia di popolo le casedei piii noti istigatori di essa
Parte e deirammonire, viene creato una Balia per
rivederc le ammonizioni, datc dal 1354 in poi, e ven-
Rono, infine, cacciati in bando i colpevoli, 318, 20-41-
320, 1-16 : vi VvHgono fatti impiccare dal Podesta
alcQni di gente minuta che, approfittando dei pred.
moti contro la Parte, s'erano dati a saccheggiare libe-
ramente Chiese e Conventi, 320, 5-10 ; vi giungono
lettere degli ambasciatori inviati a Roma, per trat-
tare la pace, che annunziano finalmente, con grande
sollievo e contento di tutti, la conclusione di essa, 322,
1-4 ; vi scendono poco dopo in piazza armati a riac-
cendere improvvisamente le lotte intestine, gli in-
fimi operai deirArte della Lana, detti coraunemente
Ciompi, per reclamare il diritto di potere anch'essi
costituire tina propria Arte e di poter avere propri
consoli e proprie botteghe, 6-10 ; vi vengono incen-
diate e distrutte da questi stessi, che si impadroni-
scono poi anche del potere, ponendovi a Capo Mi-
chele di Lando, da loro fatto Gonfaloniere, le case
del Gonfaloniere di Giustizia e di molti altri cittadini,
10-44 ; 323, 1-9 ; 325, 2-40 ; 326, 1-44 ; vi scendono
nuovamente in piazza armati gli stessi Ciompi, che,
delusi nelle speranze, poste nel loro governo, e
premuti dalla fame per la chinsnra delle botteghe se-
guita ai loro moti, nominano Otto ufficiali di Balia,
detta del popolo di Dio, per controllare Toperato
della Signoria. 328, 30-41-331, 1-3 ; vi tornano
dalla campagna, dove si erano ritirati nel primo
momento di detti moti, i mercatanti ed i bnoni
nomini, i quali, approfittando dei dissidi scoppiati
tra i Ciompi stessi, li depongono dal potere e li cac-
ciano in bando, 332, 30-39 — 337, 1-22 ; vi si diffon-
dono voci di movimenti di Compagnie di ventnra ai
confini e di scoperte di congiure contro il Govemo che
la mettono di nuovo in allarme, 338, 1-20 ; scoper-
tosi nn complotto, ordito dai Ciompi e dai Guelfi
sbanditi, torna nuovamente a dividersi in sette fu-
renti, sembrando ad alcuni avere il Capitano usato,
nei processi e nelle condanne relative, troppo rigore
con la gente minuta e troppa larghezza invece coi
ricchi e potenti (an. 1379). 343, 1-43 ; 344, 1-40 ; vi
viene fatto il censimento, 345, 2125 ; vi si scoprono
altre conginre che la mettono di nuovo in orgasmo,
347, 2-4 ; 348, 1-5 ; vi si sparge la notizia della sco-
perta di un altra piii vasta congiura, ordita dagli
stessi Ciompi e dai Guelfi sbanditi, in combutta con la
brigata di Carlo di Dnrazzo, accampata presso Bo-
logna, che la fa levare e correre tutta alle armi, 353,
24-33 ; 354, 3-7 ; 355, 11-29 ; vi vengono fatti pren-
dere dagli Otto della gnardia, e consegnare al Capi-
tano, ,0 Podestii ed airEsecntore, numerosi cittadini
di famiglie ricche e potenti, ritenuti in essa in qnalche
modo implicati, 29-41 ; 356, 1-1«, i qnali, vinte, con
le minaccie e con le nrla della folla, le esitazioni dc!
Capitano, del Podcsti e deirEsecutore, che dicevano
di non trovare cose pcr le quali questi dovcssero mo-
rire, vengono fatti qnasi tntti decapitare, 38-40 ; 357-
360. 1-8 ; viene danneggiata nuovamente dalla
pioggia continua e dalla inondazione a qnesta k--
gntta, 12-18 ; vi ginnge il Card. Agapito Colonna.
qnale I^egato di Urbano VI, per tentare di indnrre i
Fiorentini a far lega col papa, ma ne riparte po<r)
dopo senza avere nnlla conclnso, 364, 36-41 ; vienc
mes.sa di nnovo in allarme dalla minaccia della bri
gata di Giannotto, siniscalco di Carlo di Dtirazzo.
spintosi con gli sbanditi fin presso le mnra (an. 1380,
369, 5-33; 371, 11-14; vi si ferma per qnalche
giomo, ospite dei Frati della Certosa, il Card. Fiesco
di Genova, 374, 19-26 ; vi si spargono nuove voci di
trame degli sbanditi in accordo con Carlo di Durazzo, j
377, 23-31 ; vi ginnge notizia della morte, awenuta
in Roma, di Caterina da Siena e dei miracoli da essa
llt fatti, 378, 2-4 ; vi ginngono gli ambasc. di Carlo
di Dnrazzo, vennto coi suoi Ungheri ad accampar
ostilmente nel sno contado, 380, 14-1 T ; vengon'
conclnsi gli accordi coi detti ambasc., 39-43; 381,
1-16 ; vi si riversa nno spaventoso dilnvio, segulto
da inondazioni, con nnmerose vittime e danni al-
Tintemo e nel contado, 36-40 ; 382, 1-19 ; vi vengono
tolte dalla circolazione, per volonti degli artefici
minori, tutti i quattrini e le monete di rame, 20-10 ;
viene danneggiata in piil parti da incendi improwisi,
383, 2-10 ; tornano a porvi la propria dimora, in
segnito alle severe ordinanze del Comnne, molte fami-
glie che da tempo erano andate ad abitare in camp.i-
gna nelle loro ville, 384, 13-25 ; vi si diffonde un
grande malumore per la legge che ridnce Tinteresse
sni depositi pr. il Monte, 385, 8-12 ; vi scoppiano
contrasti e dissidi tra TArte della Lana e quella dei
Tintori, 386, 21-38 ; vi vengono presi, processati <■
condannati vari cittadini sospettati di complott
contro lo Stato, 390, 26-36 ; vi scoppia una violenta
rivolta contro Tinvadenza e la prepotenza di alcuni
demagoghi di nobili famiglie, nniti in ibrido connubio
con infimi popolani, spadroneggianti da tempo suUa
vita pubblica, in seguito di che, i demagoghi vengono
di spersi e viene dal parlamento data Balia a cen-
totre cittadini per la riforma del Govemo (an.
1381), 392, 20-39 ; 396, 1-45 ; nuove rivolte contro
i primi prowedimenti e deliberazioni della Bali.i,
397, 23-38 ; vi scendono in piazza arraati, reclamanti
nuove leggi e riforme, i Grandi insieme ai Ciomi
413, 16-25 ; tnmultie vandalisrai per opera deglisbai
diti rientrati e dei Ciorapi. 407, 5-81 ; 45-49 ; 408,
1-15; 415, 8-20; 417, 32-45; 418, 1-4; vi viei;
condotta a termine la loggia della Piazza dei Priii
(an. 1382), 423, 16-24 ; vi si scoprono altre congiu;
(an. 1383), 423. 26-44 ; 424, 1-6 ; 426, 13-29 ; viei
nnovamente invasa da nna spaventosa pestilenza cl
ta anch'essa molte vittime, 30-40 ; 427, 1-24 ; ^
viene portata, e consegnata soleoncmonte alla S:
gnoria, in mezzo alle fcstc e tripndi di tutti, Tinsegn
del Comnne d'Are2zo, che s'era finalmcnte arreso, 431 .
[Firenxc]
INDICE ALFABETICO
533
i
22-2 5 ; vi giungono notizie della lotta scoppiata tra
Urbano VI e Carlo di Durazzo che tomano a divi-
derla in sette furenti (an. 1384), 433, 1-31 ; 436,
25-44 ; vi giungono ambasc. da Roma per sollecitare
il Comune ad inviare suoi speciali legati, presso Ur-
bano VI in Genova, per pregarlo a tornare nella
sua sede (an. 1385), 437, 40-41 ; 438, 1-5 ; vi giunge
il Card. di Nocea di Gualdo (sic), 7-20 ; ripercussioni
faziose nelle sette cittadine delle ultime dramma-
tiche vicende di Carlo di Durazzo, 440, 3-46-442,
1-33 ; «. onche Fiorentini / Firenze (Comune).
FiRENZE (Compagnie) Compagnia d'Orto S. Michele,
sua istituzione e suo scopo (an. 1292), 69, 28-34 ;
vengono posti a capo di essa dal Comune fiorentino,
in qualita di Capitani, onorevoli cittadini, 34-38 ;
" nel catalogo dei suoi Capitani ricorre piu volie il
nome di Coppo Stefani, padre del cronista Marchionne,
CI, 20-24 ,, ; " eredita dal detto Marchionne una
parte dei suoi beni, CVII, 9-10 ,, ; v. anche Firenze
(Madonna d'Orto S. Michele).
— (CoMPAGNiE DEL PopoLo), V. Firenze (Gonfalo-
nieri di Compagnie).
— (Comune), suo antico ordinamento e sua insegna,
19, 2-4 ; 20, 7-12 ; comincia ad estendere la sua giu-
risdizione fuori le mura, 10-12 ; 22, 15-23 ; 23, 24-30 ;
si iniziano per opera degli Uberti le prime lotte ci-
vili per la conquista dei suoi uffici (an. 1177), 25,
8-21 ; cf. " LIV, 27-29-LIX „ ; gli viene tolta, e poi
restituita, dairimperatore Federico I, la giurisdizione
sul contado (aa. 1186-1188), 26, 2-4, 11-12 ; cf. " LII,
1-33 ; LIII, 1-11 ,, ; viene tolta ai Consoli rammini-
strazione della giustizia e data ad un Rettore fore-
stiero (an. 1207), 27, 16-22 ; in seguito airuccisione
di Buondelmonte dei Buondelmonti, scendono in
lotta per Taccaparramento dei suoi uffici i Guelfi ed
i Ghibellini (an. 1215), 29, 34-48 ; ripresa poi la detta
lotta pii tardi, cade, per Tingerenza e per gli aiuti
di Federico II, in pieno potere dei Ghibellini e dei
Vicari deirimperatore stesso (an. 1248), 34, 33-41 ;
35, 1-21, 36, 6-7 ; ma poco dopo se ne fanno arbitri
i mercatanti ed i ' buoni uomini che, stanchi delle
insopportabili tasse, cui i predetti spesso ricorrevano
per le spese della guerra che stavano combattendo
contro i Guelfi, li cacciano e costituiscono il governo
detto del Primo Popolo, ponendo a capo di esso un
Capitano del Popolo e dodici Anziani con trentasei
Consiglieri presi in parti uguali dai vari sesti (an.
1250), 37, 25-40 ; 38, 1-15; sua nuova insegna, 11-
T2 ; 40, 1-11 ; per la sconfitta di Montaperti torna di
nuovo in balia dei Ghibellini che rientrano col conte
Giordano, vicario di Manfredi, sostituito poi dal
conte Guido Novello (an. 1260), 48, t-20 ; 24, 36-41 ;
50, 23-37 ; ma essendosi il popolo, alla notizia della
sconfitta e morte di Manfredi, cominciato ad agitare,
si cerca di accontentarlo, chiamando al Palazzo della
Signoria du-; Frati Gaudenti con trentasei Consi-
glieri, presi tra i mecantanti ed i bnoni uomini, e
concodfudo iilJe t.o.ttc. Arti inaggiori di poter avcrc
propri consoli, gonfaloni e botteghe (an. 1266), 37-
« ; 51, 1-3 ; tuttavia la rivolta scoppia ugualmente
poco dopo e il conte Guido, i Ghibellini e i due Frati
Gaudenti vengono cacciati, mentre i buoni uomini
ed i mercatanti tornano di nuovo a ricostituirc il
governo del Popolo, 16-41 ; 52, 1-10 ; costituzionc
del nuovo governo, 10-37 ; sua nuova organizzazione
a base nettamente guelfa attuata, dopo Tarrivo del
Vicario di Carlo d'Angi6, fatto Signore della
citti, con ristituzione deirufficio dei Dodici buoni
uomini e dei vari Consigli generali e particolari
(an. 1267), 53, 3-18 ; abolizione, per consiglio del
Card. Latino, deirufficio dei Dodici buoni uomini
e creazione in sua vece di quello dei Quattordic i
presi, in proporzione delle forze di ciascun gruppo.
tra i Guelfi, i Ghibellini ed i Popolani (an. 1280),
57, 3-6 ; soppressione di questo ufficio ed istituzione
di quello dei Priori, in numero priraa di tre e poi di
sei, presi fra le Arti maggiori (an. 1282), 11-30; 58,
8-10 ; strettesi in alleanza contro i Grandi le dette
Arti maggiori con le minori, anche queste ultime
ottengono di poter avere propri consoli, gonfalo-
nieri e botteghe ed il diritto al Priorato (an. 1289),
66, 18-21; cf. " LXXX, 8-35-LXXX, 1-36"; ven-
gono approvate ed inserite nelle sue leggi costituzio-
nali gli Ordini di Giustizia contro i Grandi e viene
istituito contro gli stessi, in difesa del popolo, il
Gonfaloniere di giustizia, 70, 15-20, 25-30 ; viene
creato un ufficio per la ricerca e rivendica dei suoi
beni e dei suoi diritti usurpati dai detti Grandi, 71,
3-5 ; vani tentativi di questi per liberarsi dai sur-
ricordati Ordini (an. 1295), 72, 36-37 ; 73, 8-16 ;
74, 11-30 ; 76, 6-8 ; tentativo di Corso Donati per
riformare la sua costituzione e reazione del popolo
(an. 1304), 89, 36-37 ; 90, 1-28 ; vengono aggiunti
nelle sue leggi fondamentali altri Ordini contro i
Grandi e viene nominato un Esecutore di essi con
ampi poteri (an. 1306), 98, 33-36 ; 99, 8-13 ; con-
giura e tentativo del pred. Corso Donati per far-
sene signore, reazione del popolo e prowedimenti
presi contro di lui dai Priori, dal Podesti e dal Gon-
faloniere di Giustizia (an. 1308), 100, 14-34 ; ne viene
fatto Signore per cinque anni re Roberto di Napoli
che vi manda un suo vicario, (an. I313), 113, 27-31 ;
ne diventa quasi arbitro assoluto Lando da Gubbio,
fatto, per gli intrigni della potente fazione di Simone
della Tosa, Bargello, con ampia Balia, che viene
per6 presto cacciato (an. 1316), 119, 42-43 ; 120, 1-3 ;
121, 1-4, 19-22 ; finita la signoria di re Roberto, torna
di nuovo a nominare liberamente, senza intcrvcnti
estranei, podesta e capitano del ^K)poIo (an. 1321),
128, 14-21 ; vengono istituiti i Pennoni ed i Pennii-
nieri alle dipendenze dei Gonfalonieri di Compagniii
(an. 1323), 133, 21-29 ; si fanno imborsazioni del
Priorato per quattro anni, 134, 14-18, ma poi, pt'r le
brighe della fazione dei Bordoni, vengono fattc rifor-
mare e correggere (an. 1324), 137, 36-39 ; 1.38, 1-13 ;
ne viene fatto Signore per dieci anni Carlo di Cola-
hria figlio di re Roberto di Napoli (an. 1326), 146,
27-35 ; 147, 1-2 ; 149, 15-16 ; ma poco dopo, per
rimprovvisa morte di questo, torna di nuovo libcro
(an. 1328), 158, 18-20; nuovi ordinamenti approvati
534
INDICE ALFABETICO
[Firanze'
dal parlamento pcr la elezione dei Priori, dei Gon-
futonieri e degli altri ufficiali e per la costituzione
dei dtie nuovi Consigli, del Popolo e del Comune,
20-44 ; 159, 1-18 ; si pone un'imposta sui chierici
che trova in principio una forte opposizione, 21-25 ;
a riprimere in qualche modo le troppo frequenti risse
cittadine si creano sette nuovi Rettori, cui viene
dato il nome di Bargelli, con ampi potcri e con ven-
ticinque fanti ciascuno (an. 1334), 176, 23-26 ; si
nomina per le stesse ragioni, c specialmente per stron-
care Taudacia degli sbanditi, un Conservatore con
grande Balia, ponendo ai suoi ordini cinqucinta uomini
a cavallo e cento fanti (an. 1335), 178, l-iO ; e pcr
provvedere, poi, a tutte le necessitci del momento,
data la guerra improvvisamcnte scoppiata con Ma-
stino della Scala, fattosi signore di Lucca, vengono
nominati sei cittadini, pcr provvedcre alle cose di
guerra, e quattordici pcr la ricerca dei fondi occorrenti
(an. 1336), 180, D-12 ; per gli intrighi di alcuni dei
Grandi e dei popolani ne viene acclamato Signore
a vita ed in.sediato solenncmente nel palazzo dei
Priori il Duca d'Atene (an. 1342), 195, 21-40 ; 196,
1-22, il quale stanca presto, per6, con le sue crudeltA e
con quelle dei suoi ministri e con le insopportabili
tas.se, il popolo che si ribella e lo caccia (an. 1343),
203, 18-42 ; 204, 1-41 ; 205, 1-33 ; 209, I-I8 ; prima
nuova costituzione data dai Quattrodici cittadini e
dal vcscovo Acciaiuoli, cletti dal parlamento per la
riforma dcl governo, 207, 24-40 ; 208, 1-6 ; rinfelice
prova di cssa e le lotte fra i Grandi ed i Popolani,
209, 41 ; 210, 1-35 ; 211, 20-40 ; 212, 1-5 ; il ristabi-
limento del Gonfalonierc di Giustizia e degli Ordini
contro i Grandi e la ricostituzione del governo popo-
lano 216, 6-2 8 ; si delibera di formare un libro di
quelli che hanno prcstato denari allo Stato e di pagare
loro rintcrcsse del 5% (an. 1345), 221, 27, 30 ; vengono
emanate nuove disposizioni sulle competcnze giudi-
izinrie deirinquisitore e del Vescovo, 225,26-39 ; 226,
1-31 ; vengono emanate ordinanze contro gli eccessi
del vestirc e delle festc, cui s'era abbandonata la
popolazione al cessare della pcstc, e contro il rincare
della vita (an. 1348), 232, 23-41 ; 233, 1-3 ; vicne
approvata una leggc chc vieta gli uffici ai Ghibellini
(an. 1353), 246, 33-44 ; 257, 1-15 ; e si da facolti
a sei Capitani di Parte guelfa di potcr ammonire,
con minaccia di gravi pene, di non prendere piii alcun
ufficio pubblico, quei cittadini che alla loro maggio-
ranza sembrassero ghibellini (an. 1357), 251, 12-30 ;
viene portato, pcr maggiori garanzie, il numero di
qucsti Capitani da sei a nove (an. 1366), 263, 5-24 ;
vicne approvata una legge che esclude dagli uffici
per venti anni quci Grandi che, fatti popolani, non
rifiutassero i Consorti (an. 1370), 277, 13-20 ; per
liberare il contado dagli atti di violcnza degli sban-
diti, che vi si erano annidati, vcngono nominati quat-
tro Bargelli con grande Balia (an. 1371), 278, 7-11 ;
17-18 ; viene data facolta airoffcso di potcr presen-
tare pctizione per far fare dei Grandi il suo offensore
(in. 1372), 282, 30-34, e vicne creato un nuovo Uffi-
cio detto dei Dieci di Liberti per vigilare alla quiete
ed alla sicurczza pubblica, 28-30 ; vengono el. quattro
ragionieri straordinari per ricercare e rivendicare i
crediti, le ragioni ed i diritti usurpati dai pri-
vati, 266, 44 ; 287, 1-7 ; si nominano otto cittadini
con grandissima e piena Balia per far leghe, guerra e
pace (an. 1375), 293, 3-4 ; 8-24 ; scoppiata una ri-
volta popolare contro la Parte guelfa e contro i suoi ,.
Capitani, a causa delle ammonizioni che crescevano 1
sempre piCi, vengono nominati ottantuno cittadini
c-ui viene data Balia di rivedere tutte le ammoni-zioni
date dal 1354 in poi (an. 1378), 318. 40-41 320, 1-25 ;
si impadroniscono del Comune gli infimi ope-
rai deirArte della Lana, detti comunemente Ciompi,
che ne fanno Signore Michele di Lando da loro creato
Gonfaloniere, 322, 4-30 ; 325-326, 1-8 ; il quale
crea tre nuove Arti minori, dei Ciorapi, dei Farsettai
e dei Tintori, con gli stessi diritti e privilcgi delle
altre quattordici, 327, 2-7 ; ma poco dopo ne vengono
cacciati dai mercatanti e dai buoni uomini, che rico-
stituiscono il govemo popolano di prima, soppri-
mendo TArte dci Ciompi suddetta, 334, 38-42 ; 335,
1-4 ; vienc istituito, per la guardia e per la foresteria
della citti e del contado, un nuovo ufficio detto degli
Otto della Guardia ; vcngono creati due Bargelli
con giandissima Balia e vengono nominati sessanta-
quattro ufficiali per la compilazione deirEstimo,
337, 8-29 ; viene emanata una Icgge che esclude i fore-
stieri dagli uffici, 346, 14-15, 37-43 ; vengono nomi-
nati otto cittadini cui si da piena balia di poter ven-
dere i beni dei ribelli e di poter costringere i cittadini
a ricomperarli secondo le singole possibilita (an.j
1380), 372, 20-40 ; si riduce rinteresse sui dcnarj
dcpositati nel Montc dal 15 al 5%, con jjrande alleg-
gerimento del suo carico ma con forte malumora
di tutti quclli che avevano depositato la il loro de-
naro, 384, 28-39 ; 385, 3-7 ; viene data balia ai Priori,
ai Gonfalonieri, ai Dodici buoni uomini ai Capitani
di Parte guelfa, ai Dieci di Liberta ed ai \ove di
Mercatanzia di poter fare dei Grandi c di poter esclu-
derc dagli Uffici quelli chc loro sembrasse bene (an.
1381), 392, 3-8 ; abbattuti dalla rivolta popolarc i
dcmagoghi di nobili famiglie, chc da tcmpo, uniti in
ibrido connubio con infimi popolani, stavano ter-
rorizzando con quotidiane denunzic tutti, viene data
amplissima balia ai Priori, ai Gonfalonieri, ai Do-
dici Buoni uomini, agli Otto della Guardia, a sei
Capitani della Parte, a due dei Dieci Consoli di Mer-
catanzia, a due dei Dieci di Liberta ed a cinquanta-
due altri cittadini di riformarc il govemo, 392, 24-
31 ; 393, 1-34 ; la soppressionc delle due Arti minori,
aggiunte dai Ciompi, e la repressione dei moti degli
scontenti, 397, 7-11, 23-38 ; la nuova ripartizione
degli uffici tra Ic Arti maggiori e le minori, la revoca
del bando agli sbanditi, rabolizione degli Ordini di
Giustizia e la reazione contro le ulteriori pretese degli
sbanditi e dei Ciompi, 397, 3-9 ; 398, 1-40 ; 402-408 ;
viene creata una nuova Balia, costituita da dieci cit-
tadini, per provvedere alle necessiti che la guerra, al-
lora scoppiata con Arozzo, richjedeva (an. 1384), 429,
8-18 ; 430, 5-18 ; v. anche Fioreniini ,\Firctue {Cjil^)-
[Firenze]
INDICE ALFABETICO
535
FiRENZE (Conservatore), sua istituzione e ragione (an.
1335). 178, 1-5 ; poteri e forze a lui concesse, 5-10 ;
V. anche GabrielH (de') Jacopo [an. 1335) ; Gualtieri di
Brienne, Duca d'Atene (an. 1342).
— (CoNsiGLi), generali e particolari istituiti all'arrivo
del Vicario di Carlo d'Angi6 e in altre epoche, 53,
6-11 ; cf. "LXXVI, 29-34-LXXVIII, 1-6".
— • — CoNsiGLio DEL CoMUNE, formato da centocin-
quanta membri, ricostituito con la riforma approvata
dal popolo in parlamento dopo la morte del Duca di
Calabria signore della c. (an. 1328), 159, 14-16.
— • — CoNsiGLio DEL PopoLO, di trecento membri, ri-
costituito anch'esso con la riforma attuata dopo la
morte del Duca di Calabria (an. 1328), 159, 14-16.
CoNsiGLio DEi QuARANTA, formato da Grandi e
Popolani ch'ebbe brevissima durata (an. 1267), 52,
34-35.
CoNsiGLio DEi Trentasei, creato per assistere
gli .\nziani preposti al Governo del popolo, scelti in
ragione di sei per Sesto (an. 1250), 38, 10-11 ; sop-
presso col ritorno dei Ghibellini, viene da questi di
nuovo ricostituito per accontentare il popolo dopo la
morte di Manfredi (an. 1266), 50, 40-42 ; luogo delle
loro riunioni, 51, 5-7.
— (CoNson), primi magistrati deirantico Comune fio-
rontino : lotte combattute dagli Uborti per poterli
eleggere a loro piacimento (aa. 1177-1181), 25, 8-21 ;
cf. " LIV, 27-41-LIX, 1-8 „ ; viene loro tolto Tam-
ministrazione della giustizia e data a Rettori fore-
stieri (an. 1207), 27, 16-24.
— (CoNsoLi DELLE Arti), V. Fircnze (arti).
— (CoNsoLi DELLA Mercatanzia), V. Firenze (Merca-
iamia).
— (CoNTADo), viene ad accamparsi ostilmente, occu-
pando varie terre di esso quasi senza colpo ferire,
rimperatore Arrigo VII (an. 1312), 109, 18-22 ;
viene corso e devastato per tre giorni dalle milizie
del Maniscalco del re Giovanni di Boemia signore
di Lucca (an. 1330), 169, 35-43 ; viene danneggiato
dairinondazione (an. 1333), 174, 20-33 ; viene corso
e devastato dalle milizie del Patriarca d'Aquileia,
Vicario deirimperatore Carlo IV e signore di Lucca
(an. 1368), 269, 18-23 ; vengono nominati quattro
bargelli per liberarlo dagli sbanditi, che vi si erano
annidati, e dalle loro violenze (an. 1371), 278, 7-
11, 17-18 ; viene danneggiato dalla brigata di Gian-
notto, Sini.scalco di Carlo di Durazzo e dagli sbanditi
(an. 1379), 370, 17-18 ; ^ devastato dagli Ungheri di
Carlo di Durazzo stesso (an. 1380), 379, 30-37.
- (CONVENTI) CONVENTO DEI FrATI MiNORI DI S. FRAN-
CESCo, vi prende dimora per qualche tempo il Duca
d'Atene prima d'essere fatto signore della c. (an.
1342), 194, 30-34 ; V. anche Firenze (Chiesa di S.
Croce).
Convento di S. Maria Novella, vi si adunano i
Ciompi per deliberare sul da fare (an. 1378), 332,
19-38 ; V. anche Firenze (Chiesa di S. Maria Novella).
" CoNVENTO Di S. Paolino, ric, VI, 15 ,,.
— (DiEci Di Balia), nominati per provvedere ai bi-
sogni dello Stato, a seguito deU'improwisa venuta
in Italia del Condottiero di ventura, il Sire dl
Couchy, vengono poi investiti della piii ampia Balia
airannunzio deirentrata di questo in Arezzo come
signore (an. 1384), 429, 1-13 ; 430, 5-8 ; loro provve-
dimenti per raccogliere ed assoldare milizie e per pro-
curare i denari occorrenti, 430, 8-16; favoriscono a
mezzo dei loro emissari la riforma del Governo di
Siena, 434, 5-7.
FiRENZE (DiFENsoRE DEL CoNTADo), va con le sue geuti in
soccorso di Figline assalita dai Ciompi (an. 1379),
349, 31 ; 351, 16 ; persone da lui condannate per
questa incursione, 351, 17-35.
— (DiNTORNi) Calenzano, castello, viene preso e dcva-
stato da Castruccio (an. 1325), 144,21-22.
Capalle, castello, preso e devastato da Castruc-
cio (an. 1325), 144, 21.
Certosa, vi viene ospitato in segreto per vari
giorni Luigi di Taranto, marito della regina Gio-
vanna di Napoli con il suo Gran siniscalco Nicola
Acciaiuoli (an. 1349), 233, 6-10 ; vi si ferma per
qualche giorno il card. Fiesco di ritorno in Genova
(an. 1380), 374, 19-20.
Colombaia, viene arsa e devastata da Castniccio
(an. 1325), 144, 24.
GioGOLi, vi fanno scorrerie danneggiandolo le mi-
lizie di Castruccio (an. 1325), 144, 25.
Greve, borgo, viene devastato ed arso da Ca-
struccio (an. 1325), 144, 22.
Impruneta (chiesa di S. Maria dell'), contra-
sto tra i Buondelmonti e gli Scolari, patroni di essa,
a proposito della nomina del titolare e conseguenze
di esso (an. 133 1), 170, 13-22.
(Immagine di S. Maria dell'), viene portata
in processione dal popolo fiorentino durante la peste
(an. 1348), 232, 1-3.
Lastra, castello, viene preso e distrutto da Ca-
struccio (an. 1325), 144, 22 ; ric, 371. 30 ; 441, 3.
Malmantile, castello, parte di qua con le sue
truppe, a soldo del Comune fiorentino, il conte Ave-
rardo per muovere contro Giannotto che stava deva-
stando il contado di Firenze (an. 1379), 369, 24 ;
ric, 441, 3.
Marignolle, villa, presa e distmtta da Castruc-
cio (an. 1325), 144, 24.
Montelupo, borgo, arso e distrutto da Castnic-
cio (an. 1325), 144, 26.
— — Pontorno, borRo, arso e distrutto da Castruc-
cio (an. 1325), 144, 26.
Peretola, viene presa e dcvastata da Castruccio
(an. 1325), 144, 21 ; vi si accampa con le sue forze
Galeazzo Visconti nipote deirArcive.scovo Giovanni,
signore di Milano e di Bologna, venuto contro Fi-
renze (an. 1251), 236, 24-29 ; vi si accampa con la sua
compagnia Giovanni A'.uto (an. 1369), 272, 4-9.
Pksa, vi giunge nei suoi pressi con le suc scorrcric
Castruccio (an. 1325), 144, 25.
Quarantola, viene devastata dalla brigata di
Giannotto, Siniscalco di Carlo di Durazzo, e dagli
sbanditi fiorentini (an. 1379). 371, 11.
QuiNTOLe, vj vjenc raggiunto dal popolo Corso
538
INDICE ALFABETICO
[Firanze)
Doaati, mentre tentava fuggire (an. 1308), 101,
17-18.
FiRKNZB (DiNTORNi) RsMOLB, vi .si azzuffano i Donati con
t Ccrchi (an. 1300), 81, 32-34 ; vi si adunano i Ghibel-
lini ed i Bianchi sbanditi per muoverc poi, in accordo
con Corso Donati, contro Firenze (an. 1308), 100,25-27.
RiFREDi, torrente, vi giunge nei suoi pressi Ca-
stniccio con le sue scorrerie (an. 1325), 144, 19 ; il
quale, poi, vi fa correre il Palio, 30-35 ; ric, 145, 23 ;
381, 1.
Salvi (Badia di S.) vi muore nei suoi pressi, ca-
dendo da cavallo, Corso Donati, che viene finito da-
gli inseguitori i quali lo consegnano poi ai monaci
della Badia in attesa degli ordini (an. 1308), 101,
18-29 ; vi si accampa l'imperatore Arrigo VII per
aspettare rinforzi (an. 1312), 140, 1.
ScHizzANO, viene devastato dalla brigata di Carlo
diDurazzo e dagli sbanditi fiorentini (an. 1379), 371, 1.
SiGNA, castello, viene preso e distrutto da Ca-
stniccio (an. 1325), 144, 22 ; viene ricostmito dai
Fiorentini (an. 1326), 150,28-29 ; ric, 145,23.
SoFFiANO, viene preso e distrutto da Castruccio
(an. 1325), 144, 24.
ToRRi, vi giunge con le sue scorrerie Castnicclo
(an. 1325), 144, 11-25.
— (Edifici Romani) — AcQUEDOTTi, faltt costruire,
secondo la leggenda dello Stefani, da Magrino, 10,
i-2S, 13.
Campidoglio, fortezza mastra della c, fatta edi-
ficare secondo la stessa leggenda dal nobile romano
Marco, 10, 20-21, li, ric, 16, 3, 6, 8.
MuRA Di Cinta, fatte innaUare da Gneo Pompeo,
10, 13-14.
Palagio. detto anche Parlagio, fatto costruire
da Cesare, 9, 30-34 ; 10, 19.
Tempio di Marte, cominciato al tempo di Ce-
sare e terminato sotto Tiberio, 11, 35-38 ; 12, 10-13 ;
viene consacrato e dedicato da Onorio, vescovo della
c, a S. Giovanni Battista, 13, 23-25.
— Esecutore degli Ordini di Giustizia, sua istitu-
zione e suoi poteri (an. 1306), 99, 8-12 ; v. anche Mat-
teo d'Amelia (an. 1306) ; Fino (an. 1378).
— EsTiMo, viene fatto fare segretamente a mezzo di
ufficiali forestieri dal Duca di Calabria (an. 1326),
152,28-30 ; vengono el. sessantaquattro cittadini per
procedere alla sollecita compilazione di esso (an.
1378), 337, 39.
— GoNFALONiERE Di GiusTiziA, sua istituzione e suoi
poteri (an. 1292), 70, 15-20 ; gente posta ai suoi or-
dini per poter procedere airesecuzlone di giustizia
contro i Grandi, 20-30 ; prima esecuzione contro i
Grandi da partc del Gonfaloniere Baldo Ruffoli che fa
abbattere le case dei Galli, 71. 10-14 ; sua soppres-
sione ad opera del Duca d'Atene e suo ristabilimento
(an. 1342), 196, 25-2 7 ; 198, 34-35 ; nuovo tentativo
di soppressione alla cacciata del detto Duca e sua de-
finitiva ricostituzione (an, 1343), 212, 25-29.
— GoNFALONiERi Di CoMPAGNiA, istituiti in numon di
venti, agli ordini del Capitano del popolo, per racco-
gliere ciascuao al primo segnale, dietro il proprio
gonfalone, le milizie cittadine da lui dipendenti (an.
1250), 38, 1-9 ; loro ripartizione ed iiuegne, 15-3«.
vengono ridotti adiciannove (an, 1307). 98. 36 ; nuovi
poteri, gonfaloni cd insegne. 99. 4-10 ; vengono isti-
tuiti. per facilitare le chiamate del popolo alle armi,
cinquantasei Pennonieri. coi relativi Pennoni (an.
1323), 133. 21-29. e messi alle dipendenze deide'ti
gonfalonieri, in nnmero di tre o quattro per ciascuno,
secondo la grandezza della propria circoscrizione,
21-29.
FiRENZE GONFALONIERI DI GlUSTIZIA, V. RuffoU Baldo ;
per Gonfalonieri poi, seguiti al detto Ruffoli, succedu-
tisi nei vari anni dopo il 1292 v. le liste annuali dei
Priori, nelle quali essi sono riportati, da questa data
in poi.
— GoNFALONiERi Di Leghe del Contado, in numero
di novantasei, istituiti per raccogliere al segnale d'al-
larme le genti del contado, e messi agli ordini del
Capitano del popolo, 38, 37-40.
— GuELFA (Parte), V. Firenze (Parte guelfa).
— Incendi (an. 1115), 22, 31-33; (an. 1232), 33, U-
17; (an. 1234), 33, 24-27; (an. 1287), 63, 11-18;
(an. 1293), 71, 25-28; (an. 1304), 92, 24-34; (an.
1322), 129, 33-37 ; (an. 1327), 153, lO-ll ; (an. 1331),
170, 35-36 ; 171. 1-6 ; (an. 1335), 177, 35-39 ; (an.
1344), 220, 16-20.
— Inondazioni (an. 1177), 25-4-5; (an. 1250), 37,
9-20; (an. 1284), 60, 15-20; (an. 1288), 64, 30-32;
(an. 1333), 173, 38-39; 174, 1-35; 175, 6-10; (an.
1334), 176, 37; 177, 1-5; (an. 1345), 224, 26-32;
(an. 1353), 243, 1-3 ; (an. 1369). 270, 88-32 ; (an.
1380), 381. 35-40 ; 382. 1-19.
— LoGGi.A d'Orto S. Michelb. fatta costruire dal Co-
mune pel mercato del grano e delle biade (an. 1 284),
61, 26-2 7.
— LoGGiA de' Pazzi owero Albergo della Corona,
V. Firenze (Albergo della Corona).
— Loggia della Piazza dei Priori, se ne inizia la
costruzione (an. 1373), 288, 2-7 ; viene condotta a
termine : sue dimensioni e costo (an, 1382), 423,
17-24.
— (Madonna d'Orto S. Michele), miracoli ad essa at-
tribuiti e doni della folla (an. 1292), 69, 28-34 ; viene
istituita una Compagnia, con a capo i relativi Capi-
tani. per amministrare i doni ad essa lasciati dai fe-
deli. 32-34 ; il Comune fiorentino comincia a nomi-
nare esso stes.so i detti Capitani. 34-38 : v. anche Fi-
renze (Compagnia d'Orto S. Michele).
— (Magistrature) Magistratura dei Sei DEI'
biada, preposti al mercato del grano e delle biade t
si teneva nella loggia d'Orto S, Michele (an. 128
61, 26-27.
— Mercatanzia (CoNsoLi della), magistratura coli
giale co.stituita dapprima da cinque consoli deir.X
maggiori e accresciuta poi con altri scelti tra le A
rainori (an. 1372), 283, 25-30 ; 327, 18-19 ; 395, 1
22 ; " poteri loro attribuiti dagli Statuti comiinali,
CtX, 25-37 ..,
— (Mercati) mercato nuovo, viene danneggiato dal-
Tinondazione (an. 1333), 174, 10 ; ric, 32, 16.
[FirMize]
INDICE ALFABETICO
537
FiRENZE (Mercati) mercato vecchio, viene devastato
dal fuoco (an. 1332), 32, 11-13 ; 36, 24, 34 ; 6 dan-
neggiato dalla piena (an. 1333), 174, 10 ; ric, 35, 35.
— (MoNACHE Di S. Agostino), preteso miracolo avve-
nuto nella loro chiesa nel dl di S. Firenze (an. 1229),
32, 30-37 ; 33, 1-3.
— (MoNASTERi) " MONASTERO Di S. LoRENZo, donazione
ad esso fatta da Coppo Stefani, padre del cronista
Marchionne, CII, 9-U ; CIV, l-u „.
"MONASTERO Di S. Marta, vi si rinchiude Eli-
sabetta Stefani sorella del cronista Marchionne,
CII, 15-22,,.
— (MoNETA DEL Cqmune), a chi ne viene affidata la
cnra (an. 1267), 53, 15-17.
— (MoNETA d'argento o Bargellina), fatta coniare
dal Bargello Lando da Gubbio (an. 1316), 120, 9-12.
— (MONETA d'argento o Guelfo), sua coniazione (an.
1317). 123, 40-42; 124, 1-2.
— (Moneta d'oro o Fiofino), sua prima coniazione (an.
1252), 41, 29-32.
— (MortalitA), (an. 1323), 133, 27-37 ; 134, 1-3 ; (an.
I3|8).230, 9-36— 232, 1-29 ; (an. 1374), 289, 30-38 ;
(an. 1383), 427, 4-11.
— (Mura), si ordina e s'inizia la seconda cerchia (an.
107 8), 20, 20-23 ; sua descrizione e borghi in essa in-
clusi, 23-36 ; viene recinto di mura il quartiere d'01-
trarno (an. 1258), 44, 26-30 ; si delibera la costru-
zione del terzo cerchio (an. 1299) 77, 32-38 ; si or-
dina di recingere di mura il Lungarno e di completare
quelle d'01trarno (an. 1317), 124, 4-6.
— (Ordini di Giustizia), leggi contro i Grandi in di-
fesa del popolo, 70, 15-20, 25-30 ; vani tfentativi di
questi per liberarsene (an. 1295), 72, 30-37 ; 73, 8-
16; 74, 11-30; 76, 6-8 ; tentatiW di Corso Donati
e reazione del popolo (an. 1304), 89, 36-37 ; 90, 1-28 ;
vi vengono fatte nuove aggiunte (an. 1306), 98, 33-
36; 99, 8-13; vengono tolti definitivamente (an.
1381), 402, 12-13 ; V. anche Firenze [Gonfaloniere di
Giustizia) ; Firenze (Esecutore degli ordini di Giustizia).
— (OsPEDALi) Ospedale sulla Greve, danni e vit-
time fatte quivi dalla piena (an. 1250), 47, 12-13.
— (OiTO Di Balia), detti anche gli Otto Santi, el.
con i pid larghi ed ampi poteri a far leghe, guerra e
pace (an. 1375), 293, 5-25 ; mandano loro emissari ad
Orvieto, a Viterbo, a Perugia e in altre terre del Pa-
trimonio per suscistarvi rivolte contro la Chiesa ed
istituirvi liberi comuni cui vengono rimesse le ban-
diere rosse di liberta, 293, 28-37 ; 294, 1-3 ; vengono
.scomunicati, 294, 5-6 ; mandano loro emissari anche
a Bologna per suscitare anche qui rivolte contro la
Chiesa, 295, 19-29 ; inviano ambasc. al pp. per la
pace (an. 1376), 296, 24-32 ; mandano loro agenti
a Bologna per tenere a bada la Compagnia di ven-
tura di Brettoni, mandata da Gregorio XI contro
Firenze, 297, 20-31 ; stringono nuove leghe, 5-16,
34-41 ; 298, 1-3 ; vengono combattuti dalla Parte
guelfa che colpisce con le sue ammonizioni quelli
specialmente che sono a loro favorevoli, 300, 25-34 ;
viene ammonito Giovanni Dini, uno degli Otto (an.
1378), 311, 15-18 ; vengono ricouosciuti dai Ciompi
e mantenuti in carica, nonostante il cambiamento
di quasi tutti gli altri uffici, quali Otto della Guar-
dia e della Guerra, 325, 34-35.
Firenze (Otto di Balia del Popolo di Dio di S, Maria
Novella) istituiti dai Ciompi per controllare TOpe-
rato dei Priori (an. 1378), 330, 25-38 ; loro pretese
e reazioni di questi, 331, 37-39-335, 1-14.
— (Palazzi) Palazzo dell'arte di Cahmala, viene
danneggiato dal fuoco provocato da una mischia
cittadina (an. 1304), 92, 24-25.
Palazzo dell'arte della Lana, 6 danneggiato
dal fuoco (an. 1331), 171, 6.
Palazzo del PodestA vi pone la sua dimora
il Duca di Calabria, fatto signore della c, (an. 1326),
149, 38-40 ; viene danneggiato dal fuoco (an. 1331),
171, 5 ; ric, 48, 23 ; 50, 40 ; 51, 34.
Palazzo dei Priori, detto anche del popolo
e della Signoria, si ordina e se ne inizia la costru-
zione la dove prima erano le case degli Uberti (an.
1298), 76, 30-40 ; vi va ad abitare il Duca d'Atene,
fatto signore di Firenze, che ne caccia i Priori (an.
(1342), 195, 30 ; 196, 5-22 ; ric. passim.
— (Parte Guelfa) antica e potente istituzione fioren-
tina, avente una sua organizzazione a s6 con propri
capi (Capitani), sorta a difesa dei Guelfi contro i Ghi-
bellini, cui, dopo la cacciata di questi dalla c viene
affidata ramministrazione dei beni ad essi confi-
scati (an. 1267), 52, 21-32 ; in mano per lungo tempo
dei nobili e popolani grassi, essa si serve deiristituto
del rammonire, affidato dalia legge ai suoi Capitani
(an. 1357), 251, 12-25, per combattere i suoi nemici e
cacciarli dagli uffici, 276, 44-45 ; 277, l-lO, 32-43 ;
278, 1-4, 25-30; poi, dopo la cacciata dei Ricci e
degli Albizzi, suoi attivi capi, dagli uffici del Co-
mune, se ne serve per combattere il Governo che
andava sempre piii riducendosi in potere deirArti mi-
nori ; 283, 31-39 ; 300, 25-34 ; 301, 6-11 ; inorgoglita
per Tambasciata ad essa diretta dalla regina Gio-
vanna di Napoli, si di una nuova costituzione
ed un proprio gonfalone e nomina quindi un suo gon-
faloniere, 310, 4-8 ; elegge Quarantotto cittadini
cui da piena balia nei propri coUegi nei riguardi del-
rammonire, 7-11 ; lotta contro di essa combattuta
dal Gonfalon'ere di Giustizia, Salvestro dei Medici,
e dal popolo (an. 1378), 317, 15-42-320, 1-5 ; v. an-
che Firenze (Capitani di Parte guelfa).
— (Pkste), V. Firenze (mortalit^).
— (Piazze) Piazza S. Croce, ric, 195, 38 ; 203, 1 ;
223, 2 ; 382. 13.
Piazza S. Giovanni, vi si trincerano i Cavicciuli
contro i popolani (an. 1343), 213, 33.
Piazza S. Lorenzo, ric 283, 8.
Piazza S. Piero Maggiore, ric, 84, Ss.
PiAZZA S. PuLiNARi, ric, 357, 34.
PiAZZA degli Spini, fic 338, 17.
— (PodkstX), V. Rubaconte (an. 1232) ; Filippo da
Brescia (an. 1252) ; MoncUdeschi Ormanno (an. 1266) ;
Matteo da Fogliano (an. 1287) ; Fulcieri da Calboli (an.
1302) ; Gabrielli Bino (an. 1305) ; Carlo d'Amelia (an.
1307) ; Branca (della) Piero (an. 1308) ; Baglioni (dei)
538
INDICE ALFABETICO
[FireoMJ
Baglione (an. 1346) ; Giovanni da Varliano (an. 1343) ;
Vaiani Paolo (an. 1353) ; Giovanni da Roncofreddo
(an. 1373) ; Ugolino di Piero (an. 1378).
FiRKNZB (PoNTi) PoNTE all'Africo, vi si azzuffano Nicola
Cerchi con Simone Donati (an. 1301), 85, 33-40 ;
vi viene ucciso Gherardo Bordoni partigiano di Corso
Donati (an. 1308), 100, 16.
PONTE ALLA Carraia, sc nc inizia la costnizione
(an. 1120), 30, 5-fl ; cade per la piena (an. 1269),
54, 30 ; ricostruito in legno cade nuovamente per
eccessivo affoUamento (an. 1304), 92, 4-8 ; ricostruito
ancora, cade di nuovo (an. 1333), 174, 16 ; ric. 20,
28-30 ; 30, 2-5 ; 52, 5.
PONTE Nuovo, se ne ordina e s'inizia la costru-
zione (an. 1220), 30, 5-6 ;
PoNTE RuBACONTE, viene fatto costruire dal Po-
dest^ Rubaconte da cui prende il nome (an. 1252),
34, 10-12 ; ric, 214, 15.
PoNTE A S. Trinita, se ne ordina e s'inizia la co-
struzione (an. 1252), 41, 1-5 ; cade per la piena (an.
1269), 54, 30 ; rico.struito cade di nuovo (an. 1333),
174, 14 ; se ne ordina la ricostruzione (an. 1346),
227, 32-35; "ric. CIV, 11 „.
PoNTE Vbcchio, cade per la piena (a. 1177),
25, 4-6 ; ricostruito cade di nuovo per l'inondazione
(an. 1333), 174, 13 ; viene ricostruito in pietra (an.
1345). 224, 5-7.
— (PopoLi o Parrocchie), sono ricordate passim, nelle
liste dei condannati e degli ammoniti.
PopoLO Di S. Ambrogio, ric, 339, 28.
" PopoLO Di SS. Apostoli, '• ric, CIII, 18;
CIV, 14".
PopoLo Di S. Brancazio, ric, 263, 29.
PoPOLO Di S. Brocolo, ric, 220, 19 ; 221, 33.
POPOLO Di S. Felice, ric, 283, 35.
PopoLo Di S. Felicita, ric, 263, 29.
PopoLO Di S. Firbnze, ric, 336, 42.
PoPOLO Di S. Frediano [S. Friano], ric, 263, 28 ;
308, 44 ; 309, 8 ; 336, 38.
PopoLO Di S. Lorenzo, ric, 309. 2, 8 ; 336, 24.
PopoLO Di S. LuciA d'Ognissanti, ric, 336, 34.
PopoLO Di S. MarIa, ric, 336. 30 ; " CI, 18-19 ;
CII, 30 '.
PopoLo Di S. Maria Maggiore, ric, 308, 28 .
POPOLODlS. MlCHELEBERTELDI,ric.,263, 30.
POPOLO Di S. N1CCOL6, ric, 227, 37 ; 308, 34.
POPOLO DI S. Paolo. ric. 308. 31 ; 336. 27.
PopoLO Di S. PiERO Gattolini, ric, 309, 1 ;
337, 3.
POPOLO DI S. PlERO Maggiore, ric, 336, 28.
PopoLO Di S. Reparata, ric, 336,29.
POPOLO DI S. ROMEO, ric, 337, 5.
PopoLO Di S. Simone, ric, 308, 42 ; 336, 43.
PopoLO Di S. Spirito, ric, 309, 9 ; " CI, 13 ;
CII, 6".
— (PORTE) PORTA DELLA BaSCHIERA, ric, 20, 28.
PORTA Bertinelli, ric, 20, 24.
PoRTA DEi Buoi, esce da essa il conte Guido No-
vello cacciatoda Firenze (an. 1266), 51, 40 ; ric. 20, 34.
■~ PoRTA S. Croce, deirantica Firenze viene dan-
neggiata dalla piena (an. 1333). 174, 2 ; (an. 1380),
382, 11-12.
FiRENZE (Porte) Portia Duomo, ric, 18, 23.
PoRTA S. Frbdiano [Friano], se ne inizia la co-
struzione (an. 1333), 173, 32-35.
PoRTA S. Gallo, viene danneggiata dalla piena
(an. X333), 174, 14.
PoRTA S. GioRGio, ric, 407, 16.
PORTA GUELFA, ric, 210, 25.
PoRTA S. Maria, deU'antica Firenze, stilla via
maestra di Roma. 18, 14-15.
PORTA S. PiERO Gattolino, viene danneggiata
dalla piena (an. 1333), 174, 14.
PoRTA S. PiERO Maggiore, deirantica Firenze,
ric 18, 29.
PORTA RossA, deU'antica Firenze, ric, 18, 29
PoRTA degli Spadai, ric, 93, 18-19.
— (Priori) [Signori], istituiti e posti a reggere lo Stato
per due mesi, in sostituzione deirufficio dei Quat-
tordici, per volontd degli artefici rafforzati dai Guelfi
(an. 1282), 57, 29-31 ; ragione del loro nome, 31-
36 ; vengono designati daUe sette Arti maggiori tra
i loro stessi coinponenti, dapprima, in numero di tre,
poi in seguito, di sei, in ragione di uno per Sesto, 32-
34 ; 58, 1-18 ; ottengono il diritto dipoterli nominare
anche le quattordici Arti minori (an. 1289). 66, 17-21 ;
loro prima dimora, 74, 19-23 ; si delibera di costruire
un loro proprio palazzo nel luogo dove erano prima le
case degli Uberti (an. 1298), 76, 38-40 ; nuove norme,
riguardanti la loro elezione, approvate dopo la morte
di Carlo di Calabria (an. 1328), 158, 29-44 ; 159.
1-10 ; e dopo la cacciata del Duca d'Atene (an. 1343),
210, 4-8, 35-40 ; 211. 1-8 ; 212. 25-32 ; ottengono
per poco di poterne essere eletti anche i componenti
delle tre Arti minori aggiunte dai Ciompi (an. 1378),
327. 1-7 ; 331. 29-35 ; 335, 6 ; nuova ripartizione di
essi fra le Arti (an. 1381), 335. 7-14 ; 398. 1-6 ; 406.
10-15 ; liste degli eletti nei vari anni, dal 1282 in poi,
cosl come si trovano riportate dallo Stefani : li^^e
del 1282 (giugno-agosto), 58. 3-6; liste del 1282
(agosto-ottobre), 58, 12-18 ; liste del 1282 (ottobre
dicembre), 58, 23-29; liste del 1282 dicembre-1283
dicembre, 59, 2-22 ; liste del 1283 dicembre-1284
dicembre, 59, 32-40 ; 60, 1-13 ; liste del 1284 dicem
bre-1285 dicembre, 60, 31-42 ; 61. 1-12 ; liste del
1285 dicembre-1286 dicembre. 61. 29-40 ; 62. 1-1-':
liste del 1286 dicembre-1287 dicembre. 62. 24-44 ;
liste del 1287 febbraio-1288 aprile, 63, 20-41 ; liste
del 1288 dicembre-1289 dicembre. 65. 2-22 ; liste del
1289 dicembre-1290 dicembre, 67. 2-22 ; liste del
1290 dicembre-1291 dicembre, 67. 39-40 ; 68, 1-22 ;
liste del 1291 dicembre-1292 dicembre. 68. 34-40 ;
69, 1-14 ; liste del 1292 dicembre-1293 febbraio, 70.
33-39 ; Uste del 1292 febbraio-1293 (sic), 71, 3
34 ; 72, 1-25 ; liste del 1293 febbraio-1294 febbraii.,
73, 29-43 ; 74, 1-12 ; liste del 1294 febbraio-1295
febbraio, 74. 37-42 ; 75. 1-22 ; liste del 1295 febbraio-
1296 febbraio. 75. 25-49 ; 76, 1-4 ; liste del 1296
febbraio-1297 febbraio, 76, 10-36 ; liste del 1297
febbraio-1298 febbraio, 77, 1-29 ; liste del 1298 feb-
[Firenze]
INDICE ALFABETICO
539
braio-1299 febbraio, 77, 40-41 ; 78, 1-26 ; liste del
1299 febbraio-1300 febbraio, 82, 5-31 ; liste del
1300 febbraio-i3or novembre, 83, 30-45; 84, 1-22;
liste del 1301 (novembre-dicembre), 85, 3-10 ; liste
del 1300 febbraio-1301 febbraio, 86, 5-29 {ripete e
completa le due precedenti) ; liste del 1301 febbraio-
1302 febbraio, 88, 1-41 ; liste del 1302 febbraio-
1303 febbraio, 90, 30-44 ; 91, 1, 16 ; liste del 1303
febbraio-1304 febbraio, 94, 23-41 ; 95, 1-16 ; liste del
1304 febbraio-1305 febbraio, 96, 5-34 ; liste del 1305
febbraio-1306 febbraio, 97, 16-32 ; 98, 1-16 ; liste
del 1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 15-41 ; liste
del 1307 febbraio-1308 febbraio, 102, 5-30 ; liste del
1308 febbraio-r^og febbraio, 104, 1-27 ; liste del
^309 febbraio-r^io febbraio, 105, 33-35 ; 106, 1-26 ;
liste del r^ro febbraio-r^rr febbraio, 108, 1-28 ; li-
ste del r3ir febbraio-r^r^ febbraio, 112, 16-43 ;
liste del r^r^ febbraio-1313 febbraio, 114, 20-45 ;
115, 1-15; liste del 13^3 febbraio-r^r^ febbraio,
115, 32-39; 116, 1-30; liste del 13^4 febbraio-i^rs
febbraio, 118, 29-34 ; 119, 1-24 ; liste del ^315 feb-
braio-r3r6 febbraio, 121, 25-39 ; 122, 1-20; liste del
r3r6 febbraio-r^r^ febbraio, 122, 40-42; 123, 1-26;
liste del r^r^ febbraio-r^rS febbraio, 124, 8-35 ; li-
ste del r^rS febbraio-r^rg febbraio, 125, 1-30 ; li-
ste del 1319 febbraio-r32o febbraio, 125, 42 ; 126-
1-2 7; liste del 1320 febbraio-r32i febbraio, 127,
6-35; liste del 132^ febbraio-T322 febbraio, 128,21-37 ;
129, 1-15 ; liste del ^322 febbraio-r323 febbraio,
131, 6-34 ; liste del ^323 febbraio-r324 febbraio,
135, 11-38 ; liste del ^324 febbraio-r325 febbraio,
147, 24-40 ; 148, 1-14 ; liste del 1325 febbraio-r326
febbraio, 151, 29-34 ; 152, 1-25 ; liste del ^326 feb-
braio-r327 febbraio, 155, 9-37 ; liste del 1327 feb-
braio-T328 dicembre, 157, 30-40; 158, 1-15; liste
del r328 dicembre-T329 dicembre, 160, 20-43; 161,
1-8 ; liste del ^329 dicembre-r^^o dicembre, 164,
12-24 ; liste del T330 dicembre-r^^i dicembre, 167,
6-35 ; liste del 1331 dicembre-r332 dicembre, 168,
38-40; 169, 1-27; liste del 1332 dicembre-r333 di-
cembre, 175, 12-41 ; liste del ^333 dicembre-1334 di-
cembre, 177, 5-33 ; liste del 1334 dicembre-1335 di-
cembre, 179, 1-32 ; liste del 1335 dicembre-r336
dicembre, 182, 33-35 ; 183, 1-28 ; liste del T336
dicembre-r337 dicembre, 186, 1-31 ; liste del 1337
dicembre-T338 dicembre, 186, 38-39 ; 187, 1-31 ;
liste del 1338 dicembre-l33g dicembre, 187, e-21 ;
188, 1-11 ; liste del 1339 dicembre-1340 dicembre,
188, 12-70; liste del T340 dicembre-1341 dicembre,
189, 20-40 ; 190, 1-9 ; liste del 134^ dicembre-T342
dicembre, 190, 18-43 ; 191, 1-14 ; 199, 1-8 ; liste del
r342 dicembre-r343 aprile, 191, 5-14 ; liste del 1343
apriIe-:344 aprile, 210, 35-40; 211, 1-7; 218, 23-
39 ; 219, 1-33 ; liste del 1344 maggio-1345 maggio,
222, 1-37 ; liste del T345 maggio-T346 maggio, 226,
35-42 ; 227, 1-30 ; liste del T346 maggio-T347 gen-
naio, 228, 5-44 ; 229, 1-24 ; liste del 1347 gennaio-
T348 gennaio, 229, 26-45; 230, 1-5; liste del 1348
gennaio-T349 gennaio, 233, 23-38; 234, 1-23; liste
del 1349 genaaio-r35o gennaio, 235, 8-47 ; liste del
1350 gennaio-r35r gennaio, 239, 26-44; 240, 1-21;
liste del r35r gennaio-r352 gennaio, 240, 22-47 ;
241, 1-12 ; liste del 1352 gennaio-T353 geimaio,
242, 5-46 ; liste del 1353 gennaio-1354 gennaio,
245, 31-39 ; 246, 1-31 ; liste del 1354 gennaio-1355
gennaio, 247, 31-39 ; 248, 1-31 ; liste del ^355 gen-
naio-1356 gennaio, 249, 20-41 ; 250, I-I8 ; liste del
T356 gennaio-1357 gennaio, 250, 21-48 ; 251, l-ll ;
liste del 1357 gennaio-1358 gennaio, 251, 38-39 ;
252, 1-35 ; liste del 1358 gennaio-1359 gennaio,
254, 7-43 ; liste del T359 gennaio-r^^o gennaio, 255,
28-40 ; 256, 1-24 ; liste del ^360 gennaio-i36T gennaio,
258, 27-42 ; 259, 1-23 ; liste del 136T gennaio-T362
gennaio, 259, 38-44 ; 260, 1-31 ; liste del 1362 gen-
naio-T363 gennaio, 261, 35-36 ; 262, 1-37 ; liste del
1363 gennaio-1364 gennaio, 263, 4-9 ; 264, 1-33 ;
liste del 1364 gennaio-1365 gennaio, 264, 34-49 ; 265,
1-20 ; lisfe del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 21-
42 ; 266, 1-S ; liste del 1366 gennaio-136^ gennaio,
266, 6-41 ; liste del T267 gennaio-r368 gennaio, 267,
9-43 ; 268, 1-7 ; liste del ^368 gennaio-i36g gennaio,
273, 18-41; 274, 1-12 ; liste del 1369 gennaio-1370
gennaio, 274, 28-43 ; 275, 1-23 ; liste del T370 gen-
naio-T37T gennaio, 275, 39-43 ; 276, 1-34 ; liste del
137T gennaio-r372 gennaio, 278, 38-40 ; 279, 1-36 ;
liste del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 1-42 ; liste
del 1373 gennaio-r374 gennafo, 288, 26-40 ; 289,
1-28 ; liste del ^374 gennaio-T375 gennaio, 291, 16-
34 ; 292, 1-12 ; liste del ^375 gennaio 1376 gennaio
298, 35-42 ; 299, 1-31 ; liste del ^376 gennaio-1377
gennaio, 306, 21-41 ; 307, 1-20 ; liste del 1377 gennaio-
1378 luglio, 314, 6-31 ; liste del 1378 (luglio-settem-
bre), 326, 10-17 ; liste del 1378 (settembre-ottobre),
331, 27-36 ; 335, 31-35 ; liste del T378 (novembre-
dicembre), 337, 30-38 ; liste del ^378 (gennaio-feb-
braio), 341, 1-12 ; liste del 1378 marzo-r379 aprile,
342, 20-28 ; liste del ^379 (maggio-giugno), 345, 26-
36 ; liste del T379 (luglio-agosto), 345, 38 ; 346, 1-9 ;
liste del T379 (settembre-ottobre), 346, 25-35 ; liste
del 1379 (novembre-dicembre), 348, 30r39 ; liste del
1379 (gennaio-febbraio), 361, 40-41 ; 362, 1-8 ;
liste del 1379 marzo-1380 aprile, 367, 42-43 ; 368,
1-8 ; liste del 1380 (maggio-giugno), 372, 10-19 ;
liste del 1380 (luglio-agosto), 374, 27-37 ; liste del
T380 (settembre-ottobre), 383, 11-21; liste del r^So
(novembre-dicembre), 384, 1-11 ; Hste del 1380
(gennaio-febbraio), 389, 14-28 ; liste del 1380 marzo-
1381 febbraio, 391, 3-43; liste del T38T marzo-1382
aprile, 406, 37-48 ; liste del 1382 (maggio-giugno),
416, 26-38 ; liste del T382 (luglio-agosto), 417. 20-
30 ; liste del 1382 (settembre-gennaio), 424, 14-26 ;
liste del 1382 gennaio-1383 aprile, 424, l-S ; 425.
1-12; .iste del 1383 (maggio-giugno), 426, 1-11;
liste del 1383 luglio-r^^^ agosto, 427, 3S-42 ; 428,
1-39 ; listedel T383 settembre-T^S^ aprile 434, 33-41 ;
435, 1-18 ; liste del 13S5 maggio-1386 aprile, 443, t-41.
FlRENZK (QuARTiERi), nei quali era divisa l'antica c. ri-
costruita da Carlo Magno.
QUARTIERR DI PORTA S. BraNCAZTO, 21, 4, 5,
7 ; 30, 3.
540
INDICE ALFABETICO
[Piraoiv^FiridolC
FlRBNZE (QUARTIKRl) QuARTIERB Dl PORTA DuOMO DKTTO
ANCHB DI S. GlOVANNI, 21, 3, S.
QUARTIBRE DI PORTA S. MaRIA, 21. 4, 9.
QUARTIERE DI PORTA S. PlBRO, 21, •», 12. Quar-
tieri nci quali venne divisa la c. dopo il 1343 : ra-
gioni della nuuva divisione ; estensione, confini ed
insegne di essi, 210, 18-32.
QuARTiEfeB Di S. Crocs, 210, 21-24 ; ric, pas-
sint, nelle liste dei Priori.
QUARTIERE DI S. GlOVANNI, 210, 29-32 ; ric.
passim. nelle liste dci Priori.
QU.VRTIERE DI S. MaRIA NoVKLLA, 210, 24-2»,
" ric. CVIII, 29 ; CIX, 9 ; CXII, 11 ; CXVIII, 31 „ ;
e passim nelle liste dei Priori.
Quartiere di S. Spirito, 210, 18-21, ric. pas-
sim nelle liste dei Priori.
— (Rbttori), chiamati dafuori a reggere raraministra-
zione della giustizia (an. 1207), 27, 18-23.
— (Sesti o Skstieri) Sesto di Borgo, segni e colori
dei suoi tre Gonfaloni e della sua insegna, 38. 25-
27 ; 39, 7-8 ; tassa pagata in complesso dai sruoi abi-
tanti annualmente (an. 1343), 210, 13, ric, passim
nelle liste dei Priori.
■ Sesto di S. Brancazio, segni e colori dei suoi
tre Gonfaloni e della sua insegna, 38, 20-30 ; 39, 8 ;
tassa pagata in complesso dai suoi abitanti annual-
mente (an. 1343), 210, 14.
Sesto di Porta Duomo, segni e colori dei suoi tre
Gonfaloni e della sua insegna, 38, 31-33 ; 39, 7 ;
tassa pagata in complesso dai suoi abitanti annual-
mente (an. 1343), 210, 15, ric, passim nelle liste dei
Priori.
— — Sesto d'Oltrarno, segni e colori dei suoi quat-
tro Gonfaloni e della sua insegna, 38, 15-20 ; 39, 5 ;
tassa pagata in complesso dai suoi abitanti annual-
mente (an. 1343), 210, U ; viene recinto di mura
(an. 1258), 44, 26-30; ric, passim nelle liste dei Priori.
Sesto di S. Piero, segni e colori dei suoi tre
Gonfaloni e della sua insegna, 38, 34-36 ; 39, 7-8 ;
tassa pagata in complesso dai suoi abitanti annual-
mente (an. 1343), 210, 16; ric. passim nelle liste
dei Priori.
Sesto di S. PiERo Scheraggio, segni e colori
dei suoi quattro Gonfaloni e della sua insegna, 38,
21-24 ; 39, 0 ; tassa pagata in complesso dai suoi abi-
tanti annualmente (an. 1343), 210, 12 ; vengono ri-
dotti a tre i suoi Gonfaloni (an. 1307), 98, 36-37.
— (SlGNORi e Signoria), V. Fireme {Pala:zo dei Priori) ;
Firenze (Priori).
— (Tabernacolo della Vergine Maria d'Orto S.
Michele), viene condotta a termine la sua costru-
zione in marmo lavorato (an. 1359), 255, 1-3 ; per-
ch6 si preferi il marmo invece dell'argento, 3-U.
— (ToRRi) ToRRE GiULiA. fatta innalzare, secondo la
leggenda, da Giulio Cesare, vi viene collocata la sta-
tua di Marte quando questa venne messa fuori del
tempio dal vescovo Onorio, 13, 31-39 ; 16, 15.
ToRRE di Guardamorto, sulla piazza di S. Gio-
vanni, fatta abbattere dai Ghibellini (1248), 35, 26.
— Trafonte (Castel), ric, 333, 14.
FiRBNZB (Uffici) Ufficio dki Quattordici, preposti a
reggere lo Stato, istituito con Taccordo dei nobili e po
polani per consiglio del Card. Latino, con gli stessi
poteri dei Dodici buoni uomini da essi sostituiti (nn.
1280), 57, 3-6.
— Ufficio, per la ricerca e rivendica dei beni del Co-
mune usurpati dai Grandi (an. 1292), 71. 3-4.
Ufficio DEi Quattro Ragionibki, per la ri-
cerca e rivendica dei beni, diritti e ragioni del Co-
mune usurpate dai privati (an. 1372), 286, 42-43 ;
287, 1-9.
Ufficio dei Dibci di LibertA, istituito per in-
vigilare alla quiete pubblica (an. 1372), 282, 29-30.
Ufficio dki Venti Cittadini, eletti per prov-
vedere ai bisogni della guerra (an. 1356), 237, 1-2 7 ;
238, 1-2.
Ufficio dei Sessantaquattro, eletti per la
compilazione dell^estimo (an. 1378), 337, 3».
Ufficio degli Otto della Guardia, per at-
tendere alla sicurezza della c. ed alla foresteria (an.
1378), 337, 16-17 ; 348,25-27.
Ufficio degli Otto, per la vendita dei bcni
dei nbelli e condannati (an. 1380), 372, 20-40 ; :«$«,
3-11.
— (Vescovo) i'. Onorio ; Zanobio (S.) ; Maurizio iS.: ;
Acciaiuolo Agnolo, Corsini Piero di Filippo ; /r-
ciaiuoli Agnolo di Jacopo.
— (ViE) ViA Di S. Brocolo, ric, 210.24.
VlA DEL COCOMERO, ric, 202, 33.
VlA DEL CORSO DI S. PlERO MaCGIORE, lit.,
319, 43-45 ; 320, 2.
ViA DEL CoRso DEi TiNTORi, vi si tengono fe-.te
(an. 1333). 173, 26-27 ; viene allagata, 174, 3.
ViA Ghibellina, fatta aprire dal Governo Glii-
bellino (an. 1260), ric, 329. 9 ; vi si organizzano e vi
si tengono feste popolari (an. 1333). 173. 24.
ViA Larga, presso S. Maria, vi si tengono feste
per ordine del daca d'Atene (an. 1343). 202, 33.
ViA Magalotti, ric, 334, 20.
Via Maggio, ric. 214, 22 ; 322, 34 ; 383, 5.
VIA LA RONDINE, ric, 322. 43.
ViA DEi Servi, ric, 202, 33.
Canto degli Antellesi, ric, 334, 12.
Canto alla Macina, ric, 415, 13.
Canto a Monteloro, ric, 426, 32.
FiRENZE Di Bartolo, h nelle liste dei Priori del 1354 ge"*-
naio-t355 gennaio, 247, 38.
FiRENZE Di Bartolo del Pancia, fe nclle liste dei Priori
del 1361 gennaio-1362 gennaio, 260, 25.
FiRENZE DEL Pancia, 6 nelle liste dei Priori del 1375
gennaio-1376 gennaio, 299, 26; viene escluso dagli
ufiSci per tre anni (an. 1379). 363, 28.
FiRENZE (da), V. Giovanni da F.
FiRBNZE (di), f. Giovanni di F. ; Piero di Giovanni di F.
FIRBNZUOLA, castello fatto edificare dai Fiorentini nel
Mugello per sorvegliare gli Ubaldini (an. 1332),
172, 11-14 ; viene presa e devastata dai predetti
Ubaldini, 192, 15-16; viene ripresa dai Fiorentini
(an. 1373), 286, 23-24.
FiRiDOLFi (de') Arnaldo, va ambasc a Roma pr. Carlo
[Firidolfi-Francuco d*Andrea]
INDICE ALFABETICO
541
Magno e Leone III pp. per invocare il ioro aiuto per
I la ricostnizione di Firenze (an. 8io), 17, 21-25 ; 30-39.
j « FiRiDoi.Fi RicASOLi (coDicE), ms. del sec. XVIII della
libreria Firidolfi-Ricasoli contenente l'ultima parte
della cronaca dello Stefani, X, 1-3, 1-3 ,,.
j "FlRiDOLFi RiCASOLi, tnarchese, ric. X, 1-3 „.
FoGLiANO (da), V. Guido da F. ; Matteo da F.
? " FoFFANo Francesco, storico, sTio errore a riguardo della
identificazione del codice Guadagni, VII, 3-15, 37,
1-3 ; sua congettura errata a proposito deU'anno di
nascita e di quello della morte dello Stefani, CIII,
23-37 ; CVII, 5„.
I FoLCO, V. Portinari {de') F.
I FoLco di Bello, V. Rondinelli F. di B.
FoLco Di GiovANNi, 6 nellc liste dei Priori del 1289 di-
cembre-1290 dicembre, 67, 14 ; del 1291 dicembre-
1292 dicembre, 69, 6 ; e del 1294 febbraio-1295 feb-
braio, 75, 8.
FoLco (di), V. Bencivenni di F. ; Giamoro di F.
FoNDi c, vi si adunano i Cardinali avversari di Urbano
VI, sotto la protezione della regina Giovanna di Na-
poli, e vi eleggono Tantipapa (an. 1378), 312, 25-
39 ; 313, 36-45 ; 314, 1-15.
FoRABOSCHi, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 21 ; esce
da Firenze aU'annunzio della sconfitta di Monta-
perti (an. 1260), 48, 11-12.
FoRABOSCHi Ormanno di Gherardo, 6 tra i capi e i mag-
giori istigatori della Parte guelfa, per rammonire, del
quartiere S. Croce, 308, 11.
Foraboschi (de') Razzante, 6 uno dei Quattro Grandi
nominati Priori alla cacciata del Duca d'Atene c
poco dopo deposti dai Popolani (an. 1843), 210, 39 ;
218, 37.
Forese, V. Falconieri F. ; Ferrantini F. ; Pieri F. ; Sac-
chetti F.
Forese, e FoRESiNO d'Andrba, V. Abbruciati (degli) F.
d'A.
FoRESB di Francesco, V. Adimari (degli), F. di F.
Forese di Geri, V. Ferrantini {de') F. di G.
FoRESB di Giovanni, V. Salviati {de') F. di G.
" FoRESE Di Margherita, figUa di Coppo Stefani, CIII,
3, 9-10 „.
FoRESE Piero, 6 neUe liste dei Priori del 1300 febbraio-
1301 febbraio, 86, 9.
FoRBSE Di Rabatta, 6 Gonfaloniere di Giustizia (Uste
1320 febbraio-1321 febbraio), 127, 23 ; h neUe liste
dei Priori del 1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 31 ;
del 1328 dicembre-1329 dicembre, 160, 22 ; del 1334
dicembre-1335 dicerabre, 179, 27 ; e di nuovo Gonfa-
loniere (liste 1338 dicembre-1339 dicembre), 188, 2.
FoRESE (del), V. Bartolomeo del F. ; Giuliano di Ranieri
del F. ; Ranieri del F. ; Rinieri del F. ; Rinieri di
Gano del F. ; Stefano di Duccio, e di Tuccio, del F.
FoRESE (di), V. Pietro di F. ; Giovanni di F.
FoRESiNO, V. Totti F.
Foresta (dklla), GuiDO Di Francesco, 6 condannato
pre trame contro lo Stato a pagare duemUa fiorini
d'oro (an. 1379), 348, 11, 13.
FoRiGiANO, V. Viviani F.
ForU, ric, 180, 24.
FoRMicHi Vanni di Benino, k nelle liste dei Priori del
1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 29.
Fornaino di Guido da Borra, accusatore di Guido far-
settaio, caduto in un tranello, confessa d'avere men-
tito e vieoe quindi dal Capitano condannato a lire
miUe ed a portare per le vie di Firenze la mitra, 420,
8-42.
Forti Francbsco da Cbrtaldo, notaio dei Priori, ric,
63, 33.
FoRTiNi Bbnedbtto di Lando, notaio dei Priori, ric,
391, 28.
Fortini Francesco di Lando, notaio degli Ambasciatori,
inviati pr. rimperatore Venceslao (an. 1381), 389, 39.
" FORTiNi Lando, marito di Niccolosa figlia di Bonifazio
di Coppo Stefani, CII, 1-2 „.
FoRTiNO, V. Monte F.
Fracassini Lorenzo di Guinzello, 6 nelle liste dei
Priori del 1383 luglio-1384 agosto, 428, 18.
Franceschi, soldati venuti dalla Francia, condotti in
Firenze dal duca di Calabria, 95, 21 ; arruolati a
soldo dei Fiorentini, 138, 25-28; 140, 8-10; 142,
20-21 ; 147, 8-9, 13 ; 148, 24 ; 150, 2.
Franceschi Andrea, viene confinato a Spoleto (an.
1381), 408, 33.
Francescui Baldo, notaio degli Ambasc inviati pr. il
pp. (an. 1345), 226, 24.
Francesco, V. Ardinghelli F. ; Baldovini F. ; Bartolini
F. ; Borghi F. ; Borghini F. ; Bruni F. ; Cambi F. ;
Casini F. ; Cerchi {de') F. ; Cioli F. ; Comucci F. ;
Corsi F. ; Dolci F. ; Falconetti F. ; Fiorentini F. ;
Forti F. ; Giainori F. ; Gosi F. ; Lapi F. ; Lippi F. ;
Lotteringhi F. ; Martini F. ; Masini F. ; Nelli F. ;
Nucci F. ; Pacini F. ; PcUmieri F. ; Peri F. ; Riniu-
citti F. ; Sapiti F. ; Sasssoli F. ; Unganelli F. ; Vanni
F. ; Vigorosi F.
Francbsco da Dovadola, figUo del conte Ruggieri, sue-
questioni coi figli del conte Bandino di Monte Gra-
neUi, 298, 10-13 ; fa ribellare, per suoi risentimenti
personali contro i Fiorentini, Portico di Roraagiia
(an. 1376), 297, 34-35 ; fa incursioni nelle terre dei
suddetti ed in queUe dei loro alleati, 302, 30-31 ;
"cf. CXI, 20-21 „.
Francbsco, viene condannato a lire trecento dal Capi-
tano dal Popolo (an. 1381), 401, 25.
Francesco d'Adatto, 6 nelle liste dei Priori del 1343
aprUe-1344 aprUe, 219, 26.
Francesco d'Agnolo, 6 Gonfaloniere di Giustizia (an.
1380 settembre-ottobre), 383, 18 ; d dei Cinquanta-
due cittadini cui viene data la Balia per la riforma
del Governo (an. 1381), 396, 2.
Francesco d'Agostino, partecipa aUa Balia, corae Gon-
faloniere di Compagnia, per la riforma del Governo
(an. 1381), 394, 28.
Francesco d'Amkrioo, k neUe liste dei Priori del 1371
gennaio-1372 gennaio, 279, 30.
Francbsco d'Andrea, fe nelle liste dei Priori del 1321
febbraio-1322 febbraio, 129, 10 ; del 13^7 febbraio-
1328 febbraio, 158, 10 ; del 1333 dicembre-1334
dicembre. 177, 33 ; e dcl 1335 dicembre-1336 dicem
bre, 183, 20.
Tomo XXX, p. 1 — 35.
542
INDICE ALFABETICO |Franc«»co d'Anc«lo-France(co di Cucci
FxANCxsco d'Anoelo, h nelle liste dei Priori del 1383
luglio-1384 agosto, 428, 7.
Francbsco d'Antonio, V. Albixzi {degli) F. d'A.
Francesco di Arrico, V. Rocchi F. di A .
Francbsco di Bachino dei. Rosso, viene ammonito
(an. 1372), 283, 37.
Francbsco di Balduccio, V. Pegolotti F. di B.
Francbsco di Banco, V. Raugi F. di B.
Francesco di Bartolo, del popolo di S. Reparata,
viene condannato nel capo per la rivolta dei Ciompi
(an. 1378), 336, 29.
Francbsco di Bartolo, V. Baldani F. di B.
Francesco del Baschibra, V. Tosa (della) F. del B.
Francesco, vocato Bate, viene confinato per sei anni
(an. 1381), 401, 32.
Francbsco dbl Bbnb, V. Bencivenni F. del B.
Francesco del Bbne Benevieni, fe nelle liste dei Priori
del 1324 febbraio-1325 febbraio, 148, 7.
Francesco di Benedetto, V. Gucci F. di B.
Francesco di Benincasa, 6 nelle liste dei Priori del
1362 gennaio-1363 gennaio, 262, 28 ; e del 1374 gen-
naio-1375 gennaio, 291, 24.
Francesco del Benino, V. Neldi F. del B. ; Nelli F. del B.
Francesco di Berto da Filicaia, fe dei Quarantatre
cittadini el. in aggiunta agli altri della Balia gi^ no-
minati (an. 1281), 405, 1.
Francesco di Bertuccio, V. Castri F. di B.
Francbsco di Biliotto, V. Tornabelli F. di B.
Francesco di Bindo, V. Ferrucci F. di B.
Francesco del Boccio, V. Becchi F. del B.
Francesco di Bonaccorso, 6 nelle liste dei Priori del
1308 febbraio-1309 febbraio, 104, 4 ; e del 1309 feb-
braio-1310 febbraio, 106, 19 ; v. anche Alderotti F.
diB.
Francbsco di BoNiFAZio, fe Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1364 gennaio-1365 gennaio), 265, 3 ; 6 nelle
liste dei Priori deli367 gennaio-1368 gennaio, 267, 17.
Francbsco di Borghino, 6 nelle liste dei Priori del 1347
gennaio-1348 gennaio, 229, Zl ; v. anche Baldovinetti
(de') F. d. B.
Francesco di Buono, 6 nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 228, 7.
Francesco di Buto, 6 nelle liste dei Priori del 1345 mag-
gio-1346 maggio, 227, 19 ; dd 1367 gennaio-i368
gennaio, 267, 21 ; e del 1374 gennaio-1375 gennaio,
291, 22.
Francesco di Caccia, V. Bonciani F. di C.
Francesco da Calboli, signore di terre ai confini della
Romagna, stringe alleanza coi Fiorentini (an. 1376),
297, 37.
Francbsco di Caccino e di Ciaccino, v. Ricoveri F. di C.
Francesco di Cenni, k nelle liste dei Priori del 1343
apriIe-1344 aprile, 219, 28 ; v. anche Biliotti F. di C.
Risaliti F. di C.
Francbsco da Certaldo, notaio dei Priori, ric, 59,
15 ; 60, 12.
Francesco di Chelb, 6 nelle liste dei Priori del 1370
gennaio-1371 gennaio, 276, 3 ; 6 dei Dodici buoni
uomini pel quartiere di S. Maria Novella (an. 1378),
326, 87 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (an. 1378 set-
tembre-ottobre), 335, 31-34 ; viene confinato a Mon-
tefiascone (an. 1381), 408, 40.
Francbsco dbl Chiaro, 6 nellc liste dei Priori del 1347
gennaio-1348 gennaio, 229, 38 ; e del 1357 gennaio*
1358 gennaio, 252, 28.
Francesco di CiAio, V. Ristori F. di C.
Francesco di Cino, V. Rinuccini {de') F. di C.
Francbsco da Coreggio, caporale della compagnia di S.
Giorgio, 366, 38.
Francesco di Corso, 6 nelle liste dei Priori del 1315
febbraio-1316 febbraio, 121, 36.
Francesco di Donato, speziale, viene ammonito (an.
1378), 316, 19.
Francesco di Donato, pizzicagnolo, h nelle liste dei
Priori del 1382 settembre-gennaio, 424, I J.
Francesco di Donato, V. Fazzi F. di D.
Francesco di Fabbrino, 6 nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 229, 13.
Francesco di Feduccio, f. Falconi F. di F.
Francesco di Fiorentino, V. Ragni F. di F.
Francesco da Garfagnana, consigliere della Compagnia
S. Giorgio, 367, 25.
Francesco di Geremia di Tano ed Attaviano, suo
fratello vengono ammoniti (an. 1377), 304, 27-28 ;
308, 29-30.
Francesco di Geri, viene ammonito (an. 1377), 304,
41 ; 308, 30.
Francesco di GiANNORi, V. BaroncelH {de') F. di G. ;
Tini F. di G.
Francesco di Giandonato, detto Trucca, ucciso da
Paolo Giraldi, 114, 18-26.
Francescq di GiANNi d'A n t I c a, notaio dei
Priori, ric, 265, i.
Francesco di GiNO, V. Ginori F. di G.
Francesco di Giovanni, dei conti di Bruscoli, v. Alberti
(dei conti) F. di G. dei conti di B.
Francesco di Giovanni, notaio dei Priori, ric, 179, 20 ;
229, 29 ; 242, 19.
Francesco di GiovANNi, beccaio, 6 nelle liste dei Priori
del 1344 maggio-1345 maggio, 222, 20.
Francesco di GiovANNi, calzolaio, k nelle liste dei Priori
del 1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 24 ; del 1351
gennaio-1352 gennaio, 241, 4 ; del 1355 gennaio-
1356 gennaio, 249, 24 ; del 1359 gennaio-1360 gen-
naio, 255, 32 ; del 1363 gcnnaio-1364 gennaio, 263,
r ; e del 1367 gennaio-1368 gennaio, 268, 1.
Francesco di Giovanni, V. Awiati F. di G. ; Rustichelti
F. di G.
Francesco di Giovanni di Lapo, V. Bonamichi F. di G.
di L.
Francesco di Giovanni di Sbgna, h nelle liste dei Priori
del 1380 marzo-1381 febbraio, 391, 42.
Francesco di Giunta, notaio dei Priori, ric, 115, 1 ; *
nelle liste dei Priori del 1317 febbraio-1318 febbraio,
124, 17.
Francesco di Goso, 6 nelle liste dei Priori del 1357 gen-
naio-1358 gennaio, 252, 2.
Francbsco di Guccio dbl Massaio, t
nelle liste dti Priori del 1366 gennaio T367 gennaio,
266, t7.
Franeetco di Guerl-Francetco di Ventura] INDlCE ALFABETICO
543
Francesco di Gueri 6 nelle liste dei Priori del 1343 aprile
1344 aprile, 219, 24.
Francbsco di Guido di Guerriante, viene ammonito
(an. 1376), 300, 35-36.
Francesco di Guiduccio, V. Landi F. di G.
Francksco di Iacopo, 6 dei Priori (an. 1379 gennaio-feb-
braio), 362, 6 ; v. anche Cecchi F. di /., Tsmera F.
di I. ; Lemmi F. di I.
Francesco di Iacopo del Bene, 6 nelle liste dei Priori
del 1368 gennaio-1369 gennaio, 273, 22 ; viene confi-
nato a Fermo (an. 1381), 408, 29.
Francesco di Iacopo di Francesco, h nelle liste, dei
Priori del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 33.
Francesco di Jacopo di Francesco del Bene, 6 nelle
liste dei Priori del 1376 gennaio-1377 gennaio, 307, 13.
Francesco di Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1345 mag-
gio-l346maggio, 227, 18 ; fe notaiodei Priori, 229, 21.
Francesco di Lapo, V. Adimari F. di L. ; Bonatnichi F. di
L. ; Corsi F. di L. ; Federighi F. di L. ; Stoldi F. di L. ;
Trita {della) F. di L.
Francesco di Lapo di Giovanni, 6 nelle liste dei Priori
del 1329 dicembre-1330 dicembre, 164, 37 ; h Gonfa-
loniere di Giustizia (liste 1334 dicembre-1335 di-
cembre), 179, 8 ; e di nuovo Gonfaloniere (liste 1347
gennaio-1348 gennaio), 229, 27.
Francesco di Leonardo, k dei Cinquantadue cittadini
cni viene data la Balia per la riforma del Govemo (an.
1381), 396, 34.
Francesco di Lippo, V. Antinori F. di L.
Francesco di Lippo di Bonaventura di Bonaiuto,
viene ammonito (an. 1377), 308, 36.
Francesco di Lippo Lapi Bonagiunta, 6 nelle liste dei
Priori del 1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 42.
Francesco di Lotto, 6 nelle liste dei Priori del 1321 feb-
braio-1322 febbraio, 128, 38 ; 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1330 dicembre-1331 dicembre), 167, 31 ;
e di nuovo nelle liste dei Priori del 1335 dicembre-
1336 dicembre, 183, 3 ; e del 1339 dicembre-1340 di-
cembre, 188, 38 ; v. anche Salviati F. di L.
Francesco di Malamamma, capo masnada, ric, 239, 3.
Francesco di Manetto, 6 dei Priori (an. 1380 gennaio-
febbraio), 389, 18.
Francesco di Manno, V. Attaviani F. di M.
Francesco Martini, V. Salti {de') F. M.
Francesco di Martino, viene condannato nell'avere e
nella persona (an. 1381), 400, 12.
Francesco di Maso, V. Unganelli F. di M.
Francesco di Meo, V. Acciaiuoli {degli) F. di M.
Francesco di Michele, k dei Priori (an. 1378 settembre-
ottobre), 331, 34.
Francesco di Michele, vocato Becco, h nelle liste dei
Priori del 1383 settembre-1384 aprile, 434, 41.
Francesco di Naddo, V. Bucelli F. di N.
Francesco di Neri, V. Ardinghelli F. di N. ; Fioravanti
F. di N.
Francesco di Niccol6, vocato Batk, viene ammonito
(an. 1377), 305, 10 ; 309, 3,4.
Francssco di Niccol6, v. Riccialbani F. di N.
Prancesco di Pacino, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1343 aprile-1344 aprile), 218, 29-30.
Francesco di Paixa, V. Stroxii {degli) F. di P.
Francesco di Palmikri, notaio dei Priori, ric, 258, 38.
Francesco di Pasquino, 6 degli Otto ufficiali incaricati
della vendita dei beni dei ribelli (an. 1380), 386, 16 ;
6 dei Cinquantadue cittadini cui viene data la Balia
per la riforma del Governo (an. 1381), 396, 33 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1383 settembre-1384 aprile,
435, 12.
Francesco di Pasquino Terronchio, 6 degli Otto della
Guardia (an. 1379), 354, 37.
Francesco di PieRo, notaio dei Priori, ric, 275, 18 '■
391, 27
Francesco di PiERO, V. Nuui F. di P.
Francesco di Piero di PiGLiALARME, 6 dei Dieci di 11-
berti e partecipa come tale alla Balia per la riforma
del Governo (an. 1381), 395, 18 ; 409, 21 ; b nelle
liste dei Priori del 1383 settembre-1384 aprile,
435, 18.
Francesco di Pino, notaio dei Priori, ric, 159, 12 ;
229, 13.
Francesco di Priore, 6 nelle liste dei Priori del 1359 gen-
naio-1360 gennaio, 255, 32.
Francesco del Ricco, 6 degli Otto ufficiali incaricati
della vendita dei beni dei condannati (aa. 1380), 372,
35.
Francesco di Ricovero, 6 dei Priori (an. 1379 novembre-
dicembre), 348, 32.
Francesco di Rosso, notaio dei Priori, ric, 242, 6.
Francksco di RusTico, 6 nelle liste dei Priori del 1311
febbraio-1312 febbraio, 112, 19. .
Francesco di Santi, V. Bruni F. di S. ; Mini F. di S.
Francesco Sassoli, V. Sassolini {de') F. S.
Francesco di Sassolo, V. SassoUni (de') F. di S.
Francesco di Simone da Castbl S. Giovanni, viene
preso e consegnato al Podesti per sospetti di compli-
citk nella congiura scopertasi contro lo Stato (an.
1379), 356, 14-15 ; viene fatto decapitare, 357, 35-36.
Francesco di Sisto, del popolo di S. Lucia d'Ogmssanti,
viene condannato neiravere e nella persona per trame
contro lo Stato (an. 1379), 365, 43.
Francesco di Spina, notaio dei Priori, ric.
197, U.
Francesco di Spinello, 6 nelle liste dei Priori del 1359
gennaio-1360 gennaio, 256, 3 ; del 1368 gennaio-
1369 gennaio, 273, 33 ; del 1372 gennaio-1373 gen-
naio, 284, 33 ; e del 1377 gennaio-1378 luglio, 314, 9 ;
ric, 316, 38.
Francesco di TiERi, vocato Calcagno, fe Gonfalo-
niere di Giustizia (an. 1380 gennaio-febbraio), 362, 7.
Francesco di TiNGO, V. Rocchi F. di T.
Francesco d'Ubaldino, V. Ardinghelli {degli) F. d'U.
Francesco d'Uberto, V. AlbiiH (degli) F. d'U.
Francksco di Vanni, 6 nelle liste dei Priori del 1385 mag-
gio-1386 aprile, 443, 29.
Francbsco di Vanni, V. Calici (de') F. di V. ; Mwui F.
di V.
Francksco di Vannozzo, V. Biliotti F. di V., Siminttti F.
di V.
Francksco di Vkntura, viene ammonito (an. 1377),
305, 2 ; 308, 32.
544
INDICE ALFABETICO
[FraocMco>Cabriclli]
Francssco (di), V. Benincasa di F. ; Francesco di Jacopo
di F. ; Giovanni di F. ; Giunta di F. ; Michele di F. ;
Scolaio di F. ; Pierozeo di F.
Franchi Guccio, notaio dei Priori, ric, 326, 18.
FxANCHi ScoLAio, 6 nelle liste dei Priori del 1354 gen-
naio-1355 gennaio, 248, 13.
Fkanchini Lkoncino, viene fatto giustiziare dal Capi-
tano per complotti contro lo Stato (an. 1379), 343,
3V43 ; V. anche Leoncino di Franchino.
Franchino di Vermiclio, i;. Caccialupi F. di V.
Franchino (di), V. Leoncino di F. ; VermigHo di F.
Francia (rk di), loro benemerenze passate e disawenture
presenti, 398, 15-20 ; t;. Pipino (aa. 75.^-76*) ; Luigi
VIII (aa. 1223-1226) ; Carlo IV (aa. 1322-1328);
Filippo VI (aa. 1328-1330).
Franco, V. Rinieri F.
Franco di Bbnci, V. Sacchetti (de') F. di B.
Francole, fortezza degli Aretini presa dai Fiorentini (au.
1290), 67, 2».
(Frangipani (dbi) Latino Malabranca] i;. Latino (car-
dinate).
Franzesi (de') MusciATTO, sua straordinaria potenza ed
ingerenza nelle cose interne di Firenze per la prote-
zione di Carlo di Valois, 87, 36-39 ; sua responsa-
bilit4 nei processi e condanne a morte ed al bando
dei Bianchi, 86, 40-42 ; 87, 36-39 ; 88, 1-3.
Frassino, castello degli Ubaldini preso e disfatto dai Fio-
rentini (an. 1373), 286, 38.
Frbddura da Sangallo, viene condannato neiravere e
nella persona per trame contro lo Stato (an. 1379),
366, 4.
Fredi di Bindo, notaio dei Priori, ric, 99, 32.
Fredino di Gratino da Rifredi, viene condannato come
ribelle (an. 1380), 373, 40.
Frena castello, degli Ubaldini preso e distrutto dai Fio-
rentini (an. 1373), 286, 25-26, 35.
Frescobaldi, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 21 ;
esce da Firenze airannunzio della sconfitta di Monta-
perti (an. 1260), 48, 7 ; si schiera coi Bianchi, 80, 34 ;
si leva contro i Popolani, 214, 24 ; vengono confi-
nati alcuni dei suoi componenti, 218, 9.
Frbscobaldi Bertacchino, fe fatto dei Sopraggrandi
(an. 1378), 321, 29.
Frescobaldi Berto di Stoldo, h uno dei Sei di Balia
(an. 1343), 208, 2.
Frescobaldi Bonaccorso, va ambasc pr. il pp. (an.
1345). 226, 21.
Frescobaldi Ghino, fe nelle liste dei Priori del 1284 di-
cembre-1285 dicembre, 60, 36.
Frbscobaldi Leonardo di NiccoLd 6 fatto Popolano
(an. 1379), 364, 18 ; 6 dei Cinquantadue cittadini
cuj viene data Balia per la riforma del Govemo (an.
1381), 396, 19.
Frbscobaldi Tegghia, h tra gli awersari di Corso Do-
nati, 90, 8 ; viene condannato a lire tremila e con-
finato per sei mesi (an. 1323), 133, 16-19.
Frsscobaldi Tommaso di Castellano, 6 dei Dieci cit-
tadini el. per prowedere ai bisogni della guerra per
la venuta del Sire di Couchy (an. 1384), 429, lO.
Frescobaldi Tommaso di Lippaccio, sme trame e mac-
1
chinazioni per far paaaare a Ca^struccio U brigata
francese a soldo dei Fiorentini e per far prendere
ed occupare in nome dello stesso Montelupo e Ca-
praia (an. 1325), 139, 34-36 ; 140, 1-16.
Frbscobaldi (dk') fam. v. Frescobaldi, fam.
Frescobaldi (de') Leonardo di Bernardino, * fatto
popolano (an. 1379). 364, 17.
Frbscobaldi (de') N1CCOL6 Di GoiDO, viene bandito
da Firenze (an. 1360), 258, 8. 9
Friulani [Friolani), milizie a soldo dei Fiorentini pas?
sate pcr tradimento a Castruccio (an. 1323), 132,
8-13; 135, 2.
Frondicliano, castello, preso e distrutto dai Fiorenti:
(an. 1199), 26, 26-9.
Fronte (di), V. Piero di F.
Fruosino, V. Unganelli F.
Fruosino di Francesco di Spinkllo, fe fatto cavaliere
di Ciompi (an. 1378), 324, 26.
Fruosino di Giovanni, partecipa alla Balia i>er la 11-
forma del Governo come Gonfaloniere di Compagnia
(an. 1381), 394, 33.
Fruosino (di), V. Giovanni di F.
Fuccio, V. Amadori F.
Fuccio d'Amador£, 6 nelle liste dei Priori del 1310 h
braio-1311 febbraio, 108, 20.
Fuccio DEL Maestro, h nelle liste dei Priori del 1311
febbraio-1312 febbraio, 112, 18 ; del 1316 febbraio-
1317 febbraio, 123, 11 ; edell^jS dicemhre-1939 di-
cetnbre 187, 21.
FucEccHio, castello dei Lucchesi, divenuto rifugio dei
Guelfi viene assediato da Guido Novello ma inutil-
raente (an. 1261), 49, 2-3 ; si di in potere dei Fioren-
tini (an. 1314), 115, 24 ; ripreso dai Lucchesi si di
nuovamente ai Fiorentini (an. 1330), 166, 32-33 ;
167, 1-2 ; si tenta da parte dei Pisani d'impossessar-
sene con astuzie ma essi vengono scoperti e ricac-
ciati (an. 1345), 223, 35-40 ; 224, 1-3.
FuLciERi DA Calboh, di Romagna, podestiidi Firenze,
manda a morte molti cittadini di parte bianca, e
molti altri ne manda in bando, perch6 accusati
d'aver complottato coi Bianchi e coi Ghibellini sban-
diti (an. 1302), 87, 35-40 ; 88, 1-S.
Fuligno di Conte, 6 fatto cavaliere dai Ciompi (an.
1378), 324, 35 ; V. anche Medici (de') F. di C.
FULiNO Di BiNDO da S. Maria Castello, viene condan-
nato nell'avere e nella persona per Tincursione sn
Figline (an. 1379), 351, 14.
FuLvio Gneio, nobile romano inviato da Carlo Magno
a Firenze per la riedificazione della c, 18, 8.
Gabriblli, antica e nobile fam. di Gubbio che dette a
Firenze numenisi Rettori, 438, 27-28.
Gabrielli Bino da Gubbio, podesti di Firenze, va 0»
Fiorentini airassedio di Pistoia (an. 1305), 95, 28-S«.
Gabrielli Cante di Jacopo da Gubbio. viene nominato
Capitano del popolo di Firenze oon grandissinu
balia (an. 1379), 337, 21-22 ; cittadini da lui condan-
nati per trame contro lo Stato, 343, 1-40 ; 344, <
25-39 ; viene biasimato perchfe ritenuto troppo ri-
goroso con la gente minuta e troppo mite invece
coi ricchi e potenti, 1-2, 14-15 ; cittadini da lui con-
[GabrieUi-Geanai]
INDICE ALFABETICO
545
dannati per rincursione su Figline da parte dei
Ciompi e degli sbanditi fiorentini, 350, 40-45; 351,
1-15 ; viene pubblicamente biasimato dalle Capitu-
dini per non aver colpito i maggiori, 351, 36-40 ;
gli vengono consegnati van cittadini, tutti di fami-
glie ricclie e potenti, quali sospetti di trame e con-
giure contro lo Stato (an. 1379), 355, 29-41 ; le sue
esitazioni e le minacce della folla reclamante la loro
condanna a morte, 357. 10-26 ; 358, 23-30 ; come si
giunse alla condanna ed alla decapitazione di questi,
357, 29-37 ; 358, 20-22 ; 359, 6-20 ; 361, 1-8 ; nuove
condanne da lui pronunziate per questa stessa con-
giura, 365, 6-46 ; 366, 1-6 ; tornato a Gubbio se ne
allontana nuovamente poco dopo per Tarrivo di
Carlo di Durazzo, 378, 27-28 ; viene di nuovo el. Ca-
pitano del popolo di Firenze (an. 1381), 402, 1-4 ;
sua astuzia per scoprire la verita a riguardo d'una
certa calunnia, 420, 8-42 ; condanna i responsabili
della congiura ordita dalle tre arti rainori soppresse
(an. 1382), 424, 4-5 ; rassicura i Priori ed il popolo
che tutti i responsabili e colpevoli della predetta
congiura erano stati presi e puniti, 28 37 ; ric, 425,
28 ; 438, 4-27.
Gabriblli (de') Cantuccio di Bino, viene nominato
Capitano di guerra dai Fiorentini (an. 1330), 166,
29 ; e di nuovo (an. 1331), 167, 37-40.
Gabrielli (de') Francesco, andato con salvacondotto
pr. il conte d'Orbino (sic) per trattare, viene preso
da questo e viene poi liberato solo per intervento del
Comune fiorentino (an. 1385), 438, 32-43 ; 439, 1-18.
Gabrielli (de') Jacopo, 6 nominato dai Fiorentini Con-
scrvatore e Capitano di guerra (an. 1335), 178, 5 ; sua
rigidezza ed energia, 5-12 ; viene di nuovo nominato
Capitano di guerra (an. 1338), 185, 39.
Gabriello di Simone, h nelle liste dei Priori del 1345
maggio-1346 maggio, 127, 14.
Gabriello di Piero, viene ammonito (an. 1358), 253, 38.
Gabriello (di), V. Simone di G.
Gaddiano (codice) ms. del geco.lo XVIII proveniente
dalla Biblioteca Gaddiana, attualmente pr. la Na-
zionale di Firenze, contenente la cronaca dello Ste-
fani dal principio fino al 1381, VII, 32-36 ,, ; " *
iina copia del codice Asiniaho, XVI, 19-20 „ ; " er-
rato gindizio di p. Ildefonso su di esso, XVI, 21-36 ,,.
Gaddo, V. Passavanli G.
Gaddo di Forese, V. Falconieri {de') G. di F.
Gaddo di Passavante, 6 nelle liste dei Priori del 1293
febbraio-1294 febbraio, 73, 43.
Gaenna, terra ceduta da Bartolomeo di Pietramala al
Comune di Firenze (an. 1384), 435, 36.
'AETANi, fam. V. Caetani, fam.
Saetani Pietro da Pisa caporale della Compagnia di
S. Giorgio, ric, 366, 38.
Jaggio (di), V. lacopo di G.
Jagliardo di Neri, V. Bonciani G. di N.
Jai Salvi, notaio dei Priori, ric, 275, 4.
Jainole, ric, 350, 11-12.
^alatrone, castello, passato dii Tarlati ai Fiorentini
(an. 1335), 178, 38.
iiALBAZZO, V. Visconti G.
Galeazzo di Tommaso, V. Baronci G. di T.
Galgani Bonaiuto, notaio dei Priori, ric, 58, 18 ; 59,
8 ; 60, 40 ; 62, 44 ; 67, 8 ; 72, 22 ; 86, 21.
Galgani Maffeo di Forese, 6 nelle liste dei Priori del
1287 febbraio-r288 aprile, 63, 35.
Gahgai, fam. fiorentina di parte ghibellina, 28, 29.
Galigai (de') Nuccio, viene mandato a morte da Pul-
cieri da Calvoli podesti di Firenze (an. 1302), 88. 9.
Galigaio Nello Diotaiuti, 6 nellc liste dei Priori del
1296 febbraio-1297 febbraio, 76, 13.
Galigari (case dei), vengono distrutte dalla rivolta po-
polare contro i Ghibellini (an. 1258), 44, 8.
Galli, nobile fam. fiorentina di parte ghibellina, 28, 27.
Galli (case DBi), vengono fatte abbattere dal Gonfalo-
niere di Giustizia Baldo Ruffoli (an. 1292), 71, 10-14.
Gallo (di), V. Masino di G.
Gallozzi Bartolo, viene ammonito (an. 1363), 261, 31.
Galluzzo (Certosa del), vi viene ospitato il card. Fie-
sco (an. 1380), 374, 24-25.
Gambacorti Francesco, cittadino pisano, viene fatto
uccidere dairimperatore Carlo IV (an. 1354), 247, 29.
Gambacorti Lotto, cittadino pisano, viene fatto uccidere
dairimperatore Carlo IV (an. 1354), 247, 30.
Gambacorti Piero, viene fatto Signore di Pisa (an. 1368),
268, 30-32.
Gambassi (da) Ugolino di Tonto, notaio, ric, 208, 6.
Galgalandi (Conti di) V. Arnolfo dei conti di G.
Gangalandi nobile fam. fiorentina d'01tramo, 21, 11 ;
di parte ghibellina, 28, 26 ;
Gangalandi (da), V. Martino da G.
Gani Arrigo, notaio dei Priori, ric, 104. 38.
Gano (di), V. Arrigo di G.
Garbo (del), V. Torello di Dino del G.
" Gargani, " leitttre di famiglia ", cit. XXII, 7 ".
Gargonza, ric, 437, 2.
Garniano di Gaddo, V. Falconieri (de') G. di G.
Gasparre di , pedagogo di via ghibellina, viene
incaricato dai Ciorapi di scrivere le ordinanze e leggi
da loro approvate in assemblea per essere poi por-
tate ai Priori, 329, 8-14.
Gasparre del Ricco, viene condannato nel capo per la
rivolta dei Ciompi (an. 1378), 336, 23.
Gasparre di Tommaso, 6 fatto Popolano (an. 1379).
364, 15.
Gattaia, castello, viene venduto dal conte Guido al Co-
mune di Firenze (an. 1373), 287, 11-17; 298, 14-20
Gattaia (della), V. Neri della G. ; Ranieri della G. ;
Rinieri della G. ; Gualtieri della G.
Gavacciani Jacopo di Lapo, 6 nelle listc dei Priori del
1356 gennaio-1357 gennaio, 250. 4< ; del 1365 gen-
anio-1366 gennaio, 265, 47 ; del 1369 gennaio-1370
gennaio, 275, 22 ; partigiano dcgli Albizzi, prendc la
parola in Consiglio ncl palazzo della Signoria contro
gli avversari dei Ricci e degli Albizzi (an. 1372),
281. 17-24.
Gavacciani Lapo di Giovanni, 6 nellc liste dci Priori
del 1327 febbraio-1328 febbraio, 158, 6.
Gennai Benedetto di Guccio, ft nelle liste dei Priori
del 1331 dicembre-1332 diccmbre, 169, 2 ; * Goafa-
loniere di Giustizia (liste 1334 dicelnbre-1335 dic«m-
546
INDICE ALFABETICO
[Geaaaio-ClierardiD!]
bre), 179, 19 ; e di iruovo nclle liste dei Priori del
1337 diccmbre-1338 dicembre, 187, 18.
Gbnnaio, V. Tucci G.
Genova, c. vi viene intimato dairimperatore Arrigo VII
il Comune di Firenze a mandare pr. di lui lcgati con
pieno mandato (an. 1311), 107, 10-13; vi giunge
Urbano VI che vi si trattiene pcr qualche tempo
(an. 1385), 437. lO-lS ; v. anche Genovesi.
Genovesi, fanno lega con Firenie e Lucca e con altri
Comuni toscani contro Pisa (an. 1284), 60, 24-29;
muovono guerra con questi contro la detta Pi.sa
(an. 1290), 67, 32-37 ; mandano aiuti ad Arrigo VII
contro i Fiorentini (an. 1312), 111, 7 ; mandano le
loro galee in aiuto dello stesso contro Roberto di
Napoli (an. 1313), 113, 5-6 ; fanno rappresaglie sulle
mercatanzie dei Fiorentini (an. 1382), 419, 33-44 ;
accolgono e portano in salvo nelle loro galee pr. Bari
Urbano VI, shiggito alVassedio di Nocera (an. 1385),
437, 10-15 ; ric, 252, 3 ; 347, 4 ; 437, 35.
Gentile, V. Altoviti {degli) G.
Gentile di Lippo, V. Belfredelli G. di L.
Gentile di Vanni, V. Albizzi {degli) G. di V.
Gentile (di), t;. Gherardo di G. ; Jacopo di Gherardo di G.
Gentili Jacopo di Gherardo, k nelle liste dei Priori del
1352 gennaio-1353 gennaio, 242, 37 ; e del 1362 gen-
naio-1363 gennaio, 262, 29.
Geppi Betto, notaio dei Priori, ric, 125, 10.
Geppo di Cere, V. Giatnboni G. di C.
Geppo di Lamberto, fe nelle liste dei Priori del 1305 feb-
braio-1306 febbraio, 97, 29 ; del 1308 febbraio-1309
febbraio, 104, 12 ; e del 1312 febbraio-1313 febbraio,
115, 4.
Geppo di Ricco, V. Pitti G. di R.
Geppo (di), V. Bertaido di G.
Geremia (di), V. Maruccio di G.
Geri, V. Cardinali G. ; Ghiberli G. ; Paganetti (de') G. ;
Peraglia G ; Rosoni G. ; Vermigli G.
Geri d'ANDREA, notaio dei Priori, 102, 22 ; 112, 34.
Geri di Cardinale, fe nelle liste dei Priori del 1287 feb-
braio-1288 aprile, 63, 31 ; e del 1297 febbraio-1298
febbraio, 77, S ; v. anche Cardinali Geri.
Geri di Chele, i nelle liste dei Priori del 136$
gennaio-1366 gennaio, 266, 3.
Geri di Durante, t;. Chiermontesi G. di D.
Geri di Gherardo, 6 nelle liste dei Priori del 1354 gen-
naio-1355 gennaio, 248, 25; v. anche Risaliti G.
diG.
Geri di Ghino, notaio dei Priori, ric., 187, U.
Geri di Guccio, r;. Ghiberti G. di G.
Geri Matteo, 6 nelle liste dei Priori del 1383 luglio-1384
agosto, 488, 15.
Geri di Pace, 6 nelle liste dei Priori del 1295 febbraio-
1296 febbraio, 76, 1 ; e del 1298 febbraio-1299 feb-
braio, 78, 15.
Geri di Piero, 6 nelle liste dei Priori del 1348 gennaio-
1349 gennaio, 234, 18.
Geri di Stefano, V. Soderini {de') G. di S.
Gbri (di), V. Buonaccorsi di G. ; Buonaccorso di G. ; Cam-
bino di G. ; Francesco di G. ; Modesto di G. ; Niccolb
di G.
Gerini Cherico da Sommaia, * Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1362 gennaio-1363 gennaio), 262, 21.
Gerino [Cerrino) di Giambono, k nelle liste dei Priori
del 1304 fcbbraio-1305 febbraio, 96, 18;edel 1315
febbraio-1316 febbraio, 122, 9.
Gerino (di), f. Cherico di G.
Gbrozzo di Nastagio, i;. Cacciafuori {de') G. di N.
Gerusalemme (rk e regina di), V. Roberlo di Napoli,
Giovanna di N.
Getta, V. Lippo di Giovanni vocato G.
Gherardbschi Federico di Berto, * dei Cinquantaduc
cittadini cui viene data Balia per la riforma del Go-
vemo (an. 1381), 396, 21.
Gherardeschi (de") Ugolino, viene fatto rientrare in
Pisa dai Fiorentini (an. 1277), 56, 7-8 ; viene ad ac-
cordi con questi, 61, 14-17.
Gherardeschi (de') Gaddo, 6 fatto Signore di Pisa (an.
1316). 120, 23-25.
"GheRARDI Alessandro, storico, suo gin-
dizio sulla edizione della cronaca dello Stefani cnrala
da p. II- defonso. V, 9-20 „ " cjt. LXXIX, 8 „.
Gherardi Avvogado, k nelle liste dei I*riori del 1323
febbraio-1324 febbraio, 135, 32.
Gherardi Benedetto di SiMONE, k nelle liste dei Priori
del 1340 dicembre-i34r dicembre, 189, 23.
Gherardi Boninsegna, 6 nelle liste dei Priori del 1316
febbraio-1317 febbraio, 123, 1 ; del 1330 dicembre-
1331 dicembre, 167, 17; e del 1334 dicembre-1365
dicembre, 179, 3,
Gherardi Buonaccorso, notaio dei Priori, ric, 86, 13.
Gherardi Matteo, notaio dei Priori, ric., 264,
31.
Gherardi Orlando, 6 nelle liste dei Priori del 1351 gen-
naio-1352 gennaio, 241, 3 ; del 1358 gennaio-1359
gennaio, 254, 35 ; del 1363 gennaio-1364 gennaio,
264, 23 ; del 1367 gennaio-1368 gennaio, 267, 26 ;
del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 4 ; e del 1380
marzo-1381 febbraio, 391. 33 ; partecipa alla Balia
per la riforma del Governo, 394, 17.
Gherardi Simone, h nelle liste dei Priori del 131 2 feb-
braio-1313 febbraio, 115, 7.
Gherardi Simone di Benedetto, h nelle liste dei Priori
del 1377 gennaio-1378 luglio, 314, 11.
Gherardini, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 21 ;
esce di Firenze alla notizia della sconfitta di Monta-
perti (an. 1260), 48, 11 ; si schiera coi Bianchi, 80,
36 ; 92, 13.
Gherardini Azzarello di Lapo, 6 nelle liste dei Priori''^
del 1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 12.
Gherardini Betto, viene mandato a morte da Fulcieri v
da Calboli podesti di Firenze (an. 1302), 88, 10. v
Gherardini Boccaccio, viene bandito come ribelle (an.#
1380), 370, 45.
Gherardini Bonaccorso di Neri, viene ammonito»
(an. 1358), 254, 6.
Gherardini Cece, ric, 47, 11.
Gherardini Cione, fuoruscito fiorentino bianco, niuore"
combattendo con gli Aretini contro i Fiorentini
(an. 1309), 103, 39.
Ghbrardini Giano di Dino, i neUe liste dei Priori del
%
[Gherardioi-Ghetti]
INDICE ALFABETICO
547
ij 1318 febbraio-1319 febbraio, 125, 16 ; del 1319 feb-
braio-1320 febbraio, 126, 24 ; e del 1333 dicembre-
1334 dicembre, 177, 11.
Gherardini Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del 1312
febbraio-1313 febbraio, 114, 25.
Gherardini Giovanni del Guerra, viene fatto Popo-
lano (an. 1379), 364, 31.
Gherardini Jacopo di Dino, 6 nelle liste dei Priori
del 1332 dtcembre-1333 dicembre, 175, 27.
Ghbrardini Jacopo di Giani, h nelle liste dei Priori del
1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 1 ; v. anchi Gherar-
dini Jacopo di Giano.
Gherardini Jacopo di Gianni, h nelle liste dei Priori
del 1360 gennaio-r36i gennaio, 258, 32 ; 6 tra i capi
e i maggiori istigatori della Parte gnelfa per Tammo-
nire, 308, 9-10 ; 318, 11.
Gherardini Jacopo di Giano, e nelle liste dei Priori
del 1366 gennaio 1367 gennaio, 266, 37 ; e del 1370
gennaio 1371 gennaio, 276, 12 ; v. anche GherarUini
Jacopo di Giani
Gherardini Jacopone di Jacopo di Giano, viene escluso
dagli uffici per tre anni (an. 1379), 363, 38 ; e nelle
lisie dei Priori del 138$ maggio 1386 aprile, 443, 9.
Gherardini Lapo, h nelle liste dei Priori del 1283 dicem-
bre-1284 dicembre, 60, 11 ; e del 1291 dicembre-
1292 dicembre, 69, 6.
Gherardini Lottieri di Lapo, k nelle liste dei Priori
del 1323 febbraio-1324 febbraio, 135, 17 ; del 1330
dicembre-1331 dicembre, 167, 12 ; 6 Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1333 dicembre-1334 dicembre),
177, 31 ; e di nuovo nelle liste dei Priori del 1338 di-
ccmbre-1339 dicembre, 187, 21.
Gherardini Naddo fe confinato coi Bianchi a Sarzana
(an. 1301). 83, 9.
Gherardini Naldo, viene bandito da Firenze (an. 1302),
86, 37.
Gherardini Niccol6 di Giovanni, 6 nelle liste dei
Priori del 1340 dicembre-1341 dicembre, 189, 24 ;
6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1349 gennaio-1350
gennaio), 235, 30.
Gherardini Toccio, viene bandito come ribelle (an.
1380), 370, 44.
Gherardini Ugolino di Neldo e di Noldo, 6 condan-
nato neiravere e nella persona per trame contro lo
Stato (an. 1378), 339, 9 ; viene condannato di nuovo
con Toccio Gherardini per Tincursione su Figline
(an. 1379), 351, 5, 21-22 ; viene bandito come ribelle
(an. 1380), 370, 34 ; h dei Quarantatre cittadini el.
in aggiunta agli altri della Balia gia nominati (an.
1381), 404, 42.
Gherardini Vanni di Buono, k Gonfaloniere di Giusti-
zia (liste 1302 febbraio-1303 febbraio), 90, 37.
Gherardini (de') Pelliccia, viene bandito da Firenze
(an. 1360), 258, 16.
Gherardino, V. Diodati G. ; Gianni G. ; Spinoli {degli)
G. ; Velluti (de') G.
Gherardino di Diodato, 6 nelle liste dei Priori del
1288 dicerabre-1289 dicembre, 65, 7 ; e del 1293
febbraio-1294 febbraio, 73, 37.
Gherardino di Gianni, i nelle liste dei Priori del 1315
febbraio-i3i6 febbraio, 121, 34 ; e del 1329 dicembre-
1330 dicembre, 164, 33.
Gherardino di Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del
X293 febbraio-1294 febbraio, 73, 35.
Gherardino di Piero, V. Velluti G. di F.
Gherardino di Tuccio, 6 nelle liste dei Priori del 1321
febbraio-1322 febbraio, 128, 31.
Gherardino (di), V. Filippozzo di G. ; Giovanni di G. ;
Lapo di G.
Gherardo, V. Aldighieri G. ; Bani G. ; BaronceUi {de') G. ;
Bisdomini G. ; Bonzi G. ; Bordoni (de') G. ; Corsini
G. ; Lanfredi G. ; Lanjredini G. ; Lupicini G. ; Ma-
galdi [de') G. ; Paganelli G. ; Risalti G. ; Scolai G. ;
Setti G. ; Visdomini (de') G.
Gherardo Aldobrandi, V. Camigiani G. A.
Gherardo d'Arrigo, notaio dei Prlori, ric, 187, 10.
Gherardo di Bartolino, 6 nelle liste dei Priori del 1369
gennaio-1370 gennaio, 274, 27.
Gherardo di Barzia di Scolaio, 6 nelle liste dei Priori
del 1303 febbraio-1304 febbraio, 94, 32 ; e del 1318
febbraio-1319 febbraio, 125, 16.
Gherardo del Bello, k nelle liste dei Priori del 1291
dicembre-1292 dicembre, 69, 3.
Gherardo di Botte, h nelle liste dei Priori del 1347
gennaio-1348 gennaio, 229, 33 ; del 1352 gennaio'-
1353 gennaio, 242, 37 ; e del 1366 gennaio-1367 gen-
naio, 266, 8.
Gherardo del Capella d'Arezzo, viene condannato per
trame contro lo Stato (an. 1379), 344, 37.
Gherardo da Castelfiorentino, k Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1315 febbraio-1316 febbraio, 122, 20.
Gherardo di Gentile, 6 nelle liste dei Priori del 1316
febbraio-1317 febbraio, 122, 41 ; e del 1324 febbraio-
1325 febbraio, 147, 25.
Gherardo di Ghese, 6 nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 228, 24.
Gherardo di Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del 1383
settembre-1384 aprile, 435, 10 ; v. anche Baldesi G.
di G.
Gherardo di Lapo, V. Paganelli G. di L. ; Pagani G. di L.
Gherardo di Lippo, i nelle liste dei Priori del
1385 maggio-1386 aprile, 443, It.
Gherardo di Micco, V. Baroncelli G. di M.
Gherardo di Migliore, V. Guadagni G. di M.
Gherardo di Pagolo, notaio dei Prior", ric, 188, 11.
Gherardo di Volpe, f. Canigiani (de') G. di V.
Gherardo (di), V. Aldighieri di G. ; Avvogado di G. ;
Boninsegna di G. ; Geri di G. ; Jacopo di G. ; Lodovico
di G. ; Ricco di G.
Gheri di Paganetto, k nelle liste dei Priori dcl 1294
febbraio-1295 febbraio, 74, 39.
Ghesb di Bonaccorso, 6 nelle liste dei Priori del 13 18
febbraio-1319 febbraio, 125, 3.
Ghese (di), V. Filippo di G. ; Gherardo di G.
Ghesi Andrea, 6 nelle liste dei Priori del 1344 maggio-
1345 maggio, 222, 4.
Ghetti Cenni, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1329
dicembre-i330 dicembre), 164, 80.
Ghbtti Cera, 6 nelle liste dei Priori del 1326 febbraio-
1327 febbraio, 155, 32.
548
INDICE ALFABETICO
[Ghett-Giambano]
Ghbtti Martello, fc nellc liste dei Priori dcl 1301 feb-
braio-1302 febbraio, 88, 8.
Ghetti Nello, notaio dei Priori, ric, 23;5, 33 ; 254, 18.
Ghetti Piero di Cenni, * nelle liste dei Priori del 1377
gcnnaio-1378 luglio, 314, 13.
Ghetto (di), V. Martello di G.
OniACCETO (da), V. Giovaniii di Mugnaio di Recco da C. ;
Mtignaio di Recco da G. ; Porcello di Recco, e di Ricco,
da G. ; Recco di Torre da G. ; Ricco da G.
Ghibellini, fazione sorta in Germania in contrasto con
Taltra detta dei Guelfi, 28, 5-7 ; loro propagarione
in Italia ed in Firenze in conseguenza della lotta
tra rimpero ed il papato e significazione da esse
qua assunta, 7-13 ; 30-32 ; 29, 1-3 ; notabili fam.
fiorentinc che tennero per loro e che si disscro
quindi di parte ghibellina, 28, 16-20; 26-30; scen-
dono in Firenze la prima volta contro gli avversari
guelfi, anch'essi qua propagati, in seguito aU'ucci-
sione di Buondelmonte (an. 1215), 29, 33-40 ; riac-
cesasi la lotta per la ripresa della guerra tra rimpero
ed il papato, cacciano cogli aiuti deirimperatore
Federico II gli avversari dalla c. c s'impadroniscono
del potere (an. 1248), 34, 14-41 ; 35, 1-18 ; vieno ab-
battuto il loro Governo dalla rivolta popolare che
istituisce il govemo del Primo popolo il quale fa
rientrare i Guelfi e costringe le due fazioni alla pace
(an. 1250), 39, 15-22; vengono accusati di tramare
con Manfredi contro il Govemo e vengono cacciati
dalla c. a furia di popolo mentre le loro case vengono
date alle fiammc (an. 1258), 43, 32-36 ; 44, 1-11 ; si
rifugiano pr. i Senesi, 13-17 ; con gli aiuti di questi
e con quelli di Manfredi muovono contro Firenze e,
sconfitto Tesercito fiorentino a Montaperti, rientrano
in c. riprendendo il Governo (an. 1260), 45, 21-30 ;
46, 17-23; 48, 1-17 ; sconfitto per6 ed ucciso Man-
fredi a Benevento e ricostituito quindi in Firenze il
Goverao del popolo, escono di nuovo dalla c. (an.
1267), 50, 34-42 ; 51, 16-41 ; 52, 10-22 ; vengono ban-
diti e i loro beni confiscati, 29-37 ; loro peregrina-
zioni per la Toscana, 54, 15-19, 34-35 ; combattono
ai fianchi degli Aretini contro i Fiorentini a Campal-
dino (an. 1289) 66, 1-5 ; si uniscono ai Bianchi fio-
rentini, cacciati dalla c, c prendono parte con qucsti
ai vari tentativi da essi fatti per rientrare (an. 1302),
86, 35 ; 87, 16-17, 36-37 ; 88, 2-3 ; si uniscono cogli
altri fnorusciti alle truppc di Arrigo VII venuto
contro Firenze, nella vana speranza di poter ricntrare
in c. (an. 1312), 109, 24.
Ghiberti Geri e Gieri, 6 nelle liste dei Priori del 1354
gcnnaio-1355 gennaio, 248, 5 ; del 1358 gennaio-
1359 gennaio, 254, 38 ; del 1363 gennaio-1364 gen-
naio, 263, < ; t Gonfaloniere di Giustizia (liste 1368
gennaio-1369 gennaio), 274, 9 ; e di nuovo nelle listc
dei Priori del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 4 ; v.
anchc Ghibcrti Geri di Guccio.
Ghiberti Geri di Guccio, fe ncllc liste dei Priori del 1318
febbraio-1319 febbraio, 125, 28 ; 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1321 febbraio-1322 febbraio), 128,
22 ; fc di nuovo nelle liste dei Priori del 1324 febbraio-
1325 febbraio, 147, 38 ; v. anche Ghiberti Geri.
Ghiberto d'Alessandro. notaio dei Priori, ric, 240,
14 ; 254, 30 ; 6 nellc liste dei Priori del 1370 gennaio-
1371 gennaio, 276, 13.
Ghibekto d'Alessandro di Caro, notaio dei Priori,
ric, 246, 45.
Ghieri di Chele, 6 nelle listc dei Priori del 1361 gcnnaio-
1362 gennaio, 260, 24 ; del 1370 gennaio-1371 gen-
naio, 276, 2 ; e del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 2".:.
Ghigo, V. Bordoni G.
Ghinazzi Tosco, viene ammonito (an. 1359), 255, 17.
Chineldi (de') Giovanni, va ambasc. a Roma pr. {'arlo
Magno e pr. pp. Leone per invocare iJ loro aruto
per la ricostruzione di Firenze, 17, 21-25, 30-39.
Ghinbtti Jacopo d'A n d r e a, i nelle liste det
Priori del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, i7.
Ghini Andrea, V. Malpigli (de') A. G.
Ghini Giovanni di Lapo, 6 nelle liste dci Priori dd 1368
gennaio-1369 gennaio, 274, 7 ; e del 1372 gennaio-
1373 gennaio, 284, 9.
Ghini GioVANNi Di RoBERTO, k nclle liste dei Priori del
1368 gcnnaio-1309 gennaio, 273, 22 ; vjenc ammonito
(an. 1377), 305, 5 ; 308, 32-33 ; ric, 409, 6.
Ghini Piero, h nelle liste dei Priori del 1373 gcnnaio-
1374 gennaio, 289, 14.
Ghino, V. Cantori (de') G. ; Davanzati G. ; Frescobaldi C. ;
Pinucci G.
Ghino di Bindo, V. Canigiani [de') G. di B.
Ghino di Bernardo, V. Anselmi G. di B.
Ghino di Caccino, V. Bonciani (de') G. di C.
Ghino di Veri, V. Rondinelli (de') G. di V.
Ghino (di), i;. Geri di G.
Ghinucci Azzino, fc dei Priori (an. 1380 settembrc-ot-
tobre), 383, 17.
Ghinuccio di Cante, fe nelle liste dei Priori del 1317 feb-
braio-1318 fcbbraio, 124, 16.
Ghiotto, V. Marroni G.
Ghiotto di Lotto da Secciano, e dei Cinquantadue cit-
tadini cui viene data Balia per la riforma del Governo
(an. 1381), 396, 35.
Ghirigoro di Francesco di Baldo, notaio dei Priori,
ric, 265, 49.
Ghirigoro di Pagnozzo, V. Cardinali G. di P.
Ghirigoro del Ricco, V. BtUi G. del R.
Ghiselli Bonincontro di Jacopo, 6 nelle liste dei Priori
del 1315 febbraio-1316 febbraio, 121, 27.
Ghiselli Jacopo, fc nelle liste dei Priori del 1285 dicem-
bre-1286 dicembre, 62, 7.
Ghiselli Sandro, 6 nelle liste dei Priori del 1350 gennaio-
1351 gennaio, 239, 33.
Ghisello di FiAMMA, fe nelle liste dei Priori del 1317
febbraio-1318 febbraio, 124, 30.
Giachetto, V. Mancini G.
Giachetto di Pagno, V. Bastari (de) G. di P.
GiACHi MicHELE, k ncUe listc dci Priori del 1372 gennaio-
1373 gennaio, 284, 15.
GiA«!iN0TTO d'Aldobrandino, V. TanagU G. d'A.
GlACHiNOTTO Dl Trincia, V. CorbinelH (de') G. di T.
GiACOPi, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 20-21.
GiAMBANO, capitano degli Ungari a soldo di Carlo di
Durarzo, 380, 1«.
[Gi*mbaDO-GiaBnotto]
INDICE ALFABETICO
549
GiAMBANO (di) Jacopo, voci iatomo a miracoli da lui
fatti, 221, 32-33.
GiAMBERTALDO, vicaiio di Carlo d'Angi6 a Firenze, va
con le milizie fiorentine contro i Senesi e li sconfigge
(an. 1269), 54, 7-12.
Giambollari Filippo, fe nelle liste dei Priori del 1282
dicembre-1283 dicembre, 59, 13.
GiAMBOLLARi Jacopo, 6 nelle liste dei Priori del 1292
febbraio-1293 febbraio, 72, 20.
GiAMBONE Di GiovANNi, V. Cristiatii G. di G.
GiAMBONE Dl GuiDO, V. Cristiani G. di G.
' GiAMBONi Geppo di Cere, 6 nelle liste dei Priori del
1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 8.
GiAMBONO (di), V. Gerino di G.
Giammori Filippo, 6 nelle liste dei Priori del 1364 gen-
naio-1365 gennaio, 265, 1 ; 6 tra i capi della Parte
guelfa accorsi in sua difesa contro i Popolani (an.
1378), 318, 7.
fi'AifiRi Francesco, ^ Gonfaloniere di Ginstizia (liste
1322 febbraio-1323 febbraio), 131, 24.
Giamoro di Folco, 6 nelle liste dei Priori del 1312 feb-
braio-1313 febbraio, 114, 21.
GiANDONATi, fam. fiorentina del quartiere di Porta S.
Maria, 21, 10 ; di parte guelfa, 28, 23 ; esce da Fi-
renze airannunzio della sconfitta di Montaperti (an.
1260), 48, 8 ; s'unisce ai Bianchi, 80, 37.
GiANDONATi Cecco, 6 nellc liste dei Priori del 1368 gen-
naio-1369 gennaio, 273, 35.
GiANDONATO (di), V. Cecco di G.
GiANFiGLiAZZi, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 23 ;
esce da Firenze airannunzio della sconfitta di Mon-
taperti (an. 1260), 48, 6 ; si schiera coi Neri, 80,
39 ; si leva insieme agli altri Grandi contro i Popolani
(an. 1343), 213, 15-18.
GlANFiGLiAZZi GiovANNl, 6 dei Quattordici cittadini el.
a costituire il nuovo Governo dopo la cacciata del
Dnca d'Atene (an. 1343), 207, 36.
GiANFiGLiAZZi (de") Rinaldo di Giannozzo, viene fatto
cavaliere (an. 1381), 393, 37 ; fe dei Cinquantadue
cittadini cui viene data Balia per la riforma del Go-
verno (an. 1381), 396, 29 ; fe Gonfaloniere di Giusti-
zia (liste 1381 marzo-1382 aprile), 406, 46.
Gianfigliazzi (de') Rinaldo di Gherardo di Rosso, e
nelle liste dei Priori del 1383 settembre-1384 aprile,
435. 2.
Giani Francesco di Giovanni, 6 nelle liste dei Piiori
del 1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 20.
Gianiani Gianiano di Lapo, fe Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1346 maggio-1347 gennaio), 229, 6.
GiANiANi Lapo, k nelle liste dei Priori del 1304 febbraio-
1305 febbraio, 96, 12.
Gianiano di Lapo, V. Gianiani G. di L. ; Rinialdelli
(de') G. di L. ; Ritialdi {de') G. di L.
Gianni Andrea di MArrio, 6 nelle liste dei Priori del
1292 febbraio-1293 febbraio, 72, 24.
Gianni [Janni] Banco di Lippo, 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1312 febbraio-1313 febbraio), 115, 14 ;
k nelle liste dei Prioridcl i326febbraio-i327 febbraio,
155, 32 ; del 1330 dicembre-1331 dicembre, 167,
19 ; e del 1335 dicembre-1336 dicembre, 183, 9.
GiANNi FiLiPPOzzo di Gherardino, e nelle liste de
Priori del 1314 febbraio-1315 febbraio, 119, 23.
Gianni Gherardino, 6 nelle liste dei Priori del i?88
dicembre-1289 dicembre, 65, 12 ; del 1291 dicembre-
1292 dicembre, 68, 37 ; del 1312 febbraio-i^i^ feb-
braio, 114, 45 ; e del 1326 febbraio-1327 febbraio,
155, 19.
Gianni Jacopo di Gherardino, 6 nelle liste dei Priori
del 1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 24.
Gianni Lamberto di Zucchero, viene amraonito (an.
1373). 288, 20.
GiANNi N1CCOL6 Di Gherardo, k nclle liste dei Priori
del 1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 10;dcl 1352
gennaio-r353 gennaio, 242, 9 ; e del 1361 gennaio-
1362 gennaio, 260, 7.
GiANNi N1CCOL6 Di N1CCOL6 Di Gherardino, k Gonfa-
loniere di giustizia (liste 1372 gennaio-1373 gennaio),
284, 23 ; viene fatto degli Otto di Balia in luogo del
Dini ammonito (an. 1378), 314, 35-38 ; e nelle liste
dei Priori del 1383 setterabre-1384 aprile, 434, 34.
GiANNi Ruggieri di Gherardino, 6 Gonfaloniere di giu-
stizia (liste 1340 dicembre-1341 dicerabre), 189, 27.
GiANNi di Bartolo, fe nellc liste dei Priori del 1312 feb-
braio-1313 febbraio, 114, 20 ; del 1315 febbraio-1316
febbraio, 122, 9.
GiANNi di Celona, vicario deirimperatore Alberto d'Au-
stria, gli vengono versati dal Comune fiorentino per
allontanarlo da Arezzo trentamila fiorini d'oro (an.
1294), 73, 24-27.
GiANNi di Dingo, V. Marignolli {de') G. di D.
GiANNi Di Duccio, V. Bucelli G. di £>.
GiANNi Di FoRESE, V. Alfani {degli) G. di F.
GiANNi Di Gherardino, 6 nelle liste dei Priori del 1316
febbraio-i3i7febbraio, 122, 40 ;edel 1330 dicembre-
1331 dicembre, 167, 30.
Gianni di Lapo, h nelle liste dei Piiori del 1346 maggio-
1347 gennaio, 228, 25.
GiANNi di Tuccio, V. Bucelli {de') G. di T.
GiANNi (di), V. Bono e Buono di G. ; Cecco di G. ; Cristo-
fano di G. ; Gherardino di G.
GiANNiNi Bartolo, k uelle liste dei Priori del 1347 gen-
naio-1348 gennaio, 229, 26.
GiANNiNO, V. Andrea G.
GiANNiNO d'Ascoli. Esecutore di Giustizia di Firenze, fa
decapitare per trarae contro lo Stato, Donato de*
Barbadori (an. 1379), 359, 13-24.
GiANNiNO DA MiLANO, consigliere della compagnia S.
Giorgio, 367, 29.
Giannotto del Protogiudice di Salerno, siniscalco di
Carlo di Durazzo e comandante della brigata del dctto
Carlo diretta a Roma in aiuto di Urbano VI, accampata
nei pressi di Bologna, trama con gli sbanditi guelfi
fiorentini e coi Ciompi promettendo il suo aiufo per
farli rientrare in Firenze (an. 1379), 353, 25-31 ;
viene nel senese con la compagnia di S. Giorgio,
365, 34-40 ; muove contro Firenze con gli sbanditi,
368, 34-42; 369, 17-23; viene ricacciato e battuto
dalle genti del Comune, al comando del conte Ave-
rardo, corse da Malmantile, 23-38; va a Lucca ove viene
con questa a patti, 38-42 ; danni arrecati o«l contado
550
INDICE ALFABETICO
[Gianiiouo-GioTumi re di Boemia]
dalla sua brigata e dagli sbanditi in essa accolti, 370,
8-ie; 371. 11-15; manda inutilmente i iiuoi legati
a Firenze per venire con essa ad accordi e per cercare
denari, 372, 3-6 ; ric, 379, 28 ; " cfr. CXV, 35-36 ;
CXVI, 1-13,,.
GiANNOZZO, t'. Cambuzti G.
GiANNozzo (JannozzoJ di Bartolo, V. Fedi G. di B.
GiANNOZZo Di Neri, V. Vtttori G. di N.
GlANNOzzo Di Strozza, V. Strozzi (degli) G. di S.
GlANO (JanoJ, mitico signore dell'Italia centrale, acco-
glie onorevolmente Saturno cacciato dal regno dal
proprio figlio, Giove, e se lo associa nella signoria,
5, 34-37.
GlANO, V. Bella (della) G.
Giano di Dino, V. Gherardino G. di D.
GiANO di Lando, V. Albizzi (degli) G. di L.
GiANO (di), V. Giovanni di G.
GiASONE, ric, 4, 29.
GiAVARiNO (vEscovo Di), viene a Firenze per chiedere,
a nome di Carlo della Pace di Durazzo e del re
d'Ungheria, Talleanza dei Fiorentini nonchfe un pre-
stito ed altri aiuti per la guerra contro la regina Gio-
vanna di Napoli ma non riporta che buone parole e
vaghe promesse (an. 1380), 376, 18-32 ; 380, IS.
GlGLio d'Andrea, V. Aghinetti G. d'A.
GlLi DoMENico Di Lapo, 6 dei Priori (an. 1378 settembre-
ottobre), 331, 33.
GiLi GuiDO, V. Arsoli G. G.
GiLio Di GuiDO, notaio dei Priori, ric, 190, 43.
GiNESTRETo (da), V. Buonoccorri di Gieri da G.
GlNEVRA (da), V. \Roberid\ card. da G.
GiNi GiNO di Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del 1344
maggio-1345 maggio, 222, 8
GiNi Giovanni da Calenzano, notaio dei Priori, ric,
121, 32.
GiNi Lapo, notaio dei Priori, ric, 256, 23 ; 229, 36 ;
284, 41.
GlNi (di), V. Nicola di G.
GlNORi Francesco di Gino, 6 dei Cinquantadue citta-
dini cui viene data Balia per la riforma del Governo
(an. 1381), 396, 9.
GlocHi (de') FiLiPPO Di Gherardo, h nelle liste dei Priori
del 1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 22.
GiONA Aglioni, V. Bellicozzi G. A.
" GlORDANi Giordano, trascrittore del codice della Bi-
blioteca L^urenziana contenente la cronaca dello
Stefani, IX, 4-14 ".
Giordani Nello, notaio dei Priori, ric, 108, 17.
" Giordaniano (codice), ms. del sec XVI della Biblio-
teca Laurenziana, trascritto da Giordani Giordano da
cui il nome, contenente la cronaca dello Stefani dal
principio al 1385, IX, 4-14,,; " si dimostra ch'esso
deriva, come il codice Guadagni, da un altro
codice non originale, che esso per6 riproduce piii
fedelmente del copista del Guadagni stesso, XVIII,
4-38 ; XIX, 1-25 „.
GlORDANO, conte, vicario deirimperatore Federico II,
36, 6-7 ; torna in Firenze a capo delle milizie vinci-
trici di Montaperti quale vicario di Manfredi e v'in-
staora il Govemo ghibellino (an. 1260), 48, 20-25.
GiORGio (compagnia di S,), fonnata per la maggior parte
da milizie di ventura italiane al comando d'Albcrigio
da Barbiano (v.), viene ad accordo coi Fiorentin,
342, 5-17 ; va contro il territorio di Siena, con la
quale poi s'accorda, e minaccia Firenze non ostante
i patti precedenti (an. 1379). 366, 11-31 ; nomi dei
comandanti e dei consiglieri della stessa, 366, 34-39 ;
367, 1-33 ; brigate estranee unitesi ad essa, 367, 34-
40 ; vengono mandati pr. di essa dal Comune di Fi-
renze ambasc per riconfermare gli accordi, 368,
10-16 ; sTia avanzata verso il contado fiorentino e
difesa opposta dalle milizie del Comune, 369, 5-42.
GiORGio, V. Baroni G.
GiORGio Di Baronk, fe nelle liste dei Priori del 1334 di-
cembre-1335 dicembre, 179, 13 ; fe Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1350 gennaio-1351 gennaio), 240, 17.
GlORGJO Di Collino, V. Grandoni G. di C.
GlORGlo Di Francesco, V. Scali (degli) G. di F.
GiORGio Di Guccio Di DiNO, h degli Otto ufficiali della
Guardia e partecipa come tale alla Balia per la ri-
forma del Governo (an. 1381), 396, 41.
GioRGio Di Leone di Simone, k nelle liste dei Priori del
1383 luglio-1384 agosto, 428, 17.
GiORGio Di Ricciardo, t;. Ricci (de') G. di R.
GiORGio DEL Ricco, V. Buti G. del R.
GiOTTi ToMMASO Di PiERO, viene ammonito (an. 1375),
294, 33.
GioTTi (de') Corrado di Simone, 6 Gonfaloniere di Gru-
stizia (liste 1320 febbraio-1321 febbraio), 127. 33.
Gl OTT o, anno della sua morte, 186. i-*.
GlOTTO, V. Peruzzi G.
GiOTTO d'Arnaldo, V. Peruzzi (de') G. d'A.
GiOTTo di Fantone, V. Angelotti G. di F.
GiOTTO Di Marrone, h dei Priori (an. 1382 luglio-agosto) ,
417, 22.
Giotto di ScAMATiNO, fe bandito come ribelle (an.
1380) 371, 6.
Giotto (di), V. Rinieri di G.
GiovANNA (Joanna] di Napoli, regina di PugHa, Siciliae
Gemsalemme (aa. 1343-1382), figlia di Carlo duca
di Calabria, nipote di Roberto di Napoli, sposa d'An-
drea d'Ungheria, 202, 4-5 ; cf. 118, 21-26 ; voci corse
a suo riguardo a proposito deiruccisionc del marito,
224. 38 ; 225, 1 ; viene ad accordi, insieme al suo se-
condo marito, coi Fiorentini a riguardo di Prato, 234,
46-49 ; 235, 1-4 ; manda suoi ambasc. pr. il Co-
mune fiorentino e pr. la Parte guelfa che vengono
onorevolmente accolti (an. 1377), 309, 35-36 ; ac-
coglie in Fondi i cardinali awersi ad Urbano VI, suo
nemico, i quali nominano qua un antipapa (an. 1378),
312, 20-39 ; 313, 34-35 ; 314, 1-5 ; cade prigioniera
di Carlo di Durazzo (an. 1381), 390, 9-10.
Giovanna, V. Stefani G.
GiovANNi \XXII\ pp. (aa. 1316-1334), va pr. di hii re
Roberto di Napoli per domandare il suo aiuto nella
guerra contro i Visconti (an. 1319). 125. 34-35;
sollecita i Fiorentini ad inviare aiuti per questa guerra,
130, 34-35 ; scomunica Lodovico il Bavaro (an.
1327), 153. 6-8.
GloVANNi re di Boemia, figlio di Arrigo VII di LusEtm-
[GioTaimi-Giovaniii di Benintendi]
INDICE ALFABETICO
551
burgo, acquista Lucca da Gherandino degli Spinoli
(an. 1330), 168, 27-29 ; manda ambasc. ai Fiorentini
a partecipare loro la notizia e a dire nello stesso
tempo di togliere quindi Tassedio che avevano posto
alla detta c, 168, 29-30 ; manda in Lucca il suo Ma-
niscalco con ottocento cavalieri a prenderne possesso,
169, 30-34 ; il quale poco dopo esce da Lucca con le
sue genti e viene a saccheggiare il contado di Firenze
(an. 1331), 169, 13-43.
GiovANNi, fratello del re Roberto di Napoli, principe della
Morea di Romania, 149, 18.
GiovANNi DUCA d'Angi6, reggeute del regno di Francia,
manda ambasc. a Firenze per annunziare rarrivo
in Italia di suo figlio Luigi, in soccorso della regina
Giovanna di Napoli, e per chiedere per lui aiuti (an.
1381), 411, 27-44; 416, 39-43.
GlOVANNI FIGLIO DEL CONTE BaNDINO DI MONTE GrA-
NELLi, viene nominato dai Fiorentini, dopo la cac-
ciata dei Ciompi, Bsrgello della c. con grandissima
Balia, della fam. dei conti Guidi ; v. Guidi (dei conti)
Giovanni figlio del conte Bandino ; Antonio Giovanni e
Niccold figli del conte Bandino : Guidi [dei conti) Gio-
vanni figlio del conte B.
GiovANNi, coNTE, Difensore del popolo di Firenze, fa
tagliare la testa a Filippo De Rossi ed a Filippo di
Rinaldo rei di trame contro lo Stato (an. X378),
340,. 19-24.
GiovANNi, V. Arrighetti G. ; Baldese (del) G. ; Benvenuti G. ;
Bianciardi G. ; Bonaccorsi G. ; Brunellini G. ; Cal-
ciotio G. '■ Cambi G. ; Cambini G. ; Carucci G. ;
Casella G. ; Cerchi (de') G. ; Ciai G. ; Ciari G. ; Ciati
G. ; Cigliamochi G. ; Cristiani G. ; Dini G. ; Donati
G. ; Doni G. ; Federighi G. ; Finucci G. ; Gherardini
G. ; Gini G. ; Gualdi G. ; Guidi G. ; Lagi G. ; Man-
giadori G. ; Mannini G. ; Mascahone G. ; Megli
G. ; Nepi G. ; Niccolai G ; Paganelli G. ; Passini
G. ; Pezzini G. ; Poccia G. ; Rinaldi G. ; Rammaglianti
{de') G. ; Rustichelli G. ; Siminetti G. ; Simoni G. ;
Stefani G. ; Ugolini G. ; ViUani G.
GiovANNi Battista (festa di S. Giovanni), si comin-
ciano a tenere in questo giorno a Firenze brigate
a festa con canti, suoni, balli e giuochi (an. 1283),
59, 24-30.
Giovanni Angiolini, V. Malchiavelli (de') G. A.
GiovANi Benocci, V. Manovelli G. B.
Giovanni Corsi, V. Cafferelli G. C.
GiovANNi DoNATi, V. UUvieri G. D.
GiovANNi Gherardini, V. Corsi G. G. ; Malegonnelle G. G.
GlOVANNi GuALBERTO (S.)sua conversione, 21, 24-32;
sua vita di penitenza, nel luogo dove poi sorse la
Badia di Vallombrosa, sua morte, miracoli e santi-
ficazione, 32-36.
GiovANNi Tedici, V. ManovelH G. T.
GiovANNi dell'Agnello, signore di Pisa, viene fatto
cavaliere dairimperatore Carlo IV (an. 1368), 268, 29-
30 ; disgraziato incidente occorsogli in Lucca, 31-32.
GlovANNi dell'Agnello di Pisa, caporale della Com-
pagnia di S. Giorgio, 367, 9.
GiovANNi d'Agnolino, 6 dei Priori (an. 1378 settembre-
ottobre), 331. 14.
GiovANNi d'Agnolo, V. Capponi G. d'A.
GiovANNi d'Alamanno, V. Medici (de') G. d'A.
GiovANNi d'Alberghettino, signore di Romagna, fa
prendere nelle sue terre con un tranello, insieme a
suo figlio Araerigo, due sbanditi fiorentini, sospetti
di trame contro Firenze e li consegna ai Rettori di
questa c. ricevendone ricompensa (an. 1383), 425,
1-15.
GiovANNi d'Albizzo, 6 nelle liste dei Priori del 1317
febbraio-1318 febbraio, 124, 31 ; v. aiiche Cambi G.
d'A.
GiovANNi d'Aldobrandino, V. Alfani (degli) G. d'A.
GiovANNi d'Aldobrandino del Riccio, 6 nelle liste dei
Priori del 1368 gennaio-1369 gennaio, 273, 24 ; viene
ammonito (an. 1377), 304, 41 ; 308, 28.
GiovANNi d'Alessandro da Uzzano, 6 nelle liste dei
Priori del 1362 gennaio-1363 gennaio, 262, 36 ; del
1365 gennaio-1366 gennaio, 266, 1.
GlovANNi d'Ambrogio, 6 nelle liste dei Priori del 1376 gen-
naio-1377 gennaio, 306, 36.
GiovANNi d'Amerigo del Bene, k nelle liste dei Priori
del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 16 ; viene am-
monito (an. 1377), 305, 8 ; 309, 3 ; 6 nelle liste dei
Priori del 1379 marzo-1380 aprile, 368, 3 ; viene con-
finato a Foligno mentre era ancora Capitano a Pi-
stoia (an. 1381), 408, 20.
GioVANNi d'Andrea, V. Mazzetti G. d'A. Ricci (de') G. d'A.
GiovANNi DEGLi Arciguidi di Bologna, consigliere della
Compagnia di S. Giorgio, 367, 30.
Giovanni d'Arezzo, consigliere della Compagnia di S.
Giorgio, 367, 27.
GiovANNi d'Arrighetto, ^ nelle liste dei Priori del 1375
gennaio-1376 gennaio, 298, 39.
GiovANNi d'Arrigo, V. SassoUni (de') G. d'A.
GiovANNi d'Attaviano, 6 nelle liste dei Priori del 1294
febbraio-1295 febbraio, 75, 6 ; e del 1298 febbraio-
1299 febbraio, 78, 9.
GiovANNi del Baldese, 6 nelle liste dei Priori del 1308
febbraio-1309 febbraio, 104, 19.
GiovANNi Di Bandino, V. Guidi (dei conti) G. di B.
GlovANNi CONTE DA Barbiano, fratello d'AIberigo, capo -
rale della compagnia di S. Giorgio, viene fatto pri-
gioniero dal conte Averardo (an. 1380), 366, 35 ;
369, 25.
GloVANNi Di Bartolo, cardatore, viene confinato per
due anni (an. 1381), 401, 34.
GlovANNi Di Bartolo, speziale, k nelle liste dei Priori
del 1378 luglio-agosto, 326, 11 ; e del 1380 gennaio-
febbraio, 389, 17.
Giovanni di Bartolo, V. Biliotti G. di B. ; Bischeri G. di
B. ; Manovelli G. di B. ; Masi G. di B.
Giovanni d! Benci, 6 nelle liste dei Priori del 1380 mar-
ZO-1381 febbraio, 391, 10.
GioVANNi Di Benci, V. DavaHzoti G. di B. ; Manovelli
G. di B.
GiovANNi Di Benedetto, notaio dei Priori, ric, 9l, 14 ;
h nelle liste dei Priori del 1309 febbraio-i3io feb-
braio, 106, 13; v. anche CapitaniG. di B.
GlovANNi Di Benintbndi, notaio dei Priori, ric,
155.27.
552
INDICE ALFABETICO [CioTaimi ii BMvenuto>Giovaiuii di Giiorardo]
GiovANNi Di Benvenuto, da Scsto, notaio dei Priori, ric,
155, 17 ; 183, 7 ; 219, 32.
GlovANNi Di Bbrnardino, V. Medici [de') G. di B.
GiovANNi Di Bernardo, notaio dei Priori, ric, 97, 23.
GiovANNi Di Berto, V. Fitii G. di B.
Giovanni di Bertoldo, h nelle liste dei Priori del 1383
settembre-i^S^ aprile, 435, 17.
GioVANNi Di Betto, k nelle liste dei Priori del 1383 lu-
glio-1384 agosto, 427, 37.
GiovANNi Di Bindo della Vitella vocato Caciuola,
viene bandito come ribelie (an. 1380), 370, 27.
GiovANNi Di Bingeri, V. Oricellai G. di B. ; Rucellai
G. di B.
GioVANNl Di Bingieri, V. Hucellai G. di B.
GiovANNi Di Bonaccorsi, c Buonaccorsi, 6 nelle liste
dei Priori del 1356 gennaio-1357 gennaio, 250,24 ;
e del 1360 gennaio-1361 gennaio, 259, 10.
GiovANNi Di Bonato, 6 nellc liste dei Priori del 1362 gen-
naio-1363 gennaio, 262, 33.
GiovANNi Di Bondo del Caccia, 6 nellc liste dei Priori
del 1380 marzo-1381 febbraio, 391, 32 ; e del 1385
maggio-1386 aprile, 443, 17.
GiovANNi Di Boninsegna, notaio dei Priori, ric, 127,
25 ; 135, 28.
GioVanni di Brisualdo, viene condannato come ribelle
(an. 1380), 373, 41.
GiovANNi Di Cambio, capitano di Parte guelfa (an. 1377),
210, 18-17 ; k fatto cavaliere dai Ciompi (an. 1378),
324, 42 ; viene denunziato da Jacopo Scatizza (an.
1381), 392, 29-35 ; h degli Otto ufficiali della guardia
e partecipa come tale alla Balia per la riforma del
Governo, 396, 44 ; v. anche Mcdici {de') G. d. C.
GiovANNi Di Cambio detto Balestrieri, cerca levarsi
sugli altri circondandosi di popolani, 412, 24 ; muore
di pestilenza (an. 1383), 427, 19.
GiovANNi Di Cante, V. Ammattnati G. di C.
GiovANNi Di Cantino, h nclle liste dei Priori del 1362
gennaio-1363 gennaio, 262, 16.
GiovANNi Di Carina, 6 nelle liste dei Priori del 1344 mag-
gio-1345 maggio, 222. 15.
GlovANNi Di Cecco, 6 nelle liste dei Priori del 1366 gen-
naio-1367 gennaio, 266, 12.
GiovANNi Di Cecco, V. Compagiii G. di C. ; Michi G. di C.
GlovANNi Di Cenni, 6 nelle liste dei Priori del 1352 gen-
naio-1353 gennaio, 242, 39 ; del 1358 gennaio-1359
gennaio, 254, 34 ; e del 1370 gennaio-r^^i gennaio,
276, 18.
GiovANNi Di Cenni detto di Monna Neli a, 6 nelle
liste dei Priori del 1380 marzo-1381 febbraio, 391, 37.
GlovANNi Di Cenni, chiamato Toso, di Laterina,
viene fatto decapitare dal Capitano del popolo di
Firenze per aver trattato per fare entrare in Late-
rina stessa gente aretina (an. 1380), 9, 27.
GiovANNi di Chiari. vienc ammonito (an. 1377), 309, 9 ;
V. anche Cia>i G.
GiovAnni di Chino, v. Lippi G. di C.
GiovANNi Di CioNE. ir. Falconi G. di C.
Giovanni di Cione detto Nanni, k dei Dodici buoni
uomini pel quartiere di S. Maria Novella (an. 1378),
326. 36.
GloVANNi DA CoMo, podest4 di Firenie, viene preso dal
popolo in rivolta e liberato poi dai Priori (an. 1^94),
73, 8-6.
GlovANNi Di CoNTE, V. Medici (de') G. di C.
GloVANNi Dl CoRSO, notaio dei Priori, ric, 274, 33.
GiovANNi Di CovoNE, V. Covoiti (de') G. di C.
GlovANNi Di Dato, k nelle liste dei Priori del 1376 gen-
naio-1377 gennaio. 307, 5 ; fc fatto Capitano di Parte
guelfa con grande balia, 310, 16 ; 6 dei Cinquanta-
due cittadini cui viene data la Balia per la riforma del
Governo (an. 1381), 396, 31 ; 409, 34 ; k nelle list«
dei Priori del 1383 settembre-1384 aprile, 434, 39.
GIOVANNI Di Diotaiuti [Dietaiuti], i nelle
lisle dei Priori del 1385 maggio-1386 aprile, 443, 10.
GiovANNi Di DoMENico, vocATO Tria, viene nominato
Priore come rappresentante deU'arte dei Ciompi, ma
poi sostituito con la soppressione delKarte suddetta
(an. 1378), 331, 32 ; 335, 33-34.
Giovanni di Donato. V. Viviani G. di D.
Giovanni di Feo, h dei Dieci di liberta e partecipa come
tale alla Balia per la riforma del Govemo (an. 1381)
395, 19.
GiovANNi Di Fetto, fc nelle liste dei Priori del 1383 set-
tembre-1384 aprile, 435, 3.
GiovANNi Di FiLiPPO Carduccio, h dei Priori (an. 1380
luglio-agosto). 374, 32.
GiovANNi Di Firenze, 6 nelle liste dei Priori del 1360 gen-
naio-i36i gennaio, 259, 4.
GlovANNi DA Firenze, capomasnada, come entra con i
suoi a rafforzare il presidio di Scarperia assediato
da Galeazzo Visconti (an. 1351). 239, 9-16.
GiovANNi Di Francesco, h nelle liste dei Priori del 1363
gennaio-1364 gennaio, 263, « ; del 1367 gennaio-
1368 gennaio, 267, 12 ; e del 1368 gennaio-i36g gen-
naio, 274, 1 ; V. anche MagaUtti G. di F. ; Maga-
lotti G. di F.
GiovANNi Di Francesco di Andrea, e nelle liste dei Priori
del 1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 14.
Giovanni di Fruosino, viene condannato in contumacia
dal Capitano, dietro denunzia dei Dieci della liberta,
per aver tenuto discorsi contro lo Stato con aUusione
a prossimi interventi del Card. di Bologna e dello
Abate di Montemaggiore Signore di Perugia per cac-
ciare da Firenze il Govemo e ristabilirvi i Ricci e gli
Albizzi (an. 1373), 285, 16-29; voci intomo ad una
sua lettera per TAbate di S. Trinita, 30-41 ; 286,
1-7 ; viene confinato a Forll. 328. 33.
Giovanni di Geri del Bello, e nelle liste dei Priori del
i33g dicembre-1340 dicembre, 188, 33 ; k Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1347 gennaio-1348 gennaio),
229, 40 ; e di nuovo nelle liste dei Priori del 135 1 gen-
naio-i352gennaio,240, 40 ;deli356 gennaio-i357gen-
naio, 250, 34 ; del 1360 gennaio-r36i gennaio, 259, 14 ;
del 1366 gennaio-i36y gennaio, 266, 9 ; e del 1370 gen-
naio-1371 gennaio, 276, 26.
Giovanni di Gherardino, 6 nelle liste dei Priori del 1367
gennaio-1368 gennaio, 267, 39 ; e del 1373 gennaio-
1374 gennaio. 289, 18.
GiovANNi Di Gherardino, V. MaUgonnelle G. di G.
Giovanni di Gherardo, V. LanfrediniG. di G.
[Giovaniii di Giano-Giovanni di Pagno] INDICE ALFABETICO
553
GioVANNi Di GiANO, h nellc liste dei Priori del 1348 gen-
naio-1349 gennaio, 233, 29 ; del 1363 gennaio-1364
gennaio, 263, 8 ; del 1369 gennaio-1370 gennaio, 275,
3 ; del 1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 18 ; e del 1379
(settembre-ottobre), 346, 29.
GioVANNi Di GiovANNAZZo, giudice, consigliere del Vi-
cario di Carlo di Calabria, 154, 33.
GiovANNi Di GiovANNi DETTo GuiDONE, 6 Gonfaloniere
di Compagnia pel quartiere di S. Croce (an. 1378)
326, 27 ; V. anche Giovanni vocalo Guidonc.
GioVANNl Di GlUNTA, 6 nelle liste dei Priori del 1350
gennaio-1351 gennaio, 239, 35 ; del 1354 gennaio-1355
gennaio, 248, 25 ; del 1358 gennaio-1359 gennaio,
254, 22 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1362 gen-
naio-1363 gennaio), 262, 34 ; e di nuovo nelle liste
dei Priori del 1369 gennaio-1370 gennaio, 274,27.
GioVANNi Di GiuNTiNO, d uelle liste dei Priori del 1380
marzo-i^Si febbraio, 391, 12.
GiovANNi Di GoGGio, 6 nelle liste dei Priori del 1358 gen-
naio-1359 gennaio, 254, 14 ; del 1362 gennaio-1363
gennaio, 262, 4 ; e del 136$ gennaio-1366 gennaio,
265, S2.
GioVANNi Di GuASCo, V. Covoni {de') G. di G.
GiovANNi Di GuGLiELMo, 6 nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 229, 16.
GiovANNi Di GuiDO DA Magnale, notaio dei Priori, ric,
239, 37.
GiovANNi Di GuiDO, V. Antella {dell) G. di G. ; Giugni {de')
G. di G. ; Perini G. di G.
GiovANNi, vocATO GuiDONE, viene escluso per sempre
dagli uffici (an. 1381), 401, 37 ; f. anche Giovanni di
Giovanni detto Guidone.
GioVANNi Di Jacopo da Signa, notaio dei Priori, ric,
75, 5 ; 78, 5 ; 102, 21 ; 116, 38.
GiovANNi di Jacopo, tavoliere, 6 nelle liste dei Priori
del 1372 geniiaio-1373 geimaio, 284, 3.
GiovANNi Di Jacopo, V. Bardi {de') G. di F. ; Bonamici G.
di J.
GiovANNi Di Lamberto, V. Antella {delV) G. di L.
GiovANNi Di LAPACcro, V. Girolami {de') G. di L.
Giovanni di Lapino, notaio dei Priori, ric.
443, 13.
GiovANNi Di Lapo, notaio dei Priori, ric. 188, 2*.
GioVANNi Di Lapo, V. Arnolfi G. di L. ; Bonamichi G. di L. ;
Corsi G. di L. ; Ghini G. di L. ; Guglielmi G. di L. ;
Niccolini G. di L. ; Ruffoli G. di L.
GiovANNi Di Lippo, vocATO Getta, 6 nelle liste dei Priori
del 1360 gennaio-i36i gennaio, 259, 12.
GioVANNi Di Lippo, V. Aldobrandini G. di L.
Giovanni di Lorenzo, 6 dei Cinquantadue cittadini cui
viene data Balia per la riforma del Goverfio (an.
1381), 395, 34.
GioVANNi Di Lotto, V. Salviuti G. di L.
GiovANNi Di LucA, 6 dci Priori (an. 1379 maggio-giugno) .
345, 32 ; ed fe di nuovo nelle liste dei Priori del 1383
IugIio-1384 agosto, 428, 19.
GiovANNi Di LucA DA Panzano, uccide in Siena il cugino
Tomassino uccisore di Tommaso di Mone, 387, 22-30.
Giovanni d: Luigi, v. Mozzi {de') G. di L.
GiovANNi Di LuTi, 6 dei Dodici buoni uomini e partecipa
come tale alla Balia per la rifomia del Governo (an.
1381), 395, 13.
GiovANNi Di Mancino, V. Sostegni G. di M.
" GiovANNi Di Margherita di Coppo Stefani ric, CIII,
3, 9-10 ".
GiovANNi Di Masino, V. Raffacani G. di M.
GiovANNi Di Maso, 6 nelle liste dei Priori del 1317 feb-
braio-1318 febbraio, 124, 22.
GiovANNi Di Massaio, V. Rojfacani G. di M.
GiovANNi Di Matteo, V. Compagni G. di M.
GiovANNi Di Matteo dx Giovanni, 6 dei Priori (an. 1379
maggio-giugno), 345, 31.
GiovANNi Di Meglio, V. Bonarli G. di M.
GloVANNi Di MONB, ^ nelle lisle dei Prioridel 1365 gen-
naio-1366 gennaio, 265, 22 ; del 1370 gennaio-1371
gennaio, 276, 17 ; del 1374 gennaio-1375 gennaio,
292, 3 ; 6 degli Otto di Balia e viene fatto dai Ciompi
Cavaliere del Popolo (an. 1378), 323, 29 ; gli viene
assegnata dagli stessi per le sue benemerenze la ren-
dita delle botteghe di piazza Mercato Vecchio, 325,
12-13 ; in una nuova tumuituosa adunata dei Ciompi
gli viene ritolta la detta rendita, 323, 5-8 ; ma poi
gli viene di nuovo restituita con altra deliberazione
dei Priori, 337, 14-15 ; 6 fatto Gonfaloniere di Giu-
stizia (an. 1379 gennaio-febbraio), 341, 10 ; viene in-
viato con venticinque lance a Bruscoli, 373. 80-21 ;
inviato in Arezzo dal Comune come ambasc, per la
questione dei fuorusciti, viene ucciso dagli sbanditi
fiorentini (an. 1380), 379, 2-12.
GiovANNi Di MuGNANO Di Recco da Ghiacceto, 6 nelle
liste dei Priori del 1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 3.
GiovANNi DA Narni, podesti di Firenze, gli vengono con-
segnati, come sospetti di complicit4 nella congiura
contro il Governo, Carlo Mangioni, Lorenzo di Gio-
vani, di Firenze, e Francesco di Simone da Castel S.
Giovanni ch'egli fa decapitare per turbazione di Stato
(an. 1379), 356, 12-15 ; 357, 33-36 ; altre condanne
da lui emanate e fatte eseguire per questa congiura,
361, 8-13.
GiovANNi Di Neri, giudice, viene ammonito (an. 1378),
316, 10.
GiovANNi Di Neri di Benkdetto, h nelle liste dei Priori
del 1348 gennaio-1349 gennaio, 234, 15 ; del 1352
gennaio-1353 gennaio, 242, 30 ; 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1354 gennaio-1355 gennaio), 247, 32 ;
fe di nuovo nelle iiste dei Priori del 1359 gennaio-
1360 geimaio, 256, 19.
GioVANNi di Niccola, 6 nelle liste dei Priori del 1344
maggio-1345 maggio, 222, 21 ; e del 1376 gennaio-
1377 gennaio, 307, 1.
Giovanni di Niccol6, 6 nelle liste dei Priori del 1380
marzo-i38x febbraio, 391, 11.
GiovANNi di Niccol6 da Cbrrkto, h nelle liste dei Priori
del 1340 dicembre-i34r dicembre, 189, 25 ; 6 Gon-
faloniere di Giustizia (liste 1346 maggio-1347 gen-
naio), 228, 12.
GioVANNi Di N1CCOL6, V. Riccialbani G. di N.
GloVANNi Dl Nisi, notaio dei Priori, ric, 190, 95.
GiovANNi Di Pagno, * nellc liste dei Priori del 1383 hi-
glio-1384 agosto, 428, Sl.
554
INDICE ALFABETICO [Cio*umi di P.oU Ciovenco a*Ufo)
GloVANNi Di Paolo, d dei Dodici buoni uomini pel quar-
tiere di S. Croce (an. 1378), 326, «2 ; viene confinato
ad Osimo (an. 1381), 408, 27.
GiovANNi Di PiBRO, fe nelle liste dei Priori del 1350 gen-
naio-1351 gennaio, 240, 2 ; v. anche Anselmi G. di
P. ; Bandini G. di P. ; Parenti G. di P. ; Parlaccioni
G. di P.
GioVANNi PiEROZzo, V. Altoviti (degU) G. P.
" GlOVANNI Dl PlETRO Dl FoRESE, ric, CVII, 17 ,,.
GiovANNi Di PiNO, V. liossi (de') G. di P.
GiovANNi Di Puccio, V. Scheggio G. di P.
GioVANNi Di RiccARDO, V. Cerchi (de') G. di R.
GiovANNl DEL Rlcco, giudice, legge al parlaiuento i ca-
pitoli e le proposte di legge concordate tra i Grandi
e i Ciompi (an. 1301), 403, 31-35, e tenta, ma inutil-
raente, di fare rogare queste come leggi dal Notaio e
dal Cancelliere dei Priori, 405, 18-34.
GiOVANNl Di Ricco, V. Savini G. di R.
GiovANNi Di RisTORO, fe nclle liste dei Priori del 1383
luglio-t384 agosto, 428, 8.
GiovANNi Di RoBERTO, V. Ghini G. di R.
GiovANNi DA RoNcoFREDDO, podesti di Firenze, £a ta-
gliare la testa a Mainardo degli Ubaldini nonostante
le riserve del Capitano, 286, 32-34.
GiovANNi Di RoTA, 6 nelle liste dei Priori del 1358 gen-
naio-1359 gennaio, 254, 28 ; del 1367 gennaio-1368
gennaio, 267, 42; del 1375 gennaio-1376 gennaio,
299, 19 ; e del 1835 maggio-1386 aprile, 443, 23.
GlovANNi Di Rucco, 6 nellc liste dei Priori del 1373 gen-
naio-1374 gennaio, 288, 30 ; viene ammonito (an.
1378), 316, 19-20; 6 di nuovo dei Priori (an. 1379
lugUo-agosto), 346, 2.
GiovANNi Di RuGGiERi, V. Ricci [de') G. di R.
GiovANNi Di RusTicHELLO, h nelle Hste dei Priori del
1305 febbraio-1306 febbraio, 97, 18.
GlovANNi Di Salvi Vkspuccio, 6 nellc liste dei Pr ori
del 1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 6.
GiovANNi Di Sasso di Valdinievole, occupa di furto il
castello dei Pisani di Pietrabuona, ma viene poi da
questi presto ricacciato, 200, 42-45 ; 261. 1-4.
GiovANNi dello Scelto, h nelle liste dei Priori del 1334
dicembre-1335 dicembre, 179, 12 ; e del 1338 dicem-
bre-i33g dicembre, 187, 10.
GiovANNi Di ScELTO, V. Guidotti G. di S.
GiovANNi Di ScoLAio Di Berto, giudice, viene ammonito
(an. 1378), 316, 10-11 ; viene ucciso per futili mo-
tivi, 377, 14-16.
GiovANNi DEL Skga da Carlone, viene mandato a morte
per trame contro lo Stato (an. 1328), 159, 35 ; 160,
1-3.
GiovANNi Di Segna, 6 uelle liste dei Priori del 1357
gennaio-1358 geimaio, 252, 12 ; e del 1370 gennaio-
137X gennaio, 276, 20.
GioVANNi Dl SiMONE, h nelle liste dei Priori del 1380
marzo-i38i febbraio, 391, 38 ; partecipa aUa BaUa
per la riforma del Governo (an. 1381), 394, 22.
GiovANNi Di Spighato da Filicaia, notaio dei Priori
ric, 102, 30 ; 147, 24.
GiovANNi di Stefano, V. Sodertni G. di S.
GiovANNi Di Taddbo, V. Bertci G. di T.
GlovANNi Di Tedice, V. ManovelU G. di T.
GiovANNi Di TiNGO, 6 nellc liste dei Priori del 1371 gen-
naio-1372 gennaio, 279, 25 ; e del 1383 lugUo-1384
agosto, 428, 1.
GiovANNi Di TOMMASO, fe nelle liste dei Priori del 1380
marzo-1381 febbraio, 391, 19.
GIOVANNI Di TuRA, V. Dini G. di T.
GiovANNi Di Ubbrtino, V. Stroui G. di U.
GioVANNi d'Uberto, V. Cambi G. d'U.
GiovANNi d'Ugo, 6 dei Quarantatre cittadini el. in ag
giunta agli altri della Balia gik nominati (an. 1381)
404, 39 ; V. anche Orlandi G. d'U.
GiovANNi DA Ulbgcio, siguore di Ancona, dicerie in
tomo a trame da lui ordite coi Ricci (an. 1360)
257, 23-30.
GiovANNi da Uzzano, denunziato dai Quattro ragionieri
come debitore del Comune, paga il suo debito (an
1373), 287, 7-11.
GiovANNi Di Vanni, fe nelle liste dei Priori del 1320 feb
braio-1321 febbraio, 127, 30 ; v. anche Riiza G. di V.
GioVANNi Di Vannicello da Viterbo, viene condannato
per trame contro lo Stato (an. 1378), 338, 39.
Giovanni da Varliano, viene el. Podesta di Firenze
(an. 1343), 208, 6-8.
Giovanni di Ventura, fe nelle liste dei Priori del 1375
gennaio-1376 gennaio, 299, 7.
Giovanni di Vinta, corazzaio, 6 nelle liste dei Priori del
1360 gennaio-1361 gennaio, 258, 34 ; v. anche Gio-
vanni di Vita.
GiovANNi Di ViTA, corazzaio, 6 nelle liste dei Priori del
1355 gennaio-1356 gennaio, 249, 32 ; e del 1372 gen-
naio-1373 gennaio, 294, 27 ; v. anche Giovanni di Vinta.
GIOVANNI (di), V. Andrea di G. ; Bachino di G. ; Banco
di Lippo di G. ; Bartolomeo di G. ; Bonaccorso di G. ;
Cambio di G. ; Casciotto di G. ; Cecco di G. ; Dionigi
di G. ; Dionisi di G. ; Domenico di G. ; Duccio di
G. ; Folco di G. ; Francesco di G. ; Francesco di Lapo
di G. ; Gherardino di G. ; Gino di G. ; Giunta di G. ;
Giusto di G. ; Lippo di G. ; Luigi di G. ; Marco di
G. ; Paolo di Cecco di G. ; Pecora di G. ; Ricco di G. ;
Salvestro di G. ; Stefano di G.
GiovANNOzzo, V. Rinaldi G.
GiovANNOZzo Di Francesco, V. BiUotti G. di F.
Giove [Jove], figlio di Saturno, caccia il padre dal regno,
5, 33-34.
GiovENCO di Cionktto, k nelle liste dei Priori del 1327
febbraio-1328 febbraio, 158, 11 ; v. anche Bastari
(de') G. di C. ; Bastati (de') G. di C.
GiovENCo di Daniello, V. Arrigucci G. di D.
GiovENco Di Lottieri, 6 confinato a Manfredonia (an.
1378), 328, 29 ; viene fatto dei Grandi (an. 1379).
363, 13.
GiovENco d'Ugo, i nelle liste dei Priori del 1364 gennaio-
1365 gennaio, 264, 3J ; 6 dei Quattro ragionieri el.
per la ricerca e rivendica dei diritti del Comune
usurpati dai privati (an.1373), 287, 6.
GIOVENCO d'Ugo della Stufa, k nelle liste dei Priori
del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 5 ; h fatto Ca-
valiere dai Ciompi (an. 1378), 324, 29 ; viene escluso
dagli uffici per tre anni (an. 1379), 363, 34.
[Giraldi-Ciunta di Ciovinmi]
INDICE ALFABETICO
555
GiRALDi Chiaro, partecipacome Gonfaloniered i Com-
pagnia alla Balia per la riforma del Governo usur-
pati dai privati (an. 1381), 394, 34.
GiRALDi GiovANNi, h nelle liste dei P^iori del 1351 gen-
naio-1352 gennaio, 240, 41.
GiRALDi GiRALDo Di Paolo, 6 nelle liste dei Priori del
1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 15 ; viene ammonito
(an. 1378), 216, 27 ; 217, 5, 15.
Giraldi Pagolo, 6 nelle liste dei Priori del 1349 gennaio-
1350 gennaio, 235, 39 ; del 1358 gennaio-i^jg gennaio.
254, 12 ; e del 1362 gennaio-r363 gennaio, 262, 4.
j GiRALDi Verozzo, viene confinato a Trieste (an. 1381),
I 408, 25.
GiRALDo Di Paolo, V. Giraldt G. di P.
GiRALDO (Di), V. Nutino di Fantone di G. ; Vanni di Fan-
tone di G.
GiROLAMi Cardinale di Alberto, 6 nelle liste dei Priori
del 1318 febbraio-1319 febbraio, 125, 5.
Girolami Leoncino di Alberto, 6 nelle liste dei Priori
del 1311 febbraio-1312 febbraio, 112,29.
Girolami Salvi Chiari, 6 nelle liste dei Priori del 1284
dicembre-1285 dicembre, 60, 38.
Girolami Salvi del Chiaro, fe dei Priori (an. 1282 giu-
gno-Iuglio), 58, 5 ; 6 nelle liste dei Priori del 1283
dicembre-1284 dicembre, 59, 35 ; del 1285 dicembre-
1286 dicembre, 62, 8 ; del 1291 dicembre 1292 di-
cembre, 69, 4 ; e del 1294 febbraio-1295 febbraio,
75, 19 ; V. anche Girolami (de') Salvi del Chiaro
Girolami Spinello detto Mazza, h Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1300 febbraio-1301 febbraio), 86, H.
GiROLAMi Spinello di Ranieri k Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1295 febbraio-i296 febbraio), 75, 45.
GirolamiTesta di Jacopo, i nelle liste
dei Priori del 1385 maggio-1386 aprile, 443, 20.
GiROLAMi (de') Giovanni di Lapaccio, viene ammonito
(an. 1357), 251, 35.
Girolami (de') Jacopo di Feo, viene ammonito (an.
1360), 258, 25.
GiROLAMi (de') Salvi del Chiaro, k nellc liste dei Priori
del 1288 dicembre-1289 dicembre, 65, 12 : v. anche
Girolami Salvi del Chiaro
GlROLAMO, V. Sommaia (della) Mons. G.
GiROLAMO Di Bartolo, V. Falconi G. di B.
GiROLAMO Di Salvi del Chiaro, 6 nelle liste dei Priori
del 1287 febbraio-1288 aprile, 63, 30 ; del 1290 di-
cembre-1291 dicembre, 68, 16 ; del 1297 febbraio-
1298 febbraio, 77, 5 ; e del 1300 febbraio-1301 feb-
braio, 86, 17.
Girolamo (di), V. Spinello di G.
Giudice (del), t;. Alberto del G. ; Alberto di Jacopo del
G. ; Cenni Alberti del G. ; Jacopo d'Alberto del G. ;
Meri di Jacopo del G.
Giuffredi di Marzano, conti di Sqtiillace, al seguito di
Carlo di Calabria, ric, 149, 20.
Giugni, (db'). fam, fiorentina, viene a briga coi Cerchi,
92, 17.
GiUGNi (de') Berto Giugni, 6 nelle liste dei Priori del
1352 gennaio-1353 gennaio, 242, 24.
Giugni (de') Falco, t nelle liste dei Priori del 1313 feb-
braio-i3r4 febbraio, 116, 24.
GiUGNi (de") Fazio, k Gonfaloniere di Ginstizia (liste
1315 febbraio-1316 febbraio), 121,25;f. anche Giugni
(de') Faiio Camvi.
Giugni (de') Fazio Cambi, 6 nelle liste dei Priori del
1292 febbraio-1293 febbraio, 72, 11 ; w. anche Giugni
(de) Fazio.
Giugni (de') FiLippo Di Niccol6, k nelle liste dei Priori
del 1382 settembre-gennaio, 424, 18.
GiUGNi (de') Giovanni di Guido, k nelle liste dei Priori
del 1301 febbraio-1302 febbraio, 88, 38 ; k Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1306 febbraio-1307 febbraio),
99, 38.
GiuGNi (db') GiovANNi Di viene confinato a Mo-
dena (an. 1378), 328, 35 ; 6 fatto dei Grandi (an.
1379), 363, 11.
GiuGNi (de') Giugnino, 6 neUe liste dei Priori del 1305
febbraio-1306 febbraio, 97, 19.
GiUGNi (de") Guidaccio di Giovanni, 6 nelle liste dei
Priori del 1332 dicembre-r333 dicembre, 175, 17.
GiuGNi (de') Niccol6 d'Ugolino. 6 nelle liste dei Priori
del 1345 maggio-1346 maggio, 227, 23 ; del 1353
gennaio-1354 gennaio, 246, 25 ; del 1357 gennaio-
1358 gennaio, 252, 27 ; del 1363 gennaio-1364 gen-
naio, 264, H; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1367
gennaio-1368 gennaio), 268, 4 ; fe di nuovo nelle
liste dei Priori del 1369 gennaio-1370 gennaio, 275,
8 ; e di nuovo Gonfaloniere (liste 1374 gennaio-
1375 gennaio), 291,23 ; h fatto dei Grandi (an. 1379),
363, 12.
GiuGNi (de') Pikro di Giugni, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1341 dicembre-1342 dicembre), 191. 3 ; 199, 7.
GiUGNi (de') Ugolino di Zampa, 6 nelle liste dei Priori
del 1290 dicembre-1291 dicembre, 68, 18 ; e del
1310 febbraio-i3ri febbraio, 108, 18.
GiUGNlNO, V. Giugni (de') G.
Giuliano, V. Lupicini G.
GiULlANO d'Andrka, 6 dei Priori (an. 1379 maggio-gin-
gno), 345, 30.
GiULiANO Di CoLA, V. Nerini G. di C.
GiULiANO Di Lippo, i nelle liste dei Priori del 1350 gen-
naio-1351 gennaio, 240, 9.
GlULiANO Di RiNiERi DEL FoRESE, 4 nelle liste dei Priori
del 1383 luglio-1384 agosto, 428, 37.
Giunta Cenni di Nardo, 6 nelle liste dei Priori del 1306
febbraio-1307 febbraio, 99, 27 ; del 1313 febbraio-
1314 febbraio, 116, 25; e del 1316 febbraio 1317
febbraio, 123, 19.
GlUNTA, V. Ciali G. ; Fini G. ; Nardi G. ; Spigliati G.
GiUNTA Di Bartolo, partecipa alla Balia per la riforma
del Governo per Tarte dei Fomai (an. 1381), 409,
45 ; 6 nelle liste dei Priori del 1383 luglio-1384 ago-
sto, 428, 30.
Giunta di Corso, partecipa come Gonfaloniere di Com-
pagnia alla Balia per la riforma del Governo (an.
1381), 394, 27.
GiUfiTA Di Francesco, vieue condannato neiravere e
nella persona per Tincursione fatta su Figline (an.
1379), 351. 27.
Giunta di Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 genoaio, 228, 11.
556
INDICE ALFABETICO
(CiiiBU di Nardo>Cr«(«a]
GlDNTA Di Nardo, ft DcHe liste dei Priori del 1336 dicem-
bre-1337 dicembre, 186, 5; e dcl 1340 dicembre-
1341 dicembre, 189, 3s.
GlUNTA Di Nardo di Giunta, 4 nelle liste dei Priori del
1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 20; e del 1315
febbraio-1316 febbraio, 121, 31.
Giunta (di), V. Francesco di G. ; Giovantti di G. ; Giunta
di Natdo di G. ; Nardo di G. ; Niccoli di G. ; Nino
di G. ; Sassolo di G. ; Tommaso di Francesco di G. ;
Zucchero di G.
GiUNTiNO Di GiovANNi, notaio dci Priori, ric, 115, 1.
GiUNTiNO Dl Spigliato, t;. Burnetti G. di S.
GiuocHi (db') Uberto di Gherardo, h nelle liste dei
Priori del 1323 febbraio-1324 febbraio, 135, 25.
GlusTi Giustino, notaio dei Priori, ric, 391, 16.
GlusTiNiANO, imperatore (aa. 527-565) manda in Italia
Belisario per cacciarne i Goti, 16, 36-37.
GiusTiNO, imperatore (aa. 565-578) manda in Italia
Narsete per cacciarne gli ultimi resti dei Goti, 16,
38-40.
GiusTO, V. Bati G. ; Tojani G.
GiusTO Di Bate, fe nelle liste dei Priori del 1364 gennaio-
1365 gennaio, 264, 47.
GiusTO Di Benci, V. Amati G. di B.
GiusTO DEL Citerna, viene condannato per trame con-
tro lo Stato e due anni di confine e a lire mille (an.
1378), 340, 10.
GiusTO Di CovERELLO,^ nelU liste dei Priori
del 1385 maggio-1386 aprile, 443, 29.
GlUSTO Di Giovanni, del Popolo di S. Piero Maggiore,
viene condannato neiravere e nella persona per Tin-
cursione su Figline (an. 1370), 351, 23.
GlusTO Di Tofano, h nelle liste dei Priori del 1385 mag-
gio-1386 aprile, 443, 28.
GiUTOMANNi Grazia, 6 nclle liste dei Priori del 1318 feb-
braio-1319 febbraio, 125, 26.
GoGGio (di), V. Giovanni di G.
GoLiNo (Di), V. Boccaccio di G.
GoNZAGA (da) Luigi, signorc di Mantova, stringe lega
con Azzo Visconti, coi Fiorentini e coi Veneziani
contro i signori della Scala (an. 1337), 164, 9-14.
GoNZi Fazio di Castelfiorentino, notaio dei Priori, ric,
104, 9 ; 108, 26 ; 119. 23.
GoNZi Lotto, notaio dei Priori, ric, 187, 13.
GoRi Francesco, viene confinato a Cortona (an. 1381),
400, 40.
GoRiNi PiERO, 6 nelle liste dei Priori del 1369 gennaio-
1370 gennaio, 274,29.
Gosi Francesco, h Gonfaloniere di Giustizia (liste 1361
gcnnaio-1362 gennaio, 260, 14 ; 6 nelle liste dei Priori
del 1368 gennaio-1369 gennaio, 274, 3.
Goso Di Grifo, notaio dei Priori, ric, 252, 22 ; 273, 28 ;
307, 18.
Goso (Di), V. Francesco di G.
GosTA, fortezza lucchese abbattuta, 268, 34.
GosTANTE, GosTANTiNO, Gostantinopoli, Gostanza, v. Co-
stante, Costantino, Cosiantinopoli, Costanza.
GoTi, [Gotti\, popolo barbarico sceso in Italia, secondo la
leggenda stefaniana, condotto dapprima dai re Al-
berigo e Rodassio (an. 401), 14, 9-26, poi dal re Teo-
dorico, 16, 30-33 ; vengono ricacciati da Belisario e
da Narsete, 16, 36-40.
GoTTOLO Di Bbrto detto Morbllo, k dei Dodici buoni
uomini pel quartiere S. Giovanni (an. 1378).
326. 21.
GoTTOLO DEL BuONO, 6 nclle liste dei Priori del 1380
marzo-1381 febbraio, 391, 24 ; i dei Cinquantadue
cittadini cui vien data Baliaper la riforma del Govemo
(an. 1381), 396, 15.
"GozzADiNi G. cit. LXXI, 20, r-9 „.
Granaiuolo di Sone, notaio dei Priori, ric. 126, 7.
Grandoni Andrea di Jacopo Collini, h nelle liste dei
Priori del 1375 gennaio-1376 gcnnaio, 298, 18 ; viene
ammonito (an. 1377), 305, 12 ; 308, 38 ; 6 di nuovo
nelle liste dei Priori del 1380 marzo-1381 febbraio,
391, 8-9 ; ric. 409, 3.
Grandoni GiORGio di Collino, k nelle liste dei Priori
del 1350 gennaio-1351 gennaio, 239. 27 ; del 1353
gennaio-1354 gennaio, 246, 11 ; del 1356 gennaio-
1357 gennaio, 251, 3 ; del 1360 gennaio. 1361 gen-
naio, 258, 30; del 1374 gennaio-1375 gennaio. 291,
25 ; del 1383 IugIio-1384 agosto 428, 20.
Granelli, V. Monte Granelli.
Grazia, V. Giutomanni G. ; Guittomanni G.
Grazia di Guittomanni, i nelle liste dei
Priori del 133^ dicembre- 1339 dicembre, 188, H.
Grazia Arrigo, 6 nelle liste dei Priori del 1296 febbraio-
1297 febbraio, 76, 25 ; v. anche Grazie Arrigo ; Ar-
rigo di Grazia.
Grazia (di). V. Arrigo di G.
Grazie Arrigo. k nelle liste dei Priori del 1282 dicembre-
1283 dicembre. 59. 20 : v. anche Grazia Arrigo ; Ar-
rigo di Grazia.
Grazini Bencivenni, 6 nelle liste dei Priori del 1367 gen-
naio-r368 gennaio, 267, 28.
Grhci. fam. fiorentina del quarti^e di Porta S. Maria,
21, 9.
Gregorio VII, pp. (aa. 1073-1085), sua lotta con Arrigo
IV, 21, 38-39 ; 22, 1-5.
Gregorio X pp. (aa. 1271-1276), di passaggio per Fi-
renze, insieme a Carlo d'Angi6 ed aIl'Iraperatore
d'Oriente, diretti al Concilio di Lione, si ferma qua
alcuni giorni per tentare la pacificazione degli animi
dei cittadini e di fare ricntrare i Ghibellini (an. 1273),
55, 20-25 ; ma. sdegnato per la faziositi dei conten-
denti, se ne riparte poco dopo interdicendo la c, 25-
36 ; "cf. LXXVIII, 9-15,..
Gregorio [Ghirigoro] XI pp. (aa. 1370-1378), lancia
Tinterdetto contro Firenze e scomunica gli Otto di
Balia, i Priori, tutti gli Ufficiali del Comune. tutti
i Fiorentini, ovunque si trovassero, e tutti quelli che
dcssero loro ricetto (an. 1375), 294, 4-8, 11-14, 20-26 ;
respinge gli ambasc. inviati da questi e manda in Ita-
lia contro Firenze una compagnia di Brettoni (an.
1376), 297, 33-37 ; sua morte (an. 1378), 311, 11,
26-28 ; ric. 359, 37.
Gregorio, V. Raffacani (de') G.
" Gregorovius F. cit. LXXXI, 2-3 „.
Gressa, castello, distnitto dai Fiorentini (an. 1259),
45, 8-13.
\ I (Greve-Gualtieri di Brienne]
INDICE ALFABETICO
557
Greve IGrieve], t ric, 37, 13-17 ; v. anche Firenxe {Din-
I torni) : Firenze (Ospedali).
\\ Grieve, V. Greve.
'. Grifo di Guccio, t;. Medici {de') G. di G.
Grifo (di), V. Goso di G. ; Guido di G. ; Leonardo di G. ;
Mino di G. ; Nojrio di Piero di G. ; Piero di G.
j^i Grifoni Bindo, viene preso dai Fiorentini insieme ad
altri Ghibellini rifugiati a Siena, e mandato a morte
(an. 1270), 55, 4.
Grimelli, e Grinzelli, Lapo di I,ippo, viene confinato
a Chiusi (an. 1381) ; 408, 37 ; 6 revocato il bando dal-
1'Ufficio di Balia, 410, 35.
Grosso (del), V. Meo del G.
Grossoli, V. Monte Grossoli.
" GuADAGNi (codice), ms. proveniente dal march. An.
tonio Guadagni, da cui il norae, acquistato da p.
Ildefonso per la biblioteca del convento di S. Paolino
di Firenze, contenente !a cronaca dello Stefani dal
principio al 1385, sul quale il detto padre condusse
principalmente !a sua edizione, riproducendolo quasi
alla lettera, VI, 14-37 ; VII, 1-19 ,, ; " valore di que-
sto codice secondo p. Ildefonso XI, 1-10 ,, ; " critica
e dimostrazione che questo codice, attualmente in
ca.sa Ricasoli, non pu6 essere Tautografo nh Torigi-
nale dettato dall'autore, come ritiene il detto padre,
ma che esso deve derivare invece, come il Giorda-
niano, da un altro non originale, XV, 31-40 ; XVII,
1-16 ; XIX, 22-25 " ; cfr. 97, 1-11.
GuADAGNi, nobile fam. fiorentina, ric, 127, 4.
" GUADAGNi Antonio, marchesc, ric, VI, 14 „.
GuADAGNi Gherardo di Migliore, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1318 febbraio-i^ig febbraio), 125, 17.
GoADAGNi Mazzetto, 6 uelle liste dei Priori, del 1345 raag-
gio-1346 raaggio, 227, 17.
Guadagni Pieraccio, 6 nelle liste dei Priori del 1323 feb-
braio-1324 febbraio, 135, 35 ; v. anche Guadagni {de')
Pieraccio.
Guadagni Piero, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1304
febbraio-1305 febbraio), 96, 31.
Guaoagni (de') Migliorazzo di Zato, 6 nelle liste dei
Priori del 1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 23.
Goadagni (de') Mighore, 6 nelle liste dei Priori del 1288
dicembre-1289 dicembre, 65, 21 ; 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1292 febbraio-1293 febbraio), 72, 12 ;
6 di nuovo nelle liste dei Priori del 1295 febbraio-1296
febbraio, 75, 41 ; e del 1301 febbraio-1302 febbraio,
88, 29.
GuADAGNi (de") Migliore di Vieri, b di Veri, h nelle
liste dei Priori del 1356 gennaio-1357 gennaio, 250,
25 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1362 gennaio-
1363 gennaio), 262, 31 ; e di nuovo (liste 1368 gen-
naio-r369 gennaio), 273, 26 ; e liste 1372 gennaio-
1373 gennaio), 284, 9 ; durante questo suo ufficio
presenta una petizione contro Francesco d'Uberto de-
gli Albizzi in seguito di che questi viene fattodei
Grandi, 283, 5-8 ; e durante lo stesso ufficio vengono
esclusi per cinque anni dagli uffici tutti i Ricci e gli
Albizzi, 14-19 ; 6 nuovamente Gonfaloniere (liste
1376 gennaio-1377 gennaio), 306, 31 ; e durante que-
sta sua carica viene approvata una riforma reclamata
dalla Parte guelfa. 301, 6-13, 36-42; comportamento
suo e dei suoi colleghi di Priorato verso raccusato
Giovanni di I.uigi de' Mozzi, vicario di Valdinievole,
303, 8, 13-40 ; 304, 1-21 ; 6 tra i capi e maggiori isti-
gatori della Parte guelfa pel quartiere di S. Giovanni,
308, 28 ; corre armato in difesa della stessa Parte
contro i Popolani (an. 1378), 318, 16 ; gli vengono
arse le case dal popolo in rivolta contro la detta Parte,
320, 1 ; viene escluso per sempre dagli uffici, 321 ,
18 ; processato per trame contro lo Stato viene dal
Pode.sta, con generale disappnnto, lasciato libero,
338, 7 ; viene nuovamente ' esclnso dagli uffici per
tre anni (an. 1379), 336, 46 ; ts fatto di nuovo Gon-
faloniere (liste 1382 gennaio-i^S^ gennaio), 425, 7 ;
muore di pestilenza (an. 1383), 427, 17.
GuADAGNi (de') Pieraccio, 6 Gonfalouiere di Giustizia
(liste 1316 febbraio-1317 febbraio), 123, 6 ; v. anche
Guadagni Pieraccio.
GuADAGNO Di Mazzetto, 6 nellc liste dei Priori de! 1346
maggio-r347 gennaio, 228, 43.
Guadagno (di), V. Piero di G.
Gualberti AzziNo, 6 nelle liste dei Priori del 1344 mag-
gio-1345 maggio, 222, 31 ; del 1351 gennaio-r^^i gen-
naio, 241, 6 ; e del 1357 gennaio-t^^S gennaio, 252, 4.
Gualberti Jacopo di Gherardo, notaio dei Priori, ric ,
229, 8 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1349 gen-
naio-1350 gennaio), 235, 45 ; 6 ne!le liste dei Priori
del 1350 gennaio-1351 gennaio, 240, 5.
GoALBERTO, V. Giovanni G.
Goaldacci Pela, 6 nelle liste dei Priori del 1292 (di-
cembre-febbraio), 70, 33.
GuALDUcci Pela, 6 nelle liste dei Priori del 1288 dicem-
bre-1289 dicembre, 65, 2 ; del 1295 febbraio, 1296
febbraio, 75, 49 ; e del 1315 febbraio-1316 febbraio,
122, 7 ; V. anche Pela di Gualduccio.
GuALDUccio (Di), V. Pela di G.
GuALFREDi DA MiLANO, vicne nominato Rettore dai Fio-
rentini e gli viene affidata ramministrazione della
Giustizia nella c (an. 1207), 27,22-23.
GUALFREDUcci, uobile fam. pistoiese, ric, 171, 14.
GuALiNGHi LoRENZO Di Jacopino, 6 uelle liste dei Priori
del 1344 maggio-1345 maggio, 222, 32.
GuALTEROTTi, uobile fara. fiorentina del quartiere di
Porta S. Maria, 21, 10-11 ; di parte guelfa, 28, 2.
GUALTiERt Di Brienne [di Brenna], duca d'Ateno, viene
a Firenze come vicario del duca di Calabria fatto si-
nore della c. (an. 1326), 148, 33-36 ; toma di nuovo
airinsaputa del re Roberto per sollecitazione dei Fio-
rentini stessi (an. 1342), 192, 26-33 ; partecipa da
semplice araico alla spedizione fatta in aruto di Lucca,
distinguendosi singolarmente pel sno valore, S3-S5 ;
193, 11-14 ; va a capo dei soldati fiorentini di stanza
a Fucecchio a dare U guasto al territorio pisano, 24-27
viene nominato dai Fiorentini, per la sua valentia;
Conservatore, Capitano della gnardia della c. e Ca,
pitano di guerra, 37-38 ; 194, 1-30 ; abitazione da-
lui scelta, 30-34 ; condanne di notabili cittadini da
lui eraanate, 37-40 ; 195, 1-18 ; si fa nominare, con
gli intrighi dei Grandi, del popolo minuto e di alcune
fam. popolane, Signore a vita e portare in trionfo al
Tomo XXX, p. 1 — 36.
558
INDICE ALFABETICO
[Guallieri dalla Gattaia-Cnatparrc]
palazzo dei Priori ove s'iDsedia, 195, 21-40 ; 196, 1-2 ;
spogliati i Priori d'ogni loro giurisdizione ed i citta-
dini d'ogni loro privilegio, messi da parte il Gonfa-
loniere di Giustizia, con gli Ordinamenti, ed i Gonfa-
lonieri di Compagnia, crea nuovi uffici e nuovi uf-
liciali, 2i-8S, 41 ; 197, 1-6 ; mentre attende a regolare
il govemo dello terre e castelli j>ervenuti in suo po-
tere, si danno a lui in signoria Arezzo, Pistoia, Col-
le, S. Gimignano e Volterra, 8-14 ; ammonimenli
a lui giunti da parte di re Roberto, I5-27 ; fa pace
coi Piaani, 198. 7-17 ; nomina i nuovi Priori ed il
Gonfaloniere di Giustizia cui dk un nuovo Gonfalone,
34-36; 199, 1-17; si aliena Tanimo dei Grandi e
comincia ad avvicinarsi con ostentazione verso gli
artefici e la gente minuta, 27-31 ; sue fattezze fisiche
e suoi costumi, 200, 20-23 ; suo Govemo e suoi uffi-
ciali e consiglieri, 3-18, 20-31 ; stringe lega coi Pisani
con grave disappunto dei Fiorentini 201, 27-34 ; fa
costruire sul poggio di S. Casciano Castello Ducale,
202, 24-26; fa celebrare grandi feste popolari che
non riescono per6 in generale molto gradite, 28-36 ;
203, 1-16 ; fa strappare la lingua al Priore Bettone
Cini per aver criticato la sua politica fiscale, susci-
tando grande malumore, 18-30 ; sentendo che si
congiura contro di lui si fa guardingo e fa prendere
e mettere ai tormenti i sospetti (an. 1343), 204, 1-14 ;
ma, consigliato a non precipitare, mentre sollecita
gli aiuti degli amici, fa chiamare pr. di s6 con
falsi pretesti Antonio di Baldinaccio, ritenuto capo
della congiura, 14-20 ; quindi chiama sotto pre-
testo di consiglio anche altri, 20-30 ; ma impres-
sionato di questo, il popolo scende allora in piazza
armato e, sbaragliate le sue genti, assedia minaccioso
il suo palazzo, mentre egli vedendosi ridotto ormai
con pochi tenta inutilmente di pacificare il popolo,
36-42 ; 206, 1-19 ; ma questo invece, sempre piii fu-
rente, seguita a tenerlo assediato e, richiesti gli
aiuti sfoga il suo risentimento sugli Ufficiali e i
Consiglieri di lui che riesce ad avere nelle mani,
208, 21-32 ; ad evitare allora il peggio egli decide fi-
nalmente a rinunciare alla signoria ed a partire di
notte dalla c, 209, 3-32 ; presenta al Re di Francia
reclami e domande d'indennizzo pei danni ch'egli
diceva ricevuti dal Comune di Firenze (an. 1344),
220, 32-35 ; risposta in proposito del Comune fio-
rentino, 35-37 ; 221, 1-6 ; ottiene dal predetto Re
di poter esercitare rappresaglie sui Fiorentini resi-
denti in Francia (an. 1345), 225, 19-24 ; viene fatto
dipingere per ritorsione, dal Comune fiorentino, nel
palazzo del Podesti in caricatura coi suoi consi-
glieri, 221, 2-4 ; ric, 283, 2 ; 322, 13-14 ; " cf. XCII,
33-35— XCV, 1-3 „.
GuALTiKRi DEixA Gattaia, 6 nellc liste dei Priori del
1297 febbraio-1298 febbraio, 77, 3.
GUAUBLLi (dk') Duccio Di DioTAiUTi, viene ammonito
(an. 1377), 304, 38 ; 308, 26.
GUARCONi BiNDo Dl BoNACCio, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1350 gennaio-1351 gennaio), 240, 4 ; v. anche
Gnasconi Bindo di Bonaccio.
GUARDi Bartolomeo di Martino, k nelle liste dei Priori :
del 1356 gennaio-1357 gennaio, 250, 21.
Guardi Lippo, k nelle liste dei Priori del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 38.
Guardi Neri dbl Zanca, k nelle liste dei Priori del 1310
febbraio-1311 febbraio, 108, 18.
Guardi Niccol6 di Simone, 6 nelle liste dei Priori del
1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 24 ; e del 1352 gen-
naio-1353 gennaio, 242, 12.
Guardi (compagnia de'), suo faliimento (an. 1371), 278,
13-15.
Guarnieri Piero, 6 nelle liste dei Priori del 1300 feb-
braio-1301 febbraio, 86, 5.
GuARNiERi (di), V. Banco di G.
GuAsco Di Nardo, V. Guasconi (de') G. di N.
GuASCONi BiAGio Di BoNACCio, 6 uelle liste dei Priori del
1352 gennaio-1353 gennaio, 242. 42 ; del 1356 gen-
naio-1357 gennaio, 250, 26; del 1361 gennaio-1362
gennaio, 260, 29 ; del 1369 gennaio-1370 gennaio,
274, 34 ; del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 6 ; 4
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1375 gennaio-1376
gennaio), 299, 21 ; 6 tra i capi e tra i maggiori isti-
gatori della Parte guelfa pel quartiere S. Giovanni,
308, 18 ; 318, 14 ; fe fatto cavaliere dai Ciompi (an.
1378), 324, 30 ; fe fatto dei Grandi (an. 1379), 363, 7 ;
k dei Quarantatre cittadini el. in aggiunta agli altri
della Balia gia nominati (an. 1381), 405, 7 ; tenta
levarsi sugli altri, 412, 25.
GuASCONi BiNDo Di BoNACCio, fe nelle liste dei Priori
del 1359 gennaio-1360 gennaio, 255, 36 ; del 1363
gennaio-1364 gennaio, 263, 5 ; 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1366 gennaio-1367 gennaio), 266,27;
V. anche Guarconi Bindo di Bonaccio.
GuASCONi Niccol6 di Jacopo, viene escluso pcr tre
anni dagli uffici (an. 1379), 364, 11.
GuASCONi RiNuccio Di BoNACCio, k nelle liste dei Priori
del 1337 dicembre-1338 dicembre, 187, 1.
GuASCONi SiMONE Di Nardo, 6 ulle liste dei Priori de!
1330 dicembre-1331 dicembre, 167, 11 ; del 1334
dicembre-1335 dicembre, 179, 26 ; fe Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1337 dicembre-1338 dicembre),
187, 18.
GuASCONi Tano di Nardo, notaio dei Priori, ric, 112,
34 ; 188, 40 ; 6 nelle liste dei Priori del 1348-gennaio-
1349 gennaio, 234, 2 ; e del 1354 gennaio-1355 gen-
naio, 248! 18.
GuASCONi TiNORE Di Nardo, c nelle liste dei Priori d
1313 febbraia-1314 febbraio, 116, 7; v. anche Gv. ■
sconi (de') Tinoro di Nardo.
GuASCONi (de') Guasco di Nardo, notaio dei Pri<i:
ric 106, 7 ; 119, 4.
GuASCONi (de') Tano di Nardo, notaio dei Priori, ri.
297, 2.
GuAscONi (dk") Tinoro di Nardo, 6 nelle liste dei Prio
del 1315 febbraio-1316 febbraio, 122, 14 ; del 13-
febbraio-1326 febbraio, 152, 23 ; e del 1327 febbrai
1328 febbraio, 158, 10; t;. aywhf Guasconi Tinote
di Nardo.
GuASPARRE, V. Gasparre.
[Guaua-Cuelfi]
INDICE ALFABETICO
559
GuAZZA GuiDo Di Lapo, h nelle liste dei Priori del 1318
febbraio-1319 febbraio, 125, 14 ; del 1322 febbraio-
1323 febbraio, 131, 28 ; del 1328 dicembre-1329 di-
cembre, 160, 20 ; del 1334 dicembre-1335 dicembre,
, 179, 24 ; e del 1337 dicembre-1338 dicembre, 187, 3.
"GuAZZA PiERO, prende in ajfitto una casa da Gi*-
vanna Stefani, CII, 10-13 ; CIII ; 1-3 „.
GuAZZA Recco di Guido, ts nelle liste dei Priori del 1360
gennaio-1361 gennaio, 258, 31 ; del 1365 gennaio-
1366 gennaio, 265, 51 ; del 1375 gennaio-1376 gen-
naio, 299, 12 ; 6 degli Otto della Guardia (an. 1379),
354, 36 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (an. 1380 no-
vembre-dicembre), 380, 10.
GuAZZA SiMONE, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1301 feb-
braio-1302 febbraio), 88, 30.
GUAZZA Ulivieri di Lapo, 6, nelle liste dei Priori del 1332
dicembre-1333 dicembre, 175, 23 ; e del 1339 dicem-
bre-1340 dicembre, 108, 24.
GuAZZALOTTi, nobilc fam. di Prato, ostile alla cessione
della c. ai Fiorentini, passa a servizio dei Visconti di
Milano, 235, 5-6.
GUAZZi, fam. fiorentina del Borgo S. Apostolo, 21, 11.
GuAZZi PiERO Di Guido, viene inviato quale Podesta a
Figline, 350, 23.
GuAZzi (de') Recco di Guido, 6 degli Otto ufficiali inca-
ricati della vendita deibeni dei condannati (an. 1380),
372, 36 ; viene confinato a Foligno mentre era an-
cora a Colle in qualiti di capitano (an. 1381). 408,
18; ric, 418, 41.
GuBBio [Agobio, Agubio], vi entra come Signore, favorito
dallo stesso vescovo della c, della Casa Gabrielli,
Cario ci Durazzo della Pace (an. 1380), 378, 25-
29 ; viene occupata dal Conte di Orbino (sic.) (an.
1385), 438, 32-43 ; 439. 1-18.
GUBBio (famiglie), V. Gabrielli.
GuBBio (da), t;. Lando da G.
Gucci Alessandro di Benedetto, 6 nelle liste dei Priori
del 1376 gennaio-1377 gennaio, 307, 7 ; 6 degli Otto
ufficiali incaricati della vendita dei beni dei condan-
nati (an. 1380), 372; 38 ; viene condannato in lire
cinquecento (an. 1381), 401, 24.
Gucci Bartolo, 6 nelle liste dei Priori del 1345 mag-
gio-1346 maggio, 227, 21.
Gucci Benedetto di Bartolomeo, viene condannato nel
Tavere e nella persona (an. 1381), 400, 28.
Gucci Cecco, notaio dei Priori, ric, 158, 14.
Gucci FiLiPPo, k nelle liste dei Priori del 1351 gennaio-
1352 gennaio, 241, 5 ; e del 1355 gennaio-1356 gen-
naio, 250, 11.
Gucci Francesco di Benedetto, ^ nelle liste dei Priori
del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 40 ; del 1369
gennaio-1370 gennaio, 275, 12 ; viene ammonito
(an. 1378), 316, 14.
Gucci GioRGio di Guccio di Dino, 6 dei Priori (an. 1379
gennaio-febbraio), 362, 3; e (an. 1383 maggio-giugno),
426, 5.
Gucci Guccio Di DiNO, 6 nelle liste dei Priori del 1356
gennaio-r357 gennaio, 251, 1 ; del 1361 gennaio-
1362 gennaio, 260, 15 ; del 1364 gennaio-1365 gen-
naio, 264, 35 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1367
gennaio-1368 gennaio) 267, 42 ; fe nelle liste dei Priori
del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 1 ; 6 degli Otto
di Balia (an. 1375), 293, 23 ; 6 fatto cavaliere dai
Ciompi (an. 1378), 323, 24 ; viene inviato dai Priori
in missioae speciale pr. Giovanni Acuto (an. 1379),
353. 14-24 ; viene inviato dal Comune quale ambasc
pr. Carlo di Durazzo (an. 1380), 377, 11 ; viene dele-
gato per le trattative con gli ambasc del detto
Carlo di Durazzo, 381, 33-38.
Gucci Manetto di Ricciardo i delle liste dei Priori del
1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 34.
Gucci Michele di Piero,^ nelle liste dei
Priori del z36s'gennaio-i366 gennaio, 266, 2.
Gucci Pagolo di Filippo, 6 dei Priori (an. 1378 gennato-
febbraio), 341. 3.
Gdcci Tommaso di Guccio di Dino, i
nelle liste dei Priori del 1385 tnaggio-1386 aprile,
443, 33.
Guccio, V. Filippo G. ; Franchi G. ; Marignoli {de') G. ;
Medici {de') G. ; Nucci G. ; Salvini G.
Guccio Di Bati, V. Tornabelli G. di B.
Guccio Di BoLOGNA, consigliere della Compagnia di S.
Giorgio, 367, 26.
Guccio Di BoNAGiUNTA, V. Medici {de') G. di B.
Guccio Di BoNiNSEGNA, notaio dei Priori, ric, 227, 29.
Guccio Di CiNo Bartolino, 6 fatto cavaliere dai Ciompi
(an. 1378), 324, 11.
Guccio Di Dino, V. Gttcci G. di D.
Guccio Di Diotaiuti, V. Badessa {della) G. di D.
Guccio Di Francesco d'Andrea, notaio dei Priori, ric,
426, 11.
Guccio di Rinaldo, h nelle liste dei Priori del 1311 feb-
braio-1312 febbraio, 112,35; e del 1330 dicembre-
1331 dicembre, 167, 16.
Guccio Di RuGGiERi, 6 uelle liste dei Priori del 1294 feb-
braio-1295 febbraio, 75, 11.
Guccio Di Stefano, V. Soderini G. di S.
Guccio (di), V. Mese di G. ; Ugo di G.
Guelfa (Parte) V. Firenze {Parte guelfa).
GuELFi, fazione sorta in Germania in contrasto con Tal-
tra detta dei Ghibellini, 28, 5-8 ; sua propagazione,
insieme a quella awersaria, in Italia ed in Firenze, in
conseguenza della lotta deU'Impero con la Chiesa, e
significazione da esse qua assunta, 7-15, 30-
32 ; 29, 1-3 ; notabili fam. fiorentine che si schie-
rarono con essa e che si dissero quindi di parte
guelfa, 28, 16-25 ; scendono in Firenze la prima
volta in lotta con gli avversari in seguito airucci-
sione di Buondelmonte (an. 1215), 29, 32-40 ; riac-
cesa la lotta, per la ripresa della guerra deIl'Impero
con la Chiesa ad opera di Federico II, vengono da-
gli awersari, rafforzati dagli aiuti dello stesso Fedc-
rico, cacciati dalla c. (an. 1248), 34, 14-41 ; 35,
1-8 ; vengono devastate le case e confiscati i loro
beni, 21-35 ; 36, 1-8 ; si difendono energicamente
nel contado, 10-15 ; 37, 3-2 ; abbattuto il Go-
verno dei Ghibellini e costituito quello del Popolo,
rientrano in c (an. 1250), 39, 15-22 ; ne escono nuova-
mente airannunzio della vittoria di Manfredi e dei
Ghibellini sulle milizie del Govemo del popolo di Fi-
560
INDICE ALFABETICO
[Cuelfo-CuidalotU)
renxe a Montaperti e si rifugiano a Lucca (an. 1260),
47, ii-H; 49, 1-17 ; vengono cacciati, da] conte Guido
Novello, vicario di Manfrcdi, e dalle genti della lega
Ghibellina, da tutte le terre della Toscana, 48. 41 ;
49, 1-35 ; vanno a combattere in aiuto dei Guelfi di
Modena e di Reggio, 38-39 ; 50, 1-5 ; si arruolano
neiresercito di Carlo d'Angi6 e combattono con lui
a Benevento contro Manfredi, 12-20 ; rientrano in Fi-
renze (an. 1266), 34-41 ; 52, 17 ; prendono nelle loro
mani il Governo della c. sotto gli auspici dello stesso
Carlo d'Angi6, divenuto Re di Puglia e confiscano
i beni degli avversari, cacciati di nuovo dalla c, asse-
gnandone ramministrazione alla potentissima loro
istituzione detta Parle guelfa, (v.) 52, 23-37 ; primi
screzi in seno al partito (an. 1277), 56, 14-19 ; \en-
gono ai pace coi GhibeUini ad opera del card. Latino
(an. 1280), 56,28-38 ; si dividono in Bianchi e Neri
(v.) (an. 1300), 79, 24-36.
GUELFO, cardatore, viene impiccato per congiure contro
lo Stato (an. 1382), 423, 35.
GuELFO, V. Pulci {de') G.
GusRi (Di), t». Francesco di G.
GUERRA GuiDO, conte, [della fam. dei conti Guidi (v.)]
capitano dei Fiorentini, inviato ad Orvieto con cin-
quecento cavalieri per la guerra con Viterbo, di pas-
saggio per Arezzo, ne caccia, a richiesta dei Guelfi
del luogo, i Ghibellini (an. 1255), 43, 11-14.
GuBRNiBRi Di Manetto, h nellc liste dei Priori del 1343
apriIe-1344 aprile, 219, 26.
GUERRIANTB Dl BlLIGIARDO, V. BagtUSt G. di B.
GuERRiANTE Di DiNGo, V. MarignolH G. di D.
GUERRiANTE Di Matteo, V. MarignolH G. di M.
GuERRiANTB (Di), V. Franccsco di Guido di G.
GUBRRiBRi Di Tribaldo, V. Rossi {de') G. di T.
GuERRUcci DoMENlco, 6 nelle liste dei Priori del 1343
aprile-1344 aprile, 219, 18.
GUERRUCCi Jacopo, 6 nellc liste dei Priori del 1354 gen-
naio-1355 gennaio, 248, 7.
GuERRUCcio, V. Borgarelli G.
GuGLiELMi CoRso, 6 nelle liste dei Priori del 1296 feb-
braio-1297 febbraio, 76, 31.
GuGLiELMi Maestro GioVANNi Di Lapo, 6 nelle liste dei
Priori del 1297 febbraio-1298 febbraio, 77, 15 ;
del 1312 febbraio-r3i3 febbraio, 114, 35.
GuGLiELMi Piero, 6 nellc liste dei Priori del 1326 feb-
braio-1327 febbraio, 155, 22 ; e del 1335 dicembre-
I336 dicembre, 183, 1.
GuGLiELMo, V. Lupicini G. ; Pagarelli G. ; Stracciaben-
de G.
GUGLiBLMo d'Angiolino, 6 nelle liste dei Priori del 1343
aprile-1344 aprile, 219, 22.
GuGLiBLMO d'Ascibsi, capitauo del popolo viene fatto .
dal Duca d'Atene suo consigliere e nominato Conser-
vatore (an. 1342), 200, 24-25 ; crudeli condanne da
lui emanate e fatte eseguire, 34-40 ; 201, 1-17.
GuGLiBLMo dei conti di Mede, caporale della Compagnia
di S. Giorgio, 366, 37.
GuGLiBLMO d'Ebole, barone al seguito di Carlo di Cala-
bria, 149, 36.
GuGLiBLHO Di Ghbraroo, V. Lupicini G. di G.
GuGLiBLMo Di Jacopo, * nclle li.stc dei Priori del 1313 feb-
braio-1314 febbraio, 116, 20.
GuGLiELMo Di Luccio, k nelle liste dei Priori del 1348
gennaio-1349 gennaio, 234, 5.
GuGLiELMO Di Niccol6, V. Strocciabende G. di N.
GuGLiBLMO d'Ugolino, V. Stracciobendt G. d'U.
GUGLIELMO DEL VlNTA, E DI VlTA, V. AltOVtti (dtgH) G.
del V e di V.
GuGLiELMo (di), V. Giovanni di G. ; Lapo di G. ; Maileo
di G. ; Niccold di G. ; Paolo di G. ; Piero di G.
GuicciAKDiNi Leone, k Gonfaloniere di Giustizia (liste
1338 dicembre-1339 dicembre), 187, 13 : v. anctte
Guicciardini Leone di Tuccio.
GuicciARDiNi Leone di Tuccio, 6 nelle liste dei Priori
del 1332 dicembre-1333 dicembre, 175, 33 ; v. anche
Guicciardini Leone.
GuicciARDiNi LucA, 6 nelle liste dei Priori del 1352 gen-
naio-1353 gennaio, 242, 10.
GuicciARDiNi LuiGi Di PiERO, 6 Gonfaloniere di Gru.sti-
zia (an. 1378 luglio-agosto), 314, 27 ; 320, 38 ; Kli
viene data alle fiamme, insieme a quella d'altri pa-
renti, la casa dai Ciompi in rivolta (an. 1378), 322,
21-24 ; 323, 3-4 ; 6 fatto cavaliere dai Ciorapi, 323,
31 ; fe cacciato dairufficio di Gonfaloniere dagli stessi,
325, 24-31 ; viene escluso dagli uffici per trc anni
(an. 1379), 363, 44 ; 6 fatto cavaliere dal Capitano
(an. 1381), 394, 11 ; va ambasc. dei Fiorentini pr.
Luigi d'Angi6 a Bologna (an. 1382), 417, 17.
GuicciARDiNi Niccol6 (figli di), viene loro bruciata la
casa dai Ciompi (an. 1378), 322, 23-24 ; 323. 3-4.
GuicciARDiNi SiMONE Di Duccio, 6 Gonfaloniere di
Giustizia ^liste 1301 febbraio-1302 febbraio), 88,
21 ; 6 nelle liste dei Priori del 1304 febbraio-1305
febbraio, 96, 15.
GuicciARDiNi (de') Leone di Tuccio, fe nelle liste dei
Priori del 1307 febbraio-1308 febbraio, 102, 6.
GuicciARDiNi (de') Nicola d'Albizzo. 6 nelle liste dei
Priori del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279. 26.
GuicciARDiNi (de') Piero di Ghino, 6 nelle liste dei
Priori del 1354 gennaio-1355 gennaio. 248. 11;
6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1366 gennaio-1367
gennaio), 266, 38.
Guicciozo d'Ardingo, v. Ricci (de') G. d'A.
GuiDACcio Di GiovANNi, V. Giugni {de') G. di G.
GuiDALOTTi, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 2C
esce da Firenze airannunzio della sconfitta di Moi.
taperti (an. 1260). 48, 11.
GuiDALOTTi Bartolomeo di Dante, 6 nelle liste dei
Priori del 1343 aprile-1344 aprile. 219. 29.
GuiDALOTTi Cante. fe Gonfaloniere di Giustizia (liste
1295 febbraio-1296 febbraio), 75, 42.
Guidalotti Gofo, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1292 febbraio-1293 febbraio), 72, 14.
Guidalotti Rinuccio, 6 nelle liste dei Priori del 1291
dicembre-r292 dicembre, 69, 8.
GuiDALOTTi Simone, notaio dei Priori, ric, 62, 3 ; *
nelle liste dei Priori del 1300 febbraio-1301 febbraio,
86, 21.
GuiDALOTTO, V. Bemotti G.
GuiDALOTTO (di), V. Guiduccio di G. ; Simone di G.
fGuidetti-Guido di Bianco]
INDICE ALFABETICO
561
GuiDETii Francesco, gli viene bruciata la casa dai
Ciompi in rivolta (an. 1378), 322, 23-24.
GuiDETTi Jacopo d'Alessandro, 6 nelle liste dei Priori
del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 13.
GuiDETTi Mannello di Lando, 6 nelle liste dei Priori
del 1346 maggio-1347 gennaio, 228, 18.
,. GuiDETTi ToMMAso Di MoNE, h Gonfaloniere di Giusti-
zia (liste 1358 gennaio-1359 gennaio), 254, 28 ; i
nelle llste dei Priori del 1363 gennaio-i^d^ gennaio,
263, S ; h ancora Gonfaloniere (liste 1372 gennaio-
1373 gennaio), 284, 39 ; 6 nelle liste dei Priori del
1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 31 ; e di nuovo
Gonfaloniere (an. 1380 luglio-agosto), 374, 36.
GuiDi (CoNTi), antichi e potenti feudatari di Toscana e
di altre terre vicine, rivendono ai Pratesi i loro di-
ritti su Prato (an. 1080), 22, 17 ; vendono Mon-
temurlo ai Fiorentini (an. 1207), 27, 10-12.
GuiDi (dei conti) Giovanni, figlio del conte Ban-
dino di Monte Granelli, viene el. Bargello di
Firenze (an. 1378), 337, 19-20 ; fa prendere e ta-
gliare la testa a Filippo di Fornaino de' Rossi ed a
Filippo di Rinaldo per trame contro lo Stato an.)
1378), 340, 19-22 ; V. anche Antonio, Giovanni e Nic-
cold figlitioli del conte Bandino di Monie Granelli ;
Giovanni figlio del conte Bandino di Monte Gra-
nelli.
Guidi (dei coNTi) GuiDo, signore di Monte di Croce,
sconfigge con Taiuto degli Aretini i Fiorentini venuti
ad essediarlo (an. 1146), 23, 39-40; 6 da questi
alla sua volta vinto e sconfitto (an. 1154), 24, 1-3 ;
vende poi, col permesso dei Fiorentini stessi, il ca-
stello di Monte di Croce al Vescovo di Firenze, 4-5 ;
"cf. XLVII, 15-34; XLVIII, 1-15.
GuiDi (dei conti) Guido, signore di terre nel Mu-
gello, denunziato dai Quattro ragionieri come debi-
tore del Comune di Firenze, viene con questo ad
accordi (an. 1373), 287, 11-17.
GuiDi (dei conti) Roberto da Poppi, capitano di guerra
dei Fiorentini (an. 1369), 271, 23-24 ; va con questi
a rafforzare Tassedio di San Miniato, 25 26; v. anche,
della fam. dei conzi Guidi : BattifoUc (da) Guido, Si-
mone ed Ugo di Guido, conti ; Giiido Guerra, conte ;
Guido Novello, conte.
GuiDi, fam. fiorentina del quartiere di Porta S. Maria,
21, 8 ; di parte ghibellina, 28, 27 ; vengono arse le
sue case durante la rivolta popolare contro i Ghi-
bellini (an. 1248), 44, 7 ; viene fatta popolana (an.
1343)- 216, 37.
GuiDi Agnolo di Vanni, viene ammonito (an. 1363),
261. 23.
GuiDi Bartolo di Ridolfo, 6 Gonfalonierc di Giustizia
(liste 1327 febbraio-1328 febbraio), 157, 37.
GuiDi Dato, i nelle liste dci Priori del 1330 dicnn-
bre 1340 dicembre. 188, 13.
GuiDi Davanzato Nacci di Contro, vieiic aranioiiito
(an. 1377), 305, 18.
GuiDi GioVANNi, notaio dei Priori. ric, 265, 2j.
GuiDi Jacopo di Dino, 6 nelle liste dei Priori del 1351
gcnnaio-1352 gcnnaio, 241, i ; 6 Gonfaloniere di
Giubtizia (listc 1371 gennaio-i37i gennaio), 279,
31 ; e di nuovo Gonfaloniere (liste 1374 gennaio-r^y^
gennaio), 291, 15.
GuiDi Jacopo di Piero, i dei Priori (an. 1382 maggio-
giugno), 416. 30.
GuiDi Matteo, notaio dei Priori, ric, 131, 34.
GuiDi Mone. h nelle liste dei Priori del 1347 gennaio-
1348 gennaio. 229, 33.
GuiDi NiccoLAO, e Niccolaio, di Mone, 6 nelle liste dei
Priori del 1347 gennaio-1348 gennaio, 230, 1 ; del
1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 30 ; del 1357 gen-
naio-1358 gennaio, 252, 6 ; del 1361 gennaio-1362
gennaio, 260, 5 ; del 1366 gennaio-1367 gennaio,
266, 13 ; del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 25 ;
e del 1376 gennaio-1377 gennaio, 307, 15.
GuiDi Pagolo di Ridolfo, h nelle liste dei Priori del
1335 dicembre-1336 dicembre, 182, 33 ; del 1339
dicembre-1340 dicembre, 188, io.
GuiDi ScHiATTA Di RiDOLFO, 6 nelle liste dei Priori del
1340 dicembre-1341 dicembre, 190, 1 ; del 1349
gennaio-1350 gennaio, 235, 21 ; 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1354 gennaio-1355 gennaio), 248, 6.
GuiDi SiMONE Di Geri, vieue ammonito (an. 1358),
253, 23.
GuiDo Di LusiGNANO [Lastgnano], re di Gerusalemme
ric, 26, 16.
" GUIDO, CONTE DA MONTEFELTRO. ric, LXXXI, 16-17 „.
GuiDo NovELLO, conte, toglie, insieme ai Ghibellini
fuorusciti di Firenze, Figline ai Fiorentini (an. 1252).
41, 9-16 ; divenuto Vicario di Manfredi in Firenze,
mnove con la lega dei Ghibellini contro Fucecchio,
Signa e Lucca e contro tutti gli altri luoghi, dove
s'erano rifugiati i Guelfi, e caccia questl da tutta
la Toscana (aa. 1261-1263), 48, 30-31, 40 ; 49, 1-35 ;
opprime il popolo di Firenze con le gravezze delle
imposte. 50, 36-37 ; alla sconfitta e morte di Man-
fredi tenta invano di calmare il i>opolo in rivolta,
(an. 1266), 50, 34-42; 51. 1-4; viene cacciato da
Firenze. 16-41 ; 52. 3-6 ; ric 66. 5-6 ; " c£. LXXIV,
1-12 ; LXXXIV, 1-6 „.
GuiDO, V. Baldovinetti G. ; Bandiera G. ; Battifolle {da) G. ;
Bisdomini (de') G. ; Corsini G. ; Dandi G. ; Falco-
nieri G. ; Federighi G. ; Guerra G. ; Guidi (dei conti)
G. ; Lippi G. ; Pezzini G. ; Ubaldini G.
GuiDo Canti, V. Visdomini {de') G. C.
GuiDO GiLii, V. Arfoli {degli) G. G.
GuiDo, farsettaio, preso in seguito a denunzia di For-
naino, viene poi rilasciato libero essendo la denunzia
risultata falsa, 420. 10-31.
GuiDo d'Asciano, capitano di ventura, assoldato dai
Fiorentini con la sua brigata (an. 1384). 430, 8-10.
GuiDo Di Banco. V. Deti G. di B.
GuiDO Di Bencivenni, ^ nelle liste dei Priori del 1319
febbraio-1320 febbraio, 126, 1 ; e del 1322 fcbbraio-
1323 febbraio, 131, 18.
GuiDo DEL Bene. notaio dei Priori, ric, 126, 17 ; 187, 22.
GuiDo Di Bernardo, 6 ncllo liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 228, 5.
GuiDO del Bianco. i nelle liste dei Priori del 129S fcb-
braio-1294 febbraio, 73. 33.
GuiDo Di Bianco, V. Deti G. di D.
562
INDICE ALFABETICO
[Cuido di Buootisnore^IIdefonto]
GciDO Dl BUONSIGNORE, h nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 229, 19.
GuiDO Di Caccialoste, V. Trinciavelli G. di C.
GuiDo DEL Chiaro, k nelle liste dei Priori del 1290 di-
cembre-1291 dicembre, 67, 39.
GuiDo Di CoRsiNO, notaio dei Priori, ric, 229, 22.
GuiDO Di DiNO DBL Pecora, 6 nelle liste dei Priori del
1349 gennaio-i35o gcnnaio, 235, 15.
GuiDo Di FoGLiANO, ric, 201, 13-14.
GuiDO Di Francesco, V. Foresia (della) G. di F.
GuiDO Di GlOVANNl, V. Mochiavelli G. di C.
GuiDO Di Grifo, notaio dei Priori, ric, 289, 11.
GuiDo Di Lapo, V. Guazza G. di L.
GuiDo Di LucA, 4 condannato neiravere e nella persona
per la spedizione contro Figline (an. 1379), 351, 9.
GuiDO Di Malabocca, 6 nelle liste dei Priori del 1283
dicembre-1284 dicembre, 60, 18 ; e del i29odicembre-
1291 dicembre, 68, 15.
GuiDO Di MosTANZA, fe nelle liste dei Priori del 1300 feb-
braio-1301 febbraio, 86, 26.
GuiDo DEL Pecora, h nelJe liste dei Priori del 1336 di-
cembre-1337 dicembre, 186, 27 ; del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 246, 15 ; e del 1358 gennaio-1359
gennaio, 254, 38.
GuiDo della Petrella, capitano dei Fiorentini contro
Castruccio, 127, 41.
GuiDo Di Puccio, k nelle liste dei Priori del 1343 aprile-
1344 aprile, 219, 24.
GuiDO Di Riccardo, II. Fagni G. di R.
GuiDo Di Rosso DA Sancasciano, notaio dei Priori,
ric, 106, 3.
GuiDo Di Rucco, e di Ricco, notaio dei Priori, ric,
262, 23 ; 268, 1.
GuiDO Di Stefano, partecipa, come Gonfaloniere di Com-
pagnia del quartiere S. Giovaimi, alla Balia per la
riforma del Governo (an. 1381), 394, 39.
GuiDo Di Turtcchio, h nelle liste dei Priori del 1296
febbraio-1297 febbraio, 76, 12.
GuiDO Di Vannino del popolo di S. Ambrogio, vienc
condannato neiravere e nella persona per trame
contro lo Stato (an. 1379), 365, 36.
GuiDO (di), V. Andrea di G. ; Bandino di G. ; Gilio di G. ;
Giovanni di G. ; Lenzo di G. ; Matteo di G. ; Mone
di G. ; Noffo di G. ; Ridoljo di G.
GuiDONE (di), V. Noffo di G.
Guidotti GiovAnni dello Scelto, h nelle liste dei
Priori del 1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 26.
Guidotti Scelto, fe nelle liste dei Priori del 1291 dicem-
bra-1292 dicembre, 68, 34.
Guidotti Tommaso di Mone, 6 nelle liste dei Priori del
1355 gennaio-1356 gennaio, 249, 21.
Guidotti Zanobi, va ambasc. con Marchionne Stefani
pr. rimperatore Venceslao, 389, 38 ; " cf. CXVII, 19 ,,.
Guidotto, V. Canigiani (de') G.
Guiducci Albizzo, 6 dei Priori (an. 1379 maggio-giugno),
345. 34.
GuiDUcci Albssandro di Jacopo, i nelle liste dei Priori
del 1380 marzo-1381 febbraio, 391, 35.
Guiducci Bartoluccio, h dei Priori (an. 1380 gennaio-
febbraio), 389. 81.
GuiDucci Matteo, notaio dei Priori, 222, 18.
GuiDUccio, V. Pucci G.
GuiDuccio Di GuiDALOTTO, i nclle liste dei Priori <!■
1288 dicembre-1289 dicembre, 65, ».
GuiDuccio (di), V. Sandro di G.
Guineldi Bindo da Quarata, i Gonfaloniere di Giust
zia (liste 1318 febbraio-1319 febbraio), 125, 13.
Guineldi Lotto da Quarata, h nelle liste dei Priori del
1316 febbraio-1317 febbraio. 123, 6 ; e del 1322
febbraio-1323 febbraio, 131, 7.
GuiTTOMANNi Grazia, t Gonfaloniere di Giiutizia (liste
1323 febbraio-1324 febbraio), 135, 18 ; e miovamente
(liste 1341 dicembre-1342 dicembre), 190, 39.
GuiTTOMANNi Niccol6 di Grazia, k Gonfalonieic di
Giustizia (liste 1341 dicembre-1342 dicembre), 190, 40.
GuiTTOMANNi (di), V. Grazia di G.
GuiTTONE (di), i;. Ruspo di G.
GuiTTONi Ruspo, fe nelle liste dei Priori del 1331 dicem-
bre-1332 dicembre, 169, 13.
GusciANA, nei suoi pressi si scontrano le genti di Ca-
stmccio con quelle dei Fiorentini (an. 1320), 127,
4 ; vi affogano molti Fiorentini in fuga, dopo la
sconfitta di Altopascio (an. 1325), 143, 26; ric,
181. 48.
Guscio (di), V. Dono di G.
" Hartwig, storico, cerca di stabilire la provenienza
della leggenda della distruzione di Fiesole del loio,
XXXVIII, 33 ; XXXIX, 1-6 „ ; " ritiene erronea-
mente che Firenze alla venjita di Federico I abbia
perduto ogni giurisdizione, LII, 14-17;, «„; ric.
"XXXI, 22- 23; XXXII, 1, 14-15 „.
[Hawkwood giovanni] V. Acuto G.
Igubbini [AgtMini], ric, 438, 13.
Ildebrandini MiGLioRE, k nellc liste dei Priori del 1294
febbraio-1295 febbraio, 75, 8.
" Ildefonso (padre) di S. Luigi, carmelitano scalzo,
chiamato anche qualche volta col nome di padre
Idelfonso Frediani, X, 9-10 ,, ; " pubblica per primo
la cronaca fiorentina di Marchionne di Coppo Stefani
Stefani (aa. 1776-1783), V. 18-19, 4-t,,; " passi
oscuri e lacunosi ed altre mende di questa edizione.
gii rilevate dagli storici, e bisogno sentito di una
nuova ristampa, 20-21, 9-20 „; "i quattro codici
della cronaca di cui egli si stervl ed i sette d' essa da
Ini non conos.iuti, VI, 14-37-X, 1-18 ,, ; " valore
da lui attribuito al codice Gnadagni, sul quale egli
condusse principalmente la sua edizione, ed esaxtn
di esso in relazione ai nuovi importanti codici d,
lui non conosciuti, XI-XIII, 1-33 ,, ; " raffronti t
dimostrazione che il detto codice non -pab essere Vav
tografo o roriginale, come egli ritiene, ma che de\i
essere invece una copia poco fedele di un altro co
dice non originale, XIII, 33-39-XVI, 1-17,,; " con-
futazione della sua ipotesi che attribuisce a Copp«,
padre di Marchionne, la prima parte della cronac,'
X, 16-39; XXI-XXII, 1-21,,; " sue affermazior.
e congetture iJoco probabili, o del tutto errate,
a proposito della famiglia e della vita di Coppo e di
Marchionne, C, 21-25, 33, 34; CI, 1-2; CII, 6-7;
Clir. 9-18, 38-8« ...
[ Imbratta' Jacopi]
INDICE ALFABETICO
563
Imbratta (maestro) da Siena, rifa a nuovo la campana
grossa del palazzo dei Priori 129, 8 , ». Firenze
(Campane).
IliERA Francesco di Jacopo, 6 nelle liste dei Priori del
1310 febbraio-i3ir febbraio, 108, 12.
Imperatori Romani : v. Ottaviano Augusto {aa. 30 a. c-
14 d. c.) ; Tiberio [aa. 14-37) ; Decio (aa. 24^-251) ;
Costantino (aa. 310-337) ; Costantino II (aa. 337-
340) ; Costante (aa. 338-330) ; Teodosio (aa. 37^-
3^S) ; Onorio (aa. 394-^23) ; Teodosio II (aa. 423-
425) ; Valentiniano III (aa. 423-455).
Imperatori di Costantinopoli, V. Zenone (aa. 474-491) ;
Giustiniano (aa. 52^-565) ; Gittstino (aa. 565-578) ;
Manuele [aa. 1143-1180).
Imperatori del S. Romano Impero, V. Carlo Magno
(aa. 800-814) : Artigo IV (aa. 1075-1106) ; Enrico V
(aa. Z106-1125) ; Federico I (aa. 1155-izgo) ; Enrico
VI (aa. izgo-izg7) ; Federico II (aa. 1220-1250) ;
Rodolfo (aa. 1273-1292) ; Alberto d'Austria (aa.
1298-1308) ; Arrigo VII (aa. 1308-1313) ; Ludovico
il Bavaro (aa. 1313-1347) ; Carlo IV (aa. 1347-1379) ;
Venceslao (aa. 1379-1400).
Importuni fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 23.
INAMO, V. Russoli (de) I.
iNFANGATi Mangia, ucciso nella rivolta popolare contro
i Ghibellini (an. 1258), 44, 10-11.
Infangati Uberto d'Ubaldino, h nelle liste dei Priori
del 1347 gennaio-1348 gennaio, 230, 2 ; viene amrao-
nito (an. 1360), 255, 26.
Infangati (CASE DEGLi), vengoHo incendiate e distrutte
durante la rivolta popolare contro i Ghibellini (an.
1258), 44, 8.
[Inghiramo di Couchy] (Sire di Cusci), nobiledi Piccardia
condottiero di ventura, viene in Italia con milizie
in aiuto, sccondo le voci correnti.del Duca d'Angi6
(an. 1384), 428, 40-48 ; dalla Lombardia, ove prima
s'era fermato per alcuni giorni, viene in Toscana
dove, devastate le terre del Lucchese e del Senese,
entra in Arezzo, da signore, favorito da Marco di
Pietramala dei Tarlati, 429, 22-42; assediato in
Arezzo dai Fiorentini viene con questi ad accordi
cedendo. loro la c. per cinquantamila fiorini, 430,
27-30 ; i patti della resa, 39-40 ; 431, 1-16.
Interminelli, fam. lucchese di parte ghibellina, viene
cacciata dalla c. e si rifugia a Pistoia donde i suoi
componenti muovono spesso coi loro partigiani a
danneggiare il territorio di Lucca (an. 1302), 87, 6-13;
vengono fatti rientrare in Lucca con gli altri Ghibel-
lini dai Pisani (an. 1314), 114, 8-9.
Interminelli (degli) [Antelminelli degli] Castruccio Ca-
STRACANi, sfuggito al tentativo fatto da Uguccione di
ucciderlo, 6 proclamato dal popolo Signore di Lucca
mentre Uguccione se ne allontana (an. 1316), 120, 6-
17,25-26; viene a guerra coi Fiorentini (an. 1320),
126, 29-37 ; 127, 37-42 ; 128, 1-15 ; viene ad accordi
coi Pistoiesi con grave disappunto dei Fiorentini (an.
1322), 129, 18-19 ; va a dare il guasto coi soldati
friulani, passati per tradimento dai Fiorentini a lui,
alle terre di Fucecchio, S. Croce, Monte Topoli e
San. Miniato (an. 1323), 132, 13-16 ; va contro Prato,
ma corsi i Fiorentini in aiuto di questa 6 costretto
a ritirarsi, 18-25 ; torna a saccheggiare le terre pre-
dette, 133, 34-36 ; mTiove contro Filippo Tedici
fattosi signore di Pistoia (an. 1324), 137, 13-15, e gli
toglie alcune terre (an. 1325), 139, 29-30 ; sue macchi-
nazioni e trame con Tommaso Frescobaldi contro
Firenze, 34-36 ; 140, 1-16 ; viene ad accordi con
Tedice ed occupa Pistoia (an. 1325), 140, 31-36 ;
trama per occupare anche Prato ma la sua trama
viene scoperta ed il piano fallisce, 141, 4-15 ; as-
salito dai Fiorentini cerca aiuti dagli amici e tratta
segretamente con la brigata francese a soldo dei Fio-
rentini stessi per attrarla a s6, 142, 6-9, 20-25 ; avuti
gli aiuti degli amici, attacca i Fiorentini pr. Altopa-
scio e li sconfigge (an. 1325), 143, 18-27; riprende
quindi Altopascio e Monfalcone, e fatto abbattere
il ponte di Cappiano e la Rocca, 144, 8-9, muove
con Toste contro Carmignano, che prende, e contro
Firenze, devastandone e saccheggiandone i dintorni,
9-27 ; torna ancora contro Firenze insieme con Azzo
Visconti, giungendo fino a Rifredi dove fa correre il
palio, 29-37 ; va con Toste contro Prato e ne devasta
il territorio, passando poi nello stesso tempo a deva-
stare anche quello di Firenze, 145, 18-26 ; espone al
dileggio in Lucca il Carroccio e i prigionieri fioren-
tini, 28-34 ; torna di nuovo contro Firenze, 146,
22-25 ; 147, 15-22 ; 148, 16-19 ; inizia trattative col
Duca di Calabria, signore di Firenze, 150, 11-12; man-
da a morte Guerruccio Quartigiani, coi figli e con
altri, sospetto d'aver tramato segretamente contro
di lui col detto Duca, 152, 1-3 ; viene fatto duca
daU'imperatore Lodovico il Bavaro che gli conferma
la signoria di Lucca e gli dk anche quella di Volterra
e di altre terre (an. 1327), 153,27-29 ; 154,22-24 ; assi-
ste in qualiti di Conte Palatino airincoronazione in
Roma del detto Lodovico (an. 1328), 155, 6-9 ; sua
morte, 34-40 ; 156, 1-3 ; sorte toccata ai suoi figli ed
alla moglie, 1-8, 27-37; 157, 1-4; " cf. XCV,
26-28,,.
Ipocrato, viene fatto dairimperatore Lodovico il Bavaro
suo Vicario in Lucca (an. 1328), 156, 32-33 ; gli viene
ritolto rUfficio, 33-37.
IsACCHi Salvestro di Manetto, 6 nelle liste dei Priori
del 1347 gennaio-1348 gennaio, 229, 41 ; del 1352
gennaio-1353 gennaio, 242, 25 ; del 1357 gennaio-
1358 gennaio, 252, 3; viene ammonito (an. 1360),
259, 33 ; 6 di nuovo nelle liste dei Priori del 1361
gennaio-1362 gennaio, 260, 26.
Iscakati, V. Scafati.
Ismera Iacopo, 6 nelle liste dei Priori del 1284 dicembre-
1285 dicembre, 60, 42.
Italo, figlio di Attalo fondatore e signorc di Fiesolc,
conquista e si impadronisce di tutta la rcgione che
da lui prese il nome d'ltalia, 4, 3-7.
Jacopi Cambino di Geri, k Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1311 febbraio-1312 febbraio), 112, 32.
Jacopi Lapo di Geri, k nelle liste dei Priori del 1318
febbraio-1319 febbraio, 125, 7.
Jacopi Pagio, 6 nellc liste dei Priori del 1326 febbraio-
1327 febbraio, 155, 12.
564
INDICE ALFABETICO
(Jacopo Rinaldo-Jacopo «li Lapo]
Jacopj Rinaldo da Signa, noUio dei Priori, ric, 60,
5 ; 63, 40.
Jacopino di Vermiglio, V. Alfani J. di V.
Jacopo, V. Alberti (degli) J. ; Ambrogi J. ; Armati J ;
Benintendi J. ; Bonaccorsi J. ; Bonafede J. ; Bor-
doni J. ; Casciotti J. ; Cocchi J. ; Ghiselli J. ; Giam-
boUari J. ; Guerrucci J. ; Marignolli {de') J. ; Pa-
gni J. ; Ricci {de) J. ; Stefani J.
Jacopo, podesti di Firenze, si leva per primo contro gli
Uberti ed i Ghibellini accusati dalla voce pubblica
di trame contro lo Stato con Manfredi (an. I2j8),
43. 33-36 ; 44, 1-3.
Jacopo, capitano dei Friulani a soldo dei Fiorentini a
Fucecchio, passa con i suoi uomii^i a soldo di Ca-
struccio e svela a questo le trattative segrete dei
Fiorentini a riguardo di Buggiano (an. 1323), 132,
7-9.
Jacopo dell'Accerrito, h nelle liste dei Priori del 1383
Iuglio-1384 agosto, 428, 15.
Jacopo dell'Accorto, 6 dei Priori (an. 1379 settembre-
ottobre), 346, 26.
Jacopo d'Adimare, V. Beccanugi {de') J. d'A.
Jacopo d'Alamanno, V. Vettori J. d'A.
Jacopo d'Alberto, V. Alberti (degli) J. d'A.
Jacopo d'Alberto del Giudice, h nelle liste dei Priori
del 1319 febbraio-1320 febbraio, 126, 20 ; del 1325
febbraio-1326 febbraio, 151, 30 ; e del 1327 febbraio-
1328 febbraio, 158, 7.
Jacopo d'Aldobrandino di Lapo, V. Rinaldi J. d'A.
di L.
Jacopo d'Albssandro, v. Guidetti J. d'A.
Jacopo d'Ambrogio, V. Meringhi J. d'A.
Jacopo dell'Ammannatino, 6 dei Priori (an. 1380 mag-
gio-giugno), 372, 16.
Jacopo d'Andrea, V. Ghinetti J. d'A.
Jacopo d'Arrighetto, k dei Quarantatre cittadini el.
in aggiunta agli altri della Balia gi^ nominati (an.
1381), 404, 40.
Jacopo d'Asino, V. Asini (degli) J. d'A.
Jacopo di Banco, V. Pucci J. di B. ; Bencivenni J. di B.
Jacopo di Bartolo, V. Strada J. di B.
Jacopo di Bartolomeo, V. Scatizza J. di B.
Jacopo di Bartolomeo Talenti, V. Medici (dc') J. di
B. T.
Jacopo di Bartoluccio, * nelle liste dei Priori del 1357
gennaio-1358 gennaio, 252, 27.
" Jacopo di Baviera, vescovo di Ficsole, trasferisce
il vescovado dalla Badia a Fiesole citta, XXXIX,
14-16,,.
Jacopo di Benvicenni, notaio dei Priori, ric, 88, 23 ;
V. anche Dandi J. di B.
Jacopo di Benintendi della Casa, notaio dei Priori,
ric, 435, 3.
Jacopo di Berlinghieri, k nelle listc dei Priori del 1312
febbraio-1313 febbraio, 114, 32 ; 6 Gonfaloniere di
Grustizia (listo 1314 febbraio-1315 febbraio), 118, 29;
V. anche Marsili J. di B.
Jacopo di Bernardo, biadaiuolo, 6 nclle liste dei Priori
del 1367 gcmiaio-1368 gennaio. 267, 38 ; k fatto
cavaliere dai Ciompi (an. 1378), 324, 26 ; viene in-
viato ambasc a Siena (an. 1379), 350, 31-32 ; 4 fatto
cavaliere dal Capitano (an. 1381), 394, 13.
Jacopo di Bernardo, ritagliatore, i nelle liste dei Priori
del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265, U ; e del 1375
gennaio-1376 gennaio, 298, 41.
Jacopo di Bertoldo, notaio dei Priori, ric., 264, U ;
284, 12.
Jacopo di Betto, i;. Berlinghieri J. di B.
Jacopo di BoNApft, viene ammonito (an. 1377), 305, 1 ;
308, 42.
Jacopo di Caroccio, V. Alberti (degli) J. di C.
Jacopo di Ceffo, V. Beccanugi (de') J. di C.
Jacopo da Certaldo, k nelle liste dei Priori del 1288
dicembre-1289 dicembre, 65, 16; " propugna il J
Priorato di dodici membri, LXXXV, 25-36 „ ; h\
di nuovo nelle liste dei Priori del 1296 febbraio-
1297 febbraio, 76, 16 ; del 1298 febbraio-1299 feb-
braio, 78, 6 ; del 1301 febbraio-1302 febbraio, 88,
15 ; e del 1305 febbraio-1306 febbraio, 97, 25.
Jacopo di Comello da Castelfiorentino, viene con-
finato dal Capitano ad Orbetello (an. 1381), 408, 31.
Jacopo di Dino, V. Gherardini J. di D. ; Guidi J. di D.
Jacopo di Dino del Pecora, k nelle liste dei Priori del
1355 gennaio-1356 gennaio, 249, il ; i del 1364 gen-
naio-1365 gennaio, 265, /.
Jacopo di Domenico, 6 nelle liste dei Priori del 1355
gennaio-1356 gennaio, 249, 23 ; e del 1359 gennaio-
1360 gennaio, 256, 4.
Jacopo di Donato, V. Acciaiuoli (degli) J. di D.
Jacopo di Dosso, vocato CiONE, V. Spini (degli) J. di D.
Jacopo di Fbo, V. Ciacchi J. di F. ; Girotami (de') J .
di F.
Jacopo di Francesco del Bene, k nelle liste dei Priori
del 1333 dicembre-1334 dicembre, 177, 17 ; del 1337
dicembre-1338 dicembre, 187, 17 ; e del 1341 dicem-
bre-1342 dicembre, 190, 24 ; k Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1351 gennaio-1352 gennaio), 241, 9 ; e
di nuovo (liste 1354 gennaio-1355 gennaio), 248. I ;
6 nuovamente nelle liste dei Priori del 1359 gennaio-
1360 gennaio, 256, n ; e di nuovo Gonfaloniere {liste
1365 gennaio-1366 gennaio), 265, <2.
Jacopo di Francesco, V. Pazzi {de') J. di F.
Jacopo di Gaggio, 6 nelle liste dei Priori del 1368 gen-
naio-1369 gennaio, 273, 25 ; e del 1372 gennaio-
1373 gennaio, 284, 21 ; v. anche Gianni J. di G.
Jacopo di Gherardo, k nelle liste dei Priori del 1282
dicembre-1283 dicembre, 59, 21.
Jacopo di Gherardo, V. Gentili J. di G. ; Gualberti J.
di G.
Jacopo di Gherardo di Gentile, i nelle liste dci Prior
del 1346 maggio-1347 gennaio, 229, 1.
Jacopo di Ghingo, i». Aldobrandini J. di G.
Jacopo di GiANi, e Giasni, v. Gherardini J. di G.
Jacopo di Giano, v. Gherardini J. di G.
Jacopo di Giovanni, v. Risaliti J. di G.
Jacopo di GuERRUCcio, v. Ridolfi J. di G.
Jacopo di Jacopo da Cbrtaldo, notaio dei Priori, ric.|
152, 7.
Jacopo di Lapo, V. Benci J. di L. ; BruneUi J. di L. \
Gavacciani J. di L.
[Jacope di Lippo^Lamberti]
INDICE ALFABETICO
565
Jacopo di Lippo, V. Neri J. di L.
Jacopo di Lutozzo, 6 nelle liste dei Priori del 1375 gen-
naio-1376 gennaio, 299, 1 ; h nuovamente dei Priori
(an. 1379 luglio-agosto), 345, 38.
Jacopo di Matteo, vocato Ciacco,
i nelle liste dei Priori del 138$ maggio-1386 aprile,
443, 5.
Jacopo di Mazza, e di Mezza, v. Attaviani J. di M.
Jacopo di Michele, k nelle liste dei Priori del 1303 feb-
braio-1304 febbraio, 95, 5.
Jacopo di Michele, cimatore, viene inviato ambasc.
pr. Carlo della Pace (an. 1380), 380, 10 ; i nelle liste
dei Priori del 1383 maggio-1386 aprile, 443, iO.
Jacopo di Micuccio, k nelle liste dei Priori del 1383
maggio-1384 aprile, 435, 13.
Jacopo di Monte, 6 nelle liste dei Priori del 1372 gen-
naio-1373 gennaio, 284, 8.
Jacopo di Naddo, k nelle liste dei Priori del 1355 gen-
naio-1356 gennaio, 249, 38 ; e del 1359 gennaio-
1360 gennaio, 256, 17 ; v. anche Antmannati J. di N.
Jacopo di Nello, del popolo di S. Piero Maggiore, viene
condannato alla forca per trame contro lo Stato
(an. 1379), 344, 25.
Jacopo di Neri, V. Paganelli J. di N.
Jacopo di Pagnozzo, V. Tornaquinci J. di P.
Jacopo di Pagolo, 6 nelle liste dei Priori del 1375 gen-
naio-1376 gennaio, 299, 5.
Jacopo di Piero, 6 nelle liste dei Priori del 1382 (settem-
bre-gennaio), 424, 20 ; v. anche Gtiidi J. di P. ; Sac-
chetti J. di P.
Jacopo di Piero del Buono, viene ammonito (an. 1359),
255, 22.
Jacopo di Puccio, 6 nelle liste dei Priori del 1356 gen-
naio-1357 gennaio, 250, 37.
Jacopo di Renzo, 6 nelle liste dei Priori del 1350 gen-
naio-1351 gennaio, 240, 10 ; del 1357 gennaio-1358
gennaio, 252, 30 ; e del 136.6 gennaio-1367 gennaio,
266, 37.
Jacopo del Riccio, partecipa alla Balia per )'arte dei
chiavaiuoli (an. 1381), 409, 43 ; k nelle liste dei Priori
del 1382 gennaio-1383 aprile, 425, «.
Jacopo di Rinieri, V. Adimari J. di R.
Jacopo di Rinuccio, 6 nelle liste dei Priori del 1333 di-
cembre-1334 dicembre, 177, 18 ; e del 1340 dicembre-
1341 dicembre, 189, 34.
Jacopo del Rosso, h nelle liste dei Priori del 1383 luglio-
1384 agosto, 428, 35.
Jacopo di Saggio, 6 nelle liste dei Priori del 1359 gen-
naio-r36o gennaio, 256, 7.
Jacopo di Salvestro, V. Buonfigliuoli J. di S.
Jacopo di Maestro Salvi, notaio dei Priori, ric, 112,
25; 160, 39.
Jacopo vocato Scatizza, V. Scatizza J.
Jacopo di Schiatta, V. Mangioni J. di S.
Jacopo di Simone, 6 dcgli Otto ufficiali incaricati della
vendita dei bcni dci ribelli (an. 1380), 386, 15 ; viene
confinato a Sinaliinga. (an. 1381), 408, 38.
Jacopo di Spigliato da Filicaia, 6 neUe liste dei Priori
deJ 1311 fehhraio-1312 febbraio, 112, 40.
Jacopo dei, Testa, vocato Testinella, del poP"'" <!'
S. Piero Maggiore, viene condannato uell'av8re e
nella persona per la rivolta contro lo Stato (an.
1378), 336, 27; (an. 1379), 365, 31; viene bandito
come ribelle (an. 1380), 371, 5.
Jacopo di Tuccio, V. Taoni J. di T.
Jacopo d'Ubaldino, V. Ardinghelli J.d'U. ; FasMliJ. d'U.
Jacopo d'Ubertino, V. Strozzi (degli) J. d'U.
Jacopo di Vanni, fe nelle liste dei Priori del 1355 gennaio
1356 gennaio, 250, 17.
Jacopo di Vanni da Petrognano, viene ammonito (an.
1373). 288, 22.
Jacopo di Vanni da SiGNA, notaio dei Priori, ric. 158, 9.
Jacopo di Venisti, notaio dei Priori, ric, 86, 29.
Jacopo di Zanobi, V. Paoni J. di Z.
Jacopo di Zanobi, vocato Gilio, 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (an. 1379 settembre-ottobre), 346, 34 ; h nelle
liste dei Priori del 1383 IugIio-1384, agosto, 428, 31.
Jacopo di Zello, k nelle liste dei Priori del 1376 gennaio-
1377 gennaio, 306, 39 ; 6 dei Cinquantadue cittadini
cui viene data Balia, insieme ai Priori e CoUegi, per
la riforma del Governo (an. 1381), 395, 32 ; h nelle
liste dei Priori del 1383 luglio-1384 agosto, 428, S.
Jacopo (S.) Di Valdiserchio, ricordo ivi lasciatodai Fio-
rentini per la vittoria riportata sui Pisani, 43, 19-25.
Jacopo (di), V. Alberto di J. ; Bartolo di J. ; Bene di J. ;
Domenico di J. ; Giovanni di J. ; Guglielmo di J. ;
Jacopo dt J. ; Neri di J. ; Pugio di J. ; Rinaldo di J. ;
Uberto di Strozza di J.
JAFET IJaffet], figlio di No^, ric. 2, 31 ; 3,25, 27 ; 5, 32.
Janni NiccoLd Di Gherardino, v. Gianni di G.
Jano, V. Giano.
Jason, V. Giasone.
Jesi, c; ric, 161, 17.
JoANNA, V. Giovanna.
Johanni e JOANNi, V. Giovanni.
JovE, v. Giove.
Jnbutillo, t;. Prignano Francesco.
JviX (de') Julio Sesto, nobile romano, viene inviato a Fi-
renze da Carlo Magno per la riedificazione della c,
18, 8.
JULio, figlio di Ascanio, ric, 6, 40.
Julio, V. Cesare.
Juntini Bartolo DA Vico, notaio dei Priori, ric 227, 18.
" Krevg Corrado, viene a Firenze quale ambasc. del-
rimperatore Venceslao (an. 1379), CXVII, 11-13,,.
Lagi Giovanni, notaio dei Priori, ric. 240, 34.
Lagi Maso, notaio dei Priori, ric, 115, 15.
Lamberti, fam. fiorentina del quartiere di Porta S.
Brancazio, 21, 7-8 ; di parte ghibellina, 28, 28 ; le
vengono abbattute e distrutte le case dal popolo
in rivolta contro i Ghibellini (an. 1258), 44, 7-8.
Lamberti Bonaiuto 6 nelle liste dei Priori del 1312 feb-
braio-1313 febbraio, 115, 13; e dcl 1321 febbraio-
1322 febbraio, 128, 27.
" Lamberti Boncompagno, console di Firenxe (an. 1199),
LL 27-28 „.
Lamberti Gherardo, viene incaricato dai Ghibellini d'una
missionc in Firenzc (an. 1260)), 46, 39.
Lamberti Tommaso, notaio dci Priori, ric, 167,34 ; 235,
81 ; 256, 23; 264, fl.
Lamberti Vanni, 6 nellc liste dei Priori dtl 1345 maggio-
1346 maggio, 226, 41.
m
INDICE ALFABETICO
[Lamb«rti-Lapo il'Ajigioliiiol
Lambbrti d'Anteixa (dei) Maso, h nelle liste dei Priori
del 1292 dicenibre-1293 febbraio, 70, 84.
Lambbrto, V. Antella (delV) L.
Lamberto del Nero, e di Neri, v. Cambi L. del N.
Lamberto di Zucchero, V. Gianni L. di Z.
Lambbrto (di,) V. Geppo di L.
" Lami Giovanni, storico, dimostra la falsiti della notizia
della distruzione di Ficsoledel loio, XXXVIII, 26-28;
ricorda, tra le prime monache del monastero di S.
Marta di Firenze, suora Lisabetta Coppo Stefani
CIL 18-23,,.
Lana, V. Barlolo L.
Lanciolina, castello degli Ubertini assediato invano
dalle milizie del Comune di Firenze {an. 1323), 134,
0-12 ; viene ceduto al detto Comune (an. 1324), 138,
14-20.
Landi Francesco di GuiDuccio, ^ nelle
lista del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 28.
Lando (dei conti) Corrado, capitano di ventura tede-
sco, viene con la sua compagnia contro Firenze dan-
naggiandone il territorio (an. 1352), 244, 36-41 ;
venuto apatti col Comune, promette d'alIontanarsi
ricevendo in compenso venticinquemila fiorini, ma
poi trova pretesti per esigerne altri, 245, 1-11 ; toma
di nuovo ma 6 costretto a ritirarsi ed, assalito poi
durante la sua ritirata, viene ferito mortalmente dalla
gente di campagna sdegnata pei saccheggi delle sue
milizie (an. 1358), 252, 38-42 ; 253, 8-10.
Lando, V. Albizzi (degli) L. ; Biliotti L. ; Fortini L.
Lando d'Albizzo, 6 nelle liste dei Priori del 1285 di-
cembre-1286 dicembre, 61, 32.
Lando di Antonio, V. Albizzi degli L. di A.
Lando di Biliotto, 6 nelle liste dei Priori del 1317 feb-
braio-1318 febbraio, 124, 21.
Lando da Gubbio, notaio del podesta di Firenze Bino
Gabrielli, viene fatto Bargello pr. Toste fiorentina
inviata, sotto il comando di Roberto di Calabria, al-
l'assedio di Pistoia (an. 1305), 95, 30 ; per Tenergia
da lui dimostrata viene fatto nominare piii tardi dalla
fazione di Simone della Tosa, che voleva cacciare
da Firenze tutti quelli d'animo ghibellino, Bargello
della c. con grandissima Balia e con cinquecento
fanti ed altri ufficiali ai suoi ordini (an. 1316), 119.
39-43 ; 120, 1-3 ; condanne capitali e prowedimenti
vari da lui emanati, 5-7 ; fa coniare una nuova mo-
neta detta la Bargellina, 8-13 ; come la fazione av-
versa dei Grandi riusci finalmente a farlo allonta-
nare, 121, 15-22.
Lando (di), V. Baldovino di L. ; Michele di L. ; Rinieri di
L. ; Vanni di L.
Landolfo (di), V. Pietro di L.
Lanfranco di Totto da Panzano, viene condannato
neiravere e nella persona per trame contro lo Stato
(an. 1379), 344, 30 ; viene nuovamente condannato
per la tentata incursione su Figline, 351, 3 ; 6 bandito
come ribelle (an. 1380), 371, 1.
Lanfredi Gherardo, 6 nelle liste dei Priori del 1337
dicembre-1338 dicembre, 187, 15.
Lanfredini Gherardo, k nelle liste dei Priori del 1333
dicembre-1334 dicembre, 177, 86.
Lanfrbdini Giovanni di Gherardo, * nelle liste dei
Priori del 1341 dicembre-1342 dicembre, 190, 22 ; *
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1346 maggio-1347
gennaio), 228, 38 ; e di nuovo nelle liste dei Priori
del 1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 37.
Lanzelao, V. Venceslao.
Laomedonte, re di Troia, ric, 4, 33.
I^APACciNO DEL Toso, k dei Cinquantadue cittadini cui
viene data la Balia, insieme ai Priori e CoUegi, per la
riforma del Governo (an. 1381), 396, 7 ; tenta di
levarsi su gli altri, 412, 41.
Lapaccio del Bene, 6 nelle listc dei Priori del 1331 di-
cembre-1332 dicembre, 169, 25 ; del 1337 dicembre-
1338 dicembre, 187, 12 ; e del 1344 maggio-1345 mag-
gio, 222, 14.
Lapaccio del Bene di Bindo, k nelle liste dei Priori del
1316 febbraio-1317 febbraio, 123, 26 ; del 1321 feb-
braio-1322 febbraio, 128, 27 ; e del 1327 febbraio-
1328 febbraio, 158, 1.
Lapaccio del Toso, partecipa alla Balia per r.\rte dei
linaiuoli (an. 1381), 409, 35.
Lapaccio di Vieri, h nelle liste dei Priori del 1345 maggio-
1346 maggio, 227, 4.
Lapi Bandino, notaio dqi Priori, ric. 242, 45.
Lapi Cantini Cantino d'Agnolo, k nelle li.ste dei Priori
del 1360 gennaio-1361 gennio, 259, 18; v, anche Lapi
Cantino d'Agnolo.
Lapi Cantino d'Agnolo, i nelle liste dei
Priofi del 1363 gennaio-i366 gennaio, 265. 34 ; v.
anche Lapi Cantini Cantino d'AgnoJo.
Lapi Francesco, notaio dei Priori, ric, 219. 7 ; 289, 24.
Lapi Michele, speziale, viene ammonito (an. 1358).
253, 31.
Lapi Michele da Vinci, notaio dei Priori, ric. 239, 32.
Lapi Simone, notaio dei Priori, ric, 233, 30 ; 248, 29.
Lapini Carlo di Biagio, del popolo di S. Simone, viene
condannato neiravere e nella persona pcr trame con-
tro lo Stato (an. 1378), 339, 30.
Lapo, V. Ambrogi L. ; Arrighi L. ; Attaviani L. ; Barloli
L. ; Bencivenni L. ; Bonaititi L. ; BugUasse L. ; Buon-
figliuoU L. ; Buoni L. ; Buti L. ; Cinghielti L. ; Covoni
L. ; Davanzati L. ; Fafji L. ; Gherardini L. ; Gini L. ;
Gioniani L. ; Marchi L. ; Minerbetli (de') L. ; NiccoU
L. ; Pacini L. ; Pratese L. ; RomaldeUi (de') L. ; Ri-
naldi L. ; Rinnovanti L- ; SaltereUi L. ; Talenti L.;
UgoUni L. ; Valori L. ; VeUuti (de') L.
Lapo Benefaffi, fc nelle liste dei Priori del 1293 febbraio-
1294 febbraio, 73, 33 ; v. anche Lapo di Benefaffi.
Lapo Benifasse, k nelle liste dei Priori del 1285 dicem-
bre-1286 dicembre, 62, 6.
Lapo Donati, V. ArdinghelU L. D.
Lapo Guazza, V. VUvieri L. G.
Lapo Uberti, v. Vbertini (degU) L. V.
Lapo d'Alberto, v. Amizzini L. d'A.
Lapo d'Albertuccio da Castiglionchio, 6 nelle liste
dei Priori del 1319 febbraio-1320 febbraio, 125, 42 ;
e del 1321 febbraio-1322 febbraio, 128, 28.
Lapo D'Angiolino, h nelle liste dei Priori del 1312 feb-
braio-1313 febbraio. 114, 44; e del 1314 febbraio
1315 febbraio, 119, 20.
[Lapo d'Angiolino-Latiiu]
INDICE ALFABETICO
567
Lapo d'Angioi.ino, V. Magli (de') L. d'A.
Lapo di Bartolo da Sesto, notaio dei Priori, ric, 75, 1.
Lapo di Bartolo, pannaiuolo, fe nelle liste dei Priori
del 1344 maggio-1345 maggio, 222, 26.
Lapo di Bencivenni, h nelle liste dei Priori del 1307 feb-
braio-1308 febbraio, 102, 18.
Lapo del Bene, 6 nelle liste dei Priori del 1341 dicembre-
1342 dicembre, 190, 28 ; e del 1345 maggio-1346 mag-
gio, 227, 3.
Lapo di Benefaffi e del Bene Faffi, h nelle liste dei
Priori del 1 2 83 dicembre 1 2 84 dicembre, 60 , 6; e del 1 295
febbraio-1296 febbraio, 76, 1 ; v. anche Lapo Benefafji.
Lapo di Biagio, viene fatto popolano (an. 1379), 364, 32.
Lapo di Biondo di Bencio, 6 nelle liste dei Priori del
1298 febbraio-i29g febbraio, 78, 24.
Lapo di Bonagiunta, 6 nelle liste dei Priori del 1316
febbraio-1317 febbraio, 123, 5.
Lapo di Bonaiuto, 6 nelle liste dei Priori del 1294 feb-
braio-1295 febbraio, 75, 12 ; e del 1297 febbraio-
1298 febbraio, 77, 11.
Lapo di Bruno, 6 nelle liste dei Priori del 1344 maggio-
1345 maggio, 222, 2.
Lapo di Buonfantino, 6 nelle liste dei Priori del 1297 feb-
braio-1298 febbraio, 77, 7.
Lapo del Buono viene fatto decapitare dal Podesti per
trame contro lo Stato (an. 1379), 361, 12.
Lapo di Castiglionchio, e Castiglione, 6 a capo di
congiurati contro le sette degli Albizzi e dei Ricci
(an. 1372), 280, 30 ; 281, 33 ; 6 tra i capi e i maggiori
istigatori della Parte guelfa per Tammonire, 308, 7 ;
6 fatto capitano della Parte suddetta con grande
Balia (an. 1377), 310, 15 ; 318, 41, 20 ; gli vengono
date alle fiamme le case dal popolo in rivolta contro
la Parte guelfa (an. 1378), 319, 10-16 ; viene dichia-
rato ribelle, 321 13 ; sue trame contro lo Stato con
Giannozzo Sacchetti e Carlo di Durazzo (an. 1379),
347, 27-34 ; 352, 24 ; viene condannato dal Capitano
neiravere e nella persona per complicitci nella
congiura ordita contro lo Stato 365, 6 ; si attenta alla
sua vita in Roma; 387, 28-35.
Lapo di Dino, V. Tolosini (de') L. di D.
Lapo di Duccio, V. Bticelli L. di D.
Lapo di Feo, V. Ranieri L. di F.
Lapo di Geri, V. Jacopi L. di G.
Lapo di Gherardino, 6 nelle liste dei Priori del 1287 feb-
braio-1288 aprile, 63, 32 ; e del 1294 febbraio-1295
febbraio, 75, 21.
Lapo di Giambono, V. Medici (de') L. di G. ; Orciolini (de-
gli) L. di G.
Lapo di Gianni, V. Tramontani L. di G.
Lapo di Giovanni, V. Bonamichi. L. di G. ; Bonaccorsi
L. di G. ; Cavacciani L. di G. ; Gavacciani L. di G. ;
Viviani L. di G.
Lapo di Guarentk, V. Domenici L. di G.
Lapo di Guglielmo, h nelle liste dei Priori del 1286 di-
cembrc 1287 dicembre, 62, 27.
Lapo di Guido, II. Tolosini L. di G.
Lapo di Jacopo, V. Covoni (de') L. di ].
Lapo di Lapo, h nelle liste dei Priori del 1347 gennaio-
1348 gennaio, 229, 29.
Lapo di Lippo, V. Grimelli L. di L.
Lapo di Martino, h nelle liste dei Priori del 1383 liiglio-
1384 agosto, 428, 33.
Lapo di Migliore, notaio dei Priori, ric, 68, 40.
Lapo del Pac, h nelle liste dei Priori dei 1304 febbraio-
1305 febbraio, 96, 27.
Lapo di Pace, V. Angiolieri L. di P. ; Slruffaldi L. di P.
Lapo di Rinaldo, h nelle liste dei Priori del 1312 feb-
braio-1313 febbraio, 114, 28.
Lapo di Rinieri, V. Albertini L. di R.
Lapo di Rinovante, h nelle liste dei Priori del 1301
febbraio-1302 febbraio, 88, 35 ; del X310 febbraio-
1311 febbraio, 108, 3 ; e del 1313 febbraio-1314
febbraio, 116, 5.
Lapo di Rinuccino, h nelle liste dei Priori del 1299 feb-
braio-1300 febbraio, 82, 5; e del 1316 febbraio-1317
febbraio, 122, 40 ; v. anche Lapo di Rinuccio.
Lapo di Rinuccio, h GonfaJoniere di Giustizia (liste 1329
dicembre-1330 dicembre), 164, 19 ; v. anche Lapo di
Rinuccino.
Lapo di Simone daLinari, notaio dei Priori, ric, 127, 35.
Lapo di Spina, notaio dei Priori, ric, 121, 26 ; 127, 26.
Lapo dello Strozza, h nelle liste dei Priori del 1300
febbraio-1301 febbraio, 86, 25 ; del 1303 febbraio
1304 febbraio, 95, 12 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1308 febbraio-1309 febbraio), 104, 8.
Lapo di Strozza, v. Strozzi (degli) L. di S.
Lapo di Talento, h nelle liste dei Priori del 1287 feb-
braio-1288 aprile, 63, 35 ; del 1307 febbraio-1308
febbraio, 102, 7 ; e del 1314 febbraio-i^i^ febbraio,
119, 21 ; f. anche Bucelli (de') L. di T.
Lapo d'Ugo, v. Spini (degli) L. d'U.
Lapo d'Ugolino, v. Bcnivieni L. d'U.
Lapo di Valore, h nelle liste dei Priori del 1309 feb-
braio-1310 febbraio, 106, 35 : t». anche Curianni L.
di V.
Lapo di Vanni, e di Vanno, v. Rucellai L. di V.
Lapo (di), V. Bandino di L. ; Bardo di L. ; Bernarduccio
di L. ; Francesco di L. ; Gianni di L. ; Giovanni di
L. ; Lapo di L. ; Maffeo di L. ; Naddo di L. ; Nc^ta-
gio di L. ; Ruggieri di L. ; Salvi di L. ; Simone di
L. ; Taddeo di L.
Lapolino, riferisce agli Otto della Guardia le notiziei
da lui raccolte intorno alla conghira, ordita dai Ciomp
e dai Guelfi sbanditi contro lo Stato (an. 1379),
343, 15-20.
Lapone, V. Salvucci L.
Lapozzo (di), V. Niccolb di L.
Lapucci Bartolo, h dei Priori (an. 1379 gennaio-feb-
braio), 361, 42.
Laterina, castello degli Aretini . preso .dai Fiorentini
(an. 1289), 66, 16; viene riconquistato dagli Arctini
(an. 1304), 94, 1-5 ; torna di nuovo in potere dei
Fiorentini che vi fanno riedificare la rocca e vi la-
sciano duecento uomini a guardia (an. 1336), 182,
4-5 ; trame dei Boscoli d'Arezzo, per farvi entrare
genti aretine, sventate dai Fiorentini (an. 1380),
388, 5-27.
Latini Agnolo, notaio dei Ciompi, 329, 7 ; 331, JO^; h
condannato nel capo pcr la rivolta dei pred. 336, 20.
568
INDICE ALFABETICO
[LatiDi-Lippi]
Latini Brunetto, * nelle liste dei Priori del 1286 di-
cembre-1387 dicembre, 62, 38.
"Latini Brunetto (pseudo) cil.. LII, e ; LIX,
«...
Latini Matteo, i nelle liste dei Priori del 138$
niaggio-J386 aprile, 443. 7.
Latini Niccol6, 6 nelle liste dei Priori del 1345 maggio-
1346 maggio, 226, 35.
Latino (cardinale) [Frangipani (dei) Latino Malabranca
(ti.)], viene inviato a Firenze da Niccol6 III
Orsini per ristabilire la pace tra i Guelfi e i Ghi-
bellini (an. 1279), 56, 20-26; dopo laboriose tratta-
tive ristabilisce finalmente la pace tra i suddetti
(an. 1280), 32-36 ; ordina ed inizia la costruzione della
chiesa dedicata a S. Domenico ponendo egli stesso
la prima pietra, 29-32 ; riforme costituzionali at-
tuate per sua ispirazione per favorirc meglio la paci-
ficazione degli animi, 57, 1-10; " cf. LXXVIII, 16-
24-LXXIX, 1-22,,.
Latino, re, della .stirpe regia di Satumo, viene a pace con
Enea che aveva invaso le sue terre e gli dk in moglie
la sua figlia Lavinia, 6, 15, 22, 23.
Laurenzia, moglie di Faustolo, nutrice di Romolo e
Remo, 7, 21.
Lavinia, figlia di re Latino moglie d'Enea, 6, 18-26.
Lavinio, figlio di Fauno e fratello di Latino, 6, 14-15.
Lazzari LazzaRo di Foresino, h nelle liste dei Priori
del 1351 gennaio-1352 gennaio, 241, 8.
Lazzerini Filippo, 6 fatto prigioniero nella presa di S.
Miniato ed inviato a Firenze ove viene mandato a
morte, 272, 18-27; strazio fatto dalla foUa del suo
cadavere, 28-40.
Leccb (vescovo di), consigliere del Duca d'Atene in
Firenze, 200, 23.
Lemmi Francesco di Jacopo, h dei Priori (liste 1378
marzo-1379 aprile), 342, 26.
Lenzo di Guido, 6 nelle liste dei Priori del 1345 maggio-
1346 maggio, 227, 27.
Leo di Lapo di Nino, 6 nelle liste dei Priori del 1380
marzo-1381 febbraio, 391, 10.
Leonardo Bartolini, V. Salimbeni L. B.
Leonardo di Bartolino, V. Salimbeni L. di B.
Leonardo di Bartolomeo, V. Asini (degli) L. di B.
Leonardo di Bellincione, i dei Priori (an. 1378 gen-
naio-febbraio), 341, 9 ; viene confinato a Grosseto
(an. 1381), 408, 23 ; v, anche Leonardc di Bellincionc
di Berto.
Leonardo di Bellincione di Berto, partecipa come
Gonfaloniere di compagnia del quartiere S. Croce
alla Balia per la riforma del Governo (an. 1381),
394, 31 ; V, anche Leonardo di Bellincione.
Leonardo di Bindo, V. Ferrucci L. di B.
Leonardo di Cecco da Vinci, 6 Gonfaloniere di com-
pagnia pel quartiere S. Spirito (an. 1378), 326, 25.
Leonardo del Chiaro di Botte, 6 nelle liste dei Priori
del 1376 gennaio-1377 gennaio, 307, 1 ; viene escluso
dagli uffici per tre anni (an. 1379), 363, 45.
Leonardo di Geppo, t>. Pitti L. di G.
Leonardo di Giovanni, vergheggiatore, 6 fatto Popo-
lano, 364, 20 ; t;. anche Raffacani (dei) L. di G.
Lbonardo di Lorenzo, viene condannato nell'avere e
nella persona per trame contro lo Stato (an. 1378),
339. 15 ; e di miovo p«r la spedizione so Figline (an.
1379). 351, 29.
Leonardo di Neri Di Benedetto, i nelU liste dei Priori
del 1364 gennaio-i36s gennaio, 265, 13 ; del 1372
gennaio-1373 gennaio, 284, 21 ; i dei Cinquantadue
cittadini cui viene data la Balia, insieme ai Priori c
Collegi, per la riforma del Governo (an. 1381), 396, 15.
Leonardo di Niccol6, v. Beccanugi L. di N.
Leonardo di Piero di Grifo, viene bandito come ri-
bclle (an. 1380), 370, 39.
Leonardo di Rinieri, V. Rustichi L. di R-
Leonardo di Sandro, V. Peruzzi L. di S.
Leonardo di Stefano, k dei Priori (an. 1380 luglio-
agosto), 374, 33.
Leonardo di Teo, k nelle liste dei Priori del 1383 set-
tembre-1384 aprile, 435, 1.
Leonardo di Tommaso, ti. Peruzzi (de') L. di T.
Leoncino, V. Franchini L.
Leoncino di Alberto, V. Girolami L. di A.
Leoncino di Franchino, 6 nelle liste dei Priori (an.
1378 luglio-agosto), 326, 10 ; va con altri ufficiali
per ordinare ai Ciompi la consegna del Gonfalone,
334. 6-9 ; V. anche Franchini Leoncino.
Leone [III), PP- (aa. 795-816) gli viene inviata dai Fio-
rentini un'ambasceria per invocare il suo aiuto per
la riedificazione di Firenze (an. 810), 17, 24-39.
Leone, imperatore di Costantinopoli, (au. 474), ric,
16, 33-34.
Leone, V. Acciaiuoli (degli) L. ; Guicciardini L.
Leone di Simone, h nelle liste dei Priori del 1325 feb-
braio-1326 febbraio, 152, 20.
Leone di Tuccio, V. Guicciardini (de') L. di T.
Leone (di), V. Maso di L.
" Leopoldo I, Granduca di Toscana (aa. 1765-1790),
acquista per la biblioteca Magliabecchiana un codice
della cronaca dello Stefani, VII, 27-28 ,,.
LiNARi, castello, patria degU antenati di Urbano VI,
ric, 312, 5-10.
Lionardo, V. Leonardo.
LiONE, c, ric, 34, 21 ; 35, 9.
Lione (concilio di), ric, 55, 22.
Lippaccio da Massa della Marca d'.\ncona, caporale
della Compagnia S. Giorgio, ric, 367, 14.
LippAccio Di Duccio, fe nelle liste dei Priori del 1343
apriIe-1344 aprile, 219, 23.
Lippi Francesco, h nelle liste dei Priori del 1348 gen-
naio-1349 gennaio, 234, 10 ; e del 1368 gennaio-
1369 gennaio, 273, 33.
Lippi GiovANNi Di Chino, i nelle liste dei
Priori del 1382 gennaio-1383 aprile, 425, 12.
Lippi GuiDO DA Settimo, notaio dei Priori, ric, 112. 43.
LiPPi MicHELE Di Francesco, viene condannato a lire
duecento (an. 1381), 401, 23.
LiPPi Neri, h nelle liste dei Priori dcl 1327 febbr.ii"-
1328 febbraio, 157, 36.
LiPPi PiERo Di Chino, fe dei Cinquantadue cittadini cui
viene data la Balja, insieme ai Priori e CoIIcgi, per la
riforma del Govemo (an. 1381), 395, 26.
[Lippi-Lorenzo d'AngeIo]
INDICE ALFABETICO
569
LiPPi RuGGERi, 6 nelle liste dei Priori del 1361 gennaio-
1362 gennaio, 260, 25.
LiPPi Salvestro, 6 nelle liste dei Priori del 1372 gennaio-
1373 gennaio, 284, 20.
LiPPi Uguccione di Francesco viene condannato a
lire duecento (an. 1381), 401, 22.
LiPPi Zanobi di Bartolo, 6 nelle liste dei Priori del
1377 gennaio-1378 luglio, 314, 13.
LiPPO, V. Aldobrandini L. ; Amizzini L. ; Bonamichi L. ;
Centinari {de) L. ; Dini L. ; Guardi L. ; Manni L. ;
Pieri L. ; Ricchi L. ; Rinucci L. ; Rocchi L. ; Vinci L.
LiPPO Di Bartolo, V. Albizzi (degli) L. di B.
Lippo Di Bencivenni, V. Mancini (de') L. di B.
Lippo Di Cambio da Vinci, notaio dei Priori, ric, 160,
37 ; 183. 27.
LlPPO Di DiNO, notaio dei Priori, ric, 119, 7 ; 188, 37 ;
V. anche Tinghi L. di D.
LiPPO Di FAI.CO, V. Cambi L. di F.
LiPPO Di Giovanni, V. Cornacchini L. di G.
LlPPO DI GlOVANNI, vocato Lisca,
^ lulle lisie dei Priori del 1364 gennaio-1363 gennaio,
265, 12.
Lippo Di Lapo, V. Arrighi L. di L.
Lippo Di LoTTO, e nelle li.ste dei Priori del 1345 niaggio-
1346 maggio, 227, 7.
Lippo Di Manno, 6 nelle liste dei Priori del 1298 febbraio-
1299 febbraio, 78, i.
LiPPO Di Pagni, V. Strozzi (degli) L. di P.
Lippo Di Puccio, V. Benvenuti L. di P.
Lippo Di Ranuccio, h nelle liste dei Priori del 1294 feb-
braio-1295 febbraio, 74, 40.
Lippo Di Ricco, V. Arlotli L. di R.
Lippo DEL Saggina di Dono, 6 nelle liste dei Priori del
1338 dicembre-1339 dicembre, 187, 9 ; 6 Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1346 maggio-1347 gennaio),
228, 12.
Lippo Di Salvaterra, 6 nelle liste dei Priori del 1293
febbraio-1294 febbraio, 73, 34.
LiPPO Di Tracca, 6 nelle liste dei Priori del 1299 feb-
braio-1300 febbraio, 82, 25.
Lippo Di Vanni, V. Rucellai L. di V.
Lippo (di), V. Andrea di Neri di L. ; Banco di L. ; Ca-
stello di L. ; Giovanni di L. ; Giuliano di L. ; Neri
di L. ; Piero di Neri di L. ; Stefano di L. ; Tommaso
di Neri di L.
Lippozzo (di), V. Andrea di L.
LiSABETTA, V. EHsobetta.
LiscHi, fam. fiorentina di parte ghibellina, ric, 273, 15.
LiscHi (de') Andrea di Tbllo, viene bandito da Firenze
(an. 1360), 258, 10.
LisEi, fam. V. Elisei.
LoDovico iL Bavaro, imperatore, (aa. 1313-1347), sceso
in Italia per l^incoronazione viene scomunicato da
Giovanni XXII (an. 1327), 153, 5-8 ; giunto a Lucca
nomina Castruccio, in ricompensa degli aiuti a lui
prestati, Duca e gli conferma, non solo la signoria
delle terre avute sino allora, ma anche quella di Vol-
terra, 27-29 ; dk in signoria aUo stesso anche alcune
terre che prima erano dei Pisani, 154, 22-24 ; viene
incoronato in Roma (an. 1328); 155, 1-5 ; informato
della morte di Castruccio e saputo che i figli di questo
erano entrati in Pisa coi fuorusciti fiorentini, corre
a Pisa, ne caccia questi e forma un Governo ad essi
ostile, lasciandovi poi come suo Vicario Tarlatino
dei Tarlati, 39-42 ; 156, 1-7 ; toglie ai pred. anche
la c. di Lucca e venuto poi a conoscenza che il Vicario
da lui qua lasciato, Ipocrato, aveva sposato la figlia
di Castruccio, torna a Lucca e ritolto a questo Tuffi-
cio manda in bando a Pontremoli la moglie e i figli
del detto Castruccio, 27-37 ; 157, 1-3 ; si fa versare
dai Lucchesi e dai Pisani forti contributi, 4-6 ; parte
da Pisa (an. 1329), 161,22-23 ; gli vengono inviati dai
Fiorentini ambasc per venire ad accordi a riguardo
di Lucca ma senza pratico risultato, 188, 10-11 ;
189, 1-3 ; 192, 37-38.
LoDovico d'Adoardo, V. Acciaiuoli (degli) L. d'A.
L o D o v I c o d'A n d r e a, i nelle liste dei Priori
del 1385 maggiQ-1386 aprile, 443, 3«.
LoDovico degli Andoli, V. Loteringo di Andald.
LoDovico Di Banco di Bartolo, 6 nelle liste dei Priori
del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 2 ; 6 Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1376 gennaio-1377 gennaio),
307, 16 ; viene escluso dagli uffici per dieci anni
(an. 1378), 321, 24 ; poi di nuovo per altri tre (an.
1379), 364, 13.
Lodovico di Bono, V. Rinuui L. di B.
LoDovico Di Donato, V. Bellondi L. di D.
LoDovico Di Gherardo della Fioraia, 6 nelle liste dei
Priori del 1370 gennaio-i37i gennaio, 276, 14.
Lodovico di Giovanni, V. Dossi L. di G.
LoDovico Di Piero, V. Baldovitutti L. di P.
Loli Andrea, 6 nelle liste dei Priori del 1350 gennaio-
1351 gennaio, 240, U ; del 1355 gennaio-1356 gen-
naio, 250, 1 ; e del 1363 gennaio-i364 gennaio,
264. 4.
Lombardia (Card. Legatodi), V. [Poggetto (del) Bertrando]
Card. Legato di L.
LoMBARDO (del) i;. Filippo del L.
LoNGOBARDi, popoii barbari, scendono in Italia, secondo
la leggendaria narrazione dello Stefani, con il loro
re Rotario neiranno 570 e roccupano e la dominano
per duecentocinque anni, 17, 9-12 ; pone termine
alla loro dominazione nella penisola Carlo Magno
(an. 775), 12-14.
LoRE (di), V. Bartolo di L. ; Stoldo di L.
Lorenzo, V. Sassoli L.
LoRENZO d'Aglino, V. AgUoni (degli) Lorenxo d'A.
LoRENZO d'Agnolo, del popolo di S. Lorenzo, viene con-
dannato neiravere e nella persona per trame contro
lo Stato (an. 1378), 339, 27.
LoRENZO d'Agnolo, maniscalco, h degli Otto della Guar-
dia (an. X379), 314, 33 ; partecipa alla Balia per la
riforma del Governo come Capitano di Parte guelfa
(an. 1381), 409, 20.
LoRENZO d'Andrea, 6 dei Priori (an. 1380 novembre-
dicembre), 384, 5 ; 6 dei Cinquantadue cittadini cui
viene data la Balia, insieme ai Priori e Collegi, per la
riforma del Govemo (an. 1381), 396, 10.
Lorenzo d'Angelo, 6 nelle liste dei Priori del 1383
lugIio-1384 agosto, 428, 16.
570
INDICE ALFABETICO
[Lorenzo di Banxlctto.Lottiai]
LoRBNZO Di Bknedbtto, viene condannato neU'avere
e nella persona per trame contro lo Stato (an. 1378),
339, 36.
LoRBNZo Di Bbrnardo, i nelle liste dei Priori
del 1385 maggio-ijSd aprile, 443, 6.
LoRENZO Di Caro, 6 nellc liste dei Priori del 1328 di-
cemgre-1329 dicembre, 160, 31.
LoRBNZO DA Castbl S. Giovanni, 6 nelle liste dei Priori
del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 36.
LoRENZO Di Cresci, 6 dei Priori (an. 1380 novembre-
dicembre), 384, 8.
LoRBNZO Di DiNO, viene ammonito (an. 1377), 305,
20-21 ; 308, 39 ; viene fatto prendere e mettere alla
tortura, 310, 22-40 ; 6 degli Otto uflficiali incaricati
della vendita dei beni dei ribelli (an. 1380), 386,
14 ; viene condannato in lire trecento (an. 1381),
401. 14.
LoRENZo Di DONATO, h Gonfaloniere di Compagnia pel
quartiere di S. Spirito (an. 1378), 326, 22 ; 6 dei capi
della coalizione democratica che reclama maggiore
rigore sui rei di complotti, specie sui piii ricchi e po-
tenti (an. 1379), 344, 13 ; k posto a capo dei cittadini
in armi per la difesa della c. e del Palazzo (an. 1379),
355, 25 ; va con gli altri tre suoi coUeghi dai Priori
per riferire il mormorio del popolo e il timore di que-
sto che qualche parente dei giustiziati deirultimo
processo non potesse essere estratto dalle borse dei
Priori, 361, 27 ; w. anche Viviani L. di D.
LoRENZo Di DoNATO, cHiAMATO Persona, 6 condannato
neiravere e nella persona (an. 1381), 400, 26.
LoRENZO Di FiLiPPO, 6 nelle liste dei Priori del 1383 lu-
giio-1384 agosto, 428, 34 ; V. anche Capponi L. di F.
LoRENZo Di Giovannetto, V. Zampaloca L. di G.
LoRENZO Di Giovanni, V. Loltini L. di G.
Lorenzo di Giovanni da Firenze, viene preso e conse-
gnato al Podesti come sospetto di compliciti della
congiura allora scoperta contro lo Stato (an. 1379),
356, 14 ; viene fatto decapitare, 357, 35.
LoRENZo di GioVANNi DETTO Nencio Cecco, vieue fatto
prendere dagli Otto della Guardia come complice
della congiura contro lo Stato allora scoperta (an.
1379). 355, 12-16 ; confessa la sua responsabiliti e
rivela le fila di essa congiura e i nomi dei complici,
12-16 ; sua intrepidezza davanti ai giudici 360, 30-
35 ; viene fatto decapitare, 361 , 3.
LoRENZo Di Giovanni detto Schiavo, viene condannato
per trame a tre anni di confine ed a lire mille (an.
1378), 340, 11.
LoRSNZO Di Guinzello, i;. Fracassini L. di G.
LoRENZo Di Jacopino, V. GualingM L. di J.
LoRENZo Di Jacopo, V. Marsili L. di J.
Lorenzo di Lando, notaio dei Priori, ric, 424, 24.
LoRENZo Di Lippo, V. Mancini L. di L.
LoRENZO di Mari, V. VHlanucci L. di M.
LoRENzo Di Martino di Cambio, i netle
liste dei Priori del 1382 gennaio-1383 aprile, 425, 5.
LoRENZo Di Matteo, V. Boninsegna L. di M.
LoRENZo Di Meglio, V. FagiuoU L. di M.
LoRENZo Di Neri del Bezzole, fe nelle liste dei Priori
del 1343 aprae-r344 aprUe, 219, 29.
LORBNZo Di Puccio, 6 dei Priori (an. 1379 gennaio-
febbraio), 362, 4 ; v. anche Cambi L. di P.
LoRENZo Di RicovBRO, £ dci Dodici buoni uomini pel
quartiere di S. Spirito (an. 1378), 326, 29.
LoRENZO Di RiDOLFO, 6 uelle liste dei Priori del 1348
gennaio-1349 gennaio, 233, 35.
LoRENZo Di ROMEO, h dei Priori (an. 1379 maggio-giu-
gno), 345. 29.
LoRENZO Di SiMONE, 6 dei Priori (an. 1378 gennaio-feb-
braio), 341, 8.
LORENZo Di Spinello, 6 fatto Proposto delle arti, 362, 39.
LoRENZO Di Taldo, del popolo di S. Ambrogio, vicn«
fatto decapitare per congiure contro lo Stato (an.
1379). 361, 6.
LoRENZo Di Tano, notaio de; Priori, ric, 274, 11 ; 389, 23.
LoRBNZO DEL Toso, k Gonfalouiere di Compagnia pel
quartiere di S. Maria Novella (an. 1378), 326, 36 ;
k degli Otto ufficiali della Guardia e partecipa alla
Balia per la riforma del Governo (an. 1381), 396, 43.
LoRENZO (di), V. Nanni di L. ; Ridolfo di L.
" LoRENZONi Antonio, ric, X, 4-S „.
LoRiNo, V. Bonaiuti L.
LoRiNO Di BoNAiUTO, 6 Gonfalonierc di Giustizia (liste
1345 maggio-1346 maggio), 227. 19.
Loso Di Lapo, V. Strozzi (degli) L. di L.
" LoTERiNGO Di Andal6 [Lodovigo degli Artdoli], Frate
Gaudente, viene chiamato al palazzo del podesta di
Firenze insieme ad altri per vedere di frenare le,
spese del Comune ed accontentare i cittadini, LXXI
14 „ ; cf. 50, 39 ; 51. 2.
LoTTERiNGHi Francesco, 6 nellc liste dei Priori del 1322
febbraio-1323 febbraio, 131, 28.
LoTTERiNGHi RiNALDO, e nelle liste dei Priori del 1322
febbraio-1323 febbraio, 131, 11.
LoTTERiNGHi Ugo, 6 nelle liste dei Priori del 1327 feb-
braio-1328 febbraio, 158, 15 ; del 1331 dicembre-
1332 dicembre, 168, 39 ; del 1335 dicembre-1336
dicembre, 183, 14 ; e del 1341 dicembre-1342 di-
cembre, 190, 32.
LoTTERiNGO DA MoNTESPERTOLi, 6 nelle liste dei Priori
del 1295 febbraio-1296 febbraio, 75, 30 ; e del 1303
febbraio-1304 febbraio, 94, 40.
LoTTi DONO, 6 nelle liste dei Priori del 1354 gennaio-
1355 gennaio, 248, 13.
LoTTi Segna, 6 nelle liste dei Priori del 1351 gennaio-
1352 gennaio, 240, 36.
LoTTiERi Benincasa, 6 nelle liste dei Priori del 1283
dicembre-1284 dicembre, 59, 34.
LoTTiERi RoMEO, notaio dei Priori, ric, 86, 21.
LoTTiBRi, t;. Davanzati L.
LoTTiERi Di Benincasa, V. Beccuto (del) L. di B-
LOTTiERi DA FiLiCAiA, ft uelle liste dei Priori del 1350
gennaio-1351 gennaio, 239, 28.
LOTTiERi Di Lapo, V. Gherardini L. di L.
Lottieri di Rinaldo da Barberino, notaio dei Priori,
ric, 104, 9.
LoTTiERO Di Chito, 6 nelle liste dei Priori del 1348 gen-
anio-1349 gennaio, 233, 25.
LoTTiNi Cetto di Giovanni. i nelle liste dei Priori del
1360 geiinaio-1361 gennaio. 258. 28.
[LotUni-Lucca]
INDICE ALFABETICO
571
LoiTiNi LORENZO Di GiovANNi, viene ammonito (an.
1377). 305, 11 ; 309, i.
LOTTO, V. Agli (degli) L. ; Gonzi L. ; Guineldi L. ; Nardi
L. ; Pucci L. ; Salvi L.
LoTTO DONATI, V. Antella (delV) L. D.
I.OTTO d'Ardingo, 6 nelle liste dei Priori del 1306 feb-
braio-1307 febbraio, 99, 29 ; 6 Goufaloniere di Giu-
stizia (liste 1316 febbraio-1317 febbraio), 123, 25 ;
6 di nuovo nelle liste dei Priori del 1319 febbraio-
1320 febbraio, 126, 2.
F.OTTO Di Cambio, V. Salviati L. di C.
LoTTO Di Dello, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1303
febbraio-1304 febbraio), 95, 15.
LoTTO Di GuiDO, V. Mancini {de') L. di G.
LoTTO Di GuiDONE Malabocca, V. Mancini {de') L. di
G. M.
LoTTO DEL MiGLioRE, 6 nelle liste dei Priori del 1294
febbraio-1295 febbraio, 74, 42.
LoTTO Di Puccio, V. Ardinghi L. di P.
LoTTo (di), V. Agnolo di Giovanni di L. ; Francesco di
L. ; Lippo di L. ; Michele di Vanni di L. ; Segna di
L. ; Tano di L. ; Vanni di L.
LucA, V. Alberli L. ; Guicciardini L.
LucA Di Feo, 6 nelle liste dei Priori del 1359 gennaio-
1360 gennaio, 256, 1.
LucA Di Feo, V. Ugolini L. di F.
LucA Di FoRESE, V. Solviati L. di F.
LucA Di Francesco, notaio det Priori, ric. ,
425, //.
LucA Di Geri, V. Strozzi [degli) L. di G.
Luca di GiovANNi DEL Pecchia, 6 nelle liste dei Priori
del 1382 gennaio-1383 aprile, 425, 9.
Luca di Guido, vocato Migliuzza, viene condannato
neiravere e nella persona per compliciti nella rivolta
dei Ciompi (an. 1378), 337, 6.
Luca del Melano, viene condannato neU'avere e nella
persona per compliciti nella rivolta dei Ciompi (an.
1378), 337, 1 ; 340, 31 ; e nuovamente (an. 1379).
366, 3.
LucA Di Piero di Viehi, 6 dei Priori (an. 1380 maggio-
giugno), 372, 17.
LucA Di Sandro, V. Alfani L. di S.
LucA Di Simone, 6 degli Otto uf&ciali incaricati della
vendita dei beni dei ribelli (an. 1380), 386, 13.
LucA Di ToTTO DA Panzano, 6 nelle liste dei Priori del
1354 gennaio-1355 gennaio, 247, 33 ; del 1360 gen-
naio-1361 gennaio, 258, 28 ; del 1364 gennaio-1365
gennaio, 264, « ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1368 gennaio-1369 gennaio), 273, 38 ; e di miovo nelle
liste dei Priori del 1370 gennaio-i^^i gennaio, 276.
12 ; si mette a disposizione completa, insieme a suo
nipote Tommasino ed a molti altri sbanditi, dei
Ciompi in rivolta (an. 1378), 329, 25-29 ; domanda
a questi d'essere fatto cavaliere del popolo minuto,
che egli chiama il popolo di Dio, 29-32 ; fatto cavaliere
viene nominato dai detti Ciompi loro Capitano ed in
tale qualiti egli muove con loro verso la prigione
della Scala, ove, in nome del popolo di Dio, libera i
detenuti, 32-42 ; promette d'andare al palazzo della
Parte guelfa per prenderne il gonfalone, ma par-
tito poi con i suoi fidi non fa piii ritorno, lasciando
dietro di s6 grandi dicerie intorno alle sue imprese,
330, 3-13 ; viene condannato nel capo per la sua
complicita nella rivolta dei Ciompi (an. 1378), 336,
21 ; viene nuovamente condannato neU'avere e nella
persona per la spedizione contro Figline (an. 1379),
351, 19.
LucA Di Vanni, h, nelle liste dei Priori del 1361 gennaio-
1362 gennaio, 260, 23 ; del 1365 gennaio-1366 gennaio,
265, 38 ; del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 29 ;
e del 1381 marzo-1382 aprile, 406, 42.
LucA (Di), v. Giovannt di L. ; Guido di L. ; Maso di L. ;
Tommaso di L.
Lucardesi, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 22 ; esce
da Firenze airannunzio della sconfitta di Monta-
perti (an. 1260), 48, 11.
LucARiNO, del popolo di S. Giorgio, condannato neiravere,
e nelle persona per trame contro lo Stato (an. 1379),
365, 37.
LuccA, accoglie dopo la sconfitta di Montaperti i Guelfi
usciti da Firenze (an. 1260), 47, 41-42; 48, 37-38 ;
49, 13 ; viene assalita da Guido Novello e dalla lega
ghibellina e viene costretta quindi a cacciare anche
essa i Guelfi (an. 1263), 23, 35 ; attaccata dai Senesi e
dai Ghibellini viene soccorsa dai Fiorentini che scon-
figgono questi al primo scontro (an. 1269), 54, 20-
24 ; cade in potere dei Pisani e dei Ghibellini e di
Uguccione della Faggiuola che le portono via il ricco
tesoro, ch'essa custodiva in S. Frediano per conto della
Chiesa di Roma (an. 1314), 114, 14-16 ; ne viene
creato Signore Castruccio Castracani (an. 1316), 120,
16-17, 15-26 ; aderisce alla lega dei Comuni della
Toscana propugnata da re Roberto (an. 1317), 123,
31-39 ; morto Castraccio viene occupata dalle truppe
tedesche, lasciate da Lodovico il Bavaro al Ceruglio,
condotte da Marco Visconti (an. 1329), 161, 33-37
viene venduta da queste a Gherardino degli Spinoli
163, 33-35 ; viene assediata dai Fiorentini (an. 1330)
166, 37-40 ; 168, 1-7 ; venduta per6 dal detto Ghe
rardino a Giovanni di Boemia, i Fiorentini sono co
stretti da questo a togliere Tassedio (an. 1331), 168
26-34 ; viene occupata da Mastino della Scala che
Taveva ottenuta in cambio di altre terre dal Vicario
di Giovanni di Boemia (an. 1335), 178, 21-25 ; viene
assediata dai Pisani (an. 1340), 188, 6-7 ; falliti i
tentativi dei Fiorentini di venide in aiuto, si arrcnde
ai Pisani, 190, 11-15; 191, 11-12; 193, 5-21, 29-34 ;
in seguito alla pace da questi conclusa con il Duca
d'Atene le viene promessa la restituzione della li-
bert^ (an. 1342), 198, 8-11 ; vi giunge rimperatore
Carlo IV che vi lascia come suo vicario il Patriarca
d'Aquileia (an. 1368), 268, 32-33 ; riacquista la li-
berti, 33-34 ; viene a patti con la brigata di Gian-
notto, Siniscalco di Carlo di Durazzo, che minac-
ciava insieme alla Compagnia di S. Giorgio le sue
tesre (an. 1379). 368, 25 ; 369, 40-48; ric. 271, 17;
V. anche Lucchesi.
LuccA {chiesa di S. Frediano) [S. Friano\. vi viene rnbato
dai Ghibellini il tesoro che 14 si custodiva per conto
della Chiesa di Roma (an. 1314), 114, 14-1 9.
572
INDICE ALFABETICO
[Lacca-Luti di RituUda]
JLuccA {famiglie), v. Interminelli ; Castrucci; Caslruc-
cini ; Obixi {degli)
LUCCA " {archivio), cit., XXXII, 8 „.
LuccHBSi, fanno preparativi di guerra contro Pisa (an.
1177), 23, 12; vengono attaccati dai Pisani c scon-
fitti (an. 1252), 40, 29-30 ; vengono in loro aiuto i
Fiorentini che costringono i Pisani a venire a pace
(an. 1256), 43, 18-23 ; fiorino battuto in ricordo del-
l'awenimento, 23-25 ; assaliti dai Senesi, corrono
ugualmcnte in loro aiuto i Fiorentini che sconfig-
gono i detti Senesi (an. 1269), 54, 7-12 ; muovono
coi Fiorentini contro Pisa, 20-24 ; si fanno mediatori
di pace tra i Fiorentini ed i Senesi (an. 1270), 35-36 ;
55, 1 ; stringono lega coi Fiorentini coi Senesi e
con altri Comuni contro Pisa (an. 1284), 60, 24-29 ;
vanno con gli alleati contro di questa (an. 1289},
66, 24-27 ; 67, 32-37 ; 69, 21-28 ; vanno coi Fiorentini
contro Pistoia e ne danneggiano il territorio (an.
1302), 87, 6-12 ; e di nuovo (an. 1303), 89, 30-34 ;
intervengono come pacieri durante una mischia
cittadina scoppiata entro Firenze, 90, 14-24 ; strin-
gono d'assedio coi Fiorentini Pistoia (an. 1305),
95, 26-28 ; la prendono e .se ne dividono tra loro il
territorio (an. 1306), 96, 36-43 ; tentano di distrug-
gere la c. ma ne vengono impediti dai Fiorentini
(an. 1309), 103, 5-12 ; inviano aiuti ai Fiorentini
predetti contro Arrigo VII (an. 1312), 111, 19-20 ;
inviano loro genti in aiuto di Carlo di Calabria Si-
gnore di Firenze (an. 1326), 150, 3 ; assediano Pisa
con gli alleati (an. 1332), 172, 34 ; stringono nuova
lega coi Fiorentini coi Senesi e coi Pisani (an. 1380),
376, 36-40 ; 377, 1 ; inviano nuovamente aiuti ai Fio-
rentini (an. 1384), 431, 11 ; t;. anche Lttcca.
Luccio (di), V. Guglielmo di L.
LucHiNi Francksco, vocato Checco di Neri, condan-
nato come ribelle (an. 1380), 373, 36.
LuciGNANO, castello, viene difeso dagli Aretini contro le
minacce dei Senesi (an. 1288), 64, 11 ; viene occupato
da questi (an. 1289), 66, 11 ; ric. 437, 24.
Lucio [Lttccio], conte, condottiero di ventura, 341, 40-41 ;
342, 3 ; 345, 12-14.
LuCREZiA, figlia di Bruto, si uccide per la violenza subita
da Tarquinio il Superbo, 8, 22-26.
LuFMASTRO (I), ambasc. dell'imperatore Lodovico il Bavaro
pr. i Fiorentini, 189, 1 ; 192, 37.
LuiGi [VIIIJ re di Francia (an. 1223-1226), padre di
Carlo d'Angi6, ric, 50, 10-11.
LuiGi d'Angi6, figlio di Giovanni duca d'Angi6, reggente
di Francia, adottato dalla regina Giovanna di Napoli,
viene in Italia contro Carlo di Durazzo (an. 1382),
411, 42-44 ; manda ambasc. a Firenze per annun-
ziare il suo arrivo in Italia, 416, 33-43 ; 417, 1-12 ;
ricevB in Bologna gli ambasc. mandati a lui dai Fio-
rentisi, 12-14 ; scrive in Francia ed in Avignone per
informare degli aiuti mandati dai Fiorentini a Carlo
di Durazzo e per domandare rappresaglie contro di
questi, 421, 24-26, 39 ; si leva improwisamente in suo
favore il Papa Urbano VI, 433, 25-2 7 ; alla sua morte
i snoi diritti vengono riconosciuti dal Papa pred. a
figlio, 430, 87.
LuiGi [di Taranlo], marito della regina Giovanna di Na-
poli, viene segretamente a Firenze col suo Gran Sini-
scalco, Nicola degli Acciaiuoli, e vi si trattiene alcani
giorni ospite pr. la Certosa (an. 1349), 233, 6-10 ; viene
ad accordi coi Fiorentini, mediante i buoni uffici dello
stesso Acciaiuoli, a riguardo di Prato, 234, 40-49 ;
235, 1-4 ; sua incoronazione (an. 1352), 241, 15-18 ;
suo dono agli ambasc. fiorentini venuti per Tincoro-
nazione, 241, 25-37 ; 242, 1-4 ; ric. 313, 2» ; 375. 48.
Luioi RE d'Ungheria (aa. 1342-1382), figlio di Carlo
Uberto, scende in Italia per vendicare la morte del
fratello Andrea (an. 1345), 313, 28-33 ; va contro
i Veneziani (an. 1378), 338, 4 ; cede a Carlo di Durazro
della Pace i suoi diritti e le sue ragioni sul reame di
Puglia, 1-35 ; 375, 4-6, 10-30 ; onoranze funebri tri-
butategli alla sua morte dai Fiorentini, 422, 10-16 ;
i suoi eredi 10-32 ; ric. 423, 12 ; 439, 35.
LuiGi d'Andrea, f. Mozzi (de') L. d'A.
LuiGi Di GiovANNi DA QuARATA, 6 ncUe liste dei Priori
del 1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 27;edcli377
gennaio-1378, 314, 8.
LuiGi Di Lippo, f. Aldobrandini L. di L.
LuiGi Di Niccol6, V. Sernigi L. di N.
LuiGi Di PiERO, V. CanigianiL. di P. ; Guicciardini L. di P.
LuiGi Di PoLTRONE, V. Cavalcanii {de'), L. di P.
LuiGi DA QuARATA, 6 dci Cinquantaduc cittadini cui
viene data la Balia insieme ai Priori e Collegi ptr la
riforma del Governo (an. 1381), 395, 23.
" LuNGo (del) Isidoro, storico, cita e descrive per primo
il codice della cronaca dello Stefani esistente pr. la Na-
zionale di Firenze proveniente dairArchivio di Stato,
IX, 31-34, 1-2 „. "ric. •• LXXX. 1-i, LXXXVI,
27, 2, LXXXVII, 4, 10 „.
LUNi (VESCOVO Di), riceve in dono dai Fiorentini il ca-
stello e la terra di Pietrasanta (an. 1343), 217, 22.
LuNiGiANA, vi viene mandato il Maniscalco di re Roberto,
con genti della lega, per impedire il passo all'impera-
tore Arrigo VII (an. 131 1), 107, 5-7.
LuPERARELLO Di S. MiNiATO, aiuta i Fiorentini ad cntrare
nel castello (an. 1369), 272. 11-13.
LupiciNi Gherardo, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1294 febbraio-1295 febbraio), 74, 37.
LupiciNi GiULiANO, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1352 gennaio-1353 gennaio). 242, 44.
LupiciNi Guglielmo, h nelle liste dei Priori del 1341 di-
cembre-1342 dicembre, 190, 29 ; e del 1344 maggio-
1345 maggio, 222, 28.
LupiciNi GuGLiELMO Di Gherardo, 6 Gonfaloniere di
Giustizia ^liste 1354 gennaio-1355 gennaio), 248. 19.
Lupo BoNiFAZio DA Padova. Capitauo dei Fiorentini,
(an. 1362), 261, 8-10.
Lupo Di Primerano da Mosciano, 6 nelle Iiste dei Prior^
del 1321 febbraio-1322 febbraio, 128, 25.
LusiGNANo (di), f. Guido di L. ; Pielro di L.
LussEMBURGO (duca di), ric, 119, 31 ; f. anche Arrigo
VII.
LuTi, V. Dirittafedi L-
LUTI Di RittafA 6 nelle liste dei Priori del 1340 dicem-
bre-1341 dicembre, 190, 6.
LuTi Di Rittafkde, e dei Rittafedi, h nelle liste dei
f.
ILuttozzo-Magalotti]
INDICE ALFABETICO
573
Priori del 1307 febbraio-1308 febbraio, 102, 11 ; del
1315 febbraio-1316 febbraio, 122, 17 ; del 1326 feb-
braio-1327 febbraio, 155, 3S ; e del 1331 dicembre-
1332 dicembre, 169, 20.
Lurozzo (di), 0. Jacopo di L.
Macca (dei,), V. Simone di Duccio del M.
Macci (de') Bindo, 6 nelle liste dei Priori del 1286 di-
cembre-1287 dicembre, 62, 38.
Macci (de") Tignoso muore nei tormenti della tortura cui
era stato sottoposto dal Podesti per sospetti di trame
(an. 1302), 88, 7.
^Macci (case de") in Orto S. Michele, vi va a stare il Po-
desta quando il suo palazzo viene occupato da Carlo
di Calabria (an. 1326), 149, 40.
Maccio, V. Ardinghi M.
Machiavelli, fam. fiorentina, esce coi Guelfi da Firenze
airannunzio della sconfitta di Montaperti (an. 1260),
48, 10.
Machiavelli Boninsegna Angiolini, 6 nelle liste dei
Priori del 1305 febbraio-1306 febbraio, 98, 8 ; e del
1308 febbraio-1309 febbraio, 104, 2 ; v. anche Ma-
chiavelli Beninsegna d'Angiolino ; Malchiavelli Bonin-
segna Angiolini.
Machiavelli Boninsegna e Buoninsegna d'Angiolino, 6
nelle liste dei Priori del 13 12 febbraio-i^i^ febbraio,
115, 3 ; del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 22 ; 6
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1325 febbraio-1326 feb-
braio), 151, 29 ; v. anchc MachiavelH Boninscgna
Angiolini.
Machiavelli Boninsegna di Filippo, 6 tra i capi e i
maggiori istigatori della Parte guelfa per rammonire,
308, 3 ; V. anche Malchiavelli Beninsegna di Fi-
lippo.
Machiavelli Boninsegna di Giovanni, ^ fatto dei Grandi
(an. 1379), 363, 4.
Machiavelli Guido di Giovanni, 6 nelle liste dei Priori
del 1357 gennaio-1358 gennaio, 251, 39 ; del 1361
gennaio-1362 gennaio, 259, 38 ; del 1364 gennaio-
1365 gennaio, 264, 44 ; del 1370 gennaio-1371 gen-
naio, 276, 19 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1376
gennaio-1377 gennaio), 306, 24 ; viene fatto Cavaliere
dai Ciompi (an. 1378), 323, 35 ; v. anche Machia-
velli (de') Guido di Giovanni.
Machiavelli Lorenzo di Filippo, k dei Quarantatre
cittadini el. in aggiunta agli altri della Balia gi4 no-
minati (an. 1381), 404, 33 ; 6 nelle liste dei Priori
del 1383 IugIio-1384 agosto, 428, 15.
Machiavelli Lorenzo di Giovanni, viene escluso dagli
uffici per tre anni (an. 1379), 63, 39.
Machiavelli Piero di Rinuccio, i
nelle liste dei Priori del ij3g dicembre-Tj^o dicembre,
188, 33.
Machiavelli Tommaso di Filippo, k nelle liste dei Priori
del 1355 gennaio-1356 gennaio, 249, 28.
Machiavelli (de') Bindo di Firbnzb, 6 nelle liste dei
Priori del 1303 febbraio-1304 febbraio, 94, 38.
Machiavelli (de') Filippo di Giovanni, ft nelle liste dei
Priori del 1344 maggio-1345 maggio, 222, 14 ; e del
1335 gennaio-r356 gennaio, 250, 8.
IMachiavklli (de') Guido di Giovanni, k Gonfaloniere
di Giustizia (liste i^Sogennaio-i^Si febbraio), 391,25,
V. anche Machiavelli Guido di Giovanni.
Macigni (de') Zanobi di Neri, viene ammonito (an.1371),
277, 38.
Macone (di), V. Piero di M.
Macrino, e Magrino, nobile romano, fa costmire secondo
la leggenda gli acquedotti di Firenze, 9, 23 ; 10, 5, 3.
Maestro, V. Durante (Af.) ; Fagno (Af.) ; Michele (M.).
Maestro (del). V. Fuccio del M. ; Ricco del M.
Maffei Michelb di Cione, 6 neile liste dei Priori del 1313
febbraio-1314 febbraio, 116, 5 ; * Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1314 febbraio-1315 febbraio), 119, 21 ;
e nuovamente nelle liste dei Priori del 1328 dicembre-
1329 dicembre, 160, 23 ; del 1334 dicembre-1335 di-
cembre, 179, 26 ; del 1336 dicembre-1337 dicembre,
186, 16 ; e d^ 1341 dicembre-1343 dicembre, 191, 4 ;
199, 4.
Maffeo, V. Pitti M. ; Tebaldi [de') M. ; Tedaldi M.
Maffeo di Chiarissimo, 6 nelle liste dei Priori del 1318
febbraio-1319 febbraio, 125, 27.
Maffeo di Forese, V. Galgani M. di F.
Maffko di Lapo, notaio dei Priori, ric, 122, 20 ; v. anche
Rinieri M. di L
Maffeo di Vanni, fe nelle liste dei Priori del 1374 gen-
naio-1375 gennaio, 291, 18.
MaFfio, «;. Palmieri M.
Maffio di Can, V. Pigli (de') M. di C.
Magaldi Meglino di Jacopo, & nelle liste dei Priori del
1304 febbraio-1305 febbraio, 96, 26 ; e del 1324 feb-
fraio-1325 febbraio, 148, 6.
Magaldi Migliorozzo di Taddeo, 6 nelle liste dei Priori
del 1348 gennaio-1349 gennaio, 234, 14 ; del 1352
gennaio-1353 gennaio, 242, 9 ; e del 1358 gennaio-
1359 gennaio, 254, 24.
Magaldi (de') Ghbrardo, 6 nelle liste dei Priori del
1315 febbraio-i3i6 febbraio, 121, 29.
Magaldo (di), V. Miglino di M.
Magaletti (de') Giovanni di FrancbsCo, 6 nelle liste dei
Priori del 1368 gennaio-i^Cg gennaio, 274, 4.
Magalotti, fam. fiorentina, esce da Firenze airinizio della
sconfitta di Montaperti (an. 1260), 48, 10 ; si schiera
coi Neri 92, 11 ; loro case, 18, 19 ; 334, 21 ; 382, 15.
Magalotti Bese, 6 tra i capi e i maggiori istigatori della
Parte guelfa per I'ammonire, 308, 9 ; 318, 10 ; viene
condannato neiravere e nella persona per trame con-
tro lo Stato (an. 1378), 340, 29 ; e di nuovo per la spe-
dizione contro Figline (an. 1379), 351, 7.
Magalotti Cione di Guardino, 6 nelle liste dei Priori
del 1288 dicembre-1289 dicembre, 65, 17 ; e del 1292
febbraio-1293 febbraio, 72, 17.
Maqalotti Dombnico di Teri,* nellf
liste dei Priori del 1364 gennaio-i36s gennaio, 264, «.
Magalotti Duccio, 6 nelle liste dei Priori del 1282 d,-
cembrc-1283 dicembre, 59, 10 ; del 1291 dicembre-
1292 dicembre, 69, 2 ; e del 1296 febbraio-1297 feb-
braio, 76, 12; e del 1311 febbraio-iaia febbraio,
112, 28.
Maoalotti Duccio GiARDiNt, * oelle llste del Priofi del
1289 dicerabre-1290 dicembre, 67, 17 ; edelt30o feb-
braio-1301 febbraio, 85, 4.
Tomo XXX, p. i — 37,
',
574
INDICE ALFABETICO
[Ma(alatti>Malc(ODDeIU^
Magalotti Duccio di Guardino, k ncUe liste dei Priori
del 1286 dicembre-1287 dicembre62, 32.
Magalotti Giovanni, 6 a capo dei congrurati contro le
sette degli Albizzi e dei Ricci (an. 1372), 28p, 30 ;
4 degli Otto di Balia (an. 1375), 293, 22 ; sua morte e
sostituzione neirufficio (an. 1377), 309, 15-18 ;
ric. 311, 20.
Magalotti Giovanni di Fsamcbsco, 6 nelle liste dei
Priori del 1362 gennaio-1363 gennaio, 262, 28 ; e
del 1373 gennaio-1374 gennaio, 288, 31 ; k Gonfa-,
loniere di Giustizia (liste 1376 gennaio-1377 gennaio)
306, 37.
Magalotti (de') Cione, 6 nelle liste dei Priori del 1297
(ebbraio-1298 febbraio, 77, 22 ; 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1302 febbraio-1303 febbraio), 91, 15 ;
e di nuovo nelle liste dei Priori del 1306 febbraio-
1307 febbraio, 99, 34 ; e del 1309 febbraio-1310 feb-
braio, 106, 18.
Magalotti (de') FiLiPPO, k dei Quarantatre cittadini
el. in aggiunta agli altri della Balia gia nominati
(an. 1381), 404, 35.
Magalotti (db') FiLiPPO Di Duccio, h nelle liste dei
Priori del 1324 febbraio-i325 febbraio, 147, 27 ;
del 1327 febbraio-1328 febbraio, 157, 32 ; del 1331 di-
cembre-t332 dicembre, 169, 17 ; del 1335 dicembre
1336 dicembre, 183, 21 ; fe dei Quattordici cittadini el.
a costituire il nuovo Governo dopo la cacciata del
Duca d'Atene (an. 1343), 207, 35 ; 6 Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1349 gennaio-i^^o gennaio), 235,
17 ; e di nuovo nelle liste dei priori del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 24 ; e del 1359 gennaio-1360 gen-
naio, 256, 15.
Magalotti (de') Filippo di Filippo, 6 fatto cavaliere
dai Ciompi (an. 1378), 323, 4.
Magalotti (de') Tommaso di Tuccio, 6 nelle liste dei
Priori del 1312 febbraio-1313 febbraio, 115, 5 ; e
del 1323 febbraio-1324 febbraio, 135, 25.
Magaluffi Bernab6, podesti di Firenze (an. 1373),
287, 35.
Maggio di Pepo, notaio dei Priori, ric. 228, 41.
Maghinardi DuTi, notaio dei Priori, ric, 88, 41.
Magli (de) fam. fiorentina, ric, 175, 2.
Magli (de') Bernardo di Lapo, d nelle liste dei Priori
del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 30.
Magli (de') Bernardo di Lapo Angio-
L I N 1, i nelle liste dei Priori del 1366 gennaio-1367 gen-
naio, 266, 32.
Magli (de') Boninsegna d'Angiolino, fe nelle liste dei
Priori del 1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 27.
Magli (de") Filippo d'Arrigo, 6 nelle liste dei Priori
del 1382 settembre-gennaio, 424, 14.
Magli (de') Lapo. e Lupo, d'Angiolino, 6 nelle liste
dei Priori del 1301 febbraio-1302 febbraio, 88, 33 ;
6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1305 febbraio-1306
febbraio), 98, 10 ; e di nuovo nelle liste dei Priori del
1309 febbraio-1310 febbraio, 106, 8 ; del 1324 feb-
braio-1325 febbraio, 148, 5 ; del 1326 febbraio-
1327 febbraio. 155, 28 ; e di 1329 dicembre-1330 di-
cembre, 164, 13.
" Magliabeccuiano (Codice), ms. contenente una copia
della cronaca dello Stefani fatta trascrivere da mon-
signor della Sommaia. attribuita erroneamentr da
questo a Coppo, padre del cronista. VII. 28-31 ,,,
Magnale (da), V. Cione di Bencivenni da M.
Magnoli (dk') Bindo di Guicciardo, t: nelle liste dei
Priori del 1296 fcbbraio-1297 febbraio, 76, 35.
Mainardi Duti, notaio dei Priori, ric, 102, 13.
Malabocca (di), V. Guido di M.
Malagamba Andrea, viene bandito come ribelle (an.
1380), 371, 8.
Malamamma Francbsco, capo masnada, ric. 239, S.
Malatacca Giovanni, da Reggio di Calabria, Capitano
di guerra dei Fiorentini, viene mandato airassedio
di Samminiato del Tedesco (an. 1369), 270, 13-15;
venuto a battaglia con la compagnia di Giovanni
Acuto viene da questo sconfitto e fatto prigioniero,
271, 5-7.
Malatesta, signori di Romagna, vengono invano solle-
citati dagli Otto di Balia ad entrare nella lega conto
la Cliiesa (an. 1376), 297, 8-9.
Malatesta di Francesco, V. Medici (de') M. di F.
Malatesta da RiMisi, Capitano di guerra dei Fiorentini,
viene mandato con Tesercito in aiuto di Lucca asse-
diata dai Pi.sani (an. 1342), 191, 15-22 ; infelice esito
della spedizione, 22-35 ; suo secondo inutile tentativo,
192, 26-30 ; 193, 1-21 ; voci intomo a suoi segreti
maneggi per divenire Signore della c, 191, 28-36.
Malavolti (dei) Catalano, Frate Gaudente, chiamato
a Firenze al Palazzo dal popolo per tentare di fre-
nare le spese del Comune, 50, 31 ; 51, 1-2 ; " cf. LXXI,
15-20 „.
Malchiavelli Boninsegna, k nelle liste dei Priori del
1282 dicembre-1283 dicembre, 59, 9.
Malchiavelli Boninsegna di Filippo, 6 nelle liste dei
Priori del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 32 ; v.
anche Machiavelli Boninsegna di Filippo.
Malchiavelh Boninsegna Angiolini, k nelle liste dei
Priori del 1288 dicembre-i289 dicembre, 65, 17 ;
del 1291 dicembre-1292 dicembre, 68, 34 ; del 1295
febbraio-1296 febbraio, 75, 39 ; e del 1297 febbraio-
1298 febbraio, 77, 21 ; ti. anche Machiavclli Bimin-
segna Angiolini.
Malchiavelli (de") Giovanni Angiolini, 6 nelle liste
dei Priori del 1287 febbraio-1288 aprile, 63. 34.
Malegonnelle Giovanni di Gherardino, k Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1313 febbraio-1314 feb-
braio), 116, 28 ; v. anche Malegonnelle Giovanni Gke-
rardini.
Malegonnelle Giovanni Gherardini, h nelle liste dei
Priori del 1320 febbraio-1321 febbraio, 127. 10 ; t.
anche Malegonnelle Giovanni di Gherardino.
Malegonnelle Nello di Guido, k Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1303 febbraio-1304 febbraio), 95, 7.
Malegonnelle NiccoLd di Giovanni, h nelle liste dc
Priori del 1352 gennaio-1353 gennaio, 242, 40 ; de.
1355 gennaio-1356 gennaio, 250, 14 ; de. 1358 ger.
naio-1359 gennaio. 254, 37 ; k Gonfaloniere di Giusl.
zia (liste 1363 gennaio-1364 gennaio), 264, 9; i <'•
nitovo nelle liste dei Priori del 1366 gennaio-1367 gtn-
naio, 266, « ; e di nuovo Gonfaloniere di Giustizia
[Maleipini-Manfredi]
INDICE ALFABETICO
575
(liste 1372 genaaio-1373 gennaio), 284, 9 ; e (liste
1375 geanaio-1375 gennaio), 299, 9.
Malespini, fam. fiorentina di parte ghibellina, 28, 27 ;
" diviene poi, secondo il Villani, guelfa per risenti-
mento contro gli Uberti, LXV, 8-10,,; si schiera
coi Bianchi, 80, 36 ; viene bandita da Firenze (an.
1302), 86, 37.
Malespini Giacotto, muore a Montecatini combattendo
nelle file dei soldati d'Ugiiccione (an. 1315), 110, 6-7.
Malespini Giovanni, viene confinato coi Bianchi a
Sarzana (an. 1301), 83, 11.
Malespini, e Malispini, Spinetta, marchese, stringe
lega coi Fiorentini contro Castruccio (an. 1321),
127, 37-38 ; sua guerra con questo, 128, 3-5 ; invia
aiuti a Gherardino degli Spinoli, Signore di Lucca
contro i Fiorentini (an. 1330J, 166, 13.
Malifici (de") Paolo di Matteo, 6 nelle liste dei Priori
del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 24 ; viene ban-
dito e condannato neiravere e nella persona (an.
1381). 400, 25.
Malmantilb, ric, 369, 24 ; 441, 9 ; v. anche Firenze {Din-
torni).
Malpigli (de') Andrea Ghini, fiorentino, viene fatto
card. da pp. Clemente VI (an. 1342), 198, 21-31.
Mancini, fam. fiorentina di parte nera, 92, 14.
Mancini Bardo di Tingo, 6 tra i capi di Parte gnelfa
(an. 1378), 318, 10 ; viene escluso dagli uffici per tre
anni (an. 1379), 363, 23 ; partecipa airufficio di
Balia paer la riforma del Governo (an. 1381), 410, 6.
Mancini Bello di Lippo, 6 Gonfaloniere di Giustizia (li-
ste 1312 febbraio-1313 febbraio), 114, 44 : f. anche
Mancini {de') Bello di Lippo.
Mancini Bello di Niccol6 del Bello, h nelle liste
dei Priori del 1377 gennaio-1378 luglio, 314, 21 ; 6
fatto Cavaliere (an. 1381), 394, 8.
Mancini Bencivenni di Lippo, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1351 gennaio-1352 gennaio), 240, 31.
Mancini Duccio di Guido, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1301 febbraio-1302 febbraio), 88, 21 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1304 febbraio-1305 febbraio, 96,
15 ; e di nuovo Gonfaloniere (liste 1329 dicembre-
1330 dicembre), 164, 30.
Mancini Giachetto, 6 nelle liste dei Priori del 1348 gen-
iiaio-1349 gennaio, 234, 1.
Mancini Lorenzo di Lippo, 6 nelle liste dei Priori del
1352 gennaio-1353 gennaio, 242, 25 ; e del 1364 gen-
naio-1365 gennaio, 265, 10.
Mancini Neri di Guido, 6 nelle liste dei Priori del 1302
febbraio-1303 febbraio, 91, 7.
Mancini NiccoLd del Bello, 6 nelle liste dei Priori
del 1362 gennaio-1363 gennaio, 262, 12 ; del 1368 gen-
naio-1369 gennaio, 274, 3 ; h Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1372 gennaio-1373 gennaio), 284, 37.
Mancini Tingo di Guido, 6 nelle liste dei Priori del 1345
maggio-1346 maggio, 227, 25.
Mancini (de') Bello di Lippo, 6 nelle liste dei Priori del
1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 25 ; e del 1314 feb-
braio-1315 febbraio, 119, 7 ; v. anche Mancini Bello
di Lippo.
Mancini (de') Duccio, i nelle liste dei Priori del 1308 feb-
braio-1309 febbraio, 104, 20 ; e del 1315 febbraio-
1316 febbraio, 121, 35.
Mancini (de') Lippo di Bencivenni, h nelle liste dei Priori
del 1298 febbraio-1299 febbraio, 78, 8.
Mancini (de') Lotto di Guido, k nelle liste dei Priori
del 1310 febbraio-1311 febbraio, 108, 19.
Mancini (de') Lotto di Guidone Malabocca, k nelle li-
ste dei Priori del 1295 febbraio-1296 febbraio, 75, 31 .
Mancino, V. Sostegni M.
Manetti Dino, notaio dei Priori, ric. 97, 25.
Manetti Niccol6, notaio dei Priori, 299, 5 ; ft dei Priori
(an. 1379 marzo-1380 aprile), 342, 25 ; viene esclu.so
dagli uffici (an. 1379), 364, 1.
Manetti Nosso di Vanni, 6 nelle liste dei I^riori del 1373
gennaio-1374 gennaio, 289, 15; b fatto cavaliere
dai Ciompi (an. 1378), 323, 36.
Manetti Vanni, 6 nelle liste dei Priori del 1336 dicembre-
1337 dicembre, 186, 22 ; del 1349 gennaio-1350 gen-
naio, 235, 23 ; e del 1355 gennaio-i356 gennaio,
249, 26.
Manetto, V. Ammannatini M. ; Buonricoveri M. ; Canibi
M. ; Dati M. ; Ferraccini M.
Manetto di Bentaccorda, k nelle liste dei Priori del
1297 febbraio-X298 febbraio, 77, 24,
Manetto di Buonricovero, 6 nelle liste dei Priori del
1287 febbraio-1288 febbraio, 63, 11 ; del 1304 feb-
braio-1305 febbraio, 96, 7 ; del 1308 febbraio-1309
febbraio, 104, 13; e del 1310 febbraio-1311 feb-
braio, 108, 10.
Manetto da Filicaia, 6 nelle liste dei Priori del 1361 gen-
naio-1362 gennaio, 260, 13.
Manetto di Geri, V. Mazzetii M. di G.
Manetto di Giovanni, V. Davanzati M. di Q.
Manetto di Ricciardo, k nelle liste dei Priori del 1373
gennaio-1374 gennaio, 288, 28 ; 6 fatto dei Soprag-
grandi (an. 1378), 321, 30 ; v. Gucci M. di R.
Manetto di Spigliato da Filicaia, h nelle listedei Priori
del 1341 dicembre-1342 dicembre, 191, 2 ; 199, 6 ;
del 1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 28 ; h Gongalo-
niere di Giustizia (liste 1352 gennaio-1353 gennaio).
242, 18 ; (liste 1358 gennaio-i359 gennaio), 254,
16 ; e (liste 1365 gennaio-1366 gennaio), 265, «*.
Manetto (Di), V. Bivigliano di M. ; Buoninsegna di M. ;
Cinto di M. ; Guemieri di'M.
Manfredi, re di Puglia (aa. 1258-1266), viene richiesto
d'aiuti dai Ghibellini di Firenze per cacciare i Guelfi
dalla c, 43, 32-38 ; 6 nuovamente soUecitato dagli
stessi dopo la loro cacciata da Firenze (an, 1258,
45, 21-28 ; manda gli aiuti richiesti con il conte Gior-
dano, comeCapitano di essi, 25 ; 46, 18-21 ; nomina
suo Vicario a Firenze, dopo la vittoria di Montapcrti ri-
portata sui Fiorentini, il pred. Giordano e poi il conte
Guido Novello, 48, 20-31; viene sconfitto a Bene-
vento da Car.o d'Angi6 (an. 1266), 50, 18-20; " cf.
LXIX, 37-LXX, 1-28 „ ; ric. 313, 34 ; 375. 28.
Manfredi, Signore di Faenza, invia aiuti a Carlo di Ca-
labria Signore di Firenze (an. 1326). 150, 7.
Manfredi, conte, vende Arapinana al Comtine di Firente,
145, 9.
Manfrbdi, V. Paniccia M.
576
INDICE ALFABETICO
[MaB{r«4)-MaooTclK]
MAMraxoi (di), V. Bem»rdo di M.
Manfrbdo, V. Oderighi M.
Manoia pbl Rosse, k neUe liste dei Priori del 1286 di-
ccmbre-1287 dicetnbre, 62, 82 ; e del 1290 dicembrc-
1291 dicembre, 68, 7.
Mangia del Rosso oelle Botte, 6 nelle liste dei Priori
del 1293 febbraio-1294 iebbraio, 73, 38.
Manciadori Giovanni di S. Miniato, capitano delle
forze fiorcntine pr. Bologna (an. 1376), 299, 37.
Mangiadori Lodovico di S. Miniato, tenta di ricondurre
pacificamente il castello all'ubbidienza del Comune
di Firenze (an. 1369)), 270, 16-18.
Mangieri Mauvoli Filippo di Maso, viene ammonito
(an. 1378), 316. 22.
Mangioni, fam. fiorentina, viene a zuffa coi Bordoni,
245, 29-30 ; s'agita e reclama il risarcimento dei danni
patiti durante le rivolte civili, 413, 15.
Mangioni Andrba di Lippozzo, 6 nelle liste dei Priori
del 1353 gennaio-1354 gennaio, 246, 16 ; 6 Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1371 gennaio-1372 gennaio),
279, 18 ; si schiera con gli Albizzi contro i Ricci, 280,
25-26 ; 6 tra i capi e maggiori istigatori della Parte
guelfa per rammonire 308,22; 318, 13-14 ; 6 fatto
Cavaliere dai Ciompi (an. 1378), 324, 25.
Mangioni Carlo di Francesco, viene preso come so-
spetto di compliciti nella congiura contro lo Stato (an.
1379). 356, 12 ; viene fatto decapitare, 357, 34-35.
Mangioni Cipriano di Lippozzo 6 nelle liste dei Priori
del 1362 gennaio-1363 gennaio, 262, 14 ; del 1368
geniiaio-1369 gennaio, 273, 23 ; e del 1374 gennaio-
1375 gennaio, 292, 3 ; 6 tra i capi e i maggiori isti-
gatori della Parteguelfa per rammonire, 305, 12 ; 318,
13-14 ; viene fatto prendere dagli Otto della Guardia
come complice della congiura ordita contro lo Stato
(an. 1379), 355, 35, 40, 41 ; 6 fatto decapitare,
359, 18-19.
Mangioni Jacopo di Schiatta, 6 dei Quarantatre cit-
tadini el. in aggiunta agli altri della Balia gi4 nomi-
nati (an. 1381), 404, 47.
Mangioni (de") Niccol6 d'Andrea di Lippozzo, 6 con-
dannato per trame contro lo Stato a fiorini duemila
d'oro e a sei anni di confine (an. 1378), 339, 42 ;
viene bandito come ribelle (an. 1380), 370, 36.
Manoonb, castello, come dagli Alberti pass6 al Comune
di Firenze (an. 1325), 143, 34-38 ; 144, 2-6.
Manieri, fam. fiorentina di parteguelfa, 28, 21 ; esce da
Firenze airannunzio della sconfitta di Montaperti
(an. 1260), 48, 12 ; si schiera coi Donati con la parte
nera, 80, 39 ; viene fatta popolana, 216, 34.
Manieri Niccol6, 6 nelle liste dei Priori del 1323 feb-
braio-1324 febbraio, 135, 20.
Manieri (de') Cambino, 6 nelle liste dei Priori del 1285 di-
cembre-1286 dicembre, 61, 30.
Manibri (dk') Cambio di Manieri, fe nelle liste dei Priori
del 1288 dicembre, 1289 dicembre, 65, 10.
Manibri di GiovANNi Chiarissimi, V. Bilenchi M. di G. C.
Mannblli, fam. fiorentina di parte ghibellina, 28, 26 ;
passa ai Guelfi ed esce con questi da Firenze aU'an-
nunzio del;a sconfitta di Montaperti (an. 1260), 48,
8, si schiera coi Bianchi, 80, 34.
Mannblli Amaretio di Zanobi, viene ammonito (an.
i377)> 305, 25 ; 309, t-lO ; k condaniuito dal Capi-
tano per sedizione (an. 1381), 401, S.
Mannblli Arnaldo di Coppo, 6 fatto cavalieredaiCiompi
(an. 1378), 323, 34.
Mannelli Zanobi, uno dei quattro Grandi chiamati al
Priorato, dopo la cacciata del Ehica d'Atene, e poi de-
posti dairUfficio dai popolani (an. 1343), 210, 36 ;
218, 34.
Mannelli (case dbi), poste al di Ut di Ponte Vecchio,
vengono danneggiate dal fuoco (an. 1322), 129, 37.
Mannbllo di Lando, V. Guidetti M. di L.
" Manni, storico, cit., CII, 18.,.
Manni Lippo, fe Gonfaloniere di Giustizia (liste 1296 feb-
braio-1297 febbraio), 76, 17.
Manni Manno di Lippo, t nelle listedei Priori del 1303 feb-
braio-1304 febbraio, 95, 14 ; e dd 131 7 febbraio-
1318 febbraio, 124, 12.
Manni di Manno, V. Medici (de') M. di M.
Mannini Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del 1369 gen-
naio-1370 gennaio, 274, 43.
Mannino, V. Acciaiuoli (degli) M. ; Attaviani M . ; Ban-
chi M. ; Rocchi M.
Manno d'Arrigo, V. Rocchi (de') M. d'A.
Manno d'Attaviano, k nelle liste dei Priori del 1285 di-
cembre-1286 dicembre, 61, 32 ; e del 1302 febbraio-
1303 febbraio, 90, 35.
Manno di Boccaccio di Arduino, viene bandito e
condannato neiravere e nella persona (an. 1381),
400, 4 ; denunziato per trame, viene fatto prendere
con un tranello e poi decapitato (an. 1383), 425, 1-36.
Manno di Lippo, V. Manni M. di L.
Manno d'Ottaviano, 6 nelle liste dei Priori del 1307 feb»
braio-r3o8 febbraio, 102, 26.
Manno di Pagno, V. Albizzi (degli) M. di P.
Manno di Rinuccio, h nelle liste dei Priori del 1325 feb-
braio-1326 febbraio, 151, 33 ; del 1332 dicembre-
1333 dicembre, 175, 21 ; e del 1337 dicembre-1338
dicembre, 187, 23.
Manno di Talento, notaio dei Priori, ric, 74, 3.
Manno (di), V. Lippo di M. ; Temperano di M.
Mannucci Vanni, ideiPriori (an. 1379 settembre-ot-
tobre), 346 29.
Manovelli Domenico di Giovanni di Maso, i nell'
liste dei Priori del 1383 lugIio-1384 agosto, 428, 3i
Manovelli Giovanni di Bartolo, 6 nelle liste dei Pnon
del 1383 IugIio-1384 agosto, 428, 7.
Manovelli Giovanni di Benci, 6 neUe liste dei Prior
del 1298 febbraio-1299 febbraio, 77, 40; e del 13041
febbraio-1305 febbraio, 96, 27.
Manovelli Giovanni Benocci, 6 nelle liste dei Prion
del 1301 febbraio-1302 febbraio, 88, 17.
Manovelli Giovanni di Tedice, 6 neUe liste dei Priori
del 1347 gennaio-1348 gennaio, 230, 6 ; del 135-
gennaio-1353 gennaio, 242, 43 ; e del 1357 gennaio-
1358 gennaio, 252, 19 ; v anche Manovelli Gio-
vanni Tedici.
Manovelh Giovanni Tbdici, 6 neUe liste dei Priori
del 1367 gennaio-1368 gennaio, 267, 30 ; v. anche
Manovelli Giovanni di Tediee.
f
[Maaovelli-Maria]
INDICE ALFABETICO
577
Manovelli Maso di Benci, ^ nelle liste dei Priori del
1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 35.
Manovelli Tedice, 6 nelle liste dei Priori del 1282 di-
cenibre-1283 dicembre, 59, 20 ; del 1289 dicembre-
1290 dicembre, 67, 20 ; de. 1293 febbraio-1294 feb-
braio, 74, 12 ; del 1296 febbraio-1297 febbraio, 76,
5 ; del 1300 febbraio-1301 febbraio, 85, 9 ; del 1303
febbraio-1304 febbraio, 94, 30; e del 131 1 febbraio
1312 febbraio, 112, 21.
Manovelli Terrino di GiovANNi, e neUe Ifate dei Priori
I del 1383 luglio-1384 agosto, 428, 34.
; Manovello (di), V. Tedice di M.
'■ Mantinano, terra occupata da fuorusciti di Pistoia nemici
! di Castruccio, 150, 33.
, \ Mantini Bindo, notaio dei Priori, ric, 62, 30.
: Mantova, ric. 172, 24 ; 184, 6.
>! Manuele, imperatore di Costantinopoli (aa. 1143-1180),
ric, 26, 16,
,. Manzecca (di), V. Paolo di Francesco di M.
, Marchettino (di), V. Zanobi di M.
ii Marchetto di Minaccio, del popolo di S. Maria Novella,
viene condannato per trame contro lo Stato (an.
1378). 340, 36.
( Marchi Cenni, k degli Otto della Guardia e partecipa
,i come tale alla Balia per la riforma del Governo (an.
t 1381), 396, 45 ; ^ nelle liste dei Priori del 1382 gen-
naio-rjSj aprile, 425, «.
I Marchi Francesco di Taddeo di Donato, gli viene di-
i| strutta la casa dai C iompi in rivolta (an. 1378)
; 323, 9.
i' Marchi Lapo, fe nelle liste dei Priori del 1357 gennaio-
j 1358 gennaio, 252, 5.
I Marchi Tieri, h nelle liste dei Priori del 1348 gennaio-
\ 1349 gennaio, 233, 38.
\ Marchi Tommaso, h nelle liste dei Priori del 1380 marzo-
4 1381 febbraio, 391, 23 ; v. anche Marchi (de') Tom-
j maso di Marco.
t' Marchi (de') Marco di Giotto, e nelle liste dei Priori
I del 1333 dicembre-1334 dicembre, 177, 6 ; e del
i| 1343 aprile-1344 aprile, 219, 2.
I Marchi (de') Piero di Giotto, 4 nelle listc dei Priori
l del 1344 maggio-1345 maggio, 222, 7.
I Marchi (de') Taddeo di Donato di Rosso, viene confi-
I nato con suo fratello Francesco (an. 1378), 328, 23-24.
j5 Marchi (de') Tommaso di Maeco, * nelle liste dei Priori
del 1383 IugIio-1384 agosto, 428, 5 ; va ambasc. a
Siena (an. 1384), 431, 9 ; e poi pr. Urbano VT a Ge-
nova (an. 1385), 438, 3 ; v. anche Marchi Tommaso.
Marchionne, legnaiuolo, viene bandito e condannato
neiravere e nelle per.sona (an. 1381), 400, 30.
Marchionne di Geri, k dei Priori (an. 1382 luglio-ago-
sto). 417, 28.
Marcialla (viLLA Di), ric, 398, 23.
Marco, V. Consigli M. ; Struffaldi M.
Marco, nobile romano, fa edificarc secondo la leggenda
la fortezza mastra di Firenze detta Campidoglio,
10, «; li-is.
Marco di Bandino da FiLicAiA, k nelle liste dei Priori
dd 1370 genaaio-1371 gennaio, 276, 29 ; e del 1373
gennaio-1376 gennaio, 299, 13.
Marco del Bellaccio, fe nellc liste dei Priori del 1368
gennaio-1369 gennaio, 273, 21 ; c del 1373 gennaio-
1374 gennaio, 288, 30.
Marco di Benvenuto, 6 nelle liste dei F^iori del 1371
gennaio-1372 gennaio, 279, 17 ; va ambasc. pr. Carlo
di Durazzo (an. 1379), 347, 6 ; sno ritorno e i«la-
zione insieme ai colleghi, 351, 40; 352, 20-29; i
dei Cinquantadue cittadini cui viene data la Balia,
insieme ai Priori e Collegi, per la riforma del Governo
(an. 1381), 396, 27.
Marco di Bono, e del Buono, da Ugnano, notaio dei
Priori, ric, 164, 21 ; 183, 3 ; 189, 39 ; 190, 1 ; h nelle
liste dei Priori del 1344 maggio-1345 maggio, 222, 27.
Marco di Cione, 6 nelle liste dei Priori del i^jggeanaio-
1360 gennaio, 256, 13.
Marco di Cristiano, <! nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-1347 gennaio, 228, 19.
Marco di Federico, V. Soldi M. di F.
Mahco di Francesco, V. Alberti (degli) M. di F.
Marco di Giotto, V. Fantoni M. di G. ; Marcki {de') M.
di G.
Marco di Giovanni, k nelle liste dei Priori del 1353 gen-
naio-1354 gennaio, 246, 25 ; v. anche Trenta M. di G.
Marco Marzio, V. Anco Marzio.
Marco da Pietramala, V. Tarlati (de') M. di P.
Marco del Rosso, V. Strozzi (degli) M. dil R.
Marco di Salvi, del popolo di S. Reparata, inviato in
raissione al Palazzo dei Priori dagli Otto di S. Maria
Novella, viene affrontato per la sua arroganza da
Michele di Lando, buttato gifi per le scalc e condan-
nato poi a morte dal Podestk per trame (an. 1378),
336, 1-10.
Marco (di), V. Romolo di M.
Marcovaldi .'Vrrigo, h nelle liste dei Priori d«I 1284
dicembre-1285 dicerabre, 60, 37 ; del 1286 dicembre-
1287 dicembre, 62, 33; del 1289 dicembre-1290
dicembre, 67, 18 ; e del 1296 iebbraio-r297 £ebbraio,
76, 30.
Marcovaldo della Rocca di PisA, consigliere della
compagnia S. Giorgio, 367, 21.
Marcovaldo (bi), V. Arrigo di M.
MARGHERrTA, moglie di Carlo di Durazzo re di Pnglia,
sua incoronazione a Napolj, 390, 12-14.
Mari, V. Albiizoni M.
Mari di Falento, e di Talento, v. Mediet (de), M. di
F., e di T.
Mari di Spinello da Mosciano, h Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1301 febbraio-1302 febbraio), 88, 39 ;
k ncUe liste dei Priori del 1303 febbraio-rso^ feb-
braio 95, 2.
[Maria) di Valois [Valoaa], figlia di Carlo di V»loi»
e moglie d i Carlo Duca di Calabria Signore di Fi-
rcnze, viene col marito in Firenze (an. 1326), 149,
15-18 ; fa restituire alle donne fiorentinc certi orna-
menti loro tolti da precedenti ordinanze, 151, 14-17 ;
dA alla luce un figlio che muore poco dopo (an. 13*7).
152, 31-35.
Mabia (S.) a Monte i» Valdarno, casteUo preso « di-
strntto dal conte di Monte Seaggioeo Capituo dei
Fiorentini (an. 1327), 153. U-Si.
578
INDICE ALFABETICO
[MarigBoU-Martiai].
Maricnoi.1 (db") Guccio, 6 nelle liste dei Priori del 1300
febbraio-1301 febbraio, 86, 17.
Marignoli (de") Nuto, fe Gonfaloniere di Giustizia (liste
1294 febbraio-1295 febbraio), 75, 4 ; v. anche Mari-
gnoUe Nuto: Marignolli (de') Nnto.
Marignolla, villa dei Sacchetti, ric, 347, 8, 36.
Marignolle Nuto, ^ nelle liste dei Priori del 1286 di-
cenibre-1287 dicembrc, 62, 42 ; del 1288 dicembre-
i289d icembre, 65, 6 ; v. anche Marignoli (de') Nuto ;
Matignolli (dc') Nuto.
Marignolli, fam. fiorentina, esce coj Guelfi da Firenze
airannunzio della sconfitta di Montaperti (an. 1260),
48, 5.
Marignolli Giovanni di Guerriante di Matteo,
viene bandito come ribelle (an. 1380), 370, 29.
Marignolli Guerriante di Matteo, h nelle liste
dei Priori del 1369 gennaio-1370 gcnnaio, 275, 4 ;
6 tra i capi e maggiori istigatori della Parte
guelfa per rammonire, 308, 13 ; k di nuovo nelle
liste dei Priori del 1378 (luglio-agosto), 314, 26 ;
320, 37; 325, 26-31; viene deposto dairufficio dai
Ciompi e nello stesso tempo fatto cavaliere (an.
1378), 324, 33.
Marignolli Gubrriantb di Matteo di Gubrriante,
viene condannato nel capo, coi suoi figliuoli Barto-
lomeo e Matteo, per complotto contro lo Stato (an.
1379), 343, 7-8, 38.
Marignolli Zanobi di Giovanni, 6 nelle liste dei Priori
del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 23 ; viene escluso
dagli uffici per tre anni (an. 1379), 364, 6 ; i di
nuovo nelle liste dei Priori del 1383 maggio-1386
aprile, 443, 35.
Marignolli (de') Daldo di Dingo, h nelle liste dei
Priori del 1323 febbraio-1324 febbraio, 135, 16 ;
k Gonfaloniere di Giu.stizia (liste 1325 febbraio-
1326 febbraio), 152, 10 ; e di nuovo (liste 1331 di-
cembre-1332 dicembre), 169, 14 ; 6 nuovamente
nelle liste dei Priori del 1334 dicembre-1335 dicem-
bre, 179, 6 ; e del 1337 dicembre-1338 dicembre,
187. 10.
Marignolli (de') Gianni di Dingo, k Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1317 febbraio-1318 febbraio), 124,
13 ; 6 nelle liste dei Priori del 1324 febbraio-1325
febbraio, 147, 31.
Marignolli (de') Guerriante di Dingo, 6 Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1318 fcbbraio-1319 f<bbraio),
125, 28 ; e di nuovo (liste 1322 febbraio-1323 feb-
braio), 131, 32.
Marignolli (de') Jacopo, k nelle liste dei Priori del
1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 23.
Marignolli (de') Nuto, h nelle liste dei Priori del 1296
febbraio-1297 febbraio, 76, 32.
Maringhi Ambrogio, 6 nelle liste dei Priori del 1363
gennaio-1364 gennaio, 263, 9.
Marini Orlando, 6 nelle liste dei Priori del 1306 feb-
braio-1307 febbraio, 99, 18 ; del 1312 febbraio-
1313 febbraio, 114, 39 ; del 1324 febbraio-1325 feb-
braio, 147, 36 ; del 1330 dicembre-i33r dicembre,
167, 10 ; e del 1336 dicembre-1337 dicembre,
186, 18.
Marini (de') Orlandino, 6 nelle liste dei Priori del 1344
maggio-1345 maggio, 222, 19.
Marino d'Orlando, fc nclle liste dci Priori del 1298 feb
braio-1299 febbraio, 78, 3; e del 1302 febbraio-1303
febbraio, 90, 34.
Marino (di), V. Orlando di M.
Mariotto di Simone, V. Orlandini M. di S.
Marroni Ghiotto, fe dei Cinquantadue cittadini cuj
viene data la Balia insieme ai Priori e CoUegi per la
riforma del Governo (an. 1381), 395, 30.
Marsili Filippo di Jacopo, i nelle liste dei Priori dcl
1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 33 ; c del 1376 gcn-
naio-1377 gennaio, 306, 29.
Marsili Jacopo di Berlingmieri, k nelle li.ste dei Priori
del 1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 24.
Marsili Lorenzo di Jacopo, k nelle liste dei Priori del
1356 gennaio-1357 gennaio, 250, 48 ; e del 1360 gen-
naio-1361 gennaio, 259, 9.
Marsili Luigi, frate romitano di S. Agostino, viene
mandato ambasc. pr. Luigi d'Angi6 a Bologna (an.
1382), 417, 15.
Marsilio da Carrara, viene riconosciuto Signore di
Padova insieme al fratello (an. 1337), 185, 3-10.
Marsilio Chiancio, consigliere della Compagnia S. Gior-
gio, 367, 24.
Marsoppino da Signa, notaio dei Priori, ric, 72, 6.
Martelli Nuccio, h nelle liste dei Priori del 1374 gen-
naio-1375 gennaio, 121, 21.
Martelli Roberto, 6 nelle liste dei Priori del 1343
aprile-1344 aprile, 218, 27 ; del 1349 gennaio-1350
gennaio, 235, 42; del 1353 gennaio-1354 gennaio,
246, 18; del 1358 gennaio-1359 gennaio, 254, 27;
del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 20 ; del 1367
gennaio-1368 gennaio, 267, 43 ; del 1372 gennaio-
1373 gennaio, 284, 20.
Martelli Ugolino, h dei Priori (an. 1378 gennaio-feb-
braio), 341, 5 ; 6 dei Dodici buofii uomini e partc
cipa come tale alla Balia per la riforma del Governii
(an. 1381), 395, 12.
Martellino del Ricco, fe nelle liste dei Priori del 130'
febbraio-1301 febbraio, 86, 17.
Martello, V. Ghetti M. ; Pieri M.
Martello di Ghetto, 6 nelle liste dei Priori del 1316
febbraio-1317 febbraio, 123, 10.
Martinella, V. Firenze (Carroccio).
Martini Agostino, h dei Priori (an. 1382 Inglio-agosto) ,
417, 21.
Martini Antonio, fe nelle liste dei Priori del 1348 gen-
naio-1349 gennaio. 233, 36 ; del 1351 gennaio-i35C
gennaio, 240, 25; del 1354 gennaio-1355 gennaio,
248, 12 ; del 1357 gennaio-1358 gennaio, 252, 15 :
del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 22 ; del 1377
gennaio-1378 luglio, 314. 9 ; e del 1380 gennaio-1381
gennaio, 391. 34 ; v. anche Antonio di Martino.
Martini Bindo da Pagnano, notaio dei Priori, ric, 98, 7,
Martini Francesco, 6 nelle liste dei Priori del 1368 gen-
naio-1369 gennaio, 273, 20 ; ^ di nuovo dei Priori
(an. 1379 settembre-ottobre), 346, 27.
Martini Tommaso di Guccio, k nelle liste dei Priori del
1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 38.
f
[MartiDO>Matteo di Jacopo]
INDICE ALFABETICO
579
Martino, t;. Dini M. ; Tancredi M.
Martino di Bonaiuto, 6 nelle liste dei Priori del 1293
febbraio-1294 febbraio, 73, 29.
Martino di Carello, del popolo di S. Lorenzo, viene
condannato neiravere e nella persona per trame
contro lo Stato (an. 1378), 339, 29.
-Martino di Dino, viene ammonito (an. 1377), 305,
20-21 ; 308, 39.
Martino da Gangalandi, notaio dei Priori, ric, 234, 22
Martino Vaiaio di Bizzi, e nelle liste dei Priori del 1340
dicembre-1341 dicembre, 189, 33; e del 1350 gennaio-
1351 gennaio, 239, 39.
Martino (di), V. Antonio di M. ; Benedetto di M. ; Cino
di M. ; Salvino di M.
Maruccio di Geremia, k nelle liste dei Priori del 1318
febbraio-1319 febbraio, 125, 25 ; del 1320 febbraio-
1321 febbraio, 127, 22; e del 1323 febbraio-1324
febbraio, 135, 16 ; t;. anche Beccuto {del) M. di G.
Marzi Piero di Luco, 6 nelle liste dei Priori del 1372
gennaio-1373 gennaio, 284, 15.
Mascalzone Giovanni, viene impiccato per trame con-
tro lo Stato (an. 1382), 424, 3.
Masi Bartolo, h nelle liste dei Priori del 1370 gennaio-
1371 gennaio, 276, 20.
Masi Francesco, fe nelle liste dei Priori del 1362 gennaio-
1363 gennaio, 262, 6.
Masi Giovanni di Bartolo, h nelle liste dei Priori del
1380 marzo-1381 febbraio, 391, 7.
Masinelli, capo masnada, ric, 239, 3-4.
Masini Francesco, notaio dei Priori, ric, 240, 45 ; 266,
17; 276, 9; 342,28.
Masino, i'. Duranti M.
Masino di Gallo, 6 nelle liste dei Priori del 1344 mag-
gio-1345 maggio, 222, 6.
Masino di Maso, V. Antella {delV) M. di M.
Maso, V. Aldobrandini M. ; Benvenuti M. ; Lagi M. ;
Lamberti d'AnteUa M. ; Nelli M. ; Neri M. ; Peruzzi
(de') M. ; Roggerini M. ; Valori M.
Maso Jacopi, V. Biliotti M. J.
Maso, albergatore, 6 nelle liste dei Priori del 1353 gen-
naio-1354 gennaio, 246, 24.
Maso Benci, V. Manovelli M. di B.
Maso di Chiermontese, v. Vccellini (degli) M. di C.
Maso di Cresta, fe nelle liste dei Priori del 1292 febbraio-
1293 febbraio, 72, 13.
Maso di Leone, h nelle Ii.ste dei Priori del i343 aprile-
1344 aprile, 219, 27.
Maso di Luca, viene confinato (an, 1378), 321,23.
Maso di Maso, v. Anlellesi (degli) M. di M.
Maso di Neri, 6 nelle liste dei Priori del 1362 gennaio-
1363 gennaio, 262, 19 ; del 1371 gennaio-1372 gen-
naio, 279, 30 ; viene ammonito (an. 1378), 315, 17 ;
316, 26 ; gli viene arsa la casa dai Ciompi e dagli
sbanditi rientrati (an. 1382), 407, 10.
Maso di Ruggerino, V. Minerbetti M. di R.
Maso di Valore, 6 nelle liste dei Priori del 1317 febbraio-
1318 febbraio, 124, 19 ; e dcl 1331 dicembre-1332
dicembre, 169, 8.
Maso (di), V. Andrea di M. ; Bartolo di M. ; Giovanni di M.
Massaio, V. Raffacani (de') M.
Massaio (del), V. Francesco di Guccio del M.
Massaiozzo di Piero, V. Raffacani M. di P.
Masseo di Chiarissimo, k nelle liste dei Priori del 1315
febbraio-1316 febbraio, 122, 18.
Masseozeo di Piero, V. Raffacani (de') M. di P.
Matildb [Matelda], contessa di Toscana, sconfigge Ar-
rigo IV, 22, 10-12 ; cf. " LI, 3 „.
Matini Piero di Guccio, notaio dei Priori, ric 234, 18.
Mattei Filippo, notaio dei Priori, ric, 256, 12.
Mattei Vanni di Corso, h nelle liste dei Priori del 1317
febbraio-i3i8 febbraio, 124, 30.
Matteo, V. Acquasparta [d') M. (card) ; Benvenuti M.
Biliotti M. ; Chelini M. ; Gherardi M. ; Guidi M.
1 Guiducci M. ; Pichi M. ; Signorelli M. ; Vanni M.
Villani M.
Matteo, V. Tommasino, Lanfranco e Matteo da Panzano.
Matteo Cimatore, viene confinato per cinque anni (an.
1381), 401. 12.
Matteo d'Amelia, viene nominato Esecutore di Giustizia
di Firenze (an. 1307), 99, 8-13 ; riconsegna al Comune
11 sigillo abusivamente portato via dal fratello, Carlo,
Podesta di Firenze stessa, 100, 10-13.
Matteo di Baldo, viene condannato per trame contro
lo Stato (an. 1378), 339, 18 ; e di nuovo per la spe-
dizione contro Figline (an. 1379), 351. 28.
Matteo di Beliotto, da Sesto ; notaio dei Priori, ric,
76, 27.
Matteo di Benozzo, di Sovigliana, fe nelle liste dei Priori
del 1383 settembre-1384 aprile, 435, 12.
Matteo di Benvenuto, k nelle liste dei Priori del 1334 di-
cembre, 1335 dicembre, 179, 7 ; e del 133S dicembre
1339 dicembre, 188, 1.
Matteo di Bonaccorso, V. Alderotti M. di B.
Matteo di Boninsegna, k nelle liste dei Priori del 1336
dicembre-1337 dicembre, 186, 15 ; e del 1345 ™ag-
gio-1346 maggio, 227, 2.
Maiteo di Borgo, V. Rinaldi M. di B.
Matteo di Buonaccorso di Giovanni, V. Alderotti M.
di B. di G.
Matteo del Canto, 6 nelle liste dei Priori del 1297 feb-
braio-1298 febbraio, 77, 25.
Matteo di Chele, V. Pagnini M. di C.
Matteo di Dolce, 6 nelle liste dei Priori del 1373 gen-
naio-1374 gennaio, 289, 28.
Matteo di Federico, V. Soldi M. di F.
Matteo di Francesco d'Andrea, 6 nelle li.ste dei Priori
del 1382 settembre-gennaio, 424, 21.
Matteo di Francesco chiamato Maestro Caixina,
viene condannato nell'avere e nella persona per trame
contro lo Stato (an. 1378), 339, 12.
Matteo da Fogliano, Podesti di Firenze, suo energico
contegno contro Corso Donati (an. 1287), 63, 2-«.
Matteo di Geri, fornaciaio, i tra gli Otto incaricati dclla
vendita dei beni dei ribelli (an. 1380), 372, 33 ; par-
tecipa airufficio di Balia per la riforma del Governo
(an. 1381), 409, 36.
Matteo di Guglielmo, 6 nelle liste dei Priori del 1347 gen-
naio-1348 gennaio, 229, 30.
Mattko di Guido, notaio dei Priori, ric, 186, 20.
Matteo di Jacopo, V. Arrighi M. di J.
580
INDICE ALFABETICO
[Mattao di L«icaM*ilici]
Mattbo di Luca da Panzano, viene bandito per trame
rontro lo Stato (an. 1382), 415, 19-2«.
Mattso dbtto Matterulla, viene condannato per trame
contro Jo Stato (an. 1378), 339, 34.
Matteo di Morozio, vene fatto attanagliare ed impic-
carc dal Conservatore Guglielmo Asciesi per ordine
del Duca d"Atene, 201, 8-13.
Matteo di Nanni dello Scelto, V. Tinghi M. di N.
dello S.
Matteo di Niccol6 da Laterina, k fatto decapitare per
aver tentato di fare entrare entro Laterina stessa
genti aretine (an. 1380), 388, 9-27.
Matteo di Nutino, 6 nelle liste dei Priori del 1383 lu-
glio-1384 agosto, 428, 22.
Matteo di Pacino, h nelle liste dei Priori del 1383 lu-
gIio-1384 agosto, 427, 41.
Matteo da Panzano, 6 condannato per trame contro
lo Stato (an. 1379), 344, 31.
Matteo di Paolo, k dei Priori (an. 1379 marzo-aprile) ,
342, 22.
Matteo da Recanaii, caporale della Compagnia di S.
Giorgio, 367, 19.
Matteo di Simone, t;. Orlandi M. di S.
Matteo del Tegghia, fe Gonfaloniere di Giustizia (liste
1380 marzo-1381 febbraio), 391, 13.
Matteo di Turino, del Popolo di S. Lorenzo, h condan-
nato nel capo per la rivolta dei Ciompi (an. 1378),
336, 24 ; e di nuovo (an. 1379), 365, 32.
Matteo (di), V. Giovanni di M. ; Nuccio di M.
Maurizio (S.), vescovo di Firenze, viene fatto uccidere
da Attila. 16, 17-19.
Mazza, del popolo di S. Ambrogio, viene condannato per
trame contro lo Stato (an. 1379), 365, 38.
Mazza D'ANDRftA, vicne ammonito (an. 1377), 305, 18 ;
309. 6.
Mazza di Stefano del Mazza, viene bandito c condan-
nato neiravere e nclla persona (an. 1381), 400, 10.
Mazzaferro di Ranieri, fe nelle liste dei Priori del 1300
febbraio-1301 febbraio, 86, 10.
, Mazzei Lapo, notaio dei Priori, ric, 428. 24.
Mazzetti Giovanni di Andrea, viene ammonito (an.
1359), 255, 18.
Mazzetti Manbtto di Geri, vienc ammonito (an. 1357),
251, 34.
Mazzetti Piero, notaio dei Priori, ric. 235, 19 ; 260, 25 ;
265. 32 ; 279, 33.
Mazzetto, i;. Guadagni M.,
Mazzetto (di), V. Guadagno di M.
Mazzinghi Arrigo di GiovANNi. i oelle liste dei Priori,
del 1376 genna.io-1377 gennaio, 307. 12 ; partecipa
airufficio di Balia per la riforma del Governo (an.
: '1381). 410. 12.
Mazzocchi, fam. fiorentina, esce da Firenze coi Guelfi
all'anuunzio della scoafitta di Monta]>erti (an. 1260),
48. 13.
Mazzocchi Biacio Bernabucci, ^ nelle liste dei Priori
del 1385 maggio-1386 aprile, 443, IS.
Medici (de) fam. fiorentina di parte nera, 92, 18 ; s' leva
contro il Duca d'Atene (an. 1343), 205, 18 ; 209, 9 ;
nella lotta scoppiata improvvisame&te, tra Grandi
e Popolani, alla cacciata del Duca. si schiera decisa-
meate in favore di quesfultimi, 213, 30.
Medici (de') Albizzo Buonagiunta, 6 nelle liste dei
Priori del 1302 febbraio-i^o^ febbraio. 90. S6.
Medici (de') Andrea d'Alamanno, rivela le file della
congiura che stava tramando la setta dei Ricci (an.
1360). 257, 34-36.
Medici (de') Ardinco di Bonaidti, t Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1295 febbraio-1296 febbraio), 75. 32.
Mepici (de') Ardingo di Buonagiunta, i nelle liste dei
Priori del 1290 dicembre 1291-dicembre, 68, 19 ; k
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1306 febbraio-1307
febbraio), 99, 30 ; e di nuovo nelle liste dei Priori
del 1312 febbraio-1313 febbraio, 115, 10 ; e del 1315
febbraio-1316 febbraio, 121, 38.
MxDici (db') Avbrardo, k nelle liste dei Priori del 1308
febbraio-1309 febbraio. 104. 15 ; k Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1313 febbraio-1314 febbraio), 116, 19.
Medici (de') Bartolomeo di Alamanno, viene bandito
da Firenze (an. 1360), 258, 11.
Medici (db') Bernardino di Giambono, fe nelle liste
dei Priori del 1300 febbraio 1301 febbraio, 86. 26 ;
del 1316 febbraio-1317 febbraio. 123. 20 ; del 1319 lcb-
braio-1320 febbraio. 126. 12 ; e del 1321 febbraio-1322
febbraio. 129, 15.
Medici (de') Bonino di Lippo. h Gonfaloaiere di Giustizia
(liste 1311 febbraio-1312 febbraio), 112. 23.
Medici (de') Cambiozzo di Lapo. fe nelle liste dei Priori
del 1359 gennaio-1360 gennaio, 256, 7.
Medici (de') Cambiozzo di Lippo. 6 nelle liste dei Priori
del 1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 29 ; e del 1365
gennaio-1366 gennaio, 265, 29.
Medici (de') Conte d'Averardo, h nelle liste dei Prioi ;
del 1318 febbraio-1319 febbraio, 125, 6 ; del 1323 feb-
braio-1324 febbraio. 135, 34 ; e del 1328 dicembre-
1329 diccmbre, 161, 1.
Medici (de') Conticino di Bartolo.meo. proces-sato pcr
trame viene rilasciato libero dal Podesta con disap-
provazionne pubblica (an. 1378). 338, 8-10 ; 6 con-
dannato a duemila fiorini d'oro. o, in mancanza,
a sei anni di confine oltre le cento miglia (an. 1378) ,
339, 45.
Medici (de') Coppo di Lapo, c nelle listc dei Priori dr'
1327 febbraio-1328 febbraio, 157, 35; c del 133
dicembre-1338 dicembre. 187. 19.
Medici (de') Cristofano di Jacopo di Bartolomeo.
viene bandito come ribelle (an. 1380). 370. 41.
Medici (de') Fantino di Giovanni, ^ nelle liste dci I*ri<n i
del 1383 settembre-1384 aprile. 435, 4.
Medici (de') Francesco. 6 dei Quattordici cittadini c!
a costituire il nuovo Govcrno alla cacciata del Dui.
d'Atene (an. 1343). 207, 40.
Mbdici (de') Fuligno di Conte, fe nelle liste dei Prioij
del 1353 gcnnaio-1354 gennaio, 246. 3 ; e del 137
gennaio-1375 gennaio. 292, 5.
Medici (de') Giovanni di Alamanno, k Gonfalonie
di Giustizia (liste 1352 gennaio-1353 gennaio), 242, ll
Medici (de') Giovanni di Bernardino, k nelle liste d^
Priori del 1324 f*bbraio-i325 febbraio. 148. 13 ;
1329 dicembre-1330 dicembie, 164, 17 ; h Gon
[Medici-M»« «li Gratso]
INDICE ALFABETICO
"581
loniere di Giustizia (liste 1332 dicembre-1333 di-
cembre), 175, 27 ; e di nuovo {liste Jjjp dicembre-
134O dicembre), 188, 2« ; Rettore in Lucca per il Co-
mune di Firenze, fa prendere per ordine di questo
Tarlato dei Tarlati d'Arezzo che poi gli riesce a sfug-
gire (an. 1342), 192, 5 ; viene, per questo, fatto pren-
dere dal Duca d'Atene e condannare, 195, 4-6.
Medici (de') Giovanni di Cambio, 6 dei Dodici buoni
uomini pel quartiere S. Giovanni (an. 1378), 326, 24 ;
6 nelle liste dei Priori del 1383 luglio-1384 agosto,
428, 8 ; " sposa, secondo p. Ildefonso, Costanza degli
Adimari restata vedova di Marchionne Stefani,
CVI, 19-20,,.
Medici (de') Giovanni di Conte, 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1348 gennaio-1349 gennaio), 234, 6 ;
opera da lui svolta come comandante delle genti del
Comune fiorentino alla difesa del Castello di Scarpe-
ria assediato dal Visconti (an. 1351), 238, 21-33 ; 6
di nuovo Gonfaloniere (liste 1355 gennaio-1356 gen-
naio), 249, 34.
Medici (de') Grifo di Guccio, 6 nelle liste dei Priori del
1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 32.
Medici (de') Guccio, fe Gonfaloniere di Giustizia (liste
1297 febbraio-1298 febbraio), 77, 27 ; v. anche Medlci
(de') Guccio di Bonagiunia.
Medici (de') Guccio di Bonagiunta, h nellelistedei
Priori del 1303 febbraio-1304 febbraio, 94, 41 ; del
1307 febbraio-1308 febbraio, 102, 26 ; e del 1314 feb-
braio-1315 febbraio, 119, 14 ; v. anche Medici (de')
Guccio.
Medici (de') Jacopo, e fatto prigioniero con altri Fio-
rentini da Gherardino degli Spinoli, signore di Lucca,
a Pieve a Nievole (an. 1330), 165, 34.
Medici (de') Jacopo di Bartolomeo, d tra i capi e mag-
giori istigatori della Parte guelfa per Tammonire,
308, 20 ; viene condannato neiravere e nella persona
per trame contro lo Stato (an. 1379), 365, 24.
Medicz (de') Jacopo di Bartolomeo detto di Monna
NiccoLOSA viene confinato a Reggio (an. 1378), 328,
19 ; 6 bandito come ribelle (an. 1380), 370, 25.
Medici (de') Jacopo di Bartolomeo Talenti, fe nelle
liste dei Priori del 1376 gennaio-i377 gennaio, 306, 42.
Medici (de') Lapo di Giambono, it nelle liste dei Priori
del 1305 febbraio-1306 febbraio, 98, 4.
Medici (de') Malatesta di Francesco, 6 nelle liste dei
Priori del 1350 gennaio-1351 gennaio, 239, 29 ; e del
'367 gennaio-1368 gennaio, 267, 20.
Medici (de') Manetto di Neri, 6 nelle Ii.ste dei Priori
del 1380 gennaio-1381 febbraio, 391, 36.
Medici (de') Manni di Manno, k nelle liste dei Priori del
1348 gennaio-1349 gennaio, 233, 26.
Medici (de") Mari di Talento, fe nelle liste dei Priori
del 1343 aprile-1344 aprilc, 219, 28 ; 6 Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1353 gennaio-1354 gennaio), 246, 20.
Medici (de') Michele di Fuligno, k fatto Cavaliere (an.
1381), 394, 6.
Medici (de') Michele di Giovanni, e nellc listc dei
Priori del 1372 gennaio-1373 gennaio, 248, 37.
Mbdici (de') Salvestro d'Alamanno, 4 nelle liste dei
Priori del 1357 gennaio-1358 gennaio, 252, 31 ; 6
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1369 gennaio), 1370
gennaio, 275, 1 ; 6 a capo dei congiurati contro le
sette degli Albizzi e dei Ricci pel quartiere S. Gio-
vanni (an. 1372), 280, 32 ; avversario dichiarato della
legge suirammonire, si raccolgono intorno a lui i
buoni uomini e i mercatanti avversari della Parte
guelfa e deirammonire, 315, 2-13 ; e nonostante Top-
posizione dei Capitani di Parte guelfa egli viene di
nuovo nominato Gonfaloniere di Giustizia (an. 1378
maggio-giugno), 314, 14-16 ; sua lotta contro roligar-
chia, annidata nella Parte guelfa, e contro la detta
legge deIl'ammonire, 317, 19-34 ; 318, 21-32 ; 321,
10-19 ; viene creato dai Ciompi cavaliere del popolo,
323, 20-2 1, e gli viene assegnata la rendita delle botte-
ghe di Ponte Vecchio, 325, 11-12 ; viene chiamato da
Michele di Lando a collaborare con lui per la scelta
dei nuovi Priori, 326, 4 ; gli viene tolta dagli stessi
Ciompi la rendita delle botteghe suddette, 329, 4-5 ;
ma poco dopo la detta decisione viene annullata
dai Priori e riconfermata la prima concessione,
337, 14-15 ; 6 dei capi della coalizione democra-
tica che reclama maggiore rigore sui rei di complotti
contro lo Stato specie sui pii ricchi e potenti (an.
1379). 344, 8-9 ; viene confinato a Modena per sei
anni (an. 1381), 400, 38 ; ric, 375, 2.
Medici (de') Vieri, e Veri, di Cambio, 6 tra i capi e mag-
giori istigatori della Parte guelfa per rammonire
del quartiere S. Giovanni, 308, 20 ; 6 Capitano della
Partepred. con grande balia, 310, 16 ; 6 fatto cavaliere
dai Ciompi (an. 1378), 324, 34 ; 6 dei Quarantatre
cittadini el. in aggiunta agli altri della Balia gia
nominati (an. 1381), 405, 6 ; partecipa alla Balia
per Tarte del Cambio, 409, 27 ; cerca levarsi sugl i
altri, 412, 22.
Megli Giovanni, notaio dei Priori, ric, 167, 15.
Meglio, V. Bonanni M. ; Fagiuoli M. ; Sasstioli M.
Meglini Duccio, h nelle liste dei Priori del 1383 set-
tembre-1384 aprile, 435, 14.
Meglino di Jacopo, V. Magaldi M. di J.
Megliori Sinibaldo, 6 nelle liste dei Priori del 1296 feb-
braio-1297 febbraio, 76, 29.
Melano, V. Milano.
Melano (del), V. Luca del M.
Melchionne, e Malchionne, v. Stefani Marchionne.
Meliadus di Ascoli, Podesti di Firenze passato poi al
servizio del Duca d'Atene che lo fa suo ufficialc
(an. 1342), 196, 33-35.
Melodia, fortezza pisana, presa e distrutta dai Fiorentini
e Genove.si (an. 1290), 67, 33.
Menelao, re di Grecia, assedia Troia e dopo dieci anni
d'assedio riesce finalmente a prendere la c. dandola
alle fiamme, 5, 10-14.
Meo, V. Davizzo M.
Meo di. . ., rivela agli ufficiali della Guardia le trame della
congiura che si stava ordendo dalle tre arti minori
soppresse (an. 1382), 423, 26-33.
Meo di Bartolo, V. Cocchi (de') M. di B.
Meo di Grasso, k fatto cavaliere dai Ciompi (an, 1378).
324, 48 ; viene condannato per trame contro lo
Stato, 340, 32.
582
INDICE ALFABETICO
[MMxMiclialc]
Mbo (di), V. Chiarissimo di M. ; Nerozzo di M.
Meringhi Biondo d'Ambrogio, i nelle
liste dei Priori del 138$ maggio-1386 aprile, 443, 19.
Mbringhi Jacopo d'Ambrocio, nolaio
dei Priori, ric, 443, U.
Meringo (di), V. Ambrogio di M.
Mese di Guccio, fe nelle liste dei Priori del 1377 gcnnaio-
1378 luglio, 314, 10 ; e del 1380 niarzo-1381 febbraio,
391, 7.
Metello, comandante deiresercito romano alfassedio di
Fiesole. 9, 20-23.
Mettino, V. Becchini M. ; Bettini M.
Metto, V. Beliotti (de') M.
Metto di Biliotto, 6 nelle liste dei Priori del 1298 feb-
braio-1299 febbraio, 78, 16.
Mezza di Jacopo di Mezza, k Gonfaloniere di Compa-
gnia del quartiere di S. Maria Novella (an. 1378),
326, 39 ; 6 degli Otto di Balia di S. Maria Novella,
331, 17-18 ; h condannato nel capo per la rivolta
dei Ciompi, 336, 18.
Mezzano, terra dei Senesi occupata dai Fiorentini (an.
1260), 45, 33.
Mezzola Zanobi di Giovanni di Cione, h nelle liste
dei Priori del 1360 gennaio-i36i gennaio, 258, 40 ;
del 1367 gennaio-1368 gennaio, 267, 24 ; e del 1376
gennaio-1377 gennaio, 306, 30 ; 6 fatto cavaliere
(an. 1381), 394, 7.
MicciOLE (di e da), v. Fazio di e da M.
Michele, V. Angelotti {d') M. ; Bardella M. ; Boschi M. ;
CarelH M. ; Cioni M. ; Giachi M. ; Lapi M. ; Nardi
M. ; Pucci M. ; Vestri M.
M1CHEI.E (maestro), i Gonfaloniere di Giusti-
zia {liste 1339 dicembre-1340 dicembre), 188, 27.
Michele, voc.\to mastro, h condannato neiravere e
nella persona per la spedizione contro Figline (an.
1379), 351, 33.
Micrele d'Aldobrando, viene ammonito (an. 1367),
263, 29.
Michele d'Agnolo, notaio dei Priori, ric, 372, 18.
MicHELE Di Bardella, notaio dei Priori. ric, 416, 36.
Michele di Benivieni, e nelle liste dei Priori del 1295 feb-
braio-1296 febbraio, 75, 35.
Michele di Bergo, fe nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-1347 gennaio, 228, 34.
Michele di Bonaccorso, 6 nelle liste dei Priori del 1317,
febbraio-1318 febbraio. 124, 13 ; del 1319 febbraio-
1320 febbraio, 126, 14 ; fe notaio dei Priori, 128, 24.
Micheledi Brunaccio, ^ nelle liste dei Priori
del 136$ gennaio-1366 gennaio, 265, 2».
Michele di Cambio, notaio dei Priori, ric, 222, 24.
Michele di Cione, V. Majfei M. di C.
Michele di Diotifece da Gangalandi, notaio dei Priori,
ric, 169. 14 ; 188, 19.
MicHELE Di Francesco da Castelfiorentino, notaio
dei Priori, ric, 147, 35.
Michele di GiANNi, V. Cristiani M. di G.
Michele di Giovanni, V. Medici {de') M. di G.
MicHELE Di GiuFFREDi, del popolo di S. Trinita, viene con-
dannato per trame contro lo Stato (an. 1379), 366, 5.
MicHBLE Di Jacopo, notaio dei Priori, ric, 374, 37.
MicHELE Di Jacopo, V. Ricciolbani M. di J.
MicHELE Di Lando, cardassic-re, fatto dai Ciompi Gon
faloniere di Giustizia, entra con questi al palazzo
della Signoria dove egli s'iii8edia con pieni poteri (an.
1378), 325, 34-40 ; 326, 1-8 ; si fa dare la podesteria
di Barberino ; 332, 2-4 ; affronta c feri.sce facendoli
ruzzolare giii per le scale i due inviati dagli Otto
di Balia di S. Maria Novella, 333. 23-30 ; come egli
lascia il potere, 334, 39-42 ; 335, 1-2 ; viene confi-
nato a Chioggia (an. 1381). 408, 24.
MicHELE Di Lando, stovigliaio, k degli Otto della guar-
dia (an. 1379), 354, 39.
MicHELE Di Lapo, k dci Dodici buoni uomini pel Quar-
tiere S. Spirito e partecipa come tale alla Balia pcr
la riforma del Governo (an. 1381), 395. 2.
MicHELE Di Leonardo, dci popolo di S. Lucia d'Ognis-
santi, viene condannato per trame contro lo Stato
(an. 1378), 340, 27.
MicHELE Di LoRENZO. V. Buratta M. di L.
MicHELE Di Nardo. 6 nellc liste dei Priori del 1349 gen-
niio 1350 gennaio, 235. 36 ; e del 1353 gennaio-1354
gennaio, 246. 1.
MicHELE Di Pagno di Ventura. vicnc ammonito (an.
1375), 294. 32.
MicHELE Dl Piero, V. Gucci M. di P.
Michele di Riccialbano, 6 nelle liste dei Priori del
1293 febbraio-1294 febbraio, 73, 39.
MicHELE Di RiDOLFO Di TuoNO, 6 nellc liste dei Priori
del 1380 marzo-1381 febbraio, 391. 17.
MicHELE Di RoDOLFO. viene nominato Proposto (an
1379), 342, 39; 6 confinato per cinque airni (an
1381), 400, 38.
MiCHELE Di Salvi, 6 nelle liste dei Priori del
1385 maggio-1386 aprile, 443, 30.
MicHELE Di SiMONE, 6 dci Priori (an. 1380 luglio-agosto) ,
374, 35.
MicHELE Di Tegna. notaio dei Priori, ric, 252, 22 ; 262.
36 ; 279, 23 ; fe nelle liste dei Priori del 1367 gennaio-
1368 gennaio, 268, 8.
MicHELE Di Tieri, k nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-1347 gennaio, 288, 42.
MicHELE Di Vanni di Lotto, fe nclle liste dei Priori del
1359 gennaio-1360 gennaio. 256, 15 ; 6 Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1365 gennaio-1366 gennaio),
265, 30 ; e di nuovo (liste 1371 gennaio-i372 gen-
naio), 279, 20 ; viene in aiuto di Bartolo di Giovanni
Siminetti, liberandolo dal pericolo del fallimento,
279, 43-45 ; 280, 1-5 ; 6 inviato quale ambasc. in
Avignone pr. Gregorio XI (an. 1376), 296, 30 ; 6 dei
Cinquantadue cittadini cui viene data la Balia, in-
sicme ai Priori e CoIIegi, per la riforma del Governo
(an. 1381). 396. 25 ; muore di pestilenza (an. 1383),
427, 18 ; ric 316, 37.
MicHELE Di Vanni di Ugolino, vienc ammonito (an.
1378), 316. 25-26.
MicHELE Di Veri. V. RondintUi M. di V.
MicHELE Vestri, V. Contadini M. V.
MicHELE (di), V. Bonaccorso di M. ; Diotifece di M. ;
Domenico di M. ; Francesco di M. ; Jacopo
di M.
[MiclieIi'Mona$tero di S. Donato]
INDICE ALFABETICO
583
^ricHELi Cambio, notaio dei Priori, ric, 102, 30 ; 122, 6 ;
135, 28; 164, 40.
MicHi CiNO, h nelle liste dei Priori del 1329 dicembre-
1330 dicembre, 164, 15 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia,
{liste 1332 dicembre-1333 dicembre), 175, 18.
MicHi GiovANNi Di Ckcco, 6 nelle liste dei Priori del
1376 gennaio-1377 gennaio, 306, 41.
MicHi PiERO Di NuTO, 6 nelle liste dei Priori del 1372 gen-
naio-1373 gennaio, 284, 36.
Mico, V. Calvagni M-
Mico DEL Cappone, h nelle liste dei Priori del 1286 di-
cembre- 1287 dicembre, 62, 38.
Mico Di Recco, V. Capponi {de') M. di R.
Mico Di Recco del Cappone, 6 nelle liste dei Priori del
1352 gennaio-1353 gennaio, 242, 6.
Mico DEL Velluto, k nelle liste dei Priori del 1282 di-
cembre-T283 dicembre, 59, 16; e del 1287 feb-
braio-1288 aprile, 63, 34.
MiGi E MiGio Di Paolo, e nelle liste dei Priori del 1359
gennaio-1360 gennaio, 256, 14 ; e nelle liste dei Priori
del 1364 gennaio-1365 gennaio, 264, <».
Migliarelli, fam. fiorentina del quartiere di Porta S.
Brancazio, 21, 8 ; di parte ghibellina, 28, 28 ; le
vengono abbattute le case durante la rivolta popolare
contro i Ghibellini (an. 1258), 44, 8.
MiGLiNi Duccio, e dei Priori (an. 1380 gennaio-febbraio),
389, 16.
MiGLiNO Di Magaldo, ^ nelle liste dei Priori del 131 1
febbraio-1312 febbraio, 112, 18.
Migliorati Borghese, 6 nelle liste dei Priori del 1283
dicembre-1284 dicembre, 59, 38.
Migliorati Coppo Borghesi, 6 nelle liste dei Priori
del 1308 febbraio-i3og febbraio, 104, 3 ; v. anche
Migliorati Coppo di Borghere.
Migliorati Coppo di Borghese, 6 nelle liste dei Priori
del 1312 febbraio-1313 febbraio, 115, 7 ; del 1314
febbraio-1315 febbraio, 119, 16 ; e del 1327 febbraio-
1328 febbraio, 158, 2 ; v. anche Migliorati Coppo
Borghesi.
Migliorato, V. Domenichi [de'] M.
Migliorato (di), V. Borghese di M.
Migliore, V. Guadagni {de') M. ; Hdebrandini M-
MiGLioRE Di Duccio, k nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 229, 15.
MiGLiORE Di ViERi, V. Guadagni (de') M. di V.
MiGLioRE (del), V. Cino del M. ; Lotto del M. ; Niccold di
Piero del M. ; Piero del M. ; Sinibaldo del M- ; Ste-
fano del M. ; Vanni del M-
Migliore (di), V. Lapo di M.
MiGLiozzo Di Taddeo, V. Magaldi M. di T.
MiGLiOROZzo Di Zato, V. Guadagni (de') M. di Z.
Milano, ric, 435, 46 ; 436, 1-3 ; v. anche Visconti.
Minerbetti, fam. fiorentina, esce coi Guelfi da Firenze
airannunzio della sconfitta di Montaperti (an. 12O0),
48, 6.
Minerbetti Andrea di Betto, 6 nelle liste dei Priori
del 1326 febbraio-1327 febbraio, 155, 22 ; e del 1337
dicembre-1338 dicembre, 187, 15.
MiNERBETTi Maso di Ruggerino, 6 nellc liste dei Priori
del 1285 dicembre-1286 dicembre, 61, 40 ; del 1288
dicembre-1289 dicembre, 65, 5 ; e del 1295 febbraio-
1296 febbraio, 75, 48.
" MlNERBETTI PlETRO, StoricO, cit. V, 14-16, 1 „.
MiNERBETTi (de') Feo di Cione, 6 nelle liste dei Priori
del 1304 febbraio-1305 febbraio, 96, 9 ; e del 1309
febbraio-1310 febbraio, 106, 1.
Minerbetti (de") Lapo, 6 Gonfalonierc di Giustizia
(liste 1301 febbraio-1302 febbraio), 88, 39 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1306 febbraio-1307 febbraio),
99, 18.
MiNGO, V. Buonamichi M.
MiNGO DEL Cappello, V. Buonamichi M. del C.
MiNi Francesco di Santi, va ambasc. pr. Carlo di Du-
razzo re di Puglia per Tincoronazione della regina
Margherita sua moglie (an. 1381), 390, 23.
"MiNi Paolo, storico pone erroneamente Coppo Stefani
tra gli scrittori di Storie fiorentinc, XXII, 23-2 5 ,,.
MiNiATO (S.), venuto a fare vita d'eremita con altri
compagni, nella selva posta nel luogo dove ora k la
Chiesa che porta il suo nome, viene fatto prendere
e martirizzare dairimperatore Decio, 12, 35-41 ;
suo miracolo, 13, 1-5 ; t;. anche San Miniato.
MiNiATO Di Nuccio, h nelle liste dei Priori del 1369 gen-
naio-1370 gennaio, 274, 42 ; e del 1374 gennaio-
1375 gennaio, 291, 19.
MiNO di Grifo, notaio dei Priori, ric, 255, 39.
MiNO (di), V. Domenico di M.
MiNUTOLi (di) Amideo di Salvi, 6 nelle liste dei Priori
del 1309 febbraio-1310 febbraio, 106, 5.
MiNUTOLi (de') Ammonito, fe Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1295 febbraio-1296 febbraio), 75, 26 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1298 febbraio-1299 febbraio,
78, 19.
MisoNGRADO, c. ungherese, ric, 440, 10.
MoDENA [Modona], ric, 42, 38 ; 172, 24.
Modesto di Geri, 6 dei Priori (an. 1378 novembre-
dicembre), 337, 34.
MoDiGLiANA, Comune di Romagna, ric, 297, 39.
MoLLE Francesco di Guido, viene mandato a morte
dal Dnca d'Atene, 198, 2-5.
MoLTOBUONi CiONE, 6 nelle liste dei Priori del 1282 di-
cembre-1283 dicembre, 59, 14.
MoNACHi Bartolomeo di Ventura, fe nelle liste dei
Priori del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 17.
Monachi Ventura, notaio dei Priori, ric, 164, 31.
MoNACi Bartolomeo di Ventura, i
nelle liste dei Priori del 1365 gennaio-1366 gennaio,
265, 30.
MoNAci, c Monachi, Niccol6 di Ventura, notaio dei
Priori, 219, 21 ; 260, 8 ; 276, 18 ; come e perch6
viene cassato dairufficio di Cancelliere dei Priori
(an. 1374), 291, 2-15; viene ammonito (an. 1377),
305, 4 ; 308, 44 ; viene confinato per sei anni (an.
1381), 401, 33.
Monaldeschi Ormanno, viene inviato dagli Orvietani,
a seguito di espres.sa richiesta, Podesti in Firenzc
(an. 1266), 52, 12.
Monastkro di S. Donato, pr. Rifredi vi s'adunano i
Crociati fiorentini prima della partenza (an. 1188),
26, 8-10.
584
INDICE ALFABETICO
I Moo ( ioa«- MootaimtrU |
MoNciONB, castello, ric, 217, iS.
MoNE, V. Santini M.
MoNB Di Guioo, b nelle liste dei Priori del 1340 dicembre-
1341 dicembre, 189, 36.
MoNE (Di), V. Giovanni di M.
MoNFERRATO (marchesb di), concessioiii a lui fatte dal-
l'imperatore Arrigo VII (an. 1313), 112, 13-14.
MoNFORTE, casJeUo, viene venduto dal conte Guido al
Comune di Firenze (an. 1373), 298, 19.
MoNPUccio Di Salvi del Chiaro, 6 nelle listc dei Priori
del 1292 dicembre-1293 febbraio, 70, 36 ; e in quelle
del 1299 febbraio-1300 febbraio, 82, 26.
MoNSELiGK, vi muore Pietro Rossi capitano della Lega
contro i Signori della Scala (an. 1377), 185, 14.
Montagliati, castello, fatto ribellare dagli Ubaldini e
dai Bianchi fuorusciti ma subito riprcso dai Fio-
rentini (an. 1302), 87, 31-33.
Montaio, castello, 6 fatto ribellare dai Ghibellini fuo-
rusciti ma vlene subito ripreso dai Fiorentini che lo
di.struggono (an. 1251), 40, 19-23.
Montale, castello, preso e distrutto dai Fiorentini (an.
1303), 89, 28.
MoNTALTELLO, terra deiraretino ceduta al Comune di
Firenze (an. 1385), 435, 37.
MONTALTO, ric, 27, 28.
MoNTAPERTi, vi vengono sconfitti i Fiorentini dai Se-
nesi, dai Ghibellini e dalle milizie di Manfredi (an.
1260), 47, 23-39 ; ric, 113, 11.
MoNTE, V. AcciaittoH (degli) M.
MoNTE Di Bartolo, V. Chertnontieri M. di B.
MoNTE Di GuiDO DA MosciANO, h neUe liste dei Priori
del 1317 febbraio-1318 febbraio, 124, 26.
MoNTE Dl LlPPO, V. Bellandi M. di L.
MoNTE Di PuGio, Ferrovecchio (I), 6 dei Priori (an. 1382
luglio-agosto), 417, 26.
MoNTE (Di), V. Jacopo di M. ; Niccolb di M.
MoNTE AcciNico, e AciNico, casteUo degli Ubaldini
nel Mugello fatto costruire da Ottaviano, vi vengono
sconfitti gli Ubaldini dai Fiorentini (an. 1251), 40,
14-16 ; divenuto nido dei GhibeUini e dei Bianchi fuo-
rusciti, donde questi spesso uscivano a danneggiare
il territorio fiorentino, viene preso e distrutto dalle
genti del Comune di Firenze (an. 1306), 97, 2-10.
MoNTE AcuTO \Aguto], fortezza degli Aretini presa dai
Fiorentini (an. 1290), 67, 30.
MoNTE Alcino, e MONTALCINO, castello assediato dai
Senesi (an. 1252), 41, 22-2 4, viene rifornito e poi
liberato dai Fiorentini, 24-26; 42, 12-15, 18; vienc
di nuovo assediato dai Senesi e dai Ghibellini cac-
ciati da Firenze (an. 1260), 46, 23-2 7; drammatico
consiglio tenutosi a Firenze a riguardo degli aiuti
da mandare agli assediati, 46. 38-41 ; 47, 1-15 ; ric,
27, 27 ; 28, 1-2 ; 34, 2 ; 178, 17.
MoNTEBUONi, castello preso dai Fiorentini ai Bnondel-
monti e distmtto (an. 1135), 23, 25; " cf . XLIV,
32, XLV, 1-4,,.
MoNTE Calvi, castello, fatto ribeUare dai Bianchi e dai
Ghibellini fuorusciti e ripreso dai Fiorentini (an.
1304). 94. 13-19 ; CEde in potere di Uguccione (an.
1314). 115, 31.
MoNTB Calvoli, castello dei Lucchesi datosi spontanea-
mente ai Fiorentini (an. 1314), 115, 23 ; viene pres<j
da Uguccione, 118, 10-12; viene dato da Lodovico
il Bavaro a Castruccio 154, 23.
MoNTE Carelli (conte di), ric, 407, 31 ; 411, IS.
MoNTE Carugli (da), V. Obizzo da M. C.
MoNTE Casciolli, castello, vi viene sorpreso e sconfitto
Roberto Tedesco dai Fiorentini (an. 11 13), 22, 2«-29.
MoNTE Cassino (abate di), ric, 436, 38.
MoNTECATiNi [Monte Catino], casteUo dei Lurchesi
datosi ai Fiorentini (an. 1314), 115, 24 ; viene as-
sediato da Uguccione (an. 1315), 116, 31-32 ; vi
vengono sconfitti i Fiorentini mentre il casteUo
cade in potere di Uguccione, 117, 9-SS ; 118, 1-12 :
viene nuovamente attaccato dai Fiorentini (an .
1329)1 163, 18-20 ; riusciti vani i tentativi di portare
aiuti agli assediati il castello deve arrendersi ai Fio-
rentini (an. 1330), 166, 3; " cf. CXI, 35-37-CXn,
1-3 „.
MoNTEccHio, casteUo degli Aretini preso dai Fiorentmi
(an. 1289), 66, 10.
MoNTECHiARO, terra dei Lncchesi presa dai Fiorentini
(an. 1330), 166, 25.
MoNTECOLARETO, castello degli Ubaldiai preso e distrutto
dai Fiorentini (an. 1373), 286, 36.
MoNTE Di Croce, castello dei conti Guidi, viene venduto
da questi al Vescovo di Firenze, 24, 4-5 ; " cf,
XLVII, 15-34-XLVIII, 1-15 „.
Monte Falcone, terra dei Lucchesi presa dai Fiorentini
(Ein. 1325), 142, 14 ; viene ripresa da Castruccio,
143, 24-32.
MONTE Feltro (di), V. Buonoconle di M. F. ; Nolfo di
M. F.
Monte Feltraio, ric, 369, 10.
Monte Fortino, castello dei Pazzi di Valdarno danneg-
giato dai Fiorentini (an. 1268), 64, 26.
MoNTE Gabrio, ric, 170, 6.
MoNTE Gemmoli, castello degli Ubaldini preso e disfatto
dai Fiorentini (an. 1273), 286, 35.
MoNTE Granelli (da), V. Antonio, Giovanni e Niccold
figli del conte Bandino da Monte GraneUi ', Ouidi {det
conii) Giovanni figlio del c. B.
MoNTE Grossoli, castello, come pass6 al Comune fioren-
tini (an. 1197), 25, 24-29; 26,22-24; " cf. XLVIII,
17, 35-LI, 1-3» „.
MoNTE Imperiale, ric, 181, 17.
MoNTELFi, vi si trincerano i Fiorentini per impedire il
passo airimperatore Arrigo VII (an. 1312), 109, 28.
MoNTELUPO, castello fatto edificare dai Fiorentini (an.
1203), 27, 8 ; ric, 418, 27.
MoNTEMALO, ric, 109, 2.
Montemaggiore (Abate di) Signore di Perugia v. [Puy
(di) Gerardo, card.]
MoNTE Marciano, casteUo degli Ubertini danneggiato
dai Fiorentini (an. 1286), 64, 25-26.
MONTE MORELLO, ric, 14, 25.
MoNTEMURLO, castcllo dei Conti Guidi acquistato dai Fio-
rentini (an. 1207), 27, 10-14 ; viene preso da Ca-
struccio (an. 1326), 146, 8-12; ritorna in potere dei
Fiorentiai (an. 1329), 162, 17 ; ric, 22, 28-29; 31, 18.
[Monte Naova-Naddo d'Aadrea]
INDICE ALFABETICO
585
MoNTE Nuovo, castello degli Squarcialtipi preso dai Fio-
rentini (an. 1221), 30, 33-34.
MoNTE Orlandi, castello dei Gangalandi preso e distrutto
dai Fiorentini (an. 1107), 22, 21-2 3.
MoNTEPULCiANO, castello, viene assediato dai Senesi e
liberato poi dai Fiorentini corsi in suo aiuto (an.
1174), 24, 26-28 ; viene di nuovo assediato dai Senesi
(an. 1229), 31, 25-26 ; 33, 6 ; i quali per6 nella nuova
pace, fatta coi Fiorentini, accorsi ancora una volta
in ,suo aiuto, s'impegnano di ricostruire !e mura del
castello da essi danneggiate neirassedio, 31 ; 34,
1-3 ; ric. 27, 26 ; 28, 1.
MoNTE Regioni, ric, 42, 16 ; 381, 28-21.
MoNTE RuBOLiNi, vi vengono sconfitti i Pistoiesi dai
Fiorentini (an. 1251), 39, 31-32.
MoNTE RuppoLi (da), V. Simotie da M- R-
Monte Scaggioso, V. Balzo (del) Beltramo di M. S.
MoNTE SoMMANO, castello dei Lucchesi datosi spontanea-
mente ai Fiorentini (an, 1314), 115, 23 ; viene preso
da Uguccione, 118, 10-12.
MoNTESPERTOLi, e MoNTE SPERTOLi (da), V. Baldo da
M. ; Bartolo da M- ; Lotteringo da M.
MoNTE TopoLi, castello dei Lucchesi passato ai Fioren-
tini (an. 1314), 115, 23 ; viene danneggiato da Ca-
struccio (an. 1323), 132, 15 ; 133, 33.
MoNTEVARCHi, vi vengono sconfitte dai Guelfi fuoru-
sciti fiorentini le milizie tedesche mandate contro
di loro (an. 1249), 36, 10-15 ; viene danneggiata
dagli Aretini (an. 1287), 63, 13 ; 64, 2-37 ; 6 occupata
da Arrigo VII (an. 1312), 109, 20.
MoNTE Vettolino, castello della Valdinievole passato
a Castruccio, viene assediato dai Fiorentini (an,
1321), 127, 39 ; viene riconosciuto dai Pistoiesi di
spettanza dei Fiorentini insieme ad altri castelli
della regione (an. 1329), 162, 19 ; 163, 22.
MoNTUGHi, ric, 106, i ; 355, 34-35.
MoRA (della), V. Chiarozzo della M.
Moranducci Rustico, nataio dei Priori, ric, 106, 25 ;
116, 11 ; 179, 21 ; 189, 29.
More, V. Ubaldini M. ■
Morea di Romania, ric, 149, 19.
Morelli Bartolo, 6 nelle liste dei Priori del 1336 di-
cembre-1337 dicembre, 186, 26.
Morelli Benedetto di Piero, 6 nelle liste dei Priori
del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 16.
Morello (di), V. Bartolo di M-
Mori (dei) Puccio di Ventura, notaio dei Priori, ric
106, 16 ; 152, 17.
MoRREALE, capitano di ventura provenzale ric, 244, 37-38 .
Mortennana, castello dei Fiorentini fatto ribellare dagli
Squarcialupi (an. 1254), 42, 21-22.
MoscARDi, 6 nelle liste dei Priori del 1334 dicembre-
1335 dicembre, 179, 22 ; e del 1337 dicembre-1338
dicerabre,- 187, 1.
MosciANO Di Mari, fe Gonfaloniere di Giustizia (liste 1311
febbraio-1312 febbraio), 112, 41.
MosciANO (da) i;. Filippo di Spinello da M. ; Lupo di
Primerano da M- ; Mari di Spinello da M. ; Afonie
di Guido da M. ; Mosciano di Mari da M- ; Spinello
da M- ; Spinello di Primerano da M.
MoscoNE, V. Beccanugi detto Moscone.
Mostanza (di), i;. Guido di M.
Mozzi, (de) fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 21 ; esce da
Firenze alla notizia della sconfit^a di Montaperti
(an. 1260), 48, 9 ; si schiera coi Bianchi, 80, 34 ;
va nelle sue case ad abitare il Card. da Prato, 91 ,
25 ; ric, 214, 12.
Mozzi (de') Giovanni di Luigi, ^ nelle liste dei Priori del
1364 gennaio-1365 gennaio, 265, S ; 6 Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1368 gennaio-1369 gennaio), 274,
9 ; e di nuovo nelle liste dei Priori del 1371 gennaio.
1372 gennaio, 279, 10 ; fe a capo dei congiurati de,
quartiere di S. Spirito contro le sette degli Albizz.
e dei Ricci (an. 1372), 280, 29 ; Vicario di Valdinie_
vole 6 fatto dei Grandi in seguito a petizione dej
Pesciatini e cassato dall'Ufficio, 303, 7-8 ; 18-40
304, 1-19 ; come riusci a scampare dairaccnsa d'
omicidio e baratteria, 20-30 ; viene ammonito (an
1377). 305, 13 ; 309, 4-5.
Mozzi (de') LuiGi d'Andrea, fe Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1326 febbraio-1327 febbraio), 155, 15 ;
6 nelle liste dei Priori del 1333 dicebre-1334 di-
cembre, 177, 23 ; del 1336 dicembre-1337 dicembre,
186, 13 ; 6 di nuovo Gonfaloniere (liste 1345 maggio-
1346 maggio), 227, 1 ; e (liste 1351 gennaio-1352
gennaio), 240, 43.
Mozzi (de') Tommaso di Luigi, 6 nelle liste dei Priori
del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 29.
Mozzi (de') Vanni, 6 a capo d'una brigata armata dai
Grandi contro i Priori (an. 1295), 74, 21.
MucciATTO, fornaio, 6 nelle liste dei Priori del 1348 gen-
naio-1349 gennaio, 234, 13.
Muccio Di Casa da Laterina, viene fatto decapitare per
avere trattato per fare entrare in Laterina gente
degli Aretini (an. 1380), 388, 9-27.
MuciNi Arrigo di Piero, 6 dei Quarantatre cittadini
el. in aggiunta agli altri della Balia gii nominati
(an. 1381), 404, 30.
MuciNl FiLiPPO Di PiERO, notaio dei Priori, ric, 427,
39.
MuciNi Piero Gucci, notaio dei Priori, ric, 254, 42.
MuGNAio Di Recco da Ghiacceto, i nelle liste dei Priori
del 1331 dicembre-1332 dicembre, 169, 26 ; del 1337
dicembre-1338 dicembre, 187, 16 ; del 1348 gennaio-
1349 gennaio, 234, 23 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1353 gennaio-1354 gennaio), 245, 32.
Muletti Sandro da Panzano, viene ammonito (an.
1377), 305, 7 ; 308, 33.
MuLi, nobile famiglia pistoiese, ric, 171, 14,
" Muratori Lodovico Anionio, storlco, csprime per
primo i suoi dubbi sulla notizia della distruzione di
Fiesole nel loio, XXXVIII, 23-27 „ ; " ric, V, 16,
1-9 ...
MusciATTO, V. Franzesi {de') M.^
Muzzi Francesco di Vanni, notaio dei Priori ric,
254, 42 ; 273, 40 ; 291, 30 ; 346, S5.
Nacci Rinaldo, notaio dei Priori, ric, 131, 85.
Naddo, V. Bucelli N. ; Casini N.
Naddo d'Andrea, viene ammonito (an. 1359). 255, 20 ;
V. anche Boccoli N. d'A.
586
INDICE ALFABETICO
[Naddo di Beninosa-Nclli
Naddo di Bbnincasa, 6 nelle liste dei Priori del 131 1
febbraio-1312 febbraio, 112, 36.
Naodo di Cenni, V. Nardi N. di C.
Naddo di Cenni di Nardo, k nelle liste dei Priori del
1334 dicembre-1335 dicembre, 179, S.
Naddo di Jacopo, V. Covoni {de') N. di J.
Naddo di Lapo, k nelle liste dei Priori del 1345 maggio-
1346 maggio, 227, 15.
Naddo di Nozzo, 6 nelle liste dei Priori del 1343 aprile-
1344 aprile, 219, 19.
Naddo di Segna, 6 nelle liste dei Priori del 1294 fcb-
braio-1295 febbraio, 74, 42.
Naddo di Spigliato da Filicaia, 6 nelle liste dei Priori
del 1316 febbraio-1317 febbraio, 123, 1 ; del 1319
febbraio-1320 febbraio, 126, 5 ; del 1326 febbraio-
1327 febbraio, 155, 24 ; del 1333 dicembre-1334;
dicembre, 177, 10; del 1336 dicembre-1337 dicem-
bre, 186, 28 ; del 1338 dicembre-i33g dicembre, 188,
9 ; del 1341 dicembre-1342 dicembre, 190, 43 ; 6
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1348 gennaio-i349
gennaio), 233, 31 ; e di nuovo nelle liste dei Priori
del 1353 gennaio-1354 gennaio, 246, 28.
Naddo di Tuccio, V. Bucelli {de'} N. di T.
Naddo (di), V. Jacopo di N.
Nagio di Nagio, 6 nelle liste dei Priori del 1299 feb-
braioi3oo febbraio, 82, 6.
Naldo di Niccol6, v. Altoviti N. di N.
Naldo di Ugo, V. Altoviti N. di U.
Naldo (di), V. Nanni Niccold di N.
Nanni, giubbettaio, viene condannato nell'avere e nella
persona (an. 1301), 400, 11.
Nanni del Boneca, V. Rossi (de') N. delB.
Nanni vocato Bragliabasso, da Casanuova, viene con-
dannato come ribelle (an. 1380), 373, 37.
Nanni di Bucarello, del popolo di S. Lorenzo, viene
condannato per trame contro lo Stato (an. 1378),
339, 28 ; viene bandito come ribelle (jm. 1380),
371, 10.
Nanni di Camaino, V. Camaiani {de') N. di C.
Nanni vocato Carnicchia, viene condannato come
ribelle (an. 1380), 373, 39.
Nanni di Corrado, viene condannto per trame contro
10 Stato (an. 1378), 339, 14.
Nanni di Guccio, del popolo di S. Niccol6, viene con-
dannato neiravere e nella persona (an. 1379) 365, 39.
Nanni di Lorenzo, del popolo di S. Piero Maggiore, viene
condannato alla forca per trame contro lo Stato
(an. 1379), 344,26.
Nanni di Niccol6 di Naldo, h dei Priori (an. 1378 gen-
naio-febbraio), 341, 4.
Nanni del Pezza da Siena, viene condannato per trame
contro lo Stato (an. 1379), 344, 37.
Nanni dello Scelto, V. Tinghi N. dello S.
Napo di Cecco, V. Spina N. di C.
Napoleone, V. Orsini {degH) N.
Napoleone di Benci, V. Carucci N. di B.
Napoli c, vi si porta Urbano VI per reclamare da Carlo
di Durazzo Tadempimento dei patti e degli impegni
da Ini presi (an. 1384), 433, 15-22 ; v. anche Puglia
(re di).
Napoli (di), V. Nicola di N.
Nardi Giunta, d nelle liste dei Priori del 1327 febbraio-
1328 febbraio, 157, 34 ; del 1331 dicembre-i33-'
dicembre, 168, 38.
Nardi Lotto, notaio dei Priori, ric, 187, 31.
Nardi Michele, k Gonfalonlere di Giustizia (liste 1358
gennaio-i35g gennaio), 254, 40 ; l nelle liste dei
Priori del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, iO ; del
1366 gennaio-i36y gennaio, 266, 12 ; e del 1372 gen-
naio-1373 gennaio, 284, 18.
Nardi Naddo di Cenni, ^ nelle liste dei Priori del 1330
dicembre-1331 dicembre, 167, 30 ; e del 1338 dicem-
bre-i33g dicembre, 188, 7.
Nardi Silvestro di Michble, fe nelle liste dei Priori
del 1383 lugIio-1384 agosto, 428, 29.
Nardo, V. Ciai N. ; SangaUini N.
Nardo di Chele, V. Pagnini N. di C.
Nardo di Giunta, 6 nelle liste dei Priori del 1301 feb-
braio-1302 febbraio, 88, 36 ; 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1307 febbraio-1308 febbraio), 102, 20.
Nardo di Lippo, V. Durelli N. di L.
Nardo di Stefano del Mazza, viene bandito per trame
contro lo Stato (an. 1381), 400, 9.
Nardo (di), V. Bingeri di N. ; Cenni di N. ; Giunta di N- ;
Michele di N. ; Naddo di Cenni di N. ; Niccold di
Cenni di N.
Narni (da), V. Giovanni da N.
Narsete [Narset], inviato in Italia dairimperatore Giu-
stino per cacciarne i Goti, caccia questi definitiva-
mente dalla penisola, 16, 38-40 ; si ribella airimpera-
tore e chiama in Italia i Longobardi, 17, 8-9.
NarsI (di), V. Piero di N.
Nastagio, V. Bucelli N.
Nastagio di Benincasa della Ca-
M E R A, e nelle liste dei Priori del 1385 maggio,i386
aprile, 443, *l.
Nastagio di Bonaguida, V. Tolosini N. di B.
Nastagio di Cambio, 6 nelle liste dei Priori del 1344
maggio-1345 maggio, 222, 7.
Nastagio di Francesco, viene ammonito (an. 1377),
305, 28, 308, 42 ; fe fatto cavaliere dai Ciompi (an.
1378), 324, 48 ; V. anche Benvenuti N. di F.
Nastagio di Lapo, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1337 dicembre-1338 dicembre), 187, 12 ; v. anche
Talenti N. di L.
Nastagio Tolosini. e del Tosino, di Bonaguida, 6
nelle liste dei Priori del 1343 aprile-i344 aprile, 210,
4l ; 218, 39.
Neldi Bernardo, notaio dei Priori ric, 106, 16 ; 114, 42.
Neldi Francesco del Benino, 6 nelle liste dei Priori
del 1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 37.
Nelli Francesco. h nelle liste dei Priori del 1352 gen-
naio-1353 gennaio, 242, 15.
Nelli Francesco del Benino, ^ nelle liste dei Priori
del 1345 maggio-1346 maggio, 226. 36 ; del 1356 gen-
naio- 1357 gennaio, 251. 5 ; 6 Gonfaloniere di Giusti-
zia (liste 1360 gennaio-1351 gennaio). 259. 6.
Nelli Maso, viene ammonito (an. 1363), 261, 30.
Nelli Niccol6 di Vanni. viene confinato per cinque
anni, prima a Forll poi a Pisa (an. 1381), 400, 44.
[Nelli«Ncri di Ricaccio]
INDICE ALFABETICO
587
Nelli Piero, notaio dei Priori, ric, 248, 3 ; 256, 11.
Nello, V. Ghetti N. ; Giovanni N. ; Rinucci N.
Xello d'Arrighetto, V. Doni, N. d'A.
Nello Diotaiuti, V. Galigaio N. D.
Nello di Guido, V. Malegonnelle N. di G.
Nello di Ranuccio, k nelle liste dei Priori del 1295 feb-
braio-1296 febbraio, 76, 1.
Nello di Rinuccio, 6 nelle liste dei Priori del 1310 feb-
braio-i3H febbraio, 108, 6 ; e Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1314 febbraio-1315 febbraio), 119, 12.
Nello (di), V. Jacopo di N., Niccold di N. ; Vatmi di N.
Nembroto, discendente di Cam, fa costruire la torre di
Babele che porta la confusione delle lingue e la divi-
sione delle genti, 3, 4, 10-16 ; 19, 21, 29.
Nemmi Pagolo, notaio dei Priori, ric, 250, 8.
Nencio, cappellaio, viene impiccato per trame contro lo
Stato (an. 1382), 433, 34-35.
Kencio Cecco, e Cicco, v. Lorenzo di Giovanni detio N. C.
Nepi Giovanni, notaio dei Priori, 246, 3.
Neri e Nera (parte), fazione del partito gnelfo facente
capo in Firenze ai Donati, 79, 32-35 ; 80, 31-33 ;
primi loro urti e scontri con i Cerchi, che s'erano po-
sti a capo dei Bianchi, loro awersari, in casa di Vieri
dei Cerchi ed alle feste del Calendimaggio (an. 1300),
79, 39-44 ; 80, 1-2 8; famiglie nobili e popolane che
si schierano con loro e che si dissero di parte nera,
38-40 ; sollecitano pr. pp. Bonifacio Tinvio d'un pa-
ciere nella c, 81, 8 ; fallita la missione di pace del
cardinale d'Acquasparta, vengono nuovamente in
rissa con gli avversari in Oltrarno durante un mor-
torio, 15-26 ; e di nuovo a Remole, in seguito di che
i maggiori responsabili di loro vengono condannati,
34-39 ; congiurano con Corso Donati, loro vero capo,
per sollecitare il pp. a mandare in Firenze un Si-
gnore della lorn parte, 82, 34-38 ; viene cacciato in
bando il detto Corso per trame contro lo Stato e ven-
gono confinati a Citta di Castpllo alcuni altri di loro,
39-40 ; 83, 12-17 ; rientrano in Firenze armatamaano
con a capo lo stesso Corso, e in mezzo a stragi ed in-
cendi, cacciano i Bianchi dagli uffici e fanno eleggere
nuovi Priori a loro piacimento (an. 1301), 84, 31-44 :
8 5, 1-1.6 ; venuti nuovamente a rissa con i loro av-
versari li fanno condannare e bandire definitiva-
mente dalla c. restando cosi soli ed assoluti padroni
(an. 1302), 85, 26-40 ; 86, 32-42 ; 87, 1-3 ; v. anche
Bianchi.
Neri Bartolo da Roffiano, notaio dei Priori, ric.
276, 21.
Neri Francesco, notaio dei Priori, ric, 249, 31.
Neri Jacopo di Lippo, i nelle liste dei Priori del 1365 gen-
naio-1366 gennaio, 265, 4o ; e del 1371 gennaio-1372
gennaio, 278, 40.
NeriMaso, i nelle liste dei Priori del 1366 gennaio-
1367 gennaio, 266, 25.
Neri Niccol6 di Giovanni, h nelle liste dei Priori del
1379 (luglio-agosto), 346, 3 ; e del i^SsIuglio-isS^ago-
sto, 427, 36.
Neri Stefano di Lippo, 6 nelle liste dei Priori del 1355
gennaio-1356 gennaio, 250, 12 ; o del 1368 gennaio-
1369 gennaio, 273, 30.
Neri, V. Aldobrandini N. ; Ardinghelli N. ; Attiglianti N. ;
Baldese (di) N. ; Berti N. ; Chelli e Chellini N. ;
Corsini N. ; Lippt N. ; Pepi N. ; Pitti N. ; Rusteghi N.
Neri d'Aldobrandino, fe nelle liste dei Priori del 1310
febbraio-1311 febbraio, 108, 11 ; u. atu:he Bellincioni
N.. d'A.
Neri di Bartolino, 6 nelle liste dei Priori del 1344 mag-
gio-1345 maggio, 222, 4.
Neri di Baldese, d nelle liste dei Priori del 1344 mag-
gio-1345 maggio, 222, 2.
Neri di Bencivenni, h nelle liste dei Priori del 1373 gen-
naio-1374 gennaio, 288, 36.
Neri di Benedetto, 6 nelle liste dei Priori del 1338 di-
cembre-1339 dicembre, 187, 12.
Neri di Berto, h nelle liste dei Priori del 1286 dicembre-
1287 dicembre, 62, 34.
Neri di Boccuccio, V. Vettori N. di B.
Neri di Bonaccorso, t;. Pitti N. di B.
Neri di Buoncristiano, 6 nelle liste dei Priori del 1343
aprile-1344 aprile, 219, 14.
Neri di Cherico, V. Pazzi (de') N. di C.
Neri di Fioravante, h nelle liste dei Priori del 1344 mag-
gio-1345 maggio, 222, 8 ; del 1352 gennaio-1353 gen-
naio, 242, 29 ; del 1357 gennaio-1358 gennaio, 252,
29 ; del 1362 gennaio-1363 gennaio, 262, Z ; e del 1366
gennaio-1367 gennaio, 266, 13.
Neri di Forte del Bezzole, k Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1310 febbraio-1311 febbraio), 108, 14 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1312 febbraio-1313 febbraio, ll4,
24 ; e del 1315 febbraio-1316 febbraio, 121, 32.
Neri della Gattaia, 6 nelle liste dei Priori del 1283
dicembre-1284 dicembre, 59, 33.
Neri di GiuNTiNO, t;. Alamanni (degli) N. di G.
Neri di Guido, V. Mancini N. di G. ; Ricci (de') N. di G.
Neri di Jacopo, 6 nelle liste dei Priori del 1307 febbraio-
1308 febbraio, 102, 15 ; del 1310 febbraio-1311 feb-
braio, 108, 2 ; del 1313 febbraio-i3i4 febbraio, 116,
16 ; e del 1328 dicembre-1329 dicembre, 161, 8 ; v.
anche Rimbertini N. di I.
Neri di Jacopo del GiUDicE, h nelle liste dei Priori del
1294 febbraio-1295 febbraio, 75, 17 ; del 1299 feb-
braio-1300 febbraio, 82, 15 ; del 1303 febbraio-1304 feb-
braio, 94, 25 ; del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116,
23 ; del 1317 febbraio-1318 febbraio, 124, 9 ; e del
1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 20.
Neri di Lippo, 6 nelle liste dei Priori del 1331 dicembre-
1332 dicembre, 169, 3 ; del 1335 dicembre-1336 di-
cembre, 183, 15 ; del 1339 dicembre-1340 dicembre,
188, is ; del 1341 dicembre-1342 dicembre, 190,
33 ; e del 1343 aprile-1344 aprile, 219, 5.
Neri di Pagno, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1339 d»-
cembre-1340 dicembre), 188, 36.
Neri di Pelagra d'Elboli, viene condannato per la
spedizione contro Figline (an. i379), 351, 15.
Neri di Pepe 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1305 feb-
braio-1306 febbraio), 97, 22 ; 6 neUe liste dei Priori
del 1315 febbraio-1316 febbraio, 121, 38.
Nkri di Recco del Cappone, nelle liste dei Priori, del
1350 gennaio-1351 gennaio, 239, 28.
Nkri di Ricaccio, 6 degli Otto ufficiali della Guardia
588
INDICE ALFABETICO (N«ri di Riccuecio.Niccol6 di BitiiMtj
e partecipa come tale alla Balia per la riforma del Go-
verno (an. 1381), 396, 42.
Nbri di Riccuccio, partecipa all'ufficio di Balia per i
vinattieri per la riforma del Govemo (an. 1381),
409, 37.
Neri di Ridolfo, * nelle liste dei Priori del 1307 feb-
braio 1308 febbraio, 102, 23.
Neri d'Uguccione, fc nelle liste dei Priori del 1304 feb-
braio-1305 febbraio, 96, 10.
Neri del Zanga, V. Guardi N. del Z.
Neri (di), i;. Agnolo di N. ; Bartolo di N. ; Bernardo di N. ;
Maso di N. ; Simone di N. ; Stefatio di N. ; Stefano
di Lippo di N. ; Taddeo di N. ; Vanni di N.
Nerini Filippo, notaio dei Priori, ric, 108, 8 ; 123, 26 ;
284, 26.
Nerini Giuliano di Cola, 6 nelle liste dei Priori del
1383 luglio-1384 agosto, 428, 1.
Nerino (di), V. Andrea di N.
Nerli, fam. fiorentina d'01trarno, 21, 12 ; di parte guelfa,
28, 20 ; si schiera coi Bianchi, 80, 34 ; si leva coi
Grandi contro i Popolani (an. 1343), 214, 19-22 ; 6
fatta popolana, 216, 33.
Nkrlo del Bene, 6 nella liste dei Priori del 1318 feb-
braio, 125, 22.
Nero, V. Cambi N.
Nero (del), V. Andrea del N. ; Caruccio d'Andrea del N. ;
Niccolaio di Lapo del N.
Nerone di Nigi, 6 nelle liste dei Priori del 1325 febbraio-
1326 febbraio, 152, 19 ; h Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1336 dicembre-1337 dicembre), 186, 19 ; i di
nitovo nelle liste dei Priori del 1339 dicembre- 1340
dicembre, 188, 17 ; e nuovamente Gonfaloniere (li-
ste 1349 gennaio-1350 gennaio), 235, 43 ; e nelle liste
dei Priori del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 7 ; v.
ar.chf Diotisalvi N. di N.
Nerozzo Di Meo, 6 nelle liste dei Priori del 1329 di-
cembre-1330 dicembre, 164, 11 ; v. anche Compagni
N. di M.
Nese di Durante, h dei Priori (an. 1379 Inglio-agosto),
346, 3 ; partecipa come Gonfaloniere di compagnia
del quartiere S. Croce alla Balia per la riforma del
Govemo (an. 1381), 294, 30.
Nevaldini Bartolo, notaio dei Priori, ric, 234, 5.
Nevaldini Cristofano di Bartolo, viene ammonito
(an. 1378), 316, 11.
NiccoLA, V. Acciaiuoli (degli) N.
NiccoLA d'Albizzo, V. Guicciardini N. d'A.
NiccoLA Di GiNO di Montalto, viene condannato per
trame contro lo Stato (an. 1379), 344, 35.
NiccoLA Di Lippo, V. Alberti N. di L.
NiccoLA Di Napoli, Cancelliere della regina Giovanna di
Pnglia, viene ambasc pr. il comune di Firenze da
parte dell'imperato di Carlo IV (an. 1368), 269, 16.
NiccoLA Di Niccola, 6 nelle liste dei Priori del 1383 lu-
glio-1384 agosto, 428, 30.
" NlCCOLA DA UzZANO, ric. CXV, 29 „.
NiccoLA Di Ventura, notaio dei Priori, ric 235, 18.
NiccoLA (Di), V. Domenico di Filippo di N. ; Giovanni di N.
NiccoLAi GiovANNi, da Castelfiorentino, notaio dei
Priori, ric. 383, 21.
NiccoLAio Di GioVANM, V. Neri N. di G.
NiccoLAio Di Jacopo, i;. Alberti {degli) N. di J.
NiccoLAio Di Lapo del Nero, 6 chiamato tra i Priori pel
bimestre luglio-agosto 1378 ma poi viene cacciato
dall'ufficio dai Ciompi, 314, 2S ; 320, 36 ; 335,
24-31.
NiccoLAio Di Lorenzo, d dei Dodici buoni uomini pel
quartiere S. Croce (an. 1378), 326, 30.
NiccoLAio d'Ugo, V. Albizzi {degli) N. d'U.
NiccoLi, fam. fiorentina esce da Firenze coi GueUi airan-
nunzio della sconfitta di Montaperti (an. 1260), 48. 8.
NiccoLi DoMENico Di FiLippo, 6 dei Dieci di Liberti (an.
1373). 285, 14.
NiccoLi FiLiPPO, 4 nelle liste dei Priori del 1341 dicem-
bre-1342 dicembre, 190, 26 ; e del 1345 maggio-
1346 maggio, 227, 5.
NiccoLi Lapo, k nelle liste dei Priori del 1333 dicembrc-
1334 dicembre, 177, 28 ; del 1336 dicembre-1337 di-
cembre, 186, 18 ; A Gonfaloniere di Giustizia (liste
1340 dicembre-1341 dicembre), 190, 7.
NiccoLi RisTORo, 6 nelle liste dei Priori del 1364 gen-
naio-1365 gennaio, 264, 40.
NiccoLiNi Andrea, h nelle liste dei Priori del 1369 gen-
naio-1370 gennaio, 275, 7 ; 6 dei Dieci di Liberti (.in.
1373). 285, 8.
NiccoLiNi GiovANNi Di Lapo, h nelle liste dei Priori del
1355 gennaio-1356 gennaio, 249, 29 ; del 1362 gen-
naio-1363 gennaio, 262, 13 ; del 1336 gennaio-1367
gennaio, 266, 34 ; del 1371 gennaio-1372 gennaio,
279, 2 ; e del 1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 22.
NiccoLiNO, V. Corteselli N.
NiccoLiNO Di CoNSlGLio, 6 uelle liste dei Priori dcl 1373
gennaio-1374 gennaio, 289, 12.
NiccoLiNo (di), V. Andrea di N.
N1CCOL6 III Orsini pp. (aa. 1277-1280), sollecitato dal
popolo di Firenze invia qua, come suo legato per la
pacificazione degli animi, il Cardinal Latino, 56,
20-28; "cf. LXXVIII, 16-31,,.
Niccol6 IV pp. (aa. 1288-1292), ric, 65,26.
N1CCOL6, V. Alberti (degU) N. ; AUoviti (degU) N ; Aqiii-
leia (patriarca di) N. Bencivenni N . ; Brunetli N. ;
Bruni N. ; DeUi N. ; Doni N. ; Laiini N. ; Ma-
netti N. ; Manieri N. ; OrinoU (degU) N. ; SerragU N.
Niccol6 di , cappellinaio, (sic) b degli Otto della
Guardia (an. 1379), 354, 35.
Niccol6 d'Alessio, v. Borghini N. d'A. ; Baldorinetti
N. d'A.
Niccol6 dell'Ammannato, v. Tacchini N. deU'.4.
Niccol6 d'Andrea, 6 nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-1347 gennaio, 229, 13.
Niccol6 d'Andrba, v. Ferrantini N. d'A.
N I c c o L 6 d'A ndrka di Neri di Lippo,
<5 neUe Uste dei Priori del 13S5 maggio-1386 aprile,
443, 22.
N1CCOL6 d'Arrigo, 6 nelle liste dei Priori del 1372 gen-
naio-1373 gennaio, 284, 8.
N1CCOL6 Di Baglione, fe dei Priori (an. 1380 higlio-
agosto), 374, 29 ; 6 dei Dodici buoni uomini pel
quartiere S. Spirito e partecipa come tale alla Balia
per la riforma del Governo (aa. 1381), 395, 4.
[Nicc«l6 di Bartolo-Nicoli di Ketro) INDICE ALFABETICO
580
Niccol6 di Bartolo, del popolo di S. Ambrogio, 6 fatto
decapitare per congiure contro lo Stato (an. 1379),
361, 4.
X1CCOL6 Di Bartolo, del popolo di S. Simone, viene con-
dannato per la rivolta dei Ciompi (an. 1378), 336, 42.
N1CCOL6 Di Bartolo del Buono, viene ammonito (an.
1358), 253, 37 ; viene mandato a morte per trame
contro lo Stato (an. 1360), 258, 5.
N1CCOL6 di Bartolomeo, fe dei Cinquantadue cittadini
cui viene data la Balia, insierae ai Priori e Collegi,
per la riforma del Governo (an. 1381), 395, 32.
N1CCOL6 DEL Bello, V. Mancini N. del B.
Niccol6 di Bencivbnni, v. Rucellai N. di B.
N1CCOL6 DEL Bene di Colle Valdelsa, viene fatto deca-
pitare per congiure contro lo Stato (an. 1379), 361, 11.
niccol6 di Ser Bene da Varazzano, 6 nelle liste dei
Priori del 1348 gennaio-1349 gennaio, 233, 33 ; del
1352 gennaio-1353 gennaio, 242, 24 ; e del 1357 gen-
naio-1358 gennaio, 252, 24.
■niccol6 di Benedetto, 6 nelle liste dei Priori del 1370
gennaio-1371 gennaio, 275, 43.
.\'iccol6 di Bernardo del Sannella, 6 dei Priori (an.
1380 luglio-agosto), 374, 31.
N'iccol6 di Berto, v. Strozzafichi N. di B.
N1CCOL6 Di Betto, del popolo di S. Piero Gattolino,
viene condannato per la rivolta dei Ciompi (an.
1378), 337, 3; V. anche Bardi N. di B.
N1CCOL6 Di Bocchino, 6 nelle liste dei Priori del 1357
gennaio-1358 gennaio, 252, 13 ; 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1374 gennaio-1375 gennaio), 292,
8 ; viene ammonito (an. 1377), 304, 39 ; 308, 30 ;
V. anche Rimbaldesi N. di B.
\iccol6 di Bono, 6 nelle liste dei Priori del 1376 gen-
naio-1377 gennaio, 307, 8 ; v. anche Rinucci N. di B.
AICCOL6 di Brunetto di Ventura, 6 nelle liste dei
Priori del 1366 gennaio-1367 gennaio, 266, 20.
N'iccol6 di Cambio, v. Salviati N. di C.
V1CCOL6 di DA Carlona, 6 dei Capi della coali-
zione democratica che reclama maggiore rigore sui
rei di complotti specie di fam. ricche e potenti (an.
1379). 344, 12.
'niccol6 di Cecco, v. Baldovini (de') N. di C.
.V1CCOL6, Cecco e DoMENico Di ToMMASO, del popolo
di S. Simone, vengono condannati per trame contro
lo Stato (an. 1378), 339, 31-33.
.\"iccol6 di Cenni di Nardo, fe nelle liste dci Priori
del 1350 gennaio-1351 gennaio, 239, 44.
N1CCOL6 del Chiaro, 6 nelle li.ste dei Priori del 1376
gennaio-1377 gennaio, 307, 2.
.Niccol6 di Cione, v. Ridolfi N. di C.
N1CCOL6 di Ciuto, 6 nelle liste dei Priori del 1373 gen-
naio-1374 gennaio, 289, 6.
N1CCOL6 Di CiuTO, da Castelfiorentino, canceUiere di
Parte guelfa, viene escluso dagli uffici per tre anni
(an. 1379), 364, 8-9.
N1CCOL6 Di CiUTO, V. Cecchi N. di C.
N1CCOL6 Di DoNATO, V. Ardinghelli N. di D.
' N1CCOL6 Di FiLiPPOZZO, V. Soldani N. di F.
N1CCOL6 Di Geri, 6 nelle liste dei Priori del 1349 gen-
naio-1350 gennaio, 235, 26 ; del 1352 gennaio-1353
gennaio, 242, 14 ; e del 1359 gennaio-1360 gennaio,
255, 34 ; V. anche Soderini N. di G.
N1CCOL6 Di Geri di Geri, fe nelle liste dei Priori del
1373 gennaio-1374 gennaio, 288, 35.
N1CCOL6 Di Gherardo, V. Gianni N. di G.
N1CCOL6 di Ghino, V. Popolareschi N. di G.
N1CCOL6 Di Giovanni, calzolaio, k nelle liste dei Priori
del 1383 lugIio-1384 agosto, 428, 32.
N1CCOL6 Di GiovANNi, del popolo di S. Felice, viene con-
dannato per trame contro lo Stato (an. 1378), 339,25.
N1CCOL6 Di GiovANNi, V. Cerretani (de') N. di G. ; Ghe-
rardini N. di G. ; Malegonnelle N. di G.
N1CCOL6 Di GioVANNi Di Meglio, V. Bonarli N. di G.
di M.
N1CCOL6 Di GiovANNi DEL Sega, vieue bandito (an.
1381), 400, 22.
N1CCOL6 Di GiuNTA, notaio dei Priori, ric, 186, 29.
N1CCOL6 Di Grazia, V. Guittomanni N. di G.
N1CCOL6 Di GuGLiELMO, 6 nelle liste dei Priori del 1332
dicembre-1333 dicembre, 175, 36.
N1CCOL6 Di GuiDO, V. Frescobaldi {de') N. di G.
N1CCOL6 DI GUIDONE DI BONAIUTO, «0-
taio dei Priori, ric'., 425, 29.
Niccol6 di Jacopo, v. Bordoni {de') N. di J. ; Vecchietti
(de') N. di J.
Niccol6 di Lapozzo, 6 nelle liste dei Priori del 1373
gennaio-1374 gennaio, 289, 1.
Niccol6 di Lodovico Ricciardi, v. Cerchi (de') N. di
L. R.
N1CCOL6 di Lottieri di Filicaia, viene escluso dagli
tiffici per tre anni (an. 1379), 364, 2 ; k nelle liste dei
Priori del 1383 lugIio-1384 agosto, 428, 33.
N1CCOL6 Dl ManieRi, V. Buonigradi N. di M.
N1CCOL6 Mariti da Cerreto, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1304 febbraio-1305 febbraio), 96, 21 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1309 febbraio-1310 febbraio, 106,
2 ; e del 1310 febbraio-i^ii febbraio, 108, 24.
N1CCOL6 Di Matteo, V. Davanzi N. di M. ; Duranii
N. di M.
N1CCOL6 Di MiCHBLE, V. Riccialbani N. di M.
N1CCOL6 DEL Mighore, figlio di Pero, podesta di La-
terina, viene fatto decapitare per avere tramato
con gli emissari dei Boscoli per fare entrare in Late-
rina genti aretine (an. 1380), 388, 9-27.
N1CCOL6 MiRicHi, da Cerreto, fe nelle liste dei Priori del
1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 22.
N1CCOL6 Di MiRiTO da Cerreto, 6 nelle liste dei Priori
del 1316 febbraio-1317 febbraio, 123, 14.
NtccoL6 Di MoNB, V. Guidi N. di M.
Niccol6 di Monte, ric, 383, 4-5.
Niccol6 di Naldo, v. Nanni N. di N.
N1CCOL6 Di Nello, V. Rinucci N. di N.
N1CCOL6 Di Nbrozzo, V. Cocchi (de') N. di N.
N1CCOL6 Di NOMB, 6 nelle liste dei Priori del 1344 mag-
gio-1345 maggio, 222, 15 ; del 1351 gennaio-1352
gennaio, 240, 85; del 1354 gennaio-1355 gennaio,
248, 19 ; del 1358 gennaio-i359 gennaio, 254, 82 ;
del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276,24.
"Niccol6 di Pietro di Guccio, viene cletto arbitro
nella divisione della eredit^ paterna dai figli di Coppo
Tomo XXX, p. I — 38.
590
INDICE ALFABETICO
[Niccolb da Prato-Notzo di VaoDi]
Stefani, CII, 31 „ ; v. anche Sirigatii N. di P.
diC.
Niccol6 da Prato, card., viene inviato a Firenze da
Benedetto XI, per pacificare gli animi dei cittadini
(an. 1304), 91, 19-22, ma contrastato dai Neri, per-
chd sospetto di favorire i Bianchi e i Ghibellini, se
ne parte sdegnato scomunicando la c., 22-42 ; sua
congiura e tentativo per fare rientrare in Firenze i
Bianchi e i Ghibellini, 92, 38-43 ; 93, 1-41 ; 6 tra i
card. incaricati deU'incoronazione di Arrigo VII
(an. 1312), 109, 11.
N1CCOL6 Di Rabatta, va ambasc. con Marchionne di
Coppo Stefani pr. Timperatore Venceslao (an. 1381),
389, 38 ; " cf. CXVII, 17-20 „.
N1CCOL6 Di Ricco, e DBL Ricco, 6 nelle liste dei Priori
del 1372 geimaio-1373 gennaio, 284, 33 ; viene am-
monito (an. 1377), 305, 26 ; 308, 47.
N1CCOL6 Di Salvi vocato Cica, 6 nelle liste dei Priori
del 1376 gennaio-1377 gennaio, 306, 31.
N1CCOL6 Di Sandro, V. Bardi {de') N. di S.
N1CCOL6 Di Serraglio, V. Serragli N. di S.
N1CCOL6 Di SiMONE, V. Guardi N. di S.
N1CCOL6 Di Taldo, V. Valori N. di T.
N1CCOL6 Di Tengo, 6 nelle liste dei Priori del 1348 gen-
naio-1349 gennaio, 233, 24.
N1CCOL6 Di TiNGO, 6 nelle liste dei Priori del 1352
gennaio-1353 gennaio, 242, 7.
N1CCOL6 Di ToMMASO, chiamato Vita, viene fatto giu-
stiziare per complotto contro lo Stato (an. 1379),
343, 34.
Niccol6 d'Ugolino, v. Giugni {de') N. d'U.
Niccol6 di Vanni, 6 nelle liste dei Priori del 1347 gen-
naio-1348 gennaio, 229, 32 ; v. anche Nelli N. di V.
Pelacane N. di V. ; Ricoveri N. di V.
N1CCOL6 Di Vanni di Nello, 6 nelle liste dei Priori del
1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 42.
Niccol6 di Vanni Nelli, v. Pelacane N. di V. N.
Niccol6 di Ventura, v. Monaci, e Monachi, N. di V.
N1CCOL6 Di Zanobi, notaio dei Priori, ric, 289, 25.
N1CCOL6 Di Zanobi, V. Paoni, e Pavoni, N. di Z.
N1CCOL6 Di ZuccHBRO, fe nelleliiste dei Priori del 1370
gennaio-1371 gennaio, 276, 11.
N1CCOL6 (di), v. Diotifeci di N.
" NiccOLOSA, figlia di Bonifazio di Coppo Stefani moglie
di Lando Fortini, CII, 1-2 „.
NiccoLOTTO Di S. Severino, caporale della Compagnia
S. Giorgio, 367, 1.
NiEVOLE (Pieve a), viene presa dagli sbanditi fiorentini
che vi fanno prigioniero Jacopo de' Medici (an.
1330). 165, 29-34.
NiGi, V. Diotisalvi N.
NiGi Di Paolo, 6 nelle liste dei Priori del 1350 gennaio-
1351 gennaio, 239, 41 ; e del 1356 gennaio-i357
gennaio, 250, 34.
NiGi Bi Spigliato, h nelle liste dei Priori del 1313 feb-
braio-1314 febbraio, 116, 17 ; fe Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1323 febbraio-1324 febbraio), 135, 18.
NiGi (di), V. Diotisalvi di N. ; Nerone di N.
Nioio (di), V. Betto di N.
NlNO, V. Cantori {de') N.
NiNO Di Giunta, ^ nelle liste dei Priori del 1313 feb
braio-1314 febbraio, 115, 38.
Nisi (di), V. Giovanni di N.
NoBiLi (de") Guccio, va ambasc. a Bologna pr, Luigi
d'Angi6 (an. 1282), 417, 16.
NocEA (cardinale Di) Di GuALDO (*♦«), vieiie a Firen;'.
ma non riceve come gli altri i consueti onori (an
1385), 438, 8-20.
Nocera, vi viene assediato, dalle milizie di Carlo di Ihi-
razzo, Urbano VI (an. 1384), 433, 25-38; vi viene
lo stesso liberato dai partigiani del Duca d'Angi6
(an. 1385), 436, 25-44.
No4, ric, 2, 4-5 ; 3, 2-5 ; 4. 2 ; 5, 31-32, 36.
[NOELLET GUGLIELMO] CaRD. LeGATO DI BoLOGNA, di-
cerie intorno a sue mene con gli Albizzi a riguardo
di Firenze, 285, 22, 30-32 ; suoi nuovi intrighi con
l'Abate di Montemaggiore, Signore di Perugia, e con
Giovanni Acuto contro la stessa Firenze e reazione
dei Fiorentini (an. 1375), 292, 15-39 ; 293, 1-36.
NoFFO Di Guido, h nelle liste dei Priori del 1299 febbraio-
1300 febbraio, 82, 14 ; del 1303 febbraio-1304 feb-
braio, 94, 41 ; del 1313 febbraio-1314 febbraio,
115, 33 ; e del 1314 febbraio-1315 febbraio, 119, 10;
V. anche Noffo di Guidone.
NoFFO Di Guidone, k nellc liste dei Priori del 1289 di-
cembre-1290 dicembre, 67, 16 ; v. anche Noffo di
Guido.
NoFRi d'Andrea di Neri di Lippo, 6 nelle liste dei
Priori del 1375 germaio-1376 gennaio, 299, 2.
NoFRi Di- GiovANNi Di Meglio, V. Bonarli N. di G. di M.
NoFRi Di GiovANNi Di Niccol6, V. Bischcri N. di G. di N .
NoFRi Di Simone, II. Antella (delV) N. di S.
NoFRio d'Andrea di Neri di Lapo, k dei Priori (an.
1380 marzo-aprile), 368, 5.
NoFRio d'Attaviano del Vaglia, k nelle liste dei Priori
del 1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 8.
NoFRio Di CiNELLO, del popolo di S. Firenze, viene con-
dannato per la rivolta dei Ciompi (an. 1378), 336, 48.
NoFRio Di GiovANNi Di Lapo, V. Amolfi N. di G. di L.
NoFRio Di GiovANNi Di Meglio, V. Bonarli N. di G. di M.
NoFRio Di Parente, k dci Priori (an. 1380 settembre-
ottobre), 383, 18.
Nofrio di Piero di Grifo, viene condannato per trarae
contro lo Stato (an. 1378), 340, 28 ; e di nuovo coi
fratelli Bruno, Leonardo e Francesco per la spedi-
zione contro Figline (an. 1379), 350, 41-45 ; viene
bandito come ribelle (an. 1380), 370, 38.
Nolfo da Montefeltro, figlio di Federico, Capitano del
Pisani, 191, 24-25.
NoMK (di), V. Niccold di N.
NoRciA (da), ir. Sitnone da N.
Nosso GuiDi, V. Bonafede N. G.
Nosso Di GuiDO, t;. Bonafedi N. di G.
NovELLO, V. Guido Novello ; Balzo {del) Beltramo detto
Conte Novello.
NozzANO, terra dei Lucchesi presa dal conte Ouido No-
vello (an. 1263), 49, 28.
Nozzo Di Manetto Bentaccordi, 6 nelle liste dei Priori
del 1316 febbraio-1317 febbraio, 123, 20.
Nozzo Di Vanni, V. Manetti N. di V.
[ Nozzo-Orlandini]
INDICE ALFABETICO
591
Nozzo (di), V. Naddo di N.
Nucci BoNi Baldassarre di Gjovanni, viene ammonito
(an. 1377), 344, 36.
Nucci Cambio, viene ammonito (an. 1358), 253, 33.
Nucci DiNO, h nelle liste dei Priori del 1357 gennaio-
1358 gennaio, 252, 2.
Nucci Francesco, notaio dei Priori, ric, 114, 31 ; 121,
36 ; 262, 33.
Nucci Guccio, k nelle liste dei Priori del 1359 gennaio-
1360 gennaio, 256, 8.
NucciARELLO DA ViGOZzo, vicne condannato per trame
contro lo Stato (an. 1379), 344, 36.
Nuccio, V. MartelH N.
Nuccio Di Bardo, V. Ammirati N. di B.
Nuccio Di Matteo, 6 nelle liste dei Priori del 1363 gen-
naio-1364 gennaio, 264, 21 ; del 1369 gennaio-1370
gennaio, 274, 43 ; partecipa alla Balia per TArte
dei coreggiai (an. 1381), 409, 42; 6 dei Priori (an.
1382 maggio-giugno), 416, 34.
Nuccio (di), V. Dino di N. ; Miniato di N. ; Pela di N.
NuMA PoMPiLio (re di Roma), ric, 8, 17-19.
NuMiTORE (figlio del re Proca), spogliato del trono dal
fratello Amulio viene restituito nel potere dai due
nipoti Romolo e Remo, 7, 10-11, 29-30.
NuTi Benvenuto di PiERO, 6 nelle liste dei Priori del
1383 settembre-1384 aprile, 435, 14.
Nutini Piero, h nelle liste dei Priori del 1380 marzo-
1381 febbraio, 391, 4.
NuTiNO di Fantone di Giraldo, viene ammonito (an.
1378), 316, 21.
NuTO, V. Boncianni N. ; Marignoli {de') N. ; Marignolle
N. e Marignolli {de') N. ; Pericciuoli N.
NuTO DA CittA di Castello, Bargello di Firenze, viene
fatto prendere e impiccare dai Ciompi (an. 1378),
325, 15-17.
NuTO Di Vanni, 6 nelle liste dei Prjori del 1349 gennaio-
1350 gennaio, 235, 23 ; e del 1379 marzo-1380 aprile,
368, 6.
NuTO (di), V. Allegro di N. ; Agnolo di N.
Obizi, (degli) antica fam. lucchese, 165, 15.
Obizi (degli) Alemanno, fuoruscito lucchese posto al
comando della brigata fiorentina inviata airassedio
di Lucca (an. 1330), 166, 24.
Obizi (degli) Giovanni da Lucca, Capitano di guerra
dei Fiorentini (chiamato in un punto, forse per er-
rore, degli " Albizi ,,) occupa a nome del Comune
di Firenze, in seguito ad accordl col Sire di Couchy,
Arezzo, che egli aveva da tempo stretta d'assedio
con le milizie fiorentine ed alleate (an. 1384), 430,
31 ; viene a Firenze a consegnare solennemente alla
Signoria, in mezzo al tripudio di tutti, Tinsegna del
Comune di Arezzo, 431. 22-25 ; viene mandato al-
Tassedio di Pietramala, 437, 1-7.
" Obizo d'Este, ric, CI, 4 „.
Obizzo da Monte Carugli, 6 nominato dai Fiorentini
Capitano di guerra (an. 1373), 286, 22.
Odaldo del Cianga, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1324 febbraio-1325 febbraio), 147, 30.
Oddo (messer), Capitano di guerra dei Fiorentini (an.
1325), 145, 6-7
Oddo, t>. Altoviti O.
Oderighi Manfredo, h nelle liste dei Prlori del 1282
dicembre-1283 dicembre, 59, 5.
Onorio, imperatore (aa. 394-423), sconfigge Rodasio
(sic) re dei Goti pr. Fiesole (an. 401), 14, 19-26.
Onorio, predica in Firenze la fede cristiana e converte
il popolo al Cristianesimo (an. 320), 13, 19-22 ; viene
fatto Vescovo della c. da pp. Silvestro, 23, 24 ; con-
sacra e dedica, in accordo col popolo, a S. Giovan
Battista Tantico tempio di Marte, 13. 24-25.
Orbino (di) conte (sic), occupa Gubbio ed intima a Fran-
cesco Gabrielli di consegnare i castelli del contado
da lui ritenuti, venendo cosi a contesa col Comune
fiorentino che aveva posto il detto Gabrielli sotto la
sua protezione (an. 1385), 438, 22-42 ; 439, 1-18.
Orciolini (degli) Lapo di Giambono. 6 Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1297 febbraio-1298 febbraio), 77,27.
Ordelaffi (degli) Scarpetta da Forli, Capitano dei
Bolognesi, viene con sue genti in aiuto dei Bianchi
e dei Ghibellini sbanditi che tentavano di rientrare
in Firenze, ma 6 respinto e messo in fuga (an. 1303) .
89, 1-17.
Oricellai Cknni di Naddo, viene bandito come ribelle
(an. 1380), 370, 22,
Oricellai Giovanni, 6 fatto cavaliere dai Ciompi (an .
1378), 324, 18.
Oricellari (degli) Bingeri di Nardo, h nelle liste
dei Priori del 1329 dicembre-1330 dicembre, 164, 26.
Oriuoli (dkgli) Niccol6, 6 bandito (an. 1387), 400. 15.
Orlandi Antonio d'Ugo, h sospettato capo della
trama contro i Ciompi (an. 1378), 327, 29.
Orlandi Bruno, notaio dei Priori. ric, 135, 19.
Orlandi Giovanni d'Ugo, 6dei Priori (an. 1382 luglio-
agosto), 417, 23.
Orlandi Matteo di Simone, h nelle liste dei Priori del
1352 gennaio-1353 gennaio, 242, 41 ; del 1355 gen-
naio-1356 gennaio, 250, 3 ; e del 1359 gennaio-1360
gennaio, 256, 5.
Orlandi Orlando di Cambio, k nelle liste dei Priori
del 1350 gennaio-1351 gennaio, 239, 43 ; del 1357
gennaio-1358 gennaio, 252, 26 ; e del 1361 gennaio-
1362 gennaio, 260, 11.
Orlandi Orlanduccio, fe nelle liste dei Priori del 1289
dicembre-i290 dicembre, 67, 13 ; v. ancht Orlan-
duccio d'Orlando.
Orlandi Tebaldo, notaio dei Priori, ric, 62, 37.
Orlandi Torrigiano di Guido, h nelle liste dei Priori
del 1302 febbraio-1303 febbraio, 91, 11 ; e del 1306
febbraio-1307 febbraio, 99, 20.
Orlandt Zanobio di Cambio, chiamato tra i Priori pel
bimestre luglio-agosto del 1378 viene cacciato dal-
Tufficio dai Ciompi, 314, 22 ; 320, 33 ; 325, 84-81.
Orlandi, V. Monte Orlaruii.
Orlandini Albizzo, 6 nelle liste dei Priori del 1282 di-
cembre-1283 dicembre, 59, 13 ; e del 1292 febbraio-
1293 febbraio, 72, 9.
Orlandini Baldo di Mariotto di Si-
M o N B, i nelle liste dei Priori del 138$ maggio-TjSO
aprile. 443, ir.
Orlandini Bartolo, 6 nelle liste dei Priori del 1289
502
INDICE ALFABETICO
[Orlandiiii-Pact]
dicembre-1290 dicembre, 67, 12 ; del 1291 dicembre-
1292 dicembrc, 69, 11 ; del 1299 febbraio-1300 feb-
braio, 82, 8 ; e del 1303 febbraio-1304 febbraio,
94, 89.
Orlandini Bono, notaio dei Priori, ric, 175. 29.
Orlandini Donato d'Albi2o, fe nelle liste dei Priori
del 1337 dicembre-1338 dicembre, 187, 18 ; e del 1340
dtcembre-1341 dicembre, 190, 4.
Orlandini Mariotto di Simonb, 6 nelle liste dei Priori
del 1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 3 ; e del 1383
lnglio-1384 agosto, 427, 38.
Orlandini Orlando di Bartolo, 6 nelle liste dei Priori
del 1347 gennaio-1348 gennaio, 229, 43.
Orlandini Piero di Geppo, 6 nelle liste dei Priosi del
1367 geimaio-1368 gennaio, 267, 37.
Orlandini Pibro di Simone, 6 nelle liste dei Priori del
1376 gennaio-1377 gennaio, 307, 17.
Orlandini Salvino d'Albizzo, 6 nelle liste dei Priori
del 1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 28.
Orlandino, i>. Marini {de') O.
Orlandino di Nino, V. Biliotti O. di N.
Orlandino (d'), t;. Albizzo d'0. ; Bartolo d'0.
Orlando, V. Avviati O. ; Gherardi O. ; Marini O.
Orlando di Bartolo, V. Orlandini O. di B.
Orlando di Cambio, V. Orlandi O. di C.
Orlando del Chiaro, fe nelle liste dei Priori del 1375
gennaio-1376 gennaio, 299, 11.
Orlanoo di Lapo, h dei Priori del 1379 marzo-1380
aprile, 367, 42.
Orlando di Marino, 6 nelle liste dei Priori del 1326
febbraio-1327 febbraio, 155, 31.
Orlando (d'), V. Bonsi d'0. ; Marino d'0. ; Orlanduccio
d'0.
Orlanduccio, V. Orlandi O.
Orlanduccio d'Orlando, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1299 febbraio-1300 febbraio), 82, 29 ; v. anche
Orlandi Orlanduccio.
Ormanno di Gherardo, V. Foraboschi O. di G.
Ormanno da Padova, viene condannato per trame con-
tro lo Stato (an. 1379), 366, 1.
Ormannozzo del Bianco, V. Deti O. del B.
" Orosio, storico, cit. XXXI, 13 „.
Orsini Gentile, viene inviato da Roma con duecento
cavalieri in aiuto dei Fiorentini (an. 1292), 69, 22-24.
Orsini GiovANNi, card., legato di pp. Giovanni XXII
(an. 1326), 149, 2-5.
Orsini (degli) Napoleone, card., raccoglie in Arezzo
genti per muovere contro i Fiorentini, ma viene da
questi attaccato prima di essere pronto e costretto
ad allontanarsi (an. 1307), 98, 19-20 ; 21-25 ; ric, 85,
39.
Orsini (degli) Napoleone, conte di Manoppello, ambasc.
deU'imperatore Carlo IV pr. 11 Comnne di Firenze
(an. 1368) 269, 16, 22, 23.
Orsini (degli) Ramondello, flglio del Conte dl Nola,
partigiano del Duca d'Angi6, libera Urbano VI as-
sediato In Nocera dalle genti di Carlo di Durazzo e
fa da questo spogUare del reame il detto Carlo ed
investime invece 11 Duca d'Angii) (an. 1385), 436,
38-S7.
Orsini (fazione decli), luogbi di Roma da essa occu-
pati, insieme ai Fiorentini ed alle milizie di Roberto
d'Angi6, per impedire rincoronazione di Enrico VII
(an. 1312), 108, 31-33 ; combattimenti per le vic
della c. con gli awersari, 109, 4-9.
Orso (d'), V. Antonio d'0.
Orvietani, mandano a Firenze, a seguito di espressa ri-
chiesta dei Fiorentini, un podesti ed un capitano
del popolo con cento cavalieri (an. 1266), 52, 10-12 ;
Inviano aiuti a Carlo di Calabria Signore di Firenze
(an. 1326), 150, 7 ; inviano di nuovo aiuto ai Fioren-
tini (an. 1337), 184, 21.
Orvieto, vi viene inviato dai Fiorentini il loro Capitano,
conte Guido Guerra, con cinquecento cavalieri per
la guerra che stava combattendo contro Viterbo
(an. 1255), 43, 11-12; vi vengono inviati dagli Otto
di Balia di Firenze emis.sari che in breve la fanno
ribellare alla Chiesa e costituirsi In libero comune
(an. 1375), 293, 33-35 ; rlc, 43, 11 ; 52. 10.
OsTiGiANi Bonsignore, notaio dei Priori, ric, 69, 14 ;
78, 14.
OsTiGLiANi BoNSiGNORE, uotaio dei Priori, rlc, 91, 16.
OsTiNA, castello, assediato dal Vicario dell'imperatore
Federico II viene rifornito ed aiutato dai Guelfi
fuorusciti, 37, 3-5 ; viene occupato dai Ghibellini
cacciati di Firenze, ma poi ripreso dai Fiorentini,
(an. 1269), 54, 16-19 ; fatto rlbellare dai Bianchi
sbanditi viene subito risottomesso (an. 1305), 34-36.
Ottaviano Augusto, nipote e figlio adottivo di Cesare,
imperatore (aa. 30 a. C.-14 d. C), 8, 35-38 ; suoi
provvedimenti in favore di Firenze, 12, 14 ; sotto il
suo impero nasce Gesii Cristo, 6, 38-39.
Ottaviano (d'), i;. Alberto d'0. ; Manno d'0.
Ottinelli Piero, 6 nelle liste dei Priori del 1355 gen-
anio-1356 gennaio, 250, 10.
Ottinelli Piero, notaio dei Priori, ric, 126, 27 ; 128, 29.
Otto, V. Sapiti 0.
Ottobuoni Benoccio, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1293 febbraio-1294 febbraio), 74, 2.
Ottonello (d'), V. Andrea d'0.
Pac (del), V. Lapo del P.
Pacarelli Guglielmo, fe nelle liste dei Priori del 1344
maggio-1345 maggio, 222, 28.
Pacci Bartolo di Vanni, h nelle liste dei Priori del 1335
dicembre-1336 dicembre, 183, 23.
Pacciano (Abate da), V. Tedici Ormanno da P. abatr
e signore di P.
Pace, t;. Brunetti P.
Pace di Brunetto, h nelle liste dei Priori del 1363
gennaio-1364 gennaio, 264, 26.
Pace di Cino, 6 neUe liste dei Priori del 1373 gennaio-
1374 gennaio, 289, 19.
Pace di Jacopo da Certaldo, k nelle liste dei Priori
del 1315 febbraio-1316 febbraio, 122, 5 ; del 1318
febbraio-1319 febbraio, 125, 12 ; del 1322 febbraio-
1323 febbraio, 131, 18 ; e del 1330 dicembre-1331
dicembre, 167, 27.
Pace (del), V. Buono del P.
Pace (della), V. Carlo di Durazzo della P.
Pace (di), V. Geri di P.
[Pacini-PMle di Ceani]
INDICE ALFABETICO
593
Pacini Bernardo, notaio dei Priori, ric, 104, 18.
Pacini Francesco, 6 nelle liste dei Priori del 1345 mag-
gio-1346 maggio, 227, 10.
pAciNi Lapo, da Paterno, notaio dei Priori, ric, 218, 31.
Pacini Pasquino, 6 nelle liste dei Priori del 1353 gen-
naio-1354 gennaio, 246, 9.
Pacini Piglialarme, notaio dei Priori, ric, 164, 32 ;
218, 31.
Pacino, V. Angiolieri {d') P. ; Peruzzi (de') P.
Pacino di Arnoldo, V. Peruzzi P. di A.
Pacino di Bieco, h nelle liste dei Priori del 1287 febbraio-
1288 aprile, 63, 29 ; e del 1288 dicembre-1289 dicem-
bre, 65, 4.
Pacino di Tommaso, V. Peruzzi P. di T.
Pacino (di), V. Francesco di P.
Padova c, viene ripresa ai Signori della Scala dalle mi-
lizie della lega condotte da Marsilio e Piero de' Rossi,
che entrano nella c, facendone prigioniero Alberto
della Scala, e la corrono in trionfo lasciandola poi
in signoria ad Ubertino e Marsilio da Carrara (an.
1337). 185, 5-10.
Padova (signore di), ric, 440, 42.
Paganelli Bernardo di Jacopo, 6 nelle liste dei Priori
del 1383 111^1^0-1384 agosto, 428, 28.
Paganelli Gherardo, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1335 dicembre-1336 dicembre), 183, 16 ; v. anche
Paganelli Gherardo di Lapo.
Paganelli Gherardo di Lapo, h nelle liste dei Priori
del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 9 ; del 1326
febbraio-1327 febbraio, 125, 23 ; del 1328 dicembre
1329 dicembre, 161, 4 ; e del 1332 dicembre-1333
dicembre, 175, 35 ; v. anche Paganelli Gherardo.
Paganelli Giovanni, notaio dei Priori, ric, 227, 8.
Paganelli Jacopo di Neri, k nelle liste dei Priori del
1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 3 ; e del 1375 gen-
naio-1376 gennaio, 299, 20.
Paganelli (de') Geri, fe nelle liste dei Priori del 1288
dicembre-1289 dicembre, 65, 18; e del 1291 dicem-
bre-1292 dicembre, 69, 10.
Paganetto (di), i». Gheri di P.
Pagani Gherardo di Lapo, h nelle liste dei Priori del
1309 febbraio-1310 febbraio, 106, 12.
Pagio, V. Jacopi P.
Pagni Jacopo, notaio dci Priori, ric, 250, 44.
Pagni Salvi, detto Capelvero, del popolo di S. Piero
Maggiore, viene fatto decapitare per trame contro
lo Stato (an. 1380), 387, 16.
Pagnini Matteo di Chele, h Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1383 111^110-1384 agosto), 428, 23.
Pagnini Nardo di Chele, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(an. 1379 luglio-agosto), 346, 8 ; viene escluso dagli
uffici (an. 1379), 363, 48; partecipa alla Balia (an.
1381), 410, 14.
Pagno, i;. Bordoni P.
Pagno di Bindo, V. Albizzi (degli) P. di B.
Pagno di Bonaccorso, fe nelle liste dei Priori del 1308
febbraio-i309 febbraio, 104, 5 ; del 1310 febbraio-
131 1 febbraio, 108, 21 ; e del 1312 febbraio-1313
febbraio, 114, 24.
Pagno di Boninsegna, k nelle liste dei Priori del 1336
dicembre-1337 dicembre, 186, 2.
Pagno dello Strozza, h Gonfaloniere di Giustizia (liste
1296 febbraio-1297 febbraio), 76, 26 ; 6 nelle liste dei
Priori del 1302 febbraio-1303 febbraiQ^91, 9.
Pagno di Strozza, V. Strozzi (degli) P. di S.
Pagno (di), V. Neri di P.
Palamidese (di), V. Scolaio di P.
Palazzuolo, ric, 437, 1.
Palla, V. Bernardi P.
Palla di Bernardo, V. Anselmi P. di B.
Palla di Jacopo, V. Strozzi {degli) P. di J.
Palla (di), V. Anselmo di P.
Palla Bernardino (di), V. Duccio di P. B.
Palmidesi (di), V. Scolaio di P.
Palmiere (di), V. Francesco di P. ; Simone di P.
Palmieri, fam. fiorentina di parte ghibellina, 28, 23.
Palmieri Federico, notaio dei Priori, ric, 74, 6.
Palmieri Francesco, notaio dei Priori, ric, 152, 1 ;
242. 33.
Palmieri Maffio, 6 nelle liste dei Priori del 1317 feb-
braio-1318 febbraio, 124, 34.
Palmieri di Luca, del popolo di S. Lorenzo, viene man-
dato a morte per complotto contro lo Stato (an.
1379). 343, 32.
Palmieri, V. Altoviti P.
Pancia Benghi di Bartolo, i nelle liste
dei Priori del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 37.
Pancia, e Panza, (del), v. Benghi del P. ; Firenze del
P. ; Firenze di Bartolo del P.
Panciatichi, nobile fam. pistoiese, 171, 14 ; sue brighe
coi Cancellieri (an. 1351), 236, 6-10; ed (an. 1372),
284. 44.
Panciatichi (de') Corrado, di Pistoia, viene inviato dai
Fiorentini quale Podesta in Arezzo, 183, 36.
Pancrazio (S.), ric, 437, 2.
Pandolfini Bertaldo da Signa. notaio dei Priori, ric,
95, 16.
Paniccia Manfredi, notaio dci Priori, ric, 228, 15.
Panzanesi (case dei), ric, 215, 12.
Panzano (da), V. Giovanni di Luca da P. ; Lanfranco da
P. ; Liica di Totto da P. ; Matteo di Luca da P. ;
Tommaso d'Antonio Totti vocato Tommasino da P.
" Paoli Cesare, storico ric, XXXII, 5-6, le-lS „.
Paolo [Pagoto], V. Boccucci P. ; Bordoni {de') P. ; Co-
voni (de') P. ; Giraldi P. ; Nemmi P. ; Vettori P.
Paolo d'.\mbrogio, k nelle liste dei Priori del 1383 sct-
tcmbre-1384 aprile, 435, 15.
Paolo di Bardo, v. Altoviti P. di B.
Paolo di Bartolo, (i nelle liste dci Priori del 1382 set-
tembre-gennaio, 424, 28.
Paolo di Bernardino, viene mandato ambasc. pr. il Re
d'Ungheria e pr. Carlo di Durazzo (an. 1380), 376. 2.
Paolo di Bingeri, v. Rucellai P. di B.
Paolo del Buono, h Gonfaloniere di Giustizia (liste
1345 maggio-1346 maggio), 227, 6.
Paolo di Cecco, 6 nelle liste dei Priori dcl 1344 mjggio-
1345 maggio, 222, 30.
Paolo di Cenni, V. Covoni (de') P. di C.
594
INDICE ALFABETICO
[PmIo di Franceico-Paui]
Paolo di Francksco di Manzecca, masnadiero, ric,
204, n.
Paolo di Filippo, V. Gucci P. di F.
Paolo di Giraldo, uccide Francesco Giandonato detto
Trucca, 414, 18-30.
Paolo di Guglielmo, viene ammonito (an. 1367), 263, 27.
Paolo di Guido, h nelle li.ste dei Priori del 1383 luglio-
1384 agosto, 427, 36.
Paolo di Jacopo, V. Strozzi (degU) P. di J.
Paolo di Lorenzo, i nelle liste dei Priori del 1382
settembre-gennaio, 424, 19.
Paolo di Matteo, V. Malefici (de') P. di M.
Paolo di Michele, V. Rondinelli P. di M.
Paolo di PiERO, V. Abbaco (deW) P. di P.
Paolo del Ricco, V. Pelacane P. del R.
Paolo di Ridolfo, V. Guidi P. di R.
Paolo di Tendi, 6 nelle liste dei Priori del 1350 gennaio-
1351 gennaio, 239, 34.
Paolo di Tommaso, 6 nelle liste dei Priori del 1372
gennaio-1373 gennaio, 284, 34.
Paolo (di), V. Bartolo di P. ; Gherardo di P. ; Jacopo di
P. ; Migi di P. ; Nigi di P.
Paoni Jacopo di Zanobi, notaio dei Priori, ric, 299, 12.
Paoni Niccol6 di Zanobi, notaio dei Priori, ric, 252, 9.
Papa, V. Silvestro (aa. 314-335) ; Stefano JII (aa. 75^-
757) ; Adriano I (aa. 772-7^5) ; Leone III (aa. 7^5-
8z6) ; Gregorio VII (aa. 1073-1085) ; Innocenzo IV
(aa. 1243-1354) ; Ckmente IV (aa. 1265-1 26g) ; Gre-
gorio X (aa. 1271-1276) ; Niccolo III (aa. 1277-
1280) ; Niccold IV (aa. 1288-1292) ; Bonifacio VIII
(aa. 1294-1303) ; Benedetto XI (aa. 1303-1304) ; Cle-
tnente V (aa. 1305-1304) ; Giovanni XXII (aa. 1316
1334) '. Clemente VI (aa. 1342-1352) ; Urbano V (aa.
1362-1370) ; Gregorio XI (aa. 1370-1378) ; Urbano
VI (aa. 1 378-1389).
Papa (del), V. Piero del P. ; Piero d'Uguccione del P.
Papini Ricco, h nelle liste dei Priori del 1285 dicembre-
1286 dicebbre, 62, 5.
Paradisi Arrigo, 6 nelle liste dei Priori del 1282 dicem-
bre-1283 dicembre, 59, 11 ; del 1283 dicembre-
1284 dicembre, 59, 39 ; del 1287 febbraio-1288 aprile
63, 36 ; e del 1292 febbraio-1293 febbraio, 72, 8 ; v.
anche Paradisi (de') Arrigo.
Paradisi CioNE Di Arrigo, h nelle liste dei Priori del
1299 febbraio-1300 febbraio, 82, 16.
Paradisi (de") Arrigo, 6 nelle liste dei Priori del 1285 di-
cembre-1286 dicembre, 61, 35 ; v. anche Paradisi
Arrigo.
Paradisi (dk') Bartolo, k nelle liste dei Priorj del 1317
febbraio-1318 febbraio, 124, 18 ; del 1324 febbraio
1325 febbraio, 148, 10 ; k Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1330 dicembre-1331 dicembre), 167, 33 ; fe di
nuovo nelle liste dei Priori del 1333 dicembre-1334 di-
cembre, 177,25.
Pardi Domenico di Guido, h nelle liste dei Priori del
1376 gennaio-1377 gennaio, 307, 13; viene inviato
ambasc a Siena (an. 1379), 350, 31-32.
Parente (di), V. Nofrio di P.
Parenti GiovANNi di Piero, * nelle liste dei Priori del
1354 gennaio-1355 gennaio, 248, 12 ; dej 1361 gen-
naio-1362 gennaio, 260, n ; del 1364 gennaio-i^ds
gennaio, 265, S ; del 1368 gennaio-1369 gcnnaio,
274, 8 ; e del 1376 gennaio-1377 gennaio, 306,29;
viene ammonito, 309, 12.
Parenzi (di), V. Petraccolo di P.
Paride [Paris], figlio di Priamo, rapisce Elena moglie
di Menelao, 5, 5-10.
Parigi, V. Rustighi P.
Parigi Tommaso di PiERO, i nelle liste dei Priori dcl
1366 gennaio-1367 gennaio, 266, « ; c del 1373 pen-
naio-1374 gennaio, 289, 2 ; 4 degli Otto della Guar-
dia (an. 1376), 354, 32.
Parlarcioni (de') GiovANNi Di PiERO, vicnc ammunito
(an. 1377), 305, 1« ; 309, 6.
ParonCi Scarlatto di Tommaso k degli Otto della Guur-
dia (an. 1379), 334, 37.
Parma, c. ric, 172, 24.
Parmigiani, assediano Pisa coi Lucchesi e con altri al-
leati (an. 1332), 171, 35.
Pasquini Francesco,^ nellc listc dei Prioii
del 1385 maggio-1386 at>rile, 443, 3i.
Pasquino, t;. Pacini P.
PAsguiNO Di Tello, k nellc liste dci Priori del 1349 gcn-
naio-1350 gennaio, 235, 27.
Passa, V. Finiguerra, e Finiguerre P.
Passa di Finiguerra, h nelle liste dei Priori del 1286
dicembre-1287 dicembre, 62, 29.
Passa di Zato, V. Passavanti P. di Z.
Passavante (di), V. Gaddo di P.
Passavanti Gaddo, h nelle liste dei Priori del 1296 fcb-
fraio-1297 febbraio, 76, 33.
Passavanti Passa di Zato, fe nelle liste dei Priori del 1301
febbraio-1302 febbraio, 88,29 ; del i^o^febbraio-i^o^
febbraio, 96, 30 ; del 1306 febbraio, 1307 febbraio, 99,
30 ; del 1309 febbraio-1310 febbraio, 106, 3 ; e del
1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 31.
Passavanti Zato, k nelle liste dei Priori del 1350 gennaio-
1351 gennaio, 239, 41 ; fe Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1361 geimaio-1362 gennaio), 260, 19.
Passavanti Zato di Baldo, fe nelle liste dei Priori del
1346 maggio-1347 gennaio, 229, 6.
Passavanti Zato di Gaddo, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1312 febbraio-1313 febbraio), 114, 29 ; (liste
1328 dicembre-1329 dicembre), 160, 26 ; e (listc 1335
dicembre-1336 dicembre), 183, 26 ; i nelle liste dei
Priori del 1338 dicembre-1339 dicembre, 188, * ; e del
1341 dicembre-1342 dicembre, 190, 38.
" Passerini, storico cit., XLIX, 35, S-7 ; L, 4, 24 ,,.
Passerino da Mantova, invia duccento cavalieri in
aiuto di Castruccio (an. 1325), 142. 3-4.
Passignano (da), V. Simone di Buonaccorso da P.
Pavia, c. ric, 436, 2.
Pavoni Jacopo di Zanobi, notaio dei Priori,
ric, 443, 39.
Pavoni Niccol6 Di Zanobi, notaio dei Priori, ric 265,20.
Pazzi, Signori di Valdamo, vcngono loro tolti dai Fioren-
tini due castelli (an. 1270), 55, 9-11 ;riprendonoleamii
contro di questi (an. 1342), 192, 21-23 ; tornano con
loro a pace, 198, 15; loro torri abbattute da Ca-
struccio, 146, 10.
iPazxi-Peri]
INDICE ALFABETICO
595
Pazzi, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 24 ; esce da
Firenze airannunzio della sconfitta di Montaperti
(an. 1260), 48, 13 ; si schiera coi Neri, 80, lCf ; 92, 16 ;
ma si leva contro Corso Donati (an. 1303), 90, 8 ; (an.
1308), 100, 22 ; 6 favorevole al Duca d'Atene (an.
1342), 205, 11 ; si Tinisce con gli altri Grandi contro
i Popolani (an. 1343), 214, 27 ; loro case e loggia, 18,
35; 215, 31.
Pazzi Filippo di Migliore, 6 nelle liste dei Priori del
1324 febbraio-1325 febbraio, 148, 14.
Pazzi (de), Signori di VaJdarno, v. Pazzi Signori di V.
Pazzi (de), fam. v. Pazzi, fam.
Pazzi (de') Beltramo, h consigliere dei Priori (an. 1343),
211, 12 ; viene bandito da Firenze (an. 1366), 258,
13.
Pazzi (de') Carlino, dei Signori di Valdarno, fa ribel-
lare ai Fiorentini, insieme ai Ghibellini ed ai Bianchi
sbanditi, il castello di Piano di Travigne, ma poi s'ac-
corda col Comune per la rioccupazione di esso (an.
1302), 87, 16-23.
Pazzi (de') Dolce di Lottifredi, h nelle liste dei Priori
del 1290 dicembre-1291 dicembre, 68, 10.
Pazzi (de') Geri, consiglia Piero di Filippo degli Albizzi
di non opporsi alla proposta di legge fatta dai Ricci
contro i Ghibellini, 247, 14-15.
Pazzi (de') Giachinotto, viene confinato coi Neri a Cit-
ta di Castello (an. 1301), 83, 15.
Pazzi (de') Guglielmo, dei Signori di Valdarno, muore
combattendo a Campaldino nelle file degli Aretini e
Ghibellini contro Firenze (an. 1289), 66, 4.
Pazzi (de') Jacopo, porta nella battaglia di Montaperti
rinsegna del Comune di Firenze (an. 1260), 48, 12.
Pazzi (de') Jacopo di Francesco, h tra i capi e i mag-
giori istigatori della Parte guelfa per Tammonire,
308, 21 ; 318, 14 ; gli vengono arse le case dal popolo
in rivolta contro la detta Parte (an. 1378), 319, 44 ;
viene confinato a Brescia 328, 23.
Pazzi (de") Neri di Cherico, 6 nelle liste dei Priori
del 1287 febbraio-1288 aprile, 63, 39.
Pazzi (de') Neri di Pazzino, viene a patti con Castruc-
cio per Montemurlo dove egli si trovava a capo
delle milizie fiorentine. (an. 1326), 146, 17.
Pazzi (de') Pazzino, viene confinato coi Neri a CittA di
Castello (an. 1301), 83, 16 ; acquista pel Comune di
Firenze alcune terre del Castello di Montale (an.
1303). 89, 25-28 ; viene ucciso per vendetta privata
da Pafficra Cavalcanti (an. 1312), 107, 20-21.
Pazzi (de') Sandro di Neri, h fatto Popolano (an. 1379).
364, 19.
Pazzi (de') Simone dblla Torre, gli vengono arsc le case
dal popolo in rivolta contro la Parte guelfa (an.
1378). 319, 44.
" Pazzi (societa' dei), ric. CI, 7 „.
Pazzini Giovanni, notaio dei Priori, ric. 175, 40.
Pazzino, V. Donati {de) P., Strozzi (degli) P.
Pazzino di Guggio, V. Pesce P. di G.
Pechi Matteo, notaio dei Priori, ric, 188,20.
Pecora, V. Dino P.
Pecora di Giovanni, h nelle liste dei Priori del 1293
febbraio-1294 febbraio, 73, 42,
Pecora (del), V. Guido del P. ; Guido di Dino del P. ; Ja-
copo di Dino del P.
Pegolotti Francesco di Balduccio, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1346 maggio-1347 gennaio), 228, 26.
Pegolotti Ricco, notaio dei Priori, ric, 99, 23.
Pegolotti Taddeo di Riguccio, viene condannato a
lire diecento (an. 1381), 401, 11.
Pela, V. Gualdacci P. e Gualducci P.
Pela di Gualduccio, 6 nelle liste dei Priori del 1285 di-
cembre-r286 dicembre, 61, 33 ; v. anche Guatducci
Pela.
Pela di Nuccio, h nelle liste dei Priori del 1345 mag-
gio-1346 maggio, 227. 8.
Pelacane Niccol6 di Vanni, k Gonfaloniere di Compa-
gnia pel quartiere di S. Croce (an. 1378), 326, 25.
Pelacane NiccoLd Di Vanni Nelli, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (an. 1380 gennaio-f ebbraio) , 389, 22.
Pelacane Paolo del Ricco, 6 nelle liste dei Priori del
1347 gennaio-1348 gennaio, 229, 34 ; e del 1351 gen-
naio-1352 gennaio, 240, 26.
Pelagiu, V. [Pelagrii Arnaldo].
[P e L A G R tr [Pelagiit] A r n a l d oj, Card. Legato di
Romagna nipote di Clemente V, giunge in Firenze ac-
colto con grandi onori e, grato ai Fiorentini degli
aiuti inviatigli nella guerra contro i Veneziani, li
assolve dalle scomuniche contro loro lanciate nel
passato (an. 1310), 104, 30 ; 6 dei Legati incaricati
deirincoronazione di Arrigo VII in Laterano (an.
1312), 109, 12.
Pelliccia, V. Gherardini (de') P.
Pepe Piero del Benb, k nelle liste dei Priori del 1355
gennaio-1356 gennaio, 249, 37.
Pepe (di), V. Neri di P.
Pepi Bernardo del Bene, h nelle liste dei Priori del
1347 gennaio-1348 gennaio, 230, 3.
Pepi Francesco, 6 nelle liste dei Priori del 1369 gennaio-
1370 gennaio, 274, 29 ; e del 1373 gennaio-1374 gen-
naio, 288, 31.
Pepi Giovanni di Franceschino, 6 nelle liste dei Priori
del 1381 marzo-1382 aprile, 406, 41.
Pepi Neri, 6 nelle liste dei Priori del 1300 febbraio-i^ot
febbraio, 86, 23 ; e del 1309 febbraio-1310 febbraio,
106, 9.
Pepi Piero del Bene, 6 nelle liste dei Priori del 1349
gennaio-i3^ogennaio, 235, 37.
Pepo di Antonio, V. Albizzi (degli) P. di A.
Pepo di Marignano, V. Buondelmonti P. di M.
Pepo (di), V. Maggio di P.
Pepoli, [Peppoli], fam. bolognese, ric. 299, 43 ; " CX,
34 „.
Pepoli [Peppoli] (de') Azzo, Francesco e Ricciardo.
caporali nella Compagnia di S. Giorgio, 367, 9-11.
Pera del Pera. V. Baldovinetti P. del P.
Peraglia Geri, 6 nelle liste dei Priori del 1258 gennaio-
1359 gennaio, 254, 26 ; e del 1361 gennaio-1362
gennaio, 260, 26.
Peri Piero,^ nelle liste dei Priori del 138S mag-
gio-1386 aprile, 443, U.
Pbri PiEROZzo Di PiERO, 6 chiamato al Priorato pel bi-
mjBstre luglio-agosto 1378 ma vicne cacciato dal
596
INDICE ALFABETICO
[Pericciaoli-Peruzzi]
rufficiodaiCiompi, 314,21 ; 320, 32 ; 325, 24-31 ; h
nelle liste dci Priori dcl 1382 gennaio-ljSj aprile,
424, 3.
Pericciuoli Nuto, i nelle Hste dei Priori del 1305 feb-
braio-1306 febbraio, 98, 3.
Pericoloso, V. Anionio di Bartolo P.
Perini Giovanni di Guido, viene ammonito (an. 1358),
253, 24.
Pero, V. Baldovinetti P. ; Bindi P.
Pero del Migliore, Podesti di Laterina, viene fatto
decapitare per avere trattato con gli emissari dei Bo-
scoli per fare entrare in Laterina gente aretina (an.
1380), 388, 9-27.
Pero (di), V. Piero di P.
Perotti Antonio di Jacopo, viene condannato per
trame contro lo Stato (an. 1378), 339, 20.
Perso di Dino, 6 nelle liste dei Priori del 1360 gennaio-
1361 gennaio, 258, 41.
Perso di Filippo, V. Fagiolari {de') P. di F.
Persona, V. Loremo di Donato chiamato Persona.
Pbrugia, vi vengono inviati dagli Otto di Balia di Fi-
renze segreti eraissari per suscitarvi rivolte contro il
dominio della Chiesa (an. 1375), 293, 33-35 ; per
istigazione degli emissari pred. si ribella alla Chiesa
abbattendo la Signoria del card. francese Abate di
Monte Maggiore, inviato qua da pp. Gregorio XI,
ed instaura il libero comune, 35-37 ; voci corse in Fi-
renze intorno a cambiamenti di Governo quivi av-
venuti (an. 1383), 427, 27-33 ; v. anche Perugini.
Perugia (Signore di), V. [Puy (di) Gerardo], card. abate
di Monte Maggiore signore di P.
Perugini, vanno in aiuto dei Senesi contro i Fiorentini
ma sono da questi ricacciati e sconfitti (an. 1230),
32, 2-4 ; legatisi in amicizia con i pred. inviano a que-
sti i loro aiuti contro Arrigo VII (an. 1312), 110,
22-23 ; mandano loro genti in aiuto del Signore di
Firenze, Carlo di Calabria, contro Castruccio (an.
1326), 150, 6 ; uniti ai Fiorentini vanno contro
Arezzo, che perde Citta di Castello e Borgo S.
Sepolcro, e nc devastano il territorio (an. 1335),
180, 29-37 ; vengono a pace, insieme ai Fiorentini,
con gli Aretini, ottenendo alcuni castelli ed altri
vantaggi (an. 1337), 184, 3-5 ; inviano loro genti di
nuovo in aiuto dei Fiorentini assaliti da Mastino della
Scala, fattosi Signore di Lucca (an. 1337), 184, 21 ; e
di nuovo in aiuto dei medesimi assaliti da Galeazzo
Visconti (an. 1351), 236, 34, ed in altre critiche cir-
costanze (an. 1379), 356, 36 ; (an. 1380), 371, 33 ;
378, 29 ; 380, 8 ; ed (an. 1384), 430, 11 ; v. anche Pe-
rugia.
Peruzzi, fam. fiorentina di parte nera, 92, 14 ; 6 favo-
revole al Duca d'Atene 195, 35 ; ric. 34, 10.
Peruzzi Bartolo di Martino, viene ammonito (an.
1375). 294, 30.
Pkruzzi Bartolomeo di Giotto, viene confinato per
tre anni e condannato a lire mille per trame contro
lo Stato (an. 1378), 340, 17 ; fe nelle liste dei Priori
del 1381 marzo-1382 aprile, 406, 40.
Pbruzzi Benkdetto di Simone, processato per trame
viene dal Podest<k liberato con disappunto generale
(an. 1378), 338, 7-8 ; viene bandito da Firenze du- .
rante il qual bando egli complotta con Giannozzo /
Sacchetti contro lo Stato, 347, 94-34 ; viene condan- /
nato neiravere e nella persona, 348, 7-8. '
Peruzzi Filippo, k nellc liste dei Priori del 1283 dicem.
bre-1284 dicembre, 59, 40.
Peruzzi Giotto, k nelle liste dei Priori 1292 febbraio-
1293 febbraio, 71, 84.
Peruzzi Pacino, h Gonfaloniere di Giustizia (l'ste ij')6
febbraio-1297 febbraio), 76, 26 ; v. anche Psruzzi {di')
Pacino.
Peruzzi Pacino d'Arnoldo, 6 nelle liste dei Priori dcl
1285 dicembre-1286 dicembre, 61, 38 ; e del 1287 fcb-
braio-1288 aprile, 63, 28.
Peruzzi Pacino di Tommaso, fe nelle liste dei Priori del
1336 dicembre-1337 dicembre, 186, 3.
Peruzzi (de') Giotto d'Arnoldo 6 nelle liste dei Priori
del 1303 febbraio-1304 febbraio, 94, 2«; del 1305
febbraio-1306 febbraio, 98, 16 ; del 1313 febbraio-
1314 febbraio, 116, 14 ; del 1322 febbraio-1323 feb-
braio, 131, 27 ; del 1325 febbraio-1326 febbraio,
152, 16 ; del 1331 dicembre-1332 dicembre, 169, 6 ;
e del 1334 dicembre-1335 dicembre, 179, 3.
Peruzzi (de') Leonardo di Sandro, viene escluso dagii
uffici per tre anni (an. 1379), 363, 40 ; h dei Qua-
rantatre cittadini el. in aggiunta agli altri della Balia
gii nominati (an. 1381), 404, 36.
Peruzzi (de') Leonardo di Tommaso, 6 fatto cavaliere
dai Ciompi (an. 1378), 323, 40.
Peruzzi (de') Maso, 6 nelle liste dei Priori del 1298 feb-
braio-1299 febbraio, 78, 1.
Peruzzi (de') Niccol6 di Rinieri, viene bandito come
ribelle (an. 1380), 370, 26.
I^RUzzi (de') Pacino, 6 nelle liste dei Priori del 1293 feb-
braio-1294 febbraio, 73, 30 ; i;. anche Peruzzi Paciiw.
Peruzzi (de') Ranieri di Simone, 6 nelle liste dei Priori
del 1358 gennaio-1359 gennaio, 254, 23.
Peruzzi (de') RiNiERi Di LuiGi , vicnc fatto cavaliere
dai Ciompi (an. T378), 323, 39.
Peruzzi (de') RiNiERi Di Pacino, 6 ncUe liste dci Priori
del 1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 16.
Peruzzi (de') Simone, 6 nelle liste dei Priori del 1341 di-
cembre-1342 dicembre, 190, 19 ; e dei Quattordici
cittadini el. dal parlamento per costituire il nuovo
Govemo alla cacciata del Duca d'Atenc (an. 1343),
207, 34 ; 6 nuovamente nelle listc dci Priori del 1344
maggio-1345 maggio, 22, 5.
Peruzzi (de') Simone di RiNiERi, 6 nellc liste dei Priori
del 1349 gcnnaio-1350 gcnnaio, 235, 37 ; del 1354
gennaio-1355 gennaio, 247, 24 ; e del 1356 gennaio-
1357 gennaio, 250, 47 ; ^ Gonfalonierc di Giustizia
(listc 1363 gennaio-1364 gennaio), 264, 16 ; h nuo-
vamente nelle liste dei Priori del 1369 gennaio-
1370 gcnnaio, 274, 38 ; 6 a capo dei congiurati
contr Ic sette degli Albizzi e dei Ricci (an. 1372). 280,
29-35; 281, 32-35 ; e di nuovo nelle liste dei Priori
del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 20 ; fe con suo
figlio tra i capi e i maggiori istigatori della Parte
guelfa per Tammonire, 308, 9 ; 318, 8-9 ; viene el. a
sostituire nell'ufficio di Balia raminonito Giovanni
[Pernzii-Piero da Canaeto]
INDICE ALFABETICO
597
Dini (an. 1377), 369, 16-18 ; gli viene bruciata la
casa dai Ciompi in rivolta 322, 38 ; dai quali viene
poi fatto cavaliere, 323, 27 ; viene confinato a
Spoleto, 328, 34 ; viene fatto dei Grandi (an. 1379),
363, 10 ; promesse da lui fatte a Carlo di Durazzo,
380' 25-30 ; va ambasc. a Napoli per tentare di rista-
bilire Taccordo tra Carlo di Durazzo ed Urbano VI
(an. 1385), 436, 16-17.
Peruzzi (de') Tommaso, 6 nelle liste dei Priori del 1513
febbraio-1316 febbraio, 122, 8 ; e del 1320 febbraio-
1321 febbraio, 127, 28.
Peruzzi (societA dei), ric, CI, 7 „.
Pesa, f., ric. 369, 16, 18.
Pesce di Guccio di Pesce, fe nelle liste dei Priori del
1323 febbraio-1324 febbraio, 135, 22.
Pesce Pazzino di Gugio, 6 nelle liste dei Priori del 1311
febbraio-1312 febbraio, 112, 36.
Pesci (de') Pesce di Gugio, 6 nelle liste dei Priori de-
1307 febbraio-1308 febbraio, 102, 25 ; e del 1314 feb-
braio-1315 febbraio, 119, 17.
Pesci (de'), Pesce di Gusgi, 6 nelle liste dei Priori del
1302 febbraio-1303 febbraio, 90, 33.
Pescia c, viene danneggiata dai Fiorentini (an.1337), 184,
26 ; viene data al Comune di Firenze che ne prende
possesso, 185, 36-38.
Pesciatini, mandano ambasc. ai Priori per una petizione
contro il Vicario di Valdinievole, Giovanni di Luigi
de' Mozzi, 303, 38-40 ; 304, 8-9.
Petornella (monastero di S.), ric, 45, 34.
Petraccolo di Parenzi, notaio dei Priori, ric 82, 31.
Petrella (della), V. Guido della P.
Petri Andrea da Gaville, notaio dei Priori, ric, 222, 36.
Petri Simone di Benedetto, viene ammonito (an. 1378,
316, 24.
Petri Tinaccio di Tuccio, h nelle liste dei Priori del
1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 19.
Petriboni Ubaldino di Fastello, k nelle liste dei Priori
del 1343 apriIe-1344 aprile, 219, 16.
Petroboni Bartolomeo, 6 fatto cavaliere dai Ciompi
(an. 1378), 324, 12.
" Petrucci F., ric, VIII, 24 ,,.
Pezzini GipVANNi, notaio dei Priori, ric, 284, 24.
Pezzini Guido, fe nelle liste dei Priori del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 28 ; e del 1362 gennaio-1363 gen-
naio, 262, 20.
PiccARDi Matteo, del popolo di S. Paolo, viene condan-
nato nel capo per la rivolta dei Ciompi (an. 1378),
336, 26.
PiccHiNi Michele di Piero, del popolo di S. Lucia d'Ognis-
santi, viene condannato neiravere e nelia persona per
la rivolta dei Ciompi (an. 1378), 336, 35.
Picchiena, ric, 170, 8-7.
Picciotto di Giorgio, viene bandito come ribelle (an.
1380), 371, 9.
Pico [Picco], figlio di Saturno, ric, 6-12.
PiERACcio, V. Guadagni {de') P.
PiERACCio Di PiERO, V. Guadagtii P. di P.
PiERi Benozzo, notaio dei Priori, ric. 248, 20 ; 259, 21 ;
267, 1 1 ; rJ nelle liste dei Priori del 1364 gennaio-i36s
gtnnaio, 265, U.
PiERi FoRESE, notaio dei Priori, ric, 265, 17.
PiERi Lippo, 6 nelle liste dei Priori del 1300 febbraio-
1301 febbraio, 86, 10.
PiERi Martello, h nelle liste dei Priori del 1283 dicem-
bre-1284 dicembre, 60, 3.
PiERi Mattia da Castel Fiorentino, notaio dei Priori,
ric, 368, 9.
" PiERi Paolino, storico, cit. XXXVIII, 10 ; XLIX, 7-8,
3-i „.
PiERi PiEROzzo Di PiERO, 6 nellc liste dei Priori del 1358
gennaio-1339 gennaio, 254, 23 ; del 1362 gennaio-
1363 gennaio, 262, 2, del 1366 gennaio-1367 gennaio,
266, 22; e del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 34.
PiERi Di Cenni, V. Ugolini P. di C.
PlERO, V. Bachini P. ; Banchini P. ; Bandini P. ; Bini P.
Borghi P. ; Branca (della) P. ; Brandani P. ; Cambi P.
Chiarini P. ; Cini P. ; Compagni P. ; Dini P. ; Fa-
stelli P. ; Ferranlini P. ; Forese P. ; Gambacorti P. ;
Ghini P ; Gorini P. ; Guadagni P. ; Guarnieri P. \
Guglielmi P. ; Marchetti P. ; Nelli P. ; Nutini P. ;
Ottinelli P. ; Pucci P. ; Velhili [de') P.
PlERO Ceffi, e Di Ceffo, V. Beccanugi (de') P. C. e di C.
PiERO GuARDi, V. Rustichini P. G.
PiERO Gucci, V. Mucini P. G.
PiERO d'Andrea, k dei Dodici buoni uomini pel quartiere
S. Croce (an. 1378), 326. 39.
PiERO dell'Aquila, Inquisitore dei Paterini, sua contesa
col Comune di Firenze, 225, 26-33 ; 226, 1-17.
PiERO Di Baldo, notaio dei Priori, ric, 186, 10.
PiERO Di BiNDO, V. Benini P. di B.
PlERO Di Bandino, V. Baroncelli P. di B.
PiERO DEL Bene, V. Pepe P. del B. ; Pepi P. del B.
PiERO Di Benozzo, bandito fiorentino per trame contro
lo Stato, viene fatto prendere con un tranello in se-
guito a denunzie di nuove congiure e fatto decapi-
tare (an. 1383). 425, 3-35.
Piero di Benozzo, cognato di Mariano degli Albizzi con-
finato a Rimini, dicerie intorno ad una lettera a lui
diretta dal pred. Mariano dalla sua terra d'esiIio
(an. 1380), 388, 31-34 ; viene condannato neiravere
e nella persona per trame (an. 1381), 400, 6.
PiERO Di Bino di TiNACCio, ^ nelU liste dei
Priori del 1364 gennaio-Z36s gennaio, 265, 19.
PiERO Di BoNAVENTURA, V. Ricoveri P. di B.
PiERO Di BoRGO, 6 nelle liste dei Priori del 1286 dicem-
bre-1287 dicembre, 62, 28 ; del 1294 febbraio-1295
febbraio, 75, 2 ; e del 1301 febbraio-1302 febbraio,
88, 38.
PiERO Di BuoNO, da Ognano, notaio dei Priori, ric, 94,
39 ; 98, 7 ; 108, 18 ; 116, 30.
PiERO Di BuTi, h nelle liste dei Priori del 1343 aprile-
1344 aprile, 218, 27.
PiERO Di Cambio, k nelle liste dei Priori del 1347 gennaio-
1348 gennaio, 230, 4 ; e del 1359 gennaio-1360 gen-
naio, 256, 18.
PiBRO DA Canneto, accusato d'aver tramato in Prato
in favore di Giovanni Acuto. viene fatto prendcre
dai Fiorentini e fatto attanagliare non ostante il suo
carattere sacerdotale (an. 1373), 292, 34-35 ; 293,
8-11.
598
INDICE ALFABETICO
[Piere di C«iwI-Pierozi« di Bance]
PlERO Dl Cenni, V. Ghetli P. di C.
PlERO Di Chiarino, V. Davanzati P. di C.
PiERO Di Chiaro, « dei Priori (an. 1380 maggio-gitigno),
372, 10.
PiKRO Di CiNO, del Popolo di S. Frediano, viene condan-
nato neU'avere e nella persona per la rivolta dei
Ciompi (an. 1378), 336, 33.
PiERO Di CioNE, V. Ridolfi P. di C.
PiERO Di Dado, V. Canigiani P. di D.
PiERO Di DiNO, 6 nelle liste dei Priori del 1344 maggio-
1345 maggio, 222, 17 ; del 1350 gennaio-1351 gen-
naio, 239, 37 ; del 1360 gennaio-1361 gennaio, 258,
42 ; e del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 2S.
PiERO Di DuRANTE, 6 nellc listc dei Priori del 1318 feb-
braio-1319 febbraio, 125, 16.
PiERO Di FiLiPPO, viene bandito da Fiwnze per trame
(an. 1378), 321, 23 ; V. anche Albizzi {degli) P. di F.
PiERO Di FiNO, notaio dei Priori, ric, 189, 29.
PiERO Di FoRNAio, V. Battimamme P. di F..
PiERO Di Fronte, 6 nelle liste dei Priori del 1377 gennaio-
1378 Inglio, 314, 8 ; ric, 316, 3».
PlERo Di Geppo, V. Orlandini P. di G.
PiERO Di Gerino, 6 nelle liste dei Priori del 1380 marzo-
1381 febbraio. 391, 22.
PiERO Di Gherardo, V. Borsi P. di G. ; Velluti (de') P.
di G.
PiERO Di Ghino, V. Guicciardini P. di G.
PiERO Di GiLio, i;. Serragli P. di G.
PiERO Di GiOTTO, V. Marchi (de') P. di G.
PiERO Di Giovanni Firenze, fe dei Priori (an. 1379
lnglio-agosto), 346, 6 ; Gonfaloniere di Compagnia,
h preso per sospetto di trame contro lo Stato ma
poi viene rilasciato (an. 1381), 390, 32-35.
PiERo Di GiuGNi, V. Giugni (de') P. di G.
PlERO Dl Grifo, detto anche delle Riformagioni, gli
viene braciata la casa dai Ciompi (an. 1378), 323,
1-2 ; accoglie in sna casa a Siena i banditi fiorentini
ed i Ciompi che preparano la spedizione sn Figline,
349, 27 ; viene condannato per questo dal Podestci
neiravere e nella persona (an. 1379), 350, 41.
Piero di Guadagno, h nelle liste dei Priori del 1294
febbraio-1295 febbraio, 75, 21 ; e del 1298 febbraio-
1299 febbraio, 78, 2.
Piero di Guccio, V. Filippi P. di G. ; Matini P. di G.
Piero di Guglielmo, 6 nelle liste dei Priori del 1313
febbraio-1314 febbraio, 116, 8 ; del 1316 febbraio-
1317 febbraio, 123, 9 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1331 dicembre-1332 dicembre), 169, 4 ; e nuo-
vamente nelle liste dei Priori del 1339 dicembre-1340
dicembre, 188, 24 ; e del 1346 maggio-1347 gennaio
228, 9.
Piero di Jacopo detto Cappellina, viene condannato
per trame contro lo Stato (an. 1378), 339, 24.
PiERO di Lapo, V. Baldovinetti P. di L. ; Cantellini P.
di L.
PiERO Di Lapozzo, k dei Qnarantatre cittadini el. in ag-
giunta agli altri della Balia gi4 nominati (an. 1381),
404, 38.
PlERO Di Lippo, i;. Aldobrandini P. di L.
PiERO Di Lippo Bonagrazia, e Buonagrazia, k nelle
liste dei Priori del 1355 gennaio-1356 gennaio, 25
2 ; viene ammonito (an. 1358), 253,28.
PiERO Di LucA, V. Marzi P. di L.
PiERO Di Macone, notaio dei Priori, ric, 158, 4.
PiERO Mansuolo di Borgo, t nelle liste dei Priori
1297 febbraio-1298 febbraio, 77, 16.
PiERO Di Martignana, viene condannato a lire trecent
e confinato per sei anni (an. 1381), 401, 13.
PiERO Di Masino, V. Anlella (della) P. di M.
PiERO Di Masino di Tano, k nelle liste dei Priori
1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 2.
PiERo Di Migliorino, viene ammonito (an. 1373), 288, H
PiERO Di NarsI, di Francia, viene nominato dai Fiorentia
Capitano di guerra (an. 1325), 147, 4-9; sue segre
trattative coi soldati francesi militanti pr. Castruccio |
per attrarli a sfe, 148, 21-25 ; viene preso con un tra-
nello da Castraccio e fatto uccidere, 25, 31.
PiERO Di Nello, V. Corsi P. di N.
PiERo Di Neri, V. Pitti P. di N.
PiERO Di Neri di Lippo, 6 nellc liste dei Priori del 1367 1
gennaio-1368 gennaio, 267, 41.
PiERO Di NuTO, V. Michi P. di N.
PiERO Di Oddo, V. Altoviti (degli) P. di O.
PiERO DEL Papa, 6 uelle liste dei Priori del 1324 feb-
braio-1325 febbraio, 147, 29.
PiERO Di Pero, 6 nelle liste dei Priori del 1376 gennaiio-
1377 gennaio, 306, 30.
PiERO DA Pietramala detto Saccone, V. Torlafi (d
P. da P.
PiERO di Pinaccio, V. Strozzi (degli) P. di P.
PiERO Di PiuviCHESE, V. Brancocci P. di P.
Piero di Puccio, V. Benvenuti P. di P.
PiERO Di RiNuccio, V. MochiaveUi P. di R.
PiERO Di RoMOLO, 6 nellc liste dei Priori del 1346 ma
gio-1347 gennaio, 228, 6.
PiERO DEL Rosso, 6 nelle liste dei Priori del 1372 gen4
naio-1373 gennaio, 284, 31.
Piero di Saggio, h nelle lite dei Priori del 1345 maggio-J
1346 maggio, 226, 41.
Piero di Spigliato, da Filicaia, fe nelle liste dei Prio
del 1350 gennaio-1351 gennaio, 240, 16 ; e del 136
gennaio-1368 gennaio, 267, 40.
PiERO Di Stefano, V. Casciani P. di S.
PiERO Di Stefano Benintendi, k uelle liste dei Prio
del 1347 gennaio-1348 gennaio, 229, 45.
PiERO Di Tuccio, V. Ferrucci P. di T.
PiERO d'Ugolino di Bonsi, 6 dei Priori (an. 1380 gen-
naio-febbraio), 389, 14.
PiERo d'Uguccione del Papa, 6 Gonfaloniere di Gius
zia (liste 1346 maggio-1347 gennaio), 228, 25.
PlERO Di ZuccHERO, V. Soderini P. di Z.
PiERo (di), V. Bartolo di P. ; Bernardo di P. ; Cozzo di P.
Dino di P. ; Gabriello di P. ; Geri di P. ; Giovanni
P. ; Rosso di P. ; Ugolino di P.
Pierotto (di), Bencivenni di P.
PiEROZZo, V. Alberti P.
PiEROZzo Di Banco di Bartolo, 6 nelle liste dei Prio
del 1353 gennaio-1354 gennaio, 246, 8 ; h Gonfalfl
niere di Giustizia (liste 1360 getmaio-1361 genna
259, 19.
[Pierozzo di Braccino«Piiani]
INDICE ALFABETICO
599
PiEROZZo Di Braccino, h nellc liste dei Priori del 1346
inaggio-1347 gennaio, 228, 5.
PiEROZZo Di Francesco, 6 nelle liste dei Priori del 1372
gennaio-1373 gennaio, 284, 19.
PiEROZzo Di PiERO, V. PeH P. di P. ; Pieri P. di P.
PiERUCCio, V. Fiorentini P.
PiERUZzo d'Andrea della Vitella, h degU Otto ufii-
ciali incaricati della vendita dei beai dei ribelli (an.
1380), 372, 39.
Pietrabuona, castello pisano occupato da Giovanni di
Sasso 6 ripreso poi dai Pjsani (an. 1362), 260, 42-
44 : 261, 1-4.
Pietramala, viene assediata dai Fiorentini (an. 1384),
437, 4 ; viene a questi ceduta con tutto ii contado
da Marco figlio di Piero da Pietramala, Signore di
essa, 1-8 ; ric, 388, 18.
PiETRAMALA (da), V. Bartolomeo di Maso da P. ; Marco
da P. ; Pietro da P. ; vedi anche Tarlati.
Pietramalesi, ric, 388, 16-18.
Pietrasanta, vi vengono mandate milizie dai Fiorentini
per impedire il passo ad Arrigo VII di Lussemburgo
(an. 1311), 107, 5-8 ; se ne afiida la guardia ai Fio-
rentini (an. 1335), 177, 37-38 ; viene donata da que-
sti al vescovo di Luni affinchfe faccia guerra ai Pi-
sani (an. 1343), 217, 21-23.
Pietro di Buonavolta, 6 nelle liste dei Priori del 1297
febbraio-1298 febbraio, 77, 24.
" PiETRO da Calesandria, Proposto della Cliiesa d'0-
gnissanti, vende a Coppo Stefani tre casette poste al
popolo di S. Spirito, Cl, 12-14 „.
PlETRO da Corvaia, antipapa fatto eleggere da Lodo-
vico il Bavaro, ric, 159, 30.
" PiETRO FoRESE, marito di Margherita figlia di Coppo
Stefani CIII, 6-7 „.
Pietro di Landolfo, da Roma, Esecutore di Giustizia
a Firenze. (an. 1324), 139, 9.
[PiETRO I Di LusiGNANo], re di Cipro, giunge col figlio
in Firenze ove si trattiene vari giorni (an. 1368),
268, 10-16.
PiETRO, fratello di re Roberto di Napoli Signore di Fi-
renze, muore combattendo a Montecatini con Teser-
cito fiorentino (an. 1315), 117, 34.
PiGELLO Di Talano, k tra i capi della Parte guelfa ac-
corsi in difesa contro i popolani (an. 1378), 318, 16.
PiGLi, fam. fiorentina del quartiere di Porta S. Branca-
zio, 21, 28 ; di parte ghibellina, 28, 28 ; esce da Fi-
renze coi Guelfi all'annuncio della sconfitta di Mon-
taperti (an. 1260), 48, 5 ; si schiera coi Bianchi, 80,
37 ; viene fatta popolana, 216, 34.
PiGLi (de') Maffio di Can, e Di Cante, h nelle liste dei
Priori del 1358 gennaio-1359 gennaio, 254, 13 ; 6
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1362 gennaio-1363
gennaio), 262, 7 ; e di nuovo (liste 1364 gennaio-1365
gennaio), 265, 15.
PiGLi (de') RiNALDO, h nelle liste dei Priori del 1287 feb-
braio-1288 aprile, 63, 37.
PiGLiALARME, V. Pacini P.
Pineto, castello, viene ceduto al Comune di Firenze (an.
1385), 435, 36.
PlNO, V. Biccki P. ; Cavicciuli P.
PiNO Di Chiavicella, V. TagHamochi P. di C.
Pino da Signa, notaio dei Priori, ric. 75, 36.
PiNO Di Spina, V. Falconi P. di S.
PiNO Di Tegghiaio del Cicino, k nelle liste dei Priori
del 1368 gennaio-1369 gennaio, 273, 25.
PiNO (del), V. Tuccio di Ciapo del P.
PiNO (di), V. Francesco di P. ; Tano di P.
PiNUcci Ghino, notaio dei Priori, ric, 99, 40.
PiNuccio Di Antonio, V. Bonciani P. di A.
PiNzocHERi Ciuto di Manetto, 6 ncUe liste dei Priori
del 1293 febbraio-1294 febbraio, 74, 3.
PiPiNO, re dei Franchi, (aa. 754-768) viene in Italia chia-
mato da pp. Stefano contro i Longobardi, 17, 13-15.
PiPiNO Pio, nobile romano, viene mandato a Firenze da
Carlo Magno per la riedificazione della c, 18, 7.
Pisa, vengono a guardarla ed a difenderla dairinsidie dei
Lucchesi, durante Tassenza dei Pisani per Timpresa
di Maiorca, i Fiorentini (an. 1117), 22, 23-37; 23,
1-7 ; vi giunge e vi si ferma a lungo Arrigo VII, che vi
istruisce il processo contro il comune di Firenze e vi
pronunzia la sentenza di condanna (an. 1313), 112,
10-15 ; vi giunge e vi si ferma Lodovico il Bavaro che
vi lascia alla sua partenza come Vicario Tarlatino dei
Tarlati (an. 1327), 153, 27 ; 156, 4-7 ; 161, 22-29,
che, pero, viene presto cacciato, con Taiuto di Marco
Visconti e delle truppe tedesche stesse del Bavaro,
restate al Ceruglio, 162, 24-26 ; viene danneggiata
dai Fiorentini che giungono con la loro cavalcata
sino airantiporto (au. 1329), 163, 7-9 ; assalita dai
fuorusciti ghibellini, aiutati dalla lega, viene liberata
dai Fiorentini (an. 1332), 171, 33-34; 172, 1-8; manda
aiuti ai Fiorentini in rivolta contro il Duca d'Atene
che non riescono per6 a questi molto graditi, 206,
35-37 ; 207, 1-4 ; vi giunge Timperatore Carlo IV
(an. 1355), 247, 27-29 ; 249, 14 ; vi torna lo stesso
imperatore che la lascia poi in signoria a Piero Gam-
bacorti (an. 1368), 268, 29-35 ; ric, 437, 35 ; v. an-
che Pisani.
PiSA (borgo S. Marco di), vi si fa pace tra Pisani e Fio-
rentini, 163, 8.
PxsANi, donano ai Fiorentini, a segno della loro ricono-
scenza per la gnardia da essi fatta della loro patria
neirassenza per Timpresa di Maiorca, due colonne
(an. 1117), 23, 16-21 ; vengono a guerra con questi
ma vengono presto sconfitti in una grande battaglia e
costretti a domandar la pace (an. 1222), 30, 3-8 ; si
riaccende con gli stessi la guerra (an. 1251), 40,
13-20, 29-35 ; tornano a pace, 42, 34-35 ; 43, 1-9, 18-
22 ; ma per riprendere le armi poco dopo (an. 1268),
53, 33-41 ; giunge tra loro il Vicario deirimperatore
Rodolfo accolto molto onorevolmente (an. 1286),
62, 21 ; prendono con inganno ai Fiorentini Ponte
ad Era, facendone prigionieri i castellani lasciati
li a guardia (an. 1291), 24, 27 ; ma vengono da que-
sti immediatamente contrattaccati, e le loro terre
da essi gravemente daimeggiate, 69, 21-26 ; man-
dano aiuti di uomini e di denaro airimperatore Ar-
rigo VII in lotta contro i Fiorentini e contro Roberto
di Napoli (aa. 1311-1313), 107, 30-32; 108, 41-42;
110, 35-38; 111, 7; mprto Arrigo nominano loro
600
INDICE ALFABETICO
[Pitaae.Pecda]
Capitano generale e Signore Ugnccione della Faggioia
e vanno con qiiesto contro Lucca che costringono a
restituire i castelli loro tolti e a far rientrare i Ghibellni
(an. 1314), 114, 4-9 ; occupano Lucca, 15-18 ; fanno
pace coi Fiorentini e stringono con essi e con re Ro-
berto una Lega (an. 1317), 123, 32-39 ; ma presto
contro i patti della .stessa pongono gabelle sulle mer-
canzie fiorentine riaprendo cosi di nuovo la lotta (an.
1322), 130, 2-5 ; cacciano il Vicario imperiale lasciato
nella c. da Lodovico il Bavaro e ricostituiscono il
libero comune (an. 1329), 162, 24-26 ; vanno di
nuovo ad assediare Lucca (an. 1340), 188, 6-7, e,
dopo lungo assedio, falliti i tentativi dei Fiorentini
di venire in aiuto della c, la prendono (an. 1342),
193, 29-34 ; vengono a pace col Duca d'Atene, Signore
di Firenze e s'impegnano con questo di restituire
a Lucca la liberti e alle merci fiorentine le franchige,
198, 7-12; stringono lega con lo stesso Duca, 201,
26-29 ; 35-40 ; cacciato il Duca da Firenze rinnovano
gli accordi di pace direttamente coi Fiorentini (an.
1343) .. 217, 27-34 ; riprendono con questi la lotta
(an. 1362), 260, 33-45 ; 261, 1-4 ; per vendicarsi dei
danni da questi arrecati alle loro terre in Valdera vanno
con Toste contro Firenze e devastano Campi e S.
Donnino (an. 1363), 15, 22 ; tornati a pace con gli
stessi mandano loro aiuti (an. 1379), 356, 35 ; ven-
gono a patti con la Compagnia di S. Giorgio che mi-
nacciava il loro territorio (an. 1380), 368, 25 ; strin-
gono nuovamente lega coi Fiorentini e coi Senesi e
coi Lucchesi, 376, 36-40 ; 377, 1 ; 380, 4 ; inviano di
nuovo loro aiuti a Firenze (an. 1384), 430, 11 ; u.
anche Pisa.
PiSANO (PORTO), viene preso e danneggiato dai Fioren-
tini (an. 1267), 53, 34 ; e di nuovo (an. 1290), 67,
31-33.
PiSTOiA, sua origine e ragione del suo nome, 9, 18-20 ; 22,
18 ; vengono contro di essa i Fiorentini che le tolgono
il castello di Carmignano e devastano il territorio
(an. 1228), 31, 20-24 ; tornano contro di essa gli stes-
si danneggiandone il contado e togliendole il castello
di Tizzana (an. 1252), 40, 25-26; vi sorgono dalla
divisione della nobile famiglia guelfa locale dei Can-
cellieri le due avverse fazioni dei Bianchi e dei Neri
che essa per la pace cittadina confina a Firenze (an.
1300), 79, 1-27 ; vi si raccolgono e rafforzano i Bian-
chi, cacciati da Firenze, ed i Ghibellini, cacciati da
Lucca (an. 1302), 87, 6-8 ; vengono contro di essa,
a causa di questa ospitalita, i Fiorentini ed i Lucchesi
che ne devastano il territorio (an. 1303), 8-13 ; 89,
30-34 ; tornano contro di essa gli stessi che la cin-
gono d'assedio (an. 1305), 95, 26-32 ; cade in jxjtere
di questi che se ne dividono il territorio riducendola
a borghi (an. 1306), 96, 39-40 ; se ne fanno signori
rAbate da Pacciano ed il nipote Filippo Tedici (aa.
1323-1324), 137, 1-33 ; viene occupata da Castruccio
(an. 1325), 140, 30-33 ; viene assalita e devastata dal
Conte di Monte Scaggioso Capitano dei Fiorentini (an.
1327), 151,24-27 ; viene a pace con questi concedendo
loro la guardia della c. ed altri diritti (an. 1329), 162,
14-28 ; elegge a suo Signore il Duca di Atene (an.
1342), 197, 12; si rribella a questo (an. 1343), 207.
16 ; viene as.sediata dai Fiorentini, che avevano al
lora annesso al proprio territorio Prato, e costrett
in breve ad arrendersi ed a sottomettersi al Comum
(an. 1351), 236, 2-12 ; vi viene rafforzata la guami-
gione fiorentina (an. 1372), 284, 44-46 ; v. anche P\-
stoiesi.
P|STOiA (famiglib), V. CancelHcri ; Panciatichi ; Gualfre-
ducci ; Muli ; Uberti.
PiSTOlA (da), II. Simone da P.
PjStoia (alpi di), ric, 383, 32 ; 398, 8.
PiSTOiESi [Pistolesi], sconfiggono pr. Carmignano i Pra-
tesi ed i Fiorentini (an. 1154), 24, 8-12 ; danneggiano
le campagne di Montemurlo (an, 1207), 27, 12-13 ;
vengono sconfitti dai Fiorentini (an. 1251), 39, 32-
33 ; si arrendono e si sottomettono a questi (an.
1253), 42, 1-8 ; inviano aiuti a Firenze contro Ar-
rigo VII (an. 1312), 110, 18; vengono ad accordi
con Castruccio (an. 1322), 129, 17-19; respingon<
il Vicario di re Roberto (an. 1323), 135, 6-10 ; ;
anche Pistoia.
PiSTOLESi, V. Pistoiesi.
PiTANA, CiOMPO, fatto decapitare per sospetti di trame
contro lo Stato, 415, 18-20.
PiTTi BoNACCORSo Di Ricco, 6 ncUe liste dei Priori del
1348 gennaio-1349 gennaio, 234, 22 ; e del 1359 gen-
naio-1360 gennaio, 255, 29.
PiTTi BoNACcoRso Di Rucco, fe nelle Iste dei Priori del
1369 gennaio-1370 gennaio, 274, 41 ; e del 1375 gen-
naio-1376 gennaio, 299, 14.
PiTTi CiONE, h nelle liste dei Priori del 1356 gennaic-
1357 gennaio, 250, 47.
PiTTi Geppo di Ricco, e nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-1347 gennaio, 228, 31.
PiTTi Leonardo di Geppo, fc dei Priori (an. 1382 maggio-
giugno), 416, 27.
PiTTi Maffeo, k nelle liste dei Priori del 1282 dicenibre-
1283 dicembre, 59, 16.
PiTTi Neri, 6 nelle liste dei Priori del 1367 gennaio-1368
gennaio, 268, 4.
PiTTi Neri di Bonaccorso, 6 nelle liste dei Priori dcl
1361 gennaio-1362 gennaio, 259, 37.
PiTTi Piero di Neri, h nelle liste dei Priori del 1380 mar-
zo-i^Si febbraio, 391, 4 ; 6 dei Quarantatre citta-
dini el. in aggiunta agli altri della Balia gia nominati
(an. 1381), 404, 26.
PiTTi (de') Cione di Maffeo, k nelle liste dei Priori del
1302 febbraio-1303 febbraio, 90, 42 ; e del 1305 fcb-
braio-1306 febbraio, 98, 15.
PiTTiNi Guido, 6 nelle liste dei Priori del 1356 gennaio-
'357 gennaio, 250, 26.
Piuvichese, V. Brancacci P.
PiuvicHESE di Brancaccio, h nelle liste dei Priori del
1316 febbraio-1317 febbraio, 123, 9.
PizziNi Giovanni, notaio dei Priori, 131, 15 ; 160, 26 ;
188, 6 ; h nelle liste dei Priori del 1349 gennaio
1350 gennaio, 235, 40.
Po, f. ric, 375, 32.
PocciA GiovANNi, sbandilo perugino caporale nella bri-
gata di Giannotto, '.^ialscalco di Carlo di Durazzo,
[ Paccianti-Priamo]
INDICE ALFABETICO
601
353, 30 ; viene condannato per compliciti in trame
contro lo Stato (an. 1379), 365, 7.
" PocciANTi, storico, afferma erroneamente che Coppo
Stefani avesse scritto « Storie fiorentine ,,. XXII,
22-25 „.
(POGGETTO (dEL) BeRTRANDO] CaRD. LeGATO DI LoM-
BARDiA, tenta invano d'allontanare i Fiorentini dalla
lega coi Visconti (an. 1333), 173, 3-15 ; ric, 170, 14.
Poggibonsi IPoggibonisi]. viene preso dai Fiorentini (an.
1254), 42, 21 ; ribellatosi viene ripreso e devastato
(an. 1257), 43, 27-29 ; occupato dai Ghibellini fuo-
rusciti viene loro ritolto (an. 1267), 53, 27-30 ; 55,
9-17 ; vi pone il campo Arrigo VII di Lussemburgo che
vi ricostruisce la fortezza chiamandola Castello Im-
periale (an. 1313), 111, 27-28; vi si accampano gli
Ungheresi di Carlo di Durazzo (an. 1380), 379, 33-
34 ; 381, 17 ; ric, 369, 6.
PoGGio (del), V. Viero di Gherardo del P.
PoGiNGHi, e PociNCHi (de') NiccoLd, castellano di Pie-
trasanta, di la guardia del castello ai Fiorentini
(an. 1335), 177, 35-37, con.servando pero per sfe la
rocca che cede poi a Mastino della Scala, 181, 1-6 ;
tuttavia viene fatto prendere dal detto Mastino e
minacciato di morte come traditore, 7-10.
PoGNA, castello, viene preso e distrutto dai Fioren-
tini (an. 1185), 25, 31-35, 3 ; 26, 1-3 ; " cf. XLIV,
4-7 „.
PoLONlA, ric, 422, 30.
" PoLONO Martino, fonte della cronaca dello Stefani
ric XXXI, 14-19 „.
PoMPEO Gneo, fa costruire, secondo la leggenda dello
Stefani, le mura di Firenze, 10, 5-6, 13-u.
Poncanio, e Porcario (!) , messo di Lodovico il Bavaro pr.
i Fiorentjni, 189, 1 ; 192, 37.
PoNci Feo, 6 nelle liste dei Priori del 1282 dicembre-
1283 dicembre, 59, 17.
PoNcio (di), V. Feo di P.
Ponte Triemoli, ric 178, 23.
PoNTE Vano, ric, 388, 21.
PoNZi (de') Ponzardo di Vaccareccia, suo sdegno con-
tro rinvadenza dei Lucchesi in Firenze (an. 1303)
90, 23^4.
PopoLAREscHi NiccoLd Di Ghino, gii dci Tornaquinci,
viene inviato ambasc dal Comune pr. gli Aretini
(ab. 1380), 379, 4-6.
Poppi, castello deirAretino danneggiato dai Fiorentini
(an. 1290), 67, 28.
Porcari, terra dei Lucchesi presa dai Fiorentini (an.
1330), 166, 25.
PoRCELLi Bartolomeo di Piero, viene fatto impiccare
per congiure contro lo Stato (an. 1382), 423, 32-34.
PoRCELLO Di Recco, e Di Ricco, DA Ghiacceto, h nelle
liste dei Priori del 1329 dicembre-1330 dicembre,
164, 24 ; e del 1336 dicembre-1337 dicembre, 186,
13 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1340 dicembre-
1341 dicembre), 189, 38.
PoRTico Di Romagna, viene fatto ribellare ai Fiorentini
dal conte Francesco di Doadola (an, 1376), 298, 13-
16 ; ripetuti ed inutili tentativi per la sua riconquista,
16-34 ; 302, 26-41 ; 303, 1-6.
PoRTiNARi, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 17.
PoRTiNARi Sandro di Giovanni, viene ammonito (an.
1358), 253, 34.
Portinari (de') Folco, 6 nelle liste dei Priori del 1282
agosto-ottobre, 58, 17 ; e del 1286 dicembre-1287 di-
cembre, 62, 43.
PoRTiNARi (de') Fosco Ricoveri, k nellc liste dei F^iori
del 1284 dicembre-1285 dicembre, 61, 2.
Portinari (case de'), wngono dinneggiate dal fuoco (an.
1287), 63, 16-17 ; ric, 18, 20.
Porzia, fam. romana, ric, 18, 10.
PoRZio Marco Antonio, nobile romano, viene inviato a
Firenze da Carlo Magno per la riedificazione della c ,
18, 7-8.
Porzevere. ric, 142, 39.
Pratese Lapo, k nelle liste dei Priori del 1392 (dicembre-
febbraio), 70, 37.
Pratesi, ricomprano dai conti Guidi la liberti (an. 1080),
22, 1 7 ; vengono sconfitti e sottomessi dai Fiorentini
(an. 1107), 19-21 ; " cf. XLIV, 27-38 ,,. vengono scon-
fitti dai Pistoiesi insieme ai Fiorentini corsi in loro
aiuto (an. 1154), 24, 8-11; vengono condannati dal Co-
mune di Firenze per essersi rifiutati di consegnare un
assassino rifugiatosi pr. di loro (an. 1293), 71, 18-23 ;
cacciano i Guelfi ed i Neri ma sono poi costretti a farli
rientrare dai Fiorentini venuti in aiuto di questi
(an. 1309), 102, 33-38 ; inviano aiuti a Firenze con-
tro Arrigo VII (an. 1312), 110, 18-19 ; e di nuovo
corrono in aiuto di questa nella rivolta contro il
Duca d'Atene (an. 1343), 206, 34 ; f. anche Prato.
Pratighone, castello dei Pisani danneggiato dai Fio-
rentini (an. 1327), 163, 7.
Prato, sua prima origine, 22, 17-20 ; viene preso dai Fio-
rentini (an. 1107), 20-21 ; " cfr. XLIV, 27-32,, ; vi
si rifugiano per poco il conte Guido Novello ed i Ghi-
bellini cacciati da Firenze (an. 1266), 51, 41 ; 52, 3-4 ;
tenta d'impadronirsene Castruccio che viene invece
ricacciato e messo in fuga dai Fiorentini corsi subito
a difesa (an. 1323), 18, 27 ; tenta lo stesso d'impa-
dronirsene con trame che vengono invece scoperte
e stroncate dai Fiorentini stessi (aa. 1325), 141,
4-lS ; viene danneggiato dal predetto Castniccio che
Tassedia inutilmente per piil giorni, 145, 18-26 ; h
dato in signoria a Carlo duca di Calabria (an. 1326),
151, 20-21 ; in seguito ad accordi con la Regina Gio-
vanna, figlia del detto Duca, ritoma al Comune di
Firenze che Tannette al suo contado (an. 1351),
235, 1-6 ; V. anche Pratesi.
Prato (da), t;. Niccold da P. card.
Pretassini Bernardo di Ridolfo, i nelle liste dei Prio-
ri del 1366 gennaio-1367 gennaio, 266, 9 ; e del 1374
gennaio-1375 gennaio, 291, 22.
Pretassini Ridolfo di Filippo, notaio dei Priori, ric
78, 8.
Pretassini (de') Venbdico, 6 nelle liste dei Priori del
1296 febbraio-1297 fcbbraio, 76, 2».
Prete Fortino e Gahcorsi, masnadieri, ric, 239, 4.
Primilcuorb, comune di Romagna occupato dai Fio-
rentini (an. 1376), 298, 2-8.
Priamo, re di Troia, fa riedificare la c. distrutta, 4, 38-39 ;
602
INDICE ALFABETICO
[PrI(aaDo.f>uy (di) Ccrardo]
viene a guerra con Menelao che incendia e distnigge
nuovamente la c, 5, lO-H.
(PSIGNANO FrANCESCO SOPRANNOMI-
NATO BuTiLLol nipote d'Urbano VI ; discordia
scoppiata tra il detto Urbano e Carlo di Durazzo
a suo riguardo (an. 1384), 433, 12-31 ; tenta con
altri baroni di liberare lo zio assediato in Nocera
dall'esercito di Carlo, 40-ts ; 444, 1-3.
Primerano, V. Ubbriachi P.
Primerano (di), V. Spinello di P.
Primerano Obbriachi, V. Serragli P. O.
Priore d'Arrigo, V. Serragli {de') P. d'A.
Priore di Bartolo, 6 nelle liste dei Priori del 1304 feb-
braio-1305 febbraio, 96, 6 ; del 1310 febbraio-1311
febbraio, 108,28 ; del 1315 febbraio-1316 febbraio, 121,
25 ; del 1328 dicembre-1329 dicembre, 160, 20 ; e del
1338 dicembre-1339 dicembre, 188, 7.
Priorb di Cionaccio, 6 nelle liste dei Priori del 1318
febbraio-1319 febbraio, 125, 22.
Priorb di Feduccio di Cione, t>. Falconi P. di F. di C.
Priore del Pera, V. Baldovinetli P. del P.
Priore (di), V. Francesco di P.
Pristizio Tarquinio, V. Tarqitinio Prisco.
Proca, discendente di Enea, padre di Numitore ed Amu-
lio, 7, 10-11.
Prosperi Bindo d'Ammannato, 6 nelle liste dei Priori
del 1324 febbraio-1325 febbraio, 147, 30.
Prospero (di), V. Ammannato di P.
Provenzali (soldati), ric, 150, 3.
Provenzano, t;. Salvani P.
PuBLio Pleteio, ric, 9, 12.
" Pucci Antonio (zibaldone di), ric, VIII, 5-6 ,,.
Pucci Bartolo di Vanni, 6 nelle liste dei Priori del
1330 dicembre-1331 dicembre, 167, 20 ; e del 1339 di-
cembre-1340 dicembre, 188, 16.
Pucci BoNGiovANNi, 6 nelle liste dei Priori del 1375 gen-
naio-1376 gennaio, 299, 9 ; e del 1380 marzo-1381
febbraio, 391, 34.
Pucci BoRGO, 6 nelle liste dei Priori del 1348 gennaio-
1349 gennaio, 234, 12.
Pucci FiLiPPO, viene confinato per dieci anni (an. 1381),
401, 35.
Pucci GioVANNl Di Bicrto, 6 uelle liste dei Priori del
1382 (settembre-gennaio), 424, 15.
Pucci GuiDuccio, 6 nelle liste dei Priori del 1344 mag-
gio-1345 maggio, 222, 18.
Pucci Jacopo di Banco, 6 nelle liste dei Priori del 1354
Sennaio-1355 gennaio, 248, 23 ; e del 1361 gennaio-
1362 gennaio, 259, 44.
Pucci LoTTO, notaio dei Priori, 169, 13 ; 6 nelle liste dei
Priori del 1345 maggio-1346 maggio, 227, 29.
Pucci Manetto di Piero,^ nelU liste del 1385
maggio-1386 aprile, 443, 7.
Pucci MicHELB, h degli Otto ufficiali incaricati della
vendita dei beni dei ribelli (an. 1380), 386, 19.
Pucci PiERO, notaio dei Priori, ric, 246, 22.
Pucci PiERO, vinattiere, h nelle liste dei Priori del 1356
gennaio-1357 gennaio, 251, 9 ; e del 1362 gennaio-
1363 gennaio, 262, 11.
Pucci Paccio Di Lapo, notaio dei Priori, ric. 246, 3.
Pucci Stefano, i nelle liste dei Priori del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 246, 3.
Puccio, V. AcciaiuoH P. ; Carletti P. ; Talenti P.
Puccio Di Benvenuto, k nelle liste dei Priori del 1295
febbraio-1296 febbraio, 76, 3.
Puccio Di FiLiPPO, k nelle liste dei Priori del 1362 gen-
naio-1363 gennaio, 262, 26.
Puccio Di Lapo, V. Pucci P. di L.
Puccio Di Ventura, V. Mori (de') P. di V.
Puccio (di), V. Bellaccio di P. ; Cristofano di P. ; Guido di P. ;
Jacopo di P. ; Simone di Guiduccio di P. ; Ste/ano di P.
PuGio Di Belcaro, 6 nelle liste dei Priori del 1304 feb-
braio-1305 febbraio, 96, 28.
PuGio Di Boninsegna, 6 Gonfaloniere di Grustizia (li-
ste 1330 dicembre-1331 dicembre), 167, 13.
PuGio Di Jacopo, fe Gonfaloniere di Giustizia (liste 1321
febbraio-1323 febbraio), 131, 23 ; 6 nelle liste di
Priori del 1323 febbraio-1324 febbraio, 135, 23.
PuGLiA, ric, 36, 20, 29 ; 50, 11 ; 253, 1«.
PuGLiA (re di) (detti comunemenle di Napoli) ; t>. Man-
fredi ; Carlo I d'A ngit) ; Carlo II d'A ngid ; Roberto ;
Giovanna I ; Carlo di Durazzo.
PuGLiEsi RiDOLFO Di Teghia, ribelle pratese condannato
a morte dal Duca d'Atene, 194, 38-40 ; 195, 1-3
PuGLiESi ViTA, trama con Castruccio contro Prato, 141, 5.
PuLCi, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 11 ; esce da
Firenze alla notizia della sconfitta di Montai>erti (an.
1260), 48, 11; si schiera coi Bianchi, 92, 13; sue
case, 18, 16 ; 51, 30 ; 129, 35 ; 325, 9.
PuLCi Uberto di Rinaldo, k nelle liste dei Priori de
1285 dicembre-1286 dicembre. 62, 10 ; v. anche Puh
(de') Uberto.
PuLci (de') Adoardo, 6 tra i capi e i maggiori istigator
della Parte guelfa per rammonire, 308, 11 ; 6 fatto
capitano della Parte con grande Balia, 310, 15 ;
318, 9 ; viene condannato per trame contro lo Stato
(an. 1378), 339, 5 ; e di nuovo (an. 1379), 365, 9
trama nuovamente contro lo Stato coi Ciompi di Boj
logna, 387, 6 ; 6 dei Quarantatre cittadini el. in ai
giunta agli altri della Balia gia nominati (an. 138
404, 43 ; w. anche Pulci (de') Adoardo di Bartolomea\
PuLci (de') Adoardo di Bartolomeo, viene banditi
come ribelle (an. 1380), 370, 34 ; v. anche Pulci (de'
Adoardo.
PuLCi (de') Doffo di Scolaio, 6 nelle liste dei Priori del
1289 dicembre-1290 dicembre, 67, 17.
PuLci (de') Guelfo, 6 nelle liste dei Priori del 1282 (ago-
sto-ottobre), 58, 13.
PuLCi (de') Jacopo, castellano di Castiglione Aretino,
207, 11-12.
PuLci (de') Pietro di Barna, h fatto popolano (an. 1379) ,
364, 21.
PuLci (de') Ruggieri, k nelle liste dei Priori del 1286 di-
cembre-1287 dicembre, 62, 25.
PuLci (dk') Uberto, 6 nelle liste dei Priori el. 1289 di-
cembre-1290 dicembre, 67, 10 ; v. anche Pulci Uberto
di Rinaldo.
Pussignano di Corrado, da Cinciano, 6 condannato per _
trame contro lo Stato (an. 1378), 339, 21. 9
(PuY (di) Gerardo] Card., Abatb di Montb Maggiorb,
I
[Quarata>Ravent>«]
INDICE alfabetico
603
signore di Perugia, dicerie intorno a stie mene con
gli Albizzi a riguardo di Firenze, 285, 22, 30-32 ;
suoi nuovi intrighi con il Card. Legato di Bologna e
con Giovanni Acuto contro la stessa Firenze e rea-
zione dei Fiorentini (an. 1375), 292, 15-32; 293,
1-36.
QuARATA (da), V. Bemardo di Castello da Q ; L-iiigi di Gio-
vanni da Q. ; Vanni di Simone da Q.
QUARATESi, fam. fiorentina, suo dissidio con la fam. di
Luca da Panzano (an. 1382), 414, 6-15.
QUARATESI (CASE DEl), ric, 330, 8.
QuARTiGiANi GuERRUccio, viene mandato a morte da
Castruccio insieme ai suoi tre figli, perch6 sospetto
d'aver tramato contro di lui segretamente col Duca
di Calabria, signore di Firenze, (an. 1327), 152, 37-
40; 153, 1-4.
QuARTiGiANi Pagano, lucchese, ric, 166, 15.
QuERCETO, ric, 355, 31.
Querciagrossa, castello dei Senesi preso e distrutto dai
Fiorentini.
QuiRico (S.), ric, 32, 1.
Quona (da), V. Ruggieri da Q.
Rabatta (da), V. Forese da R. ; Michele di Jacopo da R. ;
Niccold da R.
Rabbiacanina (da), V. Amadore da R.
Raffacani GiovANNi Di Masino, 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1348 gennaio-1349 gennaio), 234, 3 ; h
nelle liste dei Priori del 1355 gennaio-1356 gennaio,
250, 9.
Raffacani Giovanni di Massaio, 6 nelle liste dei Priori
del 1351 gennaio-r352 gennaio, 240, 38.
Raffacani Leonardo di GiovANNi, 6 nelle liste dei
Priori del 1368 gennaio-1369 gennaio, 273, 33 ; h
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1380 marzo-i38i
febbraio), 391, 38.
Raffacani Massaiozzo di Piero, i
nelle lisie dei Priori del 1363 gennaio-1364 gennaio,
264, 2S ; V. anche Raffacani {de') Masseozzo e Mat-
teozzo di Piero.
Raffacani (de') Calcina, 6 nelle liste dei Priori del 1309
febbraio-1310 febbraio, 106, 9.
Raffacani (de') Castellino, h nelle liste dei Priori del
1301 febbraio-1302 febbraio, 88, 15 ; del 1316 feb-
braio-1317 febbraio, 123, 16.
Raffacani (de') Cinozzo, 6 nelle liste dei Priori del 1317
febbraio-1318 febbraio, 124, 27 ; e del 1321 febbraio-
1322 febbraio, 128, 31.
Raffacani (de") Gregorio, 6 nelle liste dei Priori del
1303 febbraio-1304 febbraio, 95, 6.
Raffacani (de') Massaio, 6 nelle liste dei Priori del 1284
dicembre-1285 dicembre, 61, 10 ; del 1286 dicembre-
1287 dicembre, 62, 39 ; del 1290 dicembre-1291 di-
cembre, 68, 22 ; del 1300 febbraio-1301 febbraio,
86, 15; del 1303 febbraio-1304 febbraio, -94, 23; e
del 1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 26.
Raffacani (de') Masseozzo di Piero, 6 nelle liste dei
Priori del 1367 gennaio-1368 gennaio, 267, 39 ; v.
anche Raffacani Massaiozzo di Piero e Raffacani (de')
Matteozzo di Piero.
Raffacani (de') Matteozzo di Piero, h nelle liste dei
Priori del 1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 16 ; v.
anche Raffacani Massaiozzo di Piero e Raffacani {de')
Masseozzo di Piero.
Ragni Francesco di Fjorentino, 6 nelle liste dei Priori
del 1345 maggio-1346 maggio, 227, 12.
Ragugi Banco, h nelle liste dei Priori del 1303 febbraio-
1304 febbraio, 94, 24.
Raimondo [Ramondo] di Cardona, viene nominato Ca-
pitano di guerra dai Fiorentini (an. 1325), 141, 17-
24 ; va con questi contro Castruccio a Pistoia, 34-35 ;
142, 1-10 ; viene sconfitto e fatto prigioniero ad Alto-
pascio da Castruccio, 143, 25.
Raimondo, fratello di Giorgio daBarberino, viene
ammonito (an. 1377), 309, 7.
" Raineri di Gaetano, pisano, viene mandato da En-
rico VI quale podesti, in Firenze, ma ne viene presto
cacciato (an. 1196), LI 5-9 „.
Rammaglianti (de') Giovanni, viene ammonito (an.
1358). 253, 27.
Ramondello, V. Orsini {degli) R.
Ramondino di Giovanni, V. Vecchietti {de') R. di G.
Ramondo, V. Raimondo.
Ranieri, V. Valori R.
Ranieri Feo Lapi, notaio dei Priori, ric, 94, 35.
Ranieri Lapo di Feo, notaio dei Priori, ric, 86, 29.
Ranieri Salvi da Vinci, notaio dei Priori, ric, 75, 37 ;
78, 26.
Ranieri Zanobi di Berto, 6 nelle liste dei Priori del
1344 maggio-r345 maggio, 222, 17 ; del 1351 gennaio-
1352 gennaio, 241, 4 ; e del 1362 geimaio-1363 gen-
naio, 261, 35 ; v. anche Rinieri Zanobi di Berto.
Ranieri del Forese, 6 nelle liste dei Priori del 1328
dicembre-1329 dicembre, 160, 31 ; 6 Gonfaloniere di
Giiistizia (liste 1332 dicembre-1333 dicembre), 175,
40 ; e di nuovo (liste 1337 dicembre-1338 dicembre),
187, 21 ; V. anche Rinieri del Forese.
Ranieri della Gattaia, 6 nelle liste dei Priori del 1294
febbraio-1295 febbraio, 74, 41 ; v. anche Rinieri
della Gattaia.
Ranieri di Simone, V. Peruzzi {de') R. di S.
Ranieri di Vinci, h nelle liste dei Priori del 1291 dicem-
bre-1292 dicembre, 69, 12 ; v. anche Rinieri di Vinci.
Ranieri (di), V. Buonaguida di R. ; Mazzajerro di R.
Ranuccio (di), V. Baldovino di R. ; Lippo di R. ; Nello
di R.
Rapolano, castello dei Senesi tolto dai Fiorentini (an.
1253), 42, 12.
Rapucci (de') Vita Pasquini Nuti, viene ammonito
(an. 1375), 294, 31.
Rassacani Massaiozzo di Pietro, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1375 gennaio-i376 gennaio), 299, 15.
Raugi Bindo di N1CCOL6, 6 nelle liste dei Priori del 1354
gennaio-1355 gennaio, 247, 35.
Raugi Francesco di Banco, 6 nelle liste dei Priori del
1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 8.
Ravenna (Arcivescovo di), predica in Firenze per la
Crociata suscitando fra gli ascoltatori grande entu-
siasmo (an. 1188), 26, 8-7.
Ravenna (Cardinale di), viene a Firenze inviato in
missione dairimperatore Carlo IV ma ne riparte bei»
604
INDICE ALFABETICO
[RavMiaa-Rioci]
preso senza avere nuUa concluso, (an. 1382), 422,
84-44 ; 423, 1-7 ; dicerie intorno a queste missioni,
7-14.
Ravenna (Cardinale legato di), V. Pelagrif Arnaldo.
Ravezzano, villa, ric, 85, 34 ; 355, 30.
Ravignani, fam. fiorentina del quartiere di Porta S.
Piero, 21, 12.
Ravignani Bernardo, notaio dei Priori, ric, 135, 38.
Ravignano, castellopresodai fuorusciti pistoiesi, 150, 3S.
Razzante, V. Forahoschi [de') R.
Razzanti, fam. fiorentina, ric, 47, 24.
Razzanti (Case dei), abbattute dalla rivolta popolare
contro i Ghibellini (an. 1258), 44, 7.
Rea, figlia di Numitore madre di Romolo e Remo, sue
leggendarie vicende, 7, 11-18.
Recco di Guido, V. Guazza R. di G. ; Guazzi (dei) R. di G.
Recco di Lapo, V. Arrighi R. di L.
Rbcco di Micco del Cappone, h nelle liste dei Priori
del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 2.
Recco di Torre da Ghiacceto, 6 nelle liste dei Priori
del 1297 febbraio-1298 febbraio, 77, 13 ; e del 1304
febbraio-1305 febbraio, 96, 28.
Recco (di), V. Cappone di R.
Redditi Tommaso, notaio dei Priori, ric, 337, 37 ; 377,
13 ; 417, 30.
Rena (della), V. Dosso di Naldo della R. ; Bernardo di
Piero della R.
"Renier Rodolfo, storico. cit., XXXIII, 1-5 ,,.
Renzo di Giovanni, V. Bonaccorsi R. di G.
Renzo (di), V. Jacopo di R.
" Repetti E., storico, cit., XLIX, 30-32, S-6 „.
" Ricasoli (Codice) ,, V. " Guadagni (Codice) ,,.
RicASOLi (da), V. Bettino da R. ; Bettino di Bindaccio da R.
" RiccARDiANO (Codice), ms. del sec XVII contenente
la cronaca dello Stefani, dal principlo al 1381, IX,
15-18,, ; " i una copia del codice Asiniano, XVIII,
2-3 „.
Riccardo, V. Cini R. ; Figliuolipetri (de') R.
RiccARDo DEL MAESTRO Fagno, 6 nelle liste dei Priori
del 1333 dicembre-1334 dicembre, 177, 6.
RiccARDO Di Geri, V. Rustechi R. di G.
RiccHi Lamberto di Schiatta, uccide in S. Casciano, per
ragioni di parole, tale Jacopo fratello del Pievano di
Giogoli, 377, 10-15.
Ricchi Lippo, h nelle liste dei Priori del 1344 maggio-
1345 maggio, 222, 5.
RlccHi Schiatta, 6 nelle liste dei Priori del 1348 gennaio-
1349 gennaio, 234, 13 ; del 1352 gennaio-1353 gen-
naio, 242, 13 ; e del 1360 gennaio-i36r gennaio,
259, 12 ; V. anche Schiatta del Ricco e di Ricco.
RlccHO (I) DEL Teghia, 6 dci Cinquantadue cittadini cui
viene data Balia insieme ai Priori e CoUegi per la
riforma del Governo (an. 1381), 396, 3 ; v. anche
Ricco del Tegghia.
Ricci, fam. fiorentina di Parte guelfa, 247, 25-26.
Ricci LoTTo, fe dei Priori (an. 1381 marzo-1382 aprile),
406, 38.
Ricci (DE'), fam. ; v. Ricci, fam.
Ricci (DE') Andrea di Guido, 6 Gonfaloniere di Giusti-
zia (Uste 1297 febbraio-1298 febbraio), 77, 18.
Ricci (de') Ardingo, gU vengono arse e saccheggiate le
catie dal popolo in rivoltu contro la Parte guelfa :
(an. 1378), 319, 84.
Ricci (de') Bartolo, k neUe Uste dei Priori del 1307 feb-
braio-1308 febbraio, 102, 19 ; del 1313 febbraio-
1314 febbraio, 115, 35; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1323 febbraio-1324 febbraio), 135, 28 ; i di
nuovo neUe li.ste dei Priori del 1327 febbraio-1328
febbraio, 157, 36 ; del 1331 dicembre-1332 dicembre,
169, 24 ; del 1335 dicembre-1336 dicerobre, 183,
25 ; e del 1341 dicembre-1342 dicembre, 190, 23 ;
h dei Quattordici che devono costituire U nuovo Go-
vemo aUa cacciata del Duca d'Atene (an. 1343),
208, 3.
Ricci (de") Benzo di Guido, t nelle liste dei Priori del
1303 febbraio-1304 febbraio, 95, 4.
Ricci (de') GiORGio Di RicciARDo, h neUe liste dei Priori
del 1351 gennaio-1352 gennaio, 241, 7 ; del 1361
gennaio-1362 gennaio, 260, 30 ; difende in Consiglio
di Richiesti nel palazzo della Signoria i Ricci dal-
raccuse lanciate contro di loro ritorcendole snigli
Albizzi (an. 1372), 281, 37-40 ; muore di pestilenza
(an. 1383), 427, 22.
Ricci (de') Giovanni d'Andrea, k neUe liste dei Priori
del 131 1 febbraio-1312 febbraio, 112, 23 ; h Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1317 febbraio-1318 febbraio),
124, 22 ; (liste 1319 febbraio-1320 febqraio), 126,
24 ; e (liste 1322 febbraio-1323 febbraio), 131, 13.
Ricci (de') Giovanni di Ruggieri, viene escluso dagU
uffici per cinque anni (an. 1372), 282, 21-24.
Ricci (de') Guicciozo d'Ardingo, k nelle liste dei Priori
del 1369 gennaio-1370 gennaio, 274, 34 ; v. anche
Ricci (de') Uguicciozzo d'Ardingo.
Ricci (de') Jacopo, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1303
febbraio-1304 febbraio), 94, 36 ; fe neUe liste dei
Priori del 1308 febbraio-1309 febbraio, 104, 16 ; del
1329 dicembre-1330 dicembre, 164, 28 ; e del 1334
dicembre-1335 dicembre, 179, 28 ; v. anche Ricci (de')
Jacopo di Neri.
Ricci (de') Jacopo di Neri, k nelle liste dei Priori dei
1340 dicembre-1341 dicembre, 189, 26 ; v. anche
Ricci (de') Jacopo.
Ricci (de') Neri di Guido, fe Gonfalouiere di GiustizLi
(Uste 1300 febbraio-1301 febbraio), 86, 28 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1310 febbraio-1311 febbraio, ■
108, 7 ; e del 1314 febbraio-1315 febbraio, 119, 11. lj
Ricci (de') Piero, gli viene revocato U divieto dagli
Uffici (an. 1378), 320, 25-26.
Ricci (de') Ricciardo di Cione, k neUe liste dei Priori
del 1305 febbraio-1306 febbraio, 98, 9 ; del 1313 feb-
braio-1314 febbraio, 116, 27 ; del 1315 febbraio-
1316 febbraio, 121, 33 ; del 1325 febbraio-1326 feb-
braio, 152, 14 ; e del 1328 dicembre-1329 dicembre,
160, 33.
Ricci (de') Rosso di Ricciardo, viene fatto prendere e
condannare dal Duca d'Atene (an. 1342), 195, 14-
15 ; k nelle liste dei Priori del 1346 maggio-1347
gennaio, 228, 37 ; del 1350 gennaio-1351 gennaio,
240, 11 ; del 1358 gennaio-1359 gennaio, 254, 14 ; e
del 1367 geiinaio-1368 gennaio, 267, 32 ; \-iene posto
i
[Ricd-Ricoveri]
INDICE ALFABETICO
605
a capo delle genti fiorentine inviate, per la lega fatto
con Urbano V, contro Bernab6 Visconti (an. 1370),
274, 21-25; spinge con la sua autoriti di Capitano
di Parte guelfa i riluttanti coUeghi a votare rammoni-
zione di Zanobi de' Macigni, 277, 38-43 ; 278, 1-4 ;
viene escluso dagli Uffici per cinque anni (an. 1372),
282, 21-24 ; fe tra i capi e i maggiori istigatori della
Parte guelfa per rammonire (an. 1377), 308, 19 ;
viene inviato dai Priori contro i Ciompi marcianti su
Figline (an. 1379). 350, 18-22; viene inviato ambasc.
pr. Carlo di Durazzo (an. 1380), 380, 8-9 ; muore di
pestilenza (an. 1383), 427, 20.
Ricci (de') Ruggieri di Neri, e nelle liste dei Priori del
1330 dicembre-1331 dicembre, 167, 21 ; del 1332 di-
cembre-1333 dicembre, 175, 36 ; e del 1337 dicembre-
1338 dicembre, 187, 11.
Ricci (de') Salvestro di Ricciardo,
e nelle lisle dei Priori del 1338 dicembre-i 33^ dicembre ,
187, is.
Ricci (de') Uguccione di Ricciardo, 6 nelle liste dei
Priori del 1339 dicembre-1340 dicembre, 188, 17 ;
6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1352 gennaio-i353
gennaio), 242, 30 ; 6 di nuovo nelle liste dei Priori
del 1365 gennaio-1366 gennaio, 266, 1 ; durante il
suo priorato fa approvare la riforma della legge del-
rammonire per porre un freno ai poteri da questa
affidati ai sei Capitani di Parte guelfa (an. 1366),
263, 14-24 ; va ambasc. a Roma pr. Urbano V (an.
1367), 264, 4 ; viene nuovamente inviato a Roma
per stringere la lega col pp. (an, 1369), 271, 36-38 ; 6
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1370 gennaio-1371
gennaio), 276, 19 ; ingelosito della potenza acqui-
stata dagli Albizzi per la lega con la Chiesa e per la
nomina d'uno di loro a Card., manda suo figlio Gu-
glielmo a Bologna pr. il Card. Legato che gli di un
Beneficio, 277, 23-33 ; comincia ad essere mal visto
dal popolo perchfe da contrario quarera alla legge
deirammonire, ne era diventato poi molto favorevole,
32-34, specie durante il periodo in cui era stato Gon-
faloniere, 278, 27-29,- nel quale parve essere tutfuno
con gli Albizzi, che avevano allora tra i Priori Carlo
Strozzi amicissirao di Piero di Filippo degli Albizzi,
27-29 ; viene escluso dagli Uffici per cinque anni
(an. 1372), 282, 21-24 ; fe tra i capi e maggiori istiga-
tori della Parte guelfa per Tammonire, 309, 18-19 ;
gli viene revocato il divieto dagli Uffici (an. 1378),
320, 25 ; muore di pestilenza (an. 1383), 427, 21.
Ricci (de') Uguicciozzo d'Ardingo, 6 nelle liste dei
Priori del 1355 gennaio-1356 gennaio, 250, 13 ; f. an-
cke Ricci {de') Guicciozzo d'Ardingo.
Ricci (Setta dei), sorta in opposizione a quella degli
Albizzi, 245, 13-17; trama con signori di fuori
per cacciare gli Albizzi dalla c. e per impadro-
nirsi del potere (an. 1360), 527, 16-37 ; 6 da prima
contrario alla lega con la Chiesa, 270, 20-21 ; come
si distingue dagli avversari nel vestire, 25-26 ; ade-
risce al partito della lega e s'unisce con la setta
degli Albizzi (an. 1371), 278, 21-30 ; vengono esclusi
dagli Uffici per cinque anni i capi di essa (an. 1372),
283, 14-19.
RicciAi-BANi Francesco di Niccol6, 6 dei Priori (an.
1382 maggio-giugno), 416, 23.
RicciALBANi GiovANNi Di Niccol6, h nelle liste dei Priori
del 1380 marzo-i^Si febbraio, 391, 6 ; partecipa alUi
Balia per la riforma del Governo (an. 1381), 410, 9 ;
fe Gonfaloniere di Giustizia (liste 1383 settembre-
1384 aprile), 434, 34.
Riccialbani MicHELE, 6 nellc liste dei Priori del 1298
febbraio-1299 febbraio, 78, 11 ; v. anche Michele di
Riccialbano.
RlcciALBANi NiccoLo Di MicHELE, h nellc liste dei Priori
del 1350 gennaio-1351 gennaio, 240, 12.
RicciALBANO (di), V. MicheU di R.
RicciARDi Baronio, vescovo di Pistoia, cac-
ciato di c. perchfe contrario agli accordi con Castruc-
cio (an. 1322), 129, 20.
RicciARDi Manetto, 6 dci Quarantatre cittadini el. m
aggiunta agli altri della Balia gia nominati (an. 1381) ,
405, 4.
RicciARDO Di Cione, V. Ricci (de') R. di C.
Riccio (del), V. Filippone del R.
Riccio (Di), V. Benozzo di R.
Ricco, V. Albizzi (degli) R. ; ArloUi R. ; Bardi R. ; Falco-
netti (de') R. ; Pegolotti R. ; Papini R. ; Taldi R.
Ricco Di Bando, fe nelle liste dei Priori del 1318 febbraio-
1319 febbraio, 125, 25.
Ricco Di Buto, V. Davanzi R. di B.
Ricco Di Buto del Riccio, V. Davanzi R. di B. del R.
Ricco Di CoMPAGNO, V. Albizzi (degli) R. di C.
Ricco Di Davanzo, 6 nelle liste dei Priori del 1298 feb-
braio-1299 febbraio, 78, 20.
Ricco Di Gherardo, ^ nelle liste dei Priori del 1349 gen-
naio-1350 gennaio, 235, 10.
Ricco da Ghiacceto, 6 nelle liste dei Priori del 1293 feb-
braio-1294 febbraio, 74, 6.
Ricco Di GiovANNi, notaio dei Priori, ric, 187, 20.
Ricco del Maestro, h nelle liste dei Priori del 1285 di-
cembre-1286 dicembre, 62, 2 ; del 1289 dicembre-
1290 dicembre, 67, 10 ; e del 1291 dicembre-1292
dicembre, 68, 36.
Ricco Di Mico del Cappone, 6 nelle liste dei Priori del
1303 febbraio-1304 febbraio, 94, 24.
Ricco Di Spinello, 6 nelle liste dei Priori del 1348 gen-
naio-1349 gennaio, 233, 23 ; del 1353 gennaio-1354
gennaio, 246, 22 ; del 1357 gennaio-1358 gennaio,
252, 14 ; i del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, it.
Ricco del Tegghia, demagogo, 412, 42 ; v, anche Ric-
cho del Teghia.
Ricco (del), t;. Buto del R. ; Donato del R. ; Giovanni
del R. ; Giovanni d' Aldobrandino del R. ; Martellino
del R. ; Niccold del R. ; Santi del R. ; Schiatta del R.
Ricco (di), V. Benozzo di R. ; Schiatta di R.
RiCEVUTi CiNO, 6 nelle liste dei Priori del 1295 febbraio-
1296 febbraio, 75, 30.
RicovERi Francesco Caccini, i Gon/a-
loniere di Giustizia (liste 1365 gennaio-1366 gennaio) ,
265, t7 ; V. anche Ricoveri Francesco di Caccino.
RicovKRi Francesco di Caccino, e Ciaccino, fe nelle
liste dei Priori del 1350 gennaio-1351 gcnnaio, 239,
30 ; e del 1356 gennaio-1357 gennaio, 250, 46 ; e del
Tomo XXX, p. 1 — 39.
606
INDICE ALFABETICO
(RicoT«ri*Rinaldi]
1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 16 ; v. anche liico-
veri Francesco Caccini.
RlcovERi N1CCOL6 Di Vanni, fe nelle liste dei Priori del
1354 gennaio-1355 gennaio, 248, 8 ; del 1359 gennaio-
1360 gennaio, 256, 16 ; del 1372 gennaio-1373 gen-
naio, 284, 4 ; e del 1375 gennaio-1376 gennaio, 299,
16 ; viene delegato dal Comune per le trattative con
gli ambasc. di Carlo di Durazzo (an. 1380), 380,
86-37.
RicovKRi PiERO Di BoNAVENTURA, 6 DeUe listc dci Priori
del 1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 20 ; del 1363
gennaio-T364 gennaio, 264, 23 ; e del 1368 gennaio-
1369 gennaio, 273, 20,
RlcoVBRi Vanni di Niccol6, 6 nelle liste dei Priori del
1383 settembre-1384 aprile, 434, 41.
RlcovERO (di), V. Durante di R. ; Francesco di R.
Ridolfi Amadore, k nelle liste dei Priori del 1295 feb-
braio-ragd febbraio, 75, 40.
RiDOLFi Antonio di Niccol6 di Cione, k nelle liste dei
Priori del 1367 gennaio-1368 gennaio, 267, 34 ; del
1376 gennaio-1377 gennaio, 306, 24 ; riforme degli
Ordini, reclamate dalla Parte gnelfa, approvate du-
rante il suo priorato, 301, 6-13, 36-42 ; suo comporta-
raento ver.so raccTisato Giovanni di Luigi de' Mozzi,
vicario di Valdinievole, 303, 8, 15-40; 304, 1-21 ; 6
tra i capi e i maggiori istigatori della suddetta Parte
per l'ammonire, 308, 3 ; 318, 4 ; gli viene bruciata
la casa dai Ciompi, 322, 34 ; h confinato a Viterbo
(an. 1378), 328, 35.
RiDOLFi Baldo, 6 nelle liste dei Priori del 1290 dicembre-
1291 dicembre, 68, 21 ; e del 1300 febbraio-1301
febbraio, 85, 3.
RlDOLFi Bartolomeo di Niccol6 di Cione, k nelle li-
ste dei Priori del 1362 gennaio-i363 gennaio, 262,
24 ; del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 32 ; viene
fatto dei Grandi e ca.ssato daU'ufficio di Vicario di
Valdinievole (an. 1372), 303, ia-23 ; 6 tra i capi
deUa Parte guelfa corsi aUa difesa di essa contro i
popolani (an. 1378), 318, 4-5 ; viene condannato per
trame contro lo Stato, 339, 1 ; e (an. 1379), 365, 18.
RiDOLFi Bernardo d'Antonio di Niccol6, viene
condannato per trame contro lo Stato (an. 1378),
308, 32.
RiDOLFi BiAGio di Fecino, 6 nelle liste dei Priori del
1351 gennaio-1352 gennaio, 241, 2 ; e del 1365 gen-
naio-1366 gennaio, 265, te.
RlDOLFi CiONE, 6 neUe liste dei Priori del 1320 febbraio-
1321 febbraio, 127, 27.
RiDOLFi Jacopo di GuERRUccio, 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1348 gennaio-1349 gennaio), 234, 19.
RlDOLFi N1CCOL6 Di CiONE, ^ nelle liste dei Priori del
133S dicembre-z33g dicembre, 188, i ; del 1343 aprUe-
1344 aprUe, 210, 38 ; 218, 36 ; h Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1349 gennaio-1350 gennaio), 235.
16 ; e di nuovo neUe liste dei Priori del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 21 ; e del 1358 gennaio-1359 gen-
naio, 254, 9.
RiDOLFi PiKRo Di CioNE. fe neUe liste dei Priori del 1347
gennaio-1348 gennaio, 229, 32.
RiDOLFi RiDOLFo Di Jacopo, 6 neUe liste dei Priori del
1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 1» ; e del 1383 sct-
tembre-1384 aprile, 434, 7.
RiDOLFi ScHiATTA Di NoFFO, k nellc listc dei Priori del
1357 gennaio-1358 gennaio, 252, 13 ; k Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1362 gennaio-1363 gennaio), 262.
18.
RiDOLFi Uberto di Schiatta. fe nelle liste dei Priori del
1367 gennaio-1368 gennaio, 267, 35 ; del 1371 gen-
naio-1372 gennaio, 279, 13 ; 6 Gonfaloniere di Giu»
stizia (liste 1374 gennaio-1375 gennaio), 292, 6 ; k
tra i capi della Parte gueUa accorsi in difesa di esba
contro gli awersari (an. 1378), 318, 6 ; viene con-
finato a Rimini, 328, 36 ; k fatto dei Grandi (an.
1379). 363, 18.
RiDOLFiNO, V. Tucci R.
RiDOLFO, i;. Amadori R.
RiDOLFO GiANNi, V. Barbc R. G.
RiDOLFO Di FiLlPPO, V. Prelossini R. di F.
RiDOLFO Di GuiDO, fe nellc liste dei Priori del 1324 feb-
braio-1325 febbraio, 147, 33.
RiDOLFO Di Lorenzo, 6 nellc liste dei Priori del 1350
gennaio-1351 gennaio, 239, 38 ; del 1357 gennaio-
1358 gennaio, 252, 14 ; del 1362 gennaio-1363 gen-
naio, 262, 26 ; e del 1371 gennaio-1372 gennaio,
278, 40.
RiDOLFo (Di), V. Amadore di R. ; Baldo di R. ; Lorenzo di
R. ; Neri di R.
RiGALETTi PiERO, 6 fatto Cousigliere dei Priori (an.
1343). 211, 16.
RiMALDELLi (de') GiANiANO Di Lapo, 6 neUc listc dei
Priori del 1328 dicembre-1329 dicembre, 160. 29 ;
6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1336 dicembre-
1337 dicembre), 186, 18.
RimBaldesi Bocchino di Chiaro. k nelle liste dei Priori
del 1315 febbraio-1316 febbraio, 122. 9 ; v. anche
Rimbaldesi (de') Bocchino.
RiMBALDESi N1CCOL6 Di BoccHiNO. fe neUe Uste de»
Priori del 1346 maggio-1347 gennaio, 229, 23 ; del
1350 geimaio-1351 gennaio, 240, 18; del 1361 gen-
naio-1362 gennaio. 260. 10 ; del 1365 gennaio-1366
gennaio, 265, B2 ; e del 1373 gennaio-1374 gennaio,
288, 29.
RiMBALDESi (de') Bocchino, fe ueUc liste dei Priori del
1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 17 ; v. anche Rim-
baldesi Bocchino di Chiaro,
RiMBALDi Valore, 6 neUe liste dei Priori del 1296 feb-
braio-1297 febbraio, 76, 13.
RiMBERTiNi Neri di Jacopo, 6 ueUe liste dei Priori del
1302 febbraio-1303 febbraio, 91, 1.
RiMBERTiNi (de') Bettino. 6 neUe liste dei Priori del
1309 febbraio-1310 febbraio, 106, 6.
RiMiNi [Rimine, Rimino], vi si ferma per alcuni giorni,
con le sue genti, Carlo di Durazzo deUa Pace venuto
in Italia per la conquista del Reame di Puglia (an.
1380), 375, 30-36 ; vi giungono gli ambasc. fioren-
tini inviati pr. U detto Carlo, 378, 5-13 ; ric, 356,
33 ; 375, 33.
RiMiNi (da), V. Malatesia da R.
RiNALDi Aldobrandino di Lapo. 6 neUe liste dei Priori
del 1331 dicembre-1332 dicembre. 168. 40 ; del 1333
[Ruial<li«Ruiucci]
indice alfabetico
607
dicembre-1334 dicembre, 177, 20 ; del 1337 dicembre-
1338 dicembre, 187, 20.
RiNALDi Ammannato di Tegghino, i nelle liste dei Priori
del 1364 gennaio-J365 gennaio, 264, 39 ; e del 1369
gennaio-1370 gennaio, 275, 11.
RlNALDi Bartolo di Borgo, 6 nelle liste dei Priori del
1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 29.
RiNALDi Bernardo d'Aldobrandino di Lapo, h nelle
liste dei Priori del 1377 gennaio-1378 luglio, 314, 26 .
Rinaldi Betto, fe nelle liste dei Priori del 1290 dicembre-
1291 dicembre, 68, 9 ; e del 1296 febbraio-1297 feb-
braio, 76, 24 ; v. anche Betto di Rinaldo.
Rinaldi Borgo, fe nelle liste dei Priori del 1284 dicembre-
1285 dicembre, 61, 1 ; e del 1303 febbraio-1304
febbraio, 94, 31. ; v. anche Borgo di Rinaldo.
Rinaldi Dante, 6 nelle liste dei Priori del 1300 febbraio-
1301 febbraio, 86, 8 ; v. anche Dante di Rinaldo.
RiNALDi Giovanni, viene ammonito (an. 1359),
255. 5.
RiNALDi GiovANNOZZo, 6 nellc liste dei Priori del 1345
maggio-1346 maggio, 266, 40 ; del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 28 ; e del 1355 gennaio-1356 gen-
naio, 249, 30.
RiNALDi Jacopo d'Aldobrandino di Lapo, 6 nelle liste
dei Priori del 1369 gennaio-1370 gennaio, 273, 18 ;
6 dei Dieci di Liberta (an. 1373), 285, 15 ; 6 Gonfa-
loniere di Compagnia del quartiere S. Giovanni e
partecipa come tale alla Balia per la riforma del
Governo (an. 1381), 394, 39.
Rinaldi Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1303 febbraio-
1304 febbraio, 94, 34 ; del 1329 dicembre-1330 di-
cembre, 164, 29 ; e del 1334 dicembre-1335 dicem-
bre, 179, 27.
Rinaldi Matteo di Borgo, 6 nelle liste dei Priori del
1339 dicembre-1340 dicembre, 188, 35 ; fe Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1346 maggio-1347 gennaio),
229, 7.
RiNALDi Totto, 6 nelle liste dei Priori del 1322 febbraio-
1323 febbraio, 131, 26.
RiNALDi (de') GiANiANO Di Lapo, k nelle liste dei Priori
del 1321 febbraio-1322 febbraio, 129, 11.
RiNALDO, V. Betti R. ; Baroncelli R. ; Casini R. ; Jacopi
R. ; Lotteringhi R. ; Nticci R. ; Pigli {de') R.
RiNALDO Di BoRGO, 6 nellc liste dei Priori del 1287 feb-
braio-1388 aprile, 63, 38 ; e del 1294 febbraio-1295
febbraio, 75, 16.
RiNALDO Di BUONACOSA, 6 nelle liste dei Priori del 1299
febbraio-1300 febbraio, 82, 18.
RiNALDO Di Ghirigoro, 6 dei Priori (an. 1379 marzo-
1380 aprile), 342, 21.
RiNALDo Di GlANNOZzo, V. GianfigliazH {de') R. di G.
RlNALDo Di RusTicHELLO, 6 nellc liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 229, 20.
RiNALDo Di Stefano da Monte Lupo, viene condannato
per trame contro lo Stato a lire mille e a tre anni di
confine (an. 1378), 340, 17.
RiNALDO d'Uberto, V. Baldovini R. di U.
Rinaldo di Veri, V. Rondinelli R. di V.
RiNALDO (di), V. Ammannato di R. ; Betto di R. ; Borgo
di R. ; Dante di R. ; Fazio di R. ; Guccio di R. ; Lapo
di R. ; Lottieri di R. ; Tecchino di R. ; Tegghino di
R. ; Totto di R.
RiNiERi Catelano, h nelle liste dei Priori del 1282 di-
cembre-1283 dicembre, 59, 11 ; e del 1284 dicembre-
1285 dicembre, 61, 7.
RiNiERi Franco, 6 nelle liste dei Priori del 1303 febbraio-
1304 febbraio, 94, 30.
RiNiERi Maffeo di Lapo, notaio dei Priori, ric, 82, 13.
RiNiERi Zanobi di Berto, 6 nelle liste dei Priori del 1355
gennaio-1356 gennaio, 250, 8 ; v. anche Ranieri Za-
nobi di Berlo.
RiNiERi, i;. Tolomei R.
RiNiERi DEL FoRESE, fe nellc liste dei Priori del 1297
febbraio-1298 febbraio, 77, 14 ; del 1304 febbraio-
1305 febbraio, 96, 17 ; del 1316 febbraio-1317 feb-
braio, 123, 21 ; fe Gonfaloniere di Giustizia (liste
1321 febbraio-1322 febbraio), 129, 6 ; v. anche Ra-
nieri del Forese.
RiNiERi Di Gano del Forese, 6 nelle liste dei Priori
del 1309 febbraio-1310 febbraio, 106, 12.
Rinieri della Gattaia, 6 nelle liste dei Priori del
1287 febbraio-1288 aprile, 63, 35 ; e del 1288 dicem-
bre-1289 dicembre, 265, 3 ; v. anche Ranieri della
Gattaia.
RiNiERi Di GioTTO, capitano dei fanti a guardia del pa-
lazzo dei Priori, fa aprire le porte del detto palazzo
al Duca d'Atene contrariamente alla consegna (an.
1342), 196, 8-12 ; V. anche Fantoni R. di G.
RiNiERi Di Jacopo, V. Rubertini R. di J.
RiNiERi Di Lando da Quarata, fe uelle liste dei Priori
del 1341 dicembre-1342 dicembre, 190, 38.
RiNiERi di Pacino, V. Peruzzi {de') R. di P.
RiNiERi Di Segna, 6 nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-1347 gennaio, 229, 11.
RlNiERi Di ViNci, 6 nelle liste dei Priori del 1286 dicem-
bre-1287 dicembre, 62, 42 ; v. anche Ranieri di Vinci.
RiNiBRi (di), V. Catalano di R. ; Fantino di R.
RiNOVANTE (di), V. Lapo di R.
Rinovanti Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1306 febbraio-
1307 febbraio, 99, 26 ; e del 1313 febbraio-1314 feb-
braio, 116, 5 ; »• anche Lapo di Rinavanle.
RiNUcci Albizzo, ft nelle liste dei Priori del 1350 gennaio-
1351 gennaio, 239, 27.
RiNucci Albizzo di Giovanni, 4 Gonfaloniere di Giusti-
zia (liste 1353 gennaio-1354 gennaio), 246, 1.
RiNUcci Alessandro, fe nelle liste dei Priori del 133 1
dicembre-1332 dicembre, 169, 18.
RiNucci Alessio, fe nelle liste dei Priori del 1320 febbraio-
1321 febbraio, 127, 7 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1336 dicembre-1337 dicembre), 186, 8 ; i di .
nuovo nelle liste dei Priori del 1339 dicembre-1340
dicembre, 188, 2«.
RiNucci Baldovino, 6 nelle liste dei Priori del 1282 di-
cembre-1283 dicembre, 59, 18.
RiNUCCi FiLiPPO, fe Gonfaloniere di Giustizia (liste 1299
febbraio-i3oo febbraio), 82, 11.
RiNucci Lippo, 6 nelle liste dei Priori del 1296 febbraio-
1297 febbraio, 76, 28.
RiNucci LoDOVico di Bono, 6 dei Priori (an. 1383 mag-
gio-giugno), 426, 3.
608
INDICE ALFABETICO
[ Rinucci-Riitori ]
RiNUCCi Nello, 6 nelle liste dei Priori del 1301 febbraio-
1302 febbraio, 88, 19 ; del 1306 fcbbraio-1307 feb-
braio, 99, 19 ; del 1308 febbraio-1309 febbraio, 104,
15;edel 1313 febbraio-1314 febbraio, 115, 3; 11617.
RiNUcci NiccoLAio Di Nkllo, & nelle liste dei Priori
dcl 1324 febbraio-1325 febbraio, 147, 28 ; dcl 1326
febbraio-1327 febbraio, 155, 14 ; 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1328 dicembre-1329 dicembre), 161,
5 ; e di nuovo nelle liste dei Priori del 1333 dicem-
bre-1334 dicembre, 177, 27.
RiNUCCi N1CCOL6 Di BoNO, i nelle lisie dei Priori del 1366
gennaio-l36y gennaio, 266. 30 ; e del 1374 gennaio-
1375 gennaio, 291, 18 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(an. 1379 novembre-dicembre), 348, :)8 ; partecipa
alla Halia per la riforma del Governo (an. 1381),
395, 27 ; 409, 23.
RlNUCci (de') Simone di Francesco, 6 nelle liste dei
Priori del 1358 gennaio-1359 gennaio, 254, 3.
RiNUcciNi Francesco, 6 nelle liste dei Priori del 1347
gennaio-1348 gennaio, 229, 28 ; del 1351 gennaio-
1352 gennaio, 240, 37 ; del 1355 gennaio-1356 gen-
naio, 249, 30 ; e del 1361 gennaio-1362 gennaio,
260, 22.
RiNUcciNi GiovANNi Di Francesco, 6 fatto cavaliere dai
Ciompi (an. 1378), 324, 5 ; k nelle liste dei Priori del
1380 marzo-1381 febbraio, 391, 5.
RiNUcciNi Senno, 6 nelle liste dei Priori del 1299 feb-
braio-1300 febbraio, 82, 25.
RiNUcciNi (de') Francesco di Cino, e nelle liste dei
Priori del 1367 gennaio-1368 gennaio, 267, 25 ; vicne
ammonito (an. 1377), 305, 26 ; 309, 36.
RiNUcciNO (di), V. Lapo di R.
Rinuccio, V. Abati R. ; Cocchi R. ; Guidalotti R. ; Sa-
piti R.
RiNUccio Di BoccAccio, e nelle liste dei Priori del 1340
dicembre-1341 dicembre, 190, 5.
RiNUccio di Bonaccio, V. Guasconi R. di B.
RiNUccio Di Cocco, V. Cocchi [de') R. di C. ; Compagni
R. di C.
RiNUccio Di Pepo, da Farnese, Capitano dei Senesi,
viene sconfitto ed ucciso dagli Aretini (an. 1288),
64, 12-14.
RiNUccio (di), V. Caslello di R. ; Jacopo di R. ; Lapo di
R. ; Manno di R. ; Nello di R. ; Tommaso di R.
Riovardo da Montevarchi, comandantc dcUe forze
aretine che dovevano occupare Laterina (an. 1380),
388, 12-13.
RiPAFRATTA, castcUo pisano ceduto ai Fiorentini (an.
1254). 43, 8.
RlPOLE (Bagno a), viene danneggiato dalla piena (an .
1380), 381, 40.
RiSALiTi Bardo del Ricco, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1325 febbraio-1326 febbraio), 152, 5.
RiSALiTi Cenni del Ricco, 6 nelle liste dei Priori del
1303 febbraio-1304 febbraio, 95, 16.
RiSALiTi Duccio, 6 ncllc listc dei Priori del 1302 febbraio-
1303 febbraio, 90, 32.
RiSALlTi Francksco di Cenni, 6 nclle liste dei Priori
del 1348 geniiaio-1349 gennaio, 233, 26 ; e del 1353
gennaio-1354 gennaio, 246, 14.
RiSALiTi Geri di Gherardo, k nelle liste dei Priori del
1343 apriIe-1344 aprile, 219, 25 ; 6 Gonfalonierc di
Giustizia (liste 1357 gennaio- 1358 gennaio), 252, 20.
RiSALiTi Gheraroo, notaio dei Priori, ric, 114, '.'
241, 11.
RlSALiTi Gherardo di Geri, e nelle liste dei Priori dej
1348 gcnnaio-1349 gennaio, 234, 13.
Risaliti Jacopo di Giovanni, 6 dei Priori (an. 1379
settembre-ottobrc), 346, 28.
RiSALiTi Tizio Di Gherardo, fe nelle liste dei Priori del
1360 gennaio-1361 gcnnaio, 259, 1.
RisALiTi (de') Barone, k nellc liste dei Priori del 130S
febbraio-1309 febbraio, 104, 12.
Riscosso Di Bonipazio, fe nellc liste dei Priori del i
febbraio-1299 febbraio, 78, 21.
"RiSTORl, can., viene ringraziato daWeditore li.
cronaca per le preziose indicazioni date a proposilu
alcune ricerche storiche, CI, 3-i ; CIV, J3-J4 ".
RiSTORi Benincasa di Michele, h nelle liste dei Pi
del 1374 gennaio-1375 gennaio, 292, 4.
RiSTORi Cecco di Ciaio, fe nelle liste dci Priori del i -
febbraio-1295 febbraio, 75, 1 ; e Gonfaloniere di (
stizia (listc 1298 fcbbraio-1299 febbraio), 78, 26
di nuovo nclle liste' dei Priori del 1301 febbraio-
1302 fcbbraio, 88, 27 ; c del 1305 febbraio-i^ofi /<h-
braio 97, 28.
RiSTORi Chino di Simone, 6 nelle liste dei Priori dcl i ,
IugIio-1384 agosto, 428, 20.
RisTORi CiAio, 6 nelle liste dei Priori del 1282 (ago-
sto-ottobrc), 58, 15 ; dcl 1283 dicembre-1284 di-
cembre, 59, 40 ; e del 1289 dicembre-1290 diceml.
67, 19.
RisTORi CiAio DEL BuGLiONE, 6 nclle listc dei Priori del
1283 dicembre-1284 dicembre, 59, 40.
RiSTORi CiAio Di CiAio, 6 nellc liste dei Priori del 13-.
febbraio-1323 febbraio, 131, 29.
RiSTORi CiANO, 6 nelle listc dei Priori del 1284 dicembie-
1285 dicembre, 61, 8.
RiSTORi CoRSO Di Alberto, h ncllc liste dci Priori del
1297 febbraio-1298 febbraio, 77, 16 ; e del 1300
febbraio-1301 febbraio, 84, 21.
RisTORi Dino di Ciaio, 6 nelle liste dei Priori del 13 1-'
fcbbraio-1313 fcbbraio, 115, 10.
RiSTOKi DoNATO Alberti, 6 nclle listc dei Priori del
1288 dicembrc-1289 diccmbre, 65, 20 ; r. anche Ri-
stori Donato di Alberto.
Ristori Donato di Alberto, 6 nclle listc dei Priori del
1284 dicembrc-1285 dicembrc, 60, 35 ; e del 1285 di-
cembre-1286 dicembre, 62, 9 ; del 1292 febbraio-
1293 febbraio, 72, 10 ; e dcl 1298 fcbbraio-1299 feb-
braio, 78, 23 ; v. anche Ristori Donato Alberti.
RiSTORi FiLiPPONE Di FiLiPPO, 6 ncllc listc dci Priori del
1318 febbraio-1319 fcbbraio, 125, 12.
RiSTORi Francesco di Ciaio, 6 nelle liste dei Priori del
1296 febbraio-1297 fcbbraio, 76, 24.
RisTORi RisTORO Di MicHELE, fe ncllc listc dci Priori de
1376 gennaio-1377 gcnnaio, 306, 23.
RiSTORi SlMONE Di MicHELE, ^ Gonfaloniere di Giustizia
liste 1356 gennaio-r357 gcnnaio), 251, 4 ; e di nuovo
Gonfaloniere {liste 1363 gennaio-1364 gennaio), 264,
il
[Rittori-Roffo]
INDICE ALFABETICO
609
21 ; i nelle liste dei Priori del 1366 gennaio-136^ gen-
naio, 266, 14 ; gli viene danneggiata la casa dal fuoco
383, 3.
RiSTORO, V. Dnidoli R. ; Niccoli R. ; Rislori R.
RisTORO Di Bencivenni, notaio dei Priori ric, 167, 14.
RiSTORO Di CioNE, i nelle liste dei Priori del 1363 gennaio-
»1364 gennaio, 264, 2S ; del 1369 gennaio-1370 gen-
naio, 275, 15 ; c del 1375 gennaio-1376 gennaio, 299,24.
RlSTORO Di Jacopo da Figline, notaio dei Priori, ric,
428, 12.
RlSTORO Di Spede, k nelle liste dci Priori del 1297 fcb-
braio-1298 febbraio, 77, 4.
RiSTORO (di), V. Ciaio di R.
RiTTAFi Bardo di Niccol6 di Luti, 6 nelle liste dei
Priori del 1377 gennaio-1378 luglio, 314, 25.
RiTTAri: (di), v. Luii di R.
Rittafede Salvino, k nelle liste dei Priori del 1300
febbraio-i3or febbraio, 86, 27 ; del 1304 febbraio-
1305 febbraio, 96, 30 ; e del 1309 febbraio-1310 feb-
braio, 106, 22.
RiTTAFEDi (de') Taddeo Salvini, k nellc liste dei Priori
del 1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 31.
Rittafedi, e Rittafede, (di), v. Duranie di Donato di
R. ; Lttti di R.
RizzA Giovanni di Vanni, viene ammonito (an. 1358),
253, 25,.
(RobertoJ Card. di Ginevra, Legato pontificio in Ro-
magna, trama, durante la sua residenza a Cesena,
con alcune fam. bolognesi per abbattere il Comune
e rebtituire il dominio della c. alla Chiesa (an. 1376),
299,25-43; viene el. a Fondi dai Cardinali awer-
sari di Urbano VI come nuovo pp. (antipapa) e va
a stabilirsi con la sua corte in Avignone (an. 1378),
312, 30-38 ; 313, 36-45 ; 314, 1-5 ; ric. 375, 16 ;
398, 19-20.
Roberto \Ruberto, Uberto]. primogenito di Carlo II
d'Angi6, re di Puglia, Sicilia e Gerusalemme. detto
ancbe di Napoli, viene a Firenze quale Capitano
di Guerra conducendo seco milizie catalane e fran-
cesi (an. 1305), 95, 18-23 ; va con Toste alVassedio di
Pistoia, 26-28 ; parte da Firenze lasciando qua a
capo delle milizie il suo Maniscalco, 96, 1-2 ; F^o-
clamato re, (1309-1343) invia al suddetto Mani-
scalco la sua insegna (an. 1310), 103, 26-32 ; torna
a Firenze per qualche giorno e tenta invano di
pacificare gli animi dei cittadini in lotta tra loro,
105, 20-23 ; viene nominato Signore dclla c per
tinquc anni, dovc egli invia immediatamcnte un
suo Vicario (an. 1313), 113, 27-31 ; riconducc a
pace i I"iorentini con i Pisani ed i Lucchesi c
.stringc con qucsti una lega (an. 1317), 123, 32-
33 ; vicne fatto Signore di Genova (an. 1318), 124,
37-38 ; va ad Avignone per soUecitare gli aiuti di Gio-
vanni XXII per ]a gnerra contro i Visconti, 125,
V2 40 ; .stringe lega coi Fiorentiiii contro Giovanni di
Boemia (an. 1331), 170, 14-17 ; vicne richiesto da
qucsti, inutilniente, d'aiuti contro i Pisani (an. 1340),
188, 1-7 ; .sua morte (an. 13.(3), 202, 1-4 ; suoi oiedi
4-i; "cf. LXXXVII-XCII „.
BoBERTO IRubertol da Lucca, viene el. dai buoni uomini
e dai mercatanti, che avevano abbattuto il govemo dei
Ghibellini, Capitano del popolo di Firenze (an. X250),
38, 4-7.
Roberto (Messer), viene inviato con genti del Comune
nel Mugello contro la brigata di Carlo di Durazzo
che si diceva stesse per venire in aiuto degli sban-
diti fiorentini conrro Firenze, (an. 1379), 356, 8-1.
RoBERTO, V. MartelH R.
Roberto di Carraia, notaio dei Priori, ric, 65, 15.
Roberto di Piero di Lippo, vicne inviato, insieme a
Giovanni di Mone, dairEsecutorc di Giustizia con
venticinque lancie a Bruscoli in seguito airuccisionc
del conte Francesco, 373, 21.
RoccABRUNA, castcllo dcgli Ubaldini preso e distrutto
dai Fiorentini (an. 1373), 286, 30.
RoccHi Arrigo, h nelle liste dei Priori del 1303 febbraio-
1304 fcbbraio, 94, 33 ; del 1305 febbraio-1306 feb-
braio, 98, 4 ; del 1308 febbraio-1309 febbraio, 104, 7 ;
e del 1314 febbraio-1315 febbraio, 119, 20 ; v. anche
Rocchi (de') Arrigo.
RoccHi DoNO, fe nelle liste dei Priori del 1284 dicembre-
1285 dicembre, 61, 6.
RoccHi Francesco di Arrigo, h Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1350 gennaio-1351 gennaio), 239, 25 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1353 gennaio-1354 gennaio, 246,
13; del 1357 gennaio-i358 gennaio, 252, 31; del
1361 gennaio-1362 gennaio, 260, 4 ; del 1365 gen-
naio-1366 gennaio, 265, 41 ; e del 1371 gennaio-1372
gennaio, 279, 4.
RoccHi Francesco di Tingo, viene ammonito (an. 1377)
305, 14.
RoccHi Lippo, 6 nelle liste dei Priori del 1286 dicembre
1287 dicembre, 62, 29.
RoccHi Manno, 6 nelle liste dei Priori del 1295 febbraio
1296 febbraio, 75, 25.
RoccHi (de') Arrigo, 6 fatto Compagno dei Priori (an
1295), 74. 26 ; h Gonfaloniere di Giustizia (liste 1296
febbraio-1297 febbraio), 76, 34 ; 6 ncUe liste dei
Priori del 1312 febbraio-1313 febbraio, 115, 12 ; v.
anche Rocchi Arrigo.
RoccHi (de") Arrigo di Gherardo, k nelle liste de
Priori del 1289 dicembre-1290 dicembre, 67, 14.
RoccHi (de') Manno d'Arrigo, e nelle liste dei Priori
del 1297 febbraio-1298 febbraio, 77, 6.
Rocco (di), v. Arrigo di R.
Rodano, f. ric, 34, 21 ; 35, 10 ; 55, 22.
Rodasio [Rodazio, Rodoazio], re dei Goti, scende, secondo
la leggendaria narrazione dcllo Stefani, in Italia a
capo del suo popolo per vendicare la morte di suo
zio Alberigo ma viene sconfitto pr. Fiesole (an. 401),
14, 16-20.
RoDOLFO, imperatore (aa. 1273-1292), manda in To-
soana un suo vicario (an. 1281), 57, 11-18.
RODOLFO da Camerino, viene noniinato dai Fiorentini
Capitano di guerra (an. 1376), 297, 11-12 ; rcprime
jn Bologna un tentativo sedizioso pcr abbattere il
Comune e ristabilire il dorainio della Chiesa, 299,
35-39.
RorFiANO (da), V. Bartolo da R.
RoFFO (del), V. Fedello del R.
610
INDICE ALFABETICO
[Rof(
OOI-KOIII
RoPONi Alberto, i nelle liste dei Priori del 1307 feb-
braio-1308 febbraio, 102, 10.
RoGERiNi Maso, 6 nelle liste dei Priori del 1282 dicem-
bre-1293 dicembre, 59, 19.
RoMA, sua fondazione e nome, 7, 31-40 ; estende il stio do-
minio sulle terre circostanti, 8, 1-2 ; ordinamento po-
litico datole da Romolo, 6-8 ; sua arma, 17-99 ; suc-
cessori di Romolo, 19-81 ; cacciata di Tarquinio il
Superbo ed istituzione del Consolato, 21-3i ; nuovo
ordinaniento politico datole da Cesare, 34-37 ; vi si
leva il popolo a rumore per la liberazione di Gre-
gorio VII, preso e fatto prigioniero da nn nobile
per istigazione delVimperatore Arrigo IV, 21, 38-39 ;
22, 1-4 ; vi si manifestano i primi dissensi tra Fi-
renze e Pisa (an. 1220), 30, 10-27 ; vi giunge Arrigo
VII per rincoronazione e vi grungono contemporanea-
mente cavalieri fiorentini per impedire, insieme agli
Orsini ed alle milizie di re Roberto, questa incorona-
zione (an. 1312), 108, 21-33 ; vi si combatte per piii
mesi per le vie, 109, 4-8 ; vi giunge Lodovico il Ba-
varo per rincoronazione (an. 1327), 155, 1-7 ; vi
giunge Carlo IV (an. 1355), 248, 32-39.
RoMAGNOLl, inviano aiuti ai Fiorentini contro Arrigo
VII (an. 1312), 110, 21-22; e contro Mastino della
Scala fatto Signore di Lucca, 184, 20-21.
RoMALDELLi (de') Lapo, 6 uelle liste dei Priori del 1298
febbraio-1299 febbraio, 78, ft.
RoMENA (CoNTi Di), Signori di Lanciolina, ric, 138, 15.
RoMEO, V. Lotiieri R.
RoMEO (di), V. Loremo di R.
RoMOLO e Remo, figli di Rea, loro leggendarie vicende,
7, 18-37 ; la nuova c. da loro fondata e il nome dato
ad essa da Romolo, 30-40 ; guerre di Romolo ed
ordinamento politico da lui dato alla nuova c, 37-
42, 1-2 ; la morte di Romolo ed i suoi successori,
5-20.
RoMOLo Di Marco, 6 dei Priori (an. 1378 novembre-
dicembre), 337, 36.
RoMOLo Di Triccolo, notaio dei Priori, ric, 160, 28 ;
228, 40.
RoMOLO (di), V. Piero di R.
Roncofreddo (da), V. Giovanni da R.
Rondine, castello degli Aretini preso dai Fiorentini
(an. 1289), 66. 10.
RoNDlNELLl, fam. fiorentina, si schiera coi Popolani con-
tro i Grandi, 213, 30.
RoNDiNELLi Andrea di Veri, fe nelle liste dei Priori del
1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 15 ; del 1353 gen-
naio-1354 gennaio, 246, 30; del 1357 gennaio-1358
gennaio, 252, 7 ; del 1361 gennaio-1362 gennaio,
260, 25 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1370 gen-
naio-1371 gennaio), 276, 1 ; fe a capo, pel quartiere di
S. Giovanni, dei congiurati contro le sette degli Albizzi
e dei Ricci (an. 1372), 280, 32 ; k di nuovo Gonfalo-
nieer di Giustizia (liste 1373 gennaio-1374 gennaio),
289, 9.
RoNDiNELLi Falco di Bello, 6 nellc liste dei Priori del
1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 37.
RoNDiNELLi FiLippo Di RiNALDo, k nellc Uste dei Priori
del 1358 geiinaio-1369 ge&naio, 258, 39 ; del 1371
gennaio-1372 gennaio, 279, 19 ; i fatto cavaliere
dai Ciompi (an. 1378), 324, 30 ; v. anche Rondmelli
(<&') Filippo di Rinaldo.
RoNDlNELLl Ghino di Veri, k nelle liste dei Priori <!i '
1332 dicembre-1333 dicembre, 175, 38.
Rondinelli Michele di Veri, k nelle liste dei Prioi 1
del 1345 maggio-1346 maggio, 227, 25.
RoNDiNELLi Paolo di Michele, i nelU liste dei Prion
del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, IS ; e del 1368 gen-
naio-1369 gennaio, 273, 36.
RoNDiNELLi RiNALDO Di Veri, 4 nelle liste dei Priori <!■
1324 febbraio-1325 febbraio, 148, 2.
RoNDiNELLl Veri, k Gonfaloniere di Giustizia (liste
1309 febbraio-1310 febbraio), 106, 24 ; v. anche
Rondinelli {de') Vieri e Veri.
RoNDiNELLi VlERi DEi Bello, h nelle liste dei Prion
del 1295 febbraio-1296 febbraio, 75, 34; del 13"
febbraio-1302 febbraio, 88, 37 ; del i3i4 febbrai
1315 febbraio, 119, 3 ; e del 1915 febbraio-1311,
febbraio, 121, 29.
RONDINBLLI {DE') FiLIPPO DI RiNALDO,
i nelle liste dei Priori del Z366 gennaio-i36y gennai
266, 38 ; V. anche Rondinelli Filippo di Rinaldo.
RoNDiNBLLi (de') Ghino di Vieri, 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1326 febbraio-1327 febbraio), 155, 31 ;
k nelle liste dei Priori del 1329 dicembre-1330 di-
cembre, 164, 17 ; del 1335 dicembre-1336 dicembic
183, 2 ; e del 1340 dicembre-1341 dicembre, 190,
RoNDiNELLi (de') Vanni di Falco, fe nelle liste dei Priori
del 1337 dicembre-1338 dicembre, 187, 5 ; k Gon
faloaiere di Giustizia (liste 1344 maggio-1345 ma
gio), 222, 10.
RoNDiNELLi (de') Vieri, e Veri, h nelle liste dei Priori
del 1298 febbraio-1299 febbraio, 78, 10 ; del 1305
febbraio-1306 febbraio, 97, 21 ; h Gonfaloniere di
Grustizia (liste 1308 febbraio-1309 febbraio), 104,
17 ; e di miovo nelle liste dei Priori del 1311 febbraio-
1312 febbraio, 112, 21 ; v. anche Rondinelli Veri.
" Rosano (MoNACHE DEL MoNASTERO Di), feudatarie di
parte del castello di Monte Grossoli, L, 4-6 „.
RosoNi Alberto, k neUe liste dei Priori del 1303 febbraio-
1304 febbraio, 95, 9 ; del 1312 febbraio-1313 feb-
braio, 114, 37 ; del 1314 febbraio-1315 febbraio,
119, 10 ; e del 1320 febbraio-1321 febbraio, 127, u.
RosoNi Geri di Jacopo, 6 Gonfaloniere di Giustizia (li-
ste 1301 febbraio-1302 febbraio), 88, 30.
Rossi, fam. fiorentina di Partebianca, 80, 35 ; fea capo di
una fazione d'01trarno (an. 1333), 174, 37-39 ; 175,
1-2 ; si affianca coi Grandi contro i Popolaai (an.
1343). 214, 27 ; ric 202, 11.
Rossi, nobile fam. di Parma, 178, 23-24.
Rossi Buoso Di RisALiTO, h nelle liste dei Priori del 13'
febbraio-1309 febbraio, 104, 3.
Rossi (de') Antonio di Tommaso, fe fatto popolano
(an. 1379), 364, 22.
Rossi (de') Bernardo, vienc fatto popolano, 216, 32,
Rossi (de') Filippo di Fornaino, viene fatto decapitarc
per trame contro lo Stato (an. 1378), 350, 18 ; ri*
420, 1«.
Rossi (db') GiovANNi Di GusRRiERi, viene tondannalo
I
[RoMuRucellai]
INDICE ALFABETICO
611
per trame contro lo Stato (an. 1379), 365, 14 ; v.
anche Rossi [de') Nanni Guerrieri.
Rossi (de') Giovanni di Pino, viene confinato a Nizza
(an. 1381), 408, 36.
Rossi (de') Guerrieri diTribaldo, fetra i capi ed i mag-
giori istigatori della Parte guelfa per rammonire
308, 5 ; 318, 5 ; viene condannato con Giovanni suo
figlio per trame contro lo Stato (an. 1378), 339, 2.
Rossi (de') Guido di Bico, castellano fiorentino fatto
prigioniero dai Pisani a Ponte ad Era (an. 1271) ,
68, 26.
Rossi (de') Nanni dei, Boneca, 6 dei Quarantatre cit-
tadini el. in aggiunta agli altri della Balia gii no-
minati (an. 1381), 404, 27.
Rossi (de') Nanni Guerrieri, viene condannato come
ribelle (an. 1380), 370, 37 ; V, anche Rossi {de')
Giovanni di Guerrieri..
Rossi (de') Nofrio di Barna, va ambasc. pel Comune
fiorentino pr. il Re d'Ungheria e pr. Carlo di Durazzo
376, 2 ; viene condannato in lire mille (an. 1381),
401, 21.
Rossi (de') Orlando, da Parma fatto Capitano di guerra
dai Fiorentini va contro Lucca, 182, 28-31.
Rossi (de') Piero di Fornaino, viene condannato per
trame contro lo Stato (an. 1378), 338, 31.
Rossi (de') Pietro da Parma, fatto capitano della lega,
stretta tra Veneziani e Fiorentini contro i signori
della Scala, muove con Tesercito contro Lucca (an.
1336), 182, 10-15 ; va contro Padova, 21-25 ; com-
batte contro Mastino della Scala, 184, 38-39 ; muore
combattendo a Monselice, 185, 14.
Rossi (de") Pino, ^ dei Quattordici cittadini el. dal Par-
]amento per costituire il nuovo Governo dopo la
cacciata del Duca d'Atene (an. 1343), 207, Sl.
Rossi (de') Tribaldo di Guerrieri, viene condannato
per trame contro lo Stato (an. 1378), 340, 8.
Rosso Marsilio, capitano al saldo della lega contro i Si-
gnori della Scala, va con le genti dei collegat! contro
Verona (an. 1337), 184, 32-42 ; porta soccorsoa Pietro
de Rossi capitano d6lla lega assediata a Bogolento
da Mastino ed Alberto della Scala, 184, 37-40 ; asse-
dia e prende, insieme al detto Pietro, Padova 185,
1-5 ; sua morte, 15.
Rosso Orlando, vicario di Giovanni di Boemia in Lucca,
tratta e regola con Mastino della Scala della ces-
sione della c. (a. 1335), 178, 23-24 ; k fatto capitano
di guerra dai Fiorentini (an. 1336), 182, 28 ; viene,
inviato a Venezia come Capitano della Lega e va a
capo deiresercito di questa contro Verona c Vicenza
185, 17-19, 25-29.
Rosso, V. Bacherelli {de') R. ; Filigherni R.
Rosso d'Aldobrandino, ^ nelle liste dei Priori del 131 7
febbraio-i3i8 febbraio, 124, 27 ; del 1320 febbraio-
1321 febbraio, 127, 7 ; del 1325 febbraio-1326 fcb-
braio, 152, 15; e del 1340 dicembre:i34i dicembrc,
189, 21.
Rosso Di CoRSO, e uelle Ii.ste dei Priori del 1349 gennaio-
1350 gennaio, 233, 47 ; c del 1352 gcnnaio-1353 gen-
naio, 242, 36.
Rosso Di Geri dello Strozza, h nelle liste dei Priori del
1303 febbraio-1304 febbraio, 94, 28.
Rosso Di Piero, 6 dei Priori (an. 1378 novembre-dicem-
bre), 337, 30 ; e nelle liste degli stessi del 1383 set-
tembre-1384 aprile, 434, 37.
Rosso Di PiERO Di Rosso, 6 dci Cinquantadue cittadini
cui viene data la Balia, insieme ai Priori e CoUegi,
per la riforma del Governo (an. 1381), 396,93 ; h nelle
liste dei Priori del 1383 lugIio-1384 agosto, 428, 29.
Rosso Di RicciARDO, V. Ricci (de') R. di R.
Rosso DELLO Strozza, h Gonfaloniere di Giustizia (li-
ste 1293 febbraio-1294 febbraio), 73, 35.
Rosso (del), V. Cione del R. ; Francesco di Bachino del
R. ; Mangia del L. ; Piero del R. ; Rosso di Piero del
R. ; Stefano del R.
Rosso (di), V. Buonavere di R. ; Camhino di R. ; Guido
diR.
RoTA (di), V. Adimare di R. ; Giovanni di R.
RoTARio, viene in Italia, secondo la narrazione leggen-
daria dello Stefani, a capo dei Longobardi, 17, 1-8.
RoTiNE Di Boninsegna, k nclle liste dei Priori del 1301
febbraio-1302 febbraio, 88, 36.
Rubertini Rinieri di Jacopo, h nelle liste dei Pricri
dei 1290 dicembre-1291 dicembre, 68, 16.
Rucellai, fam. fiorentina avversaria del Duca d'Atene,
209, 9.
RucELLAi Albizzo, h tra i maggiori istigatori della Parte
guelfa per l'ammonire, 308, 12 ; 318, 12-13 ; viene
escluso dagli uffici per tre anni (an. 1379), 363, 31.
RucELLAi Albizzo di Andrea, 6 dci Quarantatre cit-
tadini el. in aggiunta agli altri della Balia gi4 nomi-
nati (an. 1381), 405, 6.
RucELLAi Bartolo di Mannuccio, k nelle liste dei
Priori del 1346 maggio-1347 gennaio, 229, 17.
Rucellai Bingeri di Giovanni di Bingeri, viene con-
finato a Parma (an. 1378), 328, 21.
RucELLAi Bingieri di Giovanni, h fatto dei Grandi
(an. 1379), 363, 4.
RucELLAi BiENGiERi Di Nardo, h ncUe liste dei Priori
del 1333 dicembre-1334 dicembre, 177, 8.
RucELLAi BiNGiERi Di PiERO, vienc condannato per
trame contro lo Stato in fiorini d'oro duemila ed a
sei anni di confinc (an. 1378), 339, 43 ; viene di
nuovo condannato (an. 1379). 365, 20.
RucELLAi Cenni di Naddo, vicne condannato pcr trame
(an. 1378), 338, 37 ; e (an. 1379). 365, 19.
Rucellai Cenni di Nardo, h nelle liste dei Priori del
1332 dicembre-1333 dicembre, 175, 25 ; e del 1335
dicembre-1336 dicembre, 183, 13.
RucELLAl Francesco di Andrea, 6 fatto dei Grandi
(an. 1379), 363, 5.
RucELLAi GiovANNi Di BiNGiERi, 6 nclle listc dei Priori
del 1373 gennaio-1374 gcnnaio, 289, 37 ; vienc cscluso
dagli uffici per trc anni (an. 1379). 363, 30.
RUCELLAI GlOVANNI Dl GlOVANNl Dl BlNGERI, 6 fattO
cavaliere (an. 1381), 394, 9.
RucELLAi Lapo di Vanni, 6 ncllc listc dei Priori dcl 1361
gennaio-1362 gennajo, 259, 42 ; dcl 1366 gennaio-ii^j
gennaio, 266, 11; del 1370 gennaio-1371 gennaio.
612
INDICE ALFABETICO
[Ruccllai-Saccbctti]
275. 40 ; c del 1376 geniiaio-1377 gennaio, 307, 1» ;
6 fatto dei Grandi (an. 1381), 392, 12.
RucELLAl LlPPO Dl Vanni, 6 nelle liste dei Priori del
1357 gennaio-1358 gennaio, 252, 3.
RucELLAi Naddo di Cenni, vienc fatto prendere dal
Duca d'Atene, 195, 10-14 ; viene condannato a
morte dal Conservatore Gnglielmo d'Asciesi, 200,
37-40 ; 201, 1-2.
RucELLAi Niccol6 di Bencivenni, fc Gonfaloniere di
Citistizia (liste 1353 gennaio-i354 gennaio), 246, 7.
KucELLAi Paolo di Bingeri, i Gonfalonieri di Giustizia
(liste J363 gennaio-1364 gennaio), 264, 29 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1371 gennaio-1372 gennaio,
279, 4.
Rucellai Ugolino di Naddo, 6 nelle liste dei Priori
del 1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 13; e del 1354
gennaio-1355 gennaio, 248, 16.
Rucellai Vanni di Lapo, viene condannato per trame
contro lo Stato (an. 1378), 338, 36.
RucELLAi (de') Andrea di Nino, 6 nellc liste dei Priori
del 1345 maggio-1346 maggio, 227, 11.
Rucco, V. Bandi R.
Rucco (di), V. Giovanni di R. ; Guido di R.
RuFFiGNANO Di GiARDiNO, viene condannato per la spe-
dizione contro Figline (an. 1379), 351, 24.
RuFFOLi CiONE, k nelle liste dei Priori del 1334 dicembre-
1335 dicembre, 179, 2.
RuFFOLi (de') Baldo, 6 nclle liste dei Priori del 1290
dicembre-1291 dicembre, 68, 3 ; h Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1292 febbraio-1293 febbraio), 72, 3 ;
procede alla prima esecuzione contro i Grandi fa-
cendo abbattere, in virtu degli Ordini di Giustizia,
le ca.sg dei Galli, 71, 10-13 ; ordina il disarmo dei cit-
tadini, 13-14.
RuFFOLi (de") Giovanni di Lapo, 6 nelle liste dei Priori
del 1299 febbraio-1300 febbraio, 82, 9.
RuGGERiNi Boninsegna, 6 nelle liste dei Priori del 1295
febbraio-1296 febbraio, 75, 45.
RuGGERiNO Di Benci, h Gonfaloniere di Giustizia (liste
1309 febbraio-1310 febbraio), 106, 14 ; e (liste 1313
febbraio-1314 febbraio), 116, 12 ; fe nelle liste dei
Priori del 1314 febbraio-1315 febbraio, 119, 15.
RuGGiERi ArrigHetto, h nelle liste dei Priori del 1284
dicembre-1285 dicembre, 60, 41.
Ruggieri, conte, da Dovadola, invia aiuti a Carlo di
Calabria signore di Firenze (an. 1326), 150, 3.
RuGGiERi vocATO FiGLioccio, viene condannato in lire
dnecento (an. 1381), 401, 16.
Ruggieri conte di Salvatico, ric, 297, 40.
RuGGiERi, V. Cardinali R. ; Lippi R. ; Pulci {de') R. ;
Soderini R. ; Tornaquinci {de') R.
RuGGiERi Di Gherardino, V. Gianni R. di G..
Ruggieri di Guglielmo, V. Bertaldi R. di G.
Ruggieri di Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1323 feb-
braio-1324 fcbbraio, 135, 13; del 1329 dicembre-
1330 dicembre, 164, 11 ; del 1340 dicembre-1341 di-
ccmbre. 189, 22 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia (listc
1344 maggio-1345 maggio), 222. 34.
Ruggieri di Neri, V. Ricci (de') R. di N.
Ruggieri Fante di Pigbllo Adimari, viene fatto deca-
pitare dal Podesti come complice della congiura con-
tro lo Stato (an. 1379), 361, 12.
Ruggieri da Quona, 6 nelle liste dei Priori del 1288 di-
cembre-1289 dicembre, 65, 17.
Ruggieri (di), V. Guggio di R.
Rugomagno, castello preso e distrutto dai Fiorentini 1
(an. 1208), 27, 32-33. I
Ruspo, V. Guittoni R.
Ruspo Di GuiTTONE, 6 nellc liste dei Priori dcl 1322 fcb-;
braio-1323 febbraio, 131, 29.
RusTicHELLi Francesco di Giovanni, k nelle liate dei
Priori del 1341 dicembre-1342 diccmbre, 190. 33 ; ]
come viene accolta dalla folla la sua proposta di con-
ferire al Duca d'Atene la Signoria della c. solo per un 1
anno (an. 1342), 196, 14-17.
RusTiCHELLi GiovANNi, h nclle liste dei Priori del 1296
febbraio-1297 febbraio, 76, 21 ; del 1300 febbraio-
1301 febbraio, 86, 23; del 1308 febbraio-1309 ffb-
braio, 104, 21 ; e del 1310 febbraio-1311 febbnii'
108, 21 ; k Gonfaloniere di Giastizia (liste 1316 fcl.
braio-1317 febbraio), 123, 12 ; e di nuovo nelle listc
dei Priori del 1319 febbraio-1320 febbraio, 126, ic
RusTicHELLi SiMONE Di Bernotto, 6 nclle liste (1
Priori del 1319 febbraio-1320 febbraio, 126, 1.
Rustichelli Tebaldo d'Orlando, notaio dei Priori, ric,
62, 37.
RusTiCHELLO (di), V. BattagUuzzo di R. ; Giovanni
R. ; Rinaldo di R.
RusTicHi Leonardo di Rinieri, viene ammonito (anj
1377). 304, 42; 308, 31.
Rustichi Riccardo di Geri, k nelle liste dei Priori delj
1326 febbraio-1327 febbraio, 155, 10.
RusTiCHii PiERO Guardi, fe nclle liste dei Priori de
1300 febbraio-1301 febbraio, 86, 17.
RusTico, V. Consigli R. ; Moranducci R.
RusTico (di), V. Francesco di R.
Rustighi Neri, 6 nelle liste dei Priori del 1291 dicembre«<
1292 dicembre, 69, 2.
Rustighi Parigi, notaio dei Priori, ric, 59, 15.
Sabbatini (de') Cola, di Bologna, consigliere della Com-
pagnia S. Giorgio, 367, 22.
Sacchetti, fam. fiorentina del qnartiere di Porta S. Ma-
ria, 21, 10 ; di Parte guelfa 28, 21 ; esce da Fircni
airannunzio della sconfitta di Montaperti (an. 126
48, 12.
Sacchetti Forese, 6 nelle liste dei Priori del 1339 d*
cembre-1340 dicembre, 188, 32 ; k Gonfaloniere dil
Giustizia (liste 1347 gennaio-i^^S gennaio), 229, 34 ;1
c di nuovo nelle liste dei Priori del 1358 gennaio-i359j
gennaio, 254, 23.
Sacchetti Forese di Benci, e nelle liste dei Priori dclf
13.53 gennaio-1354 gcnnaio, 246, 26.
Sacchetti Franco, ric. 392, 15.
Sacchetti GiANNOZZO, 6 fatto prendere dagli Otto della i
Guardia pcr .sospetti di trame contro lo Stato (an.
1379). 347, 7-10; suoi precedenti, 11-1; snoi .•^o
spetti armeggii con Carlo di Durazzo e con gli sb.111
diti fioientiui, 23-38 ; prcro nell? rctc c risultato rcwl
mente reo di complotti gli vicne fatta tagliarela tr-
sta, 38-39 ; 348, 1-2 ; ric, 440, 42.
[Sacchetti-Salviati]
INDICE ALFABETICO
613
Sacchetti Jacopo di Piero, 6 nelle liste dei Priori del
1360 gennaio-1361 gennaio, 258, 29 ; del 1366 gennaio-
1367 gennaio, 266, 10 ; e del 1371 gennaio-1372 gen-
naio, 279, 12 ; k fatto del Consiglio dei Dieci di Li-
berta (an. 1373), 285, 9 ; viene nominato cavaliere
dai Ciompi (an. 1378), 324, 3 ; viene fatto prendere
per sospetti di trame, 327, 34 ; viene confinato a
Todi, 328, 34 ; viene nuovamente preso e consegnato
al Capitano come complice della congiura ordita
contro \o Stato (an. 1379), 355, 36-39 ; viene fatto
decapitare, 359, 17.
Sacchetti Tommaso di Jacopo, 6 fatto cavaliere (an.
1381), 394, 4.
Sacchetti (de') Forese, e nelle liste dei Priori del 1334
dicembre-1335 dicembre, 179, 24.
Sacchetti (de') Franco di Benci, 6 nelle liste dei Priori
del 1383 luglio-1384 agosto, 428, 8.
Sacco di Dato da Carraia, notaio dei Priori, ric, 95, 3.
Saccone, t;. Tarlali (de') Pietro da Pietramala detto Saccone.
Saggina di Filippo, 6 nelle liste dei Priori del 1298 feb-
braio-1299 febbraio, 78, 10.
Saggio (di'), V. Jacopo di S. ; Piero di S.
S.\LicE Di Giachinotto, V. Cavalcanti S. di G.
Salimbene di Bruno, 6 nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 228, 34.
Salimbeni Benuccio, ric, 143, 28.
Salimbeni Leonardo Bartolini, ^ nelle
liste deiPriori del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 22 ;
V. anche Salimbeni Leonardo di Bartolino
Salimbeni Leonardo di Bartolino, 6 nelle liste dei
Priori del 1375 gennaio-1376 gennaio, 299, 30 ; e del
1380 marzo-1381 febbraio, 391, 35 ; partecipa alla
Balia per la riforma del Governo (an. 1381), 394,
17 ; f. anche Salimheni Leonardo Bartolini.
Salino di Bruno, 6 nelle liste dei Priori del 1345 raaggio-
1346 maggio, 227, 12.
Saltarelli Lapo, h nelle liste dei Priori del 1291 dicem-
bre-1292 dicembre, 68, 35 ; del 1295 febbraio-1296
febbraio, 75, 37 ; e del 1299 febbraio-X3oo febbraio,
82. 6.
Salti (de') Francesco Martini da Monte Ficalle, viene
ammonito (an. 1378), 316, 27-28 ; 317, 5-15.
Salumanni Nardo Manni, 6 nelle listc dei Priori del
1355 gennaio-1356 gennaio, 249, 31.
Salvani Provenzano, potente ghibellino di Siena, 46,
31 ; sua ambizione politica, 53, 38-39 ; 54, 1-7 ;
guida i Senesi contro Lucca ma scontratosi coi Fio-
rentini, corsi in aiuto di questa c, viene sconfitto,
fatto prigioniero e mandato a morte (an. 1269), 7-11.
Salvaterra (di), t'. Lippo di S.
" Salvemini Gaetano ,, storico, " loda Tesposizione luci-
da ed ordinata della cronaca dello Stefani, LIII, 24-
29 „ ; " osservazioni a proposito di alcuni suoi giudizi
sul Villani, LXI, 28-38 „ ; " sne osservazioni suiren-
trata delle Arti minori ncl Priorato, in relazione allo
Stcfani, cd csamc di cssc, LXXXIII, 23-38 „ ; " ric,
paasim ncirintroduzionc „.
Salvkstrino i>nL Tkgghia, del popolo di S. Ambrogio,
vienc condannato nel capo pcr la rivolta dci Ciompi
(an. 1378), 336, 28.
Salvestro, V. Ciati S. ; Cipriani S. ; Lippi S.
Salvestro d'Adoardo, V. BelfredeUi S. d'A.
Salvestro di Alamanno, V. Medici (de') S. di A.
Salvestro d'Andrea di Chiarissimo, viene ammonito
(an. 1378), 316, 12-13.
Salvestro di Buoso, V. Campiombesi S. di B.
Salvestro di Donato, fe nelle liste dei Priori del 1349
gennaio-1350 gennaio, 235, 41.
Salvestro di Giovanni, pizzicagnolo, 6 nelle liste dei
Priori del 1373 gennaio-1374 gennaio, 288, 34.
Salvestro di Giovanni, tintore, 6 dei Priori (an. 1378
luglio-agosto), 326, 15 ; 6 tra i capi della fazione de-
mocratica che reclama maggiore rigore sui rei di
complotti di fam. ricche e potenti (an. 1379), 344,
13 ; viene inviato ambasc. pr. Carlo della Pace (an.
1380), 380, 10-11 ; e nuovamente pr. lo stesso dive-
nuto re di Puglia pcr rincoronazione della rcgina
Margherita sua moglie (an. 1381), 390, 22 ; viene con-
finato ad Argenta (an. 1381), 408, 30 ; gli vicne re-
vocato il bando, 410, 32.
Salvestro di Manetto, V. Baroncelli (de') S di M. ;
Buonricoveri S. di M. ; Isacchi S. di M.
Salvestro del Melana, viene condannato per trame
contro lo Stato (an. 1378), 339, 37.
Salvestro di Riccardo, V. Ricci (de') S. di R.
Salvestro di Tanuccio, del popolo di S. Piero Maggiore,
viene condannato a morte per trame contro ]o Stato
(an. 1378), 338, 24-25.
Salvestro di Vanni, e nelle liste dei Priori del 1379
marzo-1380 aprile, 368, 4.
Salvetti Domenico, notaio dei Priori, ric, 214, 17.
Salvi Lotto, k nelle liste dei Priori del 1301 febbraio-
1302 febbraio, 88, 20 ; e del 1303 febbraio-1304 fcb-
braio, 94, 32.
Salvi, V. Dini S. ; Gai S.
Salvi Chiari, V. Girolami S. C.
Salvi Vespuccia (di), V. Giovanni di S. V.
Salvi del Benino, notaio dei Priori, ric, 179, 31.
Salvi del Chiaro, V. Girolami (de') S. del C.
Salvi di Ciuto, fenelleliste dci Priori del 1297 febbraio-
1298 febbraio, 77, 26.
Salvi di Guglielmo, 6 dei Cinquantadue cittadini cui
viene data la Balia, insieme ai Priori e CoIIegi, per
la riforma del Governo (an. 1381), 396, 11.
Salvi di Lapo, k nellc liste dei Priori del 1345 maggio-
1346 maggio, 227, 23.
Salvi (di), V. Cambio di S. ; Chiaro di S. ; Jacopo di S. ;
Marco di S. ; Niccold di S.
Salvi (Piano di S.), viene allagato e danneggiato dall'i-
nondazione (an. 1380), 381, 40.
Salviati Andrea di Francesco, <i nelle liste dei Priori
del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 26 ; h dcgli Otto
di Balia pel quarticrc di S. Crocc (an. 1375), 293,
22 ; k nellc liste dci Priori del 1376 gennaio-1377 gen-
naio, 306, 38 ; 6 fatto cavaliere dai Cionipi (an. 1378),
323,26 ; ft Gonfaloniere di Giustizia (an. 1378 novem-
bre-dicembre), 337, 36.
Salviati Forese di GiovANNi, 4 fatto cavnllerc clni
Ciompi (an. 1378), 324, 2.
Salviati Francbsco di Lotto, 6 Cousigiicic dei Piioi i
614
INDICE ALFABETICO
[Salvati«Saa Miaiato dcl Tad*tco]
(an. 1343), 211, H ; * nelle liste dei Priori del 1345
maggio-1346 maggio, 227, 1.
Salviati Giovanni di Lotto, h nelle liste dei Priori del
1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 38 ; & Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1355 gennaio-1356 gennaio), 250, 1 ;
e di nuovo Gonfaloniere (liste 1369 geniiaio-1370 gen-
naio), 275, 6.
Salviati Lotto di Cambio, h nelle liste dei Priori del
1343 aprile-1344 aprile, 219, 28 ; e del 1351 gennaio-
1352 gennaio, 240, 24.
Salviati Luca di Forese,^ nelle liste dei
Priori del 1382 gennaio-1383 aprile, 425, 3.
Salviati Niccol6 di Cambio, 6 nelle liste dei Priori del
1381 gennaio-1362 gennaio, 260, 1 ; e del 1366 gen-
ttaio J36J gennaio, 266, 33.
Salvini Guccio, h nelle liste dei Priori del 1292 febbraio-
1293 febbraio, 72, 10.
Salvino, V. Artnati S. ; Beccanugi S. ; Rittajede [de') S.
Salvino d'Albizzo, V. Orlandino S. D'A.
Salvino Di Martino, fe nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-1347 gennaio, 229, 24.
Salvino di Simone, V. Beccanugi S. di S.
Salvestri Domenico, notaio dei Priori, ric, 263, 8.
Salvucci Berto, h ncUe liste dei Priori del 1326 feb-
braio-1327 febbraio, 155, 34.
Salvucci Lapone, h nelle liste dei Priori del 1354 gen-
naio-1355 gennaio, 247, 39.
Sambuco, ric, 398, 25.
Samminiatesi, ric, 106, 32 ; v. anche San Miniato.
San Benedetto dell'Alpe, ric, 298, 8.
Sancasciano, vi pone il campo Arrigo VII (an. 1312),
111, 5-6 ; vi grungono aU'Imperatore gli aiuti di
Pisa e di Genova, 6-8 ; vi viene fatto costruire sul
poggio dal Duca d'Atene Castello Ducale (an. 1343),
202, 24-25.
San Donato, viene preso da Arrigo VII (an. 1313), 111,
27 ; vi passano danneggiandolo le milizie di ventora
di Alberico da Barbiano dirette contro Firenze (an.
1381), 398, 25.
Sandro, V. Ghiselli S. ; Muletti S.
Sandro dell'Asino, 6 nelle liste dei Priori del 1343
apriIe-1344 aprile, 218, 24.
Sandro di Basilio, 6 dei Priori (an. 1379 novembre-
dicembre), 348, 31 ; viene confinato a Corneto (an.
1381), 408, 42.
Sandro di Bertello, viene ammonito (an. 1360),
258,26.
Sandro di Biliotto, V. Tornabelli S. di B.
Sandro di Buto, V. Davanzi S. di B.
Sandro di Cenni, V. Biliotti S. di C.
Sandro del Corso, capo masnadiero, ric, 239, 3.
Sandro di Donato, V. Barucci S. di D.
Sandro di Feduccio, del popolo di S. Maria, vienc con-
dannato nel capo per la rivolta dei Ciompi (an.
1378), 336, 30 ; e nuovamente per la spedizione con-
tro Figline (an. 1379), 351, 11.
Sandro di Giovanni, V. Porlinari S. di G.
Sandro di Guiduccio, viene ammonito (an. 1358),
254. 4.
Sandro di Lapo, V. Covoni S. di L.
Sandro di Lorbnzo Pagagnotio, h dei Priori (an. 1379
settembre-ottobre), 346, 32.
Sandro di Simone da Quarata, h nelle liste dei Priori,
el. alla cacciata del Duca d'Atene, fatto poi Gonfa-
loniere di Giustizia (an. 1343), 210, 37 ; 218, 35 ;
219. 10 ; fe di nuovo nelle liste dei Priori del 1347 gen-
naio-1348 gennaio, 229, 27 ; h Gonfaloniere di Gru-
stizia (liste 1356 gennaio-1357 gennaio), 250, 42 ;
h di nuovo nelle liste dei Priori del 1359 gennaio-
1360 gennaio 256, 14 ; del 1363 gennaio-1364 gen-
naio, 264, 1 ; e, nuovamente, Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1366 gennaio-1367 gennaio), 266, 28 ; e
(liste 1369 gennaio-1370 gennaio), 275, 15.
Sandro di Soldo, k nelle liste dei Priori del 1367 gen-
naio-1368 gennaio, 267, 9.
Sandro di Zanobi dello Scelto, k nelle liste dei Priori
del 1346 maggio-1347 gennaio, 228, 43 ; del 1353 gen-
naio-1354 gennaio, 245, 33 ; e del 1359 gennaio-
1360 gennaio, 256, 2.
" Sanesi Ireneo; storico, si confutano le sue congetture
suirepoca della morte di Marchionne Stefani, CVII,
5-38-CVIII, 1-24 „ ; " cit.. CII, 2-3 ; CVI, 4 ; CXIV,
1-10 „.
Sangalhni Nardo, notaio dei Priori, ric, 112, 43.
Sangimignanesi, aderiscono alla lega contro Pisa (an. j
1284), 60, 26-27 ; vengono costretti dai Fiorentinij
a far pace coi Volterrani (an. 1310), 103, 20-24 ; in-
viano aiuti ai Fiorentini contro Arrigo VII (an.
1312), 110, 21 ; vengono condannati ad nna multa
e viene bandita contro di loro Toste dai Fio-
rentini per aver danneggiato una villa del loro
contado, ma poi viene dal Comune revocata la
condanna e sospesa la spedizione (an. 1332), 172,
36-37 ; 173, 1-6 ; nominano a loro Signore il Duca j
d'Atene. 197, 12 ; ma presto gli si ribellano, 207, 21 ; '
vengono di nuovo condannati dal Comune fiorentino
per atti di scorrerie, 294, 21-23.
Sangimignano, ric, 398, 6 ; v. anche Sangimignanesi.
Sanginetto (da), V. Filippo da S.
Sangimigni Agnolo, h nelle liste dei Priori del 1355 gen- ,
maio-1356 gennaio, 250, 13.
Sanguigni Bartolo, h nelle liste dei Priori del 1371
gennaio-1372 gennaio, 279, 15 ; e del 1378 (gennaio-
febbraio), 341, 7 ; partecipa come Capitano di Partc
guelfa alla Balia per la riforma del Govemo (an.
1381), 395, 16 ; 6 di miovo nelle liste dei Priori del
1383 IugIio-1384 agosto, 428, 3.
Sanguigno (di), V. Bartolo di S.
Sano (di), V. Checco di S.
San Martino, terra dei Lucchesi presa dai Fiorentini
(an. 1330), 166, 25.
San Miniato del Tedesco [Sanmignato], sede dei \"\-
cari imperiali, 22, 26; vi si trattienc Federito 11,
34. 40 ; accoglie onorevolmente il Vicario dell'impc-
ratore Rodolfo, 62, 21 ; viene occupato da genti
fiorentine e lucchesi (an. 131 1), 106, 35; invia aiuti
a Firenze contro Arrigo VII (an. 1312), 110, 20 ;
viene danneggiato da Castruccio (an. 1323), 132.
\6 ; invia nuovamente aiuti a Firenze per la cac-
;iata del Duca d'Atene (an. 1343). 206. 3S ; si ri-
[San Miniato-Saviai]
INDICE ALFABETICO
615
bella ai Fiorentini (an. 1367), 269, 37-38 ; di ri-
cetto agli sbanditi e complotta con questi ai danni
di Firenze con Bemab6 Visconti che vi manda sne
genti (an. 1369), 270, 1-10 ; viene assediato dai Fio-
rentini, 270, 13-16 ; torna in potere di questi (an.
1370), 272, 10-20.
San Miniato (contado), vi vengono respinte e messe in
fuga le genti di Mastino della Scala signore di Lucca,
181, 35-36.
Sanna, V. Benci S.
Sanna di Giovanni del Sanna degli Usacchi, da Ca-
stel Fiorentino, viene ammonito (an. 1372), 283, 37.
Sannella (del), V. Niccold di Bernardo del S.
Sannella (della), V. Giovanni di Vanni della S.
San Savino, ric, 66, 11.
San Savino (Badia di), viene danneggiata dai Fioren-
tini (an. 1292), 69, 24-29 ; ric, 40, 24.
San Savino (Monte a), ric, 437, 24.
Sansepolcro (Borgo a), castello liberatosi dai Tarlati
d'Arez20 con raiuto dei Fiorentini e dei Perugini
(an. 1335), 178, 33-34 ; invia aiuti ai Fiorentini,
(an. 1339), 184' 2*.
Sanseverino (da), V. Bartolonieo di Smiduccio da S.
Sanseverino (di), V. Tommaso di S.
Sanseverino (Conte Di), al seguito del Duca di Cala-
bria, ric, 149, 23.
Santa Croce, castello dei Lucchesi danneggiato da Ca-
struccio (an. 1323), 132, 14 ; 133, 34 ; si di in po-
tere dei Fiorentini (an. 1330), 166, 32-33 ; 167, 1.
Sant'Agata (Conte di), ric, 433, 41.
Santi, V. Bruni S.
Santi del Ricco, k nelle liste dei Priori del 1374 gen-
naio-1375 gennaio, 291, 18.
Santini Mone, k nelle liste dei Priori del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 11 ; e del 1356 gennaJo-1357
gennaio, 250, 28.
"Santini Pietro, storico, conferma quanto dice lo Stefani
a proposito della vendita del castello di Monte di
Croce, XLVII, 18-30,,; " esame di quanto egli a-
ferma a riguardo deiracqnisto di Monte Grossoli e
di ci6 che su di esso dice lo Stefani, XLVIII, 32-35-
LI, 1-36 ,, ; " conferma quanto dice lo Stefani a
proposito della giiirisdizione di Firenze sul contado
dopo Federico I, LII, 24-31 „ ; " si confutano al-
cune sue affermazioni a riguardo delle lotte civili
combattute dagli Uberti, LVIII, 4-38 „ ; " ric,
passim neIl'Introduzione „.
" Sanzanome, storico, autore dei Gesia Florentinorum,
fonte principale della cronaca dello Stefani, XXXI,
26-27, 22-M; XLVII, 19, 2-3.
Sapiti Andrea di Filippo, notaio dei Priori, ric, 69, 8 ;
74, 38 ; 75, 43 ; 77, 29.
Sapiti Francesco, 6 nelle liste dei Priori del 1357 gen-
naio-1358 gennaio, 252, 1.
Sapiti Otto, fe nelle listc dei Priori del 1360 gennaio-1361
gcnnaio, 259, 23.
Sapiti Rinuccio, fe nelle liste dei Priori del 1350 gen-
naio-1351 gennaio, 240, 4.
Sarzana ISererzana], viene presa dal contc Guido No-
vello (an. 1263), 49, 28 ; vi vengono confinati i Bian-
chi (an. 1301), 83, 3 ; vi vengono mandate milizie
dai Fiorentini per impedire il passo ad Arrigo VII
(an. 1311), 107, 5-7 ; viene data da Lodovico il Ba-
varo a Castruccio, 154, 22 ; vi si adunano gli ambasc.
fiorentini e quelli di pp. Gregorio per iniziare, me-
diante i buoni •uffici di Bernab6 Visconti, le tratta-
tive di pace (an. 1378), 311, 3-10 ; ric, 383, 25.
Sassini Casino, 6 nelle liste dei Priori del 1305 febbraio-
1306 febbraio, 97, 27.
Sasso (di), V. Durante di S.
Sassoli Francesco, fe nelle liste dei Priori del 1329 di-
cembre-1330 dicembre, 164, 25 ; e del 1335 dicem-
bre-1336 dicembre, 183, 26.
Sassoli Lorenzo,^ nelle liste dei Priori del 1338
dicembre-i33g dicembre, 187, 20.
Sassoli (de') Arrigo di Sassolo, 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1309 febbraio-1310 febbraio), 106, 1.
Sassolini Antonio di Marignano, i
nelle liste dei Priori del 138$ maggio-1386 aprile,
443, a.
Sassolini Giovanni, i nelle liste dei Priori
del 1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 3S.
Sassolini Giovanni d'Arrigo, 6 nelle liste dei Priori
del 1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 24 ; del 1360
gennaio-1361 gennaio, 259, 21 ; e del 1368 gennaio-
1369 gennaio, 273, 18.
Sassolini (de') Arrigo Sassoli, h Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1304 febbraio-1305 febbraio), 96, 31 ;
k nelle liste dei Priori del 1311 febbraio-1312 febbraio,
112, 35 ; V. anche Sassolini {de') Arrigo di Sassolo.
Sassolini (de') Arrigo di Sassolo, 6 nelle liste dei Priori
del 1315 febbraio-r3i6 febbraio, 121, 28 ; v. anche
Sassolini (de') Arrigo Sassoli.
Sassolini (de') Francesco Sassoli, 6 nelle liste dei
Priori del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 29 ; e
del 1326 febbraio-1327 febbraio, 155, 19 ; t». anche
Sassolini (de') Francesco di Sassolo.
Sassolini (de') Francesco ui Sassolo, 6 Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1310 febbraio-1311 febbraio),
108, 25 ; V. anche Sassolini (de') Francesco Sassoli.
Sassolini (de') Sassolo, fe iielle liste dei Priori del 1302
febbraio-1303 febbraio, 90, 31.
Sassolo di Giunta, k nelle liste dei Priori del 1345 mag-
gio-1346 maggio, 227, 6.
Sassuoli Meglio, k nelleliste dei Priori del 1312 febbraio-
1313 febbraio, 115, 8.
Saturnia, antica c d'ltalia fondata dal mitico Satumo,
quando scacciato dal suo regno si rifugi6 qua, 6,
8-10.
Saturno, cacciato dal regno dal figlio Giove, viene in
Italia dove 6 accolto molto onorevolmente da Giano,
signore del luogo, che se lo associa nel regno, 5,
34-37 ; fonda citti e dirozza gli abitanti della re-
gione insegnando loro ragricoltura e Tarte, 6, 1-12 ;
siioi discendenti, 12-17.
Savelli Pandolfo, da Roma, viene in Firenze quale
ambasc di Arrigo VII di Lussemburgo (an. 1311),
106, 29 ; gli viene intimato dai Fiorentini d'aIIonta-
narsi, 33-41.
Savini Andrea di Ricco, e di Ruccp, * nelle liste dei
616
INDICE ALFABETICO
[ S avini-Sciliafuatil
Priori del 1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 26 ; del
1353 gennaio-1354 gennaio. 246, 17; del 1356 gen-
naio-1357 gennaio, 250, 38 ; e del 1359 gennaio-
1360 gennaio, 256, 18.
Savini Bartolomeo di Rucco, 6 nelle liste dei Priori
del 1362 gennaio-1363 gennaio, 262, 1.
Savini Giovanni di Ricco, 6 nellc liste dei Priori del
1348 gennaio-1349 gennaio, 233, 37 ; e del 1351
gcnnaio-1352 gennaio, 240, 39.
(SavoiaJ (di) Luigi [Luisi], giunge in Firenze quale am-
basc. di Arrigo VII (an. 1310), 104, 9.
Savoia (Conte di), viene mandato da Arrigo VII con-
tro i Fiorentini accampati a Montelfi, 109, 25-29.
Savorigi (Case de"), ric, 51, 39.
Scafati [Iscafati], c. ric, 439, 2-3.
ScAl-A (della) Alberto, signore di Verona, 184, 13 ;
vienc fatto prigioniero dalle genti della lega, 185, 9.
ScALA (della) Cane, ric, 120, 27.
Scala (della) Mastino, signore di Verona, stringe lega
coi Fiorentini e con altri contro Giovanni di Boe-
mia e contro il Bavaro (an. 1332), 172, 17 ; occupa
Lucca con disappunto dei Fiorentini (an. 1335), 178,
21 ; fa scorrerie, non ostante la lega, nel contado di
Firenze e di Bologna, 180, 4-7 ; assedia in Bocolento
Piero De Rossi, Capitano della lega formatasi con-
tro di lui, lasciandovi poi a capo delle milizie asse-
dianti Alberto, 185, 1 ; viene a pace con la lega,
27-30 ; viene ad accordi coi Fiorentini a riguardo di
Lucca (an. 1344), 218, 16-20; (an. 1345), 224, 11-15.
ScALA (Signore della), ric, 338, 3.
Scali, fam. fiorentina di Porta S. MaTia, 21, 9 ; di parte
guelfa, 28, 22 ; esce da Firenze airannunzio della
sconfitta di Montaperti (an. 1260), 48, 6 ; si schiera
coi Bianchi, 80, 36 ; viene fatta popolana, 216, 30.
ScALi Branca Di GiORGio, vienc condannato a lire mille
e a dieci anni di confine, ed escluso per sempre da-
gli uffici (an. 1381), 401, 42.
Scali (degli), fam. ; v. Scali, Jam.
ScALi (degli) Giorgio di Francesco, di famiglia di
Grandi, fatto popolano per benemerenze civiche, 6
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1373 gennaio-1374
gennaio), 289, 22 ; fa approvare durante il suo uf-
ficio la proposta che nessun Grande potesse avere te-
nuta o terra dove fosscro stabiliti dei fedeli, 290,
24-32 ; viene ammonito con grande meraviglia di
tutti dato il suo noto guelfismo (an. 1375), 394,
34-40 ; 295, 1-17 ; 6 fatto cavaliere dai Ciompi (an.
1378), 324, 14 ; 6 dei capi della coalizione demo-
cratica che rcclama maggiore rigore sui rei di com-
plotti contro lo Stato specie su queUi di fam. ric-
che e potenti (an.1379), 344, 6-7 ; 6 fra i segnati alle
vendette degli sbanditi, 354, 7 ; 6 con Tommaso
■ degli Strozzi a capo della setta dei demagoghi che
spadroneggiano nella c. (an. 1381), 392, 24-39 ;
393, 1-8 ; " cf. CXVII, 24-28 » ; viene fatto prendcrc
dal Capitano e fatto decapitare, 393, 7-16.
ScAH (degli) Ugo di Vieri, Capitano della brigata fio-
rentina inviata in aiuto del Marthesc di Ferrara
(an. 1333), 173, 18.
ScALi (degli) Vieri di Berto di Vieri di Ugo, viene
ammonito (an. 1373), 288. 23.
ScALi (Casb degli), ric, 18, 27.
ScALi (CoMPAGNiA DEGLi), suo fallimento (an. 1326),
150, 20-24.
ScARLATTi BoccA, k uelle liste dei Priori del 1337 di-
cembre-1338 dicembre, 187, 2.
ScARLATTiNi ScARLATTO Di NuTO, vicne ammonito (an.
1377). 305, 22 ; 309, 8.
ScARLATTo Di ToMMASO, II. Paronci S. di T.
ScARPERiA, castello nel Mugello fatto costruire dai Fio-
rentini (an. 1306), 97, 13-14 ; viene assediato da Ga-
leazzo Visconti 237, 30-37 ; 238, 27-2» ; saa difesa,
29-34 ; viene rifomito dai Fiorcntini con scelti fanti
ed audaci masnade, 37-38 ; 239, 4-16.
ScATizzA Jacopo di Bartolomeo, cimatore, membro
dei piii attivi della setta dei demagoghi spadroneg-
gianti su Firenze (an. 1381), 392, 21-30 ; viene fatto
prendere dal Capitano per richiesta dei Priori ma
viene subito liberato ad opera dei suoi, 30-39 ; 393,
1-7 ; " cf. CXVII, 24-28 „ ; viene bandito dal Capi-
tano e condannato neiravere e nella persona. 399, 38.
ScELTO, V. Guidotti S. ; Tinchi S. ; Tinghi S.
Scelto di Tingo, h nelle liste dei Priori del 1363 gennaio-
1364 gennaio, 264, 21 ; v. anche Tinghi Scelto.
ScELTO (dello), V. Giovanni delh S. ; Sandro di Zanobi
dello S.
ScHEGGiA (lo) di Camaldoli, dcl popolo di S. Felice,
viene condannato per trame contro lo Stato (an.
1378). 339, 26.
Scheggia Giovanni di Puccio, viene condannato nel-
]'avere e nella persona per la spedizione contro Fi-
gline (an. 1379), 351, 10.
Schiatta, V. Ricchi S.
Schiatta di Noffo, V. Ridolfi S. di N.
Schiatta del Ricco, 6 nelle Hste dei Priori del 1356
gennaio-1357 gennaio, 250, 36 ; v. anche Schiatta di
Ricco e Ricchi Schiatta.
Schiatta del Ricco Pezzaio, uno degli Otto della
guerra, spinge il capitano Giovanni Malatacca ad
attaccar battaglia con Giovanni Acuto (an. 1369),
271, 11 15.
Schiatta di Ricco,e nelle liste dei Priori del
1365 gennaio-1366 gennaio, 266, * ; v. anche Schiatta
del Ricco e Ricchi Schiatta.
Schiatta di Ridolfo,». Guidi S. di R.
SciLiNGUATi (degli) Manetto di Dello, k Gonfalouiere
di Giustizia (liste 1324 febbraio-1325 febbraio),
147, 33.
Scii.inguati (degli), Tuccio Delli, 6 nellc liste dei
Priori del 1301 febbraio-1302 febbraio, 88, 35 ; dcl
1304 febbraio-1305 febbraio, 96, 8 ; dcl 1307 fct-
braio-1308 febbraio, 102, fl ; e del 1309 febbraio-
13 10 febbraio, 106, 19 ; t;. anche SciliHguati (degU)
Tticcio di Dello.
Scilinguati (degli) TiTccio di Dello, e nclle listo dci
Priori del 1311 fobbraio-iji2 fobbraio, 112. 3« : del
1314 febbraio-1315 febbraio, 119, 8 ; del 1325 fcb
braio-1326 fcbbraio, 152, 21 ; del 1329 dicenibre-
[Scodellari>Serragluia]
INDIGE ALFABETICO
617
1330 dicembre, 164, 25 ; del 1334 dicembre-1335 di-
cembre, 179, 4 ; e del 1337 dicembre-1338 dicembre,
187, 14 ; V. anche Scilinguati (degli) Tuccio Delli.
ScoDELLARi {de') Branca di Stefano, 6 nelle liste dei
Priori del 1381 marzo-1382 aprile, 406, 42.
ScoLAi Gherardo, fe nelle liste dei Priori del 1322 feb-
braio-1323 febbraio, 131, 21.
ScoLAio, V. Franchi S.,
ScoLAio Di Francesco, fe nelle liste dei Priori del 1351
gennaio-1352 gennaio, 240, 30.
Scolaio di Lapo, 6 dei Dodici buoni uomini pel quar-
ticre di S. Croce e partecipa come tale alla Balia per
la riforma del Governo (an. 1381), 395, 5.
ScoLAio Di Palamidese, e nelle liste dei Piiori del 1325
febbraio-1326 febbraio, 152, 3.
ScOLAio Di Palmidesi, fe nelle li.ste dei Priori del 1316 feb-
braio-1317 febbraio, 122, 42.
ScoLAio (Di), V. Gherardo di Barzia di S. ; Giovanni di S.
Scolari, fam. fiorentina di parte ghibellina, 28, 27 ; le
vengono arse e distrutte le case dal popolo in rivolta
contro i Ghibellini (an. 1258), 44, 8.
ScoLARi (DEGLi) Ciupo, capitano della foresteria di
Mastino della Scala a Lucca, 181, 33.
ScoTTi Piero, e nelle liste dei Priori del 1366 gennaio-
1367 gennaio, 266, 32 ; e del 1370 gennaio-1371 gen-
naio, 276, 5.
ScoTTO Di Benincasa, e nelle liste dei Priori del 1313 feb-
braio-1314 febbraio, 116, 19.
Sega (del), V. Giovanni del S. ; Niccold di Giovanni del S .
Segna, V. Lotti S.
Segna di Cione, 6 nelle liste dei Priori del 1358 gennaio-
1359 gennaio, 254, 33.
Segna di Lotto, 6 nelle liste dei Priori del 1347 gennaio-
1348 gennaio, 299, 40.
Secna (di), V. Giovanni di S. ; Naddo di S. ; Rinieri di S.
Selvolk di Lippo di Cionk del Cane, viene escluso per
sempre dagli Uffici (an. 1378), 321, 21.
Sem, figlio di N06, ric, 2, 17.
Semifonte, castello preso e distrutto dai Fiorentini
(an. 1119), 26, 31:
Senksi, assediano Monteprilciano, ma corsi in aiuto di
questa castello i Fiorentini, vengono da questi stessi
attaccati e sconfitti pr. Asciano (an. 1174), 24, 26-
31 ; vemiti nuovamente a guerra con gli stessi, per
nou aver rispettato i patti de!la pace precedente, ven-
gono di nuovo da essi sconfitti e costretti a sotto-
mettersi a condizioni piii dure (an. 1208), 27, 26-33 ;
28, 1-2 ; andati nuovamenre contro Montepulciano
tornano di nuovo in guerra con gli stessi Fiorentini,
venuti ancora una volta in aiuto del castello e ripren-
dono con loro la lotta che si protrae per piii anni e
che si chiude, come le precedenti, con la loro sconfitta
(aa. 1229-1235), 31, 25-32; 32,1-37; 33, 1-9, 16-22.
30-31 ; 34, 1-4 ; riprendono con gli stessi la gucrra
ma ancora una volta poco felicemente (aa. 1251-
1253); 40, 19-20; 41, 23-26; 42, 11-18 ; prese nuova-
mente le armi contro gli stessi, con gli aiuti dei Ghi-
bellini fiorentini, rifugiatisi pr. di loro dopo la cacciata
dalla c, e con gli ainti di Manfredi re di Puglia li
sconfiggono in una grande battaglia a Montaperti
(an. 1260), 44, 13-17; 45, 32-35; 47, 35-40; riac-
cesa poi la lotta con gli stessi Fiorentini, in se-
guito alla nuova cacciata dei Ghibellini da Fi-
renze, avvenuta dopo la sconfitta e morte di
Manfredi, sono costretti dopo vari insuccessi a do-
mandar la pace mediante i buoni uffici di Lucca
(aa. 1267-1270), 54, 7-12, 34-36 ; 55, 1-7 ; stretta
alfine con questi una lega vanno insieme contro
Arezzo (aa. 1288-1289), 64, 8-15; 66, 11; combat-
tono contro Arrigo VII (an. 1313), 113, 3-11 ; man-
dano aiuti a re Roberto di Napoli, signore di Firenze,
per la guerra contro Matteo Visconti (an. 1319J,
125, 37-38, ed a Carlo di Calabria, anch'esso si-
gnore di Firenze, contro Castruccio (an. 1326), 150,
6 ; inviano a Firenze i loro aiuti alVannunzio della
rivolta contro il Dnca d'Atene (an. 1343), 206, 32-33 ;
inviano nuovamente aiuto ai Fiorentini assaliti
da Galeazzo Visconti (an. 1351), 236, 34 ; e di nuovo
piii tardi in altre critiche contingenze (an. 1379),
356, 34; vengono ad accordi con la compagniadi
S. Giorgio venuta a danneggiare il loro territorio
(an. 1379), 368, 26 ; danni arrecati dai Ciompi,
rifugiatisi pr. di loro dopo ]a cacciata da Firenze, nel
contado fiorentino, ed accuse al riguardo da parte dei
Fiorentini contro di loro, 371, 10-29; stringono nuo-
vamente alleanza con questi (an. 1380), 376, 10,
36-40 ; 377, 1 ; mandano a questi gli aiuti richiesti,
380, 4 ; si dolgono con loro per rimprowise richieste
deirAcuto (an. 1382), 421, 13-18 ; cacciano dal Go-
verno la gente minuta, 434, 5-16 ; s'accordano coi
Fiorentini intorno a certi castelli da questi richie-
t
sti, 437, 18-29, V. anche Siena.
Senno, V. Rinuccini S.
SercHio, ric, 192, 36 ; 193, 10.
Serezzana, V. Sarzana.
Sernigi Luigi di Niccol6, notaio dei Priori, ric, 250, 3.
Serotine di Salvestro, V. Brancacci S. di S.
Serotine (di), V. Tommaso di S.
Serragli Niccol6, notaio dei Priori, ric, 274, 37.
Serragli Niccol6 di Serraglio, notaio dei Priori,
ric, 299, 17.
Serragli PiERO Di GiLio, fe fatto popolano (an. 1379).
364, 29.
Serragli Piero di Sillo, 6 dei Quarantatre cittadini
el. in aggiunta agli altri della Balia gia nominati
(an. 1381), 404, 26.
Serragli Primerano Obbriachi, d Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1345 maggio-1346 maggio), 227, 27.
Serragli (degli) Bonaiuto di Belcaro, 6 nelle liste dei
Priori del 1271 gennaio-1272 gennaio, 278, 39 ; 6
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1374 gennaio-1375 gen-
naio), 291, 28 ; fa cassare per risentimenti privati,
durante il suo ufficio, il Cancelliere Niccol6 di Ven-
tura Monachi, 291, 2-12; 6 tra i capi e i maggiori
istigatori della Parte guelfa per rammonire, 308, 2 ;
h Capitano della detta Parte con grande Balia, 310,
14-16 ; 318, 3-4 ; viene confinato a Pesaro (an. 1378),
328, 29.
Serraglina (Setta), facente capo alla fam. Bordoni,
briga per accaparrarsi relezione del Priorato, 137,
618
INDICE ALFABETICO
[SerraTalle-Siinoiie Arrighctti]
38-89 ; 138, 1-6 ; 139, 2-4 ; reazione degli awersari,
processi e condanne, 6-19.
Sbrravalle, ne viene affidata la guardia ai Fiorentini
(an. 1329), 164, 2-4 ; apprestamenti militari fatti
qua, come anche a Nievole ed a Borgo a Buggiano,
per Tassedio di Montecatini (an. 1330), 165, 24-26.
Sbrvio Tullio, re di Roma, ric., 8, 20.
Setti Gherardo, a Certaldo, notaio dei Priori, ric,
131, 34.
SiCANO, figlio di Attalo signore di Fiesole, va a stabilirsi
neirisola che da lui prende il nome di Sicilia, 4,
10-12.
SiciLiA [Cicilia] (Re di), v. Carlo 1 d'Angid ; Carlo II
d'Angid ; Roberto d'Angid ; Giovanna I.
SiBNA, accoglie i Ghibellini cacciati da Firenze con grave
disappunto dei Fiorentini (an. 1258), 44, 12-17 ; ne
viene fatto signore per cinque anni Carlo di Calabria,
allora signore anche di Firenze (an. 1326), 149, 6-13 ;
vi giungono ambasc. Fiorentini per dolersi deirincur-
sione su Figline fatta dai Ciompi stabiliiisi qua dopo
la loro cacciatada Firenze (an. 1379), 350, 30-35 ; visi
scopre una congiura ordita da cittadini istigati, se-
condo le voci correnti, da alcuni Fiorentini che ven-
gono fatti prendere e mandare a morte (an. 1384),
431, 26-42 ; vi giungono ambasc. inviati da Firenze
per chiarire la cosa che non vengono per6 bene ac-
colti, 432, 1-14 ; vi viene instaurato un nuovo Go-
vemo pid conforme ai desideri dei Fiorentini, 434,
5-16 ; viene ad accordi con Firenze su certi castelli
degii Aretini e nomina, d'accordo con questa, come
arbitro, il Comune di Bologna per la decisione della
•sorte di altri castelli egualmente contesi (an. 1385),
437, 19-29; V. anche Senesi.
SiENA (PoRTE) PoRTA Camolia, ne escouo i Senesi per
respingere Arrigo VII che moveva contro ]a c. (an.
1313), 113, 3-U.
SiENA (CoNTADo), viene corso e danneggiato dai Fio-
rentini (an. 1208), 27, 31-32.
SiENA (da), V, Caterina da S.
SiGNA, vi viene fatto ricostruire il castello dai Fiorentini
(an. 1326), 150. 26-29; v. anche Firenze (dintorni).
SiGNA (da), V. Bonifazio da S. ; Fantino da S. ; Fazio da
S. ; Marsoppino da S. ; Pino da S.
Signorelli Matteo, notaio dei Priori, ric, 169, 3.
SiGNORiNi Cambio, e nelle liste dei Priori del 1349 gen-
naio-1350 gennaio, 275, 25 ; del 1352 gennaio-1353
gennaio, 242, 38 ; del 1358 gennaio-1359 gennaio,
254, 11 ; e del 1362 gennaio-1363 gennaio, 262, 15,
Sigoli Vanni Cini, 6 nelle liste dei Priori del 1300 feb-
braio-1301 febbraio, 86, 14.
SlGOLl (db") Priore d'Arrigo, viene ammonito (an.
1371). 277, 36.
SiLiMANNi Fantino, h nelle liste dei Priori del 1292 feb-
braio-1293 febbraio, 72, 22.
SiLVESTRo Di MicHELE, V. Nardi S. di M.
SiLVio PosTUMO, figlio di Enea e di Lavinia, succede al
padre nel regno, 6, 37-38 ; suoi discendenti, 7, 6-10.
SlMINETTI Bartolo di Giovanni, detto Mastino. i
nelle liste dei Priori del 1363 gennaio-1364 gennaio,
264, 81 ; e del 1371 gennaio-1372 gennaio, 279, 2 ;
passato, secondo alcune voci, per rag^ni di denaro,
dalla fazione dei Ricci a quella degli Albizzi, fa ap-
provare, durante il suo Priorato, con la violenza, una
proposta di legge minacciante gravi pene a clii avesse
osato fare proposte sulla Parte guelfa, ingraziandos)
cosi gli Albizzi ed i Ricci, 279, 39-45 ; 280, 1-20 ; e
nelle liste dei Priori del 1375 gennaio-1376 gennaio, j
298, 42 ; 6 tra i capi e i maggiori istigatori della Parte |
guelfa per rammonire, 308, 16; 317, 42; gli vienej
arsa la casa dal popolo in rivolta contro la detta Par- 1
te (an. 1378), 319, 30 ; viene confinato a Mantova, |
321, 31; 328, 31; tomato in Firenze viene fatto j
prendere dagli Otto della Guardia come complicej
della congiura ordita contro lo Stato e consegnato
al Capitano (an. 1379), 355, 85, 40, 41 ; k fatto de- 1
capitare, 359, 18.
SiMiNETTi Bartolomeo di Guccio, 6 nellc liste dei Prio-
ri del 1330 dicembre-1331 dicembre, 167, 1»; *'
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1334 dicembre-1335 |
dicembre), 179, 29 ; e (liste J338 dicembre-1339 di-
cembre), 187, U ; v. anche Siminetti (de') Bartolomeo
di Guccio.
Siminetti Francesco di Vannozzo, 6 nelle lisle dei ■
Priori del 1358 gennaio-1359 gennaio, 254, 21.
SiMiNETTi Gianni, e nelle liste dei Priori del 1316 feb-
braio-1317 fcbbraio, 122, 42 ; v. ancke Siminetti (de')
Gianni.
SiMiNETTi GiovANNi, fe uelle liste dei Priori del 1296 feb-
braio-1297 febbraio 76, u.
SiMiNETTi SiMONE Di GiovANNi, fe ncUe liste dei Priori \
del 1350 gennaio-1351 gennaio, 240, 14 ; del 1354 ■
gennaio-1355 gennaio, 248, 23 ; del 1358 geunaio-
1359 gennaio, 254, 35 ; del 1362 gennaio-1363 gen-
naio, 262, 27 ; del 1367 gennaio-1368 gennaio, 267, j
40 ; e del 1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 18 ; come j
ottenne che la sua casa non venisse arsa con le al-
tre dei consorti, 345, 3-7.
SiMiNETTi (de') Bartolomeo di Guccio, 6 Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1323 febbraio-1324 febbraio), 135,
26 ; h nelle liste dei Priori del 1327 febbraio-1328
febbraio, 157, 33 ; e del 1341 dicembre-1342 di-
cembre, 190, 35 ; v. anche Siminetti Bartolomeo di
Guccio.
SiMiNETTi (de') Gianni, uotaio dei Priori, 68, 21 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1303 febbraio-1304 febbraio,
95, 1 ; 96, 23 ; fe Gonfaloniere di Giustizia (liste 1309
febbraio-1310 febbraio), 106, 4 ; 6 di nuovo nelle
liste dei Priori del 1313 febbraio-1314 febbraio, ,
116, 2 ; del 1318 febbraio-1319 febbraio, 125, 13 ;
di nuovo Gonfaloniere (liste 1328 dicembre-1325
dicembre), 160, 35 ; "■ anche Siminetti Gianni.
SiMiNETTi (de') Gianni di Bonapresa, 6 uelle liste dei
Priori del 1321 febbraio-1322 febbraio, 129, 13.
SiMONCiNO Di Francesco, viene condannato per trame
contro lo Stato (an. 1381), 400, 23.
SiMONE, V. Acciaiuoli (degli) S. ; Baroncelli (de') S. ;
BattijoUe (de') S. ; Bernotti S. ; Benci S. ; Bertini S. \
Gheardi S. ; Guazza S. ; Guidalotti S. ; Lapi S. ; P«-J
ruzzi (de) S. ; Taddei S. ; Tttcci S.
SiMONE Arrighetti, V. Abbruciati (degli) S. A.
[SimoDe d'AgaoIino>Simoni]
INDICE ALFABETICO
619
SiMONE d'Agnolino, pezzaio, capipolo agitatore di
folle, 412, 37 ; 413, 5-6 ; 6 dei Conquantadue cit-
tadini cui viene data la Balia insieme ai Priori e
collegi per la riforma del Governo (an. 1381), 396, 22.
SiMONE d'Andrka, viene condannato nel capo per la ri-
volta dei Ciompi (an. 1378), 336, 15 ; v. anche Fa-
giuoli S. d'A.
SiMONE d'Andrea, detto Morello, e Bartolomeo,
suo figliuolo, del popolo di S. Lucia sopr'Arno, ven-
gono condannati per trame contro lo Stato (an.
1379). 365, 29-30.
SiMONE d'Arrigo, e nelle lisle dei Priori del
1385 maggio-1386 aprile, 443, 21.
SiMONE DETTO Attorri, 6 fatto popolano (an. 1379),
364, 18.
SiMONE Di Baldo, V. Tosa [della) S. di B.
SiMONE di Bartolino, k nelle liste dei Priori del 1377
gennaio-1378 luglio, 314, 12.
SiMONE di Benedetto, V. Gherardi S. di B.
SiMONE Di Benedetto di Martino, V. Petri S. di B.
di M.
SiM ne di Bernotto, V. Rustichelli S. di B.
SiMONE Di Bertino, 6 nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-1347 gennaio, 228, 34 ; e del 1350 gennaio-1351
gennaio, 239, 29.
SiMONE Di Biagio, fe dei Dodici buoni uomini (an. 1378),
326, 41 ; viene annullata la sua nomina di Proposto
(an. 1379), 342, 38 ; h tra i capi della coalizione de-
mocratica che reclama maggiore rigore sui rei di
complotti di fam. ricche e potenti (an. 1379), 344, 9 ;
viene inviato dagli Otto della Guardia con lance del
Comune a prendere Mariano di Lando degli Albizzi
sospetto di compliciti nella congiura contro lo Stato
(an. 1379), 355, 29-31 ; viene delegato per le tratta-
tive con gli ambasc. di Carlo della Pace (an. 1380),
380, 37 ; 6 uno dei membri piii attivi della setta d.
sfrenati demagoghi spadroneggianti su Firenze (an.
1381), 392, 21-39 ; 393, 1-7 ; " cf. CXVII, 21-28 „ ;
viene inseguito ed ucciso, dal popolo in rivolta con-
tro i detti demagoghi, insieme al figlio mentre ten-
ta di fuggire, 393, 17-22.
SiMONE Di BiNDO, V. Altoviti (degli) S. di B.
SiMONE Di BuoNACCORSO da Passignano, 6 nelle liste dei
Priori del 1301 febbraio-1302 febbraio, 88, 24.
SiMONE Di BubNARROTA, V. Simoni S. di B.
SiMONE DEL Chiaro, fabbro, agitatore di folle che tenta
levarsi sugli altri, 412, 38.
SiMONE DKTTO CiNARELLO, viene condaimato per trame
contro lo Stato (an. 1378), 340, 14.
SiMONE Di CiNO, viene mandato ambasc. pr. Carlo di Du-
razzo, re di Puglia, per rincoronazione della regina
Margherita sua moglie (an. 1381), 390, 20.
SiMONE DETTO CoMPARE, viene condannato per trame
contro lo Stato (an. 1379), 365, 42.
SiMONE Di Duccio DEL Macca, k uelle liste dei Priori
del 1312 febbraio-1313 febbraio, 195, 6.
SiMONE DEL Maestro Fagno, 6 nelle liste dei Priori del
1346 maggio-1347 gennaio, 228, 32.
Simone di Filippo, V. Capponi {de') S. di F.
SiMONS Di Fkancksco, V. Rtnucct {de') S. di F.
SiMONE Di Gabbriello di Simone, vienc ammonito (an.
1377). 304, 41 ; 308, 26-27.
SiMONE Di Geri, V. Baroni S. di G. ; Guidi S. di G.
SiMONE Di Gherardo, 6 nellc liste dei Priori del 1304
febbraio-1305 febbraio, 96, 9 ; e del 1307 febbraio-
1308 febbraio, 102, 16 ; 6 Gonfaloniere di Giustizia
(hste 1310 febbraio-1311 febbraio), 108, 8 ; t». anche
Gherardi Simone.
SiMONE Di Gherardo del Bello, 6 nelle liste dei Priori
del 1295 febbraio-1296 febbraio, 75, 32.
SiMONE Di Giorgio, V. Baroni S. di G.
SiMONE Di GiovANNi, V. Siminetti S. di G.
SiMONE Di Guidalotto, fe nelle liste dei Priori del 1297
febbraio-1298 febbraio, 77, 21.
SiMONE di Guiduccio di Puccio, ^ nelle
liste dei Priori del 1363 gennaio-1364 gennaio,
264, e.
SiMONE Di Jacopo, V. Bardi S. di J.
SiMONE Di Lapo, notaio dei Priori, ric, 190, 8.
SiMONE Di Lapo, V. Corsi S. di L.
SiMONE Di Mattko, V. BiffoH S. di M.
SiMONE Di Michele, V. Ristori S. di M.
SiMONE Di Nardo, V. Guasconi S. di N.
SiMONE Di Neri, 6 nelle liste dei Priori del 1324 feb
braio-1325 febbraio, 147, 38.
SiMONE Di Neri, V. Antella {della) S. di N.
SiMONE DA Norcia, giudice in Firenze durante la signoria
del Duca di Atene, viene ucciso dalla folla in rivolta
(an. 1343), 208, 5.
SiMONE Di Palmiere, 6 nelle liste dei Priori del 1361 gen-
naio-1362 gennaio, 260, 20 ; viene ammonito (an.
1378), 316, 18.
SiMONB Di Pepo, V. Cavicciuli S. di P.
Simone di Piero, V. Borsi S. di P.
SiMONE Di Piero della Fioraia, fe nelle liste dei Priori
del 1382 (settembre-gennaio), 424, 16.
SiMONE da Pistoia, vieue a Firenze quale ambasc. del-
rimperatore Arrigo VII (an. 1310), 104, 9.
SiMONE DAL PoGGio, sbandito perugino, caporale nella
brigata di Carlo di Durazzo capitanata da Gian-
notto, 353, 30.
SiMONE Di Renzo, 6 nelle liste dei Priori del 1383 luglio-
1384 agosto, 428, 27.
Simone di Rinieri, V. Peruzzi S. di R.
SiMONE Di Rota, V. Anmannati S. di R.
SiMONE Di Spigliato, da Filicaia, k nelle liste dei Priori
del 1320 febbraio-1321 febbraio, 127, 12 ; e del 1328
dicembre-1329 dicembre, 160, 38.
SiMONE Di ToMMASO da Spoleto, podesti di Firenze
(an. 1383), 425, 29.
SiMONE Di Tuccio, V. GuicciardiM S. di T.
SiMONK Di Vanni, viene ammonito (an. 1377), 305, 6 ;
309, 2.
SiMONB Vespuccia, partccipa alla Balia per TArte di
Porta S. Maria (an. 1381), 409, 29.
SlMONB (Di), V. Bernardo di S. ; Bonarrota di S. ; Buo-
naguida di S. ; Buoncristiano di S. ; Gabbriello di S. ;
Leone di S. ; Sandro di S.
SiMONi Bartolomeo, 6 nelle liste dei Priori del 1371 gen-
naio-1372 gennaio, 279, 18.
620
INDICE ALFABETICO
[Sinioni.SoIdi|
SlMOKi BiAGio Dl Leone, i nelle Hste dei
Priori del 1364 gennaio-i36$ gennaio, 264, 3«.
SiMONi BoNACCORSO, viene (ondannato pcr trame contro
lo Stato (an. 1381), 400, 16.
SlMONl BoNAGOiDA Di Jacopo, 6 nellc liste dci Priori
del 1360 gennaio-1361 gennaio, 258, 31 ; e del 1369
gennaio-1370 gennaio, 275, 13.
SiMONi GiovANNi, notaio dei Priori, ric, 276, 32.
SiMONi SiMONE Di BuoNARROTA, h nellc listc dci Priori
del 1354 gcnnaio-1355 gennaio, 248, 1 ; del 1365
gennaio-J366 gennaio, 266, i ; e del 1370 gennaio-
1371 gennaio, 275, 4.
SlNiBALDO, V. Megliori S.
SiNiBALDO DEL MiGLiORE, fe nelle liste dei Priori del 1300
febbraio-1301 febbraio, 86, 6.
SiNiBALDo (di), V. Alvizzo di S.
SiRiGATTi N1CCOL6 Di PiERO Di Guccio, h nclle liste dei
Priori del 1383 Ixiglio-i^S^ agosto, 428, 2.
Sizi, fam. fiorentina del quartiere Diiomo, 21, 7 ; di parte
guelfa, 28, 24 ; esce da Firenze airannunzio della
sconfitta di Montaperti (an. 1260), 48, 5.
Smiduccio (di), V. Bartolomeo di S.
SoAViA (Di) Luisi, V. Savoia {di) Luigi.
SoDERiNi, fam. fiorentina, esce da Firenze coi Gtielfi al-
l'annunzio della sconfitta di Montaperti (an. 1260),
48, 10.
SoDERiNi Albizzo di Stefano, 6 nclle liste dci Priori
del 1317 febbario-1318 febbraio, 124, 8 ; fe Gonfalo-
niere di Giiistizia (li.ste 1321 febbraio-1322 febbraio),
129. 2.
SoDERiNi Benzo di Filippo, fe ncUe liste dei Priori del
1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 33 ; e del 1309 feb-
braio-1310 febbraio, 105, 33.
Soderini Geri di Stefano, fe Gonfalonicre di Giustizia
(liste 1334 dicembse-1335 dicembrc), 179, 8 ; 6 ncUe
liste dci Priori del 1339 dicembrc-1340 dicembrc,
188, 31 ; V. anche Soderini. (de') Geri di Stefano.
SoDERiNi Giovanni di Stefano, h nclle liste dci Priori
dcl 1343 aprile-1344 aprile, 219, 23.
SoDERiNi Guccio di Stefano, 6 ncllc liste dei Priori
del 1332 dicemnre-1333 dicembrc, 175, 22; e del
1365 gennaio-1366 gennaio, 265, 23.
SoDERiNi N1CCOL6, viene bandito (an. 1378), 321, 25 ; v.
anche Soderini (de') Niccold.
SoDERiNi N1CCOL6 Di Geri, h nellc liste dei Priori del
1366 gennaio-1367 gennaio, 266, 19 ; h Gonfalo-
niere di Giustizia (listc 1370 gcnnaio-1371 gennaio),
276, 31 ; e di niiovo nelle liste dei Priori del 1375
gennaio-1376 gennaio, 298, 37 ; fe tra i capi di Parte
guelfa, 317, 42 ; gli vengono arse le case dal popolo
In rivolta contro la dctta Parte (an. 1378), 319, 31 ;
viene confinato a Treviso, 328, 26 ; v. anche Sode-
rini (de') Niccold di Gieri.
SoDERiNi PiERo Di ZuccHERO, fe nellc listc dci Priori
del 1369 gennaio-1370 gennaio, 274, 40.
SoDERiNi RuGGiERi, notaio dei Priori, 59, 8 ; 6 nelle liste
dei Priori stessi del 1283 dicembre-1284 dicembre,
59, 39 ; c del 1285 dicembre-1286 dicembre, 62, 5.
SoDERiNi ToMMASo, capo di Parte guelfa, gli vengono arse
le case dal popolo in rivolta contro la Partc stessa
(an. 1378), 319, 32-33 ; viene escluso dagli ufiici per
sempre, 321, 19 ; e dei Qvarantatre cittadini el. in
nggiunta agli altri della Balia giii nominati (an. 1381),
404, 23.
SoDERlNi ToMMAso Di Guccio, vicne fatto Cavaliere
(an. 1381), 394, 11 ; tenta di levarsi su gli altri,
412, 26 ; 413, 11 ; i Gonjaloniere di Giustizia {liste
1385 maggio-J386 aprile), 443, 11.
SoDERiNi (de") Geri di Stefano, k nellc liste dei PVioi :
del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 13; e del 132',
fcbbraio-1326 febbraio, 152, 9 ; v. anche Soderim
Geri di Stefano.
SoDERiNi (de') Niccol6, onori da Ini fatti a Catcrin:
da Siena, (an. 1377), 306, 9-10; v. anche Soderim
Niccold.
SoDERiNi (de') Niccol6 di Gieri, e fatto dei Grand:
(an. 1379), 363, 19 ; v. anc/te Soderini Niccold di Gen
SoDicHi GiovANNi, 'uno dei Dodici Anziani, viene con
dannato per aver portato in casa un cancello <i:
Chiesa trovato abbandonato suUa via, 44, 33-37 ;
45, 1-6.
SoFiA [Soffia], moglie dcirimperatore Giustino, ric, 17, *.
SoLDANi BONACCORSO Di FiLiPPOZzo, e nellc liste dfi
Priori del 1359 gennaio-1360 gennaio, 255, 31.
SOLDANI FiLlPPOZZO, vicne confinato a Bologna per tie
anni (an. 1381), 401, 1.
SoLDANi N1CCOL6 Dl FiLiPPOZZO, fe nclle liste dei Priori
del 1374 gennaio-1375 gennaio, 291, 33.
SoLDANi ToMMASO Di Lippo, k nclle listc dei Priori del
1356 gennaio-1357 gennaio, 250, 35 ; del 1362 gcn-
naio-1363 gennaio, 261, 36; del 1365 gennaio-i366
gennaio, 265, 3r ; c del 1371 gennaio-1372 genuaid
279, 1 ; viene ammonito (an. 1377), 305, 7 ; 309,
2 ; h confinato a Perugia (an. 1381), 400, 39.
SoLDANi (de') Filippozzo Bonaccorsi, i Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1343 apriIc-1344 aprile), 219, 30.
SoLDANiERi, fam. fiorentina del quartierc di Porta S.
Brancazio, 21, 8 ; di parte ghibellina, 28, 8 ; le ven-
gono abbattute le case nella rivolta contro i Ghibel-
lini (an. 1258), 44, 7 ; le vengono danneggiate le case
dal fuoco (an. 1331), 171, 4.
SoLDANiERi GlovANNi, 6 a capo della rivolta popolare
contro il conte Guido Novello (an. 1266), 51, 22.
SoLDANiERi Jacopozzo, vicnc fatto popolano (an. 1379).
364, 30.
SoLDi Federigo, 6 nelle liste dei Priori del 1329 dicembre-
1330 diccmbre, 164, 37 ; i del 1338 dicenibre-1339
dicemhre, 187, 1*.
SoLDi Marco di Federico, i: dcgli Otto di Balia pcl
quartiere S. Giovanni (an. 1375). 293, 24 ; h fatto
Cavaliere dai Ciompi (an. 1378), 323, 28.
SoLDi Matteo di Federigo, 6 nclle liste dei Priori de!
1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 29 ; del 1354 gen-
naio-1355 gennaio, 248, 38 ; dcl 1357 gennaio-1358
gcnnaio, 252, 18 ; del 1360 gennaio-1361 gcnnaio
259, 16 ; e del 1364 gennaio-J365 gennaio, 264, H ;
va ambasc in Roma pr. Urbano V (an. 1367), 264,
2 ; h nuovamcnte nelle liste dei Priori del 1367 gen-
naio-1368 gennaio, 268, 3 ; 6 Gonfalonierc di Giusti-
zia (liste 1374 gennaio-1375 gennaio), 292, 5.
[Soldi-Spini]
INDICE ALFABETICO
621
SOLDi (di), V. Federigo di S. ; Sandro di S.
SoMELLE Tano di Toccio, 6 nclle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 228, 23.
SoMMAiA (da) Amerigo, k nelle listc dei Priori del 1349
gennaio-1350 gennaio, 235, 41.
" SoMMAiA (della) Mons. Girolamo, ordina per ]a Bi-
blioteca Magliabecchiana di Firenze la copia di un
codice della cronaca di Marchionne Stefani che egli
poi fa attribuire erroneamente a Coppo, padre di esso
Marchionne, VII, 22-31 ; XX, 32-36 „ ; " altre er-
ronee attribuzioni dello stesso, XXI, 4-38 ; XXII
1-10 ".
SoNE (di), V. Granaiuolo di S.
SosTEGNi Bencivenni, i nelU liste dei Priori
del /JJ9 dicenibre-1340 dicembre, 188, 15.
SosTEGNi GiovANNi Di Mancino, 6 nelle liste dei Priori
del 1355 gcnnaio-1356 gennaio, 250, 13 ; del 1361
gennaio-1362 gennaio, 259, 43 ; del 1367 gennaio-
1368 gennaio, 267, 9 ; viene ammonito (an. 1377),
305, 10 ; 308, 35 ; e nuovamente nelle liste dei
Priori del 1382 gennaio-1383 aprile, 425, 8 ; ric,
409, 8.
Sostegni Mancino, 6 nelle liste dei Priori del 1332 di-
cembre-1333 dicembre, 175, 25 ; c del 1336 dicem-
bre-1337 dicembre, 186, 16.
Sozo (di), t». Ugolino {di) S.
Spede (di), V. Ristoro di S.
Spedito di , uno dei Dodici Anziani, suo dramma-
tico contrasto con Tegghiaio Aldimari e con Cece
Gherardini a riguardo degli aiuti da inviarsi a Mon-
talcino assediato dai Senesi, 47, 1-14 ; 49. 13-20.
Spezia (la), c. ric, 383, 25.
Spigliati Giunta, notaio dei Priori, ric, 86, 13.
Spigliato, V. Aldobrandini S. ; Dini S.
Spigliato (di), V. Antonio di S. ; Bandino di S. ; Bindo,
di S. ; Fagno di S. ; Giovanni di S. ; Jacopo di S. ;
Manello di S. ; Naddo di S. ; Nigi di S. ; Piero di
S. ; Siinone di S.
Spina Bernardo di Cecco, e nelle liste dei Priori del
'373 gennaio-1374 gennaio, 289, 21 ; viene ammo-
nito (an. 1376), 300, 37.
Spina Geri.c capo d'una .schiera armata dai Grandi con-
tro i Priori (an. 1295), 74, 21-22 ; sollecita con Corso
Donati pp. Bonifacio ad inviare a Firenze Carlo di
Valois (an. 1301), 83, 23-24 ; accuse coiitro di lui a
riguardo dei proccssi e condanne dei Bianchi, 86,
38-41.
SriNA Napo di Cecco, 6 nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 228, 37.
Spina Spina di Pino, ^ nclle liste dci Priori del 1350
gennaio-1351 gennaio, 240, 15 ; e del 1355 gennaio-
1356 gennaio, 249, 40.
Spina di Falcone, 6 nelle liste dei Priori del 1288 dicem-
bre-1289 dicembre, 65, 13.
Spina di Pino, V. Spina Spina di P.
Spina d'Ugo, V. Spini (degli) S. d'U.
Spina (di), V. Francesco di S. ; Lapo di S.
Spinello, V. Bonsignori S. ; Donati S. ; Girolami S.
Spinello di Bonsignore, 6 nelle liste dei Priori del 1330
dicembre-1331 dicembre, 167, 28.
Spinello di Donato, 6 nelle liste dei Priori del 1362 gen-
naio-1363 gennaio, 262, 25 ; e del 1367 gennaio-1368
gennaio, 268, 5.
Spinello di Girolamo, 6 nelle liste dei Priori del 1299
febbraio-1300 febbraio, 82, 6.
Spinello da Mosciano, k nelle liste dei Priori del 1340
dicerabre-1341 dicembre, 189, 24 ; v. anche Spinello
di Primerano e Spinello di Primerano da Mosciano.
Spinello di Primerano, k Gonfaloniere di Giustizia (liste
1327 febbraio-1328 febbraio), 158, 2 ; v. anche Spinel-
lo da Mosciano e Spinello di Primerano da Mosciano.
Spinello di PrImerano da Mosciano, fe nelle liste dei
Priori del 1308 febbraio-1309 febbraio, 104, 14 ; k
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1310 febbraio-1311
febbraio), 108, 7 ; 6 di nuovo nelle liste dei Priori
del 1315 febbraio-1316 febbraio, 122, 12 ; del 1319
febbraio-1320 febbraio, 126, 11 ; del 1321 febbraio-
1322 febbraio, 129, 9 ; del 1331 dicembre-1332 di-
cembre, 169, 1 ; del 1335 dicembre-1336 dicembre,
182, 33; e del 1338 dicembre-1339 dicembre, 187,
19 ; e di nuovo Gonfaloniere (liste 1343 aprile-i34.i
aprile), 219, 30 ; v. anche Spinello da Mosciano e
Spinello di Primerano.
Spinello di Ranieri, V. Girolami S. di R.
Spinello di Simone, V. Borsi S. di S.
Spinello (di), V. Bonsignore di S. ; Francesco di S. ;
Fruosino di S. ; Ricco di S.
Spinetta, inarchese, ritoglie a Castniccio, con gli aiuti
inviatigli dal Duca di Calabria, signore di Firenze,
due castelli della Lunigiana, 150, 31-32; assedia
Buoso e la Verruca ina poi lascia l'impresa, 32-33 ;
151, 2 ; ric, 172, 28-32.
SpiNi, fam. fiorentina di parte guelfa, 28 23 ; " cf. I.XV.
24 „ ; esce da Firenze airannunzio della sconfitta di
Montaperti (an. 1260), 48, 6 ; si schiera coi Neri.
80, 40 ; 92, 16 ; ma 6 contro Corso Donati (an. 1295).
90, 8; (an. 1308), 100, 22 ; c* fatta popolana, 216,
32 ; sue case, ric, 41, 3 ; 333, 13.
Spini Lapo di Ugo, 6 nelle liste dei Priori del 1287 feb-
braio-1288 aprile, 63, 29 ; v. anche Spini {degli) Lapo
di Ugo.
Spim Spina d'Ugo, 6 nelle liste dei Priori del 1291 di-
cembre-1292 dicembre, 68, 36 ; v anche Spini {degli)
Spina d'Ugo.
Spini (degli) Anfrione di Geri, fe nelle liste dei Priori
del 1358 gennaio-1359 gennaio, 254, 37.
SpiNi (degli) Cristofano d'Anfrione, viene fatto cava-
liere dai Ciompi (an. 1378), 324, 15 ; e dal Capitano
(an. 1381), 393, 39; 6 dei Quarantatre cittadini el.
in aggiunta agli altri della Balia gii nominati (an.
1381), 405, I.
Spini (degli) Dego di Dosso, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1367 gennaio-1368 gennaio), 267, 31 ; e (liste
1371 gcnnaio-1372 gennaio), 279, 34.
Spini (degli) Francesco di Neri, viene fatto cavalierc
dai Ciompi (an. 1378), 324, 16.
Spini (degli) Geri, viene confinato coi Neri a Citti di
Castello (an. 1301), 83, 17 ; viene ad accordi con Ugo-
lino degli Ubaldini per la cessione di Monte Accinico
ai Fiorentini (an. 1306), 97, 8-10.
Tomo XXX, p. 1 — 40.
622
INDICE ALFABETICO
[Spini-Stcfuii]
Spini (degli) Jacopo di Dosso vocato Cione, 6 nelle
liste dei Priori del 1376 gennaio-1377 gennaio,
306, 40.
Spini (degli) Lapo d'Uco, k nelle liste dei Priori del
1285 dicembre-1286 dicembre, 62, 3 ; v. anche Spini
Lapo di Ugo.
Spini (degli) Lippo, va ambasc. pr. il pp. in Avignone
(an. 1345), 226, 23.
Spini (dkgli) Manetto, partecipa alla Balia per la ri-
fonna del Governo (an. 1381), 410, H.
Spini (degli) Nkpo, 6 dei Sei di Balia (an. 1343), 208,
14; 6 Consigliere dei Priori, 211, 11.
Spini (DEGLi) Spina d'Ugo, 6 nelle liste dei Priori del
1288 dicembre-1289 dicembre, 65, 11 ; t/, anche Spini
Spina d'Ugo.
Spini (degli) Ugo di Lapo, 6 uno dei quattro Grandi
che, nominati Priori alla cacciata del Duca d'Atene,
vennero poi deposti dal priorato poco dopo dai Po-
polani (an. 1343), 211, 1 ; 219, 1.
Spinola Obizzino, voci corse intorno a concessioni a lui
fatte da Arrigo VII a danno dei Fiorentini, 112,
14-1».
Spinoli Baldassarrk di Genova, viene ambasc. di Carlo
di Durazzo pr. i Fiorentini per sollecitare la pace e
per poter quindi assoldare gli Ungheri del detto Carlo
per la repubblica di Genova contro Bernabo Visconti,
380, 17-20; ric, 383, 24.
Spinoli (degli) Gherardino, acquista la c. di Lucca
dalle milizie tedesche, 163, 26-30; riprende CoIIodi
fatto ribellare dai Fiorentini, 38-39 ; toglie a questi
il castello d'Uzzano, 164, 11-15 ; vende Lucca a Gio-
vanni di Boemia (an. 1331), 168, 26-29.
Squarcialupi, signori del castello di Montenuovo, ven-
gono a guerra coi Fiorentini (an. 1220), 30, 31-34 ;
fanno ribellare a questi il castello di Mortennana
(an. 1254), 42, 21-22.
Squillace (Conte di), barone al seguito del Duca di Ca-
labria, va con i Fiorentini contro Castruccio, 150,
34-35 ; V. anche Giuffredi di Marzano Conte di S.
Staggia, ric, 369, 6 ; 370, 33.
Stagio di Bartolo, 6 nelle liste dei Priori del 1369 gen-
naio-1370 gennaio, 274, 28.
" Stefani BoNiFAZio, figlio di Coppo e fratello del cro-
nista Marchionne, CI, 28 ; CII, 1-4 ; CIII, 5 ".
" Stefani Coppo, padre di Marchionne, suo anno di na-
scita secondo p. Udefonso, C. 29-30 " ; " h nominato
procuratore da Bcatrice d'Este, moglie di Galeazzo
Visconti, CI, 4-8 „ ; " sua professione e sue agiate
condizioni economiche, CI, 8-19 „ ; " sposa Gemma
di Dante di Rinaldo degli Adimari, CI, 12-20 ; CIII,
4 ,, ; " sua donazione a favore del monastero di S.
Lorenzo, Cll, 11-12 „ ; " compare pit volte tra i
Capitani della Compagnia d'OrsammicheIe, CI, 21-
23, 20-24,,; " probabUe anno della sua morte (an.
1350). CI, 21-24 „ ; " suoi figli secondo p. Ildefonso
e stcondo i nuovi documenti, CI, 27-28 ; CII, 1-35 ;
CIII, 1-7 „ ; " critica della tradizione che lo ritiene
autore di opere storiche, XXI, 4-38 ; XXII, 1-35 „ ;
" si confuta l'ipotesi di p. Ildefonso, come anche d i
altri, che attribuisce a lui la prima parte della cro-
naca dello Stefani, almeno come preparazione di
materiali, XXII, 36-38 ; XXIII, 1-4 „.
' Stepani Elisabetta, figlia di Coppo e sorella del crn
nista Marchionne, manaca deirordine degli Umiliati
del monastero di S. Marta, CI, 29 ; Cll, 15-22 ,,.
" Stefani Giovanna, figlia di Coppo, sposa di Uberto
degli Albizzi, CI, 29 ; CIII, 6 ; nomina suo marito pn
curatore per procedere alla divisione deirereditik }>.-.
tema, CII, 23-35, 10-13 ; CIII, 1-s „.
" Stefani Giovanni, figlio anch'esso, secondo p. Ild
fonso, di Coppo, CI, 29 ; CII, 6-8 „ ; " dubbi
sua esistenza, CII, 8-8 ,,.
" Stefani Jacopo, figlio di Coppo e fratello del cronij
Marchionne, CII, 8-14 ; CIII, 5 „.
" Stefani Marchionne, figlio di Coppo, varie manit
nelle quali si trova espresso il suo nome, CIII,
34 ; CIV, 1-5 „ ; " suo anno di na.scita, CIII, 14-32 ,J
" non sembra possa es.sere, come afferma p. Ild
fonso, il maggiore dei figli, 9-13 ,, ; " sua abitazi(
CIV, 6-15 ,, ; " le idee politiche manifestate nella :
cronaca in rapporto alla politica finanziaria del
mune e le sue condizioni economiche, 18-32 ; C\
1-36 ; CVI, 1-12 ,, ; " spo.sa Costanza degli Adima
ma non sembra abbia lasciato figli, 14-33 „ ;
primo ingresso nella vita politica secondo p. Ild
fonso, CVIII, 27-29 ,, ; " va a Napoli e poi a Rom|
ma non pare per incarico ufificiale (an. 1367), 30-3J
CIX, 1-6 „ ; " viene chiamato a far parte, pel qua
tiere di S. Maria Novella, delI'ufiicio dei Dieci
I.iberta (an. 1372), 9-12,,; cf. 285, 11; "c po
dopo dei Quattro Ragionieri el. per la ricerca dei
ritti e crediti del Comune (an. 1373), CX, 3-24 ,
cf. 287, 5 ; " viene inviato dagli Otto di Balia ai
basc. a Bologna dove, con Taiuto dei Fiorentia
s'era abbattuto il dominio della Chiesa c costit
il libero Comune (an. 1376), CX, 22-33 „ ; cf. 28
40-43 ; 300, 1-4 ; " assolda per incarico del Comui
la Compagnia di Brettoni accampata pr. Bolog
CXI, 1-6 „ ; cf. 300, 22-23 ; " viene inviato
capo di nuove genti contro Giovanni d'Azzo
gli Ubaldini e contro il Conte di Dovadola
la riconquista di Portico (an. 1377), CXI,
37 „ ; cf. 302, 24-31 ; 303, 1-6 ; " viene inviato neB
stesso anno quale Podesta a Montecatini, CXI, 3|
37 ; 1-2 ; CXII, 1, 1-3 ,, ; " compare piii volte nelle
Consulte del Comune, 2-5 „ ; " nel 1378 compare
quale Consigliere aggiunto per decidere su varie
questioni, 10-33 ; CXIII, 1-3 „ ; " neU'ottobre dello
stesso anno quale Ufficiale deirEstimo, 4-11 ,, ; " nel
Consiglio del dieci gennaio 1379 fa trionfare i suoi
consigli di mitezza a riguardo dei nemici del Govemo,
12-19 ,, ; " nei primi mesi di questo stesso anno
viene inviato ambasc. per tentare di ristabilire Tac-
cordo tra Giovanni Acuto e Bemab6 Visconti, CXIII.
20-32 „ ; cf. 341, 40-42 ; 342, 1-5 ; " probabilmente
dopo il suo ritorno dov6 andare Capitano a Volterra,
ufficio ch'egli ricorda nel suo testamento, CXIII,
33-39 ; CXIV, 1-20, J-2 „ ; " nel luglio e neiragosto
dello stesso anno partecipa ai Consigli tenutesi per le
questioni degli Aretini e delI'Estimo, 21-34 ; CXV,
(Stefuii]
INDICE ALFABEtlCO
623
1-3 „ ; " negli ultimi due mesi 6 dei Priori, 4-9 „ ;
cf. 348, 3* ; 349, 15 ; " nel febbraio del 1380 va am-
basc. pr. la Compagnia S. Giorgio che minacciava,
insieme alla brigata di Giannotto, Siniscalco di Carlo
di Durazzo, il territorio fiorentino, 20-36 ; CXVI,
1-3 „; cf. 366, 14-15; 367, 40; 368, U-31; 369.
19 ; " nello stesso anno prende parte alle sedute del
Consiglio, CXVI, 14-17,,; " neiragosto viene man-
dato a Bologna per sollecitare Tadesione dei Bolo-
gnesi alla lega stretta con i Pisani e con i Senesi, 18-
34 „ ; cf. 377, 3 ; " va ambasc. pr. Timperatore Ven-
ceslao, CXVII, 10-24 „ ; cf. 389, 38 ; " di ritomo par-
tecipa come Gonfaloniere di Compagnia alla Balia
per la riforma del Governo (an. 1381), CXVII, 24-
37 „ ; cf. 394, 34 ; " con la caduta del Governo de-
mocratico e con lo stabilirsi della oligarchia si ritira
dalla vita politica, CXVIII, 9-17,,; " dal 1382 in
poi concentra ogni sua attivita alla preparazione
della cronaca che aveva gia cominciato a scrivere sin
dal 1378, XXVIII, 1 ; XXIX, 1-4 ; CVIII, 13-17 „ ;
" ipotesi del Senesi e del Foffano suiranno della sua
morte, CVII, 5-38 ; CVIII, 1-15 „ ; " si dimostra
pivi probabile ch'egli sia morto invece non molto piu
tardi del 1385, CVIII, 16-24; cf. XXIX, 1-14,,
" le sue idee politiclie espresse nella cronaca sulVIm
pero, la Chiesa ed il Comune, CXVIII-CXXI, 1-19 „
preambolo della detta cronaca, 1, 1-24 ; " cf. XXX
29-31 „ ; " partizione di essa, XXVIII, 40-48-XXX
1-7 „ ; " valore della medesima nei confronti di quella
del Villani, V, 22-23 ; VI, 1-9 ,, ; " si dimostra con
raffronti che anche pel periodo leggcndario di essa,
daIl'origini al secolo IX, da lui trattato piuttosto
frettolosamente, egli non deriva dal Villani, ma
attinge direttamente, invece, alle fonti servite al
Villani stesso, riproducendole, a volte, in modo
piii ampio e piCi chiaro, e qualche volta attinge
anche a fonti sconosciute al Villani medesimo,
XXX, 9-39-XXXVII, 1-9 „ ; " spiegazione della
laguna, tra il sec. IX e TXI, ch'egli ha comune
col Villani, 10-39; XXXVIII, 1-13,,; " si dimo-
stra che i particolari, da lui aggiunti al racconto
del Villani suUa distruzione di Fiesole del loio, non
sono afiatto, secondo gli ultimi risultati della critica,
materiale da relegarsi tutto tra le leggende, 21-33 ;
XXXIX-XLIII, 1-23 „ ; " nel periodo storico, poi,
che s'inizia col sec. XII, egli non si distingue dal Vil-
lani solo per le notizie ed i particolari ma anche per
gli apprezzamenti che rivelano un certo senso pratico
che talvolta difetta nei giudizi del Villani stesso,
XLIV, 1-10 ,, ; " cosi nella narrazione deirimprese
esteriori condotte da Firenze, dal sec. XII in poi,
contro i castelli feudali ed i piccoli Comuni, egli non
adduce mai ragioni metafisiche, come fa il Villani,
ma solo quelle che scaturi.scono naturali dai fatti
stessi, 5-32, 3-ie ; XLV, 1-7 ,, ; " esame e raffronti
di alcuni di questi fatti e delle rispettive considera-
zioni ad essi premesse. 8-39 ; XLVI-LIII, 1-11 „ ;
" cosl, parimenti, neiresposizione delle lotte civili egli
non si distingue soltanto per i particolari nuovi ma si
distingue specialmente pel giudizio piii sereno e piik
esatto che dk intomo agli avvenimenti, LIII, 13-29 ,, ;
" suUa situazione politica di Firenze e su i moti capi-
tanati dagli Uberti, dal 1177 al ii8o, egli cid^ un'idea
pii» chiara e piii precisa di quella del Villani, 32-36 ;
LIV-LIX, 1-28 ,, ; " Torigine e lo sviluppo dei Guelfi
e Ghibellini e )e loro lotte non sono per lui solo una
manifestazione secondaria della grande lotta tra il
Papato e rimpero, come ritiene il Villani, m:i
piil giustamente ed acutamente sono anche lc
conseguenze del volere tutti, come egli lamenta
spesso, gli uffici del Comune, 30-36 ; LX-LXIV,
1-33 „ ; " la sua lista dei Nobili guelfi e ghibellini e
quella del Villani, LXV, 1-37 „ ; " esame compara-
tivo dei passi dei due cronisti sulla costituzione po-
litica del Comune del 1250 ed il valore della parola
Popolo nel racconto dello Stefani, 34-37 ; LXVI-
LXVII, 1-34 „ ; " il Govemo del Primo Popolo dal
1250 al 1260 e le chiare idee dello Stefani sui fatti c
-sui vari partiti in lotta, LXVIII-LXX, 1-20 „ ; " le
accuse del Villani, contro i due frati gaudenti chia-
mati a capo della cosa pubblica durante il Governo
dei Ghibellini del 1266, che gli ultimi risultati dell.T
critica riconoscono infondate, non appaiano affatto
nello Stefani, 23-36 ; LXXI-LXXIII, 1-28 „ ; " la
costituzione politica delle Arti e la distinzione di
esse in maggiori e minori fatta la prima volta da lui,
29-35 ; LXXIV, 16 „ ; " la istituzione dei Dodici an-
ziani e quella dei Dodici buoni uomini confuse dal
Villani e distinte invece dallo Stefani, 9-35 ; LXXV,
1-37 ,, ; " la costituzione del maggio del 1267, il Con-
siglio dei Cento e quello Generale nella narrazione dei
due cronisti e le osservazioni del Salvemini, LXXVI-
LXXVIII, 1-5 „ ; " la parte avnta dal popolo, nelle
vicende politiche dal 1268 al 1279, trascurata e con-
fusa dal Villani, messa invece in chiaro ed in evi-
denza dallo Stefani, 7-36 ; LXXIX-LXXXII. 1-
6 ,, ; " la notizia dello Stefani della partecipa-
zione deirArti minori al Priorato ed i risultati
della critica del Salvemini in proposito, 8-35 ;
LXXXIII-LXXXVI, 1-8 " ; " neUa seconda parte
deUa cronaca, in cui si narrano gli avvenimenti dal
1300 al 1348, raccolti forse daUa voce di quelli che
vi avevano partecipato, egli cede certo il posto al
VUIani ed al Compagni che, spettatori di essi, li
rappresentano drammaticamente e minutamente ; ma
anche per questo periodo la sua narrazione, come si
dimostra con raffronti, ha il sno particolare valore,
10-29 ; LXXXVII-XCII, 1-31 „ ; " neH'ultima parte
di essa, poi, che narra i fatti dal 1348 al 1385, di cui
egli fu spettatore e spesso anche attore,egIi supera in-
vero per la larga copia dei fatti stessi e per la veriti
delle cose narrate, tutti gli altri cronisti contempora-
nel XCV, 5-13 „ ; " i pregi deUa sua cronaca, 15-
25 „ ; " i suoi giudizi suUe persone, 26-33 ; XCVI-
XCVIII, 1-2 „ ; " la sua prosa, 9-35 ; XCIX, 1-
33 ,, ; " i codicj che ci restano deUa sua cronaca :
i cinque che riportano Topera intera ed i sei che
ne danno solo rultima parte, X, 11-35,,; " esa-
me e raffronti dei piCi importanti coditi del
primo gruppo : il Guadagni, su cui p. Ildefonso con-
624
INDICE ALFABETICO
IStefani-Stradft]
dusso principalmente la tua edizione, ed il Giorda-
niano e TAsiniano che questi invece non conobbe o
trascur6, XI-XIII, 1-33 " ; " si confuta Topinione
di padre Ildefonso che riticne il codice Guadagni au-
tografo o, almeno, dettato dairautorc, XIII-XVI, 1-
17 „ ; " si dimostra che il detto codice, ora in casa
Ridolfi, deve derivare probabilmente, invece, come il
Giordaniano, da un altro che non era Toriginale ; e
che 1'Asiniano, poi, nella derivazione daU'originale
rappresenta un ramo indipendente da quello degli
altri due, e che, per il suo tempo, ci accosta assai
. vicino all'originale stesso, 19-37 ; XVII-XXI, 1-
35 ,, ; " relazioni di parentela fra i codici del primo
gruppo, XIX, 10-37 ; XX, 1-15 " ; " i codici del se-
condo gruppo ed il loro valore, XX, 15-20 ; XXIII,
25-37 ; XXIV-XXVI, 1-32 „ ; " ragioni che hanno
consigliato la n. ed, della cronaca, V, 12-23 ; VI,
1-9 „ ; " valore dei codici Giordaniano ed Asiniano
in questa n. ed., XXVI, 34-38 ; XXVII, 1-18 „.
" Stefani Margherita, figlia di Coppo e sorella del cro-
nista Marchionne, CIII, 1, 6, moglie di Pietro Forese,
6-7 „.
" Stefani Sandra, figlia di Coppo e sorella di Marchion-
ne, CIII, 1-6 „.
Stefani Stefano, 6 nelle liste dei Priori del 1344 maggio-
1345 maggio, 222, 30.
Stefano [III] pp. (aa. 752-757), chiama in Italia Pipino
Re dei Franchi contro i Longobardi, 17, 12-15.
Stefano, V. Brunacci S. ; Casciani S. ; Pucci S. ; Stejani
S. ; Toscanelli S.
Stefano Benintendi, 6 nelle liste dei Priori del 1292
febbraio-1293 febbraio, 72, 16.
Stefano del Benino, 6 nelle liste dei Priori del 1330
dicembre-1331 dicembre, 167, 7.
Stefano di Berto, 6 iiclle listc dei Priori del 1337 di-
cembrc-1338 dicenibrc, 187, 27.
Stefano di Berto, V. Davami S. di B.
Stefano di BiNDO, V. Benini S. di B.
Stefano del Buono, 6 nelle liste dei Priori del 1293
febbraio-r294 febbraio, 74, 8.
Stefano di Duccio, e di Tuccio, del Forese, e nelle
liste dei Priori del 1322 febbraio-1323 fcbbraio, 131,
9 ; del 1350 gennaio-1351 gennaio, 239, 32 ; del 1353
gennaio-1354 gennaio, 246, 20 ; e del 1357 gennaio-
1358 gennaio, 252, 17.
Stefano di Giovanni, notaio dei Priori, ric, 148, 3.
Stefano di Giovanni di Segna, i nelle
liste dei Priori del 1385 maggio-1386 aprile, 443, 16.
Stefano di Lippo, 6 nelle liste dei Priori del 1360 gen-
naio-i36i gennaio, 259, 22 ; e del 1374 gennaio-1375
gennaio, 291, 17.
Stefano di Lippo, V. Neri S. di L.
Stefano di Lippo Di Neri, 6 nelle liste dei Priori del 1349
gennaio-1350 gennaio, 235, 34 ; e del 1364 gennaio-
13^5 gennaio, 264, 3i ; v. anche Neri Stefano di Lippo.
Stefano del MiGLiORE, h nelle liste dei Priori del 1376
gennaio-1377 gennaio, 307, II ; e del 1385 maggio-
1386 aprile, 443, 31.
Stefano di Puccio, h nelle liste dei Priori del 1346 mag-
gio-1347 gennaio, 228, 36.
Stefano del Rosso, k nelle liste dei Priori del 1374 gt;,
naio-1375 gennaio, 291, 20.
Stefano di Stefano, viene ammonito (an. 1360), 259, 2
Stefano di Taddeo, »'. Cerretani S. di T.
Stefano (di), V. Coppo di S. ; Ste/ano di S.
Stendardi (degli) Guglielmo, barone al seguito d'
Duca di Calabria, ric, 149, 30-31.
Stigliano (da), i^. Coluccio da S.
Stinche, castello, fatto ribellare ai Fiorentini dai Biar
chi fuorusciti, ripreto e distrutto dai Fiorentiri!
stessi (an. 1304), 94, 14-16 ; v. anche Firenze (carce;
le Slinche.
Stoldi Francesco di Lapo, 6 nelle liste dei Priori di'l
1356 gennaio-1357 gennaio, 251, 6.
Stoldi Stoldo di Lapo, k nelle liste dei Priori del 1350
gennaio-1360 gennaio, 256, S ; e del 1363 genna:
Z364 gennaio, 264, 1.
Stoldo di Bindo, V. AUoviti S. di B.
Stoldo di Dore e di Lore, k nelle liste dei Priori d-
1346 maggio-1347 gennajo, 228, 36.
Stoldo di Francesco, V. ArdinghelH S. di F.
Stoldo di Lapo, V. Stoldi S. di L.
Stoldo (di), V. Angiolo di S. ; Villano di S.
Storich e Storlich (duca di) {sic), ric, 380, 6 ; 43'
6 ; 439, 36-39.
Stracciabende Guglielmo, 6 nelle liste dei Priori del
1299 febbraio-i3oo febbraio, 82, 26.
Stracciabende Guglielmo di Nli-
c o L 6, ^ nelle liste dei Priori del 1338 dicenibre-l33-.
dicemhre, 188, 2.
Stracciabende Guglielmo d'Ugolino, viene ammonito
(an. 1376), 300, 39.
Strada BaRtolo, h nelle liste dei Priori del 1331 dicem-
bre-1332 dicembre, 169, 8 ; del 1344 maggio-13.;
maggio, 222, 3 ; e del 1353 gennaio-1354 gennai'
245. 38.
Strada Bono di Taddeo, 6 nelle liste dei Priori del 1377
gennaio-1378 luglio, 314, 8 ; e dei Cinquantadue cit-
tadini cui viene data la Balia insieme ai Priori e Col-
legi per la riforma del Governo (an. 1381), 396, 18 ;
partecipa nuovamente alla Balia, 410, 3 ; va am-
basc. del Comune pr. il Conte d'Orbino (sic), 43N
38-40 ; V. anche Strada Buono.
Strada Buono, succede allo Stefani al comando delle
milizie inviate dai Fiorentini per la ripresa di Portito
(an. 1377), 303, 5 ; v. anche Strada Bono di Taddeo
Strada Cristofano di Bono, 6 nelle liste dei Priori dcl
1362 gennaio-1363 gennaio, 261, 36.
Strada Donato di Jacopo, viene condannato per trame
contro lo Stato a pagare, sotto pena della testa, du<
mila fiorini d'oro (an. 1379), 248, 9-13 ; viene nu^
vamente condannato per la spedizione contro Fi-
gline (an. 1379), 351, 1 ; 6 nelle liste dei Priori del
1382 (settembre-gennaio), 424, 14.
Strada Jacopo di Bartolo, 6 Gonfaloniere di Giustiz:
(liste 1357 gennaio-1358 gennaio), 252, 32 ; k nel.
liste dei Priori del 1366 gennaio-T36y gennaio, 266 ,
7 ; del 1370 gennaio-i37r gennaio, 275, 40 ; e nuova-
mente Gonfaloniere (liste 1375 gennaio-1376 gen-
naio), 299, 3.
(Strada-Strozzi]
INDICE ALFABETICO
625
Strada Taddeo di Buono, 6 nelle liste dei Priori del
i346maggio-i347 gennaio, 228, 17.
Strozza del Rosso, V. Strozzi [degli) S. del R.
Strozza (dello), V. Lapo dello S. ; Pagno dello S. ; Rosso
dello S. ; Rosso di Geri dello S. ; Ubertino dello S.
Strozzafichi Niccolo di Berto, e nelle liste dei Priori
del 1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 11 ; del 1325
febbraio-r326 febbraio, 151, 33 ; del 1330 dicerabre-
1331 dicembre, 167, 29 ; del 1333 dicembre-1334 di-
cembre, 177, 29 ; del 1336 dicembre-1337 dicembre,
186, 17 ; e del 1339 dicembre-r^^o dicembre, 188, 26.
Strozzi, fam. fiorentina di parte nera, 92, 11 ; loro torri
in Montemurlo, fatte abbattere da Castruccio,
146, 10.
" StRozzi Carlo, codici della cronaca dello Stcfani un
tempo in suo possesso, VII, 3-15 ; VIII, 1, 26 ; IX,
26 ; ric, CI, 18-19 „.
Strozzi Giovanni d'Ubertino, c Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste ^316 febbraio-1317 febbraio), 123, 2 ;
6 nelle liste dei Priori del 1319 febbraio-1320 feb-
braio, 126, 12 ; e del ^322 febbraio-1323 febbraio,
131, 10.
Strozzi Luca di Geri, 6 nelle liste dei Priori dcl ^339
dicenigre-1340 dicembre, 188, 16.
" Strozzi Tommaso, ric, CXVII, 26 ,, ; v. anche Sirozzi
(degli) Tommaso.
Strozzi (degli), fam. ; v. Strozzi fam.
Strozzi (degli) Andrea, viene condannato per tentativi
di rivolta (an. 1343), 212, 34-39 ; 213, 1-10.
Strozzi (degli) Andrea d'Ubertino, 6 nelle liste dei
Priori del 1346 maggio-1347 gennaio, 228, 22.
Strozzi (degli) Annibaldo di Leonardo, 6 fatto dei
Gr?ndi (an. 1378), 321, \l ; h degli Otto di Balia
del popolo di Dio di S. Maria. Xovella, 331, 18-19 ;
viene condannato nel capo per la rivolts contro i
Priori, 336, 19.
Strozzi (degli) Benedetto di Giovanni, fe nelle Iif.tc
dei Priori del ^352 gennaio-1353 gennaio, 242, 10.
Strozzi (degli) Bernardo di Piero, e nelle listc dei
Priori del 1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 27 ; e del
r36r gennaio-r362 gennaio, 260, 10.
Strozzi (degli) Carlo di Strozza, 6 nelle liste dei Priori
del 1360 genn3io-i36i gcnnaio, 258, 32 ; del 1,363
gennaio-1364 gennaio, 264, 31 ; del 1366 gcmtnio-
1367 gennaio, 266, 23; e del 1370 gennaio-r^^i gen-
naio, 276, 15 ; durante quesfultimo suo Priorato,
essendo Gonfaloniere Uguccionc dei Ricci, riesce a pa-
cifirare e ad imire insieme, in grazia della .sua stretla
amicizia con Piero di Filippo dcgli Albizzi, lc due
sette avverse degli Albizzi e dei Ricci, specie a ri-
guardo della legge deirammonire, 278, 25-30 ; aiuta
finanziariamente, secondo alcune voci, Bartolo Sinii-
netti liberandolo dal pericolo del fallimento e attiran-
dolo nella settad egli Albizzi, 279, 34-45 ; accorre coi
figli a difesa della Parte gtielfa (an. 1378), 317, 41 ; gli
vengono date alle fiamme le case dal popolo in ri-
volta contro la detta Parte (.-<n. ^378), 319, 28-30 ;
viene esiliato per cinque anni, 321, 26 ; vicne confi-
nato a Genova, 328, 27 ; 6 dei Quarantatre cittadini
el. in aggiunta agli altri della Balia gii nominati
(an. 1381), 404, 46 ; legge al parlamento le proposte
di legge concordate tra i Grandi e i Ciompi, 403, 32-
35 ; ma tenta invano di far rogare queste dal Notaio
e dal Cancelliere dei Priori, 405, 18-34 ; s'agita per
ottenere il risarcimento dei beni perduti per cause
politiche, 413, 14 ; muore di pe.stilenza, 427, 16.
Strozzi (degli) Corrado di Paolo, viene fatto dei
Grandi (an. ^378), 321, 15.
Strozzi (degli) Filippo di Biagio, viene confinato a
Citta di Castello per trame contro lo Stato (an. 1378),
328, 24 ; tomato in Firenze viene preso e consegnato
al Capitano come complice della congiura ordita da-
gli sbanditi (an. ^379), 355, 36 ; viene posto ai tor-
raenti e quindi fatto decapitare quale reo di turba-
zione di Stato, 357, 25, 37, 38 ; 358, 21-22.
Strozzi (degli) Francesco, viene messo a capo della
brigata fiorentina inviata in aiuto del March. di Fer-
rara (an. 1333), 173, 18 ; v, anche Stroizi (degli)
Francesco di Pafla.
Strozzi (degli) Francesco di Palla, 6 Gonfalonicre di
Giustizia (liste 1347 gennaio-T348 gennaio), 230, 2 ;
V. anche Strozzi (degli) Francesco.
Strozzi (degli) Giannozzo di Strozza di Jacopo, 6
Gonfaloniere cd Giustizia (liste 1355 gennaio-r356
gennaio), 250, 14 ; e nelle lisie dei Priori del 1363
gennaio-J366 gennaio, 265, 26 ; e del ^374 gennaio-
1375 gennaio, 292, 1.
Strozzi (degli) Jacopo di Tommaso, 6 dei Priori (an.
1380 maggio-giugno), 372, 14 ; viene condannat >
lire raille ed escluso per sempre dagli ufiici (an. r^Si)
401, 41.
Strozzi (degli) Jacopo d'Ubertino, vicne confinato dal
Capitnno a Manfrcdonia (an. r^Sl), 408, 36.
SiRozzi (degli) Lapo di Strozza, 6 nelle liste dei Prior
del IJ14 febbraio-1315 febbraio, 119,2.
Strozzi (degli) Leonardo di Giovanni, 6 nelle l!ste dei
Priori del 1373 gennaio-1374 gennaio, 288, 33 ; e dcl
1377 gennaio-r378 luglio, 314, II ; viene escluso da-
gli uffici (an. 1379), 363, 42 ; fe di nuovo nclle liste dei
Priori del 1383 lugIio-1384 agosto, 428, 6.
Strozzi (degli) Lippo di Pagni, e nelle liste dei.Priori
dcl 1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 4.
Strozzi (degli) Loso di Lapo, e Gonfalonierc di Giusti-
zia (liste 1310 febbraio-i^ri febbraio), 108, 26.
Strozzi (degli) I.uca di Gerino, c iielle liste dei Priori
del 1317 febbraio-i3rS febbraio, 124, 10; del 1331
dicembre-1332 dicembre, 169, 18 ; del ^336 diccm-
brc-1337 dicembrc, 186, 25; e del 1341 dicembrc-
J342 diccnibrc, 190, 41.
Strozzi (degli) Marco, i dci (^uattoidici cittadini cl.
a formaro il nuovo Governo doiio U cacciata del Duca
d'Atene (an. ^343), 207, 39 ; v. anche Strozzi (de-
gli) Marco del Rosso
Strozzt (degli) Marco del Rosso, k nellc liste dei
Priori dcl 1330 dicembre-1331 diccmbre, 167. 10 ;
del r334 dicembre-rsss dicembre, 179, 11 ; del 1337
dicembre-1338 dicembre, 187, 26 ; del ^349 gennaio-
1350 gennaio, 235, 14 ; c del ^357 gennaio-1358 gen-
naio, 252, 10 ; v. anche Slrozzi (degli) Marco.
Strozzi (degli) Marcuccio d'Uberto, 4 nelle liste dei
626
INDICE ALFABETICO
(StrouUTaddeo di BcadTcaBi
Priori dcl 1379 marzo-1380 aprile, 312, 23 ; viene
biasimato per il suo contcgno verso il consorte Pa-
nm> degli Strozzi reo di complotto contro lo Stato,
IM3, 20-24 ; viene eschiEO dagli uifici per tre anni
(an. 1379), 364, 43 ; partecipa airufficio di Balia (an.
1381), 410, 12.
Strozzi (degli) Nofri di Pagnozzo, i fatto dei Grandi
fan. 1379). 363, 13.
Strozzi (DEGLi) NoFRi Di Palla, i Gonfo-
loniere di Giustizia (liste 1385 maggio-1386 aprile),
443, i3.
STROZZI (DEGLI) PaGNO D1 LeONARDO DI GlOVANNI,
Priore di S. Lorenzo, viene condannato nel capo per
tramc contro lo Stato (an. 1379), 343, 6-7, 23, 37.
Strozzi (degli) Pagno di Strozza, 6 nelle liste dei Priori
del 1312 febbraio-1313 febbraio, 114,23.
Strozzi (degli) Pagolo di Jacopo, fe nelle liste dei
Priori del 1344 magRio-1345 maggio, 222, 19.
Strozzi (degli) Palla di Jacopo, t nelle liste dei Priori
del 1327 febbraio-1328 febbraio, 158, 4 ; del 1329
dicembre-1330 dicembre, 164, 36 ; del 1332 dicem-
bre-1333 dicembre, 175, 24 ; e del 1339 dicembre-
1340 dicembre, 188, 25.
Strozzi (degli) Pazzino, 6 nelle liste dei Priori del 1369
gennaio-1370 gennaio, 274, 31 ; va ambasc. pr. Gre-
gorio XI in Avignone per la pace (an. 1376), 296,
29 ; 6 tra i capi di Parte guelfa accorsi a difesa di
essa contro i Popolani (an. 1378), 318. 12 ; v. anche
Strozzi (degli) Pazzino di Francesco.
Strozzi (degli) Pazzino di Francesco, h nelle liste dei
Priori del 1380 marzo-1381 febbraio, 391, 8 ; v. an-
che Strozzi (degli) Pazzino.
Strozzi (degli) Piero di Pinaccio, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1318 febbraio-1319 febbraio), 125,
8 ; 6 nelle liste dei Priori del 1321 febbraio-1322 feb-
braio, 128, 34.
Strozzi (degli) Soldo d'Ubertino, 6 nelle liste dei
Priori del 1346 maggio-1347 gennaio, 299, 3.
Strozzi (degli) Strozza di Carlo, fe fatto dei Grandi
(an. 1379), 363, 16.
Strozzi (degli) Strozza del Rosso, 6 nelle liste dei
Priori del 1325 febbraio-1326 febbraio, 152, 2 ; del
1332 dicembre-1333 dicembre, 175, 15 ; 6 Gonfalo-
niere di Ginstizia (liste 1336 dicembre-1337 dicem-
bre), 186, 8 ; e nnovamente (liste 1340 dicembre-
1341 dicembre), 189, 37.
Strozzi (degli) Tommaso di Marco, e degli Otto di Ba-
lia (an. 1375), 293, 23 ; viene fatto cavaliere del po-
polo dai Ciompi (an. 1378), 323, 23 ; e dei capi della
coalizione democratica che reclama dal Capitano
maggiore rigore suirei di complotto contro lo Stato di
fam. ricche e potenti (an. 1379), 344, 8 ; vjene in-
viato ambasc. pr. Carlo di Durazzo, 347, 5 ; informa
coi colleghi la Signoria sulle mene degli sbanditi fio-
rentini col detto Carlo, 349, 8-11 ; sue denunzie al
ritorno e sue drammatiche accuse contro il collega
d'ambasccria Donato dei Barbadori, 352, 20-36 ; va
con Giovanni pjni a rifeiiie alla Signoria sulla let-
tera di Antouio dei conti di Bruscoli denunziantc
rimminente scoppio d'una rivolta, 353, 36-41 ; 354,
4-7 ; i posto a capo per le Arti maggiori delle gent;
in armi a presidio del palazzo della Signoria, 355
23 ; va insieme con gli altri colleghi pr. i Priori pt
riferire intomo al mormorlo e al timore cittadini
ed a proporne il rimedio, 261, 26-30 ; viene accusat'
di avere istigato il tentativo d'avvelenamento (!
Lapo di Castiglionchio (an. 1380), 387, 33-34 ; •
a capo della setta di demagoghi spadroneggianti suUa
c. (an. 1381), 392, 24-39 ; 393, 1-3 ; " cf. CXVII. 24-
28 „ ; fa liberare dalle mani del Capitano Jacopo Sca-
tizza, uno dei membri piii attivi di questa setta,l
fatto prendere dal Capitano suddetto, 3-8 ; vienol
condannato neiravere e nella persona e banditoj
dalla c, 399, 37 ; v. anche Strozzi Tommaso.
Strozzi (degli) Ubertino di Rosso, fe nelle liste
Priori del 1314 febbraio-1315 febbraio, 119, 18 ; dd
1326 febbraio-1327 febbraio, 155, 12 ; del 1328 di^
cembre-1329 dicembre, 161, 3 ; h Gonfaloniere
Giustizia (liste 1335 dicembre-1336 dicembre), 183,
Strozzi (degli) Uberto di Strozza di Jacopo, k neUel
liste dei Priori del 1354 gennaio-1355 gennaio, 248,^
3 ; V. anche Uberto di Strozza di Jacopo.
Strozzi (degli) Ugolino d'Andrea, va ambasc.
Parte guelfa a Rimini pr. Carlo di Durazzo, 377,
" Strozziano (codice) ms. del sec. XVIII contenente
cronaca dello Stefani (dal 1308 al 1348) provenient
dalla libreria di Carlo Strozzi (da cui il nome), afl
tualmente pr. la Nazionale di Firenre, VII, 3-l|
37 ; VIII, 1-9 „.
Struffaldi Benincasa, k nelle liste dei Priori del 128
dicembre-1283 dicembre, 59, 23.
Struffaldi Lapo di Pace, h nelle liste dei Priori
1307 febbraio-1308 febbraio, 102, 27.
Struffaldi Marco, h nelle liste dei Priori del 1283
cembre-1284 dicembre, 59, 35.
Stufa (della), V. Andrea d'Ugo della S. ; Giovenco d'Ut^
della S. ; Ugo della S.
Susinana, castello degli Ubaldiai preso e distrutto
Fiorentini (an. 1373), 286, 37.
SUTRI, C. ric, 5, 35-38 ; 6, 7.
Taddei Bertuccio, 6 nelle liste dei Priori del 1326 fel
raio-1327 febbraio, 155, 9 ; e del 1328 dicembr
1329 dicembre, 160, 41.
Taddei, e Di Taddeo, Borghino, i nelle liste dei Prio
del J33g dicembre-1340 dicembre, 188, 35 \ e dq
1343 aprile-1344 aprile, 210, 40 ; 218, 38.
Taddei Domenico di BoRGHiNO, e nelle liste dei Prio
del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 8.
Taddei Simone, notaio dei Priori, ric, 247, 34.
Taddeo, V. Carncci T.
Taddeo Salvini, V. Rittafedi (de') T. S.
Taddeo d^Aldobrando, e nelle liste dei Priori del I3l|
febbraio-1313 febbraio, 114, 26 ; del 1314 febbraw
1315 febbraio, 119, 24 ; del 1329 diccmbre-1330
cembre, 164, 28 ; del 1332 dicembrc-1333 dicembn
175, 26 ; e del 1336 diccmbre-1337 diccmbrc, 186, ^
Taddeo d'Aldobrando da Cerreto, t: ncUc listc
Priori del i^o--- fcbbraio-i^oj fcbbroio. 9(1, 42; c
1305 febbraio-1306 febbraio, 98, 8.
Taddeo di Bencivenni, V. Buonsostcgni T. di B.
[Taddeo del Bene-Tarlati]
INDICE ALFABETICO
627
Taddeo del Bene di Francesco, viene ammonito (an.
1360), 255, 27.
Taddeo di Buono, t;. Strada T. di B.
Taddeo di Cantino, V. Agli T. di C.
Taddeo di Cennino, V. Agliani T. di C.
Taddeo di Cione, V. Aglioni (degli) T. di C.
Taddeo di Donato, V. Antella {deW) T. di D.
Taddeo di Fino, viene nominato scrivano (an. 1382) ,
407, 37 ; v. anche Tosi T. di F.
Taddeo di Lapo, notaio dei Priori, ric, 250, 17.
Taddeo di Neri, h dei Priori (an. 1378 settembre-ot-
tobre), 331, 31 ; viene confinato a Lucca per cinque
anni (an. 1381), 401, 2.
Taddeo del Ricco, V. Arlotti T. del R.
Taddeo di Riguccio, V. Pegolotti T. di R.
Tagliamochi Dino di Teri, e nelle liste dei
Priori del 1366 gennaio-l36y gennaio, 266, 10.
Tagliamochi (de') Pino di Chiavicella, k nelle liste dei
Priori del 1318 febbraio-1319 febbraio, 125, 11.
Tagliate (le), vengono devastate dal Maniscalco di Gio-
vanni di Boemia (an. 1331), 169, 36.
Taldi Ricco, k nelle liste dei Priori del 1358 geimaio-
1359 gennaio, 254, 15 ; e del 1373 gennaio-1374
gennaio, 289, 7.
Taldo, V. Bella {della) T. ; Valori T.
Taldo di Maffeo, V. Tebaldi T. di M.
Talenti Lapo, fe nelle liste dei Priori del 1292 febbraio-
1293 febbraio, 72, 1% ; v. anche Lapo di Talenio.
Talenti Manno da Sesto, notaio dei Priori, 76, 19 ; 6
nelle liste dei Priori del 1312 febbraio-1313 febbraio,
115, 12 ; e del 1317 febbraio-1318 febbraio, 124, 29.
Talenti Nastagio di Lapo, e nelle liste dei Priori del
1330 dicembre-1331 dicembre, 167, 8.
Talenti Puccio, ^ nelle liste dei Priori del 1283 dicem-
bre-1284 dicembre, 60, 5.
Talenti Talento di Lapo, h nclle liste dei Priori del
1313 febbraio-i3r4 febbraio, 116, i.
Talento di Duccio, i dei Priori (an. 1379 maggio-giu-
gno), 345, 33.
Talento di Lapo, V. Talenti T. di L.
Talento di Pacco, del popolo di S. Lucia d'Ognissanti,
viene condannato neiravere e nella pcrsona per la
rivolta dei Ciompi (an. 1378), 336. 32,
Talento (di), V. Lapo di T. ; Manno di T.
Taluti di Neri, V. Bronchi T. di N.
Tanagli Giachinotto d'Aldobrandino, viene ammo-
nito (an. 1378), 324, 39.
Tanaglia Antonio di Michele, 6 fatto cavalicre dai
Ciompi (an. 1378), 324, 39.
Tancredi Agnolo, ALBizzoe Dosso, signori di Valdelsa,
vengono uccisi in una rivolta popolare (an. 1331) ,
170, 3-10.
Tancredi Martino, notaio dci Priori, ric, 235, io ;
249, 23.
Tanxredi, V. Bencivenni T.
Tancredi da Vicchio, e nclle liste dei Priori del 1300
febbraio-1301 febbraio, 8G, 7.
■Jano, conte di Jlonte Carelli, vicnc preso in Fireuze c
mandato a mortc (au. 1360), 257, 12-13 ; ric, 407,
31-37.
Tano, V. Baroncelli T.
Tano di Banco, V. Castellani T. di B.
Tano di Chiarissimo, e nelle liste dci Priori del 1323
febbraio-1324 febbraio, 135, 35 ; del 1330 dicembre-
1331 dicembre, 167, 12 ; e del 1334 dicembre-1335
dicembre, 179, 18; 6 Confaloniere di Giustizia (li-
ste 1336 dicembre-1337 dicembre), 186, 28.
Tano di Mico, V. Baroncelli (de') T. di M.
Tano di Nardo, V. Guasconi (de') T. di N.
Tano di Pino, e nelle liste dei Priori del 1340 dicembre-
1341 dicembre, 189, 35.
Tano di Scotto, del popolo di S. Piero Gattolino, viene
condannato per trame contro lo Stato (an. 1378) ,
339, 25.
Tano di Tuccio, V. Somellc T. di T.
Tano (di), V. Cino di T. ; Lorenzo di T. ; Piero di Masino
di T.
Taoni Jacopo di Tuccio, 6 nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 229. 3.
Tarlati, nobili e potenti Ghibellini d'Arezzo, signori di
Pietramala e d'altre terre del contado aretino e di
fuori, 63. 11 ; vengono cacciati d'Arez20 (an. 1308),
101, 31-33, ma vi rientrano poco dopo (an. 1309),
102, 10-41 ; cominciano a perdere il loro antico
prestigio (an. 1335). 178, 32-35 ; sono consiglieri del
Duca d'Atene (an. 1343), 200. 28 ; ric. 338. 10.
Tarlati (de') Bartolomeo di Maso da Pietramala.
viene ad accordo col Comune di Firenze a riguardo
dei castelli aretini da lui tenuti (an. 1385), 435,
21-45.
Tarlati (de') GuiDO e Luigi, vengono fatti prendere
dal Capitano, che i Fiorentini tenevano in Arezzo, e
vengono inviati a Firenze quali rei di trame coi
Pisani a danno dei Fiorentini (an. 1342), 191. 38-
39 ; 192, 1-5 ; vengono liberati con gli altri Tarlati
in seguito alla pace di Pisa col Duca d'Atene, 198,
15-16.
TaRLATI (DE') MaRCO, riGLlO DI PlERO DETTO SACCONE,
fa proposte al Comune fiorentino per la cessione di
Arezzo che non vengono per6 punto accettate (an .
1384), 429, 29-34 ; favorisce Tentrata c roccupazionci
di Arezzo al Sirc di Couchy, 35-44 ; difende con tutt;
i suoi Arezzo assediata dai Fiorentini, 430. 25-2 7
viene costretto da questi a consegnare le terre c
i castelli aretini da lui tenuti, 432, 23-36 ; vienc a
patti col Comune di Firenze, 437, 1-7.
Tarlati (de') Piero da Pietramala, detto Saccone,
vicne a concordia coi Fiorentini a nome del Coniunc
di Arezzo ccdendo la c. (an. 1336), 183, 31-34 ; viene
a Firenze con tutti i suoi consorti per chiedere la
cittadinanza che viene subito conces.sa, 183, 41-43 ;
invia aiuti ai Fiorentini contro Lucca (an. 1337) 184,
21 ; viene accusato di tramare con i Pisani a danno
di Firenze e viene quindi fatto prendere, 192, 2 ;
viene liberato con gli altri Tarlati in seguito alla pacc
fatta dai detti Pisani col Duca d'.\tene, 198, 15-18.
Tariati (de') Ridolfo, viene fatto prenderc dal Capi-
tano dei Fiorentini c rimesso a Firenze comc reo di
tramc roi Pisani a danno di Fircnze stessa, 191 ,
38-39 ; 192, 1-5.
62S
INDICE ALFABETICO
[TarUti>TettaJ
Tarlati (ue') Tarlatino, fe fatto Vicario in Pisa da Lo-
dovico il Bavaro (an. 1328), 156, B ; 161, 26 ; viene
cacciato dal popolo in rivolta (an. 1329), 162, 25.
Tarlati (de') Tarlato, viene fatto prendere con altri
della famiglia perclife accusato di trame contro Fi-
renze, ma riesce a fuggire e a portarsi neirAretino
dovB fa ribellare a Firenze molte terre, (an. 1342),
192. 5-8.
Tarlati (de') Vanni, muore combattendo contro i Fio-
rentini (an. 1309), 103, 32.
Tarquinio Prisco, re di Roma, ric, 8, 20.
Tarquinio Superbo, re di Roma, ric, 8, 21-28, 30.
Tassinaia Domenico di Giovanni, viene condannato
per trame contro lo Stato a lire mille e a tre anni di
confine (an. 1378), 340, 9.
Tasso (del), V. Bindo d'Aldobrandino del T,
Tavernelle, vi si accampa la Compagnia di S. Giorgio
diretta contro Firenze (an. 1380), 369, 8, 15 ; f. an-
che Firenze (Dintorni).
Tavernino, V. Donati T.
Tebaldi (de') Maffeo, fe nelle liste dei Priori del 1284
dicembre-1285 dicembre, 60, 36 ; e del 1287 febbraio-
1288 aprile, 63, 28.
Tebaldo, V, Orlando T.
Tebaldo d'Orlando, V. Rustichelli T. d'0.
Tebalducci (case dei), ric, 55, 32.
Tecchi Castello, 6 nelle liste dei Prjori del 1323 feb-
brio-1324 febbraio, 135, 15.
Tecchini Niccol6 dell'Ammannato, viene ammonito
(an. 1376), 300, 39.
Tecchino di Rinaldo, k nelle liste dei Priori del 1325
febbraio-1326 febbraio, 152, 12 ; del 1327 febbraio-
132S febbraio, 158, 13 ; e Gonfaloniere di Ginstizia
(liste 1330 dicembrc-1331 dicembre), 167, 33 ; e di
nuovo nelle liste dei Priori del 1333 dicembre-1334
dicembrc, 177, 26.
Tecchino (di), V. Ammannaio di T. ; Caslello di T.
Tedaldi, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 24.
Tedaldi Maffeo, e nellc liste dei Priori del 12S2 dicem-
bre-1283 dicembre, 59, 17 ; e del 1291 dicembre-
1292, dicembre, 69, 9.
Tedaldi Taldo di Maffeo, 6 nelle Jiste dei Priori del
1293 febbraio-1294 febbraio, 73, 41 ; 6 Gonfalonierc
di Giustizia (liste 1299 febbraio-1300 febbraio),
82. 20.
Tedaldi Totto, e nellc liste dei Priori del 1313 febbraio-
1314 febbraio, 116, 3 ; e de! 1316 febbraio-1317 feb-
braio, 123, V.
Tedaldini, fam. fiorentina di partc ghibellina, 28, 29 ;
le vengono abbattute e distrutte Ic casc dalla rivolta
popolare (an. 1258), 44, 8.
Tedaldo (di), V. Totlo di T.
Tedeschi, ric, 439, 37.
Tedesco Roberto, vicario imperiale, viene sconfitto dai
Fiorentini (an. HI3), 22, 26-89.
Tedice di Manovello, 6 nelle liste dei Priori dcl 1285
dicembre-1286 dicembre, 61. 33 ; e del 1287 febbraio-
1288 aprile. 63. 31 ; c del 1317 fcbbraio-1318 febbraio
124, 11.
TaDicE, V. ManmelU T.
Tedici Filippo, nipote dell'Abate Ormanno da Paccianu,
briga coi Pistoiesi per far respingere il Vicario di re
Roberto (an. 1323), 135, 5-10 ; si fa nominare signore
di Pistoia e quindi allaccia scgretamente contemp^^ra-
nee trattative per la ccssione della c. con Castructioe
coi Fiorentini per venderla pci al maggior offerentc
(an. 1324), 137, 2-19 ; suc trame, 28-33 ; chiede aiuto
ai Fiorentini contro Castruccio (an. 1325), 139, 29-
32 ; viene ad accordi con quesfultimo, 140, 3.')-36 ;
tenta d'entrare di furto nel castello di Popiglio (an
1331). 171, 21-25 ; sua morte, 25-30.
Tedici Ormanno di Jacopo da Pacciano, abatc c si
gnore di Pistoia fautorc deIl'accordo con Castmccio,
129, 21 ; sue subdole trattative, a mezzo del nipotc
Filippo Tedici, coi Fiorentini per la cessione di Pi-
stoia (an. 1324), 137, 1-33.
Tegghia, V. Bonaccolti [de') T.
Tegghia di GuiDO, V. Tolosini T. di G.
Tegghiaio, V. Beccanugi {de') T.
Tegghiaio del Cecino, h nelle liste dei Priori del 1331
dicembre-1332 dicembre, 169, 10; del 1333 diccm-
bre-1334 dicembre, 177, 10 ; del 1334 dicembre-
1335 dicembre, 179, 17 ; del 1340 dicembre-1341
dicembre, 189, 36; del 1348 gcnnaio-1349 gennaio,
234, 14 ; e del 1352 gennaio-1353 gennaio, 242, 41.
Tegghiaio d'Ugo, V. Altoviti T. d'U.
Tegghino di Rinaldo, i nelle liste dei Prioii
del 1339 dicembre-1340 dicembre, 188, 31.
Tegna (di), V. Michele di T.
Tellino, V. Dini T.
Tellino di Dino, 6 nelle liste dei Priori del 1367 .srcn-
naio-1368 gennaio, 267, 27 ; v. anche Dini Tellino.
Tello (di), V. Pasquino di T.
Temagnini Cecco di Cenni, 6 ncllc liste dei Priori del
1311 febbraio-1312 febbraio, 112, 27.
Temperano di Manno, e nelle listc dei Priori del 1353
gennaio-1354 gennaio, 246, 27 ; v .anche Ceccht
T. di M.
Temperano di Manno del Chiaro, e nelle hste dci Pnor
del 1374 gennaio-r375 gennaio, 291, 19.
Temperano di Mauro del Chiaro, '
nelle liste dei Priori del 1364 gennaio-i36s gennaio,
264, 39.
Tempi Benedetto, notaio dci Priori, ric, 252, 10.
Tencino d'Acerbo, e nelle liste dei Priori del 1298 feb
braio-1299 febbraio, 78, 12.
Tendi (di), V. Paolo di T.
Tengo (di), V. Niccold di T.
Teo, V. Bardi T.
Teo Bentaccorda, i nellc listc dci Priori del 1295 feb-
brajo-1296 febbraio, 75, 40.
Teodorico, re dei Goti, viene in Italia col consenso del-
rimperatore di Costantinopoli e roccupa, 16, 30-31.
Teodosio, imperatore (ca. 379-395), ric, 14, 9.
Teodosio II, imperatore (aa. 423-425), ric, 15.27.
Teri (di), «;. D.menico di T.
Trrranuova, ric, 388, 22.
Terzo di Ctone, V. Bonelle T. di C.
Testa, t'. Brandini T.
Testa, fratello di Macinella, del popolo di S. Fnauo,
(Tiberina-Tominafo]
INDICE ALFABETICO
629
viene condannato neiravere e nella persona per
trame contro lo Stato (an. 1379), 365, 43.
TiBERiNO, discendente della regia stirpe d'Enea, 7, 8.
TiBERio, imperatore (aa. 14-37), sue munificenze in favore
di Firenze, 12, 14-19 ; sotto il sno impero viene da
Erode fatta tagliare la testa a S. Giovanni Battista,
11, 41 ; 12, 19 ; e viene crocifisso Gesfi Cristo, 12. 15 .
Ticcio Di CiANO, notaio dei Priori, ric, 125, 30.
TiERi, V. Benveniiti T. ; Marchi T.
TiERi Di Benvenuto, h nelle liste dei Priori del 13 17
febbraio-1318 febbraio, 124, 12.
TiERi Di BiNDO, V. Ambrogi T. di B.
TiERi Di Paolo, 6 nelle liste dei Prioridel 1374 gennaio-
1375 gennaio, 292, 11.
TiERi (di), V. Dante di T. ; Francesco di T. ; Michele di T.
TiGLiAMOCHi Agnolo d'Uguccione, e deiPriori (an. 1378
settembre-ottobre), 331, 27 ; k Gonfaloniere di Giu-
stizia (an. 1382 luglio-agosto), 417, 29.
TiGLiAMOCHi DiNO Di Geri, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1355 gennaio-1356 gennaio), 249, 29 ; h nelle
liste dci Priori del 1359 gennaio-1360 gennaio, 256,
4 ; del 1369 gennaio-1370 gennaio, 274, 42 ; e del
1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 4 ; vengono fatte
abbattere per ordine del Comune alcune sue case per
innalzarvi poi la loggia della Piazza dei F^iori (an .
1373), 288, 5.
TiGNOSO, V. Bellandi T.
TiLE Di FiLiPPO, V. Beljredelli T. di F.
TiLE (di), V. Andrea di T.
Tinaccio di Tuccio, V. Petri T. di T.
TiNACcio (di), V. Piero di Bino di T.
RTiNELLO Di BoNASERA, notaio dei Priori, ric, 275, 8.
TiNCHi ScELTO, k nelle liste dei Priori del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 245, 32.
TiNGHi GiovANNi e Matteo dello Scelto, vengono
condannati per trame contro lo Stato (an. 1378),
339, 7-8 ; 340, 34.
TiNGHi Lippo DiNi, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1373 gennaio-1374 gennaio), 289,22 ; v. anche Tinghi
Lippo di Dino.
TiNGHi Lippo Di DiNo, c Gonfaloniere di Giustizia (li-
ste 1354 gennaio-1355 gennaio), 248, 27 ; v. anche
Tinghi Lippo Dini.
ITiNGHi Matteo di Nanni dello Scelto, viene escluso
dagli uffici per sempre (an. 1378), 321, 20 ; vienc
sospettato d'essere in relazione e di congiurare coi
Ciompi di Bologna, 387, 6.
TiNGHi Nanni dello Scelto, vienc condannato dal Po-
desta per la spcdizione contro Figlinc (an, 1379),
351,2
TiNGHi ScELTO, k nclle liste dei Priori del 1367 gennaio-
1368 gennaio, 267, 36 ; v. anche Scelto di Tingo.
TiNGO, V. Barbadori T.
TiNGO Di Guido, V. Mancini T. di G.
TiNGO (di), V. Giovanni di T. ; Niccolo di T. ; Scello di T.
TiNi Francesco di Giovanni, i nelle liste
dei Priori del 1385 maggio-1386 aprile, 443, 22.
TiNo d'Attavian6, notaio dei Priori, ric, 262, 10.
TiNO (di), V. Bartolo di T.
TiNORS Dl Nardo, V. Gttasconi T. di iV.
Tinoro di Nardo, v. Gnasconi T. di N.
Tirli, castello degli Ubaldini preso e distrutto dai Fio-
rentini (an. 1373), 286, 36.
Tivon [Tiboli], c. ric, 109, 14.
Tizio Di Gherardo, i'. Risaliti T. di G.
TizzANA, castello dei Pistoiesi preso dai Fiorentini (an.
1252), 40, 25-27; ritomato in potere dci Pistoiesi
viene di nuovo assediato dai Fiorentini (an. 1325) ,
142, 3 ; ne viene affidata la guardia ai Fiorentini
stessi (an. 1329), 162, 19 ; viene danneggiato dal Ma-
niscalco di Giovanni di Boemia, 170, 25.
TizzoNE (di), V. Uguccione di T.
TizzoNi Neri, castellano posto dai Fiorcntini a Ponte
ad Era fatto prigioniero dai Pisani (an. 1291), 68,
25-26.
TizzoNi (de') Uguccione, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1308 febbraio-r^og febbraio), 104, 17.
ToDi, c ric, 109, 15 ; 110. 15 ; 380. 6.
ToFANi Giusto, k nelle liste dei Priori del 1380 marzo-
1381 febbraio, 391, 18.
ToFFO Di Lapo del Bugliaffe, 6 nelle liste dei Priori
del 1353 gennaio-1354 gennaio, 246, 20.
Tolomei Rinieri, notaio dei Priori, ric, 67. 22 ; 77. 20 ;
82. 32.
TOLOMEI (de'), signori di Toscana, ric, 178, 16-17.
ToLOMEi (de') Cittadino da Siena, caporale della Com-
pagnia di S. Giorgio, 367, 5.
" ToLOMBO da Lucca. storico. cit. XXXVIII, 33.
7-10,,.
ToLOsiNi BoNAGUiDA Di Fabbro, 6 nelle liste dci Priori
del 1317 febbraio-1318 febbraio, 124. 8 ; del 1320
febbraio-1321 febbraio, 127, 8 ; e del 1324 febbraio-
1325 febbraio, 147, 39.
ToLOsiNi Duccio Di GuiDO. e nelle liste dei Priori del
1350 gennaio-i35r gennaio. 240. 6 ; e del 1356 gen-
naio-1357 gennaio, 251. 2.
ToLOSiNi FiLippo Di Fabbrino. e nelle liste dei Prior i
del 1354 gennaio-1355 gennaio. 247. 39 ; e Gonfalo-
nicre di Giustizia (liste 1359 gennaio-1360 gennaio).
256. 9.
ToLOSiNi GuiDo. viene condannato neiravere e nella per-
sona per tramc contro lo Stato (an. 1381), 408. 18.
ToLOsiNi Lapo di Guido, i nelle lislc dei
Priori dcl 1364 gennaio-1365 gennaio, 264, IS.
ToLOSiNi Nastagio di Bonaguida, 6 nelle liste dei
Priori del 1343 aprile-1344 aprile, 210, 41 ; 218.39 ;
e del 1346 maggio-1347 gennaio, 229, 14.
ToLOSiNi Tegghia di Guido, fe nelle liste dei Priori de
1318 febbraio-1319 febbraio, 125, 13 ; fe Gonfaloniere
di Giustizia (liste 1321 febbraio-1322 febbraio) ,
129, 12.
ToLosiNi (de') Lapo di Dino, 6 nelle liste dei Priori del
1374 gennaio-1375 gennaio, 292, 12.
ToLosiNi [Tolofini] (de') Lapo di Guido di Fabbro .
viene ammonito (an. 1377). 305,2 ; 308, 43.
ToMMASiNO DA Panzano, V. Tommaso d'Antonio Totti
da Panzano, vocato Tommasino.
ToMMASO. V. Aldobrandini T. ; AUoviti degli T. ; Barouci
T. ; Baroni T. ; Bartoli T. ; Braneacci T. ; Bucci T. ;
Buuaffi T. ; Confini [de') T. ; Corsini T. ; Die-
^o
INDICE ALFABETICO
(Temmate-Toraaqwaci]
iaiuti T. ; Federighi T. ; Lamberti T. ; Peruzzi {de')
T. ; Redditi T. ; Soderini T.
ToMMASO, bilanciaio, viene condannato a lire duecento ed
ai confini per cinque anni (an. 1381), 401, fl.
ToMMASO d'Antonio Totti da Panzano, vocato Tom-
MASINO, nipote di Luca di Totto e suo complice nel
tentato tralugamento del gonfalone della Parte
guelia, 329, 29 ; 330, 3 ; viene condannato neiravere
e nella persona per trame contro lo Stato (an. 1379).
344, 29 ; e nuovamente per Tincursione su Figline,
351, 4 ; viene bandito come ribelle (an, 1380), 370,
35 ; uccide in Arezzo, con altri sbanditi fiorentini,
Giovanni Mone ambasc. del Comune, 379, 10-13 ;
in seguito di che viene decretato dal Comune fioren-
tino di dichiarare ribelli tutti i suoi consorti qualora
essi,entro Tanno, non Tuccidano o lo facciano ucci-
dere, 379, 16-22 ; viene ucciso in Siena dal cugino
Giovanni di Luca da Panzano (an. 1380), 387, 20-26.
ToMMASO Di Bartolo, fe dei Priori (an. 1379 maggio-
giugno), 345, 28 ; e nuovamente (liste 1380 marzo-
13S1 febbraio), 391,21.
ToMMASO [Mommaso] di Bartolo, v. Fedi T. di B.
ToMMASO Di Bese, V. Busini T. di B.
ToMMASO Dl BONACCORSO, V. Adimafi T. di B.
ToMMASO, detto Calavrese, viene bandito e condan-
nato neiravere e nella persona (an. 1381), 400, 20.
ToMMASO Di DiNO, fe nelle liste dei Priori del 1362 gen-
naio-1363 gennaio, 262, 16 ; 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1367 gennaio-1368 gennaio), 267. 17.
ToMMASO Di DoMENico, 6 nelle liste dei Priori del 1357
gennaio-1358 gennaio, 252, 15.
ToMMASO Di Duccio, V. Corsini (de') T. di D. ; Magalotti
(de') T. di D.
ToMMASO Di FiLiPPO, V. MachiavelH T. di F.
ToMMASo Di Francesco, V. Davizt (de') T. di F.
ToMMASO Di Francesco di Giunta,
i nelle liste dei Priori del 1365 gennaio-1366 gennaio,
265, 4S.
Tommaso di Giovanni, 6 dei Priori (an. 1380 luglio-ago-
sto), 374, 33.
ToMMASO Di GiUNTlNO, V. Alamanni T. di G.
ToMMASO Di Guccio, V. Martini T. di G.
ToMMASO Di Jacopo, V. Sacchetti T. di J.
ToMMASO Di LiPPO, t;. Amicini T. di L. ; Soldani T. di L.
ToMMASO Di LucA, notaio dei Priori, ric, 179, 10.
ToMMASo Di LuiGi, V. Mozzi (de') T. di L.
ToMMASO Di Manetto, ^ nelle liste dei Priofi
del 1382 gennaio-J383 aprile, 425, i.
ToMMASO Di Marco, viene condannato per trame con
tro lo Stato (an. 1381), 404, 33.
ToMMASO Di Marco, V. Strozzi (degli) T. di M.
Tommaso di Meglio, V. FagiuoU T. di M.
Tom^aso di Mone, e degli Otto di Balia (an. 1375},
293, 24 ; V. anchs Guidctti T. di M. ; Guidotti T. di M.
Tommaso di Keri di Lippo, c nelle liste dei Priori dej
1357 gennaio-1358 gennaio, 252, 5 ; i; Gonfalonicrc
di Giustizia (liste 1362 gennaio-1363 gennaio), 262, 5 ;
e nuovamcnte nelle listc dci Priori dcl 1366 gcniiaio-
1367 gennaio, 266, 27 ; e del 1370 gennaio-1371 gcn-
naio, 276, 8 ; fe fatto Cax-aliere dai Ciompi (an. 1378),
324, 41 ; partecipa alla Balia per la riforma del Go-
verno (an. 1381), 410, 17.
Tommaso di Pazzino, viene ammonito (an. 1377), 305, 28 :
309, 12.
Tommaso di Piero, V. Giotti T. di P. ; Parigi T. di P.
ToMMASO Di S. Severino, zio del Conte di Tricarico, par-
tigiano del Duca d'Angi6, libera e porta via da No-
cera, assediata dalle genti di Carlo di Durazzo, Ur-
bano VI (an. 1385). 436, 35-37.
ToMMASO Di Serotine, fe nelle liste dei Priori del 1362 gen-
naio-1363 gennaio, 262, 10 ; v. anche Brancacci (de')
T. di S.
ToMMASO d'Ugolino di Vieri, viene ammonito (an.
1377). 305, 23 ; 308, 40.
ToMMASo Di Vanni, 6 nelle liste dei Priori del 1369 gen-
naio-1370 gennaio, 275, 16 ; e del 1380 marzo-1381
febbraio, 391, 31.
ToMMASo Di ViTERBO, del popolo di S. Ambrogio, viene j
condannato per trame contro lo Stato (an. 1378),'
340, 32.
ToMMASO (di), V. Bartolo di T. ; Paolo di T.
ToNo Di LoTTO, k nelle liste dei Priori del 1359 gennaio-
1360 gennaio, 255, 31.
ToNTo Ugolino, notaio dei Priori, ric, 179, 10.
ToRELLi Alamanno, c nellc liste dei Priori del 1348 gen- ]
naio-1349 gennaio, 233. 34.
ToRELLi Vanni. h nelle liste dei Priori del 1299 febbraio-
1300 febbraio, 82, 8.
ToRELLO Di DiNO. k nelle liste dei Priori del 1372 gen-|
naio-1373 gennaio, 284. 17.
ToRELLO Di DiNO DEL Garbo. fe nelle liste dei Priori del 1
1380 marzo-1381 febbraio. 391, 19.
ToRENA (ViscONTE Di) (!), fratello di Gregorio XI, spinge j
il pp. a mandare in Italia contro Firenze i Brctonij
(an. 1376), 296, 32-35.
ToRRicA (di), V. Bianciardo di T.
ToRNABELLi Francesco di Biliotto, fe nellc liste dei |
Priori del 1312 febbraio-1313 febbraio, 114, 43 ; e
del 1314 febbraio-1315 febbraio, 119, 1.
Tornabelli Guccio di Bati, ^ nelle liste dei Priori delj
1316 febbraio-1317' febbraio, 123, 2.
Tornabelli Sandro di Bigliotto, 6 nelle liste dei Priori)
del 1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 27.
Tornabelli (de') Bate, e nelle liste dei Priori del 1290 \
dicembre-1291 dicembre, 68, 16.
Tornaquinci, fam. fiorentina di parte guelfa, 28, 23 ; j
esce da Firenze airannunzio della sconfitta di Mon-|
taperti (an. 1260). 48, 5 ; si schiera coi Ncri, 80. 40;
loro case ric, 18, 24.
Tornaquinci Jacopo di Pagnozzo, e fatto Cuvalierc (an.j
1381), 393, 38.
ToRNAQUiNci Pero, c tra i capi e i maggiori istigatori
della Parte guelfa per rammonire, 308, 15.
Tornaquinci Zanobi di MarcHettino, c dei Dieti di -j
I,iberta (an. 1373), 285. 12.
ToRNAguiNci (de') Ruggieri, c ncllo liste dei Priori de}]
1284 dicembre-1285 dicembrc, 60. Ol ; dcl 3 2S5 di-
tembre-1286 ■diccmbre, 61, 36; del 1287 fcbbraio-;
1288 aprile, 63, 30; c del 1291 dicembrc-1292 di-
cembrc, 69, 4.
{TornaqnincU Tncci]
INDICE ALFABETICO
631
ToRNAQUiNci (de') Sandro di Simone, 6 fatto popolano
(an. 1379), 364, 27.
ToRNAQUiNci (de') Testa, fe dci Quattordici cittadini el.
a costituire il nnovo Governo alla cacciata del Duca
d'Atene (an. 1343). 207, 38.
ToRRicELLA, castello dei Tarlati datosi spontaneamente
ai Fiorentini (an. 1335), 178, 38.
ToRRiGiANi GiANO, ric, 358, 1.
ToRRiGiANO Di GuiDO, V. Orlandi T. di G.
ToRRiGiANO di Viviano, 6 nelle liste dei Prori del 1364
gennaio-1365 gennaio, 264, 36.
TosA (della) Baschiera, viene confinato coi Bianchi
a Sarzana (an. 1301), 80, 35 ; 83, 7 ; viene nuova-
mente bandito da Firenze (an. 1302), 86, 37.
" Tosa (della) Davizzino, 6 Console (an. 1198), LI,
26-28 .,.
TosA (della) Francesco, muore combattendo a Campal-
dino (an. 1289), 66, 8.
TosA (della) Francesco del Baschiera, viene ammo-
nito (an. 1376), 300, 37.
TosA (della) Giovanni, viene fatto popolano (an. 1343),
216, 35.
TosA (della) Guido, muore combattendo a Campaldino
(an. 1289), 66, 8.
TosA (della), Lottieri, vescovo di Firenze, partigiano
di Corso Donati, 90, 12-13.
TosA (della) Napo, viene fatto popolano (an. 1343) ,
216, 36.
Tosa (della) Pino, viene incaricato di trattare col Co-
mune fiorentino sulla cessione di Lucca (an. 1329),
162, 2-3.
TosA (della) Rosso, si pone con i popolani contro i
Grandi (an. 1304), 92, 16.
TosA (della) Simone, fe a capo della potente fazione av-
versaria della Signoria di Roberto d'Angi6, 119, 28-
30 ; " cf. XC, 5-42 „ ; si oppone alla proposta del-
l'acqnisto di Lucca fatta dal suo consorte, Pino (an.
1329). 162, 4-12.
TosA (della) Simone di Baldo, viene fatto cavaliere
dai Ciompi (an. 1-378), 324, 35.
Toscanelli, fam. fiorentina ric, 214, 34.
ToscANELLi Stefano, notaio dei Priori, 95, 13.
ToscHi, fam. fiorentina di parte ghibellina, 28, 28.
Tosco, V. Chinazzi T. ; Ghinazzi T.
Tosco (del) Giovanni, rivela al vicario di Federico II,
le tristi condizioni degli assediati di Capraia, 36, 23.
Tosi Albizzo, notaio dei Priori, ric, 124, 25 ; 127, 35.
Tosi Andrea di Vanni, fe dei Dieci di mercatanzia e par-
tecipa come tale alla Balia per la riforma del Go-
verno (an. 1381), 395, 22 ; 409, 22 ; fe nelle listc dei
Priori del 1383 Iuglio-1384 agosto, 428, 17.
Tosi EiNO di TadDeo, viene fatto prendere e processare,
comc sospetto, dal Governo dei Ciompi (an. 1378 ),
327, 30.
Tosi Taddeo di Fino, c nelle liste dei Priori del 1352 gen-
naio-1353 gennaio, 242, 39 ; dcl 1356 gcnnaio-1357
gennaio, 250, 24 ; e d<>l 1360 gennaio-1361 gennaio,
259, 1.
Tosinghi, fam. fiorentina del quarticrc Duonio, 21, V ;
di Parte guelfa, 28, 24 ; vienc a briga cogli Adimari,
56, 16 ; h contro Corso Donati, 100, 22 ; le viene fat-
to abbattere il palazzo dai Ghibellini (an. 1248),
35, 34-35 ; ric, 36, 24.
TosiNGHi BiNDO Di BiLiGiARDO, i dci Quattordic) cit-
tadini el. a costituire il nuovo Governo dopo la cac-
ciata del Duca d'Atene (an. 1343), 208, 1.
TosiNGHi (de') Baldo di Simone, 6 fatto cavaliere (an.
1381), 394, 12.
TosiNGHi (de') Simone, viene deputato dal Comune fio-
rentino al battesimo del figlio del Duca di Calabria,
152, 33.
ToiTi FoRESiNO, fe nelle liste dei Priori del 1345 mag-
gio-1346 maggio, 226, 42.
ToTTi MicHELE, notaio dei Priori, ric, 266, 41.
ToTTi da Panzano, V. Luca di T. da P. ; Tommasino T .
da P.
ToTTO, V. Rinaldi T. ; Tedaldi T.
ToTTO Di FiLiPPOZzo, rende al Comune, a seguito della
denuncia dei Quattro Ragionieri, il contKdo del Poz-
zo in Valdisieve (an. 1373), 287, 17-18.
ToTTo Di RiNALDO DA Panzano, k nelle liste dei Priori
del 1344 maggio-1345 maggio, 222, 3.
ToTTO Di Tedaldo, fe nelle liste dei Priori del 1324 feb-
braio-1325 febbraio, 148, 9.
Tracca (di), V. Lippo di T.
Tramontani Lapo di Gianni, 6 nelle Ii.ste dei Priori del
1289 dicembre-1290 dicembre, 67, 20.
Trappola, castello dei Fiorentini preso con inganno
dalle genti degli Ubertini e dei Pazzi (an. 1323),
134, 5-7.
Trenta Marco di Giovanni, 6 nelle liste dei Priori del
1357 gennaio-1358 gennaio, 252, 24.
Trento, c. ric, 188, 11.
Treviso {Trevigi], viene ceduta da Mastino della Scala
a Venezia (an. 1338), 376, 28-29 ; vi giungono pr.
Carlo della Pace di Durazzo, qua di passaggio, gli
ambasc fiorentini (an. 1380), 376, 5-20.
TuRciA (torre della), vi viene rinchiuso Bernabi) Vi-
sconti, 436, 5.
Tribaldo di Santi, da Monte Lungo, trama con alcuni
di Laterina per fare entrare nel castello genti are-
tine (an. 1380), 388, 10.
Tricolo (di), V. Romolo di T.
Trincia (del), V. Davizzo del T.
Trinciavelli Braccino di Albizzo, 6 Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1299 febbraio-i^oo febbraio), 82, 29.
Trinciavelli Guido di Caccialoste Guidi, vieneam-
monito (an. 1377), 305. 8 ; 308. 31.
Trita (della) Francesco di Lapo. fe fatto popolano
(an. 1397), 364, 23.
Trottaia, castello preso da Guido Novcllo (an. i.;63),
49, 38.
Tucci BONACCORSO, notaio dei Priori, ric, 175, 19.
Tucci DiONiGi, detto Nigi, di Giovanni. notaio dei
Priori ric, 428. 37.
Tucci Gennaio. 6 dei Priori (an. 1379 luglio-agosto), 346, 1.
Tucci RiDOLFlNO, da Gangalandi, notnio dei Priori, ric,
98, 12.
Tucci SlMONE, c nellc listc dci Priori dcl 1371 geunan)
1372 gennaio, 279, 34.
632
INDICE ALFABETICO
[Tnccio-Ubaldino]
Tuccio, t». Cocchi {de') T. ; Fcrrwci T. ; Ferruszi T.
Tuccio Delli, e Di Dello, V. Scilingttati (de) T. D.
Tuccio DEL BiEGO, fe nclle liste dei Priori del 1302 fcb-
braio-1303 febbraio, 90, 43.
Tuccio Di CiAPO, fe nelle liste dei Priori del J304 feb-
br;iio-i305 febbraio, 96, II
Tuccio Di CiAPO DEL PiNO, 6 Gonfalonicrc di Giustizia
(liste 1307 febbraio-1308 febbraio), 102, 20.
Tuccio Di Cocco, V. Compagni T. di C.
Tuccio Di DiEDi, V. Falconieri {de') T. di D.
Tuccio Di Ferruccio, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1298 febbraio-i29g febbraio), 78, 16; e (liste 130.»
febbraio-1305 febbraio), 96, 13 ; k nelle liste dei Prio-
ri del 1319 febbraio-1320 febbraio, 126, 9 ; i^- an-
che Ferrucci Tuccio.
Tuccio (di), V. Domenico di T. ; Ghcrardino di T.
TuFFA, e Truffa, (del), V. Zanobi del T.
TuRA, V. Dini T.
TuRiccHio (di), V. Filippo di Stagio di T. ; Guido di T.
TuRiNO, V. : Baldese T.
Ubaldini Bartolo di More, fe nelle liste dei Priori del
1351 gennaio-1352 gennaio, 240, 28 ; fc Gonfalo-
niere di Giustizia (liste 1356 gennaio-1357 gennaio),
250, 40 ; b nuovamentc nelle liste dei Priori del
1359 gennaio-1360 gennaio, 256, 5 ; e del 1364 gen-
naio-1365 gennaio, 265, 3 ; 6 di nuovo Gonfaloniere
(liste 1369 gennaio-1370 gennaio), 274, 31 ; e nelle li-
ste dei Priori del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 24.
Ubaldini Guido da Signa, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1299 febbraio-1300 febbraio), 82, H.
Ubaldini More, i nelle liste dei Priori del 1312 febbraio-
1313 febbraio, 114, 22 ; del 1326 febbraio-1327 feb-
braio, 155, 11 ; del 1331 dicembre-1332 dicembre,
169, 16 ; e del 1335 dicembre-1336 dicembre, 183, S.
Ubaldini (degli), potenti feudatari di parte ghibellina
signori di molte terre di Toscana, pr. i quali si ri-
fugiarono i Ghibcllini cacciati da Firenze per prepa-
rare le loro vendette, 40, 12-13 ; vanno contro di
loro, pcr questo fatto, i Fiorentini e li sconfiggono
pr. Monte Accinico (an. 1251), 14-16 ; tornati a dar
ricetto e protezionc ai nuovi sbanditi di Firenze,
Bianchi e Ghibellini, vengonc di nuovo contro di
loro i Fiorentini che tolgono e danneggiano terre
c casteUi (an. 1302), 87, 24-37 ; viene assediato,
preso e distrutto dagli stessi Fiorcntini il castello
su nominato di Monte Accinico (an. 1360), 97,
1-10 ; vengono con questi a pace (an. 1308), 101,
35-37 ; rimettono la decisione di alcune loro contese
di famiglia al Comune fiorentino (an. 1322), 130,
23-26 ; cedono alcuni loro diritti al detto Comune
che fa costruire suUe Alpi, che porta il loro nome, il
Castello di Firenzuola (an. 1332), 172, 10-14 ; si ribel-
lano nuovamente al Comune fiorentino ed aiutati dai
Ghibellini di Romagna e dai signori di Milano asse-
diano Firenzuola e la prendono sconfiggendo i Fioren-
tini accorsi a difesa (an. 1342), 192, 11-18 ; tornano a
pace con questi, 198, 14-15 ; vengono condannati
dal Comune di Firenze neU'avcre e nelle persone
(an. 1345), 221, 21-24 ; vengono ammoniti daUo
stesso Comtine di non molestare i peUegrini e i mer-
catanti che passano per le loro terre, 233, 18-21 ;
tomano contro di loro i Fiorentini, per avere
essi spogliato ed ucciso un mercante di Firenze, e
li costringono a cedere i loro castelli (an. 1350),
234, 25-31 ; pa.ssano con le loro genti a soldo del
Signore di Milano, 31-34; riprendono le armi con-
tro U Comune di Firenze insieme alle genti di Gio-
vanni Visconti signore di Milano venute contro Fi-
renze, 236, 18-25 ; come si venne finalmente a
nuova pace e come i loro castclli passarono tutti
al detto Comune (an. 1373), 286, 9-40.
Ubaldiui (degli) Baldinuzzo d'Albizzo, fe condannato
come ribelle (an. 1380), 373, 42.
Ubaldini (degli) Francesco di Mainardo, i- condan-
nato come ribeUe (an. 1380), 373, 33.
Ubaldini (degli) Francesco d'Ugolino, e condannato
come ribeUe (an. 1380), 373, 34.
Ubaldini (degli) Gasparre, viene inviato da Bemabi
A'isconti con genti in aiuto di S. Miniato ribeUato
ai Fiorentini (an. 1369), 270, 8-9.
Ubaldini (degli) Giovanni d'Azzo, cognato del conte
Francesco di Dovadola, occupa con sue genti la terra
di Portico fatta ribellare ai Fiorentini daUo stesso
conte e la difende dai tentativi fatti da qucsti
per riprenderla (an. 1376), 302, 28-41 ; 303, l-T ;
" cf. CXI, 12-23, 30 ,, ; va con le sue genti in difesa
di Arezzo assediata dai Fiorentini (an. 1384), 430,
25-26.
Ubaldini (degli) Giovanni di Mainardo, viene con-
dannato come ribeUe (an. 1380), 373, 34.
Ubaldini (degli) Giovanni d'Ugolino, viene condancato j
come ribelle (an. 1380), 373, 30.
Ubaldini (degli) Mainardo [Maghinardo] Di Susisaka,
viene ad accordi col Comune di Firenze (an. 1350),
233, 31-32 ; si ribeUa a questo coi suoi consorti e faj
ribcUare allo stesso molte terre e casteUi unendosij
alle genti di Giovanni Visconti venute contro Firenze
(an. 1351), 236, 19-28 ; viene preso e fatto uccidere
(an. 1373), 286, 2.5-34.
Ubaldini (degli) Michele d'Attaviano, vicne condan- j
nato come ribeUe (an. 1380), 373, 32.
Ubaldini (degli Ottaviano, card., accompagna Gre-
gorio X pr. i suoi nel MugeUo quando questi si allon- ;
tana sdegnato da Firenze (an. 1273), 55, 34-36 ; j
fa costruirc il castello di Monte Accinico, 97, 2-4.
Ub.\ldini (degli) Pieraccio di Pazzino, ric, 286,
19-20.
Ubaldini (degli) Tano, viene ucciso dai suoi fedcli 1
ribellatisi nel castello di Frena (an. 1273), 286, 25-20. j
Ubaldini (degli) Tano da Castello, signore di Jesi, ;
viene fatto uccidere dal Conte di Chiaramonte quale j
traditore deU'Impero (an. 1329), 161, 15-20.
Ubaldini (degli) Ugolino, tratta coi Fiorentini per la j
ccssione di Monte Accinico, 97, 8-10.
Ubaldini (degli) Ugolino di Francesco, ric, 286,
18-19.
Ubaldini (degli), Ugolino di Tano, viene cacciato ini
bando da Firenze per sospetti di trame con rimpe-
ratore Lodovico U Bavaro (an. 1329), 159, 36-37.
Ubaldino, V. Ardinghelli U. ; FoittUi V.
(Ubaldino di F«.telIo-Uberto di Strozza] INDICE ALFABETICO
m
Ubaldino di Fasiello, V. Petriboni U. di F.
Ubaldino di Niccol6, v. ArdinghelH (degli) U. di N.
Ubaldino (d'), V. Bernardo d'U.
Ubaldo d'Aguiglione, {; nelle liste dei Priori del 1306
febbraio-1307 febbraio, 99, 38.
Ubaldo di Fetto, i;. Ubertino U. di F.
Uberti Cione, 6 nelle liste dei Priori del 1313 febbraio-
1314 febbraio, 116, 8.
Uberti (degli), nobile fam. fiorentina del quartiere di
Porta S. Maria, 21, 9 ; " siia leggendaria discendenza
da Uberto Cesare, favoloso figlio di Catilina capo-
stipite anche degli Ottoni di Germania, XXX,
19-33»; « costituito anche in Firenze il libero Co-
mune, i snoi componenti partecipano spesso al Go-
verno della c. quali consoli, LV, 11-32,,; scendono
in piazza armati, uniti ai popolani e ad altri di nobili
fam., contro i consoli in carica che non erano di loro
gradimento (an. 1177), 25, 8-21; " cf. LIV, 27-25-
LIX, 1-7 „ ; propagatisi, in Firenze, i due par-
titi avversi dei Guelfi e Ghibellini, si schierano ben
presto con quesfiiltimi, 28, 26 ; riprese le lotte piii
tardi tra i due pred. partiti, scendono nuovamente
contro i Guelfi divenendo presto i veri capi dei Ghi-
bellini, 35, 15 ; nelle loro case, divenute rocca forte
del partito, s'adunano i Ghibellini per muovere con-
trg gli avversari e per difendersi da essi (an. 1248),
15-16 ; (an. 1250), 37, 28-29 ; nella rivolta per6 contro
i Ghibellini le loro case vengono prese dalla foUa ed
abbattute (an. 1258), 44, 7 ; e nel loro posto viene
innalzato piii tardi, per deliberazione del Comune, il
Palazzo dei Priori (an. 1298), 76, 38-40.
Uberto (degli) AsiNO, fratello di Farinata, uccide Cece
Buondelmonti, 49, 26.
Uberti (decli) Azzolino e Neracozzo, rifugiatisi a
Siena dopo la cacciata dei Ghibellini da Firenze, sono
costretti poi, in seguito alla pace dei Senesi coi Fio-
rentini, ad allontanarsi, ma presi da qiiesfultimi ven-
gono fatti decapitare (an. 1270), 55, 1-7.
Uberti (degli) Conticino, rifugiatosi anch'egli con gli
altri consorti a Siena e costretto poi con gli altri ad
uscirne viene preso con Azzolino e Neracozzo dai Fio-
rentini ma gli viene risparmiata la vita e mandato a
re Carlo d'Angi6 a Napoli che lo fa rinchiudere in
una torre (an. 1270), 55, 1-7.
Uberti (degli) Farinata, va pr. Manfredi a domandare
aiuto e protezione per i Ghibellini cacciati da Firenze
(an. 1260), 45, 21-25 ; suo stratagemma per ottenere
da questo aiuti maggiori di quelli dati, 25-30 ; 46,
1-11, 17-32 ; sua missione pr. gli Anziani del Comune
fiorentino, 28-29 ; si oppone ad Empoli alla proposta
di distruggere Firenze, 48, 33-36 ; ric, 49, 25.
"Uberti (oEGLi) Fazio, rtc. XXX, 2 „.
Uberti (degli) Giovanni, viene inviato dai Ghibellini
pr. Manfredi per domandare aiuti (an. 1258), 43, 32-34.
" Uberti (degli) Guido, console (an. 1174), LV, 11 „.
Uberti (degli) Mosca, pronunzia la nota frase chespinge
i congiurati airuccisione di Buondelmonte, 29, 26,
29-30.
" Uberti (degli) Schiatta, console (an. 1197), LI,
26 „.
Uberti (degli) Schiatta ed Uberto, vengono uccisi
durante la rivolta popolare contro i Ghibellini (an.
1258), 44, 4, 10-11.
Uberti (degli) Tosolato, e a capo di una brigata di
Ghibellini che tenta di rientrare in Firenze (an. 1304),
93, 17-20 ; 96, 38-39.
Uberti di Pistoia, consigliere del Duca d'Atene, ric,
200, 28.
Ubertini Lapo Uberti, 6 nelle liste dei Priori del 1289
dicembre-ijgo dicembre, 67, 12 ; e del 1293 febbraio-
1294 febbraio, 74, 11.
Ubertini Ubaldo di Fetto, fe Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1382 gennaio 1383 aprile), 425, 9.
Ubertini (degli) Aghinolfo, figlio di Bettino, fatto
prigioniero dai Fiorentini e messo a morte, viene ri-
scattato dai potenti consorti, signori di varie terrel
neirAretino, con la cessione al Comune fiorentino del
castello di Lanciolina (an. 1324), 138, 16-20.
Ubertini (degli) Azzo, alleato dei Fiorentini (an. 1376),
297, 36-39 ; viene richiesto d'aiuti dai pred. (an.
1379), 356, 33 ; intimato dal Comune a restituire
le terre del contado d'Arezzo da lui tenute viene con
questo ad accordi, 432, 33-40.
Ubertini (degli) Bettino, ottiene in dote dai Conti di
Romena il castello di Lanciolina, 138, 15-18.
[Ubertini (degli) BuosoJ, vescovo d'Arezzo fe consi-
gliere del Duca d'Atene (an. 1342), 200, 28 ; stringe
una lega coi Fiorentini (an. 1344), 221, 15-18.
Ubertini (degli) Guglielmo, vescovo d'Arezzo, viene
fatto dai Ghibellini signore della c (an. 1287), 63,
10-12 ; muore combattendo contro i Fiorentini a
Campaldino (an, 1289), 66, 2-3.
Ubertino da Carrara, viene riconosciuto insieme al
fratello Marsilio signore di Padova (an. 1336), 185,
2-10.
Ubertino di Rosso, V. Sfrozzi {degli) U. di R.
Ubertino dello Strozza, k nelle liste dei Priori de-
1283 dicembre-1284 dicembre, 59, 34 ; del 1287 feb-
braio-1288 aprile, 63, 23 ; del 1295 febbraio-1296 feb-
braio, 75, 28 ; del 1298 febbraio-1299 febbraio, 77,
41 ; del 1305 febbraio-1306 febbraio, 98, 11 ; del
1307 febbraio-i3o8 febbraio, 102, 17 ; e del 1309 feb-
braio-1310 febbraio, 106, 20.
Ubkrto, V. Benvenuti (de') U. ; Pulci (de') U.
Uberto di Benvenuto, viene ammonito (an. 1372),
283. 35.
" Uberto Cesare, leggendario figlio di Catilina stabi-
litosi dopo la distruzione di Fiesole in Firenze, i
cui discendenti dettero origine agli Ottoni di Germa-
nia ed agli Uberti di Firenze, XXXIII, 18-33 „;
" suo raffronto con Bertaldo Cesare delln leggenda
Stefaniana, XXXIII, 17-35-XXXIV, 1-30 „.
Uberto di Gherardo, V. Giuochi (de') U. di G.
Uberto di Jacopo da Certaldo, 6 nelle liste dei Priori
del 1304 febbraio-1305 febbraio, 96, 25.
Uberto di Lando, V. Albizzi (degli) U. di L.
Uberto di Pagno, V. Albizzi (degli) U. di P.
Uberto di Rinaldo, V. Pulci U. di R.
Uberto di Schiatta, V. Ridolfi U. di S.
Ubbkto di Strozza, V. Strozzi (degli) U. di S.
634
INDICE ALFABETICO
(Ubcrt« di StrMxa-UlWitril
Ubbxto di Strozza di Jacopo, 6 nelle liste dei Priori del
1350 gennaio-1351 genuaio, 239, 40; v. anche Strozzi
(deili) Uberto di Strozzi di Jacopo.
Uberto d'Ubaldino, V. Infangaii U. d'U.
Ubbriachi Primkrano, 6 nelle liste dei Priori del 1340
dicembre-1341 dicembre, 190, 4.
UccKLLiNi, fam. fiorentina, esce da Firenze coi Guelfi
all'annunzio della sconfitta di Montaperti (an. 1260),
48, 13.
UccELLiNi (degli) Chiermontesk, h nellc liste dei Priori
del 1305 febbraio-r3o6 febbraio, 98, S ; e del 1312
febbraio-1313 fcbbraio, 114, 40.
Uccellini (degli) Cino del Buoso, h nelle liste dei
Priori del 1306 febbraio-1307 febbraio, 99, 29.
UccELLiNi (degli) Maso di Chiermontese, 6 nelle liste
dei Priori del 1325 febbraio-1326 febbraio, 152, 4 ;
k Gonfaloniere di Giustizia (liste 1331 dicembre-
1332 dicembre), 169, 25 ; 6 di nuovo nelle liste dei
Priori del 1336 dicembre-1337 dicembre, 186, 17 ;
e del I33g dicembre-1340 dicembre, 188, 27 ; e Gon-
faloniere (liste 1344 maggio-1345 maggio), 222, 22.
UoHi, fam. fiorentina del quartiere di Porta S. Brancazio,
21, 3
Uoo, V. Aldobrandini U. ; AltovUi (degli) U. ; Lotterin-
ghi U.
Ugo di Guccio, e nelle liste dei Priori del 1358 gennaio-
1359 gennaio, 254, 33.
Ugo di Guido, V. Battifolle (da) U. di G.
Ugo di I.apo, V. Spini (degli) U. di L.
Ugo della Stufa, va ambasc. pr. il pp. in Avignone (an.
1345). 226, 22.
Ugo (d'), V. Consiglio d'U. ; Filippo d'U. ; Giovenco d'U .
Ugolini Bencivenni, notaio dei Priori, ric, 62, 30.
Ugolini Domenico di Berto, e nelle liste dei Priori
del 1367 gennaio-1368 gennaio, 267, 16 ; gli viene
bruciata la casa dai Ciompi (an. 1378), 322, 43.
Ugolini Giovanni, ^ nelle liste dei Priori del 1284 di-
cembre-1285 dicembre, 60, 31.
Ugolini Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1284 dicembre-
1285 dicembre, 60, 33.
Ugolini Luca di Feo, 6 nelle liste dei Priori del 1349
gennaio-1350 gennaio, 235, 35 ; e del 1354 gennaio-
1355 gennaio, 248, 6 ; viene bandito da Firenze
(an. 1360), 258, 9.
Ugolini Pieri di Cknni, e nelle liste dei Priori del 1351
gennaio-1352 gennaio, 240, 23 ; viene ammonito
(an. 1363), 261, 27.
Ugolini Vanni, 6 nelle liste dei Priori del 1299 febbraio-
1300 febbraio, 82, 23 ; v. anche Vanni d'Ugolino
Uooti^o, V. Atiavanti U. ; Benvenuti U. ; Tonio U.
Ugolino d'Andrea, 6 nelle liste dei Priori del 1328 di-
cembre-1329 dicembre, 160, 32.
Ugolino di Bonzo, e di Bonzi, k> nelle liste dei Priori
del 1363 gennaio-1364 gennaio, 264, 14 ; del 1368
gennaio-1369 gennaio, 273, 19 ; e del 1373 gennaio-
1374 gennaio, 289, 27 ; viene ammonito (an. 1377),
305, 3 ; 308, 43.
Ugolino delle Grottk a Mare, viene inviato da Gian-
notto pr. il Comune di Firenze per tentare di venire
con essa ad accordi e spillar denari ma senza poter
raggiungere Tintento, 372, 3-8; " cf. CXVI, 11-1«,
33 „.
Ugolino di Naddo, V. Rucellai U. di N.
Ugolino di Neldo, e di Noldo, v. Gherardini U. di N.
Ugolino di Piero, march. da S. Maria a Monte, podesta
di Firenze cacciato dai Ciompi, viene restituito nt;l
suo ufficio (an. 1378), 335, 38-40 ; fa tagliare la te-
sta ai due degli Otto di Balia di S. Maria Novella ve-
nuti al palazzo dei I*riori in atteggiamento minac-
cioso, 366, 1-11 ; condanna a pene varie nelle per-
sone e negli averi molte altre per.sone implicatc nel
tentativo di rivolta dei suddetti Otto, 336, 11-41 ;
337, 1-7.
Ugolino di Sozzo da Trkbbio, notaio dei I*riori, ric,
129, 8.
Ugolino di Veri, e di Vieri, i nelle liste dei Priori dcl
1349 gennaio-1350 gennaio, 235, 9 ; e del 1355 gen-
naio-1356 gcnnaio, 249, 35 ; e Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1359 gennaio-1360 gennaio), 256, 21 ;
e (liste 1363 gennaio-1364 gennaio), 264, :>.
Ugolino da Villanova, notaio dei Priori, ric, 268, <>•
Ugolino di Zampa, 6 nelle liste dei Priori del 1293 feb-
braio-1294 febbraio, 713, 34 ; e del 1307 febbraio
1308 febbraio, 102, 19 ; v. anche Giugni (de') U. di Z.
Ugolino (d'), v. .4lessandro d'U. ; Vanni d'U.
Uguccione, v. Tizzoni (de') U.
Uguccione della Faggiola, famoso condottiero ghibcl-
lino, viene richiesto d'aiuti da Corso Ltonati (che
aveva sposato una sua figlia) per poter farsi signorc
di Firenze (an. 1308), 100, 18-20, 25-27 ; fe fatto vica-
rio deirimpero da Arrigo VII, 114, 3 ; viene accla-
mato dai Pisani, alla morte del detto Arrigo, loro
Capitano generale e Signore (an. 1313), 5-5;vacon
questi contro Lucca e la costringe a fare rientrare
i Ghibellini (an. 1314), 8-9 ; s'impadronisce con
Taiuto di questi della c, 15 ; prende Cigoli e Montc Cal-
vi, 115, 30-31 ; assedia Montecatini (an. 1315), 116, ;
31-35 ; sconfigge i Fiorentini corsi in aiuto dcgli as-
sediati, 117, 31-35 ; prende Montccatini e Monte
Sommano e gli si danno i castelli di Vinci e di Cer-
reto Guidi, 118, 10-12, 15-20 ; perde nello stesso
tempo la signoria di Pisa e di Lucca e se ne va pr.
i signori della Scala, 120, 16-29 ; " cf. LXXXIX.
22-35 ; XCI, 30 „.
Uguccione da Gaggio, caporale della Compagnia di S.
Giorgio, 367, 16.
Uguccione di Ricciardo, v. Ricci (de') U. di R.
Uguccione di Rinieri, v. Bondoni U. di R.
Uguccione di Tizzone, 6 nelle liste dei Priori del 1310
febbraio-1311 febbraio, 108, 10.
Uguccione (d') v. Aldobrandtno d'U. ; Neri d'U.
Uguicciozzo d'Ardingo, V. Ricci (de') U. d'A.
Ulkggio (da), V. Giovanni da U.
Ulivieri Benvenuto, notaio dei Priori, ric, 65, 22.
Ulivieri Giovanni Donati. 6 nelle liste dei Priori del
1283 dicembre-1284 dicembre, 59, 34 ; del 1285 di-
cembre-1286 dicembre, 61, 39 ; del 1292 febbraio-
1293 febbraio, 72, 19 ; e del 1300 febbraio-t^oi feb-
braio, 86, 24.
Ulivieri Lapo Guazza, e nelle liste dei Priori del 129
{ Uli vieri' V «Iduiie veU]
INDICE ALFABETICO
635
febbraio-1293 febbraio, 71, 33 ; h Gonfaloniere di
Giustizia (liste 1296 febbraio-1297 febbraio), 76, 35 ; e
di nuovo nelle liste dei Priori del 1302 febbraio-
1303 febbraio, 91, 2.
Ulivieri del Carbone, 6 nelle liste dei Priori del 1320
febbraio-1321 febbraio, 127, 22.
Ulivieri di Gherardino, V. Cerchi (de') U. di G.
Ulivieri di Lapo, V. Guazza U. di L.
Unganelli Francesco, e nelle liste dei Prjori del 1343
aprile-1344 aprile, 218, 24.
Unganelli Francesco di Maso, k nelle liste dei Priori
dl 1313 febbraio-1314 febbraio, 115, 35.
Unganelli Fruosino, h nelle liste dei Priori del 1353
gennaio-1354 gennaio, 246, 21.
Ungaria, V. Ungheria.
Unoheresi. e Ungari, soldati veniiti in Italia dairUnghe-
ria a soldo del principe Carlo della Pace di Durazzo
(an. 1380), 375, 30 ; vengono col pred. Carlo con-
tro il contado fiorentino, 379, 25-37 ; conclusa la
pace tra i Fiorentini e Carlo se ne partono, 381,
17-18 ; vengono assoldati pei Genovesi da Baldas-
sarre Spinoli, ma impedita loro Tentrata nel ter-
ritorio genove.se ritornano nel contado fiorentino
dove, dato loro il passo attraverso le Alpi di Pistoia,
ripartono alla volta della patria, 382, 23-29.
Uncheria (d'), V, Andrea d'U.
Uncheria (re d"), V. Carlo Uberto (aa. 12^2-1343) ; Liiigi
(aa. 1342-1388) ; v. anche Carlo di Durazzo.
Urbano V, pp. (aa. 1362-1370) esprime agli ambasc.
fiorentini il suo risentimento contro il Comune per
la mancata promessa di lega contro Bernab6 Vi-
sconti, 264, 5 ; 265, 1-3 ; gli vengono inviati am-
basc. dai Fiorentini per stringere la detta lega (an.
1369), 271, 35-38 ; nomina card. il fiorentino Piero
Corsini nipote di Filippo degli Albizzi grande fau-
tore della lega pred., 274, 16-17; ric, 268, 15;
269, 24 ; 437, 38.
Urbano VI pp. (aa. 1378-1389), sua elezione, 311, 26-39 ;
312, 1-15 ; i suoi antenati, 5-19 ; si aliena pel suo ca-
rattere gli animi dei Card., che cominciano quindi
improvvisamente a dichiarare irregolare, contraria-
mente alle loro prime dichiarazioni, la sua elezione,
15-20 ; infondatezza di queste affermazioni, secondo
lo Stefani 20-25 ; interviene nelle lotte civili di Na-
poli in favore di Carlo di Durazzo contro la re-
gina Giovanna, 39-40 ; 313, 1-35 ; gli viene contrap-
posto come antipapa dai Card. suoi nemici, adunati
a Fondi sotto la protezione della detta regina Gio-
vanna, il Card. Roberto di Ginevra, 36-45 ; 314,
1-5 ; viene informato dai Fiorentini della lettera
inviata dal Duca d'Angi6 annunziante il suo ar-
rivo in Italia in aiuto della pred. Regina 412, 6 ;
manda ambasc. in Firenze a richiedere il denaro
promessogli nel trattato di pace per potersi difen-
dere dal detto Duca, 420, 46-47 ; 421, 1-6 ; va a
Napoli per reclamare da Carlo di Durazzo Tadempi-
mento di alcune sue promesse, ma, venuto con que-
sto in aperto contrasto viene rinchiuso ed asscdiato
delle genti di questo in Nocera (an. 1384), 433,
3-4 ; suoi dissidi coi Card., 34-38 ; tentativi fatti
dal nipote e da altri per la sua liberazione, 40-45 ;
434, 1-3 ; viene liberato dai fautori del Duca d'Angi6
in favore del quale egli ormai si schiera apertamente
(an. 1385) ; 436, 25-44 ; s'imbarca su galee genovesi
e va a Genova, 437, 10-15 ; quindi a Savona per
tornare poinuovamente nella pred. c, 10-15.
Urlimbacche, capitano di Castruccio nella battaglia
di Altopascio (an. 1325), 143, 10.
UzzANO, castello dei Fiorentini occupato da Gherardino
degli Spinoli signore di Lucca, 165, 13-14.
UzzANO (da), V. Anionio di Agnolo da U. ; Giovanni da
U. ; Nicola da U.
Vaccini Cione, 6 nelle liste dei Priori del 1352 gennaio-
1353 gennaio, 242, 35 ; del 1355 gennaio-1356 gen-
naio, 249. 40 ; e del 1360 gennaio-1361 gennaio,
258, 41 ; t). anche Cione di Vaccino.
Vaccino (di), V. Cione di V.
Vaccio, i;. Cioni V. ; Falcucci V.
Vaglia (da), V. Bene da V.
Vaiani Paolo da Roma, podesta di Firenze, come riesce
a scoprire gli autori di un audace furto, 243, 22-
41 ; suoi prowedimenti contro colpevoli e suo ener-
gico contegno verso i Priori che cercavano d'impc-
dire lo svolgimento della giustizia, 244, 8-34.
Valdambra (Castelli di), di Siena. danneggiati dai Fio-
rentini (an. 1288), 64, 6 ; ric, 32, 25.
Valdarno, di Sopra e di Sotto, vi si rifugiano i Guelfi
cacciati da Firenze (an. 1248), 35, 38 ; viene danneg-
giato da Castruccio (an. 1320), 126, 32-35 ; e (an.
1323), 133, 30-35 ; 6 corso e devastato dalle genti del
JVIaniscalco di Giovanni di Boemia divenuto signore
di Lucca (an. 1331), 169, 38 ; e da quelle di Mastino
della Scala succeduto a Giovanni di Boemia nella
signoria della pred. c. (an. 1335), 190, 7.
Valdarno (Castelh di), dei Lucchesi, si danno sponta-
neamente ai Fiorentini per non cadere in mano dei
Pisani (an. 1314), 115, 21-24 ; ric, 126, 27.
Valdelsa, ric, 39, 7 ; 111, 35 ; 269, 20 ; 368, 36 ; 369,
6, 9. 14 ; 381, 19.
Valdelsa (Colle di), tentano d'entrarvi di furto i
Ghibellini cacciati da Firenze, ma vengono scoperti
e ricacciati dagli stessi Colligiani (an. 1322), 129,
24-27 ; abbatte la signoria dei Tancredi ed affida la
sua guardia e difesa al Comune di Firenze (an. 1331),
170, 3-11.
Valdera (Terre di), dei Pisani, devastate dai Fioren-
tini (an. 1329), 163, 6 ; e di nuovo (an. 1362), 261.
10-14.
Valdicalci (Castello di), ric, 66, 26.
Valdigreve, ric, 87, 33.
Valdilamone, vi viene assalita e sanguinosamente deci-
mata dai contadini della regione la Compagnia di
ventura del conte Lando, 253, 3-9.
Valdinievole, viene devastata dalle milizie di Mastino
della Scala signore di Lucca (an. 1335), 180, 6.
^'aldinievole (Castklli di), si danno spontaneamente
ai Fiorentini per non cadere nelle mani dei Pisani
(an. 1314), 115, 24 ; morto Castruccio, che era riu-
scito ad impadronirsene, tornano a sottomettersi di
nuovo al Comune di Firenze (an. 1329). 162, S6-38.
636
INDICE ALFABETlCO
[Valdipcta-Vcccktetli]
Valdipesa, ric, 21, ii.
Val di Rosia, ric, 368, 3r.,
Val di Sieve, ric, 64, 27.
Val di Strova, ric, 368, 30 ; 369, S ; 381, 19,
Valentini Bartolomeo di Naccio,
i nelle lisle dei Priori del 1366 gennaio-l36y gennaio,
266, J3.
Valentiniano [III] imperatore (aa. 425-455), ric, 15,
23-29.
Vallombrosa (Abate della Badia), viene fatto ucciderc
per sospetti di trame coi Ghibellini (an. 1258), 44,
13-24 ; ric, 285, 34.
Vallombrosa (Badia), sua importanza strategica, 286,
2-5.
Valois (di), V. Carlo di V. ; Filippo di V. ; Maria di V.
Valore, V. Rimbaldi V.
Valore (di), V. Lapo di V. ; Maso di V.
Valori Lapo, 6 nelle liste dei Priori del 1312 febbraio-
1313 febbraio, 114, 22 ; v. anche Lapo di Valore.
Valori Maso, 6 nelle liste dei Priori del 1320 febbraio-
1321 febbraio, 127, 30 ; del 1323 febbraio-1324 feb-
braio, 135, 15 ; del 1324 febbraio-1325 febbraio,
148, 11 ; e del 1327 febbraio-1328 febbraio, 158,
9 ; fe Gonfaloniere di Giustizia (liste 1333 dicembre-
1334 dicembre, 177, 12.
Valori Niccol6 di Taldo, b Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1366 gennaio-1367 gennaio), 266, 15.
Valori Ranieri, 6 nellc liste dei Priori del 1333 dicem-
bre-1334 dicembre, 177, 7.
Valori Taldo, k nelle liste dei Priori del 1321 febbraio-
1322 febbraio, 129, 1 ; del 1328 dicembre-1329 di-
cembre, 161, 2 ; del 1335 dicembre-1336 dicembre
182, 35; e del 1337 dicembre-1338 dicembre, 187,
6 ; i Gonfaloniere di Giitstizia (liste 1339 dicembre-
1340 dicembre), 188, 39.
Valori Valorino di Lapo, k nelle liste dei Priori del
1324 febbraio-1325 febbraio, 147, 40 ; e del 1328
dicembre-1329 dicembre, 160, 33.
Valorini Barna, h Gonfaloniere di Giustizia (liste 1358
gennaio-1359 gennaio), 254, 16 ; b nelle liste dei
Priori del 1361 gennaio-1362 gennaio, 260, 11 ; e del
1367 gennaio-1368 gennaio, 267, 19.
\'alorino, V. Dolcibeni V.
Valorino di Lapo, V. Valori V. di L.
Valorino (di), V. Barna di V.
Valosa (di), V. Valois (di).
Vanni Francesco, notaio dei Priori, ric, 260, 16.
V A n N I M A T T E o, notaio dei Priori, ric, 188, 3.
Vanni, V. Accolti V. ; Angelotti V. ; Ardimanni V. ; Ar-
mati V. ; Bandini V. ; Bcnini V. ; Donnini V. ;
Lamberti V. ; Manetti V. ; Mannucci V . ; Torelli
V. ; Ugolini V.
Vanni Cini, V. Sigoli V. C.
Vanni Ugolini, V. Bencivenni V. U.
Vanni di Bandino, V. Baroncelli V. di B.
Vanni di Benino, V. Formichi V. di B.
Vanni di Benintendi, V. Albizzi (degli) V. di B.
Vanni di Buono, V. Gherardini V. di B.
Vanni del Coppia, h nelle liste dei Priori del 1293 feb-.
braio-1294 febbraio, 74, 8.
Vanni di Corso, V. Mattei V. di C.
V A N N l D I D o N n I N o. i nellc liste dei Priori del
1338 dicembre-l33g dicembre, 188, 9.
Vanni di Dotto, d nelle liste dei Priori del 1325 febbraio-
1326 febbraio, 151, 34.
Vanni di Falco, V. Rondinelli (de') V. di F.
Vanni di Fantone di Giraldo, viene ammonito (an,
1378). 316, 22.
Vanni di Jacopo, V. Vecchietti V. di I.
Vanni di Lando, 6 nelle liste dei Priori del 1346 magHW-
1347 gennaio, 228, 1».
Vanni di Lotto da Signa, notaio dei Priori, 158, 9 ; e
nelle liste dei Priori stessi del 1331 dicembre-i332
dicembre, 169, 20 ; del 1334 dicembre-1335 dicem-
bre, 179, 23 ; del 1340 dicembre-i34i dicembre,
189, 22 ; e del 1348 gennaio-1349 gennaio, 234, 13.
Vanni di Mannuccio, i nelle liste dei Priori
del 1385 maggio-1386 aprile, 443, 6.
Vanni di Michele, fe fatto Cavaliere (an. 1381), 394, 3,
Vanni di Migliore, fe Gonfaloniere di Giustizia (liste
1344 maggio-1345 maggio), 222, 22.
Vanni di Neri, 6 nelle liste dei Priori del 1325 febbraio-
1326 febbraio, 152, 9.
Vanni d'Oderigo, V. Bellondi (de') V. d'0.
Vanni di Pagno, V. Albizzi (degli) V. di P.
Vanni di Puccio, V. Benvenuti V. di P.
Vanni di SiMONE DA QuARATA, e fatto Cavaliere dai
Ciompi (an. 1378), 323, 33 ; partecipa, come Gonfa-
loniere di Compagnia, alla Balia per la riforma del
Governo (an. 1381). 394, 26.
Vanni di Stefano, notaio dei Priori, ric, 428, 38.
Vanni d'Ugolino, fe nelle liste dei Priori del 1286 di-
cembre-1287 dicembre, 62, 24 ; e del 1294 febbraio-
1295 febbraio, 75, 7 ; v. anche Ugolini Vanni.
Vanni (di), V. Bindo di V. ; Bonaccorso di V. ; Domeiiico
di V. ; Jacopo di V. ; Luca di V. ; Maffeo di V. ;
Niccold di V. ; Xtito di V. ; Simone di V. ; Toiiniiaso
di V.
Vannino di Ventura, 6 nelle liste dei Prioji del 1325
febbraio-1326 febbraio, 152, 8.
Vecchietti, fam. fiorentina del quartiere di Porta S.
Brancazio, 21, 8 ; di Parte guelfa, 28, 23 ; csce da
Firenze aU'annunzio della sconfitta di Montapcrti
(an. 1260), 48, 5 ; si schiera coi Bianchi, 80, 37.
Vecchietti Bindo di Giovanni, e nelle liste dei Priori
del 1370 gennaio-1371 gennaio, 276, 28.
Vecchietti Ugo ui DpMENico, viene escluso dagli uflici
(an. 1379), 364, 4.
Vecchietti Vanni di Jacopo, i; nelle liste dei Priori
del 1372 gennaio-1373 gennaio, 284, 35 ; 6 fatto
cavaliere dai Ciompi (an. 1378), 324, 21 ; viene
escluso dagli uliici per tre anni (an. 1379), 364, 5 ;
fe di nuovo neUe liste dei Priori del 1383 Iiiglio-i384 i
agosto, 428, 19.
N^^ecchietti (de') Niccol6 di Jacopo, h dei Priori (a
1380 settembre-ottobre), 383, 16.
Vecchietti (de') Ramondino di Giovanni, fe nelle list
dei Priori del 1376 gennaio-1377 gennaio, 306. 27
riforme d'Ordini reclamate dalla Parte gruelfa aj
provate durante U suo priorato, 301, 6-13, 36-42;
IVelluti-Vieri]
mDICE ALFABETICO
637
STio comportamento verso Taccusato Giovanni di
Luigi de' Mozzi vicario di Valdinievole, 303, 8-9,
15-40 ; 304, 1-21 ; h tra i capi di Parte guelfa accorsi
a difesa contro le minacce dei popolani (an. 1378),
318, 12 ; h fatto cavaliere dai Ciompi, 324, 22 ; viene
condannato per trame contro lo Stato a duemila fio-
rini d'oro ed a sei anni di confine, 339, 41.
Velluti Bernardo di Matteo, viene condannato per
trame contro lo Stato (an. 1381), 400, 21 ; f. anche
Velluii (de') Bernardo di Matteo.
Velluti Bernardo di Salvestro, va ambasc. pr. Carlo
re di Puglia per rincoronazione della regina Marghe-
rita sua moglie (an. 1381), 390, 17.
Velluti Donato, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste 1369
gennaio-1370 gennaio), 275, 14.
Velluti Donato di Lamberto, 6 nelle liste dei Priori
del 1341 dicembre-1342 dicembre, 191, 1 ; 199, 1 ; 6
Gonfaloniere di Giustizia (liste 1350 gennaio-r^ji
gennaio), 239, 30 ; e di nuovo nelle liste dei Priori
del 1355 gennaio-1356 gennaio, 250, 11.
\'elluti Gherardino di Piero, viene condannato nel-
Tavere e nella persona per la spedizione contro Fi-
gline (an. 1379), 351, 8 ; 6 bandito come ribelle (an.
1380), 370, 23.
Velluti Piero di Gherardo, 6 nelle liste dei Priori
del 1348 gennaio-1349 gennaio, 234, 8.
Velluti (de') Bernardo di . . . 6 degli Otto ufficiali
incaricati della vendita dei beni dei condannati (an.
1380). 372, 22.
Velluti (de") Bernardo di Matteo, h nelle liste dei
Priori del 1367 gennaio-i^es gennaio, 267, 23 e del
1376 gennaio-1377 gennaio, 307, 16 ; ». anche Vel-
luti Bernardo di Matteo.
Velluti (de') Gherardino, e nelle liste dei Priori del
1298 febbraio-r299 febbraio, 78, 26.
Velluti (de') Lapo, 6 Gonfaloniere di Giustizia (liste
1307 febbraio-r3o8 febbraio), 102, 29.
Velluti (de') Piero, 6 nelle liste dei Priori del 1336
diccmbre-1337 dicembre, 186, 12 ; e del 1353 gennaio-
1354 gennaio, 246, 6.
Velluti (de') Piero di Gherardino, 6 nelle liste dei
Priori del 1323 febbraio 1324 febbraio, 135, 30 ; e
del 1331 dicembre-1332 dicembre, 169, 5.
Velluto (del), V. Diotaiuti del V. ; Mico del V.
Venceslao [Lamelao], imperatore (aa. 1379-1400), fi-
glio di Carlo IV, gli vengono mandati ambasc. dal
Comune fiorentino (an. 1381), 389, 32-3« ; ric, 338,
5-6.
Venedicq, V. Pretassini {de') V.
Venezia [Vinegia] (da), v. Fantino da V.
\kneziani [Viniziani], vengono sconfitti dal Legato di
Ravenna (an. 1309), 103, 16-17 ; stringono lega coi
Fiorentini, cui aderiscono anche altri, contro i si-
gnori della Scala (an. 1336), 181, 15-21 ; vengono
a pace con Mastino della Scala e costringono i Fio-
rentini ad accettare i patti di essa, 185, 25-36 ; ven-
gono inviati loro ambasc. dai Fiorentini per soUeci-
tare la .soluzione della questione coi Genovesi a ri-
guardo di Tenedo (an. 1382), 419, 38-45 ; 420, 1-fi ;
ric, 186, 32, 36.
Venisti (di), V. Caro di V. ; Jacopo di V.
Venosa, ric, 36, 20.
Venni Paolo, notaio dei Priori, ric, 273, 28.
Ventura, V. Monachi V
Ventura da Faenza, caporale della Compagnia di S.
Giorgio, 367, 17.
Ventura (di), V. Arrigo di V. ; Francesco di V. ; Giovanni
di V. ; Michele di Pagno di V. ; Niccola di V. ; Nic-
colb di Brunetto di V. ; Vannino di V,
Verdiano, V. Arrighi V.
Vkri, V. Rondinelli V.
Veri di Duccio, 6 nelle liste dei Priori del 1312 febbraio-
1313 febbraio, 114, 27.
Veri di Falco, V. Baldovini V. di F.
Veri (di), V. Ugolino di V.
Vermigli Geri, 6 nelle liste dei Priori del 1344 maggio-
1345 maggio, 222, 9.
Vermiglio di Franchino, notaio dei Priori, ric, 273, 40.
Vermiglio di Jacopino, V. Alfani V. di J.
Vernacci Bindo, 6 nelle liste dei Priori del 1290 dicem-
bre-1291 dicembre, 67, 40 ; e del 1302 febbraio-1303
febbraio, 91, 9.
Vernia, ric, 143, 39-40.
Verona, viene assalita dalle milizie venete e fiorentine
che prendono vari castelli, 184, 34-35 ; 185, 25-20 ;
ric, 375, 30 ; 436, 6.
Verre (del), V. Caruccio del V.
Vkspucci Cesti di Lapo, notaio dei Priori ric, 112, 25.
Vespuccia, e Vespuccio, v. Dolcibeni V. ; Simone V.
Vestri Michele, notaio dei Priori, ric, 240, 47 ; 250, 31.
Vettolino, V. Monte Vettolino.
Vettori Agnolo di Neri, b nelle liste dei Priori dcl
1373 gennaio-1374 gennaio, 289, 26 ; e del 1385 mag.
gio, 1386 aprile, 443, 2.
Vkttori Alamanno di Torello, 6 Gonfaloniere di Giu-
stizia (liste 1355 gennaio-1356 gennaio), 250, 0.
Vettori Filippo di Recco, k nelle liste dei Priori del
1357 gennaio-1358 gennaio, 251, 39.
Vettori Jacopo di Alamanno, ^ nelle liste dei Priori
del 1368 gennaio-1369 gennaio, 273, 18 ; e del 137J
gennaio-1373 gennaio, 284, 2.
Vettori Neri di Boccuccio di Manno, e nelle liste dei
Priori del 1328 dicembre-X329 dicembre, 160, 30.
Vettori Paolo, 6 nelle liste dei Priori del 1358 gennaio-
1359 gennaio, 254, 8 ; e del 1361 gennaio-1362 gen-
naio, 260, 6.
Vezzi (de') Duccio di Macca, k nelle liste dei Priori del
1307 febbraio-1308 febbraio, 102, 15.
Vkzzosi Vezzo, 6 nelle liste dei Priori del 1302 febbraiu-
1303 febbraio, 90, 37 ; e del 1308 febbraio-1309 feb-
braio, 104, 25.
VicENZA, viene assediata dalle milizie venete e fioren-
tine alleate contro i signori della Scala, 185, 26.
VlccHio, castello costruito da Fiorentini nel Mugello (an.
1324), 128, 22-24.
ViccHlo (da), V. Tancredi da V.
Vico, terra dei Senesi occupata dai Fiorentini (an. 1260),
45, 32.
ViERl, V. Rondinelli {de') V.
VlKRl Falchi, V. Baldovini V. F.
Tomo XXX. p. I — 41.
638
INDICE ALFABETICO
(Vicri d»\ B*Uo>Vitconti]
ViERi DEL Bello, V. RondinelH V. del B.
ViERi Di Bbrto di Vieri d'Ugo, V. Scali {degli) V.
di B. di V. d'U.
Vieri di Cambio, V. Medici (de') V. di C.
ViERi Di Falco, V. Davamati V. di F.
ViERi Di Gherardo, V. Bardi (de') V. di G.
ViERi Di Paolo, viene confinato a Perugia per cinque
, anni (an. 1381), 400, 46.
ViERi Di Pepo, V. CavicciuH V. di P.
ViERi (di), t;. Lapaccio di V. ; Luca di Piero di V. ;
Ugolino di V.
ViGGiAKO, castello degli Ubaldini preso e distrutto dai
Fiorentini (an. 1373), 286, 37.
ViGNONE, V. Avignone.
ViGOROsi Francesco, 6 ncUe liste dei Priori del 1350
gennaio-1351 gennaio, 240, 8 ; del 1366 gennaio-
1367 gennaio, 266, 22 ; e del 1373 gennaio-1374 gen-
naio, 289, 17 ; viene ammonito (an. 1377), 305, 23 ;
309, 9.
ViGORosi Marco di Francesco, h fatto cavaliere dai
Ciompi (an. 1378), 324, 31.
ViGOZZo (da), V. Nttcciarello da V.
ViLLAM AGNA (da), V. FiHppo di Jacopo da V.
ViLLANi Andrea, e nelle liste dei Priori del 1354 gennaio-
1355 gennaio, 248, 22 ; i Gonjaloniere di Giustizia
{liste 1363 gennaio-1364 gennaio), 263, 6 ; e di nuovo
nelle liste dei Priori del 1368 gennaio-1369 gennaio,
273, 32; del 1372 gennaio- 1373 gennaio, 384, 5;
e del 1376 gennaio-1377 gennaio, 307, 10.
ViLLANi FiLiPPO, 6 nelle liste dei Priori del 1323 febbraio-
1324 febbraio, 135, 25.
ViLLANi GiovANNi, 6 nelle liste dei Priori del 1315 feb-
braio-r3i6 febbraio, 122, 16 ; del 1320 febbraio-
1321 febbraio, 127, 32; del 1327 febbraio-1328 feb-
braio, 158, 1 ; viene ricordato dallo Stefani come
storico del suo tempo, 30, 11 ; 57, 31 ; " la sua cro-
naca 6 xina delle fonti principali dello Stefani stesso,
XXXI, 14-32 ,, ; " la sua cronaca e quella dello Ste-
fani, V, 16, 21 ; VI, 1-10 „ ; " esame analitico di
passi corrispondenti delle due dette cronache,,
XXVIII-XCIX „ ; V. anche Stefani Marchionne, ric,
passim neU'Introduzione.
ViLLANi Matteo, viene ammonito (an. 1363), 261, 22.
ViLLANO di Stoldo, 6 nelle liste dei Priori del 1299 feb-
braio-1300 febbraio, 82, 19.
\'illanova (da), V. Ugolino da V.
ViLLANUCci LoRENZo Di Mari, 6 nelle liste dei Priori del
1341 dicembre-1342 dicembre, 190, 31.
ViLLANUccio. condottiero di ventura, ric, 398, 24.
ViLLANUZZi BoNACcoRSO, 6 nclle liste dei Priori del
1292 (ottobre-dicembre), 58, 26 ; e del 1290 dicem-
bre-1291 dicembre, 68, 8.
ViLLANUZzi CiONE, 6 nellc liste dei Priori del 1283 di-
cembre-1284 dicembre, 60, 9.
ViLLANUZZO (di), V. Cione di V.
" ViLLARi Pasquale, storico, confuta Tipotesi delfHar-
twig e diraostra che Firenze con la venuta di Federico
I non perdette affatto la sua giurisdizione sul conta-
do, Lll, 24-31 „ ; " esame di quanto egli e il Santini
affermano a riguardo deiracquisto del casteUo di
Monte Cros.soli, XLVIII, 32-35-LI, 1-37,.; " cri
tica di quanto egli dice sugli Uberti, LV, 1-5 ,, ;
" ric, passim neirintroduzione „.
ViNCi Lippo, h Gonfaloniere di Giustizia (liste 1300 feb-j
braio-1301 febbraio), 86, 28.
ViNci, castello Valdarno dei Fiorentini si ribella e pasaal
ad Uguccione (an. 1315), 118, 15-18.
ViNCi (da e Di), V. Rinieri Salvi da V. e di V. ; Rinieri^
di V.
ViNEGiA e ViNiziANi, V. Venezio e Veneziani.
ViNTA (di), V. Giovanni di V.
ViNTA DEL Caccia, V. Altoviti V. del C.
ViRGiLio, cit., 5, 2 ; 7, 38 ; " cf. XXXI, 13 „.
Virt6 (Conte di), v. Visconti Gian Galeazzo.
ViscONTi Azzo, figlio di Galeazzo, viene con sue gentil
in aiuto di Castruccio (an. 1325), 143, 14-15 ; vienej
con questo a dare il guasto al contado fiorentino,]
144, 29-37 ; fatto signore di MUano (aa. 1328-1339),]
si allea coi Fiorentini contro Giovanni di Boemiaj
(an. 1332), 172, 11 ; e di nuovo con questi stessi, codI
Luigi Gonzaga e coi Veneziani coutro i signori della j
Scala (an. 1337), 184, 12-14.
ViscONTi Bernab6, signore di MUano (aa. 1354-1385),.]
promette il suo appoggio, secondo alcune voci, allaj
setta fiorentina dei Ricci per la rivolta contro il Go-
verno (an. 1360), 257, 25-39 ; manda sue genti inj
aiuto di S. Miniato al Tedesco contro i Fiorentinij
(an. 1369), 270, 9 ; si allea con questi contro il Legato j
Pontificio di Bologna (an. 1375), 293, 3-4 ; 297, 15-j
17 ; interpone i suoi buoni ufHci per le trattative dij
pace tra Gregorio XI ed i Fiorentini (an. 1377),]
311, 3-13 ; gli vengono mandati ambasc. dai Fioren- j
tini stessi per tentare di ristabilire la pace tra lui e ilj
condottiero di ventura Giovanni Acuto (an. 1378),^
341, 40-43; 342, 1-5; " cf. XCVII, 2-5 „ ; rimette
ai Fiorentini una copia di lettera, da lui intercettata,_
inviata in Francia contro di loro dal Duca D'Angiil
422, 3-4 ; viene fatto prendere e rinchiudere in un
torre dal suo nipote Gian Galeazzo detto Conte di
Virtu (an. 1385), 435, 46-47 ; 436, 1-11 ; ric, 299,|
43 ; 338, 2-3 ; 380, 18 ; 383, 26 ; " CX, 35 „.
ViscoNTi Galeazzo, signore di Milano (aa. 1322-1328
marito di Beatrice d'Este, invia aiuti a Castrucci
(an. 1325), 143, 3-4.
ViscoNTi Galeazzo, nipote deU'arcivescovo Giovanni s^
gnore di Milano e di Bologna, inviato daUo zio co
numerose milizie contro Firenze, viene ad accara-*
parsi con queste a Peretola (an. 1351), 236. 24-3» ;i|
va ad assediare Scarperia, 238, 21-29.
[ViscoNTi GiAN Galeazzo] detto Conte di Virtii,
prendere e rinchiudere in una torre lo zio Bemat
impadronendosi del potere (an. 1385), 435, 46-47 j
436, 1-5 ; gli vengono inviati dai Fiorentini ambas
che stringono con lui una lega, 6-6.
ViscONTi Giovanni, Arcivescovo e Signore di MUan
(aa. 1339-1354), suoi preparativi di guerra, 236
2-12 ; manda contro Firenze suo nipote Galea
24-39.
ViscoNTi LucHiNO, signore di MUano (aa. I339-1349|
ric, 200, 37.
(Vitconti«Zanobi]
INDICE ALFABETICO
639
ViscONTi Marco, el. Capitano dalle milizie tedesche
lasciate da Lodovico il Bavaro pr. Cerruglio, muove
con queste contio Lucca ed occupa la c. (an. 1329),
161, 34-36 ; venuto ad accordi coi Lucchesi, offre la
c. di Lucca, a nome delle dette milizie, a mezzo di
Pino della Tosa e del Vescovo della c. stessa, al Co-
mune di Firenze, ma rofferta non viene accettata,
162, 2-12 ; va con le dette milizie in aiuto dei Pisani
che cacciano cosi il Vicario lasciato dairimperatore
e ricostituiscono il libero Comune, 24-26 ; va in Fi-
renze per riprendere le pratiche della cessione di
Lucca al Comune, ma anche questa volta inutil-
mente, 162, 22-32 ; tornato in Milano viene fatto
strangolare dai fratelli, 32-33.
ViscoNTi Matteo, signore di Milano (aa. 1311-1322),
sue lotte con Roberto di Napoli, 125, 39.
VisDOMiNi, fam. fiorentina del quartiere Duomo, 21, 7 ;
di Parte guelfa, 28, 24 ; esce da Firenze airannnnzio
della sconfitta di Montaperti (an. 1260), 48, 13.
VisDOMiNi (de') Gherardo, 6 nclle liste dei Priori del
1291 dicembre-1292 dicembre, 69, 13.
VisDOMiNi GuiDO CoNTi, 6 ncUe liste dei Priori del 1285
dicembre-1286 dicembre, 61, 30.
ViTA Pasquini Nuti, t;. Rapucci (de') V. P. N.
Vita (di), V. Bonaccorso di V. ; Giovanni di V.
Vitella (della), V. Giovanni di Bindo della V. ; Pie-
ruzzo d'Andrea della V.
\'iterbo, vi vengono mandati dagli Otto di Balia del
Comune di Firenze emissari per suscitarvi rivolte
contro il dominio della Chiesa (an. 1375), 293, 33-
35; ric, 43, 11 ; 154, 23.
ViTERBO (da), V. Giovanni di Vannicello da V.
ViTERBO (di), V. Tommaso di V.
ViTORATA, ric, 377, 32, 34, 36.
ViTORATA (da), V. Baldo da V.
ViTTOLiNO, castello, viene dato dai Pistoiesi ai Fioren-
tini (an. 1321), 167, 19.
ViTTORi BoccAccio Di Manno, S uelle liste dei Priori del
1319 febbraio-1320 febbraio, 126, 19.
ViTTORi GiANNOzzo Di Neri, h dci Cinquantadue cit-
tadini cui viene data la Balia, insieme ai Priori e Col-
legi, per la riforma del Governo (an. 1381), 395,25.
ViVALDi Manfredi, ric, 171, 34.
ViviANi AzzoLlNO, 6 nelle liste dei Priori del 1351 gen-
naio-1352 gennaio, 240, 23.
ViviANi DoNATO Di Lapo, 6 uelle liste dei Priori del 1306
febbraio-1307 febbraio, 99, 19 ; del 1308 febbraio-
1309 febbraio, 104, 6 ; del 1309 febbraio-i3io feb-
braio, 106, 21 ; del 1312 febbraio-1313 febbraio,
114, 38 ; e del 1313 febbraio-1314 febbraio, 116, 28.
ViviANi FoRiGiANO, k nelle liste dei Priori del 1356 gen-
naio-1357 gennaio, 250, 36.
ViviANi GiovANNi Di DoNATO, 6 uelle liste dei Priori
del 1322 febbraio-1323 febbraio, 131, 30 ; 6 Gonfa-
loniere di Giustizia (liste 1324 febbraio-1325 feb-
braio), 148, 4 ; e di nuovo nelle liste dei Priori del
1328 dicembre-1329 dicembre, 160, 35 ; del 1334
dicembre-1335 dicembre, 179, 16 ; e del 1341 di-
cembre-r342 dicembre, 190, 22.
ViviANi Lapo di Donato, h Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1354 gennaio-1355 gennaio), 248, 14 ; 6 nelle
liste dei Priori del 1358 gennaio-1359 gennaio, 254,
15 ; e del 1364 gennaio-i^Ss gennaio, 264, 37.
ViviANi Lapo di Giovanni, 6 Gonfaloniere di Giustizia
(liste 1376 gennaio-r377 gennaio), 307, 3.
Viviani Lorbnzo di Donato, i nelle listc
dei Priori del 1338 dicembre-i33g dicembre, 187, 11.
ViviANi ToMMASO Di Bernardo, 6 nelle liste dei Priori
del 1383 Iuglio-r384 agosto, 428, 21.
ViviANo, Notaio delle Riformagioni, restituisce ai Ciompi
le deliberazioni da loro prese perchfe non valide (an.
1378), 329, 16-22; si rifiuta di rogare i Capitoli di
legge presentati da Carlo degli Strozzi per le stesse
ragioni (an. 1381), 405, 18-25.
ViviANo (di), V. Azzolino di V. ; Torrigiano di V.
ViviNAiA, terra dei Lucchesi occupata dai Fiorentini
(an. 1330), 166, 25.
VoGLiA (del), V. Nofrio d'Ottaviano del V.
VoLOGNANESi, fam. fiorentina di parte ghibellina, 28, 24.
Volterra c, viene devastata da Attila, 16, 29 ; viene oc-
cupata dai Fiorentini, per ragioni militari, durante
la guerra che questi stavano combattendo contro
Arrigo VII (an. 131 1), 106, 35 ; si da in signoria a!
Duca d'Atene (an. 1342), 197, 12 ; si ribella a questo
e viene occupata da Attaviano de' Belforti (ah.
1343). 207, 13.
VoLTERRA (Vescovo di), e consigliere del Duca d'Atene,
200, 28.
VoLTERRANi, veugono sconfitti dai Fiorentini e costretti
a fare rientrare i Guelfi (an. 1254), 42, 24-31 ; aderi-
scono alla lega contro Pisa (an. 1284) 60, 26 ; tor-
nano contro di loro i Fiorentini che li costringono
a venire a pace con San Gimignano (an. 1309), 103,
20-24 ; inviano aiuti ai Fiorentini in guerra contro Ar-
rigo VII (an. 1312), 110, 14-19.
Zampa (del), V. Ugolino del Z.
Zampaloca Lorenzo di Giovannetto,
i nelle lifte dei Priori del 1382 gennaio-j^S^ aprile,
424, 3.
Zampini Antonio, h dei Priori (an. 1379 novembre-
dicembre), 348, 15.
Zanobi, V. Ardinghelli Z.
Zanobi, medico, Capitano di Parte gueUa, come venne
ucciso e come in seguito a questo assassinio andarono
in quasi completa rovina le famiglie dei due ucsisori
(an. 1382), 405, 33-42; 416, 1-15.
Zanobi di Banco, V. Bencivenni Z. di B,
Zanobi di Bartolo, notaio dei Priori, 148, 6 ; 157, 39 ;
167, 34 ; h nelle liste ^ei Priori del 1344 maggio-
1345 maggio, 222, 16.
Zanobi di Bartolo, V. Lippi Z. di B.
Zanobi di Berto, V. Ranieri Z. di B. ; Rinieri Z. di B.
Zanobi di Bonvanni, partecipa alla Balia per TArte
dei beccai (an. 1381), 409, 32.
Zanobi di Bruno, 6 dei Cinquantadue cittadini cui viene
data la Balia, insieme ai Priori e Collegi, per la ri-
forma del Governo (an. 1381), 596,26 ; 4 nelle liste
dei Priori del 1385 maggio-1386 aprile, 443, 3.
Zanobi di Chiaruccio, fe nelle liste dei Priori del 1346
maggio-1347 gennaio, 229, 6.
640
INDICE ALFABETICO
[Zanobi-2uccliero]
Zanobi di Dino, partecipa alla Balia per TArte dei
Galigai (an. 1381), 409, 40.
Zanobi di GiovANNi Di CiONE, V. Mezzola Z. di G.
di C.
Zanobi di Giovanni di Cionh, da Mezzola e di Mezzola,
i nelle liste dei Priori del 1363 gennaio-1364 gennaio,
264, t ; viene mandato ambasc. pi. Urbano VI a
Genova (an. 1385), 438, 2-3 ; v. anche Mezzola Za-
nobi di Giovanni di Cione e Zanobi da Mezzola.
Zanobi di Lapo, V. Arnolfi Z. di L. ; MannelH Z.
di L.
Zanobi di Lapuccio, V. Corda Z. di L.
Zanobi di Marchettino, h fatto Popolano (an. 1379),
364, 26.
Zanobi di Marchettino, V. Tornaguinci Z. di M.
Zanobi da Mezzola, partecipa alla Balia per TArte
della Lana (an. 1381), 409, 28 ; v. anche Mezzola
Zanobi di Giovanni di Cione e Zanobi di Giovanni
di Cione da Mezzola.
Zanobi di Neri, v. Camerini Z. di N. ; Macigni {de')
Z. di N.
Zanobi di Simone, V. Fei Z. di S.
Zanobi da Strata, poeta fiorentino incoronato in Pisa
dairimperatore Carlo IV (an. 1355), 249, 14-18.
Zanobi di Taddeo, V. Borghini Z. di T.
Zanobi del Tuffa, e del Truffa, viene ammonito
(an. 1377), 304, 40 ; 308, 30.
Zanobi (di), V. Bencivenni di Z. ; Niccolo di Z.
Zanobio [Zenobio] (S.), vescovo di Firenze, 14, 28 ; fa
ricostruire la vecchia Chicsa di S. Salvatore e de-
dica la nuova Chiesa cost ricostruita a S. Reparata,
in ricordo della vittoria riportata daU'armi romane.
nel giorno della sua festa, sui Goti, 14, 30-31 ; sua
morte e miracoli, 15, 1-9.
Zanobio Corsi, V. Borghi {de') Z. C.
Zanobio di Cambio, V. Orlandi Z. di C.
Zati Giovanni, h fatto cavaliere dai Ciompi (an. 1378),
324, 39.
Zato, V. Passavanti Z.
Zato di Baldo e di Gaddo, v. Passavanti Z. di B. e di G.
Zello (di), 11. Bonaventura di Z.
Zenone, imperatore di Costantinopoli (aa. 474-491),
ric, 16, 34.
ZiNCANi Rinieri (figliuoli di), non accettano la pace
proposta dal Card. Latino (an. 1380), 56,27.
Zuccaro di Giunta, notaio dei Prjori, ric, 125, 19.
Zucchero di Buonaiuto, k nelle liste dei Priori del 1315
febbraio-i3i6 febbraio, 122, 2.
ZuccRERO Dl Lapo, V. Benci Z. di L.
ZuccHERO (di), V. Niccoli di Z.
[AA. 71 a. C..1107]
INDICE CRONOLOGICO
[a cura del Prof. Cesare Fraschetti]
71 a. C. - Fiesole viene presa e distnitta dai Romani
9, 38-40.
70 a. C. - Viene edificata Firenze ad opera, Hecondo la
leggenda, di Cesare e di altri nobili baroni di
Roina, 10. 3-21, 5-25.
252 - Viene ad abitare in Firenze, attratto dalla fama
della sua bellezza, Timperatore Decio che, per
la persecuzione da lui bandita contro i Cristiani,
vi fa decollare reremita Miniato e fa martiriz-
zare nel Mugello Cresci ed altri di fedc cristiana,
12, 3t-41 ; 13, 5-8.
311 - L'imperatore Costantino pone terminc allc pcr-
secuzioni dci Cristiani, dota la Chiesa e port.a
H sede deirimpero a Costantinopoli, 13, 10-13.
320 - Onorio predica in Firenze la fede cristiana e con-
verte il pojxslo al Cristianesimo, 1.3, 19-32.
396 - L'lnipcro viene diviso fra i due figli di Teodosio,
14, 8-9.
401 - Scende in Italia, a capo di una moltitudine di genti
infedeli, AJberigo (sic) re dei Goti, che ne de-
vasta le terre « muorc poi pr. Cosenza ; e vi di-
scende parimenti, poi, raltro re dei Goti, Ro-
dasio {sic), accorso per vendicare la morte
dello zio, che viene sconfitto pr. il luogo dove
era prima Fiesole, 14, 9-26.
436 - Attila viene in Italia con un grandissimo esercito
e numerosissime genti ma 6 sconfitto pr. Fri-
goli {sic) e costretto a tornarsene indietro, 15,
23-28.
450 - Lo stesso torna una seconda volta in Italia con
un esercito piu grande di prima c, secondo
la leggenda riportata dallo Stefani, dopo aver
devastato raolte terre, prende e distrugge
Firenze, 15, 28-43; 16, 1-20; fatta poi rico-
stniire Fiesole, parte alla volta di Roma ma
muore improvvisamente per via in Maremma,
16, 24-29.
529 - Viene in Italia, mandato dairiiiiperatore Giustino,
Narsete, che vince e scaccia definitivamente
dalla pcnisola le ultime rcliquie dei Goti, venuti
e stabilitisi qua da tempo 16, 38-40.
570 - I Longobardi, condotti dal loro re Rotario {sic).
vengono in Italia e se ne impadronisccno, 17
9-12.
775 - Carlo Maguo pone fine alla dominazione dei Longo-
bardi in Italia, 17, 13-14.
801 - Lo stesso viene incoronato in Roma Imperatore
del Mondo, 17, 15-16.
811 febbraio {8io st. fior.) - I Fiorentini inviano am-
basc. iu Roma pr. Carlo Magno e pr. pp. Leone
per invocare il loro aiuto per la riedificazione
della loro patria, 17, 25-35.
811 aprile - S'inizia per ordine di Carlo la riedificazionc
di Firenze con le sue mura, porte e borghi, 18,
1-36.
815 - Carlo Magno vieiie in F^irenze ed, ammirato della
bellezza di essa e del numero e della nobilta
degli abitanti, dicliiara la c. pienamente libera,
19, 14-18.
1010 luglio 6-1 Fiorentini, sccondo la leggenda ripor-
tata dallo Stefani, s'impadroniscono con uno
stratagemma di Ficsole e la distruggono, impe-
gnandosi nello stesso tempo coi Fiesolani di
accoglierli in piena eguaglianza di diritti entro
le loro mura e nei loro borghi, 19, 26-40 ; 20,
:-18; cf. " XXXVIII-XLIII „.
1072 - Muore dopo una vita di aspra penitenza, nel luogo
ove poi sorse la badia di \'allonibrosa, S. Gio-
vanni di Gualberto della casa di Pctroio di Val-
dipesa, 21, 24-36.
1078 - Si ordina e s'inizia la costruzione della scconda
cerchia delle niura di Firenze e si racchiudono
in essa i nuovi borghi fonuati dai nuovi abita-
tori venuti qua pel suo sviluppo sempre piii
crcscente, 20, 20-36.
1080 luglio21 - Arrigo[IV] viene costrettodai Fiorentini
a toglicrc il campo dai loro dintorni, 22, 7-10.
1107 - I Fiorentini prcndono e distniggono Prato, perchi
gli abitanti, ricompratisi da poco dai conti
Guidi, s'erano rifiutati di venire con loro n
patti, e prendono e distruggono pariraenti il
castello di Monte Orlandi e ne fanno prigioniero
il signore del castello stesso, Amolfo dei conti
di Gangalandi, cominciando cost ad cstendero
642
INDICE CRONOLOGICO
[AA. 1113.1202 MtUmbr*)
oltre le mura la loto giurisdizione ed il loro do-
minio, 22, 15-23.
1113 - Gii stessi sconfiggono Roberto Tedesco, vicario
deirimperatore Arrigo V, signore di Monte Ca-
sciolli, e ne prendono e distruggono il castello,
22, 26-2».
1115 - Firenze viene danneggiata dal fuoco che distrugge
quasi interamente borgo S. Apostolo, 22, 31-33.
1117 - 1 Pisani, costretti ad allontanarsi dalla patria per
rimpresa di Maiorca, affidano la guardia di
essa ai Fiorentini, i quali ricevono poi in dono,
a segno di gratitudine, due colonne che essi pon-
gono a ricordo avanti la porta del Duomo, 22,
36-37 ; 23, 1-21.
1135 - I Fiorentini, sdegnatiperch&Buondelmonti.signori
di Montebuoni, esigevano il pedaggio da quelli
che passavano per le vie del loro castello, muo-
vono con Toste contro di loro e prendono e di-
struggono il castello stesso, ma conservano per6
loro le rendite del castello medesimo e li fanno
inoltre cittadini di Firenze, ove questi vanno
a stabilirsi definitivamente 23, 21-29.
1146 giugno - Gli stessi muovono guerra anche ai conti
Guidi assediando il loro castello di Monte di
Croce, ma vengono sconfitti dal conte Guido
stesso cui erano venuti in aiuto gli Aretini, 23,
33-40.
1154 giugno 10 - Gli stessi tornano contro il suddetto
Conte e prendono e distruggono questa volta il
surricordato castello, che poi il Conte stesso,
in seguito, con licenza dei Fiorentini medesimi,
vendeal Vescovo di Firenze, 24,2-6 ; cf. " XLVII,
15-34 ; XLVIII, 1-15,,.
1154 tettembre 15- Gli stessi corrono in aiuto dei Pra-
tesi contro i Pistoiesi ma vengono sconfitti da
questi pr. Carmignano, 24, 8-12.
1170 ottobre-novembre - Gli stessi portano guerra agli
Aretini, per vendicarsi deiraiuto da loro dato
ai conti Guidi, e li sconfiggono, nia restituiscono
poi loro i prigionieri senza riscatto e fanno inol-
tre con essi un patto d'amicizia, 24, 15-21.
" 1172 maggio 5 - Gli esuli di San Miniato congiurano
cogli Uberti contro il cancelliere deirimpero,
Cristiano di Magonza, facendo causa comune
con Firenze e Pisa, LV, 15-38-LVIII, 14-43 „.
1174 - I Fiorentini vanno in aiuto di Montepulciano,
assediato dai Scnesi, e, scontratisi con questi
pr. Asciano, li sconfiggono iniziando cost le lotte
con Siena, 24, 24-31.
1177 - Vengono distrutte dal fuoco in Firenze casc e
botteghe al Ponte Vecchio ed in S. Martino, 24 ,
33-36 ; 25, 1-2.
1177 ottobre 28 - Si rovescia su Firenze una gran piog-
gia a cui segue poi il rigonfiamento deirArno
che oltre a numerosissimi altri danni, fa cadere
Ponte Vecchio, 25, 4-5.
1178 marzo {ii77 sl. fior.) - Gli Uberti, irritati per non
.iver potnfo oltencre il Consolato a loro piaci-
mento, si ulleano coi popolani c con alcuni no-
bili e scendono armati in piazza contro gli av-
versari iniziando cost nella c. le lotte civili, 25,
8-13 ; cf. " LIII. 32-36-LIX, 1-21 „.
*1180 - Gli stessi vengono ad accordo con la fazione
avversa, 25, 13-21 ; cf. " LIX, 22-28 „.
1183 gennaio {iiSt st. fior.) - Sparsasi in Firenze la
notizia che una brigata del castello di Mont
Grossoli aveva rubato il grano che il Comune
fiorentino, angustiato da una grave carestia,
faceva venire da fuori, i Fiorentini vanno con
grande oste contro il detto castello e lo prendono,
25. 24-29.
[1184 giugno - 1 Fiorentini prendono e distruggono il ca-
stello di Pogna in Valdelsa, 25. 31-35J v. 118$
iiugno.
1185 gittgno - I Fiorentini prendono e distruggono il ca-
stello di Pogna in Valdelsa, 25, 31-35, 3; 26,
1-2 ; cf. " XLV, 5-7 „ V. [1184 giugno].
1186 agotto 2 - Viene in Firenze Timperatore Federico
I che, per le proteste dei nobili del contado con-
tro le aggressioni dei Fiorentini, toglie a questi
ogni giurisdizione fuori delle mura, 25, 37-38 ;
26, 1-4; cf. "LII, 1-33- LTII, 1-11 „.
1188 tettembre - L'Arciv. di Ravenna predica in Fi-
renze la Crociata suscitando negli ascoltatori
grande commozione che spinge molti a partire,
26, 6-10.
1188 — L'imperatore Federico restituisce ai Fiorentini
la giurisdizione sul contado, 26, 10-12.
1190. - Giunge in Firenze il braccio di S. Filippo Apo-
stolo, 26, 18-20.
" 1195 - Enrico VI manda in Toscana il proprio fratello
Filippo e lo investe dei beni della contessa Ma-
tilde creandolo Conte e poi Duca. LI, 2-4 ,,.
" 1195 - II pred. Filippo, per gli insopjjortabili balzelli
e per le continue vessazioni cui sottopone i To-
scani, si rende molto presto odioso a tutti LI. 4 „.
" 1196 - I Fiorentini si ribellano al pisano Raineri di
Gaetano che, nella sua qualita di podesta im-
periale. cercava di cancellare nella costituzione
del Comune ogni segno d'autonomia, ed, ab-
battuto il governo di questo, ricostituiscono
quello dei Iil>eri consoli cittadini, LI, 5-9 ,,.
"1197 - A difesa contro ogni eventuale pericolo si for-
ma,specie a causa del cresciuto odio contro rim-
pero, una lega di tutte le c. e di tutti i Comuni
della Toscana alla quale aderiscono anche molti
nobili feudatari, LI, 0-16 ,,.
1198 febbraio {TI97 st. fior.) - Emanata una legge che
si potesse vendere al Comune anche un castello
gii preso con la forza. viene venduto al Comune
fiorentino il castello di Monte Grossoli di Val-
delsa, gia da tempo preso dalle sue forze stesse,
26, 21-24 ; cf. " XLVIII, 1-35-LI, 1-35 „.
1199 giugno 20-1 Fiorentini prendono e distruggono|
il castello di Frondigliano, 26, 25-29.
1202 lettembre - Gli stessi, presi c distrutti dopo luogo
assedio i castelli di Seniifonte e di CombiatiJ
fanno una legge minacciante gravi pene controj
clii osasse ricostruire nuovi castelli, 26, 30-
33; 27, 1-23.
[AA. 1203 inaKKio-12S2 gennaio]
INDIGE CRONOLOGICO
643
1203 magsio - Gli stessi, tuttavia, per tenere a freno 1233
certi conti riottosi di Valdarno fanno edificare
il castello di Montelupo, 27, 5-9. 1234
1207 - Gli stessi comprano dai conti Guidi il castello
di Montemurlo, 27, 10-14. 1234
1207 - Viene tolta ai Consoli ramministrazione della giu-
stizia e viene affidata a Rettori forestieri, 27, 1235
16-23.
1207 - I Fiorentini riprendonb la guerra coi Senesi e li 1236
sconfiggono pr. Montalto, 27, 25-30.
1208 - Gli stessi tolgono ai suddetti Rugomagno e lo di-
struggono, danno il guasto al loro contado e li 1249
costringono a domandare la pace, 27, 32-33 ;
28, 1-2.
1215 - Viene ucciso in Firenze per vendetta privata
Buondelmonte de' Buondelmonti, 29, 5-32 ;
in .seguito di che, i vecchi partiti, nei quali era
da tempo divisa la c, e quelli nuovi dei Guelfi 1249
e Ghibellini, sorti a causa della guerra deirim-
pero con la Chiesa, scendono in campo ripren-
dendo le lotte civili, 28, 5-34 ; 29, 1-41 ; cf. :
" LIX, 30-38-LXV, 1-32 „.
1220 agosto - Viene condotta a termine la costruzione 1249
del ponte detto alla Carraia, chiamato anche
Ponte Nuovo, 30, 2-8.
1220 - Si iniziano le guerre tra i Pisani e i Fiorentini, 1249
30. 10-28.
1220 - I Fiorentini prendono agli Squarcialupi il castello
di Montenuovo e lo distruggono, 30, 31-34. 1250
1222 luglio - Gli stessi sconfiggono i Pisani in una gran-
de battaglia a Castel del Bo.sco, 31, 3-8.
1228 - Gli stessi vanno contro Figline, che s'era ribel- 1250
lata, ed assediano e devastano il borgo del-
I'Ancisa, 31, 10-15. -
1228 - Gli stessi vanno a dare il guasto al territorio di 1250
Pistoia e prendono e distruggoito il castello
di Carmignano, 31, 18-23.
1229 tettcmbre - Gli stessi, sentendo che i Sehesi erano
andati contro Montepulciano, escono di nuovo
in guerra contro di qixesti e vanno a danneg-
giarc il loro tcrritorio sino ad Asciano, 31 25-29.
1229 - Vicnc ripreso e distrutto il castello di Caposelvole 1250
in Valdambra iftitto ribellare dai Senesi, 32,25-28.
" 1230 - II Podesta di Firenze emana un bando contro 1251
gli abitanti di Monte di Croce che tentavano
sottrarsi al pagamento del dazio loro iniposto
dal Vescovo fiorentino, XLVII, 34-XLVIII,
1-2.,. 1251
1230 maggio - I Fiorentini vanno di nuovo contro i Se-
nesi con grande oste e col Carroccio, e, dopo una
breve diversione nel territorio dei Perugini
alleati di questi, dilagano nel sencse prendendo
o distruggendo castelli e giungendo con sac- 1251
cheggi e devastazioni fino pr. Siena, 31, 30-34;
32. 1-23. 1251
1232 - Gli stessi prendono ai Senesi il castello di Qucr-
oiagrossa, e lo distiniggono, 33, 6-9.
1232 - Firenze viene danneggiata dal fuoco che di-
strugge casec b^tteghcal Mercato Vecchio, 33, 1252
n-17.
- I Fiorentini vanno di nuovo a dare il guasto al
territorio senese, 33. 16-18.
- Gli stessi prendono ai Senesi Asciano. Oreglia (!)
ed altri castelli minori, 33, 20-24.
dicembre - Firenze fe di nuovo danneggiata dal
fuoco, 33. 24-27.
- I Fiorentini vengono a pace coi Senesi, 33, 30-32 ;
34. 1-4.
- Vengono fatte lastricare le vie di Firenze e viene
fatto costruire dal podest^ Rubaconte il nuovo
ponte che prende poi il suo nome, 34, 7-12.
gennaio-30 febbraio 2 (1^4* ^'. fio''-) - Riaccese
le lotte tra i Guelfi e i Ghibellini, a causa della
guerra tra Federico II e la Chiesa. i Ghibellini
fiorentini, con gli aiuti inviati loro da Federico
stesso, cacciano i Guelfi dalla c. e s'impadroni-
scono del potere. 34, 14-41 ; 35. 1-I8.
marzo {1248 st.. fior.) - Parte da Firenze il figlio
deirimperatore. che era venuto in aiuto dei
Ghibellini, e lascia quivi il conte Giordano,
quale vicario imperiale, con cavalieri e fanti,
36, 5-7.
aprile 26-1 Guelfi fiorentini sconfiggono pr. Mon-
tevarchi le truppe tedesche che i Ghibellini
avevano mandato contro di loro, 36, 10-16.
settembre - Gli stessi assediati in Capraia da Fe-
derico II sono costretti. per mancanza di vet-
tovaglie, ad arrendersi. 36. 18-35.
settembre 21 - Gli stes.si. scontratisi pr. Figline
con i soldati tedeschi e coi Ghibellini, li scon-
figgono uccidendone molti, 37, 1-7.
ottobre 17 - Si rovescia sulla Toscana uno spaven-
toso diluvio a cui seguono inondazioni con nu-
merose vittime ed ingenti danni, 37, 9-20.
ottobre 20-1 buoni uomini ed i mercatanti fioren-
tini, irritati per le continue spese che si facevano
per la guerra contro i Guelfi fuorusciti, si ribel-
lano ed, abbattuto il governo dei Ghibellini,
prendono nelle loro mani il potere, creando il
governo detto del Primo Popolo, 37, 22-48 ; 38,
1-40 ; cf. " LXV, 34-37-LXX, 1-22.
dicembre 20 - Giunge in Firenze la notizia della
mortc deirimperatore Federico, 39. 15-16.
gennaio 8 {1350 st. fior) - Per volonta cd ordinc
del Popolo i Ghibellini ed i GueUi sono costrctti
a fare pace tra loro ed i Guelfi rientrano cosi
liberamente in Firenze. 39, 15-22.
luglio - I Fiorentini sconfiggono in una grande bat-
taglia pr. Montc Rubolini i Pistoiesi. che erano
stati Sobillati contro di loro, e cacciano dalla c.
tutti i Ghibellini sospetti di aver segTEtamente
trattato con essi, 39, 24-37.
agosto 15 - Si delibcra di cambiare Tinsegna del
Comune, 40, 1-12.
- I Fiorentini vanno contro gli Ubaldini, che avc-
vano ospitato i Ghibellini fuorusciti, e li scon-
figgono pr. Monte Accinico ncl ' MligcUo, 40.
12-10. ■
gcnnaio (/»51 st.. fior.) - Gli stessi riprendouo c
distruggono il castello di Montaio, fatto ribel-
644
INDICE CRONOLOGICO (AA. 12S2 giucno 25-1266 febbraio 26)
lare dai Gbibellini aiutati dai Pisani e Senesi,
40, 19-23.
1252 giugno 24 - Gli stessi, usciti a dare il guasto al ter-
ritorio di Pistoia, prendono a questa il castello
di Tizzana, 40, S*-27.
1252 luglio - GU stessi vanno contro i Pisani ed i Senesi,
cl»e avevano assalito i Lucchesi, e li sconfiggono
pr. Monte Topoli inseguendo poi i Pisani sino
alla badia di S. Savino, 40, 29-36.
1252 - Viene fatto costruire il nuovo ponte detto a S.
Trinita, 41, 1-«.
1252 «goito - I Fiorentini riprendono Figline, fatta ri-
bellare dai Ghibellini, e la danno alle fiamme,
41, 8-20.
1252 agosto - Gli stessi vanno in aiuto di Montalcino as-
sediato dai Senesi e sconfiggono questi liberando
cosl il castello, 41, 22-27.
1252 «ettembre - Si batte in Firenze per la prima volta
la moneta d'oro detta Fiorino, 41, 29-32.
1253 - I Fiorentini vanno contro i Pistoiesi che avevano
cacciato i Guelfi e li costringono a farli rientrare
42, 1-8.
1253 dicembre - Gli stessi muovono poi contro i Senesi,
danneggiando il loro territorio e tolgono loro
Rapolano ed altre fortezze, 42, 10-13.
1254 - Gli stessi vanno di nuovo contro i Senesi e li
costringono a domandare la pace, 42, 14-18.
1254 — Gli stessi prendono Poggibonsi e rioccupano
Mortennana fatta ribellare dagli Squarcialupi
42, 20-23.
1254 agoito 10 - I Volterrani vengono dai Fiorentini
sconfitti e costretti a fare rientrare i Gnelfi, 42,
33-31.
1254 tettembre - I Fiorentini vanno di nuovo coutro i
Pisani eli costringono ancorauna voltaa doman-
dare la pacc, 42, 34-3i ; 43, 1-9.
1255 - Gli stessi fanno rientrare in Arezzo i Ghibellini
cacciati dalla c. dal loro capitano Guido Guerra,
43, 10-16.
1256 - Gli stessi riprendono le amii contro i Pisani, che
avevano violato la pace assediando un castello
dei Lucchesi, e li sconfiggono costringendoli a
nuovi patti, 43, 18-25.
1257 - Gli stessi tornano contro Poggibonsi che s'era di
nuovo ribellato, lo riprendono e lo devastano,
43, 27-29.
1258 - Sparsasi in Firenze la voce che gli Uberti ed i
Ghibellini stavano trattando segretamente con
Manfredi, re di Puglia, contro U Govemo, ven-
gono dal popolo, subito corso alle armi, abbat-
tute e distrutte le loro case ed essi stessi dopo
sanguinosa lotta per le vie, cacciati dalla c, 43,
31-36 ; 44, 1-11.
1258 settembre - Viene fatto decapitare, per sospetti
di trame coi Ghibellini cacciati dalla c, Tabate
di Vallombrosa, in scguito di che Firenze viene
interdetta, 44, 19-24.
12SS tettembre 19 - Si comincia a\murare il scsto d'OI-
tramo, 44, 25-30.
1260 gennaio {1^39 st. fiof) - Vieae coadannato a
lire mille Giovanni Sodichi, uno dei Dodici An-
ziani, per avere portato in casa il cancello d'una
Chiesa trovato abbandonato sulla via, 44, 33-
37 ; 45, 1-6.
1260 - I Fiorentini, per ritorsione di quanto gli
Aretini avevano fatto a Cortona, loro alleata,
prendono a questi il castello di Gressa e lo
distruggono, 45, 8-13.
1260 - Gli stessi .liprendono ai conti Alberti, signori di
terre nel Mugello, i castelli di Vemia e di Man-
gonc, 45, 1«-18.
1260 maggio-gingno - Gli stessi vanno nuovaniente
contro Siena, che aveva accolto i Ghibellini
cacciati da Firenze e stava con questi tra-
mando con re Manfredi contro di loro, e giungo-
no, prendendo castelli e devastando terre, sino pr.
la c dove sconfiggono i Senesi e le forze inviate
loro da Manfredi, 45,32-35 ; 46, 1-15.
1260 - 1 Senesi ed i Ghibellini, avuti nuovi aiuti da Man-
fredi, vanno ad assediare Montalcino, 46, 18-24.
1260 «ettembre 4-1 Fiorentini, usciti nuovamente con-
tro i Senesi ed i Ghibellini, vengono sconfitti
in una grande battaglia a Montaperti dalle
milizie di Manfredi e da quelle degli stessi Se-
sensi e Ghibellini, 46, 25-41 ; 47, 1-40.
1260 settembre 13-1 Guelfi alla notizia della sconfitta
di Montaperti escono da Firenze e vanno a sta-
bilirsi coi loro a Lucca, 48, 1-13.
1260 tettembre 16 - Entra in Frenze in trionfo il conte
Giordano con le truppei vittoriose del re Man-
fredi, quale vicario di Manfredi stesso, e rien-
trano con lui i Ghibellini, che abbattono il Go-
verno del Popolo e si impadroniscono di nuovo
del potere, 48, 1-2, 20-26.
1261 - II conte Guido Novello, succeduto al Conte '
Giordano come vicario, raduna tutti i Ghibel-
lini di Toscana a parlamento in Empoli dove,
caduta per ropposizione di Farinata la proposta
di distruggere Firenze, si decide di formare
una lega di tutti i Ghibellini per cacciare i Guelfi
da ogni terra della regione, 48, 29-38.
1261 - Lo stesso con le forze della detta lega va contro
le terre del Valdamo, dove si erano raccolti
molti Guelfi fuorusciti, e prende vari castclli
ma non riesce ad avere ragione di Fucecchio,
48, 40-41 ; 49, 1-5.
1262 - I Guelfi fuorusciti prendono Signa ma son co-
stretti poi a lasciarla ed a tornarsene a Lucca,
49, 9-20.
1263 - II conte Guido Kovello muove ad oste contro
Lucca, dove i Guelfi resistono ancora, e, scon-
fitti i Lucchesi, li costringe a cacciare anch'essi ;
dalle loro terre i Guelfi suddetti, i quali devono ■
andarsene cosl lontano dalla Toscana, 49,
■J3-35.
1266 fcbbraio 26 {1^63 st. fior.) - Manfrcdi viene scon- ;
fitto a Benevento da Carlo d 'Angi6, chc ha ;
sotto le sue inscgne i fuorusciti guelfi fioren-
tini, assoldati per lui da pp. Clemente IV, 50,
t-80 ; V. [ia66 febbraio aS].
(AA. 1266 febbralo 28-1281]
INDICE CRONOLOGICO
645
[1266 febbraio 28 {Ti6s sl. fior.) Maafredi viene scon-
fitto a Benevento da Carlo d'Angi6
50, 8-20] V. 1266 febbraio 26.
1266 - Alla notizia della sconfitta e morte di Manfredi
il popolo di Firenze comincia a scuotersi ed i
Ghibellini e il conte Guido Novello, allora,
preoccupati della piega degli avvenimenti,
cercano di accontentarlo, sia chiamando di
comune accordo al Palazzo del Podesti duc
Frati Gaudenti e trentasei Consiglieri, per ve-
dere di frenare le spese e far contenti i citta-
dini, sia infine ricoaoscendo alle sette Arti
maggiori il diritto di avere propri consoli, gon-
faloni e botteghe, come prima, 50, 30-42 ; 51,
1-14; cf. " LXX, 23-36-LXXIV, 1-7 „.
1266 novembre 11-12 - II popolo di Firenze, sentite
le nuove richieste di denaro fatte dal conte
Guido Novello per le milizie, scende in piazza
armato, insieme alle Arti ed ai loro gonfaloni,
e, costretti con la forza il detto Conte ed i Ghi-
bellini a lasciare il potere e la c, riprende,
dopo aver cacciato anche i due Frati Gaudenti,
il governo della cosa pubblica interamente
nelle sue mani, 51, 16-41 ; 52, 1-15 ; cf. LXXIV,
9-35-LXXVIII, 1-5,,.
1267 - Giunge in Firenze, inviato dal re Carlo d'Angi6
a richiesta dei Guelfi, il conte Guido da Monte-
forte con ottocento cavalieri, 52, 18-19 ; ed i
Ghibellini, rientrati da poco in c. a seguito di
una efimera pacificazione con gli avversari,
ne escono allora definitivamente, mentre il
governo, per consiglio di Carlo stesso, cui era
stata offerta la signoria per dieci anni, comin-
cia a prendere carattere decisamente guelfo,
19-37.
1267 maggio - Giunge in Firenze il Vicario di re Carlo
sotto la cui direzione viene data alla c. una
nuova costituzione politica cd amministra-
tiva, 53, 3-18.
1267 agotto 15 - Vierie in Firenze lo stesso re Carlo che
si trattiene qua per vario tempo, 53, 21-23.
1267 - Carlo, saputo che il suo Maniscalco si trovava colla
lega guelfa airassedio di Poggibonsi, ad evitare
sorprese da parte dei Ghibellini pisani e Senesi,
va egli stesso con nuove milizie a rafforzare
il suddetto Maniscalco e resta a capo degli asse-
dianti sino a che il castello non si arrende,
53, 27-30.
1268 gennaio-febbraio W^7 ■''• fi°*) - ^'° stesso,
preso Poggibonsi, muove con Tesercito vitto-
rioso contro i Pisani, distruggendo loro terre
e fortezze, abbattendo le torri di Porto Pisano
e prendendo infine il castello di Motronc che
dona ai Lucchesi, 53, 33-38.
1269 - I Fiorentini, con a capo Giambertaldo, vicario
di re Carlo, vanno contro i Senesi, che sotto la
guida di Provenzano Salvani avevano mosso
guerra a Lucca, e li sconfiggono facendo pri-
gioniero lo stesso Salvani che fanno decapi-
tare, 53, 38-39 ; 54, 1-12.
1269 - Gli stessi vanno contro i Ghibellini e contro le
genti dei Pazzi di Valdamo e, ripreso loro il
castello d'Ostina, lo distruggono, 54, 15-19 ;
quindi, insieme ai Lucchesi, muovono contro i
Pisani prendendo loro il castello d'Asciano e
giungendo, con devastazioni ed incendi, sino
pr. le porte della c, 20-24.
1269 ottobre - Cadono per lo straripamento deirArno,
che allaga tre parti circa della c facendo vit-
time e danni, i ponti di S. Trinita o della Car-
raia, 54, 25-30.
1270 aprile - I Fiorentini, sdegnati contro Siena che
noncessava d'accogIiere nelle sue mura i ribelli
ghibellini da loro messi al bando, deliberano
di riprendere contro di essa le armi ma poi,
mediante i buoni uffici di Lucca, vengono con
la stessa ad accordi in conseguenza dei quali
i detti Ghibellini vengono cacciati dalla c, 54,
34-36 ; 55, 1-7.
1270 giugno - Gli stessi vanno nuovamente ad oste con-
tro i Pazzi di Valdarno, cui prendono due ca-
stelli, e contro Poggibonsi che prendono e di-
struggono, 55, 9-17.
1273 giugno 18 - Passano per Firenze, diretti al Con-
cilio di Lione, Gregorio X, il re Carlo e Timpe-
ratore di Costantinopoli, Baldovino, che ven-
gono da tutti onorevolmente accolti, 55,
20-25.
1273 luglio 2 — Gregorio X, fermatosi alcuni giorni in
Firenze per tentare di ricondurre la pace tra
i partiti e fa rientrare in c. i Ghibellini, sde-
gnato per la faziositi dei contendenti, riparte
improwisamente interdicendo la c, 55, 25-36.
1277 giugno - I Fiorentini cd i Lucchesi vanno contro
i Pisani e li sconfiggono pr. il fosso Amonico
costringendoli a far rientrare in c. il conte Ugo-
lino ed i Guelfi, 55, 37-39 ; 56, 1-11.
1279 ottobre 8 - SoIIecitato da istanze del popolo e dei
Ghibellini, giunge in Firenze, quale Legato del
pp. Niccol6 III Orsini, il Card. Latino per ri-
prendere Topera di pacificazione iniziata da
Gregorio X e riportare nei cittadini la pacc e
la concordia, 56, 14-26.
1280 febbraio (^379 sl. fior. ) - II Card. Latino ricon-
cilia finalraente tra loro, dopo lunghe tratta-
tive, i Guelfi ed i Ghibellini ed ordina che ven-
gano quindi fatti rientrare in c. tutti gli sban-
diti, 56, 28-37; a ricordo poi del fausto awe-
nimento delibera rerezione di una Chiesa, in
onore di S. Domenico, della quale egli stosso
pone la prima pietra, 29-33.
*1280 - A coronamento di questa pace viene riformato,
per consiglio dello stesso Cardinalc, rordina-
mento del Comune ponendosi a capo della
cosa pubblica, in luogo dei Dodici buoni uomini
un ufficio di Quattordici cittadini ripartiti
tra i Guelfi i Ghibellini ed i Popolani. 57, 1-10 ;
cf. "LXXVIII, 7-36-LXXXII, 1-8.,.
1281 - Giunge in Toscana il Vicario deIl'imperatore Ro-
doUo con trecento barbute, ma esso non viene
m
INDICE CRONOLOGICO
(AA. 1282.1290 dicenibre 24j
accolto con onore che da Pisa e da San Mi-
niato al Tedesco, 57, 13-16.
1282 - Per inizitiva dei mercatanti e degli artefici,
sdegn^ti contro Tarroganza sempre crescente
dei Ohibellini, viene proposta ed approvata,
con rappoggio dei Guelfi, rabolizione delVuf-
ficio dei Quattordici e la creazione in sua vece
di un nuovo magistrato di tre soli membri,
detti Priori, scelti tra le prime tre Arti mag-
giori, Calimala, Cambio e Lana, che dovessero
per due mesi reggere e governare le cose del Co-
mune, 57, 19-30 ; cf. " LXXXII, 8-35-LXXXVI,
1-8 „.
1282 Kiagno 15 - Entrano in carica i tre primi Priori,
57, 33-34 ; 58, 1-5.
1282 acotto - Viene portato il numero dei Priori da tre
a sei, e si assegnano i tre nuovi aggiunti a tre
altre Arti maggiori, 58, 8-10.
1282 agosto 15 - Entrano in carica i sei Priori del nuovo
bimestre, 58, 10-20.
1282 ottobre 15 - Entrano in carica i sei nuovi Priori,
58, 20-30.
1282 dicembre - Firenze viene danneggiata da una
grande pioggia ed afflitta da una grave care-
stia, 58, 32-36.
1283 cingno - Si tengono per la prima volta in Firenze,
in onore di S. Giovanni, grandi feste popolari
con danze, canti e giuochi, 59, 24-30.
1284 marzo 28 - Si ha in Firenze, a causa di una grande
pioggia, un nuovo straripamento deirArno con
numerose vittime ed ingenti danni, 60, 16-20.
1284 tettembre - I Fiorentini stringono una lega con-
tro Pisa coi Genovesi, coi Lucchesi e coi molti
altri comuni toscani e mandano contro la sud-
detta loro genti che occupano alcune sue terre
in Val d'Era, 60, 23-29.
1285 gennaio {J^S^ sl. fior.) - II conte Ugolino viene
ad accordi coi Fiorentini e caccia da Pisa i
Ghibellini, 61. 14-17.
1285 febbraio 2 (raS^ st, fior.) - Si da ordine di affos-
sare e steccare i cinque sesti al di qua deirArno,
e di farvi le porte, 61, 21-24.
*1285 - Viene costruita in Orto S. Michelc una loggia
per il mercato del grano e della biada e vengono
elctti sei ufficiali, detti " della biada ,,, per la
sorveglianza del mercato stesso, 61, 25-27.
*128S - Firenze viene nuovamente afflitta da una grande
carestia, 62, 14-16.
1286 - Giunge in Firenze Prinzivalle del Fiesco di Genova
a domandare, a nome deirimperatore Rodolfo,
il censo ed il giuramento a questo dovuto, ma
le sue richieste non trovano alcun accoglimento
da parte dei Fiorentini ,62, 18-22,
1287 - Corso Donati, con Taiuto di alcuni Grandi, tcnta
d'irapedire al Podesta una esecuzione di giusti-
zia, ma reuergico atteggiaraento di questo fru-
stra il suo tentativo, 63, 2-7.
1287 - l Ghibellini d'.\re2zo s'impadroniscono del poterc
c, fatto signore dclla c. il vescovo stesso, Gu-
glielmo dcgli Ubertini, muovono contro Fircnzc
portandosi a danneggiare Montevarchi, 63,
10-14.
1288 febbraio 12 (iiSy st. fior.) - Firenze viene dan-
neggiata dal fuoco che distmgge case e botte-
ghe, 63, 15-18.
1288 giagno - I Fiorentini, sdegnati pei danni arrecati
dagli Aretini a Montevarchi, richiedono gli aiuti
dei coUegati e vanno con questi contro Arezzo
a devastare e distruggere terre e castelli, ma
non riescono ad impedire pert che i Senesi, loro
alleati, allontanatisi dagli altri collegati per com-
piere una loro azione punitiva contro Lucignano,
non vengano sorpresi dagli Aretini e sconfitti,
64, 2-14.
1288 ottobre - Gli stessi vanno in aiuto dei Guelfi di
Arezzo, che, cacciati dalla c, erano stati da-
gli Aretini chiusi ed assediati in Cacciano, e
tornano a dare il guasto alle terre di que.sti,
64; 18-26.
1288 dicembre - Firenze 6 di nuovo danneggiata dallo
straripamento deU'Arno, 64, 30-3*.
1289 marro 8 {1288 st. fior.) - Gli Aretini, chiesti gli
aiuti dei collegati ghibellini, tomano a fare scor-
rerie su Montevarchi e su Figline, spingendosi
sino a sette miglia da Firenze, con devasta-
zioni ed incendi, 64, 36-40.
1289 maggio 11 - I Fiorentini corrono in aiuto del prin-
cipe Carlo, figlio di Carlo I D'Angi6 di Napoli,
cui gli Aretini tentavano impedire la via, del
che grato il principe dona loro la sua bandiera
e lascia, come loro capitano di guerra, Ame-
rigo di Narbona, 65, 28-31.
1289 giugno 11 - Gli stessi vanno di nuovo con grande
oste contro Arezzo e, scontratisi con gli Are-
tini e con la lega dei Ghibeini pr. Ccrtomon-
do, nel piano di CampaIdino,Ii
sconfiggono in una grande e sanguinosa bat-
taglia, 65, 34-39 ; 66, 1-8 ; prese poi loro, in-
sieme con gli alleati Guelfi, tcrre e castelli, c
fatto correre il palio avanti le porte della c.
tornano in Firenze, 8-16.
1289 - Le cinque Arti minori si stringono in lcga con lc
sette maggiori contro i Grandi e ottengono
cosi anch'esse propri consoli, propric case ed
il Priorato, 66, 18-21.
1289 agosto - I Fiorentini vanno coi Lucchesi contro
Pisa e prendono e guastano i castelli di Ca-
prona e di Valdicalci, 66, 24-26.
1289 novembre - Gli stcssi tentano inutilmentc di im-
padronirsi con uno stratagcmma di Arczzo,
66, 30-37.
1290 - Gli stessi vanno di nuovo contro Arczzo e prcn-
dono e distruggono Poppi cd altri Castclli, 67,
2.>-29.
1290 tettembre - Gli stcssi vanno coi Lucchcsi c coi
Gcnovesi contro Pisa c prcndono e devastaao
Porto Pisano e la Meloria, 67, 32-3?.
1290 dtcembre 24-1 Pisani occupano di furto Ponte
ad Era e fanno prigionieri i castcllani chc Fi-
rcuzc vi teneva, 68, 24-27. ■
1
[AA. 1291.1301]
INDICE CRONOLOGICO
647
1291 - I Fiorentini per vendicare Ponte ad Era vanno
contro Pisa, ma sono costretti a tomare indie-
tro per le mene dei Grandi, 68, 29-32.
1291 - Gli stessi prendono il Castello di Ampinana nel
Mugello e lo distruggono, 69, 15-18.
1292 giusno 10-Iaglio 3 - Gli stessi per vendicarsi fi-
nalmente di Ponte ad Era, richiesti gli aiuti
degli amici, vanno di nuovo contro Pisa e danno
il guasto alla Badia di S. Savino ed al fosso
Arnonico, 69, 20-26.
1292 - Viene istituita la Compagnia di Orto S. Michele,
69, 28-39.
1293 gennaio {1292 st. /?or. ) - I mercatanti ed i buoni
uomini, stanchi delle prepotenze dei Grandi,
approvano contro di questi gli Ordini di Giusti-
zia, in base ai quali i suddetti vengono esclusi
dagli uffici e viene istituito per resecuzione dei
detti Ordini un Gonfaloniere di Giustizia, 70,
1-30 cf. " LXXXV, 1-35-LXXXVI, 1-10.
1293 febbraio (/«92 st. fior.) - I nuovi Priori, entrati
in carica il 15 febbraio col Gonfaloniere di Giu-
stizia, nominano un ufficiale per ricercare e
rivendicare i beni ed i diritti del Comune usur-
pati dai nobili, 71, 3-5.
1293 febbraio (1292 st. fior.) - Baldo Ruffoli, primo
Gonfaloniere di Giustizia di Firenze, comincia a
fare esecuzioni contro i Grandi andando ad ab-
battere, a capo del popolo in armi, le case dei
Galli 71, 10-14.
1293 - n popolo di Firenze costringe il Comune di Prato
a consegnare un cittadino fiorentino reo di
omicidio, che s'era la rifugiato, 71, 17-23.
1293 - Firenze viene danneggiata dal fuoco, 71, 25-26.
*1293 - I Fiorentini ordinano che le facciate di S. Gio-
vanni vengano fatte di marmo e che siano ri-
mosse dalla Chiesa suddetta tutte le sepolture,
dando incarico della cosa ai Consoli di Cali-
mala, 71, 29-31.
1294 maggio 18 - Si comincia a costruire la grande
Chiesa dei Frati Minori detta di S. Croce, 72,
26-28.
1295 marzo S {.1294 st. fior.) - Giano della Bella, mal-
visto dai Grandi per gli Ordinamenti di Giu-
stizia, ritenuti di sua ispirazione, per intrighi
di Corso Donati viene mandato in esilio sotto
accusa di aver tentato di perturbare lo Stato.
72, 30-43; 73, 1-16.
1295 (.1294 sl. fior.) - Si delibera di ricostruire e d'in-
grandire la Chiesa di S. Reparata, di abbellirla
con marmi e decorazioni e di chiamare questa
nuova Chiesa " S. Maria del Fiore „ 73, 18-21.
1295 ir294 st. fior.) - Vengono dati dal Comune di Fi-
renze al Vicario deirimperatore Alberto d'Au-
stria trentamila fiorini d'oro, 73, 24-27.
1295 luglio 5 - Viene frustrato dal popolo, corso subi-
tamente alle amii, un tentativo dei Grandi
per riformare e levare gli Ordini di Giustizia,
74, IS-S.I.
1297 - I Grandi tentano con arte di seminare dibcordic
tra i popolani, 76, 5-8.
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- Si delibera di costruire il palazzo dei Priori nel
luogo ove erano prima le case degli Uberti,
76, 36-40.
novembre - Si ordina la costmzione del terzo cer-
chio delle mura della c, 77, 32-38.
- Bonifacio VIII fa bandire il Giubileo, 78, 28-32.
- Pistoia confina a Firenze i capi delle due fazioni,
dei Bianchi e dei Neri, sorte allora dalla scis-
sione della famiglia Cancellieri, 78, 38-42 ; 79,
1-28.
- I Bianchi ed i Neri di Pistoia confinati a Firenze
provocano anche qua la divisione delle fami-
glie, e del partito guelfo, in parte bianca e parte
nera, 79, 28-36.
- Scoppiano in Firenze le prime lotte civili tra i
Cerchi, capi della parte bianca, e i Donati
divenuti capi dei Neri, 79, 39-44 ; 80, 1-41.
- Bonifacio VIII, sollecitato dil Comune e dal po-
polo di Firenze, tenta invano, intervenendo
presso Vieri dei Cerchi, di sedare le ire parti-
giane, 80, 40-45 ; 81, 1-5.
giugno - II medesimo, pregato dai Capitani della
Parte guelfa e dai Neri, manda a Firenze per
ristabilire la pace il card. Matteo d'Acqua-
sparta, ma questi, vistasi rifiutata la balia della
c. perch6 sospetto ai Bianchi di voler favorire i
Neri, se ne parte sdegnato scomunicando la
cittadinanza, 81, 7-16.
dicembre - Scoppiano tra i due partiti nuove
risse cui si cerca invano di porre fine con le
condanne dei responsabili, 81, 15-40 ; 82, 1-3.
gennaio (1300 st. fior.) - Corso Donati complotta
coi Capitani di Parte guelfa per sollecitare
pp. Bonifacio a mandare in Firenze un Signore
guelfo, ma scoperto viene cacciato in bando
dalla c, come perturbatore dello Stato, men-
tre nello stesso tempo, airintento di facilitare
la pacificazione degli animi, vengono confinati
anche i capi dei due partiti, 82, 39-40 ; 83,
1-18.
febbraio {1300 st. fior.) - Lo stesso, portatosi
in Roma, induce con Geri Spina il detto pp. a
mandare in Firenze Carlo di Valois, fratello del
Re di Francja, 83, 21-28.
novembre 1 - Giunge in Firenze Carlo di Valois
inviato da Bonifacio VIII quale paciere, 84,
24-29.
novembre S - Carlo di Valois giura in pubblico
parlamento di volgere i poteri, che a lui con-
feriva il popolo, al ri.stabilimento della pacc
cittadina, ma purtroppo, mentre egli fa queste
premesse, rientra invece armata mano in Fi-
renze, con tutti gli sbanditi di parte nera.Corso
Donati che, in mezzo a rovine ed incendi, fa
le sue vendette sugli av-v^ersari .scnza trovarc
da partc del pred. Carlo alcunii opposizionc, •
84, 29-40.
novembre 6 - Veiig.>no nniiin.iti i nui>vi Pri 'li,
84, 43-44 ; 85, 1-11.
- Toma in Firenre, mentre se ne allimtuua pcr
648
INDICE CRONOLOGICO [AA. 1301 dicembre 24-1308 fiusooj
qualche giomo il pred. Carlo, il card. d'Acqua-
sparta per riprendere la missione di pace, ma
anche questa volta 6 costretto a partire senza
aver potuto raggiungere Tintento, 85, 13-16 ;
18-23.
1301 dicembre 24-1 Cerchi ed i Donati vengono aao-
mente a zuffa fra loro, 85, 26-40.
1302 aprile 2-1 Bianchi vengono dal partito domi-
nante cacciati in bando dalla c. 86, 90-42 ;
87, 1-4.
1302 magsio - I Fiorentini ed i Lucchesi vanno contro
Pistoia dove si erano raccolti i Bianchi ed i Ghi-
bellini cacciati da loro, che infestavano i loro
territori e ne danneggiavano i dintorni, 87, 5-13.
1302 laglio - I Fiorentini vanno contro Carlino de' Pazzi,
che, ■unitosi ai Bianchi ed ai Ghibellini fuoru-
sciti, aveva loro tolto Piano di Travigne di Val-
darno, e riprendano il castello, 87, 16-23.
1302 agoito-iettembre - Gli stessi vanno anche contro
gli Ubildini, che, insienie ai predetti sbanditi,
avevano fatto loro ribellare alcuni castelli, ne
devastano le terre e riprendono loro i castelli
di Montagliati e Monte Acuto che distruggono,
87, 26-34.
1302 - Pulcieri da Calboli, Podesta di Firenze, manda
a morte, o in bando, molti cittadini accusati
d'aver tramato per far rientrare in c. i Bian-
chi ed i Ghibellini sbanditi, 87, 37-41 ; 88,
1-10.
1303 marzo {1302 st. fior.) - 1 Fiorentiri respingono
e mettono in fuga Scarpctta degli Ordelaffi
venuto contro Firenze a capo dei Bolognesi,
coi Bianchi e coi Ghibellini fiorentini sbanditi,
dei quali essi riescono anche a prendcre qual-
cuno ; 89, 1-17.
*1303 - Firenze e ritalia tutta vengono afflitte da una
grave carestia, 89, 20-23.
1303 maggio 11 - I Fiorentini prendono e distruggono
nel pistoiese il castello del Montale, 89, 25-28.
1303 giugno - Gli stessi tornano coi Lucchesi a dare il
guasto al territorio di Pistoia, 89, 30-34.
1304 (ebbraio {1303 st. ftor.) - Corso Donati, approfit-
tando deirangustie di una grave carestia in cui
si trova Firenze, tenta coi Grandi di far riformare
gli Ordinamenti di giustizia, ma il popolo, corso
subito alle armi, dopo lunga lotta furiosa,
manda del tutto airaria il suo tentativo, 89,
36-37.; 90. 1-27.
1304 maggio-giugno - Vieue in Firenze per ricondurre
la pice negli animi il Card. NiccoI6 da Prato,
inviato da Benedetto XI, ma, contrastato dai
Neri, se ne parte sdegnato interdicendo la c.
91, 19-42.
1304 - Cade in Firenze il Ponte alla Carraia facendo nu-
merose vittime, 91, 44-45 ; 92, 1-8.
1304 giugno 10 - Scoppia in Fircnze una furibonda
battaglia tra le principali famiglie, per la quale,
a causa specialmente del fuoco attaccato in
piCi punti dai contendenti stessi, viene de-
vastata molta parte della c, 92, 15-34.
1304 Inglie 20-1 Bianchi ed i Ghibellini sbanditi, con
gli aiuti, che il Card. da Prato aveva potuto
raccogliere e riunire insieme dalla Toscana e
da Bologna, muovono di nuovo contro Firenze
attaccandola da tre lati, ma vengono respinti
e sbaragliati, 93, 6-41.
1304 laglio 26 - Gli Aretini tolgono, con un tranello, ai
Fiorcntini il castello di Laterina, 94, 1-6.
1304 agotto - I Fiorentini riprendono e distruggono i
castelli di Monte Calvi e delle Stinche, che erano
stati fatti ribellare dai Bianchi sbanditi, 94,
14-21.
1304 - S'inizia in Firenze la costruzione delle nuove
prigioni dette Le Stinche, 94, 8-11.
1305 aprile 25 - Viene in Firenze, in seguito a richiesta
dei Fiorentini stessi, comc Capitano di guerra
con forze catalane e francesi, Roberto di Cala-
bria, primogenito di Carlo II re di Napoli,
95, 18-23.
1305 maggio 20-1 Fiorentini muovono col Capitano
di guerra e col Podesti, insieme ai Lucchesi,
contro Pistoia, ancora in mano dei Bianchi, e
la cingono d'assedio, 95, 26-32.
1305 gingno 28-1 Fiorentini riprendono e distruggono
il castello d'Ostina in Valdarno fatto ribellare
dai Bianchi, 95, 34-36.
1305 settembre - Giungono in Firenze inviati da Bene-
detto XI, per sollecitazioni dei card., Orsini
e da Prato, due nuovi lcgati, per far cessare
Tassedio di Pistoia e ricondurre la pace nella
c, ma anch'essi come gli altri inutilraente,
95, 39-44, 96, 1-4.
1306 aprile 10 - Pistoia s'arrende ai Fiorentini ed ai
Lucchcsi che la riducono a borghi e se nc divi-
dono il territorio, 96, 36-43.
1306 xettembre - I Fiorentini prendono e distruggono il
castello degli Ubaldini di Monte .\ccinico, dovc
s'erano annidati i Bianchi e i GhibcIIini, rico-
struiscono contro di loro quello di Scarperia e dan-
no il guasto airaltre terre dei snddetti, 97, 4-15.
1307 maggio — Gli stessi vanno contro Arezzo, dove
il card. Napoleonc degli Orsini stava racco-
gliendo contro di loro armi ed armati, ne deva-
stano il territorio e costringono il detto Card.
a partirscne, 98. 18-22.
•1307 — Viene messa un'imposta sui chierici ; vcngono
fatti nuovi Ordini di Giustizia pei Grandi e vicnc
nominato un Esecutore dei detti Ordini, 98,
28-31, 33-37 ; 99, 1-13 ; 101. 2-3.
1308 - Corso Donati, messo al bando dal Podesta, comc
ribclle e traditore del popolo per aver tramato
per farsi Signore di Firenze, 100, 14-31, tenta
audacemente, trincerandosi nelle sue case coi
suoi partigiani, di resistere alle forze del Gon-
faloniere e del popolo venute per resecuzione,
31-35, ma, fallite le speranze d'aiuti cstcrni,
cerca di fuggire trovando invece la morte nclla
fuga, 101, 11-26.
1308 giugno - I Fiorentini vengono a pace con Arezzo,
101, 31-33
(AA. 1308 novembre.1312 nov.-dic.] INDICE CRONOLOGICO
649
1308 novembre — GH stessi fanno pace anche con gli 1311
Ubaldini, 101, 35-37 ; 102, 1-4.
1309 aprile 7 - Gli stessi vanno in aiuto dei Neri, cac-
ciati da Prato, e costringono i Pratesi a farli rien- 1311
trare ed a sottomettersi al Comune fiorentino,
102, 33-38.
1309 maggio-giugno - Gli stessi vanno di nuovo a dare
il guasto al territorio aretino per la violazione
dei patti della pace, 102, 40-41 ; 103, 1-2.
1309 giugno S - Gli stessi impediscono ai Lucchesi di 1311
distruggere, come essi volevano, la c. di Pistoia,
103, 5-12.
1309 luglio - Gli stessi inviano genti in aiuto del Card.
Legato di Romagna nipote del pp., allora in 1312
guerra coi Veneziani, 103, 15-18.
1309 settembre - Gli stessi vanno contro Volterra e
costringono i cittadini a venire a pace con j 1312
Sangiminianesi, 103, 20-24.
1310 febbraio {1309 st. fior.) - Rimessa in Firenze da
Roberto re di Napoli la sua bandiera al Mani-
scalco, che egli aveva lasciato qua a capo dei 1312
Catalani e dei Francesi, i Fiorentini tomano con
questi contro Arezzo a devastarne il territo- 1312
rio, 103, 25-32.
1310 aprile - Giunge in Firenze, accolto molto onore-
volmente, 11 Card. Legato di Romagna che,
grato degli aiuti avuti dai Fiorentini nella guerra
contro Venezia, li riconcilia con la Chiesa, as-
solvendoli, col consenso dello stesso pontefice
Clemente V, dalle scomuniche contro di loro
precedentemente lanciate, 104, 30-34. 1312
1310 giugno-luglio - I Fiorentini senza punto curare
gli ordini in contrario,. ricevuti dal nuovo im-
peratore, Arrigo VII di Lussemburgo, muovono
ancora una volta contro Arezzo, 104, 36-38 ;
105, 1-7.
1310 - Giungono in Firenze gli ambasc. del nuovo impe- 1312
ratore, ma essi non vengono punto ascoltati,
105, 7-10.
1310 - Giunge in Italia lo stesso imperatore per essere
incoronato, 105, 11-13.
1310 ottobre - Giunge in Firenze, di ritomo da Avi-
gnone, il re Roberto di Napoli, che si trattiene 1312
qua alcuni giorni tentando invano di riportare la
concordia tra i Grandi ed il popolo, 105, 20-24.
1310 dicembre - Si ordina che vengano innalzate, fino
ad otto braccia, le mura di cinta fiorentine
dove esse sono gii fondate e che si facciano
fossi e steccati, invece, dove queste non vi
sono affatto, 105, 25-31.
*1310 - Si ha in Firenze una nuova grande carestia, 1312
106, 27-28.
1311 ottobre - I Fiorentini, sentendo che rimperatore
avanza verso di loro, occupano coi Lucchesi
le fortezze di Samminiato e di Volterra, 106,
34-36. 1312
1311 ottobre 20 - Giungono in Firenze nuovi ambasc.
deirimperatore, ma viene loro proibito l'en-
trata nella c, ed ordinato senz'altro d'allonta-
narsi, 106, 39-41.
ottobre 25 - Viene mandato in Lunigiana il Mani-
scalco di re Roberto, con forze della lega, per
impedire airimperatore il passo, 107, 5-7.
novembre - L'imperatore Arrigo intima da Ge-
nova al Comune di Firenze di rimettere a lui
legati con pieno mandato, 107, 10-12, ma i
Fiorentini, in risposta, ordinano invece ai loro
concittadini, dimoranti nelle terre deirimpero,
di rientrare immediatamente in patria, 13-14.
dicembre 15 - Giunge in Firenze gente del re Ro-
berto, venuta dalla Lombardia, per mettersi, per
ordine del Re stesso, a disposizione dei Fioren-
tini, 107, 16-17.
gennaio 6 (1311 st. fior.) - Vengono mandati in
bando i Cavalcanti e vengono abbattute le loro
case, 107, 22-25.
gennaio 20 (rjir st. fior.) - I Fiorentini, avendo
il Maniscalco deirimperatore Arrigo fatto con-
fiscare in Pisa le loro merci, mandano genti
contro la frontiera pisana, 107, 29-32.
maggio 7 - L'Imperatore entra in Roma in mezzo
a grande contrasto, 109, 2-3.
maggio 20 - Arrivano in Roma, inviati dai Fioren-
tini, mille cavalieri che, uniti alle forze degli
Orsini e del re Roberto, occupano S. Pietro e
dintomi per impedire cosl airimperatore Tin-
coronazione, 108, 31-39 ; contemporaneamente,
poi, da forze, inviate dagli stessi Fiorentini,
viene liberato il castello di Cerretello assediato
dai Pisani, 40-43.
- L'Imperatore Arrigo, ottenuto dal pp. il per-
messo, a seguito dei falliti tentativi di snidare
gli awersari da S. Pietro, di poter fare Tincoro-
nazione in altro luogo, viene incoronato in S.
Giovanni in Laterano e, senza attendere altro,
quindi, parte coi suoi da Roma, 109, 8-12.
tettembre 12-18 - Lo stesso viene contro Firenze e,
dopo aver occupato senza contrasto varie terre
del contado, 109, 18-22, e battuto i Fiorentini, a
mezzo dei Conti di Fiandra e di Savoia, guidati
dagli sbanditi, al passo di Montelfi, giunge col
grosso dei suoi airAncisa, 22-29.
lettembre 19-ottobre 5 - Lo stesso muove a ban-
diere spiegate verso la c. e s'accampa in attesa
a San Salvi, 109, 39 ; 110, 1-2 ; ma il popolo ac-
corre armato alle porte e, rafforzato dai vil-
lani venuti dalla campagna, innalza barricate
e steccati, mentre affluiscono gli aiuti degli al-
leati, 4-2« ; n6 da una parte ni dall'altra, per6, si
inizia punto la battaglia, 2 5-31.
ottobre 10 - I Pisani affiacandosi sempre pii»
airimperatore, vanno ad assediare Certaldo,
ma vengono battuti dalle forze del Maniscalco
del re Roberto accorso coi Fiorentini a difesa,
110, 34-39.
novombre-dicembre - L'Imperatore, viste »va-
nire le speranze di rivolgimenti interai, toglie
il campo da San Salvi e va a Sancasciano, ove
gli giungono gli aiuti di Pisa e di Genova coi
quali egli pu6 finalmente respingere a Ccrbaia
650
INDICE CRONOLOGICO
[AA. 1312 dicembr*'1321]
la cavalleria fiorentina che lo molesta con assi-
due guerriglie, 111, 2-U.
1312 dicembre - Vengono affossati e steccatt i nuovi
borglii d'01trarno, 111, 16-19.
1313 gennaio-febbraio (rjra si. fior.) - L' Impera-
tore leva di nuovo le tende e va ad accam-
parsi a Poggibonsi ove fa restaurare Tantica
fortezza cui egli di il nome di Ca.stello imperiale,
111, 14-28; ma i Fiorentini lo seguono da vicino
e lo molestano, con attacchi locali e scara-
mucce, facendo, in una di queste, prigioniera
una brigata inviata per vettovaglie, 28-33,
e battendo duramente in un'altra il Duca di
Fiandra, che s'era allontanato coi suoi per tor-
narsene a casa, 34-38.
1313 marzo 6 {1312 st. fior.) - Lo stesso, stretta a Pog-
gibonsi una lega con Federico re di Sicilia con-
tro Roberto di ."^apoli, parte alla volta di Pisa,
112, 2-8.
1313 marzo (1312 st. fior.) - Lo stesso, giunto aPisa,
emana solennemente contro i Fiorentini e con-
tro Firenze la sua sentenza di condanna, 112,
10-15.
• 1313 - I Fiorentini danno la Signoria della c. per cin-
que anni a re Roberto di Napoli, 113,22-29.
1313 giugno 10 - Giunge in Firenze Jacopo Cantellini
in qualita di vicario del detto re Roberto si-
gnore della c, 113, 29-34.
1313 agorto 5 - L'Imperatore, terminati i preparativi
per la nuova guerra che, in conseguenza della
alleanza con Federico di Sicilia, doveva combat-
tere contro Roberto di Napoli, parte da Pisa, a
capo deiresercito, alla volta dei confini dei reame
napoletano, 113, 3-11.
1313 agotto 24 - Arrigo VII muore improvvisamente
a Buonconvento, 113, 20-21.
1314 febbraio (1313 st. fior.) - Uguccione della Fag-
giuola, fatto Capitano generale e Signore di
Pisa, va contro Lucca e la costringe a resti-
tuire i castelli tolti ai Pisani ed a fare rientrare
in c. i Ghibellini, 114, 1-9.
1314 giugno 14 - Lo stesso, d'accordo coi Ghibellini, si
impadronisce di Lucca, 114, 14-18.
1314 agotto 28 - Giunte in Firenze, rimesse da re Ro-
berto, nuove forze con il principe Pietro, fra-
tello minore dello stesso re, i Fiorentini occu-
pano con queste, senza colpo ferire, i castelli
dei Lucchesi, di Valdarno e di Valdinievole, che
si danno loro volontariamente per non cadere
nelle mani dei Pisani e d'Uguccione, 115, 18-24.
1314 lettembre 28-1 Fiorentini e i Lucchesi vengono
per volonti del Principe pred. ad accordi con gli
Aretini, 115, 27-38.
1314 - Uguccione prende Cigoli e Montecalvi, 115,
30-31.
1315 - Lo stesso va ad assediare Montecatini, 116, 35-37.
1315 luglio 10 - Giunge in Firenze, per soUecitazione
dei Fiorentini stessi, Filippo, principe di Ta-
ranto, fratello del re Roberto, con cinquecento
cavalieri, 116, 39-43, 117, 1-8.
1315 agotto 29-1 Fiorentini vanno insieme ai suddetti
in aiutu di Montecatini, ma, scontratisi con le
milizie di Uguccione, vengono da questo scon-
fitti in una sanguinosa battaglia in cui muorr
lo stesso principe Pietro, 117, 9-13, 33-35 ;
118, 1-8.
1315. - Uguccione prende Montecatini, Monte Sommano
ed i castelli di Vinci e Cerreto Guidi, che s'erano
ribellati ai Fiorentini, 118, 8-20.
1315 - Viene in Firenze, inviato dal re Roberto quale Ca-
pitano di guerra, con nuove forze, Beltramo del
Balzo, conte di Monte Scaggioso, detto Conte
Novello, 118, 23-27.
1316 aprile - II suddetto, per le mene della potente fa-
zione, awersa alla signoria degli Angioini,
capitanata da Simone della Tosa, 4 costretto
a lasciar rufficio, 119, 26-33.
1316 maggio 1 - £^ nominato per opera della stessa fa-
zione, bargello della c. con pieni poteri, I.ando
da Gubbio, 119, 39-43 ; 120, 1-9.
1316 giugno - II nominato Lando fa coniare una nuova
moneta che vien detta " Bargellina ,,, 120,
8-10.
1316 - Uguccione perde la signoria di Pisa, che passa al
conte Gaddo Gherardeschi, e nello stesso tempo
perde anche quella di Lucca che viene presa
da Castruccio Castracani degli Interminelli
di Lucca stessa, 120, 16-27.
1316 luglio 15 - Viene in Firenze come vicario di re Ro-
berto, sollecitato dai Grandi, dai mercatanti
e dagli artefici, awersi alla fazione di Simone
della Tosa, il conte Guido da Battifolle, 120.
30-35 ; 121, 1-4.
•1316 - Viene licenziato, per intervento del re Roberto,
il bargello Lando da Gubbio, 121, 6-8, 19-22.
1317 aprile 18 - Re Roberto riconcilia i Fiorentini ed
i Lucchesi coi Pisani e stringe con essi iina lega,
123, 32-33, 36-39.
1317 - Viene coniata in Firenze una nuova moneta detta
" Guelfo ,, , 124, 1-2 ; e si inizia la costruzione
delle mura di Lungarno e d'01trarno, 4-6.
1318 luglio 27 - Re Roberto 6 fatto signore di Genova,
124, 37-38.
1320 marzo (1319 st. fior.) - I Fiorentini, i Senesi ed
i Bolognesi inviano aiuti al re Roberto in Lom-
bardia per la guerra contro Matteo Visconti,
125, 37-40.
1320 aprile - Castruccio, sentito che i Fiorentini ave-
vano mandato loro genti in Lombardia, va coi
Pisani a dare il guasto alle terre di questi in
Valdamo, impadronendosi di alcuni castelli,
126, 29-37.
1320 - I Fiorentini, saputo che Castruccio era andato
verso Genova per farla ribellare a re Roberto,
muovono contro le sue terre della Valdinievole,
126. 39-40 ; 127, 1-5.
1321 - Gli stessi, alleatisi col march. Spinetta Male-
spini, vanno nuovamente contro le terre di Ca-
struccio della Lunigiana e della Valdinievole,
mentre questi alla sua volta, alleatosi con Pisa
[AA. 1321 settembre-1324 m.gsio 22] INDICE CRONOLOGICO
651
ed Arezzo, torna a dare il guasto alle loro terre 1323
di Valdarno, 127, 37-42 ; 128, 1-5.
1321 lettembre - Muore in Ravenna, in esilio, il grande
poeta fiorentino Dante Alighieri, 128, 7-12. 1323
1321 - I Fiorentini deliberano di lasciare la signoria di
re Roberto e di tornare a darsi Hberamente
come prima capitano e podesta a loro piacere,
128, 14-20.
1322 - I Pistoiesi, con grave disappunto dei Fiorentini, 1323
vengono, ad opera deirAbate da Pacciano, ad
accordi con Castruccio, 129, 17-22.
1322 aprile - Alcuni Ghibellini sbanditi di Firenze ten- 1323
tano di entrare di farto in Colle di Valdelsa
ma sono ricacciati e dispersi, 129, 24-27.
1322 giugno - Si tiene in Firenze sul Prato d'Ognis-
santi una fiera e mercato franco, 129, 29-31.
1322 luglio-agosto - Firenze viene devastata pifi volte
dal fuoco a Ponte Vecchio ed a S. Stefano, 129,
33-37.
1322 agotto - I Pisani, nonostante i patti che essi ave- 1323
vano coi Fiorentini, pongono gabelle sulle merci
di questi, rompendo cosi palesamente con essi
la pace, 130, 1-5.
1322 agoito - Viene suonata la prima volta a distesa la
campana gros.sa del popolo, 130, 6-10. 1323
1322 tettembre 29-1 Fiorentini riprendono agli Aretini
dopo lungo assedio il Castello di Caposelvole
di Valdambra, 130, 11-16.
1322 settembre - Gli stessi ristabiliscono la loro giuri- 1323
sdizione su Casaglia e sulle ville d'Ampinana,
130, 16-20.
1322 ottobre 21 - Gli Ubaldini vengono ad accordi con i 1323
Fiorentini e si sottomettono al Comune di Fi-
renze, 130, 23-28.
^l^^^ - Si ha in Italia una grande carestia che costringe
il Comune di Firenze a prendere prowedimenti
pei poveri della c. e di fuori, 130, 28-31.
1323 febbraio {1322 st. fior.) - I Fiorentini, ad istanza 1323
di pp. Giovanni XXII, mandano genti in Lom-
bardia per la guerra contro i Visconti, 130,
34-35. 1323
1323 marzo (1322 st. fior.) - I Fiorentini mandano
aiuti ai Pistoiesi e spingono alcuni dei loro
castelli a ribellarsi a Castruccio ma con scarso
risultato, 131, 2-5. 1324
1323 maggio 7 - Jacopo, capitano dei Friulani a soldo
di Firenze, passa, con grave disappunto dei Fio- 1324
rentini, a Castruccio con trecento uomini, ri-
velando a questo le trattative che il Comune
fiorentino faceva segretamente con alcuni di
Buggiano, 132, 5-10. 1324
1323 maggio 16 - Giunge di nuovo a Firenze, come ca-
pitano di Guerra, inviato dal re Roberto a se-
guito di richieste dei Fiorentini stessi, Beltramo
del Balzo, conte di Monte Scaggioso, detto
Conte Novello, con duecento cavalieri, 131 , 1324
35-40.
1323 - Giovanui XXII concede ai Fiorentini la facolti
di poter porre imposte ai chierici ma poi, pei
reclami di questi, la ritoglie, 131,42; 132,1-4. 1324
giugno - Castruccio, richiesti gli aiuti dei Pisani,
va contro i Fiorentini dando il guasto a molte
loro terre, 132, 12-15.
luglio - Lo stesso muove contro Prato, ma 6 co-
stretto a fuggire per Tarrivo dei Fiorentini,
accorsi con grande esercito in aiato, riuscendo
a salvarsi solo in grazia dei Grandi che ne im-
pediscono Tinseguimento, 132, 18-29.
luglio - II popolo di Firenze, sdegnato per queste
notizie, corre alle armi contro i Grandi, ma poi
presto si ristabilisce la calma, 132, 29-31.
luglio-agosto - Gli sbanditi, ai quali era stata-pro-
messa la revoca del bando, venuti a conoscenza
che essa non veniva piii concessa, tramano coi
Grandi contro Firenze, ma la congiura viene
subito scoperta e stroncata con la condanna al
bando di tre dei Grandi stessi in essa maggior-
mente implicati, 132, 29-32 ; 133, 1-10 ; agi-
tazioni e contrasti per queste condanne, 10-19.
agosto 23 - Per facilitare meglio le adunate del
popolo, in caso di rumore, vengono istituiti i
Pennoni ed i Pennonieri alle dipendenze dei
Gonfalonieri di Compagnie in numero di cin-
quantasei, 133, 21-29.
agosto - Castruccio torna a dare il g^uasto alle terre
di Valdarno, senza che le forze dei Fiorentini,
stanziate a Fucecchio, si muovano affatto a
reagire, 133, 31-36,
settembre - Si ha in Firenze, come anche in quasi
tutta ritalia, una grande quantiti d'infred(iati,
133, 37-38 ; 134, 1-3.
settembre - I Fiorentini perdono il castello di Trap-
pola in Valdarno, occupato dai Pazzi e dagli
Ubertini per tradimento di alcuni dei castellani,
castello che, nonostante il soUecito invio di
forze sul posto, non riescono poi a riprendere,
134, 5-11.
ottobre 28 - Si fanno in Firenze imborsazioni del
Priorato e di tutti gli altri Uffici per quattro
anni, 134, 14-18.
dicembre 20 - Castruccio tenta d'entrare con uno
stratagemma in Fucecchio, ma viene subito
scoperto, ricacciato e messo in fuga con gravi
perdite, 134, 25-35.
gennaio 3 (1323 st. fior.) - I Fiorentini chiedono
al re di Francia cinquecento soldati, 135, 1-4.
marzo 3 (1323 st. fior.) - I Pistoiesi, ad opera di
Filippo Tedici, gran mastro d'intrighi in Pi-
stoia, respingono con violenza il Vicario di re
Roberto, 135, 6-10.
aprile - Vengono fatti rientrare in Firenze tutti
gli sbanditi meno i ribelli e i tre ultimi condan-
nati, 136, 3-6 ; nello stesso tempo poi vengono
emanati vari e severi ordini contro gli ecces-
sivi ornamenti delle donne, 136, 3-8.
aprile 20-28 - Beltramo del Balzo, capitano dei
Fiorentini, occupa Carmignano ma 4 costretto
a lasciarlo per ordine dei Fiorentini stessi, 136,
10-18.
maggio 22-1 Fiorentini ricacciano e sbaragliano
652
INDICE CRONOLOGICO
[AA. 1324 manio 25-1352]
le milizie di Castruccio venute a far preda a
Castelfranco di Valdarno, 13G, 20-26.
1324 maggio 25 - Si d^ urdine di portare a tcrmine la
costruzione delle mura di cinta e di munirle
con barbacani e torri, 136,29-33.
1324 luglio-settembre - Filippo Tedici e TAbate di
Pacciano, suo zio, cercano con astuzie e raggiri,
trattando in segreto contemporaneamente coi
Fiorentini e con Castruccio, di vendere la si-
gnoria di Pistoia al maggiore offerente, 137,
8-19, 23-34.
1324 tettembre - Per intrighi della setta capitanata
dai Bordoni, si dk incarico ai Priori di riformare
e correggere, insieme ai Dodici buoni uomini,
le varie imbussolazioni fatte precedentemente
per quattro anni, 137, 36-39 ; 138, 1-13.
1324 ottobre - Gli Ubertini cedono al Comune di Fi-
renze il castello di Lanciolina, 138, 14-20.
1324 ottobre - I Fiorentini fanno costruire nel Mugello
il castello di Vicchio, 138, 22-24.
1324 novembre 19 - Giungono in Firenze i cinquecento
cavalieri richiesti dal Comune al Re di Francia,
138, 25-28.
1324 dicembre 13-1 Carmignanesi si danno al Comune
di Firenze di loro libera volonta, 138, 30-33.
1325 gennaio {1324 st. fior.) - Vengono condannati
per baratteria Bernardo e Chele Bordoni, capi
della cosl detta setta Serraglina, 139, 1-19.
1325 febbraio {13^4 st. fior.) - Si da facolta ai Priori
di cas.sare e rinmovere a loro piacere le famiglie
dei Rettori, 139, 20-28.
1325 febbraio 25 (1324 st. fior.) - Filippo Tedici, si-
gnore di Pistoia, chiede aiuto ai Fiorentini per
difendere la c. dalle insidie di Castruccio, 139,
29-32.
1325 aprile 17 - Vengono condannati messer Janni e
messer Cristiano, della brigata francese a soldo
dei Fiorentini, accusati d'aver tramato, con
Tommaso Frescobaldi e con altri, per corrom-
pere la brigata stessa in favore di Castruccio
ed occupare in nome di questo Montelupo e Ca-
praia, 139, 34-36 ; 140, 1-23.
1325 aprile - Vengono fatte popolane dieci nobili fa-
miglie della c. e venticinque del contado, 140,
26-28.
1325 maggio 5 - Castruccio, venuto segretamente ad
accordi con Filippo Tedici, occupa di sorpresa
con le sue genti Pistoia, travolgendo in breve
le poche forze fiorentine poste a difesa della c,
140, 31-39.
1325 maggio 6 - Sdegnati i Fiorentini per la caduta
di Pistoia in potere di Castruccio, nominano
senz'aItro loro capitano di guerra Raimondo
di Cardona concedendogli tutti i patti richiesti,
141, 17-26.
1325 - Castruccio trama per impadronirsi anche di
Prato, ma la sua trama viene questa volta sco-
perta in tempo ed i suoi complici vengono presi
e mandati a morte, 141, 4-1«.
1325 maggio 22-1 Fiorentini occupano il castello di
Artimino nel pistoiesc e ne fanno abbattere lej
mura, 141, 25-30.
1325 giugno-laglio - Gli stessi mnovono con tutte le '
loro forze, e con a capo il loro capitano Rai-
mondo, contro Pistoia e contro Castruccio ed
assediano i castelli di Tizzana e di Cappiano,
141, 32-35; 142, 1-6; Castmccio a tali nuove
esce da Pistoia e s'accampa fuori della c. fa-
cendo fossati e steccati, 8-10, ma non riesce
per6, con suo grave disappunto, ad impedire che
i Fiorentini prendano Cappiano e Montefalcone,
12-14.
1325 agotto 11 - Castruccio va con le sue genti a dare
il guasto a Prato ed a Carmignano ma scontra-
tosi coi Fiorentini pr. Carmignano stesso viene
da questi duramente battuto, 142, 17-20.
1325 agotto - I Fiorentini, venuti a conoscenza dei ten-
tativi di corruzione fatti da Castruccio pr. le
milizie francesi a soldo del Comune fiorentino,
richiesti gli aiuti degli amici, muovono nuova-
mente contro di questo e gli prendono il castello
di Altopascio, 142, 30-33 ; ma per le sette che
purtroppo erano forti anche nel campo non rie-
scono poi a mettersi d'accordo sul modo di pro-
seguire le operazioni di guerra, 142, 33-39.
1325 agotto 20 - Spinello, figlio bastardo di Nerone dei
conti Alberti, uccide lo zio Alberto e s'impadro- ;
nisce del castello di Mangone che il conte Ales-
sandro, padre di Nerone e di Alberto, aveva
lasciato in erediti al Comune di Firenze, 143,
34-40 ; 144, 1-3.
1325 tettembre 23 - Castruccio, avuto rinforzi ed aiuti
dagli alleati, muove contro i Fiorentini e li
sconfigge pr. Altopascio in una sanguinosa bat-
taglia, nella quale vengono fatti molti prigio-
nieri fra cui anche il capitano Raimondo, 143,
1-27.
1325 teltembre-ottobre - Lo stesso va quindi contro
•^ltopascio e Montefalcone e riprende i detti
castelli, 143, 29-32 ; fatto poi abbattere il ponte di
Cappiano e la fortezza, 144, 8-9, muove con
Toste contro Carmignano, che prende, e pro-
segue poi contro Firenze, devastandone e sac-
cheggiandone per piii giorni i dintorri, 144,
8-27.
1325 ottobre 2-11 conte Ugo di Guido da Battifolle
occupa alcune ville di Ampinana spettanti al
Comune di Firenze, 145, 3-13.
1325 ottobre 11 - H Comune di Firenze acquista da Spi-
nello dei conti Alberti il castello di Mangone,
143. 34-40 ; 144, 1-5.
1325 ottobre 26 - Castruccio torna con I'oste a devastare
i dintorni di Firenze, insieme ad Azzo Visconti
che desiderava vendicarsi dei Fiorentini, giun-
gendo fino a Rifredi ove fa correre il palio, 144,
29-37.
1325 - I Fiorentini, fortificato Fiesole e S. Miniato al
Monte, mandano al re Roberto per aiuti e no-
minano loro capitano messer Oddo, allora a ser-
vizio dei Perugini, 145, 4-7.
lAA. 132S ottjiov..l42? novemb» 18] INDICE CRONOLOGICO
653
1325 ottobre'iiovembre - Castruccio va con Toste con-
tro Prato e poi torna contro Firenze, danneggian-
done il contado sino a Signa ed a Rifredi e por-
tando via grandissima preda, 145, 18-26.
1325 novembre 11 - Lo stessoespone al dileggio in Lucca
il Carroccioed i prigionieri fiorentini, 145,28-34.
1325 novembre 13 - Si delibera in Firenze che nessun
parente dei detti prigionieri fiorentini pr. Ca-
struccio possa occupare alcun ufficio pubblico
in c, 146, 2-4.
1325 novembre 26 - Castruccio va ad assediare il na-
stello di Montemurlo, 146, 3-11.
1325 dicembre 2 - Giungono in Firenze trecento cava-
lieri mandati qua in aiuto dal re Roberto di
Napoli, 146, 17-20.
1325 dicembre 10 - Castruccio manda nuovamente
le sue genti a depredare il contado fiorentino sino
pr. le porte della c, ma esse vengono questa
volta ricacciate e messe in fuga dal popolo
corso aJIe armi, 146, 23-25.
1325 dicembre - I Fiorentini deliberano di dare per
dieci anni la signoria della c a Carlo, duca di
Calabria, figlio del re Roberto, 146,27-35 ; 147,
1-2.
1326 gennaio 5 (13^5 st. fior.) - Gli stessi eleggono loro
capitano di guerra Piero di Narsi di Francia
che, servendosi delle amicizie che egli aveva
nelle milizie di Castruccio, allaccia con queste
segrete trattative, 147, 4-10.
1326 gennaio 8 {1325 sl. fior.) - Castruccio prende
dopo lungo assedio il castello di Montemurlo
facendone abbattere le torri dei Pazzi e degli
Strozzi che vi erano state fatte innalzare a guar-
dia, 146, 8-12.
1326 gennaio 20 [1325 st. fior.) - Castruccio manda a
morte tre suoi Conestabili sospetti di aver tra-
mato col capitano di guerra dei Fiorentini, Piero
di Narsi, per passare a soldo di questi e licenzia
le truppe francesi e borgognone, 147, 4-13.
1326 febbraio {1325 st. fior.) - Lo stesso torna a sac-
cheggiare il territorio fiorentino, 147, 15-22.
1326 marzo 29 - Lo stesso occupa, dopo segreti accordi
col custode, la Castellina di Greti, 148, 15-17.
1326 aprile - Lo stesso va contro Empoli e contro Pe-
troio, 148, 17-20.
1326 maggio 15-17 -Lo stesso fa prendere in un agguato,
a.stutamente teso, il capitano di guerra dei Fio-
rentini, Piero di Narsl e lo fa decapitare, 148,
22-31.
1326 maggio 17 - Giunge in Firenze il francese Gual-
tieri di Brienne, duca d'Atene, inviato qua,
come sjo vicario, da Carlo di Calabria fatto
signore della c, 148, 23-40.
1326 giugno 30 - Giunge in Firenze il card. Giovanni
Orsini, Legato di pp. Giovanni XXII, 149, 3-5.
1326 luglio 10 - Giunge in Siena Carlo duca di Cala-
bria e vi viene eletto Signore per cinque anni,
149, 7-13.
1326 luglio 30 - II pred. Carlo giunge a Firenze, con
grande seguito di principi, baroni e milizie, per
assumere la signoria della c. cui era stato chia-
mato, 149, 15-40 ; 150, 1-5.
1326 - Affluiscono in Firenze gli aiuti degli amici ri-
chiesti dal Duca per la guerra contro Castruc-
cio, ma, con grave disappunto dei Fiorentini,
il Duca non va poi affatto contro di questo,
150, 5-11.
1326 - II Duca si fa confermare la signoria della c. per
dieci anni, a cominciare dal primo settembre,
e si fa dare facolt^ inoltre di poter fare a suo
modo i Priori e tutti gli altri Ufficiali, 150,
14-19.
1326 agotto 4 - Viene annunziato in Firenze il falli-
mento della Corapagnia degli Scali, 150,21-24.
1326 lettembre 15-1 Fiorentini fanno ricostruire il
castello di Signa, 150, 26-29.
1326 ottobre - II Duca di Calabria ed il march. Spinetta
vanno contro le terre di Castruccio in Luni-
giana mentre i fuorusciti di Pistoia, aiutati dai
Fiorentini, prendono al pred. il castello di Ra-
vignano, ma Timpresa tutta si chiude purtroppo
con poco onore, 150, 31-35 ; 151, 1-3.
1326 dicembre 24 - La duchessa fa concedere alle donnc
fiorentine di poter portare nuovamente certe
trecce che erano state loro vietate da prece-
denti ordinanze, 151, 14-17.
*1326 - II Duca di Calabria comiacia ad opprimere i
Fiorentini con gravi imposte e pone in palazzo
uno dei suoi Baroni per sorvegliare e control-
lare Topera dei Priori, 151, 5-11.
1327 gennaio {1326 sl. fior.) - II Duca, contrariamente
ai patti, esige dai Fiorentini che gli si dia in
perpetuo la signoria di Prato e, per dieci anni,
qnelle di CoIIe, Sangimignano e Samminiato al
Tedesco, 151, 19-22.
1237 gennaio 21«22 (1326 st. fior.) - II Conte di Monte
Scaggioso va da Prato a devastare Pistoia, 151,
24-27.
1327 aprile - H Duca fa fare segretamente, a mezzo di
Ufficiah forestieri, TEstimo della c. 152, 27-30.
1327 aprile 13-21 - II Duca ha dalla moglie un figliuolo
cui viene posto il nome di Martino, che per6 gl
muore pochi giorno dopo, 152, 31-36.
1327 giugno 12 - Castruccio, saputo che gli si stava
tramando contro, fa prendere i congiurati e li fa
impiccare, 152, 36-40 ; 153, 1-4.
1327 giugno 24 - Viene pubblicata in Firenze la scomu-
nica lanciata da Giovanni XXII contro rimpe-
ratore Lodovico di Baviera allora in Milano,
153, 5-8.
1327 luglio 2i<25 - Di nuovo il fuoco in borgo S. Apo-
stolo distnigge molte case e botteghe, 153,
10-11.
1327 agotto - II Duca manda contro Castruccio il
Conte di Monte Scaggioso che, abbattuta la re-
sistenza nemica, gli prende S. Maria a Monte
ed Artimino, 153, 14-25.
1327 •ettembre 16 - Cecco d'A3coli viene mandato al
rogo dal Duca per eresia, 154, 2-10.
1327 novcmbre 18 - Lodovico il Bavaro, presa Pisa, va
Tomo XXX, p. I — 42.
654
INDICE CRONOLOGICO [AA. 1327 dicembre 7.1329 .(o.io 12]
a Lticca ed, in riconoscimento degli aiuti a lui
dati da Castniccio, nomina questo duca, con-
fermandogli la Signoria delle terre che gik te-
neva e concedendogli inoltre anche quella di
Volterra, 153, 27-29.
1327 dicembro 7 - Lodovico il Bavaro, accresciuta an-
cora piii la signoria di Castruccio, con ultre
terre tolte ai Pisani, parte con questo, alla volta
di Roma, per essere incoronato, 154, 22-24.
1327 dicombr* 18 - II popolano Gianni Alfani vienc
fatto condannare dal Duca neiraveree nella pcr-
sona per avere criticato in Consiglio la sua p<i-
litica fiscale, 154, 11-18.
1327 dicombro 28 - II Duca di Calabria parte da Fi-
renze lasciando, come suo vicario, Fihppo da
Sanginetto con due giudici per consigHeri, 154,
26-33.
1328 Kcnnaio 17 {1327 st. fior.) - Lodovico il Bavaro
viene incoronato in Roma, 155, 1-7.
1328 «ottembre - Lodovico il Bavaro, conosciuta la
morte di Castruccio e saputo che i suoi figli
erano entrati in Pisa con gh sbanditi fiorentini,
parte da Grosseto, ove allora si trovava a com-
battere, e va a Pisa dove forma un nuovo go-
verno con gli avversari dei detti figh di Castruc-
cio che erano aUora rientrati con la madre a
Lucca, e vi nomina suo vicario Tarlatino dei
Tarlati, 155, 39-40 ; 156, 1-6.
1328 «ettembre 15-16 - Fihppo da Sanginetto va coi
Fiorentini contro Carmignano ed occupa il ca-
stello nonostante la strenua difesa, 156, 3-26.
1328 ottobre - Lodovico il Bavaro toghe ai figh di
Castruccio anche la c. di Lucca nominandovi,
quale suo vicario, Ipocrato, il quale, per6,
avendo sposato poi una figlia del detto Castruc-
cio, viene dal Bavaro stesso privato deirufficio,
156, 27-37 ; 157, 1-3.
1328 novembre 1 - Giunge in Firenze Beltramo del
Balzo, con cinquecentoventi cavalieri, quale
nuovo vicario del Duca di Calabria, 157, 18-24.
1328 nevembre 17 - Vengono lettere in Firenze annun-
zianti la morte del Duca di Calabria, che met-
tono in gran cordoglio i Fiorentini (non senza
per6 una certa segreta allegrezza, come nota lo
Stefani, per le grandi spese che la signoria loro
costava) i quali ordinano in suo onore un so-
lenne funerale, 157, 25-29.
1328 novembre - I Fiorentini, tornati ormai completa-
mente liberi per la morte del Duca, dopo nume-
rosi Consigh, deliberano in pubbhco parlamento
cosi inuovi ordinamenti per le elezioni dei Priori,
dei Gonfalonieri e degh altri ufficiali del Comune,
come la costituzione del Consiglio del Popolo
e di quello del Comune stesso, 158, 15-44; 159,
1-18.
1328 novembre - Viene lanciato contro Firenze Tin-
terdetto, per Timposta messa ai chierici, inter-
detto che poi viene tolto dal Vescovo stesso,
159, 20-25.
1329 gennaio 10 (1328 st. fior.) - Beltramo del Balzo
capitano dei Fiorentini e di re Roberto, va a
dare il guasto al territorio di Pisa, dove si tro-
vava allora Lodovico il Bavaro con Tantipapa,
facendo grandi danni, 159, 28-32.
1329 gennaio 16 (/J28 sl. fior.) - Viene scoperta in
Firenze una congiura per dare la c. in mano
deirimperatore, in seguito di che vengono fatti
prendere i congiurati, dei quali alcuni son
mandati a morte altri cacciati in bando, 159,
36-37 ; 160, 1-9.
1329 febbraio 21 (1338 st. fror.) - Beltramo del Babo
va coi Fiorentini a dare il guasto al territorio di
Lucca, 159, 33-37.
1329 marzo 8 (13^8 sl. fior.) - Giunge notizia in Fi-
renze della esecuzione capitale, avvenuta in
lesi, di Tano degli Ubaldini e della confessione
da lui fatta a riguardo del suo tentato tradi-
mento a danno dei Fiorentini, 161, 11-21.
*1329 - Si deliberano dal Comune di Firenze provvedi-
menti vari per alleviare i disagi della grandc
carestia che tormenta la c. e ritalia tutta,
160, 16-18.
1329 «prile - Lodovico il Bavaro parte alla volta della
Lombardia lasciando, in Pisa, come suo vicari",
Tarlato dei Tarlati, ed in Lucca, Francesco
Castracani, cugino di Castruccio, 161, 22-29.
1329 aprile 15-18 - Le truppe tedesche, lasciate dal
Bavaro pr. Cerruglio, nominano loro capitano
Marco Visconti e, sotto la direzione di questo,
s'impadroniscono di Lucca ed iniziano tratta-
tive con il Comune di Firenze per il loro assol-J
damento e per la vendita della c, pred., senz
venire per6 ad una conclusione, 161, 31-37 j
162, 1-11.
1329 maggio 29-1 Pistoiesi vengono a pace coi Fio-
rentini accettando tutte le condizioni loro im-l
poste, del che si fa in Firenze gran festa, 162,]
14-22.
1329 giugno 18-1 Pisani, con Taiuto deUa bhgata te-]
desca di Cerruglio e del loro capitano Marc
Visconti, cacciano Tarlato, vicario del Bavara
e ricostituiscono il libero comune, 162, 24-26.
1329 giugno 21-1 castelli di Valdinievole fanno pac
col Comune di Firenze e prendono un capitand
fiorentino, 162, 35-38.
1329 giugno 27 - Marco Visconti viene in Firenze
riprendere le trattative della cessione di Lucc
ma anche questa volta senza raggiungere ui
conclusione, 162, 28-33.
1329 luglio 15-1 Fiorentini riprendono le ville d'Am|
pinana, nel Mugello, tolte loro dal conte Ug
di BattifoUe, 163, 10-13.
1329 luglio 18 - Gli stessi muovono contro Montec
tini, occupata dalle masnade lucchesi, in viola
zione della pace di Valdinievole, e prendon^
Monte Vettolino, 163, 16-23.
1329 agofto 12-1 Fiorentini, corse e devastate, sot
la guida del loro capitano Beltramo del BalzO
terre e castelli dei Pisani, giungendo sino
Tantiporto, costringono questi a domandare
[AA. 1329 (ettembre>1332 luglio]
iNDtCE CRONOLOGICO
655
I
pace ed a concedere loro molte franchigie, 163,
3-9.
1329 tettembre - Le truppe tedesche' surricordate ri-
prendono ancora una volta inutilmente le tratta-
tive con il Comune di Firenze per la vendita di
Lucca, 163, 28-33.
1329 ottobre 21 - Gherardino degli Spinoli acquista
dalle truppe suddette la c. di Lucca, in seguito
di che i Fiorentini, sdegnati, fanno ribellare
Collodi che viene per6 presto ripreso da Ghe-
rardino stesso, 163, 26-39.
1329 novembre 11 - Viene data per tre anni ai Fio-
rentini la guardia di Serravalle, 164, 2-6.
1330 febbraio 17 (rj29 st. fior.) - I Fiorentini tentano
invano di entrare di sorpresa in Montecatini,
164, 8-11.
1330 aprile - Vengono emanati in Firenze nuovi or-
dini controglieccessi dei vestimenti delle donne,
165, 1-8.
1330 aprile 23 - Gherardino degli Spinoli, Signore
di Lucca, con gli aiuti dei Pisani e del march.
Malespini, toglie ai Fiorentini il castello d'Uz-
zano, 165, 11-18.
1330 luglio 16 - Si ha in Fireqze un eclisse parziale
di sole, 166, 5-7.
1330 luglio 19 - Riusciti vani i tentativi del detto
Gherardino di venire in aiuto di Montecatini, i
Fiorentini, stringendo piii da vicino Tassedio,
riescono finalmente a prendere il castello, 165,
20-39 ; 166, 1-3.
1330 tettembre 19 - Gherardino, saputo che dai Fio-
rentini si tramava coi Lucchesi per ritorgliergli
la c, fatti prendere e mandare a morte i so-
spetti, va per ritorsione con la sua brigata
ad occupare il castello di Buggiano caccian-
done i Fiorentini che lo tenevano da tempo,
166, 10-19.
1330 ottobre - 1 Fiorentini per vendicarsi di Buggiano,
chiesti gli aiuti degli amici, vanno ad assediare
Lucca, prendendo e devastando, lungo la via,
terre e castelli lucchesi ed accampandosi poi
a mezzo miglio dalla c, 166, 21-26.
1330 dicembre 4 - Alcune terre e castelli di Val-
darno dei Lucchesi si danno spontaneamente
ai Fiorentini, 166, 32-33 ; 167, 1-2.
1330 dicembre 16 - Si ha in Firenze un eclisse par-
ziale di luna, 167, 4-5.
*1330 - I Lucchesi, stringendosi sempre piJi Tassedio
della c da parte dei Fiorentini, iniziano se-
grete trattative col Comune di Firenze peT
venire con esso a patti, ma sono costretti pol
ad interromperle appena il detto Gherardino
ne viene a conoscenza, 167, 37-40 ; 168,
1-12.
*1330 - Gherardino allaccia direttamente trattative
con i Fiorentini per la cessione di Lucca, ma
poi improvvisamente le rompe, 168, 15-23.
1330 - Lo stesso vende Lucca a Giovanni re di Boemia,
figlio di Arrigo VII, il quale manda immedia-
tamente suoi ambasc. ai Fiorentini a signi-
ficare la cosa e ad invitarli quindi a togliere
Tassedio dalla c, 168, 24-30.
*1330 - Si fanno in metallo le porte della Chiesa di S.
Giovanni Battista, 170, 12.
1331 febbraio 25 (133° «<• /»'<»'•) - I Fiorentini deli-
berano di togliere Tassedio da Lucca ed, in-
cendiato quindi ogni cosa, tolgono il campo e
ritornano a Firenze, 168, 30-35.
1331 marzo (1330 st. fior.) - Giovanni di Boemia
manda in Lucca il suo Maniscalco, con ot-
tocento cavalieri, a prendere possesso della c,
in seguito di che i Fiorentini lasciano anche
Borgo di Buggiano, ed il castello di Buggiano
stesso, 169, 30-38.
*1331 marzo 10 {1330 st. fior.) - CoIIe di Valdelsa,
liberatasi dalla Signoria dei Tancredi, si di al
Comune di Firenze, 170, 3-12.
1331 marzo 15-18 (1330 st. fior.) - II Maniscalco del
re Giovanni esce da Lucca con fanti e cavalieri
e va a saccheggiare il contado di Firenze, fa-
cendo gran preda e rientrando in c. dopo tre
giorni di devastazioni, 169, 35-43.
1331 aprile 16 I Fiorentini, sentendo che re Gio-
vanni era gii in Lombardia e che tentava
di unirsi col Legato pontificio di Bologna,
stringono lega col re Roberto di Napoli con-
tro il detto re Giovanni e contro quelli che
eventualmente si unissero a lui, 170, 13-16.
1331 maKK>o 10 - Firenze viene interdetta per que-
stioni riguardanti la Chiesa di S. Maria Im-
pruneta ed i suoi Patroni, 170, 18-23.
1331 cittgDO 6-1 Fiorentini vanno con Amerigo Do-
nati in aiuto di Barga, assediata dal Vicario
di re Giovanni, ma vengono affrontati da que-
sto e sconfitti, 170, 26-32.
1331 - Firenze viene danneggiata pid volte dal fuoco,
170, 35-36 ; 171, 1-6.
1331 luglio 25 - Nascono, per la prima volta, in Fi-
renze due leoni dalla coppia che da tempo si
trovava rinchiusa pr. S. Piero Scheraggio,
171. 8-11.
1331 IukHo 26 - Viene data per un anno ai Fiorenti-
ni la guardiadella c. di Pistoia e della fortezza
di Serravalle, 171, 13-17.
1331 «ettembre 26 - Filippo Tedici tenta d'entrare
di furto coi Lucchesi nel castello di Popiglio
di Pistoia, ma viene scoperto, ricacciato ed
ucciso 171, 21-30.
1332 gennaio 15 (W «'• /««■•) - Viene confermato
ai Fiorentini Tincarico della guardia dellac.
di Pistoia per altri due anni, 171, 17-18.
1332 lennaio (t33z st. fior.) - I Fiorentini vanno in
aiuto dei Pisani assediati dai Ghibellini fuo-
rusciti, e costringono questi a ritirarsi, 172,
4-8.
1332 aprile 8 - Gli stessi delibcrano di costruire
suirAlpe degli Ubaldini una fortezza e di
chiamarla, a segno della loro speciale predili-
zione, Firenzuola, 172, 10-14.
1332 lagHo - Gli stessi, insieme al re Roberto, strin-
656
INDICE CRONOLOGICO (AA. 1332 fettemkrc.1336 tettembre 1|
gono una lega coi Visconti, coi Della Scala,
e con altri Signori deiritalia Settentrionale,
contro Giovanni di Boemia, oontro Lodovico
il Bavaro e contro tutti quelli che eventual-
mente s'unissero a questi, 172, 15-24. 1335
1332 ••ttcmbre - Barga, disperando ormai degli aiuti
dei Fiorentini, s'arrende ai Lucchesi, 172,
26-33. 1336
1332 ottobr* 11-11 Comune di Sangimignano viene
graziato, dal Comune fiorentino, d'una con-
danna avuta precedentemente dai Rettori
della c, 172, 36-37 ; 173, 1-6.
1333 marzo (1332 st. fior.) - I Fiorentini, nonostante
j replicati incitamenti, loro rivolti dal Legato
pontificio, a sciogliersi dalla lega suddetta,
restano invece ad essa fedeli e mandano, in 1336
base ai patti della medesima, i loro aiuti al
March. di Ferrara, 173, 9-16.
1333 maggio - Si tengono in Firenze grandi feste
popolari ad iniziativa degli artefici, 173,
21-30. 1336
1333 maggio 10 - Si comincia in Firenze la costru-
zione della porta di S. Frediano, 173, 34-35.
1333 Bovembre'dicembre - Si riversa su Firenze una 1336
gran pioggia durata piu giorni, che fa strari-
pa,re l'Arno, il quale allaga la c. ed i dintorni
cagionando vittime e danni, 173, 38-39 ; 174,
1-35 ; 175, 6-10.
*1333 - I Grandi tentano di riprendere le loro lotie
partigiane, 174, 37 ; 175, 1-4.
1334 aprile 13 - Giungono in Firenze reliquie di 1336
Santi che vengono deposte in S. Giovanni,
176, 1-4.
1334 aprile 20«26 - I Fiorentini vanno contro Lucca, 1336
devastando, lungo la strada, Buggiano e Pe-
scia, ma, venuti a mancare gli aiuti promessi
dalla lega, sono costretti a tornare indietro,
176, 7-14. 1336
1334 luglio 18 - Viene posta dal Vescovo di Firenze
la prima pietra del campanile di S. Reparata,
176, 16-18. 1336
1334 «ettembre - I Fiorentini vanno di nuovo a de-
vastare il territorio di Lucca e rioccupano il
castello d'Uzzano in Valdinievole, 176,21-24. 1336
1334 novembre 1 - Vengono istituiti in Firenze sette
bargelli ponendo a disposizione di ciascuno
venticinque fanti, 176, 26-32.
1334 dicembre - Firenze viene nuovamente dan-
neggiata dairinondazione, 176, 37 ; 177, 1-3.
1335 luglio 9 - Viene dato ai Fiorentini \'incarico 1336
della guardia del castello di Pietrasanta, 177,
35-39.
1335 Bovembre 1 - Viene istituito un nuovo uffi-
cio, con grande balia, detto Conservatore, e 1336
viene chiamato a ricoprirlo Jacopo de' Ga-
brielli da Gubbio, 178, 1-6.
1335 Bovembre - Mastino della Scala, ottenuto da
Orlando Rosso, che teneva Lucca in nome del 1336
re Giovanni, la consegna di questa c. in cam-
bio di altre terre, 178, 22-24, dichiara agli
ambasc, fiorentini, venuti a ricordare che la
detta c. era stata, in base ai patti della leg..
promessa loro, che egli k pronto a consegnarl.i
ma a pace conclusa, 178, 25-31.
novembre 2 - Alcuni castelli del Vescovado d'A-
rezzo si danno spontaneamente al Comune di
Firenze, 178, 33.
febbraio 23 {I335 ^t. ficr.) - Mastino dell,i
Scala, essendosi gli ambasc. fiorentini, cht
erano tornati a reclamare la consegna di
Lucca, rifiutati di aderire alla sua richiesta
d'aiuto per combattere i Bolognesi, va senza
altro, con le genti che aveva in Luccastessa,
a devastare il contado di Bologna e quello
fiorentino, 179, 34-44 ; 180, 1-7.
marzo 10 (I335 st. fior.) - I Fiorentini, vistisi
cosi traditi, nominano, con grandissima e
piena balia, sei uf&ciali per provvedere agli
affari di guerra e quattordici per trovare i de-
nari occorrenti per la bisogna, 180, 9-12.
- I Colligiani confermano ai Fiorentini per altrj
tre anni Tincarico della guardia del loro ca-
stello, 180, 15-18.
aprile 14-1 Fiorentini, saputo che Piero dei
Tarlati d'Arezzo, detto Saccone, aveva chie-
sto aiuto a Mastino della Scala contro di
loro, e che i detti aiutierano gii giunti a Forll,
mandano loro gente per impedire a questi il
passo e ne inviano poi altre contro Arezzo
stessa, 180, 21-26.
aprile 21 - Mastino della Scala prende con
raggiri Pietrasanta cacciandone i Fiorentini,
181. 1-10.
luglio 5-1 Fiorentini ed i Perugini vanno coii
tro Arezzo ie devastano e saccheggiano
sue campagne distruggendo ed abbattendO
ogni cosa, 180, 29-37.
luglio 14 - Mastino della Scala manda a deva
stare, con le forze che aveva in Lucca, Cerf
reto Guidi di Valdarno, 181, 29-32.
luglio 15-1 Fiorentini fanno lega coi Vene
ziani contro i Signori della Scala, 181
13-26.
agotto 5 - Mastino della Scala manda nuova
mente a danneggiare le terre dei Fiorenti^
con le forze che teneva in Lucca, ma scontrai
tesi queste con la brigata dei Fiorentini pi
Samminiato vengono duramente battut
181, 32-38 ; 182, 1-3.
agosto 20-1 Fiorentini cominciano a ricostrji
re il castello di Laterina e vi lasciano poi pr
prie forze per tenere a bada gli Aretini, I84
4-6.
agotto 24 - Giunge in Firenze Piero de' Ros^
da Parma, quale capitano della lega, allor
fatta coi Veneziani, contro i Signori dell
Scala, 182, 10-12.
settembre 1 - I Fiorentini, con a capo
detto Piero de' Rossi, vanno a dare il guast
al territorio di Lucca e, scontratisi coi Lu«|
[AA. 1336 settembre 20-1342 maggio 1] INDICE CRONOLOGICO
657
chesi, li sconfiggono prendendo loro la ban-
diera stessa di Mastino, 182, 12-20.
1336 settembre 20 - Piero de' Rossi parte da Fi-
renze e va, sempre a servizio della lega, nel
contado di Padova dove continua a combat»
tere con notevoli successi, 182, 22-15.
1336 ottobre 16 - Viene in Firenze, quale capitano
di guerra dei Fiorentini in sostituzionf! di
Piero de' Rossi, Orlando de' Rossi da Par-
ma, 182, 26-28.
1336 novembre 25 - Orlando de' Rossi va coi Fio-
rentini a devastare e saccheggiare il contado
di Lucca, 182, 29-31.
1337 marzo 19 {1336 st. fior.) - Piero dei Tarlati,
detto Saccone, da la Signoria d'Arczzo al Co-
mune di Firenze suscitando in tutto il po-
polo fiorentino grande allegrezza e conten-
to, 183, 31-38.
1337 aprile 10 — Lo stesso viene in Firenze, con
tutti i suoi consorti, a domandare la citta-
dinanza fiorentina che viene senz'altro con-
cessa, 183, 41-43.
1337 aprile - II Comune di Firenze viene a con-
cordia coi Perugini a riguardo di Arezzo e di
certi castelli aretini, 184, 1-5.
1337 aprile - Azzo Visconti, signore di Milano e di
Ferrara, e Luigi Gonzaga, signore di Man-
tova, riusciti vani i tentativi di pacificare
Mastino ed Alberto della Scala coi Fiorentini
e coi Vcneziani, stringono con quesfultimi
una lega contro i detti Signori della Scala,
lega alla quale si unisce poi anche Carlo di
Boemia, figlio di re Giovanni, che toglie ai
suddetti Civita e Feltre, 184, 9-16.
1337 giagno-agosto - I Fiorentini, avuti gli aiuti
degli amici, vanno nuovamente contro Lucca
e, dopo aver danneggiato Buggiano e Pe-
scia, posto jl campo pr. Cerruglio, saccheg-
giano e devastano il suo contado senza
trovare resistenza alcuna, 184, 18-30.
1337 agotto 3 - Dopo vari scontri cogli avver-
sari, le forze della lega, capitanate da Mar-
silio e Piero de' Rossi, entrano in Padova
facendovi prigioniero Alberto della Scala, e,
dopo averla corsa in trionfo, la lasciano in si-
gnoria ad Ubertino ed a Marsilio da Car-
rara che entrano nella lega, 184, 32-40 ;
185. 5-10.
1337 agotto - Morto Piero de' Rossi a Monselicc,
in seguito a feritc, e morto poco dopo a Pa-
dova Marsilio de' Rossi, viene nominato
capttano della lega Orlando de' Rossi,
capitano di guerra dei Fiorentini, che viene
sostituito in questo ufficio da Jacopo dei Ga-
brielli da Gubbio, 185, 13-21.
*1337 - Orlando de' Rossi, a capo delle forze della
Icga, combattc con successo contro Ve-
rona, prendendo terre c castclli, ed assedia
Vicenza, 185, 24-26.
1339 febbraio 10 [T338 st. /ioy.) - I Fiorentini,
saputo dagli ambasc, giunti da Venezia,
che era stata fatta la pace con Mastino
della Scala e che a loro, contrariamente ai
patti della lega, erano state date le terre
di Buggiano, Pescia ed Altopascio e non
Lucca, sdegnati per il tradimento, tentano di
reagire, ma poi sono costretti loro raalgrado
ad accettare e danno ordine al loro Capi-
tano di prendere possesso senz'altro delle terre
suddette, 185, 28-39.
*1339 febbraio {133S si.. fior.) - Giungono in Fi-
rcnze ambasc. dei Signori di Lombardia,
facenti parte della lega contro Mastino della
Scala, per dolersi della pace conclusa a loro
insaputa con questo, ma viene loro risposto
che la pace in questione era stata fatta dai
Vcneziani e non dai Fiorentini, 186, 33-35.
1340 - I Fiorentini mandano ambasc. al re Roberto
per domandare aiuti contro i Pisani, che as-
sediavano Lucca, in base ai patti stretti con
loro, ma inutilmente, 188, 1-8.
*1340 - Gli stessi mandano ambasc. per chiedere
aiuti anche al Bavaro, ma anche con qnesto,
pur non troncandosi del tutto le trattative,
nulla si conclude, 189, 1-4 ; le quali tratta-
tive, per6, destando i sospetti del re Roberto
contro di loro, causano purtroppo gravissimi
danni alle numerose compagnie di mercanti
fiorentini trafficanti nelle terre del detto
Roberto, 8-19.
1341 - Gli stessi, fallite le speranze poste in re Ro-
berto e nel Bavaro, decidono d'andare in
soccorso di Lucca con le sole forze degli
amici che avevano potnto raccogliere, 190,
11-15.
1342 - Gli stessi mnovono, quindi, col loro capi-
tano di guerra, Malatesta da Rimini, in
aiuto di Lucca, ma, con grave loro disap-
punto, questi s'accampa pr. il poggio di
Grignano e perde il tempo in vani tentativi
di corrompere le forze tedcsche, che Pisa
teneva alTassedio, invece di correre alla
liberazione della c, 191, 15-35.
*1342 - Vengono presi Piero Saccone e molti altri
della famiglia dei Tarlati d'Arezzo, accu-
sati d'aver tramato coi Pisani contro i Fio-
rentini, e vengono mandati tutti, tranne
Tarlato dei Tarlati che riesce a fuggire nel
campo dei Pisani, a Firenze pcr il proces,so,
191, 38-39 ; 192, 1-8.
*1342 - Gli Ubaldini, con gli aiuti dci Pisani e dei
Ghibellini, prendono ai Fiorentini Firen-
znola, Tirli e Monte Collareto, 192. 10-18.
*1342 - Gli Ubaldini ed i Pazzi di Valdarno fanno
ribellaro ai Fiorcntini molte terre della re-
gione, 192, 20-23.
1342 maggio 10-giagno 1 - Svanite dcfinitivamentc le
:;pcra)i2e di poter liberare I.ucca con a.stuxie
o con pacifichc trattative, il capitano Malate-
sta muove alfine con le genti fiorentine pcr soc-
658
INDICE CRONOLCXilCO
[AA. 1342.1343 lu|li« 26]
corrcre e liberare la c. dall'assedio dei Pisani, ma
purtroppo, dopo lunghe ed inutili manovre e
spostaraenti di truppe, fe costrctto a tornare
indietro con danno e vergogna, 192, 38 ; 193,
1-21.
*1342 - Gualtieri di Brienne, duca d'Atene, che era stato
gii in Firenze come Vicario di Carlo di Cala-
bia, e che, tornato qui, all'insaputa del re Ro-
berto per soUecitazioni dei Fiorentini, aveva
partecipato come amico alla surricordata spe-
dizione in soccorso di Lucca, distinguendosi
singc^larmente, combatte con successo anche con-
tro i Pisani a capo delle forze fiorentine di
stanza a Fucecchio, 192, 26-35 ; 193, 9-15,
24-27.
*1342 - Lucca, disperando ormai degli aiuti dei Fio-
rentini, s'arrende ai Pisani, 193, 29-34.
1342 atosto 1 - II Duca d'Atene, per gli intrighi di alcune
fazioni cittadine, viene nominato dai Fiorentini,
scontenti ormai quali erano del capitano Mala-
testa, Conservatore, Capitano della guardia
della c. e Capitano di guerra, 193, 35-37 ; 194,
4-34.
1342 «gotto - II pred. Duca, preso appena possesso del
suo ufficio, comincia con arte, per ingraziarsi
il popolo, a far prendere, processare e condan-
nare non pochi cittadini per baratterie ed al-
tri reati commessi, secondo la sua accusa, con-
tro il Comune e contro la cittadinanza, 194,
35-40; 195, 1-18.
1342 tettembre 7 - Lo stesso, inorgoglito del favore che
gli mostravano i Grandi e degli applausi coi
quali Taccompagnava dovunque il popolo mi-
nuto, convoca improwisamente il parlamento,
del che meravigliati e preoccupati i Priori, per
evitare mali peggiori, vengono con lui ad ac-
cordo di dargli per un anno la signoria della c,
195, 21-40 ; 196, 1-4.
1342 lettembe 8 - Lo stesso, contrariamente ai detti
accordi, colI'aiuto dei Grandi, del popolo mi-
nuto e di alcune famiglie di popolani grassi,
uniti tra loro con patti segreti, viene acclamato
Signore a vita e portato in trionfo ed insediato
nel palazzo della Signoria, 195, 22-39 ; 196,
5-22.
1342 «ettembre 9 - Lo stesso toglie ai Priori ogni giuri-
sdizione, fa strappare, tra gli applausi dei Grandi,
gli Ordini di Giustizia e togliere il Gonfalone,
e nomina, come suoi collaboratori, Consiglieri
e Ministri di suo fiducia, 196, 25-41 ; 197, 1-7.
1342 tettembre - Lo stesso, mentre attende ad occupare
le fortezze e terre del distretto di Firenze, as-
soldando per la -bisogna, contro i patti, quanti
pii soldati pu6, specie francesi, viene nomi-
nato signore anche di Arezzo, di Pistoia, di
Colle Valdelsa, di Sangimignano e di Volterra,
197, 9-15.
1342 - I Tarlati e gli Ubertini tentano d'entrare furtiva-
mente in Arezzo ed in Castiglione, ma vengono
.scoperti e costnetti a fuggire, mentre non pochi
di essi vengono presi e fatti condannare per or-
dine del Duca, 197, 40 ; 198, 1-5.
1342 ottobre 15 - II Duca viene a pace coi Pisani impe-
gnandosi, a corrispettivo delle concessioni da loro
ottenute, di far rientrare tutti gli sbanditi fio-
rentini che erano stati in lega con loro e di ri-
mettere in libertli Piero Saccone e tutti gli
altri Tarlati, 198, 7-19.
♦1342 - Muore Carlo Uberto, figlio di Carlo Martello, re
d'Ungheria, 198, 20-27.
*1342 - Viene fatto card. il fiorentino Andrea Ghini dei
Malpigli, 198, 29-31.
*1342 - II Duca, accostandosi un poco ai consigli,
che si dicevano datigli dal re Roberto, nomina
i nuovi Priori ed il Gonfaloniere di Giustizia,
cui dk un nuovo Gonfalone, 198, 34-36 ; 199,
1-22; cf. 197, 15-30.
1342 - Lo stesso, mentre ostenta, alienandosi i Grandi,
rigore verso i Bardi e predilezioni speciali verso
i beccai e i cardassieri, cui concede diritti e
pavese, comincia a circondarsi sospettoso di
armi e d'armati ed a far sentire sui cittadini
sempre piu grave il peso della sua persona e dei
suoi numerosi Ufficiali e Consiglieri, 200, 3-
40 ; 201, 1-25.
*1342 - Lo stesso stringe una lega coi Pisani che non
riesce molto gradita ai Fiorentini, 201, 25-33.
*1342 - I Pisani, col consenso del Duca, fanno delle
loro genti tedesche una Compagnia che procura
molti fastidi agli amici dei Fiorentini, 201,
35-40.
1343 gennaio 29 (1342 st. fior.) - Mnore in Napoli re
Roberto in onore del quale si fa in Firenze un so-
lenne funerale, 202, 1-4.
1343 - II Duca fa costruire sul poggio di Sancasciano Ca-
stello Ducale, 202, 24-26.
1343 maggio-ginKno - Lo stesso fa tenere a sue spese
grandi feste popolari che provocano nei Fio-
rentini, specie per Teccessiva dimestichezza
ostentata neU'occasione dai soldati e dai suoi
cortigiani verso i cardassieri e verso la gente
minuta in genere, nuovo sdegno, 202, 28-36 ;
203, 1-16.
1343 f iugno - Lo stesso fa strappare la lingua a!
Priore Bettone Cini per avere osato criti-
care in Consiglio la sua politica fiscale,
203, 18-29.
1343 luglio 18 - Lo stesso fa sottoporre ai tormenti
alcuni cittadini, sospetti d'aver congiurato
contro di lui, per quanto poi sia costretto,
per consiglio dei sioi stessi fidi, data la va-
stiti della congijra, a non precipitare le de-
cisioni estreme, 204, 9-22.
1343 IokHo 26-1 Fiorentini, stanchi delle gravezze
fiscali e delle crudelti cni erano sottoposti
dal Duca, rotto ogni indugio, corrono alle
armi e, come ad un cenno dato, muovono
per vie diverse alTattacco del suo palazzo,
mentre coni.emporanearoeDte danno anche
i'as9aito alle prigioni, liberandone i carce-
[AA. 1343 luglio 27.1344 aprilel
INDICE CRONOLOGICO
659
rati, ed al palazzo del PodestJi distraggeti-
done le scritture, 203, 29-42 ; 206, 1-8.
1343 luglio 27 - II Duca, sbigottito dalla miDac-
ciosa piega degli avvenimento, tenuto cod-
siglio coi suoi fidi, tenta pacificare il po-
polo ma questo non cede e, mentre chiede
gli aiuti degli amici, continua a tenerlo as-
sediato nel suo palazzo, 206, 11-37 ; 207,
1-6.
1343 luglio 28-1 FiorentiDi, nientre continua an-
cora Tassedio del detto palazzo e mentre
vengono finiti a furia di popolo i Consi-
glieri e gii Uffician dez Duca, piii odiati per
i loro atti di crudelta, che silasciano pren-
dere, 208, 21-31, eleggono concordemente
in pubblico parlamento quattordici cit-
tadini, meta Grardi e meta Popolani, af-
finche costituiscano, insieme al Vescovo
della c, un nuovo governo come loro sem-
brasse meglio, 207, 24-40 ; 208, 1-6 ; i
qaali cominciano intarto col nominare Po-
desta il march. di Varliano, dando, nel-
l'attesa del sno arrivo, piena balia a sei
cittadini da loro scelti in parti eguali
tra i Grandi ed i Popolani, 6-18.
1343 agoito 3-11 Duca, saputo ormai la caduta
delle sue Signorie d'Arezzo, di Pistoia, di
Volterra, di Sangimignano e di CoUe, 207,
9-21, si decide finalmente, dopo lunghe trat-
tative che rendono la foUa accalcantesi sotto
il suo palazzo sempre pifi esasperata e fu-
rente, a lasciare la sigroria di Firenze, e,
venuta la notte, parte quindi dalla c. ricon-
fermaudo poi al confine dello Stato al Conte
di Battifolle, espressamente incaricato dal
Comune, la definitiva rinunzia alla detta
sigporia, 208, 35-36 ; 209, 1-32.
1343 agotto - Cacciato cosl il Duca e riconosciuto
anche ai Grandi il diritto di partecipare
al Duovo governo, per ripartire equamente
tra i Grandi ed i Popolani e tra le varie
parti della c. le cariche e gli uffici, si
delibera prima d'ogni altro di dividere la
c. stessa in quartieri, invece che in se-
stieri, e di porre poi a capo della cosa pub-
blica dodici Priori, invece di sei, assistiti
daottoConsiglieri, 209, 40-41 ; 210, 1-41;
211, 1-10.
1343 settembre - Risorti per6 improvvisamente
tra i Grandi ed i Popolani i vecchi dissidi,
coirassenso dei suddetti Quattordici di
balia e del Vescovo, i Grandi vengono messi
fuori da tutti gli uffici, 211, 22-40; 212,
1-23.
1343 settembre 22 - Cacciati cosl i Grandi dal I'rio-
rato e dal Consiglio, i Priori restati in
carica nominano iino di loro Gonfaloriere
di Giustizia, ristabilendo cosl rufficio tanto
in odio ai Grandi, eleggono altri otto Con-
siglieri, riportando il numero di questi
a dodici come era prima del Duca, ed eleg-
gono e ristabiliscono, infine, i Gonfalonieri
di Compagnia ed i Consigli del Popolo e
delle Capitudini, 212, 23-32.
1343 settembre 23 - Viene condannato neiravere
e nella persona Andrea degli Strozzi per
aver tentato di sovvertire lo Stato, 212,
34-39 ; 213, 1-10.
1343 settembre 24 - Sparsasi in Firenze la voce che
i Grandi avevano chiamato in aiuto gli
amici di fuori per la riscossa, questi ven-
gono assaliti nelle loro case dai popolani,
accorsi subitamente alle armi, i quali,
stretti dietro i loro Gonfaloni, in breve
li costringono ad arrendersi, 213, 12-99 ;
214, 1-44 ; 215, 1-33.
1343 settembre 25 - Viene inseguita e dispersa
dalle genti del Podesti una brigata di car-
dassieri e di gente minuta che, approfit-
tando dei moti surricordati, aveva assa-
lito e tentava di saccheggiare le case dei
Bisdomini, 215, 26-39 ; 216, 1-5.
1343 ottobre - Viene completata e definita, con ca-
rattere decisamente popolano, la nuova
costituzione politico-amministrativa di FI-
renze, 216, 7-18 ; vengono rimessi in vigore
gli Ordinamenti di giustizia contro i Gran-
di, 20-28 e vengono, infine, fatte popolane
alcune famiglie di Grandi della c. e del
contado, 38-39; 217, 1-8.
*1343 - I Fiorentini, in riconoscimento dei servizi
prestati allo Stato nelle passate vicende dal
conte Simone di Battifolle, restituiscono a que-
sto i castelli di Ampinana, Moncione e Baldi-
schio, 217, 14-15.
*1343 - Gll stessi deliberano che Arezzo, pagata
un'ammenda per la ribellione, fatta al tem-
po della cacciata del Duca, resti libera e che
Pietrasanta passi al Vescovo di Luni, 217,
15-25.
*1343 - Gi stessi fanno una nuova pace coi Pisani
non ritenendo piti valida quella fatta co-
gli stessi dal Duca, 217, 27-34.
*1343 - Per sospetti di trame, contro il Comune,
vengono confinati alcuni dei Bardi, dei
Frescobaldi, dei Rossi, dei Cavicciuli, dei
Donati e dei Pazzi, in seguito di che quasi
tutti i Grandi, per isdegno, escono dalla c.
e vanno a stabilirsi nelle loro ville nel con-
tado, 217, 35-38 ; 218, l-n.
1344 marzo (z343 st- fior.) - I Fiorentini strin-
gono lega coi Senesi, coi Perugini e con
gli Aretini, 218, 13-14.
*1344 - Si viene ad accordi coo Mastino della Scala
per quello che egli doveva ancora avere
dai Fiorentini per la compra di Lucca,
218, 15-21.
1344 aprile - Gli abitanti di Castelfranco di sopra,
del contado di Firenze, prendono Campo-
giallo e lo distruggono, 219, 35-39.
660
INDICE CRONOLOGICO
(AA. 1344.1348)
*1344 - Per ordine dell'Esecutore di Giustizia ven-
gono processati e condannati tutti quelli
che avevano abbandonato le terre e i ca-
stelli, loro affldati, al tempo della cacciata *1345
del Duca, 219, 40-42 ; 220, 1-5.
*1344 - Vengono el. appositi ufficiali affinchfe pro-
cedano ad una nuova compilazione dei li-
bri e degli atti della Camera e del Comune, *134S
bruciati di"-ante la rivolta contro il Duca,
220, 8-10.
*1344 - Viene condannato in contumacia Corso di *1345
Amerigo Donati accusato di aver avuto
segrete trattative con Luchino Visconti,
220, 11-14.
*1344 - Firenze viene danneggiata dal fuoco che
distrugge case, botteghe ed il Monastero *1345
di Prato d'Ognissanti, 220, 16-20.
*1344 - Vengono emanate severe ordinanze contro *1345
i Grandi allontanatisi dalla c, 220, 23-30.
*1344 - I Fiorentini, in risposta al Duca d'Atene
che reclamava pr. il Re di Francia rap- *1345
presaglie su di loro, fanno una nuova
legge contro di lui e prendono contro il
medesimo e contro i suoi Consiglieri altri *134S
provvedimenti, 220, 32-37 ; 221, 1-6.
*1344 dicembre - Viene posta nel Palazzo dei
Priori una seconda campana per chiamare
i cittadini in caso d'incendio, 221, 8-13.
*1344 - II Comune di Firenze stringe una lega col
Vescovo di Arezzo, 221, 15-19. *134S
1345 febbraio {^344 st. fior.) - . La casa degli
Ubaldini viene condannata dal Comune
di Firenze negli averi e nelle persone per
aver attaccato a tradimento, a tempo della
cacciata del Duca, le sne genti, 221, 20-24.
1345 - II Comune fiorentino delibera di racco-
gliere c d'iscrivere, in un apposito libro,
i suoi debiti e di assegnafe ai suoi credi-
tori rinteresse del 5 % Tanno, cominciando
con Tottobre 1345, 221, 27-30. 1346
1345 - Muore in Firenze in concetto di santita
Jacopo figlio del Giudice Giambono, 221,
31-38.
1345 marzo 28 - Si ha la congi^nzione di Giove
con Saturno, 222, 27-43 ; 223, 1-7. 1346
*134S - Vengono emanate nuove leggi ed ordinanze
sui chierici, 223, 11-17.
*1345 - Vengono ritolti ai Grandi i beni che erano 1348
stati loro dati dal Comune fiorentino per
benemerenze civiche, 223, 25-39.
*134S - I Pisani tentano d'impadronirsi con in-
trighi di Fucecchio, ma vengono scoperti e
ricacciati immediatamente, 223, 35-40 ;
224, 1-3. *1348
*1345 - Viene ricostruito jn pietra Ponte Vecchio,
224. 5-8.
*134S - II Comune di Firenzc, avendo Mastino
della Scala fatto prendere nel suo Stato
tntti i mercatanti fiorentini, per i snoi
crediti Don ancora pagati dal Coraune, manda ♦1348
al detto Mastino suoi ambasc, i quali
vengono in Ferrara con Mastino stcsso a
nuovi accordi, 224, 11-19.
- Sangimignano viene condannato dal Co-
m"ne fiorentino per lc scorrerie che i suoi
abitanti avevano fatto nel contado di
Firenze, 224, 20-24.
asotto<(ettembre - Firenze vieno gravc-
mente danneggiata dal terremoto e dalla
continua pioggia, 224, 26-32.
tettembre - Giunge in Firenze la notizia
dello strangolamento di Andrea d'Unghc-
ria, marito della regina Giovanna di Na-
poli, ad opcra, secondo le voci correnti,
dei suoi stcssi baroni, 224, 35-38.
- Viene coniata in Firenze una nuova m"-
neta d'argento, 225, 6-7.
- Vengono fatti prenderc e mandare al rogn
alcnni che avcvano falsificato la detta mo-
ncta, 225. 9-ii.
- Vengono annunciati in Firenze i fallimcnti
delle Compagnie dei Bardi e di altri, 225,
14-17.
- II Re di Francia riconosce al Duca d'A-
tene il diritto di rappresaglia sui nierca-
tanti fiorentini residenti in Francia in ri-
sarcimento dei pretesi danni da lui subiti,
con grave detrimcnto dei Fiorcntini .sud-
detti, 225, 19-24.
- Sorta una controversia per diritti di com-
petenza tra le Magistrature del Comune
fiorentino e Tinquisitore dei Paterini, ven-
gono mandati ambasc in Avignone pr. il
pp. per regolare e risolvere la questione,
225, 26-33 ; 226, 1-26 ; contemporanea-
mente, poi, vengono emanate da Comune
nuove leggi ed ordinanze sulle competenze
giurisdizionali deirinquisitore stesso c dcl
Vescovo, 26-31.
Inglio 11 - Carlo, figlio di Giovanni re di
Boemia, viene elctto in Germania, col
consenso del pp., re dei Romani per cs-
sere poi incoronato Imperatore contro il
Bavaro, 227, 38-41 ; 228, 1-2.
ottobre - Vienc condotto a termine la ri-
costrnzionc in pietra del Ponte a S. Tri-
nita, 227, 23-35.
- Si diffondc in Firenze c nel contado una
spaventosa pcstilenza che, in mezzo al
terrore generale, miete, dal marzo airot-
tobre, numerose vittime, asccse comc nota
lo Stelani a circa novantascimila, 230,9-36;
231, 1-42 ; 232, 1-29.
- Vengono emanate varie ordinanze, cosi contro
gli eccessi del vestire, degli ornamenti c
delle feste, ai quali s'cra data sfrenata-
mente la popolazione al cessare della pe-
ste, come anche contro reccessivo rin-
caro della vita, 232, 33-41 ; 233, 1-3.
Giunge in Firenze il concittadino Nic-
[AA. 1349.1357]
INDICE CRONOLOGICO
661
col6 Acciaiuoli, Gran Siniscalco del re
Luigi e della regina Giovanna di Napoli,
insieme con lo stesso re, restando con lui
vari giorni segretamente alla Certosa, •1351
233, 6-10.
1349 - Si iia in Firenze una grandissima care-
stia di vino, 233, 11-15. 1352 -
1349 - II Comune di Firenze informa gli Ubaldini
dei lamenti e delle accuse, che da pi4
luoghi si facevano contro di loro, per rube-
rie loro attribuite a danno di pellegrini
e mercatanti, non ottenendo da essi in 1353 -
risposta altro che deboli scuse, 233,
18-21.
1350 - Lo stesso muove guerra ai detti Ubaldini
per aver spogliato ed ucciso, nonostante
i precedenti ammonimenti, un mercante
fiorentino e li costringe a venire ad ac-
cordi ed a cedere i propri castelli, 233,
21 ; 234, 25-34.
*1350 - Lo stesso va contro Prato, divenuto ri- 1353 -
fugio degli sbanditi fiorentini, e, presi ac-
cordi con il re Luigi e con la regina Gio-
vanna, signori di questa terra, mediante
i buoni uffici del Gran Siniscalco Niccol6
Acciaiuoli, Tannette al contado fiorentino *1353 ■
con grande letizia di tutti i cittadini, 234,
34-41. ♦1353
1351 - II medesimo va ad oste contro Pistoia, per le
stesse ragioni che ravevano spinto contro Prato,
e costringe i Pistoiesi ad arrendersi e a sottomet- 1354 -
tersi, 236, 2-12.
*1351 - Giungono notizie in Firenze di grandi prepa-
rativi militari da parte deirArcivescovo Gio-
vanni Visconti, Signorc di Milano, che lasciano
non poco preoccupati i cittadini, 236, 2-12.
*1351 - Viene contro Firenze Galeazzo Visconti, nipote
del detto Arcivescovo, Signore di Milano, che
partendo con le sue genti da Bologna, allora in
signoria anch'essa deirArcivescovo stesso, dopo
-aver riunito alle sue forze quelle degli Ubaldini,
che s'erano ribellati di nuovo ai Fiorentini e,
dopo aver danneggiato Firenzuola, muove di
qua a bandiere spiegate contro Firenze accam-
andosi poi a Peretola, 236, 18-29.
*13S1 agotto - I Fiorentini, vistisi assaliti da cosl po-
tente signore, chiedono gli aiuti degli amici, 236,
31-35, e nello stesso tempo eleggono venti
cittadini, affinch6 provvedano con nuove entrate
ai fondi neces.sari, ed altri quattro, poi, ai quali
affidano i Gonfaloni dei singoli quartieri e la cura
degli apprestamenti militari occorrenti alla difesa,
cosa che questi iniziano senza indugio, 38 ; 237,
1-27, 40-41 ; 238, 1-20.
*1351 - Galeazzo Visconti, viste fallire le speranze di
movimenti intemi nella c, tenendo a bada i *1355
Fiorentini con ingannevoli mosse, toglie improv-
visamente il campo da Peretola e muove verso il
Mugello, ove pone Tassedio al castello fiorentino 1357 ■
di Scarperia, 237, SO-37 ; 238, 22-29 ; ma il ca-
1354
1354
1355
*1355
stello resiste mentre il Comune fiorentino s'af-
fretta a prowedere al rafforzamento del suo pre-
sidio, 29-34 ; 239, 1-16.
- I predetti Venti della balia, per procurare i de-
nari occorrenti agli urgenti bisogni della guerra,
pongono sui cittadini varie gabelle, 239, 23-25.
• I Fiorentini inviano ambasc. a Napoli per Tin-
coronazione del re Luigi e della regina Giovanna,
241, 14-21 ; i quali, poi, al ritomo portano in
dono, da parte del re stesso, il braccio di S. Repa-
rata, 23-37 ; 242, 1-4.
Firenze viene nuovamente afflitta da una grande
carestia, 243, 1-3 ; in seguito di che cominciano
a lamentarsi nella c. aggressioni e furti che tur-
bano non poco le autorita giudiziarie, 6-26 ; ma
il Podesta riescc alfine con astuzia a scoprire i
colpevoli di uno di questi furti ed a punirli, 20-
41 ; 244, 1-4, e, nonostante le palesi e coperte
opposizioni, riesce anche, con la sua energia,
a punire i loro alti protettori, 7-34.
- Vengono contro Firenze, per la via di Valdelsa,
a danneggiare il suo territorio le milizie di ven-
tura del conte Lando, che il Comune allontana
versando loro venticinquemila fiorini, 244, 36-
41 ; 245, 1-11.
- Cominciano in Firenze i primi palesi contrasti
tra gli Albizzi ed i Ricci, 245, 12-23.
- Vengono sbanditi da Firenze i Bordoni per aver
aggredito i Mangioni e per aver inoltre ucciso due
donne di qaesta famiglia, 245, 25-30.
- Dietro proposta della fazione dei Ricci, che gli
Albizzi loro avversari non credono opportuno
di contrastare, vengono emanate severe disposi-
zioni che, con minaccia di gravi pene, victano
ai Ghibellini ogni pubblico ufficio, dando cosl
alle fazioni cittadinc nuova esca per )e loro lotte
intestine, 246. 33-44 ; 247, 1-15.
- Scende in Italia rimperatore Carlo IV che,
invece di portar guerra ai Signori di Milano,
come speravano i Fiorentini che avevano vcrsato
a lui per questo centoventimila fiorini, viene con
loro ad accordi, 247, 17-22.
■ Carlo IV passa a Pisa ove fa tagliar la testa a
Lotto ed a Francesco Gambacorti e dove prov-
vede poi a rifornire le sue casse esauste, corao
nota lo Stefani, con i dcnari dei Comuni to-
scani, 247, 24-30.
- Lo stesso giunge a Roma ove viene solennemente
incoronato imperatore, 248, 33-39.
- Torna in Firenze, con grande seguito, accolto
onorevolmente da tutti, il concittadino Niccol6
Acciaiuoli, Gran Siniscalco del re Luigi e della
regina Giovanna, proveniente da Roma dove era
andato a rappresentare airincoronazione impe-
riale i suoi sovrani, 248, 43-44 ; 249, l-H.
- Carlo IV, dopo apposito esame, incorona d'al-
loro in Pisa il poeta fiorentino Zanobi da Strata,
249, 14-19.
- Si delibera di affidare a sei capitani di Parte
guelfa, il potere di ammonire i cittadini, ritenuli
662
INDICE CRONOLOGICO
[AA. 1357.1369)
a giudizto della loro maggioranza sospetti d'e8-
sere Ghibellini, di non assumere pifi, sotto mi-
naccia di gravi sanzioni, alcuno ufficio pubblico,
251, 12-32.
*13S7 - Comincia in Firenze a seguito di questa delibe-
razione la serie dei cittadini ammoniti, 251,
32-37. •1366
13S8 luglio - Tornano di nuovo a saccheggiare il con-
tado fiorentino le milizie di ventura del conte
Lando e del conte Broccardo, 252, 38-40 ; i 1387
quali, venuti poi a patti col Comune con im-
pegno d'allontanarsi senz'altro dal contado,
avendo, invece, durante la loro ritirata, conti-
nuato a depredare contro i detti patti, vengono
assaliti e decimati sanguinosamente, nella stretta
di Valdilamone, dai contadini toscani e roma-
gnuoli dei dintorni, riuscendo a salvarvi solo in
pochi, 40-44 ; 253, 3-18.
1358 - I Capitani di Parte guelfa cominciano ad aumen- *1367
tare notevolmente il numero degli ammoniti,
253, 20-40 ; 254, i-6. 1368
1359 - Viene condotta a termine la costruzione, in mar-
mo lavorato, del tabernacolo della Vergine Ma-
ria d'Orto S. Michele, 255, 2-7.
1360 - Si deliberad'affrettare la costruzione della nuova 1368 ■
Chiesa di S. Maria del Fiore, gia cominciata vari
anni prima, nel luogo della vecchia Chiesa di S.
Reparata, e si prendono gli opportuni prove-
dimenti affinchfe essa riesca veramente degna *1368
della c, affidandone la cura airArte della Lana,
256, 26-45 ; 257, i-io.
1360 settembre - Vien fatto decapitare in Firenze il
Conte Tano di Monte Carelli, 257, 12-14.
1360 - Si scopre in Firenze una vasta trama ordita,
secondo alcune voci, dai Ricci che, con Tappog-
gio di aiuti esterni, dovevano cacciare gli Al- *1368
bizzi e la loro setta ed impadronirsi del Governo,
257, 16-37 ; ma, preoccupata la Signoria del *1368
gran numero degli implicati, vengono di essi
mandati a morte i due soli che si lasciano pren-
dere e messi al bando gii altri datisi alla fuga,
non ritenendosi forse opportuno andare in fondo
con altre inqnisizioni e condanne, 37-41 ; 258,
1-13.
1362 - I Fiorentini, sdegnati per quanto i Pisani ave- *1369
vano fatto contro alcuni loro concittadini a Pie-
trabuona, nominano Capitano di guerra Boni- 1369 -
fazio Lupo da Padova e vanno a saccheggiare
ed a depredare le terre pisane di Valdera, ri-
accendendo cosi la guerra con Pisa, 260, 32-45 ;
261, 1-13.
1363 luglio - I Pisani, per vendicarsi dell'ingiuria loro *1369
fatta dai Fiorentini in Valdera, vanno alla loro
voJta a depredare e saccheggiare le terre di
Campi e di S. Donnino, 261, 15-22. *1369
1366 - Vengono in Firenze condannati alcun ufficiali
del Comune per baratteria, 262, 40-45 ; 263, 1369 -
1-4.
1366 noTcmlire - Preoccupati i Fiorentini dei larghi
strascicbi che rapplicazione della legge dell'am-
monire lasciava dietro di sfe, e ritenendosi dai
piti troppo grandi i poteri affidati dalla detta
legge ai sei Capitani di Parte guelfa, viene pro-
posta da Uguccione di Ricciardo de' Ricci una
riforma, per porre un freno a questi poteri, che
viene senz'altro approvata, 263, 8-24.
- Continua in Firenze, quasi come prima, nono-
stante la suddetta riforma, la serie dei cittadini
ammoniti, 263, 26-30.
- Gli ambasc. fiorentini, inviati a Roma pr. Ur-
bano V, informano con lettere che il pp. era for-
temente indignato contro il Comune fiorentino
per la mancata promessa di lega contro Bernabo
Visconti, e che egli aveva manifestato questo
suo risentimento, come confermava a voce lo
stesso cronista Stefani, latore delle dette lettere,
anche con alcuni Baroni della regina Giovanna,
264, 3-5 ; 265, 1-5 ; 266, 1-7.
- I Fiorentini mandano ambasc. alfimperatore
Carlo IV, 266, 8 ; 267, 1-2.
- Tomano in Firenze gli ambasc. inviati pr. Urbano
V che confermano a voce quanto avevano fatto
sapere per lettera a riguardo del risentimento del
pontefice contro i Fiorentini, 267, 4-7.
- Viene in Firenze onorevolmente accolto il Re di
Cipro con il figlio, in giro per Tltalia, secondo
quanto si dice, per sollecitare i Cristiani ad an-
dare contro gli infedeli, 268, 10-18.
- Scende di nuovo in Italia Timperatore Carlo
IV per combattere, come aveva promesso al pp.,
Bemab6 Visconti, ma le sue milizie si sciolgono
e si disperdono per mancanza di denari e di vet-
tovaglie ed egli 6 costretto cosi a venire ancora
una volta a concordia con questo, ed a maovere
poi verso Pisa e Lucca, 268, 21-23.
- Si ha in Firenze a causa delle pioggie un pes-
simo raccolto, 268, 37-41.
- I Fiorentini, pressati dai reclami deirimperatore
e costretti dalle milizie del Patriarca d'AquiIeia,
dal pred. fatto signore di Lucca, che era venuto
a devastare il contado fiorentino, vengono con
rimperatore stesso ad un nuovo acCordo ver-
sandogli altri cinquantamUa fiorini d'oro, 269,
3-5, 15-29.
gennaio-febbraio {136S st. ftor.) - Si hanno in
Firenze grandi nevicate, 269, 30-34.
■ I Fiorentini, riusciti vani i tentativi di ricondurre
airubbidienza Samminiato al Tedesco, nominano
loro capitano di guerra Giovanni Malatacca e
vanno con Toste ad assediare il detto castello,
269, 37-38 ; 270, l-io, 12-16.
- Scoppiano in Firenze dissensi e brighe tra i
partigiani e gli avversari della lega con la Chiesa,
270, 18-27.
- Si hanno in Firenze lunghe piogge che impedi-
scono la semina, 270, 28-32.
Viene ad accamparsi pr. Borgo a Cascina, man-
dato da Bernab6 Visconti in aiuto di Sammi-
niato, Giovanri Acuto con la sua Compa-
gnia di ventura, 270, 37-38 ; 271. 1-3.
[AA. 1369-1372]
INDICE CRONOLOGICO
663
*1369 - I Fiorentini muovono contro le milizie di Gio-
vanni Acuto ma vengono da questo sconfitti^
271, 15-18.
*1369 - Gli stessi, sgomenti per questa sconfitta, nomi-
nano nuovo capitano di guerra, pr. Tesercito
che assediava Samminiato, il conte Roberto
da Poppi e stringono lega con Urbano V contro
Bernab6 Visconti, 271, 29-38 ; 272, 1-8.
*1370 gennaio 9 (1369 st. fior.) - Gli stessi si impadro-
niscono finalmente di Samminiato, 272, 10-20 ;
come furono trattati in Firenze i prigionieri
Samminiatesi che avevano maggiormente spinto
alla resistenza, 20-40 ; 273, 1-3.
1370 - Giovanni Acuto, dopo essere restato accampato per
vari giorni a Peretola, danneggiando ogni cosa,
riparte per la Lombardia, 272, 1-3 ; 273 ; 6-16.
1370 - I Fiorentini mandano loro milizie per la guerra
contro Bernab6 Visconti, ponendo a capo di esse
Rosso dei Ricci, 274, 18-22.
1370 - Bernab6 Visconti manda sue genti contro Firenze,
per 1a via di Sarzana e di Mutrone, ma esse si
sciolgono e disperdono lungo la strada per man-
canza di vettovaglie, 275, 25-28.
*1370 - Firenze viene di nuovo afflitta da una grave ca-
restia, 275, 30-38.
*1370 - I Capitani di Parte guelfa riprendono, per opefa
specialmente di Piero di Filippo degli Albizzi,
salito ormai, per la lega con la Chiesa e per la
nomina di un suo nipote a Card., al sommo della
potenza, la serie delle ammonizioni, 276, 34-45 ;
3-10.
1371 gennaio (l370 st. fior.) - Viene emanata una legge,
quasi esclusivamente diretta, come nota lo
Stefani, contro Benghi Buondelmonti, che vieta
gli uffici per venti anni ai Grandi che fatti
popolani non rifiutino la consorteria 277, 13-20.
1371 - I Ricci cominciano a venire in odio della cittadi-
nanza, perchfe sembrano a questa aver fatto
ormai tutta una cosa con gli Albizzi e perch^,
specialmente, da contrari alla legge deirammo-
^iire, quali essi erano sempre stati prima, n'erano
divenuti poi fieri ed aperti fautori, 277, 22-24,
39-43 ; 278, 1-4.
1371 - Vengono nominati quattro bargelli pel contado,
con grande balia, e vengono emanate severe di-
sposizioni contro gli sbanditi che vi si erano anni-
dati, 278, 7-11, 17-18.
1371 - Vengono fatte varie e dure ordinanze contro i fal-
liti e le loro famiglie, 278, 13-17 ; e contempo-
raneamente viene posta una gabella sopra certe
operazioni sui depositi del Monte e vengono ema^
nati ordini contro Teccessive pretese dei Notaii
19-24, 33-37.
1371 tettembr^-ottobre - Si stringe sempre pi{i ad opera
di Carlo Strozzi, grande fautore della setta
degli Albizzi, che 6 Priore al tempo in cui Uguc-
cione dei Ricci 6 Gonfaloniere, Tunione delle
due sette, prima cosi avverse fra loro, degli
Albizzi e dci Ricci, specie nei riguardi deiram-
monire, 278, »-81.
1372 gennaio-febbraio (I37i ^t- fior.) - Viene fatta
approvare, con la violenza e con Tintimidazione,
dal Priore Bartolo de' Siminetti, partigiano degli
Albizzi, con Tassentimento del pred. Uguccione,
una legge minacciante gravi pene a chi osasse
far proposte contro la Parte guelfa, 279, 34-45 ;
280, 1-4 ; del ch6 spauriti i buoni uomini
ed i mercatanti, cui pareva essere divenuti
schiavi dei Ricci e degli Albizzi, non osando par-
lare in palese, cominciano a ragionare tra loro
segretamente come uscire da questa servitii,
17-21.
1372 aprile - I predetti, incoraggiati pei nuovi Priori
entrati allora in carica, persone quasi tutte estra-
nee alle due sette, legatisi fra loro con giura-
mento, cominciano a tenere segrete riunioni,
280, 24-38 ; quindi, dopo una di queste, pivi nu-
merosa delle altre, tenuta a S. Piero Scheraggio,
vanno al palazzo della Signoria ove manifestano
ai Priori i loro timori e domandano la convoca-
zione d'un Consiglio di Richiesti per discutere
insieme e consigliarsi, 38, 39 ; 281, 1-7.
1372 aprile - Convocato il Consiglio, i Priori espongono
agli adunati le ragioni della convocazione do-
mandando i loro pareri e, dopo aver ascoltato i
discorsi di Filippo di Cionetto Bastari e di altri
congiurati, invocanti la difesa delle liberta cit-
tadine, minacciate dalle sette degli Albizzi e
dei Ricci, e quelli dei rappresentanti delle due
sette stesse, che si riversano scambievolmente
Taccusa, sciolgono il Consiglio detto, 281, 8-43,
ed, adunatisi poi fra loro, eleggono dieci citta-
dini affinch^ facciano nei singoli quartieri una
inchiesta sui mali denunziati, 43-44 ; 282,
1-3.
1372 aprile - Riferito ai Priori ed al CoUegi il risultato
della detta inchiesta, questi, riuritisi a Consi-
glio insieme ai suddetti dieci cittadini, ricono-
sciuto esser necessario infrenare le due sette,
282, 7-10, deliberano dopo lunghi dibattiti
(insieme ad altri prowedimenti, riguardanti.
le nuove borse degli uffici ed il diritto di poter
presentare petizioni per far dichiarare dei Grandi)
di escludere per cinque anni da tutti gli uffici,
eccetto quelli della Parte, tre della famiglia
degli Albizzi e tre di quella dei Ricci e di creare
inoltre un nuovo ufficio di dieci citta-
dini, detto dei " Dieci di Libertk ,,, per invi-
gilare alla sicurezza dello Stato, 15-16, 21-43.
1872 - Viene estesa Tesclusione dagli uffici per cinque
anni a tutti i componenti delle due famiglie de-
gli Albizzi e dei Ricci, 283, 14-19 ; contempo-
raneamente, poi, mentre si comprimevano gli
oligarchi, si concede, a richiesta degli artefici,
alle quattordici Arti minori di poter eleggere an-
ch'esse due Consoli della mercatanzia, 21-30 ;
ma gli oligarchi, cacciati dagli uffici del Comune,
si rafforzano in quelli della Parte per preparare
la rivincita e la lista degli ammoniti quindi
continua, 32-38.
664
INDICE CRONOLOGICO
[AA. 1372 ■•ltembre.1375]
1372 tettembre - I Fiorentini rafforzano la guarni-
gione di Pistoia, 284, 44-46.
1373 «gosto - Viene condannato, in contumacia, dal
Podesti, a mille fiorini e ad un anno di confine,
Giovanni di Ser Fruosino, denunziato dai Dieci
di Liberti, per aver tenuto discorsi minaccianti
la sicurezza dello Stato, facendo allusioni a
prossimi interventi del Card. di Bologna e del-
TAbate di Montemaggiore, signore di Perugia,
per cacciare da Firenze il Govemo e ristabilirvi
gli Albizzi ed i Ricci, 285, 19-30.
*1373 ottobre - Repressa all'intemo la protervia deUe
due sette, i Fiorentini, sentendo che gli Ubaldini
avevano ripreso a derubare quei che passavano
per le loro terre, nominato loro capitano di guer-
ra Obizzo da Monte Carugli, muovono con Toste
contro di questi, 286, 9-17, e, favoriti dai dissidi
scoppiati nella loro famiglia, riescono alfine a
riprendere loro Firenzuola, a togliere molti ca-
steUi e ad avere inoltre neUe loro mani U conte
Mainardo, che fanno senz'altro decapitare dal
PodestA, 18-41.
•1373 - Vengono eletti quattro Ragionieri straordinari
per ricercare e rivendicare i crediti, le ragioni
ed i diritti del Comune usurpati dai privati,
286, 44 ; 287, 1-2 ; ma queste ricerche e riven-
diche non hanno in generale, per le pressioni de-
gli interessati, come dice lo Stefani che fu uno
dei detti quattro, esito molto felice, 7-44.
*1374 febbraio {z373 st. fior.) - Si deliberadi costmire
la loggia della piazza dei Priori e di rifare la
campana grossa del Palazzo, 288, 2-7, 9-12.
1374 - Firenze e dintorni vengono nuovamente funestati
da una spaventosa mortalita, 289, 30-38, e da
una grande carestia che si protrae anche nel-
ranno seguente, 290, 5-13.
1374 «cttembre - Si ha in Firenze un eclisse di luna,
290. 15-16.
1374 novembre-dicembre - Viene proposta e fatta
approvare dal Gonfaloniere di Giustizia, Gior-
gio degli Scali, la legge che nessun Grande possa
avere terra o tenuta ove siano fedeli e che essa
debba cedersi ad un giusto prezzo al Comune,
ma la deliberazione suddetta non viene poi mai,
per rintervento degli interessati, messa in ese-
cuzione, 290, 19-33.
1375 aprile - Niccolo di ser Ventura Monaci, Cancelliere
dei Signori, viene fatto cassare dal suo Ufficio,
per risentimenti privati, da Bonaiuto di ser Bel-
caro dei Serragli, allora Gonfaloniere di Giu-
stizia, e viene nominato al suo posto Coluccio
da Stigliano, 291, 2-15.
1375 giugno - I Fiorentini, richie.sti dal Card. di Bolo-
gna, in accordo con TAbate di Montemaggiore,
signore di Perugia, di un prestito di centomila
fiorini in favore di Giovanni Acuto, per dar
modo a questo di pagare la sua Compagnia, ri-
spondono di non essere in grado di poterio fare,
292, 17-28 ; sapnto pcr6 che il detto Acuto s'era
mosso da Bologna, con la sua Compagnia, di-
retto contro le loro terre per istigazione, co-
m'essi ritenevano indubbiamente, deUo stes.so
Card., e che a Prato s'era tramato in favorc
deirAcuto stesso, decidono per il momento di
venire ad accordi diretti con questo, 29-35, il
quale poi, ricevuto da loro centotrentamila fiorini,
si ritira dal loro contado e, dopf) aver fatt"
scorrerie nei territori dei Pisani, dei Senesi v
della Marca, esigendo altre taglie, se ne ritorn i
a Bologna, 35-38 ; 293, 1-7.
1375 Inglio-agotto - Indignati i suddetti per tuttc que-
ste cose, avvenute ad opera dei due surricordati
Pastori della Chiesa, dopo aver fatto prendere
ed attanagliare, nonostante fosse prete, Piero
da Canneto, accusato di aver tramato in Prato
per TAcuto, stringono contro di questi una lega
coi Comuni della Toscana e con Bernabo Visconti
e nominano otto cittadini con grandissima e
piena balia a far leghe, guerra e pace, 292, 39 ;
293, 1-11, 17-24 : e per provvedere poi ai denari
occorrenti per le spese, cui si doveva sottostare
per colpa dei detti Pastori, eleggono appositi
Ufficiali che dovessero imporre prestiti ai chie-
rici ed alle Chiese e venderne i beni, 293, 11-16,
28-32.
1375 - Costituite le leghe, i pred. Otto di Balia decidono
di iniziare senz'altro la lotta per liberare le terre
dal dominio della Chiesa ed inviano quindi a
Perugia, ad Orvieto, a Viterbo ed in altri luoghi
del Patrimonio loro emissari, che in breve susci-
tano in queste terre rivolte e vi istaurano li-
beri Comuni, cui vengono rimesse dagli stessi
Otto le bandiere rosse della libertk, 293. 32-37 ;
294, 1-4 ; ma intervenuto subitamente nella
lotta Gregorio XI che, fatto aprire procedi-
mento contro il Comune fiorentino, senza curare
punto le difese presentate dal suo inviato spe-
ciale, interdice Firenze e scomunica gli Otto di
Balia, i Priori, gli Ufficiali del Comune e
tutti i Fiorentini e quelli che in terre straniere
osassero ospitarli, 4-13, i Fiorentini suddetti,
e specialmente i mercatanti sparsi per il mondo,
costretti per questa scomunica ad uscire da
quasi tutti gli Stati con la rovina dei propri
affari, vengono da questo inatteso sviluppo
deUa lotta gravemente danneggiati, 15-20.
1375 novembre 6 - Dai Capitani di Parte guelfa vien
fatto ammonire Giorgio di Francesco degli Scali,
di progenie e di stirpe, come dice lo Stefani,
guelfissima, ma inviso pel suo ardire ai capi della
Parte, producendo nelVanimo di queUi che non
erano partigiani deirammonire sbigottimento c
terrorc, 294, 34-40 ; 295, 1-17.
1375 novembre 20 - Dagli Otto di Balia vengono man-
dati emissari anche in Bologna per vedere di li-
berare anche questa c. dal dominio della C.hiesa,
295, 19-24.
1375 - Malgrado rinterdetto lanciato &a\ P>-.ntcfii e si
manifesta in Firenzc in tutti i cittidini una rom-
pnnzione ed un fervore religicso molto maggiorc
[AA. 1376 marzo 20.1377]
INDICE CRONOLOGICO
665
di quando si tenevano le sacre funzioni, tanto da
sembrare quasi, come dice lo Stefani, che si
volesse, cosl, vincere ed umiliare il pp., 295,
32-40 ; 296, 1-7.
1376 marzo 20 {T375 st. fior.) - Bologna si ribella alla
Chiesa tornando a liberti ed il Comune di Firenze
vi manda suoi ambasc. e sue genti per organiz-
zare e presidiare il nuovo governo, col quale
si stringe senz'altro in lega, 295, 26-29.
1376 marzo - Avutosi sentore dalle Autoriti ponti-
ficie che stava per ribellarsi anche Faenza, vi
si fa entrare immediatamente per tenerla a
freno Giovanni Acuto con la sua Compagnia,
il quale la sottopone ad un orribile sacco che
non risparmia neanche i Monasteri, 296, 10-20.
1376 giugno 2 - Gli Otto di Balia, desiderosi di porre ter-
mine ormai alla guerra con la Chiesa, mandano
ambasc. al pp. in Avignone per trattare la pace,
296, 21-30 ; ma questi vengono respinti da Gre-
gorio che, in risposta, invia in Italia contro Fi-
renze, ad istigazione specialmente del Visconte
di Torena, (I) suo fratello, che voleva farsene Si-
gnore, una Compagnia di Brettoni espressa-
mente assoldata a questo scopo, 296, 30-39.
1376 - Venuti a conoscenza di qdesto, i pred. Otto man-
dano sollecitamente i loro messi per stringere
nuove leghe coi Signori e coi popoli vicini e no-
minano capitano di guerra Rodolfo da Came-
rino, che era entrato tra i primi nella lega, il
quale, venuto subito a Firenze, ne riparte poco
dopo, colle forze della lega stessa, alla volta dei
minacciati confini, 297, 7-15.
1376 luglio - Giungono pr. Bologna i Brettoni mandati
dal Pontefice contro Firenze, ma essi, invece di
continuare la marcia stabilita, sia perchfe tenuti
in un primo momento abilmente a bada da emis-
sari degli stessi Otto, sia anche, specialmente,
perch6 non ottengono dalle Autorita pontificie i
denari richiesti, vanno ad accamparsi pr. Ce-
sena e Castrocaro in attesa degli eventi, 297,
. 19-31.
*1376 - I Fiorentini si assicurano Talleanza e Tamicizia
di molte Comuniti sui confini della Romagna,
garentendo loro la liberta dalle mire dei Signori
vicini, limitandosi, per conto loro, ad occupare
di esse solo Primilcuore e qualche fortezza per
ragioni puramente militari, 297, 34-41 ; 298,
1-9 ; ma perdono, per6, in questa stessa regione,
Portico, terra da tempo facente parte della loro
giurisdizione, fatta ribellare dal conte Francesco
di Dovadola, senza poter riuscire poi con loro
grave disappunto a riprenderla, nonostante
le forze 14. inviate a questo scopo, 12-31.
*1376 - Viene represso energicamente, per il pronto
intervento delle forze e degli ambasc. fiorentini,
tra i quali lo stesso Stefani, il tentativo fatto in
Bologna da alcune famiglie, in accordo col Card.
di Ginevra, di abbattere il Comune e far rien-
trare i Pepoli, 299, 35-42 ; 300, 1-4 : cf. " CX,
26-39 „.
*1376 - I Fiorentini, per togliere definitivamente il pe-
ricolo che i Brettoni potessero unirsi alla Com-
pagnia di Giovanni Acuto, come si diceva stes-
sero trattando, s'accordano coi Bolognesi per
assoldarli essi stessi, prendendone ciascuno una
parte, e procedono senz'aItro, a mezzo dello
Stefani, che si trovava in Bologna come ambasc.,
alla conclusione del contratto d'arruoIamento
della loro quota, 300, 7-23 ; cf. " CXI, 1-13 „.
*1376 - I Capitani di Parte guelfa, approfittando dei
danni portati dalla guerra, che essi andavano
dicendo voluta dagli Otto di Balia, accentuano la
loro lotta contro di questi colpendo di preferenza
con le loro ammonizioni persone ad essi notoria-
mente favorevoli, 300, 25-35.
*1377 gennaio {.1376 st. fior.) - Gli stessi, per disar-
mare e tenere meglio a freno i loro avversari,
tentano di far togliere le petizioni per fare dei.
Grandi e nominano in ogni quartiere loro con
fidenti e difensori per la ricerca di coloro ch
osassero parlar contro, 301, 6-12, 36-42 ; 302,
1-25.
1377 gennaio (.1376 st. fior.) - Gli Otto di Balia man-
dano a capo delle forze combattenti contro Gio-
vanni degli Ubaldini, che contrastava loro Por-
tico con genti della Chiesa, e contro il conte
Francesco di Dovadola, cognato deU'UbaIdini
stesso, che continuava a far scorrerie contro
le loro terre, il surricordato Stefani che vi re-
sta per sei mesi combattendo senza tregua con
notevoli risultati, 302, 26-41 ; 303, 1-5 ; cf .
"CXI, 17-34 „.
1377 gennaio-febbraio {1376 st. fior.) - Giovanni di
Luigi dei Mozzi, vicario di Valdinievole, contro
il quale i Pesciatini avevano presentato una pe-
tizione per farlo fare dei Grandi, viene dai Priori
(tra i quali era Antonio di NiccoI6 Ridolfi, il
cui fratello era stato fatto dei Grandi proprio
al tempo in cui il detto dei Mozzi era Priore e
proposto) cassato dall'Ufficio e sottoposto a
sindacato per omicidio e baratteria, riuscendo
a sfuggire la decapitazione solo in grazia del-
Tuscita di carica dei Priori suddetti, 303, 8-40 ;
304, 1-35.
1377 - La Parte guelfa delibera speciali onori e distin-
zioni per i Capitani maggiormente .segnalatisi
neIl'ammonire, 305, 32-41.
*1377 - Si ordina ai preti ed ai chierici di riaprire le Chiese
e di riprendervi le sacrre funzioni nonostante
1'interdetto, 306, 1-4.
*1377 - Giunge in Firenze a predicarvi la pace con la
Chiesa Caterina [da Siena] che viene accolta dalla
Parte guelfa con ostentati onori, 306, 6-20.
1377 - I confidenti, i difensori e tutti i capi della Parte
ed istigatori deirammonire si insediano, dice lo
Stefani, nei vari quartieri come bargelletti, 307,
22-43 ; 308, 1-13, e gli ammoniti quindi crescono
ogni giorno piii ed i colpiti non sono piCi come
prima solo di gente poco nota, 23-24 ; 309, 1-12.
1377 - Muore Giovanni Magalotti, uno degli Otto di Ba-
666
INDICE CRONOLOGICO
[AA. 1377.1378 IukIio 20]
lia, alla cui menioria il Comune iiorentino tri-
buta grandi onori, e muore, ugualmente onorato
dal Comune e pianto da numcrosa foUa, Kic- 1378
col6 degli Alberti, ricchissimo e munificentis-
simo cittadino, 309, 15-19, 31-33.
1377 - La Parte guelfa, inorgoglita della solenne amba-
sciata inviatale al principio deli'anno dalla re- 1378
gina Giovanna, ordina un proprio Gonfalo-
ne con Tarma di Carlo I d'Angi6, nominando come
suo primo Gonfaloniere Benghi Buondelmonti,
e si dk una nuova costituzione, in conseguenza
della quale i Capitani, per la Balia loro concessa,
ne diventano per un anno gli arbitri assoluti,
309, 36-38; 310, 1-1 1.
1377 - I capitani di Parte guelfa, ritenendosi ormai non
solo Signori della Parte stessa ma anche di Fi-
renze, fanno prendere e processare dal Podesti,
per questioni loro personali, Lorenzo di Dino
ed Alessio Baldovinetti ed ordinano che essi ven-
gano senz'altro decapitati, ma sono costretti
a recedere dalle loro pretese per la resistenza
del Podesta stesso, 310, 22-41.
1377 - I Fiorentini inviano di nuovo a Gregorio XI am- 1378
basc. per trattare la pace, i quali, mediante i
• buoni uffici di Bernab6 Visconti, possono que-
sta volta iniziare finalmente a Sarzana coi Le-
gati del pp. le desiderate trattative, 311, 3-6. 1378
1378 - Viene ammonito Giovanni Dini, uno degli Otto
di Balia, insieme a molfaltri cittadini, 311,
15-24.
1378 - Muore in Roma Gregorio XI e viene el. in sua
vece Urbano VL al quale i Fiorentini inviano
nuovi ambasc. per riprendere con lui le tratta-
tive di pace interrotte per la morte di Gregorio,
311, 26-39 ; 312, 1-15, nonostante che dai suoi
nemici si fosse proceduto poi a Fondi, per pre-
tesi vizi della sua elezione, dei quali lo Stefani 1378
mostra Tinfondatezza, alla nomina di un nuovo
pp. (antipapa) nella persona del Card. R o b e r -
to di Ginevra,' 15-39 ; 313, 36-45 ; 314, 1-5.
1378 - La Parte guelfa, insuperbita del fatto che nes-
suna reazione era seguita airammonizione del
surricordato Dini, con un colpo d'audacia fa
nominare al suo posto, nell'ufficio degli Otto di
Balia, un suo confidente ; 314, 35-41 ; ma sbi-
gottiti i buoni uomini ed i mercatanti di tanta 1378
baldanza e terrorizzati del numero sempre cre-
scente degii ammoniti, cominciano a trattare tra
loro segretamente ed a raccogliersi intomo agli
Otto di Balia e specialmente intorno a Salvestro
di Alamanno de' Medici, noto avversario della
Parte guelfa e della legge deU'ammonire, che 1378
doveva essere nel maggio Gonfaloniere di Giu-
stizia, 314, 40-42 ; 315,1-13,24-40; 316, 1-30.
1378 maggio - Sale all'ufficio di Gonfaloniere di Giu- 1378
stizia il pred, Salvestro de' Medici col quale
i Capitani di Parte guelfa, riusciti vani tutti i
mezzi da loro tentati per impedire la sua no-
mina, credono bene di venire ad accordi, impe-
gnandosi reciprocamente di mitigare nello stesso
tempo le petizioni e le ammonizioni, 315, 13-
22; 316, 33-43; 317, 1-3.
giugno 15-1 Capitani di Parte guelfa, violando
gli accordi presi, procedono a nuove ammoni-
zioni .senza punto seguire le norme che s'erano
impegnati d'osservare, 317, 5-15.
giugno 18 - Salvestro de' Medici, informato solle-
citamente della cosa dai mercatanti e dai buoni
uomini indignati, prende gli accordi con gli amici
e, presentata una petizione nella sua qualiti di
proposto, fa convocare il Consiglio, deciso ad
iniziare ormai la lotta contro la Parte e contro
Tammonire, 317, 18-25,28-36; a questa notizia
i Capitani e tutti i maggiori esponenti della
Parte accorrono armati in atteggiamento d
minaccia, 38-48; 318, 1-17, ma, essendo con
temporaneamente accorsi sotto il Palazzo ove s
teneva il Consiglio gran folla armata di artier
e mercanti, la petizione viene approvata e ven
gono cosl ristabiliti per un anno contro i Grand
gli Ordinamenti diGiustizia e vengono gli stessi
inoltre, privati d'ogni ufficio per venti, 17-32
giugno 20-1 Priori notificano alla Parte guelfa
le deliberazioni prese dal Consiglio ed ordinano
un nuovo squittinio per le ammonizioni, 318,
34-38.
giugno 22 - Respinte ad opera degli amici della
Parte alcune nuove petizioni contro i Grandi,
il Popolo e le Arti, nel sospetto che dalla Parte
si stesse preparando la rivincita, scendono nuo-
vamente in piazza armati e quindi, come ad una
voce, si riversano nei vari quartieri ove danno
alle fiamme le case dei piil noti istigatori di
essa e prendono ed incendiano le Stinche, li-
berandone i carcerati, 318, 40-41 ; 319, 1-45 ;
320, 1-6.
giugno 23 - Ristabilito Tordine e fatte sbaragliare
e disperdere dal Podesti le turbe di popolo mi-
nuto che, approfittando della sollevazione con-
tro la Parte, s'erano date a saccheggiare Chiese
e CoRventi, si decide di affidare ad una Commis-
sione di ottantuno cittadini piena balia di ri-
vedere le ammonizioni, dal 1354 in poi, di re-
vocare i bandi dei confinati non ribelli e di pu-
nire, infine, i colpevoli, 320, 6-25; 321, 10-35.
luglio 1 - Entrano in carica i nuovi Priori che
uniti ai Gonfalonieri, ai Dodici buoni uomini,
ai Consoli delle Arti ed a tutti gli altri compo-
nenti Tufficio dei suddetti ottantuno, iniziano
la revisione deirammonizioni ed eleggono i
nuovi Sindaci delle Arti, 321, 1-8, 38-40.
luglio - Giungono in Firenze lettere dagli ambasc.
inviati a Roma che annunciano la conclusione
della pace con la Chiesa, 322, 1-4.
luglio 20 - Gli operai piiJ umili deirArte della lana,
detti comuneraente Ciompi, saputo che erano
stati presi e messi alla fune quattro dei capi
del mov mento, da loro iniziato insieme airAr-
ti minori per ottenere proprie Arti e propri
Consoli, scendono in piazza armati a reclamame
lAA. 1378 IukUo 21-1378 tettembre 1] INDICE CRONOLOGICO
667
la liberazione e quindi, non essendo questa
stata concessa, corrono ad incendiare e distrug-
gere le case del Gonfaloniere di Giustizia e di
molfaltri cittadini ritenuti loro nemici, 322, 4-
43 ; 323, 1-10 ; terminata poi ropera di distru-
zione, assumendo rivoluzionariamente poteri
di govemo, deliberano d'escludere questi da
tutti gli uffici e nominano invece altri, che ri-
tengono loro amici, Cavalieri del Popolo, 323,
10-40; 324, 1-43.
1378 luglio 21-1 Ciompi suddetti, sebbene si san visti
presto abbandonati dalle Arti che prima avevano
incoraggiato il loro movimento, continuano ad
emanare da soli ordinanze e sentenze di morte
ed, impadronitisi poi del palazzo del Podesta e
di quello deirEsecutore, cui tolgono il Gonfa-
lone che inalberano suUa piazza, intimano ai
Priori, che ubbidiscono senza opporre alcuna
resistenza, di lasciare la carica e di tornarsene
a casa, 325, 4-31.
1378 luglio 22 - Gli stessi, deliberato che gli Otto di Ba-
lia dovessero restare in carica per loro guardia
e consiglio, entrano solennemente nel palazzo
della Signoria con a capo il cardassiere Mi-
chele di Lando da loro creato Gonfaloniere di
Giustizia, 325, 34-39 ; e questi vi si insedia su-
bito da solo come padrone, con pieni poteri, as-
sumendo di sua autoriti Balia di fare, insie-
me ai Sindaci delle Arti, agli Otto suddetti ed
a Salvestro de' Medici, i nuovo Priori, i Gon-
falonieri ed i Dodici buoni uomini, 325, 39-
40 ; 326, 1-6.
1378 luglio 23 - Vengono eletti i nuovi Priori, i Gonfa-
lonieri ed i Dodici buoni uomini che entrano
in carica senz'altre formalita, 326, 6-43.
1378 luglio - I Sindaci delle Arti deliberano la creazione
di tre nuove Arti minori, dei Farsettai, dei Tin-
tori, e dei Ciompi, con gli stessi diritti e privi-
legi delle altre quattordici, 327, 2-7.
1378 agofto - Viene deliberato lo squittinio generale dei
Priori, dei Gonfalonieri e dei Dodici buoni uomini,
che devono iniziare il loro ufficio il primo settem-
bre, e se ne stabiliscono le modaliti, 327, 9-25.
1378 agosto - Per provvedere ai piii bisognosi deila c.
e della campagna, in mezzo alla grave crisi eco-
nomica in cui era caduta la c. stessa per la chiu-
sura delle botteghe seguita ai moti dei Ciompi
medesimi, e per procurare poi alle casse del Co-
mune i denari occorrenti per le necessitcl del
momento, vengono prese numerose delibera-
zioni a riguardo del Monte, deU'Estimo e dei
prestiti da imporsi ai cittadini, mentre per mi-
sure di sicurezza, date le voci circolanti di trame,
vengono assoldati due mila balestrieri e mandati
al confine numerosi cittadini, 327, 28-37 ; 328,
1-37.
1378 agotto 28 - Delusi per6 i Ciompi nelle speranze po-
ste nel loro governo, scendono di nuovo armati
in piazza, e quivi, con Tassistenza di un Notaio,
fanno, in mezzo a una grande confusione, nuovi
ordini e leggi che rimettono ai Priori, ma che ven-
gono per6 restituite loro dal Notaio delle riforme
come nuUe, perchfe non approvate dal parla-
mento, 328, 40-41 ; 329, 1-22 ; nel sospetto al-
lora d'essere traditi, dopo aver atteso invano
Luca di Totto che doveva portare loro il Gonfa-
lone della Parte guelfa, 25-33 ; 330, 3-17, si
raccolgono in S. Maria Novella ove decidono di
creare un ufficio di otto cittadini, con i pieni
poteri, detto degli " Otto di Balia del Popolo di
Dio di S. Maria Novella „ i quali dovessero sta-
bilirsi in Palazzo per sorvegliare e controllare i
Priori, 19-42 ; 331, 1-3.
1378 agosto 29 - Vengono estratti dalle borse i nomi dei
nuovi Priori e del Gonfaloniere di Giustizia in
mezzo alle urla dei Ciompi, accorsi sulla piazza,
che reclamano ed impongono rannuUamento
di quelli non graditi, 331, 23-35; chiuse queste
operazioni, poi, dagli Otto di S. Maria Novella
vengono rimessi ai Priori alcuni ordini affinchfe
essi li facciano subito approvare dal parlamento,
ma, poichfe questi rispondono che Tavrebbero
fatto neiradunata del primo settembre, ven-
gono costretti ad impegnarsi a ci6 con giura-
mento, 37-38 ; 332, 1-21, sdegnati allora i Priori
per tanta arroganza, si stringono insieme segreta-
mente, decisi a reagire, e mandano di comune
accordo, nella sera stessa, un loro messo a pre-
parare la c. per la rivolta, 331, 39 ; 332, 26-27,
30-36.
1378 agosto 30 - Vengono mandati dai Priori fidati emis-
sari per richiamare i buoni uomini ed i mer-
canti fuggiti nella campagna e per esortarli a
rientrare tutti per il primo settembre, facendo
loro presente la servitii politica e le rovine che
gli Otto di S. Maria Novella stavano preparando
alla c, 332, 30-39 ; 333, 1-17.
1378 agotto 31 - Messi in sospetto dal tramestio, gli
Otto di S. Maria Novelli mandano di buon mat-
tino al Palazzo due dei loro per costringere tutti
i Priori, vecchi e nnovi, ad un secondo giura-
mento, ma essi vengono senz'altro affrontati e
feriti gravemente da Michele di Lando, 333,
17-31 ; in seguito di che, datosi subito dagli Otto
suddetti il segnale, tutti i Ciompi si riversano
armati in piazza, ma vi accorrono contempora-
neamente, chiamate dai Priori, anche le Arti
ed i Gonfalonieri con le loro genti in armi che,
venute coi Ciompi improvvisamente alle mani, li
travolgono e li disperdono inseguendoli e cac-
ciandoli in fuga dalle vie e dai borghi, 31-32 ;
334, 1-27.
1378 tettembre 1 - Cacciati cosi i Ciompi dalla c, poi-
ch6 il popolo reclama che vengono espulsi an-
che i due di questi facenti parte del Priorato,
che doveva allora entrare in carica, dal Consi-
glio delle Capitudini, espressamente convocato
dai Priori, si decide che venga senz'altro sop-
pressa l'Arte dei Ciompi e che vengano esclusi
e sostituiti quindi i due di quesfArte estratti
668
INDICE CRONOLOGICO (AA. 1373 .•tt.-ott..l379 aov«inbr«J
dalle borse come Priore e come Gonfaloniere,
334, 36-42; 335, 1-14; procedutosi allora al-
rimmediata sostituzione di questi, nei modi in-
dicati dal Consiglio stesso, i nuovi Priori ed il
Gonfaloniere entrano finalmente in carica, ini-
ziando senza indugio le nomine dei podesti e vi-
cari delle terre piCi importanti, dipendenti dal
Comune, e degli altri ufficiali minori e passando
poi, infine, a riportare nel suo pristino ufficio
il Podesti di Firenze, 16-40.
1378 lettembre-ottobre - Vengono processati e condan-
nati dal Podesta i responsabili dei passati di-
sordini, 335, 40, 336, 1-40, mentre da parte dei
Priori si cerca di provvedere al ristabilimento
deirordine ed alla pacificazione, sia coll'annuUare
le deliberazioni odiose, prese dai Ciompi sul
Monte e su altre cose, e col richiamare gli arte-
fici ed i mercatanti al lavoro, sia anche col creare
un nuovo ufficio di Otto cittadini, detto degli
" Otto della Guardia „ , coll'eleggere due Bargelli
e con il ristabilire, in fine, il Capitano del po-
polo con tutti i suoi poteri, 337, 1-22
1378 novembre-dicembre - Viene condotta a ter-
mine dai sessantaquattro ufficiali, espressa-
mente incaricati, la compilazione deirEstimo e
dai nuovi Priori viene continuata Topera dei
predecessori, ma la c. torna tuttavia ad esser
messa nuovamente in allarme, cosJ dalle voci di
Compagnie di ventura in movimento e dai ni-
mori di guerre d'oltre confine, 337, 39, 338,
1-6, come anche dalle voci di scoperte di trame
contro lo Stato e dai numerosi processi e con-
danne che le accompagnavano, 6-40 ; 339, 1-41 ;
340, 1-37.
1379 gennaio-febbraio {137^ si. fior.) - Si pone un
freno ai processi e si riprende dai nuovi Priori,
entrati col germaio, ropera di pacificazione,
nominando a questo scopo trentuno cittadini; i
quali, dopo ampie discussioni, deliberano di
fare un nuovo squittinio dei Priori e di tutti
gli uffici e di togliere, infine, a molti dei Grandi
gli Ordini di Giustizia, riammettendoli cosi ne-
gli uffici, 341, 15-39 ; contemporaneamente,
poi, avendo Bernab6 Visconti chiesto aiuti al
Comune per combattere insieme le Compagnie di
ventura deirAcuto e del Conte Lucio (cui s'an-
dava accostando anche queUa italiana detta di
S. Giorgio), non sembrando il momento punto
indicato per fare guerre, vengono mandati am-
basc. cosi al Viscopti come airAcuto per tentare
di ristabilire fra questi Taccordo, 40-44 ; 342,
1-3, e si viene, infine, a patti con la Compagnia
stessa di S. Giorgio, la quale, dietro versamento
di diecimila fiorini, s'impegna, per un anno e
sei mesi, di non venire contro le terre del Co-
mune, n6 contro quelle sotto il suo protetto-
rato, 5-lS.
1379 aprile - Si scopre an nuovo complotto contro lo
Stato, ordito come i precedenti dagli sbanditi
guelfi e dai Ciompi, che riporta la divisione ne-
gli aninii dei cittadini, specie a causa delle con-
danne seguite, sembrando ad una certa sett^
di essi che i' Capitano avesse proceduto in
qaeste troppo duramente con la gente minuta
e troppo blandamente invece coi ricchi e potenti,
342, 42 ; 343, 1-43 ; 344, 1-44 ; 345, l-ii ; nello
stesso tempo, poi, nel timore che, approfittando
delle discordie interne, milizie di vent jra non
tentassero di venire contro la c, viene assoldata
direttamente dal Comune la Compagnia di Gio-
\anni Acuto e quella del Conte Lucio, 11-19.
•1379 - Viene fatto in Firenze il censimento della c,
345, 22-25.
1379 agotto - Viene presentata una proposta di legge,
per escludere i forestieri dagli uffici, che suscita
grave malumore tra gli artefici da essa special-
mente colpiti, 346, 10-24.
1379 tettembre 6 - La legge predetta viene approvata
e messa senz'altro in esecuzione, 346, 37-43.
1379 tettembre - Informati gli Otto deUa Guardia dagli
ambasc, inviati pr. Carlo di Durazzo, che Gian-
nozzo Sacchetti stava tramando contro lo Stato,
con alcuni noti sbanditi e confinati fiorentini, in
nome di Carlo stesso, questi viene fatto subito
prendere e, confessatosi reo, 6 fatto senz^altro
decapitare dal Capitano, 347, 13-39 ; 348, 1 ;
il quale, poi, condannava invece a pene piCi miti,
suscitando nuovo malcontento neUa setta sur-
ricordata, gli altri di famiglie ricche e potenti
coi quali esso Sacchetti aveva trattato, 1-15.
1379 - Si dk facolta ai Priori, che devono entrare in ca-
rica col primo di novembre, di potere, uniti alle
Capitudini, ai Capitani di Parte ed ai Dieci di
Liberti, confinare oltre le cento miglia dalla c.
tutti gli sbanditi che a loro giudizio sembrasse
opportuno, di poter dichiarare ribelli quelli che
violassero i confini assegnati e di potere. infine.
nominare un Ufficiale per la confisca e per Tam-
ministrazione dei beni dei ribelli stessi neirinte-
resse del Comune, 348. 21-27.
1379 novembre - Entrano in carica i nuovi Priori, tra
i quali Tautore stesso della cronaca, che danno
immediatamente esecuzione aUe suddette deli-
berazioni confinando oltre le cento miglia trenta
sbanditi ed eleggendo rUfficiale per la confisca
e per ramministrazione dei beni dei ribeUi. 349,
3-6, 14, 16.
1379 novembre - Tornano a circolare per la c. voci di
trame e di complotti da parte degli sbanditi e
dei Ciompi in combutta con Carlo di Durazzo,
349, 6-14, 17-22.
1379 novembre - I Ciompi e gli sbanditi fiorentini di
stanza a Siena, usciti armati dalla c, tentano
un colpo di mano su Figline, terra sotto la pro-
tezione di Firenze. per muovere poi di qua contro
Firenze stessa, ma le misure prese in tempo dai
Priori mandano airaria il loro tentativo, 349,
20-40 ; 350, 1-31 ; in seguito di che viene man-
data a Siena una solenne ambasciata per do-
lersi della cosa, 350, 30-31, e vengono istruiti
[A. 1379 novembre-dlcembre 22]
INDICE CRONOLOGICO
669
processi che portano a nuove condanne, seguite,
purtroppo anche questa volta, dal malumore
contro il Capitano che viene pubblicamente bia-
simato dagli artefici di non usare verso i ricchi
il rigore dovuto, 350, 33-45 ; 351, 1-40.
1379 novembre - Tornano a Firenze gli ambasc. in-
viati pr. Carlo di Durazzo i quali confermano a
voce quanto avevano gi^ fatto sapere per let-
tere sulle trame degli sbanditi, 352, 5-20 ; dram-
matiche accuse dell'ambasc. Tommaso degli
Strozzi contro il coUega Donato de' Barbadori.
20, 38.
1379 dicembre - Mentre si cerca dai Priori di far luce
intorno a certe voci di congiure fatte riferire
loro vagamente da Giovanni Acuto, giungono
a Firenze lettere da piil vie nelle quali si parla
chiaramente di armi e di bandiere della Parte
guelfa e del Popolo, che si stavano preparando,
per una imminente rivolta, dagli sbanditi fio-
rentini e dai Ciompi, in accordo colla brigata di
Carlo di Durazzo accampata allora pr. Bologna,
352, 40-42. 353, 1-33.
1379 dicembre 17 - Informati i Priori da Tommaso de-
gli Strozzi e da Giovanni Dini che era immineate
lo scoppio d'una vasta congiura, che doveva ri-
condurre in Firenze tutti gli sbanditi dietro le
bandiere della Parte guelfa e del Popolo, e che
una di queste bandiere era gi^ in borgo S. Niccolo
pr. tale Bruno di Simone, vengono adunati in
fretta gli Otto della Guardia i quali, messi al cor-
^^ rente della cosa, mandano subito, sul luogo indi-
■ cato, loro gente che in breve riesce ad avere nelle
mani la bandiera in questione e lo stesso Bruno
che viene condotto senz'altro pr. i Priori, 353,
35-41; 354, 4-17, 26; 355, 1-3; ma avendo
questi dichiarato di non potersi occupare ul-
teriormente deUa cosa perch^ non di loro com-
petenza, il suddetto viene condotto dal Capitano
che, avuta da lui !a confessione, fa prendere
immediatamente, in mezzo al rumore degli ar-
tefici subito corsi alle armi alla prima notizia,
tutti i complici che riesce ad avere nelle mani,
3-11.
1379 dicembre 18 - Viene preso, mentre tenta di fuggire,
Lorenzo di Giovanni detto Nencio Cecco, che
rivela tutte le fila della congiura ed i nomi di
tutti gli implicati in essa, 355, 1-15.
1379 dicembre 19 - Levatosi in armi a tali nuove
tutto il popolo, vengono posti a capo dei cit-
tidini armati, a presidio della c. e del palazzo
della Signoria, due deirArti maggiori e due
delle minori, 355, 15-27 ; e mentre dagli Otto
della Guardia si sguinzagliano, alla ricerca dei
complici e dei sospetti, sicuri agenti, che ia breve
riescono a prendere Piero di Filippo degli Al-
bizzi, Cipriano di Lippozzo Mangioni, Bartolo
di Giacomo Siminetti, Filippo di Biagio degli
Strozzi, consegnandoli al Capitano, Donato e
Bartolomeo de' Barbadori che consegnano al-
TEsecutore, Carlo Mangioni, Lorenzo di Gio-
vanni e Fraacesco di Simone che alBdano al
Podesta, tutti noti confinati di famiglie ricche e
poteati rientrati furtivamente in c., 355, 29-41 ;
,7'356 12-15, vengono inviate forze verso il Mu-
gello contro la Brigata di Carlo di Durazzo, che
si diceva stesse per venire da Bologaa in aiuto
dei congiurati, vengono spediti messi ai Bolo-
gaesi, affinchfe impediscano la partenza della
detta brigata, e vengono, infine, richiesti gli
aiuti degli alleati e degli amici, 356, 7-12,
31-37.
1379 dicembre 20 - H Capitano (aelle cui prigioni si tro-
vavano rinchiusi i surricordati nobili a lui coa-
segnati e Giovanni di Piero Anselmi, di fami-
glia anch'esso molto nota, preso per altre ra-
gioni prima della scoperta della congiura ma
sospetto come gli altri di complicit^ nella me-
desima), 356, 37-40 ; 357, 1-2, proceduto su-
bito airesame dei detenuti, dichiara agli ar-
tieri ed alle Capitudini, che reclamavaao la
loro condanna, di aon poterli condaanare perchfe
non li trovava colpevoli ; ma poich^ il popolo
minaccia di fare esso stesso giustizia col fuoco
e con la spada, se essa non viene fatta al piii
presto come si deve, 2-19 ; il Capitaao, per isca-
rico di s6, decide di sottoporre questi alla prova
della tortura, 25-30.
1379 dicembre 21 - Veagoao fatti decapitare per tur-
bazioae di Stato, in seguito alle confessioai
fatte duraate i tormeati della tortura, Carlo
Maagioni, Lorenzo di Giovanni e Fraacesco di
Simoae dal Podesti e dal Capitano, poi, nel cortile
del proprio palazzo, Giovanni Anselmi e Filippo
Strozzi, mentre la folla urla furente " agli altri
agli altri ,„ 357, 29-44 ; 258, 1-28 ; ma poichfe
il Capitano coatinua a ripetere che egli aon ha
trovato per quesfaltri ragioni, per poterli man-
dare a morte, ed U popolo si fa sempre piil mi-
naccioso, i detenuti, di cui si reclamava cosl
fortemente la testa, terrorizzati per loro e per
le loro famiglie, decidono di finirla e, di comune
accordo, fatto chiamare il Capitano, si dichia-
rano senz'altro rei d'aver tramato contro lo
Stato chi con uno chi con un altro, 33-42 ;
359, 1-7.
1379 dicembre 22 - In conseguenza di questa confes-
sioae, avendo i Priori, richiesti dal Capitano
sul da fare, risposto di non potersi ingerire di
cose aon di loro competeaza, i surricordati Ci-
priano di Lippozzo Mangioni, Bartolo Siminetti
e Pietro di Filippo degli Albizzi vengono fatti
decapitare, non senza per6 che essi continuassero
a protestare con forza, siao airestremo colpo,
la loro completa innocenza, 359, 7-20 ; aello
stesso tempo, poi, viene fatto decapitare dal-
TEsecutore, nonostante le sue dichiarazioni di
costante fedelti al Comune, Donato de' Bar-
badori che nel passato aveva, come dice lo
Stefani, tanto benemeritato della c, 22-44 ; 360,
1-6 ; dopo di che il popolo, riteauto ormai fatta
Tomo XXX, p. I — 43.
'676
INDrCE CRONOLOGICO [AA. 1379 dicembr« 24.1380 mascio 4-16]
la giustizia, depone le armi e ritorna calmo al
lavoro riaprendo le botteghe, 8-8.
1379 dicembre 24 - Vengono fatti decapitare, per com-
pliciti nella stessa congiura, altri cinque citta-
dini, tra i quali il surricordato Nencio Cecco, dal
Capitano, e gli altri quattro, infine, dal Podesti, 1380
360, 29-34 ; 361, l-S.
1379 dicembre - Dai quattro cittadini, che erano
stati nei giorni passati a capo degli armati, viene 1380
riferito ai Priori il mormorio ed il timore del
Popolo che dalla borsa dei nuovi Priori e Gonfa-
lonieri non venga tratto qualche parente o con-
sorte dei giustiziati, che metta nuovamente in
pericolo la c, e vengono quindi dagli stessi
proposte alcune modifiche al riguardo, ma, por-
tata la questione in Consiglio si decide invece
concordemente di non fare alcuna innovazione e
di continuare Testrazione dei suddetti nel modo
usato, 361, 15-44. 1380
1380 gennaio (1379 st. fior.). - I nuovi Priori entrati
in carica col primo gennaio, per riportare la
concordia negli animi turbati, si riuniscono, a
seguito di proposte d'un Consiglio di Richiesti,
coi Gonfalonieri, con i Dodici buoni uomini,
coi Capitani di Parte, coi Dieci di Libertk e con 1380
due rappresentanti d'ogni Arte e, dopo lunghi
dibattiti, prendono insieme varie deliberazioni
che vengono poi pienamente approvate e con-
fermate dal Consiglio del Comune e da quello
del Popolo, 362, 10-38 ; 363. 1-42 ; 364, 3-35.
1380 gennaio [1379 st. fior.) - Giunge in Firenze ono-
revolmente accolto il card. Agapito Colonna,
Legato d'Urbano VI, per tentare d'indurre i
Fiorentini a stringere lega col pp. ma ne riparte
poco dopo senza aver nulla concluso, 364, 36-41.
*1380 gennaio {1379 st. fior.) - Vengono condannati
dal Capitano negli averi e nelle persone tutti gli
sbanditi, i confinati ed i fuorusciti, che, neiri-
struttoria del processo per congiure contro lo
Stato, erano risultati in esse in qualche modo 1380
implicati, 365, 3-46 ; 366, 1-6.
MSO febbraio {i379 st. fior.) - Giunta notizia in Fi-
renze che la Compagnia di S. Giorgio (cui s'erano
uniti con le loro genti, Giannotto, siniscalco di
Carlo di Durazzo, comandante della nota bri-
gata accampata in Bologna, di cui tanto s'era
parlato durante gli ultimi processi per congiure 1380
contro lo Stato, e Guglielmo Filibach) si trovava
nel territorio senese e minacciava di venire contro
Firenze, nonostante gli impegni che essa aveva
presi col Comune fiorentino, viene mandato pr. 1380
di questo il cronista Stefani per richiamare ad
essa i patti e per cercare di riconfermarli per
altri due anni, 366, 11-18,28-39; 367, 34-40.
ISBO marzo 20 {1379 st. fior.) - Torna ir Firerze lo 1380
Stefani che, dopo aver riferito ai Priori, cosi le
dichiarazioci amichevoli, fatte dai comandanti
della Compagnia di S. Giorgio e da Giannotto,
come le informaziori da lui raccolte segreta-
mente, iDtorno alle loro vere intenzioni ed in- 1380
tomo a' gran numero di sbanditi fiorentini cl
si raccoglievano sotto la bandiera del detu.
Giannotto, viene rinviato il giomo stesso pr. 1
suddetti per cercare di venire con essi ad a'
cordi, 368, 11-29.
marzo 23 (1379 st. fior.) - Viene mandato pr. il
pred. Stefani, come compagno per la missione
affidatagli, Bettino Covoni, 368, 30-31.
marzo 26 - La Compagnia di S. Giorgio e le brigai
di Giannotto e di Filibach, protraendosi anco:
le trattative con i rappresentanti del Comui'
fiorentino senza conclusione (per le pretese deli
stesso Giannotto che voleva venissero senz'a:
tro riammessi in Firenze tutti gli sbanditi) e
sendo ormai concluso Taccordo coi Pisani e c
Senesi, partono da Siena e maovono alla volt
di Firenze accampandosi in Val di Strova, 368,
34-42 ; 369, 1-2,
marzo 31 - Gli stessi levano il campo da \'.
di Strova ed entrano nel territorio fiorentir
dichiarandosi amici, nonostante i fatci mostra-
sero proprio il contrario, e pongono le loro teni:
a Tavernelle, a quattordici miglia da Firenzi
369, 5-11.
aprile 1 - Gli stessi riprendono la via, e, sacche:
giando e devastando per dove passano, ment:
la Compagnia di S. Giorgio va ad accamparsi
Quarantola ed a Schizzano, a dodici miglia da 1 :
renze, la brigata di Giannotto, che ha con sh sban-
diti e fuoru.sciti fiorentini in gran numero, s'a
campa invece a Carcheri, a nove miglia da Firen.:
stessa, 369, 15-20 di qua, poi, il pred,, dopo aver
assicurato i due ambasc. fiorentini, venuti a
lamentare i danni fatti nel contado dalle sae
milizie, che avrebbe fatto giustizia sui colpe-
voli. fiducioso nelle promesse fattegli dai fuoru-
sciti, tenta coi suoi di spingersi verso la c. ma
viene ncacciato e battuto dal Conte Averardo
accorso con le sue lance da Malmantile, 19-25.
aprile 2 - Giannotto, nonostante gli impegni che
si diceva avesse contratto con gli sbanditi e con
i fuorusciti fiorentini, si ritira e riesce cosl a
sfuggire al nuovo attacco che il conte Averardo
stava preparando, dirigendosi prima verso Em-
poli e poi a Lucca, che viene con lui e con la
Compagnia a patti. 369, 25-42 ; 370, 1-2.
aprile - Vengono condannati come ribelli tutti
gli sbanditi e fuorusciti fiorentini che erano ve-
nuti cop Giannotto nel contado a danneggiare il
territorio della Patria, 370, 19-45 ; 371, 1-10.
aprile 3 - Giunge in Firenze Giovanri Acuto,
eletlo dai Fmrentini capitano di gnerra, con
larga provvigione che ron riesce a tutti gradita,
371, 39-45.
aprile 10 - Giannotto, fallite le speranze riposte
negli sbandi*i, tenta di riprendere col Comane
fiorentino le trattative per un accordo, inviando
due suoi messi, ma qiesti ripartono pero poco
dopo senza aver nuPa ottenuto, 372, 3-6.
maggio 4-16 - Esposto dai nuovi Priori, in un Cod-
[A. 1380 maggio IS.ottobre 7]
INDICE CRONOLOGICO
671
siglio di Richiesti, il bisogno di denaro in cai si
trova il Comune, si decide concordemente dopo
lunghi dibattiti di verdere, neirinteresse del Co-
mune stesso, i beni degli sbanditi condannati
neiravere nella persona, incaricando per questa
incombenza otto ufficiali, con balia di poter
anche costringere i cittadini a ricomprare, se-
condo le proprie possibilita, i detti beni, e si d^
facolti ai Priori e Collegi di nominare senz'altro
i detti ufficiali, 372, 20-28.
1380 maggio 18 - Vengono eletti gli otto ufficiali sur-
ricordati con micaccia di gravi pene qualora non
accettassero la nomina, 372, 29-40.
1380 - Viene condannato come ribelle, insieme ai suoi
complici, Alberto dei conti di Bruscoli, per aver
ucciso, in Bruscoli stesso, per dissidi di fami-
glia, il fratello Francesco e ferito gravemente
il fratello Antonio ed altri parenti, 373, 2-42.
1380 gingno 12 - Vengono emanati prowedimenti per
facilitare la restituzione, promessa alla Chiesa
ael trattato di pace, dei beni dei chierici, tolti
e venduti dal Comune al tempo della guerra con
la Chiesa stessa, e vengono nel medesimo tempo
poi minacciate gravi pene ai preti che negassero
i sacramenti a quelli che avevano comprato i
detti beni, 374, 3-17.
1380 giugno 23 - Passa per Firenze, fermandosi qualche
giomo pr. i frati deUa Certosa, i] Card. Fiesco di
Genova, 374, 19-25.
1380 luglio - Giunge in Italia con cinquemila Ungheri,
fermandosi alcuni giorni a Rimini, Carlo della
Pace (piii comunemente noto col nome di Carlo
di Durazzo), cui il re d'Ungheria aveva ceduto
i suoi diritti sul reame di Puglia, invitato a
Roma da Urbano VI per essere incoronato e per
muovere poi contro la regina Giovanna alla con-
quista del regno, 375, 3-36.
1380 luglio - Tomano in Firenze gli ambasc. inviati
neiraprile pr. il Re d'Ungheria e pr. il predetto
Carlo, per dolersi dei danni, arrecati nel territo-
rio fiorentino da Giannotto, siniscalco di esso
Carlo, con la sua brigata, i quali riferiscono il
rammarico del Re, e di Carlo stesso, per questo
fatto, e le loro assicurazioni per ravvenire, 375,
40-41 ; 376, 1-15.
13801uglio 18-Giunge in Firenze il vescovo di Giava-
rino (I) inviato dal Re d'Ungheria e dal pred.
Carlo, per chiedere al Comune la conclusione di
«na lega contro la regina Giovanna ed un prestito
per la guerra contro la regina stessa, ma non ot-
tiene altro che buone parole e vaghe promesse,
376, 18-34.
1380 luglio - viene inviato a Bologna il cronista Stefani
per chiedere ai Bolognesi la loro adesione alla
lega allora stretta dai Fiorentini coi Senesi, Pi-
sani e Lucchesi, 376 36-40 ; 377, 1-4.
1380 agosto - Vengono emanate severe leggi per repri-
mere lo spaventoso dilagare nella c, e nel con-
tado dei reati di sangue, 377, T-26.
1380 agocto - Si spargono per Firenze voci di trarae e di
preparativi di bandiere da parte degli sbanditi
e dei Ciompi, per porre, secondo le voci stesse,
a capo della c. Carlo della Pace, 377, 29-36.
*1380 - Giunge in Firenze la notizia della morte avve-
nuta in Roma di Caterina da Siena e dei mira-
coli da lei fatti in questa c, 378, 2-4.
1380 agosto - Vengono inviati a Rimini pr. Carlo della
Pace ambasc. del Comune e della Parte guelfa
con ricchi doni che non vengono per6 da Carlo
punto accettati, 378, 6-14.
1380 agosto - Per accrescere Tentrate del Comune ven-
gono poste alcune gabe'Ie sulla mercanzia, sui
buoi e suirolio, ma per i lamenti degli interes-
sati, poi, quella sulla mercanzia viene presto
levata, 378, 15-23.
1380 agosto - Carlo della Pace parte da Rimini e va a
Gubbio dove entra da Signore, favorito dal Ve-
scovo della stessa c. della casa Gabrielli, 378,
25-31.
1380 settembre - Lo stesso, fallito il tentativo di poter
avere nelle sue mani anche Citt^ di Castello
muove verso Arezzo dove, per gli aiuti a lui
dati dai Boscoli, entra cononori reali, 378, 31-34.
1380 settembre 14 - Viene ucciso in Arezzo da Tomma-
sino da Panzano, dal figlio di Bemando Becca-
nugi, detto Moscone, noti sbanditi fiorentini, e da
Bartolomeo da Prato, Giovanni di Mone, ambasc.
del Comune di Firenze pr. gli Aretini, 379, 2-12.
1380 settembre 20 - Per rorrore suscitato da questo de-
litto si decreta dal Comune fiorentino di ritenere
come ribelli tutti i consorti degli assassini se que-
sti entro Tanno non venissero da loro uccisi o
fatti uccidere, e si delibera inoltre di abbattere
senz'aItro le case di Bemardo Beccanugi, padre
del Moscone, e quelle di Luca da Panzano, zio di
Tommasino, 379, 13-15, 17-20.
1380 settembre 24-29 - Partitosi Carlo della Pace da
Arezzo coi suoi Ungheri e venuto, dopo qualche
tappa nel territorio senese, ad accamparsi nel
contado fiorentino, facendo scorrerie su Staggia
e Poggibonsi e venendo piil volte a contatto con
le genti deU'Acuto, capitano dei Fiorentini,
dal Comane di Firenze, mentre si chiedono in
fretta gli aiati degli aUeati, vengono mandati a
lui ambasc. per venire ad aceordi ; i quali comin-
ciano col fare intanto con lo stesso una tregua
di cinque giorni, 379, 25-37 ; 380, l-lO.
1380 settembre 30 - Giungono in Firenze gli ambasc.
di Carlo deUa Pace, 380. 14-17.
1380 ottobre — Riferite da questi le dichiarazioni e le
richieste di Carlo, vengono nominati speciali de-
legati che. insieme agli ambasc gii inviati pr.
Carlo stesso, dovessero cercare con i rappresen-
tanti di questo le vie per un accordo, impe-
gnandosi intanto tutti reciprocamente che nes-
sun atto ostile venisse in alcun modo fatto daUe,
parti durante le trattative, 380, 20-38.
1380 ottobre 7 - Si concludono fra le due parti gU ac-
cordi e si definiscono gli impegni reciproci, 380
39-43 ; 381, 1-10.
672
INDICE CRONOLOGICO |AA. 1380 ottobr* 9-10-1381 ottobre)
1380 ottobre 9-10 - Oli ambasc. di Carln e r|uelli dcl
Comune fiorentino si portano nel campo di Carlo,
il quale firtna e sanziona cod gli accordi suddetti
e ritira nello stesso tempo dal cronista Stefani,
espressamente inviato dal Comune per il versa-
mento, la prima rata dei quarantamila fiorini
promessigli nei patti a titolo di prestito, 381,
13-16.
1380 ottobre IMl - Mentre gli Ungheri si partono da
Carlo e vengono come amici a Poggibonsi e di
qua, dopo ricevuto il denaro pattuito, si di-
rigono verso la Val d'Elsa, Carlo ritorna at-
traverso il Chianti in Arezzo, 381, 17-26.
1380 ottobre 11«12 - II Comune fiorentino, libero ormai
dalle preoccupazioni esterne, toma ad occuparsi
dei problemi irterni e prende dragoniane mi-
s ire coptro i ribeUi, ponendo, a libera ed insirda-
cabile disposizione degli Otto delia Guerra,
diecimila fiorini per il loro sterminio, 381, 29-33.
1380 ottobre 20 - Si ri^ersa sj Firenze e sul contado
uno spa\entoso diluvio a cui segaono inondazioni
con ni^merose vittime ed immen>i danni nella c.
e nelle campagne, 381, o6-40 ; 382, 1-19.
1380 ottobre 26-27 - Per volonta degli artefici minori,
che, per la loro forza numerica, riescono sem-
prc a far prevalere i loro interessi sugli altri,
viene deciso di disfare tutte le monete di rame
per far diminuire il valore del fiormo, 382, 20-40.
1380 novembre - Gli Ungheri che, partiti da Carlo,
erano stati assoldati pei Genovesi da Baldas-
sarre Spinoli, impediti d'entrare nel territorio
della Repubblica dalle genti di Bernab6 Visconti,
vengono nuovamente in qdello fiorentino, per
tornarsene poi di qua in Ungheria, e, dato dal
Comune il passo attraverso TAlpi di Pistoia,
riprendono la via alla volta della patria, 383,
22-39.
1380 novembre - Essendosi largamente diffuso, pr.
le famiglie fioreutine di grande casato, Tuso di
andare a stabilirsi in campagna nelle ville, sia
per lo sdegno degli uffici perduti, comeper ra-
gioni economiche, viene emanato dal Comune
ua ordine che ingiunge a tutti di tornare ad
abitare in c, 384, 13-25.
13M dicembre 7 - Viene abrogata, dopo lunghi ed
animati dibattiti, la legge che assegnava la pena
di morte a chi avesse osato far proposte sull'inte-
resse e sul capitale depositato dai cittadini pr.
il Monte, 384, 28-39 ; 385, 1-8.
1380 dicembre 12 — Viene presentata ed approvata
una proposta di legge che riduce Tinteresse
sui depositi del detto Monte dal 15 al 5 %, al-
leviando cosi il Comune fiorentino di un notevole
carico, ma siiscitando per6 grande malumore
tra i numerosi creditori di esso Monte, 385, 8
17 ; contemporaneamente poi viene riformata
anche la legge sulI'Estimo, 20-30.
1380 dicembre - Per togliere deplorevoli abusi si deli-
bera che nessua cittadino possa piii mangiare
nella tavola dei Priori. 385, 31-40.
1380 dicembre - Vicnc ducrctato dai Priori che gli Uf-
ficiaji incaricati della vendita dei beni dei con-
dannati possano disporre e cancellare anche il de-
naro dai medesimi depositato pr. il Monte, e
vengono eletti contemporaneamente dai detti
Priori otto nuovi ufficiali per la vendita dei beni
suddetti con piii ampia balia dei predecessori,
386, 3-11.
1380 dicembre - L'Arte della Lana viene a contra-
sto con quella dei Tintori che, forte del suo nu-
mero, riesce ad imporre la sua volonti, 386, 21-38.
1381 febbraio 6 {13S0 st. fior.) - Vengono fatti pren-
dere e decapitare, dal Capitano, Bartolo di Ric-
cardo e Salvi Pagni per trame contro lo Stato
ordite coi Ciompi di Bologna e di Siena, 387,
1-18.
1381 {1380 st. fior.) ~ Viene ucciso in Siena dal cu-
gino, Giovanni di Luca da Panzano, Tomma-
sino da Panzano, noto ribelle fiorentino ucci-
sore di Tommaso di Mone, 387, 2-28.
1381 (1380 st. fior.) - Giunge notizia in Firenze che s'era
tentato in Roma d'avvelenare Lapo di Casti-
glionchio, 387. 28-35.
1381 febbraio 16 {13S0 st. fior.) - Vengono presi e fatti
decapitare dal Capitano cinque abitanti di La-
terina, accusati di aver trattato con emissari
dei Boscoli per fare entrare nel detto castello
genti aretine, 388, 5-27.
•1381 aprile - Vengono date alle fiamme e distrutte al-
cune lettere inviate dal noto ribelle, Mariano di
Lando degli Albizzi, sul cui conteauto s'era
fatto un gran parlare nei giorni precedenti,
calmando cosi un poco il mormorio del popolo
e le ire delle sette contrastanti, 388, 31-42 ; 389,
1-12.
1381 luglio - Vengono eletti ed inviati, pr. Timperatore
Venceslao, gli ambasc, tra cui lo Stefani, in ri-
sposta agli altri da lui mandati al Comune di
Firenze tre anni prima, 389, 32, 39 ; 390, 1-2,
cf. "CXVII, 10-23,,.
*1381 luglio - Giungono in Firenze lettere di Carlo della
Pace che annunciano la conquista e roccupa-
zione del reame di Paglia e Timprigionamento
della regina Giovanna e dei suoi consiglieri, 390,
3-9 ; del che si fa in generale dai Fiorentini
grande allegrezza e si decide d'inviare per Vin-
coronazione della regina Margherita, moglie
di esso Carlo, una solenne ambasciata, 9-24.
*1381 ottobre - Scopertosi che certuni, sdegnati per la
riammissione degU ammoniti negli uffici, an-
davano intorno minacciando e tramando con-
tro lo Stato, vengono fatti prendere a condan-
nare alcuni alla decapitazione altri al confine,
392, 25-37.
*1381 ottobre - Dietro proposta di alcuni, che ritene-
vano non essere stati puniti tntti gli implicati
nelle dette trame, viene data baha ai Priori,
ai Gonfalonieri, ai Dodici buoni uomini, ai Ca-
pitani di Parte guelfa, ai Dieci di Liberti ed ai
Nove delle Mercatanzia di poter fare dei Grandi
[AA. 1381 ouobre.1382 febbraio 15] INDICE CRONOLOGICO
673
e di poter escludere dagli uffici quelli che
a loro paresse. 392, 1-8
*1381 ottobre - Dal Consiglio di balia pred. vien fatto
dei Grandi Lapo di Vanni Rucellai e vengono
esclusi dagli uffici, per dieci anni, i figli, i padri
ed i fratelli dei condannati come ribelli negli 1382
ultimi tre anni, 392, 9-18.
1381 dicembre - Spadroneggiano spavaldamente, con
il loro numeroso seguito di gregari sulla vita pub-
blica fiorentina, Tommaso degli Strozzi e Gior-
gio degli Scali, uniti in ibrido connubio cogli in-
fimi popolani, Simone di Biagio, corazzaio, 1382
Feo di Piero, corazzaio, e Jacopo Scatizza, ci-
matore, 392, 19-30.
1382 gennaio 8 {13S1 st. fior.) - In seguito a richiesta
dei Priori, viene fatto prendere dal Capitano
il detto Jacopo Scatizza per alcuni acccrta-
menti a suo riguardo, 392, 33-36. 1382
1382 gennaio 13 {ijSz st. ftor.) - Tolto dalle mani del
Capitano, ad opera della surricordata setta, Ja-
copo Scatizza, che durante ristruttoria aveva
confessato le sue malefatta e quelle dei suoi, dal
Capitano stesso, rianimato dalle Arti accorse
in suo ainto, vien fatto prendere Giorgio degli
Scali, uno dei capi della setta stessa, che, men-
tre il popolo si leva in armi per scuotersi di dosso
rincombente sua tirannia, vien fatto senz'aItro
decapitare, 392, 36-39 ; 393, 1-16. 1382
1382 gennaio {13S1 st. fior.) - Viene ucciso dalla folla
a sassate, mentre tenta di fuggire da Firenze,
Siraone di Biagio con il figlio, membri attivis-
simi della detta setta e vengono dalla stessa
folla presi, e consegnati al Capitano, Donato del
Ricco e Feo di Piero, altri attivi membri della
medesima, mentre cercavano anch'essi di nascon- 1382
dersi e fuggire, 393, 13-24.
1382 gennaio 21 {1331 st. fior.) - Mentre i due predetti
vengono fatti decapitare dal Capitano nel cor-
tile del suo palazzo, improwisamente comincia
alevarsiperla c. il grido di " Viva Parte guelfa,,,
ed i Grandi ed i Popolani, levatisi in armi, si ri-
versano in gran numero da ogni via sulla piaz-
za, 393, 19-27 : fattosi allora suonare a parla-
mento, dal popolo adunato viene data piena 1382
balia ai Priori e CoIIegi, ai Gonfalonieri, ai Do-
dici buoni uomini, agli Otto della Guardia, a sei
Capitani della Parte, a due dei Nove della Mer-
catanzia, a due dei Dieci di Liberta ed a cinqua-
tadue altri cittadini di riformare e riordinare,
entro il cinque febbraio il governo della c. come 1382
a loro piacesse, 27-32 ; dopo di che gli adunati
si spargono per le vie inneggiando alla Parte
ed alle Arti e restando sino a sera in servizio di
guardia, 32-35.
1382 gennaio 22 (13^1 st. fior.) - Radunatisi quindi
insieme i detti componenti della Balia, delibe-
rano prima di ogni altro che tutti i confinati
e gli esclusi dagli uffici, dairri giugno 1378 al
22 gennaio 1382, ritomino nel pristino stato
in cui erano prima della condanna ; che tutti gli
sbanditi per ragioni politich ; tornino liberi re-
stando per6 fuori della c. per tutto il mese di
febbraio, e che le due Arti minori dei Farsettai
e dei Tintori, infine, vengano senz'altro sop-
presse, 397, 3-21.
gennaio 24 {13SZ st. fior.) - I.e quattordici Arti
minori, sobillate dalle due soppresse, scendono
in Piazza armate contro quclli della Balia, ma
vengono subitamente ricacciate e disperse dalle
genti dei Rettori e dei Gonfalonieri, accorse a
difesa, 397, 23-38.
gennaio 24-25 {z^Sz st. fior.) - I predetti della Ba-
blia, sedati i tumulti, riprendono i loi-o lavori ed,
annuUate e bruciate le borse gia pronte del Prio-
rato e degli altri Uffici, fanno una nuova distri-
buzione e ripartizione fra le varie Arti di tutte
queste cariche, 397, 41 ; 398, 1-10.
gcnnaio 24-31 (rjSj st. fior.) — II contado di Firenze
viene improvvisamente invaso e danneggiato
dalle mUizie di ventura di Alberigo da Barbiano
(venute dal territorio d'Arezzo, ove si trovavano
al soldo di Carlo di Durazzo), le quali, approfit-
tando della situazione interna della c, portano
via persone e cose, nonostante le forze molto mag-
giori che aveva Ik a sua disposizione Giovanni
Acuto, capitano di Guerra dei Fiorentini, 398,
13-39.
febbraio {z^Sz st. fior.) - Gli sbanditi, violando gli
ordini loro imposti di restare fuori della c. per
tutto il mcse di febbraio, rientrano in massa
a sfogare il loro risentimento sugli avversari, e
riescono ad ottenere dal Consiglio di balia, con
Taiuto dei consorti, persino di far cancellare tutte
le loro condanne comunque riportate, 399, 1-10.
febbraio {z^Sz st. fior.) - A spingere sempre piii il
Capitano ed il Podesti a fare nuove inquisizioni
e a dare nuove condanne, per allontanare cosi
dalla c. quei che davano ombra agli sbanditi
rientrati, viene data loro ampia balia sino al
16 febbraio e viene inoltre premiato lo zelo, di-
mostrato sino allora del Capitano nelle dette
condanne, con doni speciali e con la conferma
delI'Ufficio per sei mesi, 399, 13-31.
febbraio {z38Z sf. fior.) - Vengono tolti ai Grandi
gli Ordini di Giustizia e vengono restituiti, poi,
nel loro pristino stato, liberi ed assoluti (cosa
che lo Stefani dichiara enz'altro pessima) tutti
i cittadini che erano stati fatti dei Grandi in se-
gaito a petizioni, 402, 13-39; 403, 1-13.
febbraio 15 (rjSr st. fior.) — Scendono nuova-
mei>te in piazza le famiglie primarie di Firenze
che, unite ai Grandi ed ai Ciompi, corrono ar-
mati 'a c. dietro la bandiera della Parte guelfa
ed, adunatisi poi nel palazzo della Parte stessa,
insierae ai quattro rappresentanti deirUfficio di
Balia inviatiloro a seguito di espressa richiesta,
eleggono quarantatre cittadini, che essi volevano
dovessero avere, con gli altri gi4 nominati, piena
balia per la riforma del govemo, e domandano
la convocazione del parlaraento, 403, 14-28
674
INDICE CRONOLOGICO
[AA. 1382 febbraio 16.1382]
aduoato poi il parlamento, letta ed approvata
la proposta e la nomina dei detti quarantatre,
vengono letti di sorpresa anche altri capitoli e
proposte, 28-45 ; 404, 1-20 ; ma, sciolta Tadu-
Pnanza, il Notaio delle Riforme ed il Canceliiere
dei Signori dichiarano nulli i Capitoli e TOrdi-
nanze in questione perchfe lette in parlamento
senza rordine dei Signori, 405, 18-34, mentre,
da parte loro, i bdoni uomini, i mercatanti e gli
artefici, sorpresi non solo per la nomina dei nuovi
membri della Balia ma anche pel contenuto dei
CapitoH ed Ordinanze suddette, si riuniscono
tra loro per cercare insieme il modo di reagire,
34-3& ; 406, 1.
1382 febbraio 16 {13SZ st. fior.) - Adunatosi quindi
il Consiglio di Balia per la ripresa dei lavori, da
alcuni dei suoi componenti si propone di cac-
ciare senz'a]tro i quarantatre nuovi membri, el.
il giorno precedente, ma poi si decide concorde-
mente invece di fare prima con loro qualche
cosa insieme, 406, 1-9 ; senza indugio, quindi,
si passa con essi ad esaminare ed a modificare,
secondo le loro richieste, la ripartizione degli Uf-
fici ed a concordare insieme il modo per inden-
nizzare gli sbanditi dei beni loro tolti e poi,
affidata tutta la balia dei detti quarantatrc a
due soli di loro, scelti di comune accordo, ven-
gono licenziati tutti gli altri, 3-30.
febbraio 26 {zsSz st. fior.) - Vengono estratti
dalle borse i nomi dei nuovi Priori che, contraria-
mente a quanto avveniva nel passato, sono que-
sta volta in gran parte d'antiche famiglie fio-
rentine, 406, 33-38.
marzo {z^Sz st. fior.) - Gli sbanditi cui era stato
revocato il bando, visto che neII'estrazione e di-
stribuzione degli Uffici, fatta dai Priori, v'era
qualche ammonito, si riuniscono coi Ciompi
a consiglio per accordarsi sul da fare in propo-
sito, 407, 1-6.
marzo 9 {z^Sz st. fior.) - I pred. escono a sera
in piazza armati e corrono la c. con Tinsegna
della Parte guelfa devastando e dando alle fiam-
me le case di alcuni noti ammoniti, 407, 6-12.
10 marzo {z^Sz st. fior.) - Gli stessi scendono
nuovamente in piazza da dove poi muovono,
crescendo sempre pid di numero, verso Porta S.
Giorgio dove vengono raggiunti dal Capitano,
che viene con loro ad accordi, in base ai quali,
fattosi suonare subito a parlamento, essi leg-
gono e fanno approvare da questo i loro Capi-
toli e le loro proposte, 407, 12-45.
1382 marzo 11 {13SZ st. fior.) - I Ciompi, non soddi-
sfatti ancora, tornano, con alcuni sbanditi ar-
mati in piazza, domandando la ricostituzione
delle tre Arti minori soppresse, ma vengono
questa volta ricacciati e dispersi dai merca-
tanti, dai Gonfalonieri e dal Capitano e ven-
gono poi dal Podesti processati e condanaati,
407, 40-42; 408, 1-15.
1382 marzo 14-16 {zjSj st. fior.) - Le Arti ed i buoni
>1382
*1382
►1382
'1382
uomini, indignati per le deliberazioni prese dal
parlamento, ad opera dei Ciompi e degli sban-
diti, tenute fra loro varie riunioni, fanno affi-
dare dai Consigli ad un nuovo Ufficio, costi-
tuito dai Priori e Ojllegi, da un rappresentante
d'ogni Arte e da un altro di ogni Gonfalone,
da due Ufficiali della Guardia, da due dei Capi-
tani della Parte, da due dei Sette della Merca-
tanzia e da due, infine, dei Dieci di Liberta,
piena balia di rivedere e correggere, entro dieci
giorni, le dette deliberazioni, 408, 16-44 ; 409,
1-45 : 410. 1-20.
1382 marzo - I componenti della Balia snddetta, allo
scadere dei dieci giorni loro assegnati, fanno
note le loro decisioni che annullano tutte, tranne
qaella sngli ammoniti, le deliberazioni prese dal
surricordato parlamento, 410, 22-44 ; 411, 1-25.
1382 marzo - H Duca d'Angi6, reggente del regno di
Francia, manda a Firenze ambasc. per annunciare
Tarrivo in Italia di suo figlio Luigi, in aiuto
della regina Giovanna di Napoli, e per do-
mandare quindi alleanza ed aiuti, cui i Fioren-
tini rispondono con vaghe parole, informando
poi di tutto il pp. e il re Carlo, 411, 27-48 ;
412, 1-7.
1382 - Si riprende in Firenze da parte di alcuni a ten-
tare ancora una volta di primeggiare nella vita
cittadina con la baldanza e la violenza, 412,
10-46 ; 413, 1-44.
1382 aprile - Firenze viene messa piii volte in allarme
e subbuglio da risse sanguinose provocate dagli
sbanditi rientrati, dai Ciompi, e dagli ammo-
niti, 413, 47-48 ; 414, 1-33.
'^1382 aprile - Vengono mandati ambasc. al re Carlo
per trattare del richiamo della Compagnia di
ventura accampata in Arezzo, che continuava
sotto la sua bandiera, a procurare fastidi ai Fio-
rentini, 414, 36-39.
*1382 maggio - Viene autorizzato il Comune Fiorentino
a cercare un prestito di ventimila fiorini d'oro
per poter cost restituire agli sbanditi richiamati i
beni loro tolti, 414, 40-43 ; 415, 1-5.
*1382 maggio - Sparsasi la voce che i Ciompi e gli sban-
diti rientrati stavano ordendo una nuova con-
giura, si corre dal popolo subito alle armi e dal
Capitano vengono fatti prendere certi degli indi-
ziatj, che vengono poi condannati alcuni alla
decapitazione altri al confine, 415, 8-22.
♦1382 masgio - Giungono in Firenze ambasc. del re Carlo
per portar via finalmente da Arezzo laCompagnia,
surricordata, facendosi dare, per questo, dal
Comune ventiseimila fiorini, 415, 25-30.
*1382 giugno - Scoppiano in Firenze nuove risse, de-
terminate da risentimenti personali, che por-
tano a nuovi bandi e rovine di famiglie, 415,
34-42; 416, 1-15.
*1382 giugno - Vengono el. dodici cittadini affinchfe
trovino il modo di pacificare la c, 416, 18-25.
1382 - Giungono in Firenze ambasc. di Luigi duca d'An-
gi6 per anaunziare il suo arrivo in Italia in soc-
[AA. 1382 agosto 31-tett. 1.1383]
INDICE CRONOLOGICO
675
corso della regina Giovanna e per presentare al
Comune, nello stesso tempo, le sue dichiarazioni
d'amicizia e le sue richieste, 416, 39-43 ; 417,
1-12 ; in risposta di che, saputosi dai Fiorentini
che il detto Duca era giunto gia a Bologna, ven-
gono mandati cola ambasc. a fargli visita e prof-
ferte, 417, 12-19.
1382 agosto 31-settembre 1 - Scontenti certuni che i
Priori ed il Gonfaloniere di Giustizia, estratti
dalle borse il ventotto agosto, fossero uomini co-
muni e non di nobile famiglia, si comincia la sera
del 31 detto a gridare da molti contro gli ammo-
niti ed i GhibeUini e contro Cipriano degU Al-
berti, che era stato tratto come Gonfaloniere,
ma la rivolta viene stroncata sul nascere dallo
stesso Alberti, che esce coraggiosamente da casa
coi suoi e va al palazzo, ove si fa cosegnare sen-
z'aItro il Gonfalone, 417, 32-45 ; 418, 1-23.
*1382 settembre - Viene fatto prendere dal Podesta
Agnolo di Pierozzo Arcagnoli, sospetto d'essere
stato inviato a Firenze dagli sbanditi e confinati
fiorentini, di stanza a Pisa, per ordire trame, e
viene condannato al confine mentre vengono fatti
prendere ed inquisire, per la stessa ragione,
anche altri sospetti, 418, 26-40.
*1382 - Vengono el. quarantotto cittadini affinchfe, in-
sieme ai Priori, ai Dodici buoni uomini, ai Gon-
falonieri ed ai Capitani di Parte trovino lavia
per pacificare finalmente la c, 418, 43-46 ;
419, 1-5.
*1382 settembre - H capitano del popolo Obizzo degli
Alidugi, sottoposto a sindacato al termine del
suo ufficio, viene, ad opera dei suoi amici e pro-
tettori della Parte guelfa, mandato libero e,
per di piu, anche onorato e remunerato, nono-
stante le numerose sue malefatta, 419, 7-31.
*1382 - I Fiorentini, saputo che i Genovesi avevano fer-
mato per rappresaglia le loro meercantanzie,
perchfe non avevano ancora potuto riavere dai
Veneziani Tenedo, della cui restituzione essi si
erano fatti garanti, mandano agli uni ed agli al-
tri ambasc. per regolare la cosa, 419, 32-46,
420, 1-5.
1382 ottobre - II Capitano Cante de' Gabrielli riesce con
un'astuzia a far confessare da tale Fornaino
la falsiti d'una certa sua accusa e lo condanna
quindi a lire mille ed a portare inoltre in ludi-
brio, per le vie di Firenze, la mitra, 420, 8-34.
1382 ottobre - Richiesti dal pp. al Comune fiorentino
i denari che gli si dovevano pel trattato di pace,
per potersi cosi difendere dal Duca d'Angi6,
dalla fazione favorevole alla lega con il re Carlo
si ottiene, con abili ed astuti maneggi, che una
parte dei detti denari venisse data invece a
Giovanni Acuto affinchfe questi, lasciato TUf-
ficio di Capitano di guerra di Fiorentini, andasse
a servizio della Chiesa a difendere il pp. stesso,
420, 45-47; 421, l-ll ; in conseguenza di che,
TAcuto parte da Firenze per andare alla difesa
della Chiesa e del pp. ma, dopo essersi fermato
qualche giorno in Roma, va invece, con grande
gioia della suddetta fazione, a Napoli in aiuto del
re Carlo, 11-26.
1382 ottobre - Vengono in Firenze ambasc. del re Carlo
percercare di giungere ad una lega coi Fioren-
tini contro il Duca d'Angi6, che suscitano vive
ed aspre contese tra i partigiani e gli awersari,
421, 29-45.
1382 ottobre - Giunge notizia da piii luoghi della morte
del re Luigi d'Ungheria, in seguito della quale,
sebbene non ancora partecipata nh dalla moglie
n6 dalle figlie, vengono fatti in Duomo solenni
funerali come generalmente si suole per la morte
dei re di Napoli, 422, 10-30.
1382 novembre - Vengono rimesse a Firenze copie di
alcune lettere del Duca d'Angi6, intercettate
dai Bolognesi e da Bernabo Visconti, nelle quali
il detto Duca informa i suoi ed il Governo fran-
cese degli aiuti, inviati dai Fiorentini al re
Carlo contro di lui, e chiede loro che vengano
quindi, per rappresaglia, fermate in Francia le
mercanzie ed i mercatanti fiorentini, 421, 46-
49 ; 422, 1-8.
1382 novembre - Giunge in Firenze accolto onorevol-
mente, nonostante le sue ostilita contro i Fio-
rentini al tempo della guerra con la Chiesa, il
Card. di Ravenna, inviato qua, secondo alcuni
voci, con vari e delicati incarichi da parte del-
rimperatore, ma ne riparte poco dopo senza
aver per6 molto concluso, 422, 34-44 ; 423,
1-14.
1382 novembre - Viene condotta a termine la Loggia
da tempo iniziata suUa piazza dei Priori, 423,
17-24.
1382 novembre - Si scopre in Firenze una nuova tra-
ma contro lo Stato, ordita da gente delle tre arti
minori soppresse, per la quale, alcuni dei so-
spetti vengono presi ed impiccati, altri banditi,
423, 26-44; 424, 1-6.
1382 dicembre - Vengono emanate severe leggi per re-
primere Taudacia sempre crescente dei ribelli
e garantire in qualche modo gli Ufficiali del Co-
mune, 424, 8-12.
1382 dicembre - II Capitano del popolo Cante de' Ga-
brielli rassicura i Signori e la cittadinanza, adu-
nata in Consiglio di Richiesti, che gli implicati
nelle congiure dei giomi scorsi erano stati tutti
inquisiti e condannati, 424, 28-38.
1383 maggio - Vengono fatti prendere con un tranello,
ad opera del conte Giovanni d'AIberghettino
e d'Amerigo suo figlio, i due, sbanditi fiorentini.
Piero di Benozzo e Manno di Boccaccio, per so-
spetti di trame, e fatti quindi consegnare al Ca-
pitano e al Podesti di Firenze che li fanno de-
capitare, 425, 1-36.
*1383 luglio - Si scopre un'altra trama, ordita anch'essa
da gente minuta, per la quale vengono mandati
in bando molti dei sospetti di complicit^, 426,
12-29.
*1383 - Firenze viene auovamente colpita da una spaven-
676
INDICE CRONOLOGICO
[A\. 1383-138S)
tosa pestilenza che la funesta per piti mesi, fa-
cendo numerose vittime, 426, 31-40 : 427, 1-2,
13-24.
*1383 - Vengono emanati in Firenze severi ordini e com-
minate gravi pene pecuniarie contro quelli che
s'erano allontanati dalla c. per paura della pe-
stilenza, 427, 4-11.
1383 - Giungono in Firenze voci che in Perugia s'era
tentato, per istigazione di alcuni Fiorentini, di
cambiare la forma di Governo, 427, 25-33.
1384 - Vicne in Italia dalla Piccardia con grande seguito
d'armati, in aiuto, secondo quanto si dice, del
Duca d'Angi6, il condottiero di ventura fran-
cese, Inghiramo di Couchy, 428, 40-45.
1384 - II Sire di Cojchy, traversata la Savoia ed il Pie-
monte, giunge in Lombardia ove si ferma al-
cuni giorni, ospite di Bernab6 Visconti, che, se-
condo alcune voci, lo rifornisce di denaro per
mandato del Duca d'Angi6, 428, 45-48.
1384 - I Fiorentini, messi in sospetto di questo improv-
viso arrivo, incerti ancora sul da fare, nominano
dieci cittadini affinchfi provvedano nel migUor
modo alle necessita del momento, 426, 3-18.
1384 agosto 17 - Si ha in Firenze un eclisse quasi totale
di sole, 434, 30-32.
1384 - II Sire di Couchy, dopo alcuni giorni di sosta in
I^ombardia, viene in Toscana fermandosi dap-
prima nel territorio lucchese, che devasta, poi
in quello senese, dove s'accampa, 429, 21-27.
1384 - Marco da Pietraroala, figlio di Piero Saccone,
fallite definitivamente le trattative da lui ini-
ziate coi Fiorentini per la cessione di Arezzo,
s'accorda col detto Sire di Couchy che entra
cosi coi suoi nella detta c. e se ne impadronisce,
429. 27-42 ; 430, 1-3.
1384 ottobre - I Fiorentini sgomenti a tali nuove, danno
piena balia ai pred. Dieci cittadini affinch^
prowedano all'assoldamento delle milizie, che
le necessiti del momento richiedevano, ed a
procurare nello stesso tempo i denari necessari
alla bisogna, 430, 5-6.
1384 - I pred., provveduto senza indugio ai denari oc-
correnti, assoldano milizie e le mandano verso
Arezzo per impedire alla c. i rifornimenti, 430.
7-16.
1384 - Castiglione Aretino si dk ai Fiorentini 430, 18-20.
1384 novembre - II Sire di Couchy, nonostante il parere
contrario di Giovanni d'Azzo degli Ubaldini
e di Marco da Pietramala, vistosi neirimpossi-
bilita di poter continuare la resistenza alFasse-
dio dei Fiorentini, viene ad accordi con questi
e cede loro Arezzo per cinquantamila fiorini,
mentre viene loro ceduta per ventimila anche
la fortezza della c. che Jacopo Caracciolo te-
neva occupata in nome di re Carlo, 430, 23-39 ;
la drammatica flrma deiraccordo, 33-41 ; 431,
1-16.
1384 novembre 28-1 Fiorentini prendono possesso
anche della fortezza di Castiglione Aretino,
431, 18-20.
1384 dicembre 6- Giovanni degli Obizi viene in Firenze
e consegna solennemente nel Palazzo della Si-
gnoria ai Dieci di balia rin^egna del Comune <li
Arezzo, in mezzo al tripudio di tutta la c, 431,
22-25.
1384 dicembre - Vengono in Siena presi e giustiziati
alcuni cittadini fiorentini accusati d'aver trama-
to, in accordo, come si diceva, col Comune di Fi-
renze, per cambiare la forma di Govemo della
c, 431, 27-42.
1384 dicembre - Vengono mandati dal Comune fforen-
tino ambasc. a Siena per giustificare e chiarire
la cosa, ma essi non veugono dai Senesi molto
bene accolti, 432, 1-14.
1384 dicembre - Si sparge in Firenzc la notizia che il
fiorentino Agnolo di Jacopo di Donato Accia-
iuoli, vescovo della c, 6 stato nominato card.
dal pp. Urbano suscitando in tutti i cittadini
grande gioia ed allegrezza, 432, 15-20.
1384 - Giungono notizie in Firenze della partenza di Ur-
bano VI da Roma alla volta di Napoli pr. re
Carlo e della discordia improwisamente scop-
piata tra questi due dando esca e pretesto alle
fazioni fiorentine di potersi scagliare di nuovo
Tuna contro 1'altra nel nome dei due contendenti,
433, 1-25.
1385 febbraio {13S4 st. fior.) - I Fiorentini vanno con
le loro genti contro Marco figlio di Piero Saccone
da Pietramala, e lo costringono a consegnare
le terre del contado di Arezzo da lui abusiva-
mente ritenute, 432, 23-37.
1385 febbraio {13S4 st. fior.) - Azzo degli Ubertini
intimato, contemporaneamente al detto Marco,
•dal Comune fiorentino a consegnare le terre del
contado aretino da lui tenute, viene a Firenze
e cede al Comune la terra di Leone, 432, 38-42.
1385 marzo {13S4 st. fior.) - Siena, col favore dei Die-
ci di Balia di Firenze, si d^ una nuova costitu-
zione politica con grande allegrezza dei Fioren-
tini, 434, 5-16.
1385 marzo {13S4 st. fior.) - Si ha in Firenze nna nuova
grande carestia di grano e di vino, 434, 19-29.
1385 - Bartolomeo di Maso da Pietramala viene, dopo
lunghe e drammatiche trattative, ad accordo
coi Fiorentini e cede al Comune, che assegna a
lui un vitalizio di cento fiorini mensili, sei ca-
stelli del contado d'Arezzo, 435, 21-43.
1385 aprile - Giunge notizia in Firenze che Gian Ga-
leazzo, detto Conte di Virtii, figlio di Galeazzo
Visconti, aveva preso e fatto rinchiudere in una
torre lo zio Bemab6, Signore di Milano, impa-
dronendosi del potere, 435, 46-47 ; 436, 1-6 ;
in seguito di che i Fiorentini mandano al detto
Conte loro ambasc. e stringono con lui una lega,
0-11.
1385 maggio - Si ha la congiunzione di Saturno con
Giove, 442, 40-43.
1385 - Aggravandosi ancora piu la lotta, tra Urbano e re
Carlo, col passaggio del primo alla parte del Duca
d'Angi6 e con Tassedio di questo entro Nocera
[AA. 1385.1386]
INdICE CR0N0L0GIC6
677
da parte delle milizie di re Carlo stesso, i Fio-
rentini, solJecitati specialmente dal Vescovo,
creato allora card., mandano a Napoli ambasc.
per tentare la pacificazione dei contendenti
433. 25-45 ; 434, i-3 ; 536, 15-21.
*1385- Giungono notizie in Firenze che Urbano VI era
stato liberato e portato via da Nocera, nono-
stante lo stretto assedio col quale re Carlo strin-
geva la c, dal Conte Tommaso di Sanseverino
e dal Conte Ramondello, figlio del Conte di
Nola, di casa Orsini, partigiani del Duca d'Angi6,
436, 25-44.
*1385 - Marco figlio di Piero Saccone dei Tarlati viene
ad accordi col Comune fiorentino su Pietramala
e sul sno contado, 437, 1-7.
*1385 settembre - Giungono notizie che Urbano s'era
imbarcato a Bari su galee genovesi e che s'era
diretto a Genova, 437, 10-15.
*1385 - I Senesi restituiscono ai Fiorentini alcune terre
del contado d'Arezzo da questi reclamate e ri-
mettono, d'accordo cogli stessi, la risoluzione
della questione su altre terre, egualmente con-
tese, al Comune di Bologna, 437, 18-29.
*1385 - Re Carlo di Napoli, invitato da alcuni Baroni
d'Ungheria a tomare col4 per cingere la corona
di quel reame, restata vacante per la morte di
re Luigi, trovandosi, purtroppo, sfornito dei de-
nari necessari per la bisogna.confisca tutte le
mercatanzie che trova nel suo regno, comprese
quelle dei mercatanti fiorentini, costringendo cosl
il Comune di Firenze ad intervenire, con suo
danno, per un accordo nell'interesse di questi
439, 20-32.
*1385 - Lo stesso, raccolti i denari occorrenti, parte per
rUngheria dove, nonostante ropposizione della
Regina vedova e delle figlie, viene ad opera dei
suddetti Baroni incoronato re, 439, 34-44 ;
440, 1-3.
1385 noTembre - Agnolo degli Acciaiuoli, Vescovo di
Firenze, nominato da tempo card. da Urbano VI,
parte alla volta di Genova per ricevervi il cap-
peUo cardinalizio, onorato alla partenza dal
Comune fiorentino d'un ricco palio e dal suono
a festa di tutte le campane della c, 437, 30-35.
*1385 novembre 12 - Lo stesso riceve solennemente in
Genova il cappello cardinalizio da pp. Urbano,
437, 35-36.
*1385 - Giungono in Firenze ambasc. inviati da Roma
per sollecitare il Comune a mandare suoi speciali
messi a Genova pr. Urbano VI per pregarlo a
tornare nella saa sede, 437, 40-41 ; 438, 1.
*1385 - Giunge in Firenze il Card. di Nocea di Gualdo
{sic) che, con meraviglia di molti, non viene af-
fatto, nonostante le consuetadini, onorato dal
Comane nb airarrivo nfe alla partenza, 438,
7,20.
*1385 - II Comune di Firenze interpone i sjoi buoni
uffici pr. il Conte da Orbino (sic) in favore di
Francesco de' Gabriel'i, intimato dal detto
Conte, che s'era allora impadronito di Gubbio,
a restituise alcuni castelli della c da lui ritenuti,
438, 22, 43 ; 439, 1-18.
*1386 gennaio {13SS st. fior.) - II Comane di Firenze
manda a Genova pr. Urbano VI gli ambasc. per
i quali era stato soUecitato da Roma, 438, 1-S.
*1386 - Re Carlo, portatosi a visitare la Regina d'Un-
gheria, vedova di re Luigi, a.seguito, secondo le
voci correnti, di un espresso suo invito, viene
aggredito e ferito mortalmente nelle stanze
della Regina stessa, in conseguenza di che egli
muore pochi giorni dopo, 440, 5-12.
*1386 - Giungono in Firenze copie di lettere della Re-
gina d'Ungheria, sulla morte di Re Carlo, in-
viate dalla stessa in Francia, al pp. ed al Comnne
di Venezia, 440, 5-26 ; ripercussioni faziose in
mezzo aUe sette fiorentine deUe ultime dram
matiche vicende del detto Carlo, 440, 29-46
441, 1-48 ; 442, 1-38.
Gl«
INDICE GENERALE
PREFAZIONE :
Prefazione di Nicol6 Rodolico.
Cap. I. — I codici della Cronaca di Marchionne di Coppo Stefani Pag. V
Cap. II. — Valore della Cronaca (Lo Stefani ed il Villani) XXVIII
Cap. III. — Notizie snlla vita del Cronista t q
CRONACA FIORENTINA DI MARCHIONNE DI COPPO STEFANI
I
INDICI :
Indice alfabetico « Ajy
Indice cronologico ..... i 641
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•Muratorl, Lodovico Antonlo
(ed.)
Rerum italicarura aeriptorea
Nuova ed, riv, anipl-iata e esrr.
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