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Full text of "Rerum italicarum scriptores; raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento ordinata da L.A. Muratori. Nuova ed. riv. ampliata e corr. con la direzione di Giosue Carducci"

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FOUNDEO  BY 


GOLDWlN   SMITH 
HARRIET    SiniTH 


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RERUM  ITALICARUM 


SCRIPTORES 


RERUM  ITALICARUM  SCRIPTORES 


RACCOLTA 

DEGLI 

STORICI  ITALIANI 

dal  cinquecento  al  millecinquecento 


ORDINATA 


L  A.  MURATORI 

+  +  + 

NUOVA    BDIZIONE  RIVEDUTA   AMPLIATA    B   CORRETTA 

CON  LA  DIREZIONE 

DI 

GIOSUE  CARDUCCI  e  VITTORIO  FIORINI 

ACCESSIONES  NOVISSIMAE 

TOMO  TRENTESIMO 

(CRONACHE  TOSCANk) 


«^V.-PAC-ir 

•^    ET     /^# 

-/^SPERAv> 


CITTA  DI  CASTELLO 

COI    TIPI    DBLVEDITORE    S.    LAPI 

*  ♦* 

M.DCCCCXII 


Il 


RERUM  ITALICARUM  SCRIPTORES 


RACCOLTA 

DEGLI 

STORICI  ITALIANI 

dal  cinquecento  al  millecinquecento 


ORDINATA 


L  A.  MURATORI 


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NUOVA   BDIZIONB  RIVEDUTA   AMPLIATA    E   CORRETTA 

CON  LA  DIRSZIONE 

DI 

GIOSUE  CARDUCCI  e  VITTORIO  FIORINI 

T.  XXX  (ACCESS.  NOVISS.  -  CRON.  toscanb) 
P.  I  (marchionne  stefani) 


iV--FAC"-*r' 

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CITTA  DI  CASTELLO 

COI    TIPI   DELVEDITORE    S.    LAPI 

M.Dccccm-  fi.c^\.L\/, 


DG 


624695 


^ 


CRONACA 
FIORENTINA 


DI 


Marchionne  di  Coppo  Stefani 


A    CURA 


DI 


mCCOLO  RODOLICO 


^ 


CITTA  DI  CASTELLO 

COI    TIPI    DELL'EDITORB    S.    LAPI 

*  *  * 

M.DCCCCm 


proprietX  letteraria 


INTRODUZIONE 


CAPITOLO  I. 

I   CODICI  DBLLA  CRONACA  DI   MARCHIONNK  DI   COPPO  STEFANI 


10 


SoMMARlo:  Ragiom  cke  coiaigliarono  una  nuova  edizione  della  Cronaca  —  I  codici  della  cronaca  conosciuii  da  fadre 
Ildefonso  —  Esame  di  nuovi  codici  —  Le  due  redazioni  della  cronaca  date  dai  codici,  e  frima  classijicazione 
di  essi  secondo  la  diversa  redazione  —  Valore  del  codice  Guadagni  secondo  padre  Ilde/onso  ed  esame  di  esso 
in  re/azione  al  codice  asiniano  e  a  quello  giordaniano  —  Vedizione  di  fadre  lide/onso  in  rafporto  al  codice 
giordaniano  —  Esame  particolare  dei  codici  asiniano  e  giordaniano  —  /  codici  del  frimo  gruffo  e  le  loro  re- 
lazioni  —  La  redazione  della  cronaca  secondo  i  codici  del  secondo  gruppo  e  la  congcttura  di  due  autori  della 
cronaca  —  Esame  dei  codici  del  secondo  gruppo:  il  codice  magliahecchiano  D,  I,  jo^g  e  le  varieth  che  presenta 
in  parte  del  racconto  —    Valore  dei  codici  asiniano  e  giordaniano  per  la  nuova  edizione  della  cronaca. 


NELLA  Storiografia  fiorentina  il  cronista  Marchionne  di  Coppo  Stefani,  per 
il  tempo  in  cui  visse,  e  del  quale  narr6  i  fatti  del  suo   Comune,  sta  di 

mezzo  tra  Giovanni  Villani  e  Pietro  Minerbetti.    Pertanto  la  nuova  edi- 

15  zione  della  cronaca  dello  Stefani  appare  qui  come  naturale  compimento  delle  due 
cronache  fiorentine  del  Villani  e  del  Minerbetti  che  fanno  parte  dei  Rerum  Italica- 
runi  Scripiores.  ^ 

Una  prima  edizione  della  cronaca  stefaniana  fu  fatta  da  padre  Ildefonso  di  San  Luigi 
nelle  Delizie  degli  Ertiditi  toscani^;  la  nuova  edizione  fe  stata  consigliata  non  solo 
20  dal  bisogno  gik  inteso  dagli  Storici  per  i  passi  oscuri  e  lacunosi  che  ricorrono  nel- 
I'  edizione  ildefonsiana ',  i  quali  si  possono  chiarire  e  colmare  mercfe  nuovi  impor- 
tanti  codici  della  cronaca  sconosciuti  a  padre  Ildefonso,  ma  anche  dal  nuovo  valore, 
in  cui  mi  h  apparso  il  cronista  dopo  uno  studio  comparativo  tra  lui  e  G.  Villani. 


'  GiovANNl  VlLI,ANl,  Historie  /iorentine  in  R.  I.  S., 
XIII,  9-1002.  PiETRO  MlNERBETTI,  Cronaca  fiorentina  in 
R.  I.  S.,  Addit.  MittarelU,  II,  79-628. 

*  Marchionne   di  Coppo   Stefani,  Istoria  fioren- 

5    tina  fubblicata  e  (£»'  annotazioni  e  di  antichi  monumenti  ac- 

cresduta   ed  illustrata  da  padre  Ilde/onso  di  San  Luigi, 

carmelitano   scalzo,  in  Delizie   degli  Eruditi  toscani,  vo- 

lumiVn-Vni;  Firenze,  Cambiagi,  1776-1783. 

'  Dell'edizione  di  padre  Ildefonso,  Alessandro  Ghe- 
JO  rardi,   nella  sua  dotta  prefazione   al    Diario  d' Anonimo 


(edito  nel  tomo  VI  dei  Documenti  di  Storia  italiana  pub- 
blicati  a  cura  deUa  R.  Deputazione  di  Storia  patria  per 
le  provincie  di  Toscana,  deU'Umbria  e  delle  Marche;  Fi- 
renze,  Cellini,  1876,  pp.  208-588)  ebbe  a  dire  (a  p.  241) 
*  che  essa  non  e  priva  di  quelle  mende  che  tratto  tratto 
"  s'lncontrano  nel  volumi  delle  Delizie,  e  che  percio  era 
"  necessario  che  di  quella  parte  che  tocca  i  tempi  della 
"  sua  vita  si  facesse  una  seconda  edizione  piii  critica  e  plii 
"  giudiziosa,  di  quella  che  ci  diede  11  buon  padre  Hde- 
"  fonso  ,. 


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20 


Vi  INTRODUZIONE 


•  Tutti  gli  storici  fiorentini  erano  stati  concordi  nell'  apprezzare  il  racconto  dello 
Stefani  per  i  tempi  in  cui  visse  il  cronista,  per  i  quali  infatti  egli  dedica  la  parte 
maggiore  deiropera ;  quasi  tutti  per6  ritennero  senza  alcun  valore  la  parte  piii  antica 
della  cronaca.  E  veramente  la  brevita,  la  trasandatezza  del  racconto,  le  somigHanze 
frequenti  con  il  Villani  danno  in  sulle  prime  ragione  del  giudizio  prevalso,  Ma  l'esame  5 
comparativo  tra  lo  Stefani  ed  il  Villani  mi  ha  fatto  concludere  che  anche  pef  i  tempi 
anteriori  alla  vita  del  nostro  cronista  questi  ha  talvolta  valore,  se  non  pcr  maggior 
copia  di  fatti  nuovi  narrati,  per  I'esattezza  di  essi,  e  per  il  giusto  criterio  con  cui  i 
fatti  e  le  persone  sono  giudicate.  Perch^  ci6  sia  avvenuto  dir6  a  suo  luogo,  qui  mi 
basti  di  averlo  notato  per  dar  ragione  della  nuova  edizione ;  e  vengo  quindi  all'esame  10 
del  materiale  che  scrvl  per  essa. 


*  * 


I  codici  che  servirono  a  padre  Ildefonso  per  1'edizione  della  cronaca  furono,  secondo 
la  sua  testimonianza  ^,  quattro :  II  primo  di  provenienza  del  march.  Antonio  Guadagni 
fu  acquistato  da  padre  Ildefonso  per  la  biblioteca  del  convento  di  San  Paolino  in  15 
Firenze,  dove  egli  dimorava.  II  codice,  ora  perduto,  ^  cosl  descritto :  "  E  un  vo- 
"  lume  in  foglio  grande  reale,  scritto  a  due  colonne  e  da  due  mani  diverse;  la  prima 
"  giunge  quasi  alla  metk  del  libro,  e  sino  agli  anni  incirca  1300;  l'altra  fino  alfine.... 
"  L'una  e  l'altra  scrittura  pare  del  secolo  stesso  XIV.  La  prima  piii  antica ;  la  se- 
"  conda  alquanto  piti  moderna.  Amendue  i  caratteri  sono  piuttosto  grandi  che  pic-  3 
"  coli.  Primo  danno  sebbene  non  molto  grave  di  quest'  ottimo  ms.  si  h  la  man- 
"  canza  della  metk  della  prima  carta,  che  si  vede  strappata  del  tutto  da  mezzo  in- 
"  giii.  Si  trovano  poi  tratto  tratto  lacune  e  tralasciamenti  in  bianco  ove  di  nomi, 
"  ove  di  tempi,  e  quando  di  fatti,  e  quando  di  qualche  intero  capitolo  o  rubrica ; 
"  conciossiachfe  a  rubriche,  e  talora  molto  brevi,  sia  divisa  tutta  1'opera  senz'altra  25 
"  distinzione  di  libri ....  E  di  vero  le  rubriche  suddette,  o  vogliamo  dire  i  titoli,  sono 
"  tutti  scritti  a  cinabro  e  di  un  carattere  cattivissimo,  ed  affatto  diverso  da  quello 
"  del  testo.  E  perch^  ancor  questo  in  molti  luoghi  h  a  intendersi  difiicile,  perci6  h, 
"  che  in  tutte  I'altre  copie  suddette  sono  scorsi  o  sbagli  ed  equivoci  gravissimi  o 
"  abbandonamenti  frequenti,  e  di  non  piccola  importanza.  Questo  testo  e  nondimeno  30; 
"  il  piij  compiuto,  che  si  trovi,  a  mia  notizia,  perciocchfe  salvo  le  piccole  mancanze  ' 
"  suddette,  tira  dal  principio  del  mondo  sino  alPanno  di  Cristo   1385  ^  „. 

Ho  riportato  per  intero  la  descrizione  fatta  da    padre   Ildefonso,    poicht;  la  sua 
edizione  h  condotta  principalmente  su  quel  codice,  di  cui  peraltro  vedremo  scemare 
Timportanza  attribuitagli,  a  mano  a  mano  che    procederemo    nelPesame    degli    altri  35 
mss.     Intanto  avverto  che  le  ricerche  da  me  fatte  nelle  biblioteche  pubbliche  e  pri- 
vate  di  Firenzc  e  nelfe  principali  di  Roma  rimasero  infruttuose  per  la  identificazione 


»  O/.  cii.,  Proemio,  pp.  Lxj^xn-Lxxxvii.  ^  Oj>.  cii.,  Proemio,  pp.  lxxxii-lxxxiii. 


i   I 


INTRODUZIONfi  VH 


di  questo  codice.  II  quale,  credo,  dovette  scomparire  in  una  delle  soppressioni  dei 
beni  ecclesiastici ;  e  forse  le  note  appostevi  da  padre  Ildefonso,  che  ne  rilevavano 
l'importanza,  dovettero  influire  al  suo  trafugamento.  Vero  h  che  il  FofTano  (che 
pure  ha  il  merito  di  avere  per  primo,  dopo  padre  Ildefonso,  trattato  della  cronaca 
5  dello  Stefani  *)  credette  di  potere  identificare  il  codice  Guadagni  in  un  ms.  della 
Nazionale  di  Firenze,  segnato  D,  I,  1039;  ma  egli  b  caduto  in  errore.  II  codice 
della  Nazionale  contiene  sl  la  cronaca  dello  Stefani,  ma  h  una  copia  recente,  non  h 
scritto  a  due  colonne,  e  va  dal  1308  al  1348,  particolari  che  non  corrispondono 
aflfatto  con  quelle   descritte  da  padre   Ildefonso  per  il  codice  Guadagni.     Un  esame 

10  poi  piCi  minuto  del  codice  suddetto  della  Nazionale  dimostra,  che  il  codice  appar- 
tenne  alla  libreria  del  senatore  Carlo  Strozzi,  nella  quale  ebbe  (siccome  si  vede 
nel  dorso  tuttora)  la  segnatura  C,  H,  957.  Di  questo  Codice  strozziano,  contenente 
parte  della  cronaca  dello  Stefani,  parla  invero  padre  Ildefonso,  e  lo  descrive  con 
quella  segnatura  strozziana,  ma  lo  pone  quarto  tra  quelli,  di  cui  egli  si  servl  nel  curare 

15  la  edizione  della  cronaca  *. 

Lo  smarrimento  del  codice  Guadagni  ci  togHe  adunque  un  mezzo  di  riprova 
deII'edizione  ildefonsiana,  tuttavia  la  perdita  del  codice  h  compensata  dalI'edizione  a 
stampa,  la  quale,  secondo  la  testimonianza  deII'editore,  riproduce  quel  codice  quasi 
fedelmente.     Prima  di  esaminare  il  valore  di  questo  e  degli  altri  mss.  di  cui  si  servl 

20  padre  Ildefonso,  giova  seguime  la  rassegna,  descrivendo  altresl  quelli  sconosciuti  al 
detto  editore. 

Dopo  quello  del  Guadagni  padre  Hdefonso  ne  descrive  uno  magliabecchiano.*, 
segnato  ai  suoi  tempi  col  n.  XXV  e  con  questo  titolo :  Coppo  Stefani,  Ist.  fiorentina 
script.  iussu  H.  Summ.:  ciofe  per  ordine   dj  monsignore  Girolamo  Della   Sommaia, 

25  che  ne  fece  fare  una  copia,  come  egli  stesso  lo  dichiara  in  un  avvertimento  scritto  di 
propria  mano  nella  prima  pagina  del  ms.  II  quale  comincia  con  i  fatti  del  1309 
e  va  fino  al  1385.  Padre  Ildefonso  crede  che  sia  questa  una  copia  condotta  sul  ms. 
Guadagni;  la  qual  cosa  si  pu6  benissimo  ammettere  per  quanto  non  si  possa  ripro- 
vare  per  la  mancanza  del  ms.  suddetto.     In   ogni  modo  io  mi    Hmito  a  identificare 

30  questo  ms.  di  mons.  Della  Sommaia  con  quello  della  Nazionale  che  reca  la  se- 
guente  segnatura  :  II,  III,   117. 

II  terzo  dei  codici  descritti  da  padre  Ildefonso,  proveniente  dalla  biblioteca  Gad- 
diana,  ms.  del  principio  del  XVIII  secolo,  riporta  la  cronaca  dal  principio  fino 
airanno   1881.     La  particolare  descrizione  fattane   da   padre   Ildefonso   mi   ha   dato 

35  modo  di  identificare  il  ms.  con  quello  che  si  conserva  nella  Nazionale  di  Firenze 
in  quattro  tomi  con  la  seguente  segnatura  II,  III,    108-111. 

II  quarto  dei  codici  citati  dal  suddetto  editore  h  quello  che  il  Foffano  confuse 


'  Francksco  Foffano,  Ricerche  letterarie;  Livomo,  *  Proemio  cit.,  p.  l,xxxv. 

Raffaele  Giusti,  1897,  pp.  3-39;  cf.  il  cap.:  La  Cronaca  »  Proemio  cit.,  p.  Lxx^cni. 

fiortntina   di  Marchionne  di  Cofpe  Stefani, 


Vffl  INTRODUZIONE 


con  il  ms.  Guadagni.  ^  un  codice  del  XVIII  secolo  appartenuto  alla  libreria  Strozzi 
e  riporta  la  cronaca  dello  Stefani  dal  1308  al  1348  con  questo  titolo  :  Memorie  dei 
suoi  tempi  di  Melchionne  di  Coppo  Stefani.  L' identificazione  fattane  dal  FofFano, 
anch'essa,  h  errata;  questo  codice,  cosl  descritto  da  padre  Ildefonso  *,  non  corrisponde  a 
quello  indicato  dal  Foffano  della  Nazionale  di  Firenze  II,  III,  335,  che  contiene  uno  5 
zibaldone  di  Antonio  Pucci  ^,  ma  invece  a  quello  della  medesima  biblioteca  segnato 
D,  I,  1039.  In  esso  infatti  si  legge  ancora  nel  dorso  la  segnatura  che  aveva  nella 
libreria  strozziana  C,  H,  957,   e  che  padre  Ildefonso  aveva  riportato  ^ 

« 

*  * 

I  codici  della  cronaca  dello  Stefani  non  conosciuti  da  padre   Ildefonso   sono  i  10 
seguenti: 

1°  II  codice  della  Nazionale  di  Firenze  II,  III,  116,  ms.  cartaceo  di  cc.  357 
con  due  carte  membranacee  di  guardia  in  pergamena  (mm.  292X208)  rilegato  in 
assi  e  costole  di  pelle.  Dalla  forma  di  scrittura  si  pu6  attribuire  al  principio  del 
XV  secolo.  Un  particolare  assai  curioso  di  una  correzione  che  s'incontra  sovente  15 
nel  testo  ci  pu6  fare  con  qualche  sicurezza  assegnare  il  ms.  ai  primi  anni  del  XV  se- 
colo.  II  copista,  quando  segnava  in  cifre  arabe  le  date  comprese  fra  gli  anni  1100  e 
1199,  scriveva  molte  volte  1400,  correggendo  quindi  il  4  in  1.  E  questo  un  errore 
derivato  certamente  dall'abitudine  del  copista  a  scrivere  gli  anni  del  suo  tempo.  Nelle 
carte  membranacee  di  guardia  ^  la  storia  dei  possessori  del  ms.  Del  primo  posses-  20  j 
sore  h  stato  raschiato  il  nome  e  al  posto  del  nome  raschiato  h  scritto  con  caratteri 
del  principio  del  1500:  "  Questo  libro  fe  di  Nichol6  di  Giovan  Battista  di  Marco 
"  di  NicoI6  di  Francesco  di  Giovanni  degli  Asini  „.  NeII'ultima  carta  868"  fe  scritto 
in  caratteri  del  XVI  secolo  il  nome  F.  Petrucci  forse  anch'egli  possessore  del  codice. 
Nel  '600  il  codice  era  nella  biblioteca  strozziana,  come  attesta  il  nome  che  si  legge  25 
nel  primo  foglio  di  guardia  di  Luigi  del  senatore  Carlo  Strozzi  con  la  data  del  1679 
e  col  numero  di  catalogo  1435.  II  Granduca  di  Toscana  Leopoldo  I  lo  acquist6  nel 
1786  per  donarlo  alla  Magliabecchiana,  dove  tuttora  si  conserva  con  1' indicazione 
sopra  citata.  La  cronaca  dello  Stefani  vi  fe  compresa  nelle  prime  348  carte,  ed  il 
racconto  va  dal  principio  alFanno  1381  scritto  da  una  stessa  mano  con  rubriche  in  30 
inchiostro  rosso  assai  sbiadito.  II  copista  pare  non  ha  potuto  compiere  l'opera  sua,  e 
si  t  arrestato  alla  rubrica  932.  Seguono  altri  fogli  348-357  destinati  forse  alla  con- 
tinuazione  e  compimento  della  copia,  ma  rimasti  in  bianco,  furono  riempiti  da  mano 
del  secolo  XVI  con  un  indice  alfabetico  dei  nomi  ricorrenti  nella  cronaca  *.  Esami- 
nando  piti  minutamente  il  codice  ho  osservato  che  manca  la  carta  decima  probabil-  35 


'  Proemio  cit.,  pp.  lxxxiv-i.xxxv.  indicato    questo   codice    sconosciuto   a  padre  Ildefonso.      5 

^  FoFFANO,  op.  cit.,  p.   4.  Lo  esamin6  per6  assai  rapidamente,  n^  si  serv\  di  esso 

^  Proemio  cit.,  p.  Lxxxv.  per  stabilire  la  famiglia  dei  codici  della  cronaca. 
^  II  FoFFANo  in  op.  cit.,  p.  4,  iia  il  merito  di  aver 


INTRODUZIONE  IX 


mente  per  colpa  del  rilegatore,  al  quale  anche  si  deve  se  furono  tagliati  i  margini 
del  codice  in  modo  che  I'  antica  numerazionc  delle  pagine  scomparve  in  parte.  La 
mancanza  della  carta  decima  non  fu  osservata  da  copisti  successivi. 

2°  II  codice  della   biblioteca  Laurenziana  (fondo  Ashburnham)  segnato  n.    821, 
5  ms.  cartaceo  del  secolo  XVI  (mm.  275X212)  di  cc.  236  (numerazione  recente),  a 
cui  seguono  altre  dieci  carte  bianche,  rilegato  in  pergamena  con  tre  carte  di  guardia, 
scritto  in  due  colonne  con  iniziali  colorate  in  rosso  e  in  turchino. 

Vi  si  legge  in  principio:   "  Cronaca  fatta   e   scritta  e   composta   per   lo   degno 

"  uomo  Marchionne  di  Jacopo  Stefani  cittadino  di  Firenze  per  dare  consolazione  a' 

10  "  lettori  e  uditori  delle  cose  antiche  et  di  quelle  che  seguiteranno  di  tempo  in  tempo 

"  sicondo  che  e  accaduto,  cosl  cominciando  col  nome  di  Dio  amen  „.     La  cronaca 

si  protrae  fino  al   1385,  e  termina  con  queste  parole  :  "  Finito  di  copiare  a  di  pri- 

"  mo  di  settembre    anno   1507  per  me   Giordano   di  Michele   Giordani  in   Firenze. 

"  Deo  Gratias  „. 

15  3°  II  codice  della  Riccardiana  segnato  nelI'antico  inventario  col  n.  3166  corri- 

spondente  alla  nuova  segnatura  n.  3266 ;  fe  un  manoscritto  cartaceo  del  XVII  secolo 

(mm.  260  X  190)  di  cc.  223  (numerazione  moderna)  rilegato  in  cartapecora.    Contiene 

la  cronaca  dello  Stefani  dal  principio  fino  aII'anno  1381. 

4°  II  codice  della  Nazionale  di  Firenze,  proveniente  dalla  biblioteca  dei  Filip- 
20  pini  per  la  terza  soppressione  dei  Conventi,  segnato  n.  9,  ms.  cartaceo  del  secolo 
XVII  (mm.  287X200)  rilegato  in  cartapecora,  fe  un  codice  miscellaneo  che  da  c.  311'' 
a  c.  507'  riporta  la  cronaca  dello  Stefani  con  il  titolo  seguente :  "  Istoria  fiorentina 
di  Melphior  di  Coppo  Stefani  del  1308  „.  Comincia:  "  Messer  Corso  Donati  aveva 
"  gran  seguito  „  ;  finisce  con  la  narrazione  di  fatti  del  1348  con  le  parole  seguenti : 
'25    "  alla  marina  dove  habbia  percosso  lo  detto  vento  „. 

5°  II  codice  della  Nazionale  di  Firenze  II,  II,  335,  di  provenienza  strozziana  fc 

un  ms.  cartaceo  del  secolo  XVI  (fine)  (mm.  333X208)  di  cc.   141,  rilegato  in  car- 

i        tone.     Nel  foglio  di  guardia  h  scritto  il  seguente  titolo :    "  Istorie  fiorentine  di  Mel- 

[,       "  chiorre  di  Coppo  Stefani  dal   1308  al   1344  „.     Nello  stesso  foglio  si  legge:   "  Com- 

30  "  pre  questo  dl  22  novembre  1575  da  serbarlo  per  stampare  „. 

6°  II  codice  della  Nazionale  di  Firenze  11,  V,  150  (provenienza  Archivio  di 
Stato,  vecchia  segnatura  XXV,  696)  codice  miscellaneo  del  XVIII  secolo  (principio) 
gih  descritto  dall'  illustre  Isidoro  Del  Lungo  tra  i  codici  della  cronica  di  Dino  Com- 
pagni  *.  Dopo  la  cronica  del  Compagni  porta  con  numerazione  a  s^  quella  dello 
35  Stefani.  Comincia  il  racconto  con  il  1308  con  le  parole  seguenti;  "  Messer  Carlo 
"  Donati  aveva  gran  seguito  e  grandigia  „,  finisce  il  racconto  con  l'anno  1348  e  con  le 
parole:  "  alla  marina  dove  abbia  percosso  lo  detto  vento„.  Da  c.  329  a  c.  335 
vi  h  un  indice :  "  tavola  delle  famiglie  fiorentine  che  si  contengono  nella  presente 
"  Istoria  di  Melchiorre  di  M.  Coppo  Stefani  „. 


*  IslDORO  DBL  LONOO,  Difto  Comfagnie  iasua  Cro-    '  nica;  Firenze,  Le  Monnier,  1879,  vol.  II,  p.  ix, 


X 


INTRODUZIONE 


7°  II  codice  della  libreria  Firidolfi-Ricasoli  in  Firenze,  segnato  con  il  n.  90 
(vecchia  segnatura  CI)  ms.  cartaceo  del  XVIII  secolo  ^  Nel  primo  foglio  vi  si 
legge:  "  Antiche  memorie  di  Melchionne  di  Cbppo  Stefani,  comincia  dal  anno  1308 
"  cavate  da  un  originale  che  la  prima  carta  dalFantichith  corrosa  non  si  h  possuta 
"  interpretare  „.  In  un  catalogo  della  libreria  suddetta  compilato  ai  principi  dell"800 
il  codice  h  cosl  descritto :  "  Manoscritto  cartaceo  in  folio  piccolo  col  titolo :  Antiche 
"  memorie  di  Melchionne  di  Coppo  Stefani.  E  una  copia  moderna  della  storia  dello 
"  Stefani,  la  quale  fu  pubblicata  nelle  Delizie  degli  Eruditi  toscani  dal  padre  Ddefonso 
"  Fridiani 


w 


# 
*  * 


10 


Abbiamo  cosi  undici  codici,  dei  quali  cinque    riportano  la  cronaca  fin  da  prin- 

cipio,  gli  altri  invece  riportano  la  cronaca  dal   1308;  fe  possibile  adunque,  ed  anche 

non  inopportuna  per  ci6  che  sar6  per  dire,  una   prima  divisione   dei   codici   in  due 

gruppi: 

1°  Codice  Guadagni  (descritto  da  padre  Ildefonso,  ora  smarrito)   15 
2°  Nazionale  II,  III,  116 
3°  Nazionale  II,  III,  108-111 
4°  Laurenziano  n.  821 
5°  Riccardiano  n.  3166 


Primo  Gruppo 


Secondo  Gruppo 


1°  Nazionale  D,  I,  1039 

2°  Nazionale  II,  III,  117 

3°  Nazionale  II,  II,  335 

4°  Nazionale  (Filippini  3*  sopp.)  n.  9 

5°  Nazionale  II,  V,  150 

6°  Ricasoli-Firidolfi  n.  90 


20 


25 


Questa  divisione  fa  accrescere  d'  importanza  la  questione  gik  sollevata,  prima  an- 
cora  che  da  padre  Ildefonso,  dai  bibliografi  fiorentini :  se  ciofe  Marchionne  di  Coppo 
Stefani  fosse  I'autore  di  tutta  la  cronaca  fin  dal  principio,  o  non  piuttosto,  imitando  i 
Villani,  avesse  continuato  dalFanno  1308  in  poi  la  cronaca  cominciata  dal  padre  suo, 
Coppo.  II  numero  di  nuovi  codici  da  me  trovati  darebbe  un  nuovo  valore  alI'ipo- 
tesi  fatta.  Sulla  questione  ritorneremo  a  suo  luogo,  volendo  esaminare  per  ora  il 
valore  dei  singoli  codici.  '  . 


30 


Per  ordine  di  tempoi  codici  piii  antichi  sarebbero  quello  Guadagni  ed  il  Na- 
zionale  II,  III,   116  che  chiamer6  asiniano  dal  nome  di  quelli  che  per  molto  tempo  35 
lo  possedettero.     A  questi  primi  due  segue  quello  trascritto  dal  Giordani  nel  1507. 


'  Non  ho  potuto  esaminare  direttamente  il  codice  scritto  il  defunto  marchese  ed  il  reverendo  prof.  Antonio 
per  la  morte  sopravvenuta  del  marchese  G.  Firidolfi-  Lorenzoni  mi  e  stato  possibile  determinarne  lo  scarso 
Ricasoli,  ma  dai  passi  che  mi  avevano  gentilmente  tra-      vaiore. 


INTRODUZIONE  XI 


Comincio  per  ora  dal  Guaclagni;  di  esso  scriveva  padre  Ildefonso:  "  Non  ho  prove 
"  sufficienti  da  crederlo  autografo,  ma  non  sarei  lontano  dal  persuadernii  che  fosse  o 
"  copia  cavata  immediatamente  dagH  originali  o  forse  anche  dettata  dall'autore  stesso 
"  in  tcmpi  diversi,  come  indica  e  la  detta  diversith  di  carattere,  e  di  ciascuno  carat- 
5  "  tere  la  varicth  d'  inchiostro  e  della  grandezza  della  scrittura ;  e  se  dicasi  essere  det- 
"  tata  dall'autore  stesso,  bisognerh  ancora  concludere,  essere  tutto  il  codice  scritto 
"  per  entro  il  secolo  XIV  c  che  quelle  mancanze  che  s'  incontrano,  con  gli  spazi  pro- 
"  porzionati  da  supplirsi,  sono  altrcttante  scordanze  ovvero  difetti  di  sicure  notizie 
"  dello  Stefani  medesimo  „  ^     La  mancanza  del  codice,  ripeto,  h  supplita  dairedizione 

10  a  stampa,  nella  quale  padre  Ildefonso  dichiara  di  essersi  attenuto  fedelmente  al  co- 
dice  Guadagni,  avvertendo  in  nota  i  passi  che  ha  corretto  o  supplito  con  gli  altii 
codici  o  con  altri  cronisti.  Dunque  l'edizione  a  stampa  ci  rappresenta  il  codice 
Guadagni,  a  meno  che  non  si  voglia  credere,  cosa  abbastanza  difficile  anzi  impossi- 
bile,  che  padre  Ildefonso  avesse  di  suo   tagliato   alcuni   passi   senza  alcuno  avverti- 

15  mento  in  nota.  Dopo  talc  premessa  ammetto  per  poco  che  il  codice  Guadagni  fosse 
dettato  dall'autore,  o  imrriediatamente  derivato  dairoriginale. 

Della  rubrica  7"  dell'edizione  ildefonsiana,  doh  del  codice  Guadagni,  non  v'fe  che 
il  solo  titolo ;  e  l'editore  aggiunge  in  nota  ravvertimento  che  essa  "  manca  tutta 
"  nell'originale  „.      K  strano  che  l'autografo   non  porti  che  il  solo   titolo,   pure   pu5 

20  ammettersi  che  l'autore  si  riservava  di  completare  la  lacuna  piti  tardi  ritornando  so- 
pra  sul  lavoro.  Bisogna  in  tal  caso  ammettere  che  le  intitolazioni  fossero  dettatc 
dall'autore.  Ma  intanto  la  rubrica  che  qui  manca  la  si  ritrova  interamente  nel  co- 
dicc  asiniano  e  nel  giordaniano ;  potrebbe  peraltro  anche  darsi  che  i  copisti  dei  due 
codici  avessero  voluto  completare  la  lacuna.     Ma  se  si  pensa  che  i  due  copisti  non 

^j  hanno  alcuna  dipendenza  tra  loro  per  le  grandi  differenze  che  i  due  codici  riportano, 
h  strano  che  avessero  tutti  e  due  pensato  a  colmare  nello  stesso  modo  la  lacuna,  non 
riportando  poi  esattamente  il  titolo  medesimo  della  rubrica.  II  quale,  come  ai  due 
copisti  aveva  dato  luogo  all'  idea  di  colmare  la  lacuna,  doveva  poi  essere  riprodotto 
ugualmente  da  entrambi. 

.1»)  La  rubrica  5*  deiredizionc  ildefonsiana  h  scorretta  e  lacunosa ;  nel  codice  giorda- 

niano  si  ritrovano  tutti  i  passi  mancanti.  Pu6  sorgere  peraltro  il  dubbio  che  le 
lacune  sieno  state  colmate  e  gli  earori  sieno  stati  corretti  dal  copista  Giordani,  ma  intanto 
fe  da  osservare  che  i  frammenti  del  passo  lacunoso  delI'edizione  si  ritrovano  collocati 
a  loro  posto  nel  codice  giordaniano,  e  che  la  fine  del  capitolo  dell'edizione  a  stampa 

35  coincide  perfettamente  con  quclla  del  capitolo  del  codice  giordaniano.  Bisognerebbe 
adunque,  per  credere  il  Giordani  un  interpolatore,  ammettere  che  egli  fosse,  non  un 
semplice  copista,  ma  un  abile  restitutore  di  un  passo  lacunoso,  e  che  si  fosse  abil- 
mente  servito  dei  frammenti  dati  dal  codice   Guadagni. 


'  Proemio  cit.,  p.  Lxxxm. 


Xn  INTRODUZIONE 


Anche  la  rubrica  13*  del  testo  ildefonsiano  pu6  dar  luogo  a  simili  osservazioni, 
se  si  mette  a  confronto  con  quella  corrispondente  del  codice  giordaniano.  Nella 
rubrica  si  narrano  le  opere  di  Saturno  in  Italia,  e  nel  ms.  giordaniano  si  trovano 
descritte  molto  piti  distesamente  di  quel  che  non  sieno  nella  edizione  a  stampa.  Trat- 
tandosi  di  un  vero  e  proprio  ampliamento,  che  non  si  trova  nel  codice  asiniano,  e  5 
che  ricorda  molto  da  vicino  il  passo  corrispondente  del  Villani,  si  pu6  con  molta 
verosimiglianza  credere  che  il  Giordani  avesse  sott'occhio  la  cronaca  del  Villani  e 
che  credette  opportuno  di  ampliare  con  quella  scorta  il  passo  dello  Stefani.  La 
stessa  ipotesi  si  pu6  ragionevolmente  fare  anche  a  proposito  della  rubrica  20%  assai 
piii  ricca  di  particolari  nel  ms.  giordaniano  in  confronto  alla  rubrica  corrispondente  10 
delI'edizione  ildefonsiana.  Anche  qui  i '  nuovi  particolari  ricordano  la  cronaca  del 
Villani  e  il  dubbio  di  ampliamenti  sorge  piti  facile.  Contro  di  esso  sta  per6  il  fatto 
delle  notevoli  varianti  che  si  riscontrano  tra  il  testo  dello  Stefani,  secondo  il  codice 
giordaniano,  e  il  testo  del  Villani:  diverso  h  il  numero  di  anni  attribuito  al^regno 
di  alcuni  dei  discendenti  di  Saturno,  nuove  interamente  sono  rispetto  al  Villani  alcune  15 
particolari  descrizioni  di  fatti  della  rubrica  20*  dello  Stefani. 

Che  veramente  il  Giordani  non  sia  un  interpolatore  ce  lo  dimostra  in  qualche 
modo  anche  il  seguente  fatto  desunto  dal  confronto  del  codice  giordaniano  con  quello 
asiniano.  Nella  rubrica  66*  deIl'edizione  ildefonsiana  fe  narrato  un  aneddoto,  che  fu 
ritenuto  qual  causa  delle  inimicizie  tra  Fiorentini  e  Pisani.  Stando  I' ambasciatore  20 
dei  Fiorentini  a  Roma  fu  invitato  da  un  Cardinale  a  desinare,  il  Fiorentino  avendo 
visto  un  cagnolino  del  Cardinale,  gliene  fece  richiesta,  e  ne  ebbe  la  promessa.  II  giorno 
dopo  1'ambasciatore  dei  Pisani  andato  a  casa  dello  stesso  Cardinale  vide  il  cagnolino, 
se  ne  invaghi,  e  l'ebbe  donato  dal  Cardinale,  immemore  della  prima  promessa  fatta. 
Da  qui  gli  odii,  le  vendette  e  la  guerra  tra  Fiorentini  e  Pisani.  II  racconto  dell'aned-  25 
doto  h  riportato  minuziosamente  nel  codice  giordaniano,  laddove  nel  passo  corrispon- 
dente  del  codice  asiniano  dopo  la  citazione  del  Villani  si  legge  "  lascio  questa  materia 
"  perche  non  vale  al  vero  „.  Queste  parole  possono  essere  attribuite  tanto  al  copista 
quanto  all'autore,  il  quale  in  altri  passi  dimostra  quel  buon  senso  che  lo  fa  incredulo 
di  simili  storielle.  Per  la  qual  cosa  si  pu6  credere,  che  il  Giordani,  copista  di  un  30 
secolo  posteriore,  trovando  nel  ms.,  che  copiava,  la  citazione  del  Villani  e  la  dichia- 
razione  dell'autore  di  una  volontaria  mancanza,  avesse  di  propria  iniziativa  riempito 
con  la  scorta  del  Villani  quella  che  per  lui  era  una  lacuna.  Tornando  per6  ad  esa- 
minare  il  codice  asiniano  si  trovano  in  una  rubrica  seguente  a  quella  deII'aneddoto 
omesso,  le  parole  seguenti :  "  Come  detto  h  i  Fiorentini  non  sostennero  I'  ingiuria  „ .  35 
La  ingiuria  di  cui  si  fa  cenno  h  proprio  quella  narrata  nel  passo  tagliato,  il  richiamo 
adunque  attesta  1'esistenza  di  quel  passo  nell' esemplare  che  il  copista  trascriveva. 
L'omissione  adunque  non  fe  deIl'autore,  ed  il  Giordani  non  h,  almfeno  in  questi  fatti, 
un  capriccioso  interpolatore. 

Qualche  nuova  osservazione  pu6  ricavarsi  dai  titoli  apposti  alle  rubriche.     Am-  40 


INTRODUZIONE  .Xin 


mettiamo  per  poco  che  quelli  riportati  nel  codice  Guadagni  fossero  dettati  dall'au- 
tore.  Se  essi  si  confrontano  con  le  intitolazioni,  che  si  leggono  nellc  rubriche  dei 
codici  asiniano  e  giordaniano,  tutte  e  tre  le  lezioni  sono  diverse  tra  loro.  La  di- 
versith  fe  piii  stridente  tra  quelle  del  codice  asiniano  e  quelle  dell'edizione  ildefon- 
5  siana.  11  codice  asiniano  per  il  tempo  in  cui  fu  scritto  (nei  primi  anni  del  secolo 
XV)  h  molto  vicino  all'autografo ;  il  copista  peraltro  ci  si  rivela  non  molto  scrupo- 
loso  e  fedele ;  ha  omesso  non  di  rado  passi  di  racconti  favolosi,  o  poco  utili,  come 
la  descrizione  della  torre  di  Babele,  l'aneddoto  del  cagnolino  donato  alFambascia- 
tore  pisano ;  tralascia  le  liste  dei  priori.     E  che  questi  passi  sieno  veramente  tagliati 

10  dal  copista  e  non  piuttosto  inesistenti  nell'originale,  l'ho  dimostrato  piCi  avanti.  An- 
che  nella  grafia  il  copista  palesa  una  certa  fretta  e  le  intitolazioni  apposte  alle  ru- 
briche  sono  assai  brevi  e  concise,  e  talvolta  per  amore  di  concisione,  non  molto 
esatte.  Orbene  se  il  copista  ci  si  rivela  come  persona  che  non  vuol  perder  tempo  sen- 
z'alcuna  preoccupazione  calligrafica,  e  se  egli  h  cosi  vicino  per  il  tempo  all'autografo, 

15  o  a  copia  derivata  immediatamente  da  quello,  fe  molto  naturale  ammettere,  che  se 
avesse  trovato  intitolazioni  di  rubriche  nel  ms.  che  trascriveva,  l'avrebbe  senz'altro 
copiato,  se  non  altro  per  quella  naturale  inerzia  di  una  mente  che  non  vuole  affa- 
ticarsi  a  trovame  delle  nuove.  Se  cosl  h  adunque,  le  intitolazioni  del  codice  Gua- 
dagni  (secondo  padre  Ildefonso  autografo  o  diretta  copia  di  esso)  dovrebbero  corrispon- 

20  dere  a  quelle  del  codice  asiniano;  la  differenza  invece  tra  le  due  lezioni  h  assai  stridente. 
Prendo  ad  esempio  le  prime  due:  Cod.  as.:  "  Creazione  del  mondo  e  degli  animali  „; 
^diz.  ild. :  "  Come  il  mondo  fu  al  principio,  delli  primi  uomini  e  infine  alla  dispersione 
"  dei  primi  paesi  „.  Lasciamo  stare  per  un  momento  la  lezione  oscura,  se  non  inte- 
ramente  erronea  data  da  padre  lldefonso  della  disfersione  dei  ^rimi  -paesi )  ma  esa- 

25  miniamo  piuttosto  il  titolo  della  prima  rubrica  del  codice  asiniano  con  la  contenenza 
della  rubrica  medesima:  Di  animali  in  vero  non  se  nfe  parla;  questo  titolo  pertanto 
non  pu6  essere  stato  apposto  in  alcun  modo  dall'autore,  che  doveva  ben  ricordare 
ci6  che  nella  prima  rubrica  aveva  scritto ;  ma  piuttosto  da  un  copista  che  era  solito 
di  trascrivere  cronache,  le  quali  su  per  giCi  cominciano  tutte  ad  un  modo  con  simili 

30  titoli  e  con  simili  argomenti.  Adunque  il  copista  dell'asiniano  aveva  sott'occhio  o 
l'originale  senza  titoli,  o  una  copia  con  intitolazioni  non  derivate  dall'originale,  o 
infine  una  copia  senza  intitolazioni,  ond'egli  pens6  bene  di  volerle  apporre  di  suo 
nella  copia  che  faceva.  Queste  intitolazioni  pertanto  potranno  darci  altre  prove  per 
conoscer  meglio  il  ms.  Guadagni. 


35 


*  * 


Prove  migliori  possiamo  infatti  averle  con  il  confronto  trala  edizione  a  stampa 
e  il  codice  giordaniano.  In  generale  si  osserva  conformitk  di  intitolazioni,  tale  per6 
da  non  potersi  dedurre  che  le  une  sieno  copiate  dalle  altre,  ma  invece  che  entrambe 
derlvino  per  vie  diverse  da  una  stessa  fonte.     Comincio   dalle   lezioni    varie.     Tor- 


XIV  INTRODUZIONE 


nando  cosl  al  titolo  della  prima  rubrica  accanto  alla  lezione  abbastanza  strana  " . . . .  e 
infine  alla  dispersione  dei  primi  paesi  „  troviamo  la  lezione  seguente  nel  codicc 
giordaniano  "  . . .  .  e  al  fine  della  discissione  dei  primi  uomini  cioh  d'Azia  d'AfFrica 
e  della  Europia  „. 

La  lezione  data  da  padre  Ildefonso  si  rende  in  qualche  modo  chiara  accostan-    5 
dola  all'altra  del  codice  giordaniano,  onde  viene  il  dubbio  che    nella  prima  manchi 
qualche  cosa;  che  ciofe  la  dispersione  di  cui  si  fa  cenno  in  essa  si  riferiva  non  ai  paesi, 
ma  ai  primi  uomini.     Che  per5  nei  titoli  delPedizione  ildefonsiana  fossero  operati  dei 
tagli  o  per  trascuranza  o  per  amore  di  brevitk  si  vede  piii  chiaramente  in  molte  rubriche, 
nelle  quali  i  titoli  delPedizione  ildefonsiana  corrispondono  perfettamente  con  le  altre  del   10 
codice  giordaniano,  salvoche  nell'edizione  a  stampa  i  titoli  sono  accorciati,  mancano 
cio^  le  ultime  parole  finali;  valga  un  esempio:  Bd.  ild.:    "  Come    e  perch^  fu  edi- 
"  ficata  la  citta  di  Firenze  „ ;  Cod.  giord. :   "  Come  e  perch^  fue  edificata  la  cittk  di 
"  Firenze  dopo  la  disfacione  della  cittk  di  Fiesole  \, .     Noi  abbiamo  ammesso  per  un 
momento  con  il  padre  Ildefonso,  che  il  codice  Guadagni  h  del  secolo  XIV  e  che  deriva  15 
direttamente  dalPoriginale  se  pur  non  e  l'originale:  esso  dunque  dovrebbe  essere  piil 
intero  e  piti  esatto  che  non  un  codice,  come    quello    del    Giordani,    lontano    di    un 
secolo  e  mezzo  dall'autore;  ed  invece  avviene  proprio  il  contrario. 

Passiamo  ora  agli  errori  del  testo  ildefonsiano :  so  bene,  che  le  lezioni  piii  chiare 
non  sono  sempre  le  piu  vere  e  le  piti  originali,  ma  gli  errori  che  verro  notando  20 
sono  tali  che  non  si  possono  conciliare  con  il  valore  attribuito  da  padre  Ildefonso 
al  codice  Guadagni.  Alcuni  degli  errori  possono  attribuirsi  magari  a  padre  Ildefonso, 
e  per6  il  valore  del  codice  non  sarebbe  scemato;  altri  invece  non  possono  derivare 
da  padre  Ildefonso,  ma  da  un  ignorante  trascrittore  di  seconda  mano.  Della  prima 
specie,  tra  i  moltissimi  (un  centinaio)  che  ne  ho  raccolto,  sono,  ad  esempio,  i  seguenti  25 
derivati  da  inesatto  scioglimento  di  parole  abbreviate :  Nella  rubrica  22"  ^  descritta 
Topera  di  G.  Cesare  per  ingrandire  Firenze  e  la  sua  benevolenza  con  l'invio  di 
molti  doni  ad  alcuni  suoi  compagni,  che  abitavano  allora  Firenze,  "  vecchi  e  malati 


•  Credo  utile  riportare  qui  diversi  simili  esempi,  "  il  ponte  alla  Carraia  e  perch^  „.  —  Rubr.  348 :  Giord. 

perche  non  si  attribuisca  il  fatto  a  un  curioso  e  singolo  "  Come  il  Comune  di  Firenze  fece  oste  a  Monte  Calvi 

caso:  RuBR.  2io:  Giord,  "  Come  i  Donati  e  i  Cerchi  eb-  "e  aile  Stinche  di  Valdigrieve  e   quello    assediarono  „; 

"  bono  zuflfa  insieme  per  trovarsi  a  caso  a  uno  mortorio„;  Ed.  ild,  "  Come  il  Comune  di  Firenze  fece  oste  a  Monte     20 

S    Ed,  ild.  "  Com&  i  Donati  e  i  Cerchi  ebbono  zuffa  insie-  "  Calvi  e  alle   Stinche   di  Valdigrieve  „.   —  Rubr.  251: 

me  „,  —  RuBR.  231 :   Giord.  "  D'un'altra  mischia  che  si  Giord,  "  Come  i  Fiorentini  e  i  Lucchesi  andarono  a  oste 

"fece  tra  i  Donati  e  i  Cerchi,  e  come  furono  condanna-  "  a  Pistoia  e    andovvi   un  capitano   con  un    podesta  di 

"  ti  e  messi  in  prigione  „ ;  £i/.  ild.  "D'un'altra  mischia  "Firenze,;  Ed,  ild.    "  Come  i   Fiorentini  e  i  Lucchesi 

"che  fu  a  Remole  tra' Donati  e  Cerchi,  e  come  furono  "  andarono    a   ostc   a   Pistoia  „.  —   Rubr.    257:   Giord.     25 

10   "  condannati „.  —  Rubr,  226:  G/o;';/.  "Come  messer  Carlo  "  Come  si  edifico  il  castello  della   Scarperia  di   Mugello 

"  di  Valosa  riforni6  co'  Neri  la  citta  a  suo  modo,  e  come  "  e  dato  il  guasto  agli  Ubaldini  di  qua  e  di  lA  deU'Al- 

"poi  si  partl,  e  lascii  vicario  un  ser  Matteo  „;  Ed.  ild,  pe„;  Ed,  ild.  "  Come  si   edific6  il   castello    della  Scar- 

"  Come  messer  Carlo  di  Valosa  riform6  co'  Neri  la  citta  "  peria  di  Mugello  e  dato  il  guasto  agli  Ubaldini  „.     Po- 

"  a  suo  modo  e  come  poi  si  partl,  e  lasci6  Vicario  „.  —  trei  moltiplicare  ancora  gli  esempi  di  simili  tagli  finali     30 

15    Rubr.  243:   Giord.  "  Come  cadde   il   ponte  alla  Carraia  alle  intitolazioni  delle  rubriche. 
"e  perehi,  cioe  per  una  festa.  „;  Ed.  ild,  "  Come  cadde 


INTRODUZIONE  XV 


"  che  erano  delle  lunghe  terre  e  guerre  stati  con  lui  „.     Queste  lunghe  terre  del  testo 
ildefonsiano  sono  le  lungique  terre  del  codice  giordaniano. 

In  altro  passo  si  narra  delle  paci  fatte  stipulare  dal  cardinale  Latino  in  Firenze : 
in  piazza  furono  allora  alzati  alcuni  pergami;  ma  quei  pergami  divengono  ■pregami 
5  nel  testo  ildefonsiano  per  lo  scambio  dell'abbreviazione  del  fre  con  il  fer'^  e  rle  fe 
cosi  venuta  fuori  una  curiosa  alterazione  di  tutto  il  passo.  Altrove  per  un'inesatta 
separazione  delle  parole,  padre  Ildefonso,  o  il  copista  del  codice  Guadagni,  fanno 
andare  il  papa  e  i  cardinali  a  Lione  sopra  loro  danno.  L'articolo  lo,  si  vede,  era 
legato  graficamente   con   la    parola   seguente   Rodano^  e  da  qui  deriv6  l'errore  che 

10  invece  non  si  trova  nfe  nel  codice  Guadagni,  nfe  nel  codice  asiniano.  La  natura  per6 
degli  errori  fin  qui  notati,  ripeto,  non  son  tali  da  infirmare  il  valore  del  codice  Gua- 
dagni,  specialmente  poi  se  essi  si  attribuiscono  a  padre  Ildefonso.  A  lui  per6  non 
si  possono  attribuire  gli  errori  seguenti  molto  pifi  complessi.  Nella  rubrica  15*  del- 
1'edizione  a  stampa  si  descrive  la  giovinezza   di   Romolo  e  di  Remo    passata  tra  i 

15  pastori  e  tra  gli  umili  servizi  che  essi  mal  potevano  tollerare;  a  tal  proposito  l'au- 
tore  cosi  dice  (o  meglio  cosi  gli  hanno  fatto  dire) :  Romolo  e  Remo  "  furono  virili 
"  e  tutti  i  pastori  mettevano  in  romore  come  uomini  che  a  ci6  non  erano  nati.  Se 
"  di  presente  erano  (?)  non  sono  usi  issuti  (?)  a  guardare  le  pecore,  ma  a  stare  ad  agio, 
"  e  ad  essere  guardati;  se  da  Dio   Marte,    ch'fe  Iddio  di  battaglie;  ed  a  chi  non  si 

20  "  guarda  pecore  (?)  ed  h  di  reale  atto,  com'  e'  a  quel  tempo  di  certo  erano  per  fem- 
"  mina,  non  si  conveniva  essere  pastori  „.  II  passo  fe  incomprensibile,  o  almeno  in 
questo  modo  non  dk  senso,  e  la  straha  lezione  deriva  da  diversi  sbagli  accumulati 
in  quel  passo  da  trascrittore  in  trascrittore.  Nella  rubrica  precedente  Tautore  aveva 
narrato  che  il  padre  di  Romolo  e  Remo  secondo  alcuni  fu  Marte,  secondo  altri  fu 

25  **  il  prete  di  quel  tempio  in  cui  era  monaca  Rea  Silvia  „.  L'autore  nella  rubrica 
seguente  volendo  spiegare  il  carattere  di  Romolo  e  Remo  figli  di  Rea  Silvia,  ben 
alieni  dal  condurre  una  vita  umile  di  pastori,  osserva  (leggo  secondo  il  codice  Gior- 
dani):  che  essi  "  se  di  prete  erano,  non  sono  usi  i  preti  a  guardare  le  pecore,  ma 
"  a  stare  ad  aglo  e  ad  essere  riguardati :  se  da  Dio  Marte,  che  h  Dio  delle  battaglie, 

30  "  non  yi  si  guarda  pecore,  ma  di  reale  atto,  com'  e'  a  quel  tempo  di  certo  erano ; 
"  nfe  per  femmina  non  si  conveniva  essere  pastori  „.  Orbene  secondo  padre  Ilde- 
fonso  il  codice  Guadagni,  se  non  ^  l'autografo,  e  la  copia  immediata  da  quello,  dun- 
que  la  lezione  chiara  data  dal  codice  giordaniano,  o  deriva  per  altra  via.daIl'auto- 
grafo,  o  h  una  restituzione  operata  dal  copista  Giordani,  il  quale  avrebbe  cosl  avuto 

35  un  senso  critico  molto  sagace  e  superiore  alla  forze  di  un  copista.  Infatti  gli  ele- 
menti  dati  dal  codice  Guadagni  non  valsero  a  padre  Ildefonso  per  restituire  la  lezione 
vera;  nfe  credo  che  ci6  sarebbe  stato  cosl  facile  a  chiunque  avesse  tentato  simile 
restituzione  con  i  soli  elementi  forniti  dal  codice  suddetto. 

Pertanto  le  osservazioni  fatte  a  proposito  del  codice  Guadagni  ci  mostrano  che 
0  per  attribuire  ad  esso  tutto  quel  valore  assegnatogli  da  padre  Ildefonso,  bisognerebbe 


XVI  INTRODUZIONE 


credere  interpolati  quei  passi  nuovi  d'  intere  rubriche  che  sono  nei  due  codici  da  me 
trovati,  e  credere  correzioni  e  rifacimenti  dei  due  copisti  le  lezioni  chiare  corrispon- 
denti  a  quelle  confuse  del  testo  ildefonsiano,  bisognerebbe  ammettere  che  la  tradi- 
zione  deU'autografo  fosse  tramandata  solo  attraverso  il  codice  Guadagni ;  bisognerebbe 
ammettere  che  i  titoli  apposti  ai  capitoli  nel  codice  suddetto  fossero  opera  dell'au-  5 
tore,  e  che  a  quei  titoli,  per  capriccio  o  per  caso,  il  Giordano  aggiungesse  qiaasi 
sempre  in  fine  alcune  parole;  bisognerebbe  infine  credere  che  tutti  gli  errori  del  testo 
fossero  opera  di  padre  Ildefonso,  il  quale  invece  non  h  responsabile  di  tanti  errori,  e 
bisognerebbe  finalmente  non  assegnare  alcun  valore  ai  due  codici  da  me  trovati. 

Non  avendo  potuto  trovare  il  ms.  Guadagni,  mi  sfugge  il  mezzo  di  potere  con  10 
l'esame  paleografico  stabilire,  se  veramente  esso  fosse  del  XIV  secolo.  La  qual  cosa 
h  provata  da  padre  Ildefonso  con  una  prova  che  avrebbe  per  conto  suo  richiesta 
a  priori  una  dimostrazione :  padre  Ildefonso  cerca  infatti  argomento  a  favore  della 
sua  tesi  nell'ipotesi  che  il  ms.  Guadagni  fosse  dettato  dallo  Stefani.  Con  Tesame 
degli  altri  codici  potremo,  forse  con  molta  probabilitk  di  riuscita,  colpire  il  segno,  e  15 
coUocare  a  suo  posto  il  ms.  Guadagni.  Procediamo  intanto  nell'esame  degli  altri 
due  codici  pih  volte  ricordati. 


* 
*  * 


Padre   Ildefonso   non   conobbe  il  codice  asiniano,  conobbe   peraltro  una  fedele 
copia  di  esso,  ciofe  il  codice  II,  III,  108-III  della  Nazionale  che  egli  descrisse  terzo  20 
dei  codici  da  lui  adoperati.     L'eta  abbastanza   recente  di  questo  terzo  ms.  in  con- 
fronto  al  ms.  Guadagni  forse  lo  trasse  in  inganno  nel  giudizio  che  ne  diede:  tanto 
h  vero  che  la  lezione  piti  antica  e  piti  chiara   non  h  sempre  la  piti  vicina  all'origi- 
nale.     Ecco  il  giudizio  di  padre  Ildefonso  sul  terzo  suo  codice,  che  vale  quindi  per 
il  codice  asiniano,  poichfe  ripeto^  il  ms.  della  Nazionale  II,  10,  108-111  ne  fe  copia  25 
fedele :    "  Due   gran   difetti  io  vi  ho   veduti :  il  primo   che   non   solamente  non  istk 
"  punto  alla  lettera  dell'originale ;  ma  pu6  dirsi  di  questo  piuttosto  una  parafrasi,  od 
"  un  estratto  che  una  vera  copia,  aggiugnendo  e  troncando  di  proprio  arbitrio,  chi  1'  ha 
"  scritto  ci5  che  gli  piace.  L'altro  difetto  consiste  nel  tralasciarsi  una  delle  pih  belle  parti 
"  di  questa  storia  che  h  la  serie,  anno  per  anno  dei  Priori,  e  degli  altri  risieduti,  ed  i  cata-  30 
"  loghi  ed  i  nomi  degli  isbanditi  e  degli  Ammoniti  „^  Perche  l'accusa  fondamentale  mossa 
da  padre  Ildefonso  avesse  valore  occorrerebbe  anzitutto  conoscere  l'originale  per  vedere 
poi  se  veramente  il  codice  asiniano  non   stesse  punto  alla  lettera  dell'originale ;  ma 
che  questo  non  sia  rappresentato  dal   codice    Guadagni  non  h  pih  credo,  il  caso  di 
ammetterlo :  maggior  valore  ha  invece  il  difetto  notato  da  padre  Ildefonso  di  capric-  35 
ciose  aggiunte  e  tagli  fatti  di  proprio  arbitrio  dal  copista.     Nella  5*  rubrica  manca 
infatti  tutta  la  descrizione  della  torre  di  Babele;  manca  cosi  il  racconto  deirepisodio 


'  Proemio  dt.,  p.  Lxxxv. 


INTRODUZIONE  XVII 


del  cagnolino  donato  all'  ambasciatore  pisano.  Esaminando  per6  i  tagH  di  tal  genere 
si  osserva  che  essi  si  trovano  soltanto  nella  prima  parte  della  cronaca,  in  quella  cioi: 
favolosa,  che  un  copista  dell'indole  dell'asiniano  lascia,  perche  crede  inutile  perdi- 
tempo.     Nessuna  raancanza  invece  ho  osservato  in  tutto  il  resto  della  cronaca  in  cui 

5  si  narrano  fatti  e  non  frottole.  Delle  aggiunte  poi  capricciose,  di  cui  fa  cenno  padre 
Ildefonso,  cito  la  principale,  cioh  la  rubrica  7%  di  cui  padre  Ildefonso  non  dk  che  il 
solo  titolo  e  che  invece  b  interamente  riportata  nel  codice  asiniano.  Nel  codice 
giordaniano  ritroviamo  tutta  questa  rubrica  uguale  a  quella  del  codice  asiniano  ;  il 
codice  giordaniano,  vedremo,  non  ha  alcuna  relazione  con  1'  asiniano ;  dunque  la  ru- 

10  brica  7*  del  codice  asiniano  non  fe  un'aggiunta  capricciosa  del  copista,  ma  una  copia 
di  ci5  che  era  nel  ms.  che  egli  trascriveva,  e  che  era  ben  diverso  da  quello  da  cui 
derivava  il  ms.  Guadagni.  In  quanto  poi  all'opinione  di  padre  Ildefonso,  che  il  ms. 
asiniano  sia  una  parafrasi  od  un  estratto  dell'originaIe,  osservo  che  veramente  nella 
prima  parte  della  cronaca  qualche  racconto  favoloso  h  esposto  brevemente  o  troncato 

15  con  un  eic. ;  ma,  ripeto,  ci6  non  avviene  nel  resto  deIl'opera. 

L'idea  di  parafrasi  o  di  estratto  forse  fu  suggerita  a  padre  Ildefonso  dalla  la- 
conica  maniera  con  cui  sono  espressi  i  titoli  delle  rubriche;  ma  dell'autenticita  di 
quelli  del  Guadagni,  con  i  quali  padre  Ildefonso  stabiliva  ogni  confronto,  non  h  da 
fare  assegnamento.     Oltre  che  per  le  mancanze  rispetto  al  finto  originale  il  ms.  asiniano 

20  puo  essere  accusato  per  qualche  aggiunta,  come  la  rubrica  7*  che  nel  testo  ildefon- 
siano  manca.  Anche  qui  per  la  contenenza  della  rubrica  e  per  il  metodo  adoperato 
da  padre  Ildefonso  nel  condurre  I'  edizione  non  pu6  ritenersi  che  questa  rubrica  fosse 
omessa  da  padre  Ildefonso,  ma  h  da  credere  invece  che  veramente  mancasse  nel  co- 
dice  Guadagni.     Dall'altro  lato  la  natura  del  copista  del  codice  asiniano,  la  sua  fret- 

25  tolosa  copia  non  confermano  il  sospetto  di  una  sua  aggiunta  capricciosa ;  sospetto 
che  cade  del  tutto  con  il  confronto  della  rubrica  7*  del  codice  giordaniano,  la  qual 
rubrica  corrisponde  interamente  con  qualche  piccola  variante  a  quella  del  codice  asiniano. 
Anche  qui,  ripeto,  la  indipendenza  dei  due  codici,  asiniano  e  giordaniano,  ci  assicura 
che  il  passo  riportato  dalPasiniano  esisteva  nelI'autografo.     I  difetti  adunque  ai  quali 

0  accennava  padre  Ildefonso  non  scemano,  mi  sembra,  valore  al  ms.,  che  anzi  mi  sem- 
bra,  che  glielo  accrescano,  poichfe  la  natura  frettolosa  del  copista,  e  i  tagli  da  lui 
fatti  per  brevita  ci  danno  afKdamento,  che  quei  passi  che  si  trovano  nel  codice,  e  che 
mancano  agli  altri,  appartengano  all'autore.  Pertanto  il  ms.  asiniano,  e  per  i  fatti 
lin  qui  notati,  e  per  la  distribuzione  diversa  di  alcune  rubriche,  e  per  le  varianti 
5  notevoli  di  lezioni,  ci  rappresenta  nella  derivazione  dall' originale  un  ramo  indipen- 
dente  da  quello  rappresentato  dal  ms.  Guadagni,  e  per  il  suo  tempo  ci  accosta  assai 
da  vicino  all'  originale.  Padre  Ildefonso  certamente  se  avesse  avuto  sott'  occhio  il 
codice  asiniano,  per  la  stessa  antichitk  dei  caratteri  avrebbe  dato  ad  esso  il  valore 
che  merita,  ma,  ripeto,  non  conobbe  di  esso  che  una  copia  abbastanza  recente  rispetto 
I  al  suo  ms.  Guadagni,  e  fu  cosl  tratto  in  inganno.     Possiamo    intanto    da  ci6  che  si 

T.  XXX,  p.  I  ~  Bi 


XVIII  INTRODUZIONE 


h  detto  collegare  all'asimano  il  codice  III  di  padre  Hdefonso  (Naz.  II,  Ul,  108-111) 
che  chiamer6  gaddiano  per  la  sua  provenienza,  e  possiamo  coUegarvi  altresl  il  ric- 
cardiano  3266,  che  anch'esso  h  copia  dell'asiniano, 

Resta  cosl  a  dire,  fermandoci  ancora  nel  primo  gruppo  di  codici,  un  po'  pih  partico- 
larmente  del  codice  giordaniano.  Esso  si  avvicina  moltissimo  alla  edizione  ildefonsiana,  = 
e  nelle  particolari  lezioni  del  testo,  e  nella  forma  dei  titoli :  h  abbastanza  evidente 
insomma  la  relazione  tra  il  codice  giordaniano  e  quello  Guadagni ;  resta  piuttosto  a 
vedere  quale  sia  il  grado  di  questa  relazione,  e  quale  dei  due  dipenda  dall'altro. 
Ho  gik  notato  come  il  giordaniano  contenga  altre  nuove  rubriche,  ed  offra  lezioni 
chiare  ed  intelligibili,  ed  ho  dimostrato  che  non  pu6  in  modo  assoluto  ammettersi  IC 
che  il  Giordani  fosse  un  interpolatore.  Tuttavia  riconosco  che  questi  argomenti  da 
soH  non  sono  sufficienti  che  ad  assegnare  il  valore  al  nostro  codice  in  rapporto  al 
codice  Guadagni,  ma  non  rispetto  agli  altri.  Credo  opportuno  quindi  stabilire  un 
confronto  tra  il  giordaniano  e  l'asiniano. 

Un  secolo  corre  tra  l'uno  e  1'altro;  nel  piii  antico  il  copista  rivela  quella  certa  If 
fretta  che  ho  gik  notato,  nell'altro   il   Giordani   affetta   una   certa   cura  calligrafica, 
nulla  omette  nella  sua  copia,  appone  alle  rubriche  lunghi   titoli   in   rosso,  ed   infine 
segna  il  suo  nome  con  quella  compiacenza  di  chi  ha  terminato  bene  un  lungo  lavoro. 
Dunque  ben  diversi  sono  i  due  copisti  non  solo  per  la  forma  grafica,  ma  anche  per 
lo  scrupolo  dell'uno  e  per  la  fretta  deiraltro.     Lk  dove  il  copista  dell'asiniano  alla  2( 
fine  della  rubrica  4"  pone  un  eic.  il  Giordani  riporta  il  passo  finale ;    la  rubrica  se- 
guente  che  b  tagliata  dall'uno  h  invece  integralmente  riportata  dalPaltro.     Dunque 
possiamo  credere  che  il  Giordani  non  trascriveva  la  sua  copia   dal   ms.  asiniano,  o 
per  lo  meno  non  aveva  sott'occhio  solo  quel  ms.     Dall'altro  lato,  ripetendo  ci6  che 
ho  detto  altrove,  alcune   rubriche  che  sono  nel   codice    giordaniano   e   nell' asiniano  21 
non  si  ritrovano  nel  codice  Guadagni ;  dunque  il  Giordani,  o  non  aveva  sott'  occhio 
il  ms.  Guadagni,  o  ne  aveva  uno  che  conteneva  non  solo  quello  che  h  nel  Guada- 
gni,  ma  anche  una  parte  che  manca  nel  Guadagni,  e  che  e  da  attribuire  alPautore. 
I  tre  codici  fin  qui  esaminati  non  hanno  quindi  una    diretta    derivazione  fra  di  essi. 
La  qual  cosa  si  vedrk  meglio  con  l'esame  dei  vari  errori  che   sono   in   tutti  e  tre. 
Un  primo  gruppo  di  errori,  assai  limitato  del  resto,  fe  rappresentato  da  quelli  che  si ; 
riscontrano  solo  nella  copia  del  Giordani :  cosl  ad  esempio  in  essa  si  trova  la  parola  j 
capitani  in  luogo  di  capitudini,  siccome  h  nei    codici    asiniano    e   Guadagni,    esatta- 
mente,  poichfe  nel  passo  si  parla  proprio  di  capiiudini  e  non  di  capitani  ^.    Un  secondoJ 
gruppo  di  errori  h  rappresentato  da  quelli  analoghi  per  loro  natura  all'esempio  citato,' 
i  quali  sono  nell'  edizione  ildefonsiana  e  nel  codice  giordaniano,  e  non  si  riscontrano 
invece  nel  codice  asiniano.     Nella  rubrica  204"  si  narra  di  Giano  della  Bella  e  dei 
propositi  che  egli  aveva  contro  i  Grandi ;  per  la  qual  cosa  aggiunge  lo  Stefani  (leggo 

»  Rubr.  140». 


'; 


INTRODUZIONE  XIX 


secondo  il  codice  asiniano) :  "  molto  l'odiarono  i  detti  Grandi  quando  il  scpporfo  „. 
Nell'  edizione  ildefonsiana  e  nel  codice  giordaniano  l'odio  diventa  lode  e  si  legge  in 
entrambi :  "  molto  lodarono  i  detti  Grandi  „.  Questa  comunanza  di  errori,  aggiunta 
al  fatto  della  simiglianza  dei  titoli  delle  rubriche  sono  segni  di  comune  origine  dei 
f  due  codici  Guadagni  e  giordaniano.  Le  ragioni  dette  avanti  ci  allontanano  dalla  idea 
di  una  dijretta  derivazione  immediata  dell'  uno  di  essi  dall'  altro,  per  i  passi  che  sono 
in  di  piCi  nel  giordaniano;  e  per6  la  comunanza  di  errori  come  quelli  citati  c'induce 
a  credere  ad  una  comune  origine  dallo  stesso  esemplare  per  via  diversa. 

* 
*  * 

10  Pertanto  prima  di  stabilire  la  parentela    dei   codici    del    primo  gruppo  un  altro 

fatto  fe  degno  di  nota.  Alla  rubrica  209*  del  testo  ildefonsiano  segue  nel  codice 
asiniano  una  breve  rubrica  dal  titolo  seguente :  '^  Ordine  dei  Grandi  per  mettere  di- 
"  scordia  „.  Questa  rubrica  manca  nelI'edizione  ildefonsiana  e  nel  codice  giordaniano. 
Dato  il  carattere  del  copista  del  codice  asiniano  non  si  pu5  pensare  ad  una  sua  in- 
J5  terpolazione.  Si  pu6  quindi  ammettere  che  neiroriginale  questa  rubrica  esistesse. 
DalPaltro  lato  per  quella  fedeltk  che  si  palesa  nel  codice  giordaniano  non  si  pu6 
credere  che  questo  taglio  fosse  operato  dal  Giordani,  ma  invece  dal  copista  da  cui 
il  Giordani  trascriveva  la  sua  copia.  Dunque  il  Giordani  non  ebbe  sott'occhio  I'ori- 
ginale;  il  che  molto  meglio  si  pu6  provare,  ripetendo  quel  che  ho  notato  per  le  in- 
,|J0  titolazioni  delle  rubriche.  Le  quali  non  sono  opera  del  Giordani  perchfe  le  medesime 
si  trovano  su  per  giti  nel  codice  Guadagni,  che  non  ha  dipendenza  diretta  con  il 
giordaniano,  e  che  h  anteriore  per  il  tempo  al  medesimo.  E  per6  h  lecito  conclu- 
dere  che  il  Giordani  e  il  copista  del  ms.  Guadagni  ebbero  un  codice,  che  non  deri- 
vava  dalI'asiniano,  e  che  non  era  roriginale ;  codice,  che  il  Giordani  piti  fedelmente 

3  riprodusse. 

Tale  codice,  che  non  ci  resta,  rappresenterebbe  pertanto,  nella  derivazione  dei 
codici  dairoriginale,  una  corrente  diversa  da  quella  segnata  dal  codice  asiniano. 
L'ipotesi  non  mi  fe  stato  possibile  di  provare  con  il  rinvenimento  di  un  tale  codice. 
La  ricerca  tuttavia  h  stata  da  me  fatta  non  solo  materialmente  tra  i  vari  fondi  delle 

)  biblioteche  fiorentine,  ma  anche  in  un  altro  campo  assai  diverso.  Ho  spinto  la  ricerca 
infatti  nel  secondo  gruppo  di  codici,  i  quali,  sebbene  fossero  molto  piii  recenti  di 
quelli  del  primo,  e  mancassero  della  prima  parte  della  cronaca,  potevano  tuttavia, 
nella  parte  che  essi  ne  riportano,  derivare  non  solo  dai  pih  antichi  codici  del  primo 
gruppo,  ma  anche  da  altri  altrettanto  antichi,  e  a  noi  non  pervenuti.     Tra  questi  po- 

•j  trebbe  appunto  essere  stato  il  codice  di  cui  abbiamo  ipoteticamente  ammesso  l'esistenza. 
Le  varianti  tra  i  codici  dei  due  gruppi  potrebbero  incamminarci  alla  ricostruzione 
di  un  tale  codice  smarrito.  I  confronti  stabiliti  non  mi  hanno  dato  materiale  per 
tale  ricostruzione ;  non  per  questo  Tipotesi  perde  valore,  essa  non  ha  acquistato  que- 
st'altra  prova,  la  quale  peraltro  non  sarebbe  cosl  valida,  come  parrebbe  in  sulle  prime, 


XX  INTRODUZIONE 


poichfe  il  valore  di  questo  secondo  gnippo  di  codice  b,  come  vedremo,  assai  limitato. 
Pertanto  gli  argomenti  fin  qui  addotti,  e  per  Tesame  dei  titoli  delle  rubriche,  e  per 
l'esame  dei  passi  in  meno  o  in  di  piii  nei  tre  codici  principali,  e  per  l'esame  finalmente 
dei  vari  errori,  ci  danno  ragione  ad  ammettere  l'esistenza  di  un  codice  finora  non 
trovato,  da  cui  derivano  quello  del  Guadagni  e  quello  del  Giordani;  e  volendo  intanto 
da  ci6  che  si  h  detto  finora  segnare  i  vari  gradi  di  parentela  del  prirao  gruppo  di 
codici,  si  pu6  approssimativamente  stabilire  la  seguente  tavola: 


Autografo 


Codice  asiniano 


Codice  gaddiano 

Codice  riccardiano  K 


,  Codice  X 


Codice  giordaniano 

Codice  Guadagni  (edizione  ildefonsiana) 


« 
*  * 


i; 


Veniamo  ora  al  secondo  gruppo  di  codici :  H  loro  numero  h  superiore  a  quello 
dei  codici  del  primo  gruppo ;  essi  per6  non  risalgono  per  il  tempo  al  di  Ik  della  fine 
del  XVI  secolo.  Da  quanto  poi  abbiamo  detto  piii  sopra,  essi  non  offrono  lezioni 
talmente  diverse  da  quelle  dei  codici  del  primo  gruppo  da  potere  dedurre  che  deri- 
vino  per  una  via  diversa  daII'originaIe.  Queste  osservazioni  possono  in  qualche  modo  2( 
attenuare  il  valore  di  questi  codici,  ma  non  possono  da  sole  distruggere  un'altra  ipo- 
tesi  che  si  ricollega  appunto  a  questi  codici.  La  cronaca  di  Marchionne  h  opera  sua 
fin  da  principio,  oppure  gli  appartiene  soltanto  dal  racconto  del  1308  in  poi,  siccome 
riportano  i  codici  del  secondo  gruppo  ?  Ed  anche  provato  che  egli  h  I'autore  di  tutta 
la  cronaca,  come  mai  ebbe  origine  I'errore  di  questa  falsa  attribuzione  di  autore?       2 

A  favore  delPattribuzione  a  Coppo  Stefani  della  prima  parte  della  cronaca,  e  a 
Marchionne,  suo  figlio,  del  resto  delPopera  a  cominciare  daII'anno  1308,  stanno  i  se- 
guenti  fatti: 

1°  il  numero   dei   codici   che   riportano    la   cronaca    dello   Stefani  a  cominciare 
dal    1308    fe   superiore   a   quello   dei   codici    che   riportano   intera   la   cronaca  sotto  3( 
il  nome  di  Marchionne; 

2°  la  testimonianza  di  molti  bibliografi  fiorentini,  che  dal  XVI  al  XVIII  secolo 
hanno  affermato  Coppo  essere  autore  della  prima  parte  della  cronaca; 

3°  le  opere  storiche  attribuite  a  Coppo  Stefani,  delle  quali  ve  ne  ha  una  a  lui 
attribuita  che  si  conserva  ancora,  e  che  esamineremo;  3! 

4"  la  grafia  diversa  tra  le  due  parti  della  cronaca,  osservata  da  padre  Ildefonso 
nel  codice  Guadagni; 

5"  lo  stile  diverso  che  tra  quelle  due  parti  della  cronaca  il  suddetto  padre  Ilde- 
fonso  ha  osservato; 


INTRODUZIONE  XXI 


6°  la  consuetudine  di  continuare  (siccome  appunto  si  praticava  nelle  famiglie 
fiorentine  per  i  libri  di  ricordanze  domestiche)  le  cronache  cominciate  dal  padre,  non 
altrimenti  insomma  di  quel  che  era  avvenuto  nella  famiglia  dei  Villani. 

Pongo  anzitutto  la  questione   in   questi   termini.     Fu   Coppo  Stefani  veramente 

5  scrittore  di  storie?  II  ms.,  che  conserva  un'opera  a  lui  attribuita,  fa  parte  di  un  co- 
dice  miscellaneo  della  Nazionale  di  Firenze  (Classe  XXV,  43)  in  folio  del  XVI  se- 
colo,  nel  quale  si  contengono:  "  Estratti  di  vari  libri  appartenenti  al  Pubblico  di 
"  Firenze  fatti  copiare  da  monsignore  Girolamo  Della  Sommaia  „.  Da  c.  84  a  c.  101 
contiene  un   "  estratto  della  Istituzione  di  Coppo  (monsignor  Sommaia  aggiunge  Ste- 

10  "  fatii)  dopo  la  cacciata  del  Duca  d'Atene  con  riflessioni  critiche  di  mons.  Borghini 
"  e  confronti  col  Villani  „.  La  intitolazione  che  ho  riferito,  e  la  copia  del  codice 
h  del  Borghini,  il  quale  fa  notare  al  lettore  che  appartiene  a  mons.  Della  Sommaia 
1'aggiunta  del  cognome  Stefani  al  nome  di  Coppo.  I  fatti  che  si  narrano  vanno  fino 
al  1376.     Orbene,  mettendo  da  parte  ogni  altro  argomento  per  provare  che  Coppo 

15  non  fu  Tautore  di  queII'opera,  uno  assai  valevole  mi  fe  fomito  da  un  documento, 
che  ho  trovato,  ricercando  materiale  per  la  vita  di  Marchionne.  II  quale  nel  1 9  di- 
cembre  del  1351  era  gia  orfano,  aveva  quindici  anni,  e  faceva  un  compromesso  con 
la  sorella  Giovanna  per  regolare  I'ereditk  del  padre  Coppo,  morto  I'anno  innanzi^. 
Se  Coppo  adunque  nel  1350  era  morto,  non  pot^  scrivere  un'opera  che  va  fino  al  1378. 

20  Mons.  Girolamo  Della  Sommaia  fu  tratto  quindi  in  errore,  e  dal  nome  Coppo,  che  gli 
richiam6  alla  memoria  quello  dello  Stefani,  mentr'esso  poteva  appartenere  ad  altri,  e 
dal  non  conoscere  gli  anni  in  cui  Coppo  Stefani  era  vissuto.  Che  anzi  mons.  Della 
Sommaia,  avendo  attribuito  a  lui  un'opera  che  va  fino  al  1378,  implicitamente  am- 
metteva  che  Coppo  fosse  vissuto  in  quel  tempo,  e  per6   egli   poteva  a   lui  attribuire 

25  altre  opere  della  seconda  metk  del  XIV  secolo.  Pertanto  resta  stabilito,  che  Coppo 
non  scrisse  V  Istituzione ;  ma  ci6  non  esclude  che  egli  non  possa  avere  scritto  la 
prima  parte  della  cronaca  che  va  sotto  il  nome  di  Marchionne,  suo  figlio.  In  tal 
caso  noi  dovremmo  trovare  il  nome  suo  nei  codici  che  riportano  la  cronaca  fin  da 
principio ;  ed  invece  il  guo  nome  compare  solo  in  qualcuno  di  quelli  che  riportano  la 

>0  cronaca  dal  1308  al  1385,  entro  il  qual  periodo  di  tempo  Coppo  era  morto.  Si 
vede  insomma  che  chi  scrisse  il  nome  di  Coppo  in  un  tale  codice  della  cronaca  igno- 
rava  gli  anni  di  vita  di  Coppo.  Orbene  quel  tal  codice  appunto  appartiene  a  mon- 
signore  Girolamo  Della  Sommaia,  che  abbiamo  visto  inesattamente  per  un  tale  errore 
cronologico  avere  attribuito  a  Coppo  la  suddetta  Istituzione.  In  quel  codice  infatti 
5  si  legge:  "  Coppo  Stefani  Ist.  florentina  script.  iussu  H.  Summ.  {Hieronimi  Summaiae)  ^. 
Cosl  adunque  I'errore  di  mons.  Girolamo  Della  Sommaia  diede  origine  ad  una  lunga 
serie  di  errori  ripetuti  nei  secoli  successivi  dai  bibliografi  fiorentini.  Con  questo  pe- 
raltro  non  ^  interamente  spiegato  perch^  mai  la  cronaca  ci  si  presenti  in  doppia  re- 


1  Archivio  di   Stato  di  Firenze  —  Diplomatico  —       Certosa,  19  dlcembre  i3Si. 


XXII  INTRODUZIONE 


dazione;  1' una  cioh  col  racconto  che  muove  dalla  Creazione,  e  l'altra  dal  1308. 
Mons.  Della  Sommaia  avrk  potuto  mettere  di  suo  capriccio  il  nome  di  Coppo  Ste- 
fani,  come  aveva  aggiunto  quello  di  Stefahi  al  nbme  Coppo  nel  ms.  della  Istituzione ; 
ma  la  sua  copia  poteva  derivare  da  un  ms.  cJae  soltanto  contenesse  il  racconto  dal  1 308 
al  1385.  Una  tale  redazione  e  insomma  anteriore  a  mons.  Girolamo  Della  Sommaia? 
II  confronto  fatto  da  padre  Ildefonso  tra  il  ms.  di  mons.  Della  Sommaia  e  quello  del 
Guadagni,  dimostra  che  da  quest'uItimo  h  stato  fedelmente  trascritto  quello  di  monsi- 
gnore  Della  Sommaia.  E  poichfe  il  ms.  del  Guadagni  riporta  la  cronaca  fin  da  prin- 
cipio,  la  redazione  data  da  mons.  Della  Somrnaia  si  deve  ritenere  sia  dovuta  unica- 
mente  a  ragioni  particolari  di  opportunith  del  suddetto  Monsignore.  I 

Cito  un  ultimo  fatto  che  dimostra  la  unith  di  tutta  la  cronaca,  la  quale  potfe 
essere  divisa  solo  per  il  capriccio  di  chi  posteriormente  la  trascrisse.  II  codice  II, 
II,  335  riporta  la  seconda  parte  della  cronaca.  Le  prime  parole  del  codice  erano 
le  seguenti:  "  Come  h  detto  messer  Corso  Donati,  etc.  „.  II  trascrittore  si  h  accorto 
che  egli  precedentemente  nulla  aveva  trascritto,  e  pero  ha  cancellato,  ma  in  modo 
che  ancora  si  leggono,  le  parole :  b  detto.  Segno  evidente  che  1'esemplare  da  cui 
derivava,  o  riportava  intera  la  cronaca,  o  aveva  un  simile  errore  che  palesava  la  sua 
derivazione  da  un  esemplare  che  conteneva  la  cronaca  fin  dal  principio. 

In  quanto  poi  al  valore  delle  testimonianze  dei  bibliografi  fiorentini  intorno  alla 
vita  e  alle  opere  di  Coppo  Stefani,  dir6  brevemente  che  esse  non  sono  anteriori  alle  2 
affermazioni  di  mons.  Della  Sommaia,  e  che  quelle  del  secolo  XVI  sono  assai  vaghe 
ed  inesatte.  II  Poccianti  nel  suo  Catalogus  scriptorum  Jlorentinoruin  (Firenze,  1589) 
asseri  che  Coppo  Stefani  ^^"  Jlorentinas  historias  scripsit  „.  Poco  dopo  Paolo  Mini  nel 
suo  Discorso  della  nobilta  di  Firenze  e  dei  Fiorentini  (Firenze,  1593)  poneva  Coppo 
Stefani  tra  i  "  Fiorentini  famosi  scrittori  di  storia  „.  Orbene  di  costoro  il  Poccianti  1 
non  disse  quali  storie  Coppo  avesse  scritto;  il  Mini  poi,  facendo  la  genealogia  della 
famiglia  Stefani,  sebbene  parli  pomposamente  di  Coppo,  dimentica,  o  ignora,  che  Coppo 
avesse  un  figlio  chiamato  Marchionne,  anch'egli  scrittore  di  storia.  Nel  '600  1'errore, 
procedendo  con  il  tempo,  s'ingrossa:  i  mss.  derivati  da  quello  di  mons.  Della  Som- 
maia  si  accrescono,  e  quindi  Giovanni  Calvoli  Cinelli  nelPopera  inedita  La  Toscana 
letterata,  opera  consultata  da  molti,  ripetfe  che  Coppo  scrisse  di  storia,  e  che  Mar- 
chionne  cominci5  la  sua  cronaca  con  l'anno  1308^.  Non  vado  avanti  nella  storia 
deIl'errore,  e  mi  fermo  brevemente  su  ci6  che  a  tal  proposito  scrisse  padre  Ildefonso, 
avuto  riguardo  che  le  sue  osservazioni  si  possono  anche  rivolgere  per  lo  studio  del 
materiale  storico,  di  cui  si  servi  Marchionne  nello  scrivere  la  sua  cronaca. 

Creata  la  tradizione  di  un  Coppo  storico,  essa  non  si  poteva  ad  un  tratto  demo- 
lire,  e  per6  padre  Ildefonso,  conservando  ancora  l'errore  cronologico  per  quel  che  ri- 
guardava  V Jstituzione,  attribuisce  a  Coppo  V Istituzione  suddetta  e  con   certe  riserve 


>  Blbliot.  Naz.  dl  Firenze,  Classe  IX,  66;  c.  399. 


INTRODUZION^  XXIll 


e  in  forma  dubitativa  anche  la  prima  parte  della  cronaca  fino  ciofe  agH  anni  1300. 
"  lo  crederei,  cosl  egli  scrive,  se  si  dicesse,  come  assai  probabile  cosa  a  me  sembra, 
"  che  non  due  diverse  sieno  queste  istorie  fiorentine,  l'una  di  Coppo  e  l'alti-a  di 
"  Marchionne;  ma  una  sola,  o  cominciata  gih  da  Coppo  e  condotta  fino  all'intorno 
"  degli  anni  1300  e  proseguita  dal  figliuolo  Marchionne,  come  nei  due  Villani  h  acca- 
"  duto,  ovvero  lasciata  da  Coppo  sino  a  detto  tempo  confusa  e  quasi  nei  soli  mate- 
"  riali  e  quindi  poi  da  Melchiorre  posta  in  ordine,  e  seguitata  distintamente  per  tutto 
"  il  corso  dei  suoi  tempi,  e  perci6  sia  avvenuto  che  ora  sotto  il  nome  delPuno,  e 
"  ora  sotto  quello  deIl'altro  sia  e  citata  e  descritta  „  ^.  Nell'ipotesi  fatta  da  padre 
10  Ildefonso,  si  vede  la  tenacia  della  tradizione  di  Coppo  scrittore,  a  cui  si  vuole  in 
qualche  modo  attribuire,  se  non  altro,  qualche  cosa  nella  preparazione  del  lavoro. 
lo  credo  di  avere  demolita  quella  tradizione,  nh  posso  accettare  alcuna  delle  due  ipo- 
tesi  ammesse  da  padre  Ildefonso.  Se  Coppo  avesse  scritto  la  prima  parte,  e  il  figUo 
Tavesse  poi  continuato,  perch^  mai  nel  preambolo  dell'  intera  cronaca  Marchionne  che 

I  15  dk  il  suo  nome  e  cognome  fin  dal  principio,  come  autore  dell'opera,  non  ricorda  il 
padre  suo?     Se  poi  Marchionne  avesse  avuto  preparati  i  materiali  del  padre,  perchfe 

!       mai  non  volle  far  ricordo  di  lui,  come  per  partito  preso,  mentre  in  alcuni  passi  del- 
l'opera  nomina  Giovanni  Villani,  contemporaneo  del  padre  suo? 

'  Pertanto  io  credo  che  nuUa  si  possa  con  sicurezza   attribuire   a  Coppo,  e  che 

20  in  ogni  modo  il  fatto  della  mancanza  della  prima  parte  della  cronaca  in  un  gruppo 

numeroso  di  codici  non  ha  alcun  valore.     Di  questi  codici  tuttavia  daremo  qualche 

altra  notizia  per  stabilire,  con    qualche    probabilitk   di  toccare  il  vero,  la  relazione 

che  corre  tra  tutti  i  codici  rimasti. 


*  * 


25  II  pih  importante  h  il  codice  D,  I,  1039,  il  quarto  ciofe  di  quelli  conosciuti  da 

padre  Ildefonso,  il  quale  per6  non  lo  esamin6  molto  scrupolosamente. 

La  prima  rubrica  riporta  i  fatti  di  messer  Corso  Donati,  ed  ofFre  la  seguente 
lezione  diversa  da  quella  dei  codici  principali  del  primo  gruppo:  "  Messer  Corso, 
"  haveva  gran  seguito  e  grandigia  in  Firenze,  pure  addivenne  che  per  li  ordini  della 

30  "  giustizia  non  puot^  cosl  essere  grande  come  a  lui  pareva  meritare  et  per  li  sua  modi 
"  dissimul6  per  sospetto  che  e/c.  „.  Al  luogo  di  disshnulb  gli  altri  codici  hanno  e  simile. 
Ritoma  alla  mente  1'  ipotesi,  per  poco  gia  enunciata,  che  i  codici  del  secondo  gruppo 
possano  con  le  loro  varianti  darci  modo  di  ritrovare  qualche  altro  antico  ms.  del- 
l'opera  dello  Stefani.     Per  ora  intanto  credo  opportuno  1'esame  particolare  del  codice. 

35  II  codice  D,  I,   1039  riporta   quasi   fedelmente  fino  a  c.  131'  il  testo  della  cro- 

naca  che  h  dato  dal  codice  asiniano.     Axrivato  in  quel  punto  (corrispondente  alla  ru- 
brica  515*  dell'edizione  ild.)  cominciano  molte  diversitk  tra  questo  ms.  e  1'asiniano. 


1  Proemio  cit,  p.  Lxxvii. 


XXIV  .  INTRODUZIONE 


Le  diversith  consistono  in  principio  solamente  nella  mancanza  di  alcune  rubriche  in 
confronto  a  quelle  del  codice  asiniano.  Dalla  c.  131"  alla  137'' mancano  le  rubrichc 
516-522%  524-529%  531-533%  e  con  simili  salti  si  va  fino  a  c.  137^  Fin  qui  i 
fatti  narrati  nelle  successive  rubriche  seguono  per  tempo  ordinatamente.  Con  la 
c.  137"  l'ordine  cronologico  h  interrotto;  si  fa  un  salto  indietro  di  otto  anni  con  il 
racconto  dell'ambasciata  del  1355  dei  Fiorentini  a  Mastino. 

Diffusamente  sono  descritte  1'  impresa  di  Lucca,  fatta  da  Mastino  e  le  lotte  che 
egli  ebbe  a  sostenere  per  tal  motivo  con  Firenze  e  con  Venezia.  A  c.  155"^  b  un 
breve  cenno  delle  guerre  di  Sicilia  negli  anni  1339  e  1340.  A  c.  ISb'  h  ricordo 
della  mortalitk  a  Firenze  per  la  peste ',  quindi  si  parla  di  Prato,  e  dopo  tali  fatti  si  1 
riprende  il  racconto  (fino  a  c,  l^^')  dei  fatti  interni  di  Firenze.  Molto  importante 
h  a  c.  164  la  descrizione  minuta  della  battaglia  tra  le  milizie  di  Mastino  e  dei  Pi- 
sani  e  quella  dei  Fiorentini  e  dei  loro  collegati  avvenuta  il  2  ottobre  1341  a  causa 
delP  impresa  di  Lucca.  Dopo  questa  descrizione  si  legge :  "  Lucca  come  havete  hu- 
"  dito  ebbe  dalla  morte  di  Castruccio  infino  a  qui  molte  persecuzioni  che  durarono  da  1 
"  tredici  anni  che  mai  non  ebbe  riposo  et  in '  quel  tempo  fue  signoreggiata  da  piii  e 
"  piJi  signori,  hora  rimane  Lucca  a'  Pisani  li  quali  pongono  in  Lucca  grandi  gabelle  „. 
Da  questa  indicazione  lo  scrittore  appare  contemporaneo  a  quel  dominio :  egli  quindi 
viveva  a  mezzo  il  secolo  XIV.     Continuo  la  descrizione  del  ms. 

II  ms.  a  c.   171'  torna  ai  fatti  interni  di  Firenze  e  precisamente  al  modo  tenuto  2 
per  la  elezione  del  Duca  d'Atene;  poi  a  c.    196"  si  legge:    "  in  questa  parte  dice  lo 
"  conto  che  quando  lo  Comune  di  Pisa  ebbe  havuta  la  cittk  di  Lucca,  messer  Arrigo 
"e  Vallerano  figliuoli  di  Castruccio  fecero  e/c.  „.     A  c.   l^^""  un'altra  espressione  e 
degna  di  nota :  finito  il  racconto  di  fatti  non   avvenuti  in  Firenze    si    legge :   "  hora 
"  lasceremo  di  parlare  di  questa  materia  e  torneremo  a  parlare  del  Duca  d'Atene  „.  2 
II  racconto  dei  fatti  avvenuti  dopo  la  cacciata  del  Duca  ha   particolari   sconosciuti 
agli  altri  cronisti,  cos5  a  c.  210"  assai  importante   h  il  ricordo  di  un  tintore  di  nome 
Corazza  che   "  fecesi  caporale  del  popolo  minuto  et  era  di  piccola  nazione  e  prese 
"  tanto  di  baldimento  che  andava  al  palazzo  dei  Priori  con  cinquecento  et  con  ot- 
"  tocenio  pedoni  del  popolo  minuto,  e  da  Priori  per  tema  non  li  era  tenuto  porta,  3 
"  et  metteanlo  dentro,  et  li  Priori  con  lusinghe  et  con  buone  parole  lo  vinceano  e 
"  davanli  buone  promesse  et  con  buone  parole  lo  tenevano  s5  che  non  fece  novitk 
"  nessuna  „.  1 

II  racconto  degli  avvenimenti  fiorentini  si  protrae  fino  a  c.  24 P;  da  questa  fino 
alla  fine  del  ms.  si  narrano  fatti  successi  dal   1344    al    1347  in  ItaHa,  in  Inghilterra,  3l|i 
in  Francia  ed  anche  in  Siria  ed  in  India,  del  qual  paese  si  raccontano  alcune  mo- 
struositk  soprannaturali. 

La  descrizione  del  ms.  non  ^  stata  inopportuna,  e  per  I'importanza  di  nuovi 
frammenti  di  cronaca  del  '300,  che  esso  ci  fornisce,  e  per  la  relazione  che  potrebbe 
avere  con  la  cronaca  di  Marchionne:  bisogna  infatti  vedere  se  proprio    appartenga  4( 


INTROt)UZIONE  5CXV 


al  nostro  cronista  questa  seconda  parte  del  ms.  D,  I,   1039,  siccome  appunto  h  at- 
tribuito  nel  codice,  che  h  scritto  tutto  di  una  mano. 

II  codice  h  della  seconda  metk  del  1500,  riporta  per5  uno  scritto  del  1300, 
in  primo  luogo  per  le  parole  con  cui  termina  il  racconto  dell'impresa  di  Lucca: 
"  hora  rimane  Lucca  ai  Pisani  „,  ed  in  secondo  luogo  per  la  lingua  e  per  lo  stile 
della  narrazione,  della  quale  pu5  essere  saggio  il  breve  passo  che  ho  riportato  sui 
fatti  del  tintore  Gorazza.  Inoltre  un  argomento,  sia  pure  di  secondaria  importanza, 
pu5  essere  fomito  dalla  descrizione  minuta  della  battaglia  tra  i  Fiorentini  e  Mastino, 
poichfe  le  particolari  notizie  date  non  possono  essere  scritte  che  da  persona  che  sia 
stata  presente  ai  fatti,  a  meno  che  non  si  ammetta,  che  sieno  scritte  da  diligente 
storico  posteriore  che  abbia  avuto  sott'occhio  documenti  coevi  ai  fatti  narrati.  Ma 
l'autore  non  ci  appare  dalla  sua  opera  un  diligente  storico. 

L'autore  della  seconda  parte  del  codice  suddetto,  per  qunnto  si  allontani  spesso 
nel  suo  racconto  dalla  storia  fiorentina,  tuttavia  sente  il  bisogno  di  dichiarare  tal- 
volta  la  relazione  che  corre  tra  i  fatti  fiorentini  e  quelli  degli  altri  pacsi,  e  narrando 
poi  di  quelli  di  Firenze  vi  si  ferma  a  lungo,  aggiungendo  particolari,  che  mancano 
in  altri  cronisti  fiorentini ;  e  per5  io  credo  che  l'autore  di  quella  cronaca  sia  del  Tre- 
cento  e  fiorentino. 

II  racconto  degli  avvenimenti  h  condotto  con  frequenti  salti  cronologici  per  te- 
nere  un  filo  conduttore  tra  i  fatti  di  diversi  paesi.  La  qnal  cosa  ci  pu5  far  sospet- 
tare  che  lo  scrittore,  o  tentasse,  assai  infelicemente,  una  storia  universale,  come  quella 
dei  Villani,  o  che  forse  egli  facesse  estratti,  se  non  copie  fedeli,  di  passi  di  diverse 
cronache  per  raccogliere  materiale  per  una  storia.  A  favore  della  prima  ipotesi 
sta  il  fatto  che  egli  cerca  di  cucire  i  diversi  passi  con  espressioni,  come  queste :  "  hora 
"  lasceremo  di  parlare  di  questa  materia  e  torneremo  a  parlare  del  Duca  d'Atene„. 
Noto  inoltre,  a  proposito  di  tali  espressioni,  che  lo  scrittore  mostra  di  non  avere 
la  pretesa  di  fare  lo  storico,  poiche  scrive:   "  in  questa  parte  dice  lo  conto  eic.  „. 

Orbene,  osservando  che  la  cronaca  dello  Stefani  dal  1335  al  1347  ^  assai  scarsa 
di  notizie,  e  che  dal  1335  al  1340  sono  venti  rubriche,  e  nessuna  ve  ne  ha  dal 
1338  al  1340,  si  pu5  credere  che  questa  seconda  parte  del  codice,  o  rappresenti 
un  materiale  nuovo  che  lo  Stefani  aveva  raccolto  per  impinguare  quella  parte  assai 
magra^  della  sua  cronaca,  la  quale  non  pot^  verosimilmente  essere  terminata  e  cor- 
retta  da  lui,  oppure  pu5  anche  credersi  che  altri  trascrivendo  la  cronaca  dello  Ste- 
fani,  ed  accorgendosi  della  povertk  del  racconto  in  quel  punto,  cercasse  per  conto  suo 
di  aggiungere  questa  appendice  con  passi  di  altre  cronache  del  '300.  La  prima  delle 
due  ipotesi  sembra  assai  probabile,  per5  non  pu5  ammettersi  sicuramente  se  si  pensa 
alla  materia  trattata  in  queste  aggiunte,  Lo  Stefani,  a  differenza  del  Villani,  non  in- 
tentleva  scrivere  di  tutti  i  paesi,  ma  della  sola  Firenze;  egli  nella  sua  cronaca  di 
rado  si  allontana  dal  suo  Comune,  e  quando  lo  fa,  assai  brevemente,  si  giustifica 
con  il  lettore  della  necessaria  digressione;  rautore   invece  di  quel  tratto  di  cronaca 


XHVl  1NTR0DU2I0NE 


I 


riportata  dal  codice  suddetto  dedica  gran  parte  del  racconto  agli  avvenimenti  non 
fiorentini.  Comprendo  che  questo  argomento  non  h  tale  da  potere  escludere  l'ipo- 
tesi  fatta,  poichfe  pu6  darsi  che  lo  Stefani,  raccogliendo  materiale,  non  fosse  obbli- 
gato,  come  poi  lo  era  nello  scrivere  la  cronaca  fiorentina,  a  Hmitare  le  sue  ricerche 
soltanto  nel  campo  fiorentino ;  ma  dall'  altro  lato  io  confesso  di  non  avere  prove  5 
sufficienti  per  ammettere  che  questa  parte  appartenga  proprio  allo  Stefani,  o  non  piut- 
tosto  a  un  compilatore  che  avesse  voluto  allargare  il  racconto  stefaniano,  Ik  dove 
esso  era  piti  arido,  E  per6  lascio  insoluta  la  questione,  notando  tuttavia  che  mi 
atterrei  alla  seconda  delle  due  ipotesi,  come  a  quella  che  pu6  essere  confortata  da 
altri  casi  analoghi.  E  per  concludere  circa  il  codice  D,  I,  1039  della  Nazionale  dir6  10 
che  esso  nelle  cc.  1-137  deriva  dal  codice  asiniano;  che  di  lezioni  diverse,  come 
quella  notata  dissimulb  al  luogo  di  et  simile,  non  ve  ne  ha  altri  esempi,  nfe  h  quindi  da 
credere  alla  derivazione  di  un  codice  perduto,  dal  quale  sarebbero  derivati  indipen- 
dentemente  il  ms.  D,  I,  1039  e  l'asiniano;  che  finalmente  la  relazione  di  questi  due 
rnss.  si  vede  anche  bene  dalla  uguaglianza  delle  intitolazioni  delle  rubriche,  intitola-  1 
zioni  che  non  corrispondono  affatto  a  quelle  date  dagli  altri  codici  del  primo  gruppo. 

Accanto  al  codice  D,  I,  1039  pongo  quello  della  Nazionale  miscellaneo  II,  V, 
150,  e  1'altro  proveniente  dalla  terza  soppressione  dei  Filippini  n.  9,  Entrambi  ri- 
portano  la  lezione  del  codice  D,  I,  1039  dissimulb  invece  della  et  simile,  entrambi 
rlportano  gli  stessi  errori.  Senonche  h  da  osservare  che  i  copisti  di  essi  molto  piti  20 
recenti  hanno  talvolta  modificate  diverse  parole  antiquate;  cosl  si  legge  in  esse  nello 
stesso  capitolo  in  cui  si  parla  di  Corso  Donati :  "  avvenne  ■per  li  suoi  modi  „  in- 
vece  della  lezione   "■  addivenne  ■per  li  sua  modi  „  che  h  nel  cod.  D,  I,   1039. 

II  cod.  II,  II,  335  deriva  anch'esso  dal  codice   asiniano,    ma   non   ha  relazione 
alcuna  con  gli  ultimi  tre  codici  descritti.     Infatti,  pur  corrispondendo  come  i  suddetti  25 
al  codice  asiniano,  non  riporta  le  varianti  che  sono  nel  codice  D,   1,    1039. 

Non  mi  resta  a  dire  che  del  ms.    Firidolfi-Ricasoli    e   del  ms.  della  Nazionale 
n,  III,   117;  di  essi  dir6  semplicemente  che  sono  da  coUocare  vicino  al  codice  Gua- 
dagni  e  quindi  alPedizione  ildefonsiana,     Del  resto,  stando  appunto  a  ci6  che  h  scritto 
in  principio  al  codice  II,  III,    117,  esso  h  una  copia  fatta  per  ordine  di    mons.   Gi-  30i 
rolamo  Della  Sommaia  dal  codice  Guadagni.     II  confronto  tra  l'edizione  ildefonsiana      ' 
e  il  codice  II,  III,  117  lo  conferma,  e  simile  cosa  pu6  dirsi  dell'altro  Firidolfi-Ricasoli. 


* 


RaccogHendo  adunque  le  varie  osservazioni  fatte,  i  codici  piti  importanti  restano 
sempre  l'asiniano  e  il  giordaniano.  II  codice  asiniano  (A),  per  il  carattere  del  copista  31 
e  per  il  tempo  in  cui  fu  scritto,  ci  rappresenta  una  maggiore  sinceritk  e  vicinanza  con 
l'autografo.  II  copista  e  ben  alieno  dal  colmare  lacune  o  dairintrodurre  interpola- 
zioni,  era  piuttosto  proclive  a  tagliare  ci6  che  gli  sembrava  inutile ;  e  per6  ci6  che 
^  nella  sua  copia  e  che  si  ritrova  in  altri  codici  indipendenti  da  essa  h  da  attribuirsi 


INTRODUZiONE  JCXVlt 


con  sicurezza  alI'autore.  Nfe  meno  utile  h  il  fatto  dell' indipendenza  dell'asiniano 
dal  giordaniano.     A  proposito  del  quale  ricorderb  nuovamente  che  la  diligenza  del 

PGiordani  e  il  tempo  in  cui  egli  visse,  che  suggeriva  buoni  criteri  nella  trascrizione 
dei  codici,  ci  dk  affidamento  a  condurre  suUa  sua  copia  (G)  la  nuova  edizione  per  ci5 
5  che  riguarda  le  forme  grammaticali.  Finalmente  ai  due  codici  suddetti  ^  da  aggiun- 
gere  l'edizione  ildefonsiana  (I),  che  rappresenta  il  ms.  Guadagni,  che  ha  pure  il  suo 
\;  valore.  E  cosl  questi  tre  mss.  fbrmano  il  materiale  fbndamentale  per  la  nuova  edi- 
zione.  Lk  dove  essi  sono  uguali  riprodurr5  fedelmente  il  ms.  giordaniano,  Ik  dove 
essi  presentano  diversith  di  lezioni  avr5  riguardo  ai  seguenti  casi  che  sono  possibili : 

10  La  diversa  lezione  pu5  ricorrere  in  tutti  e  tre  i  mss. ;  ed  in  tal  caso  mi  lascier5  gui- 
dare  piii  che  altro  dal  senso  del  testo,  mettendo  in  nota  le  varianti  degli  altri  due 
mss.  La  diversa  lezione  pu5  ricorrere  tra  uno  dei  codici  e  gli  altri  due,  ed  allora 
accetto  la  lezione  data  dai  due,  mettendo  in  nota  quella  del  terzo,  qualora  questa 
sia  una  vera  e  propria  lezione,  e  non  un  errore  evidentissimo  di  trascrittore.     Stando 

15  a  queste  norme,  non  ho  da  ricordare  ci5  che  ho  notato  intorno  alla  diversitk  delle 
intitolazioni  delle  rubriche  per  dire,  che  riprodurr5  quelle  del  Giordaniano,  non  cre- 
dendo  opportuno  riportare  in  hota  le  monche  delI'edizione  ildelfonsiana  e  quelle  as- 
sai  laconiche  dell'asiniano. 

Per  rendere  piti  agevole  la  ricerca  con  le  citazioni  date  secondo  l'edizione  di  pa- 

20  dre  Ildefonso,  ho  lasciato  invariata  la  medesima  numerazione,  nonostante  che  talvolta 
ricorra  nell' edizione  ildefonsiana  il  caso  di  un  numero  medesimo  ripetuto  in  due  ru- 
briche,  o  di  una  rubrica  che  andrebbe  scissa  secondo  codici  piti  autorevoli  di  quelli 
usati  da  padre  Ildefonso.  Questi  casi  del  resto  sono  pochi,  nh  per  essi  ho  creduto 
opportuno  di  variare  la  numerazione. 

25  Avverto  finalmente  che  invece  di  apporre  lunghe  note  al  testo  ho  preferito  d'il- 

lustrare  la  cronaca,  raccogliendo  in  un  capitolo  le  questioni  sui  punti  controversi 
della  storia  fiorentina  con  confronti  tra  lo  Stefani  ed  il  Villani,  ed  in  altro  capitolo 
descrivendo  la  vita  del  cronista  con  documenti  del  tempo. 


XXVIIl  INTRODUZIONE 


CAPITOLO  11. 

VALORE     DELLA     CRONACA 
(Lo  Stefani  ed  U  ViUani) 


SoMMARlo:  Partizione  della  cronaca  —  Procedimenio  tenuto  dal  cronista  nel  comJiHare  la  frima  farte:  attinse  a  fonti 
anteriori  al  XIV  secolo  o  solamente  alla  cronaca  di  Giovanni  Villani?  —  Le  frinci^ali  fonii  del  ^eriodo  leg- 
gendario  delle  origini:  la  Chronica  de  origlne  civitatis  e  le  origini  secondo  lo  Stefani  —  La  leggenda  di  Ber- 
ioldo  Cesare  nclla  cronaca  stefaniana,  nel  Libro  fiesolano  e  nella  cronaca  di  G.  Villani  —  Risultati  delPesame 
del  feriodo  lcggendario  delle  origini  nel  racconto  detlo  Stefani  confrontato  con  quello  del  Villani  —  Sfiega- 
zione  della  lacuna  nel  racconto  ira  il  IX  e  PXI  secolo  —  La  distruzione  di  Fiesole  del  lojo  e  del  ixsS: 
la  critica  dal  Muratori  al  Davidsohn:  le  aggiunte  dello  Stefani  in  rafforto  ai  risultati  della  critica  —  Le 
imfrese  esteriori  del  Comune  fioreniino  nel  XII  e  nel  XIII  secolo:  le  ragioni  delle  imfrese  secondo  lo  Siefani 
ed  il  Villani:  esame  comfarativo  delte  varie  differenze:  V  imfresa  di  Monte  Grossoli  —  La  guerra  tra  Pisa 
e  Firenze  del  izzo  —  La  vendita  del  castello  di  Monte  di  Croce  —  La  notizia  dello  Stefani  di  una  legge 
fer  Vacquisto  dei  castelli,  esaminata  in  rafforto  alle  condizioni  folitiche  del  temfo  fer  confermarne  la  vero- 
simiglianza  —  La  vcnuta  di  Federico  I  in  Toscana  e  la  questione  del  contado  tolto  ai  Fiorentini :  farticolare 
notato  dallo  Stefani  —  Le  lotte  civili  secondo  lo  Stefani  e  secondo  il  Villani:  il  moto  degli  Uberti  del  llfj; 
le  cause  e  le  -vicende  del  moto  secondo  lo  Stefani  e  secondo  gli  ultiini  risultati  del  Davidsohn  —  L'origine  dei 
Guelfi  e  dei  Ghibellini  secondo  i  due  cronisii:  esame  del  racconio  del  isij  e  del  1248,  le  ragioni  metafisiche 
del   Villani  e  quelle  foliiiche  dello  Stefani,  valore  diverso  assegnato   ai  fatii  e  farticolari  diversi  del  racconto 

£,a  costiiuzione  folitica   del  Comune  del  izSo:   esame  comfaraiivo   dci  fassi  corrisfondenti   dello    Sicfani  e     20 

del  Villani  ■ —  //  valore  della  farola  Popolo  e  la  fosizione  dei  fartiti  nel  racconto  dello  Siefani  — •  La  con- 
doita  dei  Ghibellini  sfiegata  dallo  Siefani  in  rafforto  alV  unione  dei  Guelfi  con  il  Pofolo  —  L'ufficio  dei  Tren- 
iasei  —  //  richiamo  degli  esuli  Guelfi  nel  12S0  —  //  Governo  dal  1230  al  1260 :  Vesodo  dei  Guelfi  del  1260  — 
//  secondo  Pofolo  del  1266 :  cause  della  sollevazione  —  Le  accuse  mosse  dal  Villani  contro  i  Fraii  Gaudenti  man- 
cano  nello  Stefani:  esame  dei  fassi  corrisfondenti  —  Uofera  dei  Fraii  Gaudenti  —  La  costituzione  foliiica  delle  25 
Arti,  e  la  distinzione  che  h  nello  Stefani  tra  Arti  maggiori  e  minori  —  La  isiituzione  dei  Dodici  Anziani  e  quella 
dei  Dodici  buoni  uomini  confuse  dal  Villani  e  disiinie  dallo  Siefani  —  Le  concordanze  dello  Stefani  e  delVAreiino: 
le  osservazioni  del  Satvemini  —  La  costituzione  del  maggio  del  1267:  il  Villani,  lo  Siefani  ed  il  Salvemini 
—  La  farte  soggeiiiva  del  racconio  del  Villani  —  //  Consiglio  dei  Cenio  e  quello  generale:  discordanze  con  il 
Salvemini  —  La  sioria  fioreniina  dal  isiS  al  lejg :  la  farie  avuia  dal  Pofolo  negli  avvenimenti  fosia  in  30 
evidenza  dallo  Siefani:  la  face  del  cardinale  Latino:  la  folitica  del  Pafato  in  armonia  con  gV  interessi  del 
Pofolo  —  L' ufficio  dei  ^uatiordici  buoni  uomini,  la  creazioni  delV  ufficio  e  la  sua  abolizione  non  ofera  solo  dei 
Guelfi,  come  vuole  il  Villani,  ma  sofrattuito  del  Pofolo  —  //  Priorato:  la  noiizia  dello  Siefani  della  farteci- 
fazionc  al  Prioraio  delle  Arii  minori  e  i  risultati  della  critica  del  Salvemini  non  interamente  concordanti  — 
Seconda  farte  della  cronaca  dello  Stefani:  suo  scarso  valore  in  rafforio  a  quello  dei  cronisii  del  iemfo:  Dino  35 
Comfagni  e  Giovanni  Villani:  le  conclusioni  del  Del  Lungo  a  frofosito  della  cronaca  siefaniana  —  Confronio 
di  alcuni  fassi  dello  Stefani  con  i  corrisfondenti  del  Villani:  la  Signoria  del  re  Roberto  e  quella  del  Duca 
d'Atene:  giudizi  dello  Stefani  sui  faiti  e  sulle  fersone  —  La  terza  farie  della  cronaca  —  Vari  fregt  di  essa: 
i  giudizi  sulle  fersone:  la  verith  nel  cronista:  la  sua  frosa. 

Credo  opportuno  per  lo  studio  delle  fonti  e  per  determinare  il  valore  della  cro-  40 
naca  dividere  1'opera  in  tre  parti,  corrispondenti  a  tre  periodi  di  tempo,  che  in  di- 
verso  modo  l'autore  poteva  conoscere  e  descrivere.  Vi  fe  infatti  una  parte  della 
cronaca  che  lo  Stefani  scrisse  attingendo  unicamente  dalle  fonti  piti  antiche,  ve  n'ha 
una  seconda  di  cui  qualcosa  potfe  raccogliere  dalla  viva  voce  di  chi  fu  presente  ai 
fatti  narrati,  e  finalmente  un'ultima  parte  comprende  fatti  svoltisi  in  tempi  in  cui  45! 
visse  l'autore,  e  ai  quali  egli  prese  parte.  ! 

L'anno  di  nascita  dello  Stefani,  siccome  innanzi  vedremo,  si  pu6  con  sicurezza 
fissare  al  1336 j   la   cronaca   fu   scritta  tra   il    1378  e  il   1385:  segno  questo  limite 


INTRODUZIONE  XXIX 


per  un  cenno  che  h  nelPopera  alla  rubrica  134%  nella  quale  h  detto  che  durante  la 
riforma  dei  Frati  Gaudenti  del  1266  "  fatti  i  consigHeri,  voUono  i  Mercatanti  ove 
"  qucsti  consiglieri  si  ragunassero.  Ci6  fu  sotto  la  casa  dei  Cavalcanti,  ove  h  oggi 
"  l'Arte  dei  farsettai,  barbieri  ek.  „.  Quest'Arte  fu  creata  durante  il  tumulto  dei 
5  Ciompi  nel  1378  e  fu  soppressa  nella  reazione  del  1382*,  dunque  lo  Stefani  in  quel 
periodo  di  tempo  aveva  gik  scritto  le  prime  134  rubriche. 

Un  altro  limite  di  tempo  pu5  segnarsi  con  I'esame  della  rubrica  851%  nella  quale 
si  narra  degli  avvenimenti  del  1380,  allorquando  i  Ciompi  banditi  dal  Comune  si 
erano  riparati  a  Siena.  Nota  lo  Stefani  che  per  tal  motivo  il  Comune  di  Firenze 
10  "  se  ne  dolse ;  alcuno  ne  sbandirono,  e  gli  altri  ricevettono  e  ricevono  e  ritengono, 
"  e  per  gli  patti  tra  loro  e  noi  non  potessono  nh  debbono  „.  Orbene  se  si  pensa 
che  verso  il  1385  in  Siena  era  abbattuto  il  Governo  democratico,  e  che  d'aIIora  in 
poi  •  non  si  accolsero  mai  piii  Ciompi  fiorentini,  pu5  credersi  che  l'autore  scriveva 
la  rubrica  851*  prima  del  1385. 

Stabiliti  questi  termini  cronologici  segno  il  1300  come  primo  limite  nella  parti- 
zione  della  cronaca,  poichfe  verosimilmente  egli  non  poteva  raccogliere  notizie  ante- 
riori  al  1300  da  testimoni  di  fatti,  anche  se  a  lui  narrati  durante  la  giovinezza.  E  gio- 
vevole  assegnare  al  1300  questo  limite  in  rapporto  aIl'anno  in  cui  fu  principiata  la 
cronaca  di  G.  Villani,  con  la  quale  stabiliremo  frequenti  confronti. 

Anche  per  lo  stesso  motivo  segno  il  limite  della  seconda  parte  della  cronaca 
intorno  al  1348  al  termine  cio^  della  cronaca  villaniana.  In  quella  prima  metk  del 
secolo  XIV  visse  quella  generazione  che  precedette  lo  Stefani,  e  che  poteva  a  lui 
nella  giovinezza  narrare  i  fatti  operati  in  servizio  del  Comune.  Con  quelFanno  poi 
della  terribile  peste  pu6  dirsi  cominci  nella  narrazione  dello  Stefani  il  primo  fatto 
5  che  I'autore  personalmente  ricordava  scrivendo.  Egli  aveva  allora  compiuti  i  dodici 
anni,  era  certamente  troppo  giovane  per  fermare  nella  memoria  i  fatti  e  ritenerli  fino 
al  1378,  tuttavia  si  noti  che  la  peste  del  1348  era  tal  cosa  che  doveva  colpire  la  mente 
di  un  giovanetto  che  ne  avrk  potuto  conservare  il  ricordo  in  tutto  il  resto  della  vita. 
La  narrazione  che  segue  il  1348  ha  bcn  presto  un  segno  assai  chiaro  della  testimo- 
)  nianza  dello  scrittore  ai  fatti  narrati.  "  Questo  vid'  io  „  scrive  lo  Stefani  nella  ru- 
brica  647"  per  il  1351  dopo  aver  narrato  alcuni  episodi  delle  fortificazioni  della  citta, 
minacciata  allora  dai  Visconti. 

Abbiamo  cosl  distribuito  la  cronaca  dello  Stefani  in  tre  parti :  la  prima  dal  prin- 
cipio  al  1300  conta  215  rubriche;  la  seconda  dal  1300  al  1348  comprende  le  ni- 
)  briche  216-635*;  la  terza  h  formata  dalle  ultime  362  rubriche  e  va  fino  alPan- 
no  1385. 

Si  pu6  certamente  osservare  che  nella  economia  di  tutto  il  lavoro  non  v'b  pro- 
porzione  tra  la  prima  e  le  due  ultime  parti  in  relazione  allo  spazio  di  tempo  trattato ; 

'  Rubr.   134*. 


XXX  INTRODUZIONE 


poichfe,  mentre  dal  1300  in  poi  si  pu6  in  media  stabilire  dalle  nove  alle  dieci  rubriche 
per  ogni  anno;  per  la  prima  parte  invece  dalle  origini  dell' uomo  al  1300  sono  im- 
piegate  sole  215  rubrjche. 

Lo  Stefani  aveva  creduto  opportuno  di  premettere  come  i  cronisti  contemporanei 
un  simile  cappello  di  leggendarie  origini  bibliche  e  romane  alla  sua  cronaca  fiorentina, 
ma  egli  cerca  ben  presto  di  liberarsi  di  tale  luogo  comune,  rapidamente  sorvolando  su 
diversi  secoli  di  storia,  e  pervenendo  con  la  30*  rubrica  ai  tempi  di  Carlo  Magno. 


*  * 


Nella  prima  parte  adunque  della  cronaca  fe  brevemente  trattato  il  periddo  delle 
piii  lontane  origini  del  mondo,  di  Roma,  di  Fiesole  e  di  Firenze.  Lo  studio  di  10 
questo  periodo  se  storicamente  non  ha  alcun  valore,  pu6  servirci  tuttavia  per  cono- 
scere  il  metodo  tenuto  dall'autore  nel  compilare  questa  parte  della  cronaca ;  la  qual 
cosa  puo  fornirci  il  modo  di  stabilire,  qualora  ne  sia  il  caso,  qualche  analogia  con  il 
procedimento  tenuto  dall'autore  nella  narrazione  dei  periodi  successivi.' 

Una  questione  ci  si  presenta  subito:  Lo  Stefani    poteva    ricavare   questo  mate-  15 
riale  delle  origini,  o  da  antiche  compilazioni  fiorentine  anteriori  al  XIV  secolo,  oppure 
da  quelle  cronache  del  principio  del  XIV  secolo,  che  avevano  riprodotto  il  materiale 
precedente  accomodandolo  a  preambolo  della  Storia  fiorentina.     Se  poi  si  pensa,  che 
la  cronaca  di  Giovanni  Villani  ai  tempi  dello  Stefani  era  ben  divulgata,  e  che  lo  Ste- 
fani  la  consulto  indubbiamente  (come  appare,  lo  vedremo  piti  innanzi,  dalla  citazione  20 
che  egli  ne  fa  per  due  volte  nell'opera  sua),  sorge  assai  verosimile  l'ipotesi  che    lo 
Stefani  abbia  fin  da  principio  unicamente    riprodotto  la  cronaca  villaniana,  senza  ri- 
correre  (poiche    poteva    farne  a  meno)  ad  altre  fonti  piix  antiche,  dalle  quali  aveva 
gik  attinto  il  Villani.     Se  poi  questa  ipotesi  si  potrk  estendere  a  tutta  la  prima  parte 
della  cronaca  cioh  alle  prime  215  rubriche,  sark  tolto  cosl  ogni  valore  alla  cronaca  25 
stefaniana  fino  al  racconto  del  1 300 ;  e  sark  in  tal  modo  giustificata  la  dimenticanza, 
in  cui  h  stata  posta  la  nostra  cronaca  dagli    storici    piti   recenti  e  piti  diligenti,    che 
hanno  trattato  dei  primi  tempi  della  storia  fiorentina. 

II  proemio  della  cronaca  stefaniana  ci  dk  fin  dal  principio  un  argomento  a  fa- 
vore  dell'ipotesi  fatta.  Esso  h,  pu6  dirsi,  una  parafi-asi  non  molto  ben  riuscita  di  30 
quello  simile  premesso  da  G.  Villani  all'opera  sua.  Se  poi  si  considera  la  distribu- 
zione  della  materia  nelle  due  cronache,  fatta  astrazione  della  parte  relativa  alla  storia 
generale  non  fiorentina  che  lo  Stefani  tralascia,  1'analogia  fe  manifesta  non  ^olo  nell'or- 
dine  della  materia  trattata,  ma  anche  nelle  lacune  che  ricorrono  nelle  due  cronache  di 
certi  periodi  storici ;  finalmente  venendo  a  casi  piti  speciali  si  possono  facilmente  ci-  35 
tare  molti  errori  comuni  di  nomi  e  di  date. 

Accanto  a  queste  analogie  (le  quali  peraltro  potrebbero  derivare  da  identitk  di 
fonte  usata  dai  due  cronisti)  sono  da  osservare  alcune  notevoli  differenze  tra  lo 
Stefani  ed  il  Villani  in  questa  prima  parte    delle   loro  cronache.     Lo  Stefani  infatti. 


►■ 


INTRODUZIONE  XXXI 


pur  non  riportando  alcune  notizie  che  sono  nella  cronaca  villaniana,  ne  riporta  altrc 
che  non  sono  in  questa. 

I  passi  che  oiTrono  le  pih  notevoli  differenze  li  ho  divisi  in  due  gruppi ;  com- 
prendendo  in  un  primo  quelli  nei  quali  lo  Stefani  ha  descritto  con  piti  ricchi  parti- 

5  colari  i  medesimi  fatti  narrati  dal  Villani;  e  finalmente  in  un  secondo  quei  passi  nei 
quali  i  due  cronisti  in  diverso  modo  spiegarono  e  valutarono  gli  stessi  fatti  ^  Lo 
Stefani  adunque,  giacchfe  esistono  tali  differenze,  non  ha  copiato  il  Villani  in  questa 
prima  parte  della  sua  cronaca ;  egli  pu6  avere  attinto  o  a  fonti  diverse,  o  alle  me- 
desime  variamente  interpretandole  e  riproducendole. 

0  Limito  la  ricerca  per  ora  alle  prime  trenta  rubriche   della   cronaca,  al  periodo 

cioh  delle  origini,  e  comincio  intanto  a  indicare  quali  soho  le  fonti  che  lo  Stefani 
stesso  cita  nel  corso  della  sua  opera:  un  primo  gruppo  fe  rappresentato  dalla  Genesi' 
c  dai  libri  di  Virgilio,  di  Orosio  e  di  Darete  frigio®;  un  altro  gruppo  b  rappresen- 
tato  dalle  cronache  di  Martin  Polono  *  e  di    Giovanni  Villani^.     Non    credo    che    il 

5  primo  gruppo  sia  stato  direttamente  consultato  dallo  Stefani,  poichfe  il  modo  stesso 
com'fe  tirata  giii  questa  prima  parte,  le  non  poche  compilazioni  anteriori,  nelle  quali 
erano  gik  fuse  queste  leggende  bibliche  e  pagane,  ci  fanno  credere  che  tale  erudi- 
zione  dello  Stefani  fosse  di  seconda  mano.  AI  contrario  b  molto  piii  sicuro  che 
le  cronache  di  Martin  Polono  e  di  Giovanni  Villani  fossero  direttamente  consultate 

0  dallo  Stefani ;  ma  queste,  ripeto,  non  bastano  a  spiegare  le  differenze  notate,  e  pero 
bisogna  credere  che  I'autore  verosimilmente  non  volesse  citare,  ne  aveva  bisogno  di 

f!    farlo,  altre  fonti  della  primitiva  storia  fiorentina,  dalle  quali  egli  attinse. 


* 


Delle  fonti  della  primitiva  storia    fiorentina  ^  da    noi    conosciuto   un   materiale 

5  formatosi  verso  il  XII  secolo,  ed  accresciutosi  a  mano  a  mano  nel  tempo  successivo. 

La  leggenda  dell'  origine  di  Firenze  compare  nella  cronaca  del  Sanzanome,  che  scrisse 

nel  principio  del  XIII  secolo  ',  e  fu  tramandata  in  diverse  redazioni,  delle  quali  tre 


'  Non  ho   tenuto   conto   deUe   differenze   dl  date,  I35  138-VII,  15;  139-Vn,  17;  142-^11,32;  156-^11,79-, 

poich^  non  si  pu6  essere  sicuri  che  queste  fossero  tutte  1S8-VII,  79;  194- VII,  154. 
quante  apposte  dallo  Stefani ;  mancano  infatti  moltissi-  *  Rubr.  i*. 

me  nel  codice  piu  antico,  l'asiniano  ;  nei  codici  poste-  ^  Rubr.  10'. 

riori  sono  riprodotte   quasl   sempre   quelle   del  Villani.  *  Rubr.  27*.  30 

Sembra  che  il  lavoro  non  pote  essere  condotto  a  termine  '  Rubr.  157*. 

dallo  Stefani.     Ecco  intanto  uno  specchletto  delle  prin-  *  La  sua  cronaca  va  sotto  il  nome   di    Ges/a  flo- 

cipali  differenze ;  il  primo  numero  indica  la  rubrica  dello  retiiinorum,  e  stata  pubblicata  dall'  Hartwig  in   *  Quel- 

Stefani,  gli  altri  due  rappresentano  il  libro  e  il  capitolo  len  und  Forschungen  zur  altesten  Geschichte  der  Stadt 

del  Villani  (Ediz.  Dragomannl,  Firenze,  1844).  FIorenz„,  Erster  Theii,  Marburg,  1875.     Un'altra   edi-    25 

Primo  gruppo:    71 -VI,  6;  83-VI,  33;  86- VI,  35;  zione  ne  fu  fatta  dalla   Deputazione   toscana   di   Storia 

90-VI,  39;  93,  94-VI,  43;  104-VI,  55;  117-VI,  65;  I30-VI,  patria,    in    Documenti  di   Storia   italiana;   Firenze,    Cel- 

74;  125-VI,  79;  140- VII,  16;  147-VII,  31;  150-VII,  42;  lini,  1876.     II  nomc  del  Sanzanome  ricorre  in  un  docu- 

153-VII,  56;  158-VII,  79;  194-VII,  154.  mento  del  14  giugno  1188  e  in  altro  del  1197,  editi   da 

Secon-do  gruppo  :  82-VI,  33;  I24-VI,  79;  133- VII,  P.  Santini  in   Documenti  deWantica  costituzione   di  Fi-    30 


xxxn 


INTRODUZIONE 


furono  pubblicate  dall'  Hartwig  con  il  titolo  di  Chronica  de  origine  civitatis  ^  Di 
queste  redazioni  I'una  in  latino  fe  cavata  da  un  codice  della  Magliabecchiana  di  Fi- 
renze  della  fine  del  secolo  XIII '^;  Taltra  in  italiano  trovasi  in  un  codice  lucchese 
compilato  fra  il  1290  e  il  1342  **,  la  terza  conosciuta  sotto  il  nome  di  Libro  fieso- 
lano  ha  la  data  del  1382*.  Una  quarta  e  non  meno  importante  redazione  e  stata 
trovata  dal  prof.  C.  Paoli  ^. 

Accanto  a  queste  leggende  abbiamo  un  piccolo  ma  prczioso  materiale  in  due 
raccolte  annalistiche,  delle  quali  la  piu  antica  risale  al  XII  secolo  ^  Tengo  a  dire 
intanto  che  il  mio  non  h  uno  studio  sulle  fonti  di  storia  fiorentina ;  io  mi  limito  sem- 
plicemente  a  vedere  se  di  questo  materiale  da  noi  conosciuto  vi  sia  traccia  nella 
cronaca  dello  Stefani,  e  se  ve  ne  sia  inoltre  altro  sconosciuto. 

La  rubrica  seconda  dello  Stefani  che  descrive  l'Asia  richiama  alla  memoria  il 
passo  corrispondente  del  Libro  fiesolano.  Scriveva  lo  Stefani :  "  l'Asia  conie  a-p-pare 
fe  quasi  la  meta  della  terra  abitabile  „  ;  la  espressione  conie  appare  non  t  veramente 
molto  chiara,  tale  peraltro  diventa  leggendo  le  seguenti  parole  nel  Libro  fiesolano 
(p.  38)  :  "  La  prima  parte  e  la  maggiore  h  detta  Asia,  siccome  si  dimostra  -per  lo 
diritto  com-passo  „ ;  le  quali  parole  sono  illustrate  da  questa  figura : 


10 


i 

15 


Non  si  pu6  certamente  assicurare  che  lo  Stefani  avesse  qui  sott'occhio  il  Libro 
fiesolano ;  ma  si  noti  che  la  dimostrazione  geometrica  della  notizia  data  manca  nelle 
altre  redazioni  della  Chronica  de  origine;  nh  quindi  t  inverosimile  che  da  quel  Libro  2( 
I'abbia  preso  lo  Stefani,  che  omise  di  segnare  la  figura  geometrica;  se   pure  questa 
omissione  non  si  debba  ai  copisti  della  cronaca  stefaniana. 

Continuando  il  confronto  delle  diverse  redazioni  della   Chronica   de  origine  ci- 
vitatis  con  le  prime  rubriche  dello  Stefani,  si  puo  notare  che  solo  con  il  Libro  fie- 
solano  corrisponde  il  tempo  assegnato  aII'assedio  di  Troia  di  anni  10,  mesi  6,  giorni  12,  2! 
e  non  di  giorni  15,  come  danno  le  altre  redazioni.     Parimenti  al  Libro  fiesolano  si 


w 


renze  (a  cura  della  R.  Deputazione  toscana  di  Storia  pa- 
tria);  Firenze,  Cellini,  1895,  parte  I,  doc.  18  e  21. 
'  D.  O.  Hartwig,  oJ>.  cit.,  parte  I,  pp.  37-63. 

*  Biblioteca  nazionale  di  Firenze,  cod.  magliabec- 
chiano,  11,  67. 

^  Arcliivio  di  Lucca,  Collezione  Orsucci :  O,  40. 

*  Fu  pubblicato  la  prima  volta  dal  Gargani  nel 
vol.  I  &t\V Afpendice  alle  leiiure  di  famiglia;  Firenze,  Cel- 
lini,  18S4. 

*  Biblioteca  laurenziana  di  Firenze,  XXVIII,  8;  il 


prof.  C.  Paoli  ne  dife  notizia  in  una  recensione  del  libro 
citato  dell'HARTWiG  in  "  Archivio  storico  italiano  „  to- 
mo  IV,  anno  1882. 

*  Costituiscono  gli  y4»»a/ej^or€»AW,  I  (1110-1173) 
e  gli  Annales  florentini,  II  (i  107-1247)  editi  dall'HARTWiG 
in  o/.  c//.,  parte  II  (Halle,  1880).  La  natura  di  quegli 
annali  fu  ben  definita  dal  prof.  C.  Paoh  neirartico- 
lo  citato  e  dal  prof.  P.  Villari  ne  I  frimi  due  secoli 
della  storia  di  Firenze,  vol,  I,  cap.  I ;  Firenze,  Sanso- 
ni,  1893. 


INTRODUZIONE  XXXIII 


accosta  il  racconto  dello  Stefani  sulla  prima  distruzione  di  Fiesole  e  sulle  condizioni 
imposte  ai  vinti  Fiesolani.  Perallro,  restando  sempre  nel  campo  della  Chronica  de 
orig^ine  civiiatis,  accanto  a  queste  corrispondenze  e  richiami  del  Libro  Jiesolano  pos- 
siamo  notare  altri  passi,  in  cui  lo  Stefani  si  accosta  pifi  che  al  Libro  Jiesolano  alle 

5  altre  redazioni :  cosi  appunto  si  puo  osservare  per  il  racconto  della  leggenda  di  Rea 
Silvia  che  si  avvicina  solamente  a  quella  del  codice  lucchese.  Ed  inoltre  possiamo 
citare  altri  passi  dello  Stefani,  che  sono  diversi  dalle  redazioni  citate,  ma  che  con- 
tengono  molti  elementi,  che  sono  in  quelle  redazioni,  L'origine  deirarme  fiorentina, 
secondo  lo  Stefani,  che  qui  h  un  po'  diverso  dal  Villani,  si  deve  ai  Fiorentini   che 

10  recatisi  un  giorno  in  Campidoglio  per  discutere  appunto  sulParme  "  trovarono  un 
giglio  nato  "  sopra  un  prato  molto  bello  „  e  questo  misero  nel  gonfalone  rosso  che  i 
Romani  avevano  loro  mandato.  Nelle  tre  redazioni  della  Chronica  de  origine  civitatis 
ci   sono  tutti   gli   elementi    della   leggenda,  vi  fe  solo   questa  differenza :  non  sono  i 

,     Fiorentini,  ma  i  Romani  ad  adunarsi  per  discutere  suU'  arme,  la  quale  h  scelta,  avuto 

3  riguardo  ai  fiori  del  campo  in  cui  sorgeva  Firenze. 


*  * 


Molto  piii  notevole  6  la  leggenda  di  Bertaldo  Cesare  che  h  nello  Stefani,  la  quale 

pu6  mettersi  a  confronto  con  quella  di  Uberto  Cesare,  che  h  in  appendice  al  Libro 

jj  Jiesolano  ^     La  leggenda  dettata  da  adulazione "  verso  gli   Uberti  era  conosciuta  dal 

•o  Villani,  ma  egli  da  buon  popolano  fiorentino,  poco  amorevole  agli  Uberti,  non 
la  riporta,  scusandosi  col  dire:  "  questo  non  troviamo  per  alcuna  autentica  storia 
"  che  per  noi  si  trovi  „  ^  Secondo  il  Libro  fiesolano  Uberto  Cesare  era  figlio  di  Ca- 
tilina;  dopo  la  distruzione  di  Fiesole  egli  fu  perdonato  dai  Romani,  e  fu  quindi  invi- 
tato  da  G.  Cesare  ad  abitare  in  Firenze.     Egli  vi  signoreggi6  con    sette    compagni 

3  fiesolani  e  fiorentini.  Morto  G.  Cesare,  Cesare  Augusto  lo  invit6  ad  andare  alla 
conquista  della  Sassonia.  AUora  l'Antigrade  della  Germania  diede  ad  Uberto  Cati- 
lina,  figliuolo  di  Uberto  Cesare  la  propria  figlia  per  moglie,  e  cosl  da  Uberto  Cati- 
lina  derivarono  gli  Ottoni  di  Germania  ed  altri  legnaggi  degli  Uberti  che  si  trapian- 
tarono  quindi  in  Firenze.     A  proposito  dei  tre  Ottoni  il  genealogista  avverte :   "  Questi 

•»  "  tre  imperatori  sono  nati  del  lignaggio  degli  Uberti  di  Firenze,  e  perci6  sono  molti 
"  che  dicono  che  sono  nati  della  Magna.  Ma  a  ricontare  la  verace  storia,  elli  sono 
"  nati  del  nobilissimo  Catilina  re  di  Roma;  e  Catilina  fue  nato  dei  nobili  scacciati 
"  di  Troia  „  ^ 

Lo  Stefani  riferisce  che  Bertaldo  Cesare  era  stato  a  Fiesole  ai  tempi  di    Cati- 


'  Dl  questa  leggenda  tratt6  anche  il  Renier  nel  suo  particolarmente  (nh  del  resto  era  buo  proposito)  la  reda- 

ottimo  lavoro   su  Fazio  degli  Uberti :    Uriche  edite   ed  zione  stefaniana,  sidla  quale  appunto  io  devo  soprattutto 

inedite   di  Fazio   degli    Uberti.      Testo   critico  freceduto  fermarmi. 

da  una  introduzione  sulla  famiglia  e   sulla  vita   delVau-  ^  Of.  cit,,  I,  41.  lO 

^re /c»- ca^a  rfj  Rodolfo  Renier;  Firenze,  Sansoni,   1883,  ^  O/.  cit.,  p.  65, 

pp.  xvui  sgg.).     II   Renier  peraltro   non   lia  esaminato 

T.  XXX,  p.  I  —  C. 


XXXIV  INTRODUZIONE 


I 


lina,  egli  era  parente  di  G.  Cesare,  e  per6  nella  distruzione  di  Fiesole  gli  furono 
rispettati  i  beni  e  la  casa.  Venuto  a  dimorare  a  Firenze  fu  onorato  e  scelto  come 
ambasciatore  da  inviare  ai  Romani,  quando  alla  morte  di  Benzo,  rettore  dei  Fioren- 
tini,  questi  richiesero  dai  Romani  di  "  potersi  reggere  a  loro  modo,  sl  veramente  in 
"  divozione  del  popolo  di  Roma  „.  L'ambasceria  ebbe  esito  felice;  e  Bertaldo  Ce-  : 
sare  fu  scelto  come  console  per  cinque  anni  con  dodici  senatori,  dei  quali  sei  fieso- 
lani  e  sei  fiorentini  \ 

La  leggenda  stefaniana  ci  si  presenta  abbastanza  diversa  da  quella  del  Libro 
fiesolano-  si  consideri  tuttavia :  1°  il  posto  identico  nelle  due  cronache  in  cui  essa 
cronologicamente  h  incastrata  tra  la  distruzione  di  Fiesole  e  1'edificazione  di  Firenze ;  10 
2°  una  certa  somiglianza  di  nomi :  Bertaldo  Cesare  e  Uberto  Cesare  ;  3°  la  cor- 
X  rispondenza  delle  notizie  sul  govemo  in  Firenze  di  Bertaldo  e  di  Uberto  con  com- 
pagni  fiorentini  e  fiesolani.  Una  differenza  fe  per6  notevole  :  Uberto  Cesare,  marito 
di  una  fiesolana  h  figlio  di  Catilina ;  Bertaldo  Cesare  h  fiesolano,  ma  h  invece  parente 
di  G.  Cesare.  Le  differenze  diventano  sempre  piti  inconciliabili  per  il  seguito  della  15 
leggenda,  poichb  1'  una  si  ferma  a  Firenze ;  I'altra  invece,  peregrinando  per  la  Ger- 
mania  dopo  di  aver  dato  origine  agli  Ottoni,  torna  nuovamente  a  Firenze. 

Esaminiamo  il  valore  delle  due  leggende  :  quella  dello  Stefani  non  ha  alcun  fine 
particolare,  come  evidentemente  ha  quella  del  Libro  fiesolano,  di  adulare  le  origini  de- 
gli  Uberti.  La  leggenda  stefaniana  ^,  pu6  dirsi,  un  complemento  necessario  a  quelle  2C 
precedenti  della  distruzione  di  Fiesole  e  dell'edificazione  di  Firenze,  per  dire  del  primo 
governo  di  Firenze.  E  poichfe  tra  le  memorie  dei  primi  tentativi  di  autonomia  cit- 
tadina  era  vivo  il  ricordo  della  dipendenza  feudale  si  volle  a  questo  Bertaldo,  nome 
d'origine  germanica,  innestare  un  elemento  romano  aggiungendo  il  secondo  nome  di 
Cesare,  legandolo  in  parentela  con  G.  Cesare,  nominandolo  quindi  ambasciatore  dei  2 
Fiorentini  presso  i  Romani,  ed  eleggendolo  infine  console  per  cinque  anni  in  compa- 
gnia  di  senatori  fiorentini.  Credo  insomma  che  la  leggenda  sia  1'  idealizzazione  della 
prima  forma  di  autonomia  comunale,  contemperata  in  principio  da  elementi  feudali 
e  da  elementi  cittadini.  La  leggenda  naturalmente  spinse  indietro  nei  piij  lontani 
secoli  un  fatto  molto  piii  recente  per  dare  ad  esso  una  veste  arcaica,  piti  solenne  e  3 
misteriosa. 

Ben  diverso,  ripeto,  h  il  fine  particolare  di  adulazione  agli  Uberti  che  si  pro- 
pone  la  leggenda  del  Libro  fiesolano ;  si  osservi  peraltro  che  1'  indirizzo  tutto  ger- 
manico,  che  prende  questa  leggenda,  segue  una  prima  parte  in  cui  sono  possibili 
molti  confronti  con  la  leggenda  stefaniana ;  e  si  osservi  che  la  seconda  parte  ha  un  3i 
significato  che  fe,  puo  dirsi,  1'  ultima  parola  dopo  quella  gik  detta  sull'  origine  degli 
Uberti :  costoro,  vi  si  dice,  non  discendono,  come  comunemente  si  ritiene,  dagli  Ot- 
toni,  ma  questi  discendono  da  quelli.     Questa  seconda  parte  adunque  della  leggenda 

'  Rubr.  31». 


INTRODUZIONE  XXXV 


del  Libro  fiesolano  fe  verosimilmente  posteriore  alla  prima,  la  quale  e  servita  ed  essa 
quasi  come  preambolo. 

La  leggenda  insomma  del  Libro  fiesolano  prende  una  via  tutta  diversa  da  quella 
stefaniana  dopo  avere  percorso  un  campo,  che  lo  Stefani  indipendentemente  dal  com- 
5  pilatore  del  Libro  fiesolano  conobbe  e  percorse. 

Se  ora  veniamo  al  raffronto  .dello  Stefani  con  il  Villani  abbiamo  in  questo  punto 
una  prova  sicura  che  qui  i  due  cronisti  ebbero  fbnti  diverse,  e  che  piii  antica  era 
quella  dello  Stefani.  Infatti  il  Villani  evidentemente  si  serviva  qui  o  del  Libr^o  fiC' 
solanoy  o  di  una  redazione  simile,  poichfe  egli  non  volle  riportare  quella  leggenda 
10  perchfe  a  lui  appariva  un  atto  di  adulazione  agli  Uberti.  Orbene,  la  leggenda  dello 
Stefani  non  ha  questo  carattere,  e  per6  se  fosse  stata  sotfocchio  al  Villani,  questi 
non  avrebbe  avuto  ragioni  contrarie  per  non  riportarla  integralmente.  Giova  intanto 
avvertire  che  il  Villani  non  dk  in  quel  punto  della  cronaca  tutte  le  notizie  che  sono 
nello  Stefani  intomo  al  govemo  di  Firenze  ai  tempi  di  Roma  ^ ;  la  qual  cosa  ci  dk 
5  sempre  piii  ragione  a  credere  che  queste  notizie  si  colleghinb  (anzi  ne  sieno  parte 
integrale)  con  la  leggenda  di  Bertaldo,  e  che  perci6  la  mancanza  di  questa  nel  Vil- 
lani  spieghi  la  mancanza  delle  suddette  notizie, 

* 
*  * 

I  raffronti  con  il  materiale  leggendario  delle  origini  ci  ha  cosl  portato  al  con- 
J  fronto  dei  passi  dello  Stefani  con  quelli  del  Villani ;  pertanto,  prima  di  venire  a  quelle 
differenze  gik  distinte  in  due  gruppi,  sbarazzo  il  terreno  da  altre  che  potrebbero  in 
sulle  prime  dimostrarci  nello  Stefani  fonti  diverse  da  quelle  del  Villani  per  fatti  che 
appaiono  narrati  in  modo  sostanzialmente  diverso.  Qui  peraltro  bisogna  andare  cauti ; 
cosi  le  differenze,  che  sono  ad  esempio:  1°  nella  descrizione  del  tempio  di  Firenze  che 
5  secondo  lo  Stefani  fu  cominciato  da  Cesare  e  finito  da  Ottaviano,  e  che,  secondo 
il  Villani,  fu  cominciato  da  Ottaviano;  2°  nella  diversa  data  d' introduzione  del  Cristia- 
nesimo  in  Firenze  nel  320  secondo  lo  Stefani  e  nel  350  secondo  il  Villani,  non  sono 
tali  differenze  da  poterci  fare  ammettere  una  fonte  diversa  tra  i  due  cronisti,  poichfe 
quelle  date  e  quei  nomi  possono  conciliarsi,  e  possono  non  essere  state  nel  testo 
primitivo,  ma  introdotte  dal  Villani  o  dallo  Stefani.  Infatti  il  nome  Cesare  Otta- 
viano,  sdoppiandosi,  potfe  essere  ragione  di  avere  attribuito  a  Cesare  il  principio  e  ad 
Ottaviano  la  fine  del  tempio;  la  differenza  poi  della  data  deII'introduzione  del  Cri- 
stianesimo  in  Firenze  fe  dovuta  ad  un  computo  diversamente  fatto  da  cronisti  sulle 
determinazioni  approssimative,  che  erano  nelle  memorie  pifi  antiche.  Firenze,  era 
detto  in  quelle  memorie,  pass6  al  Cristianesimo  nel  regno  di  Costantino;  questi  si 
era  fatto  cristiano  nel  320,  ed  aveva  regnato  trent'anni;  Firenze  dunque  potfe  dive- 
nire  cristiana  in  quel  trentennio;  e  per6  per  lo  Stefani  ci6  avvenne  nel  320,  per  il 

'  Rubr.  21*. 


^« 


XXXVl  INTRODUZIONE 


/  Villani  nel  350.     Ripeto,  pu6  benissimo  ci6  derivare  da  diversitk  di  fonti,  ma  pari- 
menti  ci5  pu5  derivare  anche  da  una  stessa  fonte,  diversamente  interpretata. 

A  questa  seconda  opinione,  per  la  quale  possiamo  ammettere  che  tra  le  fonti 
adoperate  dallo  Stefani  ve  ne  sieno  state  di  quelle  gik  adoperate  dal  Villani,  ci 
riconduce  un'altra  serie  di  passi  dei  due  cronisti  messi  a  confronto.  5 

Dei  passi  messi  a  confronto  alcuni  sono  caratteristici  per  certe  frasi  che  sono 
ripetute  nei  due  cronisti.  Nella  venuta  di  Saturno  in  Italia  lo  Stefani  nota  che 
"  grosse  genti  erano  quelle  del  paese  „  (rubr.  1 3") ;  ed  il  Villani :  "  la  gente  allora 
"  era  molto  grossa  „  (I,  23).  Lo  Stefani  aggiunge  in  quella  rubrica  molti  particolari 
suUa  cittk  edificata  e  sulle  opere  di  Saturno,  particolari  che  escludono,  che  la  frase  10 
analoga  sia  pervenuta  allo  Stefani  per  via  del  Villani,  ma  che  invece  ci  fanno  cre- 
dere,  che  quei  particolari  fossero  nella  medesima  fonte  usata  dal  Villani,  il  quale  non 
credette  opportuno  di  riportarli.  In  altro  passo  h  detto  che  i  Goti,  battuti  da  Ono- 
rio,  furono  ridotti  vicino  a  Fiesole  m  alido  Izcogo;  la  frase  ricorre  nei  due  cronisti^; 
per5  nel  Villani  h  accompagnata  da  simili  frasi  che  danno  una  coloritura  artistica  15 
al  passo,  nello  Stefani  manca  invece  quella  coloritura  che  probabilmente  si  deve  al 
gusto  artistico  del  Villani,  e  che  mancava  nell'originaIe  piti  rozzamente  e  sincera- 
mente  riprodotto  dallo  Stefani. 

Anche  certe  differenze  possono  farci  pervenire  a  simile  conclusione:  Nel  rac- 
conto  dell'opera  di  Romolo  lo  Stefani  nota  che  i  nomi  dei  Senatori  creati  da  Ro-  2'i 
molo  si  leggevano  in  tavole  con  lettere  ^oro  (rubr.  16*),  nel  posto  corrispondente 
il  Vill^ni  dice  che  quei  nomi  si  leggevano  in  tavole  d^oro  (I,  26).  Non  credo  di 
andare  lontano  dal  vero  ammettendo  che  la  lezione  piii  antica  e  genuina  fosse  quella 
meno  esagerata  delle  tavole  con  lettere  d'oro,  e  che  l'altra  si  dovesse  all'alterazione 
introdotta  successivamente  forse  dal  Villani  medesimo.  A  questo  proposito  potrebbe  2 
essere  citato  anche  un  altro  esempio,  in  cui  la  lezione  data  dal  Villani  diventa  intel- 
ligibile  ponendovi  accanto  il  passo  corrispondente  dello  Stefani.  I  Fiorentini  ave- 
vano  custodito  la  cittk  di  Pisa  dalle  insidie  dei  Lucchesi,  mentre  i  Pisani  erano  andati 
all'impresa  di  Maiorca;  tornati  dalla  spedizione  i  Pisani  olTersero  ai  Fiorentini  due 
colonne,  delle  quali  cosi  parlano  i  due  cronisti:  ' 

G.  ViLLANi,  lib.  IV,  c.  3 1  {Ed.  Dragoni).  MARcraoNNE  di  C.  Stefani,  rubr.  42». 

.  .  .  .  e  per  alcuno  si  disse  che  per  invidia  le  feciono  .  .  .  .  e  dicesi  una  favola  che  in  queste  colonne  si  ve- 
affocare,  e  le  dette  colonne  sono  quelle  che  sono  diritte  devano  molte  cose  e  che  i  Pisani  le  abbacinarono  col 
dinanzi  a  San  Giovanni.  fuoco.  Qnesto  e  rimesso  nella  sua  verita. 

Nel  Villani  non  si  capisce  la  ragione  perchfe  le  colonne  fossero  affocate,  non 
dicendoci  il  cronista  che  in  esse  "  si  vedevano  molte  cose  „  e  percio  se  la  lezione 
del  Villani,  data  dalPedizione  del  Dragomanni  b  genuina,  dimostra  che  in  questo 
caso  la  fonte  comune  ai  due  cronisti  fu  piii  chiaramente  riprodotta  dallo  Stefani. 


'  O/.  dt,,  rubr.  25*,  lib.  I,  c.  25. 


INTRODUZIONE  XXXVII 


Pertanto,  riassumendo  i  risultati  delPesame  di  questo  periodo  leggendario  della 
prima  parte  della  cronaca,  le  hotizie  messe  a  confronto,  se  da  per  sfe  stesse  non 
mno  alcuna  importanza  storica,  possono  farci  tuttavia  conchiudere  che  anche  per 
iuesto  periodo,  che  lo  Stefani  frettolosamente  ha  trattato,  egli :  1°  non  deriva  diret- 
^tamente  dal  Villani;  2°  si  servl  talvolta  di  qualche  fonte  sconosciuta  dal  Villani; 
3°  si  servl  quasi  sempre  delle  fonti  villaniane,  attingendo  ad  esse  direttamente  e  ripro- 
ducendole  talvolta  con  maggiore  ampiezza  di  particolari  e  taPaltra  forse  con  mag- 

•  * 

10  La  prima  parte  della   cronaca  stefaniana,   secondo   la   partizione  fatta,  dopo  il 

racconto  favoloso  delle  origini,  compreso  nelle  prime  33  rubriche,  passa  agli  avve- 
nimenti  del  secolo  XI  con  un  salto  di  due  secoli  nella  scala  cronologica  della  sto- 
ria  fiorentina. 

Questo  fatto  si  ripete  nel  Villani,  e  per6  resta  a  spiegAre:   1°  che  cosa  indichi 

15  una  tale  lacuna  comune  allo  Stefani  ed  al  Villani;  2"  per  quale  motivo  esista  que- 
sta  lacuna,  la  quale  poteva  benissimo  essere  ricolma  di  leggende,  se  le  notizie  certe 
facevano  difetto  per  quel  periodo. 

Se  si  ammette  per  un  momento  che  tanto  il  Villani  quanto  lo  Stefani  avessero 
un'unica  fonte,  la  lacuna  sarebbe  presto  spiegata,  poichfe  essa  sarebbe  esistita  in  quella 

I^^O  fonte  comune ;  ci  resterebbe  quindi  solo  a  spiegare  la  seconda  parte  della  questione 

'  sollevata.  Noi  peraltro  non  possiamo  ammettere  in  modo  sicuro  che  i  due  croni- 
sti  seguissero  sempre  un'unica  fonte,  poichfe  nelle  prime  33  rubriche  della  cronaca 
stefaniana  abbiamo  visto  qualche  segno  abbastanza  evidente  di  fonti  diverse,  delle 
quali  alcuna  non  adoperata  dal  Villani.  Tuttavia  h  bene  notare  fin  da  ora  che,  pro- 
5  cedendo  nei  confronti  tra  i  due  cronisti,  mentre  per  il  primo  periodo  leggendario  vi 
sono  alcune  differenze  che  danno  quasi  una  opposta  versione  di  alcuni  fitti,  e  fanno 
quindi  pensare  a  fonti  tutte  diverse,  queste  sostanziali  differenze  alla  fine  del  primo 
periodo  leggendario  quasi  interamente  cessano  per  dar  luogo  ad  altro  genere  di  dif- 
ferenze,  sempre  piii  numerose,  per  le  quali  lo  Stefani  ^  diverso  dal  Villani  solo  per- 
0  chb  aggiunge  particolari  nuovi. 

Dunque  se  era  lecito  ammettere  diversitk  di  fonti  per  il  primo  periodo,  bisogna 
cssere  molto  cauti  ad  estendere  I'ipotesi  al  periodo  seguente,  nel  quale  piti  che  fonti 
diverse  che  danno  lezioni  opposte  e  lecito  di  supporre  fonti   medesime  piii  o  meno 
ricche  di  particolari,  o  piCi  o  meno  chiaramente  riprodotte. 
':>  Veniamo  ora  ad  altro  genere  di  osservazioni.     Nel  materiale  della   storia  pri- 

mitiva  di  Firenze  vi  sono  due  gruppi  distinti:  il  primo  rappresentato  dalla  Chronica 
de  origine  civitatis,  che  si  spazia  dai  tempi  piCi  remoti  fino  al  tempo  dell'ultima 
ricostruzione  della  cittk,  cio^  al  tempo  di  Carlo  Magno  e  alla  prima  distruzione  di  Fie- 
sole ;  il  secondo  gruppo  h  rappresentato  dalle  raccolte  annalistiche,  delle  quali  la  noti- 


^}CXVlll  iNTRODUZIONfi 


zia  pih  lontana  registrata  risale  alP  XI  secolo ;  cosicchfe  tra  i  due  gruppi  di  materiali 
h  appunto  la  lacuna  dal  IX  all'  XI  secolo.  Dall'altro  lato  si  noti  che  il  primo  ge- 
nere  di  materiale  per  la  sua  natura  poteva  nelle  diverse  compilazioni  dar  luogo  a 
differenze  sostanziali,  mentre  il  secondo  nelle  diverse  redazioni  non  poteva  ofFrire 
in  generale  che  maggiori  o  minori  notizie  degli  stessi  fatti.  Per  la  qual  cosa  io  5 
credo  che  i  cronisti,  come  il  Villani  e  lo  Stefani,  che  voUero  fare  una  storia  di 
Firenze  dalle  origini  del  mondo,  accostarono  insieme  questi  due  gruppi  di  materiale, 
nfe  pensarono  essi  a  colmare  la  lacuna,  non  volendo  o  non  sapendo  creare  nuove 
leggende,  nh  potendo  trovare  alcuna  notizia  di  quel  tempo.  Diversamente  da  loro, 
Paolino  Pieri,  volendo  lasciar  da  parte  tutto  il  materiale  leggendario,  come  cosa  10 
poco  importante  per  lui,  cominci6  addirittura  dal  1082,  dal  limite  cioh  piti  lontano 
di  notizie  annalistiche,  il  quale  segna  il  principio  di  un  nuovo  ordine  di  materiale 
storico. 


*  * 


Spiegata  in  tal  modo  la  lacuna  passo  senz'altro  all'esame  del  racconto  del  15 
resto  della  prima  parte  della  cronaca  a  cominciare  dall'  XI  secolo.  Ho  gik  detto 
che  questa  parte  offre  differenze  con  il  Villani  soprattutto  riguardanti  particolari  nuovi 
od  apprezzamenti  diversi,  dei  quali  importa  conoscere  Tesattezza  ed  il  valore.  Credo 
che  tale  studio  possa  concorrere  a  quello  delle  fonti  fiorentine.  che  pur  non  fe  mio 
proposito  nh  mio  c6mpito,  ripeto,  di  studiare  qui  pienamente.  20 

Della  prima  metk  dell'  XI  secolo  lo  Stefani  non  riporta  che  una  sola  notizia,  la 
quale  si  trova  nel  Villani:  la  distruzione  di  Fiesole  del  1010,  che  dalla  critica  h 
stata  gik  relegata  tra  le  leggende  derivate  dalla  Chronica  de  origine  civitatis.  II  pri- 
mo  a  metterla  in  dubbio  fu  il  Muratori,  il  quale  dopo  dj  averla  riportata  cosl  vi 
aggiunse :  "  in  quanto  a  me  vo  assai  lento  a  persuadermi  cotali  bravure  in  questi  25, 
"  tempi,  nei  quali  le  cittk  d'Italia  non  avevano  peranche  n^  facoltk  nh  uso  di  muo- 
"  vere  1'armi  da  sh  nh  di  distruggersi  l'una  l'altra  „*.  II  Lami  quindi  prov6  meglio 
la  falsitk  della  notizia  trovando  in  documenti  del  secolo  XI  ricordo  della  esistenza 
di  Fiesole,  e  per6  venne  alla  conclusione  di  riferire  tutto  al  1125,  anno  in  cui 
h  certa  notizia  di  una  distruzione  di  Fiesole,  la  quale  peraltro  era  da  limitarsi,  30 
secondo  lui,  a  parziali  demolizioni  di  mura  e  di  torri^,  Era  insomma  la  medesima 
notizia  data  dagli  Annali  di  Tolomeo  da  Lucca,  che,  senza  sapere,  il  Lami  accettava '. 

I  risultati  del  Lami  furono  pienamente  accettati,  fino  a  quando  l'Hartwig,  tor- 


*  L.  A.    MuRATORI,    Annali  d'  ItaKa   dal  frincifio  sulas,  quantum  ad  aliquas  sui  munitiones  „  in  Annales 

deWBra  volgnre  fino  alV  anno  ijoo ;   Milano,   1744,  vol.  Ptolomaei  lucensis  in    Cronache   dei  sccoli  XIII  «  XIV 

VI,  p.  3S-  edite  nei  Documenti  di  Storia  italiana  pubblicati  a  cura    10 

'  GlovANNl  Lami,    Lezioni    di    antichitct    toscane   e  della  R.  Deputazione  di  Storia  patria  per  le  provincie 

sfecialmente  della  citth  di  Firenze;  Firenze,  1766,  vol.  I,  di  Toscana  dell'Umbria  e  delle   Marche;   Firenze,    1876, 

P-  284.  vol.  VI,  p.  48. 

'  "Hoc  eodem  anno  Florentini   destruxerunt  Fe- 


INTRODUZIONB  XXXIX 


nato  sull'argomento,  cerc6  di  stabilire  la  provenienza  della  leggenda  e  la  causa  per  la 

quale  essa  avesse  assegnato  al  1 0 1 0  la  distruzione  di  Fiesole,  onde  poi  pass6  in  tal  modo 

nella  cronaca  del  Villani  e  quindi  in  quelle  posteriori.     II  Villani,  secondo  1'  Hartwig 

tolse  la  leggenda  dalla  Chronica  de  origine  civitatis,  e  nel  riportarla  nella  sua  cronaca 

5  confuse  le  due  date  del   1010  e  del   1125  per   un   calcolo    errato  di  anni  che  h   in 

quella  cronaca  ^     Anche  il  Villari  ribadi  con  altre    sue    osservazioni    la  spiegazione 

data  dall' Hartwig  ^  e  cosl  la  notizia  del  1010  fu  sempre  piti  relegata  tra  le  leggende, 

e  fu  privata  di   ogni   fondamento   storico.     Spetta   al   Davidsohn  il  merito  di   aver 

j      cercato  per  primo,  se  in  questa  leggenda  fosse  aJcun  chfe  di  vero,  o  per  lo  meno  se 

jlO  nel  tempo,  in  cui  la  leggenda  h  posta  avessero  effettivamente  principio  manifestazioni 

ostili  tra  Firenze  e  Fiesole.     II    Davidsohn   risponde    aftermativamente,  osservando: 

1°  che  intorno  a  quel  tempo  i  vescovi  di  Fiesole  abitarono  in  Firenze;  2°  che  tal- 

volta  nell'amministrazione  del  loro  patrimonio  fu  imposto  un  amministratore  fiorentino ; 

3"  che  in  un  diploma  del  Vescovo  di  Fiesole,  Jacopo  di  Baviera,  h  cenno  di  molestie 

15  sofferte  da  vescovi  fiesolani  suoi  predecessori;  4°  che    Tatto    compiuto  dal   vescovo 

Jacopo  di  Baviera,  per  cui  la  residenza  del  vescoyo  dal  luogo  dell'attuale  Badia  fu 

trasferita  nella  cittk  di  Fiesole  fe  da  mettere  in  relazione  a  un  insieme  di  fatti,  non 

interamente  a  noi  conosciuti,  di  rivalitk  preesistenti  tra  le  due  cittk*. 

La  critica  del  Davidsohn  h  tutta  fondata  su  documenti ;  ma  egli  trascura,  nh  di 

20  ci6  va  data  colpa  all'illustre    storico,    la   nostra   dimenticata   cronaca,  ritenuta   poco 

importante  per  questi  tempi.     Ci  resta  cosi  a  dimostrare:    1"  in  che  rapporto  stia  la 

narrazione  dello  Stefani  con  quella  del  Villani ;  2'  in  che  rapporto  stieno  le  aggiunte 

stefaniane  con  gli  ultimi  risultati  del  Davidsohn. 

La  distruzione  di  Fiesole  h  narrata  nella  rubrica  33';  ma  si  pu6  dire  che  rientri 

25  in  tale  racconto  anche  l'ultima  parte  della  rubrica  precedente.     Nella  quale  1'autore 

dk  le  ragioni  delle  inimicizie  tra  le  due  cittk,  e  con   esse   egli   cerca  un   anello   di 

congiunzione  tra  il  racconto  di  fatti  del  IX  secolo,  che  h  a  principio  di  quella  stessa 

rubrica,  e  il  racconto  della  distruzione  di  Fiesole  della  rubrica  seguente,     Lo  Stefani 

osserva  che  finch^  viveva  Carlo   Magno,    e,    dopo    lui,    finchfe   un  Vicario  imperiale 

'>0  energicamente  governava,  risiedendo  in  Firenze,  la    citta    era  ubbidita  e  temuta  dai 

vicini ;  ma  in  seguito,  venuta  meno  Tautoritk  dei  Vicari,  i  Nobili  crebbero  di  forza 

e  di  arroganza.     Di  costoro   lo  Stefani  distingue  due  gruppi:  Nobili  di  contado   e 

Nobili  di  cittk,  ed  osserva  che  gli  uni  e  gli  altri  ambivano  di  dominare  in  Firenze, 

aspirando  al  Consolato,  e  per  meglio  riuscire  al  loro  intento  essi  si  accostavano   ai 

>5  Fiesolani,  naturali  nemici  di  Firenze.     Da  qui,  secondo  l'autore,  derivava  la  necessitk 

per  i  Fiorentini  di  muover  guerra  e  di  distruggere  Fiesole. 

Tutto  questo  manca  al  Villani,  il  quale   ricerca  le  ragioni   delle  inimicizie    tra 


'  O/.  cit.,  parte  I,  p.  86.  Mittler,  1896,  vol.  I,   pp.    131   sgg.    Dello   stesso   Fcr- 

*  Of.  cit,,  vol.  I,  p.  55  e  p.  104.  schungen    zur   alteren    Geschichte  von   Florenz;   Berlino,      5 

'  R.  Davidsohn,  Geschichte   von  Florenz;   Berlin,       Mittler,  1896,  p.  33. 


XL  INTRODUZIONE 


Fiesolani  e  Fiorentini  nelFodio  atavico  tra  i  due  popoli  di  origine  diversa,  e  nei 
ricordi  dcUa  storia  romana  che  agitavano  l'animo  dei  Fiorentini.  Ecco  brevemente 
come  il  cronista  ci  racconta  il  fatto :  I  Fiorentini  avevano  stabilito  per  i  motiyi  sud- 
detti  di  distruggere  Fiesole  con  uno  stratagemma.  Approfittando  della  tregua  fatta 
con  i  Fiesolani  per  la  festa  di  San  Romolo,  poterono  liberamente  penetrare  in  cittk 
ed  impadronirsi  delle  porte  e  delle  mura,  mentre  i  Fiesolani  si  erano  abbandonati 
alla  gozzoviglia.  La  gente  armata  dei  Fiorentini  che  era  di  fuori  fu  allora  fatta 
entrare,  e  cosl  la  cittk  cadde  agevolmente  in  potere  dei  Fiorentini,  e  fu  distrutta. 
I  particolari  dello  stratagemma  e  della  caduta  di  Fiesole  sono  uguali  nei  due  cro- 
nisti,  che  anzi  talvolta  vi  si  incontra  qualche  frase  comune  che  mostra  la  fonte  comune,  IC 
la  quale  b  quella  indicata  dall'  Hartwig  della  Chronica  de  origine  civitatis.  Seguono 
quindi  nel  racconto  dei  due  cronisti  i  patti  imposti  ai  vinti.  Li  riporto  perchfe  ci  danno 
modo  di  qualche  non  inutile  osservazione :  "  La  cittk  doveva  essere  distrutta  dalle. 
"  fondamenta,  doveva  restare  soltanto  in  piedi  il  vescovado ;  i  Fiesolani  dovevano 
"  abitare  in  Firenze;  I'arme  nuova  di  Firenze  sarebbe  stata  dimezzata  bianca  e  rossa,  15 
"  per  ricordo  deirunione  dei  due  popoli,  dei  quali  I'uno,  il  fiorentino  aveva  prima  il 
"  gonfalone  rosso,  I'aItro  I'aveva  bianco  „.  Fin  qui  i  due  cronisti  procedono  d'accordo, 
non  cosl  nel  resto.  II  Villani,  dopo  aver  fatto  Tesposizione  di  questi  patti,  considera 
gli  efFetti  dannosi  della  unione  di  due  popoli  cosi  diversi,  unione,  che,  secondo  lui, 
fu  causa  delle  continue  lotte  civili  che  agitarono  il  Comune  fiorentino.  Ben  diver-  2C 
samente  giudica  la  cosa  lo  Stefani,  affermando  che  per  questa  unione  "  il  Comune  di 
"  Firenze  crebbe  e  magnific6  di  terreno,  di  potere,  di  uomini  e  d'entrata  e  molti  borghi 
"  si  feciono  con  fossi  e  con  isteccati  „.  Riprendendo  quindi  la  descrizione  dei  patti 
aggiunge  che  "  la  cittk  di  Fiesole,  salvo  certe  chiese  si  disfacesse  tutta,  ed  i  Fio- 
"  rentini  alle  loro  spese  dovessono  il  legname  delle  loro  case  condurre  a  Firenze,  e  2f 
"  d'ogni  casa  dei  Fiesolani  il  Comune  dovesse  dare  dieci  per  centinaio  in  aiuto  a 
"  loro  a  rifarla  in  Firenze;  e  nei  borghi  e  fossi  e  steccati  dei  borghi  a  tutte  spese  dei 
"  Fiorentini  „. 

II  racconto  dello  Stefani  si  compone  di  tre  parti:   1°  le  cause    della   inimicizia 
tra  le  due  cittk;  2**  il  racconto  della  caduta  di  Fiesole;  3"  i  patti   imposti   ai  vinti.  3( 

La  prima  parte  e  tutta  opera  personale  djello  Stefani,  e,  se  noi  la  esaminiamo 
in  relazione  alla  leggenda,  ci  h  facile  osservare  1'errore  fondamentale  nella  mancata 
connessione  cronologica  tra  le  ragioni  del  fatto  e  il  fatto  stesso,  anche  se  questo  fosse 
veramente  avvenuto.  L'influenza  deIl'opera  di  Carlo  Magno,  il  periodo  di  potenza 
di  Firenze  durante  i  Vicari  delPImpero,  possono  magari  ritenersi,  se  non  interamente  35 
false,  esagerate  notizie;  ma  la  lotta  delle  due  nobiltk,  raspirazione  al  Consolato  e 
l'alleanza  di  una  parte  dei  contendenti  ad  elementi  forestieri  sono  fatti  veri,  ma  che 
non  sono  qui  messi  al  loro  posto.  Cosicch^  se  scomponiamo  i  vari  elementi  delle 
ragioni  addotte  dallo  Stefani,  ne  troyiamo  di  quelli  che,  considerati  indipendentemente 
dal  luogo  in  cui  si  trovano,  offrono  alcune  note  caratteristiche,  che  noi  riscontriamo  4( 


INTRODUZIONE  XU 


K 


nesrli  avvenimenti  fiorentini  del  secolo  XII.  AUora  infatti  nel  Comune  ferveva  una 
lotta  tra  le  due  nobilth  attomo  alla  suprema  dignitk  del  Consolato,  ed  allora  con 
i  fatti  interni  s' intrecciavano  altri  della  politica  esteriore,  tra  i  quali  erano  gran 
parte  appunto  quelli  derivati  dai  rapporti  con  Fiesole.  Cola  facevano  capo  alcuni 
potenti  Nobili  del  contado,  e  lo  stesso  Villani  altrove  avverte  che  "  teneanla  certi 
gentiluomini  cattani^^  Per  la  qual  cosa  se  noi  riferiamo  alcuni  degli  elementi  della 
prima  parte  del  racconto  stefaniano  al  secolo  XII,  dovremo  assegnare  ad  essi  una 
certa  veridicith  ed  un  certo  valore.  Ci  resterk  a  spiegare  in  seguito  perchfe  mai  li 
Stefani  lo  avesse  collocato  malamente  in  quel  posto. 

Passiamo  ora  alla  seconda  parte  del  racconto,  cio6  a  dire  alla  caduta  di  Fiesole. 
Lo  stratagemma  t;  tutto  fittizio,  e  si  riscontra  in  altri  racconti  analoghi  di  cittk  prese 
anch'esse  di  sorpresa,  mentre  i  cittadini  erano  intenti  a  feste  religiose.  La  distru- 
zione  della  citth,  come  prov6  il  Lami,  fe  falsa  in  quel  secolo  XI;  tuttavia  oramai 
con  gli  studi  del  Davidsohn  bisogna  convenire  che  nei  documenti  del  XI  secolo  h 
segno  di  ostilith  tra  Firenze  e  Fiesole  e  di  una  certa  egemonia  esercitata  da  Firenze 
su  Fiesole.  Dunque  il  fatto,  spogliato  dalla  leggenda,  e  ridotto  nei  limiti  segnati  dal 
tenore  dei  suddetti  documenti,  pu6  restare  in  quel  posto  che  occupa  nel  racconto 
dello  Stefani ;  la  trasposizione  cronologica  al  XII  secolo  la  limiteremo  solo  alle  os- 
servazioni  dello  Stefani  suUe  lotte  e  sulle  aspirazioni  dei  Nobili.     Si  noti  intanto,  che 

)  lo  Stefani  pervenuto  con  il  racconto  al  1125  non  dk  alcuna  notizia  della  parziale 
distruzione  di  Fiesole  che  si  trova  negli  altri  cronisti,  n^  si  pu6  dirc  che  egli  igno- 
rasse  la  notizia,  che  a  lui,  se  non  altri,  forniva  il  Villani,  che  egli  aveva  sempre  sot- 
t'occhio;  dunque  lo  Stefani  riteneva  che  Fiesole  fosse  stata  distrutta  solo  una  volta, 
ciofe  nel   1010. 

La  terza  parte  del  racconto  risente  anch'essa  di  quell'errore  fondamentale  della 
poca  connessione  tra  le  diverse  parti  di  tutto  il  racconto.  Si  pu6  facilmente  osser- 
vare  che  i  patti  imposti  non  sono  quelli  convenienti  a  un  popolo  vinto,  e  del  quale 
si  ^  distrutta  la  citth,  ma  a  un  popolo  che  esce  con  incerto  esito  dalla  prova  delle 
armi.     Tutti  gli  onori  della  piena  cittadinanza,  che  furono  sempre  gelosamente  tenuti 

I  dagli  antichi  cittadini  del  Comune,  sarebbero  stati  ora  offerti  ai  Fiesolani  vinti.  Anche 
l'arme  del  Comune,  il  simbolo  piii  solenne  del  Medio  Evo,  ed  in  cui  s'  incarnava  la 
personalita  giuridica  e  politica  del  Comune,  sarebbe  stata  alterata  per  rispetto  ai  vinti 
con  un  sentimento  di  generositk,  sconosciuto  dalla  gente  del  Comune  medioevale  nel 
tenace  spirito  di  disprezzo  per  il  forestiere.  Gik  lo  stesso  Scipione  Ammirato  aveva 
compreso  in  qualche  modo  Tesagerazione  della  cosa,  e  per6  scrisse  che  "  per  mitigare 
"  gli  animi  di  coloro,  i  quali  si  erano  rifuggiti  alla  rocca,  e  per  giustificare  il  piti  che 
*  potevano  cotal  loro  acquisto  (i  Fiorentini)  fecer  gittare  un  bando,  e  cosi  poi  per  so- 
"  lenni  capitolazioni  convennero  tra  loro,  che  qualunque  fiesolano  volesse  abitare  in 


! 


»  Cron.  cit.,  IV,  32. 


XLH  INTRODUZIONE 


I 


"  Firenze    vi    potesse   Hberamente  venire  „^     Prudentemente  l'Ammirato    tralascia  di 
notare  i  patti  clie  si  riferivano  alla  partecipazione  degli  onori  del  Comune. 

Ma,  se  non  b  logica  la  connessione  tra  la  distruzione  di  Fiesole  e  i  patti  im- 
posti,  b  sempre  lecito  domandare  quale  valore  abbia  questa  parte  del  racconto,  o  che 
essa  si  voglia  considerare  indipendentemente  dalla,  leggenda,  oppure  che  si  voglia 
accostare  ai  fatti  fiesolani  del  principio  dell'XI  secolo  nei  giusti  limiti  in  cui  li  ha 
posti  il  Davidsohn.  II  racconto  dello  Stefani  in  questa  parte  presenta  alcune  partico- 
laritk  degne  di  nota:  alla  descrizione  della  caduta  della  cittk  l'autore  fa  seguire  i 
patti  corrispondenti  a  quelli  notati  dal  Villani,  fa  quindi  le  sue  osservazioni  sugli 
effetti  derivati  per  l'unione  dei  due  popoli,  e  dopo  ritorna  sui  patti  per  dire  gli  aiuti  1 
dati  dai  Fiorentini  per  il  trasporto  del  materiale  per  la  costruzione  delle  case  dei  Fie- 
solani  in  Firenze  o  nei  borghi;  ed  h  finanche  detta  la  misura  diversa  dell'aiuto,  minore 
prestato  nel  caso  di  costruzione  in  cittk,  maggiore  nel  caso  di  costruzione  nei  borghi. 
Orbene  questi  particolari  mancano  nel  Villani,  e  non  si  ritrovano  nel  Libro  jiesolano. 
Essi  hanno  un  tale  carattere  di  particolaritk,  che  contrasta  con  quei  patti  cosl  vaga-  15 
mente  descritti  e  cosl  fantastici  intorno  al  govemo  misto  di  Fiesolani  e  di  Fiorentini, 
e  all'arme  dimezzata  che  lo  Stefani  ha  comuni  con  il  Villani  e  con  il  Lihro  fieso- 
lano.  Lo  Stefani,  fe  lecito  supporlo,  deriva  da  altra  fonte  ben  piii  particolare  e 
definita,  che  non  fosse  quella  del  Villani  e  del  Libro  fiesolano.  Nel  fomiulare  l'ipotesi 
e  nel  determinare  i  caratteri  di  una  tale  fonte,  la  mente  ricorre  alla  espressione  del-  20 
l'Ammirato :  i  Fiorentini  dopo  la  vittoria  "  fecer  gittare  un  bando  e  cosi  poi  per 
"  soLENNi  CAPiTOLAziONi  convcnnero  etc.  ^.  Le  notizie  dello  Stefani  derivano  da  una 
fonte  non  lontana  da  quei  bandi  e  da  quelle  capitolazioni  ?  La  prova  sicura  non  fe 
possibile  di  trovarla  per  la  scarsezza  dei  documenti;  solo  mi  h  possibile  di  vedere 
se  le  condizioni  politiche  del  tempo  fossero  state  tali  da  potere  dar  luogo  ai  fatti  25 
parficolari  accennati  dallo  Stefani. 

Dai  tempi  carolingi  a  venire  al  secolo  XII  scema  sempre  piti  l'importanza  di 
Fiesole;  attraverso  quei  tre  secoli  si  possono  segnare  alcuni  fatti  d'indole  giuridica 
e  politica:  ciofe  l'unione  dei  due  contadi  sotto  la  giudiciaria  del  Conte,  risiedente  in 
Firenze;  la  limitazione  deirautoritk  vescovile;  Pobbligo  della  dimora  in  Firenze  dello  3C 
stesso  Vescovo  fiesolano.  Cosi  pertanto  con  lo  scadere  dell' importanza  politica  di 
Fiesole  scemava  la  popolazione  fiesolana.  DalPaltro  lato  lo  sviluppo  del  Comune 
liorentino  implicava  necessariamente  il  bisogno  di  nuove  braccia,  le  quali  si  cercava 
di  togliere  ai  feudatari  del  contado,  invitandone  i  sottomessi  ed  adescandoli  a  venire 
nel  Comune  e  nei  borghi.  II  Comune  sviluppandosi  era  divenuto  il  luogo  di  rifugio,  35 
come  un  tempo  lo  era  stato  lo  stesso  Castello  feudale ;  e  ad  esso  traevano  dai  luoghi 
vicini  quelli  che  nelle  loro  sedi  erano  poco  sicuri,  o  molto  angariati  dai  feudatari. 
Era  poi  naturale  che  nella  costruzione  delle  case  i  nuovi  venuti  avessero  agevolazioni 

'  ScipioNE  Ammirato,  Istorie  fiorentine  (a  cura  del  *  O/.  cit.,  p.  71. 

Ranallx);  Firenze,  1846,  vol.  I,  p.  71. 


INTRODUZlONfi  XLIII 


maggiori  da  parte  del  Comune  nel  caso  in  cui  si  stabilissero  nei  borghi  che  erano 
meno  sicuri;  e  minori  agevolazioni  nel  caso  desiderassero  di  stabilirsi  entro  la  cittk. 
Dopo  queste  considerazioni  si  osservi  che  in  quello  stesso  secolo,  in  cui  sono  segnati 
dallo  Stefani  questi  trattamenti  di  favore  per  i  nuovi  abitatori  di  Fircnze,  h  segnato, 

5  nella  rubrica  successiva  (rubr.  34*,  anno  1078),  la  costruzione  delia  seconda  cerchia 
delle  mura,  entro  le  quali  furono  compresi  i  borghi.  Questa  notizia  riportata  anche 
dal  Villani  h  stata  accolta  per  vera,  ed  essa  si  pu5  considcrare  come  il  complemento 
necessario  di  un  fatto  precedente  cio^,  di  un  vero  e  proprio  aumento  di  popolazione 
per  la  venuta  di  vicini.     Orbene    tra  i  vicini,  i  Fiesolani    appunto    dalla   cittk  loro, 

0  che  di  giorno  in  giorno  scadeva  d' importanza,  dovevano  naturalmente  scendere  al 
piano.  Cosicch^  l'unione  dei  due  popoli,  che  h  rappresentata  dalla  leggenda  come 
avvenuta  in  un  solo  momento  dopo  un  fatto  strepitoso,  qual'era  la  distruzione  di 
Fiesole,  fe  un  fatto  veramente  avvenuto,  ma  per  un  continuo  e  lento  lavorio  dai  tempi 
carolingi  in  poi.     Nfc  qui  sarebbe  inutile  accostare  i  patti  imposti  ai  Fiesolani  vinti 

5  dai  Fiorentini  secondo  la  leggenda  nel  1010  con  quelli  imposti  ai  medesimi  vinti  da 
G.  Cesare:  anche  allora  la  cittk  doveva  essere  distrutta  e  la  popolazione  fiesolana 
doveva  trasferirsi  nella  nascente  Firenze. 

Stando  cosi  le  cose,  io  credo  che  i  particolari  dati  dallo  Stefani  sieno  preziosi 
e  possano  dar  lume  a  chi  di  proposito    tratti   deII'argomento :  a  me  qui  basta  aver 

)  dimostrato  che  questo  materiale  non  h  tutto  da  relegarsi  tra  le  leggende  o  gli  errori 
cronologici.  Resta  a  dire  perchfe  mai  lo  Stefani  avesse  trascurato  la  notizia  del  1125 
e  confuso  nel  racconto  del  1010  elementi  diversi:  falsi,  esagerati,  veri,  e  di  tempo 
diverso. 

Avuto  riguardo  alla  natura  dei  cronisti  che  sogliono  fare  d'ogni  erba  un  fascio, 

>  mostrandosi  talvolta  acuti  osservatori  di  fenomeni  sociali,  e  tal'altra  creduli  narratori 
di  puerili  favole,  la  ricerca  di  una  logica  spiegazione  deII'errore  ci  farebbe  incorrere 
neII'errore  di  attribuire  una  logica  a  quelli  che  talvolta  ne  difettano.  Tuttavia,  se  una 
spiegazione  h  possibile,  io  credo  che  lo  Stefani,  pervenuto  con  il  racconto  al  secolo  XI, 
avesse  di  quel  tempo  notizie  di  fonti  diverse:  da  un  lato  la  leggenda    riportata  dal 

vi  Villani,  dalPaltro  il  ricordo  di  ostilitk  tra  Firenze  e  Fiesole,  e  qualche  frammento  in 
una  copia,  se  non  negli  originali,  di  convenzioni  stipulate  tra  il  Comune  e  i  Fiesolani 
venuti  ad  abitare  in  Firenze.  Pervenuto  poi  aII'anno  1125  egli  trov6  nei  cronisti  il 
ricordo  della  seconda  distruzione  con  una  narrazione  analoga  alla  prima  e  con  I'evi- 
dente  errore,  per  lui,  di  una  distruzione  di  cittk  gik  distrutta,  egli  quindi  non  vi  prest5 

i  fede  *,  e  tralasci5  di  notarla,  e  riport5  al  1010  anche  quelle  osservazioni  che  i  fatti 
del  1125  a  lui  suggerivano  intomo  ai  rapporti  della  nobiltk  del  contado  con  Firenze 
e  con  Fiesole,  fondendo  cosi  in  unico  posto  tutto  ci5  che  di  Fiesole  aveva  raccolto. 


'  Lo  atesso  Scipione  Ammirato  dovette  avvertire  la      nel  1125  "atava  ancora  in  pie  la  rocca  di  Fiesole  quasi 
medeslma  coaa,  e  perd  (o^.  cit.,  p.  cit.)  si  limit6  a  dire  clie      "  ua  testimonio  deU'odio  e  uno  stimolo  della  vendetta  „. 


XLIV 


INTRODUZIONE 


* 
*  * 


II  periodo  storico  che  s'inizia  con  il  secolo  XII  fe  quello  delle  imprese  esteriori 
condotte  dal  Comune  contro  i  castelli  dei  feudatari  del  contado  e  contro  i  piccoli 
Comuni  vicini,  La  narrazione  dello  Stefani  non  si  scosta  di  molto  da  quella  del  Vil- 
lani ;  vi  sono  peraltro  certe  notizie  nuove  non  prive  d'  importanza.  Inoltre  si  pu6 
osservare  che  in  questo  racconto  le  ragioni  addotte  dallo  Stefani  scaturiscono  naturali 
dai  fatti,  e  non  muovono  da  considerazioni  metafisiche,  come  quelle  del  Villani.  La 
qual  cosa,  come  ben  piti  chiaramente  vedremo  in  occasione  del  racconto  delle  lotte  ci- 
vili,  dimostra  nello  Stefani  un  certo  senso  pratico  che  talvolta  difetta  nei  giudizi  del 
Villani.  Restando  per  ora  nelle  imprese  esteriori  del  XII  secolo,  noto  pertanto  il 
modo  con  cui  il  Villani  spiega  le  cause,  e  mostra  gli  effetti  di  queste  imprese  del 
Comune,.  Pervenuto  con  il  racconto  al  1107,  scrive:  "  Essendo  la  cittk  di  Firenze 
"  molto  montata  e  cresciuta  di  popolo  di  genti  e  di  potere,  ordinarono  i  Fiorentini 
"  di  distendere  il  loro  contado  di  fuori  e  allargare  la  loro  signoria,  e  qualunque  ca- 
"  stello  o  fortezza  non  gli  ubbidisse  di  fargli  guerra„^  Si  pu6  facilmente  osservarc 
che  questa  risoluzione,  presa  quasi  ad  un  tratto  ed  estesa  a  qualunque  castello  del  con- 
tado,  non  h  per  lo  meno  verosimile,  poichfe  di  molte  imprese  furono  causa  le  imprese 
precedenti,  le  quali  nel  loro  inizio  non  miravano  a  raggiungere  quegli  scopi  che  in 
ultimo  conseguirono.  II  Villani  inoltre,  procedendo  innanzi  nel  suo  racconto,  non 
lascia  sfuggire  l'occasione  di  dire  degli  effetti  prodotti  neII'animo  dei  Fiorentini  da 
queste  imprese;  sl  che  ad  esempio  nel  1177,  accennando  ad  un  incendio  avvenuto 
in  quell'anno,  avverte  che  ci6  fu  "  non  senza  giudicio  di  Dio,  imperocchfe  i  Fiorentini 
"  erano  venuti  molto  superbi  per  le  vittorie  avute  sopra  i  loro  vicini  e  tra  loro  molto 
"  ingrati  a  Dio  e  con  altri  disonesti  peccati  „  ^.  In  quel  posto  lo  Stefani  narrando  lo 
stesso  fatto  vi  premette  senz'altro  la  causa  reale  dell'  incendio,  notando  (cosa  non  detta 
dal  Villani)  che  esso  avvenne  "  per  un  fante  che  rimase  ad  una  bottega  di  pettina- 
"  gnolo  „^  In  quanto  poi  alle  cause  delle  imprese  esteriori  dei  Fiorentini  accanto  alle 
cause  metafisiche  escogitate  dal  Villani  sono  da  porre  queste  dello  Stefani.  Egli,  a 
esempio,  per  l'impresa  di  Prato  del  1107  osserva  che  i  "  Fiorentini  veggendo  mol 
"  loro  vicini  non  volere  essere  con  loro  in  compagnia,  ma  volevano  per  loro  fare 
"  carriera,  e  i  Fiorentini  avevano  cupidigia  del  signoreggiare  i  vicini  „  ,  sottomisero 
i  R-atesi  che  si  erano  ricomperati  dai  conti  Guidi  *.     Per  l'anno  1135,  dovendo  din 


1( 


i: 


1 

2i 


>  O/.  cii.,  lib.  IV,  c.  25. 

«  O/.  cie.,  lib,  V,  c.  8. 

*  E  notevole  il  confronto  che  si  pu6  fare  tra  la 
rubrica  40*  dello  Stefani  e  il  cap.  30  del  lib.  IV  del 
Villani,  in  cui  si  descrive  rincendio  del  11 17,  II  Villani 
pone  in  relazione  questi  incendt  con  i  peccati  dei  Fio- 
rentini  per  le  eresie  che  pullulavano  nel  Comune  e  per 
le  lotte  contlnue  religiose  che  vi  infierivano.  Lo  Stefani 
da  in  queIl'anno  la  notizia  deU'incendio,  ma  liulla  ci  dice 


di  lotte  religiose  e  di  eresie.  Ed  a  me  sembra  che  de 
silenzio  dello  Stefanl  fe  da  tenersi  conto,  facendo  essa 
sospettare  che  le  notizie  degli  incendi  e  queUe  deUe  lott«i 
religiose  furono  messe  insieme  dal  Villani  in  un  rapportfl 
di  causalita  che  non  esisteva.  GI'incendi  vi  furono 
frequenti,  ma  si  dovevano  al  genere  di  costruzione  e  al'- 
l'aumentata  popolazione  che  abitava  in  case  edificate  in 
gran  parte  con  legname. 
*  Rubr.  38». 


INTRODUZIONE  XLV 


del  Castello  di  Montebuono  dei  Buondelmonti,  premette  che   "  i  Fiorentini  si  recavano  a 

^*  vergogna  che  quello  che  non  facevano  essi  alcuno  facesse  „,  e  poichfe  i  "  Buondelmonti 

"  RACCOGLiEVANo  IL  PEDAGGio  Di  UNA  STRADA  „  che  passava  a  pife  dcl  loro  Castello, 

i  Fiorentini  mossero  guerra  ai  Buondelmonti  e  distrussero  il  Castello  ^    Questa  stessa 
5  ragione  lo  Stefani,  a  difFerenza  del  Villani,  adduce  narrando  del  Castello  di  Pogna, 

distrutto  dai  Fiorentini  nel  1184,  poich^  quei  castellani  "  cominciarono  a  far  danno 

"  Ai  viandanti,  che  non  pagavano  il  passaggio  „*. 

E  molto  piti  utile  pertanto,  per  valutare  meglio  il  criterio  diverso  dei  due  cro- 
i  nisti  nel  guidare  le  imprese  militari  di  questo  periodo  della  storia  fiorentina,  I'esame 
10  particolare  di  alcune   di    queste    considerazioni  premesse   nel  racconto  dei  fatti.     Da 

queste  differenze,  derivate  da  diverso  criterio  soggettivo,  passeremo  a  quelle  che  dir6 

oggettive,  le  quali  sono  nelle  notizie  dei  fatti  narrati. 

Nella  rubrica  50*  lo  Stefani,  narrando  Pimpresa  del  castello  di  Monte  Grossoli, 

riaccosta  alcuni  fatti  (narrati  dal  Villani  l'uno  indipendentemente  dalI'aItro),  i  quali 
15  appunto,  cosl  accostati,  spiegano  in  modo  plausibile  la  ragione  dell' impresa.    Riporto 

intanto  i  passi  corrispondenti  dei  due  cronisti: 

G.  Villani,  lib.  V,  c.  10.  Marchionne  di  C.  Stefani,  rubr.  50*. 

Negli  annl  di  Cilsto  MCLXXXII  riraasono  le  bat-  Negli  anni  di  Cristo  MCLXXXII  di  gennaio  ralse 

taglie  cittadinesche,  e   i   cittadini   fiorentini  fecero  oste      lo  staio  di  grano,  recando  a  fiorini,  uno  terzo  di  fiorlno 

if)    al  castello  di  Monte  Grossoli,  e  presero  il  detto  Castello      lo  staio  cl»e  fu  a  quel  tempo  una  grandissima  meravi- 

per  forza;  e  quello  anno   valse  lo  staio  del  grano  soldi      glia  e  per  questa  cagione  di  Maremma  avevano  provve- 

otto,  11  quale  fu  tenuto  gran  carestia.  duto  di  grano  i  Fiorentini  e  del  contado  d'Arezzo,  per 

il  che  conveniva  quel  d'Arezzo  venisse  quasi  di  f  urto  •, 

del  castello  di  Monte   Grossoli  usc)  una  brigata  e  tol- 

^c  sene  bene  clnquanta  some.     II  romore  and6  a  Firenze; 

si  apparecchid  l'o8te  e  andoronvi  e  presono  il  Castello. 

Gli  altri  cronisti  non  fanno  parola  di  questo  furto  di  grano ;  nh  h  possibile  ripro- 
vare  con  un  documento  la  notizia  dello  Stefani,  tuttavia  nuUa  ci  vieta  a  non  ammet- 
terla  e  a  ritenerla  come  I'occasione  ultima  dell'impresa  di  Monte  Grossoli.     Infatti 

'>0  h  vera  la  notizia  della  carestia  del  1182  per  la  concorde  testimonianza  dei  cronistij 
h  vera  per  la  stessa  ragione  1'  impresa  di  Monte  Grossoli  di  queII'anno ;  h  verosimile 
che  per  la  via  del  Chianti  i  Fiorentini  facessero  venire  grano  dal  contado  di  Arezzo 
(la  storia  delle  relazioni  tra  Firenze  ed  Arezzo  nel  secolo  XIV  pu6  dar  prova  di  ci6 ) ; 
e  finalmente  fe  assai  probabile,  trattandosi  di  grano  in  tempo  di    carestia,  che  quelli 

5  di  Monte  Grossoli  avessero  rubato  le  cinquanta  some  del  Comune  fiorentino.     Questa 
adunque  pote  essere  la  causa  ultima  che  consigli6  l'impresa.     Posto  il    fatto  in  tali    ^ 
termini,  l'aIIusione  che  fa  il  Villani  della  pace  che  era  allora  in  citta  pu6  accettarsi, 
interpretata  per6  non  nel  senso  come  appare  dal  suo  racconto,  che  cioe  i  Fiorentini,  go- 

.    dendo  internamente  della  pace,  pensassero  a  molestare  i  vicini,  ma  che  egli  fossero 

•  Rubr.  42*.  «  Rubr.  Ji». 


XLVI  INTRODUZIONE 


tutti  concordi  per  questa  impresa,  la  quale  mirava  da  un  lato  a  vendicare  un'  offesa 
che  aveva  colpito,  trattandosi  di  vettovaglie,  le  classi  meno  ricche  della  cittadinanza, 
e  dall'altro  lato  quella  impresa  giovava  ai  fini  della  politica  esteriore,  a  cui  mirava 
di  gik  il  Popolo  grosso.  In  ogni  modo  se  pure  lo  Stefani  qui  non  abbia  colpito  il 
vero  egli  ha  dimostrato  un  acume  molto  piti  sottile  del  Villani.  5 

Speciale  ricordo  merita  la  spiegazione  data  dai  due  cronisti  per  la  guerra  tra 
Pisa  e  Firenze  scoppiata  nel  1220.  La  vera  causa  della  guerra  sta  in  quella  supre- 
mazia  politica  e  commerciale  a  cui  miravano  le  due  repubbliche,  l'occasione  potfe 
forse  essere  fornita  di  dissensi  sorti  a  Roma  tra  gli  ambasciatori  dei  Pisani  e  quelli 
dei  Fiorentini.  L'occasione  ultima  e  la  causa  lontana  sono  confuse  insieme  dal  Villani  IC 
il  quale  racconta  che  un  Cardinale  don6  agli  ambasciatori  fiorentini  un  cagnolino  che 
egli  aveva  gik  promesso  ai  Pisani,  e  conclude  che  "  questo  cominciamento  e  cagione 
"  della  detta  guerra  sapemmo  il  vero  da  antichi  nostri  cittadini,  che  i  loro  padri  fu- 
"  rono  presenti  a  queste  cose,  e  ne  feciono  loro  ricordo  e  memoria  „  ^,  e  nel  capi- 
tolo  seguente  deplorando  questa  guerra  conclude:  "  e  cominciossi  per  cpsi  vile  cosa,  l^ 
"  come  fu  per  la  contenza  di  un  piccolo  cagniuolo,  il  quale  si  pu6  dire  che  fosse  il 
"  diavolo  in  ispetie  di  catellino  „\  Narrando  le  prime  rappresaglie  il  Villani  ricorda 
che  le  mercanzie  dei  Fiorentini  in  Pisa  erano  state  arrestate  dai  Pisani,  e  per  quanto 
i  Fiorentini  le  richiedessero,  minacciando  di  venire  alle  armi,  esse  non  furono  in  al- 
cun  modo  restituite.  Per  la  qual  cosa  il  cronista  conclude :  "  I  Pisani  per  loro  su-  2( 
"  perbia  parendo  loro  essere  signori  del  marh  e  della  terra  rispuosono  ai  Fiorentini 
"  che  qualunque  ora  eglino  uscissono  a  oste,    essi  rammezzerebbono  loro   la  via  „  ^ 

II  racconto  dello  Stefani  non  si  scosta  da  quello  del  Villani :  1'  episodio  del  ca- 
gnolino  vi    h   nello   stesso  modo   descritto,  e  parimente    descritte  vi  sono   le  rappre- 
saglie ;  ma  si  osservi  che  il  ricordo  del  cagnolino  segue  a  questo  preambolo :   "  Sono  2\\ 
"  varie  opinioni  come  si  COMInciasse  guerra  tra  Pisani  e  Fiorentini,  e  chi  il  pone  in 
"  un  modo  e  chi  in  un  altro;   Giovanni  Villani  pone  che  efc.  „.     II  ricordo  adunque 
di  questo  fatto  h  dato  come  un'opiNiONE  del    cominciamento  della  guerra.     Si  noti 
inoltre    che   la    descrizione  delle   rappresaglie  non  dk  luogo   al  cronista  a    considera- 
zioni  suUa  superbia  dei  Pisani,  ma  a  considerazioni  sulla  causa  per  la  quale  le  mer-  3 
canzie  dei  Fiorentini  fossero  a  Pisa  durante  il  corso  del  traffico.     Lo  Stefani  infatti 
scrive   "  ....  ed  arrestarono  la   mercanzia  dei  Fiorentini  che  era  a  Pisa;  perocchfe  i 
"  Fiorentini  erano  grandi   mercatanti,  e  facevano  venire    per  navigli  dai  Pisani  ogni 
"  loro  mercanzia,  perch^  erano  in  quel  tempo  i  Pisani  i  signori  del  mare,  come  sono 
"  oggi  i  Genovesi  „  *.     Senza  dubbio    le  osservazioni    dello  Stefani  hanno  un  valore  3 
superiore  a  quelle  del  Villani,  e  chiaramente  mostrano  al  lettore  il  contrasto  tra  le 
due  repubbliche   nel  loro  sviluppo    economico.     Solo  si  puo  osservare  la    corrispon- 


>  O/.  cii.,  lib.  VI,  c.  2.  3  0/>.  cit.,  lib.  VI,  c.  i. 

*  Of.  cit.,  Ub.  VI,  c.  3.  *  Rubr.  66». 


INTRODUZIONE  XLVII 


denza  nei  due  cronisti  del  titolo  Signori  del  mare  attribuito  ai  Pisani :  la  frase,  se 
deriva  allo  Stefani  dal  Villani,  dimostra  che  essa  non  valse  a  condurre  il  pensiero 
dello  Stefani  in  queirordine  d' idee  segnato  dal  Villani  sulla  superbia  pisana;  se  poi 
questa  frase  deriv6  in  tutti  e  due  da  fonte  comune,  essa  dimostra  che   lo  Stefani  la 

5  intese  assai  meglio,  dandoci  cosl  una  osservazione  piii  giusta  o  per  lo  meno  piii 
opportuna. 

Nella  rubrica  seguente  lo  Stefani  pohe  la  ribellione  del  castello  di  Figline  in 
rapporto  alle  ostilith  tra  Pisa  e  Firenze.  II  Villani  invece  si  limita  a  dare  semplice- 
mente  la  notizia  della  ribellione,  nfe  vede  che  essa  fu  da  un  lato  fomentata  dai  Pi- 

jO  sani  che  cercavano  appunto  di  sollevare  nemici  ai  Fiorentini,  e  dairaltro  fu  operata 

j  da  quelli  di  Figline  in  un  momento  opportuno,  "  sentendo  essi  i  Pisani  aver  guerra 
"  coi  Fiorentini,  ed  essi  erano  quasi  d'animo  ghibellino  „.^ 

Passo  all'  esame  delle  notizie  che  nel  racconto  di  queste  imprese  lo  Stefani  ag- 
fjiunge  al  Villani. 

j  Nella  rubrica  43*  corrispondente   al  cap.  XXXVII  del  libro  IV  del  Villani,  si 

narra  della  prima  impresa  dei  Fiorentini  contro  i  conti  Guido  che  finl  con  la  ven- 
dita  da  parte  del  conte  Guido  il  vecchio  delle  sue  ragioni  a  Monte  di  Croce.  Lo 
Stefani  aggiunge  a  ci6  che  si  legge  nel  Villani  che  la  vendita  fu  fatta  "  con  licenzia 
"  dei  Fiorentini„.     La  notizia  si  ritrova  nti  Gesta  Jlorentinormn  del  Sanzanome",  ed 

)  ha  il  suo  valore  se  si  mette  in  relazione  alla  politica  seguita  dai  Fiorentini  in  un 
momento  in  cui  gli  acquisti  o  le  conquiste  di  terre  feudali  potevano  essere  conte- 
stati  da  parte  delFImpero,  e  per6  erano  fatti  a  nome  del  Vescovo  con  licenzia  dei 
Fiorentini.     A  tal  riguardo  riporto  volentieri  un  passo  del  Santini,  il  quale  sebbene 

.   si  riferisca  ad  altri  fatti  pu6  tuttavia  illustrare  questa  vendita  del  1146.    Egli  riporta 

^  due  cessioni  fatte  alla  Chiesa  fiorentina  per  utilitk  del  Popolo,  I'una  del  1138  e  Tal- 
tra  del  1173,  e  dopo  aver  mostrato  quali  fossero  le  condizioni  politiche  d' allora 
conclude :  "  L'  una  e  I'altra  volta  la  cittk  era  in  fiero  contrasto  con  messi  imperiali ; 
"  ma  mostr6  di  ridersi  delle  minacce  e  dei  bandi  loro,  e  continu6  ad  esercitare  di- 
"  ritti  sovrani  ed  allargare  i  propri  domini,  facendosi  forte  dei  privilegi  della  Chiesa, 

0  "  facendo  ciob  a  lei  intestare  le  nuove  sottomissioni  „  ^  Monte  di  Croce  adunque 
pass6  al  vescovado  fiorentino;  di  questa  licenza  del  Comune  per  il  nuovo  acquisto  h 
una  prova  indiretta  quel  giuramento  reciprocamente  prestato  tra  Vescovo  e  Comune, 
che  vincolava  annualmente  la  liberta  del  Vescovo  a  non  agire  contro  il  Comune*  e 
v'ha  una  prova  migliore  in  un  documento  del   1230  in  un  bando  del  Podestk  fioren- 


'  ViLLANi,  op.  cii.,  lib.  VI,  c.  4;  Stefaui,  rubr.  69*.  "documenti  del  1236  sappiamo  che  quando  11  nuovo  ma- 

^  Sanzanome,  Gesia  Floreniinorum,  ad  annum  (Edi-  "  gistrato  annuale  entrava  in  un  ufficio  riceveva  il  giu- 

zione  Hartwig,  vol.  I,  p.   ij).  "ramento  del  Vescovo,  e  alla  sua  volta  giurava   e  pro-    10 

'  P.  Santini,  Siudi  sulV  antica   cosiiiuzione   di  Fi-  "  metteva  di  conservare    la  liberta  ecclesiastica    eic;  tA 

renze  in  *  Archivio  storico  itaIiano„  lerie  V,  tomo  XVI,  "  e  pimto  da  dubitare  che   il  reclproco   giuramento  del 

p.  27-  "  Vescovo  al  Comune  fossero  in  uso  fin  dal  piu  antico 

*  Santini,  0/.  cit,,  «erie  V,  tomo  XVI,  p,  31:  "  Da  "  tempo  della  libert^  cittadina  „. 


XLVIII  INTRODUZIONE 


tino  agH  abitanti  di  Monte  di  Croce  minacciante  le  pene  del  Comune  perche  non  ave- 
vano  pagato  un  dazio  imposto  dal  Vescovo  fiorentino  Giovanni^  Questo  documento 
puo  servire  anch'  esso  ad  illustrazione  di  quel  che  il  Santini  aveva  detto  a  tal  proposito 
osservando  che  "  ai  vescovi  torn5  piti  utile  accomodarsi  con  la  cittadinanza  e  ricono- 
"  scere  in  parte  anche  nei  propri  teudi  la  giurisdizione  comunale,  cercando  peraltro  di 
"  conservare  il  maggior  numero  di  franchigie  che  il  governo  del  Comune  potesse 
"  consentire,  di  essere  cio5  in  condizione  privilegiata  dinanzi  agli  altri  feudatari  del 
"  contado  „  ^ 

La  notizia  adunque  dello  Stefani  della  licenza  data  dai  Fiorentini  per  l'acquisto  di 
Monte  di  Croce,  se  da  un  lato  trova  riscontro  in  un  cronista  del  XIII  secolo,  dall'  altro  1 
trova  la  sua  verosimiglianza  nelle  condizioni  politiche  del  Comune  che  consigliavano 
cotali  acquisti.  Esso  partecipava  alPatto  di  vendita  con  un  esplicito  o  con  un  tacito 
consenso,  del  quale  si  possono  chiaramente  vedere  le  prove  nell'  intervento  del 
Comune  in  questi  domini  vescovili,  giustificati  appunto  dalle  relazioni  che  correvano 
tra  i  due  Enti  e  dalla  natura  degli  acquisti.  1! 


* 


La  rubrica  5 1  *  dello  Stefani  corrisponde  al  cap.  XXII  del  libro  V  del  Villani : 
i  due  cronisti  ricordano  che  neII'anno  1197  il  Comune  acquisto  il  castello  di  Monte 
Grossoli,  lo  Stefani  pero    nota  che  cio  fu  fatto    in  seguito  ad  una  legge  che  non  si 
limitava  al  solo    caso  speciale  delI'acquisto   di  Monte  Grossoli.    Ecco  i    passi  corri-  2 
spondenti : 

G.  ViLLANi,  lib.  V,  cap.  XXII.  Marchionne  di  C.  Stefani,  rubr.  55.' 

Nel  detto  anno  1197  i  Fiorentini   comperarono  il  In  Firenze  si  fece  una  legge,  la  quale  chiunque  vo- 

castello  di  Monte  Grossoli  in  Cliianti  da  certi  Cattani,  lesse  vendere   sue  castella  le  vendesse  nonostanteche  il 

di  cui  era,  che  lungamente  aveva  guerreggiato  i  Fioren-  Comune  per  forza  l'avesse  prese;  e  in  fra   quelle  com-    2 

tini,  e  andovvi  piu  volte  l'oste  del  Coniune  di  Firenze,  perarono  lo  castello  di  Monte  Grossoli. 
come  n'e  fatta  menzione. 

La  notizia  di  questa  legge  manca  nel  Villani  e  negH  altri    cronisti  piii  antichi| 
nh  alcuno    dei  documenti  del  tempo  puo   riprovare  la  veritk  della    notizia.     Quest 
legge  fu  veramente  promulgata,  o  non  piuttosto  il  cronista  da  un  provvedimento  spe 
ciale  preso  per  Monte  Grossoli  ha  dedotto  una  legge  d'  indole  generale  ? 

Gli  storici,  dal  Villari  al  Santini,  che  ha  detto  l'ultima  parola  in  proposito,  ri| 
cordano  semplicemente  il  fatto :   "  I  Fiorentini,  scrive  il  primo,  ripresero  per  denar 
"  Monte  Grossoli  che  era  stato  rioccupato  e  fortificato  da  Nobili  che  davano  noia  „' 
11  Santini  su  per  giti  dice  la  stessa  cosa,  scrivendo  che  Firenze  subito  dopo  la  mortij 


'  Lami,  Memorabiiia  Ecciesiae;  Firenze,  1758,  p.  53.       tomo  XVI,  p.  31. 

*  Santini,  of.  cit.,  in  "  Arch;  Stor,   it.  „  serie  V,  ^  Villari,  0/.  cit.,  vol.  I,  p,  142. 


INTRODUZIONE  XLIX 


di  Enrico  VI  ricuper6  il  castello  di  Monte  Grossoli,  toglicndolo  ai  Nobili  che  lo  te- 
ncvano  in  nome  dell' Impero  ^.  Di  legge  generalc  adunque  non  si  fa  menzione;  che 
anzi  dalle  loro  parole  siamo  allontanati  dall'ipotesi  di  una  legge  generale  nel  senso 
dello  Stefani.     Si  osservi  infatti  che  il  Villari,  illustrando  la  notizia,  cita  il  passo  del 

i  Villani,  il  quale  ricorda  le  molestie  recate  da  quei  castellani  al  Comune  e  le  spedizioni 
piii  volte  fatte  daU'oste  fiorentina  contro  il  Castello.  Per  la  qual  cosa  se  lunghe  guerre 
vi  furono,  e  se  in  ultimo  il  Comune  sbors6  "  be'  denari  secchi  „,  come  nota  Paolino 
Pieri  \  per  comprare  il  detto  Castello,  ^  segno  che  questo  acquisto  fu  fatto  per  il 
caso  speciale  di  Monte  Grossoli,  di  cui  inutilmente  con  le  armi  si  era  potuto  ottenere 

I  una  sicura  conquista. 

Le  osservazioni  del  Santini  ci  portano  a  conclusioni  analoghe,  poichfe  egli  muove 
dal  ricordo  della  morte  di  Enrico  VI,  da  un  momento  cioh  di  debolezza  delPIm- 
pero,  e  passa  quindi  a  narrarci  che  il  Comune  aveva  preso  un  Castello  tenuto  da 
Nobili  in  nome  deirimpero.     Cosi  il  Santini  ci  allontana  sempre  piii  dall'idea  di  una 

i  legge  generale,  poichfe  egli,  senza  che  esplicitamente  lo  dica,  ci  fa  riflettere  che  le 
condizioni  politiche  di  Firenze  d'aIIora  erano  contrarie  ad  un  simile  provvedimento. 
Infatti  Firenze  per  la  morte  di  Enrico  VI  e  per  la  lega  toscana,  di  cui  essa  era 
gran  parte,  si  trovava  in  condizioni  di  forza  e  di  prestigio  tali  da  non  essere  costretta 
a  scendere  a  patti  umilianti  con  quei  f6udatari,  fiaccati  ormai  nell' isolamento  in  cui 

)  si  trovavano  per  la  morte  delI'Imperatore.     Dunque  stando  cosi  le  cose,  la  notizia 

,  dello  Stefani  parrebbe  senz'altro  si  dovesse  scartare. 

I  Prima  per6  di  concludere  in  questo  senso  credo  di  dovere  stabilire:    1"  se  vera- 

'  mente  le  molestie  e  le  guerre  dei  castellani  di  Monte  Grossoli  si  riferiscano  a  poco 
tempo  prima  della  data  delI'acquisto,  si  da  dover  credere  che  questo  fosse   la  con- 

;  seguenza  immediata  di  quelle  guerre;  2"  se  veramente  le  condizioni  politiche  di  Fi- 
renze  nelle  sue  relazioni  esteriori  e  nel  suo  interno  governo  fossero  contrarie,  o  pur 
no,  ad  una  legge,  come  questa,  citata  dallo  Stefani. 

A  chi  apparteneva  Monte  Grossoli,  e  quali  erano  state  le  sue  relazioni  con  il 
Comune  di  Firenze  ? 

5  Una .  pergamena  del  gennaio  del   1007,  indicata  dal  Repetti,  fe  scritta  in  Monte 

Grossoli  in  luogo  chiamato  Poggio  Rodolfo,  quasi  per  indicare,  scrive  il  Repetti, 
che  la  Signoria  di  quel  poggio  fin  d'allora  apparteneva  ai  figli  di  Rodolfo  cioh  ai 
Firidolfi  ^.     II  nome  di  costoro,  quali  castellani  di  Monte  Grossoli,  meglio  si  vcde  nei 

,  documenti  che  illustrano  la  memoria  di  una  monaca  del  secolo  XIII  pubblicati    dal 

J'  Passerini  *.  Tra  le  deposizioni  testimoniali  ve  n'  ha  una  di  Alchermo  d'Alpignano,  che 
ci  dh  un  episodio  della  storia  del  Castello,  ricordando  essa  le  lotte  tra  i  potenti  Firi- 


'  Santini,  0/.  cii, ,  in  ArcA.  Stor.  ii.,  aerie  V,  tomo  deUa  Toscana;  Firenze,  1833-45  i?-'^-  Monte  Grossoli). 
j  XXVI,  p.  232,  <  In  Arch,  Stor.  it.,  serie  III,  tomo  XXIII,  pp.  61-79; 

I  '  Cronica  di  Paolino  Pieri   pubblicata   da  A.    F.  205-217;    3S5-403.     II   Davidsoiin   torno    suirargomen- 

j  Adami;  Roma,  1755,  p.   11.  to  in  Arch.  Stor.  it.,  serie  V,  tomo  XXII,  pp.  225  sgg. 

'  Repetti    E.,    Dizionario    geografico-fisico-storico 

T.  XXX,  p.  I  —  Z?. 


INTRODUZIONE 


dolfi  e  i  signori  da  Quona.  Fra  i  Firidolfi  spicca  la  figura  di  Berlinghieri,  seguace  del 
Barbarossa,  e  da  lui  fatto  potente.  II  territorio  di  Rosano  divenne  campo  di  lotfe,  per 
le  quali  Guido  Guerra  scese  anch'egli  a  combattere,  sicchfe  quel  territorio  al  cadere 
del  secolo  XII,  nota  il  Passerini,  obbediva  a  tre  padroni:  ai  conti  Guidi,  alle  mo- 
nache  del  monastero  di  Rosano  e  a  Berlinghieri  dei  Firidolfi  K  Si  osservi  per6  che  • 
la  deposizione  testimoniale  di  Alchermo  fatta  al  principio  del  1200  si  riferisce  a  cose 
viste  ed  intese  dal  teste  quarantacinque  anni  avanti.  Questo  documento  adunque,  ci- 
tato  a  prova  delle  molestie  recate  dai  castellani  di  Monte  Grossoli,  e  delle  quali  fa 
cenno  il  Villari  nel  passo  riportato,  non  pu6  valere  se  non  entro  i  termini  cronolo- 
gici  assegnati  dalla  deposizione  testimoniale. 

La  prima  notizia  di  guerra  mossa  dal  Comune  di  Firenze  al  castello  di  Monte 
Grossoli  h  del  II82:  lo  Stefani  come  abbiamo  gik  mostrato  coUega  la  causa  ultima 
dell'impresa  al  furto  di  grano  commesso  da  quelli  del  Castello  a  danno  dei  Fio- 
rentini, 

Della  storia  di  Monte  Grossoli  dal  1183  al  1197  nulla  sappiamo  per  i  documenti; 
i  cronisti  non  ne  riparlano  che  all'anno  1197.  Era  allora  il  Castello  ricaduto  in  po- 
tere  dei  Firidolfi  ?  II  Villari  ed  il  Santini  esplicitamente,  nei  passi  riportati,  lo  af- 
fermano ;  e  le  loro  notizie  si  ricollegano  con  quelle  della  cronaca  del  Villani,  e  con 
le  altre  fornite  dal  documento  edito  dal  Passerini.  Si  osservi  peraltro  che  l'espres- 
sione  del  cronista  e  tutt'altro  che  chiara  ed  esatta :  egli  ricordando  le  lunghe  guerre 
del  Comune  con  il  suddetto  Castello  rimanda  il  lettore  alla  descrizione  di  quelle 
guerre  da  lui  fatta  nei  capitoli  precedenti,  Orbene,  la  sola  menzione  che  preceden- 
temente  h  fatta  fe  quella  del  11^2,  quando  il  cronista  afFerma  che  il  Castello  era 
caduto  in  potere  dei  Fiorentini.  DalPaltro  canto  ho  gik  mostrato  che  il  documento 
edito  dal  Passerini  non  puo  essere  citato  che  per  un  tempo  anteriore  al  1182.  Dun- 
que,  stando  cosHe  cose,  bisogna  convenire  che  dal  1182  al  1197  non  si  pu6  affer- 
mare  che  il  Castello  fosse  efFettivamente  ricaduto  in  potere  dei  Firidolfi,  e  che  percio 
il  silenzio  che  fe  nello  Stefani  a  questo  riguardo  non  pu6  attribuirsi  ad  una  inesatta 
conoscenza  della  cosa. 

Pertanto  questa  conelusione  ci  deve  allontanare  dalPidea  di  un  acquisto  fatto 
in  seguito  a  lunga  e  inefficace  prova  delle  armi. 

Una  grave  obiezione  per6  ci  pu6  essere  fatta :  Si  ammetta  pure  che  il  castello 
di  Monte  Grossoli  non  fosse  ricaduto  in  potere  dei  Firidolfi,  come  mai  allora  si  spiega 
la  vendita  fatta  da  quei  castellani  di  un  Castello  che  da  quindici  anni  essi  avevano, 
perduto  ?  La  questione,  come  si  vede,  si  ricoUega  con  Taltra  gia  enunciata  della 
opportunita  di  un  simile  acquisto  da  parte  del  Comune  con  una  legge  generale  riguar- 
dante  non  il  solo  castello  di  Monte  Grossoli. 

Bisogna  pertanto  tornare  un  po'  indietro  con   la   storia    di  quei   tempi,  e  pero 

>  0/>.  «V.,  p,  73. 


INTRODUZIONE  LI 


brevemente  riassumo  ci5  che  h  stato  detto  dal  Davidsohn  con  la  scorta  dei  docu- 
menti  ^  Nel  1195  Enrico  VI  mand6  in  Toscana  il  proprio  fratello  Filippo,  ed  in- 
vestendolo  dei  beni  della  contessa  Matilde,  lo  cre6  Conte  e  poi  Duca  di  Toscana. 
Costui  presto  si  rese  odioso  a  tutti  per  insopportabili  balzelli  e  vessazioni  continue. 
A  Firenze  poi  I'odio  contro  I'Impero  era  cresciuto,  quando  fu  mandato  nella  cittk, 
quale  Podestk  imperiale,  il  pisano  Raineri  di  Gaetano,  che  abilmente  cercava  di  spe- 
gnere  nella  costituzione  del  Comune  ci6  che  ne  costituiva  I'autonomia.  I  Fiorentini 
ben  presto  si  ribellarono,  e  nel  1196  riuscirono  ad  abbattere  il  Governo  della  pote- 
staria,  sostituendovi  il  regime  dei  Consoli  cittadini.  Come  in  cittk,  cosl  in  contado 
I'odio  per  il  duca  Filippo  aveva  dato  luogo  a  qualche  ribellione.  "  I  Conti  stessi, 
"  scrive  il  Santini,  ebbero  probabilmente  violate  le  proprie  immunita,  i  vassalli  loro 
"  ne  furono  aggravati  non  meno  degli  altri  abitatori  della  regione  „  ^  La  riprova  di 
tutto  questo  sta  nei  fatti  medesimi  che  si  svolsero  dopo  la  morte  di  Enrico  VI 
nel  1197.  Alla  lega  costituitasi  fra  le  cittk  di  Toscana  aderirono  molti  feudatari, 
non  tanto  per  paura  della  crescente  potenza  dei  Comuni,  quanto  per  la  memoria  delle 
vessazioni  sotferte  sotto  il  margraviato  di  Filippo. 

In  quel  dato  momento  tra  i  Nobili  del  contado  e  il  Comune  di  Firenze  corrono 

rapporti  amichevoli   "  le  difficoltk  che  poterono  sorgere  nella  costituzione  della  lega 

**  furono  amichevolmente  eliminate  con  concessioni  reciproche  „  ^     Si  aggiunga  che  in 

:  quello  stesso  momento  i  Nobili  di  Firenze  costituenti  I'antica  oligarchia  avevano  ac- 

I  quistato  prestigio  grande  nel  Comune,  poichfe  essi  avevano  abbattuto  il  Governo  della 

potestaria  imperiale,  inviso  a  tutti  i  cittadini,  ed  avevano  ripristinato  il    reggimento 

consolare.     Anche  gli  stessi  GhibelHni  parteciparono  volontariamente  alla  Lega,  poi- 

I  chfe  le  inimicizie  interne  erano  cessate  di  fronte  al  pericolo  e  all'  interesse  comune. 

:  Guardando  la  lista  dei  Consoli  di  quel  tempo  si  vedono  gli  effetti  di  quella  po- 

jlitica  interiore:  nel   1197   Schiatta  degli  Uberti  fe  Console,  nel  1198  Davezzino  Della 

'  Tosa,  e  neII'anno  seguente  compaiono  Consoli,  Arrigo  conte  di  Caprara  e  Boncom- 

pagno  Lamberti*. 

Orbene  in  tali  condizioni  a  me  sembra  cosa   naturale  che  il  partito  dei  Nobili 

tspingesse  11  Comune  ad  una  legge  riparatrice    dei    danni  da    loro  sofferti  per  i    ca- 

stelli  abbattuti.     Cosicchfe  facendo  tesoro  delle  stesse  osservazioni  del  Santini  per  la 

'Ipolitica  di  quel  tempo  credo  di  poter  venire    a   una   conclusione    diversa    dalla   sua 

,riguardo  al  castello  di  Monte  GrossoH. 

In  ogni  modo  la  notizia  dello  Stefani    non   va    contro    ad    alcuna  delle  notizie 
5certe  di  quel  tempo,  e  qualora  essa  si  accolga  interamente,  h  assai  interessante  per    • 
.intendere  meglio  ropera  del   Governo  fiorentino  del   1197^ 


'  R.  Davidsohn,  0/.  «V.,  vol.  I,  p.  609.  tini  in  Documentt   di  storia  italiana,    pubblicati  a  cura 

'  Studi  cit.  in  Arch.  St.  it.,  serie  V,  tomo  XXVI,  della  R.  Deputazione  di  Storia  patria    per  le  provincie 

'•  238.  di  Toscana  e  deirUmbria;  Firenze,  CeUini,  189S,  tomo 

'  /(/.,  p.  215.  X,  pp.  XVII-LXXU. 
*  Vedi  ad  annuni  la  Usta  dei  Consoli  edita  dal  San.  ^  Non  inutilmente  forse  potrebbe  essere  citato  Ta-    10 


LH  INTRODUZIONE 


In  relazione  alla  politica  esteriore  di  Firenze  del  XII  secolo  un  particolare 
nuovo  aggiunto  dallo  Stefani  ci  fa  fermare  brevemente  suUa  questione  assai  dibat- 
tuta  degli  atti  compiuti  da  Federico  I  in  Toscana,  venuto  con  il  fermo  proposito  di 
restituire  all'Impero  i  suoi  diritti  suUe  terre  di  Toscana. 

Metto  a  confronto  i  passi  corrispondenti  dei  due  cronisti : 

G.  ViLLANi,  lib.  V,  c.  12.  Marchionne  di  C.  Stefani,  rubr.  52*. 

Federico  /tolse  al  Comune  di  Flrenze  tutto  il  con-  Federico  I  non  lasci6  fuori  delle  mura  niuna  giu- 

tado  e  la  Signoria  di  quello  infino  aile  mura.  riBdizione;  non  per6  j  Fiorentini  renderono  le  castella. 

La  notizia  del  Villani  fe  assai  laconica;  ne  la  tradizione  rappresentata  dai  cro- 
nisti  del  XIII  e  del  XIV  secolo  si  avvantaggia  per  maggior  chiarezza  o  ricchezza 
di  particolari.  Vi  h  solo  qualche  divergenza  nel  numero  delle  cittk  toscane  che  non 
ebbero  siffatto  trattamento  dall'  Imperatore  \.  Da  tutti  si  fa  cenno  di  perdita  di  si- 
gnoria  e  di  giurisdizione,  e  per6  fu  possibile  alFHartwig  pensare  e  sostenere,  che 
con  la  venuta  di  Federico  I  Firenze  avesse  perduto  non  solo  ogni  suo  potere  nel 
contado,  ma  anche  in  cittk  avesse  perduto  il  diritto  di  eleggere  propri  ufficiali  ^. 
Spetta  al  prof.  Villari  il  merito  di  avere  confutato  1'  ipotesi  dell'  Hartvirig,  ponendo 
lucidamente  la  questione  nei  suoi  veri  termini.  Egli  distinse  la  questione  di  diritto 
dallo  stato  di  fatto.  L'Imperatore  poteva  benissimo  togliere  ogni  giurisdizione  che 
il  Comune  aveva  usurpato  nel  contado,  ma  alI'atto  pratico  solo  con  la  forza  delle 
armi  avrebbe  potuto  rivendicare  i  suoi  diritti;  ne  cio  era  facile.  II  Villari  pertanto 
potfe  constatare  l'esercizio  della  giurisdizione  del  magistrato  fiorentino  entro  la  citta 
ed  anche  in  parte  fuori  nel  contado'.  Altre  prove  a  ribadire  l'opinione  del  Villari 
furono  fornite  anche  in  seguito  dal  Santini  con  1'esame  del  formulario  dei  documenti 
del  tempo,  i  quali  dimostrano  la  continuata  autoritk  degli  ufficiali  cittadini  nel  con-j 
tado,  mentre  i  nomi  di  Consoli  cittadini  rivelano  I'esercizio  non  interrotto  del  ma-' 
gistrato  cittadino  entro  il  Comune  *.  Dei  documenti  illustrati  dal  Santini  ve  ne  sono 
alcuni  redatti  in  castelli  che  per  la  loro  origine  feudale  dovevano  essere  tra  i  primi 
ad  essere  rivendicati  dalI'Imperatore  e  restituiti  ai  feudatari  dal  Comune  :  dunque  ilj 
possesso  di  quei  castelli  (anche  se  non  pieno  ed  in  parte  sotto  Tingerenza  di  Pote-(< 
sta  imperiali)  rimase  effettivamente  al  Comune. 

La  notizia  dello  Stefani  pertanto,  ignorata  o  trascurata  da  tutti  gli  storici,  mi 
pare  riceva  una  prova  ed  alla  sua   volta  ne  dia   una  maggiore   a  ci6   che  scrisse  il 


nalogo  fatto,  avvenuto  sette  secoli  dopo  in  Francia  du-  ed  il  pseudo  Brunetto  Latini  (in  Villari,  op.  cit,,  vol.  II, 

rante  la  Restaurazione,  per  compensare  i  danni  sofferti  ■Aft-  p.  223)  eccettuano  Pisa  e  Pistoia. 
dai  Nobili  durante  la  Rivoiuzione.  '  IIartwig,  op.  cit.,  vol.  II,  pp.  78-79. 

'  Gli  Annales  11,    in   Hartwig,    of.  cit.,    parte  II,  ^  O/.  cit.,  vol.  I,  pp.   135-136. 

p.  40,  eccettuano  Pistoia;  il  Villani   (lib.   V,    cap.  XII)  ••  Studi cit.in  Arch.Stor.it. ,%.\,t.X\\l,ipp.-](i-<n» 


INTRODUZIONE  Llll 


Villari.  Infatti  lo  Stefani  quando  alla  prima  notizia  che  l'Imperatore  "  non  Iasci6 
"  fuori  delle  mura  niuna  giurisdizione  „  fa  seguire  quell'altra  che  i  Fiorentini  "  non 
"perb  renderono  le  castella  „,  mostra  chiaramente  di  aver  distinto  la  questione  di  diritto 
da  quella  di  fatto ;  cioh  a  dire  egli  avverte  che  1'  Imperatore  volle  togliere  tutto,  ma 
aIl'atto  pratico  i  Fiorentini  mantennero  del  contado  ci6  che  vi  era  di  piii  impor- 
tante:  i  castelli,  che  erano  i  centri  amministrativi  e  i  punti  strategici  del  contado. 
La  notizia  dello  Stefani  h  adunque  attendibilissima,  ed  essa  forse  se  fosse  stata  posta 
nel  debito  conto,  non  avrebbe  dato  luogo  alPipotesi  dell' Hartwig ;  poichfe  se  i  Fio- 
rentini  ebbero  tanta  forza  di  conservare,  a  dispetto  della  volontk  imperiale,  i  castelli 
i  del  contado,  con  piCi  forte  ragione  h  da  ritenere  che  essi  avessero  avuto  la  forza 
di  conservare  entro  le  mura  del  Comune  gli  ufficiali  cittadini. 

*  * 

La  narrazione  delle  lotte  civili  fatta  dallo  Stefani  b  talvolta  ben  diversa  da 
quella  del  Villani  e  degli  altri  cronisti;  la  differenza  non  sta  soprattutto  nei  partico- 
lari  nuovi  aggiunti  talvolta  dallo  Stefani,  ma  nel  giudizio  diverso  dato  da  lui  ai  fatti, 
giudizio  spesso  pi5  sereno  e  piCi  esatto,  come  quello  di  persona,  che  viveva  in  un 
momento  politico,  in  cui  le  lotte  civili  del  XII  e  del  XIII  secolo  si  erano  trasfor- 
mate  in  altre  con  fini  diversi.  II  tempo  che  separa  Marchionne  di  Coppo  Stefani 
da  Giovanni  Villani  non  fe  grande,  ma  nella  storia  della  democrazia  fiorentina  dalla 
!  fine  del  XIII  alla  fine  del  XIV  secolo  fu  tale  rapido  svolgimento,  ricco  di  fortunose 
vicende,  che  la  vita  di  un  uomo  era  periodo  abbastanza  lungo  per  dare  una  nuova 
fisonomia  alla  vita  politica  del  Coraune. 

Anche  per  la  narrazione  delle  lotte  civili  lo  Stefani  h  stato  sempre  ignorato  o 

,  trascurato ;  soltanto  Gaetano  Salvemini  nella  sua  opera  sui  Magnati  e  Popolani  ricord6 

tl  lo   Stefani,    trattando    delle  fonti   della   storia  fiorentina   degli   anni    1266    e    1267. 

Egli  fu  il  primo  a  riconoscere  che  "  un  po'  migliore  del  Villani  in  questo  come  in 

"  altri  punti  della  storia  fiorentina  fe  lo  Stefani,  il  quale  se  non  ha  tutta  quella  viva- 

"  citk  di  forma  che  ha  dato  la  fortuna  del  Villani,  ha  per  altro  una  esposizione  piti 

;!  •  Ittcida  e  ordinata,  una  critica  piti   coscienziosa   delle   fonti  „  ^     II    Salvemini   per6 

i<  non  si   avvalse    del   cronista   in   tutta   l'opera   come   avrebbe   potuto,   e   talvolta  lo 

dimentica  pur  venendo  per  vie  diverse  alle  stesse    conclusioni  del  vecchio  cronista. 

II  principio  delle  lotte  civili  h  segnato  dai  cronisti   airanno    1177;  il  racconto 

h  cosl  fatto  dal  Villani  e  dallo  Stefani: 

G.  ViLLANi,  lib.  V,  c.  9,  Marchionnk  di  C.  Stefani,  rubr.  49'. 

,  t  . . . .  8i  comincid  in   Firenze   dissensione  e  guerra  Troviamo  che  negli  anni  di   Cristo   MCLXXVII 

grande  tra'  cittadini  che  mal  non  era  pii  stata  in  Fi-      del  mete  di  marzo,  che  in  quel  mese  serapre  si  facevano 


■^  G.  Salvkmini,    Magnati  e   Pofolani  tn  Pirente  dal      raSo  al  tjgS;  Firenze,  Carnesecchi,  1899,  p.  343. 


LlV  INTRODUZIONE 


renze,  e  cl6  fu  per  troppo  grassezza  e  riposo  inischiato  i  Consoli  e  gli  Sanatori,  gli  Uberti  quasi  sempre,  pcrclib 

colla  superba  ingratitudine,    ciie    quelli  della  casa  degli  erano  li  piu  possenti  li  volevano  a  loro  modo  ogni  volta. 

Uberti,   che    erano  i  piil    possenti   e  magglori  cittadini  Di  che  non    avendogli  a  qucsta    volta   (essi  Uberti)    ed 

dl  Firenze,  col  loro  seguaci  Noblli  e  Popolari  cominciaro  altre  famiglie  di  Nobili  e  Popolani  presono  la  contradia 

guerra  coi  Consoli  che    erano  Signori    e    guidatori  del  parte  (a  quella  cioc  dei  Consoli);    ed    ultimamente    non 

Comune  a  certo  tempo  e  con   certi  ordini  per  la  invi-  volendo  gli  eletti  gll  Uberti;  gll  altri  diceano  che  collo 

dia  della  Signoria  che  non  era  a  loro  volere ;  e  fu  s\  e  usato  decreto  si  erano  formati,  ed  intendeano  che  ei  f us- 

dlversa  guerra  che  quasi  ogni  dl,  o  di   duc  dl  l'uno,  si  sero.  Vennero  all'arme,  e  quindi  si  diede  e  tolse  per  piu 

combatteano  i  cittadini  insieme  ctc.  e  durd  questa  pe-  d\,  e  per  piJi  volte.  Ultimamente  s'ottenne  quel  Conso- 

.  stilenzia  piii  di  due  anni  cic.  e  quasi  per  istraccamento  lato;  e  gli  Uberti  pensarono  avere   questa   volta  la  pu- 

e  rincrescimento  si  rimasono  per  loro  medesimi  dal  com-  gna  perduta,   e   dubitarono  ogni  volta  loro   sarebbono 

battere,  e  si  pacificarono  e  rimasono   i  Consoli  in  loro  cos\  etc.  Cominclarono  le  zuffe  e  bastarono  piii  tempi; 

Signoria,  ma  alla  fine  pur  criarono   e  partoriro  le  ma-  ma  pure  i  Consoli  stettono  nel  modo  usato,  e  nuova  leg- 

ledette  parti,  che  furono  appresso   in    Firenze,  siccome  ge  non  si  fece  per  gli  Uberti.  In  capo  di  quattro  anni 

innanzi  per  11  tempi  farerao  menzione.  concordaronsi  insieme. 

Per  quanto  la  critica  abbia  lasciato  da  banda  la  parte  etica  delle  osservazioni 
del  Villani,  tuttavia  il  suo  racconto  esercit5  una  non  lieve  influenza  negli  storici 
posteriori,  che  diedero  una  grande  importanza  politica  a  questi  moti  degli  Uberti ; 
solo  recentemente  il  Davidsohn  ne  attenu6  in  gran  parte  il  valore  ^  J 

Mettiamo  a  confronto  pertanto  le  parti  diverse  del  racconto  dei  due  cronisti.  . 
Per  il  Villani  la  causa  fondamentale  h  al  solito  d'  indole  morale :  essa  consiste  nella 
"  troppo  grassezza  ed  ingratitudine  „  degli  Uberti  che  hanno  invidia  della  signoria  tenuta 
dai  Consolij  la  fine  della  lotta  secondo  il  cronista  si  deve  "  alPistraccamento  e  rin- 
"  crescimento  „,  onde  i  contendenti  "  si  rimasono  per  loro  medesimi  dal  combattere  „  ; 
e  finalmente  gli  ultimi  effetti  di  questi  moti  per  il  Villarii  si  protraggono  molto  piti  : 
avanti,  poich^   "  alla  fine  pur  criarono,  e  partoriro  le  maledette  parti  „. 

Per  lo  Stefani  la  causa  sta  in  questo:  gli  Uberti  erano  soliti  ad  avere  il  Con- 
solato,  e  poich^  nel  marzo  del  1177  non  1'ebbero  a  loro  piacimento,  formarono  un 
partito  con  altri  Nobili  e  Popolani.  Secondo  lo  Stefani  la  fine  della  lotta  non  h  segnata 
da  alcun  cambiamento  nella  costituzione  politica,  ma  essa  si  deve  ad  una  concordia 
tra  i  contendenti,  per  la  quale  tuttavia  rimase  in  vigore  I'  istituto  del  Consolato. 

II  racconto  dello  Stefani  adunque  va  contro  alla  tradizione  del  Villani,  n^  pu5  , 
essere  accolto  se  non  si  risolvono  i  seguenti  quesiti :  1°  Gli  Uberti  erano  veramente  | 
soliti  ad  avere  il  Consolato .?  2°  L'elezione  dei  Consoli,  segnata  soltanto  dallo  Stefani 
nel  marzo,  ricorreva  proprio  in  quel  tempo?  3°  L'ambizione  del  Consolato  era  la 
sola  causa  che  moveva  gli  Uberti  ?  4°  Era  possibile  un'alleanza  di  costoro  con  fami- 
glie  di  popolani  ?  5°  La  lotta  dur5  veramente  quattro  anni,  e  non  due  come  nota  il 
il  Villani  ?  6°  Alla  fine  di  essa  non  avvenne  veramente  alcun  cambiamento  nella 
costituzione  politica  del  Comune  ? 

Che  gli  Uberti  fossero  dei  piii  potenti  delle  consorterie    fiorentine  ne  convienc   ' 
anche  il  Villani,  ma  che  essi  fino  al   1177  avessero    esercitato    questa  loro  potcnza 


'  RoBERT  Davidsohk,  Geschickte  von  Florenz ; 'Btr-      lin,  1896,  vol.  I,  pp.  553  sgg. 


INTRODUZIONE 


LV 


nel  governo  del  Comune,  nh  il  Villani  lo  dice,  n^  altro  cronista  lo  aiferma.  Che  anzi 
arrivato  a  tal  punto  della  storia  fiorentina  il  prof.  P.  Villari  cosl  scrive :  "  II  Go- 
"  verno  dei  Consoli  con  la  prevalenza  in  esso  del  partito  popolare  aveva  sempre  piii 
"  lasciato  da  parte  i  potenti,  massime  la  consorteria  degli  Uberti,  i  quali  ben  di  rado 

5  "  troviamo  noi  ora  alla  testa  del  Comune  „  *.  L'  illustre  Maestro  h  qui,  mi  sembra,  un 
po'  troppo  legato  alla  tradizione  del  Villani. 

La  lista  dei  Consoli  anteriore  al  1177  consta  dei  nomi  dei  Consoli  degli  anni 
1138,  1172,  1173,  1174,  1176^  Volendo  adunque  esaminare  da  quei  nomi  la  varia 
preponderanza  politica  delle  diverse  famiglie  b  necessario  limitarci   entro  il  periodo 

1)  di  tempo  che  va  dal  1172  al  1176,  poichfe  per  il  tempo  precedente  ^  unampia  la-^ 
cuna.  Nel  1174  pertanto  si  nota  un  Guido  degli  Uberti  al  Consolato,  nel  1176  in- 
vece  pare  vi  fosse  prevalenza  della  consorteria  dei  Cavalcanti.  Come  si  vede  la 
scarsezza  di  tali  documenti  non  ci  dk  prove  sicure  per  affermare  che  frequentemente 
gli  Uberti  avessero  il  Consolato,  ma  tanto  meno  poi  per  affermare  che  egli  fossero 

5  lasciati  da  parte  nel  governo  del  Comune  per  la  prevalenza  del  partito  popolarc. 

Se  veniamo    ora    all'esame  di  altri  documenti,  si  ttfeva  che  nel  5  maggio    del 

1172  (due  anni  prima  che  Guido  degli  Uberti   fosse   eletto  Console)  un  altro  della 

stessa  famiglia  partecip6  ad  un  segreto  trattato,  per  il  quale  gli  esuli  Sanminiatesi  ri- 

belli  airimpero  avevano  giurato  di  far  causa   comune  con  Firenze  e  con  Pisa  e  di 

3  dar  loro  la  terra  di  San  Miniato  \  L'  accordo  fu  preso  a  Firenze  n  el  palazzo  ve- 
scovile;  e  tra  i  presenti  compare  uno  degli  Uberti;  segno  evidente  che  quella  con- 
sorteria  partecipasse  allora  ai  pifi  importanti  e  segreti  atti  del  Comune.  Per  la  qual 
cosa  adunque  la  notizia  dello  Stefani  della  potenza  politica  degli  Uberti  e  della  loro 
partecipazione  al  Consolato  fino  al  1175,  non  pu6  essere  confutata;  il  catalogo  dei 

j  Consoli  dimostra  che  solo  nel  1176,  alla  vigilia  dei  moti,  un'altra  consorteria,  quella 
dei  Cavalcanti,  aveva  avuto  in  queII'anno  il  sopravvento. 

L'eIezione  del  Consolato  ricorreva  proprio  nel  marzo?  Dei  Consoli  fiorentini 
rultimo  catalogo.  redatto  molto  dihgentemente  ed  in  parte  su  nuovi  documenti  b 
quello  pubblicato  dal  Santini  *.     Da  esso  non  si  pu6  in  modo  certo  stabilire  la  data  del- 

•)  1'elezione,  nh  il  Santini  in  quest'opera  si  ferma  su  tale  argomento.  L'illustre  prof 
P.  Villari  invece,  avendo  a  proposito  della  durata  in  ufiicio  dei  Consoli  citato  il 
passo  del  Villani,  incidentalmente  accenna  alla  data  della  elezione,  cosi  scrivendo  : 
"  L'elezione  pare  che  si  facesse  nel  gennaio.     Nel  1202  quelli  della  prima  e  della  se- 

1  fconda  meth  dell'anno  (P  marzo  e  ottobre)  sono  gli  stessi  e  cosl  nel  1204  (15  aprile 

•>  "  e  ottobre).  Tutto  ci6  proverebbe  che  non  si  cominciava  il  25  marzo  secondo  lo 
"  stile  fiorentino.  A  Siena  si  faceva  del  pari  1'  elezione  nel  gennaio,  e  lo  stesso 
"  pu6  indursi  in  Firenze  anche  dai  cronisti  „  ^     Nella  rassegna  dei  cronisti  per  altro 


'  0/>.  «•/.,  vol.  I,  p.  138. 

*  Santini,  ia  Doc.  cit.  ad  annum. 

'  Santini,  0/.  dt.,  IH,  I,  p.  363. 


*  Of.  cii.,  pp.  xvn-Lxxii. 

S  VlLLARI,  op.  cit.,  voL  I,  p.   IIO, 


LVI  INTRODUZIONE 


non   si    fa   ricordo    del    nostro    Stefani,    che    pone    l'elezione    consolare    nel    marzo. 

Si  osservi  pertanto  che  il  primo  gruppo  di  documenti  del  1°  marzo  e  del  24  ot- 
tobre  1202  citati  dal  Villari  sono  cosl  fatti:  nel  primo  compaiono  molti  nomi  di 
Consoli,  in  quello  deIl'ottobre  invece  non  ve  n'fe  che  uno  solo,  il  quale  era  tra 
quelli  del  marzo.  In  ogni  modo  la  notizia  dello  Stefani  h  alquanto  scossa  da  questo 
documento. 

In  quanto  poi  al  secondo  gruppo  di  documenti  citato  dal  Villari,  comprovanti  la 
corrispondenza  dei  nomi  dei  Consoli  nell'aprile  e  nelPottobre  del  1204,  si  noti  che  quei  ] 
documenti  valgono  tanto  a  sostegno  dell'ipotesi  del  Villari  della  elezione  nel  gennaio,  • 
quanto  a  prova  della  notizia  dello  Stefani  della  elezione  nel  marzo.  Un  altro  gruppo  1 
di  due  documenti  che  ho  cavati  da  quelli  editi  dal  Santini  fanno  piii  al  caso  nostro 
perchfe  di  un  tempo    piti    vicino    al   1177,  e  perchfe    piti    ricchi   di  nomi   consolari '. 
I  nomi  dei  Consoli  dell' S  marzo   1183  non  sono  quelli  del  16  ottobre   1183,  dunque 
verosimilmente  la  elezione  era  avvenuta  dopo  1'  8  marzo.  In  ogni  modo  questo  gruppo 
di  documenti  del   1183  toglie  l'importanza  di  quelli  pel   1202;  e  per6  si  pu6  aiFer-  1 
mare  che  la  notizia  dello  Stefani  (limitata  al  tempo  anteriore  al   1177)  non  fe  finora 
in  contraddizione  manifesta  con  alcun  documento  di  quel  tempo,  e  pu6  essere  accolta 
per  vera. 

II  desiderio  di  ottenere  i  supremi  onori  del  Comune  fu  veramente  la  causa  dei 
moti    degli    Uberti?     Nel  Villani  vi  e  una    certa    insistenza  a  dir  male  di  costoro.  2 
Gih  altrove  ho  notato  che  piti  per  rancore  politico  che  per  senso  critico  il  Villani, 
guelfo,  avesse  ripudiato  la  leggenda  che  faceva  degli  Uberti  i  capostipiti  degli  Ottoni, 
In  questo  passo  inoltre  h  quella  solita    ricerca    delle    cause  dei  fatti  nei  vizi  e  nelle 
viirtii  umane  che  allontana  il  cronista  dalla  giusta  percezione  del  vero;  tuttavia    nel 
contesto  si  fa  cenno  che  gli  Uberti   "  cominciarono  guerra  con  i  Consoli  per  la  in-  2 
"  vidia  della  Signoria  che  non  era  a  loro  volere  „.     Questa  che  h  per  il  Villani  oc- 
casione  di  sfogo  contro  l'animo  ingrato  degli  Uberti,  ed  b  cosa  notata  solo  di  sfuggita, 
fe  il  pernio  invece  del  racconto  dello  Stefani.     II  quale  muove  appunto  dalla  elezione 
consolare,  e,  attraverso    le    vicende  di  questo    ufficio  dal   1177  in  poi,  narra  le  fasi 
della  lotta.    Dal  ricordo  della  elezione  del   1177,  in  cui  gli  Uberti  non  erano  riusciti,  3| 
passa  alle  dissensioni  per  la  contestata  elezione  di  queiranno:   "  e  ultimamente  non    ' 
"  volendo  gli  eletti  {pggetto)  gli  Uberti  {soggetto) ;  gli  altri  diceano  che  collo  usato 
"  decreto  si  erano  formati  ed  intendeano  che  ci  fussero  „.     L'autore  quindi  distinguc 
due  periodi  della  lotta  in  un  primo  in  cui   "  si  ottenne  quel  Consolato  e  gli  Uberti 
"  pensarono  avere  questa  volta  la  pugna    perduta  e  dubitarono  ogni  volta  loro  non  5(i 
"  fusse  cosl  „ ;  in  un  secondo  in  cui  per  questi  motivi  gli  Uberti  riprendono  le  armi 
e  solo  in  capo  di  quattro  anni  si  pacificano  con  gli  avversari.  L'autore  avverte  alla 
fine  di  questo  secondo  periodo  che  il  Consolato  ne  uscl  fuori  senza  alcuna  alterazione, 


'  Doc.  in  0/.  cil.,  n,  III,  p.  324  (8  marzo  1183);      II,  IV,  p.  224  (16  ottobre  1183). 


INTRODUZIONE  LVII 


e  che  gH  Uberti,  pur  essendo  in  tali  condizioni  (come  si  vede  dal  seguito)  da  po- 
tere  segnare  una  pace  onorevole  con  gli  avversari,  non  riuscirono  a  far  promulgarc 
alcuna  "  nuova  legge  „. 

E  cosi  particolareggiato  il  racconto,  che,  indipendentemente  da  ogni  altra  riprova, 

5  s' inclincrebbe  a  credere  che  lo  Stefani  fosse  meglio  informato  dei  fatti.  Notiamo 
tuttavia  che  il  Consolato  costituiva  allora  anche  per  i  Nobili  venuti  dal  contado  la 
ragione  ultima  di  loro  potenza  nell'  adattamento  al  nuovo  ambiente ;  notiamo  inoltre 
che  fino  al  1175  gli  Uberti,  come  si  fe  visto,  avevano  partecipato  al  Consolato;  che 
nel   1176  i  Cavalcanti  avevano  preso  il  sopravvento,  e  che  finalmente   dal    1180  in 

i)  poi  gli  Uberti  ricompaiono  nelle  liste  dei  Consoli.     Dunque  se  il  racconto  dello  Ste- 

I  fani  h  per  cosl  dire  imperniato  intorno  alle  vicende  del  Consolato,  il  suo  racconto 
non  h  per  questo  meno  verosimile. 

Molto  piii  difficile  ed  intrigata  h  la  questione    che    sorge   per  la  domanda  for- 
mulata,  se  cio^  era  possibile,  come    appare    dallo   Stefani,    un'alleanza  degli  Uberti 

3  con  le  famiglie  di  Popolani.     II  passo   che  dk  origine  alla    questione  non  b  peraltro 

^  molto  chiaro  pifi  che  per  difetto  dei  codici,  per  quella  negligenza  di  forma  che  ha 
il  cronista,  il  quale  molto  probabilmente  non  potb  tornare  sull'opera  per  limarla. 
Trascrivo  il  passo  quale  si  trova  nei  codici ;  avverto  che  nel  periodo  precedente  h 
detto  che  gli  Uberti    "  perche  erano    purfe  i  pit>  poss6nti  „    volevano    ogni    volta  il 

3  Consolato  a  loro  modo  "  di  che  non  avendogli  a  questa  volta  ed  altre  famigHe  di 
''  Nobili  e  di  Popolari  presono  la  contradia  parte  „.  Per  comprender  meglio  il  passo 
pongo  a  confronto  il  corrispondente  del  Villani :  "  gli  Uberti  che  erano  i  piti  possenti 
"  e  maggiori  cittadini  di  Firenze  coi  loro  seguaci  Nobili  e  Popolani  cominciaro  guerra 
"  coi  Consoli  „ .     Se  pure  la  corrispondenza  di  frase  i  ■piu  ■possenti  non  indica  iden- 

i  titk  di  fonte,  variamente  intesa,  se  pur  di  questo  sospetto  non  dobbiamo  tener  conto, 
tuttavia  il  passo  del  Villani  ci  aiuta  ad  intendere  in  questa  guisa  quello  corrispondente 
dello  Stefani  (noto  in  corsivo  le  parole  da  me  aggiunte).:  "  Di  che  gli  Uberti  non 
"  avendogli  {i  Consoli)  a  questa  volta,  essi  Uberti  ed  altre  famiglie  di  Nobili  e  Popo- 
"  lari  presono  la    contradia    partc  „,    la    contraria,  cio^  a  quella  dei  Consoli. 

^  L'  alleanza  di  famiglie  di  Popolani  nel  passo  dello  Stefani  cosl  intenso  h  molto 

piii  evidente  di  quel  che  non  sia  nel  corrispondente  passo  del  Villani,  il  quale  a«- 
cenna  a  seguaci  popolani,  alludendo  forse  a  quel  codazzo  di  popolo  che  nelle  rivo- 
luzioni  non  manca  mai  nella  speranza  del  saccheggio  e  della  rapina.  Se  per5  noi 
intendiamo  in  siftatta  guisa  il  passo  dello  Stefani,  dando  cosi  un  valore  a  questa  al- 

i  leanza  delle  famiglie  di  Popolani  andiamo  contro  a  ci5  che  h  stato  scritto  da  va- 
lenti  storici  intorno  a  questo  periodo.  Infatti  secondo  il  Villari  nel  Consolato  aveva 
la  prevalenza  il  partito  popolare^,  il   nostro   cronista   quindi   afTermcrebbe  cosa   as- 

,j  surda,  poich^  gli  Ubcrti  che  combattevano  il  partito,  che   chiameremo  dei   Consoli, 


»  Op,  cit.,  vol.  I,  p,  128. 


LVin  I  INTRODUZIOiSTE 


avrebbero  avuto  come  loro  alleati  quelli  che  nel  Consolato  avevano  appunto  la  pre- 
valenza.  E  la  contraddizione  b  tanto  piti  stridente  se  si  pensa,  che  il  partito  po- 
polare  e  ritcnuto,  ed  a  ragionc,  come  il  piu  geloso  di  autonomia  di  fronte  alle  pre- 
tese  delPImpero,  e  che  gli  Uberti,  secondo  il  Santini,  proprio  in  quel  tempo  si  erano 
rivolti  aII'Impero  per  combattere  meglio  gH  avversari^ 

Ci  siamo  cosl  spinti  in  un  campo  assai  intrigato,  e  per  uscirne  fa  d'uopo  sta- 
bilire  quale  fosse  la  posizione  degli  Uberti  nel  Comune. 

Non  si  pu6    affermarc,  come    gik  abbiamo    visto,  che  gli  Uberti  fosscro  tenuti 
lontani  dal  Consolato  prima  del   1176,  nh  si  pu6    attribuire    ad    essi    un  programma 
di  politica  estcriore  contrario  a  quello  sostcnuto  dal  partito  popolare  del  Consolato.   1 
Poichfe  se  il  partito  popolare  aveva  mirato    aII'autonomia  del  Comune   daII'Impero, 
anche  gli  Uberti  avevano  congiurato  insieme  ai  ribelli  di  San  Miniato  contro  il  can- 
cellicre  deirimpero,  Cristiano  di  Magonza.     La  congiura  fu  del   1172;  nh  altri  do- 
cumenti  abbiamo  dal  1172  al  1176  che  provino  atti  degli  Uberti  contrari  al  Comune 
autonomo,  e  favorevoli  airimpero.     II    grande  cambiamcnto    sarebbe    avvenuto,    se-  1 
condo  il    Santini,    verso  il   1177,  proprio   alla  vigilia   delle  lotte    civili.     Gli    Uberti 
erano  stati  prima   contrari    airimpero,  ma    "  presentemente,    aggiunge  il  Santini,  in 
"  vista  delle  importanti   mutazioni  avvenute  nella  politica   generale,  gli  Uberti  cam- 
"  biarono  bandiera  „  ^     Da  nessun    fatto    peraltro  si  pu6    argomentare    questo  ricon- 
ciliamento  degli  Uberti  con    Tlmpero.     Che  anzi  i  fatti,   parrebbe,    dimostrassero    il  2 
contrario.     Quando  erano  scoppiati  i  moti,  gli  imperiali  erano  in  Toscana,  ed  avreb-J 
bero  potuto  in  qualche  modo  sostenere  gli  Uberti;  essi  nulla  fecero  in  questo  sensc 
Nfe  vale  la  ragione  addotta  dal  Santini,  che  cio^  gli  imperiali  non  si  mossero,  perchl 
disponevano  di  poche  forze,  e  temevano  che  le  sorti  delle  armi  non  fossero   favore4 
voli  agli  Uberti  *,  poichfe  le  lotte  civili  durarono  a  lungo    per  tre  o  quattro  anni,  e  2 
in  questo  tempo  non  sempre  gli  Uberti  dovettero  toccare  la  peggio,  se  la  fine  della 
lotta  fu  abbastanza    onorevole  per  loro.     Pertanto,  se  non  h  possibile  con  altri  do- 
cumenti  segnare  le  varie  fasi  di  queste  lotte,  si  pu6  essere  certi  della  condotta  poli- 
tica  degli  Uberti  dopo  il   1180  cio^  al  termine  delle  lotte.     Allora  essi  parteciparono 
largamente  al  Consolato,  e  la  politica  esteriore  del  Comune,  nota  lo  stesso    Santini,  ; 
e  lo  aveva  prima  avvertito  il  Villari,  "  non  rimase  da  tutto  ci6  punto  alterata  „  *. 

Dunque  gli  Uberti,  fatti  Consoli,  continuarono  a  seguire  la  condotta  politica  dei 
predecessori,  la  quale  quindi  non  doveva  fortemente  contrastare  con  i  loro  interessi. 
E  per6  h  lecito  da  ci6  dedurre:  1°  che  non  si  pu6  accogliere  in  modo  assoluto  il 
giudizio  del  Santini  per  il  quale  queste  discordie  civili  "  furono  indubbiamente  in  re- 
"  lazione  con  le   diverse  tendenze  dei  maggiorenti  circa  alla  politica  del   Comune„^; 


»  Siudi  cii.  in  Arch.  Stor.  it.,  lerle  V,  tomo  XXVI,  '  Studi  cit.  in  Arch,  Stor.  it.,  serie  V,  anno  XXVI,   f 

p.  48.  p.  49. 

*  Studi  cit.  in  Arch.  Stor.  it.,  serie  V,  tomo  XXVI,  <  O/.  cit.,  vol.  I,  p.  130. 

p.  48.  6  O/.  cit.,  serie  V,  tomo  XXVI,  p.  48. 


INTRODUZIONE,  LIX 


2"  che  Hmitata  in  tal  modo  la  lotta  entro  il  campo  cittadino  era  possibilc  un'alle- 
lcanza  di  famiglie  popolani  con  gli  Ubcrti,  pcrche  nessuna  divergenza  di  politica  este- 
riore  li  distaccava  da  costoro,  mentre  li  avvicinava  il  fine  di  abbattere  una  consor- 
tcria,  quella  cio^  dei  Cavalcanti.  La  quale,  come  tutte,  era  necessariamente  esclusivista, 
5  cd  allontanava  da  s6  e  dagli  onori  pubblici  gli  cstranci  ad  essa,  e  quindi  anche  i  Po- 
polani  che  gik  avevano  acquistato  dignitk,  e  sentivano  il  bisogno  di  partecipare  al 
governo  del  Comune.  • 

La  notizia  adunque  del  nostro  cronista  di  un'alleanza  degli  Uberti  con  i  Popo- 

lani  non  h  in  contraddizione,  comc  prima  pareva,  con  le  condizioni  politidhe  del  Co- 

P  mune,  nh  con  alcun  documento    originale  di  quel  tempo.     II  racconto  poi  di  quelle 

lotte  nelle  loro  cause,  nelle  loro  vicende  e  nella  loro  fine,  b  con  veritk  e  con  acume 

storico  posto  in  relazione  al  Consolato,  il  quale  secondo  lo  Stefani  e  secondo  i  do- 

cumenti,  continu6  a  sussistere  con  la  partecipazionc  degli    Uberti,  senza    che    alcuna 

'    ^^^S"^  nuova,  cioh  alcuna  alterazione  avvenisse  nelle  costituzione  del   Comune. 

3  II  racconto  dello  Stefani  insomma  non  ha  certamente  alcuno    dei  pregi  artistici 

I    di  quello  del  Villani,  ma  dk  un'  idea  piii  chiara  e  piii  vera  della  situazione  politica 

in  Firenze  dal   1177  al    1180»     Esso  poi  in   parte    fornisce  una  riprova  alle   conclu- 

sioni,  a  cui  era  pervenuto  al  Davidsohn,  che  aveva   anch'egli  ignorato  l'importanza 

dcllo  Stefani,  ma  chc  per  vie  sicure  era  arrivato  alla  conclusione  che  la  lotta  del  1177 

p  non  ebbe  il  fine  di  provocare  un  cambiamento  nella  forma    oligarchica  del  govemo 

J    d'allora,  ma  solo  di  procurare  ad    alcune    famiglie  quel    posto    chc  altri    occupava  ^ 

Prima  di  lasciare  l'argomento  noto  la  differenza  fra  i  due  cronisti  circa  il  tempo 

in  cui  durarono  le   lotte.     Pcr  il   Villani  durarono   ■piu   di  due  anni^  per  lo    Stefani 

1  finirono  in  capo  di  quattro  anni.     Le  due  notizie  si  possono  conciliare,  poichfe  avendo 

5  riguardo  ai  due  periodi  segnati  dallo    Stefani  nello    svolgimento    della  lotta,  si   pu6 

credere  che  il  Villani  alludesse  al  primo  periodo  piii  acre ;  mentre  lo  Stefani  esten- 

desse  il  limite  di  tempo  sino    al  momento  in   cui  le    parti    si    concordarono  insieme 

per  la  elezione  c\oh  del    11 80  ^ 


*  * 


-  Pervcnuti  al  XIII    secolo  il  Villani  e  lo  Stefani    narrano  dei  Guelfi  e  dei  Ghi- 

bellini  in  Firenze.  L'  origine  c  lo  sviluppo  dei  due  partiti  ofTre  talvolta  nel  rac- 
conto  dci  due  cronisti  alcune  differcnze  notevoli,  non  ^  quindi  inutile  uno  studio 
comparativo  dei  passi  corrispondenti. 

II  Villani  parla  la  prima  volta  di  Guelfi  e  di  Ghibellini  a  proposito    della  ucci- 

5  sione  di  Buondelmonte  dei    Buondelmonti  ^     Per5   il   cronista   avverte    che,  sebbene 
questa  fosse    "  cagione  e  cominciamcnto   delle  maledette  parti  guelfa  e  ghibellina  „, 


'  Op.  cil.,  vol.  I,  p.  SS5.  vol.  II,  p.  319,  fissa  a  ventidue  mesi  la  durata  delle  lotte. 

'  Lo  pseudo  Brunetto  Latini,  in  Villari,  of.  cit,,  *  C/.  cii.,  libro  V,  c.  38. 


LX  INTRODUZIONE 


tuttavia  "  dinanzi  assai  erano  le  sfette  tra  Nobili  cittadini  e  le  dette  parti  per  cagione 
"  delle  brighe  e  questioni  della  Chiesa  e  dell'  Imperio  „ .  Le  sfette  tra  Nobili  citta- 
dini  che  preesistevano  al  1215  erano  una  cosa  diversa  delle  parti  guelfa  e  ghibel- 
lina  ?  Esplicitamente  il  Villani  non  lo  afferma,  per6  nel  capitolo  seguente  riportando 
la  lista  delle  famiglie  di  Guelfi  e  di  Ghibellini  conclude :  "  e  per  la  detta  cagione  f 
"  si  cominciaro  da  prima  le  maledette  parti  in  Firenze ;  contuttochfe  di  prima  assai 
"  occultamente  pure  era  parte  tra'  Nobili  cittadini,  che  chi  amava  la  Signoria  della 
"  Chiesa  e  chi  quella  dell'  Imperio  „  ^.  II  cronista  adunque  ci  dice  che  i  partiti  erano 
tra  i  Nobili,  dei  quali  gli  uni  favorivano  la  Chiesa  e  gli  altri  1'Impero.  Cosl  il  Vil- 
lani  in  fondo  a  tutte  queste  nuove  lotte  cittadine  vede  una  manifestazione  secondaria  1( 
della  grande  lotta  tra  Impero  e  Chiesa. 

Un'altra  ricerca  si  pu6  fare  per  stabilire  quale  atteggiamento  avesse  preso  se- 
condo  il  Villani  il  resto  della  cittadinanza.  II  cronista  al  termine  del  racconto  del 
Buondelmonte  dice  che  allora  "  tutti  i  lignaggi  dei  Nobili  ed  altri  cittadini  se  ne 
"  partirono  „.  Dunque  vi  parteciparono  altri  cittadini  non  nobili,  ciofe  popolani.  La  11 
qual  cosa  piu  chiaramente  dice  il  cronista  dopo  di  avere  annoverati  i  nomi  dei 
Guelfi  e  dei  Ghibellini,  aggiungendo  che  "  molte  altre  schiatte  d'  orrevoli  cittadini  si 
"  tennero  chi  d'  una  parte  e  chi  d'  un'  altra  „ .  Dal  Villani  quindi  sappiamo,  cosa 
giusta  assai,  che  tra  i  Guelfi  e  i  Ghibellini  vi  erano  Nobili  ed  anche  Popolani; 
cosi  il  cronista  h  esente  dall'  errore,  che  fu  comune  per  molto  tempo,  della  cre-  2( 
denza  che  guelfo  significasse  popolano  e  ghibelHno  nobile;  del  Popolo  per6  il  cro- 
nista  non  fa  parola  come  partito  a  sb.  Per  la  qual  cosa  riassumendo  i  giudizi  del 
Villani  per  i  fatti  del  1215  si  pu6  notare  che  egli  dk  valore  grande  alle  lotte  tra 
Chiesa  ed  Impero  e  aII'uccisione  del  Buondelmonte,  in  secondaria  importanza  pone 
le  discordie  civili  preesistenti,  avvertendo  che,  sebbene  vi  fossero,  pure  "  per  lo  stato  2 
"  e  bene  del  Comune  tutti  erano  in  concordia  „  ^  Dunque  per  il  Villani  in  tutto 
qufesto  la  lotta  per  la  conquista  del  governo  del  Comun«  non  c'entra. 

Quando  il  Villani  perviene  con  il  racconto  al  1248,  al  divampare  cio^  di  nuove 
lotte  civili,  trova  la  causa  di  tutto  in  un  altroJatto  particolare,  anzi  in  una  persona, 
quella  dell'  imperatore  Federico  II :  "  Costui  volle  spandere  il  suo  veleno  e  fare  par-  3 
"  torire  le  maledette  parti  guelfa  e  ghibellina  „  K  Tuttavia  soggiunge  il  Villani  anche 
prima  le  parti  erano  cominciate  per  la  morte  di  messer  Buondelmonte,  poichfe  i  No- 
bili  "  erano  in  sfetta  per  le  dette  parti,  e  si  teneano  insieme;  e  quegli  che  si  chia- 
"  mavano  Guelfi  amavano  lo  stato  del  Papa  e  di  Santa  Chiesa,  e  quegli  che  si  chia- 
"  mavano  Ghibellini  amavano  lo  stato  dell'  Imperio  e  favorivano  I'  Imperadore  e  suoi  <■ 
"  seguaci  „  *.  Tuttavia  conclude  il  Villani,  avanti  al  1248  "  il  Popolo  e  Comune  di 
"  Firenze  si  manteneva  in  unitade  a  bene  e  a  onore  e  stato  della  Repubblica  „  *. 


»  O/.  ct/.,  Ubro  V,  c.  39.  *  O/.  «V.,  Ubro  VI,  c.  33. 

*  Id.  5  /rf, 

»  O/.  ciV.,  Ubro  V,  c.  39.  ■    •  M. 


INTRODUZIONE  LXI 


Se  si  pone  in  relazione  il  racconto  del  1215  con  quello  del  1248  si  rileva  fa- 
cilmente  come  fossero  i  fatti  guidati  con  lo  stesso  criterio  storico :  In  fondo  a  tutto 
h  la  grande  lotta  tra  Impero  e  Papato,  i  partiti  che  erano  gik  in  Firenze,  non  hanno 
una  fisonomia  propria    locale,  ma   sono    posti   in    relazione    all'atteggiamento  diverso 

5  preso  nella  lotta  tra  Papato  e  Impero,  1'  opera  personale  di  Federico  che  volle  spar- 
gere  il  suo  veleno  nella  cittk  h  la  causa  ultima  del  divampare  delle  lotte  civili ;  in 
certo  modo  questo  fatto  corrisponde  all'amore  del  Buondelmonte  "  per  sussidio  dia- 
"  bolico  „  che  h  la  causa  dei  fatti  del  1215.  Infatti  prima  del  1248  come  prima 
del   1215  i  partiti  in  Firenze  preesistevano,  ma  prima  del  1215   "  per  lo  stato  e  bene 

0  "  del  Comune  tutti  erano  in  concordia  „  ed  ora  prima  del  1248  sebbene  i  partiti 
preesistessero,  "  per6  il  Popolo  e  Comune  di  Firenze  si  manteneva  in  unitade  a  bene 
"  e  a  onore  e  stato  della  Repubblica  ,,.  Qui  per6  questo  desiderio  di  ricordare  un 
periodo  di  pace  precedente  ad  un  periodo  tumultuoso,  verissimo  come  sentimento 
soggettivo  e  comune  a  molti  cronisti  anch'  essi  vissuti  in  tempi  procellosi,  cozza  un 

;5  po'  con  la  veritk    storica,  poichfe    prima  del   1248  gli   Anmli  ricordano  per  il   1236 

;  la  distruzione  dei  palazzi  del  Comune  e  dei  Caligai  in  seguito,  a  quanto  pare,  a  vere 
e  proprie  rivoluzioni  *. 

Negli  avvenimenti  del  1248  narrati  dal  Villani  non  J;  fatta  menzione  di  una  spe- 
ciale  atteggiamento  preso  dal  Popolo,  ma  le  parole  seguenti :  "  la  citta  si  cominci6  a 

jO  "  scomunare,  e  partirsi  i  Nobili  e  tutto  il  Popolo,  e  chi  teneva  dall'una  parte  e  chi 
"  dall'altra  „,  non  si  allontanano  dalle  indicazioni  del  1215,  quando  anche  allora 
"  molte  altre  schiatte  d'orrevoli  cittadini  si  tennero  chi  d'una  parte  e  chi  di  un'altra  „. 
Se  alcuna  differenza  si  puo  intravedere  dalle  parole  del  Villani,  questa  consiste  piii 
piii  che  altro  nella  proporzione  del  numero   maggiore  nel    1248    dei    popolani    par- 

6  teggianti. 

Ho  gia  notato  il  valore  che  ha  il  ricordo  di  un  periodo  di  pace  precedente  al 
1248,  e  come  quindi  la  frase  bisogna  intenderla  con  una  certa  discrezione.  La  qual 
cosa  qui  novamente  osservo,  poich^  la  frase  h  stata  citata  dal  Salvemini  per  dare 
un'idea  della  chiarezza  con  cui  il  Villani  abbia   inteso   la   posizione    dei  partiti  dei 

J  Nobili  e  dei  Popolani  —  la  chiarezza  a  me  pare  sia  qui  del  Salvemini  e  non  del  cro- 
nista  da  lui  citato.  Riporto  le  parole  del  Salvemini :  "  II  Villani,  quando  racconta 
"  l'origine  dei  partiti  guelfo  e  ghibellino,  dice  chiaramente  che  quella  "  era  parte  tra' 
"  nobili  cittadini  „;  ma  il  Popolo  "  si  manteneva  in  unita  bene  e  a  onore  e  stato 
"  della  Repubblica  „  ^     Osservo  che  la  prima  espressione  h  del   1215,  la  seconda  e 

3  del  1248  ne  si  possono  accostare  come  li  accosta  il  Salvemini,  poiche  neirultima 
non  si  ricorda  solamente  il  Popolo,  ma  "  il  Popolo  e  Comune  di  Firenze  che  si 
"  manteneva  in  unitk  „.  E  questa  insomma  una  espressione  comprensiva  per  indicare 
la  pace  di  tutta  quanta  la  cittadinanza,  dai  Nobili  ai  Popolani. 


•  Annales  // in  of.   cit.,   all'anno    1336;  cf.    anche  *   O/.  cit.,  p.  5. 

P.  VlLLARI,  of.  cit.,  TOl.  I,  p.   161. 


LXII  INTRODUZIONE 


Concludendo  il  Villani  in  tutto  il  racconto  rileva  con  i  pregi  artistici  della  chia- 
rezza  i  difetti  di  un  cronista  che  non  ha  un'  idea  chiara  di  ci6  che  si  agitava  nelle 
varie  classi  della  cittadinanza  fiorentina  per  il  governo  del  Comune;  e  per6  nella 
spiegazione  delle  lotte  civili  del  1215  e  del  1248  ricorre,  o  alle  grandi  cause  cstc- 
riori,  o  a  qualche  strepitoso  fatto  particolare  precedente  alle  lotte, 

Veniamo  ora  al  racconto  dello  Stefani. 

La  prima  differenza  tra  lo  Stefani  ed  il  Villani  sta  nelPordine    in  cui  fe  distri-  , 
buito  il  racconto.     La  lista  dei  nobili  Guelfi  e  Ghibellini  precede  e  non  segue,  come  ' 
net  Villani,  il  racconto  della  uccisione  del  Buondelmonte.     Si  potrebbe  osservare  con  ! 
questo  che  il  cronista  volesse  cosl  dimostrare  meglio  la  preesistenza  dei    partiti    alle 
discordie  del   1215.     Certo  fc  che  1'ordine  del    racconto   J;    in  rapporto    alla    lista  di 
Guelfi  e  di  Ghibellini,  la  quale  offre  una  differenza  noteyole  con  quella  del  Villani,     In 
essa  i  Buondelmonti  sono  notati  tra  i  Ghibellini,  mentre  in  quella  del  Villani    tra   i 
Guelfi.     AUa  fine  del  racconto  della  uccisione  del  Buondelmonte  lo  Stefani  aggiunge, 
che  i  Buondelmonti  da  Ghibellini  che  erano  come  gli  avversari,  si  mutarono  in  Guelfi, 
Dunque  se  tale  notizia  e  vera,  la  lista  sarebbe  anteriore  al  1215,  e  data  questa  lista 
era  ben    naturale  che  I'autore  la  premettesse  al  racconto   del    1215.     Ma  la  notizia 
del  cambiamento  politico  dei  Buondelmonti  e  vera  ?     Essa  contrasta  con  1'opinione 
generale  sul  carattere  dei  partiti  e  non  sembra  subito  ammissibile. 

La  spiegazione  del  Villani,  come  pur  sia,  dei  fatti  non  urta  con  la  logica :  Le  : 
parti  preesistevano   per  le  ragioni  di  un  diverso  atteggiamento  delle  famiglie  nobili 
fiorentine  nella  grande  contesa  tra  Papato  ed  Impero ;  nel  1215  nuove  legna  furono 
messe  al  fuoco  per  Tuccisione  del  Buondelmonte;  nel  1248  su  questo  fuoco  volle  sof- 
fiare  Federico  11. 

Se  ammettiamo  pertanto    che  le  parti    avessero   ragione    di    essere  in  relazione  : 
alla  grande  contesa  tra  Papato  ed  Impero,  un  fatto  particolare  come  quello  dei  Buondel- 
monti  puo  aggiungere  nuove  legna  al  fuoco,  pu6  far    divampare  gli   odi  di  due   fli- 
miglie  gik  di   parte  diversa,  ma  non  pu6  determinare  un  cambiamento   politico,  tra- 
sformando,  come  vuole  lo  Stefani,  i  Buondelmonti  da  Ghibellini  in  Guelfi,  poiche  in 
questo  fatto  particolare  Papato  ed  Impero  non  c'entravano  afTatto,     Le  ragioni  che 
potevano  determinare  il  favore  degli  uni  o  degli  altri  per  il  Papato  o  per  I'Impero 
continuavano  a  sussistere  dopo    I'uccisione    del    Buondelmonte ;    non    essendo  invece  I 
avvenuto  alcun  cambiamento  nei  rapporti  politici  dell'  Impero  e  del  Papato  con    Ic 
famiglie  suddette  non    ne    poteva    seguire   un    cambiamento  come  quello  notato  per  i 
ben  due  volte  dallo  Stefani. 

Le  nostre  conclusioni  partono  dal  valore  che  assegna  il  Villani  ai  Guelfi    e  ai  ; 
Ghibellini ;  resta  per6  a  vedere  se  nella  interpretazione  del  significato  di  questi  nomi 
lo  Stefani  concordi  con  il  Villani. 

L'origine  dei  nomi  h  narrata  in  modo  analogo  dai  due  cronisti.     Lo  Stefani  dopo  , 
di  avere  molto  rapidamente  esposto  i  fatti  estcriori  riguardanti  Plmpero  e  la  Chiesa  ' 


INTRODUZIONE  LXIH 


avverte  che  stando  cosl  le  cose  "  addivenne  che  i  Fiorentini  comecchfe  fossero  uo- 
"  mini  d'Imperio,  pure  erano  cattolici  e  favoreggiavano  la  Chiesa:  ciofe  il  Popolo,  ed 
"  erano  con  loro  {cioh  con  il  Papolo  *)  molti  Nobili ;  e  gli  altri  difendevano  lo  Im- 
perio  „  ^  ;^  un  avvertimento  d*  indole  generale,  non  sempre  rigorosamente  esatto, 
che  tuttavia  vale  a  darci  un'idea  che  in  Firenze  la  maggioranza  dei  cittadini,  cioe 
il  Popolo  e  molti  Nobili,  erano  piii  inclinati  verso  la  Chiesa  che  verso  l'Impero.  Su 
questo  concetto  torna  1'autore  alla  fine  della  medesima  rubrica,  notando  che  "  a  vo- 
"  lere  dire  la  veritk  tutti  generalmente,  salvo  alcuni,  erano  Guelfi,  ed  amatori  della 
"  Chiesa  sempre,  e  come  si  vedrk  innanzi,  ogni  volta  il  Popolo  teneva  coi  Guelfi  e 
"  con  la  Chiesa,  e  i  Ghibellini  {oggetto)  seguirono  malvolontieri  se  non  a  forza;  i  quali 
"  quando  ressero  li  gravavano  „  ^.  Abbastanza  chiaramente  Tautore  nota  la  ragione 
per  la  quale  i  Popolani  non  seguivano  i  Ghibellini,  non  per  antipatia  di  razza,  ma 
perchfe  i  Popolani  durante  il  reggimento  dei  Ghibellini  erano  gravati.  Pertanto  giova 
osservare  che  nella  cittadinanza  fiorentina  avanti  ancora  al  1215  lo  Stefani  distingue 
tre  gruppi:  Guelfi,  Ghibellini  e  Popolo.  In  questa  stessa  rubrica  cerca  di  definire 
i  Ghibellini  ed  i  Guelfi.  Dei  primi  dice  che  "  quasi  tutte  le  famiglie  che  tenevano 
"  ghibellina  parte,  ciofe  con  Imperio,  erano  Nobili  del  contado  perchfe  teneano  feudo,  o 
"  castello  dello  Imperio  „.  Dopo  di  averne  detto  i  nomi  aggiunge  che  "  molti  fu- 
-  rono  dei  Popolani  d'orrevoIi  genti  e  bene  imparentati  e  furono  con  i  Ghibellini  „. 
Dopo  i  nomi  di  alcuni  Guelfi  aggiunge  che :   "  questi  furono  Nobili  della  cittk  ed 

I  "  altre  famiglie  di  popolani  Guelfi  e  di  pura  parte  della  Chiesa  „ .  Si  noti  una  prima 
distinzione  tra  Nobili  di  citta  e  Nobili  di  contado,  ed  una  giusta  osservazione  delle 
cause  che  determinavano  famiglie  di  Popolani  ad  associarsi,  a  cagione  di  parentadi,  a 
Guelfi  e  a  Ghibellini. 

:  Definite  cosl  le  parti  ci  si  pu6  chiedere  se  esse  secondo  lo  Stefani  avessero  uni- 

camente  ragione  di  essere  in  rapporto  aII'Impero  ed  al  Papato.  L'occasione  di  dir- 
celo  lo  Stefani  l'ha  al  termine  del  racconto  del  Buondelmonte :  "  Di  questo  fu  il 
"  romore  grande,  perocche  le  famiglie  di  costoro,  che  v'erano,  si  ritrassero  alle  case 
"  perocchfe,  come  detto  fe,  per  ,la  elezione  dei   Consoli  le   famiglie    dei  Nobili  vole- 

i(  "  vano  chi  uno  e  chi  un  altro,  di  che  la  cittk  era  assai  divisa,  e  spezialmente  tra  i 
"  Nobili  e  tra  famiglie  l'una  con  l'altra,  e  i  cittadini  appoggiavano  chi  uno  e  chi  un 
■^  altro.  Di  che  per  quello  e  per  la  divisione  dei  Guelfi  e  dei  Ghibellini  aiut6  questo 
"  pigliar  parte,  e  dove  i  Buondelmonti  erano  di  parte  d'  Imperio,  tornarono  allora 
"  di  parte  della  Chiesa,  e  dove  erano  Ghibellini  con  gli  Ghibellini  tornarono  Guelfi 

>v  "  e  feccrsene  segno,  e  per  innanzi  nc  facevano  piii  che  poteano  „  *. 

Lo  Stefani  adunque  pone  il  valore  del  fatto  del  Buondelmonte  in  relazione  alle 


'  I  pronomi  e  i  verbi  che  si  riferiscono  alla  parola  *  Rubr.  63*. 

fofolo  sono   usati   dallo   Stefani   saltuariamente    ora  al  3  j(j_ 

■plurale  ed  ora  al  singolare,  *■  Rubr.  64*. 


LXIV  INTRODUZIONE 


discordie  preesistenti,  delle  quali  concepisce  la  vera  causa  soprattutto  nel  volere  gli 
uffici  del  Comune. 

Stando  cosi  le  cose,  noi  abbiamo  un  fatto  particolare  che  dctermin6  due  gruppi 
di  famiglie  tra  quelle  che  gik  erano  discordi,  c  valse  a  designare  i  capi  di  quci  gruppi. 
In  tale  designazione  i  Buondelmonti,  nobili  di  contado,  prendono  il  primo  posto  nel 
campo  dei  combattenti  Nobili  di  cittk.  E  poichfe  i  Nobili  di  contado  erano,  secondo 
lo  Stefani,  per  loro  origine  e  per  loro  interesse  i  naturali  Ghibellini,  questo  fatto  e  a 
lui  apparso  come  un  vero  e  proprio  cambiamento  dei  Buondelmonti  da  Ghibellini  a 
Guelfi.  Questo  passaggio  adunque  che  prima  ci  appariva  come  inverosimile  fe  in- 
vece  assai  naturale,  e  non  h  in  aperta  contraddizione  con  ci6  che  scrisse  il  Villani, 
poicht;  anch'egli  aveva  gik  detto  che  i  Buondelmonti  erano  stati  Nobili  di  contado^ 

Fino  a  qual  punto  entrino  in  tutto  questo  Impero  e  Papato  ce  lo  dice  assai  bene 
lo  Stefani,  quando  racconta  di  Federico  11,  e  quando  la  manifesta  ingerenza  dell'  Im- 
peratore  nelle  lotte  cittadine  fa  credere  al  Villani  che  la  colpa  di  esse  si  debba  tutta 
aII'animo  cattivo  di  Federico  11,  disseminatore  di  discordie  civili.  Lo  Stefani  dopo 
un  rapido  cenno  delle  condizioni  politiche  d'aIIora  soggiunge :  "  Ma  piti  per  partc  e 
"  shtte  prese  d'uffici,  che  per  Papa  e  Imperatore,  s'erano  gli  animi  dei  Fiorentini  ap- 
"  presi  „  \  In  questa  ambizione,  che  era  poi  ragione  di  esistenza  politica,  vede  lo 
Stefani  il  cardine  di  tutte  le  lotte  civili. 

A  tale  interpretazione  naturale  ed  acuta  influiscono  piu  ragioni:  il  cronista  non 
si  lascia  distrarre  dal  racconto  di  fatti  esteriori;  egli  vive  in  un  tempo,  in  cui  de- 
clinava  I'autoritk  deII'Impero  e  del  Papato,  e  allora  nella  nuova  formazione  dei  partiti 
fiorentini,  aventi  di  mira  la  conquista  del  Governo,  i  nomi  di  Guelfi  e  di  Ghibellini 
non  hanno  un  significato  speciale,  ed  erano  rimasti  per  la  tenacia  che  hanno  i  nomi 
di  sopravvivere  alle  cose.  Per  il  1379  lo  Stefani  avverte :  "  questi  che  cercavano  di 
"  sovvertere  lo  Stato  non  erano  per6  piii  Guelfi  che  gli  altri,  perche  sotto  titolo  di 
"  parte  guelfa  rumoreggiare  volessero,  ma  per  fare  male,  abbominavano  la  cittk  che  si 
"  reggeva  a  parte  ghibellina  e  dicevano  male  perocche  sotto  titolo  di  parte  guelfa  e 
"  di  Guelfi  si  reggeva  „  ^  E  per  il  1382  lo  stesso  cronista  nota:  "  Sempre  sotto 
"  colore  di  Guelfi  si  sono  ammoniti  gli  uomini  e  detti  GhibelHni  non  ad  altro  fine  ' 
"  che  per  avere  per  sfe  gli  uffici  e  toltogli  al  compagno  „  *, 

Tutto  questo  pu6  avere  influito  perche  lo  Stefani  desse  poco  valore  ai  fatti  della 
politica  esteriore  del  XII  secolo,  ma  mi  sembra  che  sia  valso  ad  accostare  piii  da 
presso  il  nostro  cronista  airambiente  fiorentino  di  quel  secolo,  poichfe  egli  per  primo 
cerc6  nelle  condizioni  della  cittadinanza  in  relazione  al  Governo  le  cause  delle  di-  li 
scordie,  lasciando  le  vecchie  ragioni  teologiche  del  Villani,  e  ponendo  nel  giusto 
posto  certi  episodi  prima  esagerati. 


'  O^.  cii.,  lib.  rv,  c.  36.  3  Rubr.  839*. 

*  Rubr.  83».  *  Rubr.  923». 


INTRODUZIONE  LXV 


II  confronto  fatto  con  il  Villani  ci  richiama  ad  una  difFerenza  di  notizie  che  h 
nei  due  cronisti :  abbiamo  gik  accennato  che  nella  lista  delle  famiglie  dei  Ghibellini 
s'incontrano  i  Buondelmonti,  diversamente  da  ci5  che  h  nella  lista  del  Villani. 

Abbiamo  gik  detto  quale  valore  si  debba  attribuire  a  questo  cambiamento  poli- 
tico,  e  come  esso  non  dia  luogo  alla  inverosimiglianza  che  in  principio  ci  era  ap- 
parsa.  I  Buondelmonti,  nobili  di  contado,  e  quindi  GhibcIHni  per  lo  Stefani,  dovevano 
apparire  tali  in  una  lista  che  precedesse  il  racconto  dell'  uccisione  del  Buondelmonte, 
prima  cioh  che  quel  fatto  particolare  li  schierasse  contro  gli  Uberti.  Del  resto  nello 
stesso  Villani  abbiamo  nota  di  un  analogo  cambiamento  a  proposito  dei  Malespini, 
i  i  quali  per  dispetto  agli  Uberti  divennero  Guelfi  ^ 

Non  h  questa  la  sola  differenza  tra  le  due   liste:    allo  Stefani  mancano   diversi 

nomi  che  sono  riportati  dal  Villani.     I  nomi  mancanti  sono  sette  dei  Guelfi  ed  uno 

;  dei  Ghibellini.     I  Bardi  e  i  Cerchi,  che  tra  i  Guelfi  ha  in  di  piii  il  Villani,  sono  dal 

,  medcsimo  detti  di  piccolo  cominciamento ;  di  altri  due,  i  Malespini  e  i  Buondelmonti, 

,  si  hanno  ragioni  a  credere  che  in  principio   non    fossero  Guelfi,   per  i  Malespini  al- 

'  meno  ne  conviene  lo  stesso  Villani.     Dunque  la  maggior  parte  di  questi  nomi  in  di 

piii  sono  di  Guelfi,  che  dir6  non  di    primo    conio ;  e  poichfe  il  numero    dei    Guelfi 

crebbe  con  la  cacciata  dei  Ghibellini  del   1261,  come  in  generale  dopo  una  vittoria 

crescono  i  partigiani  dei  vincitori,  la  proporzione  numerica  delle  due  liste,  la  traspo- 

( sizione  di  certi  nomi,  e  la  natura  dei  nomi  mancanti  allo  Stefani  potrebbero  dare  ra- 

:  gione  a  credere  che  la  lista  dello   Stefani   fosse    anteriore  a  quella   del  Villani.     In 

ogni  modo  si  pu5  esserc  sicuri  della  diversitk    di   fonte    dei    due  cronisti,    poiche  si 

riscontrano  altre  differenze    per    nomi    che    ha  lo  Stefani  e  che   mancano  al  Villani. 

,  Cosl  questi  non  nota  tra  i  Guelfi  gli  Spini  e  i  Bonaiuti  riferiti  dallo  Stefani,  il  quale 

;  almeno  per  i  Bonaiuti  poteva  avere  notizie  da  ricordanze  familiari,  stante  la  sua  pa-v 

j  rentela  con  quella  famiglia.     E  che  cosi  fosse  m'  induce  a  crederlo  una  notiziola,  che 

ha  pure  il  suo  valore.    Nella    descrizione   della    piena  del   1250  lo  Stefani   descrive 

minutamente  alcuni  danni  sofferti  nei  possedimenti  dei  Bonaiuti  '^,  particolari  che  man- 

cano  in  altri  cronisti,  e  che  solo  potevano  ricavarsi  dai  libri  di  ricordanze  familiari, 

t  che  fin  dal  XIII  secolo  furono  usati  da  quei  buoni  amministratori  che  erano  i  Fioren- 

tini.     NuIIa  di  piti  facile  che  da  uno  di  quei  libri  fosse  fomita  allo  Stefani  la  noti- 

zia  deII'antico  guelfismo  di  casa  Bonaiuti. 


*  * 


La  costituzione  del  primo  Popolo  ci  porta  ancora  in  mezzo  ai  Guelfi  e  ai  Ghi- 
^bellini;  il  confronto  dei  due  cronisti,  se  non  fa  capo  a  nuovi  risultati,  ci  serve  per 
dimostrare  il  valore  di  un  giudizio,  trascurato  dagli  storici,  che  lo  Stefani  aveva  dato 
idei  fatti  del   1250. 


'  O/.  cii.,  lib.  V,  c.  39.  Rubr.  88». 

T.  XXX,  p.  1  —  E. 


LXVI 


INTRODUZIONE 


G.  ViLLANi,  lib.  VI,  c.  39. 

Tornati  in  Firenze  la  detta  oste  {Poste  dei  Ghibel- 
ItHi  andata  alP  imfresa  di  Figline  coniro  i  Guelfi)  si  ebbe 
tra  i  cittadini  grande  ripltio,  iraperciocchi  i  GliibeUini 
che  signoreggiavano  la  terra  gravavano  il  popolo  d'in- 
comportabili  gravezze,  libbre,  imposte,  e  con  poco  frut- 
to,  che  i  Guelfi  erano  gia  sparti  per  lo  contado  di  Fi- 
renze,  e  teneano  molte  castella,  e  facevano  guerra  alla 
cittade;  e  oltre  a  ci&  quelli  della  casa  degH  Uberti  e 
tutti  gii  altri  nobili  Ghibellini,  tiranneggiavano  il  po- 
polo  di  gravi  torsioni  e  forze  e  ingiurie.  Per  la  qual 
cosa  i  buoni  uomini  di  Firenze  raunandosi  insierae  a 
romore  c'  fecion  loro  capo  alla  chiesa  di  S.  Firenze,  e 
poi  per  la  forza  degli  Uberti  non  vi  ardirono  a  stare; 
8\  n'andarono  a  Santa  Croce,  e  quivi  stando  armati  non 
s'ardivano  di  tornare  a  le  loro  case,  acciocche  dalli  Uberti 
e  daili  altri  nobiil  avcndo  lasciato  i'armi  non  fossono 
rotti,  e  dalle  signorie  condannati.  S\  n'andarono  ar- 
mati  alle  case  delli  Anchioni  da  San  Lorenzo,  ch'erano 
molto  forti,  e  quivi  armati  durando  con  loro  forza  fe- 
ciono  trentasei  caporaii  di  popolo  etc.  e  cio  fatto  senza 
contasto  si  ordinarono  e  feciono  popolo  con  certi  nuovi 
ordini  e  statuti  etc. 


Marchionne  di  C.  Stefani,   rubr.  89*. 

Erano  gU  usciti  di  fuori  alle  castella  e  molti  Guelii 
sbanditi  di  Siena,  di  Arezzo,  di  Pisa  e  di  piCi  luoghi  che 
erano  accostatisi  con  loro  e  teneano  moiti  castelli  e  fa- 
cevano  grande  guerra  ai  Ghibellini  cd  alla  citta  di  Fi- 
renze ;  e  per  questa  cagione  convenne  ai  Ghibellini  fare 
danari  e  conducere  gente  ai  loro  soldi.  Di  che  i  buoni 
uomini  e  i  mercatanti  dolutisi  della  spesa  si  raunarono 
insieme  e  ragionato  dei  modi  si  recarono  in  ordine  di 
gridare:  Viva  il  PoJ>olo  e  cosl  feciono  ed  armarsi.  Ed 
ultiraamente  ii  nobili  veggendo  questo  ancora  ioro  8'ar- 
marono  che  era  il  bilico  della  cittadinanza.  Raunati  il 
Popolo  e  i  Nobili  and6  dalla  lepre  al  coniglio  tutto  que- 
sto  d\  che  fu  negli  anni  di  Cristo  MCCL  a  dl  20  d'ot- 
tobre.  Gli  Uberti  ed  l  Ghibellini  nobili  sentendo  radu- 
nato  a  S.  Firenze  il  Popolo  deliberarono  di  percuotergli 
e  teraevano  dicendo :  "  s'egli  rorapono  e  aggiungonsi  con 
"  gli  Guelfi  noi  siamo  impacciati  ma  andiamo  a  provare 
"  se  vogliono  zuffa  con  noi,  se  la  vogliono  diamla  Ioro„. 
Ed  il  Popolo  diceva:  "  se  stiamo  qui  sono  presso  i  nemici 
"  e  potrebbonci  rorapere,  e  se  ci  partiarao  correranno 
*  alle  case  nostre  „.  Ultimamente  andarono  alla  chiesa 
dei  Frati  minori  e  quivi  con  solenne  guardia  e  con  sen- 
tire  quello  che  i  Nobili  facevano  trovarono  che  egUno 
ebbono  la  notte  grande  paura.  La  raattina  se  n'anda- 
rono  al  borgo  a  San  Lorenzo,  e  quivi  feciono  consiglio 
et  elessono  certi  uomini  capipopolo  et  andarono  a  casa 
11  Potesta  e  dispuosonlo,  et  ogni  ordine  e  statuto  gU 
tolsono.  I  Nobili  Ghibellini  viddono  la  forza  non  essere 
per  loro,  stettono  pazienti.  II  Popolo  pigli6  campo  quan- 
do  vide  non  avere  contasto  et  ordino  leggi  e  statuti  e 
altre  cose,  corae  parve  loro. 

II  racconto  del  Villani  muove  dal  ritomo  dei  Ghibellini  da  una  infelice  im- 
presa  contro  i  Guelfi,  passa  quindi  al  mal  governo  dei  Ghibellini  in  cittk  per  fer- 
marsi  specialmente  sulla  tirannide  esercitata  dagli  "  Uberti  e  di  tutti  li  altri  Nobili 
"  Ghibellini  che  tiranneggiavano  il  Popolo  di  gravi  torsioni  e  forze  e  ingiurie  „;  la 
qual  cosa  fu  origine  del  tumulto  promosso  dai  buoni  uomini.  La  narrazione  delle 
fasi  del  tumulto  dimostra  una  continua  titubanza  nei  sollevati,  una  incertezza  nelle 
loro  operazioni  inconciliabile  con  I'  esito  felicissimo  senza  contrasti.  Ci6  non  si  com- 
prende  poichfe  tra  gli  avversari  h  fatto  ricordo  della  forza  degli  Uberti,  nh  h  spie- 
gata  la  ragione  della  loro  inoperositk,  che  procur5  agli  avversan  sl  facile  vittoria. : 
Dal  racconto  del  Villani  inoltre  non  si  ha  un'  idea  chiara  delle  classi  della  cittadi- 
nanza  che  parteciparono  al  tumulto.  Si  pu6  infatti  sempre  domandare  che  cosa 
intendesse  il  Villani  per  buoni  uomini,  e  quale  valore  avesse  la  sua  espressione  feciono 
popolo.  So  bene  che  la  spiegazione  piti  ovvia  h  quella  di  Governo  popolare,  ma  in  5 
tal  caso  resta  sempre  a  definire  che  cosa  il  Villani  intendesse  per  Popolo  nel  1250. 

Gli  stessi  dubbi  infatti  genera  il  racconto  degli  storici  che  attinsero  dal  Villani ; 


INTRODUZIONE  LXVII 


fin  quello,  pur  chiaro  ed  acuto,  del  prof.  P.  Villari.  Dopo  il  ricordo  dell'impresa 
infelice  dei  Ghibellini  contro  i  Guelfi  il  Villari  osserva:  "  AUora  subito  cosl  il  po- 
"  polo  come  la  borghesia,  stanchi  delle  incomportabili  gravezze  sopportate ....  videro 
•  giunto  il  momento  della  vendetta  e  si  levarono  a  tumulto.  Ne  furono  capi  i  pih 
"  autorevoli  fra  gli  uomini,  cosl  detti,  di  mezzo,  che  allora  guidavano  il  popolo  „^ 
Da  tutto  questo  pare  che  il  Popolo  fosse  cosa  divcrsa  della  borghesia,  pare  anzi 
che  vi  fosse  una  mezza  borghesia ;  e  sia  pure,  resta  per6  a  spiegare  perchfe  mai  alla 
fine  del  tumulto  la  costituzione  che  ne  risultb  non  fosse  affatto  in  relazione  alla  con- 

:  dotta  tenuta  dalle  classi  sociali,  cosi  distinte  durante  la  lotta. 

II  racconto  dello  Stefani  non  presenta  in  suUe  prime  grandi  difFerenze,  ma  sot- 
toposto  ad  un  esame  delle  sue  parti  dk  modo  di  vedere  un  po'  piti  chiaramente  in 
tutti  questi  fatti.  In  principio  una  circostanza  h  messa  in  rilievo :  1'  unione  degli 
esuli  Guelfi  di  Siena,   di  Arezzo  e  di  Pisa   con  i  Guelfi  di  Firenze.     La   qual  cosa 

'non  notata  dal  Villani  spiega  abbastanza  bene  la  ragione  della  prevalenza  di  costoro 

:sui  Ghibellini  di  Firenze.     I  quali  appunto  per  ci6  sono  costretti   "  a  far  denari  e  a 

• "  conducere  gcnte  a  loro  soldi  „ .  In  questi  bisogni  dei  Ghibellini  lo  Stefani  vede 
la  causa  della  reazione  seguita;  le  gravi  torsioni,  le  forze  e  le  i?igiurie   per   lo  Ste- 

;fani  si  riducono  adunque  al  bisogno  dei  Ghibellini  di  far  denari  per  assoldare  gente. 
E  per6  la  reazione  avviene  per  opera  dei   "  buoni  uomini  e  mercatanti  dolutisi  della 

3 "  spesa,  che  si  recarono  in  ordine  di  gridare   viva  il  Popolo  „ . 

Orbene  il  valore  di  questa  parola  Popolo,  che  nel  tumulto  avrh,  come  sempre, 
compreso  in  piti  larga  zona  la  diversa  foUa  tumultuante,  era  invece  per  quelli,  che 
primi  la  lanciarono,  l'espressione  di  un  partito;  esso  ha  gik  nel  1250  i  suoi  limiti, 
'comprendendo  i  mercatanti  e  i  buoni  uomini.     II    resto    della    popolazione    non   ha 

3ancora  nel  1250  una  fisonomia  speciale,  essa  fomisce  una  milizia  di  gregari;  la  co- 
'scienza  politica  era  gik  formata  in  quella  borghesia  di  mercatanti  e  di  buoni  uomini 
che  formano  il  vero  e  proprio  Popolo,  che  bisogna  distinguere,  come  fa  il  nostro 
cronista,  tanto  dai  Guelfi,  quanto  dai  Ghibellini:  esso  forma  un  terzo  partito  che  ha 
proprio  allora  la  prima  esplicita   manifestazione.     Questa   distinzione  non  h.  di  lieve 

Omomento,  ed  fe  lo  Stefani  il  solo  dei  cronisti  a  porla  in  rilievo,  come  meglio  anche 
piJi  avanti  avremo  occasione  di  vedere.  A  tal  proposito  giustamente  ha  osservato 
jl  Salvemini  che  "  1'  errore  che  confonde  Guelfi  e  Popolo  nella  storia  fiorentina  ha 
avuto  eifetti  dannosissimi  alla  retta  comprensione  di  questa  storia  specialmente  per 
i\  periodo  che  va  dal   1266  al   1280  ^ 

5         Le  fasi  del  tumulto  sono  caratterizzate  dal  cronista  con  la  frase :    "  and6  dalla 

'  lepre  al  coniglio  tutto  questo  dl  „.     Avevano  paura  gli  uni  degli  altri,  ed  i  Ghi- 

pellini  piu  dei  Popolani,    perchfe    temevano    un'alleanza    dei    Guelfi  con    il   Popolo. 

■'^  questa  la  ragione  non  notata  dal  Villani  della  condotta  dei  Ghibellini  e  della  loro 


'  O/.  cii.,  vol.  I,  p.  i68.  «  O/.  c;V.,   p.  9. 


LXVni  INTRODUZIONE 


arrendevolezza;  essi  "  la  notte  ebbono  grande  paura....  stettono  pazienti ;  ed  il  Po- 
"  polo  pigH6  campo  quando  vide  non  avere  contasto  „ . 

L'ordine  cronologico  delle  riforme  operate  nel  1250  non  concorda  nel  racconto 
dello  Stefani  perfettamente  con  quello  del  Villani^    La  divergenza  principale  sta  in 
questo:  II  primo  atto,  secondo  il  Villani  compiuto   dal  Popolo,  adunato  a  San  Lo- 
renzo,  fu  1'  elezione  di  trentasei  caporali  di  popolo,  seguirono  quindi  la  deposizione 
del  Podestk  la  elezione  del  Capitano  del  popolo,  e  finalmente  quella  dei  dodici  An- 
ziani.     Lo  Stefani  invece  narra  che  a  San  Lorenzo  il  Popolo  elesse  certi  uomini  ca- 
pipopolo,  e  depose  quindi  il  Podestk;  nella  rubrica  seguente,  continuando  il  racconto. 
nota  l'eIezione  dei  dodici  Anziani,  i  quali  nominarono  il  Capitano  del  popolo,  e  final- 
mente  I'elezione  dei  trentasei  consiglieri  degli  Anziani,  scelti  sei  per  sesto.     Lasciamc 
da  parte  la  nomina  del  Capitano  del  popolo   che   nello   Stefani   segue    quella   degli 
Anziani,  anzi  h  proposta  da  loro,  e  veniamo  piuttosto  alPufficio  dei  Trentasei.     Alla 
notizia  del  Villani  di  trentasei  caporali  di  popolo  eletti  nel  primo  momento  a  San  Lo- 
renzo  corrispondono  nello  Stefani  due  notizie:    la   elezione  di  certi  capipopolo  e  laj 
nomina  di  trentasei  consiglieri  degli  Anziani.     Orbene   ci6   che   dice  lo  Stefani  put 
avere  una  certa  verosimiglianza,  era  possibile  infatti  che  in  sulle  prime  la  direziont 
del  movimento  fosse   affidata  a  cerii  capipopolo;  si  pu5    credere   inoltre    verosimilt 
I'aggiunta  di  un  Consiglio  di  trentasei  agli  Anziani,  analogamente  a  ci6  che  avvennf 
nel  1266.     Ma  dairaltro  lato  e  anche  possibile  che  lo  Stefani  abbia  scisso  una  no 
tizia  in  due,  oppure  che  egli  abbia  inferito  al  1250  un  fatto  del   1266,  attirato  dalh 
corrispondenza  di  numero. 

Se  si  pon  mente  peraltro  alla  distinzione  che  fa  lo  Stefani  di  capipopolo  e  d 
consiglieri  degli  Anziani,  e  alla  determinazione  del  numero  di  costoro  in  rapportc 
ai  sestieri  della  cittk,  non  h  facile  con  tali  particolari  ammettere  che  lo  Stefani  abbi; 
pensato  a  scindere  una  notizia  sola  in  due ;  tutt'  al  piij  si  pu6  ammettere  il  cas< 
contrario  che  il  Villani  abbia  fuso  due  notizie  cosl  vicine  e  simili. 

Dall'aItro  lato  l'ufficio  dei  Trentasei  del  1266  fe  definito  anch'esso  con  tali  par 
ticolari  dallo  Stefani  in  rapporto  al  colore  politico  dei  membri  che  lo  formavano 
che  non  pu6  aver  dato  luogo  alI'errore  possibile  di  riferire  al  1250  un  fatto  del  12661 

Pertanto,  sebbene  alcun  documento  non  convalidi  la  notizia  dello  Stefani,  tutta 
via,  giacchb  questa  elezione  di  Trentasei  h  anch'essa  notata  dal  Villani,  il  fatto  > 
certo;  sta  a  vedere  se  fe  vero  al  posto  in  cui  fe  messo  dal  Villani,  o  in  quello  asse 
gnato  nel  racconto  dello  Stefani.  Al  posto  del  Villani  non  si  sa  che  cosa  i  Trentas 
sieno  rimasti  a  fare  nella  costituzione,  non  essendo  notata  alcuna  loro  attribuzion 
speciale;  al  posto  invece  in  cui  sono  coUocati  dallo  Stefani  acquistano  verosimi 
glianza  per  le  particolari  notizie  di  loro  funzioni  e  per  l'analogia  di  simili  consigl 
aggiunti  in  seguito  alle  piii  alte  magistrature  del  Comune. 

In  ogni  modo  noi  possiamo  essere  sicuri  che  lo  Stefani  anche  qui  non  copi; 
dal  Villani,  nfe  ofTre  in  quelle  piccole  dilTerenze  che  ha  con  il  Villani  errori  o  con*! 

\  -  ' 


INTRODUZIONE  LXlX 


traddizioni  tali  da  dovere  essere  messo  da  parte  nello  studio  di  quegli  avvenimenti. 

■  Continuo  intanto  l'esame  del  racconto  dei  due  cronisti. 

La  vittoria  popolare  deirottobre  del  1250  fu  consolidata  con  la  morte  di   Fe- 
derico  II,  avvenuta  del  dicembre  di  quelI'anno.     Nel  racconto  dello  Stefani  h  qualche 

Snotizia  che  serve  a  darci  un'  idea  del  contegno  tenuto  dal  Popolo  rispetto  ai  Ghibel- 
lini  durante  quei  primi  due  mesi  di  Governo  popolare.  II  dubbio  di  alleanza  dei 
Guelti  con  il  Popolo  che  nei  giorni  del  tumulto  aveva  impaurito  i  Ghibellini  era 
risorto  in  loro,  poich^  il  Popolo,  e  per  opporre  nemici  ai  Ghibellini,  e  perchfe  tra 
i  Guelfi  erano  molti  dei  popolani,  aveva  prestato  orecchio  ai  desiden  dei  fuorusciti 

Oguelfi  di  ritornare  in  cittk,  anche  a  costo  di  una  pacificazione  con  i  Ghibellini: 
"  II  Popolo  aveva  molte  volte  ragionato  di  concordia  con  i  Nobili  Ghibellini  di  vo- 
"  lere  rappacificare  i  Guelfi  e  rimetterli.  Pure  ancora  la  concordia  non  era  con- 
"  clusa,  nondimeno  di  parolein  parole  la  cosa  voleva  il  Popolo,  ed  i  Nobili  non 
^  potevano  pitj  che  il  Popolo  volesse;  ma  per6  davano  indugio  e  mandato  avevano 

5"  airimperatore  i  Nobili  Ghibellini  uno  degli  Uberti;  di  che  egli  torn6  con  no- 
:"  vella  et  lettera  della  sua  morte.  II  Popolo  allora  si  fece  forte  e  quasi  per  una 
"  mezza  forza  fu  fatta  la  pace  e  rimesso  in  Firenze  chiunque  volesse  venire  „  ^.  Tutto 
questo  dimostra  assai  bene  la  posizione  dei  tre  partiti :  la  prevalenza  del  Popolo,  il 
sostegno  che  i  Guelfi  ottengono  dal  Popolo,  la  condotta   dell' indugiare  dei  Ghibel- 

Olini,  la  loro  condizione  infelice  alla  morte  di  Federico  II.  II  Villani  h  qui  molto 
ibreve  e  superficiale:  egli  muove  il  racconto  da  una  disgrazia  accidentale  di  cui  fu 
vittima  il  Podestk  imperiale  in  Firenze  per  dire  che  ci6  fu  bene  segnale  che  nella 
cittk  di  Firenze  dovesse  morire  la  sua  signoria,  ricorda  quindi  la  soUevazione  delI'otto- 
bre  del  1250,  e  cosi  poi  narra  il  ritorno  dei  Guelfi  "  vegnendo  in  Firenze  novelle 

5 "  della  morte  del  detto  Federico,  pochi  giomi  appresso  il  Popolo  di  Firenze  rappeII6 
"  e  rimisono  in  Firenze  la  parte  dei  Guelfi  che  fuori  n'erano  cacciati  facendo  loro 
"  fare  pace  coi  Ghibellini  „  ^  Manca  cosl  nel  cronista  ogni  considerazione  circa  le 
trattative  gik  fatte  prima  della  morte  dell' imperatore  Federico  11,  manca  la  notizia 
delPambasciata  di  uno  degli  Uberti,  e  manca  ogni  particolare  che  possa  darci  un'idea 

Odella  forza  politica  acquistata  dal  Popolo  ancor  prima  della  morte  di  Federico  II, 
quando,  scrive  lo  Stefani,  "  i  Nobili  non  potevano  piii  che  il  Popolo  volesse  „  e 
quando  dopo  la  morte  dell'  Imperatore,  scrive  lo  Stefani,  fu  fatta  la  pace  "  quasi  per 
"  una  mezza  forza  „  ^.  Era  infatti  una  pace  che  aveva  in  sfe  i  germi  di  nuove  di- 
scordie,  e  delle  quali  il  nostro  cronista  si  era  dato  ragione. 

5  Continuando  la  narrazione  del  Governo  del  primo  Popolo  lo  Stefani  nella  rubrica 
113",  corrispondente  al  capitolo  45  del  libro  VI  del  Villani,  narra  della  seconda 
cacciata  dei  Ghibellini  del  1258  accusati  di  avere  invocato  I'aiuto  di  Manfredi  per 
{abbattere  il  Governo  popolare.     Lo  Stefani  riporta  un  particolare  che  manca  al  Vil- 


>  Rubr.  92»,  3  Lib.  VI,  c.  42. 

«  Lib.  VI,  c.  43. 


LXX  INTRODUZIONE 


lani,  cio^  il  nome  di  Giovanni  degli  Uberti  "  che  era  ito  in  Puglia  al  re   Manfrcdi 
per  richicderlo  di  gente  „  ^. 

II  resto  della  narrazione  del  Govemo  di  dieci  anni  del  primo  Popolo  (1250-1260) 
non  offre  materia  a  confronti  tra  i  due  cronisti ;  h  tuttavia  degno  di  nota  ci6  che 
i  duc  cronisti  osservano,  pur  concordemente  riprovandolo,  dell'esodo  dci  Guelfi  da 
Firenze  nel  1260  alla  notizia  della  disfatta  di  Montapcrti.  II  Villani  scrive  che 
"  della  detta  partita  molto  furono  da  riprendere  i  Guelfi  imperocchfe  la  cittk  di  Firenze 
"  era  molto  forte  di  mura  e  di  fossi  pieni  d'acqua  e  da  poterla  bene  difendere  e 
"  tenere,  ma  il  giudicio  di  Dio  per  punire  le  peccata  conviene  che  faccia  suo  corso 
"  senza  riparo,  e  a  cui  Iddio  vuole  male  gli  togHe  il  senno  e  l'accorgimento  „^  Lo  1 
Stefani  riprova  il  fatto  non  tanto  in  relazione  alle  fortificazioni  della  cittk  quanto  per 
la  forza  che  derivava  dall'unione  dei  due  partiti  dei  Guelfi  ciofe  e  del  Popolo,  il  qualc, 
avverte  lo  Stefani,  in  quel  momento  era  tutto  nemico  dei  Ghibellini :  "  E  non  biso- 
"  gnava  partirsi  a  questo  modo  perocchfe  erano  forti  e  potevano  tenersi,  chh  erono 
"  uniti,  chh  del  Popolo  v'era  con  loro;  chh  erano  stati  si  trafitti  che  erano  tutti  1 
"  ncmici  dei  Ghibellini  „  ^  E  al  soHto  la  tripartizione  che  lo  Stefani  fa  dci  partiti 
fiorentini  che  gli  dk  modo  di  giudicare  meglio  dei  fatti.  Nella  trattazione  di  que- 
sto  periodo  appunto  il  nostro  cronista  porta  una  idea  piti  chiara  di  ogni  altro  sulla 
posizione  dei  partiti  fiorentini,  attribuendo  nello  stesso  tempo  un  valore  grande  al- 
l'interesse  delle  diverse  classi  di  partecipare  agli  uffici  del  Comunc.  Veniamo  cosi 
al  raffronto  dei  due  cronisti  nella  narrazione  dei  fatti  del  secondo  Popolo. 


*  * 


AUa  notizia  della  disfatta  di  Manfredi  del  26  febbraio  1266  «  il  Popolo  di  Fi- 
"  renze,  nota  il  Villani,  che  era  piii  guelfo  d'animo  che  ghibellino,  per  lo  danno 
"  ricevuto  chi  di  padre,  chi  di  figlio,  e  chi  di  fratelli  alla  sconfitta  di  Montaperti,  simile 
"  cominciarono  a  rinvigorire  e  a  mormorare  e  parlare  per  la  cittk,  dogliendosi  delle 
"  spese  e  incarichi  disordinati  che  ricevevano  dal  conte  Guido  Novello  „  *.  Se- 
condo  lo  Stefani  alla  notizia  della  disfatta  e  della  morte  di  Manfredi  "  cominci6 
"  il  Popolo  a  ruggire,  ricordandosi  che  solevano  avere  la  signoria  ed  il  reggimento, 
"  e  che  non  erano  signori,  ma  come  cani  trattati  dai  Ghibellini  colle  imposte  che  il  ' 
"  conte  Guido  faceva  loro  „  ^  Nel  Villani  i  sentimenti  guelfi  del  Popolo  (si  noti 
come  sempre  pifi  si  confondono  i  due  termini  di  Popolo  e  Guelfi),  i  ricordi  della 
disfatta  di  Montaperti  determinano  la  reazione,  la  quale  sembra  in  tal  modo  dovuta 
principalmente  alPelemento  guelfo;  nello  Stefani  invece  la  perdita  della  partecipa- 
zione  al  Govemo  con  la  conseguente  gravezza  d'imposte  muove  il  Popolo  indipen- 
dentemente  da  ogni  elemento  guelfo.     L'  importanza  della  osservazione  dello  Stefani 


1  Rubr.  113».  *  O/.  c»V.,  lib.  VII,  c,  13. 

2  O/.  cii.,  lib.  VI,  c,  80.  5  Rubr,  133». 
'  Rubr.  124*. 


INTRODUZIONE  LXXl 


si  comprende  assai  bene,  quando  si  consideri  il  periodo  di  storia  fiorentina  che  va 
dal  1260  al  1266,  cosi  illustrato  dal  Salvemini:  "  Uno  dei  piCi  rovinosi  regrcssi  per 
"  le  Arti  e  in  generale  per  tutto  il  Popolo  era  avvenuto  a  Firenze  dopo  la  sconfitta 
"  di  Montaperti.  Fra  il  1250  e  il  1260  Firenze  aveva  avuta  una  costituzionc  larga- 
"  mente  popolare :  nei  Consigli  accanto  ai  banchieri  e  ai  ricchi  mercanti  s'erano  tro- 
"  vati  dei  fabbri,  calzolai,  biadaiuoli,  sarti,  zoccolai,  tutto  il  Popolo  organizzato  in 
"  compagnie  di  Arti  e  di  Armi  aveva  avuto  stabile  ingcrenza  nel  governo  della 
"  cosa  pubblica ....  venuta  la  reazione  ghibellina  le  compagnie  armate  fiirono 
"  disciolte  e  del  tutto  soppresse  —  le  Arti  non  pare  che  sieno  state  del  tutto  alDoIite  — 

H  "  certo  furono  private  dei  Consoli,  dei  Gonfaloni,  del  diritto  di  raccogliersi  in  bot- 

"  teghe  proprie,  e  non  poterono  esercitare  piii   alcuna  azione  politica  legale  „  *.     In 

tali  condizioni  non  h  il  guelfismo,  notato  dal  Villani,  ma  il  desiderio  della  conqui- 

sta  della  Signoria,  notato  dallo  Stefani,  che  muove  il  Popolo  contro  i  Ghibellini. 

In  questo  punto  della  storia  fiorentina  entrano  in  iscena  i  Frati  Gaudenti,  Lote- 

]  ringo  di  AndaI6  e  Catalano  dei  Malavolti:  I'ipocrisia    di    cui    Dante   fe'  lora  colpa 

'  condannandoli  alPinferno,  si  ripete  nel  Villani;  e  dico  si  ripete  poichfe  non  senza 
ragione  e  sorto  il  dubbio  che  qui  il  Villani  abbia  parafrasato  i  versi  danteschi  piix. 
che  riprodotto  una  fonte  piii  antica^.  Dopo  la  parola  del  Poeta  e  del  Cronista  la 
tradizione  aveva  tramandato  per  lungo  tempo  la  figura  dei  due  Frati  sotto  la  colpa 

'J  dell' ipocrisia.  Ne  fu  tentata  una  prima  difesa  dal  Federici  e  dal  Gozzadini,  ma  in 
modo  tutt'aItro  che  soddisfacente  ^;  spetta  il  merito  al  Salvemini  di  aver  dimostrato 
come  costoro  non  fossero  che  ciechi  strumenti  di  papa  Clemente  IV,  e  che  perci6 
furono  ritenuti  autori  di  tutto  ci6  che  avvenne  per  volontk  del  Pontefice  * .  II  Sal- 
vemini  avrebbe  qui  potuto  citare,   non   senza   conforto   alla   sua   tesi,    lo   Stefani;  il 

i  quale    h   uno    dei    pochissimi,  se  non  il  solo,    che    pur  avendo    sott'occhio  il  Villani 
non  riport6  alcuna  delle  accuse  lanciate  contro  i  Frati  suddetti. 
Giova  riportare  i  passi  corrispondenti  dei  due  cronisti: 

G.  ViLLANi,  lib.  VII,  c.  13.  Marchionne  di  C.  Stefani,  rubr.  133*. 

Questl-due  Frati  per  lo  Popolo  di  Firenze  furono  /  due  Frati , .  .  vennono  e  furono  messi  nel  Palagio 

•-■    fatti  venire,  e  misongli  nel  Palagio  del  Popolo  d'  incon-       del  Podesta  ed  il  Popolo  di  concordia  con  gli  Ghibel- 
tro    alla    Badia,  (credendo    che    per    I'onesta    deIl'abito      lini,  si  elessono  trentasei  uomini,  cio&  mercatanti  ed  ar- 
fossono  comuni,  e  guardassono  il  Comune  da  soperchie       tefici,  li  quali  furono  Guelfi  e  Ghibellini  mescolati,  i  quali 
spese ;  i  quali  tuttocchfe  d'animo  di  parte  f ossono  divisi,       avevano  insieme  con  gli  Frati  Gaudenti  a  vedere  il  raf- 
sotto  coverta  di  falsa  ipocrisia  furono  in  concordia  piCi       frenare  le  spese  ed  il  contentamento  dei  cittadini. 
i.    al  guadagno  loro  proprio  che  al  bene  comune),  e  ordi- 
narono  trentasei  buoni  uomini  mercanti   ed  artefici  dei 
maggiori  e  migliori  che  fossono   nella   cittade;    i  quali 
dovessono  consigliare  le  dette   due   potestati   e  provve- 
;    dere  alle  spese  del  Comune ;  e  di  questo  novero  furono 
4    dei  Guelfi  e  dei  GhibeUini. 


'  Of.  cit.,  p.  260.  ^  Federici,  Storia  dei  cavalieri gaiidenti ;  Venezia, 

*  Salvbmini,  o/.  crV.,  p.  343,  Sui  rapporti  tra  Dante  1737;  I,  292.  —  Gozzadini   G.,  Cronaca   di  Ronzano  e 

e  Villani  scrisse  dottamente  il  Clpolla,  cf . /?«■  a/c«»« /«o^A»  memorie  di  Brancahone   d^Andall;    Bologna,    1851,   pp. 

autobiogr.  nella  Div.  Comm,  in  Atti  della  R,  Accad.  delle  30  sgg. 

Seienze  di  Torino,  vol.  XXVIII,  adunanza  12  febbr.  1893.  *  Oj>.  cit.,  p.  256.  10 


LXXlt  risrTR6t)itzi6NE 


Ho  chiuso  in  mezzo  a  parentesi  le  considerazioni  del  Villani  suUa  fiducia  che  ispira- 
vano  i  Frati  per  l'onesth  dell'abito,  tradita  dagli  atti  loro  di  avarizia  e  d'ingordigia.  Orbene 
i  passi  che  precedono  e  che  seguono  tali  considerazioni  sono  comuni  ai  due  cro- 
nisti.  Queste  considerazioni  adunque  della  moralitk  dei  Frati  si  trovano  cosl  inca- 
strate  tra  due  passi  comuni  ai  due  cronisti,  e  rivelano,  o  altra  fonte,  o  giudizio  per-  5 
sonale  del  Villani.  Se  lo  Stefani  infatti  qui  derivasse  direttamcnte  dal  Villani  non 
credo  che  avrebbe  avuto  ragione  di  lasciare  da  banda  questa  parte  delle  accuse 
contro  i  Frati  (in  altri  luoghi  non  ne  risparmia  neanche  a  papi),  amenochJ;  non  si 
ammetta,  cosa  possibile,  che  lo  Stefani  non  convenisse  nel  giudizio  emesso  dal  Vil- 
lani.  Tuttavia  un'  altra  spiegazione  piii  plausibile  si  pu6  ritrovare,  ammettendo  piut-  IC 
tosto  che  nella  fonte,  da  cui  indipendentemente  lo  Stefani  derivava,  e  alla  quale  aveva 
gik  attinto  il  Villani,  raancassero  le  accuse  contro  i  detti  Frati,  e  che  queste  fossero 
aggiunte  dal  Villani  con  la  scorta  dell'AHghieri.  In  ogni  modo,  tanto  nell'una  spie- 
gazione  quanto  nell'altra,  per  lo  Stefani  il  non  avere  ripetuto  le  accuse  del  Villani  e 
segno  o  d' indipendenza  di  giudizio,  o  di  derivazione,  indipendentemente  dal  Villani,  1: 
da  una  fonte  comune.  Ma  vi  ha  di  pih.  II  confronto  dei  passi  dei  due  cronisti  dopo 
l'osservazione  della  natura  di  quel  giudizio  sui  Frati  Gaudenti  ci  dk  il  modo  di  spiegare 
e  di  conciliare  una  difFerenza  che  in  sulle  prime  appare  stridente  tra  i  due  cronisti. 

L'ufficio  dei  Trentasei  h  opera,  secondo  il  Villani,  dei  due  Frati,  secondo  lo 
Stefani  fe  efTetto  di  un  concordato  del  Popolo  con  i  Ghibellini.  Ora,  se  nel  passo  2ii 
del  Villani  si  toglie  il  periodo  dell'accusa  d'  ipocrisia,  che  ho  incluso  in  parentesi,  il 
soggetto  che  regge  il  periodo  seguentc,  in  cui  si  parla  della  nomina  dei  Trentasei,  h 
appunto  in  parte  lo  stesso  che  h  nello  Stefani,  ciofe :  i  Popolani  (il  Popolo)  che 
tnisono  i  Frati  Gaudenti  nel  'palagio  e  ordinarono  trentasei  buoni  uomini,  Ridotta 
cosl  la  cosa,  la  difFerenza  tra  i  due  cronisti  circa  gli  elettori  dei  Trentasei  si  attenua,  2 
il  sospetto  d'  identita  di  fonte  alterata  dal  Villani  cresce,  e  cresce  parimente  la  mag- 
giore  verosimiglianza  della  notizia  dello  Stefani.  Del  resto,  se  si  osserva  la  mesco- 
lanza  degli  elementi  che  entrano  nel  nuovo  ufficio,  la  nomina  dei  Trentasei  appare 
piii  probabilmente  fatta  in  seguito  a  un  concordato  delle  parti  contendenti,  piuttosto 
che  per  designazione  dei  due  Frati  venuti  per  invito  non  certo  del  Popolo.  3 

Se  poi  si  pone  mente  che  nella  costituzione  del  primo  Popolo  erasi  creato  un 
ufficio  di  trentasei  consiglieri  degH  Anziani,  l'idea  di  questo  ufficio  nel  1266  non  era 
cosl  nuova  e  peregrina  da  non  potere  risorgere  nella  mente  dei  Popolani  indipenden-- 
temente  dal  suggerimento  dei  Frati  Gaudenti.  E  anzi  probabile  che  durante  la  rea- 
zione  ghibellina  i  trentasei  consiglieri  degli  Anziani  piti  non  si  eleggessero,  e  che  ora  3  i 
i  Trentasei  fossero  ripristinati,  non  piii  come  consigHeri  degli  Anziani,  ma  quali  con- 
siglieri  delle  due  nuove  "  podestati  „. 

Sulle  loro  attribuzioni  nuUa  si  sa  dai  documenti  del  tempo,  per6  il  Salvemini 
crede  che  esse  fossero  d'  indole  specialmente  finanziaria.  "  II  Popolo  infatti,  egli 
"  scrive,  si  lamentava  dei  Ghibellini  per  le  troppe  imposte  e  le  disordinate  spese;  le  4 


INTRODUZIONE  LXXm 


"  finanze  del  Comune  erano  in  cattive  condizioni ;  si  capisce  quindi  che  incarico  prin- 
"  cipale  della  nuova  m3.gistratura  fosse,  come  dice  il  Villani,  di  provvedere  alle  spese 
"  del  Comune  „  * .  Anche  qui  il  Salvemini  avrebbe  potuto  porre  in  rilievo  alcune 
osservazioni  dello  Stefani,  per  il  quale  i  Trentasei  "  avevano  insieme  con  gli  Frati 
"  Gaudenti  a  vedere  il  rafFrenare  le  spese  ed  il  contentamento  dei  cittadini  „  ^ . 

Chi  chiam6  i  Frati  Gaudenti  in  Firenze  ?  II  Villani,  e  dietro  le  sue  orme  tutti 
gH  storici,  dicono  che  essi  furono  liberamente  invitati  dai  Fiorentini.  Nessuno 
degli  storici,  non  escluso  il  Salvemini,  ha  tenuto  conto  della  notizia  dello  Stefani 
per  il  quale  i  due  Frati  furono  chiamati  dai  Ghibellini.     II  Salvemini  invece  con  la 

J  prova  delle  lettere  pontificie  di  Clemente  IV,  edite  dal  Mart^ne  *  ha  dimostrato  che 
i  Frati  furono  chiamati  dal  Papa  ed  obbligati  ad  accettare  1'invito  in  virtute  obe- 
dientie*'.  Orbene,  se  si  considera  che  precedentemente  a  tutto  questo  il  conte  Guido 
Novello,  nella  grave  situazione  politica  in  cui  si  trovava,  aveva  mutato  indirizzo,  ed 

'   invece  di  continuare  la   lotta  ad  oltranza    contro  i  Guelfi  e   la   repressione    contro  i 

■^  Popolani,  era  venuto  con  i  suoi  Ghibellini   "  a  farsi  incontro  al  Popolo,  come  scrive 

'■  "  lo  Stefani,  e  a  cercare  dei  modi  di  contentarlo  „  ',  se  si  considera  che  nella  ricerca 
di  questi  modi  il  Conte  aveva  iniziato  pratiche  con  Clemente  IV,  ed  aveva  ottenuto 
di  revocare  le  scomuniche  che  da  sei  anni  gravavano  il  Comune ;  la  notizia  dello 
Stefani,  che  cio^  i  Frati  Gaudenti  fossero  chiamati  dai  Ghibellini,    pu6  completare  la 

:)  notizia  fomita  dai  documenti,  si  da  potersi  ritenere  che  a  tale  nomina  contribuis- 
sero,  oltre  il  Papa,  anche  in  qualche  modo  i  Ghibellini.  II  Popolo  in  tutto  questo 
c'  entra  sino  a  un  certo  punto ;  esso  mira  ad  altra  conquista  che  non  sia  1'  elezione  di 
due  Podestk  I'uno  guelfo  e  I'aItro  ghibellino ;  esso  approva  quella  nomina  perchfe  h  il 
segnale  del  mutato  indirizzo  politico  dei  govemanti,  e  dk  adito  ad  altre  riforme  che 

'.i  piti  da  vicino  lo  interessano.  Tutto  questo  ben  comprende  il  nostro  cronista,  che 
sorvola  sui  Frati  Gaudenti,  e  dopo  aveme  semplicemente  riportato  il  nome  conclude ; 
"  e  quivi  il  Popolo  cominci6  a  volere  vedere  il  freno  alli  Nobili,  e  voUono  alFArti 
"  dare  Consoli  e .  botteghe  e  gonfaloni  „  ^ 

La  mbrica  seguente  dello  Stefani  fe  appunto  dedicata  alla  descrizione  delle  con- 

■)  quiste  ottenute  dalle  Arti.  La  narrazione  procede  un  po'  diversamente  da  quella  del 
Villani.  Mentre  questi  si  diffonde  a  dcscrivere  ttitte  le  insegne  delle  dodici  Arti,  lo 
Stefani  espone  cosl  la  cosa :  "  E  ultimamente  vollono  consoli  tutte  le  Arti  e  gonfa- 
"  loni,  e  cominciossi  dalle  sette  maggiori  Arti  ....  le  cinque  minori  Arti  non  se  ne 
"  provvide  di  loro  altro  „  '.  La  notizia  dello  Stefani  ha  grande  valore  che  fu  tra- 
j  scurato  da  tutti  gli  storici  fino  al  Salvemini ;  h  la  prima  volta  che  ricorre  nella  storia 


O/.  ai.,  p.  266.  dalla  lettera  papale  del  li  magglo  1266  in  o/.  cit.,  parte 

«  Rubr.  133».  11,  ^ag. 
'  In   Thesaurus   novus   anegdocforum ;   Parigi,  1717,  *  Rubr.  133*. 

vol.  II  passim.  6  jd. 

^  Of.  cit.,  p.  354.    L'espressione   riferita  i  tolta  '  Rubr.  134».  :jo 


LXXrV  INTRODUZIONE 


fiorentina  la  distinzione  tra  Arti  maggiori  e  minori;  ed  e  la  prima  volta  che  un 
cronista  ci  dimostra  i  germi  di  discordia  tra  i  due  gruppi  delle  Arti:  tra  Popolo 
grasso  e  Popolo  minuto,  dando  cosi  modo  di  comprendere  la  politica  adottata  dalle 
Arti  maggiori  nel  1266,  quando  esse  credettero  opportuno  di  escludere  dal  beneficio 
delle  conquiste  politiche  le  Arti  minori  commettendo  cosl  un  grave  errore,  poichfe 
ncIl'ora  del  pericolo  si  trovarono  sole  di  fronte  agli  avversari,  tra  i  quali  per  rap- 
presaglia  s'  immischi6  il  Popolo  minuto  ^. 


*  * 


Con  r  innalzamento  politico  delle  Arti  e  con  la  prevalenza  che  sempre  piii  acqui-: 
stava  l'eIemento  guelfo  per  l'aiuto  del  Pontelice,  la  posizione  dei  Ghibellini  in  Fi-  U 
renze  divenne  sempre  pih  difficile :  un'  occasione  si  ofTerse  propizia  a  far  muovere  il 
Popolo  e  i  Guelfi  contro  il  conte  Guido  Novello  che  fu  cacciato  dalla  cittk  I'  1 1  no- 
vembre  del  1266.  Allora,  scrive  lo  Stefani  "  il  Popolo  di  Firenze  fu  commosso  a 
"  volere  fare  i  loro  fatti  senza  signore . . . .  e  quivi  si  riform6  la  terra  di  Guelfi  e  di  Ghi- 
"  bellini  e  gentili  uomini  per  mercatanti  ed  artefici  „  ^.  II  carattere  di  questa  riforma  1 
va  messo  in  rapporto  eon  I'escIusione  che  era  stata  fatta  per  1'  innanzi  di  quelle  classi 
della  cittadinanza,  che  stavano  al  di  sotto  della  settima  Arte  maggiore.  Questo  ri- 
chiamo  vale  per  valutare  rosservazione  dello  Stefani,  il  quale  da  un  lato  accenna  ai  sen- 
timenti  dei  sollevati  di  volere  fare  a  meno  di  qualunque  Podestk  imposto  dal  Papa, 
e  per  cui  licenziano  i  Frati  Gaudenti,  daII'altro  lato  accenna  agli  elementi  che  parte-  2 
cipano  nella  nuova  riforma,  della  quale  non  tutte  le  classi  della  cittadinanza  parte- 
cipano  ai  benefici.  H  Salvemini  in  questo  punto  ha  citato  lo  storico  Leonardo  Are- 
tino,  uno  storico  del  quale  egli  ha  saputo  giustamente  mostrare  il  valore,  ma  non  credo 
che  in  questo  punto  sia  opportuna  la  citazione. 

L'Aretino  nota  che  dopo  la  cacciata  del  Conte  il  Popolo  deliberb  "  di  riducere  la  2 
"  cittk  al  vivere  antico  e  popolare  „^;  ed  il  Salvemini  soggiunge:  Come  nelfottobre  del 
1250,  anche  ora  "  fecero  reggimento  di  dodici  Anziani  „*.  II  ricordo  del  primo  Po- 
polo  h  inopportuno  poichfe  le  basi  della  costituzione  politica  del  1267  furono  gettate 
in  un  campo  molto  piii  ristretto  di  quello  del  1250,  quando  tutto  il  Popolo  organizzato 
in  compagnie  diJArti  e  di  Armi  (si  noti  che  di  organizzazione  di  compagnie  di  Armi  c 
nel   1266  non  si  fa  menzione)  aveva  avuto  una  stabile  ingerenza  nella  cosa  pubblica^. 

II  ricordo  della  citazione  deirAretino  e  quella  della  istituzione  dei  dodici  Anziani 
ci  dk  l'adito  di  porre  in  rilievo  una  notizia  dello  Stefani  che  serve  a  correggere  una 
corrispondente  del  Villani.     Questi  confonde  insieme  due  istituzioni  del  1267:  quella  c 


'  O/.  «V.,  pp.  261,  362,  6  Nei  conslgli  del  tempo  accftnto  a  banchieri  si  tro- 

*  Rubr.  137*.  vano  notati  sarti,  biadaiuoli  ed  altri  simili  operai.  Vedi: 

^  Historie  fiorentine;   Flrenze,  Le   Monnier,   i86l,       Delizie  degli  Erudtti  toscani,   VII,    186   sgg.,  197   sgg. ; 

vol.  II,  p.  101.  Salvemini,  oJ>.  cit.,  p.  360. 
5            *■  Of.  cit.,  p.  375. 


INTRODUZIONE  LXXV 


dei  dodici  Anziani  e  quella  dei  dodici  buoni  uomini  guelfi  che  vennero  dopo.  Cosl 
si  esprime  il  cronista:  "  Tomata  parte  guelfa  in  Firenze  e  venuto  il  Vicario  ov- 
"  vero  Podesta  per  lo  re  Carlo,  e  fatti  dodici  buoni  uomini  a  modo  che  antica- 
"  mente  facevano  gli  Anziani  che  reggevano  la  Repubblica,  si  riformarono  etc.  „  ^     Lo 

5  Stefani  invece  distingue  i  dodici  Anziani  dai  dodici  buoni  uomini ;  i  primi  furono 
eletti  dai  Guelfi  nella  Pasqua  del  1267,  quando  essi  offrirono  a  re  Carlo  la  signoria 
della  cittk  * ;  i  secondi  invece  furono  eletti  neiroccasione  della  venuta  in  Firenze  del 
vicario  di  re  Carlo,  poichb  allora  "  per  nOn  nomare  Anziani  si  elessono  dodici  uomini 
"  li  quali   si    chiamavano  li  dodici    buoni    uomini,   li    quali    avevano  a  diliberare  tra 

)  "  loro  le  spese  e  le  faccende  del  Comune  e  Popolo  „  ^  La  distinzione  tra  le  due 
istituzioni  J:  molto  esatta*,  e  trova  riscontro  nella  notizia  corrispondente  data  da  Leo- 
nardo  Aretino  ^  Lo  Stefani  e  l'Aretino  forniscono  qui  notizie  piii  esatte  dei  cro- 
nisti  e  degli  storici  che  piti  fortunati  di  loro  vanno  per  la  maggiore. 

Una  difFerenza  e  peraltro    tra   le   due  notizie    dello  Stefani    e  delFAretino ;   per 

I  11  primo  i  dodici  Anziani  furono  eletti  dai  Guelfi,  per  il  secondo  dal  Popolo.  La 
differenza  fe  stata  avvertita  dal  Salvemini,  il  quale  crede  che  qui  lo  Stefani  sia  in 
errore.  "  E  impossibile,  egli  scrive,  che  i  Guelfi  rimasti  padroni  del  Comune  abbiano 
"  istituito  una  magistratura  popolare  simile  a  quella  del  primo  Popolo ;  questo  era  contro 
"  il  loro  interesse  tanto  e  vero  che  di  accordo  con  l'Angioino  I'abolirono  „  *.     E  sia 

;)  pure,  per6  non  si  pu6  affermare  che  la  notizia  sia  errata,  quando  si  consideri  la  po- 
sizione  dei  partiti  al  cominciare  deiranno  1267.  Per  quel  momento  lo  stesso  Sal- 
vemini  riconosce  che  la  posizione  del  Popolo  non  era  ancora  scossa  dai  Guelfi ;  egli 
infatti  cita  le  osservazioni  dello  Stefani  "  che  il  Popolo  era  commosso  a  volere  fare 
"  i  loro  fatti  senza  signore  „  . . . .  e  che  la  cittk  in  quel  primo  momento  si  trov6  rifor- 

;i  mata  "  di  Guelfi  e  Ghibellini  e  gentili  uomini  per  mercatanti  e  artefici  „  ^.  Questi 
mercatanti  ed  artefici  che  costituivano  relemento  popolare,  e  che  anche  qualche  mese 
dopo  vediamo  insieme  ai  Guefi  moderati  contro  alcuni  Guelfi  alleati  dei  Ghibellini, 
questo  elemento  popolare  nel  gennaio  del  1267  non  era  separato  dai  Guelfi,  e  perci6 
I'  elezione  dei  dodici  Anziani  pu6  essere  stata  fatta  dai  Guelfi  di  concerto  con  il  Po- 

vi  polo,  Quando  invece  pifi  tardi  nell'aprile  I'intervento  angioino  con  Tarrivo  in  Fi- 
renze  del  Vicario  di  re  Carlo  determina  una  prevalenza  guelfa  nel  Comune,  la  scis- 
sura  tra  Popolo  e  Guelfi  fe  aperta :  i  Guelfi,  forti  delle  milizie  delPAngioino  non 
hanno  bisogno  deiralleanza  del  Popolo  in  una  possibile  lotta  con  i  Ghibellini,  ed 
allora  essi  creano  una  istituzione  con  carattere  piii  spiccato  guelfo,  e    "  per  non   no- 

>  "  mare  gli  Anziani  si  elessono  dodici  uomini  li  quali  si  chiamavano  li  dodici  buoni 
"  uomini  „  ^.  Per  la  qual  cosa  io  credo  che  la  notizia  dello  Stefani  non  sia  in  aperta 
contraddizione    con  quella  dell'Aretino  ;  nh  sia  quindi  da  ritenere  del  tutto  inesatta. 

»  Lib.  VII,  c.  i6.  5  o^.  cit.,  11,  p,  103.  $ 

'  Rubr.  138».  «  Oj/>.  cit.,  p.  375,  n.  3. 

3  Rubr.  140*.  7  Of.  cit.,  p.  375. 

I  <  Salvemini,  of.  cit.,  p.  375,  n.  3.  *  Rubr.  140*, 


LXXVI  INTRODUZIONE 


GH  avvenimenti  di  queiranno,  1267,  sono  dei  piCl  importanti  della  storia  di  Fi- 
renze,  ma  se  la  scarsezza  dei  documenti  ci  obbliga  a  ricorrere  ai  cronisti,  costoro 
sono  assai  confusi  ed  oscuri.  Confusa  infatti  ed  errata  h  la  descrizione  fatta  dal  Vil- 
lani,  e  seguita  da  tutti  gli  storici,  della  riforma  operata  nel  Comune  nel  maggio  del 
1267.  Gli  errori  furono  messi  in  evidenza  dal  Salvcmini  che  scrupolosamente  stu-  5 
diando  quel  periodo  storico  venne  alla  conclusione  che  il  Villani  avesse  confuso  la 
costituzione  popolare  del  tempo  degli  Ordinamenti  di  Giustizia  con  la  costituzione 
guelfa  del  1267  ^  Un  confronto  tra  il  racconto  del  Villani  e  quello  dello  Stefani  dk 
la  riprova  a  molte  delle  osservazioni  del  Salvemini,  e  pu6  avviarci  in  qualche  punto 
a  conclusioni  alquanto  diverse.  10 

G.  ViLLANi,  lib.  VII,  c.  16.  Marchionne  di  C.  Stefani,  rubr.  140*. 

. . . ,  e  fatti  i  dodici  buonl  uomini  a  modo  che  an-  La  citta  tutta  si  riformd  in  questo  modo :  che  per 

ticamente  facevano  gli  Anziani  che  reggeano  la  Repub-  non  nomare  Anziani  si  elessono  dodici  buoni  uomini  li 

blica  si  riformarono  il  Consiglio  di  Cento  buoni  uomi-  quali  cosi  si  chiamarono,   li  quali   aveano   a   diliberare 

ni  dl  popolo  sanza  la  diliberazlone  dei  quali  nulla  grande  tra  loro  le  spese  e  le  faccende  del  Comune  e  Popolo,  ed    1 ; 

cosa,  Tih  gpesa  si  potea  fare;  e  poichfe  per  quello  Consi-  crano  due  per  sesto  e  bastavano  due  mesi ;  e  vinto  tra 

glio  si  vincesse  andava  a  partito  a  pallottole  al  Consi-  loro  il  partito  si   ragunavano  le    Capitudini   delle  sette 

glio  delle  Capitudini  delle  Arti  maggiori  e  a  quello  della  maggiori  Arti,  ed  eravi  uno  ufficio  dei  Consiglieri   che 

Credenza  ch'erano   ottanta.     Questi  consiglieri  che   col  si  chiamavano  quelli  della  Credenza  che  erano  ottanta  e 

generale  erano  trecento,  erano  tutti  Popolani  e   Guelfi;  trenta  buoni  uomini  per  sesto:  tutti  erano  Guelfi  e  Po-   2( 

poi  vinli  ai  detti   Consigli,   convenia  il  d\  seguente   le  polani,  sicchfe  in  numero  erano  trecento  e  questo  era  il 

medesime  proposte  rimettere  al  Consiglio  della  Podesti  Consiglio  generale  chiamato,  e  vinto  in  questo  Conaiglio 

ch' era  il  primo  di  novanta  uomini  Grandi  e  Popolani,  e  s'era  poi  a   vincere  in   quello  del   Podesti   un  altro   d\ 

con  loro  ancora  le  Capitudini  delle  Arti  e  poi  il  Consi-  seguente.     Nel  qual  Consiglio  erano  Popolari  e  Grandi 

glio  generale  che  eraao  trecento  uomini  d'ogni  condi-  mescolati  ciofe  dieci  per  sesto  Popolari  e  dieci   Grandi  2 

zione ;  e  questi  si  chiamavano  i  Consigli  opportuni.  ed  ancora  le  Capitudini. 

Nel  passo  del  Villani  distinguo  al  solito  due  parti:  ci6  che  h  notizia  di  un  fatto 
da  ci6  che  h  illustrazione  del  fatto  stesso.  Anche  qui,  come  in  altri  passi  messi  a 
confronto,  la  parte  oggettiva  di  notizie  offre  maggiori  analogie.  La  differenza  prin- 
cipale  in  questo  campo  ^  quella  del  Consiglio  dei  Cento,  che  lo  Stefani  non  riporta  3 
ed  a  ragione,  poichfe  b  un  errore  del  Villani  I'avere  riferito  al  1266  (come  ha  dimo- 
strato  il  Salvemini)  tale  istituzione,  la  quale  h  del  tempo  degli  Ordinamenti  di  Giu- 
stizia.  Le  altre  differenze  che  si  possono  notare  riguardano  il  numero  dei  membri 
del  Consiglio  del  Podestk  e  il  modo  con  cui  era  formato  il  Consiglio  generale.  Per 
il  Villani  i  membri  del  Consiglio  del  Podestk  sono  novanta  Grandi  e  Popolani ;  per  3 
lo  Stefani  sono  sessanta  Grandi  e  sessanta  Popolani.  Dal  Villani  non  si  comprende 
come  si  formasse  il  numero  di  trecento  nel  Consiglio  generale;  dallo  Stefani  le  in- 
dicazioni  numeriche  delle  diverse  parti  danno  nella  loro  somma  la  cifra  di  300. 

La  parte  piii  soggettiva    del    racconto  del  Villani  h  invece  in  maggiore  discre- 
panza'con  quella  dello  Stefani:  lo  spiccato  carattere  popolare,  che  il  Villani  dk  alla  4 


Of,  «V. 


INTRODUZIONE  LXXVII 


costituzione  del  1267,  e  che  h  un  errore  anch'esso  dimostrato  dal  Salvemini,  manca 
allo  Stefani.  II  quale  infatti  non  ricorre  a  proposito  dei  dodici  buoni  uomini  al  ri- 
cordo  degli  Anziani,  che  ebbero  un  carattere  politico  ben  diverso  dai  buoni  uomini ; 
non  dice,  come  il  Villani,  che  quelli  del  Consiglio   generale  fossero  uomim  di  ogni 

b  condizione,  nfe  tanto  meno  fa  cenno  alcuno  di  uomini  di  ■popolo  nel  Consiglio  dei  Cento. 

Come  si  vede  adunque,  il  racconto  dello  Stefani  ha  un  errore  fondamentale    di 

meno  nelle  notizie,  ha  un  apprezzamento  meno  errato  dei  fatti,  ed  ha  infine  una  de- 

scrizione  piii  esatta  e  particolareggiata  nella  descrizione  dei  due  Consigli;  con  tutto 

questo  lo  Stefani  ha  sempre  un  fondo  comune  di  notizie  con    il    Villani.     U  Salve- 

jO  mini  avendo  demoHto    tutto  il  racconto  del    Villani,    accettando  solo  la  notizia    del 

Consiglio    del    Podestk,    ha   implicitamente    scartato,    come    false    o    mal  collocate, 

quelle  notizie  comuni  nei  due  cronisti.     Le  quali,  per  le   differenze  notate  nei    due 

passi,  non  possono  derivare  allo  Stefani  direttamente  dal  Villani,  ma  possono  tutt'al 

,     piti  essere  state  in  una  fonte    comune    anch'essa  errata.     La  conclusione  del   Salve- 

5  mini  si  pu6  senz'  altro  accettare  ? 

La  questione  principale  si  aggira  suUa  esistenza  del  Consiglio  generale  negata  dal 
Salvemini.  II  quale  dopo  di  avere  dimostrata  errata  la  notizia  del  Consiglio  dei  Cento, 
dopo  di  avere  messo  in  evidenza  che  la  Costituzione  del  1266  non  potfe  avere  avuto 
un  carattere  di  spiccata  popolarith,  non  accolse  la  notizia  del  Villani  di  un  Consiglio 

0  tutto  formato  di  uomini  di  ogni  condizione.  I  documenti  indirettamente  gli  davano 
ragione,  poichfe  di  un  Consiglio  generale  di  Capitano  di  popolo  non  si  fa  menzione. 

Orbene,  fino  a  quando  si  trattava  di  confutare  un  cronista,  che  con  gli  errori 
possibili  a  dimostrarsi  nei  quattro  quinti  del  suo  racconto  offriva  il  fianco  ai  colpi 
della  critica  diffidente  ad  accettare  l'aItro  quinto  del  racconto,  le  prove  indirette  dei 

5  documenti  e  le  osservazioni  d'indole  generale  potevano  dar  ragione  al  Salvemini,  ma 
quando  accanto  al  Villani  noi  abbiamo  un  altro  cronista,  che  non  ha  I'errore  del 
Consiglio  dei  Cento,  che  non  mette  per  nulla  in  evidenza  il  carattere  popolare  della 
Costituzione,  che  non  parla  di  Capitano  del  popolo,  ma  invece  descrive  con  minutezza 
un  Consiglio  generale  il  quale  non  era,  secondo  lui,  formato  di  uomini  di  ogni  con- 

0  dizione,  ma  di  Guelfi  e  Popolani,  io  credo  che  nella  mancanza  di  prove  contrarie 
dirette  bisogna  andare  piti  cauti  ad  abbattere  tutto.  E  si  noti  che  la  formazione  di 
quei  trecento  del  ConsigHo  generale  poteva,  dalla  descrizione  che  ne  fa  lo  Stefani, 
nascondere  ogni  possibile  preponderanza  della  setta  predominante.  Infatti  in  quel 
Consiglio  h  un  numero  di  trenta  buoni  uomini  per  sesto,  che  costituivano  nell'  insieme 

5  la  maggioranza  del  Consiglio  dei  Trecento.  Chi  fossero  costoro  non  h  detto  speci- 
ficatamente,  ma  huoni  uomini  in  quel  momento  di  guelfismo  prevalente  erano  Guelfi; 
cosi  infatti  a  tale  nome  si  ricorre  proprio  allora,  quando  i  Guelfi  "  per  non  nomare 
"  Anziani  elessono  dodici  uomini  li  quali  si  chiamavano  li  dodici  buoni  uomini  „  ^ 

.  '  Rubr.  140*. 


LXXVm  INTRODUZIONE 


In  ogni  modo  a  me  basta  di  aver  qui  mostrato  che  di  fronte  alla  scarsezza  di 
documenti  e  alle  conclusioni  del  Salvemini  sta  una  notizia,  che  i  documenti  non  ripor- 
tano  ma  non  distruggono,  la  quale  si  trova  non  solo  nel  passo  confuso  ed  errato  del 
Villani,  ma  in  un  passo  corrispondente  meno  errato,  per  lo  meno,  dello  Stefani,  e  del 
quale  si  deve  tencr  conto  in  ogni  studio  ulteriore  sull'argomento. 


* 
*  * 


Dal  1268  al  1279  la  storia  del  Comune  fiorentino  e  in  relazione  alla  politica 
di  Carlo  d'Angi6.  II  quale  con  refficace  aiuto  del  Papato  mirava,  innalzando  la  No- 
biltk  guelfa,  ad  assicurare  il  suo  dominio  in  Firenze.  Quando  peraltro  con  Grego- 
rio  X  e  con  Niccol6  II  la  politica  pontificia  prese  un  nuovo  orientamento,  venne  H 
meno  a  re  Carlo  un  forte  sostegno  in  Toscana ;  ed  il  Popolo,  che  nel  Comune  fio- 
rentino  era  stato  scontento  della  Nobiltk,  si  rivolse  al  Papato,  perchfe  ponesse  fine  a 
quello  stato  di  continua  lotta  tra  Guelfi  e  Ghibellini,  che  era  una  condizione  quasi 
necessaria  per  la  politica  deirAngioino,  desideroso  del  completo  sterminio  dei  Ghi- 
bellini.  Effetto  adunque  del  cambiamento  della  politica  generale  e  dell'accresciuto  1 
malcontento  popolare  nel  Comune  di  Firenze  fu  la  domanda  fatta  a  papa  Nicold  III 
di  mandare  in  Firenze  un  autorevole  paciere.  E  questo  uno  dei  momenti  piii  im- 
portanti  della  storia  di  Firenze,  e  la  pace  promossa  dal  cardinale  Latino,  come  be- 
nissimo  ha  dimostrato  il  Salvemini',  ha  un  valore  ben  diverso  da  quello  delle  solite 
paci  che  tra  1'  infierire  delle  lotte  civili  dei  nostri  Comuni  descrivono  cronisti  e  poeti,  2 
commossi  anch'  essi  dagli  spettacoli  di  gente  in  preda  a  veri  furori  religiosi,  che  tra 
le  lacrime  e  le  preghiere  dimenticavano,  per  breve  tempo  purtroppo,  odi  inveterati 
e  vendette  tenaci.  La  pace  del  cardinale  Latino  invece  segna  un  nuovo  periodo 
nella  storia  del  Comune,  nel  quale  periodo  si  svolse  la  serie  piii  feconda  d'  istitu- 
zioni  democratiche.  2 

Lo  Stefani  ne  ha  compreso  I'  importanza  ?  Certamente  non  e  il  caso  di  chie- 
dere  ad  un  cronista  la  chiara  spiegazione  di  un  fenomeno  storico,  tuttavia  oso  af- 
fermare  che  il  suo  racconto  assai  meglio  di  quello  del  Villani  dk  un  avviamento  piii 
retto  alla  spiegazione  dei  fatti. 

Si  confronti  anzitutto  il  passo  dei  due  cronisti  riferentesi  alla  domanda  di  un  3 
paciere  fatta  a  NiccoI6  III.  Per  il  Villani  la  domanda  e  fatta  dai  Capitani  di  Parte 
guelfa,  preoccupati,  che  se  il  Papa  non  "  mettesse  consiglio  e  il  suo  aiuto  a  paci- 
"  ficare  i  Guelfi  di  Firenze  insieme. . . ,  Parte  guelfa  si  divideva  e  cacciava  l'uno  l'al- 
tro  „  ^.  Agli  ambasciatori  di  Parte  guelfa  aggiunge  il  cronista,  si  uniscono  gli  am- 
basciatori  inviati  dai  Ghibellini  fuorusciti.  La  cosa  sembra  verosimile,  poichfe  il  3 
cardinale  Latino  mir6  appunto  alla  pace  fra  costoro.     Se  pero  si  considera  che  Parte 


»  O/.  cit.,  cap.  m  c  IV.  2  Lib.  VU,  c.  56. 


INTRODUZIONE  LXXIX 


guelfa,  cioh  il  gruppo  piti  intransigente  dei  Guelfi,  non  poteva  desideVare  un  accordo 

con  i  Ghibellini,  e  che  la  guerra  ad  oltranza  contro  costoro  era  la   sua  ragione  di 

cssere,  ed  era  il  desiderio  del  Re  angioino    protettore  della  Parte;  se    si    considera 

inoltre  che  gli  efFetti  principali  delFopera  del  cardinale  Latino  non  furono  favorevoli 

\  alla  Parte,  che  anzi  egli  non  volle  assolutamente  nella  costituzione  dettata  che  piti  si 

;  parlasse  di  Capitani  di  Parte  *,  se  si  considerano  questi  fatti  non  si  pu6  con  piena  si- 

curezza  accogliere  la  notizia  del  Villani  per  il  quale  I'invito  di  un  paciere  fu  fatto  dai 

Capitani  di  Parte  guelfa.     E  si  noti  che  in  tutte  queste  trattative  il  Popolo  nel  rac- 

conto  del  Villani  non  c'entra  afTatto.     Al    contrario    nel    racconto    dello    Stefani    h 

i  proprio  il  Popolo  che  stanco  delle  lotte  dei  Nobili   "  temendo  che  la  cosa  non  s'ur- 

"  tasse  in  danno  del  Comune  troppo  gli  strinse  a  triegua  per  due  mesi,  ed  in  que- 

"  sto  mezzo  mandarono  a  papa   Niccola  degli  Orsini,  che  dovesse  mandare  chi  do- 

■'  vesse  pacificare  insieme  costoro  „  ^ 

Dalle  notizie  che  abbiamo  premesso  si  pu6  notare  che  in    quel    tale   momento 

1  alla  politica  pontificia  antiangioina  si  opponeva  quella  angioina  dei  Guelfi  nobili  fio- 
;  rentini,  nh  era  quindi  possibile  che  spontaneamente  la  Parte  guelfa  si  accostasse  al 
i  Papato;  invece  un  simile  accordo  era  possibile  tra   il   Popolo,    che    neirAngioino  e 

nella  Nobilth  guelfa  aveva  avuto  avversari,  ed  il  Pontefice   che  seguiva  appunto  una 
!  politica  antiangioina.     Per  la  qual  cosa  la  notizia  dello  Stefani  e  piii  esatta  di  quella 

2  del  Villani,  ed  h  anche  piii  particolareggiata,  dando  notizie  di  una  tregua  di  due 
mesi  che  precedette  la  venuta  del  Cardinale  in  Firenze.  II  Villani,  io  credo,  de- 
dusse  la  notizia  degli  ambasciatori  Guelfi  e  Ghibellini  al  Papa  dal  fatto  che  la  pace 
fu  stipulata  tra  costoro;  e  per6  era  verosimile  che  gli  uni  e  gli  altri  avessero  richiesto 
un  paciere. 

-  Anche  qui  lo  Stefani  si  trova  d'accordo  con  l'aItro  storico,  come  lui  poco  for- 

tunato,  Leonardo  Aretino  ^ ;  e  si  pu6  dire  che  essi  siano  stati  i  soli  a  veder  chiaro 
in  tale  questione;  ed  io  credo  che  il  valore  nuovo  dato  cosi  allo  Stefani  possa  con- 
correre  a  rialzare  il  valore  della  storia  di  Leonardo  Aretino. 

Durante  la  dimora  del  cardinale  Latino  fu  creato  un  nuovo  ufBcio,    quello    dei 

3'  Quattordiei  buoni  uomini.  Le  notizie  che  ne  danno  i  due  cronisti  non  discordano 
molto,  tuttavia  il  racconto  dello  Stefani  e  notevole  non  solo  perchfe  non  riporta  un 
errore  del  Villani  circa  la  durata  in  ufBcio  dei  Quattordici  *,  ma  anche  perchfe  pone 
in  evidenza  I'opera  del  Popolo,  che  h  trascurata  o  confusa  con  altri  elementi  dal 
Villani,  e  che  in  questi  avvenimenti   fu  in  vero  grandissima.     E  la  solita  differenza 

3  tra  i  due  cronisti  che  gik  ho  notato  in  altri  confronti,  per  la  quale  I'uno  non  ha  in- 


'  Salvemini,  0/.  cii.,  Appendice  Doc.  III:  La  face  documenti  mostrano  invece  che   essi  duravano  un  solo 

del  cardinale  Latino,  art.  V,  p.  326.  mese :    cf.    L«    Consulte   della   Refubblica  fiorentina   del 

'  Rubr.  152».  secolo  XIH,   ed.    A.   Gherardi    (Firenze,    Carnesecchi, 

'  htoria  fiorentina;  1'irenze,   iS6i,  lib.  III,  p.   137.  1S88)  I,  30,  59,  71,  83,  94,  96,   102,  X13,   123,  130,   135, 

j  *  Per  il  Villani  duravano  in  ufficio  due  mesi,  ma  i  137.     Vedi  Salvemini,  op.  cit.,  p.  78.  10 


LXXX  INTRODUZIONE 


nanzi  a  sh  che  Guelfi  e  Ghibellini,  e  l'altro  oltre  costoro  vede  nella  storia  di  quel 
tempo  agitarsi  indipendentemente  un  terzo  gruppo,  il  popolare. 

Vale  la  pena  mettere  a  confronto  i  passi  corrispondenti  dei  due  cronisti: 

G.  ViLLANi,  lib.  VII,  c.  56.  Marchionne  di  C.  Stefani,  rubr.  154*. 

E  fece  e  ordin6  il  detto  Legato  al  governamento  Li  Fiorentini  con  tutti  i  Nobili  e  Popolani  ordi- 

comune  della  citta  quattordici  buoni  uomini  grandi  e  narono  insieme  col  detto  Cardinale  che  dove  erano  XII 
popolani,  ciie  gll  otto  erano  Guelfi  e  «ei  Ghiibellini,  e  buoni  uomini  fossono  XIV  Popolani  e  Grandi,  cioe  sci 
durava  il  loro  ufficio  di  due  in  due  mesi  con  certo  or-  Popolani  e  due  Grandi  Guelfi,  e  sei  Giiibellini  quattro 
dine  di  loro  elezione.  Popolani  e  due  Grandi,  i  quali  fossono  con  quella  mc- 

desima  bal\a  che  prima  avevano  gli  XII.     Cosi  furono    1 
gli  altri  uffici  del  Consiglio,  il  soprabbondante  delle  Ca- 
pitudini. 

Quando  il  Villani  dice  che  dei  Quattordici  otto  erano  Guelfi  e  sei  Ghibellini, 
non  esce  dal  campo  dei  due  partiti,  e  non  possiamo  stabilire  che  la  proporzione  tra 
i  due  suddetti  partiti;  quando  invece  lo  Stefani  descrive  piti  minutamente  quel  cerlo  1 
ordine  di  loro  elezione,  egli  allarga  il  campo  dei  contendenti :  la  lotta  che  s'inizia 
h  tra  Grandi  e  Popolani,  e  appunto  tra  essi  stabilisce  lo  Stefani  la  proporzione :  dieci 
Popolani  e  quattro  Grandi. 

Tutto  questo  corrisponde  alla  vera  posizione  politica  del  momento  e  agli  inten- 
djmenti  del  cardinale  Latino,  il  quale  appunto  aveva  stabilito  di  ripartire   gli    ufBci  : 
in  rapporto  a  tre  gruppi  della  cittadinanza :  aGuelfi,  a  Ghibellini  e  a   Popolani  in- 
differenti;  e  di  dare  una  parte  minore  o  maggiore  di  onori  a  seconda  le    forze  dei 
diversi  gruppi. 

II  Villani  ed  il  Compagni,  che  in  cio  concorda  con  lui,  sono  meno  esatti  dello 
Stefani  tagliando  fuori  il  Popolo  in  questa  partizione^  Resterebbe  tuttavia  ancora 
a  vedere  se,  come  h  esatto  il  punto  di  partenza  dello  Stefani,  sieno  altrettanto  esatte 
le  sue  notizie  particolari  circa  il  procedimento  della  elezione.  Le  liste  dei  nomi 
dei  Quattordici  deiraprile  del  1282  danno  perfettamente  ragione  allo  Stefani  *,  ma 
non  cosl  quelle  del  febbraio  e  del  marzo  dello  stesso  anno  e  del  gennaio  del  1283. 
che  non  ci  presentano  la  stessa  proporzione  di  nomi  ^  Da  queste  contraddizioni  i 
non  credo  sia  infirmata  la  verith  della  notizia  dello  Stefani,  ma  credo,  con  il  Sal- 
vemini,  che  la  regola  stabilita  non  pot^  essere  mantenuta  per  le  variazioni  delle 
forze  dei  partiti  di  mese  in  mese  * ;  onde  fu  necessario,  come  nota  il  Compagni, 
"  chiamare  gli  ufici  senza  ordine  „  ^  Resta  in  ogni  modo  il  merito  allo  Stefani  di 
'aver  compreso  1'  importanza  deIl'elemento  popolare,  e  di  aver  detto  quale  fosse  la 
regola  stabilita  dal  Cardinale.  La  quale  era  esatta  in  quel  dato  momento,  poichfe 
rappresentava  allora  la  varia  forza  dei  tre  gruppi;    ma    essa   non    corrispo^e  poi   in 


'  Dino  Comfagni  e  la  sua  cronica  per  IsiDORO  Del  '  Consulte,  I,  59,  71,   137. 

LuNGo;  Firenze,    Le  Monnier,    1879,    vol.   II,    Cronica,  *  Oj>.  cit.,  p.  80. 

lib.  I,  c.  3.  s  D.  CoMPAGNi,  Cronica  cit.,  I,  4. 

*  Consulte,  I,  83. 


INTRODUZIONE  LXXXI 


seguito  ai  fatti,  poich^  la  forza  dei  partiti  subl  oscillanze  e  variazioni  che  si  risenti- 

vano  nel  diverso  numero  dei  rappresentanti  dei  tre  gruppi  neIl'ufBcio  dei  Quattordici. 

L'ufficio  dei  Quattordici  dur6  assai   poco;    la   causa  dell'abolizione   h   spiegata 

dal  Villani  con  i  difetti  inerenti  a  questa  magistratura,  poichfe,  secondo  lui,   "  pareva 

5"  ai  cittadini  il  detto  ufficio  dei  XIV  uno  grande  volume  e  confusione  ad  accordare 

"  tanti  divisati  animi  a  uno,  massimamente  perchfe  ai    Guelli    non    piacea  la  consor- 

'"  teria  nelPufficio  coi  Ghibellini  per  le  novitadi  che   erano   gih  nate,  siccome    della 

"  perdita  che  re  Carlo  aveva  fatto  delPisola  di  Cicilia  e  della  venuta  in  Toscana  del 

i"  Vicario  dello  'mperio,  e  sl  per  guerre  cominciate  in  Romagna  per  lo  Conte  di  Mon- 

)!"  tefeltro  per  gli  Ghibellini ;  per  iscampo  e  salute  della  citth.  di  Firenze  si  annuUarono 

"  il  detto  ufficio  dei  Quattordici  „  ^ 

Da  ci5  che  il  Villani  narra  non  si  comprende  come  mai  i  Guelfi  potessero  cosl 
facilmente  abolire  un  ufficio  per  fiaccare  la  potenza  dei  Ghibellini,  proprio  in  un 
momento  fortunato  per  costoro,  quando  dopo  i  Vespri  dappertutto  in  Italia  i  Ghibel- 
>Iini  erano  vittoriosi.  Allora  dalle  citta  della  Sicilia  su  per  la  Penisola  fino  al  Pie- 
(nonte  i  fautori  delPAngioino  precipitavano.  A  Forll  Guido  da  Montefeltro  rinno- 
i^ava  contro  i  Francesi  le  stragi  del  Vespro,  a  Roma  il  Papa  angioino  era  cacciato^, 
jid  Alba  e  a  Cuneo  i  fautori  di  Carlo  erano  anch'essi  scacciati^  Insomma  non  era 
Ijuello  il  momento  pih  favorevole  ai  Guelfi  di  Firenze  per  fiaccare  la  potenza  degli 
)ivversari,  qualora  il  campo  dei  combattenti  fosse  stato  solo  occupato  dai  Guelfi  e 
lai  Ghibellini. 

Ben  diverse  appaiono  le  cose  per  la  narrazione  dello  Stefani.     L'autore  muove 

lai  fatti  esteriori,  dal  ricordo  ciofe  della  disfatta  dell'Angioino  e  della  venuta  del  Vi- 

;ario  imperiale,  per  dire  che  i  Ghibellini   "  presono  baldanza  e  sempre  tencionavano 

1 '  negli  uffici  e  rado  erano  di  concordia  insieme.     Di  che  per  questa  cagione  essendo 

I  mercatanti  di  Calimala  insieme  ragunati  e  disputando  fra  loro  di  questo  che  vede- 

■  vano  e  intendevano  dei  Ghibellini,  furono  i  primi  con  gli  altri  mercatanti  ed  arte- 

\  fici  che  v'erano  temendo  della  tirannia,  furono  insieme  ....  ed  ultimamente  i  Ghi- 

bellini  cominciarorio  a  dibattere  il  Popolo,  ed  il  Popolo  cominci6  a  ruggere  ed  i 

D  t  Guelfi  I'appoggiarono  .  .  .  .  e  disfecesi  l'ordine  dei  XIV  buoni  uomini  „  *. 

Come  si  vede  qui  Tiniziativa  fe  presa  dal  Popolo;  ed  il  cronista  ci  mostra  quale 
c  h  il  nucleo  principale,  additandoci  i  Mercatanti  di  Calimala  "  che  furono  i  primi  „. 
I  Guelfi  "  appoggiano  il  Popolo  „  ,  essi  non  avrebbero  potuto  ora  combattere 
er  conto  proprio  da  soli  i  Ghibellini,  non  solo  per  la  forza  degli  avversari,  favo- 
5  iiti  dagli  avvenimenti  esteriori,  ma  anche  perchb  nel  Comune  non  era  pih  possibile 
'Ua  prevalenza  esclusiva  dei  Guelfi  o  dei  Ghibellini.  II  Popolo  dei  mercanti  e  degli 
irtefici  con  la  forza  della  ricchezza  aveva  acquistato  la  coscienza  della  propria  forza 


'  Lib.  VII,  c.  79.  3  SURRA  G.,    Vicende  delle  lotte  fra  il  Comune  asii- 

*  Greoorovivs,  Storia  de//a  cittii  di  Jioma;  Venezia.,  giano  e  la  Casa  d'Angih;  Torino,  Bona,  1893,  p.  37.       J 
a74,  X,  S64.  4  Rubr.  156». 

T.  XXX,  p.  I  -  i?". 


LXXXn  INTRODUZIONE 


poHtica;  Guelfi  e  Ghibellini  non  possono  essere  oramai  che  suoi  alleati  e  non  mai 
piti  suoi  padroni.  L'abolizione  dei  Quattordici  non  h,  come  appare  dal  Villani,  opera 
soltanto  dei  Guelfi,  nh  h  dovuta  ai  difetti  inerenti  alPufBcio ;  ma  perchfe  in  esso  ave- 
vano  preso  baldanza  i  Ghibellini.  La  qual  cosa  danneggiava  non  solo  i  Guelfi,  ma 
anche  il  Popolo.  Lo  Stefani,  io  credo,  fe  uno  dei  pochissimi,  e  forse  il  primo,  che 
ha  inteso  il  valore  di  questo  elemento  popolare  nella  storia  del  Comune  fiorentino. 

* 

/ 

L'  istituzione  del  Priorato  h  descritta  dallo  Stefani  con  le  stesse  pdrticolaritk  del 
Villani:  che  anzi  a  proposito  della  etimologia  del  nome  lo  Stefani  ricorda  la  spie- 
gazione  data  dal  Villani*.     Lo  studio  peraltro    dei   passi    dello   Stefani  che  offrono 
qualche  differenza  con  il  Villani  possono  non  inopportunamente  essere  ricordati  per 
la  questione  gik  soUevata   sulla   partecipazione   al   Priorato    delle   Arti   minori.     La 
questione  non  pu6  essere  risoluta  con  i  soli    passi    del   Villani.     Egli,   dopo  di  aver 
detto  come  le  sei  maggiori  Arti  avessero  ottenuto   il  Priorato,  soggiunge  che  "  poi 
"  di  tempo  in  tempo  vi  furono  aggiunte  tutte  l'altre  infino  alle  dodici  maggiori  Arti 
"  .  .  . .  e  cosl  segul  infino  che  si  fece  il  secondo  Popolo  in  Firenze  „  ".  Nel  periodo 
adunque  compreso  tra  il   1282  ed  il   1293  le  cinque  Arti   seguenti    alle  prime  sette 
ottennero  il  Priorato  e  furono  aggregate  alle  maggiori;  non  h  detto   quando   preci- 
samente  ci6  avvenne.     Lo  Stefani,  secondo  l'edizione  del  padre  Ildefonso,  ci  darebbe 
invece  la  data  precisa  di  questo  fatto  nel   1289.     Una  rubrica   infatti   fe   dedicata 
tale  avvenimento  sotto  il  titolo  seguente :     "  Come  le  cinque  Arti  minori  si  legaronci 
"  colle  sette  ed  ebbono  Consoli  „^     Nella  fine  della  rubrica  si   parla   appunto  de 
Priorato.     La  notizia  sarebbe  senz'aItro  errata,  poichfe  nelle  liste  dei  Priori  del  128!; 
troviamo  un  beccaio,  Dino  Pecora,  che  ebbe  tanta  parte  negli   avvenimenti  di  que| 
gli  anni  * .     Si  noti  per6  che  la  intitolazione  della  rubrica  ofire  nei  codici  lezioni  di2! 
verse ;  il  codice  asiniano,  piii  antico  di  quello  usato  dal  padre  Ildefonso,  reca  questd 
titolo  "  Unione  delle  Arti  contro  a'  Grandi  „,  e  il  codice  giordaniano  che  piii  fedelj 
mente  deriva  dalPoriginale  invece  di  Arii  mmori,  che  si  legge  nell'edizione  ildefor 
siana,  ha  Ar^i  minute;  inoltre  nel  testo  il  passo  che  accenna  esplicitamente  alle  sett 
e  alle  cinque  Arti  era  lacunoso  nello  stesso  codice,  di  cui  si  serviva  padre  Ildefonsc  3( 
ed   h  stato  supplito  da  lui  con  la  scorta  del  Villani,  siccome  egli  stesso  dichiara  i 
nota  alla  rubrica  ^.     Dunque    non  si  pu6  accusare  lo  Stefani  di  avere  commesso  u 
simile  errore ;  resta  per6  a  vedere  quale  sia  il  modo  di  supplire  piii  esattamente  1 
lacuna,  e  quale  valore  abbiano  le  differenze  che  la  rubrica  offre,  messa  a  confront 
con  il  passo  corrispondente  del  Villani.     ^fe  utile  pertanto  riferire  i  passi  corrispondent  3» 


'  G.  ViLLANi,  0/.  cit.,   lib.   VII,   c.   79;   M.   di  C.  *  Rubr.  182*. 

Stefani,  rubr.  157».  <  Rubr.  163*. 

*  Lib.  VII,  c.  79.  »  Rubr,  182*,  n.  i. 


/ 

INTRODUZIONE  LXXXIII 


G.  ViLLANi,  lib.  VII,  c.  132.  Marchionne  di  C.  Stefani,   rubr.  182*. 

Bene  avvenne  che  tornando  la  detta  oste   {dalla  Tornata  l'oste  in  Firenze,  i  Grandi  erano  insuper- 

imfresa  d'Arezzo)  i  Popolani  ebbono  sospetto  dei  Gran-  biti  e  trattavano  male  i  mercatanti  ed  artefici;  ed  il  soldo 

di,  che  per  orgoglio  della  detta  vittoria  non  gli  gravas-  che   dovevano   avere  i  soldati  si   rovesciava   ai   merca- 

sono  oltre  al  modo  usato;  e  per  questa  cagione  le  sette  tanti  ed  agli  artefici,  e  per  questa  cagione  si  ristrinsono 

Arti  maggiori  si  rallegarono  con  loro  le  clnque  Arti  con-  l'Arti  insieme  ed  ebbono  case  e  Consoli,    le   quali  Arti 

seguenti  e  feciono  tra  loro  iraporre  arme  e  pavesi  e  cefte  furono  queste  :  {lacuna) ;  e   quando   toccava   la  elezione 

insegne,  e  fu  quasi  cominciamento  di  Popolo,  onde  poi  erano  dei  Priori. 
si  prese  la  forma  del  Popolo  che  si  comincid  nel  1292. 

)  In  fondo  i  due  cronisti  danno  le  stesse  ragioni  dell'alleanza  tra  le  Arti  in 
seguito  alPimpresa  di  Arezzo.  Pero  mentre  il  Villani  avverte  che  i  popolani  sospet- 
iavano  di  una  condotta  reazionaria  dei  Grandi  dopo  le  loro  vittorie  militari ;  lo 
Stefani  non  fa  muovere  il  Popolo  dal  sospetto,  ma  dal  fatto  delle  tasse  pagate  per 
a  suddetta  impresa,  la  quale  era  voluta  dai  Grandi,  ed  era  sostenuta  con  i  denari 
)Iei  mercatanti  e  degli  artefici. 

In  quanto  al  numero  e  all'ordine  gerarchigo^  delle  Arti  nuove  entrate  nell'as- 
iociazione,  il  Villani  determina  quali  esse  fossero,  c\oh  le  cinque  seguenti  alle  sette 
Tiaggiori ;  lo  Stefani,  o  per  ignoranza  o  per  trascuratezza  omise  di  notarle. 

In  quanto  poi  ai  benefizi  ottenuti  per  tale  alleanza,  il   Villani  ci    dice    che  essi 
)urono  soprattutto  vantaggi  militari,  ci  parla  infatti  di  "  armi,  pavesi  e  certe  insegne  „  ; 
o  Stcfani  invece  fa  cenno  di  benetici    politici,  cioh  di  case,   di  Consoli  e  di  Priori. 
Chi  dei  due  cronisti  si  avvicina  al  vero  ? 

Questi  passi  sono  stati  messi  a  confronto  dal  Salvemini,  e  volontieri  ne  riporto 
'autorevole  giudizio;  avverto  per6,  e  su  di  questo  mi  dovr5  fermare,    che  egli  non 
)  cnne  conto  della  notizia  dello  Stefani,  cio^  a  dire  della  partecipazione  al  Priorato 
lelle  nuove  Arti. 

"  Lo  Stefani,  scrive  il  Salvemini,  per  questo  periodo  segue  quasi  costantemente  i 

passi  del  Villani,  correggendolo  quando  pu6,  ripete  che  dopo    il    luglio    1289    "  si 

i  ristrinsero  le  Arti    insieme  „,   ma    quando   vuol   dire    quali    fossero    le    Arti   nuove 

cntrate  nelPassociazione,  si  ricorda  che  le  cinque  Arti  mediane  si  erano  ristrette  con 

le  sette  maggiori  fin  dal  1282,  quando  fu  istituito  il  Priorato;  percib  lascia  nel  testo 

una  lacuna,  che  daireditorc,  padre  Ildefonso  da  San  Luigi,  e  stata  riempita  natural- 

jmente  con  le  cinque  Arti  del  Villani.     In  luogo  delle  cinque  Arti  mediane  andavano 

invece  messe  le  nove  Arti  minori,  che  gik  nel   1287  si  erano.  organizzate    militar- 

)    raente,  in  tal  modo  la  notizia  del  Villani  avrebbe  acquistato  un  senso  giusto  e  natu- 

rale.     II  Villani,  poi,  erra  non  solo  confondendo  la  riforma  del   1289  con  quella  del 

1282,  ma  anche  parlando  nel   1289  delle   "  armi,  pavesi  e  certe  insegne  „   le  quali 

tfuronoadottate  dalle  dodici  Arti  maggiori  nel  1282,  e  dalle  nove  minori  nel  1287  „  ^ 


'  Of,  cii.,  p.  160. 


LXXXIV  INTRODUZIONE 


Dunque  delle  differenze  notate  tra  i  due  cronisti,  la  prima  concerne  le  cause- 
che  determinarono  1'  alleanza  delle  Arti :  lo  Stefani  ha  un'osservazione  piii  acuta  -ed 
esatta  mostrandoci  che  non  il  sospetto,  come  vuole  il  Villani,  di  nuove  gravezze 
movesse  il  Popolo,  ma  lo  movesse  il  fatto  delle  gravezze  che  gik  pesavano  per  le 
paghe  dei  soldati.  E  si  ricordi  che  non  diversamente  era  avvenuto  nelPoccasione 
della  cacciata  del  conte  Guido  Novello,  che  era  mal  tollerato  soprattutto  per  i  bal- 
zelli  che  imponeva  per  le  paghe  dei  suoi  soldati.  E  si  noti  daII'aItro  lato  che  di 
sospetti  e  di  gelosie  fa  spesso  cenno  il  Villani  con  le  sue  frequenti  considerazioni 
psicologiche  e  metafisiche  quali  cause  dei  fatti. 

La  seconda  difFerenza  sta  nel  carattere,  per  il  Villani,  militare,  per  lo  Stefani, 
politico  che  hanno  i  benefici  ottenuti  dalle  nuove  Arti  in  seguito  all'alleanza  fatta 
con  le  maggiori.  Le  conclusioni  alle  quali  ^  arrivato  il  Salvemini  ci  mostrano  fa- 
cilmente  1'errore  del  Villani,  poichfe  gia  nel  1287  tutte  le  ventuna  Arti  erano  mili- 
tarmente  costituite  ^ ;  resta  per6  a  vedere  se  la  notizia  dello  Stefani  sia  anch'  essa  i 
errata ;  su  questo  appunto  il  Salvemini  non  si  ferma. 

Si  osservi  pertanto  che  il  procedimento  tenuto  dalle  Arti  per  arrivare  al  Prio- 
rato  h  stato  quello  che  movendo  dalla  riconosciuta  costituzione  militare  era  poi  svol- 
tosi  fino  al  riconoscimento  politico.     Le    nuove    Arti    minori    avevano  ottenuto  nel 
1287  armi  e  pavesi,  esse  adunque  nel   1289  (nel  nuovo  bisogno  che   avevano  avutol 
le  Arti  maggiori  di  una  piti  forte  e   piti    larga  alleanza)   non   dovevano  che  fare  unfC 
secondo  passo    per    conquistare  il  Priorato.     Avvenne    questo   veramente?     E  certoj 
che  in  quelPanno  ebbe  luogo  una  reazione  popolare  in  seguito  al  sopravvento   ma- 
gnatizio  che  si  era  determinato  nel  Comune  dopo  1'  impresa  di  Arezzo.  In  rapporto| 
infatti  a  questa  reazione  si  devono    intendere    I'  istituzione    del    Gonfalonierato  e  gli 
Ordinamenti  canonizzati,  i  quali  furon  fatti  per  il  migliore  funzionamento  deIl'amnii-:J5 
nistrazione  finanziaria  sotto  una  piii  diretta  sorveglianza  popolare. 

Le  due  riforme  furono  illustrate  dal  Salvemini,  e  sono    certamente    segno,   CO' 
m'egli  ha  detto,  dell' influenza  popolare  ^;  ma  chiedo  io:  possono  queste  sole  costituin 
la  somma  dei  vantaggi  ottenuti  dalle  Arti    minori    nella    loro   alleanza  con  le  mag 
giori?     Se  si  accetta  infatti  la  notizia  che  nel   1289  I'alleanza  delle  Arti  fu  allargat;30 
fino  alla  ventunesima  Arte,  se  si  accetta  che  la  costituzione  militare  delle  Arti  minor 
era  sfata  due  anni  prima  riconosciuta,  se  si  nota  che  I'  istituzione  del  gonfalonierat' 
e  la  riforma  finanziaria  interessavano  soprattutto  le  Arti  maggiori,  e  se  dall'aItro  lat 
si  scarta  come  inesatta  la  notizia  dello  Stefani  della  partecipazione  al  Priorato  dell 
Arti  minori  novellamente  consociate  alle  altre,  non  so  che  cosa  ci  resti  per  provar|35 
che  l'alleanza  fosse  stata  fatta,  e  chc  essa  avesse  recato  un  beneficio  alle  Arti  minor 

I  fatti  svoltisi  in  seguito  danno  in  qualche  modo  ragione  a  prestar  fede  alla  nc 
tizia  dello  Stefani. 


-  Ojr.  cU.,  pp.   112  e  148.  *  Salvemini,  op,  cit.,  p.  iSS- 


INTRODUZIONE  LXXXV 


Dal  1290  al  1293  il  Salvemini  osserva  che  nel  Comune  dovette  esservi  "  un'al- 
"  talena  fra  la  preponderanza  dei  Grandi  e  quella  dei  Popolani,  dov^  essere  quello 
"  un  periodo  di  contrasti  vivacissimi.  Uno  degli  effetti  di  questi  contrasti  violenti  b, 
"  se  non  c' inganniamo,  la  opposizione  che  incontrano  spessissimo  nei  Consigli  le  pro- 
"  poste  dei  Priori.  Sono  numerosissimi  a  CQminciare  dal  gennaio  1290  nelle  Con- 
"  sulte  i  casi  di  provvisioni  gia  approvate  dai  Priori  che  nei  Consigli  opportuni  o 
"  sono  respinte  o  passano  con  leggerissime  maggioranze  „^ .  II  Salvemini  nota  tutto 
ci6,  ma  non  sa  trovare  una  ragione  immediata  di  tali  contrasti  tra  i  Priori  e  i  mem- 
bri  dei  Consigli  opportuni.  lo  credo  che  accettando  appunto  per  vera  la  notizia  dello 
OStefani  si  trovi  una  spiegazione  plausibile  del  fatto,  poich^  il  Priorato  con  la  rap- 
iprescntanza  delle  ventuna  Arti  importava  una  prevalenza  del  Popolo  minuto  che  non 
poteva  garbare  al  partito  delle  Arti  maggiori  e  soprattutto  a  quello  dci  Grandi,  il  quale 
inei  Consigli  e  in  ispecial  modo  in  quello  del  Podestk  era  largamente  rappresentato. 
Da  qui  appunto  la  opposizione  sistematica,  per  cui  si  trovano  talvolta  respinte  pro- 
5poste  naturalissime,  che  non  avrebbero  dovuto  dar  luogo  ad  alcuna  opposizione  ^ 
Anche  il  seguito  degli  avvenimenti  h  in  armonia  con  la  notizia  stefaniana.  Nel 
novembre  del  1292  avvenne  una  prima  rappresaglia  contro  il  Popolo  minuto  a  pro- 
posito  del  Priorato.  Si  dibattfe  allora  la  questione  del  modo  di  eleggere  i  nuovi 
Priori,  ed  in  uno  dei  Consigli  un  certo  messer  Jacopo  da  Certaldo  propugna  il  Prio- 
Orato  di  dodici  persone,  fra  cui  quattro  delle  prime  sette  Arti,  quattro  delle  cinque 
Arti  seguenti,  quattro   "  de  popularibus  „  ^ 

Questo  termine  fopolari  si  metta  in  relazione  con  la  notizia  stefaniana,  e  si  vedrh 
che  messer  Jacopo  qui  alludeva  agli  artefici  delle  nove  Arti  minori.     Gik  il  Salvemini 
•stesso  aveva  espresso  la  cosa  in  forma  dubitativa,  ma  egli  qui  aveva  dimenticato  lo 
:SStefani  K 

Nel  24  novembre  1292  con  una  votazione  di  58  voti  contro  28  fu  tolta  ogni 
prevalenza  delle  Arti  mediane  e  minori,  e.d  il  numero  dei  Priori  fu  fissato  a  sei,  in 
rnodo  che  le  Arti  maggiori  potessero  affermare  la  loro  egemonia.  Intanto  nel  13  di- 
cembre  si  trova  notizia  di  una  societas  fra  le  Arti  di  Beccai,  Calzolai,  Sarti  e  Mae- 
JOstri  di  legname;  a  che  cosa  mirasse  quella  societas  non  ^  possibile  saperlo;  certo  fe 
the  essa  ^  segno  di  malumori  tra  Popolo  grasso  e  Popolo  minuto,  avvenuti  poco 
tempo  dopo  che  la  partecipazione  al  Priorato  era  divenuta  un  privilegio  delle  Arti 
piaggiori  e  poco  tempo  prima  (gennaio  del  1293)  che  al  Priorato  partecipassero 
,tutte  le  ventun'Arti  ^.  Insomma  in  questi  tempi  che  precedettero  gli  Ordinamenti 
35di  Giustizia  il  Priorato  fu  una  questione  di  somma  importanza,  ed  il  Popolo  minuto 
;ie  fece  oggetto  di  aspirazione  e  lotta. 


'  Salvemini,  0/.  cit;  pp.  i63,  163.  del  Comune. 

'  Valga  ad  esempio  quello  riferito  dallo  stesso  Sal-  '  Salvbmini,  of,  cit.,  p.  165,  n.  J. 

:nini  (pp.  cil.,  p.   163),  per  cui  il  Consiglio  dei  Cento  *  Id.  id. 

|Cspingeva  la  proposta  di  pagamento   della   pfgione   al  ^  Salvemini,  oJ>.  cit,,  p.  196.     Di   tale   partecipa- 

iiroprietario  diuna  casa  in  cui  tenevano  ufBcio  i  Gastaldi  zione  e  prova  sicura  dal  gennaio  del  1293  al  marzo  1295.    *° 


LXXXVI  INTRODUZIONE 


Pertanto,  come  il  Salvemini  con  la  scorta  cli  Leonardo  Aretino  ha  potuto  mo- 
strare  che  nel  1289  vi  fu  un  periodo  fortunato  per  le  riforme  democratiche,  e 
che  a  queII'anno  si  deve  assegnare,  contrariamente  alla  tradizione  villaniana,  1'isti- 
tuzione  del  Gonfaloniere  di  Giustizia,  cosl  io  credo  che  a  quella  istituzione  bisogna 
aggiungere  quest'  altra  vittoria  di  breve  durata  e  molto  contestata  del  Priorato  delle 
nove  Arti  minori,  vittoria  che  in  principio  non  fu  regolata  con  un  fisso  procedi- 
mento  di  elezione,  e  che  fu  poi  perduta  nel  novembre  del  1292,  per  essere  riac- 
quistata  nel  gennaio  del  1293. 

Con  la  narrazione  dei  fatti  dcl  1300  comincia,  secondo  i  criteri  gih  detti  di 
distribuzione  della  materia,  un'altra  parte  della  cronaca  dello  Stefani.  Sono  in  essa 
narrati  gli  avvenimenti,  ai  quali  aveva  partecipato  la  generazione  precedente  allo 
Stefani ;  egli  pot^  quindi  averli  raccolti  dalla  voce  viva  di  quelli  che  vi  parteciparono. 
Se  si  pon  mente  peraltro  che  di  costoro  vi  furono  alcuni  che  hanno  narrato  quei 
fatti,  la  importanza  dello  Stefani  scema  di  fronte  ad  essi,  poichfe  non  abbiamo  in 
lui  ne  tutta  I'  autoritk  che  viene  al  racconto  dalla  diretta  testimonianza  dello  scrit- 
tore,  nh  poi  tutta  la  serenitk  di  giudizio  che  deriva  da  una  tale  lontananza  dello 
scrittore  dai  fatti  medesimi,  quale  e  necessaria  perch^  di  essi  sieno  spente  tutte  le 
passioni,  che  li  animarono,  e  cancellati  i  giudizi  che  li  alterarono.  Questa  parte  ap- 
punto  della  cronaca  stefaniana  fe  la  piti  laconica  e  la  meno  importante. 

I  primi  anni  del  XIV  secolo  sono  segnati  dalle  lotte    dei    Bianchi  e  dei  Neri. 
Carlo  di  Valois  ha  parte  grandissima  nei  fatti  interni  di  Firenze.     Per  questo  periodo 
cosl  importante  della   storia  di  Firenze  lo  Stefani   lascia  il  posto  a  Dino  Compagni; 
e  a  Giovanni  Villani  che,  spettatori  di  quei  fatti,  li  seppero  drammaticamente  e  rai-i 
nutamente  rappresentare.     Ho  detto  drammaticamente,  riferendomi  in  special   modc2! 
alla   prosa  bellissima  del  Compagni,  ah  mi  fermo  per  alcun  poco  su  tale  argomcntci 
pienamente  e  splendidamente    trattato    dall'  illustre    Isidoro    Del    Lungo  ^     Tuttavici 
quell' ariditk  dello  Stefani  ha  pure  il  suo  valore,  poichb    quella    scmplicc    narraziom 
non  h  turbata  dal  fuoco  della   passione   politica,    o   dal   fascino  dell'arte.     Le  fien 
invettive  che  contro  i  fautori    di    Carlo   muove   Dino,    I'esplicita    affermazione  delh|30 
precedente  intesa  tra  Carlo  Donati  e  Carlo  di  Valois  mancano  allo  Stefani  che  laconica' 
mente,  ma  serenamente  riportando  quei  fatti,  e  dovendogiudicare  della  condottadi  Carlo 
conclude :   "  E  questa  fu  la  promessa  di  messer  Carlo  che  poteva  ben  resistere  se  avessi 
"  voluto,  chh  aveva  piti  di  2850  uomini  d'arme,  ma  pare  e  si  dice  fosse  suo  ordine  > 
"  fattura  „  ^     Egli  riporta  I'opinione  di  altri,  e  I'avvalora  con  un' osservazione  su. 
mette  infatti  a  confronto  le  forze  militari  di  cui  disponeva  il  Valois  e  la   promess; 


*  IsiDORO   Del  Lungo,   Dino    Comfctgni  e  la  sna  *  Rubr.  336*. 

cronica,  Firenze,  Le  Monnier,  1880. 


INTRODU2IONE  LXXXVII 


fatta  ai  governanti  di  non  far  mutare  l'ordinamento  del  Govemo,  e  lascia  cosl  1'adito 
ad  un  giudizio  piti  sereno  ed  obiettivo. 

Un'ultima   domanda  ci  sarebbe  da  muovere,  se  cio^  lo  Stefani  si  fosse  servito 

<dell'opera  del  Compagni.     L'esame  critico  fatto  dal  Del  Lungo  dell'opera  compa- 

:  gniana  in  relazione  alle  cronache  fiorentine  ci  facilita  la  soluzione  del  quesito.  In 
generale  si  osserva  che  Ik  dove  il  Villani  h  talvolta  meno  esatto  del  Compagni,  lo 
Stefani  riporta  le  identiche  inesattezze  del  Villani;  onde  h  verosimile  ammettere  che 
lo  Stefani  seguisse  quest'  ultimo,  e  non  tenesse  conto  dell'opera  del  Compagni,  se  pure 

j  non  ne  ignorasse  la  esistenza.     Ripeto  pertanto  che  del  periodo  trattato  dal  Compagni 
i;  cosl  ampliamente  illustrato  dal  Del  Lungo  non  mi  fermo,  e  passo  ad  un  altro  periodo 

I  storico  che  e  compreso  in  questa  seconda  parte  della  cronaca  dello  Stefani,  a'  tempi 

i  ciob  di  re  Roberto  di  Napoli. 

* 
*  * 

II  confronto  che   stabilir5   tra  lo  Stefani  ed  il  Villani  non  condurrk  al  rinveni- 
1'  mento  di  nuovo  materiale  storico,  sibbene  al  nuovo  giudizio  che  della   signoria  del 
re  Roberto  ha  con  molta  originalitk  espresso  lo  Stefani;  giudizio,  che  io  credo  possa 
essere  pienamente  accolto  anche  ora. 

II  carattere  politico  del  Villani  lo  induceva  ad  essere  necessariamente  partigiano 
,  di  quel  Re,  per  la  qual  cosa  egli  plaude  alla  offerta  Signoria  di  Firenze  a  Roberto, 
i  e  nella  sua  cronaca  nota  che  "  di  certo  cib  fu  lo  scampo  dei  Fiorentini,  chfe  per  le 
"  grandi  divisioni  tra  i  Guelfi  insieme,  se  il  raezzo  della  Signoria  non  fusse  stato, 
"  guasti  sarebbono  tra  loro  e  cacciati  per  tutto  „  ^.  Questo  sentimento  di  gratitudine 
del  Villani  si  rileva  nel  corso  della  sua  opera  in  tutte  le  parti  che  trattano  della 
Signoria  di  re  Roberto ;  e  quando  il  cronista  nota  fatti,  sui  quali  1'opinione  pubblica 

1  dei  Fiorentini  non  era  stata  favorevole,  cerca  di  scagionare  il  Re,  o  passa  la  cosa 
sotto  silenzio.  Cosl  per  il  trattato  di  pace  concluso  tra  Pisani  e  Fiorentini  nel  1317, 
per  opera  di  re  Roberto,  il  Villani  difende  vivamente  l'operato  del  Re;  e  questo 
bisogno  di  difesa  ci  fa  giustamente  sospettare  che  contro  il  Re  fossero  state  lanciate 
molte  accuse,  delle  quali,  restando  a  ci6  che  ne  dice  il  Villani,  non  possiamo  misu- 

2  rare  il  valore  e  l'entitk.  Finalmente  a  non  minori  sospetti  dk  luogo  quel  silenzio  con 
cui  il  cronista  pon  termine  alla  notizia  che  laconicamente  dk  della  fine  della  Signoria 
di  re  Roberto.  La  Signoria  aveva  accontentato,  o  scontentato  i  Fiorentini?  Perch^; 
essa  non  fu  rinnovata  ?  Quest'  ultima  domanda  sorge  spontanea  qualora  si  ponga  mente 
che  le  condizioni  e  i  bisogni  del  Comune  erano  immutati  da  quelli  che  erano   stati 

"i  al  principio  della  Signoria  stessa, 

Stando  in  questi  termini  il  racconto  del  Villani,  era  naturale  che  quelli  che  de- 
I  rivavano  unicamente  da  lui  non  avessero   saputo,  nella  erronea  e  comune  credenza 


'  Cronaca  cit.,  lib.  IX,  55. 


LXXXVIII  INTRODUZIONE 


del  poco  valore  del  racconto  stefaniano,  definire  il  carattere  della  Signoria  del  re 
Roberto,  e  non  avessero  saputo  determinare  la  causa  della  sua  origine  e  della  sua 
fine.  H  racconto  dello  Stefani,  io  credo,  ci  avvia  ad  una  piCi  esatta  spiegazione  dei 
fatti.  A  dire  il  vero  il  racconto  non  si  discosta  da  quello  del  Villani,  che  anzi  la 
corrispondenza  di  alcune  frasi  fa  ben  a  ragione  sospettare  di  luia  spiegazione  fatta 
unicamente  sul  racconto  del  Villani.  Si  confrontino  ad  esempio  le  frasi  con  le  quali 
i  due  cronisti  chiudono  il  racconto  della  elezione : 

G.  ViLLANi,  lib.  IX,  55.  MARcraoNNE  Di  C.  Stefani,  rubr.  303'. 

E  lU  certo  fu  lo  scampo  dei  Fiorentini . . . .  E  per  certo  questo  fu  lo  scampo  della  citt^.... 

Un  giudizio  sommario  e  celere  fe  quasi  serapre  ingiusto ;  cd  un  giudizio  del  va-  1 
lore  del  nostro  cronista  fondato  unicamente  suUa  corrispondenza  di  queste  frasi  ^  al- 
trettanto  ingiusto.  Esamineremo  quanto  prima  il  passo  dello  Stefani  in  cui  sono  le 
frasi  suddette,  ed  osserveremo  il  valore  che  esso  ha,  nonostante  I'  identitk  delle  frasi 
notate.  Ora  pertanto  moveremo  dall'  esame  del  principio  del  racconto  stefaniano  ri- 
ferentesi  alla  elezione  del  re  Roberto.  1 

Una  prima  cosa  h  da  notare  a  proposito  delle  cause  della  suddetta  elezione.  II 
Villani  h  naturalmente  indotto  dalle  sue  idee  politiche  a  confondere  ci6  che  h  inte- 
resse  del  suo  partito  con  quello  della  intera  cittk;  e  ci6,  io  credo,  egli  facesse  in 
piena  buona  fede.  Cosl  nel  1313  alla  vigilia  della  elezione  della  Signoria  a  favore 
del  Re  di  Napoli,  descrivendo  lo  stato  della  cittk,  nota  che  "  pareva  ai  Fiorentini  : 
"  essere  in  male  stato  „.  I  Fiorentini  di  cui  egli  parla  non  sono  tutti  i  Fiorentini,  ma 
quelli  del  partito  che  allora  govemava,  e  che  aveva  paura  di  perdere  il  governo 
col  favore  prestato  ai  loro  avversari  da  Arrigo  VII.  Cosl  la  indicazione  del  Vil- 
lani  generica  poteva  indurre  il  lettore  ad  attribuire  all'  opera  di  re  Roberto  .un  va- 
lore  superiore  al  vero. 

Passiamo  allo  Stefani:  Egli  descrivendo  lo  stato  della  cittk  nota  che  le  discor- 
die  non  erano,  come  h  detto  nel  Villani,  tra  i  soli  Guelfi,  ma  tra  Guelfi  e  Ghibel- 
lini,  Grandi  e  Popolani ;  e  queste  shtte,  egli  osserva,  derivavano  poichfe  "  ogni  cosa 
"  sempre  in  Firenze  h  stato  scandalo  per  gli  uffici  „  *.  Inoltre,  importa  qui  notare 
che  al  luogo  della  indicazione  generica  del  Villani  dei  Fiorentini,  cui  pareva  es- 
sere  in  male  stato,  lo  Stefani  determina  benissimo  di  quali  Fiorentini  qui  si  trattasse 
con  la  seguente  osservazione :  "  veggendo  quegli  del  Reggimento  non  potere  lunga- 
"  mente  resistere,  se  li  contrarii  loro  non  tenevano  a  freno  con  alcuno  bastone,  di- 
"  liberarono  di  mandare  per  lo  re  Roberto,  che  per  cinque  anni  togliesse  la  Signo- 
"  ria,  e  mettesse  Vicario  „  ^.  La  preoccupazione  dei  governanti  aveva  ragione  di 
essere  per  la  comparsa  in  Italia  di  Arrigo  VII  che  aveva  soU^vato  le  speranze  dei 
Ghibellini,  ed  in  generale  di  tutti  quelli  che  erano  mossi  piii  che  da  vero  e  proprio 


'  Rubr.  303*.  *  Rubr.  303'. 


INTRODUZIONE  LXXXIX 


sentimento  di  ghibellinismo,  da  desiderio  di  ricuperare  quegli  uffici  del  Comune,  da 
cui  erano  stati  scacciati  dai  loro  avversari.  La  scelta  fatta  a  Signore  di  Roberto 
di  Napoii  era  giustificata  dalla  situazione  politica,  nella  quale  si  trovava  lo  stesso 
Roberto,  la  quale  coincideva  con  quella  dei  Fiorentini.     Egli  infatti  correva  pericolo 

)  di  essere  ristretto  in  una  cerchia  di  ferro  nel  suo  regno  per  1'  alleanza  fatta  a  suo 
danno  dell' Imperatore  e  del  Re  di  Sicilia.  Un  pericolo  comune  univa  dunque  Ro- 
berto  al  partito  dominante  in  Firenze,  il  quale  per5  non  intendeva  con  tale  Signo- 
ria  rinunziare  ai  propri  diritti  di  cittadini  Hberi.  Si  badi  che  questa  non  e  la  piena 
sottomissione  che  al  Signore,  cittadino,  facevano  allora  alcuni  Comuni  itahani,  ma  ^ 

)  per  i  Fiorentini  desiderio  di  avere  un  bastone,  prendo  1'  espressione  del  mio  croni- 
st?.,  per  tenere  a  freno  gli  avversari. 

Lo  Stefani  molto  sottilmente,  e  giustamente,  mette  sempre  in  relazione  la  Si- 
gnoria  di  Re  Roberto  con  la  situazione  interna  dei  partiti.  Anch'  egli,  come  il  Vil- 
lani,  conclude  al  termine  della  elezione  suddetta :   "  e  per  certo  questo  fu  lo  scampo 

1  della  cittk  „,  ma  egli  non  afferma  che  questo  fosse  tutto  beneficio  dovuto  all'opera  di 
re  Roberto,  egli  invece  rivolge  Tattenzione  del  lettore  ad  un  altro  fatto,  che  piii 
efficacemente  concorse  allo  scampo  della  citth,  alla  morte  cio^  di  Arrigo  VII,  la 
quale  aveva  fatto  perdere  ogni  vigore  ai  Ghibellini,  ond'essi  non  poterono  piti  es- 
sere  pericolosi  al  partito  fiorentino  dominante,  come  erano  stati  alla  vigilia  della  ele- 

)  zione  di  re  Roberto. 

Se  peraltro  i  pericoli  interni  erano  scemati,  la  situazione  politica  del  Comune  nei 
suoi  rapporti  con  la  Toscana  non  era  scevra  di  nuovi  pericoli,  poich^  Lucca  era 
caduta  sotto  la  dominazione  di  Uguccione  Della  Faggiuola,  Signore  di  Pisa,  il  quale 
con  la  forza  delle  armi  contrastava  validamente  ai  Fiorentini  quei  passi  e  quelle  vie 

3  che,  mercfe  la  egemonia  in  Toscana,  i  Fiorentini  volevano  assicurare  allo  sbocco  dei 
loro  prodotti  industriali. 

II  nostro  cronista  comprende  appunto  assai  bene  I'  importanza  politico-econo- 
mica  di  questa  guerra  tra  Firenze  e  Pisa,  e  per6  pone  nella  giusta  luce  1'  impresa 
di  Monte  Catini  dimostrando  I'importanza  strategica  e   commerciale    di   quel    posto. 

D  Riferisco  le  parole  del  cronista  :  "  Essendo  Uguccione  Della  Faggiuola  in  Pisa  e 
"  recatosi  nelle  branche  Lucca  e  la  Signoria  di  quella  e  di  Pisa  e  di  ci6  che  ad 
"  esse  s'  apparteneva,  stimb  che  non  poteva  meglio  fare  che  a  piacimento  dei  Pisani 
"  levarsi  ogni  stecco  dinanzi,  e  busco  dinanzi  agli  occhi  e  perocch^  per  la  via  di 
"  Lucca  a  venire  infino  a  Pistoia  gli  noiava  Monte  Catini  e  Monte  Sommano,  stim6 

5  "  di  porre  1'assedio  a  Monte  Catini  „  ^.  Da  qui  il  bisogno  di  un  esercito  e  di  un 
valente  capitano  si  rendeva  piii  urgente  per  i  Fiorentini,  e  poich^  le  prime  milizie 
inviate  dal  Re  di  Napoli  e  condotte  dal  proprio  fratello  Piero  avevano  dato  cattiva 
prova,  i  Fiorentini  si  rivolsero  al  Principe  di  Taranto,  altro  fratello  del  Re  di  Na- 

'  Rubr.  3:1*.  !    „,j,^^     .    „-.%  , 


XC  INTRODUZIONE 


poH.  L'  aiuto  fu  anch'  esso  inefficace,  il  Capitano  inetto ;  e  a  Monte  Catini  i  Fio- 
rentini  furono  pienamente  sconfitti.  Da  quel  momento  la  fazione  contraria  a  quella 
del  governo  del  Comune  cominci6  a  prevalere,  mentre  1'  opinione  pubblica  comin- 
ciava  ad  essere  contraria  alla  Signoria  del  re  Roberto,  come  inutile  e  costosa. 

II  conte  Guido  Novello,  Vicario  del  Re,  fu  licenziato  prima  ancora  del  termine  5 
del  suo  ufficio  ;  e  un  partito  contrario  al  Re  si  afFerm5  nel  Comune  con  Simone 
Della  Tosa.  Era  peraltro  una  continua  altalena  nella  fortuna  dei  partiti  fiorentini, 
poiche  in  ognuno  di  essi  erano  elementi  di  forza  tale  da  evitare  l'assoluto  dominio 
deir  uno  sull'  altro.  Le  prepotenze  di  Simone  Della  Tosa  e  del  Bargello  da  lui 
creato  suscitarono  la  reazione,  e  cosl  re  Roberto  fu  invitato  ad  intromettersi  negli  iU, 
affari  fiorentini  e  a  mandare  nuovo  Vicario.  Riporto  i  passi  corrispondenti  dello 
Stefani  e  del  Villani  che  ci  descrivono  la  posizione  dei  partiti  di  allora: 

G.  ViLLAOT,  Ub.  IX,  77.  Marchionne  di  C.  Stefani,  rubr.  322*. 

Nel  detto  anno  1316  grande  parte  dei  Guelfi  Grandi  In  Firenze,  come  detto  h,  la  setta  di  messere  Simone 

e  Popolani  di  Firenze  che  avevano  dato  la  Signoria  al  Della  Tosa  era  s\  grande  che  col  Bargello  era  al  tutto  15 
re  Roberto,  i  quali  erano  gran  parte  di  tutte  le  mag-  Signore  della  citta,  e  con  loro  tenevano  molti  Ghibel- 
giori  schiatte  di  tutta  la  citta  e  con  loro  quasi  tutti  i  lini,  ch'erano  in  Firenze  e  tutta  gente  che  non  facie- 
mercatanti  ed  artefici,  parea  loro  male  stare  per  la  Si-  vano  nh  arte  nh  mercatanzia  nessuna.  L'altra  setta  che 
gnoria  dcl  Bargello,  secretamente  si  dolsero  per  lettere  quasi  nulla  vi  poteva,  per  non  volere  mettersi  a  partito, 
e  ambasciadori  al  re  Roberto  e  richieserlo  che  egli  fa-  (^er  non  essere  cioh  ammessa  a£^li  uffici  suj>remt)  erano  20 
cesse  suo  Vicario  in  Firenze  il  conte  Guido  da  Batti-  mercatanti  e  artefici,  ci6  erano  de'  Grandi,  Bardi,  Ca- 
foUe.  vicciuli,  Buondelmonti,  Gianfigliazzi  e  tutti  i  Frescobaldi, 

e  tutta  la  maggior  parte  dei  Grandi.     E  poi  tutti  o  la 
maggior  parte  dei  mercatanti  popolani  che  avevano  af- 
fare  nello  Regno.    Di  che  segretamente  si  feciono  let-  2Si 
tere  al  re  Roberto  etc, 

Certamente  se  si  toglie  1'  indicazione  dei  nomi  di  alcune  famiglie  di  Grandi 
lo  Stefani  non  si  avvantaggia  gran  chh  sul  Villani.  Ma  la  sua  superioritk  piii  che 
nella  maggior  copia  di  notizie  sta  nella  determinazione  dei  due  partiti  contrari.  I 
molti  Ghibellini  che  erano  allora  in  Firenze  sono  messi  dal  nostro  in  relazione  al  31 
fatto  che  essi  non  esercitavano  n^  arte,  ne  mercanzia,  vivevano  quindi  di  rendita  di 
beni  immobili.  L'altra  s^tta,  e  qui  si  noti  che  1'autore  ha  lasciato  di  chiamarla 
Guelfa,  6  messa  invece  in  rapporto  con  l'esercizio  di  arte  e  di  mercanzia  fatto  dai 
membri  della  sfetta.  Ed  il  cronista,  per  dimostrarci  le  ragioni  prossime  delfalleanza 
con  re  Roberto,  ragioni  che  piCi  di  tutte  potevano  sui  mercanti  fiorentini,  aggiunge  3; 
che  in  quella  s^tta  erano  "  tutti  o  la  maggior  parte  dei  mercatanti  popolani,  che 
"  avieno  affare  nello  Regno  „. 

Lo  scopo  adunque  dell' intervento  del  Re  era  allora  quello  di  abbassare  la  s^tta 
di  Simone  Della  Tosa.     Ci5  fatto  la  situazione  del  Re,  resa   necessaria   nello   stato 
di  guerra  con  i  Comuni  di  Toscana  e  nello   stato  di  lotte  civili  per   il   predominio  4( 
di  lona  fazione,  non  aveva  piii  ragione  di  essere,  se  fossero  cessate  le  lotte  civili  e 
fosse  assicurata  la  supremazia  di  quella  fazione,  che  lo  aveva  chiamato.    Dunque  in 


INTRODUZIONE  XCI 


tali  condiisioni,  io  credo  (ed  h  il  mio  cronista  che  mi  dk  agio  a  far  tale  considera- 

zione)  che  la  politica  di  re  Roberto  avrebbe  solo  potuto  trovare  occasione  ad  inter- 

venire  nei  fatti  di  Firenze    e    di   Toscana,  o    fomentando    discordie    tra   i    partiti,  o 

fingendo  di  mettersi  al  di  sopra  di  essi,  cercando  di  far  concessioni   ai    vinti    strap- 

)  pandoli  ai  vincitori.     Questa  poUtica  egli  avrebbe  potuto  adottarla  tanto  nel  campo 

interno  del  Comune,  quanto  nell' esteriore,  nelle  relazioni    cio^    tra   Firenze    e    Pisa. 

Si  noti  poi  che  egli  non  avrebbe  potuto   continuare    la   guerra    ad    oltranza   contro 

Pisa  non  solo  per  la  cattiva  esperienza  fatta  delle  sue  milizie,  ma  soprattutto  poichfe 

egli  aveva  bisogno  per  combattere  i  suoi  nemici  nelle  acque  della  Sicilia,  che  il  Co- 

)  mune  pisano,  potente  nel  mare,  gli  fosse   almeno   neutrale.     L'  idea  di  pace   adun- 

que,  che  si  presentava  con  tutte  le  seduzioni  della  bontk  della  causa  in  sfe  stessa,  si 

poteva,  in  rapporto  all'  interesse  del  Comune  fiorentino,  colorire  con  I'  idea  di    van- 

taggi   reali   per   i   mercanti   di   Firenze.     Era,  a  me  pare,  una  ripetizione  di  quelle 

paci  solite  a  farsi  e  a  disfarsi  nel.  Comune  medioevale,   le   quali  stipulate  con  tante 

5  pompe  da  vicari  d'  imperatori,  di  papi  e  di  re  avevano  effetti  di  poca  durata,  per  la 

natura  stessa  di  esse  e  per  i  fini  che  animavano  i  pacieri.     I  quali  nel  maggior  nu- 

mero  dei  casi,  piii  che  spinti   da    sentimenti    umanitari,    erano    mossi    da    particolari 

fini  politici.     Dopo  la  pace  continuava  I'urto  degli  interessi    e    delle    passioni  tra  le 

parti,  istigate  sovente  dagli  stessi  pacieri,  che  sulle  due  parti  opposte  avrebbero  nello 

0  stato  di  lotta  pi^  sicuramente  dominato. 

In  questo  momento  adunque  era  assai  facile  che  il  Re  di  Napoli  cercasse  di 
fare  i  propri  comodi  per  mezzo  di  una  simile  pace  tra  Fiorentini  e  Pisani.  Ma  i 
Fiorentini  non  erano  cosl  facile  preda  della  politica,  pur  abile,  di  un  Re.  La  con- 
tinuazione  della  guerra  con  Pisa,  e  la  definitiva  aifermazione  nel  governo  del  Comune 
5  del  partito  che  dir6  dei  Mercanti  erano  allora  le  aspirazioni  di  quel  partito  che 
aveva  cercato  per  I'  innanzi  1'  alleanza  di  re  Roberto.  Queste  aspirazioni  erano  ora 
pi^  facili  a  conseguirsi  per  le  condizioni  stesse,  in  cui  si  trovavano  gli  avversari  del 
partito  suddetto.  Non  era  infatti  piti  il  caso  di  sperare  aiuti  in  un  Imperatore,  nh 
in  un  potente  nemico  del  Comune,  poich^  oramai  mancava  quegli  che  era  stato  la 
0  causa  delle  disfatte  delle  armi  fiorentine :  Uguccione  Della  Faggiuola  non  era  piii 
Signore  di  Pisa.  Seguitare  adunque  la  guerra  con  gli  aiuti  del  re  Roberto  sarebbe 
stato  piJi  facile  per  i  Fiorentini  desiderosi  per  forti  interessi,  della  suprema  rovina  di 
quel  Comune.  II  Villani  stesso,  narrando  di  uno  stratagemma  fatto  dai  Fiorentini  per 
far  sapere  ai  Pisani  che  essi  si  erano  rivolti  al  Re  di  Francia  per  avere  aiuti  contro 
>5  il  Comune  di  Pisa,  accenna  appunto  alle  preoccupazioni  di  quel  Comune  nella  con- 
sapevolezza  delle  sue  cattive  condizioni  per  resistere  ad  una  guerra^.  Avevano  dun- 
que  torto  i  Fiorentini  a  lamentarsi  di  una  pace  intempestiva  fatta  stipulare  da  re 
Roberto  tra  loro  ed  i  Pisani  ?     Che  questi  malumori  veramente  esistessero  lo   dice 


O/.  cit.,  lib.  IX,  c.  8o. 


XCn  INTRODUZIONE 


lo  stessQ  Villani ;  egli  per6  nota  che  essi  non  avevano  ragione   di   essere,  che   anzi 
doveva  tributarsi  lode  al  re  Roberto  per  la  pace   stipulata   mercfe  sua  con  i  Pisani. 

II  cronista  era  contemporaneo  di  quei  fatti,  avrebbe  potuto  quindi  sapere  il  fon- 
damento  ragionevole  di  quei  malumori,  ma  egli  era  allora  Priore,  ed  era  stato  gi^ 
assunto  a  tale  ufficio,  quando  il  Conte  di  Battifolle  era  venuto  in  citta,  Vicario  di  5 
re  Roberto,  ed  aveva  fatto  rinnovare  il  Governo  con  elementi  ligi  al  Re.  II  Vil- 
lani  adunque  era  naturalmente  portato  a  difendere  in  tutto  e  per  tutto  1'  operato  del 
Re,  perchb  cosl  facendo  egli  avrebbe  difeso  i  propri  atti  politici. 

Ben  diverso  h  lo  Stefani;  egli  6  lontano    dai    fatti    chc  descrive,  ma  non  tanto 
da  non  aver  potuto  raccogliere  dalla  viva  voce  dei  contemporanei  al  Villani  la  opi-  10 
nione  contraria  a  quella  pace.     Lo  Stefani  quindi  ci  aggiungc  nella  narrazione  degli 
avvenimenti  di  quegli  anni  una  intera  rubrica,  che  manca  al  Villani.     In  questa  cosl 
egli  scrive:   "  Essendo  la  cittk  di  Firenze  in  questi  termini  (1316-1317),  elore  Ro- 
"  berto  non  aiutando  nella  guerra  dei  Pisani  i  Fiorentini,  come    a   loro    parere   era 
"  conveniente,  i  Fiorentini  cominciarono  a  mormorare  ;  e  sentendo  che  per  sue  bri-  1j 
"  GHE  egli  li  voleva  pacificare  con  i  Pisani,  e  collegare  seco  la  sfetta  dei  Guelfi  come 
"  quella  dei  Ghibellini  efc. ;  gli  altri  della  s^tta  dei  Mercatanti  e  pih  Guelfi  veggendosi 
"  lo  re  Roberto  essere  Signore  e  non  attendere  ai  fatti  della  cittk  di  Firenze  nelle  loro 
"  guerre  e  sentendosi  che  il  Re  voleva  collegarsi  e  fare  pace,  sentendolo  da  merca- 
"  tanti  di  Napoli  ma  non  per6  ancora  da  lui,  tutti  erano  disviati  nei  loro  animi  dalla  2l 
"  sua  divozione :  e  sentendosi  ci6,  e  se  non  fosse  stata  la  divisione  e  il  non  fidarsi 
"  I'  una  sfetta  dell'  altra,  avrebbono  attentato  a  non  essere  contenti,     Tuttavia  pensando 
"  quanto  era  lo  pericolo  della  setta  e  dei  nimici  di  fuori,  ciascuno  si  stava ;  e  non- 
"  dimeno  con  segreto  cercava  se  vero  era  del  ragionamento  del  Re,  ovvero  con  le 
"  lettere  e  con  ispie  cercando,  trovorono  essere   vero,  e    cosi    erano   nella    citta   in  25i 
"  molti  bisbigli  e  a  molti  forsi,  che  a  chi  piaceva  ed  a  chi  dispiaceva   molte  cose  ; 
"  ma  pure  in  effetto  ognuno  faceva  malvolontieri  pace  e  lega^„. 

Lascio  al  giudizio  del  lettore  constatare  il  valore  delle  osservazioni  dello  Ste- 
fani  di  fronte  alle  ottimiste  del  Villani,  limitandomi  solo  a  notare  I'  importanza  che 
ha  per  la  migliore  comprensione  di  quel  periodo  storico  la  illustrazione  di  quel  ma-  3(| 
lumore  dei  Fiorentini  alla  pace  voluta  da  re  Roberto. 


*  * 


Dalla  Signoria  del  Re  di  NapoH  a  quella  ben  diversa  del  Duca  d'Atene.    Ri- 
peto  che  la  ricchezza  di  particolari  che  h  nel  racconto    del    Villani,  contemporaneo 
ai  fatti  narrati,  supera  ogni  confronto  con  altro  cronista ;    ed  il  nostro  si  attiene  in  3: 
questa  parte  del  racconto  molto  da  vicino    al  Villani.     Fin   molte   frasi   si   ripetono 
chc  chiaramente  palesano  il  largo  uso  fatto  dallo  Stefani  di  quella  cronaca,  che  con 

*  Rubr.  335*. 


INTRODUZIONE  XCIII 


molta  fortuna  era  allora  penetrata  nel  patrimonio  della  cultura  fiorentina.  Talvolta 
nel  racconto  stefaniano  vi  h  qualche  notizia  interamente  nuova,  ma  h  di  lieve  mo- 
mento ;  talvolta  vi  h  qualche  rubrica  come  quella  che  ritrae  le  fattezze  fisiche  e  il 
carattere  morale  del  Duca  e  dei  suoi  ufficiali,  in    cui    il    ritratto    h   riuscito  con   un 

;  certo  umorismo  e  con  una  forma  artistica  che  non  h  nel  resto  della  cronaca.  La 
qual  cosa  forse  si  deve  al  fatto  che  in  quei  passi  il  cronista  procedeva  molto  piti 
agevolmente,  poichfe  non  doveva  durar  fatica  nella  ricerca  del  materiale  che  ora 
eragli  fornito  interamente  dal  Villani. 

Due  rubriche  peraltro  dello  Stefani  mi  sembrano  degne    di   nota   nel  confronto 

I  tra  le  due  cronache ;  l'una  tratta  della  situazione  dei  partiti  alla  vigilia  della  elezione 
del  Duca  d'Atene,  e  I'altra  molto  piii  originale  tratta  della  situazione  dei  partiti  dopo 
la  cacciata  del  Duca.  I  due  cronisti  intendono  benissimo  la  ragione,  direi  cosi,  mi- 
litare,  con  cui  s'  inizia  la  Signoria,  per  il  bisogno  cioh  di  continuare  efficacemente 
la  guerra  con  Pisa;  I'uno  e  l'aItro  poi,  a  volerli    intendere  per  bene,    indicano    una 

'•>  ragione  economica  del  fatto  in  quelle  condizioni,  in  cui  si  trovava  il  partito  dei  Po- 
polani  grassi  dopo  i  disastrosi  fallimenti  allora  avvenuti. 

Lo  Stefani  si  ferma  a  descrivere  gli  altri  ceti  della  cittadinanza  che  prestarono 
il  loro  favore  alla  elezione  del  Duca.  Egli  pone  in  evidenza  quei  Mezzani  (i  cit- 
tadini  delle  Arti  minori)  e  il  Popolo  minuto  che  mancavano  di  coscienza  politica,  ed 

I  erano  ciechi  strumenti  dell'ambizione  altrui.  Si  noti  che  queste  osservazioni  dello  Ste- 
fani  sono  derivate  allo  scrittore  dalla  pratica  della  vita,  poichfe  egli  scriveva  proprio 
nel  momento  di  maggiore  preponderanza  al  Governo  di  quei  Mezzani  e  di  quel  Po- 
polo  minuto,  e  nutriva  per  costoro  un  senso  di  avversione  e  di  disprezzo.  Egli  cosi 
scrive:    "  il  popolazzo  e  ancora  i  Mezzani  che  non  vivono  con  nessuno  ordine  per- 

T  "  chfe  sono  troppi  a  ragunarsi  o  ad  intendersi  insieme  s'  imbeccano  per  li  orecchi  o 
"  con  essere  loro  toccata  la  spalla  ....  s'accordano  a  chi  loro  parla  e  credenti  sono  „^ 
Ne  lo  scrittore  risparmia  i  Grandi,  e  seguitando  a  dire  della  condizione  dei  partiti 
d'allora,  mostra  la  tendenza  politica  di  costoro  alla  forma  monarchica,  ed  oligarchica, 
osservando  che  essi  per  loro  natura   "  hanno  sempre  reverenza  a  uno,  il  piti  savio  del 

3  "  loro  lihgnaggio  o  a  pochi  „  ^  ^ 

Lo  Stefani  inoltre  si  dimostra  pih  che  semplice  cronista,  acuto  osservatore  dei 
fatti  in  quella  rubrica,  dov'  egli  descrive  la  situazione  politica  della  citta  dopo 
la  cacciata  del  Duca.  Comincia  con  i  Grandi,  riportando  1'osservazione,  che  al- 
lora  si  faceva,  della  proporzione    tra  il  loro    numero    (meno  di  1000)    e    quello    dei 

5  Popolani  (pih  di  20  000),  messo  in  rapporto  alla  parte  uguale  di  onori  goduti 
nel  Comune  dai  due  gruppi.  Solo  nel  Priorato  i  Grandi  godevano  il  terzo,  nel 
resto  degli  uffici  la  meta.  Questo  fatto  nota  lo  Stefani  aveva  le  sue  conseguenze 
nelle  deliberazioni  del  Comune,  poichfe  i  Grandi  "  non  lasciavano  vincere  i  partiti  che 

»  Rubr.  SS3\  «  Rubr.  553». 


XCIV  INTRODUZIONE 


"  si  vincono  per  le  due  parti ;  chi  aveva  affare  agli  uffici,  se  non  portava  presenti 
"  a  casa  li  Grandi  ufficiali  e  non  si  sottometteva  loro  non  aveva  cosa  ch'egli  addo- 
"  mandasse  „^ 

Detto  cosl  della  prevalenza  di  costoro  lo  Stefani  passa  a  dire  dei  Grandi  po- 
polani;  e  si  noti  anzitutto  questa  distinzione  tra  i  due  ordini  di  Grandi.  I  Grandi  5 
popolani  erano  per  1'autore  la  parte  piti  austera  della  cittadinanza,  come  quelli  che 
avendo  abbracciato  la  democrazia  avevano  abbandonato  tutte  le  prepotenze  feudali ; 
di  costoro  egli  osserva  il  malcontento,  perch^  essi  erano  ora  sopraffatti  dagli  altri, 
mentre  prima  erano   "  usi  di  minestrare  a  loro  posta  gli  uffici  „^ 

Dopo  costoro  sono  passati  in  rassegna  gli  artefici,  dei  quali  lo  Stefani  cosl  scrive:  10 
"  Gli  artefici  che  non  mai  si  conobbono,  parea  loro  avere  fondato  il  mondo,  perchfe  erano 
"  stati  favorevoli  (alla  cacciata  del  Duca),  e  pareva  loro'dovere  avere  piu  parte  „^  Lo 
Stefani  mostra  inoltre  come  essi  fossero  facile  strumento  dei  Popolani  grassi,  i  quali  per 
abbattere  gli  avversari  si  servivano  di  quei  minuti  artefici  "  stimando  di  dire :  s'  io  ar6 
"  per  compagnia  uno  artefice,  egli  mi  sark  suggetto  o  reverente  e  fara  quello  che  vorro,  15 
"  e  ancora  non  lo  ar6  per  metk,  chfe  se  non  fark  quello  che  vorrb  non  saranno  tanti 
"  che  mi  rompano  in  mano  la  faccenda  „*.  Speravano  appunto  i  Popolani  grassi  di 
avere  nella  nuova  possibile  ripartizione  degli  uffici  la  parte  del  leone,  e  contavano 
poi  grandemente  sulla  docilitk  degli  arteiici  minuti. 

In  questa  medesima  rubrica,  dopo  la  disamina  dei  partiti,  lo  Stefani  fa  un  ritratto  2Ci 
splendidamente  riuscito  del  vescovo  Acciaiuoli  che  ebbe  larga  parte  in  questi  avve- 
nimenti.      "  II  Vescovo,  scrive  lo  Stefani,    fu   buonissimo    uomo,    ma    con  poca  fer- 
"  mezza,  e  chi  prima  lo  pigliava  con  sua  ragione  lo  si  teneva  dal  suo  lato;  e  questo 
"  si  vide  in  ogni  suo  processo  „^     Egli    si    trovava    da    principio   in  una  posizione 
falsa  per  ragioni  sue  particolari.     Per  salvare  ad  ogni  costo    i    suoi   consorti   falliti,  2f' 
maHziosamente  osserva  lo  Stefani,  il  Vescovo  aveva  prima  detto  bene  della  Signoria 
del  Duca:   "  Nelle  prediche  il  lodava  prima  piii  che  Dio  „.     Quando  il  Duca  fu  cac- 
ciato,  il  Vescovo  si  accordo  con  i  Grandi  e  fece  dar  loro  nel  Parlamento  quasi  la 
metk  degli  uffici;  ma  quando  gli  umori    della   maggior    parte  della  cittadinanza    di- 
vennero  contrari  ai  Grandi,  il  Vescovo   "  come  alle  altre  cose  si  piego,  cos\  a  que-  3( 
"  sta  si  lascio  voltare,  e  fu  della  discordia  capo  lui  „^     Infatti    convenne  con  i  piii 
nel  proposito  di  escludere  i  Grandi  dal  Priorato. 

II  giudizio  dello  Stefani  h  severo,  ma  non  credo  sia  molto  inesatto,  solo  si  pu5 
avvertire  che  tutta  la  colpa  non  era  del  Vescovo,    e   che  egli  non    h   un   istigatore 
di  discordie,  ma  b  strumento  dei    partiti   piti    forti    di  lui,    che    volevano    servirsene  .3 
per  abbattere  gli  avversari.     Certo  h  che  neiraspro  dibattito  d'  interessi  di  vari  par- 
titi,  un  uomo  debole,  che  alla  sua  volta  ha  qualche  interesse  da  sostenere,  e  che  e 


»  Rubr.  s88\  ■•  Rubr.  -588" 

*  Id.  id.  5  id.  id. 

^  Id.  id.  -  «  id.  id. 


INTRODUZIONE  XCV 


messo  a  capo  di  un  movimento  politico,  finisce  con  il  perdere  la  coscienza  dei  pro- 
pri  atti  e  la  via  retta  da  seguire.  Tale  mi  sembra  il  vescovo  Acciaiuoli  dopo  le 
osservazioni  dello  Stefani. 


* 
«  * 


La  parte  ultima  della  cronaca,  secondo  la  distribuzione  gik  fatta,  e  quella  che 
descrive  i  tempi,  in  cui  visse  lo  Stefani,  Non  credo  che  sia  il  caso  di  mettere  a 
confronto  la  cronaca  con  le  altre  contemporanee,  nh  esaminare  in  modo  particolare 
il  racconto.  La  cronaca  dello  Stefani  supera  quella  dei  contemporanei  per  larga  copia 
di  fatti ;  e  i  documenti  originali  che  di  quel  tempo  ci  restano  danno  la  prova  migliore  della 
1:  verith  delle  cose  narrate.  Credo  invece  sia  migliore  partito  illustrare  questa  parte 
della  cronaca  con  la  narrazione  documentata  della  vita  delI'autore  e  con  la  espo- 
sizione  delle  sue  idee  politiche  manifestate  negli  atti  di  sua  vita  e  nei  diversi  passi 
della  cronaca.  Qui  mi  accontento  di  alcune  altre  osservazioni  per  definire  ancor 
meglio  il  valore  della  cronaca. 

1  II  vdlore  di  una  cronaca  come  quella  dello  Stefani,  in  cui  entra  una  parte  sog- 
gettiva,  deriva  non  solo  dalla  veritk  dei  fatti  narrati,  ma  anche  dai  giudizi  espressi 
dal  cronista.  Ci6  che  fin  qui  si  h  detto  mi  pare  basti  per  dimostrare  che  lo  Ste- 
fani  meriti  appunto  lode  per  I'uno  e  I'altro  motivo;  egli  ha  veramente  visto  docu- 
menti,  e  raccolto  dalla  viva  voce  dei  testimoni  i  fatti  narrati,  non  accontentandosi  di 

2  attenersi  a  quella  cronaca  che  con  molta  fortuna  era  penetrata  nel  patrimonio  della 
cultura  fiorentina.  E  ben  diverso  dal  Villani  egli  segue  un  criterio  piti  umano,  piii 
razionale,  determinando  le  ragioni  delle  lotte  tra  i  partiti  fiorentini  non  in  una  sola 
causa  di  ambizione  personale  o  di  castigo  divino,  ma  in  una  miscela  di  interessi  e 
di  passioni,  che  egli  studia    in    rapporto    alle    diverse  classi    sociali  del  Comune,    le 

2.  quali  egli  con  fine  analisi  sa  distinguere  e  definire. 

In  quanto  ai  giudizi  sulle  persone  lo  Stefani,  che  non  lascia  quasi  mai  occasione 
dl  esprimere,  h  molto  sereno,  ne  risparmia  le  lodi  meritate  anche  a  neniici  del  suo 
Comune.  Castruccio  Castracane  e  da  lui  chiamato  "  uomo  sottile  e  savio  „^.  Di 
Urbano  VI  dice  che   "  era  scienziato  uomo  e  buono  chierico,  ma  di  mobile  cervello 

3  "  e  furioso  e  mutabile  e  superbissimo  „^.  Ritiene  per6  the  Urbano  fosse  il  vero  Papa 
e  non  simoniaco^.  Gli  ultimi  risultati  della  critica  danno  ragione  allo  Stefani  poi- 
che  lo  stesso  Cardinale  di  Ginevra,  poscia  eletto  antipapa,  attesto  che  l'elezione  di 
Urbano  VI  era  avvenuta  regolarmente  ed  unafiimiter*:     E  anche,  interessante  il  giu- 


'  Rubr.  373".  va  dimostrato  la  validit^  della  elezione  del  Pontefice ;  piu 

Rubr.  782".  recentemente  il  Pastor  nella  sua   Geschichte  der  Paj^sie 

Rubr.  783*'  seit  dem  Ausgang   des    Mittelalters    —  Dritte  und  viert& 

*  NoEL  Valois    {L'e!ection  d'Urbain    VI,  'm  Revue  Ati/lagc;  Freiiurg  im  Breisgau,  igo/ ;  ETsteTBa.nd,p,  7g2, 

des  questions  hisioriques,  1890,  XLVIII,  pp.  3S3  sgg.)  ave-  potfe  dlre  l'ultima  parola  sull'argomento. 


10 


XCVI  INTRODUZIONE 


dizio  che  dh  di  un  altro  Papa,  nemico  dei  Fiorentini:  Gregorio  XI.  Era  il  tempo 
dcUa  Guerra  degli  Otto  Santi;  lo  Stefani,  come  ogni  buon  fiorentino,  geloso  dei  di- 
ritti  della  propria  citth  era  favorevole  a  quella  guerra,  e  nella  sua  cronaca  loda  gli 
■  Otto  Santi,  preposti  a  quella  guerra,  chiamandoli:  "  savissimi  uomini  „.  Ci6  nono- 
stante  egli  non  b  molto  partigiano  nel  giudizio  che  dk  di  Gregorio  XI :  "  Questo  fu 
"  papa  Ghirigorio  XI,  uomo  il  quale  in  sua  vita  nipote  fu  di  papa  Chimento ;  fu  gio- 
"  vane  di  quindici  anni  quando  fu  fatto  Cardinale,  e  in  effetto  insino  al  di  che  fue  fatto 
"  Papa  si  disse  di  essere  stato  vergine  e  di  santa  vita.  Non  la  mostrb  molto  con- 
"  tro  a'  Fiorentini  nelle  opere,  o  vero  che  la  ngiuria  fosse  si  grande  a  lui  e  alla  Chiesa 
"  fatta  per  li  Fiorentini,  che  gli  era,  o  vero  gli  pareva,  licito  a  fare  ogni  cosa  contro  1 
"  a'  Fiorentini,  perocchJ;  li  Fiorentini  gli  feciono  perdere  ci6  che  teneva  in  Patrimo- 
"  nio  ed  in  Campagna  ed  in  Romagna  ed  in  Toscana  „^ 

Conie  si  vede  raccogHe  e  riporta  i  benevoli  giudizi  sul  conto  del  Pontefice,  e 
pur  mostrando  il  contrasto  tra  la  santitk  della  sua  vita  e  l'opera  sua  contro  i  Fiorentini, 
spiega,  se  non  giustifica  interamente   quest'opera   esaminandola   dal   lato   degli   inte-  1 
ressi   del  Pontefice,  che    questi  doveva  difendere. 

Non  lascia  per5  lo  Stefani  occasione  piti  avanti  di  accusare  il  Pontefice  di  avere, 
se  non  toUerato,  lasciato  impunito  il  sacco  di  Faenza  fatto  dalle  bande  di  ventura 
inglesi.  ife  una  delle  poche  volte  in  cui  lo  Stefani  piii  apertamente  dh  il  suo  giudi- 
zio  con  aspre  parole,  pur  riportando  l'opinione  pubblica :  "  Le  monache  cosl  a  sacco 
"  e  al  vizio  della  lussuria  furono  date  come  le  mondane.  Questo  parve  stranissimo, 
"  e  di  ci6  il  Papa  non  cur6  e  non  mostr6  al  detto  messere  averne  mala  voglia  niuna 
"  di  tanta  maledetta  e  disonesta  operazione  „^. 

Giudizi  cosl  severi  egli  non  risparmia  anche  per  atti  commessi  dai  Fiorentini  e 
soprattutto  a  proposito  di  quella  giustizia  pessimamente  esercitata  o  per  spirito  di  - 
parte  o  per  la  paura  delPira  popolare,  non  sempre  effetto  di  legittima  indignazione, 
o  per  quei  mezzi  brutali  adoperati  con  la  tortura,  con  l'arsione  e  con  la  confisca  dei 
beni  deiraccusato.  Cito  alcuni  esempi:  Per  una  condanna  promulgata  da  Parte 
guelfa  nel  1377  nel  momento  di  sua  arrabbiata  persecuzione  degli  avversari  il  cro- 
nista  esclama :  "  questo  parve  cosa  stranissima  ed  abominevole  e  fuori  d'ogni  ragione  3 
"  ed  equitk,  e  certo  fu  „^. 

A  proposito  della  fine  di  Manne  Anselmi    e    Filippo   di  Biagio  che  il    Popolo 
voleva  condannati  a  morte,  benchfe  "probabilmente  innocenti,  lo  Stefani  scrive :  "  il  Ca- 
"  pitano  veduta  la  volontk  del  Popolo  forse  per  iscarico  di  sh,  se  non  li  sentiva  col- 
"  pevoli,  li  coll6  tanto,    che   dissono    quello   perchfe  eglino    morirono,  credendosi   di  3 
"  campare  gli  altri ;  e  se  (//  Capitand)  colpevoli  li  trov6  non  gli  era  onore  a  lasciarli 


"  tanto  /, 


'  Rubr.  754».  3  Rubr.  779*. 

«  Rubr.  758*.  <  Rubr.  834*. 


INTRODUZIONE  XCVII 


Quando  nei  moti  del  1343  furono  arse  e  saccheggiate  le  case  dei  Bardi  e  dei 
loro  partigiani,  lo  Stefani,  dopo  di  aver  narrati  i  fatti,  aggiunge:  "  fu  gran  male,  l'una 
"  perchfe  la  terra  se  ne  guast5  e  peggior6  assai,  l'altra  per  la  cattiva  usanza  d'av- 
"  vezzare  il  Popolo  a  rubare  e  a  ardere ;  poi  perche  niuno  buono  uomo  ruberebbe 
"  mai,  sicch^  la  roba  viene  in  mano  dei  cattivi  uomini.  Furono  arse  circa  venti- 
"  trc  case  e  palagi  grandissimi  che  pareva  a  vedere  una  cosa  orribilissima  „*.  Nar- 
rando  degli  avvenimenti  di  quest'anno  (1343)  lo  Stefani  fa  ricordo  della  confisca 
ad  alcuni  Grandi  di  certi  beni,  che  erano  stati  dati  dal  Comune  ai  loro  antenati  in 
ricompensa  di  servizi  prestati  al  Comune.  Lo  Stefani  fe  contrario  in  massima  ai 
l!  Grandi,  tuttavia  a  proposito  di  quella  confisca  osserva  giustamente  che  "  dispiacque 
"  questo,  perocchfe  se  avevano  fallato  per  modo  che  meritassono  pena,  per  altra  via 
"  pareva  essere  da  tenere  e  non  torre  quello  che  dato  era  per  beneficio  „^. 

Quando  narra  d'  imprese  militari  dei  Fiorentini  andate  male,  non  cerca  per  amor 
del  suo  Comune  di  attenuare  la  cosa,  ma    pi^    volte    molto   sinceramente  e  brusca- 

1  mente  pone  termine  alla  descrizione  delle  disfatte  scrivendo :  "  pure  cosl  and6  con 
•  danno  e  vergogna  dei  Fiorentini  „^     Se  qualche  volta  cerca  di  scusarli  non  altera 

'  la  veritk  dei  fatti,  ma  indica  una  ragione  abbastanza  buona  nell'  indole  dei  Fiorentini, 
i  quali  egli  dice  "  non  sono  uomini  di  guerra,  ma  da  mercatanzia ;  ed  a  qiiel  tempo 
"  meno  erano  (anno   1351),  perocchfe  erano  stati  gran  tempo  senza  guerra,  come  ad- 

2  "  drieto  potete  comprendere  „*. 

Questa  serenith  di  giudizi  che  ha  lo  Stefani,  si  vede  anche  megHo  dal  concetto 
che  egli  mostra  di  avere  deIl'ufficio  suo  di  cronista.  Quando  egli  non  conosce  bene 
i  fatti,  avverte  sempre  il  lettore,  che  egli  non  sa  appieno  la  verith  di  essi:  "  Se  fu 
"  vero  rimanga  nel  suo  luogo,  scrive  a  proposito  di  certe  operazioni  del  Podestk 
i  "  del  1252,  perocch^  le  cose  vogliono  essere  molte  vere  prima  che  si  scrivano  „  ^ 
Altrove  a  proposito  del  podestk  Meliadus  d'Ascoli  "  non  tenuto  netto  „  nell'  ufficio 
suo,  lo  Stefani  non  avendo  le  prove  per  accogliere  l'accusa  scrive  :  "  Iddio  ed  egli 
seppe  la  verita  „  ^ 

Questo  suo  ritegno  nel  formulare    un'accusa  si  ritrova   sovente    con    espressioni 

3  siffatte :  "  La  verita  non  so  io,  come  in  quel  tempo  si  fosse ;  io  ne  udi  vari  ragiona- 
"  menti  „  '.  Altrove  scrive:  "  La  veritk  eglino  (ciofe  gli  autori  del  fatto)  il  sanno  me- 
"  glio  di  me :  io  gik  non  lo  affermo  „  ^.  A  proposito  deiraccusa  di  complicitk  della 
regina  Giovanna  nell'assassinio  del  marito  Andrea  scrive  :  "  Dissesi  che  la  regina  sua 
"  moglie  acconsentl  al  delitto  detto.     Lo  vero  si  rimanga  nei   suoi    piedi,  ed    io  di 

3  "  cio  non  mi  distendo  „  ^  Durante  il  tumulto  dei  Ciompi  Luca  Totto  di  Panzano 
corse  al  Palazzo  della  Parte   "  si  disse  che  egli  guat6  con  quello  gonfalone   correre 


'  Rubr.  592».  «  Rubr.  556*. 

»  Rubr.  617».  "  Rubr.  568». 

'  Rubr.  387».  '  Rubr.  581*. 

*  Rubr,  649*;  cf.  anche  rubr.  389*.                                            '  Rubr.  623*. 
'  Rubr.  loi*. 


T.  XXX,  p.  I  —  G. 


XCVIII  INTRODUZIONE 


"  e  rubare  e  dire  Viva  il  Popolo  minuto  e  Guelfi  e  fare  rubare  in  piti  luoghi  e  a 
"  casa  i  suoi  nemici  Quaratesi.  Questo  non  afFermo  io,  nfe  dico,  perocch^  solo  il 
«  parlare  d'altrui  dico  e  non  suo,  nh  di  suoi  amici  „  ^ 

Di  quel  periodo  del  tumulto  dei  Ciompi  mi  pare  assai  importante  il  modo  con 
cui  egli,  pur  essendo  nemico  dei  Ciompi,  riporta  la  voce  ad  arte  messa  fuori  di  lui 
Signore  che  i  Ciompi  volessero  creare;  egU  a  differenza  degli  altri  non  afferma  la 
cosa,  ma  si  accontenta  di  dire  che  "  detto  fu,  quasi  verisimile  „  l 


* 
*  * 


Ai  pregi  della  veritk  aggiunse  lo  Stefani  i  pregi  artistici  ?  Resterebbe  qui  a  dire 
qualche  cosa  sul  valore  letterario  della  cronaca.  Un  tal  esame  potrebbo  farci  var-  i 
care  i  limiti  assegnati  dall'indole  del  lavoro,  giacchfe  sarebbe  necessario  uno  studio 
comparativo  tra  lo  Stefani  e  i  prosatori  del  Trecento;  sicchfe  mi  limito  a  notare  i 
caratteri  principali  della  prosa  dello  Stefani.  E  comincio  riportando  il  giudizio  di 
Gino  Capponi  che  cosl  lo  espresse  nella  sua  Storia  di  Firenze :  "  Lo  Stefani  non  fu  a 
"  dir  vero,  felice  scrittore,  ma  sa  mettere  fuori  di  quelle  parole  che  riescono  tratti 
"  di  luce  alla  istoria  „  ^.  La  luce  che  illumina  talvolta  la  prosa  dello  Stefani  de- 
riva  dalle  doti  deiranimo  suo;  vedremo,  quapto  prima,  dalla  narrazione  della  vita, 
lo  Stefani  buon  cittadino,  amante  di  luia  democrazia  temperata,  dispregiatore  della 
folla  incosciente  e  prepotente  e  del  dispotismo  delle  sfette;  l'abbiamo  gik  visto  nel 
racconto,  amante  del  vero,  serenamente  giudicare  senza  spirito  di  parte  o  amore  di  1 
campanile;  e  questa  sincerith,  questa  temperanza  sono  le  naturali  sorgenti  di  quella 
luce  che  illumin6  lo  scrittore,  poiche  la  sinceritk  da  per  sfe  stessa  e  eloquenza  che 
dk  vita  alla  parola.  Credo  pertanto  che  da  qui  derivi  quella  vigoria,  quella  efficacia 
che  talvolta  lo  scrittore  raggiunge,  il  quale  innanzi  ad  ingiustizie  o  a  prepotenze  ha 
talvolta  invettive  aspre  o  sarcastiche  frasi.  ' 

II  pregio  di  una  certa  vivacitk  nella  descrizione  pu6  anche  talvolta  assegnarsi 
allo  Stefani;  e  a  prova  di  ci5  bene  a  proposito,  il  Foffano  nel  suo  studio  suUo 
Stefani  riferisce  la  descrizione  della  nomina  a  Signore  del  Duca  d'Atene  e  quella 
della  famosa  peste  del  1348*.  Ho  gik  indagato  della  vigoria  della  prosa  dello  Ste- 
fani  la  ragione  nel  carattere  dello  scrittore,  cosl  di  questa  certa  vivacitk  di  stile  ^ 
credo  di  dovere  ricercare  la  causa  nelI'indole  del  carattere  fiorentino;  ond'egli 
scrivendo  con  naturalezza  e  spontaneitk,  riproduce  inalterati  i  naturali  pregi  del  suo 
carattere  di  Fiorentino.  La  descrizione  della  peste  (che  non  ha  che  vedere  con 
quella  del  Villani)  e  1'altra  della  elezione  del  Duca  non  sono  belle,  secondo  me,  per 
veri  pregi  artistici,  per  1'ordine  con  cui  la  descrizione  h  condotta,  e  per  la  propor-  3 


1  Rubr.  8oi*.  renze;  Firenze,  Barbera,  1875,  vol.  I,  p.  532. 

*  Rubr.  804*.  <  Op.  cii.,  pp.  20-21. 

'  GlKO   CAPPOtn,   Storia  della   Repuhblica  di  Fi- 


INTRODUZIONE  XCIX 


zione  delle  parti,  ma  per  quella  frase  spiritosa,  sarcastica,  per  quell' imagine,  talvolta 
grottesca,  che  in  ogni  modo  riesce  a  ravvivare  la  descrizione ;  non  altrimenti  vivo  e 
spiritoso  b  il  racconto  di  un  intelligente  popolano  fiorentino.  Cosl  ad  esempio  quando 
descrive  ii  modo  con  cui  fu  eletto  a  vita  e  non  per  un  anno  a  Signore  il  Duca 
per  opera  soprattutto  del  Popolo  minuto,  egli  scrive :  "  ma  pure  gli  scardassieri  che 
"  furono  quelli  che  molto  il  favorirono  alla  piazza  gridando,  fatta  la  festa,  tornarono 
"  a  scardassare  e  a  guadagnarsi  il  pane.  „^  Quando  accenna  alla  sepoltura  dei  po- 
veri  appestati  grottescamente  descrive :  "  La  mattina  se  ne  trovavano  assai  in  quella 
"  fossa;  toglievasi  della  terra  e  gittavasi  giuso  loro  addosso,  e  poi  venivano  gli  altri 
}  "  sopr'  essi,  e  poi  dalla  terra  addosso  a  suolo  a  suolo,  con  poca  terra,  come  si  mine- 
"  strassero  le  lasagne  a  fornire  di  cacio  „^ 

L'imagine  ^  assai  grottesca,  e  ci  palesa  I'indoIe  dello  scrittore,  e  ci  dk  modo 
di  trovare  facilmente  i  difetti.  A  lui  mancava  quella  preparazione  artistica,  per  la 
quale  conservando  le  naturali  doti  di  popolano  scrittore  evitasse  i  difetti.     Cosl  egli 

1  abbonda  di  idiotismi,  di  anacoluti,  di  frasi  talvolta  poco  decenti,  di  periodi  sintatti- 
camente  mal    composti ;  nh  credo   valga  sempre  a  scusarlo  la   ragione,    che  pur  con 

i  buon  fondamento  si  puo  addurre,  che  cioh  la  morte  gl'  impedisse  di  tornare  sul  la- 
voro  compiuto;  egli  aveva  quei  difetti  soprattutto  per  la  mancata  preparazione  let- 
teraria.     Ai  tempi  dello  Stefani  questa  pu6  dirsi  era  necessariamente  congiunta  con 

2  la  conoscenza  del  latino  che  dava  modo  di  dedurre  da  quel  certo  numero  di  scrit- 
tori  classici  e  di  libri  sacri  quella  cultura  che  era  una  buona  preparazione  artistica. 
Orbene  nella  sua  cronaca  cita  le  Sacre  Scritture  e  i  libri  dei  poeti  latini  sempre  di 
seconda  mano ;  egli  adopera  una  lingua  scevra  di  latinismi  e  ricca  di  fiorentinismi ; 
egli  adunque  molto  probabilmente  non  conosceva  il  latino,  indice  sicuro,  ripeto,  della 

2  mancanza  di   quella   cultura  che  valeva  appunto  a   dare   una   preparazione  artistica. 

Si  aggiunga   a   questo  che  il  tempo,  in  cui  lo  Stefani  scriveva  la  sua   cronaca, 

corrisponde  a  quello,   in  cui  egli  dispieg6  la  sua  maggiore  attivit^  nel  campo  della 

poUtica.     Non  fe  adunque  un    lavoro    condotto,  come  quello  di  altri    cronisti  o  sto- 

rici,  nella  quiete  della  vita  dopo  un  ritiro,  piii  o  meno  volontario,  dai  pubblici    af- 

c  fari,  h  invece  un  lavoro  condotto  tra  un'ambasceria  a  Bologna  ed  una  cbnsulta  nel 
Comune,  tra  la  feconda  e  sollecita  attivitk  delPuomo  poHtico  che  quasi  sempre  porta 
negli  scritti  quella  fretta  che  egli  ha  nei  fatti  della  vita  quotidiana.  Lo  Stefani  perci5 
risentiva  di  tutti  quei  difetti  che  la  fretta  genera  in  ogni  lavoro. 


1  Rubr.  556».  »  Rubr.  634». 


INTRODUZIONE 


CAPITOLO  III. 

NOTIZIE   SULLA   VITA   DEL   CRONISTA 


SoMMAluo  ;  La  famiglia  dtl  cromsta  :  Coffo  Siefani  e  Gtmma  di  Danle  di  Rinaldo;  loro  figliolanza  —  Marckionnc; 
annt  di  sua  nasdta,  nome,  abitazione  —  Sua  condizione  economica  ;  beni  immobili ;  osservazioni  siiUc  idee  poH- 
ticke  del  cronista  in  rapforto  alla  jiolitica  finanziaria  del  Comune  e  alla  farticolare  condizione  economica  dello 
Stefani  —  Notizie  della  vita  domestica  del  cronista;  congettura  sul  suo  anno  di  morte  —  La  vita  folitica 
dello  Stefani :  h  dei  Dieci  di  Liberti  nel  13^2;  i  dei  Qiiattro  ragionieri  del  Comune  nel  1373;  va  ambascia- 
tore  a  Bologna  nel  1376;  e  Cafitano  nell'  imfresa  di  Portico  nel  '377;  compare  fiit  volte  nelle  Consulte  del 
Comune  dai  1378  al  1382;  i  ufficiaU  J>er  l' Estimo  del  1378;  va  ambaaciatore  a  Bernabb  Visconti  nel  T379;  > 
Ca^tano  a  Volterra  nello  stesso  anno ;  ottiene  il  Priorato  nelPultimo  bimestre  del  1379;  va  ambasciatore  fresf 
la  Compagnia  di  San  Giorgio  nel  febbraio  del  1380,  e  nelPagosto  dello  stesso  anno  va  anche  come  ambasciatore 
al  Comune  di  Bologna ;  parte  nel  luglio  1381  per  la  Germania  pcr  rendere  omaggio  in  nome  dei  Fioreniim 
alV  imperatore  Venceslao  —  Cambiamento  del  Governo  fiorentino  del  138^;  ultimi  ufficl  dello  Stefani  —  Le  idee 
politicke  espresse  nella  cronaca  rispetto  alP  Impero,  rispetio  alla  Ckitsa  e  rispetto  al  governo  del  Comune. 

Ho  raccolto  dello  Stefani  nuovi  documenti  che  illustrano  molti  fatti  della  sua  vita.  J 
La  qual  cosa  pu6  farci  meglio  conoscere    non  solo  un  cittadino  di    Firenze,  vissuto 
in  uno   dei   periodi  piti   agitati  della  vita  del  Comune,  ma  nel  nostro  caso  concorre 
anche  alla  migliore  conoscenza  della  cronaca,  per  misurare  assai  megHo  il  valore  di 
alcuni  giudizi  espressi  dalI'autore,  e  per  determinare  di  quali  fatti  egli  fosse  testimone. 

Padre  Ildefonso  in  una  lunga  prefazione  della  edizione  della  cronaca,  cerc6  di 
segnare  la  genealogia  della  famiglia  del  cronista^;  credo  peraltro  che  l'omonomia 
abbia  fatto  prendere  molti  abbagli  al  genealogista,  il  quale  ha  cercato  di  stabilire  la 
relazione  tra  i  diversi  Bonaiuti  di  Firenze,  di  Mugello,  di  Fiesole  e  di  Pogna  di 
Valdelsa ;  e  quindi  ha  fissato  la  relazione  tra  i  Buonaiuti  e  gli  Stefani.  A  noi  poco  5 
interessa  sl  lungo  studio,  ci  accontenteremo  di  ammettere  che  I'avo  del  cronista  prese 
il  cognome  Stefani  dal  nome  del  padre,  e  veniamo  3enz'altro  a  Coppo,  da  cui  nacque 
Marchionne. 

Coppo,  dice  padre  Ildefonso,  nacque  verso  il  1279,  poichb  compare  la  prima 
volta  negli  ufKci  del  Comune  nel  1 309 ;  due  anni  dopo  h  tratto  dei  Priori  da  mezzo  0 
aprile  a  mezzo  giugno  del  1311,  e  questo  ufficio  ebbe,  a  diversi  intervalli,  fino  al 
1336  ^  II  suo  nome  ricorre  in  altri  onorevoli  uffici;  e  1'ultima  volta,  dice  padre  II- 
defonso,  compare  nello  squittinio  di  Parte  guelfa  del  1344  ^  La  data  della  morte 
fe  sconosciuta;  padre  Ildefonso,  cercando  di  stabilirla  approssimativamente,  h  tratto  in 


'    Op.  cit.,   VOl.   I,    pp.    I-LXXXI.  »   Op.  cit.,    p.   LXIV. 

*  Op.  cif.,yol.  I,  p,  Lxii. 


INTRODUZIONE  CI 


errore  nelle  sue  congetture  per  la  falsa  attribuzione  fatta    a  Coppo  della    Istituzione 

dopo  la  cacciata  del  duca  d' Atene,  opera,  che,  ho  gik  dimostrato,  non  gli  appartiene. 
Con  nuovi  documenti  ho  potuto  mettere    insieme  le  seguenti  notizie  intorno  a 

Coppo,  Nel  17  febbraio  del  1306,  Beatrice  di  Obizo  d' Este,  moglie  di  Galeazzo 
,|  Visconti,    nominava   suoi    procuratori   Brandaglia    Acciaiuoli,   Giovanni  Bonaccursi  e 

Coppo  Stefani,  perchfe  riscotessero  in  suo  nome  gli  interessi  che  le  spettavano  da  ca- 

pitali  impiegati  presso  la  Societk  dei  Pazzi  e  dei  Peruzzi  ^. 

Sebbene  nel  documento  non  fe  espressa  l'arte  professata  da  Coppo,  tuttavia  i  nomi 

di  quelli  che  sono  procuratori  con  lui  e  1'  indole  della  procura  affidatagli  mi  fanno 
1|  supporre  che  egli  fosse  un  banchiere. 

Delle  sue  condizioni  economiche,  abbastanza  agiate,  fanno  fede  diversi  acquisti 
!  da  lui  fatti  e  Tatto  dotale  del    suo    matrimonio.     L'  11   settembre    1318   egli  acqui- 

stava  tre  case  poste  nel  popolo  di  Santo  Spirito  per  la  somma  di  cinquecento  lire  di 

fiorini.  A  lui  le  vendeva  Pietro  da  Calesandria  preposto  della  chiesa  d'Ognissanti  ^ 
l'  I  beni  di  Coppo  non  si  limitavano  a  questi  soltanto,  perchfe  di  vigne  e  di  poderi  b 
I  fatta  menzione  quand'egli  "  nomine  morgincapt  „  (specie  di  dono  nuziale  d'origine 
i  germanica)  assegna  alla  sposa  nel  momento    di   contrarre  il  matrimonio    cinquecento 

lire  di  fiorini  piccoli.  La  sposa  era  Gemma  di  Dante  di  Rinaldo  del  popolo  di  Santa 
I  Maria,  alla  quale  lo  zio  paterno  assegnava  la  dote  di  quattrocento  ottanta  fiorini  d'oro 
!  la  vigilia  delle  nozze  avvenute  il  27  maggio   1320^ 

Dal   1325  al   1345  Coppo  compare  tra  i  Capitani  della    Compagnia  delPOrsan- 
I  michele ;  1'ultima  volta  ricorre  tra  quelli  che    ebbero    tale    ufficio    dal    dicembre    al- 

raprile  del   1345*;  forse  la  data  di  sua  morte  non  si  allontana  molto  da  quelPanno, 

in  ogni  modo  egli  ed  anche  la  sua  moglie  erano  sicuramente  morti  nel  1351,  come 
!'  appare  da  un  documento,  che  tratta    della    successione    all'eredita   patema   dei   suoi 

figli,  documento  del  quale  fra  poco  parleremo. 

I  figli  di  Coppo  furono,  secondo  padre    Ildefonso,    cinque;   di    essi  il  maggiore 

sarebbe  stato  il  n6stro  Marchionne;  questi  avrebbe  avuto  due  fratelli,  Bonifazio  e 
;  Giovanni,  e  due  sorelle,  Giovanna  ed  Elisabetta.  A  provare  I'esistenza  di  Bonifazio 
i'  il  suddetto  erudito  carmelitano,  riporta  un  passo  dei  Libri  della  Gabella,    nei    quali 


•  Archivio   di  Stato   di   Firenze  -   Diplomatico   -  "  consentiens   per   verba   de   so   et  anuli  donationem  et 

Mercanzia,  17  febbraio  1306.  Atto  rogato  da  Bonagiun-  "  receptionem.     Insuper    dictus  Tecchinus    adprehendes 

ta  di  Guglielrao  in  Ferrara.     Ringrazio  il  dotto  e  gen-  "  dictam  dominam  Gemmam  neptem  suam,  volentem  et    15 

tile  canonico  Ristori  per  le  preziose  indicazioni  datemi.  "  consenticntem,  per  manum  dexteram  misit  et  tradidit 

'  Archivio    di    Stato    di   Firenze  -  Diplomatico  -  "  eam  in  manibus  et  sub  mundio  et  potestate  dicti  Coppi 

Certosa,  11  settembre  1318.  "  viri  sui  cum  omni  suoiure  et  mundio  et  usufreanus, 

'  Archivio  di  Stato  cit.  -  Diplomatico  -   Certosa,  "  grippe  et  omni  lege  et  requisitione  sua  „. 
27  maggio  1320.  —  Ne  riporto  un  passo  che  si  riferi-  ■•  Archivio  di  Stato  cit.  -  Archivio  Orsanmichele  -    20 

sce  alla  ceriraonia  delle   nozze,   e   che   contiene  qualche  Codice  contenente  U  catalogo  dei  Capitani  della  Com- 

formula  non  molto   comune:  "  . . . .    Coppo   et   Gemma  pagnia.    II  nome  di  Coppo  ricorre  ncirottobre  del  1325, 

cum  consensu  Tecchini  sui  patrui  inter  se  ad  invicem  noirottobre  del  1332,  neiraprile  del  133S  e  dal  dicembre 

"  matrimonium    contraxerunt,   alter    eorum    in  alterum  airaprile  del  1345. 


Cn  INTRODUZIONE 


compare  airanno  1399  una   "  Niccolosa   di   Bonifazio   di   Coppo    Stefani,   gik   mo- 
*  glie  di  ser  Lando  Fortini  „  ^ 

Una  prova  migliore  si  ricava  dal  testamento  di  Marchionne  edito  dal  Sanesi'', 
in  cui  i;  menzione  di  due  sue  pronipoti,  figlie  di  una  figlia  del  suo  fratelio  Bonifazio, 
che  nel   1381  (data  del  testamento)  era  morto. 

DcU' esistenza  di  Giovanni,  della  quale  ho  molti  dubbi  per  ammetterla,  padre 
Ildefonso  adduce  solo  una  testimonianza  di  un  tale  della  famiglia  Bonaiuti-Stefani  * . 

Padre  Ildefonso  non  ricorda  un  altro  figlio  di  Coppo:  Jacopo  che  ho  trovato 
ricordato  in  un  documento  del  1371,  nel  quale  fe  riportato  un  atto  di  donazione  del 
maggio  del  1344  fatta  da  Coppo  Stefani  a  favore  del  monastero  di  San  Lorenzo  nel 
caso  che  i  suoi  figli  Jacopo  e  Baldassare,  detto  Marchionne,  morissero  senza  prole  * . 
Jacopo  nel  1371  dovbva  essere  gik  morto,  poiche  Baldassare  rinnova  la  donazione, 
e  non  fa  ricordo  del  fratello.  In  ogni  modo  la  donazione  di  Coppo  h  siffatta,  che 
h  da  ritenere  che  suoi  figli  maschi  fossero  soltanto  Jacopo  e  Baldassare. 

Delle  sorelle  di  Marchionne  la  prima  sarebbe,  secondo  padre  Ildefonso,  una  suora 
Lisabetta,  monaca  delPOrdine  degli  Umiliati  del  Monastero  suburbano  di  Santa 
Marta.  Anche  di  lei  manca  una  prova  diretta:  la  testimonianza  di  padre  Ildefonso 
deriva,  attraverso  le  citazioni  del  Lami  e  del  Manni,  da  un  ricordo  del  senatore  Carlo 
Strozzi.  Ci  manca  la  precisa  indicazione  dello  Strozzi,  nh  sappiamo  se  la  prima 
notizia  sia  stata  in  seguito  alterata.  Padre  Ildefonso  l'attinge  dal  Lami,  che  nelle 
sue  Lezioni  di  Antichith  toscane  ricorda  tra  le  prime  monache  del  monastero  di  Santa 
Marta,  fondato  nel   1343,  suora  Lisabetta  di  Cap-po  Stefayii^ . 

Di  Giovanna,  sorelia  di  Marchionne,  ho  prove  molto  piii  sicure  di  quelle  fomite 
da  padre  Ildefonso.  •  Essa  nel  19  dicembre  del  1351  compare  sposa  di  Uberto  degli 
Albizi,  e  nomina  qual  suo  procuratore  il  marito  per  regolare  I'ereditci  toccata  loro 
per  la  morte  dei  genitori  Coppo  e  Gemma  ^.  A  questo  atto  di  procura  segue  nella 
stessa  pergamena  in  data  del  23  dicembre  dello  stesso  anno  un  atto  di  compari- 
zione,  innanzi  al  giudice  del  Podesth,  di  Marchionne,  il  quale  chiede,  per  le  condi- 
zioni  di  etJi  in  cui  si  trova  (di  anni  14),  il  permesso  di  potere  nominare  a  procu- 
ratore  il  parente  Dino  del  fu  Dante  del  popolo  di  Santa  Maria.  I  procuratori  delle 
parti  eleggono  per  arbitro  ser  Niccolb  di  ser  Pietro  di  Guccio,  del  quale,  sempre 
nella  stessa  pergamena,  h  riportato  il  suo  giudizio  in  data  del  24  dicembre  1351. 
E  notevole  che  in  questo  giudizio  si  fa  cenno  della  morte  del  padre  avvenuta  un 
anno  prima  (1350)  e  della  morte  della  madre  Gemma.  In  quanto  poi  alla  Giovanna 
essa  compare  in  altro  documento  dell'8  luglio   1364'. 


'  Of.  cit.,  vol.  I,  p.  Lxvi.  ^  Oj>.  cit.,  vol.  I,  p.  LXVll ;  Lami,  o/.  cit.,  p.  xxxvil. 

'  Sanesi  I.,  //  testamento  di  Marchionne  di   Copfo  *  Archivio    di    Stato   di   Firenze   -  Diplomatico  - 

Stefani  in  Arck.  Stor.  it.,  serle  V,  tomo  IX,  pp.  318  sgg.  Certosa,  19  dlcembre  1351. 

'  Op.  cit.,  vol.  I,  pp.  Lxvu-Lxviu.  '  La  Giovanna  in  tale  documento  nomina  procura- 

S             *  Archivio   di   Stato   di   Firenze  -   Diplomatico  -  tore  il  marito  per  dare  in  affitto  a  Picro  Guazza  "  partem 

Certosa,  13  maggio  1371.  "  unius  domus  alte,  ex  parte  anteriore  versus  flumen  Arni. 


INTRODUZIONE  CIII 


Di  altre  due  tiglie  di  Coppo,  Sandra  e  Margherita  trovo  ricordo  nel  testamento 
di  Marchionne,  il  quale  lasciava  alla  prima  Pusufrutto  di  una  casa,  ed  istituiva  eredi 
universali  i  nipoti  Forese  e  Giovanni  figli  della  Margherita  * . 

Resta  pertanto  stabilito  in  modo  sicuro  che  Coppo  ebbe  da  Gemma  degli  Adi- 
5  mari  questi  figli:  Jacopo,  Bonifazio,  Baldassare  detto  Marchionne,  Giovanna  Sandra, 
Margherita,  EHsabetta.  Di  Giovanni,  ripeto,  ho  tutti  i  dubbi  per  la  poca  validitk 
delle  prove  addotte.     Ed  ora  fermiamoci  a  Marchionne. 


Padre  Ildefonso  afterma  che  egli  fosse  il  maggiore  dei  figli  di  Coppo^;  io  non 

j)  credo  che  ci6  si  possa  ammettere,  poichfe  nel  1351  egli  aveva  quattordici  anni  ed 
in  quel  tempo  la  sorella  Giovanna  era  gik  sposa,  la  Elisabetta  da  sette  anni  (1343) 
era  monaca;  ed  il  padre  alPanno  di  nascita    di   Marchionne    (1336)    av6va   gik    da 

'    sedici  anni  preso  moglie  (1320). 

Comecchessia  interessa  soprattutto  fermare  1'anno  di  nascita  di  Marchionne  (finora 

3  sconosciuto),  che  ho  gih  ricordato  a  proposito  delFatto  di  comparizione  di  Mar- 
chionne  innanzi  al  giudice  del  Podesta  per    la    nomina  di    un   procuratore.     Egli  si 

j  presenta  al  giudice  in  questa  guisa :  "  Baldasar  vocatus  Melchion,  adultus,  minor  quin- 
"  decim  annorum,  filius  quondam  Coppi  Stefani  populi  SS.  Apostolorum  de  Florentia  „  ^. 
Nello  stesso  documento  ricorre  altra  volta  1'  indicazione   dell'etk,    e   Baldassare  dice 

p  al  giudice  "  quod  ipse  est  adultus,  minor  quindecim  annorum,  et  maior  XIIII  annorum  „. 
II  documento,  ripeto,  h  del  23  dicembre  1351,  dunque  egli  nacque  nei  primi  mesi 
del  1336.  Cadono  cosi  tutte  le  congetture  di  padre  Ildefonso  che  pongono  l'anno 
di  nascita  del  cronista  tra  il  1310  e  il  1320,  e  quelle  del  Foffano  che  lo  limitano 
tra  il  1320  e  il   1330.     II  primo  dei  due  poggiava  la  sua  congettura  suirambasceria 

•5  fatta  da  Coppo  nel  1381  *,  e  l'altro,  suiranno  in  cui  Marchionne  ebbe  il  primo  uffi- 
cio  nel  Comune.  "  Infatti,  il  Foftano  soggiunge :  se  lo  Stefani  fosse  nato  piti  tardi 
"  non  lo  troveremmo  nel  '66  partecipare  gik  ai  pubblici  uffici  „  ^  Non  fe  stato  inutile 
ricordare  l'errore  del  Foffano,  poiche  Targomento,  addotto  da  padre  Ildefonso  e 
che  ho  riportato,  per  stabilire  l'anno  di  nascita  di  Coppo  Stefani,  argomento  cavato 

0  anch'  esso  dalle  prescrizioni  di  etk  per  avere  alcuni  uffici  nel  Comune,  non  h  molto 
valevole,  nh  solo  da  per  sfe  h  sicuro,  poichb  questa  norma  fissata  dagli  Statuti  non 
era  in  pratica  rigorosamente  osservata. 

In    quanto    alle    varie  maniere    con    cui    h    espresso   il   suo    nome:    Baldassare, 
Melchionne,    Melchiorre,    Marchionne,    si    pu5    con    molta    probabilitk    credere    che 


"  cum  unica  apotheca  sive  cella  in  solo  dicte  domus  vcr-  era  moglie  di  Piero  di  Forese  di  Firenze. 

"  sus  pontem    veterem    cum    unica    saletta    que    est  in  ^  O/.  cit.,  vol.  I,  p.  lxv. 

"  palco  et  solario  dictc  domus  eic.  „.  (Arcluvio  di  Stato  '  Archivio  di  Stato  di  Firenze  -  Diplomatico  -  Cer- 

,      di   Firenze   -   ProtocoUi    di    ser    Lando    di   Fortino   -  tosa,   19  dicembre  1351.  10 

\S   L.  35,  1363/1366  in  data  dell' 8  luglio  1364).  *  O/.  cit.,  vol.  I,  p.  lxvi. 

I  '  Sanesi,  op.  cit.,   pp.   323   e  325.   La  Margherita  *  Foffano,  op.  cit.,  pp.   11-13. 


"V 


CIV  INTRODUZIONE 


Baldassare  fu  il  nome  di  battesimo,  Melchionne  il  nome,  con  cui  fu  usualmente  chia- 
mato  fin  da  bambino;  Marchionne  fu  la  forma  che  forse  preferJ  da  grande,  poi- 
chfe  si  ritrova  in  quasi  tutti  i  documenti  posteriori  a  quello  del  1351.  Melchiorre 
fu  un' alterazione  del  nome  Melchionne  non  dovuta  n^  a  lui  nb  forse  ai  suoi  con- 
temporanei. 

Egli  abitava  nel  quartiere  d'01trarno  nel  popolo  di  Santo  Spirito  sotto  il  gonfa- 
lone  della  Sferza,  come  appare  specificato  in  molti  degli  uffici  del  Comune  che  egli 
tenne.  La  sua  casa  assai  probabilmente  era  quella  patema,  che  Coppo  aveva  com- 
prata  nel  1318%  e  che  aveva  donato  nel  1344  al  Monastero  di  San  Lorenzo,  qua- 
lora  i  figli  Jacopo  e  Baldassare  fossero  morti  senza  prole^.  La  donazione  fu  rin- 
novata  da  Baldassare  il  12  maggio  1371  con  la  rinunzia  da  parte  della  moglie  Co- 
stanza  degli  Adimari  delle  ragioni  che  su  quelle  case  aveva  per  ipoteca  della  sua 
dote  matrimoniale  ^ .  Quelle  case  sono  cosl  descritte  nel  documento  citato  :  "  posite 
"  in  populo  Sanctorum  Apostolorum  loco  dicto  Via  di  Lungarno,  quibus  omnibus: 
"  a  primo  Via  di  Lungamo,  a  secundo  chiassus,  a  tertio  curia  Gentilis  Oddi  de  Alto- 
"  vitis,  a  quarto  chiassus  „  * . 


* 
*  * 


SMgnora  quale  arte  esercitasse;  che  anzi  io  credo  che  egli  non  ne  esercitassc 
alcuna,  poichfe  accanto  al  suo  nome,  quando  h  notato  tra  gli  ufficiali  del  Comune 
non  si  trova  alcuna  specificazione  di  arte  o  di  mestiere.  Tale  specificazione  non  e 
quasi  mai  trascurata  nelle  liste  suddette,  poichfe  era  necessaria  per  la  distribuzione 
degli  uffici.     Probabilmente  egli  era  degli  scioperati. 

Lo  stabilire  la  condizione  economica  di  Marchionne  ci  fa  meglio  conoscere  il 
valore  di  alcuni  giudizi  che  egli  riporta  nella  sua  cronaca.  Credo  pertanto  che  egli 
fosse  non  ricco,  ma  agiato  proprietario,  possidente  di  case  in  citth  e  di  qualche  po- 
dere  in  contado,  come  si  rileva  dagli  atti  di  acquisto  e  di  vendita  da  lui  fatti  du- 
rante  la  sua  vita,  e  dal  testamento  in  cui  sono  ricordati  i  beni  che  egli  aveva  nel  1381. 
Marchionne  non  doveva  avere  altre  rendite,  nh  capitali  da  potere  come  i  Fiorentini 
del  suo  tempo  impiegare  nei  Monti  del  Comune.  Erano,  secondo  la  testimonianza 
dello  stesso  Marchionne,  circa  5000  persone,  su  una  popolazione  di  60  000,  secondo 
il  medesimo  cronista  ^,  che  avevano  impiegato  denari  al  Monte,  "  perocchfe  molti 
"  avevano  venduto  i  loro  poderi,  e  chi  case,  e  chi  disfatte  botteghe  per  lo  interesso 


'  Archivio   di  Stato   di   Firenze   -   Dlplomatico  -  posto  di  quelle    case;    sicuramente    nel    tratto  di  Lun- 

Certosa,  ii  settembre  1318.  garno  Acciaiuoli  a  mezza  strada  tra  il  Ponte  vecchio  c 

*  Archivio  cit.  -  Diplomatico  -  Certosa,  12  mag-  il  Ponte  di  Santa  Trinita;  e  molto  probabilmente  tra  i 

gio  1371.     E  riportato    nel    contesto   la   donazione  del  numcri  S  e  20  deirodierna  numerazione,  anche  per  que- 

S    maggio  1344.  sta  ricerca  rendo  grazie    agli    aiuti    fomitimi   dal    rev. 

^  Archivio  di  Stato  di  Firenze  -  Certosa,  12  mag-  can.  Restori. 
S'°  1371.  5  Ncl  marzo  dcl  1374  lo  Stefani   (rubr.  745*)   cal- 

■•  Le  indicazioni  date  possono  farci  identificare  il  cola  a  60000,  o  /iii,  gli  abitanti  di  Firenze. 


INTRODUZIONE  CV 


"  di  XV  o  di  X  per  cento,  e  chi  gli  aveva  comperati  dalH  pagatori  e  pagato  per  loro 
"  che  gli  venieno  xxv  per  cento  e  chi  pih  e  chi  meno  „ '.  Questa  corrente  al  ca- 
pitalismo  ebbe  i  suoi  efFetti  suUa  vita  politica ',  non  e  qui  il  caso  di  fermarmi  su  tale 
argomento;  noto  soltanto  che  quando  il  governo  democratico  delle  Arti  minori  ri- 
dusse  al  cinque  per  cento  1'  interesse  dei  capitali  impiegati  nei  Monti,  le  proteste  e 
le  ire  prodotte  per  questa  legge  furono  grandissime.  II  nostro  cronista  dk  notizia 
della  legge,  osserva  che  nuUa  di  piii  importante  nel  corso  di  cento  anni  si  era  votato 
nei  Consigli  del  Comune,  ma  non  si  scalmana  per  nulla,  e  senz'altro  continua  il  suo 
i  racconto.     Egli  in  quel  tempo  faceva  parte  del  Governo,  e  proprio  quando  fu  pro- 

1'  mulgata  quella  legge  ebbe  1'  incarico  d'  importanti  ambascerie ;    dunque  fe  lecito  cre- 

dere  che  doveva,  se  non  altro  in  massima,  accettare  i  principt  di  politica  finanziaria 

;  adottati  da  quel  Governo  democratico,  ed  h  anche  lecito  supporre  che  egli,  non  bia- 

! ,  simando  la  legge,  non  fosse  un  capitalista,  che  speculasse  sui  Monti.  Si  confronti  la 
serenitk  del  suo  racconto  con  la  rabbia  di  uno    scrittore    di    Ricordanze  domestiche, 

1:  che  riferendo  il  nome  del  gonfaloniere  di  Giustizia,  sotto  il  quale  la  legge  fu  votata, 

;fesclama:  non  di  gitistizia  tna  piuttosto  d'  ingiustizia.     La  ragione  deIl'epiteto  si  com- 

prende  subito  dalI'avvertimento  apposto  a  un    credito  di   1200  fiorini  sul  Monte  del- 

I'  un  tre,  nel  quale  avvertimento  h  detto  che  i   1 200  fiorini   "  per  certa  riformazione 

"  sono  ridotti  a  quattrocento  „  ^ 

Continuando  la  ricerca  delle  idee  politiche    dello    Stefani  in   relazione  alle    sue 

^^condizioni  economiche,  assai  significative  mi  sembrano  le  seguenti  notizie  da  lui  for- 

'  nite  a  proposito  di  alcune  gabelle,  imposte  dal  Governo  democratico  del  1379,  "  alla 
"  mercatanzia,  ed  ai  buoi  del  contado  e  alPolio  contado  e  molte  altre  utili  e  gabelle 
"  ragionevoli  e  fruttifere  assai  „;  ma..,.  poi,  osserva  il  cronista,   "  perchfe  pochi  beni 

J  "  pare  st'eno  fermi,  o  si  consentano  oggi  in  Firenze,  o  per  gli  nostri  peccati,  o  per 
"  piancta  che  corra,  quelli  medesimi  che  le  puosono  le  levarono  incontanente,  e  non 
"  rimase  se  non  quella  dei  buoi  e  quella  deII'oIio  del  contado  „'.  La  natura  di  que- 
ste  gabelle  era  tutta  contraria  agli  interessi  dci  mercatanti  delle  Arti  maggiori  e 
dei  grossi  proprietari  di  terreni,  era,  direi  quasi,  una  rappresaglia  del  Governo  delle 

}|  Arti  minori  che  di  quelle  tasse  non  risentivano  il  peso,  che  molto  tenuamente  ed  in- 
dircttamente. 

Le  rimostranze  subito  sollevate  riuscirono  a  modificare  la  Icgge  a  favore  dei 
raercatanti,  la  reazione  seguita  con  la  caduta  delle  Arti  minori  nel  1382  riuscl  a  to- 
gliere  la  gabella  sui  buoi.     L'argomento  merita  studio  piti  largo    che    spero  altrove 

5  di  tentare ;  qui  h  stato  solo  conveniente  un  cenno  per  dimostrare  che  il  benevolo 
giudizio  dato  dallo  Stefani  alla  legge  fa^upporre  che  egli  non  era  ne  ricco  possidente, 


'  Rubr.  883*.  seguitato  fino  all'anno   1429  da  Valorino  figlio  di  Lapo,      5 

I  '  Archivio  di  Stato  di  Firenzc  -  Miscellanea  -  Mss.  da  Barna  figlio  di  Valorino  e  da  ValorinofigliodiBarna,. 

j  rarii,  N.  46,  c.  23  :  ."  Hbro  di  Ricordanze  familiari  scritto  ^  Rubr.  S5S*. 

\  da  Lapo  di  Valore  Curianni,  corainciato  l'anno  1325    e 


CVI  INTRODUZIONE 


nfe  grosso  mercatante,  era  piuttosto  un  piccolo  proprietario,  non  ricco,  ma  abba- 
stanza  agiato.  Dei  suoi  beni  immobili,  oltre  la  casa  gik  descritta,  trovo  ricordo  di 
un  podere  da  lui  acquistato  per  200  fiorini  posto  nel  popolo  di  Santo  Stefano  e  a  lui 
venduto  nel  30  aprile  del  1367  dal  notaio  ser  Lando  del  fu  Forte '.  Ho  anche  csa- 
minato  a  tal  fine  il  testamento,  ma  in  esso  non  fe  la  descrizione  dei  beni ;  i  quali  son( 
esprcssi  in  termini  generali,  ad  eccezione  della  casa  patema,  poich^  doveva  esserc 
divisa  tra  alcuni  dei  suoi  eredi.  Le  somme  da  pagare  per  legati  ascendono  a  fiorini 
1 50  d'oro,  a  2 1  lire  di  fiorini  piccoli  ed  8  soldi :  un'altra  somma  desiderava  che  ve- 
nisse  pagata  al  Comune  di  Volterra  di  lire  200  di  fiorini  piccoli.  Fa  ricordo  di 
debiti  che  ha  nei  suoi  libri  di  cassa,  ma  non  ci  fa  conoscere  a  qual  cifra  essi  asccn- 
dessero^  Queste  sono  le  notizie  che  possono  cavarsi  dal  testamento,  n^  sono  tali 
da  infirmare  ci6  che  ho  detto  sulle  condizioni  economiche  di  Marchionne. 

*  * 

Passo  ora  a  dare  qualche  notizia  della  vita  familiare  del  cronista.  Padre  Ildc- 
fonso  aveva  affermato,  senza  citare  la  provenienza  della  notizia,  che  egli  avesse  pc: 
moglie  Costanza  figlia  di  Guido  Adimari.  II  Sanesi  l'aveva  messo  in  dubbio,  e  per 
la  indeterminatezza  della  citazione  di  padre  Ildefonso,  e  per  l'esame  del  testamcnto 
di  Marchionne,  nel  quale  non  si  fa  cenno,  nh  di  figli,  nh  di  moglie.  II  testamento 
h  del  1381  e  la  Costanza  degli  Adimari,  secondo  padre  Ildefonso,  nel  1385  passava 
a  seconde  nozze  con  Giovanni  di  Cambio  dei  Medici.  » 

Certamente  h  notevole  il  silenzio  che  h  nel  testamento  a  tale  proposito,  poich^ 
Marchionne  h  molto  generoso  per  tutti  i  parenti  fin  per  i  pronipoti. 

Tuttavia  il  documento  da  me  riferito  del  12  maggio  1371  toglie  ogni  dubbio, 
poichfe  in  esso  compare  "  domina  Ghostantia  filia  Guidi  de  Adimaribus  uxor  dicti 
"  Baldassaris  vocati  Marchionne„  ^.  II  silenzio  adunque  del  testamento  non  si  pui 
spiegare  che  con  la  mancanza  di  prole  e  con  la  morte  della  Costanza  prima  del  13^1. 
La  partecipazione  di  costei  all'atto  di  donazlone  del  12  maggio  1371,  fatta  dal  ma- 
rito,  e  la  volontaria  rinunzia  ai  diritti  che  essa  aveva  sui  beni  donati  dal  marito,  ci 
allontanano  dall'  idea  che  Marchionne  non  avesse  voluto  di  proposito  lasciare  nuUa 
alla  moglie  per  possibili  disaccordi  avvenuti  tra  i  coniugi.  Ma  comecchessia,  con  u 
maggiore  sicurezza  possiamo  dall'esame  del  testamento  afFermare  che  Marchionne,  o 
non  avesse  figli,  o  che  essi  fossero  premorti  al  padre,  e  che  con  lui  fosse  troncato 
questo  ramo  degli  Stefani. 

Pongo  fine  a  queste  notizie  della  vita  domestica  di  Marchionne  con  la  ricerca, 
poco  felice,  dell'anno  di  sua  morte.     Padre  Ildefonso  ne  fissa  la  data  riportando  la  5 


'  Archlvio   di  Stato   di   Firenze  -  Diplomatico  -  *  Sanesi  I.,  o/.  «V,,  pp.  321-326. 

Certosa,  30  aprile  1367;  nell'atto,  rogato  dal  notaio  Al-  ^  A.rcluvio    di    Stato    di   Firenze  -  Diplomatico 

bizo  di  Filippo,    interviene    il    cognato    di   Marcliionne  Certosa,   12  maggio  1371. 
Vanne  del  fu  Uberto  degli  Albizi. 


pi 


INTRODUZIONE  CVII 


notizia  delle  seconde  nozze  di  Costanza  degli  Adimari  del  1385.  La  morte  del  cro- 
nista  sarebbe  avvenuta  in  quell'anno  stesso,  poichfe  la  sua  cronaca  finisce  con  il  rac- 
conto  dei  primi  mesi  del  medesimo  anno.  Essendo  tale  congettura  poggiata  sulla 
notizia  della  moglie  di   Marchionne,  e  non    essendo   la    notizia  accolta  per  vera   dal 

SSanesi,  questi,  e  dopo  lui  il  FofFano,  non  ammise  la  data  fissata  da  padre  Ildefonso. 
II  Sanesi  invece  cerco  in  modo  indiretto  di  stabilire,  con  l'aiuto  del  testamento  e  di 
alcune  postille,  un  termine  ante  qiiem  sarebbe  avvenuta  la  morte  del  cronista.  II  te- 
stamento  pubblicato  dal  Sanesi  ci  resta  in  una  trascrizione  fatta  dagli  ufBciali  della 
Compagnia  dell' Orsanmichele,  la  quale  aveva  ereditato  parte  dei  beni  di  Marchionne*. 

CUna  chiosa  marginale  apposta  al  testo  del  documento  e  della  stessa  mano  del  tra- 
scrittore  del  testamento  dice :  "  Nota  quod  tota  executio  dicti  testamenti  est  devoluta 
'"ad  sotietatem  „.  Segue  a  questa  un' altra  nota  marginale,  che  il  Sanesi  crede  sia 
,della  stessa  mano  ma  un  poco  pifi  recente  (cosa  non  molto  sicura);  in  questa  seconda 
nota  si  legge :   "  MCCCC  quinto  indictione  XIIU,    die  XXVII  novembris  domini  Ca- 

f5 "  pitanei  dicte  Sotietatis,  viso  presenti  testamento,  et  viso  testamento  Baldo  Locterii, 

■  ut  patet  in  Registro  Quartieri  Sante  Crucis,  c.   127....;  et  viso  quod  dicta  Sotietas 

-  ex  dicta  hereditate  dicti  Melchionnis,  que  hereditas  pertinet  dicto  Johanni  Pieri  Fo- 

"  resis  habuit  usque   in    summam   florenorum   quinquaginta    auri    occaxione    cuiusdam 

poderis  venditi  per  capitaneos  dicte  Sotietatis;  et  visis  et  consideratis  que  videnda 

|t "  et  consideranda  fuerunt ;  deliberaverunt  et  providerunt  et  stantiaverunt  dictos  florenos 

juinquaginta  auri  dicto  Johanni ;  et  quod  Simon  Vannis  camerarius  dicte  Sotietatis 

teneatur  et  debeat  dare  et   solvere    de    quacumque    pecunia    dicte    sotietatis  dictos 

"  florenos  quinquaginta  dicto  Johanni  Hbere  et  impune  dummodo  dictus  Johannes  fa- 

"  ciat  finem  etc.  dicte  sotietati  etc.  „.     Si  noti,  avverte  il  Sanesi,  che  Marchionne  nel 

l°suo  testamento  disponeva  che  gli  esecutori  testamentari  da  lui  designati  dovessero 
eseguire  "  omnia  et  singula....  infra  annum  a  die  obitus  sui,  si  decesserit  in  civi- 
"  tate  Florentie ;  et  si  extra  civitatem  Florentie  infra  annum  a  die  notificationis 
"  dicti  obitus  facte  dictis  executoribus  vel  maiori  parti  ipsorum  „.  Si  noti  inoltre 
che  egli  aveva  stabilito  che  nel  caso    di  negligenza  dei  primi  esecutori  testamentari, 

i(  dovessero  .succedere  nell'  incarico  di  esecutori  il  priore  di  San  Lorenzo  della  Certosa 
ed  il  priore  di  Santa  Maria  degli  Angeli,  e  che  finalmente  nel  caso  di  trascuranza 
anche  da  parte  di  costoro  I'esecuzione  del  testamento  dovesse  essere  aflBdata  alla  Com- 
pagnia  delP  Orsanmichele.  Premesse  queste  notizie  il  Sanesi  conclude :  "  La  societh 
j "  d'  Orsanmichele  non  aveva  il  diritto  di  eseguire    il    testamento    di  Marchionne,  se 

IS "  non  due  anni  dopo  la  morte  di  lui,  e  poichfc  realmente  ne  fu  essa  I'esecutrice,  e  la 

"  seconda  chiosa  marginale  ci  presenta  la   data    del    1405,  Ji   necessario    concludere 

'  che  lo  Stefani  mori  certamente  prima  del   1403  „.     Converra  poi,  secondo  me,  ri- 

Isalire  ancora  piii  addietro  perchfe,  se  non  m'inganno,   dalla   chiosa   stessa    apparisce 


'  Archivio  di  Stato    di    Firenze  -  Capitani   d'Or-       sanmichele  -  Cod.  N.  462,  cc.   162  sgg. 


CVm  INTRODUZIONE 


che,  nel  1405,  l'esecuzione  del  testamento  di  Marchionne  era   gik  stata  fatta  qualche  , 
tempo  innanzi ;  forse  da  alcuni  anni :   "  viso  guod  dicta  sotietas  ex  dicta  hereditata  dicti  ' 
"  Melchiorris  habuit  usqm  in  sumniam  Jlorefiorum  quinquaginta  auri  occasione  cuiu- 
"  sdam  poderis   venditi  per  capitaneos   dicte  sotietatis  „ .     Ma  1'  epoca  precisa,  con- 
clude  il  Sanesi,  non  h  possibile  determinarla  ^ 

Si  risale  adunque  al  1403  con  la  probabilitk  di  essere  ancora  lontani  con  quel- 
l'anno'  alla  data  di  morte.  Per  questa  ricerca  ho  esaminato  gli  squittini  e  le  note 
degli  ufficiali  del  Comune  dal  1385  al  1400,  e  il  nome  di  Marchionne  piii  non  ri- 
corre.  Comprendo  che  ci6  non  costituisce  una  prova,  poiche  la  natura  del  reggi- 
mento  politico  di  quel  tempo  non  si  confaceva  con  I'  indole  democratica  del  cro- 
nista,  il  quale  potfe  allora  esser  messo  da  parte.  Lontano  dalla  vita  politica  egli 
avrebbe  potuto  allora  scrivere  la  cronaca,  e  vivere  tranquillo  e  dimenticato  fino  al 
1403,  morendo  a  67  anni.  Contro  tale  ipotesi  stanno  i  seguenti  fatti.  Da  alcuni 
cenni  che  sono  nella  cronaca  ho  potuto  stabilire  che  I'opera  era  gia  alla  rubrica 
136*  durante  il  predominio  delle  sedici  Arti  minori  (1378-1382),  che  essa  era  a  buon 
punto  (rubrica  851',  le  rubriche  tutte  sono  997)  non  prima  del  1380  e  non  piu 
tardi  del  1385;  e  che  finalmente  essa  termina  con  I'anno  1385.  Orbene  nel  1385  lo 
Stefani  aveva  49  anni,  non  era  vecchio,  nfe  occupato  in  pubblici  alTari,  dunque  avrebbe 
potuto  continuare  il  racconto.  Invece  non  solo  la  cronaca  si  arresta  al  1385,  ma 
dimostra  per  il  modo  come  e  scritta  che  l'autore  non  potfe  tornarvi  sopra  per  colmare 
certe  lacune  di  nomi  e  di  date,  e  per  correggere  la  forma  di  qualche  passo  ingarbu- 
gliato  che  non  sempre  e  tale  per  colpa  del  trascrittore.  Pertanto  io  crcdo  che  la 
morte  interruppe  il  lavoro  deII'autore;  il  quale  morl  forse  non  molto  piii  tardi  del 
1385,  anno  in  cui  termina  la  sua  cronaca. 


*  * 


Dalle  notizie  raccolte  della  vita  domestica  di  Marchionne  passo  a  quelle  della 
vita  pubblica.  La  prima  memoria  b  data  da  padre  Ildefonso,  ed  h  del  1366,  nel 
quale  anno  Marchionne  compare  nello  squittinio  fatto  del  mese  di  febbraio  per  il 
quartiere  di  Santa  I^.Iaria  Novella  sotto  il  gonfalone  della  Vipera  ^  NelI'anno  se- 
guente  (1367)  egli  era  a  Napoli,  e  di  Ik  si  rec6  a  Roma;  ma  non  si  comprende 
bene  se  vi  fosse  andato  per  ragioni  sue  speciali,  o  per  incarico  affidatogli  dal  Co- 
mune  in  quel  momento  di  difficile  condotta  politica  dei  Fiorentini  con  la  Santa  Sede. 
Urbano  V  desiderava  allora  l'alleanza  dei  Fiorentini,  che  se  ne  schermivano,  per 
non  incorrere  a  forti  spese,  e  a  difficolta  pih  serie  per  opera  dei  nemici  del  Papa 
"  Di  che  (scrivc  lo  Stefani)  assai  si  turbava  papa  Urbano  V.  E  questo  so  bene  io 
che  ero  a  Roma  allora,  che  con  la  regina  Giovanna  v'  ero  venuto;  ed  in  quella 
"  stagione  tornai  a  Firenze,  e  recai  lettere  deefli  ambasciadori  ed  ambasciata  a  bocca 


1  Sanesi  I.,  oJ>.  cii.,  pp.  3io-33i.  «  Op.  cit.,  toI.  I,  p.  lxix. 


INTRODUZIONE  "^  CIX 


"  da  loro,  ed  ancora  da  me  dissi  ai  Priori  quello  che  io  sentivo  che  papa  Urbano 
"  aveva  detto  contro  a'  Fiorentini  con  certi  baroni  della  Reina,  li  quali  a  me  l'a- 
"  veano  detto,  ch'era  forte  sdegnato,  e  altre  parole  diceva  contro  a  Firenze  „^  Da 
questa  notizia,  ripeto,  non  si  pu6  affermare  che  Marchionne  fosse  ambasciadore  dei 
Fiorentini,  poichfe  1'  incarico  datogli  dai  veii  ambasciadori  poteva  essere  indipendente 
da  tin  mandato  speciale  del  Comune. 

La  prima  volta  che  lo  vediamo  partecipare  sicuramente  ai  piCi  alti  ufEci  del 
Comune  h  neiragosto  del  1372.  In  quell'anno,  come  egli  stesso  dice^,  fu  eletto  per 
il  quartiere  di  Santa  Maria  Novella  come  uno  dei  Dieci  di  liberici.  Dovevano  co- 
1;  storo  vigilare  alla  quiete  pubblica.. ..  "  e  chi  parlasse,  o  attentasse  contro  allo  Stato 
"  in  detti  o  in  fatti ;  questo  era  di  loro  ufficio  il  rapportarlo  ai  Priori  e  CoUegi 
"  che  poi  eglino  ne  avevano  a  fare  quello  che  loro  paresse  ^.  Era  uno  dei  mo- 
menti  piti  torbidi  della  storia  fiorentina :  dalPalto  si  manifestava  la  tendenza  alla  oli- 
garchia  che  sotto  forma  di  s^tta  era  intinta  di  vecchi  nomi;  dal  basso  una   corrente 

1  nuova  spinta  dalle  Arti  minori  irrompeva  contro  le  prepotenze  delle  sfette.  Mar- 
chionne  partecipa  a  quella  lotta,  ed  ha  l'ufficio  dei  Dieci  di  liberta;  ma  egli  non  si 
avvedeva  dove  la  corrente  democratica  lo  trascinasse;  e  proprio  fin  da  quelPanno  nelle 
notizie  e  nei  giudizi  dei  fatti  ^  la  contraddizione  che  h  sovente  nel  giudizio  di  un 
contemporaneo.     Egli  cioe  non  si  accorge  che  i  primi  colpi  dati  alla  vecchia  Parte 

2  sono  un  efietto  dell'  innalzarsi  di  quei  ceti  sociali  costituiti  dalle  Arti  minori,  la  qual- 
cosa  portava  con  se  necessariamente  altri  effetti,  che  egli  detestava  fin  dalle  prime  e 

'  piii  legittime  manifestazioni.  Marchionne  pertanto  loda  i  Signori  e  i  CoUegi  "  che 
"  si  restrinsono  insieme  ed  in  effetto  vidono  che  era  necessario  di  ammaccare  la  su- 
"  perbia  degli  Albizzi  „*  dalPaltro  lato  biasima  l'aumento  del  numero  dei  Consoli  della  ' 

1  Mercatanzia,  "  dei  quali  n'ebbe  due  deUe  quattordici  minori  Arti,  che  mai  piii  niuno 
"  ve  n'era  stato,  nfe  era  convenevole  perocchfe  lo  piti  degno  ufficio  dei  mercatanti  era 
"  d'Italia  ed  infino  di  Francia,  e  da  ogni  paese  d'Italia  veniano  quivi  a  determi- 
"  narsi,  nelle  mani  dei  Cinque  della  Mercanzia  perocche  erano  cinque  dei  piu  solenni 
"  e  piii  pratichi  e-  piii  savi  mercatanti  di  Firenze ;  aggiunti  poi  queUi  due  artefici  fu 
"  meno  apprezzato  e  meno  poi  in  progresso  di  tempo  ^.  II  Consolato  della  Merca- 
tanzia  non  era  desiderato,  come  parrebbe  dal  cronista  e  dagli  storici,  per  ambizione 
di  sedere  in  tribunale  cosl  accreditato,  dove  gli  affari  principali  che  si  agitavano  con- 
cernevano  i  grossi  mercatanti,  ma  da  altra  ragione  piij  pratica  che  ho  facilmente  de- 
sunto  dagli.atti  dei  Consoli  della  Mercatanzia.     I  quaU,  dovevano  secondo  gli  statuti 

;  del  Comune,  esaminare  ed  approvare  prima  di  ogni  altro  ufficiale,  gli  squittinj  delle 
varie  Arti;  essi   insomma  erano  i  primi  revisori  deUe  liste  degli  elettori  e  dei  can- 

\  didati  dei  pubblici  uffici.     In  questo  h  da  ricercare  la  ragione  principale  della   lotta 


'  Rubr.  738*.  ^  Rubr.  732*. 

'  Rubr.  701*.  s  Rubr.  734*. 

'  Rubr.  738». 


CX  INTRODUZIONE 


fatta  attorno  a  questo  ufficio ;  l'argomento  meriterebbe  piii  larga  trattazione,  ma  che 
qui  in  alcun  modo  non  conviene,  e  per6  seguo  il  corso  degli  onori  del  nostro  cronista. 

Nel  1373  egli  fu  eletto  per  il  quartiere  di  Santa  Maria  Novella,  siccome  uno 
dei  quattro  ragionieri  straordinari  con  balia  di  rivedere  i  crediti  del  Comune.  La 
creazione  di  questo  ufficio  straordinario  era  rimedio  che  si  voleva  porre  per  evitarc 
un  male,  che  per6  aveva  radici  ben  profonde,  e  per  il  quale  occorrevano  rimedi 
ben  piCi  validi  della  creazione  di  nuovi  ragionieri.  Quando  al  di  fuori  del  Governo 
centrale  una  fazione  pu6  esplicarsi  potentemente  e  sicuramente,  il  Governo  centrale 
h  fatalraente  fiacco,  e  subisce  tutte  le  influenze  che  tristemente  si  ripercuotono  sull'anda- 
mento  della  giustizia  e  deII'amministrazione  finanziaria.  Allora  la  vendita  dei  beni  di 
ribelli  e  le  frequenti  pene  pecuniarie  costituivano  uno  dei  proventi  piii  ricchi  del  Co- 
mune.  La  vendita  dei  beni  per6  non  era  sempre  fatta  nelle  piil  favorevoli  condi- 
zioni  per  il  Comune ;  e  sovente  il  pagamento  a  rate  era  ritardato,  o  anche  non  fatto. 
Le  frequenti  pene  pecuniarie  erano  sovente  assolte  per  I'  intercessione  dei  Priori,  o 
per  la  corruzione  dei  Giudici.  Tutti  i  mali  provenivano,  ripeto,  dalla  debolezza  del 
Governo  centrale  e  dalla  prevalenza  delle  shtte.  Era  adunque  naturale  che  in  prin- 
cipio  della  reazione  contro  la  Parte  si  cercassero  di  far  valere  i  diritti  del  Comune. 
Ma  gli  uomini  della  Parte  erano  molto  forti;  e  quando  Marchionne  e  i  compagni 
denunziavano  al  Comune  uno  degli  Albizi,  come  debitore  di  tremila  fiorini,  essi  ur- 
tarono  contro  uno  scoglio;  l'AIbizi  non  pag6;  "  ed  il  Comune,  conclude  amara-  1 
"  mente  lo  Stefani,  non  ebbe  sua  ragione  „^ 

Nel  1376,  mentre  ardeva  la  guerra  degli  Otto  Santi,  ed  i  Fiorentini  cercavano 
di  soUevare  dappertutto  nemici  contro  la  Chiesa,  Marchionne  fu  inviato  dagli  Otto 
a  Bologna,  con  ufficio  assai   delicato. 

I  Bolognesi  avevano  proprio  allora  scosso  il  giogo  della    Chiesa    aiutati  effica-  > 
cemente  dai  Fiorentini.     La  libertk  ottenuta  peraltro  non    era    la    conquista    di   un 
popolo  degno    di   godere    di    un  reggimento    democratico;    quella   libertk  restaurata 
viveva  assai  stentatamente,  minacciata  da  nemici    interni    piii    che    degli   estemi.     II 
Governo  aveva  richiesto  fin  da  principio  aiuti  di  milizie  al   Comune    fiorentino,    ed 
aveva,  cosa  molto  notevole,  richiesto  "  gli  Oiio  Santi  di  Firenze,  che  sempre  ve  ne  f 
"  stessono  due  ambasciadori  sl  alla  guardia  della  terra  e  della  gente  dell'arme,  e  si 
"  allo  loro  consiglio ;  di  che  cosl  faceva  il  Comune  continuo.  I  primi  furono  questi  cioe : 
"  Melchionne  Stefani  e  Filippo  di  messer  Alamanno  Cavicciuli ;  e  se  non  fussimo  stati 
"  noi  con  la  gente  che  sentimmo  il  trattato,  che  certi,  volevano   mettere  i   Peppoli 
"  dentro,  che  non  era  altro  che  mettervi  messer  Bernab6  signore  di  Milano;  subito  ' 
"  tratto  la  gente  degli  alberghi  fummo  alla  piazza,  e  tenemmola  tanto  che  i  gonfaloni 
"  trassono,  e  allora    alquanti  ne  furono   confinati;    e  questo   fu    per  quella   volta  la 
"  salvazione  di  Bologna  „^ 

»  Rubr.  740».  «  Rubr.  763», 


INTRODUZIONE  CXI 


In  quel  tempo  Marchionne  stipul6  un  contratto,  per  conto  del  suo  Comune,  con 

lil  quale  fu  assoldata  una  compagnia  di  Brettoni.  Erano  costoro  venuti  in  Italia  in 
queIl'anno  incitati  dalla  preda  che  speravano  di  fare  saccheggiando  Firenze,  ed  erano 
stati  benedetti  dalla  Corte  papale  di  Avignone,  come  se  fossero  andati  ad  una  nuova 

i  Crociata. 

Gli  Otto  Santi  seppero  dapprima  molto  abilmente  tenerli  a  bada  nelle  Roma- 
gne,  ma  poi  dovettero  scendere  a  patti,  assoldandoli,  per  evitare  che  avesse  efFetto 
il  disegno  di  Giovanni  l'Acuto,  il  quale  desiderava  di  unire,  a  danno  dei  Fiorentini, 
la  sua  compagnia  con  quella  dei  Brettoni.     Per   non    sopportare    da  soli  un  peso  si 

[jgrave  gli  Otto  pensarono  di  dividerlo  con  gli  amici  dei  Fiorentini,  ma  non  riuscirono 
che  a  indurvi  solo  i  Bolognesi.     "  Di  che,  scrive  lo  Stefani,  fu  grande  spesa,  ed  ebbe 

i "  lo  Comune  di  soldo  allora  di  lance  d'ogni  ragione,  e  pedoni  bene  mille,  e  bale- 
"  strieri  genovesi  ben  trecento;  questa  era  incomportabile  spesa,  ma  era  tanto  lo  trionfo 

' "  dei  Fiorentini,  li  quali  si  vedevano    fuori    del    pericolo    di  venire    sotto  i    Pastori 

i "  della  Chiesa,  che  ogni  cosa  comportavano  in  paee  etc. ;  e  questo  so  io  che  li  feci 

. "  scrivere,  essendo  come  di  sopra  dissi  in  Bologna  per  lo  Comune  „  *. 

Durante  la  guerra  degli  Otto  Santi,  se  Firenze  aveva  sollevato  dappertutto  ne- 
mici  contro  la  Chiesa,  aveva  poi  alla  sua  volta  dovuto  combattere  contro  alcuni 
suoi  vecchi  neraici,  che  aiutati  dalla  Chiesa  avevano  audacemente  rialzato  la  fronte. 

[;Uno  di  cssi,  il  conte  Francesco  di  Doadola,  alleatosi  con  il  cognato  Giovanni  d'Azzo 
degli  Ubaldini,  aveva  ribellato  alcuni  castelli  dei  Fiorentini,  mentre  I'Ubaldini  con 
ottanta  lance  di  quelle  della  Chiesa  occupava  Portico,  terra  dei  Fiorentini.  Costoro 
mandarono  un  esercito  in  quei  posti  che  nei  primi  tempi,  pare,  poco  riuscisse  a  fiac- 
care  l'audacia  del  Conte.     Un  nuovo  capitano  fu  allora  inviato  dagli  Otto,  e  questi 

Jfu  Marchionne  che  cosl  narra  delPimpresa:  "  fui  io  mandato  a  ci6,  e  guerra  si  fece 
"  tutto  lo  verno  al  Conte  grandissima,  e  per  non  lodare  me,  mi  tacer6  della  ma- 
"  teria,  salvocchfe  ne  dir6,  che  in  sei  mesi  fu  sl  stretto,  che  cosa  che  egli  avesse  fuori, 
"  di  niuna  non  gli  fu  possibile  di  mettere  dentro,  se  non  quello  che  vi  si  era  etc. 
"  In  sei  mesi  ch'  io  vi  stetti  non  perdei  oltre  a  quindici  uomini  e  dei  suoi  centoven- 

[ "  titre  avemmo  prigioni  e  tollemmo  Beccova  per  forza,  etc.  Tornai  compiuti  i  sei 
"  mesi  a  Firenze  a  dl  10  di  giugno  1377  „  ".  H  nostro  Marchionne  si  compiace  di 
questa  sua  gloriola,  direi,  militare;  ma  la  sua  impresa,  per  quanto  condotta  abba- 
stanza  felicemente,  non  riuscl  aIl'intento  finale,  che  era  quello  di  torre  Portico  al 
conte  Giovanni  d'Azzo  degli  Ubaldini. 

5  Non  aveva  ancora  finito  l'ufEcio  suo  a  Portico  che  gik  era  estratto  per  Pote- 
stk  nel  Castello  di  Monte  Catini.  Cosl  ho  ricavato  da  un  documento  del  1 8  mag- 
gio  1377  redatto  a  Monte  Catini  ^    UufBcio  per6  dovette  egli  esercitarlo  efFettiva- 


■  Rubr.  764*.  3  Archivio    di    Stato    di    Firenze  -  Diplomatico  - 

*  Rubr.  768*.  Arch.  generale,  i8  maggio  1377.     "In   Christi   nomine 


CXII  INTRODUZIONE 


mente  solo  dal  giugno  del  1377,  occupato  come  era  prima  nella  impresa  di  Portico. 

L'opera  politica    di    Marchionne   si   dispieg6    soprattutto   dal   1378  al   1382  e 

principalmente  quando  dopo  la  caduta  dei    Ciompi    il    Govemo  fu  retto    dalle  Arti 

maggiori  e  dalle  minori,  le  quali  partecipavano  in  uguali  proporzioni  agli  onori  del 

Comune. 

Di  questo  tempo  ho  voluto  vedere  i  volumi  delle  Consulte,  inedite,  per  racco- 
gliere,  direi  quasi,  la  parola  di  Marchionne,  detta  nei  Consigli  della  Repubblica  tra 
il  dibattito  di  ardue  questioni  che  si  paravano  innanzi  allo  svolgersi  agitato  di  quella 
democrazia. 

La  prima  volta  compare  nel  2  settembre  del  1378;  fe  un  consigliere  aggiunto  ■ 
dai  Signori  a  rappresentare  il  quartiere  di  Santa  Maria  Novella.  Si  trattava  di  de- 
cidere  suUe  sorti  di  Bartolomeo  da  San  Severino,  e  di  stabilire  i  provvedimenti  piti 
opportuni  per  il  nuovo  Governo.  Bartolomeo  da  San  Severino,  marchigiano,  era  ca- 
pitato,  per  ragione  di  un'ambascieria,  negli  ultimi  dell'agosto  a  Firenze.  I  Ciompi 
allora  si  erano  con  otto  loro  ufficiali  ritirati  a  Santa  Maria  Novella;  i  Priori  dal- 
I'aItro  lato  si  erano  raflbrzati  nel  loro  palazzo  aspettando  mezzi  opportuni  per  la 
rivincita.  Bartolomeo  da  San  Severino  venne  in  quel  mentre  ai  Priori,  ed  essi  forse 
non  volendo  dargli  alcuna  risposta,  o  forse  premeditando  il  colpo,  per  ischemo  lo 
rimandarono  agli  Otto  di  Santa  Maria  Novella,  perche  egli  ricevesse  da  costoro  come 
dai  veri  Signori  del  Comune  la  risposta  voluta.  Egli  prestb  fede  alla  cosa,  e  reca- 
tosi  a  Santa  Maria  Novella  fu  onoratamente  ricevuto  dai  Ciompi;  ed  allora  i  Priori 
"  messono  a  vedere,  cosl  scrive  Marchionne,  a'  buoni  artefici,  come  questi  Ciompi  vo- 
"  lieno  fare  loro  Capitano  messer  Bartolomeo  di  Smiduccio  da  San  Severino.  Detto 
"  fu  quasi  verisimile,  perocchfe  lo  avevano  onorato  e  ben  veduto,  e  oltre  a  ci6,  se  vero 
"  era,  non  so,  si  disse,  che  eglino  (i  Ciompi)  intendevano  correre  la  terra  etc.  ^.  W 
cronista  non  prestava  cieca  fede  alPaccusa  mossa  ai  Ciompi  e  a  Bartolomeo  da  San 
Severino ;  sicchfe  quando  nel  Consiglio  del  2  settembre  si  doveva  decidere  sulla  sorte 
di  costui,  che  arrestato  doveva  essere  condannato,  qual  traditore,  a  morte,  Mar- 
chionne  consiglia :  "  quod  dominus  Bertholomeus  expediatur,  ita  quod  remaneat  filius 
"  Comunis  „*.  In  quello  stesso  consiglio  Marchionne  proponeva  che  si  desse  facolth  0 
di  provvedere  agli  urgenti  bisogni  deII'interno  ordinamento  del  Comune  ai  Consigli 
formati  da  tutti  i  piti  alti  ufficiali  del  Comune.  Egli  forse  voleva  cosi  evitare  le 
riunioni  clamorose  dei  Consigli  maggiori,  facili  in  quei  momenti  a  dar   luogo  a  tu- 


"  amen,  anno   eiusdem   incarnationis  millesimo   trecen-  "  ut  de  predictis  deberem    pubblicum    conficere    instru- 

"  teslmo  septuagesimo  septimo  indictione  quintadecima  "  mentum,     Actum  in  dicto    Castro    Montis    Catini  in 

"  die  decirao  octavo  mensis  mali.  Tenore  presentis  pub-  "  pallatio  residentie  dicti  potestatis  sito  iuxta   plateam 

"  blici  instrumenti  omnibus  innotescat  quod  nobilis  vir  "  dicti  Comunl  Montis  Catini  et  res  ipsius  Comunis  ,  etc. 
"  Melchion  Coppi  Shephanl   de   Florentia  extractus  pro  '  Rubr.  804*. 

*  ipso  Comuni  florentino  in  potestaterio  Castris  Mon-  *  Archivio  dl  Stato  di  Firenze  -  Consulte  e  Pra- 

*  tis  Catini  ad  dictum  potestaterie  officium  exercendum  tiche  -  Reg.  N.  16  (segnatura  moderna)  c.  20';   Consuita 
"  cum  uno  notario  uno  equo  et  quatuor  famulis  perso-  del  2  settembre  1378. 

*  naliter  presentavit  rogans  me  notarium  infrascriptum 


INTRODUZIONE  CXIII 


multi.  Finalmente  Marchionne  consigliava  di  riformare  la  Parte  guelfa,  associandosi 
al  parere,  gik  espresso  da  altri  in  quel  medesimo  Consiglio,  di  rifare  gli  squittini 
della  Parte  ^ 

Marchionne  ricompare  nelle  Consulte  il  10  gennaio  1379  e  accanto  al  suo  nome 
ad  indicarne  Tufficio  si  leggono  le  parole:  "  pro  offitio  extimi  „.  Abbiamo  cosi  no- 
tizia  di  questo  ufficio  che  egli  ebbe  nell'ottobre  del  1378,  quando  appunto  furono 
eletti  sessantaquattro  cittadini  perchfe  compilassero  un  nuovo  estimo  improntato  a  cri- 
teri  di  una  piti  giusta  distribuzione  dei  balzelli.  L'estimo  fu  una  questione  assai  di- 
battuta  fin  dalle  prime  fasi  del  tumulto,  ed  era  ora  sostenuto  energicamente  dai  sosteni- 

1  tori  delle  Arti  minori.  II  vedere  pertanto  partecipare  Marchionne  a  questo  ufficio  e 
segno  della  sua  tendenza  alla  democrazia. 

II  Consiglio  del  10  gennaio,  a  cui  partecipava  Marchionne,  seguiva  ad  una  grossa 
congiura,  scoperta  pochi  giorni  prima,  la  quale  mirava  ad  abbattere  il  Governo.  Nu- 
merose  condanne  erano  state  fatte;  ed    ora    nel    Consiglio    due    tendenze    si    erano 

i  manifestate,  per  I'una  si  desiderava  lo  sterminio  di  tutti  i  nemici  dello  Stato,  per 
I'altra  corrente  si  desiderava  che,  dopo  che  fossero  stati  colpiti  i  capi  della  con- 
giura,  non  si  procedesse  piii  oltre.  Marchionne  partecipa  a  questa  seconda  corrente^; 
e  la  riforma  che  segul,  per  porre  termine  ad  altri  simili  processi,  dimostra  che  le 
idee  miti  sostenute  da  Marchionne  riuscirono  a  trionfare '. 

;  Durante  i  primi  due  mesi  del  1379  Marchionne  fu  mandato  ambasciatore  a  Ber- 

nab6  Visconti  che  richiedeva  aiuti  dai  Fiorentini  per  combattere  le  compagnie  di 
ventura  guidate  da  Giovanni  I'Acuto.  L'idea  del  combattere  non  lusingava  molto 
gli  animi  poco  generosi  (militarmente)  dei  Fiorentini,  i  quali  adottavano  allora  per 
le  compagnie  di  ventura  l'oro  piii  che  le  armi,  comprando  l'alleanza  delle  une  per 

:  opporle  alle  altre.  Combattere  allora  I'Acuto  pareva  ai  Fiorentini  piii  pericoloso,  per- 
chh  a  lui  si  voleva  avvicinare  la  Compagnia  di  San  Giorgio;  "  di  che  scrive  lo 
"  Stefani,  fu  mandato  per  gli  Fiorentini  a  messer  Bemab6  a  mostrarli  lo  pericolo 
"  che  era  a  combattere  eic. ;  ed  a  ci6  fui  mandato  io  con  lettere  di  credenza  a 
"  messer  Giovanni  Aguto  ed  al  conte  Lucio  con   mandato  d'accordarIi  con  messer 

'.  "  Bernab6  e^c. ;  non  feci  l'accordo  „  *.  Con  una  certa  compiacenza  Marchionne  sog- 
giunge,  che  a  messer  Bernab6  dopo  poco  "  gli  convenne  per  forza  torre  a  soldo 
"  la  compagnia  ^  „ . 

Dal  febbraio  al  novembre  del  1379  non  trovo  piii  ricordo  nelle  Consulte  di 
Marchionne,  e  probabilmente  egli  tenne  allora  Tufficio  di  Capitano  a  Volterra. 

3  Di  questo  suo  ufficio  h  menzione  nel  testamento  pubblicato  dal    Sanesi  con  la 

semplice  indicazione  cronologica:  "  tempore  vigentis  guerre  senensis  „.  II  Sanesi 
crede  appunto  che  ci6  sia  avvenuto  nel   1379,  quando  gli  esuli  fiorentini,  movendo 


'  Archivio  di  Stato  di  Firenze  -  Consulte   e   Pra-  c.  73*  (10  gennaio  1378,  stile  fior.). 
tiche  -  Reg.  N.  16  (segnatura  moderna)  c.  30';  Consulta  ^  Rubr.  810*. 

del  2  settembre  1378.  *  Rubr.  8ia*. 

'  Arcliivio  di  Stato  di  Firenze  -  Consuite  -  Reg.  16  ^  Id.  id. 

T.  XXX,  p.  I  —  ^. 


CXIV  INTRODUZIONE 

.. 4— 


da  Siena,  facevano  scorrerie  sul  territorio  fiorentino  per  impadronirsi  di  qualche  Ca- 
stello  *.  "^  notevole  che  il  ricordo  dell'ufficio  avuto  fosse  richiamato  nella  coscienza 
dello  Stefani  per  riparare  a  colpe  che  egli  sentiva  di  aver  fatto  in  quell'ufficio. 

Ecco  il  passo  un  po'  guasto  del  testamento  :  "  Idem  testator  preferuit  capita- 
■*  neatui  et  officio  capitaneatus  civitatis  Vulterrarum  tempore  vigentis  guerre  senensis,  5 
"  et  ob  id  multi  famuli  ab  eo  arripuerent,  idemque  etiam  in  retentione  famulorum 
"  per  eum  in  dicto  officio  retinendorum  propter  invalescentem  penuriam  frumenti 
*  tunc  valentis  ad  rationem  soldorum  triginta  pro  quolibet  stario  dicti  grani  et  etiam 
"  aliarum  rerum  .  .  . . ;  disposuit  et  ad  exonerationem  voluit  quod  a  Comuni  Vulter- 
"  rarura  imploretur  et  petatur  per  infrascriptos  suos  executores  vel  aliquem  ipsorun: 
"  quod  eidem  fiat  remissio  et  absolutio  usque  in  quantitatem  librarum  ducentarum 
"  florenorum  parvorum,  vel  minoris  quantitatis  si  dictam  integram*  quantitatem  con- 
"  sequi  non  valebunt;  quodque  Comuni  prefato  narretur,  ut  inducatur  habilius  ad  pre- 
"  dicta,  quam  ipse  olim  capitaneus  ipsorum  fuit  in  servitiis  dicti  Comunis  fidelissimus 
"  pervigil  et  actentus,  nec  etiam  in  occurrentibus  quantumcumque  suo  offitio  imper-  5 
"  tinentibus  cessavit  pro  ipsorum  quietudine  fatigari.  Quod  si  huiusmodi  absolutionis 
"  benefitium  nequiverint  impetrare  voluit  restitui  et  satisfieri  Comuni  prefato  de  bonis 
"  suis  usque  ad  summam   quantitatem   librarum   ducentarum  florenorum   parvorum  „  '. 

Toma  certamente  ad  onore  di  Marchionne  l'ammenda  che  egli  volle  pubblica- 
mente  fare.  ) 

Nel  21  luglio  1379  egli  intervenne  in  un  Consiglio  segreto,  non  so  con  quale 
speciale  ufficio,  e  dk  il  suo  parere  diede  intorno  alla  condotta  da  tenere  con  gli  Aretini. 
I  quali  allora  dilaniati  da  lotte  civili  attiravano  gli  sguardi  del  Comune  di  Firenze, 
avido  di  sottomettere  quella  cittk,  ostentando  di  intervenire  come  paciere  tra  le  lotte 
cittadine  ®.  *  3 

In  altro  Consiglio  tenuto  pochi  giomi  dopo  (2  agosto  1379)  Marchionne  inter- 
viene,  e  fa  alcune  proposte  intorno  alla  grave  questione  che  allora  si  agitava  in  cittk 
per  la  pubblicazione  dell'  estimo.  I  malumori  sollevati  furono  molti ;  nh  mi  h  stato 
possibile  di  potere  stabilire  fino  a  qual  punto  i  cittadini  avessero  ragione  a  lamentarsi 
deU'estimo;  poichfe  mi  manca  il  mezzo  di  conoscere  i  nuovi  criteri  adottati  nelPim-iO 
porre  questo  estimo  voluto  dai  fautori  delle  Arti  minori.  Forse  non  andr6  errato 
ammettendo  che  in  queII'estimo  per  la  prima  volta  si  colpisse  piti  direttamente  la  ric- 
chezza  mobile,  stata  fino  allora  in  una  condizione  privilegiata.  Cosl  mi  fanno  sospet- 
tare  il  momento  in  cui  avviene  iniziato  l'estimo,  e  le  condizioni  economiche  dei  fau- 


'  Sanksi  I.,  <?/.  ct/.,  p,  318.     Non   so   fino   a  qual  mesi  cioe  del   1380. 
punto  abbia  ragione  il  Sanesi,  poichfe  nel  novembre  di  ^  Sanesi  I.,  0/.  cii.,  p.  333.  ° 

queU'anno  (come  si  ricava   nella   rubr.   823»   della  Cro-  '  Arcliivio  di  Stato  di  Firenze.  -  Consulte  e  Pra- 

naca  dello  Stefani)  ii  Capitano  di  Volterra  era  Bettino  ticlxe  -  Reg.  N.    17,  c.    ^g':    *  Marcliion    Coppi  Stefani 

CoToni;  ni  lo  Stefani  in  tale   occasione   fa  ricordo  al-  "  dixit  quod  .  . .  .  scribatur  Comuni  Aretii  et  sciatur  an 

cuno  del  suo  capitanato.     In    ogni    modo    se    egli  non  "  sit  contentus  quod   Episcopus   faciat  bellum  Ubertinis 

ebbe  queli'ufficio  nel  1379,  lo  ebbe  probabilmente  appena  «  et  postea  provideatur  prout  domiais  et  coliegiis   pls*kj 

finito  il  priorato  (novembre-dicembre    1379)  nei  primi  "  cuerit  „. 


INTRODUZIONE  CXV 


tori.  Marchionne  non  doveva  essere  dei  pih  scontenti,  clie  anzi  egli  era  stato  uno 
degli  ufficiali  dell'estinio,  tutlavia  conveniva  nella  necessitk  di  una  riduzione  della 
somma  totale  imposta,  e  suggeriva  rimedi  speciali  per  l'alleviamento  parziale  ^ 

Negli  ultimi  due  mesi  del  1379  Marchionne  fu  dei  Priori :    "  Intrati  i  detti  Priori 

5  "  ebbono  assai  tribulazioni  „ ;  cosl  scrive  lo  Stefani,  facendo  quindi  ricordo  delle 
mene  degli  esuli,  che  avevano  trovato  in  Carlo  Della  Pace  un  sostenitore,  e  delle 
incursioni  fattenel  territorio  fiorentino  dai  Ciompi,  i  quali  movendo  da  Siena  mi- 
ravano  a  impossessarsi  di  qualche  Castello  fiorentino;  e  finalmente  delle  congiure  or- 
dite  in  cittk  per  abbattere  il  Governo.     Delle  condanne  seguite  alle  congiure  ve  ne 

'»  hanno  alcune  che,  mosse  dalPira  e  dal  sospetto  della  folla  tumultuante,  colpirono,  in 
uno  di  quei  momenti  di  terrore  degli  stessi  giudici,  cittadini  innocenti.  Di  questi 
delitti,  commessi  durante  il  Priorato  di  Marchionne,  a  me  sembra  dal  suo  rac- 
conto  che  il  cronista  sentisse  nella  propria  coscienza  l'accusa,  e,  scrivendo,  egli  cer- 
casse  di  scusarsi  innanzi  a    sfe   stesso,  affermando  che    la   sentenza  era  stata  pronun- 

,1  ziata  dal  Capitano  del  Popolo,  e  che,  sebbene  i  Priori  fossero  stati  interrogati  dal 
Capitano  sul  da  fare,  fecero  bene  a  lavarsene  le  mani,  poichfe  non  spettava  loro  inquisire 
e  giudicare^  Non  h  questa  una  vera  giustilicazione,  poichfe  in  altri  casi  i  Priori  si 
crano  ingeriti  negli  affari  del  Capitano  del  Popolo,  ma  essi  allora,  appunto  come 
costui,  avevano  paura  delPira  del  Popolo. 

'  Nel  febbraio  del   1380  Marchionne  ebbe  1'incarico  dai  Priori  di  recarsi   presso 

la  Compagnia  di  San  Giorgio ;  la  quale  era  penetrata  nel  territorio  fiorentino,  spe- 
rando  certamente  di  strappare  nuovi  patti  e  nuovi  denari  dai  Fiorentini.  "  Fui  man- 
"  dato  io,  scrive  lo  Stefani,  con  commissione  di  volere  sapere  dalla  detta  Compagnia 
"  se  volevano  osservare  i  patti  e  promissione,  che  durava  infino  a'  d\  XVII  d'agosto 

'5  "  prossimo,  e  che  se  volessero  osservare  che  io  m'  ingegnassi  per  xviii  mesi  o  per 
"  due  anni,  e  con  quella  condizione  medesima  gli  obbligassi  per  lo  meno  pregio  che  io 
"  potessi,,^  Le  trattative  andarono  un  po'  per  le  lunghe  il  20  marzo  Marchionne;  rife- 
risce  ai  Priori  ci6  che  aveva  fatto.  I  Priori  tennero  all'uopo  un  consiglio  segreto  con 
altri  ufliciali  del  Comune,  e  quivi  Nicola  da  Uzano  propose  :   "  quod  Marchion  Coppi 

•  "  Stefani  subito  remittatur  in  sotietatem  ad  procurandum  de  sciendo  omnia  et  quod 
"  scribat  sepe  „ '', 

"  Fummi,  narra  lo  Stefani,  comandato  di  tornare  indietro  e  diliberato  fu  ch'  io 
"  cercassi  concordia;  e  perch'  io  non  voUi  tanto  carico  solo  mi  fu  promesso  man- 
"  darmi  compagnia  „  ^     II  compagno  fu  messer  Bettino  Covoni,  cavaliere.    L'  impresa 

>  era  veramente  difficile,  poichfe  nella  Compagnia  erano  parecchi  dei  banditi  fiorentini, 
i  quali  speravano  che  all'avvicinarsi   delPesercito  a  Firenze   la   cittk  si  sarebbe   sol- 


'  Archivio  di  Stato  di  Firenze  -  Consulte  e   Pra-  ■*  Archivio  di  Stato  di  Firenze  -  Consulte   e   Pra- 

tiche  -  Reg.  N.  17,  c.  62*  (2  agosto  1379).  tiche  -  Reg.  18,  c.  91''  (21  marzo  1379,  stile  fior.). 

«  Rubr.  83S*.  6  Rubr.  849*. 

3  Rubr.  846», 


GXVI  .  INTRODUZIONE 


levata.  Giannotto,  siniscalco  di  re  Carlo  Della  Pace,  era  il  condottiere,  ed  egH,  lusin- 
f^ato  dalle  promesse  laute  dei  banditi,  aveva  imposto'  per  condizione  di  pace  con  il 
Comunc  l'obbHgo  di  accettare  i  banditi,  ed  intanto  egli  con  la  sua  Compagnia  cra 
gik  a  dodici  miglia  da  Firenze  scorazzando  il  contado.  "  Messer  Bettino  ed  io, 
"  scrive  lo  Stefani,  fummo  da  lui  dicendogli  lo  danno  che  era  stato  fatto  „,  ed  accu- 
sando  la  Compagnia  di  aver  rotto  i  patti  gik  stipulati.  Piij  degli  ambasciatori  pe- 
raltro  valsero  a  farlo  allontanare  dal  contado  alcune  milizie,  assoldate  dal  Comune, 
che  gH  si  mossero  contro  e  Tobbligarono  a  ritirarsi  verso  Empoli.  "  Allora,  scrive 
"  lo  Stefani,  messer  Giannotto,  quando  si  vide  non  aver  fatto  nulla,  pentissi  non  aver 
"  fatto  l'accordo,  e  tolto  i  danari,  siccome  messer  Bettino  ed  io  gli  proferimmo,  e  1 
"  rimand6  a  Firenze  messer  Giovanni  Cancellieri  da  Pistoia  ed  Ugolino  delle  Grotte 
"  a  Mare  a  cercare  concordia.  Li  quali  furono  ricevuti,  e  dato  parole  e  tolto  pa- 
"  role  „  *.     II  pericolo    era  scampato,    e    messer  Giannotto  rimase  a  bocca   asciutta. 

Nel  luglio  del   1380  Marchionne  era  in  cittk,  e  partecipava  ad  un  Consiglio  di 
richiesti,  nel  quale  esponeva  le  sue  opinioni  intorno   ai  mezzi  da  adottare  per   ripa-  1 
rare  alle   tristi  condizioni  finanziarie  del  Comune,  ed  intorno  alla  condotta  da  tenere 
con  le  milizie  mercenarie  e  con  gli  Aretini  ^ 

L'operositk  politica  di  Marchionne  non  si  an-esta:  nelPagosto  di  quell'anno  era 
ambasciatore  dei  Fiorentini  a  Bologna  per  farli  partecipare  ad  una  lega  con  alcune 
cittk  di  Toscana.  Era  una  di  quelle  leghe  sollecitate  dalla  comunanza  di  pericolo 
per  le  bande  di  ventura.  Le  cittk  piii  minacciate  solevano  assoldare  (per  tenerli 
lontani)  quelli  stessi  che  minacciavano  il  loro  territorio.  Nel  settembre  deIl'anno  prece- 
dente  era  stata  conclusa  una  simile  lega  tra  Fiorentini  e  Bolognesi  di  1200  lancie;  alla 
quale  non  avevano  voluto  partecipare  i  Sanesi,  i  Pisani  ed  i  Lucchesi.  La  nuova 
lega  era  invece  sollecitata  da  quest'ultimi  che  avrebbero  desiderato  la  partecipazione 
dei  Bolognesi  mercfe  1' intercessione  dei  Fiorentini.  A  tal  uopo  era  stato  mandato 
Marchionne  a  Bologna,  e  pare  dalle  Consulte  che  vi  si  trattenesse  per  qualche  mese 
nella  speranza  di  attirare  i  Bolognesi.  Nel  31  agosto  un  consigliere  proponeva: 
"  quod  revocatio  Marchionnis  non  fiat  ad  presens  „  ® ;  1'  8  settembre  invece  altri  pro- 
poneva:  "  quod  scribatur  Marchionni  quod  redeat„*;  e  dello  stesso  avviso  era  un 
altro  consigliere  del  10  settembre  ^  Verso  quel  tempo  egli  dovette  effettivamente 
far  ritorno,  non  essendo  riuscito  nell'  intento  "  perocchfe,  scrive  egli  stesso,  i  Bolognesi 
"  sdegnarono  che  eglino  (i  Sanesi,  i  Pisani  ed  i  Lucchesi)  perchfe  e'  non  vollono  intrarvi 
"  loro  l'anno  passato  „  ^ 

Rubr.  853*.  "  officialibus  bonorum  rebellium,  et^repetatur  pecunia  a   ' 

*  "  Marchion  Coppi  Stephani  dixit  quod  ab  omni-  "  Regina  „.     (Archivio  di  Stato   di  Firenze    -    Consulte 

"bus  solUcite  exigatur    illud  quod  debent    Comuni,   et  e  Pratiche  -  Reg.  N.  i8,  c.   131',  3  luglio  1380). 
"  si  non  sufficit  ponatur  extimum.     Gentes  reconducan-  ^  Archivio  di  Stato  di  Firenze  -  Consulte  e   Pra- 

tur  et  non    dimittantur    ad   presens,   sed  pro    minori  tiche  -  P.eg.  N.  19,  c.  44'. 
"tempore  firmentur  quam  fieri  potest.  Super  facto  Are-  ■•  Id.  -  Consulte  e  Pratiche  -  Reg.  19,  c.  ja'- 

"  tinorum  mittatur  pro  domino   Azone  et  pro  oratori-  »  Id.  -  Consulte  e  Pratiche  -  Reg.  19,  c.  54'. 

•  bus  Aretinorum  qui  veniant  huc,  tamen  super  hls  pro-  «  Rubr.  863*. 

"videatur  per  dominos  et  CoUegia:  et  detur  plenabalia 


INTRODUZIONE  CXVII 


L'ultima  volta  che  Marchionne  compare  nelle  Consulte  h  nei  9  gennaio  1381. 
Si  agitava  allora  la  questione  di  un'altra  lega  ben  pih  importante  e  d'interesse  po- 
litico,  alla  quale  il  Comune  di  Firenze  era  stato  invitato  da  Bernab6  Visconti.  Questi 
voleva  per5  che  si  stabilisse  una  lega  offensiva  e  difensiva  non  solo  contro  le  bande 

5  di  ventura,  ma  contro  i  nemici  d'oItralpe,  intendendo  con  questo  alludere  anche  al 
Re  d'Ungheria.  La  qual  cosa  non  pareva  opportuna  ai  Fiorentini,  forse  per  ra- 
gione  commerciale,  ed  essi  trattarono  pih  volte  dell'argomento  in  consigli  segreti;  in 
uno  dei  quali  del  9  gennaio  1381  partecipava  il  nostro  Marchionne  che  rimetteva 
la  decisione  delPaffare  agli  Otto  di   Balia  ^. 

0  Nel  luglio  di  quelPanno   1381,  Marchionne  ebbe  l'onorevole  incarico  di  recarsi 

come  ambasciatore  dei  Fiorentini  in  Germania  presso  1'  imperatore  Venceslao.  II 
quale  fin  dal  1379  alla  morte  del  padre  Carlo  IV  aveva  mandato  ai  Fiorentini,  come 
solenne  ambasciatore,  Corrado  Kreyg  per  dar  notizia  al  Comune  del  suo  avvenimento 
al  trono,  per  offrire  la  sua  amicizia,  e  piti  che  per  altro  per  avere  con  gli    omaggi 

5  dei  Fiorentini  una  buona  somma  di  fiorini.  Le  gravi  condizioni,  in  cui  si  trovava 
il  Comune,  non  avevano  reso  possibile  una  sollecita  risposta,  la  quale  del  resto  con- 
veniva  di  ritardare  per  prender  tempo  al  pagamento  della  somma  richiesta.  Final- 
mente  nel  25  luglio  del  1381  furono  mandati  ambasciatori  messer  Niccol6  da  Ra- 
batta,  Marchionne  di  Coppo  Stefani  e  Zanobi  Guidetti  ^    Durante  la  loro  dimora  in 

!0  Germania  a  Firenze  avvenivano  mutamenti  nel  Governo  che  indirizzavano  diversa- 
mente  la  politica  esteriore  del  Comune  ;  sicchfe  gli  ambasciatori  dopo  cinque  mesi 
e  diversi  giorni  tornarono  a  Firenze  senza  aver  concluso  quei  trattati  per  i  quali 
occorrevano  30  000  fiorini  ^ 

La  forma  democratica  del  Governo  delle  Arti  minori  in  quell'  anno  gik  tendeva 

'5  ad  una  forma  demagogica  per  1'  accordo  ibrido  di  alcuni  degl'  infimi  popolani  con 
altri  non  meno  ambiziosi  di  nobili  cittadini.  Tommaso  Strozzi,  Giorgio  Scali,  Feo 
di  Piero,  corazzaio  e  Jacopo  Scatizza,  cimatore,  erano  i  veri  padroni  della  cosa  pub- 
blica.  Contro  di  essi  la  reazione  si  manifest6  apertamente  al  principio  del  1382. 
Furono  costoro  abbattuti  nel  gennaio,  e  fu  data  la  Balia  a  diversi   cittadini   per   la 

iO  riforma  del  Governo.  In  essa  e  il  nostro  Marchionne  notato  nella  sua  stessa  cro- 
naca  come  gonfaloniere  della  Vipera  del  quartiere  di  Santa  Maria  Novella*.  E  que- 
sto  l'ultimo  atto  di  sua  vita  politica,  ed  h  assai  importante  perchfe  segna  in  parte  un 
mutamento  delle  sue  idee  politiche.  Egli  partecipa  a  quella  BaKa,  in  cui  furono 
strappate  molte  delle  conquiste  delle  Arti  minori,  e  in  cui  furono    distrutte   le    due 

>5  Arli  che  rimanevano  ancora  del  Popolo  minuto.  Certamente  gli  eccessi  della  de- 
magogia  avevano  turbato  lo  spirito  del  cronista,  e  lo  avevano  allontanato  da  quelle 
idee  democratiche,  che  egli  da  giovane  aveva  caldamente  sostenute,  prima  che  quelle 


1  Archivio  di  Stato  di  Firenze  -  Consulte  e  Pra-  ^  Rubr.  89S*. 

tiche  -  Reg,  ig,  c.  loz"".  ■*  Rubr.  903*. 

'  Rubr.  895*. 


CXVIII  INTRODUZIONE 


idee  fossero  divenute  in  pratica  preda  di  ambiziosi  o  di  incoscienti;  tuttavia  non 
nascondo  clie  b  pur  doloroso  che  egli  partecipi  a  quella  Balfa  che  abbatte  quel  Go- 
verno  delle  Arti  minori,  durante  il  quale  appunto  egli  aveva  ottenuto  gli  onori  su- 
premi  del  suo  Comune.  Di  questa  nuova  Balfa  forsc  egli  non  prevedeva  gli  ultimi 
effetti ;  non  molto  tardi  per6  se  ne  accorge,  e  nota  quasi  a  scusa  del  suo  primo 
errore  :  "  Pare  da  gran  tempo  infino  a  quel  dl  (febbraio  1382)  che  le  Balfe  hanno 
"  dato  di  male  ragioni,  e  molte  volte  le  Bah'e  a  fine  di  bene  si  danno,  e  molto 
"  spesso  s'usano  in  mala  parte  „^ 

A  mano  a  mano  che  le  leggi  promulgate  miravano  a  dare,  con  lo  sfogo  di 
vendette  da  tempo  represse,  il  sopravvento  a  Nobili  e  Popolani  grassi,  egli  si  turba 
ed  ha  per  essi  fiere  parole  di  rimprovero  ^  L'  animo  suo  democratico  si  rivela  an- 
cora  una  volta;  e  forse  allora  volontariamente  egli  si  ritir6  dalla  vita  politica ;  certo 
h  che  dal  gonfalonierato  di  Compagnia  del  gennaio  del  1382  Marchionne  piu  non 
compare  tra  gli  ufficiali  del  Comune  ;  e  il  non  vederlo  immischiato  tra  gli  atti  di 
vendetta  e  di  tirannide  di  una  oligarchia,  che  si  assise  allora  nel  Comune,  torna  ad 
onore  del  popolano  sincero  e  prudente  amatore  di  libertk  senza  eccessi,  quale  fu 
appunto  Marchionne  di  Coppo  Stefani. 


*  * 


Un'ultima  ricerca  ho  fatto  intorno  alle  idee  politiche  dello  Stefani  per  stabilire 
quale  rapporto  corra  tra  gli  atti  di  vita  politica  del  cronista  e  le  idee  da  lui  mani- 
festate  nel  corso  della  cronaca. 

In  quanto  alPImpero  egli  ^  ben  lontano  dalPassegnare  ad  esso  quelPalta  fun- 
zione  politica,  che  ncl  principio  aveva  avuto,  e  che  in  seguito  eragli  stata  inutil- 
mente  attribuita,  nella  speranza  di  restaurare  le  sorti  dell'  Italia,  da  poeti  e  da  filosofi 
nelle  loro  nobili  ma  poco  pratiche  aspirazioni  politiche.  Lo  Stefani  vede  nell'  Impe- 
ratore  uno  straniero  che  ha  interessi  contrari  a  quelli  dei  Comuni  italiani,  vede  uno 
straniero,  di  cui  e  sempre  funesta  la  intromissione  ncgH  affari  politici  delle  citth  ita- 
lianej  vede  finalmente  in  esso,  o  colui  che  ccrca  di  farli  strumenti  dei  Signori  italiani 
per  dominare  su  tutti,  o  colui  che  fe  fatto  strumento  di  quei  Signori  piii  abili  politici 
di  lui.  Queste  idee  lo  Stefani  manifesta  principalmente  a  proposito  di  Ludovico  il 
Bavaro  e  di  Carlo  IV  di  Boemia.  Del  primo  nota  I'  ingratitudine  per  il  trattamento 
crudele  usato  verso  i  figli  di  Castruccio  Castracane,  che  era  stato  "  il  principale  uomo 
"  per  cui  il  Bavaro  ebbe  la  corona  „^;  ed  il  cronista  conclude  :  e  cosl  interviene 
a  chi  vuole  fare  Signori  i  forestieri;  ed  intervenga  quello  e  peggio  „  *.  Di  Carlo  IV  di 
Boemia,  notando  la  incoronazione  avvenuta  nella  Pasqua  di  Resurrezione  del  1355,  lo 
Stefani  sarcasticamente  scrive :  L'  imperatorc   "  per  rendere  guidardone  a  Dio,  che  ri- 


'  Rubr.  908».  3  Rubr.  442' 

*  Rubr.  908*.  *  Rubr.  442» 


INTRODUZIONE  CXlX 


suscit5  il  suo  figliuolo,  egli  risuscitb  e  favoreggib  li  tiranni,  e  chiunque  gli  don6  da- 


1 


Dair  Impero  alla  Chiesa :  Premetto  che  lo  Stefani  era  un  credente,  e  che  ma- 
nifesta  apertamente  fede  cattolica  nella  sua  cronaca  e  nel  suo  testamento.  Egli  per5 
vissc  in  un  tempo  in  cui  le  relazioni  tra  il  Papato  e  il  Comune  fiorentino  erano 
state  assai  aspre.  Da  un  lato  lo  svolgimento  della  democrazia  fiorentina  compor- 
tava  l'  abolizione  di  ogni  privilegio  sotto  qualunque  forma  ecclesiastica  si  presentasse, 
dallaltro  lato  la  politica  del  Papato,  che  tendeva  alla  formazione  di  un  principato 
della  Chiesa,  aveva  messo  in  contrasto  gli  interessi  del  Papato  con  quelli  di    diversi 

1!  Comuni  italiani.  Pertanto  avveniva  che  nella  medesima  persona  era  sovente  in  dis- 
sidio  il  cattolico  rispettoso  all'  autorita  del  Pontefice  ed  il  cittadino  geloso  della  in- 
dipendenza  e  della  liberta  del  proprio  Comune.  Nello  Stefani  l'amore  al  suo  Co- 
mune  non  cancella  nh  attenua  la  sua  fede  cattolica  ;  ma  ispira  talvolta  odio  contro 
quegli  ecclesiastici  che  a  capo  di  masnade  straniere  cercavano  di  ricostituire  lo  Stato 

1:  della  Chiesa  e  minacciavano  la  libertk  della  sua  Firenze  f.  Egli  giustifica  gli  atti 
di  ribellione  alla  Chiesa  durante  la  guerra  degli  Otto  Santi,  e  venendo  a  parlare 
della  legge  del  1344,  con  la  quale  era  tolto  il  privilegio  di  foro  degli  Ecclesiastici, 
egli,  sebbene  non  troppo  favorevole  a  quelli  che  avevano  promulgato  quella  legge, 
tuttavia  la  trova   necessaria  e  giusta   "  seguendo    i    chierici    molti    soperchi    in    molti 

2<  "  modi ;  ed  infra  i  quali  erano  molti  Grandi  e  Popolani  grassi,  li  quali  batte- 
"  vano  ed  oltrdggiavano  li  minuti,  e  cognizione  non  era  appo  li  secolari  rettori  „  ^ 
Questa  legge  adunque  h  un  effetto  necessario  di  quella  democrazia,  pur  credente, 
e  pur  cattolica;  lo  Stefani  ne  comprende  il  valore  serenamente  e  giustamente.  La 
spicgazione  da  lui  data  acquista  maggior  merito,  se  si  pone  accanto  a  quella  fomita 

2  da  suoi  contemporanei,  e  precisamente  a  quella  data  da  un  suo  concittadino,  Gino 
Capponi,  il  seniore,  che  giudicava  quella  serie  di  leggi  e  di  provvedimenti  militari, 
presi  dal  Comune  contro  la  Chiesa,  come  il  peggior  peccato  dei  Fiorentini,  il  quale 
aveva  attirato  il  castigo  di  Dio;  ed  il  castigo  di  Dio  era  per  Gino  Capponi  il  tu- 
raulto  dei  Ciompi:  Questo   "  fu  il  guastamento  e  la  distruzione  di    nostra    cittk  e  fu 

3'  "  in  questo  modo:  Per  lo  peccato  commesso  contro  a  Santa  Chiesa  di  Dio,  perchfe 
"  non  rimanesse  impunito,  essendosi  per  li  mali  cittadini  di  Firenze  fatta  1'  impresa 
"  contro  a  Santa  Chiesa  efc^  promise  Iddio  dare  questa  disciplina  a  questa  nostra 
"  cittk  „  *  . 

In  quanto  al  Governo  della  citth  egli  h  contrario  a  quelle  consorterie  che,  alte- 

5  rando  il  loro  carattere  primitivo,  esplicavano  la  loro  forza  a  danno  del  Comune. 
"  Parve  sempre,  lo  Stefani  giustamente  nota,  che  quando  le  cose  trasformano  di  loro 
''  essere  che  non  ne  segua  appresso  cosa  nh  utile  nh  decente  „°.     E  venendo  altrove  piti 


'  Rubr.  669*.  *  GiNO  Capponi,  //  (umulto  dei  Ciomfi  In  Croni- 

2  Rubr.  616',  chette  antiche  edite  dal  Manni,  Firenze,  1733,  p.   3*7.         S 

'  Rubr.  497*  ^  rubr,  751».  5  Rubr.  495^ 


CXX  INTRODUZIONE 


specialmente  a  parlare  di  quella  potente  Consorteria,  quale  cra  divenuta  Parte  guelfa. 
che  usava  un'  arma  terribile  con  1'  ammonire  per  Ghibellini  i  nemici  della  Consor- 
teria,  lo  Stefani  scrive :  "  dico  che  bene  usassero  ragione  quanto  alla  legge  che  egHno 
"  ammunissono  li  veri  Ghibellini ;  lo  modo  non  era  onesto,  perocchb  negli  uffici  si 
"  dee  levare  odio  e  ira  „^.  Egli  quindi  si  mostra  contrario  ai  Ricci  e  agli  Albizz 
che  dividevano  le  cittk  in  sfette,  e  chiama  costoro  responsabili  di  molti  guai  avvenuti 
nel  Comune  " . 

Le  sue  idee  politiche  sul  regime  della  citta  abbiamo  gik  avuto  occasione  di 
mostrarle,  osservando  il  carattere  del  Governo  nel  tempo  in  cui  egli  ottenne  uffici 
pubblici,  notando  la  spiegazione  da  luijdata  delle  leggi  sul  foro  ecclesiastico,  su  cert< 
gabelle,  sul  Monte;  ed  egli  non  ha  alcuna  reticenza  nel  ripetere  che  i  piccoli  sono 
quelli  che  sempre  pagano  le  spese,  concludendo  nel  racconto  di  certe  ingiustizie: 
"  Sempre  va  lo  male  per  li  meno  possenti,  che  li  grossi  pesci  e  bestie  rompono  k 
"  reti  n*^;  ed  altrove:  "  e  dicesi  tuttodi:  il  piccolo  non  ha  rubato  il  Comune,  ma  li 
"  grossi  si  „*. 

Non  si  creda  con  questo  che  egli  fosse  un  fautore  del    Popolo   minuto,    ne  un 
sostenitore  di  quella  uguaglianza   alla   partecipazione    al  Governo,    a    cui   tendevano 
dopo   il    1378  i  minuti    popolani,    uguaglianza    che    parve    quasi    un   fatto   compiuto 
al  principio  del   1379,  quando  fu  fatta  una  uguale  partizione  degli  uffici  tra  le  settc 
Arti  maggiori  e  le  sedici    minori.      "  Questo    agguagliare,    nota   lo    Stefani,    vi   mise 
"  molti  minuti  che  non  lo  meritavano,  ma  i  i  buoni  uomini  pure  v'  intrarono,  comec- 
"  chfe  questo  agguagliare  non  fosse  buono  „^.     Si  noti  che  tra  le  sedici  minori  Arti 
le  ultime  due  erano  ancora  di  quelle    create    durante    il    tumulto    dei   Ciompi.     Ap- 
punto  per  tale  elemento  il  cronista  giudica    non  buono    "  questo    agguagliare  „.    Nc 
lascia  occasione  di  dirne  male;  cosi  narrando  dei  tempi  del  Duca  d'Atene  egli  scrivc 
che  i  cittadini   "  veggendo  magnificare  la  gente  minuta  e  scardassieri    ed   innalzargli' 
"  sdegnarono  forte  di  ci6,  perchfe  era  fuori  d'ogni  umana  e  divina    ragione  „^     Lc 
Stefani  narrando  di  quei  tempi,  in  cui  ebbe    principio    1' innalzamento  o  il  tentativc 
d'innalzamento  dell'infima  classe  sociale,  vi  trasporta  quei  giudizi,  quella  passione  del 
tempo  in  cui  egli  vive,  quando  l'infima    classe  era   come    fiume    ingrossato,    nh  pitBO 
alcun  argine  era  potente  a    trattenerlo.     Lo    Stefani   nella   sua    indignazione    contrc 
i  minuti  ha  talvolta  per  essi  1'amaro    sarcasmo,    che    certamente    non   gli   fa   onore: 
"  Ma  pure  gli  scardassini  che  furono  quelli  che  molto  favorirono  il  Duca  alla  piazz; 
"  gridando  {il  giorno  della  sua  elezione  a  Signore),  fatta  la  festa,  tornarono  a  scai 
"  dassare  e  a  guadagnare  lo  pane  „'.     Piii    che  gli  scardassieri  dei    tempi  del  Ducij; 
egli  ha  in  mente,  cosi  scrivendo,  gli  scardassieri  dei  suoi  tempi,  quelli  delPArte  de 
Popolo  di  Dio,  cacciati  e  oppressi  dopo  il  tumulto  dei  Ciompi. 


!0 


1  Rubr.  674».  6  Rubr.  8i3». 

•  Rubr.  725».  6  Rubr.  575». 

•  Rubr.  685».  '  Rubr,  SiCK 

•  Rubr.  575». 


INTRODUZIONE  CXXI 


Forse  per  questa  prevalenza  a  cui  tendevano  gV  infimi  popolani,  e  che  degenerava 

in  tirannide  demagogica,  e  forse  anche  per  quella  mutabilitk  che  era  inevitabile  nel 

Comune,  lo  Stefani  esprime  talvolta  pensieri  che  appaiono  in  aperta   contraddizione 

con  i  suoi  principi  democratici,  e  scrive :    "  meglio  mena  una  faccenda  uno  Signore, 

.  "  ch'  fe  solo  a'  fatti  suoi,  che  uno  Comune  che  sono  assai  „  *. 

I  pericoli,  che  la  libertk  seco  trascina,  turbano  sovente  i  piti  caldi  fautori  di  essa,  e  li 

arrestano  quasi  smarriti  nella  via  che  avevano  impreso  per  la  pifj  larga  e  la  piii  diritta. 

Tale  e  lo  Stefani  che  vive  in  un  periodo  agitato,    dove  seguono  le  forme  politiche 

piii  varie :  dalla  tirannide  di  Parte  guelfa  ai  tumultuosi  tempi  dei  Ciompi,  aII'oIigar- 

l!  chia  delle  Arti  maggiori ;  ed  in  tale  periodo  egli,  che  aveva  abbracciato  la  Demo- 

crazia  delle  Arti  minori,  come  la  piii   conveniente,    e    che   aveva    visto    1'  inefficacia 

di  essa,  le  discordie  e  le  congiure  che  I'avevano  afflitta,  prova  una  certa  delusione 

,  ed  esprime  un  pensiero  che  forse  h  sintomo  di  un  occulto  bisogno,  il  quale  in  modo 

'  indistinto  e  confuso  si  agitava  nella  coscienza  di  quella  societh  che  fatalmente  piegava 

1  ad  una  forma  politica  nuova :  la  Signoria. 

Lo  Stefani  pertanto  segna  nella  storiografia    fiorentina    un   momento    corrispon- 
dente  ad  un  periodo  politico    della   vita    del    Comune,    siccome  prima    di    lui    Dino 
Compagni  e  Giovanni  Villani,  cittadini  onesti  e  lodevolissimi  cronisti,  avevano  rap- 
i  presentato  i  due  periodi  precedenti  della  storia  del  glorioso  Comune. 


Riibr.  387^. 

NlCCOLO    RODOLICO. 


c<^ 


CRONACA  FIORENTINA 


DI  MARCHIONNE   DI  COPPO   STEFANI 


«*•: 


ABBREVIAZIONI 


A,  =  Codice  asiniano  (Bibl.  Naz.  di  Firenze,  11,  lll,   ll6). 
G.  —  Codice  giordaniano  (Bibl.  Laurenz.  di  Firenze,  Ashbum.  821). 
/.  =  Edizione  del  jiadre  Ildefonso. 


lENSANDO  quanto  e  a  grado  agli  uomini  trovare  cosa  che  riduca  a  memoria  le  ^'pf lx"!"^"' 
cose  antiche  e  spezialmente  i  principii  e  le  origini  delle  citt^  e  schiatte  e  le 
istorie,  io  Melchionne  di  Coppo  Stefani,  cittadino  di  Firenze,  mi  puosi  in  cuore 
di  durar  fatica  e  mettere  tempo  e  sollecitudine  in  ritrovare  libri  e  scritture,  ac- 
.cio  che  io  potessi  chi  di  cio  avesse  vaghezza  riducere  loro  a  memoria  la  edificazione  della 
citta  di  Firenze  e  la  esaltazione  di  quella  e  i  modi  della  vita  de'  cittadini  e  i  reggimenti  della 
citth.  E  pensando  quanto  essa  citta  h  magnifica  al  nostro  tempo,  porremo  nella  presente  scrit- 
tura  le  magnifiche  e  vertuose  opere,  le  magnanime  imprese,  li  giusti  ordini  e  leggi,  Tesalta- 
zione  d'essa,  '  l'eccelse  vittorie,  le  sofistiche  astuzie  e  i  muovere  gli  animi  a  imprese  notabili  e  p.  lxxx 
eghe  fare,  li  vittoriosi  cittadini  e  gli  strenui  cavalieri  a  seguire  e  magnificare  lo  imperio  e  il 
magistrato  di  quella ;  ed  e  converso  gli  emoli  di  quella  ed  i  perversi  cittadini  e  le  loro  crudeli 
operazioni  a  volere  lo  stato  di  quella  usurpare  e  in  isterminio  mettere  e  contro  essa  venire,  ed 
opporsi,  ed  in  quella  generare  divisioni,  sette,  congiure,  parti,  brighe,  battaglie  ed  uccisioni,  e 
solo  a  loro  proprio  utile  ed  onore  volerla  riducere  a  loro  potere.  E  pensando  questa  opera 
quanto  e  alla  mia  insufficienza  grave,  nondimeno  sperando  nel  sommo  ed  unico  Bene  trovare 
grazia,  che  col  suo  aiutorio  rechero  a  perfezione  la  impresa;  considerando  che  chi  vorra  leg- 
gere  sara  moUo  ammaestrato,  e  dal  reggimento  passato  se  in  cio  si  dilettera  per  lo  futuro  potra 
esemplo  prendere;  e  perch^  cosl  il  laico  come  il  litterato  di  cio  possa  prendere  frutto  in  vol- 
gare  latino  scriveremo.  E  per  volere  alUeffetto  venire  della  impresa,  cominceremo  dalla  edifi- 
2(ficazione  di  Firenze,  e  per  potere  meglio  quella'  dimostrare  ci  conviene  fare  da  chi  fu  lo  edi-  p.  lxxxi 
catore,  e  volendo  trovare  quello,  perche  e'  fu  romano,  ci  conviene  trovare  la  nazione  di  quello, 
e  per  avere  appieno  ci  conviene  vedere  la  edificazione  di  Roma,  e  trapassare  chi  edifico  Roma; 
e  ci  f aremo  da  quegli  che  prima  cominciarono  a  f are  abitazioni  e  cittadi ;  e  per  averlo  ap- 
pieno  ci  faremo  da  Adamo;  e  fia  dilettevole  a  saperlo  e  il  frutto  averne  non  fia  sanza  utilitk. 

A.UBRICA  1*  —  Comc  e  in  chc  modo  fu  il  ■princi-pio  dci  frimi  tiomini;  e  al  fine  della  discissione  dei  /.,  Lib.  i,  p.  i 
■primi  uomini  cioe  d'Asia,  d'Affrica  c  della  Eurofia;  del  seguito  cke  segui  dei  loro  discendenii. 


_   Truovasi  nella  santa  Scrittura,  nel  Genesi,  come  nostro  Signore  Iddio  cre6  di  niente  il 
mondo  e  lo  primo  uomo  Adamo  e  la  prima  femmina  Eva,  la  quale  Eva  per  compagna  diede 


3.  nu  puosi  ia  cuore]  mi  proposi  con  animo  A.  —  4.  ed  ogni  scrittura  /.  —  5.  riducere  ad  memoria  C? 
riducere  a  niemoria  /.  —  8.  le  magnifiche.. .  ordini]  Ic  magnifiche  imprese,  li  giusti  ordini  G.;  raagnifiche  e  vitto- 
riose  opere  le  magnaninie  imprese  li  giusti  ordini  /.  —  lo.  virtudiosi  A.  —  11.  maestrato  /.  —  1%.  sommo  e  inelTa- 
bile  Trino  ed  Uno  Bene  G.  —  16.  impresa]  infixa  G.  —  18.  laico]  vulgo  G.  —  24.  frutto  averlo  non  sara  sanza 
utile  G.;  senza  utUita  /. 

MuRATORi,  Rer.  It.  Scrijii.,  Tomo  XXX,  parte  l  —  i. 


CRONACA  FIORENTINA 


ad  Adamo,  acciocchfe  riempiessono  la  terra;  i  quali   ebbono   piii    figliuoli;   e   verremo  sol-, 
a  quelli  di  cui  vorremo  fare  distinzione.     Infra  gli   altri   ebbe  un  figliuolo,  nome  Set.    D, 
Set  prendiamo  Enos  e  di  Enos  Cainan,   di  Cainan  Malabeel,   di  Malabeel   laret,   di   lare 
Enoc,  di  Enoc  Matussalem,  di  Matussalem  Lamec,  di  Lamec  No^,  lo  quale   fece  l'arca  o 
/.,  I,  j       cui  tempo  fu  il  grande  diluvio'.     Questo  No^  ebbe  tre  figliuoli,  de'  quali  discesono  genera  . 
zioni  assai;  li  quali  tre  figliuoli  le  generazioni  loro  abitarono  e  riempierono  il  mondo,  e  no! 
minarono  le  provincie,  ciob,  prima  Asia,  Africa  et  Taltra  Europia.     Chi  volesse  piu  appienc 
quanti  figliuoli  et  quali  furono  le  schiatte,  si  truovono  nella  santa  Scrittura  e  in  piii  luoghi 
e  per6  passeremo  a  nostra  materia,  e  verremo  a  quello  ch'  b  di  necessitk  a  nostra  materia,  i 
diremo  delle  tre  parti  del  mondo  succintamente  col  nome  di  Dio.  ;1( 

RuBRicA  2*  —  Della  ■prima  farte  dcl  mondo,  cioe  dclVAsia,  c  di  chi  Vahito. 

Asia,  come  appare,  h  quasi  la  metk  della  terra  abitabile,  e  confinasi  cosi:  che  il  prin 
cipio  de'  suoi  confini  ^  il  Paradiso  deliciarum;  e  dalla  parte  di  tramontana,  ciofe  dalla  parti 
di  settentrione  dal  fiume  Tanai,  che  il  suo  fine  h  il  mare  maggiore;  e  dal  mezzodl  confin; 
col  diserto,  ch'fe  in  mezzo  tra  Soria  et  lo  Egitto,  e  per  lo  Nilo  fiume  infino  al  nostro  mare  l; 
e  quest'  h.  il  confine  del  mare.  Lasciamo  a  dire  le  provincie  di  terra.  Quest'Asia  si  abiti 
per  gli  discendenti  di  Sem  figliuolo  di  No^. 

/.,  I,  J       RuBRiCA  3*'  —  Dclla  seconda  farte  dcl  mondo,  cioe  d!Affrica,  st  s'abitb  da'  discndenti  di  Cam. 

~  Affrica,  ch'  h  posta  per  la  seconda  parte  del  mondo,  confinasi  da  levante :  parte  del  Nilo 
dal  mezzogiomo  insino  al  ponente:  Sibiglia'  e  '1  mare  di  Libia,  e  da  settentrione   il  mar(2( 
Adriano';   e  delle   sue   comprese  terre  ne  lasciamo.     Questa  parte   prima  si  abitoe   per  gl; 
discendenti  di  Cam.  , 

|| 

RuBRiCA  4"  —  Come  la  terza  ■parte  dcl  mondo,  cioe  di  Eurofiaj  si  s'abitb  come  di  sotto  si  dm  % 

et  de'  suoi  confini  c  dc'  fiumi.  j . 

Europia,  ch'e  posta  per  la  terza  parte  del  mondo,  si  confina  cosi.  Dal  levante,  cioi2! 
dal  fiume  chiamato  Tanai,  il  quale  fiume  h  in  Cumania  e  scende  nello  mare  della  Tana,  . 
va  per  la  Riviera  infino  a  Gostantinopoli  e  tutta  Grecia,  e  viene  per  lo  golfo  di  Vinegia' 
e  cierca  il  corno  d'Ausonia,  il  mare  di  Puglia,  Cicilia,  Napoli,  Genova  e  Spagna,  e  va  in 
fino  in  Francia  e  Lamagna,  e  toma  in  Ungaria  per  terra  Bogaria  al  fiume  detto  di  sopri 
Tanai;  ed  h  la  meglio  abitata  terra  del  mondo,  perchfe  h  la  piu  temperata  di  freddo  e  d3< 
caldo  che  Taltre  due.     Questa  s'abit6  prima  per  li  discendenti  di  laffet. 


/..  I, « 


RuBRicA  5' '  —  Come  la  gran  Torre  di  Babel  fu  edificata  da  JVebrot  e  ancora  la  distruziom 
cioc  la  divisione  delle  lingue, 

Avendo  fatta  menzione  della  divisione  del  mondo  in  tre  parti,  cio6  Asia,  Affrica  e( 
Europia,  ora  h  da  vedere  come  e  perch^  i  detti  discendenti  discendessono  nelle  dette  pro3: 

3.  discensione  A.\  dis(n-izione  /.  -  che  ebbe  nome  Sette  G.  —  3.  prendiamo]  nacque  A.  —  4.  Matassale  A.\ 
Matussalcn  G.  —  9-10.  ch'e....  Dio]  che  e  di  necessita,  e  diremo  le  tre  parti  del  mondo  succintamente  A.  —  13 
litiarum  A.\  diliziano  G.;  diliciarum  /.  —  36.  Romania  G.  —  38.  e  cerchia  il  corno  d^Ausonia;  cioe  il  m«r<] 
/.;  e  cierca  il  mare  A.  —  38.  per  terra  Soragia  al  fiume  detto  sopra  Tanai  /.;  per  terra  infino  al  fiurae  Tanai  A 

»  Stretto  di  GibUterra.  »  Mar  Mediterraneo. 


CRONACA  FIORENTINA 


'  Vincie  e  qual  f u  la  cagione.  Troviamo  per  la  santa  Scrittura,  che  anni ....  dalla  edificazione 
del  mondo  fue  lo  diluvio  di  Nofe,  e  poi  Nebrot,  figliuolo  di  Cus,  de'  discendenti  di  Noh 
in  questo  modo;  che  No^,  come  detto  b,  che  infra  gli  suoi  figliuoli  il  secondo  fue  Cam,  e 
di  Cam  nacque  Cus,  e  di  Cus  nacque  Nebrot,  il  quale  fue  gigante;  e  udito  il  giudicio  di- 
Svino  del  diluvio,  e  narratogli  quanto  avea  adoperato  ne'  mortali  in  disfare  rumana  ingene- 
razione,  e  presa  superbia  d'animo  e  ardire  f ece  nel  mondo  tre  cose  '  oltre  al  comandamento  /.,  i,  5 
di  Dio:  la  prima  che  esso  fu  il  primo  che  si  fece  signore  a  signoreggiare  tutte  le  schiatte 
dei  suoi  primi  parenti ;  la  seconda  che  esso  fece  adorare  gl'  idoli ;  la  terza  che  per  arroganza 
credette  essere  Dio  in  terra,  come  era  Iddio  in  cielo,  e  cosi  si  faceva   dire   e  di  cio  fece 

Kfonna,  e  pensossi  riparare  per  modo  che  Dio  nuocere  non  gli  potesse,  e  ordino  per  difen- 
zione  di  cio  una  torre  grandissima,  la  quale  voleva  conducere  per  modo  che  se  Iddio  per 
acqua  volesse  offendere  il  mondo,  lui  non  potesse  offendere.  La  quale  fue  di  circuito  ot- 
tanta  miglia  e  di  grossezza  di  muro  mille  passi  che  venieno  a  essere  a  misura  braccia  tre- 
mila  delle  nostre.     E  questa  superbia  Iddio  non  volle,  ma  mandowi  Iddio  il  suo  giudizio, 

Ifjmperocchfe  negli  edificatori  e  maestri  fece  che  una  lingua  che  s'aveva  in  tutto  il  mondo, 
,Ia  divise  in  lxxii,  onde  convenne  rimanere  il  detto  lavorio,  et  piu  non  segui,  e  rimase  ne- 
gli  anni  del  mondo,  cominciati  da  Adamo,  dumilia  trecento  settantatre,  ciofe  ^'"ccClxxii. 
'Erasi  fabbricato  nella  detta  torre  anni  cvii.  Di  questa  torre  dicono  le  storie  furono  le  mura 
in  che  si  rinchiuse  Babillonia  la  grande  del   grande   Soldano.     Per  questa   cagione   si  con- 

JCvenne  abitare  le  provincie  narrate  divise  in  tre  parti,  ciofe  Asia,  Affrica  ed  Europia,  peroc- 
chfe  insieme  non  istettero  per  la  superbia  di  Nebrot. 

OR.UBRICA  6*  —  Come  s'ahitb  Eurofia  et  in  Italia  et  -per  chi,  lasciando  Valtre  due. 

Perche  al  nostro  proposito  fa  al  presente  di  venire  a  ritrovare  come  si  ritruovi  la  edi- 
Ificazione  di  Firenze,   noi  verremo   all'ultima  parte,   cio^  Earopia,  a  vedere  come   s'abit6, 

2fIasciando  Taltre  due.  Troviamo  che  Attalo,  soprannominato  Attalante,  disceso  di  lafet  in 
questo  modo:  Attalante  fue  figliuolo  di  Tagran,  Tagran  fu  figliuolo  di  Tigras,  Tigras  fu 
figliuolo  di  Gomen,  Gomen  fu  figliuolo  di  lafet;  questo  Attalo,  chiamato  Attalante,  ebbe 
una  moglie  chiamata  Elettra,  e  come  detto  h  si  partl  del  paese  della  Babillonia,  ciofe  dalla 
Torre  di  Nebrot  coi  suoi,  ed  ebbe  quella  moglie,  e  venne  in  Europia,  ciofe  nelle  parti  d'  Ita- 

3Clia  nel  seno  d'Europia,  et  cercando   con   astrologi  la  piu  amabile  e  sana   contrada  trovoe' 
il  monte  di  Fiesole,  il  quale  h  oggi  sopra  Firenze,  e  qui  per  Taere  buono  e  per  molti  di-       /.,  i,  * 
licati  e  soavi  venti  e  buone  acque  e  nutricativo  paese  si  puose,  e  fece  la  citta  e  la  rocca, 
e  murolla  e  popoloUa  e  fecela  d'ogni  cosa  necessaria  abbondante,  e  poi  la  venne  ampliando 
d'uomini  e  di  case,  acconciolla  e  signoregioUa  con  tutta  la  provincia. 

3.'RuBRicA  7*  —  Come  e  fer  chi  fu  edificata  Fiesolc  nella  detta  farte  d!Eurofia. 

Attalante,  come  detto  e,  edifico  Fiesole  in  Europia  e  posele  nome  Fiesole,  ciofe  Fia  sola, 
'imperocche  altra  terra  in  Europia  non  era,  e  fu  edificata  anni ....   dal   cominciamento   del 


6-19.  e  presa  superbia , . .  del  grande  Soldano  seguo  in  qucsto  fasso  G.;  I.  segna  molte  lacune;  A.  manca  di 
■quesia  rubrica ;  giacche  il  cojiista  arrivaio  verso  la  fine  della  ruhrica  4^,  Ih  dove  si  farla  del  fiume  Tanai,  si  arresia 
con  un  etc.  sorvolattdo  il  resto  e  passando  sem'altro  alla  rubrica  6*.  //  taglio  fatto  i,  come  ho  notato,  in  relazione 
nlFindole  del  cofista  e  alla  materia  favolosa  qui  irattata,  —  35.  Attalo....  Attalante]  Attilo  ovvero  Attalante  A.\ 
•Attalo  di  sopra  nominato  Attalante  G.  —  27.  Attalo]  Attalao  A.  —  30.  e  cercando  gli  astrolaghi  la  pii  abile  c 
sana  trovorono  A.  -  amabile]  abile  /.  —  33-34.  e  poi....  provincia]  e  prima  la  riempie  d'uomini  e  di  case,  e  si- 
gnoregiolla  A,  —  35.  i.  Di  questa  rubrica  I.  forta  il  solo  titolo  con  il  seguente  avvertimento :  "  raanca  tutto  nel- 
1  originale  „.    Essa  invece  si  trova  fer  intero  nei  due  codici  A,  e  G,  dai  quali  affunto  la  riforto 


CRONACA  FIORENTINA 


/.,  I,  » 


mondo.    Ebbe  come  fe  detto  per  moglie  Elettra  figliuola  di  uno  Attalante  che  fu  re  di  Rieti  j 
dei  discendenti  di  Cam,  secondo  figliuolo  di  Nofe.     Nofe  ingenero  Cam;  di  Cam  Cus;  di  Cus 
Nembrotto,  di  Nembroti  Cres  che  prima  fu  figliuolo  e  re  di  Creti ;  di  Cres  Cielo ;  di  Cielo 
Satumo;  di  Saturno  Giove;  di  Giove  Attalante,  che  fu  padre  di  Elettra.     Della  quale  Elet- 
tra  et  Attalante  re  et  reina  di  Fiesole  nacquero  tre  figliuoli ;  l'uno  ebbe  nome   Italo,  il  se-  5 
condo  Dardano,  il  terzo  Sicano.     Di  Italo  fu  nomata  Italia,  perchfe   qui  in  Europia  rimase , 
et  in  Fiesole  re,  e  per  lo  suo  nome  Italia;  di  tutta  rimase  signore.     E  Dardano   n'and6  in ; 
Frigia  e  Sicano  in  Sicilia.     Veduta  la  edificazione   di  Fiesole,   il   perchfe  lasceremo  ora,  e 
quando  sark  tempo  ne  verremo  a  ci6.     Ancora  diremo  nella  seguente  rubrica  e  capitolo  di 
Dardano,  perocchfe  a  fare  ha  un  con  trattato;  ma  di  Sicano  che  poco  ci  tocca  diciamo  breve,  0 
perocch^  n'and6  in  Sicilia,  e  per  lui  cosi  si   nomin6   Sicilia  da    Siccano,   et  fece  progenie 
grande  et  cipt^  et  acquist6  provincie,  e  fece  grandi  cose. 

RuBRECA  8*  —  Come  Dardano  andh  in  Frigia,   cioe  in  luogo  ove  edifich  Dardania,  chc  foi 
fu  chiamata  Troia  la  grande,  di  cui  Roma  edijicata  fu  -per  JSnea;  foi  Firenze. 

Dardano  figliuolo  di  Attalante  re  di  Fiesole  si  parti  e  ando  in  Frigia,  cosi  chiamata  per  b 
lo  discendente  di  lafet,  la  quale  oggi   si   chiama  Turchia,   ed   6  delle  parti  d'Asia  in  circa; 
sul  qual  mare  fece  una  cittk  il  detto  Dardano  e  puosele  il  suo  nome,  clofe  Dardania;  e  que- 
sto  fu  dal  cominciamento  del  mondo  anni  dumila  dugento.     II  qual  Dardano  ebbe  un  figliolo 
il  qual  si  chiam6  Tritanio,  '  e  di  Tritanio  ne  nacque  Troio  ed  altri.     Ma  Troio  fu  valoroso 
molto  e  savio ;  onde  poi  per  lo  nome  suo,  sl  per  Taccrescimento  della  citta  e  del  reame  am-  C 
pliato,  mutato  fu  di  Dardania  nel  nome  di  Troio  in  Troia;  il  qual  nome  sempre  ritenne  il 
tutto  della  cittk.     E  perch6  non  si  perdesse  il  nome  di  Dardania  rimase  il  nome  di  Dardanial 
nella  fortezza  mastra  della  citta,  ch'era  grande  abitazione  con  fortezza  della  terra. 

RuBRiCA  9*  —  Come  e  quando  cioe  quanti  furono  i  discendenti  di  Troia  e  la  frima  distruzionc. 

Troio  figliuolo  di  Dardano  ebbe  tre  figliuoli,  de'  quali  il  primo  fu  Elion,  il  secondo  o 
Ansaraco,  il  terzo  Ganimedes.  Fu  Elion  uomo  di  gran  virtu,  e  f  ece  in  Troia  una  magnifica 
fortezza  del  suo  nome  nomata,  la  quale  ebbe  nome  Elion  e  fu  la  mastra  fortezza  reale.  Del 
detto  Elion  nacque  il  re  Laumedon;  di  Laumedon  nacque  Menelao  e  molto  grande  fece  la{ 
citta,  nondimeno  distrutta  fu.  Perocchfe  andando  lason  in  conquisto  del  veglio  del  montone 
deiroro  (con  seco  avea  Ercule  ed  altri  nobili  assai)  fugli  vietato  entrare  nel  porto  di  Troia  t 
e  fattogli  ingiuria,  donde  ne  furono  crucciati  e  dopo  racquisto  del  veglio  delForo  feciono 

armata  per  mare  e  per  terra  e  dopo  molto  guerreggiare  disf eciono  la  cittk '  negli  anni 

del  cominciamento  del  mondo;  e  fu  morto  re  Laumedon  in  quella  distruzione  e  menatane 
in  servaggio  la  figliuola  di  Laumedon  bellissima  chiamata  Ensiona,  e  tenuta  per  femmina 
dal  re  Talamone;  et  rimase  vivo  il  figliuolo  di  Laumedon,  ci6  fu  Priamo,  valoroso  uomo.    '■ 

RuBRicA  10*  —  Come  Priamo  edifico  da  ca-po  la  seconda  Troia  di  grandissimo  giro  et  moUo 
magnifica  di  fofolo. 

Priamo  figliuolo  di  Laumedon  torn6  ove  stata  era  Troia,  e  raccolse  le  reliquie  delle  casei 
e  degli  abitatori,  e  con  aiuto  e  forza  de'  parenti  ed  amici  redific6  la  detta  cittk  maggiore, 

I.  ^»j  ed  in  seguito  A.  ha  semfre  Ries  e  Rieti  al  fosto  di  Cres  e  Creti  di  G.  —  lo.  per6  che  rifaremo  altro 
trattato  G.  —  i6.  d'Asia  in  circa]  di  Frisia  in  Grecia  A.',  d'Asia  in  Grecia  /.  —  21.  Troio]  Troiolo  G.  —  23.  I. 
ed  A.  fortezza  della  maestra  entrata  della  citta  /.  cd  A. ;  la  lezione  fortezza  mastra  che  ho  accettaio  e  data  da  G.;  Mastra| 
fortezza  si  ritrova  nella  ruhrica  seguente  di  I.  e  di  A.  —  39.  del  vello  d'oro  /.;  del  vello  dell'oro  A.  —  30.  vietato| 
Tcntrata  di  Troia  /.;  vietato  Tentrare  di  Troia  A.  —  34.  Isiona  A.;  Esione  /.  'S 


CRONACA  FIORENTINA 


che  prima  non  era,  tanto  che  ella  era  poi  la  maggiore  del  mondo.  Chi  volesse  la  storia  sa- 
pere  cerchi  Virgilio,  il  troiano  Dares  ed  altre  croniche,  ma  non  s'aspetta  a  nostra  materia, 
se  non  Teffetto.  Priamo  ebbe  piu  figliuoli  legittimi  e  naturali  e  de'  piu  prodi  uomini  del 
mondo;  ed  in  effetto  per  vendicare  la  morte  delFavolo  e  la  ingiuria  d'Ensiona  ch'era  te- 
nuta  per  femmina,  mandorono  in  Grecia  e  rubarono  Elena,  la  piu  bella  donna  del  mondo, 
moglie  del  re  Menelao  di  Grecia;  donde  nacque  guerra  grandissima.  E  fu  edificata  negli 
anni ....  del  cominciamento  del  mondo. 

RuBRiCA  11'"  —  Coinc  Menelao  menh  la  gente  in  Troia  e  distrussela  e  canfponne  JSnca  con       /.,  i,  9 
moUi  altri. 

1  Menelao,  toltogli  per  Paris  figliuolo   di  Priamo  la  bella  Elena,  raguno  grande  esercito, 

ed  in  effetto  assedio  Troia,  ove  mori  di  molti  nobili  da  Tuna  e  Taltra  parte,  e  Paris  di  Troia 
ed  Ettorre  e  Troiolo  ed  Achille  ed  altri  nobili  Greci.  Ed  ultimamente  stati  ad  assedio  dieci 
anni  e  undici  mesi  e  quindici  dl,  fatte  molte  battaglie  e  molte  triegue  si  dice  si  ebbe  per 
tradimento  e  disf eciono  Troia ;  della  quale  alquanti  scampati  si  f urono ;  infra  quali  fu  Enea 

}  col  padre  vecchio  ed  uno  suo  figliuolo  detto  Ascanio.  Questa  distruzione  di  Troia  la  se- 
conda  volta  fu  dal  cominciamento  del  mondo  anni  1265.     Chi  volesse  le  dette  storie  piu  pie- 

'  namente,  le  cerchi  come  di  sopra  ^  detto. 

RuBRicA  12*  —  Comc  Enca  scamfato  di  Troia  arrivb  in  Italia  et  gueUo  che  fece. 

Enea  scampato  di  Troia  col  padre,  col  figliuolo  e  con  molti  altri,  armate  galee  e  legni, 

1  errando  piu  paesi  e  molte  navi  perdute  e  genti,  ed  il  padre  in  Cicilia  sotterrato,  ultimamente' 

in  capo  di  anni  tre  o  circa  arriv6  in  Italia.  Fu  Enea  della  schiatta  di  Dardano,  che  venne  da  /.,  i,  lo 
Fiesole,  che  edifico  Troia,  come  dicemmo  adrieto  nel  capitolo  suo,  Ansaraco  figliuolo  di  Troio 
e  fratello  d'EIion;  di  Ansaraco  Daffino,  di  Daffino  Anchises,  d'Anchises  Enea,  di  cui  fac- 
ciamo  menzione.  Errato  e  capitato  in  piu  luoghi,  ultimamente  capito  in  Tevero  sulla  riva 
4  di  Albola,  e  quivi  fermato  feciono  fossi  e  steccati  e  case  di  legname  de'  loro  navilj ;  e  quel 
luogo  f u  poi  citta,  chiamata  Ostia ;  e  quelli  del  paese  assai  lo  contastarono  e  combatterono ; 
ed  ultimamente  Enea  vinse  e  tenne  il  campo  per  suo,  e  fecevi  la  detta  citta. 

RuBRiCA  13''  —  Come  Enea  cafito  in  Italia,  e  come  tolse  moglie   ed  ebbene  jigliuoli;  e  di 
TMtino  c  di  stid  antichita, 

c  Enea  capito  nello  paese  italico,  dove  signoreggiava  de'  discendenti  di  Nofe   uno  che   si 

chiamava  lo  re  Latino,  discese  in  questo  modo :  Come  detto  h,  Nofe  ebbe  tre  figliuoli :  Sem, 
Cam  e  lafet.  Questo  Latino  scese  del  secondo  figliuolo  di  Nofe,  ciofe  di  Cam.  Cam  ingenero 
Cus,  di  Cus  Nebrot,  di  Nebrot  Cres;  di  Cres  re  di  Creti  nacque  Cielo,  di  Cielo  Saturno  e 
di  Saturno  love.     Questo  love  caccio  Saturno  del  regno;  il  quale  Saturno  venne  in  Italia' 

2  in  quel  luogo,  dov'fe  oggi  Sutri  presso  a  Roma;  il  quale  paese  signoreggiava  Giano,  uno  de'       /.,  i,  ii 
discendenti  di  No^.     Grosse  genti  erano  quelle  del  paese.     Saturno  savissimo  del   naturale 

e  deiraccidentale,  veduto  da  lano,  molto  ronoro  e  feceselo  compagno  in  signoria,  e  fece  sua 
prima  fermata  dove  oggi  si  chiama  Sutri.     Di  poi  Giano  li  dono  uno  luogo  cioh  un  poggio 


2.  cerchi  il  troiano  Virgilio  ed  altre  cronaclie  /.;  cerclii  il  troiano  Virgilio  ed  altre  cronaclie  A,;  cerchl  Virgilio, 
Oares  ed  altre  cronache  G.  Moto  che  mi  sono  fermesso  di  sfostare  la  parola  troiano  accostandola  a  Darcte,  f  rigio  — 
u.  ove  morirono  molti  nobili  /. ;  onde  men6  molti  nobili  G.  —  i6.  /.  omette  la  data  —  20.  errando]  arando  G, 
—  38.-p-  6,  1,  12  signoria...  inferraita]  Seg-uo  in  guesto  passo  G. ;  A.  ed  I.  riassumono  brevemenie  questi  fatti. 


CRONACA  FIORENXmA 


bello  in  sul  quale  poggio  fond6  e  mur6  una  cittk,  non  molto  grande  per  lo  bello  sito  ch'egli 
era  con  uno  bello  paese  d'  intorno.     Alla  quale  cittk  egli  puose  il  suo  proprio  nome  et  quivi 
ferm6  suo  regno  et  in  quei  tempi  non  si  sapeva  nfe  si  viveva  d'altro  che  di    frutti  campe- 
stri,  egli  insegn6  loro  coltivare  e  seminare  e  arare.     In  questo  luogo  fu  il  primo  grano  chei 
si  seminasse,  e  cosl  fu  che  da  vivo  e  morto  lo  tenessono  per  Iddio,  e  fece  loro  fare  case  ejl 
abitazioni  e  fece  loro  prima  por  vigna  domestica,  e  insegno  loro  murare  terre,  e  puose,  come 
li  detto,  Sutri.  Ma  la  principale  fece  capo  di  sedia  reale,  quella  che  puose  nome  Saturna,  prese 
parte  del  reame  in  dono  da  Giano  per  sua  virtu,  et  vivette  in  quei  paesi  e  luoghi  anni  34,  et  ini 
quella  cittk  di  Saturna  edific6  co'  suoi  baroni  nobili  abitazioni  et  rocca  reale  siccome  sede 
del  reame.     Dopo  la  sua  morte  feciono  lo  loro  stendardo  per  sua  memoria  con  uno  re  con  I 
le  spiche  del  grano  e  colla  falce  in  mano,  e  per  suo  sapere  trov6  e  edific6  in  detta  Saturnia 
un  bagno,  il  quale  sanava  d'ogni  infermitk.     E  doppo  lui  regn6  Picco  suo  figliuolo  anni  31.1 
Costui  molto  magnific6  Saturna;  e  dopo  Picco,  Fauno  suo  figliuolo,   questi   regn6  anni  28,i 
e  di  Fauno   rimasero   due  figliuoli,   Lavino   e  Latino.     Lavino   edific6   la  cittk   di  Lavina. 
Morto  Lavino   rimase  Latino  e  puose  nome  a  Lavina  Laurenzia,   perocchfe  si  dice  che  in 
molti  luoghi  d'essa  cittk  nacquono  arbori  d'alloro,  e  spezialmente  in  su  uno   terrazzo  della 
maestra  torre  tra  le  pietre  ne  nacque  uno  ismisurato.     Ebbe  Latino  re  una  unica  figliuola, 
/.,  I,  12       alla  quale  puose  il  nome  del  fratello,  cio^  Lavinia,  'bellissima  e  savia  e  molto  Tamava;  la 
quale  in  quel  tempo  Tavea  promessa  per  matrimonio  allo  re  di  Cortona  chiamato  Tamo. 

RuBRicA  14*  —  Come  lo  re  Latino  diede  fer  tnoglie  Lavinia  sua  figliuola  ad  Enea,  e  comel 
s'accordb  lo  re  Latino  con  JSnea. 

Latino  sentendo  Enea  nobile  e  buon  guerriero,  si  fu  in  concordia  con  lui  di  pace;  nelU' 
qual  pace  si  contenne  che  gli  dovesse  dare  Lavinia  per  moglie ;  di  che  convenne  che  di  cic 
fossono  piu  battaglie  con  Turno,  a  cui  promessa  era,  come  detto  6,  re  di  Cortona.  Ondt 
dopo  molte  battaglie,  Enea  s'a£front6  a  corpo  a  corpo  col  detto  re  Tumo,  d'accordo,  lo  vinstZ 
e  ammazzollo  e  meno  Lavinia  per  moglie;  e  ivi  a  poco  mori  Latino  e  rimase  Enea  erede 
del  reame,  e  vivette  dopo  la  morte  di  re  Latino  tre  anni.  Della  cui  morte,  d'Enea,  molt 
ne  parlarono  varie  cose,  e  quasi  niuno  s'accorda  di  sua  morte;  per6  lasciamo  di  lui  e  ve-| 
gniamo  a  Lavinia  che  rimase  gravida  d'  Enea  nelle  mani  d'Ascanio  figliuolo  d'  Enea  troiano  j 
perocch6  nacque  in  Troia,  come  detto  arrieto  di  lui  abbiamo.  J 

Lavinia  figliuola  di  Latino  e  moglie  d'Enea,  morto  Enea,  per  paura  che  Ascanio  nor 
la  trattasse  male,  e  non  uccidesse  lei  e  la  creatura  che  conceputa  avea  di  Enea,  se  n'and( 
A.  I.  13  a  casa  d'un  suo  f  edele  pastore  in  una  '  selva  e  qui  partorl  un  bello  figliuolo  maschio  e  puo- 
segli  nome  Silvio  Postumo.  Silvio  perch^  nacque  in  selva,  e  Postumo,  cWh  vocabolo  gram- 
matico  che  viene  a  dire,  dipoich'6  ito  sotto  la  terra  il  padre.  Ascanio  molto  malinconio8c3 
della  matrigna,  facendo  cercare  del  fratello  e  di  lei,  la  ritrov6,  e  lei  con  molta  riverenza 
come  madre,  tratt6,  ed  onor6  il  figliuolo  di  lei  suo  fratello;  e  come  fu  grandicello  lascic 
alla  madre  con  lui  lo  reame,  ed  egli  in  quello  luogo,  dove  prima  discese  Enea  edifico  uns 
cittk  e  ampliolla  e  nominolla  Albana  e  chiamolla  Troia  Albana.  Edificata  la  citta,  ebbe  due 
figliuoli:  airuno  puose  nome  lulio  e  airaltro  Silvio.  Di  lulio  nacquero  gli  lulj  e  di  questfl» 
famiglia  fu  lulio  Cesare.  L'altro  Silvio  fu  con  moglie,  ed  ebbe  una  nipote  di  Lavinia,  k 
quale  morl  in  parto  d'un  figliuolo  che  rimase,  ch'  ebbe  nome  Bruto,  il  quale  crescendp  uc- 


ig.  allo  re  di  Cortona]  a  uno  re  in  Toscana  G."^ —  22.  si  fece  pace  con  lul  nella  A.  —  30.  abbiamo.]  L( 
rnhrica  i^  nei  due  codici  A.  G.  termina  in  questo  j>unto,  il  resto  forma  un'altra  rubrica  che  in  G.  ha  il  seguente  titolo 
Come  morto  Enea,  Lavina  per  paura  d'Ascanio  si  fugg\  in  una  selva,  e  quivi  partorl  uno  figliuolo  bellissimo  <j 
puosegli  nome  Silvio.  Per  le  ragioni  dette  nelP introduzione  mantengo  la  fartizione  adottata  in  I.  —  35-  malinco- 
nioso]  maniconoso  G. ;  doloroso  A.  —  41.  Li'altro  Silvio  ;  questo  Silvio  ebbe  per  moglie  una  nipote   G. 


CRONACA  FIORENTINA 


;  cise  Silvio  Postumo  e  fuggissi  e  arrivo  in  Brettagna  con   sua  brigata   et  per  lo  suo  nome 

i  Bruto  la  chiamo  Brettagna  che  oggi  si   dice   Inghilterra.     Tutto   il  reame  di  re  in  re  per- 

venne  insino  al  re  Artus,  di  cui  si  dice  fece  la  Tavola  ritonda,  e  d'Artus  fuCostantino  che 

f ece  Costantinopoli ;  e  perocch^  non  tocca  a  nostra  materia,  lasceremo  stare.     Ascanio  figliuolo 

primo  d'Enea  regno  anni  38  e  dopo  lui  regno  Silvio  Postumo  figliuolo   di   Enea  e  di  La- 

vinia,  e  regno  anni  38.     'Dopo  lui  Capis  Silvio,  che  tutti  ritennono  lo  nome,  28  anni.    Dopo       /..  i,  u 

lui  Latino  50  anni.     Di  Latino  Alba  Silvio  40  anni.     Dopo  Alba  Egitio  24  anni.     Dopo  lui 

Carpento  17  anni.     Dopo   lui    Tiberino    9    anni;  costui  annego  in  Tevero.     Dopo  Tiberino 

Agrippa  40  anni.     Dopo  Agrippa  Aremo    15   anni;    di  Aremo   Aventino  29  anni;  di  Aven- 

li  tino  Proca  23  anni;  di  Proca  Amolo  44  anni.     E  questo  fu  il  secondogenito,  il  quale  caccio 

Numitore  suo  maggior  fratello  del  regno   e   la   figliuola   fece    monaca    per   forza,    la   quale 

avea  nome  Rea  a  cio  non  avesse  reda,  che  ne  f  acesse  vendetta,  e  togliessegli  lo  regno.     Questa 

essendo  monaca  si  trovo  grossa  e  partori  a  un  parto  due  figliuoli  maschi,  li  quali  Tuno  nomo 

Romolo  e  Taltro  Remolo.     Questa  cosa  saputa  da  Amulio  suo  zio  e  signore,  volendo  sapere 

I  di  cui  questi  figliuoli  fossero,  ella  confess6  che  lo  Dio  Marte,  a  cui  servigio  era,  Tavea  in- 

(  gravidata.     Altri  dicono,  che  'I  prete  di  quel  tempio  era  dormito  con  lei.     Ma  quale  la  cosa 

si  fusse,  egli  uso  nella  nepote  severa  iustizia  e  fecela  propagginare  e   viva   sotterrare  dove 

h  oggi  la  citta  di  Rieti,   e  cosi  fu  detto  Reati,  per  Rea  cosi  nominata.     I  figliuoli  comando 

,    fossero  gittati  alle  fiere  salvatiche,  e  quelli  che  li  porto,  gli  prese  peccato  e  lasciogli  in  luogo 

0  che  un  pastore  ch'avea  nome  Faustulo,  trovandogli,  gliene  increbbe  e  con  festa  gli  porto  'alla        /.,  i,  i5 

moglie,  la  quale  si  chiamava  Laurenzia,  e  quella  li  nutrico. 

RuBRiCA  15*  —  Come  Romulo  e  Remiilo  gia  grandi  non  ■poterono  sfare  co'  -pecorat  e  comin- 
ciorono  a  fare  gran  fatti  e  cacciare  di  signoria  e  rimettere  chi  di  ragionc  era. 

AUevati  questi  due  fratelli,  guardando  le  pecore,  furono  virili,  e  tutti  i  pastori  tenevano 

S  in  romore  e  in  briga,  come  uomini  che  a  ci6  non  erano  nati.     Se  di  prete  erano,  non  sono 

usi  i  preti  a  guardare  le  pecore,  ma  a  stare  in  agio  ed  essere  riguardati ;  se  dello  Dio  Marte 

erano,  ch'  e  Iddio  di  battaglie,  non  vi  si  guarda  pecore,  ma  di  reale  atto  come  a  quel  tempo 

di  certo  erano;  n^  per  femmina   non  si   convenia   essere   pastori.     Ragunati   molti   sbanditi 

e  gente  armigera,  andarono  e  seppero  da  Laurenzia  e  da  Faustulo  chi  eglino  erano.    Intra- 

)  rono  nello  reame,  uccisero   Amulio   loro   zio,  e  ristituito  nella  signoria   Numitore  loro  avo- 

lo,  ed  eglino  fratelli  di  concordia  si  andarono  dove  h.  oggi  Roma,  e  trovarono  Monte  Aven- 

tino  e  queiraltre  villate  in  quelle  valli  e  lungo  il  Tevero,  ed  i  borghi  inchiusero  di  mura  e 

fecionla  popolata  e  gran  citta  e  fu  chiusa  negli  anni  dalla  edificazione,  ovvero  formazione, 

del  mondo  3494  anni;  e  questo  fu  dipoi  'la  seconda  distruzione  di  Troia,  quando  Enea  si        /.,  i,  i6 

'5  parti  anni  454:  ed  erano  quelli  due  fratelli   Romulo  e  Remulo  d'eti  anni  22  circa.     Dicesi 

per  le  storie  che  fosse  quistione  tra  Romolo  e  Remolo,  di  che   Romolo  volea  nominare  del 

suo  nome  Roma  e  Remolo  di  suo;  e  dicesi   che  I'uccise.     Del   quale   e  in  che  modo  nelle 

storie  deirorigine  di  Roma  e  di  Virgilio  appare;  basta  qui  dire  che  e'  '1  fe'  morire;  e  morto 

lui,  uccise  il   suo  avolo   per   avere  la   signoria  del   tutto.     Perch^  di  questo   sono   varie  op- 

|0  penioni,  lo  lasciero  alla  verita.     Ma  quale  si  fosse  la  cagione,  Roma  si  nomo,  e  non  avendo 

moglie  nfe  figliuoli,  ordino   una  festa,  ove  vennono  tutte  le   donne  di  Sabina  il  terzo  anno 

dopo  la  edificazione  di  Roma,  dove  tutte  le  ritennono  i  Romani  e  ciascuno  di  quelle  ne  tol- 


6.  lo  nome  xxv.  A.  —  9.  Aremo]  Attenio  G.  —  24.  AUevati...  virili]  Romolo  e  Remo]o  come  furono  grandi 
che  guardavono  le  pccore  furono  virili  A\  Romolo  e  Remolo  come  furono  grandi  ed  allevati,  guardando  le  pecore,  fu- 
rono  virili  /.  Dal frincipio  dcUa  rubricafino  a  pastori  (1.  28)  seguo  G.;  A.h  laconico;  I.  scorretio  cd  incomfrensibile  — 
25-26.  Se  di  prete. . ,  riguardatij  Se  di  presente  erano  non  sono  usi  issuti  a  guardare  le  pecore,  ma  a  stare  ad  agio  ed  esser 
guardati  /.  —  37-38.  II passo  clie  va  dalle  farote :  Del  quale^«o  a  fe'  morire  h  riportato  da  G, ;  esso  manca  in  A,  e  in  l. 


8  CRONACA  FIORENTINA 


sono  per  moglie,  ma  per6  per  questo  ne  nacquono  grandi  battaglie.    Romolo  vinse  e  sottomis- 
sesi  tutta  la  provincia. 

RuBRiCA  16*     —  Come  Romolo  et  Remo  edificarono  Roma  da  frima,  c  come  fu  lasnafine, 
ciob  che  lo  Dio  Marte  lo  volle  con  seco  in  cielo,  c  chi  tennc  che  annegassc.  i 

Romolo  poich'ebbe  ammogliato  sfe  ed  i  suoi   Romani,  la  volle  ordinare,  e  trov6   cento 
migliori  uomini  e  piu  savi,  che  allora  vi  fosseno  in  Roma  et  feceli  suoi  consiglieri,  e  fecegli 
scrivere  in  tavole  con  lettere  d'oro  e  chiamogli  padri  conscritti,  e  cosl  si  dice  signoreggib 
/.,  I,  17        Roma  8  anni  e  fu  in  arme  virtuoso'  e  in  naturale  senno.     In  capo  di  30  anni  della  sua  na-  ', 
zione,  essendo  allato  al  Tevere  un  dl  facendo  festa  la  sera  e  la  notte,  la  mattina,  levato  tutto 
il  popolo,  si  lev6  un  fumo  d'una  nebbia  a  modo  d'una  nugola,  sedendo  esso  in  sedia  reale,  . 
ita  la  nuvola,  pifi  non  si  vide  Romolo.     Sonne  varie  oppenioni,  chi  dice  Iddio  Marte  il  volle  ( 
nella  migliore  eta,  fu  anche  chi  disse  ch'egli  annegasse,  e  chi  tiene  una  e  chi  un'altra.    La- 
sciamo  a  chi  ha  voglia  di  cercare  quello  cerchi,  e  credane  quello  che  li  pare  c  piace. 

RuBRlCA  1 7"  —  Come  Romolo  ordinh  el  reggimento  di  Roma,  e  dofo  lui  fu  fatto  rc  JVuma 
Pomfilio  et  comc  -per  miracolo  venne  di  cielo  uno  sctido  vermiglio,  e  come  JVuma  v'ag-  : 
giunse  lettera. 

Morto  Romolo,  signoreggiata  fu  Roma.    Fu  fatto  re  Numa  Pompilio,  il  quale  non  avendo 
insegna,  ciofe  arma,  stando  in  pensieri   deirarma,  piovve  per  miracolo  del  cielo  uno  scudo 
vermiglio,  e  Numa  v'aggiunse  quelle  lettere  che  ora  vi  sono.     II  secondo  TuUio  Ostilio,  il 
terzo  Marco  Marzio,  il  quarto  Pristizio  Tarquinio,  il  quinto  Servio  TuUio,  il  sesto  Tarquinio 
Superbo,  e  Romolo  fu  il  settimo  e  il  primo.     Questi  fu  crudelissimo  e  superbo,  cioe  Tarquinio, 
A,  1,18       e  per  molte  superbie,   siccome '  per  la  f orza  f atta  a  Lucrezia  figliuola  di  Bruto,   nato  della  i 
schiatta  reale  di  Enea  di  Giulio  Ascanio,  e  per  la  morte  di  Lucrezia,  la  citti  si  levo  a  ro- 
more,  dicendo  che  Tarquinio   superbo   re   fosse  cacciato,   considerato  che  la   piu   casta   ed 
onesta  donna  del  mondo  per  la  forza  che  avea  ricevnita,  innanzi   al  padre  ed  al  marito  di  3 
coltello  s'era  uccisa;  e  cosi  fu  fatto.     E  nota  che  dal  cominciamento  di  Roma  erano  250  anni  | 
vivuti  a  re,  da  Romolo  alla  cacciata  di  Tarquinio  superbo  detto  di  sopra. 

RuBRiCA  18*  —  Cotne  Roma  si  resse  doffo  la  morte  di  Romolo.  Cacciato  Tarquinio  non  vol- 
lono  fiu  rc. 

Cacciato  Tarquino,  il  Comune  di  Roma  si  mosse  a  volere  vivere  sanza  re,  e  feciono  0 
leggi  che  re  mai  piu  Roma  non  avesse,  ma  sanatori  cento,  li  quali  Romolo  avea  ordinati,  e 
questi  avessono  a  eleggere  consoli  per  un  anno  e  non  per  piu  tempo;  e  fu  il  primo  Bruto,  il 
quale  fu  padre  della  detta  Lucrezia,  di  cui  neiraltra  rubrica  di  sopra  facemmo  menzione;  e 
cosi  dur6  di  consolato  e  d'  altri  uficj  Roma  infino  a  lulio  Cesare,  lo  quale  si  f ece  signore  e 
imperatore,  e  furono  anni  448.  E  dopo  lulio  Cesare  fu  imperatore  Ottaviano  Augusto,  ni-  J 
/.,  I,  19  pote  di'  Cesare,  figliuolo  d'una  sua  sirocchia  e  figliuolo  adottivo  di  Cesare,  e  fu  clementis- 
simo  e  quasi  adorato  per  Iddio,  e  al  suo  tempo  fu  il  mondo  tutto  in  pace  e  non  si  trovava 
tanto  quanto  farebbe  ombra  un  olmo  che  non  fosse  dei  Romani,  e  al  suo  tempo  nacque 
Cristo  di  Maria,  700  anni  dopo  la  edificazione  di  Roma.     E  qui  porremo  fine  al  reggimento 


i-a.  sottomissegU  tutti  a  lui  A.  —  8.  in  fatti  d'arme  vittorioso  e  in  naturale  G.  —  31.  sanatori  e  consoli  li 
quali  G.\  forse  la  farola  consoli  h  dovuta  ad  inesatto  scioglimento  in  G.  della  lettera  C  di  cento  —  37-38.  11  ^asso  chf 
va  dalle  farole:  fu  11  mondo  fino  a  Roraani  c  cavato  da  G,;  manca  in  A.  ed  in  I. 


CRONACA  FIORENTINA  ^ 

di  Roma,  perocche  al  nostro  trattato  nuUa  ha  a  fare,  se  non  per  trovare  la  edificazione  di 
Firenze.  Infra'  quali  tempi  de'  sanatori,  ciofe  al  tempo  di  M,  TuUio  Cicerone,  Catellina, 
uomo  nobile,  trattb  di  sovvertire  la  repubblica  di  Roma,  e  scoperto  il  trattato  si  parti  e 
andossene  scampato  alla  citta  di  Fiesole,   ch'  era   de'  Romani,  e  con   molti   uomini  sbanditi 

)  ed  altri  fecela  rubellare  e  fecesi  signore;  perocch^  Catellina  fu  nobilissimo,  perocchfe  di- 
scese  di  Enea  per  linea  masculina;  ma  era  uomo  di  mala  condizione  e  di  disonesta  vita  ed 
era  dal  vino  e  dalle  femmine  alcuna  volta  ingannato,  ma  era  cortese  e  in  fatti  d'arme  pru- 

'    dente  e  sommo. 


:   RuBRicA  19*  —  Come  li  Romani  isconfissono  Catcllina  c  fii  morto,  c  come  assediarom  Fiesole 
n  e  vinsonla  e  fresono. 

Catellina  sentendo  1'  oste  dei  Romani  che  lo  seguiva  ed  erano  accampati  con  due  con- 

,    soli,  cio  furono  Caio  Antonio  e  Publio'  Pleteio,  in  sulla  riva  del  fiume  d'Arno,  ed  aspetta-       /.,1.20 

vano  di  Francia,  che  gi^  era  in  Lombardia,  Metello  con  gran   esercito,   si  partl  di   Fiesole 

Catellina  di  furto  e  andonne  nel  piano  dov'6  oggi  Pistoia  in  campo  Piceno  per  passare  in 

'5  Lombardia,  per  fare  la  guerra  che  avea  trattato  in  Ik.     Li  due  consoli  sentendo   cio  si   gli 

,    pararono  innanzi  e   vennono  alla  battaglia,  e  d'una  parte  e  d'altra  furono  morti  tanti,  che 

1    quasi  pochi  ne  camparo,  e  Catilina  fu  morto.     Camparo  di  quelli  di  Catilina  maxime  quasi 

i  piu  forti.     Essi  si  feciono    loro    steccati  e    frascati  e  capanne    dove   col  tempo  crescendo 

edificarono  Pistoia,  e  cosi  le  puosono  nome  per  la  pistolenza  della  battaglia  qui  suta  di  tanti 

)0  morti  e  feriti  che  vi  rimasono.     Venuto  Taltro  esercito,  quello  di  Metello  s'aIIoggi6  presso  a 

.     Fiesole,   ch'erano  stati  ribelli  e  combatterono,  e  se  non  che  Metello  passo  Arno  e  fermossi 

'    sul  poggio  di  San  Mignato,  e  i  Fiesolani  Tarebbono  vinto.     E  ultimamente  venne  lulio  Ce- 

sare,  Cicerone,  Macrino  e  Fiorino  con  molti  altri   nobili  e  assediarono   Fiesole  e  stato   ac- 

campati   cinque   anni   e  compiuti  i   cinque   anni   dello  stare   fuori   si   tornarono  a  Roma,  e 

5  Fiorino  rimase   airassedio  di  Fiesole.     Di  furto   una  notte  i  Fiesolani   presono  il   campo  di 

Fiorino  e  lui  e  i  figliuoli  uccisero;  il  quale  era  stato  mariscalco  deiroste,  e  per  virtu,  par- 

titi  gli  altri,  esso  v'  era   rimaso.     Ritornati  i  Romani   in   campo,  e   Cesare  e   molti   baroni, 

assediarono  la  citta  e  morti  per  disagio  e  per  guerra  pure  Cesare  resistette  allo  assedio  e  fece 

fare  lungarno,  in'  un  luogo  che  si  chiamava  Campo  Marzio,  ove  si  facea  la  fiera  o  mercato 

10  di  bestie  per  gli  Fiesolani  a  tempo  di  pace,  lo  Palagio  tondo,  e  dentro  era  a  seggi  ordinato 

alti  e  bassi,    di  grado  in  grado,  per  modo  che   ognuno  vedea  Tuno  Taltro  e  chi  parlava  era 

da  tutti  udito,  e  chiamavollo   Parlatorio,   comecch^  il   nome  si  corrompesse  e  fu  detto  Par- 

lagio  poi,  ed  era  grande,  e  tenea  dalle  Stinche  da  casa  i  Tolosini  per  TAnguillaia  e  girava 

infino  alk  piazza  di  S.  Croce.     Questo   fece   quando  sei  campi   di  sei  principi   assediarono 

i3  Fiesole;    ed    ultimamente    la    cittk   di    Fiesole    rimanea    con    battifoUi,   e    i   principi    anda- 

vano  a  parlamento   a   questo  Parlagio.     Cesare   strinse,   rimaso  quasi  solo  di  principi,  tanto 

Fiesole,  che  per  difetto   d'acqua   e  di   vivande,  fatto  ragione  di  otto  anni  e  quattro  mesi  e 

sei  di,  s'arrenderono  i  Fiesolani,  salve  le  persone,  e  la  roba  fu  de'  Romani  e  la  citt^  si  di- 

sfece  infino  a'  fondamenti,  e  fu  questo  680  anni  dopo  la  edificazione  di  Roma,  innanzi  Tav- 

tO  venimento  di  Cristo  71  anno  e   11  mesi  e  28  di. 


18-20.  Essi. . .  rimasono]  di  quegli  pochi  vi  rimasono  si  steccorono  et  ivi  posono  Pistoia  et  abitaroUa  C;  si  feciono 
loro  steccati  ed  edificarono  Pistoia  /.  —  22.  San  Mignato...  vinto]  Santo  Miniato,  v'cra  rotto  dal  popolo  A.  — 
26-27.  dell'oste...  rimaso]  delPoste  ora  vi  ritornorono  A.  —  32-33.  Parlagio  I.,  farrebbc  j>iu  esatta  questa  uHima  lezione; 
non  l'  ko  accolta  non  solo  fer  Vaulorith  dei  codici  A.  e  G.,  ma  anche  j>erche,  a  quel  che  c  deito  nella  stessa  rubrica,  quel 
$  Palagio/»  soltanio  in  seguito  dcito  Parlagio  —  33.  Tolosi  /.;  Tolosinghi  G.  —  36.  Cesare  scrisse,  rimaso  A.; 
Cesare  Istesso  rimaso  G, 


I..  I,  21 


10  CRONACA  FIORENTINA 


/..  1, 22       RuBRicA  20' '  —  Comc  et  qnando  fue  edificata  la  citta  di  Fireme  dofo  la  disfacione  della  citth 
di  Fiesole. 

Cesare,  disfatta  la  cittJi  di  Fiesole,  cerc6  di  fare  una  citth  nobilissima.  Sentendo  questo  i 
Romani,  molta  invidia  nacque  tra  i  principi  e'  nobili  e  a  sorte  e  a  fortuna  vollono  ciascuno 
nobile  per  nomarla  del  suo  nome  andare  a  edificarla:  infra'  quali  Macrino,  Albino,  Gneo 
Pompeio,  Marco  furono  di  concordia  d'andarvi;  e  questo  feciono  perchfe  mai  Fiesole  non  si 
rifacesse,  e  costrinsono  tutti  i  Fiesolani  a  none  stare  allo  paese,  se  non  abitassono  in  Firenze 
quando  fosse  fatta.  Per  le  possessioni  de'  Fiesolani  che  ivi  aveano  assentirono  di  starvi. 
Partita  la  edificazione  a  ciascuno  la  parte  per  sorte,  e  chi  prima  avesse  fatta  la  sua  part 
sl  la  nomasse  come  volesse,  avvenne  che  fu  fatta  quasi  per  modo  che  nome  non  vi  si  po- 
tesse  porre,  e  furono  in  tanta  tencione,  che  niuno  nome  mai  per  loro  posto  vi  fu  ;  ma  poi 
considerato  che  Fiorino  nobilissimo  uomo  e  guerriere  v'era  rimaso  solo  e  morto  in  ser- 
vigio  de'  Romani,  la  chiamarono  del  suo  nome  Fiorenza.  Fu  molto  ben  posta,  perocch^ 
/.,«,23  per  dicreto  vollono  i  Romani  fosse  posta  come  stava  posta  Roma  'e  molti  belli  condotti 
feciono  fare,  onde  Tacque  venieno  di  fonti  e  ruscelli  del  poggio  di  monte  Morello,  e  ve- 
nivono  per  la  via  di  Quarto  e  Colonnata,  a  S.  Giovanni  tra  Tarcora  ne  sono  ancora  se- 
gnali  ed  ewene  alcuna  reliquia  per  memoria  di  ci5,  et  racque  da  lungi  tolsono  perocchfe  era 
Firenze  tutta  pantani  e  acque  grosse  da  bere,  perocch^  era  molto  presso  Tacqua  al  letto  del 
fiume;  e  racchiusonvi  dentro  due  ville,  ciofe  villa  Arnina  e  Prato  Marzio,  ed  il  Parlatorio 
detto  nell'altra  rubrica.  Fecevisi  la  fortezza  mastra  de'  Romani  et  nominoronla  campidoglio 
al  modo  di  quello  di  Roma,  e  fu  fatta  dov'  h  oggi  S.  Maria  in  campidoglio,  ciofe  in  Mer- 
cato  vecchio.  Mandaronvi  Romani  oltre  a  quelli,  ch'  erano  Romani  da  sua  volonta  rimasi 
ivi,  ch'erano  nobili  Romani  poveri,  ch'andavano  al  soldo  ed  in  Fiesole  arricchiti  per  la 
preda,  et  anco  molti  nobili  per  legge  ed  altri  savj  uomini;  e  chi  per  avere  le  possessioni  de' 


3.  In  A.  la  rubrica  incomincia  con  queste  farole :  Firenze  cosl  poi  che  edificata  f u,  cosl  chiamata,  f u  in  questo    \ 
modo  edificata.     Cesare  disfatta  eic;  In  I.:  Firenze,  dipoi  ch'edificata  fu,  cosi  cliiamata  fu  in  questo  modo  edif!- 
cata.     Cesare  disf atta    etc. ;  anche  in  A.  i  un  frincifio  che  ha  tutta   Val>farenza,  come  nei  frecedenti,  di  un   titolo 
non  di  un  frinciJ>io  di  rubrica:  Come  Firenze  fue  cdificata  e  del  primo  motore   e  come   fue   datogli   il  nome  cioe    r 
Firenze,  e  cosi  come  fue  dotata  delia  prima  arme  cioe  insegna  ch'ell'ebbe.     Cesare  disfatta  etc.  —  13-14.  Fu  molto    ! 
bene....  posta  Roma]  Sentendosi  questo  da  Romani  molta  invidia  nacque  tra  i  principi  e  nobili  di  Roma  feciono     ' 
che  la  detta  citta  si  edificasse  per  li  nobili  siccome  a  sorta  fusseno  eletti  alquanti  per  edificare  e   dare   principio 
a  tale  opera,  ed  a  quegli  tale  a  sorta  toccasse  nominarla  del  suo  nome.  De'  quali  i  norai  loro  furono  quesli:  Magrino, 
Albino,  Igneo  Pompeio,  Marco.     I  sanatori  eletti  questi  uomini,  fue  dato  a  ciascuno  lo  suo  lavorio  di  popolarla  et 
quale  di  loro  pii  tosto  finisse,  ciofc  facesse  piC»  tosto  il  suo  edificio,  appcllasse  la  citta  di  suo  nome  e  come  a  lui 
piacesse.  E  apparecchiati  di  loro  fornimenti  et  maestri  vennono  da  Roma  alla  citta  che  Cesare  principiava  et  edificava 
et  ivi  con  Cesare  divisarono  l'edificare  in  questo  modo,  che  Albino  prese  a  smaltare  tutta  la  citta  che  fue  un  nobilc 
lavorio,  Magrxno  fece  fare  il  condotto  deiracque  in  doccie,  in  archi;  Igneo  Pompeo  fece  fare  le  mura  della  citta  con 
le   torri   sopra  le  mura   edlficd  ritonde,  molto  ispesse  e  alte  ;  Marco  l'altro  signore  roniano  fece  il  Capidoglio  ad 
modo  di  Roma  ciofe  11  palagio  dov'era  la  mastra  forteza  della  citta  e  questa  fue  di  maravigliosa  bellezza.     I  dettl    if 
signori  per  avanzare  l'uno  edificio  dell'altro  con  molta  soUicitudine  si  studiavano,  ma  a  uno  raedesimo  tempo  fue 
compiuto,  sicch6  nessuno  di  loro  ebbe,  ne  poteo    acquistare  la  gloria  di  norainare  la  citfade  a  sua  volonta  si  che     • 
per  raolti  fue  allo  incominciaraento  chiamata  la  piccola   Roma  et  altri   l'appellava   Floria  perclie  Fiorino  fue  qui 
morto,  e  perchfe  fue  il  primo   edificatore  di  quello  luogo  e  fue  in  opere  d'arme   et  in  cavalleria  fiore,  e  in  quello 
luogo   ne'  campi  dintorno  ove  fue  edificata  la  cittade  serapre  nascano  fiori,  poi  la  raaggior   parte   degli   abitanti    ; 
furono  contenti  di  chiamarla  sl  come  fosse  in  fiori  edificata  cioe  con  molte  dilizie,  e  di  certo  cosl  fue  per6  ch'ella 
fue  popolata  della  miglior  gente  di  Roma  et  de  piu  sofficienti  mandati  per  11  senatori  di  ciascuno  rione  di  Roraa 
per  setta  s\  corae  tocc6  per  sorte  che  l'abitassono  et  accolseno  con  loro  quelli  Fiesolani  che  vi  voUono  dimorare 
e  abitare,  ma   poi  per  1'  uso  del  vulgare  fue  norainata  Firenze   cioe  s'  interpreta  spada  fiorita  et  troviamo  ch'  ella 
fue  edificata  anni  secento   ottantadue  dopo  la  edificazione   di   Roraa   e   annl    settanta   innanzi   la  venuta   di  lesu    : 
Cristo.     Et  nota  perche  i  Fiorentini  sono  serapre  in  guerre  et  divisioni  tra  loro  che  non  e   da  meravigliare  es- 
sendo  nati  e  derivati  di  due  popoli  cosl  contrarii  e  neraicl  et  diversi  di  costurai  come  furono  i  nobili  romani  ver- 
tudiosi  et  11  Fiesolani  crudi  et  aspri  in  fatti  di  guerra.     Et  voUono  i  Romani   fosse  posta  come  stava  Roraa.  — 
16.  a  S.   Giovanni  aU'arcora  ne  sono  ancora  segnati  G.  —  23.   Do^o  le  farote  e  in  Fiesole  arri....  in  A.  manca 
vna  fagina,  3] 


/.,  I,  24 


CRONACA  FIORfiNTlNA  U 

Fiesolani  morti  e  scacciati,  e  chi  per  l'aere  buono  vendea  i  suoi  beni  e  andavavi  ad  abi- 
tare  perch'  era  il  luogo  pacifico,  ed  era  molto  bene  murata  e  di  diletto  di  cacciare  e  ab- 
bondante  d'ogni  buono  terreno,  ed  era  in  maestra  strada  e  perchfe'  era  bene  popolata  e 
bene  acconcia.  E  fatto  ci6,  i  Romani  vi  mandarono  Tarme  loro  a  Firenze,  come  avea- 
no  usato  di  fare  all'altre  cittk  che  edificavano;  la  quale  arme  era  uno  gonfalone  tutto 
rosso.  Vedendo  i  Fiorentini  questo,  e  da  loro  voleano  fare  qualche  cosa  neirarme,  stettono 
piu  di  in  pensiero;  e  ultimamente  perchfe  una  mattina  che  si  ragunarono  al  campidoglio 
trovarono  un  giglio  nato  su  uno  prato  che  era  molto  bello,  e'  divisarono,  come  a  Roma 
era  venuta  dal  cielo  Tarme  dello  scudo  rosso,  come  detto  e  rubrica  1 7"  addietro,  cosi  dal 
)  cielo  questo  f usse  venuto ;  e  cosi  bianco  ordinarono  che  nel  campo  vermiglio  f osse  posto  questo 
giglio   e  cosl  ebbe  Firenze  per  arme  campo  vermiglio  col  giglio  bianco  per  arme  di  cittk. 


RuBRicA  21*  —  Come  e  in  che  modo  la  citta  di  Firenze  si  reggeva  et  a  che  temfo,  et  che 
Dio  adoravano,  et  in  che  modo  si  governavano,  e  come  viveano,  e  quasi  cib  che  da  Ro- 
mani  voleano  avieno,  et  come  lo  loro  temfio  fue  bello. 

5  Firenze  edificata,   come  adrieto   aviamo   detto,   nella   prima  parte  per  Fiorino,   e  poi 

circundata  da  lulio  Cesare  che  aminduo   furono    descendenti   di   Enea;  comecch^   gli  altri 
quattro  baroni  con  lui,  cio^  Cesare,  '  la  compiesseno,  ma  egli  Tavea  cominciata  a  seguire  drieto        /.,  i.  js 
a  Fiorino ;  Firenze  rimasa  coirarme,  che  detto  h,  il  campo  vermiglio  e  '1  giglio  bianco,  tennono 
parlamento  in  che  modo  si  reggesse  e  sotto  che  forma.     In  Firenze  era  novamente  tomato 

0  del  legnaggio  di  lulio  Cesare  uno  nobile  giovane  ch'era  stato  nella  cittk  di  Fiesole,  e  quando 
Catellina  si  fuggi  e  fu  sconfitto,  vi  rimase,  e  vinta  Fiesole,  Cesare  voUe  fargli  bene,  perch^ 
era  de'  suoi,  e  la  casa  in  che  era  gli  salvo  e  coUa  roba  sua ;  e  come  gli  altri  ebbe  licenza 

'  di  stare  in  Firenze,  cosl  egli  si  stette,  e  tanto  piu  onorato  quanto  piu  che  era  del  legnaggio 
di  lulio,  ed  era  chiamato  Bertaldo  Cesare.     Costui,  delibero  il  parlamento  andasse  a  Roma 

5  per  lo  parentado  che  avea,  impetrasse  grazia  del  reggimento,  perocchfe  i  Romani  v'aveano 
lasciato  un  nobile  uomo,  che  avea  nome  Benzo  che  li  governasse  come  rettore.  Costui  era 
morto;  delibero  il  senato  che  i  Fiorentini  si  reggessono  a  lor  modo,  si  veramente  con  divo- 
zione  del  Comune  di  Roma  come  a  cavalcate  ed  osti  con  loro  facesseno,  e  nimico  e  amico 
tenesseno  chi  e  cui  tenesseno  i  Romani.     Di  che  tornato   costui,   si   dilibero   ch'  egli   fosse 

0  consolo  loro  con  dodici  sanatori,  che  bastassono   cinque  anni;  de'  quali   sei  erano   romani, 
che  mandati  erano  dal  principio  del  cominciamento  di  Firenze  ad  abitare,  e  sei  fosseno  fie- 
solani  e  d'ogni  altro  abitante'  dentro  alle  mura.     Lo  primo   decreto  che  feciono  si   fu   che        /.,  t,  j» 
Iddio  adorasseno;  e  qui  dopo  molti  ragionamenti  deliberaro  d'adorare  Marte,  11  quale  era  il 
primo  borgo  di  Firenze,  come  detto  h  adrieto,  si  chiamava  Campo   Marzio;  e  per6  delibe- 

15  rarono  un  nobile  tempio  e  consacraronlo  a  Dio  Marte.  E  la  cittk  era  grande,  perchfe  li  Ro- 
mani  Tamavano  e  onoravano  i  cittadini  et  rispiarmavoUa,  e  quasi  cio  che  i  cittadini  voleano 
da'  Romani  Taveano.  Lo  tempio  fu  bello  e  nobile  di  marmi  venuti  di  lungi,  bianchi,  ver- 
migli  e  neri  e  con  bello  lavorio  di  colonne,  e  costo  gran  tesoro,  e  i  Romani  feciono  loro 
molto  aiuto,  quando  sentirono  la  nobiltk  del  principio   del   tempio,  e  quivi   puosero  la  sta- 

10  tua  di  Marte,  e  lui  adoravano  e  tenevano  per  loro  Iddio.  II  qual  tempio  si  dice  fue  fatto 
e  compiuto  al  tempo  di  Tiberio  imperatore,  Tanno  che  S.  loanni  Batista  fu  morto  da  Erode, 
e  quella  fu  quella  cagione,  come  diremo,  perchfe  fu  poi  quel  tempio  di  Marte  chiamato  Santo 
Giovanni  Batista. 


9-10.  cosK...  fusse]  cos\  dal  cielo  bello  cesto  fosse  /. ;  cosl  dal  cielo  questo  cesto  fusse  G.  Mi  son  fcrmesso 
di  modificare  il  testo,  omcttendo  la  parola  cesto,  forse  cattiva  trascrizione  della  farola  questo  ri^etuta.  —  12-13.  ^ 
che  tempio  di  Dio  adoravano  /.  —  26.  Renzo  G.  —  31.  cominciament6\  movimento  /. ;  mento  G,  In  A,,  come 
ho  detio,  7nanca  Vintera  fagina;  ho  corretto  nel  testo  cominciamento. 


12  CRONACA  FIORENTINA  tAA.  1-252], 


RuBRiCA  22'  —  Come  Firenzefue  magnificata  -per  lulio  Cesare  c  foi  fer  gli  altri  Jm-peratori\ 
come  diremo. 

Firenze  seguitando  negli  ordini  dati  e  detti,  quando  lulio  Cesare  ebbe  la  signoria,  voUe 
/.,  I,  27       vedere  Firenze  in  che  stato  era,  '  e  considerato  che  contra  Pompeo  molti  Fiorentini  furono  ! 
con  lui,  e  delle  spoglie  guadagnarono  nella  detta  vittoria,  a  tutti  i  vecchi  e  malati,  ch'erano  \ 
delle  lunginque  terre  e  guerre  state,  djfe  beneficio  di  denaro  e   d'altri   doni   e   rendite,  che 
venissono  ad  abitare  in  Firenze,  e  molti  furono  e  assai  e  adornarono  la  citta,  e  moUi  per  le  . 
gravezze  delle  guerre,  e  chi  per  isdegno  di  vedere  Cesare   signore,   che   non  erano  di  sua  i 
parte,  si  partirono  di  Roma,  e  alla  dolcezza  di  Firenze  ristettono  ad  abitare,  e  Cesare  don6  | 
molto  avere  a  Firenze;  di  che  con  molto  studio  il  tempio  alzo,  che  detto  h,  ed  ancor  fece  \ 
fare  di  suo  cento  case  per  abitare  per  innanzi   cui  lui  le  volesse    concedere   che   di   nuovo 
venisse.     Susseguentemente  morto  Cesare,  ed  Ottaviano  avendo   memoria  di  Cesare   ancora  ' 
vi  fece  tanto  aiuto  che  si  compi^  il  tempio,  e  molto  magnifico  Firenze;  al  cui  tempo  nacque 
Cristo  Tanno  del  suo  Imperio  42°.    Dipoi  Tiberio  appresso  lui  la  magnifico,  e  videla,  e  molto 
vi  fece  fare  di  bellezze,  al  cui  tempo  Cristo  fu  crucifisso  Tanno  del  suo  Imperio  18.     Di  che  j 
/.,  I,  28       Cristo  nato,  dal  di  che  Iddio  formo  il  mondo  e  fece  il  primo  uomo,  anni  5199  'e  la  morte  venne 
ad  essere  anni  33  e  piu  infino  a  marzo,  che  sarebbono   5231    e   quelli  piu  mesi.    Al  tempo 
di  costui  si  compi^  e  col  suo   aiuto   Santo   loanni,   ch'  h.  oggi,  ch'era   lo   tempio   dello  Dio 
Marte ;  c\oh  il  di  che  a  Santo  loanni  fu  tagliata  la  testa  da  Erode,  che  fu  negli  anni  dclla 
nativitJi  di  Cristo  . . . .  e  dal  cominciamento  del  mondo  anni . . . .  e  dairedificazione  di  Firenze  t 
aimi . . . .  E  pare  che  delli  fatti  della  citta  di  Firenze  poi  non  si  trovi  piu,  quella  che  si  sia 
la  cagione  non  lo  so;  salvocch^  molti  dicono,  ch' erano  in  Firenze  molte  croniche  de'  fatti  j 
fiorentini,  ma  per  Totile  che  arse  Firenze,   come  diremo  innanzi,   furono   arse.     Sicche  ap- 
pare  che  dal  ventesimonono  imperadore,  cio  fu  Decio  imperadore,  adrieto  non  si  trovi  nulla, 
se  non  di  tre  detti,  Giulio,   Ottaviano  e  Tiberio  che  sono  sunnominati. 


RuBRiCA.  23"  —  Comc  e  guanti  anni  ebbe  dalla  vcnuta  di  Decio  imfcradorc  vcntesimonono  in 
Fircnze  dalla  crcazione  del  mondo  c  dalla  edificazionc  di  Fircnzc,  c  quello  che  fccc. 

I;  1. 29  Firenze,  come  detto  h,  stette  a  suo  reggimento  al  tempo  de'  consolati  di  Roma,  '  come 

essi  Fiorentini  voUono,  sotto  il  segno  romano.    Poi  successivamente  grimperadori  Tamavano 
e  aggrandivano  e  magnificavano ;  ma  la  cagione,   perchfe  piu   chiara   non   si   trova,   aviamo  ; 
detto  secondo  i  volgari.     Ma  Decio   imperadore  ventesimonono,  udendo  la  fama  di  Firenze 
e  quanto  era  bella  e  quanto  bene  si  mantenea,  venne  personalmente  ad  abitare    qui,  perse- 
guitando  li  cristiani,  siccome  avea  fatto  negli  altri  paesi,  e  questa  sua  venuta  fu  gli  anni  di 
Cristo  252  e  dal  cominciamento  del  mondo  5452,   dalla  edificazione   della   cittk  di  Firenze 
anni  324.     Venuto  Decio  in  Firenze,    e   quivi   senti   che   Miniato,   figliuolo   primogenito  del  v 
re  d'Erminia,  che  di  la  era  venuto  a  Roma,  ed  avea  appresso  a  s^  molti  eremiti  congiunti   | 
in  una  selva  drieto  ove  h  oggi   la   chiesa  di  San  Miniato  e  il  suo    corpo,   divozione  e  fede 
tenea  a  Cristo.    Decio  imperadore  lo  fece  prendere  e  ultimamente  lo  fece  dicoUare,  e  mar- 
tire  fu  in  uno  luogo,  dove  infino  agli  anni  1373  li  giustiziati  di  Firenze  abbandonati  si  sep- 
pellivano,  drieto  alla  chiesa  di  S.  Candida  allato  alla   porta   alla  Croce  e  fuor  delle  mura,  ^ 
e  poi  si  fece  una  chiesa  fuor  della  porta  alla  giustizia  per   accatto,   dove   h   oggi  che  vi  si 
sotterrano  gli  giustiziati,  che  si  chiama  S.  Maria  del  Tempio.    S.  Miniato  cosl  dicollato  nel 


6,  delle  lunghe  terre  e  guerre  A,  I.  —  7-8.  per  la  gravezza  della  terra  per  le  guerre  G.  —  11.  del  suo  molte 
case  G.  —  11-12.  per  abitare  per  gli  nuovi  abitanti  vi  venissono  .,4.;  per  innanzi  cui  esso  vi  volesse  concedere  che 
dl  nuovo  venisse  /.  —  20.  di  Cristo  XXXII  e  dal  cominciamento  del  mondo  MMMMMCCXXX  e  dalla  /.  Le  date 
sono  suffliie  da  fadre  Ildefonso,  —  21.  non  si  trovi]  non  si  trovava  G.;  non  trovassi  A.  —  28.  consolati]  consoli  G- 


[AA.  252-392]  CRONACA  FIORENTINA  13 

luogo  detto,  Iddio  mostro  suo  miracolo  che  egli  pass6  '  racqua  d'Arno,  che  non  era  molto  /.,  i.  3o 
grosso,  per  ire  al  suo  luogo  coUa  sua  testa  tra  le  sue  due  mani,  e  visibile  a  ogni  persona 
sall  il  monte,  ove  b  oggi  la  chiesa  di  S.  Miniato,  e  quivi  era  una  chiesicciuola  di  spedale, 
a  pi^,  e  quivi  non  possendo  o  non  permettendo  Iddio  andasse  piu  oltre,  si  fermo,  e  poi  la 
notte  da  sante  persone  fu  seppellito.  E  cosl,  come  Decio  detto  fece  martirizzare  Santo 
Miniato,  e  cosi  molti  altri  li  quali  erano  di  fede  cristiana;  infra'  quali  n' avea  uno  che  si 
chiamava  Crescio,  il  quale  avea  molti  compagni,  e  cosi  mori  in  Mugello,  che  per  lui  si  nomo 
S.  Cresci  a  Valcava.  Di  si  fatti  avea  in  Firenze  assai,  ma  erano  timidi  della  morte,  che 
non  vedeano  rampollare  la  fede,  come  arebbono  voluto;  e  cosi  fu  perseguitata  dallo  Imperio 

1  la  fede  di  Cristo,  infino  al  trentesimonono  imperadore  Gostantino,  il  quale  fu  imperadore 
negli  anni  di  Cristo  311  ed  esso  fu  cristiano,  e  costui  doto  la  Chiesa  e  ando  a  Gostantino- 
poli,  ove  mori.  Ebbe  tre  figliuoli;  de'  quali  Tuno  fu  cristiano,  cio  fu  Gostantino,  e  quello 
stette  in  Gostantinopoli ;  Taltro  Constante  il  quale  perseguit6  i  Cristiani ;  e  cosi  lo  Imperio 
si  divise  in  modo  che  gran  '  tempo  fu  che  piu  imperadori  ad  un'  ora  erano  chi  cristiano  e       /.,  i,  3i 

I  chi  pagano. 

RuBRicA  24*  —  Come  c  quando  e  ferche  la  citta  di  Firenze  fu  ridotta  a  cristianesimo,  e 
il  modo  del  battesimo  e  la  consacrazione  di  S.  Giovanni,  cioe  del  temfio  che  si  diceva 
di  Marte. 

Firenze  istette  nella  fede  pagana  infino   agli   anni   di  Cristo  320  e   dalla   edificazione 

;i  d'e8sa  citta  392  e  perchfe  Onorio,  il  quale  era  cristiano  e  romano  venne  a  Firenze  a  predi- 

care  la  fede  cristiana  colla  bolla  di  Gostantino  imperadore   battezzato,   in   Firenze  si  fece, 

e  consacro  la  cattolica  fede  cristiana '.     E  considerato  il  tempio  di  Marte,  quello  Onorio  il       i.,  i,  32 

quale  avea  predicato,  fu   fatto   vescovo  di  Firenze  per  Santo  Silvestro  papa,  il   quale   avea 

'  Gostantino  battezzato,  concesse  esser  rivocato  lo  tempio  di  Marte  in  quel  Santo,  lo  quale  i 

I  Fiorentini  volessono.    Di  che  si  trov6   di   concordia  essere  in  S.   loanni  Batista  consacrato 

per  tre  principali  cose:  Tuna  perche  propio  in  quel  di  della  sua  festa  s'annunzi6  per  tutta 

la  cittk  per  lo  'mperio  e  per  lo  Papa   la   fede    cristiana;   Taltra   perche   in   quel   di,    come 

detto  6  adrieto,  fue  compiuta  la  detta  chiesa;  Taltra   perche  Santo   loanni   battezz6  Cristo. 

Un'altra  ce  ne  aggiungo  io,  cioe  che  ogni  fedele  crede  in  lui,  ed  h.  combattitore  della  fede 

)  di  Cristo  ed  a  lui  diede  Cristo  quella  insegna  della  croce   rossa   in   campo   bianco   quando 

and6  al  Limbo  Cristo  anzi  che  Santo  loanni  andasse  in  cielo.     Fu  adunque  quistione  tra  i 

Fiorentini  della  immagine  dello  Iddio  Marte,  che  il  Vescovo  non  la  volea  in  chiesa.    I  Fio- 

rentini  trovarono  che  Ogni  volta  che  non  fosse  alta  ed  onorata,  la   citta   dovea   avere  male 

stato,  e  come  abbassava,  abbassava  lo  stato  della  citta.    Onorio  veggendo  i  Fiorentini  essere 

3  assai  leggieri  di  fede,  ancora  temette  non  si  partissono  dalla  fede,  concesse   loro   la  cavas- 

sero  della  chiesa,  e  ponessonla  dove  a  loro  piacesse.     Quegli  'furono  insieme  a  consiglio  e       /.,1,33 

divisorono  di  porla  in  su  una  torre  la  piu   alta   che   avesse   Firenze,   come  i   loro   strologhi 

dissero,  perocch6  non  si  abbassava  ma  si  alzava;  e  fu  posta  sopra  una  torre   soprarno,  che 

^    fu  la  torre  lulia,  la  quale  lulio  Cesare  avea  fatta  per  sfe;  poi  ordinarono    che  Santo  loanni 

;3  il  di  della  sua  nattivita  fosse  la  maggior  festa  della  citta,  e  qui  solenne  festa  e  giuochi  si 

facessono,  e  corressono  uno  palio  di  sciamito  e  altre  cirimonie  assai ;  e  statuirono   ch'  ogni 

persona  maschio  e  femmina  da'  dodici  anni  in  su  v'  andasse  la  vigilia  a  visitare  ed  offerere 


3-4.  di  S.  Miniato,  e  ando   insino  all'  ospedale   dov'  e  la  chiesicciola  e   ivi   non   potendo  o  non  permettendo 

Iddio  A.\  di  S.  Miniato,  e  quivi  era  una  chiesicciola  di  spedale  in  quello  luogo  dove  sta  l'ospedale  a  pi&,  e  quivi 

,     non  prometendo  Iddio   G.  —  29.  aggiungo  io  che  ogni  Cristiano  crede  in  lui  /. ;   aggiungo  con  due  code  che  ogni 

I     fede  crede  in  lui  A.  ;  aggiungo  io  che  ogni  fede  crcde  in  lui  G.    Ho  accolta  la  lexione  di  questi  due  codici  ferjnet- 

'5    tendomi  di  modificare  la  farola  fede  in  fedele  —  41-42.  statuirono  che  ogni  maschio  da  dodici  anni  in  su  v'andasse  G. 


14  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  392-401] 


per  contrade  a  certa  pena  infallante;  e  chi  non  potesse  andare,  mandasse;  e  ci6  era  scritto  e 
rassegnato;  ed  infino  a  questo  di  era  stata  la  cipta  in  pace  ed  accresciuta  di  dl  in  di,  e  multipli- 
cata  d'avere,  di  uomini  e  di  stato  e  di  potenza  e  di  orrevolezza  di  cittadini.  Et  qui  delibera- 
rono  che  si  battezzassono  i  fanciuUi  quando  nascessono,  e  fosse  capo  e  mastra  chiesa  di  P^irenze. 

RuBRiCA  25*  —  Come  Firenzc  fue  assediata  da'  Gotti  e  contc  furono  sconfitti  i  Gotti  c  come 
furono  duc  imferadori, 

Firenze  nel  detto  stato  si  govemava  con  buona  fede  cristiana  e  in  divozione  della 
/.,1,34  Chiesa  e  suggetta  d'Imperio,  e  negli  anni  di  Cristo  396  fu  quistione  dello  Imperio,  'ma 
alla  fine  furono  due  imperadori  figliuoli  di  Teodosio,  e  negli  anni  di  Cristo  401  venne  in 
Italia  una  ingenerazione  di  gente  infedele  di  grandissimo  numero,  i  quali  si  chiamarono 
Gotti  d'una  provincia  di  W  dal  Danubio,  che  confina  con  la  Schiavonia  ed  Ungaria  e  Bur- 
garia  infra  terra  che  si  chiama  Gotia;  ed  Alberigo  re  de'  Gotti  in  persona  fu  con  loro,  e 
guastata  la  provincia  di  Toscana  infino  per  Romagna  passarono  a  Roma;  e  questo  si  dice 
ch'e'  faceva  perch^  lo  Imperadore  era,  ed  esso  Alberigo  per  le  divisioni  dello  Imperio  cre- 
dea  essere  Imperadore,  ed  abbatteva  la  fede  cristiana.  Questo  passo  in  Puglia  e  guasto 
ogni  cosa:  poi  ando  inverso  Cosenza  in  Calavria  e  quivi  mori,  e  sua  gente  torno.  Di  che 
Rodasio  poi  re  de'  Gotti  venne  a  vendicare  la  morte  del  zio  con  maggiore  oste,  ed  ulti- 
mamente  giunse  a  Firenze  per  Lombardia  e  per  Romagna  guastando  negli  anni  di  Cristo 
401.  II  Papa  ed  i  Romani  aveano  mandato  in  Gostantinopoli  per  soccorso  et  venuto  il  soc- 
/.,  j,  35  corso,  Onorio,  secondo  iigliuolo  ed  Imperadore,  venne,  e  partissi  di  'Roma  con  gente,  non 
pero  quanto  quella  di  Rodasio.  Quando  Rodasio  senti  che  veniva  lo  'mperadore  si  partl  d'asse- 
dio  di  Firenze,  ch'egli  avea  si  stretta  ch'era  in  grande  rischio  e  guasta  di  fuori  ogni  cosa,  si 
spavento,  e  partissi  ed  andonne  ove  Fiesole  era  stata,  e  quivi  per  quelle  valli  di  Ceceri  e 
di  Monte  Morello  si  distesono  et  qui  s'accamparo  il  meglio  che  poterono.  II  luogo  era  alido, 
e  manco  per  lo  caldo  e  logorb  tutta  la  vettovaglia.  Et  loro  addosso  discesono  di  tutte  le 
provincie  ed  in  effetto  affamati  s'arrenderono  ad  Onorio  e  per  ischiavi  furono  mandati.  E 
cosi  fu  libera  la  citth  di  Firenze  il  di  della  nativita  di  S.  loanni  Batista;  e  preso  e  morto 
Rodasio  lor  signore,  ed  isconfitti  tutti  il  dl  di  S.  Reparata  se  ne  fece  in  Firenze  la  somma 
ed  ultima  allegrezza  e  vittoria.  In  questo  tempo  S.  Zenobio  era  vescovo  di  Firenze  e  cit- 
tadino  fu  di  Firenze.  Feciono  edificare  ed  onorare  la  chiesa  di  Santo  Salvadore  di  nuovo 
et  la  sagrarono  in  nome  di  S.  Reparata  il  cui  di  ebbono  Tultima  vittoria. 


RuBRicA  26'  —  Come  Sancto  Zanohi  vescovo  di  Firenze  mort  e  fecc  miracoli. 

Firenze  ne'  sopraddetti  anni  avea  uno  santo    uomo  vescovo,  lo  quale  Jn   quegli  tempi 
fece  molti  miracoli,  il  quale  risuscito  morti  ed  altri  miracoli  fece.    Era  il  vescovado  presso 
/.,  1, 36       al  '  borgo  di  S.  Lorenzo  nella  chiesa  dove  h.  oggi  S.  Lorenzo,  et  in  essa  cantava  il  Vescovo  ^ 


17.  con  maggiore  oste]  e  maggiore  oste  men6  che  prima  G,  —  19.  414  G.\  405  /.  —  s^-aS-  D  luogo... 
la  Tettovaglia]  E  quivi  per  quelle  valli  di  Monte  Morello  avevano  eglino  tutto  logoro  /.  Che  il  fasso  sta  lacunoso 
lo  dimostra  la  lezione  data  da  A.,  la  quale  rij>orta  le  stesse  farole  di  I.  ma  con  altre  ehe  danno  un  significato  fiti 
chiaro  al  feriodo:  et  quivi  per  quelle  valle  di  Ceceri  e  di  Monte  MoreUo  manco  per  lo  caldo  e  logoro  tutta  la 
vettovaglia;  G.  gui  si  rileva  anch'esso  lacunoso,  ma  da  gualche  altro  elcmenio  che  da  prova  della  bonta  della  lezione 
asiniana:  E  quivi  per  quelle  valli  di  Monte  Morello  si  distesono  et  qui  s'acamparo  il  meglio  clie  poterono;  il  luogo 
era  alido  et  avevano  tutta  loro  vettovaglia.  Ho  rifortato  le  diverse  iezioni  perche  ncl  testo  mi  sono  fermesso  di  fondcre 
le  due  lezioni  di  A,  e  G.  —  28.  S.  Liberata  G,  —  30-31.  ed  onorare...  Reparata]  ed  onorare  la  chiesa  di  Santo 
Salvatore  di  nuovo,  ed  a  S.  Salvadore  sagrarono  il  nome  di  S.  Reparata  A.;  di  nuovo  e  a  S.  Salvatore  sagrarono  lo 
nome  di  S.  Liperata  /.;  di  nuovo  e  a  S.  Salvatore  la  sagrarono  e  in  nome  di  S.  Reparata  G.  —  SS^P-  'Si  1.  i.  l» 
essa  abitava  ii  vescovo  et  seco  aveva  A,  ' 


[AA.  401-450] 


CRONACA  FIORENTINA  15 


la  messa  e  suoi  officii  e  seco  avea  due  suoi  cappellani  di  vita  onestissima,  tali  che  santifi- 
carono.  L'uno  fu  S.  Crescenzio  Taltro  S.  Eugenio,  li  quali  morirono  e  seppelliti  furono 
poi  nella  chiesa  di  S.  Reparata  con  lui,  ciofe  dove  il  suo  corpo  si  traslatb.     I  miracoli  che 

fece  furono  questi 

!  Mori  S.  Zenobio  gli  anni  di  Cristo . . . .  e  traslatato  fu  in  S.  Reparata  a'  di  26  di  gennaio 

gli  anni  di  Cristo E  recandosi  il  corpo  suo  dal  vescovado,  ciofe  da  S.  Lorenzo  a  S.  Re- 

parata,  tocco  uno  ulivo  ch'era  sulla  piazza  di  S.  loanni,  passando  allato  al  detto  ulivo  ch'era 
secco,  incontinente  rinverdl  di  foglic  e  fiori  di  subito,  e  molto  tempo  basto,  e  poi  venuto 
meno  vi  si  fece  per  memoria  una  colonna  la  quale  colonna  v'k  ancora. 

liRuBRicA  27'  —  Come  la  citta  di  Firenze  fu  distrutta  da  Attile  fragcllum  Dei, 

Firenze  slando  in  pace  si  venia  racconciando  del  danno  ricevuto  dello  assedio '  de'  Gotti       /.,  i,  37 
sconfitti,  come  adrieto  fecemmo  menzione.     Ma  poco  duro  la  lor  gloria,  perocche  sentendo 
Bello,  chiamato  Attila,  la  sconfitta  di  Rodoazio,  si  misse  in   conquistare  le  sue   provincie  e 
reami.     Esso  fue  barbero  di  nazione  antica,  ma  era  nato  di  reale  sangue,  fecesi  signore  de' 

l.Gotti  e  di  Svezia  e  di  Schiavonia  e  d'Ungheria,  fu  uomo  di  grande  animo  e  fu  savissimo, 
comecche  egli  fosse  crudele  oltra  ogni  generazione  di  cristiani,  e  fece  pensiero  di  rimuovere 
la  fede  cristiana  ed  abbassarla  e  disfare  Roma  e  recare  lo  Imperio  sotto  sfe  e  farsi  signore 
del  mondo,  racconto  a'  Gotti  la  sconfitta  e  morte  del  lor  signore,  dimostrandola  a'  fratelli, 
padri  e  figliuoli  de'  morti  per  I'  Italiani  e  venduti  per  schiavi ;  e  promettendo  la  vendetta,  se 

2  seguire  lo  voleano,  sommosse  le  genti  e  venne  con  innumerabile  gente  ed  esercito.     I  Romani, 

'  Fiorentini  e  Lombardi  temendo  tuttavia  di  cio,  teneano  nella  provincia  sua  ispie  e  sentirono 

la  sua  tornata.     Ultimamente  sentendo  sua   venuta,    con  gli  Franceschi   insieme  tutta  Italia 

Tandarono  a  scontrare  insino  in  Frigoli,  e  quivi  combatterono,  e  secondocch^  conta  la   cro- 

:  nica   martiniana  tal   fu  la  battaglia   che   cento   ottantamila    uomini    dairuna   parte  e  Taltra 

2  morirono,  ed  un  fiume  per  nome....  'corse  sangue  tutto  de'  morti  e  molti  gran   baroni  vi       /•.  i,  33 
morirono  d'una  parte  e  d'altra,  inf ra'  quali  il  Re  di  Borgogna  mori  d'  Italiani  parte.     Attila 

si  parti  e  tornossi  in  Ungaria.  Questa  battaglia  fu  al  tempo  di  Teodosio  II  e  di  Valenti- 
niano  suo  genero  imperadori,  negli  anni  di  Cristo  436.  Tomossi  in  suo  paese  e  sommosse 
maggiore  esercito  di  prima  e  fu  nella  prima   tornata  ad  Aquilea,  ove  appresso  era  Frigoli, 

3  e  quivi  era  stato  sconfitto  e  stato  tre  anni  a  assedio,  la  prese  e  distrusse.  Passo  in  Lombar- 
dia  et  Vinegia,  Brescia,  Bergamo,  Parma,  Melano,  Lodi  e  tutte  le  terre  di  Lombardia;  sal- 
vossi  Modena  per  Torazioni  di  S.  Gemignano  vescovo  d'essa  cittk.  Poi  passo  in  Romagna 
e  non  vi  lascio  quasi  terra;  Bologna  fu  la  prima  distrutta.  Sceso  in  Toscana,  giunse  a  Fi- 
renze  e  quella  assedio,   e  pensando  la  sconfitta  che  avea  avuta  l'altra  volta  Rodoasio,  penso 

.:  (ch'erano  fieri  uomini)  di  starvi  poco  aIl'assedio,  ma  d' ingannargli,  e  cosl  fece,  che  esso 
disse  che  volea  essere  loro  amico  e  salvare  Firenze,  ed  impromesse  loro  molte  cose,  e  sug- 
gello,  e  tanto  gli  alletto  ch'eglino  si  fidarono  di  lui,  tantocchfe  con  doni  e  con  fargli  onore 
lo  missero  drento  et  che  voleva  col  loro  consiglio  fare  le  loro  faccende.  Eglino  lo  messono 
nel  Campidoglio.    Egli  mandava  per  gli  cittadini  ed  onoravagli,  e  facea  loro  doni  e  man- 

-.  giari  tanto,  che  gli  auso  seco.     Poi  appoco  appoco'  misse  i  baroni  dentro,  e  come  vide  ch'essi       i.,  i,  39 
seppono  bene  le  vie  e  le  case  della  bella  e  nobile  citta  di  Firenze,  che  a  quel  tempo  facea 
ventimila  uomini  d'arme,  si  penso  d'  ingannarli.     Mando  un  di  per  gli  cittadini  che  venissono 
a  lui  che  volea  da  loro  consigliarsi  in  che  modo  in  Toscana  avesse  a  procedere.     Veniano 


1  4.  La  lacuna  e  segnata  in  tutti  i  codici  ed  in  /.  —  5.  xv  gennaio   G.  —  7.  ulivo]  olmo  A. :  era  stato  scritlo 

i  frima  uUvo,  la  correzione  fero  h  della  siessa  mano.   Ho  accettata  la  lezione  di   G,  cke  concorda  con  il  Guadagni  e  con  la 

frima  lezione  dello  stesso  A.  —  13.  Attila]  Totila  /. ;  awerte  peri  padre  Ildefonso  che  il  suo  ms.,  ha  Attila.    Non  ho  cre- 

duto  opportuno  correggere,  essen.lo  propria  delPautore  la  confusione  tra  Attila  e  Totila.  —  25.  e  '1  fiume  corse  sangue  A, 


16  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  450-529] 

com'erano  iisati,  i  maggiori  e  i  piu  savj  et  di  piu  seguito,  et  a  uno  trapassare  d'una  sala  a  una 
camera  era  detto  loro :  "  Qui  k  Attila  ,   e  passando  erano  presi  e  morti  e  gittati  in  un  canale 
che  passava  sotto  il  Campidoglio  in  Arno;  e  molti  uccise  in  poco  d'ora  come  veniano,  a  sei,  a 
due,  a  uno,  e  quasi  tutti  i  migliori  avea  spacciati,  ed  avea  suo  segno,  come  nulla  si  vedesse. 
La  sua  gente  era  in  concio,  e  in  ordine  che  avessono  a  correr  la  terra;  e  com'e'  viddono  co-  '": 
minciare  a  entrare  in  Campidoglio,  segretnmente  8'andarono  ad  armare.     Gli  uomini  di  Firenze 
andando  ad  Arno,  e  veggendo  presso  alla  fogna  che  rispicciava  in  Campidoglio,  uscir  Tac- 
qua  rossa,  cominciarono  a  borbottare  e  voUono  entrare  in  Campidoglio,  non  furono  lasciati. 
Avviddonsi  del  tratto  e  vollono  prender  rarme.     La  gente  di  Totila  era  armata,  presono  il 
corso,  e  maschi  e  femmine,    piccoli  e  grandi    cominciarono  a  tagliare.     La  cittk  sbigottita,  " 
/.,  I,  40       chi  meglio  uscir  potea  fuori,  chi  imbucarsi,  'chi  a'  boschi,  e  cosi  tutti  fuggirono,  chi  pot^  o 
seppe.     Chi  non  seppe  o  stette  alla  difesa,  fu  tagliato  e  morto,  e  poi  rubata  la  ciuh.  e  tratta 
fuori  la  roba,  tutta  la  disfece  ed  arse.     La  chiesa  di  Santo  loanni  si  dice  che  o  per  mira- 
colo  di  S.  Zenobi,  o  perchfe  si  fosse,  in  effetto  rimase  con  poche  altre  parti  di  torri  o  di  mura. 
Fu  coiraltre  fatta  cadere  la  torre  lulia,  dove  era  Marte  ed  and6  in  Arno,  e  stettevi  quanto  i 
udirete,  che  si  ritrov6  poi.     Questa  sconfitta  fu  negli  anni  di  Cristo   450  a'  di  28    di   giu- 
gno   e   dal  di  deirediiicazione  d'essa  anni  522.     II   vescovo   della  citt^    di    Firenze  ed  altri 
religiosi   presi   furono  straziati  e  le  cose  sacre  della  citta,  ed  ultimamente   con   molte  cose  j- 
vituperevoli  lo  detto  vescovo  Santo  Maurizio,  cosi  chiamato,  morto  fue  da'  detti.    La  cittk  ; 
rimase  rovinata  e  disfatta.  ) 


/..  I,  «I        RuBRiCA  28"'  —  Comc  Attila  ricdificb  Ficsolc  c  comc  viorl;  c  comc  dofo  Itd  altri  Gotti  vcn- 
nom,  c  guanio  tennono  in  Italia  signoria,  et  foi  vcnne  un   altro    Tcodoro  rc  de'  Goti  c  \ 
vcnne  in  Italia, 

Disfatta  Firenze  in  quello  medesimo  anno,  penso  che  a  redificare  Firenze  non  era  suo 
bene,   ma  a  redificare  Fiesole  era  piu  sicuro,   e  pero  fece   legge   ed  ordine  che  chi  volesse  > 
abitare  in  Fiesole  d'ogni  provincia  venisse;  e  cosi  vennono  Fiorentini  e  Fiesolani,  si  vera- 
mente  giurassono  di  non  essere  contro  i  Gotti,  ma   tutti   contro  li  Romani;  e  cosi  riedifico  | 
Fiesole,  muro  di  buone  e  forte  mura,  e  fatta  questa  forte,  si  parti  e  guasto  tutte  le  terre  di  \ 
Toscana,  e  andando  da  Volterra  che   avea  disfatto,    verso    Roma,  di  subitanea  morte  mori  i 
in  maremma.     Un  altro   Teodorico  re  de'  Gotti,  che  a  un   tratto  ito  in  Francia  e  queirol-  \ 
tramontano  paese  guasto,  senti  la  morte  di  Attila  e  venne  in  Italia  e  giunse  in  Roma,  e  fue  t 
in  concordia  collo  Imperadore  di  Gostantinopoli  a  guastare   tutte  le  chiese  di  Roma  a  chi  ' 
non  teneva  la  setta  ariana,  ch'era  contro  la  fede  di  Cristo.     Questo  imperadore  fu  Leone, 
/.,  1, 4i       imperadore  li  e  ultimamente    Zeno    fu  poi  di  lui,  e  fece  guerra  con  lui  'e  con  Teodorico  l 
figliuolo  di  Teodorico  re  de'  Gotti,  e  di  piu  altri  disfacimenti  d'ltalia  furono  fatti  per  gli  » 
Gotti.     Ultimamente  lustiniano  imperadore  mando  Bellisario   suo   nipote  a  Roma,  e  furono 
morti  e  cacciati  i  Gotti  che  aveano  tenuto  Italia  e  tutta  Europia  ed  Affrica  in  parte  anni 
127.     AI  tempo  di  Giustino  imperadore,  che  fu  il  lv  imperadore,   negli  anni  di  Cristo  529 
e'  mando  Narset,     il  quale  le  reliquie  de'  Gotti  vinse  e  scaccio  d'  Italia,  e  liberossi  del  tutto 
da'  Gotti,  comecche  grande  disfacimento  fusse  dello  Imperio  e  d'Italia  per  guerre,  guastamento  • 


1.  c  i  piu  sari  seguiti  dal  popolo  et  a  uno  trapassare  G.;  e  1  piii  savi  e  quindi  seguiti  a  un  trapassare  /. ;  e 
i  piu  savi  et  di  piu  seguito  et  a  uno  trapassare  A,  Delle  tre  lezioni  ho  seguito  quella  asiniana  che  mi  seinbra  la  pik 
chiara  e  da  cui  poterono  essere  derivate  lc  altre  —  9,  /  codici  qui  hanno  Totila  e  non  Attila  come  jier  Pinnanzi. 
—  15-16.  e  stettevi  innanzi  udirete  clie  si  ritrovo  poi  G.\  e  stettevi  molto  tempo  A.  —  24-25.  Disfatta ....  leggej 
In  quello  medeslmo  anno  penso  di  riedificare  Fiesole  e  fece  leggi  G.  —  30-31.  e  oltramare  molto  paese  guasto 
G.;  e  nell'oItramar  paese  guasto  /.  ^ueste  due  ultime  lezioni  sono  molto  vicine,  e  forse  non  c  fuor  di  prohabilith  il 
credere  che  la  seconda  sia  stata  (flterata  in  seguito  alla  omissione  della  farola  molto. 


lAA.  529-810]  CRONACA  FIORENTINA  17 


di  cittk,  fame  e  mortalitk  che  furono  in  Italia;  q  ci6  si  pensa  che  fusse  perch^  la  fede  di 
Cristo  era  poco  cultivata,  ma  la  setta  ariana  crescea,  e  in  questo  modo.  Cristo  gastig^  de' 
loro  peccati. 

IRuBRicA  29*  —  Comc  i  Longohardi  vennono  in  Italia,  e  fafa  Stefano  mando  in  Francia  fer 
f        Pifino  e  venne  foi  Carlo. 

Liberata  1'  Italia  e  la  cristianitk  da'  Gotti  e  fatte  le  predette  cose,  troviamo  che  Narset, 
il  qualc  era  patrizio  in  Roma,  ciofe  luogotenente  dello  Imperadore  che  stava  in  Gostanti- 
nopoli,  per  certi  sdegni  ch'ebbe  con  Soffia,  ch'era  la  moglie  di  Giustino  imperadore,  mand6 
Iper  gli  Longobardi,  cio^  per  'gli  Ungari,  e  rubellossi  dallo  Imperio;  e  cosl  venne  Rotario       /.,  i,  « 

Kre  de'  Longobardi  con  grande  gente  negli  anni  di  Cristo  570,  e  di  re  in  re  conquistarono 
tanto  che  diffini  lo  reame  di  Francia  e  di  tutta  Europia  furon  signori  per  modo  che  la 
tennono  come  naturali  infino  agli  anni  di  Cristo  775  che  furono  anni  205.  In  questo  anno 
ando  papa  Stefano  in  Francia  per  Pipino,  e  venne  Pipino  e  poi  Carlo  Magno;  sicchfe  de' 
Longobardi  fini  la  loro  signoria  sotto  lo  imperio  di  Carlo  Magno  re  di  Francia,   ed  impe- 

IJradore  del  mondo  fu  fatto  alla  seconda  tornata  in  Roma  per  preghiere  di  papa  Adriano, 
e  fu  incoronato  imperadore  negli  anni  di  Cristo  801  addi  7  d'aprile:  cio  fu  il  di  della  Re- 

I  surrezione  di  Cristo ;  siccome  avea  risuscitata  la  santa  Chiesa  spenta  per  gl'  imperadori  greci 
e  fede  ariana  e'  Longobardi  e'  barberi. 


RuBRicA  30*  —  Come  Carlo  Magno  fece  reedificare  Firenze,  ed  in  che  temfo  e  con  che  forzt^ 
2         e  come  t  Romani  vi  inandarono  molti  di  loro  cittadini  ad  abitare. 

Negli  anni  di  Cristo  810  il  di  della  nostra  Donna  di  febbraio  si  mosse  di  Firenze  Ar- 
naldo  de'  Firidolfi,  loanni  de'  Ghineldi  e  Ridolfo  Figiovanni;  questi  eraao  di  tre  schiatte 
de'  nobili  che  furono  in  Firenze  al  tempo  innanzi  che  si  disfacesse  per  Totila,  e  andorono 
a  Roma  allo  imperatore   Carlo'  Magno  e  papa  Lione;  i  quali  mostrorono   come   sempre   i       /.,  i,  4« 

2  Fiesolani  furono  nimici  dello  Imperio  e  di  santa  Chiesa,  e  come  distrutti  erano  stati  per  gli 
Romani,  e  Firenze  era  stata  edificata  per  gli  Romani,  e  sempre  figliuoli  di  santa  Chiesa  e 
difenditori  e  sempre  fidelissinji  allo  Imperio,  e  qhe  sapeano  bene  che  Totila  in  dispetto  de' 
Romani  e  di  santa  Chiesa  e  dello  Imperio  avea  redificata  Fiesole,  in  ogni  tempo  nemica 
d'Imperio  e  di  Chiesa,  e  quanto  male  poteano   fare  a  detti  e  ad  ogni  fedele   cristiano  fa- 

3  ceano.  Avendo  per  vero  lo  Imperadore  ed  il  Papa  quello  che  gli  ambasciadori  fiorentini 
avevono  porto,  e  dimandato  che  addimandassono,  rispuosero  che  conciofossecosachfe  i  Fio- 
rentini  scampati  ed  accresciuti  ogni  di  cercavano  riporre  Firenze,  e  piu  volte  cominciato  il 
borgo  di  Campo  Marzio  ad  affossare  per  murark),  perocch^  cosl  rappellavano  i  Fiesolani, 
come  anticamente  faceano  innanzi  che  Fiorenza  fosse  edificata,  ed  in  quel  luogo  faceano  il 

:  k)ro  mercato,  come  che  i  Fiorentini  pur  lo  chiamavano  il  borgo  di  Santo  loanni,  perocchfe 
il  Duomo  e  la  chiesa  di  Santo  loanni  v'era  rimasta;  di  che  i  Fiorentini  Tavevano  ricomin- 
ciata  e  i  Fiesolani  con  armata  maoo  la  disfacevano  et  pure  i  Fioreutini  la  ricignevano  di 
steccati  e  fossi  e  di  nuovo  la  riguastavano,  di  che  i  Fiorentini  li  richiedevano  supplicando 

,  umilemente  al  Papa  ed  allo  Imperadore,  dessero  aiuto  a  redificare  la  loro  'citta  fidelissima.       /.,  i,  <i 


II.  diffini]  difini  A.  —  21.  Negli  anni  di  Cristo  8ot  11  d\  della  Santa  Pasqua  fu  incoronato  come  meglio  di- 
remo  di  sotto,  ritorno  a  dire  come  nell'anno  sopra  detto  il  dl  della  nostra  Donna  di  febbraio  G.  —  22.  Ghineldi] 
Ghinelli  G.  —  23.  per  Attila  A.  —  24.  Lione  III  /.  —  27.  Attila  A.  —  30-31.  quello  che  gli  ambasciadori  cio&  per 
loro  s'cra  sposto  per  parte  de'  Fiorentini  fue  risposto  loro  che  addomandassono  G. 

T.  XXX,  p.  I  —  2. 


18  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  sio-sisi 


Inclinati  di  concordia,  comandato  fu  a  tutti  i  maestri  deirubbidienza  intomo  a  cento  miglja 
a  Firenze  e  a  tutti  i  maestri  di  Roma  e  a  tutti  quelli  delle  terre  o  ville  di  Roma,  a  Fi- 
renze  fusseno  il  primo  dl  d'aprile  prossimo  vegnente  quelli  di  cinquanta  miglia,  e  a  di  otto 
quegli  di  miglia  cento  e  quegli  da  inde  in  su  a'  dl  15  del  predetto  mese,  ed  a  cavallo  et 
a  piede  con  grande  sforzo;  ed  ordinaron  la  redificazione  di  Firenze.  Volle  lo  Imperadore  5 
che  come  prima  v'erano  venuti  cosi  de'  Romani  nobili  a  edificarla,  cosi  ora  vi  venissono 
quattro  altri  savj  e  nobili  Romani,  e  cosl  fu  fatto;  infra'  quali  fu  Marco  Antonio  Porzio, 
lulio  Sesto  de'  lulj,  Gneio  Fulvio,  Aniballi  e  Pio  Pipino.  Questi  nacque  in  Roma  d'una  si- 
rocchia  di  Pipino  padre  di  Carlo  Magno,  quando  venne  con  Pipino  a  Roma  ed  innamorossi 
d'una  pulceUa  de'  Porzj,  e  tolsela  per  moglie  che  avea  tredici  anni.  Egli  e  la  madre  8'era  n 
rinchiusa,  veduto  il  figliuolo  ammogliato,  in  uno  munisterio.  Quando  furono  a  Firenze  tro- 
trovossi  1351  maestri  di  pietre  e  1050  di  legname.  Partirono  in  quattro  parti  i  quattro 
principi  lo  edificio  come  di  concordia  furono,  e  feciono  la  cittk  di  questo  giro,  ciofe  f eciono 
una  porta,  la  qual  puosono  sulla  maestra  strada  di  Roma,  la  quale   chiamarono   Por   Santa 

/.,  1, 46       Maria  ch'era  presso  al  fiume  d'Arno,  ove  rimase  appresso  la  porta  la  chiesa  di'  S.  Stefano  5 
di  fuori  nel  luogo  dove  b  oggi,  tirando  suso  le  mura  lungamo  ove  sono  le  case  de  i  Pulcii 
appi^  del   castello  Oltraf onti  drieto   a  S.  Piero  Scheraggio,  e  missonla  driento  (Scheraggio  1 
era  un  f  ossato  in  che  Tacqua  entrava  che  scolava  in  Arno,  e  cosi  avea  nome).     Tirando  su 
le  mura  per  la  strada  \k  da'  Magalotti  ed  Asini  e  la  Badia,  in  fino   ove   sono  oggi  le  case 
de'  Portinari,  e  quivi  puosono  porta  di  S.  Piero,  ove  era  un  borgo  che  andava   a  S.  Piero  0 
maggiore,  e  rimase  di  fuori;  e   tirb  suso   come    era  S.  loanne  intro   dentro,   e   S.   Lorenzo 
rimase  di  fuori;  e  questa  porta  facea  la  strada  maestra  che  rispondea  a  Porta  S.  Maria,  e 
questa  porta  si  chiamo  porta  di  Duomo,  perchfe  era  quivi  dov'era   Santo   loanni.     Venendo 
giuso  si  puosono  alValtra  porta,  ove  sono  oggi  le  case  de'  Tornaquinci;  sicchfe  questa  poria 
rispondea  a  quella  di  S.  Pietro  a  casa  Pazzi.     Fuori  di  questa  era  S.  Paolo  e  S.  Brancazio,  p 
e  tirarono  le  mura  infino  a  casa  gli  Scali,  e  lasciarono  borgo  Santo  Apostolo  di  fuori,  chej 
infino  a  quel  tempo  v'era  fatto  il  borgo  e  Taltre  chiese  ch'io  vi  conto,  poi  si  feciono  mu- 1 
rata  la  cittk  e  i  borghi   detti,   ciofe  S.  Piero  e  S.  Lorenzo;  il  borgo  S.  Lorenzo  v'era  e  di 
Santo  Paolo;  pass6  il  muro  da  S.  Trinita  per  porta  Rossa  e  giunsesi  a  S.  Maria,  ch'era  ove' 

/.,  1, 47       h  oggi  Mercato  nuovo.     E  cosl  quattro  porte  maestre  ebbe  la  citta  di   Firenze  murata  per  i 
gli  detti  nobili  Romani  edificatori,  chiese  feciono  al   modo   usato   di  Roma;  poste  le  dette 
chiese  per  lo  borgo  che  detto  h,  rimase  fuori  Santo  Stefano  ed  il  borgo  infino  ad  Amo.    AUa 
maestra  strada  di  Roma  si  f  ece  quattro  pile  di  pietra,  e  poi  suso  legname  e  un  ponte,  sul  quale 
si  passava  di  Ik  d'Arno.    Le  mura  erano  alte  e  forti,  e  di  torri  ben  chiuse  e  spesse  e  per  tutti  j 
i  fossi  correa  acqua.    Molti  cittadini  delle  contrade    d'attorno   per    lo  sito  e  la  buona  aere  o 
vi  si  ridussono,  e  tosto  si  popol6,  ed  i  Romani  vi  mandarono  de'  nobili  uomini  ad  abitare. 

RuBRiCA  31*  —  Come  Firenze  sifofolb  e  crebbe,  e  fer  quali  ufflciali  si  resse  cioe  due  Consoli. 

Firenze  cosi  edificata,  li  Romani  aveano  certi  prigioni,  i  quali  Carlo  Magno  tenea  di 
Francia  in  Roma,  e  presi  di  Napoli  quando  meno  lo  esercito  contr'a  loro  e  ridussegli  a  fidelta : 
furono  di  molte  provincie,  circa  mille  nobiU  uomini,  i  quali  tutti  speravano  quivi  morire.  De- 
Uber6  di  farli  cittadini  di  Firenze,  e  dove  avea  tutti  i  lor  beni  fatti  seguestrare,   gli  rend^ 


1-3.  comandato  fu  a  tutti  i  maestri  di  Roma  e  a  tutti  quegli  delle  terre  e  ville  di  Roma  che  a  Firenze  fut- 
seno  G.  —  9.  Carlo  Magno,  e  per6  venne  con  Pipino  a  Roma  et  innamorossi  G.  —  17.  Altrafonte  A. ;  Oltrafonti  /. 
—  19.  ed  Asini  insino  alle  mura  della  Badia  A.  —  31-22.  e  intr6  drento  a  S.  Lorenzo,  e  rimase  di  fuore  e  questa 
porta  A.  —  31.  Romani  ed  edificatevi  chiese  furono  al  modo  e  sito  di  Roraa  /. ;  Romani  e  edificatori  di  cMese 
feciono  al  modo  usato  dl  Roma  G.  —  33.  si  fece  una  pila  di  pietra  A.  —  34.  di  torri  bene  fornita  e  per  tutti  — 
38.  redificata  /.  —  41-p.  20,  1.  i.  seguestrare  li  rilascio  a  chi  /.;  avverte  fcrh  in  nota  padre  Ildefonso  c/ie  rilasci&  e 
stato  da  lui  "  sufplito  ftr  mancanza  dcl  ms.  „ 


[AA.  815-1010]  CRONACA  FIORENTINA  19 


a  chi  promesse  'd'abitare  Firenze,  i  quali  li  vendessero  in  loro  paese  e  quivi  venissono  a  stare       /.,  i,  49 
furono  circa  a  secento;  e  ordinarono  il  reggimento  di  Firenze  in  questo  modo;  che  Firenze 
avesse  in  suo  reggimento  due  consoli  e  cento  sanatori,   come  Roma,  e  fusse  in  modo   che 
i  Rettori  venissono  per  far  sangue  e  piati  da  Roma,  o  donde  allo  imperio  piacesse;  e  cosl 
Sbasto  infino  negli  anni  di  Cristo  815  con  questo  siffatto  reggimento. 

RuBRicA  32*  —  Come  Carlo  Magno  fece  libera  la  citta  di  Firenze  et  non  avesse  rettori  da 
Im-perio  e  in  tutto  fusse  libera. 

Negli  anni  di  Cristo  815  Carlo  Magno,  pacificata  Roma  e  gli  altri  paesi  et  rilevata  la 
iChiesa,  si  torno  in  Francia  a  riposare,  e  il  suo  distribul  in  chiese  ed  in  misericordia  ch'era 

Kgran  tesoro.  Venne  in  Firenze,  e  veggendola  si  bene  situata  e  sl  bene  in  poco  tempo  abi- 
tata,  e  veduta  la  nobilta  de'  cittadini  ivi  tornati,  fece  una  bella  chiesa,  la  quale  la  nomo 
iet  chiamo  Santo  Appostolo,  la  quale  ancora  cosi  si  chiama,  e  fecene  successivamente  in  do- 
dici  provincie,  in  ognuna  una  chiesa,  e  ciascuna  chiamo  Santo  Apostolo,  ed  una  n'avea  fatta 
in  Roma.     Firenze  fece  libera  d'osti  e  di  cavalcate,  di  dazj    e  di  dohi  reali  e  di  personali 

;?gravezze,  e  dielle  mero  e  misto  imperio.  Volle  fosse  libera  cosi  la  'cittk  come  i  suoi  cit-  /.,  i,  50 
tadini  ed  ancora  chiunque  vi  venisse  ad  abitare,  e  da  quel  di  innanzi  non  voUe  vi  fosse 
ivicario  d' Imperadore,  e  sempre  mentre  che  e' visse  Tamo  molto,  e  molti  di  vi  stette  e  fece 
loro  piene  scritture.  Poi  partito  lui  fu  grande  danno  a  Firenze  la  libert^,  perocchfe  prima 
per  la  signoria  e  vicario  d'  Imperio  la  citta  era  ubbidita  e  temuta,  ma  poi  i  nobili  ch'aveano 
lor  castella  e  tenute  intorno  voleano  essere  in  quello  reggimento  signori  e  consoli,  e  gli  al- 

2(  tri,  ch'erano  nobili  e  gentili  uomini  come  loro,  se  non  avessono  castella  come  loro,  li  voleano 
male  trattare,  e  cosi  s'accostavano  insieme  con  gli  Fiesolani,  che  sempre  nimicavano  Firenze. 
Ma  pure  perchfe  i  cittadini  erano  uniti,  istava  la  cittk  insieme,  e  poco  curava  e  loro  e  Fie- 
sole,  e  ogni  dl  multiplicava. 

RuBRicA  33*  —  Cotne  i  Fiarentini  -per  inganno  fresono  Fiesole  e  furono  d'accordo  che  chi 
volesse  abitare  in  Fircnze  fotesse  e  con  loro  ammezzarono  gli  uffici. 

Firenze,  vedendosi  appoco  appoco  i  nobili  di  fuori  accostarsi  co'  Fiesolani,  pensarono' 
'd'ingannare  i  Fiesolani,  e  pensorono  di  fare  triegua  con  loro,  tantoch^  si  dimesticarono  con  /.,  i,  si 
loro  insieme,  e  a'  di  sei  di  luglio,  negli  anni  di  Cristo  1010  che  fu  il  di  di  Santo  Romolo,  li 
Fiorentini  feciono  grandi  imboscamenti  e  in  palagi  e  in  valli  presso  a  Fiesole  sul  termine 
3'  di  Firenze.  La  mattina  per  tempo  molti  Fiorentini  entrarono  in  Fiesole,  e  fecero  vista  d'es- 
sere  alla  festa  come  molti  anni  aveano  fatto  dappoichfe  avevono  fatto  la  triegua;  e  rice- 
vuti  disarmati,  ma  sotto  aveano  panzeroni,  quando  e'  furono  sulla  piazza  ed  in  altri  luoghi 
tanti,  quanti  parve  loro  essere  assai,  li  Fiesolani  erano  a  mangiare,  e  quasi  altri  che  Fio- 
rentini  e  f orestieri  erano  in  piazza  e  nelle  vie ;  le  porte  a  pace  erano  aperte  e  sanza  guardie 

3  di  difesa  ordinata,  i  Fiorentini  mostrando  di  volere  vedere  le  mura  e  le  torri,  tanti  ne  sa- 
lirono  che  presono  le  torri  e  le  porte,  e  feciono  cenno  a  quelli  di  fuori  ch'erano  grande 
numero,  ed  alla  perfine  venuti  drento  armati,  ebbono  prima  presi  tutti  i  luoghi  preminenti 
della  citta,  che  si  sentisse  nuUa  di  loro  volere,   e  presi  i  campanili    e    certe  torri  de'  citta- 

,  dini,  v'entraron  dentro  per  forza,  essendo  quegli  a  mangiare  senza  prender  guardia.     Fatto 

4  questo  il  segno  era  dato,  e  di  Firenze  era  uscito  popolo  e  cavalieri,  sicchfe  quasi  senza  al- 
( 

4.  piati  di  Roma  onde  allo  Imperio   G.  —  8-9.  et  relevata  et  sormontata  la  Chiesa   G.  —  17.  e  sempre.... 
e  fece]  e  sempre  vivente  l'am6  molto  e  molti  dl  vi  stette   e  fece  A.;  e  sempre  mentre  vivette  l'ara6  e  molti  &  vi 
i  stette  e  fece  /.;  e  serapre  mentre  che  e'  vlsse  sottenne  e  fece  G.  —  19.  tenute  intorno  per  la  loro  superbla  et  mag- 
■  gioranza  volevano   G.  —  22-23.  curava  loro  e  Fiesole  /.;  curavano  i  Fiesolani  e  ogni  d\   G. 


20  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1010-107«] 

/.,1,  jj       cuno  contrasto  furono  signori  della  citt^  et  nessuno  fu  rubato  nfe  morto,  se'  non  quelli  che; 
vollono  combattere  o  volesseno  i  Fiorentini,  o  non;   raolti  si   fuggirono  per  le  porte  ch'e- 
rano  aperte,  altri  nelia  rocca;  ed  ultimamente  feciono  patti  co'  Fiorentini,  che   chi  volesse 
abitare  a  Firenze  con  sua  famiglia,   rimanendoli   le  sue  possessioni  e  beni,  vi  venisse,  ed 
avesse  gli  uficj   come  i  Fiorentini,  e  cosl  fosse   trattato;  chi   volesse   andare  altrove  aveaee  5 
la  licenza  dove  volesse  e  sicurtk;  ma  quasi  ogni  uomo  prese  partito  di   venire  a  Firenze, 
considerato,  non  perdea  se  non  la  casa.     E  perchfe  piu  pacificamente  si  vivesse,  l'arme  di 
Firenze  data  da'  Romani  era  tutta  rossa,  come  dicemmo  adrieto,  quella  di  Fiesole  bianca; 
vero  b  che  vi  tenevano  drento  giglio  bianco  nel  campo  rosso  i  Fiorentini,  e  i  Fiesolani  una 
luna  azzurra;  levossi  lo  intrasegno  e  puosesi  un'arme  dimezzata  bianca  e  rossa.     E  cosl  si  C 
resse  la  citt^  mescolatamente  Fiesolani  e  Fiorentini,  ed  ubbidirono  i  castellani,   ed  il  Co-! 
mune  di  Firenze  crebbe,  e  magnific6  di  terreno,  di  potere,    d'uomini   e   d'entrata,   e  raotti 
borghi  si  feciono  con  fossi  e  con  isteccati,  perchfe  vi  si  capesse   dentro  perchfe   non  pote- 
vono  stare  nella  cittk;  e  fu  patto  con  gli  Fiesolani  che  la  citth  di  Fiesole,  salvo  certe  chiese, 
si  disfacesse  tutta,  ed  i  Fiorentini  alle  loro  spese  dovessono  il  legname  delle  loro  case  con-  ? 

/.,  1, 52       durre  a  Firenze,  ed  il  Vescovado  f  osse  sempre  in  piedi,  e  d'ogni  casa  de'  Fiesolani '  il  Co- ' 
mune  dovesse  dare  dieci  per  centinaio  in  aiuto  a  rifarla  in   Firenze,   e    ne'  borghi    e  fossi 
e  steccati  de'  borghi  a  tutte  spese  de'  Fiorentini;  e  cosi  si  tenne  i  patti. 


RuBRiCA  34*  —  Come  si  feciono  le  seconde  cerchia  delle  mura  di  Firenze. 

Firenze  vedendo  che  non  istava  forte  in  f ossi  e  in  isteccati  e  in  borghi,  e  ognidi  ave-  \ 
vono  a  crescere,  e  pero  negli  anni  di  Cristo  1078  i  Fiorentini  ordinarono  cittadini  ufl^ciali, 
e  decreto  di  murare  i  borghi,  ed  ancora  d'accrescere  la  cittk.     Crebbesi  la  porta  a  S.  Piero 
maggiore  con  certa  rivolta  tirando  le  mura  infino   suso  in   luogo,   ove  ancor  si  chiama  la 
porta  Bertinelli,  che  si  crebbe  una  porticciuola,  e  queste  mura  messer  dentro  tutti  quegli 
luoghi  che  oggi  sono  a  S.  Gilio  allato,  oltre  fu  dalla  via  che  va  oggi  a'  Servi,  e  misse  den-  \ 
tro  la  chiesa  di  S.  Lorenzo,  e  quivi  fu  la  porta  maestra  e  andonne  a  Campo   Corbolini,  e  ' 
quivi  si  fece  una  porticciuola  in  sul  luogo,  dove  oggi  si  dice  la  forca,  e  Taltra  ove  ancora 
si  dice  la  porta  del  Baschiera,  che  era  alla  piazza  di  S.  Maria  Novella;  e  poi  la  porta  mae-  [ 
stra  misse  dentro  la  Vigna  e  S.  Brancazio;  S.  Paolo  rimase   di  fuori,  e  andonne   al  ponte 
/.,  1, 53       alla  Carraia,  ove  ancora  si  chiamano  f ossi,  ed  il  muro  confino '  con   TArno   e  f  ecevisi  una 
porticciuola  che  si  chiamb  la  porta  alla  Carraia,  e  f  eciono  lungamo  un  muro  di  lungi  d'Amo 
tanto  che  v'era  larga  via  infino  ove  oggi  h.  il  ponte  Rubaconte,  e  quivi  ebbe  lungamo  due 
porticciuole,  e  parmi  dove  oggi  sono  le  case  degli  Alberti  avea  una  porta  che  si  chiamava 
la  porta  de'  Buoi,  e  tiravano  suso  drieto  a  S.  lacopo  tra  le  fosse,  e  quivi  si  fece  una  portic- 
ciuola  che  andava  ove  h  oggi  S.  Croce,  e  tirarono  su  dalle  Stinche  infino  a  S.  Piero  mag-  I 
giore;  ed  in  questo  modo  crebbono  le  mura  della  ciptk  di  Firenze. 


4.  a  Firenze  con  sua  compa^^ia  rimanendo  le  sue  possessioni  vi  Tcnisse  A.\  con  siia  famiglia  rimanendo  11 
le  gue  possesioni  e  beni  vi  venisse  /.  —  lo.  contrassegno  A.  —  i6.  Vescovado  stesse  e  fosse  sempre  G.;  Vescovado 
stesse  sempre  A.  —  22-33.  Crebbesi  la  porta  a  San  Piero  magglore  con  certa  rivolta  infino  tirando  suso  in  luogo  A.; 
crebbesi  la  porta  a  San  Piero  maggiore  con  certa  rivolta  infino  la  menia  (sic)  tirando  suso  in  luogo  G. ;  Crebbesi 
la  citta  a  San  Piero  maggiore  con  certa  rivolta,  infino  tlrando  suso  in  luogo  /.  La  lczione  porta  in  luogo  di  citta 
h  adunqut  da  accetlare  fer  la  concordia  dei  due  codici  A.  «  G.,  ed  i  da  ritenere  correzione  quella  di  citta  in  I.  fro- 
babilmenle  fer  dare  un  sigmficato  fiii  ckiaro  al  passo.  H  quale  diventa  chiaro  abbastanza  ricorrendo  alPanalogo  del 
Villani  (Lib.  IV,  c.  8;  edizione  Firenze  Dragomanni,  1844):  Cominciarono  i  Fiorentini  le  nuove  mura  cominciando 
dalla  parte  del  Levante  alla  porta  di  San  Piero  Maggiore,  la  quale  fu  alquanto  dietro  alla  detta  chiesa,  mettendo 
il  borgo  di  San  Piero  Maggiore  e  la  chiesa  detta  dentro  alle  nuove  mura,  e  poi  ristrignendosi  dalla  partc  di  tra- 
montana  poco  di  limgi  al  detto  borgo  fece  gomito  a  una  postierla,  che  si  chiamd  la  porta  Albertinelii. 


,[AA.  1072-1080]  CRONACA  FIORENTINA  21 


RuBRicA  35*  —  Come  Firenze  si  notnb  a  quartiere,  e  chi  furono  i  cittadini  di  famiglie  di 
nome,  e  dove  stavano-. 

Firenze  ne'  detti  tempi  si  riconoscea  ne'  suoi  f atti  a  quartieri ;  ci6  erano  porta  di  Duomo, 

il  quartiere  di  porta  S.  Pietro,  il  quartiere  di  porta  S.  Maria,  il  quartiere  di  porta  S.  Bran- 

cazio.    I  nobili  del  quartiere  di  S.  loanni,   ciofe  Duomo,   furono:  i  Figiovanni,  i  Fighineldi 

(queste  due  schiatte  stavano   di  presso  a  S.  loanni)  i  Barucci  da  S.  Maria  Maggiore,   Arri- 

gucci ,    Sizj ,    Tosinghi ,  Bisdomini,   quegli    della  Pressa.    Del   quartiere    di    S.   Brancazio : 

Lamberti,  Ughi,  Catellini,    Pigli,    Soldanieri,  Vecchietti,   quegli  deirArca,  MigHorelli.     Del 

quartiere   di   porta   S.   Maria:  Uberti,   Fifanti,  Scali,  Cappiardi,   Guidi,  Filippi,  Greci,   Or- 

1  manni,  quegli  della   Porta,    Sacchetti,    Bostichi,  quegli  della  Gonnella,  Giandonati,   Gualte- 

rotti;  i  borghi  di  Santo  Apostolo:  Guazzi,   Bonaiuti,  Pulci;  oltrarno:  Conti   da   Gangalandi, 

Ciuffagni,  Nerli,  quegli  della  Bella.     Del  quartiere  di  porta  S.  Piero :  Alberighi,  Ravignani, 

Galligni,  Chiaromontesi,  Ardinghi,  Giuochi,    Elisei,  Caponsacchi,    Donati   e   Calfucci,   quegli 

della  Bella  da  S.  Martino,  Aldimari.     Avea  oltrarno  tre  borghi:  Tuno  era  dal  Ponte  vecchio, 

1  ove  h  oggi,  e  andava  lungarno   infino  a  S.  Lucia,  e   quivi  era  una  porta;  e  un  altro  borgo 

'  che  n'andava  suso  da  Santa   Feliclta   infino  dov'^  oggi  Santo    Felice  in  piazza,  quivi  era 

'  un'altra  porta;  e  aveva  un  altro  borgo  S.  lacopo,  moveasi  lungarno  dov'  h  oggi  il  Ponte  Vec- 

chio,  e  andava  infino  a  casa  Nerli,  ed  ivi  era  un'altra  porta.     Questi  borghi  si   erano   forti 

assai,  perocch^  '  le  case  chiudevano  Tuna  Taltra  dal  lato  di  f uori  e  f ossi  e  steccati.    Quello       /.,  i,  a 

l^  che  andava  verso  il  ponte  alla  Carraia,  si  chiamava  borgo  Periglioso.    L'altro  borgo  si  chia- 

mava  borgo  di  Piazza,  Taltro  borgo  S.  lacopo.     In  questo  borgo   non  avea  nobili  uomini, 

ma  gente  meccanica  assai  e  nuova  ed  avventiccia,  e  contadina  assai. 

RuBRiCA  36"  —  Come  S.  Giovanni  Gualberth  santifico,  e  cotne  e  ferchl. 

Negli  anni  di  Cristo ....  uno  giovane  gentile  uomo  della  casa  di  Petroio  di  Valdipesa, 

)  cittadino  di  Firenze  ch'  avea  nome  loanni,  figliuolo  di  messer  Gualberto  da  Petroio,  gli  era 

stato  morto  un  suo  f  ratello,  andando  per  vendicarlo  trovo  il  nimico  in  un  luogo  stretto,  onde 

colui  non  si  potea  f uggire ;  di  che  costui  vedendolo,  non  possendo  altro  f  are  egli  s'  inginocchio 

a'  piedi  del  cavallo,  e  chiesegli   perdono  per  Tamore  di  Cristo  crocifisso,   loanni  commosso 

per  ramore  di  Cristo  disse :  "  Ed  io  a  Cristo  ti  daro,  ed  egli  tiperdoni„.     Era  presso  alla 

)  chiesa  di  S.  Miniato  a  Monte ;  menoUo  col^,  e  andonne  a  uno  Crucifisso,  ed  a  lui  I^offerse. 

Lo  Crucifisso  s'inchin6  ed  'abbassossi  col  capo  e  col  busto.     Veggendo  loanni  questo  mira-       /.,  i,  55 

colo  subito  si  convertl,  e  fessi  monaco  di  quello  luogo,  e  poi  si  partl  ed  andonne  per  fare 

piu  aspra  penitenzia  nel  luogo  dove  h.  oggi  la  Badia  di  Vallombrosa,  e  quivi  esso  a  Dio  servl, 

ed  ultimamente  fece  sl,  che  Iddio  lo  santific6;  e  fecesi  una  Badia  per  modo  che  di  quella 

j  Badia  molte  e  molte  Badie  ne  sono    discese.     Esso  morl^  con  molti    miracoli    negli    anni  di 

Cristo  1072:  e  fu  calonizzato  da  papa  Gregorio;  e  quivi  si  dice  h  il  suo  santo  corpo. 

RuBRiCA  37"  —  Come  lo  'mferadore  Arrigo  III  ebbe  difierenzia  con  Santa  Chiesa. 

Lo  Imperadore  Arrigo  III  ebbe  dissensione   con  S.  Chiesa,  e  fece  con  un  certo  citta- 
dino  romano  de'  Grandi,  che  prese   il  papa  Gregorio  VII  la  notte  di  Natale  e  misselo  in 

9.  Scali]  Galli  A.  -  Greci]  Graeci  G.  —  lo.  Gonnella]  Sannella  /.  —  ii.  Guazzi]  Guaschi  G.  —  13.  Gallignl] 

Galiscari  A. ;  Galigni  G. ;  /.  corregge  in  Galligari  il  nome  Galligni  che  era  nel  suo  ms.,  come  avverie  in  nota,  —  15-17.  La 

descrizione  del  secondo  borgo  h  cavata  da  G.;  manca  in  A.  ed  I.  —  20.  Pediglioso  /.  —  22.  gente  meccanica  assai  e 

nuova  avventiccia  e  gente  cotidiana  assai  G, ;  gente  ineccanica  assai  e  nuova  e  gente  contadina  A.  —  26.  stretto]  se- 

■  5  greto  A.  —  32.  fessi  monaco  di  quello  luogo  dove  h  oggi  Valenbrosa,  cioi  la  Badia  e  quivi  G,;  fessi  monaco  nel  luogo 

'     dove  i  oggi  Valenbrosa  e  quivi  A.  —  38.  /  codici  Itanno  Arrigo  III  in  luogo  di  Arrigo  IV  dd  quale  apfunio  si  narra. 


22  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  i080-ni7]l 


pregione.     II  popolo  si  lev6  a  romore  e  trasselo  fuori  di  pregionc,  e  cacciorono  tutti  quegli 
che  Taveano  preso;  poi  il  Papa  scomunic6  quegli  che  ravevano  preso  e  lo  Imperadore;  et  in 
poco  tempo  vegnendo  a  perdonanza  quel  cittadino  romano  il  Papa  lo  ricomunic6.     In  quel  i 
tempo  gli  elettori  sentendo  essere  lo  Imperadore  scomunicato,  elessero  un  altro  Imperadore,  i 
un  Ridolfo  Duca  di  Spagna.     Arrigo  sentendo  questo  si  addimand6  al  Papa  che  scomuni-  ^ 
/.,1,57       casse'  quello  Ridolfo  lui  e  li  elettori.     Di  che  esso  non  volle  fare;  di  che  la  Chiesa  fu  piue 
oppressata  da  lui  che  di  prima;  e  perch^  i  Fiorentini  teneano  con  S.   Chiesa,   venne  a  Fi- 
renze  e  voUe  entrare  dentro;  ma  non  vi  fue  lasciato  entrare;  ma  uscitogli  incontro  e  com- 
battuto  piu   volte  il  campo  suo  a  tanto   che   avendo   una  mattina   di   21  di  luglio  anni    Do- 
mini  1080  molto  danno  ricevuto,  si  parti  da  campo  mezzo  sconfitto  e  andossene  in  Lombardia,  ) 
e  quivi  fece  molta  guerra  colla  contessa  Matelda,  perchfe  era  amica  di  S.  Chiesa,  e  dalla 
sua  gente  fu  poi  sconfitto.    Andonne  nella  Magna  e  fu  impregionato  dal  figliuolo  suo  primo- 
genito  Arrigo  e  quivi  mori  in  prigione  negli  anni  di  Cristo  II 04. 

RuBRiCA  38'  —  Come  i  Fiorentini  fresono  Prato  e  Monte  Orlandi, 

I  Fiorentini  veggendo  molti  loro  vicini  non  volere  esser  con  loro   in  compagnia,   ma  > 
voleano  per  loro  fare  carriera,  e  li  Fiorentini  aveano  la  cupidigia  del  signoreggiare  i  vicini; 
i  Pratesi  pertanto  d'alcun   tempo   s'erano  ricomperati  negli  anni  di  Cristo  1080  da   i  conti  | 
Guidi  ch'erano  loro  fideli  ed  abitavano  in  Chianello  in  villate  ch'erano  tra  Pistoia  e   Mon- 
/.,1,58       temurlo,  ed  erano    scesi  in  quel  piano    dove  k.  Prato,  e'  puosongli    nome    Prato,  perch' era 
prato  fiorito  e  non  lavorato.     Non  volendo  ubbidire,  negli  anni  di  Cristo  1107  uscirono  i  Fio-  j 
rentini  a  campo  e  presonlo  e  disfecionlo,  ed  in  quello   anno  medesimo  andarono   a  Monte 
Orlandi,  ch'era  di  sopra  a  Gangalandi,  d'un  Signorello  de'  conti  di  Gangalandi,  per  nome  si 
diceva  Arnolfo;  di  che  il  vinsono  e  presono  Arnolfo  e  disfeciono  il  castello. 

RuBRicA  39'  —  Come  i  Fiorentini  sconfissono  il  vicario  dcllo  'm-peradorc  Arrigo,  e  -presono 
Monte  Casciolli  e  disfecionlo. 

I  vicarj  dello  Imperadore  stavano  in  Santo  Miniato  del  Tedesco,  e  facevano  guerra  a 
chi  non  ubbidiva.  I  Fiorentini  essendo  guerreggiati  da  loro  andarono  a  Monte  CascioUi  e 
puosonvi  Tassedio  e  stettonvi  due  mesi.  Uscl  fuori  messere  Ruberto  Tedesco  e  fu  sconfitto, 
ed  il  castello  fu  disfatto  il  di  di  S.  loanni  Batista  negli  anni  di  Cristo  1113. 

RuBRiCA  40'  —  Come  si  frese  un  fuoco  in  Firenze  in  horgo  S.  Apostoh. 

In  Firenze  nel  quartiere  di  porta  S.  Maria  s'apprese  il  fuoco  in  casa  di . . . .,  e  arse  il' 
/.,1,59       borgo  S.  Apostolo  negli  anni  di  Cristo  1115,  e  gran  danno  fece  per  tutta  la  citt^,  e  dipoi 
due  anni  appresso  si  rapprese,  e  fe'  grandissimo  danno. 

RuBRlCA  41'  —  Come  i  Fiorentini  andarono  a  guardare   Pisa   per   Vandare  che  feciono  i 
Pisani  nelV  Isola  di  Maiolica  perche  dubitavano  dei  vicini  e  cosi  la  conservarono  in  pace. 

I  Fiorentini  erano  in  quelli  tempi  amici  carissimi  de'  Pisani  ed  i  Lucchesi  il  contrario ; 
di  che  addivenne  che  avendo  i  Pisani  armato   d'aprile  negli  anni  di  Cristo  1117   grande 

9.  il  campo  suo  tanto  G.  —  x6.  fare  omm.  G.  —  17.  In  G.  manca  Panno  —  19.  scesi]  istesi  G.  —  22.  Si- 
gnoretto  G.  —  25  e  27.  Monte  CasciolU]  Monte  Castegli  A.;  I.  avverte  in  noia :  "  Ms.  fare  cie  dica  CaateUi,  e  cosl 
fer  entro  del  racconto  „. 


lAA.  1117-1146]  CRONACA  FIORENTINA  23 


armata  per  passare  neirisola  di  Maiorica,  ed  essendo  gih  mossi  del  loro  porto,  sentirono 
che  i  Lucchesi  faceano  apparecchio  d'andare  a  combattere  Pisa;  di  che  i  Pisani  ci6  sen- 
tendo,  diliberarono  di  mandare  a'  Fiorentini  e  commettere  loro  che  guardassono  Pisa  insino 
alla  loro  tornata,  e  cosl  feciono,  perocchfe  mandarono  un  capitano  con  gente  da  cavallo  e 
da  pife,  e  per  onestk,  perch^  Pisa  era  rimasta  molto  vuota  d'uomini  salvocchfe  di  vecchi,  si 
puosono  ne'  borghi  di  fuori,  e  non  vollono  8'entrasse  dentro,  e  feciono  un  ordine  che  nes- 
suno  fosse  ardito  entrare  nella  citt^  sotto  pena  della  disgrazia  del  Comune  di  Firenze;  di 
che  uno  pur  v'  entr6,  di  che  il  Capitano  delibero  tagliargli  il  capo.  I  Pisani  sentito  ci6 
vennono  a  pregare  per  lui;  le  preghiere  non  valsono,  onde  vennono  a  vietare  che  sul  loro 

1  terreno  non   facessono  giustizia.     Rispuosono  di  non  farla  in  loro  terreno'.     Questo  feciono       /.,  i,  oo 
i  Pisani  non  per   superbia   ma  per  onestk  di  loro  e   per   campare  la   vita  a  colui.     La  sera 

i  ebbono  uno  lavoratore,  il  quale  avea  un  poderetto  con  un  suo  campo,  e  comperaronlo  per 
modo  che  lo  lavoratore  non  seppe  il  perch^,  che  lo  si  comper6  in  nome  del  Comune  di  Fi- 
renze,  mostrando  volerlo  per  il  farvi  mercato  della  vittovaglia,  e  cosi  comperato,  ivi  la  mat- 

i  tina  vi  tagliarono  la  testa  a  colui  che  avea  disubbidito:  ed  ancora  si  chiama  il  campo  fio- 
rentino,  ed  h  dalla  porta  di . . . .  I  Pisani  vedutisi  cosl  trattar  bene  da  Fiorentini,  tomata 
Toste  de'  Pisani  con  la  loro  vettoria,  e  domandati  i  Fiorentini  di  due  nobiltk  recate  quali 

'  volessono,  o  le  porte  o  le  due  colonne,  i  Fiorentini  tolsono  le  due  colonne,  le  quali  sl  le  co- 
persono  di  scarlatto;  e  dicesi  una  favola  che  in  queste  colonne  si  vedeano  molte  cose,  e  che 

i  i  Pisani  ne  Tabbacinarono  col  fuoco.  Questo  rimanga  nella  sua  veritk;  ma  pur  le  colonne  si 
messono  dinnanzi  dalle  porte  del  Duomo  per  memoria,  e  cosi  si  sono  ancora. 

RuBRiCA  42*  —  Come  i  Fiorentini  disfeciono  Montebuoni  fresso  a  Firenze  a  qtiattro  miglia 
■per  la  strada  che  va  verso  Siena. 

I  Fiorentini  si  recavano  a  vergogna  che  quello  che   non  faceano  essi,   alcuno   facesse. 

)  Avea  una  famiglia  di  gentili  uomini ',  i  quali  si  chiamavano  i  Buondelmonti,  e  ricoglievano       i.,  i,  6i 
il  passaggio  d'una  strada  che  a'  piedi  di  questo  castello  era;  di  che  i  Fiorentini  mandarono 
a  quegli   Buondelmonti  piu  volte,  che  non  voleano  che  ricogliessero   il  passaggio,   di  che 
costoro  non  lo  vollero  fare.     I  Fiorentini  disdegnati  puosono  oste  al  detto  castello  e  presonlo 
per  forza  e  disfecionlo,  e  le  rendite  loro  e  possessioni  se  rebbono  e  furono  fatti  cittadini  di 

)  Firenze  e  vennono  ad  abitare  a  Firenze.    Questo  fu  negli  anni  di  Cristo  1135. 

RuBRiCA  43*  —  Come  i  Fiorentini  furono  sconfitti  da'  conti  Guidi  a  Monte  di  Croce  fresso 
a  Firenze  a  nove  miglia. 

I  Fiorentini  non  erano  amici  de'  conti  Guidi  di  Modigliana,  perocch^  erano  di  parte 
d'  Imperio,  che  aveano  assediata  Firenze,  come  detto  h.  adrieto  a  rubrica  37%  ed  i  Fiorentini 

5  erano  amici  della  Chiesa,  ed  ancora  pare  usanza  che  i  vicini  a  rado  si  vogliano  bene.  Te- 
neano  intorno  a  Firenze  da  sei  miglia  in   Ik,  quasi  intorno  intorno,  i  detti  Conti;  di  che  i 

J  Fiorentini  faceano  guerra  con  loro,  e  partironsi  di  Firenze  del  mese  di  giugno  dl  due,  anni 
di  Cristo  1146,  ed  assediaro  Monte  di  Croce,  ed  essendo  un  grande  esercito  non  curavano 
nulla  i  nimici.    Di  'che  il  dl  di  S.  Pietro,  avendo  il  conte  Guido  vecchio  ricercati  gli  amici,       /..  ■,  62 

'0  infra'  quali  gli  Aretini  v'erano  forti,  percosse   Toste  de'  Fiorentini  e  sconfissegli  con  gran 


6-8.  ordine...  di  che  uno]  ordine  che  niuno  entrasse  nella  citti  di  che  uno  /.  —  18-19.  le  quali  i  Pisani  co- 
.  prirono  per  magnificenza  di  scarlatto  G.  —  24.  quello  non  facevano  essi  ad  alcuno,  che  alcuno  facesse  loro  G. 
i     Sebbene  qiiesia  sia  la  fih  chiara,  accetio  la  lezione  di  I.  clie  concorda  con  A.i  quello  non  facevono  eglino,  alcuno  facesse. 


24  CRONACA  FlORfiNTINA  lAA.  1146-1177] 


danno;  di  che  stettono  un  gran  tempo  che  laaciarono  i  Fiorentini  stare  e  feciono  triegua.  Rotta 
et  finita  la  triegua  negli  anni  di  CriBto  1154  si  partl  di  Firenze  lo  esercito,  e  ando  a  Monte 
di  Croce  ed  ivi  feciono  stanza,  e  a  dl  10  di  giugno  lo  presono  e  disfecionlo  da'  fondamenti. 
Lo  conte  poi  in  processo  di  tempo  vend^  al  Vescovo  di  Firenze  aue  ragioni  con  licenzia 
de'  Fiorentini.  , 

RuBRiCA  44»  —  Comc  i  Pratesi  cotla  gente  de?  Fiorentini  furono  sconfitti  da'  Pistoiesi  a  ficdi 
di  Carmignano. 

Firenze  quest'anno  non  parve  bene  awenturata  di  guerra.     Era  quistione  tra  i  Pratesi  , 
e  i  Pistolesi;  di  che  i  Pratesi  richiesono  i  Fiorentini   che   prestassono   loro  la  loro  gente  a  ' 
cavallo  e  cavalcarono  a  Carmignano.    Come   usciti   furono  del  loro  contado  ed  entrati  in  i 
quel  di  Carmignano,  furono  sconfitti  i  Pratesi ;  e  lasciaronvi  pifi  fanti  i  Fiorentini  che  i  Pra- 
tesi;  e  ci6  fu  n^li  anni  di  Cristo  1154,  di  15  di  settembre. 

/.,1,63       RubRiCA  45*'  —  Come  i  Fiorentini  sconfissono  gli  Aretini  ferche  furono  loro  contro  cogU  j 
conti  Guidi  nella  loro  guerra. 

1  riorentini  ricordandosi  che  gli  Xretini  eranO  sanza  ragione   alcuna  stati  contra  loro 
col  conte  Guido  a  sconfiggergli  a  Monte  di  Croce,  come  arrieto   appare  nella  rubrica  43% 
disposono  farne  vendetta,  ed  uscirono  di  Firenze  negli  anni  di  Cristo  1 1 70  a'  dl  20  d'  ottobre  i 
e  andarono  ad  Arezzo.     Gli  Aretini  si  feciono  loro  incontro  et  combatterono  e  furono  scon- 
fitti  a'  dl. . . .  di  novembre  detto  anno.     I  Fiorentini,  fatta  la  loro  vehdetta,  vollono  pace  con  \ 
loro  ed  ebbonla,  e  promessono  essere  amici,  e  sanza  alcun  prezzo  renderono  loro  i  prigioni,  ': 
e  cod  si  ritornprono  con  vittoria. 

RUBRICA  46*  —  Come  si  comincih  guerra  tra  i  Sanesi  e  Fiorentini,  ed  il  ferche  e  comefn- 
rono  sconfitti  da  loro.  •       \ 

I  Fiorentini  sentendosi  gravati  dalla  sconfitta  del  conte  Guido,  nella  quale  i  Sanesi  fu- 
rono,  ed  ancora  perchfe  confinavano  insieme  aveano  quistione  di  certi  castelli  e  volevono  oc-  « 
cupare  de'  vicini  loro;  di  che  essendo  i  Sanesi  ad  assedio  a  Montepulciano,  ed  era  gik  quasi 
/.,!,»<       per  perdersi  per  istretta  di  vettovaglia;  i  Fiorentini '  a  richiesta  de' Montepulcianesi  si  mos- 
sono  e  andarono  a  soccorrergli  e  fornirono  Montepulciano,   ed  oltraccio    isconfissono  i  Sa- 
nesi.    Perlocchfe  sentendo  i  Sanesi,  si  feciono  loro  incontro  ad  Asciano,  e  quivi  Tuna  oste    { 
e  Taltra  s'abboccarono  a'  di . . . .  del  mese   di  giugno  negli  anni  di  Cristo  1174   ove   molti  i 
Sanesi  furono  morti  e  presi  prigioni. 

RuBRicA  47*  —  Comc  in  qtiesto  anno  s'a-pfrese  ilfuoco  dncvoltc  in  Fircnze,  efe'  gran  danno, 

In  Firenze  a  di . . . .  del  mese....*  anni   di   Cristo  1177  per  uno  fante  che  rimase  ad 
una  bottega  di  pettinagnolo  appi^  di  Santo  Stefano  al  Ponte  vecchio,  s'accese  il  fuoco  ed 
arse  e  fece  si  gran  danno    di   botteghe  e  di  case,  che  non    rimase   casa  infino   in  Mercato  3 
vecchio.     Nel  detto  anno  e  mese  si  rapprese  il  fuoco  daccapo  in  S.  Martino,  e  prese  oltre 


13.  XVI  dl  settembre  G.  —  36-p.  25,1.  i.  e  prese....  Andrea]  si  rapprese  oltre  da  S.  Andrea  G.;  di  poi  si 
rapprese  In  S.  Martino  A. 

'  Secondo  il  Villani  (lib.  V,  cap.  8) :  addl  J  d'agosto. 


[AA.  1177-11861  CRONACA  FIORENTINA  2S 

da  Santo  Andrea,  e  andonne  oltre  infino  a  S.  Miniato  tra  le  torri  per  I'altro  verso  e  infino 
alla  chiesa  del  Duomo  con  grandissimo  danno  di  mercanzia  e  di  case  e  di  botteghe. 

RuBRiCA  48*  —  Come  cadde  il  Ponte  vecchio. 

Negli  anni  di  Cristo  1177   d'ottobre  a'  dl  28  fue  gran  pioggia,  di  che  per  la'  pioggia       /.,  i.  65 
;i  fiumi  del  paese  d'attorno  messono  in  Arno  il  quale  ingrosso  per  tal  modo  che  ruppe  una 
pila  del  Ponte  vecchio,  la  seconda.    Tutto  cadde  il  ponte  e  ando  via. 

RuBRiCA  49*  —  Come  dafprima  si  comincib  in  Firenze  guerra  e  quistioni  cittadinesche. 

Troviamo  che  negli  anni  di  Cristo  1177  del  mese  di  marzo,  che  in  quel  mese  sempre 
si  faceano  i  consoli  e  li  sanatori,  gli  Ubetti  quasi  sempre,  perch^  erano  pure  i  piu  possenti, 

1  li  voleano  a  loro  modo  ogni  volta.  Di  che  non  avendogli  a  questa  volta,  ed  altre  famiglie 
di  nobili  e  di  popolani  si  presono  la  contradia  parte,  ed  ultimamente  non  volendo  gli  eletti 
gli  Uberti;  gli  altri  diceano,  che  collo  usato  decreto  si  erano  formati,   ed  intendeano  che 

'•  ei  fusseno.  Vennono  airarme,  e  quivi  si  diede  e  tolse  per  piu  di  e  per  piii  volte.  Ultima- 
mente  s'ottenne  quel  consolato ;  e  gli  Uberti  pensarono  avere  a  questa  volta  la  pugna  per- 

1  duta,  e  dubitarono  che  ogni  volta  loro  sarebbono  cosi ;  e  gli  altri  pensarono  che  costoro  mo- 
'  verebbono  ogni  volta  lite,  o  penserebbono  per  innanzi  provvedersi  di  venire  alla  loro.  Prov- 

vidono  in  questo  modo,  che  certe  f amiglie  si  tenessono  con  altri  da  canto  e  provvedessono 

lor  torri,  ed  asserragliare   la   terra  in  loro  vicinanza,  chfe  avea  in  'quel  tempo   molte  torri.        /.,  i,  66 

Gli  Uberti  del  tratto  avvedutosi  feciono  lo  simile,  e  per  isdegno  cominciarono  zuffe  e  ba- 

2  starono  piii  tempo;  ma  pure  i  consoli  stettono  nel  modo  usato,  e  nuova  legge  non  si  fece 
per  gli  Uberti  e  ristettono.     In  capo  di  quattro  anni  si  concordarono  insieme. 

RuBRicA  50*  —  Come  in  Firenze  fu  gran  caro,  e  1'oste  andb  allo  castello  di  Monte  Grossoli 
in  Chianti  e  come  quei  del  castello  ne  tolsono. 

Negli  anni  di  Cristo  1182  di  gennaio  valse  lo  staio  del  grano,  recando  a  fiorini,  uno 
".  terzo  di  fiorino  lo  staio  che  fu  a  quel  tempo  una  grandissima  meraviglia;  e  per  questa  ca- 
gione  di  Maremma  aveano  provveduto  di  grano  i  Fiorentini  e  del  contado  d'Arezzo :  perch^ 
convenia  che  quello  d'Arezzo  venisse  qirasi  di  furto.  Del  castello  di  Monte  Grossoli  di  Chianti 
uscl  una  brigata,  e  tolsene  bene  cinquanta  some.  II  romore  ando  a  Firenze ;  apparecchiossi 
l'oste,  andaronvi  e  presono  il  Calstello. 

)  RuBRiCA  51*  —  Come  e  -perche  i  Fiorentini  tolsono  il  castello  di  Pogna  e  disfecionlo. 

Avea  in  Valdelsa  certi  nobili  i   quali  si  chiamavano  quegli   di   Pogna,   ed  aveano  un 
loro  castello  che  Pogna  avea  nome  in  Valdelsa,  'e  cominciarono  a  far  danno  a'  viandanti       /.,  i,  67 
che  non  pagavano  il  passaggio.     I  Fiorentini  si  dolsono  di  cio,  e  cominciarono  a  volere  che 
Ubbidissono  al  Comune  di  Firenze ;  di  che  non  volendo  fare  i  Fiorentini  vi  mandarono  Toste 
5  e  ultimamente  rebbono,  e  disfecionlo  a'  dl....  del  mese  di  giugno  1184. 

RuBRicA  52*  —  Come  h  Imferadore  vcnne  e  tolse  al  Comune  di  Firenze  tutto  il  contado, 

Negli  anni  di  Cristo  1186  il  secondo  dl  d'agosto  lo  imperadore    Federigo  riconciliato 
I    col  Papa  passo  oltre  mare,  ma  capitando  a  Firenze  in  questo  dl,  e  ricevuto  graziosamente, 

S.  i  fiumi  missono  e  Arno  ingross6  per  tal  modo  A.;  i  fiumi  missero  in  grosso  per  tal  modo  Arno  /.  —  6.  tutto.... 

'     Tia]  Cadde  il  ponte  tutto  /,;  e  menonne  Tia  il  ponte  tutto  A,  —  15.  che  ogni  Tolta  non  fussi  cos^  A.  —  ao.  e  nuOTC 

leggi  non  si  fcnno  G.  —  3i.  insieme]  insleme  a  una  Tolonti  G.  —  35.  La  dafa  h  errata;  il  faito  avvenne  nel gingno 


26  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  nse-uM] 


i  nobili  che  aveano  le  castella  di  fuori  si  dolsono  di  quello  che  i  Fiorentini  faceano   loro 
e  che  ogni  dl  loro  faceano  oste,  e   toglieanO   loro  le  loro  castella.     Di  che   lo   Imperadore  i 
allora  ruppe  fede  a'  Fiorentini,  e  non  lasci6  loro  fuori  delle  mura  niuna  giurisdizione :  non  j 
per6  renderono  le  castella. 

RuBRiCA  53'  —  Come  e  ferchh  h  Imferadore  rendb  a'Fiorcntini  la  giurisdizione  del  contado. 

/.,  1, 61  Avvenne  che  essendo  negli  anni  di  Cristo  1188  di  settembre  arrivato  in'  Firenze  rArci- 

vescovo  di  Ravenna  a  predicare  la  crociata,  di  che  si   commosse  molta  gente  di  Firenze  a 
piede  ed  a  cavallo,  ed  il  dl  di  S.  Maria  di  febbraio  del  detto  anno,  rassembrati  in  sul  Ri-  j 
fredi  appresso  al  munistero  di  Santo  Donato  deirOrdine  di  Cestello,  mossono  nel  nome  di 
Dio  e  andarono  in  Dammiata  e  quivi  puosono  campo,  ed  i  primi  che  entrarono  dentro  furono  i 
i  Fiorentini ;  di  che  lo  Imperadore  per  questo  rendfe  la  giurisdizione  del  contado  a'  Fiorentini  \ 
intorno  intomo  a  dieci  miglia  con  quella  podestJi  nel  contado  che  aveano  nella  cittk. 

RuBRicA  54'  —  Come  il  braccio  di  S.  Filiffo  afostolo  vennc  in  Firenze  negli  anni  di  Cri- 
sto  iigo  e  feccsene  solenne  froccssione. 

Uno  messere  monaco  di  Firenze,  Patriarca  di  Gerusalem,  trattato  un  parentado 
d'una  nipote  di  Manovello  imperadore  di  Gostantinopoli  a  un  Guido  dl  Lasignano  re  di 
Gerusalem;  la  qual  donna  avea  nome  Madonna  Isabella,  e  infra'  suoi  gioielli  avea  il  brac- 
cio  di  S.  Filippo  apostolo,  il  Patriarca  pensando  ch'  egli  era  di  Firenze,  tanto  fece  che  j 
la  Reina  gliel  don6,  e  mandollo  a  Firenze,  e  giunse  negli  anni  di  Cristo  1190  e  andaron- 
gli  incontro  a  processione  tutta  la  chiericia  e  '1  popolo  con  molta  divozione. 

/.,  I,  »9       RuBRiCA  55' '  —  Come  i  Fiorentini  comferarono  Monte  Grossoli  di  Valdelsa. 

In  Firenze  si  fece  una  legge,  la  quale  chiunque  volesse  vendere  al  Comune  sue  castella, 
le  vendesse,  nonostante  che  il  Comune  per  forza  Tavesse  prese,  e  infra  quelle  comperarono   I 
lo  castello  di  Monte  Grossoli;  e  ci6  fu  negli  anni  di  Cristo  1197  del  mese  di  febbraio. 

RuBRiCA  56'  —  Come  il  castello  di  Frondigliano  fue  disfatto  da' Fiorentini  e  il  ferchl.  \ 

Uno  castello  lo  quale  si  chiamava  Frondigliano  ribellatosi  facea  guerra  a'  Fiorentini: 
di  che  uscirono  a  campo  il  dl  primo  d'aprile,  lo  presono  e  disfecionlo  injSno  ne'  fondamenti 
Tanno  medesimo;  cio  fu  a'  di  20  di  giugno   1199. 

RuBRiCA  57'  —  Come  i  Fiorentini  andarono  a  camfo  a  Semifontc  e  al  castello  di  Combiati  cd 
cbbongU  e  disfeciongli.  3 

Nel  detto  anno  andarono  i  Fiorentini  a  assedio  ad  castello  di  Simifonte,  e  stettonvi  anni 
/,  1, 70       tre,  e  poi  lo  presono  e  disfecionlo.     In  questo  medesimo  anno  f eciono  il  simile  del  '  castello 


del  ii8s  (cf.  Santini  P.,  Studi  mlPantica  costituzione  di  Firenxe  in  Arch.  Stor.  it.,  serie  IV,  tomo  XXVI,  p.  63). 
Ho  accolto  nel  testo  la  data,  quale  e  in  A.  e  in  /. ;  1183  G.  —  4-5.  e  non  pero....  castella]  e  tennono  (»  Fio- 
rentini)  le  castella  A.\  non  per6  volse  rendere  loro  le  castella  G.  Opincrci  che  la  lezione  originaria  fosse :  non  per6 
Tolsono  rendere  le  loro  castella  la  quale  fu  ridotta  in  A.,  al  solito  abbreviando,  alla  seguente:  tennono  le  castella  efu 
in  G.  alterata  con  il  cambiamento  di  soggetto,  j>ur  conservandone  le  farole  che  si  riscontrano  infatti  in  I.  che  ho  conser- 
vato  nel  testo.  Tn  ogni  modo  giova  constatare,  fer  l'  importanza  del  fasso,  che  qui  I.  ha  in  suo  sostegno  il  senso  che  si 
ricava  da  A.  —  9.  al  Monistero  delle  donne  di  S.  Donato  /.  —  i3.  podesta  nel  contado  che  nella  citti  A.;  podesta 
che  avevano  nella  citta  avessono  nel  contado  con  merum  et  mixtum  imperium  G.  —  18.  pensando....  Firenze] 
imaginando  dl  magnificarsi  alla  sua  citta  di  Firenze  —  19-20.  e  andarongii ....  dlvozione]  omm.  /►  ed  A, 


AA.  1199-1208]  CRONACA  FIORENTINA  27 

di  Combiati;  i  quali  castelli  disfatti  feciono  che  fosse  legge  che  fosse  pena  deiravere  e 
della  persona  a  chi  li  facesse  rifare,  o  vi  lavorasse  o  edificasse  niente;  ci6  fu  fatto  negli 
anni  di  Cristo  1202  del  mese  di  settembre. 

RuBRicA  58*  —  Come  i  Fiorentini  cdificarono  uno  castelh  in  Valdarno  chc  si  chiamo  Montelnfo. 

:  Avea  in  Valdarno  di  sotto  certi  conti,  li  quali  si  chiamavano  li  Conti,  e  il  Comune  di 
Firenze,  come  adrieto  appare,  o  per  amore  o  per  forza  voleano  che  i  loro  vicini  cui  essi 
poteano  soprastare  ubbidissono;  di  che  questi  conti  non  ubbidendo,  /  Fiorentini  puosono  il 
castello  di  Montelupo  dirimpetto  a  Capraia  per  battifolle  negli  ann?  di  Cristo  1203  del 
mese  di  maggio. 

itRuBRicA  59*  —  Come  i  Fiorentini  comfcroi'ono  Montemurlo  da'  conti  Guidi. 

Per  la  legge  fatta  come  fe  detto  adrieto  i  Fiorentini  di  volontk  de'  conti  Guidi  compe- 
rorono  Montemurlo,  e  la  cagione  perchfe  lo  venderono  fu,  perchfe  i  Pistolesi  noiavano  loro  i 
lor  campi;  e  cio  fu  negli  anni  di  Cristo  1207.  Costo  a'  Fiorentini  cinquemila  novecento  ot- 
tantasei  fiorini. 

1:  RuBRicA  60*'  —  Come  in  Firenze  si  irovo  da  ■prima  ujiciali  e  rettori  che  fossono  forestieri.  /.,  i,  n 

Come  fu  sempre  nelle  cittk  che  de'  dissoluti  ed  ingiuriosi  vi  sono  e  gli  uficiali  volu- 
bili,  cosi  nella  citta  di  Firenze  ancora  n'  ebbe ;  e  volesse  Iddio  non  ne  avesse  piu  oggi  che 
mai  in  Firenzt  faccendosi  assai  malefizj.  I  consoli  non  sapeano  stare  coll'  animo  forte  alla 
giustizia  corporale,  ma  a  preghiera  et  a  misericordia  8'arrendevano ;  di  che  la  giustizia  man- 
%  cava.  Ordinossi  d'eleggere  un  rettore  forestiere,  il  quale  avesse  a  tenere  ragione  e  iusti- 
zia  in  civile  e  criminale,  ed  il  governo  della  cittk  rimanesse  a'  consoli  e  sanatori  come 
infino  a  questo  di  faceano  e  con  famiglia  e  balla;  e  cio  fu  il  primo  per  un  anno  un  gen- 
tile  uomo  chiamato  Gualfredi  da  Melano;  e  ci6  fu  negli  anni  di  Cristo  1207. 

RuBRicA  61*'  —  Come  i  Ftorentini  combatterono  co'  Sanesi,  e  sconfissongli  e  presono  Montalto.  /.,  i,  72 

i  Come  adrieto  fu  fatta  menzione  della  pace  feciono  i  Fiorentini  con  gli  Sanesi  che  per 

la  sconfitta  d'Asciano,  nella  qual  pace  fu  non  dovessono  far  piu  guerra  a  Montepulciano,  nh 
a  Monte  Alcino ;  di  che  ruppono  i  patti  che  vi  andarono  a  campo ;  di  che  i  Fiorentini  an- 
darono  con  Toste  a  Monte  Alto.  I  Sanesi  sentito  ci6  uscirono  fuori  e  furono  sconfitti,  e 
furonne  molti  morti  e  presi  e  a  novero  ne  vennono  in  Firenze  senza  i  trafugati  1320,  e  questo 

;  fu  negli  anni  di  Cristo  1207. 

RuBRiCA  62*  —  Come  i  Fiorentini  feciono  oste  contro  a'  Sancsi,  e  come  feciono  la  ■pace. 

Come  la  primavera  venne  i  Fiorentini  uscirono  fuori  addosso  a'  Sanesi,  ed  assedlarono 
Rugomagno  e  disfecionlo,  e  scorsono  il  contado  di  Siena  intomo  alla  cittk.     I  Sanesi  veg- 


3.  del  mese  di  settembre  a  dl  J;  /*  indicazione  del  giorno  manca  in  A.  e  G,  —  5-8.  il  Comune  di  Firenze 
voleva  a  cui  poteva  soprastare  de  vicini  ubidissono,  di  che  questi  Conti  non  vollono  e  puosono  di  nuovo  il  castello 
A.  —  12.  la  cagione  il  perch^  venderono  fu  G.;  e  la  cagione,  che  cid  fu,  che  venderono,  fu  /,  —  12-13.  gli  loro 
campi  e  non  gll  lasciavano  lavorare  c  ci6  G.  —  13-14-  8486  fiorini  G.  —  29.  e  presi...  In  Firenze]  e  presi,  i  quali 
presi  menoronne  in  Firenze  G.  -  1320]  cosi  G.,  in  A.  manca  la  cifra  1331  /.  —  33.  Ragumano  G,;  Rigomagno 
/•  —  33.  discorsono  G. 


n  CRONACA  FIORENTINA  rAA.  1208-1215] 


gendo  loro  sforzo  richiesono  pace,  e  quivi  promessono  e  quetarono  Montepulciano  e  IMonte 
Alcino,  e  fatta  la  pace  i  Fiorentini  tornarono  a  Firenze,  e  questo  fu  negli  anni  di  Cristo  1208. 

/.,  Lib.  II,  p.  73  RuBRicA  63*'  —  Come  da  frima  furono  in  Fircnzc  la  ■partc  gucl/a  e  ghibelUna  fcr  le  discar- 
dic  loro. 

Nella  Magna,  si  dice,  avea  due  nobili  uomini,  ed  aveano  quistione,  ed  erano  vicini  con  i 
due  castella;  l'uno  si  chiamava  Guelfo  e  raltro   Ghibellino;  e  fu  tanto  la  pugna  loro  che 
nella  Magna  Tuna  parteyw  dctta  guelfa,  Taltra  ghibellina  cio6  secondo  chi  aiutavono,  e  cosi  si 
tenne  in  Italia  che   per  le  guerre  della  Chiesa  allo  Imperio,   quella  parte   della   Magna,  a 
cui  8'appoggiava  lo  Imperio,  e  lo  Imperio  dava  favore,  era  la  parte  di  Ghibellino,  e  quello 
che  per  dispetto  dello  Imperadore  aiutava  la  parte  contraria  e  dava  favore  e  riceveva  dalla  jj 
Chiesa  era  Guelfo;  sicchfe  per  le  dissensioni  dello  Imperio  e  della  Chiesa,  quegli  di  Guelfo  ■ 
furono  i  fautori  della  Chiesa;  di  che  dipend^  poi    sempre   che   chi   aiutava  lo  Imperio  era  1 
detto  Ghibellino  e  chi  aiutava  la  Chiesa  era  detto  Guelfo.     Addivenne  che  i  Fiorentini  co- 

/.,  II,  7i  mecchfe  f ossero  uomini  d'  Imperio,  pure  erano  cattolici,  e  favoreggiavano '  la  Chiesa,  cio^  il  i 
Popolo,  erano  con  loro  molti  nobili,  e  gli  altri  difendeano  lo  Imperio ;  di  che  per  maladizione  » 
in  Firenze  si  disse  questo  nome  di  parte  guelfa  e  ghibellina;  le   quali   Thanno   fatta  afflig- 
gere  gran  tempo,  che  piaccia  a  Dio  porvi  rimedio.     Ora  per  narrare  alquanti  delle  famiglie  ; 
guelfe  e  ghibelline  di  Firenze,  de'  piu  notabili  faremo  memoria,   e  quasi  tutte  le  famiglie 
che  teneano  parte  ghibellina,  ciofe  con  Imperio,  erano   nobili   del   contado,   perche   teneano 
f eudo,  o  castella  dallo  Imperio.     Furono  le  f amiglie  a  nome  guelf 0  queste,  ciofe :  Nerli,  Gia-  « 
copi,  Frescobaldi,  Mozzi,  Bagnesi,  Guidalotti,  Sacchetti,  Pulci,  Manieri,   Gherardini,  Fora- 
boschi,  Chiermontesi,   Compiombesi,    Lucardesi,    Guidalotti,    Cavalcanti,    Scali,    Gualterotti,  \ 
Giandonati,  Importuni,  Gianfigliazzi,  Bonaiuti,  Spini,  Tornaquinci,  Bostichi,  Vecchietti,  Ar- 
rigucci,  Tosinghi,  Sizj,  Agli,  Visdomini,  Pazzi,  Adimari,  quegli  della  Bella,  Tedaldi.     Que- 
sti  furono  nobili  della  cittk,  ed  altre  famiglie  di  popolani  guelfi  e  di  pura  parte  di  Chieaa. 
I  Ghibellini  furono  questi  nobili,  ciofe:  Mannelli,  i  Conti  di   Gangalandi  Ubriachi,  Uberti, 
Fisanti,  Malespini,  Amidei,  Volognanesi,  Buondelmonti,    Scolari,    Guidi,    Galli,    Cappiardi, 

/.,  it,  75  Lamberti,  Toschi',  Palmieri,  Soldanieri,  Cipriani,  Amieri,  Pigli,  Migliorelli,   Agolanti,  Bru- 
nelleschi,  Barucci,  quegli  da  Castiglione  e  da  Corsino,  Caponsacchi,  Tedaldini,  Galigai,  Abati,  j 
Lisei;  e  molti  furono  de'  popolani  d'orrevoli  genti  e  bene   imparentati,  e  furono   co'  Ghi-  ;' 
bellini.    Ma  a  voler  dire  la  veritk,  tutti  generalmente,  salvo  alcuni,  erano   Guelfi  e  sempre 
amatori  della  Chiesa ;  e,  come  si  vedrk  innanzi,  ogni  volta  il  Popolo  tenea  co'  Guelfi  e  colla 


6-7.  l'uno. . .  aiutavono]  l'uno  si  chiaraaya  Guelfo  e  l'altro  Ghibeliino  sicondo  che  aiutavano  G. ;  l'uno  si  chiaraara 
Guelf o  e  1'altro  Ghibellino  ciob  secondoche  atavano  /.     Credo  che  tanto  G,  quanto  I.  sieno  qui  lacunosi,  essendo  stato 
probahilmente  saltato  dal  trascrittore  da  cui  essi  derivano  un  rigo  di  scrittura  che  andava  dalla  farola  fu  tanto  fino    \ 
a  l'altra  ghibellina  —  9-i3-  S'appoggiava  lo  Imperio,  o  lo  Iraperio  dava  favore,  era  la  parte  ghibellina,   e   quello    ! 
che  dava  favore,  o  riceveva  daila  Chiesa  era  guelfo,  addivenne  A.;  si  appoggiava  lo  Imperio  e  lo  Imperio   dava 
favore;  ed  era  la  parte  di  Guelfo  quello  che  per  dispetto  dello  Imperadore  aiutava  la  parte  contraria,  ciofe  contra 
a  Ghibellino,    s\   che   per  le  dissenzioni  dello    Iraperio  e  della    Chiesa  quelli    di    Guelfo  furono    i  difensori   della 
Chiesa;  di  che  dipende  sempre  poi  che  chi  aiutava  lo  Iraperio  era  ghibellino  chiamato,  et  chi  aiutava  la  Chiesa 
era  chiaraato  Guelfo;  addivenne  G.;  s'appoggiava  lo  Iraperio,  e  lo  Iraperio  dava  favore,  era  la  parte  di  Ghibellino, 
e  quello,  che  per  dispetto  dello  Iraperadore  atava  la  parte  contro  e  dava  favore  era  Guelfo,  sicche  per  le  dissen-    i 
tioni  dello  Imperio  e  della  Chiesa,  quegli  di  Guelfo  furono  fautori  della  Chiesa;  di  che  dipende  serapre  che   chi 
aiutava  lo  Iraperio  era  detto  Ghibellino  e  chi  aiutava  la  Chiesa  era  detto  Guelfo.     Addivenne  /.     Ho  accettato  la 
lezione  di  I.  completandola  con  G.  —  14.  favoreggiavano]  favorirono  A.;  signoreggiavano  /.  —  i^-iS-  cloe  il  Po- 
polo]  ciofe  erano  il  Popolo  G.  —  16.  nome...  ghibellina]  nome  guelfo  e  ghibellino  A.  —  20.  le  famiglie  a  nome 
guelfo]  le  famiglie  guelfe   G.;  le  famiglie  nobili  guelfe  /.;  in  nota  feri  fadre   Ildefonso   avvcrte:  "Supplito  nobili   i 
per   mancanza  dell'originale  (cioi  del  suo  ms.  Guad.)\  Magl.  legge   cos\:   furono  di  norae  guelfo,.     II  Magl.  qui 
dtato  i  il  cod.  della  Nazionale  di  Firenze:  II,  III,  108-111  che  deriva  da  A.  —  23.  Iraportuni]  Portinari  G.  -  Bosti- 
chi]  Bosachi  G.  —  24.  Adimari]  Aldimari  G.  —  29.  Corsino]  Cercino  A, ;  I.  corregge  in  Cercina  <7  Corsino  dei 
suo  ms,  Guad.,  siccome  awerte  in  noia,  —  30.  furono  de'  popolani]   furono  i  popolani  G, 


[A.  1215]  CRONACA  FIORENTINA  29 


Chiesa  e  i  Ghibellini  seguirono   malvolentieri,  se  non  a  forza;  i  quali    quando    ressono,  li 
gravavano,  perchfe  teneano  co'  Guelfi.     E  qui  porremo  fine  a  narrare  de'  Guelfi  e  Ghibellini. 

RuBRiCA  64*  —  Come  si  divisono  gli  animi  di  ■piu  cittadini  e  famiglie  nella  citta  di  Firenzc 
■pcr  la  mortc  di  uno  messcre  Buondehnonte  dc'  Buondelmonti  cKerano  di  farte  d^Imferio, 

Avea  nella  famiglia  de'  Buondelmonti,  ciofe  di  quella  famiglia  de'  nobili  del  contado, 
della  quale  facemmo  menzione  adrieto,  di  cui  fu  disfatto  il  lor  castello,  uno  cavaliere'  gio-  /.,  n,  76 
vane  ed  altiero,  molto  bello  ed  assai  orrevole,  il  quale  avea  promesso  di  torre  per  moglie, 
e  giuratala  alFusanza  di  Firenze  una  figliuola  di . . .  •  degli  Amidei  d'  un'  altra  f amiglia  di 
nobili  cittadini  di  Firenze;  e  cavalcando  per  la  citta  il  di  della  domenica  dello  Ulivo,  e 
\{  passando  da  casa  i  Donati,  una  moglie ....  de'  Donati  si  levo  e  dissegli :  "  Messer  Buondel- 
"  monte,  bene  m'  incresce  che  considerata  la  vostra  virtu  e  quella  della  donna  che  voi  avete 
"  presa,  ella  non  vi  si  confa  ne  per  bellezza,  nfe  per  nazione,  nfe  per  virtu  alla  vostra  per- 
"  sona ;  ed  io  assai  ho  aspettato,  e  quando  io  credetti  congiugnere  con  voi  parentado,  quale 
"  si  f osse  la  cagione,  non  da  me,  ma  da  voi  rimase  che   la  mia   figliuola,    la   quale  io  I'  ho 

1  "  a  piu  disdetta,  serbandola  a  voi,  voi  ravete  lasciata,  ed  eccola  qui,  e  vedete  che  per  un 
"poco  d'avarizia  di  dota  di  donna,  cui  voi  avete  tolta  et  cambiata„.     II    cavaliere   vergo- 
gnandosi,  ch'era  cosi  il  vero  ci6  che  la  donna   dicea,  et  poi    vedendosi    innanzi   cosi  bella 
fanciulla,  si  fu'  ivi  in  concordia  colla  donna  della  quale  poi  il  di  susseguente  sposo.     Sen-       /.,  n,  77 
tito  questo  i  parenti  e  gli  amici  sdegnati  della  vergogna    ricevuta   diliberarono  di  cio  fare 

2  alta  vendetta,  e  richiesono  uomini,  parenti  ed  amici,  li  quali  fosseno  alFoffesa  vendicare,  e 
pare  che  li  principali  delle  schiatte  assentirono  alla  faccenda.  Furono  uomini  di  leggier 
fatto  e  gagliardi;  ed  essendo  il  dl  della  Pasqua  di  Risurresso  negli  anni  di  Cristo  1215  del 
mese  d'aprile,  vegnendo  Messer  Buondelmonte  predetto  da  casa  sua,  il  quale  allora  stava  a 
casa  i  Buondelmonti  in  Montebuoni,  ma  egli  stava  a  S.  Felice,  a  cavallo   su  per  lo  Ponte 

i  Vecchio,  in  casa  gli  Amidei  da  Santo  Stefano  erano  raunati  Lambertuccio  degli  Amidei,  il 
Mosca  degli  Uberti,  Odorigo  Fifanti,  ed  uno  degli  Conti  da  Gangalandi,  e  qui  praticarono 
insieme  quello  che  si  facesse,  e  v'era  chi  ragionava  di  dargli  di  molte  mazzate,  e  chi  di  far- 
gli  un  fregio  di  coltello  nel  viso,  e  chi  di  tirarlo  da  cavallo  e  strascinarlo  per  lo  fango,  e 
chi  di  ucciderlo.     Stando  in  questo  ragionamento  il  cavaliere  venne.     Disse  il '  Mosca  degli       /.,  n,  78 

.'  Uberti:  "  Cominciamo  a  fare,  che  poi  cosa  fatta  capo  han.  Assalirono  il  cavaliere  e  tira- 
ronlo  da  cavallo,  ed  in  questo  le  cose  si  riscaldarono ;  la  gente  trasse,  il  romore  si  levo; 
di  che  tratte  I'  armi,  1'  uno  gli  dife,  Taltro  il  segul,  ed  in  fine  gli  fu  segata  la  gola.  Di 
questo  fue  lo  romore  grande,  perocchfe  le  famiglie  di  costoro,  che  v'erano  si  ritrassono  alle 
case;  perocche,  come  detto  h.  adrieto  per  la  elezione  de'  consoli  le  famiglie  de'  Nobili  vo- 

.  leano  chi  uno  e  chi  un  altro,  di  che  la  cittk  era  molto  e  assai  divisa,  e  spezialmente  tra  i 
Nobili  e  tra  famiglie  Tuna  coiraltra,  e  i  cittadini  appoggiavano  chi  uno  e  chi  un  altro.  Di 
che  per  quello  e  per  la  divisione  de'  Guelfi  e  Ghibellini,  che  detto  h  adrietro  nella  rubrica  63* 
passata,  aiut6  questo  a  pigliar  parte,  e  dove  i  Buondalmonti  erano  di  parte  d'Imperio,  tor- 

;   narono  allora  alla   parte  di  Chiesa,  e  dove  erano  Ghibellini  e  con  gli  Ghibellini,  tornarono 

•  Guelfi  e  fecionsene  segno,  e  per  innanzi  ne  faceano  piu  che  poteano. 


1-2.  quando. . .  e  GhibelUni]  quando  reggevano  gravavano  il  popolo  per  fargli  di  guelfi  ghibellini  A.  —  5-6. 
Buondelmonti . .  uno  cavaliere]  Buondelmonti  de'  nobili  del  contado  uno  cavaliere  A,  —  9-10.  e  passando.. .  si  lev6] 
e  passando  da  casa  Ccrchi,  e  scendendo  giu  da  casa  Donati  ima  moglie  si  levo  /.  --  30-21.  e  pare  .  . .  faccenda]  e  pure 
che  i  principali  della  schiatta  asscntirono  pure  alla  faccenda  G.  — 21-22.  uomini  . . .  gagliardi]  huomini  di  piccolo 
affare  A.  —  22-23,  di  Crlsto  1225  a  15  d\  del  mese  d'aprile  G.  —  23.  casa  . . .  stava  a]  casa  sua  c!ie  stavano  d.  A.  — 
25.  in  casa]  da  casa  G.  —  26.  Uberti]  Lamberti  /. ;  fadre  Ildefonso  pero  in  nota  avverte  che  il  suo  ms.  Guadagni 
aveva  Uberti,  corretto  da  alira  mano  in  Lamberti  -  Fifanti]  Sifanti  /.  —  31-33.  da  cavallo  . .  .  questo]  da  cavallo 
lo  tagliarono  a  pezzi :  di  questo  A.  —  38-40.  d'  Imperio  . . .  poteano]  d'  Imperio  presono  la  parte  della  Chiesa  e  pre- 
•ono  parte  guclfa  e  fecionsene  segno  e  per  la  parte  feciono  ogni  cosa  A. 


30  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1215-1220] 


RuBRiCA  65'  —  Conte  in  Firenze  si  comincib  il  fonte  alla  Carraia, 

Nel  detto  tempo  si  era  Firenze  sl  popolata  di  gente  che  era  gran  fatica  a  chi  era  nel 
/.,  II,  79  sesto  di  S.  Brancazio,  quando  aveva  andare '  nel  sesto  d'  Oltrarno  a  casa  i  Frescobaldi,  an- 
dare  al  Ponte  Vecchio  quando  era  di  verno;  la  state,  perch6  le  barchette  gli  passavano, 
non  era  cosl  fatica.  Ordinossi  un  ponte,  lo  quale  si  chiamo  il  ponte  alla  Carraia,  e  penossi 
anni  due  a  fare  di  pietra  tutto,  e  chiamossi  allora  il  Ponte  Nuovo,  e  quello  da  S.  Stefano 
si  chiam6  il  Ponte  Vecchio,  fatto  quello  perocchfe  Tuno  era  nuovo  e  Taltro  vecchio:  e  ci6 
fue  negli  anni  di  Cristo  1220,  e  fue  compiuto  del  mese  d'ag08to. 

RuBRiCA  66*  —  Comc  c  ferche  comincio  la  gtierra  tra  i  Pisani  e  i  Fiorentini. 

Sono  varie  oppenioni  come  si  cominciasse  guerra  tra  Pisani  e  Fiorentini,  e  chi  il  pone 
in  un  modo  e  chi  in  un  altro.  Giovanni  Villani  pone  che  essendo  negli  anni  di  Cristo  1220 
a  Roma  coronato  imperadore  lo  secondo  Federigo  di  novembre  il  di  di  S.  Cecilia,  tutte  le 
amista  e  imbasciate  e  di  Firenze  e  di  Comuni  e  di  Signori  vi  furono,  chi  con  gente  d'anne 
assai  e  chi  con  poca,  furonvi  i  Pisani.  Dessi  che  invitato  da  uno  cardinale  lo  imbasciatore 
/.,11,80  fiorentino'  a  mangiare  chiese  uno  catellino  che  aveva  il  detto  cardinale,  al  quale  volontieri 
glielo  concedette  et  rimase  mandare  per  esso.  L'altro  di  invitato  lo  'nbasciadore  pisano  a 
desinare  chiese  il  detto  cane.  II  cardinale  non  ebbe  avvertenza  della  prima  promessa  e 
impromisselo  ancora  a  costui;  di  che  il  Fiorentino  mando  per  esso  ed  ebbelo.  II  Pisano 
ambasciadore  mand6  per  esso;  il  cardinale  Tavea  dato  al  Fiorentino;  di  che  trovandosi  per 
la  via,  il  Pisano  volea  il  cane;  il  Fiorentino  Tavea  legittimamente,  non  glielo  dette  et  ve-  ' 
nendo  di  parole  in  parole  vennono  a'  fatti;  i  Pisani  feciono  villania  a  quegli  di  Firenz> 
quegli  di  Firenze  ne  feciono  poi  a  quegli  di  Pisa;  di  che  nacque  tra'  Fiorentini  e'  Pisani 
quistiOne,  ed  arrestarono  le  mercanzie  de'  Fiorentini  ch'erano  a  Pisa;  perocche  i  Fioren- 
tini  erano  grandi  mercadanti  e  facevano  venire  in  legni  de'  Pisani  ogni  lor  mercadanzia, 
perocchfe  erano  in  quel  tempo  i  Pisani  signori  del  mare,  come  sono  oggi  i  Genovesi.  I  ; 
Fiorentini  si  dolsono  piu  volte  col  Comune;  in  effetto  mandarono  a  sfidare  il  Comune  di 
Pisa,  e  non  ebbono  altra  risposta,  se  non  che  essi  gli  sarebbono  incontro.  Questo  fu  negli 
anni  di  Cristo  1220. 


RuBRiCA  67*  —  Come  i  Fiorentini  andarono  col  camfo  allo  assedio  al  castello  di  Montcnmvo 
degli  Squarcialufi. 

Come  detto  h  i  Fiorentini  s'aIlargavono  volentieri.    Avea  nel  contado  una  famiglia,  li 
/.,  II.  81       quali  si  chiamavano  gli  Squarcialupi ',  nobili,  ed  aveano  lor  fortezze  et  abitavano  bene  benchfe 
non  volessono  ubbidire  a'  Fiorentini.     I  Fiorentini  uscirono  a  oste,  e  presono  e  disfeciono 
lo  castello.     Ci6  fu  gli  anni  di  Cristo  1220. 


3.  S.  Brancazio...  Frescobaldi]  S.  Brancazio  andare  nel  sesto  d'01trarno  a  casa  i  Frescobaldi  A.';  S.  Bran- 
cazio  e  avea  andare  nel  sesto  d'01trarno  a  casa  Frescobaldi  /.  —  5.  era  cosi]  era  loro  cosi  G.  —  \2.  Roraa... 
novembre]  Roma  coronato  imperadore  Federico  II  di  Savoia  gli  anni  di  Cristo  1220  a'  di  22  di  novembre  /.; 
Roma  lascer6  questa  materia  perchfe  non  vide  al  vero,  e  verrerao  aU'altre  cose  raa  con  loro  si  cominciorono  le  guerre 
nelli  anni  di  Cristo  1330  A.  Cosi  finisce  la  rubrica  in  A.  —  14-16.  Dalle  parole  furonvi  i  Pisani  fino  a  mandare  per 
esso  seguo  G. ;  A.  non  riporta,  come  ho  detto,  il  passo,  ed  I.  i  lacunoso ;  in  nota  fadre  Ildefonso  avverte  che  ha  "  cosi 
supplito  il  passo  con  le  parole  del  Villani  per  la  mancanza  dell' originale  „.  —  16-17.  L.'altro . . .  cMese]  L'altro 
dl  invltati  i  Pisani  uno  imbasciadore  di  Pisa  cliiese  /.  —  17.  avvertenza]  cura /.  —  32-33.  nobili...  benchfe  nonj 
nobili  con  pii  loro  foricz.^e  e  abitavono  bene  bcnrhe  non  A.;  nobili  et  avev.ino  loro  fortezze  et  abitavano  bene 
che  non  G,  —  34.  castello.  Ci5  fu]  castello  era  posto  in  luogo  detto  Mortennana.  Ci6  fu  /. 


[AA.  1222-1230]  CRONACA  FIORENTINA  31 

RuBRicA  68*  —  Come  fu  una  battaglia  in  fra  li  Fiorentini  e'  Pisani  al  Casiello  del  Bosco  e 
fue  gran  battaglia, 

Come  h  detto  i  Fiorentini  non  sostennono  la  ingiuria  ricevuta  da'  Pisani  ma  feciono  con- 

dotta  di  gente  d'arme  per  ire  a  quello  di  Pisa.     I  Pisani  lo  seppono,  e  feciono  loro  sforzo,  e 

;fecionsi  loro  incontro  infino  a  Castel  del  Bosco,  ch'fe  nel  contado  di  Pisa,  fuori  di  Pisa   mi- 

glia Quivi  f ue  grande  ed  aspra  battaglia ;  alla  perfine  i  Fiorentini  vinsono  la  pugna,  e 

presi  vennono  a  Firenze  de'  Pisani  1246  annoverati.     Cio  fu  negli  anni  di  Cristo  1222  del 
mese  di  luglio. 

RuBRicA  69*  —  Comc  i  Fiorentini  assediarono  Fegghine,  e  disfeciono  il  borgo  delVAncisa. 

\\        II  castello  deirAncisa  sentendo  i  Pisani    aver   guerra    co'  Fiorentini,  essi    erano  quasi 
d'animo  ghibellino,  si  rubellarono  da'  Fiorentini ;  di  che  il  Comune  di  Firenze  vi  mando  a '       /.,  n,  n 
oste  la  lor  gente.     II  castello  era  forte  e  bene  fornito  di   vettovaglie  e   ricco   d'avere  e  di 
persone,  per  modo  che  non  si  potea  cosi  di  leggieri  avere.    Ma  i  Fiorentini  feciono   quel 
borgo  dell'Ancisa  sopra  Tacqua  d'Arno  in  quel  luogo  forte,  e  messonvi  gente,  che  li  guer- 

lireggiassono,  e  steccaronlo;  e  quando  v'andorono  a  oste  fu  negli  anni  di  Cristo  1228. 

RuBRiCA  70*  —  Come  i  Fiorentini  feciono  oste  a  Pistoia  e  guadagnorono   Carmignatio,   che 
e  a  mezzo  del  cammino. 

I  Pistolesi  erano  male  di  concordia  co'  Fiorentini  per  Tacquisto  di  Montemurlo,  e  per 
altre  cose  che  il  Comune  favoreggiava  i  conti  Guidi.  Di  che  i  Fiorentini  cavalcarono  ad 
2<  oste  a  Pistoia  e  infino  ne'  borghi,  e  cio  che  f  uori  delle  mura  era,  guastarono,  e  i  borghi  ed 
alte  torri  abbatterono ;  poi  ebbono  il  castello  di  Carmignano,  e  disfeciono  il  cassero  e  la  torre 
ch'era  sul  cassero ;  che  v'era  due  braccia,  che  f acieno  le  fiche  a  Firenze.  Dicesi  che  quelle 
fiche  le  puosono . . . .     Questo  fu  negli  anni  di  Cristo  1228'. 

RuBRiCA  71" '  —  Come  e  ferche  i  Fiorentini  feciono  oste  e  andarono  contra  a'  Sanesi.  i.,  n,  «3 

2  Negli  anni  di  Cristo  1229  di  settembre  i  Fiorentini  sentendo  che  i  Sanesi  erano  andati  a 
oste  a  Montepulciano  contro  ai  patti  della  pace  fatta,  anch'eglino  uscirono  a  campo  e  an- 
daronne  guastando  infino  ad  Asciano  cio  che  trovarono  nel  contado  di  Siena  e  tenitorio 
per  Chianti,  e  combatterono  un  loro  castello  che  si  chiama . . . .  e  presonlo  e  abbatteronlo, 
ch'era  presso  a  Siena  a  quattro  miglia,  e  tomarono  con  la  preda  a  Firenze. 

3  RuBRiCA  72*  —  Come  i  Fiorentini  rifeciono  oste  di  nuovo  e  col  carroccio  andarono  sofra  a 

Sanesi,  e  disfeciono  il  bagno  Avignone. 

Dipoi  i  Fiorentini  Tanno  seguente  uscirono  di  fuori  ad  oste  contro  a'  Sanesi  negli  anni 
di  Cristo  1230  a'  di  21  di  maggio,  e  guastando  tanto  quanto  loro  si  parava  innanzi,  et  pas- 


4.  ire  a  quello]  andare  su  quello  G.  —  5-6.  di  Pisa  16  miglia  /.  —  7-8.  del  mese]  a'  di  21   del   mese  /.  — 

,  10.  Ancisa]  Feghine  /.;  /.  perb  avverte  in  nota  essere  nel  ms.  Guadagni  Ancisa  erroneamente.  Ho  conservato  nel  testo 

'.  Perrore  quale  e  nei  codici.  —  20-21.  borgtii . . .  abbatterono]  borghi  e  ogni  altra  cosa  avieno   guasto    e   borghl   e 

I  certe  tori   abbatterono  A. ;  borghi  e  ci6  che  fuori  delle  mura  era  e   i   borghi    e   alte   torri   abbandonarono   G.  — 

28.  MCCXXVni  G.  —  28.  //  nome  manca  in   G.  ed  in  A, ;  in  I,  si  legge:  Qucrciagrossa. 


32  CRONACA   FIORENTINA  [A.  1229] 


sarono  infino  di  l^  da  Siena  a  S.  Quirico  a  Rosenna,  e  disfeciono  il  Bagno  Avignone  de 
Sanesi,  e  non  bastb,  che  essi  passarono  in  Valdelza  e  andarono  addosso  a'  Perugini,  impe- 
rocchfe  aveano  dato  favore  a'  Sanesi  contra  la  pace  de'  Fiorentini,   e  puosonsi  sul  loro  ter- 

/.,  II,  $«  reno.  Di  che  mandorono  i  Perugini'  a  Roma  per  gente;  i  Fiorentini  si  partirono  da  campo,  e 
tornorono  da  Siena,  e  disfeciono  circa  diciannove  castella  e  fortezze,  infra  le  quali  ebbero  cioi 
guastarono,  e  per  vergogna  de'  Sanesi  tagliarono  il  pino  da  Monte  Celeste,  e  tagliato  quello 
puosonsi  a  campo  presso  a  Siena  e  ruppono  il  serraglio  della  via  e  combatterono  I'antiporto 
del  borgo,  e  per  gli  borghi  entrarono  e  presono  uomini  e  fanciuUi  e  femmine,  ma  le  fem- 
mine  lasciarono  andare;  li  presi  furono  annoverati  1311.  E  nota  che  per  tutto  questo  cam- 
mino  menarono  il  carroccio,  sul  quale  era  l'arme  di  Fiesole  e  di  Firenze,  lo  quale  h  uno 
stendardo  bianco  e  rosso,  lo  quale  h  ancora  in  S.  loanni,  che  8'appicca  sopra  il  coro,  e 
metteasi  in  su  un  carro  di  quattro  ruote  tutto  vermiglio,  e  tiravanlo  buoi  coj>erti  di  panno 
vermiglio,  e  quello  che  menava  i  buoi  era  coperto  di  vermiglio  e  non  avea  altro  salario 
se  non  ch'era  franco,  ed  avea  la  parte  sua  doppia  della  preda;  avea  due  grandi  antenne  in 
sul  carro,  e  lo  stendardo  nel  mezzo  ventolava  e  traevasi  di  S.  Giovanni  trenta  dl  innanzi 
8'usci8se  ad  oste,  e  ponevasi  in  Mercato  Nuovo,  e  quivi  accomandato  per  gli  nobili  Fioren- 
tini  al  Popolo,  che  '1  guardassino;  e  suvvi  era  posta  una  campana,  che  si  chiamava  la  Marti- 

/.,  II,  85  nella,  e  sonava  dl  e  notte',  solo  per  dare  a  sentire  al  nimico  che  trenta  di  innanzi  si  suonava,  che 
contra  a  lui  si  venisse,  acciocchfe  bene  si  potesse  difendere.  Questo  carroccio  cosl  tratto 
8'accomandava  a  guardia  de'  piu  gagliardi  del  Popolo,  e  bene  armati,  e  quando  Toste  usciva 
fuori,  ed  egli  andava  in  mezzo  delle  schiere,  e  con  quella  campana  si  faceano  le  guardie 
del  campo  la  notte  e  il  di.  Questa  era  una  degnitk  e  trionfo  del  Comune  quando  facea 
oste  generale  contro  il  nimico. 

RuBRiCA  73*  —  Come  i  Fiorentini  andarono  a  Cafoselvole  in  Valdambra  e  disfecionla. 

Era  un  castello  in  Valdambra,  il  quale  si  chiamava  Caposelvole,  il  quale  h.  presso  a 
Montevarchi  e  facea  guerra  al  contado  di  Firenze  coUo  appoggio  de'  Sanesi,  ed  i  Sanesi 
erano  appoggiati  dagli  Aretini.  II  Comune  di  Firenze  v'  ando  ad  oste,  e  presonlo  e  disfe- 
cionlo  Tanno  di  Cristo  1229. 


RuBRicA  74*  —  Come  affarve  sangue  e  carne  di  sagrificio  di  Cristo  nel  calice  nella  chiesa 
di  Santo  Ambrogio  di  Firenze. 

Essendo  nella  chiesa  delle  monache  di  Santo  Ambruogio  di  Firenze  uno  prete,  e  leva- 
/.,11,86  tosi  per  dir  messa  la  mattina  come  era  usato',  acconcio  alla  messa,  scoperto  ed  isfasciato 
il  calice,  esso  trov6  nel  calice  sangue  che  parea  mistura  propia  sangue  e  came.  Di  ci6 
meravigliato  il  prete,  subito  fu  alle  monache  della  detta  chiesa  colla  badessa,  e  mandarono 
per  altri  preti  e  vicini,  ed  ancora  mandarono  per  lo  vescovo.  E  subito  esaminato  il  prete, 
e  trovatolo  semplice  persona  e  di  buona  vita,  compresero  questo  essere  reliquie  dell'  altro 
di  di  non  avere  bene   netto  e  forbito  il  calice  di  vino   e   d'ostia,  ed  avendo   bene  esami- 


2.  Valdelza]  Valdorda  /.  —  5.  venti  castella  /.  —  8.  e  presono  uomini  e  pregioni  e  fanciulU  G.  —  10.  il  car- 
roccio  . . .  l'arme]  il  carroccio.  II  carroccio  si  cra  l'arme  /.-,  il  carroccio  era  l'arme  A.  -  lo  quale  fe]  lo  quale  si  era 
G.;  lo  quale  si  e  /.  —  13.  metteasi]  mettesi  G.  —  13.  menava]  metteva  /.  —  16.  accomandato]  raccomandato 
G.  —  25-26,  presso  a  Montevarchi]  presso  a'  conlini  d'Arezzo  /.;  G.  lascia  in  bianco  il  nome.  —  28.  1229]  Cosi  A., 
G.  ed  anche  il  ms.  Guadagni,  siccome  avvertt  in  nola  fadre  Ildefonso,  che  ha  correito  in  1230  la  data  con  la  scorta 
del  Villani  (lib.  VI,  c.  6).  —  31-32.  e  levatosi  per  0»»»».  G.  —  32,  acconcio . . ,  scoperto]  acconci6  la  messa  e  sco- 
perto  A^ 


[AA.  1229-1235]  CRONACA   FIORENTINA     '  33 

nato  il  fatto,  con  grandissima  riverenza  questo  conservarono  in  un'ampolla  e  con  grandis- 
sima  divozione  al  popolo  si  offere  il  venerdi  santo  e  le  loro  feste  principali.  Questo  addi- 
venne  il  di  di  S.  Firenze,  cioe  a'  di  30  del  mese  di  dicembre  negli  anni  di  Cristo  1229. 

RuBRiCA  75''  —  Come  '  i  Fiorentini  andarono   ad  oste  al  castello  di  ^uerciagrossa   -presso  a       /.,  u,  s; 
5  Siena  a  qiiattro  miglia,  e  quello  disfeciono,  e  molti  ne  menorono  frigioni. 

I  Fiorentini  sentendo  che  i  Sanesi  aveano  disfatte  le  mura  di  Montepulciano,  per  oste 
fatta,  ch'era  in  lega  co'  Fiorentini,  i  Fiorentini  andarono  ad  oste  ad  un  castello  de'  Sanesi, 
cioe  Querciagrossa  presso  a  Siena  a  quattro  miglia,  e  presonlo  e  disfecionlo,  e  gli  abitanti 
ne  menorono  prigioni  a  Firenze;  e  cio  fu  negli  anni  di  Cristo  1232. 

)  RuBRicA  76*  —  D'un  fuoco  che  fecc  danno  assai  nella  citta  di  Firenze. 

Nella  citta  di  Firenze  negli  anni  di  Cristo  1232  assai  volte  facea  danno  il  fuoco  che 
s'apprese  in  Firenze,  infra  le  quali  volte  s'apprese  in  Mercato  Vecchio  in  casa  di  loanni 
Caponsacchi ;  e  certi  pigionali  di  quelle  case  ed  altri  vi  arsono  in  piu  case  circa  a  venti 
tra  maschi  e  femmine. 

5  RuBRiCA  77*  —  Come  ' i  Fiorentini  di  nuovo  feciono  un'altra  oste  sofra  i  Sanesi.  /.,  n,  ss 

I  Fiorentini  seguendo  rappetito  della  guerra  di  nuovo  feciono  oste  e  andarono  contro  a 
Sanesi,  si  mossono  a  campo  alla  citta  e  puosono  piu  campi,  e  con  trabocchi  e  magnelle  vi  git- 
tarono  dentro  asini  e  molte  brutture.     Questo  fu  negli  anni  di  Cristo  1233. 

RuBRiCA  78*  —  Come  i  Fiorentini  feciono  oste  e  andarono  a  camfo  a  Siena, 

•  Ancora  trOviamo  che  i  Fiorentini  feciono  oste  a  Siena  e  menarono  il  carroccio,  e  stettonvi 

53  di,  e  presono  e  disfeciono  molte  fortezze  e  viUe  arsono  assai;  infra  le  quali  fu  Ascianc 
e  Oreglia  e  bene  da  venti  castella  murate  senza  le  ville;  e  questo  fu  negli  anni  di  Cristo  1234. 

RuBRiCxV  79*  —  Come  in  Firenze  fuc  un  grande  fuoco  etfece  danno  assai  di  la  d^Arno. 

Molto  perseguito  il  danno  del   fuoco   in   Firenze   in   questo  anno,  perocche  stando'  un        /.,  u,  89 
5  giovane  hicchieraio  la  notte  a  fare  coverta  a  un  fiasco,  addormentandosi  s'apprese  il  fuoco  alla 
paglia  e  arse  la  casa,  e  tante  di  quelle  dei  vicini,  che  da  S.  Felice  quasi  presso  a  S.  Felicita 
arse,  prima  che  spegnere  si  potesse;  e  cio  fu  la  vigilia  di  Natale  negli  anni  di  Cristo  1234. 

RuBRiCA  80*  —  Come  si  fece  -pace  tra  i  Senesi  e  li  Fiorentini  che  era  durata  la  guerra  circa 
d'anni  sei  con  molto  danno. 

0  I  Sanesi  non  veggendo  poter  durare  contro  a'  Fiorentini  si  si  avvisarono   per  non   es- 

sere  disfatti  cercare  la  pace,  e  cosi  feciono  con  questi  patti :    Che   rifacessono   le  mura   di 


1-2.  ampoUa . . .  venerdl]  ampoUa  e  questo  fune  grande  divozione  al  popolo,  mostrasi  il  venerdi  A,  —  6.  I  Fio- 
rcntini...  mura]  In  Firenze  sentitosi  clie  i  Sanesi  avevano  disfatto  le  raura  G,  —  17.  si  mossono]  messonsi  G. 
18.  asini . . .  brutture]  asini  morti  e  altre  brutture  G,  —  23.  Oreglia]  /.  corrcgge  Orgiale;  nel  suo  ms.  avea  leito: 
OregUa  -  murate]  munite  A,  —  25.  a  fare  coverta  0/«»».  A,  —  25-26.  addormentandoBi  la  paglia  s'apprese  e  arse  /. 

T.  XXX,   p.  I  —  3.  ,    • 


34  CRONACA  FIORENTINA  lAA.  1235-1249] 


Montepulciano  alle  loro  spese,  e  prometterebbono  contra  loro  per  niun  tempo  venire ;  e  si- 
milmente  a  Monte  Alcino  rifeciono  il  danno  e  cosl  fu  fermo,  e  i  Fiorentini  furono  a  ci6 
abili  e  renderono  loro  i  pregioni,  e  cosi  si  pacificaro  le  due  cittk  insieme,  che  era  durata  !a 
guerra  circa  d'anni  sei,  et  allora  finl  per  questa  volta  et  questa  fu  negli  anni  di  Cristo  1235. 

/.,11,90       RuBRiCA  81*  —  Come^  si  fece  lasiricare  la  citta  di  Firenze  e  fecesi  il  fontc  Rubaconte,  e  cos\ 
ebbe  nome  -pcr  un  Podesta. 

Essendo  in  Firenze  le  vie  assai  brutte  per  la  pianura  in  clie  era  Firenze  che  riteneva 
l'acqua  ed  il  fango,  perocchfe  era  tutta  terraccia,  salvo  le  quattro  vie  de'  cinque  sesti,  ch'e- 
rano  ammattonate,  provvidesi  di  lastricare  tutta  la  cittk;  e  perchfe  cra  gran  fatica  a  quegli 
da  casa  i  Peruzzi  e  Santo  Piero  Maggiore  Tandare  a  passare  Tacqua  al  Ponte  Vecchio,  si  1 
fece  il  Ponte  Rubaconte,  e  cosl  fu  chiamato  per  uno  Podestk  ch'era  in  Firenze  che  cosi 
avea  nome;  e  ci6  fu  negli  anni  di  Cristo  1236. 

RuBRicA  82'  —  Comc  ed  in  che  modo  furono  li  Guelfi  cacciati  di  Fircnze  la  frima  volta. 

Come  aviamo  adrieto  detto  della  prima  creazione  in  Firenze  de'  Guelfi  e  Ghibellini,  e 
quali  casate  presono  le  parti,  li  quali  nomi  sono  stati  guastamento  della  cristianitk,  e  spezial-  I 
mente  h  stata  ed  fe,  e  voglia  Iddio  manchi  in  Firenze,  comecche  ancora  non  ne  veggio  segno : 
stando  tra  per  le  parti  e  s^tte  maledette  Firenze  in  tribolazioni,  ed  ancora  aggiunta  partc 

/.,  u,  91       guelfa  e  ghibellina  al  fuoco  di  legne  tante,  che  non  h.  si  grande  che  non  ve  ne  avanzi  per 
fare  gran  fuoco  ogni  dl  di  nuovo:  avvenne  che  lo  imperadore  Federigo  venne  in  dissensionr 
con  santa  Chiesa,  ovvero  diciamo  co'  Pastori;  Federigo  sentendosi   iscomunicare    e    privare  - 
da  papa  Innocenzio,  lo  quale  per  paura  se  n'era  ito  a  Lione  sopra  il  Rodano  per  la  forza 
che  Federigo  gli  avea  fatta,  e  quasi  della  Chiesa  erano  pochi  che   la  f avoreggiassono ;   ma 
piu  per  parte  e  sfette  prese  d'uficj,  che  per  Papa  o  Imperadore  s'erano  gli    animi  de'  Fio- 
rentini  appresi,  ed  erano  a  tanto  venuto  che  il   nome   delle   loro   s^tte  in  Firenze  non   era 
nominato,  se  non  parte  di  Chiesa  e  parte  d'Imperio,  e  che  parea   che   tutti  i  Ghibellini  si  . 
tenessono  collo  Imperadore  e  i  Guelfi  colla  Chiesa.     Di  che  per  questa  cagione  erano  i  sa^di 
di  parte  d'Imperio  ristretti  in  S.  Piero  Scheraggio,  e  ragunati  insieme  ebbero  consiglio,  che 
se  la  boce  si  spandesse  che  in  Firenze  si  dicesse :   "  Viva  la  Parte  della  Chiesa  „ ,  e   quegli  ^ 
dicessono:  "  Viva  quella  dello  Imperadore  „,  non  era  onore   di  dire   contra  la  Chiesa,  ma 
dire:   "  Viva  lo  Imperadore  e  parte  ghibellina„,  era  uno  nuovo  mescuglio  accompagnare  di 
nuUa  il  nome  d'  Imperio,  ma  che  lo  Imperio  s'opponea  a'  Pastori,  e  quegli   quasi   per  tutto 

I:  ji,  92  il  mondo  che  erano  Ghibellini  teneano  coirimperio,  si  dilibero  si  dicesse:  "  Viva'  Parte  Ghi- 
bellina„,  e  cosi  si  ferm6;  e  perchfe  lo  Imperio  era  loro  signore,  presono  Tarme;  e  i  Guelfi 
presono  il  nome  de'  Guelfi.  Qui  si  fu  di  grandi  battaglie  ed  aspre,  imperocchfe  Buondel- 
monti  che  prima  erano  in  concordia  con  gli  Uberti  a'  fatti  della  citta  e  a  parte  ghibellina, 
per  la  morte  di  messer  Buondalmonte  furono  Guelfi  e  molto  principali  si  feciono,  ed  in  ogni 
sesto  era  chi  capo  d'una  parte  e  chi  d'un'altra;  e  cosi  tutto  '1  di  si  faceano  battaglie  e  ba- 
dalucchi  e  torri  con  isteccati  e  serragli  armati  si  combatteano,  ch^  avea  Firenze  torri  assai. 
Ma  i  Guelfi  in  questo  tempo  erano  molto  abbandonati,  perocch^  lo  Imperadore  era  in  To- 
scana  e  in  Sanminiato  del  Tedesco,  e  per  volersi  assicurare  mando  per  tutta  la  Toscana, 
che  volea  le  terre  a  pacificare  le  parti,  e  questo  facea  con  malizia,  perocchfe  se  avesse  detto 


3-4.  cosl . . .  lasS]  cosi  si  pacificarono  et  questo  fu  negli  anni  di  Cristo  1335  del  mese . . .  di  che  era  stato 
gran  guerra  e  ferma  durata  piu  di  sei  anni  tra'  Fiorentini  e  loro ;  ed  allora  fin\  per  quella  volta  /. ;  cos\  si  pa- 
cific6  negli  annl  1235,  dur6  questa  pace  pii  d'anni  sei  A.  —  7.  brutte,  e  per  la  pianura,  in  che  era  Firenze  ritc- 
nea  /.  —  12.  1237  G.  —  15.  quali  casate  omm.  I.  —  36.  e  molto  . ..  feciono]  e  molte  principali  famiglie  si  feciono  G. 


[A.  1249]  CRONACA   FIORENTJNA  35 


di  volere  gli  staggi  che  voUe  guelfi,  non  gli  avrebbe  avuti,  ma  disse  di  pacificare,  e  volle 
staggi  guelfi  e  ghibellini,  e  cosi  ebbe;  e  quando  ebbe  quegli  da  Firenze,  ritenne  i  guelfi 
d'ogni  luogo  e  lascio  i  ghibellini  e  con  loro  compuose  che  conciofossecosacch^  i  Guelfi  erano 
suoi  nimici,  che  s' ingegnassono  di  cacciarli  d'ogni  terra,  ed  esso  darebbe  lo  suo  favore  loro 
quando  l'addimandassono.  Gli  staggi  furono  nobili  e  possenti,  perocch^  s'egli  gli'  avesse  la-  /.,  u,  93 
sciati  nella  citta,  quasi  tutto  il  Popolo  avrebbe  seguito  i  Guelfi,  considerando  che  teneano 
la  parte  della  Chiesa.  Tornati  i  Guelfi,  che  ne  lascio  alcuni  e  {insieme  d)  tutti  i  Ghibellini,  in 
Firenze  vidono  {i  Guelji)  essere  abbandonati  dallo  Imperadore  e  dalla  Chiesa,  ch'  era  quasi 
schiacciata  da  chiunque  favellava  e  la  Chiesa  iscacciata,  e  itosi  il  Pastore  a  Lione  sopra  '1 

1  Rodano,  pensaronsi  di  tenersi  colFarme  e  di  provare  loro  ventura,  ed  ogni   dl  combatteano 

co'  Ghibellini  in  ogni  sesto.     Veggendo  i  Ghibellini  quasi  perdere  di  di  in  dl,  ricorsono  allo 

I  Imperadore,  il  quale  mando  loro  il  figliuolo,  il  quale  avea  nome  Federigo,  comech^  fusse  na- 

turale,  con  mille  cinquecento  cavalieri  e  pedoni  cinquecento,   i   quali  entrarono  nella   citt^ 

coiraiuto  de' Ghibellini  a' di  30  di  gennaio  il   di   di  Domenica   negli   anni   di   Cristo    1248. 

li  I  Ghibellini  feciono  capo  grosso  a  casa  gli  Uberti,  e  poca  gente  rimase  agli  altri  sesti.     Poi 
,  cominciorono  co'  f orestieri  a  ire  al  sesto    di    S.  Piero  a  casa  i  Bagnesi,  e  quivi  li  ruppono 
e  poi  di  sesto  in  sesto  di  di  in  di  per  modo  che  lo  mercoledl  notte  vegnente,  ciofe  a'  di  2  di 
febbraio,  i  Guelfi  se  ne  andarono  chi  nel  Valdarno  di  sopra  e  chi  in  Valdarno  di  sotto. 

RuBRiCA   83*  —  Come  i  Ghibellini  guastarono  i  beni  dei  Guclfi  cioe  lc  casc  loro  et  le  belle 
%         iorri  che  avevano. 

I  Ghibellini  rimasono  in  Firenze,  e  la  citta  riformarono  e  gli  uficj,  ed  ebbono  sempre  'ri-       /.,  n,  « 
guardo  ad  acconciarsi  si  che  i  Guelfi   non   tornassono;  ed  i  modi   furono   questi :   prima  di 
guastare  loro  i  loro  beni,  ciofe  le  case,  e  le  possessioni  vendere  a  buon  pregio.    Aveano  di 
belli  palagi  in  Firenze  con  grandi  torri  le  quali  tutte  abbatterono,  le  grandi  circa  38,  delle 

Jfquali  alcune  ne  conteremo  notabili  e  Taltre  lasceremo.  Avea  sulla  piazza  di  S.  Joanni  sopra 
le  sepolture  sul  corso  una  torre  di  braccia  120  che  si  chiamava  la  torre  di  Guardamorto, 
altissima  e  forte.  Stimarono  i  Ghibellini,  perchfe  S.  loanni  era  la  maestra  chiesa  ed  \\\  si 
ragunavano  a  quelli  tempi  i  Guelfi,  pur  parea  lor  male  a  disfare  S.  loanni  e  disfare  lo  vo- 
leano,  di  comporre    con    gli    maestri,  ch'essi  puntellassero   per  modo   la  torre  che   cadesse 

jCnella  faccia  di  S.  loanni,  istimando  non  guastare  la  chiesa,  e  se  pure  qualche  cosa  si  gua- 
stasse  racconcerebbono,  et  quello  che  restasse  della  torre  che  non  caggia  tutta  racconce- 
ranno  dentro  per  modo  non  vi  si  potra  mai  istare  dentro.  San  Giovanni  sa  fare  quando 
vuole.  Quando  la  torre  cadde,  parve  che  la  spingesse  con  quella  sua  insegna  per  modo  che 
si  stese  sulla  piazza,  e  solo  una  pietra  non  ne  tocc6.     L'altra  nobile  fortezza  fu  quella  de'  To- 

.35singhi  in  Mercato  Vecchio,  che  si  chiamava  il  palagio  de'  Tosinghi,  e  la  torre  di  130  braccia, 


1-2.  pacificare  . . .  ghibeUini]  pacificare  e  noa  degli  staggi  et  poi  volle  staggi  guelfi  e  ghibellini  G.  —  8-10.  e 

.ialla  Chiesa . . .  pensaronsi]  e  dalla  Chiesa  ch'era  quasi  scacciata  e  itisi  i  Pastori  a  Lione  sopra  loro  danno  pensarsi 

\l.i  e  dalla  Chiesa  ch'era  quasi  scacciata  da  chiunque  favellava  e  la  Chiesa  iscacciata  e  itosi  i  Pastori  a  Lione  sopra 

!  Rodano  pensaronsi  G.;  e  dalla  Chiesa  che  era  schiacciata  da  chiunque  favellava,  e  la  Chiesa  schiacciata  e  itosi 

■  1  Pastore  a  Lione  pensarsi  A.  —  15.  Uberti]  Lamberti  A.  —  27-32.  II  fasso  i  forae  guasio;  ne  ho  riporiaio  la  le- 

Hone  di  G.  clie  concorda  con  /.,  salvocchh  da  rigo  30-32  alle  farole  istimando  . . .  per  modo]  stiraando . . .  {lacuna,  non 

\:i  comfrende  se  esistente  nel  ms.  o  se  derivaia  da  difficolia  di  leiiura  del  fasso)  Giovanni  c  quello  della  torre  vi  ri- 

narra  dentro,  e  benchJ  non  caggia  tutta,  lo  concera  per  modo  /.;  A.  i  molto  fiu  chiaro,  ma  la  chiarezza  e  ^roba- 

nlmente  derivaia  dalVavere  A.  cosi  riassunio  il passo  compreso  nei  righi  27-34:  stimarono  . . .  L'altra  nobile  fortezza] 

iof'stimarono  i  Ghlbellini  fare  puntellare  la  torre  e  poi  farla  cadere  a  terra  nella  faccla  di  San  Giovanni  per  gittarlo  a 

jerra,  rispetto  che  i  Guelfi  si  ragunavono  quivi  quando  avevono  a  fare  nulla.    Or  appuntellato  la  torre  per  fare  dctto 

';ffetto,  San  Giovanni  non  voUe  vedere  guastare  la  sua  casa,  ch'ella  cadde  e  solo  una  pietra  di  San  Giovanni  toccd, 

jna  distesesi  In  la  piazza.    L'altra  torrc  A.  —  39.  di  comporre]  compuosono  G. 


36  CRONACA   FIORENTINA  lA.  i249j 


/.,11,95  ove  avea  molto  adornamento  di  manno  e  d'altr€  bellezze',  ed  era  sl  nobile  che  a  uno  Im- 
peradore  sarebbe  bastato.  Ancora  per  parte  nh  per  s^tta  a  Firenze  non  8'era  mai  nessuna 
casa  disfatta. 

RUBRICA  84*  —  Come  si  ■partt  di  Firenze  il  figlimlo  dello  Imferadore  e  lasciowi  un  vicario. 

II  dl  di  S.  Maria  di  marzo  negli  anni  di  Cristo  1248  si  partl  lo  figliuolo  dello  Impe- 
radore  e  al  soldo  de'  Ghibellini  di  Firenze  lascib  ottocento  cavalieri  e  cento  pedoni,  e  lascio 
per  vicario  d'Imperio  il  conte  Giordano,  e  tom6  allo  Imperadore. 

RuBRiCA  85*  —  Come  i  Giielfi  jiorentini  ch'erano   a   Montevarchi  sconfissono  i  Tedeschi,  e 
furonne  morti. 

I  GhibelUni  mandarono  fuori  i  loro  soldati  tedeschi,  11  quali  avevano  a  seguitare  li 
Guelfi  dovunque  sentivano  che  e'  fosseno.  I  Guelfi  bene  sdegnati  stavano  in  segreto  in  Val- 
damo  di  sopra  e  di  sotto  e  per  lo  contado  di  Firenze  e  nelle  ville  pianamente  e  poveramente. 
Quelli  di  Montevarchi  usciti  di  Firenze  per  potere  meglio  guerreggiare  stavano  ne'  borghi 
di  fuori,  assaliti  da'  Tedeschi  si  difesono  arditamente,  ed  ultimamente  morti  d'una  parte 
e  d'altra,  i  Tedeschi  furono  sconfitti;  e  ci6  fu  negli  anni  di  Cristo  1249  a'  dl  26  d'aprile. 

A,  II,  96       RuBRiCA  86'  —  Comc'  fue  fresa  Ca-praia,  ed   i  Guelfi  che  v'crano  dentro  furono  morti  c 
straziati,  e  come  fer  mare  e  fer  terra  gli  -perseguitavano. 

Lo  Imperadore  non  and6  a  Firenze  quando  vi  mand6  il  figliuolo,  perocchfe  gli   fu  per 
suoi  strolaghi  annunziato  che  dovea  esser  morto  in  Firenze,  e  cod  poi  mori  in  Firenze,  una 
citti  in  Puglia,  ch'6  presso  a  Venosa  a  8  miglia  e  presso  a  Barletta  a  32.     Passando  pres?< 
a  Firenze,  ando  di  fuori  in  un  luogo  dove  si  pos6,  e  sapendo  che  in  Capraia  erano  ridotti 
Guelfi  assai,  vi  puose  Toste,  ed  egli  and6  a  Fucecchio;   di   che  la   roba  manco,  ed  ultima- 
mente  si  strinsono  a  far  patti,  i  quali  allora  erano  patti  onorevoli  e  buoni.     Un  Giovanni  del 
Tosco,  il  quale  era  calzolaio  in  Mercato  Vecchio  appresso  a'  Tosinghi,  avea  per  parte  guelfa 
assai  fatto  secondo  la  sua  possibilit^,  e   non  potendo  sentire   de'  fatti  come  passavano  pe 
rocch^  non  v'era  stato  richiesto,  sdegnato  chiam6  uno  che   gli  parve  daccio,  e  disse:   "  Va 
al  Vicario,  e  di  che  non  f ermi  i  patti,   che   io   so  che  qui  non  h   che  mangiare  „ .     I  patti 
non  si  fermarono.     Costui  la  notte  s'usci  fuori;  e  cosl   convenne  che  per  gente  morta  s'ar- 
rendessono;  i  quali  lo  Imperadore  fece  straziare  e  morire  per  Puglia  per  mare  e  per  terr? 
e  a  uno  messer  Rinieri  Ghincane  de'  Buondalmonti  fece  cavare'  gli  occhi  e  lasciollo;  di  ch- 


/.,  II,  97 


a 


per  vergogna  essendo  povero  e  cieco  entr6  in  uno  romitorio,  e  quivi  miseramente  fini  su 
vita.  Queste  cosl  fatte  cose  sono  le  doti  e  le  gioie  delle  parti  e  delle  s^tte  della  cittk,  e 
certo  chi  sta  fermo,  o  in  parte  guelfa  o  in  ghibellina,  io  credo  che  salvare  non  si  possa. 
Dio  mi  perdoni  s'  io  erro,  e  se  dico  contro  sia  per  non  detto  e  per  non  iscritto.  E  questo 
fu  negli  anni  di  Cristo  1249  del  mese  di  settembre.  3 


6.  e  al  Boldo]  e  a  soldo  A,\  ed  assold6  /.  -  pedoni]  fanti  A,  —  7.  torn6  allo  Imperadore]  e  lui  torn6  il 
padre  A.  —  lo-ii.  fuori...  stavano]  fuori  i  loro  tedeschi  li  quali  avieno  a  seguitare  11  Guelfi  dove  gli  trorti- 
sono.  I  Guelfi,  stavano  A,;  fuori  1  loro  soldati  tedeschi  li  quali  avevano  e  dovunque  sentivano  che  fosseno  de' 
Guelfi,  i  quali  quelli  bene  sdegnatl  istavano  G.  {forsc  manca  doj>o  avevano  qualche  farola:  a  seguitare);  fuori  i  loro 
tedeschi  i  quali  andavano  dovunque  sentivano  i  Guelfi;  i  quali  quelli  bene  sdegnati  stavano  /.  —  19.  mori  ia  Firenie]i 
morl  In  Firenzuola  I.  —  20-31.  Passando . . .  e  sapendo]  Passando  presso  a  Firenze  entr6  in  ogni  luogo  e  sapendo 
A.\  Passando  presso  a  Firenze,  intr6  di  fuori  in  un  luogo  e  sentendo  /.  —  33.  i  quali...  buoni]  i  quaii  avevano 
a  loro  onorevoli  e  buoni  /.;  i  quali  furono  onorevoli  e  buoni  A,  —  34.  Tosco]  Toso  A.  —  25.  fattij  patti  A.  —  29. 
straziare  e  raorire]  strascinare  e  morire  miseramente   G.  —  30.  Ghincane]  Ingame  A.  —  31.  cieco]  vecchio  G. 


tA.  12501  CRONACA  FIORENTINA  37 


RuBRiCA  87*  —  Come  i  Guelfi  scrissono  a'  Tedeschi  ed  altri  Ghibellini  in  Figghine  e  fre- 
serne  e  ucciserne  assai. 

Essendo  lo  vicario  dello  Imperio  a  assedio  a  Ostina,  gli  usciti  guelfi  che  erano  a  Mon- 
tevarchi  pensarono  di  soccorreria;  di  che  del  campo  usci  gente,  e  venne  ne'  borghi  di  Feg- 
ghine ;  e  questo  saputo  da'  Guelfi,  assalirono  quelli  ch'erano  in  Fegghine,  e  quasi  tutti  morti 
e  presi  la  notte  tutti  gli  ebbono,  e  Tassedio  si  parti.  Fu  questo  negli  anni  di  Cristo  1250 
a'  di  21  di  settembre. 

RuBRiCA  88*  —  Comefue  una  gran  ■piova  che  ne  segtii  diluvio  d'acqua  ■pcr  lifiumi. 

Una  piova  comincio  a'  dl  17  d'ottobre  negli  anni  di  Cristo  1250,  la  qual  dur6  continua 
1  tre  dl  e  tre  notti,  comecch^  tutto '  ottobre  fosse  f orte  piovoso,  in  la  quale  piova,  perchfe  quel-  /.,  u,  98 
Tanno  era  stato  piovoso,  molti  edificj  caddono  in  questa  piena,  e  molte  molina  e  navi  ne 
vennono  per  Arno;  infra  le  quali  case  cadute  cadde  una  chiesa  ch'era  con  uno  spedale 
sulla  Grieve,  ov'fe  oggi  Taltro  spedale  di  Via  buia  che  va  per  la  strada  di  Siena,  e  morironvi 
10  poveri  tra  maschi  e  femmine  coUo  Spedalingo  e  colla  moglie.  Ancora  sopra  un  pog- 
1  gio  ivi  presso  che  si  chiamava  Monte  Auto  de'  Bonaiuti,  ove  h  oggi  S.  Lorenzo  a  Certosa, 
cadde  una  torre  che  v'era  e  un  picciolo  procinto,  e  andonne  la  maggior  parte  infino  in 
Grieve,  e  morironvi  tre  figliuoli  di  Bonaiuto  di  Piero  Bonaiuti,  due  femmine  e  un  maschio 
e  una  balia  e  la  madre  de'  fanciulli.  Cadde  in  Caraerata  una  casa  ove  si  tenea  taverna, 
ove  morirono  cinque  tra  maschi  e  femmine;  e  tutto  fue  in  una  notte   medesima   ci6  che  h 

1  detto  qui  sopra. 

RuBRicA  89*  —  Come  il  Pofolo  di  Firenze  comincib  novita  contro  a'  Nobili. 

Erano  gli  usciti  di  Firenze  di  fuori  alle  castella,  e  molti  Guelfi  sbanditi  di  Siena,  d'Arezzo, 
di  Pisa  e  di  piu  luoghi  s'erano  accostati  con  loro,  e  teneano  molti  castelli,  e  faceano  grande 
guerra  a'  Ghibellini  ed  alla  cittk  di  Firenze ;  e  per  questa  cagione   '  convenne  a'  Ghibellini       /.,  u,  99 

2  far  denari  e  conducere  gente  a'  loro  soldi;  di  che  i  buoni  uomini  e  mercatanti  dolutisi  della 
spesa  si  raunarono  insieme,  e  ragionato  de'  modi,  si  recarono  in  ordine  di  dire :  "  Viva  il 
"  Popolo  „ ;  e  cosi  f eciono  ed  armarsi.  Ed  ultimamente  li  Nobili  veggendo  questo,  ancora 
s'armarono  e  furono  a  casa  gli  Uberti,  ch'era  il  bilico  della  cittadinanza.  Raunato  il  Po- 
polo  ed  i  Nobili,  ando  dalla  lievre  al  coniglio  tutto  questo  di,  che  fu  negli  anni   di  Cristo 

C-  1250  a'  di  20  d'ottobre.  Gli  Uberti  ed  i  Ghibellini  nobili  sentendo  ragunato  a  S.  Firenze  il 
Popolo,  deliberarono  di  percuotere  a  loro,  e  temevano  dicendo:  "  s'essi  rompono  e  aggiun- 
"  gonsi  con  gli  Guelfi  noi  siamo  impacciati,  ma  andiamo  a  provare  se  vogliono  zuffa  con 
"  noi ;  se  la  vogliono,  diamla  loro  » .  Ed  il  Popolo  dicea :  "  Se  stiamo  qui,  sono  presso  gli 
"  Uberti,  e'  ci  romperanno ;  se  ci  partiamo,  correranno  alle  case  nostre  „ .  Ultimamente  n'an- 

0  darono  alla  chiesa  de'  Frati  Minori,  e  quivi  con  solenne  guardia  e  con  sentire  quello  che  i 
Nobili  faceano,  trovarono  che  ebbono  la  notte  grande  paura.  La  mattina  se  n'andarono  al 
borgo  a  S.  Lorenzo,  e  quivi  feciono  consiglio,  ed  elessono  certi  umini  capipopolo,  e  andarono 
a  casa  del  Podestk,  e  dispuosonlo,  ed  ogni  ordine  e  statuto  gli  tolsono.  I  Nobili  ghibellini 
che  vidono  la  forza  non  essere  per  loro,  stettono  pazienti.  II  'Popolo  pigli6  campo  quando  /.,  u.  100 
vide  non  avere  contasto,  e  ordino  leggi  e  statuti  e  altre  cose  come  parve  loro. 


13.  Via  buia]  Val  buia  /.  —  26.  si  recaroao  in  ordine]  si  cercarono  ordine  C;  si  crearono  ordine  /.  — 
3I-33.  se  essi  rompono  e  aggiungasi  coi  Guelfi  noi  siamo  impacciati,  ma  vorranno  qualche  leggerezza  per6  siamo 
armati,  e  se  la  vogliono  diamola  loro  C,\  se  si  rompano  e  aggiungansi  co'  Guelfi  noi  siamo  impacciati;  ma  vorranno 
qualche  leggerezza,  per6  fieno  armati,  e  se  la  vogliano  diamola  loro  /.  —  38.  dispuosonlo]  sposollo  A. ;  spuoserlo  /, 


38  CRONACA  PlORENTINA  [A.  12501 

RuBRicA  90*  —  Come  il  Popolo  fcce  dodici  Anziani  fcr  sesto  con  venti  gonfalom  e  Cafi- 
tano  di  Pofolo. 

Negli  anni  di  Cristo  1250  a'  dl  20  d'ottobre  il  detto  Popolo  e  dodici  Anziani  chiama- 
rono  un  Capitano  di  Popolo,  un  cavaliere  lucchese,  il  quale  avea  nome  Ruberto,  ch'era  ve- 
nuto  a  Firenze  per  suoi  danari  che  avea  avere  dal  Comune  di  Firenze  per  uno  uficio  ch( 
avea  avuto.  Di  che  conoaciuta  la  sua  virtii,  incontanente  lo  elessono  li  dodici  Anziani,  <• 
con  lui  insieme  fatto  Capitano  gli  feciono  fare  venti  gonfalonieri  e  venti  gonfaloni,  li  quali 
quando  suonasse  messere  lo  Capitano  la  sua  campana  tutti  alli  gonfaloni  traessono,  ciascuno 
com'era  ordinato,  chi  airuno  gonfalone  e  chi  airaltro,  e  poi  cosi  armati  andassero  col  gon- 
falone  a  seguire  il  Capitano  del  Popolo.  01tracci6  elessono  trentasei  consiglieri  degli  do-  ' 
dici  Anziani,  sei  per  ogni  sesto;  e  fatto  ci6  fecero  una  insegna  aU'arme  di  Comune  mezz,. 
bianca  e  mezza  rossa,  il  quale  gonfalone  avesse  a  tenere  il  Capitano  del  Popolo.  I  quali 
/.,  II,  101  venti  gonfalonieri  si  chiamarono '  i  gonfalonieri  di  compagnia.  I  primi  dodici  Anziani  furono 
questi.  I  quali,  de'  nomi  loro  lascio  per  brevitk  per  seguitare  la  nostra  materia  e  tornere- 
/.,  II,  102  mo  alle  insegne.  Le  insegne '  de'  venti  gonfaloni  furono  in  questo  modo :  quattro  n'ebbe  nel  1: 
sesto  d'OItrarno,  in  questo  modo  con  questi  segni  e  con  questi  intrassegni  e  con  questi 
campi.  II  primo  gonfalone  fu  campo  vermiglio  entrovi  una  scala  bianca;  il  secondo,  il  campo 
azzurro,  in  lo  quale  uno  quadro  bianco  e  cinque  nicchi  rossi;  il  terzo,  uno  campo  bianco 
/.,  II,  103  ed  una  ferza  nera  spandoiante  per  lo  campo;  lo  quarto',  uno  campo  rosso  nel  quale  era  un 
drago  verde.  : 

Lo  sesto  di  S.  Piero  Scheraggio  furono  altri  quattro:  il  primo  gonfalone,  uno  campo 
azzurro  ed  uno  carroccio  d'oro;  il  secondo,  campo  giallo  con  uno  toro  nero  rampante;  il 
terzo,  campo  bianco  con  uno  lione  nero  rampante;  il  quarto  si  era  addogato  bianco  e  nero 
per  traverso,  ed  era  detta  pezza  gagliarda. 

Lo  sesto  di  Borgo  furono  tre:  il  primo,  il  campo    giallo  ed  una    vipera   verde    ondeg-  - 
giante|;  il  secondo,  il  campo  bianco  con  un'aquila  nera;  il  terzo,  il    campo    verde   con   uno 
cavallo  sfrenato,  coverto  di  bianco  con  croce  vermiglia. 

Lo  sesto  di  S.  Brancazio  furono  tre:  il  primo,  campo  verde  ed  uno  lione  di  suo  pelo 
rampante ;  il  secondo,  campo  bianco  con  uno  lione  rosso  rampante :  il  terzo,  campo  azzurro 
con  lione  bianco  rampante. 

Lo  sesto  di  Porta  di  Duomo  tre :  il  primo,  campo  azzurro  con  un  lione  d'oro  rampante ; 
il  secondo,  campo  giallo  con  un  drago  verde ;  il  terzo  campo  bianco  con  uno  lione  azzurro 
rampante  incoronato. 

Lo  sesto  di  porta  di  S.  Piero  tre:  il  primo,  il  campo   giallo   con   due   chiavi   rosse;  il 
/..  n,  104       secondo',  a  ruote  cerchiate  tonde  bianche  e  nere;  il  terzo,  partito  il  campo,  e  di  sopra  rosso  3 
e  di  sotto  tutto  seminato  a  vaj. 

VoIIono  similmente  nel  contado  avesse  ordine  che  quando  fossono  richiesti,  fossono 
presti;  e  qui  furono  lxxxxvi  gonfalonieri  di  leghe  e  pivieri;  e  fecero  tornare  le  torri  tutte 
basse  a  cinquanta  braccia  Tuna ;  e  tornarono  gli  Anziani  in  una  casa  della  Badia  di  Firenze 
ed  il  Capitano  allato  a  loro. 


11-12  insegna...  avesse]  insegna  la  quale  avesse  A.;  insegna  all'arme  dl  croce  rossa  in  camfo  bianco  la  quale 
avesse  /.  Le  farole  in  corsivo  sono  sufplite  da  I.;  come  avverte  in  nota,  con  la  scorta  del  Villani  L.  VI,  c.  40  — 
14.  Cosi  in  G.  e  spiegaia  la  mancanza  dei  nomi  degli  Anziani;  in  A.  e  lasciato  in  bianco  uno  sfazio  dofo  la  farola 
furono.  La  medesima  lacuna  i  segnata,  siccome  avverte  in  nota  fadre  Ildefonso,  nel  Cod.  Guadagni.  —  19.  span- 
doiante]  spandorante  /.;  A.  omm.  —  38.  Manca  il  numero  in  G.  e  in  /.;  A.  ha  xxxxxvi.  Si  noti  che  modificando 
il  frimo  x  in  L  si  ha  il  vero  numero  dei  gonfalonieri,  cioh  di  g6  corrisfondente  a  quetlo  notato  nel  Villani  (llb.  VI, 
c  40).  Credo  che  Verrore  fossa  sficgarsi  ammettendo  che  FAuiore  abbia  veramente  notato  il  numero  dci  gonfalonieri; 
ma  che  egli,  o  un  suo  frossimo  trascrittore,  abbia  scritto  male  la  cifra,  la  quale  foi  essendo  affarsa  chiaramente  errata 
fn  omessa  da  quel  cofisfa  da  cui  derivarono  G,  ed  I. 


[AA.  1250-1251]  CRONACA   FIORENTINA  39 

RuBRicA  91*  —  Come  s'ordtnb  altre  insegne  in  Fireme  fer  onore  del  Pofolo  fer  fare  ca- 
valcate  a  loro  onoranze. 

Detto  delle  insegne  del  Popolo  e  gonfaloni,  h  ora  da  dire  di  certe  insegne,  le  quali  si 

davano  per  gli  sesti,  e  cosl  come  li  conteremo,  cosi  quando  la  cittk   andava  in   oste   anda- 

)  vono  innanzi  Tuna  alFaltra.     La  'nsegna  del  sesto  d'01trarno  era  bianca  tutta.     La  'nsegna 

del  Popolo  di  S.  Pietro  Scheraggio  era  addogata  gialla  e  nera.     Del  sesto  di  Borgo  la  'nse- 

gna  addogata  di  bianco  e  azzurro.     Quella  di  Porta  di  Duomo  tutta  rossa.     Quella  di  Porta 

S.  Piero  tutta  gialla.  Quella  di  S.  Brancazio  rossa  e  bianca.    Quella  che  si  dava  al  Capitano  del- 

Toste  era  dimezzata,  Tarme  del  Comune,  bianca  e  rossa'.    Avea  aUa  guardia  del  campo  fermo       /.,  n,  los 

j)  due  bandiere  con  due  Capitani  del  Popolo,  le  quali  stavano  sempre  fitte  in  lo  carro  del  car- 

!  roccio  quando  fermava  il  campo;  runa  avea  il  campo  bianco  e  la  croce  rossa;  Taltro  era  il 

campo  rosso  colla  croce  bianca.     L'altra  insegna  era  de'  feritori  e  de'  saccomanni. 

RuBRicA  92*  —  Come  il  Po-polo   di  Firenze  rimise  in  Firenze  i  Guelfi  e  lo  'mferadore  in 
quel  temfo  mort,  ferb  furon  rimessi. 

1  In  Firenze  venne  novella  che  lo  imperadore  Federigo  era  morto  la  notte  di  S.  Lucia, 

■  di  13  di  dicembre,  e  questa  novella  venne  a'  di  20  di  dicembre,   ed  il  Popolo   avea  molte 

:  volte  ragionato  di  concordia  co'  Nobili  ghibellini  di  volere  pacificare  i  Guelfi  e  rimetterli. 

Pure  ancora  la  concordia  non  era  conclusa;   nondimeno  di  parole   in   parole  la  cosa  volea 

il  Popolo,  ed  i  Nobili  non  poteano  piu,  che  '1  Popolo  volesse,  ma  pero  davano  indugio,  e 

J»  mandato  aveano  allo  Imperadore  i  Nobili  ghibellini  uno  degli  Uberti;  di  che  eglitomo  coUa 

lettera  della  sua  morte.     II  Popolo  allora  si  fece  forte,  e  quasi  per  una  raezza  f orza  fu  fatta  la 

pace  e  rimesso  in  Firenze  chiunque  voUe  venire  a'  dl  8  di  gennaio  degli  anni  di  Cristo  1250. 

RuBRicA  93"  —  Come  i  Fiorentini'  sconfissono  i  Pistolesi  ferchh  fu  cagione  de^  Ghibellini.  i.,  n,  i<» 

Quando  i  Guelfi  furono  in  Firenze,  i  Ghibellini  non  gli  potevano  patire  di  vedere,  scop- 
:.  piando  della  loro  tornata,  onde  segretamente  feciono  con  gli  Pistolesi  che  e'  non  volessono 
che  i  Guelfi  loro  tornassono,  e  che  se  guerra  fosse  tra'  Fiorentini  e  loro,  e  che  se  '1  Co- 
mune  uscisse  fuori  non  v'anderebbono,  ma  rimarrebbono,  e  ordinerebbono  che  i  Pistolesi 
averebbono  gente  che  vincerebbono,  ed  eglino  caccerebbono  i  Guelfi  di  Firenze  per  modo 
non  vi  tornerebbono  piii  mai.  Ma  Iddio  che  fa  tutto,  mut6  la  cosa  in  contrario  ch'  e'  non 
d  lo  pensarono;  dove  tuttavia  non  vi  andarono  i  Ghibellini,  vi  fu  battaglia  grande,  e  i  Pisto- 
lesi  furonp  sconfitti.  E  questo  fu  negli  anni  di  Cristo  1251  del  mese  di  luglio,  e  f u  a  Monte 
Rubolini,  e  fu  gran   danno. 

RuBRiCA  94*  —  Come  i  Ghibellini  furono  di  Firenze  cacciati. 

Tornati  in  Firenze  i  Guelfi,  e  saputo  per  gli  presi  Tordine  dato  per  gli  Ghibellini ;  ed 
•   11  Popolo,  tastata  e  trovata  la  veritk,  a  furore  di  popolo  cacciarono  di  Firenze  quasi  tutti  i 
Ghibellini,  almeno  i  caporali  ch'erano  suti  iprincipali;  e  questo  fu  negli  anni  di  Cristo  1251 
del  mese  di  luglio  medesimo. 

24-36.  i  Ghibellini . . .  guerra  fosse]  I  Ghibellini  segretamente  feciono  co'  Pistolesi  non  volessino  i  loro  Guelfi 
tomassino,  che  se  guerra  fusse  A,\  i  Ghibellinl  segretamente  fecero  che  i  Pistolesi  non  volessero  che  i  Guelfi  loro 
tornassero,  e  che  guerra  fosse  /.  —  39.  pii  mal . . .  contrario]  pii  mai.  Fu  la  cosa  in  contrario  /.;  piii  mai  fu 
tft  cosa  il  contradio  A.  —  30.  pensarono . . .  vi  fu]  pensarono;  dove  tuttavia  non  vi  andarono  i  Giiibellini  come 
biiognava,  dove  vl  fue  G,  —  35.  tastata...  Firenze]  tastata  la  veriti  a  furore  si  lev6  e  caccii  di  Firenre  /.;  e 
nputo  il  vero  a  furorc  si  lev6,  e  cacci6  di  Firenze  A.  —  36,  ch'erano  sutl  i  principali  omm.  A  ed  I, 


40  CRONACA   FIORENTINA  fAA-  1251-1252) 


/..  11.  107       RuBRiCA  95*  —  Come  'furono  rimutatc  Varme  del  Comune  di  Firenze  di  cam-pi  e  gigli. 

I  Ghibellini  usciti  di  Firenze,  il  Comune  ed  il  Popolo  sentendo  e  ricordandosi  che  fu 
data  loro  per  lo  Imperio  di  Roma  Tarme,  il  campo  tutto  rosso,  ed  eglino  v'aveano  aggiunto 
il  giglio  bianco,  e  dagl'  Imperadori  da  gran  tempo  in  qua  altro  che  male  non  aveano  avuto. 
ed  erano  tutti  da  un  tempo  in  qua  nemici  della  Chiesa,  ed  ancora  i  Ghibellini  siccom» 
usciron  fuori  rizzarono  quella  insegna,  si  dilibero  il  di  di  S,  Maria  mezz'ago8to  di  volger^ 
il  contrario  neirarme  del  Comune,  e  ove  era  il  campo  rosso  fu  bianco,  e  dove  era  il  giglii 
bianco  fu  rosso;  di  che  infino  a  questo  tempo  h  cresciuto  e  fermo,  e  le  tre  armi  fernK 
insino  ad  oggi ;  cio^  quella  del  Comune  prima,  comecchfe  si  mutasse  il  giglio  ed  il  camp^. 
la  seconda  arme  del  Comune  bianca  e  rossa  presa  co'  Fiesolani,  come  h  addietro  fatta  mei. 
zione  rubrica  33*,  e  quella  del  Popolo,  ciofe  campo  bianco  e  croce  vermiglia. 

RuBRiCA  96*  —  Come  i  Fiorcntini  sconjissono  gli  Ubaldini  affic  di  Monte  Accinico. 

Come  i  Ghibellini   furono  fuori   sempre   si   accostorono  co'  signori   ghibellini ;    di  che ' 
/.,  II,  108       gli  Ubaldini  feciono  grande  sforzo,  e  furono  presso  a  Monte  Accinico  in  Mugello,  e  quivi 
i  Fiorentini  furono  allora  con  essi  e  combatterono  con  loro  e  sconfissongli  con  grandissimo  1 
lor  danno.     Questo  fu  a'  di....  del  mese  . . . .  negli  anni  di  Cristo  1251. 

RuBRiCA  97*    —    Come  il  Comune  di  Fireme  ricovcrh  il  castello  di  monte  di  Valdarno,  clu 
era  stato  tolto  da  Ghibellini. 

I  Ghibellini  con  loro  sforzo,  de'  Sanesi  e  Pisani,  feciono  del  mese  di  dicembre  rubellan- 
Montaio.     II  Comune  e  Popolo  vi  fu  subito  ad  oste,  ed  i  Pisani  e  i  Sanesi  gli  soccorsono.  . 
I  Fiorentini  si  feciono  loro  incontro,  ed  ultimamente  gli  sconfissono  e  tomarono  al  castello, 
e  quelli  si  renderono,  e  prigioni   vi   furono   di   nobili  ghibellini;   il   castello  si   disfece   del 
mese  di  gennaio  1251. 

RuBRiCA  98'  —  Come  i  Fiorentini  feciono  oste  a'  Pistolcsi,  e  -presono  Tizzana. 

I  Fiorentini  uscirono  il  primo  di  di  maggio  di  Firenze,  e  guastarono  il  contado   di  Pi-  - 
/.,  II,  109       stoia  infino  alle  porte,  e   di  la  passarono  per'  trattato  ch'eglino  ebbono  in  Tizzana,    stando 
Toste  ferma  a  Pistoia,  ed  ebbono  Tizzana  a'  di  24  di  giugno  negli  anni  di  Cristo  1252. 

RuBRicA  99*  —  Come  i  Fiorentini  sconfissono  i  Sanesi  cK  erano  iti  addosso  a'  Lsicchcsi. 

Stando  i  Fiorentini  ad  oste  a  Pistoia,  sentirono  per  messi  lucchesi,  che  i  Pisani  ed  i  Sa- 
nesi  gli  aveano  sconfitti ;  di  che  subito  1'  oste  si  levo,  e  passb  Amo,  e  giunse  appife  di  Monte 
Topoli  la  brigata,  e  quivi  fue  grande  battaglia,  e  deiruna  parte  e  deiraltra  assai.ve  ne  mori. 
Ultimamente  i  Fiorentini  rimasono  vincitori,  e  riscattarono  i  prigioni  lucchesi  e  poterono  pi- 
gliare  di  quelli  che  aveano  presi  loro,  perocchfe  i  Fiorentini  seguirono  quegli  che  fuggirono 
infino  presso  a  Pisa,  e  alla  Badia  di  S.  Savino  feciono  alto,  e  quivi  la  notte  albergarono,  e 

i  prigioni  la  mattina  annoverati  furono  325.     E  questo  fu  negli  anni  di  Cristo  1252  a  di 

di  luglio. 


8.  cresciuto]  ritenuto  sositiuisce  in  nota  I.  —  23.  e  guastarono]  e  accercarono  et  giiastarono  G.  —  32,  l  Fiorcn- 
tini...  e  poterono]  i  Fiorentini  vinsero  e  riscattarono  i  prigioni  lucchesi  e  poterono  yl. ;  i  Fiorentini  vinsero  ed 
i  raedesimi  Lucchesi  che  andarano  prigioni  rimasero  sul  campo  e  poterono  /. 


[A.  i25i]  CRONACA   F^IORENTJnA  41 


RuBRicA  100''  —  Conie  fu  fatto  un  altro  fonte  in  Firenze,  c  comc  gli  si  chiamb. 

Essendo  tre  ponti   in  Firenze  parea  che  vi  bisognasse,  per  la  distanza  del   Vecchio'   a        /.,  n,  iio 
quello  della  Carraia,  il  quarto ;  e  cosi  si  fece  il  ponte  che  va  da  casa  gli  Spini  a'  Frescobaldi ; 
e  perch^  non  v'  era  altro  congruo  modo  di  nome,  si  chiamo  per  lo  nome  della  Chiesa  della 
Trinita  ch'  e  ivi,  il  ponte  a  S.  Trinita.     E  questo  fu  negli  anni  del  Signore  1252. 

RuBRiCA  101*  —  Contc  i  Fiorcntini  fuosono  ostc  al  castcllo  di  Fighine  che  s'  era  ribeUaio  a 
■pctizionc  de'  Ghibellini. 

I  Ghibellini  sentendo  i  Fiorentini  a  Pistoia  a  oste,  e  sentendo  che  i  Pisani  e'  Sanesi  iti 
a  Lucca  si  ebbono  trattato  in  Fighine,  ed  il  conte  Guido  Novello,  ch'  era  nel  paese,  grande, 

»  vi  fu  in  persona,  e  tolsero  per  trattato  Fighine;  di  che  sentendo  i  Fiorentini  questo,  e  tor- 
nando  da  Pisa  vittoriosi,  senza  intrare  in  Firenze  andarono  a  Fighine.  II  castello  era  forte 
e  bene  fornito  di  vettovaglia  e  di  gente ;  trassono  patti  con  loro  di  fare  rientrare  i  Ghibellini 
in  Firenze  (accio  furono  i  Franzesi) ',  e  fosse  salvo  loro  Tavere  e  le  persone  del  Conte  e  de' 
suoi.     I  Fiorentini  guelfi  non  voleano  questo  in  verun  modo.     Uno  messer  Filippo  da  Brescia 

)  ch'  era  Podesth,  disse :   "  Lasciatemi  fare,  ch'  io  so  quello   mi  fo ;   il   Comune  non  promette 
nulla  faro   io  contento  ogni   uomo„.     E  cosi   fece,   e   promisse;   ultimamente   lo   castello   si 
rend^ ;  la  roba  ando  a  sacco  e  poi  fu  arso  e  disfatto,  ed  i'  Ghibellini  tornorono.     Pare  che        /.,  n,  m 
'1  Podestk  facesse  co'  Franzesi  questo  da  se.     Se  fu   vero  rimanga  nel  suo  luogo,  perocchfe 
le  cose  vogliono  essere  molto  vere,  prima  che   si  scrivano.     Questo   fu   negli  anni  di  Cristo 

0  1252  d'agosto. 

RuBRiCA  102°^  —  Come  i  Fiorentini  andarono  a  oste  a  Siena,  e  sconfissono  i  Sanesi. 

Sentendo  i  Fiorentini  quando  si  partirono  da  Fighine,   ^he  Toste  era  a  Monte   Alcino 

de'  Sanesi,  ch'  era  accomandato  de'  Fiorentini,  subito  mossa  Foste  v'  ando  con  molta  vetto- 

vaglia,  perchfe  era  stato  a  stretta,  e  venuti  Ik,  li  Sanesi  si  feciono  loro  incontro,  e  combat- 

5  terono,  e  furono  sconfitti  i  Sanesi,  e  lo  castello  di  Mont'AIcino  fornirono;  e  questo  fu  negli 

anni  di  Cristo  1252  d'agosto. 

RuBRiCA  103*  —  Comc  da  frima  si  batte  moneta  cP  oro  in  Firenze  col  segno  loro  di  S.  Gio- 
vanni  da  un  lato  e  V  altro  il  giglio. 

Ne'  detti   tempi  i  Fiorentini   tornati  a  Firenze  con  vittoria,  e  vedendo   quanto   ogni  dl 
0  magnificava,  e  non  avea  moneta  d'  oro,  si  ordin6  di  f are  il  fiorin  d'  oro,  dall'  uno  lato  S.  loanni 
Batista,  dalFaltro  Tarme  del  Comune,  ciofe  il  giglio,  e  fu  di  ventiquattro  carate',  e  gli  otto       /.,  n,  112 
pesarono  un'oncia;  e  ci6  fu  negli  anni  di  Cristo  1252  del  mese  di  settembre. 


2.  del  Vecchio]  deU'occhio  /.  —  q.  grande  omm.  A.  —  lo.  tolsero]  tolselo  G.  —  1S-16.  Lasciateml  . . .  promisse] 
Lasciatemi  fare  che  io  so  quello  mi  fo;  il  Comune  non  promette  nulla.  Fu  contento  ogni  uomo;  e  cosl  fece  e  pro- 
misse  „  G.  ed  T.  Ho  accolta  tuttavia  nel  testo  la  lezione  di  A.  ferchh  nii  sembra  che  con  essa  si  comprenda  meglio 
l'  inganno  tcso  dal  Podesth  di  fromettere  cioc,  non  in  nome  del  Comune,  ma  in  nome  j>roj>rio,  per  foter  quindi  non 
mantcncre  i  fatti  stipulati.  —  23.  accomandato]  raccomandato  G.  —  24.  era  stato  a  stretta]  era  molto  stretto  A,; 
era  stretto  /.  —  31.  ventiquattro  carati]  ventitrfe  carati  A. 

'  Nome  di  una  faralglia  accusata  appunto  di  cor-      ruzione,  cfr.  VitLAN'i,  libro  VI,  c,  51, 


42  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1253-1254) 


RuBRiCA  104*  —  Cotne  a  Fireme  fresom  la  signoria  di  Pistoia,  fcrchb  non  volevano  i  Graiidi. 

In  questo  tempo  che  i  Guelfi  reggevano  Firenze  si  era  il  Popolo  molto  forte  e  ono- 
rato,  poichfe  ogni  uorao  attendea  ad  onorare  e  magnificare  il  Comune,  e  non  ad  ogni  suo 
proprio  corae  oggi  si  fa;  e  sentendo  che  i  Pistolesi  non  voleano  i  Guelfi  dentro,  subita- 
raente  v'andarono  a  oste  e  intorno  intomo  Tassediarono  ed  andavano  il  Popolo  e  i  Nobili 
a  cavallo  ed  appife,  ed  erano  i  Nobili  sempre  signori  degli  uficj  coUo  Popolo  e  leali  al  loro 
Comune  ed  a  Parte.  Veggendo  i  Pistolesi  non  avere  rimedio  di  soccorso,  s'  arrenderono ;  ed 
i  Fioreutini  vi  feciono  il  cassero  e  rimessonvi  i  Guelii;  e  ci6  fu  negli  anni  di  Cristo  1253. 

RuBRiCA  105*  —  Come  i  Fiorentini  andaro  a  ostc  a  Sicna,  e  fornirono  Monte  Alcino,  c  frc- 
sono  Rafolano  ad  altre  terre  d^  Sanesi.  1 

Tomati  da  Pistoia  senza  entrare  in  Firenze  Toste  si   dirizz6  a  Siena,  e  molto  danno 
/.,  II,  113       feciono  a'  Sanesi,  e  forairono  Monte  Alcino',  e  presero  Rapolano  e  molte  fortezze  de'  Sa- 
nesi;  e  ci6  fu  negli  anni  di  Cristo  1253  del  mese  di  dicembre. 

RuBRiCA  106'  —  Come  i  Fiorentini  assediarono  Monte  Reggione,  e  come  feciono  face  co'  Sa- 
nesi  e  liberarono  Montalcino.  1 

Parea  che  f osse  quistione  di  Monte  Alcino ;  per6  i  Fiorentini  uscirono  ad  oste  a  Monte 
Reggioni  su  quello  di  Siena,  ed  era  per  perdersi.  I  Sanesi  maliziosamente  feciono  la  pace 
e  Taccordo,  e  quetarono  di  tutto  Monte  Alcino;  e  questo  fu  negli  anni  1254. 

RuBRiCA  107*  —  Come  i  Fiorentini  ebbono  Poggibonisi  e  Mortennana. 

Due  castella  ebbono  i  Fiorentini  in  questo  anno:  Tuno  a  patti  e  Taltro  per  forza;  quello  l 
di  Poggibonizi  per  patti  e  quello  di  Mortennana  riebbono,  che  raveano  fatto  rubellare   gli 
Squarcialupi;  e  ci6  fu  negli  anni  1254. 

RuBRiCA  108*  —  Come  i  Fiorentini  sconfissero  i  Volterrani,  e  i  Guelfi  rientrarono. 

Tornando  Toste  de'  Fiorentini  da  Poggibonizi,  feciono  la  via  di  Volterra,  ed  ultima- 
/..  II.  lu  mente  non  isperando  se  non  del  guasto',  salendo  il  poggio,  i  Volterrani  usciron  loro  incontro. 
e  combattendo,  furono  i  Volterrani  rotti  e  messi  in  fuga.  I  Fiorentini  entrarono  nelle  porte 
insieme  con  loro,  e  presa  la  fortezza  della  porta  e  delle  mura  vi  feciono  venire  tutta  Taltra 
oste  e  ultimamente  fatto  capo  grosso  per  correre  tutta  la  terra,  veggendosi  i  Volterrani  deboli 
da  rispondere,  trassono  patti  con  loro,  e  di  concordia  si  diedono  ai  Fiorentini ;  e  rif  ormossi 
la  terra,  ed  i  Guelfi  rientrarono,  che  n'erano  fuori,  E  questo  fu  negli  anni  del  Signore  1254  o' 
a'  dl  10  d'agosto. 

RuBRicA  109*  —  Come  i  Fiorentini  andarono   a  ostc  a  Pisa,  ed  ebbono  -patti  onorcvoli  e  V 
castello  di  Rifafratia  in  std  Serchio. 

Tornati  i  Fiorentini  da  Volterra,  appi6  di  San  Miniato  bandirono  oste  a  Pisa,  ed  i  Pi- 
sani  sbigottiti  della  presa  di  Volterra  e  del  danno  de'  Sanesi,  e  sentendo  i  Lucchesi  che  si  3: 

S.  In  I.  manea  la  notizia  delVassedio.  —  27-28.  con  loro . . .  capo  grosso]  coa  loro  e  pretono  per  forza  la 
porta  e  le  mura  e  la  fortezza  e  nltiraainente  vl  feciono  venire  il  campo  grosso  A. 


[AA.  1254-1258]  CRONACA    FIORENTINA  45 

metteano  in  concio,  mandarono  incontro  a'  Fiorentini  onorevoli  ambasciadori  e  colle  chiavi 
di  Pisa,  pregando  i  Fiorentini  volessero  essere  padri  de'  Pisani,  ed  eglino  si  faceano  figliuoli. 
E  cosi  qui  si  fermo  in  questo  modo :  che  i  Fiorentini  f ossero  f ranchi  di  gabelle  di  mer- 
canzia  per  mare  e  per  terra,  e  che  fossero  franchi  in  Pisa  tutti  i  Fiorentini  che  abitare  vo- 
lessero  in  Pisa,  e  che'  misura  di  canna  e  di  staio  e  di  moneta  e  di  peso  la  dovessono  da'  /.,  n,  ii5 
!  Fiorentini  suggellata  pigliare,  e  dovessono  per  questo  osservare  e  pace  mantenere,  dare  50  sta- 
tichi,  e  non  fossero  contro  a'  Fiorentini,  n^  in  segreto  nfe  in  palese  dessono  aiuto  a  nessuno 
loro  nimico  presente  o  futuro,  e  dessono  il  castello  di  Ripafratta  a'  Fiorentini  libero  e  spe- 
dito;  e  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1254  del  mese  di  settembre. 

1  RuBRiCA  110*  —  Come  ftirono  i  GhibelUni  cacciati  d'Arezzo,  ed  i  Fiorcntini  li  rimcssono  dcntro. 

Mandando  i  Fiorentini  ad  Orvieto  per  la  guerra  di   Viterbo   500   cavalieri   e    capitano 

;  il  conte  Guido  Guerra;  essendo  in  cammino  ed  entrando  in  Arezzo,  i  Guelfi  loro  chiesono 

che  cacciasse  i  Ghibellini  d'Arezzo ;  egli  il  fece.  II  Comune  di  Firenze  sentendo  cio,  subito 

v'andarono  e  rimessongli  dentro.     Questo  fecero,  imperocchfe  non   erano   in   briga   con   gli 

J  Aretini,  ma  in  pace.     E  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1255. 

!  RuBRicA  111*  —  Come  i  Fiorentini  sconfissono  i  Pisani,  della  quale  sconfitta  n'  usct  la  face 
tra  li  Fiorentini  e  Pisani  c  Lucchesi. 

I  Pisani  che  i  patti  non  osservarono  a'  Lucchesl,  andarono  contro  alla  pace  de'  Fiorentini' 

ad  assedio  al  Ponte  di  Serchio,  un  castello  de'  Lucchesi.     Questo  sentitosi  in  Firenze,  Toste        /.,  n,  ii6 

^i  usci  fuori,  e  colla  gente  lucchese  assalirono   Toste   de'  Pisani,  e   ruppongli,  e  sconfissongli, 

,  e  molti  ne  f uron  morti  e  presi ;  ed  ultimamente  i  Fiorentini  si  trassono  verso  Pisa.    I  Pisani 

'  temendo,  si  accordarono,  e  fecero  pace  co'  Fiorentini  e    Lucchesi.     Questo   fu   negli   anni 

del  Signore  1256.  E  per  piu  memoria  i  Fiorentini  appife  di  Sa'  lacopo  di  Valdiserchio  taglia- 

rono  un  pino,  e  in  sul  cippo  feciono  battere  e  coniare    fiorini   con   giglio  e   S.  loanni;  ne' 

'a  quali  fiorini  avea  un  pino,  e  li  chiamarono  i  fiorini  dal  pino. 

RuBRicA  112*  —  Come  Poggibonizi fu  la  frima  volta  disfatto  tutto,  ferche  era  contro  a  Firenze. 

Essendo  Poggibonizi  tutto  di  in  segreto  ed  alcuna  volta  in  palese  contro  a'  Fiorentini 
il  Comune  di  Firenze  vi  cavalco  e  presonlo  e  dlsfecionlo  tutto;  e  cio  fu  negli  anni  del  Si- 
gnore  1257. 

;i  RuBRicA  113*  —  Come  il  Pofolo  di  Firenze  caccio  generalmentc  la  -prima  volta  tutti  quegli 
ch'erano  Ghibellini  in  Firenzc. 

Come  adrieto  e  detto  che  per  non  volere  andare  ad  oste  a  Pistoia,  furono  i'  caporali  de'       /.,  n,  iij 

Ghibellini  cacciati  di  Firenze,  poi  erano  per  concordia  tornati;    di  che  loanni  degli  Uberti 

era  ito  in  Pugha  al  re  Manfredi  a  richiederlo   di   gente   per   far   reggere   Firenze   a   parte 

'''  ghibellina,  e  levarla  di  parte  guelfa  e   di  divozione  di  Santa  Chiesa,   di   cui   Manfredi   era 

nemico;  addivenne  che  questo  tornato,  e  sentitosi  il  trattato,  uno  Podestk,  un  messer  lacopo, 


i8.  I  Pisani  i  patti  non  osservarono  /.;  i  Pisani  che  mai  patti  osservorono  A.  —  35.  e  li  chiamarono  i  fio- 
rini  dal  pino  omm.  A.  ed  I.  —  27-28.  contro  . . .  cavalc6]  contro  a'  Fiorentini  vedendo  il  Comune  di  Firenze  non 
se  ne   rimanere  e  stare  perfidi  contro  di  loro,  ii  Comune  vi  cavalci  G. 


44  CRONACA  FlORENTlNA  tAA.  nsa-iaeo] 


e'  mand6  a  richiedere  i  detti  caporali ;  quelli  non  compariro ;  mand6  la  f amiglia  per  loro ; 
di  che  furono  cacciati  e  morti  due  suoi  fanti  e  fedito  il  cavaliere.  II  Popolo  subito  corse 
all'arme,  ed  andaronne  a  casa  gli  Uberti,  e  quivi  si  combattfe  (stavano  gli  Uberti  dove  fe  oggi 
il  Palagio  del  Popolo,  cio6  quello  che  si  chiama  il  Palagio  de'  Priori)  e  vinse  il  Popolo,  e 
vigorosamente  si  portarono;  infra  quali  Schiatta  Uberti  e  molti  furono  morti  e  molt'altri  di-  i 
scacciati  furono  e  disfatte  le  torri  loro  e  tutti  i  loro  gran  palagj.  E  le  case  de'  principali 
Nobili  e  di  Popolo  sono  queste:  Razzanti,  Soldanieri,  Uberti,  Guidi,  Amidei,  Fifanti,  Lam- 
berti,  Scolari,  Abati,  Caponsacchi,  Migliorelli,  Infangati,  Tedaldini,  Obriachi,  Galigari,  que' 
della  Pressa,  da  Cercino,  Amieri.  Furono  molte  altre  caae  e  caporali  di  parte  ghibellina; 
/.,  H,  ii>  ma  Uberto  degli  Uberti  ed  un  Mangia  degl' Infangati  furon  presi,  ch'erano  de'  'principali,  » 
e  fu  loro  tagliata  la  testa.     Questo  fu  negli  anni  del  Signore  1258. 

RuBRJCA  114*  —  Conte  i  GhibelUni  usciti  di  Firenze  andarono  a  Siem,  e  furono  accettati. 

Come  i  Ghibellini  usciti  di  Firenze  vidono  di  non  potere  piii   rientrare  in  Firenze,  e 
guaste  le  loro  case,  se  ne  andarono  a  Siena,  ove  furono  molto  bene  veduti;  i  quali  Sanesi 
stimavano  per  la  divisione  ricoverare  ancora  grande  parte  di  loro  vergogna  che  aveaiio  so-  > 
stenuta  da'  Fiorentini,  e  diedono  loro  case  e  abitazioni  e  provvisioni  a'  capi  de'  Ghibellini, 
e  lasciavanli  fare  danno  a  Firenze  e  ridursi  sul  loro  contado  e  terre. 

RuBRiCA  115*  —  Come  i  Fiorentini  tagliarono  il  cafo  alVAbate  di  Vallembrosa  fer  trattato. 

Apparve  in  Firenze  sentore    che  messere ....  da  Beccheria  da  Pavia,  nobile   uomo,  il 
quale  era  a  que'  tempi  Abate  di  Vallembrosa,  e  di  nazione  e  d'animo  ghibellino,   menasse  * 
trattato  di  mettere  i  Ghibellini  in  Firenze;  di  che  preso  e  messo  al  martorio,   il   confessb, 
ed  a  furore  di  popolo  gli  fu  tagliato  il   capo.     Molti  dissono   costui  non  essere  colpevole.  j; 
/,  II,  119       Come  la  cosa  si  fosse,  pur  ne  morl,  e  la  cittk  ne  fu  intraddetta  dal'  Papa;   e  ci6  fu  negli 
anni  del  Signore  1258  di  settembre. 

RuBRiCA  116*  —  Come  in  Firenze  si  murb  di  buone  mura  il  sesto  d^  Oltrarno.  ! 

Parve  che  nella  confessione  del  detto  Abate  si  dicesse  che  i  Ghibellini,  ch'erano  in 
Siena,  dovessono  fare  la  via  d'OItramo  e  rubare  e  vincere  i  borghi,  e  qui  accamparsi,  per- 
ch6  v'avea  di  grandi  case  e  belle  torri.  Di  che  a'  di  19  di  settembre  1258  si  cominci6  a 
murare  il  quartiere  o  sesto  d'01trarno,  e  molto  furono  buone  le  pietre  delle  torri  e  case 
de'  Ghibemni. 

RuBRicA  117*  —  Delfamore  e  fede  che  -portava  il  Pofolo  alla  citta  di  Firenze,  e  come  Gio- 
vanni  Sodichi  fu  condannato  in  lire  mille  fer  un  cancello. 

In  quel  tempo  che  il  Popolo  tenea  il   reggimento   con   grande   fede  ed  amore  al  suo 

Comune    ed  erano  vittoriosi,   ma  molto  erano  superbi  ed   altieri,  e  non   aveano   quel   freno 

che  bisognava,  ma  di  lealtk  passavano  ogni  altro,  avvenne  infra  gli  altri  che  uno  Giovanni 

Sodichi,  il  quale  era  Tuno  de'  dodici  Anziani  del  quartiere  e  sesto  di  Porta  del  Duomo,  an- 

/.,  II,  120       dando  vide  un  cancello,  il  quale  era  stato'  d'una  chiesa,  ed  era  fracido   e  stava  in  terra 


2.  cacciati  e  morti]  cacciati  /.  —  5.  raolfjaltri  o»i»i,  G.  ed  I.  —  13.  rientrare]  ritomare  G, 


[A.  1260]  CRONACA   FIORENTINA  45 

per  lo  fango.  Tomando  a  casa  mandb  per  esso  e  fecelosi  mandare  in  villa  ad  un  suo  orto. 
Come  fu  uscito  d'uficio  fu  richiesto  e  confesso  non  parendogli  grave  malificio,  funne  con- 
dennato  in  lire  mille;  e  cosl  altri  d'ogni  piccola  cosa  che  occupassono  del  Comune  mette- 
vano  gran  condennagione.  Volesse  Iddio,  e  voglia,  che  cosl  fossono  al  presente  e  per  in- 
.  nanzi  nella  nostra  cittk  leali,  e  puniti  quelli  che  ci6  facessono  in  contrario.  12  ci6  fu  negli 
anni  1259  di  gennaio. 

RuBRicA  1 18*  —  Come  i  Fiorentini  andarono  ad  assedio  al  castello  di  Gressa  degli  Aretini. 

Mostra  che  Cortona  essendo  in  lega  coi  Fiorentini,  i  Fiorentini  s'arrecarono  che  fosse 
rotta  la  pace  tra  loro  e  gli  Aretini;  perocchfe   Cortona   di   notte   fu   presa   dagli  Aretini  e 

1  disfatte  le  mura  e  recata  ad  ubbidienza  degli  Aretini.  Di  che  il  Comune  fece  oste  ad  Arezzo 
al  castello  di  Gressa,  e  preso  il  castello  per  assedio  e  quello  disfeciono  infino  a'  fonda- 
menti,  e  questo  facieno  perchfe  gli  Aretini  avevano  disfatte  le  mura  di  Cortona  e  recata  a 

,  ubbidienza  degli  Aretini;  e  questo  fu  negli  anni  di  Cristo  1259. 

RuBRicA  119*  —  Come^  il  Comune  di  Firenze  -prese  il  castello  di  Vernia  e  di  Mangone.  /.,  n,  ui 

1  Tornata  Toste  a  Firenze  and6  ad  oste  a  Vernia  ed  a  Mangone,  e  presongli,  che  erano 

del  conte  Alessandro  accomandato  di  Firenze,  ed  il  conte  Napoleone  suo  consorto  glieli  avea 
tolti;  di  che  il  Comune  li  riprese.  Erano  questi  Alessandro  e  Napoleone  de'  conti  A.Iberti 
di  Mugello  nobili  uomini.     E  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1260. 

RuBRicA  120*  —  Come  i  Ghibellini  mandarono  in  Puglia  al  re  Manfredi  ■per  soccorso,  cd 
1  ehbono  quello  che  chiesono. 

Quando  i  Ghibellini  si  viddono  in  Siena  poveri  e  scacciati,  pensarono  non  avere  piu  nfe 

.  migliore  aiuto  che   dal  re  Manfredi,   e  per6  diliberarono  mandare  a  lui  per  aiuto,   e  man- 

daronvi  quattro,  d'ogni  famiglia  uno;  infra'  quali  messer  Farinata  degli  Uberti,  savio  cava- 

liere.     E  giunti  a  lui,  egli  avea  molta  briga  colla  Chiesa;  di  che   richiestolo,   non   poterono 

'.  ottenere  da  lui  se  non  cento  cavalieri,  i  quali  eglino  voleano  ricusare,  se  non  f  osse  messer  Fa- 

rinata  che  disse :   "  Togliamli,  ma  tanto  adoperiamo  che  ci  mandi  un  capitano  con  detti  cento 

"  cavalieri,  si'  veramente   noi   abbiamo   col   capitano  la  insegna  della  sua  arme;  quella   noi       /.,  n,  uj 

"  la  conduceremo  in  luogo  che  ne  sark  fatto  tale  strazio,  che  gli  verrk  voglia  d'esser  nemico 

"  de'  Fiorentini,  e  daraccene  piu  che  non  vorremo  dipoi  „ .   E  cosi  f u  f atto ;  e  tornarono  in  Siena 

•  con  gli  detti  cento  cavalieri;  e  feciono  loro  avere  piccola  speranza  quando  gli  vidono. 

RuBRiCA  121*  —  Come  i  Fiorentini  andarono  ad  oste  a  Siena,  e  i  Ghibellini  furono  rotti. 

I  Fiorentini  andarono  ad  oste  a  Siena  e  menarono  il  carroccio.  In  prima  presono  Vico, 

Mezzano,  Casole,  e  poi  n'andarono  alla  cittk,  e  qui  puosono  il  loro  campo  allato  alle  mura, 

ove  h  oggi  lo  munistero  di  Santa  Petornella,  e  su  uno  poggio    feciono    edificare  una  torre, 

)  la  quale  vedea  dentro  li  borghi  ed  in  parte  dentro  la  cittk,  e  puoservi  suso   ima   campana, 


4.  Tolesse  Iddio  fusse  tuttavia  A.  —  6.  gennaio]  febbraio  G,  —  11-13.  GresSa...  1259]  Gressa,  e  presolo  e 
disfeclono  negli  anni  1259  A,;  Gressa,  e  quello  assediato  e  preso,  disfecero  tutto  infino  a'  fondamenti;  e  ci6  fu 
negli  annl  12S9.  ^-  ~  16.  accomandato]  raccomandato  (7.  —  23-34.  cavaliere.  E  giunti]  cavaliere  fu  l'uno.  E 
giunti  I.\  —  27.  della  sua  arme]  a  sue  armi  /.  —  30.  feciono  loro  avere]  messeno  a  loro  avere  G. 


46  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1260] 


la  qual  sonava  alla  guardia  del  campo.  Li  GhibelHni  usciti  di  Firenze  si  ristrinsono  insieme 
e  dierono  ordine  insieme  come  facessono  il  re  Manfredi  isdegnare.  Come  adrieto  nell'altro 
capitolo  messer  Farinata  disse  di  mettere  la  bandiera  in  luogo,  che  piii  n'avrebbono  che  non 
vorrebbono,  ordinarono  d'avere  11  detti  usciti  i  caporali  tutti  un  dl  di  festa  a  mangiare,  e  grande 
/.,  je,  123  onore  11  feciono,  e  poichfe  ebbono  loro  pieno  11  capo  di'  vivande  e  di  vino,  dissono  ch'eglino 
ed  11  Popolo  tutti  11  seguirebbono,  e  che  essi  cominciassono  lo  stormo,  e  darieno  loro  paga 
doppia.  Li  tristi  uscirono  fuori  credendosi  essere  seguiti,  e  percossono  11  campo  de'  Fio- 
rentini;  ed  ultimamente,  comecchfe  prima  facessero  al  campo  danno,  furono  messi  in  volta 
e  stramazzati  e  mortl  quasi  tutti,  e  pol  presa  la  bandiera  fu  strascinata  per  lo  campo,  come 
stlmava  messer  Farinata  Uberti,  e  poi  in  Firenze  11  simile,  ed  appiccata  capopledi  come  era 
usanza;  sicchfe  alcuni  de'  prigioni  vidono  lo  strazio  deirarme  e  bandiera  del  loro  Signore. 
I  Fiorentini  levarono,  stati  alcun  di,  la  campana  della  torre,  ed  empierono  la  torre  di  terra, 
e  rimurarono  Tuscio  e  puosonvi  suso  uno  ulivo,  che  ancora  vi  s'  ^,  e  tomaronsi  a  Firenze. 
Questo  fu  negli  anni  Domini  1260  che  uscirono  di  fuori  e  del  mese  di  maggio,  e  tornarono  del 
mese  di  giugno. 

RuBRicA  122*  —  Cojne  ebbofto  i  Ghibellini  dal  rc  Manfredi  ottocento  cavalieri. 

I  Ghibellini  di  Firenze  procacciarono  per  iscambio  d'avere  un  cavaliere  ch*era  stato 
preso  da'  Fiorentini,  11  quale  riavuto  con  solenne  imbasciata  torn6  in  Puglia  e  disse  al  re 
Manfredi  come  era  stata  istracciata  la  bandiera  dell'arme  sua  e  strascinata  e  appiccata  sotto- 
/.,  II,  U4  sopra  per  suo  dispregio.  I  quali  imbasciatori  portarono'  fiorini  ventimila  d'oro,  e  pagarono  . 
la  meta  dei  soldati,  e  condussono  loro  capitano  11  conte  Giordano.  I  quali  venuti,  e  richiesta 
Tamistk  de'  Pisani  e  d'altri  Ghibellini,  furono  in  concio  con  2000  cavalieri  e  gran  popolo; 
poi  uscirono  a  campo  a  Monte  Alcino,  ch'  era  co'  Fiorentini,  e  quivi  puosono  11  campo  con 
loro  oste  di  bellissima  brigata. 

RuBRicA  123*  —  Come  i  Fiorentini  furono  sconfitti  da'  Sanesi  e  dalla  gente  del  rc  Man-  . 
fredt  di  Puglia  e  da'  Ghibellini. 

Come  li  detti  furono  ad  oste  a  Monte  Alcino,  fu  dato  ordine  per  gll  Ghibellini  di  fare 
un  trattato  in  Firenze,  di  che  ebbe  la  balla   di   ci6  messer   Farinata   degli  Uberti  e  messer 
Gherardo  de'  Lamberti;  ed  ebbono  due  Frati  Minori,  e  condussongli  agli  Anziani.     I  quali 
Anziani  trovarono  a  questa  guisa  assentire,  che  una  lettera  di  concordia  si  facesse  co'  Fio-  . 
rentini  che  messer  Provenzano  Salvani,  che  quasi  tutti  soggiogava,  come  signore,  eglino  non 
lo  volieno,  e  non  vedeano  modo  da  cacclarlo  di  signoria  ch'eglino  non   dessono  la  signoria 
a'  Florentini;  di  che  richiedevano  11  Comune   dl   diecimila  fiorini,  e  dare   loro   la  porta   di 
S.  Vito  e  la  clttk  dar  loro.     Questi  furono  a  Firenze,  e  furono   agli   Anziani  di  Firenze,   e 
/.,  II,  U5       dissono  che  aveano  novelle  dl  gran  fatto  a  onore'  della  cittk  di  Firenze,  ma  con  pochi  e  3' 
con  gran  sacramento  le  voleano  manifestare.     Gli  Anziani   elessono   due   di  loro:  ci6  fu   lo 
Spedito  di . . . .  che  era  di  Porta  San  Piero,   e   dierongli   un   messere   loanni   Calcagni,   che 
stava  nel  sesto  di  San  Piero  Scheraggio  in  Vacchereccia.     Scoperto  a  costoro  11  fatto,  si  trovo 
dieclmila  fiorini  subito  e  fecesi  consiglio  dove  sl  diliberasse  Toste  a  soccorrere  Monte  Alcino, 
e  questo  si  facea  per  entrare  in  Siena.     Nel  qual  consiglio  furono  molti  Nobili  e   Popolari,  4( 
ove  messer  Tegghiaio  d'Aldobrando  Aldimari,  uomo  di  grande  senno  ed  in  arme  sperto  piu 


2.  isdegnare]  adirare  A.;  danzare  /.  —  9.  stramazzati]  tramezzati  A.\  trammazzati  C,  I.  —  13.  suso  omm. 
A.  ed  I.  —  19-30.  era  stata  ...  I  quali]  come  era  stata  straziata  l'arme  del  Re  Maniredi.  I  quali  /.  —  33-24.  Monte 
Alcino.  ..  brigata]  Montalclno  e  ivi  fossero  loro  oste  A.;  Monte  Alcino  che  era  co'  Fiorentlni,  ed  ito  a  campo 
si  posero  con  loro  oste  /. 


A.  12601  CRONACA   FIORENTINA  47 


:he  altro  da  Firenze,  contradisse  a  ci6  con  queste  ragioni :  "  Che  la  gente  ch'  era  in  Siena 
"  tedesca  era  gente  di  gran  valore,  e  gli  amici  de'  Sanesi  potrebbono  far  gente  assai,  e  se 
*  Monte  Alcino  si  vuole  soccorrere,  gli  Orbetani  si  sono  vantati  con  poca  cosa  soccorrergli  e 
"  fornirlo,  e  cosl  terrete  a  bada;  gli  uomini  del  re  Manfredi  sono  pagati  per  tre  mesi  e  gia 

5"  n'erano  iti  due,  se  stiamo  questo  mese  in  suUa  guardia,  noi  avremo  nostro  attento  ch'eglino 
"si  partiranno;  che  i  Ghibellini  sono  poveri  ed  i  Sanesi  non  hanno  di  che  pagare,  e  non 
-  vorranno,  di  che  subito  si  leveranno„.  Levossi  su  lo  Spedito,  dicendo  :  "Messere,  chi  vi 
"cercasse  le  brache,  si  vederebbono  piene  di  paura;  cercatevele  che  gia  sono  piene  „.  II  ca- 
valiere  gli  rispuose,  non  ch'egli  avesse '  paura,  ma  che  lo  Spedito  non  saria  ardito  di  seguirlo,       /..  ",  120 

Oi  fatti  dove  volesse  ire.  Di  subito  si  lev6  messere  Cece  Gherardini,  e  lo  Spedito  gli  comando 
56  volea  dire  contro  airandata  sedesse  a  pena  di  cento  lire.  Egli  rispuose  di  pagarle;  ed 
2gli  gli  raddoppio  la  pena;  ed  egli  disse  di  dire  e  pagare.  Ed  egli  gli  rinterzo  la  pena;  disse 
ii  voler  dire  il  bene  del  Comune  e  pagare.  Allora  gli  fu  posta  pena  la  testa.  Ond'egli 
lisse  che  bene  avea  di  che  pagarla,  ma  voleala  serbare  e  non  pagare.     E  cosi  ando  innan^i 

51'oste  e  la  faccenda  che  '1  Popolo  non  volle  che  si  dicesse  contro ;  e  richiesto  in  loro  aiuto 
cutta  ramistk,  furono  col  carroccio  fuori  e  colla  campana  del  carroccio  che  si  chiamava  Mar- 
tinella,  e  cavalcarono  sulFArbia  in  un  luogo  lo  quale  si  chiamava  Monte  Aperto,  e  qui  an- 
loverati  furono  circa  tremila  a  cavallo  colle  cavallate  de'  Fiorentini  ch'erano  ottocento  e 
:irca  trentacinque  mila  pedoni,  e  di  Firenze  vi  fu  d'ogni  casa  uno;  e  quando  i  Sanesi  sen- 

Otirono  che  Toste  uscire  dovea,    eglino   mandarono   a'  Frati    a    Firenze,    che    quando    Toste 
fosse  per  uscire,  ordinassono  che    certi  Ghibellini,  ch'erano    rimasi  e  tornati  in  Firenze  per 
confidenti,  fussono  richiesti  d'  uscire  del  campo  ed  intrare  in  campo  dei   Sanesi ;  e  cosi  f e- 
ciono.     Aspettando  i  Fiorentini'  d'aver  novelle  d'entrare  in  Siena  (erano  in  su  Monte  Aperto)       /..  ",  127 
asci  di  notte  un  Reggente  de'   Razzanti,  il  quale  ammaestrato  da'  Ghibellini  di  Siena,  disse 

5con  una  ghirlanda  di  ulivo  che  avea  in  testa  che  significava  la  vittoria,  e  disse  in  parlamento 
che  i  Fiorentini  erano  la  meta  meno  ch'e'  non  erano,  e  che  i  Ghibellini  tutti  uscirebbono 
ioro  incontro,  e  partiriensi  da'  Fiorentini  come  i  Sanesi  uscissero  a  campo.  Di  che  a  furore 
di  popolo  usciron  fuori,  e  come  usciron  fuori  ed  i  Fiorentini  li  viddono  che  non  seguivano 
l'ordine  ordinato,  sbigottirono ;  e  li  Ghibellini  uscirono  del  campo  de'  Fiorentini  schierati,  come 

Oaveano  ordinato,  ed  intrarono  neiroste  de'  Sanesi;  cio  furono  Abati,  della  Pressa  e  quasi 
d'ogni  casa,  salvo  che  Uberti  che  non  ve  n'era  veruno.  Messer  lacopo  de'  Pazzi  tenea  in 
mano  la  insegna  del  Popolo  di  Firenze.  I  Tedeschi  e  Sanesi  percossono  subito,  ed  i  Fiorentini 
ressono  bene ;  ma  messer  Bocca  Abati  essendogli  allato  nelFoste  de'  Fiorentini  trasse  la  spada 
';  tagliogli  la  mano;  di  che  la  bandiera  fe'  cadere  in  terra.     Allora  fu   la  battaglia  grande, 

3ed  abbattuta  la  insegna  ognuno  comincio  a  fuggire.     Quegli  da  cavallo   se  n'andarono  me- 
glio  che  i  pedoni ;  di  che  in  effetto  veduta  la  sconfitta,  raccolto  il  campo,  si  trovorono  presi 
1500  Fiorentini  e  piu  ne  furon  presi  in  campo,  e  2500  o  piu,  morti,  e'  quasi  la  maggior  parte        a.  u,  us 
fu  del  buon  Popolo  di  Firenze,  e  perdessi  il  carroccio  e  la  campana  Martinella ;  e  questa  fu  la 
prima  rotta  che  avesse  il  Popolo  di  Firenze  il  quale  avea  magnificato  il  Comune  di  Firenze  con 

Osi  magnifiche  opere  e  vittorie.     E  cio  fu  negli  anni  Domini  2601  a'  di  4  del  mese  di  settembre. 

RuBRiCA  124*  —  Come  i  Guelfi  ahbandonaro  Firenze,  c  andaronsene  a  Lucca,  c  i  Ghibellini 
si  missono  in  ■punto. 

Come  i  GhibelHni  tornarono  in  Siena  si  missono  in  concio  d'andare  colFoste  a  Firenze, 
e  cosi  feciono;  ed  i  Guelfi  ch'erano  in  Firenze  sentendo  Toste  venire  con  quelli  Ghibellini, 

J.  attento]  intento  A.  —  6-7.  ed  1  Sanesi...  Spedito]  ed  i  Sanesi  non  ispenderebbono.  Fatta  l'orazione  sua 
si  levd  subito  lo  Spedlto  A.;  ed  i  Sanesl  non  hanno  di  che  pagare  e  ci6  vorranno.  Diche  subito  si  lev6  U  detto  Spe- 
•dito  /.  —  15,  in  loro]  11  loro  /,  —  20.  mandarono  i  frati  fuori  a  Firenze  G.  —  24.  uno  Razante  A.  —  30.  Abati, 
riella  Pressa]  Abati,  quei  della  Pressa  G. 


48  CRONACA  FIORENTINA  FAA.  i26o-i26i]i 

i 
e  gik  senza  parola  i  confinati  vi  si  rientrarono  e  parlavano  baldanzosi,  deliberarono  d'u8c5'-' 

sene,  e  cosl  feciono,  che  tutti  i  Guelfi  che  avevano  polzo   si  mossono   colle  mogli  con 

figliuoU  e  con  quello  arnese  che  ne  poterono  portare,  e  se  n'andarono  a  Lucca.     Quelli  che 

sono  da  contare  sono  questi;  di  quelli  del  sesto  di  Porta  di  Duomo  sono  questi:   Tosinghi, 

ArriguccJ,  Agli,  Sizj  e  Marignolli.     Del  sesto  di  S.  Brancazio:  Tornaquinci,  Vecchietti,  Pigli,; 

/.,  11,  1J9       Minerbetti,  Beccanugi,  Bordoni.    Del  sesto  di  Borgo:  Scali,  Spini',  Gianfigliazzi,  Giandonati, 

Bostichi.     I  popolani  furono:  Altoviti,  Ciampoli,  Baldovinetti,  Bonaiuti.     Del  quartiere  d'OI- 

trarno,  ovvero  sesto:  Rossi,  Niccoli,  una  parte  di  Mannelli  che  ve  n'erano  rimasi  per  guelfi,  Bardi. 

Mozzi,  Frescobaldi,  Buondalmonti;  e  di  Popolo  che  erano  buone  famiglie:  Canigiani,  Ma; 

Machiavelli,  Belfradelli,  Aglioni,  Orciolini,  Soderini  e  Ammirati  ed  altri  assai.     Del  sesto  di  i 

S.  Piero  Scheraggio  i  nobili :  Gherardini,  Lucardesi,  Cavalcanti,  Bagnesi,  Pulci,  Guidalotti,  Fo- 

raboschi,  Manieri,  quegli  da  Quona,  Sacchetti;  i  popolani  Magalotti,  Mancini  e  Bucelli.     Del 

sesto  di  Porta  S.  Piero:  Adimari,  Pazzi,  Visdomini,  Donati,  Mazzocchi,  Uccellini,  Boccatorl 

E  non  bisognava  partirsi  a  questo  modo,  perocchfe   erano  forti   e   poteano  tenersi,  perocch^ 

erano  uniti ;  imperocch^  del  Popolo  v*erano  con  loro  stati  si  trafitti  che  tutti  erano  loro  nemici, : 

cio6  de'  Ghibellini.     E  questo  fu  negli  anni  Domini  1260  a'  dl  13  di  settembre,  e  li  Ghibellini 

entrarono  poi  dentro,  e  fensi  signori. 

/..11,130       RuBRiCA  125*  —  CofHc'  i  GhibelUni  entrarono  in  Fircnze,  c  quello  che  feciono  alle  casc 
Guelfi,  e  il  mutare  della  citta. 

Negli  anni  del  Signore  1260  a'  di  16  di  settembre  il  conte  Giordano  predetto  fece  rac-( 
cogliere  intorno  a  Firenze  tutte  le  sue  forze,  ed  entr6  in  Firenze  con  gran  triunfo,  e  tutti  i 
beni  de'  Guelfi  misse  in  comune  e  levo  la  signoria  del  Popolo  ed  ogni  altro  uficio,  ed   egli 
entr6  dentro  il  palagio  del  Popolo,  lo  quale  era   quello   lato   vecchio  ch'^  oggi  palagio  dr' 
Podesth  e  fu  fatto  vicario  del  re  Manfredi,  ed  a  suo  segno  resse,  e  guido,  e  fece  confisc; 
alla  camera  tutti  i  beni  de'  Guelfi,  e  disfece  molti  loro  palagj  e  molto  si  fece  forte,  ed  op 
uomo  giuro  d'essere  fedele  al  re  Manfredi. 

RuBRicA  126*  —  Come  il  conte  Giordano  si  fartt  di  Ftrenze  e  lascib  vicario  gencralc  f 
Manfredi  in  Firenze  il  conte  Guido  JVbvello. 

Come  ebbono  ordinate  le  predette  cose,  Manfredi  mand6  per  lo  conte  Giordano,  ed  eglii,; 
prima  che  andasse  ordin6  lasciare  un  vicario  per  lo  re  Manfredi,  e  ordino  vicario  generaltl 
il  conte  Guido  Novello;  ed  egli  incontinente  raguno  in  Empoli  uno  parlamento  di  fare  legs 
/.,11,131        con  tutta  parte  ghibellina  di  Toscana;  e  '  cosi  ragunati,  infra  le  quali  cose  si  ragion6  di  di- 
sfare  Firenze  per  modo  che  di  ci6  non  fosse  mai  ricordo.     Messer  Farinata  con  molte  altrc 
parole  allegando  suoi  proverbj  disse  che  se  ne  dovesse  morire,  sarebbe  sempre  egli  acconr' 
a  difenderla  che  ci6  non  fosse.     E  per  lui  solo  pensando  il  conte  Guido  il  seguito,  Tardi 
e  il  senno  suo,  non  s'ardi  a  metter  le  mani  a  ci6;  ma  seguirono  a  far  la  lega  e  battaglie  d 
tremila  cavalieri  addosso  a'  Guelfi ;  e  tutte  le  terre  di  Toscana  si  puosono  a  parte  ghibellina, 
salvo  che  la  cittk  di  Lucca. 

RuBRiCA  127*  —  Come  il  conte  Guido  Novello  fccc  oste  c^  Lucchesi,  ferche  ritcncvano  i  Guclfi 
tolse  loro  fiu  castella  ed  assedib  Fucecchio  in   Valdarno. 

II  conte  Guido  raccolta  la  brigata  de'  soldati  da  battaglia  di  parte  ghibellina  usci  di  Fi- 


3.  Guelfi . . .  mogli]  Guelfi  che  ebono  polpa  se  ii'uscirono  con  mogli  A, ;  Guelfi  ch'ebbero  polso  sl  niissero  coUc 
mogli  /.  —  8.  Niccoli]  Nerli  A.  —  lo.  Aglioni,  Orciolini]  Agnolini  G. ;  Aglioni,  Torcolini  A.  —  13.  Boccatori 
omm.  A,  —  17.  e  fensi  signori  omm.  l.  —  29-30.  ed  egli...  ordino]  ed  egli  and6  ed  ordind  /.;  e  andowi  e  or- 
din6  A.  —  34.  allegando]  assegnando  G.  —  36-37.  a  ci6 ;  ma . . .  cavalieri]  a  ci6 ;  ma  8egiiit6  al  f  ar  la  lega  e  bat 
tagliare  di  tremil^  favalierl  C ;  a  ci6;  nia  seguirono  a  far  la  lega  e  datogli  mille  cavalleri  A.  —  41.  raccolta  . . 


[AA.  1261-1263]  CRONACA   FIORENTINA  49 


renze  e  fece  oste  con  popolo  e  cavalieri,  ed  ultimamente  percosse  in  Valdamo  di  sotto  e 
prese  Castelf  ranco,  Santa  Croce  e  S.  Maria  a  Monte ;  e  poi  a  puose  Foste  a  Fucecchio,  ed  avreb- 
belo  avuto,  se  non  che  v'era  dentro  gran  gente  e  tutto  '1  fiore  de'  Guelfi.  Stativi  trentun  di, 
per  una  pioggia  ch'era  durata  bene  dieci  dl  si  parti  e  tomossi  in  Firenze;  e  cio  fu  negli 
anni  di  Cristo  1261,  del  mese  di  novembre. 

RuBRiCA  128*  —  Come'  i  Gtielfi  entrarono  in  Signa  e  uscironne,  e  come  ruffono  messcr  Teg-       /.,  u,  i32 
ghiaio  Adimari  e  lo  Sfedito   le  ■parole,  e   andarono  per  Curradino  nella  Magna,  e  come 
non  venne. 

Come  i  fatti  si  stavano,  i  Guelfi   erano  tanto  inviliti  che  non  ardivano   a  guerreggiare, 

li  ma  pure  ebbono  trattato  in  Signa  ed  entraronvi;  e  sentendosi  in  Firenze  il  fatto,  subito   il 

■  conte  Guido  rimando  per  la  taglia,  e  venne  con  grande  numero.     Ultimamente  essendo  stati 

in  Signa  dodici  di,  sentendo  la  venuta  de'  Ghibellini  e  della  taglia,  si  partirono  i  Guelfi  ed 

1  abbandonarono  Signa,  e  tornati  a  Lucca,  trovo   messer   Tegghiaio  Aldimari  lo  Spedito   che 

)  gli  avea  detto  si  cercasse  le  brache,  quando  biasimava  Tandare  a  Siena.     Dissegli,  veggen- 

1  dolo  venuto  molto  povero,  e  domando  dov'era  stato.  Quegli  gli  disse  in  cattivo  luogo  per 
lui.  Messere  Tegghiaio,  ancora  gli  erano  avanzati  500  fiorini,  alzo  il  lembo  e  misse  mano  a' 
caviglioni  delle  brache,  e  disse :  "  Guarda  come  io  ho  conce  le  brache,  e  spenderogli  in 
•^  onorare  la  parte  guelfa  e  la  citta,  e  sono  de'  miei,  e  tu  gli  spendesti  in  disfarla,  e  di  quegli 
*del  Comune,  et  mettero  in  mandaie  per  Curradino  piu  che  per  parte  „.     E  mandarono  per 

2  lui.     Era  picciolo;  la'  madre  non  lo  lascio  allora  venire.     E  cio  fu  negli  anni  Domini  1262.        /.,  n,  ua 

RuBRiCA  129*  —  Come  il  conte  Guido  assedib  Lucca  e  come  Vebbe,  e  i  Guelfi  furono  cacciati 
di  Toscana  c  di  Lucca. 

\ 

Come  il  conte  Guido  senti    che  ne  venne  la  primavera,  raguno  la    taglia  de'  Ghibellini 
e  ando  ad  oste  su  quello  di  Lucca,  ed  ebbono  Castiglione,  e   sconfissono  i   Lucchesi   e   gli 

2  usciti  di  Firenze,  dove  fu  preso  messer  Cece  Buondalmonti.  Messer  Farinata  se  lo  puose 
in  groppa  e  trasselo  della  calca.  Messer  Asino,  fratello  di  messer  Farinata,  vide  questo, 
avea  una  mazza  ferrata  e  diegli  due  colpi  sulla  testa;  di  che  cadde  morto  da  cavallo.  Poi 
si  partirono  e  conquistarono  Nozzano  ed  il  Ponte  a  Serchio  e  Trottaia  e  Serezzana.  I  Luc- 
chesi  veggendosi  abbandonati,  trassono  patti  il  meglio  che  poterono,  e  furono  questi :  Ch'eglino 

3'  ubbidirebbono  al  re  Manfredi  e  caccerebbono  i  Guelfi  di  Firenze  e  d'ogni  terra  dove  fos- 
seno,  salvo  i  loro,  e  che  avrebbono  sempre  vicario  di  Manfredi,  ed  egli  renderebbe  loro  le 
loro  castella  ed  i  loro  prigioni  quivi  presi  ed  a  Monte  Aperto;  e  cosi  fu  fatto.  E  dierono 
termine  tre  di  a'  Guelfi  di  Firenze  e  a  altri  forestieri  guelfi  a  uscire  di  Lucca'  e  del  contado.  /.,  n,  xa 
E  cosl  uscirono  i  Guelfi  e  capitarono  a  Bologna,  e  tutta  Toscana  stava  a  parte  ghibellina. 
ci6  fu  gli  anni  Domini  1263. 

RuBRiCA  130*  — ■  Co7nc  i  Guclfi  usciti  di  Firenze  arricchirono  in  Modona  ed  in  Reggio  -per 
lo  Comunc,  e  cacciarono  i  Ghibellini,  e  i  Guelfi  n' arricchirono  dclle  loro  robbe. 

Stando  i  Ghibellini  di  Modona  in  volere  discacciare  i  Guelfi,  feciono  trattato.     La  qual 
cosa  i  Guelfi  lo  seppono  e  mandarono  certi  denari  a  Bologna  per  aver  soccorso  da'   Guelfi 


U9c\]  raccolta  battaglia  di  soldati  di  parte  ghib.  uscl  /. ;  raccolta  oste  uscl  A.  —  13.    abbandonarono   Signa]   ab- 
handonata  la  Signoria  /. ;  abbandonarolla  A.  —  16-17.  ^  misse  mano  a' caviglioni]  missesi  mano  a' coglioni  delle 
■  \clie  G,\  alzossi  il  culo  A.  —  23.  senti  che  ne  venne]  vide  venire  A.   —  26.  Asino]  Agino  /.  —  28.  Trottaia] 
itaia  G.  —  38^  in  volere . . .  Guelfi]  ancora  a  volere  cacciare  i  Guelfi  /. 

T.  XXX,  p.  1  —  4. 


50  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1263-1265] 


di  Bologna.  Li  Fiorentini  con  danaii  chi  ne  potb  avere  e  chi  sanz^essi,  v'andarono  a  ca- 
vallo  e  a  pi^,  e  vinsono  e  guadagnarono  la  roba  de'  Ghibellini,  ed  arricchirono.  Similc  venne 
in  Reggio;  e  comperati  amesi  e  cavalli,  e'  furono  in  concio.  Fu  negli  anni  di  Cristo  1263. 
E  tanti  furono  a  cavallo  che  furono  cinquecento  uomini  bene  in  amese,  e  simile  i  pedoni 
tutti  ricchi. 

/..Libro  ii.pro-  Rubrica  131'  —  Comc'  t  Guclfi  mandarono  imbasciatori  al  Pa-pa  ed  a  Carlo  conte  d'Angib, 
ed  cbbono  Varme  del  Pafa,  e  andarono  nel  regno  di  Puglia  con  Carlo. 

Avendo  papa  Chimento  quarto,  che  fu  d'una  villa  chiamata  S.  Egidio  di  Provenza,  che 
fu  iudice  ed  ebbe  moglie  e  figliuoli,  poi  morta  la  moglie  egli  fu  vescovo  ed  arcivescovo  e 
cardinale  e  negli  anni  Domini  1262  eletto  Papa,  veggendo  la  persecuzione  del  re  Manfredi  1 
fare  alla  Chiesa,  si  elesse  in  re  di  Puglia  e  di  Cicilia  Carlo  conte  d'Angi6,  figliuolo  del 
re  Luigi  Piacevole  di  Francia.  Questi  accett6  e  venne  a  Roma.  Di  che  sentendo  questo 
y.,  II,  p.  3  i  Guelfi  ch'erano  in  Reggio  e  Modona  si  mandarono  ambasciadori '  a  papa  Chimento,  e  che 
proffereano  quattrocento  nobili  uomini  a  cavallo.  II  Papa  gli  accett6  con  doni  graziosi  e 
disse  che  venissono  sicuramente  che  Carlo  gli  accetterebbe  graziosamente,  ed  in  segno  di  1 
di  cio  dife  loro  la  sua  arme,  e  pregolli  che  la  portassero,  ch'era  un'aquila  vermiglia  in  su 
uno  drago  verde  in  uno  campo  bianco.  Gli  ambasciadori  la  presero  e  portarono  e  torna- 
rono;  e  poi  vennero  a  Roma  dove  Carlo  detto  venne  per  mare  e  soggiorn6  in  Roma.  UI- 
timamente  con  gli  Guelfi  Fiorentini  sconfisse  il  re  Manfredi  a'  di  28  di  febbraio  negli  anni 
Domini  1265. 

RuBRicA  132*  —  Come  i  Ghibellini  asscdiarono   Castclnuovo  di   Valdarno,   c  come  lasciaron 
Toste  e  tornarono  a  Firenze. 

II  Vescovo  d'Arezzo  ch'era  ghibellino  e  male  in  concordia  co'  Ghibellini,  esso  era  de- 
gli  Ubertini,  si  diede  in  guardia  sue  castella  alli  Guelfi  fiorentini,  i  quali  ad  Arezzo  e  a 
Firenze  faceano  guerra,  e  presono  Castello  Nuovo  del  Valdarno  di  sopra;  ed  ultimamentc  . 
usd  il  conte  Guido  fuori  a  campo  a  Castello  Nuovo,  ed  avealo  si  ristretto,  che  quasi  era  per 
perdersi.  Onde  un  vicario  del  Vescovo  fecesi  una  sua  lettera  ed  appiccovvi  uno  suggello 
/.,  II,  p.  3  d'altra  lettera  del  Vescovo,  la  quale'  dicea:  "  Fate  francamente  che  voi  sarete  subito  soc- 
"corsi,  perocchfe  Carlo  re  di  Puglia  manda  costk  ottocento  cavalieri  franceschi,.  Tenne 
questo  vicario  modo  che  la  lettera  pervenne  alle  mani  deiroste.  Letta  la  cosa  era  veri- 
simile;  e  per6  si  parti  Toste  e  tomarono  i  Ghibellini  con  gran  sospetto  dentro  a  Firenze, 
facendo  grandi  guardie,  e  non  sapeano  che  fare. 

RuBRicA  133'  —  Come  la  seconda  voUa  s'alzb  nuovo  Pofolo  in  Firenze. 

Avvenne  che  il  Popolo  senti  la  sconfitta  e   morte   di   Manfredi,  e   sentiano   che   Carlo 
re  mandava  con  gli  Guelfi  gente.     Cominci6  il  Popolo  a  ruggire,  ricordandosi  che   soleano  3. 
avere  la  signoria  ed  il  reggimento,  e  che  non  erano  signori,  ma  come  cani  trattati  da'  Ghi- 
bellini  colle  imposte  che  il  conte  Guido  facea  loro;  di  che  i  Ghibellini  per  le  dette  ragioni 
sospettaronsi,  e  fecionsi  incontro  al  Popolo  a  cercare  de'  modi  da  contentarlo,  i  quali  diero 
un  modo,  ci6  fu  di  mandare  a  Bologna  per  due  Frati  Godenti,  li  quali  venissono  a  Firenze. 
Vennono  e  furono  messi  nel  Palagio  del  Podest^ ;  ed  il  Popolo  di  concordia  con  gli   Ghi-  4, 
bellini  si  elessono  trentasei  uomini  mercanti  ed  artefici,   li   quali   furono  guelfi   e  ghibellini    | 
/.,  II,  p.  4    mescolati';  i  quali  aveano  insieme  con  gli  Frati  Godenti  a  vedere  di  raffrenare  le  spese  ed  il 


[A.  1266]  CRONACA   FIORENTINA  51 


contentamento  de'  cittadini;  i  quali  aveano  nome  Tuno  de'  detti  frati  Messer  Catalano  de'  Mala- 
volti  e  Taltro  messer  Lodovigo  degli  Andoli ;  e  quivi  il  Popolo  comincio  a  volere  vedere  il  f re- 
no  alli  Nobili,  e  voUono  all'Arti  dare  consoli  e  botteghe  e  gonfaloni;  e  questo  fu  deiranno  1266. 

RuBRiCA  134*  —  Comc  le  Arti  ehbono  consoli  c  gonfaloni  e  case. 

Fatti  i  consigJieri,  come  detto  h,  voUono  i  mercatanti  avere  ove  questi  consiglieri  si 
ragunassero.  Cio  fu  sotto  la  casa  de'  Cavalcanti,  ove  h.  oggi  TArte  de'  farsettai,  barbieri,  ecc. 
e  ultimamente  vollono  consoli  tutte  le  Arti  e  gonfaloni;  e  cominciossi  dalle  sette  maggiori 
Arti,  e  cio  fu :  Quella  de'  giudici  e  notai,  ebbe  consoli  con  una  insegna  il  campo  azzurro 
con  istella  d'oro.     I  mercatanti  di  Calimala,  il  campo   rosso   ed   un'aquila    d'oro   in    su   una 

1  balla  bianca.  I  tavolieri,  il  campo  vermiglio,  con  fiorin  d'oro.  La  Lana,  il  campo  vermiglio 
e  uno  montone  bianco.     I  medici  e  speziali  ecc.  il  campo  vermiglio  con  nostra  Donna  col 

I  figiiuolo.  Setaiuoli  e  merciai  ecc.  il  campo  bianco  e  una  porta  rossa.  Vaiai  e  pellicciai, 
Tarme  a  vai  e  nel'  campo  uno  Agnus  Dei  in  campo  azzurro.     Le  cinque  minori  Arti  non  se     /.,  n,  p.  5 

'''  ne  provvide  di  loro  altro.     Furono  le  sette  botteghe. ...  E  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1266. 

1  RuBRiCA  135*  —  Come  il  Pofolo  si  levb  a  romore,  e  caccio  il  conte  Guido. 

II  conte  Guido  avendo  bisogno  di  pagare  i  Tedeschi  ch'erano  a  soldo,  e  non  avendo 
denari,  mando  per  gli  Trentasei  e  disse  loro  trovassono  modo  di  porre  subito  danari.  Questi 
cercavano  un  modo  di  vendere  una  gabella  ordinata,  onde  danari  s'avessono.  II  Conte  disse 
non  potere  cio  aspettare,  quelli  gli  parve  non  facessono  tosto  il  suo  volere;  ebbe  consiglio 

1  con  gli  Grandi,  che  gik  cosi  era  loro  nome  trascorso  insino  da  primo  Popolo,  che  cosi  chia- 
mavano  li  Gentili;  e  quivi  si  diliber6  di  mandare  per  la  lega  e  taglia   della  lega,  perocch^ 

'  sospettavano  del  Popolo,  perocchfe  sentiano  che  li  loro  gonfaloni  erano  trovati  per  ragunarsi 
coirarme  alle  loro  case  a  chi  volesse  essere  contra  il  Popolo  dire  o  fare  nuUa.  Subito 
feciono  venire  la  brigata  duemila  dugento  cavalieri  in  Firenze,  e  subito '  ordinato  di  disfare     /.,  n,  p.  o 

\  ruficio  de'  Trentasei  creato  per  lo  Popolo,  e  torre  loro  i  gonfaloni  e  le  case,  e  comincia- 
rono  romore  ad  ora  che  li  Trentasei  erano  ragunati  in  quella  casa  de'  consoli  di  Calimala 
sotto  le  case  de'  Cavalcanti.  I  Lamberti  furono  quelli  che  andarono  alla  casa  de'  Trentasei 
e  gridarono:  "  Fuori,  traditori  Trentasei„.  E  udito  il  romore,  TArti  s'armarono  e  trassono 
con  gonfaloni  alla  piazza  di  S.  Trinita,  dove  messer  Giovanni  Soldanieri  fu  armato  e  fatto 

0  fu  capitano  deirArti.  Quel  di  il  Conte  colle  famiglie  de'  Grandi  gia  armati  a  cavallo  furono 
sulla  piazza  di  S.  Giovanni,  e  mossero  le  insegne  e  vennono  infino  ove  h  la  loggia  de'  Tor- 
naquinci.  Quivi  trovarono  fatti  serragli  e  le  torri  guernite,  e  fu  dato  loro  de'  sassi  con 
balestra,  ed  il  Popolo  mostrate  a'  suoi  Tedeschi  le  lance.  Di  che  si  dilibero  d'andarsene,  e 
fece  la  via  da  S.  loanni,  e  andossene  al  Palagio  del  Podest^,  e  addomandava  a'  Frati  Go- 

'<  denti  le  chiavi  per  andarsene,  e  volea  fare  la  via  per  la  via  Ghibellina,  la  quale  eglino 
aveano  fatta,  e  fattavi  porta  perch^  venisse  a  lui  gente  di  Casentino  per  quella  via  a  di- 
ritto  del  Palagio;  ma  quando  si  vide  avere  le  chiavi,  preso  paura  del  Popolo  che  non  gli 
bisognava,  chfe  aveva  il  Popolo  paura  di  lui,  sl  si  fascio  di  cittadini  per  paura  delle  pietre 
delle  case,  cio  furono  di  Cerchi,  Pulci  e  Savorigi '  e  d'altri  armati  cittadini  dinanzi  e  di  drieto     /.,  u,  p.  r 

"  e  dallato,  ed  uscl  pure  per  la  porta  de'  buoi  e  andossene  lungo  le  mura.  La  sera  entr5  in 
Prato;  e  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1266  a' dl  11  di  novembre. 


27.  Cavalcanti]  Cavalieri  /.  —  30.  gii  armatl]  sl  armati  /.  —  38.  paura  di  lui,  si  si  fasci6  di  cittadini]  paura 
;  di  lui...  si  si  fasci6  di  cittadini  /.  {non  e  indicato  se  la  lacuna  fosse  nel  ms,,  o  se  fosse  sufposta  da  P,  Ildefonso  fer 
\   toscuriti  det  />asso);  paura  di  lui  sl  sl  fugg\  de'  cittadini  A. 


52  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1266-1367) 

RuBRicA  136*  —  Come  il  conte  Guido  tornb  il  secondo  di  fer  inirare  in  Firenze,  c  non  h  ^ 
lasciarono  intrare, 

Quando  il  Conte  fu  in  Prato,  e  praticata  la  vilt^  sua  e  degli  altri  Grandi  ghibellini 
essere  lasciati  incorrere  in  tanta  follla,  pensarono  la  mattina  di  tomare,  e  cosl  feciono,  e 
furono  alla  porta  del  ponte  alla  Carraia,  ove  h  oggi  Borgo  Ognissanti,  e  non  fu  loro  aperto 
ma  serrato  e  date  loro  delle  pietre.  Di  che  si  ritomarono  a  Prato  e  pensarono  di  fare  poi 
altri  loro  fatti. 

RuBRicA  137*  —  Come  il  Pofolo  di  Firenze  riformh  la  ierra  e  caccih  fuori  i  Frati  Godenti  e 
mandarono  fer  cafitani  e  fodesta  e  fer  gente  a  Orvieto  fer  soccorso,  i  quali  lo  mandarono. 

II  Popolo  di  Firenze  fu  commosso  a  voler  fare  i  lor  fatti   senza  signore,   deliberarono 

di  mandare  ad  Orvieto  per  uno  podestk  e  capitano  per  gente   in   soccorso;  i  quali  Orvie- 

/.,  II,  p.  8     tani  mandarono  a  Firenze  cento  cavalieri   e   messere  '  Ormanno  Monaldeschi  per  podestk  e 

per  capitano  di  Popolo  un  gentile  uomo  e  valente;  e  quivi  si  riformd   la   terra  di  Guelfi  e 

Ghibellini  e  gentili  uomini  per  mercatanti  ed  artefici  d'ogni  sorta. 

RuBRiCA  138*  —  Come  i  Gmlfi  co'  Ghibellini  feciono  face  e  rientrarono  in  Firenze,  e  feciono  Ij 
molti  farentadi,  e  come  i  Ghibellini  uscirono  di  Firenze. 

I  Ghibellini  e'  Guelfi  tornati  dentro  feciono  molti  parentadi  insieme,  e  feciono  a  che  i 
Guelfi  e  i  Popolani  presono  sospetto;  ed  ultimamente  i  Guelfi  mandarono  allo  re  Carlo  per 
gente ;  il  quale  mand6  il  conte  Guido  da  Monte  Forte  con  800  cavalieri ;  e  giunse  in  Firenze 
il  dl  della  Pasqua  di  Risurresso,  anni  Domini  1267.  Come  i  Ghibellini  sentirono  la  venuta  2J 
della  gente  del  re  Carlo,  s'  uscirono  la  notte  di  Firenze,  che  v'  erano  stati  dal  gennaio  in- 
drieto  rientrati,  e  feciono  i  Guelfi  reggimento  di  dodici  anziani,  e  mandarono  a  Carlo  la  signo- 
ria  per  dieci  anni.  Egli  la  rifiut5  e  disse  che  volea  il  cuore  de'  Fiorentini  e  non  altra 
/.,  II,  p.  9  signoria,  ma  ch'  egli  manderebbe  un '  Vicario  loro  ogni  anno  che  gli  aiutasse  reggere  paci- 
ficamente  e  bene  govemare  il  loro  Comune  e  con  giustizia,  et  che  fossono  i  Fiorentini  tenuti  I 
reggere  per  lo  suo  segno  e  per  parte  guelfa  mantenere. 

RuBRiCA  134*  —  Come  da  frima  furono  in  Firenze  Cafitani  di  Parte  Guclfa,  c  cotne  la  casa 
ebbe  e  Parte  fer  sh 

Come  i  Ghibellini  furono  fuori  i  Guelfi  sl  feciono  che'  beni  de'  Ghibellini  fossero 
partiti  in  tre  parti:  Tuna  del  Comune,  Taltra  della  Parte  Guelfa  e  Taltra  de'  Guelfi  che  3 
avessero  ricevuto  danno  da'  Ghibellini,  e  tornarono  in  Santa  Maria  sopra  porta  li  tre  con- 
soli,  capitano  di  Parte  e  consoli  de'  cavalieri,  ed  erano  due  mesi  di  tre  sesti,  d'ogni  sesto 
uno,  ed  altri  due  mesi  d'altri  tre  sesti,  e  feciono  quattordici  loro  segretieri  ed  uno  consiglio 
di  quaranta  uomini,  Grandi  e  Popolani,  e  feciono  sei  Priori  di  parte,  tre  Grandi  e  tre  Popo- 
lani,  i  quali  avessono  a  tenere  la  moneta  della  Parte  a  freno,  ed  uno  che  guardasse  il  sug-  3 
gello,  e  feciono  che  niuno  Ghibellino  potesse  stare  in  Firenze,  ed  elessono  un  sindico  a  accu- 
sargli,  ed  ordinarono  la  chiesa  de'  Servi  di  S.  Maria  per  loro  depositario  di  loro  cose  segrete. 


34-36.  ognl  anno . . .  mantenere]  ogni  anno  che  tenesse  ragione  e  che  i  Fiorentini  fussero  tenuti  reggere 
per  lo  8U0  segno  a  parte  guelfa  A.;  ogni  anno  che  gli  aiutasse  reggere  e  che  fossero  i  Fiorentini  temuti  per  lo 
«egno  suo  e  parte  guelfa  /.  —  31.  porta]  porto  G.  —  32.  capitano]  Capitani   G. 


[AA.  1267-1269]  CRONACA   FIORENTINA  53 


RuBRicA  140"  —  Comc'  venne  a'  Fiorentini  il  ■primo  Vtcario  delre  Carlo  e  riformossi  la  cttta     /.,  n,  p.  lo 
di  consiglieri. 

Come  fu  il  Vicario  di  Carlo  re  in  Firenze,  la  cittk  tutta  si  riformb  in  questo  modo, 
che  per  non  nomare  Anziani  si  elessono  dodici  buoni  uomini,  li  quali  cosl  si  chiamarono,  li 
quali  aveano  a  diliberare  tra  loro  le  spese  e  le  faccende  del  Comune  e  Popolo,  ed  erano  due 
d'ogni  sesto  e  bastavano  due  mesi,  e  vinto  tra  loro  il  partito  si  ragunavano  ie  Capitudini 
delle  sette  maggiori  Arti,  ed  eravi  uno  oficio  de'  consiglieri,  che  si  chiamavano  quegli  della 
Credenza  che  erano  ottanta,  e  trenta  buoni  uomini  per  sesto;  tutti  erano  Guelfi  e  Popolani,  sic- 
chfe  in  numero  erano  trecento,  e  questo  era  il  Consiglio  generale  chiamato;  e  vinto  in  que- 
L  sto  Consiglio,  s'  era  poi  a  vincere  in  quello  del  Podestk  un  altro  di  seguente;  nel  qual  Con- 
siglio  erano  Popolani  e  Grandi  mescolati,  ciofe  dieci  per  sesto  Popolari  e  dieci  Grandi,  ed 
ancora  le  Capitudini;  e  feciono  in  questo  Consiglio  dinanzi  le  Potesterie  e  Castellanerie  in 
questo  modo,  che  a  chiunque  vada  la  pallotta  delForo,  nomava  chi  egli  volea,  ch'  erano 
delle  dieci  Tuna  d'oro,  e  nomati  per  ogni  uficio  quelli  che  veniano   di   dieci  Tuno,    quello 

1  che  poi'  avea  piu  fave  di  tutti  i  nominati  s'avea  Tuficio;  e  simile  feciono  delli  Camarlinghi,     /.,  n,  p.  ii 
che  tenessono  la  moneta  del  Comune,  i  frati  di  Settimo  sei   mesi  e  i  frati   d'Ognissanti   gli 

,  altri  sei  mesi,  e  duravano  i  Consigli  sei  mesi.  E  questo  fu  quello  reggimento  che  in  Fi- 
renze  si  facea  diritto  e  leale;  e  questo  negli  anni  di  Cristo  1267  del  mese  di  maggio. 

RuBRicA  141"  —  Come  il  re  Carlo  fu  fatto    Vicario   d'  Imferio  venne  in   Toscana,  e  guetto 

2  cke  egli  fece. 

Lo  re  Carlo  ricevette  dalla  Chiesa  Vicario  d'Imperio  insino  a  tanto  che  Imperadore  eletto 
fusse,  e  subito  venne  in  Toscana,  ed  entro  in  Firenze  il  di  di  S.  Maria  di  mezzo  agosto,  dove 
con  molta  riverenzia  fu  ricevuto  e  soggiomato  alcun  dl  in  Firenze,  e  sentendo  che  tutte 
le  cittk  e  le  terre  di  Toscana  si  reggevano  a  Parte  Guelfa,  salvo  Pisa  e   Siena,   ed  aveano 

2  lega  insieme  i  Guelfi  di  800  barbute,  le  quali  erano  Franceschi,  ed  il  suo  Maliscalco  era 
capitano  di  lega  ad  assedio  a  Poggibonizi,  si  si  arm6  in  persona,  e  volle  ire  in  quella  oste, 
perch^  si  dubitava  di  gente  raccolta  per  gli  Pisani  ed  i  Sanesi  che  non  assalissono  Toste.  Ar- 
mati  molti  Gentili  e  Popolani  di  Firenze  lo  seguirono,  e  fece  certi  cavalieri  a  sproni  d'oro  in 
Firenze  e  d'altri  collegati,  ed  ultimamente  stette  tanto  airassedio '  che   a  mezzo  dicembre     /.,  n,  p.  12 

Z'  Poggibonizi  si  rendfe  negli  anni  del  Signore  1267. 

RuBRicA  142'  —  Come  lo  re  Carlo  con  gli  Fiorentini  mandh  oste  a  Pisa  e  frese  Porto  Pi- 
sano  e  disjecionlo,  e  Motrone  frese  e  donollo  a'  Lucchesi. 

Lo  re  Carlo  colla  detta  oste  avuto  Poggibonizi  n'  and6  a  Pisa  e  prese  certe  f  ortezze  de' 
Pisani  e  disfecele;  andonne  a  Porto  Pisano  e  disfece  le  torri  ed  ogni  cosa  abbattfe.  Poi  pre- 

3  gato  da'  Lucchesi  tiro  giu  per  la  marina  e  puose  Toste  a  Motrone,  ed  ebbelo  e  donollo  a' 
Lucchesi;  e  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1267  del  mese  di  febbraio. 

RuBRicA  143'  —  Come  i  Fiorentini  feciono  battaglia  co'  Sanesi  a  Colle,  e  vinsono  i  Fiorentini. 

Messer  Provenzano  Salvani  da  Siena,  dappoich^  ebbe  sconfitti  a  Monte  Aperti  i  Fio- 
rentini,  se  era  prima  un  gran  maestro,  allora  diventb  quasi  signore   di  Siena  e  di  tutta  la 


4-5.  cleasono  dodicl  buoai  uomini  li  quali  avieno  a  diliberare  A,\  si  elessero  dodici  uomini,  11  quali  si  chia- 
>  maTano  li  dodici  buoni  uomini /.  —  13.  vada...  chi]  vada  ia  pallotta  deiroro  nomava  chi  G.;  vedra  la  pallottola 
de  l'oro  nomava  chi  A.\  vada  la  pallottola  di  loro  nomava  chi  /.  —  22.  mezzo  agosto]  agosto  A.\  mezzagosto  /. — 
27.  che  non  assalissono]  non  elessono  G.\  non  elessero  /.;  ho  accoUo  tuttavia  la  lczione  di  A. 


54  CRONACA   FIORENTIKA  tAA.!i 269- 1270] 


lega  di  parte  ghibellina,  e  dispuosesi,  sentendo  che  Carlo  non  era  piii  in  Toscana,  ma  8*era 
partito  per  la  venuta  di  Curradino,  di  fare  qualche  bel  fatto,  dov'  egli  ebbe  suoi  indovini  e 
e  risponsioni  diaboliche  con  le  quali  si  reggea  molto.  Ultimamente  gli  dissono,  che  Toste 
/.,  n,  p.  13  ch'egli  volea  fare,  8'egli  la  face^se  sotto  Tascendente'  di  Marte  e  sotto  il  segno  del  Cancro, 
che  la  8ua  testa  sarebbe  la  piu  alta  di  niuno  altro  uomo.  Di  che  costui  stimato  il  dire  che 
altra  volta  gli  avea  gittato  ad  onoranza  mondana  forse  buona  ragione,  non  istimb  la  testa 
alta  come  fu,  ma  8tim6  essere  signore  di  tutto.  Uscl  coiroste  della  citti  di  Siena  e  Pisa  con 
ogni  Ghibellino,  e  fu  a  Lucca.  In  Firenze  venne  la  novella,  ed  ultimamente  sentito  mes- 
sere  Giambertaldo,  il  quale  era  vicario  in  Firenze,  uscl  fuori,  e  non  aspett6  niuna  persona, 
se  non  gli  cavalieri,  e  percosse  le  brigate  de'  Sanesi  e  sconfissele,  ch'  erano  la  meth  di  loro, 
e  fece  tagliare  la  testa  a  Provenzano  Salvani,  e  fu  portata  in  su  una  lancia  per  tutta  Toste, 
e  cosi  adempife  i  suoi  risponsi;  e  questo  fu  negli  anni  del  Signore  1269. 

RuBRiCA  144'  —  Come  i  Fiorentini  andorono  a  oste  a  Ostina,  e  -presonla  e  disfecionla  infino 
a'  fondamenti,  vi  stcttono  un  mcse. 

Li  Ghibellini  usciti  di  Firenze  entrarono  nel  castello  d'Ostina,  e  presero  a  fare  guerra 
colla  gente  de'  Pazzi  di  Valdarno  a'  Fiorentini ;  di  che  il  Comune  e  Popolo  di  Firenze  non 
volendo  sostenere  oltraggio  v'  and6  ad  oste,  e  stettonvi  piu  d'  un  mese  ogni  di  battagliando  in- 
sieme,  ultimamente  Tebbono  per  f  orza  e  disf  ecionla  infino  a'  f  ondamenti  e  la  maggior  parte 
furono  morti  e  tagliati  a  pezzi;  e  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1269. 

/.,  n,  p.  u     RuBRicA  145"  —  Come^  i  Fiorcntini  e'  Lucchesi  fcciono  oste  o*  Pisani,  e  fresono  Asciano  e 
andarono  infino  sullc  -porte  di  Pisa. 

Nel  detto  anno  a  petizione  de'  Lucchesi  i  Fiorentini  uscirono  a  campo  con  i  Lucchesi 
e  andarono  in  Valdiserchio,  e  quivi  presono  il  castello  d'Asciano,  e  poi  andarono  infino  presso 
alle  porte,  e  quivi  feciono  battere  i  Lucchesi  loro  moneta  e  tornaronsi  a  casa. 

RuBRicA  146'  —  Come  fu  grandc  diluvio  a  Firenzc  e  fcr  questo  caddc  il  fonte  a  S.  Tri-  ■ 
nita  c  quello  della  Carraia. 

Nel  detto  anno  del  Signore  1269  il  secondo  di  d'  ottobre,  essendo  state  molte  piove  ed 
i  fiumi  cresciuti,  fue  Arno  sl  grosso  che  allago  le  tre  parti  di  Firenze,  ove  molte  persone  e 
cavalli  dentro  da  Firenze  annegarono,  e  di  fuori  molto  bestiame;   e  fue  si  grande    la  furia 
e  r  impeto  dell'  acqua  che  il  ponte  di  S.  Trinita  e  quello   della   Carraia   caddono   e  per   lo  '. 
piano  di  sotto  fece  molto  danno. 

RuBRicA  147*  —  Come  yiacquc  face  trd!  Sancsi  e'  Fiorentini,  e  come  certi  rubelli  furono  fresi 
e  mcnati  a  Firenze. 

D'aprile  negli  anni  del  Signore  1270  i  Fiorentini  si  mettevano  in  acconcio  per  fare 
guerra  a'  Sanesi  che  ritenevano  i  loro  avversari  ghibellini  ribelli  cacciati  di  Firenze.  Di 
che  sentito  ci6  mandarono  i  Sanesi  a  Lucca  a  pregare  che  s' intramettessono  di  pace,  e  co^ 


3.  di  fare  qualche  bel  fatto  omtn.  I.  ed  A.  —  17-18.  mese...  rebbono]  mese  e  ultimamente  l'ebbero  /.;  mese 
ebbonlo  A.  —  35-36.  guerra . . .  sentito]  guerra  Siena,  di  che  sentitolo  A. ;  guerra  a  Siena,  di  che  sentito  /.  — 
36.  pace  e  cosi]  pace  infra  loro  e  i  Fiorentini,  e  cos\  G. 


|[AA.  1270-1277]  CRONACA  FIORENTINA  55 

feciono,  e  rimasono'  i  Guelfi,  e  accomiatarono  i  Ghibellini,  che  avessono  bando  di  rubello  /.,  n,  p.  is 
di  Firenze ;  infra  i  quali  f urono  cacciati,  e  partiti  di  Siena,  appostati  e  furono  presi  in  sul 
terreno  di  Firenze,  tre  degli  Uberti:  cio  fu  Conticino,  Neracozzo  e  messere  Azzolino,  il  quarto 
fu  messer  Bindo  Grifoni  da  Fegghine,  a'  quali  fu  tagliata  la  testa  a  tre  di  loro,  ed  il  quarto, 
cioe  Conticino,  che  avea  18  anni  e  non  piu,  fu  mandato  al  re  Carlo  a  Napoli;  di  che  lo 
fece  mettere  in  una  torre  di  Capova,  e  quivi  si  dice  che  mori.  Dicesi  che  f u  a'  di  1 8  di 
maggio  loro  tagliata  la  testa  appife  delle  loro  case,  cio^  calcinacci  e  rovine. 

RuBRiCA  148'  —  Come  i  Fiorentini  -presono  due  castella  de'  Pazzi  di  Valdarno  e  disfecionli, 

I  Pazzi  di  Valdamo  noQ  cessavano  di  fare  contro  al  Comune   di  Firenze ;  di  che  del 
r  mese  di  maggio   uscl  fuori   l'oste   ed  ando  in   Valdamo,  e   presono  il  castello  di   Piano  di 
mezzo  e  Ristmccioli,  e  disfeciongli  1'  anno  del  Signore  1270  del  mese  di  giugno. 

RuBRicA  149*  —  Come  Poggibonizi  fu  disfatto  e  recato  a  borghi  col  ftano. 

Innanzi  che  1'  oste  tornasse  a  Firenze  ando  a  Poggibonizi,  e  quivi  entrati  dentro  lo  spia- 
narono  tutto  e  recaronlo  a   borghi  in  piano,  '  e  funne  grande  danno,  imperocch^  era  il  piu     /.,  n,  p.  lo 

1  nobile    castello    d'  Italia  e  con   gli   piu   belli  edifizj  di  marmo  e  di   pietre ,   ma   la  superbia 
'  loro  il  fece,  ch'  eglino  non  vollono  mai  ubbidire  a'  Fiorentini,  nh  essere  mai  amici  nh  Guelfi, 

e  cosi  si  pagano  le  superbie. 

i   RuBRicA  1 50*  —  Come  ■pafa  Gregorio  X  vennc  in  Firenze  per  ■pacificare  e  rimettere  i  Fio- 
[ :  rentini  ghibcUini  in  Firenze  e  come  non  lo  ottenne  e  andossene  fuori  per  -paura. 

^  Negli  anni  del   Signore    1273   a'  dl  18   del    mese    di   giugno    papa    Gregorio   X,   lom- 

bardo  di  Piacenza,  venne  a  Firenze,  e  fece  quella  via  bench^  non  fosse  sua  via,  ch'e  '  an- 

dava   in    Borgogna  a  Lione  sopra  al   Rodano  al   suo    concilio  per  fare   lo   passaggio   d'ol- 

tramare,  e  con  lui  era  lo  re  Carlo  e  lo  Imperadore  di  Gostantinopoli,  il  quale  fu  con  somma 

1  riverenza  onorato  piu  che   mai  niuno   signore,   e  stando  in  Firenze   tratt5  pace   tra'   Guelfi 

2  e'  Ghibellini,   ed  a'  di   2   di  lugUo   il   Papa   nel   Renaio,  ove   h  oggi   la   chiesa  di   S.  Gre- 
gorio,  per  me  dove  sono  le  mulina,  fece  fare  uno  palchetto  alto  dove   stava   con   tutta  ba- 
ronia  e  cardinali;  e  quivi  si  dife   la   sentenzia,   ed   affermossi   per   gli   sindachi  de'  Guelfi  e 
GhibelUni  la  pace  in  questa  forma:  Che  i  Ghibellini  prima  'rendessono  le  castella  al  re  Carlo,     /.,  n,  p.  n 
e  dessono  statichi  di  non  rompere  la  pace,  e  tornassono  sani  e  salvi  in  Firenze  e  securi,  e 

i  puose  pena  di  scumunicazione  a  chi  rompesse  la  detta  pace,  e  fece  quello  di  edificare  la 
chiesa  di  S.  Gregorio.  Li  Signori  s'andarono  a  casa,  ed  i  sindachi  de'  Ghibellini  si  torna- 
rono  in  casa  de'  Tebalducci  in  Orto  S.  Michele.  II  terzo  di  vennono  i  sindachi  al  Papa, 
e  dissono  che  detto  era  loro,  che  se  subito  non  si  partissono  che  sarebbono  morti.  II  Papa 
senza  cercarne  piu  innanzi  sdegnato  subito  cavalco  via,  ed  andonne  a  casa  gli  Ubaldini  in 

^  in  Mugello  col  cardinale  Ottaviano,  ch'  era  di  quella  schiatta  ghibellina,  ed  i  Guelfi  si  ri- 
masono,  e  i  Ghibellini  non  tornorono  a  Firenze,  e  Firenze  fue  interdetta. 

RuBRicA  151*  —  Come  i  Fiorentini  sconfissono  il  conte  Ugolino  e  Pisani  al  fosso  ArnonicOt 
e  rientrarono  i  Guelfi  in  Pisa. 

Aveano  i  Pisani  f atto  un  fosso  dal  ponte  d'  Era  insino  ad  Arno  e  messovi  dentro  1'  Era 


15.  pietre . . .  superbia]  priete  che  avesse  nessuna  terra  ma  la  superbia  G.  —  36.  sono  le  mulina]  sono  oggl 
le  mulina  /,  -  palchetto  alto]  palancato  allato  G.  —  27.  sindachi]  statichl  G.  —  32.  Tebalducci]  Tebaldini  G.  — 
Tfi,  interdctta]  interdetta  per  gli  patti  detti  di  sopra  G.  —  39.  pontc  d'  Era]  ponte  a  Era  A, ;  ponte  ad  Era  /,  — 


56  ^  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1277-1 280] 


ed  altre  acque,  ed  era  di  lunghezza  circa  a  nove  miglia;  e  questo  era  perchfe  i  Fiorentini 
non  andassono  ogni  dl  inlino  suUe  porte.  Di  che  a  richiesta  del  conte  Ugolino  e  d'altri 
/.,  11,  p.  18  Guelfi  i  Fiorentini'  ed  i  Luccheai  si  mossono  col  Conte,  e  andaronne  a  questo  fosso  Amo- 
nico,  e  volendo  passare  lo  trovarono  forte  di  steccati,  di  torri,  di  legname  e  di  gente,  quasi 
il  fiore  de'  Ghibellini  di  Pisa;  di  che  combattendo  i  Lucchesi,  alcuno  de'  Guelfi  di  Pisa 
guid6  i  Fiorentini  ad  un  certo  passo  d'Arno  l^  dove  passorono  ed  assalirono  la  brigata 
dalle  spalle  che  difendeano.  Veggendo  passati  i  Fiorentini,  i  Pisani  si  missono  in  fuga,  e 
furne  preai  e  morti  in  quantith,  e  rimesso  per  pace  in  Pisa  il  conte  Ugolino  ed  i  Guelfi,  ed 
ogni  franchigia  che  i  Fiorentini  vollono  ebbono  da'  Pisani  in  Pisa,  quasi  come  signori  e  da 
tutti  onorati  e  ubiditi.  E  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1277  del  mese  di  giugno;  e  molto  1 
temerono  i  Ghibellini  di  questa  vincita  d'aver  rimesso  il  Conte. 

RuBRiCA  152*    —    Come  in  Firenze  tiacqueno  divisioni  tra  le  famiglie  de'  Grandi;  cih  fue 
Vuna  ■parte  gli  Adimari  e  V  altra  farte  li  Tosinghi  e  Pazzi. 

Pare  che  il  nimico  dell'  umana  natura  sempre  s'  impacci  di  trattare  e  di  seminare  tra 
le  genti  quanto  puote  discordia;  di  che  stando  Firenze  in  requie,  essendo  magnificata  di  1 
vittorie,  ebbe  briga  tra  gli  Adimari  e  i  Donati ;  a'  quali  Donati  s'  aggiunsono  due  altre  schiatte 
/.,  II,  p.  19  di  Grandi,  Pazzi  e  Tosinghi ;  e  f unne  innanzi  tanto  la  cosa '  che  quasi  tutta  Firenze  ne  pren- 
dea  parte.  Di  che  nacque  che  il  Popolo,  temendo  che  la  cosa  non  8'urtasse  in  danno  del 
Comune  troppo,  gli  strinse  a  fare  triegua  per  due  mesi,  ed  in  questo  mezzo  mandarono  a 
papa  Niccola  degli  Orsini  che  dovesse  mandare  chi  dovesse  pacificare  insieme  costoro.  1  . 
Ghibellini  erano  in  Roma  a  pregare  che  la  sentenzia  di  papa  Grigorio  detta  per  lo  adrieto 
fosse  osservata.  Di  che  il  Papa  mand6  al  suo  Legato  ch'era  in  Romagna  che  venisse  in 
Firenze  a  dare  esecuzione  alle  predette  cose  ;  questo  cardinale  era  chiamato  il  cardinale  La- 
tino,  uomo  molto  dotto  e  di  gran  virtu,  il  quale  venne  in  Firenze  a'  di  8  d'ottobre  negli  anni 
del  Signore  1279  e  fu  ricevuto  con  grandissimo  onore  come  se  fosse  proprio  il  Papa  e  non 
come  si  conveniva  e  richiedeva  a  un  Legato. 

RuBRiCA  153*  —  Come  lo  carditmle  Latino  rimisse  i  Ghibellini  in  Firetize,  e  quello  ch'  e'  fermo. 

Lo  detto  cardinale  Latino  fu  in  Firenze,  ed  ordin6  la  pace  come  il  meglio  gli  parve  che 
fosse  il  bene  della  citta  e  de'  cittadini,  e  diede  ordine  che  sindachi  si  facessono,  ed  ordino 
di  fare  una  chiesa  in  onore  di  S.  Domenico,  di  cui  Ordine  esso  era;  ed  era  in  quel  di  3( 
/.,  II,  p.  20  Santo  Luca  Evangelista  quando  la  prima  pietra  benedisse'  e  con  sua  propria  mano  puose 
ne'  f ondamenti.  Quando  ebbe  poi  trattato  la  pace,  la  conchiuse  di  f ebbraio  negli  anni  del 
Signore  1279  in  sulla  piazza  predetta,  e  con  pergami,  presenti  tutti  gli  ufficiali  della  citti, 
e  per  solenni  e  legittimi  sindachi  di  una  parte  e  d'  altra,  fece  fare  tra  i  Guelfi  e  i  Ghibellini 
pace,  e  che  tutti  tornassero  dentro  i  Guelfi  ed  i  Ghibellini  e  sbanditi;  e  fecesi  general  pace,  ■ 
saIvoch6  si  dilibero  che  per  alcuni  principali  dovessero  stare  di  fuori  confinati,  e  poi  tor- 
nassono.  E  vero  che  i  figliuoli  di  messere  Rinieri  Zingani  non  vollono  essere  alla  pace  e  ri- 
masono  scumunicati.  E  cosi  furon  fatte  le  paci  di  tutti  gli  speziali  cittadini  e  con  malle- 
vadori  e  con  pene  imposte. 


lo-ii,  e  molto...  Conte  omm.  A.  ed  I.  —  14-15.  il  niraico...  discordia]  il  niraico  de  la  natura  sempre 
s' impacci  d'entrare  tra  le  genti  A.-,  il  nimico  dell'umana  ingenerazlone  sempre  si  compiaccia  di  trattare  tra  Ic 
genti  di  discordia  /.  —  25-26.  con  grandissimo  . ..  Legato]  con  grande  onore.  T.  e  G.  —  33.  1279  .. .  presenti]  IJ79 
e  con  pregami,  presenti  G.\  1279  in  sulla  piazza  predetta  presenti  A.  Che  forse  aveva  scriiio  PA.  pergaraene? 


[AA.  1280-1282]  CRONACA  FIORENtlNA  57 

RuBRicA  154''  —  Come  la  cittli  di  Firenze  di  nuovo  si  riformo  d'uficj,  e  il  Cardinale  di  fot  si 
ritorno  al  suo  officio,  e  come  i  Fiorentini  feciono  tra  loro  bellissimi  -parentadi  da  ogni  farte. 

Li  Fiorentini  con  tutti  i  Nobiii  e  Popolani  insieme  col  detto  Cardinale  ordinarono  che 
dove  erano  dodici  buoni  uomini  fossono  dodici  Popolani  e  Grandi,  cio^  sei  Popolani  e  due 
Grandi  Guelfi  et  sei  Ghibellini:  quattro  Popolani  e  due'  Grandi;  i  quali  fossero  con  quella  /.,  n.  p.  21 
medesima  balia  che  prima  aveano  gli  altri  Dodici.  E  cosi  furono  a  quel  medesimo  modo 
gli  altri  uficj  de'  consiglj,  il  soprabbondante  delle  capitudini.  E  fatto  cio  si  torno  il  Car- 
dinale  al  suo  uficio  ed  i  Fiorentini  lascio;  i  quali  ordinarono  di  belli  parentadi,  e  rende- 
rono  a'  Ghibellini  tutti  i  loro  beni  immobili,  ed  onorarongli  e  stavano  in  amista  e  buona 
pace  e  in  feste  e  in  sollazzi  e  in  amore  tutti  Tuno  con  Taltro. 

RuBRiCA  155''  —  Come  Ridolfo  rc  de'  Romani  mandh   vicario   in  Toscana  con  hene  dugento 
barbute. 

Essendo  Ridolfo  eletto  re  de'  Romani  mando  un  suo  vicario  in  Toscana  con  trecento 
barbute,  e  non  fu  ricevuto  in  niuna  terra  se  non  in  Pisa  e  poi  in  Sanminiato  alcun  tempo, 
e  guerreggiava  Firenze,  dove  gli  era  francamente  risposto ;  ed  ultimamente  non  trovando 
altro  ricetto  si  parti;  e  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1281. 

i    RuBRiCA  156*  —  Come  gU  animi  si  cominciaro  a  soUevare  dello  ufficio  dci  ^uattordici;  fue 
invidia  la  cagione  de  ogni  male. 

Per  la  perdita  di  Sicilia  che  fece  Carlo,  e  per  la  venuta  che  fece  lo  vicario  di  Ri- 
dolfo  re  de'  Romani,  i  Ghibellini  presono  baldanza  e  sempre  tencionavano  negli  uficj,  e 
jrado  erano  di  concordia  insieme.  Di  che  per  questa'  cagione  essendo  i  mercatanti  di  Cali-  /.,  n,  p.  22 
mala  insieme  ragunati  e  disputando  fra  loro  di  questo  che  vedevano  e  intendevano  dei  Ghi- 
bellini,  furono  i  prirai  con  gli  altri  mercatanti  ed  artefici  che  v'  erano,  temendo  della  tirannia, 
furono  insieme,  e  dissono  che  non  era  tempo  da  stare  in  quattordici  uomini;  ed  ultima- 
5  mente  i  Ghibellini  cominciarono  a  dibattere  il  Popolo,  ed  il  Popolo  comincio  a  ruggere,  ed 
i  Guelfi  Tappoggiarono ;  di  che  per  lo  migliore  s'assenti,  e  disfecesi  Tordinede'  Quattordici 
buoni  uomini  e  riformossi  la  Terra. 

RuBRiCA  157*  —  Della^  frima  elezione  delVuficio  de'  Priori,  che  cos\  furono  chiamati.  /.,  ub. m,  p.  23 

Disposto  Tuficio  de'  Quattordici,  le  Arti  ed  i  consoli  insieme  ordinarono  che  delle  tre 
8  maggiori  Arti  fosse  d'ognuna  un  uomo  a  reggere  lo  stato  di  Firenze  e  chiamarsi  Priori;  e 
dice  Giovanni  Villani  nella  sua  cronica  che  questo  nome  fue  trovato  e  cavato  dallo  Evan- 
gelio,  ove  Cristo  disse  a'  discepoH :  Vos  estis  Priorcs,  cio^ :  "  Voi  siete  Priori  „  ,  cio^  i  primi 
e  sopra  TArti;  i  quali  furono  delle  prime  maggiori  Arti.  Cio  fu  delFArte  di  Calimala  e 
Cambio  e  Lana;  e  fu  cominciato  Tuficio  negli  anni  del  Signore  1282  a  mezzo  giugno  per  due 

3-6.  Li  Fiorentini , . .  Dodici]  Ordinarono  insieme  col  detto  Cardinale  il  Popolo  di  Firenze  che  dove  xn  uominl 
erano,  fusslno  xiv,  sei  Popolani  e  due  Grandi,  e  sei  Ghibellini  i  quali  fussono  in  medesima  bal\a  che  prima  ave- 
vono  i  XII  .^. ;  Ordinarono  insierae  col  detto  Cardinale  il  Popolo  di  Flrenze,  che  dove  erano  xn  buoni  uomini 
fossero  xiv,  otto  Popolani  con  Grandi,  cio&  sei  Popolani  e  due  Grandi  Guelfi  e  sei  Ghibellini,  quattro  Popolani 
S  e  due  Grandi;  I  quali  fossero  con  quella  raedesiraa  balia  clie  prima  avevano  gli  altri  Dodici  /.  —  9-10  e  stava- 
110...  l'aItro]  e  stavano  in  amista  A.  ed  I.  —  16.  ricetto]  ridotto  G.  —  21 -23.  i  mercatanti . . .  furono  i  primi] 
i  mercatanti  di  Calimala  insieme  e  furono  i  primi  /.;  anche  in  A.  i  simile  omissione,  —  30-32.  chiaraarsi...  Evan- 
gelio]  chiaraarsi  Priori  e  dicesi  fu  tratto  dallo  Vangelo  A.;  chiamarsi  Priori;  e  dlce  loanni  Villani  nella  sua  Cro- 
nica,  che  questo  nome  fu  tratto  dallo  Evangelio  /.  ' 


58  CRONACA  FIORENTINA  [A.  lasa] 


mesi  per  insino  a  mezzo  agosto;  e  fu  dato  loro  sei  fanti  e  sei  messi,  e  fu  dato  loro  casa  nella 
Badia  di  Firenze,  e  fu  ordinato  che  quivi  di  dl  e  di  notte  stessono,  e  ordinasaono  i  fatti  del 
/.,  m,  24  Comune  col  Capitano  del  Popolo  insieme;  e  per'  l'Arte  di  Calimala  fu  Bartolo  di  messer  la- 
copo  de'  Bardi  Oltrarno;  c  per  lo  Cambio  Rosso  Baclierelli  per  lo  sesto  di  S.  Piero  Sche- 
raggio;  Salvi  del  Chiaro  Girolami  per  la  Lana  e  per  S.  Brancazio;  e  ser  Marco  Consigli, 
loro  notaio. 

RuBRiCA  158*  —  Come  si  fccero  i  sccondi  Priori,  e  di  che  Arti  e  quanti  e  chi  furono. 

Compiuti  li  due  mesi  parvono  airArti  pochi,  e  feciono  sei  Priori  per  altri  due  mesi,  dove 
aggiunsono  dell'altre  Arti  tre  Arti;  ciofe  Medici  e  Speziali  e  Porta  S.  Maria  e  Vaiai,  e  cosi 
d'ogni  Arte  uno,  e  cosl  d'ogni  sesto  uno;  li  quali  furono  questi  infrascritti,  ciofe  da  mez- 
z'ag08to  per  due  mesi  infino  a  mezzo  ottobre,  e  i  loro  nomi  sono  questi  qui  da  pife: 

Coppo  Giuseppe  per  lo  sesto  d'01trarno 

Guelfo  de'  Pulci  per  lo  sesto  di  S.  Piero  Scheraggio 

Messer  Ugo  Altoviti  iudice  per  lo  sesto  di  Borgo 

Ciaio  Ristori  per  lo  sesto  di  S.  Brancazio 

Messer  Andrea  da  Cerreto  iudice  per  Porta  di  Duomo 

Folco  Portinari  per  Porta  S.  Piero 

Ser  Bonaiuto  Galgani,  loro  notaio  e  scrittore. 

/.,  III,  35  I  quali  f urono  Grandi  e  Popolani,  purch^  f ossero  mercatanti,  e  vincessono  il  partito '  li 

quali  si  squittinavano,  e  sempre  eleggevano  buoni  mercatanti  delle  sei  Arti  maggiori  delle  sette 
e  squittinavansi  tra  le  Capitudini  e  li  vecchi  Priori;  e  questi  qui  dappife  da  mezz'ottobre  in- 
fino  a  mezzo  dicembre  1282: 

UgoIinoBenvenuti  per  lo  sesto  d'01tramo 
Gianni  Becchi  per  lo  sesto  di  S.  Piero  Scheraggio 

Messer  Lione  degli  Acciaiuoli  per  Borgo  25 

Bonaccorso  Villanuzzi  per  lo  sesto  di  S.  Brancazio 
Rinaldo  Betti  per  Porta  di  Duomo 
Falco  de'Talcomeri  per  Porta  S.  Piero 
'  Ser  Cione  Baldovini,  loro  notaio. 

E  nota  che  cosi  per  ordine  porremo  li  Priori  per  sesto  come  sono  seguiti  i  due  Priorati,  30 
tuttavia  senza  fare  piu  menzione  de'  sesti  che  bene  si  puo  comprendere. 

RuBRiCA  159*  —  Comc  fu  diluvio  d'acque  in  Fircnzc,  c  comc  fue  foi  carestia. 

Negli  anni  del  Signore  1282  a'  dl  16  di  dicembre  crebbe  il  fiume  d'Arno  tanto  che  and6 
infino  in  Mercato  Vecchio,  e  fece  danno  assai,  et  allag6  quasi  tutti  i  vicinati  d'Arno  in  Fi- 
/,  III,  25     renze,  e  questo  anno '  fu  gran  carestia,  perocch^  valse  lo  staio  del  grano  per  modo  che  non  35 
se  ne  avea  se  non  due  staia  a  fiorino,  ed  era  allora  tenuto  gran  caro. 


13.  In  A.  mancano  le  liste  dei  Priori  che  si  irovano  in  G.  e  nel  ms.  Guadagni,  siccome  awerte  in  nota  fadre  Ildefonso, 
II  quale  ha  corretto  talvolta  alcuni  nomi  del  Guadagni  con  la  scorta  del  "  Priorista  autentico  „.  Ho  confrontato  le  corre- 
zioni  fatte  con  il  Priorista  auientico  {Arciivio  di  Stato  di  Firenze  —  Arch.  Tralfe;  Priorista  originale),  ed  ho  trovato 
tsatte  le  correzioni  di  fadre  Ildefonso.  —  34.  quasi]  questo  /. 


[AA.  1282-1284] 


CRONACA   FIORENTINA 


59 


^uesii  sono  i  Priori  d'  un  anno,  U  quali  cominciarono  a  mezzo  dicembre  1282  infino  a  1283  ■ 


Maestro  Bonaguida,  medico 
Manetto  Ferraccini 
Ubaldino  Ardinghelli 
1  Pagno  Bordoni 
Amadore  da  Rabbiacanina,  giudice 
Dono  Bocchi 
Ser  Ruggieri  Soderini,  loro  notaio. 

Messer  Lapo  Buonfigliuoli 
)  Lamberto  deirAntella 
Arrigo  Paradisi 
Filippo  GiamboUari 
Piero  Borghi 
Compagno  dAlbizzo 
■1  Ser  Parigi  Rustichi  da  Signa,  loro  notaio. 

Maffeo  Pitti 
Messer  Maffeo  Tedaldi 
Neri  Ardinghelli 
Palla  Bernardi' 
3  Tedice  Manovelli 
Davanzato  Baldovini 
Ser  lacopo  Buonaccorsi,  notaio. 


loanni  di  messer  lacopo  del  Ricco  de'  Bardi 

Andrea  Buonfigliuoli 

Albizzo  del  Bene 

Manfredo  Oderighi 

Messer  Aldobrando  da  Cerreto 

Finiguerra  Diodati 

Ser  Buonaiuto  Galgani,  notaio. 

Boninsegna  Malchiavelli 

Duccio  Magalotti 

Catelano  Rinieri 

Albizzo  Orlandini 

Messer  Agostino  del  Borgo,  iudice 

Cione  Moltobuoni 

Ser  Francesco  da  Certaldo,  loro  notaio. 

Mico  del  Velluto  v 

Feo  Ponci 

Baldovino  Rinucci 

Maso  di  messer  Roggerini 

Ser  Arrigo  Grazie  < 

Messer  lacopo  di  Gherardo,  iudice 

Ser  Benincasa  Struffaldi,  notaio'. 


/.,  m.  J7 


RuBRiCA  160*  —  Come  in  Firenze  si  faceano  hrigate  a  godere  e  fare  festa  e  sfonsalizi. 

Per  la  festa  di  S.  loanni  Batista,  sendo  la  cittk  riposata  ed  unita  allo  pacifico  e  buono 
,5  stato,  si  comincio  brigate  a  festa  ed  a  balli  d'uomini  e  di  femmine,  e  dur6  questo  in  vestire 
ed  in  danzare  e  metter  tavole  ogni  di  di  festa  circa  a  due  anni,  e  donavano  i  cavalieri  e 
i  gentili  uomini  robe  a'  buffoni  e  f amigli,  e  faceasi  a  ogni  nozze  armeggiare  con  grandi  giuochi ; 
e  cosl  degli  altri  sesti  come  quello  d'01trarno  seguirono  la  bisogna;  infra'  quali  furono  01- 
trarno  brigata  bianca  e  chiamavasi  la  brigata  amorosa;  e  questo  si  cominci6  come  h.  detto 
0  per  S.  Giovanni  di  giugno  1283  e  basto  due  anni. 


I.,  III,  38 


Noi  seguiremo  i  Priori  d'anno  in  anno;  da  mezzo  dicembre  1283  infino  a  1284: 
Bartolo  di  messer  lacopo  del  Ricco  de'  Bardi     Puccio  Acciaiuoli 


Messer  Neri  della  Gattaia,  iudice 
loanni  Donati  Ulivieri, 
3  Salvi  del  Chiaro  Girolami 
Lapo  Arrighi 

Bandino  di  messer  Cambio  de'  Falconieri 
Ser  Marco  Consigli,  loro  notaio'. 

Ser  Ruggieri  Soderini 
0  Filippo  Peruzzi 


Messer  Ubertino  dello  Strozza 

Lottieri  Benincasa 

Marco  Struffaldi 

Ser  lacopino  Buonaccorsi,  loro  notaio. 

Coppo  Giuseppe  de'  Canigiani 

Borghese  Migliorati 

Arrigo  Paradisi 

Ciaio  Ristori  del  Baglione 


/.,  III,  29 


J5.  brigate  a  festa  ed  a  balli]  feste  e  balli  A,  —  28.  e  cos\  degli  altri  sestij  e  cosl  deiraltre  feate  G. 


60 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA,  1284-1285] 


Messer^Andrea  da  Cerreto,  iudice 
Lando  Albizi 
/.,  m,  30      Ser  Benincasa  d'Oddo  d'Altomena,  loro  notaio. 

Puccio  Talenti 

Lapo  del  Bene  FaflS 

Messer  Ugo  Altoviti,  iudice 

Neri  Berti 

Piero  Borghi 

Lapo  Davanzati 

Ser  Marco  Consigli,  loro  notaio. 

Messer  Lapo  Buonfigliuoli,  iudice 
Guido  Malabocca 


Ugo  Aldobrandini 

Simone  di  Rota  Ammannati' 

Martello  Pieri 

Forese  Falconieri 

Ser  Rinaldo  lacopi  da  Signa,  loro  notaio. 

lacopo  Casciotti 

Bargiacco  BuonfigHuoli 

Messer  Oddo  Altoviti,  iudice 

Cione  Villanuzzi 

Corso  Falchi 

Lapo  Gherardini 

Ser  Francesco  da  Certaldo,  loro  notaio. 


/.,  m,  31 


15 


20 


RuBRiCA  161*  —  Come  Arno  crehbe,  c  cotne  fer  una  caduta  di  terreno  che  rovinb  affii  deUa 
Costa  di  S.  Giorgio  abbatte  da  quaranta  case. 

L'anno  del  Signore  1284  a'  dl  28  di  marzo  crebbe  Amo  si  forte  per  continova  pioggia  e 
tempi  contrarii  ch'erano  stati,  che  allag5  assai  luoghi  appresso  al  fiume  d'Arno,  e  mossesi 
la  ripa  che  venia  dalla  Costa  di  S.  Giorgio,  e  percosse  in  case  ch'erano  sopramo  allato  ove 
h  S.  Lucia,  e  percossele  in  modo  che  le  disfece  e  gitt5  in  Arno,  e  morirvi  bene  venti  per- 
sone  e  di  quaranta  case  ruvinorono. 

RuBRiCA  162*  —  Come  i  Fiorentini  e'  Lucchesi  e  gli  altri  vicim  feciom  lcga  con  i  Gcnovesi 
contro  alla  citta  di  Pisa. 

I  Pisani  sempre  sotto  mano  cercavano  di  offendere  li  Fiorentini,  e  cercando  coUo'  Re 
de'  Romani  di  fare  contro  a'  Fiorentini.  Di  che  i  Fiorentini  sentendo  che  non  poteano  avere 
ferma  pace,  cercarono  di  far  guerra,  ed  i  Genovesi  erano  nemici  de'  Pisani;  di  che  gli  ri-  25 
chiesono  di  lega,  ed  i  Genovesi  Tassentirono,  ed  i  Lucchesi  ed  i  Pistolesi,  Volterrani  e  San- 
gimignanesi;  e  fu  compilata  la  detta  lega  del  mese  di  settembre  Tanno  del  Signore  1284  e 
feciono  comandamento  a'  Fiorentini  ch'erano  in  Pisa  tomassono,  e  mandarono  genti  alle 
frontiere,  e  presono  molte  delle  Terre  de'  Pisani  ch'erano  in  Val  d'Era. 


RuBRiCA  163*  —  Siuali furono  i  Priori  di  quesfanno  dal  mezzo  dicembre  1284.  fcr  infino  al  1285.  30 


Dino  vocato  Pecora 

Sere  Spigliato  Aldobrandini 

Ser  Marco  Consigli,  loro  notaio. 


loanni  Ugolini 

Manetto  Ferraccini 

Lapo  Ugolini 

Messer  Ruggieri  iudice  de'  Tomaquinci 

MesserDonatodimesserAlbertoRistori,  iudice     Ghino  Frescobaldi 

Passa  Finiguerra  Messer  Maffeo  Tebaldi,  iudice 

Ser  lacopino  Buonaccorsi,  loro  notaio.  Arrigo  Marcovaldi 

Salvi  Chiari  Girolami 
Messer  Lotteringo  da  Montespertoli,  iudice        Messer  Lotto  degli  Agli,  iudice 
Gianni  Bucelli  Compagno  Albizi 

Arrighetto  Ruggieri'  Ser  Bonaiuto  Galgani,  loro  notaio. 

/.,  m,  32     lacopo  Ismera 


35 


40 


16.  per  continova  pioggia]  per  pioggie  continue  /. ;  per  molta  ploggla  G.  —  39.  Val  d'  Era]  Valdarno  /• 


[AA.  1285-1286] 


CRONACA   FIORENTINA 


61 


Bartolo  di  messer  lacopo  del  Ricco  de'  Bardi 
Gianni  Becchi 
Mannino  Acciaiuoli 
Ser  Nino  de'  Cantori 
5  Messer  Dogino  dal  Borgo,  iudice 
Dono  Rocchi 
Ser  Donisdeo  Dati,  loro  notaio. 

Ghino  Davanzati 
)  Massaio  Raffacani 
Messer  Ugo  Altoviti 
Palla  Bernardi 


Borgo  Rinaldi 

Fosco  Ricoveri  de'  Portinari 

Ser  Lapo  Cinghietti,  loro  notaio'. 

Arrigo  del  Boccaccio 

Lamberto  dall'AntelIa 

Catelano  Rinieri 

Ciano  Ristori 

Messer  Amadore  da  Rabbiacanina 

Finiguerra  Diedati 

Ser  lacopino  Buonaccorsi,  loro  notaio. 


/.,  III,  33 


RuBRiCA  1 64"  —  Come  i  Fiorentini  si  ritrassono  dalla  lega  de'  Genovesi  e  ^altri  Comuni. 

Lo  conte  Ugolino  de'  Gherardeschi  considerando  essere  per  li  Fiorentini  rimesso  in  Pisa 
5  penso  che  se  i  Fiorentini  nella  guerra  fossono  al  di  sotto,  ch'egli  era  disfatto,  e  pero  cerco 
accordo  con  gli  coUegati,  e  fu  fatto  accordo  con  gli  Fiorentini  e  coUegati  sl  veramente  che 
i  Ghibellini  fossono  cacciati  di  Pisa;  e  cosi  fu  fatto  negli  anni  del  Signore  1284  di  gennaio. 
I  Lucchesi  non  vennono  neiraccordo,  ma  alla  primavera  con  gli  Genovesi  assediarono  Pisa, 
e  se  non  fosse  il  soccorso  di  Siena,  forse  erano  signori  di  disfar  Pisa. 


}  RuBRiCA  1 65"'  —  Comc  s'affosso  e  stcccoro  i  cinque  sesticri. 

L'anno  del  Signore  1284  del  mese  di  febbraio  a'  di  2  si  fece  ordini  in  Firenze'  d'af- 
fossare  e  steccare  li  cinque  sesti  di  qua  d'Arno  e  farvi  le  porte,  ed  una  porta  si  fece  a 
S.  Candida  allato  e  chiamossi  la  porta  alla  Croce,  ed  una  se  ne  fece  a  S.  Gallo,  e  una  al 
monistero  da  Faenza,  e  una  se  ne  fece  al  Prato  d' Ognissanti. 


/.,  III,  34 


)  RuBRiCA  166"  —  Come  sifece  a  Firenze  la  loggia  d'Orto  S.  Michele. 

Nel  detto  anno  si  fece  in  Orto  S.  Michele  una  loggia  sotto  la  quale  si  dovesse  vendere 
il  grano  e  le  biade,  ed  elessonsi  sei  ufficiali  sopra  la  biada,  e  chiamaronsi  gli  sei  della  Biada. 


RuBRiCA  167*  —  ^esti  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembre  128$  al  1286: 


Cino  di  lacopo  de'  Bardi 

Cambino  de'  Manieri 

Messer  Oddo  Altoviti,  iudice 

Manno  d'Attaviano 

Tedice  di  Monovello 

Giovanni  de'  Cerchi 

Ser  Dato  Cacciafuori,  loro  notaio. 

Andrea  Giuseppe  de'  Canigiani 
Pacino  d'ArnoIdo  Peruzzi 
loanni  di  Donato  Ulivieri' 
I  Maso  di  Ruggerino  Minerbetti 


Messer  Andrea  da  Cerreto,  iudice 

Guido  Canti  de'  Visdomini 

Ser  Benincasa  d'Oddo  d'AItomena,  notaio. 

Pela  di  Gualduccio 

Bernardo  d'UbaIdino 

Arrigo  de'  Paradisi 

Messer  Ruggieri  Tornaquinci,  iudice 

Orlanduccio  d'Orlando 

Lando  d'Albizzo 

Ser  lacopino  Buonaccorsi,  loro  notaio. 


32.  steccarel  seccare  A.  ed  /. ;  cib  nonoslante  ho  adottato  la  lez.   di  G.  —  23-24.  e   una...    Faenza]  e    una   a 
Faenza  A.;  e  quella  da  Faenza  /.  —  »7.  elessonsi  sei  ufficialij  ed  elessesi  ufficiali  /.;  e  fecionsi  ufficiali  A. 


/.,  III,  35 


62 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA-  1286-1287] 


M.  Albizzo  de'  Corbinelli,  iudice 
Ricco  del  Maestro 
Lapo  d'Ugo  degli  Spini 
/.,  ui,  36     Bartolo  di  lacopo  Buere 
Ricco  Papini 
Bandino  de'  Falconieri 
Ser  Benincasa  d'Oddo  d'Altomena,  notaio. 

Bartolo  di  messer  lacopo  de'  Bardi 
Uberto  di  messer  Rinaldo  Pulci 
Ugo  Aldobrandini 
Simone  di  Rota  Ammannati 


Ser  Arrigo  di  Grazia,  notaio 

Gherardino  Diedati 

Ser  Simone  Guidalotti,  loro  notaio'. 

Ser  Ruggieri  Soderini 

Lapo  Benifasse 

lacopo  Ghiselli 

Salvi  del  Chiaro  Girolami 

Messer  Donato  di  messer  Alberto  Ristori,  iudice 

Bernardo  di  messer  Manfredi  1' 

Ser  lacopino  Bonaccorsi,  loro  notaio. 


/•,  111,  37 


RuBRiCA  1 68*  —  Come  fu  grandc  carestia  in  Firenze  ed  in  molte  altre  farti. 

Per  lo  molto  secco  ch'era  stato  deiranno  passato  fue  si  cattivo  ricolto  di  biade  que8t'anno 
in  Firenze  ed  in  tutta  Italia  che  valse  piu  di  mezzo   fiorino  lo  staio   del  grano,  che  infino  .. 
a  quel  dl  in  Firenze  non  era  mai  stata  una  tale  carestia. 

RuBRiCA  1 69*  —  Come  Ridolfo  rc  dei  Romani  mandb  in  Firenze  suo  vicario. 

Ridolfo  della  Magna,  eletto  re  de'  Romani,  mand6  in  Firenze  messer  Prenzivalle  dal 
Fiesco  di  Genova;  e  giunto  in  Firenze  addimand6  che  il  Comune  di  Firenze  gli  desse   lo 
censo,  e  giurasse  nelle  sue  mani  ricevente  per  lo  detto  Re;  di  che  non  fu  esaudito  nfe  da'  20 
Fiorentini  nfe  quasi  da  niuno  Toscano.     Pisa  e  Samminiato  al  Tedesco  si  ubbidirono;  di  che 
con  quello  che  da  loro  ebbe  si  torn6  a  casa  sua.     Ci6  fu  neiranno  del'  Signore  1286. 


RuBRicA  170*  —  ^esti  sono  i  Priori  di  mezzo  dicembre  1286  a  mezzo  dicembre  1287: 


/.,  III,  38 


Maestro  Bonaguida,  medico 

Ruggieri  de'  Pulci 

Ser  Caccia  Bonciani 

Albizzo  d'OrIandino 

Piero  di  Borgo 

Lippo  Rocchi 

Ser  Bencivenni  Ugolini,  loro  notaio. 

Mangia  del  Rosso 

Alberto  di  Baldovino 

Simone  Acciaiuoli 

Neri  di  Berto 

Corso  Falchi 

Bindo  de'  Macci 

Ser  Tedaldo  Orlandi,  loro  notaio. 

Baldo  di  Ridolfo 

Feo  di  Poncio 

Bindo  della  Badessa 

Cione  di  Villanuzzo 

Nuto  Marignolle 

Fazio  di  Micciole 

Ser  Bonaiuto  Galgani,  loro  notaio'. 


Vanni  d'UgoIino 

Alberto  d'Ottaviano 

Baldovino  di  Ranuccio 

Lapo  di  Guiglielmo 

Fantino  di  Rinieri  da  Lastra 

Passa  di  Finiguerra 

Ser  Bindo  Mantini  da  Pagnano,  loro   notaio. 

Simone  di  messer  lacopo  Bardi 

DuccioMi  Guardino  Magalotti 

Arrigo  Marcovaldi 

Chiaro  di  Salvi  del  Chiaro 

Ser  Brunetto  Latini 

Cambio  di  Forese  Falconieri 

Ser  Tebaldo  d'Orlando  Rustichelli,  loro  notaio. 

Mico  del  Cappone 

Massaio  de'  Raffacani 

Messer  Ugo  degli  Altoviti,  iudice 

Donato  di  Bilenco 

Ser  Rinieridi  Vinci 

Folco  de'  Portinari 

Ser  Bindo  Cambi,  loro  notaio. 


3-' 


4C 


14-15.  fue...  in  Firenze]  fu  grande  caro  in  Firenze  /. 


|[AA.  1287-1288] 


CRONACA  FIORENTINA 


63 


RuBRiCA  171*  —  Come  il  Podcsta  condanno  messcr  Corso  Donati  ed  altri. 

Messer  Matteo  da  Fogliano  da  Reggio  avendo  preso  uno  Totto '  de'  Mazzinghi  da  Campi 
per  omicidio,  e  volendogli  tagliare  la  testa  alla  giustizia,  messer  Corso  Donati  con  altri  Grandi 
venendo  per  torre  costui,  il  cavaliere  del  Podesta  si  ridusse  sano  e  salvo  con  minacciare 
.^d'impiccarIo,  se  nessuno  si  facesse  innanzi.  Giunto  al  palagio  col  prigione  il  Podest^  fece 
sonare  airarme.  II  popolo  s'arm6,  ed  egli  lo  fece  strascinare  e  poi  impiccare.  E  cio  fu 
negli  anni  del  Signore  1287  a'  dl. ... 


/.,  111,  39 


RuBRicA  172*  —  Come  gU  Aretini mossono  guerra  a'  Fiorentini  e  vennono  infino  a  Monte  Varchi 
c  fcciono  danno  assai. 

y  La  quistione  tra'  Guelfi  e'  Ghibellini  di  Arezzo,  e  gli  usciti  di  fuori  si  ridussero  co' 
iTarlati  e  coUo  Vescovo,  cio  fu  messer  Guiglielmo  degli  Ubertini;  e  misserlo  dentro  i 
.Ghibellini  e  diergli  la  signoria  e  mandarono  per  messer  Prinzisvalle  detto  addietro,  vicario 
dello  Imperadore,  e  venuto,  cavalcarono  a  Monte  Varchi  e  feciono  danno  assai.  Cio  fu  negli 
anni  del  Signore  1287. 


lIRuBRicA  173'  —  Comc  s' affrcsc  fuoco  in  Firenze,  efece  molto  danno. 

I         Fuoco  s'apprese  in  casa  Cerchi  ed  arse  in  S.  Martino  molte  botteghe  e  da  casa '  i  Por- 
itinari  e  fu  da'  Balestrieri  infino  al  canto   di  Balla,  e  fece  grande  danno;  e  cio  fu  negli  anni 
del  Signore  1287  a'  di  12  di  febbraio. 


/.,  ui,  <0 


'  RuBRicA  174*  —  ^iesti  sono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  1287  a  mezzo  afrile  1288: 


2(  Coppo  Giuseppe  Canigiani 

I  Manetto  di  Bonricovero 

Catalano  di  Rinieri 

Ciaio  di  Ristoro 

Messer  Amadore  da  Rabbiacanina,  iudice 
'-Bandino  di  Spigliato  da  Filicaia 

Sere  Arnoldo  Arrighi,  loro  notaio. 

Cino  di  messer  lacopo  de'  Bardi 
Messer  Maffeo  de'  Tebaldi,  iudice 
Pacino  del  Bieco 
^^  Girolamo  di  Salvi  del  Chiaro 
Tedice  di  Manovello 
Lapo  di  Gherardino 
Ser  Giuntino  di  Spigliato  Burnetti,  loro  notaio. 

Mico  del  Velluto 
^  Messer  Rinieri  dalla  Gattaia,  iudice 
,  Mannino  degli  Acciaiuoli ' 
Rinaldo  de'  Pigli 
Borgo  di  Rinaldo 
'  Giovanni  de'  Cerchi 
K  Ser  Rinaldo  lacopi  da  Signa,  loro  notaio. 


Borgolino  del  Bello  Borgoli 

Gianni  de'  Bucelli 

Messer  Oddo  degli  Altoviti,  iudice 

Messer  Ubertino  di  Strozza 

Lippo  di  Lapo  Arrighi 

Maffeo  di  Forese  Galgani 

Ser  Bono  di  Gianni  da  Ugnano,  loro  notaio 

Cione  del  Rosso 

Pacino  d'Arnoldo  Peruzzi 

Lapo  d'Ugo  Spini 

Messer  Ruggieri  de'  Tornaquinci,  iudice 

Geri  di  Cardinale 

Lando  d'AIbizzo 

Ser  Francesco  Forti  da  Certaldo. 

Giovanni  Angiolini  de'  Malchiavelli,  iudice 
Lapo  di  Talento 
Arrigo  Paradisi 
Simone  di  Rota  Ammannati 
Ser  Ristoro  Drudoli,  notaio 
Neri  di  messer  Cherico  de'  Pazzi 
Ser  Ruggieri  di  ser  Guiglielmo  Bertaldi,  loro 
notaio. 


/.,  III,  41 


3.  con  altri  Grandi]  s'arin6  con  molti  altri  A.  —  %.  d'  impiccarlo]  di  spezzarlo  A.  —  10.  La . . .  Arezzo] /<»•*« 

1  manca  era 


64  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1288-1289] 


/.,  III,  4]      RuBRiCA  175*  —  Come'  i  Fiorentini  andaro  a  oste  ad  Arezzo,  ed  i Sanesi furon  rotti. 

Lo  Comune  di  Firenze  richiese  i  collegati  per  lo  sdegno  ricevuto  di  Monte  Varchi, 
come  adrieto  dicemmo,  ebbono  dumila  cinquecento  uomini  a  cavallo  e  dodicimila  pedoni,  ed 
uscirono  fuori  il  primo  di  giugno  con  gran  guasto  di  terreni  e  di  case  e  di  biadi  e  d'albori, 
ed  il  dl  di  S.  loanni  feciono  correre  il  palio  sulle  porte  d'Arezzo.  II  danno  che  feciono. 
oltre  questo  detto,  si  fu  ch'eglino  disfeciono  piii  castella,  ciofe  fu  Lione,  Castiglione  Uber- 
tini,  ed  in  Valdambra  circa  trenta  tra  fortezze  e  castella  presono,  partironsi  da  campo  lo  di 
dopo  S.  Giovanni.  Li  Sanesi  aveano  nella  detta  oste  trecento  cavalieri  e  trecento  pedoni, 
perocch^  aveano  ricevuta  guerra  dagli  Aretini  erano  stati  a  campo  per  s^  e  fatto  gran  danno, 
voUono  i  Fiorentini  che  li  Sanesi  venissono  infino  a  Monte  Varchi  con  loro.  Non  vollono  1 
i  Sanesi,  ma  dissono  voler  dare  il  guasto  a  Lucignano;  di  che  i  Fiorentini  vollono  lor  fare 
scorta,  e  non  la  vollono  dicendo  loro  essere  soffizienti  assai  da  loro.  Gli  Aretini  tennono 
loro  dietro,  ed  alla  Pieve  al  Toppo  s'azzuffarono,  e  li  Sanesi  furono  rotti  e  presi  e  morti 
piii  che  la  met^,  ed  il  loro  capitano  morto,  ci6  fu  Rinuccio  di  Pepo  da  Famese.  E  ci6  fu 
neiranno  del  Signore  1288  a'  di  27  di  giugno.  1 

/..  111,  43     RuBRicA  1 76*  —  Come'  i  Fiorentini  -per  soccorso  dei  Guelfi  d'Arezzo  uscirono  contro  agli  Are- 
tini  injino  alla  Tcrma.     GU  Arctini  si  ritornorono  a  Arezzo. 

I  Guelfi  usciti  d'Arezzo  presono  un  castello  degli  Aretini  per  nome  Cacciano;  di  che  il 
Comune  d'Arezzo  subito  vi  fu  ad  oste.  Li  Guelfi  mandarono  a  Firenze  per  soccorso;  onde 
subito  ottocento  cavallate  ed  altri  dugento  soldati  furono  a  Laterina.  Gli  Aretini  si  leva-  : 
rono  da  campo  e  mandarono  il  guanto  della  battaglia  a'  Fiorentini,  e  i  Fiorentini  lo  ricevet- 
tono,  e  lo  seguente  di  si  furono  a  co'  di  riva  d'Arno  e  presono  il  poggio,  ed  erano  1200 
cavalli  e  800  pedoni.  I  Fiorentini  stettono  tutto  di  al  piano  ed  aspettarongli,  e  non  vollono 
discendere  a  loro.  E  cio  fu  a'  di  28  di  settembre  1288.  Li  Fiorentini  vedendo  non  si  fare 
per  loro  stare  a  campo  dove  erano,  presero  la  via  verso  le  castella  degli  Ubertini,  e  disfe-  Z 
cero  Monte  Marciano  e  Poggi  Tazzi  e  Monte  Fortino  de  Pazzi  di  Valdarno;  e  gli  Aretini 
andarono  a  Bibbiena  e  scesono  in  Valdisieve  infino  al  ponte  a  Sieve,  e  menaronne  preda.  E 
ci6  fu  a'  di  3  d'ottobre  1288. 

A,  m,  44      RuBRiCA  177*  —  Come  '  crebbe  Arno  e  fece  gran  danno  alla  citta  e  contado  di  Firenze. 

Fu  si  grande  la  pioggia  che  basto  tutto  novembre  e  dicembre,  e  fece  gran  dauno,  ma  ' 
pur  crebbe  si  Amo  che  allag6  piu  che  la  meta  di  Firenze,  e  molte   case  ch'erano  alla  riva 
d'Arno  fece  cadere  quasi  dal  ponte  a  S.  Trinita  a  quello  della  Carraia;  e  ci6  fu  a' di  5  di 
dicembre  1288. 

RuBRiCA  178*  —  Come  gli  Aretini  cavalcarono  infim  a  S.  Donato  in  collina,  di  che  i  Guelfi 
di  Firenze  confinarono  certi  GhibclUni  ca-poraU.  c 

Gli  Aretini  per  lo  danno  ricevuto  richiesono  tutta  Tamista  de'  Ghibellini  e  di  Romagna 
e  d'ogni  parte,  e  vennero  a  Monte  Varchi  e  a  Fegghine,  e  stettono  due  di  e  mandarono 
parte  di  loro  infino  a  S.  Donato  in  collina,  sette  miglia  presso  a  Firenze;  e  bene  si  vedea 
Tarsione  in  Firenze.  Di  che  i  Guelfi  di  Firenze  confinarono  certi  caporali  de'  Ghibellini. 
Ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1288  a'  di  8  di  marzo.  J 


12.  dicendo  loro  essere   soffizienti  assai   da   loro   omm,  A.  ed  I.  —  22.  furono   alla  rlva  d'Amo  G.'  furono 
a  t...  di  riva  d'Arno  /,  /«  mla  cohna  la  lacuna,  sufponendo  dtcesse  a  traverso. 


mM 


[AA.  1388-1289] 


CRONACA   FIORENTINA 


65 


RuBRicA  179*  —  ^esti  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembre  1288  a  mezzo  dicembre  1289: 


Pela  Gualducci 
Borghese  di  Migliorato 
Messer  Niccola  degli  Acciaiuoli,  iudice' 
!Maso  di  messer  Ruggieri  Minerbetti 
Messer  Andrea  da  Cerreto 
Gherardino  di  Diodato 
Ser  Cione  Baldovini,  loro  notaio. 

Maestro  Guiduccio  di  ser  Guidalotto 
KiCambio  di  Manieri  de'  Manieri 
Spina  d'Ugo  degli  Spini 
Salvi  del  Chiaro  de'  Girolami 
Ser  Arrigo  di  Grazia 
Messer  Gherardo  Bisdomini,  iudice 


Filippo  del  Velluto 

Messer  Rinieri  della  Gattaia,  iudice 

Pacino  del  Bieco 

Palla  di  Bemardo  Anselmi 

Nuto  di  MarignoUe 

Guido  de'  Bisdomini 

Ser  Rinaldo  di  lacopo  da  Signa,  loro  notaio. 

Gherardo  Aldobrandi  Canigiani' 
Alberto  di  messer  lacopo  del  Giudice 
Neri  Attiglianti 
Gherardino  Gianni 
Spina  di  Falcone 
Giano  della  Bella 


'['Benincasa  d'Oddo  d'Altomena,  loro  notaio.         Ser  Ruberto  da  Carraia,  loro  notaio. 


Messer  lacopo  da  Certaldo,  iudice 
;Messer  Ruggieri  da  Quona,  iudice 
iDino  Compagni 
Pagno  Bordoni 
2(  Dino  vocato  Pecora 
liernardo  di  Messer  Manfredi  degli  Adimari 
Ser  Benvenuto  Ulivieri  da  Sesto,  loro  notaio. 


Boninsegna  Angiolini  Malchiavelli 

Cione  di  Guardino  de'  Magalotti 

Geri  de'  Paganetti 

Albizo  d'Orlandino 

Messer  Donato  Alberti  Ristori,  iudice 

Migliore  de'  Guadagni 

Ser  Marco  ConsigH,  loro  notaio. 


/.,  111,  45 


/.,  III,  46 


RuBRicA  180*  —  Comc  Carlo  II  veniic  a  Firenze,  e  diede  sua  insegna  a'  Fiorentini  e  cafi- 
tano  di  gtierra. 

Tornando  Carlo  prenze  figliuolo  di  Carlo  I  re  di  Cicilia  passo  per  Firenze,  ed  andava 
ad  Arieti,  ove  il  Papa  era,  ciofe  Niccolo  IV,  e  gli  Aretini  si  gli  feciono  innanzi  a'  passi  per 
impacciarlo.  I  Fiorentini  sentendolo,  senza  essere  richiesti,  con  800  cavallate  e  400  altri  sol- 
dati  si  gli  andarono  in  aiuto.  Di  che  gli  Aretini,  cio  sentito,  si  tornarono  addietro ;  di  che 
per  questo  ebbe  a  grado  Carlo  e  dono  loro  la  sua  bandiera,  e  per  capitano  di  'guerra  messer 
3(Amerigo  di  Nerbona;  e  cosi  fue  per  gli  Fiorentini  accettato.  E  cio  fu  negli  anni  del  Si- 
gnore  1289  a'  di  11  di  maggio. 


/.,  III,  4; 


RuBRiCA  181*  —  Comefu  bandita  oste  ad  Arezzo  e  sconfitti  gli  Aretini  a  Certomondo. 

Come  la  bandiera  di  Carlo  fu  in  Firenze,  fu  subito  bandita  Toste  ad  Arezzo  e  feciono 
la  via  di  Casentino,  ed  attendarsi  appife  di  Poppi,  dove  era  un  piano  che  si  chiamava  Cer- 

3.'tomondo.  Furono  i  Fiorentini  2500  cavalieri  e  9500  pedoni,  e  gli  Aretini  aveano  grande 
ragunata  di  Ghibellini  di  Romagna  e  del  Ducato  e  di  Toscana,  e  fecersi  incontro  per  la  via 
di  Bibbiena  con  1700  uomini  da  cavallo  e  9900  pedoni,  e  mandarono  a'  Fiorentini  il  guanto 
1  della  battaglia,  il  quale  f u  bene  ricevuto.     Poi  con  triegua  venne  I'  una  oste  contro  airaltra, 

;,ed  accamparsi  Tuno  presso  aIl'aItro,  e  a'  di  11  di  giugno  1289  cio^  il  dl  S.  Barnaba  si  com- 


30,  e  cosl  fue  per  gU  Fiorentini  accettato  0;«;«.  A.  ed  I.  —  31.  A.  omctie  it  giorno. 
ptdoni  G.  —  37.  1700  uomini]   1200  uomini  G. 


35.  9500  pedoni]  9000 


T.  XXX,  p.  I  —  5. 


66  CRONACA  FIORENTINA  \A.  i289) 


batt^,  nella  quale  battagHa  fu  sconfitto  il  Comune  d'Arezzo,  ed  il  Vescovo  in  persona  vi 
fue  armato  e  fu  morto,  che  avea  nome  messer  Guiglielmo  degli  Ubertini.  Di  che  i  Ghibel- 
lini  ne  ricevettono  danno,  chfe,  comecchfe  fosse  prete,  era  uomo  di  gran  valore  in  senno  ed 
/.,  ni.  48  in  arme;  e  messer  Guiglielmo  de'  Pazzi  di  Valdarno'  e  Buonoconte  figlio  del  conte  Guido  di 
Monte  Feltro  vi  f uron  morti  e  con  essi  de'  Ghibellini  ed  usciti  di  Firenze ;  ed  il  conte  Guido 
Novello  non  vi  volle  morire,  perocch^  si  fuggl.  Furne  morti  circa  duemila  e  vennerne  presi 
a  Firenze  2037  sanza  i  trafugati,  e  de'  Fiorentini  vi  mori  di  nome  messer  Guigliehno  Ber- 
taldi,  Francesco  e  messer  Guido  del  Baschiera  della  Tosa  e  Tici  Bisdomini.  Partissi  roste 
e  andaronsi  a  Bibbiena  e  presonla,  e  molte  castella  le  quali  disfeciono  insino  ne'  fondamenti; 
quelle  che  ritennono  furono  Castiglione,  Montecchio,  Rondine,  Civitella,  Laterina  ed  il  ^[onte 
a  Sansavino.  Li  Sanesi  ebbero  Lucignano  e  Chiusura  di  Valdichiana,  e  poi  guastarono  lo 
contado,  e  fecero  il  dl  di  S.  loanni  correre  il  palio  sulle  porte  d'Arezzo  e  manganarono  drento 
alla  citt^  trenta  asini  colle  mitre  di  carta  in  capo  da  vescovo;  e  dicesi  che  8'eglino  vi  fos- 
sono  voluti  stare  e  fare  quello  che  doveano,  erano  signori  d'Arezzo,  ma  si  partirono  e  furne 
abominati  certi  consiglieri  del  capitano,  e  tornarono  a  Firenze  a'  dl  12  di  luglio;  e  sempre  si 
corse  il  palio  per  la  detta  vittoria  il  di  di  S.  Barnaba. 

/.,  III,  «9      RuBRiCA  1 82*  —  Come '  lc  cinqiic  Arti  minutc  si  collegarono  collc  scttc,  cd  ebbono  Consoli. 

Tornata  Toste  in  Firenze  i  Grandi  erano  insuperbiti  e  trattavano  male  i  mercatanti  ed 
artefici,  ed  il  soldo  che  doveano  avere  i  soldati  si  rovesciavano  a'  mercatanti  ed  agli  arte- 
fici,  e  per  questa  cagione  si  ristrinsono  TArti  insieme,  ed  ebbono  case  e  consoli;  le  quali  Arti 
furono  queste...,  e  quando  toccava  la  elezione  erano  de'  Priori. 

RuBRiCA  1 83*  —  Come  i  Lucchesi  andarono  ad  oste  a  Pisa,  ed  i  Fiorcntini  furono  con  loro  a 
loro  ■petizione. 

I  Lucchesi  bandirono  oste  a  Pisa  e  richiesono  i  Fiorentini  che  vi  mandarono  400  uomini 
da  cavallo  e  2000  pedoni,  ed  andaronne  infino  alle  porte  di  Pisa,  e  feciono  correre  il  palio, : 
e  tolsono  il  castello  di  Caprona  e  guastaronlo,  e  tolsono  castella  in  Valdicalci,  e  feciono  gran 
danno;  e  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1289  d'agosto. 

/.,  Jii,  50     RuBRicA  184°  —  Come'  i  Fiorcntini  tcnnono  trattato  in  Arczzo  fer  avere  la  citta,  e  non  ventu, 
a  effetto  -perchh  fue  ■palesato. 

Avendo  i  Fiorentini  sollecitudine  in  Arezzo  presono  f orma  di  trattato  con  certi  li  quali  I 
per  denari  davano  loro  la  cittk;  e  lo  di  primo  del  mese  di  novembre  1289  si  dovea  levare 
il  romore,  e  la  gente  de'  Fiorentini  alle  porte  e  doveano  avere  una  porta;  e  cosi  ordinato, 
la  gente  de'  Fiorentini  andb  infino  a  Civitella  aspettando  il  tempo  di  quegli  che  doveano  me- 
nare  la  faccenda.  Et  quello  si  si  levo  la  notte  per  vedere  un  certo  segno,  questi  si  cadde 
a  terra  d'uno  suo  verone  per  modo  che  quella  notte  mori,  ed  essendo  in  estremita  paleso  il-l 
trattato,  e  certi  ne  furono  presi  e  morti.  Udita  a  Civitella  la  novella,  la  gente  si  tomo  a 
Firenze  addl  19  ch'era  uscita  addi  9  di  novembre  1289. 

i-a,  Vescovo...  morto]  Vescovo  in  prima  vi  fu  morto  /.  In  nota  perh  I,  avverte  che  il  ms.  GHadagni  ha:  ar- 
mato.  A.  e  qui  al  solito  laconico.  —  5.  e  con  essi  de']  e  con  assai  del  G.  —  7.  trafugati\  trabaldati  hanno  i  codici. 
I».  manganarono]  cacciarono  G.  —  33-34>  Fiorentini . . .  notte]  Fiorentini  and6  in  fino  a  Civitella ;  e  quegli  do-, 
vevano  menare  la  faccenda  si  si  levarono  la  notte  A.\  Fiorentini  and6  insino  a  qui  aspettando  il  tempo  di  quegU' 
che  dovevano  menaro  la  faccenda;  et  quello  s^  si  lev6  la  notte  G.;  Fiorentini  infino  a  CiviteUa  and6  con  quegli  i 
clie  doveano  menare  la  faccenda.  Ma  uno  si  lev6  la  notte  /.  —  36.  a  Civitella  la  novella]  la  noveUa  G. ;  a  Clvitella  / 


[AA.  1289-1291] 


CRONACA  FIORENTINA 


67 


RuBRicA  185*  —  ^testi  sono  i  Priori  da  menzo  diccmhre  1289  a  mezzo  dicembrc  i2go . 


Maestro  Buonaguida,  medico  ' 

Gianni  Bechi 

Messer  Ugo  degli  Altoviti,  iudice 

Adimari  di  Rota  Ammannati 

Piero  Borghi' 

Nero  Cambi 

Ser  Chello  Uberti  Baldovini,  loro  notaio. 

Ser  Diedato  Alamanni  Cacciafuori 
1:  Uberto  de'  Pulci 

Cante  degli  Ardinghelli 

Bartolo  Orlandini 

Orlanduccio  Orlandi 

Messer  Folco,  medico,  di  maestro  Giovanni 
I  Ser  Amoldo  Arrighi,  loro  notaio. 

Noffo  di  Guidone 
'  Duccio  Giardini  Magalotti 

Arrigo  Marcovaldi 

Ciaio  Ristori 
KTedice  Manovelli 

Sere  Spigliato  Aldobrandini 

Ser  Cenni  Ugolini  del  Cherico,  notaio. 


Cino  di  messer  lacopo  de'  Bardi 

Lapo  Faffi 

Messer  Biliotto  Berlinghieri 

Chiaro  di  Salvi  del  Chiaro 

Ser  Bene  da  Vaglia 

Bandino  Falconieri 

Ser  Bonaiuto  Galgani,  loro  notaio'. 

Neri  Corsini 

Ricco  del  Maestro 

Bindo  Diotaiuti  della  Badessa 

Lapo  Uberti  degli  Ubertini 

Arrigo  di  Lapo  Arrighi 

Sere  Arrigo  di  Gherardo  de'  Rocchi 

Ser  Donisdeo  Dati,  loro  notaio. 

Messer  Guidotto  de'  Canigiani,  iudice 

Doffo  di  messer  Scolaio  de'  Pulci 

Neri  di  messer  lacopo  Ardinghelli 

Vanni  Ardimanni 

Lapo  di  Gianni  Tramontani 

Passa  Finiguerra 

Ser  Rinieri  Tolomei,  loro  notaio. 


/.,  m,  51 


/.,  lu,  52 


'RuBRiCA  186*  —  Comc  i  Fiorcntini  andarono  a  oste  a  Arezzo,  c  frcsono  uno  castello  degli 
Aretini  a  Poffi. 

\.  II  Comune  di  Firenze  ando  a  Arezzo  ad  oste  con  2000  uomini  da  cavallo  e  5000  pe- 
doni  il  secondo  dl  di  giugno,  e  guastarono  intorno  intomo  a  sei  miglia  ogni  cosa,  ed  il  di 
di  S.  loanni  corsono  il  palio  innanzi  alle  porte,  e  Taltro  di  si  partirono  e  andaronne  a  Poppi, 
e  quivi  disfeciono  la  rocca  ed  il  palagio  di  Poppi  ch'erano  nobili  fortezze  e  Santo  Agnolo, 
Monte  Aguto,  Francole,  Chiacciuolo  e  Cetina;  e  cio  fu  negli  anni  1290. 

?(RuBRiCA  187*  —  Come^  i  Ftorentini  andarono  a  ostc  a  Pisa  con  lcga  dci  Guclfi  e  co'  Geno- 
vesi  fer  mare,  e  disfeciono  il  Porto  Pisano  e  la  Meloria. 

I  Fiorentini,  Lucchesi  e  Genovesi  s'accordarono  d'andare  al  Porto  Pisano,  e  presono  il 
porto  e  disfecerlo,  e  le  torri  della  guardia  del  porto  disfeciono  tutte  e  'I  fanale  e  la  Meloria; 
ed  in  quella  presa  morirono  assai  uomini  ch'erano  in  quelle  torri,  e  poi  affondarono  certi 
M  navilj  carichi  di  pietre  alla  bocca  del  porto,  acciocchfe  non  si  potesse  entrare  in  porto  e  poi 
si  partirono,  ed  i  Genovesi  ed  i  Lucchesi  tornandosi  a  casa  loro,  ed  i  Fiorentini  feciono  la  via 
di  Valdera  e  lasciaronvi  un  capitano.   E  cio  negli  anni  del  Signore  1290  del  mese  di  settembre. 


/.,  III,  5J 


RuBRiCA  188*  —  ^iesii  soiu>  i  Priori  da  mezzojdicembrc  i2go  a  mezzo  diccmbre  I2gi: 


Vanni  Ugolini  Bencivieni 
OSer  Bindo  Vernacci 


Guido  del  Chiaro 

Ammannato  di  Rota  Ammannati 


39.  Chiacciuolo]  Regglolo  A. 


68 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1291-1292] 


Messer  Dosino  del  Borgo,  iudice 

Rinuccio  Abati 

Ser  Baldo  da  Monte  Spertoli,  loro  notaio. 

/.,  111, 54      Bartolo '  di  raesser  lacopo  de'  Bardi 

Rosso  de'  Bacherelli 

Simone  degli  Acciaiuoli 

Bonaccorso  Villanuzzi 

Betto  Rinaldi 

Dolce  di  Lottifredi  de'  Pazzi 
/.,  111, 55      ggj.  Lapo  Cinghietti,  loro  notaio. 

Cino  di  ser  Diotisalvi 

Guido  di  Malabocca 

Bate  de'  Tornabelli 

Girolamo  di  Salvi  del  Chiaro 

Aglione  d'Ugoletto  degli  Agli 

Ugolino  di  Zampa  de'  Giugni 

Ser  Benincasa  d'Oddo  d'Altomena,  loro  notaio. 

Baldo  Ridolfi 
Massaio  de'  Raffacani 


Michele  d'Angelotti 

Bartolo  di  lacopo  Buere 

Baldo  de'  Ruffoli 

Durante  di  messer  Buonfantino 

Ser  lacopino  Buonaccorsi,  loro  notaio. 

Mangia  del  Rosso 

Gianni  Bucelli 

Cino  di  Brandaglia  Acciaiuoli 

Ammannato  di  Prospero 

Lottieri'  di  Benincasa  del  Beccuto 

lacopino  di  Vermiglio  Alfani 

Ser  Lapo  Bartoli  da  Sesto,  loro  notaio. 

Lapo  Bonaiuti 

Rinieri  di  lacopo  de'  Rubertini 

Ugo  Aldobrandini 

Boninsegna  di  Buonaccorso  Beccanugi 

Ardingo  di  Buonagiunta  de'  Medici 

Lando  Albizi 

Ser  Gianni  de'  Siminetti,  loro  notaio. 


RuBRicA  189*  —  Come  i  Fiorentini  fcrderono  il  Ponte  ad  Era. 

Li  Pisani  tennono  trattato  d'entrare  di  furto  nel  Ponte  ad  Era  che  teneano  i  Fioren- 
tini,  e  dicesi  per  denari,  e  poi  andarono  alle  case  di  quelli  ch'erano  castellani,  ci6  furono 
messer  Guido  di  Bico  de'  Rossi  e  Neri  Tizzoni,  e  presongli;  ed  il  Comune  si  perdfe  con 
danno  e  con  vergogna  la  fortezza;  e  ci5  fu  negli  anni  del  Signore  1291  di  24  di  dicembre. 


RUBRICA  190'' 


Come  i  Fiorentini  andarono  a  oste  a  Pisa. 


I  Fiorentini  erano  malmenati  da'  Grandi  tutto  di  e  male  guidati,  e  per  la  vergogna  ri- 

/.,111,56      cevuta'  voleano  bandire  Toste  a  Pisa,  ed  i  Grandi  il  contradicevano,  pure  vinse  il  Popolo  e 

andowisi;  ma  tanto  fu  lo  sforzo  de'  Grandi,  e  fu  chi  disse  che  toccarono  da  canto    che  si 

tornarono  adrieto,  e  nulla  feciono  da  fare  menzione;  e  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1291. 


RuBRiCA  191*  —  Siuesti  som  i  Priori  da  mezzo  dicembre  izgi  al  12^2: 


Scelto  Guidotti 

Ricco  del  Maestro 

Spina  d'Ugo  Spini 

Palla  di  Bernardo  Anselmi 

Piero  Borghi 

Passa  Finiguerra 

Ser  Marco  Consigli,  loro  notaio. 


Boninsegna  Angiolini  Malchiavelli 

Messer  Lapo  Salterelli,  iudice 

Messer  Ugo  Altoviti,  iudice 

Gherardino  Gianni 

Nigi  Diotisalvi 

Gherardino  Diedati 

Ser  Lapo  di  Migliore  di  Mugnone,  loro  notaio. 


26.  Bico]  Becco  G.  —  31.  da  canto]  da  tanto  A, 


[AA.  1291-1292] 


CRONACA  FlORENTINA 


69 


Cione'  del  Rosso 

Neri  Rustichi 

Gherardo  del  Bello 

Messer  Ruggieri  Tornaquinci,  iudice 

Ser  Bene  da  Vaglia 

Messer  Folco,  medico,  di  maestro  Giovanni 

SCT  Tancredi  Bencivenni,  loro  notaro. 

Nosso  di  Guido  Bonafedi 

Ulivieri  di  messer  Gherardino  de'  Cerchi 
I  Betto  del  Bieco  Baldovinetti 

Bartolo  Orlandini 

Ser  Ranieri  di  ser  Vinci 

Messer  Gherardo  de'  Visdomini 
;  Ser  Bono  di  lanni  da  Ognano,  loro  notaio. 


Coppo  loseppe  Canigiani  /.,  m,  57 

Duccio  Magalotti 

Mannino  degli  Acciaiuoli 

Salvi  del  Chiaro  Girolami 

Messer  Andrea  da  Cerreto,  iudice 

Lapo  Gherardini 

Ser  Andrea  di  ser  Filippo  Sapiti,  loro  notaio. 

Maestro  Rinuccio  Guidalotti 

Messer  Maffeo  Tedaldi,  iudice 

Geri  Paganetti 

Ciaio  di  Ristoro 

Lapo'  Buoni  i.,iu,  ss 

Bemardo  di  messer  Manfredi 

Ser  Bonsignore  Ostigiani,  loro  notaro. 


1,  RuBRiCA  192*  —  Come  i  Fiorentini  fresono  il  casiello  d'Amfinana  e  disjecionlo. 

II  Comune  di  Firenze  puose  il  campo  ad  Ampinana  in  Mugello,  e  preserlo,  e  compe- 
rossi  fiorini  4000  e  per  la  presa  che  il  Comune  pago  lo  f ece  contado,  disf eciolo ;  e  ci6  f u  negli 
anni  del  Signore  1291. 


RuBRiCA  193*  —  Come  i  Fiorentini  andarono  a  Pisa  a  oste,  e  feciono  loro  di  gran  danni  e 

1  fresono  Fosso  Arnonico. 

Per  vendicarsi  i  Fiorentini  del  Ponte  ad  Era  richiesono  Tamista,  e  da  Roma  ebbono 
dugento  cavalieri  e  messer  Gentile  degli  Orsini,  ed  uscirono  a  campo  e  coiramista  tremila 
cavalieri  e  con  ottomila  pedoni,  e  andaronne  a  Pisa  a'  di  10  di  giugno,  e  corsono  il  palio 
il  di  di  S.  Giovanni,  e  stettono  alla  Badia  a  S.  Savino,  e  guastarono  il  campanile  della  detta 

2  Badia,  e  molto  feciono  gran  danno  d'arsioni  di  case  e  di  vittovaglia  e  poi  nella  loro  tornata 
abbatterono  e  guastarono  il'  Fosso  Arnonico  e  tornarono  in  Firenze  a'  dl  3  di  luglio  1292. 


/.,  III,  59 


RUBRICA    194* 

altre  cose. 


Di  miracoli  e  grazie  di  Madonna  dOrto  S.  Michele  in  liberare  attratti  e 


Negli  anni  del  Signore  1292  di  giugno  in  Orto  S.  Michele,  dove  era  dipinta  Nostra  Donna 
col  figliuolo  in  braccio  si  apparirono  molti  miracoli,  infra'  quali  uno  attratto  san6  ed  un  mu- 
tolo  parlo,  ed  un  altro  che  bestemmi6  gli  si  volse  la  bocca  quasi  airorecchie.  Di  che  per 
questo  si  fece  una  compagnia  e  capitani,  la  quale  poi  s'accrebbe  per  modo  che  molta  gente 
lasciava  il  suo  a  quelli  capitani  a  dispensare  le  rendite;  di  che  occorse  che  quasi  in  brieve 
tempo  si  vedea  essere  le  possessioni  tutte  loro.  Fecevi  il  Comune  dunque  capitani  cittadini 
orrevoli,  e  fece  riformagione  che  non  serbassono  proprio  niuno,  ma  vendessono  e  dessono 
a'  poveri  di  Cristo;  e  cosi  6  ancora  oggi  e  sonvi  per  lo  Coraune;  ma  Iddio  il  sa,  chi  oggi 
viva  con  pura  fede,  ed  ho  io  veduti  di  quelli  che  si  dice  aver  male  amministrato  che  ne 
sono  molto  male  capitati  e  morti,  chi  di  mala  morte  e  chi  in  prigione;  e  cosl  sa  fare  Nostra 
Donna  le  sue  vendette  quando  ella  vuole. 


16-17.  e  comperossi  fiorini  4000]  e  ricomperossi  fiorinl  4000  G.;  e  comperossi  fiorini  quattrocento . 
/.  una  lacuna  do^o  la  ci/ra  sema  a//orvi  alcuna  noia). 


T.  (scgna 


70  CRONACA  FIORENTINA  tAA.  1292-1293I 


/.,  III,  60        RUBRICA    195"' 

RuBRiCA  196*  —  Come  il  Pofolo  i  mercatanti  e  li  buoni  uomini  vollono  il  reggimento  fer 
loro  sanza  i  Grandi,  e  feciono  il  Gonfalonicrc  dclla  lustizia. 

Come  addietro  in  piii  luoghi  abbiamo  detto,  rambizione  degli  uficj  e  del  reggimento  in 
Firenze  era,  ed  era  tanto  cresciuta  che  ogni  uomo  volea  e  procurava  il  reggimento,  e  non 
pensavano  cherano  sei  Priori  che  tutti  non  poteano  essere  i  cittadini  a  un'otta,  ed  ancor 
non  pensavano  se  lo  meritavano  o  no,  sicchfe  chi  procurava  e  non  gli  venla,  assai  male  con- 
/..111,  01  tento  rimaneva;  e  quasi  piii'  era  questo  vizio  e  sdegno  ne'  Grandi  che  negli  altri;  e  volesse 
Iddio,  che  non  pure  allora  non  fossono  state  queste  ambizioni  e  finite  ma  oggidl  mancas- 
sono;  ch^  come  fossono  allora  io  non  Tho  di  veduta  ma  d'udita,  ma  al  di  d'oggi  io  n'ho 
tanto  veduto  ed  udito  delle  preghiere  degli  uficj  e  delle  nimistk  di  chi  non  ha  quello  che 
chiede,  che  Iddio  ne  sia  comportatore;  che  certo  h.  miracolosa  cosa  che  le  preghiere  paa- 
sino  ogni  onestk,  ch'  io  sono  stato  pregato  talvolta,  ch'  io  mi  sono  vergognato  io  del  pre- 
gatore  e  deiruficio  che  addimanda,  o  dello  squittino  ottenere;  e  certo  tutte  le  maladizioni 
che  ha  avute  la  citt^  di  Firenze  a'  miei  dl,  h.  stato  solo  per  gli  ufiicj.  Tornando  al  detto 
tempo  di  sopra,  era  tanta  la  discordia  e  Tambizione  degli  uficj  e  la  superbia  de'  Grandi, 
perocch^  molto  voleano  guidare  Toficio  a  lor  modo,  che  fecesi  correggere  gli  statuti  tutti 
di  quello  anno  di  gennaio;  di  che  i  buoni  mercatanti  e  artefici  deliberarono  che  in  luogo  de' 
Grandi  si  mettessono  degli  artefici  e  degli  scioperati,  purchfe  fossono  buoni  uomini  e  che 
mai  non  avessono  piu  il  Priorato  i  Grandi,  e  che  intra'  Priori  8'eleggessono  in  ogni  Priorato 
uno  Gonfaloniere,  oltre  a'  sei  Priori,  il  quale  fusse  uomo  valente  e  savio,  e  seco  tenesse  un 
/.,  III,  62  gonfalone  alFarme  del  Popolo,  la  croce  vermiglia  nel  campo'  bianco  e  che  anco  avesse  a  sua 
richiesta  certi  pedoni  con  certi  gonfaloni  e  pennoni,  li  quali  avessero  arme  di  Popolo  e  certi 
maestri  di  priete  e  di  legname  e  certi  picconi  e  picconai,  li  quali  furono  capitanati  con 
gonfaloni  e  pennoni  con  certo  ordine  a  trarre  a  casa  i  pennonieri  ed  i  pennonieri  a  casa  i 
Gonfalonieri,  tutti  airarme  vestiti  colla  croce  in  campo  bianco;  e  quando  alcuna  offesa  fa- 
cessono  i  Grandi  in  alcuno  popolano  si  stesse  al  gonfaloniere  la  campana  e  la  deliberazione 
ad  andare  a  casa  del  detto  Grande,  e  quivi  disfare  la  casa  e  pubblicare  i  beni,  e  sonando 
la  campana,  allotta  tornassono  le  dette  insegne  a  casa  i  Priori,  ed  il  Gonfaloniere  uscisse  a 
fare  la  esecuzione,  e  chiamarsi  gli  Ordini  della  lustizia;  ed  il  primo  Gonfaloniere  fu  Baldo 
de'  Ruffoli,  ed  era  onorato  piu  innanzi  che  gli  altri  Priori. 

RuBRiCA  197*  —  ^uesti  sono  i  Priori  soli  ■per  questi  due  mesi  da  mezzo  dicembre  izgz  a  mezzo 
febbraio  121)3: 

Pela  Gualdacci 

Maso  dei  Lamberti  d'AntelIa 

Messer  Palmieri  di  messer  Ugo  degli  Altoviti 

Monpuccio  di  Salvi  del  Chiaro 

Lapo  Pratese 

Gaddo  di  Forese  dei  Falconieri 

Ser  Chello  d'Uberto  Baldovini,  loro  notaio. 


4.  ed  era  tanto  cresciuta]ed  ora  fe  intanto  cresciuta  /.  —  8.  non  pure...  oggid\]  non  pure  allotta  fossono  state 
queste  ambizioni,  state  e  finite  non  pure  allora,  ma  oggidi  /. ;  non  pure  allora  fusse  questa  ambizione  ma  oggid) 
A.  —  II.  ne  sia  comportatore]  cessi  comportare  A.  —  17-1S.  buoni  mercatanti . . .  buoni  uomini  omm.  C;  cer- 
tamente  si  tratta  di  qualche  rigo  saltaio  dal  cofista, 

'  La  rvbrica  jgs*  rifortava  in  /.  la  lista  dei  Priori       trova  nella  rvbrica  igT^  molto  fiu   esattamente,    eome  si  { 
da  mexzo  dicembre   a  mezzo  febbraio   13^2,    che  in   G,  si       deduce  dalle  frime  farole  della  rubrica  ttessa. 


fAA.  1203-12^4]  CRONACA  FlORENTINA  71' 

RuBRiCA  197*  bis  —  Come  si  feciono  ufficiali  a  rivedere  le  ragioni  del  Comune. 

Questi  Priori  che  intraro  da  mezzo  febbraio  col  Gonfaloniere  feciono  uno  uficiale  a 
ritrovare  i  beni  e  ragioni  del  Comune,  il  quale  fu  Caruccio  del  Verre,  e  quello  che  si  rac- 
quisto  fu  lo  Spedale  di  S.  Sebbio  dagli '  Ubaldini,  e  di  compere  ch'erano  state  f atte  da'  Conti  /.,  m,  63  ' 
)  molti  Nobili  se  le  tenieno,  riebbesi  dagli  Ubaldini,  Barbischio,  Monciana  e  Lori,  Gangereto, 
Vischia,  Catignano,  Gambassi,  Certaldo,  e  tutte  aveano  iurisdizione  per  s^  e  Poggibonizi,  e 
furono  restituiti  al  Comune,  ed  a  molti  speziali  cittadini  ristituiti  ch'erano  loro  occupate 
possessioni  da'  Nobili. 

I   RuBRiCA  198*  —  Come  il  Gonfaloniere  della  lustizia  comincih  afare  esecuzione  contro  li  Grandi. 

b  Avvenne  che  il  detto  Baldo  Ruffoli  Gonfaloniere    di   lustizia   gli  venne  a   notizia   che 

uno  de'  Grandi  dei  Galli  aveva  ucciso  uno  popolano ;  di  che  il  Gonfaloniere  di^  nella  cam- 
pana,  e  trasse  Tordine  a  palagio,  ed  usci  fuori,  e  andarono  in  Porta  S.  Maria  a  casa  i 
detti  Galli,  e  disfece  le  sue  case,  e  subito  torn6  a  palagio,  fece  bandire  che  ogni  uomo  si 
disarmasse;  e  fu  fatta  sua  obedienza. 

3  RuBRicA  199*  —  Come'  il  Coinune  di  Prato  fu  condannato  e  ■pagb  subito  lire  loooo  -per  di-       /.,  m,  64 
subbidicnza. 

Questo  popolo  volea  essere  ubbidito  da'  cittadini  e  da'  suoi  vicini.  Avvenne  che  un 
cittadino  uccise  un  altro  e  andonne  a  Prato.  II  Popolo  vi  n^ando  uno  ambasciadore  a  pre- 
gare  che  mandassero  il  loro  cittadino.  A'  Pratesi  non  piacque  la  dimanda  e  non  lo  feciono. 
0  Tornato  rambasciadore  vi  si  mando  un  messo  che  a  pena  di  10000  lire  lo  mandassono  in- 
fra  tre  di,  e  non  rimandandolo  Toste  si  bandi;  ed  il  terzo  di  si  diedono  le  insegne  per 
uscire  ad  oste.  I  Pratesi  per  paura  mandarono  il  prigione  e  10000  lire.  AI  malfattore  fu 
tagliata  la  testa  e  i  denari  messi  in  Comune.     Ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1293. 

RuBRicA  200*  —  Come  un  fuoco  fece  molto  danno  a  Firenze. 

5  Negli  anni  del  Signore  1293  s'apprese  un  fuoco  in  Torcicoda  ad  una  casa  allato  S.  Piero 

maggiore,  ed  arse  sanza  ristare  trentuna  casa,  che  teneano  infino  alla  via  ch'fe  drieto  alle  Stinche. 

Rubrica201*  —  Come'  la  farte  di  fuori  di  S.  Giovanni  si  fece  di  marmo,  e  levaronsi  via  le       i.,m,a 
sefoUure  c  comandossi  infra  trc  mesi. 

II  Popolo  dife  ordine  che  si  facesse  tutte  le  faccie  di  S.  loanni,   duomo,   di   marmo;   e 
0  questo  feciono  che  facessono  i  consoli  di  Calimala,   e  feciono  che  chiunque   avesse   sepul- 
tura  la  levasse  infra  tre  mesi;  e  cosl  fu  fatto. 

RuBRiCA  202*  —  ^iesti  sono  i  Priori  di  mezzo  febbraio  1292  a  I2pj : 

Messer  Albizo  Corbinelli,  iudice  Lapo  Guazza  Ulivieri 

Giotto  Peruzzi  Dante  Rinaldi  Cambi 


3.  Verre]  Vete  A.  —  4.  S.  Sebbio  dagU  Ubaldlni]  che  I'occupaTa...  /.;  occupato  da  nobill  G.  —  11.  uno  del 
Grandi  dei  Gaili,  avera  ucciso  uno  popolanoj  uno . . .  dello  legnagglo  del  Galli,  grande,  aveva  ucclso . . .  popolano  I.  — 
20-21.  lo  mandassono...  band\]  lo  mandassono  a  Firenze  e  sterono  tre  d\  e  non  lo  mandarono,  dove  clie  Toste  sl 
bandl  G,  —  29-30,  S.  loanni...  ciuunque]  del  duomo  di  S.  Giovanni  e  che  consoli  di  Calimala  lo  facessino  e 
diireciono  per  farlo  che  chlunquc  A, 


72 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1294-I2g5] 


/. ,  III,  66 


/.,   III,  67 


Arrigo  di  Ventura,  spadaio 

Giano  della  Bella 

Baldo  de'  Ruffoli,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Marco  Consigli,  loro  notaio. 

Neri  Corsini 

Berto  Manetti  Ferraccini 

Arrigo  Paradisi 

Albizo  Orlandini 

Messer  Donato  di  messer  Alberto  Ristori 

Fazio  Cambi  de'  Giugni 

Migliore  Guadagni,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Benincasa  d'Oddo  d'Altomena,  loro  notaio. 

Maestro'  Buonaguida  di  Simone,  medico 

Cione  Magalotti 

Vanni  Angelotti 

Andrea  Cambi,  beccaio 

Messer  Dogino  dal  Borgo,  iudice 

Ricco  di  Ser  Compagno  Albizi 

Dino  Compagni,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Bonaiuto  Galgani,  loro  notaio. 

Andrea  di  Maffeo  Gianni 

Alberto  di  messer  lacopo  del  ludice 


Messer  Oddo  degli  Altoviti,  iudice 

Ricco  Arlotti 

Arrigo  Lapi  Arrighi 

Taldo  della  Bella 

lanni  Buiamonte,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Marsoppino  da  Signa,  loro  notaio. 

Giona  Aglioni  Bellicozzi 

Carlettino  Aldobrandini 

Guccio  Salvini 

Maestro  Cambio  di  loanni 

Lapo  Bencivenni 

Maso  del  Cresta 

Gofo  Guidalotti,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Tancredi  di  ser  Bencivenni,  loro  notaio. 

Stefano  Benintendi' 

Lapo  Talenti 

loanni  di  Donato  Ulivieri 

lacopo  GiamboUari 

Ser  lacopino  Bonaccorsi 

Fantino  Silimanni 

Lapo  di  Pace  Angiolieri,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  Bono  di  ser  loanni  da  Ognano,  loro  notaio. 


RuBRiCA  203*  —  Come  si  edifich  lachiesa  di  S.  Croce  in  Firenze  d^  Frati  Minori  diS.  Francesco. 

La  grande  chiesa  de'  Frati  Minori  si  comincio  a  edificare  negli  auni  del  Signore  1294 
a'  dl  18  di  maggio,  e  fu  detta  per  titolo  S.  Croce. 

RuBRicA  204*  —  Come  Giano  della  Bella  ebbe  bando  di  Firenze. 

Essendo  Giano  della  Bella  di  buona  famiglia  ed  antico  di  Firenze  popolano,   uomo  di  3 
consiglio  e  leale  al  suo  Comune  e  franco,  ed  in  questo  tempo  era  lo  maggiore  cittadino  di 
/.,  iit,  68      Firenze  si  per  senno  e  per  virtii,  come  che  fu  quello  che  principi6 '  gli  ordini  della  lustizia 
addosso  a'  Grandi,  e  fecesi  il  Gonfaloniere  della  lustizia,  e  pero  era  nimico  de'  Grandi,  ed 
in  quel  tempo  erano  i  cittadini  di  Parte  Guelfa  tutti  cavaheri  e  Grandi  la  maggior  parte,  e 
per  temenza  di  loro,  e  per  diminuire  quello  uficio,  essendo  in  trattato    con   gli   cittadini  di  3! 
levare  loro  il  suggello,  ed  ancora  che  i  beni  della  detta  Parte   si   vendessero,  e  mettessonsi 
in  comune,  molto  Todiarono  i  detti  Grandi  quando   il   seppono.    Ed   essendo   messer   Corso 
Donati  accusato  al  Podestk,  il  quale  Podestk  avea  nome  messer  Gianni  da  Como,  di  che  ac- 
cuSato  di  morte  di  un  popolano,  compari  con  segreta  sicurtk,   e   quando  son6  a  prosciogli- 
gione,  il  Popolo  credette  sonasse  a  condannagione ;  il  Gonfaloniere  puose  il  gonfalone   alla  4( 
finestra  per  ire  a  fare  la  esecuzione  delle  sue  case,  ed  il  Popolo  veggendo  assoluto  messer 
Corso  grido :   "  Muoia  il  traditore  PodestJi  „  e  corse  airarme,   ed   armato   s'and6   a   casa   di 
Giano  della  Bella,  che  quasi  Taveano  come  capo  e  guida  loro,  e  Giano  disse :  "  Andate  con 


32.  come  che  fu]  e  fue   G.;  come  perchi  fu  I.  —  37.  molto  rodiarono]  molto  lodarono  <?.•«<//.;  nonostante  la 
concordia  <U  G,  ed  I.  adotto  la  lez,  di  A.  —  39-40.  prosciogligione]   prosciovigione  /. 


[aA.  1294-1295J  CRONACA  FIORENTINA  73 

"  questo  mio  fratello  ed  io  verr6  appresso  armato^,  ed  al  fratello  disse  che  andasse  a  casa 

i  Priori  a  sapere  quello  che  comandassero.     II  Popolo  mosso,  e'   non  intese  avere  ad  ire  a' 

Priori,  ma  corsono  a  casa  del  Podestk,  ed  arsono  la  porta,  ed  il  Podestk  rubarono  e  presono, 

e'  dei  suoi  uccisero  assai,  e  menarlo  a'  Priori,  il  quale  lo  ritennono  ed  onoraronlo  per  onore        r,  m,  69 

del  Comune;  e  messer  Corso  di  tetto  in  tetto  si  fuggl  e  non  fu   giunto,    che   sarebbe   stato 

morto  dal  Popolo;  e  cosi  poi  racchetato  il  Popolo,   il   Podesta   se   ne  ando.     Messer  Corso 

con  gli  altri  tennono  segreti  modi  della  elezione  de'  Priori  d'averla  a  loro  modo  e  di  uomini 

li  quali  volessero  quello  che  eglino;  e  cosl  ebbono.  Ed  al  nuovo  Priorato   fu  data  una  no- 

tificazione  al  Capitano  del  Popolo   che   Giano  della  Bella  avea  perturbato  il  pacifico   stato. 

1  e  con  arme  assalito  il  Podesta  e  cacciatolo  di  palagio.     II  Capitano  form6  inquisizione  e  ri- 

,;  chieselo;  il  Popolo  minuto  si  gli  ando  a  casa,    e   si   lo   volea  fare  comparire,   e  prometteva 

I  d'armarsi,  ed  il  fratello  si  aveva  apparecchiato  un  gonfalone  alFarme  della  lustizia,  per  trarre 

;  al  suo  soccorso      Gian  della  Bella  senti  che  il  palagio  de'  Priori   i   Popolani   Grassi   erano 

in  concordia  con  gli  Grandi;  di  che  per  fuggire  quistioni  nella  cittk  diliber5  di  non   com- 

i  parire  e  d'?ispettare  cht  il  Popolo  rimediasse  a  ci6,  e  se  pure  avesse  bando,  d'essere  riban- 

dito,  e  cosi  ebbe  bando  a'  dl  5  di  marzo  1294. 

\ 
RuBRicA  205"  —  Come'  st  accrebbe  la  chiesa  di  S,  Liferata.  /.,  m,  70 

Erp  la  chiesa  di  S.  Raparata  disorrevole  alla  nobilt^  di  Firenze,  e  per6  si  dilibero    di 
i  crescerla;  di  che  si  dilib'jr6  che  fosse  di  marmo  e  d'intagli,  e   fosse   larga   braccia    157  e 
Ji  e  lunga  260  e  mutasse  nome  in  Santa  Maria  del  Fiore;  e  per  cio  fare  per  ogni  uomo  ch'era 
:  in  Firenze  si  ponesse  due  soldi  Tanno  e  per  ogni  entrata  denari  quattro  per  lira. 

RuBRicA  206*  —  Come^  in  Firenze  dierono  danari  al  Vicario  dello  'mferatore,  ■perche  si  -par-       /.,  m,  71 
tisse  dal  -paese. 

Ad  Arezzo  venne  della  Magna  un  gentlle  uomo,  messer  Gianni  di  Celona  per  Vicario 
.'  di  Alberto  d'0sterlich,  il  quale  avendo  fatta  guerra  contro  i  Guelfi,  per  cacciarlo  sl  gli  fu 
dato  fiorini  30  000  d'oro ;  e  fu  questa  volta  la  prima  che  i  Fiorentini  si  cominciarono  a  ri- 
comperare  dalli  forestieri;  e  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1294. 

RuBRicA  207*  —  ^esti  sono  i Priori  da  mezzo  febbraio  12^3  a  mezzo  febbraio  12^4.: 

Martino  di  Bonaiuto  Cingo  degli  Altoviti,  gonf.  di  lustizia 

3  Pacino  de'  Peruzzi .  Ser  Marco  Consigli,  loro  notaio. 

Michele  Angelotti 

Chiaro  di  Salvi  Caruccio  del  Verre 

Guido  del  Bianco  Lapo  Benefaffi 

Ugolino  del  Zampa  Lippo  di  Salvaterra 
l  Rosso  dello  Strozza,  gonfaloniere  di  lustizia     Gherardino  di  loanni 

Ser  Bindo  Cambi;  loro  notaio.  Ruggieri  Cardinali 

Gherardino  di  Diedato 

'  Mongia'  del  Rosso  delle  Botte  Davizo  di  Ranieri  Davizi,  gonf.  di  lustizia  '-  "••  " 

Michele  di  Riccialbano  Ser  Lapo  Cinghietti,  loro  notaio. 
\  Arrigo  di  Marcovaldo 

Cesso  di  Buoninsegna  Cione  del  Rosso 

j  Pecora  di  loanni  Taldo  di  messer  Maffeo  Tedaldi 

I  Gaddo  di  Passavante  Ser  Caccia  de'  Bonciani 


19-30.  larga  braccia  157  e  lunga  260]  larga  braccia  73  e  lunga  a6o  /.;  larga  e  lunga  e  mutasse  A,  —  35.  d'0- 
•terllch]  Starlich  /.;  SterUch  G. 


74  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1245-12961 


Bartolo  Buere  Bianciardo  di  Toricca 

Ricco  de'  Falconetti  Bonaccio  Ottobuoni,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ciuto  di  aer  Manetto  Pinzocheri  Ser  Manno  di  Talento,  loro  notaio. 
Betto  di  Rinaldo,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Federigo  di  ser  Palmieri  iudice  da  Qua-  Filippo  del  Lombardo 

rantola,  loro  notaio.  Ricco  da  Ghiacceto 

Corso  del  Fomaio  de'  Fibianchi 

/..  111,  TJ      Vanni'  del  Coppia  Adimare  di  Rota 

Lippo  di  Falco  Cambi  Stefano  del  Buono 

Cino  Diotaiuti  della  Badessa  Nero  Cambi 

Lapo  d'Uberto  Ubertini  Pacino  d'Angiolieri,  gonfaloniere  di  lustizia 

Tedice  Manovelli  .^  Ser  Tancredi  di  ser  Bencivenni,  loro  notaio. 

RuBRiCA  208*  —  Come  i  Grandi  vollono  rom-pere  il  Pofolo,  ed  i  Priori  ebbono  compagnia 
■perckh  non  -potcssono  Jar  male. 

Come  detto  h  per  Tastuzia  de'  Grandi,  li  quali  pigliavano  piu  del  campo   che  non   vo- 
leano  i  Popolani  minori,  aveano  ogni  volta  li  Priori  a  lor  posta  e   sempre  gente  che  favo- 
reggiavano  i  Grandi;  di  che  avvenne  che  il  Priorato  da  mezzo  giugno  infino  a  mezzo  ago-  1 
/.,  III,  74      sto  1295,  che  furono  Vanni  Ugolini  ed  i'  compagni,  si  parve  che  con  loro  consentimento  ? 
Grandi  8'armarono  per  voler  levare  gli  ordini  della  lustizia,  e  feciono   tre  schiere  tutti  ar- 
mati  con  armi  reali.     Fu  messer  Forese  Adimari  capo  d'una,  e  fu  suUa  piazza  di  S.  loanni 
schierato.     Fu  Oltrarno  messer  Vanni  de'  Mozzi;  ed  in  Mercato  nuovo  la  terza  ove  fu  mes-  , 
ser  Geri  Spina  capitano.     II  Popolo  s'arm6  e  subito  furono  in  sulla  casa  de'  Priori,  che  era  ' 
drieto  a  S.  Brocolo,  e  quivi  dierono  sei  compagni   a'   Priori   per   modo   accompagnati,  che 
non  si  sarebbono  li  Priori  potuti  ire  a  negare  se  avessono  voluto,   e    stettonvi   tutto  il  loro  1 
uficio;  11  quali  furono  questi:  messer  Guido  Canigiani,  Rosso  de' Bacherelli,  Stefano  di  Bo-  :! 
naiuto  de'  Bonaiuti,  Boninsegna  de'  Beccanugi,  Passa  Finiguerre  e  ser  Arrigo  de'  Rocchi;  e 
poi  schierati  si  partirono  e  andaronne  a  S.  loanni,  e  domandarono  i  Grandi  quello  che  vo- 
lessono.     I  Grandi  non  si  vidono  seguire  come  credettono,  e  mezzani  furono,  e  corressesi  in  ,, 
piccola  parte  11  statuti  della  lustizia,  ed  alFaltro  Priorato  si  torn6  come  s'era,  e  disarmossi 
la  brigata  senz'altra  novitk;  e  ci6  fu  a'  di  5  di  luglio  negli  anni  del  Signore  1295. 

/.,  III,  75      RuBRicA  209.  —  Come'  furon  fatte  certe  famiglie  di  Grandi  po-polane. 

Veduto  il  Popolo  Tardire  de'  Grandi,  e  pensando  d'arrecare  a  s^  gente  ed  a  loro  tor- 
mento,  si  ordinarono  di  fare  certe  famiglie  grandi  popolane ;  e  cio  fu  deiranno  1295.  Le 
famiglie  che  furono  fatte  popolane,  sono  queste: 


RuBRlCA  210'  —  ^testi  sono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  12^4  a  mezzo  febbraio  12^5: 

Lippo  del  Velluto  Gherardo  Lupicini,  gonfaloniere  di  lustizia 

Bachino  di  loanni,  tavernaio  Ser  Andrea  di  ser  Filippo  Sapiti,  loro  notaio. 

Gheri  di  Paganetto 

Bartolo  d'Orlandino  Lippo  dl  Ranuccio 

Messer  Andrea  da  Cerreto,  iudice  Messer  Ranieri  della  Gattaia,  iudice 

Lotto  del  Migliore  Naddo  di  Segna 


a8.  credettono,  e  mezzani]  credettono  i  mezzani  G.; /orse  cedettono  i  mezzani 


[AA.  1296-1297] 


c^oNaca  FIORENTINA 


75 


Cecco'  di  Ciaio  Ristori 

Piero  di  Borgo 

Maestro  Durante,  medico 

Nuto  de'  Marignoli,  gonfaloniere  di  lustizia. 

Ser  loanni  di   lacopo  da  Signa,   loro  notaio. 

Vanni  d'  Ugolino 
Migliore  Ildebrandini 
Messer  Palmieri,  degli  Altoviti,  iudice 
1  Palma  di  Bernardo  Anselmi 
Messer  Guccio  di  Ruggieri,  medico    , 
Passa  Finiguerre 

Vieri  Falchi  Baldovini,  gonf  aloniere  di  lustizia 
Ser  Chello  Uberti  Baldovini,  loro  notaio. 


1 


Cino  di  Diotisalvi 
Neri  di  messer  lacopo  del  Giudice 
Ser  Benincasa  d'  Oddo  d'Altomena 
Salvi  del  Chiaro  Girolami 
Bindo  d'Aldobrandino  del  Tasso 
Piero  di  Guadagno 

Caro  di  Rustico  de'  Cantori,  gonfaloniere  di 
lustizia 


Ser  Lapo  di  Bartolo  da  Sesto,  loro  notaio. 

Coppo  di  Giuseppe  Canigiani 

Borghese  di  Migliorato 

Guccio  di  Diotaiuti  della  Badessa 

loanni  d'Attaviano 

Messer'  Aldobrando  da  Cerreto 

Messer  Folco,  medico,  di  maestro  Giovanni 

Neri  Corsini,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Buono  di  Gianni  da  Ugnano,  loro  notaio. 

Lapo  di  Bonaiuto 

Berto  di  Manetto  Ferraccini 

Messer  Niccola  degli  Acciaiuoli,  iudice 

Pagno  di  Gherardo  Bordoni 

Borgo  di  Rinaldo 

Lapo  di  Gherardino 

Cambio  Aldobrandini   di   Bellincione,  gonfa- 

loniere  di  lustizia 
Ser  Bellincione  di  Diedati  Cacciafuori,  loro 

notaio. 


/..  111,  76 


Priori  da  mezzo  febbraio  12^5  a  mezzo  febbraio  I2g6 : 


Tingo  Barbadori 

Maestro  Fagno,  medico 

Gentile  di  messer  Oddone  Altoviti 

Messer  Ubertino  dello  Strozza,  iudice 

Arrigo'  Lapi  Arrighi 

Cino  Ricevuti 

Lando  Albizi 

Ardingo  di  Bonaiuti  de'  Medici,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Pino  da  Signa,  loro  notaio. 

Nosso  Guidi  Bonafede 

Messer  Lapo  Salterelli,  dottore  di  leggi 

Tignoso  Bellandi 

Ammannato  di  Rota  Ammannati 

Amadore  Ridolfi 

Megliore  Guadagni 

Cante  Guidalotti,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Andrea  di  ser  Filippo  Sapiti,  loro  notaio. 

Boninsegna  Rugerini 

Alberto  di  messer  lacopo  del  Giudice 

Simone  Benci 

Maso  di  messer  Rugerino  Minerbetti 

Messer  Donato  iudice  di  messer  Alberto 


Manno  Rocchi 

Lapo  di  Ammonito  de'  Minutoli,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Oddo  di  ser  Benincasa  da  Altomena,  loro 

notaio. 
Messer  Loteringo  da  Montespertoli,  iudice 
Lotto  di  Guidone  Malabocca  de'  Mancini 
Simone  di  Gherardo  del  Bello 
Manno'  Attaviani 
Vieri  del  Bello  Rondinelli 
Michele  Rigattiere  di  Benivieni 
Cino  Colti,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Ranieri  Salvi  da  Vinci,  loro  notaio. 

Boninsegna  Angiolini  de'  Malchiavelli 

Teo  Bentaccorda  , 

Bizzo  di  Cambio  Alberti 

Duccio  Belcari 

Inamo  de'  Russoli 

Sere  Spigliato  Aldobrandini 

Spinello  di  Ranieri  Girolami,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Rinaldo  di  lacopo  da  Signa,  loro  notaio. 

Pela  Gualducci 


/.,  iii,  77 


/.,  III,  7J 


/;,  in,  79 


76 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  13^7-1296] 


Lapo  di  Bene  Faffi 
Duto  di  Bindo  della  Badessa 
Puccio  di  Benvenuto 
Nello  di  Ranuccio 


Geri  di  scr  Pace 

Duccio  di  Palla  Bernardino,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Chello  d'Uberto  Baldovini,  loro  notaio. 


RuBRiCA  210  bis.  —  Ordine  de'  Grandi  fer  mettere  discordia. 

Missono  i  Grandi  discrezia  tra  Popolani  in  questo  modo,  dicendo  che  non  era  convene- 
venole  che  chi  non  avevano  f ondato  Firenze  la  reggessono,  perocchfe  gH  artefici  erano  gente 
veniticcia,  e  cosl  per  guadagnare  dagli  scandali  ogni  dl  ne  perdevano,  come  innanzi  appa- 
riri;  ma  pure  lo  Priorato  fu  un  poco  di  piu  gente  grassa  negli  anni  1297. 


/.,  III,  80 


Priori  da  mezzo  febhraio  12^6  fino  a  mczzo  febbraio  izgj . 


Messer  lacopo  da  Certaldo,  iudice 
Duccio  Magalotti 
Valore  Rimbaldi 
Chiaro'  Salvi  del  Chiaro 
Lapo  Bencivenni,  legnaiuolo 
Feo  di  messer  Buonfantino 
Lippo  Manni,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Bonafede  Buoncompagni  da  Certognano, 
loro  notaio. 


Giovanni  Siminetti 

Ser  Guido  da  Turicchio 

Nello  Diotaiuti  Galigaio 

Ricco  Arlotti 

Tedice  Manovelli 

Ricco  degli  Albizi 

Cere  di  Piloso  de'  Canigiani,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Manno  Talenti  da  Sesto,  loro  notaio. 


/.,  III,  81 


Rosso  Filighemi 

Duccio  di  Giannni  Bucelli 

Vanni  Angelotti 

Adimare  di  Rota 

Ser  Arrigo  Grazia 

Baccio  Burnetti 

Pacino  Peruzzi,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Bindo  Cambi,  loro  notaio. 

Lapo  d'  Ugolino  Benivieni 
Venedico  de'  Pretasini 
Arrigo  Marcovaldi 
Corso  Borghi 

Messer  Andrea  da  Cerreto,  iudice 
Gaddo'  Passavanti 

Ser  Arrlgo  de'  Rocchi,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Bindo  di  ser  Guicciardo  de'  Magnoli,  loro 
notaio. 


Teo  Bardi 

Messer  Giovanni  Rustichelli,  iudice 

Ser  medico  Aliotti 

Francesco  di  Ciaio  Ristori 

Betto  Rinaldi 

Ciuto  di  ser  Manetto 

Pagno  dello  Strozza,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Matteo  di  Beliotto  da  Sesto,  loro  notaio. 

Lippo  Rinucci 

Sinibaldo  Megliori 

Messer  Palmieri  degli  Altoviti 

Corso  Gugliehni 

Nuto  de'  Marignolli 

Maestro  Cambio  di  maestro  Salvi 

Lapo  di  Guazza  Ulivieri,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia  3: 

Ser  Pino  Biechi  da  Signa,  loro  notaio. 


3t 


/.,  III,  82 


RuBRiCA  211*  —  Come  si  fece  il  falagio  di  Priori  di  Fircnze. 

Per  la  novitk  della  elezione  de'  Priori  che  cominciavano,  in  Firenze  ogni  dl  i  Priori 
non  parevano  sicuri  nella  lor  casa ,  il  perchfe  si  diliber5 '  che  si  f acesse  un  palagio,  il  quale 
si  fece  sul  terreno  allato  alle  disfatte  degli  Uberti;  e  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1298.      40 


%.  ^ueaia  rtibrica  manca  in  G.  ed  in  I,,  la  ricavo  da  A, 


[AA.  1298-1300] 


CRONACA  FIORENTINA 


77 


RuBRiCA  212*  —  ^esti  sono  i  Priori  delV  auno  izgy  a  mezzo  febhraio  I2q8: 


Diotaiuti  del  Velluto 
Messer  Guatieri  da  Ghanghereto 
Caroccio  d'  Ugo  Buonaccolti 
■   Girolamo  di  Salvi  del  Chiaro 
Durante  di  Ricovero,  tavemaio 
Lapo  di  messer  Buonfantino 
Mannino  degli  Acciaiuoli,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
I»  Ser  Filippo  di  lacopo    da   Villamagna,   loro 

notaio. 


Casino  di  Sassino  Benincasa 

Messer  Caro  di  Ser  Venisti,  iudice 

Borghino  del  Bieco  Baldovinetti 

Ristoro  di  Spede 

Geri  di  Cardinale 

Manno  d'Arrigo  de'  Rocchi 

Borghese   di  Migliorato,   gonfaloniere   di  lu- 

stizia 
Ser  Lapo  di  ser  Alberto  Amizzini,   loro  no- 

taio. 


Cione  di  Benintendi 

Recco  di  Torre  da  Ghiacceto 

Neri  d'Aldobrandino  Bellincioni 

Cesso  di  Boninsegna  de'  Beccanugi 

Piero  Manzuolo  di  Borgo 

Messer  Baldo  d'Aguglione,  iudice 

Pagno  di  Gherardo  Bordoni,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Ranieri  di  Tolomeo,  loro  notaio. 


Lapo  di  Bonaiuto 

Alberto  del  Giudice 

Messer  Rinieri  del  Forese,  iudice 

Maestro  loanni  di  Lapo  Guiglielmi 

Corso  di  messer  Alberto  Ristori 

Durante  di  Donato  di  Rittafede 

Andrea  di  Guido  de'  Ricci,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Orlandino  di  Nino  Biliotti,  loro  notaio. 


Ser  Simone  di  Guidalotto 

Manetto  di  Bentaccorda 

Corso'  di  Bonaccorso 

Palla  di  Bernardo  Anselmi 
5  Dino  vocato  Pecora  di  Gianni 

Maestro  Salvi  medico  di  Ciuto 
,     Lapo  di  Giambono   degli  Orciolini,   gonfalo- 
niere  di  lustizia 

Ser  Andrea  di  ser  Filippo  Sapiti,  loro  notaio. 


Boninsegna'  Angiolini  Malchiavelli 

Cione  de'  Magalotti 

Gentile  di  messer  Oddo  Altoviti 

Pietro  di  Buonavolta 

Messer  Matteo  del  Canto 

Lando  degli  Albizi 

Guccio   di   Bonagiunta   de'  Medici,   gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Barone  Aliotti  da  Signa,  loro  notaio. 


/.,  lU,  83 
/.,  m,  84 


0  RuBRiCA  213*  —  Come  i  Fiorentini  cominciorono  il  terzo  cerchio  dellc  mura  in  Firenze,  fer- 
che  le  altre  mura  antiche  erano  rotte. 

Gli  anni  del  Signore  1299  del  mese  di  novembre   essendo   la  cittk  di  Firenze  in  pace 

c  le  mercanzie  stavano  in  lavoro  e  guadagno,  Firenze  non    era   murata,   ma   solo   erano  le 

porte,  come  h  narrato  adrieto  rubrica  165*  nelFanno  1284  con  alcuno  steccato,  Taltre  mura 

i5  antiche  erano  rotte  e  disfatte.    Pensando   quanto   potrebbe  gittare   mala   ragione   di  guerra 

jj     la  elezione  di  due  Imperadori   ch' erano   eletti   e  la  guerra  di  Sicilia,  si  ordinarono   di  far 

f     chiudere  di  mura  Firenze;  e  cosi  si  fece  con  grandi  ordini  e  con  molta  sollecitudine  come 

a  tal  cosa  si  conveniva. 


RuBRicA  214*  —  ^esti'  sono  i  Priori  da  mczzo  fcbbraio  12^8  a  mezzo  febbraio  I2gg: 


0  Corsello  di  Michele 
Berto  Manetti  Ferraccini 


loanni  di  Benci  Manovelli 

Messer  Ubertino  dello  Strozza,  iudice 


/.,  MI,  iS 


33.  e  le  mercanzie  davano  al  Popolo  lavorio  c  guadagno  G, 


78 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1300] 


/.,  III,  S6 
/.,  III,  87 


Aldobrandino  Mariti  da  Cerreto 

Piero  di  Guadagno 

Lapo  di  Talento  de'  Bucelli,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  loanni  di  lacopo  da  Signa,  loro  notaio. 

Messer  lacopo  da  Certaldo,  dottore  di  leggi 

Lippo  de'  Bencivenni  de'  Mancini 

Saggina  di  Filippo 

loanni  d'Attaviano 

Vieri  de'  Rondinelli 

Tencino  d'Acerbo 

Borgo  di  Rinaldo,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Bonsignore  Ostigiani,  loro  notaio. 

Metto  di  Biliotto 

Tano  di  Mico  de'  Baroncelli 

Tignoso  Bellandi 

Ammannato  di  Rota  Ammannati 

Ricco  di  Davanzo 

Riscosso  di  Bonifazio 

Durante'  di  Messer  Bonfantino,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Chello  d'Oberto  Baldovini,  loro  notaio. 

Gherardino  de'  Velluti 


Maso  de'  Peruzzi 

Messer  Niccola  degli  Acciaiuoli,  iudice 

Marino  d'Orlando 

Lippo  di  Manno 

Lapo  di  Gianiano  de'  Romaldelli 

Niccol6  di  Donato  Ardinghelli,   gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Ridolfo  di  Filippo  Pretassini,  loro  notaio. 


Rosso  Filigherni  1 

Michele  di  ser  lacopo  Riccialbani 

Cino  di  Diotaiuti  della  Badessa 

Vanni  di  Puccio  Benvenuti 

Cione  di  Baldovino 

Geri  di  ser  Pace  1 

Tuccio  di  Ferruccio,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Matteo  Biliotti,  loro  notaio. 


Lapo  di  Ammonito  de'  Minutoli 

Donato  di  Lamberto  deirAntella 

Arrigo  di  Marcovaldo 

Bartolo  Buere 

Messer  Donato  di  messer  Alberto  Ristori 

Lapo'  Biondo  di  Bencio 

Cecco  di  Ciaio  Ristori  gonfaloniere  di  lustizia  2\ 

Ser  Rinieri  di  Salvi  da  Vinci,  loro  notaio. 


RuBRiCA  215*  —  Come  fa-pa  Bomfazio  VIII  ordinb  il  ferdono  del  giubileo  del  ijoo  di  colfa 
e  di  fena  in  Roma. 

Papa  Bonifazio  ottavo  pensando  quanto  era  la  difficultk  del  perdono  de'  peccati,  e  quanta 
potrebbe  essere  la  misericordia  di  Dio  pregato  da'  Santi  che  fussero  visitati,  ordinb  che 
vegnente  Natale,  cio^  Tanno  del  centesimo,  e  poi  ogni  anno  seguente  che  aggiugnesse  al  3( 
centesimo  anno,  che  qualunque  persona  andasse  a  visitare  le  chiese  della  cittk  di  Roma  e 
per  quindici  di  continui  stesse  in  Roma,  gli  fusse  perdonato  colpa  e  pena,  si  veramente 
ch'  e'  fusse  confesso  e  pentuto  de'  suoi  peccati;  e  li  Romani,  perchfe  sono  in  Roma,  doves- 
sono  f are  la  visitazione  trenta  di ;  ed  ordino  che  ogni  di  solenne  di  quello  anno  si  mostrasse 
il  Sudario  del  nostro  Signore  Gtesu  Cristo,  ed  oltre  a'  di  solenni  ogni  venerdi  d'ogni  setti-  35 
mana  per  piu  divozione. 

/.,  Lib.  IV,  I     RuBRicA  216*  —  Come  si  comiticib  da  frima  le  farti  nera  e  bianca. 

La  giunta  della  maladizione  d'  Italia  delle  parti,  e  spezialmente  quella  della  citta  di  Fi- 
I  renze,  fu  parte  nera  e  bianca,  siccome  aggiunta  di  cibo   cattivo  che  si  pone   sopra   lo   sto- 

maco  debole,  pieno  d'aItro  cibo,  che  corrompe  Tuno  Taltro.     Aggiunsesi  adunque   la  parte  4C 
nera  e  bianca  airaltra   maladizione   di   Guelfi  e  Ghibellini   e    di   quella   parte   che  Tuna   e 
Taltra  hanno  guasta  e  divisa  la  nostra  cittk  di  Firenze.  Ma  pure  quella  Ghibellina  e  Guelfa 


39-40.  siccome . . .  l'altro]  siccome  agglunta  di  clbo  rh'  h  buono  che  si  pone  sopra  al  debole  stomaco  sopra  al- 
1'Altro  cibo  che  corrompe  Tuno  e  Taltro  G. 


[A.  1300]  CRONACA  FIORENTINA  79 


dura  ancora,  che  volesse  Iddio  per  sua  pieti  finisse  senza  piu  male  seguirne.     Venne  adun- 
que  la  parte  nera  e  bianca  in  questa   forma,   che   essendo  in  Pistoia  una'famiglia  la  quale        /..  iv,  2 
passava  per  numero  pivi  di  cento  uomini  d'arme,  non  per6   d'antichitk  grande,   ma  di  pos- 
sanza,  d'avere  e  di  persone  quanto  h  detto  e  d'amicizia  assai,  H  quali   discesono   d'uno   ser 

fCancellieri  notaio,  e  da  lui  aveano  nome  ritenuto  Cancellieri,  il  nome  di  schiatta;  di  che 
ne  discesono  di  due  donne  figliuoli  che  feciono  lo  numero  in  questo  di  centosette  uomini 
d'anne ;  e  Tuna  discensione  fu  della  donna  che  si  chiamo  madonna  Bianca,  e  quelli  che  di 
lei  discesono  furono  detti  Cancellieri  Bianchi;  di  che  per  opposito  gli  altri  si  dissono  Can- 
cellieri  Neri;  e  fu  divisione  da  loro  per  lo  partire  et  come  detto  b  per  le  due  donne  ma 
Kpure  erano  discesi  Grandi,  ed  insieme  infino  a  questo  di  si  conteneano  con  gli  detti  nomi. 
Addivenne,  come  il  nimico  della  umana   generazione   vuole,   che   giucando   Tuno   coiraltro 

■  uno  figliuolo  di  messer  Guiglielmo  Cancellieri  Neri,  il  quale  avea  nome  Lore,  fedi  un  figliuolo 
di  messer  Bertacca  Cancellieri  Bianchi.    Tornato  messer  Guiglielmo  a  casa,  sentendo  la  cosa, 

Inon  faccendo  di  questo  stima  grande  altro  che  di  riprendere  il  figliuolo,  e  si  gli  disse:  "  Va' 

t'  "  a  messer  Bertacca  e  chiedigli  perdono,  e  vuoglia  pregare  il  figHuolo  che  ancora  egli  perdoni 

"  a  te  „  ;  e  mando  seco  un  vicino,  dicendo  che  se  simile  a  lui  fusse  intervenuto,  si  sarebbe  con- 

tro  al  perdonare  fatto'.     II  figliuolo  ubbidi  al  padre,  giunse   a   casa   di  messer   Bertacca,  lo       /,  iv,  3 

quale  era  addolorato  del  figliuolo  ferito.  Udito  costui,  disse:   "  Tu  fosti  poco  savio  a  vecirci, 

,  e  tuo  padre  a  mandartici  „.  Di  che  essendo  nella  sua  casa  il  terreno  allato  ad  una  sua  stalla, 

2  ov'  era  una  mangiatoia,  lo  f ece  prendere,  e  f ecegli   tagliare    la  mano,  e  dissegli :   "  Porta  la 

"mano  al  tuo  padre  che  qua  t'  ha  mandato„.     II  giovane  cosi  concio  si  parti   e   tornossi  al 

suo  padre.     Quando  il  padre  il  -vide,  allora,  come   ragionevolmente   essere  dovea,  di  simile 

:  cosa  entro  nelFarme  egli  ed  i  suoi ;  di  che  molte  zuffe  ne  seguirono,  e  d'una  parte  e  d'altra 
ne  mori,  e  la  citta  di  Pistoia  se  ne  divise.     II  Comune  di  Pistoia  fece  i  capi  de'  Bianchi  e 

2  Neri  venire  a  Firenze,  e  chi  piu  era  da  far  fatti  si  gli  confinarono  in  Fii^enze,  acciocchfe 
non  mettessono  la  cittk,  che  gia  tutta  era  divisa,  in  ruina.  Erano  i  Cancellieri,  come  e 
detto,  di  grande  ricchezza  e  stato  e  non  di  si  poco  che  in  Firenze  non  avessero  di  grandi 
parentadi  e  con  migliori  cittadini  di  Firenze,  e  Tamicizie  come  i  parentadi.  Di  che  venuti 
a  Firenze  Tuna  parte,  cioe  quelli   Bianchi,  si  ridussono  in  casa   i  loro   parenti   ed   in   vici- 

3  nanza,  e  cio  fu  a  casa  i  Cerchi,  che  stavano  nel  Garbo.  Quelli  della  parte  nera  si  ripa- 
rarono  a  casa  i  Frescobaldi  in  lo  Fondaccio  appie  del  ponte  a   S.   Trinita;  e'  fu  questa  la       /.,  iv,  4 

,  seconda  mala  gramigna  che  si  allevo  nella  citth  di  Firenze,  imperocchfe  come  s'  erano  divisi 
'  in  Pistoia  i  Pistolesi  ad  aiutare  chi  Tuno  e  chi  Taltro,    quello  e  peggio  si   fece  in  Firenze 

per  tanto  che  poche  schiatte  di  Guelfi  o  Popolani  ebbe  in  Firenze  che  non  pigliassono 
i  parte  chi  del^una  e  chi  deiraltra.     E  ci6  fu   che   comincio   questa   maladizione  in   Pistoia 

ed  in  Firenze  negli  anni  del  Signore   1300. 

RuBRicA  217''  —  Comc  si  comincih  in  Fircnze  farti  bianca  e  nera  il  -percke,  chi  teneva  dal- 
Vuna  c  chi  daWaltra. 

Erano  in  Firenze,  come  e  detto,  li  Pistolesi  bianchi  in  casa  i  Cerchi;  di  che  essendo 
|)  in  casa  messer  Vieri  de'  Cerchi  la  mattina   di   S.  Giorgio   a'   dl  23   del   mese    d'aprile,   ed 

essendo  una  moglie  di  messer  Filippo  de'  Bianchi  ed  una  moglie  di  Bernardo  Donati,  met- 
,  tendole  a  tavola  insieme,  disse  Vieri  alla  donna  sua:  "  Non  far  cosl,  che  non  sono  d' uno 
]      animo,  tramezza  chicchessia  „.     Disse  la  moglie  di  Bemardo:   "  Messere  voi  fate  una  gran 

"  villania  a  farmi  amici  di  parte  e  nimici  di  persona ;   io   ho   voglia  di  andarne  fuori  „ ;   di 

;  10.  si  conteneano]  si  contentavano  A,  —  12.  llquale...  figliuolo]  il  quale  avea  nomc  Lanfredi  con  quistione 

I  dette  delle  busse  al  figliuolo  O.  II  nome  Lanfredi  e  sorto pcr  errore  dalla fusione probaHlmente  delle  farole  Lore,  fedi. 

I  Lb  Istorie   pisTOLBsi   (Firenzc,  Stamperia   di   S.   Altezza   Reale    1733)    invece  di  Lore  riporiano  il  nome  Dore  — 

I  24.  /  Codici  hanno  fer  errore  comune,  che  si  rifete  anche  in  I.  Firenze  in  luogo  di  Pistoia,  come  ho  corretto.  —  43-44. 

I;  voi  fate  . . .  persona]  voi  fate  gran  viliania  a  far  mc  o  i  mia  di  parte  c  nimici  di  persona  OV,  voi  fate  una  gran 


80  CRONACA  FIORENTINA  (A.  laoo) 


che  la  mogHe  di  messer  Vieri  disse  :  "  E  tu  te  ne  va„.     E  se  non  fuase  messer  Vieri,  ella  si 
partia,   che   la  prese,   ma  nondimeno   come  f emmina  che   poco   usb   cortesia,   disse :   "  Ora 
"m'avete  fatta  la  seconda  vergogna,  ch'  fe  gran  villania  a  cercare  le  donne,.    Messer  Vieri, 
contuttocchfe  fuBse  savio  cavaliere,  disse:   "  Bene  sono  il  diavolo  le  femmine„,   ed  ando  pih  . 
oltre    e  lasciolla.    Comecchfe  il  fatto  s^andasse,   messer  Vieri  8'aizzava  per   lo  adrieto  co'  i 
Donati,  perocchfe  come  fe  cattiva  usanza  in  gli  antichi  proverbi  si  dice  che  i   vicini  si  vo- 
gliono  di  rado  buon  bene.     Torn6  a  casa  la  donna,  e  disse  piu  \k  che  non  era  stata  la  fac-  ' 
cenda;  di  che  nacque  che  Bernardo  era  superbo  per  la  famiglia   e   sdegnoso   per   gli  uffid 
che  non   avea  contra'  Cerchi,  che  erano  di  mag^ore  stato  d'  uomini  di  Firenze   d'  uficio   e 
di  parentado  e  di  danari,  erano  superbi  assai,  di  che  v' avea  che  dire;  di  che  nacque  che  ( 
dolendosi  Bernardo  di  messer  Vieri,  quegli  avendolo  a  sdegno  dovette  dire :  "  La  cosa  che  ' 
"  disse  la  moglie  fu  forte  appensata;  chfe  fastidio  h  questo  „  ;  volgendosi  verso  un  suo  nipote,  ; 
quegli  rispuose  a  Bernardo:  "Di,  che  sei  tu  malmenato  „.    E  se  non  fusse  messer  Vieri,  Ber- 
nardo  era  morto;  e  pur  cosi   ebbe  delle  buone  di  nuovo.     Tomato  a  casa  assali  uno  de' 
Cerchi  col  coltello  e  ferillo  alquanto,  ch^  '1  trovo  da  casa  sua,  perocch' erano  sl  vicini  che  ' 
Tuno  sempre  era  a  casa  raltro.     Di  che  per  questa  cagione   s' ingrossarono  gli   animi  Tuno 
contro  Taltro  e  seguinne  briga    che  Tuno  si  guardava   dall'altro.     Ed  in  effetto   essendo  il 
dl  di  calendi    di    maggio    nel    1300,  facendosi   feste   come  si  fanno  a    Firenze   di   donne   e 
d'uomini  con  piCi  balli  nelle  chiese  e  in  sulle  piazze,  in  sulla  piazza  della  chiesa  di  S.  Tri- 
nita  v'arriv6  a  cavallo   una  brigata  di  giovani  de'  Cerchi  armati  che  si  guardavano  da'  Do-  I 
nati,  ed  erano  iti  per  Firenze  vedendo  le  feste.     Stando  a  vedere   cosi   a  cavallo,  sopra^- 
venne  quella  brigata  de'  Donati,  e  non   veggendo  i  Cerchi   che   vennono   loro   di  drieto,  i  [ 
Donati  aveano  a  ricevere,  si  spinsono  loro  addosso  co'  cavalli   per  vedere  e  non  per  ingiu- 
ria,  perocchfe  non  sapeano  che  ivi  fossono  i  Cerchi.  Veggendosi  i  Cerchi  spignere  altrimenti  i 
si  rivolsono  e  feciono  romore ;  dal  romore  airarme;  qui   furono  de'  feriti  di  qua  e   di  Ik;  i 
ma  pure  a  uno  de'  Cerchi,  che  si  chiamava  Ricovero,  venne  un  colpo  sulla  pianella  e  discese 
giu  e  portonne  il  naso  in  parte;  e  fu   tale    la  zuffa   che   quasi   ogni  uomo   prese   Tarme,   e 
costoro  ciascuno  prese  Tarme,   e  ritomoronsi  in  casa.     Erano  in  la  veduta  stata  del  ballo  a 
compagnia  delFuna  parte  e  deiraltra  de'  cittadini  di  molte  case,  le  quali  chi  a  offesa  e  chi  | 
a  difesa  avea  tenuto,  che  chi  vi  fu  offeso  si  tenne  offeso  da  chi  vi  puose  favore;  e  cosi  e  i 
converso.     Le  case  che  poi  s'accostarono  colle  due  famiglie   furono   queste,   perch^  furono 
i  Cerchi  parenti  de'  Bianchi  e  di  loro  fanti,   ciofe   de'  Cancellieri  Bianchi,   che  si   dissono  ' 
parte    bianca.     E  cosi  i  Donati  si    dissono   parte   nera.     Quelli   che   tennono   co'   Cerchi   e 
parte   bianca  sono  questi:  Mozzi,  parte  di  famiglia   Nerli,  Mannelli,  Frescobaldi  e  Bardi  e 
Rossi,  il  Baschiera  della  Tosa  con  tutto  il  suo  lato,  gli  Abati  tutti,  gli  Adimari,  salvo  il  lato  i 
dei  Cavecciuli,  Malespini,  Scali,  Falconieri,  parte  di  sei  famiglie,  cio  furono  Gherardini,  Bo-  | 
stichi,  Giandonati,  Pigli,   Vecchietti,    Arrigucci,   Cavalcanti.     Molti    de'   popolani   minuti   e 
quasi  tutti  i  Ghibellini  di  Firenze  tennono  con  loro  e  parte  bianca.     Della  parte   nera  con 
gli  Donati  si  furono  i  Buondalmonti,  Gianfigliazzi,   Brunelleschi,   Agli,   Acciaiuoli,  Manieri, 
Bagnesi,  Tornaquinci,  Bisdomini,  Spini,  Pazzi  con  tutte  Taltre  case   che   non  furono  intere  I 
accostate  co'  Cerchi  e  quasi  tutte  le  famiglie  guelfe  della  citt^  di  Firenze. 

RuBRiCA  218*  —  Comc  i  Fiorcntini  mandarono  a  ■pafa  Bonifazio  che  f^rowedesse  alla  novita  ; 
incominciata  accib  non  andasse  'piu  innanzi  e  al  fcggio. 

II  Comune  e  Popolo  di  Firenze  di  concordia  mandarono  a  papa  Bonifazio  che  mettesse  , 
rimedio  a  queste  cose;  di  che  il  Papa  mando   per   messer   Vieri   credendo    che    perch' egli  i 

vjllania  a  far  me  o  i  miei  di  parte  o  nimici  di  persona  /.  Si  osservi  cke  le  lettere  o  i  miei  accostate  fossono  dar  luogo 

alla  farola  amici.    L,a  scomposizione  delle  leitere  fatta  dal  copista  frobabilmente  ia  frodotto  la  varicuiie  notata,  epperi  , 

ho  adottata  la  lez,  di  A.  —  3.  cercare  le  donne]  toccare  le  donnc  A.  —  7,  buon  bene]  buoni   beni   A. ;  a   rado   buoni  ; 

anni  /.  —  12.  appensata]  appressata  G.  —  13.  a  Bernardo  e  disse:  "  Di  6'.  —  14.  nuovo]  mano  A.  —  36.  Scali]  Galii  &  j 


[AA.  1300-1301]  CRONACA  FIORENTINA  81 

era  mercatante  in  Roma  e  in  molte  altre  Terre  f acea  gran  mercatanzia  ch'egli  lo  ubbidisse ; 
e  si  lo '  prego  f acesse  di  questo  quello  volesse,  e  promissegli  di  f argli  f are  pace  onorevole  e       /.,  iv,  8 
d'aggrandire  lui  ed  i  suoi.     Messer  Vieri  non  volle  assentire,   di  che  ne  fu  ripreso  assai,  e 
pur  torno  a  casa  e  non  segui  pace;  e  la  cittk,   Grandi  e  Popolani,  tutta   divisa   in  la  male- 
Sdetta  parte  bianca  e  nera;  e  cosi  la  citta  ed  il  contado  si  contamin5  d'esse  parti. 

RuBRicA  219*  —  Come  i  Cafitani  di  Partc  Guelfa  mandarono  al  Pafa,  ed  egli  mando  a  loro. 

Perchfe  il  Papa  era  stato  principio  di  dare  Tarme  a'  Guelfi,  che  sempre  seguirono  la 
Chiesa,  si  mossono  ambasciata  al  Papa,  il  quale  a  petizione  loro  e  de'  Neri  mando  in  Fi- 
renze  uno  frate  Matteo  d'Acquasparta  deirOrdine  de'  Frati  di  S.  Francesco  cardinale  con 
Glegazione,  che  era  valente  uomo,  e  volendo  ordinare  la  citta  non  pot^  ottenere  balia,  per- 
chfe  i  Bianchi  temerono  non  avevano  avere  male  stato,  perch^  i  Neri  erano  iti  al  Papa;  e 
cosi  sdegnato  il  Cardinale  si  parti,  e  scumunico  la  cittk  e  interdissela;  e  cio  fu  negli  anni 
del  Signor  1300  di  giugno. 

K.UBRICA  220*  —  Come  i  Donati  e  i  Cerchi  ebbono  zuffa  insieme  fer  trovarsi  a  caso  a  uno  mortorio. 

5        Essendo  i  Cerchi  ed  i  Donati  in  compagnia   ciascuno   de'  capi  delle   sette   loro  iti'  ad       /.,  iv,  9 
uno  morto  Oltrarno,  ove  molti  cittadini  erano,  i  Cerchi  v'erano  prima,  i  Donati  venneno  poi, 
non  sappiendo  de'  Cerchi,  nh  dove  si  fossono;  portoUi  la  ventura  l'andare  in  quella   parte. 
Di  che  nacque  che  i  Cerchi  veggendo  venire  costoro,  e  coloro  trovandosi  tra  loro,  sl  si  tras- 
5ono  fuori  i  ferri.     II    Popolo,    che    era    al   morto,    alterato,  trassono  con   istanghe   e   divi- 

05ono,  e  ciascuna  delle  parti  se  n'  ando  a  casa  armare  e  richiedere  gli  amici  ed  i  pa- 
lenti,  ed  ultimamente  i  capi  e  gli  armigeri  dell'  una  parte  e  dall' altra  si  si  andarono  alla 
ioro  parte ;  di  che  i  Donati  si  ridussono  a  casa  messer  Corso  a  S.  Piero  Maggiore  per  non 
isssere  attorniati  se  '1  Popolo  facesse  romore,  il  quale  per  parte  tenea  co'  Cerchi,  la  mag- 
^or  parte,  perchfe  erano  i  piu  mercatanti.     I  Cerchi  veggendosi  bene  accompagnati   schie- 

5rati  se  ne  andarono  a  S.  Piero  Maggiore,  ed  ultimamente  furono  ricacciati,  e  dov'eglino  si 
predettono  vendicare,  aggiunsono  all'  onta.  E  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1300  di  dicembre. 

RuBRicA  22  P  —  D'un'altra  mischia  si  fccc  tra  i  Donati  c  i  Cerchi  a  Rcmole,  c  cotnc  furono 
condannati  e  messi  in  frigionc. 

Poi  del  mese  di  gennaio  del  detto  anno  andati  in  Valdisieve  i  Cerchi  a  loro  possessio- 
i  Donati  sappiendo  la  tornata  di  costoro,  e  non  parendo  loro  convenevole'  ch'e'  passas-  /.,  iv,  lo 
iono '  appi^  di  casa  loro,  ed  a  coloro  non  parendo  onesto  avere  a  girare  un  gran  paese  a 
:ornare  a  Firenze,  nh  eziandio  torcere  la  loro  via,  se  ne  vennono  appi^  delle  Pieve  a  Re- 
nole,  ove  i  Donati  feciono  risistenza,  e  pure  fra  Tuna  parte  e  Taltra  fu  contenzione  che 
ce  n'ebbe  de'  feriti;  pure  passarono  i  Cerchi  sanza   guadagnare   troppo,  di  che  fue  proce- 

5duto  da'  Rettori,  e  condennata  Tuna  parte  e  Taltra;  di  che  i  principali  ch'erano  stati  con- 
dennati  per  la  zuffa  passata  de'  Donati  si  erano  in  prigione,  e  non  aveano  pagata  la  con- 
iennagione,  sperando  o  per  pace  o  per  grazia  uscirne  e  non  volere  impoverire  di  che  erano 
ricchi  da  pagare  troppo.  I  Cerchi  aveano  pagato,  et  a  questa  condennagione  i  Cerchi  vol- 
lono  che  cosl  facessono  i  loro,   come   che   avessono   da   pagare  e  stare   alla  dura  con  loro. 

OStando  in  prigione  per  lo  berlingaccio,  i  soprastanti   mangiando  di  brigata  con  questi  Cer- 


1 


|I  4.  e  la  citta,  Grandi  e  Popolani]  e  la  citt^  grande  di  Popolo  G.;  e  la  citti  grandi  e  Popolo  /. ;  —  ii.  te- 
Tierono  non  avevano]  temettono  non  avere  A.;  temerono  avere  /,  —  i6.  v'erano  . . .  pol]  T'erano  prima.  I  Do- 
'lati  vegnendo  /.  —   19.  alterato]  abiurato  A.  —  33.  contenzione]  di  condizione  /. 

T.  XXX,  p.  I  -  6. 


82 


CRONACA  FIORENTINA 


(AA.  1300-1301] 


chi  e  con  altri,  si  mangi6  un  migliaccio,  il  quale  tenea  di  veleno;  di  che  di  ci6  morirono 
quattro  de'  Cerchi  ed  uno  de'  Portinari  ed  uno  de'  Bronci.  E  di  tutto  fue  incolpato  uno 
sopraatante,  nome  ser  Neri  Abati,  ch'era  della  parte  de'  DonatL 


RuBRiCA  221' 3/5'  —  ^icsii  sono  i  Priori  da  mezzo  fehbraio  izgg  a  1300  i 


I.,  IV,  13      Maestro  Lapo  del  maestro  Rinuccino,  medico 
Spinello  di  Girolamo 
Naldo  di  messer  Ugo  Altoviti 
Bartolo  Orlandini 
loanni  di  Lapo  de'  Ruffoli 
Gaddo  di  Forese  de'  Falconieri 
Filippo  Rinucci,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Maffeo  di  Lapo  Rinieri,  loro  notaio. 

Noffo  di  Guido 

Neri  di  messer  lacopo  del  Giudice 
Nello  d'Arrighetto  Doni 
Bindo  di  Donato  Bilenchi 
Ricco  Falconetti 
Dante  Alighieri 

Fazio  da  Micciole,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Aldobrandino    d' Uguiccione  da   Campi, 
loro  notaio. 


Nagio'  di  Nagio 

Messer  Lapo  Salterelli,  iudice 

Michele  Angelotti 

Vanni  Torelli 

Nuto  MarignoIIi 

Gherardino  Diedati 

Guido   Ubaldini    da   Signa,   gonfaloniere    di 

lustizia 
Ser  Bondone  Cambi,  loro  notaio. 

Corso  Davanzi 

Bacherello  Bacherelli 

Cione  D'Arrigo  Paradisi 

Ammannato  di  Prospero 

Rinaldo  di  Buonacosa 

Villano  di  Stoldo 

Taldo  di  Maffeo  Tedaldi,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  Alone  di  Guccio  Aloni,  loro  notaio. 


/..  v:,  U 


Cere  Canigiani 

Guccio  Filippi 

Senno  Rinuccini 

Monpuccio  di  Salvi  del  Chiaro 

Recco  di  Lapo  Arrighi 

Davizzino  di  Rinieri  de'  Davizzi 

Braccino '  di  messer  Albizo  Trinciavelli,  gon- 

faloniere  di  lustizia 
Ser  Rinieri  Tolomei,  loro  notaio. 


Vanni  Ugolini 

Buonaguida  di  Ranieri 

Lippo  di  Tracca 

Guiglielmo  Stracciabende 

Messer  Dogio  dal  Borgo,  iudice 

Maccio  Ardinghi 

Orlanduccio  d'Orlando,   gonfaloniere   di   lu- 

stizia 
Ser  Petraccolo  di  ser  Parenzi,  loro  notaio. 


/.,  jv,  II      RuBRiCA  222'  —  lyuna'  congiura  chefcce  messer  Corso  Donati  con  Vaiuto  d^  Neri  contra  la 
farte  hianca  ed  il  Po-polo. 

In  questo  anno  del  mese  di  gennaio  messer  Corso  Donati  coiraiuto  de'  capitani  della 
Parte  Guelfa  ch'erano  allora  Neri  e  di  parte  nera,  si  ragunarono  a  consiglio,  e  delibera- 
rono  di  mandare  ambasciadori  al  papa  Bonifazio,  perocchfe  per  isdegno  era  male  amico  de' 
Bianchi  si  per  la  disdetta  di  messer  Vieri  e  sl  per  la  venuta  del  Cardinale  che  rimase  la 
concordia  de'  Bianchi;  la  quale  ambasciata  era  che  il  Papa  movesse  un  signore  guelfo  a 
venire  in  Firenze.  E  cosl  ordinato,  i  caporali  Bianchi  ordinarono  col  capitano  che  facesse 
giustizia  di  quegli  che  aveano  voluto  turbare  lo  stato  e  dare   signore   alla  cittk,  il  quale  fu 


4.  Questa  rubrica  ia  2.  porta  la  segnatura  322  "',  ma  per  l'ordine  cronologico  i'ho  collocata  prima  della 
222*;  tale  collocazione  fe  giustificata  anche  da  ci6  che  fe  detto  a  principio  della  rubrica  223*.  —  32.  con  rArdito 
de'  Neri  I.  —  31;.  parte  nera,  si  ragunarono]  Parte  Nera,  che  quasi  tuttl  i  Guelfi  favoreggiavano  specialmente  U 
Parte  Nera  ragunaronsi  A,  —  36.  amico  omm,  /. 


[A.  1301]  CRONACA  FIORENTINA  83 


per  modo  che  messer  Corso  ebbe  bando  deiravere  e  della  persona,  ed  altxi  condennati  in  mo- 
neta,  e  cosi  ne  confino  Bianchi  e  Neri,  i  quali  f urono  questi :  Li  Bianchi  furono  questi  confinati 
in  Sarezzana,  ciofe : 

Messer  Tegghiaio  della  casa  dei  Donati 
)  Messer  Gentile  della  casa  de'  Cerchi 

Carbone  della  casa  dei  Cerchi 

Baschiera  della  casa  della   Tosa 

Baldinaccio  Adimari 

Naddo '  della  casa  de'  Gherardini  /.,  iv,  12 

)  Guido  della  casa  de'  Cavalcanti 

Giovanni  Malespini 

Neri  confinati  a  Citta  di  Castello: 

Sinibaldo  della  casa  de'  Donati  .  . 

Messer  Rosso  della  Tosa 
)  Messer  Pazzino,  ^    1    ,  ,  p      , 

Messer  Giachinotto  / 
Messer  Geri  degli  Spini. 

E  cosi  condennati  e  confinati,  la  cittk  si  riposo  tanto  quanto  lo  Papa  peno  a  far  venire  signore. 

RuBRicA  223"  —  Come  fer  la  -partita  di  mcsser  Corso  lo  Pafa  mando  in  Franza  fer  messer 
;)  Filiffo  di  Valosa. 

Nel  detto  anno  1300  di  febbraio  messer  Corso  partito  per  lo  bando  ricevuto',  come  h  /.,  iv,  15 
fatta  menzione  nel  precedente  capitolo,  se  n'and6  a  Roma  al  papa  Bonifazioj  e  messer  Geri 
Spina,  il  quale  era  in  Roma  col  Papa  il  tutto,  si  mando  in  Francia  per  messer  Carlo  di  Va- 
losa,  uomo  di  senno  e  di  potenzia  e  fratello  del  Re  di  Francia  con  impromissione,  s'egli 
ij5  volesse  scendere  in  Italia,  gli  farebbe  dare  la  elezione  dello  Imperio,  stimando  che  ogni 
|{  volta  ch'egli  fosse  nelle  citta  d'  Italia,  ogni  volta  le  f amiglie  guelfe  di  Firenze  e  gli  parenti 
e  gli  amici  degli  usciti  e  coUa  parte  della  Chiesa  ch'era  in  Firenze  rimessa  a  messer  Carlo 
mai  sarebbe  dinegata  Fentrata  nella  citta  di  Firenze,  ed  essendo  per  introdotto  suo  in  Fi- 
renze,  sarebbe  nella  volontk  del  Papa,  e  cosl  stando  era  il  contrario. 

)  RuBRicA  224*  —  Siuesti  sono  i  Priori  di  mezzo  febbraio  zjoo  a'  7  di  novembre  1301 : 

Piero  Compagni  per  lo  sesto  d'01tramo  Vanni'  di  Cino  Sigoli  perjlo  sesto  d'01trarno        /.,  iv,  it 

Sinibaldo  del  Migliore  per  lo  sesto  di  S.  Pie-  Massaio  Raffacani  per  lo    sesto  di  S.  Piero 

ro  Scheraggio  Scheraggio. 

Cambio  Aldobrandini  per  lo  sesto  di  Borgo  Messer  Palmieri  Altoviti  per  lo  sesto  di  Borgo 

0  Dante  Rinaldi  per  lo  sesto  di  S.  Brancazio  Piero  di  Guardo  Rustichini  per  sesto  di  San 
Piero  Forese  per  lo  sesto  di  Porta  di  Duomo  Brancazio 

Mazzafero  di  Rinieri  per  lo  sesto  di  S.  Piero     Martellino  del    Ricco   per   sesto   di  Porta  di 

[j  Chiarissimo  Buonapace  per  lo  sesto  di  S.  Pie-  Duomo 

ii  ro,  gonfaloniere  di  lustizia  Guido  di  Forese   Falconieri   per  sesto  di  S. 

W  Ser  Giunta  Spigliati  per  lo  sesto  d'01trarno,  Pier  Maggiore 

f'  loro  notaio.  Guido  Baldovinetti  per  sesto  di  Borgo,  gon- 

;|  faloniere  di  lustizia 

1  Ser  Romeo  Lottieri  per  sesto  di  Borgo,  loro 
;i  notaio. 


4.  Tegghiaio  della  casa  dei  Donati]  Tegghlaio  della  casa  dei  Cerchi  /.;  omm.  A.  —  37.  riraessa  0»»»«.  / 


84  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i30i] 

Ser  Simone  Guidalotti  per  sesto  d'  Oltrarno  Lippo  di  Piero  Corazzaio  per  sesto  di  S.  Piero 

/..  IV.  17      Neri  Pepi  per  sesto  di  S.  Piero  Scheraggio  Spinello'  detto  Mazza  de'  Girolami  per  sesto 

Giovanni   di    Donato   Ulivieri   per   sesto    di  di  S.  Piero  Scheraggio,  gonfaloniere  di 

Borgo  lufltizia 

MaBO  di  lacopo  Biliotti  per  sesto  di  S.  Bran-  Ser  Buonaccorso   Gherardi,  per  sesto   di  S.    Sl 

cazio  Brancazio,  loro  notaio. 

Guido   di  Mostanza  per   sesto   di   Porta   di 

Duomo  Lapo  di  Pace  Angiolieri  per  sesto  d'OItrarno 

Geri    di   ser   Durante   de'  Chiermontesi  per  Lippo  di  Falco  Cambi  per  sesto  di  S.  Piero 

sesto  di  S.  Piero  Scheraggio  10 

Lippo  di  Vinci  per  sesto  d'  Oltramo,  gonfa-  Dino  Compagni  per  sesto  di  Borgo 

loniere  di  lustizia  Girolamo  di  Salvi  del  Chiaro  per  sesto  di  S. 
Ser  Feo  di  Lapo  Ranieri,  per  sesto  di  Porta  Brancazio 

di  Duomo,  loro  notaio.  Guccio  de'  Marignolli  per  sesto  di  Porta  di 

Duomo  1- 

Piero  Guarnieri  per  sesto  d'01trarno  Vermiglio   di  Jacopino  Alfani  per  sesto  di 
Ridolfo  di  Gianni  Barba  per  sesto  di  S.  Pie-  Piero  S.  Piero 

ro  Scheraggio  Piero   Brandani    per   sesto  di   S.  Brancazio, 
Tancredi  da  Vicchio  per  sesto  di  Borgd  gonfaloniere  di  lustizia 

Davizo  del  Trincia  per  sesto  di  S.  Brancazio  Ser  Bonaiuto  Galgani  per  sesto  di  Porta  San  20 
Corso  di  messer  Alberto  Ristori  per  sesto  di  Piero,  loro  notaio. 

Porta  di  Duomo 

RuBRiCA  226'  —  Come  tnesser  Carlo  di  Valosa  venne  in  Firenze,  e  quello  che  segut  di  sua  venuta. 

Nel  detto  anno  1301  il  primo  di  di  novembre  con  ordine  ed  operazione  di  papa  Boni- 
fazio  entr6  nella  cittk  di  Firenze  messer  Carlo  di  Valosa  fratello  del  Re  di  Francia;  e  per-  25 
chfe  i  cittadini  non  credessono  lui  volere  essere  signore,  giuro  e  promise  in  mano  di  quelli 
che  aveano  il  reggimento  di  dare  pace  e  buono  stato  alla  cittk  e  Iibert.\,  e  che  ci6  che  si 
/.,  IV,  18  facesse  sarebbe  di  volere  e  consentimento '  di  quelli  che  allora  teneano  lo  stato;  e  cosl  giu- 
rato  stette  cinque  dl  in  Firenze,  e  a'  dl  5  di  novembre  detto  anno  chiese  il  parlamento  in 
S.  Maria  Novella,  ed  in  presenza  del  parlamento  giur5  in  mano  de'  Priori  e  Vescovo,  ed  30 
ebbe  balia  a  non  fare  se  non  pace  e  non  mutare  nulla  del  reggimento.  E  fatto  questo  par- 
lamento  messer  Corso  venne  con  gli  sbanditi  alla  porta  di  S.  Piero  ove  erano  le  sue  case, 
ed  ivi  non  temendo  di  nulla  cominci5  a  tagliare  di  fuori  e  chi  era  dentro,  e  venuto  sulla 
piazza  di  S.  Piero  Maggiore;  i  soldati  di  messer  Carlo  furono  armati  ed  accompagnarono 
messer  Carlq  a  casa  che  stava  al  giardino  de'  Frescobaldi,  ed  i  Priori  si  tornarono  a  casa,  35 
messer  Corso  ruppe  le  Stinche  e  cavonne  i  prigioni  ed  il  palagio  del  Podestk  ed  i  Priori 
fece  scendere  di  Palagio,  e  corse  la  Terra,  e  fece  ardere  ed  abbattere  e  rubare  dentro  e 
di  fuori,  gridando:  "  Viva  il  barone  messer  Corso  „.  E  questa  fu  la  promessa  di  messer 
Carlo,  che  potea  bene  resistere  se  avesse  voluto,  che  avea  piu  di  2300  uomini  d'arme,  ma 
pare,  e  si  dice,  fusse  suo  ordine  e  fattura.  40 

/•>  IV,  19      RuBRiCA  226*  bis  —  Come '  messer  Carlo  di  Valosa  riformh  co'  Neri  la  citta  a  suo  modo,  e  comc 
■poi  si  -partl  e  lascib  vicario  un  messer  Matteo. 

Fatte  tutte  le  predette  ruberie,  si  fu  riformata  tutta  la  cittk  per  lo  rimanente  del  tempo 
ch'erano  stati  tratti  di  signoria  li  Priori,  che  ne  furono  tratti  a'  di  5  di  novembre  1301  e  fu 


39.  circa  a  3000  persone  A.;  pii  di  2850  uomini  d'arme  /.  —  40.  ma  si  disse  fuase  tutto  suo  ordine;  e  coA 
si  tenne  G.;  ma  dissesi  fu  suo  ordine  /. 


[A.  1301]  CRONACA  FIORENTINA  85 


riformata  la  cittk  di  Guelfi  di  parte  nera  a  dl  7  di  novembre  di  detto  anno  per  insino  a  mezzo 
dicembre  vegnente,  li  quali  furono  questi  cioh: 

Baldo  Ridolfi  per  sesto  d'01trarno 

Duccio  Giardini  Magalotti  per  sesto  di  S.  Piero  Scheraggio 
5  Neri  di  messer  lacopo  Ardinghelli  per  sesto  di  Borgo 

Ammannato  di  Rota  Ammannati  per  sesto  di  S.  Brancazio 

Messer  Andrea  da  Cerreto  per  sesto  di  Porta  di  Duomo 

Ricco  di  ser  Compagno  degli  Albizi  per  sesto  di  S.  Piero 

Tedice  Manovelli,  per  sesto  di  Porta  di  Duomo,  gonfaloniere  di  lustizia 
3  Ser  Chello  d'Uberto  Baldovini  per  sesto  S.  Piero,  loro  notaio. 

Tutti'  popolani  da'  di  7  di  novembre  per  infino  a  mezzo   dicembre  1301.     E  cosl  riformata       /.,  iv,  jo 

la  cittk  di  parte  nera  e  Guelfi,  stando  in  questo  riposo,  che  detto  h,  tra  la  paura  ed  il  danno 

de'  Bianchi,  si  partl  chi  volle;  niuno  non   fu    cacciato.     Come  papa  Bonifazio  senti   che  i 

;    Bianchi  s'erano  usciti  di    Firenze  ed  i  Neri  entrati,  mando  a  Firenze  il  sopraddetto  Cardi- 

5  nale,  cioe  messer  Matteo  d'Acquasparta,  e  messer  Carlo  si  parti  e  andonne  a  Pistoia,  e  quivi 

!    soggiorno  per  alcun  tempo. 

RuBRiCA  227*  —  Come  messer  Matteo  d^ Acquasfarta  venne  in  Firenze,  e  -pur  fece  come  altra 
volta  e  fartissi  daccafo  e  lascih  interdetta  la  citta. 

Messer  Matteo  d'Acquasparta  si  parti  dal  Papa  e  venne  a  Firenze  con  commessione  di 
d  fare  pace  tra  li  Bianchi  ed  i  Neri  e  far  riformare  Firenze   a  suo    modo    dell'una  parte  e 
;    deiraltra.     I  Neri,  che  parea  loro  star  bene,  non  assentirono ;  di  che  daccapo  si  parti  e  lasci6 
j    la  cittk  intradetta,'  ma  nondimeno  alquante  paci  fece;  infra  le  quali  fece  tra'  Donati  e  Cer-       /.,  iv,  21 
'    chi  e  molti  altri  casati,  e  molti  matrimoni  fece  in  quel  tempo. 

RuBRicA  228*  —  Come^  nacque  hriga  da  cafo  tra'  Cerchi  e'  Donati,  e  come  fu  morto  messer 
5  Nicola  de^  Cerchi  da  Simone  di  messer  Corso  e  Simone  da  lui. 

'  Rimanendo  la  cittk  in  questi  termini,  si  dife  a  pensare  come  non  era  buona  pace  che  quelli 

'  ch'  erano  del  tutto  signori  dello  stato  ne  fusseno  del  tutto  fuori,  e  quelli  che  nulla  v'aveano 
'    a  fare  ne   fusseno   signori,  ciofe  di  fare  lo  stato  a  lor  modo,  comecch^  non  fusseno   li  Do- 

nati,  Priori,  ma  erano  chi  e'  volean;  ed  i  Cerchi,  che  soleano  essere  il  tutto,  nuUa  erano. 
ip  E  per  questi  maledetti  uficj,  che  sono  perdimento  d'anima  e  di  corpo,  sempre  la  nostra  cittk 
■    n'^  venuta  in  disfacimento  ed  i  cittadini  in  morte  e  divisione.     Voglia  Iddio   con  bene  e 

riposo  d'essa  porre  rimedio  a  cio,  che  altra  briga  non  h  da  gran  tempo  in  qua  istata  in  Firenze 
'    che  per  gli  uficj.    Addivenne  che  andando  messer  Niccola  de'  Cerchi  a  Rovezzano  in  villa, 

Simone  di  messer  Corso,  il  quale  era  nipote  per  femmina  di  messer  Nicola  predetto,  si  seppe 
j5  la  sua  andata,  ed  aspettollo  al  ponte  ad  Affrico  e  quivi  TassaH.  Questi  credendosi  aver 
j  con  lui  pace  e  spezialmente  collo  nipote,  veggendosi  assalire  si  difese  come  potfe,  e  veggen- 
I    dosi  tirare  da  cavallo  e  ferire,  trasse  uno '  coltello  dal  lato  al  detto  Simone,  e  misseglielo  ne'       /.,  iv,  w 

fianchi,  di  che  per  lo  colpo  mortale  messer  Niccola  morl  ivi  di  subito,  e  Simone  morl  la 
>  notte  vegnente;  e  cosi  si  rinnovellarono  le  brighe  e  ruppono  le  paci;  e  ci6  fu  a'  di  24  di 
'0  dicembre  1301. 


1-2.  norembre...  vegnente]  novembre  1301,  rimissonsi  nuovi  Priori  che  vi  restassono  fino  a  mezzo  dlcem- 
bre  vegnente  /.  —  32,  d'essa  .  . .  istata]  d'essa  ponga  rlmedio,  acciocchi  altra  brlga  non ...  E  da  gran  tempo  stato  /.; 
//  fasso,  come  si  vedc,  h  segnato  in  /.  come  lacunoso  ;  (ale  lo  credettc  erroneamente  /.  fer  V  inesatto  scioglimento  di  qual 
c'ie  parola  e  pcr  non  avcr  segnato  benc  F ortografia  —  37.  tirare]  atterrare  A.  —  38.  per  lo  colpo  mortale  /.  ed  A.  omm. 


86 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1301-1302] 


/.,  IV,  23 
/.,  IV,  24 


RuBRiCA  229'  —  ^icstt  sono  i  Priori  che  restavano  a  forrc  da  mezzo  febbraio  tjoo  infino  a 
mczzo  diccmbrc,  c  da  mezzo  dicembrc  fino  a  mezzo  fcbbraio  ijoi,  pcrchb  sofra  sono  fosii 
gli  altri  sino  a'  7  di  novembrc  ijoi,  ovc  comincia  nttovo  rcggimcnto,  mettercmo  da  cafo 
tutti  fer  ordinc: 


Piero  Compagni 

Sinibaldo  del  Migliore 

Cambio  Aldobrandini 

Dante  Rinaldi 

Piero  Forese 

Mazzafero  di  Ranieri 

Chiarissimo  Bonapace,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  lunta  Spigliati,  loro  notaio. 

Vanni  Cini  Sigoli 

Massaio  de'  Raffacani 

Messer  Palmieri  degli  Altoviti 

Piero  Guardi  Rustichini 

Martellino  del  Ricco 

Guido'  Falconieri 

Guido  Baldovinetti,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Romeo  Lottieri,  loro  notaio. 

Ser  Simone  Guidalotti 

Neri  Pepi 

loanni  Donati  Ulivieri 

Maso  lacopi  Biliotti 

Guido  di  Mostanza 

Geri  di  Ser  Durante  Chiermontesi 

Lippo  Vinci,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Feo  di  Lapo  Ranieri,  loro  notaio. 


Piero  Guarnieri 

Ridolfo  Gianni  Barbe 

Tancredi  da  Vicchio 

Davizzo  del  Trincia 

Corso  di  messer  Alberto 

Lippo  Pieri  corazzaio 

Spinello  detto  Mazza  Girolami,  gonfaloniere  di 

lusti^ia 
Ser  Buonaccorso  Gherardi,  loro  notaio. 

Lapo  di  Pace  Angiolieri 

Lippo  di  Falco  Cambi 

Dino  Compagni 

Girolamo  di  Salvi  del  Chiaro 

Guccio  de'  Marignoli 

Vermiglio'  di  lacopino  Alfani 

Piero  Brandani,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Bonaiuto  Galgani,  loro  notaio. 

Banco  di  Guernieri  del  Bene 

Messer  loanni  Rustichelli,  dottore  di  leggi 

Lapo  di  ser  Rinieri  Albertini 

Lapo  dello  Strozza 

Bernardino  di  Giambono  de'  Medici 

Salvino  de'  Rittafede 

Neri  di  Guido  de'  Ricci,  gonf.  di  lustizia 

Ser  lacopo  di  ser  Venisti,  loro  notaio. 


2(! 


/.,  IV,  25 


RuBRicA  230"  —  Come  molti  furono  condannati  e  accozzoronsi  coi  Ghibellini,  c  la  Terra  non  30! 
si  riformb. 

Dopo  la  morte  di  messer  Nicola  si  cerc6  con  inganni  di  cacciare  i  Bianchi,  e  con  lettere 
contraffatte,  appresentate  a  messer  Carlo  in  nome  de'  Bianchi,  fu  formata  inquisizione  e  ri- 
chiesti  certi  caporali  e  aderenti  de'  Bianchi,  i  quali  non  compariti  ebbono  bando  e  andar- 
sene;  e  fuggitivi  e  condennati  s'accostarono  con  i  Ghibellini  e  ribelli  del  Comune  di  Firenze;  35i 
i  quali  condennati  furono  questi :  Cerchi,  Corso  e  Baldinaccio  Adimari,  i  quali  erano  di  quella 
casa  in  lato  bianco,  Naldo  Gherardini,  Baschiera  della  Tosa,  Cavalcanti',  Malespini,  tutti  ciofe 
delle  dette  case  del  lato  della  parte  bianca  e  non  de'  Neri.  E  cosi  si  dice  che  messer 
Carlo  lo  fece  a  petizione  di  papa  Bonifazio,  il  quale  per  introdotto  e  sagacitk  di  messer 
Geri  Spina  di  cui  era  signore  di  corte,  ed  acciocch^  bene  potesse  cio  fare,  messer  Musciatto  4u 
de'  Franzesi  da  Firenze  seppe  menare  questa  facenda  che  messer  Carlo  non  cognoscea  i 
cittadini  da  Firenze,  e  messer  Musciatto  amico  del  Papa  facea  la  combibbia  e  guasto  Firenze, 


34.  comparlti]  comparentl  /.;  i  quali  comparirono  A,  —  36-37.  i  quali . . .  bianco]  i  quali  di  quella  casa  illato 
(In  lato)  bianco  G. ;  che  teneva  co'  Bianchi  A.  —  38.  e  non  de'  Neri]  e  non  s'  iutese  denari  /. ;  e  none  de  Neri  A, ; 
e  non  s'intese  de'  Neri  G.  —  40.  Geri  Spina]  Geri  Malispini  G. 


[A.  1302]  CRONACA  FIORENTINA  87 


la  quale  poi  mai  senza  tribulazione  non  fu,  nh  b.  Voglia  Iddio  pongavi  rimedio,  siccome  per 
la  Chiesa  fu  la  prima  quistione  in  Firenze  per  le  divisioni  collo  Imperio  e  Chiesa,  e  Guelfi  e 
Ghibellini,  e  Neri  e  Bianchi  rhanno  a  male  porto  condotta.  La  cacciata  dei  Bianchi  fu 
a'  dl  2  d'aprile  negli  anni  Domini  1302. 

RuBRiCA  231*  —  Come  i  Lucchesi  e  i  Fiorentini  assediarono  Pistoia  rubellata. 

Essendo  per  la  cacciata  de'  Bianchi  di  Firenzcj  come  detto  aviamo  adrieto  rubrica  230, 
si  si  era  ribellata  la  cittk  di  Pistoia,  e  gl'  Interminelli  usciti  di  Lucca  faceano  oste  e  brighe 
alle  castella  de'  Lucchesi,  ed  al  Comune  di  Firenze  facevano  guerra  gli  usciti  di  Firenze;  di 
che  il  Comune  di  Firenze  ed  i  Lucchesi  deliberarono '  d'  andarvi   a  sedio,   e  guastarono  cio       /.,  iv,  26 

I  che  d'  intorno  intorno  era  a  Pistoia.  Stati  i  Lucchesi  un  pezzo  a  campo  coi  Fiorentini  airassedio 
si  partirono,  ed  i  Fiorentini  vi  rimasono;  di  che  andarono  i  Lucchesi   a   sediare  Serravalle, 

:  ch'era  de'  Pistolesi,  ed  ebbonla,  e  poi  si  tornarono  a  Lucca,  e  cosi  i  Fiorentini  levarono  Toste 
da  Pistoia  negli  anni  del  Signore  1302  a'  di  10  di  maggio. 

RuBRiCA  232^  —  Come  Carlino  de'  Pazzi  di  Valdarno  sifece  rUbellare  il  castello  di  Piano  di 
Travignc  di  Valdarno  e  'l  Comune  di  Firenze  v'andb  a  oste. 

Stando  Toste  a  Pistoia  Carlino  de'  Pazzi  di  Valdarno  si  era  in  trattato  coUi  Bianchi  cac- 

ciati  di  Firenze  e  con  gli  Ghibellini,  e  si  entrarono  nel   castello   di  Piano  di  Travigne   di 

Valdarno;  ove  udita  questa   novella  il  Comune  di  Firenze  subito  fece  partire  Toste  da  Pi- 

stoia  e  mandaronla  Ik,  e  statovi  piu  di  a  sedio,   segretamente    Carlino   se    ne    usci  e   tratt5 

:)  con  gli  Fiorentini  d'aver  danari,  cio  furono  fiorini  2000.     Esso  fece   di  notte  a'  suoi  fedeli 

.    aprire  le  porte  alla  gente  del  Comune  di  Firenze,  ed  a  patti  entrarono  dentro  e  uccisono  e 

I  presono  dimolti  buoni  Bianchi,  che  ivi  s'erano  ridotti;  e  cio  fu  di  luglio  negli  anni  del  Si- 

gnore  1302. 

RuBRiCA  233*  —  Come'  i  Fiorentini  andarono  a  oste  sofra  gli  Ubaldini  e  dierono  guasto,  e       /.,  iv,  27 
.1  -presono  Montagliati  e  Monte  Aguto  in  Valdigrieve. 

La  forza  degli  Ubaldini  non  era  piccola,  imperocche  molte  fortezze  teneano,  ed  erano 
di  gran  seguito  e  buoni  guerrieri ;  e  quasi  tutti  gli  usciti  di  Firenze  ghibellini  e  parte  bianca 
con  loro  si  riduceano  e  faceano  guerra  alle  castella  de'  Fiorentini  e  molte  ne  feciono  rubel- 
lare.  Di  che  essendo  il  Comune  di  Firenze  partito  della  vittoria  di  Piano  Travigne  bandi- 
.)  rono  di  nuovo  Toste  airAIpe  degli  Ubaldini,  e  del  mese  d'agosto  uscirono  fuori,  e  di  qua 
e  di  l^  dairAlpe  guastarono  biade,  ville  e  castelli,  e  cosi  tornarono  in  Valdigrieve  a  due 
castella  in  che  erano  entrati  co'  Bianchi  i  Ghibellini,  ci6  furono  Montagliati  e  Monte  Aguto 
in  Valdigrieve ;  e  quelli  per  assedio  s' arrenderono,  salve  le  persone.  Subito  il  Comune  le 
fece  spianare  per  dare  esemplo  agli  altri;  e  cio  fu  di  settembre  1302. 

j  RuBRicA  234"  —  Come  Fulcieri  da  Calvoli,  ■podesta  di  Firenze,  caccib  di  Firenze  fer  rubelli 
molti,  e  fece  tagliare  la  testa  a  fiu,  come  -per  lo  cafitolo  si  narra. 


Negli  anni  del  Signore  1302  essendo  podest^  Fulcieri  da'  Calboli  di  Romagna,  fu  detto       /..  iv,  ai 
che  messer  Musciatto  Franzesi,  che  era  de'  maggiori  uomini  di  Firenze  sl  per  la   ricchezza 
e  si  per  lo  segno  di  Carlo,  con  cui   era  venuto   ed  a  cui  dava  fede  d'  ogni    cosa  ch'  egli 


3.  condotta]  confinata  /.  —  i6.  era  in  trattato]  era  entrato  /.  —  21.  le  porte  omm.  /.  —  30.  di  nuovo  omm, 
A.  ,d  I. 


88 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1302] 


/.,  IV,  29 


avesse  detto  o  scritto,  si  fece  avveduto  che  trattato  era  in  Firenze,  e  fece  pigliare  uno  che 
avea  nome  Massaio  delle  Calze,  il  quale  o  per  vero  o  per  altro  che  fusse,  confessb  il  trat- 
tato  in  questo  modo :  che  gli  usciti  Bianchi  e'  Ghibellini  doveano  rientrare  ed  avere  la  porta 
di  S.  Piero  Maggiore,  e  che  questo  dovea  essere  di  notte,  e  che  questo  atteneva  certi  Ghi- 
bellini  e  Bianchi  ch'erano  rimasi  per  buoni  e  non  cacciati.  Fulcieri,  ch'era  uomo  corrente 
e  rigido,  di  subito  tutti  quelli  che  costui  nom6  fece  pigliare,  e  cominci6  a  marturiare  uno 
Tignoso  de'  Macci,  il  quale  forse  non  sapendo  la  cosa,  o  forse  per  troppo  martorio  mori 
sulla  fune  nanzich^  dicesse  niente.  Gli  altri  veduto  questo  sbigottiti  si  missono  a  confessare, 
ed  egH  fece  tagliare  loro  la  testa,  i  quali  furono  questi :  Nuccio  Coderini  de'  Galigai,  Ti- 
gnoso  de'  Macci,  Donato  Tegghia  Finiguerri,  Maso  Cavalcanti  e  messer  Betto  Gherardini.  1 
Parve  essGre  abominati  del  trattato  tre  degli  Abati ;  di  che  volendo  essere  presi  si  cessarono : 
di  che  il  detto  Fulcieri  dife  bando  di  rubello  generalmente  a  tutto  il  legnaggio'  loro,  e  le 
loro  case  abbattere  fece  e  pubblic6  ogni  lor  bene  in  Comune. 


RuBRiCA  235*  —  ^csti  sono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  ijoi  a  ij02 


/.,  IV,  30 


Messer  lacopo  da  Certaldo 

Lapo  di  Talento  de'  Bucelli 

Ser  Medico  Aliotti 

Bartolo  di  lacopo  Buere 

Nello  Rinucci 

Vieri  Falchi  Baldovini 

Duccio  di  Guido  Mancini,   gonfaloniere   di 

lustizia 
Ser  Buono  di  loanni  da  Ognano,  loro  notaio. 


Neri  de'  Corsini 

Catellino  de'  Raffacani 

loanni  Benocci  Manovelli 

Duccio  Belcari 

Buto  Ricchi  Davanzi 

Messer  Lotto  del  maestro  Salvi 

Simone'  di  Tuccio  Guicciardini,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  lacopo  di  ser  Bencivenni,  loro  notaio. 


Simone  di  messer  Buonaccorso  da  Passignano 

Manetto  Buonricoveri 

Nero  Cambi 

Gherardo  di  Pagno  de'  Bordoni 

Martello  Ghetti  spadaio 

Passa  di  Zato  Passavanti 

Geri  di  messer  lacopo  Rosoni,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Filippo  Tani  Bonatti,  loro  notaio. 

Lapo  di  messer  Angiolino  de'  Magli 

Cione  di  Bencivenni  da  Magnale 

Tuccio  Delli  de'  Scilinguati 

Nardo  di  Giunta 

Piero  di  Borgo 

Messer  Baldo  d'AguigIione 

Mari  di  Spinello   da   Mosciano,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Duti  Maghinardi,  loro  notaio. 


Tuccio  Ferruzzi 

Bello  d'AIberto 

Dardano  degli  Acciaiuoli 

Cecco  di  Ciaio  Ristori    . 

Betto  di  Rinaldo 

Migliore  Guadagni 

Simone  Guazza,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Gherardo  Aldighieri,  loro  notaio. 


»! 


Sanna  Benci 

Messer  Caro  di  ser  Venisti 
Lapo  di  Rinovante 
Rotino  di  Boninsegna 
Vieri  di  Bello  Rondinelli 
loanni  di  Guido  de'  Giugni 
Lapo  de'  Minerbetti,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Buonaccorri  di  Gieri  da  Ginestreto,  loro  4(| 
notaio. 


I.  detto  o  scritto,  si  fece]  detto  o  scritto  si  fosse  /.;  in  nola  ferh  I.  awerte  che  egli  sostitMi  fosse  alla 
farola  fece,  che  era  nel  ms.  Guadagm  —  4-5,  che  a  questo  trattato  tenevano  mano  Cerchi,  Ghibellini  e  Bianchi  6".  — 
6-7.  martoriare  uno  figliuolo  dei  Macci  G.  ~  11.  tre  degli  Abati]  otto  degU  Abati  /.  —  13.  e  pubblico  ogni  lor 
bene  in  Comune]  e  pubblic6  i  suoi  beni  al  Comune  /.;  omm.  A, 


[A.  1303J  CRONACA  FIORENTINA  89 


RuBRiCA  236^  —  Come^  Scarfetta  degli  Ordilaffi  da  Forrt  andb  cafitano  della  citta  di  Bolo-       /.,  iv.  31 
gna  c  de'  Bianchi  c  de'  Ghibellini,  c  vennc  nel  Mugello  contro  a'  Fiorcntini. 

Reggendosi  Bologna  a  parte  bianca,  gli  usciti  di  Firenze  ghibellini  e  bianchi  furono  a 
Bologna,  e  sappiendo  quanto  era  degli  Ubaldini  dell'AIpe  congiunta  con  gli  Bolognesi,  pro- 
fersono  a'  Bolognesi  di  fare  loro  avere  tutto  il  Mugello,  e  che  di  Firenze  per  la  parte  loro 
bianca  non  ardirebbono  uscire  fuori  i  Neri,  e  i  Ghibellini  con  i  Bianchi,  se  uscissono,  non 
gli  lascerebbono  tornare.  Di  che  commossi  a  cio  i  Bolognesi  feciono  Scarpetta  degli  Ordi- 
laffi  da  Forll  loro  capitano,  e  mandarono  in  Mugello  loro  brigata,  e  furono  bene  900  uomini 
da  cavallo  e  700  pedoni,  e  vennono  a  Pulicciano,  e  presono  il  borgo  ed  il  poggio  di  Pulic- 
1  ciano,  ed  una  fortezza  che  v'era  suso  assediarono.  Di  che  per  questa  cagione  a  Firenze 
,  vennono  1'  amista  richieste  e  vennono  in  Mugello.  Quando  i  Bolognesi  intesono  e  udirono  la 
loro  venuta,  e  seppono  Tesercito  grosso  ch'era,  s'andarono  a  Bologna,  gli  altri  si  partirono 
in  modo  di  furto.  Sentita  loro  partita,  i  Fiorentini  li  seguitarono  infino  nell'Alpe  e  presorne 
alcuni,  e  tutti  gli  amesi  loro  ebbono,  e  de'  cavalli  che  non  poterono  fare  1'  erta  e  deirarme ' 

1  de'  fanti,  e  morti  ne  furono  alcuni.     Quelli  che  vennono  presi,  a  Firenze  fu  loro   mozzo  il       /.,  iv,  32 
capo,  furono  questi :  messer  Donato  Alberti,  due  de'  Caponsacchi,  uno   degli  Scolari,  Lapo 

de'  Cipriani  e  Nerlo  Adimari.     E  ci6  fu  deiranno  del  Signore  1302  di  marzo. 

RuBRicA  237"  —  Come  fcr  tutta  Italia  fu  grande  carestia  tale  chc  in  Firenze  valsc  lo  staio 
trc  quarti  di  jiorino. 

2  In  quest'anno  furono  grandissime  et  lunghe  pioggie  per  modo  che  le  biade  andaro  a 
male  per  tutto,  per  modo  che  per  tutta  Italia  per  la  guerra  e  per  la  pioggia  questo  anno 
valse  a  Firenze  lo  staip'  del  grano  maggior  pregio  che  mai  vi  fosse  valuto,  ci6  valse  tre 
quarti  di  fiorino  lo  staio  et  piu  per  tutto. 

RuBRiCA  238"  —  Come  i  Fiorentini  ebbono  il  castello  del  Montale  in  quel  di  Pistoia. 

2  Messer  Pazzino  de'  Pazzi  di  Firenze  avea  sue  possessioni  presso  al  castello  del  Mon- 
tale,  ch'6  presso  a  Pistoia  a  cinque  miglia.  Tenne  trattato  con  certi  terrieri  del  Montale, 
e  di^  loro  per  parte  del  Comune  di  Firenze  fiorini  3000;  ed  eglino  diedono  la  terra.  Di  che 
il  Comune  a'  di  11  di  maggio  vi  mandarono  ed  ebbonlo  e  spianaronlo. 

RuBRicA  239*  —  Come'  i  Fiorcntini  ed  i  Lucchcsi  dicdono  il  guasto  a'  Pistolcsi.  /.,  iv,  33 

3  Veduta  la  fortezza  d'uomini  e  di  mura  della  cittk  di  Pistoia,  il  Comune  di  Firenze  ve- 
dea  essere  di  necessit^  di  fare  i  guasti  e  lasciare  Tosti,  e  cosl  feciono  che  i  Lucchesi  di 
li  e  i  Fiorentini  di  qua,  ciascuno  vi  cavalc6,  e  feciono  grandi  danni  e  guasto  intorno  in- 
tomo  per  tutto  il  territorio  di  Pistoia ;  e  poi  li  Pistolesi  si  rimasero.  I  Fiorentini  e'  Luc- 
chesi  toraarono  a  casa;  e  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1303  di  giugno. 

c  RuBRiCA  240*  —  Come  i  Fiorentini  feciono  moltc  zuffe,  e  la  cagione  e  ferche  e  ferfame,  ' 

L'anno  del  Signore  1303  essendo  messer  Corso  Donati,  siccome  possente  volea  il  tutto, 
I  ed  i  Popolani  voleano  gli  uficj   e  la  signoria  per  loro ;   di   che  pens^  messer  Corso   che, 

6.  Neri . . .  uscissono]  Neri,  o  i  Ghibellini  e  Bianchi  se  uscissono  /.  —  i6.  uno  degli  Scolari]  clnque  degU 
'   Scolari  A.  —  30-21.  In  quesfanno . . .  pioggia]  Tra  per  la  carestia  e  per  la  guerra  e  ploggia   /.     Coil   laconico   ^ 

anchc  A.  —  22-33.  grano  . . .  per  tutto]  maggior  pregio  che  mai  vl  fosse  valuto  ;  ci6  fu  tre  quarti  di  fiorino  /. ; 
i    grano  libre  tre  piu  mai  si  ricordi  per  insino  a  quel   tempo   A.  —    37.   ed   cglino . . .   terra]   se   eglino   danno   la  , 

terra  G'.  —  28.  11  di  magglo]   10  del  mese  di  magglo  A. 


90  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1303-1 304i 


perchfe  quello  anno  era  stata  gran  carestia,  il  grano  era  stato  comperato  di  fuori  circa  25  000 
moggia  venuto  di  Cicilia  e  per  altre  apese,  ai  fece  messer  Corso  Donati  sua  combibbia  con 
dire  che  volea  che  si  facesse  rivedere  l'entrate  e  l'u8cite  dcl   Comune  per  cittadini,  alle- 

/..  IV,  34  gando  che  gli  uficiali  forestieri  veniano  a  petizione  de'  reggenti',  e  non  vedeano  con  dili- 
genza  i  loro  uficj  e  de'  denari  amministrati  la  ragione,  e  che  volea  che'  Grrandi  vi  fosseno 
a  vederla.  Questo  spiacque  molto  al  Popolo  grasso  ed  al  minuto,  e  furono  all'  arme  ;  e  la  s^tta 
di  messer  Corso  airarme,  con  cui  tutti  i  Grandi  quasi  furono  con  lui  e  le  famiglie  de'  pos- 
senti,  salvocch^  Gherardini,  Pazzi,  Spini  e  messer  Tegghia  Frescobaldi  col  lato  suo,  tutti  gli 
altri  tennono  con  lui.  Questi  furono  in  arme  col  Popolo,  ed  ultimamente  combattuto  e  sbar- 
rato  messer  Corso  assall  il  Palagio  de'  Priori,  e  fu  il  Palagio  da  detti  difeso  con  molti  con-  1 
tadini  che  entro  vi  erano  venuti,  cio^  in  Firenze  a  posta  de'  Priori  e  del  Popolo  grasso  e 
minuto.  Messer  Corso  avea  fatto  capo  di  sfe  il  Vescovo  di  Firenze  il  quale  avea  nome 
measer  Lottieri  della  Tosa  ed  era  Bianco ;  e  per  Firenze  s'  imbertescarono  torri,  e  dl  e  notte 
si  combattea.  I  Signori  di  Firenze,  ciofe  i  Priori,  mandarono  a  Lucca  per  soccorso,  onde 
essendo  in  Firenze  con  grande  sforzo,  furono  fatti  arbitri  per  bello  (sic)  parlamento  di  con-  1 
cordia  di  tutte  le  parti.  Di  che  operarono  tanto  che  gli  accordarono,  ma  sconobbonsi 
troppo  i  Lucchesi,  conciosiacosacchfe  erono  arbitri  non  signori,  benchfe  avessono  le  chiavi  ed 
il  dominio,  perch^  dentro  nfe  fuori  non  entrasse  persona    che   avesse  a    contaminare   nulla, 

/.,  IV,  35  e  se  mandavano  il  bando  da  parte  del  Comune'  di  Lucca,  che  se  da  loro  parte  Tavessono 
mandato,  non  era  tanto  male.  Sdegnati  certi  un  di  in  canto  di  Mercato  Nuovo  si  bandia  da  * 
parte  de'  Lucchesi ;  di  che  Ponzardo  de'  Ponzi  di  Vacchereccia  li  di^  un  colpo  d'  una  spada 
al  banditore,  e  disse :  "  Porta  questo  a  Lucca,  e  off eralo  a  S.  Zita,  e  di  alli  tuoi  ch'  e'  sono 
"  arbitri  e  non  signori  „.  Di  che  la  Terra  fu  ad  arme ;  e  pur  poi  rawedutisi  i  Lucchesi  si 
riformarono  lo  stato  di  Firenze  con  quello  reggimento  che  prima  era ;  e  vac6  il  Priorato  un 
di,  e  il  dominio  rimase  loro,  ed  elessono  il  Priorato  a'  di  16  di  febbraio  1303  per  infine  pure  i 
airusato  modo  due  mesi  meno  due  dl,  cio^  che  venne  pure  a  mezzo  aprile  ;  i  quali  Priori 
che  furono  seguirono  pure  gli  ordini  cominciati,  come  si  h  veduto  Tanno  passato  infino  a 
mezzo  febbraio  a  usanza. 

RuBRicA  241*  —  ^esti  sono  i  Priori  delV  anno  fassato  a  mezzo  febbraio  1302  fer  infino  a' 
16  di  Jebbraio  ijoj:  3 

Sassolo  de'  Sassolini  Cione  di  Benintendi 

Borghese  di  Migliorato,  mori  in  officio  Donato  di  Lamberto  deirAntella 

Duccio  Risaljti,  in  luogo  di  Borghese  Pesce  di  Gusgi  de'  Pesci 

Messer  Bonifazio  da  Signa,  dottore  di  leggi  Marino  d'Orlando 

Manno  d'Attaviano  Benincasa  di  Falco  ^ 

Albizzo  di  Buonaggiunta  de'  Medici  Cionetto  di  Giuvenco  de'  Bastari 

/.,  IV,  36      Vezzo '  Vezzosi  Vanni  di  Buono  Gherardini,  gonfaloniere  di 
Bezzole  di  Forte  Bezzoli,  gonfaloniere  di  lu-  lustizia 

stizia  Ser  Matteo  Biliotti,  loro  notaio. 
Ser  Buonavere  di  Rosso,  loro  notaio.  4 

Cione  di  Maffeo  de'  Pitti  Ferruccio  di  Pagno  de'  Bordoni 

Duccio  di  Gianni  Bucelli  Taddeo  di  messer  Aldobrando  da  Cerreto 

Tuccio  del  Bieco  Lotto  di  Puccio  Ardinghi 


1-2.  gran...  moggia]  grande  carestia  di  fiorino  uno  in  circa  lo  staio,  aviene  comperato  di  fuori  moggia  35000 
A,  —  7.  quasi  omm,  A.  ed  I.  —  9-10.  combattuti  e  sbarrati  /.;  combattuti  e  sbarattati  G.  —  13.  e  dl  e  notte]  e 
dl  notte  /.  —  i6-i7.  ma  sconobbonsi  troppo]  ma  troppo  si  conobbono  A.  —  33,  offeralo]  offeriicilo  A. 


[A.  1304]  CRONACA  FIORENTINA  91 


Awogado  di  Gherardo  del  Bello,  gonfaloniere     Neri  di  lacopo  Rimbertini 

di  lustizia  Lapo  di  Guazza  Ulivieri 
Ser  Uguccione   di  messer  Rinieri  Bondoni,     Vanni  di  Puccio  Benvenuti 

loro  notaio.  Amadore  di  Ridolfo 

5  Naddo  di  lacopo  de'  Covoni 

Lapo  Bonaiuti  Aglino  di  love  Aglioni,  gonfaloniere  di  lustizia 

Neri  di  Guido  Mancini  Ser  loanni  di  ser  lacopo  Bonamici,  loro  notaio. 
Lapo  Donati  degli  Ardinghelli 

Pagno  dello  Strozza  Metto  Biliotti 

OGeri'  Cardinali  Ser  Bindo  Vernacci                                                     /.,  iv,  37 

jTorrigiano  di  Guido  Orlandi  Neri  Aldobrandini 

■Cenni   Alberti   del   Giudice,   gonfaloniere  di     Cardinale  di  messer  Alberto 

lustizia  Nigi  Diotisalvi 

iSer  loanni  di  ser  Benedetto,  loro  notaio.  Uberto  di  Lando  degli  Albizzi 

2  Cione  de'  Magalotti,  gonfaloniere  di  lustizia 
jDato  di  messer  Andrea  de'  Canigiani  Ser  Bonsignore  Ostigliani,  loro  notaio. 

RuBRiCA  242*  —  Come  fafa  Bcnedetto  mandh  in  Fireme  uno  messere  JViccoIb  di  Prato  car- 
dinale  fcr  far  -pace,  e  cib  che  fece  in  Firenze  e  in  Prato, 

Papa  Benedetto,  nuovamente  creato,  sentendo  le  discordie  dei  Fiorentini  deliber6  di 
J(  mandare  per  riparare '  alle  loro  discordie  un  messer  Niccolo  da  Prato,  il  quale  venuto  in  Fi-  /.,  iv,  ss 
renze  dl  maggio  a'  8  di  1304  fue  molto  bene  ricevuto  et  onorato,  e  fermato  cerc6  d'avere 
piena  balia  di  pacificare  la  citta.  Ebbe  la  balia,  perocch6  il  Popolo  per  la  superbia  dei 
Grandi  si  assenti,  e  poi  cercando  il  detto  Cardinale  di  voler  rimettere  i  Bianchi  e  i 
Ghibellini  fece  i  sindachi  venire  in  Firenze  ed  albergare  nella  Chiesa  di  S.  NiccoI6  presso 
t  a  se,  che  stava  in  casa  Mozzi ,-  di  che  sentendo  i  Neri  presono  sospetto  e  f  urono  a  bisbiglio, 
e  fecergli  dire  che  andasse  a  mettere  concordia  in  Prato,  perocche  i  Grandi  stimarono  che 
se  i  Ghibellini  ed  i  Bianchi  venissono  in  Firenze,  il  Popolo  malmenerebbe  i  Grandi,  e  di 
nascoso  feciono  dire  a'  sindachi,  ch'  erano  venuti  a  pacificare  i  Ghibellini  ed  i  Bianchi,  che 
se  non  si  partissono,  eglino  sarebbono  morti.  II  Cardinale  si  partl  per  questo  ed  and6  a 
}<  Prato.  I  Grandi  di  Firenze  temendo,  si  si  ordinarono  con  gli  Neri  e  Guelfi  di  Prato,  ci6 
furono  i  Guazzalotti,  che  in  Prato  facessono  novith  della  quale  egli  avesse  cagione  di  par- 
tirsi;  e  cosi  fu  fatto.  Di  che  venne  a  Firenze  e  scumunico  Prato  e  bandivvi  la  croce,  di 
che  molti  s'apparecchiavano  d'andarvi,  perche  in  Firenze  molti  contadini  vennono  e  castel- 
lani  e  quasi  gente  ghibellina  piii  che  altro,  perocch'  egli   di   progenie  ghibellina,   come   che 

3  fosse  buono  uomo.     Quando  i  Guelfi  vidono'  tanti  Ghibellini  in  Firenze,  temettono,  e  subito       i.,  iv,  39 
gli  feciono  accumiatare ;  e  molti  dicono  che  a  lui  fu  detto   ancora  parole ;  o   detto,   o   no, 

pure  gli  fur  mostrati  visi  sospetti,  come  i  Grandi  seppono  fare ;  di  che  sdegnato  si  parti  e 
maladisse  la  citta  ed  i  cittadini,  e  scumunico  la  cittk  ed  i  cittadini,  ma  pure  nanzichfe  si 
pigliasse  briga  ed  izza,  la  prima  cosa  ch'  e'  facesse  si  fu  che  egli  ripuose  1'  ordine  de'  Gon- 
j;  falonieri  e  battezzogli  li  Gonfalonieri  delle  Compagnie;  li  quali  s'  erano  lasciati,  e  quegli 
;  ripuose  e  f ecegli  dare  ;  di  che  il  Popolo  si  f  ortifico  con  essi ;  e  ci6  f u  nell'  anno  del  Signore 
1304  a'  dl  5  di  giugno. 

RuBRicA  243*  —  Come  cadde  il  -pontc  alla  Carraia,  e  -perchh,  cioh  fer  ttna  festa, 

In  questo  anno  addivenne  che  una  festa  si  fece  in  Firenze,  la  quale  con  bando  fu  gri- 
data  che  chi  volesse  andare  a  vedere  le  pene  dell'  'nferno  andasse  ad  Arno  tra  'I  ponte  alla 

21.  fue  molto  bene  ricevuto  oiiwt,  A,  ed  I, 


92  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i304i 

Carraia  e  quello  di  S.  Trinita;  e  quivi  ebbono  molti   ordigni  di  palchi  sopra  Tacqua  e  di  ' 
barche,  ch*  erano  acconce  per  modo  che  vi  si  facea  fuochi  e  caldaie  con  acqua  e  con  pece 
e  con  ogni  generazione  di  pena  e  d'uomini  in  f  orma  di  dimonj  ed  in  f  orma  d'  anime ;  e  cosi 
/.,  IV,  40      and6  la  cosa  per  modo  che  molti  vennono  a  vedere ;  ed  essendo  il  ponte  alla'  Carraia  di  le- 
gname  si  caric6    per  modo  di  gente    che   non  resse,  e  chi  v'  era  suso,  o  la   maggior  parte,  1 
caddono  di  su  in  giii  neiracqua  e  ne'  f uochi  e  in  sul  legname ;  di  che  molta  gente  si  guastb  ( 
e  morl  per  vedere  la  detta  festa,  e  cosl  andarono  a  vedere  come  son  fatte  le  pene  dello  'n- 
ferno.     E  ci6  fu  nelFanno  del  Signore  1304. 

RuBRiCA  244*  —  Come  fu  tn  Ftrenze  baitaglia  ctttadtnesca,  fer  la  quale  fu  messo  fuoco  in  '• 
Firenze  in  ■piU  Itioghi  ed  arse  gran  -parte  della  citta. 

Come  la  cittk  di  Firenze  era  in  queste  divisioni  de'  Bianchi  e  Neri,  una  maladetta  parte 
un  dl  si  Iev6  in  Firenze,  infra  i  quali  furono  Popolani  e  Grrandi  delle  maggiori  famiglie  di 
Firenze  e  quasi  i  migliori.  D'una  parte  erano  questi,  ciofe :  Gherardini,  Pulci,  Cavalcanti, 
i  Cerchi  dal  lato  bianco,  Strozzi,  Alberti,  Acciaiuoli,  Peruzzi,  Magalotti,  Albizi  e  Mancini, 
neri,  cxoh.  quelli  che  seguivano  le  famiglie  de'  Grandi.  Era  un'altra  parte  contraria  a  questa, 
ch'  erano,  Adimari,  il  lato  de'  Cavecciuli,  Pazzi,  Spini,  messer  Rosso  della  Tosa  e  messer 
Betto  Brunelleschi.     Di  che  un  dl  essendo  izza  tra'  Giugni  ed  i  Cerchi,  si  presono  mischia 

/,  IV,  41      insieme,  ed'  i  Medici  trassero  a  casa  i  Giugni  in  aiuto,  con  molti  altri  della  parte  nera;  ed 
a  casa  i  Cerchi  trassero  i  Cavalcanti  bianchi   e  gli  Antellesi  e  molte  altre  famiglie  di  Po- 
polani  e  Ghibellini ;  e  vinti  i  Cerchi,  li  Giugni  ed  i  Medici  li  cacciarono  infino  in  Mercato  : 
Vecchio;  e  se  non  fosse  fuoco  che  fu  messo,   senza  dubbio  il  di  sarebbono  stati  cacciati  i 
Neri  di  Firenze.    De'  quali  mali  non  so  qual  si  fusse  stato  il  minore,  perocchfe  ad  un  tratto 
fu  messo  fuoco  in  tre  luoghi:  in  casa  gli  Abati  in  Orto  S.  Michele  ed  in  Mercato  in  casa 
i  Caponsacchi  ed  in  Calimala.     Questo   fuoco  fu  di  sl  fatta  condizione   che   trascorse  per 
modo  che  guast6  molto  della  citta  e  molto  delle  mercanzia  di  Firenze  tra  arsa  e  rubata  fu;  ; 
perocchfe  gente,  ch'  erano  a  questa  zuffa,  poveri  e  villani,  trassero  al  fuoco  e  sgombravano 
e  rubavano,  non  dico  imbolavano.     Molte  compagnie  di  nobili  mercatanti  furono  rubate  e 
disfatte  piii  famiglie.     Lo  fuoco  arse  in  questo  modo  che  il  fuoco  di  Calimala  prese  di  la 
e  di  qua,  e  giii   al   tondo  n'and6   tutta  la  via  per  Mercato  Nuovo  infino  al  Ponte  Vecchio 
per  porta  S.  Maria,  e  volse  da  casa  gli  Amidei,  ed  arse  i  Pulci,  Gherardini  e  Vacchereccia  i 
tutta  e  S.  Cecilia,  ed  accozzossi  con  quello  d'Orto  S.  Michele  ed  a  tondo  infino  le  case  de' 

/.,  IV,  42  Macci.  Ed  il  fuoco  de'  Caponsacchi  arse  infino  a  S.  Andrea,  sicchfe '  si  dice  arsono  piu  di 
1300  case.  Fu  incolpato  di  quest' arsione  il  priore  di  San  Piero  Scheraggio,  che  si  chia- 
mava  messer  Neri  degli  Abati.     E  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1304  a'  di  10  di  giugno. 

RuBRiCA  245'  —  Come  il  Cardinale  di  Prato  fu  dentro  fece  ordinare  con  tradimento  chc  a  c 
Firenze  fosse  cavalcato  e  fatto  tradimento  -per  metter  dentro  i  Ghibellini  e'  Bianchi,  e 
cacciare  i  Neri  c  li  Guelfi  di  Firenze. 

Come  il  Cardinale  di  Prato  si  fue  partito,  egli  ordin6  segretamente  con  suoi  amici  un 
trattato  in  Firenze  che  egli  farebbe  citare  i  caporali  di  parte  nera  al  Papa,  e  poi  farebbe 
che  tutti  i  Bianchi  di  Toscana  ed  i  Ghibellini  verrebbono  ad  oste  a  Firenze,  e  tenne  questo  4 
trattato  co'  Bianchi  e  Ghibellini  ch'  erano  dentro  in  Firenze,  ed  ancora  a  Prato  tenne  con 
certi  Guelfi  grandi  di  Firenze,  promettendo  loro  di  mettergli  in  istato.  Fatto  questo  si 
dolse  al  Papa  ed  al   collegio   de'  Cardinali   della.  ingiuria  ricevuta  a  Firenze,  proponendo 


1.  ordini  di  palchi  G.;  in  A,  era  scritto  ordlni,  corretto  dalla  stessa  mano  in  ordigni.  —  a.  e  con  pece]  e  con 
pene  /,  —  14-15.  Albizi...  ciofe]  Albizi,  Ricci  e  Mancini,  ciofe  A  —  41.  a  Prato]  da  parte  /. 


A.  1304]  CRONACA  FIORENTINA  93 


jssere  nemici  di  S.  Chiesa  quelli  che  reggevano  in  Firenze,  e  disse  che  pure  non  era  da 
jerdonare,  nfe  anco  da  prendere  corruccio,  ma  da  richiedere  i  caporali  che  erano  in  Firenze 
>Jeri  e  Guelfi,  i  quali  venuti  a  lui  non  contradirebbono  a  cosa  che  '1  Papa  volesse.  II  Papa 
;d  i  Cardinali  a  cio  s' accordarono,  ed  egli'  dife  quindici  caporali  di  quelli   che   egli   volle,       /..  iv,  43 

5  no  furono  i  migliori  ed  i  capi  delle  case,  credendo  gli  altri  non  potessero  risistere  a  quelli 
:he  rimaneano.  Fatto  cio  e  citati,  come  seppe  che  venivano,  il  Cardinale  scrisse  a  Bologna, 
i  Pisa,  Arezzo,  a  Pistoia,  ed  ordino  che  movessono  loro  esercito  con  gli  usciti,  e  dih  il  di 
;:he  ciascuno  fusse  a  Firenze,  dicendo  che  questo  egli  scriveva  di  volonta  del  Papa  e  che 
ali  cose  non  era  convenevole  che  scrivesse  il  Papa.     E  cosl  commossa  tutta  Toscana,  a  un 

3  ratto  f u  la  citti  assalita  da  tre  luoghi :  due  Oltramo  e  uno  di  qua  d'  Arno ;  Oltrarno  nel 
)orgo  a  S.  Friano,  e  ci6  da'  Pisani  e  gli  usciti  di  Firenze  erano  in  tutti  gli  osti ;  e  nel 
)orgo  a  S.  Niccolo  dagli  Aretini,  Pazzi  di  Valdamo  ed  Ubertini ;  dalla  chiesa  de'  Servi  i 
3olognesi.  Di  che  assalita  la  cittk,  li  Bianchi  e  Ghibellini  si  missono  in  concio  di  dare  a 
juelli  de'  Servi  1' entrata.    I  Grandi  pensando  :   "Noi  non  saremo  ricevuti  a  parte  ghibellina, 

3i;  rubati,  tanta  h  la  foresteria  „.  Pensarono  incontanente  non  ottenere  patti,  ma  feciono  il  con- 
Tario.  Corsono  a  far  fare  i  serragli  in  su  ogni  ponte,  acciocchfe  se  Oltrarno  si  vincesse,  non 
uasseranno  di  qua;  e  bene  li  guamirono,  e  poi  si  fecero  forti  a  S.  loanni.  Gli  usciti  Ghi- 
jellini  e  Bianchi,  ch'  erano  a'  Servi,  vennono  francamente  alla  porta  e  ruppono  la  porta 
iegli  Spadai.     I  Bolognesi '  erano  rimasi  in  Camerata  e  quivi  aspettavano   messer  Tosolato       /.,  u,  *t 

3,Jberti  alla  forza  de'  Pistotesi.  Li  Bianchi  e  Ghibellini  dentro  veggendo  i  Grandi,  i  quali 
^rano  Guelfi,  buona  brigata  farsi  incontra  a  quelli  di  fuori,  e  chiamare  il  Popolo,  e  gridare : 
^AlIa  morte,  alla  morte  de'  traditori„,  subito  sbigottirono,  e  non  seppono  che  altro  si  fare 
ic  non  quello  medesimo,  stimando  di  giugnere  poi  alla  notte  e  sentire  Tanimo  di  quelli  di 
■uori  e  con  cui  drento  de'  Grandi  guelfi  faceano  appoggio.     In  questo  rotta  la  porta,  e  ve- 

5iire  colle  insegne  levate  e  fatto  cenno  a'  Bolognesi,  scenderono  a  S.  Gallo  schierati.  La 
jrigata  dentro  vigorosamente  uscirono  della  piazza  loro  in  quattro,  e  rupponli  in  sulla  piazza ; 
(luelli  di  rieto  rincularono  e  cosi  uscirono  della  porta  per  tema  di  maggior  gente,  ed  erano 
^ente  sanza  usanza  d'arme ;  di  che  assai  ne  fuggirono  infino  a'  Bolognesi.  Quando  i  Bolo- 
^esi  vidono  uscire  e  fuggire  gli  usciti,  dissono :  "  Questo  non  h  quello  che  ci  fu  promesso, 

y  che  noi  troveremmo  le  porte  aperte ;  questa  t  delle  condotte  del  Cardinale  di  Prato  e  degli 
'  altri  cherici  e  preti  „ .  Volsono  le  insegne  e  tomaronsi  schierati  addrieto.  Gli  usciti  ve- 
dendosi  mancare  la  schiera  del  conforto,  si  ritrassono  indrieto.  Uno  ch'  era  gi^  montato 
iulla  porta,  comincio  a  gridare  :  "  Eglino  f uggono ;  e  la  gente  che  scendea  a  S.  Gallo  f ugge 
iddrieto'  „.  Si  lev6  il  romore:  "  A  loro  „.   E  cosi  fu  che  chi  piu  gli  aspettava,  piu  li  seguiva  as-       /.,  iv,  « 

Jialendogli,  e  come  ne  giugnevano  veruno,  lo  impiccavano  su  per  gli  arbori;  e  messongli  in 
•otta.  I  villani  tutti  trassono ;  messer  Tosolato  non  potendo  far  tornare  i  Bolognesi,  ve- 
Juto  che  ebbono  piu  parole  che  fatti,  si  torno  adrieto ;  e  cosl  furono  rotti,  morti  e  cacciati 
2  presi  quelli  della  via  di  Bologna.  Quelli  di  l^  d'Arno  sentendo  il  romore,  intrarono  in 
hmo,  e  montarono    da    Samminiato,  e  vidono    fuggire  e  seguirli,  si  ritrassono   alla   Lastra. 

)[  Pisani  e  gli  Aretini  si  ritrassoro  a  S.  Donato.  E  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1304  a'  dl 
20  di  luglio,  il  a  di  S.  Maria  Maddalena. 

R.UBRICA  246*  —  Come  gli  Aretini  tolsono  Laterina  a'  Fiorentini,  la  quale  tenea  messer  Gual- 
terotto  dc'  Bardi. 

Gli  Aretini  vedendo  la  forza  non  essere  loro  si  partirono  e  stettono  fermi  a  Laterina 

1-2.  che  pure  . . .  corruccio]  che  pure  non  era  da  prenderne  corruccio   /.  —  3.  a  lul  non  conscenderebbono 

ifa  cosa  G.  —  14,  In  A.  e  in  I,  manca  non ;  in  G.  e  aggiunto  nclV  inttrlineo,  ferb  della  stessa  mano  del  Giordani.  — 

17.  passassero  A.  —  20.  alla  forza]  coUa  forza  A.  —  24.  e   con  cui . . .  appogglo]  e  con   quel  drento   avieno  ap- 

poggio  A.  —  29.  vidono  fuggire  gli  usciti  G.;  vidono  uscire  gli  usciti  /.  —  36-37.  i  Bolognesi...  fatti]  i  Bolo- 

;?ne8i,  che  scritte  ebbero  piu  parole  che  fatti  /.;  l  Bolognesi  che  sempre  ebbono  plii  parole  che  fatti  G.  —  44.  veden- 

io...  loro]  vedendo  la  cosa  non  essere  loro  riuscita   G. 


94  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1304.13031 


e  mandarono  ad  Arezzo  per  gente,  ed  ultimamente  ebbono  il  castello  e  la  rocca  di  Late- 
rina,  e  chi  dice  per  lo  trattato  d'inganno,  e  chi  non,  e  chi  ne  incolpa  messer  Gualterotto  de' 
Bardi,  il  quale  per  iscusarsi  sl  disse  esserc  venuto  per  le  dette  no^Htk  in  Firenze,  ed  ordi- 
/.,  IV,  46  nato  di  darlo  per  mezzo  degli  Ubertini.  Questo  non  affermo,  perocchfe '  cavaliere,  non  so 
se  s'  ha  da  dire,  ma  dico  quello  che  si  disse  in  quelli  tempi,  cio6  negli  anni  del  Signore 
1304  a'  di  26  del  mese  di  luglio  il  dl  di  S.  lacopo  apostolo. 

RuBRiCA  247*  —  Come  si  fecero  lc  nuove  ■prigioni  in  Firenze. 

Non  avendo  in  Firenze  prigione  nulla  forte,  deliber6  il  Comune  di  fare  una  forte  pri- 
gione  in  Firenze,  e  subito  feciono  in  pochi  di  uno  compreso  di  mura  allato  a  S.  Simone  di 
molte  pietre  di  case,  ch'  erano  state  ivi  abbattute  degli  Uberti;  e  fatto  ci6,  ordinarono  dentro  1 
appoco  appoco  le  case  de'  prigioni  che  oggi  vi  sono. 

RuBRicA  248*  —  Come  il  Comune  di  Firenze  fece  oste  a  Monte  CcHvi  e  atte  Stinche  di  Val' 
digrtevc  e  qtiello  assediarono. 

Avendo  i  Bianchi  usciti  di  Firenze  molte  fortezze  de'  Fiorentini  rubellate,  ed  usciti 
di  nuovo  di  Firenze  i  Cavalcanti  per  rubelli  aveano  rubellato  Monte  Calvi  e  le  Stinche,  1 
di  che  prima  and6  roste  Ik  alle  Stinche  in  Valdigrieve,  e  quello  assediato  si  arrendfe,  e 
prigioni  ne  vennono  a  Firenze,  e  lo  castello  si  disfece ;  di  che  per  lo  nome  di  quelli  delle 
/.,  IV,  47  Stinche  cosl  fu  chiamata  la  prigione',  perchfe  furono  li  primi  prigioni  che  vi  entrarono 
dentro.  E  poi  sanza  entrare  in  Firenze  andarono  a  Monte  Calvi,  e  quello  simile  presono, 
salvo  le  persone  d'  ogni  uomo  che  v'era.  Nel  quale  a  furore  di  popolo  fu  morto  uno  figliuolo  di  . 
messer  Bianco  Cavalcanti  ed  uno  de'  Tosinghi.    E  ci6  fu  neiranno  del  Signore  1304  d'agosto. 

RuBRiCA  249*  —  ^esti  sono  i  Priori  da'  16  febbraio  /joj  a  mezzo  fehbraio  1304.: 

Messer  Albizo  Corbinelli,  dottore  di  leggi  Massaio  de'  Raffacani 

Ricco  di  Mico  del  Cappone  Banco  Ragugi 

Gherardo  d'Aldobrandino  Canigiani  Neri  dell'  ludice 

Giotto  d'Arnoldo  de'  Peruzzi  Ser  Medico  Aliotti 

Lapo  di  Guarente  Domenici  Tignoso  Bellandi 

Borgino  del  Ricco  Baldovinetti  Rosso  di  Geri  dello  Strozza 

Gentile  di  messer  Oddo  Altoviti  Bartolo  Orlandini 

Anselmo  di  Palla  di  Bemardo  Franco  Rinieri  da  Fiesole 

Ammannato  di  Rota  Ammannati  Tedice  Manovelli 

Borgo  Rinaldi  Messer  Lotto  di  maestro  Salvi,  iudice 

Gherardo  di  Barzia  di  Scolaio  Durante  di  messer  Bonfantino 

Ser  Arrigo  Rocchi  Vanni  Accolti,  gonfaloniere  di  lustizia 

Lapo  Rinaldi  Ser  Feo  Lapi  Ranieri,  loro  notaio. 

Messer  lacopo  de'  Ricci,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia  Bindo  di  Firenze  de'  Machiavelli 

Ser  Piero  di  ser  Buono  da  Ognano,  loro  notaio.  Deo  Bentaccordi 

Cecco  di  Corso 

/.,  IV,  48      Messer'  Lotteringo  da  Monte  Spertoli,  iudice  Ser  Matteo  Biliotti 

Noffo  di  Guido  Guccio  di  Bonagiunta  de'  Medici 


2.  e  chl  non   omm,  I.  —  4-5.  afTertno...    tempi]   afTermo,  lasciolo  nel   Tero,   ma  cosl   si  disse   A.  —  11.  che 
oggi  vl  sono  chiamate  le  Stinche  G. 


[A.  1305]  CRONACA  FIORENTINA  95 


Ghino  de'  Cantori  Ser  loanni  de'  Siminetti 

,  Bartolo  di   Bandino,   gonfaloniere   di   lustizia  Mari  Spinelli  da  Mosciano 

Ser  Bartolo  Bernardi,  loro  notaio.  Benincasa  di  Falco 

Benzo  di  Guido  de'  Ricci 

i  lacopo  di  ser  Michele      -  Nello  di  Guido  Malegonelle,  gonfaloniere  di 
.  Grigorio  de'  Raffacani  lustizia 

I  Monte  degli  Acciaiuoli  Ser  Sacco  di  ser  Dato  da  Carraia,  loro  notaio. 
1  Bemardo  di  Pagno  Bordoni 

IMesser'  Alberto  Rosoni  loanni  Bonaccorsi  /.,  iv,  <9 

li  Lotto  Ardinghi  Messer  Caro  di  ser  Venisti  ludice 

Bartolino   di   Cenni   Alberti,   gonfaloniere  di  Lapo  di  Donato  Ardinghelli 

lustizia  Lapo  dello  Strozza 

Ser  Stefano  Toscanelli,  loro  notaio.  Manno  di  Lippo  Manni 

Terzo  di  Cione  Bonelle 

h  Neri  Corsini  Lotto  di  Dello,  gonfaloniere  di  lustizia 

Cenni  del  Ricco  Risaliti  Ser  Bertaldo  Pandolfini  da  Signa,  loro  notaio. 

RuBRiCA  250*  —  Come  Ruberto  di  Calabria  venne  a  Firenze. 

Per  la  divozione  che  aveano  i  Guelfi  di  Firenze  con  gli  Reali  del  reame  di  Sicilia 
avuta  sempre,  avendo  cacciati  i  Bianchi  ed'  i  Ghibellini  di  Firenze,  mandarono  per  messer       /.,  iv,  so 

2  Ruberto  primogenito  del  re  Carlo  secondo,  e  fecionlo  capitano  di  guerra.  II  quale  era  savio 
uomo  piu  che  gagliardo,  ma  seco  avea  gente  buona  Catelana  e  savj   Franceschi  di  guerra, 

j  e  venuto  fue  ricevuto  onorevolmente.     E  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1305  il  dl  di  S.  Giorgio 
del  mese  d'aprile. 

RuBRiCA  251^  —  Come  i  Fiorentini  ed  i  Lucckesi  andarono  a  oste  a  Pistoia  e  andovvi  un 
cafitano  con  un  ■podesta  di  Firenze. 

Essendo  prosperati  in  Toscana  i  Neri  ed  i  Guelfi,  salvocchfe  si  tenea  Pisa  ed  Arezzo  e 
Pistoia  a  parte  bianca,  i  Fiorentini  ed  i  Lucchesi  s'accordarono  ad  assediare  Pistoia,  e  ban- 
dita  Toste  si  v'andarono,  ed  andovvi  il  capitano  messer  Ruberto  duca  di  Calavria,  ed  an- 
dowi  uno  podestk  di  Firenze  d'Agobbio,  il  quale  avea  nome  messer  Bino  Gabbrielli,  e  fecesi 

3  bargello  delFoste  alla  guardia  un  suo  notaio  nome  ser  Lando  d'Agubbio,  posta  roste  di  qua 
<  per  gli  Fiorentini  e  di  la  per  gli  Lucchesi  e  steccata  la  Terra,  che  uno  uccello  non  ne  potea 

uscire.  E  cio  fu  a'  di  20  di  maggio  Tanno  del  Signore  1305. 

RuBRicA  252""  —  Come^  i  Fiorentini  andarono  a  forre  1'oste  al  castello  d'Ostina  in  Valdarno.  /.,  iv,  51 

In  questo  mezzo  feciono  i  Fiorentini  una  oste  al  castello  d'Ostina  in  Valdarno  e  stava 

3  pure  a  Pistoia  fermo  il  campo;  il  quale  castello  d'Ostina  era  rubellato  per  gli  Bianchi,  il 
quale  preso,  abbattute  furono  tutte  le  mura  ed  ogni  fortezza  a'  di  28  di  giugno  1305. 

RuBRicA  253"  —   Come  il  Pafa  mando  due  Legati  a  Firenze  a  fare  levarc  Voste  di  Pistoia, 
e  facificare  i  Bianchi  e  Neri  insieme. 

,  In  questo  tempo  che  Toste  era  a  Pistoia,   messer  Napoleone   Orsini   e  il  cardinale   di 

4  Prato  richiesono  papa  Benedetto,  che  s' intromettesse  che  Toste  si  levasse  da  Pistoia  e  facesse 
far  pace  ai  Fiorentini  Tuna  parte  coiraltra.  Di  che  il  Papa  vi  mand6  due  vescovi  valenti 
uomini,  i  quali  furono  in  Firenze  e  richiesono  di  volere  balla  di  concordare  i  Bianchi  e'  Neri, 
e  non  la  poterono  avere.     Partirsi  e  andaronne  neiroste  a  Pistoia,  e  sotto  pena  di  scumuni- 


96 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1305-1306] 


cazione  domandarono  si  levasBono  da  campo  tutti.  II  Duca  si  lev6  e  andonne;  a  Firenze 
ne  venne  novella  cd  il  Comune  di  Firenze  e  di  Lucca  non  si  partirono  e  feciono  loro  fac- 
cenda.  Fu  scomunicata  la  cittk  e  l'08te ;  liberi  quegli  chc  si  partirono.  E  ci6  f u  negli  anni 
del  Signore  1305  del  mese  di  settembre. 


/.,  IV,  5i      RuBRicA  254*  —  ^esii'  sono  i  Priori  da  mezzo  fcbbraio  1304.  a  mczzo  febbraio  1305: 


/.,  IV,  53 


/.,  IV,  54 


Cenni  Biliotti 

Manetto  di  Buonricovero 

Tuccio  di  Dello  de*  Scelinguati 

Feo  di^Cione  de'  Minerbetti 

Neri  d*Uguiccione 

Vanni  di  Benintendi  degli  Albizzi 

Tuccio  Ferrucci,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  BellincionejCacciafuori,  loro  notaio. 


Nuccio  di  messer  Bardo  degU  Ammirati 

Duccio  di  Guido  de'  Mancini 

Bindo  di  messer  Oddo  degli  Altoviti 

Lapo  Attaviani 

Maestro  Durante  di  messer  Bencivenni 

Passa  di  Zato  Passavanti 

D088O  di  Naldo  della  Rena,  gonfaloniere 

lustizia 
Ser  loanni  de'  Siminetti,  loro  notaio. 


di 


Bellincione  di  ser  Dato  Cacciafuori 
Recco  da  Ghiacceto 
Lapo  del  Pace 
Baldo  Borghi 
Bindo  di  Spigliato 
Salvino  de'  Rittafedi 
Piero  Guadagni,'  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Buonafede  de'  Buoncompagni  da  Certo- 
niano,  loro  notaio. 


Priore  di  ser  Bartolo 

Duccio  di  loanni  de'  Bucelli 

Simone  di  Gherardo 

Fellaio  Capitani 

Tuccio  di  ser  Ciapo 

Lapo  Gianiani 

Neri'  d'AIdobrandino  Bellincioni,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Rinaldo  di  lacopo  da  Signa,  loro  notaio. 

Simone  di  Tuccio  Guicciardini 

Cerrino  di  Giambono 

Messer  Ranieri  del  Forese,  iudice 

Duccio  di  Palla  Bernardi 

Betto  di  Rinaldo 

Vieri  di  Falco  Davanzati 

Niccolo    Mariti    da    Cerreto,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Uguiccione    di  messer  Ranieri  Bondoni, 

loro  notaio. 

Messer  Uberto  di  messer  lacopo  da  Certaldo 

Meglino  di  lacopo  Magaldi 

loanni  di  Benci  Manovelli 

Pugio  di  Belcaro 

Geri  Cardinali 

Lippo'  de'  Centinari 

Arrigo  Sassoli  de'    Sassolini,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Buonaccorri  di  Geri  da  Ginestreto,  loro 

notaio. 


RuBRiCA  255*  —  Come  i  Fiorentini  ebbono  Pistoia  e  feciono  disfare  le  niura  e  recarla  a  borghi.  35 

Per  continuo  assedio  i  Fiorentini  ed  i  Lucchesi  stretta  la  cittk  di  Pistoia  per  modo  che  ' 
dentro  si  manicavano  i  cavalli,  perocchfe  non  aveano  piu  pane  n^  di  miglio  nh.  di  saggina 
nfe  di  crusca  e  mangiarono  cani  ed  altre  brutture ;  e  questo  era  per  virtii  di  messer  Tosolato 
degli  Uberti  franco  guerriere ;  pure  non  possendo  piu  s' accordarono,  salve  le  persone  de' 
Bianchi;  ed  i  Fiorentini  feciono  disfare  le  mura  e  recare  a  borghi;  e  tutte  le  castella,  che  40 
traevano  da  Pistoia  in  qua,  furono  dal  Comune  di  Firenze,  e  tutte  quelle  di  \h^  del  Comune 
di  Lucca,  salvocchfe  la  cittJi  si  rimase  a'  Fiorentini,  ed  il  podestk  di  patto  togUevano  da  Lucca, 
ed  il  capitano  da  Firenze;  e  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1306  a'  di  10  d'aprile. 

1-3.  a  Flrenze  ne  venne  novella  omm.  G.  —  3-3.  il  Comune  di  Firenze  . . .  E  cio  fu]  il  comune  di  Firenae 
e  di  Lucca  non  si  partirono.  E  ci6  fu  G.;  il  Com.  di  F.  e  di  L.  non  si  partirono  e  andarsene.  E  ci6  fu  /.  — 
37-38.  dentro . . .  brutture]  dentro  non  avieno  pii  che  manicare  se  nonne  brutture  A. ;  ah  di  miglio  omm,  I. 


[A.  1306]    '  CRONACA  FIORENTINA  97 

RuBRiCA  256*  —  Come  fu  assediato  Monte  Acinico,  e   freso  e  disfatto. 

Era  in  Mugello  appie  dell'Alpe  un  castello  chiamato  Monte  Acinico ;  il  quale  castello  era 
bellissimo  di  due  cerchia  di  mura,  il '  piu  f orte  ed  il  piu  bello  ed  il  piu  ricco  del  contado  /.,  iv,  55 
di  Toscana;  avevalo  fatto  fare  il  cardinale  Ottaviano  degli  Ubaldini.  In  quello  tutti  i  Ghi- 
bellini  ed  i  Bianchi  usciti  di  Firenze  v'erano  ridotti,  e  guastavano  tutto  il  contado  di  Fi- 
renze.  Ed  in  effetto  ubbidiva  agli  Ubaldini  infino  a  Fontebuona  chi  per  amore,  chi  per  forza 
e  chi  per  paura.  Torno  Toste  da  Pistoia,  subito  ando  la ;  e  sarebbonvi  indarno  istati,  se  non 
fusse  che  tra  loro  messer  Geri  Spini,  come  parente,  tratto  con  una  delle  parti  degli  Ubaldini, 
cio  fu  con  messer  Ugolino,  dargli  15000  fiorini  E  cosi,  sentendo  il  trattato,  tutti  si  partirono; 
1,  e  il  castello  si  prese  di  settembre  1306,  e  fu  disfatto. 

i 

'  RuBRicA  257*  —  Come  st  difico  tl  castello  della  Scarferta  dt  Mugello,  e   dato  tl  gtiasto  agli 

Ubaldini. 

Acciocche  Monte  Acinico  non  si  potesse  rifare,  subito  fu  fatta  riporre  Scarperia  con  fran- 
1  chigia  di  chi  v'abitasse,  e,  passato  TAlpe,  i  Fiorentini  dierono  il  guasto  agli  Ubaldini  in  case 
I  e  borghi  e  cio  che  innanzi  si  paro  loro.     E  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1306  di  settembre. 


NoTA.  —  Da  questa  rubrica  in  poi  segncremo  con  le  iniziali  G.  R.  le  varianti  daie  dal  cod.  Guadagni  di  casa 
Ricaso/i.  .^ueslo  codice  riirovato  dopo  !a  stampa  delle  prime  2SS  rubrichc  e  stato  da  noi  illustrato  in  ArchlTio 
mnratoriano^iMC.  s,  pf.  83-8J,  Citth  di  Castello,  igo^..  Cotne  avevamo  detto  nella  Introduzione  lo  smarrimanto  di 
questo  codice  era  compensato  dalla  edizione  di  P.  Ildefonso,  la  quale  riproduce  quasi  fcdelmente  il  codice  suddetto. 
tn  ogni  modo  darcmo  in  fine  della  cronaca  le  foche  lczioni  del  Guadagni,  di  cui  P.  Ildefonso  non  aveva  tenuto  conlo 
i»  queste  frime  2JJ  rubriche ;  in  quanto  al  resto  ci  servircmo  direttamenie  dcl  cod,  G.  R.  con  il  solito  criterio  (non 
mutato  dal  rinvenimento  di  esso  codice)  di  segnare  cioh  in  nota  le  lezioni  del  G.  R.,  diverse  dalV Asiniano  (A.),  e  che 
aen  ne  sieno  migliori,  c  di  accogliere  nel  testo  quelie  chc  concordano  con  /'A.  Pertanto  di  questi  due  frincifali  codici 
ii  lettore  avrh,  0  nel  testo,  0  nelle  notc,  tutte  le  lezioni;  trascureremo  solo  quelle  del  Giordaniano  (G.)  chc  sieno  eviden- 
ttmente  aggiuntc  fosteriori,  e  cke  non  si  trovino  nl  in  A.  ne  in  G.  R.  Inoltre  non  indicheremo  J>iu  la  cdizione  ilde- 
fonsiana  se  non  nelle  pochissime  volte  in  cui  si  discosta  da  G.  R. 

2.  chiamato]  che  si  chiamava  A.  -  il  quale  castello]  omm.  A.  —  4.  avevalo]  il  qualc  avea  G.  R,  -  Ottaviano] 
»mm.  A,  —  6.  ed  in  effetto]  omm.  A.  —  6-7.  Fontebuona . . . .  paura]  Fontebuona  o  per  araore  o  per  paura  A.  — 
7.  tom6....  sarebbonvi]  tornata  l'o8te  di  Pistoia  subito  and6  \h.  e  bene  vi  sarebbono  G,  R.  — 9-10.  partlrono .. .. 
dlifatto]  partirono,  di  che  il  castello  si  ebbe  a  dl  7  di  settembre,  che  vi  era  stata  piii  dl  6  mesi  l'oste  e  disfecerlo 
oegli  anni  del  Signore  1306  G.  R.  Secondo  G,  la  durata  dell^  imfresa  fu  di  iS  mesi;  A.  che  ho  rifrodotto  nei  tesio, 
non  detcrmina  il  tcmfo  —  13.  riporre  Scarperia|  riporre  la  Scarperia  —  i3-i4-  con  franchigia]  e  francliigia  (7.7?. 
—  14.  e  passato]  e  passarono  e   G.  li.  —  15.  e  tib  clie  innanzi  si  par6  loro]  e  in  ci6  che  si  paro  loro  incontro  A. 

T.  XXX,  p.  I  —  7. 


/.,  IV,  36 


RuBRiCA  258"  —  SitiestV  sono  i  Priori  da  mezzo  fehbraio  1305  a  mezzo  febbraio  1306. 

Cione  di  Benintendi  Vanni  Pucci  Benvenuti 

Messer  loanni  di  Rustichello,  iudice  Buto  Del  Ricco  Davanzi 

Cambino  di  Neri  Cambi  Giugnino'  de'  Giugni.  Mori;  in  suo  luogo  fu        /,  iv,  sr 

1  Ricco  Arlotti  il  maestro  Cambio  del   maestro   Salvi  a' 
Veri  de'  Rondinelli  di  3  d'agosto 

I  Lando  Biliotti  Neri  di  Pepe,  gonfaloniere  di  lustizia 

'  Ciangheri  di  Boninsegna  Beccanugi,  gonfalo-  Ser  loanni  di  messser  Bernardo,  loro  notaio. 
niere  de  lustizia 

2  Ser  Dino  Manetti,  loro  notaio.  Messer  lacopo  da  Certaldo,  dottore  di  leggi 

Battagliuzzo  di  Rustichello 

Casino  Sassini  Piero  di  messer  Oddo  degli  Altoviti 

Mestro  Fagno,  medico  Cecco  di  Ciaio  Ristori 

Bonaccorso  Cini  della  Badessa  Messer  Geppo  di  maestro  Lamberto,  iudice 


98  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  i306-i307j 


Cione  da  Magnale  Bellincione  di  Neri  Aldobrandini 

Bizzo  di  Cambio  Anselmo  di  Palla  Bemardi 

Nuto  Periccioli  Bezzole  di  Forte  Bezzoli 

Lapo  di  Giambono  de'  Medici  Ser  Arrigo  Rocchi 

Chermontese  degli  Uccellini  Giannotto  di  Duccio  Bucelii,  gonfaloniere  di 

Caccino  di  Boncianni,  gonfaloniere  di  lustizia  lustizia 

Ser  Bindo  Martini  da  Pagnano,  loro  notaio.  Ser  Piero  di  Buono  da  Ognano,  loro  notaio. 

Taddeo  di  messer  Aldobrando  da  Cerreto  Buoninsegna  An^olini  Machiavelli 

Ricciardo  di  Cione  de'  Ricci  Dono  di  Guscio 

Lapo  di  messer  Angiolino  de'  Magli,  gonfa-  Francesco  Ardinghelli 

loniere  di  lustizia  Messer  Ubertino  dello  Strozza 

/..  IV,  si      Ser  Ridolfino  Tucci  da  Gangalandi,  loro  no-  Amadore'  di  Ridolfo 

taio.  Uberto  di  Lando  degli  Albizzi 

Chele  di  Pagno  Bordoni,  gonfaloniere  di  lu- 
Cione  Pitti  stizia 

Giotto  Arnoldi  de'  Peruzzi  Ser  Rustico  Moranducci  Bondoni,  loro  notaio. 

RuBRicA  259*  —  Comc  Vostc  dcl  comunc  di  Fircnzc  amVo  ad  Arczzo  fcr  la  vcntUa  di  mcsscr 
Nafolconc  dcgli  Orsini,  legato. 

II  cardinale  messer  Napoleone  venne  ad  Arezzo,  e  quivi  congrego  gente  assai  per  fare 
oste  a'  Fiorentini.  Sentito  cio  a  Firenze,  si  bandi  roste  ad  andare  ad  Arezzo;  e  cavalcarono  - 
con  3000  uomini  da  cavallo  e  con  15000  pedoni  di  loro  e  d^amistk,  e  cavalcarono  infino  in 
Valdambra,  guastando  e  disfacendo  le  castella  degli  Aretini,  e  puosono  roste  a  Gargosa.  II 
cardinale  veggendo  cio,  fece  vista  d'andare  a  Firenze,  ed  ando  a  Bibbiena.  Sentito  questo, 
i  Fiorentini  si  partirono,  e  tomarono  in  Firenze,  e  poi  molti  trattati  feciono  col  cardinale,  e 
non  ebbono  effetto.     E  ci6  fu  di  maggio  1307.  : 

RuBRiCA  260*  —  Come  i  Fiorentini  -puosofio  imfosta  a'  cherici,  e  feciono  abbassare  -parte  dcl 
camfanile  della  Badia. 

/.,  :v.  59  Vedendosi  il  Comune  scomunicato  da'  Legati  e  farsi  guerra,  posono  una  imposta  a'  'che- 

rici.     Quegli  della  Badia  feciono  villania   a'  messi;  di  che  il  Popolo  \\  corse,  e  rubarongli, 
e  vollono   tagliare  il   campanile,   perchfe   aveano  sonato   alVarme;   pure  non  lo  feciono,   ma  3 
tagliarollo  un  poco  da  capo.     E  cio  fu  nel  detto  anno. 

RuBRiCA  261*  —  Come  in  Firenzc  si  feciono  nuovi  ordini  fcr  Pofolo  e  Grandi. 

Per  le  novitk  dette,  i  Grandi   aveano  preso  baldanza  molto  piu   non   soleano,  e   offen- 
devano  il  popolo  di  parole  e  di  fatti;    di   che   essendo  in   cio  avvisati  si  riformo   il  Popolo 
la  cittJi  con  molti  ordini;  i  quali  in  effetto  chi  gli  volesse  vedere,  vada  al  Libro  degli  Or-  . 
dini  della  Giustizia ;  e  rifeciono  i  gonfaloni,  e  dove  erano  venti  ne  trassono  uno  di  S.  Piero 
Scheraggio,  ch'  era  1'  arme  a  metk  per  traverso  dal  mezzo  in  su . .  . .  e  dal  mezzo  in  giu. . . . 


20.  ci6]  omm.  A.  -  ad  andare]  omm.  A.  —  2i.  uomini  da  cavallo]  cavagli  A.  —  «.  Gargosa]  Gargonsa  A.  — 
28.  Vedendosi . . . .  scomunlcato]  Vedendo  il  Comune  scomunicatosi  A.  —  29.  vi  corse]  vi  trasse  A.  —  30-31.  pu- 
re. . . .  E  cl6]  pure  non  tagltarono  da  pi^  ma  da  capo  si  fecero.  £  ci6  G.  /?. ;  pure  non  tagliarono  da  pi^  ma  da 
capo  si  feciono  alquanto  abbassando  il  campanile.  E  ci6  G.  —  33-34-  baldanza. . . . .  oftendevano]  baldanza  gran 
fatto  piii  clie  non  soleano  avere  e  offendeano  G.  R.  —  34.  di  fatti]  in  fatti  A.  —  35.  con]  t  A.  -  ordini....  ve- 
dere]  ordini  e  quelli  in  effetto  chi  li  volesse  vederc  A.  —  3".  le  duc  lacune  segnate  con  punti  nel  tesio  sono  in  G.  R. 
e  G.;  in  A  non  ■vi  e  sfazio  alcuno  in  bianco  e  sono  ommesse  lc  parolc:  dal  raczzo  in  su  e  dal   mezzo   in   giii 


[A.  1307 


CRONACA  FIORENTINA 


99 


E  feciono  per  ordine  che  la  vilia  di  S.  loanni  tutti  i  popolani  e  artieri  andassono  ad  offe- 
rere  con  gli  gonfalonieri  col  gonfalone  spiegato,  e  le  Arti  non  andassono  in  quel  di  a  offerere 
come  soliano  coi  gonfaloni  ed  insegne  loro,  se  non  col  gonfalone  delle  compagnie.  Ed  eb- 
bono  i  gonfalonieri  la  guardia  della  cittk,  con   portare   arme   e   pigliare  e   richiedere   e  co- 

i  mandare  che  i  suoi  attenenti,  ciascuno  del  suo  gonfalone,'  s'armasse  a  sua  posta,  e  andasse 
con  lui  armato  sanza  alcuna  pena.  E  sopra  a  ogni  gonf  alone  s'  aggiunse  Tarme  del  Popolo, 
cio^  il  campo  bianco  e  la  croce  vermiglia  in  uno  scudicciuolo  ed  una  banda  alFarme  del 
re  Carlo  primo,  che  v'  era  il  rastrello  vermiglio  sopra  i  gigli,  come  ancora  vi  s'  h.  E  manda- 
rono  per  uno  uficiale,   il   quale   chiamarono  lo   Esecutore   degli  Ordinamenti  della  Giustizia 

1  con  grandissimo  arbitrio,  e  non  avea  a  stare  a  sindacato,  se  non  di  baratteria  o  di  furto, 
sicche  molto  potea  fare  a  cavallo  sopra  i  Grandi,  e  venne  in  Firenze  negli  anni  del  Signore 
1306  del  mese  di  marzo;  e  venuto  il  feciono  cavaliere.  Ebbe  nome  messer  Matteo  d'Amelia 
di  provincia  di  Roma. 


A.  IV,  M 


RuBRicA  262*  —  ^iesti  sono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  ijo6  a  mezzo  febbraio  1307, 


1  Ser  Cambio  di  Buonaguida 
Donato  di  Lamberto  delFAntella 
Checco  di  Corso 

Lapo  di  Corso  de'  Minerbetti 
j  Donato  di  Lapo  Viviani 

2  Cionetto  di  Giuvenco  de'  Bastari 
Dardano  di  Tingo  degli   Acciaiuoli,  gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  loanni  di  ser  Lapo  Bunamici,  loro  notaio. 

Deo'  di  Bardo 

2  Massaio  de'  Raffacani 

Messer  Fantino  da  Signa,  dottore  di  leggi 

Cenni  di  Nardo  lunta 

Ser  Alberto  Amizini,  notaio 

Cino  del  Buoso  degli  Uccellini 

3  Ardingo  di  Buonagiunta  de'  Medici,  gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Fredi  di  Bindo  da  Panzano,  loro  notaio. 


Neri  Corsini 

Rinieri  di  Pacino  de'  Peruzzi 

Monte  di  Mannino  degli  Acciaiuoli 

Messer  Orlando  Marini,  iudice 

Nello  Rinucci 

Torrigiano  di  Guido  Orlandi 

Vinta   del   Caccia    Altoviti,    gonfaloniere 

lustizia 
Ser  Ricco  Pegolotti,  loro  notaio. 


di 


lacopo'  di  messer  Berlinghieri  Marsilj 

Bello  di  Lippo  de'  Mancini 

Lapo  Rinnovanti 

Filippo  Aldobrandini 

Bartolo  Bonghi 

Lotto  d'Ardingo 

Passa  di  Zato  Passavanti,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  Ciuccio  di  Neri  Ciucci,  loro  not-tio. 


/..  IV,  1 
l.,  IV,  63 


Benzo  di  Filippo  Soderini 
Cione  de'  Magalotti 
Avvogado  di  Gherardo 
Ammannato  di  Rota  Beccanugi 
Piero  Borghi 

Messer  Ubaldo  d'Aguiglione 
loanni  di  Guido  de'  Giugni,  gonf.  di  lustizia 
Ser  Uguiccione    di   messer   Rimeri   Bondoni, 
loro  notaio. 


Baciienno  di  Bertoldo 

Rinaldo  Baroncelli 

Maso  di  Benci  Manovelli 

Ser  Matteo  Biliotti,  notaio 

Falco  di  Bello  Rondinelli 

Durante  di  messer  Buonfantino 

Banco  di  Guarnieri,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Ghino  Pinucci  da  Signa,  loro  notaio. 


I.  rilia]  vlUa  A.  -  e  artlcri]  e  arteficl  G. /?.  —  2-3.  col  gonfalone.. ..  delle  compagnie]  col  gonfalone  e  in- 
scgne  loro  se  none  col  gonfalone  delle  compagnie  A.  —  4.  la  omm.  G.  R.  -  con  portare  arme  e  pigliare]  con  po- 
tere  arme  sumere  e  pigliarc  G.  R.  -  4-5.  comandare.. ..  ciascuno]  comandare  clie  i  suoi  attenti  ciascuno  A.;  co- 
mandare  ai  suoi  attenenti  a  ciascuno  G.  —  7.  bianco  e  ia  croce]  bianco  in  croce  G.  R.  —  8.  rastrello]  rastello 
G.  R.  — 9.  cliiamarono  lo  Esecutore]  chiamarono  il  nome  dell' ulicio  lo  Esecutore  G.R. —  ii-i2.  del  Signore..., 
Maiteo]  del  Signore  1306  e  venuto  in  l'irenze  U  feciono  cavallere;  chlamossl  messer  Matteo  A. 


100  CRONACA  FIORENTINA  [A.  13071 


RuBRicA  263*  —  Come  il  fodesta  di  Firenze  si  fugg\  col  suggcllo  del  Comunc. 

Essendo  podest<\  di  Firenze  messer  Carlo  d'Amelia,  fratello  di  messer  Matteo,  che  fu  il  pri- 
mo  esecutore  degli  Ordinamenti  della  Giustizia,  si  port6  in  suo  officio  assai  dissolutamente 
e  in  baratterie  e  in  cattivith.  Ed  essendo  di  giugno  per  finire  ruficio,  si  parti  di  furto  per 
non  si  trovare  a  sindacato,  e  portossene  il  suggello,  che  sempre  lo  teneano  li  Podesti;  il  5 
/.,  jv,  u  quale  suggello  avea,  come  ha  oggi,  per  segno  un'  Ercole.  Nondimeno  in  questo  modo  non  si 
fu  per6  assoluto,  ed  il  Comune  lo  fece  sindacare  e  condannare,  e  dove  credette  riparare  a 
sua  vergogna  per  portar  seco  il  suggello  con  dire:  "Eglino  m' assolveranno,  se  '1  vorranno,;  ed 
egli  fu  notificato  per  tutto  '1  mondo  che  lettere  che  andassono,  o  che  fussono  ite,  non  fussero 
credute,  che  il  tale  Podestk  avea  rubato  il  suggello.  II  fratello,  addolorato  di  ci6,  il  furo  un  1 
di  al  Podestk  che  era  stato,  e  rimandollo  a  Firenze ;  e  da  quel  dl  innanzi  il  tennero  i  frati 
di  Settimo  e  non  piu  il  Podesta.  E  cio  fu  negli  anni  1307;  e  fece  bene  costui  per  onor  suo. 

RuBRiCA  264*  —  Come  morl  messer  Corso  Donati. 

Come  addietro  in  piu  luoghi  aviamo  fatta  menzione,  che  messer  Corso  de'  Donati  avca 
gran  s^guito  e  grande  grandigia  in  Firenze,  pure  addivenne  che  per  gli  Ordini  della  Giustizia  ! 
non  potea  esser  cosi  grande,  come  a  lui  parea  meritare,  e  per  suoi  modi  e  simile  per  sospetto 
ch'egli  quasi  tenea  con  gli  Bianchi  e  con  gli  Ghibellini,  non  era  nfe  amato  come  solea,  nfe 
seguito,  ma  odiato.  E  quello  che  piu  lo  fece  odiare,  si  fu  lo  parentado  di  Uguccione  della 
Faggiuola,  nimicissimo  del  comune  di  Firenze  e  ghibellino,  di  cui  egli  avea  tolta  la  figliuola  per 

/.,  IV,  u  moglie;  di  che  quasi  da  molti  era  abbandonato,  salvo  d'alcum'  Bianchi  de'  Grandi,  e  de'  Neri 
pochi.  Bene  teneano  con  lui  i  Bordoni  s5,  che  era  capo  deiruna  sfetta,  ma  molto  era  minore 
che  non  solea,  e  Taltra  parte  era  nobile  ancora:  Tosinghi  e  Pazzi,  Spini,  Brunelleschi,  Ca- 
vecciuoli;  i  quali  seguivano,  ed  eglino  erano  seguiti  da  quelli  che  erano  nello  stato  Guelfi  e 
Neri.  Messer  Corso  fece  immaginazione  che  setteggiare  per  far  grandi  altrui  e  non  sfe,  era 
nuUa,  dilibero  di  farsi  signore,  e  mando  per  Uguccione  della  Faggiuola,  e  con  lui  richiesti  - 
molti  amici,  che  n'  avea  di  f uori  assai  piu  che  dentro,  subito  furono  mossi  i  Ghibellini  ed  i 
Bianchi,  e  con  molta  gente  furono  gii  a  Remole.  Questo  fu  sentito,  e  fu  dato  nella  cam- 
pana  de'  Priori  e  il  popolo  subito  fu  armato,  e  trassero  a  casa  i  Priori  con  gonfaloni,  e 
subito  tutta  la  citta  di  comune  concordia  diedero  a  messer  Piero  della  Branca  d'Agobbio, 
podesta,  un'accusa  contro  a  messer  Corso.  Ed  egli  la  tolse,  e  fello  richiedere,  e  dettegli  3' 
bando  la  mattina  a  mezza  terza  deiravere  e  della  persona  e  di  rubello  e  di  traditore  del 
Popolo,  e  fu  messo  in  concio  il  Gonfaloniere  della  Giustizia  co'  maestri  e  co'  picconi  per 
ire  a  f are  1'  esecuzione,  dietro  a  cui  andarono  li  diciannove  gonfaloni,  capitano  e  podestk  ed 

/.,  IV,  6J       esecutore.     Messer  Corso  era  messo  in  punto  con  alcuni  f orestieri  e  molti '  amici  e  ^acini  e 
con  isbarre  si  difese  infino  a  vespro ;  che  mai  non  venne   il  soccorso.     I   Priori   come  anda-  3 
rono  assalire,  feciono  un  messo  uscire  fuori,  che  and6  a  Remole  a  dire  fittiziamente  da  parte 


2-3.  Matteo ....  Ordinamentl]  Matteo,  che  il  primo  fu  esecutore  degli  Ordinaraenti  G.  R. ;  che  fu  il  prlmo 
defensore  degli  ordini  A.  —  /[.  e  in  barat.  e  in  cattiv.]  in  barat.  ed  in  altre  cattiv.  G.  /?.  —  4-5.  per  non  si  tro- 
vare]  per  non  essere  G.  R.  —  6.  modo]  luogo  A,  —  8.  portar  seco]  portarsene   G.  R.  -  se  '1  yorranno]  omm.  A. 

—  II.  tennero]  tenne  A.  —  12.  e  ci6 suo]    e  ci6  nell'anno  del    Signore  1307.    G.  R.  —    14.  Come  . .  . .  mcs- 

ser]  Come  h  detto  messer  A.  —  15.  e  grande]  omm.  A.  —  16.  e  per  i  suoi  modi]  e  per  li  sua  modl  A.  —  17.  ne 
amato]  amato  A.  —  19.  nimlcissimo]   nemico  G.  R.  -  dl  Firenze]  omm.  A.  —   22-23.   Cavecciuoli]  CavicciuU  A. 

—  23.  eglino]  omm.  A.  —  28-29.  Priori  e  il  popolo....  gonfaloni]  Priori  airarme  subltamente  e  fu  armato  11 
popolo  e  trassero  a  casa  i  Prlori  li  gonfalonl  G.  R.  —  29.  concordia]  omm.  A.  —  30.  podesti]  omm.  G.  R.  — 
30-31.  la  tolse....  a  mezza]  la  tolse  e  fu  rlchiesto  e  datogli  il  bando  e  la  condannagione  dalla  mattina  a  dl  a 
mezza  G.  R.;  I.  segna  una  lacuna  dopo  la  farola  a  d\  —  32.  ii  Gonfaloniere]  Gonfalone  A.  -  picconi]  picconai  G.  R. 

—  34.  che  mal....  I  Priori]  che  mai  non  venne  il  soccorso.  I  Priori  /.;  che  mal  non  venne....  I  Priorl  G.R.; 
che  mai  non  vennono.  I  Priori  A.;  che  mai  non  restarono  G. 


[A.  1308]  CRONACA  FIORENTINA  101 

di  messer  Corso  con  novelle  ree:   "  Messer  Corso  h  preso  egli  e  tutta  sua  brigata,  e  disfat- 
"  togli  le  case,  ed  egli  era  suUa  piazza  per  essergli  tagliato  il  capo,  quando  uscii  f uori ;  pero 
"  soccorrete„.  Quelli,  non  pensando,  dicevano:  "  Noi  non  siamo  gente  da  andare  a  soccorrerlo, 
"  poichfe  il  popolo  ^  in  arme,  e  hallo  preso,  e  le  porte  serrate  „ .     In  quello  vennoro  altri,  e 
5  dissono  che  il  popolo  era  in  arme  ed  ito  a  casa  messer  Corso  con  gli  gonfaloni  e  rettori;  cio  fe 
la  prima  verisimile,  chfe  quello  ch'  era  mandato  era  venuto  piii  presto,  che  quello  che  venia  da 
sfe ;  di  che  la  brigata  si  ritrasse.    Messer  Corso,  che  aspettava  a  nona  il  soccorso ;  non  veniva. 
La   brigata  de'  popolani  veggendo  i   gonfaloni  a  casa,   ed   il   gonfaloniere   della  giustizia  e' 
rettori,  a  uno  a  uno  se  ne  andavano,  e  tale  era  colui  che  facea  vista  d'andarsi  a  rinfrescare, 
)  che  pigliava  mezza  volta,  ed  era  dalla  parte  del  Popolo  piu  fiero  che  gli  altri,  e  per  non  poi 
dettogli,  nb  condennato:  "  Tu  fosti  con  messer  Corso  „.    Ultimamente  su  '1  vespro  non  potendo 
!   piu  risistere,  si  fu  rotto  un  muro  d'un  orto,  di  che  entrarono  dentro  il  popolo.     Di  che  messer' 
Corso  e'  suoi  si  partirono,  e  f urono  rubbati  ed  abbattute  le  loro  case ;  e  messi  f urono  i  Catelani     /.,  iv,  6» 
del  Duca  di  Calavria  dietro  a  messer  Corso,  infra'  quali  furono  con  loro  certi  cittadini.     E 
i  dicesi  che  uno  de'  Cavecciuli,  cio^  Boccaccio,  giunse  de'  compagni  di  messer  Corso  e  uccisene 
.   e   presene,  in  fra'  quali  fu  Gherardo  Bordoni  sul  ponticello  del  fiume   d'A£frico,  e  mortolo 
se  ne  arreco  la  mano  per  insegna.     Messer  Corso  si  dice  fu  giunto  e  preso,  ch'era  appie  di 
Quintole,  e  messo  in  su  uno  muletto  di  non  gran  pregio  perchfe  venisse  piu  sicuro.     Gli  Catelani 
furono  da  lui  molto  lusingati  di  denari  e  d'avere,  se  lo  lasciassero,  non  vollero  credere;  di 
j)  che  alla  per  fine,  essendo  presso  alla  Badia  di  S.  Salvi,  vedendosi  ire  in  Firenze,  per  non 
'   essere  alle  mani  del  popolo,  stimo  di  lasciarsi  cadere  da   cavallo  e  di  dire :   "  lo  voglio  mo- 
I    "rire  prima  di  venire  a  Firenze„.    II  mulo   quando   si  lasci6   cadere,  si  dice,  gli  rimase  il 
pi^  diritto  nella  staffa,  strascinandolo  aombrato  dove  traeva   il  popolo.     Di   che  cosi   trasci- 
nandosi,  li  Catalani,  temendo  lo   popolo  non   lo   togliesse  loro,   per  ubbidire   a'  Signori  dis- 
:>  sono:   "  Innanzi  che  eglino  lo  ci  tolghino,  e'  Taranno  morto^.    Di  che  uno  con  unalancia  ca- 
talana,  sopraggiugnendolo  gli  dih  per  la  gola,  e  subito  mori.     II  Popolo  lo   volea  pigliare  e 
non  torlo,  videlo  morto '.     Fu  per  gli  monaci  nella  Badia  portato,  e  accomandato  loro,  tan-       /.,  iv,  67 
tocchfe   da'  Signori   di   Firenze  fosse  loro   comandato  quello  fusse  da  farne.    Ci6   fu   negli 
anni  del  Signore   1308. 

)  RuBRiCA  265*  —  Come  i  Tarlati  furono  cacciati  d'  Arezzo. 

Gli  Aretini  cacciarono  i  Tarlati  d'Arezzo,  e  feciono  pace  co'  Fiorentini,  e  andarono 
con  molta  concordia,  e  feciono  coiraiuto  di  Uguccione  della  Faggiuola.  Ci6  fu  negli  anni 
del  Signore  1308  del  mese  di  giugno. 

RuBRiCA  266'  —  Come  gli  Ubaldini  s'  accordarono  co'  Fiorcntini. 

)  I  nobili  della  casa  degli  Ubaldini,  vedendo   tornati  a  parte   guelfa   gli   Aretini,  Pratesi 

e  tutta  Toscana,  salvo  Pisa,  si  si  rimessono  nelle  mani  de'  Fiorentini,  e  feciono  questi  patti, 
clie   gli   Ubaldini  sodarono  in   Firenze    di   20  000   fiorini   di   fare    sicuro   il   passaggio   delle 


1-2.  brigata....  ed  egli  era]  brlgata,  la  terra  e  colle  case  loro  e  diafatte  sono;  ed  egli  G.  R.  —  3.  dicevano] 
0«»;«.  A.  —  4.  e  hallo  preso]  omm.  G.  R.  —  S- ^^]  fu  A.,G,R.  —  lO.  era]  omm.  A.  —  lo-ii.  per  non....  conden- 
nato]  per  non  essergli  plij  detto  e  condennato  G.R.  —  13.  il  popolo]  omm,  G.  R.  —  13.  loro]  omm.  G.  R,  — 
13.  con  loro]  omm.  G.  R.  —  18.  non  gran....  Gli  Catelani]  non  gran  corso  perch&  non  iipronasse  il  cavallo.  Li 
Catelani  G.  R.  —  41.  alla  perfine. ...  S.  Salvi]  alla  fine  di  che  e'  fu  presso  alla  badia  di  S.  Salvi  A.  —  23.  prima] 
prima  clie  A.  -  si  dice]  omm.  G.  /?.  —  23.  strascinandolo ....  il  popolo]  strascinandolo  arrabbiato ;  ed  i  vlUani 
traevano  ed  il  popolo  G.  R.  —  45.  temendo ....  ubbldire]  temendo  che  a  loro  il  popolo  non  lo  togliesse  loro  per 
ubbidire  G.R.  —  25.  eglino  lo]  omm.  G.  R.  -  tolghino]  cosi  G.  R.  ed  A.;  tengano  /.  —  26.  sopraggiungendo. . . .  mori] 
sopraggiungendo  il  raulo,  gli  dii  per  la  gola ;  della  quale  ferita  mor\  G,  R.  —  38.  C16  fu]  omm,  A.  —  39.  del  Signore] 
omm.  A,  —  36.  Fiorentini. . . .  patti]  Fiorentini,  i  quali  contennero  in  effetto  questo  li  patti   G,  R. 


102 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1308-1309] 


loro  terre  a  tutti  i  passanti  per  loro  terreno,  ed  averebbono  amici  per  amici  e  nemici  per 
nemici  chi  avesse  il  Comune  e  Popolo  di  Firenze,  e  farebbono  oste  e  cavalcata.     Ed  il  Co- 
/.,  IV,  »1       mune  fece  loro  perdonanza,  e  cancell6  ogni  bando  e  condennagione '  di  loro  fatta.    Ci6  fu 
negli  anni  del  Signore  1308  del  mese  di  novembre. 

RuBRiCA  267'  —  ^esii  sono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  1307  a  mezzo  fcbbraio  1308, 


/.,  IV.  W 


/.,  IV,  70 


Bonaccorso  di  Michele 

Lapo  di  Talento 

Cambio  di  Guido  del  Chiaro 

Chiaro  di  ser  Carradore 

Messer  Alberto  Rofoni,  iudice 

Luti  di  Rittafede 

Deo  di  Bentaccorda,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  lacopo  di  ser  Bencivenni  Dandi,  loro  notaio. 

Bartolo  di  Cione  Benintendi 

Duccio  di  Macca  de'  Vezzi 

Ser  Medico  Aliotti 

Ubertino  di  Rosso  dello  Strozza 

Neri  di  Forte  de'  Bezzoli 

Messer'  Bartolo  de'  Ricci,  dottore  di  leggi 

Tuccio  di  ser  Ciapo  dal  Pino,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Geri  d'Andrea,  loro  notaio. 

Neri  di  Ridolfo 

Cambino  di  Candeghi 

Neri  Aldobrandini 

Manno  d'Ottaviano 

Guccio  di  Buonagiunta  de'  Medici 

Ser  loanni  di  ser  Benedetto  Capitani 

Lapo  de'  Velluti,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  loanni  di  ser  Spigliato  da  Filicaia,  loro  not. 


Lione  di  Tuccio  de'  Guicciardini 

Bello  d'Alberto 

Tuccio  Delli  de'  Scilinguati 

Bernardo  di  Pagno  Bordoni 

Ser  Rustico  Consigli 

Ricco  di  Compagno  degli  Albizzi 

Lippo  di  Puccio  Benvenuti,  gonf.  di  lustizia 

Ser  Duti  Mainardi,  loro  notaio. 

Bartolo  Bandini 

Neri  di  lacopo 

Simone  di  Gherardo 

Fellaio  Capitani 

Lapo  di  Bencivenni 

Ugolino  del  Zampa 

Nardo  di  lunta,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  loanni  di  lacopo  da  Signa,  loro  notaio. 

lusto  di  Benci  Amati 

Donato  di  Lamberto  deirAntella 

Pesce  di  Gugio  de'  Pesci 

Anselmo  di  Palla  di  Bernardo 

Lapo  di  Pace  Struffaldi 

Lapo'  di  lacopo  de'  Covoni 

Veri  di  Falco  Baldovini,  gonf aloniere  di  lustizia 

Ser  Cambio  Micheli,  loro  notaio. 


1 


RuBRiCA  268*  —  Come  i  Ghibellini  e  i  Bianchi  cacciarono  i  Guelfi  e  i  Neri  di  Prato,  e  si 
vennero  a  Firenze,  e  il  Comune  ve  li  rimise. 

In  Prato  si  levo  un  di,  per  la  morte  d'un  uomo  che  uccise  \m  Nero,  il  romore,  e  cac- 
ciaronne  i  Bianchi  ed  i  Ghibellini  fuori  i  Neri  ed  i  Guelfi.  Questi  rifuggirono  a  Firenze. 
Di  che  fu  posta  la  candela  alla  porta,  che  le  cavallate  ed  i  gonfaloni  di  tre  sesti  uscisssero  3 
fuori  a  pena  del  pi^;  e  quella  notte  medesima  furono  a  Prato.  Temendo  i  Pratesi  del  gua- 
sto,  s'accordarono,  e  rimessono  i  Guelfi  ed  i  Neri  dentro,  e  dierono  la  terra  al  comune  di 
Firenze;  e  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1309  a  di  7  d'aprile. 

RuBRicA  269'  —  Come  i  Fiorentini  andarono  a  darc  il  guasto  agli  Aretini. 

II  comune  di  Firenze  fece  cavalcare  il  contado  d'Arezzo,  imperocchfe  a  dl  24  d'aprile  i  4" 
Tarlati  erano  per  trattato  ritornati  in  Arezzo,  e  cacciatine  i  Guelfi  e  i  Neri,  ed  aveano  ca- 


i-a.  amici....  farebbono]  amici  ed  e  converso  e'  farebbono  A.  —  2.  cavalcaU]  cavalcate  G.  R.  —  3.  fece  loro 
perdonanza. ...  bando]  gli  fece  perdonanza  d'ogni  bando  A.  •  q  condennagione]  o  condannagione  A.  -  Ci6  fu]  omm.  A. 
4.  del  mese  di  novembre]  omtn.  A.  —  33.  per  la  raorte]  per  morte  A.  —  34.  rifuggirono]  rifuggiti  A.  —  35,  caval- 
late]  cavalcate  G,  R.  —  38.  a  dl  7]  omm.  A.  —  40.  a  dl  24]  omm.  A, 


[A.  1309]  CRONACA   FIORENTINA  103 


valcato  il  contado  di  Firenze.     Di  che  uscirono  fuori  i  Fiorentini  a'  di  23  di  maggio',  e  stet-     /..  iv.  n 
tono  infino  a'  di  8  di  giugno  1309,  e  feciono  loro  grandissimo  danno  col  guasto. 

RuBRiCA  270*  —  Come  i  Lucchesi  vollero  disfare  la  citta  di  Pistoia,  e  i  Fiorentini  non  li  la- 
sciarono. 

)  Per  la  superbia  de'  Pistolesi  che  usavano  co'  Lucchesi,  i  quali  si  teneano  la  metk  di  Pi- 

stoia  delle  fortezze  di  fuori  e  della  citta  dentro,  diliberarono  i  Lucchesi  di  guastare  la  cittk, 
e  richiesono  i  Fiorentini  a  guastare  come  loro.  I  Fiorentini,  che  sempre  furono  pietosi, 
contraddissoro  che  niente  se  ne  facesse,  e  fu  sturbata  l'oste  loro  che  venia  per  un  messer 
Lapo  Vergolesi  con  segreta  compagnia  de'  Fiorentini  e  di  Romagna  che  teneva  la  Sambu- 

I  ca,  e  data  licenzia  da'  Fiorentini,  che  steccassero  e  murassoro  Pistoia;  i  quali  in  cinquanta 
ore  di  di  e  di  notte  tutta  la  steccarano  e  l'affossarono,  tanto  lavorarono  che  fu  miracolo. 
Cio  fu  negli  anni  del  Signore  1309  a  dl  5  di  giugno. 

RuBRicA  271*  —  Come  i  Fiorentini  mandarono  in  aiuto  del  Cardinale  in  Romagna  contro  i 
Veneziani. 

5  I  Fiorentini,  richiesti  dal  Legato  di  Romagna,  nipote  di  papa  Chimento,  mandarono  in 

aiuto   gente.     E   cio   fu   deiranno    1309   di   luglio,   e   a   dl   27    di   agosto   seguente   furono'        /.,  i»,  7j 
sconfitti  i  Viniziani  dal  Legato,  e  molto   si   portarono  bene  i  Fiorentini.    E   cio   fu   signifi- 
cato  al  Papa. 

RuBRiCA  272'  —  Come  i  Fiorentini  facificarono  i  Volterrani  e  Sangiminianesi. 

)  I  Fiorentini  cavalcarono  a  Volterra  per  briga  ch'era  tra  loro  e  i  Sangiminianesi,  e  fe- 

ciono  con  grande  fatica  f arli  far  pace  insieme ;  e  cio  fu  la  terminazione  de'  Fiorentini  della 
pace:  ai  confini  di  ciascuno,  perchfe  piu  quistione  non  fosse,  yosst:  fatta  una  fortezza.  Cio  fu 
negli  anni  del  Signore  1309  di  settembre. 

1    RuBRicA  273'  —  Come  il  re  Ruberto  niandb  la  stia  bandiera  a  Firenze. 

3  II  re  Ruberto  mand6  al  suo  maliscalco,  il  quale  avea  lasciato  neiroste  da  Pistoia,  quan- 

ll    do  si  partl,  ch'era  duca  di  Calavria,  una  bandiera  alla  sua   arme.     Colla   quale  i  Fiorentini 

andarono   ad   Arezzo  per  sommossa  di  quelli  da  Castello.     Con  sua  gente  i  Fiorentini  mos- 

sero  a'  di  10  di  febbraio  negli  anni   del   Signore  1309.     Di  che    andando  ad  Arezzo,  e'  fa- 

cevano  la  via  da  Cortona  di  sopra'  per  guastare  di  Ih  gli  Aretini.     Gli  assalirono  sotto  Cor-       /.,  iv.  73 

0  tona  gli  usciti  di  Firenze  e  il  Popolo  d'Arezzo  a'  dl  20  di  febbraio,  e  furono  sconfitti,  ed 
Uguccione  da  Faggiuola  si  fuggi,  e  furono  sconfitti  in  campo  e  morti,  infra  i  quali  vi  fu 
morto  Vanni  Tarlati  e  Cione  Gherardini  e  piii  altri. 


1-3.  il  contado....  guasto]  il  contado  di  Flrenze,  e  feciono  agli  Aretini  grandissimi  danni  negli  anni  del 
.Signore  1309  A,  —  ^.  z.  giiastare]  di  gu.nstare  G.  R.  -  pietosi]  piatosi  A.  —  11.  che  fu  un  miracolo]  omm.  G.  R. 
-  12.  a  d\  5  di  glugno]  omm.  A.  —  16.  e  a  d\  27]  e  Id  ai  27  G.  R.  —  17.  E  ci6 . . . .  Papa]  omm.  A,  —  20-31.  della 
pace....  fortezza]  della  pace  a  confini  di  ciascuno;  e  perchb  piu  questione  non  fusse  fatta  una  fortezza  fu  foata  /.; 
della  pace  a  confini  di  ciascuno  e  perchfe  pii  questione  non  fiisse  fatta  una  fortezza  G,  R,;  una  fortezza  oinm.  A. 

—  20-23.  Ci6  fu di  settembre]  E  fu  negli  anni  1309  di  settembre  A.  —  34.  al  suo]  11  suo  A.  -  11  quale]  che  A. 

—  26.  partl  ch'era  duca]  partl  dal  duca  A.  —  37.  «ndarono]  mandarono  G,  R,  —  37-38.  Costello. . . .  a'  dl]  Castello 
e  con  gente  gua  ed  1  Fiorentinl  mossersi  a'  d\  G,  R,  —  38.  Negli  annl  del  Slgnore]  omm.  A.  —  39.  da  Cortona]  di 
Cortona   G.  R. 


104 


CRONACA  FIORENTINA 


lAA.  1309-1310] 


RuBRiCA  274'  —  ^testi  sono  i  Priori  da  mezzo  fcbbraio  ijo8  a  mezzo  febbraio  i3og. 


/.,    IV, 

/.,    IV, 


Boninsegna  Angiolini  Machiavelli 
Coppo  Borghesi  Migliorati 
Francesco  di  Bonaccorso 
Pagno  di  messer  Bonaccorso 
Donato  di  Lapo  Viviani 
Ser  Arrigo  Rocchi 

Banco  di  love  Aglioni,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Lottieri  di  messer  Rinaldo  da  Barberino, 
loro  notaio. 

Messer  Geppo  del  maestro  Lamberto 
Amoldo  de'  Peruzzi 
Dardano  di  Maso  Bonciani 
Ricco  Arlotti 
Nello  Rinucci 

Maestro  Cambio  del  maestro  Salvi 
Uguiccione  de'  Tizzoni,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Carletto  Benvenuti  da  Castel  Fiorentino, 
loro  notaio. 

Giovanni'  del  Baldese 

Messer  Giovanni  Rustichelli 

Francesco  d'Ubaldino  Ardinghelli 

Maso  Aldobrandini 

Buto  del  Ricco  Davanzi 

Vanni  Benintendi  degli   Albizzi 

Dardano  degli  Acciaiuoli,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  Bernardo  di  ser  Benincasa,  loro  notaio. 


Giovanni  di  Bonaccorso 
Buoso  di  Risalito  Rossi 
Messer  Fazio  di  Signa,  dottore  di  legp 
Teghiaio  de'  Beccanugi 
Gieri  Cardinali 
Bartolo  di  Lotto  Bischeri 
Lapo  dello  Strozza,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Fazio  Gonzi  da    Castel   Fiorentino,  loro 
notaio.  1 

Barone  de'  Risaliti 

Manetto  di  Buonricoveri 

Ugo  di  messer  Oddo  Altoviti 

Spinello  di  Primerano  da  Mosciano 

Averardo  de'  Medici  i 

Messer  lacopo  de'  Ricci,  iudice 

Veri  de'  Rondinelli,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Bernardo  Pacini,  loro  notaio. 


Cenni'  de'  Biliotti 

Duccio  de'  Mancini 

Simone  Arrighetti  degli  Abbruciati 

Vanni  Pucci  Benvenuti 

Bartolo  de'  Anchioni 

Vezzo  Vezzosi 

Bezzole  di  Forte  Bezzoli,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  Arrigo  Gani,  loro  notaio. 


RuBRiCA  275*  —  Co7nc  il  cardinalc  di  Pelagiu,  nifote  del  Pafa,  venne  in  Firenzc. 

II    cardinale   di   Pelagiu,    essendo   stato   onorato   dalla   gente   del    comune    di   Firenze,  3( 
venne  in  Firenze,  e  molto  vi  fu  onorato  e  ringrazio  il  Comune  della  gente,  la  quale  mandata 
avieno  a  Ferrara.     Fugli  donato  cavalli  ed  altri  doni  ed  una  coppa  d'oro  entro\T  2000  fio- 
rinid'oro;  e  andogli  incontro  il  carroccio.     Avea  in  questo  frammezzo  impetrato  dal  Papa  di 
conciliarli  con  santa  Chiesa  e  ricomunicarli.  E  ci6  si  fece  d'aprile  1310. 


A.  IV,  76      RuBRicA  276"  —  Comc^  i  Fiorentini  fcciono  osie  ad  Arezzo. 

I  Fiorentini  erano  in  concio  dell'andare  ad  oste  ad  Arezzo,  ed  in  quel  mezzo  lo  'mpe- 
radore  a  stanza  degli  Aretini,  ciofe  Arrigo,  scrisse  del  non  andare,  chfe  volea  acconciargli 
insieme,  che  era  per  venire.     Non  lasciarono  pero  che  non  andassero,  e  feciono  gran  danno 


39.  Pelagiu]  Pelagro   G.  R. ;  Pelagr6  /.  —  29-30.  onorato  dalla  gente  del  Comune rlngrazl6]  onorato  dal 

comune  di  Firenze,  venne  in  Firenze  e  fuvvi  molto  onorato  e  ringrazl6  G.  R.  —  31-32.  della  gente....  fugll]  della 
gente  gli  avevono  mandata  e  fugli  A.  —  32.  entrovi]  con  G.  R.  —  33.  framraezzo]  mezzo  G.  R.  —  34.  ricomuni- 
carli....  aprile]  ricomunicarli,  e  cosl  fece  del   mese  d'aprile  G.  R. 


LA.  1310]  CRONACA   FIORENTINA  105 


di  guasto  e  d'arsura,  e  nondimeno  si  tornarono  a  Firenze,  lasciando  gli  usciti  all'  Olmo  a  uno 
forte  battif olle.  E  dicesi  se  vi  fussono  stati  a  campo  Tavrebbono  vinto,  non  vi  stettono ;  chi 
dice  per  una  cagione  e  chi  per  un'altra,  ma  quella  che  per  piu  si  diceva  era  che  i  Grandi 
erano  male  contenti  degli  Ordini  della  lustizia  e  dello  stato  che  non  avieno  a  loro  posta, 
erano  contenti  di  tenere  il  Comune  in  guerra,  e  che  non  montasse  in  acquisto,  che  non  avesse 
piu  possa  clie  s'avesse  allotta,  ma  meno.  E  ci6  fu  che  andarono  negli  anni  del  Signore  1310 
a'  di  9  di  giugno,  e  tornarono  a'  di  25  di  luglio  detto  anno.  E  innanzi  si  partissono  ven- 
nono  gli  ambasciadori  dello  Imperadore  a  Firenze  e  la  neiroste,  e  non  ubbidirono,  che  fu  una 
onorevole  ambasciata ;  i  quali  f u  uno  messer  Luisi  da  Soavia  e  uno  messer  Simone  da  Pistoia 
1  ed  altri  due  Prelati;  e  non  ubbiditi  se  ne  andarono  ad  Arezzo. 

RuBRiCA  277*  —  Come^  Arrigo  di  Ijisimborgo,  conte,  eletto  Imfcradore,  venne  -per  la  corona.         r,.  ir,  n 

Arrigo,  conte  di  Luzzimborgo,  venne  per  la  corona,  come  era  eletto  Imperadore,   e   ve- 

nuto ...  si  gli  vennero  incontro  tutti  gli  ambasciadori  a  confortarlo  della  sua  venuta.     II  quale, 

,  quando  non  vide  venire  i  Fiorentini,  domando  il  perchfe,  ed  a  lui  fu  detta   che  la   cagione 

r  era  perch^  avevano  sospetto  di  non  riavere  per  sua  mano  dentro  li  Ghibellini  e  li  Bianchi. 

'  A  lui  ne  parve  male,  e  disse  che  la  sua  intenzione  era  altra  che  quella  non  sonava;  e  certo 

si  seppe  ch'egli  guardava  di  fare  accordi  in  Italia,  e  poi  di  fare  passaggio  sopra  quelli  che 

!  occupavano  la  Terra  Santa.     E  questo  fu....  deiranno  1310. 

RuBRiCA  278*  —  Camc  lo  re  Ruberto  venne  a  Firenze. 

Lo  re  Ruberto,  tornando  da  Vignone  da  prendere  la  corona,  venne  a  Firenze,  e  cerc6  di 
concordare  le  sette  di  Firenze,  ciofe  tra'  Grandi  e  Popolo,  e  non  vi  trovo  quello  modo 
avrebbe  voluto,  ma  grande  onore  gli  fue  fatto  con  gran  doni.  Stettevi  24  dl,  e  a'  25  si  partl 
del  mese  d'ottobre  neiranno  del  Signore  1310. 

RuBRiCA  279*  • —  Come^  si  murb,  e  steccb  Firenze.  r,  iv,r» 

Firenze  non  era  murata,  se  non  dalla  gora  d'  Ognissanti  infino  alla  porta  d'  Ognissanti, 
ma  dalla  porta  4'Ognissanti   infino  a  quella  di   S.   Gallo    erano   le   mura   fondate;  e  in  Fi- 

,  renze,  comecchfe  due  altre  cerchia  di  mura  vi  fossono  anticamente,  tutte  o  la  maggior  parte 
abbattute  o  vendute  a'  cittadini  per  disfarle  per  dar  luogo  alle  case.  Di  che  il  Comune, 
avendo  rispetto  a  quella  venuta  dello  Imperadore,  temendo,  e  poi  vedendo    ch'  era    grande 

i  spesa,  nondimeno  diliberaro  che  ove  erano  fondate,  s'aIzassero  otto  braccia,  ed  in  ogni  al- 
tro  luogo  si  facessero  fossi  e  steccati.    E  questo  fu  diliberato  a'  di  2  dicembre  1310. 


RuBRiCA  280*  —  Siuesti  furono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  i^o^  a  mczzo  febbraio  ijio. 

Renzo  di  Filippo  Soderini  Ser  Matteo  Biliotti 

loanni  di  Lamberto  deirAntella  Pieruccio  Fiorentini 

3  Lapo  di  Valore  lano'  di  Lando  degli   Albizzi 


I.  aU'01mo  a  uno]  aU'01mo  e  uno  G.  R.  —  2.  se  vi  fussono. ...  vi  stettono]  se  Tolessero  esservl  stati, 
l'avrebbono  vinto.  ma  non  vi  stettono  G.  /?.  —  3.  un'aitra]  aitra  G.  P.  -  diceva ....  grandi]  dice  era  quelia  che 
perclife  i  Grandi  G.  R.  —  5.  erano  contenti]  erano  genti  G.  R.  —  6.  ma  meno]  omm.  A.  —  6-7.  e  ci6....  1310] 
e  fii  negli  anni  di  Cristo  131 1  d'ottobre  A.  Con  queste  faroU:  "  negll  anni  di  Cristo  131 1  d'ottobre  „  yJiwVce  la 
pngina  in  A;  la  aeguente  comincia  con  la  rubrica  corrispon-lcnte  alla  284'^  dcUa  fresenta  edizione.  La  numcrazione 
delle  fagine  del codice  prosegue  rcgolar/nente  (81-82),  la  scrittura  dclln  numeiazione  b  dcl  timtpo ;  In  mancanza  quindi 
delle  S  ruhrlche  era  prohabilmente  nel  codice  da  cui  A,  irascriveva  —  31.  a  dl  2]  a  d^  4  /. 


106 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1310-1311] 


Arrigo  di  Sassolo  de'  Sassoli,  gonfaloniere  di     Feo  di  Cione  de'  Minerbetti 
lustizia  Niccol6  Mariti  da  Cerreto 

/.,  IV,  7»      Ser  Guido    di    Rosso    da   S.  Casciano,    loro     Passa  di  Zato  Passavanti 


notaio. 
Amideo  di  Salvi  de*  Minutoli 
Bettino  de'  Rimbertini 
Boninsegna  degli  Abbruciati 


Ser  Gianni  de'  Siminetti,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  Guasco  di  Nardo  de'  Guasconi,  loro  no- 

taio. 


Lapo  di  messer  Angiolino  de'  Magli 

Neri  de'  Pepi 

Albizzo  Mannini  degli  Acciaiuoli 

Manno  Attaviani 

Davanzino  del  Ricco  Davanzi 

Messer  Rinieri  di  Gano  del  Forese 

Lapo  di  Talento  de'  Bucelli,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Bernardo  Neldi,  loro  notaio. 

Bancherone  di  Cione  degli  Aglioni 

Banco  di  Ciuto 

Tuccio  Delli  de'  Scilinguati 

Messer  Ubertino  dello  Strozza 

Betto  di  Rinaldo 

Salvino  de'  Rittafedi 


Tingo  de'  Barbadori 

Calcina  de'  Raffacani 

Bindo  di  messer  Oddo  degli  Altoviti 

Cenni  di  Nardo 

Gherardo  di  Lapo  Pagani 

Ser  Giovanni  di  ser  Benedetto 

Ruggerino  di  ser  Benci,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  Puccio  di  Ventura  de'  Mori,  loro  notaio. 

Boninsegna  Angiolini 
Cione  de'  Magalotti 
Francesco  di  Bonaccorso 
Ansehno  di  Palla 
Donato  di  Lapo  Viviani 
Uberto  di  Lando  degli  Albizzi 


/.,  IV,  10      Maruccio'  di  Geremia  del  Beccuto,  gonfalo-     Veri  Rondinelli,  gonfaloniere  di  lustizia 
niere  di  lustizia  Ser  Giovanni  Finucci,  loro  notaio. 

Ser  Rustico  Moranducci,  loro  notaio. 


/.,  ▼.  1         RuBRiCA  281"  —  Come  in  JFtrenze  fu  gran  caro;  c  ribandirono  i  Gtielfi;  c  feciono  legge. 

Nella  citt^  di  Firenze  fu  grande  carestia,  tale  che  lo   staio   del  grano  valse  circa  due 
terzi  di  fiorino.     E  per  lo  caro,  e  per  la  venuta  dello  'mperadore,    che  potea   gittare   mala 
ragione,  com'era  fatta  lega  collo  re  Ruberto,  cosi  si  coUegarono  con  chiunque  volle  essere 
contro  quello  Imperadore ;  e  tutti  i  Guelfi  si  ribandiro  d'ogni  bando.     E  cio  fu  fatto  per  legge  3j 
a'  di  25  di  aprile  1311.  \ 


A,  V,  2 


RuBRicA  282'  —  Come^  fcr  sosfetio  de'  Samminiatesi  c    Volterrani  i  Fiorentini  si  fresero 
le  fortezze  loro,  e  guernironle,  e  gtiardaronle. 

II  comune  di  Firenze  e  di  Lucca  per  la  venuta  dello  Imperadore,  si  vollono  assicurare  1 
delle  castella  di  Sanmignato  e  di  Volterra.  Di  concordia  le  forniro,  e  misservi  gente  e  3' 
vettovaglia.     E  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1311  del  mese  d'ottobre. 

RUBRICA  283*  —  Come  gli  ambasciadori  dello  'mferadore  vennero  a  Fircnzc,   e  non  ftirono 
lasciati  cntrarc. 

Lo  'mperadore  mando  a  Firenze  li  suoi  ambasciadori,   li  quali  furono  Messer  Pandolfo 
Savelli  da  Roma  e  con  altri.     E  ultimamente   fu  loro   mandato   a  dire  che   non  intrassero,  4li 
e  si  partissero.     Ristettono  a  Montughi,  e  non  intraro.     La  notte  furono  rubati  e  presso  che 


34.  assicurare]  assettare  G. 


[A.  1311]  CRONACA  FIORENTINA  107 


morti.     Furono  di  quelli  che  ne  dierono  biasimo  a'  Priori.     E  cio  fu  negli  anni  del  Signore 
1311  a'  di  20  d'ottobre. 

RuBRicA  284*  —  Come  i  Fiorentini  mandaro  in  Lunigiana  a  contradirc  lo  -passo  allo  Im- 
■peradore. 

f         II  maliscalco   dello  re   Ruberto,  ch'era  ito   a  Bologna,  ch'era  in   lega  co'  Fiorentini, 
fu'  mandato  a  Pietra  Santa  e  Sarezzana  a  guardare   il   passo  contra  lo  Imperadore.     E  cio       /.,  v,  3 
fu  negli  anni  del  Signore  1311  d'ottobre  a'  di  25. 

RuBRiCA  285"  —  Comc  lo  Imferadore  condannb  il  Comune  a  condizione,  e  rimasero  condan- 
7iati,  e  tornarono  in  Firenze  di  ■piu  -parte. 

Lo  'mperadore  Arrigo  fece  una  condannagione  al  comune  di  Firenze,  che,  a  pena  del- 

ravere  e  della  persona,  se  i  Fiorentini  non  mandassero  infra  40  di,  e  non  andassero  sinda- 

.chi  con  pieno   mandato,   corressono   nella   pena.     E   la   condannagione   fu  data  in  Genova. 

Non  fu  risposto,  ma  fu  comandato  a  tutti  i  Fiorentini,  che  fossero  in  terra  d'Imperio,  tor- 

nassero.    E  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1311  di  novembre. 

1  RuBRiCA  286*  —  Comc  lo  re  Ruberto  mandh  a  Firenze  uomini  di  cavallo. 

II  re  Ruberto  mando  a  gente  sua  ch'era  in  Lombardia,  che  venissero  a  Firenze,  e  ubbi- 
dissero  i  Fiorentini.     E  cosi  feciono,  e  giunsono  in  Firenze  a  di  15  di  dicembre  1311. 

RuBRiCA  287*  —  Come^  e  ■perckh  furono  esiliati  i  Cavalcanti.  i.,  v,  « 

Erano  i  Cavalcanti  rimessi  in  Firenze,  e  non  voUono  sofferire  il  bene,  perche  andando 

2  messer  Pazzino  de'  Pazzi  a  falcone  in  sul  greto  d'Arno,  Paffiera  Cavalcanti  con  molti 
altri  rassalirono,  e  uccisero.  E  dissesi  per  vendetta  di  Masino,  a  cui  fu  tagliato  il  capo  dal 
Popolo.  Di  che  il  Popolo  di  cio  crucciato,  recando  la  ingiuria  a  s^,  perch^  messer  Pazzino  era 
buono  cavaliere  e  amato  dal  Popolo,  fu  portato  in  sulla  piazza  de'  Priori.  II  Popolo  si 
mosse  airarme,  fece   sonare  la  campana  alFusato  modo,  e  trassero   fuori  il   gonfalone  della 

2  giustizia,  e  ando  a  casa  i  Cavalcanti,  la  guasto,  e  furono  cacciati  di  Firenze.  E  ci6  fu  negli 
anni  del  Signore  1311  a'  di  6  di  gennaio. 

RuBRicA  288"  —  Come  il  Maniscalco  dello  'mperadore  vemic  a  Pisa,  c  fecc  perdere  lo  mer- 
cato  de^  Fiorentini. 

Messer  Arrigo,  fratello  del  conte  di  Fiandra,  venne  a  Pisa,  e  il  di  ch'egU  entr6  gli  fue 
c  detto  che  some  de'  Fiorentini  passavano.    Di  che  mand6  dietro  sue  genti,  e  fecele  prendere;  e 
quanto  trovo  in  Pisa  de'  Fiorentini  fece  '  il  simile.     Di  che  i  Fiorentini  manderono  gente  alle       /.,  v,  5 
frontiere.     E  ci6  fu  detto  anno  e  a'  di  20  di  gennaio. 


6-7.  E  ci6....  a  di  35]  Negli  anni  di  Cristo  1311  d'ottobre  A.  —  11.  persona,  se]  persona  che  se  A.  — 
II-I2.  40  d\....  sindachi]  40  giorni  slndachi  A.  —  13.  nella  pena  e  la  condannagione]  nella  pena  e  condana- 
gione  ./4.  —  14.  E  cid....  novembre]  E  ci6  fu  negli  anni  1311  A. —  i6.  sua]  omm.  I —  17.  feciono....  1311] 
feciono  nel  1311  A.  —  19.  perchfe]  imperocchfe  G.  R.  —  22.  crucciato]  turbato  G.  11.  -  la  ingiuria  a  sfc]  la  ingiuria 
il  popolo  a  sfe  G.  R,  —  23-34.  si  mosse]  somosso  A.  —  35.  e  cl6  fu]  omm.  A.  —  36.  6  gennaio]  10  gennaio  G.; 
1 1  gennaio  G.  R,  —  2().  Arrigo]  Errigo  G.  R.  -  Fiandra]  l<>andia  G.  R.  -  egH]  omm.  G,  R.  —  30-31.  e  quanto]  e  dl 
quanto  G,  R. 


108 


CRONACA  FIOlUiNTlNA 


lAA.  1311-13121 


RuBRiCA  289"  —  ^uesti  sono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  ijio  a  mezzo  febbraio  ijii. 


/.,  V,  6 

I;  V,    7 


/..  V,   $ 


Neri  Corsini 

Coppo  di  Borghese  de'  Domenichi 

Dardano  degli  Acciaiuoli 

Vanni  di  Puccio  Benvenuti 

Nello  di  Rinuccio 

Neri  di  Guido  de'  Ricci. 

Simone  di  Gherardo,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Bonacosa  Compagni,  loro  notaio. 

Messer  Rinaldo  Casini  ludice 

Manetto  di  Buonricovero 

Neri  d'Aldobrandino 

Bartolo  d'Orlandino 

Neri  di  Forte  del  Bezzole 

Ser  Arrigo  di  Rocco 

Cione  d'Alberto,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Nello  Giordani,  loro  notaio. 

Neri  del  Zanca  Guardi 

Lotto  di  Guido  de'  Mancini 

Coppo  di  Stefano  de'  Bonaiuti 

Pagno'  di  messer  Bonaccorso 

Lapo  Bencivenni  Legnaiuolo 

Bartolo  di  Lotto  Biscari 

Francesco  di  Sassolo  de'  Sassolini,  gonfalo- 

niere  di  lustizia. 
Ser  Fazio  Gonzi  da  Castelfiorentino,  notaio. 

Priore  di  ser  Bartolo 


Neri  di  lacopo 

Lapo  di  Rinovante 

Cardinale  di  messer  Alberto 

Maestro  Durante  medico 

Messer  Baldo  d'Aguglione 

Spinello  di  Primerano  da  Mosciano,  gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Filippo  Nerini,  loro  notaio. 

Ammirato  degli  Ammirati 

Uguccione  di  Tizzone 

Ser  Lamberto  del  Nero  Cambi 

Francesco  di  lacopo  Imera 

Buto  del  Ricco  Davanzi 

Ugolino  del  Zampa  de'  Giugni 

Gianni  di  Forese   degli  Alfani,  gonfalonier. 

di  lustizia 
Ser  Piero  di  ser  Bono  da  Ugnano,  loro  no- 

taio. 

Fuccio  d'Amadore. 

Messer  Giovanni  Rustichelli,  iudice 

Leone'  degli  Acciaiuoli 

Ser  Matteo  Biliotti 

Niccol6  da  Cerreto 

Cionetto  de'  Bastari 

Loso  di  Lapo   degli   Strozzi,  gonfaloniere  di 

giustizia. 
Ser  Giovanni  di  Lapo  Bonanuchi,  loro  notaio. 


RuBRiCA  290*  —  Come  la  lega  andh  a  Roina  a  contastare  la  corona    allo  imferadore  Arri- 
go  di  Lusinborgo.  3 

II  re  Ruberto  richiese  li  Fiorentini  e  la  lega;  e  ciascuno  vi  mandb;  e  in  tutto  furono 
mille  in  Roma  a'  dl  20  di  maggio  1312,  e  accostati  con  gli  Orsini,  che  non  lo  volieno,  si 
presono  il  campidoglio  e  castello  Santagnolo  e  tutte  le  fortezze  vicine  e  S.  Pietro  e  il 
Palagio,  e  quasi  le  due  parti  di  Roma  tennero,  e  fortificaro  con  serragli.  Li  Colonnesi,  chi 
volevano  lo  Imperio,  teneano  Tavanzo,  ciofe  il  Culiseo,  le  milizie,  Laterano,  S.  Maria  Mag-  o 
giore.  I  Fiorentini,  cavallate  ch'erano  due,  nobili,  si  chiamaro  i  cavalieri  della  Banda,  v'an- 
daro,  i  quali  portavano  una  arme,  un  campo  verde  e  una  banda  rossa,  e  furono  nobili  e 
gentili  uomini  tutti,  e  feciono  di  belle  prodezze  e  assai,  e  il  di  di  S.  Giovanni '  di  giugno 
feciono  i  Fiorentini  correre  un  palio  di  sciamito  alFusanza  di  Firenze. 

RuBRiCA  291*  —  Come  i  Fiorentini  levaro  i  Pisani  da  oste.  4 

Essendo  i  Pisani  a  oste  a  Cerretello,  i  Fiorentini  assalirono  il  campo  deiroste,  e  con 
grande  danno  di  morti  e  di  presi  li  cacciaro  dal  campo,  e  missergli  in  rotta,  e  fomiro  lo 
castello,  e  se  ne  tomarono  i  Fiorentini.     E  cio  fu  a'  dl  20  di  maggio  1312. 


33.  mille]  omm.  G.  R.  —  34.  Campldoglio]  Campo  d'ogUo   G.  R.  —  36.  cavallate  che  erano  due]  cayalierl  che 
erano  duecento  /.  —  39.  sciamlto]  velluto  A.  -  dl  Firenzc]  fiorentlna  A.  —  43.  e  se  ne]  e  li  G.  R. 


[A.  1312]  CRONACA  FIORENTINA  109 


RuBRicA  292"  —  Come  lo  im-peradore  Arrigo  intrh  in  Roma,  e  fue  incoronato. 

Essendo  con  molto  contasto  lo  Imperadore  a  Monte  Malo,  e  ultimamente  i  Colonnesi 
dentro,  lo  Imperadore  di  fuori,  pure  intro  a'  di  7  di  maggio  1312,  ed  albergo  in  Santa  Sa- 
vina,  e  ultimamente  fece  piu  battaglie,  e  nelle   molte  battaglie   si   cimentava  lo  'mperadore 

fogni  di;  ma  pure  alla  per  fine  i  cavalieri  della  Banda  un  di  assaliro  il  vescovo  di  Leggi, 
che  avea  seco,  per  assalire  la  ruga  e  le  torri  de  mercantanti,  tutto  il  fiore  della  Magna.  I 
cavalieri  della  Banda  percossero  di  traverso,  e  ruppero  i  Tedeschi,  e  fu  preso  il  vescovo 
di  Leggi,  e  poi  fu  d'uno  stocco  ucciso.  Lo'  'mperadore  affiebolava  ogni  di,  mando  al  Papa,  /.,  v,  9 
che  consentisse,  ch'e'  potesse  pigliare  la  corona  in  ogni  luogo  di  Roma.  Di  che  subito  ebbe 
l(la  licenzia;  e  il  primo  di  d'agosto  1312  in  S.  Giovanni  Laterano  fu  coronato,  dove  lo  corono 

iil  vescovo  e  cardinale  d'Ostia,  cxoh  da  Prato  e  quello  del  Fiesco  e  uno  messer  Amaldo  di 
Guascogna.  Poi  si  parti  di  Roma,  onde  per  rordine  dello  'mperio,  che  lo  debbono  servire, 
tanto  pigli  la  corona,  si  partiro  poi  molti  baroni.  Di  che  il  duge  di  Baviera  partito  di 
maggio,  molta  la  brigata  e  il  campo  suo,  e  lui  n'and6  a  Tiboli,  e  indi  si  parti,  e  venne  a 
llTodi.     E  la  gente  de'  Fiorentini  si  partirono  da  Roma,   e  tornarono  in   Firenze.     Tutte   le 

igenti  di  Toscana  si  missono  colla  lega,  ciascuno  a  farsi  forti. 


RuBRiCA  293"  —  Come  lo  'mferadore  frese  Ca-poselvole  e  Montevarchi,  Sangiovanni  e  Figline. 

In  questo  anno  1312  a  di  12  di   settembre  venne   lo  imperadore  Arrigo  in  sul  contado 
di  Firenze,  e  prese  Caposelvole  sanza  colpo  di  spada,  perocche  s'arrendero.     Poi  combatte 

2  Montevarchi  e  Sangiovanni,  e  arrenderonsi,  poi  venne  ne'  Borghi  di  Fighino,  e  sentendo  che' 
Fiorentini  con  forse  2000  cavalli  erano  alla  Ancisa  per  torgli  il  passo,  se  ne  venne  al  Mez- 

zule,  cioe  neirisola  appie  della  Ancisa,  e  mando  il  guanto  della  battaglia.  I  Fiorentini  /.,  v,  lo 
non  Taccettarono,  ma  chiusero,  e  afossarono,  e  sbarraro  il  passo.  Lo  'mperadore,  che  avea  da 
%h  buono  consiglio  si  dagli  usciti,  ch'avieno  lo  modo  de  i  passi  e  delle  genti,  consigliarono 
2{  che  passasse  di  sopra  dal  castello  per  la  montagna.  Di  che  egli  mando  il  conte  di  Fian- 
dra  e  quello  di  Soavia  a  pigliare  la  via,  e  giunsero  innanzi  e'  trovassono  la  brigata  de'  Fio- 
rentini  al  passo  a  Montelfi.  I  Tedeschi  erano  con  fanti  a  piedi  e  i  Fiorentini  usciti,  percos- 
sero  addosso  alla  gente  de'  Fiorentini  col  vantaggio  del  terreno,  e  ruppongli,  e  missongli  in 
isconfitta  infino  nella  Ancisa;  ma  poco  danno  ricevettono  i  Fiorentini,  ma  piu  ne  ricevettono 

3  quelli  dello  Imperadore,  perocche  ne  furono  morti  piu  di  150,  quando  vollono  tornare  addie- 
tro.  Di  che  ridottosi  la  sera  nella  Ancisa,  e  lo  'mperadore  passato  di  Ik  verso  Firenze.  E  di 
lu  verso  Fighino  era  nimico  ogni  gente,  ed  erano  le  cavallate  e  lo  maliscalco  del  re  Ru- 
berto  co'  Catalani  e  i  pedoni  nella  Ancisa  con  4000  bocche  senza  i  cavalli  e  non  v'era 
vettovaglia  per  quattro  dl,  e  se  I'  Imperadore  fusse  stato  a  oste  fermo,  egli  gli  aveva  a  man 

.  salva,  e  certo  avrebbe  avuto  Firenze;  ma  egli  dilibero  di  andare  la  notte  via,  credendosi 
intrare  in  Firenze.     E  cio  fu  negli  anni  detti  e  mese  a'  di  18  di  settembre. 

RuBRiCA  294*  —    Come'  lo  'mferadore  venne  accamfarsi  a  Firenzc  a  mczzo  miglio   a       /.,  v, ii 
r,  San  Salvi. 

Lo  'mperadore  a  bandiere  spiegate  lo  seguente  di  se  ne  venne  per  la  strada  diritta,  e 


2.  ultimamente]  omm.  A.  —  3,  pure]  oinm.  A.  —  4.  ultimamentc]  in  ultimo  A.  -  si  clmentava]  sl  vinceva 
A.  —  5.  Leggi]  Legge  G.  li.  —  6.  mercatanti]  mercanti  G.  It.  —  8.  fu]  omm.  G.  R.  -  affiebolava]  omm.  A.  —  10.  e 
11  primo  d\]  e  a  dl  primo  A.  -  dove]  ove  G.  R.  —  14.  molta  la  brigata]  con  molto  brigata  /.  -  e  lui]  ed  egli 
G.  R.  —  18.  anno  1312]  anno  cioh  1313  G.  R.  -  a'  <\\  12]  omm.  A.  —  19.  perocch^  s'arrendero]  omm.  A.  —  21.  forse] 
omm.  G.  R.  —  23.  accettarono]  la  repetero  G.  R.  —  24.  consiglio  s\]  consigliossi  G.  R.;  consigllo  b\  anco  G.  —  26.  e' 
trovassono  |  c  trovarono  G.  R.  —  27.  Montelfi |  Montell. ...  G.  R.;  I.  corresse  in  Montelfi  —  28.  alla  gente  dei  F.\ 
tX  F.A.  —  28-29.  e  missongli  in  isconfitta]  e  cinsongli  isconfitti   G.  R.  —  31.  ridottosi]  ridotto  G.  R.  -  di  lii]  di 

qua  G.  R.  —  33-35.  senza  i  cavalii Firenze]  senza  i  cavalli,  ed  egli  l'avrebbe  avufa  a  man  salva,  e  certo  avrebbe 

avuto  Firenzc  G.  R.  —  35-36.  credcndosl  intrare]  credendosi  la  nottc  intrare  /.  —  36.  anni.. . .  settembre]  anni  1312 
A.  —  39,  bandlcre  splegate]  bandiera  spiegata  G.  R, 


1 10  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i3i2| 

pa886  Arno  dirimpetto  a  San  Salvi,  e  in  sul  vespro  vi  si  puose  a  campo.  E  credevasi  tra  per 
!a  novella  della  Ancisa,  e  perchfc  non  era  niuno  forestiere  in  Firenze,  e  per  i  mali  contenti, 
se  se  ne  fosse  venuto  alie  porte,  se  ne  veniva  dentro,  perocchfc,  come  fc  detto  addietro,  Fi- 
renze  non  era  murata,  ma  avea  fossi  e  da  quella  parte  non  avea  pezzo  di  steccato.  Vedendo 
i  fuochi,  e  giugnendo  i  villani  dentro,  e  alcuno  ch'era  stato  in  luogo  che  avea  veduto  lo 
'mperadore  passare  lo  fiume,  fu  airarme  tutta  la  citti.  E  i  Gonfaloni  delle  compagnie  e  il 
vescovo  col  chericato  e  con  tutto  il  Popolo  armato,  a  cavallo,  ne  venne  alla  porta  di  Santo 
Ambruogio;  e  quella  fu  la  prima  brigata  che  vi  giunse,  e  poi  vi  vennero  a  prowedere  il 
capitano  e  il  podestk  e  alcuno  gonfaloniere,  e  quivi  tutti  s'  accamparono,  e  puosono  piii  tra- 
bacche,  e  tolsono  lettiere  e  tavole  da  mangiare  e  finestre,  e  in  meno  di  mezza  notte  inlino  1' 
a  Pinti  fu  tutto  steccato,  e  innanzi   di   molte   bertesche  fatte   e   corritoi   sopra  gli    steccati. 

/.,  V,  13  Era  la  cittk  in  gran  gelosia  della  gente'  loro  dairAncisa;  ma  come  il  fatto  s^andasse,  pure 
con  molto  ordine  si  vennero  rassicurando,  con  dando  ordine  alla  guardia  delle  mura  e  stec- 
cati  e  fossi  della  citth.  Lo  'mperadore  non  si  strinse  alla  cittk,  chfc  attendeva  i  suoi  che 
erano  in  Valdarno  e  a  Todi,  chfc  egli  non  avea  che  1000  cavalieri  seco.  Lo  seguente  di  1 
21  di  settembre,  la  notte,  la  gente  deirAncisa  tom5,  e  molto  rinvigori  la  cittk,  e  feciono  per 
gli  monti  piii  vie ;  ma  tutti  innanzi  di  vi  furono,  e  a'  di  22  vennero  soccorso  a  Firenze  della 
lega  e  amist^,  come  udirete:  i  Pistolesi  IIO  cavalieri  e  600  pedoni;  Pratesi  60  cavalieri  e 
400  pedoni ;  Volterrani  200  cavalieri  e  350  pedoni ;  a  dl  23  di  settembre  detto  anno  i  Luc- 
chesi  500  cavalieri  e  2000  pedoni;  Sanmignato  50  cavalieri  e  200  pedoni;  CoUe  60  cavalli  e  2H 
100  pedoni;  Sangimignano  40  cavalli  e  200  pedoni;  a  dl  26,  450  cavalli  e  2200  pedoni  ven- 
nero  di  Romagna  di  piu  terre;  a  di  30  di  settembre  e  dl  5  ottobre,  400  cavalieri  e  1000  pe- 
doni  Perugia;  Castello  mando  poca  gente  per  le  guerre  aveva  di  Ik.  Sicchfc  in  calen  di 
ottobre,  fatta  la  mostra,  il  comune  di  Firenze  si  trov6  uomini  di  cavallo  4900  e  di  forestieri 
pedoni  bene  10  050.    Lo  'mperadore  era  con  1000  cavalli,  de'  quali  erano  la  metk  suoi  e  Tal-  2'- 

I.  V,  13  tra  de'  Romani  e  Marchigiani'  e  altre  provincie  d'Italia  con  gli  usciti  di  Firenze.  Potreb- 
besi  dire  quale  fosse  la  cagione,  poichfc  piii  di  due  tanti  erano  i  Fiorentini,  che  lo  'mpera- 
dore,  come  non  si  missero  a  battaglia.  Le  ragioni  sono  molte;  Tuna  si  fc  che  non  avieno 
niuno  virtuoso  capitano  forestiere,  e  comecchfc  de'  cittadini  vi  fossero,  non  si  fidavano  insieme 
per  le  divisioni;  e  lo  'mperadore  stimaro  esser  col  fiore  delli  virtuosi  uomini  d'arme  caporali  3i 
della  Magna  e  di  Toscana  e  di  Talia;  sicche  per  questa  cagione  e  per  altre,  che  taccio  per 
onestk  de'  cittadini  di  Firenze,  si  diliberb  solo  di  stare  alle  difese. 

RuBRiCA   295*   —    Come  i  Pisani  ■picosono  oste    a   Certaldo,    c  cotne  furono   da'    Fiorcntini 
sconfitti. 

I  Pisani,  come  seppono   che  lo  'mperadore  era  a  San  Salvi,  cavalcaro  a  Certaldo  con  3f 
2000  pedoni  e  300  cavalieri,  e  cinsolo  intorno ;  e  le  novelle  vennero  a  Firenze  a'  8  d'ottobre. 

II  maliscalco  vi  cavalc6  con  500  cavalli  e  5000  pedoni  e  percossero  alfoste,  e  ruppergli 
con  gran  danno  de'  Pisani,  e  poi  si  tomarono  in  Firenze.  E  cio  fu  negli  anni  del  Signore 
1312  a'  di  10  d'ottobre. 


1.  E  credevasi]  E  credesl  G.  Jt.  -  e  in  sul. . . .  campo]  e  quivi  si  puose  a  campo  in  sul  vespro  G.  /f.  —  3.  i  raali 
contentl]  le  male  genti  G.  R.  —  3.  veniva  dentro]  entrava  A,  come  e  detto  addietro]  cmm.  G.  /?.  —  4.  pezzo  dl 
steccato]  pezzi  di  steccati  G.  R.  —  5.  dentro]  omm.  A.  —  6.  gonfaloni]  gonfalonieri  A.  —  8.  e  poi]  e  quivi  A.  — 
11.  Pinti]  ponti  A.  -  corritol]  corridoi  A.  —  13.  gelosia  della]  gelo  si  per  la  <?./?.  —  13.  conj  e  A.  —  14.  strinse] 

stese  G. /f.   -  i  suol]  a'  suoi  C /?.  —  14-15.  attendeva avea]  attendeva  i  suoi  clie  erano  in  Valdarno  ciie  egli 

non  avea  .^.  —  15.  e  a  Todi|  omm.  A.  —  17.  e  amista]  e  a  vista  G.  R.  -  Pratesi]  Prato  G.  R.  —  19.  Volterranl . . . . 
pedoni]  Volterrani  100  cavalieri  e  450  pedoni  G.  R.  —  2t.  2*00]  laoo  G.  R.  —  22.  1000]  2000  A.  —  25.  10050] 
10  000  G.  R.  -  con  1000]  con  2000  G.  R.  —  36-27.  potrebbesi]  potiesi  A.  —  27.  due  tanti]  duemila  tanti  G.  R,  — 
30.  caporall]  omm.  A.  —  31.  cagione]  omm.  G.  R.  —  32.  solo]  omm.  A.  —  36.  intorno]  intorno  intorno  A.  —  37.  con 
Soo  cavalli]  omm.  G.  R.  —  39.  a'  di  10]  omm.  A. 


lA.  1312]  CRONACA  FIORENTINA  111 


RuBRicA  296"  —  Come^  lo  Imferatore  si  farit  da  oste  da  Firenze,  e  dove  andasse.  /.,  v,  u 

Lo  'mperadore  Arrigo,  vedendo  che  i  Fiorentini  non  faceano  niuno  mutamento  nella 
citta,  n^  per  guasto  dato,  che  fece  gran  danno,  n^  si  per  divisioni,  n^  per  campo,  si  parti, 
e  andonne  di  Ik  da  Amo,  Tultimo  d'ottobre  1312.  Puosesi  in  £ma  in  sul  piano;  e  i  cava- 
ilieri  della  Banda  uscirono  con  altri  insieme,  e  ogni  dl  badaluccavano  con  loro.  Stato  tre  di 
si  parti,  e  andonne  in  sul  Poggio  a  Sancasciano  ne'  borghi,  e  quivi  si  stette,  e  nello  stare 
gli  venne  da  Genova  1000  balestrieri  e  da  Pisa  600  cavalieri  e  3000  pedoni;  e  molto  gua- 
starono  con  questa  gente  e  coUa  sua  insino  a'  di  30  di  novembre  in  10  di  che  c'erano 
stati  e  sempre  i  Fiorentini  gli  codiavano  in  iscaramucce.  I  cavalieri  della  Banda,  essendo 
0  a  Cerbaia,  sopra  Pesa,  furono  alla  mischia  con  gli  Tedeschi  e  altri,  ed  ebbono  il  peggiore 
quelli  della  Banda;  infra'  quali  morirono  tre  giovani  di  grande  ardire,  de  quali  fu  danno,  cio 
fu....  de'  Bostichi,  e  de'  Guadagni....  e  degli  Spini,  giovane  savio  e  gagliardo.  A  di  6  di 
gennaio  si  parti. 

RuBRicA  297*  —  Come'  i  Fiorentini  ferono  affossare  e  fortificare  i  borghi  cresciuti  del       /.,  v,  is 
5  sesto  d'Olirarno  delle  mura. 

Avea    Oltrarno    borghi   oltra    le   mura,   i   quali   erano   da  riceverne   vergogna  piu   che 

danno,  altro  che  di  case,  perocche  dentro  era  la  gente  ridotta;   e   perche   molta  foresteria 

pativa  disagio,  si  feciono  in  otto  di  subito  affossare  e  steccare  intorno  intorno,  e  poi  Iicenzi6 

il  Comune  la  maggior  parte  deiramist^;  perocchfe  lo  'mperadore  avea  assai  licenziati  di  quelli 

0  di  Roma  e  della  Marca  e  Patrimonio  e  altre   provincie.     E  il  primo  di  di  dicembre  che  si 

P    comincio  affossare  il  sesto  d'OItrarno  negli  anni  del  Signore  1312. 

RuBRiCA  298*  —  Come  lo  'mferadore  si  fartl  da  Sancasciano,  e  andonne  a  Poggibonizi  e 
fose  Castello  Tmferiale,  frese  sastella  de'  Fiorentini,  cib  fu  Sandonato  in  Poggio  e  Barbcrino. 

Lo  'mperadore,  avendo  in  Sancasciano  per  la  moltitudine  della  gente  e  per  lo  fango  e 

5  lordura  de'  cavalli  infermitk  di  gente  e  di  bestie,  e  si  che  poco  ancora  avanzava  suo  onore, 

si  parti,  e  andonne  per  andare  a  Pogibonizi;  e  ci6  fu   negli  anni   del   Signore'  1312  a   di  6       /.,  v,  i6 

di  gennaio,  ed  ebbe  Sandonato   in   Poggio  e   Barberino;   e   giunto   a   Pogibonizi   ripuose   il 

cassero  in  sullo  antico  poggio,   ove   era  stato,  e  chiamollo  Castello  Imperiale.     I   Fiorentini 

mandarono  a  CoUe  il  mariscalco  e  cavallate  e   altri   soldati   e   quelli   della  Banda  a  Sangi- 

(I  mignano,  e  davano  alla  gente  dello  Imperadore  di  molti  mali  pizzichi,  e  serraronli  la  strada 

per  modo    non  poteano  avere  vettovaglia.     Infra'   quali   un   di   andando   per   vettovaglia  in 

quello  d'Arezzo  la  brigata  dello  'mperadore  fu  rotta,  e  presi  circa  200  cavalieri  con  grande 

scempio.     Ci6  fu  negli  anni  del   Signore  1312  a'   di    14   di   febbraio.     II  conte   di  Fiandra, 

vedendo  lunga  la  stanza  dello  'mperadore,  dilibero   d'andarsene.   Di   che   facendo  la  via   di 

5  Valdelsaj  fu  assalito  appife  di  Castelfiorentino,  e  fu  sconfitto,   e  perdfe    la   maggior  parte  di 

400   cavalieri   ch'avea,  e   con   pochi   si   salvo   a   Pisa.     E   lo  'mperadore   rimase   forse   con 

400  uomini  da  cavallo. 


2.  nella]  della  G.  R.  —  3.  divisioni]  divisione  G.  R.  —  4.  l'ultimo  d'ottobre  1312]  e  cio  fu  negli  anni  del 
Signore  13 12  G.  R.  -  Ema]  Cosi  corresse  I.  la  lezionn  Orma  ilaia  da  G.R.;  in  A.  otnm.  —  S-6.  Stato....  borghi] 
Statovi  3  dl  si  partirono,  e  andarone  a  San  Casciano    nei  borghi   A.  —-  6.  e  nello   stare]  e  nel   suo  stare  G,  R. 

—  9.  codiavano]  coderavano  G.  R.  -  in  iscaramucce]  omm.  A.  —  10.  Pesa ....  furono]  Pesa  la  brigata  della  Banda 
5    furono  G.  R.  —  11-13.  'l'  grande....  si  parti]  di  grande  ardire  che  furono  dei  Bostichi  Spini  e  Guadagni,     A  A\ 

6  di  gennaio  si  partirono  A.  —  16.  oltra  le]  oltre  alla  G.  R.  —  18.  intorno  intorno]  intorno  A.  —  19.  il  comune] 

•      il  comune  di  Firenze   G.  R.  —  19-30.  aveva  assai . . . .  II  primo]   aveva   fatto  il  simile;  e  il  primo  A.  —  26.   Po- 

gibonizi....  1312]  Poggibonizi  a  d\  6  di  gennaio  1313  A.  —  27.  ed  ebbe....   Barberino]  e  prese   San  Donato  e 

,.      Barberino  A.  —  38.  in  suHo  antico  poggio]  in  sul  poggio  A.  —  39.  il  mariscalco  e  covallate]  il  marisealco  dello 

||0    Imperatore  e  cavallate  G.  R.  —  30.  di  molti  mali  pizzichi]  dl   mali   bizichi  A.  —  32.  fu   rotta]  furono  rotti   G.  R. 

-  cavalieri]  cavagU  A.  —  ^^-^^.  con  grande  scempio]  0»»»».  A.  —  33.  negU  anni  del  .Slgnore  omm.  A.  —  33.  Fran- 
dria]  I-'iandra  A.  —   37.  400  uomini  da  cavallo]  900  cavagli  A. 


112 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1312] 


RUBRiCA  299*  —  Come  lo  Imferadore  si  farii  da  Poggibonizi,  e  andb  a  Pisa. 

Lo  'mperadore,  stando  a  Poggibonizi  sl  in  amese  di  gente  come  di  denari,  che  poc« 
/..  V,  17  erano,  e  sarebbesi  partito,  se  avesse  avuto  con  che  (fagarc),  perocch'era  iargo  spenditore  e'  do- 
natore  e  di  sua  coscienza  era  buon  uomo,  e  avea  buona  fede.  Non  si  volea  partire,  chfe  non  avea 
che  dare  da  cui  avea  accattato.  Stando  in  questa  maniera,  il  re  Federigo  di  Sicilia  mand^j 
a  far  lega  con  lui,  ciofe  a  conchiuderla,  e  mandogli  20  migliaia  di  fiorini,  con  gli  quali  esso  si 
pag6  i  suoi  debiti,  e  partissi  da  Pogibonizi,  e  per  la  via  di  Pisa  prese  il  suo  cammino.  £  ci6 
fu  negli  anni  del  Signore  1312  a*  dl  6  di  marzo. 

RUBRICA  300*  —  Come  lo  Imferadore  condannb  il  comunc  di  Fircnzc  e  i  cittadini  c  lo  re  Ubcrto. 

Lo  'mperadore  giunse  in  Pisa  a'  di  10  di  marzo,  e  fece  molti  processi  contra  i  Fiorentini,  1( 
ove  condann6  la  citt^,  e  priv6,  e  molte  privazioni  fece  negli  uomini  speziali,  come  cava- 
lieri,  giudici  e  notai,  e  di  non  battere  monete,  e  di  non  avere  uffici,  e  quasi  tutti  gli  uomini, 
che  aveano  ofizio  in  quel  tempo  condann6  nelKavere  e  persona,  e  concesse  al  Marchese  di 
Monferrato  che  battesse  moneta  con  conio  fiorentino  contraffatto,  e  simile  si  dice  che  '1  con- 
cesse  a  messer  Obizzino  Spinola.     E  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1312  di  febbraio.  1 


RuBRiCA  301*  —  ^ucsti  sono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  1311  a  mezzo  fcbbraio  1312. 


/..  V,  is 


A.  V.  » 
/.,  V,  30 


Bocchino '  de'  Rimbaldesi 

Miglino  di  Magaldo 

Messer  Fazio  di  Rinaldo  da  Signa 

Filippozzo  di  Gherardino 

Tedice  Manovelli 

Giovanni  d'Andrea  de'  Ricci 

Gherardo  di  Giovanni  Baldesi,  gonfaloniere 

lustizia 
Ser  Cesti  di  Lapo  Vespucci,  loro  notaio. 


di 


Giovanni  dello  Scelto  Guidotti 

Duccio  de'  Magalotti 

Dardo  di  Maso  de'  Bonciani 

Salvino  d'AIbizzo  Orlandini 

Bartolo  di  Borgo  Rinaldi 

Passa  di  Zato  Passavanti 

Bellincione  di  Neri  Aldobrandini,  gonfalonie- 

re  di  lustizia 
Ser  Tano  di  Nardo  Guasconi,  loro  notaio. 

Guccio  di  Rinaldo  da  Panzano 

Giovanni  di  Lamberto  deirAntella 

Pazzino  di  Gugio  Pesce 

Vanni  di  Puccio  Benvenuti 

Bartolo'  di  Cante  degli  Anchioni 

lacopo  di  ser  Spigliato  da  Filicaia 

Giannozzo  di  Duccio  de'  Bucelli,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Nardo  di  Firenze  Sangallini,  loro  notaio. 


Bencino  di  Sanna  Benci 

Fuccio  del  Maestro 

Francesco  di  Rustico 

Giunta  di  Nardo  di  Giunta  2i 

Veri  de'  Rondinelli 

Lippo  di  Bartolo  degli  Albizzi 

Bonino  di  Lippo  de'  Medici,  gonfaloniere  di 

lustizia. 
Ser  lacopo  del  Maestro  Salvi,  loro  notaio.       2 

Bartolo  di  Bardo  da  Montespertoli 

Cecco  di  Cenni  Temagnini 

Gentile  di  messer  Oddo  Altoviti 

Leoncino  di  messer  Alberto  Girolami 

Maruccio  di  Geremia  del  Beccuto  3( 

Taddeo  Salvini  de'  Rittafedi 

Cambino  di  Geri  lacopi,  gonfaloniere   di  lu- 

stizia 
Ser  Geri  d'Andrea,  loro  notaio. 

Arrigo  di  Sassolo  de'  Sassolini  3; 

Ser  Naddo  di  ser  Benincasa 

Tuccio  di  Dello  degli  Scilinguati 

Anselmo  di  Palla  Anselmi 

Vanni'  d'Oderigo  de'  Bellondi 

Messer  Baldo  d'AgugIione  41 

Mosciano  di  Mari  da  Mosciano,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Guido  Lippi  da  Settimo,  loro  notaio. 


4.  buonuomo]  buono  G.R.  —  6.  3o]  24  G.  li.  —  7.  suo|  omm.  G.  Jt.  —  •j-8.  e  ci6fu....  1313]  nel  1312  A.—  I3.  cit- 
ta....  negli  uomlni]  citti,  e  priT6  di  molte  privazioni  che  fece  negli  uomini  A.  •  prirazioni]  prorizioni  G.;  la  lexiotm 
dtl  testo  i  di  A.,  G,  It.  —  14.  persona]  persone  G.  Jt.  —  15.  con  conio  fiorentino]  omm.  A.  —  16.  Obizzino  Spinola] 
Ubizzino  Spinoll  G.  Jt.;  Aiblzlno  Spinola  G.  -  Splnola. .. .  febbralo]  Spinola  negii  anni  di  Cristo  1313  di  febbraio  A. 


[A.  1313]  CRONACA  FIORENTINA  113 

RuBRicA  302"  —  Come  lo  imfcradore  Arrigo  si  -partt  da  Pisa,  e  combatte  Castello  Aretino, 
e  andb  a-pfie  di  Siena,  e  foi  andb  a  Buonconvento. 

Lo  'mperadore  Arrigo  stando  in  Pisa,  e  pensando  lo  stare  in  Toscana  poco  avanzava,  e 

pero   richiese   tutti  i  parenti   in   Alamagna   e   amici   e    Ghibellini,   e   raguno   in   Pisa   circa 

^  2000  uomini  da  cavallo,  e  die  ordine  co'  Genovesi  andare  sopra  lo  re  Ruberto ;  e  armarono 

j    i  Genovesi  70  galee,  e  vennero  a  Porto  Pisano.     E  il  re  Federigo  con  50  galee  e  altra  gente 

i    fu  dairaltro  capo  del   regno,    ciofe  in  Calavria,  e  prese  Reggio   e   Turpia   e   Seminara.     E 

lo  'mperadore  si  parti  per  intrare  nel  regno  a  di  5  d'agosto   1313,  e   passo   TElsa   appie   di 

Sanmignato,  e  ando  a  Castelfiorentino,  e  combattello,  e  non   lo   ebbe.     Poi  passo   appie   di 

;)  Siena ;  ed  i  Sanesi  con  molta  gente  uscirono  per  porta  CamolUa,  e  combatterono,  e  non  v'ebbe 

i   grande  scaramuccia.     Passo  oltre,  ed  accampossi  a  Monte  Aperto.     Quando  venne  a  S.  Salvi 

cominci6  a  sentirsi  malaticcio,  e  cosi  quando  usci '  di  Pisa  quel  di  in  sull'Arbia  peggioro ;  poi        /,  v.aj 

Taltro  di  se  ne  and6  al  Bagno  a  Macereto  e  peggioro,   e  di  Ik  and6  al   Borgo  a  Buoncon- 

vento.     Dicesi  che  lo  re  Uberto  gli  avea  dietro  molti  uomini  in  casa  sua,  che  cercavano  d'  av- 

i  velenarlo,  o  d'ucciderlo,  perocch6  temea,  se  venisse  nel  regno,  essendo  in  lega  col  re  Fede- 

rigo,  non   gli   togliesse  il  reame.     Ma  fosse,  o  non  fosse,  dissesi,  che   essendo  malato  lo  'm- 

peradore  era  consueto  quasi  ogni  mese  una  volta  comunicarsi,  ed  essendo  malato  si  confesso, 

e   comunicossi.     Onde  si  dice  che  in  capo  delFostia   nella  pasta  fosse  avvelenato.     Molta  e 

\   grande  cosa  a  credere  che  i  frati  in  tali  cose  offendessero  si  airostia  che  si  pone  in   figura 

:)  del  corpo  di  Cristo,  ed  eglino  lo  consacrano ;  pure  se  ne  disse.     E  lo  imperadore  Arrigo  mori 

nel  detto  Borgo  a  Buonconvento  negli  anni  del  Signore  1313  a  di  24  d'agosto. 

RuBRicA  303''  —  Come  i  Fiorentini  dierono  la  signoria  al  re    Uberto  cinque  anni,  e    tolsono 
vicario  di  sei  mesi,  e  chi  fu  il  -primo. 

Assai  divisioni  erano  infra'  detti  tempi  in  Firenze,  imperocche  v'era  la  briga  occulta  tra' 
f)  Ghibellini  e'  Guelfi  e  i  grandi  e  i  popolani,  s6tte  per  lo  maladetto  stato, '  che  ogni  cosa  /.,  v,  23 
sempre  in  Firenze  h.  stato  scandalo  per  gli  ufici;  perocchfe  mentre  ch'ebbono  signore  furono 
uniti.  Veggendo  quelli  dello  reggimento  non  potere  lungamente  resistere,  se  li  contrari  loro 
non  teneano  a  freno  con  alcuno  bastone,  deliberaro  di  mandare  per  lo  re  Ruberto  che  per 
5  anni  togliesse  la  signoria,  e  mettesse  vicario.  E  cosl  fu  fatto,  dandogli  certa  quantita  di 
■)  pecunia,  si  veramente  che  lo  reggimento  mantenesse,  e  cosi  accetto.  E  mandovvi  vicario,  e 
fu  messer  lacopo  Cantellini  provenzale,  nobile  uomo  di  sangue,  disceso  di  reale  per  femmina. 
Cio  fu  negli  anni  del  Signore  1313.  A'  10  dl  di  giugno  intr6  in  Firenze:  e  per  certo  questo 
fu  lo  scampo  della  cittk,  che'  Ghibellini,  sentendo  morto  lo  'mperadore  perderono  il  vigore ; 
e  dove  si  avrebbono  pressato  nella  citt^  cli  Firenze  molto  piu  male  assai,  stettono  piii  a  freno. 

'  RuBRiCA  304*  —  Come    Uguccionc  della  Faggimla  fue  in  Pisa  cafitano  generale,  c  frcse 
Lucca  c  alire  terre. 

Poichfe  lo  'mperadore  fu  morto,  e  recato  in  Pisa,  lo  re  Federigo  venne  in  Pisa,  ed  i 
Pisani,  temendo  il  re  Uberto  ed  i  Fiorentini,  si '  volsono  a  lui  dare,  e  lui  non  gli  volle.  E  poi       /..  v,  n 

i- 

3.  Arrig6\  Federico  A.,  G.  R.  —  6-7.  altra .. . .  daU'a]tro]  altre  gente  furono  daU'altro  G.  R.  —  8.  passd  TEl- 
sa]  passA  per  l'Elsa  A.  —  lo.  con  molta  gente]  omm.  G.  R.  —  n-u.  quando  venne  a  S.  Salvi  cominci6]  come 
venne  in  Toscana  infino    a   S.  Salvi  presso  a    Firenze   comincio   G.  It.  —   12.    comlnci6....    quando]    cominci6    a 

I  esser  poco  sano,  ed  era  un  poco  malaticcio,  quando  G.  R.  —  i3.  di  Pisa....  peggiori]  di  Pisa,  queUo  dl  in  sul- 
l'Arba  G.  R.;  I.  corresse  Arbia   —   15.  o  d'ucciderlo]   G.  R,  scgna  una  lacnna  al  posto  di  questa  parola  -  perocchfc] 

I  pcr6  A.  —  18.  comunicossi .. ..  deU'ostia]  comunicossi.     Si  dice,  il  corpo  dell'ostia   G.  R.  -  molta]  molto  G.  R.  — 

30.  disse.  E  lo]  disse  e  pure  lo   G.  R.  -  Arrigo]   Federico    G.  R.,  A.  —  24.   briga]  brlgata  A.  —  25.  e  I  pupolani 

■^ettel  e  l  popolani  e  tra  i  popolanl  stette  G.R.  —  28.  Ruberto]  Uberto   G.  R.  —  31.  lacopo  Cantellini]  Latamo 

iinelini  G.  R.  —  33.  lo 'roperadore  perderono]  lo 'mperadore  pol  perderono  G.  R.  —  34.  pressato]  pensato   G.  R. 

■  molto]  omiii.  I.  -  pifi]  pol  G.  R.  —  38.  si  volsono,...  volle]    la  volsono  a  lui  dare  e  non  la  volle  G.  R. 

T.  XXX,  p.  I  —  8. 


114 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1313-1314] 


/.,  V,  24 


si  vollono  dare  al  fratello  del  conte  di  Fiandra,  e  simlle  ad  altri  buoni  baroni.  Niuno  l'ac- 
cett6,  sapiendo  le  condizioni  di  Pisa  e  di  Toscana.  Vedendosi  male  parati,  pensando  che 
Uguiccione  della  Faggiuola  da  Massa  Tebara  di....  era  vicario  dMmperio  in  Genova,  ghi- 
bellino,  uomo  d'arme,  ardito  e  savio,  sl  lo  tolsono  per  loro  capitano  generale,  e  quasi  era 
come  loro  signore,  e  1000  soldati  feciono  di  quella  gente  dello  'mperadore.  Cosi  subito  per 
cominciare  eglino  feciono  guerra  a  Lucca,  e  ultimamente  pace,  e  renderono  tutte  le  castell.i. 
che  teneano  de'  Pisani ;  e  per  le  loro  sfette,  che  tra  loro  Guelfi  furono  sconfitti  piu  volte,  ■ 
per6  feciono  pace  con  patti  di  rimettere  i  Ghibellini  dentro,  e  cosl  feciono,  e  rimissono 
grinterminelli  con  ogni  loro  seguace  a  posta  de'  Pisani.    E  ci6  fu  nelFanno  1313  di  febbraio. 

RuBRicA  305*  —  Come  Lucca  fu  rubata  e  -presa,  e  iolto  il  tcsoro  della  Chicsa  di  Lucca,  che  1 
era  in  S.  Friano, 

Avendo  li  Lucchesi  rimessi  i  Ghibellini  dentro,  e  per  quistione  de'  beni  loro  che  nc 
gli  voleano  rendere  i  Guelfi,  Uguiccione  pensb  d^accordarsi  cogl'  Interminelli  e  con  gli  altr; 
Ghibellini,  e  cosl  fece.  Ed  ordin6  che '  si  movesse  uno  romore,  ed  egli  entr6  in  arme,  e  com- 
battesse  una  porta,  e  dentro  gli  fusse  aperta;  e  cosl  fu  a'  di  14  di  giugno  1314.  E  corsono  l;i  ! 
terra,  e  rubati  i  Guelfi;  e'  Ghibellini  andarono  a  S.  Friano,  ove  era  raunato  molto  tesoro 
di  santa  Chiesa  per  la  Terra  di  Roma,  Marca  e  Ducato  e  Romagna,  ed  ivi  1'  avea  lasciato 
il  cardinale  Gentile.     E  cosi  venne  Lucca  nelle  mani  de  i  Pisani. 


RuBRicA  306"  —  ^uesti  sofio  i  Priori  da  mezzo  febbraio  1312  a  mezzo  febbraio  1313. 


I.,  V.  35 


/.,  V.  26 


Dino  di  Bemardo 

Bonaccorso  di  Geri  del  Banco 

Ser  Medico  Aliotti 

Pagno  di  Strozza  degli  Strozzi 

Neri  di  Forte  del  Bezzole 

Giachetto  di  Pagno  de'  Bastari 

Battezzino  di  Berto  Battezzoni,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Gherardo  di  Geri  Risaliti,  loro  notaio. 

Metto  Bigliotti 

lacopo  di  messer  Berlinghieri 

Giovanni  di  Feo  Buglietti 

Gherardo  di  Micco  Baroncelli 

Corso  di  Cino  della  Badessa 

Maestro  Giovanni  di  Lapo  Guiglielmi 

Lippo  Aldobrandini 

Messer'  Alberto  Rosoni  ludice 

Donato  di  Lapo  Viviani 

Lapo  di  lacopo  Covoni 

Chiermontese  degli  Uccellini 

Francesco  Corsi,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Bernardo  Neldi,  loro  notaio. 

Lapo  di  messer  Angiolino 
Gherardino  di  lanni 


Gianni  di  Bartolo 

Giamoro  di  Folco 

Lapo  Valori 

More  Ubaldini 

Pagno  di  messer  Bonaccorso 

Giovanni  Gherardini 

Taddeo  di  messer  Aldobrando 

Veri  di  Duccio 

Lapo  di  Rinaldo 

Zato   di   Gaddo    Passavanti,   gonfaloniere    di 

lustizia 
Ser  Francesco  Nucci,  loro  notaio. 

Banco  di  ser  Bartolo 
Cino  di  Martino 
Filippo  di  Paccino  de'  Peruzzi 
Dardano  degli  Acciaiuoli 
Cambino  di  Guido  del  Chiaro 
Messer  Orlando  Marini  ludice 
Bindello  di  Simone  Beccanugi 
Nigi  Dietisalvi 
Borgognone '  Fiorentini 
Biliotto  Alfani 

Francesco  di  Biliotto  Tornabelli 
Bello  di  Lippo  Mancini,  gonfaloniere  di  giu- 
stizia 


I.  buonl  baroni  «»1»».  A.  —  3.  A.  no»  s»gua  lacuna  —  j.  e  quas:  era]  omm.  A. 
sono]  e  corse  G,  R.  —  18.  nelle]  alle  A. 


■  9.  con]  e  G.  It.  —  15.  E  cor- 


[A.  1314]  CRONACA  FIORENTINA  115 


Ser  Giuntino  di  ser  Giovanni  da  Pagnana,  lo-  Ser  Francesco  di  ser  Giunta,  loro  notaio. 
ro  notaio. 

Boninsegna  d'Angiolino  Machiavelli 

Messer  Geppo  del  Maestro  Lamberto  Neri  Corsini 

5  Lorenzo  d'Aglino  degli  Aglioni  Tommaso  di  Duccio  de'  Magalotti 

Alberto  di  messsr  lacopo  del  Giudice  Simon  di  Duccio  del  Macca 

i|    Coppo  di  Borghese  Migliorati  Simone  Gherardi 

I    Meglio  Sassuoli  Giotto  di  Fantone  Angelotti 

Cambino  del  Nero  Cambi  Lippo  di  Ricco  Arlotti 

])  Dino  di  Ciaio  Ristori  Ardingo '  di  Bonaiunta  de'  Medici  /.,  v,  n 

||    Mari  Albizzoni  Lippo  di  lanni  Comacchini 

j    Ser  Mannino  Talenti  da  Sesto  Ser  Arrigo  de'  Rocchi 

;   Bonaiuto  Lamberti  Pagno  di  Bando  degli  Albizi 

[•    Bartolo  di  Lotto  Bastari  Banco  di  Lippo  lanni,  gonfaloniere  di  lustizia 

i  Betto  di  Rinaldo  Betti,  gonfaloniere  di  lustizia  Ser  Maso  Lagi,  loro  notaio. 

RuBRiCA  307'  —  Come  i  Fiorcntini  mandaro  soccorso  allo  rc  Ruberto,  lo  qualc  mandb  mcs- 
ser  Piero  suo  fratello,  ed  ebbero  lo  castcllo  di  Valdarno  e  Valdinievole. 

Vedendo  i  Fiorentini  che'  Lucchesi  erano  soggiogati  per  gli  Pisani,  si  mandaro  al  re 
;  Ruberto  per  soccorso,  temendo  che  Uguccione  non  pigliasse  piede.  Di  che  messer  Pietro, 
0  fratello  minore  del  re,  con  bella  compagnia  e  savio  consiglio  venne  in  Firenze,  ove  gli  fu 
i  data  la  signoria  del  tutto;  e  cio  fu  a'  di  28  d'agosto  negli  anni  del  Signore  1314.  E  presonsi 
y  il  Valdarno,  che  si  dierono  volontari  per  non  venire  alle  mani  de'  Pisani,  queste  castella 
de'  Lucchesi:  Monte  Topoli,  Castello  Franco,  Santa  Croce,  Monte  Calvoli,  Santa  Maria  a 
Monte,  Fucecchio;  e  in  Valdinievole  si  ebbe  Monte  Somano  e  Monte  Catino. 

:>  RuBRiCA  308*  —  Come*  i  Fiorcntini  e^  JVeri,  collegati  di  Toscana  Guelfi,  feciono  -pace  con  gli       i.,  v,  28 
Aretini. 

Volle  messer  Piero   che   i  Fiorentini   ed  i  Lucchesi   facessono   pace  con   gli  Aretini;  e 
cio  fu  fatto,  e  ferma  e  rogata  la  pace  negli  anni  del  Signore  1314  a'  di  28  di  settembre. 

RuBRiCA  309*  —  Come  Uguiccionc  della  Faggiuola  frcse  Moniecalvi  c  Cigoli. 

.1  Uguiccione  siccome  ebbe  Lucca,  ogni  di  cavalcava  Pistoia,  Volterra  e  Sanmigniato  del 

Tedesco,  e  prese  Cigoli  e  Monte  Calvi,  E  ci6  fu  nelPanno  1314. 

RuBRiCA  310*  —  S>tiesti  sono  i  Priori  da  mczzo  fcbbraio  1313  a  mczzo  febbraio  1314. 

Noffo  di  Guido  Nello  Rinucci 

Donato  di  Lamberto  delFAntella  Tieri '  di  Bindo  Ambrogi  /.,  v.  29 

C-  Francesco  di  Maso  Unganelli  Messer  Bartolo  de'  Ricci  dottor  di  leggi 

Francesco  d'Ubaldino  Ardinghelli  Maestro  Cambio  del  maestro  Salvi  medico 

Coppo  Stefani  de'  Bonaiuti  Ciprino  di  Bonaguida,  gonfaloniere  di  Ii»stizia 

Nino  di  Giunta  Ser  Giovanni   di  lacopo  da  Signa,  loro  no- 
Xaddo  Casini  taio. 


17.  frafello]  figliuolo  A.  —  i8,  eranoj  omm.  A.  —  20,  fratello]  figliuolo  A,  —  2i.  negli  anni  dei  Signore 
amm.  A.  -  presonsl)  presersi  G, /i.  —  22,  clio  si  dferono  volontari]  ie  quali  si  diero  di  loro  rolontJ  G.  li.  — 
33,  Caivoli]  Calvi  /, ;  G.  R,  scgna  qui  una  lacuna  —  34.  Somano]  Semano  /,  —  28.  del  Signore]  di  Cristo  A.  -  28] 
36  G.  R.  —  30-31,  dei  Tedesco]  omiii,  A.  —  31.  neli'anno  1314]  neiI'anno  1315  de)  mese...,  {iacuita)  G.  R.;  neIl'anno 
131S  a'  i\  36  di  settembre  /. 


116 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1314-1315] 


/.,  v,3l 
/.,  V,  30 


Catellino  Aldobrandi 

Recco  di  Micco  del  Cappone 

Tolto  Tedaldi 

Talento  di  Lapo  Talenti 

Lapo  di  Rinovante 

Giovanni  di  Cecco  Compagni 

Dante  di  Rinaldo 

Piero  di  Guilielmo 

Feo  d'Arrigo 

Gherardo  di  Lapo  Paganelli 

Durante  di  messer  Buonfantino 

Ruggieri  di  ser  Benci,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Rinaldo  d'Uberto  Baldovini,  loro  notaio. 

Giovanni  di  Buonaccorso 

Benozzo  d'Andrea 

Neri  di  lacopo 

Nigi  di  Spigliato 

Ser  Scotto  di  ser  Benincasa 

Felaia  Capitani 

Guglielmo  di  lacopo 

Lapo  Bencivenni 

lacopo '  de'  Marignolli 

Falco  de'  Giugni 

Albizzo  di  Cambio 

Vanni  Donnini,  gonfaloniere  di  Giustizia 

Ser  Giovanni  Finucci,  loro  notaio. 

Francesco  Sassoli  de'  Sassolini 
Banchello  del  Buono 


Bivigliano  di  Manetto  Buonricoveri 

Ser  Gianni  de'  Siminetti 

Pegolotto  di  messer  Oddo  degli  Altoviti 

Lippo  di  Pagni  degli  Strozzi 

Michele  di  Cione  Maffei 

Bezzole  di  Forte  del  Bezzole 

Tinore  di  Nardo  Guasconi  . 

Ser  Cione  Uberti 

Maso  Benvenuti 

Pierozzo  Alberti,  gonfaloniere  di  lustizia  1 

Ser  Rustico  Moranducci,  loro  notaio. 

Geri  di  Stefano  de'  Soderini 

Giotto  d'ArnoIdo  Peruzzi 

Dardano  degli  Acciaiuoli  1 

Vanni  di  Puccio  Benvenuti 

Nello  Rinucci 

Bartolo  di  Lotto  Bischeri 

Averardo  de'  Medici,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Giovanni  di  ser  Lapo  Buonamichi,   loro  2 

notaio. 
Buoninsegna'  d'AngioIino  Machiavelli 
Neri  di  messer  lacopo  del  ludice 
Niccol6  di  lacopo  degli  Altoviti 
Cenni  di  Nardo  lunta  2 

Donato  di  Lapo  Viviani 
Ricciardo  di  Cione  de'  Ricci 
Giovanni  di  Gherardino  Malegonnelle,  gonfa- 

loniere  di  lustizia 
Ser  Piero  di  ser  Buono  da  Ugnano,  loro  notaio.  3 


RuBRiCA  311*  —  Come  Uguccione  della  Faggiuola  -pose  Voste  a  Montecatino. 

Essendo  Uguiccione  della  Faggiuola  in  Pisa,  e  recatosi  nelle  branche  Lucca  e  la  signoria 
di  quella  e  di  Pisa  e  di  ci6  che  ad  esse  appartenea,  stim6  che  non  potea  meglio  fare 
che  a  piacimento  de'  Pisani  levarsi  ogni  stecco  dinanzi;  e  perocchfe  per  la  via  di  Lucca  a 
venire  infino  a  Pistoia  Tannoiava  Montecatini  e  Monte  Somano,  stimo  di  porre  Tassedio  a  3 
Montecatino.  E  cosl  fece  con  buona  gente  e  con  grande  esercito  e  li  battifolli  bene  guer- 
niti  di  gente  e  di  vettovaglia.     E  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1315. 

/..  V,  3J       RuBRicA  312*  —  Come'  i  Fiorentini  mandaro  fer  lo  frincife  di  Taratito. 

I  Fiorentini,  vedendo  Uguccione  della  Faggiuola  essere  uomo  di  gran  virtil  e  possanza 
ed  avere  buona  ventura,  e  da  sfe  essere  sofBciente  capitano  e  signore,  e  seco  avere  di  buoni  4 
capitani  e  virtuosi,  e'  Fiorentini  mal  fomiti  di   ci6,  perocchfe    messer  Pietro,  fratello  minore 
del  re  Ruberto  era  giovane  e  in  arme  male  esperto,  stimarono  di  provvedersi  meglio,  e  cre- 
dendo  che  messer  Filippo  prenze  di  Taranto,  fratello  altro  dello   re   Ruberto   fosse   darme 


33.  appartenea]  8'appartenga  G.  R.  —  34.  stecco  dinanzi]  ogni  busvo  dinanzi  agli  occhi  G.  —  35.  Semano] 
Semano  /.  —  37.  anni  del  Signore]  omm.  A,  —  39.  della  Faggiuola]  omm.  A.  -  e  possznza]  omm.  A.  —  40.  e  da 
si]  ed  a  se  G.  /?.  —  41.  yirtuosi]  rertudiosi  A.  -  perocche]  omm.  A.  —  41-42.  fratello  minore  del  re  Roberto]  0»«»». 
■^-  —  4J'  male  esperto]  poco  dotto   G.  R.  —  42-43.   credendo]    vedendo   A. 


[A.  1315]  CRONACA  FIORENTINA  117 


e  di  senno  meglio  avventurato  e  fomito,  che  non  era,  si  diliberarono  di  mandare  per  lui  e 
cosi  feciono.  Ed  egli  subito  fu  mosso  troppo  piu  tosto  che  lo  suo  fratello  re  Ruberto  non 
averebbe  voluto.  E  feciono  ch'e'  seppe  onestamente  che  cio  non  fosse,  e  pure  segui  sua  ve- 
nuta.  II  quale  con  500  uomini  da  cavallo  venne  in  Firenze,  e  ricevuto  graziosamente  e  con 
5  grande  reverenzia,  e  menb  seco  messer  Carlo  suo  figliuolo  a'  di  10  di  luglio  negli  anni  del 
Signore  1315. 

RuBRicA  313"  —  Come^  Uguccionc  della  Faggiuola  e  il  ■prenze  combatterono,  efurono  scon-       /.,  v,  33 
Jitti  a  morte  i  Fiorentini. 

I  Fiorentini  diliberaro  per  la  venuta  del  prenze  di  Taranto  uscire  a  campo  e  soccorrere 
^O  lo  castello  di  Monte  Catini,  il  quale  era  assediato.  E  richiesti  gli  amici,  tra  con  gli  loro  e 
;  con  gli  amici  e  della  gente  di  tutti  e  tre  i  reali,  i  quali  insieme  andaro,  ebbono  i  Fioren- 
'  tini  di  uomini  da  cavallo  circa  a  3300  e  di  pedoni  non  pongo  il  numero,  che  trassero  d'ogni 
I     parte.     Pure  poichfe  roste  fu  mossa,  e  Tordine  della  vettuaglia  venia  appresso,  la  quale  gui- 

'     dava  uno  Montecatinese,  che   si   chiamava Uguiccione,    come   senti  la  venuta  a 

'5  Firenze  del  prenze,  mando  infino  a  Melano  e  in  Romagna  per  tutti  gli  amici  per   soccorso, 

ed  ebbe  seco  2600  di  uomini  a  cavallo   e  molti   pedoni,   ed   accampossi   appresso   a  Monte 

Catini   di   Ik   dalla   Nievole,    ed   aspettava   di   vedere   che   gente   fosse   quella   che   venisse, 

quasi  con  isperanza  di  levarsi  da  campo.     Avvenne  che  il  prenze  giunse   colla   sua   brigata 

appife  della  Nievole  di  qua  da  Monte  Catino  a'  di  8  d'agosto,  e  feciono  ordinare   che  fosse 

!0  assalito  la  brigata  di  Ik   dagli   usciti '  di  Lucca   e  da   certa   gente   bolognese  e   pistolese ;   la       /.,  v.  3« 

\     quale  doveano  a  certo  segno  fare  intrare  la  vettovaglia  nello  castello  il  dl  dato.     E  gli  usciti 

I     di  Lucca  per  fare  levare  il  campo  correvano  ogni  dl  a  Lucca  per  rompere  le  strade  della 

j     vettovaglia  che  venia  nelFoste.    Di  che  veduto  il  modo  della  brigata  del  prenze  e  degli  usciti 

di  Lucca,  Uguiccione  deliber6  di  levarsi  da  campo,  e  per  irne  piu  netto  il  dl  che  si  dovea 

fS  levare,  mand6  il  guanto  della  battaglia  per  Taltro  dl  vegnente  Uguiccione  al  prenze,  il  quale 

lo  ricevette  graziosamente.     La  notte  Uguccione  Iev6  Toste  in   suIFalba  e  i   battifolli,   e   gi- 

ronne   giuso  dalla  via  del  piano  per  fare  la  via  da  Pisa,  e  mossesi  in  suiralba   del  giorno. 

>j     AI  prenze  fu  detto,  e  sanza  nissuno  ordine  gli  si  misse  di  dietro  dicendo :  A  loro,  a  loro,  che 

1'     se  ne  vanno.     I  Fiorentini  dissero  al  prenze  ch'era  meglio,  poichfe  si  partia,  mandare  per  la 

;0  vettovaglia  dello  fornimento,  che  dovea  a  vespro  intrare,  e  soUicitarla,  e  seguire  poi  Toste. 

ri     II  prenze  sanza  nullo  ordine  si  mosse,  e  and6  dietro  a  Uguccione.     Uguccione,  veggendosi  la 

;     coda  nel  Cerro  si  volse  ordinatamente,  come  avea  fatto  ogni  ordine  se  volgere  si  dovesse,  0 

convenisse.   Ed  in  effetto,  lasciando  le  particularitk,  Uguccione  vinse,  ed  il  prenze  vi  fu  scon- 

■  j    fitto.     E  fuvvi  assai  nobili  morti,  fra  i  quali '  fu  messer  Pietro  f ratello  del  re  Ruberto  e  del       /.,  v,  35 

\  5  prenze  e  messer  Carlo  figliuolo  del  detto  prenze  di  Taranto  e  degli  altri  assai :  messer  Carlo 


\ 


I.  e  fornito]  omm.  A.  —  j.  non]  omm.  A.  —  3.  e  feciono.. ..  non  fosse]  e  fece  onestamente  cl6  che  seppe  che 
cI6  non  fosse  A.  —  4.  II  quale  con  500  uoraini  da  cavallo  venne  in  Firenze]  0»»«».  A.  —  5-6.  negli  anni  del  Si- 
gnore]  omm.  A,  —  10.  lo  castello  di]  omm.  A.  -  era  asscdiato]  era,  com'^  detto  nel  presente  passato  capitolo  asse- 
diato  G. /?.  -  tra  con  gli  loro]  e  colle  loro  A.  —  lo-n.  e  con  gli  amici]  omm.  A.  —  u.  3300]  330  G. /?.  -  non 
pongo  il  numero]  assai  A.  —  14.  che  si  chiamava]  omm.  A.   —   16.  seco  3600]  seco  circa  2000  G. /?.   —   ai.   la 

vettovaglla]  il  detto  foragglo  G. /?.  -  nello  castello]  in  detto  casteUo  A.   —  13-23.   E   gli   usciti vettovaglla] 

I  quali  usciti  di  Luoca  per  fargli  levare  corrieno  ogni  d\  a  Lucca  e  percoteano  aila  strada  alla  vettuaglia  G.  R.  — 
23.  che  venia  neU'oste]  0»;;«.  A.  —  36.  Ugucclone]  omm.  A.  -  gironne]  gir6  G.  /?.  —  37.  mossesi]  mossi  A.,  G.  R. 
—  38.  a  loro  a  loro]  a  ioro  A.  —  29.  se  ne  vanno.  I  Fiorentini]  se  ne  vanno,  e  cosl  era  che  se  ne  andavano. 
I  Fiorentini  G.  R,  —  30.  fornimento  che  dovea]  fornimento  che  l'altro  dl  dovea  G.  R.  —  33.  Cerro]  contro  G.  R. 
Cerro  era  un  fadule  vicino  al  fiumc  Pescta  in  Val  di  Nievole,  come  afpare  da  una  relaxione  del  luglio  1670  in  Ar- 
eUvio  di  Stato  di  Firenze-Ufficio  delle  foisessioni,  Filza  i6,  c.  139  —  34.  E  fuwi  assai . . . ,  raesser  Piero]  In  fra 
gll  altrl  nobUi  morti  furono  questi  due  Reall  raesser  Piero  G.  R.  —  35.  del  detto  prenze  dl  Taranto]  del  pren- 
cipe  yl.  —  3S-p.  n8,  1.  3.  dcl  detto  Prenzc  . . . ,  di  circa  1900]  dcl  Principe  e  degli  nltri  assai  e  furne  mortl  dei 
Florentlni  1900  A. 


118 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1315] 


/..  V,  3« 


da  Battifolle,  mcsBer  Caroccio  e  messer  Brasco  Catalani  della  casa  di  Ragona,  per  femmina; 
nato,  e  d'ogni  casa  di  Fircnze  quasi  di  nome  vi  rimasono  morti  e  presi  e  degli  altri  pacsi  amici 
de'  Fiorentini.  Furonne  morti  in  tutto  del  lato  de'  Fiorentini  circa  1900  e  presi  1400,  ed  il 
prenze  si  fuggl.  E  quegli  che  avieno  la  vettovaglia,  sentito  la  rotta,  venderonla  e  andaron» 
sene  in  Lombardia,  e  con  essa  furono  pifi  ricchi  che  se  '1  Comune  avesse  vinto,  e  mai  non 
fu  chi  ne  domandasse  ragione.  Dal  lato  d'  Uguiccione  vi  morl  il  figliuolo  e  messer  Giacotto 
Malespini,  i  quali  condussero  la  Imperiale,  ed  erano  i  feridori,  ed  altri  di  nome  non  v'ebbe. 
E  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1315  a  dl  29  d'ago8to  il  dl  di  S.  Giovanni  decoUato. 

RuBRiCA  314*  —  Come  Uguiccionc  ebbe  Monte  Catini  e  Monte  Sontmano, 

Fatta  per  Uguiccione  la  detta  sconfitta  al  prenze,  si  drizz6  verso  Monte  Catino,  e  ultima- 
mente  si  renderono,  salve  le  persone  di '  quelli  che  v'erano  dentro.  E  poi  il  simile  fecc  Monte 
Sommano,  detto  anno. 

RiraRiCA  315*  —  Come  Vinci  e  come  Cerreto  Guidi  si  ribellaro  a'  Fiorentini,  e  tomaro  al  far- 
tito  (P  Uguccione  della  Faggiuola. 

Era  in  Valdamo  di  sotto  uno  castello,  che  si  chiamava  Vinci,  lo  quale  teneano  a  posta  1! 
delli  Fiorentini  i  signori  d'Anchiano.  Per  guadagnare,  sentendo  chc  i  Fiorentini  erano  rotti, 
corsono  alle  strade,  e  per  le  Chiane,  ove  ne  trovavanc  assai  affogati  e  assai  fuggenti,  li  quali 
pigliavano,  e  menavongli  in  Vinci,  e  da  quello  dl  innanzi  si  tennono  per  Uguiccione.  Era  uno 
Baldinaccio  Adimari  rubello  di  Firenze,  e  avea  molte  amicizie  in  Cerreto  Guidi,  trov6  modo 
d'entrarvi,  ed  entrowi,  e  tennelo  per  sfe  ed  a  posta  di  Uguccione  negli  anni  1315.  2( 


RuBRiCA  316*  —  Come  il  conte  da  Monte  Scaggioso,  chiamato  Conte  NoveUo,  vetme  a  Firenxe 
■per  cafitano. 

I  Fiorentini,  tomati  in  Firenze,  vidono  esser  soli  di  capitano.    Subito  mandarono  allo  re 
/.,  V,  37       Ruberto  mandassc  uno  capitano  e  gente.     Di  che '  subito  vi  mand6  uno  savio  e  valente  ca- 

valieri,  ci6  fu  messer dal  Balzo  conte  di  Monte  Scaggioso ;  il  quale  avea  per  mo- 

glie  la  sirocchia  del  re  Ruberto.    E  venne  in  Firenze  con  200  cavalieri  negli  anni  del  Si- 
gnore  1315. 

RuBRiCA  317*  —  Siuesti  sono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  131 4,  a  mezzo  fehbraio  131 5. 


1 


Cino  di  Martino 

Bencivenni  di  Folco 

Rinuccio  di  Cocco  Compagni 

Lippo  Aldobrandini 

Dino  del  Chiaro  Cornacchini 

Ricco  di  ser  Compagno  degli  Albizzi 


lacopo  di  messer  Berlinghieri,  gonfaloniere  di 

lustizia  3' 

Ser  Benedetto  di  ser  Martino,  loro  notaio. 

Neri  Corsini 

Donato  di  Lamberto  deirAntella 


4-5.  si  fuggl ....  in  Lombardia]  si  fuggi ....  {laeunti)  e  coUa  vettovaglia  ristettono  e  non  sentendo  vinto 
ma  perduto,  eglino  se  n'andarono  con  essa  e  portarsene  e  con  venderla  e  andarne  in  Lombardia  G.  /?.;  sl  fug 
e  tutta  Valtra  gente  colla  vettovagUa  ristettono,  e  non  sentendo  vinto,  ma  perduto,  eglino  se  n'andarono  coB 
essa  e  venderla  ed  andame  in  Lombardia  /.;  /.  avverte  in  nota  di  avere  sufplito  la  lacuna  del  ms.  G.  R.  con  la  scorlt 
5  del  Villam,  1.  9,  c.  70  —  5-6.  e  con  essa ....  ragione]  omm.  A.  —  6.  il  figiiuolo]  il  figliuolo  d'Uguiccione  G.  R. 
7.  i  quali]  e  quegli  A.  —  8.  del  Slgnore]  omm.  A.  -  U  d\  di  S.  Giovannl  decollato]  omm.  A.  —  11.  si  renderonol 
si  dierono  A.  —  15.  io  quale  teneano]  che  si  teneva  A.  —  17.  fuggenti  li  quali]  fuggiti  clie  A.  —  18.  e  menavoa^ 
gli....  Uguccione]  e  raenarsegU  in  Vinci,  e  tennersi  da  queUo  di  innanzi  per  Uguiccione  G.  R.  —  19.  Guidl| 
omm.  A.  —  19-30.  trov6  modo ....  Uguccione]  trov6  modo  di  settembre  anno  detto  d'entrare  dentro,  e  queili 
lo  tenncro  l'aluto  di  Uguiccione  a  suo  segno  G.  R.  —  20.  negli  anni  1315]  omm.  G.  R.  I»  A.  si  legg*  11 10  corretto 
dalla  stessa  mano  in  13 15  —  24.  uno]  omm.  G.  R.  —  35.  /.  comfleta  la  lacuna  eon  i/ nome  diHdtTiuno  —  36-37.  del 
Slgnore]  omm.  A. 


[A.  1316] 


CRONACA  FIORENTINA 


119 


10 


'20 


Francesco  d'Ubaldino  degli  Ardinghelli 
Lapo  di  Strozza  degli  Strozzi 
Vieri   del  Bello  de'  Rondinelli 
Maestro  Cambio  del  Maestro  Salvi 
Cionetto  di  Giovenco  de'  Bastari,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Lippo  di  ser  Dino  di  Santa  Maria  in  Pi- 

neta,  loro  notaio. 


Noffo'  di  Guido 
Tano  de'  Baroncelli 
Monte  degli  Acciaiuoli 
Anselmo  di  Palla  Anselmi 
Guccio  di  Bonagiunta  de'  Medici 
15  Ruggierino  di  ser  Benci 

Migliorato  de'  Domenichi,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  lacopo  di  ser  Bencivenni  Dandi,  loro  no- 

taio. 
Lapo  di  messer  Angiolino 
Lapo  di  Talento 
Ser  Lamberto  di  Neri  Cambi 
Filippozzo  di  Gherardino  Gianni 
Taddeo  di  messer  Aldobrando  da  Cerreto 


Francesco  di  Biliotto  Tornabelli 

Coppo  di  Stefano  de'  Bonaiuti,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Guasco  di  Nardo  Guasconi,  loro  notaio. 

Catellino  Aldobrandi 

Bello  di  Lippo  de'  Mancini 

Tuccio  di  Dello  degli  Scilinguati 

Giangheri  di  Boninsegna  de'  Beccanugi 

Messer  Alberto  Rosoni,  iudice 

Neri  di  Guido  de'  Ricci 

Nello  di  Rlnuccio,  gonfaloniere  di  Giustizia 

Ser  Giovanni  Dini  da  Montevarchi,  loro  notaio. 

Bancherone '  di  Cione  degli  AgHoni 

Coppo  di  Borghese  Migliorati. 

Pesce  di  Gugio  de'  Pesci. 

Ubertino  di  Rosso  degli  Strozzi 

Betto  di  Rinaldo 

Ser  Arrigo  Rocchi 

Michele  di  Cione  Maffei,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  Fazio  Gonzi  da  Castelfiorentino,  loro  no- 

taio. 


/.,  V,  38 


/.,  V,  39 


,25  RuBRiCA  318*  —  Come  il  Conte  Novello,  venuto,  si  fu  rimandato  addreto,  e  tornossi  nello  reamc. 

In  questa  avversit^,  la  quale  ebbe  il  Comune,  partito  il  prenze   e  venuto  il  Conte  No- 

vello,  in  Firenze  erano  grandi  sfette,  delle  quali  due  s^tte  era  capo  dell'  una ;  i  quali 

teneano  fede  ed  amore  al  re  Ruberto,  a  cui  era  data  la  signoria;  e  deiraltra,  che  teneano 
il  contrario,  era  capo  messer  Simone  della  Tosa;  ed  era  tanto  piu  forte  questa  che  Taltra, 
che  facieno  fare  cio  che  voleano  a'  Priori  e  al  Comune.  Ed  era  mandato  in  Francia  per 
messer  Filippo  di  Valosa  e  nella  Magna  per  lo  dugi  di  Luziborghi;  e  niuno  venne;  i  quali 
ciascuno  dovea  venire  e  menare  gente.  Di  che  la  sfetta  di  messer  Simone  era  male  con- 
tenta  del  Conte  Novello  e  della  signoria  del  re  Ruberto,  e  pot^  tanto  che  al  Conte  Novello, 
che  era  stato  4  mesi,  e  dovea  stare  uno  anno,  gli  fu  detto  dimesticamente  che  se  ne  andasse, 
e  cosl  fece,  come  che  vicario  vi  fosse  del  re  non  potea  a  ci6  riparare.  E  ci6  fu  negli  anni 
del  Signore  1316  d'aprile. 


30 


35 


1.,  y.  *o 


RuBRiCA  319"  —  Come  dai  Fiorentini  fu  eletto  un  bargello   a  -posta  di  messer  Simone  della 
Tosa  c  degli  altri  Guelfi. 

In  Firenze,  come  h  detto,  messer  Simone  della  Tosa  con  grande  parte  de'  Guelfi  di  Fi- 

40  renze  resse  in  tutto  con  gli  grandi  e  popolani,  e  vide  d'avere,  poich^  non  avieno  altra  stretta 

(uerra  di  fuori,  ed  aspettavano  capitano,  chi  di  Francia  e   chi   della  Magna,  di  cacciare  di 

Firenze  chiunche  avea  alcuno  pensiero  ad  animo  ghibellino.     E  feciono  uno  bargello,  lo  quale 

'      nelFoste  di  Pistoia  fu  aspro  e  crudele,  il  quale  si  chiam6  ser  Lando  da  Gobbio.   Ed  ultima- 


37.  La  lacuna  scgnata  nei  codtci  e  sufplita  da  I.  con  le  farole:  messer  Pino  della  Tosa  —  31.  Luzlborghi]  Lu- 
chimborghl  G.  li.  —  32.  menare]  mandarc  G.  R.  —  35.  vi  fossej  cl6  fusse  A.  —  39.  come  detto  fe]  omm.  A.  —  43.  dl 
Plstoia....  da  Gobbio]  dl  Pistola  come  adietro  diremo....  fu  aspro  c  crudele,  II  quale  si  chlam5  ser  Lando.... 
da  Gobblo   6'./?.;  di  Pistoia  comc  adietro  dlremo  fu  aspro  e  crudele,  II  quale  si  chiamft  ser  Lando  da  Gobbio  /, 


120  .  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i3i6] 

mente  gli  puosono  uno  gonfalone  di  giustizia  in  tnano,  e  diergli  mero  e  misto  imperio  sopra 

a  chi  attentasse  contra  H  Guelfi  del  presente  stato.     II  quale   bargello  avea  balla   di  niuna 

Bolennlt^  servare,  ma  di  fatto  sanza  condannagione  procedere  in  avere  e  di  persona.    E  il 

/.,  V,  41       primo  di  di  maggio  negli  anni  del  Signore  1316  prese  ruficio,  e  molte   coae  di  fatto  fece,  e 

cui  ammanaiare,  e  cui  tagliare  il  capo,  ed  avea  500  fanti  a  ci6  fare  e  50  cavalU  e  la  campana    5 
a  sua  posta.     Molte  rigide  cose  fece  in  avere  ed  in  persona,  delle  quali  non   guard6  nfe  ad 
ordine  sagro,  nh  ad  altra  dignit^  e  preminenza;  e  infra  gli  altri  fece  morire. . . . 

RuBRiCA  320*  —  Come  si  murb  Firenze,  e  dei  danni  di  falsa  tnoneta. 

Questo  ser  Lando,   bargello,   ordin6  in  Firenze   una  certa  moneta  di   danari  sei  I'  una 
d'ariento,  che  valea  male  quattro.   Della  quale  moneta,  infra  Taltre  monete,  e  cosl  d'altre  ren-  IC 
dite,  8tudi6  il  detto  Bargello  che  si  compiessono  di  murare   le  mura  di   Firenze,  e  cosi   in 
parte  si  fece,  cio^  dal  Prato  Ognissanti  infino  a  S.  Gallo.     Chiamossi  la  detta  moneta  !a  bar- 
gellina.    E  ci6  fu  neiranno  del  Signore  1316  di  giugno. 

RuBRiCA  321°  —  Come  fu  tolta  la  signoria  di  Liicca  e  di  Pisa  ad  Uguiccione,   e  cotne  di 
Litcca  la  fresc  Castruccio.  15 

/.,  V,  43  I  Lucchesi,  vedendo  che  '1  figliuolo  d'Uguiccione  volea  per  malificio  tagliare  la  testa  a 

Castruccio,  si  levarono  a  romore.  Uguiccione  era  a  Pisa,  ed  il  furore  a  Pisa  ed  in  Lucca 
fu  alle  sue  case  in  un  medesimo  di,  perocch6  come  uscl  di  Pisa,  il  conte  Gaddo  Gherar- 
deschi  col  popolo  corsono  alla  casa  d'Uguiccione,  sentendo  ch'era  tratto  allo  romore  in 
Lucca,  e  chi  dice  s'accordarono  insieme  i  Lucchesi  e'  Pisani,  perocchfe  di  poco  avea  fatto  2G 
tagliare  la  testa  a  Balduccio  Buonconti  ed  al  figliuolo,  di  che  Pisa  molto  si  dolse,  ed  ora 
facea  tagliare  la  testa  a  Castruccio  Interminelli  di  Lucca,  amati  da'  Lucchesi;  di  che  molto 
parve,  volesse  per  rapina  pigliare  la  signoria  e  con  sangue.  Di  che  il  conte  Gaddo  corso 
alle  case  d'Uguiccione,  e  morta  sua  famiglia,  e  preso  il  detto  conte  la  signoria,  gli  and6 
dietro  la  novella.  Quando  giunse  a  Lucca  trov6  il  romore  dentro,  ed  egli  non  si  fid6,  pe-  25 
rocchfe  il  popolo  era  inanimato  a  voler  Castruccio.  Diello,  ed  uscissi  di  fuori  di  furto  egli  ed 
il  figliuolo.  Di  che  f eciono  Castruccio  signore ;  ed  egli  se  ne  and6  a  messer  Cane  della  Scala 
in  Lombardia  negli  anni  1316  d'aprile. 

RuBRiCA  322'  —  Comc  il  Conte  da  Battifolle  venne  vicario  in  Fireme. 

In  Firenze,  come  detto  h,  la  s^tta  di  messer  Simone  della  Tosa  era  sl  grande,  che  col  3C 
/.,  V,  43  Bargello '  era  al  tutto  signore  della  citt^,  e  con  lui  teneano  molti  GhibelUni,  ch'erano  in  Fi- 
renze  e  tutta  gente  che  non  aveano  n6  arte,  n6  mercatanzia.  L'altra  s^tta,  che  quasi  nulla  vi 
potea,  per  non  volere  mettersi  a  partito,  che  erano  mercatanti  ed  artefici;  cio  erano  de'  grandi, 
Bardi,  CavicciuU,  Buondelmonti,  Gianfigliazzi,  tutti  i  Frescobaldi  e  tutta  la  maggior  parte 
de'  grandi,  dipoi  tutti,  o  la  maggior  parte   de'  mercatanti   popolani,    ch'avieno  a   fare    nello  35 


I.  e  diergli  mero  e  misto  imperio]  e  diergli,...  imperio  G.  R.\  I.  trascura  di  segnare  la  Ittatna,  fubblicando 
e  diergli  imperio  —  2.  Guelii  del  presente]  Guelfi  o  lo  presente  G.  /?.  —  7.  e  premlnenza]  omm.  A.  -  infra  gli  altri] 
infra  i  quall  A.  -  f ece  morire . . . .]  fece  morire  chierici  sacri  della  casa  degli  Abati,  uno  giovane  innocente  deila  casa 
dei  Falconieri  «  piu  altri  di  basso  affare  I, ;  la  lacuna  e  supflita  da  I.  col  Villani  L.  IX,  c.  74 ;  fece  morire  molti 
S  A.  —  10.  valeva  maie  quattro]  valera  quattro  A.;  valeva  quattro  a  mala  pena  G.  -  e  cosl  d'altre]  e  che  d'altre 
A. —  II.  che  8i  compiessono]  se  non  si  compiessono  A.  —  13.  anno  del  Signore]  omm,  A.  —  17.  era]  che  era 
A.  —  19.  col  popolo]  e  il  popoio  A.  —  20.  e  chi  dice]  e  chi  dicevano  A.  —  33.  volesse....  Di  che]  volesse  per 
tirannia  plgliare  la  Signoria  e  con  sangue.  Dl  che  G.  If.  -  e  con  rapina]  e  con  terannia  G.  R.  -  corso]  corse  A.  — 
26.  di  furto  omm.  G.  R.  —  27.  feciono  C.  signore]  C.  fu  signore  G.  R.  -  Cane]  Cione  G.R.,A.;  Cane  /.  —  »8. 
10  negli  anni  1316  d'apriie]  E  cl6  fu  negli  anni  del  Signore  1316.  A  A\  ii  d'aprile  n'usc\  di  Lucca  G.  R.  —  32.  lui] 
loro  G.  R.  —  31-32.  ch*erano  in  Firenie  A.  —  32.  aveano]  facieno  G.  R.  Amcke  A.  aveva  frima  scritto  faceano  eke 
corresse  in  avevano  -  mercatanzla]  mercansia  G.  R.  —  33,  che]  omm.  G.  R. 


[A.  1310] 


CRONACA  FIORENTINA 


121 


regno.  Di  che  segretamente  si  feciono  lettere  al  re  Rubertc,  che  considerato  che  quelH  erano 
amici  suoi,  ed  egli  gli  conoscea,  ch'egli  facesse  il  conte  da  Battifolle  messer....  vicario  in 
Firenze,  come  era  usato  di  fare  altri,  considerato  ch'era  guelfo  e  possente.  Incontinente 
fu  assentito,  e  venne  in  Firenze,  e  prese  la  signoria  a'  di  15  di  luglio  1316. 

5  RuBRiCA  323*  —  Come  fu  cacciato  ser  Lando  Bargello. 

Essendo  il  conte  da  Battif  olle  in  Firenze  vicario,  si  comincib  a  ristringere  con  cui  e'  do- 

vea,  ed  era  tanto  le  f  orze  degli  altri,  che  se  f  osse  stato  uno  degli  altri  regnicoli  ravrebbe  cacciato 

di  Firenze,   ma  per  la  grande  forza  e  seguito  stava,  e  pigliava  piede.     E  venendo  a  Napoli 

dalla  Magna  la  moglie'  del  Duca  di  Calavria,  figliuolo   dello  re  Alberto  della  Magna,  fu  in 

jlO  Firenze,  e   quivi   aspetto  i  baroni  del   re  che   venieno   per  lei.     Infra   i  quali  furono   mes- 

■      ser  Giovanni  fratello  dello  re  Ruberto  ed  il  conte  camarlingo  ed  il  Conte  Novello  cognato 

'       del  re,  il  quale  per  la  sfetta,  di  messer  Simone,  era  stato  accomiatato  di  Firenze,  il  quale  ri- 

;       stretto  colFaltra  s^tta,  tra  con  parole  e  con  minacce  si  dispuosono  i  detti  reali    che  a' Priori, 

ch'erano  stati  dell'altra  sfetta,  cui  vollono  n'avessono  altri  sei  in  compagnia.     Cosl  fu  fatto,  ed 

rl5  i  gonfalonieri,  che  erano  infino  a  quelFora  stati  a  posta  di  messer  Simone,  furono  del  tutto 

a  posta  deiraltra  parte.     Li  piu  si  erano  gik  i  Priori,  da  mezzo  ottobre  vegnente  eletti,  sei, 

e  lo  gonf  alonieri  di  giustizia.     Di  che  v'aggiunsono  dell'altra  sfetta  tutti  Guelfi  sei  altri ;  di  che 

furono  nove  poi  i  Guelfi,  perocchfe  tra  queUi  n'erano  tre  Guelfi;  e  ci6  fu  di  settembre  1316. 

Come  questi  furono  in  palagio  presono  pife  e  in  nome  di  concordia  e   segretamente  manda- 

|.20  rono  al  re  Uberto,  che  comandasse  che  il  Bargello  fosse   cacciato,  e  cosi   rapportarono   gli 

I       baroni  fosse  da  f are.    Di  che  lo  re  scrisse  a  Firenze ;  e  cosl  fu  fatto  che  lo  bargello  fu  licen- 

I       ziato  e  pagato  di  migliore  moneta  che  esso  non  meritava;  e  in  pacifico  stato  si  ressono. 


I.,  V,  4* 


RuBRiCA  324^  —  ^iesti '  sono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  IJIJ  a  mezzo  ottobre  ijr6  e  infino 
a  mezzo  febbraio. 


I;  V,   45 


25  Priore  di  ser  Bartolo 

Giovanni  di  Lamberto  deirAntella 

Bonicontro  di  lacopo  Ghiselli 

Duccio  di  Palla  Anselmi 

Vieri  di  Bello  de'  Rondinelli 
30  Bartolo  di  Lotto  Bischeri 

Cino  di  Martino,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Giovanni  Gini  da  Calenzano,  loro  notaio. 

Gherardino  di  Gianni 
35  Duccio  de'  Mancini 
Francesco  di  Corso 
Lippo  di  Puccio  Benvenuti 
Ardingo  di  Buonagiunta  de'  Medici 
Maestro  Cambio  del  maestro  Salvi 


Fazio  de'  Giugni,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Lapo  di  Spina  da  Calenzano,  loro  notaio. 

Arrigo  di  Sassolo  de'  Sassolini 

Gherardo  de'  Magaldi 

Gentile  di  messer  Oddo  degli  Altoviti 

Giunta  di  Nardo  di  Giunta 

Neri  di  Forte  del  Bezzole 

Ricciardo  de'  Ricci 

Messer  Fazio  da  Signa,  iudice,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Francesco  Nucci,  loro  notaio. 
Bencino '  di  Sanna  Benci 
Neri  di  Pepe 
Stoldo  di  Francesco  Ardinghelli 


I.  che  quelli]  quall  A.  —  2.  egll]  omm.  A.  -  messer.,..  rlcarlo]  messer  Guido  vicario  /.;  cos\  supfhsce  T.  la 
lacuna  di  G.  R.;  A.  non  segna  lacuna  —  4.  £u  assentito]  fu  in  Casentino  G.  —  7.  le  forzc]  in  forze  (?)  A,  -  l'avrebbe] 
gli  arebbe  A.;  l'avrebbono  /.  ^uesla  ferb  i  una  correzione  di  /.,  che  tutiavia  nvn  toglie  Poscurith  del  passo  -  cacciato] 
cacciati  A.  —  10. i  quali]  quelli  G.  li.  —  n.  —  Giovanni]  Gianni  G.  R.  —  12-13.  '1  quale....  coll'altra]  il  quale 
v'era  per  la  s&tta  di  messer  Simone  stato  accomiatato  il  quale  ristette  coll'altra  G.  It.  —  14.  ch'erano....  compa- 
gnla]  ch'erano  sei  se  ne  aggiugnesse  loro  altri  sei  in  compagnia  A.  -  cui  voUono]  sl  voUono  /.  —  19.  e  in  nome] 
od   i  nove    G.  /?.   —   20.  e  cosl  rapportarono  glij  e  cosl  rapportaraento    per  gli  /. ;  e  cosl  raportato  li    G.  R.  — 

21.   da  fare scrisse]  da  fare   allo  re.  Di  che  egli  scrisse  G.  li.  —  21-32.  licenziato]  cacciato  G,  R,  —  22.  che 

esso]  oimn.  A.  -  sl]  oinm.  A. 


/.,  V,  «6 


122  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  I3i6-i3i7j 

Lippo  di  Ricco  Arlotti  di  leggi,  gonfaloniere  di  lustizia 

Zucchero  di  Buonaiuto  Sere  Scotto  di  ser  Benincasa  d'Altomena,  no- 

Albizzo  di  Ricco  degli  Albizzi  taio. 

Ser  Bellincione  Cacciafuori,  gonfaloniere  di 

lustizia  Messer  Pace  di   messer  lacopo  de  Certaldo,  5 

SerCambioMicheUdaCa8telfiorentino,notaio.  dottor  di.leggi 

Pela  Gualducci 

Metto  de'  Biliotti  Tommaso  de'  Peruzzi 

/.,  v,47       Bocchino  di  Chiaro  Rimbaldesi  Gerino  '  di  Giambono 

lanni  di  Bartolo  Donato  di  Mannino  degli  Acciaiuoli                   10 

Salvestro  di  Manetto  Buonricoveri  Meglio  Fagiuoli 

Giotto  di  Fantone  Angelotti  Spinello  di  Primerano  da  Mosciano 

Giovanni  di  Cocco  Compagni  Banco  di  Lippo 

Dante  di  Rinsildo  Tinoro  di  Nardo  de'  Guasconi 

Zucchero  di  Lapo  Benci  Cecco  di  Spina  Falconi                                       15 

Buto  del  Ricco  Giovanni  Villani 

Lippo  Amizzini  Luti  di  Rittafedi 

Masseo  {Maso)  di  Chiarissimo  Alberto  di  messer  lacopo  del  ludice,  gonfa- 

loanni  d'Albizzo  de'  Cambi  loniere  di  lustizia 

Messer  Gherardo  da  Castelfiorentino,  dottore     Ser  Maffeo  di  Lapo,  loro  notaio.  20 

RuBRiCA  325'  —  Comc  -per  gli  modi  del  re  Ruberto  i  Fiorentini  cominciarono  a  -perdere  sua 
divozione. 

Essendo  la  cittk  di  Firenze  in  questi  termini,  e  lo  re  Ruberto  non  aiutando  i  Fiorentini 
nella  guerra  de'  Pisani,  come  era  ragionevole,  1i  Fiorentini  cominciavano  a  mormorare;  e 
sentendo  che  per  sue  brighe  egli  gli  volea  pacificare  con  gli  Pisani  e  coUegare  seco  la  setta  25 
de  i  Guelfi  come  quella  de'  Ghibellini,  si  era  mal  contenta  quella  de"  Ghibellini  e  loro  amici 
/..  V,  48  per  lo  vicariato  del  conte'  da  Battifolle  e  per  la  cacciata  del  Bargello;  che  bene  vedea  quella 
sfetta  essere  forte,  e  per  la  venuta  di  colui,  e  per  la  cacciata  dell'altro  essere  indeboliti,  e 
correre  rischio  d'es8ere  cacciati  di  loro  stato.  Gli  altri  della  s^tta  de'  mercatanti,  e  piu 
Guelfi,  veggendosi  lo  re  Ruberto  esser  signore,  e  non  attendere  a'  f  atti  della  citti  di  Firenze  30 
nello  loro  guerre,  e  sentendosi  che  il  re  volea  collegare,  e  fare  pace,  sentendosi  questo  per 
mercatanti  da  Napoli,  ma  non  pero  ancora  da  lui,  tutti  erano  diviati  ne'  loro  animi  dalla  sua 
divozione;  e  se  non  fosse  stata  la  divisione  e  il  non  fidarsi  Tuna  sfetta  deiraltra,  averebbono 
attentato  non  essere  contenti.  Tuttavia  pensando  quanto  era  lo  pericolo  della  s^tta  e  de' 
nimici  di  fuori  ciascuno  si  stava ;  e  nondimeno  con  segreto  cercare  se  vero  era  del  ragiona-  35 
mento  del  re,  owero  con  lettere  e  con  ispie  cercando,  travarono  esser  vero,  e  cosl  erano  in 
molti  bisbigli  la  cittk  e  in  molti  forsi,  che  a  cui  piaceva,  ed  a  cui  dispiaceva;  ma  pure  in 
effetto  ognuno  faceva  malvolentieri  pace  o  lega. 

/.,  V,  49       RuBRiCA  326*  —  ^uestV  sono  i  Priori  da  mezzo  fcbbraio  1316  a  mczzo  fcbbraio  1317. 

Maestro  Lapo  del  maestro  Rinuccino,  medico     Giovanni  di  Gherardino  40 

Gherardo  di  Gentile  Bartolo  degli  Anchioni 

Ser  Gianni  Siminetti  Scolaio  di  messer  Palmidesi 


34.  come  era  ragionevole ;  U  Florentlni]  come  a  loro  parere  e  convenente  crano  li  Fiorentini  G.  R.;  come 
a  loro  parcre  era  convenente  /.  —  35-  brlglie]  omm.  A.  —  36-27.  mal  contenta  queUa....  BattifoUe]  malcontenta 
queUa  de'  GijlbeUini,  ovvero  amici  de'  GJiil)eUinI  male  contenti  per  io  vicario  del  conte  da  BattifoUe  G.  R.  — 
37.  cacclata]  caccla  (?./?.;  cacciata  /.  —  29.  correre  riscliio]  con  raeno  r^sciiio  G./!.;  con  maggiore  riscliio  /.  — 
31.  questo  omm.  G.  R.  —  37.  dispiaceva  ma  pure]  dispiaceva  molte  cose  ma  pure   G.  R. 


[A.  1317] 


CRONACA  FIORENTINA 


123 


Naddo  di  Sere  Spigliato  da  Filicaia 
Giovanni  di  messer  Ubertino  Strozzi, 

loniere  di  lustizia 
Ser  Giovanni  Finucci,  loro  notaio. 


Lotto  Guineldi  da  Quarata 
Totto  Tedaldi 
Awogado  di  Gherardo 
Pero  di  Guillielmo 
10  Martello  di  Ghetto 
Bartolo  di  Bonafede 
Messer  Giovanni  Rustichelli,  iudice,  gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Lippo  Bonamichi,  loro  notaio. 


Boninsegna  Gherardi 
gonfa-      Guccio  di  Bati  Tomabelli 
Vanni  di  Puccio  Benvevuti 
Ridolfo  Amadori 
Lapo  di  Bonagiunta 
Pieraccio  de'  Guadagni,  gonfaloniere   di   lu- 

stizia 
Ser  Agnolo  di  maestro  Nuto,  medico  notaio. 


15 


l20 


Gherardo  Bonsi 

Catellino  de'  Raffacani 

Ugo '  di  messer  Oddo  degli  Altoviti 

Cenni  di  Nardo  Giunta 

Bemardino  de'  Medici 

Messer  Covone   di  Naldo   Covoni,  dottor 

leggi 
Ser  Medico  Aliotti,  gonfaloniere  di  lustizia, 
Ser  Barone  Aliotti  da  Signa,  loro  notaio. 


Piuvichese  di  Brancaccio 

Fuccio  del  Maestro 

Messer  Teghia  de'  Bonaccolti,  iudice 

Tano  di  messer  Banco  Castellani 

Niccolo  di  Mirito  da  Cerreto 

Cionetto  de'  Bastari 

Tuccio  Ferucci,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Ciano  di  Neri  Boccacci,  loro  notaio. 


25 


Lapaccio  di  Bindo  del  Bene 


Chiarino  Davanzati 
Nozzo  di  Manetto  Bentaccordi 
di     Messer  Ranieri  del  Forese,  dottor  di  leggi 
Feruccio '  di  Pagno  de'  Bordoni 
Ser  Rustico  Consigli 
Filippo  di  Lando  degli  Albizzi 
Lotto  dArdingo,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Lippo  Nerini,  loro  notaio. 


I 

^Hse   argomentato,  in  Firenze  sarebbe  stato  fame;  ma  per  gli  Fiorentini   si   providde  di  man- 
30  dare  per  esso  di  fuori,  ma  pure  valse  mezzo  fiorino  lo  staio. 


^RuBRiCA  327*  —  Come  fu  grande  caro  in  Firenze. 

In  questo  anno  fu  grande  caro  di  grano  in   Firenze,   tale  che  se  de'  danari   non   si  fos- 


RuBRiCA  328"  —  Cotne  i  Fiorentini  jeciono  face  co'  Pisani  e  co'  Lucchesi. 

Lo  re  Ruberto  si  volse  strignere  i  Fiorentini  a  fare  pace  co'  Pisani,  e  volle  che  i  Fio- 

rentini  si  fossero.  insieme  ed  in  lega  con  lui  e  con  loro  tutta  Toscana,  e  ci6  fece.    Malcon- 

tenti  ne  furono  i  Fiorentini,  avendo  rispetto  alla  sconfitta  di  Montecatini.     Pure  pensando  i 

35  Fiorentini  che  vi  fu  morto  il  fratello  ed  il  nepote,  ed  egli  ne  facea  pace,  bene  si  doveano 

Ieglino  arrecare,  e  cosi  fu  fatto.  E  riebbono  i  pregioni  loro  e  colla  franchigia  della  mercanzia 
in  Pisa  per  mare  e  per  terra,  e  allo  re  Ruberto  promissono  in  ogni  armata  generale  cinque 
galee.  E  ci6  fu  fatto, '  e  pacificata  tutta  la  Toscana  e  collegata  negli  anni  del  Signore  1317 
ai  dl  18  d'aprile. 

40  RuBRiCA  329^*  —  Come  si  fece  nuova  moneta  in  Firenze. 

Fecesi  a  Firenze  moneta  di  20  danari  Funa,  e  disfeciono  quella  la  quale  si  chiamava 


28.  di  gran6\  ho  aggiunto,  avuto  rignardo  alla  lez,  per  esso  del  rigo  30  —  29.  argomentato]  agumentato 
G,  R.  —  30.  esso]  coil  A.,  G,  li,',  I,  corregge  grano  -  raa  pure  valse  mezzo  fiorlno  lo  staio]  ma  pure  valse  fiorinl 
uno  due  staia  G.  R.  —  32-33.  co'  Pisani....  con  lul]  coUi  Pisani  e  lega  insieme  con  lul  A.  —  36.  e  colla]  e  la 
/.  —  38.  fatto ....  Signore]  fatto  e  pacificata  tutta  Toscana  e  collegata.  Fu  f atta  e  ferma  nelli  anni  del  Signore 
G.  R.;  fu  fatta  e  ferma  la  detta  pace  negli  anni  del  Signore  /.  —  41.  a  Flrcnze]  in  Fircnze  A.  -  quella  la  qualej 
quella  che  A  ^ 


/.,  V.  50 


/..  V,  Sl 


/.,  V,  52 


124 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1317-1318] 


la  bargellina  di  sei  1'  una.    Poi  disfeciono  quella  di  20  danari,  e  ne  feciono  una,  la  quale  u 
chiamava  Guelfo  e  una  di  danari  15  Tuna. 


RuBRiCA  330'  —  Comc  si  feciono  le  mura  di  lungarno  e  d'oUrarno  di  Fircnze. 

Nel  detto  anno  del  mese  di  luglio  feciono  ordine  i  Fiorentini  che  si  murasse  lungarno, 
lo  muro  dal  castello  Altrafonte  infino  al  corso  de*  Tintori,  e  ancora  si  compife  le  mura  dallo 
renaio  infino  alla  porta  alla  Croce  allato  a  Santa  Candida. 

RuBRiCA  331*  —  ^uesti  sono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  1J17  a  mczzo  febbraio  1318. 


Albizo  di  Stefano  Soderini 

Neri  di  messer  lacopo  del  Giudice 

Tommaso  Diotaiuti 

/.,  V.  53       Luca '  di  Gerino  degli  Strozzi 

/.,  V,  54       Manno  di  Lippo  Manni 

Ser  Michele  di  ser  Bonaccorso 

Ciampi  di  Duccio,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Bene  di  Bruno  da  Vispignano,  notaio. 

Messer  Rinaldo  Caaini,  dottore  di  leggi 

Bartolo  di  Manetto  Bonricoveri 

Bartolo  de'  Paradisi 

Maso  di  Valore 

Benincasa  di  Falco 

Lando  di  Biliotto 

Giovanni  d'Andrea  de'  Ricci,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Giovanni  Ciai,  loro  notaio. 

Bartolo  di  Bandino 

Messer  Caro  di  ser  Venisti,  dottore  di  leggi 

Dardano  di  Tingo  degli  Acciaiuoli 

Filippo  d'Aldobrandino 

Ser  Manno  Talenti 

Vanni  di  Corso  Mattei 

Donato  di  Paccino  de'  Peruzzi,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Giovanni  Finucci,  loro  notaio. 

Mafiio  Palmieri 


Bonaguida  di  Fabro  Tolosini 

Dardo  de'  Bonciani 

Piero  di  Puccio  Benvenuti 

Tedice  di  Manovello 

Tieri '  di  Benvenuto 

Gianni  di  Dingo  de'  Marignolli,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Rinaldo  d'Uberto  Baldovini,  loro  notaio. 

Ghinuccio  di  Cante 

Ser  Francesco  di  ser  Giunta 

Giunta  Fini 

Meeser  Filippo  de'  Bonaccolti,  dottore  di  leggi 

Monte  di  Guido  da  Mosciano 

Pino  di  Spina  Falconi 

Giovanni  di  Maso 

Benino  di  Bello  Borgoli,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  Albizzo  Tosi  da  Signa,  loro  notaio. 

Rosso  d'Aldobrandino 

Cinozzo  de'  Raffacani 

Alberto  di  Cione 

Borguccio  di  Borgo 

Ghisello  di  Fiamma 

Giovanni  d'AIbizo 

Zanobi  di  messer  Lapo  Arnolfi,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Benedetto  del  maestro  Martino,  loro  notaio. 


5 

J 


10 


15 


20 


I 


30 


35 


/.,  V,  S5       RuBRiCA  332*  —  Come'  lo  re  Ruberto  andh  a  Genova,  ed  ebbe  la  signoria. 

Come  lo  re  Ruberto  ebbe  fatta  la  pace  de'  Pisani  e  prosperato,  egli  ando  con  i  Guelfi 
a  Genova,  ebbene  la  signoria  a'  dl  27  di  luglio  negli  anni  del  Signore  1318. 


i-a.  quella  di  ao....  l'una]  quella  di  30  denarl  e  ne  feciono  una  si  chiamaya  lo  Guelfo  e  una  di  danari  15 
1  uno  -  4.  del  mese]  omm.  A.  •  \  Fiorentlni]  In  Firenze  A.  -  5.  Altrafonte]  Altafronte  /. ;  la  Uuone  dH  codici  i 
ttaia  coti  da  I.  corretta  —  6.  Candida]  Canlda  A.  —  38.  del  Signore]  omm.  A. 


lAA.  1318-1320] 


CRONACA  FIORENTINA 


125 


RuBRicA  333*  —  ^uesti  sono  i  Priori  da  mezzo  fehbraio  1318  a  mezzo  febbraio  ijig. 


r 


10 


15 


20 


J5 


Piero  di  Fornaio  Battimamme 

Perso  di  Filippo  de'  Fagiolari 

Gentile  di  messer  Oddo  degli  Altoviti 

Cardinale  di  messer  Alberto  Girolami 

Conte  d'Averardo  de'  Medici 

Filippo  di  Bartolo  degli  Albizzi 

Tuccio  di  Cocco  Compagni,   gonfaloniere  di 

lustizia. 
Ser  Betto  Geppi,  loro  notaio. 

Pino  di  Chiavicella  de'  Tiglianiochi 

Filippone  di  Filippo  Ristori 

Ser  Gianni  de'  Siminetti 

Francesco  di  Manno  Attaviani 

Piero  di  Durante 

Giano  di  Dino  Gherardini 

Gherardo'  di  Migliore  Guadagni,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Sere  Zuccaro  di  Giunta,  loro  notaio. 

Ser  Bene  di  lacopo  da  Verrezano 

Priore  di  Cionaccio 

Bene  del  Chiaro 

Buoso  di  ser  Albizo  Cenamelle 

Maruccio  di  Geremia 

Geri  di  Guccio  Ghiberti 

Feduccio  di  Duccio  della   Morotta,   gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Alessandro  di  messer  Caro,  loro   notaio. 


}0 


Niccol6  di  Manieri  Buongradi 

Ghese  di  Bonaccorso 

Francesco  di  Meo  degli  Acciaiuoli 

Chele  di  Pagno  de'  Bordoni 

Buto  del  Ricco  Davanzi 

Lapo  di  Geri  lacopi 

Piero  di  Pinaccio  degli  Strozzi,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Cozzo  di  Piero  da  Trebbio,  loro  notaio. 

Messer  Pace  di  messer  lacopo   da  Certaldo, 

dottore  di  Leggi 
Tegghia  di  Guido  Tolosini 
Guido  di  Lapo  Guazza 
Vanni  di  Puccio  Benvenuti 
Gherardo  di  Scolaio 
Nuto'  Bencivenni 
Bindo  Guineldi  da  Quarata,  gonfaloniere   di 

lustizia 
Ser  Angiolieri  Dini  da  Careggi,  loro  notaio, 

Nerlo  del  Bene 

Bencivenni  de'  Buonsostegni 

Avogado  di  Gherardo 

Ricco  di  Bando 

Grazia  Giutumanni 

Maffeo  di  Chiarissimo 

Guerriante  di  Dingo  de'  Marignolli,  gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Ticcio  di  Ciano,  loro  notaio. 


RuBRicA  334" 


f35 


Come  lo  rc  Ruberto  si  fartt  da  Genova,  ed  andb  al  Pafa. 

Lo  re  Ruberto  tenendo  Genova,  e  stimando  che  Bisconti  di  Melano  gU  faceano  guerra  in 
Piemonte  e  che  Genova  gli  era  troppo  fascio,  faccendogli  guerra  gli  Bisconti  di  Melano,  si 
ancora  per  attutare  l'orgoglio  de'  Pisani,  attutato  quello  de'  Lombardi,  si  partl  da  Genova 
e  andonne  a  Papa  Giovanni  . . . .  il  quale  ricevuto  onorevolmente,  mandarono  di  concordia  in 
Francia  per  messer  Filippo  '  di  Valosa,  figliuolo  di  messer  Carlo  fratello  del  re  di  Francia, 
lo  quale  venne  subito  in  Lombardia.  E  in  quello  mezzo  avea  richiesti  il  re  Ruberto  i  Sa- 
nesi  ed  i  Bolognesi  e'  Fiorentini,  li  quali  aveano  mandati  in  Lombardia  circa  400  uomini  da 
cavallo  bene  in  concio  per  guerreggiare  messer  Matteo  Bisconti.  E  ci6  fu  negli  anni  del 
Signore  1319  del  mese  di  marzo.     A  dl  22  si  partirono  di  Firenze,  e  presono  la  via  di  Reggio. 

RuBRiCA  335'  —  Sluesti  sono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  ijig  a  mezzo  febbraio  1320. 
Bencivenni  di  Salvi  Bonagi  Lapo  d'Albertuccio  da  Castiglionchio 

33.  Ruberto]  Uberto   G.  /?.  —  33.  Piemonte]  Piamonte  A.  -  fascio]   fastidlo   G.  —  35.  /.  suffliscr.  la  lacuna 
di  G.  R.,  e  che  e  anche  in  A.,  con  il  numero  XXII        36-37.  Valosa. ...  lo  quale]  Valosa  nipote  del  re  di  Francia,  lo 
14     quale  A.  —  38-39.  In  Lombardia .. ..  per  guerreggiare]    in    Lombardla   caragli   4   per   guerreggiare   A.  —  40.  di 
marzo....  Rcgglo]  di  marzo  c  andaro  ria  A, 


r 


/.,  V.  56 
/.,  V,  57 


/.,  V,  58 


126 


CRONACA  FIORENTINA 


(AA.  1319-1320] 


/.,  V,  M 


/.,  V,  5» 


Simone  di  Bemotto  di  Rustichelli 

Lotto  d'Ardingo 

Ser  Rustico  Consigli 

Cionetto  di  Giuvenco  de'  Bastari 

Naddo  di  Duccio  de*  Bucelli,  gonfaloniere  di 

luBtizia 
Ser  Granaiuolo  di  Sone  da  Grranaiuolo,   loro 

notaio. 

Tuccio  di  Femiccio 

Benedetto  di  Pacino  de'  Peruzzi 

Cione  di  Caroccio  de*  Bonacolti 

Spinello  di  Primerano  da  Mosciano 

Bemardino  d'Imbono  de'  Medici 

Bartolo  di  Bonafede 

Francesco'  di  ser  Caccia  de'  Bonciani,   gon- 

faloniere  di  lustizia 
Ser  Bemardo  di  Conte  da  Fighine,  loro  notaio. 

Boccaccio  di  Manno  Vittori 

Messer  Giovanni  Rustichelli,  dottore  di  leggi 

Meglio  Fagiuoli 

Bartolo  di  Lapo  Bend 

Andrea  del  Nero 

Vanni  di  Benintendi  degli  Albizi 

Giovanni  d'Andrea  de'  Ricci,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Tommaso  Bucci  da  Certaldo,  loro  notaio. 
Messer  Rinaldo  Casini,  dottore  di  leggi 


Guido  di  Bencivenni  da  Magnale 

Coppo  Stefani  de'  Bonaiuti 

Tano  di  messer  Banco  Castellani 

Ridolfo  Amadori 

Naddo  di  sere  Spigliato  da  Filicaia 

Filippo  Aldobrandini,  gonfaloniere   di    lusti- 

zia 
Ser  Belcaro  Bonaiuti,  loro  notaio. 

Bartolo  Bandini 

Vanni  Bandini 

Piero  di  messer  Oddo  Altoviti 

Giovanni '  d'  Ubertino  degli  Strozzi 

Stefano  di  Berto  Davanzi 

Ser  Michele  di  ser  Bonaccorso  dalla  Lastra 

Giovanni  di  Cocco  Compagni,  gonf  aloniere  di   1 5 

lustizia 
Ser  Guido  di  ser  Bene  da  Verrazzano,  loro 

notaio. 


10 


20 


Gherardo  Bonsi 

lacopo  d'Alberto  del  ludice 

Donato  di  Mannino  degli  Acciaiuoli 

Ghigo  di  Pagno  Bordoni 

Cecco  di  Spina  Falconi 

Giano  di  Dino  Gherardini 

Boninsegna  di  Gherardo,  gonfaloniere   di   lu-  25 

stizia 
Ser  Piero  Ottinelli  da  Signa,  loro  notaio. 


/..  VI.  I       RuBRiCA  336"  —  Co7ne '  Castruccio,  sigfiore  di  Lucca,  ru-p-pe  face  a  Firenze. 

Poichfe  Castmccio  sentl  che  i  Fiorentini  avevano  mandato  in  Lombardia  la  gente  sua 
contro  a'  Bisconti,  ed  erano  sfomiti  di  gente,  diliberb  di  cavalcarli,  non  avendo  riguardo  a  30 
niuna  pace,  ed  ebbe  la  gente  di  Pisa,  e  cavalco,  e  per  trattato  prese  Cappiano  e  il  ponte 
della  Gusciana  e  Monte  Falcone  in  Valdamo  di  sotto,  e  passb  la  Gusciana  e  intomo  Fu- 
cecchio,  e  Vinci  e  Cerreto  guast6.  E  poi  tomandosi  ebbe  S.  Maria  a  Monte,  chc  assedib  di 
concordia  de'  terrazzani;  li  quali  voUono  mostrare  di  tenersi  alcuno  dl,  ma  s'erano  dati 
/..  VI,  2  d'accordo,  ma  per  dimostrazione  vi  stette  il  campo  alcuni  di,  ed  ebbono  il  cassero, '  lo  35 
quale  i  terrazzani  teneano.  E  questo  fu  a'  dl  25  d'aprile;  e  tutto  cio  fu  tatto  negli  anni  del 
Signore  1320  del  mese  d'aprile. 

RuBRiCA  337*  —  Come  i  Fiorentini  cavalcarono  il  terreno  di  Lucca  e  di  Castruccto. 

Li  Fiorentini,  sentendo  che  Castruccio,  signore  di  Lucca,  era  ito  verso  Genova  coUe 
masnade  de'  Pisani,  e  i  Lombardi  vi  doveano  venire  per  torla  e  farla  mbellare  al  re  Ru-  4^ 

30.  contro  a'  Bisconti]  omm.  A.  -  dUiber6]  deliljerarono  A,  -  riguardo  a  niuna  pace]  riguardo  alla  pace  A. ; 
riguardo  nessuno  alla  pace  G.  —  31.  caTalc6  e  per  trattato  prese]  cavalcorono  e  per  trattato  presono  A.  —  32. 
Gusciana]  Lusclana  G.  /?.  -  in  Vaidarno  di  sotto]  0/«»«.  A.  -  intorno]  lntorni6  G.  R.  —  33-34-  ebl>e  S.  Maria  a 
Monte  cke  assedi6  di  concordia]  ebbe  S.  Maria  a  Monte  assedi6  di  concordia  G.  R.;  eblie  S.  Maria  a  Monte  di 
concordia  A.  —  34-35.  alcuno  d\ ,  . . .  d\  U  Cassero]  alcuno  d\  ma  a  capo  di  10  d\  si  arrenderono  con  tutto  il 
cassero   G.  /?.  —  40.  per  toria  omm.  A. 


[AA.  1320-1321] 


CRONACA  FIORENTINA 


127 


berto,  si  cavalcarono  i  Fiorentini  in  Valdinievole,  e  guastarono  ed  arsono,  e  gran  danno  fe- 
ciono  a'  Lucchesi  e  a  lor  castella.  Castruccio,  ch'era  gia  nella  Riviera,  per  sospetto  di  Lucca 
si  torno  indietro.  E  non  andare  lui  a  Genova,  guarenti  Genova,  sanza  fallo  che  si  perdeva, 
ed  affrontossi  alla  Gusciana  coi  Fiorentini,  e  non  combatterono.  Alla  perfine  d'ottobre  1320 
si  torno  ciascuna  oste  addietro  a  casa  sua. 


RuBRiCA  338*  —  ^iesti  sono  i  Priori  da  mezzo  febbraio  1320  a  mezzo  febbraio  1321. 


l  Rosso  d'Aldobrandino 
Buonaguida  di  Fabro  Tolosini 
Lottieri  Davanzati 
0   Giovanni '  Gherardini  Malegonnelle 
Messer  Alberto  Rosoni,  dottore  di  leggi 
Simone  di  Spigliato  da  Filicaia 
Banco  di  Puccio  Bencivenni,  gonfaloniere  di 
lustizia 
5   Ser  Giovanni   di   ser   Lapo   Bonamichi,   loro 
notaio. 

Ghino  di  Bindo  de'  Canigiani 

Messer  Caro  di  ser  Venisti,  dottore  di  leggi 
U  Antonio  di  ser  Caccia  Bonciani 

Naddo  Casini 

Niccol6  Mirichi  da  Cerreto 

Migliorozzo  di  Zato  de'  Guadagni 

Bencivenni  Buonsostegni,  gonfaloniere  di  lu- 
5  stizia 

Ser  Lapo  di  Spina  da  Calenzano,  loro  notaio. 


Messer  Alessio  Rinucci,  dottore  di  leggi 

Geppo  di  Cere  Giamboni 

Niccol6 '  di  lacopo  Altoviti 

Lotto  di  Puccio  Ardinghi 

Giovanni  d'Uberto  Cambi 

Bartolo  Bonafede 

Ardingo  di  Guido  de'  Ricci,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Francesco  Dolci  da  Sommaia,  loro  notaio. 

Niccolo  Manieri  Buongradi 

Cennino  di  Bartolino  degli  Alberti 

Tinaccio  di  Tuccio  Petri 

Ricco  Bardi 

Maruccio  di  Geremia 

Ulivieri  del  Carbone 

Messer  Forese  da  Rabatta,  dottore  di  leggi, 

gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Giovanni  di  messer  Boninsegna  da  Rigna- 

no,  loro  notaio 


I,  VI,  « 
/.,  VI,  3 


Bindo  Ferrucci 

Alesser  Vanni  di  Benino  Formichi,  dottore  di 

leggi 
Giovanni  di  Vanni  della  Sannella 
Feduccio  di  Duccio  della  Morotta 
Grifo  di  Guccio  de'  Medici 
Antonio  di  Lando,  degli  AJbizzi 
Ser  Giovanni  Finucci,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Lapo  di  Simone  da  Linari,  loro  notaio. 


Cione  Ridolfi 

Tommaso  de'  Peruzzi 

Bemardo  di  Lapo  Ardinghelli 

Maso  Valori 

Vanni  di  Bartolo  Armati 

Giovanni  Villani 

Currado  di  messer  Simone  de'  Giotti,  gonfa- 

loniere  di  lustizia 
Ser  Albizzo  Tosi  da  Signa,  loro  notaio. 


RuBRiCA  339''  —  Come '  i  F^iorentini  assediarono  Monte  Vettolino  di  Castruccto, 

Feciono  i  Fiorentini  una  lega  col  Marchese  Spinetta  Malespini,  che  facesse  guerra  a 
Castruccio  di  l^  di  Lunigiana,  e  mandargli  300  cavalieri  e  1000  pedoni,  e  riebbe  delle  sue 
terre;  ed  i  Fiorentini  assediarono  in  Valdinievole  Monte  Vettolino.  Castruccio  richiese  in 
0  Lombardia  e  in  Pisa  ed  in  Arezzo  gente,  e  vennene  al  campo.  Di  che  il  capitano  dei  Fio- 
rentini,  Guido  dalla  Petrella,  sentendo  Castruccio  avere  gente  due  tanti  di  kii,  si  si  mosse 
la  sera,  e   mand6  il  guanto  della  battaglia  a  Castruccio;  Castruccio  il  ritenne.     Guido  la  notte 


/.,  VI,  5 


3.  per  sospetto]  per  rispetto  A.  —  3.  guarent\|  a  qitesio  posto  in  G,  R.  era  uita  laciina,  snpplita  poi,  pnre  dnlla 
stessa  mano,  con  la  parola  guarenti  —  3-4.  Genova. ...  ed  alTroiitossi]  Genova  che  sonza  fallo  sl  sorebbe  presa  ed 
affrontossi  G,  li.  —  4-5.  conibatterono  . ...  a  casa  sua]  combatterono  o  tornoronsi  a  casa  A.  —  40.  vennene  al]  ven- 
ne  nel   G.  R.  —  41.  due  tanti  di  lui]  altrettanti  il  doppio  di  iui  /. 


128  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1321-1322] 


fece  grande  luminare  e  fal6,  e  la  mattina  non  lo  aspettb,  ma  lascib  i  fuochi  in  suo  luogo, 
perocchfc  se  aBpettato  ravesse  non  si  partiva  sanza  zuffa.  La  mattina  fu  allogato  nelle  terre 
di  Valdamo.  Castruccio  o8teggi6,  e  fece  danno  assai  in  Valdamo.  II  comune  di  Firenze 
mand6  per  la  sua  gente  in  Lunigiana,  e  Castruccio  cavalc6,  e  riprese  le  terre  del  marchese 
Spinetta.    E  ci6  fu  nelFanno  del  Signore  1321  la  state. 

/.,  VI,  6       RuBRiCA  340*  —  Della'  morte  di  Dante  Alighicri,  cittadino  di  Firenze. 

Perchfe  6  bene  fare  memoria  degli  uomini  virtuosi,  si  noteremo  che  Dante  Alighieri, 
onorevole  cittadino,  come  furono  cacciati  di  Firenze  i  Bianchi,  egli,  perch'era  di  quella  parte, 
si  partl  sanza  aspettare  comiato,  ed  and6  in  istudio  ed  in  altro  modo  errando  circa  ad  anni  2C', 
ne'  quali  spese  il  tempo  non  invano,  ma  in  molte  virtuose  cose  ed  operazioni,  in  fare  libri  1 
e  nobili  esempli  e  grandi  giudici  di  rettorica  e  quasi  di  tutte  le  sette  scienze.  E  moralmente 
visse,  e  mori  in  Ravenna  di  settembre  1321,  e  fu  onorevolmente  seppellito. 

/.,  VI,  7       RuBRicA  341*  —  Come*  i  Fiorentini  lasciarom  signoria  del  re  Rubcrto,  c  rcssonsi  fer  loro. 

Li  Fiorentini  si  diliberarono  di  non  volere  piu  la  signoria  dello  re  Ruberto,  perocche 
vedeano  essere  troppo  di  spesa  a  loro  e  poco  d'aiuto,  e  quasi  i  mercatanti  non  poteano  1 
alle  spese,  non  che  quelli  che  vivevano  di  rendita  e  delle  loro  braccia.  E  per6  ristretti  in- 
sieme,  e  fatti  piu  e  piu  ragionamenti  e  consigli  infra  loro  e  confidanza  de'  buoni  si  presono 
del  tutto  partito  di  volere  essere  liberi  per  loro,  ed  elessero  capitano  e  podestk  di  loro  volontk, 
e  cercavano  d'avere  di  valenti  uomini,  piu  che  potevano;  ed  i  primi  furono  questi....  E  , 
ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1321.  2) 

RuBRiCA  342*  —  Siuesti  sono  i  Priori  da  mczzo  febbraio  ijf2i  a  mezzo  febbraio  1322. 

Tile  di  messer  FiHppo  Belfredelli  Geri  di  Guccio  Ghiberti,  gonfaloniere  di  lu- 
Cione  di  Bonsignore  Bisarnesi  stizia 

/.,  VI,  8       Messer '  Tegghia  Buonacolti,  iudice  Ser  Michele  di  ser  Bonaccorso  dalla  Lastra, 
Lupo  di  Primerano  da  Mosciano  loro  notaio. 

Pino  di  Spina  Falconi 

Buonaiuto  Lamberti  Lapaccio  di  Bindo  del  Bene 

Bemardo  Cattani,  gonfaloniere  di  lustizia  Lapo  Albertucci  da  Castiglionchio 

Ser  Piero  Ottinelli,  loro  notaio.  Tommaso  Diotaiuti 

Filippo  Aldobrandini 

Gherardino  di  Tuccio  Benincasa  Falchi 

Cinozzo  di  Simone  de'  Raffacani  Giovenco  di  Cionetto  de'  Bastari 

Acciaiuolo  di  messer  Niccola  Acciaiuoli  Zanobi  di  messer  Lapo  Arnolfi,  gonfaloniere 
Piero  di  Pinaccio  degli  Strozzi  di  lustizia 

Ciampo  di  Duccio  Ser  Filippo  Bonamichi,  loro  notaio. 
Messer  Francesco  di  messer  Lotto,  dottore  di 

leggi  Bemardo  di  Neri  da  Quarata 


2.  perocchi....  la  mattina]  perocchfe  se  l'a8pettava  era  rotto;  la  mattina  A.  —  J.  E  cl6  fu la  Btate]  negli 

anni   1331  A.  —7.  Dante  Alighieri]  Dante  .  .  . .   (lacutia)  delli (litama)   G.R.;  Dante    di    Alighcrio    degli  Ali- 

ghieri  /.  —  9.  circa  ad  anni  30]  clrca  30  anni  G.  R.  —  10.  non  invano]  non  in  crro  G.  R.,  I.  —  I3.  visse . . . . 
1331]  visse;  e  poi  ultimamente  morl  a  d\ . .  . .  {/acnna)  di  settembre  in  Ravenna,  dove  lii  onorevoie  sepultura  ne- 
gli  anni  del  Signore  1331  G.R.;  I.  sufflisce  la  lacunti  cosl:  add\  14.  —  iS.  capitano]  capitani  G.  R.  -  l>er  loroj 
per  lo  re  G.  R.  -  dl  loro]  a  loro  G.  R.  —  19-20.  piu  che  potevano....  1331]  piii  che  poterono  negii  anni  1331 
A.  La  lacuna  rifortata  nel  testo,  e  che  h  in  G.  R.,  e  sufplita  da  I.  con  le  parole  seguenti:  Uberto  o  Ubertlno  dc' 
Sali  da  Brescia  podestJ,  e  Bannino  dl  Guldo  da  Polenta  capitano  del  popolo 


[AA.  1320-1322] 


CRONACA  BIORENTINA 


129 


Bartolo  di  Manetto  Buonricoveri 
Francesco  del  Bene  Bencivenni 
Bemardo  di  Pagno  Bordoni 
Buto '  di  Ricco  Davanzi 
5   Cambino  di  Geri 

Messer  Ranieri  del  Forese,  dottore   di  leggi, 

gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Ugolino  di  Sozzo  da  Trebbio,  loro  notaio. 

0  Francesco  d'Andrea 

Messer  Gianiano  di  Lapo  de'  Rinaldi,  dottore 
di  leggi 

Ser  Gianni  di  Bonapresa  de'  Siminetti 

Castello  di  Tecchino 
5   Bernardino  d'Imbono  de'  Medici 


Taldo  Valori 

Albizo  di   Stefano   Soderini,   gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Giovanni  di  ser  Lapo  Bonamichi,  notaio. 

Tuccio  Ferrucci 

Filippo  di  Lippo  Buonfigliuoli 

Naldo  di  messer  Ugo  Altoviti 

Spinello  di  Primerano  da   Mosciano 

Ser  Rustico  Consigli 

Boccaccio  di  Golino  da  Certaldo 

Tegghia  di   Guido   Tolosini,   gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Tommaso  Bucci  da  Certaldo,  loro  notaio. 


/.,  VI,  9 


RuBRiCA  SiS'^  —  Cojne  nella  ciita  di  Pistoia   ehbe  novita  colVonore  del  comune  di  Firenze. 

La  forza  di  Castruccio,  signore  di  Lucca,  multiplicava ;  ed  i  Pistolesi  vicini  a  lui,  pe- 
rocche  '  e'  tenea  Serravalle,  stavano  male.  Cercarono  accordo  con  lui,  ed  in  effetto  lo  fecio- 
no  con  dargli  fiorini  quattromila  Tanno.  Di  cio  i  Fiorentini  furono  male  contenti,  e  cerca- 
iO  rono  di  sturbarla.  Lo  vescovo,  ch'era . . . ,  contrapponendosi,  ne  fu  cacciato  e  con  grande 
danno  e  vergogna;  e  TAbate  da  Pacciano  . . . ,  vi  fue  il  maggiore  maestro  e  capopopolo,  e 
non  vi  volea  udire  ricordare  Fiorentini  a  nulla.     E  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1322  d'aprile. 


/.,  VI,  10 


RuBRiCA  344*  —  Come  gli  usciti  di  Firenze  ghibellini  di  ■piu  luoghi  vennero  a  Colh  di  Valdelsa. 

Certi  usciti  e  ghibellini  di  Firenze,  credendosi  di  furto  intrare  in  CoUe  con  guida  della  bri- 
15  gata  che  erano  usciti  di  Colle,  entrarono  infino  nel  borgo.    Poi  ravveduti  i  Colligiani,  intrati 
neirarme  li  cacciarono  fuori;  e  morti '  e  presi  ne  furono  gran  brigata.     E  cio  fu  negli  anni 
del  Signore   1322   d'aprile. 


/.,    VI,   11 


RuBRiCA  345*  —  Come  i  Fiorentini  ordinarono  fiera  d'ogni  cosa  allo  prato  d' O gnissanti. 

Del  mese  di  giugno  s'ordin6  a  Firenze  che  otto  di  innanzi   S.  Giovanni   di   giugno   ed 
iO  otto  di  appresso  fosse  un  franco  mercato  in  sul  prato  d'Ognissanti.     E  ci6  fu  tenuto  grande 
semplicitk  per  piu  ragioni.  Negli  anni  1322. 

RuBRicA  346*  —  Come  s'affresono  diversi  fuochi  in  Firenze, 

Negli  anni  del  Signore  1322  a'  di  7  di  luglio  s'apprese  il  fuoco  in  sulle  botteghe  ch'era- 

ro  in  sul  Ponte  vecchio,  ed  arsono  da  mezzo  il  Ponte  Vecchio  in  qua,  e  tiro  per  le  case  di 

5  Santo  Stefano,  e  andonne  da  casa  i  Pulci,  e  fece  grande  danno.    Ed  appresso,  a'  dl  6  d'agosto, 

8'apprese  un  altro  fuoco  nelle  case  di  sul  ponte  detto,  ch'erano  rimase  dal  mezzo  in  1<\,  ed 

ursono  tutte  le  botteghe  e  cinque  case  de'  Mannelli  di  Ik  dal  ponte. 

i8.  itavano  male.  Cercarono  accordo]  male  stavano  cercavano  d'accordo  G,  R.  -  ed  in    effetto   omm,  A.   — 

30.  Lo  veacovo  ....  contrapponendosi]  Lo  vescovo  contrapponendosi  A.;  Lo  vescovo  cli'era  Baronio  Ricciardi  I.  — 

31.  /.   aggiunge  il  nome:  Ormanno  di  lacopo  Tedici  —  2».  a  nuUa]  omm.  A.  -  negli  annl  del  Signore]  omm.  A. 

—  34.  usciti  e  ghiibellini]  usciti  ghibellini  A,  —  24-25.  Intrare  in  CoUe inlino    nel   borgo]   intrare    in    Collc 

con  grida  della  brlgata,  erano  usciti  di  Colle  e  furono  infino  nel  borgo  G.  R. ;  intrare  in  Colle  e  guida  della 
brigata  erano  usciti  di  Colle  ed  entrarono  infino  nel  borgo  A.  —  id-^l.  negli  anni  dcl  Slgnore]  omm.  A.  —  29.  Del] 
Nel  /.  —  30.  fosse . . . .  tenuto]  fusse  franco  uno  mercato  In  sul  prato;  e  questo  fu  tenufo  A,  —  33.  Negli.... 
dl  luglio]  Ncl  detto  anno  di  luglio  A.  —  36.  case ....  in  14]  case  ch'erano  rimase  dal  ponte  in  \k  A. 


T.  XXX,  p.  I 


130  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i322j 


RuBRiCA  347*  —  Come  i  Pisani  fosono  gabelle  sofra  la  mercanzia  de'  Fiorcntini. 

Li  Pisani  feciono  loro  gabelle  generali,  le  quali  toccarono  a'  Fiorentini ;  di  che  si  dol- 
/..  VI,  12       8ono '  i  Fiorentini,  perocclifc  nella  pace  si  contenea  esser  liberi.    Li  Pisani   dissono  essere 
gabelle  nuove,  e  cori  ruppero  la  pace  paiese,  che   segretamente   piu  volte  avieno  rotta  con 
dare  gente  a  Castruccio.     E  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1322  d'ago8to. 

RUBRiCA  348'  —  Come  la  camfana  del  Pofolo,  ciob  la  maggiorc,  da  frima  suonb  alla  distcsa. 

Avea  il  comune  di  Firenze,  fatta  fare  una  campana,  la  quale  pesava  circa  diciotto  mila 
libbre,  e  mai  alla  distesa  non  era  sonata.  Di  che  capitb  a  Firenze  uno  maestro  Imbratta  da 
Siena,  acconcioHa  per  modo  che  due  uomini  la  sonavano.  E  ci6  fu  neiranno  del  Signore 
1322  del  mese  d'ago8to.     Ebbene  fiorini  quattrocento. 


10 


RuBRiCA  349'  —  Comc  i  Fiorentini  vollono  Camfoselvole. 

Gli  Aretini  avieno  tolto  al  comune  di  Firenze  nella  venuta  dello  imperadore  Arrigo  il 
castello  di  Camposelvole  di  Valdambra;  di  che  i  Fiorentini  lo  riebbono  per  trattato,  ed  aa- 
sediarono  lo  cassero  addl  8   di   settembre,  lo   di   di  S.  Maria,  ed  andowi  popolani  e  cava- 
lieri.    E  gli  Aretini,  sentendolo  male  fomito,  per  non  perdere  gli  uomini,  lo  feciono  rendere  15 
a  di  29  di  settembre  1322. 

/.,  VI,  13       RuBRiCA  350'  —  Come '  il  comune  di  Firenze  rifose  Casaglia. 

II  Comune  di  Firenze  usando  sue  ragioni,  si  vide  che  Casaglia  di  ragione   era   del  co- 
mune  ed  Ampinana;  le  quali  erano  disfatte  a  tempo  della  guerra  de'  Bianchi  e  Neri.    Di  che 
si  ripuose,  e  recossi  le  ville  d'Ampinana  in  giurisdizione,  come  cose  di  Comune.     E  ci6  fu  20 
di  settembre  1322. 

RuBRiCA  351'  —  Come  gli  Ubaldini  si  sottomissero  al  comune  di  Firenzc. 

Era  stato  piii  quistioni  tra'  nobili  degli  Ubaldini,  Tuno  coiraltro ;  e  perchfe  Tuno  sentiva 
che  Taltro  trattava  per  disfare  Tuno  Taltro,  il  Comune  tenne  modi  per  li  quali  di  concordia 
si  sottomessero  al  Comune  perpetualmente,  e  furono  franchi  d'ogni  fazione  reale  e  personale  2! 
due  anni,  e  furono  a  novero  3343.     E  cio  fu  negli  anni  del  Signore  1322  a  di  21  d'ottobre. 

RuBRlCA  352'  —  Comc  fu  grande  carcstia  quasi  in  tutta  Italia  ed  in  Firenze, 

Fu  neiranno  predetto  carestia  d'ogni  vettovaglia  in  tutta  Italia   ed  in  ogni  luogo  mag- 
A.  VI,  u       giore '  che  in  Firenze  il  doppio  per  lo  buono  prowedimento  si  f atto  che  il  grano  in  Firenze 

valse  due  quinti  di  fiorino  lo  staio.     E  tutti  i  poveri   scacciati  di  Toscana  il  comune  di  Fi-  3( 
renze  li  raccettava,  e  niuno  di  fame  non  mori,  tante  furono  le  limosine  dei  Fiorentini. 

RuBRiCA  353'  —  Come  i  Fiorentini  a  stanza   di  fafa   Giovanni  mandarono   in   Lombardia 
gcnte  al  signorc  di  Melano. 

NeII'anno  del  Signore  1322  di  febbraio  a  stanza  di  papa  Giovanni . . . .  i  Fiorentini  man- 
darono  in  Lombardia  contro  a'  Bisconti  di   Melano  200  uomini  da  cavallo  per  fare  guerra.  31 

I.  La  rubrica  34J  in  A.  vie*  do/o  aila  rubrica  34.8  —  3-3.  dl  che. . . .  pace]  i  Fiorentini  sl  dolsono  che  nella  pacc 
A.  —  3.  contenea]  contenevano  A,  —  5.  negll  anni  del  Signore]  omm,  A,  —  7.  la  quale]  che  A,  -  circa]  omm.  A, 

—  8.  distesa  non  era]  distesa  era  G.  R.  —  9.  per  modo  che  due  uomini  la  sonavano]   per  modo  che  mossa  pcr 
due  uominl,  uno  la  faceva  bene  sonare  G.  R.  —  10.  quattrocento]  trecento  G.  /?.  —  13-13.  '^  castello]  omm.  A.  — 

S    14.  add\  8  di  aettembre  lo  dl  di  S.  Maria]  onim.  A.  —  14-15.  popolani  e  cavalierl]  il  popolo  A,  —  16.  a'  dl  39]  omm.  A. 

—  18.  dl  ragione]  0»»»«.  A.  —  19.  della  guerra]  omm.  A.  —  36.  3343]  3S43  G.  R.  -  del  .Signore  a  di  3i]  omm  A.  — 
3a  due  qulnti  di  fiorino  lo  staio.  E  tutti]  dieci  quinti  dl  fiorino  e  non  piil.  E  tutti  G.  R.  —  34.  La  lacuma  i 
atgnata  in  G.  R.  e  in  A.;  I.  sufflisce :  XXII.  —  35.  di   Mel.]  da  Mel.  G.  R.  -  Mclano  30o]   Melano  100  A. 


[AA.  1322-1 323  J 


CRONACA  FIORENTINA 


131 


RuBRiCA  354"  —  Come  i  Fioreniini  mandarono  contro  a  Castruccio  in  aiuto  de'  Pistolesi. 

Lt  Pistolesi  mandarono  a  Firenze  per  soccorso,  perocche  Castruccio  era  in  Garfagnana, 
ed  ebbero  80  uomini  da  cavallo  e   400   pedoni.     Castruccio   poco   curo  di   cio,   fece   i  fatti 
suoi,  e  riebbe  sue  castella,  che  a  posta  de'  Fiorentini  s'erano  rubellati.     Cio  fu  neiranno  del 
5  Signore  1322  di  marzo. 

RuBRicA  355'  —  ^uesti^  sono  Priori  da  mezzo  febbraio  1J22  a  mezzo  febbraio  1323. 


Bartolo  Bandini 

Francesco  di  Banco  Raugi 

Messer  Filippo  de'  Bonaccolti,  dottore  di  leggi 

Borguccio  di  Ventura  Borghi 

Rinaldo  Lotteringhi 

Azzarello  di  Lapo  Gherardini 

Giotto  di  Fantone   degli   Angelotti,   gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Giovanni  Pizzini  loro  notaio. 

Messer  Rinaldo  Casini,  dottore  di  leggi 
Guido  Bencivenni  da  Magnale 
Meglio  Fagiuoli 
0  Bingieri  di  Nardo 
Gherardo  Scolai 
Filippo  di  Gherardo  de'  Giochi. 
Pugio  di  lacopo,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Salvi  Dini,  loro  notaio. 

Totto  Rinaldi 

Giotto  d'Arnoldo  de'  Peruzzi 
Guido  di  Lapo  Guazza 
Ciaio  di  Ciaio  Ristori 
0  Giovanni  di  Donato  Viviani 
Tieri  Benvenuti 
Guerriante '  di  Dingo  de'  Marignolli,  gonf alo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Matteo  Guidi,  loro  notaio 


Lotto  Guineldi  da  Quarata 

Tavernino  Donati 

Stefano  di  Duccio  del  Forese 

Giovanni  di  messer  Ubertino  degU  Strozzi 

Niccolo  di  Berto  Strozzafichi 

Lippo  di  Bartolo  degli  Albizi 

Giovanni  d'Andrea  de'  Ricci,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser   Bernardo   Bencivenni   da   S.   Donato   in 

Poggio,  loro  notaio. 

Messer  Pace   di  messer  lacopo  da  Certaldo, 

dottor  di  leggi 
Neri  di  messer  lacopo  del  ludice 
Dardano  di  Tingo  Acciaiuoli 
Chele  di  Pagno  Bordoni 
Cionetto  di  Giovenco  de'  Bastari 
Francesco  Giamori,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Rinaldo  Nacci  da  Cepparello,  loro  notaio. 

Boninsegna  d'Angiolino  de'  Magli 

Francesco  Lotteringhi 

Ruspo  di  Guittone  da  Legnaia 

Rucco '  Bandi 

Messer  Forese  da  Rabatta,  dottore  di  leggi 

Chele  di  ser  Guemieri  d'Agulione 

Lapo  Buti,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Gherardo  Setti  da  Certaldo,  loro  notaio. 


i5  RuBRiCA  356*  — •  Come  il  Conte  Novello  fi  in  Firenze  cafitano  di  guerra. 

Li  Fiorentini  sentendosi  guerreggiare  da  Castruccio,  e  non  avieno  valoroso  capitano, 
mandarono  al  re  Ruberto,  lo  quale  a  loro  soldo  mand6  uno  suo  cognato,  che  avea  per  mo- 

glie  la  sirocchia  dello  re,  e  fu  messer conte  di  Monte  Scaglioso,  detto  il  Conte  No- 

vello,  perocch^,  comecch^  fosse  della  casa  del  Balzo,  non  era  conte,  ma  novellamente   lo 
0  fece  conte  lo  re,  e  venne  in  Firenze  con  200  uomini  da  cavallo  a  di  16  di  maggio  1323. 

RuBKiCA  357*  —  Come  i  Fiorentini  ebbono  licenza  dal  fapa  Giovanni  di  forrc  a'  chierici. 
I  Fiorentini  avendo  la  guerra  e  molte  spese,  chiesono  al  papa  Giovanni   che   per   sus- 

3.  uomlnl  da  carallo  e  400  pedoni]  cavagll  e  400  fantl  A.  —  4-5.  dcl  Slgnore]  omm.  A,  —  36.  guerregglare 
da]  guerieggiare  a  G.  R.  —  37-39-  cognato....  della  casa]  cognato  che  fu  il  Contc  dl  Monte  Scaggioso,  perchi  come 
fusse  della  casa  A.  —  38.  /.  nuffHsce  la   lacuna  con  le  parole  Beltramo   del  Balzo  —  40.  a'  d\  16]  omm.  A. 


/.,  VI,  15 


/,  VI,  17 


/.,  VI,  16 


132  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i323j 


/.,»1,  II  «dio  delle  loro  mura  potessono  avere  imposta '  sopra  i  chierici  di  20000  fiorini;  di  che  Teb- 
bono,  e  puoserli.  Li  cherici  si  dolsero  che  i  denari  che  pagavano  non  se  ne  murava  la 
cittl»,  ma  si  nutricava  la  guerra.  Di  che  essendo  mezzi  riscossi  rivoc6  la  grazia,  e  non  se  ne 
riscosse  piCi.    E  ci6  fu  di  maggio  1323. 

RuBRiCA  358'  —  Contc  i  Friolani  soldati  de"  Fiorentini  se  n'andarono  da  Castruccio. 

Avendo  i  Fiorentini  ordinato  co'  Genovesi,  venissono  per  terra  addosso  a  Castruccio,  c 
con  galee  per  mare,  uscirono  a  campo  i  Fiorentini  in  calen  di  maggio.  Ed  essendo  a  Fu- 
cecchio  lacopo  capitano  de'  Friolani  a'  dl  7  di  maggio  con  300  uomini  da  cavallo,  se  n'and6 
dalla  parte  di  Castruccio,  ed  uno  trattato,  che  il  comune  di  Firenze  avea  in  Buggiano,  sco- 
perse.  Di  che  furono  impiccati  13  buoni  uomini  di  Buggiano,  ed  il  trattato  falli.  Di  che  molto  1 
si  sconfortarono  i  Fiorentini. 

RuBRiCA  359'  —  Conte  Castruccio  andb  a  oste  in  Valdarno  sofra  Fiorentini. 

/.,  VI,  19  Castruccio  cavalco,  quando  ebbe  avuti  li  soldati  Friolani  e  richiesti  i  Pisani  ed '  amistu, 

ed  in  calen  di  giugno  giunse  a  Fucecchio,  e  diewi  il  guasto  ed  il  simile  a  Santa  Croce  c 
poi  a  Monte  Topoli  ed   a   Sanmignato,  e  tornossi   a  Lucca  la  vilia  di   San  Giovanni  del  1 
detto  anno. 

RuBRiCA  360'  —  Come  Castruccio  andb  a  oste  a  Prato. 

L'ardire  de'  prodi  uomini  e  la  superbia  del  vincitore,  o  soprano,  fa  fare  molte  imprese 
talora  sconvenevoli.  Tomato  Castruccio  a  Lucca,  raccolta  gente  assai,  venne  ad  oste  presso 
a  Prato  a  uno  miglio  nelli  borghi  d'Aiuolo,  e  qui  domand6  tributo  come  avea  da'  Pistolesi:  2 
fugli  negato.  Sentito  ci6  a  Firenze,  subito  colla  candela  alla  porta  andb  il  bando  a  pena  del 
piede  uscisse  ogni  uomo  fuori,  uno  per  casa.  Di  che  subito  8'aviorono,  e  furonvi  a'  di  2  di 
luglio  con  1500  cavalieri  e  20  000  pedoni.  Castruccio  v"era  venuto  il  di  dinanzi  con  1150  ca- 
valieri  e  4100  pedoni.  Gli  sbanditi  di  Firenze  guelti,  avieno  avuto  licenzia  d'e8sere  riban- 
diti,  chi  ivi  fosse.  Castruccio  mand6  il  guanto  della  battaglia,  e  la  notte  si  fuggi  da  campo,  2 
e  se'  Grandi  la  mattina  l'aves8ono  voluto  seguire,  non  n'andava,  perocchfe  era  con  grande  fa- 
/..  VI,  ao  tica,  piu  che  di  trotto,  condotto '  a  Serravalle,  e  quasi  lasciati  i  pedoni.  Ma'  Grrandi  diceano, 
che  non  era  il  meglio;  e  questo  faceano,  perche  si  sentiano  gravati  degli  ordini  della  giu- 
stizia,  e  credeano  che  fossero  loro  levati.  Di  che  sentito  questo  a  Firenze,  il  popolo  quasi  fu 
airarme,  dicendo:  "Muoiano  i  traditori  Grandi  „.  E  se  non  fosse  buona  providenzia,  si  correa  3 
a  casa  loro.  Di  che  i  Grandi  seminarono  scandoli  agli  sbanditi,  dicendo  che  non  volea  loro 
essere  osservati  i  patti.  Di  che  si  armarono,  e  vennero  a  Firenze,  e  credettero  intrare  nella 
cittk,  e  venire  rubando.  Di  che  i  Priori  feciono  buona  e  sollecita  guardia,  e  rimandarono 
per  Toste,  ch'era  gi^  a  Fucecchio,  come  che  per  difetto  de'  Grandi  non  sarebbono  per6  iti 
pid  innanzi.  Ed  in  grande  gelosia  stavano  i  Fiorentini,  si  per  gli  Grandi  male  contenti,  come  3 
per  la  guerra  di  Castruccio,  e  non  poteano  avere  capitano  a  loro  modo.  Gli  sbanditi  non 
ebbono  per  loro  difetto  la  grazia  loro  promessa,  e  pero  si  tomorono  ciascuno  a  suo  cammino. 
L'o8te  rientr6  dentro  a'  di  quindici  di  luglio  1323. 

RUBRICA  361'  —  Come  gli  sbanditi  col  braccio  de'  Grandi  voltarono  il  conmnc  di  Firetizc. 
/.,  VI,  Ji  Gli  sbanditi,  come  detto  e,  si  trovarono  ingannati  di  loro  ribandigione  per  loro  difetto ' :  4 


7.  in  calen]  o;/»m.  A.  —  8,  se  n'and6]  omm.  A.  —  lo.  buoni]  omm.  A.  -  eil  il  trattato  falft]  omm.  A.  —  iS.  o 
aoprano]  omm.  A.  —  19.  raccolta]  con  molta  G.R.  —  ao.  a  Prato  a  uno]  a  Prato  uno  G.  R.  —  ai.  andi\ 
omm.  A.  e  G.R.;  and6  sttfplisce  I.  —  32.  subito....  a  di  3]  subito  furono  in  Prato  a  dl  2  G.  R.  —  33-»4'  '^°" 
11500....  pedonl]  con  700  uominl  da  carallo  e  4000  pedoni  A.  —  32.  osserratl]  conservati  A.  —  33.  soUecita]  so- 
lenne  A.  —  37.  promessa  e  per6  si  tornorono  ciascuno]  promessa  c  ciascuno  sl  torn6  G.  R.  —  38.  rienlr6.... 
lugUo]  tom6  di  luglio  A. 


[A.  1323]  CRONACA  FIORENTINA  133 


e  con  licenzia  per  cercare  questo    certi  caporali  vennoro  in  Firenze,  e  non  ottenendo  il  ri- 

bandire,  colle  famiglie  de'  Grandi  cercarono  tradimento,  e  diliberarono  che  la  notte  di  S.  Lo- 

renzo,  cio^  a'  di  10  d'agosto  1323,  venissono  alla  porta  di  S.  Gallo,  ed  intrassoro  con  scure 

di  fuori,  ed  i  Grandi  dentro  loro  aiuterebbono  a  rompere  la  porta.    Di  che   vennono   infino 

5  alla  porta  con  circa  100  a  cavallo    e  bene  2000  pedoni   in  sulFora   di   compieta.     Si  scopri 

il  fatto;  di  che  per  tema  de'  Grandi  i  Fiorentini  popolani  erano   sotto   Tarme.     Di  che  di- 

scendendo  di  Camerata,  e  veggendo  non  essere  loro  risposto,  non  vennono  piu  innanzi   che 

lo  piano  di  S.  Gallo.     Quando  videno  in  sulle  porti  i  lumi,  gridando  le  guardie:   "  Viva  il  po- 

"  polo,  e  muoiano  gli  sbanditi  ,  ,  si  tomarono  indietro.     Per  la  quale  cosa  in  Firenze  si  sentl 

10  che  tutti  i  Grandi  erano  colpevoli,  chi  volea  giustizia,  e  chi  misericordia,  e  tanto  si  dilat6  la 

cosa,  che'  Priori  non  diceano  al  lor  rettore  nuUa.     II  quale  era  messer  Manno  della  Branca 

da  Gubbio,  podest^,  «d  egli,  per  tema  di  non  convenirgli  fare  troppo   gran  fascio,  si  stava. 

Ultimamente  si  ragunarono  le  capitudini  e  quelli   che   reggevano   in  palagio   del   popolo,   e 

quivi  consigliato  e  riconsigliato,  feciono  uno   ordine '  che  ciascuno  ch'avesse   piu   polizze  di       /.,  vi,  32 

1 5  tutti  quelli  che  f osseno  messi  nella  cassetta,  tre  n'avessero  bando,  ed  ogni  uomo,  ch'era  quivi 

j      mettesse  una  cedola.     Di  che  ottenuto  questo,  furono  piu  cedole  in  messer  Amerigo  de'  Do- 

'      nati  ed  in  messer  Teghia  Frescobaldi  e  messer  Lotteringo  Gherardini,  e  furono  condannati 

in  lire  3000  per  uno  a'  di  20  d'agosto  1323.     E  furono  confinati  40  miglia  di  lungi  dallo  con- 

tado  di  Firenze  mesi  6. 

20  RuBRiCA  362''  —  Come  da  frima  si  ordinarono  i  fennoni  e  gonfaloni  della  comfagnia  di  Firenze. 

Vedendo  il  Popolo  Tardire  de'  Grandi,  e  li  gonf aloni  essere  tutti  di  lungi  I'  uno  dairaltro 
troppo,  tanto  che  i  Grandi  tramezzavano  i  popolani  a  ire  a  casa  a'  gonfalonieri,  dilibera- 
rono  pennoni  che  si  dessono  delle  insegne  delli  gonfaloni,  nello  gonfalone,  a  certi  uomini. 
E  secondo  che  romore  fosse,  ogni  gonfaloniere  aspettasse  i  suoi  pennonieri,  E  fu  diputato  che 
35  si  corresse  a  casa  de'  pennonieri  li  vicini,  ed  i  pennonieri  a  casa  il  gonfaloniere  schierati, 
sicchfe  a  uno  a  uno  non  avessero  a  ire  a  casa  del  gonfaloniere.  E  dierono,  secondo  la  gran- 
dezza  del  gonfalone,  a  quale  2,  a  quale '  3  ed  a  quale  4  pennoni.  Furono  in  tutto  56  pen-  /.,  vi,  33 
noni,  c  diersi  generalmente  a  ogni  uomo  che  avesse  avuto  ufficio,  o  pur  fosse  popolano  e 
confidente  al  Popolo.     Molto  si  ristrinsono  i  popolani  insieme  per  questa  volta;  d'agosto  1323. 

30  RuBRicA  363"  —  Come  Castrticcio  venne  ad  oste  al  castello  di  Valdarno. 

Come  abbiamo  detto,  lo  comune  di  Firenze  per  le  dette  divisioni  e  per  lo  capitano, 
che  non  potieno  avere  buono,  la  gente  si  stava  in  Valdamo,  ed  erano  pagati  dal  comune, 
e  niuno  servigio  faceano.  E  Castruccio  mando  gente  a  fare  il  guasto  a  Monte  Topoli  e  Ca- 
stello  Franco  e  a  Santa  Croce.  E  contuttochfe  la  gente  del  Comune  fosse  a  Fucecchio  non 
J5  rispuosono,  ed  erano  due  tanti  che  quella  di  Castruccio;  e  ci6  fu  a  di  25  infino  in  30  d'agosto 
neiranno  del  Signore  1323. 

RuBRiCA  364"  —  Come  fu  grandc  quantita  in  Firenzc  di  infrcddati. 

Nel  detto  anno  e  del  mese  d'agosto  e  di  settembre  fu  una  infermith  quasi  generale   di 


1.  e  con  llcenzia]  omm.  A.  —  3.  di  S.]  a  San  A.  —  4.  dentro  loro]  omm.  A.  —  4.  cosa  In  Firenze]  cosa 
come  In  Firenze  /. ;  la  farola  come  i  un'aggiunta  di  I.  tion  trovandosi  neanche  in  G,  R,  —  11.  al  lor  rettore]  a 
loro  rettori  A.  —  12.  troppo  gran  fascio]  troppo  fascio  /.  —  13.  le  Capitudini]  1  cittadini  A.  —  15.  cassetta,  tre 
n'avessero]  taschetta  n'avessero  G.  R.  —  16.  piu  cedole]  le  prime  cedole  G.  R.  —  18.  3000]  3000  G.  R,  —  3i.  gonfa- 
loni]  gonfalonieri  A.  -  daU'altro]  all'altro  G.  R.  —  33.  fanto]  fa  A.  —  33.  delle  insegne]  della  Insegna  A.  -  nello 
gonfalone]  0/«;«.  A.  —  34.  secondo]  e  sentendo  G.  R.  -  pennonieri]  pennoni  G.  R.  —  36.  e  dierono]  lacuna  in  G.  R. 
tufflita  con  dierono  da  T.  —  28.  uflicio  o  pur  fosse]  ufficio  e  non  uvuto  pur  fosse  G.R.  —  39.  d'agosto  1333]  ontm. 
G.  R.  —  32.  buono]  omm.  A.  —  35.  tanti  che]  tanti  di  A.  —  36.  del  Signore]  0/«»».  A.  —  38.  e  del  mese]  omm.  A, 


134  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1323] 


/.,  VI,  u  freddo,  ed  alquanti  pigliava  loro  la  febbre,  e  perdeano  rapperito,  ed  alquanti  ne  morieno,' 
cioi  vecchi  e  vecchie,  e  fu  la  detta  malattia  quasi  in  tutta  Italia,  e  come  venne  mezzo  ot- 
tobre  restd. 

RuBRiCA  365*  —  Comc  i  Fiorentitti  fcrderono  il  castcllo  della  Traffola  in  Valdarno. 

Li  Pazzi  e  gli  Ubertini  di  Valdamo  intrarono  di  furto  e  per  alcuno  tradimento  nel  ca-  1 
stello  della  Trappola,  e  quanti  Guelfi  vi  trovarono  ne  uccisero  nelle  letta,  perocch^  in  suUa 
mezza  notte  v'entrarono.  II  Popolo  di  Firenze  vi  soccorse  con  200  uomini  da  cavallo  e  1000 
pedoni.  Quelli  de'  Pazzi  sentendo  ci6,  missero  a  ruberia  gli  amici  ed  i  nemici;  poi  missero 
fuoco  nel  castello,  e  andarsene  a  Lanciolina.  La  brigata  de'  Fiorentini  li  seguirono,  ed  a»- 
sediarongli  in  Lanciolina;  e  gli  Ubertini  e  li  Pazzi  subitamente  con  forse  150  cavalli  e  1000  II 
pedoni  li  soccorreano ;  onde  i  Fiorentini  si  levarono  da  campo,  e  tomarono  in  Firenze.  Tutto 
ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1323  del  mese  di  settembre. 

RUBRICA  366*  —  Comc  in  Firenze  si  fecero  imborsazioni  dcl  Priorato  fcr  4  anni. 

I.,  VI,  J5  Temendo  del  reggimento  quelli  che  reggevano  in  Firenze,  non  fosse  scandolo,  pensarono ' 

di  contentare  gente,  e  presono  balla  di  riformare  Firenze  per  4  anni  e  mettergli  in  borse  e  II 
trargli  a  sorte.     Furonvi  imborsati  di  quelli  che  non  erano  usati  avere  uficio  a  quelli  tempi ;  e 
cosl  per  gli  consigli  si  dife  balia  di  fare  ci6;  e  fecesi.     E  vero  che,  perchfe  pigliassono  balia 
per  4  anni,  non  l'u80ro  se  non  per  3  e  mezzo.     E  ci6  fu  fatto  a'  dl  28  d*ottobre  1323. 

RuBRlCA  367*  —  Comc  Castruccio  entrb  in  Fucccchio  di  Valdarno  e  quella  mattina  ne  fu  cacciato. 

Castruccio,  come  soUicito   uomo,   mai   non  pensava  se   non   alla  offesa  de'  Fiorentini.  2( 
Tenne  trattato  in  Fucecchio,  e  subito  cavalc6  in  sul  vespro,  e  la  mezza  notte  fu  con  sua  bri- 

gata  alle  mura  di  Fucecchio.     Ed  uno  che  si  chiamava col  quale   egli   avea  com- 

posto  che  gli  rompesse  lo  muro  da  uno  luogo  da  canto  la  rocca,  che  il  comune  di  Firenze 
vi  murava.  La  quale  rocca  non  s'abitava  ancora,  se  non  la  torre.  Lo  tempo  era  piovoso  e 
scuro,  di  che  le  guardie  non  udirono  il  rompere  che  fece  costui  d'una  balestriera,  e  and6  2; 
tanto  innanzi  che  Castruccio  intro  dentro  in  persona  con  bene  200  cavagli,  ciofe  gli  uomini 
/.,  vt,  36  armati  e  bene  600  '  pedoni.  Poi  lo  romore  si  lev6 ;  la  piazza  era  presa  per  Castruccio,  la 
gente  si  sbarr6 ;  Castruccio  in  suUa  piazza  e  li  terrieri  per  le  strade.  E  subito  feciono  li  sol- 
dati  cenni,  che  v'erano  dentro.  Ed  i  terrieri  co'  messi  sollicitando  d'avere  soccorso.  La 
mattina  in  sulFalba  Castruccio  avea  rotto  tanto  del  muro  che  quasi  150  cavalli  erano  dentro.  3( 
La  brigata  del  soccorso  con  quelli  che  v'erono  ed  i  terrieri  furono  all'arme,  ed  ultimamente 
li  terrieri  li  missono  in  rotta.  E  f urne  presi  da  pi6  e  da  cavallo  circa  1 70,  ma  a  bottino  se 
ne  appresentarono  161,  e  Castruccio  fu  ferito  nella  testa,  e  fuggl  della  terra  a  piede.  E  dis- 
sesi  che  se  li  nostri  avessono  seguito  fuori  loro  dietro,  niuno  ne  campava.  E  ci6  fu  a'  di  20 
di  dicembre  1323.  3: 


I.  loroj  omm.  A.  —  2.  malattia]  malizia  G. /?.  —  3-3.  Italia....  re8t6]  Italia,  e  d'ottobre  resti  A.  —  £.  Uber- 
tini]  Ubaldini  A.  ma  correito,  fare  in  Ubertini  A.  -  alcuno]  omm.  A.  —  5-6.  nel  castello  delia  Trappola]  nella 
Trappola  .<4.  —  7-9.  11  Popolo....  de'  Florentini]  II  popolo  con  raolta  gente  sentito;  prima  1  Pazzi  ruijorono  gli 
amic!  e  nemici  e  pol  arsono  il  castelio  e  andaronsene  a  Lanciolina.  E  i  Fiorentini  A.  —  9.  Lanciolina]  Aaclolina 
S  G.  R.  —  10.  forse]  omm.  A.  —  ii.  onde]  0«««.  A.  —  ii-u.  Tutto  ci6....  settembre]  Di  settembre  1333  A.  —  16.  a 
sorte]  a  sorte  ed  a  fortuna  G.  /?.  —  17.  bal\a]  G.  R.  segna  lacuna  al  poalodi  guesta  farola  —  18.  non  l'usoro]  non  d| 
ne  fecioDO  G.  li.  -  E  ci6....  1333]  E  fu  d'ottobre  1333  A.  —  31.  subito]   omm.  A.  -  in  sul   vespro]   omm.  A.  —  * 

33.  egli  avea]    e  8'era  A.  —   33.   ciie  il]  dove   il    A.  —  25.  di  che]  omm.  A.  —    36-37.  bene  300 e  bene  600] 

Ijene  200  uomini  da  cavallo  armatl  a  pife  e  bene  600  G.  R,  —  37.  era]  omm.  G.  R.  —  38.  8barr6;  Castruccio]  ebarr6 
10   con   Castruccio  A.  -  terrieri]  terrazzani  G.  R.  —  39.  terrieri  co'  messi]  terrierl  com'essi    G,  R.  —   30.  muro.... 
dentro]  muro  clie  aveva  messo  dentro   cavagll  1 50  ^.  -  quasi]  omm.  A.  —  33-34.  dissesi]  dicesi  G.  R.  —  34-  •*■ 
guUo....  niuno]  segu\to  la  rotta  niuno  A. 


[AA.  1323-1324] 


CRONACA  FIORENTINA 


135 


RuBRiCA  368*  —  Come  i  Fiorentini  mandarono  al  re  di  Francia  ■per  Franceschi. 

Li  Fiorentini,  veggendosi  da  Castruccio  gravare,  e  vedendosi  da'  Friolani  traditi,  si  im- 
maginarono  di  mandare  al  re  di  Francia  per  500  soldati,  istimando  che  se  lo  re  li  mandava, 
non  tradirebbono.     E  ci6  fu  mandato  a'  di  3  di  gennaio  1323. 

5  RuBRiCA  369*  —  Come '  i  Pistolesi  mandarono  indietro  il  vicario  dello  re  Ruberto. 

Come   addietro  h  detto,  lo  vicario  dello  re  Ruberto,  lo   quale  andava  a  Pistoia   per   le 

convenenze    ch'avieno  collo   re   Ruberto  e  colli  Fiorentini;   di   che   messer  Filippo   Tedici, 

lo  quale  era  gran  mastro  in  Pistoia,  usci  con  certi,  owero  si  dice  mand6,  ed  assalillo  appife 

di  Tizzano,  e  quivi  fu  combattuto  e  vergognato.     E  ci6  fu  a'  di  tre  di  marzo  negli  anni  del 

10  Signore  1323. 


/.,  VI,  27 


RuBRiCA  370*  —  ^esti  sono  i  Priori  da  mezzo  febhraio  1323  a  mezzo  febhraio  1324.. 


Gherardo  Bonsi 

Ruggieri  di  messer  Lapo  da  Castiglionchio 

Francesco  di  Borghino  Baldovinetti 

Maso  Valori 

Maruccio  (Marco)  di  Geremia 

Messer  Lottieri  di  Lapo  Gherardini 

Nigi  di  Spigliato,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Bruno  Orlandi,  loro  notaio. 


20 


Niccol6  Manieri 
Tommaso  di  Duccio  de'  Magalotti 
Lottieri  Davanzati 
Lotto  di  Puccio  Ardinghi 
Vanni'  di  Bartolo  Armati 
25  Filippo  Villani 

Bartolommeo  di  Guccio  de'  Siminetti,  gonfa- 

loniere  di  lustizia 
Ser  Giovanni  di  ser  Boninsegna  da  Rignano, 

loro  notaio. 


Ghino  di  Bindo  de'  Canigiani 

Naddo  di  Duccio  de'  Bucelli 

Bindo  di  messer  Oddo  Altoviti 

Castello  Tecchi 

Daldo  di  Dingo  de'  MarignoUi 

Uberto  di  Lando  degli  Albizzi 

Grazia  Guittomanni,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Giovanni  Finucci,  loro  notaio. 

Berto  Casini 

Ser  Giovanni  Corsi  Cafferelli 

Pesce  di  Guccio  di  Pesce 

Pugio '  di  lacopo 

Andrea  del  Nero 

Uberto  di  Gherardo  de'  Giuochi 

Messer   Bartolo  de'    Ricci,  dottore   di  leggi 

gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Cambio  Micheli  da  Castel  Fiorentino,  loro 

notaio. 


/.,  VI,  29 
/.,  VI,  28 


30  Piuvichese  Brancacci 

Tano  Baroncelli 

Messer  Tegghia  de'  Bonacolti,  dottore  di  leggi 

Anselmo  di  Palla 

Giovanni  d'Uberto  Cambi 
35  Pieraccio  di  Piero  Guadagni 

Feduccio  di  Duccio  della   Morotta,  gonfalo- 
niere  di  lustizia 

Ser  Manno  Banchi,  loro  notaio. 


Piero  di  Gherardino  de'  Velluti 

Messer  Vanni  Benini,  dottore  di  leggi 

Awogado  Gherardi 

Zanobio  Corsi  de'  Borghi 

Conte  (Cante)  d'Averardo  de'  Medici 

Tano  di  Chiarissimo 

Alessandro    di    ser    Bellincione    Cacciafuori, 

gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Bernardo  Ravignani,  loro  notaio. 


2-3.  si  imaglnarono]  s\  si  iinaginarono  G.  R.  —  3.  Istimando  che  se  lo  re  li  mandara]  stlmando  che  se  gH 
mandava  A.  —  4.  a'  d\  3]  omm.  A.  —  6.  h  detto  lo]  h  detto  Rubrica  356  lo  /.  -  Ruberto  lo  qualo  andava]  Ruberto 
si  andava  /.  I.a  lezione  del  testo  e  quella  di  A.  e  G.  R.  —  7.  Tndici]  Tedia  G.  /?.;  A.  seg^na  lacuna.  La  lexione  del  testo 
e  quella  di  I.  —  8.  si  dii:e]  omm.  A,  —  9-10.  E  ci6  fu....   1323]  Ci6  fu  ncgli  anni  1323  dl  marzo  A, 


136  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1324] 


RuBRiCA  371"  —  Come  furono  ribanditi  gli  sbanditi,  e  fosto  freno  agli  ornamcnti  delle  donne 
con  nuovi  ordini. 

Avendo  il  comune  di  Firenze  per  la  soccorsa  di  Prato  promesso  agli  sbandlti  che  tor- 
nassero,  come  che  eglino  errassero,  vi  furono  messi  da'  Grandi;  pure  il  Popolo  di  Firenze  fece 
decreto,  clie  tutti  entrasscro,  salvo  i  rubelli  e  quelli  che  furono  condannati  d'ag08to,  ci6  fu  me»-  5 
/.,  VI.  M  ser  Amerigo  Donati,  messer  Tegghia  Frescobaldi  e  messer  Lotteringo  Gherardini. '  Ed  eles- 
sero  certi  statutari,  11  quali  feciono  ordini  sopra  lo  sfrenato  portamento  dornamenti  delle 
donne  ed  altre  frasche  che  poco  montarono.     E  ci6  fu  del  mese  d'aprile  1324. 

RuBRiCA  372*  —  Come  il  Conte  Novello  -prese  Carmignano, 

Avendo,  come  adietro  h  detto,  TAbate  da  Pacciano  con  Castruccio  patteggiato  al  coi  10 
Pistolesi  contra  il  volere  de*  Fiorentini,  e  datogli  per  anno  4000  fiorini,  e  sussequentemente 
ordinato  la  cacciata  del  vicario  del  re  Ruberto,  e  mandati  fuori  di  Pistoia  i  Guelfi,  il  Conte 
Novello,  il  quale  era  capitano  de'  Fiorentini,  si  parti  di  Fucecchio  e  con  certo  segno  prese 
i  borghi  e  poi  lo  castello  di  Carmignano,  lo  quale  era  de'  Pistolesi.  Di  che  non  piacque  a' 
Fiorentini,  ed  assediata  la  rocca,  era  per  averla.  L'Abate  da  Pacciano  mand6  a  Castruccio  15 
che  lo  soccorresse.  Castruccio  si  mosse  con  500  cavalieri  e  3000  pedoni.  Sentendo  questo 
i  Fiorentini  mandarono  al  Conte  Novello  imbasciata,  si  dovesse  levare  dal  campo  e  lasciare 
la  terra  e  cosl  fece.    A'  di  20  d'aprile  v'era  ito,  e  partissi  a  di  28  negli  anni  del  Signore  1324. 

/.,  VI,  31       RuBRiCA  373*  —  Come '  combatterono  colla  gcnte  di  Castruccio  ch'  erano  fuori  di  Fireme. 

Castruccio,  siccome  uomo  di  guerra  sollicito,  mand6  200  uomini  da  cavallo  a  fare  preda  20 
a  Castelfranco  di  Valdamo  di  sotto.  E  li  soldati  ch'erano  dentro,  come  li  vidono,  mandaro 
battendo  a  Fucecchio  per  soccorso  e  con  segni  e  con  uscire  fuori  alla  zuffa,  ed  ultimamente 
tanto  gli  tennero  a  bada,  che  la  brigata  da  Fucecchio  giunse,  e  furono  alle  mani  e  ruppergli 
ed  ucciserne  da  20  e  preseme  da  50;  e  gli  altri  si  fuggirono  in  rotta.  De'  Fiorentini  vi  mo- 
rirono  due:  uno  conestabile  ed  uno  suo  compagno.  E  ci6  fu  a'  di  22  di  maggio  negli  anni  25 
del  Signore  1324. 

RuBRiCA  374'  —  Come  si  ordinb  di  murare  il  comfimento  delle  mura  di  Firenze  e  far  bar- 
bacani  e  torri  infra  le  fortc. 

Neiranno  del  Signore  a  di  25  di  maggio  si  diliber6  di  fornire  le  mura  della  cittk  di 
Firenze  con  barbacani  e  con  torri  per  difesa  ed  onore  della  cittk;  e   furono   diliberate  che  30 
/.,  VI,  32       fossero  braccia....  alte  e  grosse'  braccia  3  e  torri....   tra  di  qua  d'Arno  e   di   l^;    le   quali 
torri  fossero  alte  braccia  40  e   larghe   braccia   14.     Sicche   nota   quanta   moneta  voUono   a 
ci6  fare. 


I.  Per  errore  in  I.  invece  di  371  e  scgnato  370,  il  resto  della  nuwerazione  e  esatta.  —  4.  errassero]  entraMero 
A.  —  S"6-  Ci6  fu. ...  Ed  elessero]  Ci6  fu  Donati  e  sua  compagnl.  Ed  elessono  A.;  Ci6  fu  messer  Amerigo  Do- 
natl,  messer  Teggliia  Frescobaldi  e  messer  Lotteringo  Ghcr an dini  fossero  rimessi  dal  bando.  Ed  elessero  /.  Lefa- 
role  che  ho  segnato  in  corsivo  della  iezione  di  I.  non  sono  cavate  da  G.  R.,  di  cai  ho  riprodotlo  la  lezione  nel  testo. 
S  A  maggiore  schiarimtnto  ho  aggiunto:  entrassero  —  7.  sfrenato]  servato  G.  R.;  osservato  G.  —  9.  Conte]  duca  G.  R. 
—  10.  come  adietro  fe  detto]  o»»»t.  A.  -  con]  t  A.  —  lo-ii.  coi  Pistolesi]  omm.  G.  R.  —  13.  11  quale]  che  A.  — 
14.  Di  che]  che  A.  —  17.  imbasciata]  omm.  G.  R.  -  si  dovesse  levare]  si  levasse  A.  -  lasciare]  lasciasse  A.  — 
18.  j8]  39  A.  —  10.  sollicito]  omm.  A.  —  ii.  per  soccorso]  omm.  G.  R.  -  segni....  fuorl]  segni  e  pol  seguirono 
fuorl  G.  R.  -  eA  ultimamente]  omm.  A.  —  33.  e  furono  alle  mani  omm.  G.  R.  —  34.  20]  16  A.  —  34-35.  vi  niori- 

10   rono  due....  1324]  vl  morirono  due.     Ci6  fu  di  maggio  1334  A.  —  39.  Nell'anno maggio]  Nell'anno  soprad- 

detto  di  maggio  A.;  NeU'anno  detto  del  Signore  a  di  20  di  maggio  /.  —  29-30.  di  Firenie]  omm.  A.  —  30.  con.... 
con]  e....e.<4.  —31.  braccia  3  e  torri....  tra]  bra....  tra  G.  R.;  braccia  30  torrl....  tra  A.;  bracda  3  mezio 
e  torri  75  tra   /. 


[A.  1324]  CRONACA  FIORENTINA  137 


RuBRiCA  375^  —  Comc  mcsscr  Filiffo  Tcdici  corsc  Pistoia  con  falso  titolo  mostro  di/arlo  a 
■posta  de'  Fiorcntini. 

Avea  in  Pistoia  uno  cavaliere,  lo  quale  avea  nome  messer  Filippo  de'  Tedici,  che  era 
nipote  deirAbate  da  Pacciano,  lo  quale  era  uomo  di  molto  sottile  spirito  ed  uomo  di  poca  fede. 
5  Veggendo  che  la  signoria  di  Pistoia,  la  quale  TAbate  occupava,  non  piacea  a'  Fiorentini,  e 
veggendo  che  Castruccio,  signore  di  Lucca,  multiplicava,  ed  avea  tributo  dallAbate  vedea  cer- 
tamente  pervenire,  o  in  Castruccio  del  tutto,  o  ne'  Fiorentini  la  signoria,  messer  Filippo  si 
penso  di  prender  la  signoria  egli  e  di  darla  poi  a  chi  piu  gliene  desse.  E  cosi  fece  che  una 
sera  messe  dentro  molti  contadini   e  forestieri,  e  corse  in  sul  far  delFalba  la   cittk,   e   colla 

10  spada  in  mano  si  fece  concedere  la  signoria  per  uno  anno.  I  Fiorentini  subito  vi  mandarono 
gente  e  non  fu  accettata,  ma  fece  lega  e  trattato  con  Castruccio,  dandogli  tributo.  La  cittk 
prese  a'  di'  24  di  luglio  1324  e  poi  il  primo  di  d'agosto  comincio  a  trattare  co'  Fiorentini  e        /.,  vi,  33 

I  con  Castruccio.  Di  che  Castruccio  come  senti  ci6,  si  si  misse  ad  oste  a  Pistoia,  e  ripuose  uno 
castello,  che  si  chiamo  Giabrandegli,  ed  era  disf atto,  ch'  era  molto  alto  al  di  sopra  di  Pistoia, 

1 5  e  sopra  giudicava,  e  vedea  tutte  le  parti  del  piano  e  Firenze.  Questo  fu  a  di  30  di  agosto. 
Messer  Filippo  mando  a  Firenze  per  aiuto,  ed  ebbelo  subito.  Quando  furono  alla  porta  non 
gli  voUe  dentro,  ma  volea  che  s'anda8sero  a  combattere  con  Casttuccio  per  istare  a  vedere 
Tuno  e  raltro  consumare  per  avere  migliori  patti.  I  Fiorentini  sdegnati  si  partirono,  e  tor- 
narono  in  Firenze. 

20  RuBRiCA  376'  —   Comc  messer  Filiffo  fece  fare  alVAbatc  da  Pacciano,  suo  zio,  uno  trattato 
do-p-pio. 

L'Abate  da  Pacciano,  zio  di  messer  Filippo  Tedici,  veggendo  che  Toffesa  de'  Fioren-> 
tini  era  grande  avere  fatto  lega  con  Castruccio,  si  fece,  secondo  si  dice,  a  posta  del  nipote 
in  suo  nome  lamento  a'  Fiorentini,  segretamente  del  nipote  messer  Filippo  che  dava  Tanno 

25  4000  fiorini  a  Castruccio,  e  promisse  di  metter  dentro  la  gente  de'  Fiorentini,  a  fine  di  farli 

pigliare  e  ricomperare,  perocche'  non  vedea  modo  di  venderla  loro  messer  Filippo,  come  vo-       A,  vi,  34 
lea.     Di  che  mandato  a  cercare  uno  trattato  doppio,  una  notte  furono   alle   porte   i   soldati 
del  Comune.     Messer  Filippo  avea  spie  in  Firenze,  e  sapea  chi  uscia;  sentendo  che  i  cittadini 
non  vi  venieno,  si  dilibero  non  scoprirsi  per  soldati.     Corse  airarme  quando  furono  alla  porta, 

30  e  fece  pigliare  lo  zio,  ciofe  TAbate.  Ed  i  mercatanti  ed  altri  Fiorentini,  che  v'erano,  corsono 
gran  pericolo,  se  non  che  egli  si  credette  f  are  maggiore  gracchiata,  gli  averebbe  rubati.  E 
cosi  si  tornarono  i  Fiorentini  a  Firenze,  e  non  compiero  il  trattato.  E  ci6  fu  a  dl  22  di  set- 
tembre  1324. 

RuBRiCA  377*  —  Come  si  mutarotio,  ovvero  mancarono  le  'mborsagioni  dc'  Priori,  c'mborsa- 
35  ronsi  i  gonfalonieri  della  comfagnia  c  i  Dodici  Buoni  Uomini  e  consigli. 

Come  addietro  abbiamo  detto,  i  fumi  degli  ufici,  che  certo  non  h.  altro  che  fumo  e 
danno  d'anima  e  di  corpo,  coll' ambizione  d'essi  ufici  sempre  guastarono  le  cittJi  e  gli  uomini 
d'esse  e  spezialmente  Firenze.  Era  in  Firenze  una  setta  detta  Serraglina  per  uno  Seraglio 
de'  Bordoni,  di  che  capo  n'era  della  s^tta  la  f amiglia  de'  Bordoni,  li  quali  s'  accostarono  co' 


i 


3.  che  era]  omm,  A.  —  7.  messer  FiHppo]  otnm.  A.  —  8.  cosi  fece  che]  otHm.  G.  R.  —  9.  dentro ....  corse] 
dentro  forestlerl  cloi  contadinl  e  corsc  C.  R.  -  sul  far  dell'alba]  sulValba  G.Ii.;  siill'alba  del  A\  G.  —  11.  ac- 
cettataj  riceruta  G.  R,  —  13.  come]  omm.  G.R.  —  15.6  sopra  giudicava]  e  giudJcav-a  G.  R.  -  le  parli]  G.  R,  segna 
una  lacuna  —  17-18.  a  vedere  l'uno  e  Taltro  consumare]  a  vedere  li  morl  l'altro  consumare  G.  R.;  a  vedere  quelll 
raorti,  Taltro  consumare  /.  —  24.  Fior.  segr.]  Fior.  fece  segr.  A.  —  35.  a  fiie  di]  per  A.  —  j8.  sapea  chl  usda]  per  sa- 
pere  chl  A.  —  31,  gracchlata]  gacchlata  A,  —  33.  Ecid  fu  a'  dl  23]  omm.  A.  —  37.  danno ....  coll'ambizlonc]  danno 
l'anibIzione  A.  —  39.  s' accostarono]  s'accozzarono  A.;  s' accordurono  G. 


138  CRONACA  FIORENTINA  (A.  1324] 


/..  VI,  35  loro  seguaci  uaciti  e  con  altri,'  di  cui  prima  non  ai  erano  in  concordia,  e  temendo  che  non 
fosse  relezione  ed  imbossolazione  dello  uficio  del  priorato  a  loro  modo,  si  pensarono  onesta- 
mente  d' assicurarsi  coirulicio  di  12  Buoni  Uomini,  ch'erano  segreti  conaglieri  con  i  quali 
la  Signoria  si  consigliava,  e  terminava  le  loro  faccende.  Di  che  feciono  che  li  Priori  potes- 
sero  inaieme  con  gli  1 2  Buoni  Uomini  rif ormare  e  correggere  le  imbossolazioni  f atte  per  in-  5 
nanzi  per  quattro  anni  e  mezzo,  come  dicemmo,  rubr.  366.  E  presa  balia,  credeano,  veg- 
gendo  come  stavano,  stesse  peggio;  e  ci6  seppero,  perocchfe  di  costoro  e  di  lor  sfetta  e  con- 
fidenti  erano  nello  uficio  de'  Priori  e  de'  Dodici.  Di  che  non  mutarono  nulla  che  trovassero, 
salvocchi:  vi  aggiunsero  d'ogni  ingenerazione  de  i  buoni  uomini  sei  Priorati  e  con  quelli  li 
mischiaro,  e  misaervi  di  quelli  che  non  erano  usati  di  buon  tempo  avere  uficio,  ed  il  simile  10 
feciono  borse  di  12  Buoni  Uomini  consiglieri  segreti  e  di  gonfalonieri  di  compagnie  e  di 
condottieri  e  d'ogni  uficio  di  citth  e  per  lo  tempo  e  termine,  ch'erano  le  imborsazioni  de  i 
Priori.    E  ci5  fu  del  mese  di  settembre  1324. 

/.,  »1,36       RuBRicA  378*  —  Come^  il  comune  di  Firenze  ebbe  lo  castcllo  di  Lanciolina. 

Gli  Ubertini  teneano  il  castello  di  Lanciolina,  lo  quale  era  stato  de'  conti  di  Romena  15 
e  per  dota  1'  avea  avuto  Bettino  degli  Ubertini ;  di  che  Aghinolfo,  figliuolo  del  detto  Bettino, 
facea  grande  guerra  insieme  con  gli  suoi  in  Valdamo.  Di  che  a  di  25  di  settembre  fu  preso 
in  una  cavalcata  da  quelli  di  Castelfranco  di  sopra,  ed  il  Comune  mand5  per  lui  per  fargli 
tagliare  la  testa.  E  consorti  vi  furono  con  gli  amici,  e  trassero  pace,  e  dierono  Lanciolina 
per  lui  ed  ogni  ragione  che  su  v'avessero.     Ci5  fu  a  di  primo  d'ottobre  1324.  20 

RuBRiCA  379'  —  Come  si  fose  Vicchio  di  Mugello. 

Avendo,  come  5  detto  addietro,  racquistato  i  Fiorentini  le  terra  e  ragioni  di  Mugello, 
volendosi  fortificare  nel  paese  cominciarono  a  porre  una  terra  in  Mugello,  la  quale  cliiamarono 
Vicchio.     E  ci5  fu  d'ottobre  1324. 

/..  VI,  37       RuBRiCA  380*  —  Come'  vennero  i  soldati  dcl  comune  di  Firenzc  di  Francia.  25 

Abbiamo  fatta  menzione  de*  soldati  per  cui  il  Comune  avea  mandato  in  Francia,  e  ven- 
nero  molta  buona  gente.  Ci5  furono  500  cavalieri  con  molti  a  sproni  d'oro,  e  giunsono  in 
Firenze  a'  di  19  di  novembre  1324. 

RuBRicA  381*  —  Cotne  i  Carmignanesi  si  dierono  al  Pofolo  di  Firenze. 

Neiranno  del  Signore  1324  a'  di   13  di  dicembre  di  volontJl  libera  quelli  di  Carmignano  30 
colle  fortezze  e  giurisdizioni  si  dierono  al  comune  di  Firenze  e  furono  fatti  liberi  sette  anni 
/.,  VI,  38       con  t6rre  podestk  di  Firenze  cui  volessero.     Ci5'  feciono  per  dispetto  di  messer  Filippo  Te- 
dici  che  li  trattava  male. 


3-4.  d'assicurarsi ....  f  eciono  che  U  Priori]  d'assicurar8i.  Come  addietro  abbiamo  detto  erano  uno  ufficio  di 
iJ  Buoni  Uomini,  U  quali  si  chiamavano  U  la  consiglieri  segreti  dei  Priori  con  i  quali  gU  Priori  s'avieno  a  con- 
sigUare  e  determinare  le  loro  faccende.  Dl  che  avendo  pensato  feciono  che  li  priori  G.  R.  I.  rifroduccndo  la  le- 
tione  suddetta  di  G.  R.  ne  altera  il  senso,  cos)  funteggiando  il  j>asso :  d'assicurarsi  e  come  addietro  abbiamo  detto. 
S  Erano  uno  ufEcio  etc.  —  5.  Buoni  UominiJ  omm.  G.  R.  —  6.  quattro  anni  e  mezzo]  tre  in  mezzo  G.  R. ;  tre  anni 
e  mezzo  /.  Verrore  forse  deriva  dalla  inesatta  trascrizione  dcl  cofista  G.  R.  -  come  dicemmo  rubrica  366]  0»»«. 
'A.  —  7.  e  ci6]  e  non  A.  —  11.  Buoni  Uomini]  omm.  G.  R.  —  13.  del  mese]  omm.  A.  —  15.  il  castello  dl]  omm.  A.  — 
16.  Bettino]  Bertino  /.  —  18.  per  lui]  per  esso  G.  R.  —  20.  a  A\  primo]  omm.  A.  —  21.  h  detto]  h  detto  addie- 
tro  G.  R.  -  le  terra]  delle  terre  G.  R.  —  33.  nel  paese  cominciarono]  nel  paese  puosero  o  vero  cominciarono  G.  R. 
10  34.  Vicchio....  1334]  Vicchio  e  ci6  fu  del  mese  d'ottobre  a  A\  30  negU  anni  del  Signore  1334  G.R.;  a  di  38  G.  — 
37.  buona  gente]  bella  gente  G.  R.  -  joo....  sproni]  500  e  molti  cavalieri  a  sproni  G.  R.  —  38.  di  nov.  1334] 
detto  A.  —  30-31.  Carmignano. . . .  si  dierono]  Carniignano  ed  U  cassero  e  tutta  la  corte  si  dierono  G.  R.  —  31-33.  co- 
mune  dl  Flrenze ....  cui  volessero]  comune  di  Firenze  cui  a  loro  piacesse  G.  R,  —  33.  trattava  male]  trattava  vale. 
Che  Dlo  gU  dia  A.     ^uestc  ultime  farole  che  si  trovano  solo  in  A.  semhrano  scritte   dofo,  ma  della  sttssa  mano. 


[A.  1324]  CRONACA  FIORENTINA  139 


RuBRicA  382"  —  Come  furono   condannati  certi  de'  Bordoni,   -perche  voleano  signoreggiare 
'piu  che  il  dovuto. 

Come  abbiamo  detto  in  piu  luoghi,  Tambizione  ed  il  fumo  de'  maledetti  ufici  a  Firenze 
hanno  molto  male  generato.  La  sfetta  Serraglina,  di  che  capo  erano  i  Bordoni,  con  troppa  au- 
5  dacia  e  sfrenatamente  cominciarono  a  tiranneggiatamente  reggere.  Di  che  il  Popolo  male  n'era 
contento.  Furono  certi  deiraltra  s^tta  insieme,  e  non  vidono  altro  modo  se  non  che,  con- 
siderato  che  gli  ordini  e  balia  dello  Esecutore  della  Giustizia  sono  a  sindacare  gli  uficiali 
e  condannare  di  baratteria,  infra  Taltre  cose  provvidono  d'avere  uno  Esecutore  a  loro  modo, 
ed  ebbonlo,  e  cio   fu   Pietro   di   Landulfo   da  Roma.     Ed  essendo   stato   Bernardo   Bordoni 

10  condottieri,  fu  tamburato  di  baratteria.  Di  che  richiesti,  comparirono  gli  altri,  e  Bemardo 
era  stato  mandato  a  Carmignano  per  ambasciadore ;  di  che  volendo  scusarlo  Chele  suo  fra- 

,     tello  e  comparire  per  lui,  non  lo  volle,  se  non  rimanesse  appresso  la  corte.     Zanobi  Borghi 

';     uno  de'  Priori,  essendo  Proposto,  gli  dife  la  famiglia,  e  compari.  L'Asseguitore '  il  volle  rite-       /.,  vi,  3s 
nere ;  la  f amiglia  de'  Priori  lo  dif ese ;  di  che  zuffa  fu  tra  i  fanti  de'  Priori  e  fanti  deirAsse- 

15  cutore.  Alla  per  fine,  veggendo  la  terra  correre  airarme,  Chele  diUbero  rimanere  prigione  per 
lo  meglio.  L'Assecutore  condanno  Bernardo  in  lire  2000  per  baratteria,  e  privoUo  in  per- 
petuo  degli  ufici,  e  simile  Chele  suo  fratello  con  certi  suoi  compagni,  ch'erano  venuti  con 
lui,  e  poi  condanno  Zanobi  Borghi,  quando  stette  al  sindacato  per  lo  priorato,  perchfe  avea 
datogli  la  famiglia,  in  lire  1500.     E  cio  fu  di  gennaio  1324. 

20  RuBRiCA  383*  —  Come  si  die  baTia  a'  Priori  di  poter  cassarc  la  famiglia  di  tutti  li  rettori 
di  Firenze, 

Avendo  f atto  questo  Esecutore  cotante  cose,  usava  la  sua  balia  troppo  sfrenatamente,  e 
quasi  avea  per  niente,  non  che  i  cittadini,  ma  Toficio  de'  Priori.     Di  che  si  rawidono  i  buoni 
uomini,  e  feciono  una  riformagione  che  Tuficio  del  priorato  potesse  cassare   e  rimuovere   la 
25  famiglia  d'ogni  rettore.     Ed  ogni  volta  rimossa  la  famiglia,  egli  non  puo  fare  uficio.    Di  che 
stette  piu  a  freno  che  non  facea  prima.     E  ci6  fu  di  febbraio  1324. 

RuBRicA  384"  —  Come'  Castruccio  fece  compagnia  con  gli  Pistolesi,  ed  i  Fiorentini presero       /.,  vi,  4o 
guardia  in  Pistoia. 

Messer  Filippo  Tedici,  signore  di  Pistoia,  essendo  cavalcato  da  Castruccio,  infra  altre  terre 

30  gli  tolse  la  Sambuca.     Quegli  mand6  a  Firenze,  ed  ebbe  ogni  patto  che  volle,  e  promisse  es- 

sere  contra  Castruccio,  ed  ebbe  i  soldati  de'  Fiorentini  seco  in  guardia;  e  tutto   ci6   faceva 

per  battere  Castruccio,  ed  avere  piu  danari,  e  cosl  ebbe  i  soldati.  E  ci6  fu  a  dl  25  febbraio  1324. 

RuBRiCA  385*  —  Come  Castruccio  ordinh  trattato  in  Firenze. 

I  Avea  Castruccio  sempre  trama  in  Firenze    e    nel    contado  d'uomini  grandi  e  di   soldati 

35  infra'  quali  era  uno  Tommaso  di  Lippaccio  Frescobaldi,  uomo  di  seguito  e  di  grande  animo 

e  di  poca  fede  e  dimestico  di  Castruccio.     Di  che  Castruccio  avea  un  suo  caro  famiglio,  non 


3.  maledetti]  omm.  A.  —  4.  eranoj  n'era  A.  —  4-3.  con  troppa  audacia]  troppo  aldaci  A.  —  $.  a.  tiranneg- 
giatamente]  tiranneggiamente  G.  R.  —  $-(>.  male  n'era  contento]  n'era  mal  contento  —  8.  provvidono]  procuraro 
G.R.  —  9.  Landulfo]  Landolfo  A.  —  9-10.  Bordonl....  baratteria]  Bordoni  condottieri,  furono  tamburati  dl  ba- 
ratterla  G.  R.  Anche  in  A.  tamburati  i  corretto  in  tamburato  —  11.  Cliele]  Micliele  A.  —  14.  Priori]  Signori  G.  R. 
—  i6.  2000]  1000  G.  R.  —  17.  Chele]  Michele  A.  —  18-19.  condann6....  1500]  condarin6  quello  Zanobi  il  quale  avea 
dato  la  famiglia  al  sindacato  suo  in  lire  1500  G.  /?. ;  in  iire  1200  /.  —  19.  E  cl6  fu  di  gcnnaio  1324]  omm.  A,  — 
2j.  usava]  usando  G.  R.  -  sfrenatamente]  smisuratamente  G.  R,  —  22-23.  e  quasi  avea  pcr  niente]  otnm,  A.  — 
23-24.  i  buoni  uominl]  omm.  A.  —  24.  del  Priorato]  dei  Prlorl  A,  —  26.  freno. ...  facen]  freno  dal  d\  innanzl  che 
non  facea  G,  R,  -  1324]  1323  A.  —  31.  faceva]  fu  fatto  G,  R.  —  32.  E  ci6  fii  a  d\  25]  oinm.  A, 


140  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1325J 


molto  noto  in  Firenze,  ma  a  lui  fedelissimo,  il  quale  mandb  a  atare  col  detto  Tommaso,  e 
con  lui  sMntendeano  insieme  per  ambasciata.  Di  che  quello  che  tramavano  un  di  venne  a 
luce;  perocchi  andando  lo   detto  famiglio,  e'  facea  la  via  da  Montelupo,  e   passava  a  Fu- 

/.,  »1, 41       cecchio,    il  Podest^,   avendolo '  piix  volte  veduto   si   la  sera  o  il  dl,  e  poi  non  lo  rivedea 

Taltro  dl,  ma  al  terzo  di  si,  lo  scrisse  a  Firenze.     Di  che  fu  preso,  manifestb  il  trattato;  il  quale     j 
era  in  questa  forma:  che  uno  penitenziere  di  Papa,  il  qua!e  il  Papa  mandava,  che  chi  foase 
contro  a  Castruccio  fosse  assoluto  di  colpa  e  di  pena,  e  lo  processo  era  venuto  a  Firenze,  come 
ereticoj|,'pronunziato;  lo  quale  era  coUa  gente  de'  Franceschi,  ch'era  al  soldo  de'  Fiorentini, 
il  quale  si  chiamava  messer  Cristiano;   con  costui  questo  Tommaso  ordin6  che   corrompesse 
della  brigata  francesca  a  ire  al  soldo  di  Castruccio,  e  gih  avea  accordato  uno   messer  lanni  10 
compagno  di  messer  Guglielmo  di  Nores  e  messer  Guillielmo  medesimo  e  messer  Miles  dal 
Zuro,   questi  due  erano   conestabili,  e   dovieno   corrompere   gli   altri.    Ma  eglino  medesimi 
promesso  avieno  a  Tommaso  detto  d'andare  a  Castruccio ;  e  perch^  i  Frescobaldi  sono  grandi 
inverso  Empoli  e  per  quelle  contrade,  questa  gente,  quando   dovieno  uscire  di  Firenze   con 
quella  che  corrompere  potessero,  doveano  andare  con  Tommaso  Frescobaldi  in  modo  di  fare  11 
una  cavalcata    e  prendere  Montelupo  e  Capraia  e  darla  a  Castruccio.     Di  che  confessato  il 
fatto,  vollc  esser  preso  Tommaso;  egli  avea  sentito  preso  il  suo  famiglio,  onde  8'era  cessato. 

/..  VI, «  Fu  preso  quello  messer  Cristiano  e  messer  Gianni.  Di  due  altri  conestabili'  parve  fosse 
meglio  tacersi  e  ritenere  le  scuse,  perocchfe  non  era  sicuro  cercare  troppo  addentro,  perocchfe 
sarebbono  rimasi  per  aventura  sanza  gente,  perocchfe  a^aeno  mandati  a'  Perugini  degli  altri  20 
soldati  per  la  guerra  di  Castello.  Di  che  fu  tagliata  la  testa  a  messer  Gianni,  e  li  detti  co- 
nestabili  la  sentirono,  perchfe  vidono  loro  non  essere  stati  a  confessare  il  trattato  ch'avieno. 
II  monaco  fu,  cioh  messer  Cristiano,  a  perpetua  carcere  condannato.  E  ci5  fu  neiranno  del 
Signore  1325  a'  di  17  d'aprile. 

RuBRiCA  386*  —  Come  furono  faiti  certi  citladini  e  contadini,   che   erano   Grandi   po-polani  25 
in  Firenze. 

Per  iscemare  la  potenza  de'  Grandi,  furono  fatte  dieci  famiglie,  che  erano  del  numero 
de'  Grandi,  popolani,  e  25  case  di  nobili  di  contado  sirailemente  Grandi  furono  fatte  po- 
polane.    E  ci6  fu  d'aprile  neiranno  1325. 

RuBRiCA  387'  —  Come  Castruccio  cbbe  Pistoia.  30 

Neiranno  del  Signore  1325  a'  di  5  del  mese  di  maggio,  come  e  detto  addietro,  Caslruccio 
/.,  VI,  43  tenea  trattato  in  Firenze  e  nelle  terre,  ed  in  Pistoia  singularmente  questa  notte'  intro  con 
tutta  sua  cavalleria,  ed  al  fare  del  giomo  corse  la  terra  in  Pistoia.  Avea  100  uomini  da 
cavaUo  de'  Fiorentini,  li  quali  con  gli  Guelfi  molto  bene  provarono ;  ma  f urono  tutti  tra  morti 
e  presi.  Questo  trattato  fece  messer  Filippo  Tedici  per  10  000  fiorini,  ch'ebbe  da  Castruccio,  35 
ed  ebbe  la  figliuola  per  moglie.  E  bene  gliele  pot^  dare,  chfe  in  sei  mesi  di  rendita  di  Pi- 
stoia  sconto  le  spese.  Sentissi  in  suUa  sesta  in  Firenze;  di  che  subito  fu  neirarme  e  da 
piede  e  da  cavallo,  credendo  non  fosse  perduta,  ma  assaUta.  Quando  furono  a  Prato  tro- 
varono  ch'era  spacciata;  di  che  si  tornarono  addietro  con  riprensione;  perocchfe  con  quelU 
danari  medesimi  ravrebbono  avuta  i  Fiorentini,  che  piu  volte  furono  tentati.  Ma  che  fosse  40 
difetto  di  non  saperlo  fare,  o  di  non  potere;  perocch^   megUo  mena  una  faccenda  uno  si- 


I 


I.  fedelisslmo]  molto  fedele  A. —  3-4.  famiglio...,  Fucecciiio]  famiglio  da  Montelupo  e  da  Fuceccliio  A.  — 
5.  ma  al  terzo]  e  il  terzo  G.  R.  •  fu]  omm.  G.  R.  —  7.  venuto]  omm.  A.  —  7-8.  come  eretico  pronunziato]  come  era .... 
{lacuna)  pronunziato  G.  R.;  come  era  stato  pronunziato  /.  —  9.  ordinfi]  omm.  G.  R.  —  IJ.  Zuro]  Zurro  G.  R.  — 
18-19.  parve  fo8se  meglio  tacersi]  parre  meglio  di  tacersi  A.  —  30.  per  aventura]  per  la  ventura  G.  R.  —  22.  ia 
sentirono  perchb]  la  sentirono  di  morire  lui  perclib  G.  R.  —  24.  a'  d\  17  d'aprile]  omm.  A.  —  aS.  similemente  Grandi] 
omm.  A.  —  31.  a'  A\  5  dei  mese]  omm.  A.  -  come  h  detto  addietro]  omm.  A.  —  34.  tra]  omm.  G.  R.  —  36.  sel  mesl 
di  rendita]  sei  mesl  gli  avea  di  rendita  A.- 


[A.  1325]  CRONACA  FIORENTINA  141 

gnore,  ch'e  solo  a'  fatti  suoi,  che  uno  Comune,  che   sono  aasai;  pure  cosi  and6  con  danno 
e  vergogna  de'  Fiorentini. 

RuBRiCA  388''  —  Come  Castruccio  tenea  trattato  in  Prato,  e  come  si  sco-perse. 

Era  Castruccio,  com'  h  detto  la  3*  rubr.  addietro,  in  molti  trattati  con  gli  uomini  e  sud- 
5  diti  di  Firenze  e  delle  castella,  ed  in  Prato  era  in  trattato  con  messer  Vita  Pugliesi.  II  quale 
trattato '  scoferse  un  Giovanni  Alfani,  che  f acea  la  alcun  traffico.     Trovossi  un  di  dirieto  alla       /.,  vi,  m 
cappella  maggiore  di  S.  Maria,  ove  messer  Vita  con  uno  gentiluomo  era  a  parlare,  e  dicendo : 
"  giovedi  notte  state  alla  porta,  e  noi  dentro,  e  voi  di  fuori,  ed  io  saro  bene  forte  d'amici  e 
"  di  contadini  , .     Costui,  stando  ivi  a  orare,  f ece  vista  di  dormire,  se  veduto   f osse ;  di  che 
,  10  ando  bene  la  cosa,  che  veduto  ei  non  fu.     Lo  detto  Giovanne  monto  a  cavallo,  e  corse  a  Fi- 
renze.     La  gente,  che  gik  era  tutta  tornata  in  Firenze  e  disarmava,  s'arm6,  e  giunse  a  Prato 
e  di  notte  intr6,  sicchfe  chi  si  pens6  si  fuggi,  ma  pure  poi  fu  preso....  e  fu  loro  tagliatoil 
capo.     Non  so  se  per  grazia  divina  S.  Maria  concesse  che  colui  fosse  ito  a  orare,   chh  cosl 
andava,  come  Pistoia.  E  tiensi  che  se   avea  Prato,  era,  per  le  divisioni,  e   perchfe  i  Fioren- 
15  tini  sono  piu  atti  a  mercatanzia  che  ad  altro,  Firenze  era  di  Castruccio. 
*. 

RuBRiCA  389*  —  Come  messer  Ramondo  di  Cardona  fue  ca-pitano  dc'  Fiorentini. 

Li  Fiorentini  molto  tribulati,  aveano  cerco  di  capitano  di  guerra,  ed  infra  gli  altri  uno 
messer'  Ramondo  di  Cardona    della  provincia  di....  venendo  da  Vignone,  capitato  era  a  Ta-        t.,  vi,  45 
lamone.     Di   che   venendo   in   Firenze  a'   di   5    di   maggio,   che  era   scoperto   il   trattato   di 

20  Pistoia,  erano  sconsolati  i  Fiorentini,  e  costui  insino  a  Siena  era  stato  tastato  d'essere  loro 
capitano,  e  chi  dice  piu  l^,  ma  pure  venuto  in  Firenze  gli  fu  fatto  ogni  patto  che  chiese. 
Di  che  il   seguente  di  accett6;  e  fu  quegli   che  accettato   cavalc6  a  Prato,    che  quando  era 

I       in  suUa  piazza,  venne  la  novella,  ed  egli  avea  allora  giurato,  ed  andowi  subito,  ed  ebbe  la 
buona  ventura  di  non  perdersi  Prato,  come  Pistoia. 

25  RuBRiCA  390*  —  Come  il  comune  di  Firenze  ebbc  Artimino  ch'era  de'  Pistolesi. 

Li  Fiorentini  erano  a  assedio  al  castello  di  Artimino,  lo  quale  era  de'  Pistolesi,  ed  ul- 

timamente  si  renderono,  salvo  solo  le  persone;  e  mandati  a  Firenze,  che  furono  i  terrieri  102 

ed  i  forestieri  116,  li  quali  il  Comune  serv6  loro  i  patti,  e  lasciolli  ire.     E  la  campana  d'Ar- 

timino  venne  in  Firenze,  e  tutte  le  mura  del  castello  furono  abbattute.  Ed  ebbesi  a'  di  22  di 

30  maggio  1325. 

RuBRiCA  391*  —  Come'  Voste  de'  Fiorentini  andb  fuori  di  Firenzc  fcr  andare  a  Pistoia.  /.,  vi,  46 

Messer  Ramondo  di  Cardona,  capitano  de  i  Fiorentini,  uscl  di  Firenze  a'  di  8  di  giugno 

per  porre  oste  a  Pistoia  con  3454  uomini   da  cavallo   tra  forestieri  e   terrazzani  e   cittadini 

di  cavallate;  e  furono  pedoni  circa  15250  e  con  grandissimo  fornimento  ed  arnesi  da  porre 

35  campo  meglio  in  concio  che  grande  tempo  il  Comune  avesse  usato  fare.     E  giunti  a  Prato, 


I.  ch'fe  solo]  che  n'&  solo  A,  -  che  uno  Coraune]  che  non  fu  un  Comune  A.  —  4,  come  4  detto  la  3'  rubr. 
addietro]  0»»/«.  A.  —  4-5.  e  sudditi]  0/«;«.  O.  R.  —  5.  in  trattato]  un  trattato  O.  R.  —  7.  S.  Marla  ove  messer] 
S.  Maria  ov'era  messer  /.  -  era  a  parlare]  essere  a  parlare  /.  —  12.  di  notte....  fu  loro  tagliato]  dl  notte  intr6, 
sicclife  si  pens6  pure  fugglre  ma  pure  fu  preso....  fu  loro  tagliato  O.  R.;  di  notte  intr6.  Sicchfe  si  pens6  Pugliesi 
1  fuggjre  ma  purc  fu  preso  con  altri,  cd  egli  e'  suoi  cacciati  di  Prato  ed  altri  simihnente  scoperti  fu  loro  taglialo  /. 
—  17.  ed  infra  gli  altri]  omm.  A.  —  iS.  capitato]  capltano  O.  R,  —  28-29.  campana  d'Artimino  venre]  campana 
loro  vcnne  A.  —  33.  per  porre  oste  a  Pistoia]  per  potere  essere  a  Pistoia  /.  —  33-34-  con  3454....  fornlmcnto] 
con  3500  caragli  tra  forestieri  e  cavallate  e  15000  pedoni  con  grande  fornimento  A.  —  35.  meglio  in  concio.... 
E  giunti]  meglio  ia  punto  che  gran  tempo  focesse  ii  Comune.    E  giunti  A. 


142  CRONACA  FIORENTINA  [A,  1325) 


quivi  si  raccolse  molta  gente,  oltre  a  questi  a  piede.  Poi  a'  di  1 7  di  giugno  posero  il  campo 
a  Pistoia,  e  tutto  guastarono  intomo  intomo.  Messer  Kamondo  vedendo  dentro  Castruccio, 
e  non  uscia  di  fuori,  si  si  maravigliava,  puose  rassedio  a  Tizzano,  e  mand6  a  Fucecchio,  e 
fece  fare  un  ponte,  e  passb  in  buI  passo  di  Risaiuolo,  del  quale  ponte  fu  maravigliosa  cosa ; 
e  puosersi  a  Cappiano  a  sedio,  e  Castruccio  {Raimondo?)  passb  con  tutta  l'o8te  e  con  gli  usciti  5 
di  Lucca  a'  dl  11  di  luglio  1325.  Castruccio,  come  ci6  senti,  si  maravigli6,  perocchfe  non  mai 
piii  ponte  8'era  fatto  a  passare  se  non  per  Cappiano  e  quella  via.  Uscl  fuori  di  Plstoia,  e 
puosesi  a  poggio,  dove....  {lacund)  fece  fare  fossi  e  steccati  dal  poggio  al  padule,  e  prima 
/.,  VI,  47       di  piii  dl  avea  mandato  dagli  amici  a  ricercare  aiuto,'  ed  eragli  venuto.     Di  che  avea  circa 

600  uomini  di  cavallo.     £  cosl  stava  Tuna  oste  appresso  Taltra,  ciascuna  con  buona  guardia.  10 

RuBRiCA  392*  —  Comc  i  Fiorentini  chbono  il  fonte  a  Caffiano  e  Moniefahone. 

II  comune  di  Firenze,  essendo  a  oste  a  Cappiano,  ebbe  le  torri  ed  il  ponte  a'  dl  18 
di  luglio  e  Montefalcone  a'  di  29  di  luglio ;  e  questa  vittoria  molto  rincor6  la  brigata  fioren- 
tina;  e  la  brigata  di  Castruccio  fece  il  contrario  di  sbigottimento. 

RuBRicA  393*  —  Comc  Castruccio  fece  cavalcarc  al  fonte  a  Carmignano,  e  tenne  trattato  con  15 
gli  Franceschi. 

Castruccio,  veggendo  la  forza  non  essere  sua,  ebbe  sua  gente  ch'era  a  Pistoia,  e  feceli 
cavalcare  a  Prato  ed  a   Carmignano,  e  feciono  grande  danno.     Ma  in  questo  mezzo  i   Fio- 
rentini,  ricevuta  gente  da  Bologna,  uscirono  fuori,  e  ruppongli  in  su  quello  di  Carmignano, 
/.,  VI,  4»       a'  di  ii  d'ag08to;  e  tra  presi  e  morti  ne  furono  piii  di  400.    Castruccio  tenea  trattato'  con  20 
'  gli  cavalieri  franceschi,  ed  ultimamente  quelli  medesimi,   ch'egli  avea  prima  corrotti,   simile 

ebbe  allo  assedio,  ove  era  la  brigata  de'  Fiorentini  ad  Altopascio,  e  quivi  messer  GuilUelmo 
preso;  e  messer  Miles  infermo  a  morte,  lo  paleso,  e  morissi.  Li  Franceschi,  sentendo  ci6, 
cominciarono  a  rinfrancescarsi.  Di  che  per  lo  meglio  messer  Guillielmo  disse  di  volere  ire  allo 
re  Uberto,  e  cosi  promisse,  ma  egli  and6  a  Castruccio.  Di  che  per  questa  tema,  e  per  molti  25 
malati  per  lo  assedio  della  Lusciana,  i  Fiorentini  richiesono  ramistk,  che  d'ogni  parte  vi 
verme;  di  che  fu  forte  Toste  de'  Fiorentini. 

RuBRiCA  394*  —  Come  i  Fiorentini  ebbono  il  castello  d'Altopascio,  c  rotto  fu   il  camfo  per 
testa  de'  Fiorcntini. 

II  comune  di  Firenze  essendo  ad  oste  ad  Altopascio,  e  gli  Altopascini  veggendo  non  30 
avere  soccorso  da  Castruccio,  si  renderono,  salve  le  persone,  che  erano  da  406  fanti  ed  avieno 
grande  fomimento.  Avuto  Altopascio,  fu  quistione  d'andare  a  Lucca,  o  d'andare  a  S.  Maria 
a  Monte ;  e  questa  era  Toste  in  sfetta,  come  nella  citta.  I  Grandi  consigliavano  messer  Ra- 
mondo  andasse  a  Lucca,  e  che  addimandasse  balia,  e  questo  consigUavano  per  iscandolo. 
/.,  VI,  49  Li  popolani  e  buoni  uomini  volieno '  ire  a  S.  Maria  a  Monte ;  pure  si  prese  di  mandare  a  35 
Firenze,  e  quivi  fu  Taltra  contesa  per  lo  simile  modo  e  sette.  Dissesi  che  Toste  era  infie- 
bolita  per  difetto  di  messer  Ramondo;  perocche  per  danari,  che  riceveva  dagli  uomini  del 
campo,  li  licenziava  andarsene.  Pure  vinse  la  setta  de'  Grandi,  e  partironsi  il  dl  di  S.  Maria 
di  settembre  ed  andame  alla  Badia  a  Pozzevere. 


i-a.  posero  U  campo  a  Pistola]  furono  ad  oste  intorno  a  Plstoia  G.  R.  —  i.  intorno,  intomo]  intomo  G.  R.  — 
4.  Risaiuolo]  Risamoio  G.  R. ;  Rosamolo  /»  noia  I.  (Repetti,  Diz.  della  Toscana  ad  voc,  ha  Rosaiuolo)  —  6-7.  Luc- 

ca Castruccioj  Lucca;  e  ci6  fu  a  d\  11  di  luglio.     Castruccio   G.  R.  —  8.   La  lacuna  e  segnaia  solo  in  G.R.  — 

10.  600  uomini  di  caT.illo]  1800  uomini  a  carailo  A.  -  con  buona]  a  buona  A  —  13.  a  dl  19  di  luglio]  omm.  A.  - 
S    e  questa  vittoria]  e  questo  A.  —  31.  corrotti]  corretti   G.  /?.  —  33.  infermo....  Ll  Franceschii]  infermato  a  morte 
di  clie  mori  lo  palesi.  I  Francesclii  .,4.-24.  rlnfrancescarsi]  infrancescarsi  G.  R.  —  30.  di  Firenze]  <»»i»».  A.  —  31-  406] 
500  A.  —  36.  per  lo  simiie  modo  e  sfette]  per  le  s&tte  A, 


[A.  1323]  CRONACA  FIORENTINA  143 


RuBRicA  395"  —  Come  i  Fiorcntini  furono  sconfitti  dalla  gcnte  di  Castruccio. 

Castruccio  avea  mandato  in  Lombardia  per  gente  a  messer  Galeazzo,  di  che  egli  mando 
10000  fiorini,  e  promisegli  20,  di  che  ebbe  800  cavalieri,  e  200  n'ebbe  da  messer  Passerino 
di  Mantova.  Castruccio  aspettava  la  gente,  e  sentendo  che  i  Fiorentini  mandavano  per  la 
gente  che  tornassono,  che  aveano  novelle  della  gente  che  veniano  e  sentiano  affiebolito  Toste 
loro,  subito  Castruccio  fece  che  le  castella  di  Valdinievole  menarono  trattato  di  rendersi,  e 
icosi  li  condusse  a  non  ubbidire  di  partirsi,  ma  ridussersi  inverso  Altopascio.  Poi  per  im- 
pulsamento  di  messer  Bornio,  suo  maliscalco,  si  rifece  innanzi  piu  che  Pozzevere;  pare  si 
dica  per  danari  ch'ebbe '  da'   Castruccio  mediante  messer   Galeazzo,  cui  cavaliere  e  soldato       /.,  vi,  so 

3  era  stato  il  detto  maliscalco.  Di  che  a'  di  21  di  settembre  mando  il  capitano  messer  Urlim- 
bacche  e  lo  maliscalco  a  spiare  per  volere  andare  verso  Castruccio  con  120  cavalieri.  Ca- 
struccio  mando  ad  attizzare  il  badalucco ;  di  che  l'oste  senza  niuno  ordine  trasse.  Castruccio 
con  grande  ordine  segui,  e  infino  a  sera  si  combatt^.  La  notte  li  divise ;  Castruccio  se  n'and6 
la  notte  in  Lucca,  perch^  messer   Azzo   era  venuto  coUa  gente,   ciofe  il   figliuolo   di   messer 

5  Galeazzo  Bisconti,  di  che  volea  danari  anzi  che  combattesse.  Di  che  con  pegni  d'ariento, 
e  con  danari  e  con  promissioni  di  mercatanti,  circa  fiorini  6000  ebbe,  e  poi  cavalco  Faltro 
di.  E  messer  Ramondo  si  torn6  ad  Altopascio  a'  di  22  del  mese  di  settembre.  La  mattina 
Castruccio  fu  alle  mani  co'  Fiorentini  ad  Altopascio,  e  la  brigata  di  Lombardia  fece  stu- 
diare.     Ultimamente  venuto  lo  maliscalco  Bomio  col  fiore  delFoste,  coUa  bandiera  de'  feritori 

J  si  trasse  innanzi,  e  come  s'affrontarono,  ed  egli  fece  volgere  la  bandiera.  L'oste,  veggendo 
fuggire  la  bandiera  de'  feridori,  si  misse  in  fuga,  salvo  i  pedoni  ed  il  capitano,  il  quale  fu 
preso  con  molti  buoni  uomini;  ma  innanzi  che  si  tomasse  Castruccio  di  ricogliere  il  campo, 
mando  sua  gente  a  pigliare  il  passo  di  Cappiano  ed  il  ponte.  Di  che  quando  seppono  la 
rotta'  da'  loro  medesimi,  si  fuggirono,  e  lasciarono  la  fortezza;  di  che  i  Fiorentini  fuggiano       /.,  vi,  si 

1  per  quella  via,  ed  erano  presi.  Furono  presi  con  messer  Ramondo  molti  buoni  uomini  da 
Firenze,  e  molti  altri  presi  di  di  in  di  fuggiti,  e  molti  n'affogarono  nella  Gusciana  fuggendo. 
Fu  la  detta  sconfitta  in  nelFora  di  sesta  a'  di  23  di  settembre  1325. 

[I   RuBRicA  396'  —  Come  s'cbbe  Castruccio  Montefalconc  cd  Altofascio. 


Poi  Castmccio  seguit6  sua  vittoria,  se  ne  ando  a  Montefalcone,   ed  il  primo   di   di  ot- 
)  tobre  Tebbe.     Appresso  seguendo  ando  ad  Altopascio,  lo  quale  vilmente  si  rend^,  ch'era  forte 
e  ben  fomito  di  vettovaglia  e  di  gente.     E  ci6  fu  a'  di  6  del  mese  d'ottobre  neU'anno  del 
Signore  1325. 

RuBRicA  397*  —  Come  Mangone  vennc  allc  mani  del  comune  di  Fircnze. 

Era  stato  lo  conte  Alessandro  de'  conti  Alberti,  per  addietro,  padre  d'Alberto  e  di  Ne- 
rone,  ed  avea  lasciato  testando  la  guardia  al  comune  di  Firenze,  e  perchfe  avea  ritenuti 
certi  censi  fece  coscienza,  e  lasci6  erede  il  comune  di  Firenze,  che  in  quanto  i  figliuoli 
morissono'  sanza  erede  maschio  veruno,  Mangone  pervenisse  al  Comune;  e  poi  dopo  la  morte  /.,  vi,  52 
d'AIessandro  li  detti  Alberto  e  Nerone  ratificaro.  Accadde  che  messer  Benuccio  Salimbeni 
tolse  per  moglie  una  figliuola  di  Nerone,  ch'era  rimasa,  e  per  dota  si  tenea  Vemia.  Di  che 
)  Alberto  non  volea  che  messer  Benuccio  tenesse  Vemia;  di  che  guerreggiavano.     Addivenne 


: 


8-9.  pare  si  dica]  e  dissesl  A.  —  lo.  detto]  omm.  A.  —  ii.  spiare]   spianare  A.  —  12.  attizzarc]  rizzare  A, 

—  13.  con  grande  ordine  segul]  clie  con  grande  ordine  la  segu\  G.  R.  —  15.  Biscontl  di  che]  Bisconti  clie  /.,  tna 
non  cosi  i  codici  —  17.  del  mese]  0;«/«.  A.  —  37.  in  nell'ora  di  sesta]  omm.  A.  —  29-31.  Montefalcone... .  ben  fornl- 
to]  Montefalcone,  ed  ebbelo,  e  prese  Altopascio  vilraente,  chfe  era  ben  fornito  A.  —  31.  e  di  gente.  E  ci6  fu]  omm.  A. 

—  3 '•.■52.  nell'anno  del  Signore]  omm.  A.  —  34.  per  addletro]  omm.  A.  —  36.  erede]  ercda  A.  —  37.  pervenlsse] 
pervenissono  A.  —  39.  per  dota]  per  donna  A. 


144  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1335] 


che  uno  figliuolo  bastardo  di  Nerone,  che  venla  ad  essere  nipote  d'Alberto,  coiraiuto  di 
messer  Benuccio  e  degli  Ubaldini,  a  tradimento  uccise  Alberto  del  mese  d'ag08to  a'  di  20. 
Avea  nome  Spinello,  e  tolse  la  signoria  di  Mangone.  II  comune  di  Firenze  sentendo  queRto, 
venne  cercando  8ue  ragioni,  ed  ultimamente  Spinello,  non  veggendo  dal  Comune  potersi  di- 
fendere,  lo  vendfe  1 700  fiorini  d'oro.  Ed  ebbe  la  pos8e88ione  il  comune  di  Firenze  a'  di  11  d'ot- 
tobre  1325. 

/.,  VI,  jj       RuBRiCA  398*  —  Come '  Castruccio  venne  coWoste  sua  a  Firenze,  e  dove. 

Castruccio,  avuto  la  vittoria  e  preso  Altopascio,  fece   abbattere  il   ponte  a  Cappiano  e 
la  fortezza  che  v'era  e  Montefalcone,  perocchfe  erano   in  corpo  alle   terre   de   i   Fiorentini. 
Poi  se  ne  venne  in  Pistoia  a'  dl  26  di  settembre,  e  a'  di  27  mand6   Toste  a  Carmignano   e  1 
prese  ogni  cosa,  salvocchfe  la  rocca.     A'  dl  29  Castruccio  in  persona  venne  alla  Torre  coll'o8te 
8ua,  e  a'  di  30  ando  coiroste  in  sul  poggio  e  piano  di  sopra  a  Signa,  e  fu  Signa  abbando- 
nata  da'  soldati  de'  Fiorentini.     A'  di  30  di  settembre  puose  suo  campo  a  Sanmoro,  e  fece 
ardere  e  dibruciare  il  piano,  c\6k   Brozzi  e  Campi  e  Quaracchi,   e   arso,   passo  piii  innanzi, 
perocchfe  and6  a'  di  primo  d'ottobre  ne'  borghi  di  Peretola,  e  fece  intino  alla  cittk  di   Fi-  1 
renze  venire  suoi  corridori,  e  nelle  porte  fece  balestrare,  e,  chi  disse,  lanciare:  e  bene  spol- 
verezzo  con  fuochi  e  ruberia  tutto  il  piano.     A'   di  4  d'ottobre  fece   correre  tre  pali:  runo 
di  scarlatto  a  cavallo,  raltro  di  panno  bianco  a'  pedoni,  lo  terzo  di  guamello  a  femmine.     E 
mossonsi  di  sul  fiumicello  di  Rifredi;  e  non  pero  a  quel  tempo  si  dice  che'  Fiorentini  avieno 
comecch^  fossero  stati  sconfitti,  piu  gente  che  Castruccio;  e  non  usci   persona  di  fuori  per  ^- 
I.,  VI,  5«       tema  di  trattato.'     A'  di  5  si  parti,  ed  arse  Peretola,  e  prese  il  castello  di  Capalle  e  di  Ca- 
lenzano,  ed  andossene  a  Signa.     A'  di  6  arse  tutto  il  piano  dalla  Lastra  infino  a  Grieve,  e 
mand5  i  corridori  infino  tanto  che  colle  balestra  gittarono  nella  porta ;  e  poi  sali  una  brigata 
infino  a  MarignoIIe  ed   infino  a  Softiano,  e  parte   ne   scorsono  infino  a   Colombaia,   ardendo 
ci6  che  innanzi  loro  era.     A'  dl  8  mando  infino  a  Giogoli  e  a  Pesa  e  a  Torri,  e  stesonsi  a  2. 
Montelupo,  e  arsono  il  suo  borgo  e  quello  di  Pontomo.     Ebbe  infra  questi  di  la  rocca  di 
Carmignano,  e  poi  ripasso  Tacqua  d'Amo  a'  dl  12,  e  ando  verso  Prato  facendo  il  simile. 

RuBRiCA  399*  —  Come  Azzo  vollc  vcnire  a  Firenze  la  seconda  volta,  c  fece  correre  il  falio. 

Aveano  i  Fiorentini  a  petizione  del  Papa  mandato  in  Lombardia  contra  la  casa  de'  Bi- 
sconti  gente  due  volte,  e  fatto  correre  il  palio  in  suUe  porti  di  ISIelano ;  Azzo  sl  s'era,  come  3< 
detto  6  addietro  cinque  rubriche,  trovato  a  sconfiggere  la  gente  de'  Fiorentini,  e  statosi  infino 
a  questo  di  a  riposare  in  Lucca,  tanto  che  ebbe  i  danari  della  promessa  e  delle  sue  prede. 
Poi,  per  vendicarsi  de'  Fiorentini,  venne  a  Castruccio,  e  con  lui  s'accozz6,  e  furono  circa 
/.,  VI,  35       2000  uomini  da  cavallo,  e   cavalcarono,   e  vennono'  a  Rifredi,  e  fece  correre  uno  palio  di 

sciamito  a  traverso  a  Rifredi,  e  tennerlo  in  Tlsola  per  modo  che  in  Firenze  si  vedea   ogni  3: 
cosa.     Di  che  in  Firenze  fu  gran  dotta  per  questa  seconda  tomata.    E  ci6  fu  a'  di  26  d'ot- 
tobre  1325.    Lo  secondo  di  si  tom6  verso  Lucca,  e  andossene  in  Lombardia. 


3-3.  del  mese  dl  agosto  a  d\  30.  Avea]  a  d\  ao  d'agosto  1323  costui  amaz6.  Aveva  A.  —  5-6.  fiorini  d'oro.... 
13J5J  fiorini  d'oro  al  comune  di  Firenze:  ebene  la  possessione  d'ottobre  1335  A.  —  9.  che  r'era]  omm.  A.  —  10.  e 
a  d\  37]  e  l'aItro  d\  A.  —  lo-ii.  e  prcse]  ed  ebbe  G.  R.  —  it.  alla  Torre]  a  le  core  A.  Fors*  il  copista  trascrisse 
male  la  parole  Torre.     Probahilmente  qui  si    allude   alla   localith    Torre    Becchi  vicino  a  Carmignano.    C/.  Rkpetti, 

S  Dlz.  cit.  advocem  —  13.  a'  d\  30]  a'  d\  39  G.  R.  —  14.  e  arso]  ed  arse  quivi  G,  R.  —  ij.  perocch^]  omm.  A.  -  Peretola] 
Paretola  G.  R.  —  i6.  nellc  porte]  In  nelle  porti  G.  R.  -  chi  disse]  omm.  A.  —  17.  fuochi]  fuoco  G.  R.  —  18.  a  fem- 
mine]  alle  femraine  A.  —  21.  II  castello  di]  omm.  A.  —  23.  colle  balestra]  con  balestra  -  sali]  salirono  A.  —  24.  ed 
infino  a  Sofliano]  e  a  Soffiano  A.  -  ne  scorsono  iafino]  oinm.  A.  —  35.  che  innanzi  loro  era]  ci6  si  para  loro  in- 
nanzi  A.  —  26.  Montelupo....  Pontorno]    Montelupo   e  a  Pontomo  -  infra]    in  A.  —  36-37.  la  rocca  di  Carmi- 

10  gnano]  il  castello  di  Carmignano  cioi  la  rocca  G.  R.  —  30-31.  come  detto  h  addietro  5  rubriche,  trovato]  omm. 
A.  —  35.  traTcrso  a]  traverso  da  A.  —  36.  dotta]  de*ta  A. 


[A.  1325]  CRONACA  FIORENTINA  145 


RuBRicA  400*  —  Comc  si  mando  al  re  Ruberto  -per  atuio,  ed  afforzossi  Fiesole  e  Samminiato 
a  Monte. 

Essendo  i  Fiorentini  cosi  malmenati  in   questa   furia,   perchfe   Castruccio  non   riponesse 

Fiesole,  rafforzarono,   e   fornirono  di   buona  gente  e  simile  Sanminiato  a  Monte,   e  manda- 

5  rono  allo  re  Ruberto  per  aiuto,  e  i  vicini  richiesero  e  fornironsi  di  gente  per  tema  non  pas- 

sasse  di  Ih   d'Amo   ad    ardere    inverso   S.  Salvi  o  Ripoli.     E   feciono  loro   capitano   messer 

Oddo  ch'era  capitano  della  gente  de'  Perugini. 

RuBRiCA  40 1  "*  —  Come  il  conte  Ugolino  da  Battifollc  fece  gita  in  Mugello. 

Com'^  detto,  il  comune  di  Firenze  compero  dal  conte  Manfredi  Ampinana,  sicch^  di 
0  ragione  la  tenea.  Essendo  il  comune  di  Firenze  nelle  dette  avversitadi '  di  pochi  di  scon-  /.,  vi,  56 
titto,  e  Castruccio  ardea  intorno  a  Firenze,  si  mosse  il  conte  Ugo  di  Guido  da  Battifolle,  e 
tolse  5  popoletti  e  ville  appie  dAmpinana,  e  ripuoseli  contra  il  volere  de'  Fiorentini;  cio 
furono....  E  questa  fu  a'  Fiorentini  troppa  gran  soma  a  sostenere,  perocch^  lo  padre  era 
stato  troppo  amico  de'  Fiorentini,  e  bene  si  notarono  colla  penna,  come  innanzi  diremo. 
5  Questo  fu  a'  di  2  d'ottobre  1325. 

RuBRiCA  402*  —  Come  Castruccio  -pose  oste  a  Prato,  c  -poi  fece  come  a  FirenzCf  ed  ando  in 
Valdimarina. 

Castruccio,  seguitando  sua  vittoria,   venne  ad  oste  a  Prato   a'  di  19  d'ottobre  nel  detto 
anno,  e  stettevi  dieci  di,  e  passo  in  Valdamo,  ed  arse  per  passare  in  Mugello.     La  lega  gli 

0  si  fece  a'  passi  alla  Croce  a  Combiati,  ed  i  Fiorentini  vi  mandarono  200  cavalieri  e  2000  pe- 
doni  dietro.   E  se  non  che  n'ebbe  lingua  si  8'era  impaurato,  e  ridussesi  innanzi   che  la  gente 
de'  Fiorentini  venisse,  ed  andonne  a  Signa,  e  mando  correndo  e  guastando  infino  a  Giogoli, 
e  fece  correre  infino  a  Rifredi ;  ed   ultimamente   si  parti   colla  grande' preda,  la  maggiore,       /..  vi,  57 
che  fosse  stata  fatta  a   Firenze,  gia   grandissimo   tempo.  E  certo  e'  non   potea  piu,   se   non 

5  vincea,  pagare  ma  tra  la   vittoria  e  '1   guadagno  e  poi   lo   riscatto   de'  pregioni   gli   feciono 
fare  gran  fatti.     Toraossi  in  Lucca  a'  dl  9  di  novembre  1325. 

RuBRiCA  403*  —  Come  Castruccio  fcce  dilegione  del  carroccio  e  de  fregioni  di  Firenze. 

Avea  nella  sconfitta  Castruccio  preso  il  carroccio  e  la  campana,  lo  quale  carroccio  avea 
adomato  lo  di  di  S.  Martino  delle  bandiere  del  comune  di  Firenze  e  de'  loto  soldati  e  fuvvi 
0  lo  carroccio,  e  mandollo  dinanzi  a  sfe  a  offerere  ed  appresso  51  carroccio  messer  Ramondo 
capitano  e  tutti  i  pregioni,  e  ciascuno  con  una  candela  di  12  danari  piccioli  ed  il  capitano 
con  uno  torchietto  alla  chiesa  di  S.  Martino;  ed  egli  con  molta  pompa  coUa  brigata  sua 
dietro.  Poi  fece  loro  uno  bello  mangiare;  e  fatto  ci6  li  fece  mettere  in  pregione  e  porre 
loro  grandi  taglie.     Li  cittadini  di  nome,  ch'ebbono  taglie,  si  furono  questi.... 

5  RuBRicA  404*  —  Come^  si  fecero  ordine  in  Firenze  che  certi  non  fotessero  avere  uficio  -per       /.,  vi,  ss 
alcun  tempo. 

Erano  in  Firenze  grandi  sospecioni  per  gli   cittadini  di   Firenze,   considerato  che  ogni 


S.  e  i  vklni]  ed  a  vicini  G.  R.  -  fornlronsi]  fondarsi  G.  R.  —  6.  di  I&  d'Arno....  S.  SaM]  dl  Xk  d*Arno 
e  dalla  cltta  cioi  a  S.  Saivi  G.  R.  —  7.  clie  era]  0»»»«.  A.  —  9.  Com'fe  detto]  Come  addietro  rubr.  350  fu  detto 
G.  R.  -  Amplnana]  al posto  di  quesia  jiarola  h  lacuna  in  G.R.  —  II.  di  Guldo]  0/«»«.  A.  —  12.  popoietti]  popoii  A. 
•  d'Ampinana]  lacuita  in  G.  R.  —  13.  E  qucsta]  E  questo  A.  —  14.  sl  notarono]  sc  n'atarono  A.  —  18-19.  nel 
detto  anno]  omiit.  A.  —  19.  Valdarno]  Valdimarina  G.  R.  —  23.  fece  correre]  omm.  A.  -  ed  ultlmamente]  e  dipoi  A. 
—  25.  c  poi  lo]  e  i  A,  —  36.  9  di  novembre  1325]  4  di  novembre  G.  R.  —  29.  fuvvi]  Buri  A.,  la  Itziont  «uvi 
di  A.  non  i  chiara  —  30.  raandollo  dinanzi  a  si\  raandoilo. . ..  {lacuna)  a  sh  G.  R.;  mandoiio  aila  chiesa  a  oiTcrere  G. 

T.  XXX,  p.  I  —  10. 


146  CRONACA  FIORENTINA  lA.  1325] 

dl  li  parenti  de'  presi  diceano  di  fare  pace  con  Castruccio,  essendo  da  lui  vituperatL  Di  che 
si  provvide  che  niuno  di  quel  legnaggio,  di  che  erano  presi,  non  potessero  avere  alcuno 
oficio  di  Comune  n6  dentro  la  citth,  nh  di  fuori,  nfe  essere  in  niuno  consiglio  mentre  li  pre- 
gioni  erano  presi.  Questo  fu  tenuto  grande  coaa,  e  molto  si  dolieno  i  parenti,  dicendo  loro 
esaere  morti  e  presi  in  servigio  di  Comune,  ed  ancora  segnati  per  sospetto ;  e  gran  turbazione  5 
nacque;  e  pure  cosl  si  stette  la  cosa.     Ci6  fu  a'  dl  13  di  novembre  1325. 

RuBRiCA  405*  —  Come  Castruccio  frese  il  castello  di  Montemurlo. 

Castruccio,  essendo  al  di  sopra  della  guerra,  come  h  detto,  si  venne  ad  assedio  al  ca- 
stello  di  Montemurlo  a"  dl  26  di  novembre  1325,  e  molte  fortezze  di  cittadini  e  torri  di 
/.,  VI,  59  guardia,  come  8'era  de'  Pazzi  e  Strozzi,  preae  e  disf ece,  che  erano  ivi,  e  poi  stette  f ermo '  1 0 
allo  assedio  infino  a'  dl  8  di  gennaio  1325,  e  poi  fece  patti  chi  lo  tenea,  ch'era  Giovanni 
di  meaaer  Tedici  Adimari  e  Neri  di  messer  Pazzino  de'  Pazzi,  salve  le  persone  e  ramese 
che  portare  ne  potessero.  Ed  ancora  si  dice  che  con  difici  gli  avieno  si  conci  che  fu  loro 
di  necessith  rendersi,  ed  ancora  Taveano  protestato  di  soccorso  piu  volte,  e  poteano  i  Fioren- 
tini  soccorrere,  e  non  voUono.  Castruccio  lo  foml,  e  murollo  molto  bene,  e  fece  con  esso  di  15 
molto  danno  e  vergogna  al  comune  di  Firenze. 

RuBRiCA  406'  —  Come  lo  re  Ruberto  mandb  gente  a'  Fiorentini. 

Come  narrato  h.  addietro  rubr.  400  i  Fiorentini  aveano  mandato  allo  re  Ruberto  per 
gente ;  la  quale  gente  giunse  in  Firenze ;  e  ci5  f urono  300  uomini  di  cavallo.  E  ci6  fu  nel- 
Tanno  del  Signore  1325  a'  dl  2  di  dicembre.  20 

RuBRiCA  407*  —  Come  la  gente  di  Castruccio  vcnne  infino  a  Monticelli  di  Firenze, 

/.,  VI,  60  Aveva  Castruccio  gente  a  Signa,  e  vennero  a  Firenze,  e  corsero  infino  presso  a  Firenze,' 

ove  si  dice  Monticelli  dalla  porta  a  S.  Friano.  Certa  gente  usci  fuori,  e  furono  rotti  quelli 
de'  Fiorentini.  Sonossi  le  campane  a  martello,  ed  uscl  fuori  il  Popolo  e  cavalieri,  e  diedono 
loro  la  caccia  infino  alla  Pieve  a  Settimo.     E  ci5  fu  a  di  10  di  dicembre   1325.  25 

RuBRlCA  408*  —  Come  i  Fiorentini  dierono  la  'nsegna  di  Firenze  ai  Bianchi  contra  Castruccio. 

Li  Fiorentini  si  vedeano  Castruccio   appresso  e  guerreggiare  e  spese  grandi;  ed  i  loro 
pregioni  li  tribulavano  che  li  loro  congiunti,  ch'erano  in   Firenze,   non   avendo   riguardo  al 
loro  stato,  nh  della  repubblica,  ogni  dl  trattavano  segretamente   con  Castmccio  e  spezial- 
mente  i  Grandi.     Onde  si  dilibero  di  darsi  a  messer  Carlo,  figliuolo  del  re  Ruberto,  il  quale  30 
era  primogenito  e  duca  di  Calavria,  e  si  veramente  che  egli  li  conservasse  in  quelli  statuti 
e  reggimento  ed  ordini  che  allora  erano,   e  si   veramente   alla  guerra  avesse  continuo    1000  ml 
uomini  di  cavallo,  li  quali  fossero  forestieri  del  suo  reame    e  non   del   regno,  e   per  questo  ■ 
avesse  ogni  mese  fiorini  16666  e  due  terzi  di  fiorino,  e  questo  s'intende8se  durare  lOanni; 
ed  esso  in  persona  stare  alla  guerra.     E  se  prima  conducesse  vinto  Castmccio,  o  pace  ono-  35 


I.  Dl  che]  omm.  A.  —  3.  nfe  dentro  la  citta  nfe  fuori]  drento  o  fuori  A.  -  niuno]  omm.  A.  —  5.  ed  ancora] 
e  poi  A.  —  6.  a  d\  13]  omm.  A.  —  8-9.  assedio  . . . .  e  molte]  assedio  a  Montemurlo  di  novembre  e  molte  A.  — 
II.  1315]  omm.  A.  -  fece]  fecero  C /?.  -  patti . . ..  Giovanni]  patti  con  quclli  clie  lo  teneano  ci6  fu  Giovanni  G.  R. 
—  13.  gli  avleno  si  conci]  l'avieno  s\  concia  A.  —  14.  ed  ancora  l'aveano  . .  . .  e  poteano]  ed  ancora  l^avjano  no- 
5  tificato  piu  volle  ch'edendo  soccorso  A.  —  18.  Come . . . .  i  Florentini]  Cora'  e  detto  i  Fiorentini  A,  —  19-30.  300  uo- 
mini ....  dicembre]  300  cavagli;  di  dicembre  1325  A.  —  22-33.  e  corsero  . . . .  a  S.  Friano]  e  corsono  infino  a  Mon- 
ticegli  e  San  Friano  A.  —  23-34.  quelli  del  Flor.]  i  Fior.  A.  —  24.  sonossi  le  campane  a  martello]  8on6  le  cam- 
pane  G.  li.  —  35.  alla  Pieve]  omm.  A.  -  a  d\  10]  omm.  A.  —  39.  repubblica]  repubrlca  A,  —  39-30.  e  speiial- 
mente]  e  masslme  A.  —  30.  di  darsi]  di  mandarsi  G.  —  30-31.  il  qualc  era  primogenito  e  duca]  che  era  duca  A.  — 
*o   32-33.  continuo  . . . .  e  per  questo]   continuo  100  cavagli   foresticri,  e   per   questo  A.  —  35.  esso]  omm.   G.  R. 


[A.  1325]  CRONACA  FIORENTINA  147 


revole,  allora  avesse  ogni  anno  la  metk  delli  danari,  e  potesse  lasciare  suo  vicario,'  e  tenere        /.,  vi,  u 
solamente  400  uomini  da  cavallo.     E  ci6  fu  mandato  il  di  della  Pasqua  di  Natale  1325. 

RuBRiCA  409*  —  Come  i  J^iorentini  fecero  uno  cafitano  di  guerra. 

Del  mese  di  settembre  di  questo  anno,  essendo  venuto  dal  Sepolcro  messer  Piero  di 
5  Narsi  di  Francia  ed  un  suo  figliuolo  con  bella  compagnia,  alle  sue  spese  voUe  essere  alla 
battaglia.  Di  che  Castruccio  sconfisse  i  Fiorentini  alFAltopascio,  ove  il  detto  messer  Piero 
fu  preso  ed  il  figliuolo  morto;  ed  egli  si  ricompero  fiorini  1000  d'oro,  e  venuto  in  Firenze 
narro  com'egli  avea  stando  l^,  innugelliti  certi  soldati  di  Castruccio  circa  200  tra  Fran- 
ceschi  e  Borgognoni.  Di  che  fu  eletto  capitano  di  guerra  a'  di  5  di  gennaio  1325,  e  fece 
10  buona  e  soUicita  guerra,  e  segui  suo  trattato.  Nel  quale  trattato  (....);  il  quale  per  difetto  di 
non  cautamente  essere  menato,  tom6  airorecchio  di  Castruccio;  onde  fece  pigliare  tre  de' 
conestabili '  che  trattavano  e  feceli  morire,  e  poi  licenzi6  tutti  i  Franceschi  e'  Borgognoni.  /.,  vi,  62 
E  ci6  fu  a  di  20  di  gennaio  1325. 

RuBRiCA  410*  —  Come  Castruccio  venne  a  oste  a  Firenze. 

Castruccio,  avendo,  come  detto  h,  sodisfatto  al  trattato  di  Signa,  che  i  suoi  Borgognoni 
faceano  co'  Fiorentini,  si  cavalc6  e  venne  in  persona  a  Torri  ed  a  Sancasciano,  ed  arse  e 
fece  gran  danno,  e  poi  torn6  a  Signa,  e  pass6  TArno,  e  venne  a  Peretola,  e  men6  900  uomini 
di  cavallo  e  3000  pedoni,  e  quivi  stette  dalla  mattina  alla  sera,  e  persona  non  usci  di  Fi- 
renze  contra  a  lui.  Partissi,  ed  and6  a  Carmignano,  e  fecelo  afforzare,  e  torn6  a  Signa, 
THi  ed  arsela,  e  tagli6  il  ponte.  Dissesi  che,  perchfe  il  duca  di  Calabria  aveva  accettato,  per6 
non  voUe  avere  a  guardare  Signa,  che  voleva  gente  assai,  ed  era  presso  a  Firenze  troppo. 
E  fu  di  febbraio  1325. 

RuBRiCA  411*  —  Siuesti  sono  i  Priori  da  mczzo  febbraio  1324  a  mezzo  febbraio  1325. 

Banchello  del  Buono  Ser  Giovanni  di  ser  Spigliato  da  Filicaia,  loro 
j5  Gherardo  di  Gentile  notaio. 

Giotto  di  Fantone  degli  Angelotti 

Taddeo  del  Ricco  Arlotti  Bartolo  Bandini 

Niccolaio  di  Nello  Rinucci  Filippo  di  Duccio  de'  Magalotti 

Piero  del  Papa  Dardano  di  Tingo  degli   Acciaiuoli 

K)  Odaldo  del  Cianga,  gonfaloniere  di  lustizia  Bindo  d'Ammannato  Prosperi 

Ser  Castello  del  maestro  Rinuccio,  loro  notaio.  Giovanni  di  Dingo  de'   Marignolli 

Bartolo  di  Lotto  Bischeri 

Ridolfo  di  Guido '  Manetto  di   Dello  degli   Scilinguati,  gonf alo-        /.,  vi,  63 

Filippo  di  Lippo  Buonfigliuoli  niere  di   lustizia 

Giovanni  Cristiani  Ser  Michele  di  ser   Francesco   da  Castelfio- 

Messer  Orlando  Marini,  dottore  di  leggi  rentino,  loro  notaio. 

Federigo  d'Arrigo  Federighi 

Geri  di  Guccio  de'  Ghiberti  Simone  di  Neri  da  Quarata 

Bartolo  di  Lapo   Benci,   gonfaloniere   di   lu-  Bonaguida  di  Fabro  de  Tolosini 

stizia  Valorino  di  Lapo  Valori 


I.  delU  danari]  omm.  A.  —  8.  innuggellitt]  inugelliti  A.  Forsc  ftr  inuggiollti,  o  inuzzoliti  cioi  adescat!  — 
lo.  IIo  segnato  una  lacuria,  fcraltro  nesauno  sJ>azio  in  hianco  sia  a  quesio  fosto  ni  in  A.  nh  in  G.  li.  Anchc  I.  credettc 
lacuttoso  il  fasso,  che  vollc  sufpUre  con  altro  corrispondcnte  del  Villani  —  n.  aIl'oreccliio]  ad  orecclii  A.  —  11-13,  pl- 
gliare....  e  fcceli]  pigliare  tre  dei  trattantl  e  fecegli  A.  —  13.  E  cl6  fu  a  d\  3o  dl  gennaio]  omm.  A.  —  15.  che 
i  suoi  Borgognoni]  che  i  Franceschi  A.  —  ao.  e  tagli6  il  ponte ....  di  febbraio  1325]  »»»»1.   G.  R. 


148  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1326] 


Bindello  di  Simone  de'  Beccanugi  Guiglielmo   di   Vita  degli   Altoviti,  gonialo- 

Rinaldo  di  Veri  Rondinelli  niere  di  lustizia 

Fedello  del  Roifo  Ser  Stefano  di  Giovanni,  loro  notaio. 

Giovanni  di  Donato  Viviani,   gonfaloniere  di 

lustizia  Lapo  di  messer  Angiolino  de'  Magli 
/.,  VI.  64        Ser  Zanobi '  di  ser  Bartolo    da    Pozzolatico,     Miglino  Magaldi 

loro  notaio.  Francesco  del  Bene  Benevieni 

Francesco  di  Manno  Attaviani 

Ser  Belcaro  di  Bonaiuto  Buto  del  Ricco 

Totto  di  Tedaldo  Bartolo  di  Bonafede                                             10 

Bartolo  Paradisi  Durantozzo  di  Lapo  Bonfantini,  gonfaloniere 

Maso  Valori  di  lustizia 

Giovanni  di  Bemardino  de'  Medici  Ser  Buoncristiano  di  ser  Simone,  loro  notaio. 
Filippo  di  Migliore  Pazzi 

RuBRiCA  412*  —  Come  Castruccio  cavalcb  il  comune  di  Firenze.  15 

/.,  VI,  66  Castruccio  tenne  trattato  con  . . . .  de'  Frescobaldi,  che  tenea  in  guardia  la  Castellina '  di 

Greti,  e  diegli  fiorini  500,  e  Tebbe  a'  di  29  di  marzo  1326,  e  poi  cavalco  per  lo  piano  tutte 
le  terre  infino  a  Empoli,  e  combattello  a'  dl  6  d'aprile,  e  prese  a'  di  8  d'aprile  Petroio, 
ch*fe  sopra  a  Empoli,  benchfe  poco  lo  tenesse,  perchfe  era  poco  forte,  lo   disfece. 

RuBRicA  413*  —  Come  messer  Piero,  ca-pitano  di  Firenze,  fu  ■prcso,  e  tagliatagli  latesta  fer  20 
Castruccio. 

Messer  Piero,  capitano  de'  Fiorentini,  era  sottile  uomo  e  savio,  ed  infra  Taltre  cose  me- 
nava  spesso  trattato  colla  gente  di  Castruccio.  Castruccio  stim6  di  fame  uno  doppio,  e  cosi 
f ece  che  certi  Franceschi  e  Borgognoni  ch'erano  in  Carmignano  f ossero  con  lui  in  trattato ; 
e  cosi  fu.  E  dato  il  dl,  Castruccio  dovea  essere  in  aguato,  e  lo  capitano  andare  a  Carmi-  25 
gnano,  e  ardendo  e  guastando  il  paese.  Ed  a  quello  ardere  eglino  gli  doveano  dare  il  castello: 
cosl  fu.  A  dl  15  di  maggio  passando  TOmbrone  con  200  uomini  eletti,  tutti  conestabili  e 
caporali  e  500  pedoni,  di  che  s'abbattfe  nel  primo  aguato,  e  quello  com'era  ordinato,  ruppe 
per  conducerlo  nel  secondo;  condotto  nel  secondo  fu  rotto  messer  Piero,  e  preso  e  menato 
/..  VI,  66  in  Pistoia,  e  quivi '  Castruccio  gli  f ece  tagUare  la  testa.  E  cio  f u,  che  f u  preso,  a'  di  1 5,  e  30 
a'  di  17  gli  fu  tagliata  la  testa  neIl'anno  del  Signore  1326. 


I 


RuBRicA  414*  —  Come  il  duca  d^Atene  venne  vicario  del  duca  di  Calavria. 

Messere  Gualtieri  franzese  conte   di  Brenna  e  duca  d'Atene,  lo  quale  avea  per  moglie 

Madonna figliuola  del  prenze  di  Taranto,  fratello  del  re  Ruberto,  si  venne  in  Fi- 

renze  vicario  dello  duca  di  Calavria  con  400  uomini  di  Calavria,  e  fece  per  sua  parte  rimuo-  35 
vere  tutti  gli  ufici  ch'erano  e'  Priori  ed  ogni  altro  uficio,  e  giurare  nelle  sue  mani,  rice- 
vente  per  lo  duca  di  Calavria  detto,  si  veramente  che  tutti  gli  uffici  fossero  infino  a  mezzo 
giugno.  E  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1326  a'  di  17  di  maggio.  Reco  seco  uno  processo 
papale,  il  quale  in  parlamento  fece  leggere,  come  lo  re  Ruberto  era  vicario  di  Imperio 
in  Italia.  40 


i6.  La  lacnna  i  segnaia  in  G.  R.  e  ia  A,  —  ij.  Greti]  Creti  A.  -  l'ebbe]  diegUele  A.  —  18.  infino  a  Em- 
poll . . . .  Petroio]  infino  a  Empoli  e  prese  EmpoU;  a  d\  8  d'aprile  prese  Petroio  A.  —  19.  benchi  poco....  di- 
sfece]  bene  che  poco  tenne  Petroio,  perch^  non  era  forte,  ma  lo  disfece  G.  R.  —  26.  ardendo  e  guastando]  e  ardere 
e  guastare  A.  —  39.  15]  aj  A.  -  con  200]  con  3  G.  R.;  con  aoo  /.  —  27-28.  tutti  conestabili  e  caporali]  omm.  A.  — 
38.  s'abbatt&]  s'abbatterono  A.  —  31.  testa....  1336]  testa  nel  1336  A.  —  33.  Gualtieri  franzese]  lacuna  A.  -  Bren- 
na]  Birrena  /.  —  33-34.  per  moglie ....  prinze]  per  moglie  la  iigliuola  del  Prenze  A.  —  36-37.  ricerente]  e  rice- 
vette  G.R.  —  37.  si  veramente . . . .  infino]  sl  veramente  stettono  ogni  ufiSciale  infino  G,  R.  —  38.  a'  dl  17]  omm.  A. 


[A.  1326]  CRONACA  FIORENTINA  149 


RuBRiCA  415^  —  Come  il  legato  di  -pa-pa  Giovanni  venne  in  Firenze. 

I  In  Pisa  venne  a  di  23  di  giugno  messer  Giovanni  Orsini,  romano,  cardinale  e  legato '  di       /..  vi,  6? 

i        papa  Giovanni. . , .  Essendo  ivi,  piuvico  suo'  processi,  e   poi  si   parti,  e   venne  in  Firenze  a' 
di  30  di  giugno,  e  piuvic6  il  simile.     E  la  sua  legazione  era  in  effetto  con  grande  arbitrio  e 
j   5  a  mettere  pace;  neiranno  del  Signore  1326. 

RuBRiCA  416*  —  Come  il  duca  di  Calavria  fu  signore  di  Siena  -per  cinque  anni. 

Lo  duca  di  Calavria  venne  in  Toscana,  ed  intro  in  Siena  a'  di  10  di  luglio  1326;  ed  i 
Fiorentini  per  le  male  disposizioni  de'  Sanesi,  che  tra  loro  per  parti  si  guastavano,  si  man- 
darono,  che  esso  dovesse  essere  pregato  per  lor  parte  di  mettere  concordia.  Cosl  fece ;  ed 
10  ultimamente  gli  fu  data  la  signoria  di  Siena  per  5  anni;  e  addimand5  poi  a'  Fiorentini  per 
1 6  000  fiorini,  li  quali  disse  avere  spesi  in  Siena  per  starvi  a  loro  petizione,  ma  non  ne  stim5 
nulla  1'onore  e  la  signoria  di  Siena;  di  che  molto  ne  gonfiarono  i  Fiorentini;  e  parve  loro 
cattiva  incominciata  di  signoria. 

RuBRiCA  417*  —  Come  il  dtica  di  Calavria  venne  in  Firenzc  e  con  che  comfagnia. 

15  Nell'anno  del  Signore  1326  messer  Carlo,  duca  di  Calabria,  venne  in  Firenze  per  signore'       /.,  vi,  68 

a'  di  30  del  mese  di  luglio,  e  meno  seco  la  moglie  ch'era  della  casa  di  Francia,  nipote  del 

re  di  Francia,  madonna ....  figliuola  di  messer  Carlo  di  Valosa.     La  compagnia  in  effetto 

fu  questa :  messer  Gianni  fratello  del  re  Uberto,   prenze  della  Morea,  ch'^  la  Morea  in  Ro- 

mania;  messer  Filippo  figliuolo  di  messer ....  prenze  di  Taranto  fratello   del   re,  e   dispoto 

20  di  Romania;  oltre  a  questi  due  reali,  Tuno  fratello  del  re  Uberto  e  l'altro  nipote,  men6 
messer  Giuffredi  di  Marzano,  il  conte  di  Squillaci,  ch'era  di  persona  grandissimo  uomo, 
messer  conte  di  Sanseverino,  ch'fe  del  maggior  casato  del  regno,  messer ....  conte  di  Chia- 
ramonte,  ch.'h  del  legnaggio  di  Sanseverino  detto,  messer  conte  di  Catanzaro,  grande  gen- 
tile  uomo,  quasi  de'  piu  di  Calavria,   messer ....  conte   d'Altamonte   pur   di  Calavria,  mes- 

25  ser  da  Fabriano  conte  d'Arriano,  questi  per  femmina  nato  de'  Reali  di  Francia,  messer.... 
della  casa  degli  Orsini  conte  di  Nola  presso  a  Napoli  a  12  miglia,  messer....  de'  Gaetani 
da  Roma,  nipote  di  Papa  Bonif  azio,  d'Abruzzi,  conte  di  Fondi  in  quella  provincia  d'Abruzzi 
ed  6  in  Campagna  il  contado  suo,  messer  di  Pipino  conte  di  Minerbino,  dello  paese  di  Puglia 
il  suo,'  contado.     Tutti  questi  sono  conti,  che  hanno   lo  contado  loro   nello  reame  dello   re       /.,  vi,  69 

30  Uberto.  Diremo  ora  de'  baroni,  figliuoli,  o  fratelli  de'  conti  messer  Guillielmo  della  casa 
degli  Stendardi,  ha  sua  baronia  in  Terra  di  Lavoro,  messer  Amelio  della  casa  dal  Balzo, 
f urono  Provenzali,  ha  sua  Baronia  in  terra . . . ,  messer ....  Signore  di  Bera,  questi  era  fran- 
cesco  e  non  avea  nel  regno,  messer....  della  casa  di  Merlo,  di  nobile  sangue  di  Francia  di 
Campagna,  di  Eboli  dello  Reame  ha  sue   castella,  messer   Giuffredi  di  Gianvilla,  uomo  del 

55  re  di  Francia,  franco  cavaliere,  messer  lacopo  Cantellini,  questi  h  barone  in  Terra  di  Lavoro 
nel  reame,  Carlo  di  Armigio  provenzale,  uomo  di  gran  valore,  messer  Guillielmo  d'Ebole, 
franccsco.  E  volendo  a  nome  contare  tutti  non  6  di  nostra  materia  necessario;  ma  in 
somma  men6  seco  1547  uomini  di  cavallo,  infra  quali  avea  317  cavalieri  a  sproni  d'oro.  II 
quale  veduto  fu  come  signore,  e  per  sua  abitazione  gli  fu  assegnato  il  palagio  del  podest^, 
10  ed  il  podesth  and6  a  stare  in  Orto  S.  Michele  in  casa  i  Macci.     Sicchfe  dove  dovea  tenere 


3.  La  lacuna  h  segnata  solo  in  A.  —  4-5.  arbltrio....  13 J6]  oibitrio  e  a  mettere  pace  nel  1316  A.  —  it.  ma  non 

ne  stim6]  ma  non  iscrivo   G.  R.  —   17.  la  lacuna  h  itgnata  solo  i*  G.  R.  —  18-38.  fu  questa insomma  mend] 

fu  quetta  e  per  non  dare  tedio,   dir6   insomma  men6  A.  —  35.  Cantcllini]  Cantelmo  /.  —  36,  Armlglo]  Artugio 
/.  —  38.    1547]  1556  /1.  -  317]  217  ^- 


150  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1326] 


almeno  1000  uomini  da  cavallo,  ne  men6  tra  con  quelli  del  Duca  d'Atem  c  quelli,  cui  egli 
/.,  ♦!,  70       avea  menato,  furono  in  tutto  1917  e  fu  bella  gente  tra  Franceschi '  e  Provenzali,  Borgognoni 
e  Catalani  e  d'altri  paesi. 

RuBRiCA  418*  —  Come  il  duca  di  Calavria  richiese  Patnista. 

Lo  duca  per  fare  sua  onorata  impresa  nel  principio  richiese  Tamisth;  infra'  quali  ebbe  5 
questi:  350  uomini  di  cavallo  da  Sanesi,  300  uomini  da'  Perugini,  200  li  Bolognesi,  100  gli 
Orvietani;  mand6  a  dl  10  d'ago8to  1326  100  uomini  di  cavallo  Manfredi  di  Faenza,  300 
men6  il  conte  Ugo  di....  Di  che  in  tutto  ebbe  d'amici  1350  cavalieri.  Pedoni  ebbe  d'aiuto 
dal  contc  Ruggieri  da  Doadola  300.  Avendo  questa  gente  raccolta,  sanza  dubbio,  tra  che 
Castruccio  cra  malsano  per  Taffanno  che  avea  durato  quell'anno,  e  per  la  nobile  cavalleria  10 
si  dicea  che  si  finia  la  g\ierra;  ma  Castruccio  savio  tratt6  pace  col  Legato  e  col  Duca,  e 
non  fece  oste.  Di  che  molto  ne  'ngregarono  i  Fiorentini. 

RuBRiCA  419*  —  Come  il  Duca  mutb  -parte  a'  Fiorcntini. 

Per  la  buona  guerra  che  il  Duca  facea,  mosse  lite  a'  Fiorentini  in  questo  modo  che 
/.,  VI,  71  voUe  che  si  gli  confermasse  la  signoria  per  10  anni,'  e  cominciasse  in  calen  di  settembre,  15 
e  potere  fare  ogni  volta  a  suo  modo  i  Priori  ed  ogni  uficio;  e  cosi  ebbe.  E  bene  in  vero  i 
Grandi  gli  voleano  dare  la  signoria  del  tutto,  e  non  la  voUe,  perchfe  seppe  che  lo  faceano 
per  levare  via  gli  Ordini  della  Giustizia,  e  perch^  il  popolo  non  avesse  piii  signoria ;  e  di 
questo,  sentendo  il  Duca  ne  vedea  male  contento  il  popolo,  e  per6  Ia8ci6. 


1 


RUBRICA  420*  —  Come  falli  la  comfagnia  degli  Scali.  20 

Nel  detto  anno  del  1326  a'  dl  4  d'agosto  si  falU  la  compagnia  degli  Scali,  ch'era  bastata 
pii  di  100  anni.  E  non  avea  in  Firenze  niuno  ricco  ed  abiente,  ch^avesse  danari,  che  pochi 
o  assai  diinari  non  avesse  suso.  E  fu  questa  una  gran  perdita.  Dicesi  si  trovarono  debito 
fiorini  allato  di  400  000. 

RuBRiCA  421*  —  Come  i  Fiorentini  murarono  il  castcllo  di  Signa.  25 

Vedendo  i  Fiorentini  che  Castruccio  era  un  poco  a  siepe,  con  tutto  che  *1  Duca  con 
tanta  gente  n6  oste  •ak  cavalcata  facea,   per  potere  far   seminare  e  lavorare  il  piano   ripuo- 
/.,  VI,  73       sono '  il  castello  da  Signa,  e  muraroUo,  e  guamirlo  di  gente.    E  ci6  f u  la  impresa  di  ci6  f atta 
a'  di  15  di  settembre  1326. 

RuBRicA  422*  —  Comc  il  Duca  fe^  farc  guerra  a  Castruccio.  30 

H  marchese  Spinetta,  ch'era  a  Verona,  ebbe  dal  Duca  300  uomini  di  cavallo  e  dal  Le- 
gato  200  e  da  Verona  100,  e  con  questi  tolse  in  Lunigiana  due  castella  a  Castruccio,  e  puose 
assedio  a  Buoso  e  alla  Verruca.  E  certi  usdti  di  Pistoia,  presero  Ravignano  e  Mantinano.  Di 
che  Castruccio  1'  assedi6,  e  venne  in  persona  a  Pistoia  e  f  omi  i  passi.  II  Conte  di  Squillaci  vi 
cavalc6  con  molti  Fiorentini  e  con  2000  uomini  a  cavallo,  e  ultimamente  per  lo  male  passo  35 


i-a.  d'Ateiii....  e  fu  bella]  d'Atene  e  sua  furono  aooo  caragll  e  fu  bella  A.  —  3.  e  d'altri  paeci]  e  «Itri  A.  — 
S-9.  ebbe  questi . . . .  Avendo  questa  gente]  ebbe  questi.  Mand6  a  lo  d'agosto  1326  1  Sanesi  cavalll  300,  i  Peruginl 
300,  i  Boiognesi  300,  li  Lucchesl  100,  Manfredi  da  Faenza  100,  il  Conte  Ugo  300;  clie  in  tutto  ebbe  d'amicl 
cavalli  1350  e  molti  pedoni.  Avendo  questa  gente  A.  —  11.  si  dicea]  si  dice  G.  R.  -  tiatt6  pace]  tent6  pace  A.  — 
15.  e  cominciasse]  e  cominciassero  G.  R.  —  16,  Ebene  invero  i]  fe  vero  clie  i  G.  R.  —  iS.  via]  omm.  G.  R.  — 
19.  contento]  contenti  G.R.  —  ai.  a  d\  4]  omm.  A.  —  S2.  ed  abiente]  o  abitante  A.  —  33-23.  che  poclii  o  ai- 
sal]  che  poco  o  d'assai  G.  R.  —  33.  questa]  quella  G.  R.  —  34.  allato  dl]  omm.  A.  —  36.  era]  stava  A.  —  37.  ca- 
valcata  facea]  cavalcata  non  faceva  .^.  —  39.  a  d\  15]  omm.  A.  —  33.  Mantinano]  Mammlano  G.  R.;  Cammiano 
G.  —  35.  ultimamente]  omm,  A. 


[A.  1326]  CRONACA  FIORENTINA  151 

non  poterono  soccorrere  il  castello  e  per  molte  acque  e  nevi.  Di  che  convenne  che  tomas- 
sero  in  Firenze  con  poco  onore;  e  '1  Marchese  Spinetta  abbandono  la  'mpresa,  e  Castruccio 
con  onore  rientro  in  Lucca.  E  queste  cose  furono  d'ottobre  1326. 

RuBRiCA  423*  —  Come  il  duca  di  Calavria  con  sentimento  del  re  mutb  -parte  in  Firenze. 

I  La  duca  di  Calavria  da  sfe  e  colle  lettere  del   re  disse  a'  Fiorentini,   che  facessero   co' 

Sanesi'  e  Perugini,  che  pagassero  la  taglia  dell'avanzo  della  gente  da  1000  cavalli  in  suso,  /.,  vi,  73 
e  volea  che  uno  de'  suoi  baroni  fosse  sempre  in  palagio  co'  Priori  per  vedere  ci6  che  si 
facesse,  o  egli  si  volea  tomare  a  Napoli.  Li  Fiorentini  si  vidono  gravati  delle  spese  e  gra- 
varsi  di  questo  sopra  piu,  nondimeno  vidono  modo  di  contentarlo,  come  che  avieno  ragione 
^O  di  dolersi  sanza  fallo  che  egli  rompea  loro  i  patti,  e  dierongli  oltre  a  fiorini  30  000.  E  rufi- 
cio  de'  Priori  non  potea  fare  nulla,  se  non  come  e'  volea. 

RuBRicA  424"  —  Come  la  duchessa,  moglie  del  detto  duca  di  Calabria,  fe  rendere  le  trecce 
alle  donne, 

Certo  h  che  li  Franceschi  sono  gente  vana  d'amore  e  baldanzosi.    Di  che  addivenne  che 
15  essendo  le  donne  vagheggiate  da'  Franceschi,  la  duchessa  fu  richiesta  dalle  donne  de'  Fio- 
rentini  che,  per  potere  meglio  sfrenare,  riavessero  certe  loro  trecce,  loro  levate  per  addietro ; 
f      e  cosl  voUe  la  Duchessa,  e  cosl  fu.    E  ci6  fu  fatto  la  vilia  di  Natale  1326. 

RuBRiCA  425*  —  Come  il  Duca  ruffe  i  -patti  a'  Fiorentini  di  torsi  le  terre  loro  ed  altre. 

Avea  il  Duca  patti  co'  Fiorentini:  niuna  terra  volere  tenere,  nfe  occupare  de  i  Fioren- 
20  tini.'    Di  che  con  suoi  modi  cerco  di  volere,  e  cosl  fece  che  per  sindacato  ebbe  liberamente       /.,  vi,  n 
Prato  in  perpetuo,  ed  oltre  a  questo  si  ebbe  CoUe  Sangimignano,  Samnignato  al  Tedesco  per 
10  anni  con  loro  patti  e  franchigie.    E  cio  fu  del  mese  di  gennaio  1326. 

^    RuBRiCA  426*  —  Come  si  cavalch  a  Pistoia. 

W.  Lo  conte  di  Monte  Scaggioso  usci  da  Prato  con  800  uomini  a  cavallo,  e  fece  a  Pistoia 

■  25   di  notte  in  sulFalba  assalimento,  e  ruppe  i  serragli  dell'antiporto,  e  corse  alle  ville,  ed  arse  e 

ruppe  mulina,  e  mbo,  e  fece  grandissimo  danno,  ed  usci  a'  dl  21  di  gennaio,  e  torn6  a'  di  22 

deiranno  del  Signore  1326. 

RuBRiCA  427*  —  ^uesti  sono  i  Priori  da  mczzo  febbraio  1325  a  mezzo  fehbraio  1326. 

Biliotto  di  Metto  Biliotti  Boninsegna  d'Angiolino  de'  Machiavelli,  gon- 
30  lacopo  d'Alberto  del  Giudice  faloniere  di  lustizia 

Meglio  Fagiuoli  Ser  Spigliato  Dini,  loro  notaio. 

Cambino  del  Rosso 

Niccolo  di  Berto  Strozzafichi  Maestro '  Manno  di  maestro  Rinuccio  /..  vi,  75 

Forese  di  Geri  de'  Ferrantini  Vanni  di  ser  Dotto 


I.  il  castello]  omm.  G.  R,  —  1-2.  acque  e  nev!,...  in  Firenze]  acque  e  nievl;  di  che  tornarono  a  Firenie  A,  — 
3.  e  queste  cose  furono]  e  ci6  fu  A.  —  C-7.  gente..,.  e  rolea]  gente,  oltre  agll  1000  uominl  di  cnvallo;  e  volea 
G.  R.  —  7-8.  ci6  clie  si  facesse]  ci6  facessino  A.  —  lo.  oltre  a  fiorini  30000]  oltre  a  20000  fiorini  30000  G.  R.  — 
II.  se  non  come  e'  volea]  omm.  A.  —  14.  e  baldanzosi.  Di  che  addivenne]  e  baldanzosi  in  ci6  avvenne  G.R.; 
e  baldazosi  in  ci6  A.  —  15-16.  dei  Fiorentini]  fiorentine  A.  —  16-17.  per  addietro....  1326]  per  adrieto;  e  la 
Duchessa  lo  fe'  fare  per  Natale  1326  A.  —  19.  n6]  0»»»«.  A.  —  20.  suoi]  sua  A.  -  che]  omm.  A.  -  ebbe]  omm.  A.,  I.  — 
23.  del  mese]  omm.  A.  —  25.  delPantlporto  e  corse  alle  ville]  dell'antiporto  e  la  porta  della  porta;  cavalcarono 
le  ville  G.  R.  —  26.  mulina,  o  rub6,  e  fece]  mulina,  e  tutto,  e  fece  G.  R.  —  26-37.  danno.,..  1326]  danno  e  fu 
di  gennaio  1326  A. 


152 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1327] 


Coppo  di  Stefano  de*  Bonaiuti 
Strozza  del  Robso  degli  Strozzi 
/„  ri,  76      Scolaio  di  messer  Palamidese 

Maflo  di  Chiermontese  degli  Uccellini 
Bardo  del  Ricco  Risaliti,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  lacopo  di  lacopo  da  Certaldo,  loro  notaio. 

Geri  di  Stefano  Soderini 

Donato  Lamberto  deirAntella 

Gentile  di  messer  Oddo  Altoviti 

Tecchino  di  ser  Rinaldo 

Cecco  di  Spina  Falconi 

Ricciardo  de'  Ricci 

Francesco  di  Meo  degli  Acciaiuoli,  gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Puccio  di  Ventura  de'  Mori,  loro  notaio. 

Dino  di  Bonaguida 

Cineo  di  Bonsignore  Bisamesi 

Tuccio  di  Dello  degli  Scilinguati 

Baldera  di  Duccio 

Tinoro  di  Nardo  Guasconi 

Antonio  di  Lando  degli  Albizzi 

Cenni  di  Nardo,  gonfaloniere  di  lustizia 


Ser  Franceaco  di  teT  Palmieri,  loro  notaio. 

Meuer'  Tommaso  di  Duccio  de*  Coriini,  dotto- 

re  di  leggi 
Bonaccorso  di  Bencivenni  Bentaccorda 
Nerozzo  di  Meo  Compagni 
Anselmo  di  Palla 
Vannino  di  Ventura 
Vanni  di  Neri  vocato  Ancontano 
Daldo  di  Dingo  de'  MarignoUi,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Francesco  di  ser  Pino  da  Signa,  loro  no- 

taio. 

Rosso  d'AIdobrandino 

Giotto  de'  Peruzzi 

Tommaso  Dietaiuti 

Falconieri  di  Baldese 

Nerone  di  Nigi 

Leone  di  Simone 

Messer  Covone  de'  Covoni,  dottore  di  leggi, 

gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Cione  di  messer  Rinieri  Bondoni,  loro  no- 

taio. 


I.,  VI,  77 


RuBRicA  428*  —  Come  si  diliberh  di  fare  cstimo  in  Firenze. 

Fece  lo  duca  con  uficiali  forestieri  certo  estimo,  lo  quale  fu  fatto  con   segrete   inquisi- 
zioni  di  testimoni  segreti  La  quale  cosa  fu  molto  male  agguagliata,  e  gitto  grande  scandalo 

e  rammarichio.     Fu  la  quantitk  in  tutto '  fiorini (lacuna),  e  cio  f u  tratto  fuori  d'Aprile 

a'  di  11  nel  1327. 


RuBRiCA  429'  —  Comc  il  duca  di  Calavria  ebbe  un  figliuolo  maschio  dalla  moglie. 

Lo  duca  ebbe  un  figliuolo  in  Firenze,  lo  quale  il  comune  di  Firenze  lo  fece  battezzare, 
e  fece  sindachi  a  ci6  fare  messer  Simone  de'  Tosinghi  e  Salvestro  di  Bivigliano  Baroncelli 
con  grandissimi  doni.  Ed  ebbe  nome  messer  Martino.  Fu  nato  a'  dl  13  d'aprile  1327,  e  mo- 
rissi  a'  di  21  di  detto  mese  ed  anno.  35 


RuBRiCA  430*  —  Come  il  duca  di  Calavria  ebbe  trattato  in  Lucca. 

Lo  duca  di  Calavria  si  tenne  trattato  in  Lucca  con  messer  Guerrucdo  Quartigiani,  il 
quale  fu  quegli  che  gli  diede  la  signoria  a  Castruccio ;  e  dovea  cavalcare  lo  Duca,  e  Castruccio 
uscire  fuori,  ed  eglino  doveano  trarre  bandiere  della  Chiesa,  e  la  gente  dei  Fiorentini  ch'erano 
a  Fucecchio  andare  Ik,  e  il  Duca  tenere  a  bada  Castruccio.    E  cio  si  facea,  ma  il  Duca  non  40 


»7.  con  uficiali  forestleri]  con  ufici  delli  forestieri  /.;  la  letione  del  testo  b  quella  di  G.  R.  e  di  A.  —  38-39.  ag- 
guagliata  e  gittd  grande  scandalo  e  rammarichio]  aguagliata . . . .  (lacuna')  grande  acan....  (laeuna)  G.  R.  —  29.  la 
lacuna  c  im  G.  R.  ed  in  A.;  I.  supflisce  con  la  scorta  del  Villani,  L.  X,  c.  l6,  segnando  la  ci/ra  di  80000  —  30.  a 
dl  11]  omm.  A.  —  33-33.  di  Firenze....  messer  Simone]  in  Firenze;  e  il  Comune  fece  sindaciii,  e  feceglielo  ijat- 
tezzare,  cii  fur  messer  Slmone  A.  —  34.  ed  ebl)e  nomej  e  poseglisl  .<4.  -  fu  nato]  nacque  A.  —  35.  3i  dl  detto 
niese   ed  anno]  2 1  prosslmi  G.  R.  —  38.  qu^ll]  quello  A.  —  39.  eglino]  egU  G.  R.  -  erano]  era    G.  R. 


[A.  1327]  CRONACA  FIORENTINA  153 


fu  il  di  che  dovea;  di  che  si  scopri  il  trattato.     Fece  Castruccio  serrare  le  porti  ed  armare  la 
foresteria,  e  prese  messer  Guerruccio  co"  suoi  tre  figliuoli,  e  fecegli  impiccare,  e  altri  . . . .       /.,  vi,  78 
{lactina)  di  altri  tormenti  fece  fare  ch'erano  con  lui  nel   trattato,  e  caccib   tutti  i  suoi   con- 
sorti  di  Lucca.     E  ci6  fu  scoperto  a'  di  12  di  giugno  nell'anno  1327. 

5  RuBRiCA  43 P  —  Conte  il  Legato  fiuvicb  frocesso  contro  il  Bavero. 

Era  disceso  della  Magna  Lodovico,  duca  di  Baviera,  e  coronato  in  Melano.  Lo  papa 
Giovanni  XXII  lo  scomunico,  e  mando  i  processi  al  cardinale,  lo  quale  era  in  Toscan^;  ed 
egli  venne  in  Firenze,  e  scomunic6  lo  detto  Bavero,  piuvico  il  processo  a'  dl  24  di  giuno  1327. 

RuBRiCA  432*  —  Coine  fu  uno  ftioco  in  Firenze. 

0  Neiranno  del  Signore  1327  a'  di  24  di  luglio,  vegnente  il  25  dl,  s'apprese  uno  fuoco  in 

Borgo  Sant'Apostolo  in  casa  gli  Angelotti,  ed  arse  una  bella  casa  con  5  altre  case. 

RuBRiCA  433*  —  Come '  il  Dtica  fece  oste  so-pra  Castruccio,  e  freseno  S.  Maria  a   Monte  ed       /.,  vi,  n 
Artimino. 

II  conte  di  Monte  Scaggioso,  capitano  fatto  per  lo  duca,  and6  con  circa  2000  uomini  di 
cavallo  e  1 6  000  pedoni  a  sediare  la  terra  di  S.  Maria  a  Monte  in  Valdamo  di  sotto,  ed  eb- 
bevi  di  soccorso  da  Bologna  uomini  da  cavallo  400.  Combattutolo,  lo  presono  per  forza  a  di 
4  d'agosto  1327;  e  tutti  quei  d'entro  missono  al  filo  delle  spade.  Poi  dirubandola  i  soldati 
fiorentini  erano  malmenati  da  quelli  del  Duca ;  il  perchfe  i  Fiorentini  cominciarono  a  mettere 
fuoco,  acci6  la  preda  s^ardesse,  poichfe  non  ne  potieno  avere  parte.  E  per  questo  molti  uo- 
0  mini  e  quasi  donne  tutte  ed  i  fanciuUi  arsono,  ch'erano  nascosi  nelle  case.  Poi  guemita  e 
riparata  la  terra  di  vettovaglia  e  di  gente,  si  parti  Toste,  e  passo  rAmo,  e  venne  inverso 
Firenze,  e  puosesi  ad  oste  ad  Artimino  ch'era  fortissimo,  e  combatterlo.  Di  che  impauriti 
quelli  dentro  si  arrenderono.  E  ci6  fu  a  di  28  d'agosto  1327. 

Videsi  la  ragione  delle  spese  d'un  anno  addietro  passato  che  fu  511  migliaia  di  fiorini '        /.,  vi,  m 
e  528  e  soldi  22  e  danari  5  piccioli  per  un  anno  solo. 

RuBRiCA  434*  —  Come  Castruccio  fu  fatto  duca  -per  la  -parte  del  Bavero  in  Lucca. 

Avendo  il  Bavero  per  Taiuto  e  prowedimento  di  Castruccio  presa  Pisa,  si  venne  a  Lucca, 
e  fece  Castruccio  duca,  e  brivilegiogli  ci6  ch'egli  avea  e  tenea,  ed  oltre  a  cio  Volterra, 
e  dielli  Tarme  sua,  e  lasci6  Castruccio  la  sua.  Ci6  fu  il  campo  a  oro  ed  una  banda  a  tra- 
verso  a  scacchi  d'azzurro  e  argento.  Ed  ebbe  di  Pisa  e  di  Lucca  il  Bavero  circa  200  000 
fiorini.  E  ci6  fu  a  dl  18  di  novembre  1327. 


1.  dovea. ...  Castruccio]  dovea.  Scoperto  il  trattato  si  fece  Castruccio  G.  R.  —  i-3.  la  foresteria]  li  fore- 
stieri  A.  —  2.  coi  suoi  tre  figli]  con  3  figli  A.  -  e  fecegH]  e  feciolo  G.  R.  —  2-3.  e  altri....  e  cacci6]  e  ad  altri  dl 
altri  tormenti  fece  fare  cli'erano  con  lui  nel  trattato  e  caccid  /.;  e  oltri  del  trattato  cacci6  A.  Nel  testo  ho  accettato 
la  lezione  di  G.  R.  con  la  lacuna  in  esso  segnata  —  4.  di  Lucca ....  1337]  di  Lucca  ci6  fu  di  luglio  1327  A.  —  6.  duca] 
omm.  A.  —  S.  a  d\  34]  omm.  A.  —  10.  di  luglio. ...  fuoco]  di  luglio  s'aprese  il  fuoco  A.  —  14.  capitano  fatto  per 
lo  duca]  capitano  del  duca  A.  —  15.  la  terra  di]  omm.  A.  -  di  sotto]  omm.  A.  —  16-19.  ^a  cavallo  400....  a  mettere 
fuoco]  da  cavallo  400  e  ultimamente  combattuto  con  grande  vigore,  la  vinsero  a  d\  4  di  agosto  1327,  e  furono 
tutti  morti  ciii  entro  vi  fu  preso  poi  ribandllla  I  soldati  fiorentini  erano  malmenati  da  quelli  del  Duca....  {lacund) 
di  che  cominclarono  a  metter  fuoco  G.  R.;  I.  sufjilisce  la  lacuna  eon  la  scoria  del  Villani,  X,  39,  cosi:  per  cagione  della 
preda  —  19.  accl6  la  preda]  perchi  la  preda  G.  R.  —  19-30.  E  per  questo....  arsono]  e  per  questo  molfuomini  e 
donne  e  fanciulli  arsono  A,  —  22.  e  puosesl  ad  oste]  e  and6  ad  oste  A.  -  DI  che]  omm.  A.  —  33-23.  Artimino.. . . 
d'agosto  1327]  Artlmlno,  e  irapaurtti  8'arenderono  d'agosto  .4.  —  34.  delle  spese....  passato]  della  spesa  deIl'anno 
pass.ito  A.  -  che  fu]  omm.  A.  —  24-25.  fiorini....  anno  solo]  fiorinl  e  ancora  piii  A.  —  28.  cl6  ch'egU  avea  e  tenea] 
ci6  che  teneva  A.  —  29-30.  la  sua ....  dl  Plsa]  la  sua  e  il  Uavero  ebbc  di  Pisa  A. 


154  CRONACA  FIORENTINA  [A.  laa?] 


RuBRiCA  435*  —  Come  il  Duca  fece  ardere  maestro  Cecco  (fAscoli  fcr  eretico. 

Uno  maestro  Cecco  d^Ascoli,  che  fu  sottilissimo  uomo  in  astrologia,  e  dicesi  che  disse  e 
dicea  contro  alla  fede,  ma  mai  non  lo  confessb.  Ma  pure  il  fece  ardere  per  alcuna  cosa  che 
in  un  8uo  libro  scrisse  delle  cose  che ....  (lacutia);  ma  dicesi  che  la  cagione  perchfe  fu  arso 
/.,  Ti,  si  fu  che  disse  '  che  madonna  Giovanna,  flgliuola  dello  Duca,  era  nata  in  punto  di  dovere  essere  j 
in  lussuria  disordinata.  Di  che  parve  questo  essere  sdegno  al  Duca,  perchfe  non  avrebbe 
voluto  che  fosse  morto  un  tanto  uomo  per  uno  libro.  E  molti  vogliono  dire  ch'era  nimico 
di  quello  frate  Minore  inquisitore  e  arcivescovo  di  Cosenza,  perchfe  i  frati  Minori  erano 
molto  suoi  nimici.  Di  che  il  fece  ardere  a  di  16  di  settembre  1327.  E  di  questo  mese  a 
dl  30  mori  il  maestro  Dino,  medico  di  fisica  e  lo  piii  eccellente  dottore  d*Italia.  1( 

RunRiCA  436*  —  Comc  Gianni  della  famiglia  degli  Alfani  ebbc  bando  delVavere  e  dellafcrsona. 

Aveasi  sl  arrecato  il  duca  la  signoria,  che  quasi  come  tiranno  era  del  tutto  signore  di  Fi- 
renze.  Di  che  mandando  per  la  sua  guerra  di  Sicilia  per  aiuto  a  Firenze,  tenendosi  di  ci6 
consiglio,  uno  grande  popolano,  il  quale  era  chiamato  Gianni  Alfani  si  levo,  e  racconto  le 
spese  della  guerra  dicendo  che  non  era  tempo  da  sfornirsi  nfe  di  denari,  nfe  di  gente,  e  che  1! 
il  duca  avea  piu  volte  accresciutosi  giurisdizione  e  denari  in  Firenze,  e  non  avea  osservati 
i  patti,  ed  oltraccio  nelle  afflizioni  ch'era  il  Comune  li  richiedea.  Di  che  per  questo  il 
/.,  VI,  u  Duca  lo  fece  condannare  in  avere  ed  in  persona '  ed  abbattere  i  suoi  beni.  E  cio  f u  nelFanno 
del  Signore  1327  a  dl  18  di  dicembre. 

RUBRICA  437*  —  Come  il  Bavero  diede  a  Castruccio  castella  de'  Pisani,  fcrchh  lo  accomfa-  2( 
gnasse,  e  si  farti  fcr  ire  a  Roma. 

II  Bavero  diede  a  Castruccio  delle  terre  dei  Pisani,  Sanrenzana,  Rotina,  Pietracassa, 
Versilla,  Monte  Calvoli,  e  poi  si  parti  di  Pisa  a'  di  7  di  dicembre  1328,  e  giunse  a  Viterbo 
a*  dl  2  di  gennaio  con  bene  3000  uomini  di  cavallo. 

RUBRICA  438'  —  Come  il  duca  di  Calavria  si  farti  di  Firenze.  25 

n  Duca  di  Calavria,  sentendo  partito  il  Bavero,  si  misse  in  concio  di  partirsi  di  Firenze 
tomare  nel  regno,  e  fece  un  parlamento  nella  sua  abitazione,  ciofe  nel  palagio  del  podesth, 
ove  furono  i  Priori  ed  ogni  uficiale  di  Comune  ed  ogni  buono  cittadino.  E  quivi  parlamento, 
e  proferse  allo  soccorso  de'  Fiorentini  al  tomare,  se  bisognasse,  e  volle  pure  che  rimanes- 
/..  VI,  83  sero  obbligati  a  200  000  fiorini,'  e  lasciowi  1000  uomini  di  cavallo,  pure  i  peggiori,  e  menonne  30 
seco  il  fiore,  e  partissi  di  Firenie  a  di  28  di  dicembre,  e  lasci6  suo  vicario  messer  Filippo 
da  Sanginetto,  conte  d'Altamonte  di  Calavria,  ed  al  suo  consiglio  due  giudici,  cio  fu  messer 
Giovanni  da  Civita  Ducali  d'Abruzzi  e  inesser  Giovanni  di  Giovanazzo  di  Puglia.  E  giunse 
all'Aquila  a'  dl  16  di  gennaio  1327. 


2.  che  fu  sottUlssimo]  lo  quale  fu  solennlsslmo  G.  R.  -  in  astrologia  e  dicesi]  in  astronomia  e  In  rettorica 
e  In  molte  scienze  e  dlcesi  G.  /?.  —  3.  fede....  confess6]  fede  mai  non  lo  confessd  G.R.;  fede  ma  io  non  lo 
confesso  G.  —  4.  cose  clie....  ma  dicesi  clie  la  cagione]  cose  clie  sono  contra  fede....  (Jacina)  ma  dicesi  che 
la  caglone  /.  —  4-5.  arso ....  Madonna]  arso  parve  che  dovesse  dire  che  Madonna  G.  R.  —  7.  uno  libro.  E  molti] 
S  uno  libro  che  si  poteva  ammendare  G,  —  8.  frate ....  perchb]  frate  Minore  inquisitore  ed  era  vescovo  di  Co- 
stanza,  perchi  G.  R.  -  Minore]  omm.  A.  —  9.  Di  che  il  fece  ardere]  Di  che  fu  arso  A.  -  16  di  settembre]  13  di 
settembre  G.  —  9-10.- E  di  questo  mese  a  di  30]' E  a  d\  30  detto  A.  —  10.  lo  pli^  eccellente  dottore]  lo  piil  Ta- 
lentuomo  A.  —  12.  del  tutto]  omm.  A.  —  14,  il  quale  era]  omm.  A.  —  15.  spese  della]  spese  e  la  G.  R.  — 
16.  e  denari]  omm,  A.  —  17.  i  pattl  ed  oItracci6]  i  patti  che  aveva  promesso,  ed  oltraccii  G.  —  18-19.  e  ci4  fu.... 
10  di  dlcembre]  di  dlcembre  1327  A.  —22.  Sanrenzana]  Sarezzana  G.  R.  -  Pietracassa]  Pletrasanta  /.  —  33.  a  dl  7]^ 
omm.  A.  —  24.  a  di  2]  omm.  A.  —  27.  nel  regno]  a  regno  A.  -  parlamento]  partimento  G.  R,  —  29.  se  bl» 
gnasse]  se  bisogno  fusse  A.  —  30.  obbllgati]  ubricati  A.  —  31.  a  d\  28]  addi  18  A.  —  32.  cI6  fu]  omm.  A.  — | 
33.  Civlta  Ducali]  Civita  di  Tieti  A. /.  -  Giovanazzo]  Giovannozzo  A. 


[A.  1327] 


CRONACA  FIORENTINA 


155 


RuBRicA  439*  —  Come  lo  imferadore  giunto  in  Roma  fu  coronato. 

Neiranno  del  Signore  1327  a'  dl  17  di  gennaio  essendo  Lodovico  di  Baviera,  sopran- 
nominato  Bavero,  si  si  fece  coronare,  com'fe  d'usanza  in  S.  Piero  di  Roma,  e  fu  coronato 
per  due  vescovi  privati  di  loro  vescovadi,  Tuno  fu  quello  di  Vinegia,  nipote  del  cardinale 
da  Prato,  ed  il  vescovo  di  EUera  egli  e  la  imperadrice.  Ed  in  luogo  dello  conte  del  Palazzo 
Laterano,  che  '1  dee  tenere  a  cresima,  il  quale  era  cattolic6,  ed  erasi  cessato,  fu  fatto  conte 
Castruccio  e  cavaliere  con  grande  solennitk. 


RuBRicA  439*'''*  —  ^estV  sono  i  Priori  da 

Bertuccio  Taddei 
0  Riccardo  di  Geri  Rusticlu 

More  Ubaldini 

Pagio  lacopi 

Borone  di  Barone  Cappelli 

Pero  Bindi 

5  Luigi  di  messer  Andrea  de'  Mozzi,  gonfalo- 
niere  di  lustizia 

Ser  Giovanni  di  ser  Benvenuto  da  Sesto,  loro 
notaio. 

Francesco  Sassoli  de*  Sassolini 

Berto  Cecchi 

Simone  Bemotti 

Piero  Guglielmi 

Andrea  del  Nero 

Giovanni  d'Albizzo  Cambi 

Lapo  di  Giovanni  Bonaccorsi,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Giovanni  Benintendi,  notaio. 

Lupo  di  messer  Angiolino  de*  Magli 
Maestro  Fagno  di  Spigliato,  medico 
0  Ser  Lamberto  di  Neri  Cambi 

Messer  Orlando  di  Marino,  dottore  di  leggi 

Cera  (al.  Cenni)  Ghetti 

Luti  de'  Rittafedi 

Ghino  di  Veri  de'  Rondinelli,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Franchino  di  Vermiglio  Caccialupi,   no- 

taio. 


mezzo  febbraio  1326  a  mezzo  febbraio  1327.  i.,  vi, «« 

Messer  Giachinotto  di  Trincia  de'  Corbinelli, 

dottore  di  leggi 
Bartolo  di  Filippo 

Francesco  di  Borghino  de'  Baldovinetti. 
Ubertino '  di  Rosso  degli  Strozzi  '•.  vi,  85 

Nicolao  di  Nello  Rinucci 
Maestro  Cambio  di  maestro  Salvi,  medico 
Bemardo  di  Lapo  degli  Ardinghelli,  gonfa- 

loniere  di  lustizia 
Ser  Nardo  Ciai  da  Castelfiorentino,  notaio. 

Gherardino  Gianni 

Caroccio  di  Lapo  degli  Alberti 

Donato  di  Mannino  degli  Acciaiuoli 

Andrea  di  Betto  Minerbetti 

Gherardo  di  Lapo  Paganelli 

Naddo  di  ser  Spigliato  da  Filicaia 

lacopo  d'Adimare  de*  Beccanugi,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Bartolomeo  di  Benedetto  Capitani,  notaio. 

Messer  Bartolomeo  da  Castelfiorentino,  dotto- 

re  di  leggi. 
Spinello  '  Bonsignori  /.,  vi,  86 

Bartolo  di  Maso  de'  Bonciani 
Banco  di  Lippo  Gianni 
Lorino  Bonaiuti 
Berto  Salvucci 
Filippo  di  Lando  degli  Albizzi,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Bonacosa  Compagni,  loro  notaio. 


RuBRXCA  440*-  Come  Castruccio  mor\,  e^ figliuoli  fresero,  e  corsero  Pisa  con  gli  usciti  di  Firenze. 

Del  detto  anno  1328  del  mese  di  settembre,   essendo  il  Bavero  a  Grrosseto,  e  combat- 
0  tendo  la  terra,  gli  venne  novelle    che  Castmccio  avea  abbandonato  il  corpo,  e  ranima  era 

a.  Nell'anno. ...  gennaio]  NelPanno  sopradetto  di  gennalo  A.  —  s-  ^S''  *  1"  iniperadrlce]  0//»»».  A,  —  7.  Al 
terminc  di  questa  ruhrica  in  G.  li.  i  uno  Ifatio  bianco,  che  /.  ha  compleiato  con  la  liiia  seguente  dei  friori  da  mezxo 
febbraio  1336  a  mezzo  febbraio  1337.  Nel  Giordaniano  seguono  invece  quattro  rubriche,  compilat»  iulla  acorta  dal  Villatti 
e  di  qualche  altro  cronista.  II  Giordani  ha  voluto  prohabilvicnte  sufplire  cosi  lo  sfaxio  bianco  che  considerb  coine  lacuna 
5  del  testo,  e  non  come  omissione  di  lista  di  friori.  Senonchi  cl:c  st  tratti  di  omissionc  dei  nomi  di  friori  lo  conferma  A.,  che 
al  snlito  non  segna  i  nomi  dcifriori,  e  che  non  ha  alcun  srgno  di  lacuna  dofo  !a  rubrica  43<f,  —  40-p.  156,  1.  I,  abbando- 


156  CRONACA  FIORENTINA  (A.  ms] 


paasata  di  questo  mondo,  ed  i  figlluoli  aveano  con  gli  usciti  di  Firenze  cona  Pita.  H  Ba- 
vero  turbato  di  ci6,  come  gli  fu  fatto  a  vedere,  che  era  uomo  assai  credente,  gli  era  messo  a 
vedere  che'  figliuoli  di  Castruccio  correano  in  lega  co'  Fiorentini,  partissi  dal  campo  di  Gro»- 
seto,  sl  dal  mare,  ed  intr6  in  Pisa  a'  dl  21  di  settembre,  ove  fu  ricevuto,  e  riform6  Piaa  ad 
appetito  de'  nimici  di  Castruccio.  Ed  i  figliuoli  di  Castruccio  e  la  madre  intrarono  in  Lucca  5 
con  gli  usciti  de'  Fiorentini;  e  fece  vicario  di  Pisa  messer  Tarlatino  de'  Tarlati  d'Arezzo, 
8U0  cavaliere. 

/.,  VI,  »7       RuBRiCA  441"  —  Come'  i  Ficn-entini  n'ebbono  Cartnignano  fer  forza. 

L'aimo  detto  a  di  15  di  settembre  il  capitano  della  guerra  de'  Fiorentini,  ci5  fu  mes- 
ser  Filippo  di  Sanginetto,  si  partl  da  Sanmignato  del  Tedesco  colla  gente  del  comune  di  Fi-  10 
renze ,  e  andonne  a  Carmignano,  e  giunse  W  la  mattina  vegnente  con  sua  gente  e  con  quella 
che  d'  intomo  ordin6  che  f osse  ivi  la  mattina,  e  combatterono  il  castello  di  Carmignano  dalla 
mattina  per  infino  a  mezzo  di,  da  undici  parti  a  un'otta,  e  dierono  la  battaglia  per  infino  all'ora 
detta,  e  in  quelFora  intrarono  dentro  da  piu  parti,  e  corsero  la  terra.  La  foresteria  che  v'era 
dentro  fecero  grandissima  retta  a  difesa  poi  del  castello;  e  molti  ne  furono  morti,  feriti  e  15 
presi.  Erano  dentro  dal  castello  alquanti  iscampati,  che  si  ridussero  nel  cassero;  era  tutta 
la  brigata  de'  forestieri  in  Carmignano  della  gente  di  Castruccio  50  uomini  di  cavallo  e  600 
pedoni ;  e  li  Fiorentini  erano  900  barbute  e  da  500  buoni  f anti.  Vinto  il  castello,  la  brigata 
missero  a  sacco  ogni  cosa,  e  pure  fu  grandissima  preda,  e  poi  assediato  il  cassero  e  con  difici 
e  con  ogni  stanzia  e  argomenti  da  vincerlo.  Di  che,  il  Bavero  era  gik  a  Pistoia  sua  brigata,  20 
/.,  VI,  «8  i  Fiorentini  per  paura  del  soccorso  trassero'  buoni  patti  e  larghi,  e  lasciarono  uscire  quelli 
dentro  del  caasero,  e  presono  il  cassero,  e  diedero  ancora  loro  fiorini  1200  d'oro  e  ci6  che 
adosso  ne  potessero  portare,  e  ordinarono  di  riporre  Carmignano  di  minore  compresso  che 
non  era  e  di  murarlo,  e  fecionvi  una  torre,  che  ancora  la  chiamano  la  torre  della  porta  San- 
dinisi  per  onore  del  capitano.  25 

RuBRicA  442*  —  Come  furono  sconfitti  e  sbanditi  i  figlittoli  di  Castruccio  c  la  moglic. 

II  Bavero  era  soUicitato  da'  nimici  de'  figliuoli  di  Castmccio,  ch'egli  non  gli  lasciasse  in 
Lucca,  perocch^  eglino  ne  caccerebbono  lui  di  Pisa.  Costui  credette  fare  richiedergli;  di 
che  la  loro  madre  compari  in  Pisa  e  con  danari  e  gioielli  di  piu  di  10  000  fiorini  gli  fece 
presente,  di  che  parve  alquanto  raumiliato.  Poi  pure  spinto  se  ne  and6  in  Lucca  a  dl  5  del  30 
mese  d'ottobre,  e  qui  con  sue  astuzie  e  consiglio  di  nimici  de'  figliuoli  di  Castruccio,  fece 
levare  romore  in  Lucca  contro  di  loro,  e  presela  e  missevi  un  vicario,  il  quale  era  della 
I^assa  Magna,  il  quale  avea  nome  Ipocrato,  ed  a'  figliuoli  di  Castruccio  si  tolse  il  titolo  dello 
contado  e  ducato  di  Lucca.  Tomato  a  Pisa  Ipocrato  si  s'  imparento,  e  tolse  per  moglie  una 
/.,  vj,  »8  figliuola  di  Castmccio,  e  molto  onorava'  i  figliuoli  di  Castmccio.  L'altra  parte  ne  presero  35 
sospetto,  e  sobillarono  il  Bavero  tanto  ch'egli  ritomo  a  Lucca,  e  priv6  del  vicariato  Ipo- 
crato;  onde  con  isdegno  se  ne  and6  nella  Magna.     I  figliuoli  di  Castmccio  e  la  loro  madre 


nato....  passata]  abbandonato  il  corpo  e  ranima,  ed  era  passato  di  questo  mondo  A.  —  2-3.  come  gli....  figliuoli] 
come  gll  fu  fatto  aTvedere  clie  era  uomo  assai  credente  che'  figliuoU  /.  La  letione  del  tttto  i  qmtUa  d$  A.  cie 
concorda  coa  G.  R.  —  4.  s\  dal  mare  omm.  A, ;  mont6  in  mare  G.  Ho  conservato  la  lezione  G.  R.  sebbene  non  molto 
chiara;  forse  vuol  dire  pcr  la  via  del  mare  o  lungo  la  costa  del  tnare  —  3-4.  dal  campo. . . .  in  Pisa]  dal  campo  da 

5    Grosseto  ed  entro  in  Pisa  A.  —  4-5.  ad  appctito]  aila  voglia  A,  —  6-7.  messer  Tarlatino cavaliere]  messer  Tariato 

d'Arezzo  suo  cavaliere  A.  —  9.  ci6  fu]  clie  era  A.  —  10.  Sangineto]  San  Giiuneto  A.  —  ii.  ordin6]  ordinarono 
A.  •  Carraignano]  omm.  A,  —  13.  raattina  per]  mattina  G.  R.  —  19.  pure]  omm,  A.  -  assediato]  assediarono  A.  — 
30.  atanzia]  istanza  A.  •  Bavero. . . .  brigata]  Bavero,  essendo  gla  in  Pisa  e  a  Pistoia  sua  brigata  /.  Iai  lexion*  dal  testo 
i  fnel/a  di  A.  e  di  G.  R.  —  33.  e  presooo]  e  tolsersi  G.  R.  —  33-34.  di  minore. . . .  era]  minore  che  non  era  A.  — 
to  34-35.  Sandinisi]  Sandonisi  G.  R,  —  28.  eglino  ne]  omm.  A.  -  credette  fare  ricliiedergli]  credette  fece  ricliiedergli 
G.  R.  —  39.  compari]  con  patti  G.  R.  —  30-31.  del  mese]  omm.  A.  —  33.  contro  di  loro. ...  vicario]  contro  loro,  di 
che  vi  puose  uno  vlcario  G,  R.  -  e  raissevi]  di  che  vi  puose  G,  R.  —  33  c  36-37.  Ipocrato]  lipocrato  A. 


lA.  1328]  CRONACA  FIORENTINA  157 


furono  mandati  a'  confini   a   Pontremoli;  e   questi   furono   i   meriti   ch'ebbe   Ca8truccio   del 

servigio  rilevato  e  magnifico  che  fece  al  Bavero,  che  fu  il  principale  uomo   per   cui  il  Ba- 

j       vero  ebbe  la  corona;  e    cosi  intervenne  a  chi  si   volle   fare  signore   e   forestiere;  ed  inter- 

"       venga  quello  e  peggio.     Promisse  a  Lucchesi  libert^   ed  impuose   loro   fiorini  1 50  000  e   la- 

5  sciarli  liberi  infra  l'anno,  e  cio  fatto  tomo  a  Pisa,  ed  impuose  a'  Pisani  che  pagassero  fio- 

rini  100  000.     E  cio  fu  per  la  grazia  che  avea  fatto  loro  di  trarli  delle  mani  del  tiranno,  cio^ 

de'  figliuoli  di  Castruccio,  e   piu  assenti  loro   che   egli  dife  loro  licenzia,  cioe  a'  Pisani,  che 

a'  figliuoU  di  Castruccio  e  alla  moglie  dessero  bando  di  rubelli  del  contado  e  della  cittk  di 

Pisa;  e  cosi  fu  fatto.     E  cio  fu  del  mese  di  novembre  a'  di  8.  Tomo  in  Pisa  anno  1328. 

10  RuBRiCA  443*  —  Come'  messer  Beltramo  dal  Balzo  vcnne  -per  -parte  del  duca  di  Calavria  vi-       /.,  vi,  w 
j  cario  in  Firenze, 

\  Li  Fiorentini  in  questo  tempo  pensando  ch'eglino  davano  200  000  fiorini  al  duca  di  Ca- 

I  lavria,  figliuolo  dello  re  Uberto;  avendogli  mandato  a  dire  che  gli  piacesse,  dappoichfe  il 
]  Bavero  non  era  per  rentrare  nello  reame,  a  lui  dovesse  piacere  di  voler  loro  osservare  i  patti, 
•15  li  quali  male  loro  gli  attenea,  ed  a  lui  volea  fossero  attesi  nobilmente  con  mandarsene  i  da- 
'  nari  che  dovea  logorare  in  Firenze  nelle  guerre  de'  nemici  de'  Fiorentini,  ed  egli  gli  si  rau- 
•  nava  in  Puglia,  e  la  loro  libertk  davano  a  cui  di  lui,  o  come  gli  piacea,  e  non  che  liberi, 
ma  peggio  che  vassalli.  Pure  la  coscienza  lo  riprese,  e  mandovvi  uno  nobile  e  franco  cava- 
I  liere ;  cio  f u  messer  Beltramone  del  Balzo  con  520  cavalieri  di  bella  brigata.  E  piu  erano  con- 
j20  tenti  i  Fiorentini  di  costui  che  non  sarebbono  del  Duca  per  due  ragioni:  Tuna  perch'era 
d'arme  migliore  di  lui,  e  Taltra  perch'eglino  a  tempo  pensavano  con  licita  cagione  volere 
dire  al  Duca  non  avere  loro  attenuti  i  patti  di  stare  a  Firenze,  o  di  tenere  e  mancare  soldo, 
e  nuUa  avea  loro  osservato  a  compimento.  Intro  con  grande  onore  il  detto  messer'  Beltra-  /.,  vj,  9i 
mone  a  Firenze  il  primo  di  di  novembre  negli  anni  del  Signore  1328. 

25  RuBRiCA  444*  —  Come  mort  il  duca  di  Calavria, 

Negli  anni  del  Signore  1328  a  di  17  del  mese  di  novembre  in  Firenze  vennero  lettere  della  ' 

morte  di  messer  Carlo,  duca  di  Calavria  e  figliuolo  dello  re  Ruberto,  il  quale  era  morto  il  detto 
mese  a  di  8.  Di  che  in  Firenze  se  ne  fece  grande  cordoglio  in  apparenza,  ma  nel  cuore 
grande  aUegrezza  per  le  grandi  spese  dava  loro.   Fecesene  un  grande  ed  onorevole  annovale. 

50  RuBRiCA  445*  —  ^esti  sono  i  friori  da  mezzo  febbraio  1327  infino  a  mczzo  dicembre  1328. 

Cione  Falconi  Messer '  Rinaldo  Casini  /„  vi.  92 

Filippo  di  Duccio  de'  Magalotti  Donato  di  Giotto  de'  Peruzzi 

Bartolommeo  di  Guccio  de'  Siminetti  Giotto  di  Fantone  degli  Angelotti 

Chele  di  Pagno  de'  Bordoni  Giunta  Nardi 

5  Neri  di  Forte  de'  Bezzoli  Coppo  di  Lapo  de'  Medici 

Messer  Bartolo  de'  Ricci,  dottore  di  leggi  Neri  Lippi 

Bartolo  di  Ridolfo  Guidi,  gonfaloniere  di  lu-  Piero  Bandini,  gonfaloniere  di  lustizia. 

stizia  Ser  Alessio  di  ser  Barone  da  Signa,  loro  no- 
Ser  Zanobi  di  ser  Bartolo  da  Pozzolatico,  loro  taio. 

notaio. 


I.  a' confini  a  Pontremoli  e  questl]  a'  confini  nel  castello  di  Ponte  Triemoli  e  questi  G,R.  —  2.  magnlfico] 
magno  G.  R.  —  3.  volle]  vuole  G,  R.  -  s  forestierej  i  forestieri  G.  R.  —  6-7.  mani ....  Castruccio]  mani  dl  figlluoH 
di  Castruccio  G.  R.  —  8.  rubelli]  rubello  A.  —  14.  rentrare]  entrare  G.  R.  —  15.  nobilmcnfe]  omm.  A,  —  16-17.  gH 
si  raunava]  gli  si  murava  G.R.  —  ao.  ragionl]  cagloni  A.  —  24.  Firenze....  1328]  Firenzc  a  i\  primo  di  novem- 
bre  1328  A.  —  26.  a  &\  17  del  mese]  omm.  A.  —  28.  a  d\  8]  a'  d\  9  G.  R.  —  28-29.  In  apparenza. . . .  onorevoie]  in 
apparenza,  ma  per  le  gravezzc  e  poco  utile,  che'  Fiorentiai  se  ne  vedeano  non  fu  cosi  nelli  cuori;  e  fecesegii  grande 
ed  onorevole  G,  R.  —  39.  annovale]  annuaie  A. 


158 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1028] 


/.,  VI,  93 


/.,  Vil,  94 


/.,  VII,  95 


/.,  vu,  % 


Lapacdo  del  Bene 

Coppo  di  Borghese  Migliorati 

Lottieri  Davanzati 

Palla  di  messer  lacopo  degli  Strozzi 

Benincasa  di  Falco 

Bartolo  di  Buonafede 

Francesco  di  Meo  degli  Acciaiuoli,  gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  lacopo  di  Vanni  da  Signa,  loro  notaio. 

F»"ance8C0  d'Andrea 

Vanni  di  ser  Lotto 

Coppo  Stefani  d«'  Bonaiuti 

Tecchino  di  ser  Rinaldo 

Messer  Ugo  Lotteringlii,  dottore  di  leggi 


Giovanni  Villani 

Spinello   di  Primerano,    gonfaloniere  di   lu- 

stizia 
Ser  Piero  di  ser  Macone,  loro  notaio. 

Lapo'  di  Giovanni  Gavacciani 

lacopo  d'AIberto  deiriudice 

Gentile  di  messer  Oddo  degli  Altoviti 

Maso  Valori 

Tinoro  di  Nardo  Guasconi 

Giovenco  di  Cionetto 

Cecco  di  Spina  Falconi,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  Cecco  Gucci  da  Pontormo,  loro  notaio. 


10 


15 


RuBRiCA  446*  —  Comc'  si  riformh  la  citta  di  Fircnze  e  farte  del  reggimento  dci  cittadini  c 
dei  rettori  ed  ufficiali  di  Firenze. 

NegU  anni  del  Signore  1328  del  mese  di  novembre,  come  h.  detto,  li  Fiorentini  rimasero 
liberi  per  la  morte  del  duca  di  Calavria,  e  pensando  quale  modo  fosse  quello  che  gittasse 
buona  ragione  al  Comune  ed  al  Popolo  nello  riformare  la  cittk,  chfe  infino  a  quello  tempo  gli  20 
ulici  erano  stati  eletti  a  posta  del  Duca,  e  pensando  che  innanzi  al  Duca  relezioni  de'  Prio- 
rati  e  gli  altri  ufici  sl  per  1'  ambizione  del  fumo  degli  ufici,  come  per  la  grandigia  de'  cit- 
tadini,  che  avieno  lo  stato,  ciascuno  tirava  acqua  a  suo  mulino,  e  chi  a  petizione  altrui  avieno 
condotta  la  cittk  in  guerre  e  in  divisioni  e  in  sfette  e  in  maladizioni ;  ora  i  cittadini  pensando 
di  f are '  elezione  di  nuovo  priorato,  e  di  f arlo  buono  e  franco  e  schietto  e  non  settaiuolo,  avuto  25 
li  Priori  piu  e  piu  consigU  di  richiesti  e  piu  segreti  e  buoni  consigli,  in  fine  diliberarono 
con  gli  consigli  opportuni  ed  in  parlamento  pacifico  in  suUa  piazza  gl' inf rascritti  ordini  sotto 
gravi  pene  osservare : 

In  prima  che  ciascuno  Priore  con  due  arroti  per  sesto  di  concordia  di  tutti  e  sette  avesse 
a  fare  una  recata  di  tutti  gli  uomini  guelfi  e  popolani;  li  quali  fossero  degni  di  essere  nel- 
Tofizio  del  priorato,  che  passassero  anni  30  per  uno. 

Item  che  ciascuno  gonfaloniere  facesse  con  due  arroti  il  simile. 

Item  che  i  capitani  della  Parte  guelfa  facessero  coUo  aiuto  e  consiglio  de'  loro  consi- 
glieri  il  simile. 

Item  che  li  cinque  della  Mercatanzia  facessero  ancora  la  loro  recata  similmente,  come 
li  predetti;  s\  veramente  che  a  ci6  fare  con  gli  cinque  della  mercatanzia  fossero  due  consoli 
delle  sette  maggiori  arti  per  ogni  consolato;  sicche  erano  19  a  fare  la  recata.  E  che  fatte 
le  dette  recate,  si  riscontrassero  tutte  e  facessesene  una,  sicchfe  ciascun  vi  fosse  una  volta  e 
non  piu.  E  che  poi  in  calen  di  dicembre  nella  sala  del  consiglio  si  adunassero  li  Priori  e  li 
12  Buoni  Uomini  e  li  19  gonfalonieri,  e  d'ogni  arte  delle  dodici'  maggiori  arti  vi  fossero  due 
consoli  eletti  a  squittino  per  li  Priori,  e  poi  per  ogni  sesto  avessero  i  Priori  e  li  Dodici  ad 
eleggere  per  isquittino  6  cittadini  popolani  e  guelfi;  e  cosi  ragunati  li  predetti  98  uomini 
avessero  a  mettere  a  uno  a  uno  a  partito  a  segreto  squittino  a  fave  nere  e  bianche  quegli 
che  recati  erano,  e  quale  per  66  fave  la  vincesse,  allora  in  6  borse  per  6  sesti  s'imborsas- 


l8.  dcl  mese]  omm.  A.  -  come  e  detto]  omm,  A.  —  19.  qualc  modo  fosse]  omm.  A.  —  20.  ed  al  Popolo]  omm. 

A.  —  23.  e  chi  a]  e  clie  a  /.  —  34.  sfette]  sbtta  A.  —  25.  e  schletto]  omm.  A.  —  36.  e  buoni  consigll]  omm.  A.  —  27.  ed 

in  parlamento]  paclfico   ed   11   parlamento   patelic6    G.  R.  —  38.  osservare]  ordinare   G.  R.  —  39.  due  arroti]  al 

poito  di  qutste  due  parole  e  una  lacuna  in  G.  R,  —  33.  capitanl]  cittadinl  G.  R.  —  39.  nella  sala]  nella  generale  sala 

5    G.  R.  —  40.  o  d'ogni  arte]  e  ogoi  arte  A.  —  43.  a  partito]  omm.   G.  R.  —  43-44.  quegli  che]  qualunque   G.  R. 


[A.  1328]  CRONACA  FIORENTINA  159 

sero.  E  di  quegli  si  traessero,  quando  fosse   finito   ruficio   degli   altri   e   tre   dl  innanzi;  ed 

allo  detto  squittino  si  ricevesse  una  fava  sola  in  mano  di  frati,  e  nel  bossolo   si   ponesse   e 

portassesi  in  luogo  che  altro  che  li  frati  non  lo  sapessero;  si  veramente  che  i   frati  fossero 

tutti  forestieri  di  queste  regole :  due  Minori,  due  Predicatori  e  due  Romitani  ed  a  parte  ed 

5  a  vicenda  annoverare,  e  poi  cosi  descritti  ed  imborsati  in  una   cassetta  si   mettessero   nella 

chiesa  dei  frati  Minori,  e  simile  1'  uficio  de'  Dodici  e  de'  gonfalonieri.     La  detta  cassa  avesse 

fc  tre  serrami;  l'una  tenesse  il  guardiano  de'  frati  Minori,  l'altra  i  frati  di  Settimo  e  1' altra  il 

r  capitano  del  popolo;  ed  al  tempo  della  tratta,  ragunato  il   consiglio   del  popolo,   venisse   la 

f     cassa  accompagnata  dalla  f amiglia  de'  Priori  nel  palagio,  ed  ivi  a  sorte  ed  a  fortuna  si  traes- 

10  sero  delle  borse;  ma  il  gonfaloniere  della  Giustizia  s'osservava'   in   questo  modo  cio^. ...  E       /.,  vxt,  97 

similemente  d'ogni  due  anni  si  rifacesse  di  nuovo,  e  mettessersi  insieme  quelli  che  usciti  non 

fossero  con  divieto  due  auni  la  persona  propria,  uno  il  padre,  fratello  e  figliuoli  e  sei  mesi  i 

consorti.     E  i  gonfalonieri  e  li  Dodici  quattro  mesi  per  uno  durassero.     Ed  il  consiglio  fosse 

ancora  squittinato  tra'  Priori  e  coUegi,  e  fossero  300  il  consiglio  del  popolo  e  150  quello  del 

5  Comune,  nel  quale  f ossero,  ciofe  in  quello  del  Comune,  buoni  uomini  di  f amiglie ;  ma  in  quello 

del  popolo  fosse  ogni  uomo  di  famiglie  e  mercatanti  e  d'ogm  ragione  popolani,  ma  guelfi.     E 

levossi  ogni  altro  consiglio;  ed  il  simile  feciono  de'  rettori  forestieri  imborsazioni.     Ancora 

le  dodici  arti  maggiori  fecero  li  loro  consoli  a  quello  medesimo  modo. 

RuBRiCA  447*  —  Come'  i  Fiorentini  fosono  una  imfosta  a'  cherici;  efu  fosto  lo  intradetto  a       /.,  vn,  9» 
50  Firenze. 

In  questo  anno  con  licenzia  del  Papa  si  puose   al  chericato  di  Firenze  una  imposta  a 
ragione  di  fiorini  1 2  000,  e  li  cherici  non  lo  volsero  pagare ;  convenne  f ossero  sforzati.     Di  che 
puosero  lo  intradetto  a  di  1 8  di  novembre ;  poi  lo  vescovo  ch'era  ito   nella  Marca,  torno  a 
Firenze  e  veggendo  che  questo  era  f atto  per  difendere  cosi  li  beni  dei  cherici,  come  di  laici, 
!5  da'  nimici  di  S.  Chiesa,  levo  lo  intradetto. 

RuBRiCA  448''  —  Co7ne  messer  Beltramonc  dal  Balzo,  cafitano  dei  Fiorentini  e  del  re  Ruberto, 
corse  a  Pisa  ed  a  Lucca. 

In  questo  medesimo  tempo  del  mese  di  gennaio  a'  di  10  messer  Beltramone  dal  Balzo 
capitano  dello  re  Ruberto  e  de'  Fiorentini  con  1100  uomini  di  cavallo  e  molti  pedoni  ca- 
K)  valco  a  Pisa,  essendovi  dentro  il  Bavero  ed  il  loro  antipapa,  cioh  frate  Pietro  da  Corvaia 
con  sei  cardinali,  e  stettero  a  Ponte  di  Sacco  due  di  e  due  notti,  e  fecero  grande  danno  a' 
Pisani  di  prede  e  di  pregioni.  Fu '  richiesto  il  Bavero  mandasse  sua  gente  f uori ;  rispuose  /.,  vn,  99 
ch'egli  li  pagassero,  e  manderebbela.  Poi  a  dl  21  di  febbraio  del  detto  anno  li  Fiorentini 
medesimamente  cavalcarono  a  Lucca,  e  fecero  grande  danno  di  preda  e  di  pregioni. 

JS  Rubrica  449*  —  Come  i  Fiorentini  scopersero  il  trattato  dello  imferatorc;  e  qttcllo  chc  nc  scgui. 

Nel  detto  anno  a'  di  16  di  gennaio  1328   fu   riportato  a'  Priori  che   uno   Giovanni   del 
Sega  da  Carlone  cercava  di  fare  uno  trattato  in  questo  modo:  che  un  Ugolino  di  Tano  degli 


I.  e  tre  d\  innanzi]  e  innanzi  per  tre  d\  G,  R.  —  1-4.  ed  allo  detto  squittlnio. . . .  ed  a  parte]  e  lo  detto  aquit- 
tino  si  tenesse  il  segreto  pcr  gli  f rati  di  qucste  regole  e  tutti  forestieri,  due  per  gli  frati  Minori,  due  per  gli  Pre- 
dicatori,  due  per  gU  Romitanl  e  a  parte  A.  —  8.  tempo  della  tratta]  tempo  detto  G.  R.  -  del  popolo]  otnm.  A. 
—  9.  Priori]  Signorl  A.  —  10.  ia  lacuna  i  aeffnata  in  A.  e  in  G.  R.  —  ii-u.  non  fosscro. ...  due  annl]  non  fos- 
«reo,  ed  ebbono  ii  divicto  usato  ciofc  due  anni  G.  R.  —  12.  la  persona  propria]  la  persona  del  Priore  G.  R.  -  uno] 
omm.  A.  —  13-15.  e  li  Dodici. ...  buoni  uomini]  e  dodicl  squittinassero  1  consigli  del  Popolo  e  Comune  insiemc  coi 
Priorl;  e  il  consiglio  dci  popolo  fussino  uomini  300  e  quello  dei  Comune  ijo  e  In  quello  dei  Coraune  fussino  buonl 
uoniini  A.  —  16.  d'ognl  ragione....  guelfi]  d'ogni  condizione  popolani  e  guelfi  G.  R.  —  21.  con  liccnzia]  pcr 
licenzia  G,  R.  —  28.  a  dl  10]  a  dl  11  A,  —  29.  Ruberto]  Uberto  A.  —  33.  [pagassero  pregassero  G.  /?.;  pagassero  /. 


160  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1328] 


Ubaldini  dovea  mettere  in  Firenze  una  quantit^  di  f anti ;  li  quali  questo  Giovanni  coUocava 
con  certi  suoi  amici  in  Borgo  S.  Pagolo,  e  la  gente  del  Bavero  era  a  Pistoia  ed  alle  frontiere, 
/.,  vu,  100  e  doveva  essere  la  notte  alla  porta  d^Ognissanti,  e  certe  case  in  Firenze'  torre  a  pigione  di 
\h  d'Arno  nel  sesto  d'01tramo  piene  di  stipa,  e  in  quello  di  San  Piero  Scheraggio  appigliarvi 
il  fuoco,  e  quando  foasero  tratti  allo  romore  del  fuoco,  allora  li  fanti  di  Borgo  San  Pagolo  5 
doveano  sbarrare  lo  borgo  d^Ognissanti  e  di  S.  Pagolo,  e  ire  a  rompere  la  porta  il  Prato,  e 
la  gente  intrare  dentro  e  gridare:  "  Viva  lo  'mperadore  „.  Questa  cosa  si  si  scoperse;  di  che 
fu  attanagliato  Giovanni  detto  e  propaginato  e  tre  altri  strascinati  ed  impiccati,  ed  Ugolino 
ed  altri  ebbono  bando.     Quelli  che  lo  rivelarono  ebbero  denari  ed  arme, 

RuBRiCA  450*  —  Come  in  questo  anno  fu  gran  carcstia  in  Firenze.  10 

Neiranno  del  1328  e  29  fu  in  tutta  Toscana  grande  carestia,  tale  che  valse  lo  staio  del 
grano  fiorini  uno  d'oro,  e  in  ogni  altra  parte  d'  Italia  valeva  piu  che  a  Firenze ;  perocche  il 
comune  di  Firenze  mand6  in  Sicilia  ed  in  altre  luogora,  tanto  che  lo  misse  a  mezzo  fiorino 
lo  staio;  e  ci6  non  dava  dovizia  perchfe  non  v'era  danari,  II  Comune  diliber6  di  fare  pane, 
il  quale  fosse  di  6  once  a  denari  4  Tuno,  ma  era  il  terzo  orzo,  e  con  questo  ne  perdfe  il  Co-  15 
i.,  VII,  101  mune,  veduta  la  ragione,  60  000  fiorini  o  circa,  E  tutte  le  terre  d'ltalia  cacciavano  ogni'  re- 
gola  di  religione,  salvo  i  necessari,  ed  ogni  persona  che  per  accatto  andasse  cercando;  ed 
i  Fiorentini  ricettarono  ogni  persona,  e  niuno  n'accumiatarono. 

RUBRICA  451*  —  ^uesti  sono  i  Priori  da  mezzo  diccmbrc  1328  a  mezzo  diccmbre  IJ92: 

Priore  di  ser  Bartolo  Guido  di  Lapo  Guazza  20 

Bonaccorso  Bentaccordi  Anselmo  di  Palla 

Cino  di  Tano  Messer  Forese  da  Rabatta,  dottore  di  leggi 

Michele  di  Cione  Maffei  Albizzo  di  Ricco  degli  Albizi 

Salvino  Armati  Cione  di  Bonsignore   Bisarnesi,  gonfaloniere 

Matteo  Benvenuti  di  lustizia  2S, 

Zato  di  Gaddo  Passavanti,  gonfaloniere  di  lu-  Ser  Giovanni  Pizzini,  loro  notaio. 

stizia 

Ser  Romolo  di  ser  Triccolo,  loro  notaio.  Messer  Tommaso  Corsini,  dottore  di  leggi 

Messer  Gianiano  di  Lapo  de'  Rimaldelli,  dot- 
Neri  di  Boccuccio  di  Manno  Vettori  tore  di  leggi  3(- 

Messer  Lorenzo  di  messer   Caro,   dottore  di  Messer  Ranieri  del  Forese,  dottore  di  leggi 

leggi  Ugolino  d'Andrea 

Valorino  di  Lapo  Valori  Nerone  di  Nigi  Dietisalvi 

Feduccio  di  Duccio  della  Marotta  Ricciardo  de'  Ricci 

Giovanni  di  Donato  Viviani  Ser  Gianni  de'  Siminetti,  gonfaloniere  di  lu- 
Simone  di  Spigliato  da  Filicaia  stizia 

Filippo  Bencini  del  Sanna  Benci,  gonfaloniere  Ser  Lippo  di  ser  Cambio  da  Vinci,  loro  no- 

di  lustizia  taio. 

Ser  lacopo  del  maestro  Salvi,  loro  notaio, 

Cionino  di  Cione  degli  Aglioni 

/.,  vu,  loj       Bertuccio'  Taddei  Filippo  Buonfigliuoli 

Gherardo  di  Volpe  de'  Canigiani  Foresino  d'Andrea  degli  Abbruciati 

Lotto  Donati  deIl'Antella  Piero  Ceffi  de'  Beccanugi 


3.  doveva]  dore  G.  R.  —  4.  d'01trarno]  al  posto  di  qucste  farole  h  tma  lacuna  in  G.  R.  —  9.  ed  altrl]  con  al- 
trl  -«^.  —  II.  NeU'anno...,  fu]  Nciranno  detto  fu  A.  —  11-12,  valse,...  parte]  vaUe  fiorini  uno  d'oro  lo  sfaio  e 
In  ognl  parte  G.  R.  —  13.  valeva]  vaise  G.  R.  —  12-14.  a  Firenze... .  lo  staio]  a  Firenze  pcr  buonl  prowedlraentl 
fatti  per  lo  Comune  lo  mise  11  Comune  a  fiorino  mezzo  lo  stalo  A.  —  14.  e  cl6  non  dava  dovizia  perche  non  v'era 
danari]  omm.  G.  R.  —  l6.  60  000  fiorini  o  circa]  circa  61  000  fiorini  d'oro  G.  R.  —  i8.  accumiatarono]  acomiatarono  A. 


[AA.  1328-1329]  .  CRONACA  FIORENTINA  161 


Conte  d'Averardo  de'  Medici  Tano  Baroncelli 

Taldo  Valori  Rinuccio  Cocchi 

Bartolo'  di  Lapo  Benci,  gonfaloniere  di  giu-  Ubertino  del  Rosso  degli  Strozzi  y.,vii,  103 

stizia  Gherardo  di  Lapo  Paganelli 

5  Ser  Nardo  Ciai  da  Castelfiorentino,  loro  no-  Maestro  Cambio  del  maestro  Salvi 

taio.  Nicolao  di  Nello  Rinucci,  gonfaloniere  di  giu- 

stizia 

Neri  di  lacopo  Ser  Cione  di  messer  Ranieri  Bondoni,  notaio. 

RuBRiCA  452*  —  Come'  fu  mozzo  il  cafo  a  Tano  da  lesi,  eletto  in  capitano  del  comune  dei       /.,  v«,  uo 
10  Fiorentini. 

Venne  in  Firenze  novelle,  come  il  conte  Gianni  del  legnaggio  de'  Chiaramonti,  ciciliano 
e  conte  di  Chiaramonte,  cacciato  di  Sicilia,  che  era  capo  di  tutti  i  Ghibellini  della  Marca,  ed 
era  intrato  in  lesi  della  Marca,  della  quale  Terra  era  tiranno  e  signore  Tano  da  Castello  delli 
Ubaldini  della  detta  Terra  di  lesi,  e  che  intrato  lo  conte,  e  volendo  con  titolo  di  ragione  ta- 

1 5  ghargli  la  testa,  lo  f  acea  martoriare  e  conf essare  ch'egli  era  traditore  dello  imperio,  e  che  avesse 
col  papa  Giovanni  lega  e  in  dispetto  e  danno  del  Bavero.  Questi  disse  cio  che  volle,  e  poi 
disse :  "  lo  muoio,  e  non  per  questo  f allo,  ma  perocch'  io  trattava  tradire  i  Fiorentini,  uomini 
giusti,  perocch'io  era  eletto  loro  capitano  di  guerra,  ed  a  posta  della  setta  de'  GhibelHni 
pensava  cacciare  gli  altri  „.     Cio  era  messer  Simone  della  Tosa  e  gli  altri  suoi  seguaci.     Cio 

20  fu  negli  anni  del  Signore  MCCCXXVIII  a  di  8  di  marzo. 

RuBRicA  453*  —  Come  lo  Bavero  si  farti  di  Pisa,  e  andonne  in  Lombardia.  ' 

Gli  anni  del  Signore  1329  a  di  11  di  aprile  si  partl  lo  Bavero  da  Pisa  con  cinquecento' 
cavalieri,  perocche  lo  tempo  addietro  avea  perduto  tutti  i  Tedeschi  della  Bassa  Magna;  li  /.,  vn,  111 
quaH  per  lo  sdegno  della  partita  deiripocraro,  che  avea  privato  del  vicariato  di  Lucca,  se 
35  n'andaro,  come  narrato  aviamo  addietro,  ed  itisi  al  Cerruglio  a  fare  guerra  a'  Lucchesi. 
Lascio  in  Pisa  600  barbute,  e  vicario  di  Pisa  messer  Tarlati  de'  Tarlati  d'Arezzo,  e  in  Lucca 
lascio  400  barbute,  e  vicario  di  Lucca  messer  Francesco  Castracani,  cugino  di  Castruccio, 
e  non  amico  de'  figliuoli  di  Castruccio,  e  rimase  vicario  per  fiorini  venticinquemila,  che  egli 
prest6,  owero  dono, 

30  RuBRicA  454*  —  Come  i  Fiorentini  fotcrono  aver  Lticca,  e  non  la  vollero. 

A'  Fiorentini,  sempre  per  Fambizione  dello  stato  convenne  che  fosse  male  menato  il 
Comune  di  Firenze,  imperocchfe,  come  detto  e  nello  precedente  capitolo,  i  Tedeschi  della 
Bassa  Magna  erano  a  Cerruglio,  e  partito  lo  Imperadore,  cio^  il  Bavero,  a'  dl  15  di  aprile, 
avendo  con  loro  messer  Marco  di....  della  casa  de'  Bisconti,  il  quale  con  certi  accordi  del 
35  Bavero  il  teneano  per  istaggio  di  danari  e  paghe  a  ricevere,  e  fecionlo  capitano,  e  questa 
notte  intrarono  in  Lucca  per  la  Gosta.  Lo  terzo  dl  fecero  accordo  co'  Lucchesi,  ed  a  loro 
si  dierono  messer  Pino  della  Tosa  ed'  il  Vescovo,   che  avieno  piii  tempo  trattato  d'avergli       /.,  vn,  113 


10.  A  quetta  ruhrica  (451*)  in  I.  segue  una  nota  nella  quale  sono  i  nomi  dei  gonfalonieri  di  compagnia  c  dei 
Dodid  Buoni  uomini  che  1.  ricavi  da  un  ms.  della  Magliabechiana.  Nh  G.  R.,  di  cui  si  scrviva  I.,  ne  G.  che  fur  ia 
te  liste  dei  priori,  hanno  quelle  de'  gonfalonieri.  Non  credo  quindi  fosscro  nelPautografo,  tfperh  non  la  riforto.  — 
ii.ciciUano]  uomo  di  Sicilia  G.  R.  —  12.  clie  era]  ed  era  G.  R.—  is.Iesi]  lexi  A.  —  13-14.  Tano....  della  detta  Terra] 
Tano  (lacuna")  della  detta  G.  R.  Anche  in  A.  era  una  lacuna  sufpUta  da  altra  mano  col  nome  che  ko  riforlato  nel  tcsto,  — 
33.  cavalieri]  cavagli  A.  —  33-24.  li  quali]  omm.  A.  —  JS-  come]  secondo  A.  —  26.  600  barbute]  600  cavagli  A. 
-  dei  Tarlati]  al  fosto  di  qiieste  farole  h  una  lacuna  in  G.  R.  —  27.  Castracani]  Castruccini  A.  —  39.  ovvero  don6] 
o  vero  fu  dono  G.  R.  —  32.  come  detto  6]  come  h  narrato  A.  —  33.  Magna]  omm.  A.  —  36.  intrarono]  intrato 
G.  R.  -  i)er  la  Gosta]  omm.  A. ;  Costa  G.  Nella  rubr.  479  l'A.  /ar/a  delta  Costa  di  Buggiano,  eastello  net  Lucchese. 
E  prohabilmentc  la  medesima  locallth,  di  cui  qui  fa  cenno. 

T.  XXX,  p.  1  —   u.         . 


162  CRONACA  FIORENTINA  lA.  i329j 


al  soldo,  ma  peroccTife  il  Bavero  teneva  ancora  trattato  con  loro,  non  era  il  Connine  fidatosi. 
Come  cbbono  questa  brigata,  ch'erano  650  barbute,  Lucca  libera,  profersonla  al  Comune  di 
Firenze  per  mezzo  di  messer  Pino  detto  e  del  vescovo  di  Firenze.  Addivenne  che  '1  Co- 
mune  di  Firenze  di  ci6  si  consigliarono  piii  e  piu  volte  tra  loro.  Messer  Simone,  come  non 
amico  del  consorto,  cioi:  di  messer  Pino,  per  astio  con  loro  disse  che  conciosiacosachi  la 
casa  de'  Bisconti  era  nimica  de'  Fiorentini,  non  era  da  fidarsi  di  loro,  nh  di  lasciare  in 
Lucca  1  figliuoli  di  Castruccio.  Le  quali  cose  chiedeano  ne*  patti,  ciofe:  d'essere  al  soldo 
de'  Fiorentini  per  uno  anno,  e'  figliuoli  di  Castruccio  stare  in  Lucca  come  cittadini,  e  vo- 
leano,  per  loro  soldi  ritenuti  dal  Bavero  e  per  tranquillo  del  Comune  di  Firenze,  tenuti  fio- 
rini  87  migliaia.  Sarebbesene  fatto  tara  del  terzo,  opiu;  ma  messer  Simone  della  Tosa  per  l" 
la  detta  cagione,  mostrando  piii  ragioni,  linse  di  lasciarla  Lucca  e  di  non  torla ;  la  quale  gitto 
poi  non  buona  ragione  a'  Fiorentini.     E  ci5  fu  negli  anni  del  Signore  1329  a  dl  18  d'aprile. 

RUBRICA  455'  —  Cotne^  fu  fatta  face  tra'  Fiorcntini  c'  Pistolesi. 

/.,  VII,  \\i  Negli  anni  del  Signore  1329  a'  dl  29   di  maggio  si   compil6  una  pace  franca  tra  Fio- 

rentini  e'  Pistolesi,  infra'  quali  questo  fu  reffetto:  Che'  Fiorentini  avessero  la  guardia  della  1 
cittJi,  e  che  i  Guelfi  rientrassero  tutti  dentro,  e  salvo  i  Tedici,  e  raccomunassorsi  gli  ufici,  e 
che  ogni  insegna  d'aquila  del  Bavero  o  di  Castruccio  e  de'  Ghibellini  si  levasse  via;  ed  i  Ghi- 
bellini  in  luogo  deiraquila  pigliassero  Tarme  i  nicchi  di  San  lacopo.  Ed  ebbono  i  Fiorentini 
Monte  Murlo  e  Vittolino,  Carmignano,  Artimino.  Ed  ogni  Terra,  che  '1  Comune  di  Firenze 
tenesse,  confermarono,  e  diedero  in  perpetuo  a'  Fiorentini  i  Pistolesi.  Ed  ebbono  la  guardia  2 
di  Tizzano  i  Fiorentini.  Della  quale  cosa  in  Firenze  si  fece  grandissima  festa  di  giostre,  d'ar- 
meggiare,  di  danze  e  di  suoni  il  di  dell'Ascensione. 

RuBRiCA  456"  —  Come  il  vicario  del  Bavcro  fu  cacciato  di  Pisa. 

I  Pisani  coiraiuto  di  messer  Marco  Bisconti  e  coUa  brigata  di  Lucca,  ciofe  co'  Tedeschi 
dal  Cerruglio,  cacciarono  messer  Tarlato  vicario  del  Bavero,  e  riformarono  la  Terra  a  Co-  2 
/.,  VII,  lu       mune.'     E  ci6  fu  negli  anni  del  Signore  1329  a'  dl  18  di  giugno. 

RuBRiCA  457'  —  Cotne  messer  Marco  venne  in  Fircnze  ■per  lo  trattato  di  Lucca. 

Messer  Marco  Bisconti,  quando  fu  in  Pisa  sl  disse  alla  brigata  del  Cerruglio,  di  cui  era 
staggio  per  lo  Bavero  per  le  loro  paghe:  che  se  fosse  loro  piacere,  anderebbe  a  Firenze  a 
cercare  il  trattato.  E  cosi  gli  fu  concesso.  Di  che  venne  in  Firenze  a'  di  27  di  giugno  detto  3 
anno,  e  proferto  Lucca,  come  detto  h.  addietro.  Messer  Simone  per  invidia  del  consorto  mes- 
ser  Pino  della  Tosa,  suo  consorto,  lo  sconsiglio  tanto  che  non  si  prese.  E  fugli  donati  fiorini 
mille,  e  non  tom6  a  Lucca,  e  andonne  a  Melano,  ove  da'  fratelli  fu  strangolato. 

RuBRiCA  458*  —  Come  le  castella  di  Valdarno  fecero  face  col  Comune  di  Fireme,  e  tolsero 
ca-pitano  Jiorentino.  3 

Le  castella  di  Valdinievole  fecero  pace  col   Comune  di  Firenze,  e  promessero  trattare 
gli  amici  per  amici  e  nimici  per   nimici....  Fiorentini,   facessero  cio   appiacesse  a  loro   vo-:^ 
lontk,  e  tolsero  il  capitano  fiorentino.     E  ci6  fu  nel  detto  anno  a'  di  21  di  giugno. 


3.  detto]  omm.  A.  —  3-4.  Addivenne ....  messer]  Avvenne  che  il  Comune  ebbe  consiglio  da  sua  cittadini 
pi5  e  piii  TOlte  dove  messer  A.  —  5.  dlsse]  omm.  G.  /?.  -  consiosiacosachfe]  omm.  A.  —  7.  cioe]  omm.  A.  — 
II.  finse]  Tinse  A.  —  ij.  a  d\  18]  omm.  /.;  a  d\  39  G.  R.  —  14.  a  d\  29]  a  d\  34  A.  -  franca]  om.  A.  —  15.  Pi- 
stolcsi....  enTetto]  Pistolesi  in  questo  effetto  A.  —  16.  tutti]  omm.  A.  -  raccomunassorsi]  raccomunassero  G.  R. 
—  17.  inscgna  d'aquila  del  Bavero]  insegna  di  quella  del  Bavero  /.  -  0]  omm.  G.  R.  -  ■  31-12.  armeggiare]  arraeg- 
gerle  A.  —  32.  suo  consorto]  omm.  G.  R.  -  tanto  che  non  si  prese]  tanto  questo  fatto  non  si  fece  A.  —  37-3^-  °'- 
micl....  e  tolsero]  niraici  e  tolsero  A.;  la  lezione  lacunosa  rifortata  nel  te$to  i  eU  G,  R.;  I.  non  tien  tonto  della  la- 
funa  -  facessero . . . .  volontA]  omm.  A. 


[A.  1329]  CRONACA  FIORENTINA  163 


RuBRiCA  459*  —  Come^  i  Fiorentini  fecero  face  co'  Pisani  -per  una  cavalcata  che  fecero  i       /.,  vu,  iis 
Ftorcntini. 

Nel  detto  anno  i  Pisani,  sentendo  la  discordia  de'  Fiorentini  e  la  compra  che  si  trat- 
tava  di  Lucca,  temendo  non  avere  vicini  i  Fiorentini,  feciono  la  detta  compra  per  sessanta- 
!  5  mila  fiorini,  e  dierono  caparro  quattordicimila.  I  Fiorentini,  sentendo  ci6,  per  istroppiarla, 
il  capitano  messer  Beltramo  dal  Balzo  fecero  cavalcare,  e  disertarono  molto  la  Valdera,  e 
disfecero  due  loro  castella,  cio  fu  Pratiglione  e  Camporena.  E  cio  fu  di  luglio,  e  incontanente 
si  cerco  la  pace  nel  borgo  a  S.  Marco  di  Pisa,  peroccM  i  Fiorentini  corsero  infino  airantiporto. 
E  fatto  cio,  a'  dl  12  d'agosto  si  fermo  la  detta  pace   con  molte  franquigie  de'  Fiorentini. 

10  RuBRicA  460*  —  Come  i  Fiorcntini  rifresero  le  ville  d' Amfinana. 

Come  detto  abbiamo  addietro  rubr.  401,  quando  il  Comune  di  Firenze  fu  sconfitto  ad 
Altopascio,  il  conte  Ugo  da  Battifolle  s'avea  ripreso  le  ville  e  i  popoli  d'Ampinana  di  Mu- 
gello.    Di  che  i  Fiorentini  mandarono  a  ritorgliele.    E  ci6  fu  nel  detto  anno  a'  di  15  di  luglio. 

RuBRicA  461*  —  Come^  si  ruffe  Vaccordo  della  lega  di  Valdinievole  co'  Fiorentini,  e  il  Co-       /.,  vn,  U6 
15  mune  n'ebbe  Monte  Vettolini. 

La  lega  delle  castella  di  Valdinievole  si  era  fattd,  come  detto  fe,  del  mese  passato,  terza 
rubrica  addietro.  Li  Ghibellini,  amici  de'  Castruccini,  ruppero  la  pace,  e  tolsonsi  Monte 
Catino  coUe  masnade  de'  Lucchesi,  ch'erano  ad  Altopascio.  Di  che  i  Fiorentini  cavalcarono 
a  Montecatino,  ed  arsono  il  borgo.  Di  che  quegli  di  Monte  Vettolino,  che  erano  in  trattato 
20  con  quelli  di  Montecatino,  venendo  in  Montecatini  per  trattare  con  gli  amici  di  Castruccio, 
per  messer  Amerigo  Donati  furon  presi  e  menati  a  Monte  Vettolino,  e  renderonsi  al  Co- 
mune,  e  poi  si  guerreggio  Montecatino.  E  messer  Amerigo  Donati  era  capitano  delle  ma- 
snade  fiorentine.     E  cio  fu  a'  dl  18  di  luglio  1329. 

RuBRiCA  462*  —  Come  i  Tedeschi  di  Lucca  vendcronla  a   Gherardino  Sfinoli  di  Genova,  e 
25  come  i  Fiorentini  fecero  rubellare  il  castello  di  Collodi. 

L'anno  del  Signore  1329  del  mese  di  settembre  li  Tedeschi  di  Lucca  da  capo  vollero 
fare  vendita  a'  Fiorentini;  non   si  pot6   vincere  in   Comune  per  la  setta  di   messer  Simone'        /.,  vii,  117 
della  Tosa.     Di  che  i  Fiorentini,  mercatanti  e  buoni  uomini,  per  lo  Comune  la  vollono  torre, 
e  delle  gabelle  pagarsi  con  certi  sconti,  tenendola  tanto,  fossero  sodisfatti  coiraiuto  di  certi 

30  mercatanti  usciti  di  Lucca,  i  quali  pagavano  il  quinto  degli  ottantamila  fiorini.  Lo  che  fu 
loro  vietato,  ed  alcuno  ne  fu  condennato  per  volere  in  vergogna  de'  Fiorentini  comperare 
uomini,  dicendo  ch'era  vergogna  di  Comune,  che  una  cittk  di  mercanzia  presa  per  guerra 
da'  Tedeschi  si  comperasse  la  preda,  ciofe  la  cittk  di  Lucca.  Di  che  uno,  messer  Gherardino 
degli  Spinoli,  la  compero  per  trentamila  fiorini  d'oro;  il  quale  prese  la  possessione  della  cittk 

35  di  Lucca,  cosl  comperata,  a'  di  21  d'ottobre  1329.  Subito  richiese  i  Fiorentini  di  pace;  fugli 
negata;  richiesegli  di  tregua;  fugli  negata;  richiesegli  di  lega  contra  al  Bavero  e  contra  a 
ogni  nimico  de'  Fiorentini  e  suoi;  nulla  ne  vollero,  ma  fecero  rubellare  CoUodi.  Di  che 
subito  messer  Gherardino  vi  mando  Toste,  e  riebbelo,  perchfe  i  Fiorentini  non  lo  soccorsero 
al  termine  dato.     E  questo  ne  segul  alla  vergogna  de'  Fiorentini. 


5-7.  per  Istropplarla ....  disfecero]  per  istorpiarla  feciono  cavalcarc  messer  Beltramo  dal  Balzo  loro  capitano 
in  Valdera  e  disertarolla  e  disfeciono  A.  —  ii.  rubr.  401]  omm.  A.  —  12-13.  di  Mugello]  al  fosio  di  gueste  fa- 
role  i  una  lacuna  in  G.  R.  —  16-17.  e  del  mese....  rubrica]  omm.  A.  —  19.  quegli]  questi  A.  —  31-23.  e  rende- 
ronsi  al  Comune  e  pol  si  guerreggi6]  e  rendersi  quelU  di  Montc  Vettolino  e  guerreggiossi  G.  /?.  —  26.  del  mese]  omm. 
A.  -  di  Lucca  da  capo]  da  capo  di  Lucca  A.  —  33.  si  comperasse  la  preda]  sl  comperasse  per  la  preda  /.  — i- 
34.  d'oro]  omm,  A.  -  iX  qualej  omm,  A.  —  37.  nulla  ne  vollero]  nol  Tollono  A,  —  39.  dato]  omm.  /. 


164 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1329-1330] 


/.,  vit,iii        RuBRicA  463'  —  Come'  i  Fiorentini  ebbero  la  guardia  di  SerravaUe. 

I  Pistolesi  si  vedeano  in  pace  per  la  guardia  che'  Fiorentini  aveano  della  citti  di  Pistoia. 
Di  che  i  Ghibellini  videro  che  la  guardia  di  Serravalle  era  loro  in  quistione  ed  in  noia  per 
la  guerra  di  Lucca,  si  pensarono  di  darla  a'  Fiorentini  per  tre  anni,  e  cosl  fecero.  Di  che 
questo  fu  molto  piacere  a'  Fiorentini  per  sicurtk  di  Lucca  e  della  guerra  di  Montecatino. 
E  ci6  fu  del  detto  anno  a'  dl  11  del  meae  di  novembre. 

RuBRiCA  464*  —  Come  la  brigata  di  Firenze  intrb  in  Montecatino,  e  i  Fiorcntini  morti  e  fresi. 

La  brigata  del  Comune  di  Firenze,  ch'era  a  Montecatino  ad  assedio,  una  notte  v'intra- 
rono  di  furto  e  con  iscale,  U  quali  essendo  in  nella  Terra,  e  gik  iti  alla  porta  per  aprirla 
e  mettere  dentro  gli  altri,  H  forestieri,  che  v'erano  dentro,  si  rawidero  ed  armarsi,  e  rup- 
pongli,  e  fume  morti  19  e  presi  circa  60.     E  ci6  fu  a'  dl  17  di  febbraio  1329. 

/.,  vn,  119       RuBRiCA  465*  —  ^testi'  sono  i  Priori  da  mezzo  diccmbre  ij2p  a  mezzo  dicembre  ijjo. 


/.,  vn,  130 
/..  vu,  121 


Lapo  di  messer  Angiolino  de'  Magli 

Lapo  di  Giovanni  Bonaccorsi 

Donato  degli  Acciaiuoli 

Cino  Michi 

Ghino  di  Veri  de'  Rondinelli 

Messer  Covone  de'  Covoni,  dottore   di  leggi 

Maestro  Lapo  del  maestro  Rinuccio  medico, 

gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Marco  di  ser  Bano  da  Ugnano,  loro  notaio. 

Fuccio  Amadori 

Porcello  di  Recco  da  Ghiacceto 

Tuccio  di  Dello  degli  Scilinguati 

Bingeri  di  Nardo  degli  Oricellari 

Giovanni  d'Uberto  Cambi 

Messer  lacopo  di  Neri  de'  Ricci,  dottore  di 

leggi 
Duccino  di  Guido  de'  Mancini,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Piglialarme  Pacini,  loro  notdo. 

Piuvichese  Brancacci 
Caroccio  di  Lapo  degli  Alberti 
Bartolo  de'  Bonciani 
Francesco  di  Lapo  loanni 
Vanno  Armati' 
Chele  Guamieri  d'Aguglione 
Francesco  Borghini,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Bartolommeo  del  maestro  Alamanno  da 
Castelfiorentino,  loro  notaio. 


Francesco  di  Cenni  Bigliotti 

Roggieri  di  messer  Lapo  da  Castiglionchio 

Nerozzo  di  Meo 

Cecco  di  Gianni 

Giovanni  di  Bernardino  de'  Medici 

Vanni  di  Benintendi  degli  Albizzi 

Falconiere  di  Baldese,  gonfaloniere   di  lu- 

stizia 
Ser  Francesco   di  ser   Giovanni  di  ser  Lapo 

Bonamichi,  loro  notaio 

Francesco  Sassoli 

Coppo  Borghesi 

Ser  Lamberto  del  Neri  Cambi 

Chele  Pagni  de'  Bordoni 

Taddeo  di  messer  Aldobrando  da  Cerreto 

Lapo  Rinaldi 

Cenni  Ghetti,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Ventura  Monachi,  loro  notaio. 

Gheradino  di  Gianni 
Maestro  Fagno,  medico 
Ubaldino  di  Niccolo  degli  Ardinghelli 
Palla  di  messer  lacopo  degli  Strozzi 
Federigo  Soldi 
Bartolo'  Buonafedi 

Lapo  Covoni,  gonfaloniere  di  giustizia 
Ser  Cambio  Micheli  da  Castelfiorentino,  no- 
taio. 


4-S.  fecero....  sicurti]  feciono  che  l'ebbono  i  Fiorentinl  molto  a  bene  per  sicurta  A.  —  6.  del  mese]  omtn.  A. 
10.  metteredentro....  forestieri]  mctter  dentro  gll  altri  forestieri  A.  —  n.  19]  30  A  -  circa]  omm.  A. 


[A.  1330]  CRONACA  FIORENTINA  165 

RuBRiCA  466*  —  Come^  i  Fiorentini fecero  ordini so-pra  i  vestimenti  delle  donne,  e  raffrenarono       /.,  vn,  125 
altrc  disordinate  sfese. 

Aveano  i  Fiorentini  molto  strabocchevolmente  allargato  la  mano  nelli  conviti  e  vesti- 
menti  delle  donne  loro  e  di  loro  persone.  Di  che  per  queste  spese  aveano  grandi  affanni 
5  per  le  guerre,  che  non  poteano  piu  Tuna '  e  TaltTa  spesa  e  delle  gabelle  comportare ;  e  pure  /.,  vn,  125 
chi  per  ricchezze,  e  chi  per  boria,  pure  portavano  la  spesa;  ma  in  comune  se  ne  ricevea  gran 
danno.  Di  che  si  elessero  uficiali  a  fare  ordini  assai  convenevoli,  e  uficiale  forestiero  elessero 
a  cio  fare  esecuzione  e  riscuotere  le  pene.     E  cio  fu  negli  anni  del   Signore  1330  d'aprile. 

RuBRicA  467*  —  Come  messer  Gherardino,  signore  di  Lucca,  colVaiuto  del  marchese  Sfinetta 
j  10  e  de'  Pisani  tolsero  il  castello  d'  Uzzano  de'  Fiorentini. 

Messer  Gherardino,  vedendo  i  Fiorentini  averlo  nimicato,  dappoich^  fu  signore  di  Lucca, 
segretamente  richiese  i  Pisani,  e  da  loro  ebbe  gente  contro  al  Comune  di  Firenze  ed  an- 
cora  d'altre  amistk ;  inf ra'  quali  f u  il  marchese  Spinetta  Malispini.  E  partito  di  notte  di  Lucca 
in  suiralba  per  trattato  intro  in  Uzzano,  il  quale  si  tenea  per  gli  Fiorentini,  nel  quale  v'era 
.15  caporale  dentro  due  dello  lignaggio  degli  Obizi,  ci6  furono....  ed  eranvi  con  170  fanti,  e 
tutti  erano  presi,  e  morti  vi  furono  dentro.  E  con  molta  furia  vollero  fornire  Montecatino, 
dov'era  Tassedio  per  gli  Fiorentini,  e  non  venne  lor  fatto,  e  tornossi  in  Lucca.  E  cio  fu  a' 
di  23  d'aprile  1330. 

RuBRicA  468*  —  Come'  i  Fiorentini  ebbero  Montecatini,  frima  ricevuto  alcuno  danno  da  messer       /.,  vn,  in 
20  Gherardino,  signore  di  Lucca. 

Per  piu  riprese  s'era  sf  orzato  messer  Gherardino,  signore  di  Lucca,  di  volere  levare  Tas- 
sedio  de'  Fiorentini  dal  castello  di  Montecatini,  e  piu  volte  fatte  generali  cavalcate,  infra 
quali  nonnullo  onore  n'avea  avuto.  E  ci5  era,  perocchfe  il  Comune  di  Firenze  avea  jiffossato 
tutto  intorno  il  piano  di  Montecatino,  cio^  da  pi^  di  Serravalle  infino  alla  Pieve  a  Nievole 

25  e  di  sopra  infino  a  Buggiano  ch'era  circa  cinque  miglia  di  fosso  e  steccato  e  di  sopra  molte 
bastie,  di  che  intrare,  nh  uscire  non  vi  si  potea.  Di  che  ultimamente  tra  d'amist^  e  di  soldo 
messer  Gherardino  rauno  gran  gente  da  pife  e  da  cavallo,  bene  che  sempre  v'erano  sottacqua 
la  gente  de'  Pisani,  e  vennero  agli  steccati  e  fossi  detti  di  Montecatini,  e  non  vi  poterono 
approdare  nulla.     Di  notte  con  usciti  di  Firenze  andarono  ad  un  passo  d'un  ponte  600  uo- 

30  mini  appi^  e  350  a  cavallo  appi^  di  Serravalle,  e  passaro   perocchfe   i   fossi  e  steccati  del- 
Toste  erano  volti  due  fiumi  ed  uno  fossato,   cio^  la  Nievole  e  la  Borra   e  lo   fossato  di.... 
sicchfe  se  non  passavano  per  quel  luogo,   d'aItronde  non  poteano '  passare,  e  passati  n'anda-       /.,  vn,  m 
rono  alla  Pieve  a  Nievole,  e  combatteronla,  e  vinserla  per  forza,  e  preservi   dentro   messer 
lacopo  de'  Medici.    I  Fiorentini  subito  si  tolsono  il  passo,  acciocchfe  pi{i  gente  non  vi  potesse 

35  passare,  ed  i  passati  non  tomassero;  di  che  convenne  loro  pigliare  la  via  del  poggio,  e  ri- 
cogliersi  a  Montecatini,  rinchiusi  dentro.  Come  che  a'  Fiorentini  fosse  vergogna  lo  perdere 
la  Pieve,  fu  loro  utile,  chfe  quelli  di  Montecatini  mangiavano  tra  per  loro  e  per  li  cavalli 
la  roba  piu  tosto,  ed  entrare  non  vi  potea  piu  nulla.  Di  che  messer  Gherardino  si  parti  tra 
per  questo  che  non  potea  soccorrere,  e  perchfe  fu  ferito  da  Giovanni  de'  Castracani,  nipote 


3.  strabocchevolmente]  omm.  A.  —  4.  per]  0»»»«.  /.  —  8.  a  ci6  fare]  per  fare  A.  -  del  Signore]  omm.  A.  — 
II.  averlo  nimicato]  avendolo  inimicato  G.  R.  —  12.  e  da  loro]  e  dl  \k  A.  —  14.  il  quale  si  tenea]  che  cra  A.  — 
16.  furia]  al  fosto  di  guesla  farola  h  una  lacuna  in  G.  R.,  che  I,  ha  $upflito  con  la  farola  sforzo  —  17.  dov'era  l'as- 
sedio  per  gli  Fiorentini]  dov'era  il  campo  dei  Fiorentlni  A.  —  17.  e  cl6  fu]  omm.  A,  —  23.  nonnullo  onore]  nullo 
onore  /.  —  24.  di  Montecatino  ciofe]  omm.  A.  —  29.  600]  700  A.  —  31.  Borra]  Bura  A.  —  32.  d'altronde]  al- 
tronde  G.  R.  —  33.  per  forza]  omm.  G.  R.  —  34-35»  potesse  passare]  passasse  G.  R.  —  38.  roba. ...  potea]  roba  e 
piu  tosto  Intrare  non  vl  potea  G.  R.  —  39.  questo]  omm.  A.  —  39-p.  166, 1.  i.  nlpotc  dl  messer  Francesco]  omm,  A. 


166  CRONACA  FIORENTINA  [A.  laaoj 


di  messer  Francesco.  Onde  in  capo  d'otto  dl  fecero  patti  quelli  forestieri  di  Montecatini  di 
lasciare  la  Terra,  e  sani  e  salvi  con  cavalli  ed  arme  potersene  ire  a  loro  posta,  e  cosi  fu 
loro  osservato.    I  Fiorentini  intrarono  in  Montecatini.     E  ci6  f u  a'  dl    19  di  luglio  1330. 

/..  vn,  iM       RuBRiCA  469'  —  Come '  scurb  il  sole  fiu  dclla  meta,  e  fu  assai  scuritit. 

Nel  detto  anno  e  del  mese  di  luglio  a  di  16,  circa  le  20  ore,  08cur6  il  sole  bene  la  met\    5 
del  8U0  corpo,  e  as^ai  rendfe  oscuritk ;  e  molti  ne  parlarono  variamente  de'  segni  che  perci6 
dovea  avvenire,  come  h  sempre  di  ci6  usanza  parlare,  e  per6  noi  di  ci6  ci  taceremo. 

RuBRicA  470*  —  Come  messer  Gherardim  ebbe  il  castello  di  Buggiano,  che  teneano  i  Fio- 
rcntini,  c  taglih  la  testa  a  certi  Lucchcsi.  , 

Le  sfitte  e  l'ambizione  de'  Fiorentini  sempre  lianno  avute  di  grandi  spese  loro  e  vergogne.  10 
Questo  dico,  che  poterono,  come  detto  6  addietro  in  piii  parti,  e  spezialmente  nella  rubri- 
ca  454*,  che'  Fiorentini  poterono  avere  Lucca  con  poco  gosto  allo  Comune,  e  non  la  voUono. 
E  ogni  dl,  poich6  l'ebbe  messer  Gherardino,  cercavano  di  toglierle,  perocchfe  teneano  trattato 
con  certi  li  quali  erano  in  Lucca.  Di  che  '1  trattato  si  senti  per  messer  Gherardino,  e  mand6 
per  Tamisth,  e  corse  la  Terra,  e  prese  certi;  infra'  quali  fu  messer  Pagano  Quartigiani  e....  15 
/.,  vij.  130  suo  nipote  e  altri  loro  seguaci.  Di  che  ne  fece  morire  lui'  e  dieci  altri,  e  molti  ne  mand6 
fuori,  e  subito  cavalcare  fece  sua  brigata,  e  prese  il  castello  di  sopra  di  Buggiano.  E  dicesi 
per  ismemoraggine  del  podestk,  che  v'era  messer  Tegghia  di  messer  Bindo  Buondelmonti.  E 
ci6  fu  a'  19  di  settembre  1330. 

RuBRicA  471*  —  Come  il  Comune  di  Firenze  fece  oste  a'  Lucchesi.  2i 

Parve  a  Fiorentini  ricevere  tanta  vergogna  del  castello  di  Buggiano,  che  coiramistJi  si  di- 
liberarono  d'assediare  la  citt^  di  Lucca,  e  cosl  f eciono.  Ed  uscirono  di  Firenze  con  1 500  bar- 
bute  e  5000  pedoni.  A  di  3  d'ottobre  si  partl  la  brigata  di  Firenze,  capitanata  per  messer 
Alamannno  degli  Obizi  uscito  di  Lucca,  e  a'  di  6  d'ottobre  presono  il  Cerruglio,  e  ne'  detti 
di  ebbono  ancora  per  patti  Montechiaro,  San  Martino  e  Vivinaia  e  Porcari,  e  poi  s'accampa-  2f 
rono  presso  a  Lucca  giu  nel  piano  a  mezzo  miglio  alla  cittk  nel  mezzo  delle  due  strade 
francesche,  ciofe  per  quella  che  viene  in  Valdinievole  e  quella  che  va  in  Valdamo.  Dicesi 
che  se  non  gli  avessero  lasciati  seminare,  che  forse  si  sarebbono  renduti;  ma  il  capitano  ne 
guadagno,  e  lasci6  fare  la  sementa,  ma  per  questo  fu  rimosso,  ed  eletto  Cantuccio  di  messer 
Bino  de'  Gabbrielli  da  Gubbio.  3( 

A,  VII,  131       RuBRiCA  472*  —  Cotne '  certe  Terre  di  Valdarno  si  dierono  a'  Fiorentini. 

Aveano  i  Fiorentini  tenute  in  guardia  tre  castella  de'  Lucchesi,  ci6  era  Fucecchio,  Ca- 
stelfranco  e  Santa  Croce.    Ora  per  le  dissensioni  dello  eleggere  li  rettori  e  delle  spese  eb- 


I.  quelli]  omm.  A.  —  2.  potersene]  potere  G.  R.  —  3.  a'  dl  19  di  luglio]  a  dl  39  del  mese  d'aprile  G.  R. 
S.  circa  le  20  ore]  a  30  hore  A.  —  6.  molti]  miile  G.  R.  —  10.  sempre  Iianno  avute]  sempre  ha  udite  G.  R.  — 
10-16.  vergogne. , . .  dieci]  vergogne.  Solo  per  non  sapere  pigliare  partito  poterono  comprare  Lucca  con  podii 
denari  e  per  setta  non  la  tolsero.  Di  pol  che  fu  di  messer  Gherardino  cercarono  pii  volte  di  toglierla  per  certi 
erano  in  Lucca.  Scopersesi  il  trattato,  e  messer  Gherardino  con  le  amista  corse  la  terra,  e  prese  certi  del  trattato 
infra  i  quali  messer  Pazzano  Quartigiani  e  II  nipote  e  altrl  loro  seguaci,  e  fece  morire  lui  con  dieci  A,  —  i5.  e 
molti]  ed  altri  G.R.  —  17.  sua]  dl  sua  G.  R.  —  18.  podeBti  che  v'era]  podesti  fosse  ci6  fu  G.R.-  Tegghia]  Teg- 
gliiaio  A.  -  di  messer  Bindo  omm.  A.  —  19.  settembre  1330]  setterabre  anno  Domini  1330  A.  —  ai.  Fiorentlni]  Fi- 
renze  A;  del  castcUo]  0»»/«.  A.  —  22.  la  citta  di]  omm.  A.  —  23.  pedoni]  fanti  A.  —  26.  giii]  omm.  A.  —  28.  seminare. . . . 
capitano]  semlnare  che  avrebbono  avuta  la  cltta;  ma  il  capltano  A.  —  29.  fare]  stare  A.  —  33.  Ora]  Era  A. 


[AA.  1330-1331] 


CRONACA  FIORENTINA 


167 


bono  discordia,  e  sottomassersi  liberamente  ne'  Fiorentini,  come  contadini  con  certe  conven- 
zioni  e  patti.     E  cio  fu  a'  di  4  di  dicembre  1330. 

RuBRicA  473*  —  Come  scurb  la  luna. 

La  luna  scur5  piu  che  le  tre  parti  oscurissima,  e  Taltra  parte  ancora  scura  assai;  e  cio  fu  in 
5  sul  fare  del  bruzzolo  a  di  16  di  dicembre  1330.    E  dissesi  signiiicava  assaissime  cose  e  cattive. 


RuBRicA  474"  —  ^uesti  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembre  ijjo  a  mezzo  dicembre  IJJI. 


Stefano  del  Benino 

Nastagio  di  Lapo  Talenti 

Giotto  Fantoni 
10  Messer  Orlando  Marini,  dottore  di  leggi 

Simone  di  Nardo  Guasconi 

Tano  di  Chiarissimo 

Pugio'  di  Boninsegna,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Ristoro  di  Bencivenni   da  Quarata,  loro 
15  notaio. 

Messer  Giachinotto  de'  Corbinelli,  dottore  di 

leggi 
Aldighieri  di  ser  Gherardo 
Bartolommeo  di  Guccio  Siminetti 

20  Bartolo  di  Vanni  Pucci 
Diedato  Baronci 

Giovenco  di  Cionetto  de'  Bastari 
Donato  di  Pacino  de'  Peruzzi,  gonfaloniere  di 
lustizia 

25   Ser  Giovanni  Benvenuti  da  Sesto,  loro  notaio. 

Messer  Pace  di  messer  lacopo   da   Certaldo, 

dottore  di  leggi 
Spinello  di  Bonsignore 
Guilielmo  di  Vita  degli  Altoviti 
30  Naddo  di  Cenni  Nardi 
Barone  Cappelli 
Giovanhi  d'AIbizzo  Cambi 
Bartolo  Paradisi,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Zanobi  di  ser  Bartolo  da  Pazzolatico,  loro 

notaio. 


35 


Messer  Rainaldo  Casini,  dottore  di  leggi 

Cione  d'AIberto 

Tommaso  Dietaiuti 

Marco  del  Rosso  degli  Strozzi 

Andrea  del  Nero' 

Messer  Lottieri  di  Lapo  Gherardini 

Tecchino  di  ser  Rinaldo,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  Giovanni  Megli,  loro  notaio. 

Guccio  di  Rinaldo  da  Panzano 

Boninsegna  Gherardi 

Francesco  di  Meo  degli  Acciaiuoli 

Banco  di  Lippo  Gianni 

Lorino  Bonaiuti 

Ruggieri  di  Neri  de'  Ricci 

Ricco  di  Buto  del  Riccio  Davanzi,   gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Tommaso  Lamberti,  loro  notaio. 

Bernardo  da  Quarata 

Bartolino  Filippi 

Vanni  Donnini 

Consiglio  d'Ugo 

Niccol6  di  Berto   Strozzafichi 

Gianni  di  messer  Gherardino 

Messer  Francesco  di  messer  Lotto,  dottore  di 

leggi,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Chiarozzo   di  Balduccio  da   Varazzano, 

loro  notaio. 


Come  narrato  abbiamo  addietro,  i  Fiorentini  elessero  Cantuccio  de'  Gabbrielli  da  Gub- 

bio  in  capitano  di  guerra;  il  quale  venne  nel  campo  a'  dl  16  di  gennaio  1331,  trovo  molto 

vittorioso  il  suo  campo,  si  per  le  castella  ricevute,  come  per  gli  soldati  che   si   uscirono   di 

40  Lucca.     Ci6  fu  a'  dl  12  di  ottobre,  quando  si  corsero  i  palii  in  sulle  porti  di  Lucca,  che  i 


/.,  VII,  133 


/.,  VII,  133 


RuBRiCA  475*  —  Come'  i  Fiorentini  ebbero  fiu  trattati  co'  Lucchesi  neWassedio  di  Lucca.  /.,  vn,  us 


3.  4]  omm.  A,  —  4.  parti]  0»;;«.  A.;  scura]  omm.  A.  —  5.  fare  del]  omm.  A.  -  disscsi.  ...  cattive]  omm.   G.  /?. 
~  38-  1331J   1330  /,;  ia  lezione  dcl  testo  h  quella  di  A.  e  G.R.  IIo  consnrxiato  1'errore  nel  testo,  corretlo  da  I. 


168  CRONACA  FIORENTINA  [AA,  1331-1332] 


/.,  m,  iM       Fiorentini  fecero  correre  una  melagranata'  spinata  di  25  ducati  e  il  secondo  palio  fu  un  vio- 

letto  e  il  terzo  fu  di  guarnello  che  corsero  le  puttane.     E  and6  il  bando,  che  chi  volesse  venire     [ 
fuori  a  vedere  o  a  correre,  venisse  salvo  e  sicuro.     Di  che  200  cavalieri  tedeschi  con  certo      ] 
trattato  uscirono  annati  a  vedere;  inira  gli  altri  furono  molti,  li  quali  non  rientrarono,   ma     ] 
rimasero  al  soldo  de'  Fiorentini.    Onde  si  passb  I'altra  parte  di  Lucca,  sentendosi  forte  Toste,     S 
e  presero  campo,  passato  il  Ponte  Tetto,  a  Gattaiuola,    E  non  potea  intrare  in  Lucca  di  niuna 
parte  vettovaglia,  se  non  quella  che  di  furto  vi  mandavano  i  Pisani.     E  ci6  era  contro  a  do- 
vere,  ma  tradimento,  secondo  i  patti  tra  Fiorentini  e  Pisani ;  e  contuttoci6  era  molto  stretta 
di  vettovaglia.     Di  che  certi  Lucchesi  cercarono  patti  molto   onorevoli  con   lo  Comune   di 
Firenze.     Per   la   maladetta   setta   e  izza  quelli  che   li   menavano,   si   dice,  il  fecero  sentire  10 
a  messer  Gherardino.    Di  che  li  Lucchesi  lasciarono  Taccordo,  e  messer  Gherardino  lo  seguiva, 
e  trattandolo  lo  ruppe,  come  nel  seguente  capitolo  dir6. 

RuBRicA  476*  —  Come  fii  fatto  vergogna  al  cafitano  fer  gli  Borgognoni,  c  come  elessero 
nuovo  ca-pitano,  e  levossi  lo  camfo. 

I  Fiorentini  avendo,  come  detto  6,  il  campo  di  \h  da  Lucca  e  di  qua,  awerme  che  un  15 
/.,  VII,  140  Borgognone '  fece  una  zuffa.  Lo  capitano  ne  voUe  far  giustizia  piii  virilmente  che  non  si  ri- 
chiede  in  fatti  d'arme.  Li  Borgognoni,  che  erano  bene  600  barbute,  intrarono  in  arme,  e  tol- 
sero  il  prigione  alla  famiglia  del  capitano,  e  ucciseme  e  ferirome  parecchi.  Di  che  corsi  al 
campo  del  capitano,  ravrebbono  morto,  se  non  fossero  i  Tedeschi  che  spensero  la  zuffa.  Di  che 
convenne  avere  cura  degU  amici  e  nimici.  E  per  certo  fu  tanta  la  quistione,  che  se  il  signor  20 
di  Lucca  avesse  avuto  gente,  rompea  la  gente  de'  Fiorentini.  Di  che  sentendo  messer  Gherar- 
dino  la  novit^  ed  il  trattato  segreto,  che  menava  co'  Fiorentini  di  render  loro  Lucca,  rallent6, 
e  non  lo  volle  eseguire.     I  Fiorentini  elessero  in  loro  capitano  messer  Beltramone  dal  Balzo. 

RuBRicA  477'  —  Come  messer  Gherardino  vendh  Lucca  allo  re  Giovanni  di  Boemia ;  di  chc 
mandb  a  Firenze  si  levassono  da  oste  da  Imcco;  ed  arsero  delle  Terre.  25 

Messer  Gherardino,  signore  di  Lucca,  veggendo  la  forza  de'  Fiorentini   e  li  danari  gli 

conveniva  spendere,  e  non  si  potea  fidar  de'  Lucchesi,  incontinente  mand6  allo  re  Giovanni 

figliuolo  dello  imperadore  Arrigo  della  Magna  re  di  Boemia,  il  quale  in  concordia  con   lui 

/.,  VII.  \i\       fu,  e  vendegliela.     E  lo  re  Giovanni '  mand6  a'  Fiorentini  suoi  ambasciadori,  li  quali  signifi- 

carono  che  Lucca  era  sua,  e  che  piacesse  a'  Fiorentini  levarsi  da  campo.  Fu  loro  risposto,  30 
che  ci6  non  era  possibile  senza  la  parola  della  Chiesa  e  dello  re  Ruberto,  e  che  sua  gente 
v'era.  Di  che  poi  mandaro  da  Firenze  il  capitano,  vide  che  con  pericolo  vi  si  stava, 
e  diliber6  di  levare  il  campo,  ed  arsero  il  campo,  e  partirsi  a  dl  25  di  febbraio  1330,  e  an- 
darne  a  Vivinaia,  ed  arserla  e  rubarla.  E  messer  Gherardino  perdfe  di  Lucca  piu  che  non 
fece  mai  di  niuna  mercanzia,  perocchfe  non  fu  pagato  dallo  re  Giovanni  di  tutto  ci6  che  35 
dovea  avere,  ma  pagato  d'ingiuria. 


RuBRicA  478*  —  ^iesti  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembrc  13 31  a  mezzo  dicembre  1332. 

Benino  Borgoli  Giunta  Nardi 

Messer  Bivigliano  di  Manetto  Messer  Ugo  Lotteringhi,  doltore  di  leggi 

Ugo  di  messer  Oddo  degli  Altoviti  Aldobrandino  di  Lapo  Rinaldi  40 


1.  melagranata]  melagrata  A.  —  2.  fu]  omm.  G,  R.  —  5.  Onde]  ove  G.  R.  —  6.  di  nluna]  da  niuna  A.  — 
7.  parte  vetfovaglia]  parte  nh  vettOTaglla  G.  /?. ;  parte  nh  aiuto  nh  vettovaglia  /.  —  8.  e  con  tutto]  al  potto  di 
questefarole  e  nna  lacuna  in  G.  R.  —  13.  dir6]  dico  A.  —  15.  come  detto  i]  omm.  A.  —  29.  vendegiieia]  vendegllele  /. 
—  33.  il  campo]  gli  alloggiamenti  A.  -  febbraio]  gennaio  A.  —  34.  Vivinaia]  Vivina  G.  R.  —  36.  avere]  rtcevere  G.  R. 


[AA.  1331-1332] 


CRONACA  FIORENTINA 


169 


Banco  di  Puccio  Bencivenni,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Matteo  Signorelli,  loro  notaio. 

i  Piero '  di  Gherardino  de'  Velluti 
Giotto  de'  Peruzzi 
Cambiozzo  del  Nero  Aldobrandini 
Maso  di  Valore 
Dietisalvi  di  Nigi 
10  Teghiaio  del  Cecino 

Giovanni  di  Lamberto   dell'Antella,  gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Lotto  Pucci,  loro  notaio. 

15  Cappone  di  Recco 

More  Ubaldini 

Filippo  di  Duccio  Magalotti 

Luca  di  Gerino  degli  Strozzi 

Cecco  di  Spina  Falconi 
20  Luti  de'  Rittafedi 

Bernardo  di  Lapo   Ardinghelli,   gonfaloniere 
di  lustizia 

Ser  Giovanni  di  ser  Lapo   Buonamichi,  loro 
notaio. 
25  Lapaccio  del  Bene 

Mugnaio  di  Recco  da  Ghiacceto 

Lottieri  Davanzati 


Spinello  di  Primerano  da  Mosciano 
Benedetto  di  Guccio  Gennai 
Neri  di  Lippo 

Piero  di  Guglielmo,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Benincasa  di  Ciuto  da   Sandonnino,  no- 
taio. 

Bartolo'  Strada 
Giovanni  di  Bonaccorso 
Tuccio  de'  Cocchi 
Cristofano  di  Puccio 
Sandro  di  Buto  Davanzi 
Ruspo  Guittoni 

Daldo  de'  Marignolli,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Michele  di  ser  Dietifece  da  Gangalandi, 
loro  notaio. 

Messer  Alessandro   de'   Rinucci,    dottore  di 

leggi 
Vanni  di  ser  Lotto 
Coppo  di  Stefano  de'  Bonaiuti 
Bartolo  di  Morello 
Vanni  Armati 

Messer  Bartolo  de'  Ricci,  dottore  di  leggi 
Maso  di  Chiermontese  degli  Uccellini,  gonf a- 

loniere  di  lustizia 
Ser  Guido  Gilii  degli  Arfoli,  loro  notaio. 


/.,  VII,   142 


/.,  VII,  U2 


RuBRiCA  479*  —  Come'  lo  re  Giovanni  mandh  a  ■pigliare  la  tenuta  di  Lucca -per  uno  suo  ma- 
riscalco,  e^  Fiorcntini  abbandoyiarono  certe  castella. 

30  Avendo  lo  re  Giovanni  di  Buemia  comprata  Lucca,  si  mand6  11  suo  maliscalco  a  Lucca 

con  800  cavalieri,  e  prese  la  tenuta,  e  mandonne  messer  Gherardino;  e  i  Fiorentini  ebbono 
cotale  vicino.  E  cio  fu  lo  primo  dl  di  marzo  1330.  Di  che  veduto  cio  i  Fiorentini,  lasciarono 
il  Borgo  di  Buggiano,  ed  arserlo  ed  il  Cozzile  ed  il  castello  della  Costa  di  Buggiano. 


/.,  VII,  MS 


RuBRicA  480'  —  Comc  il  mariscalco  dello  re  Giovanni  cavalcb  il  contado  di  Firenze. 

35  Lo  mariscalco  dello  re  Giovanni  a'  dl  15  di  marzo  del  detto  anno  con  1000  uomini  di 

cavallo  e  2000  fanti  usci  di  Lucca,  e  cavalco,'  e  pass6  le  Tagliate  appife  di  Monte  Vettolino, 
e  corsono  al  borgo  di  Cerreto,  e  quello  arsono,  e  disfecero,  e  combatterono  il  castello,  e  non 
Tebbono,  e  presono  Colligozi,  e  misserlo  a  fuoco,  e  simile  Agliana  e  tutto  Valdarno  di  sotto 
scempiarono,  e  stettono  tre  dl  in  sul  contado  di  Firenze  con  tanto  danno  di  Terre  e  di  bor- 

40  ghi  e  con  grande  preda  di  villani  e  di  bestie  si  ritornarono  a  Buggiano.  E  dissesi  che  se  la 
gente  de*  Fiorentini  avessono  voluto,  che  non  passavano  le  Tagliate,  e  pur  cosl  passati,  guar- 
dando  il  passo,  non  poteano  tornare  a  Lucca.  Dissesi  che  fu  dif etto  di  malizia  loro ;  di  che 
furono  cassi. 


/..  VII,  M9 


30.  dl  Bucmia]  0»»;».  A.  —  31.  mandonne]  andonne  A.  —  33.  Buggiano  ed  arserlo]  Bugglano  e  U  simlle  arsero 
A.  —  36-38.  Vettolino . . . .  ebbono]  Vittolino  e  corsono  a  Cerreto  e  arsono  il  borgo  e  combattcrono  ii  castello  e 
non  l'ebbono  A.  —  38.  Colligozl]  CoUigonzi  /.  —  39.  scempiarono]  0/»;«.  A.  —  40.  di  bestic]  dl  bestiame  A. 


170  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i33ii 


RuBRiCA  481*  —  Comc  Colle  di  Valdelsa  dicde  la  guardia  della  Terra  al  Comune  di  Firenze, 
e  fecersi  le  forte  di  Santo  Giovanm  di  metallo. 

La  Terra  di  CoUe  di  Valdelsa  signoreggiavano  tre  frategli,  ci6  erano:  messer  Albizzo, 
messer  Desso  e  Agnolo,  d'uno  lignaggio  di  Colle,  chiamati  i  Tancredi,  e  sotto  titolo  di  po- 
polo  reggevano  tirannescamente,  e  accostavansi  col  popolo,  e  facevano  di  grande  oppressione  5 
/  VII,  150  a'  nobili  e  possenti  uomini.  Di  che  accostati  insieme  con  quelli  di  Monte  Gabrio '  e  da  Pic- 
chiena  ed  altri  popolani  leviu-ono  in  romore.  Di  che  esssendo  a  mangiare,  scesi  in  piazza 
fu  morto  il  detto  arciprete  ed  Agnolo  e  messer  Desso  preso  e  ferito  e  messo  in  prigione, 
ed  ivi  lo  feciono  morire.  Di  che  poi  feciono  Popolo,  e  detti  con  altri  si  feciono  riformagione, 
e  mandarono  a  Firenze,  e  diedero  la  Terra  al  Comune  in  guardia,  rimanendo  liberi,  e  to-  10 
gliendo  capitano  e  podesti  fiorentino.  E  ci6  fu  a  dl  10  di  marzo  lo  romore  e  la  morte  de- 
gli  detti.    E  questo  medesimo  anno  si  feciono  le  porte  di  S.  Giovanni  di  Firenze  di  metallo. 

RuBRicA  482'  —  Come  i  Fiorentini  fecero  lega  col  re  Uberto  di  Cicilia. 

Essendo  il  re  Giovanni  in  Lombardia,  e  faccendosi  unito  col  Legato  di  Bologna,  i  Fio- 
rentini  ed  i  Lombardi  presono  gran  sospetto,  e  lo  re  Ruberto  il  simile.    E  f ecesi  lega  insieme  1 5 
contro  allo  detto  re  Giovanni  e  contro  a  chi  gli  desse  aiuto  e  favore.    E  fu  cio  ordinato  di 
collegarsi  a'  dl  16  d'aprile  1331. 

RuBRiCA  483'  —  Come  Fircnze  fu  intradcita  fer  la  chicsa  di  S.  Maria  Imfruneta. 

/.,  vn,  151  La  chiesa  di  S.  Maria  Impruneta  vacando,  messer legato  in  '  Toscana  la  impetro  con- 

tro  al  volere  degli  Scolari  e  Buondelmonti  padroni  di  quella  chiesa.    Di  che  sdegnati  i  pa-  20 
droni   non   vollero  sofferire  pigliasse  la  tenuta  i  suoi  procuratori.    E  tanto  fu  la  potenza  de' 
Buondelmonti,  che  si  sofferse  in  Firenze,  e  funne  intradetta  la  cittJi  di  Firenze  mesi  19.    E 
ci6  fu  neiranno  1331  a  dl  10  di  maggio. 

RuBRiCA  484'  —  Come  il  maliscalco  dcl  re  Giovanni  fuose  asscdio  al  castello   di  Barga  del 
Contune  di  Firenzc,  e  furono  sconfitti  i  Fiorentini,  e  -pcrdcrono  Tizzano.  25 

Era  Vicario  dello  re  Giovanni  in  Lucca  uno  messer  Simone  figliuolo  di  Filippo  della 
casa  di . . . .  della  citt^  di  Pistoia.  Di  che  sentendo  che  Barga,  la  quale  si  tenea  per  gli 
Fiorentini,  non  era  bene  fornita,  sl  vi  puose  Tassedio.  Di  che  sentendo  ci6  i  Fiorentini, 
mandarono  messer  Amerigo  Donati  per  fare  levare  da  campo  li  Lucchesi  con  400  barbute. 
Ed  essendo  in  un  boschetto  appife  di  Montecatino,  le  masnade  di  Lucca  con  500  cavalieri  sl  30 
si  missero  di  notte  ad  assalirgli,  uscendo  di  Buggiano,  e  sconfissero  i  Fforentini.  Di  che  mes- 
ser  Amerigo  si  parti,  e  ricolsesi  in  Montecatino,  e  furne  morti  e  presi  presso  che  il  quarto. 
E  ci6  fu  a'  dl  6  di  giugno  1331.     Di  che  convenne  tornasse  la  brigata  a  Firenze. 

/.,  VII,  I5J       RuBRiCA  485*  —  Comc^  in  questo  anno  s^a-pfrese  con  gran  danno  ilfuoco  in  Firenzc  fiu  voUc. 

L'anno  del    1331  in  Firenze  fece  pivi  volte  il  fuoco  con  gran  danni,  infra  quali  furono  35 
questi:  La  notte  vegnente  la  vigilia  di  S.  Giovanni  di  giugno  s'apprese  un  fuoco  in  sul  Ponte 


3.  signoreggiavano  tre  frategli]  si  signoreggiaTa  per  tre  frategli  A.  —  9.  ed  ivi]  e  quivi  A.  -  sl  feciono]  omm. 

G.  R.  —  16-17.  di  collegarsi]  omm.  A.  —  17.   16]  36  A.  —   19.  la  lacuna  e  iit  G.  R,  ed  iu  A.;  I.  sufplisce  col  ncme 

Gio.  Gaetani   degli   Orsini  —  30.  chiesa]  omm.  G.R.  —  21.  pigliasse]  pigliassero  G.  R.  —  29,  per  fare....  Luc- 

chesi]  omm.  A.  —  33.  e  prcsi  prcsso  che  U  quarto]  e  presi  cento  A.  —  33.  1331]  omm.  G.  R.  —  35.  pii  volte]  omm. 

5    t.  *d  A.  —  36.  la  notte  vegnente]  omm,  A. 


[AA.  1331-1332]  CRONACA  FIORENTINA  171 


vecchio,  ed  arsevi  da  20  botteghe  con  molti  arnesi  degli  artefici,  e  morironvi  due  fanciulli, 
ed  arsono  delle  case  della  magione  di  S.  Giovanni,  vocato  Sansipolcro,  appi^  del  Ponte  Vec- 
chio.  E  a'  d5  12  di  settembre  di  notte  ancora  8'apprese  il  fuoco  in  sulla  piazza  di  S.  Tri- 
nita  nelle  case  de'  Soldanieri,  e  fece  danno  assai,  tanto  che  vi  morirono  sei  persone.  E  ai 
di  27  di  febbraio  s'apprese  il  fuoco  nel  palagio  del  Podestk,  ed  arse  quasi  tutto.  E  poi  an- 
cora  di  luglio  s'apprese  nello  palagio  deirArte  della  Lana,  ed  arsevi  dentro  un  uomo. 

RuBRiCA  486*  —  Come  nacquono  lioni  in  Fireme  la  'prima  volta. 

e 

In  questo  medesimo  anno  a'  dl  25  di  luglio   nacquero   in   Firenze  due  lioni  dello  lione 
maschio  e  della  femmina,  ch'erano  in  Firenze '  inchiusi  presso  a  S.  Piero  Scheraggio.     Que-       /.,  vu,  153 
10  sto  fu  grande  maraviglia  tenuta,  perocch^  mai  piu  in  queste   parti  non  erano  nati  niuno,  e 
fu  tenuto  buona  significanza  della  nostra  citt^. 

RuBRiCA  487*  —  Come  i  Fiorentini  ebbono  la  guardia  della  citta  di  Pistoia  e  di  Serravalle. 

Nel  detto  anno  a'  di  26  del  mese  di  luglio  si  corsono  i  Fiorentini  con  500  cavalieri  e 
1200  pedoni  Pistoia  con  volontk  de'  Panciatichi  e  de'  Gualfreducci  e  Muli,  li  quali  avieno 
messo  dentro  la  gente  de'  Fiorentini  per  sospetto  di  loro,  perocchfe  Taltra  parte  cercava  di 
cacciarli,  cio  erano  i  Cancellieri.  E  in  effetto  poi  di  concordia  con  gli  loro  consigli  la  guar- 
dia  per  uno  anno  dierono  a'  Fiorentini,  e  poi  a'  di  15  di  gennaio  si  dierono  per  due  altri 
anni,  e  tolsero  capitano  fiorentino.  Ed  i  Fiorentini  per  piu  sicurtJi  vi  fecero  un  cassero,  ed 
ebbono  in  guardia  il  castello  di  Serravalle  ed  i  casseri. 

20  RuBRiCA  488''  —  Come^  fu  morto  messer  Filiffo  de'  Tedici  di  Pistoia.  /.,  vn,  154 

Nel  detto  anno  essendo  per  certi   scontrazzi  e  scaramucce  f atte  da'  soldati  dei  Fioren- 
tini  e  de'  Lucchesi,  condotti  i  soldati  de'  Fiorentini  in  Valdinievole,  penso  messer  Filippo'       /.,  v»,  155 
Tedici  di  Pistoia,  lo  quale  era  in  Lucca  contro  a'  Fiorentini  ed  ai  Pistolesi  d'  intrare  in  un 
castello  de'  Pistolesi  della  Montagna,  che  si  chiama  Popiglio.     Ed  essendo  gik  coUa  maggior 

25  parte  dentro  dal  castello,  che  avea  seco  200  uomini  di  cavallo,  e  smontati  tutti  a  piedi  per 
gli  passi  noiosi,  il  romore  si  sentl;  gli  altri  del  castello,  che  non  erano  al  trattato,  corsero  in 
arme,  e  combatterono  con  costoro,  e  spinsergli  fuori.  II  romore  si  levo  grande,  si  corse  ai 
passi,  e  furono  rotti  e  morti,  e  presi  circa  80  buoni  uomini  sanza  altri  pedoni  e  bene  100  ca- 
valli.     Infra'  quali  fu  morto  il  detto  messer  Filippo  de'  Tedici  da'  villani,  fuggendosi  vitupe- 

30  revolmente.     E  cio  fu  a'  dl  26  di  settembre. 

RuBRiCA  489*  —  Come  i  Fiorentini  aiutarono  difendere  la  Tcrra  c  lo  stato  a  gnelli  che  reg- 
gervano  Pisa. 

Essendo  intorno  a  Pisa  venuti  gli  usciti  loro  e  lo  vescovo  d'  Ellera  di  Corsica  colla  lega 
di  Parmigiani  e  di  Ghibellini  e  di  Lucchesi  e  di  Manfredi  Vivaldi,   erano  a  tanto  stretti  i 


2.  vocato]  che  sl  chiama  G.  R.  —  2-3.  Vecchio]  detto  A,  —  3.  ancora]  omm.  A.  —  4.  e  fece  danno  assai]  e  feciono 
gran  danno  A.  —  4-5.  ai  dl  27]  a'  d\  17  G.  R.  —  8.  a'  di  25]  a'  dl  15  G.  R.  —  8-1 1.  luglio....  citti]  luglio  nac- 
quero  in  Firenze  due  lioni  di  quegli  che  erano  rinchiusi;  chc  fu  tenuto  gran  fatto,  ch&  mai  prima  ve  n'era  nati. 
E  fu  tenuto  buona  signlficanza  alla  nostra  citta  A.  —  13.  cavalierij  cavagli  A.  —  14.  e  Muli]  emuli  A.  —  19.  ed  i 
casserij  e  lo  cassero  A.  —  27.  combatterono  con  costoro,  e  spinsergli]  combatferono.  Costoro  spinsergll  G.R.  — 
28.  passi. . . .  8o|  passi  e  furono  morti  e  presl  80  A.  —  28-39.  80 ... .  messer]  80  cavalieri  0  molti  fanti  e  fuvvi  morto 
raesser  A.  —  29-30.  vituperevolmente]  omm.  A,  —  30.  a'  d\  36]  a'  d\  16  G.  R.  —  33.  Ellcra]  era  A.  EUera  s/a  forie 
fer  Alcria 


172  '  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1332) 


Pisani  che  non  usciano  della  Terra,  e  con  gran  gelosia  erano  dentro,  dl  e  notte  erano  in  anne. 
/.,  »11.  IS6  E  certo  era  dentro  trattato  d'awolgere  quello  stato  c  mutarsi  in  altro.  Di'  che  vedendo  i  Pi- 
sani  non  avere  altro  scampo,  che  Taiuto  de'  Fiorentini,  \k  ricorsono.  Ed  in  effetto  proffe- 
rendo  sempre  essere  obbrigati,  se  a  questo  punto  li  soccorressero,  li  Fiorentini  mandarono 
750  barbute,  le  quali  andassero,  le  500  insino  a'  confini  de'  Pisani,  e  non  intrassero  dentro,  5 
se  non  fossero  richiesti  da'  Pisani,  acciocchfe  non  pigliassoro  sospetto,  e  250  ne  mandarono 
che  intrassero  in  Pisa.  Molto  piacque  a'  Pisani  la  venuta  della  gente,  e  salvarono  lo  loro 
Btato,  perocchfe  la  brigata  de'  nemici  si  ritrassero  addietro.    E  ci6  £u  del  mese  di  gennaio  1331. 

RuBRicA  490*  —  Come  il  Comune  di  Fircnze  dilibcrh  di  fare  una  Terra  neWAlfe  degli  Ubal- 
dini,  nome  Firenzuola.  10 

Negli  anni  di  Cristo  1332  a'  dl  8  d'aprile  si  diliber6  che  in  TAlpe  degli  Ubaldini  si  fa- 
cesse  una  Terra,  e  perchfe  al  Comune  fosse  piu  in  suirocchio  e  meglio  alla  mente,  si  chiam6 
Firenzuola;  e  ci6  fu  fatto  per  la  divisione  degli  Ubaldini.  Di  che  Tuno  e  Taltro  di  loro  si 
dierono  al  Comune  di  Firenze. 

/.,  VII,  197        RuBRiCA  491*  —  Come^  i  Fiorcntini  intrarono  in  lega  co'  tiranni  lombardi.  15 

In  questo  anno  del  mese  di  luglio  essendosi  legato  il  cardinale  di  Lombardia  coHo  re 
Giovanni  e  lo  Bavero,  presero  sdegno  messer  Azzo  Bisconti  e  messer  Mastino  della  Scala,  e  fe- 
cionsi  una  contro  al  Bavero  e  allo  re  Giovanni  e  contro  a  ogni  persona,  che  desse  loro  aiuto, 
o  favore,  ch'era  la  Chiesa.  E  fu  questa  lega  cosi  condizionata :  che  3000  uomini  di  cavallo 
fosse,  e  partiti  in  questo  modo :  lo  re  Uberto  ne  dovesse  tenere  600,  e  600  il  Comune  di  20 
Firenze,  e  800  messer  Mastino  della  Scala,  e  600  quelli  di  Melano,  e  200  al  Mantovano,  e 
200  al  Ferrarese  con  questi  patti:  che  la  lega  starebbe  al  conquisto  di  Lucca  per  gli  Fio- 
rentini,  a'  Bisconti  Chermona  e  lo  Borgo  a  S.  Donnino  in  Lombardia,  a  quelli  della  Scala 
Parnut,  e  a  quello  di  Mantova  Reggio,  e  a  quello  di  Ferrara  Modona. 

/.,  VII,  isj       RuBRiCA  492*  —  Come '  i  Fiorentini  ■pcrderono  Barga.  25 

Nel  detto  anno  e  mese  di  settembre  avendo  i  Lucchesi  assediato  Barga,  si  partirono  i 
'  Fiorentini  da  Pistoia  con  800  cavalieri  e   molti   pedoni,  e  vollono   fomire  Barga,  e  creden- 

dosi  essere  piii  forti,  allo  marchese  Spinetta  diedono  danari  che  si  partisse  di  Ik.  Ed  egli 
coi  soldati  venne  di  Ih;  i  Fiorentini  si  partirono,  e  presono  il  Cerruglio  e  Monte  Chiaro  e 
Vivinaia.  E  se  avessero  afforzato  il  campo,  e  f attosi  forti,  e  cavalcato  ogni  dl  in  suUe  porti  30 
di  Lucca,  facevano  levare  roste  da  Barga,  ma  andarono  pure  a  Barga,  quando  furono  ri- 
chiesti  dal  marchese  Spinetta,  e  nulla  feciono,  e  tornarsi  addietro.  E  Barga  si  rendfe  per  di- 
fetto  di  vettovaglia  a'  Lucchesi. 

RuBRicA  493*  —  Come  il  Comune  di  Firenze  condanno  il  Comunc  di  Sangimignano,  e  foi 
levh  la  condannagione.  35 

Avea  il  Comune  di  Sangimignano  certi  suoi  sbanditi,  li  quali  si  ricettavano  in  sulla  villa 
di  Campo  Urbano  nel  contado  di  Firenze ;  di  che  con  armata  mano  seguendoli  in  questa  villa 


I.  erano  in]  in  G.  R.  —  5.  barbute....  Joo]  barbute  che  500  A.  -  dentro]  omm.  G.  R.  —  6.  e  250]  e  300 
G.R.  —  7.  che]  omm.  G.  R.  —  8.  del  mese]  omm.  A.  —  11.  I332\  133 1  A.,  G.  R.  Correggo  con  I.  la  Uzion»  dei 
codici  —  13.  e  niegllo  alla  mente]  omm.  A.  —  iS.  e  allo  re  Giovanni]  omm.  A.  —  18-19.  aluto. ...  Chiesa]  aiuto 
al  Bavero  e  al  re  Giovanni,  clie  era  la  Chiesa  A.  —  19.  e  fu  questa  lega  cosl]  e  feciono  lega  cos\  A.;  e  fu  cosi  /.  — 
30.  fosse,  e  partiti]  fusstno  compartiti  A,  -  ne  dovesse  tenere]  ne  tenesse  A.  —  30-31.  il  Comune  di  Firenae]  i  S 
Fiorentinl  A.  —  33.  in  Lombardia]  omm.  A.  —  3S-39.  ed  egli  coi  soldati  venne  di  la]  omm.  G.  R.  —  37-  Campo 
Urbano  nel  contado]  Caralpo  Urbano....  {lacuna)  contado  G.R.;  Campo  Urbiano  /. 


[AA.  1332-1333]  CRONACA  FIORENTINA  173 


i  Sangimignanesi  li  presero,  e  la  detta'  villa,  ed  arserla.  Di  che  i  rettori  di  Firenze  ne  feciono  /..  vn,  159 
processo,  e  citati  e  non  compariti,  nfe  per  comune,  nfe  per  diviso,  fu  condannato  il  Comune 
di  Sangimignano  in  cinquantamila  lire,  e  lo  Podestk  loro  e  150  uomini  nel  fuoco,  e  bandito 
loro  l'oste  a  Sangimignano.  Di  che  i  Sangimignanesi  vennero  alla  misericordia,  e  furono  riban- 
5  diti,  e  mandarono  lo  danno  agli  uomini  che  volsero,  e  levarono  ogni  condannagione  di  grazia. 
E  cio  fu  a'  dl  11  d'ottobre  del  detto  anno,  che  bene  un  mese  innanzi  erano  condannati. 

RuBRiCA  494'  —  Come  i  Fiorentini  mandarono  gentc  in  aiuto  del  marchese  di  Ferrara  contro 
il  Legato,  nonostante  che  il  Legato  aveva  richiesti  i  Fiorentini  si  -partissero  dalla  Lcga. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  gennaio  vennero  in  Firenze  ambasciadori  del  Legato,  siccome 
10  i  Fiorentini  si  dovessero  partire  dalla  lega  de'  Lombardi,  mostrando  loro  era  contro  a  Santa 
Chiesa,  e  come  messer  Azzo  Bisconti  era  stato  a  sconfiggere  i  Fiorentini  con  Castruccio  ad 
Altopascio.  E  i  Fiorentini  rispondendo  riverentemente,  che  cio  si  fece  con  volontk  di  papa 
Giovanni,  e  che  il  Comune  volea'  servare  sua  promissione,  come  sempre  avea  fatto.  Di  che  /.,  vn,  I60 
in  questi  tempi  il  Legato  avea  sconfitto  il  Marchese  da  Ferrara,  e  posto  il  campo  a  Ferrara. 
15  E  richiesto  la  lega  per  lo  Marchese,  i  Fiorentini  vi  mandarono  400  barbute,  e  convenne  che 
andassero  per  mare  a  Genova,  e  da  Genova  per  lo  Monferrato  a  Melano,  e  da  Melano  a 
Verona,  e  da  Verona  poi  insieme  con  gli  collegati  a  Ferrara  con  grande  spesa.  E  fu  capi- 
tano  della  gente  fiorentina  messer  Francesco  degli  Strozzi  e  Ugo  di  Vieri  degli  Scali.  E  cio 
fu  a  di  2  di  marzo;  e  ai  di  14  d'aprile  1333  fu  sconfitto  il  Legato  a  Ferrara, 

20  RuBRiCA  495*  —  Come  i  Fiorentini  fecero  certe  comfagnie  efeste  fer  ccrti  artefici  della  citta. 

Parve  sempre  che  quando  le  cose  trasformano  di  loro  essere,  che  non  segue  appresso 
cosa  n^  utile,  nh  decente.  Erano  i  Fiorentini,  cioe  gli  artefici,  montati  in  superbia,  che  ogni 
dl  facevano  novitk  di  feste  e  giuochi  ed  altre  allegrezze,  piii  che  a  loro  non  si  richiedea,  e 
fecersi  molte  brigate;  infra  le  quali  conteremo  due:  Tuna  nella  via  Ghibellina,  nella  quale 
""^S  si  vestirono  477  uomini  tutti  di  giallo,  e  feciono  loro  signore  e  con  cene  e  desinari'  e  spese.  /.,  vn,  161 
E  cio  fu  di  maggio,  e  duro  un  mese.  E  poi  ne  fu  fatta  per  Sant'Onofrio  nel  corso  de'  Tin- 
tori  un'altra  di  520  uomini  vestiti  di  bianco  con  grande  armeggiare  e  festa,  e  feciono  correre 
un  palio  bianco  il  di  di  Sant' Onof rio.  Ed  ancora  servano  quello  ordine  medesimo  di  f are 
quella  medesima  festa  in  quello  di,  ma  non  si  grande.  Seguinne  poi  il  diluvio  con  danno 
30  grande  di  quella  contrada,  piu  che  d'altr£L 

RuBRiCA  496*  —  Come  si  comincib  la  forta  a  S.  Friano. 

L'anno  medesimo  del  1333  a'  dl  10  di  maggio  si  comincib  la  porta  di  S.  Friano  molto 
magnifica;  e  molti  la  biasimarono,  perchfe  era  di  troppo  grande  lavorio,  sl  per  la  spesa  e  si 
per  la  fortezza  d'essa,  quando  fu  fatta  per  molti  casi  occorrenti.     Ma  checch6  si  fusse,  ono- 
35  revole  cosa  era,  se  fusse  stata  compiuta  nel  modo  ordinato. 

RuBRicA  497*  —  Come  fu  uno  grande  diluvio  d'acqua,  che  allagh  la  citta  con  gran  danno 
d'essa  e  dei  cittadini. 

Gli  anni  di  Cristo  1333  il  primo  di  di  novembre  comincio  a  piovere  sl  fortemente  e  con 
tanta  ruina  d'acqua,  che  i  fiumi '  e  li  fossati  crebbono  sl  forte  e  missero  in  Arno,  che  a  dl  3  di        /„  v",  1*2 


I.  la  detta]  In  detta  A.  —  4,  loro]  omm.  G.R.  —  5.  agli  uominl  clie  volscro]  agli  uomlni  quello  volsoro  A.  — 
6.  che  benc...  condannati]  omm.  A.  —  21.  trasformano |  trascorrono  A.  —  32.  cioh  gli]  omm.  A.  —  33.  ed  altre 
allegrezze]  omm.  A.  —  34.  nella  quale]  11  quali  A.  —  28.  unj  omm.  G.  R.  —  38-29.  Ed  ancora....  Seguinne]  c  ancora 
servono  queU'ordine  in  detto  d\;  seguinne  A.  —  30.  d'altra]  di  niuna  altra  A.  —  33,  grande  lavorlo]  gra  lavorlo  A. 


174  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i333j 


novembre  tutto  il  piano  d'Arezzo  e  di  Valdarno  di  sopra  allag6  e  guastb  molti  edifici,  e  il  dl 
medesimo  la  notte,  vegnendo  il  dl  4,  ruppe  la  porta  alla  Croce  colKantiporto  e  la  porta  alla 
giufltizia  e  lo  muro  del  corso  de'  Tintori,  per  modo  che  fu  sl  grande  Timpito  che  allag6  quaai 
le  tre  parti  della  citth  di  Firenze  e  grande  spavento  misse  ad  ogni  persona.  Allag6  la  chiesa 
de'  frati  Minori  per  tutto,  e  fu  in  suUa  piazza  de'  frati  detti  nel  piu  alto  luogo  di  quella  circa  5 
6  braccia,  e  cosl  n'and6  per  lo  detto  luogo  e  per  lo  sesto  di  porta  di  Duomo  per  modo  che 
and6  infino  airaltare  di  S.  Giovanni,  e  allag6  la  chiesa  di  S.  Reparata,  e  ruppe  una  colonna 
con  una  croce  suvvi,  la  quale  era  posta  in  luogo,  ove  S.  Zenobio  fece  un  miracolo  ivi  davanti 
la  porta  di  S.  Giovanni,  volta  da  tramontana,  ed  allag6,  e  scese  in  campo  Corbolino  e  di  S.  Ma- 
ria  Novella  ed  in  Mercato  vecchio,  e  in  nello  nuovo  fu  braccia  tre  alta,  e  in  nel  palagio  10 
del  Popolo,  ciofe  de'  Priori,  fu  al  secondo  scalone  ed  oltre,  a  quello  del  Podesth  sall  Tacqua 
braccia  cinque  nel  cortile,  e  crescendo  sl  che  in  sulla  nona  fu  cosi  grande,  come  detto  fe; 
e  vegnendo  con  cotanto  empito  abbattfe  il  Ponte  Vecchio,  perchfe  furiaz^a  dalla  strada  maestra 

/.,  VII,  163       dalla  porta  a  S.  Gallo  alla  porta  a  S.  Pietro  Gattolino, '  e  lo  ponte  a  S.  Trinita,  che  dalla 

detta  chiesa  si  passa  in  via  Maggio  da  casa  i  Frescobaldi,  e  lo  ponte  alla   Carraia,   che   si  15 
passa  dairuscire  della  Vigna  e  dallo  borgo  Onissanti  a  casa  i  Nerli  ed  alla  Cuculia,  e  molte 
case,  che  erano  Lungarno  dal  castello  Altafronte  al  ponte  a  S.  Trinita,  abbattfe,  quasi  tutte  le 
muliiia  e  gualchiere  d'Arno  abbatt^,  e  guast6  quelle  che  erano  in  su  navi  con  pericolo  d'ogni 
dificio,  e  molti  uomini  e  donne  e  fanciuUi  ne  men6,  e  vedeansi  per  le  mulina  e  navi  andare 
per  Arno,  e  non  che  si  potessero  soccorrere,  ma   non  sapeano  i  cittadini   dove   loro  scam-  20 
pare  si  potessero,  ma  fuggivano  di  casa  in  casa,  di  torre  in  torre.    E  Oltramo  allag6  da 
borgo  a  S.  Niccol6  grande  parte  della  cittJi  di  \h  e  tutto  Camaldoli  fu   piena;  e   se   di  qua 
d'Arno  non  fosse  rotto  il  muro  d'0gnis8anti,  che  sgorgo,  alzava  piii  nella  citta  Tacqua,   ma 
per  quello  abba8s6  assai.     E  questo  fu  lo  giovedl  a  nona  in  sommitk  insino  a  sera;  la  notte 
cominci6  a  mancare.     Trovossi  nel  Valdarno  di  sotto  grandissimo  danno   di  bestiame   e   di  23 
genti  e  di  case  e  di  masserizie,  e  furono  molto  guaste  tutte  le  semente,  e  andatone  il  fiore 
de'  terreni  lavoratoi,  e  gran  danno  di  mura  delle  terre  di  Valdarno  fece  infino  a  Pisa  e  nella 
cittJi  di  Pisa.     Ma  i  loro  terreni  migliorarono,  che  vi  puose  di  terreno,  in  luogo  fu  due  brac- 

/.,  vu,  16«       cia,  e  riempife  molti  pantani'  e  stagni  con  quelli  terreni  vi  puose.     Dissono  gli  antichi   che 

mai  non  fu  sl  grande  acqua  a'  loro  tempi,  e  di  ci6  si  dolsero  quasi  tutti  i  Taliani  del  danno  30 
di  Firenze  delle  mercatanzie  guaste   in  Firenze  che   fu  inestimabile,  salvo   che  '1   Cardinale 
che  ne  fece  somma  allegrezza,  dicendo  che  Dio  aveva  fatto  per  vendetta  del  danno  ricevuto 
da  Santa  Chiesa  a  Ferrara  per  gli  Fiorentini;  ma  egli  non  sapeva  che  ancora  si  poteva  di 
presso  ridere  e  festare  in  Firenze  di  suoi  nuovi  danni  futuri. 

RuBRiCA  49S*  —  Come  in  Fircnze  tornb  nn   certo   trattato   chc  faccano  i  Grandi,  c  n'erano  35 
capo  i  Rossi  e  altrc  famiglie  <f  Oltrarno. 

Essendo  rotti  i  ponti,  li  Grandi  veggendo  il  popolo  in  pensieri  dello  danno  ch'era  mag- 
giore  che  quello  de'  Grandi,  stimarono  di  rivolgere  lo  stato,  e  missero  loro  trattati  in  ordine 
dicendo:  "11  popolo  non  passerk  di  qua,  che  non  ci  ha  se  non  un  ponte,  e  quello  h  in  f  orza 


3.  U  d^]  a  d\  4  ^.  —  3.  impito]  emplto  A.  —  4.  di  Firenze]  omm.  A.  —  $•  PC"  tutto]  tutta  A.  —  l-d.  Mi- 
nori....  e  cos\]  Minorl  tutta,  e  in  sulla  piazza  di  S.  Croce  braccla  sei,  cosi  A.  —  7.  Reparata]  Liberata  A.  —  9.  volta 
da  tramontana]  omm.  A.  -  e  scese]  e  stese  G.  R.  —  10,  alta]  alto  G.  R.  —  13.  nel  cortile.. . .  detto  e]  omm.  A.  — 
13.  Tegnendo]  venne  A.  —  I3-I7>  Ponte  vccchio, . . .  Lungarno]  Ponte  vecchio  e  abbattfe  molte  case  Lungarno  A. 

—  13.  furlava  daiia  strada]  furla  dalla  strada  G.  R.;  furiava  per  la  strada  /.  —  18.  abbattfe  e  g^asto]  omm.  A.  — 
30-3I.   dove  loro   scampare  sl   potessero]   dove  loro   scampassino  A.   —    36.   furono]    fu  A.  -  tutte]   omm.  G.  /?. 

-  andatone]  andarone  A.  —  37,  lavoratoi]  lavoraril  A.  -  fece]  omm.  A.  —  38.  migllorarono]  miglior6  A.  -  ter- 
reno  in  iuogo  fu  due]  terreno  luogo'  fu  due  G.  R.  —  31.  fu]  furono  A.  —  33.  da]  omm  A.  —  33-34.  di  presso] 
di  presto  /.;  la  lezion*  del  testo  i  quella  di  A.  e  di  G.  R,  —  34.  futuri]  alla  farola  iMtvaV  seguono  in  G.  R.  alcum 
fnntolini 


[AA.  1332-1333] 


CRONACA  FIORENTINA 


175 


"  nostra  ^ .  E  bene  h  vero  che  il  popolo  lo  senti,  e  pensando  a  rimedi ....  de'  Rossi  f edl 
uno  de'  Magli,  lo  quale  avea  nome  ....  Di  che  lo  fece  a  fine  di  cominciare  quistione.  II 
popolo  f u  airarme  prima  di  loro ;  di  che,  veggendo  neirarme  i  Grandi  il  popolo,  non  ardirono 
seguire  i  loro  tratta'ti.     E  f  ecersi  certi  ordini  contro  a'  Grandi  ciofe. . . . 

5  RuBRiCA  499*  —  Cotnc  una  nave  esscndo  in  Arno,  vi  morirono  -piu  fersone  da  bene. 

Essendo  li  ponti  d'Arno  rotti  per  lo  diluvio,  come  detto  h.,  essendo  un   di  una   grande 

piova,   avea  in   Firenze   navi   che   passavano  i   cittadini   di   qua   e   di   l^.     Di   che   avendo 

32  uomini  in   una   navicella,   la   navicella   si   rivolse,  e  chi   si   seppe   atare   o   con   nuoto   o 

con  aggrapparsi   campo.     Furono   quelli   che   annegarono  15.     E   cio   f u  a'  di  6   di  dicem- 

0  bre  1333. 

RuBRiCA  500*  —  ^iesti  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembre  1332  a  mezzo  dicembre  IJJJ. 


I„  TII,  165 


Banco  di  ser  Bartolo 
Francesco  di  Giammori  de'  Baroncelli 
Gentile  degli  Altoviti 
Strozza  del  Rosso  degli  Strozzi 
Federigo  di  Soldo 
Piero'  di  Ceffo  de'  Beccanugi 
Giano  di  Lando  degli  Albizi 
Cione  Falconi,  gonfaloniere  di  lustizia 
0  Ser  Stefano  Casciani,  loro  notaio. 

Guccio  di  Stefano  Soderini 
Duccio  di  Lapo  degli  Alberti 
Bartolo  di  Maso  de'  Bonciani 
.5   Cenni  di  Nardo  Rucellai 

Taddeo  di  messer  Aldobrando  da  Cerreto 

lacopo  di  Dino  Gherardini 

Giovanni  di  messer  Lapo  Arnolfi,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Mingo  Bonamichi  del  Cappello,  loro  no- 

taio. 

Leone  di  Tuccio  Guicciardini 
Dino  di  Lapo  della  Bioia 
Bindo  di  messer  Oddo  Altoviti 
Niccolo  di  Guiglielmo 
Diedato  de'  Baronci 
Ser  Ghino  di  Veri  Rondinelli 
Antonio  di  Lando  degli  Albizi 
0  Messer  Ranieri   del   Forese,  gonfaloniere   di 
lustizia. 


Ser  lacopo  Cecchi,  loro  notaio 

Gherardo  de  Bonsi 

Naddo  di  Buccio  BucelH 

Messer  Alamanno  degli  Acciaiuoli 

Barone'  Cappelli 

Guidaccio  di  Giovanni  de'  Giugni 

Cino  Michi,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Bonaccorso  Tucci,  loro  notaio. 

Maestro  Manno  del  maestro  Rinuccio,  medico 

Berto  Cecchi 

Ulivieri  di  Lapo  Guazza 

Palla  di  messer  lacopo  degli  Strozzi 

Mancino  Sostegni 

Forese  Ferrantini 

Giovanni  di  Bernardino  de'  Medici,  gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Bono  Orlandini,  loro  notaio. 

Andrea  di  Pietro  de'  Magli 

Vanni  di  Bandino  Baroncelli 

Chiarozzo  del  Bene  Chiari 

Giovanni  Carucci 

Gherardo  Paganelli 

Ruggieri  di  Neri  de'  Ricci 

Lapo  Covoni,  gonfaloniere  di  lustizia 

Giovenco  di  Cionetto  de'  Bastati,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Giovanni  Pazzini  da  Pontorno,  loro  no- 

taio. 


/.,  VII,  166 
/.,  VII,  167 


I.  La  lacuna  h  in  G.  R.  e  in  A.  -  fetHJ  a/  i>oslo  di  questa  parola  i  *na  lacuna  iit  G.  R.;  fcdlto  I.  —  3,  /a 
lacuna  i  in  A.  e  in  G,  R.  -  Di  che  lo  fece]  fecelo  A.  —  4.  clo&]  omm.  G.  R.  -  la  lacnna  i  seffnaia  nci  codici  —  7.  e 
di  14]  in  14  A.  —  8.  naTicella]  nave  A.  —  9.  aggrapparsij  aggropparsi  /. 


176  CRONACA  FIORENTINA  (A.  1334] 


/..ru,  17 j       RuBRicA  501"  —  Cotne  a  Firetute  vennero  reliquic  di  Santi. 

Negli  anni  del  Signore  1334  a'  dl  13  del  mese  d'aprile  vennero  in  Firenze  certe  reliquie 
da  Roma,  le  quali  furono  di  San  lacopo....  di  Sant'Ale8sio,  c  infra  le  quali  cbbe  dei  panni 
di  Cristo,  e  furono  mesae  in  S.  Giovanni. 

RuBRicA  502*  —  Come  messer  Dartolomeo  dal  Balzo,  cafitano  di  gucrra  de^  Fiorcntini,  ca-    5 
valcb  a  Pistoia. 

/.,  VII,  173  Negli  anni  di  Cristo  1334  a'  dl  20  di  aprile  usci  messer  Beltramo  dal  Balzo  con  850'  bar- 

bute  di  Firenze,  e  cavalc6  in  quello  di  Pistoia  per  andare  a  Lucca.  Poi  si  partl  a'  dl  22, 
e  diede  il  guasto  a  Buggiano,  e  poi  a'  di  26  lo  diede  a  Pescia,  e  sarebbe  ito  infino  a  Lucca, 
com'era  ordinato,  se  non  che  in  Lombardia  addivenne  che  la  lega,  che  dovea  venire  in  aiuto  10 
de'  Fiorentini,  si  trovb  tratttato  che  dovea  messer  Mastino  esser  morto  dai  suoi  soldati  a 
petizione  del  Cardinale  di  Bologna  per  gli  Tedeschi  della  Bassa  Magna.  Di  che  trovato  il 
trattato,  alcune  persone  si  fuggirono,  circa  27  bandiere  deiroste,  e  andame  a'  nemici  a  loro 
soldo,  come  ordinato  era.     Di  che  convenne  a  messer  Beltramo  tomare  addietro  in  Pistoia. 

RuBRiCA  503*  —  Come  si  fondh  il  camfanilc  di  S.  Lifcrata.  <  15 

In  questo  anno  a'  dl  18  di  luglio  si  comincio  a  fare  il  fondamento  della  chiesa  di  S.  Re- 
parata,  ciofe  lo  campanile  della  detta  chiesa.  E  con  molta  divozione  e  con  grande  proces- 
sione  lo  vescovo  di  Firenze  benedisse,  e  colle  sue  mani  puose  la  prima  pietra. 

/.,  VII,  174       RuBRicA  504*  —  Come^  i  Fiorcntini  cbbono  il  castcllo  dUzano  in  Valdimicvole,  c  cavalcossi 

a  Lucca,  e  dicssi  il  guasto  duc  volte.  20 

Li  Fiorentini  facendo  guerra  a'  Lucchesi,  ed  essendo  messer  Beltramo  dal  Balzo  loro 
capitano  si  partl  di  Firenze,  e  andonne  a  dare  lo  guasto  a  Lucca  per  due  volte,  con  grandi 
prede  tomato  in  Pistoia.  E  cio  fu  del  detto  anno  e  mese  di  settembre.  E  per  trattato  fatto 
con  costo  di  fiorini  duemila  ebbe  il  castello  d'Uzano  sopra  Pescia  il  Comune  di  Firenze. 

RuBRiCA  505*  —  Come  si  mutarono  in  Fircnze  nuovi  rettori.  25 

Nel  detto  anno  furono  in  Firenze  molte  zuffe  e  altre  quistioni;  di  che  i  rettori  aveano 
assai  che  fare;  di  che  8'ordin6  d'avere  in  Firenze  certi  rettori,  H  quali  li  chiamarono  Bargelli, 
e  missorne  due  nel  sesto  d'OItrarno,  e  in  ogni  sesto  un  altro,  sicch^  furono  sette  con  25  fanti 
per  uno.  Altri  vollono  dire  che  per  lo  gennaio  vegnente  si  doveano  fare  gli  squittini  de' 
Priori,  per  temenza  di  novit^,  piii  che  per  altro,  si  crearono,  perchfe  molti  piu  che  non  erano  30 
/.,  VII,  17S  stati  de'  sacchi  passati  parea  loro  essere  degni  di  essere  nel  reggimento,  e  quelli'  che  Taveano 
lo  voleano  per  loro.     Li  detti  uficiali  cominciorono  ruffizio  in  calendi  di  novembre  1334. 

RuBRiCA  506*  —  Comc  crcbbc  Arno  in  modo  di  diluvio. 

In  questo  medesimo  anno  a'  dl  5  di  dicembre  per  grandi  piove  crebbero  i  fiumi,  e  mis- 


2.  Slgnore]  Cristo  A.  -  del  mese]  omm.  A.  —  3.  A.  non  segna  la  lacuna  —  13-14-  andarne....  come]  an- 
darone  al  soldo  dei  loro  nimici  come  A.  —  16-17.  Reparata]  Liperata  A.  —  18.  colle  suc]  con  sua]  con  sua  A. 
—  33.  e  andonne....  volte]  c  andonne  a  Lucca,  e  diergli  11  guasto  per  due  volte  A.  —  32-33.  con  grandi  prede] 
con  gran  preda  A.  —  36.  altre]  omm.  A.  —  37.  dl  che]  omm.  A.  -  li  quali  li]  ciie  li  A.  —  38.  e  missorne  due]  e 
stettono  due  G.  /?.  -  altro]  omm.  A.  —  31.  loro  essere  degni  di  essere]  loro  degni  essere  G.  R.  —  33.  cominciorono 
l'ufiSzlo]  furono  all'ofBzio  G.  R.  —  34.  mcdcsimo  anno]  medesimo  tempo  e  anno  A. 


[AA    1333-1335] 


CRONACA  FIORENTINA 


177 


sero  in  Arno,  e  Amo  crebbe  per  modo  che  fu  molto  grosso,  e  ruppe  il  ponte  di  legname, 
il  quale  era  fatto  tra  lo  ponte  a  S.  Trinita  e  quello  vecchio,  e  quello  delle  navi  che  era 
tra  il  ponte  a  S.  Trinita  e  la  Carraia  ne  meno,  e  fece  grande  danno. 


RuBRicA  507' 


—  .^esti  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembre  1333  a  mezzo  dicembre  1334. 


Lapo  di  Giovanni  Cavacciani 

Riccardo  del  maestro  Fagno 

Ranieri  Valori 

Feduccio  di  Duccio  della  Morotta 

Salvino  Armati 

Naddo  di  ser  Spigliato  da  Filicaia 

Biliotto  di  Metto  Biliotti,  gonfalon.  di  lustizia 

Ser  Manetto  Cambi  da  Pontormo,  loro  notaio. 

Cino  del  Migliore 

Bonifazio  di  Tommaso  de'  Peruzzi 

Acciaiuolo  '  di  messer  Niccola  Acciaiuoli 

Falconiere  di  Baldese 

Lorino  de'  Bonaiuti 

Chele  di  ser  Guarnieri  d'AgugIione 

lacopo  degli  Alberti,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Aldobrandino  di  ser  Albizo,  loro  notaio. 

Luigi  di  messer  Andrea  de'  Mozzi 
-Messer  Salvestro  di  Manetto  de'  Baroncelli 
Bartolo  Paradisi 
Tecchino  di  ser  -Rinaldo 
Niccolaio  di  Nello  Rinucci 
Lapo  Niccoli 

Giotto  Fantoni,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Uguccione   di   messer   Ranieri  Bondoni, 
loro  notaio. 

Francesco  d'Andrea 


Renzo  di  Giovanni  Bonaccorsi 

Messer  Marco  di  Giotto  de'  Marchi,  dottore 

di  leggi 
Bingieri  di  Nardo  Rucellai 
Ricco  di  Buto  Davanzi 
Tegghiaio  del  Cecino 
Giano '  di  Dino  Gherardini 
Maso  Valori,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Filippo  Contuccini,  loro  notaio. 

Salvestro  Ciprini 

Bencivenni  Buonsostegni 

lacopo  di  Francesco  del  Bene 

lacopo  di  ser  Rinuccio 

Andrea  del  Nero 

Aldobrandino  di  Lapo  Rinaldi 

Cecco  di  Spina  Falconi,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  lacopo  di  ser  Lapo  Benci,  loro  notaio. 

Gherardo  Lanfredini 

Gherardo  Baroncelli 

Dardano  degli  Acciaiuoli 

Cristofano  di  Puccio 

Niccol6  di  Berto  Strozzafichi 

Messer  Covone  di  Naddo  de'  Covoni 

Messer  Lottieri  di  Lapo   Gherardini,  dottore 

di  leggi,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Michele  Boschi,  loro  notaio. 


/.,  VII,  177 


/.,  vn,  176 


RuBRiCA  508'  —  Come  i  Fiorentini  fresero  in  guardia  Pietrasanta. 

Negli  anni  di  Cristo  1335  a'  di  9  di  luglio,  essendo  Niccolaio  de'  Poginghi  in  tenuta 
del  castello  di  Pietrasanta,  avendolo  auto  pegno  dal  conestabile  di  Francia,  quando  fu  col 
re  Giovanni  in  Lucca  per  dieci  miglia"  di  fiorini,  non  possendo  tenere  la  spesa,  lo  diede 
in  guardia  a'  Fiorentini,  e  per  s^  tenne  la  rocca.  I  Fiorentini  missero  gente  da  pife  e  da 
cavallo;  e  messer  Gerozzo  de'  Bardi  v'and6  per  capitano. 

)  RuBRiCA  509*  —  Come '  in  Firenze  s'affrese  fuoco,  ed  arsono  cinque  case. 

Nel  detto  anno  s'apprese  il  fuoco  in  alcune  case,  ma  non  da  farne  raenzione,  se  none 
uno  che  s'apprese  in  sulla  piazza  del  Duomo  di  S.  Giovanni  nella  via  del  corso,  ed  arsonvi 
cinque  case  con  molto  danno. 


I.  e  Arno]  omm.  G.  It. 
•Ua  piazza  G.  R. 


41-43.  ma  non....  suUa  piazza]  ma  uno  da  fare  menzione  s'apprese,  U  quale  fu 


/.,  VII,  112 


/.,  VII,  m 


T.  XXX,  p.  I  —   12. 


178  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i335i 


RUBRICA  510'  —  Come  si  fece  in  Firenze  un  conservatore  di  cafiiano  di  guerra. 

Quelli  che  teneano  lo  stato  in  quel  tempo  in  Firenze,  come   detto  fe  addietro,  temendo 
di  coloro,  che  parea  loro  degni  essere  nel  reggimento  ed  estimavano  non  esservi,  si  mormo- 
ravano  dello  squittino  per  addietro  fatto  Tanno  passato.     Di  che   sotto  colore   di  sbigottirej 
gli  sbanditi,  che  pure  male  faceano,  tolsono  messer  lacopo  de'  Gabrielli  da  Gubbio,  e  dier" ' 
gli  50  uomini  di   cavallo  e  100  fanti  con  balia  di  fare  di   fatto.     Questi  fu  uomo  rigido,  e 
/.,  VII.  114       molto  sbigottirono  gli  sbanditi,  e  cacciolli  della  cittk  e  del  contado,  che'  ogni  uomo  andava] 
sicuro.    E  quasi  tutti  li  comuni  e  Terre  del  contado  di  Firenze  condann6  per  avere  ritenuti  j 
gli  sbanditi,  e  fu  detto,  alcuni  a  torto.     Questo  per  buono  uficio,  o  a  torto  o  a  ragione,  al- 
cuna  volta  per  fargli  attenti  a  buona  guardia  e  non  ricettargli,  ove  non  sia  grande  la  con- 
dannagione,  forse  non  era  rea.     Andava  cercando  alcuno  grande  uomo,  o  di  stato  o  di  po- 
tenza,  di  cui  avesse  alcuno  appiccatoio,  e  avrebbe  voluto,  gli  venisse  a  mani.     Infra'  quali 
uno  Rosso  di  Gherarduccio  Buondelmonti  gli  venne  a  mano ;  egli  lo  prese,  e  gli  f ece  tagliar 
la  testa.     Dicesi  che  costui  non  si  guardava,  perchfe  aveva  auto  bando  del   capo,   perocche 
riformagione  era  in  Firenze,  che  niuno  andasse  con  arme  in  servigio  d'alcuno  contro  alcuno  11 
Comune  di  Toscana.     Questi  non  avea  offeso  persona  di  Firenze,  ma  ito  in  servizio  de'  To- 
lomei,  era  ito  in  una  cavalcata  a  Montalcino.     Questo  f u  tenuto  strano ;  ma  f ecelo,  ed  ogni 
uomo  trem6  di  lui  di  poi,  perchfe   la  casa   dei  Buondelmonti   era   in  grande   stato   a   quelli 
tempi.    Stette  in  uficio  uno  anno,  e  guadagnb  bene,  comincib  lo  suo  uficio  a'  dl  primo  di 
novembre  1335.  2( 

/.,  VII.  1S5       RuBRicA  511*  —  Come^  messer  Mastitio  ebbc  la  citta  di  Lucca. 

Nel  detto  anno  1335  in  calendi  di  novembre,  avendo  messer  Mastino  della  Scala  molto 
tracciato  co'  Rossi  da  Parma,  quando  ebbe  Parma,  di  dare  Ponte  Triemoli  ed  altre  castella 
a  Orlando  Rosso,  che  tenea  Lucca  per  lo  re  Giovanni,  ed  egli  avesse  Lucca,  cosi  compife 
il  suo  desiderio  con  ordine  e  con  intenzione  di  pigliare  tutta  Toscana.  E  presa  la  posses-  2 
sione  di  Lucca,  i  Fiorentini,  i  quali  erano  in  lega  con  lui  e  con  gli  altri  Lombardi,  e  ne' 
patti  era,  come  addietro  h.  fatto  menzione,  che  la  lega  dovea  conquistare  insieme  co'  Fio- 
rentini  per  gli  Fiorentini  Lucca,  e  ciascuno  coUegato  avea  il  simile  in  suo  paese,  e  gii  messer 
Mastino  aveva  avuto  in  parte  sua  promessa;  veggendosi  ingannati  i  Fiorentini,  mandarono 
imbasciadori  a  dolersi.  Della  quale  ambasciata  ne  seguia  che  per  gli  Fiorentini  la  togliea,  e  3 
riformata  in  pace,  la  darebbe  loro;  e  tutte  furono  parole,  parole. 

RuBRiCA  512*  —  Come  i  Fiorentini  ebbono  Terre  del  Vescovado  d'Arezzo. 

/.,  VII,  1S6  Li  Aretini,  come  addietro,  furono  gran  tempo  nimici  de'  Fiorentini,  ed  avendo  coiraiuto' 

de'  Perugini  perduto  la  Cittk  di  Castello  e  il  Borgo  a  Sansepolcro,  erano  i  Tarlati  assai  ab- 
bassati,  e  molte  pizzicate  avieno  ricevute.  Di  che  vedendo  le  castella  non  potere  essere  c 
soccorse,  n^  dif ese  dagli  Aretini,  si  dierono  a'  Fiorentini  con  esser  franchi  per  cinque  anni, 
pagando  per  censo  un  cero  il  dl  di  S.  Giovanni.  Le  castella  furono  queste:  lo  castello  di 
Bucine,  Cennina,  Gallatrone,  Rondine  e  la  Torricella.  Le  quali  terre  erano  tutte  sotto  la  si- 
gnoria  de'  Tarlati.    E  ci6  fu  a'  di  2  di  novembre  1335. 


a.  detto....  temendo]  detto  si  fe  temendo  A.  —  7.  sbigottirono]  sbigottl  A.  —  13-14.  gU  fece  tagliar  ia 
testa]  e  tagliogli  la  testa  A.  —  17.  era  ito]  omm.  A.  —  i8.  di  poi,  perchfe]  di  poiclife  G.  R.  —  aa.  In  calendi  di 
novembre]  a  d\  primo  di  novembre  A.  —  33.  Ponte  Triemoli]  Pontriemoli  A.  —  39.  aveva  avuto  in  parte]  era 
in  parte  avuto  G.R.;  si  era  in  parte  avuto  7.  —  31.  parole,  parole]  parole  A,  —  33,  come  addietro,  furono]  come 
avemo,  furono  A.  Forse  il  passo  i  da  restituire  cos) :  '  Come  avemo  detto  addietro  „  —  36.  con  esser  franchi  per 
cinijue]  con  franchigla  dl  anni  cinque  A.  —  37.  lo  castello  di]  omm.  A.  —  38.  terre]  omm.  A.  -  tutte]  omm.  G.  R. 


\. 


[AA.  1334-1335] 


CRONACA  FIORENTINA 


179 


RuBRiCA  513*  —  Siuesti  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembre  1334.  a  mezzo  dicefnbre  133 S' 


Cione  Ruffoli 

Boninsegna  Gherardi 

Tuccio  di  Dello  degli  Scilinguati 

Marco  del  Rosso  degli  Strozzi 

Nerone  di  Nigi  Dietisalvi 

Vanni  di  Benintendi  degli  Albizi 

Geri  di  Stefano  Soderini,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
Ser  Ugolino  di  ser  Tonto,  loro  notaio. 

Giovanni  dello  Scelto 

Giovanni  di  Lamberto  dell'Antella 

Francesco  Borghini 

Cecco'  di  Gianni,  rigattieri 

Giovanni  di  Donato  Viviani 

Teghiaio  del  Cecino 

Bonaccorso  Bentaccorda,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia 
,Ser  Francesco  di  ser   Giovanni  da  Rignano, 

loro  notaio. 


Ormannozzo  del  Bianco  Deti 

Giotto  de'  Peruzzi 

Bindo  di  messer  Oddo  degli  Altoviti 

Naddo  di  Cenni  di  Nardo 

Daldo  di  Dingo  de'  Marignolli 

Matteo  di  Benvenuto 

Francesco  di  Lapo  Giovanni,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Tommaso  di   ser  Luca  da   Campi,   loro 

notaio. 

Giorgio  di  Barone 

Maestro  Fagno,  medico 

Tuccio '  Cocchi 

Anselmo  di  Palla 

Giovanni  d'Uberto  Cambi 

Tano  di  Chiarissimo 

Benedetto  di  Guccio  Gennai,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Rustico  Moranducci,  loro  notaio. 


/.,  VII,  187 
/.,  ru,  188 


Messer  Bartolommeo  da  Castelfiorentino,  dot- 

tore  di  leggi 
Forese  de'  Sacchetti 
2  Bernardo  di  Lapo  degli  Ardinghelli 
Michele  di  Cione  Maffei 
Messer  Forese  da  Rabatta 
Messer  lacopo  de'  Ricci,  dottore  di  leggi 
Bartolommeo   di   Guccio    Siminetti,   gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Salvi  di  Benino  del  Poggio,  loro  notaio. 


Agostino  Moscardi 

Vanni  di  ser  Lotto 

Guido  di  Lapo  Guazza 

Bartolo  di  Lapo  Benci 

Simone  di  Nardo  Guasconi 

Lapo  Rinaldi 

Maestro  Cambio  del  maestro   Salvi,  gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Michele  di  Gianni  Cristiani,  loro  notaio. 


RuBRicA  514*  —  Come'  messer  Mastino,  essendo  in  lega  co'  Ftorentini  e  co'  Bolognesi,  ruffe       /.,  vu,  193 
loro,  e  fece  loro  guerra. 

Nel  detto  anno  1335,  come  avemo  fatto  menzione,  avendo  contro  a  ogni  ragione  messer 

3  Mastino  e  messer  Alberto  tolto  Lucca,  che  dovea  essere  de'  Fiorentini,  i  quali  erano  in  lega, 
e  colla  gente  loro  i  Fiorentini  cacciato  e  sconfitto  il  Legato  di  Bologna,  e  fatto  fare  signore 
grande,  maggiore  che  non  erano  quelli  della  Scala;  i  Lombardi  cercavano  di  metterlo  in 
briga  co'  Fiorentini,  perchfe  egli  non  fosse  grande  appo  loro  vicino;  ed  era  per  la  sodduzione 
de'  Fiorentini  cacciato  di  Bologna  lo  Legato,  ed  intrati  in  lega  i  Bolognesi  co'  Fiorentini  e 

4  Lombardi.  Di  che  protestando  i  Fiorentini  a'  Signori  della  Scala,  rendesse  loro  Lucca,  come 
ne'  patti  era,  non  possendo  negare,  disse   che  volea   danari,  perocchfe  gostava   loro  la  pace 

'  col  re  Giovanni  assai ',  e  patteggiato  dovea  avere  da'  Fiorentini  360  000  fiorini,  parte  in  danari       /..  vu,  194 
e  parte  in  sicurta  a  termini.     Li   Lombardi   acordarono   questo   fatto,   e   quando  i  sindachi 
vollono  il  contratto,  si  disse,  non  volea  denari,  ma  volea  che  i  Fiorentini  gli  aiutassero  aver^ 


41.  gostava]  costava  A.  —  43.  acordarono]   scordarono  G.  R.  —   44.  che]   omm.  A, 


180  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1336] 

Bologna.  Quando  ci6  intesono  gli  Fiorentini,  essere  ingannati  e  schemiti,  e  pensando  non 
potere  per  niuno  danaro  averla,  ma  veduto  ch'egli  volea  Bologna  per  avere  Firenze,  e  pen- 
sando  che  per  meno  che  il  quarto  danaro  la  poterono  avere  due  volte,  e  non  la  seppono 
avere,  protestato  a'  Signori  della  Scala  in  presenza  de'  Signori  lombardi,  si  partirono  e 
vennonsene.  Di  che  in  un  di  messer  Mastino  colla  gente  che  era  in  Lucca,  sanza  siidare 
i  Fiorentini  n6  Bolognesi,  ch'erano  in  lega,  si  corse  il  contado  di  Bologna  e  Valdinievole 
e  Valdarno  de'  Fiorentini.     E  ci6  £u  a'  di  23  di  febbraio  1335. 

RuBRicA  515*  —  Comc  i  Fiorentini  fecero  uficiali  di  guerra  e  uficiali  di  trovare  danari. 

/.,  »11, 195  Li  Fiorentini,  avendosi  veduti  traditi  da  messer  Mastino,  e  veggendo  niuno  riparo '  se 

non  la  guerra,  subitamente  elessero  6   cittadini  sopra  la  guerra  e    14  sopra  trovare  danari  1 
con  grandissime  e  piene  balle,  siccome  avea  tutto  lo  Comune.     E  ci6  fu  nel  detto  anno  1335. 
A'  dl  10  di  marzo  cominciarono  il  loro  uficio. 

RuBRiCA  516*  —  Come  i  Fioreniim  feciono  fare  la  rocca  in  Colle,  e  frolungarono  i  Colli- 
giani  fer  tre  anni  la  guardia  di  loro  a'  Fiorentini. 

Erano  compiuti  li  termini,  che  i  Fiorentini  avieno  avuti  con  gli  CoUigiani  della  guardia  1 
che  avieno  i  Fiorentini  di  Colle,  onde  perchi  si  vidono  in  pace  e  ben  trattare  per  3  anni  si 
dierono  a'  Fiorentini.    E  fecesi  un  cassero  in  sulla  piazza.    La  spesa  della  muraglia  si  fece  per 
meth  tra  CoUigiani  e'  Fiorentini.     La  guardia  di  40  fanti  pagano  i  Fiorentini  e  lo  castellano. 

/.,Tu,  196       RuBRicA  517'  —  Come'  i  Fiorentini  mossono  guerra  agli  Aretini,  e  tolsero  il  fasso  aJla  gente 
di  messer  Mastino  che  andava  ad  Arczzo.  '. 

Negli  anni  Domini  1336  a'  dl  14  di  aprile  sfidarono  i  Fiorentini  gli  Aretini;  e  la  cagione 
fu,  perocch6  sentirono  di  certo  che  messer  Piero  Saccone  de'  Tarlati  avea  mandato  per  gente 
a  messer  Mastino,  e  con  lui  collegatosi,  e  promesso  fare  guerra  a'  Fiorentini.  E  gia  era  la 
gente  venuta  infino  a  Furll  con  850  barbute;  onde  i  Fiorentini  mandarono  600  barbute,  e  co' 
loro  amici  Bolognesi  e  di  Romagna  contastato  loro  il  passo,  sicchfe  non  vennono.  Ed  i  Fio- 
rentini  sempre  alle  frontiere  d'Arezzo  avieno  700  barbute  a  guerreggiare  Arezzo.  j 

RuBRiCA  518*  —  Come  i  Fiorentini  andarono  ad  oste  ad  Arezzo,  e  li  Perugini  insieme  dal- 
Vahra  farte. 

Avendosi  i  Fiorentini  assicurati,  come  detto  6,  che  la  gente  di  messer  Mastino  non  potea 
passare  in  Toscana  per  ire  ad  Arezzo,  feciono  che  li  Perugini  si  mossono,  ed  andarono  ad 
Arezzo  in  un  dl  li  Fiorentini,  ed  i  Perugini  indi  stettono,  e  feciono  Tun  di  qua  e  Taltro  di 
/,  VII,  197  Ih  gran  guasto  di  possessioni  e  di  biade  di  campi  e  d'alberi,  e  fu  tanta  la'  moltitudine  di 
pedoni  d'ogni  parte,  che  quasi  presso  alle  mura  e  tre  miglia  di  lunge  non  rimase  albero 
vivo,  n6  frutto,  n6  vigne,  e  quasi  tutto  il  contado  nudarono  di  case.  E  non  si  ricorda  infino 
a  quel  dl  sl  gran  danno  avere  ricevuto  gli  Aretini.  Ebbonvi  i  Fiorentini  750  barbute  e  8000 
pedoni,  e  li  Perugini  400  barbute  e  3300  pedoni;  e  giunse  lo  detto  oste  ad  Arezzo  a'  di  5 
di  luglio  1336,  e  poi  vedendo  da  non  far  loro  piii  danno,  si  partirono  del  contado  d'Arezzo 
a'  di  6  d'agosto  1336. 


I.  Quando....  Florentlni]  quando  questo  s'intese  per  gli  Fiorentini  G.  R.  —  3.  il  quarto]  '/,  A.  —  7.  do» 
Fiorentlnl]  omm.  A.  —  lo.  subitamente]  subito  A.  —  17.  dierono]  ridierono  —  ii.  sfidarono]  soldarono  A.  — 
34.  iafino]  omm.  A.  -  con]  omm.  G.  R.  —  35.  contastato]  contastaro  /.;  contastarono  A.  —  34.  nudarono]  nudato 
A.  —  35.  e  8000]  e  800  /.  —  36.  barbute]  omm.  G.  R,  -  3300]  4000  A. 


[A.  1336]  CRONACA  FIORENTINA  181 

RuBRiCA  519*  —  Comc  i  Fiorentini  furono  levati  di  Pietrasanta. 

Come  addietro  h  fatto  menzione,  rubr.  508,  i  Fiorentini  avieno  avuto  in  guardia  la  terra 
di  Pietrasanta,  salvo  che  '1  cassero,  da  Niccolaio  de'  Poginchi.  Di  che  essendo  messer  Ma- 
stino  divenuto  nimico  de'  Fiorentini,  sl  essendo  Signore  di  Lucca,  tratto  con  Niccolaio  d'aver 

5  Pietrasanta,  e  dienne  fiorini  1 1  000  con  altre  promissioni ;  le  quali  promissioni  gli  furono  at- 
tenute,  come  udirete.     Di  che  per  lo  cassero   intrarono  pedoni  e  cavalieri  in  gran  numero, 
ed  ebbe  la  possessione  messer  Mastino  dal  detto   Niccolaio,  ed  i  Fiorentini  ne  furono'  cac-       /.,  vn,  i9S 
ciati.     E  ci6  fu  a'  dl  21  d'aprile  1336,  ma  poi  il   gennaio  vegnente  messer  Mastino  il  fece 
pigliare  per  tagliargli  il  capo  per  traditore,  e  ricomperossi  fiorini  15  000  d'oro  per  non  mo- 

0  rire;  e  questa  fu  la  prowisione  che  ebbe  da  lui. 

RuBRiCA  520°  —  Come  i  Fiorentini  co'  Viniziani  si  legarono  insieme  contro  messer  Mastino 
della  Scala. 

Li  Viniziani  erano  in  certe  discordie  con  gli  Signori  della  Scala,  come  avviene  sempre, 
che  li  Comuni  furono   e  sono   sempre   nimici  de'  tiranni   e  de   converso,  e   spezialmente   e 

5  maggiormente  quando  vicinano,  come  eglino  faceano.  Di  che  i  Fiorentini  ordinarono  farsi 
incontro  a'  Viniziani,  ed  uljimamente  insieme  feciono  lega  e  compagnia  per  un  anno  e  mesi 
due  e  di  quattordici;  e  cosi  fu  bandita  a'  di  15  di  luglio  1336  con  questi  patti,  che  2000  bar- 
bute  e  2000  fanti  fosse  la  lega  de'  detti  comuni,  e  che  due  cittadini  avessono  balia  di  sol- 
dare,  e  di  cassare  e  far  guerra  in  compagnia  del  capitano  per  gli  Fiorentini,  e  simile   due 

0  Viniziani,  e  cosl  dovessero  essere  in  Lombardia  e  Trivigiana '  e  piu  altre  convenzioni,  le  /.,  vn,  i9» 
quali  si  contennono  nella  detta  lega.  E  nota,  lettore,  che  il  Comune  avea  grandi  spese,  e 
facea  di  comune  la  detta  spesa  con  gli  Viniziani,  e  trovossi  debito  fiorini  100  000  il  Comune 
di  Firenze,  quando  fece  questa  lega,  ed  avea  1000  barbute  a  Vinegia  e  650  a'  passi  in  Ro- 
magna,  perchfe  non  passasse  ad  Arezzo  gente,  e  750  ad  Arezzo,  e  dava  di  merito  a  fiorini  15 
per  centinaio,  e  trovava  cittadini  che  pagavano  ogni  tua  somma,  e  credeano  al  Comune,  dando 
tu  loro  a  ragione  di  cinque  per  cento,  oltre  a  quello  del  Comune. 

RuBRicA  521*  —  Come  messer  Mastino  fece  cavalcare  i  Fiorentini  colla  gente  che  avcvano  i 
Lucchesi  -per  due  volte. 

Nel  detto  anno  e  di  luglio  a'  dl  14  uscirono  di  Lucca  400  uomini  di  cavallo  e  pedoni  2000, 
3  e  vennono  la  sera  a  Buggiano  in  lo  sole  tramonto.  La  notte  medesima  andarono  al  borgo 
di  Cerreto  Guidi  nel  Valdarno  di  sotto.  E  quello,  essendo  affossato,  combatterono  ed  arsero 
e  guastarono,  e  tornarsi  quel  dl  medesimo  a  Buggiano.  Poi  a'  dl  5  d'agosto  vegnente  Ciupo 
degli  Scolari,  che  era  in  Lucca,  capitano  della  foresteria  di  messer'  Mastino  della  Scala,  si  /.,  vn,  200 
parti  di  Lucca,  e  passo  Amo  con  850  cavalieri  e  pedoni  3050,  e  andonne  al  borgo  a  S.  Fiore, 
e  guastollo,  e  poi  n'and6  a  Martignano  nel  contado  di  Sanmignato,  e  stettervi  due  giorni. 
La  brigata  de'  Fiorentini  trassero,  ed  accozzarsi  a  Sanmignato,  e  costoro  essendo  a  S.  Gonda, 
e  trovato  fatte  sbarre  temettono,  e  quasi  in  rotta  si  partirono,  e  perderono  molti  pedoni  ed 
alquanti  cavalieri  per  la  Gusciana,  e  per  quelli  paesi  si  tomarono   male  in   concio,  e  fu   lo 


3.  rubr.  508]  omtn.  A.  —  6.  Di  che]  omm.  A,  —  8.  a'  d\  31]  a'  dl  22  A.  —  10.  da  lul]  omm.  G.  R.  —  14.  e 
sono]  omm.  A.  —  ij.  maggiormente]  omm.  A.  -  eglino]  omm.  A.  —  21-22.  spese....  comune]  spese  e  tutta  usciva 
di  comune  A.  —  22.  la  detta  speaa]  omm.  A.  —  34.  fiorini]  omm.  G.  li.  —  26.  tu]  omm.  G.  It.  -  del  Comune]  del 
Comune  di  Firenze  ecc.  A.  —  29.  a'  dl  14]  omm.  A.  —  30.  in  lo  sole  tramonto]  al  tramontar  dcl  sole  A.  —  32.  e 
guastarono]  omm.  A.  —  34.  cavalieri]  cavagli  A.  -  3050]  3000  A.  —  35.  nel]  omm.  A.  -  giorni]  di  Cr.  /f.  —  37.  sbarre] 
barre  G.  R.  •  pedoni]  fanti  A. 


182  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1335-1336] 


numero  perduto  de*  pedoni  530  e  de'  cavalieri  28  infra'  quali   erano  5  conestabili;  e  se  i 
Fiorentini  avessero  avuto  soldatJ,  non  ne  andava  capo  di  quelli  di  messer  Mastino. 

RUBRICA  522'  —  Come  i  Fiorentini  rifosono  il  castello  di  Laierina. 

Nel  detto  anno  1336  a'  dl  20  d'ag08to  il  Comune  di  Firenze  comincib  a  edificare  e  ri- 
porre  il  castello  di  Laterina,  lo  quale  era  disfatto,  e  per  guardia  di  quello  vi  lasci^  200  uo-    1 
mini  a  cavallo,  e  che  facessero  guerra  agli  Aretini. 

/.,  Tii,  Mi  RuBRiCA  523'  —  Come^  mcsser  Piero  de'  Rossi  da  Parma  venne  in  Firenze  fer  cafitano  di 
guerra  della  lega  ira  i  Viniziani  e  i  Fiorentini  con  quclli  della  Scala,  e  atidb  a  Lucca 
frima,  e  sconfisse  i  Lucchesi  e  i  Pisani. 

Nel  detto  anno  a'  ^  24  agosto  giunse  messer  Piero  de'  Rossi  da  Parma  in  Firenze  per  li 
capitano  della  lega  fatta  tra'  Viniziani  e  i  Fiorentini  contro  a  quelli  della  Scala,  dove  fu 
bene  veduto  ed  onorato.  Ed  il  dl  primo  di  settembre  uscl  fuori  con  400  barbute  e  fanti  8000, 
ed  andando  predando  e  guastando  il  contado  di  Lucca  infino  in  sul  Prato  ed  in  quel  terreno 
stettono  cinque  di,  e  con  preda  e  con  vittoria  se  ne  vennono.  Ma  i  Lucchesi  con  gente  de' 
Pisani  si  pararono  loro  innanzi  ad  Altopascio,  e  quivi  era  una  tagliata  di  terreno.  Li  cor-  1: 
ridori  de'  Fiorentini  ricevettono  alcuno  danno,  ma  quando  le  schiere  s'appressaro,  e  com- 
batterono  co'  Lucchesi,  ch'erano  600  cavalieri  e  pedoni  assai,  molto  dur6  la  battaglia,  alla 
perfine  furono  i  Fiorentini  vincitori,  ed  i  Lucchesi  si  ricolsero  nel  Ceruglio  con  gran  danno, 
e  perderono  genti  e  bandiere  assai;  infra  l'altre  vi  f u  la  bandiera  di  messer  Mastino  della 
Scala.    £  il  di  di  S.  Maria  tomarono  in  Firenze.  2 

/.,  VII,  J02       RuBRiCA  524'  —  Come^  messer  Piero  Rossi,  cafitano,  fartt  di  Firenze,  c  andb  a  Vinegia, 

Nel  detto  anno  a'  «^  20  di  settembre  uscl  fuori  messer  Piero  Rosso,  ed  and6  verso  Lom- 
bardia  al  servigio  della  lega  de'  Viniziani,  e  qui  si  trov6  sul  contado  di  Padova  a  Bogolenta 
con  4000  uomini  di  cavallo  e  molti  pedoni  con  danno  della  cittk  di  Padova,  ed  arse  i  borghi 
e  le  ville  d'intomo. 

RuBRicA  525*  —  Come  Orlando  de'  Rossi  da  Parmafufatto  cafitano  di  guerra  d^  Fiorcn- 
tini,  e  andb  addosso  a  iMCca. 

Nel  detto  anno  a'  dl  16  d'ottobre  venne  in  Firenze  Orlando  de'  Rossi  da  Parma  per  capi- 
tano  di  guerra,  e  a'  dl  25  di  novembre  del  detto  anno  usci  fuori  con  1200  uomini  da  cavallo 
e  5000  pedoni,  e  andonne  a  Lucca.  E  tra  stare  nel  contado  di  Lucca  e  scorrere  infino  in  sul 
Prato  di  Lucca  ed  ardere  con  gran  preda  e  con  onore  si  tornarono  in  20  di  in  Firenze. 

/.,  Tn,  203       RuBRicA  526'  —  ^iestV  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembre  1335  a  mezzo  dicembre  1336. 

Pagolo  di  Ridolfo  Guidi  Spinello  di  Primerano  da  Mosciano 

Cione  d'AIberto  Sandro  di  Buto  Davanzi 

Francesco  di  Meo  Acciaiuoli  Taldo  Valori 


I.  530]  80  G.R.  -  cavalleri]  cavagli  A.  —  1-2.  e  se  I  Fiorentini . . . .  soldati]  e  s'egli  avessero  i  Fiorentini 
soldaU  G.  /?.  —  10.  a»  d\  34]  a'  d\  14  G.  /?.  —  ta.  8000]  9000  A.  —  15.  qui]  qulvi  G.  R.  —  34.  4000]  5000  G.  R.  - 
uomini  dl  cavaUo]  cavagli  A.  -  pedoni]  fanU  —  35.  e  le  ville  d'intomo]  e  le  vUle  e  vi  bruci6  tutto  A.  —  39.  del 
detto  anno]  omm.  A,  —  30.  a  Lucca....  e  scorrere]  a  Lucca  contra  il  contado  di  Lucca  e  starc  e  scorrere  G.  R. 
—  31.  ed  ardere]  omm.  A,  -  gran]  omm.  G.R.  —  31.  si  tomarono  in  20  dl  in  Firenze]  sl  tomft  a  Firenze  A, 


[AA.  1335-1337] 


CRONACA  FIORENTINA 


183 


Messer  Rinaldo  Casini,  dottore  di  leggi,  gon- 
faloniere  di  lustizia 
J  Ser  Marco  di  ser  Buono  da  Ugnano,  loro  no- 
taio. 


Cionino  Aglioni 

Coppo  Borghesi 

More  Ubaldini 

Banco  di  Lippo  Gianni 

Vanni  Axmati 

Luti  Dirittafedi 

Filippo  Buonfigliuoli,  gonfaloniere  di  lustizia. 

Ser  Salvi  Dini,  loro  notaio. 


0 


Bernardo  di  Neri  da  Quarata 

Giovanni  Bonaccorsi 

Pero  Baldovinetti 

Chele  di  Pagno  de'  Bordoni 

Dietisalvi  di  Nigi 

Bellincioni  d'Uberto  degli  Albizi 

Coppo  di  Stefano  de'  Bonaiuti,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Dionigi  di  Bindo  da  Calenzano,  loro  no- 

taio. 

Francesco'  Sassoli 

Giovanni  di  messer  Lapo  Arnolfi 

Lottieri  Davanzati 


Piero  Guiglielmi 

Ghino  di  Veri  de'  Rondinelli 

Messer  Francesco  di  messer  Lotto,  dottore  di 

leggi 
Ubertino  del  Rosso  degli  Strozzi,  gonfalonie- 

re  di  lustizia 
Ser  Giovanni  di  Benvenuto  da  Sesto,  loro  no- 

taio. 

Cappone  di  Recco  Capponi 
Donato  di  Pacino  de'  Peruzzi 
Bartolommeo  di  Stefano  degli  Acciaiuoli 
Cenni  di  Nardo  Rucellai 
Messer  Ugo  Lotteringhi,  dottore  di  leggi 
Neri  di  Lippo 

Gherardo  Paganelli,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Dietifeci  di  ser  Michele  da  Gangalandi, 
loro  notaio. 

Francesco  d'Andrea 
Filippo  di  Duccio  de'  Magalotti 
Rinuccio  di  Cocco  de'  Cocchi 
Bartolo  di  Vanni  Pacci 
Andrea  del  Nero 

Messer  Bartolo  de'  Ricci,  dottore  di  leggi 
Zato  di  Gaddo  Passavanti,  gonfalon.  di  lustizia 
Ser  Lippo  di  ser  Cambio  da  Vinci,  loro  no- 
taio. 


/.  VII,  204 


» 


RuBRiCA  527*  —  Come^  il  Comune  di  Firenze  ebhe  la  citta  d'Arezzo  da  messer  Piero  Tarlati,       i.,  vn,  209 
detto  Saccone. 

Nel  detto  anno  1336  a  dl  10  di  marzo  si  conchiuse  una  concordia  tra  messer  Piero  da 
Pietramala  d'Arezzo,  detto  messer  Piero  Saccone,  co'  Fiorentini;  lo  quale  non  veggendo 
modo  d'avere  soccorso  da  quelli  della  Scala,  la  signoria  d'Arezzo  non  posserido  tenere,  la 
dife  al  Comune  di.Firenze.  Dissesi  che' n'ebbe  denari  assai.  Lo  Comune  lo  prese,  e  lascioUo  /.,  vn, 210 
al  Popolo,  e  rimissevi  i  Guelfi,  e  riformolla  de'  Priori  ed  altri  ufici  di  Guelfi,  e  mandovvi 
Podest^  jmesser  Currado  de'  Panciatichi  da  Pistoia  e  conservadore  Bonifazio  de'  Peruzzi  di 
Firenze.  E  grandissimo  tempo  era  passato  che'  Fiorentini  non  avieno  avuto  maggiore  alle- 
grezza,  con  gran  festa  d'armeggiare  e  di  feste  e  compagnie  se  ne  fecero,  e  non  si  lavorb, 
nfe  tenne  botteghe  aperte  tre  dl  nella  cittk  di  Firenze;  ma  li  Perugini  si  dolsono  molto  di  ci6. 


0  RuBRiCA  528*  —  Come  messer  Piero  Saccone  venne  in  Firenze. 

Neiranno  del  Signore  1337,  d'aprile  di  10,  venne  in  Firenze  messer  Piero  Saccone  e 
quasi  tutti  li  suoi  consorti,  e  richiesero  d'essere  falti  veri  cittadini  di  Firenze.  Fu  loro  ac- 
consentito,  ed  onorati  grandemente.     E  poi  fatto  ci6,  si  partirono,  e  tornarsi  in  Arezzo. 


32.  d'Arezzo]  omm,  A.  —  34.  denari]  omm.  I.  —  38-39.   d' armeggiarc . 
tennesi  serrato  tre  d\  le  botteghe  In  Firenze  A.  —  43.  fatti]  omm.  G.  R, 


Flrenze]   d'anneggiare  feclono,  e 


184  CRONACA  FIORENTINA  lA.  i337i 


/..  »n,8ii       RuBRlCA  529'  —  Cotne''  il  Comune  di  Firenze  ^accordb  co'  Perugini  dei  fatti  di  Arezzo. 

Nel  detto  anno  e  mese  d'aprile  per  ambasciadori  e  sindachi  liorentini  si  prese  con- 
cordia  co'  Perugini,  ed  ebbono  in  Arezzo  alcuna  preminenza  d'un  giudice  d'appellazione  per 
cinque  anni,  e  certe  castella  ritennono  per  sicurtk  di  loro  per  anni  cinque;  e  £u  fatta  pace 
tra'  Fiorentini  ed  Aretini  co'  Perugini  con  grande  unione  e  levamento  di  animi  5 

RuBRiCA  530*  —  Cotne  i  Fiorcntini  ^  Viniziani  feciono  con  quelli  della  Scala,  colle  Signoric 
di  Melano,  ntesser  Azzo  marchese  di  Ferrara  e  con  messer  Luigi  da  Gonzaga  c  co'  Si- 
gnori  di  Mantova. 

Nell'anno  di  Cristo  1337  d'aprile  si  mossero  messer  Azzo  Bisconti,  signore  di  Melano,  e 
marchese  da  Ferrara  e  messer  Luigi  da  Gonzaga,  signore  di  Mantova,  e  andarono  a  Vinegia,  10 
e  cercarono  accordo  con  gli  Viniziani  e  con  gli  ambasciatori  fiorentini  di  pacificargli  in- 
siememente  con  messer  Mastino  e  messer  Alberto  della  Scala,  signore  da  Verona.  Rimase 
da  quelli  di  Verona  Taccordo.  Di  che  i  predetti  di  Melano,  di  Ferrara  e  di  Mantova  si 
collegarono  con  gli  Viniziani  e'  Fiorentini  contro  a  quelli  della  Scala;  di  che  fu  gran  con- 
z,  VII,  312  forto.  E  '1  re  Carlo  di  Boemia',  figliuolo  dello  re  Griovanni,  venne  nella  detta  lega,  e  cavalc6  15 
il  Trevigiano,  e  tolse  a  messer  Mastino  Civita  e  Feltro;  e  grande  sconforto  n'ebbono  quelli 
della  Scala. 

RuBRiCA  531*  —  Come  i  Fiorentini  mandarono  oste  a  Lucca,  e  richiesero  1'amista. 

Essendo  i  Fiorentini  disiderosi  di  mostrare  loro  vigore  in  ogni  luogo,  e  spezialmente  a 
Lucca,  rinchiesono  1'  amist^ ;  inf ra'  quali  i  Bolognesi  dierono  200  uomini  di  cavallo  e  li  Ro-  20 
magnuoli  100,  gli  Orvietani  60,  i  Perugini  100,  li  Tarlati  50  e  100  pedoni,  gli  Aretini  500  pe- 
doni,  li  Sanesi  100  cavalieri,  che  poco  feciono,  che  non  vollono  uscire  del  contado  di  Fi- 
renze,  CoUe  100  pedoni,  Volterra  100  pedoni,  Sangimignano  100  pedoni,  i  Conti  150  pe- 
doni,  la  Cittk  di  Castello  ed  il  borgo  Sansipolcro  100  cavalieri  e  200  pedoni.  Ed  uscirono 
di  Firenze  il  primo  dl  di  giugno.  Uscl  roste  fuori  con  2000  barbute  e  10  000  pedoni,  e  an-  25 
darono  a  Buggiano  ed  a  Pescia,  e  tutto  guastarono,  e  posto  il  campo  al  Ceruglio  scorsono 

10  contado  di  Lucca,  e  guastarono   il  biado  e  le  vigne,   ma   niuna   terra  o  castello  presono, 
perocchfe  non  intesero  i  Lucchesi  se  non  alla  difesa,  e  bene  avieno  guamito  i  loro  castelli. 

/..Tii,  313       E  cosl  guasto  ogni  cosa,  tomarono   con  preda,  e  vittoriosamente'  in  Firenze  a*  di  primo 

d'ag08to  1337.  30 

RuBRiCA  532*  —  Come  feciono  fiti  cavalcate  i  Fiorentini  e'   Viniziani  a  Verona. 

Perchfe  h  pure  della  nostra  materia  della  cittk  per  lega,  diremo  de'  fatti  di  Lombardia. 

11  capitano  della  lega  mand6  messer  Marsilio  Rosso  con  2  500  cavalieri  della  lega,  e  f u  a 
Mantova;  e  quivi  ragunati   e   collegati   cavalcarono   a  Verona,   e   corsono   il  palio  il  di   di 

S.  Gioyanni,  e  molto  male  e  danno  averieno  fatto,  se  non  che  quelli  della  Scala  corruppero  35 
per  moneta  certi  Tedeschi  della  lega,  e  vollono  poi  la  battaglia  colla  lega.  Di  che  di  neces- 
sitk  fu  che  si  partisse  per  tornarsi  a  Bogolento,  ed  in  questa  tomata  sentendo  messer  Ma- 
stino,  che  s'era  messer  Marsilio  fermo  a  Mantova,  n'and6  con  3000  cavalieri  e  5000  pedoni 
a  Bogolento,  e  strinse  messer  Piero  in  Bogolento  per  modo  che  lo  affam6.  Messer  Marsilio 
si  partl  e  and6,  e  soccorselo  per  modo  che  intr6  in  Bogolento.     Messer  Mastino  se  n'and6  40 

3-4.  d'appellazione . . . .  e  fu  fatta]  d'appe]lazione  e  per  cinque  anni  certe  castella  ritennono  per  sicurtft  di 
loro,  e  fu  fatta  G.  R.  —  5.  con  grande  unione  c  levamento  di  animi]  omm.  G.  R.  —  11.  accordo]  concordia  G.  R. 
—  16.  n'ebbono]  n'ebbe  A.  —  35.  Uscl  l'o8te  fuori]  «»»1»».  A.  —  38.  non  intesero]  attesono  A  —  30.  1337]  omm. 
A.  —  37.  Bogolento]  Bongolento  A.  —  39.  Bogolento]   Bongolento  A.  —  40.  Bogolento]   Bongolento   A. 


[AA.  1337-1339]  CRONACA  FIORENTINA    ,  185 


in  Padova,  e  quivi  lasci6  messer  Alberto,  ed  egli  tom6  a  Verona;  e  messer  Marsilio  s'accost6 

a  Padova,  ed  assediolla  dall'  uno  de'  lati  per  certi  trattati,  che '  si  intendea  con  certi  dentro       /.,  vn,  ju 

e  con  messer  Ubertino  e  messer  Marsilio  da  Carrara. 

RuBRiCA  533"  —  Come  la  lega  dc'  Fiorentini  e'  Viniziani  e  gli  altri  collegati  ebbono  Padova, 
5  e  quelli  che  la  diedero  furono  nella  lega,  e  vi  fu  -preso  messere  Alberto. 

Nel  detto  anno  a'  di  3  d'agosto  per  trattato  delli  detti  messer  Ubertino   e   Marsilio,  il 

capitano  della   lega,  messer  Marsilio  e  messer  Piero  Rosso  intrarono  in  Padova,   e  corserla 

per  la  lega,  e  poi  lasciarono  la  signoria  a  loro,  ed  intrarono  in  lega.     Ma  fuvvi  preso  entro 

messer  Alberto  della  Scala  con  altri  e  mandati  a  Vinegia.    Di  che  ivi  ed  in  Firenze  si  fece 

10  gran  festa  e  grandi  allegrezze. 

RuBRicA  534*  —  Come  mor\  messer  Piero  Rosso  e  messer  Marsilio;  ed  Orlando  Rossofufatto 
ca-pitano  della  lega, 

Nel  detto  anno  e  mese  d'agosto,  essendo  messer  Piero  Rosso,  capitano  della  lega,  a  oste 
a  Monselice,  gli  fu  dato  d'una  lancia  nel  fianco,  di  che  il  secondo  dl  mori,  e  cinque  di  poi 
15  messer  Marsilio  Rosso  ammal6,  e  mori.     Di  che  onoratamente  in  Padova  furono  seppelliti,  ed 

in  Firenze  grande  onorevole  esequio '  fu  fatto  per  lo  Comune  nella  chiesa  dei  frati  Predica-       /.,  vu,  215 
tori.    E  poi  fu  provveduto  in  Firenze  che  Orlando  Rosso,  capitano  de'  Fiorentini,  n'andasse 
a  Vinegia;  e  cosl  fece.     E  l^  fu  provveduto  ed  ordinato  capitano  della  lega  generale,  perchfe 
era  prode  uomo. 

20  RuBRicA  535"  —  Come  Orlando  Rossi  fece  fiu  cavalieri  in  su  quello  di  Verona,  ed  in  luogo 

id'Orlando  messer  laco-po  Gabrielli  fu  cafitano  di  guerra,  e  comc  i  Viniziani  feciono -pace 
col  Signore  della  Scala,  e  tradirono  i  Fiorentini  ed  i  collegati. 
Come  la  lega  ordinata  per  gli  Viniziani  e  Fiorentini  partirono  in  questo  modo  si  s'acqui- 
stasse  certe  provincie  e  terre,  cio^ :  Trevigi  a'  Viniziani,  Lucca  a'  Fiorentini,  ecc.  Giunto  Or- 
25  lando  Rossi  a  Vinegia  in  questo  anno,  cavalc6  a  Verona  piu  volte,  e  quivi  si  fece  cavalieri, 
e  prese  piu  castella  de'  Veronesi,  ed  assedi6  Vicenza,  e  sanza  fallo  vincea,  e  disfacea  mes- 
ser  Mastino,  se  non  che  egli,  come  savio,  cerc6  concordia,  ed  in  effetto  concluse  in  questa 
forma,  che  pace  fusse  co'  Viniziani,  e  ci6  che  vollono,  ebbono  da  lui,  e  ci6  f u  Trevigi  col 
suo  contado.  E  f ermi  loro,  trattarono  per  gli  Fiorentini  in  questo  modo :  che  desse  ai  Fio- 
30  rentini  Pescia  e  Buggiano  ed  Altopascio.     Ancora  messer  Mastino  assentl.     Di  che  fatto  ci6, 

incontanente  addivenne  che  mandati  furono  ambasciatori '  a  Firenze,  che  li  Viniziani  volieno  /.,  vn.  316 
pace  in  questO  modo.  Di  che  udito  questo  in  Firenze  i  Fiorentini  si  tennero  gravati  ed  in- 
gannati,  e  non  volieno  assentire  la  pace.  Di  che  li  Viniziani  dissero  volere  la  pace,  e  se  i 
Fiorentini  la  volieno  nel  modo  fatta,  essi  si  contentavano,  quando  che  no,  eglino  la  pren- 
35  deano  per  loro,  ed  i  Fiorentini  facessero  guerra,  ch'egIino  volieno  pace.  Veduto  per  gli 
Fiorentini  questo  partito,  assentirono  alla  pace,  ed  ebbono  Pescia  ed  Altopascio  e  Buggiano, 
e  raesser  lacopo  Gabrielli  da  Gubbio,  capitano  de'  Fiorentini  in  luogo  d'OrIando  Rosso,  ve- 
nuto  in  Firenze,  fu  quegli  che  ando  per  la  tenuta  delle  tre  castella,  e  poca  allegrezza  se  ne 
fece  in  Firenze  della  detta  pace,  ferma  e  bandita  a'  dl  10  di  febbraio  Tanno  1338. 


3.  con  tnesser  Ubertino  e  messer  MarslUo  da  Carraral  con  messere  Ubertino  d«  Carrara  G.  R. ;  con  mesiere 
Albertino  da  Carrara  /.  —  6.  11]  in  A.  —  15.  seppelliti]  soppellltl  A,  —  16.  Flrenze..,.  nella]  Firenze  fu  fatto  per 
loro  grande  osequlo  nelia  A.  —  »3-24.  Come. . ..  «'acquistasse]  Come  alla  lega  ordinata  tra'  Vinizlanl  e  i  Fiorentinl 

sl  p {lacuna)  s'acquistasse  G.R,;  Fiorentini  si  perrenia  s'acquistasse  /.   —  34.   cioi]  come  detto  h  G,  R.   — 

25«  pli  volte]  omm.  A.  —  28.  Vlnlziani  e  ci6  che  vollono]  Vinizlanl  vollono  G.R,;  Viniziani  1  quali  ci6  che  vol- 
lono  /.  —  39.  in  Firenze]  omm,  A,  -  I'anno]  omm.  A,  -  In  seguito  alla  rubrica  suddttta  in  G.  i  la  seguente,  cke  non 


186 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1336>1338] 


RuBRicA  536*  —  Siuesti  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembrt  1336  a  mezzo  dicembre  1337. 


Pajrno  di  Boninsegna 

Vanni  Bandini 

Vanni  Donnini 
/.,  Tii,  3IS    Consiglio  d'Ugo 

Bcnincasa  di  Falco 

Antonio  di  Lando  degll  Albizzi 
/„  »11,  J17    Messer'  Alesso  Rinucci,  dottore  di  leggi,  gon- 
faloniere  di  lustizia 

Ser  Piero  di  Baldo,  loro  notaio. 

Piero  de'  Velluti 

Porcello  di  Recco  da  Ghiacceto 

Ubaldino  di  Niccol6  Ardinghelli 

Messer  Orlando  Marini 

Mancino  Sostegni 

Maso  di  Chiermontese  degli  Uccellini 

Messer  Gianiano  di  Lapo  Rimaldelli,  gonfa- 

loniere  di  lustizia 
Ser  Berto  di  ser  Dino  da  Petrognano,  loro 

notaio. 

Vanni  Manetti 

Naddo  di  Duccio  Bucelli 

Tommaso  Dietaiuti 

Bartolo  Morelli 

Guido  del  Pecora 

Naddo  di  ser  Spigliato  da  Filicaia 

Ugo  di  messer  Oddo  degli  Altoviti,  gonfalo- 

niere  di  lustizia. 
Ser  Castello  del  maestro  Rinuccio,  loro  notaio. 


Andca  di  Pietro  de'  Magli 

Pacino  di  Tommaso  Peruzzi 

Guiglielmo  del  Vinta  Altoviti 

Giunta'  di  Nardo  5 

Taddeo  di  messer  Aldobrando  da  Cerreto 

Giovanni  d'Albizzo  Cambi 

Strozza   del   Rosso    Strozzi,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Gherardo  di  ser  Arrigo  da  Vico,  loro  no-   In 

taio. 

Luigi  di  messer  Andrea  de'  Mozzi 

Masino  di  Maso  deirAntella 

Matteo  di  Boninsegna  15 

Michele  di  Cione  Maffei 

Niccol6  di  Berto  Strozzafichi 

Lapo  Niccoli 

Nerone  di  Nigi,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Matteo  di  Guido,  loro  notaio.  20 

Banco  di  ser  Bartolo 
Gherardo  de'  Baroncelli 
Cambiozzo  di  Neri  Aldobrandini 
Luca  di  Gerino  degli  Strozzi  25 

Salvino  Armati 

Albizzo  del  Ricco  degli  Albizzi 
Tano  di  Chiarissimo,  gonfaloniere  di  lustizia. 
Ser  Niccol6  di  ser  Giunta  da  Castel  Fioren- 
tino  loro  notaio.  30 


/.. »«,  MJ       RuBRicA  537*  —  Come'  i  collegati  si  dolsero  co'  Fiorentini  e'  Viniziani,  c  qticllo  che  ne  seg-ui. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  febbraio   vennero   certi  ambasciadori  lombardi  dei  coUegati, 
o  per  buona  intenzione,  o  per  iscusa  di  loro,  o  per   sapere  la  veritk,  e  dolsonsi  della  pace. 
Fu  loro  mostrato,  come  il  difetto  ed  inganno  venne  da'  Viniziani  e  non   da'   Fiorentini;  e  35 
cosl  si  partirono  contenti  dei  Fiorentini. 


/.,  VII,  zn 


RuBRiCA  538*  —  ^esti^  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembre  1337  a  mczzo  dicembrc  1338. 

Gherardo  de'  Bonsi  Francesco  di  Borghino  de'  Baldovinetti 

Caroccio  di  Lapo  degli  Alberti 


Cristofano  di  Puccio 


rttorto  nel  ttsto,  foicii  manca  in  A.  «  ,»  G.  Jf.  Essa,  fnr  ricordando  la  corrisfondente  del  VtUani  pa,  12)  offr, 
qnalch,  diverstth,  degna  di  nota  sfecialmente  i>er  la  data  di  nascita  di  Giotto :  "  Comc  aX  tempo  dei  sopradetti  Prlori 
addl  8  dl  magglo  morl  in  Firenze  maestro  Giotto  dipintore.  Dal  tempo  de'  sopradetti  Priori  addl  8  di  maggio 
T  .1"  ^x""*"^  maestro  Glotto  di  Bondone  da  Vcspignano  di  Mugello  notabile  maestro  di  pittura;  e  £u  queUo 
che  rItrov61a  pittura  deIl'antico  romano  cioi  al  naturale;  e  '1  maestro  suo  fue  chiamato  Cimabue;  e  furono  lume 
\  *»"**  °"°"**  «  bella  scienza  di  maestria  che  hanno  data  fama  e  onore  alla  cipta  nostra  di  Firenze,.  - 
36.  del  Florentini]  omm.  A. 


[AA.  1337-1339] 


CRONACA  FIORENTINA 


187 


Rinuccio  di  Bonaccio  Guasconi 

Bocca  Scarlatti 

Giorgio  Baroni,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Nardo  Ciai  da  Castel  Fiorentino,  loro  no- 

taio. 
Bigliotto  di  Metto  Bigliotti 
Aldighieri  di  ser  Gherardo 
Giovanni  di  Benci  Davanzati 
Anselmo  di  Palla 
0  Daldo  de'  Marignolli 

Ruggieri  di  Neri  de'  Ricci 

Nastagio  di  Lapo,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Lotto  Gonzi  da  Casaglia,  loro  notaio. 

Gherardo  Lanfredi 
Mugnaio  di  Recco  da  Ghiacceto 
lacopo  di  Francesco  del  Bene 
Donato  d'Albizzo  Orlandini 
Coppo  di  Lapo  de'  Medici  ■«■ 

20  Aldobrandino  di  Lapo  Rinaldi 

Messer  Ranieri  del  Forese,  gonfal.  di  lustizia 
Ser  Guido  di  ser  Bene  da  Verazzano,  notaio. 

Gherardo  Lanfredi 
25  Mugnaio  di  Recco  da  Ghiacceto 

lacopo  di  Francesco  del  Bene 

Donato  d'Albizzo  Orlandini 

Coppo  di  Lapo  de'  Medici 

Aldobrandino  di  Lapo  Rinaldi 
30  Messer  Ranieri  del  Forese,  gonfal.  di  lustizia 

Ser  Guido  di  ser  Bene  da  Verazzano,  notaio. 


Agostino'  Moscardi 

Dino  di  Lapo  della  Bioia 

Guido  di  Lapo  Guazza 

Feduccio  di  Duccio  della  Morotta 

Vanni  di  Falco  de'  Rondinelli 

Taldo  Valori 

Chele  di  Pagno  de'  Bordoni,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Bonaccorso  di  Geri  da   Ginestreto,  loro 

notaio. 

Lapaccio  del  Bene 

Bartolo  Filippi 

Tuccio  di  Dello  degli  Scilinguati 

Andrea  di  Betto  de'  Minerbetti 

Benedetto  di  Guccio  Gennai 

Maestro  Cambio  del  maestro  Salvi 

Simone  di  Nardo  de'  Guasconi,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Ricco  di  ser  Giovanni  da  Rondinaia,  lo- 

ro  notaio. 

Maestro  Manno  del  maestro  Rinuccio,  medico 

Bivigliano  di  Manetto 

Tuccio  Cocchi 

Marco  del  Rosso  degli  Strozzi 

Stefano  di  Berto 

Messer  Covone  de'  Covoni 

Bellincione   d'Uberto   degli  Albizi,  gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Lotto  Nardi  da  Capraia,  loro  notaio. 


/.,  vn,  225 


NoTA.  —  Dofo  questa  rubrica  tn  G,  R,  i  un  tratto  laseiato  in  bianco.  /.,  ritenendo  guesta  una  lacuna,  Pha  supflito 

con  le  liste  dei  friori  da  mezzo  dicembre  i^jS  a  mezzo  dicembre  1340.     G.  riforta  qui  alcune  rubriche,  le  quali,  derivate 

in  gran  farte  dal  Villani  (XI,  90-137),  sono  da  ritenersi  interpolazioni.     A.  non  ha  alcun  tratto  in  bianco;  le  sue  ru- 

briche  corrisj^ondono  d  quelle  di  G.  R,,  soltanto  mancano  al  solito  le  liste  di  friori.    Si  fuh  quindi  credere  che  la  lista  dei 

-S    pi^iofi,  riportata  da  I.,  dovesse  trovarsi  nel  tratto  lasdato  in  hianco  in  G.  R.  Riportiamo  pertanto  qui  in  nota  la  detta  lista : 

■^uesti  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembre  133S  a  metzo  dicembre  133^. 


IS 


30 


Pino  Cavlccluli 

Betto  di  Cecco 

Lippo  '  dl  Dono  del  Sagglna 

Banco  di  Lippo  di  Gioranni 

Lorenzo  di  Domato  Vivianl 

Neri  di  ser  Benedetto 

Lione  Guicciardini,  gonfaloniere  dl  lustlzia 

Ser  Gerl  di  Gliino  da  Rabatta,  loro  notalo. 

Tommaso  Baroni 

Cione  di  Bonsignore 

Bartolo  de'  Bonciani 

Splnello  di  Primerano  da  Mosciano 

Giovanni  d'Uberto  Cambi 

Messer  Lottieri  dl  Lapo  Glicrardinl 


Taddeo  di  Donato  dell'Antella,  gonfaloniere  di  lustkla 
Ser  Buoninsegna  di  ser  Manetto,  loro  notaio. 

Giovanni  dello  Scelto 

Renzo  dl  Giovanni  Buonaccorsi 

Lottierl  Davanzati 

Falconlere  di  Baldese 

Federigo  Soldi 

Salvestro  di  Rlcciardo  de'  Rlccl 

Bartolommeo  di  Guccio  Siminettl,  gonfaloniere  dl  lu- 

stlzia 
Ser  Francesco  di  ser  Splna  da  Signa,  loro  notaio. 

Lorenzo  Sassoli 
Fuccio  dei  Maestro 


/.,  VII,  231 


188 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1330-1340] 


'"2^'ie'V^'  RuBRiCA  539*  —  Cotne^  i  FiorentirU  mandarono  fer  aiuto  al  re  Ruberio,  e  non  Vebbono. 

Neiranno  1340  li  Fiorentini  mandarono  ambasciatori  allo  re  Uberto  in  Puglia,  che  man- 
dasse  buo  soccorBo  impromesBO  al  Comune  per  gli  ambasciadori  dello  detto  re,  e  richiesergU 
uno  de'  Buoi  nipoti  per  capitano  di  guerra,  come  erano  i  patti,  che  dovea  dare  milie  uominl 
di  cavallo  a  mezzo  soldo  de'  Fiorentini  e  raltra  meth  a  sua  spesa  e  12  galee  armate.  N6 
Tuno,  nfe  l'altro  fece.  Questa  richiesta  era  per  lo  assedio,  che  i  Pisani  avieno  alla  cittk  di 
Lucca,  per  la  cui  impromessa  fu  obbligato  il  re;  ma  osservare  non  volle  in  niun  modo. 


/.,»«,/»•.,  3  RuBRiCA  540*  —  Cotne''  i  Fiorentini  mandarono  ambasciadori  al  Bavero  nella  Magna,  e  con 
hro  vennono  in  Firenze  ambasciadori  dal  Bavero. 

Tornando  gli  ambasciadori,  e  non  avendo  fatto  niente  collo  re  Uberto  di  loro  faccende,  10 
i  Fiorentini  mandarono  ambasciadori  al  Bavero,  lo  quale  era  venuto  a  Trento  ne'  confini  della 


/.,  vn,  333 


Blndo '  dl  meuer  Oddo  AltovUi 

Gugllelmo  dl  Nlccol6  Stracciabende 

Barone  Cappell! 

Zato  di  Gaddo  Passarantl 

Consiglio  d'Ugo,  gonfalonlere  di  luatizla 

Ser  Glovanni  Pizzini,  loro  notaio. 

Prlore  di  ser  Bartolo 

lacopo  Alberto  AJbertl 

Vannl  di  Donnino 

Pagolo  di  Nerl  Bordoni 

Grasia  di  Guittomanni 


Matteo  di  Benvenuto 

Messer  Forcsc  da  Rabatta,  gonlaloniere  di  lustlzia 

Ser  Matteo  dl  Vanni,  loro  notaio. 

Nlccol6  dl  Clone  Ridolfi 

Salvestro  dl  Manetto  de'  Baroncelii 

Neri  dl  lacopo  Ardinghelli 

Naddo  di  Cenni  Nardi 

Lorino  Buonalutl 

Naddo  dl  ser  Spigllato  da  Filicaia 

Antonio  dl  Lando  degli  Albizzi,  gonfaloniere  di  lustizla 

Ser  Gherardo  dl  Pagolo  da  Tignano,  loro  notalo. 


/.,  VII,  339    ^uesii'  sono  i  Priori  da  metxo  dicetnbre  i^  a  metxo  dieembre  1340, 


/.,  VII,  339 
/.,  VII.  338 


Tommaso  Corsinl,  dottore  di  leggi 

Bencivenni  Sostegni 

Giotto  Fantonl 

Luca  dl  Gerl  Strozzl 

Sandro  dl  Buto  Davanzi 

Neri  di  LIppo 

Pluvlchese  Brancaccl,  gonfaloniere  di  lustizla 

Ser  Flllppo  Contuccl,  loro  aotalo. 

Plero  dl  Tucclo  Ferruccl 

Glovanni  di  Gerl  del  Bello 

Coppo'  di  Stefano 

Plero  di  Guglielmo 

Andrea  Caslnl 

Giovanni  dl  Guasco  Covoni 

Maestro  Mlchele  medico,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  GioTanni  di  ser  Lapo  di  Sesto,  loro  notaio. 

Gerl  dl  Stefano  Soderini 
Forese  Sacchetti 

Camblozzo  di  Neri  Aldobrandini 
Tegghino  dl  Ser  Rinaldo 
Matteo  di  Borgo  Rinaldi 
Bonlfazio  dl  Feo  Bonfantini 
Neri  di  Pagno  Vaialo,  gonfaloniere  dl  lustizia 
Ser  Lippo  di  ser  Dlno  da  S.  Maria  Impruneta,  loro  no- 
taio. 

Pagolo  dl  Rldolfo  Guldl 


Dato  Guidi 
Tommaso  Dietaiuti 

Bartolo  di  Vannl  Pucci  *S 

Nerone  di  Nigi 

Uguccione  di  Ricciardo  de'  RIccI 
Naddo  Casinl,  gonfalonlere  dl  lustizia  « 

Ser  Mlchele  dl  ser  Dietifeci,  loro  notaio 
Ser  Matteo  Pechi,  tratto  U  dl  8  di  lugllo   in  luogo   del    '° 
suddetto  ser  Michele  defunto,  notaio. 

Messer'  Alessio  Rinucci 
Flllppo  Buonfigliuoli 
Ullvieri  dl  Lapo  Guazza 

Palia  dl  messer  lacopo  Strozzl  35 

Niccola  di  Berto  Strozzafichl 
Maso  di  Chiermontese  Uccelllnl 

Glovanni  di  Bernardo  de'  Medicl,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Alessandro  di  raesser  Chlaro,  loro  notaio 
Giovanni  dl   Clone   Falconi,  tratto   Priore   in  luogo  di    3° 
detto  messer  Alesslo  Rinucci  deibnto. 

Piero  di  Rinuccio  MachiavelU 

Borghino  di  Taddeo 

Giovanni  di  Benci  Davanzati  35 

Bernardo  Bordoni 

Lapo  BugUasse 

Messer  Francesco  di  messer  Lotto,  dottore  di  leggi 

Taldo  Valori,  gonfaloniere  di  lustlzia 

Ser  Tano  di  Nardo  Guasconi  loro  notai&.  40 


3.  soccorso....  e  richiesergli]  soccorso  e  rlchlesogli  .4.  —  7.  Impromessa]  promessa  A. 
to  A.  —  10.  Tornando]  Tornati  A. 


•  obbligato]  obriga- 


[AA.  1340-1341] 


CRONACA  FIORENTINA 


189 


Magna,  lo  quale  volle  convenienzia  co'  Fiorentini,  e  mand6  il  suo  Lufmastro  ed  il  Poncanio ; 
i  quali  per  sua  parte  prometteano,  se  '1  Comune  di  Firenze  volesse  ricevere  un  vicario  in 
Firenze  da  parte  dello  Bavero  ed  Imperadore,  si  dicea  egli  farebbe  tutti  i  Tedeschi,  ch'erano 
neiroste  di  Lucca  co'  Pisani,  partire  e  venire  al  soldo  de'  Fiorentini.  Di  che  discusso  questo 
5  fatto,  per  gli  Guelfi  non  si  pati,  n^  fu  preso  il  partito,  come  che  del  tutto  non  si  rompessero 
insieme,  ma  nel  segreto  rimase  non  avere  a  fare  nulla  con  lui. 

RuBRiCA  541*  —  Come  lo  re    Uberto  sentendo  il  trattato  de'  Fiorentini  col  Bavero,  ebbene 
gran  sos-petio,  e  il  danno  che  ne  segut  a'  mercatanti. 

Sentendo  lo  re  Uberto  che'  Fiorentini  trattavano  col  Bavero,  ebbene  grande  sospetto 
10  che  non  pigliassero  parte  d'Imperio.  E  questo'  sentito,  le  compagnie  de'  mercatanti,  ch'erano  /.,  vn./r.,  3 
grossissime  in  Napoli,  ed  avieno  grandissime  quantitk  di  denari  di  baroni  e  di  cherici  e  di 
singulari  persone  in  dipositi  e  in  avere  di  credenze  e  di  mercatanzie  addimandate  e  accoman- 
date  e  vendute  a  credenza  nello  regno,  subito  convenne  loro  rendere  ogni  diposito,  e  di 
quello  ch'aveano  avere  convenne  loro  servare  li  termini,  e  per  pagare  chi  avea  avere, 
15  convenne  loro  vendere,    non   vendere,  ma  gittare   la   loro   mercatanzia.     Di  che   per   queste  ,., 

cose  e  per  le  grandi  spese  che  facea  il  Comune  nella  guerra,  vennero  si  al  disotto  del 
denaio,  che  non  poteano  rispondere  a  chi  avieno  a  dare.  Ed  in  quel  tempo  le  compagnie 
faceano  piu  col  danaio  altrui  che  col  loro,-  e  quinci  si  comincio  il  fallire  delle  compagnie 
di  Firenze. 

20  RuBRiCA  542*  —  ^iesti^  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembre  134.0  a  mezzo  dicembre  134-1.  i.,  vii,/r.,  * 


Francesco  di  Cenni  Biliotti 

Vanni  di  ser  Lotto 

Benedetto  di  Simone  Gherardi 

Niccolo  di  Giovanni  Gherardini 
25   Giovanni  di  Niccolo  da  Cerreto 

Bellincione  d'Uberto  degli  Albizi 

Ruggieri  di  Gherardino  Gianni,  gonfaloniere 
di  lustizia 

Ser  Piero  di  ser   Fino   da   Gangalandi,   loro 
30  notaio. 

Andrea  di  Piero  de'  Magli 

Giovanni  di  messer  Lapo  Arnolfi 

Ubaldino  di  Niccolo  Ardinghelli 
35   Giunta  di  Nardo 

Mone  di  Guido 

Giovanni  d'AIbizo  Cambi 

Porcello  di  Ricco  da  Ghiacceto,  gonfaloniere 
di  lustizia 
40  Ser  Michele  Boschi,  loro  notaio. 


R0S80'  d'Aldobrandino 

Ruggieri  di  messer  Lapo  da  Castiglionchio 

Guiglielmo  di  Vinta  degli  Altoviti 

Spinello  da  Mosciano 

Vanni  Armati 

Messer  lacopo  di  Neri  de'  Ricci,  dottor  di  leggi 

lacopo  di  Donato  degli   Acciaiuoli,   gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Rustico  Moranducci,  loro  notaio. 

Gherardo  del  Volpe  de'  Canigiani 

Caroccio  di  Lapo  degli  Alberti 

Martino  di  Bizzo  Vaiaio 

lacopo  di  ser  Rinuccio 

Tano  di  Pino 

Teghiaio  del  Cicino 

Strozza  del  Rosso  degli  Strozzi,  gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Marco  di  ser  Buono   da  Ungnano,   loro 

notaio. 


/.,  VII,  tr.,  6 


I.  Lufmastro]  Luf (lacuna)  G.  R.;  Bufmastro  /.  -  Poncanio]  Proca....  G,  R.  segna  /wiwa;  Porcaro  /.  — 

3.  egli  farebbe]  e  li  farebbono  A.  —  5.  non  si  patl]  non  si  piati  /.  -  preso  il  partito]  presso  al  partito  G.  R.  —  6.  a] 
0»»»».  G.  R.  —  9.  ebbene]  ebbe  A.  —  ii-ij.  e  di  slngulari]  e  di  altre  A.  —  i3.  e  in  avere]  ed  ancora  «vere  G.R.  - 
mercatanzie]  mercanzie  G.  R.  -  addimandate  omm.  G.  R.  —  13.  di]  omm.  A.  —  1$.  vendere,  non  rendere]  yendere, 
anzi  I,  —  19.  di  Firenze]  omm.  A. 


190 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1341-1343] 


Ser  Marco  di  ser  Buono  da  Ungnano 
Bonaccorso  Bentaccordi 
/^vu.ff.,7     Guidalotto  Bernotti 
Primerano  Ubbriachi 
Rinuccio  di  Bonaccio 
Forese  Ferrantini 


Schiatta  di  Ridolfo  Guidi 

Coppo  di  Borghese 

Francesco'  di  Borghino  Baldovinetti 

Donato  d'Albizo  Orlandini 

Ghino  di  Veri  de'  Rondinelli 

Luti  di  Rittaffe 


Francesco  Fiorentini,  gonfaloniere  di  lustizia     Lapo  Niccoli,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser  Simone  di  Lapo  da  Campi,  loro  notaio.     Ser  Arrigo  di  Gano,  loro  notaio. 


A,  Tii,  /r„  13     RuBRiCA  543*  —  Gwwc'  I  Fiorentini  fecero  -pcr  levare  fassedio  de  Lucca,  e  richiesero  gU  anUci 

ed  i  Guelfi  d!  Italia.  10 

L'anno  di  Cristo  1341  i  Fiorentini  si  diliberarono  di  volere  levare  rassedio  di  Lucca, 
il  quale  era  si  strettamente  fermo,  che  giJi  era  per  mancare  loro  la  vettovaglia,  ed  il  Comune 
aveva  a  suo  soldo  2000  oltramontani  a  cavallo,  da  messer  Mastino  500  cavalieri,  da  Bologna 
500  cavalieri,  dal  marchese  di  Ferrara  400  cavalieri  e  da'  guelfi  di  Romagna  200  cavalieri, 
/., Tu,/r.,  13  da'  Sanesi  300  e  da'  Perugini  150  e  da  altri  vicini,  Conti  di  Casentino  e  da'  aitri.  E  da  ca-  15 
vallo  e  da  piedi  ebbono  i  Fiorentini  grande  numero  di  gente. 

RuBRiCA  544'  —  ^uesti  sono  i  Priori  da  mezzo  dicembre  134J  a  mezzo  dicembre  1342. 


t.,  TU,  /r.,  i< 


/.,  vu,  fr.,  IS 


Barduccio  di  Deo  di  Bardo 

Messer  Simone  de'  Peruzzi 

Bemardo  di  Lapo  degli  Ardinghelli 

Chele  di  Pagno  de'  Bordoni 

Giovanni  di  Donato  Viviani 

Messer  Bartolo  de'  Ricci,  dottore  di  leggi 

Gherardo  Corsini,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Giovanni  di  ser  Nisi,  lorq  notaio. 

Messer  Bartolo  da  Castello   Fiorentino,  dot- 

tore  di  leggi 
Guiglielmo  Lupicini 
Giotto  Fantoni 
Lorenzo  di  Mari  Villanucci 
Messer  Ugo  Lotteringhi 
Neri  di  Lippo 
Maso  di  Maso  degli  Antellesi,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Neri  Chelli  da  Monte  Rappoli,  loro  notaio. 

Rinieri  di  Lando  da  Quarata 

Aldighieri  di  ser  Gherardo 

Federigo'  di  messer  Ardovino  Boccacci 

Luca  di  Gerino  degli  Strozzi 

Sandro  di  Buto  Davanzi 

Naddo  di  ser  Spigliato  da  Filicaia 


Francesco  di  Meo  degli  Acciaiuoli,  gonfalo- 

niere  di  lustizia 
Ser  Giovanni  Benvenuti,  loro  notaio.  20 

Giovanni  di  Gherardo  Lanfredini 

Lapo  del  Bene 

lacopo  di  Francesco  del  Bene 

Cenni  di  Nardo  25 

Filippo  Niccoli 

Niccolaio  d'Ugo  degli  Albizi 

Luigi  di  Lippo  Aldobrandini,  gonfaloniere  di 

lustizia 
Ser  Guido  Corsini,  loro  notaio.  30 

Corsino  di  Mozzo  Corsini 

Messer  Francesco  di  messer  Giovanni  Rusti- 

chelli,  dottore  di  leggi 
Bartolommeo  di  Guccio  Siminetti  35 

Pagolo  di  Neri  de'  Bordoni 
Braccino'  di  Pero  Duranti 
Zato  di  Gaddo  Passavanti 
Grazia  Guitto  Manni,  gonfaloniere  di  lustizia 
Niccolb  di  Grazia  Guittomanni,  gonfaloniere  40 

di  lustizia,  estratto  in  luogo  del  suddetto 

Grazia,  suo  padre,  defonto. 
Ser  Gilio  di  ser  Guido  da  Empoli,  loro  notaio. 


II.  Tolerc]  omm.  A. 
Ferrara]  da  Fcrrara  A. 


—  13.  gii]  omm.  A.  -  la]   omm.    G.  R.  —  14.   caralleri]   caTagll   A.  -  dal   marcheae  di 


[AA.  1342-1343] 


CRONACA  FIORENTINA 


191 


Messer  Donato  di  Lamberta  Velluti 
Bellaccio  di  Puccio 
Giambone  di  Guido  Cristiani 
Michele  di  Cione  Maffei 


Andrea  Casini 

Manetto  di  Spigliato  da  Filicaia 

Piero  di  Giugni  de'  Giugni,  gonfal.  di  lustizia 

Ser  Andrea  Donati,  loro  notaio. 


5  RuBRicA  545*  —  ^iesii'  som  i  Priori  da  mezzo  dicembre  1342  a  mezzo  afrile  134.3. 


/.,  VII,  /r.,  19 


Neri  Baldesi 
Baldo  Orlandini 
Lapo  Bombeni 
Ser  Giovanni  Pezzini 
10  Lorenzo  di  Nello  Rinucci 

Domenico  di  Fenci  degli  Uccellini 
Arrigo  di  Guido,  gonfaloniere  di  lustizia 
Ser'  Filippo  Contucci  e  ser  Azzolino  Contuc- 
ci,  loro  notai. 


Giovanni  di  Dardo  del  Pace 

Ventura  Visconti 

Francesco  del  Chiaro 

Piero  d'Anselmo  di  Palla 

Lippo  di  Lapo  de'  Guidalotti 

Piero  Rigaletti 

Gio.  di  Guido   degli   Antellesi,   gonfaloniere 

di  lustizia 
Ser  Lotto  Gonzi  da  Casaglia,  loro  notaio. 


/.,  VII,  pr.,  20 


1j  Rubrica  546*  —  Come  si  diedero  le  insegne  al  cafitanofer  andare  a  far  levare  Vassedio  da 
Lticca. 

Negli  anni  di  Cristo  1 342  nel  nome  di  Dio  il  Comune  di  Firenze,  avendo  per  suo  capi- 
tano  messer  Malatesta  da  Rimino,  diliberarono  di  soccorrere  Lucca,  e  dieronsi  le  insegne  il 
dl  della  domenica  d'uIivo,  il  di  di  Nostra  Donna,  e  cosi  usciron  fuori.     E  se  il  capitano  fusse 

20  stato  di  buono  animo,  owero  ben  provveduto,  egli  averebbe  spacciata  la  guerra,  impercioc- 
ch^  egli  ebbe  da  cavallo  ....  che  averebbe '  non  che  levato  Tassedio,  ma  assediata  la  citta  di 
Pisa.  Ed  egli  se  ne  and6  nel  poggio  di  Grignano,  e  quivi  si  stette,  e  trattava  con  gli  Tede- 
schi  deiraltra  parte,  ed  andava  dalla  lepre  alla  volpe.  Imperocchfe  il  capitano  de'  Pisani, 
cio  fu  Nolfo  figlio  del  conte  Federigo  da  Montefeltro,  non  meno  proweduto  di  cio,  s'avvide 

25  del  trattato  che  facea  messer  Malatesta  co'  suoi  Tedeschi,  infingendosi  di  non  vedersene,  egli 
il  facea  menare  a  fine  di  tenere  a  bada  lo  capitano  de'  Fiorentini,  tantoch^  egli  avesse  buon 
soccorso,  ed  afforzatosi  coiroste  sua,  sicchfe  non  ricevesse  incappo  di  danno,  o  che  soccorsa 
non  fusse  Lucca.  Dissesi  che  messer  Malatesta  avea  grande  speranza,  che  i  Fiorentini  male 
capitando  di  Lucca  ed  altrimenti  d'aItro,  che  poi  quando  li  vedesse  a  stretta,  egli  volendosi 

30  partire,  eglino  dessero  tanto  arbitrio,  piu  che  non  avea,  ch'egli  si  tirasse  coiraiuto  de'  citta- 
dini  Guelfi  alla  signoria  di  Firenze,  perocch^  gli  uomini  che  non  voleano  la  guerra  biasima- 
vano  quelli  che  la  faceano,  ed  i  Grandi  male  contenti,  era  gran  parte  de'  cittadini  in  divisione, 
ed  egli  s'immagin6,  pigliando  Tuna,  e  promettendo  di  disfare  Taltra,  con  quella  farsi  signore. 
Se  vero  fu,  quegli  ch'6  Signore  il  sa,  e  quegli  che  con  lui   menavano   la   traccia;  e   molte 

35  volte  fu  ripreso  da  Firenze,  ch'egli  dovea  far  piii  non  facea. 


/.,  vu,  pr.,  21 


RuBRiCA  547*  —  Come'  si  scoferse   trattato   in   Arezzo,  e  furono  -presi  Aretini  e  mandati  a     i.,vu,pr.,  22 
Firenze. 

Nel  detto  anno  i  Pisani,  sospettando  del  capitano  de'  Fiorentini,  cercarono  di  farlo  le- 
vare  da  campo,  e  tennono  trattato  con  gli  Aretini,  promettendo  loro  denari  e  gente.     E  cosi 


19.  della  domenica]  0»»»».  A.  —  ao.  orvero  ben]  o  bene  A.  -  avercbbe  spacclata]  ispacclava  A.  —  20-21.  im- 
pcrciocchJ:  egli]  imper6  egli  A.  —  ai.  da  cavallo  . . . .  clie]  da  cavalio  c  da  pife  grandissima  gente  che  ^.,- da  ca- 
vallo  4000  ttomini  e  da  piedi  loooo  che  /.  Lm  lacuna  chc  !io  rifortalo  nel  testo  i  in  G.  R,  I.  ha  Sttpflito  con  fAm- 
miralo  (IX,  440)  -  la  citti  di]  omm.  A,  —  22.  poggio]  chiozzo  A,  —  34.  ci6  fu]  omm,  A.  -  figlio]  omm.  A.  —  J7.  rlce- 
vesse]  avesse  G,  R.  -  incappo  di]  omm,  A.  —  30.  dessero]  gli  dessero  —  35.  egli]  omm,  A, 


192  CRONACA  FIORENTINA  lA.  i343j 


trattando,  il  capitano  d'Arezzo  Guiglielmo  Altoviti  lo  sentl,  e  prese  quelli  che  '1  menavano, 
cib  fu  meMcr  Piero  Sacconi,  messer  Ridolfo  e  mesaer  Luigi  e  Guido  de'  Tarlati,  ed  in  Fi- 
renze  li  mand6  presi.  E  varie  parlanze  furono  in  Firenze:  chi  li  difendea  e  chi  gli  abbomi- 
nava;  ed  in  prigione  nel  palagio  de'  Priori  stettono  piii  tempo.  Ma  pure  sospettando  di  ci6, 
fu  scritto  a  messer  Giovanni  de'  Medici,  ch'era  in  Lucca,  pigliasse  messer  Tarlato  ch'era  in  5 
Lucca  con  lui;  e  cosl  fece.  Ma  egli  non  lo  tenendo  sotto  buona  guardia,  si  si  fuggl  nel 
campo  dei  Pisani,  ed  andossene  nel  contado  d'Arezzo,  ove  fece  rubellare  molte  terre.  Sicchi 
vero,  o  non  vero  il  trattato,  fu  fatto  vero  per  la  rubellione  di  messer  Tarlato. 

RuBRicA  548*  —  Cotne  gU  Ubaldini  si  rubellarono,  e  tolsono  Firenztiola,  c  Tarsono,  e  come 
ebbono  Tirli,  e  rifuosono  Monte  Collareto.  lu 

L'anno  predetto,  essendo  cosl  pigro  messer  Malatesta,  ed  i  Pisani  pensaro  poter  dare 
A,vii.,/r.,33  pasto'  agU  Ubaldini,  feciono  loro  promissione,  ed  ancora  messer  Luchino  da  Melano  diedc 
loro  gente  e  de'  Ghibellini  di  Romagna  assai  con  loro  furono.  Ed  ultimamente  se  n'anda- 
rono  a  Firenzuola  neirAlpe,  ed  assediarla.  E  questo  sentendosi  a  Firenze,  mandarono  gente 
di  Mugello  con  alcuni  de'  Medici,  e  andando  male  ordinati,  quando  furono  a  Rifredi  furono  15 
rotti.  E  poi  aggravando  la  Terra,  s'ebbe  per  tradimento,  ciofe  Firenzuola  per  un  fedele  degli 
Ubaldini.  I  quali,  intrati  dentro,  1'arsono,  e  disfeciono,  e  poi  se  n'andarono  a  Tirli,  e  pre- 
sorlo,  e  ripuosono  Monte  Collareto. 

RuBRiCA  549'  —  Comc  gli  Ubaldini  e  Pazzi  di  Valdarno  si  rubellarono,  e  ferono  ribellare  terre 
al  Comune  di  Firenze.  20 

Infra  questo  termine  ed  anno  gli  Ubaldini  e  Pazzi  di  Valdarno  si  rubellarono,  e  presono 
Castiglione  e  Campogiallo  e  la  Treggiaia,  e  corsero  faccendo  gran  danno  ad  Arezzo,  ed  al 
nostro  Comune  gran  vergogna. 

RuBRiCA  550*  —  Come  il  cafitano  di  Firenzc  vollc  fornire  Lucca,   c  non  fote,  c  Lucca  si 
rende  a'  Pisani;  e  dclla  venuta  del  duca  d'Ateni  in  Fircnzc.  25 

/.,  vii,  /r.,  3i  Nel  detto  anno  per  le  contese  nostre  parve  che  una  parte  de'  Fiorentini,  trovandosi'  nello 

stato,  dovessero  mandare  al  duca  d'Ateni,  ch'era  di  grande  sangue  di  Francia  e  barone  del 
re  Ruberto,  in  Puglia,  che  venisse  a  Firenze  per  nostro  capitano  di  guerra.  E  perchfe  il  re 
non  gli  avrebbe  dato  la  parola,  per  lo  fallo  fatto  che  avea  mancata  la  promessa  a'  Fioren- 
tini,  gli  parrebbe  aver  ricevuta  vergogna  di  non  mandare  di  sua  gente,  vegnendo  un  tale  ba-  30 
rone;  il  duca  di  grande  animo  accett6  segretamente,  e  chiese  licenzia  al  re  che  voleva  ire 
in  pellegrinaggio  a  Roma  ed  a  Santo  Antonio,  e  cosi  venne  in  Firenze,  e  non  come  capitano 
ma  come  amico  con  bella  compagnia.  Pregato  ch'egli  avesse,  riguardo  aironore  del  suo  signore 
e  de'  Fiorentini,  andare  neU'oste,  ove  si  dovea  assaUre  quella  settimana  Toste  de'  nimici  e 
fomire  Lucca,  assenti  di  leggiere,  perocchfe  nel  segreto  non  v'era  per  altro.  E  cosi  giunse  nel  35 
campo,  lo  quale  era  messo  in  passare,  e  passarono  lo  Serchio.  Col  duca  fu  messer  Uguccione 
Bondelmonti  e  messer  Manno  Donati.  E  in  queUi  di  medesimi  il  Bavero  avea  mandati  il  Lufma- 
stro  ed  il  Porcanio  con  50  uomini  armati.    Di  che,  innanzi  che  si  partisse  messer  Malatesta, 


3.  varle  parUuize]  vart  pariari  G.  R.  —  3-4.  abbominava . . . .  Ma  pure]  abominava,  c  stettero  presi  nel  palagio 
dei  Priori  pii  tempo.  Ma  pure  A.  —  6.  con  lui....  tenendo]  con  lui;  ed  egli  non  tenendolo  G.  R.  —  13.  ul- 
timamente]  finalmente  A.  —  16.  ciok  Firenzuola]  omm.  A.  —  17.  Intrati  dentro  l'arsono]  intrati  a  Firenzuola  l'ar- 
sono  A.  -  disfeciono]  disfecionU  A.  —  18.  CoUareto]  Collaretto  A.  —  ai.  Ubaldini]  Ubertinl  A.;  il  copUta  attva 
scritto  frima  Ubaldinl  cke poi  corresse  in  Ubertlni  —  aa.  Castiglione]  Casaglione  /.  ed  A.  —  36.  messo  In  pasaare] 
raosso  G.R.-e  passarono]  omm.  A.  —  37-38.  Luf mastro]  Bufmastro  G.  R.  —  38.  Porcnnio]  Porcavio  G.  R.;  Porcaro  /. 


[A.  1342]  CRONACA  FIORENTINA  193 


li  Pisani,  per  paura  di  non  perdere,  vollono  fare  patti,  che  180  000  fiorini,  che  dovea  dare  11 
Comune  di  Firenze  per  Lucca  a  messer  Martino,  li  Pisani  li  rendessero  a'  Fiorentini,  e  la- 
sciassero'  la  'mpresa  di  Lucca  ed  ogni  anno  10  000  fiorini  ed  un  palio  ed  un  cavallo  per  tri-  /.,  vn, />•.,  zs 
buto.  Non  seppono  i  Fiorentini  pigliare  partito ;  funne  data  colpa  a  Cenni  di  Nardo  Rucel- 
5  lai,  che  allora  era  de'  Priori.  Di  che  messer  Malatesta,  avendo  oltre  4000  uomini  da  cavallo 
ed  innumerabile  popolo  a  piede,  dovea  fare  quella  bisogna.  Lievemente  passato  il  Serchio 
due  rami,  la  notte  stettono  con  affanno  e  pioggia  neirisola  del  terzo  ramo;  pure  la  mattina 
furono,  con  ponte  fatto  la  notte,  passati  alla  bastia  di  S.  Chirico.  E  se  fosse  lo  capitano  stato 
fermo  alla  bastia,  ed  accampatosi  in  sul  prato  innanzi  Lucca,  fornia  la  terra.     Ed  in  questo 

10  un  tedesco,  messer  Bruschino,  del  lato  de'  Pisani  passo  il  Serchio,  ed  il  duca  d'Ateni  gli  si 
fece  incontro  valentemente,  e  ripinselo  per  modo  che  se  fosse  stato  seguito,  come  dovea, 
perocch^  '1  duca  avea  seco  menati  da  Firenze  100  uomiui  a  cavallo  e  non  piu,  e  con  quelli 
segui  quel  tedesco  e  sua  brigata,  e  quivi  fece  miracolo.  Tornatosi  il  duca  la  notte  vegnente, 
messer  Malatesta  fu  mosso,  e  non  istette  nel  prato  come  dovea,   imperocchfe  se  stato  vi  fosse 

15  per  forza  averebbono  avuta  la  bastia,  e  fomito  Taltro  dl'  la  terra;  ma  egli  si  tiro  al  coUe;     /.,  vn./r.,  26 
onde  la  notte  i  Pisani  fornirono  la  bastta,  e  affossarono,  e  steccarono  ed  il  prato  e  la  bastia, 
onde  la  mattina  non  poterono  Toste  dei  Fiorentini  rientrare  nel  prato,  e  piu  di  tasto  di  en- 
trare  nel  prato  o  nel  campo  de'  Pisani,  ma  tra  per  lo  grande  steccato  e  fosse  e  pioggie  non 
poterono  nulla  fare.     E  cosi  da'  di  10  di  maggio,  che  parti  da  S.  Pietro,  a  dl  18  di  maggio, 

20  perduto  tempo,  con  danno  e  con  vergogna  sl  se  ne  venne  al  Ceruglio,  e  combatte  un  castello 
per  averlo,  e  la  chtk  non  avea  voluta,  e  cosi  se  ne  venne  a  Fucecchio  a'  di  primo  di  giugno. 

RuBRiCA  551"  —  Come  U  soldati  ch'erano  a  Kticecchio  feciono  danno  in  sul  contado  di  Pisa, 
e  -presero  150  uoviini  da  cavallo  de'  Pisani, 

Nel  detto  tempo  veggendo  li  soldati  malmenare  la  guerra  alli  capitani,  si  diliberarono, 
25  perche  'I  Duca  era  uomo  valente,  di  cavalcare  con  lui,  e  furono  con  1000  uomini  a  cavallo, 

e  andarono  in  su  quello  di  Pisa  con  assai  pedoni,  ed  ultimamente,  faccendo  grande'  danno,     /.,  vn, /r.,  27 
scontrarono  150  cavalieri,  e  preserli. 

RuBRiCA  552*  —  //  modo  di  rendere  di  Lucca  a'  Pisani. 

Nel  detto  anno  e  a'  dl  6  di  liJ^lio,  veggendo  quelli  ch'erano  in  Lucca  per  lo  Comune 
30  di  Firenze  come  s'era  partito  un'D8te,  non  che  da  fornire  Lucca,  ma  ancora  da  assediare 
Pisa,  si  presero  partito  di  non  volere  morire  di  fame,  o  d'esser  traditi,  morti,  o  presi,  feciono 
patto  di  dare  la  terra  a'  Pisani  e  d'avere  salvo  Tavere  e  le  persone,  e  chi  si  volesse  partire 
avesse  e  portare  potesse  ogni  sua  roba.  E  cosl  con  danno  e  con  vergogna  de'  Fiorentini 
ebbono  i  Pisanl  Lucca. 

J5  RuBRicA  553*  —  Come^  lo  duca  d'Ateni  fu  eletto  in  conservadore  e  cafitano  di  guardia  della       /.,  vm,  as 
cittli  di  Firenze,  e  -poi  cafitano  di  guerra  sl  di  dentro  che  di  fuori. 

Nel  detto  anno  e  principio  di  giugno  immaginando  li  Fiorentini  messer  Malatesta  non 
parere  essersi  portato  virilmente,  come  si  convenla,  nella  loro  guerra,  e   poi   li   cittadini,  li 


2.  rendesscro]  rendieno  G.  R.  —  4.  Nardo]  Natto  A.  —  5.  oltre]  omm.  A.  —  11.  rlplnselo]  ripreselo  A.  — 
II-I3.  dovea  perocchfc]  dovea,  e  non  pit"»  perocchfe  A.  —  13.  qulvi]  quasi  G. /?.  -  miracolo.  Tornatosl]  niiracolo, 
i  nostri  avieno  la  vittoria.  Tornatosi  /.  Nei  codici  A,  e  G,  R.  non  e  segnata  alcuna  lacuna  —  16.  affbssarono]  fos- 
sarono  G.  R.  —  18.  tra]  omm.  G.  R.  —  25.  con  1000]  2000  A.  —  36.  viitimaraente]  flnalmentc  A,  —  29.  Nel  det- 
to . . , .  ch'erano]  Nel  detto  tempo  a  d\  11  di  iuglio  quegli  veggendo  ch'erano  A.  —  30.  ancora]  omm.  A,  —  31.  0] 
e  G.  R.  —  32.  e  chi  si  volesse]  e  chi  voiesse  /. ;  la  lcxionc  del  tesio  e  guella  di  G.  R,  ed  A.  —  37.  anno  e  prlnclpioj 
anno  1342  e  principio  /.  —  37-38.  non  parere  essersi]  non  si  essere  A. 

T.  XXX,  p.  I  —  13. 


194  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1343] 


quali  «  trovavano  aver  fallito  nelle  compagnie,  csser  mantenuti  e  non  cessare  le  persone, 
come  cessavano  di  pagare  Tavere,  ed  ancora  Tordine  tra  loro  fatto  che,  come  detto  6  adietro, 
nel  aegreto  avieno  mandato  per  lo  Duca,  a  questo  fine  diedono  a  vedere  al  popolo  che  il 
Bavero  dovea  volere  in  Firenze  signoria  e  vicario,  e  come  avea  mandato  a  Lucca  sua  uficiali 
per  riavere  Lucca,  ed  a  noi  non  era  pervenuta  per  difetto  della  viltk,   od   altro   difetto   di     5 

i^na.n  messer  Malatesta,  ch'egli'  avieno  provato  e  veduto  messer  Gualtieri  duca  d'Ateni,  uomo  di 
gran  cuore  e  sangue,  e  che  per  sua  prowidenza  tOBto  recherebbe  a  fine  la  guerra.  II  popo- 
lazzo  ed  ancora  i  mezzani,  che  non  vivono  con  niun  ordine,  e  perocchfe  sono  troppi  a  ragu- 
narsi,  o  ad  intendersi,  8'imbeccano  per  gli  orecchi,  o  per  esser  loro  toccato  la  spalla,  e  col 
presente  lusingamento  sanza  nuUo  prowedimento  di  futuro  da  loro,  o  d'altronde  non  h  chi  10 
loro  lo  mostri,  8'accordano  a  chi  loro  parla,  e  credenti  sono;  li  Grandi  di  8enno,  di  genti- 
lezza,  d'ordine  e  le  famiglie,  che  hanno  sempre  reverenza  a  uno  il  piu  savio  del  loro  legnag- 
gio,  o  a  pochi,  fe  poco  accordare,  e  di8Cutono  le  loro  faccende,  e  veggonne  il  meglio;  dico, 
de'  loro  appetiti  non  il  meglio  8empre,  ma  la  volontk  degli  appetiti  accordano  piuttosto,  o 
bene,  o  male,  che  piglino,  perchfe  hanno  meno  a  consigliare  ed  aragunare;  ai  popoli,  come  15 
detto  h,  fe  impo88ibile.  E  cosl  furono  tosto  accordati  a  dare  al  duca  d'Ateni  gli  ufici  di  sopra 
detti  con  quel  salario  uficio  e  famiglia,  che  messer  Malatesta  avea,  e  aggiuntogli  quello  80- 
prappiii  che  a'k  narrato.  II  prod'uomo,  che  avea  speranza  ad  altro  gik,  non  iechifb  quello 
che  era  a  lui  assai  vile,  ciofe  quegli  ufici  dentro  della  cittk;  ma  perchfe  gli  era  dato  a  vedere 

A,  Tin.  30       quello  che  seguirebbe,  e  da  sb  si  fidava  in   loro,  ed  in  sfe  accett6,  dico,'  vile  signoria  a  ri-  20 
spetto  di  sb;  perocchfe  di  ragione  lo  reame  di  Cipri  era  suo,  lo  ducato  d'Ateni  e  Brenna  e 
conte  di  Lecce;  e  comecch^  tutto   non   tenesse,  pure   non  sl  poco  tenea,  che  non  fosse  di 
rendita  la  sua  signoria  di  40  000  fiorini  per  anno  ;  sicchfe  non  gli  bisognava  essere  conservadore 
e  capitano  di  guardia  di  Firenze,  come  da  prima  gli  fu  dato,  ed  accettb.     Dico,  che  capi- 
tano  di  guerra  si  potea  passare,  ma  non  per6  in  grande  dignitk,  ma  egli  aspettava  qupllo  che  25 
li  nimici  della  umana  spezie,  ciofe  li  Grandi  e  le  famiglie  gli  prometteano,  chi  per  non  pagare 
a  cui  avieno  a  dare,  e  chi   con   credendosi   levare   gli  ordini   de'  Grandi  d'addosso,  e  farsi 
maggiori  sopra  le  pecorelle  e  i  pastori  delle  pecorelle,  e  come  lupi  tonderle  e  vender  la 
pelle,  e  poi  mangiarsi  la  carne,  e  deirossa  far  dadi,  come  sempre  fu,  ch^  non  h  questo  vizio 
de'  Fiorentini  solo,  che  sempre  fu  che  i  pesci  maggiori  mangiano  li  minori.     Di  che  accet-  3C 
tato  il  Duca  d'Ateni,  si  voUe  mostrare  per  ipocrisia,  o  per  altro  pensieri,  di  poter  meglio  e 
piii  onestamente  e  segretamente  trovarsi  con  cui  volea  starsi,  come  cattolico,  in  S.  Croce,  casa 
di  poveri  mendicanti  frati  di  S.  Francesco.    Ed  assettato,  e  preso  Tuficio  d'unanno,  comin- 
ciato  il  di  che  finia  messer  Malatesta  in  calendi  agosto  1342. 

/.  Toi,  31       RuBRiCA  554*  —  Come^  il  Duca  aiutb  a  rivedere  le  ragioni  delli  cittadini,  ed  a  far  mettcrc  35 
i  danari  rubati  e  le  giustizie  de'  cittadini  e  condannagioni  ■pecuniali  e  -personali. 

Seguendo  il  duca  il  suo  uficio,  e  ricercando  li  falli  e  danari  tolti  e  fatti  al  Comune, 
cominci6  a  f  are  esecuzione  di  cittadini  in  questo  modo :  E  cominceremo  dalle  ingiustizie,  che 
conciofossecosachfe  Ridolfo  di  messer  Teghia  Pugliesi,  rubello  de'  Pratesi,  con  certi  sbanditi 
Fiorentini  andarono  a  Prato  il  di  di  Sa'  lacopo  di  luglio,  sappiendo  che  Pratesi  erano  iti  a  4C 


a.  come  cessavano]  come  non  cessavano  /.  La  letione  dtl  testo  di  A.  eoncorda  con  G.  R.  —  4.  Lucca  sua  ufi- 
ciali]  Lucca  fuorl  uficiall  G.  R.  —  10.  sanza]  se  gia  G.  R.  —  13.  o  a  pociii]  e  a  pochi  G.  R.  —  13-14.  meglio,  dlco, 
de'  loro]  megllo  di  ci6  de  loro  A.  Veramente  si  le^g-e  in  A.:  dicio;  il  copista  suole  ometierc  i'h,  qnindi  ti  potrebb* 
inttudere  dlcliUo  —  15.  piglino]  pigliano  G.  R.  —  17.  uficio]  ed  uficl  G.  R.  -  c  agiuntogll]  c  giuntogli  G.  R.  — 
i8.  s'i  narrato]  su  &  narrato  G.  R.  —  31.  di  ragione]  per  ragione  G.  R.  —  21-23.  Cipri ....  fiorini  per  anno]  Cipri 
era  suo  e  teneva  la  ducca  (ducea?)  e  conte  e  tanta  signoria  n'avea  I'anno  di  rendita  fiorini  40000  A.  —  28.  e  i  pa- 
stori  delle  pecorelle]  omm.  I.  —  j8.  tonderle]  torsele  /. ;  la  lexione  del  testo  h  quella  di  A.,  e  corritfondt  a  quella  di  G.  R.{ 
PaUra  di  /.  i  nna  congettura  —  29-30.  chi  non  h  questo  vizio  de'  Fiorentini  solo]  omm.  I.  —  32-33.  casa  di  poveri 
mendicanti]  fmm.  A.  —  34.  finia]  fini  A.  -  1342]  1382  G.  R.,  corretto  in  1342  da  altra  mano  —  40.  di  luglio]  omm.  A. 


[A.  1342]  CRONACA  FIORENTINA  195 

Pistoia  alla  festa,  con  credendo  avere  rentrata  di  Prato,   ed   ultimamente   non   vegnendogli 

fatto,  inseguiti,  furono  presi,  ed  al  Duca  d'Ateni  furono  menati.     Quale  si  fosse  la  cagione, 

egli  fece  morire  Ridolfo,  e  gli  sbanditi  lascio.     Di  questo  gliene  segui  grande  biasimo.    D'ago- 

sto  fece  pigliare  messer  Giovanni  di  Bernardino  de'   Medici,   il   quale   era   stato   rettore   in 

5  Lucca,  e  perch^  avea  lasciato  fuggire  messer  Tarlato,  di  cui  h  adietro  fatta  menzione,  che 

gli  era  raccomandato  per  lo  Comune  di  Firenze.     Del  detto  mese  d'agosto  fece  pigliare  Gui- 

glielmo '  Altoviti,  lo  quale  fu  rettore  in  Arezzo  per  lo  Comune  di  Firenze,  e  per  confessione,       /.,  vm,  3j 

licita  o  inlicita,  di  baratterie  fatte  in  Arezzo   gli  fece   tagliare   la   testa.     Nel   detto   tempo 

tL  molti  altri  uficiali  stati  in  Arezzo  e  Castiglione  Aretini,  condannb  pecuniarmente  per  barat- 

|D  terie.     Ancora  Naddo  di  Cenni  Rucellai,  il  quale  era  stato  camarlingo  degli  soldati  del  Co- 

mune  in  Lucca  fece  pigliare,  e  dissesi  che  egli  confesso  aver  tenuto   trattato  co'  Pisani  dei 

fatti  di  Lucca,  e  che  ne  ricevette  denari,  quando  il  padre  era  de'  Priori.     Costui  condanno 

in  fiorini  2500  d'oro,  ed  a  preghiera  di  molti  cittadini  gli  perdon6  la  vita,  ma  fecegli  sodare 

^  di  10  000  fiorini,  e  confinoUo  a  Perugia.     Ancora  nel  detto  anno  prese  Rosso   di  Ricciardo 

B  di  Ricci,  il  quale  era  in  Lucca  compagno  del  detto  Naddo,  e  condannoUo  in  fiorini  3800,  e 

raccomandoUo  in  pregione  per  Tavere  e  persona.     Ancora  prese  Rosso  Buondelmonti,  e  fe- 

cegli  tagliare  la  testa.     Ed  a  molti  altri  tra  per  baratterie  confessate,  vero  o  bugia  che  fosse, 

fece  rimettere  denari  in  buona  somma  in  molte  persone. 

RuBRicA  555*  —  Come'  lo  duca  d'Ateni  sifece  signore  colVaiuto  de'  Grandi  di  Firenze,  del  fo-       /.,  vm,  33 
"10  folo  minuto  e  di  altri  -pofolani  grassi  e  col  ca-pitano  de'  fanti  de'  Priori  -per  tradimento  suo. 

Nel  detto  anno  veggendosi  lo  Duca  favoreggiare  a'  Grandi  di  Firenze,  li  quali  sempre, 
si  dicea,  essergli  agli  orecchi,  perocch^,  dipoi  che  furono  fatti  Grandi,  non  furono  mai  amici 
de'  popolani  grassi,  e  forse  ebbono  ragione,  perocchfe  se  alcuno  fallava,  si  volea  quello  pu- 
aire,  e  non  chi  f allare  non  potea,  perocch^  le  giustizie  generali  rado  seguono  debite ;  se  me- 

;5  ritavano,  o  no,  colui  che  fece  loro  Tordine,  lo  compero,  come  dietro  appare.  Lasciamo  qui 
la  discrezione  ed  il  discernere  altrui,  che  quello  per  ora  ncn  h.  nostro  proposito ;  se  non  che 
i  Grandi  il  favorieno,  ed  il  popolo  minuto  fortemente  lo  seguia  e  favoria;  che  mai  non  ca- 
valcava  che  non  lo  esaltassono,  dicendo:  "  Viva  il  giusto  Signore  che  punisce  i  grossi,  e  non 
ha  paura  di  loro  „ .     Onde  ne  monto  in  tanta  superbia  che  sanza  licenzia  de'  Priori,  o   loro 

■0  coUegi,  egli  fece  bandire' un  parlamento  in  sulla  piazza  di  S.  Croce.     Questo  fu  a'  di  7  di       /.,  vm,  3i 
settembre  la  vigilia  di  Nostra  Donna.     I  Priori  ed  i  coUegi  maravigUati  di  cio,  molto  si  turba- 
rono,  ed  avuto  il  consiglio  de'  cittadini,  niuno  fu  osb  di  dire  contro  al  Duca,  nh  di  biasimare 
quello  ch'e'  facea  perocch^  parve  che  oltre  a  questi  Grandi  e  popolo  minuto,  tenessero  con 
lui  certe  famiglie  de'  falliti,  che  avieno  da  lui  promissione  di  mantenersi ;  e  cio  si  disse  che 

5  fossero  Acciaiuoli,  Peruzzi,  Bonaccorsi,  Antellesi,  ed  ogni  uomo  che  avea  male  stato.  E  questi 
feciono  venire  fanti  in  Firenze  segretamente,  ed  il  Duca  promise  a'  Grandi  di  levare  loro  gli 
ordini  de'  Grandi.  Di  che  veggendo  i  Priori  ed  i  collegi  questa  pasta,  immaginarono  non  po- 
ter  rompere  questo  ghiaccio.  Andarono  parte  di  loro,  e  si  trattarono  con  lui  i  piu  abili  patti 
che  poterono,  ed  in  fine  rimasero  d'accordo,  che  per  un  anno  egli  fosse  Signore,  oltre  alla 

0  sua  elezione  con  quelli  patti  e  salari  e  gaggi  ed  ogni  altra  cosa,  la  quale  avesse  avuta  mes- 


1.  inseguitl]  seguiti  G.  R.  —  6.  di  Firenze.  Del  detto  raese]  Firenze  gli  fece  tagllare  11  capo  /.;  la  lezione 
di  I.  e  congettHrale  —  9.  stati  in]  istati  ad  A.  —  lo.  Rucellai]  omm.  G.  R.  —  11.  pigliarc]  prcndere  G.  R.;  pcr- 
dcre  /.  -  clie  egli  confess6]  confesso  A.  —  13.  3500]  1500  G.  R.  —  17-18.  per  baratterie  . .  . .  raolte  persone]  per 
baratterle  e  confessare  vero  o  bugia  clie  fosse,  fcce  rimetterc  dcnari  G.  R.  —  25.  lo  comper6]  la  comper6  G,  R. 
—  38.  esaltassono]  assaltassero  G.  R,  —  31.  vigilia]  viilia  A.  —  32.  fu]  omm,  I.  —  34.  lui]  loro  G.  R,  -  promis- 
sione]  proraexione  G.  R.;  permesslone  /.  —  34-35.  clieyo«ff-o  Acciaiuoli]  clie  fossero  Acciaioli /. ;  che  Acclaluoll 
G.R,  ed  A.  —  38.  giiiaccio.  Andarono]  gliiaccio,  ondc  andarono  /. ;  la  lezione  dcl  tcsto  di  G.  R.  corriffonde  <? 
quella  di  A.  —  40.  gaggi]  omm.  A. 


196  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i342) 


aer  Carlo  figliuolo  del  re  Ruberto  e  duca  di  Calavria,  siccome  adietro  fe  parlato  gli  anni  di 
Cristo  1326.  Ed  egli  ebbe  a  promettere  dalla  sua  parte  alli  detti  uficiali,  riceventi  per  lo  Co- 
mune  di  Firenze,  liberth  e  francliigia  in  tutto  e  pcr  tutto  gli  ufici  ed  il  priorato;  ed  ogni  altro 
ordine  delia  Terra  stare  fermo  e  scritto  per  iscrittiu-a  solenne. 

/„  rin,  3j  La'  mattina  di  Nostra  Donna  1342  si  rec6  il  parlamento  in  suUa  piazza  de'  Priori,  dove 

dovea  essere.  In  su  quella  di  S.  Croce  la  gente  del  Duca  8'arm6,  circa  120  uomini  a  ca- 
vallo  e  300  da  pife,  ch'era  una  salsa,  ma  tutti  i  Grandi  e  popolani  predetti  furono  coirarmi 
con  lui,  e  condusaerlo  in  sulla  piazza  de'  Priori.  Era  tenuto  conBiglio  segreto  tra  i  mezzani 
col  Duca  che  Rinieri  di  Giotto  da  Sangimignano,  il  quale  era  capitano  de'  fanti  di  palagio 
de*  Priori,  che  sempre  h  dentro  quando  i  signori  escono  fuori,  ed  h  sua  la  guardia  del  pa-  1 
lagio;  il  quale  avea  promesso  di  fare  quello  che  fece  contro  allo  suo  sacramento  in  vergo- 
gna  del  Comune.  Come  lo  Duca  fu  in  sulla  piazza,  bandito  il  consiglio  e  parlamento,  i  Priori 
^'assettarono  in  suirusata  ringhiera  nel  nome  del  male  incominciamento  e  di  perdimento 
di  libertL  E  levato  messer  Francesco  Rustichelli  a  proporre  la  proposta,  come  detto  fe  adie- 
tro,  subitamente  quando  fu  alla  parte  che  dicea  "  per  un  anno  „  ;  il  popolo  comincio  a  rug-  1 
ghiare,  com*era  diliberato  ed  ordinato  per  gli  traditori,  e  gridarono:  *  A  vita,  a  vita;  viva  il 
signore  duca  d'Atene,  in  tutto  sia  Signore„.  E  cosi  pesolone  preso  e  portato  alla  porta  del 
palagio,  la  quale  era  chiusa,  subito  fu  portato  per  la  piazza,  e  gridando  in  quel  mezzo:  *  Alle 

/.,  »111, 36        "  scure,  alle  scure;  al  fuoco,  al  fuoco  „  ;  la  porta  fu  per  lo  capitano  de'  fanti  subito,'  com'era 
ordinato,  per  lui  aperta,  e  con  grandissima  pompa  e  suono   di   trombe   e   d'ogni   stormento  2 
portato  suso  nel  palagio  de  i  Priori,   ed   assettato  come  Signore,   e   sonato   e   cantato   "  Te 
Deum  laudamus  „  con  tutto  raltro  salmo. 

RuBRicA  556*  —  Co7ne  furotio  i  Priori  viiufcraii  e  mossi  di  loro  seggio,  e  V  libro  degli  Or- 
dini  e  'I  gonfalone  della  giustizia  e  gli  altri  gonfaloni  stracciaii  e  tolti. 

Fatte  le  predette  cose,  subito  i  Priori,  che  dovieno  sedere  nel  luogo  loro  preminente  del  2 
palagio,  furono  messi  neirinfimo  luogo,    cio^   nella  camera   deirarme,  e   preso  il   gonfalone 
della  giustLzia  e  Tordine    d'esso   uficio,  e  stracciato  e  guasto  ogni  ordine,  e  le  bandiere  del 
Duca  poste  in  sulla  torre  con  grande  triunfo.     Fece    lo  Duca   cavalieri  messer  Ciritieri   Bi- 
sdomini  cittadino  fiorentino,  e  per  adietro  suo  famigHo,  e  Rinieri  di  Giotto,  che  capitano  era 
stato  del  palagio  de'  Priori  per  buon  merito  di  tradimento.     Messer  Guglielmo  d'Asciesi,  al-  3 
lora  capitano  di  popolo,  si  disse  acconsentire   al  detto  trattato;  e   questo  fu   chiaro,   ch'egli 
rimase  col  Duca,  poi  suo  uficiale.     Questi  si  disse  dilettarsi  molto  in  crudeltk  ed  in  divisare 
|/.,  »m,  37       pene  a  quelli  che  '1  Duca  volea  far  morire.     Messer  Meliadus  di  Ascoli,  si  disse,  essere '  leale, 
ch'era  podestk,  e  rifiut6  la  podesteria  innanzi   ch'e'  volesse  giurare  per  lo  Duca,   comecch^ 
pure  fu  da   alcuni   biasimato  e  non   tenuto   netto,   perocchfe   rimase   col   Duca   suo   ofRciale.  3 
Iddio  ed  egli  seppe  la  veritk.     Li  Grandi  e  quegli,  a  cui  motiva  fece  questo  lo  Duca,  come 
detto  fe,  feciono  grande  festa  ed  armeggiata  e  faI6  e  luminare   ricche.     Ma   pure   gli   scar- 
dassieri,  che  furono  quelli  che  molto  il  favorirono  alla  piazza  gridando,  fatta  la   fesla,  tor- 
narono  a  scardassare  ed  a  guadagnare  lo  pane. 

RuBRicA  557*  —  Come  il  Duca  difuth  a'  Priori  loro  abitazionc  e  famiglia,  e  fece  fiu  ordini,  4 
c  levb  il  foriare  Varme  a'  citiadini. 

Nel  detto  anno  e  mese,  lo  di  vegnente,  lo  Duca  misse  li  Priori  nella  casa  de'  Figliuoli 


i-a.  dl  Cristo]  omm.  A.  —  3.  ebbe. . . .  dalla]  apertamente  dalla  A.  —  3.  gU  uficl]  l'uficio  C  /?.  —  4.  e  scritto]  c 
ritto  A.  —  6.  essere.  In  su  quella  di  S.  Croce  la  gente]  essere  in  su  quclla  di  S.  Croce.  La  gente  /.  —  6-7.  .1 
cavallo]  dl  caraUo  G.  R.  —  7.  ch'era]  ch'erano  A.  —  10.  ed  i  sua]  e  sua  G.  R.  —  16.  gridarono]  grldato  A.  — 
17.  sla]  omm.  A.  —  31.  suso]  su  G.  R.  —  32.  laudaraus]  laldamus  A.  -  con  tutto  Taltro  salmo]  omm.  A.  —  2S.A0- 
vieno]  soUeno  G.  R.  —  38.  trlunfo]  trionfo  A.  -  Ciritierl]  Cerretleri  .^.  —  31.  trattato]  tradimento  G.  R.  —  32-35.  Que- 
?tl  »1  dis»e.,..  coj  Duca,  suo  officlale]  omm.  A,  —  35,  pure]  omm.  T.  —  36-37.  detto   h\   detto  si  fe  A. 


lA.  1342]  CRONACA  FIORENTINA  197 

,  Petri  dietro  a  S.  Pietro  Scheraggio,  e  dove  solevano  avere  100  sergenti  e  famigliari  e  fanti, 
li  reco  a  20,  ed  a'  cittadini  levo  l'arme  non  ostante  alcuno  brivilegio,  lo  quale  avessero,  e 
non  lascio  a'  Priori  niuna  giuridizione,  ne  balla,  anzi  li  privo  d'ogni  cosa,  e  Tottava  di  Nostj-a 
Donna  a  S.  Croce  fece  fare  bella  festa,  ringraziandola  della  sua  signoria.  E  fece  a'  gon- 
falonieri  di  compagnia  torre  li  gonfaloni,  e  a'  Dodici  lo  ragunarsi,  e  delle  Stinche  fece  trarre 
e  offerire  circa  150  prigioni,  quasi  tutti  quelli  che  v'erano. 

RuBRicA  558*  —  Comc^  ricevuta  la  signoria  dal  Duca  di  Firenze  molte  Terre  gli  si  rende-       /.,  vm,  3S 
rono,  e  V  modo  che  'l  re  Ruberto  gli  die  nella  signoria. 

Mentrech^  il  Duca  signoreggiava,   ed   ordinava  le  fortezze,   e   le   Terre   recava   a  sua 

0  mano,  e  mettea  a  guardia  cui  esso  volea,  gli  pervennero  alle  mani  queste  Terre:  Arezzo 
a'  di  14  f ece  la  sua  volonta,  e  ressene  la  signoria  del  tutto ;  Pistoia  ancora  gli  si  diede  del 
tutto ;  Colle  di  Valdelsa  fece  lo  simile ;  Sangimignano  gli  si  rend^ ;  Volterra  in  questo  me- 
desimo  anno  gli  si  diede.  Onde  egli  ebbe  grande  rendita,  e  come  egli  si  vide  Signore, 
quanti  soldati  franceschi  furono   in   Italia  raccolse  al  suo  soldo,  e   non   tenne  poi  i  patti  al 

5  Comune   di  Firenze   di   cosa  che   promettesse.     Lo   re   Ruberto,   udito   lo   modo   del   Duca, 

quando  da  prima  fu  a   Firenze  fatto  capitano,'   si  reco  alla  mente    ch'egli   gli  avea  doman-       /.,  vtn,  39 
data  licenzia  d'andare  in  pellegrinaggio,   e   subito   disse:    "  E   albergato  il  pellegrino  „.     Ed 
ora,  quando  udi  ch'egli  era  Signore,  gli  diede  un  savio  consiglio,  si  per  lo  Comune  e  si  per 
lui,   ma  migUore  per  lui   che  per  lo    Comune;   imperocch^   se   avesse   osservato  al  Comune 

50  quello  che  lo  re  gli  scrisse,  il  Comune  Tarebbe  conservato  in  sua  signoria,  ed  egli  arebbe 
munto  il  Comune  tanto,  che  triste  le  borse.  Ond'  h  che  per  non  credere  al  consiglio  del 
re,  egli  vi  si  trovo  modo  per  gli  cittadini  dopo  alcun  danno  d'avere  e  di  persone.  Lo  con- 
siglio  del  re  in  effetto  fu  questo:  che  considerato  che  li  Fiorentini  non  per  molto  senno, 
nfe  per  molto  seguito,  nfe  per  altra  cagione,  se  non  per  le  divisioni  de'  cittadini  Taveano  fatto 

55  signore,  ch'egli  gli  ricordava,  ch'egli  non  gli  tenesse  divisi  in  setta,  ma  reggessegli  in  loro 
ordini,  e  mantenesse  giustizia,  e  rimettesse  i  Priori  nella  loro  abitazione,  e  conservassegli ;  e 
se  questo  non  facesse,  non  vedea  potesse  tenere  la  signoria.  Li  cittadini  presero  de'  costumi 
e  vestimenti  istrani  de'  Franceschi  assai  piu  che  non  bisognava  loro,  tantochfe  si  domestica- 
rono  insieme,  e  colle  donne  in  danzare  ed  in  parlare  piu  che  non  era   onesto,  e  quale   per 

JO  forza  e  quale  per  amore;  ed  assai  oltraggi  riceveano  i  Fiorentini  da'  Franceschi. 

RuBRicA  559"  —  Come^  rimase  lo   Comune  do-po  la  rifresa  della  citta  di  Firenze  debito,  e       /.,  vni,  4o 
qiiante  rendite  risfondeano. 

Nel  tempo  che  '1  Duca  d'Ateni   avea  la  signoria  di  Firenze,  quando  la  prese,  avea  lo 
Comunfr  debito  co'  cittadini  suoi  quattrocento  migliaia  di  fiorini,  ed  avea  Tanno  d'intrata  di 
J5  rendita  assisa  lo  Comune  circa  dugento  sessanta  migliaia  di  fiorini.     Con  questa  rendita   ed 
entrata,  sanza  le  gravezze,  la  trovo  il  Duca  d'Ateni. 

RuBRiCA  560*  —  Come  i  Tarlati  ed  Ubertini  fecero  entrata  in  Castiglione,  e  d'ogni  luogo 
furofto  cacciati,  e  furono  fresi  molti,  infra'  quali  fu  -preso  Francesco  di  Guido  Molle, 
fratello  del  Vescovo  d'Arezzo. 

L'anno  predetto  messer  Piero  Sacconi  e  Francesco  di  Guido  Molle,  fratello  del  Vescovo 


2,  brlTilegio]  brevileglo  A.  —  3.  n&  balla]  e  balla  A.  —  6.  offerire]  omm.  G.  R.  -  circa]  omm.  A.  —  9.  Terre] 
Drre  A.  —  11.  a'  dl  14]  omm.  A.  -  resaene]  resene  G.R.  —  11-13.  Pistoia....  CoIIe]  Pistoia  11  simile  CoIIe  j4.  — 
12.  fece]  0/«?».  A.  -  gli  si  rende]  11  siinile  .^.  —  12-13.  Volterra....  Onde]  Volterra  11  simile;  onde  A.  —  17.  b.... 
pellegrinoj  abergato  si  fe  lo  pellegrino  A.  —  20.  conservato]  osservato  G.R.  —  21.  tanto]  tale  G.R.  —  22.  modo] 
mondo  /.,  la  lezio/ic.  del  teslo  i  queHo  di  A.  c  G.  R.  —  24.  I'avevano  fatto]  era  fatto  A.  —  26.  conservasscgli]  e 
conservandogli  G.  R.  —  38.  loro]  omin.  A.  —  30.  riceveano]  ricevcrono  A.  —  34.  co']  a'  G.  R. 


198  CRONACA  FIORENTINA  lA.  1342] 


d'Arew50,  per  trattato  Intr6  in  Arezzo.  E  sentito,  furono  cacciati  per  forza,  e  presi  furono 
alquanti.  Poi  il  detto  Francesco  intrando  ancora  per  simil  modo  in  Castiglione,  ne  furono 
cacciati,  e  preso  il  detto  Franccsco  e  menato  al  Duca,  che  gli  fece  tagliare  il  capo,  e  molti 
Ghibellini  presi,  confinati  e  cacciati  de'  detti  luoghi  furo.  Castiglione  predetto  degli  Uber- 
tini  ed  altre  loro  fortezze  si  disfeciono.  ! 

/.,  »111, 41       RuBRlCA  561'  —  Come^  lo  Duca  fece  face,  e  gli  sbanditi  si  ribandirono. 

Questo  anno  il  Duca  fece  pace  co'  Pisani,  contro  a  cui  egli  fu  eletto  a  far  guerra  onde 
procedette  la  sua  signoria,  con  questi  patti:  che'  Pisani  s^avessono  Lucca  15  anni,  e  poi  la 
lasciassero  libera  al  loro  stato,  e  che  il  Duca  v^avesse  il  podestk,  e  non  avesse  affare  altro 
che  civile,  e  che'  Lucchesi  dessero  ogni  anno  al  Duca  il  dl  di  S.  Giovanni  novemila  fiorini  1( 
questi  quindici  anni,  e  che  i  Fiorentini  ai  tenessero  tutto  cio  che  tenieno  di  Lucca  o  di  Pisa, 
e  fossero  franchi  li  Fiorentini  in  Pisa  cinque  anni,  li  quali  erano  prima  in  eterno  franchi,  e 
Barga  e  Pietrasanta.  Li  Pisani  riceverono  questo :  che  i  Fiorentini  dovessero  rimettere  tutti 
gli  sbanditi  rubelli,  nuovi  e  vecchi,  che  co'  Pisani  in  lega  erano  stati,  tra'  quali  s'intesero 
Tarlati,  Ubertini,  Pazzi,  Ubaldini,  Frescobaldi  ed  altri  cittadini  assai,  e  cod  dovessero  la-  II 
sciare  messer  Piero  Saccone,  ch'era  preso,  e  gli  altri  Tarlati,  e  rendere  loro  le  loro  fortezze, 
e  messer  Giovanni  Visconti,  a  cui  il  Duca  fece  grande  onore  di  cavalli  e  d'amesi.  E  li 
Pisani  rimisero  li  Lucchesi  ed  altri  sbanditi,  e  renderono  loro  le  loro  possessioni.  E  fermossi 
la  pace  a'  dl  15  d'ottobre,  e  bandita. 

/.,  viii.  41       RuBRiCA  562*  —  Come'  mor\  lo  re  d^Ungheria.  2i 

Nel  detto  anno  mori  Carlo  Uberto  figliuolo  di  Carlo  Martello  nipote  del  re  Ruberto,  il 
quale  avea  per  moglie  la  figliuola  dello  re  di  Pollonia,  del  quale  rimasero  tre  figliuoli:  Tuno 
fu  Lodovico,  lo  quale  prese  la  corona  d'  Ungheria,  Taltro  quella  di  Pollonia  e  Taltro,  cio^ 
Andrea,  andd  poi  in  Puglia  allo  re  Ruberto,  lo  quale  gli  diede  la  figliuola  del  duca  di  Ca- 
lavria  per  moglie,  che  era  suo  figliuolo,  a  cui  lo  reame  di  ragione  venia.  E  per  questa  cagione  21 
abbiamo  fatto  menzione  di  questo,  non  perchfe  puntualmente  sia  di  nostra  materia,  ma  perchfe 
avea  a  venire  in  altra  materia  successivamente. 

RuBRicA  563*  —  Come  il  Pa-pa  fece  cardinale  un  cittadino  di  Firenze. 

L'anno  predetto  lo  papa  Clemento  sesto  fece  cardinale   messer  Andrea  Ghini  dei  Mal- 
pigli  della  cittJi  di  Firenze,  antichi  e  buoni  cittadini,  ed  abitavano  in  Orto  S.  Michele.     Era  3< 
in  quel  tempo  vescovo  di  Tornai. 

RuBRicA  564*  —  Come  lo  Duca  dAtene  rifornl  di  nuovo  la  citta  di  Firenze  di  friori  e  gon- 
faloniere  di  giustizia  e  di  nuovo  gonfalone. 

/..  vui,  43  Questo  medesimo  anno  lo  Duca,  essendosi  accostato  un  poco  al  parere  e  consiglio  del ' 

suo  signore,  re  Ruberto,  pure  s'one8t6  poco,  fece  alla  meth  d'ottobre  nuovi  priori  e  gonfa-  3 
loniere  di  giustizia,  e  furono  questi: 


I.  e  sentito]  e  sentiU  G.  R.  —  4.  furo]  omm.  G.  R.  —  10.  novemila]  ottomila  /.,  la  hxione  del  testo  h  quclla 
di  A.  e  G.R.  —  18.  renderono  loro  le]  renderono  le  A.  —  19.  e  bandita]  e  band\  A.  —  21.  Martello]  Marte  G.  R. 
—  23.  Pollonia]  Apolonia  G.  R.  —  24.  Ruberto]  Uberto  A.  —  25.  per  moglie,  che  era]  omm.  G.  R.  —  26.  pun- 
tualmente]  puntalmente  A.  —  a?.  avea]  ara  A.  -  altr.i]  nostra  G.  R.  —  29-30,  Malpigli]  Marsili  A.  —  30.  ddla 
citti  di  Firenze]  da  Firenae  A.  —  35.  aUa  meta]  a  mezzo  A. 


[A.  1342]  CRONACA   FIORENTINA  199 


Messer  Donato  Lamberti  de'  Velluti,  per  lo  sesto  d'OItrarno 
Bellaccio  Pucci,  beccaio,  per  lo  sesto  di  S.  Piero  Scheraggio 
Giambone  di  Guido  Cristiani,  per  lo  sesto  di  Borgo 
Michele  di  Cione  Maffei,  per  lo  sesto  di  S.  Pancrazio 
i  Andrea  Casini,  per  lo  sesto  di  porta  del  Duomo 

Manetto  di  Spigliato  da  Filicaia,  per  sesto  di  porta  S.  Piero 

Piero  Giugno  de'  Giugni,  gonfaloniere  di  lustizia  per  lo  sesto  di  porta  S.  Piero 

Ser  Andrea  Donati,  loro  notaio. 

Fece  il  Duca  questa  nuova  elezione,  infra  i  quali  fu  un  beccaio  ed  altri  artefici,  li  quali 

10  ravevano  molto  favoreggiato,  e  molti  tiravano  con  lui,  e  non  ne  voleano  udire  niuna  parola, 

ed  alcuni  Ghibellini  furono  infra  questi  priori.     E  disse  fece  questo,  perchfe  volea  la  Terra 

avesse  Priori  comuni  d'ogni  ragione,  perch^  si  chiamava  Comune,  e  non  dih  pero  loro  niuna 

balia,  ma  pure  li  reco  in  sulla  piazza  nella  casa  dello  Esecutore.     Fece  un  nuovo  gonfalone, 

lo  quale  aveva  tre  insegne  dentro:'  Tuna  allato  airaste,  questa  lo  campo  bianco  ed  il  giglio       /.,  vm,  i4 

15  vermiglio,  ed  appresso  a  questa  v'era  nel  mezzo  Tarme  del  Duca,  ciofe  lione  a  oro  in  campo 

azzurro  con  uno  scudetto  a  coUo  coirarme   del  popolo,  e  poi   appresso  Tarme  del  popolo: 

campo  bianco  e  la  croce  vermiglia.     E  cominciossi  a  dire   lo  Duca  accostarsi  col  popolo,  e 

che  sempre  dicea:  "  le  notre  popule  bon„.     E  non  avea  a  memoria  che  crocifissero  Cristo,  gri- 

dando :   *  Muoia,  muoia  „ .     Ben  dovea  egli  avere  a  memoria  che  non  f arebbono  meglio  a  lui 

20  che  a  Cristo,  che  fu  giusto  Signore.     Fatto  questo,  diede  di_^ua  mano  la  insegna  sanza  ragu- 

nare  popolo,  o  sonare  campana,  e  fecelli  giurare  in  sua  mano. 

RuBRiCA  565*  —  Di  alcuna  giustizia  che  il  Duca  fece  contra  certi  d^  Bardi. 

Nel  detto  anno  uno  de'  Bardi,  volendo  una  fanciuUa  non  di  grande  leva,  Tavea  voluta 
manomettere.     Ella  gridando,  pervenne  agli  orecchi  del  Duca.     Fello  pigliare  e  pagare  fio- 

25  rini  300  d'oro.     Ed  un  altro  de'  Bardi  avendo  parole  con  un  suo  vicino,  gli  strinse  la  gola 
con  dirgli  d'affogarIo.     Subito  il  condanno   in  fiorini  500   d'oro  o   nella  mano.     Di  che   in- 
gregati  i  Grandi,  si  perche  parea  loro,  essendo  stati  principali  a  farlo  signore,  dovere  essere 
altrimenti  trattati  da  lui,  e  parea'  loro  poter  dire  "  Noli  me  tangere  „,  e  *  nec  tangere  Christos       /.,  vm,  45 
"  meos  „   erano  ancora  ingannati,  imperocchfe  a  rado  si  vide  mai  signore,  o  tiranno,  che  chi 

30  gli  di  la  signoria,  egli  non  lo  iscemi  quanto  pu6,  perocchfe  dice:  "  Come  me  la  diede,  me  la 
"  pu6  torre  „.  Ed  ancora  Iddio  per  miracolo  gli  fa  portare  pena  della  sommessa  liberth;  chfe 
chi  fa  quello  che  non  dee,  ric6ve  quello  che  non  crede. 

RuBRicA  566*  —  Come  il  Duca  si  comincib  a  domesticare  con  gli  artefici  e  gentc  mezzana, 
e  ad  afforzarsi  nella  citta,  e  tdrre  arme  a'  cittadini. 

35  Questo  medesimo  anno  il  Duca  comincib  a  stringersi  con  gli  beccai,  vinattieri   ed   al- 

tre  arti  minori  e  scardassieri,  e  diede  loro  licenzia  che  alle  loro  case  potessero  ragunarsi,  ed 
avere  ordini,  e  guastare  Tantiche  loro  leggi  e  fare  novelle.  Quasi  tutto  ci6  che  gli  addoman- 
davano,  dava  loro  e  dicea  che  erano  "  le  bone  popule  „ .     Ed  agli  scardassieri  concesse  che 


I.  Lambcrti]  omm.  A.  —  7.  Piero....  Giugnl]  Piero  di  Giugno  Giugni  A.  —  8.  loro]  omm.  G.  R.  —  9.  ele- 
zione]  lczione  A.  —  la.  d'ogni  raglone,  perchfe  si  chiamava  Comune]  omm.  G.  R.  —  13.  nella....  Esecutore]  In 
casa  l'asccutore  A.  —  15.  v'era]  che  v'era  A.  -  oro  in  carapo]  oro  e  campo  G.  R.  —  18.  sempre  dicca]  se  predicea 
G.  R.  -  "  le  notrc  popule  bon  ,]  omm.  G,  R.  —  24.  Fello  pigliare  e  pagare]  Fu  preso  e  pag5  G.  R.  —  36.  con  dlrgli] 
e  disse  G.  R.  —  37-38.  dovere..,.  e  parea]  dovesse  essere  pii  loro  suggetto,  che  eglino  a  lui,  e  parea  G.  R.  — 
30.  lo  isceml]  G.  R.  segna  qui  una  lacuna  che  I.  sitfflisce  con  la  farola  umilii  —  32.  non  dee....  crede]  non  dee  sie 
riceve  quello  chc  non  si  crede  A.  —  36.  licenzia  che]  omm.  A.  —  37.  guastare]  gustare  A.  -  Quasi  tutto  ci6  che] 
qui  che  A,  —  37-38.  gli  addomandavano]  li  adomandava  G.  R. 


200  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1342] 


ciascuno  potesae  avere  un  pavese,  nel  quale  dipignesse  un  agnolo,  e  cori  feciono.   Onde  mon- 

tarono  gli  artefici  in  tanta  superbia  che  non  si  potieno  pagare  di  cosa  dessero,  o  facessero, 

ed  in  ogni  cosa  erano  dal  signore  favoriti.     T6rre  fece  a'  cittadini  le  balestra,  e  sospettava, 

/.,  vtn,  46      come  gli  era  detto,  ch'egli  si  'ragunavano,  o  a  canti,  o  a  mangiare,  tantochfe  non  si  usavano 

ragunare,  ed  a  vivere  comincib   con   gelosia.     Afforzare  fece  lo  palagio,  e  ferrare  finestre,    5 
antiporti  alle  porte,  ed  alle  porte  della  citt^  fece  murare  e  fare  fortezze,  e  fece  lo  circuito 
del  palagio  suo,  e  misse  nel  palagio  de'  Figliuoli  Petri  e  del  Bello  Alberti  e  del  Vardingo, 
e  8tim6  di  fare  grande  compreso  e  forte.     E  delle  pietre,  ch'erano  lavorate  per  fare  il  ponte, 
assai  ne  mur6.     Le  case  de'  cittadini,  ch'erano  in  sulla  piazza,   fece  sgomberare  e   mettervi 
8ua  gente  sanza  pagare  pigione.    E  cominciossi  a  disonestare  per  amore  di  donna,  dicendo  10 
alle  donne  si  vuol  far  piacere,  e  rend^  loro  gli  ornamenti,  ch'erano   divietati  e  penali.    Ed 
assai  sconce  cose  faceano  loro  le  sue  genti,  e  non  era  nulla  nelle  donne  de'  cittadini.    E  lo 
luogo  comune  delle  donne,  ovvero  femmine  mondane,  fece  vendere,  onde  n'ebbe  buona  quan- 
titk  di  denari.    E  fece  fare  restimo  nella  cittk  e  contado  di  Firenze,  e  molte  rendite  e  de- 
nari  di  gravezze  fatte  a'  cittadini  ne  mand6  a  casa  sua.     E  dissesi  che  di  quello  gli  pervenne  15 
alle  mani  di  gabelle  e  d'  altre  intrate,  che  non  ne  spese  se  non  in  quelli  pochi  soldati  f rance- 
schi,  che  ebbe  nel  tempo  di  undici  mesi  di  circa  500  migliaia  di  fiorini.     Di  che  la  met^  o 
piii,  potfe  mandame,  e  forse  le  due  parti,  che  ogni  spesa  f acea  fare  colle  gravezze  a'  cittadini. 

/..  vui.  47      RuBRiCA  567*  —  Della  '  fersona,  figura,  costumi  e  consigli  del  Duca  in  Firenzc. 

La  statura   di   questo   signore  si  fu  bassa,  e  fu  di   pelle   bruna  e  non  grazioso  aspetto.  20 
Dilettossi  in  peli,  la  barba  avea  grande.     Nelle  sue  risposte  non  grazioso,  la  vita  assai  onesta 
di  mangiare  e  di  bere.    Al  suo  consiglio  poche  genti  avea;  infra'  quali  quegli,  di  cui  piii  si 
fidava,  era  lo  vescovo  di  Lecce,  il  quale  era  vescovo  d'  una  sua  Terra  di  Puglia,  di  che  egli 
era  conte  e  signore,  e  messer  Baglione  de'  Baglioni  da  Perugia,  podesta  di  Firenze  e  messer 
Guilielmo  d'Asciesi  conservadore  e  messer   Ciritieri  Bisdomini.     Avea  consiglio  con   un  ser  25 
Arrigo  Fei  di....  in  porre  denari,  e  fare   nuove  inventive  di  gabelle,  o  d'imposte;  e  con 
questi  era  il  segreto  consiglio  e  diliberazione,  comecchfe  egli  avesse  appresso  a  sfe  lo  vescovo 
di  Volterra  e  d'Arezzo  e  Tarlati   ed   Uberti  di  Pistoia   e  d'altre  Terre  per  suo   consiglio  e 
prowigionati,  ma  non  gli  tenea  per  consiglio,  ma  quasi  per  istadichi  e  sicurta  delle  Terre,  di 
che  erano,  e  molto  gli  onorava;  ma  lo  suo  consiglio  si  riducea  a  quelli  cinque  detti.     Molti  30 
'  uiiciali  avea  a  rivedere  ragioni,  ed  a  fare  baratterie  ed  ingiurie  a'  cittadini,  e  molto  tiranne- 

scamente  vivea. 

/.,  vin,  48     RuBRicA  568*  —  DV  molte  ingiustizte  fatte  ^per  messer  Guiglielmo  ^Asciesi,  conservadore. 

Fece  messer  Guiglielmo  molte  esecuzioni  personali,  delle  quali  si  disse  esseme  fatte  in- 
giuste  infra  le  quali  lo  giudice  della  mercanzia  da  Piagenzia,  messer  Piero,  avea  guada-  35 
gnato  denari.  E  disse  che  avea  fatte  baratterie  assai,  e  disse  nella  condannagione,  che  egli 
trattava  con  messer  Luchino  Visconti  t6rre  la  signoria  del  Duca.  Naddo  di  Cenni  de'  Ru- 
cellai,  ch'era  confinato  a  Perugia,  ed  avea  dato  mallevadori  di  10  000  fiorini,  e  sospettando  di 
questo  conservadore,  voUono  sicurt^  della  persona;  e  cosi  fece.  Nondimeno  siccome  fu  ve- 
nuto,  egli  il  fece  impiccare,  e  comand6  non  essere  spiccato,  ed  appuosegli,  e  cosl  gli  fece  40 


I.  pavese]  uno  palvese  A.  —  3.  ed  in  ogni]  e  d'ognl  A  —  7.  misse]  misselo  A.  -  Figliuoli  Petri]  Figlio 
Petrl  A.  —  10.  senza  pagare  plgione]  senza  alcuna  pigione  G.  R.  —  1 1.  si  vuol  far]  se  vuol  f  ar  G.  R. ;  clj'e'  volea 
f ar  /.  -  e  rendfe]  e  rendere  G.  R.  —  ij.  sue]  omm.  A.  —  15.  fatte]  faceva  .^.  -  di  quello]  omm.  A.  —  17.  di  clrca] 
omm.  A.  —  18.  e  forse  le  due  parti]  omm.  A.  -  coUe  gravezze]  omm.  I.  —  ai.  avea]  teneva  A.  —  12.  e  di  bere]  o 

dl  bere  A  -  consiglio  pociie]  consiglio  assai  pociie  /.  —  25.  Ciritierij   Cerretieri  A.  —   26.  di ]  A.  non  ugna 

lacitna  -  e  fare]  e  fece  A.  —  27.  appresso  a  sfe]  appo  ah  A.  —  aS.  Uberti]  Ubertini  A.  —  39.  quasi]  omm.  A.  — 
35.  mercantia]  mertia  A.  —  37.  Visconti  torre  la  signoria  del  duca]  omm.  /.  —  38.  fiorini  sospettando]  fiorini  ^lino 
sospettando  /.  —  40.  appuosegli  e  cos\]  omm.  A. 


[A.  1342]  CRONACA  FIORENTINA  201 

confessare  che  egli  avea  trattato  con  gli  Sanesi  e  Perugini  contro  la  sua  signoria.  La  verith 
non  so  io,  come  in  quel  tempo  si  fosse;  io  n'udii  vari  ragionamenti,  perocclife  i  Sanesi  e  i 
Perugini  molto  dubitavano  di  loro  stato,  e  costui  sapea  le  sue  trame,  ed  egli  l'avea  provate, 
e  provava;  ma  sa^dssimo  uomo  fu  Naddo,  ed  uomo  di  grande  astuzia,  e  molto  provveduto 
5  e  sollicito,  ed  era  uomo  tanto  sagace,  che  quasi  niuno  piu  in  Firenze  se  ne  sapea.  Poich^ 
morfo  fu,  egli  costrinse  i  mallevadori  a  pagare  diecimila  iiorini,  dicendo  che  avea  frodati 
al'  Comune;  e  cosi  toltogli  quello,  si  trovo  del  suo  infino  centodiecimila  fiorini,  pagarono  i  mal-  /.,  vm,  49 
levadori  l'avanzo,  che  furono  circa  cinquemila  fiorini  d'oro.  Matteo  di  Morozzo  da  Firenze 
fece  pigliare;  e  perchfe  egli  avea  rivelato  un  trattato,  lo  quale  si   cercava   contro   al   Duca, 

10  questi  sel  merito,  perocch^  lo  trattato  era  vero,  si  ragionava,  ma  egli  voleva  che  la  cittk  sua 
stesse  serva;  onde  si  ebbe  quello  che  ando  cercando.  II  Duca  gli  disse  ch'egli  apportava 
bugie  e  scandoli.  Fu  costui  in  su  un  carro  attanagliato  e  poi  trascinato  e  poi  impiccato. 
Lamberto  degli  Abbati,  al  quale  appuose  tenere  trattato  con  certi  e  con  messer  Guido  da 
Fogliano  di  torgli  la  signoria,  fece  impiccare  in  su  Monte  Rinaldi.     Molte  altre  giustizie  cru- 

1 5  deli  ed  ingiustizie  f ece  f  are,  che  molto  dispiacquero  a'  cittadini,  e  spesso  si  dolieno  insieme, 
e  pensavano  che  le  discordie  de'  cittadini  raveano  condutti  a  servitudine,  e  che  la  concordia 
li  doverebbe  ridurre  a  liberta.  Ma  tanto  era  lo  pericolo,  di  cui  s'avessero  a  fidare,  che  con 
grande  gelosia  viveano;  perocchfe  come  sentia  chi  parlasse  contro  a  lui,  egli  vivea  con  tanto 
sospetto,  che  subito  era  morto  e  condennato  e  disfatto.     La  Pasqua  di  Risorresso  MCCCXLII 

20  fece  grandi  mangiari  a'  cittadini  e  a  sua  baroni  e  soldati,  e  bandi  giostre  e  feste,  comecchfe 

pochi  vi  giostrassero  de'  Fiorentini,  perocche  li  Grandi,  a  cui'  egli  avea  promesso  di  levare  il        /.,  vm,  50 
reggimento  del  popolo    e  recare  a  comune  loro  co'  popolani  grassi,  egli  non  l'avea  loro  os- 
servato,  ma  avea  rifatto  il  gonfaloniere  della  giustizia  e  li  popolani  delle  famiglie  poco  avea 
a  capitale,  ma  sempre  si  tenea  con  gli  artefici  e  con  gli  minuti.     Di  che  erano  indegnati  con- 

25  tro  lui,  e  pensavano  sempre  al  suo  danno. 

RuBRicA  569*  —  Come  lo  Duca  fece  lega  con  gU  Pisani. 

I  Pisani,  come  gU  antichi  nimici  pensano,  pensarono  d'assicurarsi  col  Duca,  e  di  cercare 
modo  di  disf are  li  Fiorentini,  che  gli  aveano  oppressati,  e  cercarono  lega  col  Duca ;  ed  egli 
la  fece.  Stimarono  li  Pisani :  "  noi  aremo  materia  d'andare  spesso  a  Firenze  e  seminare 
30  "triboli,  e  cosi  faremo  assentir  li  trattati,  ed  altre  cose  contra  li  grandi  cittadini  di  Firenze; 
"  ed  egli  li  disfara„.  Fatta  la  lega,  i  cittadini  ne  sdegnarono,  e  grandi  e  piccoli,  perocchfe 
non  parea  loro  la  dovesse  fare,  nfe  per  bisogno  che  ne  avesse,  nfe  ancora,  perchfe  erano  nimici 
de'  Fiorentini. 

RuBRicA  570"  —  Come  si  fece  comfagnia  in  Pisa  a  fosta  dcl  Duca  e  de'  Pisani. 

35  Come  fu  fatta  la  pace  tra  '1  Duca  e  li  Pisani,  di  concordia  del  Duca  li  Pisani   fecero' 

della  loro  gente  tedesca,  circa  1500  uomini  a  cavallo  e  2000  pedoni,  una  compagnia,  la  quale        /.,  vm,  si 
non  fece  danno  a  Firenze  ma  alli  Sanesi  e  Perugini.     Questo  si  disse  che   assenti   il  Duca, 
perchfe  non  vollono  intrare  in  lega  con  lui.     Ed  in  piu  luoghi  della  Marca  a'  Malatesti,  ed  a 
chiunque  avea  data  aiuto  o  favore  a'  Fiorentini,  fece  danno.    E  di  ci6  non  cur6  il  Duca,  e 

40  feciono  ridomperare  tutti. 


3.  trame]  tirannie  G.  R.  —  7.  centodiecimila  fiorini]  in  fiorini  diecimlla  A.  -  pagarono]  pagato  G.  R.  — 
8.  circa]  omm.  G.R.  -  Matteo]  Maestro  G.R.  —  i2.  e  poij  omm.  A.  —  13.  con  certl  omm.  A.  —  14.  fece]  fecelo 
A.  —  20.  fi  a  sua]  e  suol  G.  R,  -  bandl]  bandire  G.  R.  -  e  feste]  c  fece  A.  —  21.  de']  omm.  A.  —  24.  capltale] 
capitare  G.  R.  —  27.  e  di  cercare]  e  di  vedere  A.  —  28-39.  ed  egli  la  fece]  e  fecela  A,  —  30.  di  Flrenze]  omm.  A.  — 
36.  a   cavallo]  dl  cavallo  G.  R. 


202  CRONACA  FIORENTINA  (A.  1343] 


RuBRiCA  571*  —  Come  lo  re  Uberto  mori  in  Nafoli. 

L'anno  predetto  e  a  dl  29  di  gennaio,  cio^  1342,  lo  re  Ruberto  di  lerusalem  e  di  Sicilia 
tnorii,  savissimo  signore  di  naturale  senno  ed  accidentale,  ed  amico  e  padre  della  citti  di 
Firenze.  E  dopo  lui  erano  due  figliuole,  le  quali  una,  loanna,  fu  maritata  al  figliuolo  del  re  di 
Ungheria,  ciofe  ad  Andrea,  di  cui  addietro  h.  fatta  menzione  (e  questo  fece  lo  re,  perchfe 
redasse  lo  reame),  e  l'altra  dopo  la  morte  del  re  Ruberto  si  marit6  al  duca  di  Durazzo. 
In  Firenze  se  ne  fece  bello  annoale  ed  onorevole. 

RuBRicA  572*  —  Di  certe  cose  nuove  fecero  i  Fiorentini,  e  come  si  crebbe  lo  staio. 

In  queato  medesimo  anno,  perchfe  il  popolo  di  Firenze  avea  in  odio  i  Grandi,  e  pensando' 
/.,  Tiii,  5J  che  se  novith  apparisse,  ed  eglino  avessero  a  passare  per  correre  alle  mura  a  difendere  a  ll 
S.  Giorgio  o  a  S.  Niccol6,  quelli  di  Oltramo  e  di  qua  convema  loro  passare  sotto  casa  Rossi 
e  chi  sotto  i  Bardi,  feciono  la  via  nuova  dal  Pozzo  Toscanelli.  Lo  staio  fu  cresciuto  nn  cer- 
chio,  considerato  che  prima  si  dava  al  colino,  e  qui  vi  si  potea,  e  facea,  inganni,  fu  tanto 
cresciuto  quanto  n'andava  nel  colino.  E  questa  sottigliezza  fu  quelI'anno,  perchfe  fu  grande 
caro  di  grano,  perocchfe  valse  circa  mezzo  fiorino  d'oro ;  ed  ancora  il  vino  f u  caro,  che  valse  11 
circa  sei  fiorini  lo  cogno. 

RuBRicA  573*  —  Come  fafa  Chimento  fece  lo  giubbileo  di  50  in  $0  anni. 

Trovato  papa  Clemento,  che  papa  Bonifazio  avea  recato  il  perdono,  lo  quale  era  a  Roma 
di  cento  anni  in  cento  anni,  a  cinquantanni,  considerato  Teta  mancare,  si  lo  piuvic6,  e  fece 
noto  a  tutta  cristianitk,  che  chi  di  cinquant'anni  in  cinquant'anni  andasse  a  Roma,  e  quin-  20 
dici  dl  continui  visitasse  la  chiesa  di  S.  Pietro  e  di  S.   Polo,  gli   fosse   perdonato  colpa  e 
pena.     E  cominci6  Tanno  di  Cristo  1350  lo  dl  della  nativit^  di  Cristo. 

/.,  »111,  S3       RuBRiCA  574"  —  Come'  lo  Dnca  mandh  a  murarc  S.  Casciano. 

Gli  anni  del  Signore  1343  fece  lo  Duca  cominciare  a  murare  il  poggio  di  S.  Casciano,  e 
puosegli  nome  Castello  Ducale.     Questo  fece,  perchfe  in  quel  paese  non  avea  alcuna  tenuta,  ove  25 
si  potessero  riducere  li  foresi  e  le  villate. 

RuBRicA  575*  —  Come  fcce  fare  molte  belle  feste  in  fiti  dt  sfezialmente  fer  S.  Giovanni. 

Nel  detto  anno  il  Duca  per  le  feste,  che  sono  di  maggio,  fece  fare  sei  brigate,  nelle  quali 
fece  signori,  e  vestire  li  fece  a  divisa,  e  di^  loro  per  ispese  danari  e  doni  di  vino  e  da  mangiare ; 
ma  furono  tutte  queste  brigate  di  gente  minuta;  li  quali  danzando,  ballando,  sonando  andavano  30 
per  la  citth.  L'una  fu  a  S.  Ambruogio;  Taltra  fu  da  il  canto  la  Macina  giuso  per  Belletri  in- 
sino  a  Ognissanti;  Taltra  in  borgo  S.  Paolo;  Taltra  a  S.  Friano;  Taltra  a  S.  Giorgio;  Taltra 
nella  via  Larga,  dagli  Spadai  infino  al  canto  alle  Rondine,  la  via  del  Cocomero  e  de'  Serv-i 
8u  a  Monte  Loro.  La  festa  di  S.  Giovanni  fece  fare  per  arti  e  non  p^r  gonfaloni,  e  ciascuna 
/.,  Tiu,  M  arte  per  se ;  poi  tutti  i  ceri  ordinati  e  palii,  li  quali  avea  da'  '  signori  e  comuni  sottoposti  al  35 
Comune,  e  poi  a  lui  bracchi  e  sparvieri.     Questa  fu  onorevole  festa  ed  offerta  e  bella,  pe- 


1.  ciofe]  omm,  A.  -  Ruberto]  Uberto  A.  —  6.  redasse]  restasse  G.li.  —  7.  annoale]  anauale  A.  —  ^13.  col\- 
no]  colmo  /.,  ma  G.  R.  ed  A  hanno  collno  cosi  anche  a  l.  i^  —  15.  Talse....  d'oro]  valse  lo  staio  mezzo  fiorlno 
d'oro  A.  —  16.  circa]  omm.  A.  —  18.  Clemento]  Cremento  A.  —  19.  cinquantannl]  cinquanta  A.  -  piuric6]  public6 
A,  —  19.  CoA  i  codici;  I,  omeitt  ftr  il  senso  le  farole  a  cinquantanni  —  36.  potessero]  potesse  A,  —  a8.  clie  sono] 
5  omm.  G.  R,  —  30.  minuta]  menuale  A.  -  minuta  li  quali]  minuta  ed  in  luogo  di  gente  minuta  li  quali  G.  R.  Forse 
quest»  farole  erano,  cos)  errate,  nelVautografo;  A.  le  ka  omesse,  G.R.  lc  ha  riporlatc  senxa  correggere  —  31.  fu 
da]  fu  tra  A.;  fu  omm.  I.  —  33-34.  del  Cocomero  e  dei  Servi  su  a  Monte]  dal  Cocomero  e  da  Servi  infino  a  Monte 
■^•  —  34-  per]  «»««».  G.R.  —  35-36.  sottopostl . . . .  Questa]  sottoposti.    Questft  A,  —  36.  festa]  omm.  G.  R. 


[A.  1343]  CRONACA  FIORENTINA  203 

rocch^  tutte  queste  cose  ragun6  in  sulla  piazza  di  S.  Croce,  e  poi  le  condusse  in  sulla  piazza 
del  suo  palagio,  e  andarono  a  S.  Giovanni.  Onde  li  cittadini,  che  si  ricordarono  della  offerta 
co'  gonfaloni,  e  veggendo  magnificare  la  gente  minuta  e  scardassieri  ed  inalzargli,  sdegna- 
rono  forte  di  cio,  perche  era  fuori  d'ogni  umana  e  divina  ragione.  Lo  palio  di  S.  Giovanni 
5  fece  foderare  di  vaio  e  molto  riccamente  ed  onorevolmente  addobbare  d'ogni  cosa.  Parendo 
tante  cose  sconce  nella  nostra  cittk  farsi  per  lo  signore,  abbandonando  gli  antichi  cittadini, 
e  riducendosi  e  magnificandosi  con  gli  minuti  uomini.  Ed  infra  l'altre  cose,  che  piu  avieno 
a  sdegno,  si  era  un  vocabolo,  lo  quale  avieno  preso  i  Franceschi  e  i  cortigiani  e  i  soldati, 
perocch^  in  francesco  s'accorda  il  nome  di  dire  compare,  quasi  nel  parlare  loro   compar,  e 

10  vanno  volentieri  alle  taveme,  e  la  gente  minuta  usano  il  vino  e  la  taverna;  usavano  insieme 
a  bere,  e  dicea  il  Francesco :  Compar,  allois  a  boier :  Compare  andiamo  a  bere.  E  il  popolo 
rozzo  di  vocabolo  francesco  diceano;  Ciompo,  andiamo  a  bere;  e  cosl  diceano:  Ciompo, 
Ciompo;  e  quasi  erano  tutti  ciompi,  cioe  compari.  E  cosi  veggendo  il  Fiorentino  usare  la 
sua  citta  a  Franceschi,'  signori,  con  vili  e  minuti  e  i  famigli  ed  i  soldati  il  simile,  ed  i  buoni       /.,  vm,  55 

15  ed  antichi  sdegnare,  e  dicesi  tutto  dl:  "11  piccolo  non  ha  rubato  il  Comune,  ma  li  grossi  si„, 
sdegnati,  dl  e  notte  pensavano  come  potessero  essere  liberi. 

RuBRicA  576*  —  Come  fu  tagliata  la  lingua  ad  un  Bettone  Cini. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  giugno  fu  preso  un  Bettone  Cini  da  Campi,  lo  quale  per  an- 
tico  era  d'una  famiglia  da  Campi,  lo  quale  solea  menare  lo  carroccio  di  Firenze,  quando  si 

20  ponea  oste.  Questo  Bettone  fu  per  quella  dignith  per  lo  Duca  fatto  de'  Priori.  In  questo 
tempo  il  Duca  puose  imposta  a'  cittadini,  infra'  quali  fu  posta  a  lui.  Egli  tra  per  la  dignitJi  del 
priorato,  che  solea  essere  assai,  quando  la  cittk  era  libera,  e  sl  perch^  era  uomo  parlatore, 
con  male  dire  volentieri,  prosentuoso,  disse  che  il  Duca  troppo  volea  mordere,  dicendo  che 
chi  leccava  il  cacio  e  mangiava  il  pane,  si  satollava,   ma  chi  metteva  le  zanne  nel  cacio,  vi 

25  rimaneva  Torma;  ed  il  signore,  di  cui  era  il  cacio,  si  dolea,  sicch^  era  meglio  appoco  appoco 
trarre  lo  denaro  della  borsa  del  maestro,  che  votarla  a  ruina.     Queste  parole  tornarono  a  bocca 
del  Duca;  non  ebbe  riguardo  niuno,  se  non  che  in  su  un  carro  il  fece  legare  e  strappargli 
e  tagliargli  la  lingua',  e  per  tutta  la  citta  in  su  una  lancia  posta  and6,  e  poi  il  confin6  in  Ro-       /.,  vm,  5» 
magna,  ove  di  questa  tagliatura  si  mori.     Di  questa  aspra  giustizia  molti  ne  sbigottirono  f or- 

30  temente,  perch^  non  parea  questa  parola  meritasse  tanta  crudeltk.  Inanimarono  i  cittadini 
non  usi  mai  d'essere  loro  a  parlare  ristretta  la  via,  e  per  le  incomportabili  gravezze  si  si  co- 
minciarono  a  ragunare  ed  in  piu  parti,  non  sappiendo  Tun  deiraltro,  secondo  gli  animi,  nella 
citth;  perocch6  i  popolani  grassi  non  si  fidavano  dei  mezzani,  nh.  li  grandi  de'  mezzani,  nfe 
eglino  di  loro ;  Sicch^  tre  spezie  erano,  e  ciascun  per  sfe  aoperava  contro  al  Duca,  non  sen- 

35  tendo  I'  una  del^altro,  e  molte  maniere  di  trattati  si  tennero ;  ma  li  capi  di  tutte  e  tre  si  fu- 
rono  questi :  pare  Tuno  fosse  lo  vescovo  Agnolo  degli  Acciaiuoli,  e  Bardi  quasi  la  casa  tutta 
con  quegli  ch'egli  avea  rimessi  in  Firenze  per  la  pace  fatta  co'  Pisani  e  Rossi  e  Frescobaldi; 
quelli  che  ancora  rimessi  erano  per  lui  in  Firenze,  ch'erano  rubelli  e  Scali ;  delPaltra  congiura 
era  capo  messer  Manno  e  Corso  Donati,  e  qui  tiravano  molte  famiglie;   deiraltra   era   capo 

40  Antonio  di  Baldinaccio  degli  Adimari,  collo  quale  tiravano  molte  altre  famigliette,  e  con  lui 
capo  era  Luigi  Aldobrandini  e  Rucellai  ed  uomini  tutti  mezzani.  Questi  co'  signori  e  co' 
comuni  tenieno  mano,  e  poichfe  videro  che  dentro  volea  essere '  la  medicina,  piii  modi  trova- 

9.  in  francesco  s'accorda]  i  Franceschi  s'accorda  A,  —  ii.  Compar  allois  a  boier]  omm.  A.  —  n.  di]  del 
G.R.  —  14.  slgnori]  signore  G.  It.  —  i8.  Cini]  omm.  A.  —  18-19.  lo  quale....  Campi]  omm.  A.  —  21.  quali  fu 
posta]  quali  e  gli  fu  posto  A.  -  per]  omvi.  A.  —  34.  il  pane]  del  pane  del  A.  —  38.  e  tagiiargli]  o  tagllargli 
G.  R.  -  posta]  07nm.  A,  —  39.  ove]  onde  A.  —  30.  Inanimarono]  inanimirono  /;  innanlmarono  A.  —  31.  a  par- 
S  lare]  per  parlare  A.  —  36.  Agnolo]  omm,  A.  —  37.  con  quegli]  e  quegli  A.  —  38.  per  luij  omm.  A.  -  rubclli]  cosl 
i  codici;  T.  corregge  Rucellai  -  congiura]  o  poslo  di  qucsta  farola  G.  R,  segnava  una  lacuna,  e  di  cui  I.  non  tenne 
conto  —  40.  degll]  omm.  A.  -  collo]  lo  A.  —  41-43.  co'  signori  e  co'  comunl]  con  signori  c  comuni  G.  R.  — 
42.  mano]  omm.  A. 


f04  CRONACA  FIORENTINA  lA.  i343j 


/„  VIII,  «  rono:  chi  quando  andasse  a  vedere  correre  il  palio  in  casa  gli  Albizi;  e  queato  venia  fatto,  e 
non  v'and6 ;  chi  quando  andava  per  la  Terra,  saettando,  e  parve  sentirlo,  ed  andava  con  buona 
panziera,  e  non  usava  per  le  vie  piii  d'una  volta,  e  non  si  sapea  sua  cavalcata.  Altra  volta 
8'accordavano  a'  consigli  ch'egli  facea  spesso.  Anche  il  senti,  e  rimedib ;  e  cosi  raolti  modi 
gi  pensava.  A  costui  prese  paura,  ed  agli  altri  ardire.  Di  che  Antonio  di  Baldinaccio,  volendo  5 
mettersi  innanzi  alla  facccnda,  richiese  amici  sanesi,  infra'  quali  un  masinadiere,  essendo  molto 
amico  di  messer  Francesco  Bninelleschi,  perch^  Antonio  gli  avea  detto  che  non  avesse  ri- 
guardo,  che  tutta  la  cittk  era  consapevole  a  cib.  Si  parlb  di  questo  con  messer  Francesco 
Brunelleschi.  Quegli  non  era  nella  traccia,  perocch^  era  molto  degli  amici  del  Duca;  prese 
fidanza  di  lui  il  Duca,  e  il  Duca  il  sicurb,  ed  il  fante  ancora,  e  menollo  al  Duca.  Costui  10 
gli  disse  di  Paolo  di  Francesco  di  Manzecca,  onorevole  cittadino,  comecchfe  fosse  masmadiere 
stato;  e  volle  piuttosto  abominare  costui  che  Antonio,  a  cui  posta  costui  era.  Subito  preso 
costui  manifest6  un  Simone  di  Monte  Rappoli.  Di  che  avutigli,  e  messigli  al  tormento,  sco- 
persono  la  torta.     Questo  fu  a'  dl  18  di   luglio    1343.     Veduto   il  Duca  questo,  cominci6  a 

/.,  Tiii,  51       dubitare,  e  nondimeno'  avuto  suo  consiglio,  gli  fu  detto  non  mettesse  mano  a  niun  cittadino,  15 
considerato,  che  se  vero  fosse,  troppo  correa  pericolo,   ma   cominciasse   a  richiedeme   uno, 
e  vedere  se  comparisse,  e  se  fuggisse,  venire  richieggendo  gli  altri  ad  uno  ad  uno,   e  dare 
loro  bando,  e  mandare  di  fuori  alle  Terre  ed  agli  amici  per  gente.    Mand6  a  Bologna,  onde 
subito  n'ebbe  300  cavalieri ;  e  per  li  sua  mando,  ch'erano  per  le  Terre,  venissero.     Fu  richie- 
sto  Antonio  di  Baldinaccio,  ch'era  capo  della  detta  congiura.     Tra  per  lo  grande  stato  e  per  2i ' 
la  moltitudine  della  congiura  si  fid6,  dicendo :  gli  altri  non  mi  lasceranno  perire  per  la  paura 
di  loro.     II  Duca,  veduto  questa  congiura  vera,  non  si  attent6  di  porre  mano  addosso  a  questi ; 
che  se  avesse  fatto  a  senno  de'  suoi  e  di  messcr  Francesco  Brunelleschi  e  di  messer  Uguc- 
cione  Buondelmonti,  tagliato  il  capo  a  costoro,  ed  armatosi,  e  corsa   la  Terra,   era  signore; 
perocch^.  ogni  uomo,  veggendo  ritenuto  Antonio  di  Baldinaccio,  si  erano  fuggiti  e  nascosi.     Lo  25 
venerdl  a  di  25  di  luglio,  la  vigilia  di  S.  Anna,  egli  fece  richiedere  li  congiurati  e  gli  altri,  che 
forse  non  sapea  essere  congiurati,  per  mostrare  di  voler  consiglio  con  loro,  ed  avea  ordinato 
che  come  erano  nella  sala  del  consiglio,  farli  morire  e  correre  la  Terra.     Come  era  di  sua 

/.,  »111,  5*       usanza  di  dare  scritti  i  cittadini '  per  sesto,  che  andassero  al  consiglio  del  signore,  e  cosi  f ece 

ora,  e  furono  circa  300.  Quando  le  scritte  andavano,  com'6  d'usanza,  quegli  ch'e  richiesto,  30 
dice :  "  Chi  6  meco,  mostra  la  scritta  ?  „  E  vedeano  i  compagni,  e  sl  sapeano  il  loro  difetto, 
andava  al  compagno,  e  dicea:  "  Che  c'6  da  fare  ?  Di  non  ire  ?  E  riveggiamo  i  nostri,  e  muoiamo 
"  insieme,  o  viviamo  „ .  Cosl  vedute  le  scritte,  vidono  le  congiure ;  non  saputa  Tuna  deiraltra, 
cominciarsi  a  intendere  e  annare  la  citt^  e  dire  palese :  "  Liberta  si  vuole,  o  noi  saremo  tutti 
"  morti  „.  Di  che  intesosi,  tosto,  sl  per  volontk  di  Dio  come  per  sollicitudine  di  loro,  ordinarsi  35 
insieme  tutto  il  dl  e  la  notte  a  fare  e  dare  rordine  alla  rebellione.  , 

RuBRicA  577*  —  Conte  si  levh  lo  romore,  -presesi  Varmc,  e  corsesi,  c  diessi  modo  a  cacciare 
lo  Dtica,  e  tornare  a  liberta. 

Nel  detto  anno  e  mese,  a  dl  26  di  luglio,  il  di  di  madonna  S.  Anna   pensando  li  detti 
capi  della  congiura  che  non  era  da  indugiare,  perocche  gia  molti  fanti  e  cavalieri  di  piu  luo-  40 
ghi  e  di  Romagna  gia   avevano  passate  TAlpe,  e  venieno  a  Firenze,  e   la  gente   del   Duca 


t.  correre  il  paiio]  come  il  palio  G.  R.  —  2.  chi]  o»j»i.  A.  -  saettando]  seguitarlo  A.  —  4.  cosl  moltl]  cosl  in 
molti  G.R.  —  9.  Brunelleschi]  omm.  A.  -  traccia]  treccia  A.  (tresca?)  —  11.  onorevole]  orevole  A.  —  12.  costui 
cra]  egH  era  G.  R.  —  12-13.  preso  costui  manifest6]  preso  quasi  manifest6  G.  R.  —  17.  gli  altri]  omm.  G.R.  — 
i8.  per  gente]  omm.  G.  R,  —  18-19.  onde  subito]  omm.  A.  —  19.  e  per  li  sua]  ed  i  suoi  G.  R.  -  per  le]  nelle  A.  - 
vcnlssero]  omm.  A.  —  30.  congiura]  guerra  C?.  R.  —  35.  si  erano]  si  era  /.  -  uascosi]  nascosto  /.  —  26.  vigilia] 
villa  A.  —  37.  che]  omm.  G,  R.  —  30.  circa]  omm.  A.  —  33.  saputa]  sapere  A.  —  34.  armare\  arare  G.  R.,  A. 
-  o  noi  s»remo]  c  saremo  G.  R.  —  39.  madonna]  omm.  A. 


[A.  1343J  CRONACA  FIORENTINA  205 


venia  dentro,  e  gia  500  uomini  da  cavallo  erano  giunti,  dierono  ordine  che  in  Mercato  vec- 
chio  avesse  per  barattieri'  quistione,  e  che  alcuni  di  quella  quistione  fuggissono  a  porta  S.  Pie-  i.,  vm,  50 
tro,  e  quelli  seguitandoli,  gli  seguiti  gridassero:  "  Accorrete,  signori;  all'arme,  airarme  „.  Tra 
per  l'ordine  dato  e  per  la  tema  delle  persone  ogni  uomo  era  soUevato,  ed  avieno  Tarme  in 
5  concio.  La  notte  era  stato  mandato  per  Arno  e  per  altri  luoghi  f uori  per  f anti ;  di  che  dato 
Tordine  in  sulla  sonata  nona,  si  levb  lo  romore,  gridando:  "  Muoia  lo  tiranno,  e  viva  il  popolo 
"  e  lo  Comune  di  Firenze  e  liberta  „.  Bandiere  del  Comune  e  Popolo  erano  assai  fatte  e  preste; 
e  corsesi  con  esse,  ed  asserragliossi  le  vie,  perchfe  non  si  potesse  correre  la  cittk  la  gente 
del  Duca.     Ed  i  cittadini  d'ogni  ragione  di  setta  s'intesero  insieme,  e  promisero  una   vita   e 

10  morte  a  cacciare  lo  tiranno,  salvoch^  messer  Uguccione  de'  Buondelmonti  e  la  maggior  parte 
de'  suoi  consorti  ed  Acciaiuoli,  Cavalcanti,  Peruzzi  ed  Antellesi  e  beccai  e  gli  scardassieri. 
Questi  vennono  armati  alla  piazza,  gridando:  "  Viva  il  Duca  e  signore  „.  Ed  appresso  la  gente 
deirarme  del  Duca,  circa  trecento,  ne  furono  in  piazza  armati.  Gli  altri  che  venieno  per 
le  vie,  e  chi  per  gli  alberghi  furono  presi  e  rubati.     Quegli  cittadini  n'andarono  al  Duca  in 

15  palagio,  e  dissergli  ch'egli  uscisse  fuori,  e  che  corresse  la  Terra.     Egli  non  si  assicuro,  ma 

armato  stava  intra  due  dello  uscire,  e  dava  ordine  alla  difesa  del  palagio,'  e  quivi  con  pietre       1.,  vui,  6t 
e  con  balestra  e  fionde  difendieno  la   piazza.     Alla   perfine,   veduto  che  se  questo   fosse,  il 
popolo  colla  gente  del   Duca   ingrosserebbe   troppo,  si  mossero  i  Medici   con   gli  Cavicciuli 
ed  altri  assai  con  loro,  e  feciono  richiedere  quelli  degli  altri  sesti  che  corressero  alla  piazza 

20  a  vincerla.  Onde  detto  fatto,  salvochfe  il  quartiere  di  Oltrarno,  che  s'era  asserragliato  a' 
ponti,  e  non  passavano  di  qua,  se  non  alcuni  pedoni.  Cosi  tratti  alla  piazza,  e  veggendo  i 
cittadini  di  concordia  trarre  al  palagio  d'ogni  bocca,  si  partirono  i  nostri  cittadini,  ch'erano 
col  Duca,  e  vennero  a'  nostri,  ed  abbandonarono  lo  Duca  e  la  gente  sua.  Delli  quali  rimase 
in  palagio  alcuni,  e  cio  fu  messer  Uguccione  Buondelmonti.     Messer  Giannozzo  Cavalcanti  se  / 

25  ne  venne  in  Mercato  nuovo  a  casa  loro  e  con  gli  suoi  consorti,  e  montb  in  su  un  desco  da 
tavernai,  che  allora  la  beccheria  si  teneva  Ih;  lo  quale  desco  era  recato  alto,  e  gridava  al 
popolo,  che  traeva  alla  piazza:  "  Dite,  viva  11  Signore,  viva  il  Signore;  che  la  gente  sua  h  ar- 
"  mata  in  piazza:  non  andate,  sarete  tutti  morti„.  Ma  poco  gli  valse,  che  pure  andarono. 
Ultimamente  combattendo  colla  gente,  ch'era  in   sulla  piazza,  e  non  essendoci  piu  del  dl,  e 

30  molti  feriti  d'una  parte  e  deiraltra,  dei  nostri  di  pietre  e  di  balestra  dal  palagio,  e  della  gente 

del  Duca,  che  era  in  piazza,   di   balestre '  e  di  lance   manesche ;  alcuni   lasciarono  i  cavalli,        /.,  vm,  62 
cio^  li  capi,  ed  intrarono  in  palagio;  altri  d'accordo  lasciando  Tarmi  e  cavalli  a  nostri,  salve 
le  persone,  si  renderono.     E  cosl,  vota  la  piazza,  fu  restata  la  zuffa. 

RuBRicA  578"  —  Come  furono  rottc  le  Stinchc,  c  cavatinc  i  -prigioni,   c  frcsi  i  falagi  dc' 
35  rettori,  c  rubata  la  camcra  del  Comune. 

Mentrech^  le  predette  cose  si  faceano,  Corso  di  messer  Amerigo  Donati  con  molti  altri, 
li  quali  aveano  in  pregione  loro  amici  e  parenti,  si  ragunarono,  e  con  molto  popolazzo  cor- 
sero  alle  Stinche,  e  quelle  coiraiuto  di  quelli  dentro  ruppono,  e  cavaronne  tutti  i  prigioni. 
Fatto  questo,  eglino  non  erano  a  lor  parere  sicuri  per  le  condannagioni  fatte  di  loro,  ed 
40  ancora  vi  erano  di  quelli  che  avieno  in  bando  de'  loro  parenti  ed  amici.  Andarono  cosi 
furiosi  alla  camera  del  Comune,  e  quella  rotta,  intrarono  dentro,  ed  ogni  scrittura  arsono  e 
stracciarono,   donde   al  Comune  ne    fu  gran   danno,  sl  perchfe   v'erano   molte   ragioni  che  '1 


I.  uornini  da  cavallo]  cavagli  A,  —  i,  a.  porta]  per  porta  A.  —  7.  e  libertA]  e  di  liberti  A,  -  erano]  ne  erano 
/1.  -  e  preste]  omm.  A.  —  9.  d'ogni  ragione  di  setta]  di  setta  d'ogni  ragione  A.  —  9-10.  vita  e  morte]  vita  o  morte 
/.  —  13.  dcU'arme]  omm.  G.  R.  —  15.  disscrgli]  dicegli  A.  —  16.  quivi]  qui  G.  It.  —  17.  e  fionde]  omm.  A.  — 
18.  ingrosserebbe]  ingrosserebbono  A.  —  20.  11  quartiore]  quel  quartiere  G.R.  —  25.  con  gll  suoi]  alli  sua  A.  — 
30.  dei  nostri]  omm.  A.  —  33.  a  nostri]  omm.  A.  —  36.  mentrccli&]  mentre  A.  —  38.  coil'aiuto  dl  quelli  dentro] 
omm,  A.  -  cavaronne  tutti  i  prigioni]  cavarono  i  prigioni  G.  R.  —  39.  parere]  placere  G.R.  —  41.  quella  rotta 
intrarono]  quella  rotta  la   porta  intrarono    G.R.  •  dcntro]  omm.  G.  R.  —  41-42.  e  stracciarono]  omm,  A. 


206  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1343] 


Comune  avea  in  piil  luoghi  ed  altri  brivilegi,  li  quali  tutti  andarono  a  niba  ed  a  fuoco.  Dopo 
quetto,  veduto  che  le  Bolognane  e  carcere  de'  rettori  avea  de'  prigioni  e  delle  scritture, 
/.,  vm,  u  che  non  erano  ancora  ite  a  palagio  o  in  camera,  combatterono'  il  pal^igio  del  Podestk,  ove 
cra  messer  Baglione,  il  qualc  si  difese  poco,  ma  come  fu  dentro  la  gentc,  trov6  alcun  suo 
amico,  che  lo  at6  a  salvarc,  cd  cgli  si  ridussc  in  casa  gli  Albizi.  Rubata  fu  la  sua  roba,  c  5 
la  Bolognana  apcrta,  e  tutti  i  Hbri  del  palagio  stracciati  cd  arsi,  c  simile  d'ogni  altro  rettore  pre- 
si  i  palagi  e  case  e  scritturc  arsi.  Fatto  qucsto  quclli  d'01trarno,  ch'crano  ancora  sbarrati,  udcn- 
do  li  cittadini  d'un  animo  cavalcarono  di  qua,  e  la  Terra  si  corse  comunemcnte  pcr  ogni  uomo. 

RuBRiCA  579'  —  Come  lo  Duca  shigottito  fece  cotisiglio,  e  -pose  la  bandiera  del  Pofolo  e  Co- 
mune  in  sulla  torre.  .  10 

Fatto  di,  la  domenica  mattina,  lo  Duca  sentendo  i  cittadini  in  concordia  tutti  contro  a 
lui,  ebbe  li  Priori,  li  quali  s'erano  ridutti  in  palagio  col  Duca  pcr  paura  per6  ch'egli  erano 
scmpre  di  quclli,  cui  egli  piii  amava,  o  fidava,  sccondochfe  cra  avvisato  da'  suoi  amici,  cd 
ebbe  con  loro  consiglio.  Li  quali  lo  consigliarono  che  subito  lasciasse  tutti  i  presi,  onde  voUe 
farc  cavalicre  Antonio  di  Baldinaccio.  Egli  dicca  non  volcre  essere  per  sua  mano.  I  Priori  15 
vollono  ch'cgli  Jl  sofferisse ;  c  cosl  fu  f atto.  Ed  uscito  di  fuori  egli  e  gli  altri  prcgioni  se 
/.,  VIII,  M  n'andarono '  allc  lor  case.  E  cosi  il  Duca  credendo  rappacificare  il  popolo,  misse  le  bandiere 
del  Popolo  c  comune  in  sulla  torrc.  Qucsto  non  bast6  al  popolo,  ma  asscrrjigHata  la  piazza 
d'ogni  parte,  e  fatte  buone  guardic,  che  niuno  non  entrasse,  n^  uscisse  di  palagio. 

RuBRiCA  580*  —  Come  li  cittadini  in  nome  del  Comune  richiesero  i  vicini  e  signori,  Comuni  20 
ed  altri  in  nome  loro  fro-prio,  ed  il  soccorso  che  venne,  e  quello  segut. 

II  sabato  s'era  scritto  in  nome  di  Comune  a  tutti  i  Comuni  vicini  e  Conti,  che  mandas- 
Bcro  gcnte  allo  aiuto,  salvochfe  a'  Pisani.     Ma  certi  cittadini,  li  quali  erano  a  Pisa,  stati  ru- 
belli  del  Comune  di  Firenze,  come   adietro  h  narrato,  li  quali  per  la  pace  dcl   Duca   crano 
tornati  a  Firenze,  in  loro  spezialtk  mandarono,  senza  saputa  degli  altri.     Li  quali  cittadini  fu-  25 
rono  questi: 

Mcsser  Picro,  lacopo       1  ,.  ^.,. 

-,  „  .,       jdi  Filippozzo 

Messer  Gerozzo,  Andrea  I  ^^ 

Simone  di  Geri,  tutti  della  grande  Casa  de'  Bardi 

II  priore  di  San  lacopo,  cio^  mcsser....  30 

Messcr  Agnolo  Giramonte,  tutti  dei  Grandi  e  dclla  famiglia  de'  Frescobaldi. 

/..  viu.  6S  La'  domcnica  vegnente  giunse  lo  soccorso  de'  Sanesi:  300  uomini  di  cavallo  e  400  ba- 

lcstrieri  ed  ambasciadori,  savi  uomini  sanesi  con  loro.     Da  Sanmignato  del  Tcdesco  vennono 
2000  pedoni,  da  Prato  500  fanti.    Lo  conte   Simone  e  Guido  da  BattifoUc,  le  loro  persone 
con  400  fanti,  e  dello  contado  da  loro    e  richiesti  da'  cittadini  innumerabili  contadini.     Alli  35 
sopraddctti,  che  stati  erano  a  Pisa  richiesti  senza  volontk  degli  altri,  vennono  da  Pisa  400  uo- 
mini  di  cavallo,  e  come  furono  alla  Lastra  a  Malmantile,  significarono  loro  venuta.     Questo 


1.  altri]  cmm.  A.  -  Vi.  quall]  che  A.  -  andarono . . . .  Dopo]  andarono  male.  Dopo  A,  —  2.  le  Bolognane]  nella 
Bolognana  /.;  /«  /ex.  del  testo  e  qutlla  di  G.  R.  ed  A.  —  6.  Bolognana]  Volognana  A.  -  stracciati  ed  arsi]  ar- 
lono  A,  ~  ij.  per6]  omm.  G.R.  —  15.  dicea....  I  Priori]  dicea  non  volea  per  sua  mano  esser  cavalierl.  I  Priori 
C»  R-  —  19'  di  palagio]  di  palagto  segu\  guanto  afprtiso  I.  (k  u»^ aggiunta  di  I.  che  ka  ritemito  qui  il  testo  la- 
cmmoto)  —  39.  Casa]  famigUa  G,  R,  —  31.  tutti....  Frescobaldi]  tutti  della  famiglia  e  de'  Grandi  della  Casa  de' 
Frescobaldi  G.  R.  —  33.  uomini  di  cavaUo]  cavagli  A.  —  33.  rennono]  omm.  A.  —  34.  fanti ....  le  loro]  fanti 
Conti  da  Battifolle  le  loro  A.  -  35.  contadinl]  gente  A.  —  36-37.  uominl  di  cavallo]  cavagli  A.  —  37.  a  Malman- 
tile  [omm.  A. 


[A.  1343]  CRONACA  FIORENTINA  207 


sentitosi,  dispiacque  airuniversitk  per  due  cagioni :  Tuna  per  Tantica  nimicizia  e  per  la  nuova 
amicizia  del  Duca,  ed  appresso  per  quegli,  a  cui  petizione  erano  venuti.  Onde  fu  subito  man- 
dato  a  dire  che  il  Comune  non  avea  mandato  per  loro,  ch'egli  si  tornassero,  che  non  era  di 
bisogno  loro  servigio.  Cosl  fecero  quelli  della  Lastra,  Pontormo  e  gli  altri  da  Montelupo, 
i  ch'aveano  sentito  del  morso.  Di  mozzo  udendo  non  essere  a  posta  del  Comune,  e  non  esser 
ricevuti,  diventarono  arditi,  ed  assalirgli,  e  feciono  loro   gran  danno,  ed  uccisero  e  presero. 

RuBRiCA  581*  —   Come^  Arezzo  e  Pistoia  si  ribellh,  e'  ciitadini  di  Firenze  che  v'erano  dentro       /.,  vm,  5» 
renderono  i  casscri  ed  altre  castella  e  Terre. 

In  questi  tempi  che  le  cose  si  faceano  a  Firenze,  si  rubello  Arezzo  dal  Duca  e  da'  Fio- 

10  rentini;  ed  il  casteliano   che  tenea  il  castello,  fatto  per  Fiorentini  forte  e  ben  guernito,  rendfe 

Guelfo  di  messer  Bindo  de'  Buondelmonti  cittadino  di  Firenze. 

Castiglione  Aretino  renderono  a'  Tarlati  Andrea  di  Tingo  de'  Bardi  e  lacopo  di   Laino 

de'  Pulci.     Questi  due  erano  castellani  in  Castiglione.     Furono  biasimati  tutti  e  tre  questi,  il 

facessero  per  danari.     La  veritk  eglino  il  sanno  meglio  di  me ;  io  gik  non  lo  affermo. 

15  Pistoia  si  rubello  da'  Fiorentini;  e  nel  castello  era....  il  quale  avuto,  fu  disfatto  il  ca- 

stello,  fatto  per  lo  Comune  di  Firenze.    E  ripresersi  Seravalle  i  Pistolesi,  come  loro  cosa. 

Santa  Maria  a  Monte    i  .    .      ,    „ 

,,         m       !•  }  questi  si  rubellarono. 

Monte  Topoh  |  ^ 

Volterra'  si  rubello,  e  tolsela  sotto  messer  Attaviano  de'  Belforti.  /.,  vm,  6? 

o       .'   .  }  questi  si  rubellaro,  e  disfeciono  il  cassero,  e  tornarono  a  liberta. 

oangmugnano    J 

RuBRicA  582*  —  Come  i  Fiorentini  feciono  farlamento,  e  riformarono  la  Terra  fer  tutto  set- 
tembre,  data  baUa  a  14.  cittadini. 

Lunedi,  a'  di  28   di  luglio,  si   ragunarono  i  cittadini,  e   feciono   bandire  parlamento,    lo 
25  quale  si  tenesse  in  S.  Riparata,  ed  a  cio  ragunare  feciono  sonare  le  campane  del  palagio  del 
Podesta.     E  qui  di  comune  concordia  fu  diliberato  quattordici  cittadini,  sette  popolani  e  sette 
Grandi  a  riformare  Firenze,  come  a  loro  piacesse  per  tutto  settembre  1343.     Questi  cittadini 
si  ragunavano  al  vescovado  insieme  col  vescovo;  cio  furono  questi: 


Messer'  Agnolo,  vescovo  di  Firenze 

Messer  Ridolfo  de'  Bardi 

Messer  Pino  de'  Rossi 

Sandro  Bigliotti 

Messer  Giannozzo  Cavalcanti 

Messer  Simone  de'  Peruzzi 

Filippo  de'  Magalotti 

Messer  Giovanni  de'  Gianfigliazzi 

Bindo  di  messer  Oddo  Altoviti 

Messer  Testa  de'  Tornaquinci 

Marco  degli  Strozzi 

Messer  Francesco  da'  Medici 


I.  sentitosi]  sentisse  G.  R.  —  J.  del  morso  di]  de'  morsi  del  A,  —  6.  gran  danno  ed  ucclsero  e  prcsero]  gran 
danno  e  vergogna  A.  —  9.  tempi]  temporali  G.R.  —  13-14.  e  trc...  facessero]  c  trc  chc  lo  facessono  A.  — 
15.  sl  rubell6  dai  Fiorentini]  si  rubeU6,  e  da'  Fiorentinl  G.  R.  —  15-16.  Florentini. ...  c  rlprescrsi]  Fiorentinl  e 
fu  dato  il  castello,  11  quale  avuto  fu  disfatto;  e  ripresonsi  A.  —  16.  i  Pistolesi]  omm.  A,  —  19.  tolsela]  recoselasi 
G.  R.  •  sotto]  omm.  A.  —  25.  Riparata]  Liperata  A.  -  del  palagio]  omm.  A,  —  38.  Insleme... .  questi]  omm,  G.  R.  — 
32.  Sandro  Biliotti]  Sandro  di  Cenni  BigUotti  /.;  Biliottl  A. 


/.,  VIII,  M 


208  CRONACA  FIORENTINA  lA-  1343] 


Bindo  di  messer  Biligiardo  Tosinghi 
Messer  Talano  degli  Adimari 
Messer  Bartolo  de'  Ricci. 

E  con  loro  ebbono  ad  csser  rogati  delle  scritture  due  notai,  li  quali  furono  questi: 

Ser  Guido  Gili  Arsoli  3 

Ser  Ugolino  di  ser  Tonto  da  Gambassi. 

Costoro  ragunandosi  elcssero  per  podest^  il  marchese  da  Varliano,  messer  Giovanni,  e  per- 
/.,  v.ii.  0»       chfe'  non  era  presente,  diedono  balla  a  sei  cittadini  infino  alla  sua  venuta.  Li  quali  furono  questi: 

Messer  Berto  di  messer  Stoldo  Frescobaldi,  grande 

Taddeo  deirAntella,  popolano  M 

Nepo  degli  Spini,  grande 

Pagolo  Bordoni,  popolano 

Messer  Francesco  Brunelleschi,  grande 

Antonio  di  Lando  degli  Albizi,  popolano. 

Questi  eletti  in  luogo  del  Podesti  Marchese,  che  si  aspettava,  doveano  stare  in  palagio  15 
del  Podestk,  ed  avieno  300  fanti  alla  guardia.    Li  quali  aveano  balia  solo  di  ruberla,  o  di  forze, 
o  di  chi  attentasse  contro  libert^,  di  fatto  sommariamente  in  avere  e  in  persona  punire,  sic- 
come  a  tutti,  o  le  due  parti  di  loro,  paresse.     Nondimeno   Tarme   s'usava,  e  die   e  notte  si 
saettava  nel  palagio  al  Duca;  ed  il  popolo  cercava  gli  uficiali  del  Duca  se  aveano  arme. 

RuBRicA  583*  —  Come  furotio  trovati  uficiali  del  Duca,  e  quello  che  nc  fu  fatto.  20 

Mentrechfe  il  popolo  di  Firenze  assediava  il  Duca,  e  combatteano  il  palagio  per  la  liberta 
della  cittk,  furono  trovati  alcuni  uficiali  del  Duca,  ci6  fu  un  notaio  ed  alcuni  famigli  del 
/.,  VIII,  70  Conservadore,  i  quali  a  furore'  di  popolo  furono  morti.  Messer  Simone  da  Norcia,  iudice  delle 
ragioni,  il  quale  molti  cittadini  avea  condannati  per  suo  uficio,  e  nel  tormentare  pare  che  fusse 
crudele  pifi  non  si  richiedeva,  e  fece  tagliare  il  capo  a  molte  persone,  e  similmente  fu  fatto 
a  lui.  II  capitano  della  famiglia  del  Duca,  ch'era  un  napoletano,  ed  era  notaio,  ancora  preso, 
fu  ^dlmente  spezzato.  Ser  Arrigo  Fei,  lo  quale  era....  sopra  le  gabelle  diputato  dal  Duca, 
uomo  astuto  ed  a  trovare  ed  a  ricercare  il  frodo,  si  fuggiva  vestito  come  frate,  ed  uscendo 
fuori  delle  porte  della  citt^  fu  conosciuto,  e  fu  morto.  Di  che  i  fanciulli  della  cittk  lo  presero, 
e  stracciatigli  li  panni,  strascinato  da  loro  per  la  cittk,  e  poi  recato  in  sulla  piazza,  il  popolazzo  30 
lo  'mpicc6  per  i  piedi  in  su  una  forca,  e  spararonlo,  come  fosse  un  porco.  E  piii  altri  della 
sua  brigata  capitarono  male. 

RuBRiCA  584*  —  Come  si  fece  Vaccordo   del  duca   d'Atene  e  li  cittadini  di  Firenze;  fer  la 
quale  coticordia  diede  il  conservadore  ed  il  figliuolo  al  fofolo. 

L'anno  predetto  e  mese  d'agosto  il  primo  di,  essendo  in  Firenze,  come  detto  h,  gli  am-  35 
basciadori  da  Sienei,  e  menando  accordo  col  vescovo  e  con  gli  14  cittadini  della  balia,  eglino 


JD 


I.  Biiigiardo]  Blgiiardo  /.  —  4.  ebbono....  scritture]  ebbono  due  notai  per  essere  rogati  delie  scritture 
A.  —  s.  GUi]  di  Giiio  /.  -  Gili  Arsoli]  GUi  da  Arsoll  A.  —  7.  Variiano]  Valiano  /.  —  9.  Stolao]  Istoldo  A.  — 
I».  popolano]  omm.  G.  R.  —  16.  300]  joo  G.  R.  —  19.  se  aveano  arme]  omm.  G.  R,  —  32.  furono]  fu  A.  -  aicuni] 
a'  lioni  /.  -  cio  fu]  omm.  A.  —  34.  il  quale]  clie  A.  —  34-26.  suo  uficio....  li  capitano]  suo  uficio,  raa  parve 
che  nel  tormentare  stendesse  la  mano  pi6  clie  non  richledeva  ragione  o  usanza,  similraente  fu  tagliato.  II  capi- 

tano  G.  R.  —  37.  spezzato]  ammazzato  A.  -  era ]  A.  non  segna  la  lacuna  —  28.  il  frodo  si  fuggiva]  il  frodo  di 

esse  lo  quale  si  fugglva  G.  R.  —  39.  deile  porte]  della  porta  A.  -  della  citta]  omm.  G.  R.  —  30.  strascinato]  stra- 
acina  A,  -  citti ....  piazza]  citti  e  mercato,  in  sulla  piazza  A. 


1 


lA.  1343]  CRONACx\  FIORENTINA  209 

voleano  trarre  il  Duca,  salvo  lui'  e  suoi  arnesi  e  compagnia.     II  popolo  si  turbava  forte,  ma       /,,  vui,  7i 
per  alturita  e  balia,  che  aveano  data  a'  predetti,   rimase  che  non   feciono  villania  a'  Sanesi 
ambasciadori.     Poi  si   recarono  a  dire  che   voleano  il   conservadore   ed  uno  suo   figliuolo   e 
messer  Ciritieri,  gli  altri  se  n'andassero.     Di  che  trattando  col  Duca,  questo  non  fu  per  Uii 

5  mai  acconsentito,  se  non  quando  la  brigata  de'  Borgognoni,  ch'erano  con  lui  in  palagio,  dis- 
sero  ch'eglino  non  erano  acconci  a  morire,  poich^  '1  popolo  si  acchetava,  e  salvava  gli  altri, 
e  che  cosi  volieno,  fosse.  II  Duca,  temendo  de'  Borgognoni,  ch'erano  tanti,  che  lo  averebbono 
potuto  sforzare,  si  assend  di  darlo.  Ed  essendo  il  romore  appife  della  porta,  e  fatti  i  patti  di 
non  saettare  niuno,  n^  offendere,  appiede  d'essa  porta  vennono  Altoviti,  Medici,  Rucellai  ed 

0  altri  assai,  cui  avea  i  loro  condannati  a  morte,  e  fu  gittato  fuori  della  porta  il  figliuolo  del 
conservadore,  il  quale  avea  18  anni  ed  appresso  lo  conservadore.  II  popolo  bestialmente 
straziando,  e  tagliando  questi,  chi  con  un  pezzo,  e  chi  con  un  altro  n'andava  via,  e  chi  ne 
mangiava,  e  chi  ne  mordea,  che,  secondochfe  si  legge,  in  inferno  non  si  fa  peggio  di  un'anima. 
Ed  assai  vituperevole  cosa  era  a  vedere.   E  tale  fu  la  tirata  dietro  a  costoro,  che  messer  Ci- 

5  ritieri  non  f u  con  furia  chiesto,  ch'era  impromesso,  o  per  volontk  di  Dio,  o  che '  pure,  perchfe       /.,  vin,  7j 
era  da  Firenze,  vi  fossero  di  quelli  che  attutassero  il  popolo,  come  i  parenti  o  altri,  tale  che 
sopravvegnente  la  notte,J  parenti  ed  amici  suoi  il  cavarono,  ed  insieme  con  gli  ambasciadori 
sanesi  per  modo  che  salvo  fu,  e  levoglisi  d'addosso  la  furia,. 

RuBRiCA  585*  —  Come  il  Duca  quoth  il  Comune  di  FirenzBy  e  rifatto  la  signoria  -per  ogni 

0  modo,  e  andossene. 

L'anno  predetto  e  dl  3  d'agosto  si  fermo  raccordo  de'  cittadini  di  Firenze  col  Duca, 
il  quale  a  volontk  delli  detti  cittadini  diputati  fece  ogni  sacramento  e  scritture,  le  quali  il 
Comune  volle,  e  promisse  di  rinunziare  la  signoria,  innanzichfe  uscisse  del  paese,  fuori  de' 
confini  del  contado  e  distretto  di  Firenze.  E  cosl  investi  lo  palagio  agli  ambasciadori  sanesi 
ed  agli  uficiali  del  Comune,  e  a'  dl  6  del  detto  mese  di  notte  s'uscl  accompagnato  da'  cit- 
tadini  sanesi  e  fiorejitini  e  dal  conte  Simone  per  le  vie  di  Casentino,  ove  nelle  terre  del 
Conte  rifiuto,  come  promesso  avea.  Malvolentieri  il  f ece ;  ma  lo  Conte  disse :  "  Voi  sapete 
"  quello  avete  promesso,  ed  io  cosi  vi  tolsi  a  guidare  salvo;  se  voi  non  servate  a  me  ed  al 
"  Comune  quello  avete  promesso,  io  non  v'offender6,  nfe  non  vi  costringero  altrimenti  a  ci6, 
"  ma  io  vi  rimenero'  in  Firenze,  e  voi  poi  fate  col  popolo,  come  a  voi  parrk  „.  Quando  lo  Duca  /.,  vm,  73 
intese  il  tornare  a  Firenze,  non  gli  piacea.  Allora,  e  con  iscrittura  e  con  sacramento,  osserv6 
quello  che  promesso  avea,  come  lo  Conte  seppe  fare  scrivere.  E  per6,  lettori,  sievi  a  me- 
moria  le  discordie  de'  vostri  cittadini,  Tuno  coiraltro;  chfe  le  gioie,  che  si  donano  nelle 
discordie  sono  istrani  signori,  che  ne  portano  le  persone  e  Tavere;  h  meglio  pacificarsi  insieme 
\  e  non  avere  discordia,  che  tiranno  dopo  discordia,  e  poi  la  pace,  ma  prima  Tonte  si  perdo- 
nino  con  poco  danno  e  sanza  tiranno,  che  pure  alla  fine  si  fa  pace;  e  megUo  6  pace  di  poca 
ingiuria,  che  d'as8ai  a  suo  maggior  danno.  E  Iddio  cosl  prometta  in  Firenze  ed  in  ogni  luogo 
per  sua  grazia.  Rimasa  la  citt^  di  Firenze  libera  ed  apertesi  le  botteghe  e  diposta  rarme 
e  pacificati  i  cittadini,  si  rallegravano  insieme,  ed  attendevano  a'  loro  fatti. 

1  RuBRicA  586*  —  Siccome  la  citth  si  riformb  d' ufici,  e  divisesi  a  quartieri. 
Come  lo  Duca  fu  ito  via,  li  14  cittadini  collo  Vescovo  insieme  si  ristrinsero  a  riformare 


2.  alturiti]  anniti  G.  /?.;  autorita  /.  -  rimase]  rimasono  B.  —  6.  poichi]  per  poichb  A.  —  8.  si  assenti] 
consentl  A.  —  ii.  straziando]  stracciando  A.  -  &  tagliando  questi]  e  questi  tagliando  A.  •  via]  omm.  A,  —  13.  e 
chl  ne  mordea]  omm.  A.  —  15.  o  che  pure]  o  per  chi  pure  A.  —  16.  atutassero]  aiutassero  /.  —  18.  c  lcvoglisi 
d'addosso  la  furia]  omm.  G.  li.  —  36.  per  le  vie  di]  per  la  via  del  G.  R.  —  aS.  promesso]  »mm.  G.  R.  —  30.  rime- 
nero]  rimerr6  G.  R.  —  32.  sievi]  sia  G.  R.  —  34-3S'  e  l'avere....  e  non  avere]  e  l'avere  e  poi  trafitti  cacciano  11 
•Ignore  e  pacificanti  insieme;  megllo  6  non  avere  G.  R.  —  37,  prometta]  perraette  G,R,  —  38.  dlposta]  riposta  G,R, 

T.  XXX,  p.  I  -  14. 


210  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1343] 

•  

U  Terra,  e  pratlcato  collo  consiglio  dei  Grandi  e  popolani  graBsi  e  con  gli  artefici  piii  ragio- 
/.,  viu,  74    namenti,  che  parvero  trnttati,  perocchfe'  i  Grandi,  che  furono  principali  a  volere  liberta,  vo- 
leano  parte  in  ogni  uficio.    Le  famiglie  Vasscntiano,  il  popolo  non  parea  per  lo  Priorato,  ma 
pure  per  la  pace  ed  unione  B^assentl  che  d'ogni  cosa  avessero  parte.     E  perchfe  erano  pochi 
sei  Priori,  uno  per  sesto,  ed  a  mettcrvi  i  Grandi  parve  di  crescere  il  numero  de'  Priori,  ed    | 
appresso  a  crescere  il  Priorato  non  vedieno  bene  il  modo  a'  Grandi.   Ed  ancora  v'era  un  ri-    i 
spetto,  che  la  Terra  si  reggea  a  sesti ;  ed  Oltrarno,  ch'era  piii  che  quarto,  non  che  sesto,  avea    j 
il  sesto  degli  ufici,  e  pagava  bene  piu  che  'I  quarto  danaio  della  gravezza;  sicche  computato    j 
ogni  cosa,  parve  il  meglio  si  recasse  a  quartieri,  e  cosl  diliberato  fu.     La  tassa  della  citt^     - 
era  centomila  fiorini  a  gravezza,  la  quale  era  tassata  per  sesto  in  questo  modo,  ciofe:  1( 

Oltrarno  avea  de'  centomilia fior.  28  m. 

San  Piero  Scheraggio „      23  m. 

Borgo  n'avea ,      12  m. 

San  Brancazio  n'avea ,      13  m.  i 

Porta  del  Duomo ,      11  m.  H 

Porta  San  Piero ,     13  m. 


I 


Di  che  parea  bene  si  recasse  a  quartieri  gli  ufici,  acciocch^  non  fosse  ingannato  d'ufid 

Oltramo.     Li  quartieri  si  feciono  in  questo  modo  divisi,  ciofe,  e  con  questi  segnali,  li  quali 

/.,  VIII,  7i    parve  convenirsi  bene  alle  chiese  de'  quartieri  nominati  per  le  chiese.     II  quartiere  di  S.'  Spi- 

rito  fu  tutto  Oltramo,  e  per  insegna  il  campo  azzurro  ed  entrovi   una  colomba  bianca   con  2( 
gli  raggi  del  S.  Spirito  in  becco.     S.  Croce  fu  il  secondo  quartiere,  perchfe  S.  Piero  Sche- 
raggio  era  il  secondo  sesto,  e  fu  sua  insegna  il  campo  azzurro  e  la  croce  d'oro.     I  suoi  confini 
furono  questi,  cio^  dalla  via  ad  Amo,  come  trae  dalla  maestra  via  del  Ponte  Vecchio  intino 
a  Mercato  nuovo,  ed  Orto  S.  Michele  per  S.  Martino,  e  per  la  via  di  S.  Brocolo  tirando  suso 
diritto  fino  a  Porta  Guelfa.     S.  Maria  Novella  fu  il  terzo  quartiere,  il  quale  per  insegna  fu  25 
diliberato  avesse  il  campo  azzurro  ed  il  sole  con  gli  raggi  d'oro.     Li  confini  furono  questi: 
ciofe,  dal  Ponte  Vecchio,  suso  per  mercato  nuovo  e  vecchio  e  giii  da  Ferravecchi,  e  prendere 
da  S.  Piero  cieloro  di  drieto  a  S.  Michel  Berteldi,  e  per  la  via  di  Cenni  alla  Piazza  vecchia 
di  S.  Maria  Novella  e  la  Scala  ed  Ognissanti,  e  tomare  lungo  TAmo.     S.  Giovanni  fu  raltro 
quartieri,   lo  quale   fu  tutto   lo   rimanente  della   citt^  non   contato   nelli   detti  tre   quartieri.  3' 
L'arme  sua  fu  questa:  il  campo  azzurro  e  la  cappella  di  S.  Giovanni  ad  oro  con  due  chiavi. 
Diliberati  i  quartieri,  furono  a  fare  i  Priori,  e  furono  dodici,  ciofe  quattro  Grandi  e  otto  po- 
polani,  ed  in  iscambio  de'   dodici  si  recarono  a  otto,  che  furono  quattro  Grandi  e  quattro 
popolani. 


/.,  vin,  T»    RuBRicA  587*'  —  /  Pfiori  frimi  delFuficio  di  liberta  sccondo  il  loro  qttartieri: 

quartiere  di  S.  Spirito. 


Zanobi  di  messer  Lapo  dei  Mannelli,  Grande 

Sandro  di  Simone  da  Quarata 

Niccol6  di  Cione  Ridolfi 

Messer  Razzante  de'  Foraboschi,  Grande 

Borghino  Taddei 

Naatagio  di  Bonaguida  del  Tosino. 


quartiere  di  S.  Croce. 


3.  che  parvero]  parvero  A  —  ^.  non  che  sesto]  omm.  A  —  lo.  la  quale  era]  omm.  A  —  14.  n'arett]  omm.  A  — 
33.  vUad  Arno]  vla  Arno  G. /?.  —  a6.  avesse]  omm.  G.U.  —  37.  Ponte  Vccchio.. ..  Ferravecchi]  Pontevecchlo  e 
tlrare  giuso  tra  Ferravecchi  G.  R.  —  28.  cleloro  di  drieto]  coelorum  dlriHo  G.  R.  —  36.  del  Manelll]  dei  ManegU 
A  -  Grande]  /a  /aro/a  i  cancellata  in  A   —  39.  Grande]  $crUto   e  cancellalo  in  A  —  41.  di]  omm,  G.  R. 


[A.  1343]  CRONACA  FIORENTINA  211 


quartiere  di  S.  M.  Novella. 
quartiere  di  S.  Giovanni. 


Ugo'  di  Lapo  degli  Spini,  Grande 

Messer  Marco  dei  Marchi 

Antonio  d'Orso 

Messer  Francesco  di  Lapo  Adimari,  grande 

Neri  di  Lippo 

Bellincione  d'Uberto  degli  Albizi 

Ser  Francesco  Lapi,  lor  notaio. 

Gli  otto  consiglieri  in  luogo  de'  dodici  furono  questi: 

Bartolo  di  messer  Ridolfo  de'  Bardi,  quartiere  di  S.  Spirito 

Messer  Ciampolo  de'  Cavalcanti,  quartiere  di  S.  Croce 

Nepo  degli  Spini,  quartiere  di  S.  M.  Novella 

Beltramo  de*  Pazzi,  quartiere  di  S.  Giovanni 

Adoardo  Belfredelli,  quartiere  di  S.  Spirito 

Messer  Francesco  di  messer  Lotto  Salviati,  quartiere  di  S.  Croce 

Piero  di  ser  Feo  da  Signa 

Pietro  Rigaletti,  quartiere  di  S.  Giovanni 


Grandi. 


Popolani. 


1]  Grande]  scritto  t  cancellcUo  in  A  —  j.  del  omm.  A  —  7.  Ser....  notalo]  omm.  A  —  14.  dl  messer  Lotto] 
omm,  A  —  17-19.  Fatta  ladetta....  di  bisogno]  omm  G.R, —  29.  influenzia]  infruenzla  A  —  30.  cosl  dolce  citti 
e  concordia]  cose  dolci  citta  e  concordia  ./4 ;  cose  dolcl  gitta  e  concordia  G.R.;  cose  dolci  gittaro  e  nella  con- 
cordia  /.  J.a  lexione  di  I  e  una  correzione  della  lezione  di  G.  /?.,  come  I.  avverte  in  nota;  io  mi  sono  permesiQ  df 
correggtre  la  lezione  di  A,  variando  semflicemente  la  desinenza  i  in  e  ed  e  in  l  —  39.  dovere]  omm.  A, 


I.,  vui,  7T 


Fatta  la  detta  eletione  del  priorato  e  degli  otto  consiglieri,  si  furono  messi  in  palagio 
con  grande  onore,  e  li  Quattordici  col  vescovo  si  tornarono  al  vescovado,  e  lasciarono  il  pa- 
lagio  a'  priori,  ed  eglino  attesono,  al  vescovado,  airaltre  cose  che  videro  essere  di  bisogno. 

JO  RuRRicA  588*  —  Cotne'  i  Fiorentini furom  in  arme,  e  cacciaronoU  Grandi  di  falagio  e  de-       /.,  vni,  78 
gli  ufict. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  settembre  avvennono  molte  cose.  Siccome  Tuomo  dice  che 
sempre  Tuomo  soffera  meglio  il  male  che  il  bene,  stando  la  cittk  in  tanta  posa  e  concordia 
ed  allegrezza  d'essere  tornata  a  libertk,   non  seppono   godere  il  bene   che  avieno,   e  dissesi 

3  che  questo  pacifico  stato  doveano  li  Grandi  piu  magnificare,  e  contentarsi  che'  popolani,  ch'e' 
erano  picciolo  numero,  quasi  meno  di  mille  e  li  popolani  ventimila,  ed  avieno  i  Grandi  mezzo 
ogni  uficio,  salvoch^  avieno  il  terzo  del  Priorato,  o  che  superbia  non  volesse  essere  quieta, 
o  che  destino  fosse,  che  Marte,  significatore  della  cittk  di  Firenze,  ed  il  segno  del  lione,  in 
che  era  rascendente  nella  esaltazione  del  sole,  alla  nativitk  della  nostra  cittk  desse  influenzia 

0  di  non  riposarsi,  quale  si  fosse  la  cagione,  gli  scandoli  in  cosl  dolce  cittk  e  concordia  missero 
la  coda  li  malvagi  ed  antichi  serpenti,  nimici  della  umana  spezie,   chfe  li  Grandi  comincia- 
rono  a  fare  in  cittk  ed  in  contado  forze  ed  istorsioni  per  libertk  d'ufici  che  avieno.     Impe- 
rocchfe  considerato,  che  in  ogni  uficio  era'  per  metJi,  eglino  non  lasciavano  vincere  i  partiti,       /.,  vni,  7» 
che  si  vincono  per  le  due  parti.     Chi  aveva  affare  agli  ufici,  se  non  portava  presenti  a  casa 

5  li  Grandi,  uficiali,  e  non  si  sottomettea  loro,  non  avea  cosa  che  addomandasse.  Dairaltra 
parte  li  Grandi,  popolani,  ed  usi  di  minestrare  a  loro  posta  gli  ufici,  ed  avere  compagnia  di 
uomini  che  valieno,  e'  voleano  la  loro  parte,  e  da  loro  si  rimovea  in  parte  la  simonia  e  pre- 
senti  sdegnavano  forte.  Poi  gli  artefici,  che  non  mai  si  conobbono,  parea  loro  avere  fondato 
il  mondo,  perchfe  erano  stati  favorevoli,  e  parea  loro  dovere  avere  piii  parte.     Li  grassi  po- 

0  polani  stimando  di  dire:  *  S'io  ar6  per  compagnia  uno  artefice,  egli  mi  sark  suggetto,  0  reve- 


212  CRONACA  FIORENTINA  (A.  1343] 


•rente,  e  fark  quello  vorr6,  ed  ancora  non  lo  arb  per  metk,  chfe  se  non  fark  quello  vorr6, 
•  non  saranno  tanti,  che  mi  rompano  in  mano  la  f accenda  „ ;  mescolando  i  Grandl  loro  superbie 
negli  ufict  e  nelle  accuse  dei  cittadini  per  l'antiche  ingiurie   d'e8ser  fatti  de'  Grandi  per  gli 
popolani  grassi.    E  per  le  sopraddette  ragioni  cominciarono  i  popolani  grassi  a  trattare,  c 
nel  trattato  intervcnnero  alcuni  de'  popolani  Priori  e  degli  otto  consiglieri,  e  cosl  indussero     3 
il  Vescovo,  che  fu  buonissimo  uomo,  ma  con  poca  fermezza,  e  chi  prima  il  pigliava  con  sua 
ragione,  lo  si  tenea  dal  suo  lato.    E  questo  si  vide  in  ogni  suo  processo,  perocchfe  quando  lo 
/.,  »ia,  M    Duca  fu  eletto,'  egli  fu  favorevole  per  gli  suoi  consorti,  ch*erano  falliti  per  non  esser  costretti; 
poi  alla  sua  cacciata,  perch^  era  informato  dagli  uomini,  che  non  era  buona  signoria,  e  nelle 
prediche  il  lodava  prima  pii  che  Dio,  poi  quando  fu  cacciato,  gH  furono  date  le  chiavi  della  10 
cittk,  ed  egli,  come  signore  onorato,  e  fece  secondo  fu  lusingato.     Nel  parlamento  dife  balla 
a  14  dttadini,  mezzo  Grandi,  sicchfe  ancora  nello  squittino  che  si  fece,  lo  quale  ordin6  con 
gli  Quattordici,  furono,  come  fu  lusingato,  uomini  della  volonti  de'  Grandi,  che  furono  per 
quartieri  17  popolani  e  8  Grandi.     Sicch6  come  aU'altre  cose  si  pieg6,  cosi  a  questa  si  Iasci6 
varare,  e  f u  la  discordia  lui  capo.    Cosl  inf ormato,  avendo  ancora  balla,  pales^  agli  Quattordici  1 5 
che  non  era  bene  che  li  Priori  vi  fossero  Grandi.     Lo  scandolo  mont6;  quelli  il  rivelarono 
ai  Bardi,  quelli  cominciarono  a  crucciarsi;  ed  ultimamente  tenuto  consiglio  di  ci6  co'  Grandi 
e  co'  popolani  grassi  e  con  artefici,  lo  Vescovo  con  gli  Quattordici  ultimamente  non  accon-    M 
sentendo  i  Grandi,  lo  scandolo  venne  tanto,  che  li  Grandi  mandarono  di  fuori  per  aiuto,  ed    " 
il  popolo  sentendolo  si  misse  in  arme,  e  corsero  alla  piazza,  e  missero  fuoco  alla  porta  del  20 
palagio.    Li  Priori  scusavano  li  Grandi.    AII'  ultimo  fu  per  f orza  f atta  concordia,  e  rimessi  in 
casa  loro  i  Grandi,  e  tratti  dello  uficio  de'  Priori  e  degli  otto  consiglieri.     Questa  fu  la  con- 
cordia  cosl'  poco  durata,  ciofe  infino  a'  di  22  di  settembre  MCCCXLIII. 

RuBRiCA  589'  —  Come  si  riformh  Vuficio  de^  Priori,  e  fecersi  i  dodici  buoni  uomini. 

Come  li  quattro  Priori  furono  fuori,  e  levati  li  quattro  Grandi  degli  otto  consiglieri,  li  25 
Priori  elessero,  oltre  a'  quattro  consigUeri,  otto  altri;  sicch6  si  torn6  il  numero  de'  dodici 
Buoni  Uomini,  come  innanzi  al  Duca  erano.  Ed  elessero,  senza  aggiugnere  al  priorato  niuno 
uomo,  uno  de'  Priori  per  gonf alonieri  di  giustizia,  ci6  f u  Sandro  da  Quarata ;  e  li  Quattordici 
col  Vescovo  U  confermarono.  E  poi  elessero  sedici  gonfalonieri,  quattro  per  ogni  quartieri 
ed  il  consiglio  del  popolo  coUe  capitudini,  pure  li  Priori  e  le  capitudini,  e  missero  in  consiglio  30 
75  uomini  per  quartieri.  Ed  ogni  legge  ed  ogni  statuto  rimase;  a'  Signori,  e  a'  Dodici  e  a' 
gonfalonieri  ed  al  consiglio  la  guardia  della  Terra. 

RuBRiCA  590*  —  Come  messer  Andrea  dcgli  Strozzi  volle  essere  signore  di  Firenze. 

L'anno  predetto  e  mese  di  settembre  a'  di  23  fu  novitk  neUa  cittk  di  Firenze  per  un 

cavalieri  degli  Strozzi,  lo  quale  si  chiamava  messer  Andrea  di lo  quale,  credo,  che  '1  35 

/.,  viu,  ti  muovesse  piuttosto  sempUcit^,  o,  forse'  pazzia  che  altro.  Essendo  sommossa,  ed  egli  sommo- 
vendo,  perch6  'I  grano  era  caro,  la  minuta  gente,  dicendo  loro  di  far  loro  buona  derrata  di 
grano,  la  qual  cosa  6  il  disiderio  de'  poveri,  ragun6  seco  circa  quattromila  tra  scardassieri 
e  gente  minuta  e  povera.    E  con  queirarme  che  avieno,  che  non  era  molta,  corsono  la  Terra; 


I.  non  lo  ar6]  non  l'ho  aruto  A  —  8-10.  il  fasso  i  evidentemente  alterato;  forse  fotreblc  essere  rcstituito  nel 
tnodo  seguenie:  per  non  essere  costretti  a  fagare,  e  nelle  prediche  il  lodara  priraa  piu  che  Dio;  poi  alla  sua  cac- 
ciata,  perchfc  era  Infonnato  dagll  uomini  che  non  era  buona  signoria, /«  contrario;  e  gii  furono  date  —  ij.  ya- 
rare]  ratare  G.  R.;  voltare  /  -  lul  capo]  capo  egll  G.  R.  —  16.  bene]  buono  G.  R.  —  17.  quelli]  questi  /—  18.  ul- 
tlmamente]  omm.  I.  —  21.  tratti]  tratto  A  —  27.  erano]  furono  A  -  30.  pure  li  Priori  e  le  capitudini]  omm.  G.  R. 
—  3^.  ogni]  omm.  A  —  35.  si  chiamava]  aveva  nome  A  -  credo  che  '1]  credo  lo  ^  —  36.  sempUciti,  0]  sempUcitA 
e  G.R,  —  38.  k  il  disiderio]  e  il  disidero  A;  o  M  dislderio  G,  R. 


[A.  1343]  CRONACA  FIORENTINA  213 

costul  a  cavallo  armato,  ed  il  popolo  a  piede,  dicendo :  "  Viva  il  Barone,  e  muoia  il  popolo 
"  grasso  e  le  gabelle  „ .  Cosl  sanza  contasto  se  n'  andarono  al  palagio,  e  cominciarono  a  gridare 
quel  medesimo,  e  addimandarono  fusse  loro  aperta  la  porta.  Li  Priori  mandarono  fuori  a  dire 
che  si  andassero  con  Dio,  e  che  ciascuno  si  tomasse  alla  casa.  Questo  non  era  nulla.  Dal 
palagio  si  comincio  a  gittare  verrettoni  e  pietre  in  quantita  tale  che  ve  n'ebbe  de'  male  conci, 
e  chi  ne  mori.  Questi,  partiti,  andarono  al  palagio  del  Podestk,  e  non  meno  ebbono  buona 
f accenda,  che  Ih  s'  avessero  avuta,  perocch^  il  Podestk  si  port6  f rancamente  con  sua  brigata,  . 
ed  ultimamente  tra  con  preghiere  de'  vicini  e  colla  f orza,  chi  qua  chi  I^  dicendo :  "  Noi  an- 
*  diamo  dietro  ad  un  pazzo  „ ,  eglino  scemarono.  Ed  egli  si  tom6  a  casa,  ed  indi  si  partl,  e 
0  andossi  con  Dio.    E  poi  ebbe  bando  deiravere  e  della  persona  per  mbello. 

RuBRicA  591*  —  Come'  nacque  divisione  tra  il  fofolo  ed  i  Grandi.  /.,  vm,  sj 

Stando  le  cose  in  questi  termini,  i  Grandi  sentendosi  gravati  dal  popolo  dairessere  stati 
tratti  dagli  uffici,  e  veggendo  in  disconcordia  il  popolo  grasso  col  minuto,  si  rallegravano,  ed 
aizzavano  il  popolo  minuto,  e  presero  speranza,  e  mandarono  per  soccorso  a  Pisa  ed  in  Lom- 

15  bardia.  I  Bardi  n'erano  capo  ed  i  Bondalmonti  e  Gianfigliazzi,  e  non  che  segreto  ma  palese 
parlavano,  ed  avieno  speranza  dal  popolo  minuto  essere  seguiti.  Questo  sentendo  il  popolo 
grasso,  furono  in  palagio,  e  mandarono  per  Comune  a  Siena,  a  Pemgia  ed  in  piii  luoghi. 
Di  che  i  Sanesi  si  mossono,  e  mandarono  in  aiuto  al  Comune  300  cavalieri  e  2000  pedoni. 
Li  Gianfigliazzi   si  feciono  incontro   a  Sancasciano,  e   qui  pregarono   gli   ambasciadori,  che 

20  menavano  la  gente,  di  non  venire,  dicendo  che  scandalo  nascerebbe,  tanto  che  soprastet- 
tono.  Ed  ultimamente  il  Comune  il  senti,  e  miserli  dentro,  perocch^  avieno  le  chiavi.  E  da 
Perugia  vennono  150  cavalli  e  pedoni;  e  d'ogni  amistk  ogni  dl  giugnea  gente.  A'  Grandi 
giugneano  contadini  e  sbanditi  ed  altri  assai,  e  metteanli  dentro,  perocchfe  i  Bardi  aveano 
presa  ed  afforzata  la  porta   a  S.   Giorgio.     E   tanto  di  qua   e  di  I^  si  giunse  gente,  che  in 

25  arme  si  misse  il'  popolo,  e  feciono  serragli,  chi   di  qua  e  chi  di  Ik,  e  grandi  guardie  di  dl       /.,  vm,  8« 
e  di  notte  si  faceano,  pure  il  popolo  era  piu  forte,  ed  avea  la  signoria  in  mano. 

RuBRicA  592*  —  Come  il  fo-polo  crebbe,  e  li  Grandi  vinse  il  fofolo,  ed  i  Bardi  cacciati  ed 
arsi  e  rubati. 

L'anno  predetto  a  dl  24  di  settembre,  sentendo  il  popolo  che  i  Grandi  il  dl  vegnente 
30  dovieno  cominciare  la  zuffa,  quelli  del  quartieri  di  S.  Giovanni,  capo  li  Medici  e  Ron- 
dinelli,  e  gli  altri  popolani  seguendo  e  i  beccai  e  soldati,  andarono  ordinatjunente  e  bene 
armati  a  casa  i  Cavicciuli,  li  quali  s'erano  sbarrati,  ed  afforzate  le  torri  sopra  Tentrata  della 
piazza  di  S.  Giovanni  da  S.  Cristofano.  E  qui  fu  aspra  zuffa,  imperocchfe  da  alto  veniano 
pietre,  e  da  basso  balestra  e  lance,  perocchfe  avieno  di  molti  fanti.  Lo  romore  si  lev6;  i 
35  popolani  trassero  chi  di  qua  e  chi  di  \k  in  aiuto  del  popolo.  Bast6  circa  tre  ore  la  zuffa. 
Veggendo  i  Cavicciuli  non  essere  soccorsi,  si  trattarono  accordo,  e  subito  si  renderono.  Li 
popolani  misericordiosi  li  presero,  e  vollono  che  si  disarmassero,  e  che  ponessero  le  insegne 
del  popolo  in  su  ogni  loro  fortezza  e  torre,  e  che  eglino  non  istessero  insieme,  ma  per  si- 
curt^  di  loro  e  del  popolo  si  stessero  in  casa,  ma'  li  capi  di  loro  n'andassero  a  casa  li  loro       /.,  vm,  s: 


3.  fusse]  esser  G.  R,  —  4.  clascuno[  ognuno  A,  —  9.  scemarono]  s'arraarono  A.  —  10.  bando,...  rubello] 
bando  dl  rubello  delVarere  e  della  persona  A.  —  ia-13.  popolo....  veggendo]  popolo  e  veggendo  /.  {A.  corri- 
iponde  a  G,  R.)  —  13,  dlsconcordia]  sconcordia  G.  R.  —  14.  aizzarano]  attizavrano  G.  R.  —  20.  menarano]  gul- 
davano  G.R.  —  aa.  e  pedoni]  omm.  A,  -  pedonl....  A'  Grandi]  pedoni  perocclii . . . .  (laeuna)  d'ogni  amistA  ogni 
S  dl  glugnea  A'  Grandl  G.  R.  (forse  la  lacuna  si  fuh  sufflire  con  laparola  gente,  che  i  in  A.)i  I.  rifroduce  G.  R.  senza 
segnarne  la  lacuna  —  34.  E  tanto  di]  e  A  di  I.  —  29.  d\  34]  dl  39  G,  R,  —  33.  da  alto]  da  doltl  A.  —  38.  In 
su....  cglino]  in  sulle  loro  torri  e  fortezze  e  che  eglino  A, 


1 


214  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i343i 

parenti  popolani,  i  quali  promettessero  per  loro,  che  non  uscirebbono  di  casa,  n&  pigliereb- 
bono  anne;  e  cosl  fu  fatto.  E  subito  a  casa  li  Donati  andarono  e  Pazzi,  e  qui  corsono  ad 
aiuto  gli  altri  popolani,  ed  in  poco  tempo  feciono  quello  ch*avieno  fatto  i  Cavicciuli.  Re- 
Btava  i  Cavalcanti,  ove  gik  traevano  tutti  i  Gonfaloni,  perocchfe  i  Cavalcanti  di  fanteria  erano 
molto  forti.  Ma  veggendo  questo  che  i  Cavicciuli,  ch'erano  la  piii  possente  famiglia  dei 
Grandi  di  persone  e  piii  armigeri  e  con  piii  fanti,  ed  erano  vinti  con  tre  gonfaloni,  temettono 

I  Cavalcanti,  e  subito  feciono  quello  vollono  i  popolani;  i  quali  quello  feciono  di  loro  che 
degli  altri;  e  per  simile  modo  tutti  i  Grandi  di  tre  quartieri  furono  quelli  che  feciono  la 
volont^  del  popolo.  II  popolo,  ingagliardito  e  cresciuto,  ed  il  popolazzo  minuto,  tutti  gri- 
davano:  "  A  casa  i  Bardi  ,.  La  brigata  corsero  tutti  al  Ponte  Vecchio;  quello  trovarono  isbar-  10 
rato,  ed  armate  e  bertescate  le  torri,  ch^erano  sopra  il  ponte,  ci6  fu  S.  Sipolcro  e  la  torre 
della  Parte  e  quella  de'  Mannelli.  Alle  balestra  e  pietre  che  gittavano,  non  si  potea 
riflistere,  e  furonne  in  poca  dotta  piii  feriti  qui  che  in  tutti  gli  altri  tre  quartieri.  Di  che 
ritrattiu  adietro,  qui  limase  a  guardia  il  gonfalone  della  Vipera   e  quello  del  Lioncomo, 

/.,  vni,  t6    e  tutti  gli  altri  n'andarono'  al  ponte  Rubaconte.     Qui  le  case  de'  Bardi  e  S.  Ghirigoro  erano  15 
bI  armate  e  sl  barrato  il  ponte,  che  ancora  da  poi  ricevettono  danno,  e  poco  potieno  fare. 

II  simile  si  fece   qui  di   lasciarvi  due  gonfaloni  alla  guardia.    E  pensarono  che  al  ponte 
alla  Carraia  non  avea  fortezza  d'altezza  sopr^esso,  e  che  le  case  dei  popolani  di  ]k  sareb 
bono   piii  in   aiuto,  perocchfe  i   Nerli,  ch'erano   vicini,   non  erano   di  tanta   possa,  ch'egIino 
potessero  avere  molta  fanteria.    Cosl  feciono.    Come  i  Capponi  e  gli  altri  popolani  vidono  20 
venire  il  popolo  al  ponte   alla  Carraia,  non  aspettarono   le  'nsegne,  ma  valentemente  n'an- 
darono  alle  case  de*  Nerli,  e  quelle   combattendo  vinsero  innanzi  li  gonfaloni  giugnessero, 

la  brigata  ruppero  il  serraglio  del  ponte  alla  Carraia  senza  contasto,  ed  accozzati  co'  Cap- 
poni  e  collo  altro  popolo,  combatterono  i  Frescobaldi.    E  di  via  Maggio  trasse  tutto  il  po- 
polo,  e  da  S.  Spirito  e  S.  Piero  Gattolini  gente  assai  piii  da  rubare  e  far  male,  che  da  25 
combattere,  ma  pure  era  conforto  al  popolo  contro  agli  Grandi.    Lasciando  la  lunghezza 
del  parlare,  furono  vinti,  e  renderonsi,  come  gli  altri;  e  poi  per  simile  li   Rossi.     Quando 
si  venne  a  casa  i  Bardi,  quelli  si  erano  fomiti  di  gente   di  cavallo  e  da  piedi  in  gran  nu- 
mero,  e  perchfe  erano  stati  i  primi  movitori  di  tutto  questo  male,  A  si  temeano,  credendo 
/.,  vm,  87    non  trovare  misericordia,  e  misersi  a  difesa.     Ma  eglino  averebbono  piuttosto '  trovato  grazia,  30 
che    gli    altri,  Tuna,   perchfe    k   d'usanza    che  chi    domanda    perdono    Tabbia,    Taltra   per- 
chh  il  popolo  era  stracco,  ed  era  malmenato.    Pure  si  venne  alla  battaglia;  e  nulla  veniva 
a  dire,  perocchfe  passare  non  si  potea  in  niun  modo,  ch'erano  si  forti  e  guemiti,  che  indamo 
8'a£faticavano.    Veduto  che  la  f orza  non  era  loro,  presero  altro  modo :  di  mandare  dal  Pozzo 
Toscanelli  e  dalla  via  nuova  gente  che  da  S.  Giorgio   avessero  a  scendere  giuso  a  casa  i  35 
Bardi,  che  venieno  loro  dirietro  e  di  sopra  per  lo  poggio,  ch'fe  erto.    E  cosl  mandarono  a 
quelli  del  ponte  Rubaconte,  che  si  strignessero  alla  battaglia,  sicchfe  da  piu  lati  fossero  as- 
saliti ;  e  cosl  f u.     Ed  ancora  giov6  molto  che  tutto  il  poggio  di  S.  Giorgio,  di  cui  i  Bardi  si      — 
fidavano,  veggendo  il  popolo  dir^o  in  furia  contro  a'  Bardi  e  dire  loro :   "  Venite  a  guada-     f 
"gnare  con  noi„,  tutti  presero  Tarme  con  loro,  e  quando  furono  giunti  giuso,  e*  cominciaro  40 
ad  entrare  nelle  case  di  dietro,  ove  bene  sapeano  Tentrate,  e  per  le  vie  che  vi  sono,  a  scen- 
dere,  e  gridare:  "  Viva  il  popolo  „.     Quelli  che  avieno  le  case  lassuso,  ed  erano  a'  serragli  o 
al  Ponte  Vecchio,  o  a  Rubaconte,  lasciavano  i  serragli,  per  ire  a  casa  loro  a  soccorrere,  e 
li  serragli  indebolieno.    La  zuffa  era  aspra  e  forte;  alla  perfine  fu  sl  forte  per  gli  popolani. 


S.  ch'erano]  11  quaU  erano  A.  —  it.  fu]  omm.  A.  —  la.  Mannelll]  Mannegli  A.  —  13.  rUistere . . . .  quar- 
Uerl]  reslstere  e  In  poca  dotta  ne  furono  ferltl  assai  pift  che  In  tutti  e  tre  i  quartierl  A.  —  i6.  barrato]  sbar- 
rarono  A.  -  da  pol]  da  puo  G.  R.;  da  poco  /.  -  danno]  omm.  G.  R.  —  33.  serraglio]  sogllo  G.  R.  —  2\.  dl  via 
Maggio]  dl  Tie  Maggio  A.  —  sg.  primi  movitorl]  1  promotori  A.  —  32.  venne]  vlene  G.  R.  -  veniva]  viene  G.  R. 
—  35.  dalla]  per  la  G.  R.  —  36.  eito]  orto  G.  R.  -  a]  omm.  G.  R.  —  39.  dir«tto]  dirotto  A.,  G.  R.  —  41.  ore] 
onde  G.R.  —  43.  serragli]  serraglio  A. 


[A.  1343]  CRONACA  FIORENTINA  215 

che  un  capo  de'  serragli  fu  rotto.  Un  soldato  conestabole  tedesco,  lo  quale'  si  chiamava  /.,  vra,  «s 
Strozza,  era  con  suo  pennone  rieto,  ed  era  stato  gran  pezzo  a  cavallo,  e  rinfrescatosi,  con 
sua  brigata  si  trasse  innanzi  al  popolo  a  questo  poco  del  rotto  serraglio,  e  sua  brigata  il 
segul.  Egli  coUa  lancia  in  suUa  coscia  sprona  addosso  alla  brigata  de'  Bardi,  ch'erano  tutti 
5  scesi  per  difendere  il  serraglio  che  si  tagliava.  L'altra  brigata,  chi  a  piedi  e  chi  a  cavallo 
seguirono  questo  Strozza,  ed  ultimamente  cacciarono  fino  a  S.  Maria  soprarno  i  Bardi.  Qui 
era  altro  serraglic,  al  quale  si  ridussero  i  Bardi.  Ma  perchfe  le  case  non  v'erano  sl  forti  e 
imbertescate  Ik  come  all'entrata,  ed  i  Priori  avieno  mandati  i  soldati  da  piedi  e  balestra 
allo  aiuto  del  popolo,  non  poterono  stare  alle  finestre  a  difendere  n^  a  offendere,  e  le   ba- 

10  lestra  de'  Bardi  erano  rimase  adietro  al  serraglio.  Di  che,  premendo  il  popolo  da  S.  Giorgio 
e  d'ogni  altro  luogo,  i  Bardi  si  misero  in  fuga  ed  in  rotta,  e  chi  in  casa  i  Quaratesi,  e  chi 
in  casa  i  Panzanesi,  e  chi  in  casa  i  Mozzi  furono  ricevuti.  II  popolo  pass6  il  ponte  Ruba- 
conte,  ed  il  popolazzo  entr5  nelle  case  con  ta'  rovina,  ch'era  una  rabbiosa  cosa  a  vedere, 
ove  trov6  ciascuno  che  torre  e  che  pigliare.     E  chi  avesse  voluto  difendere  al  popolo  il  ru- 

15  bare,  egli  era  il  primo  rubato  o  morto.     Di  che  fu  maggiore  fatica  a  difendere  le  case  degli 

altri  vicini  popolani,  che  non  fu  il  vincere  i  Bardi,  e  chi'  vi  fu  men  possente,  fu  rubato,  come       /.,  vm, «» 
i  Bardi,  e  fu  loro  tolto  infino  a'  legnami  de'  letti  e  le  rastrelliere  de'  cavalli,  non  ch'altro,  ed 
i  fasci  deUe  legne  di  catasta.     E  fu  messo  a  fuoco  e  a  fiamma  tutte  le  loro  case.     Questo  fu 
piu  fatto  per  gli  amici  de'  feriti  e  morti,  che  per  ordine  e  volonta  del  popolo,  perocch^  fu 

20  gran  male :  Tuna,  perchfe  la  Terra  se  ne  guasto,  e  peggioro  assai,  Taltra  per  la  cattiva  usanza 
d'avvezzare  il  popolo  a  rubare  ed  ardere,  poi  perch^  niuno  buono  uomo  ruberebbe  mai, 
sicchfe  la  buona  robba  viene  in  mano  de'  cattivi  uomini.  Furono  arse  circa  23  case  con 
palagi  grandissimi,  che  parea  a  vedere  una  cosa  orribilissima. 

RuBRicA  593*  —  Come  una  bri^ata  di  gente  minuta  avendo  veduto  rubare,  e  rubato,  si  voU 
25  lono  da  cafo  rubare. 

L'anno  predetto  e  il  dl  seguente  si  ragunarono  tra  scardassieri  ed  altra  gente  minuta 
forse  1300  uomini;  li  quali  si  ragunarono  tutti  a'  Servi,  e  non  si  sapea  quello  volessero  fare, 
e  non  richiedieno,  se  non  loro  pari.  Questo  sentito,  fu  mandato  per  gH  Rettori.  Eglino 
montarono  a  cavallo  e  con  loro  a  pi^  delli  gonfalonieri  e  d'altri  buoni  uomini  assai  armati, 

30  e  poi  si  mossero  dal  palagio  del  Podestk,  ordinati  e  schierati,  per  andare  a  trovare '  costoro       /.,  vm,  50 

e  coUe  mannaie  e  ceppi  e  capresti.     Quando   furono  alla  loggia  de'  Pazzi,  sentirono  il   ro- 

more,  e  vidono  la  fuga.     Questi   erano  mossi,  ed  iti  gik  a  casa  li  Bisdomini,   li  quali  gik  si 

cominciavano  a  difendere,  che  erano  assaliti.     E  volle  lo  Podesth,  come  savio,  sapere  la  ca- 

gione:   dissero  che  messer  Ciritieri  fu  quello   che  guastb  Firenze,  e  che  avea  di  ruberie 

35  fatte,  e  della  roba  del  Duca  messa  in  casa  Bisdomini,  che  la  voleano,  ch'erano  poveri.  Lo 
Podesta  con  parole,  nfe  con  minacci,  cercb  acchetarli ;  non  possendogli  acchetare,  a  uno,  che 
piii  parlava  superbamente,  gli  sprona  addosso,  e  pigHalo.  La  zuffa  incominci6,  e  di  fatto 
questo  fu  tutto  tagliato.  Pure  li  buoni  vinsero.  E  fece  pigliare  uno,  il  primo  giunse,  e  ta- 
gHargli  la  mano;  ed  un   altro  gliene   fu  menato  innanzi,   fecegli  tagliare  uno  piede.    La 


I.  de'  serragll]  del  serragHo  A,  •  soldato]  omm.  A.  —  2.  rleto]  rltto  G.  R. —  3.  del  rotto]  dl  rotto  G.  R. ; 
dirotto  /.  —  7-8.  fortl  e  imbertescate]  forte  imbertescate  G.  R.  —  9.  a  difendere  nfe]  omm.  G.  R.  —  9-10.  e  le 
balestra]  e  le  loro  balestra  G.  R,  —  10.  il  popolo]  omm,  G.  R.  —  11.  e  d'ogni  altro  luogo]  e  di  qua  e  di  14  G,  R, 
—  13.  rovina]  ravina  G.  R.  —  17.  i  Bardi....  e  le  rastrelllere]  i  Bardi,  quando  l'artllleria  iniino  ai  iegname  fu 
rubato  G.  R.  —  17.  non  cli'  altro]  omm.  A.  —  18.  di  catasta]  omm.  A.  •  fu  messo....  tutte]  furono  a  fuoco  e  a 
fiamma  messo  tutte  G.R.  —  »2.  con]  e  G.  R.  —  23.  orriblllssima]  orriblle  G,  R.  —  27,  11  quali]  omm.  A.  —  27- 
28.  fare  e  non]  fare  se  non  clie  non  G.  R.  —  29.  a  cayallo....  dellt  gonfalonieri]  a  cavallo  e  qul  con  loro  delli 
gonfalonieri  G.  R.  •  gonfalonleri  ed  altri  buonl  uomlnl]  gonfaionieri  e  buon  uominl  A,  —  31,  capresti]  capestri 
/.  —  33.  clie  erano  assaliti]  omm.  A,  —  36.  cerc6  acchetarli]  manca  nei  mss,  -  a  uno]  uno  A,  —  39.  ed  un  aitro..., 
tagUare]  e  a  un  altro  fecc  tagliare  II  plh  A, 


216  CRONACA  FIORENTINA  [A.  lus] 


bHgata  Bpaventata  fuggi,  chi  qua  e  chi  \k,  e  non  si  osavano  pii  ragunare.  Trov6  pur  alcuno 
chc  prese,  e  menoUo  a  palagio,  e  disse  che  difiberato  avieno  che  rubati  i  Bisdomini,  rubavano 
poi  affatto  ognuno,  e  diceano:    "  Noi  cresceremo  tanto,  che  noi   faremo  grandi  ricchezze; 

•  sicch^  i  poveri  saranno  una  volta  ricchi ,.  Di  che  i  Priori  e  gli  altri,  veggendo  qui  la  coaa, 
per  non  gnastare  la  Terra,  alcuni  ne  furono  puniti,  e  gli  altri  perdonarono,  e  assicurarono.      5 

/.,  Yin,  »1    RuBRiCA  594'  —  Covte'  la  citta  di  Firenze  si  riformh  a  -pofolano  stato. 

Nel  detto  anno  e  mese  d'ottobre  si  ragunarono  i  Priori,  gli  ambasciadori  sanesi  e  li 
perugini,  e  col  consiglio  delle  21  capitudini  deirArti  e  d'altri  buoni  uomini  feciono  ordine 
In  questo  modo:  che  li  Priori  fossero  nove,  due  popolani  grassi,  tre  mediani  e  tre  artefici; 
ed  il  gonfaloniere  della  giustizia  a  sorte,  Tuno  mese  delVun  membro  e  Taltro  deiraltro  ed  10 
a  quartieri,  e  cosl  per  simile  i  gonfalonieri  e'  12  Buoni  Uomini.  E  fecesi  lo  squittino  in 
questo  modo:  che  a  farlo  in  palagio  co'  Priori  fossero  tutti  i  consoli  deirarti  ch'erano  53 
col  proconsolo  e  li  Cinque  della  Mercatanzia  e  28  arroti  per  quartiere,  tutti  artefici,  e  furono  in 
tutto  207,  lo  partito  si  vincesse  per  110  fave  nere,  e  chi  vincesse  il  partito  fosse  imbor- 
sato  Priore  e  Gonfaloniere  e  Dodici,  ciascuno  in  una  borsa  de*  detti  ufici.  E  qui  dHibera-  15 
rono  che  ne'  gonfalonieri  stesse  la  discrezione,  quelli  che  dovessero  ire  a  partito,  li  quali 
fossero  uomini  buoni.  Andarono  a  partito  circa  4000,  rimaserne  circa  200.  E  cominciossi  a 
trarre  per  lo  quartiere  di  S.  Spirito  e  per  S.  Croce  e  per  gli  altri  quartieri. 

/.,  vni,  »a    RuBRicA  595*  —  Com^  si  rifosono  gli  Ordini  della  Giustizia  a'  Grandi,  eferonsi  di  fofolo  alcutii. 

Nel  detto  anno  e  mese  li  popolani  a  petizione  degli  ambasciadori  sanesi  e  perugini,  20 
avendo  riposti  gli  Ordini  della  Giustizia  a'  Grandi,  feciono  certi,  popolani,  de'  meno  rei,  se- 
condo  si  credettono.  Gli  ordini  erano  questi,  che  mitigati  furono,  secondoch^erano  innanzi 
che  '1  Duca  li  levasse:  solea  essere  condannata  tutta  la  casa  del  Grande,  oltre  la  condan- 
nagione  del  malfattore  contro  al  popolano,  in  tremilia  lire,  ora  fu  mitigata  che  la  detta  con- 
dannagione  delle  tremila  lire  si  stendesse  nel  terzo  grado,  s'eglino  non  pigliassero  il  mal-  25 
fattore.  Ed  ogni  altro  ordine,  che  prima  fosse  innanzi  al  Duca,  s'intendesse  essere  riposto 
ed  osservarsL  Li  popolani  fatti,  che  prima  erano  grandi,  furono  questi,  li  quali  o  per  loro 
beneficio,  o  perchfe  pareano  meno  rei  che  gli  altri,  ciofe  come  vedrai  iscritti  qui: 

Messer  Antonio  di  Baldinaccio  degli  Adimari  ed  i  fratelli  ed  i  nipotL 

La  famiglia  degli  Scali  30 

La  famiglSa  degli  Spini 

Messer  Bemardo  de'  Rossi,  Mannelli,  Nerli  di  Borgo  Sa'  lacopo. 
/.,  vui,  w    La  casa'  de'  Manieri,  la  casa  de'  Brunelleschi,  la  casa  de'  Pigli,  la  casa  degli  Aliotti. 
La  casa  de'  Compiombesi,  la  casa  degli  Amieri. 

Messer  Giovanni  della  Tosa  e  fratelli  e  nipoti.  35 

Nepo  della  Tosa. 
La  casa  de'  Guidi  ed  altri,  alcuni  che  erano  due  o  tre,  de'  quali  noi  non  faremo  menzione. 

Ancora  nel  contado  altri  nobili  nomini  Grandi  recati  a  popolo,  furono  questi,  ciofe: 
U  Conti  da  Lucard<y,^  li  Conti  da  Quona,  B  Conti  da  Pontormo,  li  conti  da  Certalda 

I.  non  s!  osarano  piii]  non  sl  usarono  piii  A.  —  3-3.  Blsdomini . . . .  e  diceano]  Bisdominl  andarano  poi  affiitto 
e  dlceano  G.  R.  —  5.  alcuni  ne  furone  puniti]  alcunl  ne  fecero  punire  G.  R.  -  perdonarono  e]  omm.  Gv  /?.  —  14,  ria- 
ceste]  Tinse  G.  R.  -  nere]  omm.  G.  R.  —  16-17.  gonfalonieri. .. .  Andarono  a  parUto]  gonfalonleri  istesse  a  maadaie 

*  partito  e  togllessino  sopratutto  buonuomini.  Mandarono  a  partito  A.  —  18.  trarre. ...  quartierl]  trarre  in  &  Spi- 
«Ito  ii  quartiere  G.  R.  —  33,  tutta]  emm.  A.  —  35.  s*eglino]  s'egH  G.  R.  —  38.  come  vednu  iscritti  qui]  omm.  G.  R. 


[A.  1343]  CRONACA  FIORENTINA  21 7 

La  famiglia  da  Mugnano 
La  famiglia  da  Colle  di  Valdarno 
La  famiglia  da  Monte  Rinaldi 
La  famigHa  dalla  Torricella 
5  La  famiglia  da  Sezzata 
La  famiglia  de'  Benzi  da  Figghine 
La  famiglia  di  Lucolena 
La  famiglia  da  Monte  Luco  della  Bernardinga. 

Queste  famiglie  con  altri  soli,  de'  quali  non  si  fa  menzione,  furono   fatti  popolani,  con 
0  non  potere  essere  priori,  n^  gonfalonieri  infra  cinque  anni,  ma  ogni   altro   uficio  della  cittJi 

e  contado,  salvoch^  capitani  di  lega,  ma  se  infra'  dieci  anni  offendessero  persona  con  omi-       /.,  vin,  »4 
cidio,  o  perdita  di  membro  o  inorma  ferita,  tomassero  de'  Grandi. 

RuBRiCA  596*  —  Come  i  Fiorentini  feciono  grazia  al  conie  Simone  da  Battifolle. 

Fatte  le  predette  cose,  lo  conte  Simone  da  BattifoUe,  avendo  in  questi  casi  servito  bene  il 
S  Comime  colla  persona  e  con  sua  gente,  lo  Comune  gli  restitui  Ampinana,  Moncione  e  Baldischio. 

RuBRicA  597*  —  Come  lo  Comune  fece  altre  diliberazioni  d'Arezzo  e  di  Pietrasanta. 

Questo  medesimo  anno  li  Fiorentini,  come  detto  h  adietro,  perderorio  Arezzo  per  la  ri- 
bellione  del  Duca  e  de'  nostri  cittadini,  che  renderono  le  castella,  Vennero  ambasciadori 
a  comporsi  co'  Fiorentini  da  Arezzo,  da  rimanere  liberi,  nonostantech^   rubellati   si  fossero. 

0  Lo  Comune  il  fece,  dando  perci6  d'ammenda  al  Comune,  per  ispese  fatte,  certa  quantith  di 
moneta  e  100  uomini  a  cavallo,  pagati   quattro   anni.     II   castello  e  terra  di  Pietrasanta  do- 
nossi  al  vescovo  di  Luni,  il  quale  era  cognato  di  messer  Luchino  Bisconti  da  Melano,  perchfe 
facessero  guerra  a'  Pisani,     E  questa  h  maladizione  de'  Fiorentini  di  mai  non  istare  in  pace;'       /.,  vin,  9S 
questa  volta  si  poteano  stare,  considerata  fatta  la  pace  (con  i  Pisani)  per  lo  Daca,  comecch^ 

5  fosse  vituperevole,  non  raveano  fatta  i  Fiorentini. 

RuBRicA  598*  —  Come  i  Fiorentini  fecero  face  miovamente  con  gli  Pisani. 

In  questo  anno  pensando  che  la  pace  de'  Pisani  fatta  per  lo  Duca  in  pii  modi  non  si 
potea  attenere,  si  perchfe  la  fece  il  Duca,  si  per  la  venuta  de'  Pisani  a  richiesta  de'  Grandi, 
e  tu  H  rompessi,  nuove  convenzioni  si  mutarono,  e  nuova  pace  fu  fatta:  prima,  che  Lucca 
0  rimanesse  a'  Pisani,  ed  a'  Fiorentini  le  castella  che  teneano,  e'  Pisani  dare  centomilia  fio- 
rini  al  comune  di  Firenze  in  14  paghe,  ogni  anno  quello  che  toccava  per  rata,  e  franchi  i 
Fiorentini  dugentomilia  fiorinate  di  mercanzia  per  anno,  e  da  indi  in  su  pagare  danari  due 
per  lira,  e  li  Pisani  avessero  franchigia  trentamilia  fiorini  di  mercanzia  per  anno,  e  da  indi 
in  su  denari  due  per  lira. 

5  RuBRiCA  599*  —  Di  mvita  fatte  in  Firenze,  ove  furono  confinati  alquanti  Grandi. 

Nel  detto  anno  per  alcuni  si  sentl  che  li  Grrandi  da  Firenze  co'  Tarlati  ed  altri  signo- 
relli,  ricettatori  di  chi  rubava  nel  contado  di'  Firenze,  collo  appoggio  de'  Grandi,  si  fu  sen-       /.,  vin,  m 
tito  che  i  Grandi  doveano  t6rre  certe  castella  nel  contado  e  con   appoggio  de'  Pisani;  pe- 


8.  Bernardlnga]  Berardlnga  A.  —  ii,  se]  omm.  G.  li.  —  12.  inorma]  co^  i  codiei;  Inorme  ferlta  /.  —  »i.  pa- 
gati]  omm.  G,  R.  —  23.  h\  omm,  A.  —  a8.  potea]  poti  A.  -  si  perchi  la  fece  ii  Dnca,  aV]  sV  per  ciii  la  fece, 
sV  G.  R.  —  29.  rompessl]  rompestl  G.  R.  —  37-38.  sl  f  u . . . .  Grandi]  h  nna  ripeiixiont  che  tuttavia  ho  fastiato, 
ferchi  si  trova  nei  codici 


218  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1343-1344J 

i  rocch^  tutd  diceano:  •Appoggiavi  il  vescovo  di  Luni,  ch&  gli  avete  dato  Pietrasanta,  ch^ 
"facesse  loro  guerra,.  E  messer  Luchino  Bisconti  facea  contro  a'  Pisani,  perocchfe  in  molti 
modi  aveano  fatto  contro  a  lui,  che  col  suo  appoggio  aveano  sconfitti  i  Fiorentini  a  Lucca,  e 
poi  il  comune  di  Pisa  non  pag6  messer  Giovanni  Bisconte  loro  capitano,  nfe  ricettarono  quando 
uscl  di  prigione  di  Firenze,  e  perchfe  il  detto  vescovo  della  casa  de*  Marchesi  Malespini  era  5 
cognato  di  messer  Luchino.  Di  che  il  vescovo  faceva  guerra  a'  Pisani  con  gente  di  messer 
Luchino.  Dissesi  che'  nostri  Grandi  scriveano  a'  Pisani,  che  questo  era  fattura  del  comune  di 
Firenze  per  mettere  in  briga  i  Fiorentini  in  Firenze  co'  Pisani,  e  con  loro  nuovi  trattati  te- 
neano.  Di  che  ne  furono  confinati  de'  Bardi,  Frescobaldi,  Rossi,  Cavicciuli,  Donati  e  Pazzi. 
Di  che  o  per  isdegno,  0  per  levare  il  sospetto  al  popolo,  quasi  tutti  i  Grandi  se  n'andarono  in  10 
contado,  e  I^  si  stavano. 

RuBRicA  600*  —  Come  i  Fiorentini  feciono  leghe. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  marzo  per  levare  il  mal  pensiero  a  chi  lo  avease  contro  a' 
Fiorentini,  {essi)  si  collegarono  con  gli  Sanesi,  Penigini  ed  Aretini. 

/.,  Tiii,  w     RuBRicA  601* —  Come'  fatia  ragione  con  messer  Mastino  della  Scala  della  comfra  di  Lncca  15 
/;  cittadini  tornaronno  a  Firenze, 

In  questo  medesimo  tempo  fu  veduto  che  messer  Mastino  restava  avere  della  compra  di 
Lucca  fiorini  centottomila,  de'  quali  si  fece  con  lui  concordia  di  darli.     Gli  furono  assegnati 
ogni  mese  duemilia  sopra  certe  gabelle,  e  gli  stadichi,  ch*erano  ancora  a  Verona,  tornarono, 
e  mandovisene  dodici  di  nuovo,  e  non  piu.     Diliberossi  scemare  loro  lo  salario.     Di  che  tom5  20 
il  cavaliere  a  fiorini  uno  il  di,  e  lo  scudiere  a  soldi  40  il  di. 

RuBRicA  602*  — '^esti  sono  i  Priori  d'un  anno  da'  15  ^a-prile  134.3,  a  tntto  aprile  1344. 

/.,  VIII,  98     lunta  Ciati  f erraiuolo  per  sesto  Oltramo  Andrea '  di  messer  Lapo  delle  Botte 
Sandro  deirAsino  per  S.  Piero  Scheraggio         Francesco  Unganelli 

Bocchino  d'Albizzo  del  Bene  per  Borgo  Alamanno  di  Monte  degH  Acciaiuoli                 25 

Buto  di  Baldo  per  S.  Brancazio  lacopo  di  Ceffo  de'  Beccanugi 

Roberto  Martelli  per  Porta  Duomo  Piero  di  Buti  cassettaio 

Buono  di  Filippo  per  Porta  S.  Piero  Garaiano  di  Gaddo  de'  Falconieri 

Bettone    Cini,   gonfaloniere    di    lustizia  per     Francesco  di  Pacino  rigattiere,   gonfaloniere 

Borgo  di  lustizia                                                          ^^ 

Ser  Piglialarme  Pacini,  loro  notaio.  Ser  Lapo  Pacini  da  Paterno,  loro  notaio. 

Neirultimo  mese,  cacciato  il  Duca,  fu  data  balla,  compiuto  il  Priorato,  siccome  appare 
dietro  a  carte. ...;  e  recossi  di  sesto  a  quartieri. 


Zanobi  di  messer  Lapo  Mannelli,  Grande 

Sandro  di  Simone  da  Quarata 

NiccoI6  di  Cione  Ridolfi 

Messer  Razzante  de'  Foraboschi,  Grande 

Borghino  di  Taddeo 

Nastagio  di  Bonaguida  Tolosini 


quartiere  di  S.  Spirito  35 

quartiere  di  S.  Croce 


I.  tutti]  t«'  G,  R.  -  avete]  aveva   G.  R. ;  avevano   /.  —  4.  rlcettarono]  rlcettato  G.  R.  —  6.  faceva]  fatta 
G.  R.  —  7.  che  questo]  e  che  egU  A,  —  14.  collegarono]  legarono  G,  R.  •  ed  Aretin!]  e  d'Arezzo  G.  R,  —  19.  lopra 

certe]  dl  certe  A,  —  19-20.  e  gli  stadichi dodici]  e  gU  statichi  tuoi  ch'erano  ancora  a  Verona  tomarono  che 

erano  li  e  mastivene  dodici    G.  R.  —  30.  e  mandovlsene]  e  maadaronvesene  /. 


CRONACA  FIORENTINA 


219 


Ugo  di  Lapo  degli  Spini,  Grande 

Messer  Marco  de'  Marchi,  ludice 

Antonio  d'Orso 

Messer'  Francesco  di  Lapo  Adimari,  Grande 

Neri  di  Lippo 

Bellincione  d'Uberto  degli  Albizi 

Ser  Francesco  Lapi,  loro  notaio. 


quartiere  di  S.  Maria  Novella 


quartiere  di  S.  Giovanni 


/.,  vin,  »9 


Li  quali  Grandi  notati  furono   cacciati  del  Prlorato  a'  dl  22  di  settembre,  e  tornarsi  a 
casa,  e  rimasero  li  sopraddetti  popolani  scritti  nello  uficio  de'  Priori;  li  quali  infra  loro,  perchfe 
10  non  v'era  gonfaloniere  di  lustizia,  feciono  Sandro   di  Simone   da   Quarata,   gonfaloniere   di 
lustizia,  siccome  adietro  fatto  h  menzione  a  carte.... 

1 


lunta  Ciati,  ferraiuolo 

lacopo  Armati 

Neri'  di  Buoncristiano,  speziale 

Bonarrota  di  Simone 

Ubaldino  di  Fastello  Petriboni 

Francesco  di  lunta  Borghi 

Domenico  Guerrucci,  beccaio 

Naddo  di  Nozzo  spadaio  f  quartiere 

Ormannozo  del  Bianco  Deti,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  S.  Spirito 

Ser  Niccolb  di  Ser  Ventura  Monaci  per  quartiere  di  S.  Croce,  loro  notaio. 


/  quartiere  di  S.  Spirito 

quartiere  di  S.  Croce 

quartiere  di  S.  Maria  Novella 

di  S.  Giovanni 


/.,  vni,  100 


Guiglielmo  d'Angiolino,  pezzaio 
Lippaccio  di  Duccio,  beccaio 
Guido  di  Puccio,  biadaiuolo 
Lotto  del  Maestro  Cambio  Salviati 
Francesco  d'Adatto,  cambiatore 
Maso  di  Leone,  maestro  di  pietre 
Ser  Francesco  di  Cenni,  notaio 
Lorenzo  di  Neri  del  Bezzole 
^O  Filippozzo  Bonaccorsi  de'  Soldani  per  quar- 

tiere  di  S.  Croce,  gonfaloniere  di  lustizia. 
Ser  Andrea  di  Nerino  per  quartiere  di  S.  Spi- 

rito,  loro  notaio. 


Guerruccio'  Borgarelli,  calzolaio 

Giovanni  di  Stefano  Soderini 

Francesco  di  Gueri,  legnaiuolo 

Geri  di  Ser  Gherardo  Risaliti 

Guemieri  di  Manetto,  beccaio. 

Lorenzo  di  Meglio  Fagiuoli 

Mari  di  Talento  de'  Medici 

Bartolommeo  di  Dante  "Guidalotti 

Spinello  di  Primerano  da  Mosciano,  gonfal. 

di  lustizia  per  quartiere  di  S.  M.  Novella 
Ser  Giovanni  di  ser  Benvenuto  da  Sesto  per 

quartiere  detto,  loro  notaio. 


/.,  VIII,  101 


RuBRicA  603*  —  Co?nc  gtie'  di  Castelfranco  di  sofra  fresono  Camfogiallo,  e  Varsero. 

35  Gli  anni  del  Signore  MCCCXLIV  del  mese  d'aprile  quelli  di  CasteUo  Franco  del  contado 

di  Firenze,  sentendosi  offesi  da'  Ghibellini  di  Valdarno  e  d'Arezzo,  richiesero  loro  amici,  e 
cavalcarono  a  Campogiallo,  il  quale  era  de'  Pazzi,  ch'erano  nimici  degli  Aretini.  Ed  avendo 
per  trattato  una  porta,  entrarono  dentro,  e  corsoUo,  e  missero  al  taglio  della  spada  uomini 
e  femmine,  e  rubarla,  e  poi  vi  missero  fuoco,  e  tutta  la  disfeciono,  ed  arsero. 


40  RuBRicA  604*  —  Come^  si  fece  ordine  di  rivedere  la  ragione  di  quelli  chc  lasciarono  le  Terrc     /.,  vm,  loa 
a  iem-po  del  Duca. 

Questo  medesimo  anno  per  lo  Esecutore  degli  Ordinamenti  della  Giustizia  fu  fatto  in- 


36-37.  del  contado  dl   Firenze]  omm.  A,  —  3S.  Campogiallo]  Campo  galll  A,  —  38.  e  coriollo]  e  sl  la  cor- 
sero  G.  R.  —  39.  la  disfeclono]  omm.  A, 


220  CRONACA  FIORENTINA  lA.  1344] 

quisizione  di  quelli  che  avieno  dati  li  castelli  e  Terre  del  comune  di  Firenze,  come  adietro 
fe  detto,  cio^  Lucca,  Arezzo,  Volterra,  ecc.  Furonne  condannati  alquanti,  ma  chi  ebbe  amici, 
o  denari,  n'u8d  netto,  e  tale  dovea  essere  condannato,  che  si  scusd  a  essere  stato  sforzato, 
che  lo  vendfe  per  denari,  e  fu  assoluto,  e  tale  fu  sforzato,  che  ne  fu  condannato.  Pur  de- 
nari  entrarono  assai  in  Comune,  ed  altri  n'ebbono  bando  personalmente,  infra  i  quali  fu....     3 

RuBRicA  605*  —  Come  il  Comune  fece  mettere  certi  rubelli  in  suoi  libri,  e  messer  Corso  Do- 
nati  fu  condannato, 

In  questo  anno  ricordandosi  i  cittadini  che  i  libri  de'  loro  rubelli  arsero  per  Corso  alla 
Camera,  ed  atti  non  si  trovavano,  e  ribanditi  non  erano,  elessero  uficiali  a  rifare  li  libri. 
Ma  pochi  ve  ne  misero  suso,  chi  per  preghiere  e  chi  per  rispetto  d'una  cosa  e  chi  d'altra,  10 
/.,  vw,  loj  In  questo  medesimo  tempo  fu  abominato  Corso '  di  messer  Amerigo  Donati  di  trattato  co'  ti- 
ranni  di  Lombardia,  ciofe  con  messer  Luchino  Visconti.  Di  che  richiestolo  lui,  si  cess6.  La 
casa  fu  cerca,  e  trovarsi  le  lettere  che  davano  colore  alla  materia.  Fu  di  nuovo  richiesto, 
non  compari.     Fu  condannato  per  contumacia. 

RuBRiCA  606'  —  Come  fu  fuoco  in  Fireme  con  gran  danno  dei  cittadini.  1 5 

Nel  detto  anno  e  mese  d'agosto  a'  dl  8  la  notte  8'apprese'  il  fuoco  in  S.  Martino  dal 
capo  d'Orto  S.  Michele,  e  fu  per  riscaldamento  di  lana.  E  tanta  fu  la  furia  che  non  si  pot& 
spegnere  che  non  ardesse  prima  18  botteghe  e  case,  ch'erano  8opr'esse,  con  grandissimo 
danno  di  panni  e  di  masserizie  e  lana.  E  fu  questo  il  fuoco  maladetto,  ch^  nel  popolo  di 
S.  Brocolo  arsono  tre  case  grandi,  piene  e  ricche.  E  alle  donne  del  Prato  Ognissanti  arse  20 
loro  il  munistero,  che  nulla  ne  rimase. 

RuBRiCA  607*  —  Come  furono  fatte  leggi  e  statuti  coniro  «*  Grandi  di  Firenze. 

Nel  detto  anno  essendo  stato,  come  detto  ^,  cacciato  il  Duca,  tolti  gli  ufici  ai   Grandi, 
/.,  viti,  104     eglino  si  partirono,  e  andarsene  molti  al  soldo,  o,  a  prowisione  de'  Signori  ed  ufici '.    Lo  po- 

polo  fece  legge,  che  tutti  i  Grandi  di  Firenze,  che  fossero  in  alcuno  uficio  fuor  della  citti\,  25 
o  contado  di  Firenze,  dovessero  tomare,  a  pena  d'essere  rubello,  infra  due  mesi,  donde  gran 
danno  fu  loro;  ancora  che  qualimque  Grande  offendesse  alcuno  popolano,  Tuno  consorto 
fosse  tenuto  per  raltro,  nonostante  che  nimicizia  fosse  tra  loro.  Non  piacque  n^  Tuna,  nfe 
r  altra  legge  molto  a'  Buonomini,  ma  le  capitudini,  ovvero  per  loro,  owero  aizzati  d'  altrui, 
voUono  che  andasse  cosl.  30 

RuBRiCA  608*  —  Come  dontro  al  Duca  ed  o*  suoi  consiglieri  si  fecero  certi  ordini. 

L'  anno  predetto  lo  Duca  d'Ateni  in  Francia,  dogliendosi  del  danno  ricevuto  a  Firenze, 
domandava  ammenda  allo  re  di  Francia.  Lo  quale  fece  richiedere  i  mercatanti,  ed  eglino, 
domandato  terraine,  oltre  le  scuse  loro  fatte,  scrissero  qua.  Ed  i  Fiorentini  vi  mandarono  am- 
basciadori  a  scusarsi.  Ma  grande  rischio  corsero  i  mercatanti  fiorentini  di  loro  persone  ed  35 
avere.  Ultimamente  assicurati  li  Fiorentini,  feciono  una  legge,  che  lo  Duca  fosse  rubello 
egli  e  tutti  i  suoi  descendenti  della  cittk  di  Firenze  per  linea  masculina,  e  che  chi  lo  ucci- 


I.  Terre]  omm.  A.  —  $.  infra  i  quali  fu....]  omm,  A.  —  lo.  suao]  omm.  G.  Jt.  —  IJ.  di  Lombardia]  omm.  A.  - 
Vlicontl]  omm.  G.  R.  —  13.  riclUestolo  lui]  yolendolo  G.  R.  —  13.  dl  nuoTo]  omm.  G.  R.  —  17.  E  tanta  fu  la  furia 
che  non]  con  tanta  furia  clie  mal  non  G.R.  —  19-31.  maladetto . .  • .  ne  rimaae]  raaladetto.  In  quesfanno  pure 
«'apprese  nella  maggior  parte  in  quello  quartierl  di  S.  Croce,  ch'  h  nel  popolo  di  S.  Brocolo,  ed  arsero  in  questo 
tre  case  grandi  e  buone  e  ricche  con  gran  danno  G.  R.  —  34.  aj  omm.  G.  R.  —  34-35.  ambasciadori]  omm.  G.  R. 


[A.  1344]  CRONACA  FIORENTINA  221 

desse,  o  cittadino,  o  forestiere,  avesse  diecimilia  fiorini,  e  se  fosse  sbandito,  s'intendesse  ri- 
bandito.'  E  fecesi  dipignere  molto  vituperevolmente  al  palagio  del  Podestk  co'  suoi  consiglieri,  /.,  vui,  105 
che  furono  questi  con  lui:  messer  Ciritieri  Bisdomini,  messer  Meliadus  d'Ascoli,  messer  Gui- 
glielmo  d'Aciesi  ed  il  figliuolo  e  messer  Rinieri  da  Sangimignano  ed  il  fratello.  Questa 
5  dipintura  assai  fu  biasimata  dalli  savi  cittadini  per  piu  rispetti ;  ma  pure  vi  f u  posta  e  dipinta. 
E  di  quello  ci  paghiamo  di  chi  ci  fa  onta  per  nostri  difetti. 

RuBRiCA  609*  —  DelVordine  di  duc  camfane  in  sul  falagio  de^  Priori. 

Questo  medesimo  anno  e  mese  di  dicembre  il  Comime  avea  la  campana  del  popolo,  che 
sonava  al  consiglio  in  sul  terrazzo  del  palagio.  Diliberossi  che  si  ponesse  in  sulla  torre,  e  cosi 
10  fu  fatto.  Ed  in  quel  luogo  fu  messa  una  campana,  che  venne  dal  castello  di  Vernia,  e  dipu- 
tossi  che  quella  campana,  qiiando  s'  apprendesse  il  fuoco  nella  citt^,  sonasse,  onde  i  cittadini 
e  maestri,  che  sono  diputati  a  correre  a  spegnere  il  fuoco,  traessero  tutti,  come  Tudissero, 
sotto  certi  ordini  di  pene. 

RuBRiCA  610'  —  D'una  lcga  fatta  col  vcscovo  d'Arezzo. 

15  Nel  detto  anno  il  Comune  di  Firenze  fece  lega  col  vescovo  d'Arezzo  della  casa  degli'     /.,  vib,  io*| 

Ubertini,  e  trasse  di  bando  di  Firenze  tutti  i  suoi  consorti,  si  veramente  ch'egli  diede  nelle 
inani  del  conte  Simone  per  pegno  tutte  le  castella  degli  Ubertini  e  quelle  del  vescovado,  e 
promisse  avere  amici  per  amici,  nemici  per  nimici,  come  il  Comune  di  Firenze  avesse,  e  far 
guerra  a'  Tarlati  e  rubelli  d'Arezzo. 

20  RuBRiCA  611*  —  Come  la  casa  degli  Ubaldini  fu  condannata. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  febbraio  la  famiglia  degli  Ubaldini  furono  condannati  nel- 
Tavere  e  nella  persona,  perocchfe,  come  detto  h  addietro,  quando  ilDucafu  cacciato,  il  Comune 
mandava  al  soccorso  di  Firenzuola,  ed  eglino  si  feciono  incontro  a  Rifredi,  e  sconfissero  la 
nostra  gente  in  sul  nostro  terreno. 

25  RuBRicA  612*  —  Comc  lo  Comune  fece  Ubro  de'  suoi  debiti,  e  dih  fer  frovvisionc  a  cinquc 
fer  ccnto. 

Nel  detto  anno  volendo  il  Comune  provvedere  chi  avea  sovvenuto  alla  guerra,  vide  tutto 
cio  che  pagato  aveano  i   cittadini,  e  trovossi   essere  circa   cinquecento  settantamilia  fiorini, 
de'  quali,  fatto  libro,  assign6  a  cinque  per  cento  1'  anno,  pagando  ogni  mese  la  rata,'  ed  aase-     /•,  vm,  107 
30  gnolli  sopra  le  gabelle  del  Comune,  cominciando  del  mese  d'ottobre  MCCCXLV. 

RuBRicA  613*  —  D'uno  che  si  disse  fare  miracoli  a  sua  morte, 

Questo  medesimo  anno  mori  un  figliuolo  di  messer  Giambono,  giudice,  il  quale  avea 
nome  lacopo,  stava  nel  popolo  di  S.  Brocolo.  Costui  tutto  il  patrimonio  suo  dife  per  Dio  a* 
poveri,  e  scrivea  a  prezzo,  e  di  quello  si  nutricava  poveramente,  e  poco  usciva  di  casa,  e 
35  limosina  non  pigliava,  se  bisogno  non  avea,  e  quando  n'avea  bisogno  non  pigliava,  se  non 
'  da  coloro  che  vivessero  di  loro  rendita  o  di  netta  mercanzia.  Dissesi  ch'era  vergine,  e  dis- 
sesi  che  predisse  la  venuta  del  Duca  e  la  sua  cacciata,  e  morl,  e  fece  alcuni  segni  d^essere 
accetto  a  Dio,  ed  in  S.  Croce  fu  seppellito. 


j.  co'  juoi]  e  1  sua  //.  —  i8.  e  far]  a  fare  G,R.  —  38.  aveano]  omm,  4. 


ff' 


Iki 


222 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1343] 


/.,  Tni,  IM    RuBRicA  614'  —  ^uesti^  sono  i  Prioridal  di  ■primo  di  maggio  134.4.  "^  ^  frimo  di  maggio  1345. 


Lapo  di  Bruno,  coreggiaio 

Bartolo  di  Lapo  Strada 

Neri  di  Bartolino,  speziale 

Lippo  Ricchi,  galigaio 

Baldese  Falconieri,  ferraiuolo 

Piero  di  Giotto  de'  Marchi 

Ser  Gino  di  ser  Giovanni  di  Gino 

Geri  Vermigli 

Vanni  di  Falco  de'  Rondinelli,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Giovanni 
Ser  Cante  del  maestro  Bonaventura,  loro  no- 

taio,  quartiere  di  S.  Maria  Novella. 

/.,  viu,  110     Lapaccio  del  Bene 

Niccolb  di  Nome,  vinattieri 

Piero  di  Guccio  Filippi 

Piero  di  Dino,  maliscalco 

Guiduccio  Pucci,  linaiuolo 

Pagolo  di  messer  lacopo  degli  Strozzi 

Vanni  diPagno  degli  Albizi 

Giovanni  di  Casella,  ritagliatore 
/.,  Tui,  10»     Vanni'  del  Migliore,  gonfaloniere  di  lustizia, 
quartiere  di  S.  Spirito 

Ser  Bandino  di  Lapo,  lor  notaio,  quartiere  di 
S.  Maria  Novella. 

Lapo  di  Bartolo,  pannaiuolo 

Bartolo  di  Cenni  Bigliotti 

Guiglielmo  PacarelH,  pianellaio 

Betto  Betti,  fomaio 

Pagolo  di  Cecco  di  Giovanni,  rigattiere 

Lapo  Buti,  galigaio 

Lorenzo  di  lacopino  Gualinghi 

Giglio  d'Andrea  Aghinetti 

Ruggieri  di   messer  Lapo   da  Castiglionchio, 

gonfal.  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce. 
Ser  Andrea  Petri  da  Gaville,  lor  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Spirito. 


Neri  di  Baldese,  calzolaio 

Totto  di  Rinaldo  da  Panzano 

Andrea  Ghesi,  iarsettaio 

Messer  Simone  de'  Peruzzi  5 

Masino  di  Gallo,  galigaio 

Nastagio  di  Cambio,  lanaiuolo 

Neri  di  Fioravante,  maestro  di  pietre 

Domenico  di  ser  Vanni,  combiatore 

Pagolo  di  Neri  de'  Bordoni,  gonfaloniere   di  10 

lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Matteo  Guiducci,   loro   notaio,  quartiere 

di  S.  Giovanni. 


Filippo'  di  Giovanni  de'  Machiavelli 

Giovanni  di  monna  Carina,  rigattiere 

Ser  Zanobi  di  ser  Bartolo 

Zanobi  di  Berto  Ranieri 

Coppo  di  Stefano  de'  Bonaiuti 

Messer  Orlandino  de'  Marini 

Francesco  di  Giovanni,  beccaio 

Giovanni  di  Niccola,  tintore 

Maso  Chiermontese  degli  Uccellini,  gonfalo- 

niere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Giovanni 
Ser  Michele  di  ser  Cambio,  loro  notaio,  quar- 

tiere  detto. 

Felice  di  Lapo  Benci 

Ser  Marco  di  ser  Buono  da  Ugnano 

GugIie'.mo  Lupicini 

Giovanni  Donati,  calzolaio 

Stefano  Stefani,  lanaiuolo 

Azzino  Gualbertt,  fabbro 

Forese  Ferrantini 

Uberto  di  Pagno  degli  Albizi 

Pagolo    Boccucci,    gonfaloniere    di    lustizia, 

quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Bindo  di  Vanni  da  Empoli,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Maria  Novella. 


15 


m 


25 


30 


35 


RuBRicA  615'  —  Della  congiunzione  di  love  e  di  Saturno. 

L'anno  di  Cristo  MCCCXLV  si  congiunse  Saturno  e  love.    Ma  comecchfe  non  abbia  di 

/.,  Tui.  ui  punta'  a  fare  a  nostra  materia,  pure  perchfe  la  induce  alquanti  suoi  effetti  in  questo  nostro  40 

clima  h  ancora  ragione,  ne  diremo  alcuna  cosa.     La  grande  congiunzione   di  Saturno  della 

parte,  di  che  vogliamo  parlare,  ^  di  20  in  20  anni  una  volta,  e  secondo  le  loro  disposizioni 

danno  effetti.    Ma  secondo  la  disposizione  di  questa  congiunzione  li  pianeti  erano  nella  spera, 


38.  ^n*ita  ruWica  manca  in  A. 


[A.  1345]  CRONACA  FIORENTINA  223 

che  significavano  morte  ed  apparizione  di  Signori  e  mutazioni  e  s^tte  e  piu  dove  e  cui  i  segni 
e  pianeti  doveano  essere  suggetti  in  quelle  parti  piu  che  altrove  e  piove  e  mortalit^ ;  ma  non 
cosl  subito  erano  gli  affetti,  perch^  era  retrogrado  love.  Ora  questa  congiunzione  fu  a'  di 
28  di  marzo  MCCCXLV  inver  ponente,  e  lo  sole  era  quasi  mezzo  cielo  a  gradi  16  d'Ariete, 
5  quasi  sua  esaltazione,  e  Marte  era  quasi  nel  Pesce  a  gradi  6,  Venere  nel  Tauro  gradi  14  in 
mezzo  cielo,  Mercurio  in  Tauro  in  primo  grado  e  la  Luna  in  Aquario  gradi  4.  Secondo 
astrologia  questo  significava  in  Italia  pifi  che  quasi  altrove. 

RuBRiCA  616*  —  Come  lo  Comune  di  Firenze  fcce  legge  sofra  li  cherici. 

Questo  medesimo  anno  seguendo  i  cherici  molti  soperchi  in  molti  modi,  ed  infra  quali 
10  erano  molti  Grandi  e  popolani  grassi,  li  quali'  batteano,  ed  oltraggiavano  li  minuti,  e  cogni-  /.,  vhi,  uj 
zione  non  era  appo  li  secolari  rettori,  e  forse  ancora  per  la  superbia  delli  minuti,  che  quasi 
il  reggimento  era  tutto  loro,  perocch^  le  2 1  capitudini  le  due  parti  sono  gente  minuta  e  nuova, 
e  sono  arroganti  sanza  discrezione,  e  perchfe  erano  negli  ufici  parea  loro  essere  ciascuno  un 
re,  di  che  feciono  legge,  che  qualunque  cherico  offendesse  alcun  secolare,  potesse  esser  pu- 
15  nito  in  avere  e  in  persona,  come  lo  laico,  e  fosse  fuori  della  guardia  del  Comune,  se  offen- 
desse  in  persona  criminalmente,  e  molte  altre  leggi  gravi,  le  quali  non  era  di  loro  modo  sanza 
la  licenza  del  papa,  che  avendolo  notificato  a  lui,  si  dee  credere,  ne  averebbe  provveduto. 

RuBRicA  617'  —  Come  il  Comune  tolse  a'  Grandi  alcune  fossessioni  loro  fer  adietro  donatc. 

In  questo   anno  medesimo,  o  che  fosse   che  al  popolo  minuto,   che  reggea  piu  che  il 

20  grasso,  come  detto  h,  avesse  sospetto,   perchfe   il  popolo  grasso   gia  si  dolea,   che   li   minori 

aviano  piii  parte  che  non  doveano,  e  tutto  dl  parlavano  co'  Grandi,  ed  i  Grandi  con  loro,  o 

che  per  dispetto  e  per  impaurirgli,  o  che  pure  ingratitudine  li  muovesse,  fu  che  trovandosi 

il  Proposto  de'  Priori  delle  minori  arti,  ricordando  a'  compagni  ed   a'  collegi  lo   soperchio'     /.,  vni,  iij 

de'  Grandi,  che  avieno  voluto  rompere  lo  popolo,  ed  erano  stati  bonificati  di  possessioni  dal 

25  popolo,  deliberarono  fossero  loro  levate  le  possessioni  date.     Vinto  e  fatto  fu.    Toccb  a'  fi- 

gliuoli  di  messer  Pazzino  dei  Pazzi,  morto  in  servigio  del  popolo  nel  1311,  ed  a'  figliuoli  di 

messer   Pino  e  di  messer  Simone  della  Tosa  i  beni  donati  a'  lor  padri,  quando  furono  fatti 

cavalieri   del  popolo,  ed  a'  figliuoli  di  messer  Giovanni  Pini  de'  Rossi,  il  quale  mori  amba- 

sciadore  del  Comune  al  papa.     Questi  beni  furono  dati  a'  figliuoli  per  merito,  e  cosi  furono 

30  loro  tolti,  ed  assegnati  allo  rifare  delli  ponti.     Montarono  non  molto,  furono  circa  quindici- 

milia  fiorini.     Dispiacque  molto  per6;  chfe  se  avieno  fallato  per  modo  che  meritassero  pena, 

altra  via  parea  essere  da  tenere,  e  non  torre  quello  che  dato  era  per  beneficio;  chfe  da  ma- 

teria,  non  essere  il  cittadino  operatore  del  suo  Comune  di  niuno  suo  bene. 

RuBRiCA  618*  —  Come  Fucecchio  fu  assaliio  fcr  ofera  dc^  Pisani. 

35  L'anno  predetto  in  Fucecchio   avea  due   famiglie   possenti  e   nimiche  Tuna   deiraltra: 

Tuna  quelli  della  Volta,  Taltra  si  chiamavano  quelli  di  messer  Simonetto,  e   con  soccorso 
de'   Pisani  e  fanti  segreti  corsero  la  Terra.'     Ma  subito  vi  trassero  i  soldati  di  Valdarno,  e     /.,  vm,  m 
intrati  dentro,  cacciarono,  ed  uccisero,  e  ferirono  quelli  della  Volta,  che  voleano   cacciare 
quelli  di  messer  Simonetto.     Ma  voUeno  fare  altro  che  pur  cacciare  coloro,  perocchfe  poco 

40  appresso  li  Pisani  mandarono  di  notte  certi  che  per  la  Terra  furono  sentiti.    Onde  vegnendo 


13.  parea]  pare  G.  R.  —  17.  papa]  Santo  Padre  G.  R.  —  19.  al  popolo  minuto]  II  popolo  minuto  /.  — 
34-35.  dal  popolo,  deliberarono  fossero]  dal  popolo  fu  vinto  e  deliberato  che  fossero  /.  CmJ  /.  eolma  la  lacumt 
di  cui  non  h  iraccia  nei  mss.  —  25.  date]  omm.  A.  -  fatto  fu.  Tocc5  a'  figliuoll]  fatto  fuoco  al  figlluolo  G.  /?.;  /. 
accomoda  a  modo  suo  la  lezione  di  G.  R.  e  furono  tolti  dl  fatto  —  36.  nel  1311]  131 1  annl  di  Crlsto  G'.  R.  —  38.  del 
Comune]  omm.  A.  —  30.  furono]  omm.  G.  R.  —  31.  molto]  omm.  G.  R.  —  33.  di  niuno  suo  bene]  oirm.  G,  R, 


^24  CRONACA  FIORENTINA  £A.  1345] 

a  Fucecchio,  il  trattato  si  scoperse,  e  furono  assaliti  e  morti  e  presi  dalll  soldati  de'  Fioren- 
tini.  II  Comune  si  dolae  a'  Pisani.  Scusarsi  che  non  fu  di  loro  saputa;  ma  aon  ne  feciono 
per5  punizione. 

RuBRiCA  619*  —  Conie  fu  rifatto  lo  Ponte  Vecchio  in  Fircnze. 

Questo  anno  fu  rifatto  il  Ponte  Vecchio  di  pietre  ed  archi  tre  e  riccamente.    Lo  quale     5 
ponte  rimase  largo  16  braccia,  oltre  alle  botteghe,  che  vi  si  feciono  suso  d'ogni  lato,  che 
furono  43,  delle  quali  8'ebbe  di  pigione  tanto  che  in  meno  di  20   anni  francarono  la  spesa 
che  g08t6  il  ponte.     E  furono  in  v6Ita  le  botteghe  per  piii  sicurti. 

i:,  y«u,  uj     RuBRicA  620'  —  Cotne^  messer  Mastino  volle  esser  fagato,  e  fatto  Vaccordo  fer  lo  Marchetc 

da  Ferrara.  10 

In  questo  anno  sentendo  messer  Mastino  che  lo  Comune  di  Firenze  avea  assegnato  lo 
8U0  assegnamento  alli  cittadini,  egli  fece  pigliare  tutti  li  mercatanti,  ch'erano  in  Verona  ed 
in  Vicenza;  di  che  il  Comune  -vx  mand6.  E  messer  Mastino  venne  a  Ferrara;  e  qui  si  stralci6, 
e  fecesi  accordo  e  quetanza  per  sessantacinque  milia  fiorini,  e  pagare  in  due  mesi.  II  Co- 
mune  fece  una  legge  che  chi  avea  avere  dal  Comune,  di  che  il  Comune  gli  dava  cinque  per  15 
cento,  e  volesse  prestare  altrettanti,  quanti  n'avea  avere,  che  gli  fossero  assegnati  i  vecchi 
e  nuovi  alle  gabelle  ed  avere  la  vera  sorte  in  due  anni.  E  cosi  fu  trovato  il  modo,  e  pagato 
messer  Mastino;  e  riebesi  i  cittadini  che  egli  avea  la  per  istatichi  e  sostenuti. 

RuBRicA  621*  —  Come  quelli  di  Sangimignano  furono  condannati  fer  correria  fatta  in  sul 
contado  di  Firenze.  20 

/.,  vm,  116  L'anno  detto  quelli  di  Sangimignano  corsero  la  villa  di  Campo  Robiano;  di  che  fu'  con- 

dannato  il  Comune  in  danari,  ed  i  cittadini  in  avere  e  in  persona.  Poi  a  preghiere  di  Sanesi 
furono  ribanditi,  salvoch^  quattro  caporali;  e  pagarono  per  ammenda  fiorini  cinquemila  d'oro 
a'  Fiorentini. 

RuBRicA  622*  —  Di  trcmoti  ed  aliri  affanni  chc  furono  in  Fircnze.  25 

Nel  detto  anno  fu  grande  caldo  e  secco,  e  poi  appresso  il  settembre  ed  il  dicembre 
furono  grandi  termuoti  in  Firenze,  comecchfe  danno  fosse  piccolo,  ma  la  paura  fu  grandis- 
sima.  Ma  dal  dl  primo  d'  agosto  infino  a'  di  6  di  novembre  non  rist6  mai  di  piovere,  e  quasi 
poco  si  ricolse,  e  quello  si  ricolse  e  quel  poco  si  guast6,  e  vino  e  grano.  E  peggio  fu  che 
/.,  vni,  m  male  si  semin6,  perchfe  le  terre  non  furono  bene'  lavorate,  n6  acconce;  e  fu  si  grandi  piove,  30 
che  Amo  due  volte  fu  si  grande  che  allag6  di  Firenze  gran  parte,  la  piazza  di  S.  Croce  ed 
infino  al  palagio  del  Podesta.    Ed  ogni  fossato  e  fiume  fece  gran  danno. 

RuBRiCA  623*  —  Come  fu  novella  in  Firenze  che  lo  re  Andrea  era  stato  morto  fer  U  ba- 
roni  suoi. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  settembre  venne  a  Firenze  novelle  che  lo  re  Andrea,  figliuolo  35 
di  Carlo  Uberto,  re  d'  Ungheria  e  marito  di  Giovanna,  figliuola  del  Duca  di  Calavria,  figliuolo 
dello  re  Ruberto,  il  quale  si  dovea  incoronare  re  di  Puglia,  fu  morto  e  strangolato  da'  suoi 
baroni  e  famiglia  in  Aversa  a'  di  18  del  detto  mese  ed  anno.     Dissesi  la  regina  Giovanna, 


S-6.  pietre....  largo]  pietre  e  in  arch  rlccamente  rimase  largo  A  —  18.  e  rlebesi....  istatichi]  e  rlavuti  1 
•uoi  cittadinl  ch'erano  stati  per  istatichi  G.  Ji.  —  21.  detto  quelli]  detto  corsono  quelli  A.  —  27.  fu]  omm.  G.R.  — 
39.  e  quel  poco]  omm.  G,  R.  —  35.  venne]  Tennono  /.  —  38.  e  famiglia  in  Aversa]  omm.  4. 


[A.  1345]  CRONACA  FIORENTINA  225 

8ua  moglie,  acconsenti  al  delitto  detto.  Lo  vero  si  rimanga  nei  suoi  piedi,  ed  io  di  ci6  non 
mi  stendo,  perchfe  non  6  di  nostra  materia,  ma  toccone  sommariamente,  perchfe  molte  cose 
dipendenti  da  quello  regno  e  signori  accagionb  a  nostra  materia  spesso.  E  rimase  grossa  la 
reina  di  sei  mesi,  la  quale  poi  partori  uno  fanciullo  maschio. 

5  RuBRicA  624'  —  Come  i  Fiorentini  si  feciono  miova  moneta. 

In  questo  anno  fece  lo  Comune  di  Firenze  nuova  moneta  d'ariento  con  giglio  e  S.'  Gio-     /.,  vni,  u» 
vanni;  li  quali  si  corsero  a  soldi  4  l'uno,  e  fu  bella  e  buona  moneta. 

RuBRiCA  625*  —  Come  ehhono  hando  alquanti  cittadini  ■per  falsare  la  detta  moneta. 

Questo  medesimo  anno  furono  presi  due,  li  quali  vennono  a  spontania  confessione  che 
10  a  petizione  d'Aghinolfo  di  messere  Gualterotto  de'  Bardi,  di  Sozzo  di  messer  Piero  de'  Bardi 
e  di  Rubecchio  del  Piovano  avevono  falsate  le  monete.     Questi  due  furono  arsi,  e  con  loro  i 
detti  furono  richiesti,  e  come  contumaci  ebbono  bando  del  fuoco. 

RuBRiCA  626*  —  Come  li  Bardi  e  altre  comfagnie  fallirono, 

L'anno  predetto  si  falli  la  compagnia  dei  Bardi  di  Firenze,  la  quale  avea  molti  denari 

15  di  cittadini  di  Firenze  e  d'altri.     E  la  cagione  del  fallimento  si  dice  fosse  che  nelle  guerre 

dello  re  di  Francia  e  d'  Inghilterra  e'  gli  aveano  prestato,  che  lo  resto  delFavere  dal  re  Adoardo 

d'  Inghilterra  era  ottocentomilia  fiorini,  e  dallo  re  di  Sicilia  dovieno  avere  fiorini  centomilia. 

RuBRicA  627*  —  Come    il  Dtica  d'Atene  ottcnne  rafresaglia  contro  «'  Fiorentini.  /.,  Tia,  ii» 

Gli  anni  predetti  di  Cristo  lo  re  di  Francia,  stato  stimolato  dal  Duca  d'Ateni,  concesse 
20  rapresaglia  al  Duca  contro  a'  Fiorentini  di  ci6  che  domandava  di  danno  e  di  menda,  che  era 
grande  cosa.  E  Ik  era  sempre  lo  sindaco  del  Comune,  e  non  valse,  e  di  nulla  fu  udito  a 
ragione,  dando  termine  dal  febbraio  al  maggio,  onde  gran  danno  ne  ricevette  il  Comune, 
cio6  i  cittadini,  che  aveano  nello  reame  di  Francia  assai  a  fare,  e  convenne  loro  fuggire,  e 
stare  in  franchigia,  ed  assai  danno  n'ebbono. 

25  RuBRicA  628*  —  Come  lo  inquisitorc  dc'  fatcrini  ebbe  quistione  col  Comune  di  Firenze. 

Questo  medesimo  anno  essendo  fallita  la  compagnia  degli  Acciaiuoli,  ed  avendo  a  dare 
al  Cardinale  di  Spagna  a  Vignone  dodicimilia  fiorini  d'oro,  lo  inquisitore  de'  paterini  da 
Firenze,  frate  Piero  deirAquila  deirordine  di  S.  Francesco,  molto  conto  del  detto  Cardinale, 
fu  fatto  procuratore.  Onde  lui  addimandando  li  detti  denari,  lo  Comune  s'interpuo8e  in  ac- 
30  cordo  de'  detti  denari  per  riverenzia  del  Cardinale;  onde  erano  quasi  in  accordo.'  Messer  /.,  vin,  im 
Salvestro  Bivigliani,  compagno  della  detta  compagnia  per  acconcio  del  fatto  era  ito  in  palagio 
de'  Priori,  sotto  fidanza  de'  Priori  e  colla  loro  famiglia,  ed  uscendo  del  palagio  colla  famiglia 
de'  Priori  accompagnato,  quattro  messi  del  Comune  e  famiglia  del  podesth  presero  messer  Sal- 


I.  acconsenrt)  acconsenzlente  A.  -  Lo  vero. ...  piedl]  II  vero  rimanga  In  sua  plfe  A.  —  3.  gignori]  signorla 
G.  R,  •  accagion6]  cagion6  G.  R.  —  4.  partorl  uno  fanciullo]  fecc  un  figliuoio  G.  R.  —  7.  fu]  omm.  G.  R  —  9. 11 
quali.  .  confessione]  li  quall  alla  spontana  confessiono  G.  R.  -  confessione  che]  confessione  dissero  clie  /.  — 
II.  e  di  R.ubecchio  dei  Piovano]  omm.  A.  -  averono  falsato  le  monete]  omm.  G.  R.;  I.  sufpliice:  avevano  faisato 
la  detta  moneta  —  11-12.  arsl....  ebbono]  arsi  e  gli  altrl  richiesti  non  comparirono  ed  ebbono  A.  —  I4-IS'  '* 
quale....  cittadini]  ia  quale  porocche  avea  molti  de*  cittadini  G  R,  —  15.  fosse]  fu  A.  —  23.  dando  termine  dal 
febbraio  ai  maggio]  omm.  /.;  fermlne]  Irame  A.  -  onde]  ove  A.  —  27.  d'oro  lo  inquisitore]  d'oro  da  frate  Piero 
dell'Aqu:ia  lo  inqulsitore  A,  —    38.  conto]  conosciuto  —  29.  luij  0»»/».  G.  R. 

T.  XXX,  p.  I  —  is- 


226 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1345] 


vCBtro.  Lo  romore  f u  grande ;  la  f amiglia  de'  Priori  e  quella  del  Capitano  trassero  allo  romore ; 
e  furono  presi  i  messi  e  la  famiglia  del  podesti,  e  messer  Salvestro  lasciato  subito,  perchfe  la 
famiglia  de'  Priori  avieno  sicurato,  ed  erano  con  messer  Salvestro.  Fu  tagliato  la  mano  a' 
messi,  e  confinati  per  dieci  anni.  II  Podest^  venne  a'  Priori  a  chiedere  misericordia,  consi- 
derato  che  li  berrovieri  non  fanno  le  leggi,  ma  sono  menati  da'  messi;  e  con  molto  sottomet-  5 
tersi  alla  scusa,  onde  con  grande  preghiera  fu  libero  s^.  e  sua  famiglia.  Lo  inquisitore  per 
isdegno  se  n'and6  a  Siena,  e  qui  8Comunic6  i  Priori  ed  il  Capitano  e  chi  avesse  dato  aiuto 
c  favore,  onde  intraddisse  la  cittJi.  Questo  inquisitore  fu  uomo  di  guadagno,  e  per  denari 
molti  cittadini  avea  condannati  per  eretici  quasi  per  nonnuUa,  e  tanti  danari  avea  fatto, 
ch'era  gran  fatto.  E  per  le  dette  baratterie  il  Comune  ne  fece  carte  pubbliche  fare,  e  am-  10 
i^  VIII,  131  basciata  cre6  onorevole  alla  dif esa,  ed  appeU6  al  Papa,  ed  andaronvi  questi : . . .  Andarono '  con 
danari  e  con  pieno  mandato  di  comporsi  e  di  pagare  e  promettere  al  detto  Cardinale.  E 
cosl  fu  lo  intraddetto  sospeso,  e  go8t6  al  Comune  piu  di  ventimilia  fiorini,  e  poco  onore  ne 
ebbe  il  Comune,  ma  li  cittadini  utile  assai,  perocch^  eglino  si  feciorjo  dare  di  buoni  benefici. 
In  presenza  del  Papa  lette  le  baratterie  dello  inquisitore,  e  fatto  Taccordo,  dipoi  tornati  gli  15 
ambasciadori,  il  Papa  fece  citare  i  Priori  ch'erano  e  lo  vescovo  e  piu  secolari.  E  fu  grande 
ruina  de'  Fiorentini  in  corte. 

Questi  sono  gli  ambasciadori : 

Messer  Francesco  Brunelleschi 

Messer  Antonio  Baldinacci  Adimari  20 

Messer  Bonaccorso  Frescobaldi,  calonaco 

Messer  Ugo  della  Stufa,  giudice 

Lippo  degli  Spini 

Ser  Baldo  Franceschi,  sindaco  e  notaio. 

RuBRiCA  629*  —  Cotne  i  Fiorentim  feciono  leggi  contro  al  vescovo  ed  inquisitore.  -j 

Per  le  predette  cose  diliber6  il  Comune  che  lo  inquisitore  non  potesse  condannare  ntuno, 
se  non  nel  fuoco  e  non  in  pecunia,  e  non  potesse  avere  altra  pregione  che  le  Stinche,  e  che 
/.,  VIII,  la  niuno  rettore  desse  famiglia  allo  inquisitore,  nh.  pigliare  niuno  senza'  licenzia  de'  Priori,  ne 
tenesse  con  arme  se  non  sei  famigli,  ed  a  piu  non  potesse  dare  Tarme;  ch^  si  trovo  che  a 
piu  di  500  Tavea  data,  che  per  suoi  famigli  la  portavano,  onde  si  disse  ch'egli  ne  toccava  30 
denari  assai;  ed  al  vescovo  di  Firenze  e  di  Fiesole  12  per  uno,  e  non  piu  potessero  portare 
arme.     Ed  altre  leggi  contro  a  loro. 


RuBRiCA  630*  —  ^uesti  sono  i  Priori  d'  un  anno  da'  di  frimo  di  maggio  134.5  o*  di  frimo 
di  maggio  134.6. 


Niccol6  Latini,  speziale 
Francesco  del  Benino  Nelli 
Dino  di  Cente,  calzolaio 
Bonsi  d'Orlando 
Simone  di  Piero  Borsi 
Giovannozzo  Rinaldi 
Piero  di  Saggio,  tavolacciaio 
Chimento  Buoncristiani  Baronci 


Giovanni  di  messer  Lapo  Amolfi,  gonfalonie- 
re  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 

Ser  Bartolo  di  Neri  da  RofRano,  loro  notaio, 
quartiere  detto. 

Guido  di  Banco  Deti 

Vanni  Lamberti 
Foresino  Totti,  calzolaio 


6.  s&  e]  esso  e  G.  R,  —  9.  per  erctlci]  per  heretlcl  G.  R.;  perche  retici  /.  —  11.  crco]  omm.  A.  •  appcllA] 
appellorono  A.  —  13,  ventirailia]  xviii'°  A.  —  15.  In  presenza...,  tornatl]  Quando  i  detti  inbasciadori  isposono 
dinanzi  al  Papa  l'ambasciata  feciono  leggeie  le  baratterie  dcllo  inquisitore  e  fatto  l'acordo  e  (ornati  A.  —  13-17.  In 
presenza....  corte]  questo  fas30  ia  A.  segite  i  nomi  degli  ambasciadori  —  16.  secolari]  prelati  A.  —  iS.  sono]  furoao 
A.  —   20.  Baldlnacci]  omm.  A,  —  ji,  calonaco]  chcrico  G.R.  —  30.  300]  100  C.  R.  —  31.  assai]  omm.  G.R. 


[A.  1345] 


CRONACA  FIORENTINA 


227 


Messer'  Francesco  di  messer  Lotto  Salviati 

Matteo  di  Boninsegna 

Cecco  di  Giovanni,  rigattieri 

Lapaccio  di  Vieri,  vinattiere 

Filippo  Niccoli 

Pagolo   del  Buono,  gonfaloniere  di  lustizia, 

quartiere  di  S.  M.  Novella 
Ser  Gio.  Paganelli,  loro  notaio,  quartiere  di 

S.  Spirito. 

Andrea  di  Benozzo 

Salino  di  Bruno,  rigattiere 

Lapo  del  Bene 

Gabriello  di  ser  Simone 

Naddo  di  I^apo,  beccaio 

Messer  Oddo  di  messer  Bindo  Altoviti 

Mazzetto  Guadagni 

Francesco  di  Lapo,  pizzicagnolo 

Lorino  di  Buonaiuto,  gonfaloniere  di  lustizia, 
0  quartiere  di  S.  Giovanni 

Ser  Andrea  di  ser  Maso  da  Capalle,  loro  no- 
taio,  quartiere  di  S.  M.  Novella. 

Salvi  di  Lapo,  ferraiuolo 

Bandino  di  Bartolo  Bandini 

Tingo  di  Guido  Mancini. 

Bese  del  Busino 

Lenzo'  di  ser  Guido 

Bartolo  di  Tommaso,  agoraio 

Ser  Lotto  Pucci 
0  Cino  di  Colto,  vinattiere 


Luigi  di  messer  Andrea  de'  Mozzi,  gonfalo-     /.,  v«i,  us 
niere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 

Ser  Tano  di  Nardo  de'  Guasconi,  loro  notaio, 
quartiere  di  S.  Giovanni. 

Sassolo  di  Giunta,  vinattiere 

Lippo  di  Lotto,  speziale 

Pela  di  Nuccio,  albergatore 

Filippo  di  Cionetto  Bastari 

Francesco  Pacini,  rigattieri 

Andrea  di  Nino  de'  Rucellai 

Francesco  di  Fiorentino  Ragni 

Cifo  di  Lotto  Delli 

Giovanni  di  Guasco  de'  Covoni,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Bartolo  luntini  da  Vico,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Spirito. 

Francesco  di  Buto,  calzolaio 

Messer  Guido  Dandi 

Bartolo  Gucci,  legnaiuolo 

Niccolo  d'UgoIino  de'  Giugni 

Bencivenni  d'Albizzo,  oliandolo 

Luca'  Alberti  /.,  ▼ni,  las 

Michele  di  Veri  Rondinelli 

Matteo  di  Lando  Biliotti 

Primerano  Obbriachi  Serragli,  gonfaloniere  di     /.,  vm,  134 

lustizia,  quartiere  di  S.  M.  Novella 
Ser  Guccio  di  ser  Boninsegna  da  Rignano,  lo- 

ro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 


RuBRicA  631'  —  Comc  fu  fatto  il  fonte  a  Santa  Trinita. 

Gli  anni  di  Cristo  MCCCXLVI  del  mese   d'ottobre  fu  compiuto  il  ponte  a  S.  Trinita, 

molto  bello  e  ricco.     Non  vi  fu  fatto  su  altro  che  una  chiesicciuola,  e  dairaltro   lato  Tabi- 

turo  del  prete  in  suUe  punte  delle  pile.  Gost5  il  detto  ponte   con  ogni  spesa   ventunmilia 
i5  settecento  fiorini  d'oro,  0  circa. 

RuBRicA  632'  —  Come  Carlo  figlimlo  del  re  Giovanni,  re  di  Buemia,fu  eletto  re  de^  Romani 
■per  incoronarsi  imferadore. 

Comecch^  non  sia  puntualmente  di  nostra  materia,  ma  perchfe  verra  a  bisogno  avere  udito 
questo,  nel  detto  anno  fu  soddutto  {condutto?)  in  Vignone  per  mezzo  dello  re  di  Francia  Carlo, 
0  figliuolo  dello  re  Giovanni  di  Boemia.     Lo  quale  venne  per  avere  la  electione  dello  imperio, 
perocchfe  '1  Bavero  la  usurpava,  come '  adietro  avete  udito  in  piii  luoghi.    E  molto  sarebbe  da     /.,  vni,  126 


7.  LippoJ  Lippo  («/.  Lapo)  /.  —   13.  Cifo]  Cifo  (<?/.  Ciuffo)  /.  —  33-34.  chlesicctuola . . . .  Gosti]  clilesa  plc- 

cola  coa  1'abituro  del  prete.  Cost6  A.  —  34,  spesa  vcntunmliia]  spesa  conto  ventunmlia  G,  /?.;  ventunmila]  ui"  A, 

Jorse  Vaiiiografo  aveva  notato  due  mila  tegnanlo  il  due  tra  due  graffe;  ed  A,  irascrisst  I3I,  menire  G.  R,  tratcrisie 

21,  cssendo  forse  non  molto  chiaro  il  frimo  segno  —  38.  puntualmente]  puntalmcntc  A.  —  40.  clectlone]  correctlono 

5    G,  R.;  coronazione  /, 


228 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1347] 


dlre  sopra  cib,  ma  perchl  non  h  d!  nostra  materia,  barti  il  sapere  questo,  che  con  lettere 
dello  Papa  se  n'and6  egli  agli  Elettori,  e  fu  eletto  a'  dl  1 1  di  luglio  MCCCXLVI  imperadore. 


RUBRICA  632"' 
naio  1347. 


^uesti  sono  i  Priori  dal  di  frimo  di  maggio  1346  al  di  -primo  di  gen- 


Griiido  di  Bernardo,  pizzicagnolo 

Betto  di  Nigio 

Bellaccio  di  Puccio,  beccaio 

Cionellino  di  Bello  Alberti 

Piero  di  Guglielmo 

Duccio  di  Bardo  degli  Altoviti 

Giunta  di  Giovanni,  coreggiaio 

Benozzo  di  Cino,  armaiuolo 

Giovanni  di  Niccol6  da  Cerreto,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Giovanni 
Ser  Manfredi  di  ser  Paniccia,    loro   notaio, 

quartiere  di  S.  Spirito. 

/,  vm,  137     Vanni'  di  Lando,  ferratore 
/.,'.TBi,  129     Giovanni  di  Cione  Falconi 

Bartolo  di  Neri,  pizzicagnolo 

Rinaldo  di  ser  Rustichello 

Giambone  di  Giovanni  Cristiani 

Bingieri  di  Nardo 

Tommaso  di  Diodato  Baronci 

Gianni  di  Lapo,  tintore 

Francesco  di  Balduccio  Pegolotti,  gonfalonie- 
re  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 

Ser  Alessandro  di  messer  Caro,  loro   notaio, 
quartiere  di  S.  Croce. 

Cionellino  di  Ghingo  Aldobrandini 

Donato  di  Balsamino,  fornaciaio 

Cecco  di  Civolo,  biadaiuolo 

Simone  di  Bertino,  ritagliatore 

Michele  di  Bergo,  calzolaio 

Stefano  di  Puccio,  maestro  di  pietre 

Rosso  di  Ricciardo  de'  Ricci 

Angelo  di  Giano  degli  Albizi 

Messer  Agnolo  di  Neri  degli  Alberti,  gonfa- 

loniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Maggio  di  ser  Pepo,  loro  notaio,  quartie- 

re  di  S.  Giovanni. 

/.,  Tiii,  130 

/.,  Tiu,  128  Guadagno'  di  Mazzetto,  fornaio 


Pierozzo  di  Braccino,  orafo 

Piero  di  Romolo,  beccaio 

Francesco  di  Buono,  fabbro 

Bartolo  di  Cino  Benvenuti 

lacopo  di  Chele  Bordoni 

Filippo  di  Ciuti,  rigattiere 

Baldovino  di  Lando,  speziale 

Lippo  di  Dono  del  Saggina,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Nardo  Ciai  da  Castel  Fiorentino,  loro  no- 

taio,  quartiere  detto. 


1 


Taddeo  di  Buono  Strada 

Mannello  di  Lando  Guidetti 

Marco'  di  Cristiano,  vinattiere 

Filippo  del  Rosso  Bagnesi  2 

Andrea  d'Ottonello,  calzolaio 

Andrea  d'Ubertino  degli  Strozzi 

Tano  di  Tuccio  Somelle 

Gherardo  di  Ghese,  beccaio 

Piero  d'Uguccione  del  Papa,  gonfaloniere  di  2 

lustizia,  quartiere  di  S.  Giovanni 
Ser  Bindo  di  Cione  da  Passignano,  loro  no- 

taio,  quartiere  di  S.  Maria  Novella. 

Antonio  di  Bartolo,  funaiuolo  3 

Geppo  del  Ricco  Pitti 

Simone  del  maestro  Fagno 

Vaccio  Ciani 

Salimbene  di  Bruno,  fornaio 

Cino  di  Federigo,  cambiatore  3 

Stoldo  di  Dore  {al.  di  Lore)  pellicciaio 

Nepo  di  Cecco  Spina 

Giovanni  di  Gherardo  Lanfredini,  gonfalonie- 

re  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Romolo  di  ser  Triccolo,  loro  notaio,  quar-  4 

tiere  detto. 

Michele'  di  Tieri,  fornaio 
Sandro  di  Zanobi  dello  Scelto 


I.  basti]  basta  G.  R.  —  3.  imperadore]  eletto  fu   re  del  Romani 
Buoao  («/.  di  Lione)  /. 


il   detto  Cario  G.  R.  —  7.  di  Buono]   di 


[AA.  1347-1348] 


CRONACA  FIORENTINA 


229 


lacopo  di  Gherardo  di  Gentile 

Chiarozzo  della  Mora 

lacopo  di  Tuccio  Taoni 

Bardo  Altoviti 

Zanobi  di  Chiaruccio,  biadaiuolo 

Messer  Gianiano  di  Lapo   Gianiani,  gonfalo- 

niere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Francesco  di  ser  Pino  da  Signa,  loro  no- 

taio,  quartiere  detto. 

Rinieri  di  ser  Segna 
Meglio  Bonanni 

Francesco  di  Fabbrino,  vinattiere 
Giovanni  Cigliamochi 
Gherardo  di  Chele  Bordoni 
Giovanni  di  Guglielmo,  setaiuolo 
Zanobi  di  Neri  Camerini 
Bartolo  di  Lore,  beccaio 
Ubaldino  di  Niccolo  ArdinghelH,  gonfalonie- 
re  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  No- 
vella  Ser  Francesco  di  Lapo,  loro  notaio. 

Niccolaio  di  Bocchino  Rimbaldesi 
Salvino  di  Martino,  calzolaio 


Bencivenni  Buonsostegni 

Nastagio'  Bucelli 

Soldo  di  messer  Ubertino  degli  Strozzi 

Bernardo  di  Simone,  fornaciaio 

Baldino  Compagni 

Zato  di  Baldo  Passavanti 

Matteo  di  Borgo  Rinaldi,  gonfaloniere  di  lusti- 

zia,  quartiere  di  S.  Giovanni 
Ser  lacopo   di  ser  Gherardo  Gualberti,  loro 

notaio,  quartiere  di  S.  Spirito. 

Alessandro  di  Giovanni  Cristiani 

Niccol5  d'Andrea,  calzolaio 

Nastagio  di  Buonaguida  Tolosini 

Migliore  di  Duccio,  tintore 

Giovanni  di  Lippo  Aldobrandini 

Bartolo  di  Mannuccio  Rucellai 

Bencivenni  di  Pierotto,  spadaio 

Guido  di  Buonsignore 

Giorgio  Baroni,  gonfaloniere  di  lustizia,  quar- 

tiere  di  S.  Spirito 
Ser  Guido  di  Corsino,   loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Maria  Novella. 


/.,  vni,  131 


25  RuBRiCA  633*  —  ^icsii'  sono  i  Priori  dal  dt  ■primo  di  gennaio  134.7  a'  dt  frimo  di  gennaio  1348.     /.,  vnr,  132 


^O 


^5 


Bartolo  Giannini,  funaiuolo 

Sandro  di  Simone  da  Quarata 

Francesco  Rinuccini 

Lapo  di  Lapo,  rigattiere 

Matteo  di  Guiglielmo,  legnaiuolo 

Francesco  di  Borghino 

Niccolb  di  Vanni,  fornaio 

Mone  Guidi 

Forese    Sacchetti,    gonfaloniere    di    lustizia, 

quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Gino  di  ser  Giovanni  da  Calenzano,  loro 

notaio,  quartiere  di  S.  Giovanni. 

Francesco  di  Vannozzo  Bigliotti 
Segna  di  Lotto,  pizzicagnolo 
Salvestro  di  Manetto  Isacchi 
Mico  Calvagni 

Orlando  di  Bartolo  Orlandini 
Ugo'  di  messer  Oddo  Altoviti 
Dino  del  Burci,  linaiuolo 


Manno  di  Pagno  degli  Albizi 

Francesco  di  Lapo  di  Giovanni,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  S.  M.  Novella. 
Ser  Francesco  di  ser  loanni,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Croce. 

Piero'  di  Cione  Ridolfi 

Gherardo  di  messer  Botte 

Paolo  del  Ricco  Pelacane 

Allegro'  di  Nuto,  fornaio 

Francesco  del  Chiaro,  stamaiuolo 

Francesco  Comucci,  setaiuolo 

Domenico  di  Dante,  farsettaio 

Castello  di  Lippo  del  Beccuto 

Giovanni  di  Geri  del  Bello,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Bartolo  di  ser  Chermontieri  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Spirito. 

Piero  di  Stefano  Benintendi 


/,,  vni,  IM 


/.,  vui,  135 


/.,  VIII,  133 


30.  /.  aggiunge  qm,  ricavandoU  da  un  friorista,  i  nomi  dei  friori  del  maggio-giugno  ehe  maneaHO  in  G,  R. 


230 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1348] 


Salvestro  d'Adoardo  Belfredelli 
Uberto  d'Ubaldino  Infangati 
Bemardo  del  Bene  Pepi 
Piero  di  Cambio,  linaiuolo 
Cecco  di  Bocchino,  calzolaio 
Giovanni  di  Tedice  Manovelli 


Niccolao  di  Mone  Guidi 

Messer  Francesco  di  Palla  degli  Strozzi,  gon- 

faloniere  di  lustizia,  quartiere   di  S.  M. 

Novella. 
Ser  lacopo  Cecchi,  loro  notaio,  quartiere  di  5 

S.  Giovanni. 


10 


RuBRic A  634*  —  n  una  mortalilh  la  quale  fu  nella  citta   di  Firenzc,  dove  morirono  molte 
■persone. 

Negli  anni  del  Signore  MCCCXLVIII  fu  nella  cittk  di  Firenze  e  nel  contado  grandis- 
sima  pistilenzia,  e  fu  di  tale  furore  e  di  tanta  tempesta,    che  nella  casa  dove  8'appigliava 

/.,  Tui,  iv>  chiunque  servia  niuno  malato,  tutti  quelli  che  lo '  serviano,  moriano  di  quel  medesimo  male, 
e  quasi  niuno  passava  lo  quarto  giomo,  e  non  valeva  nh  medico,  rvh  medicina,  o  che  non 
fossero  ancora  conosciute  quelle  malattie,  o  che  li  medici  non  avessero  sopra  quelle  mai 
studiato,  non  parea  che  rimedio  vi  fosse.  Fu  di  tanta  paura  che  niuno  non  sapea  che  si 
fare;  quando  8'appigliava  in  alcuna  casa,  spesso  avvenia  che  non  vi  rimanea  persona  che  15 
non  morisse.  E  non  bastava  solo  gli  uomini  e  le  femmine,  ma  ancora  gli  animali  sensitivi, 
cani  e  gatte,  poUi,  buoi,  asini  e  pecore  moriano  di  quella  malattia  e  con  quel  segno,  e  quasi 
niuno,  a  cui  venla  lo  segno,  o  pochi,  veniano  a  guarigione.  Lo  segno  era  questo,  che,  o  tra  la 
coBcia  e  '1  corpo  al  modo  {nodo?)  d'anguinaia,  o  sotto  lo  ditello  apparia  un  grossetto,  e  la  feb- 
bre  a  un  tratto,  e  quando  sputava,  sputava  sangue  mescolato  colla  saliva,  e  quegli  che  sputava  20 
sangue  niuno  ne  campava.  Fu  questa  cosa  di  tanto  spavento,  che  veggendo  appiccarla  in  una 
casa,  ove  cominciava,  come  detto  h,  non  vi  rimanea  niuno ;  le  genti  spaventate  abbandona- 
vano  la  casa,  e  fuggivano  in  un'altra;  e  chi  nella  citti,  e  chi  si  fuggia  in  villa.  Medici  non 
si  trovavano,  perocchfe  moriano  come  gli  altri;  quelli  che  si  trovavano,  voleano  smisurato 
prezzo  in  mano  innanzi  che  intrassero  nella  casa,   ed  entratovi,  tocavono  il  polso  col  viso  25 

/.,  vin,  137  volto  adrieto,  e'  da  limgi  volevono  vedere  rurlna  con  cose  odorifere  al  naso.  Lo  figliuolo 
abbandonava  il  padre,  lo  marito  la  moglie,  la  moglie  il  marito,  luno  fratello  Taltro,  Tuna 
sirocchia  Taltra.  Tutta  la  cittk  non  avea  a  fare  altro  che  a  portare  morti  a  seppellire ;  molti 
ne  morirono,  che  non  ebbono  alla  lor  fine  nfe  confessione  ed  altri  sacramenti;  e  moltissimi 
ne  morirono  che  non  fu  chi  li  vedesse,  e  molti  ne  morirono  di  fame,  imperocche  come  uno  30 
si  ponea  in  sul  letto  malato,  quegli  di  casa  sbigottiti  gli  diceano:  "  lo  vo  per  lo  medico  ,,  e 
serravano  pianamente  Tuscio  da  via,  e  non  vi  tornavano  piii.  Costui  abbandonato  dalle  per- 
sone  e  poi  da  cibo,  ed  accompagnato  dalla  febbre  si  venla  meno.  Molti  erano,  che  solli- 
citavano  li  loro  che  non  gli  abbandonassero,  quando  venia  alla  sera;  e'  diceano  airammalato: 
"  Acciocchfe  la  notte  tu  non  abbi  per  ogni  cosa  a  destare  chi  li  serve,  e  dura  f atica  lo  di  e  35 
"  la  notte,  t6tti  tu  stesso  de'  confetti  e  del  vino  o  acqua,  eccola  qui  in  sullo  soglio  della  let- 


lo,  plstilenzla]  plstolenzla  ^.  -  appigliava]  apicava  ^.  —  ii.  chiunque . . . .  serviano]  vi  i /orse  una  ri^ttision* 
-  nluno]  alcuno  G.R.  —  it.  tA  medico,  nfe  medicina]  nfe  medici,  ne  medicine  A.  —  14.  non]  omm,  A.  —  16.  basta- 
va....  anjmali]  bastava  le  persone  ma  gli  animali  A.  —  17.  pecore  moriano]  pecore  e  altre  bestle  moriano  A.  - 
malattia]  mallzla  G.  R.  —  18.  0]  omm.  A,-  veniano  a  guar.'glone]  ne  guarivano  A.  —  iS-Ji.  Lo  segno....  sangue 
niuno]  lo  segno  era  l'anguinala  tra  la  coscla  e  il  corpo  o  sotto  il  braccio  e  la  febbre  a  un  tratto  e  sputavano 
tuttl  sangue;  e  quegli  sputarono  snngue  nluno  A.  —  2J-33.  casa....  Tilla]  casa  fugglTono  in  un'a]tra  o  chi  in 
Tllla  A.  —  35-26.  ed  entratovi . . . .  vedere]  ed  entrati  appena  che  col  tIso  adietro  stendeano  la  mano  a  tastare 
lo  polso  alI'ammalato  e  da  lungi  Tedere  G.  R.  —  27-28.  1'  uno ....  Tutta]  Tuno  fratello  o  sirocchia  Taltro ;  la  dtti 
A.  —  2S-31.  molti....  lo  To]  e  molti  ne  morirono  sanza  sagramenti,  e  molti  che  non  furono  veduti  da  persona, 
e  molti  di  fame,  perch^  come  sl  poncTa  Tamalato  giuso  quegll  dl  casa  sbigottitl  gli  diceTono:  •  P  vo  .4.  —  31.  quegll  lO 
di  casa]  gli  aitri  /.  —  32.  da  Tia]  omm.  A.  -  pi£l]  omm.  G.  R.  —  32-33.  abbandonato . . . .  Tenia]  abandonato  dalle 
persone  e  col  fatto  e  febre  grande  e'  reniTa  A,  —  35.  cosa]  Tolta  A.  —  35-36.  lo  dl  e  la  notte]  omm.  A. 


[A.  1348]  CRONACA  FIORENTINA  231 

"  tiera  sopra  '1  capo  tuo,  e  po'  torre  della  roba„.  E  quando  s'addormentava  rammalato,  se  n'an- 
dava  via,  e  non  tornava.  Se  per  sua  ventura  si  trovava  la  notte  confortato  di  questo  cibo 
la  mattina  vivo  e  forte  da  farsi  a  finestra,  stava  mezz'ora  innanzicch^  persona  vi  valicasse,  se 
non  era  la  via  molto  mastra,  e  quando  pure  alcun  passava,'  ed  egli  avesse  un  poco  di  boce  /.,  vm,  tts 
5  che  gli  fosse  udlto,  chiamando,  quando  gli  era  risposto,  e  quando  no,  e  se  gli  era  risposto, 
non  era  soccorso.  Imperocchfe  niuno,  o  pochi  voleano  intrare  in  casa,  dove  alcuno  fosse  ma- 
lato,  ma  ancora  non  voleano  ricettare  di  quelli,  che  sani  uscissero  della  casa  del  malato,  e 
diceano :  "  Egli  h  affatappiato,  non  gli  parlate  „  dicendo :  *  E'  1'  ha,  perocch^  in  casa  sua  h  il 
"  gavocciolo  „ ;  e  chiamavano  quello  infiato  il  gavocciolo.     Moltissimi  morieno  senza  esser  ve- 

10  duti,  che  stavano  in  sullo  letto  tanto  che  puzzavano.  E  la  vicinanza,  se  v'era,  sentito  lo  puzzo, 
mettevono  per  borsa,  e  lo  mandavano  a  seppellire.  Le  case  rimaneano  aperte,  e  non  era  ar- 
dito  persona  di  toccare  nuUa,  che  parea  che  le  cose  rimanessero  awelenate,  che  chi  le  usava 
gli  s'appiccava  il  male. 

Fecesi  a  ogni  chiesa,  o  alle  pifi,  fosse  infino  airacqua,  larghe  e  cupe,  secondo  lo  popolo 

15  era  grande;  e  quivi  chi  non  era  molto  ricco,  la  notte  morto,  quegli,  a  cui  toccava,  se  lo  met- 
teva  sopra  la  spalla,  o  gittavalo  in  questa  fossa,  o  pagava  gran  prezzo  a  chi  lo  facesse.  La 
mattina  se  ne  trovavano  assai  nella  fossa,  toglievasi  della  terra,  e  gittavasi  laggiuso  loro  ad- 
dosso ;  e  poi  veniano  gli  altri  sopr'es8i,  e  poi  la  terra  addosso  a  suolo,  a  suolo,  con  poca 
terra,  come  si  minestrasse  lasagne  a  fornire  di  formaggio. 

20  Li'  beccamorti,  che  facevano  gli  servigi,  erono  prezzolati  di  sl  gran  prezzo,  che  molti  n'ar-     /.,  vni,  u» 

ricchirono,  e  molti  ne  morirono,  chi  ricco  e  chi  con  poco  guadagno,  ma  gran  prezzo  avieno. 

Le  serviziali,  o  serviziali,  che  servieno  li  malati  volieno  da  uno  in  tre  fiorini  per  dl  e  le  spese 

di  cose  fiorite.     Le  cose  che  mangiavono  i  malati,  confetti  e  zucchero,  smisuratamente  vale- 

vano.     Fu  venduta  di  tre  in  otto  fiorini  la   libbra  di  zucchero  e  al   simile  gli  altri   confetti. 

25  Li  pollastri  ed  altri  pollami  a  meraviglia  carissimi,  e  ruovo  di  prezzo  di  denari  12  in  24 
Tuno;  e  beato  chi  ne  trovava  tre  il  dl  con  cercare  tutta  la  citt^.  La  cera  era  miracolo;  la 
libbra  sarebbe  montata  piu  d'un  fiorino,  senonch^  vi  si  puose  freno  alle  grande  burbanze, 
che  sempre  feciono  gli  Fiorentini,  perocchfe  si  diede  ordine  non  si  potesse  portare  piii  due 
doppieri,     Le  chiese  non  avieno  piu  che  una  bara,  com'  h  d'uso,  non  bastava.     Li  speziali  e 

30  bechamorti  avieno  prese  bare,  coltri  e  guanciali  con  grandissimo  prezzo.     Lo  vestire  di  sta- 
migna  che  si  usava  nei  morti,   che  soleva   costare  a  donna,  gonella  guarnacca  e  mantello  e 
veli,  fiorini  tre,  mont5  in  pregio  di  fiorini  trenta,  e  sarebbe  ito  in  fiorini  cento,  se  non  che  si 
levo  il  vestire  della  stamigna,'  e  chi  era  ricco  vestiva  di  panno,  e  chi  non  ricco  in  lenzoletto     /.,  vm,  uo 
lo  cucia.    Costava  le  panche,  che   si  pongono  a  morti,   uno  sfolgoro,  e  ancora  non  bastava 

35  tutte  le  panche  ch'erano  il  centesimo.  Lo  sonare  delle  campane  non  si  potevano  li  preti 
contentare ;  di  che  si  f ece  ordine  tra  per  lo  sbigottimento  del  sonare  delle  campane  e  per  lo 
vendere  le  panche  e  raffrenare  le  spese,  che  a  niuno  corpo  si  sonasse,  n^  si  ponesse  panche, 
nfe  si  bandisse,  perocchfe  Tudivano  gli  ammalati,  sbigottivano  li  sani,  nonch^  i  malati.  Li  preti 
e  i  frati  andavano  ai  ricchi  e  in  tanta  moltitudine,   ed  erano  sl  pagati  di  tanto  prezzo   che 

40  tutti  arricchieno.  E  pero  si  fece  ordine  che  non  si  potesse  avere  piii  che  d'una  regola  e  la 
chiesa  del  popolo,  e  per  regola  sei  frati  e  non  piu.  Tutte  le  frutta  nocive  vietarono  a  en- 
trare  nella  citta,  come  susine  acerbe,   mandorle  in  erba,   fave  fresche,  fichi  ed  ogni  frutta 


1-2.  sopra  U  capo  tuo. .. .  Se  per  sua  rentura]  sopra  II  tuo  capo  e  l'amalato  s'adormentava  e  andavaiene  tra' 
plu  e  se  per  sua  ventura  A.  —  3.  persona  t1  vallcasse]  quivi  passasse  persona  G.  R.  —  S-  '^^^  g'']  ®  '*  <?•  ^-  * 
chlamando]  omm,  G.  R.  —  9.  e  cliiamavano  quello  infiato  11  gavocciolo]  omtn.  A.  -  Moltlssiml]  moltl  G.  /?•  —  10.  pu- 
zzavano]  puzzava  C /?.  —  ii.  mettevono]  omm.  A.  —  14.  o  alle  pl6]  0»»»».  A.  —  14-15.  secondo....  e  quivi] 
omm.  A.  —  15-16.  se  lo  metteva]  II  mettere  G.  R.  —  16.  in  questa  fossa]  In  queste  fosse  R.  G,  —  17.  nella  fossa] 
In  quelle  fosse  G.  R.  —  »2.  da  uno  in  tre  fiorlnl]  dl....  {lacuna)  in  tre  fiorini  G.R;  di  due  in  tre  fior.  /.  — 
23-34.  smisuratamente  valevano]  smisurata  valuta  A.  —  26.  l'uno]  omm,  G,  R.  —  »9.  pii]  omm,  A.  —  32.  mont6] 
cost6  G,  R,  —  34.  pongono]  poneano  G.  R.  —  40.  avere]  omm,  G.  R. —  41-42,  vietarono  a  entrare]  si  vletarono 
cntrare  G.  R.  —  42.  frutta]  frutto  G,  R. 


232  CRONACA  FIORENTINA  ]A.  i34»] 


non  utile  e  non  sana.  Molte  proceseioni  ed  orliqoe  e  la  tavola  di  S.  Maria  Impruneta  ven- 
nero  andando  per  la  cittk,  gridando:  "  Misericordia  ^,  e  facendo  orazioni,  e  poi  in  sulla  rin- 
ghiera  dei  Priori  fermate.    Vi  si  renderono  paci  di  gran  queBtioni  e  di   ferite  e  di  morte 

/.,  yta,  ui  d'uomini.  Fu  questa  cosa  di  tanto  sbigottimento  e  di  tanta  paura'  che  le  genti  si  ragunavano 
in  brigata  a  mangiare  per  pigliare  qualche  conforto;  e  dava  Tuno  la  sera  cena  a  dieci  com- 
pagni,  e  Taltra  sera  davono  ordine  di  mangiare  con  uno  di  quelli,  e  quando  credevono  ce- 
nare  con  quello,  ed  egli  era  senza  cena,  che  quegli  era  malato,  o  quando  era  fatta  la  cena 
per  dieci,  vi  se  ne  trovava  meno  due  o  tre.  Chi  si  fuggia  in  villa,  chi  nelle  castella  per 
mutare  aria;  ove  non  era  lo  portavono,  se  v'era  lo  crescevono.  Niuna  Arte  si  lavorava  in 
Firenze :  tutte  le  botteghe  serrate,  tutte  le  taveme  cliiuse,  salvo  speziali  e  chiese.  Per  la  Terra  10 
andavi,  che  non  trovavi  quasi  persona;  e  molti  buoni  e  ricchi  uomini  erano  portati  dalla 
casa  alla  chiesa  nella  bara  con  quattro  beccamorti  ed  uno  chiericuzzo  che  portava  la  croce, 
e  poi  volieno  uno  tiorino  uno.  Di  questa  mortalit^  arricchirono  speziali,  medici,  pollaiuoli, 
beccamorti,  trecche  di  malva,  ortiche,  marcorelle  ed  altre  erbe  da  impiastri  per  macerare 
malori.  E  fu  piii  quello  che  feciono  queste  trecche  d'erbe,  fu  gran  danaro.  Lanaiuoli  e  rita-  15 
gliatori  che  si  trovarono  panni  li  vendeano  ci6  che  chiedeono.  Ristata  la  mortalit^  chi  si  trov6 
panni  fatti  d'ogni  ragione  n'arricchl,  o  chi  si  trov6  da  poteme  fare ;  ma  molti  se  ne  trovarono 

/.,  yui,  142  intignati'  e  guasti  e  perduti  a'  telai;  e  stame  e  lana  in  quantitk  perdute  per  la  cittk  e  contado. 
Questa  pistolenza  cominci6  di  marzo,  come  detto  h,  e  finl  di  settembre  1348.  E  le  genti 
cominciavono  a  tornare  e  rivedersi  le  case  e  le  masserizie.  E  fu  tante  le  case  piene  di  tutti 
li  beni,  che  non  avevono  signore,  ch'era  uno  stupore,  poi  si  cominciarono  a  vedere  gli  eredi  20 
dei  beni.  E  tale  che  non  aveva  nuUa  si  trovo  ricco,  che  non  pareva  che  fusse  suo,  ed  a  lui 
medesimo  pareva  gli  si  disdicesse.  E  cominciorono  a  sfogiare  nei  vestimenti  e  ne'  cavagli  e 
le  donne  e  gli  uomini. 

RuBRiCA  635*  —  La  quantith  di  morti  che  morirono  fer  la  mortalith  degli  atmi  di  Cristo  1348.  25 

Ora  fatto  ordine  in  Firenze  per  lo  vescovo  e  per  gli  Signori  che  si  vedesse  solennemente 
quanti  ne  moriva  nella  cittk  di  Firenze,  ultimamente  veduto  in  calendi  ottobre  che  di  queUa 
pistilenzia  non  moria  piCi  persone,  si  trovarono  tra  maschi  e  femine,  piccoli  e  grandi,  dal 
marzo  infino  aIl'ottobre  v'era  morti  novantaseimila. 

;.,  vm,  143     RuRRiCA  636*  —  Come'  si  feciono  molti  ordini  in  Firenze  sopra  molte  cose.  30 

Nel  detto  anno,  essendo  ristata  la  mortaliti,  era  in  Firenze  trasandato  gli  uomini  e  le 
donne  nel  vestire  e  negli  omamenti  di  capo  e  di  dosso;  e  fessi  ordine  sopra  cio,  e  diesd 
balla  a  seguire  gli  ordini  al  giudice  della  grascia.  Li  sarti  erano  si  forte  smisurati  ne'  pa- 
gamenti  che  non  si  potevono  contentare.  Fu  a  loro  posto  ordine  quello  dovessero  torre  d'ogni 
cosa  per  sfe.  Li  fanti  e  fante  erano  si  spiacevoli  con  grandissimi  prezzi  che  conveime  farvi  3J 
grosse  pene  a  raffrenarle.  Li  lavoratori  delle  terre  del  contado  volieno  tali  patti  che  quasi 
ci6  che  si  ricogliea  era  loro  si  potea  dire.  Ed  avevano  imparato  a  t6rre  li  buoi  dairoste  a 
rischio  deiroste  poi  le  buone  opere  e  li  belli  di  a  prezzo  atavano  altmi,  ed  anco  ire  a  scon- 
fessa  li  presti  e  pagamenti.  Di  che  fu  fatto  ordini  gravi  sopra  ci6;  e  molto  rincararono  li 
lavoratori;  li  quali,  erano,  si  potea  dire,  loro  i  poderi  tanto  di  buoi,  di  seme,  di  presto  e  di  40] 
vantaggio  voleano.    Missesi  freno  ancora  nelle  nozze,  perocch^  quando  si  ragunavano  al  giu- 

3.  dl  ferlte]  dl  fcrrl  G.R,  —  6.  credavono]  credeano  /.  —  15.  d'erbe....  Lanaiuoli]  d'erbe  che  sarebbe  Incre- 
dibile  a  scrlTere.  Lanaiuoli  G.  R.  —  19.  come  detto  fe]  omm.  A.  —  30.  e  fu]  e  furono  /.  —  82.  E  tale]  omm.  A.  — 
36.  gll]  omm.  A.  —  37.  ne  moriva]  morleno  G.R.  —  37-29,  neUa  cittA....  dal  marzo]  neUa  cittsk  trovorono  non  ne 
raoriva  niuno,  e  trovorono  clie  dal  marzo  A.  —  39.  T'era  morti]  omm.  G.R.  —  33.  negli]  omm.  A.  -  e  fe«si]  dl  che 
5  ti  fece  G.  R.  —  33.34.  ne'  pagamenti]  omm.  I.  —  35.  per  s^]  omm.  G.  R.  —  36.  del  contado]  omm.  A.  —  37.  im- 
parato]  aparato  ^l  —  38.  beUl  dl]  be'  dl  A.  —  38-39.  ed  anco....  e  pagameati]  omm.  A.  -  39-41.  e  molto  rin- 
carODO ....  voleano]  omm,  A. 


[AA.  1348-1349]  CRONACA  FIORENTINA  233 

ramento,  ciascuno '  per  pompa  ragunava  troppa  gente.     E  cosl  di  quanti  taglieri  fussero  le     /.,  vm,  m 
nozze  e  di  quanti  dl  e  quante  donne   andassero   alle   nozze  da  parte   della  donna;   e   molti 
altri  ordini  appartenenti  a  ci6  si  feciono. 

RuBRicA  637*  —  Come  venne  in  Firenze  tnesser  Niccola  degli  Acciaiuoli,  e  h  re  Luigi  se- 
5  greto  venne  con  lui. 

Nel  detto  anno  venne  in  Firenze,  ciofe  nel  contado  al  luogo  dei  frati  di  Certosa,  messer 

Niccola  degli  Acciaiuoli,  novellamente  fatto  gran  siniscaldo  del  re  Luigi  e  della  regina  Gio- 

vanna.    Lo  quale  ivi  segretamente  men6  lo  re  Luigi,  e  venne  segreto,  perch6  vollono   cosl 

coloro  che  reggevano  Firenze  per  non  dispiacere  allo  re  d'  Ungheria,  o  vennesi  pure  da  lui, 

10  perchfe  non  aveva  molto  da  spendere  in  gran  pompa  che  si  richiedeva  a  lui. 

RuBRiCA  638*  —  Come  in  quello  anno  fu  grande  carestia  di  vino  in  Firenze. 

In  questo  medesimo  anno  1349  fu  in  Firenze  una  carestia  di  vino  grandissima,  tale  che 
infino  a  quel  dl  mai  maggiore  non   fu  veduta,   perocchfe  il  vino   che  si  vendeva  al  minuto 
valse  soldi  8  la  metadella  e  lo  cogno  valse '  circa  fiorini  1 5,  e  di  marzo  e  d'agosto  fiorini  20     t.,  vm,  us 
15  perch6  poco  ne  fu  Taltr^anno.     E  lo  di  di  S.  Piero  di  giugno  fu  grande  tempesta  di  gragnuola 
per  tutto  lo  contado. 

RuBRiCA  639*  —  Lamentazioni  contro  gli  Ubertini. 

Nel  detto  anno  vennono  a  Firenze  molti  lamenti  che  gli  Ubaldini  infra  Bologna  e  Fi- 
renze  rubavono  i  pellegrini  e  mercatanti.     Onde  in  Francia  e  in  Lombardia  e  nella  Magna 
20  i  mercatanti  fiorentini  n'erono  male  veduti   e  trattati.    Di  che  si  fece  loro  a  sapere;   ed 
eglino  si  scusarono  assai  debolmente. 

RuBRiCA  640'  —  ^esti  sono  i  Priori  dal  di  frimo  di  gennaio  134.8  a  di  frimo  di  gennaio  1349. 

Bartolomeo  di  Lapo  Buti  Ricco  di  Spinello,  vaiaio 

NiccoI6  di  Tengo,  speziale  Turino  Baldese 

25  Lottiero  di  Chito  Federico  di  messer  Ardovino 

Francesco  di  Cenno  Risaliti  Manni  di  Manno  dei  Medici 

lacopo  di  Mezza  Attaviani  Cecco  di  Cione,  ritagliatore 

Bemardo  di  Pagno  Bordoni  Sandro  di  Cenni  Bigliotti,  gonfaloniere  di  lu- 

Giovanni  di  Giano,  beccaio  sti^ia,  quartiere  di  S.  Spirito 

30  Benci  di  Bruno,  arrotatore  Ser  Simone  Lapi,  loro  notaio,  quartiere  S.  Ma- 

Naddo  di  ser  Spigliato  da  Filicaia,  gonfalo-  "a  Novella. 

niere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Giovanni 

Ser  Nello  Ghetti,  loro  notaio,  per  quartiere     Niccolo  di  ser  Bene  da  Varazzano 

detto.     '  Alamanno  Torelli 

35  Lorenzo  di  Ridolfo,  calzolaio 

Dante'  di  Tieri,  ferratore  Antonio  Martiiii,  beccaio                                        '••  ^"''  "* 

Durante  di  Sasso,  vinattiere  Giovanni  di  Ricco  Savini 

Tieri  Marchi,  pellicciaio  Ser  Giovanni  Benvenuti  da  Sesto 


9.  per  non  dlspiacere]  perchfe  non  dlspiacesse  G.  R.  -  o  vennesi]  o  venisse  G.  R.  —  13.  mal]  omm.  G.R.  — 
14.  circa  fiorlnl  15]  Ubbre  sesanta  A,  —  ij.  dl  gragnuola]  omm.  A.  —  i8,  Ubaldlni  Infra]  Ubaldinl  di  cul  pli  volte 
h  detto  addietro  noblU  Infra  G.  R.  —  19-ao.  I  peiiegrlnl. ...  male  veduti]  pellegrlnl  ed  I  mercatanti  fiorentinl  n'e> 
rano  male  vedutl  G.  R. 


234 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1349] 


/.,  rnt,  U7 


/„  ▼in,  I4S 


Luca  di  Sandro  Alfani 

Ser  Tano  di  Nardo  Guasconi 

Giovanni  di  Masino  Raifacani,  gonfaloniere 

di  luBtizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Bartolo  Nevaldini  loro  notaio,  detto  quar- 

tiere. 

Piero'  di  Glierardo  Velluti 

Cione  di  Vaccino,  beccaio 

Francesco  Lippi,  pellicciaio 

Ser  Gherardo  di  Geri  Risaliti 

Schiatta  Ricchi,  galigaio 

Mucciatto,  fomaio 

Tegghiaio  del  Cicino 

Grovanni  di  Neri  di  Ser  Benedetti 

Luigi  di  Lippo  Aldobrandini,  golfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  S.  Maria  Novella 
Ser  Piero  di  Guccio  Matini,  loro  notaio,  quar- 

tiere  detti. 

Banco  di  Bartolo 
Bonaccorso  di  Ricco  Pitti 
Mugnaio  di  Recco  da  Ghiacceto 


Giachetto  Mancini 

Ammannato  di  Tegghino  di  Ser  Rinaldo 

Zanobi  di  Niccol6  Ardinghelli 

Dosso  di  Lapo  del  Bugliaffe,  spadaio 

Guglielmo  di  Luccio,  ferratore 

Giovanni  di   Conte  dei  Medici,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  S.  Giovanni 
Ser  Dietifeci  di  ser  Michele  da  Gangalandi, 

loro  notaio,  quartiere  di  S.  Maria  Novella. 


10 


Borgo  Pucci,  beccaio 

Vaccio  Falcucci,  beccaio 

Vanni'  di  Ser  Lotto 

Migliorozzo  di  Taddeo  Magaldi 

Tommaso  Dietaiuti  15 

Bernardo  Bordoni 

Piero  di  Filippo  degli  Albizi 

Geri  di  Piero 

lacopo    di   Guerruccio    Ridolfi,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito  20 

Ser  Martino  da  Gangalandi,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Spirito, 


/.,  TIIl,  1« 


RuBRiCA  641*  —  Perchh  fu  mossa  guerra  agli  Ubaldini,  e  tolto  loro  le  castella. 

Negli  anni  di  Cristo  1350  fu  morto  un  mercatante  di  bestiame  di  Mugello,  che  si  chia-  25 
mava  Ciante,  in  sul  giogo  deirAIpe  da  gente  degli  Ubaldini.  Di  che,  come  detto  h  nella 
precedente  rubrica,  il  comune  di  Firenze  ammonitili  di  ci6  che  rubavano  gli  strani,  egli  8'am- 
mendarono  con  rubare  li  sottoposti  al  Comune  di  Firenze  ed  uccidere.  Turbato  di  ci6  il 
Comune,  mosse  loro  guerra.  Ed  uno  di  loro,  a  cui  era  stato  morto  un  suo  figliuolo  dal  con- 
sorte  medesimo,  8'accord6  col  Comune.  E  cosl  fu  la  cosa  recata  che  il  Comune  tra  per  guerra  30 
ed  accordo  ebbe  le  castella  degli  Ubaldini.  Ed  a  molti  di  loro  e  spezialmente  a  Maghinardo 
da  Susinana  e  ad  altri  lo  Comune  diede  provvisione,  e  tenevagli  in  Firenze,  e  onoravagli. 
Altri'  di  loro  se  n*andarono  al  soldo  dell' Arcivescovo  e  tiranno  di  Melano  della  Casa  dei 
Bisconti. 


RuBRiCA  642'  —  Come  lo  Comune  di  Firenze  ebbe  la  Terra  di  Prato. 


35 


Nel  detto  anno  lo  Comune  di  Firenze  assedi6  la  Terra  di  Prato,  perocch6  era  sl  in  seno 
al  Comune,  come  6  10  miglia,  e  quivi  potieno  tenere  gli  sbanditi  che  si  levavano  e  veniano 
e  rubavano  ed  uccidevano,  e  ricogliensi  a  Prato,  morti  e  rubati  i  Fiorentini.  Lo  Comune 
aveva  molto  sofferto,  perchfe  era  stato  dello  re  Ruberto,  ed  era  dello  re  Luigi  e  della  reina 
Giovanna  di  Napoli.  Disessi  che  nel  segreto  messer  Niccola  Acciaiuoli,  il  quale  era  il  tutto  40 
dello  detto  re,  e  che  lo  padre  Acciaiuolo  era  stato  vicario  a  suo  tempo,  Tassentl  a  Fioren- 


a6-j8,  Ubaldlni... .  11  sottopostl]  Ubaldini,  nonchb  ammonitogli  11  Comune  di  Flrenze  di  ci6  che  rubavono  I 
pellegrlni  e  mercatantl  forestieri  che  s*  amendassino ;  ma  l'amendo  h  rubare  11  sottopostl  A.  —  39.  il  Comune 
mosse  loro  guerra]  U  Comune  dl  che  II  Comune  mosse  loro  guerra  G.R.  —  31.  Maghinardo]  Malnardo  A.  —  36- 
37.  In  seno  al  Comune]  In  seno  del  Comune  di  Firenze  G.  R.  —  39.  Ruberto]  Ul)erto  A.  —  41.  a  suo]  assai  G.  R, 


[AA.  1349-13501 


CRONACA  FIORENTINA 


235 


tini,  perche  quand'era  passato  Tanno  della  mortalitk  strano  modo  tennero  di  non  lo  volere 
ricevere.  E  poi  avuto,  lo  gran  siniscalco  predetto  fu  mezzano  a  riconciliare  li  Fiorentini  coUo 
detto  re  e  reina.  E  comperossi  circa  1 7000  fiorini.  E  fatto  in  Firenze  allegrezza  tra  dello 
aquisto  e  poi  in  processo  di  tempo  della  compera.  Lo  Comune  rarreco  a  contado.  Di  che 
5  molto  ne  sdegnarono  li  Guazalotti,  ch'erano  la  piii  posente  e  nobile'  famiglia  di  Prato;  e  certi 
si  partirono  e  andarono  all' Arcivescovo  e  tiranno  di  Melano. 


/.,  vxii,  150 


RuBRiCA  1 43*  —  ^esti  sono  li  Priori  da  di  frinto  di  gennaio  /j/p  a  dl  -primo  di  gennaio  1350, 


Ugolino  di  Vieri,  speziale 
10  NiccoI6  di  Gherardo  Gianni 

Taddeo  Carucci,  pannaiuolo 

Bertoldo  di  Geppo,  speziale 

Messer  Tommaso  degli  Altoviti,  giudice 

Marco  di  Rosso  degli  Strozzi 
1 5   Andrea  di  Veri  Rondinelli 

Braccino  di  Pero  Duranti 

Filippo  di  Duccio  Magalotti,  gonfaloniere  di 
lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 

Ser  Piero  Mazzetti,  loro  notaio,  quartiere  di 
20  S.  Giovanni. 

Chiaro  di  Nuccio  Ammirati 
Vanni  Manetti 
Niccolo  di  Simone  Guardi 
25  Cambio  Signorini 

NiccoI6  di  Geri,  beccaio 
Pasquino  di  Tello  fabbro 
Manetto  di  ser  Spigliato  da  Filicaia 
Andrea  di  Neri  di  Lippo 
30    NiccoI6  di  Giovanni  Gherardini,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Bartolo  da  Roffiano,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Croce. 

3  5  Filippo'  di  Recco  Capponi 
Taddeo  di  Cennino  Aglioni 
Piero  del  Bene  Pepi 
Giovanni  di  messer  Lotto  Salviati 
Ciore  del  Buono 
40  Ser  Giovanni  Pizzini 

Salvestro  di  Donato,  cassettaio 
Roberto  Martelli,  spadaio 
Nerone  di  Nigi,  gonfaloniere  di  lustizia,  quar- 
tiere  di  S.  Giovanni 
45  Ser  lacopo  di  ser  Gherardo   Gualberti,  loro 
notaio,  quartiere  S.  SpiritQ. 
R088O  di  Corso,  ferratore 


Simone  di  ser  Donato  Benci 

Ricco  di  ser  Gherardo 

Ag^iolo  di  Berto  Cecchi  {al.  di  Cecco) 

Temperano  di  Manno  Cecchi 

Ugolino  di  Naddo  Rucellai 

Geri  di  Guccio  Ghiberti 

Guido  di  Dino  del  Pecora 

NiccoI6  di  Cione  Ridolfi,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia,  quartiere  S.  Spirito 
Ser  Niccola  di  ser  Ventura,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Croce. 

Schiatta  di  Ridolfo  Guidi 

lacopo  di  Banco  di  Puccio  Bencivenni 

Nuto  di  Vanni,  pizzicagnolo 

Francesco'  di  Giovanni  calzolaio 

lacopo  di  Lapo  Brunetti 

Andrea  di  Ricco  Savini 

Sandro  di  Bigliotto  Tornabelli 

Giorgio  di  Benci  Carucci 

Filippo  di  Cionetto  Bastari,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Tommaso  Lamberti,  loro  notaio,  per  quar- 

tiere  di  S.  Maria  Novella. 

Stefano  di  Lippo  di  Neri 

Luca  di  Feo  Ugolini 

Michele  di  Nardo,  merciaio 

Simone  di  Rinieri  Peruzzi 

Vespuccio  Dolcibeni,  vinattiere 

Pagolo  Giraldi,  galigaio 

Tommaso  di  Bartolo  Fedi 

Amerigo  da  Sommaia 

Messer  Bindo  di  messer  Oddo  Altoviti,  gon- 

faloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Ma- 

ria  Novella 
Ser  Martino  Tancredi,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Giovanni. 


/.,  VIII,  151 


/.,  VIII,  351 


3-4.  tra  dcllo  aquisto]  tra  dello  a  questo  /. 


236  CRONACA  FIORENTINA  [A.  laso] 


RuBRiCA  644*  —  CotHC  lo  Comune  di  Firenze  ebbe  la  fossessione  della  citlh  di  Pistoia. 

Negli  anni  di  Cristo  mcccli  ebbe  lo  Comune  di  Firenze  la  citti  di  Pistoia  lo  di  della 

Pasqua  di  Resorresso,  che  v'erano  stati  ad  assedio  dh...  La  cagione  ed  il  perchfe  lo  Comune 

/.,  vm,  153     di  Firenze  I'ebbe  ad  assediare  f u  questo ' :  che  tutti  gli  sbanditi  del  Comune  di  Firenze  tira- 

vano  Ih,  ed  alcune  volte  faceano  danno  in  sul  Fiorentino,  e  sentiesi  ch'egli  trattavano  collo  5 
Arcivescovo  e  Signore  di  Melano.  Di  che  avendo  due  famiglie,  le  maggiori  di  Pistoia,  in- 
sieme  questione,  ciofe  Panciatichi  e  Cancellieri,  ed  alcuni  e  quasi  tutti  li  Cancellieri  per  parte 
cacciati  stavano  in  Firenze,  ed  in  effetto  mossero  lo  Comune  a  dire,  che  come  gli  amici  loro 
li  vedessero  colla  forza  de'  Fiorentini,  ch'egli  li  metterebbono  dentro.  Mosso  il  Comune  la 
Bua  gente,  andarono  a  Pistoia,  e  non  fu  loro  aperto,  come  dissero.    Lo  Comune  avendo  la  10 

'mpresa,  vi  mand6  lo  capitano  del  popolo,  messer con  gli  pennoni  delli  gonfaloni,  e 

puosero  Toste,  e  per  patti  vi  s'intr6.    Li  quali  furono  con  loro  libertk  e  con  nostra  spesa. 

RuRRiCA  645'  —  Come  lo  Vescovo  di  Melano  vcnne  in  sul  contado  di  Firenze,  e  gU  Ubal- 
dini  si  rubcllarono, 

In  questo  medesino   anno  vennero  novelle  a  Firenze   che  lo  Arcivescovo  e  signore  di  15 
Melano  facea  gente  assai  da  piedi  e  da  cavallo,  e  non  si  sapea  quello  ne  volessi  fare.     Per 

/.,  vui,  isi  molti  accenni,  come  detto  h  nella  rubrica  dinanzi'  a  questa  e  adietro  nella  rubrica  641,  i 
Fiorentini  per  ispie  segrete  aveano  inteso  che  a  Firenze  verrebbono,  fornirono  bene  Pistoia 
e  Prato  e  Taltre  tenute.  Non  vollono  gli  Ubaldini  mancare  di  loro  usanza;  perocchfe  essendo 
al  soldo  e  prowisione  del  Comune  di  Firenze,  si  partl  Mainardo  da  Suainana  con  gli  altri  20 
suoi  consorti,  a  giorno  infra  loro  dato,  all' arcivescovo  di  Melano,  e  andarsene  neirAlpe,  e 
feciono  cavalcata.  E  a  Firenzuola,  ch'era  lo  di  del  mercato,  vi  mandarono  entro  gente  di 
loro  alpigiani;  ed  egli  sopraggiunti  la  guastarono,  e  disfeciono  le  mura  e  le  loro  tenute,  che 
parte  ne  tenieno  eglino  e  parte  il  Comune,  si  nibellarono,  e  poi  insieme  con  messer  Galeazo 
Bisconti,  nipote  dello  Arcivescovo,  partito  da  Bologna,  ch'era  del  detto  Arcivescovo,  scen-  25 
dendo  per  TAlpi  se  ne  vennero  nel  piano  di  Pistoia  e  di  Prato,  e  colle  bandiere  levate  se 
ne  vennero  insino  a  Peretola,  e  quivi,  faccendo  corridori,  se  ne  vennono  i  loro  corridori  leg- 

/.,  vm,  »5     gieri  infino  alle  porti  di  Firenze  infino  alla  porta'  al  Prato   Ognissanti.    Poi  si  tornarono  a 
Peretola,  e  quivi  puosero  campo. 

RuBRicA  646*  —  Come  i  Fiorentini  ■provvidero  la  detta  guerra.  30 

Li  Fiorentini,  veggendosi  nel  mese  d'Agosto  essere  assaliti  da  possente  signore,  e  non 
molto  forniti  di  gente,  e  la  vettovagHa  per  gli  campi,  feciono  uno  {j>rovvedimento)  a  fornire  le 
castella  e  recare  dentro  alla  cittk  e  castella  vettovaglia,  e  richiesero  amici  d'  intorno.  E  gente 
ebbono  da'  Comuni  d'Arezzo,  Siena,  Penigia  e  per  tutte  altre  Comunanze;  e  ciascuno  vi  venla 
volentieri,  perocch^  teneano  che  '1  tiranno  possente,  se  avesse  Firenze,  loro  starebbono  male.  35 

RuBRicA  647'  —  Siccome  lo  Comune  di  Firenze  fece  suoi  ufict  a  fare  guerra  e  difensione  e 
avere  denari. 

Nella  detta  stagione  lo  Comune  di  Firenze  fece  20  uficiali  a  fare  sua  difesa  della  guerra. 


5.  ed  alcune  volte]  ed  alcuna  volta  A.  —  lo.  loro]  omm.  G.  R.  —  ii.  /.  sapplisc*  la  iaama  col  uomt  dato 
dalV Ammirato,  t.  ro,  fp.  Jig  «  s»r:  Todino  del  Bernardlnl  —  la.  con  nostra  spesa]  co'  nostrl  G.  R.  —  15.  ven- 
nero]  venne  A.  —  17.  come....  rubrica  641]  omm.  A.  —  18.  inteso]  omm.  A.  -  fornirono]  for....  (laeuna)  G.R.; 
forzarono  /.;  /.  supplisce  coA  la  lacuna  di  G.  R.  —  19.  mancare]  lacuna  in  G.  R.  supplita  da  I.  con  le  farole:  com'era 
—  ai.  airarcivescovo]  e  l'arc.  G.  R.  —  aa.  vi  mandarono  entro  gente]  e  mandarono  molta  gente  A.  —  a6.  nel 
plano]  per  lo  piano  G.  R.  -  e  dl]  ed  a  G.  R.  -  levate]  spiegate  A.  —  38.  Infino]  omm.  G.  R.  —  32.  feciono  uno 
(prowedime»to)  a  fornlre]  feciono  uno  a  fornire  A.;  feciono  uno  fomire  G.R.  —  33.  gente]  omm.  A. 


[A.  1350]  CRONACA  FIORENTINA  237 

li  quali  ebbono  grandissima  balia,  e  spezialmente '  a  trovare  denari.     Li  quali  cittadini  ne'  loro      /.|  ym,  «6 
processi  assai  discretamente  e  francamente  attesero  alla  libertk  della  citta  di  Firenze.    Li  quali 
cittadini  furono  questi,  cioh 

5  Ed  oltre  a  questi  feciono  quattro  uficiali,  alli  quali  diedono  a  ciascuno  un  gonfalone,  lo  quale 
avea  nel  gonfalone  Tarme  di  quel  quartiere  di  che  era  Tuficiale,  ciofe  fu  S.  Spirito  la  co- 
lomba,  S.  Croce  la  croce,  S.  Maria  Novella  lo  viso  del  sole  co'  raggi,  S.  Giovanni  la  chiesa 
di  S.  Giovanni.     Questi  furono  li  quattro  uficiali,  ciofe 

10  Simone  di  Rinieri  Peruzzi  per  lo  quartieri  di  S.  Croce. 

Uberto  di  Pagno  degli  Albizi  per  lo  quartiere  di  S.  Giovanni. 
Li  quali  ebbono  balia  di  far  fortificare  la  citt^  dentro  e  di  fuori,  e  che  quando  sotiasse  al- 
Tarme  tutti  li  gonfaloni  colle  loro  brigate   traessero  ciascuno   a  suo  capitano   del  quartiere. 

15  E  per  dire  novellette  da  ridere  alcuni:  Uberto  di  Pagno  degli  Albizi,  faccendo  afforzare  lo 
suo  quartiere  fuori  della  porta  a  S.  Gallo,  facea  fare  fossi  e  capo  cavalli  ed  altre  cose  ne- 
cessarie,  ed  in  persona  andava  a  cavallo  a  sollecitare,  ed  avea  seco  in  quel  luogo  per  essere'      /.,  vnx,  is; 
temuto  ed  ubbidito  dei  notai  e  famiglia  di  rettori,  e  puniva  in  pecunia  e  minacciava  in  per- 
sona,  come  uomo,  ch'era  piii  di  buona  fede,  che  atto  ad  arme  e  ad  esercizio,  ed  era  di  tempo. 

20  Infra  Taltre,  che  molte  ne  facea,  avendo  un  povero  uomo  marraiuolo  fatto  quistione  per  lo 
lavorare  con  un  altro,  e  sospintolo,  ed  alzato  la  marra  per  dargli  con  essa,  fu  preso,  ed  a 
lui,  ch'era  a  cavallo,  menato.  Minacciollo  di  tagliargli  la  mano;  ed  egli  ginocchione  chieg- 
gendo  mercfe,  dicendo  ch'avea  gran  famiglia,  rispuose,  di  fargli  grazia.  Stando  cosi  ginoc- 
chione,  lo  notaio  dice:  "  Quando  gli  f aremo  pagare  ?  , .    Dopo  parole  assai  disse  lo  capitano 

25  Uberto  predetto:  "  Va'  qua,  e  bacia  qui  „.  E  fecesi  baciare  lo  piede,  e  disse:  "  Va',  lavora,  e 
"non  far  piu  quistione  „.  E  gia  questo  non  per  superbia,  ma  solo  simpliciti  lo  indusse;  e 
credo  che  non  vi  pensasse  a  quello  facea.     E  questo  vid'io  co'  mia  occhi. 

RuBRicA  648*  —  Siccome  la  gente  delV Arcivescovo  fece  fare  corridori  fer  tcnere  a  bada  li 
cittadini,  e  -poi  andb  a  Scarferia. 

30  Nel  detto  anno  e  mese  di. ...  avendo  veduto  lo  capitano  deirArcivescovo,  messer   Ga- 

leazzo,  non  fare  alcuno  utile  a  Peretola,  partissi  quindi,  e  fece  corridori,  e   mandolli  infino 
alle  porti  con  dire:  gente  sono'  assai  dentro,  e  temendo  ch'io  non   abbia  trattato  dentro  si     /.,  vm,  is« 
terranno  e  serreranno  le  porti,  ed  i  corridori  sieno  leggieri  al  tornare,  ed  io  Iever6  campo, 
e  non  mi  seguiranno;  perocch^  avea  a   fare  mala  via.     E  come  si  pensb,  cosi  fu  fatto.     Li 

35  corridori  vennono  alla  porta  tanto  che  con  freccie  ed  arco  trasserq  infino  airantiporta.  La 
porta  si  chiuse,  alFarme  si  corse,  e  ragunarsi  al  Prato  d'Ognissanti»  Li  corridori  corsero 
adietro,  e  la  gente  deirArcivescovo  passb  per  Valdimarina,  e  and6  alla  Scarperia  in  Mugello. 

RuBRiCA  649*  —  ^iello  che  fece  la  gentc  d'armc  dcl  Comune  di  Fircnzc  e  li  cittadini  dclli 
quarticri. 

40  In  questo  giorno  detto  di  sopra  la  gente  d'arme  s'  assembr6  in  sullo  Prato  d'0gni8santi, 
e  loro  Capitano  fu e  qui  stando,  vennono  novelle,  che  quelli  delli  quartieri  e  li 


ij.  degll  Albtzi]  omm.  G.R.  —  i6.  c  capo  cavalli]  omm.  A.  —  i8.  dei]  dal  A.  —  31-23.  fu  preso. ...  mano] 
fu  prcso  e  menato  a  Uberto,  e  Uberto  minacciandolo  di  fargli  tagllare  ia  mano  A,  —  j^.gran]  0;«/».  G.  R.  —  34.  assail 
mole  A.  —  37.  co'  mla  occiii]  omm.  G,  R.  —  30-31.  Gaieazzo]  Gailassa  A,  —  31.  quindi]  quivi  A.  —  33-33.  sl  ter- 
ranno]  lacuna  iii  G.  R.  —  35.  tanto. . . .  antiporta]  0/««/.  /.  —  3S-36.  trasscro. . . ,  ch!u8e]  trassono  nlla  porta  cii'erA 
clilusa  A,  —  40.  dl  sopra]  di  solto   G,  R.  —  41.  c  qui]  e  quivl  G.  H, 


238  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1350] 

gonfaloni  veniano.  E  dopo  questo  venuero  novelle,  che  la  gente  cavalcava  verso  Calenzano. 
Credetteai  per  gli  piu,  che  egli  andasse  per  combatterlo,  e  pigliare  certe  fortezze  che  v'erano. 
Li  capitani  del  quartiere  uscirono  cobI  lungo  la  porta  con  loro  brigata.  Uberto  di  Pagno 
deglt  Albizi  capitano  dei  quartieri  di  S.  Giovanni  a  cavallo,  essendo  di  coste  ad  un  canneto, 

/.,  Tui,  is»     ricordandosi  forse  quando'  era  stato  giovane,  disse:  "  Se  qui  fossero  li  nemici,  noi  ne  faremmo     5 
"  grande  taglia  „.     E  trasse  la  spada,  e  diede  alcun  colpo  per  le  canne.     Questo  medesimo  di, 
quando  la  gente  deirArcivescovo  corse,  come  detto  fe  nella  precedente   rubrica,  infino  alla 
porta  d'0gni88anti,  com'fe  d'usanza,  si  misse  alla  porta  un  cittadino  col  pennone,  e  con  lui 
alquanti  altri  cittadini  con  armi.    Vegnendo  la  brigata  alla  correria  detta,  questo  cittadino, 
lo  quale  avea  lo  pennone,  veggendo  venire,  avea  qui  lo  suo  ronzino,  mont6  a  cavallo,  e  co-  10 
mincib  a  correre  per  lo  prato  inverso  la  cipth,  e  per  lo  prato  e  per  la  cipti  cominci6  a  gri- 
dare:  "  Fuggite,  fuggite,  eccoli,  eccoli  „.    Pensa,  lettore,  dove  si  dovea  fuggire,  dacch^  egli  era 
nella  cittJi  murata,  e  dicea,  fuggite.     Gli  altri  serrarono  la  porta;  e  se  avesse  detto  a  quelli 
dello  Arcivescovo  intrate  dentro,  se  voi  potete,  egli  non  sarebbono  intrati,  perocchfe  sapeano, 
che  con  gli  mortai  le  femmine  gli   averebbono  ammazzati.     La  intenzione  fu  di  rubellione,  15 
ch'aves8e  dentro;  tanto  era  la  citth  gik  per  setta  divisa.     Clie  Dio  metta  in  cuore  a   chi  fa 
male  alla  citth  di  Firenze,  la  faccia  bene ;  perocchfe  non  sono  uomini  di  guerra,  ma  di  mer- 
canzia,  ed  a  quel  tempo  meno  erano,  perocchfe  erano  stati  gran  tempo  senza   guerra,  come 
adietro  potete  comprendere.    E  veramente  li  Fiorentini  furono  meno  divisi  a  quella  guerra, 

/.,  VIII,  160     che  mai  fossero  a  niuna,  perocchfe'  non  erano  vaghi  di  signore  e  spezialmente  di  tiranno.     20 

RuBRiCA  650*  —  Come  la  dctta  gcnte  dello  Arcivescovo  di  Mclano  esscdib  la  Scarfcria. 

Nel  detto  anno  e  mese  partita  la  gente  dello  Arcivescovo,  come  narrato  h  nella  terza 
rubrica  adietro,  da  Peretola,  e  levata  via  la  openione  dello  intrare  nella  citth  di  Firenze, 
perocch6  erano  bene  uniti,  si  immagin6  che  poichfe  avea  la  venuta  libera  da  Bologna  alFAlpe 
degli  Ubaldini  e  per  TAIpe  degli  Ubaldini  la  venuta  libera  infino  alFAlpe  sopra  Montaltuzzo,  25 
potere  scendere  in  Mugello,  e  8*egli  avesse  alcuno  ricetto,  egli  potrebbe  venire  infino  alle 
mura  di  Firenze  a  sua  posta;  ed  immaginato  che  la  Scarperia  ch'era  picciola  Terra  e  non 
murata,  prenderla,  ch'6  presso  alla  montagna  a  due  picciole  miglia  in  sulla  diritta  strada, 
difilarsi  W.  E  giunti  combatterono  il  castello.  Quello  era  bene  afossato,  e  sentendo  la  venuta 
di  questa  brigata,  li  paesani  della  villa,  raccolti  dentro,  e  steccati  erano  in  parte  i  fossi,  e  30 
meglio  ancora  si  steccarono,  e  per  capitano  della  provincia:  di  Mugello  era  Giovanni  di  Cante 
/.,  viu,  116  de*  Medici,  ridussersi  dentro,'  ed  in  effetto  combattuti  piu  volte  francamente  si  tennero.  Quelli 
di  fuori  si  puosero  battifolli  e  molti  ingegni  e  trabocchi,  ed  assediarla  stretta  intomo  intomo, 
che  niuno  ne  potesse  uscire. 

,     RuBRicA  651'  —  Come  il  Comune  di  Firenze  frovvidcro  a  mandarc  fanteria  nella  Scarfcria  35 
fcr  difcsa. 

In  questo  tempo  venuta  la  novella  a  Firenze  come  la  Scarperia  era  assediata,  si  cerc6 
d'avere  fanti  da  mettervi  dentro;  e  veramente  in  quel  tempo  avea  a  Firenze  fanteria  della 


3.  capltanil  cittadlnl  G.  R.  —  7.  quando]  emm.  A.  -  nella  precedente  rubrica]  omm.  A.  —  9.  alquanti  altrl]  al- 
cunl  A.  —  II.  inverso]  e  per  G.R.  —  ii-u.  correre. . . .  Fuggite]  correre  per  lo  prato  Inrerso  ia  citta,  gridando 
forte:  *  Fuggite  A.;  correre  per  Jo  prato  e  per  la  citta  comincl6  a  gridare:„  Fugglte  /.  —  13.  nelia]  ia  A.  — 
13-15.  la  porta. . . .  La  intenzione]  la  porta,  clie  esscndo  apcrta  non  arebbono  i  nimici  avuto  animo  d'entrare  den- 
tro,  c\\h  le  donne  co' mortal  dalie  finestre  gli  avrebbono  mortl.  La  intcnzione  A.  —  17.  alia  citta  dl  Flr.]  aYIt.  A. 

—  17-tS.  mercanzia]  mercatanzia  A.  —  io.  perocchi  non. .  ..  tiranno]  perthb  non  ameremo  tiranni  A.  —  3J-J3. 
nella  terza  rubrlca]  omm.  A.  —  15.  e  per  l'AI?e]  e  da  l'AIpo  .,4.  —  37.  che  la  Scarpcria  ch'era  picclola]  ch*4  la 
Scarperia  ch'era  picciola  G.  Jt.  -  plcclola]  omm.  A.  —  39.  combatfcrono  il  castcUo]  danno  l'assalto  alla  terra  G.  R. 

-  afossato]   rlfossata  G.  R.  —  31.  ancora]  omm.  G.  R. 


I 


[A.  1350]  CRONACA  FIORENTINA  '  239 

migliore  del  mondo ;  e  per  certo  a  quel  tempo  li  buoni  fanti  erano  pregiati  ed  onorati,  sic- 
come  oggi  s'onorano  infra  gli  uomini  comuni  li  cavalieri  a  spron  d'oro.  Era  in  quel  tempo 
Francesco  Malamamma,  Giovanni  Bisdomini,  un  Giovanni  da  Firenze,  Sandro  del  Corso,  Ma- 
zinella,  Prete  Fortino,  il  Prete  Galicorsi,  Boschereccio  ed  altri  molti  sofEcienti  fanti  masina- 
5  dieri.  Questi  con  altri  si  vennero  a  vantarsi  colle'  loro  brigate,  ch'egli  aveano  al  soldo  del  /.,  vm,  m 
Comune,  che  se  fusse  piu  gente  di  fuori,  che  non  era,  e  piu  stretti,  eglino  entrerebbono 
dentro.  E  cosi  fecero  in  piu  guise  e  con  piii  sottigliezze  chi  di  furto,  e  chi  con  messi  segreti 
fare  assalire  il  campo  di  notte  da  quelli  dentro,  ed  eglino  dare  per  mezzo  Toste,  mostrando 
d'essere  de'  loro,  e  poi  accostati  correre  alle  mura.     Infra  gli  altri  Giovanni  da  Firenze  con 

10  sua  brigata  la  mattina  in  suIFalba  fece  vista  d'essere  de'  fanti  dello  Arcivescovo,  che  venisse 
dalla  guardia  per  la  via  verso  Firenze,  schierato  per  lo  mezzo  del  campo  passb,  e  quando 
fu  alla  fine  del  campo,  dib  nei  tamburini  gridando:  "  Alla  morte,  alla  morte  „.  Ed  innanzichfe 
potesse  pigliare  rinimico  Tarme,  prese  de'  loro  pregioni,  e  menolli  dentro  della  Scarperia. 
Molto  ci  averebbe  a  dire,  ma  pure  sottili  invenzioni  e  sicure  e  gagliarde  feciono  li  masina- 

15  dieri  ad   entrare   dentro,  e   poi  ogni   di  erano   alle  mani   con  gli   nemici  a   badaluccare  co' 

grandi  fanti  d'arme.     E  veramente  rArcivescovo  avea  molti  buoni  e  nomlnati  fanti'  piii  che     /.,  vm,  i6J 
mai  avesse  a  quelli  tempi,  ed  assai  innanzi  avuti  in  niuna  guerra,  e,  secondo  si  disse,  niuno, 
che  vivo  fosse  a  quelli  tempi,  si  ricordava  aver  veduti  sl  buona   fanteria,  n^  tanta  in  niun 
luogo,  quanto  aveano  quelle  due  osta,  nh  mai  veduto,  n^  udito  di  gran  tempo  tanti  e  si  spesso, 

20  nh  si  franchi  badalucchi  da  brigata  a  brigata,  da  sei  a  sei,  e  cosl  infino  da  uno  a  uno  fe- 
ciono  grandissimi  fatti  d'arme. 

RuBRicA  652*  —  Cerit  ordini  d^avere  danari  che  fecero  U  XX. 

Nel  detto  anno  li  Venti  predetti  della  balia,  avendo  bisogno  di  denaro,  puosero  una  ga- 

bella  a'  cittadini,  e  chiamaronla  la  Sega;  onde  ebbono  danari  assai.   Ed  una  gabella,  che  avieno 

25  posta  li  Diciotto,  che  dicemmo  adietro  rubrica  647%  che  si  chiamava  la  gabella  de'  Fumanti. 

RuBRicA  653*  —  Siuesti  sono  li  Priori  dal  frimo  gennaio  1350  a'  di  ■primo  gennaio  1351. 

Albizo  Rinucci  Giorgio  di  CoUino  Grandoni 

Neri  di  Recco  del  Cappone  Messer  Lottieri  da  Filicaia 

Simone  di  Bertino  Malatesta  di  Francesco  de'  Medici 

30  Francesco  di  Caccino  Ricoveri  Messer  Donato  Velluti,  iudice,  gonfaloniere 
Andrea  di  Lippozzo  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 

Stefano  di  Duccio  del  Forese  Ser  Michele  Lapi  da  Vinci,  loro  notaio,  quar- 
Sandro '  Ghiselli,  beccaio  tiere  di  S.  Maria  Novella.  /.,  vm,  16« 

Paolo  di  Tendi,  fornaio 

35  Francesco  di  ser  Arrigo  Rocchi,  gonfaloniere  Giovanni  di  Giunta 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Giovanni.  Lippo  Dini 

Ser  loanni  di  Guido  da  Magnale,  loro  notaio,  Piero  di  Dino,  maliscalco 

quartiere  detto.  Ridolfo  di  Lorenzo,  calzolaio 

Martino  Bizzi,  vaiaio 

40  Andrea,  piannellaio  Uberto  di  Strozza  di  messer  lacopo 

Nigi  di  Paolo,  albergatore  Zato  Passavanti 

loanni  di  Covone  de'  Covoni  Manno  di  Pagno  degli  Albizi 

Orlando  di  Cambio  Orlandi  Simone'  di  Neri  deirAntella,  gonfaloniere  di     '•-  v'"'  '** 
Niccolo  di  Cenni  di  Nardo  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 


4.  Galicorsl]  Gallarsi  G.R.  —  7.  sotllgliezze,  chl  di  furto]  sottlgltezze  e  dl  fiirto  G.R.  —  la.  nei  tambu- 
rini]  nel  taniburo  A.  -  gridando]  0»»/«.  G.  R,  —  14.  a  dire]  da  dire  A.  —  18.  che  vivo  fosscj  che  vl  fosse  G.R. 
—  30-21.  feclono]  omm.  G.R,  —  21.  grandisslmi]  gran  G.R.  —  25.  rubrica  647]  omm.  A. 


240 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1330-1352] 


Ser  Casciotto  di  Giovanni,  loro  notaio,  quar- 
tiere  di  S.  Spirito. 

/.,  »111, 165  :  Ser  Rinuccio  Sapiti 

Ser  lacopo  di  ser  Gherardo  Gmalberti 

Duccio  di  Guido  Tolosini 

Francesco  Vigorosi 

Niccolaio  Delli,  pizzicagnolo 

Giuliano  di  Lippo,  beccaio 

lacopo  di  Renzo,  cambiatore 

Rosso  di  Ricciardo  de'  Ricci 

Pagolo  di  Neri  Bordoni,  gonfaloniere  di  lusti- 

zia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Ghiberto  di  ser  Alessandro,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Croce. 

Francesco  di  Lippo  Antinori 
Niccol6  di  Bocchino  Rimbaldesi 
Pagolo  de'  Covoni 
Piero  di  Bandino  Baroncelli 
Pagolo  di  Bardo  Altoviti 


Puccio  Carletti 

Giovanni  di  Piero,  corazzaio 

Mettino  Bettini,  cofanaio 

Bindo'  di  Bonaccio  Guarconi,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  loanni.  5 

Ser  Filippo  di  Matteo  Duranti,  loro  notaio, 

quartiere  detto. 


Giovanni  Ciari,  rigattiere 

Bandino  di  Guido,  coreggiaio 

Andrea  Loli 

Niccol6  di  Michele  Riccialbani 

Salvino  (a/.  Salvuccio)  Beccanugi 

Simone  di  ser  Gianni  Siminetti 

Spina  di  Pino  Spina 

Piero  di  ser  Spigliato  da  Filicaia 

Glorgio  di  Barone,  gonfaloniere   di  lustizia, 

quartiere  di  S.  Spirito. 
Ser  Bartolo  Chermontieri,  loro   notaio,  quar- 

tiere  detto. 


10 


15 


20 


RuBRic A  654'  —  ^iesti  sono  i  friori  da'  di  frimo  di  gennaio  /jj/  a'  di  frimo  di  gennaio  ijs~- 


Azzolino  ser  Viviani 

Giavanni  d'Arrigo  Sassolini 

Antonio  Martini,  beccaio 

Paolo  di  Ricco  Pelacane 

Bernardo  di  Piero  degli  Strozzi 

Lorenzo  di  Meglio  Fagiuoli 

Cambiozzo  di  Lippo  de'  Medici 

Niccolaio  di  Mone  Guidi 

Bencivenni  di  Lippo  Mancini,  in  luogo  di  Na- 

stagio  di  Lapo  Bucelli,  morto  in  ufizio,  gon- 

faloniere  di  lustizia  quartiere  di  S.  Croce 

/.,  vm,  U7     Ser '  Giovanni  Lagi  da  Villamagna,  loro  notaio 

quartiere. . . . 

/.,  vm,  lis     Giovanni  di  Gherardo  Lanfredini 
Francesco  del  Benino  Neldi 
Sandro  di  Lapo  Covoni 
Giovanni  di  Geri  del  Bello 
Giovanni  Giraldi,  galigaio 
Bonifazio  Falconieri,  ferraiuolo 
Castello  di  Lippo 
Giorgio  del  Ricco  Buti 
Francesco  di  Meo  Acciaiuoli,  gonfalonlere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Michele  Vestri,  loro  notaio,  quartiere  detto. 


25 


Pieri  di  Cenni  Ugolini 

lacopo  di  Gherardino  Gianni 

Lotto  del  maestro  Cambio  Salviati 

Piero  di  Bonaventura  Ricoveri 

Albizzo  di  Lippo  Bellandi 

Bartolo  di  More  Ubaldini 

Matteo  di  Federico  Soldi 

Scolaio  di  Francesco,  rigattiere  39 

Lando   d'Antonio   degli  Albizi,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  loanni. 
Ser  Santi  Bruni,  loro  notaio,  quartiere  detto. 

Niccol6'  di  Nome,  vinattiere  35 

Segna  Lotti,  pizzicagnolo 

Francesco  di  Cino  Rinuccini 

Giovanni  di  Massaio  Raffacani 

Giovanni  di  Ricco  Savini 

lacopo  di  Mezza  Attaviani  40 

Giovanni  di  Bartolo  Bischeri 

Francesco  di  Lippo  Lapi  Bonagiunta 

Luigi  de'  Mozzi,  gonfaloniere  di  lustizia,  quar- 

tiere  di  S.  Spirito 
Ser  Francesco  Masini,  loro  notaio,  quartiere   45 

di  S.  Maria  Novella. 


(A.  1352]  CRONACA  FIORENTINA  241 

Bartolomeo  di  Lapo  Buti  Filippo  Bonsi 

Piero  Bini  Biagio  di  Fecino  Ridolfi 

Taddeo  Carucci,  pannaiuolo  Orlando  Gherardi 

Francesco  di  Giovanni,  calzolaio  Zanobi  di  Berto  Ranieri 

5  Luigi  di  Lippo  Aldobrandini  Filippo  Gucci,  legnaiuolo 

Francesco  di  lunta  Borghi  Azzino  Gualberti,  fabbro 

lacopo  di  Dino  Guidi  Giorgio  di  Ricciardo  de'  Ricci 

Lazzaro  di  Foresino  Lazzari  Cecco'  di  Cione,  ritagliatore 

lacopo  d'Alberto  degli  Alberti,  gonfaloniere  lacopo  di   Francesco  del  Bene,  gonfaloniere 
10           di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce  di  lustizia  quartiere  di  S.  Maria  Novellla 

Ser  Gherardo  Risaliti,  loro  notaio,  quartiere  Ser  Domenico  di  ser  lacopo  da  Certaldo,  loro 
detto.  notaio,  quartiere  di  S.  Spirito. 

RuBRicA  655*  —  Come  lo  Comune  di  Firenze  mandh  ambasciadori  alla  c&ronazione  del  rc  Lnigi. 

Negli   anni   del   Signore  1352   li   Fiorentini,   siccome  amici   e  figliuoli   e  servidori   della 

15  Casa  di  Francia  e   spezialmente  delli  Reali  da  Napoli,  sentendo  lo  re  Luigi   essere  per  in- 

coronarsi,  per  onorarlo  e  per  mostrar  bene  Tamicizia  si  ordinarono  solenni  ambasciadori,  li 

quali  andassero  ad  esser  presenti  a  quella  incoronazione,  e  quelli  che  non  fossero  cavalieri, 

si  facessero   cavalieri  per   sua  mano.     E   furono  gl' infrascritti  uomini  li  detti   ambasciadori, 

questi  cio^ 

20  Li'   quali  ambasciadori   furono  graziosamente  veduti  ed  onorati  e  prima  e  poi  dalla  inco-     /.,  vm,  170 
ronazione. 

RuBRicA  656*  —  Come  li  detli  ambasciadori  rccarono  il  braccio  di  S.  Rifarata  di  legno, 

Nel  detto  tempo  essendo  li  detti  ambasciadori  a  Napoli,  e  fatta  la  festa  della  incorona- 
zione,  furono  allo  re  Luigi,  lo  quale  molto  si  proffereva,  e  profferto  s'era  di  piacere  alli  Fio- 

25  rentini.  Richieserlo  che  per  contemplazione  de'  suoi  figliuoli  e  servidori  Fiorentini,  gH  dovesse 
piacere  di  donare  alcuna  parte  delle  reliquie  del  corpo  di  S.  Reparata,  considerato,  che  'la 
cattedrale  chiesa  sia  in  FJrenze  S.  Reparata,  comecch^  altri  nomi  abbia  mutati,  ma  pure 
quel  nome  ritiene  nel  generale.  Lo  re  rispose  graztosamente  darlo;  e  cosl  credo  fosse  sua 
oppinione,  e  cosi  si  dee  credere  di  re,  perocchfe  non  dee  mentire.     E  fatto  chiamare  lo  duca 

30  d'Andri,  suo  cognato,  ch'avea  per  moglie  la  sirocchia  del  re,  ed  era  signore  d'una  citti,  la 
quale  si  chiama  Tiano  presso  a  Napoli,  inverso  Firenze,  28  miglia,  dove  e  lo  corpo  di  S.  Re- 
parata,  e  preso  parlamento  di  ci6,  si  venne  a  conclusione  in  questo  modo :  che  per  riverenzia 
del  re  e  per  amore  de'  Fiorentini,  concedea  lo  braccio  di  Santa  Reparata  agli  ambasciadori '     /.,  vm,  171 
di  Firenze.     E  cosi   ebbono  gli   ambasciadori,  credendosi   avere  lo   braccio  di  S.  Reparata, 

35  ma  ebbono  un  braccio  di  legno  colorato  ed  acconcio  per  modo  che  braccio  vero  signifi- 
cava  sua  apparenza.  Venendo  gli  ambasciadori  con  solenne  ordine  recatolo  in  Firenrc 
la  mattina  ch'entr6   con  grandissima  processione   e  con  tutte  le  rellquie  incontro  gli  anda- 


14,  del  Slgnore]  omm.  A.  —  i8.  sl  face?sero  cavalicri]  omm,  A.  •  per  sua  mano]  omm.  G.  /f.  —  iS-19.  E  fu- 
rono. .  . .  cloh]  Li  imbasciadori  furono  questi  ciofe  A.  -  i  nomi  mancano  in  A.  e  in  G.  /<".;  /.  sujrplitce  eon  qMUi  Hati 
dah' Ammirato,  l.  10,  p.  J43  —  20.  e  prima  c  poi  dall'incor.]  e  dopo  la  incor.  e  di  pol  G.  R,  —  34.  profferto  s'erB] 
omm.  A.  —  26.  Reparata]  Liperafa  A.  —  36-27.  conslderato, , , .  Reparata]  <mm.  A.  —  30,  cognato  cli'avea]  cognato, 
c\oh  lo  detto  duea  avea  G.  li.  —  33.  Rep.irata]  Liperata  A.  —  i^Zi'  Reparata  ma  ebbono  un  bracclo  di  legno  co- 
lorato]  Reparata  ebbono  un  braccio,  ma  chl  lo  fece  non  lo  seppe  fare  clie  doveva  dare  un  brarclo,  e  non  quello, 
e  sempre  si  aarebbe  creduto  quello  esserc.  Ma  dicllo  dl  lcgno  colorato  G.  /?.  Forse  la  lczion*  ili  G.  /?,  fuh  tistrt  re- 
atiluita  nel  moJo  scguente:  Reparata  ebbono  un  braccio  di  IrgHO,  ma  chi  lo  fece  non  lo  seppe  fare,  chi  dovcr^ 
dare  un  bracclo  umano 

T.  XXX,  p.  I  -   16. 


242 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1353-1353] 


rono  con  grande  solenniti.  Fu  portato  alla  chiesa  di  S.  Reparata,  e  molti  dl  si  fece  orazioni 
e  solennitii  ed  offerte  di  cittadini  maachi  e  femmine.  E  cosl  si  credette  essere  questo  vero 
braccio  di  S  Reparata.  Dopo  alcun  tempo  si  trov6  essere  un  braccio  di  legno.  E  cosl  n'ebbe 
lo  Comune  di  Firenze  una,  da  cui  ella  si  venisse. 


RUBRICA  657*  —  Priori  da  dl  frimo  di  gennaio  1352  a'  dl  frimo  di  gennaio  1353. 


Mico  di  Recco  del  Cappone 

Niccol6  di  Tingo,  speziale 

Ser  Bartolo  di  Neri  da  Roffiano 

Migliorozzo  di  Taddeo  Magaldi 

Domenico  di  Sandro  Donnini 

Benedetto  di  messer  loanni  degli  Strozzi 
/.,  vitt,  i7i  Mone'  Santini,  vinattiere 

Bartolo  di  Lore,  beccaio 

Messer  loanni  di  messer  Alamanno  de'  Me- 
dici,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di 
S.  loanni,  morto  a'  di  6  di  gennaio  in  ufi- 
zio,  e  percio  in  suo  luogo  fu  tratto 

Manetto  di  ser  Spigliato  da  Filicaia  per  detto 
quartiere  di  S.  Giovanni 

Ser  Dietifeci  di  Niccol6  da  Gangalandi,  loro 
notaio,  quartiere  di  S.  Maria  Novella. 

Nicol6  Bruni,  coreggiaio 
Baccio  di  Falco,  beccaio 
Filippo  di  Duccio  Magalotti 
'         Salvestro  di  Manetto  Isacchi 
Tommaso  Dietaiuti 
lannozzo  Rinaldi 
Uberto  di  Pagno  degli  Albizi 
/.,  vm,  173  loanni  di  Neri  di  ser  Benedetto 

Messer  Tommaso  de'  Confini,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Francesco   Bruni,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  loanni. 

Lippo  Guardi 

Gherardino  di  messer  Botte 
loanni  di  Cenni,  fornaciaio 
Testa  Brandini,  coltellinaio 
Niccol6  di  loanni  Malegonnelle 
Matteo  di  Simone  Orlandi 
Bianco  di  Bonsi 
/.,  vxu,  174  loanni'  di  Tedici  Manovelli 

luliano  Lupicini,  gonf  aloniere  di  lustizia,  quar- 
tiere  di  S.  Croce 


Ser  Francesco  di  ser  Rosso,  loro  notaio,  quar- 
tiere  di  S.  Spirito. 

Nicol6  di  Gherardo  lanni 

Luca  Guicciardini 

loanni  di  messer  Lapo  Arnolfi 

Niccol6  di  Simone  Guardi 

Schiatta  Ricchi,  beccaio 

Niccol6  di  Geri,  tavernaio 

Braccino  di  Pero  Duranti 

Francesco  Nelli,  merciaio 

Bernardo  Ardinghelli,  gonfaloniere  di  lustizia, 

quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Francesco  di  ser  loanni  da  Rignana,  loro 

notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

Niccol6  di  Cione  Ridolfi 

Niccol6  di  ser  Bene  da  Varazzano 

Berto  Giugni  de'  Giugni 

Lorenzo  di  Lippo  Mancini  25 

Francesco  Falconetti 

Bartolo  Cini,  ritagliatore 

Guido  Pezzini  calderaio 

Neri  di  Fioravante,  maestro 

Uguccione'  di  Ricciardo  de'   Ricci,  gonfalo-  30 

niere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 
Ser  Francesco  di  ser  Palmieri,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Croce. 

Cione  Vaccini,  beccaio 

Rosso  di  Corso,  ferratore 

lacopo  di  Gherardo  Gentili 

Cambino  Signorini 

Taddeo  di  Fino  Tosi 

lacopo  di  Lapo  Brunetti 

Tegghiaio  del  Cicino 

Biagio  di  Bonaccio  Guasconi 

Castello  di  Bernardo  da  Quarata,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Bandino  Lapi,  loro  notaio,  quartiere  di 

S.  Maria  Novella. 


[A.  1353]  CRONACA  FIORENTINA        ^  243 

RuBRiCA  658*  —  D'una  grande  carestia  fu  in  questo  anno  in  Firenxe. 

Negli  anni  di  Cristo  MCCCLIII,  come  che  cominciasse  nel  MCCCLII  infino  di  gennaio 
e  bastasse  infino  di  giugno,  fu  in  Firenze  gran  caro,  tale  che  lo  grano  sndo  in  pregio  di 
fiorini  uno  lo  staio. 

5  RuBRiCA  659*  —  Come '  in  Firenze  fer  carestia  furono  fatti  di  moUi  furti.  /.,  Tni,  m 

Nel  detto  anno,  essendo  carestia,  molti  erano  li  cittadini  corrotti  a  grandi  spese,  ed  assai 
ve  n'erano  usi  di  giostrare  e  di  simili  feste,  che  non  se  ne  potieno  rimanere,  e  la  carestia 
era,  ed  ogni  giorno  si  sconficcava  una  bottegai  la  notte,  e  non  era  portato  una  cassetta  con 
danari,  ma  erane  tratto  cio  che  v'era ;  e  ad  esemplo :  e'  si  trovo  una  bottega  di  pizzlcagnolo 
10  tratti  circa  200  mezzi  porci  salati,  e  piu  botteghe  di  sarti  e  d'altri  vote  di  tutto,  e  case  d'ogni 
masserizie,  tolte  le  letta,  le  coltrici  e  materassi,  e  voto  lo  saccone  di  paglla,  e  portato  lo 
saccone.  Pare  grande  meravlglia  questo,  ch'essendo  plena  la  citta,  com'era  ,di  cittadini,  che 
pure  andando  a  cena  con  amlcl  e  ad  altri  servigl,  tomando  a  casa,  nulla  si  trovava  mai  di 
queste  cose  portare.  La  raglone  il  perchfe  non  si  poteva  trovare.  Fu  questa:  questi  erano 
5  clttadlnl  di  buone  famlglle  da  Flrenze  e  dl  tali  famlglie  ch'aveano  ufizj  e  stato,  toglleano 
trombe,  liuti,  cornemuse  e  simili  stormentl,  e  poneansi  a  sonare  in  una  via,  ove  volessero,  e 
poi  tra  con  pali  di  ferro  e  con  leve  e  con  tanaglie  e'  schiavavano  una  bottega,  e  con  grosse 
cariche  andavano  in  una '  casa,  la  piu  presso  che  avea  uno  della  brlgata.  Da  capo  e  da  pi^  /.,  vni,  i76 
stavano  di  questa  via  due  di  questi  di  buona  f amiglla,  e  se  alcuno  passava,  ed  eglino  diceano : 
!0  "  Placclavi  di  fare  altra  via,  che  qui  fe  uno,  ch'fe  innamorato,  e  fa  sonare  e  cjmtare,  e  noa 
"  vuole  essere  conosciuto  „ .    Lo  passante  f  acea  altra  via ;  e  costoro  f aceano  li  f atti  loro. 

In  questo  tempo  si  fu  sconfitta  una  bottega  d'arte  di  lana  in  Santo  Brancazlo  con  gli 
predetti  ordinl.  La  mattina  la  bottega  si  trovo  vota  di  45  pezze  di  panno  tra  compiuti  ed 
altrl.  Lo  lamento  n'and6  a'  Signori;  li  Rettorl  furono  chlamati,  e  detto  loro  di  grandi  pa- 
role.  Di  che  lo  Podestk  tomato  a  casa  con  malinconia  della  vergogna  gli  pareva  avere,  ed 
era  uomo  savio  ed  astuto  e  pratlco  ed  era  ludlce  e  cavaliere,  ed  avea  nome  messer  Paolo 
Valani  da  Roma.  Questi  immagin6  che  tanto  furto  non  potea  esser  molto  di  lungl  portato. 
Fece  da  presso  quella  bottega  tutte  le  vle  immaginare  {^igilare)  e  di  notte  in  persona  vi  stette, 
puose  solenni  guardie  nascose  in  cateratte  dl  botteghe,  ed  in  finestre  serrate  di  v61te,  che 
sono  sotto  le  panche.  Questo  f urto  era  stato  posto  in  un  casolare  che  avea  una  volta ;  sot- 
terrati  erano  con  alquanto  muro,  forse  tre  braccia  alto  dinanzi,  perchfe  fanciulli  e  bestie  non 
andassero  a  f are  bmttura  dentro.  In  capo  d'  alquantl  dl,  avendo  guardato  saviamente,  come 
detto '  fe,  e  credendosl  li  buonl  f ancelli  la  cosa  dimentlcata,  e  messo  in  ordine  di  loro  f atti,  /„  yra,  nj 
tolsero  la  sera  loro  bastagi,  ed  andarono  allo  casolare,  e  feciono  balle,  ed  ultlmamente  tol- 
tene  parte,  vanno  con  ^sse  per  la  vla  della  Scala  alle  mura  della  citth,  e  qtiivi  sallto  in  sulle 
mura,  di  fuori  era  chi  prendea  la  roba,  ed  era  presta  una  barca  per  portarla  a  Pisa.  Andato 
dletro  a  costoro,  e  presili  collo  furto  in  capo,  ed  assediatl  quelli,  ch'erano  dentro  a  fare  le 
balle,  ne  furono  presi  In  tutto  quattro.  Li  due  erano  delll  maestri,  e  li  due  erano  due  bastagi, 
a  cui  era  stato  detto:  "  Venite  a  sgombrare,  e  sarete  pagati;  egli  h.  uno  che  ha  fatto  male 
"  i  fatti  suoi,  e  per  debito  se  ne  va,  e  vuole  per  le  mura  coUare  sue  balle  e  mandarle  a 
"Pisan.  E  cosl  costoro  innocentl,  tastato  la  fune,  furono  liberi,  e  gll  altri  due  impiccati. 
O  che  al  PodestJi  paresse  troppo  gran  boccone,  o  che  non  volesse  metter  mano  a  tanti  e  tali 


a.  di  Cristo]  omm.  A.  —  3.  and6]  andasse  G.  R.  —  7.  clio  non  se  ne  potieno  rimanere]  omm,  A,  —  8.  scon- 
ficcava]  trorava  sconfitta  G. /f.  —  lo-u  e  case. . . .  Pare  grande]  e  case  fatto  il  slmile  voto  in  fino  a*  sacconi. 
Pare  grande  A.  —  14.  poteva  trorare]  trovava  G.  R.  —  16.  volessero]  roieano  A.  —  17.  pol  tra  con]  poi  erono 
con  A.  -  leve]  ollque  G.  R.  —  18.  presso. ...  uno]  prcsso  cli'era,  cli'egll  arietto  uno  G.Ji.  —  19.  di  questi  i\ 
buona]  dl  questa  G.Ji,  -^  2i.  iacea]  fatta  G.R.  —  37.  molto]  omm.  /, 


244  CRONACA  FIORENTINA  [A-  13531 

cittadini,  non  segul  virilmente;  perocch^  in  sul  punto  ch'ebbe  li  due,  a  casa,  dei  quattro,  do- 
vette  sentire  de*  compagni,  ed  averebbegli  avuti  in  sulle  letta,  perocchfe  quelli  due  che  fu- 
rono  impiccati,  furono  uoraini  leggieri,  ma  li  maggiori  Bi  stavano  a  casa.  Fece  poi  qui  inqui- 
sizione,  e  fecene  richiedere  una  brigata,  infra'  quali  ne  compari  solo  uno. 

/.,  Tin,  17»     RuBRicA  660*  —  Dclla^  morte  di  Bordone  d^  Bordoni,  e  li  modi  c  h  mormorio  delia  ciiia,     S 
e  quello  ne  scgui. 

Nella  detta  stagione,  come  detto  h,  richiesti  molti  per  questo  delitto,  Bordone  de*  Bor- 
doni  era  caro  cittadino  ed  uomo  di  grande  ardire,  ed  innamorato  avea  un  suo  fratcllo,  che 
quasi  de'  maggiori  cittadini  di  stato  era  di  Firenze;  avea  nome  messer  Gherardo.  Essendo 
richiesto,  disse  al  fratello:  '  Se  tu  se*  colpevole,  va'  via;  se  non  se*  colpevole,  comparisci,  e  1( 
"  non  ti  fare  colpevole,  ch'io  t'ater6  bene  „.  Costui  iidandosi  della  grandigia  del  fratello,  com- 
pari.  Lo  podestk  avendo  la  informazione  chiara,  lo  misse  alla  fune.  e  confessato,  e'  raffer- 
in6«  Aviasi  a  f are  la  "esecuzione ;  li  parenti  furono  all'aiuto;  li  Priori  mandarono  per  lo  Po- 
dest^,  e  con  preghiere  volendolo  rimuovere  dalla  morte  di  quello,  mai  non  se  ne  voUe  ri- 
muovere.  Alla  perfine  dopo  molto  ordine  di  qua  e  di  la,  non  venendo  a  dire  nulla,  li  Si-  1! 
gnori  gli  cassarono  la  famiglia;  e  cosi  cassa  non  potea  fare  Tuficio.  Costui  se  n'and6  in 
palagio  a'  Signori,  e  disse :  *  Poichfe  voi  m'  avete  cassa  la  f amiglia,  ed  io  rifiuto  la  bacchetta  „  ; 
/.,  wii,  17«  e  quivi  la  puose.  Li  Priori  pregandolo  la  togliesse,'  ed  infino  la  mattina  si  pensasse,  non  la 
volle  tfirre.  Tornossi  a  palagio,  e  la  mattina  di  notte,  come  la  porta  fu  aperta,  con  pocn 
compagnia  se  ne  and6  a  Siena.  Questo  sentito  la  cittk,  chi  per  buono  stato  della  citta,  e 
chi  per  setta  si  doleano  di  non  lasciare  fare  giustizia  al  podest^.  La  cittk  rimaneva  in  male 
stato,  dicendo :  "  da  poi  che  per  non  lasciar  f are  giustizia  si  cassa  lo  Rettore,  chi  sarJi  quello 
"  che  venire  voglia  a  Firenze  ?  „ .  Cosl  sibillato  e  parlato,  lo  lamento  ando  in  palagio  per  gli  gon- 
falonieri  e'  Dodici  ed  altri.  Poi  la  mattina  in  molti  luoghi  si  trov6  scritto:  "  Egli  fe  morto 
•  dovizia,  ragione,  giustizia,;  dovizia  perch^  lo  staio  del  grano  valea  un  fiorino.  Veduto  questo,  2; 
si  prese  per  partito  che  lo  podesth  tornasse,  e  facesse  giustizia.  Lo  podesth  tomare  non 
voUe,  lamentandosi  che  era  stata  cassa  la  famiglia.  E  bene  che  ricondotto  fosse,  egli  non 
volea  tornare,  che  lo  grano  e  biada  era  caro  piu,  che  quando  venne,  e  che  messo  Vavea 
del  suo.  Di  che  fu  ristorato  del  passato  e  dello  awenire  grossamente  di  danari  piii  che 
non  si  convenia;  ed  ebbe  ogni  patto  volle.  E  torno,  e  taglib  la  testa  a  Bordone,  e  fece  buono  3( 
uficio.  Dipoi  segul  a  dare  bando  a  quelli,  che  fuggiti  erano;  e  perchfe  di  loro  non  segul 
esecuzione  personale,  taceremo  di  loro  nomi  per  onore  de'  loro  descendenti;  ma  di  molte 
buone  ed  antiche  famiglie  ne  furono  colpevoli,  li  quali  ne  furono  condannati,  e  non  tutti 
si  disse. 

/.,  vMi,  110     RuBRicA  661'  —  Della^  comfagrUa  del  conte  Lando  e  di  friere  Morreale.  3.' 

Nello  detto  anno  si  fece  una  compagnia  in  Italia,  e  funne  capo  tm  messer  Currado  de' 
conti  di  Lando  dello  legnaggio  di  Vittemberch  della  Magna  e  d'un  cavaliere  provenzale 
Friere,  lo  quale  si  chiamb  friere  Morreale.  La  detta  compagnia  scese  in  Toscana,  e  venne 
a  Firenze  per  la  via  di  Valdelsa,  e  puose  campo  a  S.  Casciano  ed  a  Santo  Andrea,  e  cor- 
sero  infino  a  Montebuoni.  Parve  alla  cittadinanza  grande  fatto,  si  perchfe  non  erano  molti 
usi  a  ci6,  e  sl  perch6  era  la  stagione  della  ricolta.    Ebbono  loro  ambasciadori  li  Fiorentini, 


I.  del  quattro]   dl  quanto  G.R.  —  3.  qul]   per  G.R.  —  ^  lolo]  omm.    G.R.  —  7.    dclitto]   dirltto   A.  — 
8.  ardlre. . . .  avea]  ardlro  e  giostrante  e   prorante  ed  innamorato  ed  area  G.  R.  —  16.  se  n'and6J  vassene  G  R.  ] 
17.  Signori]  Prlorl  A.  —  j8.  Friori]  Signorl  A.  —  31-32.  di  non  lasclare. . . .  dicendo  da  poi]  omm,  G.  R.  —  3».  molte] 
0mm.  I.  —  37.  Vlttemberch]  Vitturaberegll  A.  -^  38.  Morreale]  Morrale  A. 


[AA.  1333-1354]  CRONACA  FIORENTINA  245 

e  patteggiarsi  per  fiorini  venticinquemila,  che  uscirebbono  del  contado  di  Firenze,  e  stareb- 
bono  anni  tre,  che  non  sarebbono  contro  al  Comune  di  Firenze.  Tn  questo  mezzo  vennero 
a  Firenze  a  comperare  loro  bisogno.  Un  giomo  di  sesta  cavalcando  per  Firenze,  veggendo 
la  citta  i  caporali  di  detta  compagnia,  ed  essendo  presso  a  sera,  ed  uscendo  fuori  della  porta 

5  uno  ch'era   stato  rubato   di  pane,  ch'avea   portato  a  vendere  nella   compagnia,  comincio   a 
gridare:  "  Egli  si  vorrebbono  tagliare  a  pezzi,  che  m'hanno  rubato  „.    Quella  gente  minuta  del 
borgo  a  S.  Piero  Gattolino,  cominciarono  a  gridare:  "  A  loro,  a  loro  „.     Questi'  fuggirono  per     /.,  vm,  m 
la  citta,  e  furono  a  grande  rischio  d'essere  tutti   tagliati,  se   non  fusse   che  li  buoni   uomini 
raffrenarono.    Ed  ultimamente  poco  danno,  o  niente,  ricevettono,  ma  poi  lo  stimarono  assai,  e 

0  si  vollono  ristoro,  dicendo  essere  rotti  li  patti.  Ed  a  gran  fatica  con  4uemilia  cinquecento  fiorini 
s'  accordarono,  ed  andarsene.    Ed  ancora  si  convenne  dare  loro  pane  a  quel  pregio  vollono. 

RuBRiCA  662*  —  Come  cominciarono  in  falese  a  contrastare  la  casa  degli  Albizi  e  Ricci. 

Nella  detta  stagione  nacque  mormorio  in  Firenze  per  le  due  famiglie  nominate  capo  di 
setta,  ciofe  la  setta  degli  Albizi  e  la  setta  de'  Ricci.  Per  la  venuta  della  detta  compagnia 
gli  Albizi  ebbono  de'  fanti  in  casa  di  Casentino  e  d'altronde  per  difesa  di  loro,  se  novit^ 
apparisse.  Fu  subito  detto  ai  Ricci  che  gli  Albizi  gli  offenderebbono ;  ed  eglino  si  prowi- 
dono.  E  questo  fanno  li  mali  apportatori.  Stette  per  modo  che  uno  di  una  soma  di  rena 
di^  di  petto  a  uno  in  Mercato  vecchio;  quegli  batt^  Tasinaro;  quegli  grid6.  Gente  trasse, 
e  corse,  e  la  boce  and6 :  "  Li  Ricci  vogliono  assalire  gli  Albizi  „ .  Gli  Albizi  si  missero  in 
20  punto.  Ed  a'  Ricci  fu  detto :  "  Gli  Albizi  8'armarono  „.  E  cosl  s'arm6  tutta  la  Terra.  Poi  non  si 

trov6  esser  nulla,  e  riposato '  la  cosa.     L'Asseguitori  a  petizione  de'  sibillatori  si  volea  inqui-     /.,  vm,  m 
sire,  se  non  che  li  Signori  vi  puosero  rimedio.     E  qui  cominci6  a  parlare  1'  uno  contro  1'  ^ltro. 
Li  Signori  li  fecero  far  pace;  ma  la  volontk  cattiva  tra  loro  rimase. 

RuBRicA  663*  —  Come  fu  quistione  e  zuffa  tr(^  Bordoni  e'  Mangioni  in  Firenze, 

25  Nel  detto  anno  essendo  la  gente  in  arme  in  Firenze  per  la  compagnia,  li  Bordoni  aveano 

rezza  con  un'  altra  f  amiglia  loro  vicina :  si  chiamavano  i  Mangioni.  Riscaldati  dopo  cena  li 
Bordoni  assalirono  li  Mangioni  a  casa,  e  le  donne  stavano  in  suU'  uscio  al  f resco,  ch'  era  gran 
caldo,  e  quivi  si  diede,  e  tolse,  e  furvi  morte  due  donne  per  colpi  di  lance.  Li  fanti  trassero 
a  difesa,  e  fu  la  zuffa.    Li  gonfalonieri  trassero  allo  spartire,  e  spartita  la  zuffa,  dipoich^ 

30  fu  riposata  la  coea,  n'ebbono  bando  li  Bordoni. 

RuBRicA  664'  —  Priori  da  di  frimo  di  gennaio  iJSJ  ^'  ^  frimo  di  gennaio  1354. 

Scelto  Tinchi  Mugnaio  di  Recco  da  Ghiacceto,  gonfaloniere 
Sandro  di  Zanobi  dello  Scelto  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 

Ardovino  di  Ciapo,  beccaio  Ser  lacopo  Cecchi,  loro  notaio,  quartiere  di 
J5  Bencivenni  di  Zanobi,  pannaiuolo  S.  loanni. 

Ammannato '  di  Tecchino  di  ser  Rinaldo  '•■  vui,  U3 

Pinuccio  d'Antonio  Bonciani  Arrigo  Farolfi 

Tura  Dini  Bartolo  Strada 

Nerone  di  Nigi  Dietisalvi  Lapo  di  Duccio  Bucelli 


4.  11  di  G.  R.  —  8.  d'MBere  tnttl  tagHatl]  di  non  essere  mortl  ^.  -  se  non  fu»»e  che]  8e  non  »e  che  /.  — 
10.  dnquecento]  omm.  A.  —  14.  8etta  ciofe  la  setta]  setta  dioesl  la  setta  G.R.  —  ij.  Casentlno]  Caitrlno  A.  — 
19.  and6:  li  Ricci]  and6  aUi  Rlcci;  li  Riccl  G.  R.  —  23.  li  fecero]  11  fece  loro  A.  —  25-26.  arcano. . . .  JM- 
scaldatij  avevono  rea  co'  Mangionl  loro  vlclni.  Riscaldatl  A.  —  39.  gonfalonleri]  gonfaloni  A. 


246 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1364] 


/q  vitl,  lU 


/.,  Tin,  183 


Michele  di  Nardo,  merciaio 

Piero  Cambi,  linaiuolo 

Stefano  Pucci,  maestro 

Pepo  d'Antonio  degli  Albizi 

Fuligno  di  Conte  de'  Medici 

Mccol6  di  mesaer  Bencivenni  Rucellai,  gon- 

faloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria 

Novella 
Ser  Puccio  di  eer  Lapo  Pucci,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Spirito. 

Franceaco  di  Vannozzo  Bigliotti 

Tommaso  di  Giuntino  Alamanni 

Francesco  di  Cenni  Risaliti 

Bardo  Corsi,  setaiuolo 

Andrea  di  Lippozzo  Mangioni 

Andrea  di  Rucco  Savini 

Roberto  Martelli 

Toffo'  di  Lapo  del  Bugliaffe 

Mari  di  Falento  de'  Medici,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 
Ser  Piero  Pucci,  loro  notaio,  quartiere  di  S. 

Maria  Novella. 
Maso,  albergatore 
Marco  di  Giovanni,  beccaio 
Niccolb  d'Ugolino  de'  Giugni 
Forese  di  Benci  Sacchetti 
Temperano  di  Manno 
Stefano  di  Tuccio  del  Forese 
Andrea  di  Veri  Rondinelli 
Tommaso  Baronci 


Albizo  di  loanni  Rinucci,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  loanni  Nepi   da   Castello   Santo  loanni, 

loro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

Piero  de'  Velluti 

Pierozzo  di  Banco  di  ser  Bartolo 

Pasquino  Pacini,  pizzicagnolo 

Piero  Banchini,  beccaio 

Puccio  Carletti 

Giorgio  di  CoUino  Grandoni 

Andrea  di  Neri  di  Lippo 

Francesco  di  ser  Arrigo  Rocchi 

Pagolo'  di  Cenni  Covoni,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia,  quartiere  di  S.  Croce  ^^ 

Ser  Bartolo  di  ser  Chermontese,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Spirito. 


10 


Cino  Cecchi 

Taddeo  di  Cione  Aglioni 

Fruosino  Unganelli 

Ricco  di  Spinello,  vaiaio 

Vespuccia  Dolcibeni,  vinattiere 

Telllno  Dini,  ferraiuolo 

Guido  del  Pecora 

Naddo  di  ser  Spigliato  da  Filicaia 

Piero  di  Lippo  Aldobrandini,  gonfaloniere  di 

lustizia,  per  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Benedetto  di  ser  loanni  Ciai,  loro  notaio, 

per  quartiere  di  S.  loanni. 


20 


25 


30 


/., «,  I     RuBRicA  665'  —  Come '  si  trovb  Vordine  deWordinare  in  Firenze  Parte  guelfa. 

Negli  anni  di  Cristo  1354  rinovellb  lo  maladetto  seme,  che  gik  era  stato  seminato  per 
adrieto,  e  quasi  dormia  quella  sementa,  come  h  adrieto  in  piu  luoghi  narrato  h.  de'  guelfi 
e  ghibellini,  Questi  nomi  molto  feciono  di  danno  alla  cittk  di  Firenze,  e  ora  nuovamente. 
In  questo  anno  si  dice  che  perchfe  gli  Albizi  erano  calunniati  essere  d'Arezzo  e  ghibellini, 
li  Ricci  prendeano  forma  nuova  di  vietare  gli  ufici  a'  ghibellini.  Gli  Albizi  si  dicea  per 
altri  essere  d'Alcone  del  contado  di  Arezzo,  e  poi  d'Arezzo  buoni  cittadini,  e  cacciati 
/.,  u,  2  d'Arezzo  per  guelfi.  Quale  si  fosse  la  veritJi  io  non  la  determino,  perchfe  a  mio  tempo  non ' 
era  loro  venuta,  e  la  veriti  non  istava  a  me  a  cercare.  S'armarono  li  Ricci  e  loro  setta, 
dicendo:  '  Noi  torremo  gli  ufici  agli  Albizi  con  modo  che  noi  faremo  mettere  una  petizione 
"alla  Parte  guelfa,  che  chi  ghibellino  sia  in  uficio,  sia  in  500  lire  condannato.  Gli  Albizi 
"  la  contradiranno ;  allora  si  vedr^  bene  loro  essere  ghibellini,  imperocchfe  noi  diremo  che 
•  se  fussino  guelfi,  egli  la  favoreggerebbono  „.     E  non  era  gik  forse  di  ci6  quivi  la  quistione; 


35«  Quostl ....  danno]  queato  nome  fece  molto  di  danno  A. 
•e  fuaslno]  s'egU  fossero  G.  R. 


OD 


40 


43.  bene  loro]  loro  bene  G  R.  —  43*44«  che 


J 


lAA.  1354-1355]  CRONACA  FIORENTINA  247 

imperocch^  erano  gik  queste  due  sette  in  tanta  quistione,  che  fosse  la  cosa  iusta  a  suo  modo, 
che  quando  movea  dagli  Albizi,  li  Ricci  li  contradicevono,  e  quando  movea  la  cosa  da' 
Ricci,  gli  Albizi  la  contastavano ;  sicchfe  bene  aveano  pensato  li  Ricci  il  dire:  "  Gli  Albizi 
la  contraddiranno  „.  E  cosl  avieno  fatto,  quando  si  ragionava  per  la  cittk  di  questa  mate- 
5  ria,  dicendo:  "  Non  era  bene  a  fare  piu  innanzi  contr'a'  ghibellini  per  alIora„.  E  tenuto 
consiglio,  come  detto  h  di  sopra,  della  petizione,  uno  degli  amici  de'  Ricci  vedendo  questo 
a  che  fine  si  facea,  o  che  nello  intrinseco  fosse  amico  di  Piero  di  Filippo,  o  che  si  volesse 
fare,  la  notte  ragionato  questo,  e  porta  il  dl  la  petizione,  e  la  mattina  si  doveva  andare  a' 
consigli,  costui  per  Arno  usci  di  Firenze,  e  ando  a  Piero  di  Filippo  degli  Albizi,  ch'era  capo 

10  della  famiglia,  e  disse:   "  Cosi  si  dee  fare  „.     Dice  Piero:   "EUai'  si  vuole  contastare„.     Ed     /.,  ix,  3 
egli  disse  a  che  fine  era  ordinato ;  "  e  se  tu  la  vieti,  subito  si  dirk,  che  per  paura  che  la  legge 
"  non  tocchi  a  te,  tu  lo  f ai  „ .     Accostossi  la  novella  a  Piero,  e  venne  in  Firenze,  e  quando 
ando  la  petizione,  la  favoreggio  con  gli  amici  suoi;   e  vinsesi;   che  fu  poi,  usandola  male, 
com'ella  s'us6,  la  guastagione  della  buona  e  pacifica  citt^  di  Firenze.     Questi,  o  a  buon  fine  o . 

15  ad  altro  cattivo  fine  ch'el  facesse,  fu  messer  Geri  de'  Pazzi  di  Firenze,  che  a  Piero  awis6. 

RuBRiCA  666*  —  Come  lo  Imferadore  scese  in  Italia. 

Nel  detto  anno,  come  detto  h.  adrieto,  lo  Imperadore  scese  in  Italia  a  petizione  delli 
Fiorentini,  per  disfare  lo  Signore  di  Melano  e  gli  altri  tiranni  lombardi.  Ma  eglino  ne  seppono 
piu  de  'Fiorentini,  ch'egli  scese  a  danno  de'  FJorentini  e  degli  altri  comuni  di  Toscana,  ed 
20  a  loro  utilitk  eglino  Tavelenarono  con  danari,  avanti  ch*egli  si  partisse  di  Buemia  per  modo 
ch'egli  venne,  e  feceli  suoi  vicari.  E  coloro  gli  f eciono  grandi  onori,  ed  ellino  si  maritarono, 
e  noi  gli  pagammo  la  dota,  come  udirete  nella  seguente  rubrica. 

RuBRicA  667*  —  Cojne'  lo  Imferadore  entrb  nella  citta  di  Pisa  nella  sua  venuta.  A,  ix,  * 

Lo  detto  anno  sceso  lo  Imperadore,  li  Fiorentini  gli  mandarono  ambasciadori,  e  qui  fu- 
25  rono  molte  contese  dairuna  parte  e  dalFaltra.  Ed  ultimamente  li  Fiorentini  ebbono  brivi- 
legi  assai,  e  diedono  allo  Imperadore  fiorini  120  000;  sicch^  bene  pagarono  la  dota  de' ma- 
ritati  tiranni ;  e  Pisa  n'ebbe  molti  danni  d'avere  e  persone ;  e  i  Sanesi  non  andarono  cantando. 
E  con  questi  danari  e  con  quelli  che  trasse  di  Pisa,  che  ve  n'ebbe  assai,  ed  Jincora  la  ca- 
mera  di  Pisa  rub6,  e  tagli6  la  testa  a'  maggiori  di  casa  Gambacorti,  a  Lotto  ed  a  Francesco, 
30  ed  andossene  nella  Magna. 

RuBRicA  668'  —  PriorV  da'  dt  frimo  gennaio  1354,  a'  dl  frimo  genmio  1355.  r.,  ix,  s 

Ormannozzo  del  Bianco  Deti  loanni  di  Neri  di  ser  Benedetto,  gonfaloniere 
Luca  di  Totto  da  Panzano  di  lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 

Rinieri  di  messer  Simone  Peruzzi  Ser  Simone  Taddei  da  Cerreto,  loro  notaio, 
35  Bindo  di  Niccol6  Raugi  quartiere  detto. 

Ubaldino  Fastelli 

Paolo  di  Bardo  Altoviti  Andrea  di  Giovanni,  pianellaio 

Matteo  di  Federigo  Soldi,  vinattiere  Firenze  di  Bartolo,  calzolaio 

Lapone  Salvucci,  spadaio  Filippo  di  Fabbrino  Tolosini 


3.  contradlcevono]  contraddlrano  G.  R.  —  4.  la]  11  A.  —  <].  o  che  nello]  o  nello  /.  —  8.  raglonato]  ragio- 
namento  A.  11  fasto  «  qui  guasto  —  ii.  ordinato . . . .  sublto]  ordinato  efifettualraenle  sublto  A.  —  13.  con  gU]  o 
gli  A.  —  15.  cattlvo]  omm.  G.R.  —  20.  eglino  ravrelenarono]  egll  la  levarono  /.  —  3i.  elllno  ai  marltarono] 
egU  si  raaritd  G,  R.  —  24.  e  qui]  e  quivi  A. 


248 


GRONACA  FIORENTINA 


[A.  13S5) 


/.,  K,  1 
/.,  IX,  t 


SUnone  dJ  Buonarrota  Simoni 

Salrino  di  Simone  Beccanugi 

Uberto  di  Strozra  di   mesaer  lacopo  Strozzi 

Filippo  di  Pero  Duranti 

Geri  Ghiberti 

Schiatta  di  Ridolfo  Guidi,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Neri  Chellini,  loro  notaio,  quartiere  di 

S.  Croce. 

Piero'  di  Ghino  de'  Guicciardini 

Simone  di  ser  Donato  Benci 

Antonio  Martini,  beccaio 

Dono  Lotti,  vinattiere 

Piero  di  Lippo  Aldobrandini 

Ugolino  di  Naddo  Rucellai 

Noddo  d'Andrea  Boccoli 

Ser  Tano  di  Nardo  Guasconi 

Guiglielmo  di  Gherardo  Lupicini,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Benozzo  Pieri,  loro  notaio,  quartiere  di  S. 

Maria  Novella. 

lacopo  di  Banco  Pucci 
Ciovanni  di  Giunta 
Geri  di  ser  Gherardo 
Filippo  di  Giammori  Baroncelli 
Bonifazio  Falconieri,  ferravecchio 
Niccolaio  Delli,  pizzicagnolo 
lannozzo  di  Bartolo  Fedi 
Bernarduccio  di  Lapo,  tintore 


lacopo  di  Franceaco  del  Bene,  gonfalonier* 
di  luatizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 

Ser  Piero  Nelli,  loro  notaio,  quartiere  di  S. 
Spirito. 

Luca  di  Feo  Ugolini 

lacopo  Guerrucci 

Niccol6  di  Vanni  Ricoveri 

Filippo  di  Cionetto  de*  Bastari 

lacopo'  di  Mazza  Attaviani 

Lorenzo  di  Meglio  Fagiuoli 

Giovanni  di  Piero  Parenti,  coreggiaio 

Scolaio  FranchJ,  rigattiere 

Lapo  di  Donato  Viviani,  gonfaloniere  di  lusti- 

zia,  quartiere  di  S.  loanni 
Ser  Bardo  Brandaglia  da  Leccio,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Croce. 


1» 


IS 


Niccol6  di  Nome,  vinattiere 

Bartolo  di  Paolo,  ferratore  20 

Niccolsuo  di  lacopo  degli  Alberti 

Andrea  Villani,  tintore 

Simone  di  ser  Grianni  Siminetti 

Franceaco  Bartolini 

Cantino  di  Agnolo  di  Lapo  Canti  25 

Tosco  Chinazzi 

Lippo  di  Dino  Tinghi,  gonfaloniere  di  lusti- 

zia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Simone  Lapi  da  Campi,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Maria  Novella.  30 


RuBRicA  669'  —  DeUa  coronazione  dello  Imferadore. 

Negli  anni  di  Criato    1355  sceso   lo  'mperadore,  e  passato  a  Roma  collo  suo  sforzo  e 
/.,  IX,  I     coUa  gente  del  Comime  di  Firenze  e  bandiera  del  detto  Comune  e  cosl  degli  altri  Comuni' 

e  Signori  d'Italia,  in  Roma  lo  di  della  Pasqua  di  Ressurezione  di  Cristo  fu  pacificamente  35 
coronato;  ed  egli  per  rendere  guidardone  a  Dio,   che  risuscito  il  suo  Figliuolo,  egli  risu- 
8cit6  e  favoreggi6  li  tiranni  e  chiunque  gli  don6  danari.    E  veramente  di  naturale  e  di  scien- 
zia  e  di  pratica  e  d'ogni  cosa  fu  lo  piii  compiuto  principe  ch'ave8se  la  cristianiti ;  ma  ogni 
cosa  perdfe  sua  parte  per  Tavarizia,  ch'egli  adun6  d'ogni  luogo  denari,  e  portoUi  in  Buemia. 

RuBRiCA  670*  —  Della  venuta  di  messer  Niccolb  Acciaiuoli  di  Firenze,  gran  siniscalco  del  40 
re  Luigi. 

Nel  detto  anno,  come  gli  altri  ambasciadori,  cori  venne  ambasciadore  da  parte  del  re 
Luigi  e  della  reina  Giovanna  allo  Imperadore  a  Roma  un  cavaliere,  nato  in  Firenze  d'una 


35.  dl  Critto]  omm.  A. 


[AA.  1355-1356] 


CRONACA  FIORENTINA 


249 


famiglia  chiamati  gli  Acciaiuoli,  il  quale  avea  nome  messer  Niccola  d'Acciaiuolo  degli  Ac- 
ciaiuoli,  ed  era  grande  siniscalco  dello  regno  di  lerusalem  e  di  Sicilia  del  re  e  reina  pre- 
detta.  Questo  cavaliere  fu  sl  conosciuto  e  praticato  dallo  'mperadore,  che  veramente  egli 
approv6  che  lo  piu  savio  uomo,  e  da  piii  uomo  d'ogni  cosa  che  mai  in  Italia  avesse  trovato, 
5  era  costui.  E  volealo  appresso  di  s^  per  governare  sfe  e  suo  imperio.  Non  volle,  perche 
era  quasi  signore  dello  re  e  dello  reame  predetto,  e  forse  perchfe  conoscea  li  Tedeschi,  con 
cui  averebbe  avuto  a  praticare.  Questi  venne  in  Firenze  con'  150  cavalli,  e  seco  avea  in 
compagnia  da  10  cavalieri.  Stette  in  Firenze  da  15  di,  ch'ogni  dl,  sera  e  mattina,  mettea 
tavole  con  grandi  conviti  di  donne  e  uomini  e  di  balli  di  di  e  di  iiotte,  e  spendea  lo  di 
10  circa  150  fiorini.  Onorato  fu  in  Firenze  assai  dal  Comune  e  da  speziali  cittadini,  e  molto 
graziosamente  si  porto  con  gli  cittadini. 


I.,  ",  9 


RuBRiCA  671*  —  Come  fu  coronato  foeta  mcsser  Zanobi  da  Strata  di  Firenze  dallo  Im-pe- 
radore  in  Pisa. 

Nel  detto  anno  lo  'mperadore  in  Pisa  con  bella  disputazione  e  sermone,  prima  fatto, 
15  coron5  di  corona  d'alloro,  come  era  usato  U  poeti,  messer  Zanobi  da  Strata  di  Firenze 
in  Pisa,  lo  quale,  usando  poesia,  si  dicea  essere  valente  uomo,  comecchfe  di  sfe  non  la- 
sciasse  libri.  Questo  addivenne  per  due  cagioni:  prima  perchfe  mori  assai  giovane,  poi 
perchfe  segui  la  Chiesa  di  Roma,  dove  avea  a  fare  assai,  e  non  attendeva  a  fare  libri.  Ed 
ivi  poi  morl. 

20  RuBRiCA  672*  —  Priori  da'  dl  -primo  di  gennaio  1355,  a'  dt  -primo  gennaio  1336. 


Tommaso  di  Mone  Guidotti 

Andrea  di  Benotto 

lacopo  di  Domenico,  beccaio 

Francesco  di  loanni,  calzolaio 
25  Francesco'  di  Giunta  Borghi 

Monte  di  Lippo  BeUandi 

Bartolommeo  Aldobrandini  Alfani 

CasteUo  di  Lippo  del  Beccuto 

Dino  di   Geri    Tigliamochi,    gonfaloniere    di 
30  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 

Ser  Francesco  Neri,  loro  notaio,  quartiere  di 
S.  Spirito. 

Giovanni  di  Meglio  Bonarli 
35  UgoUno  di  Veri 

Francesco  Rinuccini 

Piero  del  Bene  Pepe 

lacopo  di  Naddo,  beccaio 

Pace  Brunetti,  coiaio 
40  Spina  di  Pino  Spina 

lacopo  di  Dino  del  Pecora 


Domenico  di  Sandro  Donnini,  gonfaloniere  di 
lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 

Ser  Martino  Tangredi  da  Tignano,  loro  no- 
taio,  quartiere  di  S.  loanni. 

Vanni  Manetti 

Bartolo  di  Cenni  Bigliotti 

Tommaso  di  FiUppo  MachiaveUi 

Giovanni'  di  Lapo  Niccolini 

lannozzo  Rinaldi 

Nardo  Manni  Salumanni 

Giovanni  di  Vita,  corazzaio 

Salvestro  Ciati,  caffettaio 

loanni  di  Conte   de'  Medici,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 
Ser  Domenico  di  ser  Berto,  loro  notaio,  quar- 

tiere  detto. 

Giovanni  Ciati,  rigattiere 
Cione  Vaccini,  beccaio 
Simone  Bertini 


/.,  tx,  10 


/.,  IX,  u 


1.  cWamatl]  chiamata  G.  R.  —  3-3.  predctta]  omm.  I.  —  4.  approvi]  dis»  G.  R.  -  uomo]  omm.  C.  R.  — 
4-S.trovato....  volealo]  trovato  trovi  lul.  E  Tolealo  G.  ^.  —  5.  di  sb....  imperio]  di  s&  perchi  govemasse  lo  suo 
imperio  —  8.  da  15  d\]  15  giorni  A.  —  17.  addivenne]  avvenne  A,  —  t8.  attendeva]  intendeva  G.  R. 


250 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1356-1357] 


Andrea  Loli 

Piero  di  Lippo  Buonagrazie 

Matteo  di  Simone  Orlandi 

Bianco  di  Bonsi 

Cecco  Cioni,  ritagliatore 

Alamanno  di  Torello  Vettori,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Pagolo  Nemmi  di  Mugello,  loro  notaio^ 

quartiere  di  S.  Maria  Novella. 

Messer  Donato  Velluti,  dottore  di  leggi 
Stefano  di  Lippo  Neri 
Piero  Dini,  maliscalco 
Agnolo  Sanguigni,  pizzicagnolo 
Niccol6  di  loanni   Malegonnelle 
/.,  Q,  «     Baldese'  di  Turino  Baldesi 
lacopo  di  Vanni,  ritagliatore 
Giorgio  di  Benci  Carucci 


loanni  di  messer  Lotto  Salviati,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce. 
Ser  Luigi   di   Niccol6   Semigi,  loro   notaio, 

quartiere  di  S.  Spirito. 

5 
Filjppo  di  Giovanni  Machiavelli 
Cliiaro  di  Nuccio  Ammirati 
Zanobi  di  Berto  Rinieri 
loanni  di  Masino  Raffacani 
Piero  Ottinelli,  pezzaio  10 

Filippo  Gucci,  legnaiuolo 
Ugmcciozzo  d'Ardingo  de'  Ricd 
loanni  di  Mancino  Sostegni,  speziale 
Giannozzo  di  Strozza  di  messer  lacopo  degli 

Strozzi,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere   15 

di  S.  Maria  Novella 
Ser  Taddeo  di  Lapo,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Croce. 


RuBRicA  673'  ■ 
naio  1357. 


^esti  sono  i  Priori  da'   dl  frimo  di  gennaio  1356   a'  di  frimo  di  gcn- 


20 


Bartolommeo  di  Martino  Guardi 

Guido  di  Bianco  Deti 

Taddeo  di  Bencivenni  Buonsostegni 

Giovanni  di  ser  Buonaccorri 
/.,  IX,  J3  Attaviano '  di  Dino  Attaviani 
/.,  «,  u     lacopo  di  Lapo  Brunetti 

Guido  Pittini,  calderaio 

Mone  Santini,  vinattiere 

Chiarissimo  di  Meo,  gonfaloniere  di  lustizia, 
quartiere  di  S.  loanne 

Ser  Michele  Vestri,  loro  notaio,  qnartiere  di 
S.  Maria  Novella. 

Nigi  di  Paolo,  albergatore 

Tommaso  di  Serotine  de'  Brancacci 

Forigiano  Viviani,  speziale 

Filippo  di  Stagio  di  Turicchio 

Andrea  di  Rucco  Savini 

Bartolo  Ciai  Benvenuti 

Nerone  di  Nigi  Dietisalvi 

Amerigo  di  Bernardo  da  Sommaia 

Sandro  di  Simone  da  Quarata,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  lacopo  Pagni  da  Vispignano,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  loanni. 

Cione  Pitti 

Lorenzo  di  lacopo  Marsili 


Simone  di  Lapo  Corsi 

Betto  Berti,  fomaio 

Domenico  d'Albizo  Fagiuoli 

Taddeo  di  Fino  Tosi 

Migliore  di  Vieri  Guadagni  25 

Biagio'  di  Bonaccio  Guasconi 

Simone  deirAntella,  gonfaloniere  di  lustizia, 

quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Casciotto  di  loanni,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Spirito.  30 

Sandro  di  Cenni  Bigliotti 

Piero  di  Dato  Canigiani 

loanni  di  Geri  del  Bello 

Tommaso  di  Lippo  Soldani  35 

Schiatta  del  Ricco,  pezzaio 

lacopo  di  Puccio,  linaiuolo 

Niccolo  d'Andrea  Ferrantini 

loanni  di  Bartolo  Bischeri 

Bartolo    di   More   Ubaldini,    gonfaloniere   di  40 

lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Neri  Chelli,  loro  notaio,   quartiere  di  S. 

Croce. 
lacopo  di  Lapo  Gavacciani 
lacopo  di  Ghingo  Aldobrandini  ^5 

Francesco  di  Ciaccino  Ricoveri 
Simone  di  Rinieri  Peruzzi 
Guido  Federighi,  orafo 


[AA.  13S7-1358]  CRONACA  FIORENTINA  251 

Guccio  di  Dino  Gucci  Mariano'  di  ser  loanni  Cafferelli  ,  r.,ix,is 

Bartolo  di  Lore,  beccaio  Duccio  di  Guido  Tolosini 

Dante  di  ser  Baldino,  albergatore  Giorgio  di  CoUino  Grandoni 

Simone   di   Michele   Ristori,   gonfaloniere  di  Puccio  Carletti 

5  lustizia,  quartiere  di  S.  loanni  Francesco  Nelli,  merciaio 

Ser  Filippo  di  ser  Benedetto,  loro  notaio,  quar-  Francesco  di  Lapo  Stoldi 

tiere  detto.  Bartolo   del   Cliiaro   Bonarli,   gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 

Piero  Pucci,  vinattiere  Ser  Bartolo  di  ser  Bonaiuto  da  Tignano,  loro 
10   lusto  Bati,  pizzicagnolo  notaio,  quartiere  di  S,  Spirito. 

RuBRicA  674*  —  Come  si  trovb  modo  a  domandare  li  cittadini  di  Firenze  fer  Parte  guelfa. 

Nell'anno  del  Signore  1357  essendo  li  Guelfi  da  Firenze  in  pensiero  che  gli  uomini, 
ch'erano  d'origine  ghibellina  avieno  gli  uiBci,  e  procacciavangli,  e  poi  non  si  trovava  chi  li 
volesse  accusare  per  farli  condannare,  e  pure  accusati  era  'mpossibile  a  fare  le  prove  come 

15  fosse  ghibellino,  si  pens6  un  altro  modo  alla  materia  piu  abile.  E  veramente  se  si  fosse  usato 
bene,  era  secondo  la  legge,  poichfe  i  Ghibellini  non  doveano  avere  uficio,  chfe  se  era  buono 
o  no  ch'egli  non  gli  avessero,  questo  giudichi  chi  la  f ece ;  ma  a  quanto  a  f ortificare  la  legge, 
questo  modo  fu  buono,  dico,  se  usato  si  fosse  bene,  come  s'us6  molte  volte  male.  Fu  dili- 
berato  che'   sei  capitani  di  Parte  guelfa  ogni  volta  che  in  concordia  fossero,'  o  veramente     /.,  ir,  i6 

20  li  quattro  de'  sei,  che  uno  fosse  ghibellino,  eglino  gli  notificavano,  ed  ammonivanlo  di  non 
pigliare  alcuno  uficio,  e  che  se  ne  pigliasse  piu,  allora  era  fatta  la  prova,  ed  ogni  uomo  lo 
potea  accusare,  ed  i  rettori  cadevano  in  pena,  se  non  lo  condannavano.  Parve  buono,  pe- 
rocchfe  noo  era  condannato  come  prima ;  ed  usavano  la  gente  per  f arla  parere  buona  questo 
vocabolo:   "E  meglio  essere  ammonito,  che  gastigato  „ .    Usaronla  molti  male  poi,  imperocch^ 

25  si  accozzavano  insieme  alcuni  a  volerla  usare.  Dicea  Tuno  capitano  airaltro:  "  Non  hai  tu 
"  alcuno  nimico  ?  Consenti  a  me  lo  mio,  ed  io  il  consentir^  a  te  lo  tuo,  e  cosl  a  uno  partito 
"  vadano ;  tutti  e  sei  non  inganneremo  1'  uno  1'  altro  „ .  E  dico,  che  bene  usassero  ragione 
quanto  alla  legge,  ch'eglino  ammonissero  li  veri  ghibellini ;  lo  modo  non  era  onesto,  perocchfe 
negli    ufici   si  dee   levare   odio,   ira,  etc.     Pure  la   legge  si   fece,  ed  usossi   quando   bene   e 

30  quando  altrimenti,  tantochfe  modo  vi  si  vide  poi  in  parte,  come  innemzi  appeirir^ 

RuBRiCA  675'  —  ^esti  sono  quelli  che  furono  ammoniti  in  questo  anno. 

Usando  la  legge,  di  che  h  parlato  nella  precedente  rubrica,  furono  cominciati  ad  am- 
monire  gl' inf rascritti  cittadini: 

Manetto '  di  Geri  Mazzetti,  popolo  Sa'  lacopo  Oltrarno.  a'  dl  7  dl  marzo  /., «,  17 

35  Giovanni  di  Lapaccio  de'  Girolami,  popolo  S.  Stefano  a  Ponte  nel  detto  anno  e  dl 
Giovanni  Bianciardi,  popolo  S.  Benedetto  di  Firenze  detto  d\ 
Neri  di  Giuntino  degli  Alamanni,  popolo  di  S.  Lucia  de'  Magnoli,  detto  anno  e  dl  24  di  marzo. 

RuBRiCA  676*  —  Siuesti  sono  i  Priori  da'  di  frimo  di  gennaio  tjs?  <*'  dl  ■primo  di  gennaio  IJSS. 
Guido  di  loanni  Machiavelli  Filippo  di  Recco  Vettori 


ij.  usato]  peasato  /.  —  i6.  chb  «e  era]  che  »e  11  era  A.  —  17.  ma  a  quanto]  ma  quanto  G.  R.  —  i8.  molte 

volte]  alcuna  volta  G. /?.  —  31.  allora]  omm,  A.  —  25«  usare....  Non]  usare.     Dlcleno  l'uno  capltano:  Non  C /?. 

—  j6.  consentird  te]  consento  a  te  /.  —  37.  vadano]  v'andavano  A.;  ho  conservato  la  Uxiona  di  G,  R.,  mntando 

ferh  la  interpunzione  data  da  I.  —  27-J8.  che  bene....  ammonissero]  che  bene  chegll  usassero  ragione  in  quanto 

S    la  legge  che  gli  ammunissero  A.  —  39.  Ira  etc.]  omm,  A. 


252 


CRONACA  FIORENTINA 


(A.  13S8] 


Piero  Bachini,  tavernaio 
Dino  Nucci,  coreggiaio 
/„  B,  II     Lippo  di  Vanni  Rucellal 
Albizzo  di  Lippo  Bellandi 
Tommaso  di  Neri  di  Lippo 
Domenico  di  Dante,  farsettaio 
Sandro  di  Lapo  Covoni,  gonfalonierc  di  luBti- 

zia,  quartiere  di  S.  Croce. 
Ser  Niccold  di  ser  Zanobi  Paoni,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Spirito. 
Francesco  di  Lippo  Antinori 

Giovanni  di  Ser  Segna 

Niccolb  di  Bocchino 

Ricco  di  Spinello 

Maestro  Tommaso  del  maestro  Domenico 

Ubaldino  Fastelli 

Stefano  di  Duccio  del  Forese 

Matteo  di  Federico  Soldi 

Neri  di  Fioravante,  maestro 

Berto  Gratini  Duranti,  speziale,  gonfaloniere 

di  luatizia,  quartiere  di  S.  loanni 
Ser  Goro  di  ser  Grifo  da  Castelio,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Croce. 

Marco  di  loanni  Trenta,  beccaio 

Baccio  di  Falco,  tavemaio 

Bemardo  di  Nerozzo  degli  Alberti 

lacopo  di  Bartoluccio 
/,  IX,  19     Messer'  Amaldo  di  Palmieri  degli  Altoviti 

Piero  di  Lippo  Aldobrandini 

lacopo  di  Renzo,  cambiatore 

Francesco  di  Ser  Arrigo  Rocchi 
/,  IX,  jo     lacopo  di  Bartolo  Strada,  gonfaloniere  di  lu- 
stizia,  quartiere  di  S.  Spirito 

Ser  Benedetto  di  Ser  lohanne  Ciai,  loro  notaio, 
quartiere  di  S.  lohanne. 


Francesco  Sapiti 

Francesco  di  Goso,  linaiuolo 

Salvestro'  di  Manetto  Isacchi 

Azzino  Gualberti,  fabbro 

Lapo  Marchi,  maliscalco  5 

Niccolaio  di  Mone  Guidi 

Andrea  di  Veri  Rondinelii 

Ghino  di  Caccino   Bonciani,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Benedetto  Tempi  da  Castello  Fiorentino*  10 

loro  notaio,  quartiere  detto. 

Cino  Cecchi 

Schiatta  di  Noffo  Ridolfi 

Ridolfo  di  Lorenzo,  calzolaio 

Antonio  Martini,  beccaio  15 

Marco  del  Rosso  degli  Strozzi 

Tommaso  Federighi 

Tommaso  Dietaiuti  Baronci 

Giovanni  di  Tedici  Manovelli 

Geri  di  ser  Gherardo  Risaliti,  gonfaloniere  di    20 

lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Michele  di  ser  Tegna,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Maria  Novella. 

Niccol6  di  ser  Bene  da  Verrazzano 

Giannozzo  Cambuzzi  25 

Orlando  di  Cambio  Orlandi 

Niccolo  d'Ugolino  de'  Giugni 

Francesco  del  Chiaro,  galigaio 

Benozzo  di  ser  Ricco,  linaiuolo 

Lando  d'Antonio  degli  Albizi  30 

Salvestro  di  messer  Alamanno  de*  Medici 

Ghino'  di  Bernardo  Anselmi,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Bartolo  Chiermontieri,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Spirito.  35 


RuBRiCA  677*  —  D'una  comfagnia,  la  qtuile  /ece  h  conte  di  Lando  e  lo  conie  Broccardo 
Tedeschi,  e  furon  sconfitti. 

Negli  anni  di  Cristo  1358  di  luglio,  essendo  congregata  una  compagnia,  di  Tedeschi  la 
maggior  parte,  e  fanti  a  piedi  assai,  venneno  in  sul  contado  di  Firenze.  E  lo  Comune  avendo 
presentito  loro  venuta,  si  argoment6  d'essere  alla  difesa.  Ed  Ailtimamente  condotta  la  com- 
pagnia  d*  accordo  a  uscire  del  contado  di  Firenze,  ed  avendo  guida  che  li  guidassero,  e  do- 
veano  avere  derrata  per  loro  denaro,  non  osservando  H  patti,  come  fanno  li  loro  pari,  andavano 
rubando  non  pure  bestiame  e  vettuaglia,  ma  quando  s'abbatteano  in  alcuno,  il  quale  avesse 
cavallo,  glielo  toglieano,  e  8'e'  volea  andare  a'  capitani  e  maliscalchi  a  dolersi,  egli  era  ab- 


43.  derratA ....  noa  OMervando]  derrata  pcr  loro  denaro  dl  TcttoTagUa  non  oswrraado  G.  R. 


40 


lA.  1358]  CRONACA  FIORENTINA  253 

bastonato  e  minacciato  d'esser  morto;  e  cosl  di  panni  o  di  danari  ch'e'  trovassero  ad  alcuno 
viandante.  Questo  modo  quasi  mai  a  gente  di  compagnia  con  ogni  accordo  non  si  pu6  levare. 
Li  contadini,  veggendosi  cosi  rubare,  furono  awisati  della  via  doveano  fare  per  Valdilamone 
e  per  Romagna:  chi  innanzi  e  chi  adietro'  e  chi  di  traverso  awisarono  quelli  di  Valdilamone.  /.,  ix,  21 
5  Quelli,  che  sono  Romagnuoli,  aveano  volentieri  di  seguire  loro  usanze  e  voglia,  e  poi  punti 
dalla  compagnia,  che  non  gli  trattavano  meglio  che  gli  altri,  e  confortati  ed  aiutati  dalli 
contadini  di  Firenze,  percossero  in  quelli  passi  stretti  di  Valdilamone  addosso  alla  brigata, 
e  molti  ne  uccisero  e  f edirono.  E  morto  fu  1'  uno  de'  capitani,  lo  conte  Broccardo,  e  Taltro 
capitano,  lo   conte  Lando,  fedito  a  morte.     E  se  non  fosse  ch'egli  si  ridussero  in  su  uno 

10  monte,  e  quivi  si  difesero,  tutti  erano  morti.  Li  paesani  trassero,  ed  assediargli;  e  certo  in 
due  dl  gli  arebbono,  tra  di  fame  e  di  sete  e  di  ferro,  tutti  morti  collo  aiuto  che  venia  loro, 
se  non  fosse  Tastuzia  di  messer  Amerigo  Cavalcanti,  che  li  guidava  per  lo  comune  di  Fi- 
renze,  che  con  sottili  modi  la  notte  alle  guardie  ingannb,  e  loro  condusse  a  partirsi ;  e  andarne 
salvi.    Molti  poi  lo  biasimarono.     Chi  dicea  che  li  dovea  lasciare  uccidere,  poichfe  non  atte- 

15  neano  li  patti,  e  chi  dicea  una  e  chi  un'altra,  come  in  cotali  cose  8'usa  di  dire.  Egli  si  scu- 
sava,  ch'egli  dovea  essere  leale  a  guidarli.  Altri  vollono  dire,  che,  perchfe  egli  avea  dimesti- 
chezza  con  loro  in  Puglia,  pero  li  salvasse.  Come  la  cosa  si  fosse,  egli  li  salvo;  ed  eglino 
se  n'andarono  male  in  arnese,  meno  assai  che  non  erano  venuti. 

RuBRiCA  678*  —  ^icsii'  sono  quclU  che  furono  ammuniti  fcr  gli  cafitani  della  Parte.  /.,  w,  ja 

20  Seguendo  lo  detto  ordine  della  Parte  guelfa  si  furono  ammoniti  gl' infrascritti   cittadini 

per  gli  capitani  della  Parte  guelfa. 


Simone  di  Geri  Guidi 
Giovanni  di  Guido  Perini 
23  Giovanni  di  Vanni  Rizza 


A'  dl  28  di  marzo  1358. 
popolo  di  S.  Piero  a  Monticelli. 


A'  dl  13  di  aprile. 

Mazza  de'  Rammaglianti,  popolo  di  S.  lacopo  Oltrarno 

Piero  di  Lippo  Bonagrazie 

Cristofano  di  Francesco  Cosi,  popolo  di  S.  Trinita 
30  lacopo  vocato  Vigna  di  Naddo  Ammannati,  popolo  di  S.  Felicita 

Michele  Lapi,  speziale,  popolo  di  S.  Friano 

Domenico  di  Donato  Bandini. 

Cambio  Nucci,  speziale,  popolo  di  S.  Lorenzo 

Sandro  di  Giovanni  Portinari,  a'  di  21  di  aprile 
35  Giovanni  di  Matteo  Guidi  Compagni 

Simone  Bertini,  popolo  di  S.  Piero  Scheraggio 

NiccoI6  di  Bartolo  del  Buono,  popolo  di  S.  lacopo  Oltrarno,  a'  di  20 

Gabbriello  di  Piero,  popolo  di  S.  Pier  Maggiore,  a'  di  8  di  maggio. 

Lodovico  di  Donato  Bellondi,  popolo  di  S.  Maria  8opr'Arno,  a'  di  18  di  giugno. 
40  Tommaso'  di  messer  Rinuccio,  popolo  di  S.  Felicita,  a'  di  19.  /., «,  M 


I.  panni  o  di  denari]  panni  e  dl  danarl  A.  —  3.  furono]  furongi  A.  —  7.  passl]  postl  /.  —  S.  ne  ucchero 
e  fedirono]  ne  furono  mortl  ed  uccisi  G. /?.  -  capitanl]  capitani  cioi  A.  —  ii.  arcbbono  tra]  arebbono  avuti  tra 
di  G.  li.  —  14.  dicea]  omm.  G.  R.  —  15.  cotali]  tali  G.  R.  —  23.  Guidi]  Gondi  A.  —  35.  Giovanni  dl  Vanni 
Rizza  i  compreso  i»  A.  tra  quclU  del  13  afriU  —  30.  vocato  Vigna]  omm.  4.  —  37.  a'  6\  Jo]  «»»1.  A.;  a'  d\  25  f, 
—  40.  Rlnuccio]    Anuccio  G.  ^.  -  a'  di  19]    orrnn.  A, 


254 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1358-1359] 


Ser  Piero  di  Lapo  Centellini  | 

Tuccio  di  Diedi  de'  Falconieri  a'  di  20 

Valorino  Dolcibeni,  popolo  di  S.  Simone 

Sandro  di  Guiduccio,  biadaiuolo,  popolo  di  S.  Andrea 

Ser  Niccol6  di  ser  Cecco  di  ser  Gino  de'  Baldovini  da  Figghine,  a'  dl  9  di  luglio 

Ser  Bonaccorso  di  ser  Neri  Gherardini  da  Signa,  a'  dl  22  di  settembre. 


RuBRiCA  679*  —  Priori  da'  di  frimo  di  gcnnaio  1358  a'  di  primo  di  gennaio  ijjp. 


Azzolino  di  ser  Viviano 
Niccolb  di  Cione  Ridolfi 
loanni  di  Guido  deirAntella 
Lapo  di  Duccio  Bucelli 
Ammannato  di  Tecchino  di  ser  Rinaldo 
/.,  IX  35     Maffio  di  Can  e  de'  Pigli 
loanni  di  Goggio,  rigattiere 
Ricco  Taldi,  calderaio 
Manetto  di  ser  Spigliato  da  Filicaia,  gonfalo- 

niere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 
Ser  Nello  Ghetti,  loro  notaio,  quartiere  detto. 

Bartolo  di  Paolo,  maliscalco 
Andrea  di  Feo,  lastraiuolo 
/.,  IX,  J4     Forcse '  Sacchetti 

Ranieri  di  messer  Simone  de'  Peruzzi 

Ciore  del  Buono 

Francesco  Bartolini 

Geri  Peraglia,  speziale 

Ser  Francesco  Bruni 

Tommaso  di  Mone  Guidetti,  gonfaloniere   di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Ghiberto  di  ser  Alessandro,  loro   notaio, 

quartiere  di  S.  Croce. 

Piero  Chiarini 

Ugo  di  Guccio  da  Panzano 

loanni  di  Cenni,  forficiaio 

Testa  Brandini,  fabbro 

Simone  di  ser  Giovanni  Siminetti 

Anfrione  di  messer  Geri  degli  Spini 

Geri  Ghiberti 

Tommaso  di  Bartolo  Fedi 

Michele  Nardi,  merciaio,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Piero  Gucci  Mucini,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Spirito. 


10 


15 


Messer  Paolo  Vettori 

Simone  di  Francesco  de'  Rinucci 

loanni  di  messer  Lapo  Arnolfi 

Cambino  Signorini 

Pagolo  Giraldi,  galigaio 

Pace'  Brunetti,  pezzaio 

Rosso  di  Ricciardo  de'  Ricci 

Lapo  di  Donato  Viviani 

Bama  Valorini,  gonfaloniere  di  lustizia,  quar- 

tiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Bartolomeo  di  Lapo  del  Forese,  loro  notaio» 

quartiere  detto. 

20 
Francesco  di  Vannozzo  Siminetti 
loanni  di  Giunta,  lanaiuolo 
Pierozzo  di  Piero  Pieri 
Migliorozzo  di  Taddeo  Magaldi 
NiccoI5  di  messer  Bencivenni  25 

Pagolo  di  Neri  de'  Bordoni 
Roberto  Martelli 
Giovanni  di  Rota,  fomaio 
Bianco  di  Bonsi,  ritagHatore,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  loanni  30 

Ser  Santi  Bruni,  loro  notaio,  quartiere  detto. 

NiccoI6  di  Nome,  vinattiere 

Segna  di  Cione,  coreggiaio 

Bertoldo  di  Geppo,  speziale 

Orlando  Gherardi  35 

Lorenzo  di  Meglio  Fagiuoli 

Niccol5  di  Giovanni  Malagonnelle 

Guido  del  Pecora,  speziale 

Filippo  di  Rinaldo  Rondinelli 

Taddeo   di  Cionino   Aglioni,  gonfaloniere   di  40 

lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Francesco  di  Vanni  Muzzi,  loro   notaio, 

quartiere  detto. 


6.  Gherardlni]  Gherarducct  A, 


[AA.  1359-1360]  CRONACA  FIORENTINA  255 


RuBRiCA  680*  —  DeV  tabernacolo  di  nostra  Donna  d^Orto  S.  Michele  e  del  suo adornamento.     /.,  ix,  26 

Negli  anni  del  Signore  1359  si  compi^  lo  taberaacolo  della  Vergine  Maria  d'Orto  S.  Mi- 
chele  di  Firenze,  che  veramente  per  chiunque  lo  vide  mai  al  mondo  infino  a  quello  dl  non 
s'era  veduto  si  adorna  cosa  di  quella  grandezza.  E  molti  tengono  che  sia  delle  belle  cose 
5  che  si  truovi,  ed  ancora  si  tiene  che  si  sarebbe  fatto  d'  ariento  per  lo  danaio  che  gostb  quello 
di  pietra,  marmora  e  proferito  e  lavorio,  ciofe  d'ariento  in  piastre  sottili,  come  si  richiede- 
rebbe  a  fare  sopra  le  pietre,  non  gik  massiccio  grosso.  E  gik  si  ragionb  di  farlo  d'ariento, 
ma  ultimamente  veduto  i  pericoli,  che  averebbe  corso  Targento  sl  per  guerre  o  bisogno  di 
Comune  di  disfarlo,  e  si  per  rubberie,  che  potrebbono  essere  awenute,  come  gi^  in  antiche 
10  storie  si  truova,  si  lascio  a  farlo  d'argento,  e  fecesi  di  marmo  lavorato.  E  gost5  il  detto 
tabernacolo,  cosl  lavorato  di  marmo,  grandissimo  denaro;  e  fu  gran  lavorio. 

RuBRiCA  68  r  —  ^iesti  sono  quelli  che  furono  ammuniti  -pcr  Parte  guelfa. 

Ser  Filippo  di  ser  Albizzo,  a'  di  17  d'aprile 

Uberto  Benvenuti,  a'  di  12  di  giugno 
15  loanni  Rinaldi 

Ciore'  del  Buono  /.,  ix.jt 

Tosco  Ghinazzi 
'  loanni  di  messer  Andrea  Mazzetti 

Francesco  del  Boccio  Becchi 
20  Naddo  d'Andrea 

Tommaso  di  Bonaccorso  Adimari 

lacopo  di  Piero  del  Buono 

Francesco  di  Bertuccio  Castri,  a'  di  13  di  gennaio 

Tommaso  di  Giuntino  Alamanni 
25  Antonio  di  Nepo  Brunelleschi 

Uberto  d'Ubaldino  Infangati,  a*  dl  21  di  febbraio 

Taddeo  di  Francesco  del  Tano  del  Bene,  a'  di.... 


I  a'  dl  20  di  febbraio 


RuBRiCA  682'  —  Priori  da'  dt  -primo  di  gennaio  rjsg  a'  dl  ■primo  di  gennaio  1360. 

Bonaccorso  di  Ricco  Pitti  Benozzo  di  Francesco  Andrea 

30  Francesco  Falconetti  Giovanni  di  Meglio  Bonarli 

Tono  di  Lotto,  vinattiere  Bonaccorso'  di  Filippozzo  Soldani  /.,  ix,  2» 

Francesco  di  loanni,  calzolaio  Francesco  di  Priore,  lanaiuolo 

Tommaso  Dietaiuti  Tellino  Dini,  ferraiuolo 

Luigi  di  Lippo  Aldobrandini  Niccol6  di  Geri,  beccaio 

35  Niccolaio  di  Matteo  Duranti,  speziale  Francesco  Cambi 

Bindo  di  Bonaccio  Guasconi  Tommaso  di  Lippo  Amicini 

Bardo  Corsi,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  Francesco  di  Giunta  Borghi,  gonfaloniere   di 
di  S.  Croce  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 

Ser  Mino  di  ser  Grifo,  loro  notaio,  quartiere  Ser  Filippo  di  ser  Bernardo  da  Signa,  loro 
40          detto.  notaio,  quartiere  detto. 


3.  del  Slgnore]  di  Cristo  A.  —  3.  di  Firenze]  omm,  A.  -  per]  omm.  A.  —  6.  in]  e  ^.  —  9.  potrebbono]  po- 
trebbe  A.  —  lo-ii.  E  gosti....  lavorlo]  E  gost6  cos\  compluto  nel  torno  dl....  G. /?.  —  18.  dl  messer  Andrea] 
omm.  A.  —  18-J7,  gmesii  dieci  sono  comprisi  in  A.  da  A\  ij.  d'aprile  13S9  per  inflno  a  tutlo  febbralo  di  dctto  anno 
furono  l  dettl  ammoniti  A.  —  3o.  Naddo]  Noddo  /, 


256 


CRONACA  FIORENTINA 


lA.  1360] 


/..  IX,  n 


/«  IX,  30 


Luca  di  Feo 

Sandro  di  Zanobi  dello  Scelto 

Francesco  di  Spinello,  vaiaio 

Dino  di  Geri  Tigliamochi 

Matteo  di  Simone  Orlandi 

Bartolo  di  Cino,  lanaiuolo 

lacopo  di  Saggio,  tavolacciaio 

Guccio  Nucci,  funaiuolo 

Bencivenni    di    Simone    Benciveni,   speziale, 

gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S. 

loanni 
Ser  Filippo  Mattei,  loro  notaio,  quartiere  detto. 

Marco  di  Cione,  beccaio 

Migi  di  Paolo,  albergatore 

Filippo  di  Duccio  de'  Magalotti 

Pagolo  di  Cenni  de*  Covoni 

lacopo'  di  Francesco  del  Bene 

Andrea  di  Rucco  Savini 

loanni  di  Neri  di  ser  Benedetto 

Nerone  di  Nigi  Dietisalvi 

Ugolino  di  Vieri,  speziale,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia,  quartierc  di  S.  Spirito 
Ser  Lapo   Gini,  loro  notaio,  quartiere  di  S. 

Croce. 


Guido  di  Banco  Deti 

Durante  di  Sasso 

Cristofano  di  ser  Gianni,  pannaiuolo 

lacopo  di  Domenico,  beccaio 

Bartolo  di  More  Ubaldini  5 

Bardo  di  Guglielmo  Altoviti 

Cambiozzo  di  Lapo  de'  Medici 

Stoldo  di  Lapo  Stoldi 

Filippo  di  Fabbrino  de'  Tolosini,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce  10 

Ser  Piero  Nelli,  loro  notaio,  quartiere  di  S. 

Spirito. 

Lionardo  di  Bindo  Ferucci 

Sandro  di  Simone  da  Quarata 

Michele  di  Vanni  di  ser  Lotto  15 

Niccol6  di  Vanni  Ricoveri 

lacopo  di  Naddo,  beccaio 

Piero  di  Cambio,  linaiuolo 

Andrea  di  Neri  di  Lippo 

Cherico'  di  Gerino  da  Sommaia  20 

lacopo  di  Lapo  Brunetti,  gonfaloniere  di  lu- 

Btizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella. 
Ser  Tomraaso  Lamberti  da  Signa,  loro  notaio, 

quartiere  detto. 


/.,  n,  31 


RuBRiCA  683*    —  Della  edificazione  della  chiesa  di  S,  Maria  del  Fiore  e  di  suoi  ornamenii.  25 

Negli  anni  di  Cristo  1360  si  ordinb  di  edificare  una  chiesa  in  onore  di  S.  Maria  del 
Fiore,  la  quale  piu  anni  d'innanzi  era  cominciata,  ed  h.  vero  che  di  prima  era  chiesa  chia- 
mata  S.  Reparata,  dipoi  si  ridusse  nel  detto  nome.  La  quale  chiesa  h.  dirimpetto  al  Duomo, 
cloh  alla  cappella  di  S.  Giovanni  Battista.  Avendo  li  cittadini  di  Firenze  rispetto  alla  ma- 
gnificenzia  del  Comune  ed  alla  ricchezza  della  citt^  e  de'  cittadini  ed  alla  fama  d'essa  e  30 
d'essi,  pensarono  di  fare  una  magnifica  opera,  e  mandarono  in  molte  parti  del  mondo,  ac- 
ciocchfe  fosse  la  piii  ricca  e  meglio  ordinata,  che  potesse  essere,  ed  in  fine  si  ordinb  in 
questo  raodo:  ch'ella  fosse  di  questa  grandezza  e  proporzione  qui  appiedi  scritta,  cio^: 

Che  la  detta  chiesa  sia  lunga,  ed  in  capo  della  lunghezza  avesse  la  croce,  e  la  cupola 
nel  mezzo  della  crocc,  e  la  lunghezza  fosse  colla  nave  alta  nel  mezzo  e  due  alie  dallato,  35 
Tuna  da  destro  e  Taltra  da  sinistro,  e  fosse  in  volta  ognl  cosa'  con  grosse  colonne  e  belle, 
tutte  dentro  di  pietra  lavorate,  e  battuta  con  belli  intagli  in  su'  capitelli  delle  colonne,  e 
diliberossi  la  luiighezza  della  detta  chiesa  e  larghezza  e  altezza :  Queste  misure  tutto  intendi 
il  netto  dentro  della  cappella,  cio^  della  cliiesa:  La  chiesa  fosse  lunga  braccia  297.  Larga 
fosse  braccia  62  e  due  terzi.  Alta  dalle  volti,  ciofe  dal  cielo  della  chiesa,  braccia  66  e  due  terzL  40 
La  cupola  fosse  larga  braccia  72,  alta  la  detta  cupola  dalla  volta  a  terra  braccia  144.  Avesse 
ancora  5  cappelle  alla  croce,  le  quali  fossero  di  questa  proporzione.  Alte  da  terra  al  loro  cielo 
braccia  72,  e  Taltare  maggiore  fosse  nel  mezzo  delle  dette  cappelle  e  cupola.  Intomo  al  coro  deb- 


39.  di  Flrenze]  omm.  G.  R.  —  50.  clttadlni]  clttadlni  di  Firenze  G.  R.  —  38.  tutto]  omm.  C.  R.  —  39.  I* 
chtesa  fosse  lunga]  lunga  fo«3e  la  detta  chlesa  G,  R.  —  40.  fosse  braccla]  fosse  la  detta  chiesa  braccia  G.  R,  - 
dal  ciclo  della  chlesa]  omm,  A,  —  43.  ncl  mczzo ....  cupola]  nel  mezzo  di  A. 


[A.  13601  CRONACA  FIORENTINA  257 


bono  essere  15  cappelle  sotto  la  cupola,  le  quali  deono  essere  ciascuna  larga  braccia  14.  La 
croce  della  detta  chiesa  dee  essere  netta  dentro  braccia  190  la  quale  debbe  essere  di  fuori 
tutta  di  marmo  con  immagini  di  Santi  e  storie  e  angioli  grandi  e  di  sottile  lavoro;  ed  altri 
onorevoli  lavori  s'ordinarono,  li  quali  si  li  tacciamo,  e  quelli  che  a'  tempi  faranno  U  ve- 
5  dranno  come  successivamente  si  mura. 

Assegnowi  lo  Comune,  acciocch'ella  si  potesse  fare,  d'ogni   danalo  che  intrasse  in  ca- 
mera  del  Comune  danari  6  per  lira;  e  d' ogni  danaio '  che  uscisse   della  cassa  del  generale     i.,tx,32 
dieci  per  centinaio;  e  che  uscisse  a'  soldati  dieci  per  centinaio.     Ed   acciocchfe  fosse  ben 
provveduta  e  sollecitata,  ordin6  lo  Comune  che  lo  convento  ed  uficiali  dell'Arte  della  Lana 
10  della  cittk  di  Firenze   Tavesse  a  fare  fomire  ed  edificare  per  loro  uficiali  e  camarlinghi. 

RuBRiCA  684'  —  Come  fu  tagUata  la  testa  al  conte  Tano  di  Monte  CareUi, 

Nel  detto  anno  e  mese  di  settembre  fu  tagliato  il  capo  al  conte  Tano  di  Monte  Carelli 
in  Firenze,  e  fu  preso. 

RuBRicA  685*  —  Come  fu  sfento  in  Firenze  un  trattato,  del  quale  usci  che  ne  furono  scac- 
15  ciati  e  sbanditi. 

Nello  detto  anno  1360  fu  in  Firenze  scoperto  uno  trattato,  lo  quale  in  questo  modo  era, 
cioe:  che,  come  h  in  piu  luoghi  addietro  narrato,  le  s^tte  degli  Albizi  e  Ricci  erano  sl  in- 
trinsicate  ne'  cittadini,  che  gi^  tutti  i  cittadini  si  conosceano  per  la  moltitudine,  grandi  e 
piccoli,  di  che  setta  era  Tuno  e  Taltro.    Addivenne,  come  che  gli  uomini,  che  hanno  mag- 

20  giore  animo  uno  che  un  altro,  alcuni  s'  immaginarono  di  cacciare  Tuno  Taltro,  e  furono,  se- 

condo  si  dissc,  de'  grandi  della  setta '   de'  Ricci  impacciati  nel  trattato.     Ma  di  queste  cose     /.,  ix,  33 
addiviene  che  sempre  va.  lo   male  per  gli  meno   possenti:  chfe  li  grossi  pesci  e  bestie  rom- 
pono  le  reti.     Questi,  che  nel  trattato  erano,  videro  da  loro  non  poter  fare  senza  appoggio 
altrui;  parve  che  con  uno  messer  Giovanni  da  Uleggio,  ch'era  signore  in  Ancona,  uomo  sa- 

25  vissimo  e  della  casa  de'  Visconti,  e  chi  disse  con  messer  Bemabo,  signore  di  Melano,  aves- 
sero  li  trattati  e  con  lui  parlamento,  e  compuosero  Tordine,  ed  egli  dovea  avere  la  gente 
lo  detto  dl  a'  confini,  e  quando  li  Priori  entravano,  ovvero  quando  si  davano  i  gonfaloni 
a'  dl  8  di  gennaio,  che  lo  palagio  rimane  sanza  fanti  e  la  porta  di  verso  la  Condotta  8'apre 
per  uscire  i   Gonfaloni,  lo   capitano   dei  fanti  acconsenziente  e  lo  frate,  doveano  lasciare, 

30  usciti  i  Signori  fuori  alla  ringhiera  e  gonfaloni  e  fanti  con  essi  in  mano,  si  entravano"  H 
settaiuoli  e  certi  fanti  in  palagio,  la  Terra  romoreggiava;  la  setta  andava  alle  porti  colle 
chiavi,  e  metteano  dentro  la  gente  di  messer  Giovanni  delto,  o  di  messer  Bernab6,  e  cosl 
coUo  suo  titolo  si  faceva  la  setta  de'  Ricci.  Riformavano  Firenze  e  quella  degli  Albizi, 
cacciati  ed  i  capi  di  loro  setta.     Andrea  di  messer  Alamanno  de'  Medici,  sentendo  che  uno 

35  forestiere  per  20  000  fiorini  lo  rivelava,  si  fu  savio,  andonne  in  palagio,  e  salvo  sfe,  rivel6  lo 

trattato,  e  ingann6  li  compagni,'  che  furono  presi,   che  ben  lo  potea  loro  fare  a  sapere,  e     /., «  j4 
cosl  fu  risaputo  lo  trattatc,  e  cosl    dato  ordine   a  pigliare.     E  commesso  a'   rettori   cercare 
questo  fatto,  eglino  missero  mano  allo  fatto.     Ed  in  effetto  fu  posto  le  mani  addosso  ad  al- 
cuni,  e  infra'  quali,  trovato  lo  difetto  grande  e  in  moUi  cittadini,  tali  e  sl  fatti,  che  si  dili- 

40  ber6  per  lo  migliore,  che  considerando  che  forse  non  sarebbe  stato  possibile,  o  forse  avrebbe 
gittato  grande  scandolo  a  volergli  tutti  avere,  fu  preso  per  partito,  che  la  cosa  si  scoprisse. 


2.  braccU]  omm,  G.  R.  —  3.  di]  omm,  G.  R.  —  3-5.  ed  altrl ....  mura]  omm,  A.  —  7-8.  che  URcisse . . . .  al 
soldatl]  clie  uscisse  a'  soldati  A,  —  10.  camarlinghl]  omm.  A.  —  13.  e  fu  preso]  omm.  A.  —  31.  impacciati]  Ira- 
picciati  /.  —  34.  con]  omm.  A.  —  36.  I'ordine]  lo  A\  G.R.  —  33-34.  e  quella....  e  i  capl]  e  quella  degli  Albisl 
caeciati  gli  Albizi  ed  i  capi  G.  /?.  —  35.  sl]  emm.  A.  —  41.  a  volcrgli]  lo  rolersi  G.  R, 

Y  XXX,  p.  1—17. 


/.,  IX,  U 


258 


CRONACA  FIORENTiNA 


[AA.  1360-1361] 


acciocchi  chi  88  ne  volesae  ire,  poteBse.  E  questo  scoperto,  ancora  della  diliberazione  fatta 
di  non  volere  proseguire,  aasicurb  molti  il  non  volersi  partire,  sentendo  la  diliberazione  fatta; 
pure  come  che  si  andasse  lo  fatto,  fu  preso,  e  fu  giudicato  a  morte  e  tagliato  loro  ilcapo: 

Domenico  di  Giovanni  Bandini  1  ^  j^  ^^^^^ 

Niccol6  di  Bartolo  del  Buono    I     ^ 

Furono  altri,  li  quali  si  cessarono,  e  non  si  lasciarono  prendere,  o  non  si  assicurarono 
a  stare,  o  quale  si  fosse  la  cagione,  ebbono  bando  della  persona  gl' inf rascritti. 

NiccoI6  di  Guido  da  Sammontana  de'  Frescobaldi 

Luca  di  Feo  Ugolini 

Andrea  di  Tello  de'  Lischi 

Bartolommeo  di  messer  Alamanno  de'  Medici 

Attaviano'  di  Tuccio  de'  Brunelleschi 

Beltramo  de'  Pazzi 

Pazzino  de'  Donati 

Tommaso  degli  Adimari 

Pelliccia  de'  Gherardini 

Andrea  di  Pacchio  degli  Adimari 
Poi  per  lo  meglio  si  puose  piede  in  sulla  cosa,  perchfe  si  vide  per  chi  tenea  lo  reggimento, 
essere  meglio  fare  cosl  che  seguire  piu. 


10 


bandeggiati  nel  capo. 


IS 


RuBRiCA  686'  —  ^testi  sono  gU  ammoniti  in  questo  anno  fer  la  Parte  guelfa. 

Lionardo  di  Bartolommeo  degli  Asini,  a'  dl  15  d'aprile. 

Tommaso  di  Francesco  de'  Davizzi,  a*  dl  16  d'aprile. 

Aldobrando  di  Donato  Bandini  1     ,    „  ^-    ,,      ., 
„  ,.         T>.     •  J  a    di  25  d  apnle. 

Benozzo  di  ser  Riccio  J 

lacopo  di  Feo  de'  Girolami,  a'  di  7  di  maggio. 

Ser  Sandro  di  ser  Bertello,  notaio,  a  dl  29  d'aprile. 


20 


25 


RUBRiCA  687'  —  Priori  dal  dl  -primo  di  gennaio  zj6o  a'  dt  frimo  di  gennaio  zj6i. 


Luca  di  Totto  da  Panzano 
Andrea  Capponi  de'  Capponi 
/.,  tt,  36     loanni '  di  messer  Lotto  Salviati 
Bonaguida  di  lacopo  Simoni 
Carlo  di  Strozza  degli  Strozzi 
Guido  Federighi,  orafo 
Giovanni  di  Vinta,  corazzaio 
Nardo  di  Lippo  Durelli 
loanni  d'Aldobrandino  degli  Alfani,  gonfalo- 
niere  di   lustizia,   quartiere  di  S.  loanni 
Ser  Casciotto  loanni,  loro  notaio,  quartiere  di 
S.  Spirito. 

Cione  Vaccini,  beccaio 
loanni  Ciari,  rigattiere 


30 


Cetto  di  loanni  Lottini 

lacopo  di  Piero  Sacchetti 

Giorgio  di  CoUino  Grandoni 

Recco  di  Guido  Guazza 

lacopo  di  Gianni  Gherardini 

Filippone  di  Matteo  del  Riccio 

Lippo  Dini,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere 

di  S.  Spirito  35 

Ser  Francesco   di  ser  Palmiere,   loro   notaio, 

quartiere  di  S.  Croce. 


Filippo  di  Bartolo  Filippi 
Zanobi  di  loanni  di  Cione  Mezzola 
Perso  di  Dino,  bottaio 
Piero  di  Dino,  maniscalco 


40 


3.  che]  omm.  G.  R.  -  lo  fatto....  testa]  lo  fatto,  e  fu  tagliata  la  testa  ad  alcuni,  e  gll  altri  sbandeggiati 
nella  persona  come  intenderai  A.  -  tagliato  loro  11  capo]  tagliare  loro  la  testa  G.  R.  —  S.  N;ccol6]  Rlccol6  /.  - 
da  Sammontana  de'  Frescobaldi]  omm.  A. 


[AA.  1361-1362] 


CRONACA  FIORENTINA 


259 


Taddeo  di  Fino  Tosi 
Lorenzo  di  Matteo  Boninsegna 
Chiarozzo'  del  Bene  Chiari 
Chiarissimo  di  Meo 
5  Filippo  di  Giammoro  Baroncelli,  gonfaloniere 
di  lustizia,  quartiere  di  S.  loanni. 

Andrea  di  Benozzo 

Lorenzo  di  lacopo  Marsili 
10  loanni  di  ser  Bonaccorri 

Filippo  di  Stagio  da  Turicchio 

Schiatta  Ricchi,  galigaio 

Bernardo  di  Piero,  maestro 

Filippo  di  Piero  Duranti 
15  Matteo  di  Federigo  Soldi 

Ghino  di  Caccino  de'  Bonciani,  gonfaloniere 
di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 

Ser  Dietifeci  di  ser  Michele   da  Gangalandi, 
loro  notaio,  quartiere  detto. 


20 


Giovanni  d'Arrigo  de'  Sassolini 
Stefano  di  Lippo,  lanaiuolo 
Otto  Sapiti 


Tizio  di  ser  Gherardo  Risaliti 

Andrea  del  Pera  Baldovinetti 

Ubaldino  Fastelli 

loanni  di  Firenze,  spadaio 

Giovanni  Brunellini 

Francesco'  Nelli,  gonf aloniere  di  lustizia,  quar- 

tiere  di  S.  loanni 
Ser  Domenico  di  ser  Benincasa,  loro  notaio, 

quartiere  detto. 

Piero  di  Piuvichese  Brancacci,  linaiuolo 

loanni  di  Lippo,  vocato  Getta,  vinattiere 

Filippo  di  Lapo  Baldovinetti 

Giovanni  di  Geri  del  Bello 

Ammannato  di  Tecchino 

Baldese  di  Turino  Baldesi  '  '•' 

Tommaso  Baronci 

Cantino  d'Agnolo  Lapi  Cantini 

Pierozzo  di  Banco  di  ser  Bartolo,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Benozzo  Pieri,  loro  notaio,  quartiere  di 

S.  Maria  Novella. 


/.,  a,  37 


/.,  iz,  M 


RuBRiCA  688*  —  Coloro  i  quali  furono  ammoniti  in  questo  anno  fcr  gli  cafitani  della  Parte 
25  guelfa  sono  qucsii: 

Negli  anni  di  Cristo  1360  seguitando  gli  ordini  addietro  narrati  d'ammonire  li  Ghibel- 
Hni  furono  in  questo  anno  ammoniti,  ciofe: 

Giachinotto  d'AIdobrandino  Tanagli,  a'  di  24  d'aprile 

Stefano  di  Stefano  del  popolo  di  S.  Maria  Novella,  a'  dl  5  di  febbraio  detto  anno     * 
30  lacopo'  d'Asino  degli  Asini,  a'  dl  16  di  febbraio 

Francesco  Baldovini,  a'  di  15  di  marzo 

Bardo  di  Lapo,  popolo  di  S.  Felice  in  Piazza,  a'  dl  5  d'aprile 
Salvestrp  di  Manetto  Isacchi,  popolo  di  S.  Simone,  a'  di  6  di  settembre. 


/.,  IX.  n 


35 


RuBRicA  689'  —  Priori  dal  di  frimo  di  gennaio  1361  a'  dl  frimo  di  gennaio  1362. 


Neri  di  Bonaccorso  Pitti 
Gutdo  di  Giovanni  Machiavelli 
Allegro  di  Nuto,  fornaio 
40  Antonio  di  Martino,  beccalo 
Attaviano  di  Dino  Attaviani 
Lapo  di  Vanno  Rucellai 
loanni  di  Mancino  Sostegni 
Giovanni  di  Bartolo  Bischeri 


Francesco  di  Lapo  Corsi,  gonfaloniere  di  lusti- 

zia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Agnolo  di  messer  Neri,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  lohanni. 

Bartolo  di  Cenni  de'  Bigliotti 
lacopo  di  Banco  Pucci 
Lapo  di  Duccio  Bucelli 


24-38.  la  data  delle  ammoniiioni  in  A.  h  cosi   es^ressa:   aramunUi   da  A\  6  febbralo  Inflno  a'  d»  6  dl  «ettem- 
bre  1361   —  37.  In]  Infra  A.  '-  clofe]  clo&  questl  infrascrittl  dl  sotto 


260 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1362] 


Niccol6  del  maettro  Cambio  de*  Salviati 
/,  tx  «e     Domenlco'  di  Cecco  Fei,  pannaiuolo 
Niccolaio  Delli,  pizzicagnolo 
Francesco  di  ser  Arrigo  Rocchi 
Niccolaio  di  Mone  Guidi 
»  Bcmardo  di  Lapo  Ardinghelli,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Niccola  di  uer  Ventura  Monaci,  loro  no- 
taio,  quartiere  di  S.  Croce. 

Niccol6  di  Bocchino  Rimbaldesi 

Amerigo  di  messer  Tommaso  Corsini 

Orlando  di  Cambio  Orlandi 

Bonaccorso  di  Lapo  di  loanni  Bonaccorsi 

Guccio  di  Dino  Gucci 

Ghino  di  Bemardo  Anselmi 

loanni  di  Piero  Parenti,  corazzaio 

Mettino  Bechini,  cassettaio 

Zato  Passavanti,  gonfaloniere  di  lustizia,  quar- 

tiere  di  S.  lohanni 
Ser  lacopo  Ambruogi,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Maria  Novella. 

Baccio  di  Falco,  beccdo 

Firenze  di  Bartolo  del  Pancia,  calzolaio 

Ruggieri  Lippi,  tavolieri 
/.,  Dc,  «     Salvestro  di  Manetto  Isacchi 

Bemardo  di  lacopo  Beccanugi 

Lionardo  Bartolini 

Biagio  di  Bonaccio  Guasconi 
/,  B,  41     Giorgio'  di  Ricciardo  de'  Ricci 


Ormannozzo  del  Bianco  Deti,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Bartolo    Neri    da   Rofiana,   loro    notaio, 

quartiere  di  S.  Croce. 

5 
Messer  Pagolo  Vettori 
Niccol6  di  Gherardino  lanni 
Dino  di  Piero,  maliscalco 
Dino  di  Nuccio,  coreggiaio 
Bernardo  di  Piero  degli  Stroazi  10 

Barna  Valorini 
Dino  di  Berto  Ferrantini 
Manetto  da  Filicaia 
Francesco    Gosi,    lanoiuolo,   gonfaloniere    di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Croce  15 

Ser  Francesco  Venni,  lor  notaio,  quartiere  di 

S.  Spirito. 

Azzolino  di  ser  Viviano 

Simone  di  Palmiere,  vaiaio  20 

Agnolo  di  Berto  Cecchi  Castellani 

Francesco  Rinuccini 

Luca  di  Vanni,  calzolaio 

Ghieri  di  Chele,  albergatore 

Andrea  di  Veri  Rondinelli  25 

Geri  Peraglia,  speziale 

Luigi'  di  Lippo  Aldobrandini,  gonfaloniere  di 

lustizia,   quartiere   di  S.    Maria   Novella 
Ser  Piero  Mazzetti,  loro  notaio,  quartiere  di 

S.  loanni.  30 


RtJBRiCA  690*  —  Come  comincib  briga  tra  il  Cotnune  di  Firenze  e  'l  Comune  di  Pisa. 

Negli  anni  di  Cristo  1362  incominci6  lo  comune  di  Firenze  briga  collo  comune  di 
Pisa,  dico  la  briga  aperta  e  palese.  Come  narrato  h.  addietro  Rubrica  599,  li  Pisani  per 
mare  faceano  ci6  che  poteano,  che  li  Fiorentini  toraassero  al  porto  di  Pisa  per  mare,  con  35 
guerra  nel  modo  detto.  Veggendo  che  questi  modi  non  erano  bastevoli,  si  pensarono  di 
muovere  guerra  per  terra,  ed  ebbono  uno  loro,  lo  quale  si  chiamo . . . .  e  fecero  che  con  trat- 
tato  egli  ebbe  uno  castello  del  comune  di  Firenze,  che  si  chiamava  non  so  come.  E  quando 
lo  Comune  si  dolse  di  questo  a'  Pisani,  egli  risposero  non  era  di  loro  volere,  n6  loro  ope- 
razioni.  Li  Fiorentini,  che  male  erano  vaghi  di  guerra,  e  per  loro  non  si  facea,  non  si  vo-  40 
leano  impacciare  in  briga,  e  poi  male  volentieri  sofferivano  questa  vergogna,  cercarono  di 
fare  con  quelle  medesime  operazioni,  e  cosl  feciono  e  con  uno  loro  Giovanni  da  Sasso  di 
Valdinievole,  che  intr6  in  Pietrabuona.  Li  Pisani,  che  cercavano  briga,  veggendosi  torre  le 
/•,  IX, «     loro  castella,'  si  dolsono  al  Comune  di  Firenze;  il  Comune  us6  la  risposta  che  aveano  usato 

li  Pisani:  "  non  essere  questo  di  loro  consentimento  ,.    Li  Pisani  subito  furono  a  cio  saputi,  45 


34.  la]  »mm.  A.  -  rubrica  599]  omm.  A,  —  38.  non  80  come]  omm,  A.  —  44.  usato]  fatto  G,  R,  —  45.  con- 
■entimento]  yolontj  G.  R. 


[AA.  1362-1363]  CRONACA  FIORENTINA  261 


perocchfe  voleano  guerra,  e  volevonla  con  mostrare  non  essere  U  cominciatori.  Mandarono 
la  loro  oste  a  Pietrabuona,  dicendo:  "  poichfe  i  Fiorentini  non  sono  eglino,  di  Giovanni  da 
Sasso  ci  ateremo  noi  „ .  E  presero  Pietrabuona,  e  f eciono  crudeltk  in  molti,  e  qui  trovarono 
essere  di  volontk  da'  Fiorentini.  E  se  li  Fiorentini  fossero  stati  savj,  come  volontarosi,  ed 
5  avessero  voluto  seguire  le  volte  delle  volpi  pisane,  che  belle  averebbono  cosl  saputo  seguire, 
come  seguito  avieno  di  sopra,  non  cominciavano  guerra,  che  '1  principio  fosse  loro,  ch'eglino 
avrebbono  riavuto  con  quello  medesimo  modo  lo  loro  casteUo,  come  riebbono  li  Pisani,  ma. 
feciono  subito  guerra.  Mandarono  per  messer  Bonifazio  Lupo  a  Padova,  e  fecerlo  loro  ca- 
pitano  di  guerra,  e  subito  fatto  mangani  ed  altri  loro  amesi  con  mostrare  di  volere  riavere 
10  il  loro  castello,  siccome  avieno  fatto  li  Pisani,  ed  uscirono  fuori  a  campo.  E  li  Pisani,  che 
non  si  prendeano  guardia  di  guerra,  non  avieno  sgombro  niente.  Scese  la  gente  de'  Fiorentini 
in  Valdera,  e  passarono  a  Ponte  di  Sacco,  e  rubarono,  e  presero  uomini,  e  preda  in  grande 
quantitk'  tale  che  inestimabile  fu  il  danno  de'  Pisani.     E  cosl  comincid  la  liccia.  /.,  ix,  u 

RuBRiCA  691*  —  Come  U  Pisani  cavalcarono,  e  fecero  gran  danno  d^  arsioni  e  di  -prede. 

15  Negli  anni  del  Signore  1363  li  Pisani  avendo  a  memoria  la  ingiiuria  ricevuta  da'  Fioren- 

tini,  e  stimando  ch'egHno  si  poteano  vendicare  largamente,  si  perch^  erano  fomiti  di  gente, 
e  che  la  mortalitk  era  grande  in  Firenze,  si  mossero  del  mese  di  luglio,  e  vennorsene  a  Pi- 
stoia  lo  dl  S.  lacopo.  Ed  indi  partiti  se  ne  vennero  a  S.  Donnino  e  a  Campi,  ed  arsero,  e 
fecero  grande  danno.    E  cosi  feciono  grandissimo  danno  di  preda  e  di  prigioni  e  d'arsione, 

20  e  poi  si  partirono,  e  tornaronsi  a  Pisa  con  grande  festa  ed  allegrezza;  e  li  Fiorentini  il  con- 
tradio  per  lo  danno  ricevuto  e  per  la  grande  mortalit^  ch'era  allora  in  Firenze  e  per  tutto. 
il  suo  contomo. 

RuBRicA  692*  —  Siuelli  che  furono  ammoniti  in  quello  anno. 

Seguendo  Tordine  detto  per  addietro  in  piu  luoghi  dello  ammonire  li  cittadini  ghibellini,  che 
25  pigliavano  gli  uficj,  oltre  agli  ordini  della  Parte  guelf a,  ammonirono  in  quest'anno  questi  di  sotto : 

Ammuniti  da  dl  28  d'aprile  a'  dl  16  di  gennaio  di  detto  anno: 

Piero '  di  Cenni  Ugolini  /.,  k,  « 

Francesco  di  Lapo  Bonamichi,  chiamato  Morello 
Agnolo  di  Vanni  Guidi 
30  Ser  Maso  Nelli 

Ser  Bartolo  Gallozzi 

Matteo  Villani 

Piero  Ferantini.  E  qul  fu  fatto  fine  per  costoro  in  questo  anno. 

RuBRicA  693*  —  ^esti  sono  i  Priori  dal  di  frimo  di  gennaio  1362  d  dl  frimo  di gennaio  1363. 

35  Piero  Bini  Zanobi  di  Berto  Ranieri 

Cristofano  di  Bono  Strada  Tommaso  di  Lippo  Soldani 


I.  Tolevonla  con  mostrare]  yoleano  dlmostrare  G.  R,  —  3.  ateremo]  aiuteremo  G.  R,  -  In  molt!]  omm.  A. 
—  8.  messer]  omm.  I.  —  9.  volere]  0»»»».  A.  —  it.  nlente]  nuUa  A.  —  13.  quantlt4....  Inestlmablle]  quantlti;  e 
Inestiraablle  A.;  quantiti  che  inestlmabile  /.  -  Inestimabile . . . .  cominci6]  inestimablle  danno  ebbono  e  cosV  co- 
minci6  A.  —  15.  del  Signore]  dl  Cristo  A.  —  19.  feciono]  fatto  G,R.  —  20.  e  poi]  omm.  G.  R.  ~  ao-ai.  il  con- 
tradlo]  al  contrario  G,  R.  —  ai-aa.  e  per  tutto  il  suo  contorno]  0«»».  G,  R.  —  34.  detto,...  luoghl]  omm.  A.  — 
25.  guelfa....  di  sotto]  guelfa  facclarao  menzlone  chi  fu  in  quesfanno  ammoniti  G.  R.  —  36-32.  i  frimi  sei  in 
G.R.  sono  comfrtsi  $oUo  la  data  aq  d^afrilt.  U  »*ttimo  J  sotto  la  data  16  di  gtnnaio  —  38.  chlamato  Morello]  omm,  A, 


262 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1363] 


Bartolommeo  di  Rucco  Savini 
Naldino  di  Niccol6  Altoviti 
Neri  di  Fioravante,  maestro 
Giovanni  di  Goggio,  rigattiere 
/.,K,4T     Tommaso  di  Neri  di  Lippo,  gonfaloniere  di 
lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 
Ser  Francesco  di  8er  loanni  Awiati,  loro  no- 
taio,  quartiere  di  S.  Spirito. 

Tommaso  di  Serotine,  linaiuolo 
Piero  Pucci,  vinattiere 
/.,«,«♦     Niccolaio'  del  Bello  Mancini 
Giovanni  di  Lapo  Niccolini 
Cipriano  di  Lippozzo  Mangioni 
Pinuccio  d'Antonio  Bonciani 
Giovanni  di  Cantino,  cambiatore 
Mommaso  di  Bartolo  Fedi 
Schiatta  Ridolfi,  gonfaloniere  di  lustizia,  quar- 

tiere  di  S.  Spirito 
Ser  Lapo  di  ser  loanni  Bonamichi,  loro  no- 

taio,  quartiere  di  S.  Croce. 

Maestro  Pagolo  di  ser  Piero  deirAbbaco 
Bartolommeo  di  Niccolb  di  Cione  Ridolfi 
Spinello  di  Donato,  pianellaio 
Ridolfo  di  Lorenzo,  calzolaio 
Simone  di  ser  Gianni  Siminetti 
Francesco  di  ser  Benincasa 
Cecco  di  Cione,  ritagliatore 
/.,  tx,  48     Migliore  de'  Guadagni 

Niccolaio  di  lacopo  degli  Alberti,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Francesco  di  ser  Piero  Nucci,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Maria  Novella. 

Giovanni  d^Alessandro  da  Uzzano 
Taddeo  di  Cione  degli  Aglioni 


Piero  di  Lapo  Baldovinetti 

Pierozzo  di  Piero  Pieri 

Tellino  Dini 

Pagolo  Giraldi,  galigaio 

Giorgio'  di  Benci  Carucci  5 

Francesco  Maai 

Maffio  di  Cante  di  messer  Guatano  de'  Pigli, 

gonfaloniere  di  lustizia  di  S.  Maria  No- 

vella 
Ser  Tino  di  ser  Attaviano,  loro  notaio,  quar-  10 

tiere  di  S.  lohanni. 

Gerozzo  di  Nastagio  de'  Cacciafuori 

Francesco  di  Lippo  Antinori 

Cambino  Signorini  15 

Maestro  Tommaso  del  maestro  Dino,  medico 

Tommaso  Federighi,  speziale 

Boccaccio  di  messer  Ardovino 

Maso  di  Neri,  funaiuolo 

Guido  Pezzini,  calderaio  20 

Cherico  Gerini  da  Sommaia,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 
Ser  Guido  di  ser  Rucco  da  Rondinaia,  loro 

notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

25 
Puccio  di  Filippo,  vinattiere 
Andrea  Giannino,  pianellaio 
Giovanni  di  Francesco  Magalotti 
lacopo  di  Gherardo  Gentili 
Lionardo'  di  Niccol6  Beccanugi  30 

Francesco  di  Giunta  Borglii 
Giorgio  del  Ricco  Buti 
Giovanni  di  Bonato 
Giovanni  di  Giunta,  lanaiuolo,  gonfaloniere  di 

lustizizi,  quartiere  di  S.  Spirito  35 

Ser  Michele  di  ser  Tegna,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Maria  Novella. 


RuBRicA  694*  —  Di  certe  haratterie  che  furono  scoferte  in  certi  ufiziali  di  Comune  nel  rifor- 
mare  la  citth  di  Firenze. 

Negli  anni  di  Cristo  1366  si  ritrovarono  certe  baratterie  commesse  per  uficiali  di  Comune,  40 
e  fu  la  cosa  in  questa  forma.  Che  nella  cittk  di  Firenze  si  usava  di  fare  ogni  capo  di  tre 
anni  imborsagione  degli  uficj  della  cittk:  cio^  dei  Priori,  12  Buoni  Uomini  e  Gonfalonieri. 
Ora,  come  piii  volte  abbiamo  narrato  addietro  che  le  contese  sono  state  in  Firenze  per  gli 
uficj,  che  li  Fiorentini  sono  molto  soUeciti  in.volerli,  essendo  alcuni  preparatosi  in  volere 
essere  del  numero  de'  letti  a  fare  le  predette  insaccazioni,  non  per  far  bene  al  Comune,  ma  45 


^a  rltrovarono]  trorarono  A. 
paratosi]  p....  G.R, 


4?.  dei]  omm.  A.  —  42-43.  Priorl....  Ora]  Priorl  e  collegi.  Ora  A.  —  44.  pr»- 


[AA.  1363-1364]  CRONACA  FIORENTINA  263 

per  far  bene  a'  suoi,  e  per  essere  certo  d'esservi  entro  egli;  per6  o  che  sia  sofficiente  o  no 
al  servigio  del  Comune,  eglino,  che  sono  a  far  le  borse,  a  loro  medesimi  si  rendono  le  fave, 
e  rimangonvi.  Lo  squittino  era'  in  questa  forma:  che  li  Priori,  gonfaloniere  e  12  capitani  /.,  ix, « 
di  Parte,  5  di  Mercanzia  e  '1  proconsolo  e  21  consoli,  fatti  per  Signori  e  Collegi,  hanno  a 
5  torre  cinque  uomini  per  ogni  gonfalone,  Di  che  alcuni  procacciarono  con  danari  d'essere 
degli  eletti,  e  furono  eletti.    Di  poi  si  seppe  che  fu  simonia,  e  furne  condannati. 

RuBRicA  695*  —  U  uno  ordine  e  freno  che  si  messe  a'  cafitani  della  Parte  guelfa. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  novembre  essendo  molto  in  abbominio  a'  cittadini  lo  ammonire, 
conciosiacosachfe  sei  capitani  essendo  in  concordia,  li  quattro   potessero  privare   li  cittadini 

10  d'uficj  loro  discendenti  e  consorti  in  etemo,  parea  che  fosse  troppa  balia,  che  gik  si  usavano 
le  nimicizie  in  ci6,  imperocch^  si  acozzavano  insieme,  e  diceano:  "Metta  ciascuno  il  suo 
"  nemico,  e  facciasi  tutti  a  un'otta  e  a  uno  partito  „.  Ciascuno  per  fare  la  sua  vendetta 
assentiva;  e  pognamo  ch'e'  facessero  buono  giudicio,  che  fossero  ghibellini,  pur  nondimeno 
la  forma  non  era  buona.     Uguiccione  di  Ricciardo  dei  Ricci,  trovandosi  de'  Priori  e  Propo- 

15  sto,  pens6  di  medicare  questo  malore,  ed  ordino  con  una  petizione,  che  dove  li  capitani  erano 

sei,  f ossero '  nove,  inf ra'  quali  avesse  due  deirArte  minore,  e  quello  che  si  diliberasse  essere     /.,  ix,  50 
ghibellino  bisognasse  il  meno  sei  fave  nere,  e  per  piii  avesse  ad  andare  ancora  ad  un  altro 
vaglio;  ci6  fosse  che  per  li  tempi  si  facessero  borse  d'uomini  guelfi,  le  quali  stessero  ferme, 
e  quando  il  caso  fosse  venuto  che,  in  quella   ora   che  i   capitani   avessero   chiarito,  fossero 

20  tratti  24  uomini,  6  per  quartieri,  e  richiesto  1'  ammonito  per  gli  capitani,  gli  fosse  letto,  come 
fosse  ghibellino,  ed  egli  si  scusasse  come  meglio  sapesse,  e  poi  si  desse  il  partito  tra'  Capitani, 
e  li  24;  cosl  per  li  24  in  concordia  rimanesse.  Questa  petizione  and6  ai  consigli,  e  vinta 
suso  poi.  E  cosl  vero  6  che  chi  voUe  fare  male,  vi  trov6  pure  il  modo  a  fare  essere  in  con- 
cordia  li  24,  come  innanzi  diremo. 

25  RuBRicA  696*  —  Come  furono  amtnoniti  certi  cittadini. 

In  questo  medesimo  anno  seguendo  una  legge,  la  quale  fe  detto  addietro  in  pii  parti, 

siccome  narrato  avemo,  d'ammonire   i  cittadini,  si   fu  ammonito   uno  Pagolo  di   GugHelmo, 

setaiuolo,  del  popolo  di  S.  Friano  e  ser  Lapo  Ambrogi  da  Monte  Rinaldi,  abitatore  di  Fi- 

renze,  popolo  di  S.  Felicita  e  ser  Michele  di  ser  Aldobrando,  popolo  di  S.  Brancazio  e  Buono 

30  di  Paolo  del  Buono,  popolo  di  S.  Michele  Berteldi,  a'  dl  15  di  febbraio  1367. 


NoTA.  —  L«  aeguenti  tratt»  di  Priori  dal  gennalo  1363  al  HOV*mbre  1367  mancano  in  G.  jR.}  /.  /«  ri/orta,  riea- 
vandole  da  un  Priorista  della  MagliabecMana  di  Firenx*  : 

RUBRICA  697*  —  Questi^  SOHO  i  Priori  dal  di  primo  di  gennaio  1363  a'  di  ^imo  di  gennaio  1364.  /,,  ix,  51 

lacopo  dl  Ghingo  Aldobrandini  Gerl  GUberti 

5    Tommaso  di  Mone  Guidettl  Bindo  di  Bonaccio  Guasconl 

Giovanni  di  Francesco,  fornaciaio  Andrea  Villani,  gonfalonicre  di  lustizla,  quartiere  dl 
Francesco  di  Giovanni,  calzolaio  S,  Croce 

Giovanni  di  Giano,  setaiuolo  Ser  Domenico  Salvestri,  ioro  notaio,  quartlere  di  S. 
Ambrogio  MaringM  Spirito. 

10  1.  per6  o  che]  perocch^  G.  R.  —  3.  li  priori]  omm.  A.  —  3-5.  Priori....  hanno  a   tdrre]  Priorl  e  CoIIegl  e 

li  gonfalonieri  e  li  la  vi  sono  e  li  capitani  deila  Parte  e  5  della  Mercanzia  e  lo  proconsolo  dell'Arte  dei  Gludlci 
e  notal;  e  poi  li  Priori  e  gonfaloniere  e'  la  hanno  a  torre  G.R.  —  5-6.  d'es»ere....  condannatl]  dl  essere  dl 
quelU  eletti  a  ci6  fare ;  e  cos]l  furono  eletti,  Seppesi  poi  e  furonne  condannati  G.  R.  —  16.  avesse]  omm.  G.  R.  — 
32-33,  cosl  per  11  34,...  suso  poi]  omm.  G.R,  —  »7.  ayemo]  abbiamo  /,  —  30.  dl  febbraio]  lacuna  A. 


264 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1363-13651 


/.,  n,  U 


/.,«,51 


/.,  tx,  S3 


/4  IX,  S4 


RtJBB.iCA  701*  —  Come'  gU  ambasciadori  risfosero  esser  tnale  contento  fafa  Urbano  tU  quesio 
Comune  di  Firenze, 

Nel  detto  anno,  cio^  1367,  essendo,  come  addietro  h  detto,  messer  Andrea  dei  Bardi, 
messer  Niccolaio  degli  Alberti,  Uguccione  di  Ricciardo  dei  Ricci  e  Matteo  di  Federigo  Soldi 
ambaaciadori  a  Roma  a  papa  Urbano  V,  il  papa  si  dolse  con  loro,  dicendo  ch'egli  avea    5 


Sandro  dl  Slmone  d«  Quarata 

Plero  dl  Matino  dl  scr  Tano 

Fnutcetco  dl  Naddo  Bucelll 

Andrea  Loll,  mcrclalo 

Glovannl  Gherardlni  Cortl,  maestro 

Slmone  dl  Gulducclo  dl  Pucclo,  linaluolo 

Nerene  dl  Nlgl 

Napoleone  dl  Bencl  Caruccl 

Nlccold  dl  Gioyanni  Malegonnelle,  gonfalonlere  dl  lu- 

itlzla,  quartiere  dl  S.  Marla  Novella 
Ser  Domenico  dl  ser  Benlncasa,  loro  notalo,  quartlere 

dl  S.  GlorannL 

Plero'  dl  Dato  Caniglanl 

Ugollno  dl  Bonso,  spezialc 

Nlccold  dl  Ugolino  de*  Giugnl 

Sandro  dl  Donato  Baruccl 

Domenlco  dl  Sandro  Donninl 

Marco  di  Glotto  Fantonl 

Ruberto  Martelil 

Nucclo  dl  Matteo,  tavolacclalo 

Slmone  dl  Mlciiele  Ristori,  gonfaloniere   dl  lustlzla, 

quartiere  dl  S.  loanni 
Ser  lacopo   dl  ser   Bertoldo,  loro   notalo,  quartlere   di 

S.  Croce. 

Benghl  dl  Bartolo  Pancia,  calzolalo 
Francesco  dl  Guiduccio  Landi,  coregglaio 
Massaiozzo  dl  Plero  Rafiacanl 
Mlchele  Nardl,  merclalo 
Carlo  dl  Strozza  degll  Strozzi 
Bartolo  dl  Giovanni  Simlnettl 


Stoldo  di  Lapo  Stoldi,  lanaluolo 

Angiolo  dl  Stoldo,  pellicciaio 

Ugollno   dl   Vlerl,   tpeziale,   gonfaloniere    dl    lustUIa, 

quartiere  dl  S.  Splrito 
Ser   Tommaso   Lambertl,  loro   notaio,   quartiere  dl   S.     S 

Marla  Novella. 

Matteo  di  Buonaccorso  di  Giorannl  Alderotti 

Zanobi  di  GioTanni  dl  Cione  da  Mezzola 

Slmone  dl  Lapo  Corsi,  fornaclaio  lO 

Bartolo  dl  Sanguigno,  calzolaio 

Alessandro  '  di  ler  Lamberto  dl  Neri  Cambi 

Bardo  di  Guglleimo  Aitovlti 

Ricco  dl  Spinello,  vaiaio 

Paolo  dl  Michele  Rondlnelli  jj 

Simone   dl   Rinierl   Peruzri,   gonfalonlere   dl   Inttlxla, 

quartlere  dl  S.  Croce 
Ser  Mingo  Buonamiclil,  loro   notaio,  quartlere   dl  S. 

loanoL 

30 

Scelto  di  Tingo 

Andrea  di  Benozzo 

Plero  di  Buonaventura  Ricoveri 

Orlando  Gherardi 

Rlstoro  di  Cione 

Pace  di  Brunetto,  pezzaio 

lacopo  d'Andrea  Ghinettl 

Chiiarisslmo  di  Meo 

Paoio    di    Bingerl    Rucellai,    gonfalonlere    di   lustizla, 

quartiere  di  S.  Maria  Noveila  30 

Ser  Matteo  Gherardl,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Splrito. 


aS 


RUBRlCA  698»  —  QuesH  tono  i  PrioH  cUt  A  ^mo  di  gtnnaio  13S4  a*  dl  primo  di  gtnnaio  1365. 

Fllippo  dl  Recco  Capponi 

Stefano  di  LIppo  dl  Nerl,  lanaluolo 

Torrlgiano  dl  Viviano,  speziale 

Biagio  di  Leone  Simoni 

Temperano '  di  Mauro  del  Chiaro 

Ammannato  dl  Teggiilno  Rlnaldl 

Rlstoro  NIccolI,  linaiuolo 

Matteo  dl  Federlgo  Soldi,  vinattiere 

Alessandro  di  Niccol6  degU  Alblzzl,  gonfaloniere  dl 

lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 
Ser  Ghiberto  dl  ser  Alessandro  di  maestro   Caro,  loro 

notalo. 


Giusto  di  Bate,  pizzicagnolo 
Mlglo  di  Paolo,  aibergatore 
Lapo  dl  Guldo  Tolosinl 


Domenlco  di  Teri  Magalottl 

Andrea  dl  Segnlno  Baldesi  35 

Guccio  di  Dino  Guccio 

Lapo  di  Donato  Vivianl 

Giovenco  di  messer  Ugo 

Francesco  Falconetti,  gonfaloniere  di  lustizla,  quartlere 

dl  S.  Spirito  40 

Ser  Dletifeci  di  ser  Mlchele,  loro   notaio,  quartiere  dl 

S.  MarU  Novella. 

Guido  dl  Glovannl  Macliiavelli 

Messer  Luca  di  Totto  da  Panzano  45 

Bartolo  dl  Maso,  vlnattiere 

Piero  Bachlni,  beccaio 

Lorenzo  dl  Meglio  FagluoU 

Ubaldino  FasteUi 


4.  del  Riccl]  omm.  G.  R.  —  5.  Urbano  V....  dlceado]  Urbaao  V,  egU  sl  dolie,  doi  11  Papa,  dlceado  G,  R. 


[AA.  1365-13661 


CRONACA  FIORENTINA 


265 


avuto  promissione  dagli  ambasciadori,  ch'erano  iti  prima  a  lui,  di  far  lega  con  lui  contro 
messer  Bernab6  Visconti,  e  che  percio  avea  mandato  per  lo  Imperadore,  e  fattolo  scendere 
della  Magna,  e  che  ora  non  gli  attenieno  i  patti.  La  cagione  perche  in  Firenze  non  si  ot- 
tenea  la  lega  coUa  Chiesa  era  questo,  perocch'era  stata  fatta  pace  con  messer  Bernab6  a 
5  Sarezzana,  ed  i  Fiorentini  la  voleano  osservare,  e  sotto  cio  si  coprivano,  e  diceano  non  man- 


lO 


15 


lacopo '  di  Dino  del  Pecora 

Antonio  di  Spigliato,  pellicciaio 

Francesco  di  Bonifazio,  gonfaloniere  di  lustizia,  quar- 

tiere  S.  Croce 
Ser  Francesco  di  ser  Gianni  d'Antica,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Spirito. 
Piero  di  Chiarino  Davanzati 
Giovanni  di  Luigi  de'  Mozzi 
Filippo  di  Cionetto  Bastari 
Lorenzo  di  Lippo  Mancini 
Bernardo  di  Piero  Doni,  maestro  di  pietre 
Lippo  di  Giovanni,  pannaiuolo,  vocato  Lisca 
Lionardo  di  Neri  di  ser  Benedetto 
Bianco  di  Bonsi,  ritagliatore 
Messer  Mafiio  di  Cante  de'  Pigli,  gonfalonierc  di  lustizia, 

quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Forese  Pieri,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Giovanni. 


Lippo  Dinl 
ao  Piero  di  Bino  di  ser  Tinaccio 


RuBRlCA  699*  —  Quesii  sono  i  Friori  da'  di  frimo  di  gennaio  1365  a'  di  primo  di 


Filippo  Giammori 

lacopo  di  Betto  Beriinghieri 

Bartoio  di  More  Ubaldini 

Filippo  d'Ugo,  speziale 

Giovanni  di  Piero  Parenti 

Giorgio  di  Benci  Carucci,  gonfaloniere  di  lustizia,  quar- 

tiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Domenico  Allegri,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

Feo'di  Benino,  pizzicagnolo 

Agostino  di  Lapo  Bruni 

Messer  lacopo  di  Caroccio  degli  Alberti 

Domenico  di  Teri,  speziaie 

Ser  Benozzo  Pieri 

Bernardo  di  lacopo  Beccanugi 

Filippo  Doni 

Domenico  di  Dante,  farsettaio 

lacopo  di  Banco  Bencivenni,  gonfaloniere  di  lustlzia, 

quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Niccoid  di  ser  Zanobi  Pavoni,  loro  notaio  ' 


/.,  IX.  5J 


/.,  IX,  54 


gennaio  1366. 


3S 


3S 


40 


45 


50 


Bartolo  di  Cenni  Biliotti 

Guccio  di  Stefano  Soderini 

Betto  di  Berto,  fornaio 

Piero  di  Dino,  maliscalco 

Glannozzo  degli  Strozzi 

Piero  di  Lippo  Aldobrandini 

Giovanni  Carabi 

Cambiozzo  di  Lippo  de'  Medici 

Michele  di  Vanni  di  ser  Lotto,  gonfaloniere  di  lustizia, 

quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Piero  Mazzetti,  ioro  notaio,  quartiere  di  S.  Giovanni. 

Manetto'di  ser  Ricciardo  Gucci 

Giovanni  Sassolini 

Nastagio  di  ser  Francesco  Benvenuti 

Tommaso  di  Lippo  Soldani 

Luca  di  Vanni,  calzolaio 

Niccol6  Delli,  pizzicagnolo 

Francesco  di  Benedetto  Gucci 

Francesco  di  ser  Arrlgo  Rocchi 

lacopo  di  Francesco  del  Bene,  gonfaloniere  di  lustizia, 

quartiere  di  S.  Maria  Novelia 
Ser  Dionigi  di  ser  Giovanni,  loro  notaio,  quartiere  detto» 

Blagio  di  Fecino  Ridolfi 
lacopo  di  Lapo  Gavacciani 
Francesco  di  Lapo  Corsi 
Bartolommeo  di  Lotto  de'  Penizzi 
Gagliardo  dl  Neri  Bonciani 
Recco  di  Guido  Guazza 
Giovanni  di  Goggio,  rigattiere 


Giovanni  di  Mone,  biadaiuolo 

Manetto  di  Spigiiato  da  Filicaia,  gonfaloniere  di  lusti» 

zia,  quartiere  di  S.  Giovanni 
Ser  Giovanni  Guidi  da  Magnale,  loro  notaio. 

Filippo  Attucci,  fornaciaio 

Giovanni  Ciari,  rigattiere 

Michele '  di  Brunaccio,  lanaiuolo 

Bartolommeo  di  ser  Ventura  Monaci 

Niccoi6  di  Nerozzo  de'  Cocciii 

Lionardo  Bartolini  Salimbeni 

Duccio  di  Giovanni  Ducci,  spezialc 

Cantino  d'Agnoio  Lapi 

Lionardo   di  Bindo   Ferrucci,  gonfaloniere   di   lustizia 

quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Riccardo  Cini,  ioro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

Mico  di  Recco  de'  Capponi 

lacopo  di  Lippo  Neri,  lanaiuolo 

Ardovino  di  Ciapo,  Ijeccaio 

Niccoi6  di  Vanni  di  Nelio,  galigaio 

Niccol6  d'Alessio  Borghlni 

lacopo  di  Bernardo,  ritagliatore 

Tommaso  di  Francesco  di  Giunta,  fiascaio 

Piero  di  Fillppo  degli  Albizi 

Francesco   Caccini   Ricovcrl,   gonfaloniere  dl  lustizia, 

quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Giiirigoro  di  ser  Francesco  dl  ser  Baldo,  loro  no- 

taio,  quartlcre  detto. 

Niccol6  dl  Baccliino  Rimbaldesl 


/.,  IX  58 


/.,  IX  57 


4-5.  a  Sareazana]  tmm*  A. 


/..«.M 


266 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1366-1367] 


care  loro  promMsione.  Di  che  assai  ei  turbava  papa  Urbano  V.  E  questo  so  bene  io  che 
era  a  Roma  allora,  che  colla  reina  Giovanna  v'era  venuto,  e  in  quella  stagione  tomai  a 
Firenze,  e  recai  lettere  dagli  ambasciadori  ed  ambasciata  a  bocca  da  loro,  ed  ancora  da  me 
dissi  ai  Priori  quello  che  io  sentia,  che  papa  Urbano  avea  detto  contro  a'  Fiorentini  con 
certi  baroni  della  Reina,  li  quali  a  me  Taveano  detto,  ch'era'  forte  adegnato,  e  alte  parole 
dicea  contro  di  Firenze.  Ma  la  setta  degli  Albizi  in  quella  materia  volea  la  lega  colla  Chiesa, 
e  quella  de'  Ricci  il  contradio. 


/«  IX,  s« 


/.,  ts,  ti 


/m  IX,  60 


RuBRiCA  702'  —  Come  andb  ambasciaia  allo  imferadore  Carh. 

In  questo  medesimo  anno  and6   ambasciadori  a  Carlo  re  de'  Romani  e  imperadore, 


Glorannl  d'Alessandro  da  Cozano 
Mlchele  dl  Plero  Guccl 
Simone  dl  Buonarrota  Simoni 
Geri  di  Ciiele,  albergatore 
Sdtiatta  di  Ricco,  pezzaio 


Uguccione'  di  Rlcciardo  de'  Rlccl 

Gioranni  di  Cante  Ammannati 

Baidese    di    Turino  Baldesi,   gonfaionlere    di   luttlzia, 

quartlere  di  S.  Marla  Novclia 
Ser  lacopo  Ambruogi,  loro  notaio.  5 


RUBRICA  700*  —  Qiusti  S0HO  i  Priori  da'  dl  primo  dt  gennaio  1366  cf  dl  primo  di  gtnnaio  1367, 


lacopo  di  Bartolo  Strada 

Tommaso  di  Piero  Parlgi 

Bernardo  di  ser  Ridoifo  Pretassini 

Dino  di  Teri  Tagliamocixi 

Gliino  di  Bernardo  Anselmi 

Lapo  di  Vanni  de'  Rucellal 

Neri  di  Fiorayante,  maestro 

Bartoiomeo  di  Naccio  Valentinl,  albergatore 

Niccol6  di  Taldo  Valori,  gonfalonlere  di  lustizia,  quar- 

tlere  di  S.  Giovanni 
Ser  Francesco  Masini,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Ma- 

ria  Noyella. 

Fellce  di  Torrigiano  di  Cenni,  coreggiaio 

Niccol&  di  Brunetto  di  Ventura,  pizzicagnolo 

Pierozzo  dl  Piero  Pieri 

Francesco  Vigorosi 

Davanzato  di  Gipvanni  Davanzati 

Niccol6 '  di  lacopo  de'  Bordoni 

Ghirigoro  del  Ricco  Buti 

Tommaso  di  Neri  di  Lippo 

Sandro  di  Simone  da  Quarata,  gonfaloniere  di  lustizia, 

quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Francesco  Cioli,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

Niccol6  di  Bono  Rinucci 

Bernardo  dl  Lapo  Angiolinini  de'  Magli 

Taluti  di  Neri  Bronchl,  rigattiere 

NiccoI6  di  Ricco,  vinattiere 

Giovanni  di  Pierozzo  degli  Altoviti 

Niccol6  di  Giovanni  Malegonnelle 

lacopo  di  Renzo 

lacopo  di  Giano  Ghcrardini 

Fillppo  di  Giammori  Baroncelli,  gonfaloniere  di  lusti- 

zia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Michele  Totti,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  loannl, 


10 


Zanobl  di  Banco  dl  Puccio  Bencivenni 

Gherardino  di  messer  Botte 

Giovanni  di  Geri  del  Bello 

lacopo  di  Piero  Sacchetti 

Bcrtolo  di  Piero,  coreggiaio 

Glovanni  di  Cecco,  vinattiere 

Niccoiaio  di  Mone  Guidi 

Simonc  di  Michele  Ristori 

Luigi'  di  Lippo  Aidobrandini,  gonfaloniere  di  lustizia,    15 

quartiere  di  S.  Maria 
Ser  Falcone  Falconi,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Spirlto. 


Niccol6  di  Geri  Soderini 

Simone  di  Giorgio  Baroni 

Messer  Niccol6  di  lacopo  degli  Aiberti 

Michele  Nardi 

Carlo  di  Strozza  degli  Strozzi 

Lionardo  di  NiccoI6  de'  Beccanugi 

Maso  di  Neri,  funaiuolo 

Bcnci  di  Cione  Dami,  maestro  di  pietre 

Bindo  dl  Bonaccio   Guasconi,  gonfaionlere  di  lustizia, 

quartiere  di  S.  loanni 
Ser  Piero  di  ser  Stefano  Casclani,  loro  notalo,  quarticre 

di  S.  Maria  Novella. 


as 


30 

Bartolo  di  Paolo,  maliscalco 

Piero  Scotti,  calzolaio 

Niccol6  del  Maestro  Cambio  Salviatl 

Giovanni  di  Lapo  Niccolini 

Piero  Fastelli  3S 

Attaviano  di  messere  Attaviano 

Francesco  di  Guccio  del  Massaio 

Fiiippo  di  Rinaldo  de'  Rondineili 

Piero  di  Gliino  de'  Guicciardlni,  gonfaloniere  di  lusti- 

zia,  quartiere  di  S.  Spirito  40 

Ser  Bonaluto  Bencini,  ioro  notaio,  quartiere  di  S.  Spirito. 


3.  allora]  omm,  A.  ■ 
■Itre  G.X.  —  6.  Albizl. 


■  3.  lettere....  ancora]  lettera  e  ombasciata  dagll  ambaaciatori  e  aucora  A.  —  $.  alte] 
. .  Tolea]  Albizl  e  quella  mantenea  e  volea   G.  R.  —  7.  contradio]  contrarlo  G.  R. 


[AA.  1367-1368] 


CRONACA  FIORENTINA 


267 


messer  Filippo  Corsini  e....    Ed  in  effetto  nella  loro  tornata,  che  tornarono  del  mese  e  (U.... 
n'arrecarono  la  risposta. 

RuBRiCA  703*  —  ^uello  che  ri-portarono  gli  ambasciadori  dal  -pa-pa  Urbano. 

Gr  imbasciadori  tornarono  da  Roma,  ed  in  effetto  come  per  lettera  cosl  a  bocca  ripor- 
5  taro  il  medesimo,  che  scritto  avieno,  del.'o  sdegno  preso  contro  a'  Fiorentini  per  papa   Ur- 
bano,  e  che  veramente  nostro  nemico  era  nel  segreto,  ma  come  che  di  f  uori  non  dimostrasse, 
se  non  nel  dolersi.     E  cio  fu  neiranno  del  Signore  1368  del  mese  di.... 


RuBRiCA  704'  —  ^esii'  sono  i  Priori  da'  di  frimo  di  gennaio  1367  a  di  frimo  di  gennaio  1368.     /.,  ix,  m 


Sandro  di  Soldo 
Ift  Andrea  di  Benozzo 

Giovanni  Arrighetti,  legnaiuolo 
Giovanni  di  Francesco  de  Montelatico 
Donnino  di  Lapo  Donnini 
Lorenzo  di  Matteo  Boninsegna 
15  Anibaldo  di  Benci  Carucci 
Domenico  di  Berto  Ugolini 
Messer  Tommaso  del  maestro  Dino,  medico, 
gonfaloniere   di   lustizia,  quartiere  di  S. 
Croce 
20  Ser  Benedetto  di  ser  Giovanni  Ciai,  loro  no- 
taio,  quartiere  di  S.  loanni. 

Bemardo  di  Matteo  de'  Velluti 

Zanobi  di  loanni  di  Cione  Mezola 
25  Messer  Francesco  di  Cino  de'  Rinuccini 

Orlando'  Gherardi 

Tellino  di  Dino,  ferraiuolo 

Bencivenni  Grazini,  galigaio 

Filippone  di  Matteo  del  Riccio 
30  Giovanni  Tedici  Manovelli 

Dego  di  Dosso  degli  Spini,  gonfaloniere  di 
lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 

Ser  Domenico  di   ser  Mino   di  Montevarchi, 
loro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 
35 

Scelto  Tinghi 

Piero  di  Geppo  Orlandini 

Bernardo  di  messer  Covone  Covoni 

Masseozzo  di  Piero  de'  Raffacani 
40  Simone  di  ser  Gianni  de'  Siminetti 

Tommaso  Federighi 

Giovanni  di  Rota,  fornaio 

Roberto  Martelli,  spadaio 


Giovanni  di  Mancino  Sostegni,  gonfaloniere 
di  lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 

Ser  Benozzo  Pieri,  loro  notaio,  quartiere  di 
S.  Maria  Novella. 

Tommaso  di  Serotine  Brancacci,  linaiuolo 

Agnolo  Bachini,  pizzicagnolo 

Agnolo  di  Berto  Cecchi 

Francesco'  di  Bonifazio 

Agnolo  di  Bemardo  degli  Ardinghelli 

Barna  Valorini 

Malatesta  di  Francesco  de'  Medici 

Francesco  di  Buto,  scodellaio 

Messer  Filippo  di  messer  Tommaso  Corsini, 
gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S. 
Spirito 

Ser  Piero  di  Nello  Corsi,  loro  notaio,  quar- 
tiere  detto. 

Vero  h  che  Malatesta,  predetto,  nel  detto  uficio 
mori  per  affanno,  che  avea  rivevuto,  pe- 
rocch'era  toraato,  il  dl  ch'entr6  de'  Priori, 
d'Ungheria  d^ambasciata.  Morl  a'  dl  29 
di  luglio,  e  in  suo  luogo  fu  tratto  messer 
Rosso  di  Ricciardo  de'  Ricci. 

Antonio  di  NiccoI6  di  Cione  Ridolfi 
Uberto  di  Schiatta  Ridolfi 
Bardo  Corsi 

Francesco  di  Naddo  de'  Bucelli 
lacopo  di  Bemardo,  biadaiuolo 
Giovanni  di  Gherardino,  maestro 
Piero  di  ser  Spigliato  da  Filicaia 
Piero  di  Neri  di  Lippo 
Guccio  di  Dino  Gucci,  gonfaloniere  di  lustizia, 
quartiere  di  S.  Maria  Novella 


/.,  IX,  66 


/.,  K,  65 


1-3.  tornata. ...  risposta]  tornarono  narreremo  la  rliposta  A,;  tornata  tornarono  n'arrecarono  la  rliposta 
del  mete  e  dl  G.R.  Pur  maHtencndo  la  lczione  di  G.  R.,  mi  sono  ftrmesso  difare  una  sempliec  iratpo$inoni.  —  i.  del 
meae  di]  omm,  A. 


268  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i36Si 


Ser  Giudo  di  ser  Ricco,  loro  notaio,  quartiere  Agnolo  di  Caccino  de'  Bondani 

di  S.  Croce.  Chiarissimo  di  Meo  Cionacci 

Cione  di  Giovanni  del  Bonazzo  Matteo  di  Federigo  Soldi 

/«a, «     Neri  Pitti  Niccol6'  d'Ugolino  de'   Giugni,  gonfaloniere 

Spinello  di  Donato,  pianellaio  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce  5 

Ser  Ugolino  da  Villanuova,  loro  notaio,  quar- 
Francesco  di  Giovanni,  calzolaio  tiere  di  S.  lohanni. 

Ser  Michele  di  ser  Tegna 

RuBRiCA  705*  —  Come  lo  re  di  Cifri  venne  in  Firenze. 

Neiranno  1368  del  mese  di....  venne  a  Firenze  lo  re  di  Cipri,  e  men5  uno  suo  figliuolo.  10 

Fu  graziosamente  ricevuto  ed  onorato,  e  donatogli  di  grandi  doni,  e  stetteci  dl....  e  fece- 

segli   convito  alle   spese  del  Comune  in   Santa....  e  torn6  in   S.  Maria  Novella.     E  molte 

^  giostre  e  feste  si  fecero  in  Firenze  per  lui ;  ed  egli  gio8tr6  piii  e  piu  volte,  e  bene  lo  facea 

A,ix,ts     e  destramente.    Dissesi  ch'era  venuto'  per  sommuovere  i  criatiani  ad  andare  sopra  grinfe- 

deli,  come  gli  anni  addietro  avea  fatto.    Egli  ha  ben  fatto  sopra  grinfedeli,  perocchfe  preae  15 
Alessandria,  e  cosl  viaitava  le  provincie,  e  andonne  a  Vinegia,  e  poco  aiuto  ebbe  dal  Papa, 
a  cui  and6  di  punta,  perocchfe  volea  fare  guerra  a  messer  Bernab6,  e  tornossene  in  Cipri, 
ove  a  tradimento  fu  morto  da  certi  suoi  baroni. 

RuBRiCA  706*  —  Cotne  Carlo  imferadore  venne  in  Italia,  e  fece  guerra  a  messer  Bernabb, 
e  -poi  venne  a  Pisa  e  a  Lucca.  20 

Nel  detto  anno  messer  Carlo  imperadore,  e  re  de'  Romani  venne  in  Italia  e  con  gran- 
dissima  quantitk  di  Tedeschi,  e  puosesi  ad  oste  in  Lombardia  contro  a  messer  Bemab6  e 
a'  serragli  di  Mantova,  e  tanto  vi  stette,  che  fece  accordo  com  messer  Bemab6:  comecchfe 
molti  vogliono  dire  che  innanzi  che  si  muovesse  della  Magna  segretamente  con  lui  fu  in 
concordia  per  denari,  e  pure  venne  di  concordia,  per6  fece  poco  danno  a  messer  Bemab6,  25 
ma  venne  per  osservare  quello  avea  promesso  a  papa  Urbano.  Ma  la  gente  sua  si  sbaragli^, 
e  si  partJ,  e  poca  gliene  rimase.  E  fece  dentro  segretamente,  come  detto  h,  accordo  con 
/.,  IX,  M  messer  Bernab6,  e  mo8tr6  per  carestia  di  vivanda  e  di  danari  non  poter  tenere  la  gente,  e ' 
partissi,  e  andonne  a  Pisa  e  a  Lucca,  ove  fu  ricevuto  da  messer  Giovanni  dello  Agnello,  lo 
quale  v'era  signore,  e  rimise  messer  Piero  Gambacorti  in  Pisa,  e  messer  Giovanni  fece  ca-  30 
valieri,  ove  cadde  un  ponte  di  legname  in  Lucca,  in  su  ch'erano,  e  mppesi  la  coscia  messer 
Giovanni  dello  Agnello,  e  rimase  signore  in  Pisa  messer  Piero  Gambacorti,  e  Lucca  rimase 
al  patriarca  d'Aquilea  e  a  uno  cardinale,  ci6  fu  messer....  lo  quale  poi  ultimamente  la 
lasci6  libera  per  centoventimila  fiorini  che  n'ebbe.  E  disfecesi  la  Gosta,  ciofe  una  cittadella 
che  v'era  dentro.  35 

RuBRicA  707*  —  Come  fu  grandi  fiove  in  guesto  anno. 

In  questo  anno  dairOgnissanti  1367   allo  agosto    1368    furono  grandissime  piove,  tanto 
che  la  state  fu  sl  piovosa,  che  non  si  potfe  metere,  che  non  se  ne  perdesse  della  biada  e 
grano,  e  metuto  quando  era  un'ora  sole,  innanzi  che  si  potesse  fare  il  covone,  o  la  bica,  era 
molle  per  pioggia,  e  innanzi  che  si  potesse  battere;  stette  nelle  biche  tanto   che  vi  mettea  40 
dentro,  ove  molto  se  ne  guast6  quello  anno,  tale  che  il  secondo  vegnente  ne  fu  grande  carestia. 

lo.  del  mese  dl]  omm.  A.  —  15.  Egli....  Infedell]  omm.  A.  —  »5.  per  denarl]  con  denari  A.  —  a;.  come  detto 
i]  omm.  A.  —  38.  dl]  omm.  G.  JR.  —  37.  daU'Ogaissantl . . . .  furono]  daU'OnIssanti  1367  allo  agosto  e  aU'Ognls«anti 
1368  furono  G.R.;  daU^OnUsantl  all'agosto  1368  A.  Afi  sono  fermtsso  di  adattart  il  Usto  strotndomi  dtUe  du» 
Moin.  —  39.  o  U  blca]  alla  bica  A  —  40.  stette]  state  G.  R,  —  41.  ne]  omm.  G.  R. 


[A.  1368J  CRONACA  FIORENTINA  269 


RuBRiCA  708*  —  Come^  li  Fiorentini  facificarono  -per  danari  lo  'mferadore.  /.,  ix,  70 

Essendo  stati  gli  ambasciadori  collo  'mperadore  in  Lombardia,  e  ultimamente  dolutosi  lo 
'mperadore  che  dopo  la  concordia  fatta  con  lui  li  Fiorentini  avieno  oppressati  li  suoi  sudditi, 
e  tolto  loro  le  terre,  ed  a  lui  tolto  Sanmignato,  e  che  erano  traditori  della  Corona  i  Fioren- 
5  tini,  e  che  airultimo  egU  vedea  che'  Fiorentini  erano  poco  fedeli  a  lui.  Fugli  mostrato 
per  gli  ambasciadori  l'oppressioni,  che  aveano  fatte  a'  Fiorentini  la  casa  de'  Tarlati,  che  te- 
neano  Bibbiena  e  gli  altri  e  li  Sanmignatesi.  Lo  contentarono  in  questo  modo  che  disse: 
""  Tanto  potrebbono  f are  d'  ammenda  i  Fiorentini,  che  noi  gli  averemo  per  scusati,  e  dimen- 
"  ticheremo  la  'ngiuria,.     E  cosl  gli  richiese  di   gente  contro  a   messer  Bemab6,  allegando 

10  lo  'mperadore,  ch'erano  tenuti  di  ci6  fare  eglino  ed  ogni  sottoposto  d'Imperio.  Di  che  fu 
risposto  che  eravamo  in  pace  con  messer  Bernab6,  e  non  volevamo  essere  suo  nemico,  e  che 
noi  rimanevamo  in  Toscana,  ed  egli  si  aveva  a  tomare  nella  Magna,  e  messer  Bernabo  era 
troppo  possente  nimico  a'  Fiorentini.  Disse  lo  'mperadore  la  parola  del  Vangelio:  ^iis  non 
est  mccum,  contra  me  est;  ciofe:  Chi  non  h  meco,  h.  contro'  a  me.     Tanto  venne  a  dire,  quanto     /.,  «,  7i 

15  i  Fiorentini  fossero  suoi  nemici.  E  tornati  i  nostri  ambasciadori,  venne  in  Firenze  per  parte 
sua  due  ambasciadori,  1'  uno  fu  messer  Napoleone  degli  Orsini,  conte  di  Manupello,  locoteta, 
e  messer  Niccola  di  Napoli,  cancelliere  e  barone  dello  reame  della  reina  Giovanna  di  Puglia, 
e  intromisersi  d'accordo  collo  Comune  di  Firenze  e  collo  'mperadore.  Ed  in  questo  mezzo 
per  avere  migliori  patti  il  patriarca  d'AquiIea  si  parli  da  Lucca,  e  cavalc6  il  contado  di  Fi- 

20  renze  per  Valdelsa,  e  venne  infino  a  Montespertoli,  e  fecero  danno  di  prigioni  e  di  bestiame. 
Ultimamente  si  fece  Taccordo,  e  brivilegi6  lo  'mperadore  al  Comune  di  Firenze,  e  ci6  che 
in  quello  tempo  tenieno  li  Fiorentini,  ed  ebbe  fiorini  quarantamila  d'oro;  e  lo  conte  di  Ma- 
nopello  e  raesser  Niccola  per  senseria  n'ebbono  fiorini  mille  di  doni.  Cosi  si  parti  amico 
de'  Fiorentini  lo  'mperadore,  e  nel  segreto  male  di  Papa  Urbano,  perocch^  non  attenne    al 

25  Papa  di  disfare  messer  Bernab6,  e  partissi  di  Toscana  del  mese  di  febbraio,  e  andonne  per 
la  via  di  Vernia,  e  andossene  nella  Magna.  Ma  il  Comune  di  Firenze  pag6  fiorini  cin- 
quantamila,  e  quando  si  partl  da  Vernia  disse  a  certi  ambasciadori,  ch'egli  non  n'avea  avuti 
se  non  quarantamila,  e  che  lo  conte  di  Manopello  e  messer  Niccola  da  Napoli  aveano 
avuti  gli  altri. 

30  RuBRiCA  709*  —  Co7ne'  fu  grandi  nevaggi  e  grandi  freddi.  i.,a,J2 

In  questo  medesimo  anno  furono  grandissimi  freddi  di  dicembre  e  di  gennaio,  e  gran- 
dissime  nievi  piovvono  di  gennaio  e  di  febbraio  piii  e  piii  volte  oltre  alFusato  modo  di  quegli 
anni  addietro  passati  di  piu  di  dieci  anni. 

RuBRiCA  710*  —  Co7>ic  i  Sanminiatesi,  i  quali  s'crano  rubellati  da'  Fiorcniini,  faccano  danno 
35  in  su  quello  di  Firenze  ed  a'  Toscani  con  messcr  Bcrnabo. 

Neiranno  del  Sigaore  1369  i  Sanmignatesi  per  la  venuta  dello  Imperadore,  che  avea 
fattaTanno  passato,  presero  superbia,  come  fe  narrato  addietro  Rubrica  708.  I  Sanmignatesi 
neiranno  del  Signore  1367  8'erano  ribellati  dalla  giurisdizione,  la  quale  il  comune  di  Firenze 


a.  dolutosi  lo  'mperadore]  dubitossl  lo  'mperadore  G.  /?.  —  7.  e  gli]  con  gli  G.  R.  —  8-9.  dimcntlcheremol 
dimettercmo  A.  —  12.  si  avera  a  tornare]  sl  tornerebbe  G.R.  —  13-14.  il  testo  latino  della  cita*ion«  b  omm.  in  A. 

—  15.  nemici]  amici  G.  R.  ed  A.;  si  tratla  evidentcmcnic  di  um  errorc  che  tra  nelPoriginale  —  16.  locotcta]  cmm.  A. 

—  21.  al  Coraune]  il  Comune  G.  R.  —  23.  mille  dl  doni.  Cosi]  duemila.  Cos\  A.  —  28.  da  Napoli]  omm.  A.  - 
aveano]  aveva  A.;  —  29.  gll  altri]  gli  altrl  eglino  G.R.  —  31.  dl  dicembre  e  di  gcnnato]  omm.  A.  —  32.  plov- 
rono]  plovve  A.  —  33.  di  plii]  omm.  A.  —  36.  dcl  Signore]  dl  Crlstp  A.  —  37.  Rubrica  708]  omm.  A, 


270  CRONACA  FIORENTINA  [A,  i36«] 


v'avea,  del  capitanato  fiorentino  e  d*altre  giurisdizione.    Di  che  per  la    venuta   dello  Impe- 

radore,  come  detto  abbiamo,  aveano  presumito  di  ricettare  sbanditi  de'  Fiorentini  e  altri  ni- 

mici  di  Firenze ;  li  quali  di  furto,  e  quando  di  rapina,  pigliavano  bestiame,  ed  uomini  faceano 

/.,  IX.  7J    ricomprare.    Di  che  i  Fiorentini'  pensarono  di  porvi  rimedio,  e   cercarono  di  fare   ci6  chc 

potessero  per  riducere  alla  riverenzia  del  comune  di  Firenze,  e  non  poterono  in  niun  5 
modo  a  ci6  ridurgH;  perocchfe  i  cavalieri  de'  Ciccioni  e  Mangiadori  e  altri  gentili  uomini 
non  si  fidavano  del  Comunc,  ma  tentavano  di  darsi,  o  d'  appoggiarsi  ad  altro  Comune  e  Si- 
gnore,  e  tenieno  mano  con  Signori  e  Comuni  contra  al  Comune,  e  ultimamente  si  raccoman- 
darono  a  meaaer  Bemabb,  e  ricevettono  suo  segno  e  sua  gente  e  per  capitano  Guasparre 
degli  Xjrbaldini.  10 

RuBRiCA  711*  —   Corne  il  Comune  di  Fircnze  fose  Voste  a  Sanminiato  del  Tedesco,  e  fecero 
cafitano  messer  Giovanni  Malatacca  di  Reggio,  e  della  setta  degli  Albizi  e  Ricci. 

In  questo  medesimo  anno  del  1369  del  mese  di....  venne  messer  Giovanni  Malatacca 
di  Reggio  da  Napoli,  e  fu  capitano  di  guerra  del  Comune  di  Firenze;  e  poi  a'  di....  s'and6 
ad  oste  allo  castello  di  Sanmignato  del  Tedesco,  e  puosorsi  piii  e  piu  campi,  e  strinsesi  lo  15 
campo  per  modo  che  non  potea  nfe  intrare  n6  uscire  persona  dentro,  e  piii  e  piii  trattati 
con  loro  8'ebbe,  e  molte  volte  si  condussero  in  Firenze  e  presso  a  Firenze  quelli  messer 
Lodovico  Mangiadori  e  altri  de'  Ciccioni  per  essere  in  concordia,  e  sarebbono  stati,  se  non 
/.,  u,  74     che  una  setta,'  che  era  in  Firenze,  non  gU  lasciavano,  li  quali  li  faceano  tenere  a  petizione 

loro  segretamente  per  conducere  i  Fiorentini  a  lega  colla  Chiesa,  come  volea  Urbano.  E  20 
questa  era  la  setta  degli  Albizi.  Lo  contradio  era  la  setta  de'  Ricci.  E  questa  setta  degli 
Albizi  si  chiamavano  i  Paperini.  E  venne  a  tanto  che  chi  portava  berrette  di  quelle  cucite 
ad  ago,  si  chiamavano  i  Paperini,  perchfe  quella  usanza  era  venuta  di  Corte  di  Roma,  ch'era 
molto  utile  e  calda  la  berretta  sopra  il  cappuccio  e  molto  atta  a  tenere  e  trarre  di  capo 
piii  che  li  cappelli  lunghi  del  Bavero,  che  si  usavano  per  caldezza  di  capo.  E  dico  che  chi  25 
aveva  a  sdegno  d'essere  della  setta  degli  Albizi,  nomati  Paperini,  avea  il  cappello,  e  molti 
altri  non  si  curavano  di  portarlo. 

RuBRiCA  712*  —  Come  furono  grandi  fiove,  c  fu  mala  ricolta  qucsto  anno. 

Questo  anno  furono  grandissime  piove  tale,  che  lo  piovere  fu  tale  e  sl  fatto  di  novembre 
e  di  dicembre,  che  non  si  semin6  molto,  che  non  si  guastasse;  perocch6   quasi  ogni  dl   de'  30 
detti  due  mesi  piovve,  e  crebbe  sl  Amo,  che  dal  346  in  qua  non  fu  mai  maggiore,  e  quasi 
il  campo  che  era  a  Sanmignato  fu  per  levarsi  per  lo  disagio  deiracqua  e  deirandarvi  il  bi- 
sogno  del  campo  agli  uomini. 

/.,  IX,  54     RuBRicA  713'  —  Come'  messer  Giovanni  Aguto  sconfisse  la  gcnte  dci  Fiorcntini  al  Borgo  a 

Cascina,  e  frese  del  Comune  e  il  Cafitano.  35 

Nel  detto  anno,  ciofe    1369  a'  dl....  essendo   messer   Giovanni  Malatacca  capitano  del 
Comune  di  Firenze  ad  oste  a  Sanmignato,  messer   Giovanni  Aguto  si  parti  di  Lombardia, 


I.  capltanato]  cnplteliao  G.  R.;  in  A.,  di  cui  ho  accettato  la  lcxione,  si  leggc:  cap."  —  2.  detto  abbiamo]  4 
detto  G.  R.  —  3.  di  rapina]  per  rapina  G.  R.  —  6.  ci6]  omm.  A.  —  7.  tentavano]  cercarano  G.  R.  —  7-8,  c  Si- 
gnore . . . ,  contra  ol  Comune]  omm.  I.  —  13.  del  mese  dl....]  omm.  A. —  14.  di  Firenze....  8'and6]  dl  Firenze  e 
in  quesfanno  and6  A.  —  15.  allo  castcilo  dl  Sanmignato]  a  Sanmignato  A,  —  17.  qiielli  messcr]  queiii  dentro 
messcr  G.  R.  —  11.  di  quelle  cucite]  omm.  A.  —  35.  cappeiii....  usavano]  cappegii  dcl  Beuccio  clie  si  usarano  A. 
—  J6-37.  c  moitl....  portario]  e  moiti  non  se  ne  curavano  G.  R.  —  ag.  piove]  piogge  G.  R.  —  31.  dal  346  in 
qua]  da  ccnto  anni  in  qua  A.  -  maggiore]  s\  grande  G.  R.  —  3».  ii  campo....  lcvarsi]  il  campo  di  San  Mignato 
fu  per  disabitarsi  e  per  ievarsi  G.  R.  —  33-33.  andarri....  uomini]  andarri.  Lo  foraggio  pur  bisognara  nel  campo 
agii  uomini  G.  R.  —  36.  clo^]  omm.  A.  -  a  dl]  omm.  A. 


lA.  1368]  CRONACA  FIORENTINA  271 

chi  disse  comandato  di  messer  Bernab6,  e  venne  al  Borgo  a  Cascina  per  levare  roste  da 
Sanmignato,  e  dissesi  che  avea....  di  barbute.  Di  che  per  le  pioggie  e  per  lo  disagio  della 
vettuaglia  non  andavano  a  soccorrere  Sanmignato.  Di  che  messer  Giovanni  Malatacca,  capi- 
tano  dei  Fiorentini,  gli  avea  a  vile,  e  piu  volte  scrisse  lettere  a  Firenze,  che  questa  era  bri- 

[  5  gata  da  vincerla.  Incorporarono  i  Fiorentini  di  sconfiggere  questa  brigata,  e  scrissero  lettere 
che  dovesse  andare  a  combattere.  Di  che  rispose  il  capitano,  non  era  da  prendere  quello 
partito,  perocchfe  partito  dubbioso ;  e  cosi  udito  questo  che  Sanmignato  era  stretto  per  aversi 
di  certo,  e  clie  il  mettersi  a  partito  non  era  sicura  cosa,  si  diliberarono  i  savj  di  non  com- 
battere ;  ma  tanto  poterono  piu  quelli  che  sono  volontarosi  e  non  tanto  savi  n^  pratichi  che 

10  gli  altri,  che  fu  scritto  da  capo  al    capitano  che  combattesse.     Di  che  non  volendo  combat- 

tere,  gli  fu  mandato  a  dire  per  uno '  di  quelli  della  guerra,  che  erano   otto  cittadini  e   due     /.,  ix,  7t 
capitani    di  Parte,  cio  fu  Schiatta  del   Ricco  Pezzaio,  che   se  non   avesse  tanto   cuore,  che 
eglino   gliene  manderebbono  uno  di  bue.     Di  che  quello   capitano    udendo  questo,  sdegnato 
essere  tenuto  vile,  che  per  certo  era  de'  gagliardi  uomini  di  sua  persona  che  fosse  in  Italia, 

15  pure  per  vergogna  si  condusse  alla  battaglia.  E  cosl  uscito  dal  campo  and6  al  Borgo  a  Ca- 
scina.  E  presono  battaglia ;  e  combattendo  f u  sconfitto,  e  preso  messer  Giovanni  Malatacca, 
e  molti  Fiorentini,  ch'erano  con  lui.  Infra'  quali  di  nome  non  vi  fu  per6  altro  Fiorentino, 
che  Filippo  di  messer  Alamanno  Cavicciuli,  il  quale  poi  ricomperatosi,  fu  fatto  di  popolo  e 
vicario  della  Valdinievole.    Della  quale  sconfitta  molto  si  sgomentarono  i  Fiorentini;  e  non- 

20  dimeno  Toste  non  si  lev6  pero  da  Sanmignato. 

RuBRicA  714*  —  Comc  i  Fiorentini  mandarono  fer  lo  conte  Ruberto  da  Poffi,  e  feronlo 
loro  cafitano  di  guerra. 

In  questo  medesimo  anno  e  mese  mandarono  i  Fiorentini  per  lo  conte  Ruberto  de'  conti 
Guidi  da  Poppi,  e  torserlo  per  loro  capitano,  e  and6  nel  campo  di  Sanmignato  del  Tedesco, 
25  e  quello  vide,  e  a£forz6  per  modo  che  con  ogni  sicurtk  dentro  non  vi  potea  persona  intrare, 
v\k  uscire;  e  da  mangiare  non  vi  aveva  se  non  poco. 

RuBRicA  715*  —  Comc^  la  comfagnia  di  mcsscr  Giovanni  Aguto  vennc  a  Fircnzc,  efecc  grandi    /.,  ix,  77 
danni,  e  mandossi  ambasciadori  al  Pafa,  e  fcce  fare  la  lega  con  lui. 

Stando  in  questo  tremore  e  sbigottimento  i  Fiorentini  per  la  detta  sconfitta  narrata  qui 
30  addietro  lo  secondo  capitolo  passato,  si  pensavano  per  certo  essere  diserti,  e  gran  paura 
aveano  dello  loro  stato  e  libertk;  e  a  quelli  che  contradiceano  la  lega  della  Chiesa,  ci6  era 
la  setta  degli  Albizi,  e  tutto  di  era  loro  rimproverato  che  per  non  volere  conoscere  gringanni 
di  messer  Bemab6,  che  sempre  avea  ingannato  i  Fiorentini,  li  Fiorentini  erano  per  perdere 
la  loro  libertk.  Di  che  convenne  alla  setta  de'  Ricci  assentire  alla  lega,  e  cosl  fu;  perocch^ 
35  creati  furono  ambasciadori,  e  andarono  a  fare  la  lega  col  Papa,  ed  ebbesi  con  grandissimi 
disavvantaggi,  piu  che  non  si  arebbono  avuti,  infra'  quali  ambasciadori  fu  il  capo  della  setta 
de'  Ricci,  il  quale  fu  Uguccione  di  Ricciardo  de'  Ricci,  e  cosl  ebbe  papa  Urbano  V  la 
lega,  che  non  era  per  averla  a  quelli  tempi.    La  compagnia  di  messer  Giovanni  Aguto  veg- 


3.  Malatacca]  omm.  G.  R.  —  4.  dei  Fiorentinl]  omm.  G.  R.  —  6.  Di  che]  omm.  A.  —  7.  perocchfe....  e  cosl] 
perocchc  di  partito  vlnto  non  era  da  mettergi  a  partito  G.  R.  —  8.  ccrto]  corto  G.  /?.  —  9.  e  non  tanto  «avl  ni 
pratichi]  omm.  G.  R.  —  14-15.  uominl  pure]....  uomini  dTtalla  di  lua  persona;  pure  G.  R.  —  15-16.  andd  al  Borgo 
a  Cascina]  nnd6  albergo  a  Casclna  G.  R.  —  16.  E  preaono  battagHn]  cmm,  G.  R.  —  33.  anno]  omm.  G.  R.  — 
J4.  di  San]  da  San  G.  R.  —  36.  vl  aveva]  vi  era  G.  R.  —  J9-30.  narrata....  passato]  omm.  A,  —  J9.  qul]  omm,  /, 
—  3».  tutto  di  era  loro]  era  tutto  di  loro  G,  R.  —  36.  sl]  omm.  G.  R. 


272  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1369] 


gendori  questa  vittoria  cosl  grande,  si  dice,  non  voUe  andare  a  soccorrere  Sanmignato,  e  lo 
/.,i«.7i  non  vi  andare  furono  dette  piii  cagioni:  chi  disse,  perchfe  lo  foraggio  non  vi  era;'  chi  disse 
non  fu  chi  darli  danari ;  chi  disse  per  lo  tempo  tempestoso  dell'  acqua  ed  i  mali  cammini  e 
terreni  di  Sanmignato.  Ma  vennorsene  a  Peretola  presso  a  Firenze  a  due  miglia;  dissesi 
v'and6  con  isperanza  che  a  Firenze  fosse  novitk,  e  mutasse  stato,  e  venisae  alle  mani  di  5 
messer  Bemab6;  e  pare  si  creda,  che  »e  fosse  stata  gente  d'uno  signore  naturale,  come  di 
cosl  crudele  tiranno,  come  6  messer  Bemab6,  correa  gran  rischio  di  mutare  stato;  ma  niuno 
era  vago  della  signoria  sua.    E  venne  a  Firenze,  ciofe  a  Peretola,  a'  dl....  di  dicembre  1369. 

RuBRiCA  716'  —  Comc  ^ebbe  Sanminiato. 

Stando  in  questo  tremore  per  piii  di,  s'era  cercato  trattato   deirentrare  in  Sanmignato  10 
di  furto.     Di  che  un  pover'uomo,  che   si  chiamava   Luperarello,  seguendo  suo  trattato,  una 
notte  mppe  una  parte  del  muro,  ed  intr6  dentro  alquanti,  e  poi  andarono,  e  mppero  la  porta, 
e  combatterono  la  piazza,  vinsonla,  e  simile  alla  Terra,  ed  and6   a  mba  la  maggior  parte 
della  Terra,  e  ci6  fu  nel  mese  di  gennaio,  cio6  a'  di  9,  1369. 

A  a,  r»     RuBRiCA  717*  —  Come^  fu  freso  il  castello  di  Sanminiato  c  qucllo   chc  ne  segu\  di  loro,  ed  15 
a  certi  fu  tagliato  il  cafo, 

In  questo  medesimo  anno  e  mese  essendo  in  Sanmignato  la  gente  de'  Fiorentini,  e  presi 
de'  principali  nimici  del  comune  di  Firenze  e  menati  a  Firenze,  infra'  quali  messer  Lodovico 
Ciccioni....  e  messer  Filippo  Lazzerini  vennero  a  Firenze  a'  di....  del  mese  di  gennaio  in 
sul  vespro.  Lo  popolo  si  attend6  per  tutta  la  via  donde  veniano,  cio^  dalla  porta  San  Friano  20 
infino  al  palagio  de'  Priori,  e  sl  per  la  guerra  che  fatto  aveano,  e  si  per  la  carestia  che 
della  guerra  era  uscito,  e  poi  per  la  gente  che  cavalcato  avea  a  Firenze,  fu  grandissima 
fatica  con  tutta  la  gente  e  famiglia  de'  rettori  e  de'  Priori  a  poterli  salvare  che  dal  popolo 
non  fussero  allapidati,  e  fu  di  pietre  la  famiglia  dei  Priori  e  dei  rettori  male  guidata,  e 
tanli  ne  furono  feriti  di  pietre,  che  abbandonarono  i  pregioni,  e  se  fossero  stati  sciolti,  si  25 
dice,  se  n'andavano.  Pure  airultimo  con  grande  fatica  furono  messi  in  mano  delli  rettori. 
E  lo  di  seguente  in  sullo  muro,  che  h  dal  palagio  delo   asseguitore   allo  palagio  de'  Priori, 

fu  tagliata  la  testa  agl' infrascritti 

/..  IX,  80     Di  che  essendo  stato  tagliata  la  testa  a  messer  Filippo  Lazzarini,'  e  quasi  ogni  persona  itosi 

a  casa,  e  lo  corpo  suo  era  nel!a  bara  nello  cortile  del  capitano,  fu  tolto  in  sulla  terza,  e  30 
portato  via  con  quelle  solennitk  che  gli  altri.  Di  che  essendo  in  Porta  rossa,  parve  giudicio 
divino,  che  i  fanciulli  che  uscivano  dalle  scuole  cominciarono  a  domandare  chi  erano  li  por- 
tati:  ad  uno  ad  uno  passarono,  che  nuUa  fu  detto;  quando  furono  a  messer  Filippo  Lazza- 
rini,  con  boci  e  sassi  cacciarono  coloro  che  lo  portavano,  e  ultimamente  lo  trassero  della 
bara,  e  per  tutta  Porta  rossa  lo  strascinarono  infino  alla  uscita  di  Porta  rossa  da  casa  i  Bom-  35 
beni.  La  novella  and6  in  palagio,  la  famiglia  de'  Signori  v^accorse,  e  fecelo  rimettere  nella 
bara  e  ritorre,  ed  i  fanciulli  cacciati.  Di  subito  innanzi  giunse  a  casa  gli  Spini  da  capo 
fu  loro  tolto  e  gittato  fuori  della  bara,  e  fatto  riporre,  e  tolto  loro  piu  volte.  Ultimamente 
nfe  i  rettori,  n&  altri  non  ebbono  potere  che  i  fanciulli  non  lo  gittassero  in  Arno.  Dicesi 
che  fosse  giudicio  divino,  perocchfe  operazione  di  persona  non  fu  che  ci6  si  facesse  se  non  40 


I.  tt  dlce]  omm.A.—  1-4.  Sanmignato . . , .  Peretola]  San  Mlgnato,  ma  di  punto  se  ne  andi  a  Perelola  A-  — 
4-S.  dissesi  T'and6]  omn.  G.R.  —  7.  6]  era  A.  —  11.  Luperarello]  Luparello  /.  —  13.  piazza....  andi]  piazsa  e 
conringero  la  Terra,  ed  and6  G.  R.  —  14.  fu....  1369]  fu  a  d\  9  dl  gennaio  1369  A.  —  19.  a  di....]  omm.  A.  — 
ao.  sl  attend6]  sentendo  G. R.  -  la  via]  omm.  A  —  33-24.  a  poterli....  dei  Rettori]  omm.  I.  —  33.  dal  popolo] 
omm,  G.  R.  —  37.  che  i]  omm.  A.  -  Allo  palagio  dei]  a  quello  de'  A,  —  39.  stato]  omm.  G.  R.  —  35.  per]  omm.  G,  R.  — 
36.  T'accor8e]  vi  corie  A.  —  39-40.  Dicesi....  perocclii]  Disscsi  che  fu  giud.  di  Dio  perocclii  A, 


[AA.   1363-1369) 


CRONACA  FIORENTINA 


273 


de'  fanciulli.  Dicesi  bene  ch'egli  fu  uomo  di  mala  ragione,  e  che  avea  grano,  e  che  mai 
non  si  potfe  a  Sanmignato  f are  lo  desse,  che  n'  aspettava  gran  carestia,  e  vedea  quelli  di  sua 
setta  e  gli  altri  comperare  pane  di  saggina  di  6  denari  12. 

RuBRiCA  718*  —  Come^  si  fartt  la  brigata  di  mcsser  Giovanni  Aguto,  e  andonne  in  Lombardia, 
'5  c  di  gcntc  fiorcntina  si  fccero  cavalieri. 

In  quel  tempo  e  in  queiranno  la  detta  brigata  di  messer  Giovanni  Aguto,  stata  ch'ella 
fu  a  Peretola  di....  e  stata  alle  dette  luogora  de'  cittadini,  quando  si  partirono  dello  luogo 
dove  erano,  si  fecero  ardere  e  fare  grandi  danni,  e  innanzi  che  si  partissero  a'  di....  del 
mese  di   dicembre  vennero  presso  a  Firenze  sforzatamente  con  tutta  la  sua  brigata,  e   fece 

10  corridori  infino  alle  porti  della  cittJi  di  Firenze,  e  corsero  per  modo  che  vennero  infino  a 
Mugnone,  che  sono  i  fossi.  E  allora  si  dilibero  che  non  si  uscisse  fuori  per  gli  nostri  soldati, 
e  cosi  questi  corridori  furono  contastati  per  alcuni  che  si  trovarono  di  fuori.  E  fu  preso 
uno  messer....  provisionato  di  messer  Bernabo,  ed  erasi  quello  dl  f atto  cavalieri  egli  e  mes- 
ser....  figliuolo  di....  d'una  famiglia  di  ghibellini,  chiamati  Lischi.     Questa  vergogna  rice- 

15  vettono  i  Fiorentini  e  danno  per  osservare  la  promissione  a  messer  Bernab6;  ed  egli  non 
la  osservo  a  loro. 


/.,  IX,  81 


RuBRiCA  719*  —  ^icstV  sono  i  Priori  da'  d\  frimo  di  gennaio  Ij68  a'  dt  frimo  di  gcnnaio  Ij6^.     /.,  ix,  ti 


lacopo  d'Alamanno  Vettori 

Ugolino  di  Bonsi,  speziale 
20  Piero  di  Bonaventura  Ricoveri 

Bonaccorso  di  Lapo  di  loanni  Bonaccorsi 

Francesco  di  lacopo  del  Bene 

Cipriano  di  Lippozzo  Mangioni 

Manetto  Ammannatini 
25  lacopo  di  Gaggio,  tavolacciaio 

Migliore   di   Veri   Guadagni,  gonfaloniere   di 
lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 

Ser  Paolo  Venni,  loro  notaio,  quartiere  di  S. 
Maria  Novella. 


Giovanni  d'Arrigo  Sassolini 

Francesco  di  Lippo  Antinori 

Francesco  Martini,  galigaio 

Marco  del  Bellaccio,  beccaio 

Giovanni  di  Roberto  Ghini 

Bernardo  di  lacopo  Beccanugi 

Giovanni  d'Aldobrandino  del  Ricco 

Pino  di  Teghiaio  del  Cicino 

Filippo  di  Cionetto  Bastari,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quarliere  di  S.  Croce 
Ser  Goro  di  ser  Grifo,  loro  notaio,  quartiere 

detto. 


/.,  IX,  «j 


30  Giovanni  Doni,  rigattiere 

Andrea  di  Giovanni,  pianellaio 

Andrea  Villani,  tintore 

Francesco  Lippi,  pellicciaio 

Francesco  di  Giunta  Borghi 
35  Caroccio  Carocci 

Benedetto  di  Neri  di  ser  Benedetto 

Agnolo  Borgognoni 

Luca  di  Totto   da  Panzano,  gonfaloniere   di 
lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
40  Ser  Vermiglio  di  ser  Franchino,  loro  notaio, 
quartiere  di  S.  loanni. 


Stefano  di  Lippo  Neri 

Ciriaco  di  Guernieri  Beuci 

Francesco  di  Spinello,  vaiaio 

Lionardo  di  loanni  Ratfacani 

Niccolaio  Delli,  pizzicagnolo 

Cecco  Giandonati,  vinattiere 

Pagolo  di  Michele  de'  Rondinelli 

Domenico  di  Filippo  di  Niccola,  lanaiuolo 

Guido  di  Federigo  Baldi,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Francesco   di  Vanni  Muzzi,  loro   notaio, 

quartiere  di  S.  Spirito. 


3.  e  gli  altri]  omm,  A.  -  saggina....  12]  sagglna  d!  monte  ataia  i3  danari  G.  R,  —  6.  la  detta]  omm.  A. 
7-8.  Peretola. ...  dove]  Peretola  piCt  dt  nel  luoghi  del  cittadini,  quando  li  partlrono  dore  A,  —  8-9.  partlssero. 
dlcembre]  partissono  che  f  u  dl  dicembre  —  9.  sua]  loro  G,  R.  •  fece]  fecero  G,  R, 


T.  XXX,  p.  I 


18. 


274 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1369-1370] 


Giovanni  di  Francesco,  grasso  mercatante 
Lippo  Dini 

Ntccolaio  del  Bello  de'  Mancini 
/«  IX.  M     Francesco'  Gori,  lanaiuolo 

Domenico  di  Sandro  Donnini 
Tommaso  di  Meglio  Fagiuoli 
loanni  di  Lapo  Ghini,  maestro 
loanni  di  Piero  Parenti,  corazzaio 
'  Geri  Ghiberti,  gonfaloniere  di  lustizia,  quar- 

tiere  di  S.  Giovanni 
Ser  Lorenzo  di  ser  Tano,  loro  notaio,  quar- 

tiere  detto. 


Niccol6  Don!,  albergatore 

Bonaccorso  di  Vita,  rigattiere 

loanni  di  Piero  Bandini 

loanni  di  Francesco  de'  Magaletti 

Simone  di  messer  Bindo  degli  Altoviti  ^ 

Boccaccio  di  messer  Ardovino 

Bianco  di  Bonfi,  ritagliatore 

Filippo  Doni,  lanaiuolo 

loanni   di    Luigi  de'   Mozzi,  gonfaloniere   di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito  10 

Ser  Lodovico  di  loanni   Dossi,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Croce. 


RuBRicA  720*  —  Comc,  fatta  la  lega  colla  Ckiesa,  si  mandb  in  Lombardia  gente  contro  a  messer 
Bernabb. 

In  questo  anno  del  1370  ferma  la  lega  con  papa  Urbano,  perchfe  Piero  di  Filippo  degli  15 
Albizi  avea  sempre  favoreggiato  che  la  lega  colla  Chiesa  si  facesse,  avendo  messer  Piero 
/.,  IX,  ss  figliuo'  di  messer  Filippo  Corsini,  suo  nipote,  vescovo '  di  Firenze,  lo  papa  Urbano  gli  diede 
il  cappello,  e  fu  nel  numero  degli  altri  cardinali,  e  richiese  il  Papa  la  lega  de'  Fiorentini 
e  gU  altri  collegati  incontro  a  messer  Bernab6.  Di  che  i  Fiorentini  vi  mandarono;  e  infra 
tutti  gli  altri  collegati  insieme  colla  Chiesa  fu  maggiore  lo  numero  che  stette  alla  guerra  dei  20 
soldati  fiorentini  che  tutte  I'  altre  genti.  E  di  quella  gente  f  u  capitano  messer  Rosso  de'  Ricci. 
Ed  essendo  messer  Rosso  de'  Ricci  colla  brigata  in  Lombardia,  una  sera  cavalc6....  ove 
fu  rotto,  e  preso.  E  poi  pag6  alcuno  danaio  della  taglia,  e  Iasci6  il  figHuolo  staggio  a  messer 
Bemab6  per  tremila  fiorini;  lo  quale  sopra  di  86  Tavea  tolto,  promesso  a'  soldati,  e  lui  sopra 
la  sua  provisione  lasciava  libero.    Di  che  si  fuggi  lo  mese  di  gennaio  1370.  25 


RuBRiCA  721*  —  ^csti  sono  i  Priori  da'  dt  frimo  di  gennaio  ijdg  a'  dl  frimo  di  gennaio  1370. 


loanni  di  Giunta,  lanaiuolo 
Piero  Bini 

Piero  Gorini,  beccaio 
Francesco  Pepi,  pannaiolino 
Messer  Pazzino  degli  Strozzi 
Priore  del  Pera  Baldovinetti 
Biagio  di  Bonaccio  Guasconi 
Guicciozo  d'Ardingo  de'  Ricci 
/.,ix,  8*     Lapo'  di  Duccio  Bucelli,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  NiccoI6  Serragli,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Spirito. 

Piero  di  Zucchero  Soderini 
Bonaccorso  di  Rucco  Pitti 
Dino  di  Geri  Tigliamochi 
Giovanni  Mannini 


Gherardo  di  Bartolino,  pezzaio 

Stagio  di  Bartolo,  ferraiuolo 

Cantino  d'AgnoIo  di  Lapo  di  Cante 

Duccio  di  loanni,  sellaio  30 

Bartolo  di  More  Ubaldini,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Giovanni  di  ser  Corso,  loro  notaio,  quar- 

tiere  detto. 

35 
Giovanni  Dini,  speziale 
Bartolo  di  Cenni  Bigliotti 
Simone  di  Rinieri  de  Peruzzi 
Agnolo  di  Piero  Covoni 

Filippo  d'Uguone,  speziale  40 

Ghino  di  Bemardo  Anselmi 
Miniato  di  Nuccio,  funaiuolo 
Nuccio  di  Matteo,  tavolacciaio 


i6.  faroreggiato....  arendo]  faroregglato  la  lega  colla  Chleaa^ avendo  A.  —  17.  flgUuo']  omm.  A.  -  CorslniJ 
Conl  G.R.  —  30-3I.  guerni..,.  E  dl  quella]  guerra  quello  de!  Fiorentlnl  dl  loldati  che  alcun'altra,  o  tuttl  In- 
■ieme  G.  R,  —  25.  lo  nie»e]  del  mese  A. 


[AA.  1370-1371]  CRONACA  FIORENTINA  275 


Salvestro    di   messer   Alamanno   de'   Medici,  Orlando  Avviati,  fabro 

gonfaloniere  di  lustizia,  qnartiere   di  S.  Giovanni  di  Giano,  setaiuolo 

loanni  Ambrogio  di  Meringo 

Ser  Salvi  Gai,  loro  notaio,  quartiere  detto.  Gueriante  di  Matteo  Marignolli 

5  loanni  Cambi 

NiccoI6  '  Brunetti,  pizzicagnolo  Giovanni  di  messer  Lotto  Salviati,  gonfaloniere     i.,  iy,  st 
Andrea  Niccolini,  calzolaio  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 

NiccoI6  d'  Ugolino  Giugni  Ser  Tinello  di  ser  Bonasera,  loro  notaio,  quar- 
loanni  di  Lapo  Corsi  tiere  di  S.  Spirito. 

10  Ubaldino  Fastelli 

Ammannato  di  Teghino  Rinaldi  Cione  'di  Vanni  Abadinghi  /., »  ts 

Francesco  di  Benedetto  Gucci  Lionardo  di  Bindo  Ferrucci 

Caruccio  d'Andrea  del  Nero  Bonaguida  di  lacopo  Simoni,  lanaiuolo 

Messer  Donato  Velluti,  gonfaloniere,  morto;  Bonaccorso  di  Vanni,  orafo 

15  in  suo  luogo  Sandro  di  Simone  da  Qua-  Ristoro  di  Cione,  maestro 

rata,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  Tommaso  di  Vanni  da  Careggi,  linaiuolo 

S.  Spirito  Alessandro  di  Niccolaio  d'Ugo  degli  Albizi 

Ser  Francesco  del  Maestro  Piero,  loro  notaio,  lacopo  d'AIdobrandino  di  Lapo  Rinaldi 

quartiere  di  S.  Maria  Novell^u  Baldese   di    Turino  Baldesi,  gonfaloniere    di 
20  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 

Andrea  di  Cappone  de'  Capponi  Ser  Piero  Cini,  loro  notaio,  quartiere  di  S. 
lacopo  di  Lapo  Gavacciani  Croce. 

Dino  di  Nuccio,  coreggiaio 

RuBRiCA.  722*  —  Come  messer  Bernaho  mandb  gente  in  Toscana,  e  venne  da  Mutrone. 

25  Nel  detto  anno  del  1370  messer  Bemab6  mand6  sua  gente,  la  quale  venne  da  Sarezana, 

e  per  la  via  di  Mutrone  e  poi  si  partl  di  quelle  parti,  e  andossi  disfacendo  per  soldi,  e  non 
facea  per6  danno  a'  Fiorentini,  nfe  a  molte  persone,  perocchfe  con  molta  gente,  che  il  Comune 
avea,  si  difese. 

RuBRiCA  723*  —  Come  ^in  questo  anno  fu  grande  carestia  d!ogni  cosa.  /.,it,  » 

30  Nel  detto  anno  f  u  grandissima  carestia,  perocchfe  per  la  gran  pioggia  dell'  anno  passato, 

e  perchfe  era  stata  guerra,  non  s'era  raccolto  assai  abbastanza;  di  che  convenne  si  mandasse 
per  grano  di  fuori.  E  valse  queiranno  lo  staio  fiorentino,  tre  mesi :  ci6  fu  febbraio,  marzo 
e  aprile  e  parte  di  maggio,  un  fioriao  lo  staio.  E  quel  medesimo  anno  di  vino  fu  gran  ca- 
restia,  perocch6  valse  fiorini  uno  la  barile  di  ricolta,  e  di  state  fiorini  uno  e  mezzo  il  barile. 

35  Ancora  fu  carestia  di  came,  perocchfe  queiranno  era  stata  in  Lombardia  la  guerra  e  in  To- 
scana  e  in  molte  luogora,  per  la  quale  cagione  non  era  venuto  a  Firenze  bestiame  di  Puglia, 
donde  ne  solea  venire  assai.  Queiranno  v'ebbe  mortalitk  di  bestiame,  la  qual  cosa  gitt6  assai 
carestia  oltre  airaltre  cagioni  di  sopra  narrate. 

RuBRiCA  724"  —  Siuesti  sono  i  Priori  da'  dl  frimo  di  gennaio  1370  o*  d\  frimo  di  gennaio  1371. 

iO  lacopo  di  Bartolo  Strada  Lapo  di  Vanni  Rucellai 

Matteo  di  Bonaccorso  Alderotti  Marco  di  Giotto  Fantoni 

Agnolo  di  Berto  Cecchi  Bartolo  Lana,  legnaiuolo 

Simone  '  di  Bonarrota  Simoni  NiccoI6  di  Benedetto,  rigattiere  /.,  u,  w 


35-16.  Sarezana. ...  Mutrone]  Sarezana  ed  a  Mutrone  A.  —  31.  non  ■'era....  dl  cbe]  non  «'era  troppo  rlcolto; 
di  che  A.  —  3».  fu]  omm,  A.  —  33.  parte  dl]  omm,  A, 


276 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  13711 


/.,  IX,  t2 


/.,  IX,  « 


Andrea  di  Veri  Rondineni,  gonfaloniere  di 
lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 

Ser  Calciotto  loanni,  loro  notoio,  quartiere  di 
S.  Spirito. 

Picro  Scotti,  calzolaio 

Andrea  di  Feo,  lastraiuolo 

Alberto  da  Caatiglionchio 

Domenico  di  Borghino  Taddei 

Tellino  Dini 

Alessandro  di  ser  Lamberto  del  Nero  Cambi 

lacopo  di  Giano  Gherardini 

Bartolommeo  di  Luca  Banchelli 

lacopo  di  Banco  Pucci  Bencivenni,  gonfalo- 

niere  di  lustizia,  quartiere  di   S.  Spirito 
Ser  Niccol6  di  ser  Ventura  Monachi,  loro  no- 

taio,  quartiere  di  S.  Croce. 

Guido  di  loanni  Machiavelli 

Giovanni  di  ser  Segna,  ritagliatore 

Bartolo  Masi,  vinattiere 

Antonio  Martini,  beccaio 

Piero  di  Lippo  Aldobrandini 

Bartolo  di  More  Ubaldini 

Niccolaio  di  Mone  Guidi 

Stefano  di  Taddeo  Cerretani 

Bonaccorso'  di  Lapo  loanni,  gonfaloniere   di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Domenico  di  ser  Benincasa,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  loanni. 

Bartolommeo  di  Niccolb  di  Cione  Ridolfi 
Filippo  di  lacopo  Marsilj 
Pierozzo  di  Piero  Pieri 


Gueriante  di  Bili^ardo  Bagnesi 

Ghieri  di  Chele,  albergatore 

Francesco  di  Chele,  rigattiere 

Gieri  Ghiberti 

Tommaso  di  Neri  di  Lippo  5 

Ghino  di  Bernardo  Anselmi,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Francesco  Masini,  loro  notaio,  quartiere 

detto. 

10 
Niccol6  di  Zucchero,  tavoliere 
Luca  di  Totto  da  Panzano 
Ser  Ghiberto  di  ser  Alessandro 
Lodovico  di  ser  Gherardo  della  Fioraia 
Carlo  di  Strozza  degli  Strozzi  15 

Giovanni  d'Amerigo  del  Bene 
Giovanni  di  Mone,  biadaiuolo 
Giovanni  di  Cenni,  vinattiere 
Uguccione'  di  Ricciardo  de'  Ricci,gonfalonie- 

re  di  lustizia,  quartiere  di  S.  loanni  20 

Ser  Bartolo   Neri  da   Roffiano,   loro   notaio, 

quartiere  di  S.  Croce. 

Niccol6  di  Nome,  vinattiere 

Bartolommeo  di  Caroccio  degli  Alberti  25 

loanni  di  Geri  del  Bello 

Attaviano  di  Dino  Attaviani 

Bindo  di  Giovanni  Vecchietti 

Marco  di  Bandino  da  Filicaia 

lacopo  Bonafede  30 

Niccol6  di  Geri  Soderini,  gonfalomere  di  lu- 

stizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Giovanni  Simoni,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  loannL 


RuBRiCA  725'  —  Come  in  guesto  anno  fu  in  Firenze  grandi  novita  -per  rivolgimcnto  di  stato  35 
de^  cittadini,  e  la  legge  si  fece  fer  messer  Benghi  Bondalmonti. 

In  questo  anno  ebbe  nella  cittk  di  Firenze  principio  di  molte  rivoluzioni,  le  quali  parvono 

veramente  essere  principio  di  molte  novitk  grandi  che  poi  seguirono.     Considerato  che   per 

A.  IX,  M     la  lega  della  Chiesa  8'era  Tuna'  setta  assai  sormontata,  ciofe  quella  degli  Albizi,  e  in  questo 

medesimo  anno  parve  che  I' una  setta  8'accordasse  insieme  coiraltra,  ovvero  dicono  altri  4C 
che  guardavano  di  dare  il  gambetto  Tuno  alFaltro;  ma  come  che  la  cosa  si  andasse,  Teffetto 
fu  che  la  setta  degli  Albizi,  per  la  lega  e  per  lo  Cardinale  ch'era  in  Corte,  in  Firenze  presero 
maggior  pife,  spezialmente  Piero  di  Filippo  degli  Albizi,  zio  de^  Cardinale,  e  mando  il  nipote 
a  Bologna,  e  indi  fu  fatto  capitano  della  Montagna.  Parve  Piero  far  surgere  lo  maladetto 
ordine  dello  ammonire,  addietro  narrato  in  piii  luoghi,  di  che  molto  si  tramestava  la   cosa :  43 


37.  ebbe]  ebbono  /.  —  41.  guardaTano]  guard6  G.  R. 
rato]  tnttato  G.  R. 


43.  Albizi  sio  del]  Albisi  cioh  del  G.  R.  —  45.  nar- 


[A.  1371]  CRONACA  FIORENTINA  277 

e  andava  a  partito  d'es3ere  ammonito  tale,  ch'era  guelfo,  e  cio  era  si  discorsa  la  cosa  che 
quando  erano  insieme  li  capitani  della  Parte  guelfa,  Tuno  dicea  alI'altTo:  "  Non  hai  tu 
"  niuno  a  cui  tu  voglia  male  ?  Ed  io  1'  ho.  Ora  mettiamo  a  partito  ciascuno  ii  suo  in  una 
"volta  tutti  e  otto  ,.  E  alcuna  volta  diceano:  "  Vada  il  tuo  prima  e  poscia  il  mio„.  E 
j  cosi  non  essendo  in  concordia,  poi  giuravano  credenza,  teniesi  un  tempo,  e  poi  pure  si  pa- 
lesava.  E  chi  era  stato  lass^  nominato,  o  messo  a  partito,  avea  uno  grande  crollo,  perocch^ 
si  dicea :  "  II  tale  dee  essere  ghibellino ;  egli  fu  messo  al  paraone  , .  Dicea  1'  altro :  "  Non 
"  era  che  non  si  vinse  ,.  E  quegli  rispondea:  "  II  tale  capitano  era  suo  amico,  e  campollo  „. 
Di  che  parea  altro  non  si  avere  a  fare  in  Firenze,  che  tali  cose  d'ammonire  tutto  di  ricor- 

10  darsi.     Di  che  per  questo  diguazzare  messer  Benghi  Buondelmonti '  cavaliere  del  popolo,  e     /.,  n,  u 

avea  ricevuto  essere  popolano  per  la  guerra  de'   Pisani,  come  addietro   fu   fatta   menzione, 

e  in  quel  medesimo  anno  era  stato  imborsato  de'  Priori,  e  sarebbe  stato  in  queiranno  me- 

desimo  Priore,  per  11  modi  suoi  si  fece  una  riformazione,  la  quale  in  effetto  narro :  che  chi 

fosse  stato  Grande  e  fatto  popolano,  da  quello  dl  del  beneRcio  ricevuto,  ed  avesse   consorti 

15  Grandi,  non  potesse  essere,  infra  venti  anni  dal  dl  del  beneficio,  de'  Priori,  e  non  potesse  essere 
a  fare  lo  squittino  ecc.  Questa  legge  fu  fatta  proprio  per  messer  Benghi,  perocch'egU  avea 
consorti  Grandi,  e  niuno  altro  avea  consorti  Grandi;  perocchfe  chiunque  si  facea  di  popolo 
mutava  arme,  e  riiiutava  la  consorteria,  e  messer  Benghi  non  mut6  arme,  nfe  rifiut6  consor- 
teria,   di   che  ebbe  divieto  venti  anni  dal  di.     Di  che  poi  nell' ammonire  divent6  piu  fiero 

20  per  lo  sdegno.    E  ci6  fu  del  mese  di  gennaio  1370. 

RuBRicA  726*  —  Come  segui  forte  la  legge  delVammonire,  e  chi  fu  ammonito  in  quesfantto. 

Nel  detto  anno  essendo  la  setta  degli  Albizi  in  colmo  per  la  Chiesa  e  per  lo  Cardinale 
e  per  la  lega,  parve  Taltra  setta  d'Uguccione  de'  Ricci  dare  a  terra  le  reni  e  cominciare 
a  piaggiare,  ed  ancora  a  f are  di  quello  medesimo  che  gli  Mbizi  ed  a  volere  delle  prowisioni ' 

25  dalla  Chiesa,  e  cominci6  Uguccione  a  mandare  Guglielmo  suo  figliuolo  a  Bologna,  onde  ebbe     /.,  w,  »» 
dal  cardinale  di  Brugia  prowisione  di  40  fiorini  il  mese,  ed  aII'altro  figliuolo  dare  uno  be- 
neficio  e  terreni  di  Chiesa  in  quello  di  Sanmignato.     Di  che  alli  cittadini  parea  quasi   loro 
essere  venduti,  dicendo:   "  Noi  siamo  meglio;  e  prima  da  Firenze  di  queste  due  famiglie  e' 
"  diceasi  la  setta  degli  Albizi  e  quella  de'  Ricci,  ed  ora  sono  accordati  insieme ;  ed  Uguccione 

30  "  era  quello,  che  sempre  vieto  la  lega  della  Chiesa,  ed  ora  Tha  ordinata,  ed  ha  a  provvisione 
"  della  Chiesa  i  figliuoli ;  egli  non  la  vietava  per  bene  di  Comune,  ma  per  avere  migliore  boc- 
"  cone;  neiranno  del  1366  egli  puose  Tordine  che  non  si  ammonisse  di  leggiero,  come  si  facea, 
"  e  ora  k.  fiero  all'  ammonire  „ .  Onde  molti  si  meravigliavano  di  lui,  e  in  odio  1'  avevano,  pe- 
rocchfe  parea  essere  fatto  colla  setta  degli  Albizi  una  cosa.     E  in  questo  anno  furono  ammo- 

35  niti  tre  famiglie,  per6  chi  ammonia  uno  d'una  casa  e  fosse  uno  lato  stretto,  o  discendenti, 
erano  tutti  ammoniti.  L'uno  fu  Priore  d'Arrigo  de'  Sigoli,  quartiere  di  S.  Spirito,  popolo  di 
S.  Niccolo,  e  ci6  fu  a'  dl  22  d'aprile  1371.  Uberto  de'  Benvenuti,  detto  quartiere,  popolo 
di  Felice  in  Piazza,  detto  anno  e  mese.  Zanobi  di  Neri  de*  Macigni,  quartiere  di  S.  Giovanni, 
detto  anno  a'  di  8  di  gennaio,  alla  cui'  moniziona  fu  messer  Rosso  de'  Ricci  capitano,  e  non     /.,  ix,  »6 

40  possendo  vincersi  tra  loro,  e  messo  tre  volte,  messer  Rosso,  non  volendolo  il  Proposto  mettere 
piu  tra'  Ventiquattro,  disse  che  lo  metterebbe  egli  cento  volte.  E  ultimamente  non  vincendosi, 
feciono  uno  consiglio  di  richiesti  la  sera  alle  due  ore,  e  stettono  insino  a  dl,  quando  sonata 
era  la  seconda  volta  per  andare  per  li  Gonfaloni.    Alla  terza  questi  dei  Macigni,  ch'era  tratto 


1,  11  capltanl  della  Parte  guelfa]  11  dettl  Capltanl  G.  /?.  —  4.  e  poscia]  c  pol  G,  R.  —  5.  gluravano]  tl 
giurava  G.  R.  -  teniesl]  tenevasi  A,  —  9-10.  in  Firenze....  Dl  ciie]  in  Firenze  clie  ammonlre.  Dl  ciie  A  — 
13.  Priore]  omm.  A.  —  16.  fatta]  omm.  G.  R.  -  per  messer]  in  raesser  G.  R.  —  ao.  dcl  racse]  omm.  A.  —  13.  d'U- 
guccione]  omm.  A.  •  le  reni]  omm.  A,  —  it,.  a  piaggiare]  a  piangere  A.  -  che  gii]  degll  /.  —  a?.  loro]  emm.  G,  /?, 
—  39.  dlceasij  dicesl  A.  —  31.  della  CJiiesa]  e  Chiese  G.  R.  A.  —  36.  quartlcre]  omm.  G.  R.  —  37.  UbertoJ  Berto  A, 


278  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1371-13721 


gonfalonleri,  messer  Rosso  si  lev6,  e  puxb  ch'egli  non  lo  piglierebbe.  La  brigata  stracca, 
e  vedendo  quivi  300  cittadini  richieati  a  consigliare,  che  lo  apacciassero,  perocch'eglino  ri- 
chiedeano  ai  consigli  uomini  che  fosaero  di  loro  animo,  ciofe  al  consiglio  de'  richiesti;  allora 
il  Ventiquattro  s'  arrenderono,  e  fu  ammonito. 

RtraRlCA  727*  —  Cotne  st  elessero  bargelli,  e  fecesi  legge  sofra  falliti,  e  feronsi  gabelle  al    5 
Monte,  e  fecesi  Uguccione  Alhizi  una  lega,  e  fecesi  legge  a  chi  uccidesse  gli  sbanditi. 

Nel  detto  anno  del  1371  «i  fecero  in  Firenze  molte  leggi;  perocchfe  molti  sbanditi  usa- 
vano  allora  nel  contado  di  Firenze,  e  vietavano  poBsessioni.  Di  che  si  elesaero  quattro  bargelli, 
i  quali  stessero  in  contado,  e  niuno  ne  potesse  stare  in  Firenze,  se  non  tre  dl  per  mese,  con 

/.,  IX,  97     grandi  balie.    E  certo  molto  f ecero '  spaurire  gli  sbanditi,  ed  arsono  molte  case  de'  cittadini,  10 
e  condannarono  molti  che  gli  ricettavano,  che  erano  la  maggior  parte  del  numero  de'  Grandi. 
Chi  dice  che  '1  feciono  perchfe  si  trov6  le  s6tte  in  palagio;  e   chi  dice   che  '1  fecero  pure 
perchfe  li  Grandi  stanno  piii  in  villa,  e  ricettano  gli  piii,  che  i  popolani.     Ancora   queiranno 
falli   la  compagnia  de'   Guardi,  la  quale  avea  di  debito  127  migliaia  di  fiorini,  e  per  questo 
si  pose  grandi  pene  a'  falUti  e  alle  mogli  e  a'  figliuoli,  e  non  potessero  avere  uficio,  se  non  15 
rendessero  soldi  20  per  Ura,  e  chi  non  rendesse  soldi  20  per  lira,  benchfe  fosse  finito,  ad  ogni 
tempo  potesse  esser   convenuto,  e  molte  altre  leggi  sopra  ci6.     Ancora   chi  pigliasse   alcuno 
abandito  avesse  certi  danari;  e  chi  uccidesse  uno  sbandito,  se  avesse  bando,  fosse  ribandito. 
Ancora  si  fece  legge,  conciosiacosachfe  molti  incantavano  li  denari  del  Monte,  e  diceano : 
"Lo  Monte  vale  30  per  centinaio  questo  dl;  io  voglio  fare  teco  una  cosa:  io  voglio  poterti  20 
'  dare  oggi  a  un  anno,  owero  tu  dare  a  me,  quanto  a  31  per  cento  che  vuoi  ti  doni,  e  fa 
'questoP^.     E  cadeano  in  patto;  poi  stava  in  se.     Se  rinvigHavano,  li  comperava,  e  se  rin- 
caravano,  li  vendeva,  e  non  promutava  qua  e  Ik  le  scritte  20  volte  I'  anno.     Di  che  vi  si  puose 
su  gabella  fiorini  2  per  cento  a  ogni  permuta. 

/« IX,  9»  Fu  in  que8t'anno,  cio^  il  settembre  e  Tottobre,'  Carlo  Strozzi  de'  Priori,  ed  era  un  savio  25 

uomo,  ed  era  cosl  grande  capo  della  setta  degli  Albizi,  come  si  fosse  Piero  di  Filippo  degli 
Albizi  medesimo ;  e  fu  gonfalonieri  di  lustizia  Uguccione  di  Ricciardo  de'  Ricci.  Di  che  per 
lo  senno  di  Carlo  parve  unire  Piero  di  Filippo  e  Uguccione  a  ogni  cosa  e  spezialmente  all'  am- 
monire.  Di  che  non  seppe  fare  si  segreto  che  non  si  sapesse,  e  ancora  per  le  opere  si 
vedeano;  onde  la  setta  de'  Ricci  lev5  la  fede  a  Uguccione.  E  dissesi  che  piu  volte  di  notte  30 
s' accozzarono  insieme  in  pifi  luoghi. 

RuBRiCA  728'  —  Come  si  fecero  ordini  e  leggi  sofra  i  noiai,  e  foco  valse. 

Nel  detto  anno  del  1371  di  maggio  si  fece  legge,  che  conciofossecosach^  li  notai  negli  uficj 
si  pagavano  troppo  ingordamente,  cio6  era  uno  notaio  al  camarlingato  dell'  Estimo,  ciofe  paga- 
vasi:  egli  volea  dello  pagamento  di  20  soldi  a  cancellare  per  lo  popolo  la  bulletta  soldi  5,  ed  era  35 
tale  popolo  a  pagare  lire  5  che  '1  notaio  volea  il  quarto,  e  cosl  di  ogni  cosa.    Di  che  si  fece 
ordini  penaU,  e  non  si  osservarono,  nfe  infino  a  questi  di  non  si  fece  tante  leggi  che  si  osservino. 

/.,  ix,  99     RuBRicA  729'  —  ^estV  sono  i  Priori  da^  di  frimo  di  gennaio  1371  d  di  frimo  di  gennaio  1372. 

Bonaiuto  di  ser  Belcaro  de'  Serragli  Simone  d'Andrea  Fagiuoli,  chiavaiolo 

lacopo  di  Lippo  Neri  Ridolfo  di  Lorenzo,  calzolaio  40 


9.  1  qnali]  de'  quali  G.  R. ;  e*  qiiali  /.  •  niuno  ne  potesse]  non  potesslno  A.  —  1 1.  ricettarano ....  magglor] 
rlcettarano  11  quall  erano  11  condannati  la  magglor  G,  R.  —  13.  perch^  U  Grandi]  percli'egllno  /.  —  16.  e  chi.... 
per  llra]  omm.  A.  —  18.  certl]  omm.  G.  R.  -  se  aresse  bando]  omm.  G,  R.  —  19.  li  denarl]  omm.  G.  R.  —  »3.  e 
non]  e  ne  /.  ti  tratta  evidentcmente  di  u»a  correzione  di  /,  -  le  scritte]  il  patto  G.  R.  —  J4.  permuta]  promutatore 
G,  R,  —  36-37.  degli  Albizi]  omm.  A,  —  38.  parre]  per  A,  —  34.  troppo]  omm,  A,  -  cio^]  omm,  A.  -  cloi]  omm.  G,  R. 


[AA.  1371-1373] 


CRONACA  FIORENTINA 


279 


Guccio  di  Dino  Gucci 
Bartolo  di  Giovanni  Siminetti 
Napoleone  di  Benci  Carucci 
Francesco  di  ser  Arrigo  Rocchi 
5  Lapo  di  Duccio  Bucelli,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Andrea  di  ser  Guido,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Maria  Novella. 

10  Giovanni  di  Luigi  de'  Mozzi 

Simone  di  Geri  Baroni 

lacopo  di  Piero  Sacchetti 

Bartolommeo  di  Lione  Simoni 

Pace  Brunetti,  pezzaio 
15  Giraldo  di  Paolo  Giraldi,  galigaio 

Benedetto  di  Piero  MoreUi,  lanaiuolo 

Marco  di  Benvenuto,  saponaio 

Andrea'  di  Lippozzo  Mangioni,  gonf  aloniere  di 
lustizia,  quartiere  di  Santa  Maria  Novella 
20  Ser  Chiermontieri  di  ser  Bartolo  Chiermontieri, 
loro  notaio,  quartieri  di  S.  Spirito. 

lacopo  di  Banco  Pucci  Bencivenni 

Pagolo  di  Matteo  de'  Malificj 
25  Bardo  Corsi,  setaiuolo 

Andrea  di  messer  Francesco  Salviati 

Pera  del  Pera  Baldovinetti 

Giovanni  Federighi 

loanni  di  Cante  Ammannati,  pizzicagnolo 
30  Maso  di  Neri,  funaiuolo 

lacopo  di  Dino  Guidi,  gonfaloniere  di  lustizia, 
quartiere  di  S.  loanni 

Ser  Piero  Mazzetti,  loro  notaio,  quartiere  detto. 

35  Simone  Tucci,  albergatore 

Serotine  di  Salvestro  Brancacci 


Tommaso  di  Lippo  Soldani 

loanni  di  Lapo  Niccolini 

Gentile  d'Oddo  Altoviti 

Pagolo  di  Bingeri  Rucellai 

Giovenco  di  messer  Ugo  della  Stufa 

Biagio  di  Bonaccio  de'  Guasconi 

Francesco'  di  Feduccio  Falconi,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Bemardo  di  ser  Taddeo  Carchereli,  loro 

notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

XJberto  di  Schiatta  Ridolfi 

lacopo  d'Alessandro  Guidetti 

Piero  Bachini,  beccaio 

Bartolo  Sanguigni,  calzolaio 

Andrea  di  Segnino  Baldesi 

Davanzato  di  loanni  Davanzati 

Uberto  di  Pagno  degli  Albizi 

Filippo  di  Rinaldo  Rondinelli 

Michele  di  Vanni  di  ser  Lotto,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce. 
Ser  Michele  di  ser  Tegna,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Maria  Novella. 

Giovanni  di  Tingo,  speziale 

Nicola  d'AIbizo  de'  Guicciardini 

Bettino  di  messer  Covone  de'  Covoni 

Beltramo  di  messer  Bivigliano  de'  Baroncelli 

Luca  di  Vanni,  calzolaio 

Francesco  d'Amerigo,  pezzaio 

Ugolino  Attavanti,  speziale 

Giovanni  di  Tura  Dini 

Dego  di  Dosso  degli  Spini,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella, 
Ser  Verdiano  Arrighi,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Spirito. 


/.,  n,  loi 


/.,  K.  100 


RuBRicA  730*  —  Come^  sifece  ordini  alla  Parte  guel/a  sofra  gli  ammomti,  e  che  non  si  fotesse    /.,  n,  va 
toccare  gli  ordini. 

Neiranno  1371  li  Priori  di  gennaio  e  febbraio  furono,  infra  i  quali  ebbe  uno  Bartolo 
40  di  loanni  de'  Siminetti,  quartiere  di  S.  Maria  Novella,  uomo,  che  di  nuovo  era  intrato 
nella  setta  degli  Albizi,  e  toltosi  da  quella  de'  Ricci.  Dicesi  che  lo  fece  che  quando  faUi- 
rono  i  Guardi  egli  stava  male,  ed  era  tavoliere,  ed  avea  crediti  da  non  riscuotere  tosto,  e 
debiti  che  ogni  uomo  volea  esser  pagato.  Di  che  avendo  debiti,  ed  essendo  per  fallire, 
parve  che  Carlo  Strozzi  e  Michele  di  Vanni  di  ser  Lotto,  che  erano  due  grandissimi  neUa 
45  setta  degli  Albizi,  lo  mantenessero  ai  loro  danari,  onde  rimedib  a  non  fallire.    Di  che  per 


39.  febbraio. 
tc*  eon  del  quall 


uno]  febbraio  tI  fn  uno  A,  —  43-43.  e  debtti  che  ogni]  e  debiti  ogni  G,  R.  *  A. ;  I.  ffff*' 


280  CRONACA  FIORENTINA  lAA.  1371-1373] 


questo  egli  8'era  loro  obbligato.  Per  la  qual  cosa  eBsendosi  la  setta  degli  Albizi  per  la  lega 
e  per  lo  Cardinale  sormontati,  e  datisi  airammonire  p^er  tema  che  non  fosse  chi  restrignesse 
gli  ordini  della  Parte,  furono  col  detto  Bartolo,  e  si  si  feciono  forti  con  lui,  Ed  in  efifetto 
e<^li,  come  uomo  assai  saputo  e  baldanzoso  piii  che  non  era  sua  persona  e  sua  forza,  fece  una 
petizione,  che  niuna  legge  si  potesse  fare  contro  alla  Parte  guelfa,  nh  pro  alla  Parte,  e  qui  5 
/.,  IX,  101  fece  porre  gravissime  pene.  Non  si  vinceva';  egli  uab  piii  arti;icci6  farla  vincere,  e  non  si 
vinceva,  li  capitani  della  Parte  stavano  in  consiglio,  e  facevano  minacci  onestamente,  e  man- 
dnvano  nel  consiglio  per  colui,  ch'eg1ino  sentiano  che  si  opponesse  coUa  fava,  ediceangli: 

•Se'tu  gueIfo?„  Ognuno  dicea:   "sl,.  —  "  O  perchfe  non  vuo'  tu   che   questa  petizione 

si  vinca?  „  Quegli  si  scusava,  e  temeva  d^essere  ammonito,  tomava  a  sedere  nel  luogo  suo,  e  10*"^ 
colla  fava  scoperta  nera  rendea  il  partito.     Gli  altri  veggendosi  minacciati  faceano  lo  simile, 
ed  ancora  non  si  vincea.     Pure  Bartolo  predetto  cominci6  a  fare  racogliere  a  panca  a  panca, 
e  dicea:  "Noi  vogliamo  vedere,  donde  le  fave  bianche  vengono,  ch6  non  k  guelfo  chi  non 
"  vuole  che  la  si  viiica  ,.     E  in  questo  modo,  spaurita  la  brigata,   si   vinse.     Questa  fu  una 
mala  novella,  e  fu  dare  un  principio  a  quello  che  segul ;  di  che  poi  si  gua8t6  la  cittk,  ed  a  1 5 
molti  fu  in  odio  il  detto  Bartolo,  quasi  ai  buoni  uomini,  perchfe  troppo  si  disonest^  in  fare 
tanta  violenza  al  consiglio,  e  molto  innalz6  con  gli  partigiani.     Allora  questa  cosa  dife  tanto 
da  pensare  alla  brigata,  sl  perch6  Uguiccione  si  dicea  quasi  di  assentire,  che  li  buoni  mer- 
catanti  si  vedeano  a  malo   porto,  e   parea   loro  essere   schiavi  di   quelle  due   famiglie,  cioe 
Ricci  e  Albizi,  e  non  ardiano  in  palese  a  parlare,  ma  segreto  ragionavano  ogni  di :    *  Ve-  20 
*  demo  modo  di  uscire  di  servitudine  e  di  tanto  vitupero,. 

/.,ix,  104       RuBRiCA  731*  —  Come^  gli  fecero  gli  ordini,  ed  i  Ricci  e  gli  Aliizi  furono  fosti  al  divieto, 
e  cotne. 

Nel  detto  anno  1372  d'aprile  veduti  li  Priori  nuovi  di  buono  animo  e  persone  di  non 
grande  leva  e  da  starsi  volentieri  sanza  parti  e  s^tte,  salvo  Andrea  di  Lippozzo,  ch'era  25 
gonfaloniere  di  iustizia,  ch'era  della  setta  degli  Albizi,  molto  fiero  ;  li  cittadini  si  strinsero 
insieme  di  volontk  segreta  d'alcuni  Priori  e  d'alcuni  Collegi,  e  cominciarsi  a  ragunare  a  due 
e  tre  insieme,  ed  ultimamente  intesi  insieme,  cominciarono  a  farsi  tra  loro  alcuni  capi.  Infra 
quall  fu  nel  quartiere  di  S.  Spirito  Giovanni  di  Luigi  de'  Mozzi,  ch'era  de'  Priori ;  in  S.  Croce  [ 

Simone  di  Rinieri  de  Peruzzi,  messer  Lapo  da  Castiglione,  Giovanni  Magalotti :  S.  Maria  Novella  30 
Luigi  di  Lippo  Aldobrandini,  Ghino  di  Bonardo  Anselmi,  Bama  di  Valorino  Curianni,  ed  in 
S.  Giovanni,  Andrea  di  Veri  Rondinelli,  Salvestro  di  messer  Alamanno  dei  Medlci,  e  molti 
altri  li  seguirono,  e  in  numero  di  cento  o  piu  il  sentirono;  ma  forse  trenta  da  prima  furono 
/.,  iz,  los        i  giurati.     Ed  ultimjimente  la  cosa  si  scoperse,  perocch6'  questi  andarono  in  casa  di  Simone 

di  Rinieri  de  Peruzzi  a  giurare  ;  ed  egli  8'infignea  malato.  Di  che  uno  e  altro  veggendo  tanto  35 
costui  essere  visitato,  presero  sospetto,  e  andarono  a'  Signori  e  dissero  che  combibbia  si  facea 
e  ragunata  in  casa  cittadini;  e  mostr6  queste  famiglie  Albizi  e  Ricci  sentire  di  questa  cosa 
alcuno  sentore.     Di  che  costoro  si  ragunarono  in  S.  Piero  Scheraggio,  e  quivi  furono  circa 
uomini  quarantotto,  e  non  si  sarebbero  ragunati,  se  non  avieno  rappoggio  d'alquanti  Priori 


3.  fosse  chl  ristrlgnesse]  fosse  qualche  Prlore  che  restrjgnesse  G.  R.  —  4.  sua  persona  e]  omm.  A.  —  5.  guelfa] 
««»1.  A.  -  pro]  per  /.  -  qui]  omm,  I.  —  6-7.  vincere., ..  li  capltani]  vlncere;  priraa  che  11  capitani  G.  R.  —  7.  fa- 
ceTano  minacci]  minacciaTano  A.  —  7-8.  onestamente ....  dlceangli]  onestamente  quegll  delle  f  are  bianche,  e  pol 
cominciaroao  a  mandare  per  loro  e  dicevono  A.  —  9.  dlcea]  rispondevono  A.  —  9-10.  perch^....  Quegli]  perchfe 
non  Tlnci  la  petizione?  Quegli  A.  —  lo.  nei  luogo  suo]  omm,  A, —  ii.  scoperta....  Gll  altri]  scoperta  dara  nera.  5 
Gli  altri  G.  R.  —  13.  a  panca  a  panca]  per  pancata  A.  —  16,  quasl  al  buonl  uomlni]  omm.  A.  —  19.  cioi]  omm. 
A.  —  20.  In  palese]  omm.  G.  R,  —  ai.  serTltudine]  schlaTitudine  G.  R.  -  e  dl  tanto  yitupero]  omm.  G,  R.  — 
34.  d'aprUe]  d'aprlle  e  marzo  G.R,;  I.  corregge:  d'aprUe  e  di  magglo  —  35.  e  sfette]  omm.  A.  —  30.  Castl- 
gllone]  CastigUone-Conetto  In  Caatiglionchio  A ;  Castiglionchio  /.  —  33.  del  Medici]  omm,  G.  R,  —  34.  giuraUJ 
congluratl  A.  —  39.  uomini]  omm.  G.  R,  10 


[A.  1372]  CRONACA  FIORENTINA  281 


e  Collegi,  perochfe  era  pena  capitale  a  ragunarsi  oltre  a  dodici  in  luogo  secreto,  se  faccenda 
spressa  o  speziale  palese  non  si  facesse.  Li  Signori  s'infinsero  di  sapere  questo;  la  brigata 
si  si  risenti,  e  cosi  ragunati  andarono  in  Palagio,  e  dissero  scusandosi  ch'erano  cittadini,  e 
che  essi  intendeano  potere  venire  a'  Signori,  e  pero  erano  venuti,  che  a  loro  parea  essere 
5  venduti  come  schiavi,  che  altro  che  Ricci  e  Albizi  non  si  dicea.  Di  questo  nacque  quello 
che  per  gli  predetti  ragunati  era  oidinato:  di  tenere  uno  consiglio  di  richiesti,  al  quale  si 
proponesse  queste  cose,  e  quivi  ognuno  consigliasse.  E  questi  aveano  ordinato  chi  dicesse, 
chi  rispondesse,  chi  seguitasse,  e  chi  arringasse.  Ragunato  il  consiglio,  li  Signori  propuosero 
che  a  loro  erano  venuti  certi  cittadini  a  dire,  che   raunata   si   facea   e   conventicole,   e  che 

10  questi  erano  penali  affari.     Altri  cittadini  erano'  venuti  a  loro,  e  diceano,  ch'erano  ragunati     /.,  ix,  io6 
in  S.  Piero  Scheraggio  per  venire  a  ricordare  ai  Signori  che  mantenessero  ragione  e  libertk ; 
che  a  loro  parea  che  nella  citta  si  avessero  famiglie,  che  si  voleano   fare   Signori,   di   che 
ciascuno  consigli.     Quivi  erano  Albizi  e  Ricci,  e  poi  delli  loro  aderenti  assai  in  numero  di 
cinquecento  cittadini,    Fatta  la  proposta,  i  coUegati  non  volieno  cominciare  eglino  per  avere 

15  Tassemplo,  ed  erano  con  ordine,  e  gli  altri  non  sapeano  bene  lo  loro  ordine.  Di  che  stato 
per  ispazio  d'un  pezzo  si  levo  uno  grande  settaiuolo,  e  bene  savio  e  grande,  con  gli  Albizi 
e  disse  :  "  Signori  io  non  so  che  cagione  sia,  e  possa  essere,  per  la  quale  ragunata  de'  cit- 
tadini  si  debba  fare  sl  grande,  come  ^  questa,  che  non  si  faccia  prima  qui  in  questo  palagio 
e  di  licenza  di  voi  Signori;  e  pertanto  io  giudico  che,  sia  chi  vuole  che  si  sia  ragunato,  in 

20  quale  luogo  si  voglia,  che  si  mandi  a'  vostri  rettori,  che  ne  facciano  ragione  secondo  gli 
ordini,  acciocch^  sia  assemplo  alle  ragunate„.  Se  la  brigata  gli  avessero  iti  dirietro,  cio^ 
gli  Albizi  e  li  Ricci  e  i  loro  amici,  a  confortare  il  detto  suo,  e  seguito  di  non  lasciare  tra- 
mezzare  li  giurati,  il  consiglio  venia  per  gli  settaiuoli,  perchfe  ad  ognuno  parea  (giusto)  quella 
che  colui  disse  ;  e  questi  fu  lacopo  di  Lapo  Gavacciani.    Subito  si  lev6  dietro  uno  de'  mag- 

25  giori  giurati,  ci6  fu  Filippo  di  Cionetto  Bastari,'  il  quale  disse:    "  Signori,  egli  h  vero   che     /.,  ix,  107 
"  circa  cinquanta  cittadini  si  ragunarono  in  San  Piero  Scheraggio,  de'  quali  io  fui  uno,  a  inten- 
"  zione  di  fare  quello  che  facemmo,  di  venire  alla  vostra  Signoria  a  narrare  la  liberta,  sotto 
"  che  questa  Terra  e  stata,  e  stare  dee,  e  stark  per  vostra  virtii,  e  non  sark  tanta  di  forza  in 
"  certi  malevoli,  che  si  sono  fatti  capi  di  setta,  a  vendere  gli  altri  come  schiavi ;  perocch^  chi 

30  "  non  h  di  loro  setta  h  incusato,  molestato  e  disf atto,  e  chi  h  dell'  una  setta,  e  non  h.  del  tutto 
"  come  scliiavo,  egli  h  mezzo  abbandonato,  e  Taltra  setta  1'  impronta  addosso.  Noi  ci  siamo 
"  ragunati  per  essere  liberi;  e,  o  Signori,  dateci  libertk„.  Fu  costui  secondato  da  Simone 
di  Rinieri  Peruzzi  e  da  messer  Lapo  da  Castiglionchio  e  da  molti  altri  de'  giurati,  e  di  loro 
animo,  le  s^tte  non  seppono  il  riparo.    Cominci6  ad  andare  uno  giovane  baldanzoso,  che  avea 

35  nome  Francesco  d'Antonio  degli  Albizi,  e  disse  che  mai  la  casa  degli  Albizi  non  vollero 
vendere  la  cittk,  ma  i  Ricci  si,  che  Uguccione  de'  Ricci  avea  promesso  a  messer  Bernab6 
Firenze.  Levossi  suso  Giorgio  di  Ricciardo  dei  Ricci,  e  disse  non  era  vero,  ma  che  Checco 
d'Antonio  avea,  andando  in  Ferrara  e  in  Padova,  detto  a  quelli  due  tiranni,  che  la  casa 
degli  Albizi  erano  signori  di  Firenze,  come   quelli  tiranni  delle  loro   citth,   fuori   che  colla 

40  bacchetta.     E   quello   udito  inanim6  la  brigata  contro'  alFuno  e  airaltro.     E  quando  questi     /.,  ix,  los 
doveano  scusarsi  ed  incolpare  i  giurati,  ed  eglino  infamavansi  insieme  Tuno  contro  all'allro 
di  loro  medesimi;  ma  questo  non  avrebbe  mai  fatto  Piero,  n^  Uguccione.    Vedendo  in  con- 
tenzibne  menata  la  cosa,  si  licenziarono  i  consigli,  e  andarsi  con  Dio  Tuna  parte  e  raltra. 
I  Priori   furono   con  gli  loro  Collegi,  e  deliberarono  d'eleggere  due  cittadini  per  quartiere, 


7.  ognuno  consigliasse]  ognuno  dlcesse  G,  R.  —  8.  seguitasse....  Ragunato]  seguitasse  e  chi  ripigliasse.  Ra- 
gunato  G.  II.  —  ii.  ricordare . . . .  libertd]  ricordare  che  mantenessero  i  Signorl  ragione  e  liberti  G.  H,  —  15.  ed 
erano]  che  erano  G.  R.  —  16.  d'un  pezzo]  omm,  G.  R.  —  18-19.  palagio  e  di  ilcenza  dl  voi]  palagio  con  diligenza 
di  voi  G.  R.  —  20-3I.  secondo  gli  ordlni]  omm.  G,  R.  —  33.  settaiuoli. ...  disse]  settaiuoli  perocchfe  ad  ognuno 
susa  {iic)  a  quello  che  colui  disse  G.  R. ;  I.  corregge,  semza  feraltro  avvtrtirlo :  ad  ognuno  servla ;  IIo  aggimttt 
alla  lezione  di  A.,  adottnta  nel  teiio  la  farola :  giusto  —  33.  Peruzzi]  omm.  G.  R, 


282  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i373j 


li  quali  aveuero  con  due  Grandi  insieme,  cio&  dieci  in  tutto,  a  domandare  infra'  cittadini 
ciascuno  per  lo  suo  quartiere,  quale  era  la  cagione  degli  scandoli,  e  quale  era  lo  rimedio 
buono  a  levarli.    I  quali  cittadini  furono  questi,  cio^.... 

RuBRicA  732*  —  Cotne  furono  fosti  gli  ordini  agli  Albizi  ed  a'  Ricci,  tre  fer  famiglia,  e 
fatto  Vuficio  de'  Dieci  della  Liberta  e  moltri  altri  ordini.  5 

Rapportato  a'  Signori  ed  alli  CoUegl  la  cosa,  si  si  ristrinsero  insieme,  ed  in  effetto  videro 
ch'era  d'ammaccare  la  superbia  degli  Albizi  e  di  loro  seguaci.  Ma  come  erano  in  quel  tempo 
negli  uficj  dell'una  setta  e  deiraltra  d'ogni    ingenerazione,  si  presero  balla   per  U  consigli 

/,B,iM        d'e88ere  li  Priori  e  li  Gonfalonieri '  e  li  dodici  Buoni  Uomini  e  li  Capitani  di  Parte  e  quelli 

Dieci  che  furono  eletti,  e  questi  avessero  balla  di  fare  molte  cose.    E  molte  ne  vietarono,  10 
ciofe:  che  non  potessero  vendere,  nh  impegnare  la  cittk,  o  sue  forze,  nh  danaio  toccare,  non 
potessero  toccare  le  borse  degli  ufici,  non  potessero  fare  di  Grandi  popolani,  nfe  di  popolani 
Grandi,  n^  di  Guelfi    Ghibellini,  nfe  di  Ghibellini   Guelfi;    nh    ribandire,  nk    dar   bando,   nh 
confini  fuori  della  citt^  a  niuno  e  molte  cose.    Presa  la  balia,  questi  furono  gli  uomini:.... 

Dipoi  si  rinchiusero,  e  stettono  in  palagio  dalla  mattina  infino  alla  notte  presso  a  di,  e  15 
molte  cose  f eciono ;  ma  volentieri  arebbono  f atto  solo  agli  Albizi  e  non  a'  Ricci ;  ma  pure 
per  la  setta,  che  ciascuno  guard6  salvare,  molti  ne  vietarono  degli  ufici,  e  ci6  furono  96,  ma 
poi  parve  loro  gran  boccone.  I  savi  ingannarono  gli  altri,  e  dissero :  "  Egli  h  meglio 
"  avere  cominciato  ad  alcuno,  e  vedere  quel  che  se  ne  dice ;  noi  abbiamo  ancora  tutto 
"aprile  balla;  a  torre  tanti,  quanti  questi  sono,  potrebbe  generare  scandalo,  perocchfe  y'h  20 
"  d'ogni  famiglia,.  Alla  perfine  si  diliberb  che  fossero  tre  degli  Albizi  e  tre  dei  Ricci;  infra 
quali  furono  questi  ciofe:  Piero  di  Filippo,  Pepo  d'Antonio  e  Francesco  d'Antonio,  tutti  e 

/.,  IX,  110       tre  della  famiglia  degli  Albizi ;  Uguccione  di  Ricciardo,'  messer  Rosso  di  Ricciardo,  messer 
Giovanni  di  Ruggieri,   tutti   e  tre  della  famiglia  de'  Ricci.     Li  quali  infra  cinque  anni  non 
potessero  avere  alcuno  uficio  della  cittk  di  Firenze,  salvochfe  alla  Parte,  e  che  non  potessero  25 
intrare  in  niuno  palagio  d'alcuno  rettore,  nh  del  Comune,  a  pena  di  mille  fiorini,  n^  presso 
al  palagio  de'  Priori  a  cento  braccia,  ed  ogni  volta  che  f osse  tratto,  fosse  rimesso.     Feciono 
che  se  quando  fosse  tratto,  che  se  egli  avesse  25  fave  delle  37  de'  Priori  e  Coilegi  nere, 
potesse  esercitare.  Ancora  feciono  che  sempre  fossero  li  Dieci  della  Libert^,  e  fecionne  borsa: 
Ancora   feciono  che  dieci  avessero  balla  di  far   fare  compromessi,   e  che  niuno  cittadino  30 
intrasse  in  palagio,  se  non  quando  si  tenesse  corte  col  palagio  aperto,  ed  avessero  i  Dieci 
a  punire  in  500  lire  chi  ivi  entrasse.    Ancora  puosero  le  petizioni  di   fare  de'  Grandi    per 
ciascuno  che  sia  ingiuriato,  o  vietato  possessioni  e  altre  ingiurie,  si  potesse  dare  una  peti- 
zione  a*  Signori,  ch'ello  fosse  fatto  de'  Grandi :  di  chi  facesse  ingiuria,  e  uscisse  del  quar- 
tiere  dove  abita,  e  non  potesse  intrare  in  casa  sua,  pena  Grande ;  e  che  data  non  si  potesse  35 
ritorre  addietro ;  ma  fatta,  o  no,  la  concordia,  s'  intendesse  andare  a  partito,  e  se  avesse  piu 
nere  fave  che  bianche,  allotta  si  traesse  uno  per  Capitudine,  ed  insieme  udite  le  parti  con 

/.,  IX,  m  gli'  CoUegi  e  Priori  che  prima  aveano  vinto  il  partito,  in  quello  modo  se  da  capo  colle  Ca- 
pitudini  avesse  la  maggior  parte  delle  nere  f ave,  lo  facessero  Grande ;  di  che  molti  scandoli 
poi  perci6  ne  seguirono,  e  molte  leggi  feciono  in  ci6.  Ancora  feciono  borse  nuove  degli  40 
uficl  di  fuori,  e  feciono  che  queste  nuove  andassero  innanzi.  Ancora  che  rettori  forestieri 
della  citt^  non  si  traessero  delle  borse  ov'erano,  ma  si  facesse  borsa  di  sindachi,  che  andas- 
sero  per  essi  a  loro  voIontL    E  molto  erano  tutti  gli  ordini  buoni,  se  si  fossero  usati  bene. 


3.  mojteaito  i  nomi  —  6.  R«pport»to]  Rapport»rono  A.  —  ia.13.  nh  di  popolanl  Grandi]  omm.  G.  R.  —  19.  quel] 
cmm.  G.  R.  —  aa.  questl  cloi]  emm.  G.  R.  —  36.  in  nluno]  in  alcuno  A.  —  a8.  delle  37]  omm.  A.  —  ag.  eaerei- 
tare]  essere  G.  R.  —  33.  chl  Ivi]  chlunque  G.  R.  —  34.  ch'  eUo]  che  egll  A.  -  37.  allotte]  allora  G.  R.  —  39.  aTCsae] 
omm.  A.  —  40.  percl6]  omm.  G.  R.  —  43.  tutti]  omm.  A. 


[A.  1372]  CRONACA  FIORENTINA  283 


ma  gittb  mala  ragione  per  lo  male  usarle.    E  fu  fatta  la  detta  legge   e  compiuta  a'  dl.... 
d'aprile  1372. 

RuBRiCA  733*  —  Come  si  fuose  gli  ordini  degli  uffici,  e  uno  degli  AJbizi  fu  d^  Grandi. 

Nel  detto  anno  essendo  per  le  predette  cose  uno  cittadino  molto  magnificato,  il  quale 
5  avea  nome  MigHore  di  Vieri  de'  Guadagni,  e  sl  perchfe  parea  amico  del  popolo,  e  si  perchfe 
non  parea  amico  degli  Albizi;  e  questo  apparve  che  egli  per  quistione  d*uno  podere  di^ 
una  petizione  a  Francesco  d'Uberto  degli  Albizi,  onde  il  detto  Francesco  fu  fatto  de'  Grandi 
e  di  ci6  Migliore  innalzb,  e  divento  nemico  di  loro,  saIvoch'egIi  era  amico  e  compagnone  di 
due  f ratelli,  ciofe  Alessandro '  e  Bartolommeo  di  Niccolaio  degli  Albizi ;  e  perch^  lo  Migliore     /.,  ix,  lu 

10  Guadagni  era  imborsato  per  gonfalonieri  di  iustizia  in  modo  che  gli  convenla  per  necessitk 
essere  di  gennaio  gonfaloniere  di  iustizia,  e  perchfe  egli  era  nimico  degli  Albizi,  s'avvis6  di 
fare  piii  oltre  che  fatto  non  era:  fece  sapere  ad  Alessandro  e  Bartolommeo  si  partissero 
da'  consorti,  e  cosi  feciono.  Ma  le  scritture  non  stettono  per6  in  modo  che  stesse  cosi  come 
bisognava,  quando  lo  Migliore  fu  de'  Priori ;  e  imper6  incontanente  fece  fare  una  riforma- 

15  gione,  che  infra  cinque  anni  niuno  degli  Albizi  potesse  avere  alcuno  uficio  nella  cittk,  e  se 
infra  cinque  anni  fosse  tratto,  fosse  stracciato.  Questo  non  fu,  se  non  che  se  fossero  stati 
rimessi  in  capo  di  cinque  anni,  si  sarebbero  stati  poi  tutto  dl  compiuti  e'  divieti;  ma  strac- 
ciando  i  tratti,  quasi  in  cinque  anni  di  tutte  le  borse  uscivano  ;  e  simile  fusse  di  tutta  la  casa 
de'  Ricci.    E  in  questo  modo  le  due  famiglie  furono  ischiuse  di  tutti  gli  ufici. 

20  RuBRicA  734*  —  Come  della  Mercatanzia  furono  sette  e  fer  che  cosa. 

Parve  sempre  che  d'ogni  novitk  che  Firenze  ebbe,   che  gli  artefici  meno  avanzassero 
gU  ufici   e  stato  per  la  disconoscenza  e  ambizione.    Cosl  per  la  cacciata  del  Duca  d'Ateni 
ogni '  volta,  allora  e  poi,  non  hanno  avanzato  stato  ;  e  per6  come  fu  mosso  lo  stato  delli  Ricci     /.,  ix,  iis 
e  Albizi,  gli  artefici  addomandarono  piii  parte.     Infra  le  cose  che  ebbero  a  raccontare,  si  fu: 

25  che  dove  erano  cinque  li  consoli  della  Mercatanzia  furono  sette,  de'  quali  v'  ebbe  due  delle 
quattordici  minori  arti,  che  mai  pivi  niuno  ve  n'era  stato;  nh  era  convenevole,  perocchfe  lo 
piii  degno  uficio  de'  mercatanti  d'ltalia  era,  ed  infino  di  Francia  e  d'ogni  paese  d'  Italia  veniano 
quivi  a  determinarsi  nelle  mani  de'  cinque  della  Mercatanzia,  perocchfe  erano  cinque  i  piii 
solenni  e  piu  pratichi  e  piu  savi  mercatanti  di  Firenze.    Aggiunti  quelli  due  artefici,  fu  meno 

30  pregiato,  e  ogni  dl  n'fe  ito  di  male  in  peggio. 

RuBRicA  735*  —  Come  e  chi  fu  ammonito. 

Nel  detto  anno  1372  quelli  partigiani  non  restarono  per6  di  seguire  alla  parte  loro  la 
cattiva  opinione  dello  ammonire  contro  ogni  ordine  di  ragione.  Di  che  quelli  che  furono 
ammoniti  in  questo  anno  furono  questi,  cvoh: 

35  Uberto  di  Benvenuto,  popolo  di  S.  Felice  in  Piero  Fastelli  Petroboni,  a'  dl  primo  di  mar- 
Piazza  a'  dl  9  d'aprile  zo  1372 

Sanna'  di  Giovanni  del  Sanna  degli  Usacchi  Francesco  di  Bachino  del  Rosso,  fabbro  a  dl     /..  ix,  lu 
da  Castelfiorentino  a'  dl  5  maggio  primo  di  marzo  1372. 


I.  E  fu]  Ci6  fu  G.R.  -  a  dl....]  omm.  A.  —  5.  dl  Vierl  de']  omm.  A.  —  6.  parea]  era  A.  -  egll]  omm.  I.  — 
9.  cloi:]  cl6  era  G.  R.  —  14,  de'  Priori....  incontanente]  de'  Priori,  ed  egli  incontanente  A.  —  19.  iicliiuse]  scliluse 
G.  R.  -  di  tutti  gli  ufjci]  degU  uficl  A.  —  ii.  meno]  omm.  A.  —  33.  gli]  omm.  G.  R.  —  23.  hanno  avanzato]  ayan- 
zaro  G.R.  —  35.  v'ebbe  due]  vi  furo  due  A.  —  37.0  d'ogni]  e  ognl  G.R.  —  38.  1  piii]  de' piii  G.R.  —  39.  Ag- 
giunti  quelli]  Aggiuntl  poi  quelli  /.  —  30.  pregiato ....  peggio]  prezzato,  e  meno  pol  in  progresio  dl  tempo  G,  R, 
—  33.  scguire  alla]  seguire  dalla  /.  —  36.  9  d'  aprile]  8  d'  aprlle  A.  —  38.  da  Castelfiorentino]  omm.  A,  -  a'  dl 
di  raaggio]  a  d\  primo  di  marzo  1373  A.  —  37-38.  a  dll  primo  dl  marzo  1373]  omm,  G.  R, 


384 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1373-1373] 


RuBRicA  736*  —  ^uesti  sono  i  Priori  dal  di  frinio  di  gennaio  1372,  a  di  frimo  di  gcnnaio  1373. 


l.,vt,  11» 


/.,  IX,  115 


/.,  u,  117 


lacopo  d'Alamanno  Vettori 

lacopo  di  Neri  Paganelli 

Niccol6  di  Vanni  Kacoveri 

Andrea  Villanl 

Piero  FafltelH 

Agnolo  di  Dragonetto  Ducci 

lacopo  di  Monte,  beccaio 

Giovanni  di  Lapo  Ghini,  maestro 

Migliore  di  Vieri  de'  Guadagni,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Giovanni 
Ser  lacopo  di  Bertoldo,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Spirito. 

Michele  Giachi,  fabbro  '^ 

Filippo  Attucci,  fomaciaio 
Torello  del  maestro  Dino 
Michele  Nardi,  merciaio 
Pierozzo  di  Francesco,  speziale 
Salvestro  Lippi,  stamaiuolo 
Lionardo  di  Neri  di  ser  Benedetto 
Filippone'  di  Matteo  del  Riccio 
Niccolb  di  Niccol6  di  Gherardino  Gianni 

gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di   S. 

Spirito 
Ser  Filippo  di  ser  Andrea  Nerini,  loro  notaio, 

quartiere  detto. 

Tommaso  di  Luigi  de'  Mozzi 

Bernardo  di  Lapo  de'  Magli 

Cristofano  di  ser  Gianni,  pannaiuolo  lino 

Niccol6  del  Ricco,  albergatore 

Francesco  di  lacopo  di  Francesco 

Pagolo  di  Tommaso,  setaiuolo 

Pagolo  Bartolini,  ritagliatore 

Messer  Lorenzo  da  Castel  S.  Giovanni 

Niccolaio  del  Bello  Mancini,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  lacopo  Benintendi  della  Casa,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Giovanni. 

Giovannozzo  di  Francesco  Biliotti 


Lodovico  di  Banco  di  ser  Bartolo 

loanni  di  lacopo,  tavoliere 

Orlando  Gherardi 

Tomaso  Bartoli,  agoraio  5 

Martino  Dini,  fornaciaio 

Bemardo  di  Piero  della  Rena 

Niccol6  d'Arrigo,  tavoliere 

Niccol6  di  loanni  Malegonnelle,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella   10 
Ser  Dionisi  di  ser  loanni,  loro  Notaio,  quar- 

tiere  detto. 

Gerozzo'  di  Nastagio  Cacciafuori 

Piero  di  Luco  Marzi  15 

Benedetto  di  Nerozzo  degli  Alberti 

Bartolommeo  di  ser  Ventura  Monachi 

Piero  di  Gherardo  Borsi 

Niccolino  Corteselli 

Roberto  Martelli,  spadaio  20 

lacopo  di  Gaggio,  tavolacciaio 

Giorgio    di   Benci   Camcci,  gonfaloniere    di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Giovanni 
Ser  Giovanni  Pezzini,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Maria  Novella  25 

A' dl  21  di  Novembre  morl  Roberto  Martelli 

predetto,  ed  in  suo  luogo  loanni  di  Vita, 

corazzaio,    fu    tratto    per    lo   tempo  fu- 

turo. 

.    •  30 

Piero  del  Rosso,  fornaciaio 

lusto  di  Bate,  pizzicagnolo 

Francesco  di  Spinello 

Tommaso  di  Bese  Busini 

Vanni  di  lacopo  Vecchietti  35 

Piero  di  Nuto  Michi 

Michele  di  messer  loanni  de'  Medici 

Tommaso'  di  Guccio  Martini,  lanaiuolo 

Tommaso  di  Mone  Guidetti,  gonfaloniere   di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito  40 

Ser  Gino  di  Giovanni,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Giovanni 


RuBRiCA  737.  —  Come  i  Fiorentini  fuosono  fiu  guernigione  in  Pistoia. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  settembre  per  le  divisioni  de'  Panciatichi  e  Cancellieri  i  Fioren- 
tini  fecero  borsa  de'  capitani  di  Pistoia,  e  fecervi  quattro  casseri  oltre  a  quelli  che  v'erano  e  43 
piii  preminenza  che  non  soleano  avere ;  ove  chiamavano  capitano  a  loro  modo  prima  i  Pistolesi. 


46.  ove]  onde  G.  R.  La  laion*  del  ttsto  i  qtiella  tU  A. :  ore  tiafer  laddore  -  prima  1  Pistolesl]  prima  in  PistoU  A. 


[A.  1373]  CRONACA  FIORENTINA  285 

RuBRiCA  738.  —  Come  da'  Dieci  della  Liberta  fu  condannato  messer  Giovanni  di  ser  Frosino. 

Nel  detto  anno  1373  si  parea  alquanto  essere  levata  la  superbia  degli  Albizi  e  Ricci,  e 
ciascuno  avea  ardire  a  parlare  per  lo  ben  comune,  e  un  poco  si  dirizz6  la  faccenda.   E  infra 
'I  detto  anno  vi  vennero  alcune  cose  da  fare  menzione,  infra  le  quali  essendo  de'  Dieci  della 
5  Liberta  gl'  inf  rascritti  cittadini  che  entrarono  del  mese  d'ag08to,  cio  f urono  : 


Bartolommeo  di  messer  Andrea  de'Bardi 

Gerozzo  di  Nastagio  Cacciafuori 

Andrea  Niccolini,  calzolaio 

lacopo '  di  Piero  Sacchetti 
10  Piero  di  Masino  deirAntella 

Marchionne  di  Coppo  Stefani 

Zanobi  di  messer  Marabottino  Tomaquinci 

Andrea  di  Pietro,  corazzaio 

Domenico  di  Filippo  Niccoli 
15  lacopo  d'Aldobrandino  di  Lapo  Rinaldi. 


S.  Spirito 

S.  Croce   .  ^-  •»•  "» 

S.  Maria  Novella 

S.  Giovanni 


Costoro,  sappiendo  che  li  8'era  a  fare  per  roficio  de'  Dieci  inquisizione  di  chi  parlasse,  o 
attentasse  contro  allo  stato  in  detti  o  in  fatti ;  questo  era  di  loro  uficio  lo  rapportarlo  a  Priori 
e  CoIIegi,  che  poi  eglino  n'aveano  a  fare  fare,  o  fare  quello  che  loro  paresse;  di  che  venne 
a  notizia  airuficio    che  uno   messer  Giovanni   di    ser   Fruosino   del   quartiere  di  S.   Spirito 

20  dovea  avere  detto,  che  solea  in  Firenze  essere  la  famiglia  degli  Albizi  e  Ricci,  che  per  senno 
e  per  pratica  sapeano  reggere  come  si  convenla,  ma  ora  h  venuto  il  reggimento  in  mano  di 
gente  nuova  e  nimici  di  coloro,  perch^  erano  buoni;  ma  che  lo  Abate  di  Perugia  e  lo  Car- 
dinale  da  Bologna  erano  bene  avvisati  di  cio ;  e  che  questi  che  si  stavano  cosl  sicuri,  e  avieno 
il  reggimento,  e  cacciati  gli  altri,  sarieno  ammazzati,  ovvero  desti  col  capo  della  scura ;   e 

25  e  molte  altre  cose  intorno   a  cio    di '  che  gli  ufici  de'  Dieci  Tudirono,  mossersi  a  fare   esa-     /.,  »x. "» 
minazione  di   cio,   e   fatta   1' esaminazione    di  queste  cose,  trovato   essere  vero,  voUono  ci6 
riportare  a'  Signori,  e  cosl  feciono.     Li  Signori  e  li  Collegi  vollono  che  i  Dieci  facessero  una 
cedola  di  chi  era  quegli.  Di  che  fatta  la  cedola,  si  mise   in   uno   bollettino,   e   mandossi   al 
Podesta.     II  Podesta  fece  richiedere  costui,  e  non  compari.    E  fu  condannato  in  fiorini  mille, 

30  e  sei  anni  non  avere  ufici  e  uno  anno  a'  confini.  Dissesi  avere  questa  cosa  gran  coda,  e  che 
era  una  mena  degli  Albizi ;  li  quali  metteano  a  vedere  allo  Abate  di  Mommaiore,  che  era 
signore  in  Perugia  per  la  Chiesa  col  Cardinale  di  Burgesi  ch'  era  signore  di  Bologna,  e  che 
quegto  si  disse  molto  piuvvicamente  in  piii  luoghi,  essere  li  Fiorentini  nimici  della  Santa 
Chiesa.     Quello  che  di  cio  apparosse  fu  questo,  che  essendo  morto  TAbate  di  Vallembrosa, 

35  uno  cittadino,  andando  a  parlare  alFAbate  di  S.  Trinita,  trovo  una  lettera  postillata  e  cor- 
retta  in  sul  desco  di  detto  Abate  di  S.  Trinita  del  suo  studio,  e  partendosi  TAbate  andando 
per  la  camera,  questo  cittadino  si  tolse  quella  lettera,  la  quale  mostrava  d'essere  copia  d'una 
lettera  mandata  da'  cittadini,  li  quali  erano  della  setta  degli  Albizi  e  uno  fratello  del  Cardi- 
nale  di  Firenze,  il  quale  era  nipote  di  Piero  di  Filippo  degli  Albizi.     La  quale  in  effetto,  la 

40  copia  di  detta  lettera,  conteneva  in  effetto  questo'  che  cinque  cittadini  scriveano   al   Papa,     /.,  ix,  wo 
significando  la  morte  deirAbate,  e  supplicandolo  che  gli  piacesse  riformare  quella  Chiesa  di 


'•  1373]   '37'   G.  R.    —  5.  che   entrarono]   omm.    G.R.  —  ii.  dt    Coppo]   dl  Geppo    G.  R.    —    ij.   dl  Lapo] 
0/«»».  A:  —  16.  che  li  »'era]  che  era  /.  -  di],  omm.  G.Ii.  —  i8.  fare  fare  o  fare]  fare  /.  —  ao.  solea]  toleTail  G.  R. 

—  aj.  mossersi]  mossons!  A.  —  27.  riportare]  rapportare  A.  -  rlportare . . . ,  Li  Slgnori]  rlporlare  ai  Signorl.  E  co8\ 
rlportato  li  Signorl  G.  li.  —  30.  cosa]  omm.  A.  —  33.  col  cardinale]  e  U  Cardlnale  A.  —  33.  piuvTlcaraente]  pre- 
mieramente  A.  -  Santa]  omm.  A.  —  36.  desco  dl  detto  Abate]  desco  deirAbatc  G.  R.  -  andando]  a  andare  G.  /?, 

—  39.  La  quale  in  eiTetto]  omm.  A,  —  40.  questo  che]  che  questl  G.  R, 


286  CRONACA  FIORENTINA  [a.  13731 


Abate,  che  fosse  coofidente  allo  Stato  della  Sua  Santitk,  e'  fosse  confidente  alli  suoi  amici 
da  Firenze,  considerandb  che  la  badia  di  Vallembrosa  era,  chi  la  tenea,  da  potere  quasi 
tenere  assediata  Firenze  da  quella  parte,  ed  a  tempo  di  guerra  era,  chi  avea  quella  Badia 
con  gli  altri  suoi  amici,  potea  essere  quasi  signore  e  favoreggiatore  a  Santa  Chiesa  ed  altre 
parole  simlli  a  queste ;  e  poi  conchiudeano  chi  egll  voleano.  Di  che  cosl  ebbono  questa  let-  5 
tera  con  quelle  parole,  dettono  grande  ammirazione,  e  fossero  dl  messer  Giovanni,  sentite  e 
piii  oltre ;  onde  solo  egli  ne  fu  condannato,  come  detto  h. 

RuBRiCA  739.  —  Come  gli  Ubaldini  si  diero  o*  Fiorentini,  e  tolsero  alcune  loro  castclla. 

Nel  detto  anno,  la  state,  veggendosi  i  Fiorentini  aversi  alquanto  levato  la    euperbia,  e 
fatto  di  gran  fatti  sopra  i  cittadini,  e  sentendosi  di  fuori  gli  Ubaldini,  li  quali  teneano  14  ca-  10 
stella  nelle  Alpi,  e  temendo  della  Chiesa,  che  si  era  adampiata,  che  gi^  tenea  lo  Patrimonio, 

/,  M.  131  il  Ducato  e  parte'  della  Marca,  e  suggiogava  tutti  li  Signori  di  Ih,  e  prosperava  in  Bologna, 
signore  di  gran  parte  di  Romagna,  e  tenea  Perugia ;  vedendo  tutto  di  gli  scatuzzamenti,  che 
si  faceano  in  Firenze,  e  gli  Ubaldini  si  faceano  amici  e  provvisionati  delli  Legati  di  Bolo- 
gna,  e  tutto  dl  faceano  rubare  i  pellegrini  ed  altri  —  diciesi  per  lo  mondo  che  neiralpe  dei  15 
Fiorentini  si  rubava,  e  gli  Albizi  in  sino  a  questo  dl  gU  aveano  mantenuti  —  onde  per  bene 
fare  a*  passanti,  ed  ancora  alla  infamia  porre  rimedio,  cercarono  come  potessero  essere  al  di 
sopra  degli  Ubaldini.  Venne  loro  alle  mani  che  uno  conte  Ugolino  di  Francesco  degli 
Ubaldini  gli  fu  morto  uno  suo  figHuolo  da  Pieraccio  del  conte  Pazzino  degli  Ubaldini,  donde 
pensando  alla  vendetta  dello  suo  figliuolo,  accostossi  co'  Fiorentini,  e  dife  loro  due  sue  castella.  20 

I  Fiorentini  feciono  otto  uficiali,  li  quali  furono  questi  qui  di  sotto 

E  subito  feciono  loro  capitano  di  guerra  Obizzo  da  Monte  Carugli,  e  mandarlo  Ik  nell' Alpe 
a  Firenzuola,  la  quale  era  gi^  rimurata,  e  qui  con  sollecita  guerra  in  effetto  tomo  con  trionfo 
il  dl   di   santo  Luca  a'   dl   diciotto  d'ottobre  con  vittoria,  che   niuna   fortezza,  nfe   villa   era 

/.,  K,  J2J        rimasta  agli  Ubaldini  neirAIpe.     Ed  oltre  a  ci6  fu  morto  per  trattato  Tano  degli  Ubaldini '  25 
in  Frena  in  uno  suo  castello  da'  suoi  fedeli,  che  '1  dierono,  ed  ebbono  danari  e  preeminenze. 

E  preso  fu  in  persona  Mainardo  di degli  Ubaldini  nel  suo  castello  del  Frassino,  e 

fugli  tagliato  il  capo  in  Firenze  in  sul  muro  del  cortile  del  Capitano  per  lo  Podestk;  ch^  lo 
Capitano  e  lo  Assecutore  non  lo  vollono  fare  eglino,  perchfe  diceano,  non  vedere  esser  preso 
con  ragione  e  essergli  tagliato  il  c.apo.  II  quale  benchfe  in  quello  anno  avesse  avuto  bando  30 
per  la  tolta  di  Monte  Collereto  a'  Fiorentini,  diceano  che  non  era  stato  preso  in  lo  terreno 
del  Comune  di  Firenze,  ma  nello  suo  proprio  per  forza  menato  a  Firenze.  Messer  Giovanni 
da  Roncofreddo,  podestk,  non  cosl  sottile  guatb,  ma  letta  la  condannagione,  ove  detto  h,  gli 
fece  tagliare  il  capo.  Le  castella  degli  Ubaldini,  che  furono  tolte  loro,  e  poi  per  ispazio 
d'aIcuno  tempo  furono  disfatte,  fuori  che  tre,  furono  queste:  Monte  Gemmoli,  Frena,  Caprile,  35 
Roccabruna,  Tirli,  Monte  CoUoreto;  queste  sono  le  castella  delle  Alpi  degli  Ubaldini.  Queste 
sono  le  castella  de'  poderi  degli  Ubaldini :  Lozzole,  Vigiano,  Castello  Lione,  Momigno,  Val- 
dignelli,  Frassino,  Susinana,  Cerigniolo.  Oltre  a  questi  furono  infino  per  Taltra  guerra  di- 
sfatte  due  altre  castella,  ciofe  fue  Belmonte  e  le  Pigniole  nelle  Alpe ;  e  tutti  i  loro  fedeli 
feciono  ricomperare'  i  loro  fitti  perpetui,  e  liberargli,  e  feciongli  franchi  dieci  anni  da  ogni  40 

/.,  IX,  m       f  azione  reale  e  personale. 

RuBRiCA  740*  —  Come  furono  eletti  ragionieri,  li  quali  avcssero  a  vedere  le  ragioni  del  Co- 
mune,  i  quali  fecero  de'  gran  difctti, 

Nel  detto  anno  essendo   le   cose   ne'  termini   prosperi,   furono   eletti   quattro    ragionieri 


3.  era]  omm.  I.  —  6.  parole . . . .  e  fossero]  parole  parve  darc  grande  ammonizione  G.  R.  —  6-7.  sentite  e  pli 

oltre]  omm.  A.  —  i8.  dl  Francesco]  omm.  A.  —  21.  qul  dl  sotto]  omm.  G.R.  —  aj.  loro]  omm.  I.  —  J8-30.  muro 

raglone]  rauro  del  CapiUno;  e  l'assecufore  nol  volle  fare  lui  perclife  dicea  non  vedeva  fusse  preso  a  raglone  A.  — 
35«  fuori queste]  fuorl  clie  alcune  cioi  A.  —  36.  Alpi  degU  Ulwldinil  Alpi  prese  agil  Ubaidini  /. 


[A.  1373]  CRONACA  FIORENTINA  287 


straordinarj  con  grande  balk,  e  furono  eletti  alcuni  che  vacaro,  Tuno  per  Dodici  e  raltro 
per  Priore;  ma  quelli  che  feciono  oficio  insino  a'di  17  di  Marzo  furono  questi  cioh: 

Bemardo  di  Piero  de'Bigliotti  per  lo  quartiere  di  S.  Spirito 
Piero  di  Masino  degli  Antellesi  per  lo  quartiere  di  S.  Croce 
5  Melchionne  di  Coppo  Stefani  per  lo  quartiere  di  S.  Maria  Novella 

Giovenco  di  messer  Ugo  da  Filicaia  per  lo  quartiere  di  S.  Giovanni 

Questi  ragionieri  molti  cittadini  chiarirono  a  restituire  danari  al  Comune ;  infra'  quali 
chiarirono  Giovanni  da  Uzzano  in  quindicimila  cinquecento  fiorini  per  beni  de'  rubelli ;  e 
pero  gli  fu  fatto  con  volontk  de'  detti  ragionieri  del  doppio  in  che  era  fatto  chiarito  fiorini 

10  circa  quattromila,  che  ne  pagb  circa  undicimila;  perocch^  la  metk  era  la  vera  sorte'  de*  quin-     /.,  «,  i24 
dicimila,  e  molti  danari  altri  assai  a'  cittadini.     Ancora  chiarirono  che    il   conte   Guido   dei 

conti  Guidi  figliuolo  di il  quale  tenea  Diecomano,  che  di  ragione  pervenia,  ed  era 

del  Comune  di  Firenze,  ed  ebbesi  la  tenuta  ed  ancora  Gattaia  e  Belforte    di   Mugello,  che 
esso  conte  Guido  tenea;     sentendo  che'  ragionieri  erano  per    chiarirlo,  8'accord5  collo   Co- 

15  mune,  ed  ebbe  tanti  piii  amici  coi  suoi  doni  e  presenti,  piu  che  'I  Comune,  che  egli  lo 
vendfe  al  Comune,  ch'erano  del  Comune,  e  fu  pagato;  di  che  i  ragionieri  sdegnarono  forte 
di  ci6.  Ancora  chiarirono  Totto  di  Filippozzo,  che  tenea  il  contado  del  Pozzo  in  Valdi- 
sieve,  e  renderlo  al  Comune  con  novanta  fedeli,  e  cosi  rende.  Molti  gran  fatti  pervennero 
alle  mani  de'  predetti  ragionieri  di  cose  occupate  del  Comune,  le  quali  averebbono  dato  circa 

20  fiorini  cinquantamila  al  Comune.  Se  non  che  le  preghiere  passano  i  nuvoli,  e  secondo  Salo- 
mone  dice  che  li  doni  acciecano  gli  occhi  della  mente,  li  Priori  cominciarono  a  ci6  che' 
ragionieri  facieno  a  volere  che  disputassero  di  ragione  ci6  che  facieno,  e:  "  Oggi  venite  e 
"  domani  udiremo  „.  Di  che  vedendo  i  detti  ragionieri  turbarsi  ruficio,  allentarono.  Ed  ancora 
uno  sdegno  che  nacque  fu  questo,  che  Alessandro  di  Bartolommeo  degli  Aibizi  si  partl  da* 

25  consorti,  e  fece  segno  ed  arme  per  s^,  e  non  potea  per6  avere'  gli  ufici,   se  non  come  gli     /.,  ix,  us 
Albizi,  e  secondo  la  riformagione  a  punto  di  ragione.     Era  una  legge  posta  addosso   ai  ra- 
gionieri  che  ogni  ragione,  la  quale  fosse  imposta  a'  ragionieri  per  Toficio  dei  regolatori,  se 
egli  non  la  spacciavano  infra  venti  dl,  cadeano  i    ragionieri  in  gravi  pene.     Onde  li  regola- 
tori  avendo  una  tamburagione  di  Bartolommeo  e  Alessandro  di  Niccolaio  d'  Ugo  degli  Albizi, 

30  che  erano,  per  tre  ufici  che  avieno  avuti,  corsi  in  pena  di  mille  fiorini  per  uficio,  veduta  la 
tamburazione  subito  commessa  a'  ragionieri,  eglino  la  feciono  vedere,  e  vollonne  consiglio  con 
quattro  gran  dottori  forestieri,  e  a  ragione  non  gli  poteano  avere  tolti  li  detti  uffici.  I  ra- 
gionieri  gli  chiarirono  in  fiorini  tremila  e  in  lire  sedici,  che  aveano  avuto  del  gonfalonierato, 
e  le  loro  chiarigioni  mandavano  a'   rettori,  ed  eglino  gli  condannavano,  e   facieno  Tesecu- 

35  zioni.  Mandata  questa  a  uno  messer  Bernab6  Magaluffi,  lombardo,  podestk,  i  Signori  a  peti- 
zione  d'Alessandro  e  Bartolommeo  disputarono  co'  ragionieri  questa  chiarigione,  e  basto  piii 
d'un  mese.  Li  ragionieri  sdegnati,  compirono  il  loro  uficio.  II  Podestk  predetto,  quando  gli 
avea  a  condannare,  lasci6  uscire  i  ragionieri,  e  assolvettegli.  Non  avea  per6  balla,  perocchfe 
dovea  condannare,  secondo  che  gli  era  mandata  la  inquisizione.    Per  grande  forza  di  danari, 

40  ch'erano  ricchi  di  centomila  fiorini,  feciono  che  tutti  i  giudici  di  Firenze'  soscrissero,  ch'e'     /.,  ix,  ij6 
poteano  avere  gli  uffici.     Con  danari,  che  dierono   al  Podestk   e   al   suo  collaterale,  furono 
assoluti,  che  con  tutti  li  consigli  avuti  non  gli  potea  assolvere,  perocchfe  aveva  a  fare  secondo 
la  chiarigione.     Cost6  questo  loro  fiorini  settemila  e  pid,  e  questo  so  io  di  certo.    E  il  Co- 
muae  non  ebbe  sua  ragione. 

4.  degll  Antellesi]  deirAntella  A.  —  6.  da  Fillcala]  della  Stufa  A.  —  12.  figlluolo  dl ....]  omm.  A.  —  13-14.  ch« 
esso]  che  11  A.  —  18.  e  renderlo  al  Comune]  omm.  A.  —  31.  dlce  omm.  G.  R.  —  »$.  non  potea]  non  potieno  A.  — 
28.  egll]  omm.  A.  —  »9.  tamburagione]  tamburata  G.  R.  —  32. 11  dettl  uffici]  li  ufi  G.  R.;  II  fiorlni  /.  —  33.  gli  chiari- 
rono]  la  chlarlrono  G.  R.  —  35.  Mandata]  ma  andata  /.  -  potesti]  omm.  G.  R.  —  37.  complrono]  compluto  A.,  G.  R. 
S  —  38.  avea  a  condannare]  dovea  condannare  A.  —  ^i.dlerono]  di&  .A  -  podeiti....  e  al  luo]  podeiti,  •  quetto  10  lo 
dicerto,  eai  »uo]  G.  R.  —  4J-44.  consIgU.. . .  E  II  Coraune]  contlgll  non  gll  potea  astolvere  che  con  loro  fiorinl 
aettemlla  o  pi6.  E  11  Comune  G.R. 


288  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  1373-1374] 


RUBRICA  741'  —  Come  si  fece  la  loggia  dclla  fiazza  de'  Priori,  e  quanto  costb. 

Nel  detto  anno  1373  di  febbraio,  veduto  che  quando  i  Priori  intravano,  0  si  davano  i 
gonfaloni,  e  piovesse,  conveniva  che  si  rinchiudessero  li  Signori  e  '1  popolo  in  S.  Piero 
Scheraggio,  piccola  chiesa  a  tanto  servigio,  e  per6  deliberarono  allato  alla  Moneta  (Zecca),  e 
tolsero  certe  case  di  Dino  di  Geri  Tigliamochi,  e  quelle  feciono  con  altre  case  de'  Baron-  5 
celli  disfare,  e  fare  una  magnifica  loggia,  la  quale  h  braccia....  larga  e  lunga  braccia...., 
ed  fe  v61ta  in  volta,  e  dicesi  gostasse  circa  ventimila  fiorini  d'oro. 

RUBRiCA  742*  —  Come  si  fece  la  camfana  grossa,  e  gittossi  due  volte. 

Nel  detto  anno  e  nel  mese  di  febbraio,  essendo  la  campana  grossa  de'  Priori  rotta  nei 
labri,  si  divis^  una  maggiore,  che  pe86  libbre  venzettemila,  e  fu  misurata  spanne  ventotto  in  10 
/.,  ix,ii7        bocca;  e  ricolossi'  due  volte  per  non  essere  bene  formata.     E  in  effetto  il  dl  di  carnasciale 
and6  insino  a  mezza  via  in  sul  palagio. 

RuBRiCA  743*  —  Come  e  chi  furono  gli  ammoniti  in  questo  anno. 

La  setta  degli  ammoniti  pure  seguia,  e  feciono  grande  ammonire,  e  in  questo  anno  furono 
ammoniti  molti  cittadini  di  nome,  infra'  quali  furono  questi,  ci6  furono:  15 

A'  dl  12  di  settembre:  Andrea  di  Pacchio  degli  Adimari 

Bemardo  di  Salvestro  Buonfigliuoli 

Piero  di  Migliorino 

A  di  21  di  febbraio:  Bemardo  di  Guccio  di  messer  Tedici  degli  Adimari 

Lamberto  di  Zucchero  Gianni  20 

A*  dl  24  di  febbraio :  Ser  Alvizo  del  maestro  Sinibaldo 

lacopo  di  Vanni  da  Petrognano 

A'  dl  26  d'aprile:  Vieri  di  Berto  di  Vieri  di  messer  Ugo  degli  Scali 

Bernardo  di  Paolo  di  Luti  Corbizi 

Francesco,  vocato  ser  Pucciano  de'  Cerchi.  25 

RuBRiCA  744*  —  ^testi  sono  i  Priori  dal  di  frimo  di  gcnnaio  /J7J  a'  d\  frimo  di  gen- 
naio  1374, 

Francesco  di  Bindo  Ferrucci  Manetto  di  ser  Ricciardo 

Niccol6  di  Bocchino  Rimbaldesi  Francesco  di  Lippo  Antinori 

Marco  di  Bellaccio,  beccaio  loanni  di  ser  Rucco,  lanaiuolo  ^^ 

Francesco  Pepi  loanni  di  Francesco  Magalotti 

Lionardo  di  messer  loanni  degli  Strozzi  Beraardo  di  Piero,  maestro, 

Stoldo  di  messer  Bindo  Altoviti  Salvestro  di  loanni,  pizzicagnolo 

Antonio  di  Spigliato,  pellicciaio  Niccolo  di  Geri  di  Geri  35 

Matteo  di  lacopo  Arrighi  Neri  di  Bencivenni,  orafo 

Filippo  di    Cionetto  de'Bastari,   gonfaloniere  Lionardo  di  Niccol6  de' Beccanugi,  gonfalon. 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce.  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella. 

Ser  Casciotto  di  Giovanni  Casciotti,  loro  no-  Ser  Bindo  di  ser  Spigliato,  loro  notaio,  quar- 

taio,  quartiere  di  S.  Spirito.  tiere  di  S.  Croce.  40 


'•  '3731  "37*  G.  R.  —  3.  convenlva]  lacunn  G./t.',  bisognava  /.;  /.  ia  sufpUto  eHdgntemenie  ia  lacuna  diG.  R. 
senxa  ferh  avern»  fatto  memione.  —  6-7.  loggia. ...  d'oro]  loggia  in  volta.  Dlssesl  cost6  fiorini  ventimila,  o  piii  A. 

—  9.  anno  ....  essendol  anno  e  mese ....  cssendo  A.  —  9.  nci  labri]  0»»««.  A.  —  10.  divis6]  divise  /.  —  10-11.  venxet- 
temila....  E  rlcolossi]  venzettemila,  e  su  venzette  spanne  delle  mie  in  bocca  con  grande  spanne,  e  rxolossi  U.R. 

—  II.  bene  formata]  bene  fornita  A.  —  12,  insino  a  mezza  ria]  omm.  A.  —  14.  ammonire]  ammazzare  G.  R,  — 
15.  ci6  furono]  omm.  A. 


[AA.  1373-1374] 


CRONACA  FIORENTINA 


289 


N1CC0I6  di  Lappozzo,  vasaio 

Tommaso  di  Piero  di  Nuccio  Pari^ 

Mariotto  di  Simone  Orlandini 

Dino  di  Geri  Tigliamochi 

Guccio  di  Cino  Bartolini 

Ser  Niccolo  di  ser  Ciuto 

Ricco   Taldi,  calderaio 

Benci  di  Cione,  maestro 

Andrea  di  Veri   Rondinelli,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 
Ser  Guido  di  ser  Grifo,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Croce. 

Piero  Ghini,  corazzaio 

Andrea  di  Tile,  maestro 

Francesco  di  Caccino  Ricovesi 

Francesco  di  Naddo  de'  Bucelli 

Simone  di  ser  Gianni  Siminetti 

Meo  di  Bartolo  de'  Cocchi 

Francesco  di  loanni  Giani,  speziale 

Tommaso  Bartoli,  pellicciaio 

Lippo  Dini  Tinghi,   gonfaloniere    di  lustizia, 

quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Francesco  Lapi  di  Castel  Fiorpntino,  loro 
25  notaio. 

Agnolo  di  Neri  Vettori 
Ugolino  di  Bonsi,  speziale 
Matteo  di  Dolce,  calzolaio 

RuBRicA  745*  —  Come  fu  grandc  morialita, 

30  Nel  detto  anno  1374  era  fama  d'una  mortaUth  dell' usata  pestilenza  dello  infiato  deiran- 

guinaia,  o  sotto  il  ditello,  e  viviesene  tre  o  quattro  di  il  piii  alto.  Nel  generale  era  stata 
in  tutte  le  parti  circunstanti  d'intorno  grandissima,  bene  che  ove  maggiore  e  minore;  ma  nel 
generale  parve  essere  morto  il  terzo  della  gente,  0  delle  bocche,  nelle  circunstanze.  E  molte 
favole  e  novelle  se  ne  diceano,  come  di  simili  cose  8'usa  di  parlare.    Comincid  in  Firenze 

33  di  marzo,  e  a  poco  a  poco  seguit6  la  cosa  per  modo  che  a  settembre  o  a  ottobre  quasi 
poco  o  nuUa  v'era  della  detta  pestilenzia;  e  non  fu  niuna  Terra  in  Toscana,  ove  del  tanto 
meno  gente  morissero  che  in  Firenze;  perocch^  morirono  circa  settemila  bocche,  che  ve  ne 
era  a  quel  tempo  sessanta  milia,  o  piii.  Ma  diessene  ancora  la  utiliti  al  fuggirla,  ove  era 
stata,  perocchfe  la  maggior  parte'  della  gente  con  gli  ligliuoli  e  mogli  uscirono  di  Firenze,  e 

40  andarono  ad  abitare  in  Terre.  E  niuno  era,  che  avesse  di  che  fare  le  spese,  che  non  se  ne 
andasse.  Fecionsi  molti  ordini  di  non  sonare  campane,  nh  porre  paghe,  nfe  portare  piii  che 
quattro  torchi,  e  non  vestire  piii  ch'e'  figliuoli  di  nero.     Ancora  feciono  riformagione  sopra 


Spinello  Donati,  pianellaio 

Donnino  di  Sandro  Donnini 

Giovanni  di  Bingieri  Rucellai 

Domenico  Ciampelli,  speziale 

Bartolommeo  di  Lorino  Bonaiuti 

Nofrio  di  Giovanni  di   messer  Lapo  Amolfi, 

gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di   S. 

Croce 
Ser  Alessandro  di  messer  Ugolino,  loro  no- 

taio,  quartiere  di  S.  Giovanni. 

Niccolino  di  Consiglio,  ritagliatore  in  luogo 

di  Giovanni  di  Bingieri  assente 
Giovanni  di  Francesco  d'Andrea 
Nozzo  di  Vanni  Manetti 
Matteozzo  di  Piero  de'  Raffacani 
Francesco  Vigorosi 
loanni  di  Gherardino,  maestro 
Pace  di  Cino,  coreggiaio 
Cantino  d'Agnolo 
Bernardo  di  Cecco  Spina 
Giorgio  di  messer  Francesco  degli  Scali,  gon- 

faloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria 

Novella 
Ser '  Niccol6  di  ser  Zanobi,  loro  notaio,  quar-     a,  ix,  ui 

tiere  di  S.  Spirito 
Luigi  di  Giovanni  da  Quarata. 


/.,  IX,  13] 


30-31.  dello  Infiato dlteUo)  omm.  A.  —  3».  partl]  omm.  G.  R.  —  33.  gener«Ie .. . .  morto)  genernlc  erfl  morto  A. 

—  33-34-  niortc...  Comincl6]  morfo  un  tcrzo  (Ulle  circustanze.  ComIncl6  ^.  —  35-41.  dl  marzo. ...  Fec!oni!  moltl 
ordini]  dl  marzo  e  fin\  per  tuf.o  otfobre;  e  mor\  settomila  bocctie;  che  ve  n'cra  in  Fircnze  in  quel  fcrapo  si-9san- 
tamila,  o  plCi.  E  fu  minore  In  Firenze  che  nel  contado  assal,  e  funne  raglone  le  famlglle  assal  che  higgirono 
dove  era  stata.  Fccionsl  moltl  ordnl  A,  —  38.  ove  era  stata]  gwtle^arole  $eguono  in  G,  R.  la  farola  Terre  della 
l,  40.  Con  la  icorla  di  A,  ho  fatlo  quctla  Irat^osixione 


T.  XXX,  p.  I 


19. 


290  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1374] 

a  chi  fuggla,  che  se  £o8«e  tratto  a  ufid,  fosse  stracciato,  se  infra  dleci  di  non  veniase  all'uficio, 
e  corrcMe  in  pena  di  cinquecento  lire,  e  poi  avesse  divieto  agli  altri  ufici;  e  intorno  a  ci6 
aasai  cosc  feciero  da  non  farne  menzione;  epperb  taccio. 

RuBRiCA  746'  —  Come  fu  cattiva  ricolta  e  carestia  grande. 

Nel  detto  anno  intervenne  grandi  piogge  di  novembre  e  di  dicembre,  di  che  fu  catliva  5 
ricolta;  e  per  questa  cagione  si  provvide  a  Firenze  a  mandare  per  grano  in  molti  luoghi  di 
fuori,  perocch^  in  Italia  in  molti  luoghi  fu  fame  non  che  carestia,  e  perd6  quell'anno  il  Co- 
mune  circa  sessantamila  fiorini,  perocchfe  il  grano  venla  di  langi  e  caro,  e  vendevaai  vile. 
Ed  in  Italia  fu  carestia  in  ogni  luogo;  per  lo  provvedimento  si  fece  a  Firenze  fu  piii  vile 
che  in  altro  luogo  d'ItaUa,  e  non  valse  mai  piu  di  lire  tre  lo  staio  di  libbre  cinquanta;  cosl  10 
A,  IX,  133  se  n'ebbe  tanto,  che  se'  ne  avanzb,  tantoch^  poi  si  fece  di  dicembre  dare  a'cittadini  a  forza, 
che  si  guastb.  E  questo  fu  {chc  -per)  la  detta  carestia,  Tanno  seguente  ordinossi  si  facesse 
sementa  di  miglio,  vedendo  questa  cattiva  ricolta;  sicchfe  la  carestia  fu  nello  gennaio  e  feb- 
braio  1374  ancora  tutto  aprile  seguente. 

RuBRiCA  747'  —  Co7ne  scurb  la  luna.  15 

Nel  detto  anno  del  mese  di  settembre  scurb  la  luna  in  sulla  prima    ora  della  notte,  e 
bastb  qxiasi  un'ora  innanzi  che  fosse  tra  oscurata  e  chiarita. 

RuBRiCA  748'  —  Come  furono  tolte  certe  tenute  a^  Grandi,  e  foi  rendute. 

Nel  detto  anno  li  Priori,  che  f urono  di  novembre  e  di  dicembre,  essendo  infra  loro  uno 
gonfaloniere  di  lustizia,  il  quale  era  il  primo  uficio  che  avesse  mai  avuto  di  Collegio,  pe-  20 
rocchfe  erano  stati  Grandi,  e  furono  popolani  al  tempo  della  cacciata  del  Duca  d'Atene  —  questi 
era  d'  una  famiglia  del  quartiere  di  S.  Maria  Novella,  ed  avea  nome  Giorgio  di  messer  Fran- 
cesco  degli  Scali  —  a  costui  era  stato  ammonito  uno  suo  consorto  l'anno  passato,  come  ad- 
/.,  IX,  134       dietro  f acemmo  menzione :  ci6  fu  Vieri  degli  Scali ;  onde  costui  era  in  sospetto '  non  facessero 

a  lui  lo  simile,  come  gl' intervenne ;  ma,  trovandosi  gonfaloniere  di  lustizia,  perocchfe  dei  25 
Grandi,  quelli  ch'erano  Capitani  di  Parte,  due  per  volta,  e  de'  ventiquattro  ve  n'erano  sei, 
e  per  questa  cagione  perch^  messer  Benghi  e  altri  Buondelmonti  e  altri  Grandi  perorarono  (?) 
contro  a  ci6  fare  ammunire  il  consorto,  fu  proposto  messer  Benghi  Buondelmonti,  e  dei 
Bardi  vi  furono;  di  che  fece  una  riformagione  fare  il  detto  Giorgio  degli  Scali,  gonfaloniere 
di  lustizia,  che  niuno  Grande  potesse  avere  niuna  tenuta  o  Terra  o  fedeli,  o  dove  fedeli  abi-  30 
tassero,  che  a  loro  di  ragione  fossero  loro,  si  comprassero  per  lo  Comune  giusto  prezzo. 
Molto  piacque;  ma  mai  si  misse  a  secuzione  a  loro  tempo:  a  mano  a  mano  entrarono  nuovi 
Priori,  e  per  gli  amici  e  parenti  valsero  le  preghiere,  e  di  subito  si  rivoc6  la  riformagione. 


3.  asaai  co«e ....  taccio]  assal  cose  da  non  farne  menzione  percid  in  qnesta  nostra  opera  G.  li.  —  S-  gnind' 
plogge]  gran  plova  A.  —  6.  In  molti  luoghi]  In  ogni  luogo  A.  —  lo.  d'ltalia]  omm.  A.  —  14.  ancora]  omm.  A.  • 
«eguentej  emm,  A.  —  17.  oscurata|  uscurita  A.  —  19.  dl  dlcembre]  omm.  A.  —  »1-23.  questi  era....  A  costul] 
questi  era  Giorgio  dl  messer  Francesco  degli  Scali.  A  costui  A.  —  »3-24.  corae.  ...ci6  fuj  come  appare  Indietro: 
e  cl6  fu  A,  —  js-j6.  del  Graadi]  gli  Grandl  A.  —  j6.  e  de'  Tcntiquattro]  e  i  ventiquattro  A.  —  37-29.  e  per  questa  S 
cagione....  Di  clie  fecej  il  fasso  alquanto  guasto  i  eo^  modifieato  da  /.;  e  per  questa  cagione  vi  era  niesser 
Benghi  e  altri  Buondelmonti  e  dei  Bardl  e  altri  Grandi  e  messer  Benghl  era  ancora  proposto  di  detti  Capitani, 
quando  gll  fu  ammonito  il  consorto.  Di  clie  fece  /.  La  lezione  del  trsto  e  quella  <U  A.  che  corri^^nde  a  G,  R.  Di 
dubbia  lettura  i  la  farola  perorano  di  A.  e  peroraro  di  G.  R.  —  30-31.  abitassero . . . .  fosscro  loro]  abif.issoro  che 
a  loro  di  nuUa  fosse  obbllgata  e  quelle  che  di  raglone  fossero  loro  G.  R.  —  33.  ma  mal]  ma  non  si  G.  R,  —  10 
33.  e  di  sublto  sl  riTOc6]  e  rirocossl  G.  R. 


[AA.  1374-1375] 


CRONACA  FIORENTINA 


291 


RuBRiCA  749*  —  Come  scr  NiccoJh  di  ser  Ventura  fu  cassato,  e  -perchi. 

Nel  detto  anno  era  nella  cancelleria  uno  ser  Niccol6  di  ser  Ventura  Monachi,  lo  quale 
era  stato  cancelliere  de'  Signori  molti  anni,  ed  era  nel  vero  leale  uomo,  ma  perchfe'  voHe  essere 
ammonito,  molto  era  nimico  di  questa  setta  che  ammonieno.  Di  quelli  di  quella  setta  era  stato 
5  uno  Bonaiuto  di  ser  Belcaro  de  Serragli  tre  anni  addietro  Priore,  ed  avea  tolti  ad  aiutare  uno 
certo  comune  di  certe  gravezze ;  onde  si  disse  costoro  {avcre)  ricevuto  il  beneficio  (poichfe)  al 
detto  Bonaiuto  dierono  certi  doni.  Di  che  il  detto  Bonaiuto  ne  fu  tamburato  allo  Esecutore, 
e  quasi  che  condannato.  Di  questo  nacque  grande  bisbigHo,  perch^  fu  libero  e  non  con- 
dannato ;  e  chi  in  suo  f avore  e  chi  contro.     Dissesi :  ser  Niccolo  cancelliere  predetto  avergli 

10  nociuto  quanto  pot^,  e  assai  noia  gli  potfe  fare,  essendo  cancelliere;  onde,  trovandosi  lo  detto 
Bonaiuto  gonfaloniere  di  lustizia  con  li  suoi  compagni  del  mese  di  marzo  e  d'aprile,  lo 
cassarono.  Parve  gran  fatto,  perocch^  grande  aiuto  avea,  ma  sconoscente  uomo  era  e  fasti- 
dioso  per  chi  avea  a  fare  con  lui  e  di  pagamenti  ingordissimo :  molto  gli  nocette.  E  ci6  fu 
assai  grande  ammaestramento  a  chi  lo  8econd6.     Fu  in  suo  luogo  un  ser   Coluccio   da  Sti- 

15  gliano  di  Valdinievole. 


/.,  IX,  135 


RuBRicA  750*  —  ^icsti  sono  i  Priori  da  d\  -primo  di  gennaio  1374.  a'  di  -primo  di  gennaio  1375. 


Stefano  di  Lippo,  lanaiuolo 

Niccol6  di  Bono  Rinucci 

Agnolo  di  Berto  Cecchi 
20  loanni'  di  Lapo  Corsi,  setaiuolo 

Marco  di  Giotto  Fantoni 

Lodovico  d'Adoardo  degli  Acciaiuoli 

Zanobi  di  loanni  Marignolli,  albergatore 

Miniato  di  Nuccio,  funaiuolo 
15   lacopo  di  Dino  Guidi,  gonfaloniere   di   lusti- 
zia,  quartiere  di  S.  Giovanni 

Ser  lacopo  Ambruogi,  loro  notaio,  quartiere 
di  S.  Maria  Novella. 

20  Stetano  del  Rosso,  fabbro 

Tommaso  Brancacci,  linaiuolo 

Bernardo  di  ser  Ridolfo  Pretasini 

Bonsignore  di   Spinello 

Francesco  di  ser  Benincasa,  stamaiuolo 
25   Giorgio  di  CoUino  Grandoni 

Francesco  di  Neri  Fioravanti 

Galeazzo  di  Tommaso   Baronci 

Bonaiuto  di  ser  Belcaro  Serragli,  gonfaloniere 
di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito. 
30  Ser  Francesco  di  Vanni    Muzzi,  loro   notaio, 
quartiere  detto. 

Boninsegna  di  Filippo  de'  Malchiavelli 
Matteo  di  Bonaccorso  Alderotti 


Dino  di  Nuccio,  coreggiaio 

Santi  del  Ricco,  vinattiere 

Temperano  di  Manno  del  Chiaro 

Gagliardo  di  Neri  Bonciani 

Nuccio '  Martelli,  setaiuolo 

Francesco  di  Buto,  scodellaio 

NiccoI6   d'UgoIino  de'  Giugni,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser   Benedetto    di  loanni  Ciai,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Giovanni. 

Maffeo  di  Vanni 

Piero  Bini 

Simone  di  Rinieri  de  Peruzzi 

Agnolo  di  Piero  de'  Covoni 

Ghieri  di  Chele,  albergatore 

Branca  d'Amerigo,  beccaio 

Giovenco  di  Daniello  Arrigucci 

Francesco  di  ser  Santi  Bruni 

Luigi  di  Lippo  Aldobrandini,  gonfaloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Bartolommeo  di  ser  Bonaiuto  da  Rignano, 

loro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

Tommaso  di  Mone  Guidetti 
Gentile  di  Lippo  Belfredelli 
Niccol6  di  Filippozzo  Soldani 
Donato  Busini 


/.,  IX,  13« 
I.,  IX,  137 


3.  moltl  annl]  bene  annl . . . .  {lacuna)  G.  R.  —  6-7.  st  dlsse ....  ccrtl  d'-     ;    .    '  iie  costi  II  servlxlo  al  detto  Bo- 
naluto  dietro  certl  donl   G.  R.  —  ii.  e  d'aprlle]  omm.  A.  —  13-14.  Ingordiu.ir.j  Fu  In  tuo  luogo]   Ingordls- 

tlmo;  fu  molto  grande  ammaesfraniento  a  chi  renira  dletro  a  lul.  Fu  In  tuo  luc^o  ^ 


^^  C^ONACA  FIORENTINA  [A.  iwj) 

Glannozzo  di  Strorza  degH  Strozzi  FUippo  di  Spinello  da  Mosciano 

Bardo  di  Guglielmo  degli  Altoviti  Andrea  di  Segnino  Baldest 

Giovanni  di  Mone,  biadaiuolo  Cipriano  di  Lippozzo  de'  Mangioni 

/,  «,  m       Francesco'  di  Bartolo  Baldoni,  bottaio  Benincasa  di  Michele  Ristori 

Matteo  di  Federigo  Soldi,  gonfaloniere  di  lu-  Fuligno  di  Conte  de'  Medici  5 

stizia,  quarliere  di  S.  Giovanni  Uberto  di  Schiatta  Ridolfi,  gonfaloniere    di 
Ser  Piero  (U  aer  Stefani  Cagciani,  loro  aotaio,  lustizia,  quaniere  diS.  Spirito.  Fu  assente. 

quartiere  di  S.  Maria  Novella.  Niccol6  di  Bocchino,  gonfaloniere  di  lustizia, 

quartiere  di  S.  Spirito 

Feo  Benini,  pizzicagnolo  Ser  Tommaso  Aldobrandini,  loro  notaio,  quar-   10 
Tieri  di  Paolo,  maniscalco  tiere  di  S.  Croce. 

Lapa  cU  Dino  de'  Toloaini 

R.UBRICA  751'  —  Came  si  -prese  in  questo  anno  la  Uga  di  messer  Dernabh  e  con  gli  Comuni 
di  Toscana;  e  la  comfagnia  di  messcr  loanni  Aguto  venne  a  Firenze. 

/.,  K.i»  Nell'anno  1375,  essendo  restata  la  mortaliti,  e  tornati  i  cittadini  a  Firenze,  ed  essendo'  15 

etata  la  gran  carestia,  e  poco  o  niente  grano  si  trov6  in  Firenze  e  nelle  terre  del  contado, 
di  che  essendo  lo  Cardinale . . . .  (lacuna)  a  Bologna,  signore  per  la  Chiesa,  ed  a  Peru^a 
r  Abate  di  Montemaggiore  per  la  Chiesa,  signori,  s'  intesero  insieme  lo  Cardinale  e  1'  Abate, 
e  chi  dice  di  volontk  del  papa,  per  introdotto  della  setta  degli  Albizi,  i  quali  v'aveano  il 
Cardinale,  e  chi  dice  della  setta  dei  Ricci,  insieme  con  loro.  Ma  come  ch'ella  si  fosse  20 
e  donde  procedesse,  lo  Cardinale  di  Bologna  scrisse  a'  Fiorentini :  conciosiacosacchfe  f osse  in 
triegua  collo  signore  di  Melano,  messer  Bemabb,  e  non  avesse  di  che  pagare  li  soldati,  egli 
aignificava  a'  Fiorentini  che  messer  Giovanni  Aguto,  inghilese,  farebbe  compagnia,  ma  dove 
i  Fiorentini  gli  volessero  prestare  centomila  fiorini,  o  almeno  sessantamila,  ch'egli  li  potesse 
pagare,  che  quella  state  non  scenderebbono  a  Firenze.  Tenutosi  di  ci6  ragionamento  a  Fi-  25 
renze,  vidono  che  non  era  altro  che  per  voler  mugnere  di  danari  Firenze,  ed  oltre  a  ci6  di 
volere  poi  dire  un'altra  volta  il  simile,  di  che  non  era  tempo   da   prestare;   onde   si   gli  fu 

/.,  ut,  140  mandata  solenne  ambasciata  per  risposta,  dicendogli  che  non  era  possente '  il  Comune  a  ci6. 
Di  che  di  giugno  messer  Giovanni  Aguto  si  partl  da  Bologna,  e  vennene  per  1' Alpi,  e  prima 
per  le  fiumate,  e  capit6  a  Gaburatto,  neirAIpi  de'  Bolognesi  con  Fiorentini  in  su'  confini.  30 
I  Fiorentini  veggendo  che  il  Cardinale  mandava  loro  questa  gente  addosso  per  dire:  "io 
far6  ardere  loro  le  ricolte,  e  ho  fatto  il  divieto,  poi  affamati  io  sar6  signore  di  Firenze  ,  — 
tutto  ci6  veduto  per  gli  Fiorentini,  e  trovato  che  in  Prato  si  trov6  uno  trattato  che  messer 
Giovanni  Aguto  dovesse  avere  Prato  per  uno  ser  Piero  da  Canneto,  di  presente  si  pensarono 
d'accordarsi  con  messer  Giovanni  Aguto,  e  diergli  centotrenta  miglia'  di  fiorini,  e  cosl  8'ac-  35 
cordarono  con  lui,  e  diergli  ogni  anno  di  provvisione  mentre  vivesse  fior....  {laaina).  E 
cosi  venne  dalto  Stale,  e  scese  sul  contado  di  Firenze,  e  pass6  in  su  quello  de'  Pisani;  fece 
rimedere  {ricomfrarc)  i  Pisani  e  i  Sanesi,  e  andonne  nella  Marca,  e  poi  a  Bologna  ritom6. 
Parve  che  generalmente  si  dicesse  che  fu  di  palto  da  lui  al  Cardinale,  che  le  paghe  facesse 


17.  dl  che]  slcchi  G,  R.  -  taaiica  il  noma  i*  G.  R.  »  A.  sufflUo  da  /.;  SanfAgnolo  Guglielmo  di  NotcI- 
letto  —  19.  di  volonti  del  Papa]  dl  volonti  della  Chiesa  cloh  del  Papa  G.  R.  —  »3.  Aguto]  Aucut  G.  R.  -  mm] 
»mm.  A.  —  34,  gll]  lo  G.  R,  -  prestare....  ch'egU]  prestare  il  meno  fiorini  60  ooo,  che  egll  ./<.  —  35.  non  scende- 
rebbono]  non  s'anderebbono  G.R.  —  36,  altro]  a  loro  G.R.  —  37.  slj  omm.  A,  —  29.  vennene]  venne  G.  R.  — 
30.  Gaburattoj  Tapuraccio  G.R,  —  33.  ho]  omm.  G.R.  —  34.  Canneto....  pensarono]  Canncto,  prete,  si  pensa- 
rono  /.;  Canneto  di....  (lacuna)  prete  si  pensarono  G.  R.  La  lezione  del teslo  i  quella  di  A.;forsef*rh  »0»  i  Juor 
di  luogo  crtdere,  che  la  laeuna  di  G.  R,  sia  da  eolmare  con  la  farola  presente;  «  cli»  il  testo  S'a  da  correg-gere:  ter 
Plero  da  Canneto,  prete,  di  presente  si  pensarono.  —  37.  su  quello  dei  Pisani]  In  quello  di  Pis.i  A.  —  3S.  rlme- 
dere....  andonnc]  rimediare  Pisa  e  Siena,  e  andonne  G.  R.  —  39.  che  le  paghc  facesse]  chc  sc  per  le  paghe  facesscro  /. 


tA.  1375]  CRONACA  FIORENTINA  k^% 


ricomperare  i  Comuni  di  Toscana,  si  fossero  mezzi  loro  e  mezzi  si  scontassero  delle  paghe 

che  avieno  avere.     Se  fu  vero,'  questo  non  si  us6  mai  piii,  che  la  Chiesa  di  Roma  andasse     /..  ix,  ui 

in  compagnia  facendo  rimedere  i  Comuni  e'  Signori.    Vedutosi  questo  in  Firenze,  feciono  lega 

i  Comuni  di  Toscana  e  messer  Bemabb,  e  fecero  otto  uficiali  con  grandissima  e  piena  balia. 

5  RuBRiCA  752*  —  Come  si  fece  lo  uficio  della  dalia,  e  fu  attanagliato  ser  Piero  da  Canncto, 
e  furono  fatti  ufficiali  sofra  la  Parte. 

Nel  detto  anno  1375  nel  priorato  di  luglio  e  d'ag08to,  veduto  che  lo  giugno  passato 
per  san  Giovanni  messer  Giovanni  Aguto  avea  cavalcato  a  Firenze,  e  il  trattato  si  scoperse» 
e  fu  preso  ser  Piero  da  Canneto,  e   fu   attanagliato,  nonostante  che  fosse   prete;   comech^ 

10  certi  dissero  non  essere  vero  il  trattato;  ma  rimanga  (il  vcro)  in  suo  luogo;  cosi  and6.  Furono 
eletti  —  acciocch^  il  Comune  non  pagasse  quello  che  de'  Pastori  della  'Chifesa  a  torto  avieno  fatto 
pagare  a'  Fiorentini  a  messer  Giovanni  Aguto  —  elessero  otto  cittadini  con  gran  balk  a  porriB 
danari  a'  chierici  per  difendere  la  cittk  di  cui  e  da  cui  e  come  a  loro  fiacesse,  e  sopra 
quali  chiese,  o  persona  ecclesiastica.     Onde  posero  una  prestanza,  che  se  ne  dovesse  rendere 

15  ogni  anno  tanto,  che  fossero  restituiti  quelli  che  s'accattas8ero ;  onde  si  dice  che  n'accatta- 

rono  per  f orza,  o  per  amore,'  iiorini  novantamilia,  o  piu.    Furono  gli  ufEciali  a  ci6  etetti ....     /.,  «,  lu 

E  simile  fiu-ono  eletti  otto  cittadini,  i  quali  ebbono  una  grandissima  alturith  e  balia  a  farfi 
lega,  guerra,  pace,  e  a  potere  spendere  ci6  che  volessero,  e  non  si  avesse  a  vedere  ragione 
di  loro,  e  a  potere  vendere  e  impegnare  rendlte  e  generale  balla,  come  tutto  il  Comune  in 
20  molte  cose.     Questi  furono  gli  eletti: 

Quartiere  di  S.  Spirito:  Giovanni  Dini,  speziale,  Alessandro  di  messer  Riccardo  de'  BardL 
Quartiere  di  S.  Croce:  Giovanni  Magalotti,  Andrea  di  messer  Francesco  Salviati. 
Quartiere  di  S.  Maria  Novella:  Tommaso  di  Marco  degli  Strozzi,  Guccio  di  Dino  Gocci. 
Quartiere  '  di  S.  Giovanni :  Marco  di  Fedferigo  Soldi,  vinattiere,  Tommaso  di  Mone,  biadaiuolo.     /.,  ix,  1« 

25  Questi  otto  uficiali  fecero  pure  i  maggiori  fatti  che  mai  infino  a  quello  dl  si  facessero. 

RiraRicA  753'  —  Come  si  fecero  fiti  voltc  ufficiali  sofra  forre  a'  freti,  e  c&ine fecero  ribeU 
lare  Terre  alla  Chiesa.  * 

Nel  detto  anno  1375  vedendo  che  la  lega  era  fatta,  te  chfe  pt^stahzte  ^r  pagare  ^dici 
centinaia  di  lance  non  bastava  a'  soldati,  che  rincrescea  pagare  ai  cittadini,  e  che  ^er  difetto 

30  de'  Pastori  della  Chiesa  la  gente  si  tenea,  fecesi  uficiali  a  vendere  gli  avillari  delle  chiese, 
e  poi  a  porre  loro  prestanze  alle  chiese,  e  poi  a  vendere  le  possessioni  delle  chiese.  Veden- 
dosi  in  lega  questi  uficiali  della  balia,  cercarono  d'essere  lasciati  stare  da  Pastori  della  Chiesa; 
mandarono  ad  Orvieto  ed  a  Viterbo,  ed  in  effetto  essendo  ad  Orvieto  le  sfette,  si  tennono  modo 
che  Orvieto  si  rubeI16  con  ordinamento  di  detti  uficiali  della  balia.     Poi   le   pii   castella  si 

35  rubellarono,  e  oltre  a  ci6  tennero  modo  co'  Perugini  che  si  rubellarono  dairAbate  di  Mon- 

temaggiore,  ed  in'  effetlo  a'  di  8  di  dicembre  si  ribelI6  Perugia.     Questi  otto  fecero  una  ban-     /.,  «,  144 
diera,  la  quale  era  tutta  rossa  con  lettere  a  traverso,  come  quelle  di  Roma;  ma  questa  ban- 


1  -2.  mezzi  loro . . . .  Se  fu  vero]  mezzi  loro  e  mezzi  delle  paghe  chc  avieno  avcre  si  stentaMcro ;  »e  f u  vero  G,  R, ; 
/.  modifica  cosi  il  pano:  mezzi  loro  e  mezzi  per  le  paghe  che  avieno  avere, /«f ci^  qumlt  »i  stentancro;  »e  fu  vero  /. 

—  3.  facendo  rimedere]  a  fare  rimedere  A. ;  rimediare  /.  —  4.  e  plcna]  0««»».  G.  R.  —  7-  ne'  priorato]  ne'  Prlori  A. 

—  8-9.  trattato ....  Canneto]  trattato  in  Prato  che  Ser  Piero  da  Canneto  G.  R.  —  11.  ele»»ero]  fnrono  eJettl  /.  — 
15.  tanto]  lacuna  A.  —  17.  alturitS]  omm.  G.  R.  —  18.  voiessero . . . .  ragione]  volc»»ero  sanza  rcndere  nluna  rtt- 
ginoe  A.  —  19.  come  tutto  il  Comune]  come  al  Comtme  A.  —  »3.  Marco]  Matteo  /.  —  34.  TOmnia»o]  Giovannl  /, 
30.  avillari]  arredl  /,  —  37.  la  quaie  era]  0m.  A, 


294  CRONACA  FIORENTINA  [A.  13751 


dlera  dicea  "  LibertJi ,  lettere  bianche.  E  molte  Terre  che  si  rubellavano  si  voleano  dare 
alli  Fiorcntini,  e  mai  niuna  ne  vollero;  ma  mandavano  la  bandiera  della  Libertk,  e  facevanle 
libere.  Di  che  questa  cosa  fece  molte  Terre  liberare  di  mano  della  Chiesa,  e  poi  alcuno  tiran- 
nello  81  levava,  e  rientravavi  dentro,  pure  alla  Chiesa  erano  tolte.  Di  che  per  questa  cagione 
il  Papa  fece  scomunicazione  dei  nominati  cittadini,  ciofe  i  Priori  e  li  CoUegi  e  li  Otto  della  5 
balla  e  chi  avesse  niuno  uficio  nella  cittk  di  Firenze.  Formato  lo  processo,  e  fatta  la 
richiesta,  e  posto  lo  intradetto,  si  mand6  a  difendere  il  detto  processo  mcsser  Donato  dei 
Barbadori,  il  quale  francamente  fece  contro  al  processo;  ma  nuUa  valae. 

RuBRicA  754*  —  Come  si  mandb  in  Francia  e  tiella  Magna  a  scusarsi  dcgli  abominj  dati  ai 
Fiorentitti,  e  come  il  Pafa  scomunicb  chi  riiencsse  i  Fiorenttni.  10 

Nel  detto  anno  il  Papa  scomunicati  i  cittadini,  e  fatto  che  fosse  scomunicato  chiunque 
/.,  nt,  I4S  ne  ritenesse  niuno,  e  piii :  che  chi  potesse '  de*  suoi  beni  torre  nuUa,  f osse  suo,  come  di  sco- 
municati  ed  eretici.  Molti  danni  vennero  a'  Fiorentini  per  lo  mondo,  e  molti  ne  furono  disfatti, 
e  gran  tesoro  perderono  i  Fiorentini;  e  abomminb  il  papa  per  tutto  il  mondo  i  Fiorentini, 
come  ci6  fu,  perch^  volea  cacciarli  d'ogni  reame.  Fu  mandati  ambasciatori  allo  Imperadore  15 
e  in  Francia  e  in  Inghilterra,  e  ove  fu  fatta  accusa;  e  la  Reina  Giovanna  promisse  di  non 
cacciare  i  Fiorentini,  ma  se  pure  cacciarli  convenisse,  farebbe  loro  quattro  mesi  termine  ; 
ma  non  l'osserv6,  chfe  non  dife  loro  che  quindici  di,  e  grandi  danni  ne  ricevetteno  i  Fio- 
rentini  per  la  sua  fidanza  data.  E  pertanto  in  Vinegia  e  in  Pisa  furono  ricettati,  nonostante 
ogni  comandamento  e  interdetto  fatto.  Questi  fu  papa  Ghirigoro  XI,  uomo,  il  quale  in  sua  20 
vita  nipote  di  papa  Chimento,  fu  giovane  di  quindici  anni  quando  fu  fatto  cardinale,  e  insino 
al  (dl  che  fu  fatto  papa  si  disse  essere  stato  vergine  e  di  santa  vita;  non  lo  mostro  molto 
nelle  opere  contro  a'  Fiorcntini,  o  vero  che  la  ingiuria  fosse  si  grande  a  lui  e  alla  Chiesa 
fatta  per  gli  Fiorentini,  ch'egli  era,  o  vero  gli  parea,  licito  a  fare  ogni  cosa  contro  a'  Fio- 
rentini,  perocchfe  i  Fiorentini  gli  fecero  perdere  ci6  che  tenea  in  Patrimonio  ed  in  Cam-  25 
pagna  e  in  Romagna  e  in  Toscana,  siccome  per  addietro  e  innanzi  appare. 

i.,tx,\u>       RuBRicA  755*  —  ^elW  che  furono  ammoniti  in  qucs^  anno. 

Nel  detto  anno  1375  seguendo  la  detta  forma  dello  ammonire  e  guastamento  della  nostra 
cittk  furono  ammoniti  gl' inf rascritti : 

A'  dl  18  d'aprile:  Bartolo  di  Martino  Peruzzi  30 

Vita  Pasquini  Nuti  de'  Rapucci  da  Bacchereto 

Michele  di  Pagno  di  Ventura. 

A' di  14  di  maggio:  ser  Tommaso  del  maestro  Piero  Giotti  da  San  Gemignano 

Giorgio  di  messer  Francesco  degli  Scali,  a'  di  6  di  novembre. 

Del  quale  Giorgio  nacque  grande  ammirazione  in  tutti  li  cittadini,  e  fu  quella  cosa  che  fu  35 
principio  del  guastamento  del  buono  e  bello  reggimento;  imperocch^  il  detto  Giorgio  di  pro- 
genie  e  stirpe  guelfissima  fu  sempre,  e  giJi  per  gli  Fiorentini  e  Parte  guelfa  nelle  guerre  dei 
Fiorentini  contro  a'  Pisani  e'  Ghibellini  fu  sempre  gran  maestro  e  confidente  a'  Guelfi;  ma 
per  lo  sdegno  che  ricevette  contro  del  consorto  che  fu  ammonito,  come  addietro  h.  fatta 
menzione,  rubrica  748,   esso   Giorgio  alquanto   sparlava.     Era  uomo   di   grande  ardire   e   di  40 


4.  erano  tolte]  era  tolta  G,  R.  —  5.  de!  nomlnati]  dl  nominati  G.  li.  —  16.  fatta  accusa]  fatte  scxwe  G.  R. 
—  30-ai.  uomo....  vlta]  omm.  A.  —  31.  fu  giorane]  era  giorane  A.  —  33.  fatto]  omm.  A.  —  34.  licito  a  fare]  lieto 
afiare  G.  R.  —  33.  14  dl  maggio]  13  di  maggio  /.  —  39-40»  addietro....  esso]  addietro  ^  scritto,  esso  G,  R.  — 
40.  Giorglo. . . .  Era]  Glorgio  al  partlto  spariva.  £^a  G.  R. 


[A.  1375]  CRONACA  FIORENTINA  295 

sottile  ingegno  e  di  gran '  vedere  ed  uomo  scientifico.  Di  che  quelli  partigiani  si  presero  /.,  ix,  ui 
gran  sospetto  di  lui,  e  perchfe  negli  uficj  era,  temeano :  "  8'egli  si  trova  in  luogo  da  nuocere 
"alla  Parte,  lo  f ark  , ;  e  percio  l'ammonirono.  Onde  li  Guelfi,  che  non  erano  di  quell'animo 
e  non  piaceva  loro  queirammonire,  molto  si  turbarono;  e  ciascuno  dicea:  "  Questi  fe  Guelfo 
5  "  ed  fe  ammonito,  e  non  se  ne  fa  nulla;  cosl  faranno  oggi  a  te,  domane  a  me;  questi  ordini 
"  fecero  per  ammonire  i  Ghibellini  e  non  i  Guelfi;  questo  si  vede  che  chi  non  vuole  dire  come 
"  loro,  sia  ammonito  „.  E  molto  sbigottiro  e  temettero;  e  quelli  partigiani  vedendo  aver  fatti 
si  gran  fatti  e  non  esserne  nuUa,  troppo  piu  d'ardire  e  di  presunzione  presero,  onde  ogni  uomo 
tremava  di  loro.     E  per  certo  non  era  si  Guelfo,  che  gli  paresse  essere  sicuro,  se  non  dicea 

10  quello  ch'essi  diceano.  E  tali  li  diceano:  "  Bene  fate;  ammonite,;  chh  di  ci5  crepavano  e 
tutto  per  paura;  e  quando  passava  il  collegio  de'  Capitani,  erano  piii  per  la  citth  scappucciate  e 
trarre  di  berrette,  che  a'  Priori.  E  teneano  modo  d'arrecarsi  gente  a  casa,  perocchfe  assai  fosse 
ghibellino,  che  essi  non  lo  tenessero,  e  adoperasserlo  per  guelfo,  se  abbaiava  per  le  piazze  e 
per  li  palagi  in  favore  loro,  e  se  era  de'  Priori,  e  favoreggiava  a  loro  modo,  per  guelfissimo 

15  lo  teneano,  e  cosi  assai  era  guelfo,  che  se  non  facea'  per  loro,  ogni  dl  lo  tramestavano,  di-     /.,  ix,  u» 
cendo  egli  e  nato  di  luogo  che,  non  che  ne  fosse  nato,  ma  non  lo  avea  mai  udito  ricordare. 
E  cosi  si  guidava  la  Terra  in  malo  stato. 

RuBRicA  756*  —  Come  si  rubellb  Bologna. 

Neiranno  del  1375  a  dl  20  del  mese  di  novembre  gli  Otto  della  balla,  essendo  stimolati 

20  da  molti,  e  ancora  da  loro  medesimi  e  d'  intorno,  da  fare  forma  alla  liberagione  delle  Terre, 

che  si  teneano  per   la  Chiesa,  si  s' immaginarono   che  Bologna   era  quella  Terra,  ch'era  di 

bisogno  a  trargli  di  mano,  perocchfe  molta  quantitk  di  danari  ne   traevano,  e   ancora   molti 

sussidj,  ed  a  freno  teneano  tutta  Romagna.     Diliberossi  questo  di  di  mandare  alcimo  segreta- 

mente  per  alcuno  amico  del  Comune  e  nimico  di  quelli  Pastori.     Infra  gli  altri  che  venneno 

25  segretamente  furono  quegli  da  Loiano  e  de'  Bianchi,  e  compuosesi  con  loro  la  faccenda,  e 

non  venne  per5  fatto.     Ma  poi  con  questi  medesimi  si  fece  la  faccenda  coUa  gente  da  piede 

^   e  da  cavallo,  che  vi  si  mand5  in  gran  copia,  e  rubellossi,  e  tom5  a  libert^.     E  lo  Comune 

di  Firenze  vi  mand5  gente  assai  e  ambasciadori  a  riformare  la  citth  e  dar  loro  gli  ordini,  e 

intrarono  in  lega.     Quello  di  che  si  rubellavano  fu  nelFanno  1375  a'  di  20  marzo  1375. 

30  RuBRicA  757*  —  Come^  fosto  lo  intradeiio,  si  fecero  molie  comfagnie  e  lattdi  in  Firenze  e    /.,  ix,  h» 
di  uomim  e  di  femmine. 

Nell'anno  1375,  avendo  lo  Papa  posto  lo  'ntradetto,  ed  ossejrvandosi  per  tutto  il  contado 
e  la  cittk,  awenne  che  parve  che  una  compunzione  venisse  a  tutti  i  cittadini,  che  quasi  in 
ogni  chiesa  si  cantava  ogni  sera  le  laude,  ed  uomini  e  femmine  infiniti  v'andavano;  ed   era 

35  s)  gran  cosa  le  spese  vi  si  facea  di  cera  e  libri  e  cose  necessarie,  ch'era  gran  fatto;  ed 
ancora  s'andava  ogni  dl  a  processione  coUe  reliquie  e  canti  musichi  con  tutto  lo  popolo  dietro; 
ed  ogni  compagnia  facea  battuti  in  tanto  numero,  che  v'erano  infino  a  fanciulli  di  dieci  anni, 
e  ccrto  piu  di  cinquemila  battuti,  quando  si  facea  processione  generale,  v'erano,  e  ventimila 
persone  o  piu  seguiano  la  processione,  e  dal  vedere  lo  sacrificio  del  corpo  di  Cristo  in  fuori 

40  pivi  divoti  e  piu  cattolici  in  stare  in  chiesa  a  prediche,  a  orazioni  e  a  digiuni,  che  quando  si 


I.  scientlfico]  santifico  G.R.  —  4.  Questl  h}  Costui  h  A.  —  10.  tall  11  dleeano]  tall  diceano  loro  /.  —  11.  col- 
legio  de'  Capitani]  collegio  del  cittadini  G.  R.  —  13.  tene$sero  e  adopcragierlo]  tenessero  ed  operasierlo  G.  R,  — 
13-14.  e  per  li  palagi]  omm.  A.  —  32.  molta  quantitA]  gran  quantitii  G,  R.  —  34.  che  Tcnneno]  che  vi  erono  A.  — 
39.  lega....  marzo]  lega.  Rubelloronsi  a'  d\  30  dl  marzo  A.  -  nell'anno]  nel  detto  anno  G,  R.  -  1375]  omm.  G.R, 
—  3;.  battuti]  battenti  G.  R.  —  38.  battuti]  battentl  G,  R. 


^^6  CRONACA  FiokENTlNA  [k.  lafftj 

^cea  1*  uficio  della  messa  noh  erano  mal  per  ogni  uno  cento,  Ancofa  si  mowero  molti  giovanl 
nobili  e  ricchi,  e  si  convertirono,  e  feciono  loro  conventicule  a  Fiesole,  e  facieno  loro  limo- 
/.,  iz,  ijo  iine,  e  quivi  in  dlgiuni  e  In  orazioni '  dormieno  in  «dla  paglia  e  in  terra,  e  cotivtrtieno  p«b- 
catrrd,  e  Vestienle,  e  menavanle  a  Fiesole,  e  facieno  loro  limosine,  e  munisteri  rimuravano, 
e  non  si  vergognavano  molti  ricciii  giovani  sprezzarsi,  e  abbandonare  lo  mondo,  e  andare  a  5 
accftttare  per  le  povere  persone  convertite.  Ed  era  questa  cosa  sl  dilatata,  che  ben  parea  che 
volessero  vincere  e  aumiliare  il  Papa,  e  che  volieno  essere  nbbidienti  alla  Chiesa. 

RuBRicA  758.  —  Come  si  corse  Paenza  fer  la  Ckiesa,  e  rubossi  generalmente  tutta  la  dtth, 
e  messer  Giavanni  Aguto  Vebbe,  e  s^arriccM. 

Nel  detto  anno  1376  a' dl  24  di  marzo,  esssendosi  rubellata  Bologna,  e  essendo  in  Faenza  10 
per  la  Chiesa  messer....  {lactina),  sentendo  che  alcuna  cosa  si  cercava  per  rubellarsi,  non- 
chfe  sapesse ;  di  che  mand6  per  messer  Giovanni  Aguto,  e  si  lo  ihise  dentro,  e  la  cittk  mise 
a  saccomanno,  e  chi  fu  presci  de'  tertieri,  si  ricomper6.    Oltre  a  ci6  tutte  le  donne  furono 
presie,  e  tenute  per  loro  femmine  da'  soldati   inghilesi.    E  dissesi   che  detto  messer....    {la- 
cuna)  stava  in  sulla  porta,  quando  le   femmine   se   n'andavano,   che   assai    se   ne   partirono,  15 
poichfe  furono  lassate  per  alcuni  caporali,  a  cui  rincrescea,  o  forse  non  ne  volieno  tante,  nk 
/.,  IX,  151       vecchie,  nh  rustiche,  il  detto'  dicea:   "  Torna  addietro;  questa  sia  buona  per  la  masnada,,. 
E   poi  ancora    non  sofferse   che  li  monisteri  delle  religiose  monache  si  salvasse,   ma  cosi  a 
iacco  e  al  vizio  della  lussuria  fufono  date  come  le  mondane.     Questo  parve  stranissimo,  e 
di  c\h  il  Papa  non  cur6,  e  non  mostr6  al  predetto  messer....  avere  mala  voglia   niuna  di  20 
taQta  inaladetta  e  disonesta  operazione. 

RuBRicA  759*  —  Come  venne  la  hrigata  de^  Brettoni  in  Italia  fer  venire  a  Firenze,  e  con 
loro  venne  lo  Cardinale  di  Ginevra,  e  gli  ambasciadcri  andaro  a   Vignone  al  Pdfa. 

i^el  detto  anno  1376  parve  agli  Otto  della  balla  predetti  avere  fa'tto  assai  alli  Pastori,  e  che 
quasi  non  si  potea  fare  piii,  che  aver  perduto  la  Chiesa  ci6  che  avea  in  Italia;  di  che  per  25 
questa  cagione  deliberarono  di  mandare  ambasciadori  al  Papa  e   di  cercare  pace.     Q6  fu 
commesso;  li  quali  ambasciadori  furono  questi: 

Messer  Alessandro  di....  deirAntella 

MeSser  Pazzino  di  meSser  FrancCsco  degli  Strozzi 

Michele  di  Vanni  di  ser  Lotto.  30 

Partironsi  k'  dl  due  di  gingtio  1376  fe  poco  di  profitto  feciono,  e  tornaronsi,  e  qnasi  che 
/.,  XX,  15]  non  fu  loro  mancato  il  fealvacondotto,  e  avuto  villania  nella  persona.  Tutto  questo  era'  piuttosto 
per  operazione  del  Visconte  di  Torena  {TurcnneT)  fratello  del  papa,  lo  quaie  avea  di^isato  d'e8- 
sere  Sighore  di  Firenre,  e  diede  ordine  di  mandare  in  Italia  una  compagnia  di  Brettoni,  H 
quali  in  quelli  tempi  8'erano  partiti  daila  guerra  dello  Re  di  Francia  e  dello  Re  d'  Inghil-  35 
terra,  e  venuti  a  Vigrione,  e  quivi  patteggiati  col  Papa  si  partirono,  e  promissono  di  essere 
per  san  Giovanni  di  Giugno  a  Firenze,  e  con  molte  minacce  profferendo  di  pigliare  per  forza 
Firenz6.  Di  che  per  questo  loro  detto  avieno  disegnato  in  su  d'  una  tavola  di  gesso  tntta  la 
citt^  e  li  prominenti  luoghi,  dicendo:  "Qui  far6  rostello  del  Visconte,  qul  porr6  il  cassero,. 


I.  tnal]  MiAk.  G.  JR.  —  2.  't  fkciino  Ibro  llmotlne]  o»im.  A.  —  4.  rimtiravano]  mnrtvtino  G.  R.  —  10.  anoo 
1376]  anno  1375  A.  —  10-11.  BolOgna . . . .  Sentendo]  Bologna,  ed  essendo  In  forza  per  la  Chiesa  messer....  in  F»enia 
sentendo  /.  —  ii.  che  alcuna]  alcnna  G.  R.  —  ii-u.  rubellarsi.. ..  di  che]  rubellarsi,  parve  ch'a8tentis«e ;  di  che 
G.  R.  —  15.  ifava  in]  omm.  G.  R.  —  30.  Michele  di  Vinni  dl  ser  Ldtto]  Michele  Vanni  Castellanl  A.  —  y.  Jwco 
dl  profitto]  poco  profetto  G.  R.  —  38-39.  di  gesso....  citti]  di  gerto  a  Flrenze  tutta  la  dtta  G.  >?.  S 


[A.  1376]  CRONACA  FIORENTINA  297 

E  poi  quando  era  loro  detto  non  essere  Firenze  da  pigliare  per  forza,  diceano,  che  se  il  sole 
intrasse  in  alcuna  Terra,  essi  v'entrerebbono,  e  prenderebbero  per  forza.  Di  che  veduto  questo 
gli  Otto  providono  a  cio,  e  ordinaro  di  soldare,  e  richiesero  la  lega,  ed  afforzarsi. 

RuBRiCA  760*  —  Come  fu   messer  Ridolfo  da   Camerino  cafitano   della  genie  fiorentina,   e 
5  come  i  Brettoni  tentarono  di  venire  a  Firenzc,  e  non  foterono,  e  di  cib  che  fecero  gli  Otto. 

Nel  detto  anno  sentendo  la  venuta  de'  Brettoni,   e  parendo  i  Fiorentini  essere  molto 
ignudi'  di  gente  e  di  valoroso  capitano,  8'ingegnarono  d'avere  uomo   valoroso;  infra'  quali     /.,  tx,  i53 
li  Malatesti  non  poterono  corrompere  contro  la  Chiesa,  salvo  in  promettere  tion  essere  contro 
la  cittJi  di  Firenze,  ne  palese,  n^  segreto,  nfe  contro  al  Papa  per  gli  Fiorentini.    Messer  Bar- 

10  tolommeo  da  Smidaccio  da  Sanseverino  promisse  essere  contro  ad  ogni  persona,  e  intr6  in 
lega.  Messer  Rudolfo  da  Camerino  intro  in  lega,  ed  accett6  la  capitaneria,  e  venne  in  Fi- 
renze  a'  di  10  di  luglio  1376,  di  che  messer  Bartolommeo  fu  male  contento,  perocchfe  erano 
nimici,  e  se  vi  fosse  intrato  messer  Rudolfo  in  prima  di  lui,  non  vi  sarebbe  egli  intrato 
poi.     Accettato  messer  Rudolfo  si  paftl  di  Firenze  colla  gente  della  lega,  infra'  quali  furono 

15  cjrca  settecento  lance,  che  quelli  di  messer  Bemabb  non  vollero  essere  contro  alla  Chiesa 
p-er  gli  patti  della  lega,  mentre  fosse  in  triegua  colla  Chiesa.  Di  che  rimase  in  Firenze  la 
gente  di  messer  Bernab6;  di  che  la  gente  de'  Fiorentini  era  in  tutto  intomo  di  duemila  lanze; 
ravanzo  era  ad  Ascoli  della  Marca,  dove  era  assediato  messer  Comes,  nipofe  che  fu  del 
cardinale  di  Spagna.     E  per  lo  Ducato  e  Patrimonio  in  aiuto  a  quelli  ch'erano  incontro  alli 

20  Pastori  della  Chiesa  giunsero  i  Brettoni  a  Bologna  per  passare  in  Firenze.     Gli  Otto,  come 

detto  e,  savissimi  uomini  e  proveduti,'  ebbono  in  Bologna  uomini,  li  quali  di  luglio  si  riten-     /.,  n,  i54 
nero  per  modo  che  non  andassero  in  sul  Fiorentino,  con  cercare   trattato   di  dare   Bologna 
alla  Chiesa.     Ci6  era  tutte  parole  per  tenersi  qui  a  bada  per  conducerlo  al  soldo  della  lega, 
e  ultimamente  ancora  contro  a  messer  Giovanni  Aguto;  cercarono  di  tenerlo  a  bada,  accioc- 

25  ch6  non  si  facesse  prima  con  gli  predetti  Brettoni,  perocch6  era  cosa  pericolosa  a  lasciare 
di  quelle  due  compagnie  fare  una,  e  da  non  essere  niuno  rimedio  al  guastamento  d'ItaHa. 
E  per  certo  buona  previsione  fu,  ma  non  sarebbe  potuto  ci6  osservare,  se  non  che  la  Chiesa 
non  avea  da  pagargli,  ed  avea  perduta  Tentrata;  di  che  non  avendo  e  non  aspettando,  Si 
ritornarono  i  Brettoni  in  Cesena  ed  in  Castrocaro  ed  in  altre  Terre;  onde  quando  li  volea  poi 

30  raandare  in  Toscana  non  poteano  venire;  e  molti  cavalli  guasti  e  morti  per  li  lunghi  viaggi, 
e  pertanto  mai  in  Toscana  non  venhono. 

RuBRicA  761*  —  Come  i  Fiorentini  si  fresono  giuridicione  in  Romagna,  e  ferderono  quella 
che  avieno  in  Portico  di  Roinagna. 

Nel  detto  anno  trovandosi  in  Romagna,  ciofe  i  conti  Guidi,  il  conte  Francesco  figliuolo 
35  del  conte  Ruggieri  da  Doadola,  il  conte  NiccoI6  ed  il  conte  Giovanni,  il  coiite'  Ahtohio,  figlioli  /.,  ix,  i55 
del  conte  Bandino  da  Monte  Granelli  ed  il  conte  Antonio  da  Bagno  e  messer  Azzo  degli 
Ubertini  e  Francesco  da  Calvoli,  tutti  venuti  in  queiranno  nella  lega,  cominciarono  a  guer- 
reggiare  certe  Comunanze  di  quella  provincia,  infra  le  quali  era  la  Galiata,  che  sono  sette 
castella,  e  Modigliana,  ch'fe  uno  castello  di  novecenfo  uomini  colle  ville,  ed  il  Cornraolo, 
40  ch'era  del  conte  Ruggieri  del  conte  Salvatico.  Essendo  queste  fortezze,  il  Comune  di  Firenze 
imprese  contro  a'  predetti  conti,  ch'erano  in  lega,  non  oppressassero  costoro,  8'elli  volessero 


3.  ordinaro....  richlesero]  ordlnaro  dei  ioldatl  e  ricWesero  G  Jt.  —  lo.  Smldacclo]  Smiaucclo  /.  —  ii.  !nfT& 
in  lega  ed]  omm.  A.  —  i^-iS-  lega....  lance]  lega  con  lance  A.  —  3i.  uollilnl]  omm.  A.  —  33.  C16  era]  erano  A. 
-  bada....  lega]  bada  di  conducerlo  al  $oldo  colla  lega  G.  R.  —  33-»5.  lega....  Brettoni]  lega  accia  non  si  facc«»e 
una  con  il  dettl  Brettoni  A.  —  as»  »»  facedso  prima]  ki  face»$e  lega  prima  /.  —  38-39.  »•  ritomarono]  si  ritennono 
G,  R.  —  30.  vcnlre]  ire  A.  —  34.  cioi]  oinm.  A. 


298 


CRONACA  FIORENTINA 


[AA.  1375-1376] 


venire  nella  lega.  Di  che  vennero,  c  furono  liberi,  salvo  che  i  caaseri  principali  dovesse  il 
comune  di  Firenze  guardare,  e  cosl  fu.  E  Primalcuore  si  prese  contro  Amerigo  di  messer 
Giovanni  d' Alberghettino,  e  fu  libero  dato  al  comune  di  Firenze,  come  cbsa  tolta  al  suo 
nemico.  Per  la  quale  cagione  parve  lo  Comune  dal  proponimento  addietro  toccato  disviarsi; 
perocchfe  non  avea  voluto  inlino  a  qui  alcuna  cosa  imprendere  per  sfe;  questo  non  era  per6  5 
pigliare  per  s^,  se  non  che  quanto  a  sicurth.  E  questo  fece,  perocchfe  per  quella  via,  tenen- 
dola  aperta  e  sicura,  mai  fame  avere  non  potea  Firenze,  perocchfe  quindi  venne  sempre  in 
Firenze  grano  di  Romagna.     E  similmente  presero  n  liberth  San  Benedetto  dell'  Alpe  e  Ca- 

/.,  tz,  iM       stello  deirAlpe,  e  furono  liberi  in   loro  uficio  e  comune,'  come  a  loro  paresse  a  reggersL 

Infra  questi  termini  narrati  nacque  infra  certi  figliuoli  del  conte  Bandino  ed  il  conte  Fran-  10 
cesco  del  conte  Ruggieri  predetti  quistione.    La  quale  quistione,  come  collegati,  udita  per 
gli  Otto  della  balla,  parve  al  conte  Francesco  essere  favoreggiati  i  figliuoli  del  conte  Ban- 
dino,  suo  avversario.     Lo  detto  conte  Francesco  avendo  in  Portico  buono  e  grosso  castello, 
piii  che  altro  delle  dette  montagne  e  fiumare  di   Romagna,   molti   amici,  infra'  quali   v*era 
uno  Matteo  di....  del   detto  Portico,  ordinb   che  il  detto  Matteo  ribell6  il  detto  Portico,  15 
e  grid5:  "Viva  la  Chiesa„.     Saputo  questo  a  Firenze,  subito  si  provvide   di  soccorso,  il 
quale  fu  dato  a  ci6  messer  Benghi  Buondelmonti   con   trecento  lance   ed  il  figliuolo  del 
conte  Guido  a  sua  compagnia;  li  quali  feciono  sl  fatta  operazione  nel  detto  luogo,  che  chi 
disse,  lo  figliuolo  del  conte  Guido,  perch6  gli  fu  tolto  Diecomano,  Gattaia,  Monforte  e  Co- 
rella,  di  consentimento  degli  uomini  di  quelle  castella ;  onde  lo  venderono  a  i  Fiorentini  per  20 
le  proferte  che  i  loro  uomini  faceano  al  Comune,  come  detto  ^  addietro  rubrica  740,  si  per 
disfare  quelli  villani,  mostrando  che  non  fosse  tempo  d'andare,  ma  d'  aspettare  in  queste  pre- 

/.,  IX,  157  dette  ville  delli  predetti  castelli,  per  disfare  di  vettovaglia  e  di  strame'  quelli  villani,  come 
gli  venne  fatto;  e  chi  dice  che  messer  Benghi  era  male  contento  della  guerra,  e  ogni  dl 
volea  ammonire  da  s^,  e  era  male  contento  d'ire,  s'  indugib  tanto  che  Portico  si  foml  di  25 
Brettoni  per  la  via  di  Cesena;  e  lui  non  vi  potfe  entrare;  nondimeno  molti  dissero  che  se  si 
fosse  fomito  colli  paesani  che  avrebbero  avuti,  e  Tavesse  bene  stretto,  lo  averebbe  avuto. 
Ma  quale  si  fosse  la  cagione,  o  le  dette,  o  non  sapere  piu,  o  credersi  fare  meglio,  segul 
quelli  che  si  partirono,  cio^  le  trecento  lance  de'  Brettoni;  onde  ancora  quelli  non  seguirono 
in  modo  da  volersi,  ma  stettersi,  e  logorarsi  il  bestiame,  la  vettuaglia,  lo  strame  degli  amici,  30 
ch'erano  per  le  ville  a  sacco,  come  se  di  nimici  stati  fossero,  o  peggio,  e  disertarono  quello 
paese,  e  mai  Portico  non  vi  vidono.  Poi  quando  non  ebbono  piil  che  logorare,  essi  si  tor- 
narono  a  Firenzo  con  poco  onore  e  fama  del  Comune  e  loro  e  con  grande  danno  degli  amici 
del  Comune. 

RuBRlcA  762'  —  ^uesti  sono  i  Priori  da*  di  frimo  di  gennaio  137$  a'  di  frimo  di  gen-  35 
naio  1376. 


/.,  IZ,  isi 


NiccoI6  di  Geri  de*  Soderini 
Azzolino  di  ser  Viviano 
loanni  d^Arrighetto,  legnaiuolo 
Bartolommeo'  del  Bellaccio,  beccaio 
lacopo  di  Bernardo,  ritagliatore 
Bartolo  di  loanni  Siminetti 


Anibaldo  di  Benci  Camcci 

Andrea  di  messer  Ugo  della  Stufa 

Lapo  di  Duccio   de'  Bucelli,  gonfaloniere   di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Croce  40 

Ser  loanni  Cambini,  loro  notaio,  quartiere  di 

S.  Giovanni. 


10.  narratl]  omm.  A,  —  11.  predetti]  omm.  A.  —  13.  suo  aTversarlo]  suol  avversart  G.  R.  —  19.  Monforte]  Bel- 
forte  /.  —  ai.  rubrica  740]  omm.  A.  —  35-36.  9' indugid . . . .  noadimeno]  s'ladugi6  tanto  che  in  Portico  non 
poti  intrare  al  soccorso,  dl  clie  elll  guidara,  perocchfe  treccnto  lance  di  Brettoni  erano  venuti  da  Cesena,  e  for- 
nito  di  gente  Portlco;  nondimeno  G.R.  —  36-38.  nondimeno....  cagione]  nondimeno  raolti  dissero  che  se  si 
fosse  fermo  col  paesanl  che  arrebbe  avuto;  ma  quale  si  fusse  la  cagione  A.  —  38.  o  credersi  fare  meglio]  omm. 
A.  —  3^  seguiroao]  segu\  G.  R.  —  31.  dlsertarono  quelio]  e  disertato  quello  A. 


[A.  1376] 


CRONACA  FIORENTJNA 


299 


lacopo  di  Lutozzo 
Bemardo  di  Castello  da  Quarata 
loanni  di  Mugnaio  di  Recco  da  Ghiacceto 
Bonaccorso  di  Lapo  Giovanni 
5   lacopo  di  Pagolo,  maestro 

Giovanni  di  Salvi  Vespuccia,  funaiuolo 
loanni  di  Ventura,  merciaio 
Nofrlo  d'Attaviano  del  Voglia 
Niccol6  di  Giovanni  Malegonnelle,  gonfalo- 
10  niere  di  lustizia,  quartiere   di   S.    Maria 

Novella 
Ser  lacopo  di  ser  Zanobi  Paoni,  loro  notaio, 

quartiere  di  S.  Spirito. 

Bonaccorso  di  Rucco  Pitti 
15   Giovanni  Dini,  speziale 

Niccolb  di  Vanni  Ricoveri 

Francesco  di  ser  Donato  Fazi 

Andrea  di  lacopo  Collini  Grandoni 

loanni  di  Giano,  setaiuolo 

Giovanni'  di  Rota,  fornaio 
20  Batino  Cambiuzzi,  maestro 

Biagio  di  Bonaccio  de'  Guasconi,  gonfaloniere 
di  lustizia,  quartiere  di  S.  Giovanni 

Ser    Michele    Vestri   Contadini,  loro   notaio, 
quartiere  di  S.  Maria  Novella. 

25   Giovanni  Ciari,  rigattiere 

Firenze  del  Pancia,  calzolaio 

Bartolo  di  ser  Tino,  tavoliere 

Cocco  di  Donato  Cocchi,  lanaiuolo 
30  Lionardo  di  Bartolino  Salimbeni 

Filippo  d'Ugo,  speziale 


lacopo  di  Giani  Gherardini 

Nofri  d'Andrea  di  Neri  di  Lippo 

lacopo  di  Bartolo  Strada,  gonfaloniere  di  lu- 

stizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  NiccoI6    Manetti,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Giovanni. 

Priore  di  Feduccio  di  Cione  Falconi 

Bongianni  Pucci,  speziale 

Simone  di  Lapo  Corsi,  fornaciaio 

Orlando  del  Chiaro,  fabbro 

Recco  di  Guido  Guazza 

Tommaso  di  Meglio  Fagiuoli 

Marco  di  Bandino  da  Filicaia 

Niccol6  di  Giovanni  de"  Cerretani 

Massaiozzo' di  Pietro  Rassacani,  gonfaloniere     /.,  ix,  i60 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  NiccoI6   di   ser   Serraglio   Serragli,  loro 

notaio,  quartiere  di  S.  Spirito. 


Ridolfo  di  lacopo  Ridolfi 

lacopo  di  Neri  Paganelli 

Buonaccorso  di  Vanni,  orafo 

Giovanni  di  Lapo  Niccolini 

Cecco  di  Giandonato,  vinattiere 

Ristoro  di  Cione,  maestro 

Alessandro  di  Niccol6  degli  Albizzi 

Duccio  di  Giovanni,  sellaio 

Ghino  di  Bernardo  Anselmi,  gonfaloniere   di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Domenico  Allegri,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Croce. 


/.,  IX,  159 


RuBUicA  763*  —  Come  a  Bologiia  fu  quistione  e  menati  tratiati,  dove  convcnne  che  messer 
Ridolfo  ragunasse  gente,  c  fu  fatta  giustizia  di  quelli  ch'cntraro,  e  da  qucllo  dt  innanzi 
semfre  vi  furo  ambasciadori  e  gente  d'annc  del  Comune. 

35  In  questo  medesimo  anno  certe  famiglie  di  Bologna  tennero  trattato  da  dovere  col  Car- 

dinale  detto  di  Ginevra  per  dargli  Bologna;  di  che  sentito  questo  messer  Ridolfo,  che   era 
I^,  fu  col  Capitano,  che  fu  messer  Giovanni  Mangiadori'  da  Sanmignato,  e  presi  quelli  del     /.,  ix,  i6i 
trattato,  a  parecchi  fu  tagliata  la  testa,  ed  alquanti  ne  furono  confinati.    Poi  si  partl  messer 
Ridolfo  d'ottobre,  ed  i  Bolognesi  riformarono  Bologna,  e  richiesero  gli  Otto  che  sempre  vi 

40  stessero  due  ambasciadori  sl  alla  guardia  della  gente  deirarme  e  sl  allo  loro  consiglio.  Di 
che  cosl  facea  il  Comune  continuo;  di  che  fu'  io  uno  di  quelli  e  Filippo  di  messer  Alamanno 
Cavicciuli;  e  se  non  fussimo  stati  noi  coUa  gente,  che  sentimmo  il  trattato,  certi  che  volieno 
mettere  i  Peppoli  dentro,  che  non  era  altro  che  mettervi  messer  Bemab6  Visconte,  Signore 


36.  detto]  omm.  A.  —  40-41.   Di  che. 
poH)  1  popoU   G.R. 


FUlppo]  dl  che  fu  Melchlonne  Stcfanl  e  FlUppo  A.  —  43.   1  Pep- 


Sdft  Cronaca  fiorentina  tA.  1376) 


di  Melano,  aubito  ftitto  la  gtstite  db^li  albetghi  fummo  alla  piazza,  e  tentt«iftol&  tiShtb  che 
1  gonfaloni  trawiero,  e  allora  alquanti  ne  furono  confinati.  E  questo  fu  per  quella  volta  la 
salvazione  di  Bologna;  e  perchfe  non  h  nostra  materia  di  punta,  lo  taccio;  ma  cod  fu  per 
essere  guasta  Bologna. 

RuBRicA  764*  —  Come  si  tenne  tnodo  a  romfere  la  comfagnia  eU  mcsser  Giovanni  Aguto,  e    5 
soldossi  fer  gli  Fiorentini  farte  di  essa,  ferchi  non  si  acconciasse  con  gli  JJrettoni. 

Era  messer  Giovanhi  Aguto  in  Faenza,  ricco  di  denari  e  fomito  di  vettovaglia,  ed  essendo 
/.,  iz,  ui  11  vemo  venuto,  *d  a' Bretton!  inaacava'  l6  podere  del  venire  in  Toscana,  8i  pensarono  di 
richiedere  messer  Giovanni  Aguto,  o  forse  astuzia  di  messer  Giovanni  Aguto  fu,  perchfe  avea 
brigata  che  non  si  contentava  di  lui,  ed  egH  non  si  contentava  di  loro.  Di  che  sentendo  10 
questo  gli  Otto,  mandarono  a  Melano  ed  a  Bologna,  e  ciascuno  promise  di  torre  la  Bua  rata 
di  settecento  lancfe  e  di  trecento  arcieri ;  poi  segretamente  si  stuzzic6  con  messer  Filippo  Puer 
Grandente  Giamberivech  e  messer  Giani....  (lacum)  i  quali  conducessero  la  gente,  Ed 
ebbono  la  presta  e  promessa  di  ventidue  fiorini  per  lancia  fino  a  ventiqnattro,  e  mai  non  ai 
era  usato  lA  gran  soldo.  Ci6  si  fece  per  rompere  la  brigata.  Ora  messer  Bernab6  non  la  15 
volle  la  sua  parte ;  convenne  a'  Bolognesi  torla  ed  a'  Fiorentiai.  Di  che  fu  grande  spesa,  ed 
ebbe  lo  Comune  a  soldo  allora  lance  d'  ogni  ragione ....  (lacuna)  e  pfcdoni  bene  miHe 
e  balestrieri  genovesi  ben  trecento.  Questa  era  incomportabile  spesa;  ma  era  tanto  lo  trionfo 
de'  Fiorentini,  li  quali  si  vedeano  fuoti  del  pericolo  di  venire  sotto  i  Pastori  della  Chiesa, 
che  ogni  cosa  comportavano  in  pace.  Tocc6  a'  Fiorentini  delle  predette  lance,  che  non  ne  20 
poterono  conducere  i  detti  caporali,  piil  dtigentoquindici  lance  con  novantadue  arcierL  E 
questo  80  io  che  li  feci  scrivere,  essendo,  come  di  sopra  nella  prossima  mbrica  dissi,  in  Bolo- 
gna  per  lo  Comune  insieme  con  Filippo  di  messer  Alamanno  CavicciuU. 

A,  tx,  1*3       RuBRiCA  76d*  Conie^  e  chi  Jurono  ammoniti  in  questo  anno. 

In  questi  tempi  che  le  cose  andavano  prospere,  tuttodl  tomava  di  Francia,  d'  Inghilterra  e  25 
d'ogni  provincia  gente  mercatantij  i  quali  a  petizione  della  Chiesa,  com'fe  detto,  erano  scac- 
ciati  e  mbati  e  con  grandi  lamentazioni.    Di  che,  corae  detto  h,  quella  maledetta  tignuola, 
la   quale   ogni   dl   rodea,   cioe  lo   ammonire   per  volontk  ed  a   torto   alcuna  volta  per  setta, 
cominciarono  a  trarre  fuori  un  modo  largo  di  dire :  che  gli  Otto  della  balla  guastavano  Firenze, 
e  non  voleano  pace,  e  che  per  certo  Firenze  non  potea  piu,  e  che  qui  non  era  altro  rimedio,  30 
che  lo  ammonire,  e  sollicitavaho  i  capitani,  e  quando  era  ammonito  ttno,  e  quegli  stava  alla 
scala  del  palagio  deHa  1'arte,  una  brigata  di  giovani,  quando  scendea  dalla  scala  ninno  am- 
monito,  ed  e'gli  diceano;    'Or  va',  fa  guerra  colla  Chiesa  e  „,  picchiavangli  le  panche  dietro, 
facevangli  le  coregge  dietro  colla  bocca,  e  cosi  infino  a  casa  lo  rimetteano,  e  peggio  gli  parea 
lo  scomo  che  il  danno.    Di  che  quest'anno  furono  ammoniti  grinfrascritli,   cio^:    A'  dl   24  35 
^i  maggio:  Beltranlo  di  Piet-o  Davanzi.     A'  di  22  d'agosto:  Francesco  di  messer  Guido  di  ser 
/.,ix,  164       Guerriahte.    A'  di'  19  di  novembre:  Beraardo  di  Cecco  Spina  Francesco  del  Baschiera  della 
Tosa.    A'  dl  29  di  dicembre:  ser  Bonare  di  ser  Piero  Arrigucci,  Filippo   d'Ugo,  speziale, 
Gugrielhio  d'UgoImo  Stracciabende.    A'  dl  15  di  gennaio:  Niccol6  deirAmmannato  Tecchini, 


3-4-  perehi....  Bologna]  omm,  A.  —  13.  Grandente]  grandemente  G.  R.  -  La  laeuna  h  »«£^ata  ioUanio  im 
G.Jt.  —  14.  lancla....  mai]  lancla  e  fiorini  due  dl  proTTisione  per  lancia  clie  mal  A.  —  17.  La  lacuna  i  itgnata 
>oh  1»  A.  —  17-18.  pedonl....  Questa]  pedoni  1500.  Questa  A.  —  19.  pericoio....  Cliiesa]  pericolo  del  sottomettersi 
alla  Chiesa  ^.  —  aa.  scriTere..,.  in  Bologna]  scriTere  io  Melchionne  Stefani  in  Bologna  A.  —  33.  InsJeme.... 
CaTlccitiH]  <imm.  G.  k.  —  1$.  d' Inghillerra]  omm.  A.  —  36.  gente]  omm.  A.  —  38.  bgni  di]  omm,  A.  —  39.  gli  Otto 
delU]  gU  uomini  della  G.  R.  —  34.  faceTangli]  omm.  G.  R. 


\A- 1376]  CROI^ACA  FIORENTINA  301 


Giovanni  di  Riccardo  de'  Cerchi,  aer  Albizo,  di  ijaes^r  FiUppq  ^a.  B^rberino,  Ej^fl^dj^  4^ 
Sandro  di  ser  Amadore. 

Di  costoro  fu  grande  il  bisbiglio,  e  come  queste  cose  fossero  giust?,  ^empr^  4i  notte 
questo  ammunire  si  faceva. 

5  RuBRicA  766*  —  Come  furono  hvate  le  ■petizioni  -per  gli  Priori,  e  non  fu  altri  con  loro. 

Li  predetti  ammonitori  deliberarono  insieme  che,  veduta  la  condizione  degli  Otto  della 

balia,  e  che  con  loro  concorrea  ogni  persona,  che  non  era  di  setta,  ed  a  cui  dispiacea  l'am- 

monire  e  quasi  tutti   gli  artefici,   si  diliberarono    che  due  cose  spegnerebbe  lo  loro  ardire: 

1'  ammonire  e  lo  levare  quelle  petizioni,  delle  quali  h  narrato  dietro  rubrica  732  che  puosero 

10  l'ordine  dei  Cinquantasei,   cio^  che  chi  facesse  ingiuria  ad  alcuno  meno   possente,  egli  po- 

tesse   dare   la  petizione  di  fare  lo  ingiuriante  de'  Grandi  per  la  maggiore  parte'  delle  fave     /..ix,  m 

Ibianche.  E  certo  la  intenzione  di  chi  le  puose  non  fu  alla  fine  di  quelli  che  IHisavano  male, 
perocchfe  eirera  ridotta  in  luogo  che  chi  avere  aveva  dieci  lire  di  piccioli  prestate,  ovvero 
venduto  sua  mercanzia,  dava  la  petizione  di  fare  de'  Grandi  il  suo  debitore.     Questa  certo  non 

15  fu  la  vera  intenzione  nello  effetto  delle  parole  di  riformagione;  ma  pereh^  ogni  cosa  non  si 
pu6  per  iscrittura  sprimere,  si  si  usavano  male,  ed  ancora  si  si  usava,  che  chi,  gik  h  cen- 
t'anni,  avea  a  dare  al  padre,  o  bisavolo  d'uno,  quegli  trovava  una  carta  e  dicea:  "  lo  debbo 
"  avere  dalli  tuoi  passati  cento  fiorini  „.  Quegli,  che  non  sapea  lo  fatto,  cercava,  non  trovava, 
non  sapea  rispondere ;  lo  dimandatore  se  n'andava  a'  Dieci  della  Libert^,  e  facealo  richiedere ; 
quegli  comparia,  addimandava  compromesso,  e  se  non  lo  avea,  correa  coUa  petizione  per 
farlo  dei  Grandi,  abbelliva  la  faccenda,  e  per  farla  grave,  dicea:  "lo  addimandava  a  com- 
"  promesso ;  non  lo  volle,  ma  dissemi  ingiuria,  e  percossemi,  e  puose  mano  al  cohello,  e  sl  e' 
'  la  fece  ,.  E  cosl  aggravava  Tingiuria.  II  buono  uomo  convenia  per  non  essere  fatto  Grande, 
facesse    compromesso;   avea   a  fare    altro,    non    volea   piatire    col    piatitore,    dava   le    reni, 

25  ed  airalbitro  lasciava  dare  del  suo  in  luogo  ove  si  conveniva;  e  nonostante  ci6  pure  la  pe- 

tizione  convenia  ire  a  partito,  se  avesse  o  licito  od  illicito  dato  a'  colui,  che  addimandava     /., «,  if6 
tutta  sua  domanda.     Onde  le  famiglie  correan  gran  rischio  per  gli  peccati  vecchi,  o  per  le 
tirannie  della  Parte,  o  per    avere    mala    boce    in    capitolo    correa    rischio   di   non  rimanere 
Grande,  ed  ancora  se  non  rimanea,  l'era  preso  senza  colpa,  dava  materia  ad  un  altro  dargli 

30  un'altra.  E  come  che  io  dica,  s'u8ava  male,  facea  paura,  ma  mai  torto  non  fu  fatto  a  niuno 
che  Grande  fosse  fatto,  che  mala  fama  non  avesse  de'  delitti  commessi,  ma  non  per  processo 
per  la  propria  m^teria  di  che  avuta  avea  la  petizione  contro.  Ma  come  che  la  cosa  si  fosse, 
andavano  lo  martedl  e  lo  venerdl  a  partito,  e  quasi  niuno  dei  detti  due  dl  pon  era  che  nu- 
mero  non  ve  ne  fosse,  e  non  ne  incappavano  Tanno  {Pamo^  due,  se  non  fosse  di  morte  d'uomini; 

35  perocchfe  la  intenzione  fu  quando  alcuno  fosse  rubato,  o  morto,  o  ferito,  o  battuto,  o  vieta- 
togli  la  sua  possessione;  ma,  come  detto  h,  si  ampiava  la  materia.  Ora  trovandosi  del  mese 
di  gennaio  deiruficio  dei  Priori  grinfrascriiti:  Antonio  di  Niccolo  di  Cione  Ridolfi,  Ramon- 
dino  di  Giovanni  de'  Vecchietti,  Priore  del  Pera  Baldovinetti  e  per  gonfalonieri  di  lustizia 
Migliore  di  Vieri  de'   Guadagni  ed  altri  loro  compagni,  ma  questi  furono  il  billco,  si  reca- 

40  rono  le  fave  in  mano,  e  corressero  le  petizioni  in  questa  forma:   ch?  petizione  non  si  po- 

tesse  dare  se  non  per  ingiuria  atroce,  e  questa'  contenea  ruberla  e  b^ttere  ed  altre  inorme     /.,  ix,  iw 
cose.    Certo  se  altri  che  loro,  ch'  erano  tutti  della  brigata  degli  ammonitori,  le  avessero  cq^? 


3.  grande ....  come]  grande  11  romore  e  come  A.  —  3-4.  dl  notte ....  li  facera]  dl  notte  le  faceano  C.  R.  — 
IJ.  blanche]  omm.  v4.—  13-14.  ovvero  venduto  sua]  o  dato  sua  A.  —  1 7.  d'uno]  o«i«.  .4.  —  JI-J3.  percoiteml....  E  co%\^ 
percossemi,  e  rolleml  dare.  E  cosl  A.  —  35.  ove....  nonostantej  ove  non  segula  G.  R.  —  38.  boce....  In  capl- 
tolo]  boce  in  altro  In  capitoio  G.  R.  —  31-3».  coramessi... .  propr^a]  commessl,  ma  non  proprio  per  la  propria  G.  S. 
—  37.  deU'  uficlo]  omm.  G.  R.  -  gl'  Infrascrittl]  predetti  A.  —  40-41.  forma ....  darej  ioiva^ :  Hou  %\  potoM^ro  ^aro  «,  R^ 


302  CRONACA  FIORENTINA  (A.  i37«i 


rette,  quas!  opn!  uomo  dicea:  •ben  vi  sta,;  ma  considerato  non  essere  questi  confident!,  e 
poi  trovatosi  ii  modo  della  balla  de'  Priori,  che  non  era  usata  la  balia  loro  correggere  quello 
che  tutto  il  popolo  ed  il  comune  ed  i  consigli  avieno  fatlo,  benchfe  potessero  per  loro  balia, 
parve  strano  lo  modo  e  la  condizione  di  clii  li  fece.  E  oltre  a  ci6  mostrato  minacciare  negH 
ordini  chi  ponesse  petizione,  e  non  si  vincesse  vero,  costui  essere  falso.  E  quasi  tanto  sdegno  5 
mosse  in  tutti  gli  altri,  che  di  loro  setta  non  erano,  che  prima  infino  a  quello  dl  non  era 
tanta  ingiuria  partorita  nei  loro  animL  Or  perchfe  quistione  tacita  si  potrebbe  muovere  e 
dire :  "  gli  altri  Priori  come  non  racconciarono  ?  , :  Era  tanta  la  paura  di  quelli  che  erano 
nel  bilico  della  Parte  negli  animi  de*  contrarj,  che  chiunque  facea  cosa  non  piacesse  loro, 
era  in  gran  pericolo,  perocchfe  quelli  partigiani  diceano:  "fa  contro  alla  Parte„.  Bartolo  10 
Siminetti  avea  ancora  un'altra  volta  nel  1375  fatti  per  forza  gravissimi  ordini,  oltre  agli  altri 
per  lui  fatti  altra  volta,  che  non  era  niuno  che  se  fosse  stato  a  tavola  per  mangiare,  e  fosse 
stato  un  di  senza  mangiare  per  qualche  sua  faccenda,  ed  uno  fosse  sopravvenuto,  ed  aves- 
/.,  IX,  iti       segli  detto:  "  questo  pane'  fe  contro  alla  Parte  „,  che  con  tutta  la  fame  egli  non  si  fosse  levato 

da  tavola  ed  indugiato  il  mangiare.  A  tanto  era  venuta  la  cosa  f uori  d*ogni  debito  di  ragione.  1 3 

RuBRiCA  767*  —  Come  si  feciono  ufficiali  alla  Parte  contro  a  chi  farlassc. 

Nel  detto  anno  essendo  nel  trionfo  grande  quelli  della  Parte,  si  feciono  molti  forti  ordini, 
ed  elessero  per  quartieri  molti  uomini  confidenti,  ed  alcuni  ne  presero  per  gonfalone,  11  quali 
chiamarono  defensori,  a  cercare  di  chi  fosse  quelli  che  parlavano;  sicch^  voleano  {foicano)  fare 
torto  a  cui  voleano,  e  non  voleano  si  potesse  parlare;  e  poteasi  bestemmiare  li  Priori  ed  ancora  20 
quasi  ogni  uficiale  bestemmiare  per  la  libertn  ch'era  nella  citta;  e  benchfe  le  leggi  fussero 
penale,  non  s'u8avano,  e  non  erano  leggi  negli  uficiali  della  Parte;  e  non  si  usava  di  niuno 
parlare,  e  chi  fosse  ito  ad  uno  rettore  a  bomminare  uno  che  avesse  bestemmiato  Iddio  ed 
uno  che  avesse  bestemmiato  li  capitani  di  Parte,  del  bestemmiare  il  capitano  era  condan- 
nato  piii  tosto  e  piu  grave  che  di  bestemmiare  Iddio.  25 

/.,  IX,  16»       RuBRicA  768'  —  Come^  Franccsco,  conte  da  Doadola,  fecc  guerra  in  Romagna  a'  colhgati  c 
accostati  di  Firenze. 

Come  narrato  k.  addietro  rubrica  761,  il  conte  Francesco,  figliuolo  del  conte  Ruggieri 
da  Doadola,  fece  rubellare  Portico  al  comune  di  Firenze,  il  quale  gran  tempo  era  stato  col 
comune  di  Firenze,  e  datogli  Tanno  il  palio.     E  non  bastandogli  questo,  a  tutte  le  Terre,  che  30 
il  Comune  avea  ricevute,  come  appare  nella  predetta  rubrica,  in  Romagna  facea  gran  guerra  e 
cavalcate.     E  Giovanni  d'Azzo  degli  Ubaldini,  suo  cognato,  tenea  il  Portico  con  ottanta  lance 
di   quelle   della   Chiesa,   e   facieno   di  gran  correrie;  onde  il  comune  di  Firenze  vi    mando 
circa  trecento  fanti  a  pife,  si  per  lo  verno  che  venia  e  si  per  lo  terreno    atto  a  cavalli   piu 
che  a  pedoni,  malagevole  e  pericoloso,  e  per  risistere  all'orgoglio  del  detto  conte.     E  per-  35 
ch'^  d'usanza  che  i  soldati,  dove  non  veggono  gran  guadagni,  mal  volentieri  si  stanno,  quelli 
del  paese  vennero  agli  Otto,  e  richiesero  uno  capitano  alle  loro  spese,  lo  quale  fu'  io  man- 
dato  a  ci6;  e  guerra  si  fece  tutto  lo  verno  al  Conte  grandissima,  e  per  non  lodare  me  mi 
tacer6  della  materia,  salvochfe  ne  dir6  che  in  sei  mesi  fu  si  stretto,  che  cosa  ch'egli  avesse 
/.,  XX,  170       fuori,  dei  nemici,  non  gli  fu'  possibile  a  mettere  dentro,  se  non  quello  che  vi  si  era,  e  la  brigata  40 
vivette  di  quello  di  fuori  continuo  del  loro,  e  quanto  bestiame,  ovvero  la  maggior  parte,  perdfe  il 


6.  In]  omm.  A.  -  non  erano]  omm.  A,  —  9.  de']  omm.  A.  —  18.  confidenti]  confidati  A.  •  ed  alcuni ....  per 
gonfolone]  ed  alcuni  respuoscro  per  gonfulone  G.  R.  —  25.  di  bestemmiare]  0««;«.  G.  R.  —  2S.  figliuolo]  omm.  A.  — 
3J.  tenea  il  Portico]  tenea  In  Portico  G.  R.  —  34.  a  pib']  0»»»».  A.  —  36.  mal]  omm.  A.  —  37-38.  fu'io  ..  ..  guer- 
ra]  fu  mandato  a  ci6  Malchlonne  Coppo  Stcfanl  e  guerra  A,  —  38.  ladare  me,  mi]  lodare  Malcliionne,  ml  A.  — 
40.  fuorl...,  non  gll]  fuorl  di  niuno  non  gli  G.  R.  5 


[A.  1376]  CRONACA  FIORENTINA  303 

Conte  e  suoi  uomini.  In  sei  mesi  ch'io  vi  stetti,  non  perdei  oltre  a  quindici  uomini,  e  dei 
suoi  centoventitre  avemmo  prigioni,  e  tollemmo  Bettona  per  forza,  ed  egli  ridusse  tutte  le 
sue  fortezze  a  sfe  dentro  da'  muri,  giammai  non  si  pot^  mettere  oste  per  le  grandi  neve,  che 
quest'anno,  e  sempre  sono,  in  quello  paese  grandissime.  Tornai,  compiuti  i  sei  mesi,  a  Fi- 
5  renze  a'  dl  10  di  giugno  1377,  ed  in  mio  luogo  and6  Buono  Strada,  dove  vi  stette  insino  a  set- 
tembre,  tanto  che  la  pace  della  Chiesa  fu  fatta. 

RuBRicA  769  —  Come  fti  raso  {cancellato)  il  Vicario  di  Valdinievole. 

Nel  detto  anno  1376  del  mese  di  gennaio  furono  Priori:  Antonio  di  Niccol6  Ridolfi,  Ram- 

mondino  Vecchietti,  Priore  del  Pera  Baldovinetti,  il  Migliore  Guadagni,  gonfalonieri  di  lustizia 

10  e  altri  loro  compagni,  ma  questi  quattro  erano  tutti  d'un  animo,  e    vedendo    che    a    volere 

guarire  la  lue,  non  vidono  niuno  modo  se  non  fare  studiare  i  capitoli  della  Parte  allo   am- 

fmonire  ed  a  trovare  modo  a'  levare  le  petizioni,  corae  addietro  h  narrato:  ove  dierono  loro     /..  ix,  iri 
alle  petizioni  gran  crollo,  e  nello  ammonire  seguitavano  volentieri  tutti  quelli,  li  quali  erano 
stati  del  numero  de'  Cinquantasei,  dove  alcuno  appiccatoio  trovavano,  e  molti  n'aveano  am- 

15  moniti,  ed  ammonirono  come  per  lo  innanzi  apparirL  Addivenne  che  per  le  petizioni,  ranno 
che  li  cinquantasei  furono,  fu  fatto  de'  Grandi  per  una  petizione  data  per  Donato  di  lacopo 
Acciaiuoli,  Bartolommeo  di  Niccolo  Ridolfi,  e  quando  la  petizione  and6,  Giovanni  di  Luigi 
de'  Mozzi  era  de'  Priori  e  proposto  a  mettere  il  partito,  lo  mise  a  partito,  e  fu  fatto  dei 
Grandi.  Addivenne  ch'egli  in  quello  tempo  era  vicario  di  Valdinievole,  donde  non  potea  essere 
vicario,  perocchfe  era  Grande.  Vicario  si  trasse  nuovo,  ed  in  quello  luogo  a  guardia,  tanto 
andasse  il  nuovo  vicario,  v'and6  uno  bargello,  ovvero  difensore.  Di  che  Bartolommeo  fu 
Grande,  e  perd6  rufficio,  che  assai  danno  gli  venne;  onde  addivenne,  che  essendo  de'.Priori 
Antonio  di  Niccolo,  fratello  del  detto  Bartolommeo,  Grande,  ed  essendo  vicario  di  Valdinie- 
vole  Giovanni  di  Luigi  de  Mozzi,  che  si  trov6,  come  detto  6,  de'  Priori  e  proposto,  quando 
and6  Bartolommeo  a  essere  Grande,  come  dctto  h,  fece  uno  suo  cavalieri,  compagno,  a  Pescia 
quistione  per  una  femmina  con  uno  soldato  di  messer  Bernab6,  ch'era  I^;  onde  in  zuffa  fu'  /.,  ix,  i7i 
ferito  quello  cavalieri  di  Giovanni  di  Luigi  de'  Mozzi,  vicario.  Di  che  la  famiglia  del  Podesth 
e  quella  del  Vicario  trasse;  la  famiglia  del  Podesth  lo  prese,  il  malfattore.  Lo  Vicario  lo  volea, 
lo  Podestk  lo  volea  lui ;  nacque  zuffa  tra  loro ;  lo  romore  corse  per  la  Terra ;  i  terrazzani  tras- 
sero  in  aiuto  al  Podesta  e  non  al  Vicario;  di  che  zuffa  si  fece  allato  al  palagio  del  Vicario; 
e  di  sul  muro  del  Vicario  si  balestr6  per  la  piazza,  ed  alcuno  ne  fu  ferito  e  morto 
uno  terrazzano.  Di  che  il  Vicario,  come  furioso,  suon6  all*  arme,  e  fece  cenno  di  fuoco 
e  soccorso  alle  castella,  che  n'ha  diciotto.  Li  Pesciatini,  perchfe  tutta  una  provincia  impa- 
rentati,  e  furono  d'una  diocesi  di  Lucca  e  del  vescovado,  la  maggior  parte  si  tengono  insieme, 

35  usciano  di  fuori  delle  mura,  e  quando  tracano,  diceano,  che  il  Vicario  avea  torto,  e  che 
volea  correre  Pescia;  Onde  la  brigata  si  tornava  indietro  e  non  aiutava  al  Vicario.  Di  ci6 
il  Vicario  fu  biasimato,  perocchfe  non  dovea  fare  con  romore,  dapoich'egH  avea  la  pena,  n6 
mettere  a  partito  la  provincia.  Di  che  riposato  il  dl  la  faccenda,  li  parenti  del  morto  e  quasi 
tutti  gli  terrieri  di  concordia  ed  il  Podesth  feciono  ambasciadori  ad  abominare  Giovanni  di 

40  Luigi  de'  Mozzi,  vicario.    Ben  si  dice  che  fu  per  consentimento  delli  quattro  predetti  Priori, 


3.  Beftona]  Beccora  G.  R.  —  3.  giammal]  guarai  G.  li.  omm.  A.  —  4.  grandlssime]  omm.  A.  —  $■  «d  '»  ""'o 
luogo  ando]  ed  andovvi  G.  /?.  -  dove]  onde  G.  R.  —  6.  che]  omm.  A.  —  9.  Baldovlnetti,  II  Mlgllore]  Baldovinettl  ed 
altrl,  il  Migliore  G.  /?.  —  9-10.  lustizia.. ..  quattro]  lustlzia;  H  qiiali  quattro  G.  R.  —  lo-ll.  volere....  non  vldono) 
volere  loro  animo  faro  salvo,  non  vidono  G.  R.  ho  riportato  nrl  testo  la  leziont  ili  A.,  correggeniio  la  parola  gul- 
rare  in  guarire.  —  11.  1  capitoli  della  Parte]  1  capitani  dclla  Parte  A.  —  ia-13.  dierono  Joro  alle  petlzlonl]  dlerono  lc 
petlzioni  G.  R.  —  15.  ed  ammonirono]  omm.  A.  —  18-19.  il  partlto , . ..  del  Grandi]  il  partlto;  dl  che  messo  il  par- 
tito,  Bartolommeo  fu  dei  Grandi  G.  R.  —  30-Ji.  guardla....  bargelio]  sl  mand6  uno  bargcllo  G.  R.  —  a^-^S-  quan- 
do....  Grande]  quando  Bartolommeo  fu  fatto  Grande  A.  —  37.  dl  Lulgil  omm.  A  —  28.  lo]  omm.  A.  »el frima  luogo 
—  39.  lul]  omm.  G.  R.  —  3V  n'ha  dlclotto]  n'avevano  diclotto  A.  •  perchij  choA.  —  37.  blasiraato]  beitemmlato  G.  R. 


3Ai  ORONACA  PJOR5NT1NA  l^  i»m 

/,  IX.  I7J  infra'  quali  era  il  fratello  di  Bartolommeo,  che,  come  fe  detto,'  fu  fatto  de'  Grandi,  essendo 
il  detto  vicario  de'  Priori  e  proposto.  Giunti  a  Firenze  la  brigata,  fu  mandato  di  subito  per 
lo  Vicario;  ed  in  effetto  udito  Tuna  parte  e  Taltra,  incontenente  fu  dato  il  torto  al  Vicario, 
g)  perch^  lo  avea,  ed  ancora  perch^  se  lo  diede  con  moUo  male  e  disoneato  parlare  contro 
alla  Parte,  piCi  che  non  ai  convenia.  Perocchfe  avendo  scusato  s^  e  abominato  loro  in  pre-  5 
senza  de'  Priori  e  Collegi  onestamente,  e  non  minacciatogli  di  dire  :  *  Voi  tornerete  a  Peacia, 
•e  far6,  e  dir6,,  per  questo  gli  fu  dato  il  torto,  e  poi  si  disse  che  per  gli  Priori  furono 
attizzati  i  Pesciatini  ambasciadori  a  far  dare  la  petizione  di  farlo  de'  Grandi,  onde  costoro 
la  dierono.  II  Vicario  veduto  che  il  torto  si  dife  loro,  si  appacilic6  colla  Parte,  e  loro  pro- 
miae,  e  cauti  li  fece  di  non  offendergli  in  niun  modo;  ed  eglino  non  voleano  altro,  perocchi  10 
non  temeano  se  non  di  condannagione,  che  molto  grande  albitrio  ha  il  Vicario  di  procedere 
e  d'  inquisire,  e  poteagli  a  ragione  inquisire  di  turbazione  di  stato  e  condannare  o  lasciare  pen- 
dente  o  mandare  alli  rettori  a  Firenze ;  ed  erano  impacciati,  e  cosl  pacificati  si  tomarono  a 
casa  di  brigata  a  Pescia.    Li  Priori  ritrovarono  una  riformagione  antica,  la  quale  dice  ch'e' 

/.,  IX,  17«       Priori  possono  cassare  ogni  loro  uficiale;  di  che  costoro  Tadattaro  dal  loro  uficiale'  airuficiale  15 
del  Comune,  ed  ebbono  savi  che  consigliarono  a  loro  modo:  di  che  in  malo  luogo  si   mise 
la  cannella,  e  sl  lo  cassarono  dall'  uficio.     E  certo  a  lui  intervenne  quello  ch'era  intervenuto 
a  Bartolommeo  di  Niccol6  Ridolfi,  fratello  del  Priore,  che,  casso,  gli   fu   comandato  se  ne 
venisse,  e  mandatovi  uno  bargello,  ovvero  difensore,  intanto  lo  nuovo  vicario  v'andas8e.     E 
fu  questo  quasi  alla  tine  deiruiicio  de'  Priori,  e  feciorlo  sindacare,  com'^  d'usanza,  allo  Ese-  20 
cutore  in  Firenze,  di  che  mai  per  uficio  non  fu  sindacato  niuno   che   fosse    ritenuto.     Egli 
rispondere  credea  dell' amministrazione  deiruficio,  ed  a  lui  convenia  rispondere  a  una  inqui- 
sizione  formata  sotto  una  tamburagione  di  micidj  e  baratterie.     Dissesi  fu  fattura  de'  Priori, 
che  se  pure  otto  dl  avessero  a  stare  all'uficio,  i  Priori  allora  gli  faceano   tagliare   il   capo, 
ma  il  dl  che  lo  ritenne,  Taltro  dl  si  dovea  trarre  li  nuovi  Priori;  di  che  si  potfe  tanto  collo  25 
Assecutore,  che   quello   d\   gli   amici  feciono  si  che  egli  non  lo  colI6  a  fargli  confessare  la 
inquisizione.     L'altro  dl,  tratti  li  nuovi  Priori,  tutti  dello  partito  contrario  alli  presenti,  feciono 
pregare  lo  Esecutore,  che  gli  piacesae  di  dovere  soprasedere.    Lo  Esecutore  s'arrend&  alle 
preghiere  de'  Signori  nuovi  e  degli  amici,  perocch6  era  il  suo  uficio  a  fare   con   gli   Priori 

/.,«,175  nuovi  e  con  gli  vecchi  nonnuUa.  Poi  esanjin6  il  processo,  intrati  i  nuovi,  ed'  assolvettelo.  30 
E  cosi  quelli,  chp  la  Parte  faceano  gongolare  a  ragione  ed  a  torto  ammonieno,  e  facieno  de' 
Grandi,  e  minacciavano,  e  con  gli  rettori  avieno  tanta  baUa,  che  non  che  della  ragione  ma 
del  torto  facieno  ragione.  S'eIIino  non  avieno  quello  che  volieno,  eglino  incontanente  gli 
facieno  d'accanto  dire  che  lo  ammonirebbono  per  ghibellino,  e  converrebbegli  essere  casso 
deiruficio,  e  questo  tutto  dl  facieno  a  fine  di  recarsi  in  mano  la  signoria.  35 

RuBRiCA  770'  —  .^uesii  sono  quclli  che  in  qucsfanno  dcl  1377  furono  ammouili,  cioi: 

Manente  Amidei  Cristiani  Francesco  di  Geremia  di  ser  Tano 

Baldassare  di  loanni  Nucciboni  Attaviano,  suo  fratello 

Duccio  Dietaiuti  Gualzelli  NiccoI6  di  Bocchino 

Forese  di  Francesco  Adimari  Zanobi  del  Truffa  40 

Simone  di  Gabbriello,  beccaio  Francesco  di  Geri,  ferraiuolo 

/..  ix,  176        loanni  d'Aldobrando  del  Ricco  Lionardo'  di  Rinieri  Rustichi 

Ser  Cinozzo  Pieri  Ag^i  Agnolo  di  loanni  di  ser  Lotto 


1.  come  ^  detto]  omm.  A.  —  1-2.  essendo,...  proposto]  omm.  A.  —  4.  perch^J  omm.  A.  •  dlsonesto  parlarc] 
disoneste  parole  A,  —  6.  Collegi....  toI  tornerete]  II  fasso  firobabi/meutt  «  gnasto;  la  Utione  del  tcsto  i  quella  di 
A.  e  G.R.,  che  coMcordano.  l.  ka  corretfo  cosi:  Collegl  poco  onestamente  e  poi  minacciato  loro  con  dire.  Forse  fo- 
trtbbe  correggersi  c«s>;  e  non  onestumcnte  minacciatoglt  di  dlre  —  13-13.  c  poteagli....  impacciati]  omm.  A.  - 
Impacciati]  implccati  /.  —  ij-i^-  a  casa]  omm.  A.  —  17.  cannelia]  ranella  G.  R.  —  iS.  di  Niccolo  Ridoifi]  omm. 
G.  R.  —  33.  f  a  fattura  dei  PrioriJ  fu  fatta  da'  Priori  A.  —  27.  dello  partito  contrario]  dello  apetito  contrario 
G,  R,  -r  31.  goagoiare]  gogolar^  G.  R.  —  35.  di  recarsij  da  recarsi  A. 


{A.  1377] 


CRONACA  FIORENTINA 


305 


10 


15 


20 


25 


Attaviano  di  Dino  Attaviani 
Francesco  di  Ventura,  lanaiuolo 
Bartolommeo  di  lacopo   Giambemardi   degli 

Adimari 
loanni  di  Ruberto  Ghini,  popolo    S.   Trinita 
Ser  Diedi  di  ser  Francesco  Fei 
Sandro  Muletti  da  Panzano 
Guido  di  Caccialoste  Guidi  Trinciavelli 
Meo  di  Bartolo  de'  Cocchi 
Giovanni  di  Mancini  Sostegni 
Benedetto  di  Geri  del  Bello 
Andrea  di  lacopo  di  Collino  Grandoni 
Francesco  Lippi  di  ser  Bonaventura  Bonaiuti 
Banco  di  Tosco,  rigattiere 
Messer  Donato  del  Ricco,  iudice 

_  '       I   di  Bonaccorso  Alderotti 

rrancesco  j 

"    ^  .     '      J   di  Giovanni  di  Meglio  Bonarli 

,  ,      .      '     \   figliuoli  del  maestro  Dino,  medico 

Giovanni  Piero  Parenti 
Tommaso  d'Ugolino  di  Vieri,  speziale 
Andrea  di  Betto  Filippi 
Bancozzo  di  loanni  di  ser  Bartolo  Catenacci, 
Niccolo  del  Ricco,  lanaiuolo 
Como  Federighi  da  Signa 
Nastagio  di  ser  Francesco,  popolo  di  S.    Si- 
mone. 


lacopo'  di  Bonaffe,  popolo  di  S.  Pier  Maggiore     /.,  ix,  m 

Lapo  di  Guido  di  Fabro  de'  Tolofini 

Ugolino  di  Bonsi,  speziale 

Ser  Niccol6  di  ser  Ventura  Monaci 

Andrea  di  Feo,  lanaiolo 

Simone  di  Vanni  Meccere 

Tommaso  di  Lippo  Soldani 

loanni  d'Amerigo  del  Bene 

Bettino  di  messer  Covone  de'  Covoni 

Francesco  di  Niccolb,  vocato  Bate 

Lorenzo  di  loanni  Lottini 

Giovanni  di  Tura  Dini 

Giovanni  di  Luigi  de'  Mozzi 

Francesco  di  ser  Tingo  Rocchi 

Stefano  Brunacci,  lanaiuolo 

loanni  di  Piero  Parlarcioni 

Mazza  d'Andrea,  corazzaio 

Davanzato  Nacci  di  Contro  Guidi,  galigaio 

Alberto  di  ser  Lapo  da  Barberino 

Amoddeo  di  Frate  Grigio   da  Barberino 

Cantino  d'Agnolo,  popolo  di  S.  Lorenzo 

Scarlatto  di  Nuto  Scarlattini 

Francesco  Vigorosi 

loanni  Ciari,  quartieri  di  S.  Spirito 

Amaretto  di  Zanobi  Mannelli 

Messer  Francesco  di  Cino  Rinuccini 

Luigi  di  Poltrone  Cavalcanti 

Tommaso  di  Pazzino,  bilanciaio. 


30 


(35 


*0 


RuBRioA  771.  —  Come'  /urono  cafiiani  alli  quali  si  feciono  grandi  onori^  ed  ehbono  li  fen- 
noni  e  la  targia. 

Nello  anno  1377  sl  si  segula  molto  rammonire,  perocchfe  la  guerra  era  incominciata  a 
rincrescere,  ed  il  pagare  si  facea  malvolentieri,  ed  erono  gli  attizzatori  della  Parte  contro 
agli  Otto  della  balia,  e  dicieno  che  eglino  voleano  guerra  e  non  pace;  e  con  questo  chi  H 
favoreggiava  era  in  grande  paura  e  pericolo.  Infra  lo  detto  anno  era  uno  capitano,  lo  quale 
fece  grande  ammonire.  Poichfe  ebbono  disposto  lo  uficio  i  detti  capitani,  quelli  che  dietro 
loro  furono  tratti,  si  diliberarono  che  ciascuno  de'  predetti  capitani  avesse  dalla  Parte  uno 
pennone  ed  una  targia  alTarme  della  Parte  per  infiammare  bene  chiunque  vi  fosse  a  fare 
ruficio  tratto  francamente;  e  simile  ognuno  che  per  ravvenire  fusse  tratto  aspettarebbe  il 
medesimo,  e  farebbono  francamente.  E  cosl  con  molte  trombe  e  gran  triunfo  furono  portati 
a  casa  li  capitani,  come  uscirono  d'uficio. 


/.,  XI,  178 


33-3S'  nialvolentieri... .  uno  capitano]  malvolentieri  ed  egllno  voleano  guerra  e  non  pace,  e  con  questo  chi  11 
favoreggiava  era  in  grande  paura  e  pericolo  in  fare  lo  detto,  ed  erano  gli  attlzzatori  della  Parte  contro  agli  Otto 
dflla  baUa:  ed  era  uno  capltano  G.  R,  —  36.  ammonlre.  Poichi]  ammonlre....  {lacHna)  che  poL-lii  G.  R.  In  A. 
non  i  sfi^no  di  lacuna,  mn  Jopo  la  farola  "ammonire  ,  finiscc  la  lu^^rica;  ed  altra  ha  princifio  eon  qutslo  tit»t»! 
"  Premlo  dato  ai  capitanl  dl  Parte  guelfa,.  -  1  dettl  capitani]  omm.  G.  R.  —  38.  targla]  targa  A.  -  bene....  a  fare] 
Ijcne  che  vl  sl  trovasse  a  fare  A.  —  39.  tratto  omm,  A.  —  40.  francamente.  E  cori]  francamente  per  aipettare 
quello  medeiimo  onore.    £  coslj  G,  R. 

T.  XXX,  p.  I  -  ao. 


306  CRONACA  FIORENTINA  [A.  13771 

RuBRicA  772*  —  Come  furono  forzati  li  freti  e  cherici  a  uficiare  e  a  dire  la  messa  ad  ogni  uficio, 

Nel  detto  anno  e  mese  di....  si  fu  ordinato  che  ogni  chiesa  dovesse  fare  sacrificare  ed 
/-  1«,  m       ogni  oficio  solennemente  fare,  siccome'  intradetto  non  fosse.    Ci6  fu  fatto,  perocchfe  molte 
ambasciate  erano  ite  a  Roma  al  Papa,  e  niuna  se  ne  era  tornata  con  concordia. 

RuBRicA  773"  —  Come  Caterina  venne  in  Firenze  a  fredicare. 

Nel  detto  anno  addivenne  che  in  Firenze  avea  una  femmina,  la  quale  avea  nome  Cate- 
rina....  (lacuna),  ed  essendo  stata  tenuta  di  santissima,  netta  e  buona  vita  ed  onesta,  co- 
minci6  a  biasimare  la  brigata  contro  alla  Chiesa.  Questi,  che  mestavano  alla  Parte,  molto 
la  vedeano  volentieri,  ed  infra  gli  altri  erano  li  maestri  uno  Niccold  de'  Soderini,  lo  quale 
gli  avea  fatto  a  casa  sua  una  camera,  e  in  questa  alcuna  volta  era  stata;  l'aItro  era  Stoldo  I( 
di  messer  Bindo  Altoviti  e  Taltro  Piero  Canigiani;  questi  erano  quelli  che  sommamente  la 
lodavano.  Ed  fe  vero  ch'ella  sapea  sl  con  buono  naturale  e  sl  con  molto  accidentale  le  cose 
ecclesiastiche,  e  sl  dettava,  e  scrivea  molto  bene.  E  Piero  Canigiani  lasso  a  pifc  di  S.  Giorgio 
le  facea  fare  uno  abituro ;  e  da  tutti  artefici  e  da  donne  e  uomini  ricoglieva  denari,  e  com- 
perava  pietre  e  legni,  e  conducea  lassfi;  tale  che  quando  fu  poi  arsa  la  casa  siia,  egli  non  15 
ebbe  rispetto  a  beata  Caterina,  ma  per  86  adopr6  lo  predetto  lavorlo.  Fu  costei  condotta,  o 
/.,  IX,  iw  per'  sua  voglia,  o  con  malizia  introdotta  per  stimolo  di  costoro  molte  volte  alla  Parte  a  dire 
ch'era  buono  rammonire,  acciocchfe  alla  Parte  si  provedesse  di  levare  la  guerra;  di  che  era 
costei  quasi  una  profetessa  tenuta  da  quelli  della  Parte  e  dagli  altri  ipocrita  e  mala  femmina. 
E  molte  cose  si  dissero  di  lei,  chi  per  truffe,  e  chi  per  parergli  dire  bene  a  dire  male  di  leL  20 

RuBRiCA  774*  —  ^esti  sono  i  Priori  dal  di  frimo  di  gennaio  /j/<5    al  di  frimo  di  gen- 
ntdo  1377. 

Filippo  di  Recco  Capponi  Ristoro  di  Michele  Ristori 

Antonio  di  NiccoI6  di  Cione  Ridolfi  Guido  di  Giovanni  de'  Machiavelli,  gonfalo- 

Marco  di  Francesco  degli  Alberti  niere   di   lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito   23 

Bernardo  di  messer  Covone  de'  Covoni  Ser  Niccol6  di  ser  Ciuto  Cecchi,  loro  notaio, 

Ramondino  di  Giovanni  de'  Vecchietti  quartiere  di  S.  Maria  Novella- 

Priore  del  Pera  Baldovinetti 

Giovanni  di  Piero  Parenti,  corazzaio  Filippo  di  lacopo  de'  Marsili 

Piero  di  Pero,  calderaio  Zanobi  di  loanni  di  Cione  Mezola  30 

Migliore  di  Vieri  de'  Guadagni,  gonfaloniere  Niccol6  di  Salvi,  vocato  Cica,  vinattiere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Giovanni  Piero  Bachini,  beccaio 

Ser   Falcone  Falconi,  loro  notaio,  quartiere  Caroccio  Carocci,  speziale 

di  S.  Spirito.  Bama  di  Valorino 

Giovanni  Cambi  35 

Niccolo  Brunetti,  pizzicagnolo  Maestro  Giovanni  del  maestro  Ambrogio,  me- 
Falco  di  Baccio,  tavemaio  dico 

A IX,  m        Andrea' di  messer  Francesco  Salviati  loanni  di  Francesco  Magalotti,  gonfaloniere 
lacopo  di  Ser  Zello,  orafo  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 

lacopo  di  Dosso,  vocato  Cione  degli  Spini  Ser  lacopo  di  Feo  Ciacchi,  loro  notaio,  quar- 
Giovanni  di  Cecco  Michi,  lanaiolo  tiere  di  S.  Giovanni. 

lacopo  di  Bartolommeo  Talenti  de'  Medici 


3.  fare]  omm.  I.  —  4.  Ite]  omm.  l.  -  nluna ....  tornata]  niuna  finora  tornata  /.  —  J.  La  lacuna  cke  i  iit  A.  «  in 
G.  R.  i  colmata  cos)  da  /.:  e  fu  figUuoIo  dl  lacopo  Benincasa.  —  14.  arteficij  partefichi  G,  /?.  —  18.  era]  ora  G.  R. 


[A.  1377]  CRONACA  FIORENTINA  307 


Lionardo  del  Chiaro  di  messer  Botte  loanni  di  Niccola,  pannaiuolo  Hno 

Benozzo  di  Francesco  d'Andrea.  Niccolaio  del  Chiaro,  fabbro 

Zanobi' di  Lapuccio  Corda  Lapo  di  loanni  Viviani,   gonfaloniere  di   lu-     i.,a,U3 

Guerriante  di  Biligiardo  Bagnesi  stizia,  quartiere  di  S.  Giovanni 

5   Giovanni  di  ser  Dato,  maliscalco  Ser  Michele  Bardella,  loro    notaio,  quartiere 

Niccolaio  Delli,  pizzicagnolo  di  S.  Spirito. 
Alessandro  di  Benedetto  Gucci 

Agnolo  Borgognoni  Niccolb  di  Bono,  galigaio 
Agnolo  di  Bernardo  Ardinghelli,  gonfaloniere     Andrea  di  Niccolino,  calzolaio 

10  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella.     Andrea'  Villani,  lanaiuolo  /.,  ix,i$3 

Ser  Niccolo  di  ser  Ventura  Monaco,  loro  no-     Stefano  del  Migliore,  borsaio 

taio,  quartiere  di  S.  Croce  Arrigo  di  loanni  Mazzinghi 

Domenico  di  Guido  Pardi  in  luogo    di  Nic-     Francesco  di  lacopo  di  Francesco  del  Bene 

colaio  Delli,  morto.  Nofri  di  Giovanni  di  NiccoI6  Bischeri 

15   Gerozzo  di  Nastagio  Cacciafuori  Niccolaio   di  Mone  Guidi 

Bernardo  di  Matteo  de'  Velluti  Lodovico  di  Banco  di  ser    Bartolo,  gonfalo- 

Pietro  di  Simone  Orlandini  niere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito. 

Bonifazio  di  ser  Donato  Ser  Goro  di  ser  Grifo  dal  Castel  Fiorentino, 

Lapo  di  Vanni  Rucellai  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

20  Baldese  di  Turino  Baldeai 

RuBRicA  775"   —    ^ieslt    sono    quelli   chc  furono   ammoniti  in   quest'  anno,    e   de'    cafitani 
della  Parte. 

Nel  detto  anno  del  1377  questi  narrati  per  addietro,  che  stimolavano  Tammonire,  presero 
piu  campo  che  non  soleano  pigliare,  ed  avieno  fatto  grandi  lavori  infra  loro  e  gran  compo- 

25  sizioni,  ed  erano  in  Firenze  fatti  come  bargelletti  e  signori  di  quello  luogo,  e  non  si  potea 
parlare  innanzi  a  loro,  e  chi  avea  a  maritare  figliuole  di  loro,  le  facea  proferere  e  prima 
che  le  facesse  profferere  e  a  cui  volesse  darla,  lo  facea  un  poco  diguazzare  alla  Parte,  e 
poi  avea  uno  di  mezzo  che  dicea:  "  Che  non  da'  tu  la  tua  figliuola  per  moglie  al  tale,  o  al 
"  tale  suo  congiunto?,.     E  cosi  costui  vedeva  assicurare,  davagliela  con  gran  dota.     Ed  an- 

30  cora  simile  modo  teneano  nel  torre  al  dare,  che  senza  dota  la  maritavano.'     E  piii  oltre   a     /.,  ix,  ui 

questo  andavano  a'  lanaiuoli  e  ritagliatori  ed  altri  mercanti,  e  toglieano    roba  in    credenza, 

ed  era  loro  fatta,  9  poi  non  voleano  pagare,  e  se  erano  loro  chiesti,  lo  diguazzavano  dalla  Parte; 

il  buono  uomo  si  stava  poi  cheto.  E  peggio  ancora  che   piu   andavano   innanzi,  che   eglino 

faceano  mettere  a  partito  uno  ricco,  e  poi  quegli  andava  a'  parenti  ed  alli  savi  de'  capitani, 

35  o  mandavano  persone  religiose  o  loro  auzzenti  e  sensali,  e  domandavano  il  rimedio,  e  quelli 
diceano:  "  Se  tu  dai  a' savi,  o  al  tale  difenditore,  ti  difenderanno  „.  II  buono  uomo  per  fug- 
gire  quello  pericolo,  o  per  volere  ii  fummo  degli  ufici,  gliele  dava  i  denari,  e  simile  gli  con- 
venia  fare  spesso,  e  tali  di  grosse  quantitJi;  e  tutto  questo  avvenia  per  la  maladetta  ambizione 
e  fummo  di  volere  gli  uficj,  e  niuno,  chi  non  era  loro  schiavo,  non  era  sicuro,  se  non  famiglie 

40  note  ghibelline,  o  quelli  ch'erano  ammoniti,  comecch'egli  diceano,  non  fare  questo  per  gli  uficj ; 
ma  che  poich'erano  ammoniti,  nelle  gravezze  erano  peggio  trattati,  che  non  era  convenevole, 
e  le  loro  moglie  a  torre  ed  a  dare  non  valea  dieci  soldi  la  lira.  Molti  erano  gli  auzotti,  che 
a  questo  modo  si  governavano,  e  pasciensi.     Cio  eraiio  tutti  i  consorti  e  stretti  amici'  de'     /.,  »,  im 


34,  plgUarc]  fare  A.  —  16-37.  e  prima  chc  le  faccsie  proffererc]  omm.  G.R.  —  JS-:^.  da'  tu....  daragliela]  dal 
tu  la  tua  figlluoln  a  costiii?  Sl  vedea  assicurnrsl;  davagllcla  G.  A*.  —  31.  roba]  omm.  G.  /?.  —  3».  ed  era  loro  fatta] 
omm.  A.  -  poi]  omm.  G.  R.  —  33-33.  chlesti....  II  buono]  chleitl,  lo  faccano  dlgiiazzare;  il  buono  G.  R.  — 
36.  difenditore]  omm.  A.  -  ti]  omm.  G.R.  —  ^r).  fummo....  ufict]  fummo  degll  ufict  ./4.  —  40-41.  comecch*egli . . . . 
ammonltl]   omm.  A.  —   43.  la  lira]  omm.  A.  -  Moltl....   auzotti]  omm.  A.  —  43.  Ci6  erano]   omm.  A. 


\ 


101  CRONACA  nORENTINA  fA.  13771 

caporali.  I  qnall  caporali  sono  quetti  li  maggiori,  comecchfc  piii  fossero  i  caporali,  ma  li 
maggiori  erano  questi)  Bonaiato  di  ser  Belcaro  de'  Serragli,  Giovanni  di  Bartolo  Bigliotti, 
Bonifisegna  di  Filippo  Machiavolli,  Antonio  di  Niccol6  di  Cione  Ridolfi,  Piero  di  Dato  de' 
Canigiani  e  meBser  RiBtoro,  iudice  suo  figliuolo.  Questi  aono  popolani  tutti  del  quartieri  di 
S.  Spirito  ed  alcuni  Grandi  del  detto  quartieri,  ci6  sono  :  Guerrieri  di  Tribaldo  dei  Rossi  5 
e  de'  Bardi  i  figliuoli  di  mesaer  Piero  e  quello  lato  tutto.  Ora  diremo  del  quartiere  di 
S.  Croce :  messer  Lapo  da  Castiglionchio ;  questi  era  fatto  per  l'ordine  de'  Cinquantasei  savio 
di  Parte  a  vita,  perocch^  neU'ordin€  dei  Cinquantsisei  molto  adoper6  bene,  ma  a  male  fine 
lo  fece,  a  quello  che  poi  segui  e  Simone  di  Rinieri  de'  Peruzzi,  Bese  Magalotti,  lacopo  di 
Gianni  Gherardini,  messer  Lotto  di  Nanne  Castellani.  Li  Grandi  del  detto  quartiere  erano :  10 
Ormanno  di  messer  Gherardo  Foraboschi  ed  Aduardo  de'  Pulci.  In  S.  Maria  Novella  :  Stoldo 
di  messer  Bindo  Altoviti,  Andrea  e  Cipriano  di  Lippozzo  Mangioni,  messer  Albizzo  Rucellai, 
"  Andrea  di  Segnino  Baldesi.  Li  Grandi  del  detto  quartieri,  bench^  fusse  la  sua  persona  po- 
polano^  ma  gli  altri  suoi  consorti  grandi,  messer  Benghi  Buondelmonti  con  gli  consorti  suoi. 
Tutti  aveano  in  mano  quasi  ogni  priminenzia.     Pero  Tornaquinci,  Salice  di  Giachinotto  Ca-  1 5 

/.,  IX,  iM  valcanti,  Bartolo  di  Giovanni  Siminetti,  questi  era  popolano.'  Nel  quartieri  di  S.  Giovanni: 
Piero  di  Filippo  degli  Albizi  (non  erano  gli  Albizi  privati  degli  ufici  della  Parte,  come  di 
quelli  del  Comune),  Biagio  di  Bonaccio  Guasconi,  bene  v'as8entia  Uguiccione  e  messer  Rosso 
de'  Ricci  per  la  ingiuria  della  privazione,  Guerriante  Marignolli,  Vieri  di  Cambio  de'  Me- 
dici,  Migliore  di  Vieri  Guadagni,  lacopo  di  Bartolommeo  de'  Medici.  Li  Grandi  del  detto  20 
quartieri :  lacopo  di  messer  Francesco  de'  Pazzi,  Vieri  di  messer  Pepo  Cavicciuli  e  Pigello 
suo  consorto.  Questi  si  chiamavano  i  campioni  della  Parte  guelfa,  ed  in  effetto  furono 
quelll  che  con  appetito  smisurato  si  potfe  dire  guastato  Firenze.  Ed  in  quest'anno  furono 
ammoniti  piii  uomini  e  di  maggiore  lieva,  che  ancora  si  facesse,  e  perchfe  sieno  noti  a  cia- 
scuno  qui  appife  li  nomineremo  a  uno  a  uno  per  ordine :  Manente  d'Amedeo  Cristiani,  Bal-  25 
dassare  di  Giovanni  Nucciboni,  Duccio  di  Dietaiuti  de'  Gualzelli,  Forese  di  Francesco  degli 
Adimari  a'  dl  quattro  di  Settembre ;  Simone  di  Gabbriello  di  ser  Simone  a'  di  tredici  di 
settembre ;  Giovanni  d'Aldobrandino  del  Ricco,  popolo  S.  Maria  Maggiore,  ser  Cinozzo  Pieri 

/..u,  187        Agli,  notaio,  a'  dl  26  di  settembre;  Franceso  di  Geremia'  di  ser  Tano,  Attaviano  suo  fratello 

a'  dl  27  di  settembre.     NiccoI6  di  Bocchino,  Zanobi  del  Tuffa,  Francesco  di  Geri,  ferraiuolo,  30 
Lionardo  di  Rinieri  Rustichi,  Agnolo  di  loanni  di  ser  Lotto  a'   di  primo   d'ottobre;  Atta- 
viano  di  messer  Attaviano,  popolo  S.  Paolo,  Francesco  di  Ventura,   lanaiuolo,   Giovanni  di 
Roberto  Ghini,  ser  Diedi  di  ser  Francesco  a'  di  30  d'ottobre;  Sandro  Muletti   da   Panzano, 
popolo  S.  Niccol6,  Guido  di  Caccialoste  di  Guido  Trinciavelli,  a  di  18  di  novembre;  Meo  di 
Bartolo  de'  Cocchi,  Giovanni  di  Mancigno  de'  Sostegni,  a'  dl  5   di  dicembre,  Benedetto   di  33 
Geri  del  Bello,  Andrea  di  lacopo  Collino  de  Grandoni,  Francesco  di  Lippo  di  ser  Bonaven- 
tura  di  Bonaiuto  a'  di  2  di  gennaio;  Banco  di  Tosco  Rigattiere,  messer  Donato   del  Ricco, 
iudice,  Matteo  e  Francesco  di  Bonaccorso  Alderotti  a'   dl  22  di  gennaio;    Niccol6  e  Nofri 
di  Giovanni  di  Meglio  de'  Bonarli,  detto  di;  Lorenzo  e  Martino,  figliuoli  del   maestro   Dino 
medico;  Tommaso  d'Ugolino  di  Vieri  speziale,  Andrea  di  Betto  Filippi,  Bancozzo  di  loani.i  40 
di  ser  Banco  Catenacci,  NiccoI6  del  Ricco  lanaiuolo,  Commo  Federighi  da  Signa  a'  di   22 
di  gennaio;  Nastagio  di  ser  Francesco,  popolo  di  S.  Simone,  lacopo  di  Bonaf^,  popolo  di 

/.,  IX,  its       S.  Piero  Maggiore,  Lapo  di  Guido  di  Fabro  de' Tolosini,  Ugolino  di  Bonsi'  speziale,  popolo 
di  S.  Friano,  ser  Niccol6  di  ser  Ventura  Monaci,  che  fu  cancellieri  dei  Priori,  e  fu  casso. 


6.  e  quello  lato  tutto]  omm.  A.  —  7-8.  sayio....  Cinquantasei]  omm.  I.  —  10.  dl  Nanne]  di  Vanni  G.  R.  — 
13-14.  Ll  Grandl..,.  consortl  grandi]  omm.  A.  —  14-15«  co°  g'i  consorti....  prlmiaenzia]  omm.  A.  —  15.  Tutti] 
omm.  l.  —  17.  degli  uficl  della  Parte]  alla  Parte  A.  —  17-18.  corae  dl....  Comune]  omm.  A  —  20.  dl  Vleri]  omm. 
G,  R,  —  31.  Plgello]  Pisello  G.  R,  —  22.  suo  consorto]  omm.  A.  —  34-35.  a  ciascuno]  #»»»1.  G.  R.  —  35.  a  uno  a 
uno  per  ordlne]  omm.  G.  R.  —  30.  TuflEa]  Truffa  /.  —  40.  speziale]  omm.  A.  —  41-43,  32  di  gennaio]  33  di  gcnnalo  A. 


[A.  1377]  CRONACA  FIORENTINA  309 

come  appare  adietro.  Andrea  di  Feo  lastraiuolo,  popolo  di  S.  Piero  Gattotioi,  Simoae  di 
Vanni  mecciere,  popolo  di  S.  Lorenzo,  Tommaso  di  Lippo  de'  Soldani  a'  di  28  di  Gennaio ; 
Giovanni  d'Amerigo  del  Bene,  Bettino  di  messer  Covone  de'  Covoni,  Francesco  di  Niccol6, 
vocato  Bate,  Lorenzo  di  Giovanni  Lottini,  Giovanni  di  Tura  Dini,  Giovanni  di  Luigi  del 
Mozzi,  Francesco  di  ser  Arrigo  Bocchi  a'  dl  12  di  febbraio ;  StefMio  Brunacci,  lanaiuolo, 
Giovanni  di  Pero  de'  Parlarcioni,  Mazza  d'Andrea,  corazzaio,  Davanzato  di  Naccio  Coatri, 
Alberto  di  ser  Lippo  da  Barberino,  Ramondo  fratello  di  Giorgio  da  Barberino,  Cantino  di 
Agnolo  di  Monna  Checca,  popolo  S.  Lorenzo,  Scarlatto  di  Nuto  Scarlattini,  popolo  S.  Friano, 
Francesco  Vigorosi,  lanaiuolo,  a'  dl  27  di  febbraio;  Giovaani  di  Chiari,  S.  Spirito,  Amaretto 
VQ  di  Zanobi  de'  MannelJi,  messer  Francesco  di  Cino  de'  Rinuccini,  Luigi  di  Poltrone  de  Ca- 
valcanti,  Tommaso  di  Pazzino  bilanciaio,  Bartolommeo  di  lacopo  Giambemardi  degli  Adi- 
mari,  Giovanni  di  Piero  Parente,  quartieri  di  S.  Giovanni,  a'  dl  23  di  marzo. 

RuBRiCA  776"  —  Come'  morl  Giovanni  Magalotti  dello  uficio  degli  Otto  di  balia,  f  come  fu    /.,».»» 
in  suo  luogo  Simone  de'  Peruzzi. 

15  Nel  detto  anno  1377  si  mori  Giovanni  Magalotti  di  sua  infermit^,  di  cui  fu  gran  danno, 

e  sl  perchfe  fu  buono  uomo,  e  sl  perchfe  in  luogo  suo  fu  eletto  Simone  di  Rinieri  Peruzzi, 
il  quale  per  isdegno  fu  principio  di  guastare  la  cittk  di  Firenze.  A  cui  fu  fatto  grandissimo 
onore  per  lo  Comune  per  rispetto  di  sua  bontk  e  per  lo  uficio  degli  Otto  della  balia  che 
egli  tenea. 

20  RuBRiCA  777*  —  Come  mori  messer  Niccolh  degli  Alberti. 

Era  nella  cittk  di  Firenze  uno  cavalieri  ^  una  ca',  la  quale  si  chi*jnano  glj  Alberti, 
famiglia  ricchissima.  Questo  cavaliere  avea  nome  messer  Niccolaio  di  lacopo  d'Alberto  degli 
Alberti,  famoso  mercatante.  Fu  il  padre  in  Francia  ed  in  Provenza  ed  in  Inghilterra  e  qiwsi 
per  tutto  lo  Cristianesimo.     Segui  questo   suo  figliuolo,  messer  Niccolaio,  lo  quale  fu  di  si 

25  gran  credito,  che  niuno  piii  mai  per  uomo  solo '  non  f u  tanto  creduto,  nh  si  ricco,  perocchi^     '••  "^,  w 

fu  stimato  la  sua  ricchezza  in  sua  vita  300  milia  fiorini,  comecchfe  alla  morte  se  ne  trovasse 

la  valuta  di  buona  somma.     Lasci6  due  figliuoli  maschi  e  due  f emmine,  piccioli :  f u  alla  vita 

uomo  di  gran  limosina,  ed  alla  morte  piii  di  500  poveri  lo  piaQSero  alla  bara   senza  quelle 

e  quelli,  che  '1  piansero  per  Firenze.    Costui  ebbe  grandissimo  onore  di  bandiere,  cavalli  co- 

30  verti,  uomini  vestiti  e  donne  e  famigli  e  poveri  e  moltissima  cera  e  molti  altri  omamenti,  bellis- 
simi  alla  bara  e  cera  infinita  in  su  Tarca  nella  chiesa.  Fu  tenuto  gran  danno  della  sua  morte 
per  ogni  rispetto.  Fu  seppellito  nella  chiesa  di  S.  Croce  a' frati  minori  a'  dl....  del  mese 
di....  Tanno  1377. 

RuB&icA  778"  —  Cofne  si  fecc  gonfaloniere  alla  Parie,  e  come  s$  fece. 

15  Nel  detto  anno  1377  del  mese  di  marzo  erano  venuti  ambasciadori  della  reina  Giovanna 

al  Comune  e  alla  Parte  guelfa,  e  furono  onorevolmente  veduti  alla  Parte.  Ed  essendosi  in 
queiranno  medesimo  fatto  pallottole  de'  capitani  delle  borse,  non  erano  piaciute,  cd  eranp 
disfatte.    Ora  questi  capitani,  che  entrarono  a  mezzo  febbraio  per  due  mesi,'  feciono  rifonna-     /.,  tx,  i»« 


l.  come  appare  adletro]  otnm,  A.  —  5,  Bocchl]  Rocchl  /.  —  13.  /.  eon  U  Korta  dtirAamirato  aggmng*  la 
data:  15  luglio  —  17.  di  FirenzeJ  omm.  A.  —  aJ-33.  degli  Albertl]  omm.  G.  R.  —  29-30.  Flrenze....e  moltl  aHrl] 
Firenze.  Furono  coverti  caraili ....  bandlere  ....  uoralnl  vestill  dl  sanguigno ....  fantl  e  porerl  Teitltl  dl  nero .... 
donne  »i  vestirono  ....  ebbe  doppleri  di  ceri  di  libbre  l'uno  . . . .  e  molti  altri  G.  R.  —  31.  neHa  chiesa]  omm.  A.  — 
31-3».  morte ....  chiesa]  morte  per6  in  rispetto  morl  e  leppeliito  £u  alla  chlesa  G.  R.  —  36.  alta  Parte ....  veduti] 
omm.  G.R,  —  37,  fatto]  omm.  G.  /?.;  /.  au^plisce  la  omiuion»  dl   G.R,  coh:  *  toite  le,. 


310  CRONACA  FIORENTINA  [A-  1377] 


gione  di  fare  squittino  nuovo  e  di  fare  pallottole,  e  fecionle  per  modo  che  ogni  dl   faces- 
Bero  novitJl  d'ammonire,  perocchfe  nelle  borse,  bene  che  vi  avesse  alcuni  di  non  loro  animi, 
temeano  che  se   per  fortuna  una  volta  uacissero  insieme,  non  correggesBero  le  loro  cattive 
operazioni,  diliberarono . . . .  {lacuna)  una  cedola  porre  sette  d'uno  animo  ed  uno  del  contrario, 
0  Bei  e  due,  di  che  fossero  acconci  di  fare  li  loro  voleri.     Ed  oltre  a  ci6  feciono  un  gon-    5i 
falone  airarme   dello  re   Carlo  primo,  e  vollero   vi  fosse  gonfaloniere,  e  diero  lo  primo  a       ! 
messer  Benghi  Buondelmonti.     Questo  fu  a  fine  di  mal  fare  con   esso,  come  innanzi   appa-       1 
rhk.     Ed  elessero  quarantotto  uomini  che  con  loro  fossero  a  fare  male,  a  consigliarsi;  e  la 
balla  che  fu  dato  loro  per  gli  loro  collegi  se  la   presero   eglino,  e  forz6  la   legge   messer 
Lapo,  che  rendfe  consiglio.    Si  potea  fare  per  uno  anno;  sicchfe  erano  signori  i  detti  capi-  10 
tani  per  uno  anno  della  Parte,  e  chi  era  signore  della  Parte  era  signore  di  Firenze.  E  messer 
Lapo  serbb  la  baha  a  sfe  a  vita;  sicchfe  infra  Tanno  avieno  costoro  essere  piii  capitani.   Questo 
gonfi6  gli  animi  de'  cittadini  fieramente;  vidono    essere    costoro   signori  quasi   a  bacchetta. 
Questi  furono  quelli  che  qul  appife  sono  scritti,  doh:  Bonaiuto  di  ser  Belcaro  Serragli,  Do- 
/.,  is,  193       menico  di  Cassiano,  messer   Lapo   da  Castiglionchio,  Adovardo'  de'  Pulci,   messer  Benghi  15 
Buondelmonte,  Giovanni  di  ser  Dato,  maliscalco,  Vieri  di  Cambio  de'  Medici  e  Giovanni  di 
Cambio,  balestriere.     Questi  tra  per  la  balia  da  loro  tolta,  e  per   le  operazioni  delle  pal- 
lottole  furono  molti  odiati,  eglino  e  li  loro  amici,  salvochfe  Giovanni  di  ser  Dato  e  Giovanni 
di  Cambio,  balestriere. 

RuBRiCA  779*  —  Come  fu  freso  Lorenzo  del  maestro  Dino  ed  Alesso  Baldovinetti,  e  collalo  20 
Laremo  e  condannato. 

Nel  detto  anno  ed  uficio  de'  capitani,  usciti  ed  intrati  gli  altri   capitani,  che    furono   i 
primi  delle  pallottole,  uno  Lorenzo,  figliuolo  del  maestro  Dino  medico,  essendo  stato  de'  Buon- 
delmonti  non  nemico  palese,  ma  malvolente,  uno  Alesso  di  Francesco  Borghini  de'  Baldovi- 
netti,  vicino  de'  Buondelmonti  e  poco  amico,  sl  per  vicinanza,  sl  per  I'  opere  loro,  quando  23 
fu  ammonito  Giovanni  d'Amerigo  del  Bene,  si  dolse  il  febbraio  passato,  come  appare  nella 
rubrica  775,  parI6  molto  altamente  contro  a'  capitani,  di  che  ne  fu  condannato,  e  pago,  uscito 
di  capitanato,  per  sue  questioni  ch'avea  con  lui   messer  Benghi  Buondelmonti;   ed  Alessio 
gli  diede  una  petizione  con  consiglio  di  Lorenzo  del  maestro  Dino,  il  quale  era  stato  ammo- 
/.,  IX,  iM       nito  nel  predetto  anno  ed  al  tempo  del  detto  messer'  Benghi,  per  farlo  de'  Grandi.     Onde  30 
non  vinta  la  petizione,  li  capitani  si  si  ragunarono  a  petizione  di  messer  Benghi  e  degli  altri 
li  quali  avieno  riserbatosi,  come  detto  h,  balia  per  uno  anno,  come  appare  addietro  rubrica 
778,  ed  ultimamente  le  mandarono  amendue  allo  Podesth,  che  contro  a  loro  procedesse.     Ed 
ultimamente  collato  Lorenzo  del  maestro  Dino,  e  confessato  che  con  suo  consiglio  era  stato 
fatto  per  Alesso  predetto,  subitamente  li  capitani  presenti  airesaminazione  vollono  che  a  co-  35 
storo  fosse  tagHato  il  capo.     Ma  '1  Podestk,  che  vedea  che  le  petizioni,  non  che  a'  capitani 
ma  a'  Priori  usciti  ed  ancora  presidenti  si  poteano,  non  volle  seguire  il  loro  appetito.    E  poi 
li  capitani  pure  ripresi  da'  loro  parenti  ed  amici  mitigarono  la  loro  ira,  ed  in  effetto  assen-        ! 
tirono  alla  condannagione  pecuniaria,  e  non  pagarono,  ma  soffersero  stare  in  prigione,  aspet- 
tando  grazia.     Questo  parve  cosa  stranissima  ed  abominevole  e  fuori  d'ogni  ragione  ed  equiti;  40  ; 
e  certo  fu.    Ma  come  che  la  faccenda  s'andasse,  la  cosa  rimase  quivi  con  loro  in  prigione. 


4.  dlliberarono....  cedola]  deliberarono  una  cedola  A.;  la  laeuna  i  segnata  i»  G.R.;  I.  la  eolma:  ■  delibe- 
rarono  perci6  In  una  ,.  —  8.  a  consigliarsl]  e  consigliarsi  A.  —  14-15.  Domenico  di  Cassiano]  Domenico  di . . ..  Tar- 

•Inaro  A.  —  16.    Vierl    dl    Cambio   dei  Medicl]  omm.  A.   —    17,   Questi....  toiU]    Questl  tre   per  la  baiia 

{lacuHa)  loro  toita  G.R.;  Questi  tre  per  ia  balia  ioro  toita /.  —  19.  balestriere]  omm.  G.  R.  —  J4.  BorgUnl]  omm. 
■^.  —  26-37.  come ....  parl6]  come  h  detto  adietro  parI6  A.  —  39-30.  ammonlto ....  Benghi]  ammontto  al  tempo 
di  messer  Benghl  In  quesfanno  A.  —  33-33.  Rubrica  778]  Rubrica  prossima  passata  A.  —  39.  pagarono ....  prl- 
gione]  pagarono,  ma  si  stettero  In  priglone  G.R. 


[AA.  1377-1378]  CRONACA  FIORENTINA  311 


RuBRicA  780*  —  Come  si  tratth    la  face   con  messer   Bernahb,  mezzano   tra   i  Fiorentini 
e  la  Chiesa. 

Nel  detto  anno  1377  i  Fiorentini  mandarono  a  papa  Gregorio  XI  loro  ambasciadori,'  e  /.,  «,  194 
messer  Bernabb  Visconte,  Signore  di  Melano,  8'interpuose  alla  faccenda,  e  venne  infino  a 
5  Sarezana,  e  quivi  furono  cardinali  della  Chiesa,  legati,  ci6  furono  ....  {lacund).  E  trattata 
la  cosa,  e  quasi  a  conclusione  recata,  che  i  Fiorentini  rendessero  ogni  giurisdizione  che 
avessero  nelle  Terre  sottoposte,  che  solieno  avere  la  Chiesa,  e  pagassono  fiorini  settecento 
migliaia  in  certi  termini,  e  rendessono  le  possessioni  delli  preti  infra  un  anno;  ch'erano  ven- 
dute  infino  a  quel  di  tanta  quantitk  di  possessioni,  che  montavano  fiorini ....  ed  avillari 
10  {lacund)  che  montarono  fiorini ....  {lacitna).  Quando  la  cosa  era  quasi  a  conclusione  li 
Cardinali  si  partirono  per  la  novella  ch'ebbono  che  il  papa  Ghrigoro  XI  era  morto,  e  las- 
sarono  le  cose  scompigliate,  e  gli  ambasciadori  se  ne  veimono,  e  messer  Bernab6  si  parti, 
e  and6  a  Melano. 

RuBRicA  781'  —  Come  furono  ammoniti  molti  e  Giavanni  Dini  dello  uficio  della  balia. 

15  Neiranno  del  1378  essendo  la  brigata  degli  ammonitori  rinfrancata  per  gli  grandi  fatti 

per  loro  adoprati,  e  non  lasciando  niuno,  a  cui  a  loro  piacesse  toccare,  s'  immaginarono '  di     /„  tx,  m 
cominciare  a  uno  deiruficio  degll  Otto  della  balia.     Ed  in  effetto  vedendo  che  ammunirono 
Giovanni  Dini,  speziale,  uno  degli  Otto,  e  non  ne  fu  nulla,  subito  presero  cuore,  e  comin- 
ciarono  nbn  piu  di  notte,  ma  di  dl  ammonire ;  e  molto  parve  loro  gran  f atto,  che  ci6  non  si 

20  risisti  per  gli  Otto.    Ma  Simone  di  Rinieri  Peruzzi,  in  luogo  di  Giovanni  Magalotti  eletto, 
tenea  con  gli  ammunitori,  dicesi  che  fece  ammunire  il  compagno  suo   al  figliuolo  suo,  per 

tuna  parola  che  disse  Giovanni  Dini,  che  essendosi  rivelato  uno  loro  segreto  per  Simone,  egli 
disse:  "maladetta  sia  la  morte  di  Giovanni  Magalotti,  che  da  lui  non  usd  mai  niuno  segreto„; 
Simone  se  lo  rec6  a  noia. 

25  RuBRicA  782*  —  Come  morto  fafa  Ghirigoro  undecimo,  fu  eletto  fafa  Urbano  sesto. 

NeIl'anno  1378  del  mese  di....  [lacuna)  essendo,  com'6  narrato  nella  precedente  ru- 
brica  780,  morto  il  papa    Ghirigorio  undecimo,   furono  li  cardinali  rinchiusi  a  concestoro 

tper  fare  elezione  di  nuovo  Papa,  e  non  eleggendo,  li  Romani  temendo  che  non  elegessero 
Papa,  oltremontano,  lo  quale  se  n'andasse  in  Provenza  a  Vignone,  corsono  airarme'  a  S.  Piero,  /..  w,  i?4 
ed  in  effetto  dissero  ch'e'  volieno  Papa  romano;  onde  i  cardinali,  non  essendo  di  ci6  in 
concordia,  per  mitigare  il  furore  puosero  alle  finestre  messer  ....  {lacuna)  di  concordia  di 
lui,  e  dissero  costui  essere  eletto  Papa.  Li  Romani  credettero  ci6  essere  vero,  furono  rap- 
pacificati,  e  tornati  adietro.  Di  che  costoro  stimando :  "  noi  abbiamo  ingannati  i  Romani  di 
"fare  elezione  di  Papa;  a  noi  h  di  necessit^  eleggere  Papa  italiano,  il  quale  non  sia  romano, 
35  "  nh  Orsino,  nfe  Colonnese,  perocchfe  non  si  partirebbe  di  Roma,  e  tutti  i  cardinali  sarebbono 
*  contenti  di  tornare  a  Vignone  „  (perocch^  di  qua  era  loro  rimasa  troppa  poco  robba  al  vivere) 
"  e  li  Romani  sono  ancora  uomini  furiosi  e  bestiali,  che  male  stare  va  lo  papa„.    Di  che  in 

Keffetto  mess ....  (lacuna)  avea  uno  suo  cappellano,  lo  quale  era  quasi  come  uno  auo  intimo 
da  fargli  fare  ogni  cosa,  ed  era  di  nazione   picciola  da  non  lo  avere  per  signore.    Misse 

4.  Slgnore]  omm.  A,  —  J.  /.  eolma  cosi  la  latnna  eon  la  icorta  d»irAmmirato;  '  II  cardlnale  d'Ainlenl  e  l'ar- 
cWescoTo  dl  Narbona  parente  del  papa,.  —  9.  ed  avlllarl]  e  d'avUlari  G.R,  e  dc'  Tlllarl  /.  —  ij.  degU  ammo- 
nitorl]  degli  aramonitl  A.  —  17-18.  vedendo  . . . .  fu  nulla]  vedendo  che  ad  uno  Glovannl  Dlnl.ipezlale,  uno  dl  quelll, 
non  ne  fu  nuUa  G.R.  —  30.  rlslstl]  rlstl  G.  R.  —  26-J7.  com'i....  rubrlca]  omm.  A.  —  17.  Ghlrtgorlo]  Grego- 
rlo  A.  —  33.  «tlmando ....  Ingannati]  stlmando  d'aTero  inganoatl  A.  —  35.  partlrebbe]  potrebbe  G.  R. 


312  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1878] 


innanzi  a'  suoi  compagsd  costui,  e  promiMe,  che  sarebbe  coatante  e  ienno  a  tomare  incon- 
/.,  n,  w  tanente  in  Provenza,  ed  in  effetto  lo  diliberarono  Papa;  e  cod  fu  negli'  anni  del  Signore  1378 
a'  di . . . .  {lacuna)  del  mese ....  {lacuna),  e  fu  il  dl  della  Pasqua  di  Resurresso  da*  cardinali 
in  tutto  coronato,  e  fatto  ogni  •olennit^  di  concordia,  che  si  ricliiede  a  Papa ;  e  scrissero  li 
cardinali  per  lo  mondo  ed  a  qualunque  re,  essere  lo  predetto  messere  Urbano  VI.  Questi 
avea  nome  meBser  Bartolomeo  arcivescovo  di  Bari,  di  Napoli,  d'una  famigUa,  li  quali  tA  si 
chiamavano,  ma  nella  veritk  coetui  fu  d'uno  castello,  lo  quale  si  chiama  Linari  del  contado 
di  Firenze,  presao  a  17  miglia  a  Firenze.  Lo  suo  avolo  fu  cacciato  per  ghibellino;  andoaeene 
a  Pisa,  e  da  Pisa  a  Napoli,  ed  accostossi  con  alcuno  di  quella  famiglia,  e  con  lui  §i  fece 
uomo;  e  questi  diBcese  di  lui.  Questi  Tanno  del  1370  era  vicario  dello  Arclvescovo  di  Na-  1< 
poli,  era  scienziato  uomo  e  buono  cherico,  ma  di  mobile  cervello  e  furioso  e  mutabile  e  su- 
perbissimo.    Furono  quelU  cardinali  li  quali  lo  eletsero,  ciofe  questi:  ....  {lacttna). 

/.,  IX,  «91       RuBRicA  783*  —  Come'  furo  mandati  ambasciadori  al  Papa  fer  avere  la  face. 

Incontenente  furono  congregati  ambasciadori,  ed  andarouo  al  Papa,  ci6  fu:   Stoldo  di 
messer  Bindo  Altoviti,  Matteo  di  lacopo  Arrighi.    Eletto  costui  in  Papa  non  volle  nulla  udire  II 
di  tomare  ad  Avignone,  ma  diliberb  di  starai  a  Roma,  ed  incominci6  ad  avere  per  nulla  tutti 
U  cardinaH,  e  villaneggiarli  per  ogni  maniera  disonesta,  tanto  che  niuno  in  pochi  di  bene  gli 
/,  iz,  m       volea;'  e  fu  tanta  la  sua  poca  pazienzia,  che  innanzi  che  compiesse  luglio  non  fu  niuno,  a 
cui  non  facesse  ingiuria  o  di  parole,  o  di  benificj,  di  che  male  ne  gli    addivenne,   che  da 
corte  venne  discordia,  e  dicieno,  che  egli  non  era  Papa,  perocchfe  per  forza  era  stato  fatto.  20 
Nella  veritk  non  era  cosl,  fatto  non  fu  a  forza;  perocch^   volieno  uno    Romano,  e  non   lo 
ebbono  ;  la  seconda,  che  paciticamente  procedettono  alla  coniirmazione ;  la  terza  che  gli  f eciono 
reverenzie,  ed  ubbidironlo ;  la  quarta  da  lui  presero  beneficj ;  la  quinta  f eciono  molti  atti  di 
suo  e  di  loro  volere  in  conceatoro  ed  altre  cose  che  a'  Cardinali  si  richiede  fare  col  Papa; 
la  sesta  che  scrissero  per  lo  mondo,  notificando  avere  fatto  vero  e  legittiino  Papa  ed  uomo  25 
santo  alli  re  ed  imperadore.    Ma  certo    mala  disposizione  di  lui  e  poco  senno  li  fece  da 
lui  disviare. 

RuBRicA  784*  Come  la  reina  Giovanna  si  fece  al  Pafa   ricetto   cardenalesco  che  elesse  an- 
tifapa,  e  tennegli  guerra. 

Nel  detto  anno  essendo  la  cosa  in  quelli  termini  di   diacordia,  la  reina  Giovanna  di  30 
NapoU,    essendo . . . .  e  vedendo,  che  costui  suo  uomo  era   Papa,  si   magnific6   con  lui  con 
grandi  doni  e  belU,  e  mandogU  solenne  ambasciata  e  gente  d'arme  per  sua  compagnia  e  pro- 

/,  u,  200       ferte'  grandissime  di  venirlo  a  vicitare  proponea.    Ma  in  effetto  in  pochi  di  seppe  al  fare  con 
lei,  dicendo  ch'ella  era  donna  Giovanna  e  non  reina,  e  che   lo  reame   era  dello  re  d'  Un- 
gheria  e  non  suo.    Di  che  nacque  che  essa  comincio  appoggiare  i  cardinaU,  che  di  lui  si  35 
diceano  male,  di  che  trovando  appoggio  si  partirono  piii  cardinali;  ci6  furono  : . . . .  e  dipar- 
titi  se  ne  andarono  a  Fondi,   il  quale  6  del  conte   di  Fondi,  uomo  della   reina    Giovanna, 

/.,  IX,  301  nipote  di  papa  Bonifazio,  e  quasi  tutti  li  baroni,'  o  la  maggior  parte  di  NapoU,  voleano  male 
alla  Reina  di  ci6;  quasi  tutti  li  baroni  di  Roma,  o  vicini,  volieno  male  al  Papa.  Costui  contut" 
toci6  mai  non  raffren6  la  sua  voiuntk  e  furia,  contro  a  lei  sempre  sparlando,  e  segreto  mand6  40 


3.  lo  dlliberarono]  lo  dl  diliberaron  <7.  A  —  3.  a'  d\  , . . ,  d'  aprlle]  omm,  A.  —  6.  nome . . . .  di  Napoll]  nome 
metser  di  Napoli  G.  R  —  8.  presso ....  Firenze]  omm.  A.  —  10,  del  1370]  1360  G.  R.  —  14.  congregatl]  creati  A. 
-  ed  andarono]  omm.  A.  —  18.  compiesse ....  non  fu]  compiesse  l'anno,  non  i\x  G.  R.  —  »4.  in  concestoro]  col  con- 
cestoro  A.  —  34.  dello  re]  de'  re  G.  R.  —  36.  appoggio ....  cardinali]  appogglo  ai  partirono  ....  (lactina)  cardinaii 
G.  R.\  I.  colma  la  lacuma  con  la  farola :  "X  detti  „ ;  appoggio  pii  cardinali  A.  Mi  som  /ermesso  di  co!mare  la  la- 
euna  di  G.  R.  co*  la  scor/a  di  A.  —  36-37.  e  dlpartitl]  e  nel  partire  A. 


[A.  1378]  CRONACA  FIORENTINA  313 

allo  re  d'  Ungheria,  che  se  egli  volesse  lo  reame  di  Puglia,  glielo  concederebbe  come  suo.  Di 
che  nacque  che  messer  Carlo  figHuolo  di  messer  Luigi  di  Durazzo,  lo  re  d'  Ungheria  l'avea 
allevato,  e  gik  tomatosi  nello  reame  alle  Terre  che  la  reina  gli  avea  date,  che  furono  del 
padre,  lo  re  d'Ungaria  assentl  di  dare  le  sue  ragioni  a  detto  messer  Carlo;  di  che  poi  in  pro- 
5  cesso  di  tempo  si  partl,  ed  ando  in  Ungaria,  e  poi,  come  innanzi  udirete,  ando  a  Roma.  Ma 
comecchfe  di  nostra  materia  non  sia,  pure  alquanto  diremo,  come  il  Papa  dicea  essere  ragione 
dello  re  d'Ungaria  lo  reame.  Lo  re  Carlo  ebbe  ^ette  figliuoli,  ciofe  Carlo  secondo,  delli 
quali  sette  l'uno  ebbe  nome  Carlo,  e  fu  primogenito,  il  secondo  fu  Ruberto;  ed  essendosi  gli 
Ungari   senza  re,  mandarono  a  Carlo  secondo,  che  mandasse  uno  de'  figliuoli  per  lo  reame 

10  d'Ungaria.  Lo  re  Carlo  parve  sempre  voler  meglio  a  Ruberto,  perchfe  era  piu  savio  che  Carlo; 
altri  dissero  perchfe  era  ad  adoprare  per  forza  nello  detto  reame,  che  Carlo  era  in  arme  franco 
barone,  vi  mando  lui,  lo  quale  grandi  fatti  d'arme  fece,  e  vittoriosamente  accrebbe  lo  reame 
per  modo  che  quasi  per  Iddio  Tadoravano.    Lo  re  Uberto,  morto'  lo  re  Carlo  suo  padre,     r.,  ix,  »2 
impetr6  con  molti  danari  in  Corte,  tanto  che  vinse  contro  al  fratello  d'e8sere  incoronato;  e 

1 5  cosl  f  u,  e  non  f  ece  Carlo  d'  Ungaria  gran  pugna,  sl  per  non  lasciare  lo  paese  suo,  che  era 
in  guerra,  e  f  orse  per  discrezione.  Lo  re  Roberto  ebbe  uno  figliuolo,  lo  quale  ebbe  nome .... 
(lactma),  e  non  piii  maschi,  e  fu  Duca  di  Calavria.  Morto  lui,  rimasero  di  lui  due  figliuole 
femmine ;  la  prima,  a  cui  scadea  lo  reame,  fu  Giovanna,  di  cui  qui  al  presente  si  parla.  Lo 
re  Uberto,  avendo  lo  suo  reame,  e  pareagli  averlo  avuto  non  licitamente,  mand6  al  fratello 

20  Carlo  d'Ungaria,  lo  quale  avea  due  figliuoli,  Andrea  e  Luigi,  ch'egH  mandasse  uno  de'  figliuoli, 
a  cui  egli  desse  per  moglie  quella  che  dovea  essere  reina,  acciocch'egli  redasse  lo  reame. 
Di  che  egli  contento,  a  ci6  mand6  Andrea  primogenito,  e  cosl  sposo  in  vita  dello  re  Ru- 
berto  la  reina  Giovanna.  L'altra  si  diede  al  Duca  di  Durazzo.  Morto  lo  re  Ruberto,  lo  re 
Andrea  da'  suoi  baroni  e  cavalieri  fu  nella  camera  sua  strangolato  e  gittato  da  una  finestra 

25  neirorto  dei  frati  in  Aversa,  presso  a  Napoli  cittk  di  otto   miglia.    NeUa  camera  d'allato, 

quando  fu  morto,  era  la  reina  nella  quale  rispondea  Tuscio,  e  non'  era  altra  entrata,  se     /.,  ix,  203 
non  prima  per  quella  del  re,  secondo  per  Tuscio  della  reina.    Di  che  si  disse  ella  essere 
colpevole.    Discese  il  re  Luigi  d'Ungaria  a  fare  vendetta  dello  fratello.    La  reina  8'avea 
tolto  Luigi  suo  cugino  per  marito,  e  con  lui  si  fuggl  in  Provenza.    Tagli6  il  capo  al  duca 

30  di  Durazzo  il  re  d'  Ungaria,  e  gli  altri  Reali  se  ne  men6  in  Ungaria,  e  fuggl  la  mortalitk 
deiranno  1348.  Poi  tom6,  e  lasci6  li  Reali  andare.  Papa  Chimento  fece  Taccordo  tra  la 
reina  e  lui  che,  mentre  vivesse  la  reina  ed  il  marito,  non  molestasse  lo  reame  di  Puglia. 
Questo  reame  conquist6  lo  re  Carlo  primogenito  del  re  Carlo  II,  padre  del  detto  re  d'Un- 
garia  e  d'Uberto  per  concessione  del  Papa,  lo  quale  si  dicea  essere  tenuto  per  Manfredi 

35  a  torto,  di  che  per  questo  papa  Urbano  si  concedea  a  Carlo  a  petizione  del  re  d'Ungaria. 
Tomando  a  nostra  materia,  che  di  questo  non  6  da  narrare  per  noi,  li  predetti  cardinali  iti 
a  Fondi,  come  detto  fe,  stavano  in  eleggere  Papa  nuovo,  e  per  non  potere  avere  compa- 
gnia,  vedendo  messer  Piero  cardinale  di  Firenze,  e  messer....  (lacuna)  a  Fondi  a  trattare 
concordia'  tra  '1  Papa  e  li  predetti  Cardinali,  si  pensarono  li  Cardinali  di  Fondi  d'ingannare     i^  ix,  204 

40  coloro  che  venneno  per  mezzani,  e  missero  loro  a  vedere,  come  Urbano  non  era  papa,  e 
com'egli  avea  promesso  loro  di  rinunziare  il  papato,  ed  eglino  ne  facessero  altro,  e  non  lo 
avea  fatto,  e  ch'egli  era  uomo  in  cui  la  chiesa  d'Iddio  non  era  bene  corretta,  ma  che  egli 
vedieno,  che  se  non  era  Papa  taliano,  certo  non  potea  la  chiesa  bene  arrivare;  di  che 
8'eglino  volieno  assentire  a  nuovo  papa,  ch'egli  n'eleggerebbono  uno  taliano,  poi  davanti   a 

43  ciascuno  di  loro  promissero  di  dare  le  boci.    Costoro  Bimplici  aasentirono  airelezione,  e  fe- 


7-8.  secondo....  l'uno]  «econdo,  che  l'uno  A.  —  lo.  Carlo....  raeglio]  Carlo  volle  tenjpre  meglio  A.  — 
11-12.  franco  barone]  fra'  combaronl  G. /?.  —  i8.  qui  al  pre«ente]  omm,  A.  —  24.  nella....  strangolato]  nella.... 
(lacund)  strangolato  G.  R. ;  /.  colma  la  lacuna  con  le  parole  •  lua  sala  ,.  —  26.  nella  quak]  U  quais  G.  R,  —  29.  ti 
fugg\  in  Prorenza]  sl  fugg).    In  presenza  /. 


314 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1377-1378] 


/..  t^  7V> 


ciono  Papa,  ma  non  quello  ch'egli  promissono,  anzi  eleasero  uno  di  loro,  e  ci6  fu  messer.... 
{lacuna),  fratello  del  contc  di  Gineva  dello  reame  di  Franda,  gentile  uomo  e  parente  dello 
Re  e  del  Duca  d'Angi6.  Costui  elessero,  perocchfe  era  di  grande  aiuto,  pensando  che  essi 
ne  sarebbono  aiutati  dal  Re  di  Francia  sl  per  lo  parentado,  e  si  per  la  lingua,  e  per  averlo 
in  Provenza,  ove  dipoi  and5. 

/.,  11.  ws       RuBRicA  785'  —  ^uesti'  sotto  i  Priori  d^  di  frimo  di  gennaio  1377  ef  di  22  di  luglio  1378. 


Luigi  di  loanni  da  Quarata 

Bono  di  Taddeo  Strada 

Antonio  Martini,  beccaio 

Mese  di  Guccio,  coreggiaio     ' 

Lionardo  di  messer  loanni  degli  Strozzi 

Simone  di  messer  Bindo  Altoviti 

Chiarissimo  di  Meo  Cionacci 

Bianco  di  Bonsi,  ritagliatore 

Domenico  di  Taddeo  Borghini,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Francesco  di  ser  loanni  Ciai,  loro  notaio 

quartiere  di  S.  Giovanni. 

Zanobi  di  Bartolo  Lippi 

loanni  di  Bartolo  di  Cenni  Biliotti 

Bello  di  Niccolao  Mancini 

Francesco  Casini 

Bemardo  d'Andrea,  corazzaio 

Romolo  Cecchi,  beccaio 

Bardo  di  Niccol6  di  Luti  Rittaffe 

Bernardo  d'Aldobrandino  di  Lapo  Rinaldi 

Lionardo  di  Niccol6  Beccanugi,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Tegghiaio  d'Ugo    Altoviti,    loro   notaio, 

quartiere  detto 
Francesco'  di  Feduccio  di  Cione  Falconi. 


Niccola  di  Lippo  Alberti 

Piero   di  Fronte,  lanaiuolo 

Francesco  di  Spinello,  vasaio 

Lorenzo  di  Matteo  Boninsegna 

Simone  di  Benedetto  Gherardi 

Simone  di  Bartolino,  calzolaio 

Piero  di  Cenni  Ghetti 

Salvestro    di    messer  Alamanno    de'  Medici, 

gonfaloniere  di  luatizia,  quartiere    di   S. 

Giovanni 
Ser  Domenico  Salvetti,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Spirito. 

Brancazio  di  Berto  Borsi 

Tommaso  di  Serotine  Brancacci 

Pierozzo  di  Piero  Peri 

Zanobio  di  Cambio  Orlandi 

Manetto  di  loanni  Davanzati 

Alamanno  di  messer  Alamanno  Acciaiuoli 

Niccolaio  di  Lapo  del  Nero 

Guerriante  di  Matteo  Marignolli 

Luigi  di  messer  Piero  Guicciardini,  gonfalo- 

niere  di  lustizia,  quartiere   di  S.  Spirito 
Ser  Baldo  Brandaglie,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Giovanni. 


10 


15 


20 


25 


30 


Questi  furono  cacciati  da'  Ciompi,  e  non  compierono  se  non  22  dl,  come  innanzi  diremo. 

RuBRiCA  786*  —  Come  furono  quelli  della  Parte  guelfa  in  suferbia   nelF ammonire,   e  come 
in  luogo  di  Giovanni  Dini  fu  messo  uno  loro  confidente  a  loro  -posto. 

Nel  detto  anno  1378  essendo  ammonito  Giovanni  Dini,  uno  deiruficio  degli  Otto,  si  di-  35 
liber6  che  in  luogo  di  lui  fosse  uomo  confidente  alla  Parte,  e  non  si  osava  favellare  incontro 
a  cosa  che  di  quella  casa  uscisse  o  de'  loro  auzzetti,  che  subito,  0  ammonito,  0  conden- 
nato  sarebbe  stato  chi  avesse  fiatato.  Ed  in  effetto  ebbono  Niccolo  di  Niccol6  di  Gherar- 
dino  Gianni  in  luogo  di  Giovanni  Dini.  E  dicesi  che  guardavano  di  ammonire  alcimi  altri 
per  mettere  in  luogo  di  loro  altri.  Questa  baldanza  di  costoro  era  tale  che  niuno  osava  40 
faveUare,  perocchfe  niuno  non  voleva  dei  loro  colpi.  Molto  erano  sbigottiti  i  buoni  uomini 
e  gli  uomini  che  si  voleano  stare  in  pace. 


3.  gentile  uomo]  omm.  A.  —  33.  Questl. 
QuesU]  dl  loro  almlU.  QuestA  G.R. 


dlremo]  tmm.  A.  —  37.  o  de'  loro]  e  dl  loro  /.  —  40W  dl  loro... 


[A.  1378]  CRONACA  FIORENTINA  315 

RuBRiCA  787*  —  Come'  cominciarono  a  intendersi  insieme  li  buoni  uomini.  /.,  ix,  mi 

Proverbio  antico  pare  che  sia  che  in  effetto  suoni :  "  Firenze  non  si  muove,  se  tutto  non 
"  si  duole  „.  Era  gik  tanta  piena  larga  delVorgoglio  degli  ammonitori,  che  niuno  si  tenea  sicuro; 
di  che  considerato  cio  gli  uomini,  che  parea  esser  loro  da  Firenze,  non  voleano  essere  sotto 
5  tiranni;  e  sentendo  che  Simone  di  Rinieri  Peruzzi  usb  di  dire  che  alquanti  uomini  si  volea 
recare  lo  reggimento  di  Firenze,  pensando  che  migliaia  per  piil  ragioni  doveano  reggere  come 
lui,  sl  si  cominciarono  a  intendersi  insieme,  e  si  prowidero  a'  f atti  loro  con  dire :  che  uno 
Priore,  che  volesse  mettersi  a  partito,  potea  sanare  Firenze,  considerato  che  piil  erano  quelli 
che  in  uficio  si  poteano  trovare,  a  cui  spiacea,  che  quelli  a  cui  piacea.     E  cosi    quelli  che 

10  spiaceva  incominciarono  a  fiatare  insieme  con  gli  Otto,  a  cui  ubbidiano  li  soldati.  Assicura- 
tisi  vidono  che  di  maggio  convenia  essere  Salvestro  di  messer  Alamanno  de'  Medici  di  ne- 
cessitk  gonfaloniere  di  lustizia.  Con  lui  si  fece  forte  la  brigata,  ed  egli  promisse  di  fare  la 
faccenda.  Parve  che  quelli  della  Parte,  o  sentissero,  o  sospettassero  da  lui,  ed  essendo  U 
Dodici  tratti  a  mezzo  marzo,  videro  che  se  uno  dei  Dodici  scemassero' di  quel  quartiere  con-     /,.  ix,  jm 

15  venia  fusse  Salvestro  dei  Medici,  o  uno  de'  consorti  dei  Dodici,  e  poi  per  lo  divieto  non 
potea  essere  gonfaloniere  di  lustizia  a  maggio  Salvestro.  La  brigata  della  Parte  prowide 
a  ammonire  Maso  di  Neri,  funaiuolo,  accio  che  uno  degli  ufici  de'  Dodici  si  traesse;  e  cosl 
fu  ammonito  a'  di  20  d'aprile  1378.  Non  seppe  tanto  uno  che  Taltro  non  sapesse  piii,  che 
gli  Otto  della  Balla  ordinarono  che  non  si  traesse  lo  scambio,  e  non  si  traesse  quello  Dodici, 

20  anzi  si  lascio,  e  fu  tratto  Salvestro  di  messer  Alamanno  dei  Medici,  gonfaloniere  di  lustizia. 
Subito  la  brigata  venne  alli  rimedi;  ed  in  effetto  furono  da  lui  li  capitani,  ed  ordinarono  si 
acconciassero  le  leggi  della  Parte  e  delle  petizioni. 

RUBRICA  788*  —  ^uesti  sono  quelli  che  furono  ammoniti  in  questo  anno. 

Seguendo  lo  loro  appetito  quelli  della  Parte,  in  effetto  senza  freno,  se  non  gli  appetiti 

25  sfrenati,  che  ciascuno  volea  lo  suo  nimico  o  malvogliente  spiacere,  e  come  era  passato  tra' 
capitani,  se  fosse  stato  piu  guelfo  che  Carlo  Magno,  tra'  ventiquattro  rimanea  ammonito,  pe- 
rocchfe  si  doveano  trarre  a  sorte  ed  a  fortuna  24  uomini  delle  borse,  e  richiesto  lo  cattivello, 
gli  era  detto,  ch'egli  era  ammonito  per  la  tale  cagione,  ed  egli  detto '  quello  che  volea,  gli     /., «,  «o 
era  detto:  "  Sta'  fuori,  e  niuno  la  campa,  o  molti  radi,.    Li  24  si  doveano  trarre  a  sorte  e  a 

30  fortuna:  stava  alla  tratta,  se  era  bene  alla  loro  mano:  "  Buono  k,  si  dicea,  va'perlui„.  Se 
non  era  bene  arrabbiato,  dicea  uno,  il  primo  che  '1  conoscea:  "Egli  h  assente,  io  lo  vidi  ire 
"  oggi  in  villa„.  Airaltro  il  simile,  se  simile  era;  e  cosl  erano  tutti  apinellati  e  innanzi  che 
il  richiesto  potesse  dire  le  sue  ragioni,  gli  era  detto;  "  Sta'  di  fuori  „,  e  datogli  deiruscio 
nelle  calcagne,  e  poi,  come  detto  e  addietro,  quando  se  ne  andava  gU  erano  tirate   le   co- 

35  reggie  dietro,  e  picchiatogli  le  panche  dietro,  e  fattogli  gli  alloccoli,  e  li  bu  bu ;  e  cosl  scher- 
niti,  e  straziati  erano  allo  andarsene  a  casa.  E  tale  ne  fu  ammonito,  che  vedutosi  fare  torto, 
e  non  veggendosi  rimedio,  si  pose  lo  secondo  di  in  sullo  letto  colla  febbre,  e  di  quello  luogo 
non  si  lev6,  che  in  pochi  dl  si  si  morl.  Questa  era  abbominevole  e  scura  cosa,  e  ogni  dl  si 
dlcea  per  gli  savi:  "  Questa  cosa  guasta  Firenze  „.    Ed  ogni  uomo  la  vedea,  e  non  si  vedea 

40  per6  rimedio.    Pure  quando  Iddio  non  vuole  piii  sofferire  le  iniquitk,  f a  sua  operazione  come 


3.  che  in  eftetto  suoni]  omm.  A.  —  9-10.  quelli  cliesptaceal  quelll  a  cul  splacea  /.  —  lo-il.  ubbidiano  li  soldatl. 
Assicuratisi]  ubbldiano.  Ll  soldati  asslcuratisi  /.—  ll-ia.  dl  necessiti]  per  forza  A.—  I4-IS«  convcnla  fusse]  con- 
venia  essere  G.  R,  —  15.  pol]  0»»»«.  G.  R.  —  17.  acci6  che]  anco  che  /.  —  18-19.  sapesse....  e  non  si  traesse]  sa- 
pesse  pli  ch'egli  non  ordinarono  gli  Otto  deila  Balia  che  non  si  traesse,  e  non  sl  trasse  G,  R.  —  Jo.  del  Me- 
dici]  omm.  G.  R,  —  31.  il  primo]  omm,  A.  —  32.  villa....  Innanzi]  ▼111«  e  tuttl  erano  a  lor  modo  in  eflfctto,  e 
innanzi  A.  -  aplnellati]  appennellatl  /.  —  39-40.  e  non.,..  Pure]  e  non  sl  rimedlaT».  Puro  A.  —  40.  pi4  ■offerirej 
piii  sostenere  A. 


I 


316  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i3Tej 


giusto  Signore,  e  co>i  fece  di  questo,  peroccli^  fece  tale  rimedio  che  quelli,  che  parte  ne 
operarono,  non  credettono  per6  chc  la  cosa  andasse  dove  la  vidono  ire,  nfe  ancora  l*avereb- 
/,  iz,  Jii  bono  voluta  cosl  gastigare,'  nh  con  tanta  agrezza,  nfe  ancora  non  l'avrebbono  saputa  a  lingua 
chiedere  ne'  termini  che  Iddio  racconcib,  ed  improwiso  d' ogni  buono  uomo  e  contro  al 
penstero  de'  rei,  che  mai  non  stimarono,  che  a  loro  venisse  meno  il  loro  pensieri.  E  cosl  5 
interviene,  come  dice  il  proverbio :  "  Che  chi  fa  quello  che  non  dee,  gli  addiviene  quello 
•  che  non  pensa  ,.  Cosi  iatervenne  a  costoro,  che  certo  non  pensarono  che  mai  intervenisse 
loro  quello  che  intervenne.  Ora  per  seguire  il  trattato,  in  questo  anno  furono  ammoniti 
griofrascritti,  ciofe: 

Messer  Qiovanni  del  maestro  Neri,  iudice  da  Barberino,  messer  Giovanni  di  messer  Sco<  10 
laio  di  3erto,  iudice  da  Petrognano,  ser  Cristofano  di  ser  Bartolo   Nevaldini  da  Barberino, 
Fraacesco  BartoU  Baldoni,  bottaio,  Salvestro  d'Andrea  di  Chiarissimo  da  Barberino  a'  di  31 
di  marzo. 

Francasco  di  Benedetto  Gucci,  quartiere    di  S.  loanni,  Baldo  Coppini  da  Vicchio,  ser 
Manieri  di  Giovanni  Chiarissimi  Bilenchi,  notaio,  Giovanni   Dini,  speziale  (questi    era  degli  13 
Olto  della  balia),  »'  d)  22  d'aprile. 

Nofri  di  Simone  deU'AnteIla,  a'  di  22  d'aprile. 
/.,  IX,  JiJ  Stefano  di  Biudo  Benini,  quartiere  di  S.  Croce,  Simone'  di  Pajmieri,  vasaio,  quartiere  di 

S.  SpiritOf  Francesco  di  ser  Donato,  speziale,  Giovanni  di  ser  Rucco,  quartiere  di  S.  Croce, 
a'  di  29  d'aprU0.  30 

yj.       .    }  figliuoli  di  Fantone  di  Giraldo  da  Ognano. 

Francesco  di  ser  lacopo  Cecchi  da  Signa,  Filippo  di  Maso  Mangieri  Mauvoli  da  Ognano, 
Simone  di  ser  Benedetto  di  Martino  Petri  da  Santo  Ellero  Pietro  Donati  dal  Sambuco,  Nic- 
coI6  di  Lodovico  Ricciardi  de'  Cerchi,  Michele  di   ser  Vanni   di  ser  Ugolino   di  ser  Dino  25 
d«  Castiglione,  Maso  di  Neri,  funaiuolo,  quartiere  di  S.  loanni  a'  di  30  d'aprile. 

Gflraldo  di  Paolo  Giraldi,  quartiere  di  S.  Maria  Novella,  Francesco  Martini  de'  Salti  da 
Monte  Ficalle,  a'  dl  15  di  giugno. 


30 


In    quesd  ultimi  due  finj  rammonire,  e  levossi  per  costoro  Torgoglio  a  coloro,  li  quali 
non  bene  nfe  a  buon  zelo  adoperavano,  e  voUe  Iddio  porre  rimedio  a  questa  usanza. 

/.i  Xi  I     RusBJCA  789*  -^  Come'  g  ^irenze  furo  grandi  mutazioni  e  grandi  novith  fer  cagione  deUo 
ammomre,  cd  ordini. 

Essendo  il  priorato,  nel  quale  Salvestro  di  messer  Alamanno  de'  Medici  fu  gonialonieri 
di  giustizia,  a  cui  molto  dispiacea  rammonire,  e  speziedmente  fare  torto  a'  Guelfi,  i  capitani 
della  Parte  ne  presero  gr:w  sospetto,  e  la  cagione,  perchfe  non  ammonirono  lui,  fu  p^rchfe  35 
nel  vero  era  guelfissimo,  ed  aveano  molto  grande  speranza  negli  suoi  compagni,  che  ve  ne 
avea  assai  di  loro  animo,  e  spezialmente  Francesco  di  Feduccio  Falconi  e  Niccola  di  Lippo 
Alberti,  perch'era  compagno  di  Michele  di  Vanni  e  Francesco  di  Spinello  e  Francesco  Ca- 
/.,  X,  3     sini  e  Piero'  di  Front^.     Essendo  il  priorato  intrato   di  maggio,  il  primo   di  vennero  a  ra- 

gionamento  i  capitani  deUa  Parte  guelfa  col  detto  Salvestro  per  sospetto  di  cio   ch'aveano  4^ 
di  lui  e  de'  modi  di  mitigare  le  petizioni  e  d'acconciare  un  poco  i  fatti  deUa  Parte,  e  ten- 
nero  questo  modo,  che  si  medic6  nelle  petizioni,  che....  {lacuna).     E  nella  Parte  si   medico 
che  niuno  potesse  essere  ammonito,  che   per  sospetto   se   non.... (lacutta),  e  che  non  fusse 


i-«.  parte....  eredettono]  parte  teneano  la  comprarono,  non  credettono  <?./?.  —  5.  de' rel]  de' rettori  G.Jt. 
—  8.  H  trattatoj  omm.  A.  —  33.  11  priorato]  un  prlorato  G.It.  -  fu]  omm.  G.  /?.;  era  gonfalonieri  /.  —  40.  guej- 
fa]  «mm.  A. 


lA.  1378J  CRONACA  FIORENTINA  317 

messo  a  partito  niuno  piii  che  tre  volte  tra'  Ventiquattro.  E  certo  sarebbesi  stato  la  cosa 
in  8uoi  termini  per  ora,  se  non  fussero  i  capitani  usciti  de'  loro  termini,  i  quali  capitani  fu- 
rono  questi,  cio^:  {lacuna). 

5  Ma '  essendo  un  giorno  tra'  capitani  chiarito  Giraldo  di  Paolo  Giraldi,  galigaio  e  Fran-       /.,  x.  3 

cesco  Martini  de'  Salti  da  Monte  Ficalle,  tratti  la  sera  alle  tre  ore  li  Ventiquattro,  e  messo 
a  partito  tre  volte,  non  si  vincea.  Ghino  di  Bernardo  Anselmi  si  disse  che  non  era  buono 
a  rompere  gli  ordini  del  Comune  e  della  Parte,  fatti  del  mese  prossimo  passato  per  gli  pre- 
senti  Priori  e   capitani,  e  pertanto   si  partl,  e  andossene,  pensando   non  essere  i  suoi   com- 

0  pagni  a  cio  contenti.  E  subito  rimissero  a  partito  piu  e  piu  volte,  e  non  vincendosi,  e  gii 
era  mezzanotte,  Bettino  da  Ricasoli,  lo  quale  era  Proposto,  volendosene  partire  un  altro  de' 
capitani,  si  levo,  e  tolse  le  chiavi,  e  disse  queste  parole:  "A  dispetto  di  Dio,  che  non  si 
uscirk  persond,  se  non  si  vince,  che  questi  sieno  ammoniti  „  ;  e  serrato  l'u8cio  colla  chiave, 
vi  si  pose  suso  a  sedere,  e  rimise  piu  volte  a  partito,  sl  si  vinse,  e  furono  ammoniti  i  detti 

5  Giraldo  e  Francesco.  E  dissesi  che  ventitre  volte  li  missero  a  partito.  Era  questa  cosa  in 
tanto  abominio  a'  buoni  uomini  ed  a'  buoni  mercatanti  ed  artefici,  che  chi  non  dicea  come 
quelli  della  maledetta'  setta,  era  sospetto,  e  se  era  guelfo,  chiamato  il  malo  guelfo,  e  cosi  /.,  x  4 
aspettava  ogni  di  essere  sospetto,  e  per  sospetto  essere  ammonito.  Sentito  la  mattina  non 
essere  osservati  gli  ordini  delle  tre  volte,  ma  passati  e  quasi  vinto  per  mezza  forza,  ridotta 
20  la  cosa  a  Salvestro  di  messer  Alamanno  dei  Medici,  gonfaloniere  di  giustizia,  dicendo:  "Tu 
volesti  medicare  le  petizioni,  e  desti  il  lustro  alla  Parte,  e  non  si  seguita,  perocch'  el  tale 
ordine  istanotte  alla  Parte  ordinato  h  fatto„.  Di  che  dogliendosi  Salvestro  di  cio,  disse,  e 
lasciossi  uscire  di  bocca:  "  Noi  Tacconceremo  quando  sarb  Proposto,.  E  mand6  per  quelli 
di  cui  si  fidava,  e  inlesesi  con  loro  personalmente,  con  alquanti  ed  altri  per  mezzani,  e  die- 

23  rono  ordine  alla  materia,  secondoch^  nel  seguente  capitolo  far6  menzione. 


I 


Rubrica  790*  —  Come  si  fecc  mutazioni  in  Fircnze  con  grandi  romori,  e  fassaronsi  gli 
ordini  della  giustizia  a'  Grandi. 


Avendo  parlato  Salvestro  de'  Medici  a  cui  gli  parve,  ed  essendo  in  casa  di  Luigi  di 
Lippo  Aldobrandini,  il  quale  era  grande  cittadino,  ragunatosi  di  notte  molta  gente  segreta- 

10  mente,  sollecitarono  il  gonfalonieri  della  giustizia,  e  dato  Tordine.     Ed  essendo  tratto  propo- 

sto  il  detto  Salvestro  a'  dl  i8  di  giugno  negli  anni  del  Signore  1378  avea  fatta  la'  petizione,       /.,  x,  J 
dalla  quale  volle  cominciare  per  vedere  quello  che  questi  della  Parte  volessero  fare  novitJi 
niuna  e  movimento  niuno,  e  comincio  da  quello,  perocchfe  generalmente  quasi  tutti  i  Grandi 
voleano,  e  studiavano  rammonire,  se  non  era  alquanti  buoni,  ch'  erano  in  alcuna  delle  fa- 

J5  miglie  de'  Grandi,  li  quali  erano  pochi;  e  dato  nella  campana  fu  fatto  a  sentire  quello  si 
dovea  fare.  Di  che  i  capitani  subito  furono  al  palagio  della  Parte  ragunati,  e  feciono  richie- 
8ti  subito,  e  quasi  tutti  i  capi  delle  famiglie  de'  Grandi,  a  cui  piaceano  le  materie  {maniere) 
che  essi  teneano  alla  Parte,  e  tutti  quasi  con  panziere  e  coltella,  e  chi  stocchi  celatamente 
allato.     E  furvi  richiesti  tutti  i  capi   delle  famiglie   popolane,  le   quali  faceano  alla  materia 

0  adiuto  e  favore,  e  quivi  furono  questi,  li  quali  erano  il  bilico  di  tutta  la  materia:  messer 
Lapo  da  Castiglionchio,  Carlo  degli  Strozzl  con  gli  figliuoli,  Piero  di  Filippo  degli  Albizi, 
Niccol6  Soderini,  Bartolo  di  Giovanni   Siminetti,   detto   Mastino:   questi  erano  il  fermo  di 


3.  per  ora]  »mm.  A.  —  6.  dei  Salti]  omm.  A.  —  7.  Anselml]  omm.  O.  R.  —  8-9.  pMMntl]  pred«ttl  G.  R.  — 
IJ-13.  non  sl  usciri]  non  usciri  A.  —  14.  sedere....  piu  rolte]  sedere,  mottendole  dovo  sedoTa,  •  rlmesto  piCi  rolte 
G.R.—  15.  e  Francesco]  lacuna  in  G.  R.  colmata  esaitamente  da  I.  —  16,  buoni]  omm.  A.  —  18.  cssere)  9mm,  A. 
—  19.  rldotU]  ridetto  /.  —  ao.  di  mesier.,..  glustizia]  omm.  G.  R.  —  >l.  ii  lustro]  l'  l'u»oi»  A.  -  seguita]  osierra 
G.R.  —  35.  far6]  faremo  G.  R.  —  31.  negli  annl  del  Signore]  omm.  A.  —  31-33.  noTlti....  comincl6]  WjUk  Q 
raoTimento  niuno  e  comincid  A.  —  38.  coitella  e  clii]  omm.  A. 


318  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1378] 

tutta  la  faccenda.  E  vero  che  appresso  di  loro  non  era  uno,  ch*  era  Taltro  campione:  ci6 
era  Stoldo  di  messer  Bindo  Altoviti,  il  quale  era  in  ambasciata  per  la  pace  a  Roma.  E  die- 
tro  a  costoro  quelli  ch'erano  maggiori  si  erano  questi:  nel  quartiere   d'01tramo:   Bonaiuto 

A,  X.  6  di  ser  Belcaro  Serragli,  Giovanni  di  Bartolo  Bigliotti,  Antonio  e  Bortolommeo  di'  Niccolo 
di  Cione  Ridolfi,  Guerrieri  di  Tribaldo  de*  Rossi,  Piero  di  Dato  Canigiani  e  messer  Ristoro 
8U0  figliuolo,  Uberto  di  Schiatta  Ridolfi.  S.  Croce:  comecchfe  fusse  frate  godente,  messer 
Filippo  Giammori  e  Giovanni  di  Piero  Bandini  suo  consorto  de'  Baroncelli,  Michele  e  mes- 
ser  Lotto  di  Vanni  Castellani,  Simone  di  Ranieri  Peruzzi  e  Benedetto  suo  figliuolo  e'  con- 
Borti  tutti,  Adoardo  de'  Pulci,  Bonaccorso  di  Lapo,  Giovanni  de'  Bonaccorsi,  Guerriante 
Bagnesi,  Bardo  di  Tingo  Mancini,  Bese  Magalolti,  Salice  Cavalcanti,  Guccio  di  Cino  Bar-  10 
tolini,  lacopo  di  Gian  Gherardini.  S.  Maria  Novella:  Buondelmonti  tutti,  Acciaiuoli  alcuni, 
Altoviti  tutti,  alcuni  degli  Ardinghelli,  Ramondino  Vecchietti  di  Giovanni,  messer  Albizo 
Rucellai  e  quasi  tutti,  messer  Pazzino  degli  Strozzi,  Andrea,  e  Cipriano  di  Lippozzo  Man- 
gioni,  Andrea  di  Signino.  Santo  Giovanni:  Biagio  di  Bonaccio  Guasconi  e  consorti,  Bru- 
nelleschi  tutti  i  figliuoli  di  Boccaccio,  lacopo  di  messer  Francesco  de'  Pazzi,  gli  Albizi  tutti,  15 
Migliore  Guadngni,  Vieri  di  messer  Pepo  de'  Cavicciuli  e  Pigello  di  messer  Talano  e  molti 
altri  auzzetti  popolani  e  Grandi  seguieno  la  faccenda.  Ed  ultimamente  essendo  di  questi  e  di 
altri  alla  Parte,  il  gonfalonieri  della  Parte:  Giovanni  di  Bartolo  Bigliotti  e  messer  Lapo  da 

/.,  X,  j       Castiglionchio  andarono  in  Palagio,  e  trovarono,'  che  la  petizione  contenea  porre  gli  ordini 

della  giustizia  a'  Grandi  e  non  altro.     Vennono  alla  Parte;  quivi  si  ragion6  di  lasciar  fare,  20 
e  chi  dicea  di  trar  fuori  il  gonfalone.     In  questa  la  petizione  non  si  vincea  co'  coUegi.     Sal- 
vestro  di  messer  Alamanno,  gonfaloniere  di  giustizia,  si  lev6  suso  dal  coUegio,  e  scese  giii 
nella  sala  dov'  era  il  consiglio,  dolendosi   col   consiglio.     Di   che   '1   popolo   gli  disse :   *  Chi 
non  vuole,  fatelo  tagHare  a  pezzi„.     Alcuno  si  lev6,  e  fecesi  alla  finestra,  e  cominci6  a  gri- 
dare:   "  Viva  il  popolo  „.     II  romore  fu  per  la  cittk,  ed  in  molte  luogora  s'arm6,  come  era  25 
ordinato,  dicendo :   "  Viva  il  popolo  e  libertk„.     II  romore  and6  in  palagio;  subito  si  vinse, 
e  dove  dicea  •  perpetuo  ,,  furono  solo  posti  gli  ordini  per  uno  anno  e  per  venti  privati  d'ogni 
uficio  dentro  e  di  fuori.     E  quelli   che   erano  al   palagio  della  Parte  si  fuggirono,  non  che 
pigliassero  il  gonfalone.     E  vinto  la  sera,  nel  popolo  subito  ogni  uomo  si  disarm6.     I  capi- 
tani  mandavano   la   mattina  per   gli    consiglieri,  e  pregavanli   che  non  lasciassero  vincerla;  30  \ 
pure  si  viiise.     Di  che,  fatto  ci6,  ancora  questo  di  ebbe  bisbiglio  ed  arme  alcuno  innanzi  si 
vincesse;  di  che  veduto  Salvestro  rispondersi  al  popolo,  pens6  piii  innanzi. 

/.,  3ti  "       RuBRiCA  791'  —  Come'  si  dilibcrb  de'  fatti  della  Parte  guelfa,  e  diessi  modo  al  mtiovere. 

Nel  detto  anno  1378  a*  dl  20  di  giugno  per  osservare  i  patti  e  gH  ordini  delle  riforma- 
gioni  che  si  feciono,  quando  il  Mastino  Siminetti  si   fu'  Priori,   feciono   i  Priori    diliberare  35 
alla  Parte  la  petizione,  e  fecersi  ordini,  che  non  si  ammonisse  cosl  di  fatto,  come  si  facea, 
e  che  si  ordinasse  nuovo  squittino.     E  cosl  si  fece,  cioe  s'ordin6,  e  poi  si  fece  lo  squittino. 

RuBRicA  792*  —  Come  il  fopolo  e  FArti  corsono  aWarmc,  e  furono  arse  -piu  case,  c  furono 
fatte  ■provvisioni  sopra  gli  ammoniti. 

Nel  detto  anno  a'  di  22  di  giugno  essendosi  il  popolo  risentito  ed  i  buoni  uomini,  e  veg-  40 
gendo  che   quelli  medesimi  che  signoreggiavano  alla  Parte,  poteano   venire  suso  a  rifare   il 


3.  questl....  Bonaiuto]  questl  per  quartieri  come  tu  vedral  iscritti  qui  di  sotto  :  Bonaiuto  A.  —  6-7.  Ri- 
dolfi....  Giovanni]  Ridolfi.  Per  lo  quartlere  di  S.  Croce  messer  Filippo  Camorri,  frate  gaJdente  e  Giovanni  A.  — 
7.  suo  conaorto]  omm.  A.  —  7-8.  Michele. ...  Simone]  Michele  dl  Vannl  di  ser  Lotto  ed  ii  fratello  messer  Lotto  Simone 
G.  R. —  13.  alcuni]  omm,  A. —  14-15.  Brunellesclii....  lacopo]  Bruneileschi  e  figliuoli  dl  Boccaccio  ;  lacopo  G.  R.; 
Bmnelleschl  tuttl;  lacopo  A.  —  17.  auzzetti]  omm.  A. —  ai.  co' collegl]  tra'  collegi  G.  R.  —  31-23.  Saivestro  dl 
messer  Alamanno]  omm,  A.  —  33.  gonfaioniere]  li  gonfaioniere  A.  -  suso]  omm.  G.  R.  —  23.  col  conslglio]  omm, 
G,  R,  —  37.  si  fcce  io  aquittinio]  si  lece,  ed  ordin6  lo  squlttinio  A, 


[A.  1378]  CRONACA  FIORENTINA  319 


giuoco,  si  diliberavano  di  volere  fare  alquanti  de'  Grandi,  e  pure  intendeano  di  fare  a  coloro 
che  guidavano  i  fatti  della  Parte.  Di  che  gli  amici  loro,  cio  erano  quelli  di  collegio  e  i 
capitani  di  Parte  e  i  Dieci  di  Libertk  ed  ancora  de'  Priori  che  in  ogni  coUegio  n'avea  alquanti 
de'  loro  araici,  sosteneano  che  cio  non  si  facesse,  e  non  possendo  fare,'  n^  essendo  di  con-  /.,  i.  lo 
5  cordia,  il  martedi,  a'  dl  detti,  in  sulla  terza,  il  romore  si  levo,  e  le  'insegne  deirArti  corsono 
airarme,  e  venneno  alla  piazza  de'  Priori.  E  la  prima,  che  si  mosse  fu  quella  deirArte  de 
vaiai;  e  chi  dice  che  il  popolo  da  sh  si  mosse,  e  chi  dice,  che  venne  scritta  di  palagio,  ove 
erano  scritti  quelli  che  dovessero  essere  arsi ;  questo  rimanga  nel  suo  luogo.  Ma  io  mi  credo 
che  vero  giudicio  divino  fosse  che  niuno  altro  che  gl' infrascritti  furono  nk  arsi,  nh  tocchi, 

10  nh  rubati.  Furono  li  primi :  messer  Lapo  da  Castiglionchio  colle  case  sue  e  de'  suoi  consorti 
e  sua  loggia,  ch'erano  in  sulla  piazza  del  ponte  Rubaconte,  dirimpetto  a  casa  dei  figliuoli 
di  messer  lacopo  degli  Alberti;  la  quale  casa  poco  vi  fu  a  rubare,  perocch^  la  notte  e  la 
mattina  avea  sgombro  ogni  cosa,  salvo  in  legname  e  coltrici,  ed  egli  8'era  fuggito  in  Santa 
Croce,  ove  per  una  parola  che  disse,  secondo  si  dice,  ch'egli  quando  udi  che  il  fuoco  era  a 

15  casa  sua  disse:   "  Ora  aspetta  San  Giovanni,  Piero  di  Filippo,  ora  hai  Santo  Giovanni„.    E 
vestissi  a  guida  di  frate,  e  andonne  lungamo,  e  capitb  in  Casentino.     Trovossi  poi  per  do- 
mandare  piu  innanzi  che  Piero  di  Filippo  doveva  il  dl  San  Giovanni  la  notte  dinanzi  avere 
in  casa  sua  il  gonfalone  della  Parte  a  gigli,   Tarme  di  Francia,  del   quale'   era  gonfalonieri       /.,  x,  « 
Giovanni  di  Bartolo  Biliotti,  e  per  la  festa  che  si  facea  in  Firenze  tutti  quelli  di  quella  loro 

20  setta  doveano  avere  foresteria  di  villani  e  d'aItronde  in  casa;  ed  era  leggiere  avere,  peroc- 
chfe  di  nulla  si  guardava  in  Firenze,  e  pure  da  loro  i  contadini  si  vengono  in  Firenze  tal  di. 
E  in  suirora  che  i  Priori  vengono  in  palagio  d'  Alessandro  di  Niccolaio  degli  Albizi,  ovvero 
Alessandri,  che  ogni  anno  vengono  in  cotal  dl  ivi  per  vedere  con  tutta  la  famiglia,  ed  in 
palagio  rimane  meno  di  venti  persone,  aveano  diliberato  di  gridare  ed  essere   in   concio   e 

23  correre  la  Terra,  e  subito  ire  al  palagio  de'  Priori,  e  quello  sanza  contasto  torre,  ed  appresso 
correre  la  citt^,  gridando:  "  Viva  il  popolo  e  Parte  Guelfa„,  e  menare  il  popolo  a  casa  gli 
ammoniti  ed  i  Ghibellini  ed  a  certi  loro  nemici,  poi  riformare  la  citth  a  loro  modo  e  lasciare 
nel  reggimento,  diceano,  sessanta  uomini.  La  seconda  casa  rubata  ed  arsa  fu  quella  di  Carlo 
degli  Strozzi,  la  quale  era  da  casa  i  Guidalotti :  quivi  erano  piii  cose  che  in  quella  di  messer 

30  Lapo.     E  la  terza  quella  di  Bartolo  Siminetti  in  su  la  piazza  di  Mercato  nuovo.     La  quarta 
fu  quella  di  Niccolo  Soderini  al  canto  della  piazza  del  ponte  alla  Carraia  aU'uscire  di  Gual- 
fonda  a  andare  alla  Cuculia:  quivi  fu  arso  assai  cose'  e   molte  case   di  lui   e   di  Tommaso       /•.  x,  $ 
Soderini,  e   le    case    sue    abitava   un    suo  genero,  Ardingo  de'  Ricci,  che  fu  arso  e  rubato. 
II  sestaio  fu  andato  a  casa  messer  Benghi,  il  quale  in  casa  non  avea  altro  che  legname,  di 

J5  piu  dl  sgombro.  E  per  non  ardere  le  case  de'  vicini  e  de'  mercatanti  ed  artefici  sopra  Porta 
S.  Maria,  ove  era  situata,  e  forse  per  piu  danno  e  vergogna  della  casa  de'  Buondelraonti,  fu 
messo  fuoco  nella  casa,  ove  abito  messer  Benghi,  quando  fu  fatto  popolano,  che  v'erano  le 
Croci,  dicendo:  "  Questa  h  ancora  di  messer  Benghi  „.  E  quella  era  de'  figliuoli  di  messer 
Lorenzo  Buondelmonti,  la  quale  abitava  a  pigione  messer  Gherardo  Buondelmonti.     L'altre 

10  case  che  furono  arse  sono  queste:  messer  Ristoro  e  Piero  suo  padre  de'  Canigiani,  allato  e 
sopra  a  S.  Felicita;  Piero  di  Filippo,  Maso  di  Luca,  Alesso  di  lacopo,  figliuoli  di  Manno 
di  Pagno  degli  Albizi  —  questi  stavano  in  uno  palagio  lungo,  ch'avea  ciascuno  intrata  di  per 
se  nella  via  di  S.  Piero  Maggiore  —  Andrea  di  Francesco  degli  Albizi  stava  loro  dirimpetto 
fu  arso.     lacopo  di  messer  Francesco,  Simone  della  Torre  de'  Pazzi.     Questi  erano  consorti, 

15  stavano  da  casa  Pazzi  nel  Corso  di  San  Piero  Maggiore.     Vieri  di  messer  Pepo  CavicciuU 


lo.  CastigUonchlo]    CastigUone  G.  /?.  —  ij.   dlsse]  omm.  G.  R.  —  19-JO.  quella   loro  sett»]   dl  qaello   loro 

setto  G.  R.  —  13-33.  Alblzl Alessandrl]  o  Alblzl  vero  pol  si  disse  degU  Alessandrl  G,  R.;  Alblzl  ore  pol  sl  dissc 

degli  Alesaandri  /.  —  32.  assai .. . .  di  lui]  assal  case  e  molte  di  lui  A.  —  34.  11  sestalo]  II  sesto  G.  R.  —  35.  A\  sgom- 

bro]  dl  si  8gombr6  A.  —  40-41.  allato....  Fellcita]  omm.  A.  —  43.-43.  Queftl.. . .  Maggiore]  omm.  A.  —  43.  stara 

arso]  omm.  A.  —  44-45.  Questi....  Magglore]  »»«»1.  A.  — 


330  CRONACA  FIORENTINA  jA.  137«] 

/«  X.  u       nella  via  Larga  presso  a  S.  Marco;  Migliore'  di  Vieri  de'  Guadagai:  stava  allato  alla  Loggia 

de'  Pazzi,  owero  albergo  della  Corona  nella  via  del  Corso  di  San  Piero  Moggiore  e  molte       j 
altre  caae  e  tutte  di  coloro  che  erano  di  quella  maladetta  setta  deirammonire.    E  di  poi  cor- 
sono  alle  Stinche,  ed  uscirne  tutti  i  prigioni,  ed  ebbene  grande  danno  ed  il  Comune   ed  i 
cittadini;  e  quelli  del  Biancarto  per  Fiamminghi  erano  in  pregione;  ed  arse.    Lo  secondo  di     5^ 
corsono  una  gente  minuta,  e  rizzarono  uno  cappello  in  su  una  lancia,  ed  andarono  e  niba- 
rono  ne'  Romiti  degli  Angeli  e  nella  Chiesa  di  S.  Spirito.     Di  che  '1  Podestk  e  gli  altri  ret- 
tori  e  la  'nsegna  della  Libertk  li   seguirono,  ed   impiccarne   cinque   forestieri   dovunque    gli 
giunsero,  perocchfe  rubarono  infino  airorliquie  insieme  coUa  roba  e  mercanzia,  che  v'era  den-     1 
tro,  del  giusto  e  del  peccatore.     E  similmente  si   diede    balia    a   ottantuno  uomini,  li   quali   10 ' 
avessero  a  vedere  quelli  uomini,  i  quali  fusseno  stati  ammoniti  dal  1354  in  qua,  a  cui  fosse 
fatto  torto,  si  fossero  ristituiti,  e  che  potessero  avere  gli  ufici  dal  di  della  ristituzione  a  tre 
anni  e  non  prima;  e  che  'n  niuno  collegio  ne  potesse  essere  piii  che  uno  di  quegli  ristituiti, 
collegi   s'  intendea  Priori,  gonfalonieri   e  Dodici  Buoni   Uomini,  e   cosi   d'  ogni   altro   uficio. 
Questi  ottantuno  furono  questi,  cio6:  Priori,  gonfalonieri  e  Dodici  e  capitani  di  Parte  e  Dieci'  13 

/.,  X.  13       di  libertJi,  sei  di  Mercatanzia  e  ventuno  consoli. 

RuBRicA  793*  — '  ^tesii  sono  i  Priori  da  calendi  novembre  1377  a  di  frimo  di  novembrc  1378. 
NiccoI6  di  Bo....io 


Salvestro  di  messer  Alamanno  dei  Medici  20 

Ser  Domenico  Salvestri,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Spirito. 

I  predetti  Priori  con  gli  loro  aggiunti  feciono  per  piii  volte  piu  ordini  delle   cose  che 
vedieno  essere  utili,  e  non  si  vinceano,  ciofe  questi  ultimi  Priori;  e   feciono   legge   che   ser 
Piero  delle  Riformagioni  fosse  casso,  e  fu  11  degli  ufici.     E  fu  fatta  rifonnagione  che   tutti 
fossero  ribanditi  gli  sbanditi,  eccetto  i  ribelli ;  e  fu  levato  il  divieto  a  Uguccione  e   messer  25 
Piero  de'  Ricci,  posto  per  lo  Migliore. 

RuBRiCA  794*  —  Priori  tratii  fer  gli  mesi  di  luglio  e  d^agosto  del  1378,  e  cib  che  fecero. 

Neiranno  del  Signore  MCCCLXXVIII  in  calendi  di  luglio  intrarono  li  Priori  nuovi,  li 
quali  furono  principio  di  molto  danno  della  nostra  citt^;  e  furono  questi,  ciofe: 

/.,  X,  •«  Brancazio '  di  Berto  Borsi  30 

Tommaso  di  Serotine  Brancacci 
Pierozzo  di  Piero  Peri 
Zanobi  di  Cambio  Orlandi 
Manetto  di  loanni  Davanzati 

Alamanno  di  messer  Alamanno  Acciaiuoli  33 

Niccolaio  di  Lapo  del  Nero 
Guerriante  di  Matteo  Marignolli 

Luigi  di  messer  Piero  Guicciardini,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Baldo  Brandaglie,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Giovanni. 


I.  nella ....  Marco]  omm.  A.  —  1-2.  stava ....  Magglore]  omm.  A.  —  2-3.  e  molte ....  e  di  poi]  omm.  G.  R.  — 
6-7.  andarono  e  rubarono]  andarono  a  rubare  G.  R.  —  13.  non  prima  e  che]  non  pl6  e  che  G.  R.  —  13-16.  che  uno . ... 
liberti]  che  uno  dei  restituit»,  gli  ottantuno  furono  questi  Signorl,  gonfalonieri  e  dodici  capltani  di  Parte  che  erano 
statl  Dleci  di  Llberti  A.  -  16.  llberti....  consoli]  llberti  e  gli  ufidali  A^ . . . .  (lacuna)  i  quali  G.  R.;  liberti  e  gU 
uficlali  deIl'Artl,  l  quali  furono  questl  /.  —  17.  /«  rubrica  793  manca  in  A.  —  17-21.  Questi . . . .  &  Spirito....] 
Questl  sono  I  PrJori  da  Calen  di  gennalo  1377  a»  di  prlmo  di  luglio  1378 :  Luigi  di  Gioranni  da  Quarata  etc.  Gli 
steMl  di  rubrica  785  /. 


[A.  1378]  CRONACA  FIORENTINA  321 

I'  quali  Priori  trattarono,  com'fe  d'usanza,  per  due  mesi,  cioe  luglio  e  agosto,  ed  essendo  /■,  x,  is 
in  offizio,  seguirono  Tordine  dello  smonire  gH  ammoniti,  e  feciono  questi  Ottemtuno  piu  e 
piu  ordini,  e  feciono  loro  consorti  li  Priori  nuovi  detti  qui  di  sopra,  ed  ebbono  quelle  pre- 
minenzie  e  privilegi  d"arme,  come  gli  altri  Ottantuno,  e  molte  ammonizioni  presero,  e  pre- 
5  sero  di  potere  dare  Tarme  ciascuno  a  due,  a  cui  volessero  li  consiglieri,  cioe  Capitudini 
ch'erano  per  lo  tempo  detto.  Vollono  ancora  potere  portare  Tarme;  di  che  bene  cinquecento 
uomini,  tra  i  principali  e  quelli  che  in  poco  tempo  avieno  avuta  balia,  portavano  Tarme 
senza  quelli  che  aveano  il  brivilegio  del  Priorato. 

RuBRiCA  795''  —  Come  ftirono  molti  condannati  c  sollcvato  il  -popolo  a  romorc. 

10  Nel  detto  anno,  avendosi  fatto  per  gli  Priori  passati,  cioe  Salvestro  de'  Medici  ed  i  com- 

;     pagni,  riformagione  di  confinare  certi  e  fatti  Grandi  e  rubeili ;  i   quali   rubelli   furono  que- 
sti  e  Grandi: 

Messer'  Lapo  da  Castiglionchio,  rubello  /.,  x,  i» 

Anibaldo  di   Lionardo  \  ^^  ^^^^^. 

,5  Currado  di  Paolo  \      ^ 

i  Alessandro  di  Niccolaio   1    ,  ,  ^       ,. 

i!  „        ,  ,•    .  11     /  de  Grandi 

i  Bartolommeo  suo  fratello  j 

Migliore  Guadagni 

Tommaso  Soderini 

Matteo  di  Nanni  dello  Scelto  Tinghi 

Selvole  di  Lippo  di  Cione  del  Cane 

Piero  di  Filippo 

Maso  di  Luca 

Bartolo  di  Giovanni  Siminetti 

Niccolo  Soderini 

Carlo  di  Strozza  degli  Strozzi,  non  possa  intrare  in  Firenze  per  5  anni 

Niccolo  di  Sandro  de'  Bardi 

Bettino  di  messer  Bindaccio  da  Ricasoli 

Bertacchino  Frescobaldi 

Manetto  di  ser  Ricciardo 

Simone  di  messer  Bindo  Altoviti 

Priore  e  Pera  del  Pera  Baldovinetti 

Giovanni  di  Piero  Bandini 

Lodovico  di  Banco  di  ser  Bartolo 

Piero  di  Dato  Canigiani. 

Questi  sono  privati  d'ogni  uficio  per  dieci    anni,  e   dove   fossero   tratti,  sieno  stracciati, 
;   rimanendo  la  balla  a'  Priori  presenti,  ciofe  Luigi'  di  messer  Piero  Guicciardini  ed  i  compagni,       /.,  x,  I7 

di  mandargli  a'  confini  dalle  trenta  migliaia  in  Ih;  e  praticando  queste  ed  altre  cose  con 
I  esse,  e  fatti  ed  eletti  sindachi  deirArti  ciofe....  per  ogni  Arte  delle  XXI.  I  quali  sindachi 
[)  furono  questi  (lacund) 


privati  d'ogni  uficio  in  eterno 


confinati  da  30  miglia  in  Ik. 


sopraggrandi 


I.  trattarono]  Intrarono  A.  —  S-6.  Tolessero ....  ch'erano]  volessero  gli  cittadinl  che  erano  A.  —  8.  quelll 
che  avevano]  omm.  A.  —  14.  di  Leonardo]  di  Bernardo  A.  —  16.  Aleesandro  ....  dei  Grandi]  Alessandro  e  Barto- 
lommeo  dl  Niceolaio  degll  Alessandri  del  Grandi  A.  —  30.  Manetto  di  ser  Rlcciardo]  omm.  A.  Anck*  Simonc  Hi 
meuer  Bimio  e  i  qmatlro  sofutHti  sono  sognati  com*  sopraggrandi  im  A. 

T.  XXX,  p.  I  —  ai. 


322  CRONACA  FIORENTINA  '  fA.  1378] 


In  questo  tempo,  a'  dl . . . .  (lacuna)  di  Luglio,  vennero  le  lettere,  siccome  11  nostri  amba- 
sciadori  avieno  conchiusa  la  pace  tra  '1  Comune  e  la  Chiesa  e  patti,  li  quali  avesse  intra 
certi  tcrmini,  cio6  fiorini....  (lacuna).  E  g08t6  questa  guerra  fiorini  due  milioni  c  dugento 
quarantatre  migliaia.  A'  dl  20  dello  stesso  mese  di  Luglio  1378,  essendo  addimandato  per 
le  XIV  minori  Arti  a'  presentl  Priori  uno  Priore  piii  delle  xiv  minori  Arti,  mancando  {togliendo)  f 
delle  sette  uno  di  quelli  che  ne  avieno  sette,  le  sette  Arti,  e  due  le  xiv,  e  non  ottenendosi,  si 
legarono  insicmc  le  xiv  con  una  maniera  di  gente  minuta:  scardassieri,  pettinatori,  vergheg- 
giatori,  lavatori,  purgatori  e  riveditori  ed  altri  membri,  e  sollevarono  costoro,  e  stimarono 
che  '1  martedi  si  levassero  ad  arme,  e  venissero  in  piazza,  e   domandassero  di  fare  un'Arte, 

/.,  X,  II       e  volessero  Consoli;  e  fatto  fu'  questo.     Sentito  cio  per  gli  Priori,  sl  si  feciono  pigliare  de'  U 
detti  caporali  quattro,  li  quali  furono  questi:....  {lacutia)  e  furono  messi  alla  fune.     Dl  che 
sentitosl  questo,  sublto  furono  all'arme  incontanente,  cavando  fuori  una  loro  insegna,  la  quale 
il  Duca  d'Ateni  avea  loro  data,  ed  era  uno  agnolo  dipinto,  e  chiamavansi  i  ciompi.  Lo  quale  J 
nome  dirivo  infino  al  tempo  del  Duca,  e  tanto  viene  a  dire  ciompo  quanto  compare;  ma  h   ■ 
corrotto  il  vocabolo,  che  in  francesco  dice:   "  compar  ,  com'fe  usanza  de'  France«chi;  questi  lo  W 
corruppero  con  dire  :   "  Ciompa  „ .     E  venuti  alla  piazza  cominciarono  a   crescere,  perocche 
tutti  i  fattori  di  tutte  TArti  minori  e  molti  delle  maggiori  s'acco8tarono  ad  esse.     Ed  ultima- 
mente  i  Priori  mandarono  a'  gonfalonieri,  ch'e'  venissero  alla  piazza,  e  non  vi  vollero  venirc, 
se  non  Giovanni  Cambi,  gonfaloniere   del  Vaio....   {lacuna)  gonfalone  Lione  a  oro,  e   pero 

1.,  X,  u       gli  altri'  non  vennono.     La  brigata  si  fece  grossa,  e  domandavano  i  pregioni;  e  perchfe  non  2« 
gli  ebbono  tosto,  come  vollero,  subito  andarono  a  casa  il  gonfalonieri  della  lustizia,  Luigi  di 
messer  Piero  Guicciardini,  e  quella  arsono  con  molto  danno  di  lui  e  con  molta  roba,  la  quale 
avea  in  casa.     E  con  quella  si  appicco  a  quella  de'    cugini,  i  figliuoli  di  Niccol6   Guicciar- 
ciardini,  ed  una  dirimpetto  di  Francesco  Guidetti.     E  riauti  i  pregioni,  corsero  ad  ardere  altre 
case  di  cittadini.     E  perch^  non  si  dicesse  che  andassero  rubando,  tennono  uno  modo   che  2' 
quando  giugneano  per  mettere  fuoco  alla  casa,  pigliavano  ci6  che  altri  ne  traevano,  drappi 
perle,  ariento  e  letta,  e  in  sul  fuoco  ardevano  ogni  cosa.     E  vid'io  infino  a  uno  poUo  ed  uno 
pezzo  di  came  salata  ch'avea  uno  in  mano,  dargli  d'una  lancia  nelle  spalle,  perche   non   lo 
volea  gittare  nel  fuoco,  di  Michele  di  Vanni  Castellani,  e  tagliolle,  e  rompere  le   gambe  al 
pollo,  e  quelle  gittare  nel  fuoco.     E  cosl  sanza  rubare  questa  seconda  volta  arsono.    Li  quali  3 
arsi  furono  questi,  ciofe: 

Messer  Filippo  Corsini  1  .      .    ,,       .     ,  o   ^  ,.      •    ,,. 

\    ^     •     j- TVT-       15.  j-  r-.-        T.-J  1/^  J  m  via  Maggio  da  capo  presso  a  S.  Felice  m  Piazza. 

Antonio  di  Niccol6  di  Cione  Ridolfi  j  ^°  ^    *^ 

Messer  Coppo  di  Lippo  di  Cione  del   Cane,  dirimpetto  a  S.  Friano  Oltrarno  3 

i.,x,3o  Michele'  di  Vanni  Castellani  di  ser  Lotto,  Lungarno  tta  '1  Castello  Altrafonte  e  Ponte 

Vecchio 

Simone  di  Rinieri  Peruzzi,  dalla  via  viene  a  traverso  da  S.  Simone,  a  casa  Peruzzi 

Andrea  di  Segnino  de'  Baldesi,  dal   pozzo   a  San  Sisti 

Bernardo  di  lacopo  Beccanugi ;  da  S.  Michele  Berteldi 

Alessandro  e  Bartolommeo  degli  Alessandri,  che  prima  erano  degli  Albizi,  divisi  nel  1373 
stavano  da  casa  degli  Albizi  a  San  Piero  Maggiore  nel  Corso,  o  borgo  detto 

Domenico  di  Berto  Ugolini,  nella  detta  via  su  diritta  di  la  dal  canto  le  Rondine  verso 
S.  Ambrogio. 


I.  /.  coima  ^riustamentt  la  lacHna:  a  dl  i8  dl  lugllo  —  3.  /.  colma  la  laeuna  con  la  ci/ra:  dugentomila  — 
S.  mancando]  montando  A.  —  "j.  mlnuta]  01»»«.  A.  —  8.  lavatori]  lavoratori  A.  -  riveditori]  rlvenditoH  /.  — 
13.  1  dompi]  il  ciompo  A  —  16.  corruppero]  grapporono  A.  —  19.  del]  omm.  G.  R.  -  gonfalone  . . . .  e  per6]  omm.  A. 

—  33-»4-  Gulcclardlnl]  omm.  G.  R.  —  34.  Guidettij  omm.  G.  R.  —  a8.  lancia  ....  perchj;]  lancia  di  drieto  perchi  A. 

—  29.  Castellani]  omm.  G.  R.  -  taglloUe]  tagllarlc  /.  —  33-33,  in  via. . . .  Piazza]  omm.  A.  —  35.  dirimpetto Ol- 

trarno]  omm.  A.    Tuttt  U  indicaxioni  delU  vie  mancano  in  A.  —  36.  Castellani]  omm.  G.'R. 


[A.  1378]  CRONACA  FIORENTINA  323 


Ser  Piero  di  ser  Grrifo,  detto  ser  Piero  delle  riformagione,  che  stava  nella  via  che  va 
da  S.  Pulinari  alla  piazza  di  S.  Croce. 

Luigi  di  messer  Piero  Guicciardini  con  quelle  de'  consorti :  ciofe  figliuoli  di  Niccolo  Guic- 
ciardini,  ch'erano  appiccate  insieme. 

5  Furono  arse  molte  case  di  cittadini,  non  in  pruova,  ch'erano  chi  appiccate  con  esee   e 

chi  dirimpetto;  furono  disfatte  in  parte  alcune  case  coi  picconi  per  non  ardere  i  vicini; 
cio  furono:  • 

Bonaccorso  di  Lapo  Giovanni  da  casa  Pulci 

Francesco  e  ser  Taddeo  di  Donato  Marchi  in  Borgo  Santo  Apostolo. 

) 

!  10  Tutti  i  detti  arsi  e  picconati   furono   divietati'  degli  uficj,   eglino  e' fratelli  e' nipoti  e       a,  x,  ji 

farcnti  ch'egli  avieno.  Ed  eglino  presero  certi  cittadini,  e  per  forza  li  faceano  cavalieri, 
come  che  in  quello  fare  dei  cavalieri  molti  se  ne  facessero  per  paura  di  non  essere  arsi  e 
rubati.  E  teneano  questa  cautela:  mandavano  in  sulla  piazza  de'  Priori,  dove  era  il  Capitano 
del  popolo  ed  il  conte  Averardo  di  Lando  che  era  soldato,  e  quegli  che  si  volea  fare  cava- 

•15  liere  da  %h.  per  paura  di  non  essere  arso,  perocch'era  della  setta  di  quelli  ch' ammoniano, 
avea  gli  amici  in  sulla  piazza,  e  dicea :  *  All'altro,  airaltro,  al  cotale,  al  cotale  „ .  E  moveansi. 
Lo  popolo,  vago  di  novita,  correa  qua  e  la,  e  menavanlo.  E  chi  ardeano,  e  chi  levavano 
a  dignita  di  cavalleria;  e  a  tale  era  arsa  la  casa  sua,  che  in  quello  stante  era  fatto  cavaliere; 
e  tale  fatto  cavaliere,  che  ivi  a  poco  gH  era  arsa  la  casa  E  fu  il  piii  nuovo  e  strano  vi- 
20  luppo  che  mai  si  f acesse.  Infra'  quali  f urono  per  f orza  f atti  dal  popolo,  o  volessero,'  o  no :  /.,  x,  u 
fu  il  primo  messer  Salvestro  di  messer  Alamanno  de'  Medici,  furono  tutti  quelli  deiruficio 
degli  Otto  della  balia  della  guerra,  che  avere  poteano,  i  quali  furono: 

Messer  Tommaso  degli  Strozzi 
Messer  Guccio  di  Dino  Gucci 
25  Messer  Alessandro  de'  Bardi 

Messer  Andrea  Salviati 
Messer  Simone  di  Rinieri  Peruzzi 
Messer  Matteo  di  Federigo  Soldi 
Messer  Giovanni  di  Mone 

ii)  Gli  altri  cavalieri  furono  questi: 

Messer  Luigi  di  messer  Piero  Guicciardini.     Que8t'era  gonfalonieri  di  lustizia. 

Messer  Vieri  di  Gherardo  de'  Bardi,  ovvero  dal  Poggio 

Messer  Vanni  di  Simone  da  Quarata 

Messer  Arnaldo  di  messer  Coppo  Mannelli 
35  Messer  Guido de'  Machiavelli 

Messer  Nozzo  di  Vanni  Manetti 

Messer  Benedetto  di  Nerozzo  degli  Alberti 

Messer  Antonio  di  messer  Niccolaio  degli  Alberti 

Messer'  Rinieri  di  Luigi  l  H  '  P 

40  Messer  Lionardo  di  Tommaso  /  '•<  »•  ^ 


I 


3.  Luigl....  Gulcciardinl]  omm.  A.  —  5.  molte  case]  certe  case  G.  R.  —  6-7.  dlifatte....  ci6  furono]  dirfaHe 
in  parte  alcune  case  per  non  ardere  i  Ticini,  clie  sarebbono  state  arse:  ci6  furono  G.  R.  —  9.  Apostoio. ...  plcconati] 
Apostoio  furono  picconatl.  Tutti  G.  R.  —  \i.  parenti  ch\gli  avieno\  parte  chc  gll  ardieno  G.  R.,  A;  /.  segna 
laeuna,  di  cui  perh  non  i  traecia  nei  mss.  —  14.  Lando  clie  era  soidato]  Lando  non  soidato  G.  R.  —  16.  dicea:  AIl'altro 
ail'altro]  dicea:  ai  iatro  ai  iatro  G.  R.  —  17-18.  ciii  ardeano....  a  dignltl]  qulvi  ardeano  c  quirl  leravano  uno  a 
dignlti  G.R.;  que'  ardevano  e  que' levavano  /.  —  19.  c-ivaiiere....  casa]  cavaliere  incontanente  gii  fu  poi  arsa 
la  casa  G.  R.  —  »3-23.  della  guerra,...  furono]  della  guerra  poterono  arere  A.  —  »7.  Peruwl]  Pazii  G.  R. 


I 


324  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i37»i 


Messer  Bettino  di  mcsser  Covone  de'  Covoni 
Messer  Forese  di  Giovanni  de'  Salviati 
Messer  lacopo  di  Piero  de'  Sacchetti 
Messer  Filippo  di  Filippo  Magalotti 

Messer  Giovanni  di  Francesco  Rinuccini  5 

Messer  Piero  di  Bindo  Benini 
Messer  Simone  de'  Baroncelli 

Messer  Niccol6  d^Alesso  Baldovinetti  • 

Messer  Donato  di  lacopo  Acciaiuoli 

Messer  Gagliardo  di  Neri  de'  Bonciani  10 

Meseer  Guccio  di  Cino  Bartolino 
Messer  Bartolommeo  ....  Petroboni 
Messer  Palmieri  di  messer  Arnaldo  Altoviti 
Messer  Giorgio  di  messer  Francesco  degli  Scali 

Messer  Francesco  di  Neri  \    H     r  S  '  '  '^ 

Messer  Cristofano  d'Anfrione        f        s       i> 
Messer  Meo  di . . . .  (lacuna)  de'  Cocchi 
Messer  Giovanni  di  Bingeri  Oricellai 

Messer  Ghirigoro  di  Pagnozzo  Cardinali,  altra  volta  de'  Tornaquinci 

Messer  Ghino  di  Bernardo  Anselmi  20 

Messer  Vanni  di  lacopo  J         Vecchietti 

Messer  Kamondino  di  Giovanni  j 
Messer  Luigi  di  Lippo  l  aiH  K      H"  " 

Messer  Ruberto  di  Piero  di  Lippo  / 

Messer  Andrea  di  Lippozzo  Mangioni  25 

Messer  lacopo  di  Bernardo,  biadaiuolo 
Messer  Fruosino  di  Francesco  di  Spinello,  vaiaio 
/.,  X,  34  Messer'  Bartolommeo  dl  Lapo  de'  Bombeni 

Messer  Giovenco  di  messer  Ugo  della  Stufa 

Messer  Biagio  di  Bonaccio  de'  Guasconi  30 

Messer  Filippo  di  Rinaldo  de'  Rondinelli 
Messer  Marco  di  Francesco  Vigorosi 

Messer  Guerriante  di  Matteo  Marignolli:  Costui  era  deiruficio  de'  Priori  questo  di 
Messer  Veri  di  Cambio  de'  Medici 

Messer  Fulignq  di  Conte  35 

Messer  Simone  di  Baldo  della  Tosa 

Messer  Alessandro  di  Niccolaio  degli  Alessandri,  altra  volta  degli  Albizi 
Messer  Matteo  di  lacopo  Arrighi 
Messer  Antonio  di  Michele  Tanaglia 

Messer  Giovanni  Zati  40 

Messer  Bernardo  di  Chiarissimo  di  Meo 
Messer  Tommaso  di  Neri  di  Lippo 
Messer  Giovanni  di  Cambio,  detto  balestriere 
Messer  Francesco  d'Uberto  degli  Albizi 

Messer  Guasparre,  detto  Biondo,  suo  figliuolo  45 

Messer  Nastagio  di  ser  Francesco 

Infra  gli  altri  se  ne  feciono  due  deirArti  minori,  cio^  del  popolo  minuto;  Tuno  fu  scar- 
dassiere,  messer  Guido  Bandiera,  al  quale  dierono  di  prowisione  fiorini  duemila  d'oro,  dei 
quali  ebbe  circa  50,  e  raltro  fu  uno  messer  Meo  del  Grasso,  il  quale  era  fomaio;  de'  quali  cava- 


47.  deU'Artl  minori]  omm.  A. 


*'    lA.  1378]  CRONACA  FIORENTINA  325 

lieri   chi   la  tenne,  e  chi   lascib   da   se;  e  poi   si   fece   riformagione  chi   la   volesse   tenere, 

come  innanzi  diremo.     E  l'altro  di  seguente  erano  in  concio  d'ardere  piii  e  piu  case,  se  non 

che  una  acqua  maravigliosa  fu  si  forte,  che  avendo  la  notte  vegghiato  armati  per  tema  del 

popolo,  e  per  Tacqua  si  si  erano  stanchi,  si  riposavano ;  di  che  i  Priori  per  tema  che  e'  non 

5     facessero  piu  danno,  ebbono  uomini  mezzani  a  praticare   con  loro  quello   ch'e'   volessero,  e 

TArti,  che  gli  avieno  detti,  cominciarono  a  pentirsi,  imperciocch^  tutti  i  loro  fattori  s'erano 

messi  nella  turma,  ed  eglino  cominciarono  a  gridare :    "  Viva  il  popolo  minuto  „  ;  e  dove  dissero 

prima  volere  consoli,  ora  cominciarono  a  volere  consoli  e  priori,  e  vollono  nota  di  piu  cose. 

Infra  Taltre  vollono  due  priori,  i  quali  di  presente  intrassero  in  palagio,  e  due  di  quelli  se 

10  ne  uscissero,  e  che  uficiale  di  lana,  od  altro,  non  fosse   sopra  loro  e  non    venisse.     E  fatto 

questo  con  piii  capitoli ;  altri  voUono  che  la  rendita  delle  botteghe  del  Ponte  Vecchio  fosse 

a  vita  di  mess.   Salvestro   de'   Medici,  e  la   piazza  di  Mercato   vecchio   rispondesse  a   mess. 

Giovanni  di  Mone  in  quantita  di  fior.  trecento  d'oro  Tanno  a  vita.     Questi  fu  uno  biadaiuolo, 

ch'era  degli  Otto  della  balia  della  guerra.     E  date  le  riformagioni  subito  corsono  a  pigliare 

i5  uno  bargello,'  lo  quale  era  creato   per  tagliare  di  fatto  il  capo  a  coloro  ch'erano  presi  e  ad       /,  x,  26 

j      altri,  il  quale  altre  volte  era  stato  bargello  crudele,  e  chiamavasi  ser  Nuto   da  Cittk  di  Ca- 

;      stello.     E  questo  preso,  fatto  le  forche  in  sulla  piazza  de'  Priori,  lo  'mpiccarono,  e  sbrana- 

i      rono,  e  tagliarollo  a  bocconi,  che  tale  ne  porto  a  casa  per  parte  meno  dun'oncia,  peso.     E 

I     poi  combatterono  il  palagio  del  Podesta,  ed  ultimamente  Tebbono.     E  innanzi  che  venissero 

pO  a  combatterlo,  si  mandarono  a  tutte  TArti  a  comandare,  che  a  pena  del  fuoco,  che  venissero 

a  loro  in  Belletri  a  S.  Bernaba  co'  loro   gonfaloni.     Quelli   per  tema   chi  vi  and6,  e  chi  vi 

mand6;  ed  andovvi  tale  gonfalone  con  meno  di  sei  uomini.     Ed  allora  s'avvidero  che  male 

avieno  fatto  a  sommovere  la  gente  minuta.  E  cosi  vinto  il  consiglio  del   popolo,  il  secondo 

di  si  fece   quello  del   Comune,  e  vinto  ogni   cosa,  dissero   ch'e'   volieno   che  i  priori   se  ne 

5  scendessero,  e  andasserne  a  casa.     Ed  avieno  rubato  il  palagio   dello   asseguitore,  e  toltogli 

il  gonfalone  della  giustizia,  e  tenienlo  in  sulla  piazza,  e  mandavano  il  bando  da  loro   parte 

e  del  Gonfaloniere    della  giustizia.     Quelli  dolorosi   per  vilta  e  cattivith  se  ne   uscirono,   ed 

abbandonarono  il  palagio,  e  andarsene  a  casa;  e  due  di  loro,  ch'erano  il  di  dinanzi  fatti  ca- 

valieri  del  popolo,  e  fatti  altri  cavalieri,  eglino  si  beneficiarono  d'arme;  Tuno  fu  il  gonfalonieri' 

0  della  giustizia,  messer  Luigi  di  messer  Piero  Guicciardini  e  messer  Guerriante  di  Matteo  Mari-       /,  x,  37 

gnolli  ch'era  de'  prlori,  che  fu  si  buono  guerrieri,  che  a  parole  fu  il  primo,  se  ne  usd  fuori. 

Rubrica  796'  —  Come  ed  a  cui  si  serbh  il  falagio  de'  Priori,  e  riformossi  la  farte  de'  Priori, 
e  come  si  resse  in  quello  mezzo. 

Nel  detto  anno  a'  di  22  di  luglio  neirora  di  nona  vollono  i  detti  Ciompi,  che  alla  guardia 
3  di  loro  e  consiglio  fussero  li  Otto  della  balla  della  guerra,  ed  intrarono  in  palagio  collo 
loro  Gonfaloniere  di  giustizia,  il  quale  fu  uno  Michele  di  Lando,  scardassiere,  ovvero  pettina- 
tore,  come  che  la  madre  vendesse  stoviglie,  il  quale  era  per  adrieto  pettinatore  di  lana,  come 
che  allora  fosse  sopra  i  pettinatori  e  scardasserii  d'Alessandro  di  Niccolaio  a  salario,  e  la 
madre  e  moglie  faceano  bottega  di  trecca  e  di  stoviglie  di  terra.  E  tutto  il  di  ed  il  seguente 
>  infino  a  nona  cosi  stando   gonfaloniere,  si  mando  il  bando   da  parte   del   gonfaloniere   della 


j.  e  plfi  case]  omm.  G.R.  —  2-3.  se  non  che]  se  none  A,  —  3.  arniati]  schUntl  O.Ii.A;  ichlerntl  /.  — 
4.  e  pcr....  stanchi]  si  si  erano  stanchl  e  per  l'acqua  G.  R.  A.  —  6.  Imperclocchfe]  pcrchb  G.  R.  —  J.  turma] 
torma  A.  —  8.  volere  consoli]  dlre  consoli  A.  —  13.  dl  Monc]  di  Mone,  bladaluolo  A.  —  13-14.  Questi....  riforma- 
gloni]  Questl  fu  degli  Otto  della  guerra;  c  fatte  le  rlformagionl  A.  —  16.  da  Citti]  daila  Citti  G./f.  -  18.  U- 
gUaroHo]  tagliarlo  G.  R.  —  19.  ultimamentej  omm.  A.  —  31.  Quem]  X  quali  /.  —  23.  del  popolo]  del  popolo  e 
del  comune  A.  -  secondo]  primo  /.  —  24.  e  vinto  ogni  cosa]  tmiit.  A.  —-  »9-30,  ii  gonf nloniere . . . .  messer  Guerriante] 
messer  Lulgi  Guicciardini,  ch'era  gonfalonlere  di  giustiziu  A.  —  30.  di  Matteo]  omm.  A.  —  31.  ch'era  dc'  priorlj  »mm. 
GR.  —■  34.  neU'ora  di  nona]  a  nona  A.  —  36.  ii  quale]  che  A.  —  37.  adrletoj  addictro  GR.  —  38.  pettlnatorl] 
pettlni  A.  —  39.  bottega....  stoTlglleJ   bottega  di  cavoll  e  d'erb«  e  dentro  di   ttivlgile]   GJi.  -  ttorlglle  /. 


326 


CRONACA  FIORENTINA 


(A.  1378] 


/.  ».  « 


gtuBtizia  del  popolo  minuto,  e  tenne  il  palagio  e  la  signoria,  e  fece,  e  disfece,  e  tenne  le 
chiavi,  e  8err6  1a  cittk,  e  scrisBe  lettere  e  comandamenti  da  sua  parte,  sonb  51  primo  dl,  intr6 
in  palagio  a  parlamento,  e  prese  balia  egli  nominatamente  di  fare  insieme  con  gli^sindachi 
predetti  e  con  messer  Salvestro  de'  Medici  e  con  gli  Otto  della  Balia,  priori  e  gonfalonieri 
e'  Dodici  buoni  uomini  di  nuovo,  non  volendo  gli  altri  ch'erano,  cbe  avieno  il  gonfalonieri  a 
Btare  infino  a'  dl  8  di  settembre  e  li  Dodici  infino  a  mezzo  settembre.  Lo  seguente  di  feciono 
poi  li  priori,  li  quali  furono  questi  e  i  gonfalonieri  e  i  Dodici,  i  quali  qui  appife  sieno,  e  scrive- 
rolli  per  ordine,  come  si  daiino,  e  traggono;  i  raaggiori  di  sopra  e  quelli  delle  minori  di  BOtto: 


Giovanni  d'Agnolo  Capponi 

Leoncino  di  Franchino,  pettinatore 

Giovanni  di  Bartolo,   speziale      \  g^ 

Salvestro  di  Buoso  Compiombesi  j 

Spinello  di  Simone  Borsi  »  g.  Maria  Novella 

Benedetto  di  Tendi  da  Carlona  J 

Salvestro  di  Giovanni,  tintore 

Bonaccorso  di  Giovanni,  pettinatore 

Michele  di  Lando,  scardassiere,  goiifaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Griovanni 

Ser  Guccio  Franchi,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 


S.  Spirito 


Croce 


S.  Spirito 


Gonfalonieri  di  Comfagnia  infino  a  di  8  di  settembre. 


Bruno  di  Pagolo,  raaliscalco 
Banco  da  Zanobi  di  Banco 
/,  X,  »        Lorenzo'  di  Donato,  tintore 

detto  Persona 
Lionardo  di  Cecco  da  Vinci 

tavoliere 
NicoI6  di  Vanni  Pelacane 
/,  X,  30        Giovanni  di  Giovanni,  detto  Gui- 

done 
Guido  di  Riccardo  Fagni  tavo- 

Here 
Bonaiuto  di  loanni,  cardaiuolo 
Filippo,  vocato  Forabo- 

sco,  copertoiaio 
Lorenzo  di  Puccio  Cam- 

bini,  scardassiere 
Lorenzo    del    Toso,    li- 

naiuolo 
Mezza     di     lacopo     di 

Mezza 


quartiere     di 
S.  Spirito 


quartiere  di 
S.  Croce 


quartiere  di  S.  Ma- 
ria  Novella 


/  Dodici  buoni  uomini 


Gottolo  di  Berto,  detto  Morel- 

lo,  vinattieri 
Giovanni  di  Carabio  de'Medici 
Baldo  di  Lapo,  rivenditore 
Michele  Ciati,  corazzaio. 
Francesco'  Fantoni,  vinattiere 
Priore  di  Feduccio  Falconi 
Lorenzo  diRicovero,  scardassiere 
Niccolaio  di  Lorenzo,  fabbro 
Duccio  di  Caroccio  degli  Al- 

berti 
Domenico  di  Chiavaccino,  la- 

vatore 
Giovanni  di  Cione,  mali- 

scalco,  detto  Nanni 
Francesco  di  Chele,  pel- 

licciaio 
Piero  d'Andra,  tessitore 
Angelo  di  Bindo,   cardaiuolo 
Simone   di    Biagio,   corazzaio 
Giovanni  di  Paolo  di  ser  Bar- 

tolo,  ritagliatore.  - 


quartiere     di 
S.  loanni 


quartiere  di 
S.  Spirito 


quartiere     di 
S.  Croce 


quartiere  di  S.  Ma- 
ria  Novella 


quartiere     di 
S.  Croce 


1.  d1,  Intr6]  d\  come  intr6  GR.  —  5.  chVrano]  omm,  G.  R,  —  7-8.  e  scriverolli . . . .  di  sotto]  omm.  A.  — 
13,  Slmone]  0»»»«.  A.  —  18.  Franchi]  Francesco  d'Andrea  /. ;  corretto  e  supflito  con  la  scorta  di  documenti  del  temfo 
—  34.  da  Vinci)  Puccl  /.  corrrtto  con  la  scorta  di  doeumenti  del  ttmfo —  25.  riveditore]  riveditore  G.  R.  —  26.  di 
Vannl]  di  Vanni  dt  Nella  —  37-28.  Guidane]  Guidone  scardassiere  /.  —  29.  di  Riccardo]  di  Filippo  /.  -  di  Rlcovero] 
di  Klccomanno  /.  —  31.  cardaiuolo]  galigaio  /.  —  33.  Fllippo,  vocato]  Filippo  Tedeschi,  vocato  /.  —  33.  coper- 
tolalo]  copertonalo  G.  R.  —  36.  detto  Nannl]  omm.  G.  R" 


tA.  1378]  CRONACA  FIORENTINA  327 


RuBRiCA  797*  —  Come'  si  aggiunsero  tre  Arti  alle  qnaltordici  minori  e  come  furono  chiamate.       r,  x,  3i 

Nel  detto  anno  al  1378  del  mese  di  Luglio  questi  Priori  e  sindachi  diliberarono  tre  altre 
Arti,  delle  quali  furono  queste:  cio^  TArte  de'  Ciompi,  che  si  chiamavano  TArte  de'...;  la 
seconda  quella  de'  tintori,  lavoratori,  cimatori  ed  altri  membri  di  lana  con  loro;  e  la  terza  fu 
quella  de'  farsettai,  barbieri,  e  con  questi  si  aggiunsero  altri  membri  ch'erano  prima  con  altre 
Arti  che  si  partirono  da  quelle,  e  vennono  a  queste.  E  cosi  vollono  balia  e  preminenza 
come  Taltre,  o  come  qualunque  altra  delle  quattordici,  e  cosi  ebbono. 

RuBRicA  798'  —  Come^  i  sindachi  diliberarom  di fare,  e  come  vifu  il  Priorato,  e  chi  lo  facesse.       i,  x,  32 

Nel  detto  anno  e  mese  d'agosto  diliberarono  lo  squittino  generale,  perche  i  Priori  gonfa- 

•10  lonieri  non  erano  chiamati  altro  che  per  lo  tempo  che  H  cacciati  avieno  a  stare;  si  vollono 
in  questo  modo  ordinare:  che  i  Priori  fussero  nove,  come  soleano,  tre  deirArti  maggiori  e 
scioperati,  tre  delle  quattordici  Arti  minori  primaie,  tre  delle  tre  Arti  nuove  aggiunte,  ed 
ogni  due  mesi  avesse  il  gonfaloniere  della  lustizia  Tuno  membro;  cioh  due  Priori  ed  uno 
gonfalonieri  della  lustizia;  e  cosi  per  terzo  i  gonfalonieri  e  i  Dodici,  e  traessesi  il  sedicesimo 

15  gonfalone  Tuna  volta  airuno  membro  e  Taltro  alPaltro;  e  cosi  riformarono  la  cittk.  E  fu 
fatto  a  tempo,  cioe  innanzi  li  28  d'Agosto,  che  si  avieno  a  trarre  i  Priori  ed  il  gonfalonieri ; 
e  furono  a  fare  detto  squittinio  i  Priori  e  loro  collegi,  i  sindachi,  i  Capitani  della  Parte,  li  Died 
della  Liberta,  li  Nove  della  Mercatanzia,  che  prima  erano  sette,  e  fume  aggiunti  due,  pure 
deirArti  minori  e  gli  Otto  della  Balia  con  messer  Salvestro  e  messer  Benedetto,  come  che  del 

20  popolo   minuto   v'ebbe   molti   sindachi  a  fare  lo  squittinio,  perocche   68  vi  furono   delle  tre 

Arti  aggiunte,'  che  di  niuna  ve  n'ebbe  tre.     Mentre  faceano  lo  squittinio  attendeano  alFaltre       r,  x,  33 
cose  i  sindachi,  ed  ancora  accolsono  i  Priori  uno  arroto  per  uno;  sicch^  a  f are  lo  squittinio 
furono  in  numero  di....  uomini,  de'  quali  vedete  quanta  fu  la  quantitk  delle  tre  Arti  sanza 
i  gonfalonieri,  Priori  e'  Dodici  e'  Dieci  di  Libertk,   che  ne  rimasero  due,  ci6  fu....  miservi 

25  due  del  popolo  minuto;  ci6  furono.... 

RuBRiCA  799*  —  Come  si  ritrovb  un  certo  trattato,  e  come  dessero  baUstrieri  ed  altri  soldati, 
e  fecero  ragione,  ed  altri  ufciali. 

Nel  detto  anno  d'ag08to  si  senti  che  certi  andavano  sollevando  gente,  perocchfe  non 
piacea  loro  il  fatto,  de'  quali  uno  de'  caporali  era  un  Antonio  di  ser  Ugo  Orlandi  ed  essendo 

50  sentito  il  fatto,  fu  preso  uno  Fino  di  Taddeo  di  Fino  Tosi  del  popolo  di  S.  Stefano  nel 
gonfalone  della  Vipera.  Costui  essendo  nelle  mani  del  Capitano,  non  lo  aspreggib,  come 
dovea,  a  sentire  tutto,  e  tenuto  piu  di  ebbe  amici,  tanto  che  'I  Capitano  per  uno  bullettino 
de'  Priori  lo  fece  lasciare.  Di  che  tra'  sindachi  ne  fu  grande  quistione,  e  non  si  trov6  poi 
quando  lo  rivollono.     Fu  preso  per   parole,  ovvero   per  trattato   messer  lacopo   Sacchetti  e 

15  Luigi  di  Poltrone  Cavalcanti ;  e  ci6  non  furono  se  non  parole '  per  malizia  di  cattivitJi  del-       /,  x.  34 
Tunaparte  Luigi,  e  dairaltra  il  dipintore,  ovvero  imbrattatore  di  calcina,  ch'avea  uome.... 


3.  la  lacuna  i  segnaia  in  A  e  in  G.  /?.;  /.  supfUset:  minuti  —   <,.  prlma  con  altre]  prima  ed  altre   G,  R,  — 
7.  quattordlcij  lacuna  in  G.  R.,  supplita  da  /.;  minori  —  g.  e  mese]  omm.  A,  —  13.  gonfalonlere]  gonfalone  G.  R, 

—  17.  a  fare....  1  sindacJiij  a  fare  gll  uficl  i  Priori,  i  gonfalonleri,  1  Dodlci,  i  slndaclii  G.  R.  —  18.  erano]  io- 
leano  essere  G.  R.  —  19.  con  mess.]  e  messer  A,  —  io,  68]  65  G,  R,  —  3J.  cd  ancora....  arroto]  cd  ancora  a 
costoro  i  Prlori  uno  arroto  G.R.;  con  uno  arroto  /.  —  »3.  stgno  di  Ucuna  in  A,  e  in  G.R.  —  34.  ttgno  di  la- 
cuna  in  A.  e  in  G.  R.  -  miservi]  rimesservl  /.  —  28.  detto . . . .  d'  agotto]  detto  mesc  d'ago8to  G.  R.  —  29.  Orlandi] 
segno  di  lacuna  in  G.  R.  —  30-31.  nel  gonfalone]  e  gonfalone  G.  R,  —  31-33.  come  doTCva]  come  ai  dovea  G.  R. 

—  33.  ebbe  amici]  ebbe  adiuti  G.  R, 


\ 


328 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1378] 


/,  X.  35 


chc  fu  preno  insiemc  con  loro.  Ed  essendo  il  popolo  arrabbiato  di  fame,  perchfe  le  botteghe 
quasi  stavano  serrate,  e  se  stavano  aperte  non  lavoravano,  e  la  Lana  non  volea  fare  nulla, 
di  che  questi  Ciompi  volevaiio  tutti  gli  uficj,  e  non  avieno  di  che  manicare,  tutto  di  cerca- 
vano  di  volere  rubbare.  Di  clie  si  prese  modo  di  dare  uno  staio  di  grano  per  bocca  a  chi 
ne  volesse,  e  faceBsesi  scrivere  di  quello  del  Comune,  e  poi  lo  rendessc,  o  grano,  o  denari,  I 
e  diessi  soldo  a  bene  2000  tra'  balestrieri  ed  altri  per  due  mesi,  e  cosi  si  fortificarono  il  po- 
polo.  E  in  questo  mezzo  elessero  ragioniere  a  vedere  le  ragioni  del  Comune,  ed  altri  a  far 
mettere  biada  in  citta,  e  mandarono  uomiui  per  lo  contado  a  confortare  i  contadini,  e  dare 
soldo  dalle  tre  miglia  in  qua,  e  scemarono  restimo  a'  contadini  il  terzo,  e  puosero  a'  citta- 
dini  una  prestanza  di  40000  liorini,  ed  una  di  25000  fiorini,  e  levarono  lo  'nteresso  del  Monte,  1( 
e  che  si  reiidesse  la  vera  sorte,  ogni  anno  il  dodecimo,  sicch^'  in  dodici  anni  fosse  renduto, 
e  che  mai  non  si  facesse  piii  Monte,  ma  che  si  facesse  uno  estimo  a'  cittadini  perchfe  pure 
bisognava  denari,  sei  mesi  si  potesse  porre  quelle  prestanze,  che  bisognassero.'  E  fecero 
certi  confinati  dalle  50  miglia  in  Ih,  li  quali  dovessero  stare  ove  fosse  deliberato  per  uno  anno 
per  rappresentarsi  all'  Uliciale  di  quella  Terra  ogni  di,  e  in  capo  del  mese  mandare  la  carta  di  1 
tutti  i  dl  del  mese ;  e  chi  non  mandasse  la  carta,  il  primo  mese  cadesse  in  pena  di  1000  fiorini, 
ed  il  secondo  mese  2000,  e  il  terzo  s'intendesse  essere  rubello.  Qui  appife  scriveremo  i  confinati: 


Messer  Benghi  del  Teghia  Buondelmonti  con- 

finato  a  Perugia 
Alessandro  di  messer  Francesco  Buondelraonti 

a  Roma 
Pepo  di  Marignano  de'  Buondelmonti  a  Verona 
Ser  Taddeo  di  Donato  di  Rosso  de'  Marchi 

a  Napoli 
Francesco  suo  fratello  ad  Ascoli  della  Marca 
NiccoI6  di  Geri  Soderini  a  Trevigi 
Carlo  di  Strozza  degli  Strozzi  a  Genova 
Andrea  di  Segnino  Baldesi  a  Bologna 
Giovenco    di   raesser   Lottieri    da   Filicaia   a 

Manfredonia 
Bartolo  di  Giovanni  de'  Siminetti  a  Mantova 
Pero  di....  Tornaquinci  a  Faenza 
Messer  Giovanni  di  ser  Fruosino  iudice  a  Furli 
Messer  lacopo  di  Piero  de'  Sacchetti  a  Todi 
Antonio  di  Niccolo  di  Cione  Ridolfi  di  Piazza 

a  Viterbo 
Uberto  di  Schiatta  Ridolfi  di  Borgo  S.  lacopo 

a  Riraino 


Piero  di  Masino  deirAntella  a  Foligno 
lacopo  di  Bartolommeo  de'  Medici,  detto  di 

Monna  Niccolosa,  a  Reggio 
Bingeri   di   Giovanni    di   Bingeri   Rucellai   a 

Parma 
lacopo  di  messer  Francesco  de'  Pazzi  a  Brescia 
Filippo  di  Biagio  degli  Strozzi   alla  Citta   di 

Castello 
Vieri  di  messer  Pepo  Cavicciuli  airAquila 
Attaviano   di  Boccaccio   de'  Brunelleschi   ad 

Agubbio 
Bonaiuto  di  ser  Belcaro  Serragli  a  Pesero 
Pigello  Cavicciuli  a  Padova 
Niccolo  di  Sandro  de'  Bardi  a  Ferrara 
Piero  di  Filippo  degli  Albizi  a  Vinegia 
Maso  di  Luca  degli  Albizi  a  Barletta 
Simone  di  Rinieri  Peruzzi  a  Spuleto 
Giovanni  di....  de'  Giugni  a  Modona 
Bettino  di  messer  Bindaccio   da  Ricasoli  ad 

Ancona. 


RuBRicA  800*  —  Conie  si  levarono  quclli  del  -pcpolo  minuto,  e  fecero  grandi  mutazioni. 

Nel  detto  anno  e  mese  d'agosto,  a  di  29,  si  levarono  i  detti  Ciompi,  armaronsi,  e  ven- 
nono  in  piazza,  e  con  loro  furono  tutti  i  balestrieri,  li  quali  avieno  fatto  i  Priori  e  sindachi. 


6.  Boldo ....  balestrieri]  soldo  a . . . .  (/acuna)  bore ....  (/acutta)  tra'  balestrieri  G.  R.  —  9.  l'estinio]  le  stime  G.  R. 

—  13.  denari,  sel]  denari  perclie  in  sei  /.  La  Itzione  del  testo  i  queUa  di  A.  e  di  G,  R.  —  14-15.  deliberato . . . . 
rappresentarsi]  deliberato  uno  anno  rappresentarsl  6'.  R.  —  17-18.  Qui....  confinati]  I  confinati  furono  questi  ciofc 
A.  —  19-20.  di  Monna  Niccolosa]  omm.  A.  —  33.  di  Rosso]  omm.  A.  —  39.  di  messer  Lottieri]  omm.  A.  —  30.  Pi- 
geUo....a  Padova]  Pigello  di  inesser  lacopo  degll  Adinari  a  Padova  /.  -  di  messer . . . .  (/acsna)  degll  Adlnari  CT:  ^. 

—  33.  t«  A.  manca  il  sfgHO  Je/la  /acuna  -  Vinegia]  Comegia  G.R.  —  34.  dl  Piero  omm.  A.  —  35.  di  Cione] 
di  Mone  /.  —  37.  di  Borgo  S.  lacopo]  omm.  A.  •  .  messer  Bindaccio]  omm.  A.  —  40.  e  mese]  omm.  A.  •  e  mete] 
omm.  A.  •  39]  37  G.  R.  -  armaroasi]  armarsl    G.  R.  —  41,  fatto]  omim,  G,  R. 


[A.  1378]  CRONACA  FlORENTllsrA  329 

fi-    

t 

f-     e  molto  arrabbiati  gridando:   "  Viva  il  popolo  minuto„.     Ed  insieme  furono,  e  feciono   bri- 

';      gata,  e  feciono  loro  ordini  e  leggi,'  e  portarle  suso  a'  Priori  e  a'  sindachi;   ed  infra  Taltre       /,  x,  37 

■|  feciono  la  prima,  che  contenne  che  i  sindachi  fossero  cassi  e  levata  ogni  provvisione,  e  non 
avessero  balia  piii.  E  poi  feciono  ordini  che  ciascuno  cavaliere  non  potesse  avere  uficio,  e 
5  che  il  Ponte  vecchio  fosse  levato,  cio^  la  rendita,  a  messer  Salvestro,  ed  a  messer  Giovanni 
di  Mone  la  piazza  di  Mercato  vecchio,  e  che  di  malificio  fatto  infino  a  quello  di,  non  si  co- 
noscesse.  E  venuto  il  loro  notaio,  era  uno  ser  Agnolo  Latini,  che  stava  al  Pozzo  a  S.  Sisti, 
ed  era  con  loro  uno  loro  scrivano,  lo  quale  avea  nome  Guasparre  di...,  lo  quale  stava  in 
via  Ghibellina  a  tenere  i  fanciulli  a  leggere,  e  fu  gih  crociato  nel  1353  per  Paterino,  e  sta- 

10  vano  in  sulla  piazza  e  in  sulla  ringhiera  de'  Priori,  e  quivi  Tuno  diceva:  "  Scrivi,  Guasparre, 
"  io  voglio  cosi  „  ;  Taltro  venia  da  canto  e  dicea:  "  vo'  cosl  „ ;  e  I'aItro  gli  ponea  la  spada 
alla  gola,  e  stracciava  la  scritta,  e  ponevagli  un  foglio  in  mano,  e  diceva:  *  Scrivi  „ ;  e  raltro 
vi  f regava  suso  le  dita,  e  diceva :  "  Vuole  stare  cosi , .  Ed  il  romore  ed  il  parlare  loro  pare 
uno  inferno,  e  fanno  legge  di  non  potere  essere  costretti  per  niuno  debito   infino  a  cotanti 

,15  anni,  nfe  in  persona,  ne  iii  avere.     Tutte  queste  loro    riformagioni  sarebbono   state  messe    e 

tenute  per  vinte,  come  erano,  se  non  che  ser  Viviano,  notaio'  delle  riformagioni,   disse  loro        /,  x,  3» 
per  levarseli  da  dosso,  e  perchfe  si  levassero  dalle  riformagioni,  e  per  lo  vero  che  non  valea 
nulla,  perocch'era  uscito  e  finito  il  consiglio,  e  li  sindachi  ch'avieno  balia  cassi  per  la  prima 
petizione,  sicchfc  non  valea  uulla  cosa  si  facesse  sanza  parlamento,  e  che  eglino  s'andassero 

'20  a  disarmare,  e  ordinerebbesi  cio  che  e'  volieno.  E  cosi  rimasero  le  loro  prowisioni  per 
quello  di;  le  quali  suggellate  e  vinte  tra  i  CoHegi  le  rendfe  loro  ser  Viviano,  ed  eglino  se 
le  guardassono. 

RuBRiCA  801*  —  Come  messer  Lttca  da  Panzano  andh  fer  romfere  la  casa  della  Parle  -per 
torre  il  gonfalone  reale. 

25  In  questo  anno  e  questo  dl,  ciofe  1378  a'  di  28  d'agosto,  la  mattina  a  buona  ora,   mes- 

ser  Luca  di  Totto  da  Panzano,  il  quale  per  addietro  era  stato  fatto  de'  grandi  per  una  pe- 
tizione  datagli  per  una  donna,  si  dicea,  per  lui  adoperare  esser  morta,  che  era  sua  nuora, 
a  S.  Marco,  s'and6  loro  a  proferere  con  tutti  quasi  gli  sbanditi  ribanditi,  e  quelli  seguieno 
lui  e  Tommasino  suo  nipote.     Di  che  essendo  in  suUa  piazza,  preg6  essere   fatto  di  popolo 

30  per  le  loro  riformagioni:  e  cosi  fu  fatto,  e  poi  si  fece  disfare  cavaliere  e  tagliare  gli  sproni, 

li  quali  avea  in  piede,'  ch'era  cavaliere  del  popolo  di  Firenze.     E  come  fu  disfatto,  volle  che       /,  x,  39 
lo  rifacessono  cavaliere  del  popolo  minuto,  il  quale   e'  chiamava   il  popolo   di  Dio;   e  cosi 
feciono,  e  feciollo  loro  capitano.'     E  andarono  subito  a  casa  del  capitano  del  popolo,  e  quivi       /,  x,  3» 
si  feciono  aprire,  e  poi  la  pregione  della  Scala,  dov'erano  messer  lacopo  Sacchetti  e  Luigi 

55  di  Poltrone  Cavalcanti  col  difintore,  0  imbrattatore  di  bianco,  per  la  cagione  narrata  ad- 
dietro,  rubrica  799,  e  quivi  lo  menarono  in  sulla  ringhiera,  dicendo:  "  Ringrazia  Iddio  e  il 
"popolo  di  Dio,  il  quale  t'ha  liberato„.  E  feciongli  baciare  la  'nsegna  deirAgnolo,  e  dis- 
sergli  che  facesse  fare  una  bottega  d'Arte  di  lana  di  fiorini  3000.  Egli  disse  di  farla  di  6000. 
A  grido  dissono  tutti:   "  Questi  e  buono  uomo,  e  per6  gli  volevano  questi  fare  male^.    Ac- 

10  compagnandolo  tutta  la  ciurma  a  casa.  Ed  egli,  che  gli  parea  mille  anni  d^essere  dileguato, 
disse:   "  Va',  apri  la  cella;  e  voi  mi  perdonate;  andate,  e  beete,  e  mangiate,  e  rinfrescatevi. 


3.  levata  ognl]  levati  d'ognl  G.  /?.  —  5.  vecchlo]  omm.  G.  R.  —  7.  venuto  il  loro]  e  venuti  1  loro  A.  —  8.  la 
lacuna  che  h  nei  codici  ^  supplita  da  /..•  di  RIcco  con  la  scorta  della  riMca  807  —  11.  canto ....  coii]  canto:  Ed  lo 
voglio  coAG.R.  —  13.  parej  parc;i  G.  R.  —  14.  fanno]  faceano  G.  R.  —  13.  guardassono]  guardarono  G.  R.  — 
27.  per  iui ....  che  era]  per  lul  adoperata  c  essero  inccrta,  clie  era  G.  R. ;  e  easere  incinta  /.  -  ii-id.  Cavalcanti .... 
ringlilera]  Cavalcanti  clie  compresi  per  la  ragione  narratn  adrieto  A.  —  35-  <^o\  diplntore]  Ucitma  in  A.  colmata 
da  T.  con  la  Ittione  riferiia  nel  lesto  —  40.  dlleguato]   leguato  G,  R. 


330  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1378) 


e  io  m'andr6  un  poco  a  potare,.  Questl  chiedeano  poco  altro  che  bere,  tra  perchfe  ne 
sono  usi,  e  per  lo  caldo  e  l'arme.  Egli  se  ne  intr6  in  casa,  e  di  dietro  se  ne  usci,  e  par- 
vegli  mille  anni.     E  quando  costoro  giunaono  in  piazza,  e  Tommaamo  ebbe  raccolta  la  bri- 

/.  x,«o       gata,  e  ordinato  che  seguissero  messer  Luca,  egli  si  mosse,  e  venne'  al  palagio  della  Parte 

Guelfa,  e  quivi  volle  entrare.     Le  chiavi  non  v'erano;  cominci6  a  tagliare  ruscio  e  intrare     5 
in  casa  per  torre  il  gonfalone  della  Parte;  chi   dice  per  una   cosa,  e  chi  per   un'altra;  pe- 
rocchfe  si  disse  che  egli  guato  con  quello  gonfalone  correre  e  rubare  e  dire:   "  Viva  il  po- 
polo  minuto,  e'  Guelfi  ,,  e  fare  rubare  in  piu  luoghi,  e  a  ca'  i  suoi  nimici  Quaratesi.     Questo 
non  affermo,  nfe  dico,  perocch6  solo  il  parlare  altnii  dico  e  non  suo,  n^  di  suoi  amici.     Ma 
quale  si  foase  la  cagione,  fu  rapportato  al  suo   popolo  di  Dio,  che  messer  Luca  era  ito   a  10 
rompere  la  casa  della  Parte  per  torre  il  gonfalone,  e  che  egli  si  farebbe   seguire,  e  poi  lo 
loro  Agnolo  non  farebbe  nulla,  e  che  a  loro  non  dovea  bisognare  gonfalone  de'  Guelfi,  che 
'1  popolo  era  tutto  guelfo.     Questi   che  porse   queste  parole,  non  dovea  essere  molto  suo 
amico.     Quando  il  popolo  suo  di  Dio  udi  questo,  disse:  Noli  tangere  Christos  meos;  subito 
a  una  boce  gridarono:   "  S'egli  ce  lo  reca,  sia  tagliato  a  pezzi„.     La  novella  gli  and6,  ed  il  15 
gonfalone  nel  vero  non  v'era,  ed  a  lui  fu  detto   che  brigata   si  strignea   per  venirlo   a  tro- 
vare;  onde  tutto  il  popolo  di  Dio,  ch'era  con  lui,  lo  lasciaro,  e  andarono  alla  piazza.     Allora 
messer  Luca  si  cess^,  con  gli  suoi  nuovi  sproni  dorati  si  convenne  cessare,  perocchfe  la  mat- 

/,  X,  «I        tina  vegnente  lo  cercarono,  e  se  lo  avessero  trovato,  credo  male  avea'  fatto.     La  brigata  si 

tomo  a  S.  Maria  Novella,  e  quivi  chiesero  luogo  ove  stare,  e  andarsi  a  porre  giuso  alle  casi  20 
Tarmi  gravi  e  tornarono  a  fare  loro  bisogni,  e  loro  fu  assegnata  la  cappella,  la  quale  fece 
fare  messer  Agnolo  degli  Acciaiuoli,  vescovo  di  Firenze,  quando  era  vescovo,  negli  anni  del 
Signore  13...,  e  dato  loro  alcuno  frate  a  loro  servigio,  come  qui  appresso  nella  seconda  ru- 
brica  faremo  menzione. 

RuBRiCA  802'  —  Come  il  fopolo  minuto  fece  suoi  uficiali  e  ordini  contra  quelli,  mandarono  25 
in  Palagio. 

Tomati,  come  detto  6,  si  furono  la  sera  e  tutta  la  notte  nella  chiesa  di  S.  Maria  No- 
vella,  e'  dissero  al  priore  che  desse  loro  certi  buoni  frati,  che  avessero  a  consolarli  per 
Tanima  e  per  lo  corpo.  II  priore  rispose  ch'egli  non  gli  potea  dare  frati  da  ci6,  s'eglino 
prima  non  consolassero  loro  medesimi,  e  oltre  a  queste  molte  buone  parole,  le  quali  udite,  30 
si  ristrinsero  insieme,  e  chiesero  che  dessero  loro  frati  onesti  e  di  buona  vita,  li  quali  gli 
ammaestrassero,  e  insegnassero  fare  cose  utili  e  buone;  e  cosi  lo  ebbono.  E  praticato  co' 
frati  de'  modi,  Tuno  dicea,  Taltro  si  levava,  e  Taltro  interrompeva,  e  secondoch^  dissero 
/,  X,  42        quelli  che  vi  furono,  ch'era  peggio  in  apparenza  loro'  a  intenderli,  che  la  solfa  degli  Hermini. 

Poi  pure  rimasero  a  questo,  che  gli  palesarono  li  loro  uficiali,  che  'I  di  dinanzi  aveano  or-  35 
dinato,  cio^  8  uomini,  a'  quali  posero  nome:  gli  Otto  di  S.  Maria  Novella,  e  vollono  ch'ave8- 
sero  da  tutti  mero  e  misto  impero.     Ed  a  cio  fare  feciono  in  f orma  di  parlamento  tutti,  ed 
eletti  furono  questi  li  loro  Otto:...  (lacund). 

Poi  vollono  che  non  potessero  essere   senza  consiglio:   tolsero   sedici  altri   pure  del   popolo 
minuto,  d'ogni  gonfalone  uuo,  li  quali  furono  questi:...  (lacuna).  40 

Poi  la  mattina  vegnente  f eciono  loro  ordini,  li  quali  f urono  molti ;  ma  in  effetto  furono :  che 
questi  Otto  ed  altri  che  si  eleggessero  successivamente  di  priorato  in  priorato,  stessero  in 


I.  m'andr6]  andr&  G.  R.  -  posare]  riposare  A.  —  1.3,  ne  sono]  non  sono  A.  —  3.  quando ....  piazza]  quando 
furono  in  piazza  G.  R.  —  5.  entrare]  aprire  G.  R.  —  6.  deiia  Parte]  omm.  A.  —  18.  cesaare]  partire  G.  R.  — 
jo-ai.  gluso....  tornarono]  giuso  l'armi  a  casa  gravi  tornarono  G.  R.  —  2i.  la  quale]  omm.  G.  R.  —  33-J3.  negli 
annl  del  Signore  13....]  omm.  A.;  1343]  /. ;  cos)  I.  colma  la  lacuna  del  suo  mss.  G.  R. —  23-34.  neiia  seconda  ru- 
brica]  omm.  A.  —  31.  tl  riatrinsero]  ai  atrlnsero  G.  R.  -  che  dessero  loro]  emm.  G.  R.  —  33.  InterrompeTaJ  ii 
rompcTa  A, 


[A.  1378]  CRONACA  FIORENTINA  331 

palagio  de'  Priori,  e  che  niuna  cosa  che  toccasse  alla  citta,  non  si  facesse  senza  la  dilibe- 
razione  di  costoro,  e  diliberata  per  gli  Priori,  e  poi  per  costoro  potesse  ire  a'  Collegi,  e  poi 
a  consigli,  e  molte  altre  cose  intorno  al  loro  stato,  le  quali  al  presente  omettiamo.  Mes- 
ser  Smiduccio  da  Sanseverino,  collegato'  del  Comune  di  Firenze,  della  Marca,  era  venuto  per  /,  x,  43 
5  sue  faccende  agli  Otto  della  balia;  e  gli  Otto  per  sentire  lo  animo  di  costoro,  n'erano  iti 
due  di  loro  a  S.  Maria  Novella,  dove  costoro  stavano,  credendosi  essere  veduti  ed  onorati, 
come  eglino  meritavano,  e  come  erano  da'  Priori.  Eglino,  essendo  innanzi  alla  cappella  del 
Vescovo  degli  A.cciaiuoIIi  nel  secondo  chiostro,  v'erano  stati  airuscio,  e  fatto  loro.  dire  ch'e' 
volieno  parlare,  ed  eranvi  stati  piu  di  due  ore,  e  non  avieno  loro  potuto  parlare;  alla  fine 
10  intrati  dentro,  con  poco  onore  furono  ricevuti,  ed  eglino  ne  feciono  agli  Otto  del  popolo  di 
Dio  loro,  pifi  ch'a'  Priori.  Tornati  a  casa,  sopra\^egnendo  il  detto  messer  Bartolommeo  di 
Smiduccio  per  la  risposta  de'  suoi  fatti,  gli  Otto  erano  malinconiosi  e  vennero  a  dirgli:  *  Noi 
"non  vi  possiamo  fare  nulla,  andate  agli  Otto  di  S.  Maria  Novella,.  Questo  dissero  per 
ira;  costui  lo  prese  per  risposta,  e  andonne  a  loro.  Quelli  lo  ricevettono,  ed  onorarlo,  e  dis- 
sono  ch'  altra  volta  gli  f arebbono  risposta.  Di  che  molti  cittadini,  udendo  messer  Bartolom- 
meo  essere  stato  ricevuto  ed  onorato  da  costoro,  ed  essendo  egli  de'  tiranni  della  Marca, 
si  presero  sospetto;  e  con  costoro  si  erano  de'  grandi  cittadini  di  nome,  Mezza  di  lacopo 
di  Mezza,  ch'era  gonfaloniere,  Anibaldo  degli  Strozzi,  perch^  era  stato  stato'  fatto  de'  grandi  i,x,  44 
di  poco  per  le  novith  state,  credendosi  essere  ristituito  per  loro  avea  loro  proferto  molto 
grano.     Ed  e'  avieno  quello  loro  cancelliere,  ser  Agnolo  Latini. 

RuBRiCA  803*  —  Cotne  furono  tratti  i  Priori  nuovi,  e  come  gli  Oilo  di  S.  Maria  Novella 
■mandarono  in  -palagio  loro  ordini.  e  feciono  giurare  i  Priori  nuovi  e  veccki. 

La  domenica  a'  di  29  dello  detto  mese  ed  anno,  ciofe    1378,  furono   delle  borse  nuove 
tratti  li  Priori  nuovi  e   Gonf aloniere.     Questi   erano  in  sulla  piazza,  e  gridavano :  *  Non   lo 
25   "  vogIiam.o;  istraccia,  istraccia;  buono,  buono  ,.     Feciono  stracciare  cui  loro  parve;  ma  quelU, 
che  rimasero,  furono  questi,  cio^: 

7  arti.  Agnolo  d'  Uguccione  Tigliamochi,  lanaiolo  )  g    g  .j.j. 

14  min.  Michele  Carelli,  bottaio  | 

3  arti.  Benincasa  di  Francesco,  cimatore  i  ^,    „ 

30   14      ,      loanni  d'AgnoIino,  fabro  J 

7      „     Taddeo  di  Neri  ricamatore  X^    ^^^^  j^^^^„^ 

3     „      Giovanni  di  Domenico  vocato  Tna,  scardassiere    J 

7      ,      Domenico  di  Lapo  Gilj,  mercatante    1  o    /—  • 

.,.,,.,,    V  ,  J  S.  Giovanni. 

14     „     Francesco    di  Michele  fabro  J  /, «,  4S 

35     3     „      Bartolo   di   lacopo,   vocato   Baroccio,   pettinatore,  ovvero   scardassieri,   gonfaloniere 
della  giustizia,  S.  Spirito. 

Poi'  tratti,  si  mandarono  gli  Otto  di  S.  Maria  Novella  in  palagio  de'  Priori  loro  ordini, 
e  voUono  che'  Priori  sonassero  a  parlamento,  e  confermassero  le  loro  faccende.  I  Priori, 
veggendo  che  questi  disponieno  quasi  Tuficio  del  Priorato  e  non  avere  a  f ar  nuUa,  siccome 


5.  per  sentlre  lo  anlmo]  presentito  dello  animo  G.  R.  —  7.  egHno]  omm.  G.  R.  —  la.  mallnconlo»!]  ma- 
linconlci  G.  li.  -  e  vennero  a  dlrgllj  e  venne  a  dire  loro  A.  —  17.  e  con  coitoroj  e  costoro  G.  R.  -  ii  ertno  de' 
grandi  clttadini]  sl  era  grandc  de  ciptadlni  G.  R.  —  19.  avea  loro]  omm.  G.  R.  —  37-3<>-  *"  ^'  '»<t^ca  Pimlicm' 
xione  ilelle  arti,  in  G.  R.  quella  dei  qtiartieri  —  30.  a'AgnoIino]  d'Ugollno  /.  —  Ji.  vocato  Trla]  <?«/;».  A.  — 
38.  /.  aggiunge  il  nome  Jtl  nolaio,  che  manca  nei  mss. :  .Ser  Luca  Bambocci,  ino/tre  ri/orta  la  Usla  dei  gonfalonitri 
delle  Societh  dcl  Popolo ;  la  lisla  ferh  non  si  trova  nei  mss.  della  cronaca,  n>.  vi  i  traccia  i»  essi  di  tfasi»,  /asciat» 
in  bianco  a  ta/e  scofo.  Non  credo  percih  opfortuno  fubblicare  /a  /ista  riforlata  da  I. 


332  CRONACA  FIORENTINA  |A.  i37«j 


detto  k  nello  passato  capitolo,  e  ancora  che  pHi  toccava  nel  vivo,  che  certi  di  loro  per  la  balia 
s'avieno  attribuito  chi  una  coHa  e  chi  un'altra;  e  infra  gli  altri  Michele  di  Lando,  gonfaloniere 
di  giuBtizia,  8*avea  fatto  dare  la  podestaria  di  Barberino  per  uno  anno,  e  diliberato  fiorini 
cento  in  uno  cavallo  e  pennone'  e  targia;  e  di  tutto  per  gli  ordini  di  coloro  era  privato,  e  non 
rlmaneva  famiglia  in  palagio,  nk  cancellieri,  nfe  notaio  di  riformagione,  porsero  questa  rispotta: 
che  eglino  erauo  acconci  a  mettere  in  esecuzione  ogni  loro  diliberazione,  e  di  ci6  non  mancare 
nuUa,  ma  che  il  mercoledl,  che  sonare  dovea  a  parlamento  per  lo  intrare  de'  Priori,  allora 
confermerebbono  ogni  loro  ordine  compiulamente.  E  credesi  che  cosi  avrebbono  fatto,  se 
non  fusse  ch'e'  toglieano  a  Michele  di  Lando  ogni  preminenza.  Michele  era  ardito  e  con 
scguito  di  artefici  e  di  altri,  perocch'avea  tenuto  in  pace  la  cittk  il  suo  tempo,  e  stato  gra-  10 
zioso  a  ogni  maniera  di  gente.  Questa  risposta  fu  fatta  agli  Otto  di  S.  Maria  Novella  del 
popolo  del  loro  Iddio.  Di  clie  pensando  tra  loro,  diliberarono  d'avere  consiglio,  e  nondimeno 
ronndarono  lassd  in  palagio  due  di  loro  collo  loro  notaio,  ser  Agnolo  Latini,  li  quali  faces- 
sero  giurare  li  Priori  vecchi  e  nuovi,  di  mettere  il  mercoledi  nel  parlamento  li  detti  ordini, 
e  di  farlo  vincere  quelli  che  fatti  erano  e  quelli  che  in  questo  mezzo  fare  volessero.  E  udito  1 
questo  dissono,  si  voleano  ristrignere  insieme,  e  loro  risponderebbono;  e  quindi  non  si  vollono 
partire  quelli  due  e  il  notaio,  se  non  come  essi  signori,  e  i  Priori  fossero  loro  schiavi.  Di 
che  sdegnati  i  Priori,  subito  v'era  di  quelli  che  diceano  pianamente  infra  gli  compagni :  "  Non 
"  lo  facciamo :  questo  ^  il  maggiore  pericolo  del  mondo ;  f orse  vorranno  dare  la  citti  a  uno 
*  Signore  „.  Ultimamente  si  diliberarono  di  giurare;  comecch^  alquanti  si  partirono,  e  non  vi  20 
vollono  essere,  gli  altri  giuravano,  e  promissono  ogni  cosa  alla  fine  rivennono,  e  giurarono  tutti, 
e  i  nuovi  priori  tratti,  ch'erano  in  palagio,  perocch^  alcuni  non  v'erano  venuti  ancora.  Mi- 
chele  di  Lando  mand6  a  praticare  con  loro,  che  gli  lasciassero  o  Tuficio,  o  li  doni,  qualunque 
volessero.  A  nulla  assentieno;  e  poi  si  rec6  solo  allo  pennone,  e  non  volere  altro.  Non 
vollon  fare,  per  certo,  se  pure  il  pennone  gli  si  fusse  lasciato,  a  loro  rimanea  la  signoria.  25 
Veduto  che  non  gli  lasciavano  nulla,  si  ristrinsero  insieme  nella  cappella,  e  quivi  giurarono 
in  sullo  Crocifisso  di  tenere  segreto  loro   oppinione,  che  niuno  Ciompo  non  saprebbe  nulla. 


RuBRiCA  804*  —  Cofnc  si  fece  trattato   contro   agli  Otto  di  S.  Maria   Novella  c  contro   al 
'pofolo  minnto,  e  come  furono  rotti. 

La  sera,  veggendosi  i  Priori  fatto  il  giuramento,  mandaro  di  fuori  mess.  Benedetto  degli  30 
Alberti,  che  fu  airordine,  a  dare  ordine,  che  il  mercoledi  mattina  la  notte  del  martedi  avesse 
serrate  le  porti  di  Firenze,  e  con  lettere  de'  signori  manifestato  che  egli  volieno  gente,  e  il 
mercoledi'  alValba  fussino  in  Firenze  e  cosi  di  molti  altri.  Delli  buoni  uomini  poco  conto 
si  potea  fare,  perocchfe  tutti  se  n'erano  iti  in  contado,  e  chi  in  castella  e  sgombro  le  loro 
case.  Di  che  i  mercatanti  ancora  la  loro  mercatanzia  chi  in  fortezze,  e  chi  in  Pisa,  e  chi  35 
in  Bologna  avea  mandato.  II  lunedl,  avendo  ordinato  per  lo  contado  maudarono  per  gli  buoni 
artefici  e  mercatanti,  ed  avvisarli  che  questi,  ch'erano  detti  gli  Otto  del  popolo  del  loro  Iddio, 
guastavano  la  citta,  ed  ogni  di  erano  airarme,  e  quello  che  avevano  fatto  giurare  loro;  e  cli'egIino 
avieno  il  terzo  degli  ufici,  che  bene  dovea  loro  bastare,  e  dissono,  stessero  avvisati.  Alli  mer- 


1 

) 

I 


I.  che  certi  dl  loro]  che  Arti  di  loro  /.  —  4.  targia]  targa  G.  R.  —  9-10.  con  seguito....  altri]  ben  seguito 
dagl!  arteficl  e  dagli  altri  G.  R.  —  I3.  Dl  che]  omm.  A.  —  i6.  dissono]  si  dissono  G.  R.  —  20.  comecch^]  che  come  G.  R. 
—  ai.  promissono]  prometteano  G.  R.  -  rivennono]  tornarono  A.  —  ai.  Priorl]  omm.  G.  R.  —  22.  o  l'uficio]  l'uficlo 
G.  R.  —  24-25.  altro....  certo]  altro;  nulla  fu  e  per  certo  G.  R.  —  30.  £atto]  omm.  G.  R.  —  31.  la  notte  del  raartedl] 
omm.  A.  —  32.  dei  signori]  omm.  A.  -  che  essl]  che  i  signori  A.  —  33-34»  alba ....  si  potea]  alba  venisse  dentro  con 
Ipta  e  cos\  degll  altri  delli  buonl  uomini,  poco  quanto  sl  potea  G.  R.  —  32.  poco  quanto]  per6  quanto  /.  Bvidtntt 
error*  di  Uttura,  come  prova  /«  lezione  A.  riferita  nel  testo  —  35.  mercatanti]  meicantl  G.  R.  —  36.  mandarono] 
mandato   G.  R.  —  38.  quello  che  aTeyano  fatto]  quello  teneano  fatti  G.  R. ;  teneano  /. 


lA.  1378]  CRONACA  FIORENTINA  333 

canti  ed  agli  artefici  spiacea  il  modo  loro,  perocche  non  faceano  nulla,  ancora  che  non  ricorda 

vano  nh  artefici,  ne  nulla  in  loro  faccende,  se  non  il  popolo  minuto,     E  infra  TaltTe  leggi,  che 

fatte  aviano,  era  un  ordine  tutti  i  consoli  dei  consolati  con  i  dieci  consiglieri  eletti  a  lor  modo 

potessero  privare  degli  ufici  del  Comune  e  deirArti  cui  loro  piacesse.  Questo  faceano,  acciocche 

5  li  discepoli  f ussono  li  signori  e  gli  uficiali  e  none  i  maestri ;  e  consoli  erano  tutti  quasi  discepoli, 

perocchfe  quando  s'arse  le  borse  de'  Priori  e  degli  altri  ufici,  si  fece  il  simile  de'  consolati, 

e  come  si  riformassero  i  consolati  fu  che  quasi  tutti  i  discepoli  deirArti,  piu  che  li  roaestri, 

v'erano  per  consoli.'     Missero  i  Priori  a  vedere  a'  buoni  artefici,  come  questi  Ciompi  volieno       /,  x.  n 

fare  loro  capitano   mess.   Bartolommeo   di   Smiduccio  da  Sanseverino.     A  costoro   fu   quasi 

.  10  verisimile,  perocchfe  Tavieno  onorato  e  ben  veduto ;  e  oltre  a  cio,  se  vero  era,  si  disse,  non 

j       so,  ch'egIino  intendeano  correre  la  Terra,  e  rubarla  e  cacciare  e  uccidere  tutti  i  ricchi  e  li 

j       buoni  uomini,  e  torsi  la  loro  roba,  e  murare  e  steccare  le  bocche  delle  vie,  e  ridurre  la  cittk 

a  piccolo   compreso:  tiravano  la  casa  degli  Spini  e  tutta   Porta  rossa  dal   rigagnolo  in  qua 

'       e  lo  Garbo  ed  il  palagio  del  Podesta,  e  oltre  da  S.  Firenze  al  Castel  Trafonte ;  ed  in  questo 

15  picciolo  cerchio  farsi  forti  con  questa  roba,  poi  vender  la  citta  a  chi  piii  ne  desse,  e  andarsene 

con  questa  roba  a  Siena,  e  quivi  stare  e  abitare  con  loro  ricchezza.     Gli   artefici   furono  la 

notte  in  gran  bisbiglio;   mostra  che   queste   cose  si  sentissero.     Di  che  la  notte   gli  Otto   di 

S.  Maria  Novella   s'armaro;  armati  mandarono  a'  Priori  a  farli  giurare  da   capo,  e  a  quelli 

Priori  che  non  avieno  giurato  e  a  collegi.     Venuti  in  palagio  due  di  loro  ed  il  loro  notaio, 

20  subito   furono   richiesti  li  Priori   nuovi  e  vecchi,   e  ci6  fu  il  martedi   mattina,   a'   di   ultimo 

d'agosto  1378.  Essendo  insieme,  li  cominciarono  a  rassegnare,  e  come  non'  rispondieno  com'e'  /,  x,  »3 
volieno,  subito :  "  Ove  sei  ?  ,  con  tanta  arroganza,  che  parea  loro  essere  signori.  Quando  questi 
ebbono  rassegnati  i  nuovi  e  i  vecchi,  dicendo  ch'e'  giurassero,  Michele  di  Lando,  gonfalonieri 
di  giustizia,  disse:  "  Aspettate  un  poco,  ch'io  torno„,  e  subito  s'and6  nella  camera  a  armare, 
23  e  torn6  fuori  gridando :  "  Ove  sono  i  traditori  ?  „  ;  trae  drieto  a  costoro  con  una  spada  ignuda 
in  mano  e  giunsegli  in  capo  della  scala,  e  da  a  uno  in  sulla  testa,  e  fallo  tombolare  giii  per 
la  scala,  e  trov6  uno  povero  fante  che  recava  vino,  e  percosselo  in  modo  che  il  fante  cadde 
adrieto,  e  subito  mori;  e  percosse  raltro  collo  stocco,  e  credendogli  dare  per  gli  fianchi, 
gli  dife  nel  braccio.  Seguito  dalla  famiglia  della  casa,  appena  lo  poterono  raffrenare,  che 
30  con  sue  mani  non  gli  uccidesse.  Pure  levatisigli  dinanzi,  furono  presi,  e  messi  sotto  la  scala, 
e  la  novella  ando  a  S.  Maria  Novella.  Di  che  la  brigata,  che  sapea  bene  non  dovere  avere 
quello  che  volea,  comincio  a  sonare  a  S.  Paolo;  e  S.  Friano  rispotidere,  e  S.  Giorgio  e 
S.  Niccol6  e  Belletri  e  S.  Ambrogio,  e  ultimamente  si  raccolsero  a  S.  Friano.  I  Priori,  sentendo 
questo,  mandarono  airArti  e  a'  gonfalonieri,  e  sonarono  a  martello;  e  in  poco  tempo  la  piazza 
35  fu  piena,  e  TArti  furono  con  gli  gonfaloni.    Di  che  subito  il  gonfaloniere,  credendo  trovar  e  la 

brigata  in  S.  Maria  Novella,  n'aiid6  col  gonfalone  della'  giustizia,  e  in  questo  mezzo  i  Ciompi  /,  x.  a 
vennono  in  sulla  piazza  colla  insegna  delFAngelo,  gridando:  "  Viva  il  popolo,  eTArti,.  Di 
che  mutato  verso,  e'  posersi  in  suUa  porta  del  palagio,  di  verso  la  Condotta,  e  quivi  si  ridussero, 
e  ogni  uomo  aspettava  il  comandamento  di  palagio  di  cominciare.  I  Priori  non  credetteno 
10  cominciare  quello  di,  perchfe  aspettavano  gente  di  fuori  per  la  mattina  vegnente,  per  avere 
il  giuoco  vinto.  Di  che  ogni  uomo  era  stracco  neirarme,  ed  i  gonfaloni  delle  compagnie 
avieno  preso  le  bocche  della  piazza,  e  molti  de*  balestrieri,  soldati  del   Comune,  era  loro 


3.  con]  se^-MO  di  lacuna  in  G.  R.;  co'  /.  —  5.  e  gli  uficlall]  omm.  A.  e  -  none  1]  e  non  gli  G.  R.  —  9.  San- 
severino ....  fu]  Sanseverino.  Detto  fu  G.  R.  —  11.  cacciare  e  uccldere  tutti  i  ricchi]  chiamare  e  uccldere  tuttl  1  rlc- 
chi  /.  —  13.  compresol  compenso  A.  —  15.  vendere]  venderemo  A.  —  18.  e  a  quelli]  e  quelll  G.R.  —  19.  e  a  collegi] 
e  ii  collegi  G.  R.  —  3i.  cominciarono]  cominci6  A.  —  2a.  loro]  omm.  G.  R.  —  23.  vecchl....  glurassero]  vccchl 
Priori  dissono  che  giurassono  —  25.  tradltori.. ..  loro]  traditorl?  Dl  subito  con  una  spada  d&  dletro  a  ioro  G.  R. 
—  j6.  e  fallo  tombolare]  e  quegli  torabola  G.  R.  —  27.  povero. . . .  Taltro]  povero  frate,  chc  recava  vino,  ftel  cadere 
sl  percosse  in  esso,  lo  frate  cadde  addietro  e  subito  fu  morto;  e  percuoti  l'aUro  G. /f.  —  34.  sonarono.. ..  pia«xa] 
sonarono  a  stormo,  e  in  eflTetto  la  plazza  G.  R.  —  38.  mutato]  mutaron  A. 


334  CRONACA  FIORENTINA  lA.  i37a] 


I 


moatrato  ch'c'  dovieno  ubbidirc  a'  Priori,  ed  erano  ubbidenti  con  gli  gonfalonL  Lo  gonfa- 
lontere  tom6,  ed  era  ito  cercando  costoro  Oltrarno,  cd  eglino  erano,  com'fe  detto,  in  suUa 
piazza.  Di  che  il  gonfaloniere  scese,  e  mand6  a  rinfrescare  la  gente,  E  quando  venne,  in 
sulle  21  ora  e  li  Priori  mandarono  a  dire  a  tutte  l'Arti,  come  fu  ordinato,  che  dcssero  ie  loro 
insegne,  che  le  volieno  in  sullo  palagio;  l'Arti,  come  fu  ordinato,  subito  le  mandarono,  e  i 
Priori  lc  miescro  onoratamente  alle  finestre.  Di  che  poste  quelle  delFArti,  mandarono  per 
qucUa  de'  Ciompi,  ciofc  quella  deirAgnolo.  Quelli  non  la  vollono  dare.  Di  che  scese  giii 
Lioncino,  uno  de'  Priori  e  due  gonfalonieri  e  due  de'  Dodici,  e  chieserla  loro  con  mostrare,' 

/.  I,  i4        le  nobili  Arti  c  raltrc  avieno  ubbidito  al  comandamento  de'  Priori.     Questo  parve  loro  troppo 

gran  fastidio,   che   niuna  Arte   fosse   appareggiata   loro,  ed  ultimamente   con   parole   villane  10 
nogarono  di  darla.     I  Priori  cercavano  di  torre  loro  la  'nsegna  prima,  e  la  mattina   fare  le 
loro  faccende.    Lo  gonfalone  del  Lione  ad  oro  8'era  al  canto  degli  Antellesi,  ed  avea  fatto 
pavesata,  e  alla  Condotta  era  quello  delle  Chiavi  ed  il  Vaio,   e  simile   erono  in  concio   alla 
porta  de'  Signori,  da  S.  Piero  Scheraggio  era  lo  Lione  nero,  dalla  intrata   di  Vacchercccia 
era  la  Ferza  ed  il  Nicchio,  da  Santo  Romolo  era  la  Vipera  e  il  Lioncomo.     Uno  balestriere  15 
vide  tramezzare  pietre  in  sul  palagio  e  balestra,  prese   sospetto,  e  balestrb  in   sul   palagio. 
Uno  del  Lione  ad  oro   tese   per   dare  a  colui   ch'avea   balestrato  il   palagio.     Quelli   vidono 
tendere,  tesono  ancora  eglino;  e  cosi  colle  balestra  e  colle  lance  cominciarono  a  badaluccare. 
II  popolo  pricme  il  palagio,  gitto  pietre  a'  Ciompi,  ch'erano  in   sulla   ringhiera,  e  premendo 
il  popolo  addosso,  questi  comincio  a  rinculare  per  la  via  de'  Magalotti.     La  famiglia  deirAs-  20 
secutore  cominciarono  a  trarre  pietre;  la  brigata  si  ruppe,  e  pure  si  ritenne  a  casa  i  Magalotti. 
II  Lione  nero  sentendo  ch'erano  in  rotta,  tir6  giu  da  S.  Piero  e  dalle  Gabelle  e  da'  Leoni. 

/,  X,  53  Quando  costoro  si  vidono  addosso  costoro  sl  ruppono,'  che  non  tennono  cinghie.  Ed  essendone 
rincliiusi  in  palagio  del  Capitano  alcuni,  se  n'uscirono,  e  mescolarsi  con  gli  altri.  E  chi  non 
si  difese,  non  gli  fu  detto  nulla.  Cavalc6  la  brigata  de'  soldati,  ch'erano  in  piazza  venuti  infino  -- 
il  dl  e  i  gonfaloni,  cercando  per  le  borgora;  e  questi  erano  per  gli  campi  e  per  le  case,  e 
chi  per  Arno  s'era  uscito  fuori;  e  cosi  si  ruppono,  e  furne  morti  nella  zuffa  forse  sei,  e  feriti 
forse  diciotto.  E  riposarsi,  e  ceno  la  brigata;  e  li  soldati  furono  in  piazza  la  notte,  ed  i 
gonfaloni  a  casa  i  gonfalonieri,  perche  si  disse,  si  cercavano  di  ragunarsi  i  Ciompi  in  sulle 
quattro  ore.  I  Priori  per  farli  dileguare  subito  feciono  sonare  le  campane  a  martello  tutte,  30 
e  quelle  delle  chiese,  acciocche  ogni  uomo  stesse  desto  la  notte.  E  cercarono  le  brigate 
tutta  la  citta,  e  chi  meglio  si  pote  fuggire,  meglio  si  dilegu6  la  notte  di  Firenze  e  del  contado. 
Poi  per  cacciarli  piu,  usci  la  mattina  vegnente  fuori  i  soldati,  ed  altri  de'  gonfaloni  a  cercargli, 
e  non  trovarono  se  non  uve,  alle  quali  chi  rebbe  presso  un  miglio  a  quelle  porti,  donde  8'usci, 
vendemmi6  per  modo  che  poche  tina  n'empi^  di  poi.  35 

/  X,  56       RuBRicA  805*  —  Come^  i  nuovi  Priori  ■presono  Foficio,  e  come  s'ordino. 

Nel  detto  anno,  cio^  nel  1378,  il  primo  dl  di  settembre,  i  detti  Priori  tratti  primi  delle 
borse  tre  dellc  Arti  vir  maggiori  e  scioperati,  tre  del  14  minori  Arti,  tre  del  popolo  minuto 
delle  tre  Arti,  a  cui  era  toccato  per  furia  e  volonth  il  gonfaloniere  della  giustizia.  La  mat- 
tina  Michele  di  Lando  con  gli  compagni  commissero  uno  errore,  dicendo  che  avieno  giurato  40 
Toficio  rimettere  nelle  mani  di  Cui  s'ordinas8e  per  gli  sindachi,  e  cosi  volieno  fare.  Non 
vollero  uscire  nello  consueto   luogo  alla  ringhiera,  ma  in  sulla  sala  della  audienza  dierono 


6.  quelle  dell'Artl]  omm.  A.  —  9.  de*  Priori]  de'  nostri  Signori  G.  R.  —  i).  dei  Lionej  ad  oro]  del  llone 
d'oro  A.  —  13.  erono]  era  G.  R.  —  18.  ancora]  omm.  G.  R.  —  19.  prieme]  lacuna  G,  R.  —  io,  il  popolo]  /.  segna 
dopo  quttta  farola  lacuna,  ma  di  essa  non  i  Iraccia  ne  in  G,  R.  nr  in  A.  —  ai.  si  ritenne]  si  tenne  G.  R.  —  23.  addosso 
costoro]  addosso  c  a  coste  G.  R,  —  26.  11  d\\  do/o  qucsta  farola  l.  segna  lacnna,  di  emi  non  vi  i  segno  •«  in  G.  R, 
n*  in  A.  —  34.  presso  a  uno]  presso  uno  A,  —  35.  di  poi]  pol  G.  R.  ■  $ 


[A.  1378]  CRONACA  FIORENTINA  335 

il  gonfalone  in  mano  al  Ciompo,  e  giurato  Toficio  andarsene  a  casa,  dicendo:  "  Voi  siete  sei, 
e  questi  sono  tre;  fatela  voi  „.  Quando  il  popolo  vide  Michele  di  Lando  e  gli  altri  Priori 
fuori,  e  rimasi  i  Ciompi,  cominciarono  a  gridare:  "  Airarme,  alFarme;  a  terra,  a  terra  i  Ciompi„. 
Era  la  piazza  piena  e  il  romore  grande;  di  che  i  Priori  mandato  a  dire  che  in  S.  Piero 
5  Scheraggio  si  ragunassero  le  21  Capitudini,  e  diliberassono  quello  che  a  fare  s^avesse,  venendo 

nella  pratica,  si  dilibero  che  niuno  Ciompo  avesse  uficio;  ma  che  le  due  Arti  rimanessero,  /,«•57 
ciofe  quella  de'  Tintori  ed  altre  membra  e  quella  de'  Farsettai  ed  altre  membra,  e  che  i 
Priori  fossero  5  di  queste  16  Arti,  e  4  delle  7  maggiori  Arti  e  scioperati,  e  che  fosse  Tuna 
volta  Gonfalonieri  ne'  5  Priori,  e  Taltra  ne'  4;  e  questa  volta  fosse  ne*  5,  e  mandassesi  a 
10  terra  il  Gonfaloniere  ed  il  Priore,  ch'erano  di  questa  una  Arte  divietata.  E  dei  16  gonfa- 
lonieri  fossero  9  delle  16  Arti  e  7  delle  7  Arli  e  scioperati;  e  de'  12  buoni  uomini  fossero  7 
delle  minori  Arti  e  5  delle  maggiori  Arti  e  scioperati.  E  fatto  questo,  fu  riportato  in  pa- 
lagio  di  concordia  delle  Arti.  Bene  alle  maggiori  parve  essere  male  trattati,  ma  per  non 
fare  nuova  quistione,  che  non  era  tempo,  lasciarono  fare  cosi. 

15   RuBRiCA  806*  —  Come  furo  fatti  cittadini  a  trarre  i  Priori,  ed  altri  cittadim  a  scambio  loro. 

Nel  detto  anno  e  mese  e  di  diliberato  quello  ordine,  che  detto  e,  per  le  21  capitudini, 
portato  SU80,  diliberaro  i  CoIIegi  quello  ed  altre  cose.  E  subito  lo  popolo  comincio  a  gridare : 
"  A  terra,  a  terra,.  Di  che  a  Bartolo  di  lacopo,  vocato  Baroccio,  gonfaloniere  della  giu- 
stizia,  gli  fu  detto  che  il  popolo  non  lo  volea  n^  lui,  n^  gli  altri.     Egli  da  s^  era  uomo  di 

20  buona   condizione,   era   pettinatore   di  lana;  se  ne   usci   fuori   sano  e  sicuro,  e  raltro,   ciofe 

loanni  di  Domenico,  vocato '  Tria,  scardassieri.     E  fu  sonato  a  parlamento,  e  fu  conf ermato       A  x,  si 
in  parlamento  tutti  gli  ordini  detti  e  gli  altri.     E  come  fu  questo  parlamento,  cosi  fatti  furono 
gli  altri,  colle  spade  in  mano,  e  niuno  ordine  di  parlamento  si  fece,  come  si  dee  fare  ordi- 
nato,  ma  a  f uria.     Si  disse :   "  Volete  voi  cosl  ?  „ .    Ogni  uomo   dicea  "  si  „ ;  e  niuno  avrebbe 

25  osato  dire  no  per  la  vita.  E  rientrato  in  palagio  i  Signori,  e'  feciono  loro  squittini  degli 
ufici  grossi  e  vicariati,  che  non  erano  fatti,  e  delle  podesterie  grosse  e  di  Pistoia  susseguen- 
temente  nel  loro  ofizio;  e  'n  questi  grossi  ufici  si  missero  tanti  delle  16  Arti,  quanti  delle  7 
e  scioperati,  a  guazzo  insieme,  e  a  cui  toccava  la  sorte,  andava  nello  officio,  e  potea  essere, 
che  piii  volte  toccava  alle  16  allato  allato  il  Vicariato;  e  cosi  alle  7  che  non  era  cosi  degli 

30  altri  ufici ;  anzi  quando  sei  mesi  era  atato  delle  7  Arti  uno,  gli  altri  sei  mesi  si  traeva  delle 
1 6  Arti.  Li  Priori  tratti  in  luogo  di  costoro  di  sopra  e  del  Gonfalonieri  f urono  questi :  Fran- 
cesco  di  Chele,  rigattiere  per  lo  quartiere  di  S.  Spirito,  gonfaloniere  di  giustizia,  messer 
Giorgio  di  messer  Francesco  degli  Scali  per  quartiere  di  S.  Maria  Novella,  in  luogo  di  Gio- 
vanni  detto,  vocato  Tria,  e  Francesco,   predetto   gonfalonieri,  in   luogo  di   Bartolo  Barocci. 

35  E  finirono  l'ufficio  loro  insieme  con  gli  altri  loro  compagni  Priori. 

RuBRiCA  807*  —  Come  /u  fatto  giustizia  di  quelli  due  degli  Otto  di  S.  Maria   Novella,  c 
come  -per  la  detta  ragiotte  delPatto  fu  fatta,  c  come  si  /ece  fer  lo  estimo  ufidali  a  farlo. 

Nel  detto  anno  e  mese,   essendo   lo  Podest^  rimesso   nel  suo   pristino  ofizio,   di  che   di 
luglio  era  stato  tratto,  e  rubato,  fu  rimesso  il  terzo  di :  ma  non  era  stato  ristituito,  come  fu 
40  di  questo  mese,  nelle  sue  cose  e  nello   uficio  per   parlamento  a  lui  attrlbuito;  si   gli  furono 


13.  delle  ralnorl  Arti]  delle.'i6  Artl  G.  R.  -  delle  magglorl    Artl]  delle  7  G. /?.  —   14.  <*«  no»  "*  tempo, 

lasciarono]  che  era  pericoloso  lasciarono  A.  —  18.  a  Bartolo]  Bartolo  G.R.—  iyn.  far ftirlaj  fare.  Ordl- 

narono  raa  a  furia  G.  R.  —  33.  rientrato]  rientrarono  A.  —  J8-30.  officio....  sel  mesl]  uficlo  e  non  faceano  cort 
degli  altri,  perd  ehe  quando  sei  mesl  A.  —  35.  E  finirono ....  PrlorlJ  omm.  G.  R. 


336  CRONACA  FIORENTINA  £A.  137«] 


assignati  li  due  feriti  degli  Otto  di   S.  Maria  Novella  del   popolo  del  loro  Iddio,  li  quali 
furono  questi,  che  Michele  di  Lando,  gonfalonieri  ferl;  ci6  furono: 

Marco  di  ser  Salvi  dcl  popolo  di  S.  Reparata. 

Domenico  di  Tuccio,  chiamato  Tambo. 

II  podcsth  cra  Ugolino  di  Piero,  marchese  da  S.  Maria  a  Monte,  il  quale  con  diligenzia  j 
esaminato  che  motiva  era  la  loro,  ed  a  che  fine  feciono  quegli  Otto,  e  che  fu  loro  intenzione, 
pare  che  in  effetto  fusse  quefito:  che  eglino  voHeno,  questi  Otto,  potessero  stare  in  palagio 
di  e  notte,  siccome  volessero,  ed  essere  alle  diliberazioni  loro,  ed  interporsi  ad  esse,  come 
di  loro  piacere  fusse,  e  poi  sempre  vi  fossero  a  quello  mudo,  di  priorato  in  priorato,  per 
avere  i  Ciompi  tutto  il  regginiento.  Fatto  il  Podesta  Tesaminatione,  fece  loro  tagliare  la  testa  ln 
y,  X,  »0  in'  sulla  piazza  de'  Priori  a  vespro  a  dl....  (lactind)  di  settembre.  E  poi  per  la  confessione  di 
costoro  e  d'aUrc  informazioni,  diede  bando  a  molti,  li  quali  parte  condanno  nella  persona,  e 
parte  nelPavere  e  nella  persofia,  secondochi  appit  porremo  ordinatamente,  e  dove  porremo  il 
popolo,  donde  fusse  per  meglio  conoscere: 

Simone  d'Andrea  13 

Marco  Danzini 

Messer  Guido  Bandiera,  cavaliere  de'  Ciompi 

Mezza  di  lacopo  di  Mezza 

Anibaldo  di  Bernardo  Strozzi 

Ser  Agnolo  Latini,  notaio  degli  Otto  di  S.  Maria  Novella 

Messer  Luca  di  Totto  da  Panzano 

Maestro  Andrea,  medico  delle  Stinche 

Guasparre  del  Ricco,  che  fu  gia  crociato  Tanno  del  LIII 

Matteo  di  Turino  )  1      ..  o    t 

A    j         j-  /—  •    j  ..     T>  popolo  di  b.  Lorenzo 

Andrea  di  Giovanni,  detto  Rocca    \ 

Baldo  di  Niccolo,  beccamorto 

Matteo  Piccardi,  popolo  di  S.  Paolo 

Antonio  di  Giovanni,  tavemaio       |  1     j-  o    t.- 

lacopo  del  Testa,  vocato  Testinella  /  P°P°'°  ^^  ^'  ^'"^  Magg.ore 

Salvestrino  del  Teghia,  popolo  di  S.  Ambrogio 

Francesco  di  Bartolo,  popolo  di  S.  Reparata 

Sandro  di  Feduccio,  detto  Ghianda,  popolo  di  S.  Maria,  condannati  nel  capo. 

'>  ^  <■!  Biagio '  di  Francesco 


Talento  di  Pacco 

Domenico,  detto  Musson 

Michele  di  Piero  Picchini 

Agnolo  di  Cenni 

Fiore  di  Bartolo 

Zanobi,  suo  figliuolo 

Piero  di  Cino 

Pagolo  Boddi,  e 

Pozzetto  8U0  figliuolo 

Nofrio  di  Cinello,  popolo  di  S.  Firenze 

NiccoI6  di  Bartolo,  popolo  di  S.  Simone 


popolo  di  S.  Lucia  d'Ognissanti 

35 


popolo  di  S.  Friano 


40 


I.  del  popolo  del  loro  Iddlo]  omtn.  A.  —  8.  interporsl....  come]  interporsi  ed  essere  come  G.  R.  —  lo.  reg- 
glmento....  fece]  reggimento.  Di  che  egli  le  fece  A.  —  ii.  la  lacuna  di  G.  R.  e  di  A,  e  supplita  da  I.  con  la 
teorta  di  altra  cronaca;  a  d\  5  —  13-14.  ordinataraente . . . .  conoscere]  otnm.  G.  R.  —  20.  di  S.  Maria  Novella] 
omm.  G.  R.  —  33.  l'anno  del  LIIIJ  omm.  A.  —  35.  Musson]  Muss^  G.  R.;  Mussu  /.  —  40.  Pozzetto]  Pezzato  G.  R. 
41.  Cinello]  Agnello  G.  X. 


[A.  1378]  CRONACA  FIORENTINA  337 

Luca  del  Melano 

Bartolommeo  del  Grasso,  fomaio 

Niccolo  di  Betto,  tintore,  popolo  di  S.  Piero  Gattolino 

Donnino  di  Donnino  da  S.  Donnino 

Bartolommeo  Barocci,  popolo  di  S.  Romeo 

Luca  di  Guido,  vocato  Migliuzza. 

Tutti  i  soprascritti  furono  condannati  neiravere  e  nella  persona. 

Li  detti  Priori  delli  detti  due  mesi  con  ogni  diligenzia  s' ingegnarono  di  rappacificare 
la  citta,  e  fare  gli  artefici  e  mercanti  lavorare,  e  attendere  a'  loro  fatti,  ed  elessero  uficiali 
a  fare  Testimo,  e  per  sei  mesi,  come  che  poi  si  crebbe  loro  presso  che  due  mesi  di  termine, 
e  pure  si  fece,  e  compiessi.  E  diliberarono  questi  Priori,  gli  ordini  fatri  per  gli  Consigli 
sopra  lo  Monte  non  valessero,  e  rendessesi  lo  'nteresso :  e  dove  i  denari  del  Monte  valeano 
a  13'  per  centinaio,  salirono  a  24  in  pochi  di.  E  diliberarono  ancora  che  a  messer  Salvestro  i,  »,62 
noii  fusse  potuto  torre  la  rendita  del  Ponte  vecchio,  nh  a  messer  Tommaso  di  Mone  la  piazza 
di  Mercato  vecchio,  e  ciascuno  di  loro  ebbono  la  possessione  e  rendita.  E  /continuossi  in 
Firenze  uno  uficio  di  tutti  i  Consoli  e  Capitudini  di  concordia,  che  gli  posero  nome  gli  Ufi- 
ciali  della  Guardia  senza  alcuna  balia,  ed  erano  otto,  li  quali  attendeano  alla  guardia  e  alla 
foresteria  della  citta  e  del  contado.  Ed  elessero  due  Bargelli  con  mero  e  misto  impero,  con 
100  fanti  e  10  uomini  a  cavallo  ed  altri  uficiali;  ed  uno  fu  lo  conte  Giovanni  figliuolo  del 
K)  conte  Bandino  di  Monte  Granelli  dei  conti  Guidi ;  Taltro  fu . . . .  (lacufta)  da  Faenza.  E  man- 
d£u-ono  la  elezione  del  Capitanato  del  Popolo  a  messer  Cante  di  messer  lacopo  Gabrielli,  il 
quale  ebbe  grandissima  balia;  e  venne  a'  di  8  di  marzo. 

RuBRiCA  808*  —  ^uesti  sono  i  Priori  della  detta  borsa  fer  iiovcmbre  e  dicembre,  ed  il  gon- 
faloniere  della  giustizia. 

?5  Nel  detto  anno  del  Signore   1378   a'  di  28  d'ottobre  si   trassero  li  nuovi  Priori  per  gli 

seguenti  due  mesi,  cioe  novembre  e  dicembre,  e  il  gonfalonieri  di  giustizia  tocco  a  sorte  a 
trarre  del  quartiere  di  S.  Croce ; '  de'  quali  tratti  tutti  gli  gonfalonieri,  che  f urono  8,  niuno  vi       i,  x,  u 
fu  che  fusse  sanza  divieto.     Di  che  per  riformagione  convenne  si  facesse;  e  tolsero  Andrea 
di  messer  Francesco  Salviati;  e  questi  sono  i  Priori: 

Rosso  di  Piero,  caligaio 

Dominico  di  lohanni,  forbiciaio 

Luigi  di  Lippo  Aldobrandini 

Agnolo  di  Puccio,  cappellaio 

Modesto  di  Geri,  sellaio 

Romolo  di  Marco,  albergatore 

Andrea  di  messer  Francesco  Salviati,  gonfaloniere  di  lustizia 

Ser  Tommaso  Redditi,  loro  notaio. 

RuBR.  809*-  Comefurono  fresi  certi  cittadini  fer  trattato,  c  ordinossi  difare  Vestimo  della  citth. 
Nel  detto  anno  e  mese  eletti  furono  64  cittadini  a  fare  restiino  de*  cittadini;  e'  Priori 


6.  MlgHuzaa]  Viglezza  A.  —  7.  Tutti....  persona]  omm.  G.  R.  —  9.  attenderej  andare  G.  R.  —  10.  di  ter- 
mine]  omm.  A.  —  n.  e  pure  si  fece]  omm.  A.  —  14.  non  fuise  potuto]  non  era  potuto  G.  R.  —  16.  CapitudlnlJ 
capitani  G.R.  —  17.  guardia....  attcndeanoj  guardia  cio4  otto  sanza  alcuna  baila  attendeano  ^.  18.  foretteria 
della]  foresteria  la  guardia  delia  G.R.  —  19.  fanti  e  10  uoinini]  fantl  ed  uonilnl  G.  R.  —  ao.  GrBnelH . . . .  GuWI] 
Granelli  detti  Guidi  G.  R.  -  J3.  grandissima]  grande  G.R.-i  di  marzo]  7  dl  marzo]  7  di  marzo  G.  R.  —  35.  38J 
omm.  A.  -  38.  facesse....  Andrea]  facesse,  e  fu  Andrea  A.  -  30-33.  1  lumi  dei /rimi  yuaitro  /riori  im  G.  R.  son» 
in  latino  —  31.  forbiciaio]  fornaciarlus  G.R. 

T.  XXX,  p.  I  —  aa. 


338  CRONACA  FIORENTINA  fA.  137»] 


atteoero  a  fare  loro  farlo;  a  cui  tempo  furono  de*  grandi  binbigli  per  la  citt^;  e  le  compagnie 

di  fuori  sl  faceano;  e  credo,  se  non  fusse  la  mossa  di  messer  Bemabo  Visconte,  che   fece 

i,*,ti        guerra  a  quello  della  Scala,  noi'  avevamo  affanni,  e  Taltro  tutta  la  nostra  brij^ata  nimica;  e 

molte  novelle  vennono  di  nuovo:  ciofe  lo   scendere  del  Re   d'Ungaria  addosso  a'  Viniziani, 

10  quale  dovea  venire  a  primavera;  e  simile  la  elezione  dello  Re  dei  Romani,  messer  Lan-     5 
zelao,  re  di  Boemia,  figliuolo  di  Carlo  imperadore.     In  questo  tempo,  messer  Fantino  di  Vi- 
negia  podestk  era  a  Firenze;  al  quale  si  fu  dato  il  Migliore  di  Vieri  Guadagni  e  Benedetto 

di  Simone  Peruzzi  e  Conticino  di  Bartolommeo  de'  Medici,  a'  quali  si  disse  ch'erano  in  trat- 
tato.     Di  che  il  podestk  gli  esaminb,  e  tennegli  gran  tempo,  poi  li  lascib.     Dissesi  di  certo 
che  sapieno  trattato,  ma  per  difetto  del  podesth,  o  per  sua  non  molta  pratica,  non  gli  volle   10 
molestare,  pure  li  lasci6  senza  alcuna  novitk  fare  loro.     Di  che  per  questo  si  disse  che  fe- 
ciono  poi  trattato  certi  di  loro,  come  qui  appi^  faremo  menzione. 

RuBRiCA  810*  —  Come  si  scofcrsc  uno  trattato  in  Fircuzc,  fer  lo  quale  fu  tagUato  la  testa  a 
tnesser  Ghirigoro  e  ad  altri,  e  molti  vi  furono  in  questi  condannati. 

Dipoi  si  lev6  in  Firenze  una  maniera  di  gente  a  f are  trattato  contro  lo  stato,  sotto  titolo  I S 
/,  X,  65  di  Guelfi;  ultimamente  venne  infino'  a  questa  parte,  che  la  vigilia  della  Pasqua  di  Natale 
aveano  ordinato  di  ragunarsi  in  sulla  piazza  degli  Spini,  e  quivi  armarsi,  ed  i  Ciompi  con 
altri  cittadini  e  contadini  essere  alle  porte,  e  questi  correre  la  Terra,  dicendo :  "  Viva  il  po- 
"polo  e  Parte  guelfa„:  ed  ire  per  la  Terra,  e  vincerla,  ed  una  parte  n'andavano  alla  porta 
al  Prato  a  romperla,  e  raettere  dentro  la  foresteria.  Questo  fu  sentito,  e  furono  certi  presi,  20 
infra'  quali  messer  Ghirigoro  di  Pagnozzo  Cardinali,  lo  quale  per  nazione  era  de'  Torna- 
quinci,  ma  era  stato  di  pochi  anni,  fatto  di  popolo,  e  mutato  soprannome  Cardinali.  Preso 
martoriato  e  confessato  ed  ultimamente  gli  f u  mozzo  la  testa  a'  di  30 . . . .  (lacuna)  negli  anni 
di  Signore  1370  e  molti  altri  inquisiti  per  questo  trattato  e  sbanditi.     Infra'  quali  fu  tagliato 

11  capo  con  messer  Ghirigoro  a  Salvestro  di  Tanuccio  del  popolo  di  S.  Piero  Maggiore,  li  quali  2f 
per  lo  Asseguitore  in  parte  con  gli  predetti,  e  parte  per  lo  Podesta  e  Capitano  furono  con- 
dannati  per  Tavere  e  per  la  persona  per  Fino,  Esecutore  di  Firenze. 

/,  jt,»»  Questi'  sono  gli  condennati,  di  cui  non  si  fece  esecuzione  per  Fino,  Esecutore  predetto. 

Talano  di  messer  Luigi  Cavicciuli 

Bemardo  di  Lippo  di  Cione  del  Cane  3( 

Piero  di  Fornaino  de'  Rossi 

Bemardo  d'Antonio  di  Niccol6  Ridolfi 

Mariano  di  Lando  d'Antonio  degli  Albizi 

Tommaso  di  Rinieri  Cavalcanti 

Niccol6  di  lacopo  Bordoni  3;: 

Vanni  di  Lapo  Rucellai 

Cenni  di  Naddo  Rucellai 

Alesso  di  lacopo  degli  Albizi 

Giovanni  di  Vannicello  da  Viterbo 

Giovanni  di  Bartolo  Biliotti  4( 


I.  f*rlo]  /acmma  <V»  G.X.;  fatti  /.  —  5-6.  Lanzelao]  Venceslao  /.  —  8-9.  si  disse....  trattato]  si  disse  do- 
Tero  senUre  trattato  G.  R,  —  9.  il  podesta]  esso  G.  R.  —  10.  sapienoj  sentirono  G.  R.  -  del  podesti]  »mm.  G.  R. 
-  Tolle]  omm.  A.  —  11.  pnre  11  lascI6]  ma  lasclogli  A.  —  11-12.  dlsse  che  feciono]  disse  egHno  feciono  G.  R.  — 
33.  e  confessato]  omm.  G.  R.  •  la  laeuna  e  suffUta  da  I. :  del  mese  dl  dlcembre  —  »6-27.  e  Capitano . . . .  dl  Firenze] 
e  parte  per  lo  capiteno.  Quelll  li  quali  condenni  lo  Esecutore,  ci6  fu  Fino  di....  da  Perugia,  lo  quale  com'fc  detto 
fece  tagliare  la  testa  a  messer  Ghlrigoro  predetto.  Di  sotto  sono  li  condannati  G.  R.  —  34.  di  Lando  d'Antonio] 
«MM.  A.  —  36.  Rucellal  emm.  G.  R. 


(A-  1378]  CRONACA  FIORENTINA  339 

Bartolommeo  di  Niccol6  Ridolfi 

Guerrieri  di  Tribaldo  de'  Rossi 

Giovanni,  suo  figliuolo 

Andrea  di  Segnino  Baldesi 

5  Adoardo —  {lacutta)  de'  Pulci 

lacopo  di  Boccaccio  Brunelleschi 

Matteo,  e  \    ,  „     ^    ,      „. 

^.  .     (  dello  Scelto  Tmehi 

Giovanni     >  ° 

Ugolino  di  Noldo  Gherardini 
10  Bernardo  Beccanugi  e 

lacopo,  vocato  Moscone,  figliuolo  suo 

Matteo  di  Francesco,  chiamato  il  maestro  Calcina 

Checco  di  Sano 

Nanni  di  Currado 
15  Lionardo'  di  Lorenzo  /  x  »r 

Bartolommeo  di  Grazia 

Davizzo  di  Giovanni 

Matteo  di  ser  Baldo 

Meo  Davizzo 
20  Antonio  di  lacopo  Perotti 

Pussignano  di  Currado  da  Cinciano. 

E  tutti  questi  di  sotto  condannati  neiravere  e  nelle  persone  per  lo  detto  Fino,  E^cutore. 

Niccolo  Brunetti,  legnaiuolo 

Piero  di  lacopo,  detto  Cappellina 

25  Niccolb  di  GiOvanni 

Lo  Scheggia  di  Camaldoli      popolo  di  S.  Felice  in  Piazza 

Lorenzo  d'AgnoIo 

Nanni  di  Bucarello  t  1     j.  c    t 

»/r    .•       j-.i^      11      f  popolo  di  S.  Lorenzo 

Martino  di;CareIIo   >  *^  ^ 

30  Carlo  di  Biagio  Lapini 

Niccol6,  e 

Cecco,  e 

Domenico  di  Tommaso 

Matteo,  detto  MatteruUa 
35  Tano  di  Scotto,  popolo  di  S.  Piero  Gattolino 

Lorenzo  di  Benedetto,  vocato  fabro 

Salvestro  del  Melana. 

Condennati  per  lo  detto  Esecutore: 

Messer  Benghi  Buondelmonti  per  rompere  i  primi  confini  la  prima  volta  in  fiorini  1050  d'oro 
40  Luca'  di  Piero  di  Filippo  degli  Albizzi    J  /,  x,  »1 

Ramondino  Vecchietti 

NiccoI6  d'Andrea  di  Lippozzo  Mangioni 

Bingieri  di  Piero  Rucellai  \  in  fiorini  2000  doro. 

Matteo  di  lacopo  Arrighi 
45  Conte  di  Bartolommeo  de*  Medici 

lacopo  di  messer  Rinieri  Adimari 


popolo  di  S.  Simone 


II.  rocato  Moacone]  omm.  A.  —  la,  chtamato  il  maettro]  omm.  A.  —  30.  Perottl]  Penetl  G,  R.  —  30.   L«- 
pinl]  Lione  i4.  —  43.  2000]  it,<x>  A. 


340  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1378] 


1« 


Li  quali  condcnnati  furono  con  questa  condizione,  che  se  non  pa^assero  infra....  {lactoia)  stea- 
sero  a'  coniini  sei  anni,  dove  egli  loro  piacesse,  di  lungi  a  Firenze  100  miglia,  e  rappresen- 
tasseroi  ogni  dl,  ed  il  mese  mandasacro  la  carta  della  rappresentazione  a  Firenze,  e  in  caso 
non  lo  facessino,  rimanessimo  condannati  cd  in  bando  del  capo. 

Questi  condennati  per  lo  detto  trattato  dallo  predetto  Fino,  Esecutore,  nclle  infrascritte     5 
quantith  e  stare  messi  in  conlini  dalle  70  miglia  in  la  tre   anni,   ed  ogni   di   rassegnarsi,  rd 
una  carta  il  mese  a  Firenze,  a  condizione  del  capo: 

Tribaldo  di  Guerrieri  de'  Rossi 
'  Domenico  di  Giovanni  Tassinaia 

Giusto  del  Citema  da  S.  Piero  Maggiore 
Lorenzo  di  ser  Giovanni,  detto  Schiavo 
/,  X,  6»  Branca '  d'Amerigo,  pezzaio 

Benedetto,  chiamato  Scaffo  ^  in  lire  1000. 

Simone,  detto  Cinarello 

Brancazio  di  Perogio 

Bemardo  d^Andrea,  corazzaio 

Rinaldo  di  Stefano  da  Monte  Lupo 

Bartolomeo  di  Giotto  Pemzzi  j 

'4 

Essendo  per  lo  dctto  trattato  incolpato  Filippo  di  Fornaino  de'  Rossi,   fu  preso  per  lo  j 

conte  Giovanni  defensore,  e  si  gli  fu  tagliato  la  testa  a  lui  ed  a  Filippo  di  Rinaldo  ed  al-  2^ 
cuno  altro,  e  condannati  per  trattato  per  lui  medesimo  neiravere  e  nella  persona  tutti  quclli 

dallato,  e  quasi  come  fusse  altro  trattato,  non  so  se  fu,  ma  mal  volontieri,  si  dice,  lo  facesse  i 

per  lo  Conte,  ma  per  paura  lo  fece,  perocchfe  si  avea  lasciato  fuggire {lacuna)  da  Panzano  ^ 

di  prigione.  * 

Questi,  che  fieno  scritti  qui  appi^,  furono  condannati  per  lo  detto   trattato   per   messer  25 
Fantino  da  Vinegia,  podestk  di  Firenze. 

Michele  di  Lionardo,  popolo  di  S.  Lucia  Ognissanti,  neiravere  e  persona 

Ser  Nofrio  di  ser  Piero  di  ser  Grifo  ) 

Bese  Magalotti  j  condannati  nella  persona 

NiccoI6  di  Berto  Bardi  30 

Luca  del  Melano 
Meo  del  Grasso 

Tommaso  di  Viterbo,  popolo  di  S.  Ambrogio 
Giovanni  dello  Scelto  Tinghi 
/.x.  70  Domenico'  di  Filippo,  popolo  di  S.  Pier  Maggiore  35 

Marchetto  di  Minaccio,  popolo  di  S.  Maria  Novella,  condannati  neiravere  e  nella  persona. 
Filippo  di  Piero  Anselmi,  condannato  a  stare  a*  confini  dalle  500  miglia  in  Ik,   anni   5 
e  lire  1000. 

Fatte  le  dette  condennagioni,  o  parte,  che  s'inquisiva,  si  tenne  uno  consiglio  di  richiesti, 
dove  si  pratic6.     E  udito  che  lo  Esecutore  disse  che  lo  trattato  era  tale  e  si  fatto,  che  non  40 
era  seguito  per  meth  degli  uomini  che  '1  seppero;  e  veduto  chi  erano,  si  fece  riformagione 
che  di  questo  trattato  non  si  potesse  piii  conoscere.     E  seguissi  a  pacificare  e  unire  la  citt^ 
con  gli  nuovi  Priori,  tratti  per  gennaio  e  febbraio;  li  quali  furono  questi,  ciofe: 

3-4.  mese. ...  capo]  mese  una  carta  a  Firenze  rimanessero  condannati  nel  capo  G.  R.  —  7.  deJ  capo]  del  capo; 
«  furono  questl  A.  —  30.  defensore]  omm.  G.  R.  —  33.  dallato]  dapplfe  O.  R.  —  35.  fieno]  sono  A.  —  37.  S.  Lucia] 
S.  Maria  A.  —  37.  dalle  500  miglia  in  la]  omm.  G.R.  -  43.  soUeciU]  omm.  A.  -  e  nd  unire  la  citU]  e  ad  amare 
la  citta  /.;  e  Tenne  la  citta  G.  R. 


delle   16  minori  Arti. 


[A.  13781  CRONACA  FIORENTINA  341 

RuBRiCA  811'  —  ^iesti  sono  i  Priori  da  gennaio  a  febbraio  1378. 

^m  Matteo  di  Bonaccorso  Alderotti 

B  Pagolo  di  Filippo  Gucci,  ritagliatore        •,  „     ,  ... 

m  Niccolo  di  Naddo  Nanni,  lanaiuolo      i   *^^"^  ^  maggior,  Arti. 

5  Ugolino  Martelli,  fondaco 

Matteo  Chelini,  tavernaio 
Bartolo  Sanguigni,  calzolaio 
Lorenzo  di  Simone,  chiavaiolo 
Lionardo  di  BeHincione,  saponaio 
10  Dominus'  lohannes  Monis,  biadaiuolus  Vexillif.  lustitie,  quartiere  S.  lohannis  /,  x.  71 

Ser  Cristoforus  Bindi  de  Poggibonizi  eorum  notaio,  quartiere  S.  Spiritus,  e  delle  16  mi- 
nori  Arti. 

RuBRiCA  812*  —  Come  si  fece  ro^nore,  e  fecesi  nuovo  squittino  de'  Priori,  c  degli  uffici  di 
fuori  e  dentro. 

15  Tratti  i  nuovi  Priori,  questi  furono  uoraini  tutti  di  buona  condizione  e  pacifici,  e  come 

furono  intrati,  si  attesero  a  buona  e  sollicita  guardia  e  ad  imire  la  citt^  e  dierono  ordine  a 
sentire  ranimo  de'  cittadini,  il  quale  in  effetto  si  puose  freno,  come  detto  ^,  allo  seguire  pi^ 
innanzi  le  condannagioni  del  trattato;  e  fatta  la  riformagione,  elessero  31  uomini  a  vedere 
lo  modo  di  unire  li  cittadini:  li  quali  furono  questi,  ciofe:...  (lactind). 

20  De'  detti'  cittadini  usci  questo   frutto,  ch'egIino   pensarono,  che  conciofossecosacchfe  lo       /,  x,  72 

primo  squittino  che  si  fece,  vi  furono  la  maggior  parte  di  gente  minuta  ed  a  farlo,  tolsono 

pure  delle  7  Arti  delle  piii  mennome,  come  sono,  pillicciai  e  vaiai  e  deirArte  di  Porta  S.  Ma- 

ria,  calzaioli  e  simili;  e  cosl  delli  medici  e  speziali  tolsero  li   minori   speziali  ed  i  fattori  e 

compagni  piu  che  de'  maestri,  e  cosi  delle  16   Arti;  di  che   cavatane   quella  una   Arte  de' 

25  Ciompi,  comecche  fussero  per  quinto  e  quarto  i  Priori,  5  delle  minori  16  Arti,  e  4  delle 
maggiori,  di  ogni  Arte  v'erano  i  fattori  piu  che'  maestri;  e  cosi  era  la  cittk  e'  cittadini  in 
male  stato  e  male  contenti,  providono  di  fare  uno  squittino  nello  quale  ogni  uomo  andasse 
a  partito,  si  veramente  che  chi  vincesse  il  partito,  fusse  messo  nel  primo  squittino,  se  non 
vi  fosse,  e  rimanesse  ancora  nel  secondo ;  e  che  poi  veduto  di  quale  parte  avesse  piii  uomini 

30  vinto  il  partito,  o  delle  7  maggiori  Arti,  o  delle  16  minori,  s^agguagliasse  I' un  membro  col- 
Taltro,  sl  che  tanti  s'imborsasse  delle  maggiori  come  delle  minori,  togliendo  chi  avesse  piii 
fave  nere  nello  predetto  agguagliamento.  E  questo  agguagliare  vi  misse  molli  minuti,  che 
non  lo  meritavano,  ma  i  buoni  uomini  pure  v'intrarono,  comecch^  questo  affare  o  aggua- 
gliare  non  fosse  buono.     Feciono '  ancora :  che  gli  ufici  tutti  si  partissero  per  meti  i  Priori       /,  x,  73 

35  e  i  CoIIegi  ed  ogni  uficio,  salvo  li  9  della  Mercatanzia,  che  furono  '.)  delle  7  Arti  maggiori 
e  4  delle  16  minori;  feciono  ancora  che  si  levassero  gli  ordini  della  giustizia  a  parte  de' 
Grandi,  cio6  almeno  alle  due  parti,  sl  veramente  che  avessero  sodo,  com'6  Tusanza  de'  Grandi 
sodare  ogni  anno,  e  questi  potessero  avere  il  quarto  degli  ufici  di  fuori,  ed  in  ogni  uficio 
dentro  vi  avesse  uno.     E  cosi  feciono,  e  piii  che  le  due  parti  ne  furono  ristiluiti:  58. 

40  In  questi  medesimi  2  mesi  fu  la  compagnia  di  messer  Giovanni  Aguto  ed  il  conte  Luccio 

in  differenza  con  messer  Bernab6,  e  minacciava  il  Comune  di  Firenze;  e  messer  Bemabo 
addimando  la  gente  al  Comune  di  Firenze  per  combattere  con  loro;  di  che  fu  mandato  per 
gli  Fiorentini  a  messer  Bernab5  a  mostrarli  lo  pericolo,  che  era  lo  combattere,  peroccii6  si 


19.  la  laeuna  h  in  G.  It.  rd  in  A.  —   21.  minuta    ed  a  farlol  mlnutat  n  farlo  A.  —  JI-2a.  tolsono come 

tolsono  pure  dell'Arte  maggiore  quella  terza  parte   che  toUono  queiti  pure  delle  7  Arti  delle  plu    menonte,  iomc 
A.  {Si  riferisce  ai  aottopofti  deile  Arti,  che  erano  stati  sfuittinati  al  pari  dei  maestri  delPArtt) 


342  CRONACA  FIORENTINA  IAA.  1378-13791 


accostava  con  loro  una  brigata  di  Taliani  in  compagnia  adunati,  che  si  chiamava  la  Com- 
pagnia  di  S.  Giorgio.  Ed  a  ci6  fui  mandato  io,  Melchionne  Stefani,  con  lettere  di  credenza 
a  messer  Giovanni  Aguto  ed  al  conte  Luccio  con  mandato  d'accordarH  con  messer  Bemab6: 
di  che  rimase  da  messer  Bernab6  ch^  io  non  feci  l'accordo,  di  che  come  diremo  innanzi 
r,x,7i  nel  seguente  capitolo,  gli  convenne  per  forza  torre  a  soldo.  Ed  in'  questo  medesimo  tempo 
di  priorato  fece  la  Compagnia  de'  Taliani  di  S.  Giorgio  accordo  con  gli  Fiorentini  per  10  000 
fiorini:  non  essere  contra  il  Comune  anni  1  e  mesi  6,  e  di  non  si  accostare  a  soldo  di  per- 
sona,  se  prima  non  richiedessero  il  Comune  di  Firenze,  e  che  mai  in  questo  tempo  non  ver- 
rebbono  per  lo  terreno  de'  Fioreutini,  loro  contado,  0  distretto,  o  di  Pistoia,  Volterra,  o 
CoUe,  li  quali  erano  accomandati  de'  Fiorentini;  e  non  solo  osserverebbono  i  patti  detti,  IC 
stando  come  Compagnia,  ma  eziandio,  se  andassero  a  soldo  di  chi  si  fosse,  o  sotto  che  segno, 
0  sotto  che  capitano,  o  sotto  cui  govemo,  o  in  ogni  altro  modo,  niuno  verrebbono  incontro; 
ed  ancora  chiunque  al  presente  era  nella  Compagnia  promisse  per  sh  e  per  chi  v^entrasse, 
ed  ancora  per  chi  n^uscisse,  gli  farebboiio  fare  promissione  osservare  il  detto  tempo  di  non 
venire  contro  a*  detti  patti,  comecchfe  male  gli  osservassero,  come  innanzi  appare,  rubrica  814.  15 
Nel  predetto  tempo  de'  detti  Priori,  avendo  pacificato  ed  unito  la  citt^  e  mescolati  e  fatti 
gli  squittini,  e'  feciono  trarre  li  Priori  per  marzo  e  aprile  1379;  li  quali  furono  questi: 

/,  X,  75        RuBRicA  813*  —  ^uesii'  sono  i  Priori  di  marzo  c  afrile  ijyS  a  1379. 

Matteo  di  Niccol6  Corsini 

Checco  di  Mannuccio,  farfettaio  20 

Rinaldo  di  Ghirigoro,  cambiatore 

Matteo  di  Paolo,  caligaio 

Marcuccio  d'Uberto  degli  Strozzi 

Bartolommeo  di  Maffeo,  biadaiuolo 

Ser  Niccol6  Manetti,  notaio  2S 

Francesco  di  lacopo  Lemmi,  saponaio 

Francesco  di  Neri  Ardinghelli,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria   Novella 

Ser  Francesco  Masini,  loro  notaio  per  lo  quartiere  detto  per  marzo  e  aprile. 

RuBRiCA  814'  —  Come  si  scoferse  uno  trattato,  e  molti  -percih  cottdantiati. 

Nel  detto  anno  e  tempo  delli  predetti  Priori  per  gli  2  mesi,  cio^  marzo  e  aprile    1378  30 

e  1379,   questi   Priori   stettono,  e  trovarono   in   pace  la  citta,  e  come  intrarono  nello  uficio, 

molto  si  confortarono  il  comune  degli  cittadini,  perocch^  mostrarono  essere  d'ogni  genera- 

zione  di  gente,  ciofe  di  famiglie  e  d'ogni  generazione  di  buoni  mercatanti  e  artefici;  ed  ogni 

/.  X,  76        persona  si  conforto  della'  loro  estrazione.     Come  che  il  fatto  s'andas8e,  era  stato  fatto  una 

inborsagione  per  addietro  di  Proposti,  li  quali  aveano  a  ragunare  alla  casa  della  Mercanzia  35 
le  Capitudini,  le  quali  avessero,  quando  bisogao  fosse,  di  ricordare  ai  signori  Priori  alcune 
cose  per  bene  degli  mercatanti  ed  artefici,  ed  erano  2  deirArti  maggiori  e  due  delle  minori ; 
li  quali  delle  maggiori,  messer  Donato  del  Ricco,  giudice,  e  Simone  di  Biagio,  corazzaio,  e  Mi- 
chele  di  Ridolfo,  mercatante,  e....  {lacuna);  li  quali  parve  che  si  dicesse,  che  eglino  presono 
arroganza  di  parlare  a'  Priori,  quasi  come  volessero  la  guardia  dello  palagio.  Di  che  per  40 
questa  cagione  si  disf eciono  li  detti  Priori  la  borsa  de'  Proposti ;  non  era  per  riformagione,  e 
per6  la  poterono  f are  levare  di  f atto.     A  di . . . .  (lacutta),  c\oh  il  di  del  giovedi  santo,  si  scoperse 

a.  Melchionne  Stefani]  omm.  G.R.  —  4.  rimase  da]  omm.  G.  R.  —  5.  ne)]  emm.  G.  R.  —  9.  contado]*iitii».  A.  — 
9-10.  distrettd . . . .  soloj  distretto  o  «ccomandatl  e  non  solo  A.  —  15.  814]  omm.  A.  —  19.  dl  Niccolo]  omm.  A.  — 
3X.  Ghirigoro]  Ghinghi  A.  —  12.  dl  Paulo]  Paull  G.  R.  —  ij.  d'  Uberto]  omm.  A.  —  39-43.  raercatante ....  gioTedl] 
omm.  A.  —  39.  la  lacuna  di  G,  R.  l  sufpUta  da  I.;  deUe  mlnorl  —  43.  la  iacmna  di  G.  R.  i  suf^Uta  da  /.:  «  7  d'aprile. 


[A.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  343 

uno  trattato,  lo  quale  era  conseguente  a  quello  ch'era  di  dicembre  prossimo  passato,  e  quasi 
quella  medesima  brigata:  e  dovieno  il  venerdi  santo  la  mattina,  nella  predica,  intrare  in  tutte 
le  5  principali  chiese  con  arme  (perocch^  in  cotale  <M,  si  comincia  la  predica  innanzi  dl)  e 
quivi  mettere  al  taglio  delle  spade  la  gente,  e  correre  la  cittk.  E  certo  venia  loro  fatto,  se 
5  non  fosse  che  quelli  Ciompi  si  partirono  di  Siena  e  di  Bologna  per  venire  a  Firenze,  e  pure 
si  convenne  sentire.  Di  che  percib  fu  preso  messer  Pagno'  di  Lionardo  degh"  Strozzi,  priore  /,  x,  77 
di  S.  Lorenzo,  il  quale  avea  l'ordine  dato,  insieme  con  Guerriante  di  Matteo  Guerriante  delli 
Marignolli;  e  Tordine  era,  che  uno  cenno  di  fuoco  in  sul  campanile  di  S.  Lorenzo  rispon- 
dea  al  campanile  di  S.  Ambrogio  a  S.  Giorgio,  e  quello  di  S.  Giorgio  a  Camaldoli,  cosl  a 

10  una  ora  in  S.  Spirito,  in  S.  Reparata  e  in  S.  Maria  Novella  e  in  S.  Croce  correemo  col- 
Tarme,  e  chiunque  trovavano  nella  chiesa  metteano  al  taglio  delle  spade,  e  poi  correano  la 
cittk,  dicendo:  "  Viva  il  popolo,  e  la  Parte  Guelfa^.  Di  che  per  questa  cagione  ne  fu- 
rono  morti,  ed  ebbono  bando  assai.  Sentissi  in  questo  modo:  che  uno  ser....  {lacutia)  prete  di 
S.  Lorenzo,  giovane  ed  assai  semplice,  essendosi  il  detto  messer  Pagno  degli  Strozzi  fidatosi 

1 5  di  lui,  e  datogli  la  chiave  del  campanile,  si  allargo  nel  favellare ;  onde  ne  venne  ad  orecchie 
a  uno  di  questa  gente  minuta,  lo  quale  avea  nome  Lapolino.  Essendo  costui  accorto,  e  nello 
ordine,  e  da  alcuni  che  cio  cercavano,  si  dilibero  di  manifestare  il  fatto,  e  andonne  subito 
agli  Otto  della  Guardia,  e  a  loro  il  disse.  Parve,  si  dicesse,  che  alcuni  di  quelli  ne  sentis- 
sero,  e  acconsentissero,  ed  ancora  dello  uficio  de'  Priori  se  ne  tiene  oppinione;  se  fu  vero, 

20  o  no,  stia  in  suo  luogo.     Di  che  essendo  de'  Priori  Marco  degli  Strozzi  predetto,'  o  per  non        /,  x,  it 
rimanere  in  inimicizia  dei  consorti,  o  per  non  volere  quella  vergogna  essendo  de'  Priori,  mo- 
risse  uno  suo  consorto,  si  di^  biasimo  a  lui  e  a'  compagni,  perch^  lasciaronlo  andare,   ciofe 
messer  Pagno  degli  Strozzi,  priore  di  S.  Lorenzo.     Fu  la  mattina  messo  in  concio  al  riparo; 
donde  non  segul  tanto  male.     Del  quale  trattato  parve  a'  buoni  uomini  ed  alli  mercatanti  ed 

2.1  artefici,  che  avessero  torto  di  muoversi,  perocchfe  nel  vero  gli  ufici  assai  bene  erano  racco- 
munati,  secondo  lo  stato  ch'erano,  e  non  era  stato  possibile  allora  fare  piii.  Quelli  che  fu- 
rono  morti  di  cio,  furono  questi,  ciofe  quelli  che  fece  giustiziare  in  persona,  a  quale  il  capo, 
ed  a  quale  le  forche,  e  alcuni  neiravere  li  condann6: 

Antonio  di  NiccoI6        \  ,      ,.  ^    r>-        iv/r       • 

30  Bernardo  di  Bernardo  }  P^P^^^^  ^'  ^.  Piero  Magg^ore 

Palmieri  di  Luca,  popolo  di  S.  Lorenzo 

Andrea  di  Sale,  popolo  di  S.  Ambrogio 

Antonio  di  Bello 

Niccol6  di  Tommaso,  chiamato  il  Vita 
35  Lioncino  Franchini. 

Di  questi  fu  per  lo  detto  trattato  fatta  la  esecuzione  personale: 

Messer  Pagno  di  Lionardo  di  messer  Giovanni  degli  Strozzi 

Guerriante  di  Matteo  di  Guerriante  Marignolli 

Bartolommeo,  e  i         .  ^  ,.     ,. 
-,    ^  \  8U01  fighuoh. 

4U  Matteo  |  ^ 

Questi'  furono  condannati  nel  capo  e  neiravere  e  in  la  persona  per  lo  capitano,  messer       /,  x  i* 
Cante  Gabrielli  da  Gubbio,  lo  quale  avea  grande  balla,  e  fu   tenuto   infino  a  questo   tempo 
buono  rettore  da  ogni  gente  in  Firenze;  nia  per  la   morte   del  detto   Lioncino,  fu  un  poco 


i6.  LapoUno  ....accorto]  Lapolino  di  ....  (/«<:/»««)  il  quale  stava  dal  (/««»»<?)  ooitul  G.R.  —  so.itia]  lU  G.R. 
—  32.  blasimo  ....  lasclaronlol  biasimo  egil  e'  compagni  iasciaronlo  O.  R.  —  n-  «'  riparo]  11  rlparo  A.  —  26.  itato] 
stare  G.  R.  —  j8.  e  alcunl]  omm.  G.  R.  —  34.  Vlta]  Nuta  G.  R.  —  36.  pcraonale]  omm.  A.  -  37.  dl  raeiaer  Ulo- 
Tannl]  omm.  A.  —  39-40.  Bartolorameo  ....  tigliuoU]  omm,  A.  —  41.  in  U  per»ona]  omm.  G.R. 


344 


CRONACA  WORJSNTttJA 


[A.  1374] 


lo 


abominato  dairuna  delle  parti  di  Firenze,  chh  parve  ioro  non  procedesse  contra  li  maggiori, 
come  avrebbono  voiuto,  e  molto  piii  parea  loro  feroce  sopra  li  minuti.  Di  che  Tuna  delle 
parti,  imperocchfe  in  Firenze  avea  piu  parti,  imperocchfe  si  dicea  che  gli  ammoniti  erano  ri- 
stretti  insieme  con  gli  ghibellini  e  con  certi  che  li  favoreggiavano,  li  quali,  si  dicea,  che 
consigliavano  quella  gente,  la  quale  avea  gli  ufici,  cio^  li  minori  delle  16  Arti,  e  a  costoro 
facieno  fare  ci6  ch'es8i  volieno,  ed  eglino  sanza  loro  consiglio  nulla  facieno.  Li  capi  di 
questi  si  eraiio  delle  maggiori  Arti  e  scioperati:  messer  Giorgio  di  messer  Francesco  Scali, 
messer  Donato  del  Ricco,  giudice,  messer  Tommaso  di  Marco  degli  Strozzi,  messer  Salvestro 
di  messer  Alamanno  de*  Medici,  messer  Benedetto  di  Nerozzo  degli  Albeni.  Con  costoro 
si  ristrigneano  degli  altri  dairaltre  famiglie;  ma  questi  erano  il  bilico  delle  16  Arti.  Quelli 
/,  X,  so  che  piu  eraiio  capi,  e  guidavano  gli  altri,  erano  questi:  Benedetto . . . .  (lacuna)  da'  Carlona, 
Niccol6  di. . . .  (Jacutia)  da  Carlona,  Simone  di  Biagio,  corazzaio,  Feo  di....  {lacuna)  corazzaio, 
Lorenzo  di  Donato,  liiitore,  Salvestro  di  Giovanni,  tintore,  Feozzo  di  Casino,  cimatore;  e 
questi  si  tiravano  dietro  altri  capi;  ma  pure  questi  erano  il  bilico  delle  16  Arti.  Un'altra 
brigata  biasimava  quest'altra,  perche  era  quella  che  biasimava  il  Capitaao,  ciofe  quella  di  1  j 
sopra;  erano  una  brigata  di  mercatanti  ed  artelici  antichi  uomini,  li  quali  si  vorrebbono  essere 
in  pace,  e  diceano,  che  gli  ammoniti  traevano  fuori  quistioni  per  volersi  vendicare,  e  che 
non  mollavano  mai;  e  se  diceauo  vero,  non  so;  credo  clie  alcuni,  non  per  vendetta,  ma  per 
non  tornare  ne'  primi  termini,  averebbono  fatto  ogni  cosa,  per  non  si  stare.  Un'altra  bri- 
gata  s'intendeano  insieme  con  molte  famiglie,  le  quali  non  parea  loro  avere  degli  ulici,  come  20 
averebbono  voluto,  e  pero  sobillavano,  e  male  diceano  degli  uni  e  degli  altri;  e  di  costoro 
si  dicea  fare  i  trattati,  che  si  scopriano,  e  molte  volte  per  lo  parlare  ebbono  di  mali  scoppi, 
come  addietro  e  innanzi  apparirk.  Gli  altri  condannati  per  messer  Cante  per  lo  detto  trat- 
tato,  sono  questi,  condennati  nelle  forche: 


lacopo  di  Nello 

Nanni  di  Lorenzo 

Andrea  del  Grasso 

Bernardo  Rossello,  detto  fusaio 


25 


popolo  di  S.  Piero  Maggiore 


1,  X,  «J  Tommasino,'  1 

Lanfranco  e     da  Panzano 
Matteo 

Bartolommeo  di  Giovanni  di  Rosina 
Domenico  di  Sinibaldo,  detto  Cattaio 
Bartolommeo  di  Giovanni,  detto  Dolce 
Niccola  di  Gino  di  Montalto 
Nucciarello  da  Vigozzo,  Corazza 
Nanni  del  Pezza  da  Siena 
Gherardo  del  Capella  d'Arezzo 
Biagio  di  Cinello  da  Monte  Lupo. 

Questi  tutti  furono  condennati  per  messer  Cante  per  lo  predetto  trattato  neiravere  e 
nella  persona. 

Era  in  Firenze  uno  Checco  di....  (lacuna)  da  Poggibonizi,  uomo  di  mala  fama  e  di  cattiva 
vita,  e  molte  cose  sconce  ed  abominevoli  avea  f atte ;  ma  era  molto  per  lo  stato  costante  a  suo 
vantaggio,  perocch^  gli  Otto  della  balla  della  guerra  Taveano  fatto  ribandire;  ma  molto  era 


30 


35 


4U 


1.  contra  li]  coUl  ^.  —  7.  e  scioperati]  omm.  A.  —  n.  la  lacuna  di  G.  R.  i  sufflita  da  I.:  di  Tendl;  «»  A. 
nom  e  stgno  di  lacuna  —  ij-iO.  perchfe....  sopral  omm.  G.  R.  —  16-17.  essere  in]  essere  stati  in  A.  —  39.  Lupo] 
Luco  G.  R.  —  40.41.  nell*avere  e  nella  peraona]  omm.   G.R.  —  44.  ribandire]  bandire  G.  R. 


[A.  13791  CRONACA  FIORENTINA  345 

odiato  da  buoni  uomini,  perocch^  il  primo  fuoco,  lo  quale  si  mise  al  primo  romore,  al  lempo 
del  Priorato  di  messer  Salvestro  de'  Medici,  egli  il  guido  quasi  a  casa  de'  piu  degli  arsi: 
ed  ancora  si  trovo  per  sua  confessione  e  restituzione,  che  '1  padre  promisse  a  Simone  di 
ser  Gianni  Siminetti,  che  lo  avea  fatto  ricomprare  25  fiorini  d'oro,  come  ebbe  arso  Bartolo 

5  Siminetti,  fece  dire  a  Simone  che  se  non  gli  dava  danari  infra  un'ora  lo  farebbe  ardere. 
Costui'  per  paura  compero  fiorini  25  d'oro  genovini,  che  gli  gostarono  in  quello  furore  piu  /  x,  »2 
il  doppio,  che  non  sarieno  gostati  altra  volta.  II  Capitano  lo  mand6  a  pigliare,  a  cui  posta 
non  si  sa;  ma  la  setta  di  coloro  dissero,  a  petizione  delle  famiglie;  perocch^  costui  era  uomo 
da  fatti,  e  da  averne  paura.  E  collatolo,  e  fattogli  molte  cose  confessare,  in  effetto  si  d'una 
llO  parte  e  d'altra  ebbe  molto  aiuto,   e  piu  di   il  tenne,  e  Funo   dicea:    "  Egli  fe  campato„;  ed 

,  altri  "mortOfl.  Ultimamente  lo  fece  dicapitare.  Al  tempo  di  questi  Priori,  si  fece  il  traflico 
colla  Compagnia  di  messer  Giovanni  Aguto  ed  il  conte  Luccio,  i  quali  diceano  non  volere 
rompere  i  patti,  che  '1  Comune  avea  con  loro,  che  durava  bene  ancora  due  anni;  ma  ch'egli 
temeano,  che   il  conte   Averardo  fratello   del  conte  Luccio   non   movesse  brigata,  e   facesse 

5  danno  alla  citta.  Tra  per  questa  gelosia  e  per  la  poca  concordia  della  cittk,  molto  si  temea; 
si  fece  uno  accordo  di  torgli  al  soldo;  e  cosi  ruppono  fede  al  Comune,  che  non  fu  palese, 
e  fu  pixl  che  palese :  "  lo  non  ti  fo  ricomprare,  ma  tu  mi  dai  soldo,  e  non  hai  bisogno,  o 
vogli  tu,  o  non  voglia  „.  Di  questi  si  partiro  quasi  tutti  i  soldati  toscani:  tocconne  a'  Fioren- 
tini  450  lance,  e  parte  Perugini  e  Sanesi  e  Aretini  e  Lucchesi. 

20  RuBRiCA  815*  —  Come'  si  fece  la  cerca  di  quclli  uomini  e  femmine  e  hocchc  crano  nello -po-       /,  x,  «3 
■polo  di  Firenze. 

Per  potere  megHo  fare  Testimo  si  cerc6  per  uomini  di   diligenzia  e  sottigliezza   quanti 
uomini  e  donne  fussino  in  Firenze;  ed  in  effetto  si  trov6  che  dentro  della  cittk  e  mura   di 
Firenze  avea  da'  25  anni  in  su....  {lacuna);  e  poi  tra  grandi  e  piccioli  in  tutto  furono  anno- 
25  verati  e  scritti  bocche  di  Cristiani . . . .  (lacuna). 

RuBRiCA  816*  —  ^esti  sono  i  Priori  di  maggio  e  giugno  1379. 

Filippo  di  Tommaso  Corbinelli,  lanaiuolo 

Tommaso  di  Bartolo,  cardaiuolo 

Lorenzo  di  Romeo,  calzaiuolo 
JO  Giuliano  d'Andrea,  barbiere 

lohanni  di  Matteo  di  ser  Giovanni,  cambiatore 

lohanni  di  Luca,  pezzaio 

Talento  di  Duccio,  bilanciaio 

Albizo  Guiducci,  beccaio 
J5  Buono  del  Pace,  linaiuolo,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 

Ser  Tino  di  ser  Attaviano,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  loanni. 

RuBRicA  817"  —  ^estV  sono  i  Priori  di  luglio  e  agosto  X379.  r.x,  14 

lacopo  di  Lutozzo,  mercatante 


3.  a  casa  de']  a  casa  i  G.  R.  —  S-  Slrainettl]  0»»»«.  G.  R.  —  %-(>.  Slnaone. ...  Costul]  Slmonc,  te  tublto  non 
avesse  1  denarl  nuovi  dl  zecca  tornerebbe  in  fiamma  ora  a  arderlo.  Costul  G.  R.  —  6.  comperA....  genovinij 
comper6  tutti  genovlni  G.  R.  -  in  quello  furore]  omm.  A.  —  7.  che  non  sarieno  gostati]  omm.  A.  —  9.  paura.... 
collatoj  paura  ognuno  fu  esaminato  e  collato  A.  -  14-  movesse]  sommoTCSse  A.  —  18.  tuttl)  con  tuttl  A.  — 
19.  Aretinil  omm.  A.  —  22.  cerc6....  dillgenzitt]  cercd  con  ognl  dlligenza  G.  R.  —  aj.  fuMino)  erano  G.R.  -  cit- 
tk]  omm.  A.  —  »6.  la  rubHca  816  e  le  seguenti  fino  alla  Sio,  inclu$a,  mantano  im  A, 


346  CRONACA  FIORENTINA  IA.  1379j 

Grennaio  Tucci,  ferratore 

Iohanni][di  ser  Rucco,  lanaiuolo 

Nese  di  Durante,  fornaciaio 

Brancazio  di  Puccio  Carletti,  setaiuolo 

Bartolommeo  Cambini,  rigattiere  5 

Piero  di  lohanni  Firenze,  speziale 

Niccolao  di  lohanni  Neri,  coreggiaio 

Nardo  di  Chele  Pagnini,  lanaiuolo,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 

Ser  Bonaventura  di  ser  Zello,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

RuBRicA  818*  —  Cotne  si  dilibcrh  una  hgge  contra  (^  forestieri.  10 

Nel  detto  anno  1379  del  mese  di  luglio  e  d'ag08to,  si  fu  alla  fine  del  loro  uficio,  cioi 

d'ag08to,  si  diliberarono  i  detti  Priori  una  petizione,  che  chi  f osse  forestiere,  che  non  avesse 

restimo  in  cittk,  o  in  contado,  non  potesse  essere  in  niuno  uficio,  e  qualunque  fosse,  che  non 

/,  X,  «5        fosse  nato  nella  cittk  o  contado'  di  Firenze,  s^intendesse   essere  forestiere;  e   poi  si   chiar), 

8'intendes8e  contado  di  Firenze  quello  che  pagasse  estimo,  castella,  o  terra,  o  villa,  che  fusse.  l! 
Per  questa  legge  molti  n'usciano;  incontanente  gitt6  grande  mormorio;  f>erocch6  gli  artefici, 
a  cui  toccava  questo  fatto,  molto  ne  parea  loro  male,  e  tanto  vennero  auzzando,  che  gene- 
rarono  grande  mormorlo;  e  questo  era  per  piu  generato,  che  per  gli  artefici.     Alcuni  mali- 
contenti  dello   reggimento   davano  a   vedere  agli   artefici  per   generare   scandalo:    "  Questo 

*  fatto  andra  come  dello  ammonire  in  male  uscire  perocch^  chi  avea  due   che  non  voliano  20 
•bene  a  uno,  incontenente  lo  tamburavano,  e  procedevangli  addosso:  e  costui  sia  privato 

•  degli  ufici ,.  E  molte  altre  cose  metteano  loro  a  vedere,  perchfe  si  guastasse  ogni  bene,  e 
venissesi  a  romore.  E  questo  non  venne  loro,  comecchfe  assai  venisse  loro,  di  torre  via  que- 
sta  petizione;  come  qui  appi^  della  seconda  rubrica  diremo. 

RuBRiCA  819*  —  ^esti  sono  i  Priori  da  settemhre  ad  ottobre  1379,  25 

lacopo  dello  Accorto,  lanaiuolo 
Francesco  Martini,  correggiaio 
lacopo  di  Giovanni  Risaliti 
Vanni  Mannucci,  galigaio 
/,  X,  S6  Giovanni '  di  Giano,  setaiuolo  30 

Antonio  d'Arrigo,  cimatore 
Alberto  di  Bonaccorso  Alberti,  lanaiuolo 
Sandro  di  Lorenzo  Pagagnotto,  legnaiuolo 

lacobo  di  Zanobi,  vocato  Gilio,  biadaiuolo,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Francesco  di  Vanni  Muzzi,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Spirito.  35 

RuBRiCA  820*  —  Come  si  misse  a  esecuzione  la  legge  suddetta  contro  a'  Jorestieri. 

In  questo  priorato  ebbe  molte  faccende  e  nuove,  e  infra  Taltre,  come  intrarono,  si  dili- 
berarono  quella  petizione  de*  forestieri,  e  trattarla,  che  dove  si  potea  provare  per  testimoni 
di  fama,  egli  non  si  poteano  poi  riprovare.  Costoro  feciono,  che  si  riprovassero,  e  se  erano 
riprovati,  per  quella  medesima  prova  rimanea  condennato  Taccusatore,  il  quale  k  in  quella  40 
condizione,  che  Taccusato,  se  f usse  provato :  sicchfe  h  privato  e  condennato  in  danari ;  e  ci6 
furono  molti  dispiaceri.  In  questo  medesimo  priorato,  cio6  a'  di  6  del  mese  di  settembre  1379, 
si  vinse,  e  piuvic5  la  detta  petizione. 


43.  furoao  moltl]  /.  ecrragfi  ta.  a  molU 


I 


[A.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  347 


•'■ 


RuBRicA  821'  —  Comc'  in  Firenze  si  scoferse  uno  trattato.  r.x.ti 


In  questo  Priorato  di  settembre  si  scoperse  uno  trattato,  lo  quale  venne  palese  per  ?li 
ambasciadori  di  messer  Carlo,  ciofe  quelli  cittadini,  ch'andarono  al  campo  a  lui  a  trattare  la 
pace  tra  Viniziani  e  lui  ed  i  Genovesi  e  gli  altri  collegati.     Furono  questi  ambasciadori :  mes- 

ser  Tommaso  di  Marco  degli  Strozzi  e  messer  Donato  di (lacuna)  de'  Barbadori  e  Marco  di 

Benvenuto,  saponaio,  e  loro  notaio  ser  Bonaccorso  Simoni  Argani,  li  quali  significarono  a  quelli 
della  Guardia,  onde  costoro  presono  Giannozzo  di . . . .  (lacuna)  Sacchetti,  e  da  lui  saputo  a  cui 
tempo  egli  avea  parlato,  si  and6  la  famiglia  di  notte  alle  loro  case  in  villa,  ciofe  a  Marignolla, 
de'  quali  non  fu  preso  niuno.     Come  sentirono  preso  Giannozzo,  tutti  si  fuggirono,  e  chi  si 

10  fuggi,  quando  senti  la  famiglia  a  casa  del  vicino.     Solo  ne  fu  preso   uno,  ci6   fu  Bonifazio  ' 

di  Berto  de'  Peruzzi.  Lo  trattato  in  questo  modo  fu:  ciofe  che,  essendo  Giannozzo  Sacchetti 
ipporito  uomo,  nel  vero  di  mala  condizione  ed  ipocrito,  a  fine  d'ingannare  altrui  di  danari, 
esso  comincio  a  ragunarsi  a  Fiesole  con  certi  che  stavano  con  uno  frate  che  riesci  d'Ognis- 
santi,  che  si'  chiamava  frate  Andrea,  uomo  che  avea  meno  di  cervello,  ma  assai  buoiie  cose       i.x,  ss 

15  dicea;  e  dormieno  in  terra,  e  male  mangiavano,  e  peggio  beeano.  Questi  era  di  quella  bri- 
gata.  Un  di  vegnendo  in  Firenze  fu  preso  per  debito,  e  messo  nelle  Stinche,  ciofe  nella 
prigione,  e  quivi  stava  ginocchione  di  e  notte,  e  tanto  fece  cli"egli  pure  se  ne  uscl  per  con- 
cordia  de'  creditori.  Uno  ch'era  in  prigione,  forestiere,  o  per  paura  non  gli  fosse  tolto,  o 
per  occultare  le  cose,  avea  suoi  gioegli:  udendo  costui,  stimandolo  di  buona  vita,  si  li  acco- 

20  mand6  questi  gioelli;  costui  si  gli  vendfe,  e  fecene  sue  faccende,  e  costui  per  lo  suo  mede- 
simo  non  potea  uscire  di  prigione.  Giannozzo  se  ne  ando  in  Lombardia  con  quelli  danari. 
Questa  cosl  piccola  cattivanzuola  avemo  fatto  menzione  per  provare  la  ipocresia  sua.  E 
ito,  and6  a  messer  Carlo  di  Durazzo  allo  assedio  de'  Viniziani,  e  con  lui,  si  disse,  tratt6. 
Questo  non  affermo  ma'  si  essere,  io,  ma  quella  sperienza,  che  di  cio  usd.     Benedetto  di  Si- 

25  mone  Peruzzi,  il  quale  avea  bando  di  Firenze,  si  ristringea  molto  con  lui,  ed  era  ito  insino 
in  Ungaria.     Quello  si  ragionasse  non  si  sa  contro  al  detto  messer  Carlo  allo  re  d*Ungaria, 
ma  sospelto  assai  v'era,  perocch^  Benedetto  stava  in  Padova,  dov'era  messer  Lapo  da  Casti- 
glionchio,  ribello  del  Comune  di  Firenze,'  il  quale  sempre  contra  al  Comune,  si  dice,  facea.        /,  x,  s» 
Questi  propuose  con  Giannozzo  d'avere  fiorini  3000,  e  quelli  dare  alla  Compagnia  che  v'era 

30  di  Taliani,  e  condurla  in  sullo  contado  di  Firenze,  e  i  danari  3'immaginarono  d'avere  da' 
Fiorentini  guelfi  male  contenti,  o  vogliamo  dire  arciguelfi,  male  feroci  neirammonire.  Co- 
stui,  perche  gli  fosse  dato  fede,  si  dice,  che  contraffece  il  suggello  di  messer  Carlo,  e  fece 
lettere  di  famigliaritk  allo  detto  Giannozzo,  e  lettere  di  credenza  da  parte  di  messer  Carlo 
a  tutti,  e  generalraente  a'   Guelfi  della   cittk  di   Firenze.     Era   buono  intagliatore   di   priete 

35  quello  Giannozzo,  o  vero,  o  non  fusse  vero  la  'ntaglia,  o  lo  suggello,  o  contraffatto,  Gian- 
nozzo  venuto  in  Firenze  raccolse  a  sua  cena  alquanti,  a  cui  piuvic6  in  casa  sua  a  Marignolla 
questo  fatto,  e  richiese  di  denari.  Chi  gli  promisse,  e  chi  no:  dicendo  che  con  questi  da- 
nari  verrebbono  in  Firenze  gente,  e  ritornerebbono  gli  usciti,  e  sarebbono  le  famiglie,  signorl. 
Questi,  come  detto  ^,  fu  preso,  e  questo  manif e8t6 ;  di  che  non  possendo  avere  se  non  lui  e 


2.  Priorato....  scoperse]  Priorato,  clo6  a  dl....  del  mese  dl....sl  scoperse  C /?•  —  6.  Slmonl  ArganlJ  Sl- 
mone  Artigiani  G.  R.  —  6-7.  significarono. . . .  pretonol  signlficarono  agli  Otto  dclla  Guardla,  ondc  gli  Otto  pre- 
»ono  A  —  7-S.  a  cui....  avea]  a  cui  esso  avoa  C.  R.  —  10.  dei  vlclnol  laeuna  in  G.  R.  —  13.  clie  rlesci]  rieic\  G.  R. 
ed  A.;  ch'e»c\  I.  —  17.  purc  omm.  A.  —  18.  creditori]  debltorl  G.R.  —  23.  avemoj  avlamo  A.  —  J4.  ma'  ti  eMere, 
iol  raa'  s\.,..  (/<!«(««)  ma  G.  R. ;  I.sufpUice:  ma'  t\  »i  diste,  ma  —  26-27.  Ungarla. ...  soipetto]  Ungiierla  con- 
tro  el  detto  messer  Carlo  et  allo  re  d'Unglierla  queilo  si  raglona»se  non  si  »a,  ma  sospetto  A  —  28.  ti  dice]  tl 
dicea  A  —  31.  nell'ammonire]  a  ammonire  A  —  32.  11  suggello|  11  vlzlo  G.R.;  II  vlzlo  /—  33.  lettere....  partej 
lettere  d'Andrea  da  parte  G.R.  —  34.  prlete]  pletre  G.  R.  —  35-  Glannoito....  tagliaj  GI»nno«»,  o  fiute  vero, 
che  fusse  vero  la  taglla  A 


348  CRONACA  FIOBIENTINA  [A.  1379] 


Bonifazio  di  Berto  Peruzzi,  a  lui  fu  tagliato  la  testa  a'  di  15  del  mese  di  ottobre  1379.  A 
Bonifazio  ebbe  molte  preghiere,  conniderato,  che  egli  non  avea  se  non  sentito  il  fatto,  ed 
/,  X.  90  avea  detto  che'  darebbe  quello  adiuto  e  favore  che  potesse.  Di  che  il  capitano  lo  condann6 
in  fiorini  2000  d'oro,  a  pagare  infra  uno  mese,  a  pena  del  capo.  E  di  questo  in  effetto  gliene 
segul  grande  biasimo  per  la  brigata  detta,  dicendo,  che  a'  poveri  uomini  si  mozzavano  il  capo  5 
e  gli  possenti  e  di  famiglia  campavano.  Per  lo  quale  trattato  fece  inquisizione  d'alquanti, 
e  condannogli  nella  detta  quantitk  e  detto  modo,  a  condizione.  I  quali  furono  questi,  salvo 
Benedetto  di  Simone  Peruzzi,  il  quale  condannb  nell'avere  e  persona. 

Donato  di  lacopo  Strada 

Piero  di  Dato  Canigiani  jij 

Guido  di  messer  Francesco  della  Foresta 

Antonio  d'Agnolo  da  Uzzano. 

Tutti  condannati  in  fiorini  2000  a  pagare  infra  uno  mese,  a  pena  della  testa  e  deiravere. 
Questo  seguette  del  detto  trattato,  che  ancora  fu  molto  biasimato  dalla  predetta  brigata,  di- 
cendo,  che  egli  non  segui  in  altrui  assai,  che  sentirono  la  faccenda :  esso  si  scusava  non  es-   1 3 
sere  cos). 

Questi  medesimi  Priori  del  mese  d'ottobre  feciono  molte   cose,  delle  quali   parve   alla 
detta  brigata,  non  molto  accette. 

/,x,  »1        RuBRtcA   822'  —   Come^  si  fece  riformagione  contra  agli  sbanditi,  c  elcssesi  uficiali  de'  bcni 

de'  rubelli  forestieri.  20 

Parea  a  una  brigata,  e  quasi  a  piu,  che  degli  condannati  in  avere  e  persona,  non  intrasse 
in  Comune,  come  dovesse;  di  che  si  cre5  una  petizione,  di  confinare  tutti  gli  sbanditi,  che 
paresse  agli  Priori  seguenti,  e  ad  uno  per  capitudine  d'ogni  Arte,  cio^  delle  23  e  Capitani 
di  Parte  e  10  di  Libert^,  ma  che  almeno  fussero  30.  Li  quali  fussero  dalle  100  miglia  in  Ik, 
e  chi  non  f osse  ubbidente  a  stare  a'  confini  fusse  rubello :  e  che  si  dovesse  eleggere  uno  ufi-  25 
ciale  di  beni  rubelli,  il  quale  di  ci6  che  mettesse  in  Comune,  avesse  denari  quattro  per  lira; 
e  fusse  pena  a'  Priori,  se  infra  gli  otto  dl  del  loro  uficio,  non  avessero  fatto  le  predette 
cose,  cio^  a'  nuovi  che  intrassero  in  calendi  di  novembre  1379. 

RUBRICA  823"  —  ^csti  sono  i  Priori  del  mesc  di  novembre  e  dicembre  I37g.. 

Banco  di  Zanobi  di  Banco  30 

Sandro  di  Basilio,  tintore 
Francesco  di  Ricovero,  ritagliatatore 
/,  X,  92  Filippo'  di  Ghese,  legnaiuolo 

Melchionne  di  Coppo  Stefani 

Domenico  di  Michele,  coreggiaio  35 

Antonio  Zampini,  lanaiuolo 
Buono  di  Brabsmte,  tavernaio 

Niccol5  di  Bono  Rinucci,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Michele  Cioni,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 


I.  ottobrc]  laeuua  in  G.  R.  —  J.  sl   mozzavano]  si   mozzicaTa  A.  —  S-6.  capo....  Per  lo  quale]  capo,  ed 

alll  possentl   no,  e   di  famiglia   campava  G.  R.  —   it,.   altrui]  aitrl  G.  /?.  -  esso]   egil  A.  —  24.  miglia   in  la.... 

fusse]  mtglia  in  \k  e  dalle  miglie  ....   (lacHna)    in  \k  per  un  anno,  e  ctie  chi    non  fosse  G.  R.  —  37.  tavernaio] 
beccaio  A. 


[A.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  349 


RuBRicA  824*  —  Cotnc  i  detti  Priori  misscro  Asscguitori  a  riformare  i  beni  dc'  ribelli,  ed 
ebbono  tribolazioni  fer  trattati  scoferti. 

I  detti  Priori  come  entrarono  nel  primo  di  di  novembre  1379,  il  seguente  dl  comincia- 
rono  a  dare  asseguzione  a'  fatti  della  riformagione   della  precedcnte   rubrica,  ed  in   effetto 

5  missero  ogni  cosa,  e  confinaronne  trenta  sbanditi,  ed  elessoro  un  Uticiale  de'  beni  de'  ribelli 
uno  da  Perugia,  lo  quale  venne  poi  del  mese  di  dicembre.  Come  intrati  i  detti  Priori, 
ebbono  assai  tribulazioni,  perocche  sempre  s'avea  sospetto  della  venuta  di  messer  Carlo,  che 
si  dicea,  che  andava  a  Roma  al  Papa,  ed  i  confinati  dello  altro  anno  tornavano  a  Firenze 
tutto  di,  e  diceasi  che  avieno  praticato  con  mess.     Carlo  con  lettere  e  con  ambasciate  e  chi 

0  a  bocca;  e  gli  ambasciadori,'  ch'erano  con  messer  Carlo  detti,  cioe  messer  Tommaso  Strozzi        /,  x.  03 

ed  i  compagni   ogni  di  scriveano   di   sospetti.     Ed  in   questo   mezzo   li  Ciompi,   ch'erano   a 

Siena  con  nostri   sbanditi,    cercarono  di  torre  certe    castella  a'  Volterrani   accomandati  del 

Comune  di  Firenze.     E  messer  Bettino  Covoni,  ch*era  lo  capitano,  tutto  di  scrivea  essere  so- 

spetto  e  trattati  nelle  dette  Terre  di  Volterra  per  gli  nostri  sbanditi.     Perch'io  scriva  in  que- 

5  sto  Priorato  un  pocp  piu  distesamente  non  h  maraviglia,  perche  v'era,  e  sentiva  ogni  cosa. 

RuBRiCA  824*     -  Comc  si  scofcrsc  il  tratiato  di  Fighinc  del  mesc  di  novcmbrc  I37(). 

Nel  mese  di  novembre  1379,  ogni  di  ■  avea  i;i  Firenze  lettere,  che  i  confinati  avieno 
composto  trattato  con  messer  Carlo  di  Durazzo,  e  tutto  di  formicolavano  gli  usciti  c  sbanditi 
di  Firenze  nelle  Terre  vicine  in  Bologna  et  in  Siena  et  altrove  tanto  che  da  Siena,  di  Bo- 

50  logna  e  delle  altre  Terre  vennono  lettere  piii  e  piu  a'  Priori  di  Firenze  da'  Signori  di  la, 
che  sentivano,  che  certi  sbanditi  si  ragunavano,  e  doveano  andare  con  arme,  e  non  sapevaiio 
dove.  E  bene  averebbono  potuto  riparare,  ma  non  voleano,  perocchfe  lo  reggimento  di 
Firenze  non  piacea  ad  una  parte  di  Siena,  perocch^  avrebbono  voluto  il  reggimento  de' 
Ciompi:  un'altra   parte'  ancora,  ch^   non   spiacesse  il  reggimento   presente,  ma  per  mutare       /,  x,  94 

25  stato  in  Siena,  che  non  lo  avieno  a  loro  modo,  consigliavano,  non  si  ponesse  rimedio,  acciocchfe 
3  Fiorentini  avessero  briga  co'  Sanesi,  per  migliorare  loro  condizione.  Ed  in  effetto,  come 
che  il  fatto  si  fosse,  di  Siena  si  partl  una  gente,  la  quale  si  combibbib  in  casa  di  ser  Pietro 
delle  Riformagioni,  che  ivi  era,  ed  abitava,  e  vennero  per  la  via  di  Chianti  per  boschi,  ed  il 
venerdi,  a'  dl {lacuna)  del  mese  di  novembre,  la  iiotte,  furono  presso  a  Fighine  con  numero 

JO  di  forse  30  da  cavallo  armati  e  120  appife,  e  chi  gli  scontrava,  diceano,  ch'erano  gente  del 
Difensore:  e  credettono  giugnere  a  Fighino  in  sul  di  alPaprire  della  porta,  che  si  apriva 
per  tempo  a'  lavoratori;  e  cio  venia  fatto  loro  di  leggieri;  e  se  fosse  loro  vcnuto  fatto, 
avieno  messo  in  concio  in  sul  contado  di  Siena  grande  numero  di  Ciompi  e  di  sbanditi  ed 
in  8u  quello  d'Arezzo,  che  in  sul  dl  medesimo  innanzi  sera  vi  sarieno  giunti,  e  di  quelli  di 

15  Firenze  assai,  per  male  fare,  e  gente  povera,  che  TArti  poco  lavoravano,  sarebbono  messosi  alla 
alla  via.     La  cagione,  perchfe  non  venne  loro  fatto,  fu  questa,  che  avuto  lettere  di  piu  luoghi 
di  queste  ragunate,  ed  il  sospetto  intrato  a'  Priori,  scritto  avieno  di  buona  guardia  in  tutto 
il  contado;  ma  avendo  da'  Signori  di  Siena'  lettere,  come  detto  6,  che  gente  erano  ragunate       /,  >.,  « 
in  arme,  e  che  credeano  che  fusse  per  venire  nel  nostro  contado,  ma  non  sapeano  dove,  si 

10  mand6  fanti  pe'  Priori   per  tutto  di  buona  e  sollicita   guardia  di  di  e  di   notte.     II  podestii 


5-6.  ribelli  uno  da  Perugia]  rubelli (lacutta)  da  Perugla  G.  R.  —  9.  diceasi]   dlcesl  A.  —  lo.   C«rlo .... 

messer]  Carlo  era  messer  A.  -  Strozzi]  0/«»«.  G,  R,  —  18.  formlcolavano]  fornitolaTano  G,  R.  —  19.  in  Bologna 
et  in  Siena  et  altrove]  omm.   G.  R.  —  J4.  cJifc  non  spiacessej  alla  qiialc  non  splacea  /. ;  ha  coA  corrttta  ta  Uttom* 
dti  fiut.  per  remlere  chiaro  il  iesto ;  il  seiuo  ferh  corre  lo  stesso  lUnienda :   cht  non  gpiace  nei  senso  lU  bcnclic  non 
5    tpiaceate  —  38.  era]  ontm,  A.  —  30.  forte]  omm.  A.         40.  pcr  tutto]  omm.  G.  R. 


350  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i379j 


di  Fighine  comand6  la  sera,  che  la  mattina  non  si  apriase  per  tempo  la  porta,  come  solea. 
Era  ancora  giunto  a  Bologna  circa  trecento  lance  e  centocinquanta  arcieri  Ungari  di  measer 
Carlo,  e  dissesi  erano  in  puiito,  se  avessero  sentito  la  presa  di  Fighino,  d^essere  \h  subito, 
comecch^  dessero  il  nome  d'andare  al  servigio  di  papa  Urbano.  Di  che  la  mattina  del 
venerdl  detto,  la  porta  stette  serrata  piii  tardi,  come  detto  fe.  Di  che  quelli,  che  vennono 
innanzi,  forse  per  pigliare  la  porta,  e  gli  altri  erano  presso  a  una  corsa  di  cavallo,  trovata 
la  porta  serrata  e  lo  ponte  levato,  e  tutto  fuori  d'ordine  usato,  tomarono  addietro  ratti;  di 
che  il  di  era  gran  guardie ;  e  quelli  di  fuori,  veggendo  costoro  tornare  ratti,  gridarono.  La 
brigata  si  misse  in  volta,  e  stretti  insieme,  con  grande  paura,  passarono  per  boschi,  e  riosci- 
rono  a  Gaiuole.     E  se  solo  avesse  una  campana  loro  gridato  dietro,  non  ne  campava  coda.  I'i 

A  Gaiuole  era  il  podesth  di  Chianti,  ciofe {lacuna),  uomo  non  molto  sperto:  ed  a  questo  si 

parve  che,  passando  allato  a  Gaiuole,  nuUa  disse,  n^  volle  sapere  chi  fossero,  che  pure  in 
Gaiuole  avrebbe'  avuto  chi  gli  arebbe  impacciati,  se  non  che  sei  lavoratori  andarono  dietro 

/.  X,  96        loro,  e  trovarono  uno  povero  uomo,  che  avea  bando,  che  per  istracchezza  8'era  messo  a  bere, 

e  fu  conosciuto,  e  preso,  e  menato  a  Firenze,  che  avea  nome ....  (lacuua),  e  da  costui  e  poi  1 .) 
da  altri  fu  saputa  la   traccia.     Ma   ancora  il  Podesta  di   Fighino,  o  colpevole,  o  no,  o   per 
poca  pratica,   nulla  di  ci6  ne  scrisse,   se  non  lo  sabato,   poichfe  fu  la  lettera  la  domenica  a 
Firenze,  due  di  dopo.     Di  che  fu  tenuto  che  sentisse  di  cio,  e  subito  fu  mandato  messer  Rosso 
de'  Ricci  con  gente  d'arme  in  quelle  parti;  e  preso  il  Podesta  di   Fighino,  e  accomandato 
a  buona  gnardia  al  Difensore,  che  v'era  ito  gik,  e  mandato  uno  buono   cittadino  a  gnardia  Jn 
di  Fighino,  e  messer  Rosso,   che  cercasse  per  quello  paese,  se  v"era  degli  sbanditi,  o  altro 
bisogno  di  guernire  Terre.    Quegli,  ch'era  Podestk  di  Fighino  avea  nome....  (lacuna)  e  quello, 
che  vi  fu  mandato,  fu  Piero  di  Guido  Guazzi;  ma  come  che  il  fatto  si  andasse,  pure  per  non 
colpevole  il  Podestk  predetto  fu  ristituito  nella  sua  Podestaria.     Di  queste  cose  in  Firenze 
nacque  grandi  bisbigli,  perocchfe  apparve,  questo  non  potere  essere,  che  coloro  fussero  venuti  Jo 
a  torre  Fighino  sanza  appoggio  degli  altri  cittadini,  e  non  so,  se  lo  sentirono,  o  no;  perocch^ 

/.  X,  97        Fighino  fe  Terra   piii  di  raercato  di  grano,  o  di   biada,'  che  Terra   del  contado  di  Firenze, 
e  meglio  guernita;  e  forse  pure  da  loro  ci6  si  facea,  aspettando  quella  gente,  che  detto  h. 

RuBRiCA  826'  —  Come  fosse  siguito  dello  detto  trattato,  e  queUi  che  di  cih  ebhono  bando. 

Quando  a  Firenze  si  seppe  la  veritk  del  trattato,  e  che  quella  gente  erano  usciti  e  ridotti  30^ 
del  contado  di  Siena,  si  mand6  solenne  ambasciata  a'  Sanesi,  dogliendosi  di  loro.  linfra' 
quali  fu  messer  lacopo  di  Bemardo,  biadaiulo,  messer  Donato  del  Ricco  iudice,  Domenico  di 
Guido  Pardi,  rigattiere.  E  li  rettori  intesero  alle  loro  faccende  di  fare  processi  contra  alli 
traditori :  e  quella  brigata  era  stata  condotta  in  quello  luogo  per  ser  Nofrio,  figliuolo  di  ser 
Piero  delle  Riformagioni,  che  fu,  che  avea  in  quello  paese  grande  seguito ;  perocchfe  quando  35 
era  in  Firenze  ed  in  istato,  era  egli  e  'I  padre  quasi  un  signorello  di  tutta  quella  provinda, 
perchfe  lassu  avieno  tutte  loro  possessioni  ed  assai,  e  poi  eglino  erano  nati  di  Casentino,  ciofe 
/,  X.  9»  di  Poppi,  quivi  vicini,  e  per  uno  de'  Gherardini,  molti  altri.  Quelli'  che  furono  sbanditi 
neiravere  e  persona  per  lo  detto  trattato  furono  questi,  per  messer  Cante,  podesta  da  Gubbio; 
ci6  furono.  40 

Ser  Piero  di  ser  Grifo,  che  fu  delle  Riformagioni 
Ser  Nofrio 


Ser  Bmno 
Lionardo  e 
Francesco 


figliuolo  del  detto  ser  Piero 


45 


S.  1»  porta]  omm.  G.  R.  —  8.  grldarono]  gridando  G  R.  —  \t,.  poi]  omm.  G.  R.  —  30.  usciti  e  ridotti]  usciti 
oon  ridotti  G.R.  —  34.  figUuolo]  omm.  A.  —  38.  e  per  uno]  e  per....  {laeuna)  G.  R  -  Gherardlni]  Glardinl  ..4. 


fA.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  351 


Donato  di  lacopo  Strada 
Nanni  dello  Scelto  Tinghi 
Lanfranco,   e  i    .     ^ 
Tommasino     }  ^a  Panzano 

5  Ugolino  di  Noldo  Gherardini 

lacopo  di  Boccaccio  Bninelleschi 

Bese  di . . . .  {lacuna)  Magalotti 

Gherardino  di  Piero  Velluti 

Guido  di  Luca,  detto  Pegotto 
0  Giovanni  di  Puccio  Scheggia 

Sandro  di  Feduccio  Ghianda 

Bartolo  Contesse 

Michele  di  Lorenzo  Buratta 

Fulino  di  Bindo  da  S.  Maria  Castello 
5  Neri  di  Pelagra  d'EIbola. 

II  Difensore  del  contado  trasse,  come  detto  e  addietro  neiraltro  capitolo  passato,  e  fece        r,  x,  »9 
ancora  condennagione,  perchfe  fu  in  sul  fatto  di  quelli  di   cui  seppe  esser   stati  nella   detta 
cavalcata  di  Fighino,  e  quelli  ch'egli  condenno  furono  questi: 

Messer  Luca  di  Totto  da  Panzano 

;0  Ugolino  di  Noldo  e  |    ^,  ... 

rr.       •  (    Gherardmi 

Toccio  ) 

Domenico  di  Francesco  da  Sandonato 

Giusto  di  Giovanni,  popolo  S.  Pier  Maggiore 

Ruffignano  di  Giardino 
0  Antonio  di  lacopo 

Meo  Davizzi 

Giunta  di  Francesco 

Matteo  di  ser  Baldo 

Lionardo  di  Lorenzo 
0  Antonio  di  Giovanni 

Checco  di  Peroldo 

Checco  di  Sano 

Michele,  vocato  mastro 

Davizzo 

'3  tutti  da  Poggiobonizi. 

Per  questo  trattato,  gli  artefici  cominciarono  a  volere  che  si  cercasse  piu  innanzi,  e  di 
cio  dierono  biasimo  al  Capitano  per  lo  non  proceder  ne'  maggiori,  lo  quale,  diceano,  essere 
per  certo   consenziente   alla   venuta  di  costoro:   e   vollono  le   Capitudini  deirArti   averlo  in 
palagio,  e  quivi  gli  dissero  di  questa  materia  assai  parole,  presente  il  Capitano ;  ed  egli  come 
lO  molto  savio  disse,  precedere  contro  a  chi  fosse  colpevole. 

RuBRicA  827'  —  Comc  '  tornaro  gU  ambasciadori,  li  quali  erano  stati  con  messer  Carlo  fer  la       i,  x,  iw 
farte  delli  Viniziani,  e  qucllo  dissero  intorno  alla  faccenda  di  messer  Carlo, 

Nel  mese  d....  a'  dl....  tomarono  li  predetti  ambasciadori,  li  quali  erano  iti  a  trattare 


Tutt!  condennnati  neiravere  e  nella  per- 
sona  per  Bertaldo  da  Genova,  difensore  pre- 
detto. 


ij.  d'ElboIa]  d'AIbola  A.  —  i6.  contado  trasse]  contado  che  trasse  A.  —  19.  dl  Totto]  »mm.  A.  —  ao.  dl 
Noldo]  omm,  A.  —  36-37.  innanzi...  blaaimo]  innanzi  ed  ancora  dierono  biatimo  G.R  —  39.  pre«ente  11  Capi- 
tano]  omm.  G.  R. 


352  CRONACA  FIORENTINA  lA.  i379| 

della  pacc  tra'  Viniziani  e'  Genovesi  con  messer  Carlo,  i  quali  rapportarono,  come  ncrittu 
avieno,  messer  Carlo  essersi  partito  et  ito  in  Ungaria,  come  la  gente  era  partita,  e  comc 
accordo  non  si  potea  avere,  e  ci6  rimanea  dagli  Genovesi,  che  troppo  n  sconosceano  ne'  van- 
tag^ ;  e  per  certo  f urono  cosi,  che  grandi  ed  onorevoli  i  patti,  cd  a  casa  loro  tenendogli  as- 
sediati.  Ue'  fatti  del  Comune  si  riportarono,  che  messer  Carlo  dello  abominio  che  Giannozzo  5 
gli  avea  dato  dello  trattato,  che  per  parte  di  messcr  Carlo  porgea  con  sue  lettere  e  sug- 
gelli  a'  Guelti,  si  conoscea  veramente,  quella  non  essere  impronta  di  suo  suggello,  e  sua  det- 
tHtura;  e  cio,  com't;  detto,  bene  pu6  essere  vero,  perocchi;  Giannozzo  confess6  da  s^,  averc 
fatto  la  'ntaglia  e  la  lettcra.  E  disse  che  piccola  giustizia  fu  fatto  di  tale  traditore  della  sua 
Macstii  e  del  Comune;  e  di  ci6  si  dolse,  che  gli  averebbe  fatto  portare  altra  pena;  che  non   li 

/,  X,  101  si  dovca,  poicht  a  lui  s'appartenea  farlo  morire,  che'  prima  a  lui  non  ne  fosse  fatta  menzione. 
QueBta  scusa  fece  messcr  Carlo,  comecch^  per  gli  Priori  gli  fusse  stato  mandato  a  dire  quello 
medesimo,  ch'egli  erano  certi  che  non  era  di  sua  coscienza;  ma  significavangli  la  detta  cosa, 
acciocchfe  altro  non  gli  fosse  detto,  e  che  egli  non  pensasse  che'  Fiorentini  credessero  esserc 
egli  in  ci6  impacciato,  che  i  Fiorentini  teneano  esso  certo  non  sapere  nulla.  Ed  il  simile  : 
in  Ungaria  era  stato  scritto,  come  a  messer  Carlo,  in  propia  forma  allo  Re  d'Ungaria;  lo 
quale  rispuose  che  bene  era  coutento  messer  Carlo  non  colpevole,  nfe  che  i  Fiorentini  il  cre- 
dessero;  concioffosaecosachfe  se  messer  Carlo  pensasse  attentare  contra  lo  Comune  di  Firenze, 
certo  non  lo  averebbe  nonche  per  suo  fratello,  n^  per  di  suo  sangue,  ma  per  nimico,  e  cosi 
lo  tratterebbe.  Infra  le  altre  cose,  che  riportarono  li  detti  ambasciadori,  cioe  quelli,  che  ve-  20 
nieno  da  messer  Carlo  (furono  messer  Tommaso  di  Marco  degli  Strozzi  e  messer  Donato  de' 
Barbadori  e  Marco  di  Benvenuto,  saponaio),  si  fu  che  certi  de'  nostri  sbanditi  avieno  accoz- 
zatosi  di  notte  con  messer  Carlo,  e  che  messer  Alberto  di  Pepo  di  Antonio  degli  Albizi 
avea  con  messer  Lapo  da  Castiglionchio  di  notte  parlato,  e  che  certi  sbanditi  avieno  con- 
tro  a  messer  Tommaso  detto  alcune  cose.     Questo  fu  nella  presenzia  di  tutto  lo  nostro  uf-  25 

1,  X,  loi  licio  del  Priorato  e  Gonfalonieri  e  de'  Dodici.'  Alle  quali  parole  dette  per  messer  Tommaso, 
messer  Donato  disse,  di  cio  non  sapere  nulla  egli,  e  vollesi  partire ;  se  non  che  messer  Tom- 
maso  il  tenne,  e  Marco,  avendo  detto  messer  Tommaso  in  forma  di  tutti  e  tre,  non  neg6 
nulla,  sicch^  si  puo  dire  consenziente.  Di  che  messer  Tommaso,  non  allora,  ma  altra  volta, 
a  piii  de'  Priori  e  de'  Collegi  notific6,  messer  Donato  avere  con  gli  sbanditi  del  Comune  ce-  30 
nato,  e  non  richiesti,  n^  inviati  i  compagni,  e  partitosi  im  di  innanzi  agli  altri.  A  ci6  si 
scusava  messer  Donato,  non  gli  esser  comandato  da'  Signori,  ne  vietato,  e  ci6  potea  fare  di 
legge  comune :  e  8'egli  non  avea  invitato  a  cena  li  suoi  compagni,  era,  perche  quegli  sban- 
diti  non  volieno  loro.  Questo  non  fu  in  giudicio,  ma  fu  ne'  parlari  cittadineschi  e  con 
messer  Tommaso,  dicendo,  ch'egli  avea  vinto,  e  che  quella  brigata  gli  chiesero  cena  della 
vincita.  E  nel  vero  messer  Tommaso,  se  lo  disse  per  sospetto,  non  so,  ma  messer  Donato, 
fu  molto  uomo  di  razza  e  di  brigata;  ma  in  ci6  non  fu  molto  provveduto,  e  che  in  altre  cose 
era  proweduto,  e  molto  stato  leale  e  fedele  al  Comune. 

/,  X,  m       RuBRiCA  828*  —  Cotne  uno  trattato  si  fecc  in  Fircnzc,  e  come  ne  fu  avvisaio  lo  Comunc. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  dicembre  a  di  10  deiranno  del  Signore  1379,  messer  Giovanni  40 
Aguto  mand6  ad  uno  cittadino,  lo  quale  non  si  pu6  contare,  che  trattato  era  in  Firenze,  o 


4.  onoreroll....  ed  a  casa]  onorevoll  patti  ed  a  casa  A.  e  G.R.;  I.  corregge:  patti  non  voUono,  ed  a  casa; 
Ho  eorrttl»  ancVio  con  P aggiunta:  i  pattl  —  7-8.  suo....  e  ci6]  suo  mezzo  ne  dettatura  del  suol  notar!,  e  ci6 
G.  R,  —  8.  bene]  omm.  A,  —  15.  esso]  egli  A.  —  19.  averebbe. . . .  fratello]  averebbc  ne  per  suo  fratelto  G.  R.  — 
a6.  Priorato, ...  allc  quall]  Priorato  e  dei  nostri  collegi.  Alie  quali  A.  —  29.  sicche....  conscnziente]  sicche  si 
poti  congenziente  G.  R. ;  siocha  si  pote  credcre  consenziente  /.  —  33.  compagni ....  un  dlj  compagni  e  partirsi  un 
di  G,  R, ;  compagni  ed  essersi  partito  un  dl  /. 


[A.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  353 

nelle  Terre  si  grande,  che  grandissima  novit^  genererebbe,  e  che  se  rimedio  non  si  pigliava, 
era  per  fatto  e  di  grande  pericolo;  e  che  quegli  non  lo  volea  manifestare  a  messer  Gio- 
vanni  Aguto  sanza  gli  ambasciadori  del  Comune  di  Firenze ;  e  che  se  voleano  sapere  il  trat- 
tato  e  gli  uomini  che  trattavano,  volea  50  000  fiorini  d'oro,  e  potere  salvare  le  persone  di 
5  sei  uomini  da  perdere  la  persona  e  li  beni,  salvo  che  fussero  e  potessero  avere  confini  i  detti 
sei;  e  se  volieno  spendere  meno,  sapere  pure  il  trattato,  e  non  sapere  gli  uomini,  volea 
20000  fiorini:  e  che  con  denari  s'andas8e  a  Bagnicavallo.  Pensando  noi,  che  messer  Gio- 
vanni  fusse  quegli  che  volesse  di  ci6  guadagnare,  e  poi  i  sei  cittadini  volesse  mostrare 
loro:  *  lo  vi  campo^,  e  fare   loro  ancora  pagare  da   canto;  pure  per  la   gelosia  del   fatto, 

10  diliberammo  di  avere  uno  uomo   savio,  ricco   e  leale:   savio,   per   conducere  bene   la   cosa; 

ricco,  perchfe  non  avesse  voglia  di  guadagnare  n^  biaogno,  leale,  perchfe'  non  guadagnasse,  che      /.,  x.  m 
erano  cose  da  poterne  scarpignare  parecchie  migliaia.     E  f u  a  ci6  per  noi  giurato  grandissima 
credenza;  e  mandarono  Guccio  di  Dino  Gucci,  e  fece  vista  d'andare  in  villa,  ed  i  figliuoli  nulla 
seppero  di  sua  andata,     Giunto  al  luogo,  trov6  messer  Giovanni  Aguto  soro  della  faccenda; 

15  ma  quegli  che  parlava  era  sconosciuto,  e  venne  di  notte  collo  mezzano,  ch'era  messer  Gio- 
vanni  e  Guccio  ed  il  principale  parlarono.  Non  ebbono  concordia,  perocch^  volea  20000  fio- 
rini,  e  50000  fiorini,  come  avea  detto;  e  questa  faccenda  traflScata,  noi  ogni  dl  mandavamo 
fanti.  Messer  Giovanni  Aguto,  volendo  sapere  chi  erano  li  trattatori,  mand6  la  notte  che  si 
partirono  loro  dietro ;  questi  vennono  a  pi^ ;  ed  a  pih  si  partirono,  e  non  seppe ;  la  seconda 

20  notte  si  rimand6,  e  vennono,  e  come  detto  e,  al  buio,  al  fuoco  di  bracia,  sanza  lume,  e 
questo  era  nella  fede  di  messer  Giovanni.  Ultimamente  praticato  di  ventimila,  si  ferm6  a  nomi- 
nare  lo  irattato,  e  gli  uomini  e  sei  salvi  al  modo  detto,  a  sua  elezione,  ovvero  dodicimila  allo 
trattato,  ed  il  riparo,  e  dove,  senza  sapere  gli  uomini;  e  questi,  mandato  loro  dietro  al  modo 
usato,  si  seppe  chi  fu,  che  fu....  (lacuna).    In  questo  mezzo  molte  lettere  da  Bologna,  da  Siena, 

!5  da  Pisa,  d'Arezzo  avemmo,  che  gente  in  arme  si  mettea,  e  si  richiedea,  e  bandiere'  fatte  in      /.,  x,  los 
Bologna,  e  la  gente  di  messer  Carlo  si  mettea  in  punto,  ch'era  in  Bologna,  e  molti  Ciompi 
e  sbanditi  uscirono  di  notte  e  di  di  di  Bologna  e  con  arme,  ed  andavano  verso  Imola.     Era 
la  detta  gente  di  messer  Carlo  in  Bologna,  e  dava  il  suono  d'  andare  a  papa  Urbano  a  Roma, 
capitanata  di  messer  Giannotto  del  Protogiudice  di  Salerno,  siniscalco  di  messer  Carlo,  e  con 

30  lui  era  in  compagnia  messer  Simone  dal  Poggio  e  messer  Giovanni  Poccia  da  Perugia,  cit- 
tadini  sbanditi  di  Perugia.  Molte  bandiere  e  pennoncelli  erano  fatti  in  Bologna  airarme 
del  popolo  di  Firenze,  e  di  sopra,  a  modo  d'una  banda,  era  Tarme  della  Parte  guelfa,  e  di 
sotto  avea  uno  braccio  con  una  apada  ignuda  rotta. 

RuBRicA  829*  —  Come  si  scoferse  il  trattato  fer  uno,  ed  il  modo,  che  se  nc  tenne. 

35  Nel  detto  anno  del  Signore  1379  a'  dl  17  di  dicembre,  in  sulle  due  ore,  venne  allo  uficio 

nostro  de'  Priori  messer  Tommaso  di  Marco  degli  Strozzi  e  Giovanni  Dini  speziale,  ed  ap- 
presentarci  una  lettera  in  gran  furia  ricevuta,  la  quale  in  effetto  la  mandava  il  conte  An- 
tonio,  figliuolo  del  conte  Giovanni  di  Monte  Bruscoli,  del  lignaggio  de'  conti  Alberti,  il  quale 
mandava  la  lettera  alli'  detti  cittadini;  e  quivi  in  effetto  narrava  come  tenero  delie  lor  per-      i.,x,  im 

40  sone  e  della  lor  vita.  Considerato  essere  loro  amico,  e  che  pensava  essere  meglio  provve- 
duto  di  questo  trattato,  che  di  quello  di  Bologna,  perocch'egli  fu  quegli,  che  men6  il  trat- 


5,  beni avere]  benl  ma  che  pote«»ero  avere  /.;  la  Uziom  dtl  ttHo,  i  qMtlla  di  G.  R.  eU  eomeorda  eom  A. 

—  6.  saperel  omm.  A.  —  9.  ancora....  gelosia]  ancora  da  cento  pagare,  purc  per  la  gelosia  G.  R.  •  purej  omm, 
A.  —  iJ.  acarplgnare]  scarplglUre  A.  —  13.  Dlno]  Dlo  A.  —  16.  parlarono]  parlato  A  —  jj.  PUa]  Plstola  G.  R. 

-  arme]  torrae   G.  /?.  —  18.  e  dava]  e  andava  G.  R.   —   39.   capltanata   dl   rnMHx]  capltano   me««er  A.   -   Glan- 
S    notto....  di  Saiemo]  Giannotto  conte  Guldl  di  .Salerno  G.  R.;  Quattrogludlcl  dl  Salerno  A.!»*iia  ruhrica  S^  H- 

torna  il  nome  di  Glannotto  del  protogludlce  -  33.  con  unaj  t  Vin».  A.  —  38.  figliuolo]   omm.  A.  -  del   Ugnagglo] 
omm.  A.  —  39.  tenero]  tennoro  G.  /?. ;  tene*  /. 

T.  XXX,  p.  I  —  »3- 


354  CRONACA  FIORENTINA  [A.  13791 

tato  dl  Bolojrna,  quando  fr\\  Otto  deHa  balla  la  feciono  nibellare  alla  Chiesa,  ed  avea  due 
bandi  di  Bologna  della  persona,  e  funne  proweduto  di  25  fiorini  il  mese,  e  poi  in  poco  piu 
di  due  anni  gli  manc6  la  prowisione,  ma  che  quella  era  cosa  da  rilevare  il  popolo,  ed  il 
Comune  di  Firenze,  e  guardare  la  cittk  da  pericoli:  che  conciosiacosach^  a'  di  19  la  notte 
al  mattuiino,  vegnpnte  il  mercoledl  a'  dl  20  si  dovea  levare  il  romore  in  Firenze  in  otto  luo-  5 
gora,  e  correre  la  cittk  airarme,  a  tagliare  a  pezzi  messer  Tommaso  di  Marco  degli  Strozzi 
e  messer  Giorgio  degli  Scali,  e  tutti  gli  ammoniti,  e  correre  al  palagio,  e  quello  avere.  Ed 
il  modo  dello  levare  il  romore,  era  questo:  che  in  suUo  mattutino,  in  quattro  casette  fuori 
di  mano,  l'una  da  Santo  Ambrogio,  Taltra  da  San  Niccol6,  Taltra  da  CamaldoH,  Taltra  da 
Belletri,  a  un'otta  vi  si  dovea  mettere  il  fuoco  di  consentimento  di  cui  era  e  gridare:  "Al  10 
"fuoco,.     Quando  a  spegnere  il  fuoco  v'era  la  gente,  ch'e'  voleano;  perchfe  al  fuoco  trae 

/.,  X,  107  ogni  uomo  coll'  arme ;  allora  uscivano  i '  pennoncelli  alla  detta  arme  del  Popolo,  e  della  Parte 
fuori,  gridando:  "  Viva  il  Popolo  e  Parte  Guelfa  ,.  Di  che  per  questo  seguito  e  di  molti 
grandi  cittadini  nobili  e  popolani,  li  quali  teneano  al  trattato,  awisati,  con  loro  genti  in  casa^ 
e  quaai  tutti  dovieno  fare  venire'  porci  loro  in  Firenze  da*  loro  lavoratori,  che  in  tal  dl  ven-  15 
gono,  ciofe  per  Santo  Tomfe  appostolo  in  Firenze,  avere  Tarme  in  braccio,  e  correre,  come 
detto  6,  e  tagliare,  e  uccidere,  come  detto  fe,  rimettere  gli  usciti  dentro ;  e  dicendo,  che  altre 
cose  a  bocca  avea  a*  dire,  ma  volea  daiiari  da  spese  per  potere  venire  e  due  ronzini.  Questa 
cosa,  fe  vero,  che  co'  detti  cittadini  avea  detto,  ch'e'  sentia  che  trattavano  con  messer  Gian- 
notto,  capitano  della  gente  di  messer  Carlo,  nostri  cittadini,  altra  volta,  bene  uno  mese  di-  20 
nanzi.  Di  che  gli  fu  dato  alcuno  danaio,  di  ch'egli  andasse  a  sentire,  e  pochi,  10  fiorini; 
di  ch'egli  dicea  essere  ito  a  piede,  ed  avea  speso  i  danari,  e  lasciato  in  suUo  albergo  il  man- 
tello.  Di  che,  comecch^  fusse  d^assai  strane  condizioni  il  detto  Conte,  pure  sappierdo  i 
modi  suoi  ed  altre  volte  avea,  come  detto  h,  fatto  a  speranza  di  danari  delle  cose,  ed  avendo 
veduto  ed  udito  da  messer  Giovanni  Agutb  lo  trattato,  ed  auto  da'  vicini,  come  detto  h  di  25 

/.,  X,  108  sopra,  gli  fu  mandato  15  fiorini  e  due  ronzini  da  vettura.  Ed  ancora'  veduto  uno  capitolo 
della  detta  lettera,  la  quale  dicea,  che  per  salute  della  nostra  cittk  e  per  rimedio  subito  8'an- 
dasse  nel  borgo  a  San  NiccoI6,  e  s\  si  pigliasse  uno  Bruno  di  Giovanni  del  popolo  di  San  Nic- 
C0I6,  lo  quale  avea  uno  degli  otto  pennoni,  ed  egli  direbbe  il  fatto.  Tennesi  che  il  detto 
Conte  fusse  nel  trattato  e  tradiase  la  brigata.  Subito  ragunati  quegli  della  guardia,  cio^  30 
otto  cittadini,  li  quali  furono  questi,  cio^: 

Tommaso  di  Piero  Parigi 

Lorenzo  d'Agnolo,  maliscalco 

Donato  Dini,  speziale 

Niccol6  di....  cappellinaio  35 

Recco  di  Guido  Guazza 

Francesco  di  Pasquino  Terrancchio 

Scarlatto  di  Tommaso  Paronci 

Michele  di  Lando,  stivigliaio; 

e  dato  loro  la  lettera,   subito   mandarono,  e  presono   lo  detto   Bruno,  e  colserlo   fuori  della  40 
porta  in  una  casa.     Quando  si  senti  attorniata  la  casa,  si  gitt6  il  pennone,  ch'  avea  seco,  nel 
necessario;  e   quivi  di   fuori  si   stava  la   notte  per   esaere  pifi  sicuro,  che  avea   fatte  le  sue 
ambasciate ;  questi  non  avea  bando :  quando  volle  subito  per  lo  cavaliere  del  Capitano  essere 


3.  gli  raanc6]  la  mancft  G. /?.  —  lo.  rl  tl  dorea]  sl  dorea  G,  R.  —  lo.  il  fuoco]  omm.  A.  —  ij.  In  tal  d\] 
In  calendl  G.  Jf.  —  Ji.  Di  che]  «aMi.  A  •  danalo....  egH]  denaro  cioi  fiorini  lo,  ed  egH  G. /?.  —  30-31.  ragu- 
nati....  cloi]  ragunati  gll  Otto  della  guardia,  cii'erono  questi,  cio>  A.  —  35.  cappellinaro]  colteiUnaio  A.  — 
37.  Patqulno  Terranccliio]  Pasci  G.R.  —  40.  coiserlo]  glunserlo  .^  —  41-4».  nel  necessarlo]  nella  plnagia  G.R.; 
nelia  pruagU  /.  —  43.  subito]  0mm,  A  5 


[A.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  355 

gittato  in  terra,  per  martoriare  nella  casa  medeBima,  trasse  fuori  parole,  e  disse :  "  Venite,' 
*  il  pennone  ^  qua„.  E  trovato  il  pennone,  furono  in  palagio,  ed  i  Priori  erano  al  fuoco.  /.,  x,  109 
VoIIono  fare  venire  quegli  della  guardia  costui  dinanzi  a'  Priori:  li  Priori  rispuosero,  che 
nfe  lui,  nb  niuno  intendeano  venisse  nel  palagio,  e  che  non  voleano  sapere  nulla:  la  guardia 
5  della  citta  e  contado  s'era  attribuita  a  loro,  e  ci6  s'aspettava,  a  chi  la  turbava,  a'  Rettori; 
andassero  a  loro,  e  con  loro  attendessero  a  giustizia.  Menato  a  casa  il  capitano,  ed  esami- 
natolo,  e  confessato  il  fatto,  in  effetto  ch'era  intinto,  e  la  notte  se  ne  presero  tre  altri,  e 
piii  se  ne  sarebbono  stati  presi,  se  non  fusse  stata  la  paura  dello  trattato,  che  Donato  Dini, 
uno  degli  detti  Otto  della  guardia,  che  era  stato  ammonito  addietro,  per  paura,  che  non  si 
10  destassero  prima  eglino,  andb,  e  mand6  il  compagno  suo  a  destare  gli  artefici,  che  pigliassero 
Tarme.     II  bulichio  fu  subito  per  la  citt^;  chi    ebbe  voglia  di   fuggire,  fuggi.     A'   dl  18    la 

[  notte,  fu  preso  uno  Lorenzo  di  Giovanni,  detto  Nencio  Ciccho,  lo  quale  avendo  veduto  preso 

uno  de'  compagni,  e  poi  gli  altri,  s'  andava  traf ugando :  e  pure  fu  preso,  e  conf ess6  essere 
nel  trattato  tutti  i  confinati,  salvo  tre,  e  che  messer  Carlo  senti  il  trattato,  e  che  avea  27  sug- 

t     15  gelli  di  famiglie  di   Firenze.     Di   che  la  cittJl  fu'   tutta  alVarme  la  mattina  del  martedi,  a'      /.,  x,  118 
di  19.     Ed  ultimamente  fu  mandato  in  qua  ed  in  Ik  cercando  per  questi  confinati,  de'  quali 
furono  presi  questi,  che  appife  si  fark  menzione. 

RuBRiCA  830*  —  Cotne  furotio  fresi  ctttadini  e  chi  e  ferche  e  cotne  si  /ecero  quattro  citta- 
dini  ca-pitani  della  gente  ^arme. 

20  Nel  seguente  dl,  essendo  presi  questi,  fu  diliberato  di  dare  alla  gente  d'arme  capi  cit- 

tadini,  acciocch^  se  fusse  assalita  la  piazza,  non  avessero  la  scusa,  che  ebbono  Taltra  volta, 
di  non  conoscere  i  cittadini;  11  quali  furono  questi: 

Messer  Tommaso  di  Marco  degli  Strozzi  e 

Messer  Benedetto  di  Nerozzo  degli  Alberti,  per  TArti  maggiori,  e 
25  Lorenzo  di  Donato,  tintore,  e 

Benedetto  da  Carlona,  pianellaio,  per  TArti  minori. 

Costoro  stettero  armati  con  gli  soldati  in  piazza:  lo  palagio  fu  guernito  di  vettuaglia  ed  in 
concio  d'arme  per  modo  che  non  ne  serebbono  stati  cacciati,  come  furono  quelli  di  lu- 
glio  1378.     Mandarono  quegli  della  guardia   Simone  di   Biagio  Corazzaio   per  pigliare   Ma- 

30  riano  di  Lando  degli  Albizi  a  Rovezzano,  secondo'  ch'e8si  dissero  che  altro  non  grimpuosero;      /.,  x.  111 

e  diergli  uno  mazziere  de'  Priori  e  sei  lance  da  cavallo.     Di  che  egli  and6  a  Querceto,  ed 

uUiraamente  Carlo  si  partl  sentendo   alla  porta   dinanzi  la   brigata,  per  la   porta  dietro   del- 

Torto;  e  poi  andaroiio  alle  mulina,  e  presero  Piero  di  Filippo  degli  Albizi,  il  quale  giunsero, 

-  che  si  partiva,  ed  andavane  per  la  strada  diritta;  e  per  la  notte   aveano  mandato   a  Monte 

35  Ughi,  e  presero  Cipriano  di  Lippozzo,  e  Bartolo  di  Giovanni  Siminetti,  detto  mastino  e  Fi- 
lippo  di  Biagio  degli  Strozzi.  Messer  lacopo  Sacchetti  s'era  ito  alla  sua  casa  la  notte  di- 
nanzi,  ed  egli  in  farsetto  8'era  uscito  di  letto,  e  fuggito  di  tetto  in  tetto,  e  saltato,  e  disvol- 
tosi  il  piede,  e  nascososi  nella  Badia  di  Firenze,  ch'era  dietro  alle  case  sue,  in  uno  monte 
di  grano  tutta  la  notte  e  Taltro  di  infino  a  nona;  e  se  non  si  fosse  isvolto  il  pife,  campava. 

40  Come  si  sapesse,  vi  si  and6,  e  trovossi,  e  fu  preso.  Tutti  questi  vennono  alle  mani  del  Ca- 
pitano.     Alle  mani  dello  Esecutore  fu  menato  preso  messer  Donato,  e  Bartolommeo  de'  Bar- 

i 

!  3.  ed  I  Priori]  a'  priorl  <?.  /?.  —  8.  stati]  »mm.  A.  —  u.  Clccho]  Mecco  cUcco  G.R.;  Nencio  cleco  /.  - 

avendo]  avea   G.  R.,  corretto  di  teconda  mano  in  avendo  —   IJ.  e  pure  fu    preso]  emm.  A.  -      17.    ni  A.,  mi  G.  R. 

rifortano  la  lista  —  a6.  per  TArtl  minorl]  omm,  G.  R.  —  30.  essi]  omm.  A.  —  31.  uno]  omm.   G.  /?.  —  31.  CaHo] 

Marlano  /.;  Carlo  A.;  Carlo  G.  R..  corretto  di  mano  ponteriore  in  Marlano   —   33.  degll   Alblxi]  omm.  A.  -  giunsero] 

5    glunse  G.  /?.;  glunsero  /.  —  37.  dl  letto|  del  letto  A.  —  37-38.  dUvoltosi]  svuolaeal  A, 


356  CRONACA  FIORENTINA  (A.  1379] 


badori;  imperocch^  a  quello  Nencio  venne  detto  era  state  date  lettere,  e  detto  quello  a  Ijocca 
/.,  s,  112  avesae  a  fare,  e  che  parJaase  a  megser  Donato,  ed  egli  8'era'  il  dl  stato  ne' Servi;  c  sentito 
i  compagni  presi,  si  s'immagtn6  d'occaltare  le  lettere,  le  quali  minutissimamente  miauzzb, 
e  gitt6  dietro  alle  prowpere  del  Capitolo,  le  quali  ricolte,  e  ripezzate  per  gli  piu  sottili  uomini 
di  Firenze,  nulla  comprendere  se  ne  potfe;  ma  sl  le  8minuzz6,  e  a  bocca  dicea,  e  faciesi  5 
gagliardo,  dicendo:  "  Fate  ci6,  che  vi  pare,  che  domane  il  trattato  andrk  a  secuzione,  tanta 
"i  la  gente,  che  dee  essere  nel  trattato  „.  E  la  brigata  di  messer  Carlo  dovea  essere  il  mer- 
coled)  notte  alle  porti,  quando  il  trattato  si  scopria.  E  per  questa  cagione  si  mand6  mes- 
ser  Ruberto  in  Mugello  con  geiite  d'arme,  per  scontrare  la  brigata,  8'e'  venissero,  e  a'  Bo- 
logneBi  che  non  gli  lasciassero  uscire  di  Bologna,  e  se  uscissero,  venissero  la  gente  loro  10 
dietro,  e  la  nostra  si  facesse  loro  innanzi;  e  mandosai  per  tutte  le  vicinanze  delli  confini  e 
per  gli  passi,  che  se  passasse  persona  sospetta,  fusae  ritenuta.  Perchfe  Carlo  Mangioni  paa- 
sava  da  Barberino,  il  Podesth  il  ritenne,  e  mandossi  per  esso,  con  due  suoi  compagni;  ci6 
furono,  Lorenzo  di  Giovanni  da  Firenze  e  Francesco  di  Simone  da  Castello  San  Giovanni, 
i  quali  furono  dati  a  messer  Giovanni  da  Nami  podestk  di  Firenze.  15 

/.,  X,  n3       RuBRicA  831'  —  C<me'  i  Bolognesi  trattarono  le  gente  di  messer  Carlo  di  DurazMo. 

I  Bolognesi  di  buono  animo,  essendo  nuovamente  del  mese  di  settembre  collegati   con 
gli  Perugini  e'  Fiorentini,  veggendo  la  gente   de'  Fiorentini   sbanditi,  i  Ciompi  usciti   fuori, 
ed  eglino  che  dissero  di  soggiomare  quattro  dl,  ed  eranvi  stati  bene  venti,  preseme  sospetto; 
e  quando  costoro  si  vollono  partire  lo  lunedi,  per  essere  Tordine  del  trattato  il  mercoledl  a  20 
Firenze,  sl  si  mandarono  la  domenica  per  gli  Caporali,  e  vollono  ch'e'  giurassero,  suggellas- 
sero,  e  promettessero   non  offendere   niuno  loro   coUegato,  nh   i   Fiorentini   in   ispezialtk;   e 
ch'egIino  uscissero  per  questa  via,  ciofe  per   Rimine   della  Romagna,   e  quindi   andassero  a 
Roma  molto  in  ordine,  ciofe  il  terzo  di  loro,  e   con  loro   andava  il   Cavallaro  Bolognese;   e 
quando  lo  terzo  di  loro  era  a  Rimine,  e  Taltro  terzo  si  partiva,  e  poi  Taltro  il  simile.     Questo  25 
tu  loro  corale  cosa  a  sofferire;  ma  pure  non  possendo  piu,  si  tolsero  quello  potieno,  e  man 
darono  Ungari  a  dolersi  a  messer  Carlo,  ed  i  Fiorentini  ed  i  Bolognesi  ed  i  Pemgini  man- 
darono  loro  dietro  li  messi  a  dolersi  del  trattato. 

/.,  X,  lu       RuBRiCA  832*  —  Come'  i  Fiorentini  richiesono  V  amista,  fer  essere   forniti  di  gente  fer  lo 

detto  temfo,  30 

I  Fiorentini  sappiendo  il  trattato,  ed  aspettando  la  gente  da  Bologna,  la  quale  mes- 
ser  Carlo  si  dicea  andava  a  Roma,  ch'era  nel  trattato,  richiesero  i  Pisani  e  Lucchesi  ed  i 
Sanesi,  li  Perugini,  gli  Aretini  e  messer  Azzo  degli  Ubertini,  i  conti  Guidi  di  Casentino,  e 
mandarono  a  tutti  loro  accomandali,  de'  quali  vennono  il  terzo  di;  i  Sanesi  70  lance;  il 
quarto  di  i  Pisani  con  800  lance;  i  Bolognesi  il  sesto  dl  con  100  lance;  i  Perugini  il  tre-  35 
dicesimo  di  con  100  lance :  gli  Aretini  Tottavo  di  con  30  lance.  Fra  Ungari  e  '1  Conte  e 
Tamistk  de  i  fanti  vennono  prestamente  tutti. 

RuBRiCA  833*  —  Come  si  ragunarono  le  Cafittidini,  e  come  vollono  che  si  seguisse  nella  gtustitia. 

Essendo  presi  li  predetti,  ed  ancora  di  piu  di  dinanzi  uno  Giovanni  di  Piero  Anselmi 
non  per  questo  trattato,  ma  di  questa  radice  pare  ch'e'  fusse:  perocchfe  dovette  dire:   "  In-  40 

I.  Nenclo....  sUte]  Nenclo,  detto  Claccoi  erano  aUte  G.R.;  detto  Cleco  /.  —  j.  Serri;  e  tenttto]  Serri, 
Nencio  e  lenmo  G.  R.  —  4.  dietro  ....  Capltolo]  drieto  al  Capitolo  A.  -  36-37.  Fr*  Ungari.. ..  l'amUti]  Fra  UngMl 
e  lance,  ramirti  G.  R.  —  37.  prestamente]  omm.  A. 


[A.  13791  CRONACA  FIORENTINA  357 

"nanzi  che  sia  pochi  di  sar^  messo  un  zaffo  in  culo  agli  artefici  d'acciaio  per  modo,  che 
"  non  reggeranno,  com'e'  fanno„.  O  vero  o  no,  che  queste  parole  fussero,  il  Capitano,  che'  i.,x,iis 
lo  avea,  non  trovava  in  lui  da  procedere,  come  esso  dicea.  Gli  artefici  ed  altri  di  loro  animo 
di  ci6  forte  lo  incolpavano.  Di  che  ragunati  il  mjirtedi,  e  praticato  le  Capitudini  sopra  la 
5  detta  materia  e  de'  presi,  ultimamente  si  diliber6,  che  due  per  Capitudini  fussero  a  dilibe- 
rare  il  modo  della  giustizia,  perocchfe  la  cittk  stava  tutta  sotto  Tarme,  e  gridava:  "  Giustizia, 
"giustizia,.  Preso  partito  di  due  per  Arti  Capitudini,  gli  altri  se  n'andavano,  e  questi  fu- 
rono  messi  nella  sala  del  consiglio,  e  due  de'  capitani  della  Parte  guelfa  e  due  de'  Nove 
della  Mercanzia,  e  due  de'  Dieci  della  Libertk  e  due  de'  Dodici  e  due  Gonf alonieri ;  ed  ulti- 

10  mamente  in  pratica  tutto  lo  di  e  la  notte  si  stette,  ed  il  Capitano  fu  riscaldato  ed  il  Podestk 
e  lo  Esecutore  che  facessero  iustizia.  Eglino  diceano  di  farla,  e  che  non  trovavano  da  far 
morire  di  quelli  ricchi,  owero  maggiori,  altro  che  quegli  delle  bandiere,  e  quegli,  che  avieno 
bando.  Ultimamente  il  mercoledl  infino  a  nona  stati  alla  pratica,  e  detto  al  Capitano,  che 
essi  intendeano,  che  al  presente  non  fosse  morto  niuno  di  quelli  poveri;  e   quivi  in   effetto 

15  lo  popolo  prese  Tarme,  gridando:   "  Giustizia,  giustizia  „.     Non  pigliandosi  nulla,  vennono  in 
palagio  di   quelli  quattro   cittadiiii  della   compagnia  de'   soldati,  ovvero   sopra  loro,  e   disse 
messer  Benedetto  degli  Alberti  che  il  popolo  dicea  che,  se  innanzi'  nona  non  fosse  dato  ror-      r.,x,  n» 
dine  alla  giustizia,  per  modo  che  si  vedesse  quello  si  dovesse  fare,  che'  la  farebbono  eglino 
col  fuoco  e  con  la  spada.     Udito  questo  le  Capitudini,  chi  una  e  chi  altra  si  presero  questo 

20  partito  come  nona  son6,  che  quelli  quattro  cittadini  avessero  balla  insieme  con  gli  Rettori 
a  fare  dare  esecuzione  alla  giustizia,  e  cosi  fu.  E  fatto  ci6,  fu  detto  cha  'I  Capitano  sgom- 
brava,  per  andarsene  la  notte,  e  fare  fuggire  i  prigioni;  di  che  fu  messo  a  guardia  quella 
notte  di  lui  e  de'  prigioni  da  50  uomini,  e  furono  si  dissoluti  che  gli  dissero  d'oItraggio8e 
parole,  e  f orse  gli  averebbono  fatti  de  i  fatti ;  se  con  che  quelli  quattro  cittadini  vi  corsero, 

25  e  ripresergli,  e  lui  confortarono  a  fare  giustizia.  Di  che  la  notte  colI6  Filippo  di  Biagio  e 
Nanni  Anselmi. 

RuBRicA  834'  —  Come  il  Ca-pitatio  fece  giustizia  di  Nanni  Anselmi  e  di  Filiffo  di  Biagio, 
ed  il  Podesta  di  Carlo  Mangioni  e  d^altri. 

II  Capitano,  veggendo  la  volontk  del  popolo,  forse  per  iscarico  di  se,  se  non  gli  sentia 
30  colpevoli,   li  colI6  tanto,  che   dissero  quello,  perchfe  egli   morirono,  credendosi  campare  gli 

altri;  e  se  colpevoli  li  trov6,  non  gli  era  onore  a  lasciarli  tanto,  quanto  avea  tenuto  Nanni'  di  /.,  x,  u; 
Piero  Anselmi.  Come  che  la  cosa  andasse,  dife  loro  la  sera  il  comandamento  deiranima;  e 
lo  Podestk  a'  suoi  avea  fatto  il  simile.  Di  che  la  mattina  in  sulla  terza,  o  piii,  son6  a  con- 
dannagione,  ed  in  sulla  piazza  di  San  Pulinari,  per  turbazione  di  stato,  fece  tagliare  il  capo 
35  a  Carlo  di  Francesco  Mangioni  e  Lorenzo  di  Giovanni  da  Firenze,  questi  avea  bando,  e  Fran- 
cesco  di  Simone  da  Castel  San  Giovanni,  pure  per  turbazione  di  stato.  Et  il  Capitano  dipoi 
lui  facea  leggere  la  condannagione  di  Nanni  di  Piero  Anselmi  e  di  Filippo  di  Biagio  degli 
Strozzi  in  sullo  piano  della  scala  del  suo  cortile,  come  era  usato  e  gli  detti  condannati  erono 
gik  nel  cortile  a  modo  usato  e  doviesi  tagliare  il  capo  in  sullo  muro  del  cortile  sopra  la 
40  piazza.  Leggendosi  la  condennagione,  lo  popolo  armato  in  sulla  piazza  e  le  gente  deirarme, 
una  femmina  pazza  misse  uno  mugghio  grandissimo;  la  baruffa  fu  grande,  credendo  fusse  altro. 
Li  disarmati  cominciarono  a  fuggire  della  piazza,  i  cavalli  per  lo  romore  spaventati,  H  sol- 
dati  strignersi  insieme;  il  romore,  e  la  calca  fu  si  grande,  che  airuscire  della  piazza,  alle 
bocche  delle  vie,  cadde  Tuno  sopra  Taltro  per  modo  che  ve  ne  a£fog6  circa  cinque;  infra' 


15.  popolo....  giustlzla]  popolo  in  8uU'arme :  glustlzia  G.  R.  —  18.  queilo]  omm.  G. R.  —  23.  gU]  omm.  A. 
—  31-33.  di  Plero]  0»«»«.  A.  ~  35.  queati  area  bando]  omm.  A.  -  36.  per  turbazione  dl  stato]  omm.  A.  —  38- 
39.  cortUe....  doTiesl]  cortile  al  modo  usato  e  doriensi  G.  R.  -  del  cortlle]  omm,  A.  —  41.  credendo  fusse  altro] 
tmm,  G.  R.  —  44.  drca]  omm.  A. 


358  CRONACA  FIORENTINA  |A.  1379J 


quali  vi  morirono  di  nome  uno  figliuolo  di  Giano  Torrigiani  d'anni....  {iacuna)  ed  uno  no- 
taio,  il  quale  avea  iiome  Bcr....  {lacuna)  ed  era  piena  la  piazza  di  zoccoli  e  di  pianelle,  la- 

/.,  «,  III       sciate  per  fuggire  meglio,'  e  berrette  cadute,  che  se  ne  sarebbe  fatto  leggermente  soma.    Ed 
a  questo  si  vide  che  fe  popolo,  ed  almeno  tratto  tra  Tarme  disannato.     La  gente,  ch'era  nella 
corte  del  Capitano  a  udire  leggere  la  condennagione,  cominci6  a  fuggire,  e  chi   avea  anne     5 
a  trarla  f uori,  ed  iraene  con  essa  in  mano.     Li  berrovieri  spauriti  laaciaroiio  i  condennati ;  e 
se  pigliavano  la  via  della  porta,  leggiera  cosa  era  a  campare;   ma  Tuno,  ciofe  Nanni   Man- 
gioi\e,  prese  la  via  della  scala  e  sall  sul  piaiio  della  scala,  ed  arrogantemente  diase:  Dielvo- 
glia,  Capitano,  che  tu  abbia  oggi  fatio  bene;  e  ci6  disse  due  volte.     II  Capitano  francamente 
il  fece  ripigliare,  ed  in  quella  baruifa  avea  mandato  a  serrare  la  porta  del  cortile,  e  gii  era  10 
serrata;  e  veduto  che  contra  a  lui  non  si  dicea,  ma  la  gente  era  uscita  fuori,  e  non  intrata 
dentro,  comand6  fussero  menati  in  aul  muro,  e  loro  tagliato  il  capo.     Dissero  di  quelli  della 
guardia,  che  quando  il  romore  si  lev6,  quelli  cinque,  ch'erano  sotto  la  scala  a  vedere  quelli, 
che  si  doveano  guastare,  e  sopra  la   volta  si   leggea  la   condennagione,  che  quando   vidono 
fuggire  fuori  la  brigata,  e  costoro  due  lasciati  che  '1  Maslino  disse:  Piero  di  Filippo  stiamo  15 
franchi,  che  messer  Giannotto  sia  giunto  alle  porti;  cio6  il  Capitano   con  la   gente  di   mes- 

/.,  X,  11»  ser  Carlo,  che  dovea  nel  trattato  venire  11  dl  dinanzL  Questo,  dico,  se  cosi  fu,  quasi'  parve 
per  le  parole,  essere  veramente  colpevole  come  che  chi  dicea  di  no  e  chi  di  sL  Queste  pa- 
role,  poi  a  piii  dl,  u86  di  dire  uno,  ch'era  stato  preso  di  notte  col  coltello,  e  perchfe  era 
un  poco  persona  da  easere  tenuto  in  quello  tempo  sospetto,  e  £u....  {lacuna)  e  disselo,  es-  20 
sendo  lasciato  e  libero  e  sicuro.  Fu  adunque  tagliato  la  testa  alli  due  predetti,  dok  a  Nanni 
di  Piero  Anselmi  e  a  Filippo  di  Biagio  degli  Strozzi;  ed  il  popolo  coroinci6  a  gridare:  "  Agli 
"altri,  agli  altri,.  Ed  il  palagio  del  Capitano  serrato,  che  se  fusse  stato  aperto,  ed  il  Ca- 
pitano  non  lo  avesse  fatto,  sarebbe  stato  a  rischio  eglino  ed  egli.  Lo  Capitano  gli  avea  la 
notte  collati,  e  nulla  aveano  confessato;  di  che  il  Capitano  si  scusava,  e  dicea  a  coloro,  25 
ch'erano  alla  guardia  de  i  soldati,  ed  alla  sua  e  de'  prigioni:  "  Andate,  e  fategli  morire  voi, 
"  che  se  io  non  gli  trover6  colpevoli,  io  no  'I  far6  „.  Di  che  stava  la  cittk  in  arme  ed  in 
favellio ;  e  tutti  diceano :  "  S'egli  non  gli  fa  morire,  e'  sark  tagliato  a  pezzi  egli,  e  loro,  e 
"  tutti  i  loro  consorti  maschi  e  femmine  arse  nelle  case  ,.  E  tutto  il  popolo  faceva  gran- 
dissima  minaccia.  30 

RUBRICA  835'  —  Come  il  Cafitano  fece  tagliare  la  testa  a  Piero  di  Fili-pfo  e  ad  altri  quattro. 

Ed  il  predetto  di,  ciofe  il  giovedi  a  dl....  {lacuna)  di  dicembre  1379,  sentendo  li  pa- 
/.,  X,  ijo  renti  loro,  cio^  de'  cinque,  ch'erano  in  prigione,'  il  ragionamento;  e  lo  fatto  nel  vero  parea 
loro  piii  virisimile,  ch'e*  non  era,  per  gU  modi  tenuti  per  adrieto  delFardere  e  del  ru- 
bare;  ma  i  Priori  8'erano  posti  in  cuore  che  non  si  facesse  piii,  ed  erano  fomiti  di  gente,  35 
ed  aveano  buono  animo,  e  li  buoni  uomini  li  confortavano,  e  prometteano  di  aiutargli.  Ma 
come  che  la  cosa  s^andasse,  per  frati  loro  e  parenti  ed  altri  loro  parenti  ed  amici  fu  loro 
parlato  per  modo,  che  Piero  di  Filippo  cominci6  a  mostrare  il  modo  ed  il  pericolo  a*  com- 
pagni,  di  loro  e  delle  loro  famiglie,  e  che  per6  non  campavano  eglino,  ma  come  cani  si  ve- 
drebbono  raorire  e  tagliare;  e  di  concordia  mandarono  al  Capitano,  che  gli  voleano  parlare,  40 
ed  egli  non  gli  volle  udire;  ma  poi  a  preghiere  loro  vi  mand6  il  cavagliere,  a  cui  dissero 
che  il  Capitano  vedeano  a  gran  rischio,  e  loro  e  le  cose  loro,  e  che  il  Capitano  dicesse  loro 


I.  dl  noni«]  omm.  A.  -  d'anni]  omm.  A.  —  i-a.  ed  uno  not«Io  emm.  A.  —  4.  tratto]  omm.  A.  —  7.  l'uno 
cloi]  omm.  A.  —  8.  vla....  arrogantementel  rU  delle  scale;  FUippo  dl  Biagio  prese  la  via  della  scaJa  ed  arrogaji- 
temente  G.  R.  -  acaia]  staila  /.  —  12-13.  Dlasero....  guardia]  Dissero  di  quella  guardia  G. /f.  —  18-19.  colpe- 
Tole....  dl  notte]  colpevole.  Poi  a  plil  di  us6  di  dlre  uno,  cJi'era  stato  di  d\  e  di  notte  G.  R.  —  J9-30.  E  tutto.... 
minaccla]  omm.  G.  R.  —  34.  per  adrieto]  qul  addietro  G.  R.  —  37.  parentl....  parenti]  parenti  ed  altrl  cht  fratl 
e  parenti  G.  R.  —  38.  il  modo]  omm.  A.  —  40.  e  tagliarej  omm.  A. 


[A.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  359 

quello,  ch'egli  avessero  a  confessare,  ch'egliao  erano  presti  a  confessarlo.  II  Capitano,  come 
f ranco  uomo,  disse  ch'egli  lasciava  il  pensiere  a  loro,  ch'egli  non  era  per  dire  nulla  a  loro ; 
ma  8'egli,  se  si  sentiano  colpevoli,  ch'egli  li  esaminerebbe,  e  se  gli  dicessero  cosa,  per  la 
quale  dovessero  morire,  egH  farebbe  la  esecuzione  e  ch'egli  per  se  di  nulla  temea,  Di  che 
5  costoro  diliberarono  di  morire,  e  pregarono  che  onestasse  la  condennagione '  il  piu  che  po-  /.,  x,  lai 
tesse,  e  confessarono  aver  parlato  chi  con  uno  e  chi  con  un  altro  per  turbare  lo  stato  pre- 
sente.  II  Capitano  di^  loro  il  comandamento  deiranima,  e  mando  a'  Priori,  che  questi  avieno 
confessato,  quello  ch'egli  ne  dovesse  fare,  e  quello  che  essi  comandavano.  I  Priori  rispuo- 
sero,  ch'eglino  per  loro  stavano  in  palagio  allo  reggimento  della  citta,  e  mantenere  lo  stato, 

10  ed  a  fare  lo  loro  uficio,  ed  il  Capitano  lo  suo;  e  che  il  primo  di  che  lo  trattato  si  scoperse 
da  quello  Bruno,  che  fu  preso  per  loro  detto,  e  preso  non  lo  voUono  udire,  nfe.vedere,  ma 
dissero  che  facessero  quelli  della  Guardia  ed  i  Rettori  lo  loro  uficio,  ch'egli  non  intendeano 
d'impacciarsene,  nfe  fare  pigliare,  nfe  sentire  de'  presi,  salvoch'erano  presti  in  dare  e  far 
dare  adiuto  e  favore  a'  Rettori  e  ad  ogni  persozia  che  fusse  uficiale  di  Comune.     Ma  tanto 

15  gli  fu  detto  che  facesse  ragione  a  ogni  uomo  e  giustizia  sopra  chi  la  meritasse.  Di  che  tor- 
natosene  lo  vcKerdi  mattina  in  sulla  terza,  ad  uno  ad  uno  lette  le  condennagioni,  in  suUo 
muro  fe'  loro  tagliare  la  testa.  Cio  furono  questi:  messer  lacopo  Sacchetti,  Cipriano  di  Lip- 
pozzo  Mangioni,  Bartolo  di  Giovanni  Siminetti  e  Piero  di  Filippo  degli  Albizi.  E  nel  vero 
tutti,  per  inhno  al  colpo  del  ceppo  dissero  essere  loro  fatto  torto,  e  che  non  seppero  nulla 

20  del  trattato. 

RuBRic A  836"   —   Come '  fu  tagliato  il  cafo  a  messer  Donato  Barbadori.  /.,  x,  \ii 

In  quello  medesimo  di  ed  in  quella  medesima  ora  in  quello  medesimo  minuto  si  lesse 
condannagione  Giannino  d'Ascoli,  esecutore.  Ed  egli  medesimo  con  quelle  parole,  che  il 
Capitano,  la  sera  dinanzi  era  ito  a'  Priori,  e  quelle  medesime  parole  gli  furono  risposte  che 

25  al  Capitano.  E  certo  questo  costa  a  me  scrittore  di  vero,  che  io  era  de'  Priori,  che  certo 
mai  noi  non  sentimmo,  n^  volemmo  sentire  di  niuno,  salvo  quello  Bruno,  che  detto  h,  lo 
quale  avea  la  bandiera,  di  quello  innanzi  dicemmo,  che  facessero  quelli  della  Guardia  11 
loro  uficio  ed  i  Rettori  contra  a  chi  fosse  colpevole  nel  trattato,  fosse  chi  volesse,  fosse  pu- 
nito.     E  queste  parole  sempre  ai  Rettori  ed  a  quelli  della  Guardia  furono  usate.     Messer  Do- 

30  nato  Barbadori,  letto  la  condennagione,  molto  si  8cus6,  non  essere  colpevole,  e  raccontb  in 
conclusione,  essere  stato  il  piu  fedele  ed  il  piii  leale  a  quella  cosa,  ciofe  a  quella  de'  Priori, 
che  mai  fusse  niuno.  E  certamente  di  messer  Donato,  se  fu  colpevole,  gran  peccato  fu  di 
lui  che  in  tanto  errore  venisse,  perocch'era  franco  uomo  e  molto  savio  e  molto  utile  al  Co- 
mune;  e  se  non  fu  colpevole,  gran  danno  ne   fu,  e  male  fece  chi  di  ci6'  Tabbominb.     Per      i.,x,  m 

35  certo  messer  Donato  fu  al  Comune  per  addietro  leale  ed  ardito,  ed  in  ogni  ambasciata  per 
lo  Comune  andava  ne'  grandi  fatti  a  grandi  signori  e  tiranni;  infra  gli  altri  gran  fatti   egli 
and6  a  difendere  il  processo  formato  contra  il  Comune  per  lo  papa   Ghirigoro  XI  ed  alta-  . 
mente  e  francamente  sempre  parl6,  e  sapea  ch'egli  era  male  del  Papa;  ed  infra  Taltre  cose 
che  disse,  essendo  al  concestoro  il  Papa  co'  cardinali,  e  cominciato   a  leggere  lo   processo, 

40  uno  prete,  ch'era  colla  moltitudine  a  vedere,  gli  si  di6  il  mal  maestro,  forse  come  usato  8'era, 
messer  Donato  cominci6  a  gridare :  "  Guardatevi  dinanzi,  che  '1  Santo  Padre  vegga ,  ;  ogni 
uomo  si  ce8s6;  egli  si  trasse  innanzi,  e  non  disse  "  Santo  Padre  „,  ma:  "  messere,  guardate  come 
"  H  vostri  famigli  e  crientoli  cominciano  a  stramazzare  per  la  ingiusta  sentenzia,  innanzi  ch'ella 
"  sia  letta;  pensate,  che  seguir^  letta:  eh  per  Dio  non  date  si  ingiusta  sentenza,  come  que- 


1$.  Di  che]  che  G.  R.  —  17.  muro....  testa]  muro  fu  poi  tagliato  la  te»ta  G.R.  -  dopo  la  faroU  Sacchettl  /. 
Hota  »na  lacuna  che  non  h  segnata  nei  mss.  —  19.  del  ceppoj  omm.  A.  —  13.  rainuto]  muro  G,  R.  —  23.  condan- 
nagione]  la  coiulannagione  A.  —  26.  che  detto  h[  omm,  A.  —  39.  disse,  essendo]  disse,  fu  che  essendo  /, 


360  CRONACA  FIORENTINA  [A.  ia79j 


*ita  &  ,.  E  con  tanto  ardire  e  franco  animo,  che  ogni  uomo  si  meravigli6:  ed  il  Papa  tur- 
bato  delle  parole.  se  non  fusse  stato  raffrenato,  gli  averebbe  fatto  villania.  £gli  dicendo 
che  la  morte  era  acconcio  a  sofferire,  per  non  tacere  la  ingiusta  condannagione  contra  al 
Comune  di  Firenze ;  e  molto  avea  prima  rimediato  e  umiliato  infino  a  quello  punto,  quanto 
/.,  X,  124  uomo  avesse  potuto  fare.  Oltre  a  ci6  fu'  mandato  in  Francia  ed  in  Ungaria,  ed  in  tutta  5 
quasi  cristianitk  a  scusare  lo  Comune,  ed  abbominare  lo  Papa  per  quella  ingiustizia.  £  certo 
grande  danno  ne  fu  della  sua  morte.  Fatta  la  detta  ingiustizia,  ogni  uomo  pose  giu  Tarme, 
e  ie  botteghe  si  apersono,  ed  acchetossi  il  popolo  incontanente  e'  fu  scapolato  per  lo  Aase- 
guitore,  Donato  Barbadori. 

/.,  X,  IJ5       RuBRicA  837*  —  Come'  furono  sei  volte  in  due  mesi  grandi  diluvi  (facque  in  Firenze,  e  che  10 
ne  segu\. 

Nel  detto  anno  1379  e  del  mese  di  novembre  e  di  dicembre  furono  grandi  diluvi  e  piene 
d'acque  in  numero  di  sei  volte;  crebbe  il  fiume  d'Amo  si  forte,  gran  tempo  non  crebbe, 
come  h  detto,  rubrica  497.  Ma  per  fare  menzione  d'una  piena  di  dicembre,  avea  in  Valdamo 
di  sopra  presso  a  Bibbiena  nel  contado  d'Arezzo  una  villa  con  una  fortezza,  ch'era  degli  15 
Aretini:  si  chiamava  Campi;  crebbe  sl  Arno  che  allag6  ogni  cosa,  ed  i  paesani  si  fuggirono 
in  lo  palagio;  di  ch^  il  palagio  cadde  la  met^,  e  chi  fu  in  quella  metk,  mori:  e  morirono 
circa  77  persone. 

RiraRlCA  838*  —  Co^tne  il  conte  Antomo  da  Bruscoli  fu  rimutierato  della  rivelazione  del  trattato. 

I  Priori,  pensando  di  fare  guidardone  al  conte  Antonio  da  Bruscoli,  il  quale,  come  detto  20 
k  addietro  rubrica  829,  rilev6  il  trattato,  di  che  s'^  ragionato  infino  a  qui,  si  per  lui,  e  per 
dare  materia  di  sentire  delle  cose,  si  gli  fu  donato  di  mancia  la  mattina  di  Natale  fiorini  100 
in  due  lance  morte  due  anni,  che  sono  40  fiorini  ogni  mese.  II  quale  contento  si  parti  dalli 
Priori,  e  cerc6  sua  civanza:  sicch^  potea  egli  e  cinque  altri  portare  arme  per  Tordine  delle 
due  lance;  che  si  contiene  in  ogni  lancia  tre  uomini  di  soldo,  e  per6  puo  portare  Tarme  25 
come  soldato  con  cinque  compagni. 

RuBRiCA  839*  —  Come  il  Cafitano  e  7  Podesta  fcciono  giustizia  degli  altri  fresi  fer   lo 
detto  trattato. 

Lo  sabato  seguente,  ciofe  nel  detto  mese,  a'  di  24  di  dicembre  1379  il  Capitano  fece 
giustizia  di  cinque  per  lo  predetto  trattato.  Infra  gli  quali  cinque  quello,  ciofe  Nencio  Cecco,  30 
leggendosi  la  condennagione  ad  alta  voce,  mostrandcsi  lo  pennone,  disse:  "  Fate  cio  che  vo- 
/„  X,  136  «  lete,  che  non  pu6  mancare,'  che  '1  trattato  non  venga  fatto;  perocchfe  tale  tela  6  ordita,  che 
*  8'ha  a  tessere,  ed  io  sono  contento  morire  per  Parte  guelfa,  e  s'  io  non  avessi  fatto  che  fatto 
"  ho,  lo  farei  „  ;  e  ando  a  guastarsi  con  gli  altri.  Questi,  che  cercavano  di  sovvertere  lo  stato, 
non  erano  per6  piii  Guehi  che  gli  altri,  perchfe  sotto  titolo  di  Parte  guelfa  romoreggiare  vo-  35 
lessero;  ma  per  fare  male,  e  abbominavano  la  cittk,  che  si  reggea  a  Parte  ghibellina;  e  di- 
ceano  male,  perocchfe  sotto  titolo  di  Parte  guelfa  e  per  gH  Guelri  si  reggea  la  cittk;  ma 
degli  smoniti  Guelfi,  e  forse  de'  Ghibellini  smoniti  ve  n'erano  nelle  borse,  ed  alcuni  ne  ve- 
niano  agli  ufici  tratti;  ma  era  piccola  cosa  a  rispetto  de  i  Guelfi,  che  non  erano  negli  nfici 


4.  e  umlllato]  con  umllti  G.  R.  —  5.  In  tJngarla]  In  Inghllterra  A  —  6.  per  quella]  della  G.  R.  —  7.  In- 
glustizia]  giustlxia  G.  R.  -  pose]  po»6  G.  R.  —  8.  Incontanente]  omm.  A.  —  9.  Donato]  Bartolommeo  G.  R.  ed  A. 
—  83.  in  due]  e  due  G.  R.  —  35-26.  perd....  compagni]  per6  possono  portare  l'armi  cinque  compagni  A.  — 
30.  cinque  quello]  omm.  A,  —  31.  roce]  bocie  A.  —  33-33.  c)ie  s'ha  a  tessere]  che  pure  sl  tessera  G.  R.  —  36.  abomi- 
navano]  abominare  A.  —  37.  la  cirtaj  omm.  G,  R. 


[A.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  361 

veduti  infino  a  quello  di,  de'  20  runo.  Li  giustiziati  furono  questi  per  messer  Cante  capi- 
tano,  ciofe: 

Lorenzo  di  Giovanni,  vocato  Nencio  Cecco 
Bruno  di  Giovanni,  popolo  San  Niccol6,  fu  primo  preso 
5  Niccol6  di  Bartolo,  popolo  Santo  Ambrogio 

Lorenzo  di  Taldo  del  detto  popolo 
Consiglio  di  Tommaso,  popolo  Sau  Lorenzo. 

Questi  altri  sono  quelli  di  che  fece  esecuzione  per  lo  detto  trattato  messer  Giovanni  da 
Nami  podestk,  ciofe: 

10  Francesco  di  Simone  da  Castel  San  Giovanni 

Niccol6'  del  Bene  da  CoUe  di  Valdelsa  /.,  x,  127 

Lapo  del  Buono  da  Firenze 
Ruggieri  fante  di  Pigello  Adimari. 

RuBRiCA  840'  —  Come  furono  tiella  citta  alcuni  mormorii  fer  la  tratia  de'  Priori. 

15  Nella  tratta  de'  nuovi  Priori  e  de'  Gonfalonieri,  che  si  avea  a  trarre  dl  20  di  dicerabre 

era  per  la  citth  grande  mormorio;  perocchfe  si  dicea  ch'e'  parenti  e  deiranimo  delli  morti 
ed  inquisiti  poteano  essere  de'  Priori  e  de'  Gonfalanieri  di  compagnia,  e  diceasi  poterne  per 
sorte  essere  tanti,  che  forse  colle  spalle  loro  si  potrebbe  essere  novitk  di  trattato  o  d'altro; 
ma  pure  che  novita  non  gittJisse  da  loro  parte,  pure  a  sospetto  erano  agli  ^dtri.     Per  la  quale 

20  cagione,  Tuno  dicea:  "  Se  sia  tratto,  noi  il  taglieremo  a  pezzi,.  L'altro  dicea:  "  E'  non  sia, 
"  e  facciamlo  stracciare  „.  E  varie  oppinioni  si  tenne  ne'  parlari;  e  ci6  si  sapea  de'  parenti 
loro  e  di  loro  animo  essere  nelle  borse;  perocch6  chi  era  veduto  del  primo  squittino  agli 
uiici  della  cittk  e  del  contado,  quasi  si  sapea  di  certo  essere  de'  Priori  e  Gonfalonieri  e 
Dodici,  se  non  avesse  avute  due  f ave  meno  che  le  due  parti,  e  ben  8i  vedea,  chi  era  d'  avere 

25  quella  stremitk.     Di  che  stando  la  cittk  in  questo  bisbiglio,  vennero  allo  uficio  de'  Priori   li 

quattro  cittadini,  ch'erano '  stati  guidatori  della  gente  dell'  arme ;  ci6  furono,  messer  Benedetto       /.,  x,  u% 
degli  Alberti,  messer  Tommaso  di  Marco,  Benedetto  da  Carlona,  Lorenzo  di  Donato,  tintore; 
e  propuosero  lo  bisbiglio  allo  uficio,  e  dissero  il  modo  di  levare  questo  f usse :  che  li  quattro 
accoppiatori  delle  borse   de'  Priori   andassero  alla   cassa,  e  degli  imborsati  togliessero  cui  a 

30  loro  piacesse ;  di  che  udito  i  Priori  questo  ed  i  CoUegi  consigliarono  se  ne  tenesse  generale 
consiglio  di  richiesti  e  tutte  le  Capitudini,  e  cosi  si  fece  a'  dl  26  di  dicembre;  e  dissero  in 
loro  risposta  ch'e'  voleano  essere  alle  botteghe  de'  loro  consolati.  Ed  ultimamente  Taltro 
dl  rispuosero,  praticato  lungamente  piu  e  piii  alla  casa  della  Mercatanzia,  per  iscrittura,  e 
le  17   Arti  tutte   in   concordia,  si  facesse   la   tratta  a   sorte,  ed   a   fortuna,  come   era  usato. 

35  Le  sei  volieno  altre  cose,  non  Tuna,  come  raltra.  Di  che  presesi,  col  nome  di  Dio,  di  trarre 
al  modo  usato;  e  Dio  concedette  che  la  tratta  fu  tale  che  quasi  ogni  uomo  si  content6.  E 
vero  che  stette  in  sulla  piazza  tutta  la  foresteria  armata,  mentre  si  trassero  i  Priori  ed  i  Col- 
legi,  cio^  i  Gonfalonieri,  e  per  la  grazia  di  Dio,  non  fu  una  parola  di  scandolo. 

RuBRiCA  841'  —  ^luestV  sono  i  Priori  da  gennaio  a  fcbbraio  1379.  /.,  x,  m 

40  Cristofano  di  Bartolo,  vaiaio 

Bartolo  Lapucci,  cardatore 


4.  fu  prlmo  preso]  omm.  A.  —  II.  dl  Valdelsa]  omm.A.  —  ij.  Nellaj  Per  la  A,  -  che  si  aTea... .  dlcembre] 
—  17.  dkeasi]  dlcesi  G.JR.  —  23.  de']  omm,  G,  li,  —  36.  quasi]  omm.  G.  R.  —  37-38.  ed  1  Collegl  cloi] 


omm.  A, 
Collegl  clo%]  omm.  A. 


362  CRONACA  FIORENTINA  lA.  i379j 


Agnolo  Barucci,  lanaiuolo 

Arrigo  del  Biondo,  cimatore 

Giorgio  di  GKiccio  di  Dino  Gucci 

Lorenzo  di  Puccio,  oliandolo 

Simone  di  ser  Matteo  Biffoli  5 

Francesco  di  lacopo,  corazzaio 

Francesco  di  Tieri,  vocato  Calcagno,  beccaio,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  lohanni 

Ser  Antonio  del  maestro  Bartolo,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Maria  Novella. 

RuBRicA.  842*  —  Come  fer  gli  nuovi  Priori  si  cerch  modo  di  coiicordia  nella  citth,  e  fecesi 
nuovo  squittino,  cd  elessero  certi  a  cib  fare.  10 

L'oficio  di  questi  Priori  intrati  che  furono,  pensando  agli  scandoli  delle  tratte  de'  »o- 
spetti,  vollono  vedere  il  modo  di  concordia.  Feciono  uno  consiglio  di  richiesti,  nel  quale 
/.,  X,  130  furono  tutte  le  Capitudini,  e  di  Buoni'  uomini  mercatanti,  li  quali  ragunati  per  consigliare, 
si  disse,  si  provvedesse.  Di  che  il  provvedimento,  che  fu,  si  fu  quello,  che  li  Priori  man- 
darono  ad  ogni  Consolato,  che  mandaasero  loro  dieci  uomiui,  li  quali  avessero  squittinati  per  15 
loro  artefici,  ed  egli  ne  piglierebbono  de'  dieci  due.  E  cosi  fu  fatto;  ed  in  effetto  ebbongli,  ed 
elessero  due  per  Arti,  e  furono  insieme  con  gli  Priori  e  con  gli  Gonfaloiiieri  e  Dodici  buoni 
uomini  e  Capitani  di  Parte  e  Dieci  di  Libertk;  li  quali  qui  appife  per  ordine  li  metteremo. 

RuBRiCA  843*' —  Come  fu  in  Firenze  fatto  consiglio,  nel  quale  alcuni  grandi  furono  fatti 
■pofolani,  ed  altri  fofolani  fatti  grandi,  e  -piu  cose  furono  diliberate.  20 

Lo  effetto  che  usci  delli  detti  Uficiali  fu  questo,  che  nel  detto  anno  1379  a'  di....  di 

febbraio  si  fece  uno  consiglio,  nello   quale  dissesi   che   quello   ch'era  fatto  per  gli   predetti 

Uficiali  era  a  loro  segreto,  salvochfe  ci6  sapea  il  canceliere  ed  il  notaio  delle  Riformagioni 

/.,  X,  131        ed  i  Frati  e  due  Gonfalonieri   e  due   Dodici,  e   per  meno   scandalo  si '  f ermasse  quello  che 

fatto  avieno.     Di  che  con  fatica  si  vinse :  e  cosi  nel  consiglio  del  Comune,  come  del  popolo,  25 
confermato  fu.     In  effetto  feciono  venti  popolani  de'  grandi,  e  venti  grandi,  popolani,  solo 
ciascuno  le  loro  persone;  e  39  uomini  diliberarono,  che  stessero  tre  anni  senza  uficio,  e  se 
fusse  tratto,  fusse  rimesso.     Feciono  che  quelli   condennati,  li   quali  eglino   confinassero   ed 
osservassero  i  confini,  avessero  bene  de'  beni  loro,  e  none  osservando,  fussero  rubelli. 

Item  feciono,  che  acciocch^  chi  avesse  avere  da'  ribelli  e  condennati,  fosse,  tanto  per  30 
dote,  quanto  per  altre  cagioni,  chiarito,  acciocchfe  il  Comune  non  fusse  ingannato,  ed  altri 
avesse  sue  ragioni,  quattro  cittadini,  uuo  per  ogni  quartiere. 

Item,  che'  Priori  ed  i  Collegi  cadessero  in  pena,  se  bgni  loro  uficio  non  eleggessero  otto 
Uficiali  di  guardia,  comecchfe  ogni  Priorato  s'  eleggessero,  addietro  passato,  dappoich^  li  Ro- 
mani  cominciarono ;  ma  pure  non  erano  tenuti  piii,  ch'e'  volessero.  35 

Item  feciono  borsa  di  Proposti,  quattro  deirArti,  li  quali  avessero  a  rjigunare  le   Capi- 
/.,  X,  IJ2       tudini,  quando  vedessero  essere  necessario  per'  buono  stato  della  cittk  e  degli  mercatanti  ed 
artefici,  li  quali  primi  tratti  furono  questi  per  mesi  sei. 

Lorenzo  di  Spinello,  vaiaio 

Filippo  di  Bandino,  coreggiaio  40 

Bonaccorso  di  Vanni,  orafo 


17-18.  Prlorl....  Capitani]  priori  e  loro  coUegi  e  capltani  G.  R.  —  34.  si  fermasse]  ai  afierinasse  G.  R.  — 
26-37.  solo....  39]  solo  le  loro  persone  di  ciascuno  e  39  G.  R.  —  37-28.  e  se  fusse  tratto]  e  se  alcuno  fusse 
tratto  /.  —  39.  bene....  rubelil)  beni  loro  se  gii  osservassero  anni  e  se  non  gli  osserrassero  fussero  ril>eUl  G.  R.{ 
annl  due  /,  —  3a  acclocclii]  omm.  A.  —  35.  pure]  omm,  A.  —  38.  seij  omm.  G.  R. 


[A.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  363 

Questi  sono  li  20  popolani,  fatti  grandi. 

Biliotto  di  Sandro  Biliotti 

Giovannozzo  di  Francesco  Biliotti 

Boninsegna  di  loanni  Machiavelli 
5  Bingieri  di  messer  Giovanni  1  Tim,gii„j 

Messer  Francesco  di  messer  Andrea    j 

Messer  Biagio  di  Bonaccio  Guasconi 

Francesco  di  Feduccio  Falconi 

Filippo,  detto   lisca  |  ^^,  p^^^^^. 

10  Simone  di  Rinieri     J 

Giovanni,  e  ^       ,  ^.  ,^. 
TVT       li.  ^-  de    Giugni 

Niccolb         j 

Giovenco  di  messer  Lottieri  da  Filicaia 

Nofri  di  Pagnozzo  degli  Strozzi 
15  Piero  di  Masino  deUAntella 

Stoldo  di  messer  Bindo  Altoviti 

Strozza  di  Carlo  Strozzi 

Uberto  di  Schiatta  Ridolfi 

Niccol6  di  Gieri  Soderini 
20  Bonaccorso  di  Lapo  Giovanni 

Maso  di  Luca  degli  Albizzi. 

Questi'  sono  li  39  divietati.  '■•  ^-  •" 


Bardo  di  Tingo  Mancini 
Bemardo 
25  Gualtiero 


l  di  Bartolo  Biliotti 


Donato  di  lacopo  \  .  . 

Alamanno  di  messer  Alamanno   /   Acciaiuoh 
Firenze  del  Pancia,  calzolaio 
Lionardo  Beccanugi 

30  Messer  Giovanni  di  Bingeri  1 

Messer  Albizo  di  messer  Andrea  j  R^^cellai 
Giovanni  di  Piero  Bandini 
Ghino  di  Bemardo  Anselmi 
Giovenco  di  messer  Ugo  della  Stufa 

35  Guerriante  Bagnesi 

lacopo  Bigliotti 
lacopo  Corsini 

lacopone  di  lacopo  di  Giano  Gherardini 
Lorenzo  di  loanni  Machiavelli 

40  Lionardo  di  Sandro      \      ,  r> 

Andrea  di  Francesco    j  ^^'  Peruzzi 
Lionardo  di  messer  Giovanni   1 
Marcuccio  /  Strozzi 

Luigi  di  messer  Piero  Guicciardini 
45  Lionardo  del  Chiaro  di  messer  Botte 

Migliore  di  Vieri  Guadagni 
Agnolo  da  Pino 
Nardo  di  Chele  Pagnini 


364  CRONACA  FIORENTINA  lA.  1379 j 


Ser  Niccolb  Manetti 
Niccol6  di  messer  Lottieri  da  Filicaia 
Uberto  di  Bellincione  degli  Albizi 
Vanni  di  lacopo  de'  Vecchietti 

Ugo  di  Domenico  de'  Vecchietti  5 

Zanobi  Marignolli 
Bartolommeo  de'  Barbadori 

Ser  Niccolb  di  ser  Ciuto  da  Castello  Fiorentino,  che  fu  can- 
cellieri  alla  Parte  al  tempo  di  messer  Lapo  e  degli  altii 
Francesco  di  Neri  Ardinghelli  10 

Niccol6  di  lacopo  Guasconi 
Dono  calzaiuolo 
Lodovico  di  ser  Banco  di  ser  Bartolo. 

Questi  sono  li  20  grandi  fatti  popolani: 

Guasparre  di  Tommaso,  beccaio  15 

Lionardo  di  Bernardino,  e 
Lionardo  di  Niccol6  della  casa  de'  Frescobaldi 
Simone  detto  Attorri, 
Sandro  di  Neri  de'  Pazzi 

Lionardo  di  Giovanni,  vergheggiatore  20 

Maestro  Pietro  di  Bama  de'  Pulci 
Antonio  di  Tommaso  de'  Rossi 
Francesco  di  Lapo  della  Trita 
Domenico  di  Francesco,  dipintore 

Filippo  di  Benedetto  da  Pontormo  25 

/.,  X,  135  Zanobi'  di  messer  Marabottino 

Sandro  di  Simone  de'  Tomaquinci 

Bindo  di  messer  lacopo  de'  Bardi 

Piero  di  Gilio  Serragli 

lacopozzo  Soldanieri  30 

Giovanni  del  Guerra  Gherardini 

Lapo  di  Biagio,  fomaciaio 

Poi  del  mese  di  febbraio  tutti  gli  soprascritti  grandi,  fatti  popolani,  ebbono  quello  me- 
desimo  beneficio  per  gli  loro  figliuoli,  ch'egli  avieno  per  le  loro  persone. 

RuBRicA  844'  —  Conte  messer  Agabito  della  Colonna,  cardinale,  venne  in  Ftrenze,  e  ferchi.  35 

Nel  detto  anno  del  1379  a  di  ....  di  gennaio,  messer  Agabito  della  Colonna  venne  in 

Firenze,  legato  di  papa  Urbano  VI,  al  quale  fu  fatto  grande  onore  di  palio,  di  drappi  e  ca- 

valli,  in  circa  di  spesa  di  fiorini  700  d'oro ;  il  quale   richiese  i  Fiorentini   di  lega  col  Papa. 

/.,  X,  1J6       AI  quale  fu  risposto  che  i  Fiorentini  erano  nuovamente  in  lega  con  gli  Pemgini'  e  con  gli 

Bolognesi,  che  senza  loro  non  farebbono,  n^  risponderebbono  niente.     E  questo  era  vero  della  40 
lega;  ma  allegavano  ci6  per  non  farla.     Della  quale  lega  avea  in  commissione  dal  Papa  ri- 
cercame  tutti  i  Taliani;  e  cosi  si  parti  di  Firenze  di  gennaio. 


18.  Attorrl]  Accorri  /.  —  lo.  dl  Gloranni]  omm.  G.  R.  —  3i.  Barna]  omm.  G.  R.  —  39.  GUlo]  Slllo  G.  R. 
—  38.  U  qualej  11  detto  A. 


[A.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  365 


RuBRiCA  845"  —  Come  il  Ca-pitano  condannb  gli  usciti,  li  qiuzli  fer  le  confessioni  di  quelli 
che  fece  morire,  o  Saliri,  seffero  li  trattati. 

In  questo  anno  e  mese  il  Capitano  del  Popolo,  messer  Cante,  o  per  confessione  che  avesse 

da  Piero  di  Filtppo,  o  d'altrui,  com'fe  detto,  fece   inquisizione  di  molti,  li   quali,  servate  le 

5  consuetudini  e  leggi  del  Comune,  condanno.     I  nomi  de'  quali  qui  appi^  faremo  menzione: 

Messer  Lapo  da  Castiglionchio 

Messer  Giovanni  Poccia,  da  Perugia 

Benedetto  di  Simone  Peruzzi 

Adoardo  de'  Pulci 

10  Bernardo  di  Lippo  di  Cione  del  Cane 

Giovanni  di  Bartolo  Bibliotti 

Messer  Alberto  di  Pepo  ]    ,     ,.    .  „  .    . 
,,    .         j>  T    •  j  c  degli  Albizzi 

Manano  di  Lando  j       *= 

Giovanni  di  Guerrieri  de'  Rossi 

13  PigeUol  T    •  •   Aj-       • 

T  la  o  }        messer  Luigi  Adimari 

Tommaso'  di  Rinieri  Cavalcanti  /.,  x,  u? 

Bartolommeo  di  Niccol6  Ridolfi 

Cenni  di  Naddo  e  1       ,  _        „  . 
TT     •     .    ,.  TT  ;  de    Rucellai 

2U  Bmgieri  di  Piero     j 

Niccolo  di  lacopo  Bordoni 

Bemardo  di  lacopo  Beccanugi  e 

Luigi  suo  tigliuolo 

lacopo  di  Bartolommeo  de'  Medici 
25  Niccol6  di  Sandro  de'  Bardi 

Andrea  di  Segnino  Baldesi 

Messer  Guido  Bandiera,  scardassieri 

Niccolo  Brunetti,  legnaiuolo 

Simone  d'Andrea,  detto  Morello,  e 
30  Bartolommeo  suo  figliuolo,  del  popolo  di  S.  Lucia  sopr'Amo 

lacopo  del  Testa,  detto  TestineUa,  popolo  di  S.  Pier  Maggiore 

Matteo  di  Turino,  detto  Teo 

Antonio  detto  Caratti,  S.  Lorenzo 

Domenico  di  Bonaiuto,  detto  Danza 

P  .  j  [  di  Vannino,  popolo  di  S.  Ambrogio 

Lucarino,  pettinatore,  popolo  di  S.  Giorgio 

Cambio  di  Giovanni,  detto  Camaccino,  popolo  di  S.  Niccol6 

Mazza,  tessitore 
40  Nanni  di  Guccio  popolo  di  S.  Ambrogio 

Antonio  del  Rocca 

Simone,  detto  Compare  \  j    o    ■c  • 

Testa,  fratello  di  Macinella  /  P^P^^^^  '^»  ^'  ^"*"*' 

Francesco'  di  Sisto  ]  /.  x  w 

45  Basilio  e  [  popolo  di  S.  Lucia  d^Ognissanti 

Abraam  di  Matteo 

5.  condann6]  omm.  G.  R. ;  furono  condannatl  /. 


366  CRONACA  FIORENTINA  lA.  ia7«| 


Ortnanno  da  Padova  )         c    r  11 

Antonio  detto  Lombardo  | 

Luca  del  Melano 

Freddura  da  S.  Gallo  5 

Michele  di  Giuffredi,  popolo  di  S.  Trinita 

Donnino  di  Pietro  Donnini,  da  S.  Donnino. 

Tutti  furono  condannati  per  lo  predetto  messer  Cante  di  messer  lacopo  Gabrielli  da 
Gubbio,  capitano  e  difensore  del  popolo,  nell'avere  e  nella  persona  per  lo  trattato  predetto. 

RuBRicA  §46*  —  Conte  la  Comfagnia  di  S.  Giorgio  con  messer  Giannotto,  siniscalco  di  ntes- 
ser  Carlo,  vennono  in  Toscana.  10 

Nel  detto  anno,  ciofe  1379  e  mese  di  febbraio,  venne  a  Firenze  lettere  mccome  una 
Compagnia,  di  che  h.  fatto  menzione  addietro  e  Rubrica  812%  chiamata  la  Compagnia  di  S. 
Giorgio,  era  venuta  in  sul  terreno  de'  Sanesi,  e  che  minacciavano  venire  a  Firenze;  di  che 
si  diliber5  che  vi  si  mandasse  a  sentire  di  loro  intenzione :  mandowisi,  e  fuvvi  mandato  io 
altore,  con  commessione  di  volere  sapere  della  detta  Compagnia,  se  voleano  osservare  i  patti  15 
/..  X,  139  e  promissione,  che  durava  infino  a'  di  17  d'ag08to  prossimo,  e  che  se  volessero  osservare, 
che  io  m'ingegna98i  per  17  mesi,  o  per  due  anni,  con  quella  condizione  medesima  gli  ob- 
bligassi  per  lo  meno  pregio,  io  potessi;  li  quali  patti  erano  questi,  i  quali  qui  nomineremo: 

RuBRiCA  847"  —  Siui  a-pfih  faremo  mcmione  dc'  fatti,  U  qtiali  la  ComfagniadiS.  Giorgio 
fece  col  Comune  di  Fircfize,  che  -poi  non  osservb,  ma  tnancolli,  sanza  niuna  col-pa  o  difetto  20 
del  Comune  di  Firenze. 

In  prima  che  non  verrebbono  in  sul  contado  di  Firenze,  n^  distretto,  nk  contado  d'al- 
cuno  accomandato,  nh  eziandio  per  Terre,  n^  Castella  di  Firenze  farebbono  alcuno  danno, 
n^  offenderebbono,  n^  ancora  passerebbono  ne  retto,  n^  per  oblico,  n^  chiederebbono  alcuna 
vettuaglia  passando  presso  a  quelle,  se  non  fusse  di  volontk  del  Comune  di  Firenze,  o  di  23 
quelle  Terre,  presso  alle  quali  passassero,  e  se  concesso  fosse,  ogni  volta  per  gli  loro  denari ; 
ed  infra  '1  detto  termine  non  verrebbono  come  Compagnia,  n^  come  soldati  di  persona  niona, 
nfe  in  niuno  segno,  nh  forma :  ed  a  questo  obbligavano  le  loro  persone  e  de'  loro  compagni, 
i.,x.iw      de'  loro  caporali,  e'  famigli,  che  al  presente  erano,  owero  che  di  nuovo  v'intras8ero;  e  chi 

v'entrasse  durante  il  tempo,  facessero  giurare  che  osserverebbono,  ed  ancora  chi  n^uacisse,  30 
ove  s'andasse,  convenisse  osservare  le  predette  cose.     E  di  ci6  avieno  promesso  e  suggellato 
tutti  i  caporali,  i  quali  furono  39  suggelH.     Li  quali  caporali  sono  questi,  che  qui  appie  sono 
nominati : 

Messer  Alberigo  conte  da  Barbiano,  capitano  generale 

Messer  Giovanni  suo  fratello  35 

Francesco  da  Coreggia 

Guglielmo  de'  Conti  di  Mede 

Messer  Pietro  Gaetani  da  Pisa 

Berardo  da  Recanato 


7-8.  dl  inesser....  da  Gubblo]  omm.  A,  —  ii.  lettere  ■iccome]  omm.  G.  R.  —  13.  Saneai....  minacciarano] 
Sanesi  e  con  a  lentore  di  loro  intenzlone,  e  che  minacciavano  G.  R.  —  14-15.  io  altore]  io  Marchionne  Stefani 
A.  —  lS-'6.  con  commessione. ...  e  prometsione]  con  cnmmessione  e  promissione  A.  —  18.  qui  nomineremo] 
qui  nol  metteremo  appli  G.  R.  —  38.  persone  e  de'  loro]  persone  de'  ioro  G.  R.  —  J9.  ovTero  che ....  Intrassero] 
OTTfro  che  di  mano  In  mano  T'entrassero  /.  —  30.  che]  omm.  G.  R.  -  31.  promesso  e  suggellato]  promisslonl  sug- 
gellate  G.  R.  —  3»-33.  sono ....  nominati]  sono  inacrittl  qui  dl  sotto  A. 


[A.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  367 

Niccolotto  da  San  Soverino 
Ugolotto  Biancardi 

Ugelletto,  e  ^    ,     ,, 

Guglielmo      }  degli  Adilardi 

5  Cittadino  de'  Tolomei  da  Siena 

Antonio  da  Correggia 

Bartolommeo  da  Gaggio 

Messer  Giovanni  dellAgnello  di  Pisa 

Azzo 
10  Francesco       de'  Peppoli  di  Bologoa 

Ricciardo 

Brunaccino  da  Verona 

Andrino '  Trotto  d^Alessandria  r.,  x,  J4i 

Lipaccio  da  Massa  della  Marca  d'Ancona 
15  Bemardo  di  Duccio 

Uguiccione  da  Gaggio 

Ventura  da  Faenza 

Cristofano  da  Pontremoli 

Matteo  da  Recanato. 

20  Tutti  e'  12  consiglieri  della  Compagnia. 

Marcovaldo  della  Rocca  di  Pisa 

Cola  de'  Sabbatini  di  Bologna 

Cola  da  Monte  Mellone 

Marsilio  Chiancio  da  Parma 
25  Francesco  da  Carfagnana 

Guccio  di  Bologna 

Giovanni  d'Arezzo 

Antonio  da  Salazzaro  da  Papia 

Giannino  da  Valle  di  Melano 
30  Griovanni  degli  Arciguidi  di  Bologna 

Manfredi  de'  Bracciati  da  Novara 

Antonio  di  Carlo  da  Papia 

Colombello  da  Castigliolo  d^AIessandria. 

E.  colla  detta  brigata  era  uno  messer  Giannotto  del  Protogiudice  di  Salerno,  siniscalco 
35  di  messer  Carlo  di  Durazzo,  del  quale  fe  fatta  menzione  nella  Rubrica  828*  del  mese  di  di- 
cembre  prossimo  passato,  il  quale  attent6  trattato  in  Firenze,  secondo  dissero  quelli  che  fu- 
rono'  giustiziati,  e  con  certi  patti  e  forme  avea  con  questa  brigata  di  S.  Giorgio  allegatosi,  /.,  x.  i« 
e  per  soldati  di  messer  Carlo  predetto  gli  avea  condotti  sotto  certa  convenzione ;  ed  ancora 
una  brigata  di  messer  Guglielmo  Filibach,  tedesco,  8'era  con  lui  congiunta,  e  in  su  quello 
40  di  Siena  facea  gran  danno.     Partimmi  coUa  detta  commissione  a'  dl  11  di  marzo. 

RuBRicA  848*  —  ^esii  sano  i  Priori  di  marzo  e  afrile  /j/p. 

Orlando  di  Lapo,  setaiuolo 
Cristofano  di  Michele,  calzolaio 


II.  Rlcclardol  Rlccardo  A.  —  14.  della  Marca]  omm.  A.  —  lo.  Tuttl....  Compagnla]  omm.  A.  —  23.  Cola 
da  Monte  Mellone]  omm.  A.  —  24.  Chlancio]  CWavaro  G.  R.  —  33.  Castlgllolo]  StortlgUo  A.  —  36.  H  quale  attenti] 
che  tantd  A.  —  39.  dl  mester ....  congiiinta]  omm.  G.  R. 


368  CRONACA  FIORENTINA  (A.  1379] 


Donato  di  Uonifazlo  dJ  Ser  Uonato,  speziale 

Antonio  di  Bartolommeo,  farsettaio 

loanni  d'Amerigo  del  Bene 

Salvestro  di  Vanni,  Hnaiuolo 

Nofrio  d'Andrea  di  Neri  di  Lapo  5 

Nuto  di  Vanni,  spadaio 

Francesco  di  Ser  Santi  Bruni,  cambiatore,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  loanni 

Ser  Mattia  Pieri  di  Castel  Fiorentino,  loro  notaio,  quartiere  detto. 

t.,  X,  143        RuBRXCA  849*  —  Come'  si  cercb  di  fare  concordia  con   messer  Giannotio  e  colla  Comfagnia 

di  S.  Giorgio.  10 

Nel  detto  anno  e  mese  di  marzo,  a'  dl  20,  io  autore,  essendo  ito  nella  Compagnia  di 
S.  Giorgio,  e  praticato  con  messer  Giannotto,  siniscalco  di  mesaer  Carlo,  com'  k  predetto  nella 
precedente  rubrica,  questo  di  tomai,  e  riportato  a'  Signori,  come  la  Compagnia  di  S.  Giorgio 
diceano  i  Caporali  osservare  la  fede  promessa,  e  volere  fare  nuovi  patti  per  lo  tempo  da  venire, 
sl  veramente  voleano  potere  torre  soldo,  e  prometteano  non  offendere,  come  promesso  avieno,  15 
salvocchfe  come  soldati ;  come  che  dalla  brigata  di  segreto  da  piu  amici  ebbi  sempre,  non  os- 
serverebbono  i  patti  fatti,  e  che  messer  Giannotto  cavalcherebbe  il  terreno  de'  Fiorentini 
con  gli  usciti  di  Firenze,  ed  ancora  parlato  con  messer  Giannotto,  rapportai  ch'egli  era  amico 
de'  Fiorentini,  e  ch'egli  era  offeso  ed  abbominato  del  trattato  di  dicembre  e  non  colpevole, 
e  per  riverenza  di  messer  Carlo  si  tacea;  ma  che  se  gli  bisognasse  passare  per  lo  terreno  20 
de'  Fiorentini,  passerebbe  come  amico,  e  non  farebbe  danno  di  nuUa:  ed  ancora  v'erano 
parte  delli  sbanditi,  e  gli  altri  s^aspettavano,  ed  ogni  dl  ne  giugneano  piu  e  piil  sbanditi,  ed' 
7.,  X,  144  usciti  di  Firenze;  e  comunemente  si  dicea,  che  messer  Giannotto  conducerebbe  la  brigata 
de'  Fiorentini,  usciti,  a  Firenze.  Di  che  rapportato  le  predette  cose,  e  la  concordia,  che 
avieno  fatlo  con  gli  Sanesi  e  con  gli  Pisani  per  danari,  e  curavasi  co'  Lucchesi  di  dargli  25 
denari,  e  sicurarsi  da  loro  per  sei  mesi :  i  Sanesi  dodicimila  florini,  i  Pisani  diecimila  fiorini ; 
da  tanto  facea  ricercare  me  di  simile,  non  mostrando  di  venire  da  lui,  ma  da  alcuni  di  sua 
brigata.  Fummi  comandato  di  tomare  indietro,  e  deliberato  fu  ch'io  cercassi  concordia;  e 
perch'io  non  voUi  tanto  carico  solo,  mi  fu  promesso  mandarmi  compagnia.  Partimmi  il  di 
medesimo,  ch'io  ero  venuto,  cio^  a  dl  20,  e  a'  di  23  mi  fu  mandato  in  compagno,  messer  30 
Bettino  Covoni,  cavaliere. 

t.,  X,  I       RuBRicA  850'  —  Come^  s'affresti>  la  Comfagnia  a  Firenze,  e  come  messer  Giannotto  volea 
ribandire  gli  sbanditi  e  ribelli  dcl  Comune  di  Firenze,  e  qtullo  vi  fu. 

Neiranno  del  Signore  1380,  a  dl  26  di  marzo,  si  parti  la  detta  brigata  di  su  quello  di 
Siena,  ch'era  di  Ik  da  Siena  in  Val  di  Rosia  e  pure  in  su  quello  di  Siena  dalla  parte  di  qua  35 
verso  Firenze  8'accamp6  in  Val  di  Strova,  ed  alcimo  nelle  Ville  di  Firenze  accomandate, 
ciofe  in  quello  di  Colle;  ci6  fu  disavvedutamente,  credendo  fussero  di  Siena.  In  quella  bri- 
gata  erano  sbanditi  de'  Fiorentini  e  gH  usciti  la  maggior  parte;  e  con  messer  Giannotto  mai 
t„  X,  i       niuno  concio,  nfe  accordo  si  pot^  avere,'  ch'ei  non  volesse  passare  per  lo  nostro  terreno ;  se 

non  che  volea,  che  tutti  gli  sbanditi  fussero  di  nuovo   confinati,   ed   avessero   bene   di   loro  40 
beni  per  uno  anno,  e  che  in  capo  deiranno  tutti  quelli   che   fussero   confinati,  ed  avessero 
osservato  confini,  che  allora,  alla  deliberazione  di  messer  Carlo,  o  tutti,  o  parte  fussero  ri- 


II.  io....  essendo]  io  Marchionne  essendo  A.  —  13-13.  com'i....  rubrica]  omm.  A.  —  17.  il  teireno  dei]  < 
A.  —  30.  che]  omm,  A.  —  24.  a  Firenzej  omm.  A.  —  37.  rlcercare]  ricordare   G.  R,  —  30.  in]  un  G.  R.  —  35.  ch'eni 
di  \k  da  Siena]  omm.  A.  —  3S-36.  qua  verso]  omm.  A.  —  43.  oMerrato]  obt>editi  G.  R. 


[A.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  369 

banditi  e  rimessi  in  Firenze  e  ristituiti  ne'  loro  beni.  Questo  non  piacque  al  Comune  di 
Firenze  nh  agli  uomini  di  Firenze. 

RuBRicA  851*  —  Come  messer  Giannotto  colla  Comfagnia  vennero  a  Firenze  -presso  alla  citta 
a  8  miglia  con  gli  sbanditi. 

5  Nel  detto  anno  e  mese,  a'  di  31  di  marzo,  levarono  campo  di  Val  di  Strova,  e  vennono 

tra  Staggia  e  Colle  allato  a  Poggiobonizi,  pure  come  amici,  siccome  fanno  le  Compagnie, 
togliendosi  de'  buoi,  ma  non  pigliando  prigioni,  manicavano  e  beeano,  e  puosero  campo  alle 
Tavernelle,  presso  a  Firenze  a  14  miglia.  II  dl  innanzi  ch'essi  partissero,  avieno  avuta  la 
licenzia  da  Firenze  la  Compagnia  di  S.  Giorgio  di  potere  passare  allato  al  terreno  di  Colle 

10  e  di  Monte  Feltraio,  e  sotto  Volterra  per  uno  dl,  e  se  passassero   come   amici,   come   avia, 
fossero  trattati  come  amici,  se  come  nemici  passassero  o  per  altra  via,  come  nemici  trattati. 
Passarono  e  feciono,  come  detto'  h,  danno,  e  la  mattina,  quando  levarono  campo,  arsero  al-       /.,  xi,  i 
cune  capanne  e  due  o  tre  case  ed  uno  mulino,  e  presero  alcuni  prigioni.     II  conte  Averardo 
di  Lando  era  stato  mandato  in  Val  d'Elsa  per  riparo  del  paese,  tolse  loro  alcuno  ronzino; 

15  di  ch'egIino  incanirono.  Lo  seguente  di,  ciofe  lo  primo  dl  di  aprile,  si  partirono  dalle  Ta- 
vernelle,  ed  andarono  per  Pesa,  e  parte  si  puose  a  Quarantola,  e  parte  nelle  Ville  di  sotto, 
ciofe  in  Schizzano.  Questa  fu  la  brigata  di  S.  Giorgio  presso  a  Firenze  a  12  miglia.  La 
brigata  di  messer  Giannotto  passo  la  Pesa,  e  venne,  e  puose  campo  a  Carcheri  presso  a  Fi- 
renze  a  9  miglia  con  gli  usciti  di  Firenze  seco.     Messer  Bettino  ed  io  fummo  da  lui,  dicen- 

20  dogli  lo  danno,  ch'era  stato  fatto.  Disse  di  fare  tutto  cercare  e  fare  giustizia  di  chi  avesse 
offeso;  ma  nel  vero  egli  si  credette  venire  a  Firenze  presso  a  due  miglia,  e  per  la  promessa 
degli  usciti,  che  Firenze  si  leverebbe  airarme,  e  che  sarebbono  rimessi  dentro  gli  usciti,  e 
riformerebbesi  la  Terra  al  segno  di  messer  Carlo.  Lo  conte  Averardo  con  300  lance  ad  una 
brigata,  che  erano  in  Malraantile,  assali,  e  tolsegli   circa  60  cavalli,  e  preso   vi  fu  lo  conte 

25  Giovanni,  fratello  del  conte  Alberigo,  capitano  della  brigata  di  S.  Giorgio;  e  se  avessero  i 

Fiorentini  mandato  la  notte  a  Carcheri  4000  lance,'  e  quella  brigata  del  conte  Averardo  in-       /.,  xi,  4 
sieme,  l'uno  dairuno  lato,  Taltro  dalFaltro  avessero  assalito  a  Carcheri  messer  Giannotto  e 
gli  usciti,  non  andava  testa;  perocch^  '1  campo  della  brigata  di  S.  Giorgio  era  pressochfe  4 
miglia  loro  di  lungi,  ed  in  tutto  tra  messer  Giannotto  e  gli  sbanditi,  non  erano  300  lance,  e 

30  sarebbono  prima  stati  morti,  e  presi,  che  la  brigata  di  S.  Giorgio  ravessero  saputo,  non  che 
soccorso;  e  tutte  e  tre  le  brigate  di  messer  Giannotto  e  di  messer  Guiglielmo  e  la  brigata 
di  S.  Giorgio  erano  circa  800  lance  e  1000  ribaldi  a  pi^,  ed  il  Comune  di  Firenze  avea 
circa  900  lance  da  loro  e  d'amici.  Ma  sempre  da  gran  tempo  in  qua  pare  i  Fiorentini  aver 
male  provvedimento.     Dissesi  che  si  aspettava  messser  Giovanni  Auto  per  capitano;  non  cre- 

35  dendosene  avere  maggiore  derrata,  credo  stettero  in  sul  contado  di  Firenze.  Dissesi  che  gli 
usciti  aviene  promesso  a  messer  Giannotto  fiorini  8000,  se  stava  3  dl  dinanzi  a  Firenze;  e 
che  n'ebbe  in  su  quello  di  Siena  fiorini  4500  e  del  resto  promesse.  Di  che,  non  osservando 
loro  i  patti  del  venire  presso  alle  mura  e  stare  3  dt,  si  dolsono  di  lui,  se  vero  fu  quello  si 
disse.     Lo  secondo  di  d'aprile  si  parti  messer  Giannotto,  si  disse,  e  and6  verso  Empoli;  di- 

40  lungossi  donde  era,  dicesi,  per  paura  della  assalita  del '  conte  Averardo,  e  che  altra  brigata        /.  xi,  s 

non  venisse.     Quivi  stette  di e  passb,   e  andonne  a  Lucca,  e   f ece   patti   co'  Lucchesi 

per  5000  fiorini,  e  questo  fu,  perchfe  i  Fiorentini  si  profersero  a'   Lucchesi  essere   con  loro 


a.  n^  agll  uomlnl  dl  Flrenze]  emm.  G.  R.  —  lo.  come  arla]  omm.  A.  —  ii.se  come  nemicl....  trattatl]  omm. 
G.  R.  —  13.  due  0]  »»«»1.  A.  —  \e,.  Lo  seguente  di  clofe]  omm.  A.  —  3>-33.  e  looo  ribaldi....  iance]  om.  A,  — 
33.  pare]  pure  G.R.;  pare  /.  —  37.  n'ebbe]  non  ebbe  G.  R.  —  37.  Siena....  promesse]  Siena  4000  denari  e  di 
3500  promesse  G.  R.  la  cifra  in  A.  i  sagnata  in  nHineri  romani:  *  UH"  D  ,;  frobabilment»  anch*  il  ms.  da  eui  d«- 
riva  G.  R.  forttva  la  str.ssa  indicatione  in  numeri  romani,  e  G.  R.  copiando  scioite  ia  sigla  D  come  uifabbremation* 
dtlla  farola  denarl 

T.  XXX,  p.  1  —  34. 


370  CRONACA  FIORENTINA  (A.  i379i 


ad  azzuffarni  colla  brigata.     Di  che  \  Luccheri  tennono  in  parole  i  Fiorentini,  e  feciono  patto 
per  meno  che  la  metk  di  quello   ch*averebbono  fatto. 

Parve  n\  nuova  cosa  a  tutti  i  Toscani,  che  alla  bandiera  della  Casa  di  Francia  messer 
Giannotto  siniscalco  di  messer  Carlo  di  Durazzo  facesBe  con  Compagnia  rimedire  tutta  To- 
scana,  che  mai  non  si  trov6  piCi,  che  Casa  di  Franda  facesse  lo  simile;  perocchfe  i  predetti  5 
Comuni,  ciofe  Firenze,  Siena,  Lucca,  Perugia,  sempre  furono  figliuoli  di  quelll  della  Casa  di 
FrancJa  e  di  Puglia;  e  se  altra  volta  con  gente  d'arme  vennono  in  Toscana,  Reali  di  Fran- 
cia  e  di  Puglia  con  gente,  o  come  Uficiali  con  questa,  mai  senza  titolo,  e  con  Compagnia 
non  vennono.  Negav.i  messer  Carlo  ci6  non  avere  saputo,  ed  essere  contro  a  sua  voglia; 
ma  pure  mostrava  suo  mandato  e  lettere  e  carte,  come  potea  obbligare  messer  Carlo  e  sua  In 
moglie,  e  figliuoli,  e  Terre,  il  detto  messer  Giannotto.  I  denari,  che  facea  ricomprare  11 
/..  XI,  6  Comuni,  dicea  gli  volea  in  prestanza,'  ed  obbligava  messer  Carlo  a  rendere;  ma  pure  chi 
non  volea  prestare,  era  sforzato,  rubato  ed  arso. 

Parve  ancora  cosi  nuova  cosa,  che  la  Compagnia  di  S.  Giorgio,  chWano  tutti  Taliani, 
mancassero  loro  fede  e  promissione;  la  qual  fede  e  promissione  non  ha  niuno  contasto,  che  15 
mancato  non  sia  per  loro;  e  mai  piii  compagnie  di  Taliani  non  avieno  infino  a  qui  fatto. 

Questi  sono  gli  sbanditi  ed  usciti  di  Firenze,  ch'ebbero  bando  di  rubelli,  per  essere  ve- 
nuti  in  sul  Contado  di  Firenze  ad  ardere  e  far  danno  contro  la  loro  patiia. 

Piero  di  Masino  dell'Antella 

Matteo  di  lacopone  Arrighi  20 

Pigello  di  messer  Luigi  Cavicciuli 
Cenni  di  Naddo  Oricellai 
Cherardino.  di  Piero  Velluti 
lacopo  di  messer  Rinieri  Cavicciuli 

lacopo  di  Bartolommeo  de'  Medid,  detto  di  Monna  Niccolosa  25 

Niccolb  di  Rinieri  Peruzzi 
lacopo  di  Boccaccio  Brunelleschi 
loanni  di  Bindo  della  Vitella,  vocato  il  Caciuola 
loaimi  di  Guerriante  di  Matteo  Marignolli 

Niccol6  di  Sandro  de'  Bardi,  vocato  Boccasenno  30 

/.,  XI,  7  lacopo '  di  Bernardo  Beccanugi 

Luigi  di  Bemardo  Beccanugi,  vocato  Moscone 

Adovardo  di  Bartolommeo  de'  Pulci,  vocato  il  Caccola 

Ugolino  di  Noldo  Gherardini 

Tommaso  d'Antonio  Totti  da  Panzano,  vocato  Tommasino  3S 

Niccola  d'Andrea  di  Lippozzo  de'  Mangioni 

Nanni  di  Guerrieri  de'  Rossi 

C  TVT     £    *  \ 

j.         ,      '       >  fratelli  e  figliuoli  di   ser  Piero   di  ser   Grrifo   delle   Riformagioni 

Giovanni  di  Bartolo  Biliotti  40 

Cristofano  di  lacopo  di  Bartolommeo  dei  Medid 
Bonaiuto  di  ser  Bonaiuto  Danza 
Bindo  di  Gentile  Buondelmonti 
Bemardo  di  Lippo  di  Cione  del  Cane 

Toccio         1   j.  r-u         j-   •  *5 

T,  >  di  ....  Gherardini 

Boccaccio  j 


4.  facesse  con  Compagnia]  facesse  compagnia  G.  /?.  —  6.  dl  queUll  om.  A,  —  8.  con  questa]  con  asta  /.  — 
14.  tuttl)  omm.  A.  —  i6.  infino  a  qui  omm.  A.  —  17.  di  Firenzel  <"»«•■  ^-  —  »8.  Tocato  U  Cacinola]  omm.  A.  — 
30.  Tocato  Boccaacnno]  omm.  A.  —  32.  vocato  Moacone]  omm.  A.  —  33.  Tocato  il  Caccola]  omm.  A.  —  37.  Gner- 
rleri]  lacuna  G.  R.  —  38-39.  di  »er  Griio]  emm.  G.  R. 


[A.  1379]  CRONACA  FIORENTINA  371 

Lanfranco  di  Totto  da  Panzano 
Mariano  di  Lando  degli  Albizzi 
Bartolommeo  di  ....  da  Prato,  soldato 
Messer  Guido  Bandiera 

5  lacopo  di vocato  Testinella 

Giotto  di  ....  Scamatino 
Checco  di  Giovanni,  fabro 
Maestro  Andrea  Malagamba,  medico 
Picciotto  di  Giorgio 
10  Nanni  di  Bucarello, 

ed  arsero  in  Schizzano  case  39,  in  Quarantola,'  e  in  quelle  Ville  presso  case  59  e  molte  ca-        /.,  xi,  s 
panne,  in  Carcheri  case   19  e  piu  luoghi;  circa  case  in  tutto,  in  ogni  luogo,  da  200.     Danno 
di  ci6  molto  colpa  a  certi  Sanesi,  ch*erano  nella  brigata  intrati  per  isdegno,  che  quando  ri- 
chiesero  i  Fiorentini,  per  combattere  con  messer  Giannotto,  di  gente,  non  l'ebbero,  ch'erano 

15  tenuti  per  una  lega,  che  durava  infino  a'  di  27  di  luglio  prossimo,  che  venia;  ma  la  cagione, 
che  non  Tebbono,  fu  in  effetto  questa,  perocch^  i  Sanesi  non  voUono  intrare  in  una  nuova 
lega  f atta  co'  Bolognesi  e  Perugini  e  Lucchesi  e  Pisani ;  non  voHono  ancora  intrarvi ;  se  vi 
fussero  intrati,  la  Compagnia  non  venla,  e  se  fosse  venuta,  sarebbe  stata  male  venuta.  La 
seconda  cagione  fu,  che,  come  h  detto  addietro  rubrica  825",  del  mese  di  novembre,  i  nostri 

20  sbanditi  si  partirono  di  Siena,  e  con  Sanesi  gentili  uomini  e  popolo,  e  andarono  per  torci 
Fighino,  e  ridussonsi  in  Siena,  e  furono  ricevuti ;  e  quando  il  Comune  di  Firenze  se  ne  dolse, 
alcuno  ne  sbandirono,  e  gli  altri  ricevettono,  e  ricevono,  e  ritengono  e  per  gli  patti  tra 
loro  e  noi,  non  potessero,  n^  debbono.  E  di  certo  in  la  detta  brigata  di  messer  Giannotto 
molti  Sanesi  con  gli  sbanditi  e  con  altri  usciti,  chi  confinati  e  chi  sbanditi,  e  molti  deirArte 

25  della  Lana,  li  quali  erano  detti  Ciompi,  di  quella  medesima'  Arte  de'  Sanesi,  vennono  con       /.,  xi,  » 
gli  nostri,  che  ve  ne  avea  assai  in  Siena,  scardassieri,  pettinatori  ed  altri  lavoranti  di  lana, 
che  non  aveano  bando,  e  per  isdegno  che  non  erano  signori  di  Firenze,  come  furono,  sta- 
vano  a  Siena  a  lavorare,  e  vennono  nella  Compagnia,  e  come  k  detto,  menarono  de'  simili 
di  quella  Arte  ed  altri  con  loro.     Ma  per  tutte  queste  novitk,  e  deirardere,  e  del  cavalcare 

30  infino  presso  alla  Lastra,  non  fu  movimento  in  Firenze  d'alcuno  romore,  e  quasi  pochi  8'ar- 
marono,  se  non  quando  era  loro  comandato,  che  non  era  cosi  stato  per  Taltre  novitk;  ma 
richiesti  furono  in  contado  e  li  vicini  d'aiuto  di  gente  d'arme,  e  vennono  assai,  ed  i  Bolognesi 
mandarono  500  lance  in  servigio  del  Comune  di  Firenze  e  per  gli  Perugini  il  simile.  Ed  a' 
di  2  del  mese  d'aprile  1380,  veduto  il  popolo  come  questa  brigata  non  era  sofficente  a  offen- 

35  derli,  si  lev6  l'armare  del  popolo,  ed  eglino  si  partirono,  come  addietro  k  detto,  ed  anda- 
rono  verso  Empoli. 

RuBRiCA  852*  —  Come  messer  Giovanni  Aguto  ebbe  frowisione,  e  che  gente  avea  il  Cotnune 
di  Firenze  allora. 

Non  sarebbe  messer  Giovanni  Aguto  venuto,  nh  eletto  a  venire  per  capitano  a  Firenze ' 
40  nel  volere  d'alcuni,  perocch^  una  gente  il  volea  ed  un'altra  no;  quelli  che  lo  volieno,  erano  /.,  xi,  lo 
quelli  che  sospettavano,  e  che  furono  ammoniti,  ed  altri  loro  amici,  e  mettieno  a  vedere  al 
popolo,  essere  costui  di  necessitk.  Ed  altri  non  lo  volieno,  chi  perchfe  non  favorisse  i  so- 
pradetti,  e  chi  a  rispetto  di  non  volere  piill  spesa,  che  parea  non  bisognasse :  perocchfe  venne 
con  1000  fiorini  il  mese  di  provvisione  per  la  sua  persona  e  130  lance,  per  6  mesi,  ed  avea 
'45  il  Comune  di  Firenze  lance  500  con  pedoni.     Intr6  a'  di  3  del  mese  d'aprile  1380. 


3.  Bartolommeo....  soldato]  omm.  A.  —  11-13.  *''  arsero....  brigata]  coatoro  arsero  clrca  a  ca»e  ioo,  m* 
dissono  furono  i  Sanesl,  chVrono  in  brlgata  A.  —  aa.  ricevettonoj  ritengono  G.  H.  —  2%.  H  quaU]  che  A.  —  4$.  con 
pedonl]  omm.  A. 


372  CRONACA  FIORENTINA  lAA.  1379-13801 


RuBRiCA  853'  —  Come  messer  Giannotto  volle  concordia  e  denari  dal  Comune  di  Fireme,  e  non  ebbc. 

Messer  Griannotto  «opraddetto  gli  parve  avere  mal  preso,  quando  si  vide  non  aver  fatto 
nxxlla  col  Comune  di  Firenze,  e  pentessi  non  aver  fatto  Taccordo,  e  torre  danari,  come  degli 
altri,  siccome  messer  Bettino  ed  io  gli  prefferemmo;  e  rimand6  a  Firenze  messer  Giovanni 
Cancellieri  da  Pistoia  ed  Ugolino  dalle  Grotte  a  Mare  a  cercare  concordia ;  li  quali  furono     5 
ricevuti,  e  dato  parole  e  tolto  parole.     E  cosl  ai  partirono  a'  di  10  d'aprile  1380. 

/«  xj.  n      RuBRicA  854*  —  ^uestV  sono  i  Priori  fcr  due  mesi,  cioi  fer  maggio  e  giugno  1380. 

Nel  detto  anno  1380,  a'  dl  28  del  mese  d'aprile,  furono  tratti,  secondo  il   modo  uaato, 
per  gli  due  mesi  di  maggio  e  giugno  prossimi,  li  quali  furono  questi: 

Piero  di  ser  Chiaro,  ritagliatore  10 

Bartolommeo  di  Piero,  pettinaiuolo 

Messer  Piero  de'  Benini,  mercatante 

Andrea  di  Francesco,  linaiuolo 

lacopo  di  me88er  Tommaso  degli  Strozzi 

Bartolo  Cambini,  galigaio  13 

Luca  di  Piero  di  Vieri,  cambiatore 

lacopo  deirAmmannatino,  cofanaio 

Benedetto  di  Ciardo,  vinattiere,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 

Ser  Michele  d'Agnolo,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

RuBRiCA  855'  —  Come  si  fece  riformagione  d'eleggere  Ufciali  e  venderc  gli  beni  d^  ru-  20 
belli,  e  chi  furono  gli  eletti. 

Come  li  detti  Priori  furono  intrati,  ciofe  il  primo  di  di  maggio  1 380,  ebbono  loro  Collegi, 

ed  il  quarto  di  feciono  uno  consiglio  di  richiesti,  ove  propuosero  il  bisogno  della  moneta:  di 

/.,  XI,  u      che,  dopo  molti  consigli,  si  diliber6'  unitamente  per  tutti  i  richiesti,  che  li  beni  degli  sbanditi 

e  condannati  in  avere  ed  in  persona  si  vendano,  e  chiaminai  Uficiali  a  fare  cio  con  balia  di  25 
vendere  ed  ancora  a  forzare,  a  comperare  chi  volesse  e  chi  non  volesse,  secondo  la  loro  di- 
scrizione.  E  poi  a'  dl  16  di  maggio  si  fece  il  consiglio,  e  diessi  balia  a'  Priori  ed  a'  Collegi 
ad  eleggere  8  cittadini  a  ci6  fare.  Ed  insieme  coi  Priori  e  Collegi  a  leggere  questi  8  cit- 
tadini,  furono  i  Capitani  della  Parte,  X  di  Libert^,  uno  per  Capitudine.  E  a'  dl  18  furono 
eletti  con  quella  solennita,  che  detto  k.,  con  modo  che  convenissero  accettare,  e  fu  p>08to  loro  30 
pena,  se  non  accettassero :  e  furono  questi  scritti  qui  di  sotto: 

Bemardo  di (lacuna)  de'  Velluti,  lanaiuolo 

Matteo  di  Geri,  fomaciaio 

Duccio  di  Caroccio  degli  Alberti 

Francesco  del  Ricco,  tintore  35 

Recco  di  Guido  de'  Guazzi 

Giovanni  di  Taddeo  Bend,  linaiuolo 

Alessandro  di  Benedetto  Gucci 

Pieruzzo  d'Andrea  della  Vitella,  beccaio. 

Questi  furono  eletti  secondo  che  fu  ordinato  per  lo  Consiglio.  40 

3.  topraddetto]  omm.  A.  —  3.  col]  al   G.  R.  —  10-19.  ^-  »<"»  riforta  la  Utta   dei  ^ori  —  ii.  cioi 1380] 

omm.  A.  5.  —  35.  a  fare  omm.  A.  —  26.  a  forzare]  di  sforzare  A.    —    38-39.    Collegi uno]   CoUegi  i  capltani 

della  Parte,  X  dl  Ubcrti,  etc.  et  uno  A.  —  31.  scritti  di  lotto]  omm.  A.  —  33.  /.  snffUset  la  tacuma  cM  /o  faroia: 
Matteo  —  ^  QuMti....  ConiigUoJ  oaum.  C.Ji. 


[A.  1380]  CRONACA  FIORENTINA  373 


RuBRicA  856*   —   Come  fu  morto  Francesco,  conte  da  Bruscoli  dal  fratello. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  maggio,  a'  d1  ....  essendo  stato,  secondo  si  voUe  dire,  male 
trattato '  Alberto  fratello  d' Antonio,  conte  da  Bruscoli,  figliuoli  di  Giovanni  de'  conti  Alberti,  /.,  xi,  ij 
ch'era  il  secondo  fratello,  perocch'erano  3,  Antonio,  Alberto  e  Francesco,  stando  pure  in- 
5  sieme,  ma  male  gli  parea  essere  trattato  Alberto,  essendo  Antonio  a  tavola,  giunse  Alberto 
con  6  compagni,  infra'  quali  v'era  uno  Checco  di  Monna  Imperiera  sbandito  di  Firenze,  e 
si  prese  Antonio,  e  menollo  nello  fondo  d'una  torre,  legato  con  molte  catene.  In  questo 
mezzo,  la  moglie  d'Antonio  e  di  Francesco  si  andarono  alle  finestre,  e  gridarono,  e  Francesco 
il  terzo  figliuolo,  del  conte  Antonio  trassero,  e  seppero  dalle  donne  come  stava  il  fatto,  di- 

10  cendo  le  donne  essere  morto  Antonio,  e  cosi  credeano.  In  quello  stante  vollono  intrare  den- 
tro;  trovarono  la  porta  serrata;  fecionsi  dare  teli  di  lenzuola  e  tovaglie,  e  per  le  mura  in- 
trarono,  ed  armarsi,  e  le  femmine  uscirono  nella  corte  con  loro  con  arme.  Di  che  quelli 
uscirono  fuori,  ed  in  zuffa  fu  morto  questo  Francesco  terzo  fratello  dal  detto  Alberto  e  da 
Checco  di  Monna  Imperiera  e  da  sua  brigata:  e  lo  tigliuolo  d'Antonio  si  fuggi   per  la  via, 

1 5  ond'era  venuto,  e  la  moglie  d' Antonio  ferita  nel  braccio  sl  sconciamente,  che  ne  pen6  a  gua- 
rire  per  piu  tempo,  e  quasi  si  disse  ch'era  per  perderne  il  braccio,  se  non  fusse  buon  me- 
dico.     E,  o  che  Alberto  avesse  questo  ordito'  co'  Bolognesi,  o  che  subito  ordisse,  il  secondo        A,xi,  u 
di  furono  i  Bolognesi  a  Bruscoli,  e  feciono  fare  la  pace  ad  Antonio  ed  Alberto  conti  e  fra- 
telli,  e  traasono  fuori  di  prigione  Antonio.     Queste  novelle  s'erano  sentite  a  Firenze,  peroc- 

20  chfe  per  lo  romore  dentro  si  senti ;  di  che  i  Fiorentini  v'aveano  mandato  messer  Giovanni  di 
Mone  e  messer  Ruberto  di  Piero  di  Lippo  con  25  lance:  ma  eglino  vi  trovarono  i  Bolognesi 
dentro,  H  quali  da  Alberto  detto,  v'erano  messi  dentro,  e  presene  prowisione  in  fiorini  3000, 
e  diello  a'  Bolognesi.  E  cosi  entrarono  i  Bolognesi,  comecchfe  fusse  Bruscoli  alquanto  piii 
presso  a  Bologna  che  a  Firenze,  pure  erano  il  conte  Antonio  e  fratelli,  cittadini  di  Firenze 

25  e  accomandati.  L^Esecutore  degli  Ordinamenti  della  giustizia,  condanno  quelli  che  intrarono 
con  Alberto  conte  in  Bruscoli,  quando  prese  il  conte  Antonio.  I  quali  condannati  per  rubelli, 
furono  questi: 

Conte  Alberto  del  conte  Giovanni  de'  Conti  da  Bruscoli 

30  I?^'^"^^      ld'Ugolino 

Francesco    j 

Michele  d'Attaviano 

Francesco  e  |    ,.  ,,  .       , 
^.  .         l  di  Mamardo 

Giovanni         1 

35  tutti  del  legnaggio  della  Casa  degli  Ubaldini 

.Francesco,'  vocato  Checco,  di  ser  Neri  Luchini  /.,  xi,  is 

Nanni,  vocato  Braglialasso,  da  Casanuova 
Buratto,  figliuolo  di  Buratto  dal  Borgo  a  S.  Lorenzo 
Nanni,  vocato  Cornicchia,  da  Casanuova 
40  Fredino  di  Gratino  da  Rifredi,  contado  di  Firenze 

loanni  di  Brisualdo  da  Melano 
Baldinuzzo  d'Albizzo  degli  Ubaldini. 


9.  terzo (iacuna)  figlluolo]  terzo  fratello  figliuolo  A.  —  i6.  quasi....  perdeme]  quaai  fu  per  perdeme  ul  — 

16-17.  »e  non....  medlco]  omm.  A.  —  17.  ordito]  ordlnato  G.  /?.  -  ordiwe]  ordlnatse  G.  R.  —  19.  trassono]  an- 
doisene  G.  R.  —  J».  In  fiorinij  e  fiorlni  G.  R.  —  »3.  entrarono]  errarono  A.  —  24.  erano]  era  A.  —  25.  acco- 
raandati.  L*Esecutore]  accomandatl.  Pure  ser....  (laeuna)  IVsecutore  G.  R.  —  32.  Mlchele]  Adiille  A.  —  37.  Bra- 
gllalasso  da  CasanuoraJ  Brangalaio  da  Caiona  A, 


374  CRONACA  FIORENTINA  [A.  lasoj 


RuBRicA  857*  —  Come  si  fece  una  riformagione  sofra  i  beni  cU^  Preti  c  ordine  sopra  U 
cherici,  che  non  voleana  dare  i  sacramcnti  a  coloro  che  aveam  comprato  i  detti  bem. 

C.ome  h  narrato  addietro,  Rubrica  753',  che  '1  Comune  fece  vendite  de'  beni  de*  che- 
rici  per  la  guerra  della  Uhiesa  coi  Fiorentini  e  poi,  fatta  la  pace,  ai  promissero  i  Fiorentini 
rendergli,  ed  aiicora  iniino  a  questo  di  non  erano  renduti,  e  li  cherici,  quando  alcuno  era 
malato,  che  delle  possessioni  de'  cherici  avesse  comperato,  non  lo  volieno  i  cherici  aasol- 
vere;  onde  ricorsero  al  Comune,  che  gli  aveano  sforzati  a  comperare,  e  chi  pure  di  volontk, 
Onde  si  provvide  di  fare  una  riformagione,  che  lo  interesso,  owero  provvisione,  la  quale  si 
dava  a'  cherici  l'anno,  ch'era  liorini  18  00U,  che  il  Comune  dava  TaDuo  a'  cherici,  si  ag- 
i^  xj,  u  giugnesse '  a  quelli,  e  che  il  numero  di  25  miglia',  che  cosi  era,  aggiuiigendone  7000,  il  Co-  10 
mune  si  dovesse  torre  quelii  denari,  ed  imborsare  tutti  i  compratori,  e  si  traesse  a  sorte,  ed 
a  cui  toccasse  la  sorte  inhno  a  quello  numero,  si  desse  a'  compratori,  e  restituissero  la  pos- 
sessione  alle  chiese.  Questo  venia  molto  iii  utile  delle  chiese  per  riavere  lo  loro;  ma  per 
gli  preti,  che  aveano  a  vivere  di  quello  5  per  centinaio,  non  furono  contenli,  perocchfe  man- 
cava  loro  la  vita.  Ed  ancora  si  fece  piu,  che  quale  prete  vietasse  i  sacramenti  a  niuno,  15 
fosse  fuori  di  quello  benedcio  dello  uscire  della  borsa  e  d^esservi  imborsato  per  riavere  le 
sue  possessioni.    £  ci6  fu  allo  tempo  deiranno  1380,  a'  di  12  di  giugno. 

RuBRiCA  858*  —  Come  venne  il  cardinaie  dal  Fiesco  in  Pireme, 

In  quel  medesimo  aimo  venne  presso  a  Firenze  a  due  mlglia,  messer  Giovanni,  cardinale 
di  papa  Urbano  VI  dei  gentiluomini  di  Genova,  ciofe  di  quelli  del  Fiesco,  lo  quale  perch^  20 
addietro  era  stato  a  Firenze,  quando  and6  a  Roma  a  papa  Urbano  per  lo  cappello,  ci6  fu 
/., XI,  17  neiranno  del  Signore  1379  del  mese  di  . . . .  {lacuna)  si  fu  onorato' in  Firenze.  Si  tenne  per 
onestk  sua,  e  per  non  dare  spesa  a'  Fiorentini,  egli  si  passasse  per  di  fuori,  e  venia  da  Pe- 
nigia  e  di  Corte,  ed  andava  a  Genova  a  casa  sua.  Per  poverta  di  danari,  fu  al  Galluzzo, 
e  stettevi  im  di,  e  la  persona  sua  in  Certosa,  cio^  in  S.  JLorenzo  de'  Frati  di  Certosa.  E  25 
ci6  f u  a  di  23  di  giugno  1380. 

RuBRicA  859*  —  ^uesti  sono  i  Priori  di  lugUo  e  agosto  1380. 

Clari  di  loannl  Ciari,  ritagliatore 

Niccol6  di  Baglione,  linaiuolo 

Ser  Domenico  AUegri,  notaio  30 

Niccol6  di  Bemardo  del  Sannella,  brigliaio 

loanni  di  Filippo  Carduccio,  ritagliatore 

Lionardo  di  Stefano,  maestro 

Tommaso  di  Giovanni,  fiascaio 

Michele  di  Simone,  vinattiere  35 

Tommaso  di  Mone  Guidetti,  mercatante,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 

Ser  Michele  di  ser  lacopo  da  Rabatta,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  loannL 


4.  col  Florentlni]  omm.  G.  R.  —  6.1  cherlci]  emm.  ^  —  9.  che  11  Comune chiericl]  omm.  A.  —  9-11.  sl  ag- 

giugnesse . . . .  doyesae]  s' aggiugnesse  a  quelU  fiorini  7000,  ch'erano  poi  fiorlai  2500,  il  Coraune  si  doTesse  A.  — 
II.  e  sl  traesse]  e  trarre  A.  —  11-12.  ed  a  cul....  desse]  omm.  A.  —  15.  sacramentij  sacrlfici  A.  —  19.  Gioranni] 
eoA  l,  giustamentt  colma  la  lacuna  dei  mss.  —  19-20.  raesser  Giovanni....  Fiescoj  messer  Giovannl  del  legnagglo 
de'  gentili  uomlnl  da  Genora,  cardinjde  di  papa  Urbar.o  VI,  cloi  di  quelli  del  Fiesco  G.  Jt.  —  3i.  a  papa  Ur- 
bano]  omm.  A.  —  ji-ja.  ci6  fu....  mese  dij  omm.  A.  —  jj.  in  FirenreJ  omm.  G,R.  —  35.  cloi  in....  Certow] 
0mm,  A  —  J7.  di  ser  lacopoj  Uumma  A, 


[A.  13801  CRONACA  FIORENTENA  375 


RuBRiCA  860*  —  Come  messer  Carlo  venne  in  Italia  con  Ungari,  come,  e  che  feciono,  e  come 
fu  a  Verona  e  a  Mantova  ed  a  Bologna. 

In  questi  due  mesi  di  questi  Priori  molte  novitk  apparirono  in  Italia,  e  spezialmente  in 
Toscana;'  perocch^,  avendo  papa  Urbano  VI,  quegli,  che  volgarmente  si  chiamava  Papa  da  /.,  u,  u 
5  Roma,  conceduto  il  reame  di  Puglia  a  messer  Carlo  della  Pace,  figliuolo  di  messer  Luigi 
fratello  del  duca  di  Durazzo  della  Casa  di  Francia,  e  nipote  cugino  della  reina  di  Puglia 
Giovanna,  e  per  moglie  avea  la  nipote  della  detta  reina  Giovanna,  figliuola  del  duca  di  Du- 
razzo,  tigliuola  della  sirocchia  carnale  della  reina  Giovanna  detta,  e  cugina  carnale  del  detto 
messer  Carlo,  cioe  figliuola  del  duca  di  Durazzo,  fratello  camale  di  messer  Luigi,  suo  padre, 

10  ciofe  di  messer  Carlo  dispensato  il  parentado,  e,  com'  h  detto,  conceduto  i!  detto  reame  per 
dispetto  della  detta  reina  Giovanna,  perocchfe  tenea  coUo  altro  papa  da  Vignone,  e  sornmos- 
solo,  ch'era  in  Utigaria,  e  fattogli  dare  censi  de'  Cherici  d'Ungaria,  circa  60  000  fiorini 
d'oro,  acciocchfe  venisse  in  favore  di  lui,  ch'  era  quasi  assediato  a  Roma  dalla  gente  della 
detta  Reiua  e  vassalli  e  da   sua  setta  e  lega,  e  di  voler   levarsi   lo  Papa   questa  gente   da 

15  dosso,  ed  al  detto  messer  Carlo  coronare  e  favoreggiare  dello  detto  reame,  che  tenea  la  reina 
Giovanna,  il  cui  titolo  si  chiamava  reame  di  lerusalem  e  di  Sicilia ;  il  quale  reame  di  ragione 
pervenia  al  re  d'Ungheria,  bene  che  per  sentenzia  di  Chimento,  papa  nelFanno  1348  Tavea 
di  concordia  concesso  al  re  Luigi  di  Taranto  ed  alla  reina  Giovanna'  predetta,  di  consenti-       /.,  xi,  19 
mento  del  re  d'Ungaria  non  venire  contro  lo  reame  predetto   vivente   la   reina  Giovanna  e 

20  lo  re  Luigi.  Ora  lo  re  Luigi  d'Ungaria  predetto  avea  dato  ogni  sua  ragione  nello  reame 
predetto  contro  la  reina  Giovanna  al  detto  messer  Carlo  della  Pace,  e  dicendo  non  man- 
care  promissione,  perocch'ella  avea  tolto  due  mariti,  rutio  morto  era,  e  non  era  della  Casa 
di  Francia,  ma  nimico  di  loro  e  massime  della  Casa  d'Ungaria,  li  quali  tolsero  Sicilia  a  re 
Carlo  e  re  Uberto,  e  Taltro  nimico  ancora  della  detta   Casa   di   Francia  in  Piemonte  ed  in 

25  piu  luoghi,  ciofe  messer  Otto  da  casa  Bresvich,  tedesco,  lo  quale  egli  e  gli  altri  Tedeschi 
erano  nimici  della  detta  Casa  di  Francia,  cio^  di  questi  di  Puglia,  per  amore  di  re  Manfredi 
e  per  quello  di  Curradino,  morti  in  quello  reame;  di  che  parea  allo  re  d'Ungaria,  se  questa 
avesse  figliuoli,  che  lo  reame  si  stranava  delle  mani  di  quelli  di  Francia;  sicchfe,  per  questa 
cagione,  dava  sue  ragioni  a  messer  Carlo  della  Pace  ed  aiuto.    Di  che  del  mese  di  luglio  lo 

30  detto  messer   Carlo   pass6   d'Ungaria,  e  venne  in  Lombardia  a  Verona  con  5000  Ungari,  e 
quivi,  o  per  poco  consiglio,  o  perchfe  si  fosse,  si  stette  in  Verona,  e  di  \\  dappo'  circa  15 
di  passb  Po,  e  stette  in  sul  Bolognese  circa  altri  15  di,  ed  a  Rimine  dirizzb  sua  via,  e  stette' 
poi  Ik  alquanti  di.     Questa  materia  non  toccava   molto   alla  nostra,  ma  perocchfe  dipendea,       /.,  xi,  20 
era  di  necessitk  dire.     Lo  ditto  messer  Carlo  promisse  a'  Bolognesi  ed  agli  altri  Signori,  non 

35  stare  se  non  in  transito  in  sullo  loro  terreno,  e  stettevi  oltre  a  sua  promissione  molti  di; 
scusossi  non  potere  ci6  piii  fare,  ed  eglino  ne  furono  molto  male  contenti. 

RuBRiCA  861'  —  Com^  tornarono  gli  ambasciadori  d'  Ungheria,  che  erano  stati,  e  quelU)  raf- 
■portarono  dello  Re,  e  di  messer  Carlo,  che  -promissero  di  non  venire,  ni  mandare  in  sul 
contado  di  Fireme. 

40  Erano  atati  del  mese  d'aprile  mandati  a  messer  lo  re  d'  Ungaria  ed  a  messer  Carlo  am- 

basciadore  infino  del  mese  d'aprile  prossimo  passato,  a   dolersi  del  danno,   che  fatto  avea 


3.  spezialmentel  massime  A.  —  5-6,  figliuolo....  Durazzo]  omm.  A,  —  7,  Gloranna]  omm,  A.  —  8.  figliuola 
della  sirocchia ....  cioi  figlluola  del  duca  di  Durazzo]  omm,  A.  —  9-10.  Luigi ....  meiser  Carto]  Lnlgi,  padre  di  mea- 
ser  Carlo  A.  —  1$,  coronarej  omm.  A.  —  i6.  chiaroaTa]  chiama  A,  —  32.  era]  omm.  A.  —  23.  Francia....  Ungaria] 
Francia,  ma  manco  di  quegli  Reali  ciofe  della  casa  d'Ungarla  G.  R.  —  i^.  Otto  dl  casa  Bresvich]  Otto  duca  di  Bre- 
svich  G.  R,  —  36.  clob]  0»»»».  A.  -  per  amore  dl  re]  per  la  mor<e  del  re  G.  R.  —  33.  pass6  Po  e  stette]  poi  pass6  e 
stette  G.  R.  —  33.  toccava]  tocca  A.  —  40,  del  mese]  omm.  A,  —  41.  infino....  pasiate]  infino  d'aprile  passato  A, 


376  CRONACA  FIORENTINA  (A.  lasoi 


messer  Giannotto,  mariscalco  dj  messer  Carlo  colle  sue  bandiere  ritte ;  11  quali  ambaBciadori 
furono  questi:  meBner  Nofrio  di  mesBer  Barria  de'  Rossi,  Pagolo  di  Bemardino,  albergatore ; 
e  con  loro  uno  maestro  in  Teologia  deirOrdine   dei   frati   di   Santo   Augostino,  ci6  fu  uno 

maestro  Agnolo  di {lacutia).     E  costoro  stati  con  messer  Carlo,  tom6  il  detto  Frate,  c  gli 

altri  Ia8ci6  con  messer  Carlo  a  Trevigi,  e  rapport6  come  lo  re  d'  Ungaria  di  ci6  8'era  molto  5 
I.,  XI,  21  doluto,  ed  ancora  messer  Carlo' del  danno,  che  messer  Giemnotto  fatto  avea,  e  minacciando 
fare  e  dire  contra  a  messer  Giannotto  messer  Carlo.  Di  che  allegando  gli  ambasciadori,  che 
in  lo  awenimento  di  gente  per  lo  terreno  di  Firenze,  i  nostri  sbanditi  con  loro  vi  traevano, 
e  facieno  danno  in  sul  terreno  di  Firenze,  e  vergogna  a  colui  con  cui  erano,  pregando  mes- 
ser  Carlo  non  dovesse  con  questo  esercito  passare  per  lo  terreno  fiorentino;  acch^  lo  re  d'Un-  10 
gheria  assent),  e  fece  assentire  a  messer  Carlo;  e  gli  ambasciadori  furono  cauti,  e  pregarli 
che  a  confortamento  del  Comune  di  Firenze,  di  ci6  per  loro  acrittura,  e  suggelli  ne  scri- 
vessero;  e  cosi  di  per  se  Tuno  dairaltro  lo  feciono.  E  lo  detto  frate  ci6  piuvic6  in  uno 
consiglio  di  richiesti  di  5U0  uomini,  o  di  piii,  che  prometteaiio  non  venire,  nfe  mandare  per 
lo  terreno  tiorentino  e  loro  Terre  alcuna  gente.     E  ci6  fu  del  mese  di  luglio  1380.  15 

RuBRiCA  862*  —  Come  venne  in  Firenze  l' atnbasciatore  dello  re  (TUngaria  e  di  messer  Carlo 
della  Pace,  lo  Vescovo  di  Criavarino. 

Nello  anno  del  Signore  1380,  a  d)  18  di  luglio,  venne  in  Firenze  messer....  (lacuna)  del- 
/.,  XI,  2j       rOrdine'  de'  frati  di  S.  Frai.cesco,  vescovo  di  Giavarino,  per  parte  dello  re  di  Ungaria  e  di 

messer  Carlo,  lo  quale  era  ancora  a  Trevigi,  e  richiese  lo  Comune  per  parte  di  messer  Carlo,  20 
e  lo  Re  ^regava  messer  Carlo  per  amore   di  lui  servito.     La  richiesta  fu  questa :  di  lega 
contro  alla  reina  Giovanna;  la  seconda,  di  40  000  fiorini  in  prestanza;  la  terza,  se  non  vo- 
lessero  lega,  prestassero  gente;  a  cui  fu  risposto,  di  rispondere  per  voce  viva,  e  cosi  si  parti 
male  contento.     Appresso  pocl.i  di,  fu  mandato   il   predetto   maestro   Agnolo,   narrato  nella 
precedente  rubrica,  e  la  commissioae  fu  fatta  in  lui,  e  negli  altri  suoi  compagni,  cio^  messer  25 
Nofrio   e   Pagolo,   di   cui   6   fatta   menzione   nella   terza   passata   rubrica,  e   loro   risposta  a 
/.,  xi,at       messer  Carlo  fu  questa:  che  contro  alla  Reina,  nh  a  niuno  di'  quella  Casa,  non  si  farebbe 
lega,  ma  ogni  cosa  che  fusse  possibile  si  farebbe  di  mettere  concordia.     Alla  seconda  di  de- 
nari:  il  Comune  era  molto  iscosso,  ed  al  presente  per  molte  spese  non  era  agiato;  ma  che 
altra  volta  si  provvederebbe  per  modo  che  farebbe  contento.     Al  fatto   della  gente  fu  cosi  30 
risposto:  ch'era  ita  a  Bologna  per  la  lega,  ch'egli  non  si  potea  al  presente  a  cio  servire,  altra 
volta  si  provvederk  a  ci6.     Di  che  si  tenne  male  servito;  e  tracch6   avea  gli  sbanditi  seco, 
e  Tuno  e  Taltro,  e  de'  Fiorentini  e  de'  Perugini  e  Sanesi  e  Pisani  era  tutto  di  sobillato;  di 
che  egli  giovane  e  male  accompagnato  di  consiglio,  si  credea. 

Ri;brica  863*  —  Come  si  Jece  lega  di  nuovo  in  Toscana  di  i6oo  lance.  35 

Era  stata  fatta  dello  anno  passato,  cio6  del  mese  di  settembre  1379,  una  lega  di  1200 
lance,  nella  quale  lega  era  il  Comune  di  Bologna  e  queUo  di  Firenze,  e  quello  di  Perugia; 
alla  quale  lega  erano  stati  richiesti  li  Sanesi  Pisani  e  Lucchesi,  e  niuno  di  loro  v'era  voluto 
intrare;  di  che  essendo  poi  fatti  rimediare  da  messer  Giannotto  Siniscalco  di  messer  Carlo 
della  Pace,  e  dato  denari  del  mese  di  marzo,  e  di  aprile  prossimi  passati,  si  vennero  nella  40 


3.  deirOrdlne  dei  fratij  omm.  A.  —  3-4.  ci6  £u  uno  maestro  Agnolo  di]  omm.  A.  —  %.rl  traevano]  vMntm- 
Tano  G.  R.  —  10.  esercito]  exercito  G.  R.  -  acclii  lo  Re]  a  ci6  lo  Re  G.  A  —  11.  fece]  facea  G.  Ji.  —  12.  a  con- 
fortamento]  a  contsntamento  —  13.  frate  ci6  piuric6]  frate  In  piii  vico  A.  —  18.  18]  i8  /.  •  la  lacuma  i  tHfflita 

da  I,  coi  nome  di  Guglielmo  —   19.  frati parte]  frati  minori,  vescovo  per  parte  A.  -  Giavarino]  Guerino   G.  R, 

la  Ittione  del  tttto  i  qutUa  corretta  daia  da  I.  —  25.  altri  suol  compagni]  altri  uomlni  compagni  G.  R.  —  34.  ii 
credea]  il  Intendea  G.  R.  —  38.  dl  ioro]  omm.  A.  —  40.  prossiral]  omm.  A. 


lA.  13801  CRONACA  FIORENTINA  377 

lega,  e  fecesi  lo  sindacato  a  retificare  in' Firenze,  e  di  1600  lar.ce  de' essere.     Cib  fu  1380,        r.,xi,u 
a'  dl  18  di  luglio,  ed  a  confermarla  con  gli  Bolognesi   e   richiederli  che  intrassero  in  lega 
con  gli  Sanesi,  Pisani  e  Lucchesi,  fui  mandato  io,  Malchionne,  e  non  vi  voUono  intrare  con 
loro  i  Bolognesi,  perocchfe  sdegnarono,  ch'eglino  non  vi  vollono  intrare  Taltro  anno  passato. 

5  RuBRiCA  864*  —   Come  si  fece   forte  riformagione  in   Firenze  -per   li  delitti  che  si  cmn- 
metteano. 

L'anno  passato,  ciofe  1379,  al  tempo  de'  Ciompi,  8'era  levata  la  condizione  della  mano 
a  chi  ferisse,  e  iion  pagasse  fra  10  di  di  certe  fedite;  di  che  molti  malifici  inormi  si  com- 
metteano,  e  molte  inorme  cose  ed  uccisioni,  quasi  per  piccole  cose,  si   feciono   di   maggio, 

10  di  giugno  e  di  luglio  di  questo  anno  1380.  Infra'  quali  fu  morto  lacopo,  fratello  del  pio- 
vaao  di  Giogoli,  giucaado  a  tavole,  dicendosi  villauia  con  Lamberto  di  Schiatta  Ricchi,  e 
cosi  crucciati  si  partirono  dicendo:  "  tieni  a  mente,  tu  m'hai  detto  villania„.  E  in  ispazio 
di  due  mesi,  ad  animo  diliberata,  per  queste  parole  il  detto  Lamberto  in  Sancasciano  uccise 
il  detto  lacopo.     Ancora  per  piato,  ch'e'  menava  messer  Giovanni  di  messer  Scolaio  di  ser 

15  Berto,  iudice,  com'^  usanza  de'  giudici,  fu  morto  allato  a  uno  Gonfaloniere,'  da  casa  i  Bo-       /.,  xi,  25 
veregli.     E  simile  Gherardozzo  di  Bartolo  Filippi   per   quistione   di  gioco,  e  piii  di  poi,  ad 
animo  diliberato,  fu  assalito  da . . . .  {lacund)  de'  Machiavelli  e  rimase  peggio  che  morto,  tante 
fedite  ebbe,  e  fugli  tagliate   tre   dita  della  mano,  e  nel  letto  stette   parecchi   mesi.     Questi 
sono  genti  notabili;  ma  in  piu  altri  tante  altre  sconce   cose   commesse.     Di  che  per  queste 

20  cagioni  si  fece  riformagione  del  mese  d'ago8to,  che  chiunque  vedesse  alcuno,  e  potessesi 
presumere,  che  fosse  per  lo  stato,  si  avesse  a  diliberare  per  Priori  e  Collegi  ed  uno  per  Ca- 
pitudine,  se  i  cousorti,  o  chi  de'  congiui.ti  fussero  ribelli,  e  che  ogni  sbandito,  o  che  sban- 
dito  fosse  per  lo  innanzi,  non  si  potesse  ribandire,  se  non  per  37  fave  di  37,  cioe  per  9  Priori, 
16  Gonfalonieri  e  12  Buoni  Uomini,  e  poi  insieme  con  questi  da  capo  con  uno  per  Capitu- 

25  dine  di  23  Capitudini,  cio^,  se  non  in  tutto  60,  per  tutti  e'  sessanta  in  concordia,  e  poi  per 
gli  consigli  opportuui.    E  ci6  fu  del  mese  d'agosto  1380. 

RuBRiCA  865*  —  Cotne  in  Firenze  si  senii  certi  trattati  ragionare  fer  certi  Ciompi,  e  ritro- 
varsi  certe  bandiere,  le  quali  erano  venute  fer  addietro,  e  come. 

Nel  detto  anno  1380  e  del  mese  di  agosto,  erano  molti  bisbigli  di  messer'  Carlo,  i  Ciompi  /.,  xi,  26 
30  in  Firenze  molto  parlavano;  ed  essendo  a  Bologna....  {lacuna)  venne  di  Ik,  che  certi  trat- 
tati  si  facieno  per  gli  sbanditi  con  gli  Ciompi  in  volere  mettere  messer  Carlo  in  Firenze. 
Di  che  uno  Baldo  da  Vitorata  fu  morto  da'  sua  Ciompi;  lo  quale  Baldo  stava  nel  popolo  di 
Sant'Ambrogio,  e  che  egli  avea  a  sua  posta  una  bandiera,  e  sapea  chi  Tavea;  la  quale  ban- 
diera  avea  una  da  Vitorata  in  guardia  dal  detto  Baldo.  Di  che  vegnendo  questo  da  Bologna, 
35  come  detto  h,  awenne  per  caso  che  furono  presi  per  questa  cosa  alcuni,  e  collati.  La  donna 
si  fuggi  a  Vitorata,  e  poi....  (lacuna). 


I.  sindacato]  sindaco  G.  R.  —  3.  Malchlonne]  omm.  G.  R.  —  4.  l'aItro  anno]  Tanno  A.  —  9.  quasl]  omm,  A.  — 
10.  dl  questo  anno]  0»»»»».  A.  —  13.  partirono....  iii'hai]  partirono :  Abbi  a  mente,  fn'hai  G.  R.  —  15-16.  da  casa  i 
Boveregli]  da . .. .  {lacuna)  dei  Bovareili  G.  R,  —  17.  rimasej  omm.  G.  R.  —  18.  e  fugli]  omm.  G.  R.  —  18-19.  stette  .... 
pli  altri]  omm.  A.  —  19.  tante  aitre|  omm.  G,  R.  —  30.  vedesse]  uccldesse  G.R,  —  33.  per  io  innanzl]  piii  in- 
nanzi  A.  —  23-34.  fave. . . .  insieme]  fave  dei  Signori  e  Coliegi  e  poi  inaieme  A.  —  34-36.  con  questi ....  1380]  coa 
questi  Priorl  e  Coliegi  con  uno  per  capitudine,  che  erano  ailora  23  capltudinl,  ch'erano  in  tutte  persone  60,  con 
tuttl  e  60  In  concordia,  e  pol  per  gii  Consigli  del  Popolo  e  Comune.  E  ci6  fu  d'agosto  1380  A.  —  33.  sua]  suoi 
G.  R.  —  33.  una]  omm,  G.  R.  —  34.  una  da  Vltorata]  una  donna  da  Vitorata  A.  {fa  farola  donna  )t  di  mano  ^oste- 
riore) ;  una  donna . . . .  da  Vitorata  /.  —  36.  in  A,  segue  um  Jogli»  biatuo,  e  manca  la  rubrica  866 


378  CRONACA  FIORENTINA  (A.  imoj 


RuBRiCA  866*  —  CotM  mori  in  Roma  CaUrina, 

Nel  detto  anno  vennono  novelle  in  Firenze,  come  a'  di  29  del  me«e  d'aprile  era  morta 
iti  Roma  Caterina,  di  cui  h  narrato  addietro  nella  rubrica  773*;  e  molte  cose  si  dissono  di 
lei;  e  molti  miracoli  avea  fatti  in  Roma. 

/.,  «1, 37      RuBRiCA  867*  —  Come'  furono  eletti  ambasciadori  a  messer  Carlo  a  presentargli  doni.  5 

Nel  detto  anno  1380  del  mese  d'agosto,  essendo  messer  Carlo  a  Rimine,  furono  eletti 
ambasciadori  d'andare  a  messer  Carlo,  e  presentargli  doni,  li  quali  doni  furono  parte  appre- 
sentati  per  lo  Comune,  ed  in  nome  del  Comune,  cavalli  e  drappi  di  seta  e  d'oro  di  valuta 
di  fiorini....  {lacuna)  d'oro,  e  per  la  Parte  guelfa  per  li  Capitani  furono  mandati  di  di.... 
(lacuna)  di  valuta  di  fiorini....  [lacuna).  Gli  ambasciadori  furono  del  Comune  questi:  Filippo  10 
di  Cionetto  Bastari  e  Guggio  di  Dino  Gucci,  lanaiuoli  e  Benedetto  dal  Buco  vinattiere.  Quelli 
della  Parte  guelfa  furono  questi:  Ugolino  d'Andrea  degli  Strozzi,  e  fu  con  lui  uno  notaio, 
ser  Tommaso  Redditi.  I  quali  appresentati  dinanzi  da  lui,  non  ricevette  nfe  Tuno  n^  Taltro 
presente,  e  ritornoronsene  a  Firenze  con  essi. 

/,  XI,  j8      RuBRiCA  868*  —  Come'  si  vollono  accrescere  V entrata  del  Comune  fer  gdbeUe,  e  non  fu  15 
sofferto. 

Nel  detto  anno  e  del  mese  d'agosto,  presono  balla  i  Signori  e  li  Collegi  di  porre  gabelle 
per  accrescere  Tentrata  del  Comune,  ed  in  effetto  eletti  uomini  a  ci6.  Trovati  i  modi,  si 
puose  alla  mercanzia  ed  a'  buoi  del  contado  e  aU'olio,  nel  contado  si  riponesse,  e  molte  altre 
utili  e  gabelle  ragionevoli  e  fruttifere  assai,  e  diliberarsi  per  gli  predetti  che  avieno  balla.  20 
Poi  perch^  pochi  beni  pare  stieno  fermi,  o  si  consentano  oggi  in  Firenze,  o  per  gli  nostri 
peccati,  o  per  pianeto  che  corra,  quelli  medesimi  che  le  puosero  le  levarono  incontanente, 
e  non  rimase  se  non  quella  de'  buoi  e  quella  deirolio  del  contado. 

RuBRiCA  869*  —  Comc  messer  Carlo  della  Pace  ebbe  Agobbio  ed  Arezzo,  e  ■per  che  cagione. 

Nel  predetto  anno  nel  1380  del  mese  d'agosto  si  partl  messer  Carlo  della  Pace  da  Ri-  25 
mino,  e  and6  verso  Agubbio,  ed  intro  dentro  per  introdutto  di  messer  de'  Gabrielli,  vescovo 
/.,  zi,  39  d'Agubbio,  lo  quale  Tavea  di  geunaio  prossimo  passato  corso  per  se,  e'  messer  Cante  di  mes- 
ser  lacopo  Gabrielli  suo  cugino  se  n'era  uscito,  e  itosene  a  Perugia,  e  di  quindi  a  Canziano 
male  contento ;  di  che  vedendo  lo  Vescovo  non  potere  tenere  Agubbio  contra  la  volonti  de' 
Perugini  e  de  i  suoi  consorti  e  de'  nimici  dentro,  s'  immagino  d^essere  da  messer  Carlo  molto  30 
aiutato  e  soccorso,  e  misselo  dentro  come  signore  a  di  10  d'agosto;  e  di  quindi  si  parti  mes- 
ser  Carlo,  e  tenne  trattato  nella  cittk  di  Castello,  e  mandowi,  e  non  gli  venne  fatto.  Dipoi 
si  dirizzb  di  verso  Arezzo,  e  quivi  li  fu  aperto  Arezzo,  e  datogli  con  ogni  onore  reale  Arezzo 
per  gli  Boscoli;  e  ci6  a'  dl  14  del  mese  di  settembre  1380. 


7.  d'andare]  omm.  A.  —  9.  per  U  Capitani]  omm.  A.  —  11.  lanaiuoU]  omm.  A,  —  13.  appresentati]  appre- 
sentarono  G. R.  —  14.  pretente....  con  essi]  presente,  dicendo  clie....  (laeuna)  G.  R.  —  18.  Trovati]  trovare 
G.  R.  —  19.  aIl'oUo[  ad  olio  G.  R.  —  36.  introdutto . . . .  vescoroj  introdotto  del  rescoTO  A;  I.  aggittnge  com  Im 
scorttt  dtlP UgkelU  (Itaiia  Sacra,  /,  6^9)  il  nome  del  vescovo:  GabrieUe  —  37.  prossimo]  omm.  A.  —  37-28.  me»- 
•er  lacopo]  owtm.  A.  —  38.  suo  cugino]  cugino  deJ  veKOTO  A.  •  di  quindi]  quindi  G.  R.  —  31.  a  A  10  d'ago>to] 
cid  fu  del  detto  mese  d'ago8to  a'  di....  {laeuna)  G.R,  —  33.  mandoTTi]  mandoUi  G. R, 


[A.  1380]  CRONACA  FIORENTINA  379 


RuBRiCA  870^  —   Come  fu  morto  messer  Griovanni  di  Mone  dagli  sbanditi  in  Arezzo. 

Negli  anni  del  Signore  1380,  a'  di  14  del  mese  di  settembre,  essendo  iti  insino  del  mese 
di  luglio  passato  messer  Giovanni  di  Mone  e  Niccol6  di  Ghino  Popolareschi,  gia  degli  Tor- 
naquinci  per  addietro  innanzi  fosse  popolano  e  Bartolo  di  Michele  coreggiaio  e  messer  Be- 
5  nedetto  degli  Alberti  per  ambasciadori  per  la  quistione  degli  Aretini  e  di  quelli  di  fuori, 
poi  per  lunghezza  di  tempo  si  fu'  ordinato,  che  Niccolo  di  Ghino  e  messer  Givanni  di  Mone  /.,  xi,  30 
rimanessero  Ik;  e  cosi  fu  ordinato.  Uno  di  addivenne  che  essendo  il  di,  che  messer  Carlo 
dovea  intrare  in  Arezzo,  e  quasi  una  ora  innanzi,  essendo  il  detto  messer  Giovanni  acconcio 
e  vestitosi  onorevolmente  per  essere  nella  presenza  di  messer  Carlo,  e  stando  in  quella,  ven- 

10  nono  nelFalbergo  dove  era  Tommasino  da  Panzano  ed  il  Moscone  figliuolo  di  Bernardo  Bec- 
canugi  ed  uno  Bartolommeo  da  Prato;  ed  ultimamente  assalirono  messer  Giovanni  predetto, 
ed  uccisorlo,  di  che  il  di  se  ne  mori  la  notte.  Di  che  questa  fu  tenuta  la  piu  sconcia  cosa 
che  mai  fosse  fatta,  perocche  mai  non  fu  piii  morto  ambasciadori  per  Fiorentini ;  di  che  in 
Firenze  ne  fu  grande  romore  di  bisbiglio  contra  a  quello  che  lo  avieno  fatto  e   loro  genti, 

15  come  nella  seguente  rubrica. 

RuBRiCA  871*  —  Come  si  fece  riformagione  e  ordine  contra  coloro  che  uccisero  messer  Giovanni. 

Nel  detto  anno,  a'  dl  20  del  mese  di  settembre,  si  fece  riformagione  che  tutti  i  consorti 
di  Tommasino  da  Panzano  s' intendessero '  essere  nibelli,  se  infra  uno  anno  non  ammazzas-  /.,  xi,3i 
sero,  o  facessino  morire  Tommasino,  e  il  simile  gli  altri,  aalvo  Lionardo  Beccanugi ;  e  furono 
20  disfatte  le  case  loro  di  quelli  tali,  cioe  quelle  di  Bernardo  Beccanugi,  padre  del  Moscone, 
che  era  in  suUa  piazza  di  san  Michele  Berteldi,  e  quelia  di  messer  Luca  da  Panzano  nel 
borgo  a  S.  Niccol6,  ed  ogni  masserizia,  che  vi  si  trov6  dentro,  furono  vendute  allo  'ncanto. 

RuBRiCA  872*  —  Come  messer  Carlo  della  Pace  venne  in  sul  contado  in  Firenze  con  gli  Un- 
gari  ed  altri. 

25  Partissi  messer  Carlo  della  Pace  d'Arezzo,  e  venne  in  su  quello   di  Siena,  e  promessa 

ch'avesse  fatto  messer  Giannotto  a'  Sanesi,  quando  di  marzo  passato  gli  dierono  danari,  non 
fu  osservata,  il  quale  avea  promesso  colle  scritture  di  messer  Carlo,  che  nh.  egli,  nfe  sua  bri- 
gata  non  offenderebbe  infra  sei  mesi  da  calen  di  aprile;  e  puosesi  infra  gli  altri  luoghi  in 
sul  poggio  di  S.  Giovanni  sopra  TArbia,  quasi  tra'  confini   di  Firenze   in   Chianti  ed  i   Sa- 

30  nesi,  e  parte  delle  brigate  erano  in  su  quello  di   Firenze,  e   parte  in   su  quello   de'  Sanesi; 
e  cio  fu  a'  dl  24  di  settembre;  e  poi  a'  di  29  di   settembre  and6  alla  Badia   a  Isola  in   sul 
contado  di  Firenze  vicino  a'  confini;  ma  pure  messer  Carlo  tenea  il  campo  in' su  quello  di       /.,  xi,  33 
Siena;  ma  gli  Ungari  s'alIogiarono  in  su  quello  di  Poggiobonizi,  e  corsero  parte  a  Staggia, 
parte   a  Poggiobonizi  per  preda.     E   messer  Giovanni  Aguto,  capitano   de'  Fiorentini,  avea 

35  circa  mille  lance  Ik,  e  tramezzarongli,  e  torsongli  da  otto  cavalli,  e  piii  scaramucce  feciono 
di  correrie.  Ultimamente  gli  ambasciadori,  ch'erano  iti  Ik  trattando  concordia,  feciono  triegua 
tra  la  gente  di  messer  Carlo  e  de'  Fiorentini  cinque  di ;  ma  pure  delle  cose  si  toglieno,  ed 


3.  a'  dl  14]  a'  dl....  (Jacuna)  G.  R.  -  Iti]  ito  G.  R.  —  3.  Popolareschi]  Popoleschl  /.  —  3-4.  gli  degU  Tor- 
naquincl....  popolano]  omm.  A.  —  7.  W\  omm.  G.  R.  •  ordInato|  omm.  A,  —  10.  Tommasino]  Tommaslno  dl 
Antonlo  /.  -  iigliuolo  dl  Bernardo  omm.  A.  —  iz.  Bartolommeo]  Bartolomeo  dl  Gherardacclo  /.  —  13.  uccisorlo 
di  che  il  d\\  ucciserlo  cidh  che  11  d\  G.  R.  —  14.  blsblgliol  omm.  A.  —  15.  conie....  rubrlca]  «mm.  A.  —  18- 
19.  anno....  siraile]  anno  non  morisse,  o  non  fosse  ucciso,  e  simile  G.  R.  —  30.  di  quelll  tall]  dl  quelli  contadi 
G.R.  —  31.  che  era]  omm.  G.  R.  —  3$.  Pace]  Parte  G.  R.  —  31.  and6]  Tcnnono  G.  R.  —  37.  tra  la  gente.... 
FiorentiniJ  omm.  A.  —  37-p.  380,  1.  3.  cinque  di . . . .  coA  addiviene]  cinque  di ;  non  pure  delle  co«e  il  toglieno  1'  uno 
a  i'altro;  e  coil  avviene  A, 


380  CRONACA  FIORENTINA  lA.  lasoi 


i  noBtri  gli  scontravano,  ed  alcuna  volta  le  togHeno  loro,  e  pure  le  si  togUeno  per  loro ;  sicche 
quelli  dt  messer  Carlo  facieno  danno,  e  gli  altri  danno  e  peggio;  e  cosl  addiviene  chi  ha 
lo  nimico  appresso,  che  ti  fa  danno,  e  ramico  non  utile.  Avea  li  Fiorentini  richiesti  li  col- 
legati:  li  Bolognesi  mandarono  trecento  lance,  li  Sanesi  150,  li  Pisani  100,  li  Lucchesi  ne 
dovieno  mandare  cinquanta,  mandaronne  raeno;  i  Perugini  non  ne  mandarono,  scusandofli 
perchfe  avieno  il  Duca  di  Sterlich  presao,  che  tenea  Todi.  E  se  messer  Giovanni  Aguto  aveBse 
fatto,  o  lasciatolo  fare,  avea  brigata  da  fare  danno  a'  nemici  e  di  non  esser  fatto  danno  al 
Comune.  Gli  ambasciadori,  ch'erano  iti  a  messer  Carlo,  erano  questi :  messer  Rosso  di  Ric- 
ciardo  de'  Ricci,  cavaliere,  per  S.  lohanni,  messer  Bettino  di  messer  Covone  de'  Covoni,  ca- 
/..  XI.  33  valiere,  per  S.  Croce,  lacopo  di  Michele'  cimatore,  per  S.  Spirito,  Salvestro  di  Giovanni,  tin-  1 
tore,  per  S.  Maria  Novella. 

RuBRiCA  873*  —  Comc  messer  Carlo  mandb  ambasciadori  a  Firenze,  e  quello  che  dissero,  ed 
ebbono  auditori. 

Nel  detto  anno  e  a'  dl  30  di  settembre,  venne  in  Firenze  ambasciadori  per  parte  di 
messer  Carlo  a  traticcare  de'  suoi  fatti,  il  Vescovo  di  Giurino,  frate  minore,  e  Guascone  di  15 
lingua  et  uno  fratello  di  Giambano,  ungaro,  il  quale  Giambano  era  capitano  degli  Ungari, 
ch'erano  con  raesser  Carlo  e  messer  Baldassarre  Spinoli  di  Genova,  il  quale  volea  che 
gli  Ungari,  li  quali  promessi  gli  avieno  d'andare  addosso  a  messer  Bernab6,  andassero,  e 
venia  a  Firenze  per  parte  di  messer  Carlo,  e  cio  era  che  gli  parea  mille  anni  la  concordia 
si  facesse  per  menare  via  gli  Ungari;  ed  in  effetto  loro  ambasciata  fu  questa:  Che  concio-  20 
siacosacch^  egli  non  come  nimico,  ma  come  amico  de*  Fiorentini  si  avea,  et  era  venuto  in 
Toscana  per  acquistare  lo  reame  di  Puglia,  e'  richiedea  il  Comune  di  sussidio,  dicendo  che 
altre  volte  loro  fu  promesso,  cio^  a  messer  Carlo  ed  al  Re  d'  Ungaria,  d'atargli  a  acquistare 

/.,  XI,  34      11  regno.     Di  che  udendosi  queste  parole,  che  dicea  di  promessa,'  subito  furono  trovate  ogni 

lettera  e  commessione  fatta  agli  ambasciadori  mai  mandali,  ed  ultimamente  si  trov6  che  Si-  2o 
mone  di  Rinieri  Peruzzi  e  messer  Benedetto  di  lacopo  di  Francesco  del  Bene  avieno  avuto 
in  commessione  di  promettere  allo  Re  d'  Ungaria  di  atargli  conquistare  lo  reame,  vivente  la 
reina  Giovanna,  s'egli  intrasse  in  lega  co'  Fiorentini  contra  al  Papa,  di  che  non  vi  volle 
intrare;  di  che  i  Fiorentini  non  erano  obbligati,  perchfe  dico,  vivente  la  Reina;  perocchfe  il 
Comune  per  altra  obbligazione,  fatta  come  addietro  h  fatta  menzione,  s'obbrig6,  morta  la  30 
Reina,  dargli  molte  barbute  al  conquisto  dello  reame.  Di  che  riprovata  la  sua  oppinione, 
si  profersero  i  Fiorentini  alle  loro  domande  quello  fusse  possibile  a  servire  raesser  Carlo; 
di  che  domandassero  quello  fusse  possibile  ed  onesto  a  ci6  fare,  i  Fiorentini  darebbono  ese- 
cuzione.  E  quivi  si  fece  che  la  sua  gente  non  offendesse,  mentre  gli  ambasciadori  fussero 
a  Firenze,  ed  e  converso,  e  fu  dato  loro  auditori  e  trattatori  due  per  collegio;  ci6  furono 
questi  due  per  ogni  collegio;  ed  oltre  alli  detti  due  per  coUegio,  altri  cittadini,  cio^  Nic- 
col6  di  Vanni  Ricoveri  mercatante,  Simone  di  Biagio,  corazzaio,  per  gli  gonfalonieri,  Guccio 
di  Dino  Gucci,  lanaiuolo,  per  gli  Dodici,  e  con  loro  furono  ogni  volta  li  sopraddetti  4  amba- 

/„  XI,  35      sciadori.     Di '  che  praticato  per  piti  di,  conchiusero  a'  di  7  d'ottobre  in  questo  modo :  Che 

messer  Carlo  promettea  essere  mantenitore  e   protettore  della   citta  di   Firenze,  e  contro   a  40 
quella  non  fare,  e  promettea  per  sfe  e  per  gli  Ungari  e  per  gli  Taliani,  che  coQ  seco  avea, 
e  salvo  che  li  Taliani  fussero  liberi  di  questa  promissione  ogni  volta  che  non  fussero  al  soldo 
di  messer  Carlo,  la  cui  ferma  dovea  durare  infino  a  aprile  prossimo  vegnente,  e  promisse  di 


\ 


5.  mandaronne  meno]  onim.  A  -  i  Peruglni  non  ne  mandarono]  di  che  i  Perugini  mandarono  G.  R.  — 
6.  SterlichJ  Storich  G.  R.  —  7-8.  neraicl ....  ambasciatori]  nemlci  e  da  non  farai  iasciar  far  danno.  Gll  ambascia- 
tori  G.  R.  —  16.  et  uno]  omm,  G.  R.  -  di  Giambano....  Giambano]  omm.  A.  —  21.  nimico....  renuto]  nimico 
de'  Florentini  avea  venuto  G.  R.;  nimico,  ma  come  amico  de'  Fiorentlnl  avea  era  renuto  A.  —  31.  molte]  {la- 
tuna)  G,  R.  —  33.  possibUe]  omm.  A.  —  36.  oltre ....  altri]  oltre  costoro  altri  A.  5 


lA.  13801  CRONACA  FIORENTINA  381 

non  ritenere  in  suo  campo,  nfe  in  sua  citta,  o  fortezza,  dove  avesse  iuridizione  infino  a  questo 
di ;  salvoch^  se  per  lo  innanzi  conquistasse,  potesse  tenergli,  dove  promettessero  di  non  f are 
contra  a  Firenze  ed  a  niuno  Fiorentino  offendere,  e  di  ci6  buona  mallevaria  dessero,  e  questi 
patti  suggellare,  e  promettere,  e  giurare  sopra  le  Scritture ;  e  lo  Comune  di  Firenze  promisse 
5  prestare  a  lui  fiorini  40000  in  questo  modo:  20000  al  presente,  e  dal  di  de'  20000  a  uno 
mese,  10000,  e  dal  di  de'  10000  a  uno  mese,  10000;  i  quali  danari  promettea,  infra  uno 
anno  i  Fiorentini  sarebbono  liberi  dalla  Chiesa  di  quella  quantitk,  e  se  infra  uno  anno  non 
gli  avesse  fatti  scontare,  lo  Re  d'Ungaria  gli  renderebbe  infra  5  anni.  E  promisse  che  in 
perpetuo  niuno  degli  Ungari,  nfe  egli,  sarebbe  contra  a'  Fiorentini.  Questa  concordia  fu  cosl 
10  ordinata  il  di  detto  7  d'ottobre  1380. 

RuBRiCA  874'  —  Come^  si  fermh  Vaccordo  con  messer  Carlo,  e  fagaronsi  i  danari,  e  fartissi,       /.,  xi,  36 
e  dove  andasse. 

Li  predetti  ambasciadori  di  messer  Carlo  e  li  Fiorentini  con  gli  altri  di  concordia  s'an- 
darono  a  messer  Carlo  a  retificare  le  dette  concordie,  e  cosi  si  conchiuse   a'  di  9   di  notte 

15  vegnente  il  di  10  "d'ottobre,  e  li  20000  fiorini  io  portai,  e  feci  il  pagamento,  e  ricevetti  le 
scritture  in  nome  de'  Fiorentini,  e  gli  Ungari  n'ebbono  10000,  e  messer  Carlo  10000.  Gli 
Ungari  si  partirono,  e  vennono  a  Poggiobonizi  sopra  lo  Monte  Imperiale  come  amici,  e  a' 
di  11  si  fece  il  pagamento,  e  a'  di  12  si  partirono  gli  Ungari,  e  andarne  per  Val  d'EIsa; 
e  a'  di  detto  messer  Carlo  si  parti  da  Strova  di  quello  di  Siena,  e  andonne  sotto  Monte  Reg- 

20  gioni,  e  tiro  per  Chianti,  e  andonne  ad  Arezzo;  e  sotto  mano,  mostrando  messer  Carlo  essere 

suoi,  e  che  gli  Ungari  non  se  ne  sapessero  nulla,  fiorini  5000,  oltre  a'  40000,  ebbe.     Ed  in 

questo  modo  ando  messer  Carlo  per  lo  reame  di  Puglia,  faccendo  ricomperare  i  Comuni  di 

Wk    Toscana  amici   e  servidori  de'  suoi  passati,  con  compagnie  e  con  soldati;  e  dissesi  fece  ri- 

comperare   i   Sanesi,  che   oltre   a   quelli   patti,  mancandogli,   che   fatti   erano   in   suo   nome 

25  fiorini  3000  d'oro,  et  questo  mai  per  uomo  di  quella  Casa  in  Toscana  mai  non  feciono;  ed  in 

niuno  altro  luogo'  ricomperare  niuna  persona  in  forma  niuna,  non  che  in  forma  di  compagnia.       /.,  xi,  n 

RUBK.ICA  875*  —  Come  si  fece  riformagione  in  Firenze  di  sfcndere  fiorini  loooo  fer  fare 
morirc  i  ribelli  dcl  Comunc  di  Firenze. 

Nel  detto  anno,  e  a'  di  11   e   12  del  mese  d'ottobre,  si  fece   riformagioni   che   gli  Otto 

30  uficiali  dcUa  balia  e  della  guerra  avessero  a  spendere  fiorini  10  000  de'  primi  beni  de'  rubelH 

che  si  vendessero,  li  quali  denari  potessero  spendergli  senza  vedersene   ragione  e  segreto  e 

palese.in  perseguire  e  fare  morire  li  rubelli  del  Comune  in  ogni   forma  e  via  e  modo,  che 

a  loro  meglio  paresse;  li  quali  beni  si  vendeano  forte  in  quelli  tempi  e  per  buona  derrata. 

RuBRicA  876'  —  Come  in  Firenzc  fu  grandc  acgua,  quasi  in  forma  di  diluvio,  e  fece  grande 
35  danno. 

Neiranno  1380;  a'  dl  20  d^ottobre,  fu  una  piova  si  grande  quello  dl  in  parte,  ma  tutta 

la  notte  dinanzi  dalle  due  ore  infino  a  mezza  terza  mai  non  ristette  di  piovere;  e  'n  quella 

detta  piova  crebbe  si  smisuratamente  Arno,   che   cresciuto   non  era  infino  a  quello  di  tanto 

mai,  dapoich^  fu  lo  diluvio  deiranno  1333,  e  fece  gran  danno  nel  contado  e  nella  citta,  im- 

40  perocch^  nel  contado  allag6  11  piano   da'  S.   Salvi,  ed   infino   presso  al   Bagno  a  Ripole,  e       /.,  xi.  3» 


S-6.  presente. . . .  promettea]  presonte  e  In  due  me«i  11  resto  fiorlnl  loooo  per  mese,  1  quali  denarl  promettea  A, 
—  14-15.  a  d\ . . . .  io]  a  dl  9  d'ottobre,  ed  io  A.  —  17-18.  a  di  11  si  fece  11  pagamento]  omm.  A.  —  19.  e  a  dl  detto]  e 
11  raedegirao  d\  A.  —  25.  fiorlnl ....  Toscana]  omm.  G.  R.  —  39.  anno ....  ottobre]  anno  addi  1 3  d'ottobre  A.  —  33.  e 
per  buona  derrataj  omm.  G.  li.  —  36.  s\  grandej  omm.  G.  R.  —  37-38.  rlstette....  crebbe]  ristette  acqua,  e  crebbe  A. 


382  CRONACA  FIORENTINA  [A.  laso] 


qxuoA  di  sotto  infino  presso  a  Peretola,  and6  infino  di  sopra  a  RJfredi  grandissimo,  e  men6, 
e  guastb  molte  muHna  e  nella  citttk  fece  grandissimo  danno,  perocchfe  lo  vino  era  nelle  botti, 
e  non  erano  turate,  perocchfe  il  mosto  ancora  bolHva,  le  volte  8'empiero  d'acqua,  e  le  botti 
gallarono,  e  guastossi  molto  vino;  circa  200  cogna,  o  piii,  se  ne  ver»6,  senza  il  guasto;  pe- 
rocch^  non  si  credea  persona  fosse  si  subito;  imperocchfe  dalle  due  ore  infino  in  tre,  crebbe  5 
cinque  braccia.  In  questo  subito  le  genti  cenavano,  e  non  parve  a  niuno  che  per  piova 
che  fosse  stata,  dovesse  Amo  essere  sl  grande.  Ancora  crebbe  infino  alle  quattro  ore,  e  se 
fosse  piovuto  dalle  xxii  ore  innanzi,  sanza  dubbio  passava  il  diluvio  a  quella  medesima  ra- 
gione;  ed  alle  quattro  ore  si  rasseren^,  e  stette  infino  alle  cinque  ore  d'uno  modo,  e  come  si 
cresc^  di  subito,  cosi  ancora  manc6;  perocch^  alle  sei  ore  fu  mancato  quattro  braccia,  e  a  10 
di,  10  braccia  fu  mancato.  Fu  grande  in  questa  guisa  che  and6  per  la  porta  alla  Croce  in- 
fino  a  S.  Ambrogio,  e  se  non  che  i  Signori  feciono  aprire  la  porta  alla  Croce,  v'annegavano 
200  persone  rifuggite  alle  mura  su  per  la  via  Ghibellina  e  per  tutta  la  piazza  di  Santa  Croce 
allag6  tanto,  che  travi,  che  v'erano  per  fare  certe  case,  gallarono,  e  fu  infino  presso  alie 
/.,  XI,  3*  case  de*  Magalotti,'  e  copersesi  la  piazza  del  grano,  e  lung'Amo  infino  in  borgo  Santo  Apo-  15 
stolo.  Pressochfe  alla  via  in  borgo  Ogni  Santi  fu  alto  assai.  Lo  seguente  di  cominci6  a  piovere, 
e  fu  tale  la  piova  che  sbigotti  molto  ogni  uomo,  e  crebbe  nella  medesima  forma  presso  a  mezzo 
braccio,  come  era  stato  lo  di  dinanzi.  Poi  cresciuto  alle  tre  ore,  alle  cinque  cominci6  a  sce- 
mare,  e  cosi  s'and6  via  con  molto  danno  di  sementa  e  di  muHna  e  di  bestiame  e  di  vino. 

RuBRiCA  877*  —  Gfme  si  fece  diliberazione  di  disfare  moneta  in  Fireme,   ferchh  lo  fiorino  20 
valesse  meno, 

Nel  detto  anno  e  a'  di  26  e  27  d'ottobre  si  fece  una  riformagione  che  fussero  tenuti  i 
Priori  da  gennaio  innanzi,  ogni  uficio,  disfarae  2000  fiorinate,  cio^  quattrini  et  ogni  moneta 
di  rame;  e  tutto  ci6  feciono  affine  che,  disfatta,  lo  fiorino  toraerebbe  a  minore  pregio;  pe- 
rocchfe  bene  30  anni  era  stato  da  lire  3,  soldi  6,  o  in  quello  tomo,  ed  ora  era  stato  salito,  25 
bene  7  anni,  da  lire  3,  soldi  16,  o  in  queUo  torao,  da  lire  3,  soldi  12.     Questo  fu  volonti  de- 
gli  artefici  minori  che   si   pagavano  a  soldi.     Li   mercatanti   vendeano   a   fiorini,  e  le  mani- 
/.,  XI,  40      fatture  pagavano  a  soldi:'  e  cosl  si  facea  per   gli   mercatanti   valesse  assai,  e  spezialmente 
per  gli  lanaiuoli,  e  per  quelli  che  viveano  di  rendita.     Ma  tanto  era  la  forza  degli  artefici, 
che  in  ogni  cosa  di  diliberazione  vinceano  ne'  consigli  ci6  che  voHeno,  che  !a  vinsero;  pe-  30 
rocchfe  sono  ne'  consigli  xxiii  Arti,  che  le  xvi   sono   minori,  e  ogni   Consolato,   de'   minori 
hanno  piii  Consoli,  ch'e'  maggiori.     E  cod  va  a  chi  piu  pu6,  non  guardando  per6  s'fe  bene 
o  utile  della  cittk,  e  ciascuno  tira  acqua  a  suo  mulino,  come  meglio  vede  potere:  n^  legge» 
nk  statuto  vale  nelle  cose;  perocche  ordine  si  fa  tutto   giorao   con   pene,  non  si  venda  piu 
che  2  soldi  lo  castrone  la  libbra,  e  vendonla   soldi   2,   denari    8  la   Hbbra;    e   cosi   al  simi-  35 
gHante  ogni  cosa;  e  chi  dice  nulla,  gli  artefici  subito  dicono:   "  Costui  h  nimico  degH  arte- 

*  fici  „.     E  ad  altro  non  si  guarda ;  e  se  novitk  s'appresta,  ciascuno  dice :   "  Lo  tale  dice,  e 

*  fece  cosl  ,.  E  d'aItro  che  di  vendicare  sue  ingiurie,  o  di  minacciare  a  cui  vuole  male,  poco 
ad  altro  si  attende.  E  cosl  va  la  cosa:  credo  sia  piii  per  li  peccati  nostri,  che  per  altra 
ragione  di  bene  o  d'altra  cosa.  40 


I.  grandlsslrao]  emm.  A.  —  3.  il  tnosto]  emm.  A,  —  3-5,  le  bottl....  aubito]  le  botti  Temrono  U  tIiio  ed 
empieronsi  d'acqua,  e  fece  grandissimo  danno,  perciife  venne  subbito  A.  —  8.  xxii  ore]  xll  ore  G.  /?.  —  10.  an- 
cora]  omm.  G.  R.  —  14.  gallarono]  andarono  a  galla  A.  —  16.  assal]  assal,  tanto  che....  {laeMma)  G.  R.  —  19.  s 
di  Tlno]  omm.  G.  R.  —  32.  e  37]  omm.  A.  —  23.  fiorinate....  moneta]  fiorinate  dl  disfare  quattrini . . . .  (lacnna) 
G,R.  —  25.  soldi  6]  soldi  cinque  A.  —  a6.  soldi  16]  soldi  15  ^  —  30.  cosa  dl  diliberazione]  cosa  diltt>erasione 
G.R.  —  31.  minori  e  ogni]  minori  due  ogni  G,  R.  —  35.  e  vendonla....  cos\]  e  rendonla  3»,  e  co«l  G.R.;  e 
▼endonla....  {lacuHa)  t.  —  36.  Costui]  Lo  tale  G.R.  —  38.  di  minacciore]  dl  nimicare  G.  R.  —  40.  o  d'altra 
coia]  omm.  G.  R. 


[A.  1380]  CRONACA  FIORENTINA  3»3 


RuBRicA  878*  —  Come  in  Fireme  s'affrese  fuoco  con  gran  danno. 

Nel  detto  anno  del  1380  piu  volte  nella  cittk  di  Firenze  s^accese  grandi  fuochi  con  as- 
sai  danno.  Del  mese  di....  (lacund)  s'apprese'  il  fuoco  in  casa  Simone  di  Michele  Ristori  /.,  n.  41 
da  Campo  Corbolini,  e  fece  gran  danno.  E  di  settembre  s'appre8e  dalla  cella  di  Niccol^ 
5  di  Monte,  dietro  a  via  Maggio,  ed  arse  uno  fomo  per  molte  scope  che  v'erano;  arsero  quat- 
tro  case.  E  poi  d'ottobre  s'apprese  il  fuoco  in  suUa  piazza  di  S.  Lorenzo,  dirimpetto  alle 
Regi  ed  in  casa  uno  speziale  cadde  una  candela  in  una  bigoncia  di  sapone,  e  apprese  uno 
fuoco  allato  al  letto  per  modo  che  arsero  quattro  case  con  molta  roba  drento  sanza  poco 
sgombrare  di  cose.  A  di  21  di  settembre  s^apprese  il  fuoco  a  Camaldoli,  ed  arse  una  casa 
10  con  poco  danno  di  roba. 

RuBRiCA  879'  —  ^uesti  sono  i  Priori  di  settembre  e  di  ottobre  deWanno  1380. 

Bartolommeo  di  Niccol6  di  Bonaventura,  lanaiuolo 

Bonavere  di  Simone,  legnaiuolo 

Alessandro  di  Salino  Bruni 
15  Benuccio  di  Piero  Benucci,  pizzicagnolo 

Niccol6  di  lacopo  de'  Vecchietti 

Azzino  Ghinucci,  chiavaiuolo 

Nofrio  di  ser  Parente,  setaiuolo 

Girolamo  di  Bartolo  Falconi 
20  Francesco'  d'AgnoIo,  pezzaio,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella  /.,  x.,  42 

Ser  loanni  Niccolai  da  Castel  Fiorentino,  loro  notaio,  quartiere  detto. 

RuBRiCA  880*  —  Come  gli  Ungart  tornarono  a  Firenze. 

Nel  detto  anno  e  del  mese  di  novembre  gli  predetti  Ungari,  li  quali  s'erano  partiti  da 
messer  Carlo,  e  condotti  al  soldo  de'  Genovesi  per  messer  Baldassarre  SpinoH,  partiti  ed  iti 

25  in  quello  di  Lucca  per  passare  a  Serezzana,  o  alla  Spezie,  ed  ire  a  guerreggiare  messer  Ber- 
nab6,  che  avea  sua  gente  in  quello  de'  Genovesi,  la  brigata  di  messer  Bernab6  li  fece  in- 
contro,  e  non  gli  lasci6  passare.  Di  che,  come  uomini  costretti  a  non  potere  passare,  ed  ivi 
stare  non  poteano,  perch^  non  avieno  vettuaglia,  si  ritornarono  in  sul  contado  di  Firenze, 
cio6  in  Valdinievole,  ed  accamparsi  alla  Pieve  a  Nievole,  e  mandarono  a'  Fiorentini  volieno 

30  il  passo  per  andare  in  Ungaria.     Di  che  sentendo  i  Fiorentini,  che  si  dovea  fare  in  Romagna 
una  compagnia  di  tedeschi  e  d'ungari,  dissero  loro,  che  se  voleano  passare   su  per   lo  ter- 
reno  de'  Fiorentini,  se  voleano,  passassero  ove  egli  erano,  e  andassero  per  TAIpi  di  Pistoia 
ed  in  sul  contado  di  Bologna  potieno'  passare,  ed  ire  in  Ungaria;  di  che  cosl  fu  fatto.     Di       /.,  xi,  « 
che  i  Bolognesi  ne  sdegnarono  con  gli  Fiorentini;  pure   come  pivi  saputi,  owero  con  meno 

35  sospetto  di  loro  stato,  li  lasciarono  venire,  e  vollono  intrassero  dentro  in  Bologna,  acccioc- 
chfe  vi  lasciassero  de'  loro  denari,  e  non  guastassero  di  fuori  li  loro  contadini;  e  cosl  fu 
f atto,  e  voUono  stadichi,  che  passassero  il  Po,  e  non  facessero  compagnia ;  e  tennergli  quivi 
da  25  dl,  e  poi  passarono  il  Po,  ed  andarsene,  forse  900  cavalli  furono,  ed  intra  piii  volte 
circa  2000;  sicchfe  bene  di  7000  cavalli  tomarono  in  Ungaria  la  metk. 


3.  Del  raese  dl....]  omm.  .4.  —  4.  E  dl  settembre]  a  dl....  (lacuna)  di  settembre  G.  R.  —  J.  che  v'erano] 
omm.  A.  ~6.¥,  pol  d'ottobre)  e  pol  a  di  {lacuna)  del  mese  d'ottobre  G.  R.  —  8.  drento]  omm.  G.  R.  ~  9-10.  ed  arse .... 
roba]  ed  arse  una  casa  di  poco  danno,  salvo  la  casa  G.  R.  —  15.  pizzicagnolo]  oliandolo  /.  —  3i.  Nlccolal]  di 
NICC0I6  A.  --  i8.  poteano....  rettuaglia]  poteano  per  le  vettovaglie  A.  —  28-29.  dl  Firenze....  mandarono]  di 
Pireuze,  e  accamparonsl  alla  Pleve  a  Nlevole,  clo^  In  Valdinierole,  e  mandarono  A.  —  29.  mandarono]  mandato 
G.Jt.  —  32.  se]  omm,  G.R,  —  39.  7000]  vii  G.R. 


384  CRONACA  FIORENTINA  lA.  1380) 


RuBRicA  881*  —  ^uesti  sono  i  Priori  di  novembre  c  dicembre  1380. 

Bartolomeo  di  GHovanni  Bonaccorsi,  lanaiuolo 
Manetto  Dati,  viiiattiere  della  Malvagia 
Fantino  di  Tegna,  ritagliatore 

Lorenzo  d'Andrea,  fomaio  5 

Giovanni  Federighi,  speziale 
Giovanni  di  Taddeo  Benci,  linaiuolo 
Cristiano  del  Migliore,  tavoliere 
Lorenzo  di  Cresci,  tintore 
/.,  XI,  44  Recco '  di  Guido  Guazza,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Norella  10 

Ser  Antonio  di  ser  Chello,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Spirito. 

RuBRiCA  882*  —  Come  si  fece  riformagione  che  li  cittadini  stcssero  a  Fireme. 

£ra  tanto  dilatata  la  materia  dello  sdegno  delle  famiglie  da  Firenze  e  de'  grandi  casati, 
che  soleano  reggere,  piu  che  le  7  parti  delle  9  eglino  ed  alcuni,  come  h  detto  adrieto,  ti- 
ranneggiare,  che  ora,  comecch'eglino  avessero  assai  parte,  perocch^  aveano  quelio  toccava  15 
loro  per  metk,  ma  erano  in  ogni  squittino  di  Priorato  piu  di  1000  uomini,  ove  airaltro  tempo 
ve  ne  avea  circa  300  ed  erano  per  meta  a  trarsi,  dove  si  traevano  de'  9  li  7,  sicche  non 
erano  cosi  spesso :  per  questo  sdegno  si  avieno  preso  di  starsi  la  maggior  parte  in  villa ;  ed 
ancora  per  la  superbia  d'alcuni  sboccati  artefici,  che  pure  sparlavano  per  la  caldezza  dello 
stato;  di  che  standosi  in  villa  spendeano  meno  si  in  vestimenta,  ^  in  dare  mangiare,  e  ri  in  20 
cose  da  mangiare  non  gabellate.  Lo  sale  valea  lire  6  in  Firenze  e  3  in  contado;  il  porco 
pagava  intratura  lire  2,  ed  il  sale,  come  h  detto,  da  'nsalare,  gostava  la  meta;  ed  11  vino 
soldi  50  il  cogno,  e  le  vetture  e  le  legne  ed  altre  cose,  che  si  logoravano,  non  gabellate. 
/.,  XI,  45      Di  che'  si  fece  del  mese  di  novembre  riformagione  si  stesse  a  Firenze,  e  se  no,  fusse  tassato 

in  contado  per  Toficio  de'  Regolatori.     Di  che  molti  tornarono  in  cittk.  25 

RuBRlCA  883*  —  Come  si  fece  ordinc  sofra  lo  Monte,  e  tornossi  gFinieresst   del  Monle  a  5 
fer  100  Vanno. 

Era  dilatata  la  forma  del  muovere  gH  ordinamenti  del  Comune,  non  tanto  fussero  gra^T 
e  penali;  e  questo  si  vide  per  li  giudici  che  fanno,  e  disfanno  ogni  cosa.  Era  pena  la  testa 
per  qualunque  parlasse,  o  proponesse,  o  mettesse  partito  di  muovere  lo  'nteresso,  o  lo  capi-  30 
tale  del  Monte,  nel  quale  v'erano  su  danari  dal  tempp  del  Duca  di  Calavria  1327  a  ragione 
di  fiorini  5  per  100  Tanno,  e  fatto  legge  che  pena  la  testa,  chi  desse,  o  pigliasse  piii  che 
5  per  100  Tanno.  Poi  alla  guerra  de'  Pisani,  Tanno  1362,  non  si  trovava  chi  volesse  pre- 
stare  a  5  per  centinaio,  e  piu  chi  era  sforzato  si  gravava  della  ingiuria  forte;  di  che,  non 
possendosi  prestare  piii  che  a  5  per  100,  fu  domandato  ser  Piero  di  ser  Grifo,  uomo  molto  35 
saputo  in  tali  cose  e  notaio  delle  Riformagioni,  se  vedesse  niuno  modo,  onde  si  desse  piii  di 
/.,  XI,  46  5  per  100.  Egli  rispose  che  il  modo  fe,  chi  prestasse  100  fiorini,  gliene  fosse  scritto' 300  di 
Monte,  e  cosi  di  100  avea  fiorini  15  per  lUO,  e  cosi  si  fece,  e  chiamossi  lo  Monte  deiruno 
tre.     Poi  si  fece  la  guerra  di  Sanmignato,  ove  assai  denari  si  spese  e  tennesi  quello  modo ; 


3.  della  Malragla]  «mm.  A.  —  14-15.  detto....  tlrannegglare]  detto  in  plCt  luoghl  tlranneggiare  G.R.— 
sa.  da  'nsalarej  a  salare  G.R.  —  39.  ogni  cosa]  ogni  dl  A.  —  30.  perj  omm.  C.R-  —  33.  fiorinij  omm.  G.X.  — 
36.  tali  oose]  aimili  cose  A.  —  37.  Egli  rispose]  Egli  disse  G.  R.  —  37-38.  dl  Monte]  omm  G.R.  —  38.  area.M. 
e  coal]  avea  xv,  e  cosl  G.  R.  —  39.  denari]  omm.  A. 


[A.  1880]  CRONACA  FIORENTINA  385 

ma  chi  prestava  100,  gli  era  scritto  200,  e  chiamossi  lo  Monte  delVuno  due.  Di  che  questa 
era  incomportabile  soma,  sl  per  le  spese  dei  soldati  e  a\  per  grinteressi  del  Comune  del 
detto  Monte;  e  cosl  il  Comune  non  potea  soddisfare  alle  spese  ed  alli  soldati  ed  alMonte; 
e  non  potendosi  del  Monte,  perchfe  era  penale,  muovere,  come  h  detto  di  sopra,  li  giudici 
5  guastavano,  e  muoveano  ogni  cosa;  e  perchfe  era  nello  detto  ordine  che  fusse  cosi  penale, 
ed  eglino  trovarono  modo,  che  con  25  fave,  cioh  le  due  parti  de'  Priori  e  Collegi,  bastasse 
a  sospendere  la  detta  legge  penale;  di  che  in  uno  mese  si  potesse  parlare  ed  ordinare,  e 
fare  legge  sopra  lo  Monte:  e  ci6  fu  vinto  a'  di  7  di  dicembre;  e  poi  a'  dl  12  fu  riformato 
e  vinto  che  d'ogni  Monte  si  desse  5  per  100,  e  che  100  si  recasse  per  chi  100  avea  pagato, 

10  e  levassesi  Tun  due  e  Tun  tre.     E  di  questo  si  manc6  il  Comune  di  spesa  Tanno  circa  60  000 
fiorini  d'interesso:   di   che  il  Comune   ebbe   quello   piu   di   rendita  e  quello  meno  di  spesa. 
Molto  se  ne  mormor6,  perocchfe  molti  avieno  venduti  i  loro  poderi  e  le  case,  e  chi  disfatto 
bottega  per  lo  interesso  di  15  o  di  10  per  100,  e  chi  gli   avea  comperati  dalli'  pagatori,  e       i.,xt,i7 
pagato  per  loro,  che  gli  venieno  25  per  100,  e  chi  piu  e  chi  meno.     Ed  era  questa  cosa  sl 

15  multiplicata,  che  circa  5000  persone  v'aveano  su  loro  danari;  e  non  credo,  che  gi^  100  anni, 
niuna  cosl  gran  cosa  si  facesse  colle  fave,  come  questa:  perocchfe  la  somma  era  grande  de' 
denari  e  la  quantitk  degli  uomini  e  donne  era  grande. 

RuBRicA  884*  —  Come  si  fe<^iformagione  che  li  danari  delVestimo  si  stessero  infino  a  5  anni, 
ni  si  rendessero,  a  da  indi  in  qua  si  -potessono  dare  a  5  -per  100. 

20  Nel  detto  anno  e  mese  e  di  si  contenne  una  riformagione  che  lo  estimo  pagato,  e  che 

si  pagasse,  si  dovesse  fare  libro,  e  'n  quello  scrivere  chiunque  pagasse,  o  pagato  avesse,  e 
che  per  infino  a  5  anni  non  si  potesse  nullo  interesso  dare :  ma  da'  5  anni  indietro  si  desse 
quello  interesso  che  si  diliberasse  per  gli  Priori  e  CoUegi  ed  uno  per  Capitudine.  Lo  quale 
interesso  non  eccedesse  le  quantitk  di  5  per  100  Tanno;  e  ci6  fu  fatto  contra  gli  ordini  dello 

25  estimo ;  perocchfe  la  legge  dello  estimo  f u,  che  non  si  rendesse  nh  interesse  nh  capitale.     Ma 
la  cittk  di  Firenze  credo  che  sia  passata  la  costellazione,  la  quale  si  dice  ch'era  lo  suo  ascen- 
dente,  cio^  di  Marte,  e  sia  rifondata  di  nuovo  sotto  la'  Lunsi,  owero  sotto  qualunque  segno       /.,  xi,  u 
piu  mobile,  perocchfe  n^  fermezza,  nh.  stabilitk  non  ha  in  loro  leggi,  n^  in  loro  riformagioni, 
ma  ogni  dl  di  nuovo  se  ne  fanno  tante  pro  e  contra,  che  k  una   confusione.     Voglia  Iddio 

30  che  ci6  sia  bene  e  non  il  contrario;  chfe  da  dubitare  h  delli  modi  nelli  casi  avvegnenti. 

RuBRicA  885*—  Come  si  fece  riformagione  che  i  cittadini  non  mangiassero  alla  tavola  d^  Priori. 

Era  venuta  e  discorsa  la  cosa  tanto  in  palagio  de'  Priori  per  importunitk  dei  manica- 
tori.  Li  Priori  non  si  poteano  difendere  che  a  tavola  non  avessero  altrettanti  quant'eglino, 
0  piii,  sera  e  mattina,  e  d'  uno  fiorino,  che  per  uno  aveano  lo  dl,  non  che  bastava  loro  due ; 

35  e  poi  facieno  per  indiretto  le  sopraspese  per  consigli  tutto  trarre  danari  di  camera,  e  colo- 
ravano  la  materia  per  modo  che  si  vincea.  Solea  per  addietro  essere  tenuto  gran  fatto  che 
la  settimana  vi  mangiasse  tre  persone  cittadini ;  e  da  due  anni  in  qua  non  era  settimana  che 
piu  di  30  o  40,  o  piii  non  vi  fusse  la  mattina  e  la  sera.  E  per6  si  fece  questa  legge  che 
fusse  pena  Hre  200  a  qualunque  cittadino  vi  mangiasse,  se  per  sei  fave  de'  Signori  non   si 

40  vincesse.    E  ci6  fu  del  detto  anno  del  1380  del  mese  di  dicembre. 


2.  del  Comune]  omm.  G.  R.  —  6.  fave ....  CoUegl]  fave  del  Slgnorl  e  Collegl  A.  —  lo.  levasse»!]  ievossl  /. 
—  13.  poderi ....  caae]  poderi,  e  ciii  case  G.  X.  —  17.  uomlnt ....  grandej  uominl  e  femmine  grande  G.  H.  —  34.  ec- 
cedesae]  estendesse  ^.  —  a6.  credo....  costeilazione]  credo  sia  sotto  la  costeliazione  A.  —  3*-33'  palagio....  po- 
teano]  palagio  dei  Priorl  che  clii  era  dei  Priori  si  desse  come  Importunlti  del  manlcatori.  Li  Priori  non  si  po- 
teano  G.  H.  —  34.0  piu|  omm.  A.  —  38.  non  vl  fusae....  sera]  omm.  G,  R,  •  queata]  una  G.  R.  —  38-40.  legge..,. 
dicembre]  legge  che  qualunque  cittadino  vl  mangiaase  sanza  licenza  delle  sel  fave  de'  Signori  cadetse  In  pena  dl 
libbre  300,  e  cl6  fu  di  dlcembre  1380  A. 

T.  XXX,  p.  z  —  9$. 


386  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i3«oj 


/.,  M,  4»      RuBRicA  886'     -  ('omc'  si  fcce  ordine  sofra  i  denari  del  MotUe  d^  rubelli  e  condannati,  ed 
elessero  S  uficiali  alli  beni  de"  ruhclli  mwvi,  c  che  avessero  a  vendere  le  fossessioni  de*  rubelli. 

Era  nel  detto  anno  del  1380,  del  mese  di  novembre  e  dicembre,  e  li  predetti  Priori  vo- 
lontarosi  a  volere  che  agli  sbanditi  si  vendessero  i  loro  beni  in  tutto.  E  perocchfe  era  una 
riformagione  del  Monte  che  niuno  sbandito,  o  condannato  non  potesse,  nfe  sbandito,  perdere  5 
la  vera  sorte  e  lo  'nteresso  del  Monte;  di  che  ei  fece  riformagione,  che  easi  uficiali  pote»- 
sero  cancellare  ogni  danaio,  lo  quale  fusse  in  suUo  detto  Monte  d'alcuno  rubello  o  sbandito 
o  condannato.  Ed  elessero  uficiali  a  f are  vendere  li  beni  de'  rubelli,  e  ci6  furono  gl'  infra- 
scritti  con  balia  maggiore  che  altri  passati,  ciofe  che  per  altri  antichi  ribeUi  8'era  stato  dato 
le  possessioni  in  pegno,  a  ragione  di  fiorini  50  per  moggio  uno  grano  di  rendita-  A  costoro  10 
fu  dato  balla  di  rivendergli  maggiore  pregio.     Gli  uficiali  a  ci6  fare  sono  questi  otto: 


/..  n,  M 


N1CC0I6  di  Giovanni  di  Megbo  Bonarh    l    ,.  o    o  •  -^ 

,.0.  ,  •  }  di  S.  Spmto 

Luca  di  Simone,  farsettaio  I 

Lorenzo  del  Maestro  Dino,  medico      \    ,.  o    /-• 

-  j.  o-  •  •  \  «1  S.  Croce  ,  - 

lacopo  di  Simone,  coreggiaio  I  15 

Donninordi  Sandro  Donnini      1    ..  o    »*•    •     xt       h 
„  j.  T.         •         /-L       fdiS.  Mana  Novella 

Francesco  di  Pasqumo,  fabro  ' 

Bartolomeo'  del  Bianco  di  Bonsi,  ritagliatore  \    ,.  o    t         • 
,,.,,„.,,         ^  '     -&  ^  di  S.  loanm. 

Michele  Pucci,  albergatore  ■' 


RuBRiCA  887*  —  Come  fu  dissensione  tra  Parte  de'  Tintori  ed  altri  membri  c  quella  della  Lana,  20 

Nel  predetto  anno  e  del  mese  di  dicembre,  per  lo  soperchio  homore,  che  soprabbondava 
negli  artefici,  nacque  grande  quistione  in  Firenze,  tanto  che  sall  in  Palagio  dei  Priori  la  la- 
mentazione.  Per  levare  questione,  come  narrato  h  in  piu  parti  addietro,  furono  due  Arti 
aggiunte  alle  1 4  minori ;  ci6  f urono  f arsettai,  sarti,  barbieri  ecc,  Taltra  furono  tintori,  cima- 
tori  ed  altri  scardassieri,  lavatori  ed  altri  ecc.  Questa  Arte  de'  Tintori  presero  tanta  d'alda-  25 
cia,  che  non  avendo  rispetto  a  chi  essi  erano,  ciofe  alla  cittk,  se  non  a  propria  loro  utilitk, 
che  essi,  che  soleano  essere  retti  e  sottoposti  a'  lanaiuoli,  e  da  loro  ricevere  leggi,  e  a*  loro 
statuti  essere  sottoposti,  pigliarono  tanto  d'arroganza,  che  dove  tutte  Taltre  Arti  hanno  di 
torre  tanto  di  manifattura,  e  non  piii,  a  pena  di  libbre  ecc,  questi  feciono  leggi  che  tanto 
si  togliesse  della  tale  cosa,  e  chi  ne  togliesse  meno,  cadesse  in  pena.  Questa  fu  tanto  strana  30 
a'  lanaiuoli  e  abbominevole  a'  cittadini,  che  fu  oltre  a  misura ;  perocche  li  tintori  ricchi  con- 
/.,  XI,  51      venia  torre  il  soperchio,  e  non'  era   loro   rincarato  la  loro  mercanzia;  in  ci6  awenla  che  li 

discepoli  erano  consoli  e  non  gli  maestri,  e,  se  v'erano  maestri,  erano  compagni  da  beffe;  e      M 
fu  tanto  la  cosa  innanzi,  che  le  botteghe  per  paura  assentirono  a'  discepoli.     Fu  detestabile 
questa  cosa,  perchfe  era   inferma  la   cittk  per   le  novitk   d'intorno,  ch'assentire  convenne   di  35 
rimetterla  ne'  Priori,  e  non  si  contast6  e  non  ebbe  effetto,  e  quasi  fu  la  citti  sotto  rarme. 
Ma  poi  s'acconci6  con  danno  de'  lanaiuoli  e  de'  ricchi;  e'  poveri  acquistarono  iurisdizione 
e  prezzo. 


4.  che  agU]  che  ]XG.R,  —  5.  sbandito]  omm.  G,  R.  —  7.  sbandito]  omm.  G.  R.  —  9.  che  altri  passati]  ch'% 
pasaati  G,R.  —  10.  moggio . . . .  grano]  moggio  grano  A. ;  moggio  uno  grano  /.  —  11.  sono  questi]  furono  questl 
G.  R.  —  IJ.  di  Meglio]  omm.  A,  —  13.  Simone]  lacuna  G.  R.  —  »1.  homore]  umore  G.  R.  —  32-23.  in  Firenze.... 
questione]  omm.  G.  R.  —  34.  14]  13  A.  —  25-36.  tanta  d'aldacia]  tanta  audacia  G.R.  —  39.  non  piik....  questl] 
non  plit  di  lira  e  soldi,  questi  G.  R.  —  33.  in  ci6  avTenla]  ma  ayvenia  G.  R.  —  33.  e  se  v'erano  maestri]  omm. 
G.X.  —  36.  efietto]  a&tto  G.R. 


[A.  1380J  CRONACA  FIORENTINA  387 


RuBRiCA  888'  —  Come  si  trovh  uno  trattato  in  Firenze  d^  Ciomfi. 

Nel  predetto  anno  e  del  mese  di  gennaio,  essendo  questa  benedetta  ingenerazione  de' 
manuali  dell'Arte  della  lana,  chiamati  Ciompi,  con  molta  arroganza,  perchfe  erano  stati  tolti 
degli  ufici,  s'  intesero  insieme  a  Bologna,  dove  molti  n'erano  rifuggiti,  sl  per  lo  grasso  vivere, 
5  e  si  perchfe  I'arte  della  lana  Ik  era  multiplicata ;  e  capo  di  loro  de'  cittadini  parve  essere 
Matteo  dello  Scelto  Tinghi  e  Adoardo  de'  Pulci,  li  quali  mandarono  a  dire  in  Firenze  a' 
Ciompi,  che  quelli  da  Bologna  e  da  Siena  erano  presti,  e  avieno  gente  d'arme  e  danari,  se 
voleano  attendere  alla  materia,  Di  che  in  effetto  vegnendo  in  Firenze..,.  (lacuna)  fu'  in  casa  /.,  xi,  sj 
uno  suo  amico  cimatore  ed  ultimamente  disse  ch'avea  briga  con  alctmi,  e  che  volea  ordinare 

10  di  fare  la  pace.     Questi  se  '1  credette,  ed  in  effetto  mandati  per  certi  altri  Ciompi,  ed  a  loro 

palesato  lo  fatto,  uno,  lo  quale  ha  nome che   sta   Oltrarno  lo  rivelo ;  ed  in  effetto 

ito  a  casa  del  predetto  cimatore,  gli  fu  detto:  "  Tu  hai  in  casa  il  tale  „.  Esso  subito  lo  con- 
fesso,  e  disse :  *  E  vero :  esso  mi  disse  volea  pacificarsi ;  se  egli  h  per  fare  male,  venite  per 
"lui».     Cosl  fu  fatto;  e  preso,  confessb,  e'  dovea  essere  in  S.  Marco  con  certi  altri.     Preso 

15  costui,  altri  si  fuggirono.  Preso  questo  ed  un  altro,  fu  loro  tagliato  il  capo  per  lo  Capitano 
del  Popolo  a  dl  6  di  febbraio  1380.  Cio  fu  Bartolo  di  Riccardo,  popolo  di  S.  Ambrogio, 
e  Salvi  Pagni,  detto  Capelvero,  popolo  di  S.  Piero  Maggiore.  E  cosl  i  loro  trattati  vanno 
attorno,  ed  in  effetto  questo  ne  guadagnano. 

RuBRiCA  889*  —  Come  fu  morto  Tommaso  da  Panzano. 

20  Come  per  addietro  k,  scritto,  rubrica  871,  fu  posto  per  la  morte  di  messer  Giovanni  di 

Mone,  ambasciadore  del  Comune  in  Arezzo,  che  quegli  da  Panzano  fussero   ribelli,  se  non 
ammazzassono,  infra  uno  anno,  o  f acean  morire,  Tommasino.     Giovanni  di  messer '  Luca,  cu-       /.,  xi,  53 
gino  del  detto  Tommasino,  per  non  essere  ribello,  e  chi  dice  perchfe  gli  fu  promesso  fiorini  1000 
ed  i  beni  e  trarre  il  padre  di  prigione  ch'era  a  Faenza,  trasselo,  come  che  il  fatto  andasse, 

25  in  Siena.  Fidandosi  Tommasino  del  cugino  suo  Nanni,  lo  ammazzb  in  Siena,  e  rec6  la 
chiave  della  casa,  dove  morto  I'avea  lasciato. 

RuBRiCA  890*  —  Come  messer  Lafo  di  Castiglionchio  fu  fer  essere  avvelenato. 

Nel  predetto  anno  venne  novella  a  Firenze  essere  vera  che  messer  Lapo  da  Castiglion- 
chio  essendo  in  Roma  uno  famiglio,  lo   quale  per   addietro  era   stato  con   esso  in   Firenze, 

30  capitb  a  lui,  e  con  lui  s'acconci6,  e  ordinatamente  si  fid6  dello  altro  famiglio  di  messer  Lapo, 
e  dissegli  lo  farebbe  ricco,  se  volesse  'assentire  e  avvelenare  messer  Lapo.  Lo  famiglio  assentl, 
e  poi  lo  disse  a  messer  Lapo ;  ed  in  effetto  il  di  di  santo  Stefano  avvelen6  ragliata,  e  cosl 
volea  Taltra  vivanda  fare.  A  questo  fu  incolto  colFordine,  e  preso,  e  confes86  ci6  fare  a 
posta  di  messer  Tommaso  di  Marco  degli  Strozzi.     E  fu  attanagliato  in  Roma  con  suo  danno 

35  e  con  vergogna  altrui  e  con  ispavento  di  sbanditi. 

RuBRiCA  891*  —  Come'  li  Boscoli  d^Arezzo  tennero  con  certi  tratiato  in  Laterina,  e  come  non       i.,  xi.  54 
venne  fatto,  e  fecesene  giustizia, 

Parve  essere  maladizione  in  Firenze  la  venuta  di  messer  Carlo  di  Durazzo,  che  poichfe 


3.  manuali....  chiamati]  manuali  de'  lanaiuoli,  chlamatl  A.  —  S-6.  cittadinl . . . .  Matteol  cittadinl  era  Mat- 
teo  A.  —  9.  ciraatore;  ed  ultimamente]  clraatore,  lo  quale  area  nome  {lacuna)  ed  ultlmamente  G.R.  —  IJ-13.  lo 
confcss6  e|  omm.  G.  R.  —  13.  fe  vero]  omm.  A.  -  se  egli  h\  omm.  C.  R.{  a^h  /.  —  ao.  rubrica  871]  omm,  A.  —  21-3».  te 
non  ammazzassono, .. .  Tommaslno]  se  non  moria  In  un  anno  Tommasino  G.  R.  —  23-'4'  e  clii  dlce....  beni] 
omm.  A.  —  14.  ben!....  FacnzaJ  beni  del  padre  ribello  ed  in  prlgione,  cli'era  ii  padre  a  Kaenza  G.  R.  -  trasseloj 
trarlo  jG.  R.  —  15.  dol  cugino  suo)  dl  A.  -  28-29.  Castigllonchio]  Castiglionc  G.  R.  —  29.  Firenze]  omm.  A.  —  32.  poi 
loj  omm.  G.  R.  —  34-35.  con  suo  danno . , . .  sbanditi]  01»»».  A.  —  38.  Parre, . , ,  maladlzioae]  Parre  una  maladlzione  A. 


388  CRONACA  FIORENTINA  (A.  lasoj 


venne  in  Toscana,  scandoli  sono  sempre  nati.  Addivenne,  come  narrato  ^  addietro,  che  eflso 
ebbe  Arezzo,  e  che  esso  ai  partl,  e  and6  a  Roma.  Li  Boscolt,  come  capo  d^Arezzo,  che  se 
per  la  cegaggine  de'  Fiorentini,  che  sempre  cui  piii  servono  poco  h  tenuto  a  mente  per  li 
serviti,  come  vengono  in  istato;  mai  non  furono  i  Boscoli  fuori  d'Arezzo,  che  soldo  e  prov- 
visione  non  avessero  dal  Comune  di  Firenze,  ed  in  Arezzo  sempre  nimici  furono.  Addivenne  5 
che  uno  Nanni  di  messer  Camaino  de'  Camaiani  d'Arezzo,  amico  de'  Boscoli,  ha  certe  ami- 
cizie  in  Laterina,  cerca  di  trattato,  ed  in  effetto  compone  con  cinque  dare  loro  1000  fiorini, 
ciofe  200  per  uno,  infra'  quali  furono  questi:  Niccol6  di  Pero  del  Migliore,  podestk,  Pero 
Buo  padre  di  Laterina  e  Muccio  di  Casa,  Matteo  di  Niccol6,  Giovanni  di  Cenni,  chiamato 
Toso,  da  Laterina  tutti  e  tre,  e  Tribaldo  di  Santi  da  Monte  Lungo  del  contado  di  Firenze.  10 
Di  che  apparve,  secondo  si  diase,  scrittura  e  auggelli  deiruna  parte  e  dell'altra  per  mano 

/.,  zi,  55      d'uno  ser  Francesco'  da  Laterina,  abitante  in  Arezzo.     Di  che  a'  di  22  di  gennaio  1380  dovea 
uno  Riovardo  da  Monte  Varchi,  abitatore  d'Arezzo,  venire  con  400  fanti  a  Laterina,  ed   il 
iigliuolo  del  Podestk  e  gli  altri  predetti  metterli  dentro;  e  perchfe  nel  cassero  era  uno  talosso 
{molosso)  che  cattiva  guardia  facea,  si  fidavano  di  avere  lo  cassero.  Di  che  spandendosi  per  fare  15 
la  raunata,  fu  richiesto  uno  amico  degli  usciti  d'Arezzo,  ciofe  de'  Tarlati  e  di  Pietramalesi,  non 
sapiendo  esso  f osse  loro,  e  dissegli :   "  Se  tu  voi  venire  con  noi,  noi  saremo  ricchi,  e  torremo 
"  una  Terra  de'  Tarlati  „ .     Costui  disse  di  ci6  f  are,  e  andonne  a  uno  di  Pietramala,  e  dis- 
segli  la  novella.     Quegli  disse:  "  Va'  dietro,  e  sappi,  se  puoi,  quaVfe  „.     E  nondimeno  feciono 
buone  guardie.     Costui  ritom6  all'amico,  e  dissegli  la  faccenda  come  era  Laterina.     Di  che  20 
tomando  non  trov6  Tamico,  ma  trov6  TAbate  da  Ponte  Vano,  lo  quale  era  quello  ch'fe  Tamico 
suo,  e  dettogli  il  fatto  gli  disse:  "  Va   drieto  alla  traccia  „.     Di  che  TAbate  scrisse  a  uno 
suo  amico,  ed  era  parente,  dalla  Terranuova;  onde  quegli  se  ne  venne  a  Firenze  colla  let- 
tera  agli  Otto  della  balla  e  della  guardia;  di  che  si  feciono  innanzi   al  fatto.     II  castellano 
avea  fatti  certi  cenni  di  fuochi  non  usati,  e  per  lui  fu  mandato;  e  poi  trovata  la  lettera  pre-  25 
detta,  e  presi  gli  predetti,  confessarono  le  predette  cose.     Di  che  a  tutti  e  cinque  fu  tagliato 

/.,  XI,  56      11  capo  per  lo  Capitano'  del  Popolo  a'  dl  16  del  mese  di  febbraio  1380. 

RuBRiCA  892*  —  Come  in  Firenze  furono  certe  abominazioni  di  citiadiui,  certe  cose  che  fu- 
rono  ccrcate  contro  a  certi  cittadini,  e  fu  di  cib  contasto  tra  li  Signori  e  quelli  della  balia, 
ck'erano  -per  lo  tem-po.  30 

Nel  detto  anno  e  mese  di  febbraio  uno  de'  rubelli  del  Comune,  ci6  fu  Mariano  di  Lando 
degli  Albizi,  essendo  in  Arinrine,  scrisse  ad  uno  suo  cognato,  ciofe  Piero  di  ser  Benozzo,  che 
fusse  con  quelli  della  balla,  ed  operasse  che  s'egli  rivelasse  uno  trattato,  ch'egli  volea  essere 
ribandito,  ed  avere  danari  ed  altre  cose  e  suoi  beni.  Tirato  la  faccenda  innanzi,  e  fatto 
il  patto  della  convenzione,  addivenne  che  ne  nacque  grande  scandalo  nella  citta;  imperocch^  35 
ribandire  costui  non  si  pot6  per  la  stretta  legge;  di  che  si  sospesero  le  leggi,  che  si  potesse 
ribandire  uno  per  25  fave,  e  non  si  nom6  e  stette  segreta  questa  legge,  e  quello  che  di  ci6 
dovesse  uscire,  non  sapendo  di  che  pure  si  ragionasse,  n6  di  che  si  parlasse ;  ed  uno  consiglio 
in  Firenze  stare  segreto  un  di,  pare  maraviglia,  non  che  questo  che  stette  circa  uno  mese. 
Era  gran  bisbiglio:  "Chesia?,  dicea  Tuno  airaltro.  Ultimamente  del  mese  d'aprile  nacque  40 
/.,  XI,  57  che  li  Signori  e  quelli  della  balia  tinendo,'  ed  essendo  finito  1'  uficio  della  balia,  la  cosa  si 
scoperse,  che  il  detto  Mariano  volea  abominare  uomini  per  farli  morire,  ed  essere  ribandito, 


i.  In  Toscana]  Intestara  G.  R.  —  a-3.se  per  la]  serapre  la  G.  R.  —  6-7.  Boscoll . . . .  cerca]  Boscoli  *  corte 
amlcixie  nella  terra  cerca  A.  —  10.  da  Laterina  tutU  e  tre]  tutti  di  Laterlna  ^4.  —  11.  deiruna....  altra]  dall'uiui 
partc  aU*altra  A.  —  17.  dissegU]  dettogli  G.  R.  -  Se  tu....  saremo]  Se  voi  yenite,  noi  saremo  G.R.  —  18-19.  dii- 
aegll  la  novella]   dissegli  tutto  A.  —  19.  puoi....  nondimeoo]  puoi  quale,  e  nondimeno  G.  R.  —  ao.   aii'amlco] 

l'amlco  G.  R.  -  faccenda....  era]   faccenda  esso  gli  disse  ch'era  G.  R.  —  33.  fatto tracc-n]  fatto  va  dietro  «lla 

traccia  G.R.  —  33.  ed  era....  TerranuoTaJ  omm.  A.  —  37.  ribandire]  ribandito  G.  R.  —  37.  segreta]  Mgreto  G.R. 


[AA.  1380-1381]  CRONACA  FIORENTINA  3S9 

e  torre  danari.  Altri  dissero  che  era  pure  vero,  ma  che  i  Priori  di  marzo  e  d'aprile  non 
vollono:  essere  puniti  quelli  che  costui  avea,  ovvero  volea,  abominare;  ma  nel  segreto  li  Si- 
gnori  ben  davano  biasimo  alli  uliciali  della  balia,  e  gli  uficiali  nel  segreto  il  davano  loro. 
E  cosi  si  cavavano  ogni  di  fuori  scritte,  che  tale  e  tale  avea  voluto  pagare  denari  per  tra- 
5  dire  Firenze  a  messer  Carlo.  Li  settaiuoli  aggiugneano  alla  somma  uomini ;  le  scritte  si  tro- 
vavano  la  notte  poste  pe'  canti ;  chi  abominava  i  cittadini,  chi  abominava  i  Priori  non  volere 
fare  trovare  il  trattato,  chi  abominava  quelli  della  balia  volere  fare  tagliare  il  capo  per  loro 
nimicizia  a  uomini,  e  chi  una  cosa,  e  chi  un'altra.  Ultimamente  Mariano  scrisse  non  avere 
mai  commesso  quello  chi  si  parlava  di  volere  fare  noti  trattato,  o  cittadini.  Letta  la  lettera, 
10  si  trovo  pure  lettere  di  sua  mano  del  contrario,  cio^  d'avere  promesso.  Di  che  per  fuggire 
riprensione,  e  levare  scandoli,  del  mese  d'aprile  s'arsono  le  scritture  avute  da  lui,  ed  in  cio 
fare  un  poco  si  ammort6  la  'nfamazione. 

RuBRicA  893'  —  ^tesii'  sono  i  Priori  da  gennaio  e  febhraio  1380.  /.,  xi,  58 

Piero  d'UgoKno  di  Bonsi,  speziale 
15  Gherardo  Bani,  maestro 

Duccio  Miglini,  tavoliere 

Giovanni  di  Bartolo,  vinattiere 

Francesco  di  Manetto,  pilHcciaio 

Antonio  di  Ghieri,  albergatore 
20  Antonio  di  Spigliato,  pillicciaio 

Bartoluccio  Guiducci,  balestrieri 

Niccolo  di  Vanni  Nelli,  Pelacane,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 

Ser  Lorenzo  di  ser  Tano  da  Lutiano,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Giovanm. 

RuBRicA  894*  —  Come  uno  cardinale  di  fafa  Urbano  venne  in  Fireme. 

25  Nello  anno  del  Signore  1381  del  mese  di  giugno  uno  cardinale  di  papa  Urbano  e  deUo 

legnaggio  di  Casa  di  Francia,  venne  a  Firenze,  e  per  povertk  si  partiva  da  Roma,  ed  anda- 
vane  al  patriarcato  d'Aquilea;  perocch^  il  papa  Urbano  lasciava  i  benefici  a  chi  facea  car- 
dinale,  perch^  avessero'  di  che  vivere.     Fu  onorato  di  palio  e  di  doni  di  bene  500  fiorini;        /..  xi,  59 
ed  oltre  a  ci6  gli  fu  prestato  fiorii^  2000,  e  stetteci  8  di;  il  quale  patriarcato  avea  in  com- 

30  menda  e  non  libero. 

RUBRiCA  895"  —  Come  si  elessero  cittadini  -per  andare  imhasciadori  allo  'mferadore  nella  Magna. 

Nel  detto  anno  e  del  mese  di  luglio  andarono  allo  Imperadore  ambasciadori,  perocch^ 
piu  tempo,  bene  due  anni  innanzi,  s'era  ricevuti  ambasciadori  da  lui  per  tre  volte,  infino  a 
questo  dl,  per  sua  parte  profferendo  ch'eg!i  volea  onorare  e  mantenere  Firenze  ed  accre- 
35  scere,  come  il  padre  avea  fatto.  Di  clie  ogni  volta  gli  era  risposto  di  rispondere  per  boce 
viva;  e  poi  praticato,  e  essere  eletti  ambasciadori,  e  non  iti  per  le  gare  de'  cittadini,  e  cosl 
tre  volte  eletti,  e  non  fti;  pure  in  questo  mese  andarono,  e  furono  questi:  messer  Niccol6 
da  Rabatta  e  Marchionne  di  Coppo  Stefani  e  Zanobi  Guidotti,  legnaiuolo,  e  per  notaio  per 
fare  le  scritture  and6  ser  Francesco  di  ser  Lando  Fortini.     Stettono  mesi  cinque  e  dl,  e  non 


3.  ben]  omm,  G.  R.  -  uficlali....   segreto]  uficiali   a  loro  nel  segreto  G.  R.  —   10.   d'avere]   avere    G. /?.  — 

21.  Gulducci]  (lacuna)  A.  —  2%.  uno]  /.  tuffUsee  con  la  teorta  dell' UgheHi  (\taX\a.  Sacra,  cit.,  tomo  V,f.zis)  FiHppo 

d^Alengon  —  19.  11  quale]  e  '1  .4.  —  32.  e  del  mese]  omm.  A.  —  36.  essere]  s'era  /.  —   37.  e  non  iti]  omm.  A.  - 

pure....  furono]  pure  questo  mese,  ed  e'  andarono,  e  ci6  furono  G,  R.  ■—  38.  Guldotti]   Guidetti  G.  R.  -  legna- 

S    iuolo]  omm.   G.  R.  —  39.  e  di]  omm.  A. 


390  CRONACA  FIORENTINA  [A.  lasi] 


feciono  conclusione,  perocchfe  non  ebbono  mandato  da  spendere  per  le  contese  da  Firenze; 
e  sarebbesi  concluBO  con  meno  spesa  di  30000  fiorini,  avendo  ci6  che  '1  Comune  addimandava. 

/.,  XI.  60      RuBKicA  896"  —  Come'  in  Firenze  vennono  lettere  dello  re  Carlo,  lo  quale  avea  avuio  la  foi- 
sessione  del  regno,  che  tenea  la  reina  Giovanna,  e  queUo  ne  segui. 

Nel  detto  anno  e  mese  vennono  lettere  dallo  re  Carlo,  ch'egli  era  in  possewione  dello    5 
reame  di  Gierusalem  e  di  Sicilia,  lo  quale  volgarmente  8'appella  lo  reame  di  Puglia,    Le 
lettere  vennono  del  mese  di . . . .  {lacuna),  e  coronato  Tavea  di  quello  regno  papa  Urbano  infino 
del  mese  di....  (lacuna)  in  Roma,  e  scrisse  avere  la  relna  Giovanna  ed  il  suo  Consiglio  in 
pregione.     Di  che  grande  allegrezza  si   fece  per  Firenze,  comecchfe  dentro  assai  di  cittadini 
ne  feciono  cieffo,  perch^  sapeano  nel  segreto  non  essere  molto  amico  de'  Fiorentini,  e   chi  10 
per  avere  di  lui  sparlato;  pure  nel  generale  si  mostr6  grande  festa,  ed  il  fante  fu  vestito 
e   fatto  doni,  che  tra   doni  e  vestimenti   di  sciamito   e   vaio,  C08t6  fiorini   350.    E  poi  per 
la  incoronazione  della  reina  Margherita,  sua   moglie,  la   quale   8'incoron6  a'   di....   {lacuna) 
una  solenne  ambasciata  ando  allo  detto  re  Carlo,  la  quale  feciono  5  robe  per  uno,  e  furono 
queste,  cio^,  una  roba  di  sciamito  ed  una  roba  di   camucca  per  donare  alla  corte,  ed  una  15 
/.,  XI,  61      roba  di  scarlato  ed  una  roba  di  azzurrino'  edima  di  berrettino.  Gli  ambasciadori  furono  questi: 

Bemardo  di  Salvestro  Velluti,  lanaiuolo    |   e    q  •  • 

Benedetto  di  Ciardo,  vinattiere  |     * 

Messer  Bettino  Covone,  mercatante    |  o    r> 

Simone  di  Cino,  legnaiuolo  i    '  20 

Messer  Ruberto  di  Piero  di  Lippo  Aldobrandini 


/.,  XI,  62 


1 

Benino  di  Guccio,  linaiuolo  | 


o  1      4.      j-  /-•     >.     •   x^  ^  i^  S.  Maria  Novella 

Salvestro  di  Giovanni,  tintore 

Francesco  di  ser  Santi  Mini,  tavoliere   ,  „    ,  , 

S.  lohanni. 


RuBRiCA  897'  —  Come  fu  in  Firenze  certi  mormorii,  di  che  fu  tagUato  il  cafo  a  certi,  e  25 
certi  ne  furono  sbanditi. 

Nel  detto  anno  e  del  mese  d'ottobre  si  furono  certi  sciocchi  in  Firenze,  che  perch^  ve- 
dieno  li  ristituiti,  ch'erano  stati  per  addietro  moniti,  avere  a  loro  parere  troppo  stato,  e 
sdegnando  di  ci6,  pensarono  insieme  di  volere  a'  Signori  porgere  una  petizione  di  volere 
ch'eglino  soprastessero  a  non  pigliare  ufici  certo  tempo.  E  di  questo  8'intesero  certi  insieme,  30 
e  quando  ne  furono  con  alcuni  a  ragionamento,  era  loro  detto  che  non  si  vincerebbe,  e  loro 
diceano:  "  Noi  la  faremo  vincere  per  forza,  come  faceano  i  Ciompi  in  questo  tempo  indietro  ,. 
E'  di  questo  conferirono  con  uno  gonfalonieri,  che  si  chiamava  Piero  di  Giovanni  di  Firenze; 
questi  pare  ne  ragionasse  con  alcuni  de'  suoi  compagni,  ma  non  in  forma  d'uficio.  Di  che 
la  cosa  scoperta,  ne  furono  certi  presi  e  collati,  infra'  quali  quello  Piero  detto  fu  tormen-  35 
tato,  e  poi  fu  lasciato.     Morti  ne  furono  dicapitati  sei;  ci6  furono  gl' inf rascritti,  ciofe: 

Priore  di  Feduccio  Falconi 
(lacuna). 


J.  e  mese]  e  mese  dl  agosto  /.  —  6.  lo  quaJe....  PugUa]  omm.  A.  —  7.  /.  eo/ma  la  laemHa  di  G.  R.:  agosto  — 
7-8.  Infino....  mese  dl]  omm,  A.  —  8.  /.  colma  la  lacana  di  G.  if.  glugno  -  Gioranna]  <?«»».  ^.  —  9-10.  assai.... 
perchfe]   assai   s' impetrassono  moltl,  chi  perchfe  G.R.  —  11.  pure.,..  si  rao8tr6]  pure  nel  generale  si  roostrd  G.BU 

—  13.  e  Talo]  omm.  A.  -  350]  350  in  danari  G.X.  —  13-14.  moglie solenne]  moglie  v'andd  una  aolenne  A.  — 

14.  la  quale]  1  quaJi  A.  —  33.  ser]  omm.  G.  X.  —  37.  sclocchl]  Isacdii  G.  R.  —  28-39.  e  sdegnando]  sdegnarono 
G.S.  —  31.  e  loro]  omm.  G.  R.  —  33-33.  Ciompl....  E  di  questo]  Clompl,  come  narrato  h  di  loro  addietro  In  pii 
partl.  E  dl  questo  G.R.;  Clompl  In  questo  Indietro.  E  dl  quello  A.  —  ^  laaclato....  furono]  laaciato  e  sei  ne 
furono  dicapitati,  ci6  furono....  (Jactma)  A. 


[A.  1381] 


CRONACA  FIORENTINA 


391 


E  molti  altri  n'ebbono  bando,  come  appresso  diremo: 

{lacund). 


RuBRiCA  898"  —  ^uesti  sono  i  Priori  dal  di  ■primo  di  marzo  1380  a  tutto  febbraio  1381. 


Piero  di  Neri  Pitti,  lanaiuolo 
5   Filippo  di  Gherardo,  galigaio 

Giovaimi'  di  Niccol6  Riccialtani,  linaiuolo 
Giovanni  di  Bartolo  Masi,  vinattieri 
Andrea   di   lacopo   di   CoUino   Grandoni,  la- 
naiuolo 
10  Giovanni  di  Benci,  bicchieraio 

Bartolommeo  di  Lorino  Bonaiuti,  lanaiuolo 
Luca  Ducci,  tiratore 

Bonaccorso  di  Vanni,  orafo,  gonfaloniere   di 
lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
15  Ser  Antonio  di  ser  Michele  da  Ricavo,  loro 
notaio,  quartiere  detto.  * 

Francesco  di  Vanni  de'  Calici,  orafo 

Niccolo  Berardi,  maestro 

Giovanni  di  Tommaso,  ritagliatore 
20  Bartolommeo  di  Bandino,  pianellaio 

Tommaso  di  Bartolo,  merciaio 

Andrea  di  ser  Donato,  lavatore 

NiccoI6  di  Matteo  Davanzi,  cambiatore 

Banco  di  Tosco,  rigattiere 
25  Ventura  di  Niccol6  Brunetti,  pizzicagnolo,  gon- 
faloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 

Ser  Francesco  del  Maestro  Piero,  loro  notaio, 
quartiere  di  S.  Maria  Novella. 

30  Ser  Falcone  Falconi,  notaio 
Tommaso  di  Vanni,  forbiciaio 
Giovanni  di  Bondo  del  Caccia,  lanaiuolo 
Matteo'  di  Salvestro  Compiubbesi,  fornaciaio 
Bongianni  Pucci,  speziale 
35  Alessandro  di  lacopo  Guiducci,  cimatore 
Manetto  di  Neri  de'  Medici 
Giovanni  di  Cenni,  detto  di  Monna  Nella 
Lionardo  di  Giovanni  de'  Raffacani,  gonf alo- 
niere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
40  Ser  Monte  di  ser  Bartolo  Chermontieri,  loro 
notaio,  quartiere  di  S.  Spirito. 
Francesco    di    Giovaimi  di  ser  Segna,  rita- 
gliatore 


Piero  Nutini,  beccaio 

Messer  Giovanni  di  messer  Francesco  Rinuc- 

cini,  cavaliere 
Mese  di  Guccio,  coreggiaio 
Messer  Pazzino  di    messer  Francesco  degli 

Strozzi,  cavaliere 
Leo  di  Lapo  di  Nino,  rimendatore 
Giovanni  di  Niccol6,  tiratore 
Giovanni  di  Giuntino,  maestro 
Matteo  del  Teghia,  linaiuolo,  gonf aloniere  di 

lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser    Giustino    Giusti,    loro    notaio,    quartiere 

detto. 

Michele  di  RidoLfo  di  Tuono,  mercatante 

Griusto  Tofani,  mercatante 

Torello  del  maestro  Dino  del  Garbo,  lanaiuolo 

Domenico'  di  Vanni   Chiavaccini,  conciatore 

Manetto  di  Giovanni  Davanzati 

Piero  di  Gerino,  beccaio 

Tommaso  Marchi,  cambiatore 

Gottolo  del  Buono,  maestro 

Messer  Guido   di  Giovanni  de'  Machiavelli, 

cavaliere,  gonfaloniere  di  lustizia,  quar- 

tiere  di  S.  Spirito 
Ser  Benedetto  di  ser  Lando  Fortini,  loro  no- 

taio,  quartiere  di  S.  loanni. 

NiccoI6  Dietifeci,  lanaiuolo 

Puccio  Filippi,  vinattiere 

Orlando  Gherardi,  mercatante 

Antonio  Martini,  beccaio 

Lionardo  di  Bartolino  SaUmbeni,  tavoliere 

Antonio  di  Giovanni,  cappellaio 

Filippo  di  ser  Giovanni,  mercatante 

Giovanni  di  Simone,  calzolaio 

Antonio  di  Bese  Busini,  tintore,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
Ser  Antonio   del  Maestro   Piero,  loro  notaio, 

quartiere  detto. 


/.,  XI,  63 


/.,  XI,  »5 


/.,  XI,  6i 


I.  E  mom....  diremo]  E  bando  n* ebbero : . . . .  (iacuna)  G.  R.  —  4.  lanaiuolo]  omm.  A.  —  5.  galigalo]  or- 
pellalo  A.  —  6.  linaluolo]  omm.  A.  —  15.  Ser  Antonlo  di  aer  Michele]  Ser  Mlcliele  dl  ser  Antonlo  /.  —  as.  la- 
vatore]  clmatore  A, 


392  CRONACA  FIORENTINA  lA.  i3«ii 


/.,  XI.  M      RuBRicA  899*  —  Come '  s$  dii  balia  a  cerii  di  foter  fare  ordini  addosso  a  certi,  e  fare  d^ 
grandi,  e  divietare  d^ufici,  ma  foco  feciono. 

Nel  detto  anno  e  mese  per  le  predette  novit^  che  furono  per  li  predetti  bisbigli  e  de' 
morti  e  condennati,  segui  che  certi  ch'aveano  Tappetito  a  gastigare  certi,  che  si  diceano 
essere  nel  detto  trattato  e  non  puniti,  ordinarono  di  dare  balla  a  certi  uomini,  li  quali  aves-  5 
sero  balia  di  fare  grandi,  e  di  fare  divieto  d' uficio.  Li  quali  furono  questi:  Priori,  gonfalo- 
nieri,  Dodici  Buoni  Uomini,  Capitani  di  Parte  guelfa,  li  Dieci  della  libert^  Nove  delia  Mer- 
catanzia,  et  altri  scritti  di  sotto,  cio^....  (lacund). 

RuBRicA  900*  —  Siuello  che  usci  da  quelli  della  bal\a,  e  quello  fedono. 

Nel  detto  anno  e  mese  usarono  li  predetti  la  balia;  perocch^  bastd  loro  otto  dl.    E  molti  10 

ragionamenti  e  movimenti  infra  loro   furono,  li  quali   lascio;  e   l'e£fetto  fu   questo  che   solo 

uno  ne  f  u  f  atto  de'  grandi :  cio  f u  Lapo  di  Vanni  RucellaL     E  quello  che  per  molti  s'  intese, 

fu,  che  tutti  quelli  che  fussero  condennati  per  rubelli,  owero  per  turbazione  di  stato  da 

A,  XI,  »7      tre  anni  addietro,  niuno  loro  figliuolo,  padri,  o  fratelli   da  quel   dl  a  10  anni,  non'  possano 

essere  Priori,  o  di  Collegio.     Questi  furono  molti  a  chi  tocc6.     Funne  uno  eccettuato:  questi  15 
fu  Franco  Sacchetti,  uomo  di  buona  condizione  e  fratello  di  quegli,  a  cui  fu  tagliato  il  capo 
per  la  lettera,  che  contraffece  di  messer  Carlo,  come  appare  addietro  capitolo  835.    Per  lui 
non  8'intese  questo. 

RuBRicA  901*  —  Come  in  Firenze  ebbe  grandi  mutazioni  di  stato  e  romori  e  turbazioni  e 
morte  di  cittadini  e  zuffe.  20 

Nel  detto  anno  e  del  mese  di  dicembre  1381,  essendo  le  cose  ne'  termini  sopraddetti, 
grande  bisbigli  erano,  perocchfe  certi  cittadini,  li  quali  si  faceano  pifi  grandi  che  1  Comune, 
essendo  appoggiati  dagli  smoniti,  per  paura  di  loro  medesimi,  per  le  offese  fatte  ne'  tre  anni 
passati  degli  sbanditi  e  dei  morti  per  gli  trattati  predetti,  vivendo  in  gelosia,  o  vero,  o  bu- 
gia,  spesso  si  trovavano  infamati,  e  come  era  tratto  alcuno  in  ofizio,  il  quale  non  fusse  di  25 
loro  animo,  sl  in  infamie,  o  mormorii  erano.  Capi  erano  costoro :  messer  Tommaso  di  Marco 
degli  Strozzi,  messer  Giorgio  di  messer  Francesco  degli  Scali,  questi  erano  i  capi  nobili; 
altri  -pigliati  d'ogni  ragione,  nobili  ed  artefici,  li  seguivano.  Infra  i  quali  artefici  era  imo 
i„  XI.  »s      Simone  di  Biagio  corazzaio  e  Feo  di  Piero  corazzaio  ed  uno  lacopo '  di  Bartolommeo  Sca- 

tizza,  cimatore.  Del  detto  mese,  essendo  gonfaloniere  di  compagnia  Giovanni  di  Cambio,  gon-  30  i 
faloniere  del  Vaio,  fu  abbominato  avere  in  casa  ragunata  d'uomim;  essendo  gonfaloniere, 
non  parve  a  quelli  Priori  da  seguire  le  parole  di  quello  Bartolommeo  Scatizza  dello  abbo- 
minio  di  costui.  Entrando  gli  altri  Priori  di  gennaio,  lo  abbomin6  similmente;  di  che  uscito 
dello  uficio  a'  di  8  di  gennaio,  feciono  i  Priori  un  bullettino  al  Capitano,  di  pigliare  questo 
Scatizza,  e  sapere  da  lui,  se  lo  abominio  era  vero,  o  pure  bugia.  Preso  ed  esaminato,  si  35 
trov6  per  sua  confessione  essere  da  sfe  fatto  per  fare  vergogna  a  quello  gonfaloniere,  e  molte 
altre  cose  in  abbominio  del  cancelliere  de'  Signori,  che  era  messer  Coluccio  da  Stigliano, 
ed  ancora  confess^  avere  ordinato  insieme  egli  con  messer  Giorgio  e  messer  Tommaso  pre- 
detti  e  con  molti  altri,  quando  Simone  di  Biagio  ebbe  la  petizione  d'essere  egli  e  Feo,  co- 


3.  per  11]  delU  G.  R.  —  4.  rappetito  a  gasiigare]  1'appetito  o  a  gastigare  G.  R.  —  7.  Buoni  Uomini]  omm.  A. 
—  8.  et  altrl ....  cioi]  e . . . .  {lacuna)  G.  R.  —  1 1.  11  quali  lasclo]  omm.  A.  —  12.  per  molti]  In  moltl  G.  R.  —  1$.  ec- 
cettuato]  eccettato  G.  R.  —  25.  infamati]  infamazloni  G.  R.  —  28.  pigliati]  pigliazzi  A.,  G.  R.  —  29-30.  ScatlBa] 
Schlattetl  A.  —  35-36.  gonfaloniere]  omm.  G.  R.  —  37.  Scatizza]  ScUtteai  A.  —  40.  Scalizza]  SclUattesI  A.  — 
37.  cfae  era  raesser]  «er  G.R.  -  A».  Stigliano]  »mm.  A.  5 


[A.  1381]  CRONACA  FIORENTINA  393 

razzaio  fatti  de'  grandi,  che  se  rimaneano  de'  grandi,  assalire  i  Priori,  e  gittare  i  gonfalo- 
nieri  della  giustizia  a  terra  delle  finestre,  e  molte  cose  intomo  a  ci6;  e  quali  si  dissero  essere 
cose  fattizie,  e  chi  dice  essere  proprie  vere ;  ma  nello  effetto  questi  volle  essere  guasto.  Di 
che  li  predetti  messer  Tommaso  e  messer  Giorgio  e  Simone  di  Biagio  ed  altri  di  loro  gesta 
5  procacciarono  tanto  ch'ebbono  un  bullettino  da'  Signori  e  Collegi,  lo' rendesse.  E  non  ren-  /.  xi,  69 
dendolo  il  Capitano,  la  brigata  corse  in  arme,  e  vennono  in  piazza;  ed  ultimamente,  essendo 
di  notte,  per  lo  meglio  si  prese  di  renderlo,  e  la  gente  armata  se  n'and6  con  esso.  La  mat- 
tina  i  Signori  si  dolsono,  e  ragunarono  le  Capitudini,  e  dissero  la  'ngiuria,  e  come  il  Capi- 
tano  avea  renunziata  la  bacchetta.     L'Arti  di  concordia  si  profersero,  ed  in  effetto  rimissero 

10  il  Capitano  nel  palagio.  Come  fu  nel  palaglo  a  terza;  ed  in  sullo  vespro  mand6  a  casa  mes- 
ser  Giorgio  degli  Scali,  e  preselo  di  subito.  La  Terra  fu  in  bisbiglio,  e  quasi  sotto  Tarme : 
e  lo  secondo  dl  per  tempo  gli  fece  tagliare  la  testa  in  sul  muro  del  cortile,  e  venti  ore  ebbe 
dalla  presura  alla  morte,  e  quivi  stette  parecchie  ore  senza  nuUo  adornamento  di  corpo,  ma 
pure  uno  sciugatoio  non  ebbe  al  capo,  anzi  colla  cioppa  gli  si  tenne  la  testa,  quando  gli  fu 

15  tagliata  senza  tappeto,  o  nuUa  altra  cosa.  Rimase  la  gente  in  arme,  e  lo  Capitano  cominci6 
a  inquisire  e  sbandire.   E  fu  tagliato  il  capo  a  messer  Giorgio,  venerdi  a'  di  13  di  gennaio  138L 

RuBRicA  902*  —  Come'  fu  mozzo  il  cafo  a  Feo,  corazzaio  ed  a  messer  Donato  del  Ricco,  e       /.,  xi,  70 
la  Terra  corsa  a  Parte  guelfa. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  gennaio,  essendo  fatto  giustizia,  e  Simone   di  Biagio  fuggen- 

20  dosi  alle  porti  per  ire  fuori,  fu  preso  da  genti,  e  co'  sassi  da  fanciulli  seguito,  ed  ultima- 
mente  da  uno  fu  morto.  Li  fanciulli  lo  strascinavano  per  la  Terra,  ed  uno  suo  figliuolo  di 
bene  25  anni,  ancora  fu  morto  e  strascinato  dal  popolo.  Di  che  avendo  avuto  bando  mes- 
ser  Donato  del  Ricco,  giudice,  e  molti  altri  di  quella  setta,  fu  preso  in  una  casa,  e  ancora 
Feo,  corazzaio,  in  un'altra,  e  dati  al  Capitano.     Di  che  il  martedi  vegnente,  a'  dl  21  del  mese 

25  di  gennaio  1381,  fece  loro  mozzare  il  capo  in  sul  muro  del  cortile  del  Capitano.  E  morti, 
si  lev6  im  romore,  e  cominciossi  a  gridare :  "  Viva  Parte  guelf a  „ .  E  cosl  f urono  in  arme 
tutte  le  famiglie  di  Firenze,  grandi  e  popolani,  e  corsero  alla  piazza,  e  quivi  si  feciono  so- 
nare  a  parlamento,  e  diedero  balla  a'  Priori  e  Collegi,  Gonfalonieri,  Dodici  Buoni  Uomini, 
Otto  uficiali  di  guardia  e  sei  capitani  di  Parte  e  due  de'  Nove  della  Mercatanzia  ed  a  due 

30  de'  Dieci  della  libertk  ed  a  52  altri    cittadini,  li  quali   avessero  a   fare  e   disporre  la   cittk, 

siccome  a  loro  paresse  con  tutta  la  balia  e  podestk,'  che  '1  Comune  di  Firenze   avesse,  per       /.,  xi.  71 
di  quel  d\  21  di  gennaio  infino  a  di  5  di  febbraio  prossimo  vegnente.     E  pure  andando  con 
una  insegna  della  Parte  per  la  cittk  correndo,  dicendo :  "  Viva  il  Popolo  e  Parte  guelfa,  e 
"rATti„.     E  la  sera  grande  guardie  faccendo,  e  non   lasciando  Tarmi.     E  il  Capitano   del 

35  popolo  il  dl  fece  cavalieri,  e  tra  egli  ed  altri,  ne  feciono  20;  li  quali  furono  questi: 

Messer  Stoldo  di  messer  Bindo  degli  Altoviti 
Messer  Donato  di  lacopo  degli  Acciaiuoli 
Messer  Rinaldo  di  Giannozzo  de'  Gianfigliazzi 
Messer  lacopo  di  Pagnozzo  de'  Tornaquinci 
Messer  Cristofano  d'Anfrione  degli  Spini 
40  Messer  Cipriano  di  Duccio  1  H     1*   Alh 

Messer  Andrea  di  messer  Benedetto  j       ° 

3.  essere  proprle]  e»«ere  G.  R,  —  5.  procaccUrono]  prontarono  A.  —  6.  rennono]  omm.  G.  R.  —  lo.  palaglo.... 
vespro]  palagio  in  sullo  vespro  A.  —  11.  preselo....  bisbigUo]  preselo,  e  preso  la  Tcrra  in  blsblglio  G.  R.  — 
14.  capo....  tenne]  capo  Innanzi  alla  sua  cioppa;  gll  si  tenne  G.  R.  —  16.  13]  17  /.  —  19.  e  mese]  omm.  A.  — 
Ji.  fu]  omm.  G.  R.  —  22,  £u]  omm.  G.  R.  —  33.  ancora]  omm.  G.  R.  —  25.  1381 ....  capo]  1381  loro  mozzo  ii  capo 
G.  R.  -  del  cortile]  omm.  A.  —  aS.  Gonfalonlerl,  Dodlcl  Buoni  Uomini]  omm.  A.  —  33.  prossimo  vegnente]  omm. 
A,  —  34.  grande   guardie]  grande  con  guardie  G.  R. 


394  CRONACA  FIORENTINA  fA.  i3«ii 


Messer  Gherardo  di  me»8er  Lorenzo  Buondelmonti 
Messer  Baldese  di  Turino  Baldesi 
Messer  Vanni  di  Michele  di  Vanni  di  ser  Lotto 
Messer  Tommaso  di  messer  lacopo  Sacchetti 
Messer  Filippo  di  messer  Alamanno  Adimari 
Michele  di  messer  Fuligno  de'  Medici 
Messer  Zanobi  di  Giovanni  da  Mezzola 
Messer  Bello  di  Niccolaio  del  Bello  Mancini 

Messer  Giovanni  di  messer  Giovanni  di  Bingeri  Rucellai;  lasciolla  il  secondo  dL 
Messer  Luigi  di  messer  Piero  Guicciardini  10 

/.,  XI,  71  Messer '  Tommaso  di  Guccio  de'  Soderini 

Messer  Baldo  di  Simone  de'  Tosinghi 
Messer  lacopo  di  Bemardo,  detto  lacopo,  biadaiuolo. 

RUBRICA  903*  —  .^uesti  sono  nomiiiatamente  guelli  della  balla  chc  riformarono  la  Terra. 

Niccol6  Dietifeci,  lanaiuolo    J    ^    o   •  -^  15 

„       .„.,...     ,,.  \  S.  Spinto 

Puccio  Filippi,  viiiattiere        j 

Orlando  Gherardi,  mercatante    ^   ^,    _, 

Antonio  di  Martino,  beccaio       | 

Lionardo  di  Bartolino  Salimbeni,  cambiatore  |  o    ivyr    •     xr       n 

.         .      ..  y-^.  ....  ;  o.  iviaria  JNovelia  _^ 

Antonio  di  Giovanni,  cappellaio  j  20 

Filippo  di  ser  Giovanni,  mercatante   i  ,,    - 

/-.•  •  j-  o^  11«  >  S.  loanm 

Giovanm  di  Simone,  calzolaio  | 

Antonio  di  Bese  Busini,  gonfaloniere  di  S.  Croce 

Ser  Antonio  del  maestro  Piero,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce.  ' 


Gonfalonieri  di  Comfagnia.  25 

S.  Spirito 


Vanni  di  Simone  da  Quarata,  gonfaloniere  della  Scala 
Giunta  di  Cecco,  orafo  d'ottone,  gonfaloniere  del   Nicchio 
Francesco  d'Agostino,  calzolaio,  gonfaloniere  della  Ferza 
Ser  Biagio  Bernabucci,  notaio,  gonfaloniere  del  Drago. 
/.,  XI,  73  Nese'  di  Durante,  forbiciaio,  gonfaloniere  del  Carro 

Lionardo  di  Berto,  speziale,  gonfaloniere  del  Bue  nero 
Donato  di  Fazio,  speziale,  gonfaloniere  del  Lione  nero 
Fruosino  di  Giovanni,  cimatore,  gonfaloniere  delle  Ruote 
Marchionne  di  Coppo  Stefani,  gonfaloniere  della  Vipera 
Chiaro  di  Pagolo  Giraldi,  gonfaloniere  del  Lioncomo 
Piero  di  Lippo  Aldobrandini,  gonfaloniere  del  Lion  bianco 
Antonio  di  Benci,  linaiuolo,  gonfaloniere  del  Lion  rosso 
Guido  di  Stefano,  beccaio,  gonfaloniere  del  Lion  d'oro 
Domenico  di  Guido  del  Pecora,  gonfaloniere  del  Drago  verde 
lacopo  d'AIdobrandino  di  Lapo  Rinaldi,  gonfaloniere  delle  Chiavi 
Bardo  di  Salvestro,  cassettaio,  gonfaloniere  del  Vaio 


30 
S.  Croce 


35 
S.  Maria  Novella 


S.  Giovanni. 

40 


3.  Mlchelt.  ..  Lotto]  Mlchele  Castellani  A.  —  9.  lascloUa  {eioi  la  dignith  cavalleresca)  il  secondo  dl]  emm, 
G,  R.  —  13.  del  Tosinghi]  della  Tosa  A.  —  13.  detto  lacopo]  omm.  A.  —  34.  Ser  Antonlo... .  Croce]  omm.  G.  R. 
—  36.  da  QuarataJ  Quaratesl  A.  —  31.  nero]  »mm.  A.  —  37.  Llon  rosso]  Drago  rosso  /.  —  38.  gonf aloniere . . . . 
d'oro]  omm.  G.  R    —  39.  -verde]  omm.  /. 


!A.  1381] 


CRONACA  FIORENTINA 


395 


Dodici  Buoni  Uomini. 


10 


Michele  di  Lapo,  speziale 
Masino  Duranti,  fornaio 
Niccol6   di  Baglione,  calzolaio 
Scolaio'  di  Lapo,  vaiaio 
Domenico  di  Sandro,  merciaio 
Antonio  di  Bartolino,  farsettaio 
Filippo  di  Cino,  setaiuolo 
Baglione  di  Vanni,  beccaio 
Dino  di  Stefano,  tintore 
Domenico  di  Naldino,  pillicciaio 
Ugolino  Martelli,  mercatante 
Giovanni  di  Luti,  calzolaio 


S.  Spirito 


S.  Croce 


S.  Maria  Novella 


S.  Giovanni. 


/.,  XI.  74 


15 


JU  cittadini  cafitani  di  Parte  guelfa. 

Filippo  di  Tommaso  Corbinelli,  lanaiuolo 
Bartolo  Sanguigni,  calzolaio. 


20 


Li  due  d^  Dieci  della  Liberth,  e  li  due  de'  Dieci  della  Mercatanzia. 

Francesco  di  ser  Piglialarme 
Giovanni  di  Feo,  maestro 
Andrea  di  Niccol6  Betti 
Andrea  di  Vanni  Tosi, 


Ijo  numero  d^  cittadini  aggiunti  a'  Priori  e  Collegi  ed  altri. 


35 


30 


35 


Luigi  da  Quarata 
Bonino  di  lacopo,  fabro 
Giannozzo  di  Neri  Vittori 
Piero  di  Chino  Lippi,  spadaio 
NiccoI6  di  Bono  Rinucci 
Piero'  Fantoni 

Bonaccorso  di  Vanni,  pillicciaio 
Ghiotto  Marroni,  galigaio 
Nofrio  di  Giovanni,  Arnolfi 
NiccoI6  di  Bartolommeo,  coltellinaio 
lacopo  di  ser  Zello,  orafo 
Griovanni  di  Lorenzo,  coreggiaio 
Niccol6  Fagni 

Cristofano  di  Giusto,  bottaio 
Filippo  di  Cionetto  Bastari 
Bonaiuto  di  loanni,  cordaiuolo 


S.  Spirito 


S.  Spirito 


/.,  W,  75 


S.  Croce 


i8.  Feo]  Petto  A.  —  34.  d«  Quarata]  Quaratesl  A. 
36.  bottalo]  fornalo  A.  —  39.  dl  loanni]  di  lacopo  A, 


37.  apadalo]  omm,  A,  —  33.  coltelllnaio]  colteUi  G,  R. 


396  CRONACA  FIORENTINA  lA.  nsi] 


S.  Maria  Novella 


S.  Giovanni 


Messer  Gruccio  di  Cino  Bartolini 
Francesco  d'Agnolo,  pezzaio 
Manetto  Davanzati 
Riccho  del  Teghia 
Francesco  di  Lapo  Federighi 
Biagio  di  Caruccio  Alberti 
Lapaccino  del  Toso 
Pazzino  di  Luca  Alberti 
Francesco  di  ser  Gino  Ginori 
Lorenzo  d'Andrea,  tavemaio 
Bartolommeo  di  Lorino 
Salvi  di  Guglielmo,  beccaio 
Antonio  di  Spigliato,  pillicciaio 
Gottolo  del  Buono,  maestro 
Lionardo  di  Neri  di  ser  Benedetto 
Girolamo  di  Bartolo  Falconi 
Messer  Vieri  di  Gherardo  de'  Bardi 
Bono  di  Taddeo  Strada 
Lionardo  di  Niccol6  Frescobaldi 
/.,  XI,  76  Biliotto'  di  Sandro  Biliotti  2i 

Federigo  di  Berto  Gherardeschi 
Simone  d'Agnolino,  pezzaio 
Rosso  di  Piero  di  Rosso 
Filippo  di  Gardo,  orpellaio 
Michele  di  Vanni  di  ser  Lotto 
Zanobi  di  Bruno,  pizzicagnolo 
Marco  di  Benvenuto,  saponaio 
Messer  Rinaldo  di  Giannozzo  Gianfigliazzi 
Messer  Donato  di  lacopo  Acciaiuoli 
Messer  Stoldo  di  messer  Bindo  Altoviti 
Giovanni  di'ser  Dato,  maliscalco 
lacopo  d'Ubaldino  Axdinghelli 
Francesco  di  Pasquino,  albergatore 
Francesco  di  Lionardo,  vinattiere 
Ghiotto  di  Lotto  da  Secciano 
Bemardo  di  Luigi,  calderaio. 

^uesti  s(mo  gli  otto  uficiali  della  guardia. 
Lorenzo  di  Filippo  Capponi 


\  S.  Croce 


i^orenzo  ai  i^mppo  L.appom         ^  .        „    „  .  . 

Benedetto  di  Ciardo,  vinattiere    S  ' 

Messer  Benedetto  di  Nerozzo  degli  Alberti 
Neri  di  Ricaccio,  vinattiere 
Giorgio  di  Guccio  di  Dino 
Lorenzo  del  Toso,  linaiuolo 
Giovanni  di  Cambio  \  q    c   •  • 

Cenni  Marchi,  albergatore    j     *     " 


>  S.  Maria  Novella 


4.  Riccho]  Bieco  G.  R.  —  9.  Ginori]  omm.  G.  Jf.  —  25.  di  Vanni  di  ser  Lotto]  dl  Vannl  Castellani  j1. 
41.  Rlcacclo]  Riccio  G.Jt. 


[A.  1381]  CRONACA  FIORENTINA  397 


RuBRiCA  904'  —  Come'  quelli  della  balta  fredetti  disfeciono  le  due  Arti,  e  ribandirono  gli       /.,  xi,  77 
sbanditi,  e  levarono  li  diviciati  degli  ufici,  e  fosti  a  sedere,  e  fatti  de'  Grandi. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  febbraio,  raunati  insieme  quelli  della  balia  predetti,  subito  a 

tutti  li  confinati  ed  a  tutti  i  posti  a  sedere  ed  a  tutti  gli  addivietati  d'ufici,  li  quali  da'  dl  18 

5  di  giugno  1378  infino  a  quel  di  avessero  auto  le  predette  condizioni,  o  alcuna  altra  novitk  per 

Wb,    alcuna  legge,  balia,  o  riformagione,  fussero  in  quello  pristino  stato,  che  le  predette  condizioni 

"    gli  avea  trovati.     E  subito  le  due  Arti,  le  quali  avieno  i  Ciompi  nel  predetto  anno  1378  fatte 

ed  ordinate  co'  Consoli,  ci6  era  TArte  de'  Tintori  e  molti  altri  membri,  e  TArte  de'  Farsettai, 

barbieri  ed  altri  membri,  fussero  annullate  e  tolte  via,  e  ritornassero  a  quelle  Arti,  che  prima 

10  erano  quelli   membri  ed   Arti,  innanzi  che   fussero  nel    1378   create.     Fu  questa   operazione 

fatta  a  petizione  delli  lanaiuoli,  li  quali  ogni  di  avieno  quistione  con  loro,  bene  che  ebbono 

due  consoli  neirArte  della  lana,  TArte  de'  tintori  e  loro  membri.     E  fatto   questo,  feciono 

una  legge,  come  tutti  gli  sbanditi  da'  dl  18  di  giugno  1378  infino  al  dl  22  di  gennaio  1381 

fussero  liberi  e  ribanditi'  per  cagione  di   stato,  o  di  ribellione,  salvochfe   stessero   tutto  feb-       /..  xi,  78 

15  braio  fuori  delle  mura  di  Firenze,  ove  feciono  di  sconce  cose.     Ed  ancora  feciono  i  predetti 

della  balla,  che  tutti  gli  sbanditi  per  privata  offesa,  fussero   ribanditi,  e   fussero  costretti   a 

triegue  e  paci  secondo  la  convenenza.     Ancora  feciono  che  tutti  grincarcerati,  grinquisiti, 

li  condennati,  gl' imprigionati  ne'  palagi,  o  in  qualunque   luogo,  s' intendessero   essere  liberi, 

dal  dl  del  romore  addietro,  e  avessero  le  predette  condizioni,  purchfe   non  s'intendesse   dei 

20  condennati,  o  inquisiti  da  dl  16  di  gennaio  in  qua,  salvo  per  privati  debiti,  ed  eccetto  quelli 

della  casa  degli  Ubaldini. 

RuBRiCA  905*  —  Come  furono  certc  zuffe  in  sulla  fiazza  de'  Priori  e  fer  VArti  e  -per  altri. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  gennaio  a'  di  24,  essendo  cosl  guaste  le  due  Arti,  quelli  delle 
due  Arti  andarono  sobillando  Taltre  14  Arti  minori,  e   dicieno  ch'elle   anderebbono  a  terra 

25  ancora  eglino;  ed  ancora  parve,  si  dice,  che  gli  smoniti  tenieno  mano  a  questo.     Di  che  con 
ordine  TArti  s'armavano,  e  venieno  in  piazza;  e  certo  se  i  beccai  si  fussero  armati,  e  venuti 
in  piazza  con  ordine,  io  credo  la  cosa  andava  d'aItro  ordine  non  si  pensava;  ma  come   be- 
stiali,  non  aspettarono  la  loro  brigata'  tutta,  ma  con  pochi  uscirono  in  sulla  piazza,  gridando:        /.,  xi,  79 
"  Vivano  le  xxiii  Arti  „ .     Le  f  amiglie  dei  rettori  e  quelli  della  Lana  gik  erano  in  piazza  armati 

30  e  con  molti  villani.  Questi  con  poco  ordine  entrarono  in  piazza,  saltabeccando  in  qua  e  \\ 
e'  furono  subito  rotti,  e  morti  tre  di  loro,  e  cacciati  di  piazza,  e  seguiti  infino  in  Orto  San  Mi- 
chele.  E  quelli'  della  balia  in  palagio,  che  v'erano  di  quelle  famiglie  coIParme,  che  tolsero 
alla  famiglia  di  palagio,  andarono,  e  chiesero  lo  gonfalone  della  Parte  e  quello  della  Giustizia, 
ed  uscirono  in  sulla  piazza,  e  furono  seguiti,  ed   andarono  con   le  predette   bandiere,  intor- 

35  niando  la  piazza,  e  in  mano  a  due  di  quelli  della  guardia,  e  cosl  infino  a  sera  stettono  in 
piazza;  ed  i  Priori  mandarono  per  gli  gonfaloni  deirArti,  e  in  sulla  ringhiera  del  palagio 
gli  fecioro  mettere,  e  poi  gli  appiccorono  alle  finestre  del  palagio;  e  cosi  feciono  serrare  le 
botteghe  deirArti,  di  che  gli  artefici  non  si  poterono  piu  ragunare. 

RuBRicA  906*  —  Come  si  fece  nuova  distribuzione  d'ufci,  ed  arsonsi  le  borse  degli  ufici  della 
40  citta  e  contado  e  consolati  e  ca-pitani  di  Parte. 

Nel  seguente  dl,  raunati  quelli  della  balia,  si  feciono  nuova  distribuzione  d'ufici,   che 


3.  e  mese]  omm,  A.  —  3-4.  a  tuttl]  omm.  A.  —  15.  delle  mura]  omm.  A.  —  18.  ne'  palagi]  per  paiagl  A,  —  35.  an- 
cora  eglino]  omm.  A,  -  parve]  pare  A.  -  sl  dlce]  omm.  A.  —  37.  andava ....  come]  andava  male,  ma  come  A.  —  29.  dei 
rettori]  omm.  G.  R.  —  30.  entrarono]  intrato  G.  li.  saltabcccando]  saltando  A.  —  36-37.  Arti ....  finestre]  Artl,  ci»'e- 
rano  in  sulla  ringhiera  del  palagio,  e  iecionii  mettere  alle  finestre  G,  R,  —  37.  cos)]  omm.  A.  —  38.  dell'Artl]  omm.  A, 


398  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i38i] 


prima  erano  per  tratta  dentro  e  d\  fuorl;  recarri  in  questo  modo:  ch'e'  Priori  fuasero  otto, 
A,  XI.  so  pcr'  metk  le  vii  Arti  e  le  xiv,  ed  il  gonfalonieri  della  Giustizia  sempre  nelle  vn  ma^ori 
Arti,  nove  gonfalonieri  alle  vii  Arti  e  sette  alle  xiv  Arti;  sette  Dodici  alle  vn  maggiori  Arti 
e  cinque  alle  xiv  Arti;  i  rapitani  di  Parte  cinque  alle  vii  maggiori  Arti  e  quattro  alle  xiv  Arti; 
tulti  gli  ufici  dentro  e  di  fuori,  cinque  alle  maggiori  Arti  e  tre  alle  minori,  salvo  lo  vica- 
riato  di  Valdinievole,  di  Sammignato,  Prato,  Sangimignano,  Pistoia,  e  TAlpe  di  Pistoia,  e 
rambasciate,  Recondo  paresse  a'  Priori  e  CoUegi,  che  per  gli  tempi  si  trovaasero.  Ancora 
che  tutte  le  borse  del  Priorato  ed  ogni  uficio  dentro  e  di  fuori  si  annullasRono,  e  capitani  di 
Parte  e  consolati  annullorono,  e  di  nuovo  si  riformassero,  ed  il  terzo  di  s'ar8ero  in  palagio. 
E  molte  leggi  ed  ordinamenti  si  feciono,  che  non  fe  di  necessitk  a  nostra  materia  tutto  scrivere. 

RuBRiCA  907*  —  Come  la  Comfagnia  del  conte  Alberigo  di  Villamagna  vennotio  nel  Contado 
di  Fircnzc. 

Come  narrato  fe  addietro  che  Arezzo  sempre  ha  impedito  il  buono  vivere  d'Italia,  e 
come  raesser  Carlo  sempre  con  Compagnie  e  sotto  suo  titolo  ha  pericolato  Italia,  prima  che 
fusse  re  ricevette  Arezzo,  e  poi  sotto  suo   governo,  essendo   re,  fu  corso   da   Taliani,  com-  If 

/.,  XI,  ti  pagnia.  Questo '  t  mirabile  cosa  che  sempre  li  reali  di  Francia  hanno  combattuto  e  liberato 
la  Cristianita  dagriiifedeli.  Ma,  o  che  sia  i  peccati  nostri,  o  la  disposizione  de'  Cieli,  o  la 
disawentura  de'  reali  di  Francia,  pure  in  abominio  di  quella  casa  ed  il  mondo  in  tribula- 
zione,  il  Re  di  P^rancia,  e  quegli  che  lo  governa,  ch'fe  il  Duca  d'Angi6,  si  h  nimico  di 
papa  Urbano,  ed  amico  dello  antipapa  da  Vignone,  ciofe  di....  (lacuna)  di  Ginevra,  e  mea-  2C 
ser  Carlo  di  Durazzo  re  di  Gerusalem  e  di  Sicilia,  dicesi  mantenere  compagnia;  ed  avendo 
corso  Arezzo  e  prese  le  femmine  e  ricomperati  gli  uomini,  come  fe  detto  addietro,  rubrica  869 
si  partl  quella  compagnia  d'Arezzo  del  mese  di  gennaio  1381  ed  intr6  nel  contado  di  Fi- 
renze,  essendo  in  tribulazione,  per  correre  la  cittk  di  Firenze,  a'  dl  24  di  gennaio  per  Chianti 
e  per  S.  Donato  e  venne  al  Sanbuco,  e  dal  Sanbuco  prese  il  Poggio  e  Villa  di  Marcialla  25 
in  Val  di  Pesa.  Quivi  messer  Giovanni  Auto,  capitano  de'  Fiorentini  and6,  e  con  esercito 
di  cavallo  e  di  piedi  gli  strinse  si  che  non  potieno  aiutarsene;  ed  erano  la  compagnia  del 
conte  Alberigo  da  Barbiano  e  di  Villanuccio  circa  3000  cavalli  e  600  fanti,  ed  in  effetto  si 

/.,  XI,  »2      assediati  che  convenia  loro  addomandare  mercfe,  ed  ogni  di  crescea'  gente  al  campo  de'  Fio- 

rentini  e  vittuaglia,  e  alla  Compagnia  mancava.  Come  che  'I  fatto  s'andasse,  di  notte  a'  di  31  30 
di  gennaio  si  scirono  del  nostro  contado  sani  e  salvi  con  molti  nostri  pregioni.  Parvesi  dire 
che  messer  Giovanni  Auguto  non  facesse  quello  potea  in  nostro  servigio,  ma  piuttosto  con- 
tro;  ma  la  veritk  rimanga  in  suo  luogo;  pure  10  per  uno  ne  toccava,  e  aveano  a  ire  20  mi- 
glia,  o  piu,  per  nostro  terreno  e  mali  passi.  II  danno  fu  de'  Fiorentini  di  perdere  i  pregioni, 
e  guasto  il  paese  da'  nimici,  e  dagli  amici  Tonore  fu  nostro,  che  se  ne  andarono  di  notte  35 
ed  in  fuga,  ed  il  pro  fu  loro,  ed  il  danno  di  chi  perdfe  il  figliuolo  ed  il  padre  ed  il  fratello, 
che  convenne  poi  ricomperarlo.  E  cosi  vanno  i  fatti  de*  Fiorentini,  per  le  dissensioni  dentro, 
quelli  di  fuori  n^arricchiscono,  ed  i  Fiorentini  ed  i  contadini  cattivegli  ne  rimangono  diserti, 
e  le  Compagnie  se  ne  allievano,  e  pigliano  vigore  e  ardire. 

RuBRicA  908*  —  Come  quelli  dclla  balia  fredctti  feciono  fiu   cose  nel  temfo  deUa  balia,  lc  40 
quali  tornarono  a  danno  del  Comune  e  de'  cittadini. 

Pare  da  gran  tempo  infino  a  quel  di  le  balle  hanno  dato  di  male  ragioni,  e  molte  volte 


3.  gonfalonieri . . . .  vii]  gonfaloniere  Bempre  fusse  delle  vii  A.  —  7.  Priori]  Signori  A.  —  9.  annullorono]  si 
annullassero  /.  -  P«rte....  di  nuovo]  Parte  e  d'ogni  Consolato  e  di  nuoTo  G.  R.  —  10. feciono....  scrivere]  feciono  che 
non  ne  far6  menzione  A.  —  18.  pure]  pare  G.  R,  —  19.  eh'e]  omm.  G.  R.  —  20.  lacuna]  Clemente  VII  /.  —  aS-  e  <•»! 
Sanbuco]  omnt.  A.  —  26.  in  Val  di  PesaJ  omm.  A.  —  ay.  aiutarsene]  andarsenc  G.  R.  —  j8.  Villanuccio]  Villanac- 
cio  G.  R.  —  30.  alla]  nella  G.R.  —  31-3*.  pregioni.,..  messerj  pregioni.  Disscsi  messer  A.  —  32.  .\guto]  omm.A.  -  non 
facesse]  non  fe'  A.  -  in  nostro  serviglo]  omm.  A.  —  33.  ma]  omm.  G.  R.  —  34.  o  piiil  omm.  A.  —  34-35.  Fiorentini.... 
guasto]  Florentini  de'  prigioni  e  del  paese  guasto  A.  —  39.  e  pigUano]  e  prendono  X  -  e  ardire]  omm.  A. 


[A.  1381]  CRONACA  FIORENTINA  399 

le  balie  a  fine  di  bene  si  danno,  e  molto  spesso'  8'usano  in  mala  parte.  Ebbero,  come  ad-  /.,  u,  «3 
dietro  nella  rubrica  902  e  narrato,  balia  li  predetti  per  infino  a'  di  5  di  febbraio,  nella  quale 
fatte  disfare  le  due  Arti  predette,  e  ribanditi  gli  sbanditi,  doveano  stare  tutto  febbraio  di 
fuori;  vennonsene  dentro  di  furto,  e  chi  per  forza  delle  guardie,  e  ogni  di  8'uccideano  degli 
5  uomini.  E  come  che  '1  fatto  si  andasse,  eglino  e  gli  altri  s'armavano,  e  diceano  che  voleano 
cose  nuove,  delle  quali  assai  n'ebbono.  Infra  le  quali  ebbono  che  qualunque  fosse  incorso 
in  alcuna  pena  d'avere  morto  e  rubato,  o  altro  delitto  commesso,  non  se  ne  potesse  cono- 
scere.  Questo  fu  dare  materia  a  chi  volesse  ogni  di  uccidere,  e  poi  venire  al  romore,  ed 
essere  ribanditi.  Fecesi  assai  legge,  infra  le  quali  le  nomora  di  coloro,  che  descritti  fussero, 
j  10  si  dovessero  radere,  se  v'era  scritto  altre  condennagioni,  e  se  no,  fussero  arsi  i  libri. 

RuBRicA  909°  —  Cotne  fu  dato  ■premto  al  Ca-pitano  del  Pofolo  e  baUa  al  PodestU  ed  al  Ca- 
fitano,  maggiore  che  non  aveano,  e  raffermo  fer  sei  mesi  il  Cafitano, 

Nel  detto  anno  1381  e  mese  di  febbraio,  non  essendo  contenti  quelli  ch'erano  tornati 
degli  ammoniti  vederglisi  innanzi,  si  perch^  diceano   ch'eglino  commetteano  male,'  e  si  per       /.,  xi,  84 

15  sospetto  che  avieno  di  loro  e  di  molti  si  trov6  pure  la  verita  male  parlare;  e  piii  volte  quelli 
della  balia  insieme  ragionavano  di  confinare  alcuni,  o  di  mandarne  alcuni  fuori  alle  loro 
possessioni;  e  non  essendo  niuno,  che  capo  si  volesse  fare  di  c\h  mettere  in  pratica  paleae, 
parve  che  molta  larga  via  fosse  altra,  la  quale  contenesse  questo:  che  il  Podestk  e  il  Capi- 
tano  non  potesse  procedere  per  vigore  di  questa  balia  piii  che  per  xvi  di  di  febbraio  presente, 

20  e  que'  facessero  in  lo  predetto  tempo  ragione  e  giustizia,  e  di  tutto  facessero  non  istessero 
a  sindacato,  se  non  de'  furti,  o  baratteria,  o  debiti.  E  fu  donato  al  Capitano  1200  fiorini  in 
contanti  e  200  in  pennoni,  targia  e  sopraveste  et  in  coppa.  Questo  gli  fu  dato,  e  raffermo 
per  sei  mesi  con  piu  famiglia  e  salaro,  con  quella  balia  predetta.  La  sera,  come  senti  questo 
il  Podesta,  ed  eglino  feciono  di  nuovo  inquisizioni,  tale  che  dir  si  volle   che   trasportassero 

25  il  Capitano  per  lo  dono  ed  il  Podestk  per  promissioni.  Nondimeno  sentito  le  'nquisizioni, 
gran  mormorio  ne  segui  per  la  Terra,  perocchfe  parve  essere  inquisiti  alcuni  nobili  e  ricchi 
mercatanti  e  cavalieri  non  colpevoli.  Di  che  messo  a  partito  di  dare  200  fiorini  al  Podestk 
in  doni  di  cavalli  e  d'arme  del  Comune  in  pennoni,  non  si  vinse.  II  capitano  era  mes- 
ser  Obizzo  degli  Alidugi'  da  Imola;  lo  podestk  messer....  {lacund)  d'Ascoli  della  Marca.     E       /.,  xi,  ss 

30  cosi  si  fini  la  balia,  che  '1  Podestk  non  ebbe  niuno  dono,  nh  niuno  onore,  perchfe  parve  a' 
cittadini  che  '1  Capitano  straportasse  di  dare  bando  e  confini  a  fine  di  piaceri  di  doni. 

RuBRiCA  910*  —  Come  certi  ebbono  bando  e  confini  -per  lo  romore  del  di  z^  di  gennaio  gia  detto. 

Parvesi  dire  che  nel  primo  romore,  il  dl  che  messer  Giorgio  fu  preso,  che  certi  volsero 
levare  capo  a  adiutarlo,  e  poi  il  di  24  di  gennaio,  quando  TArte  de'  Beccai  fu  rotta,  come 
35  appare  vedi  rubrica  addietro,  certi  gH  sollevassero.     Di   che   n'ebbono   bando  e  confini,   gli 
quali  furono  di  nome  questi  iscritti  di  sotto: 

Messer  Tommaso  di  Marco  degli  Strozzi 
lacopo,  vocato  Scatizza 


I.  le  balle]  omm.  A.  —  4.  delle  guardle]  omm.  A.  {}.  forse  da  intendere:  facendo  forza,  violenza  suUe  guardie) 
—  6.  n'ebbono....  qualunque]  n'ebbono  e  Inf ra  l'aJtre  fu  cho  qualunque /4.  —  9.  nomora]  memorle  /,  —  10.  altre] 
omm,  G.  R.  —  13.  e  mese]  omm.  A.  —  14.  perchfe...,  commetteano]  perche  egll  diceano  che  commetteano  A.  — 
16.  ragionavano]  ragunavano  G.  /?.,  /.  ha  eorretto  la  letione  di  G.  R.,  e  la  sua  correzione  corris/onde  alla  lexione 
di  A.,  data  nel  ti-fto  —  18.  via....  la  quale]  via  fusse  la  quale  A  —  20-21.  giustizla.. . .  slndacato]  giustizia  e  fussc 
dato  loro  picna  balla  di  non  stnre  a  sindacato  G.R.  —  21-2J.  fiorlni....  Questo]  fiorinl  tra  i  pennoni  c  targia 
e  uno  cavallo  e  coppa  fussero  etc.  G.  R.;  fussero  200  contanti  /.  —  31.  di  piacerl]  omm.  A,  —  35-36.  bando.... 
sotto]  bando  e  confinl  e  bando  assal,  infra  i  quall  furono  dl  nome  questi,  che  qul  appi^  noteremo  G.  R, 


400  CRONACA  FIORENTINA  [A.  imi] 


Nanni,  gjubbettaio 

Ceffo,  farsettaio 

Bartolommeo  di  Bianco  di  Bonsi 

Manno  di  Boccaccio  di  messer  Ardovino 

Tommaso  Buzzaffi  5 

Piero  di  Ser  Benozzo 

Alessandro  di  lacopo,  cimatore 

Lorenzo  di  Puccio  Cambi,  scardasaieri 

'•'"••*  N"*^^''  ^  \  di  Stefano  del  Mazza  ,_ 

Mazza       f  »0 

Atanagio  di  Simone,  legnaiuolo 

Francesco  di  Martino,  correggiaio 

Ser  Cione  di  Pagolo  Cioni 

Bartolommeo  di  Guiduccio,  balestriere 

Niccol6  degli  Oriuoli  15 

Ser  Bonaccorso  Simoni,  bacinaio 

loanni  di  lacopo  degli  Asini 

Guido  Tolosini 

Domenico  di  Taldo,  cimatore 

Tommaso,  detto  Calavrese  20 

Bemardo  di  Matteo  Velluti 

Niccol5  di  loanni  del  Sega,  tintore 

Simoncino  di  Francesco,  vinattiere 

Cristofano  di  Barberino,  corazzaio 

Pagolo  di  Matteo  Malifici  25  | 

Lorenzo  di  Donato,  chiamato  Persona 

Giovanni  Dini,  speziale 

Benedetto  di  Bartolommeo  Gucci  j 

Marchionne,  legnaiuolo 

Bartolommeo  di  Bernardo,  corazzaio 

Ciardo  di  Berto,  vinattiere,  fu  preso,  e  mozzo  il  capo 

Benedetto  di  Tendi,  cardatore 

Tommaso  di  Marco,  sensale. 

Tutti  i  sopraddetti  furono  condennati  ne'  detti  tempi  nell'avere  e  persona  per  lo  Capi- 
tano  del  popolo.  35 

/.,  XI,  17  Questi '  sono  i  confinati,  e  dove,  condennati  in  certa  quantit^  a  condizione  deiravere  e 

persona. 

Michele  di  Ridolfo  confinato  a  Bologna,  e  poi  a  Genova  per  cinque  anni. 

Tommaso  Soldani  a  Perugia  per  uno  anno 

Giovanni  di  Taddeo  Bonci  a  Siena  40 

Francesco  Gori  a  Cortona 

Antonio  di  Bartolo  Pericoloso  a  Pisa  per  due  anni 

Bemardo  Covoni  a  Lucca;  poi  oltre  le  50  miglia  per  due  anni 

Niccol6  di  Vanni  Nelli  a  Furli,  e  poi  a  Pisa  per  cinque  anni 

Vieri  di  Pagolo,  maliscalco,  a  Perugia  per  cinque  anni,  poi  oltre  le  40  migUa.  45 


4.  di  Boccaocio]  omm,  A,  —  34.  Criatofano . . . .  corazzaio]  omm.  A.  —  36-37.  Questi....  e  persona]  omm.  A.  — 
38.  confinato]  omm.  G.  R.  •  t  poi  a  Genova]  omm.  G.  R.  —  43.  per  due  anni]  omm.  G.  R.  —  43.  pol....  50  miglia] 
omm.  A.  —  45.  poi.,..  miglla]  omm.  A. 


[A.  1381]  CRONACA  FIORENTINA  401 

Filippozzo  Soldani  a  Bologna  per  tre  anni 

Taddeo  di  Neri,  ricamatore,  a  Lucca,  e  poi  oltre  le  50  nuglia  per  cinque  anni 

Amaretto  Mannelli 

Bruno  di  Salino  Bruni  in  lire  500,  e  stare  a*  confini  oltre  le  50  miglia  per  sei  anni 

5  Andrea  di  Giovanni  Chesse  in  lire  100     \  ^  .     i        ,     r/^      •  i- 

„  ,  .,       .....      -__  i  e  connni  oltre  le  50  migua  per  cmque  anni 

Tommaso,  bilanciaio  m  Iire  200,  I  &       r  i 

Andrea  di  Betto  Filippi  in  lire  1000    ]  ^  .     ,        ,     ,-^      .  ,. 

T^  ,  .       j     T»        •     •     ,•      ^nr.  }  e  connni  oltre  le  50  migha  per  sei  anni 

Dolcmo  da  Petroia  in  lire  200  j  -&       i- 

Agnolo,  cardaiuolo  in  lire  300,  e  confini  oltre  le  50  miglia  per  sei  anni 
10  Pagolino'  de'  Cerchi  in  lire  400  et  a  confini  per  sei  anni  /.,  zi,  ss 

Taddeo  di  Riguccio  Pegolotti  in  lire  200 

Matteo,  cimatore,  confinato  oltre  alle  50  miglia  per  cinque  anni 

Piero  di  Martignone,  condannato  in  lire  300,  e  confinato  olre  le  50  miglia  per  sei  anni 

Lorenzo  del  maestro  Dino  in  lire  300 
15  Riccardo  Figliopetri  in  lire  200 

Ruggieri,  vocato  figlioccio  in  lire  200 

Messer  Piero  Benini  in  lire  1000 

Francesco  di  ser  Puciano  de'  Cerchi  in  lire  300 

Betto  di  Tano  del  Bene  in  lire  200 
20  Filippo  Casaccia  in  lire  200 

Messer  Nofrio  de'  Rossi  in  lire  1000 

,,°"    ,       '       i  di  Francesco  Lippi  in  Hre  200 
Michele  j  ^^ 

Alessandro  di  Benedetto  Gucci  in  lire  500 

25  Francesco  in  lire  300 

Andrea,  vocato  Chessa,  in  Ure  200 

Antonio  di  Cino,  cardatore  in  Hre  200 

Cambio  di  Bartolo  Calosso  in  lire  300. 

Confinati  dalle  50  miglia  in  Ik: 


per  sei  anni 


30  NiccoI6  di  Giovanni  Bonarli 

Piero  d'Ugolino  di  Bonsi 

Francesco,  vocato  Bate,  orafo 

Ser  Niccol6.  di  ser  Ventura  Monaci 

loanni,'  di  Bartolo,  cardatore  per  due  anni  /.,  h,  » 

35  Filippo  Pucci  privato  d'ufici  e  confinato  per  10  anni  oltre  le  50  miglia 

Bemardo  di  Niccol6  di  Bocchino  1       ... 

^         .  ^     ^  .j  (  privati  m  perpetuo 

loanni,  vocato  Guidone  '  ^  '^ 

Messer  Salvestro  de'  Medici  a  Modona        |^  H*     • 

Matteo  di  Bonaccorso  Alderotti  a  Genova  /  " 

40  Ser  loanni  Burazzi  da  Castel  Fiorentino,  confinato  i>er  dieci  anni  oltre  le  50  miglia 

lacopo  di  messes  Tommaso  degli  Strozzi  in  lire  1000,  e  privato  d'uficio  in  perpetuo 

Branca  di  messer  Giorgio  Scali  e 

Donato  Dini  a'  confini  per  dieci  anni  oltre  le  100  miglia  in  lire  1000  e  privati  in  perpetuo. 


1.  per  tre  anni]  omm.  G.  R.  —  9.  300]  500  A.  —  10.  In  lire.. . .  anni]  omm.  G.  R.  —  11.  In  lire  200]  omm.  G,  R. 
—  35.  in  llre  300]  in  Hre  500  A.  —  29.  Confinati. . ..  in  iAJ  a  pena  dei  doppio  e  stare  debbono  a  pena  dell'avere 
e  deila  persona  oltre  le  50  migHa  per  cinque  anni  G.  R.  —  33-34-  Monaci  loanni]  Monacl.  Confinati  oltre  le 
50  migiia  per  »ei  anni  loanni  G.  R.  —  35.  Pucci]  Piccl  G.  R.  -  prlvato....  confinato]  amm.  A.  -  oltre  ie  50  ral- 
glia  omm.  A.  —  38-39.  per  diecl  anni]  per  cinqu;  anni  O,  R.  —  41.  in  perpetuo]  in  eterno  G.  R.  —  43.  in  iire,.., 
perpetuo]  omm.  G.  R. 

T.  XXX,  p.  I  —  9«. 


402  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i38ii 


RUBRiCA  911'  —  Come  fu  fer  quclli  della  dalia  levato  il  divieto  a  messer  Cantc  de'  Gahrielli, 
ed  eletto  fer  sei  mesi  Cafitano. 

Durante  la  predetta  balla  si  fu  eletto  in  Capitano  di  guardia  messer  Cante,  figliuolo  di 
messer  lacopo  Gabrielli  da  Gubbio,  il  quale  per  due  anni  addietro  era  stato  Capitano,  con 
quella  medesima  balla,  famiglia  e  salaro,  che  usb  altra  volta;  e  che  il  divieto,  ch'era  an-  5 
cora  otto  anni,  li  fusse  levato,  ed  entrasse  a'  dl  8  di  aettembre  prosaimo  vegnente,  lo  quale 
/.,  XI,  w  seguire  dovea  il  suo  offizio  dopo '  la  rafferma  del  detto  messer  Obizzo,  detto  nella  aoprascritta 
rubrica.  E  non  8'arebbono  indugiato  tanto  a  volerlo,  nfe  a  raffermarlo  messer  Obizo,  se  al- 
lora  ravessero  potuto  avere;  ma  era  per  venire  per  sei  mesi  presenti  sanatore  di  Siena,  e 
per6  diliberarono  la  aua  elezione  da  lunga  tanto.  10 

RuBRicA  912*  —  Come  si  fece  legge,  che  c^  Grandi  fossero  levati  li  gravi  ordini  dclla  giu- 
stigia,  e  del  nuovo  ordine  delle  fetizioni. 

Ancora  durando  la  predetta  balia,  raccordandosi  che  a'  dl  18  di  giugno  1378,  8'era  posti 
gli  gravi  ordini  della  giustizia  addosso  a'  Grandi,  li  quali  in  effetto  la  gravezza  era,  che  chi 
offendea  alcuno  popolano  incorresse  in  gravi  pene,  e  se  cessava  Toffenditore,  o  non  potesse  li 
pagare,  intino  in  quarto  grado  il  congiunto  per  linea  masculina  era  ubricato  alle  predette 
pene  pagare ;  li  quali  gravi  ordini  levati  furono  loro,  rimanendo  in  quello  pristino  stato,  che 
erano  in  quello  tempo,  che  posti  furono  loro,  ciofe  1378  e  potessero  avere  gli  ufici  stribuiti, 
come  a  quello  tempo  erano.  Ed  ancora  fu  fatta  un'altra  legge,  la  quale,  non  molto  bene 
calculata,  contenne  questo;  che  tutti  quelli  che  per  vigore  di  petizioni  date  fussero  stati  fatti  20 

/.,  XI,  »1  del  numero  de'  Grandi,  o  Grandi  sopraggrandi,  s' intendessero  essere  liberi'  ed  assoluti,  e  ri- 
tomarsi  in  quello  pristino  stato  che  prima  s'era,  ciofe  popolato,  o  grande,  ch'e'  fusse.  Questa 
fu  pessima  legge,  che  molti  erano  stati  fatti  grandi  e  sopraggrandi  per  gravi  delitti  di  ma- 
lificio  e  d^uccisioni  ed  assasinagione,  o  di  molti  altri  mali;  che  se  fussero  iti  a  partito  d'es- 
sere  ristituiti  ad  uno  ad  uno,  sarebbe  la  cerna  troppo  migliore  che  non  fu;  e  cosi  si  ristette  25 
in  termini  assai  gravi  e  sconci;  puosevisi  una  condizione,  la  quale  s^intendessero  aver  prima 
la  pace  da  quegli  che  data  gli  avea  la  petizione,  e  che  stessero  tre  anni  senza  alcuno  uficio 
di  Comune.  Queste  petizioni  furono  formate  in  questo  modo  nel  1354.  La  cagione  fu  questa 
che  le  feuniglie  possenti  e  grandi  della  cittk  di  Firenze,  e  ricche  d'uomini  e  di  persone,  ol- 
traggiavano  i  meno  possenti,  e  poi  a  palagio  non  potieno  avere  piena  ragione  i  meno  pos-  30 
senti.  Per  porre  freno  a  ci6  fu  fatto,  che  qualunque  meno  possente  si  fosse  offeso  dal  pos- 
sente,  di  persona  o  di  forza,  o  di  possessione  rubata,  o  vietata,  o  arsione,  o  simile  inorme, 
o  atroce  cose,  desse  la  petizione  ai  Priori  e  Collegi,  e  chi  per  le  due  parti  delle  fave  rima- 
nesse  avere  fatto  le  predette  cose,  o  alcune  di  quelle,  in  quello  caso  rimanesse  del  numuro 
de'  Grandi  e  possenti,  e  trattato  e  riputato  fusse  come  se  grande  fusse  nato.     Poi  nel  1372  35 

/,  XI,  n  d'aprile  si  fortific6  col  numero'  ed  ordine  de'  56  cittadini  della  balia,  li  quali  puosero  le  con- 
dizioni  predette,  si  potesse  dare  petizioni:  e  se  per  la  maggiore  parte  de'  37  di  Signori  e 
CoUegi,  sl  veramente  vi  sieno  il  meno  25  tra  Signori  e  Collegi,  e  di  poi  andare  a  partito; 
e   colui   che   avra  la  maggior  parte  delle  fave  nere   rimanga  dei  Grandi,  ed  allora  trassero 


3.  figliuolo]  omm.  A.  —  S- che  U86  altra  voltal  omm.  A.  —  5-6.  ch'era....  annl]  0»»».  A.  —  6.  levato.... 
a'  di]  levalo  i\  quale  fusse  Capitano  a'  di  G.  R.  —  7-10.  detto..,.  tanto]  detto  messer  Obizzo,  e  «'avessero  po- 
tuto  raffermare  messer  Obizzo,  l'arebbon  fatto,  ma  lui  areva  andare  Sanatore  di  Siena,  e  per6  diliberorono  questa 
eletione  A.  —  16.  11]  omm.  A.  -  ubrlcato]  obbligato  G.  R.  —  18.  stribuiti]  distribuitl  G.  R.  —  34.  asaassinagionl] 
aasassinagine  G.  R.  —  35.  la  cema]  la  cosa  A,  —  16.  e  sconci]  omm.  A.  —  33.  o  dl  possessione]  dl  possessione 
G.  R.  -  possessione.. ..  slmili]  possessione  turbata,  o  simili  A.  —  33.  priori]  signori  A.  —  3+.  alcune  di  quelle] 
»mm.  A.  —  35.  fusse]  omm.  G.  R.  -  grande]  omm.  A.  —  37.  di  Signori]  omm.  G.  R.  —  3S-39.  vcramente , . . .  ed  al- 
lora]  veramente  che  le  due  parti  de'  CoUegi  vi  fussero  che  vogllono  essere  almeno  25,  che  chi  vname  13  fare  nere 
in  contro,  o  cot^  da  37  Infino  In  35,  ia  maggior  parte,  allora  G.  R. 


[A.  1381]  CRONACA  FIORENTINA  403 

delle  borse  de'  Consoli  delle  21  Arti  uno  Consolo  per  Arte,  e  che  cosJ,  senza  levarsi  i  Col- 
legi  da  sedere,  si  mettesse  da  capo  tra  i  Collegi  e  le  Capitudini,  e  chi  la  maggior  parte  delle 
fave  nere  contra  a  se  avesse,  fusse  del  numero  de'  Grandi,  e  cosl  trattato.  E  per  levare 
via,  che  alcuno,  data  la  petizione,  non  fosse  di  tanta  potenzia,  che  ordinasse,  o  per  amicizia, 
5  0  per  paura,  che  la  predetta  petizione  soprastesse,  o  Toffeso  la  ritogliesse,  s'ordin6  che  infra 
tre  di,  a  pena  di  1000  fiorini,  i  Priori  ed  il  notaio  lo  dovessero  torre,  e  mettere  a  partito, 
e  se  Toffeso  la  rivolesse,  non  la  potesse  riavere.  E  per  torre  che  la  porta  non  fosse  vietata 
s'ordin6,  che  a  ogni  rettore  e  judice  e  cavaliere  compagno  si  potesse  dare,  ed  eglino  cadere 
nella  pena,  se  in  palagio  non  la  portassero.  Queste  furono  in  effetto  le  condizioni  delle  pe- 
10  tizioni,  delle  quali  molti  n'erano  stati  puniti,  li  quali  furono  tutti  liberi,  e  fu  male   per   chi 

Tavea  meritato,  comecchfe   certi   aveano   ricevuto  torto,  perocch^   erano   stati '  per  opera   di       /.,  xi,  93 
quistioni  piccole,  ovvero  per  danari :  sicchfe  non  erano   usate   alla   intenzione   perchfe   erono 
state  fatte. 

RuBRicA  913*  —  Come  la  citta  di  Firenze  di  nuovo  si  misse  in  arme,  e  corsesi,  e  nuovo  ■par- 
15  lamento  si  fece  e  balla  di  nuovo  si  diede  a  quelli  che  Vaveano  e  ad  altri. 

Nel  detto  anno  1381,  a'  di  15  di  febbraio,  essendo  gli  predetti  della  balla  a  fermare  le 
loro  condizioni,  e  fare  le  loro  faccende  per  vigore  di  loro  balla,  s'intesero  insieme  molta 
gente,  ci6  furono  le  famiglie  ed  i  Grandi  e  li  Ciompi  mossero  con  loro.  E  principalmente 
tolsero  una  bandiera  della  Parte,  e  corsero  alla  piazza,  e  mai  non  si  vide  piii  trista  brigata, 

20  che  soldati  e  da  pife  e  da  cavallo,  e  messer  Giovanni  Auguto  capitano  di  guerra  con  pifi  di 
1500  cavalli  e  balestrieri  genovesi,  assai  altri  fanti  si  furono  in  piazza,  e  quelli  ciompi  con 
quella  bandiera  della  Parte  con  forse  50  uomini  male  armati  intrarono  in  piazza  senza  alcuno 
contasto,  e  quivi  corsero :  ed  armarsi  per  la  citt^,  ed  in  Mercato  nuovo  si  ragun6  tutte  le  f a- 
miglie  e  molti  altri,  li  quali  in  effetto  feciono  sentire  in  palagio  quello  volieno,  ciofe  quattro 

25  della  brigata  della  balla,  che  parlassero  con  loro;  furono  loro  dati:  ed  in  effetto  nella  casa  della 

Parte  guelfa  diliberarono',  ed  a'  Priori  ed  a  quelli  della  balla  predetti  mandarono  43  uomini       /.,  xi,  m 
per  iscritti,  che  fussero  con  loro  insieme,  ed  avessero  la  balla,  che  avea  il  Comune,  per  tutto 
il  mese  di  febbraio,  e  questo  voUono  fosse,  ed  a  parlamento   si  sonasse.     Diliberato  il  par- 
lamento  e  sonato,  quando  si  leggea  in  suUa  ringhiera  del  palagio,  ed  in  lo  palagio  alle  finestre 

v5(1  i  Priori  ed  i  CoIIegi  ed  il  Capitano  del  popolo,  e  lo  popolo  armato  in  piazza;  e  letti  e  no- 
minati,  e  presa  la  balia  per  43  insieme  con  gli  altri  103  predetti,  uscl  da  canto  altri  ciofe 
messer  Giovanni  del  Ricco,  giudice,  Carlo  Strozzi  e  Bonaccorso  di  Lapo  Giovanni  con  altra 
scrittura,  contenente  molte  e  varie  cose,  le  quali  sono  queste  che  appi^  si  narreranno,  e  li 
43  eletti  per  uno  notaio  solo  le  infrascritte  cose  senza  richiesta  di  quelli  della  balia.     Dalle 

35  finestre  udivano  i  Priori,  e  poco  intendieno,  e  cheti  stanti  ad  ogni  cosa  addimandata,  e  cosl 
si  usci  fuori  lo  gonfalone  della  Parte  guelfa  e  quello  della  Giustizia;  quello  della  Parte  in 
mano  a  messer  Donato  di  lacopo  Acciaiuoli,  e  quello  della  Giustizia  in  mano  a  Benedetto 
di  Ciardo  dal  Buco,  vinattiere,  e  corsero  la  cittk  colle  genti  delle  famiglie  e  col  popolo  e 
coUa  gente  deirarme,  e  tornarsi  a  casa,  corsa  la  Terra,  e  renderono  le  bandiere  in  palagio 

40  a'  Priori. 

S^uesti^  sono  i  Cafitoli  ■profosti  in  ■parlamento,  /.,  xi,  w 

In  prima  che  gl'  inf rascritti  43  abbiamo  quella  balla  insieme  con  gli  altri  103  che  ha  il 
Popolo  e  Comune  di  Firenze  per  tutto  il  mese  di  febbraio. 

Item  che  tutte  le  male  fave  si  debbano  infra  '1  presente  dl  ed  il  secondo  levare  di  pa- 
45  lagio;  e  se  infra  '1  termine  non  fussero  levate,  8'intendano   avere   gl' inf rascritti  43  la  balia 


13-13.  Intenzlone . . . .  fatte]  intenzlone  pcr  che  fatte  erano  dl  state  G.  R.  —  i6.  fermare]  formare  G,  R,  — 
ao.  dl  guerraj  qui  ttrmiHa  U  codiet  atiniano. 


404 


CRONACA  FIORENTINA 


[A.  1381] 


i 


di  levarle  eglino.     Male  fave  s'intendano  gli  smoniti  del  Collegio  e  della  balia  o  altri  a  loro 
sospetti, 

Item,  che  tutti  i  condennati,  coniinati,  o  inquisiti  infino  a1  presente  dl,  da'  dl  16  di  gen- 
naio  in  qaa,  8'intendano  essere  condannati  per  rubelli  e  neU'avere  e  perBona,  ed  i  loro 
figliuoli  da  quindici  anni  in  su.  5 

Item  che  tutti  gli  sbanditi  ribanditi,  arsi  i  loro  beni,  ristorati. 

Item  che  Tuficio  de'  Priori  sieno  sei  maggiori  e  scioperati,  e  tre  minori,  ed  i  Gonfalo- 
nieri  undici  maggiori  e  cinque  minori,  e  i  Dodici  siene  otto  maggiori  e  quattro  minori. 

Item  60  Grandi  si  facciano  popolani. 

Item  che  ai  lievi  il  divieto  a'  Grandi,  il  quale  era,  che  chi  fosse  fatto  popolano  aveoae  1" 
a  stare  da  quel  dl  venti  anni  ad  essere  Priore  e  Collegio. 
j„  XI,  9»  Item '  cinque  mesi  avesse  termine  a  pagare  chi  avesse  a  dare  al  Comune,  e  pagare  pre- 

stanza,  che  avesse  da  2  fiorini  ingiii,  20  soldi  per  ciascuno  fiorino,  e  non  piii,  essendo  assegnato. 

Item  che  chiunque  avesse  fatto  alcuno  malificio  per  insino  a  quel  dl  fusse  libero  ed  as- 
soluto,  ed  ancora  aggiunsero,  cosa  diabolica,  che  chi  offendesse  per  tutto  quello  dl  infino  a  lo 
mezza  notte,  fusse  libero;  e  credettono   fare  de'  micidi.     E   fatto  questo,  si  partirono  molti 
per  farne,  se  non  che  la  cosa  sl  si  sparse,  ed  eglino  si  puosero  cura  alle  mani,  cio^  chi  temea. 

Item,  che  le  balestra  si  rendessero  a  quelli  poveri  uomini,  a  cui  furono  tolte:  intesesi 
per  quelli  Ciompi,  a  cui  furono  tolte,  quando  di  settembre  nel  1378  furono  cacciati;  erano 
balestrieri  soldati  Ciompi,  furono  loro  tolte  le  balestra.  20 

Siuesti  sono  gU  aggiunti  alla  balta  di  quelU  di  fritna. 

Niccol6  di  Betto  Bardi,  tiratore 
Messer  Tommaso  Soderini 
Messer  Filippo  Corsini 

Piero  di  Sillo  Serragli  25 

Piero  di  Neri  Pitti 
Niccolb  di  Sandro  de'  Bardi 
A,  u,  97  Nanni'  del  Boneca  de'  Rossi 

Tommaso  Brancacci 
Arrigo  di  ser  Piero  Mucini 
Filippo,  vocato  Barbsizza 
Luigi  di  Piero  Canigiani 
Lorenzo  di  Filippo  Machiavelli 
Messer  Filippo  de'  Magalotti 

Bonaccorso  Hi  Lapo  Giovanni  35 

Giovemni  di  Piero  Bandinl 
Lionardo  di  Sandro  Peruzzi 
Piero  di  Lapozzo,  vaiaio 

Giovanni  di  ser  Ugo  i  S.  Croce 

lacopo  d'Arrighetto,  legnaiuolo  40 

Bartolommeo  di  Marco,  vinattiere 
Ugolino  di  Neldo  Gherardini 
Bettino  di  messer  Bindaccio  da  Ricasoli 
Adovardo  de'  Pulci 

Fino  di  Taddeo  di  Fino  ^        '  45 

Carlo  di  Strozza  degli  Strozzi 
lacopo  di  Schiatta  Mangioni 
Lorenzo  di  Matteo  Boninsegna 
Zanobi  di  Simone  Fei,  chiavaiuolo 


S.  Spirito 


30. 


S.  Maria  Novella 


[A.  1381] 


CRONACA  FIORENTINA 


405 


ir,.- 

I 


|5 


110 


15 


Messer  Cristofano  d'Anfrione  degli  Spini 

Pepo  di  Marignano  Buondelmonti 

Tommaso  di  Rinieri  Cavalcanti 

Manetto  Ricciardi 

Messer  Albizo  di  messer  Andrea  Rucellai 

Messer  Veri'  di  Cambio  de'  Medici 

Messer  Biagio  de'  Guasconi 

Matteo  di  lacopo  Arrighi 

Francesco  di  Berto  da  Filicaia 

Benghi  del  Panza,  calzolaio 

Bono  di  Filippo,  cofanaio 

Taddeo  di  Cantino  degli  Agli 

Simone  di  messer  Pepo  Cavicciuli 

Andrea  di  Francesco  degli  Albizzi 

Agnolo  da  Pino, 


S.  Maria  Novella 


S.  Giovanni 


/.,  XI,  »8 


RUBRICA    914* 

nunziare. 


^uello  chc  segu\  della  -predetta  balia,  e  come  fu  fatto  loro  rifiutare  e  ri- 


Come  la  gente  si  fu  ita  a  disarmare,  ed  uscita  di  piazza,  li  predetti  Carlo  degli  Strozzi 
e  Bonaccorso  di  Lapo,  e  messer  Giovanni  del  Ricco,  judice,  parve  loro  aver  fatte  cose  as- 

20  sai,  come  uomini  che  desideravano  riducere  le  cose  ne'  primi  termini,  quando  si  ammonia  o 
in  peggio;  perocch^  Carlo  e  messer  Giovanni  assai  in  quel  tempo  poteano  meno  male  ado- 
perare  che  non  feciono;  messer  Giovanni  e  messer  Carlo  vollero,  che  ser  Viviano,  notaio 
delle  riformagioni  fosse  rogato  egli  e  ser  Coluccio  cancellieri  della  sconda  scritta,  ove  erano 
li  capitoli,  come  la  prima  de'  43  ser  Viviano  neg6,  dicendo  che  non  era  comandamento '  de'       /.,  xi,  99 

25  Signori,  se  non  solo  quella  de  i  43  uomini,  e  quindi  si  parti,  e  torn6  in-  palagio  a'  Priori,  e 
ser  Coluccio  disse,  e  tolse  la  scritta,  dicendo  messer  Giovanni :  "  Voi  siete  rogato  della  pre- 
"  sente  scrittaa;  dicendo  ser  Coluccio:  "  lo  Tho  letta  al  popolo,  ma  non  ne  sono  rogato, 
"  imperocch' io  non  ne  sarei,  sanza  prima  la  diliberazione  de'  Priori„.  E  messer  Giovanni 
dicea,  che  volea.     Di  che  ser  Coluccio  la  tolse  in  mano;  ed  in   effetto   messer  Giovanni  se 

30  n'andava,  credo  per  fare  sentire  la  brigata  Terrore,  per  fare  fare  qualche  male.  Ser  Coluc- 
cio  lo  fece  chiamare  in  palagio,  e  quivi  disputd  seco  tanto,  che  contento  lo  fece,  che  lo  par- 
lamento  non  vale  cosa  si  proponga,  se  non  procede  di  comaadamento  e  diliberazione  de'  Si- 
gnori,  ogni  cosa  che  sia  a  proporre.  La  mattina  vegnente  e  la  sera  a  tutti  li  buoni  uomini 
di  Firenze   parea   loro   avere   tagliato  le  mani  e'  piedi,   vedendo   il  parlamento,  gli  uomini, 

35  ch'erano  dati  in  compagnia  a  quelli  della  balla  ed  i  Capitoli  e  lo  inganno  delle  cose,  che 
erano  state  lette,  credendo,  che  valesse,  ed  ancora  quello,  che  piu  loro  dolea,  si  era,  che 
quando  vennero  in  piazza  la  brigata,  gridava:  "  A  terra,  a  terra  „  questo  s' intendea,  che' vo- 
lieno  ch'e'  Priori  e  CoIIegi,  non  avessero  a  fare  nuUa,  e  questo  era  loro  oppinione.  Di  che 
tutti   male   contenti,  veggendo   le   buone   operazioni   fatte   per  gli  Priori  e   Gonf alonieri '  e       /.,  xi,  loo 

40  Dodici,  d'avere  tratta  di  mano  la  cittk,  e  messa  in  mano  da'  buoni  a'  rei,  ed  ora  con  quelli 
della  balla,  savi  uomini  e  buoni,  essere  aggiunti  43  infra  i  quali  avea  d'uonuni  di  cattiva 
condizione,  e  del  numero  de'  Grandi  e  sbanditi,  parea  loro  stare  assai  male.  Pure  s'  intesero 
di  subito  li  Buoni  Uomini  e  mercatanti  ed  artefici,  e  TArti  8'andarono  a  proferere  airArte 
della  Lana;  donde  TArte  della  Lana  ne  venne  in  palagio  palese,  e  dissero  che   intendeano, 

45  che  subito  quelli  43  ne  scendessero  e  che  quelli  ch'erano  nella  balla  erano  sofBcienti  a  fare 


2i.  Glorannl,...  che   »er]  Gtorannl  ToUero   che  »er  G.  R.;   Giorannt  volea  che  ser  /.  —  45.  icendessero] 
itendetsero  alla  baUa  /. 


406  CRONACA  FIORENTINA  [Aa.  13»i.i382] 


quello  bisognava.  Essendo  lo  seguente  d)  del  parlamento  in  palagio  raunati  li  103  e  11  43 
di  clje  in  effetto  lo  scompiglio  fu  subito,  e  quasi  ogni  uomo  volea  mandarli  fuori;  poi  per 
fuggire  gli  errori,  si  diliber6  che  per  meno  male  si  tenesse  modo,  che  con  meno  vergogna 
n'usci88ero  che  si  potesse,  la  quale  vla  qui  appi^  diremo. 

RuBRicA  915*  —  Come  ed  in  che  modo  fu  la  balia  d^  4.3  e  come  di  nuovo  si  fece  la  farti-     5 
gione  degli  uficj  tra  le  sette  maggiori  Arti  e  scioperati  e  le  14.  minori,  cd  altre  cose  si 
feciono  insieme  la  brigata. 

Blessesi  per  migliore  e  piii  abile  modo,  che  con   loro  si  facesse   alcuna  cosa,   la   quale 
/.,»1,101       fosse'  quesU:  che  conciofossecosach^  in  suUa  recaia  deila  scritta,   che  si   dicea  non  valere 

il  parlamento,  era  ch'e'  Priori  deirArte  maggiori  e  scioperati  erano  4  ed  il  Gonfalonieri  di  10 
giustizia,  e  4  delle  14  Arti,  tomassero  3  delle  14  minori  Arti,  e  quello  s'aggiugnesse  alle 
maggiori,  e  che  li  Gonfalonieri  di  compagola  fossero,  dove  erano  9  de'  maggiori  e  7  de'  mi- 
nori,  fussero  11  maggiori,  e  5  minori;  e  de'  Dodici  Buoni  Uomini,  ch'erano  7  maggiori,  e 
5  minori,  fossero  8  maggiori  e  4  minori.  Ed  ancora  feciono  insieme  li  predetti  della  balia, 
che  gli  sbanditi  avessero  uticiali,  che  vedessero  de'  modi  per  gU  quali  egli  riavessero  lo  loro,  15 
ch'egIino  avessero  cinque  per  centinedo  di  quello  che  v'era  veiiduto,  ed  intrato  in  comune; 
e  che  i  denari  della  ricompera  delle  possessioni  de'  cherici,  si  ricomperasse  quello  degli  sban- 
diti,  ed  i  cherici  avessero  lo  loro  cinque  per  centinaio;  e  ch'e'  40  milia  tiorini,  li  quali  si 
difaceano  lo  monte  compiuto  e  ragguagliato  il  quarto,  s'intende8se  pure  trarsi  alla  restitu- 
zione  de'  beni  degli  sbanditi;  e  che  chi  volesse  prestare  100  tiorini  al  Comune  n^avesse  cin-  20 
que  per  cento,  e  di  quelli  deIi'Estimo  pagato,  che  non  se  n'ha  nulla  di  merito,  n^avesse 
scritti  altri  100,  ed  avesse  cinque  per  centinaio,  di  chi  prestasse  100  n'avea  10  per  la  pre- 
/.,  XI,  102  detta  ragione;  e  tutte'  le  predette  cose  fussero  alla  restituzione  dei  beni  de'  rubelli;  ed  altre 
cose  feciono,  delle  quali  non  h  da  fare  menzione.  E  poi  commissero  tutta  la  loro  balia  in 
due,  cui  vollono  i  Priori,  e  gli  altri  103  della  balia;  e  questo  si  fece  per  meno  vergogna  di  25 
loro,  acciocch^  nulla  avessero  a  fare  nella  predetta  balia:  sicch^  in  tutto  un  dl  Tusarono,  e 
non  piu.  Ed  ancora  feciono  che  chi  fusse  stato  dal  1312  per  infino  a  questo  di  Priore,  Gon- 
falonieri,  Dodici,  il  padre,  ravolo,  o  egli  non  potesse  essere  ammonito,  e  fusse  abile  agli  ufici 
del  Comune,  e  clie  non  fosse,  n^  potesse  essere  sospetto  alla  Parte  guelfa,  e  che  cosa,  che 
si  facesse  in  contrarlo,  nou  valesse,  n^  tenesse.  30 

RuBRiCA  916*  —  Come  di  nuovo  fu  romore  in  Firenze,  e  sarmarono  i  Ciomfi  e  gli  sbanditi 
ribanditi,  e  corsero  alla  fiazza  de'  Priori,  e  fcce»  farlamento,  e  tolsersi  8  Gonfalom. 

Nel  detto  anno  e  del  mese  di  febbraio  a'  di  26,  tratti  i  Priori  delle  borse  nuove,  furono 
il  contrario  modo,  che  gli  usciti,  ove  a  rado  erano  di  famiglie,  e  quivi  ne  furono  parecchi 
insieme;  li  quali  Priori,  come  Tordine  narrato  nel  precedente  Capitolo  disse,  6  delle  7  mag-  35 
giori  Arti  e  scioperati,  e  3  delle  14  minori  Arti,  li  quali  furono: 

/.•  XI,  103  ^uestV  sono  li  Priori  da  marzo  1381,  a  tutto  afrile  1382. 

Lotto  Ricci,  mercatante 
Falco  di  Baccio,  beccaio 

Bartolommeo  di  Giotto  de'  Peruzzi  40 

loanni  di  Franceschino  Pepi 
Leone  di  Zanobi  degli  Acciaiuoli 
Luca  di  Vanni,  calzolaio 
Branca  di  Stefano  de'  Scodelleiri,  cambiatore 

Bartolommeo  di  Dolfo  del  Bugliaffa,  spadaio  45 

Messer  Rinaldo  di  Giannozzo  Gianfigliazzi,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Ma- 
ria  Novella 

Ser  Francesco  di  ser  Giovanni  Amati  loro  notaio,  quartiere  di  8.  Spirito. 


[A.  1382]  CRONACA  FIORENTINA  407 

Vedutosi  i  Priori,   ed  entrati   lo   primo  di  di  marzo,  e  cominciato  a  trarre   gli  ufici  di 

fuori  e  dentro,  alcuno  degli  smoniti  uscirono  ad  alcuno  picciolo  uficio ;  di  che  perch^  male 

erano  contenti  quelli,  che  avieno  il  reggimento,  che  niuno  ve  ne  fosse,   cominciossi  a  mor- 

morare  di  loro;  e  quello  che  segui  di  questo,  fu,   che   li   ribanditi   soUevarono  i  Ciompi  ed 

5  altra  brigata,  e  sabato  notte  a'  di  8  di  marzo,  si  ragunarono  in  S.  Michele  Berteldi,  e  feciono 

parlamenti '  assai ;  e  quegli  della  guardia  e'  Signori  vi  puosero  rimedio.     AUora  non  armarsi ;     /.,  xi,  lo* 
ma  fu  si  dolce  lo  'mpiastro,  che  la  Domenica  vegnente  in  sul  tardi  8'armarono  da  capo,  e  la 
notte  corsero  per  la  Terra  con  insegna  di  Parte  guelfa,  ed  andarono  a  casa  d'  uno,  a  cui  era 
stato  tagliato  il  capo,  e  suggellato  1'  uscio,  ciofe  Ciardo,  ed  arsonlo,  e  dipoi  a  casa  d'  un  altro 

10  ammonito  ricco,  cio  fu  Maso  di  Neri,  funaiolo,  ed  erano  acconci  d'ardere  tutti  gli  smoniti, 
se  non  fosse  che  TArte  della  Lana  ed  i  Gonfaloni,  8'armarono,  e  venne  alcuno  in  piazza,  e 
poi  si  mando  Ik.  La  mattina  per  tempo  furono  in  arme,  e  vennono  in  piazza;  il  Gonfalo- 
nieri  della  giustizia  si  misse  in  concio  per  armarsi  col  gonfalone,  e  se  si  fosse  uscito  di  pa- 
lagio,  la  cosa  andava  in  buoni  termini ;  onde  incoiitanente  si  fuggiroro  questi  sbanditi  al  Pog- 

1 5  gio  alla  porta  a  S.  Giorgio,  e  gia  per  uscire  fuori  cominciavano  a  smemorare  la  porta.  Come 
che  il  fatto  8'andasse,  molti  d'ogni  famiglia  n'andarono  a  loro,  e  con  loro  s'accostarono,  e 
feciono  lassu  con  fanti  e  con  brigate.  Di  che  il  Capitano  del  Popolo  n'and6  con  loro,  e  con 
loro  s'accost6,  e  f eciono  loro  ordini,  e  vennono  in  piazza ;  li  quali  ordini  furono  in  utile  del 
Capitano,  ed  in  danno  e  vergogna  del  Comune  di  Firenze.   E  nella  loro  venuta  tolsero  8  gon- 

20  faloni  a  8  Gonfalonieri  di  Compagnia,'  e  diergli  ad  altri  8  uomini.  Questo  sofferse  il  Capitano;     /.,  xi,  105 
poi  sono  a  parlamento,  e  feciono  li  Capitoli,  e  nel  parlamento  si  lessero,  li  quali  furono  questi: 

^esti  sono  i  Ca-pitoli  del  farlamento. 

In  prima  che  niuno  ammonito,  nh.  suoi  consorti,  possano  co'  loro  descendenti  in  perpetuo 

avere  alcuno  uficio  nella  cittk,  0  contado  di  Firenze,  nh  niuno  di  origine   Ghibellina,  o  se 

25  fosse  tratto  si  debbia  stracciare,  e  se  accettasse  alcuno  uficio,  gli  posero  pena  la  testa,  salvo 

12 de'  Priori. 

Ancora  che  i  Priori  possano  de'  gonfaloni  tolti  ristituire  due  degli  Otto,  a  cui  loro  piace. 
Item  che  il  Capitano  del  Popolo  sia  tenuto,  e  debba  alla  pena  di  500  lire  confinare  per 
tutto  lo  secondo  di,  25  cittadini,  quali  e  dove  e  per  quello  tempo  che  a  lui  parrk. 

30  Item  che  'I  Capitano  possa  e  debba  avere  al  soldo  del  Comune  di  Firenze  per 

lance  20  a  quello  soldo  usato  che  il  Comune  dk  agli  altri. 

Item  che  i  beni  che  furono  del  conte  di  Monte  Carelli  si  debbano  rendere  airerede,  lo 
quaFfe  conte  Tano;  gli  fu  tagliato  il  capo  di  setfembre  1360. 

Item  che  tutti  i  malifici  commessi  dal  dl  deiraltro  parlamento  infino  a  quello  dl,  non  se 
35  ne  potesse  conoscere. 

Item  che  'I  Moscone  fosse  Castellano  di  Sangimignano. 

Item  che  Fino  di  Taddeo  fosse  scrivano  per  uno  anno  airuficio  degli  Uficiali  de'  ponti 
e  mura,  che  si  dice  gli  Uficiali  della  Torre. 

Item  che  tutte  le  case  le  quali  furono  arse  neiranno  del  1378  si  debbiano  ristituire  lo  prezzo. 
40  Item'  che  tutti  coloro,  li  quali  avessero  pagata  alcuna  condennagione  dal  1378  in  qua,     /.,  xt,  106 

per  gaione  d'e3sere  turbato  stato,  li  dovesse  essere  ristituito  la  pecunia.  Questo  8'intese, 
che  nello  detto  tempo  si  feciono  certi  trattati,  come  addietro  appare,  e  di  dicembre  e  di 
febbraio  e  marzo,  di  che  certi  n'ebbono  bando  personale,  e  certi  bando  pecuniale  e  confi- 
nati;  poi  chi  pag6,  e  a  cui  fu  concesso  pagare  la  metk,  ed  osservare  certi  confini,  e  dimi- 
45  nuiti  i  confini,  e  questo  volle  incontenente  la  petizione,  e  piii  cose  altre. 

RuBRiCA  917*  —  Come  si  riarmaro  li  Ciomfi  ed  i  banditi,  e  voleano  cose  nwve,  e  dis- 
sesi  gridavano:  "  Viva  le  24.  Arti ,,,  e  come  ^armarono  i  soldati  e  gli  altri  fer  azzuffare, 

Nel  detto  anno  1381,  a'  di  11  di  marzo,  ci6  fu  il  seguente  dl  del  parlamento,  sl'  s'ar-     /..«,107 


408  CRONACA  FIORENTINA  f  a.  i3«aj 


marono  da  capo  i  Ciompi,  e  dissesi,  che  gridavano:  "  Vivano  le  24  Arti„.  Ci6  era  a  dire 
rifare  le  tre  Arti;  ci6  erano  quella  del  Popolo  minuto,  quella  de'  Ciompi,  che  si  diafece  di 
settenibre  1378  e  le  due,  che  si  disfeciono  di  gennaio  1381.  Questo  inteso  la  brigata  delle 
famiglie  e  de'  mercatanti  s'armarono  ed  andarono  al  palagio,  e  lo  gonfalone  della  giuatizia 
e  quello  della  Parte  guelfa  ed  il  Capitano  del  Popoio  ed  il  Capitano  della  guerra  e  ri  si  5 
assembrarono  dietro  a  quelia  brigata.  Ed  ultimamente  non  ne  ritrovarono  niuno,  anzi  s'erano 
disarmati  e  nascosti  in  casa,  owero  non  ancora  ragunati  insieme.  Le  'nssegne  tomarono  al 
palagio  e  la  brigata  si  disarmb;  e  lo  Podest^,  perocch^  armati  8'erano  in  Mercato  nuovo 
grande  quantit^  di  ribanditi  colla  insegna  della  Parte  e  con  gran  numero  d'uomini,  e  non 
voleano  rendere  la  'nsegna,  si  diliber6  di  volerla,  ed  ebbesi,  e  la  brigata  si  disarm^  con  gli  10 
altri.  E  la  sera  seguente  il  Podesth  inquiai  quattro  capi  di  coloro,  ed  il  secondo  di  di^  loro 
bando  di  turbare  il  pacifico  Btato;  11  quali  furono  questi: 

Bernardo  Beccanugi 

II  Moscone  suo  figliuolo 

Andrea  di  Bartolone  15 


20 


/.,  XI,  10«     RuBRiCA  918*  —  ^testi'  sono  i  confinati  del  di  i^  di  marzo  -per  lo  Cafitano. 

Piero  Fastelli 

Recco  di  Giudo  Guazzi,  capitano  di  CoUe  a  FuUgno 

Giovanni  d'Amerigo,  del  Bene,  capitano  di  Pistoia 
lacopo  d'Ubaldino  Fastelli  |      _,     , 
Bino  di  Bino,  rimendatore    j 
Lionardo  di  Bellincione,  saponaio,  a  Grosseto 
Michele  di  Lando  a  Chioggia 

Verozzo  Giraldi  a  Triesti  25 

Andrea  di  Pacchio  Adimari  a  Pisa,  o  oltre  le  40  miglia 
lacopo  di  Salvestro  Buonfigliuoli  a  Ricanati 
Giovanni  di  Pagolo  di  Ser  Bartolo  a  Osimo 
Francesco  di  lacopo  del  Bene  a  Fermo 

Salvestro  di  Giovanni  Cortenuova  a  Argenta  30 

lacopo  di  Comello  da  Castel  Fiorentino  a  Orbatello 
Lodovico  di  Piero  Baldovinetti  a  Vinegia 
Andrea  Franceschi  ^ 

Filippo  di  Pagolo  Corbizi     \        "" 

Messer  Bettino  Covoni.     Era  in  ambasciata  a  Re  Carlo  35 

Giovanni  di  messer  Pino  de'  Rossi  a  Nizza 
/.,  XI,  109  lacopo  '  d'  Ubertino  degli  Strozzi  a  Manfredonia 

Lapo  di  Lippo  Grimelli  a  Chiusi 

lacopo  di  Simone,  bacinaio,  a  Sinalunga.     Nel  margine:  Era  Castellano  a  Susinana 
Francesco  di  Chele  a  Montefiascone  40 

Feozzo  Casini,  cimatore,  a  Toscanella.     Nel  margine:  Era  Podestk  di  Gambassi 
Sandro  di  Basilio,  tintore,  a  Cometo. 

Tutti  i  predetti  confinati  di  tre  anni,  e  debbono   avere   sgombro  il   contado  e  distretto 
di  Firenze  infra  due  di,  e  osaervare  i  confini,  a  pena  d'e8sere  rubellL 


39.  ntl  mmrgint  dtlla  steuo  m«m>:  Tornara  d'ambuclat«  dal  Papa. 


[A.  1382]  CRONACA  FIORENTINA  40» 

Questi  sono  H  12  ch'e'  Priori  ristituirono   ammoniti,   avere  possono  gli  ufici  4  delle  14 
minori  Arti,  e  8  delle  maggiori  7  e  scioperati. 

Andrea  di  Collino  Grandoni,  lanaiuolo 
Banco  di  Tosco,  rigattiere 
5  •  Bernardo  di  Sslvestro  Buonfigliuoli 

Giovanni  di  Ruberto  Ghini 
Ser  Ristoro....  {lacuna)  da  Fighino 
Giovanni  di  Mancino  Sostegni. 

m 

RuBRiCA  919*   —   Come  fer  gli  Consigli  si  die  balla  di  correggere   qtiello  che  si  fece  -per 
10  vigore  del  frimo  ■parlamento. 

Nel  detto  anno  1381  dl  14  di  marzo  essendo  molti  e  vari  parlari  dello  sconcio'  atto  del-  /.,  xi,  iio 
Tultimo  parlamento  fatto  dl  10  di  marzo,  e  de'  Priori  che  osservato  Tavieno  in  torre  i  gon- 
faloni  a  buoni  uomini,  e  confinare  chi  no  '1  meritava,  e  dare  bando,  ed  altre  cose  che  in 
ci6  si  contiene,  l'Arti,  e  buoni  uomini  si  levarono  a  biasimare  le  predette  cose,  e  tanto  fe- 
15  ciono  che  per  gli  Consigli,  li  Priori  ed  uno  per  Arte  ed  uno  per  gonfalone,  due  degli  Ufi- 
ciali  della  guardia,  due  de'  capitani  della  Parte,  due  de  Sette  della  Mercatanzia,  due  de'  Dieci 
della  Libertk  avessero  balia  con  gli  Priori  e  CoUegi  correggere  le  cose  di  quello  parlamento. 

^este  sono  VArti  e  i  Collegi  della  dalia. 

Filippo  di  Tommaso  Corbinelli    »  .      .    ,.  p 

20  Lorenzo  d'Agnolo,  maliscalco      | 

Francesco  di  ser  Piglialarme  i   _.     .    ,.  ,  .i       ^ 
.     ,         ,.  ,^       .     °  .  \  Dieci  di  Liberta 

Andrea  di  Vanni  Tosi  | 

Niccol6  di  Bono  Rinucci     1    ,  ,  t^.     .    ,  „    ,, 

A    j        j-  xT-       M.  -n    ^-       }   de    Dieci  della  Mercatanzia 

Andrea  ai  Niccolo  Betti      j 

25  Ser  Bernardo  Carchelli  per  giudici  e  notai 

Messer  Antonio  degli  Alberti  per  gli  mercatanti 

Messer  Veri  di  Cambio  de'  Medici  per  lo  Cambio 

Messer  Zanobi  da  Mezzola  per  TArte  della  lana 

Simone  Vespuccia  per  Porta  S.  Maria 
30  Giovanni  Federighi  per  speziali  e  merciai 

Cristofano  di  Bartolo,  vaiaio  per  vaiai  e  pillicciai 

Zanobi'  di  Bonvanni,  beccaio,  per  gli  beccai  /.,  xi,  iii 

Benghi  del  Panza  per  gli  calzolai 

Giovanni  di  ser  Dato  per  fabbri 
35  Lapaccio  del  Toso,  linaiuolo  per  rigattieri  e  linaiuoli 

Matteo  di  Geri,  fomaciaio  per  mastri 

Neri  di  Riccuccio  per  vinattieri 

Antonio  di  Ghieri,  albergatore  per  gli  albergatori 

Giovanni  Dietisalvi,  biadaiuolo  per  gli  oliandoli 
40  Zanobi  di  Dino,  pezzaio  per  gli  galigai 

Bartolommeo  di  Giovanni  Baroncini  per  corazzai 

Nuccio  di  Matteo,  tavolacciaio  per  coreggiai 

lacopo  del  Riccio,  fabbro  per  chiavaiuoli 

Bono  di  Pepo,  cofanaio  per  legnaiuoli  , 

45  Griunta  di  Bartolo,  fomaio  per  fomai. 

I.  sono]  omm,  L 


410  CRONACA  FIORENTINA  [A.  lasaj 


^uesti  sono  utio  -per  gonfalone. 

MeMcr  Vieri  de'  Bardi 
Barduccio  di  Cherichino 
Bono  di  Taddeo  Strada 
Bartolommeo  Capponi 
Lionardo  deirAntella 
Bardo  Mancini 
Buono  di  Bese  Busini 
Giovanni  Riccialbani 
/.,  zi,  112  Messer'  Donato  Acciaiuoli  10| 

Manetto  degli  Spini 
Arrigo  Mazzinghi 
Marcuccio  degli  Strozzi 
Nardo  di  Chele  Pagnini 

Bartolommeo  di  Lorino  15 

Bardo  di  Niccol6  di  Luti 
Messer  Tommaso  di  Neri  di  Lippo. 

Tutti  gli  sopradetti  insieme  co'  Priori  e  gonfalonieri  di  Compagnia  e  con  12  buoni  uomini 
ebbono  balia  di  correggere  le  predette  cose  fatte  nel  parlamento  infra  10  di,  dal  dl  che  la 
petizione  fu  vinta  nel  consiglio  del  Comune,  ci6  fu  a'  di  16  di  marzo.  20 

RuBRiCA.  920*  —  Come  quelli  della  bal\a  feciono  fiu  cose,  infra  Valtre  cih  che  segue. 

Per  la  detta  balia  presa,  fu  in  Firenze  molti  monnorii,  ed  a  cui  parea  che  correggessero 
le  cose  fatte  in  quello  parlamento,  ed  a  cui  dispiacea,  come  sempre  fu  di  Comuni,  ch'a  cui 
piace,  ed  a  cui  dispiace.  Ultimamente  eglino  pure  ragunati  insieme,  cominciarono  a  correg- 
gere;  e  in  effetto  degli  confinati,  ch'erano  25,  ne  levarono  6  che  non  andassero  a'  confini,  25 
/.,  XI,  113  e  quelli  ch'erano  confinati  ancora  ebbono  grazia,  imperocchfe'  da'  confini  furono  agevolati, 
imperocchfe  furono  mutati  loro  i  confini,  quasi  a  tutti,  dove  a  loro  piacea  piii  d^essere,  sal- 
voch^  piCi  che  tre  non  ne  fussero  per  Terra. 

^uesti  furono  li  sei  chefu  loro  levato  i  confini,  che  doveano  (ivere  fer  vigore  della  detta  batia, 

Piero  Fastelli  Petroboni  30 

Bino  di  Bino,  rimendatore 

Salvestro  di  Giovanni,  tintore 

Lodovico  di  Piero  Baldovinetti 

Filippo  di  Pagolo  Corbizi 

Lapo  di  Lippo  Grinzelli.  33 

RuBRiCA  921*  —  ^ello  che  feciono  i  fredetti  della  balia,  i  quali  furono  segreti  infino  allo 
s-pirare  del  di  lo. 

Per  lo  mormorio  lo  quale  fu  delli  6  levati  de'  confini,  di  che  di  sopra  fatto  aviamo  men- 
zione,  perocchfe  molti  diceano  dovere  essere  intra  '1  numero  de'  25  sei  piii  degni  di  grazia 
che  questi,  per6  o  meno  avieno  offeso,  ovvero  v'era  di  quelli  che  offeso  non  avieno,  molte  40 
parlanze  n'uscirono.  Di  che  per  non  avere  n^  preghiere  di  rimovere,  n^  che  scandolo  non 
uscisse,  e  se  uscire  ne  dovesse,  fosse  alla  fine,  e  prowedersi  di  romore,  mandarono  i  Priori 
/.,  XI.  lu  per  le  Vicherie  del  contado,  e  fecionle'  venire;  sicchfe  l'ultimo  de  10  di  vi  furono  in  Firenze 
assai  gente  d'arme,  e  poi  piuvicarono  ci6  che  fatto  avieno,  che  in  effetto  fu  questo: 


[A.  1382]  CRONACA  FIORENTINA  411 

Che,  conciofossecosache  nel  parlamento  fosse  che  niuno  smonito,  n^  suo  discendente 
potesse  avere  uficio,  e  se  imborsato  fosse,  si  stracciasse,  corressero,  che  infra  quattro  anni 
non  potessero  avere  uficio;  e  cosi  quelli  che  imborsati  erano,  se  tratti  fussero,  si  straccias- 
sero;  e  se  infra'  quattro  anni  niuno  ne  rimanesse  nelle  borse,  che  non  fosse  tratto  e  strac- 
5  ciato,  poi  passati  11  quattro  anni  potesse  accettare  ogni  uficio ;  e  se  squittini  si  facessero  il 
detto  tempo,  potessero  essere  imborsati,  ed  avere  ogni  uficio  a  che  tratto,  o  eletto  fusse. 
Paria  grazia,  ma  fu  piccola;  perocch^  infra  i  quattro  anni  vi  debbono  essere  tutti  veduti  e 
stracciati,  ed  a  rifare  lo  squittino,  bench^  vincessero  il  partito,  per  lo  vecchio  ch'era  per 
quello  tempo,  ve  n'era  tanti,  che  se  bastato  fosse,  ve  n'era  per  17  anni  o  piu;  sicch^  a  buona 
10  speranza  potea  stare  lo  smonito. 

Item  dovecchfe  '1  Capitano  del  Popolo  dovea  avere  20  lance  gli  furono  levate. 

Item  che  dove  dovea  a  certa  pena  fare  25  rubelli,  ancora  questa  pena  si  tolse. 

Item  che  de'  beni  del  Conte   di  Monte   Carelli,  che   restituire  si   doveano,  si  Iev6   via, 
e  che  non  si  dovesse  restituire. 
15  Item  che  '1  Moscone  fosse  castellano  si  lev6  via,  che  n6. 

Item'  che  la  restituzione  delle  case  arse  e  rubate  non  si  dovessero  ristituire.  /.,  xi,  us 

Item  che  tutti  coloro  i  quali  doveano  riavere  le  condennagioni  pagate,  ancora  dilibera- 
rono  che  non  le  riavessero,  ed  altre  cose  feciono  che  non  sono  da  impacciarne  scrittura  per 
non  esser  degne  di  memoria. 
20  Item  feciono  ordine  che  dopo  li  quattro  anni  niuno  smunito  non  possa  avere  in  uficio, 

se  non  uno  per  volta.  Questo  fu  loro  il  maggiore  segno,  ch'eglino  potesse  avere,  perocch^ 
sempre  saranno,  osservandosi  questi  tenuti  Ghibellini,  da  non  si  potere  finire;  perocchfe  ogni 
volta,  che  se  '1  Priorato  n'ara  uno,  fark  sospetto  a'  compagni,  chi  per  lo  segno,  e  chi  per 
non  essere  tenuto  di  loro  setta,  e  guarderannosi  li  compagni  di  non  avere  con  lui  colloquio 
25  di  cose  segrete.     E  cosi  addiverrk  in  ogni  uficio  della  cittk,  in  che  eglino  fieno  eletti  o  tratti. 

RuBRiCA  922*  —  Come  vennono  lettere  in  Firenze  del  Duca  d' Angib  e  -poi  ambasciata. 

Nel  detto  anno  1381  del  mese  di  marzo  vennono  in  Firenze  lettere   del  Duca  d'Angi6, 
ciofe  dello  Re  di  Francia,  e  balio'  dello  reame  e  Re  di  Francia.     Le  quali  lettere  significa-       /.,  xi,  ii6 
vano,  ch'egli  facea  a  sapere  al  Comune  di  Firenze,  che  Bernardo  di  Cino  BartoUni  da  Fi- 

30  renze  suo  servidore,  che  era  appresso  a  lui  in  Parigi,  e  gli  avea  detto  suo  segreto  de'  fatti 
d'  Italia,  a  cui  il  Comune  desse  piena  f ede,  come  a  lui.  L'e£fetto  dello  scrivere  di  Bernardo 
fu  questo:  Che'  egli  amava  la  cittk  e'  cittadini  di  Firenze,  come  suoi  cari  amici,  e  che  a 
loro  significava  che  egli  era  per  passare  in  Italia  al  soccorso  della  reina  Giovanna,  la  quale, 
come  detto   h  addietro   rubrica  896,  era  presa  per   lo  re   Carlo,  e   privata  dello   regno   per 

35  Urbano  papa,  e  che  il  detto  Duca  d'Angi6  mandava  suoi  ambasciadori  a  bocca  narrando 
per  Italia  le  predette  cose  ed  altre  assai  intomo  alla  detta  materia.  E  del  detto  mese  ven- 
nono  ambasciadori  solenni ;  uno  Prelato  e  due  altri  nobili  uomini,  i  quali  alli  Priori  spuosero 
loro  ambasciata  in  questa  forma,  ciofe:  "  Salute,  etc.  prof erte,  etc.  , ,  e  richiesero  il  Comune, 
che  non  dovesse  in  niuno  modo  coUegarsi  col  re  Carlo,  n6  con   niuno  nimico   dello  Re   di 

40  Francia,  n^  del  Duca  d'Angi6,  e  TAmbasciata  fu  da  parte   dello  Re  e  del  Duca;  e  che  il 
Comune  di  Firenze  si  dovesse   collegare  a  fare   compagnia  coUo  detto  Duca  d'Angi6,  sap- 
piendo  che  pifi  tempo  dinanzi  la  Reina  avea  tolto  un  suo  figliuolo  adottivo,  il'  Duca  d'Angi6,       /.,  xi,  117 
ed  egli  avea  accettato.     A  loro  fu   fatto  grande   onore,  e  convitati  dai  Priori;  e  tenuto   di 
ci6  consiglio,  fu  loro  risposto:  II  Comune  rallegrarsi  e  ringraziare  li   saluti  e  le  proferte,  e 

:45  che  d'ogni  sinistro  caso  avvenuto,  o  che  avvenisse,  infra  loro  padri  e  famiglie,  cio^  tra  la 
Casa  di  Francia,  sempre  loro  graverebbe,  e  sempre  ebbono  per  padri  e  mantenitori,  e  cosl 
amavano  1'  uno  e  Taltro,  e  riveriano  cosl  quelli  di  Francia,  come  quelli  di  Puglia,  e  che  tra 
loro  non  piglierebbono  parte  nh.  in  offendere,  nfe  in  diiendere,  ma  sempre  ogni  bene  ed  ogni 


412  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1382] 


concordia,  che  mettere  ri  potesse  tra  loro,  il  Comune  avere  e  persone  vi  metterebbe  sempre. 
Questa  fu  in  effetto  la  rispoflta  del  Comune  di  Firenze;  e  cori  del  detto  mese  di  marzo  si 
pArtirono  li  detti  ambasciadori  della  cittk  di  Firenze,  ed  andarsene  onorati  di  parole  e  di 
conviti  e  di  compagnia  infino  a  casa  li  Priori;  ma  quando  cavalcarono  non  fu  per6  loro 
fatta  compagnia;  quale  si  fosse  la  cagione,  o  per  non  dispiacere  allo  re  Carlo,  o  per  non  5 
essere  li  Priorl  meglio  provveduti.  Ma  pure  allo  re  Carlo  ed  al  papa  piacque  a'  Priori 
signiiicare  la  copia  della  lettera  e  della  ambasciata  fatta  a  bocca  per  parte  dello  Re  di 
Francia  e  Duca  d*Angi6  al  Comune  di  Firenze. 

/.,  XI,  lii     RuBRiCA  923*  —  Come '  in  Ftrenze  si  levarom  molti  baldanzosi,  e  feciono  segno. 

Nel  detto  anno  essendo  nelle  predette  furie  e  contese  le  cose  della  cittk  di  Firenze,  10 
sempre  parvono  di  condizione,  che  o  per  pigrizia  de'  Mercatanti,  ovvero  per  soperchia  bal- 
danza  de'  pochi  savi,  e  soprabbondanti  baldanze,  la  citt^  ebbe  sempre  genti  che  si  sono 
fatti  segni,  e  per  sperienza,  come  scritto  abbiamo,  se  ne  dovieno  correggere;  imperocchfe 
mai  nella  cittk  di  Firenze,  niuno  si  fece  segno,  che  non  fosse  saettato.  E  come  narrato  ab- 
biamo  addietro  rubrica  901  che  i  capi  dello  passato  istato  innanzi  a  questo  furono  chi  morti  15 
e  chi  cacciati;  e  cosi  in  ogni  stato  narrato  abbiamo  essere  intervenuto,  il  simile  pure,  non 
avendo  in  ci6  asemplo,  molti  si  feciono  segno  nella  citti,  infra'  quali  furono  questi  di  fami- 
glie  e  di  nobilt^  e  appresso  artefici. 

Messer  Stoldo  Altoviti        I  r,    ,,    .     ^t 

,,  „       ^     ...,.}  S.  Maria  Novella 

Messer  Donato  Acciaiuoli  )  20 

Michele  di  Vanni  di  ser  Lotto  Castellani  l  o    p 

Mesaer  Benedetto  degli  Alberti  i 

Messer  Vieri  di  Cambio   de'  Medici        \ 

Giovanni  di  Cambio,  detto  Balestrieri     \  S.  loanni 

Messer  Biagio  di  Bonaccio  Guasconi      I  25 

'-.  ",  11»  Messer'  Tommaso  di  Guccio  Soderini  \ 

Lorenzo  di  Filippo  de'  Capponi  S.  Spirito. 

Bigliotto  di  Sandro  Bigliotti 

Messer  Gherardo  di  messer  Lorenzo  Buondelmonti  S.  Maria  Novella 

Bettino  di  messer  Bindaccio  da  Ricasoli  S.  Croce  30 

Simone  di  messer  Pepo  Cavicciuli  S.  loanni. 

Comecchfe  questi  Grandi  non  facessero  molto  segno  di  se,  pure  eglino  erano  careggiati 
da'  predetti  popolani  maggiori;  ma  non  perch^  volessero  i  popolani  lasciargli  pigliare  troppo 
del  campo,  ed  i  Grandi,  comecchfe  se  lo  conoscessero,  nondimeno  per  migliore  si  strigneano 
con  loro;  e  cosi  chi  era,  ed  a  cui  parea  essere  gran  segno.     GH  artefici  sono  questi:  35 

Fantone  di  Naldo  Fantoni,  vinattiere  1  c    o  •  • 

Simone  d'Agnolino,  pezzaio  (     ' 

Simone  del  Chiaro,  fabbro    \  ^    ^ 

Antonio  Martini,  beccaio       i     '  ^*-^^^ 

Bernardo  d'Andrea,  corazzaio   1  40  j 

Lapaccino  del  Toso,  linaiuolo 

Ricco  del  Teghia,  linaiuolo 

Benghi  del  Pancia,  calzolaio     '  1  c    t 

Francesco  di  Neri  Fioravanti,  maestro  j     '    ***°^ 

Questi  artefici  insieme  co'  predetti  maggiori  erano  il  maggiore  segno  della  cittk,  comecch^  45 
«Itri  ci  fossero  in  ogni  quartiere;  ma  costoro  erano  nel  meoare   le  cose  del  palagio  e  del- 


S.  Maria  Novella 


[A.  1383]  CRONACA  FIORENTINA  413 

rarme '  innanzd  agli  altri,  come  che  essendo  a  venire  alle  f ave,  vogliendo  grazie,  o  cose  dal  /.,  xi,  m 
Comune,  non  sarebbono  pero  stati  i  piu  creduti;  perocchfe  molti  infra  loro  v'erano  stempe- 
rati,  e  faceano  sollevare  ad  arme  cui  a  loro  piacea;  e  se  non  fosse  la  temperanza  di  molti 
buoni  uomini,  averebbono  messo  ad  arme  la  Terra  piu  spesso  che  non  faceano,  comecchfe 
assai  la  metteano,  e  troppo,  non  che  assai.  Ed  infra  gli  altri  furiosi,  Fantone  e  Simone, 
artefici,  e  Biliotto  de'  maggiori:  costoro  del  quartiere  di  S.  Spirito  facieno  intrare  in  arme 
tutti  li  minuti  a  loro  volontk.  Ed  h  vero  che  in  Firenze  avea  certi,  li  quali  furono  arse  le 
loro  case  nel  1378  che  ogni  di  averebbono  voluto  romoreggiare  per  avere  menda  de  i  loro 
beni;  infra'  quali  erano  questi:  , 


10  Messer  Filippo  di  messer  Tommaso  Corsini     1    „    <;  •  •+ 

Messer  Tommaso  di  Guccio  Soderini  j      * 


Michele  di  Vanni  Castellani 
Alberto  di  Lapo  di  Castiglionchio 
Carlo  di  Strozza  degli  Strozzi,  S.  loanni 
15  La  famiglia  de'  Mangioni  per  la  morte  de'  loro,  S.  Maria  Novella. 


i     S.  Croce 


E  nota  lettore,  come  narrato  ^,  tutto   ci6  che   di  male  e  stato  nella  benedetta  citta  di 
Firenze,  nulla   cosa  b  proceduto,  se   non  da   volere  gli  ufici,  e  poi   auti,  ciascuno  a  volerli' 
per  se  tutti,  e  cacciarne  il  compagno,  come  fece  lo  Spinoso,  quando  lusing6  la  Serpe  nella     /.,  xi,  121 
buca;  perocch^,  poich6  Firenze  ebbe  le  divisioni  de'  Guelfi  e  GhibelHni  in  qua,  sempre  sotto 

20  colore  di  Guelfi  si  sono  ammoniti  gli  uomini,  e  detti  Ghibellini  non  ad  altro  fine  che  avere 
per  se  gli  ufici,  e  toltogli  al  compagno;  ed  h  in  questo  trovato  rammonire  ed  il  confinare 
ed  il  porre  a  sedere  ed  il  divieto  degli  ufici,  ed  infino  a  questo  dl  per  ogni  uomo  che  ha 
guadagnato  d'ufici,  mille  n'hanno  perduto,  sanza  ranima  e  le  niraicizie,  che  per  lo  uficio, 
nello  uficio  sono  acquistate;  che  quando  uno  h  nello  uficio,  se  la  ragione  dh,  e  contra  a  cui 

25  viene  ogni  dispiacere,  o  in  danno  di  pecunia  o  d'aItro,  assai  sia  ragionevole . . . .  (lacuna)  che 
contra  a  cui  h  venuta,  mai  contento  non  b  stato;  ma  sempre  in  malavoglienza  di  chi  I'ha 
data  h.  fatto,  e  sempre  pensato  alla  vendetta,  e  quando  s'fe  ritrovato  ne'  luoghi  non  ha  pen- 
sato,  se  non  come  abbia  voluto,  o  potuto,  disfare  chi  a  diritto,  0  a  torto,  sentenzia  contra  a 
Ixii  ha  renduta.     E  a  tanto  era  la  cosa,  che  per  lo  ammonire  era  maggiore  il  colpo,  perocchfe 

30  era  in  etemo  Tordine  contro  a  se,  e  tutti  i  suoi  discendenti  s'accozzavano  di   volere  essere 
capitano  di  Parte  per  ammonire,  e  quando  erano  in  ofiizio  i  capitani  si  ristrignieano  insieme, 
e  diceano  Tuno  airaltro:   *  Non  hai  tu  alcuno'  nemico,  a  cui  tu  vogli  farenoia?„.    E  cosl     /.,  xi,  122 
ne'  parlari  raccozzati  insieme  ciascuno   mettea  il  suo   o  i  suoi,  e   poi  a  una  fava  facieno   il 
partito;  ed  era  venuta  a   tanto,  come  narrato  h  in   piu  luoghi   addietro,  che  cosl  il   Guelfo, 

35  come  il  Ghibellino,  era  ammonito,  ed  era  sospetto  al  Comune;  sicch6  per  gli  ufici  e  dalli 
benedetti  ufici,  per  ambizione  di  volerli,  e  di  non  volere,  che  altri  che  egli  gli  avesse,  ogni 
dissenzione  della  magnifica  e  benigna  cittk  di  Firenze,  ogni  cosa  procedea;  e  ogni  uomo 
di  fuori :  e  compagnie,  e  signori,  e  tiranni  avvilivano,  e  cavalcavano,  e  predavano  la  cittk  di 
fuori  per  le  divisioni  dentro ;  e  talora  il  terzo  gente  di  fuori  a  tre  tanti  soldati  del  Comune 

40  tenieno  carapo,  non  ostante  che  oltre  a'  soldati  Fiorentini,  ch'erano  tre  tanti  ch'e'  nimici, 
Firenze  dentro  dalle  mura  avea  1 5  000  uomini  d'arme,  sanza  la  innumerabile  gente  delle  Ca- 
stella  e  Terre  e  Ville  del  contado  e  distretto  di  Firenze;  e  dove  quattro  anni  addietro  era 
dottata  e  temuta  la  cittk  di  Firenze  da  papa,  imperadore  e  da  ogni  signore,  e  allora  era  in 
tanto  basso  e  vile  stato,  che  poche  lance  la  vituperava  per  divisioni  dentro  la  cittk  de'  cittadini. 

43  RuBRiCA  924*  —  Come'  in  Firenze  guasi  si  rifrese  Varmi  fer  certi  che  furono  fresi.  /.,  xn.  1 

Pare  che  serapre,  quando  la  cittk  di  Firenze  si  coraincia   ad  arme,   la  gente  stia  gran 
terapo  innanzi  del  tutto  si  riposi;  e  cosi  per  ogni  piccolo  raovimento   rarme  lasciate  subito 


35.  ltxemna\  I,  eolma  la  iaeuita  con  pare.  ForM»  si  fotrtblm  tufflir»  eon  /«  jfarohi  se  non  che 


414  CRONACA  FIORENTINA  f A.  iwai 


«5  ripifjliarono.     D!  cTie  volendo  i  Priori  purf  farc  landare  rarme,  andando   per  la  citta  la 

famifjlia  de'  Rettori,  e  pipfliando  uno  del  popolo  minuto  per  rarme,  dicendo  un  altro:  "  Non 

"lo  menate  in  tanta  furia„,  si  fu  egH  preso,  e  per  quelle  parole   lo   Rettore  il   volle   fare 

/..  xp.  3      morire.     Di  che  per  questo  molti  di  loro  genti  ed  anco  delli  ritomati  ribanditi  aiutavano'  sol- 

levare  la  cosa,  che  ogni  dl  vorrebbono  avere  fatte  novit^,  per  riavere  alle  spese  altrui  di  5 
loro  beni  piii  tosto  che  la  legge  non  avrebbe  voluto.  E  stando  in  questo  sollevamento,  fu- 
rono  presi  due,  li  quali  si  disse  che  dovieno  uccidere  il  figliuolo  di  mesaer  Luca  da  Panzano 
a  poRta  de'  Quaratesi,  loro  antichi  nemici.  E  cosi  presi,  esaminati,  uno  di  loro,  trovandosi 
essere  nato  per  madre  d'una-  bastarda  de*  Quaratesi,  quasi  ai  d\h  per  molti  fede  esaere  vera 
la  cosa;  donde  se  prima  bulicava  la  cosa,  maggiormente  fu  in  arme  quasi  ogni  uomo,  e  chi  10 
dicea  morissono  tutti  e  tre,  e  chi  dicea:  campino;  e  chi  avea  parlato  per  lo  preso  deirarme 
fusse  libero,  ed  alVuno  de'  due,  che  si  diceano  assassini,  si  tagliasse  la  mano ;  e  cosi  si  cre- 
dette.  Ma  preso  il  manigoldo,  e  venuti  in  su  il  palagio,  in  quella  ora  cosi  di  notte  fu  ta- 
gliato  la  testa  ad  amendue;  poi  messo  bando  che  ogni  uomo  tomasse  a  casa,  e  ponesse  I'anne, 
e  gran  guardie  si  feciono.     E  questo  fu  lo  sabato  deirUlivo  a'  di  29  di  marzo  1382.  IS 

RuRBiCA  925*  —   Comc  fu  morto  uno  fe  7  quMle  fu  fosta  in  arme  Firenze  e  certi  ammoniti 
con  fanti  dello  ucciditore  furono  disfatti. 

/..  zu,  3  Nell'anno  1382  e  mese  d'aprile  uno  Francesco  di  Giandonato,  chiamato  Trucca,'  coiaiolo, 

vicino  d'una  famiglia  di  coiai,  i  quali  furono  per  addietro  ammoniti,  che  per  alcuno  tempo 
s'aizzarono  insieme,  essendosi  posti  di  prestanza  certi  denari  a  riavere  alVestimo,  per  bisogno  20 
di  Comune,  fu  runo  di  questi  16  a  porre  li  danari  quello  Trucca;   di    che  ne  venne  a  pa- 
gare  a  quelli  coiai  fiorini  100,  ciofe  a'  Giraldi.     O  ch'egli  parlassero  della   gravezza   contra 
a  costui,  ch'era  stato  de'  16  Tuno  a  porli,  o  come  che  '1  fatto  v^andasse,  uno  giovanetto  de' 
Giraldi,  ch'avea  forse  22  anni,  ch*avea  nome  Pagolo  di  Giraldo^  uccise  quello  Tracca,  e  fu 
con  lui  uno  nato  per  femmina  de'  detti  Giraldi.     I!  romore  fu  grande;   e  che  gli  ammoniti  25 
ed  i  Ghibellini  uccideano  li  Guelfi.     And6  di  furia  la  famiglia  del  Capitano,  e  tutte  le  robe 
delle  donne  e  masserizie  letta  ed  ogni  cosa  missero  in  sul  fuoco,  e  fatto  ardere  raolte  mas- 
serizie,  le  quali  valeano  assai,  perocch'erano  ricchi,  e  teneano  tre  masserizie,  e  disfatto  parte 
delle  case,  ed  oltre  a  questo  furono  tre  di  loro  che  n'ebbono  bando  e  tre  confinati  e  bando 
di  danari.     E  certo  si  volle  dire  non  essere  colpevoli,  se  non  li  malfattori  ch^uccisero;  co-  30 
mecchfe  alquanti  volessero  dire  che  con  consigHo  loro  era  fatto.   Poi  si  disse  che,  o  colpevoli  o 
non  colpevoli,  si  segui  meno  ancora  che  una  riformagione,  ch'era,  iion  dicea:  imperocchfe  in 
terzo  grado  pare  che  si  stenda,  a  chi  offende  alcuno,  per  rispetto  dello  offizio  che  abbia  avuto. 

/.,  XII.  4      RuBRiCA,  926*  —  Come  andarono  ambasciatori  al  re  Carlo  -per   la  citta   d^Arezzo  che  v^era 

dentro  la  Comfagnia.  35 

Nel  detto  anno  e  mese  d'aprile,  pensando  Tangoscia  che  ogni  dl  8'avea  della  brigata  che 
sotto  il  segno  del  re  Carlo  tenieno  a  Arezzo,  parve  fosse  da  mandare  ambasciadori  al  re 
Carlo,  i  quali  furono  questi:  Maso  di  Luca  degli  Albizi  e  Giovanni  di  Cambio,  detto  bale- 
striere;  i  quali,  tornati  di  giugno,  recarono  d'avere  certa  guardia. 

RuBRicA  927'  —  Come  si  fece  ordine  (Taccattare  denari  fer  rendere  le  fossessioni  a^  ritor-  40 
nati  ribanditi. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  maggio  si  fece  riformagione,  avendo  provato  ogni  altro  modo 
che  '1  Comune  potesse  accattare  fiorini  20  000  d'oro  a  8  per   cento   Tanno,  e  porre  a'  con- 


a^  Glraldo]  Imtmma  in  G.R.  smf^Uta  tn  ntta  da  I. 


[A.  1382]  CRONACA  FIORENTINA  415 

tadini  uno  estimo,  e  di  questi  cotali  danari  si  dovessono  ristituire  le  possessioni  de'  ritornati 
ribanditi.     L'estimo  era  circa  12  000  fiorini,  e  quasi  la  metk  delle  loro  possessioni' si  ricom-        /.,  xn,  5 
peravano,  e  l'avanzo  aspettavano  di  riavere,  secondo  Taltra  riformagione  detta  addietro,  ru- 
brica  386.     Pure  la  cosa  s'indugi6  un  poco  per  le   'nfrascritte   cagioni   qui    dappi^  narrate, 
5  secondochfe  si  disse. 

RuBRicA  928'  —  Come  in  Firenze  fu  bisbiglio  (Tuno  trattato,  di  che  alcuni  ne  furono  inqui- 
siti  e  bandeggiati  alcuni. 

Nel  detto  anno  e  mese  fu  bisbiglio,  ed  una  notte  ogni  uomo  intr6  in  arme,  ed  i  gon- 
faloni  uscirono  fuori,  perocchfe  si  disse  che   li   ciompi  voleano   correre   la   Terra  e   rubare. 

10  Ed  in  effetto  alquanti  a  Belletri  s'armarono,  e  veniano  a  torre  il  gonfalone  del  Drago  verde, 
quartiere  di  S.  loanni,  e  poi  accozzarsi  a  Santambruogio  con  gli  altri  ciompi,  e  nel  quar- 
tiere  di  Santo  Spirito  alquanti  ancora  si  doveano  armare  ciompi.  Onde  il  Capitano  del  Po- 
polo  s'arm6  con  foresteria  e  con  vicherle  del  contado,  ed  abboccossi  al  Canto  alla  Macina 
con  una  brigata,  e  nel   vero   gli   assall,  e  ruppe;   ma  non  gli  segul,  n^  non  ne  fu  preso  al- 

15  cuno.    La  cagione  chi  disse  d'un  mo'  e  d'un   altro;   ma   pure   lo   effetto  fu  questo,  che  si 
disse  che  questi  ciompi  con  certi  de'  tornati  doveano  correre  e  rubare  ed  uccidere  le   case 
degli  ammoniti  e  Ghibellini  e  sospetti;'  e  cosi  rubati  poi  li  beni   loro,   ristituire  li  ritomati.        /.,  xu,  ♦ 
Questa  fu  cosa  cosl  detta,  e  parve,  o  tutto,  o  in  parte  essere  vero;  perocchfe  n'ebbe  bando 
per  la  presura  d'  uno  ciompo,  chiamato  Pitana,  Pigello  di  messer  Talano  Cavicciuli  e  Matteo 

20  di  messer  Luca  da  Panzano,  ch'erano  di  questi  ritornati,  ed  a  quello  Pitana  fu  tagliato  il 
capo.  E  dissesi  ch'era  gran  trama,  e  grandi  uomini  vi  teneano  le  mani;  la  veritk  rimanga 
in  suo  luogo,   ma  in  gran  bisbiglio  and6  la  cosa. 

RuBRicA  929*  —  Come  gli  ambasciadori  del  re  Carlo  vennono  in  Firenze,  e  fecesi  accordo  con 
quelli  d^Arezzo,  e  noi  ne  fagammo  forini  20  000. 

25  Nel  detto  anno  e  mese  di  maggio  gli  ambasciadori  del  re   Carlo   vennono   in   Firenze, 

o  vero  airuscita  d'aprile,  ed  in  effetto  molto  gratulandosi  dello  stato  della  cittk;  e  poich'egli 
erano  venuti  per  trarre  d'Arezzo  le  compagnie,  e  torgli  al  soldo,  e  li  Fiorentini  ne  pagarono 
fiorini  20  000.  E  questa  benedizione  a  Firenze,  che  sono  sl  dolci  i  danari  de'  Fiorentini, 
che  ogni  uomo  ne  vuole.     E  cosl  uscirono  d'Arezzo,  e  lasciarlo  ben  concio,  come  addietro 

30  abbiamo  narrato,.  e  la  robberia  ne  venne  in  Firenze,  e  neiraltre  Terre  a  vendersi. 

RuBRicA  930"  —  Come^  fu  morto  uno  medico,  e  disfatta  una  famiglia,  c  frcssocche  un'  altra       /.,  xu,  7 
cacciata  e  disfatta, 

Nel  detto  anno  e  mese  di  giugno  fu  uno  de'  Covoni,  lo  quale  avea  nome ....  (lacuna) 
ed  uno  figliuolo  di  Tommaso  di  Pazzino,  bilanciaio,  lo  quale  Tommaso  era  confinato  in  quello 

35  tempo,  si  f edirono  uno  maestro  Zanobi,  medico  d'  impiastri,  dal  Borgo ....  {lacuna).  La  ca- 
gione  non  si  sa;  ma  per  quello  che  si  disse:  quello  figliuolo  di  Tommaso  di  Pazzino,  bilan- 
ciaio,  tenea  una  bottega  a  pigione  nel  Garbo,  la  qual  pigione  era  della  Parte  guelf a ;  di  che 
essendo  lo  mese  dinnanzi  tolta  la  pigione  a  quello  figliuolo  di  Tommaso,  e  non  essendogli 
renduta  Tentratura  ch'avea  pagata,  ed  essendo  Capitano  di  Parte  il  detto  medico,  si  dice  si 

i40  rec6  a  ingiuria  dal  medico,  perchfe  per  lo  piu,  dagli  compagni,  in  dispiacere  del  detto  bi- 
lanciaio,  a  quello  de'  Covoni  fu  sostenuto  per  alcune  parole,  delle  quali  si  tenne  ingiuriato  dal 
detto  medico;  ma  nel  vero  i  detti  giovani  non  erauo  amati  da  niuno  de'  loro,  perocch'erano 


15.  efTetto  fu]  tSeHo  sono  G.  R.  —  40.  (UgU]  che  gli  G.  R. 


416  CRONACA  FIORENTINA  lA.  1382] 


20 


giovani  disnoluti  e  cattivi.  Pure  lo  furore  del  Podestk  corae  alla  casa  del  padre  del  bilan- 
ciaio,  il  quale  era  a'  confini,  e  la  casa  detta  era  appigionata  a  Giovanni  d^Asino  degli  Asini, 
/..xii,  8  ch'ancora'  era  degli  ammoniti;  e  come  l'uficiale  del  Podestk  v'entr6  dentro,  essendo  fatto 
fede,  che  ci6  ch'era  nella  casa  non  era  del  padre  di  colui,  cominci6  a  Bcrivere,  e  a  dire, 
che  sarebbe  poi  ragione.  In  questa  venne  il  cavalieri  del  Capitano  del  Popolo,  ed  intr6  subo 
piii  forte,  e  non  accettando  alcuna  scusa,  tir6  in  via  ogni  cosa,  ed  arse,  e  8pezz6,  e  8tracci6 
infino  alle  casse  e  botti,  che  v'erano;  e  dicesi  che  danari  e  gioielli  furono  veduti  torre,  e 
portare  via  al  detto  cavaliere.  Di  che  1  cattivello  ne  fu  disfatto,  che  colpa  non  avea,  che 
vi  stava  a  pigione :  si  dice  di  presso  a  2000  fiorini  di  valuta.  La  mattina  seguente  alla  casa 
del  zio  del  garzone  fu  fatto  il  simile,  che  non  Vebbe  colpa :  si  disse,  ed  alValtro  zio,  ch'era  1 
7  anni  stato,  ed  era  ancora  in  Ungaria,  la  casa  sua  cosi  fu  concia,  ed  ebbono  bando  della 
famiglia  de'  Covoni,  di  che  fu  raltro  malfattore  giovane:  corse  tutta  la  famiglia  gran  pe- 
ricolo,  e  furne  richiesti  5,  e  se  non  fusse  il  buono  aiuto  de'  Buoni  Uomini,  aveano  bando: 
infra'  quali  5  n'era  uno  a  Roma  stato  due  anni  addietro.  Sicchfe  'I  trasandare  non  k  buono, 
ma  male  esemplo,  e  mala  ragione  si  tira  dietro.  15 

/..  xu, »      RuBRiCA  931*  —  Come'  si  fecc  elezionc  di  iz  cittadini  a  vedere  d(f  modi  di  contentare  la  citth. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  giugno,  avendo  trafficato  12  savi  cittadini  certe  cose,  le  quali 
fossero  salute  e  bene  della  cittk,  praticate  tra'  Priori  e  Collegi,  e  recate  a  conclucione,  parve 
piacessero.  Convenia  che  venisse  a  bisogno  li  consigli  a  fare  le  dette  esecuzioni :  di  che  non 
parve  di  metterle  in  consiglio,  ma  di  dare  balia  a  quelli  12,  e  non  si  vinse;  ma  una  petizione 
che  tutti  i  confinati  fossero  confinati  da  100  miglia  in  W  dovimque  volessero  questa  ancora 
non  si  vinse.  E  di  questo  medesimo  tempo  8'ordin6  di  racconciare  Testimo,  chi  disse  che  non 
dovea  piu  durare  restimo  che  cosl  era  Tordine,  e  questo  6  vero:  chi  voUe  dire  che  quelli  che 
reggeano  pareano  loro  essere  gravati  per  isgravarsi,  che  forse  era  convenevole  fossero  isgra- 
vati;  che  sempre  parve  da  gran  tempo  che  chi  ha  fare  le  parti,  guarda  a  farla  a  sfe  buona.  25 

RuBRicA  932*  —  ^uesii  sono  i  Priori  di  maggio  e  giugno  1382. 

Leonardo  di  Geppo  Pitti 
Filippo  di  Bandino,  coreggiaio 
Francesco  di  Niccol6  Riccialbani 
/.,  xu,  10  lacopo '  di  Piero  Guidi,  scarpellatore  30 

Tommaso  di  Meglio  Fagiuoli 
Giovanni  di  Berto  Fini,  lanaiuolo 
Filippo  di  Michele,  cambiatore 
Nuccio  di  Matteo,  tavolacciaio 

Filippo  di  Barone  Cappelli,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  loanni  35 

Ser  Michele  di  Bardella  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Spirito. 

RuBRiCA  933*  —  Come  in  Firenze  vennero  ambasciatori  del  Duca  (f  Angib,  e  come  ambascia- 
dori  andarono  a  lui  di  Firenze. 

Come  narrato  avemo  addietro  in  piii  parti  della  venuta  del  Duca  d'Angi6,  cioi  messer 
Luigi,  figliuolo  di  messer  Gianni,  re  di  Francia,  lo  quale  a  quello  tempo  era  balio  dello  reame  40 
di  Francia,  perocchfe  lo  nipote,   lo   figliuolo   del   fratello,   era   re  e   giovane.     Questo  Duca 
d'Angi6  era  stato  fatto  figliuolo  adottivo  della  reina  Giovanna,  reina  di  Gerusalem  e  di  Si- 
cilia,  che  volgarmente  s'appella  il  reame  di  Puglia,  e  quello  avea  fatto  la  detta  reina,  per- 


17.  tnfficato]  traffinato  /. 


fA.  1383]  CRONACA  FIORENTINA  417 

chfe  messer  Carlo  di  Durazzo  allora  8'era  mosso  per  venire  a  torle  lo  reame.  Questi  non 
essendo  venuto  a  tempo  a  soccorrerla,  pure  veggendo  lo  re  Carlo  avere  auto  la  possessione 
dello'  reame,  si  mosse  con  grande  sforzo,  e  venne  a  Vignone;  e  quivi  a  quello  che  Papa  era  /.,  xn,  n 
tenuto  in  quello  paese,  si  fece  concedere  le  ragioni  di  quello  reame,  siccome  a  Papa  vero 
5  8'appartenea  di  fare;  e  poi  se  ne  venne  per  Piemonte  e  per  Lombardia,  dove  fu  ben  rice- 
vuto.  E  parentado  si  disse  che  fece  con  messer  Bemab6  Visconti,  Signore  di  Melano.  E 
quindi  mando  suoi  ambasciadori  in  Toscana  a  risignificare  la  sua  venuta,  e  a  narrare  siccome 
egli  era  in  Lombardia,  e  che  sua  intenzione  era  passare  ed  andare  a  suo  viaggio  senza 
nuocere  ad  alcuna  cittk,  o  persone,  perocch'era  amico  di  tutti  li  Comuni  di  Toscana,  e  qui 
10  grandissime  profferte  faccendo  alli  Comuni  di  conservarli  sanza  danno,  a  quelli  ch'erano  in 
sul  suo  cammino,  chieggendo  vettoagHa  per  lo  suo  cammino,  ed  a'  Fiorentini  signjficando  non 
toccare  di  loro  terreno.  Furono  veduti  graziosamente  e  ringraziati,  ed  appresso  si  mand6 
lo  Comune,  quando  furono  in  su  quello  di  Bologna,  ambasciatori  a  visitarlo  e  {fare)  generali 
profferte,  le  quali  graziosamente  ricevette,  e  vide.     E  questi  furono  gli  ambasciadori : 

15  Maestro  Luigi  Marsili,  frate  romitano  di  Santo  Augustino 

Messer  Guccio  de'  Nobili 

Messer  Luigi  di  messer  Piero  Guicciardini,  e  con  grande   orrevolezza   di   cavagli   e   di 
vestiti'  si  partirono  di  Firenze  a'  dl . . . .  (lacuna)  di  luglio  e  con  compagnia  di  gente  d'arme.     /.,  xii,  12 
Questo  negli  anni  di  Cristo  1382. 

20  RuBRiCA  934*  —  .^uesti  sono  i  Priori  di  luglio  e  d'agosto  1382. 

Agostino  Martini,  lanaiuolo 

Giotto  di  Marrone,  galigaio 

Giovanni  di  Ser  Ugo  Orlandi 

Filippo  Baldini,  vinattiere 
25  Rinieri  di  Giotto  Fantoni 

Monte  di  Pugio,  Ferrovecchio 

Gentile  di  Vanni  degli  Albizi 

Marchionne  di  Geri  di  Ceri 

Agnolo  d'Uguccione  Tigliamochi,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
30  Ser  Tommaso  Redditi,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Maria  Novella. 

RuBRicA  935'  —  Come  fu  alcuno  bisbiglio,  onde  ne  segut  certi  inconvenienti  ed  infino  in  -pa- 
lagio  de'  Priori. 

Nel  detto   anno    1382  e   rultimo  dl   d'agosto,   avendo   veduto   che   la  tratta   dei   Priori 
fatta  a'  di  28  d'agosto,  era  d'uomini  comuni  e  non  molto  signorili,  onde  la  cosa  procedesse ' 

35  parve  che  accordassero  certi  a  non  volere  tali  Priorj.     Dissesi   di   molti,    che   ci6  furono  li     i.,  xu,  13 
capi,  li  quali  al  presente  taciamo,  perchfe  in  comune  allora  non  ne  fu  nuUa,  e  parve  che  ci6 
si  sconciasse,  che  non  and6  tondo  il  trattato;  perocchfe  era  ordinato  fosse  alKora  de'  Priori 
tornati  fossero  a  casa,  che  era  quasi  le  tre  ore;    perocch'6   usanza   che  i  Priori,  il  dl   sono 
tratti,  vanno  in  palagio,  poi  la  sera  si  ritornano  a  casa  a  dormire  quelli  tre  di,  che  sono  in- 

40  nanzi  tratti,  dopo  la  grossa  campana,  e  la  mattina  ritornano  in  palagio;  ora  s'affrett6  la  cosa, 
se  vero  era  lo  trattato,  per  uno,  che  fu  in  suUa  Avemmaria  preso,  in  iscambio  d'un  altro, 
onde  la  vicinanza  non  lo  lasciava  menare.  Quivi  fur  tratte  arme  addosso  alla  famiglia  del 
Podestk,  e  feriti  furono ;  di  che  molti  in  arme  uscirono  fuori.  Dicesi  che  fu  prima  che  rora, 
di  che  non  si  appresentarono  armati,  se  non  quelli  dello  paese,  ove  fu  lo  romore   della  fa- 

45  miglia.     Ma  pure  d'uno  grido   in   altro,   si   cominci6  a  gridare,  ed  armare  molti,  gridando: 


I.  allora]  che  allora  G.  R,  —  iS.  lacii»a\  a  dX  30  /.  La  data  i  tufpUta  da  I.  eon  la  scorta  di  alira  eronaca  citata 
in  nota  —  37.  de']  ch'e'  /. 

T.  XXX,  p.  1  —  »7- 


418  CRONACA  FIORENTINA  [A.  i3«ai 


•V!va  Parte  guelfa,  e  muoiano  ^M  ammoniti  e'  Ghibellini,.  E  parve  che  per  alquanti  si 
gridasse:  "  A  casa  gH  Alberti  —  chh  noi  non  vogliamo  mewer  Cipriano  degli  Alberti  per  Gon- 
"  falonieri  di  giustizia,,  ch*era  tratto.     Costui  era  a   casa,  ed  in  effetto  tolae  sua  compagnia 

/.,  XII.  u     e  con  armi  ed  intr6  in  via,  ed  andonne  al  palagio,  e  quando  egli  fu  alla  porta,  domand6 '  che 

gli  fosse  aperta.     Lo  Capitano  de'  fanti  rispuose  ch'egli  entrasBe  per  uno  sportellino  terragno,     5 
ove  convenla  ire  carponi,  perocchfe  cosl  avea  comandamento  da'  Priori,  ch'erano  in  palagio. 
Di  che  come  franco  uomo  rispose,  che  volea  gli  fosse  aperto  la  porta,  e   ch'egU  era  Gon- 
falonieri  di   giustizia,  e  non  intendea   andare  per  isportelli.     Ultimamente    dopo  molte  cose, 
8'and6  su  per  la  parola  a'  Priori,  e  gli  fu  aperto.     Quando  fu  suso,   ed  intrato   con  20   ar- 
mati,  egli  disse   che  volea  lo  gonfalone  della  giustizia.     Lo   Gonfalonieri  gli  disse,  8'indu-  10 
giasae  nella  fnattina,  o  infino  a  mezza  notte.     Ultimamente  egli  il  volle,  ed  ebbelo,  e  fecelo 
ben  guardare,  che  non  fosse  mosso,  nfe  tocco  da  persona.     La  mattina  nel  nome  di  Dio  preae 
ruficio.     Quelli  ch'erano  in  arrae  si  tomarono  a  casa,  come   seppero   che   messer  Cipriano 
avea  lo  gonfalone  appo  sfe.     E  certo  TArti  e  gli  Artefici  tutti   riconfortati   allo  riposo  della 
cittk,  veggendo  avere  tanta  franchigia  nel  Gonfaloniere;  e  se  avesse  voluto  il  Gonfaloniere  15 
se^fuire  la  volontk  degli  artefici,  egli  volgea  la  cittk  a  quello  stato  ch'egli   volea;   perocchfe 
si  disse  che  molto  erano  in  punto  rArti.     Posato  la  cosa,  gli  artefici  si  ragunarono  alle  loro 
botteghe,  ed  andavano  al  palagio  a  confortare  li  Signori,  che  facessero   giustizia  di  coloro, 

/.,  xn,  is     che  avessero  fallato.     Lo  Gonfalonieri  ed  i  Priori  feciono  dire  che'  si  stessero  in  pace.     Di 

che  essendo  le  cose  in  quelli  termini,  ed  intrati  li  nuovi  Gonfaloni  e  nuovi  Dodici,  missero  20 
mano  a  ragionare  di  unire  la  citt^;  ma  giustizia  in  queirora  non  fece  contra  a  niuno,  ed  il 
Podestk  non  puni  di  quello  niuno  ed  altri  della  ingiuria  della  sua  famiglia,  poich'era  sicuro, 
e  non  se  ne  fece  quasi  cosa  niuna  che  montasse. 

RuBRiCA  936*  —  Come  fu  -preso  Agnolo  di  Pierozzo  Arcagnoli  -per  trattato  che  si  disse  do- 
vea  fare  a  fosta  di  certi,  25 

Nel  detto  anno  e  mese  di  settembre,  essendo  uno  sensale  fiorentino  a  Pisa,  lo  quale  avea 
nome  Agnolo  di  Pierozzo  Arcagnoli,  e  vegnendo  a  Firenze,  fu  a  Monte  Lupo  preso  e  me- 
nato  al  Podestk  di  Firenze.  E  fu  detto  al  podestk  che  questi  venia  per  trattato  fare,  e  che 
da  parte  di  certi  sbanditi  e  confinati,  che  abitavano  a  Pisa,  aveano  a  favellare,  che  fussero 
nel  trattato.  Messo  alla  fune,  in  effetto  si  confess^  essere  perci6  venuto;  ma  piu  volte  va-  30 
lendo  che  alla  stanga  lo  raffermasse,  mai  non  raffermo,  ma  sempre  dicea,  non  essere  nulla 
vero.  Di  che  condottisi  il  Podestk  infino  alla  fine  del  di,  che  tolti  gli  dovieno  essere  gli 
atti,  egli  Iasci6  lo  detto  Agnolo  libero,  salvoch^  gli  diede  confini,  e  comandogli  nulla  dicesse 
/.,  XH.  16     di  che  esaminato  fosse.     Ed  il'  di,  che  tolti  gli  furono  gli  atti,  inquisl  certi,  ch'erano  a  Pisa 

sbanditi  e  confinati,  e  mandogli  in  camera,  e  lasciogli  negli  atti  predetti ;  onde  gran  biasimo  35 
n'ebbe,  imperocchfe,  se  il  preso  era  colpevole,  dovea  morire,  e  se  non  colpevole,  non  dovea 
essere  condennato  a'  confini,  che  esso  principale  lasciato  e  li  mallevadori  inquisiti,  che  ne  pu6 
ire  la  persona,  non  parea  a  persona  giustei,  nh  degna  cosa.    Pure  grinquia,  come  detto  h;  li 
quali  furono  questi,  cio6: 

Andrea  di  Pacchio  degli  Adimari  40 

Recco  di  Guido  Guazzi. 

RuBRiCA  937*  —  Conte  si  cercb  ^unire  cittadini,  e  fecesi  riformare  e  levare  gli  uomini  a  dh  fare. 

Parve  che  sempre  la  nostra  cittk  avesse  qualche  stimolo  di  faccenda,  perch^  parea  male 
contentnrsi  delli  rimescolamenti  i  cittadini,  e  spezialmente  che  gli  ammoniti  tutti  fossero  in 
sospetto,  perocch6  tra  essi  avea  de'  Guelfi.     Presero  li  Capitani  della  Parte  a  ragionare   di  45 
vedere  modo  di  unire  li  cittadini:  e  a  ci6  praticare  elessero  48  uomini.    Poi  intrati  i  Gon- 


46.  unlre]  aTere  /. 


[A.  1382]  CRONACA  FIORENTINA  419 

faloni  e  Dodici  nuovi,  diliberarono  i  Signori  di  sospendere  la  legge  della  Parte  per  tutto  il 
mese  d'ottobre,  della  quale  legge  non  si  potea  parlare  nh   in   aumento,  nfe'  in  diminuzione,     /.,  xii,  17 
sotto  gravi  pene.     Di  che  si  sospese  la  legge,  e  che  48  uomini  fossero  insieme  con  gli  Priori 
e  i  Dodici  e'  Gonfalonieri  e  i  Capitani  di  Parte  a  praticare  quali  fossero  le  vie  della  unione 
5  e  concordia  dei  cittadini;  e  cib  fu  fatto,  secondo  si  disse,  a  buono  fine. 

RuBRiCA  938*  —  De'  modi  di  messer  Obizo,  cafitano  del  Pofolo  e  di  suo  sindacato. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  settembre,  avendo  di  dietro  del  palagio  del  Capitano,  del 
quale  h  parlato  addietro,  ciofe  messer  Obizo  degli  Alidugi,  il  quale  si  trov6  a  tutte  le  novitk 
predette  di  questo  anno,  una  casa,  nella  quale  abitava  la  famiglia  di  Ricciardo  de'  Figliuoli- 
petri,  cio^  la  moglie  e  due  pulcelle  grandi  d'et^  di  18  anni,  assai  belle  e  molto  appariscenti 
delle  persone,  e  tra  perchfe  era  il  padre  confinato,  e  perchfe  era  povero  gentile  uomo,  non 
le  maritava,  lo  Capitano,  secondo  si  disse,  essendo  innamorato  deiruna,  perch^  dalle  finestre 
si  poteano  insieme  vedere,  trattb  con  lei:  ed  in  effetto  una  notte,  sotto  colore  di  far  cercare 
se  lo  detto  Ricciardo  avea  rotti  i  confini,  e  fusse  in  casa,  per  uno  suo  notaio  con  certi  fanti, 

15  la  fanciulla  fu  tratta  di  casa  e  messa  in  casa  il  Capitano,  ed  in  effetto  spolcellata.     Ed  usata 

questa  prosunzione,'  e  per  la  Terra  si  parlava  variamente  e  noiosamente  di  ci6,  pure  si  dava     1.,  xn,  is 
questo  difetto  al  figliuolo  ed  al  notaio.     Ed  ultimamente   non  sappiendo   che  se   ne   fare,  o 
che  '1  peccato   lo  volesse,  che   in  piu   brutta  raateria   andasse,  fu   accomandata   a   una   che 
tenea  le  fanciulle  al  servigio  degli  uomini,  la  quale  scusandosi,  che  il  figliuolo  del  Capitano 

20  alcuno  dl  glieVavea  accomandata,  che  la  guardasse,  scusandosi  non  sapere  chi  si  fosse,  il 
fratello  della  fanciulla  tornato,  ch'era  fuori,  in  capo  d'aIcuno  di,  sentendo  questa  mercatan- 
zia,  si  dice,  Tuccise,  e  fecela  sotterrare  segretamente.  Molte  cose  baldanzosamente  fece,  ed 
eziandio  di  confinare  uomini,  che  non  lo  meritavano,  ed  a  posta,  si  dicea,  di  quelli  che 
allora  ministravano.     E  che  ci6  fosse  vero,  questo  apparve  essere  cosJ,  perocch'aI  sindacato 

25  molte  petizioni  gli  furono  date  di  baratteria,  le  quali  si  provarono.  E  veggendosi  le  prove 
fatte,  e  che  esso  venia  condannato,  tanto  poterono  gli  amici  suoi,  con  dire :  "  Se  questo  h 
condennato,  niuno  per  istato  raffermare  mai  non  verrk  a  Firenze,  e  se  verrk,  male  Iafark„. 
Di  che  forma  si  prese  di  cattivo  assemplo,  non  mai  pivi  usata  in  Firenze,  che  si  tolse  gli 
atti  alli  sindachi  loro;  di  che  spirato  il  termine,  e  non  condannato,  8'and6  con  Dio,  e  fugli 

30  per  gli  capitani  della  Parte  donato  arme  di  Parte,  ed  onorato   di   grosse  baratterie   di'  mi-     /.,  xii,  19 
gliaia  di  fiorini  per  una  che  si  trovarono  provate  in  lui. 

RuBRiCA  939*  —  Come  i  Genovesi  feciono  raffrcsaglia  sofra  le  mercatanzie  de'  Fiorentini. 

Nel  detto  anno  avendo  li  Fiorentini  veduto  quanto  si  facea  per  loro,  che  la  mercatanzia 
andasse  sicura  per  mare  e  per  terra,  e  che  per  la  guerra  de'  Genovesi  e  Viniziani,  durata 

35  piu  tempo,  ed  i  Fiorentini  piu  volte  interpostisi  della  pace,  ultimamente  ragunandosi  nelle 
Terre  del  Conte  di  Savoia  Tuna  parte  e  l'altra,  ciofe....  {lacuna)  e  li  Fiorentini  vi  mands'- 
rono  onorevole  ambasciaria  a  formare  questa  pace  con  molti  capitoli,  infra'  quali  fu  uno 
capitolo  che  li  Genovesi  dovessero  riavere  Tenedon,  lo  quale  teneano  li  Viniziani.  Della 
qual  cosa  furono  i  Fiorentini  mallevadori,  che  li  Viniziani  lo  darebbono  in  mano  del  Conte 

40  di  Savoia,  e  la  pena  fu  di  150000  fiorini.  Di  che  non  osservata  la  convenzione,  li  Geno- 
vesi,  sanza  richiedere  della  pena  li  Fiorentini,  od  altro  osservare,  sostennono  molta  mer- 
catanzia  de'  Fiorentini  a  Genova,  e  disonestarsi  piii  ancora,  ch^  per  temenza  dello  papa 
d'Avignone,  li  Fiorentini  noleggiavano  in  nome  di  Genovesi  e  colle  loro  navi  ogni  merca- 
tanzia,  e  per6  non  lasciarono  che  non  rompessero  fede   e  promissione  del  navicare  sane'  e       /.,  zn,  w 

45  salve  a  Pisa  le  mercatanzie,  ma  ritennonle  a  Genova  sanza  piii  arrecarle  innanzi.  Onde  piii 
e  piii  ambasciate  v'andorono,  e  nulla  venne  a  dire  di  rendere;  ma  li  Viniziani  si  scusavano, 


43.  nATl]  mani  /. 


420  CRONACA  FIORENTINA  lA.  iz»2] 


e  diceaao,  che  infra  H  termine  aveano  mandato  a  dire  al  Conte  di  Savoia  ed  a'  Genovesi, 
togliessero  la  tenuta  di  Tenedon,  e  che  8'egli  non  Taveano  voluta,  non  doveano  fare  rappre- 
saglia  sopra  li  Fiorentini,  e  se  la  faceano,  faceano  torto  a'  Fioreiitini  e  forza,  della  quale 
eBsi  Viniziani  non  erano  potenti  a  vendicarci,  nh  a  loro  stava;  ma  che  molto  a  loro  ne  'ncre- 
8cea.    E  cod  non  la  prima  volta  i  Fiorentini  per  gli  Viniziani  ebbono  danno.  5 

RuBRiCA  940'  —   Conu  eerti  furono  abominati  (falcuna  baratieria,  e  non/u  vero,  e  ne  fvirono 
condanttati  quelli  cke  gli  aveano  abominati. 

Perchfe  aempre  nella  cittk  di  Firenze  furono  gli  animi  pregni  a  vendetta,  piii  che  a  be- 
nignitk,  parve  che  gli  emoli  molte  volte,  piii  che  li  buoni,  potessero,  o  per  punire  li  peccati, 
o  per  dare  asemplo,  che  de'  fatti  de'  Comuni  se  ne  pigli  pochi,  e  spezialmente  chi  ha  altra  10 
faccenda.     Come  narrato  h.  addietro,  fu  tagliato  per  trattato,  che  si  disse  dovere   fare,  uno 

/.,  XII,  31     Filippo  di  Fomaio  de'  Rossi,  al  tempo  che  lo  conte  Giovanni  fu  bargello;  onde'  essendo  mes- 
ser  Cante  intrato  in  oiizio,  uno  Fomaino  di  Guido  da  Borra  abbomin6  uno  Guido,  farsettaio, 
averlo  fatto  ricomperare,  essendo  in  oficio  di  Comune.     Di  che  Tuno  e  Taltro  sostenuto  e  col- 
lato  Tuno  e  raltro,  e  non  potuto  rinvenire  il  fatto  per  bene  un  mese,  o  piii,  il  Capitano  usb  15 
di  malizia,  ed  ebbeuna  sera  dopo  cena  amendue  costoro,  e  disse,  con  quasi  farsi  beffe  della 
cosa:   "  Per  25  fiorini  m'avete  fatto  stare  impacciato  voi  e  me,  e  nulla  ho  salvo:  voi  sofferto 
"  male,  ed  io  impaccio;  andatevi  con  Dio,  e  piu  non  voglio  di  voi  impacciarmi  ,.     E  disse  a* 
suoi  uficiali:   "  LasciategH  ire,.     Gli  ufficiali  dissero:   "  Egli  ^  assai  di  notte,  ed  andandone  a 
"  questa.pra,  metterebbe  ammirazione  a'  parenti  ed  alli  cittadini,  ma  domattina  li  lasciate  an-  20 
dare„.    Disse  lo  Capitano:  *  lo  non  voglio  ch'egli  abbiano  piil  male  notti  ,.    Lo  giudice  disse: 
"  lo  far6  loro  dare  uno  letto,  e  domattina  li  lascerb  „.     E  cosl  dato  loro  larghezza,  e  coman- 
dato  al  portieri  li  lasciasse  andare  al  dl,  fu  dato  loro  una  camera  ed  uno  letto,  sotto  il  quale 
avea  uno  nascoso.     Come  questi  furono  a  letto,  lo  farsettaio  disse:  *  Bene  m'hai  fatto  guastare 
"la  persona,  acciocchfe  io  non  possa  lavorare,  ed  hai  fatto  male  ad  appormi  il  falso;  ma  tu  lo  25 
"facesti,  perch^  tu  fosti  informato,  ch'io  adoperai  nella  morte  di  Filippo  di  Fornaino;  ci6 

/.,  XII,  22      "  mai  non  feci,  ma  fu  il  tale  ed  il  tale,  e  non  io„.     Di   che  rispuose   Fornaino':   "  Di   vero 
"  questo   non  feci   da  me,  io  non   terr6  mai   per  amico   quegli  che  ci6  m'hanno  fatto  fare, 
"ch'io  t'ho  per  buono  e  leale,  e  pregoti  mi  perdoni,  ch'io  voglio  essere  tuo  amico  sempre,. 
Lo  fante  riport6  al  Capitano  queste  parole.     Quando  il  Capitano  ebbe  questo,  fece  che  For-  30 
naino  il  confess6,  e  rafferm6,  e  Guido  farsettaio   liber6,  e   Fomaino  condann6  in  Hre    1000 
a  pagare   netti,  e   fecegli  portare   la  mitria   per  Firenze.     Onde   fu  molto   lodato  di   questa 
cosa,  e  piu  lodato  sarebbe  stato,  se  fusse  giustizia  allora  di  quelli  che  insegnato  gli  aveano 
tale  mercanzia;  perocch^  da  %h  non  era  uomo  da  tale  faccenda  operare.     Ma  questo  k.  detto, 
non  perchfe  tale  materia  meriti  mettere  in  cronica,  ma  perchfe  tutto  dl  di  simili  infamazioni  si  35 
faceano  per  gente  per  chi  era  tomato  che  non  lo  meritava,  e  per  chi  avea  ufici  era  ristituito 
in  essi  non  meritamente,  che  poi  offendeano,  ed  ingiuriavano  chi  gli  avea  offesi  e  chi  non  gli 
avea  offesi.     E  certo  piii  benignamente  si  poteano  portare  che  non  faceano ;  chfe  chi  toma  a 
casa  per  grazia,  e  Toffesa  ch'6  fatta  gli  h  perdonata,  non  dee  piu  offendere,  nfe  nimicare  colui 
che  non  fu  colpevole  a  fargli  torto,  ma  ragione;  e  se  pure  gli  viene  voglia  di  vendicarsi  di  40 
chi  gli  ha  fatta  ragione,  non  dee  nimicare  colui  che  non  gli  ha  fatto  n6   torto,  n^  ragione. 

/.,  xn,  »      Questa  giustizia  fu  la  prima  che'  messer  Cante  fece  personale,  e  fu  a'  di  16  d'ottobre  1382. 

RuBRiCA  941*  Come  lo  Pa-pa  mandb  ambasciadori  a  richiedere  U  FiorefUini  del  danaio  della 
■pace,  e  come  si  diliberh  di  dare  a  messer  Giovanni  danari  di  quelli  della  Chiesa  sotto  co~ 
lore  d^una  cosa  in  altra.  45 

Nel  detto  anno  per  piii  volte  8'era  per  una  gente  cercato  di  fare   lega  collo   re  Carlo, 
e  generalmente  li  mercatanti  ed  altri  non  parea  loro  di  fare  la  lega.    Di  che  in  contesa  era 

3&  per]  che  /. 


\ 


[A.  1382]  CRONACA  FIORENTINA  421 


la  cosa  tanto  che  in  Firenze  non  si  avea  altro  che  parlare  di  ci6 ;  e  non  possendosi  ottenere, 
si  avvenne  che  in  questo  mezzo  lo  Papa  mando  suoi  ambasciadori  a  ricercare  che  H  danari, 
li  quali  dovea  avere  da'  Fiorentini,  li  dovessero  dare  parte,  in  ogni  modo  ch'e'  volessero, 
o  in  dono,  o  per  Dio,  o  della  somma,  o  in  che  modo  a  loro  piacesse,  ed  in  ogni  modo  si 
5  dichinava  a  dimandare,  quasi  come  per  limosina,  allegando  che  il  Duca  d'Angi6  gik  era  per 
intrare  nel  paese,  dove  se  venia  a  Roma,  non  vedea  come  si  difendere.  Di  che  veduto  quegli, 
a  cui  piacea  di  lega  col  re  Carlo,  non  poterla  avere,  vidono  modo  di  fare  che  avesse  intrato 
in  impaccio;  e  sotto  questo  colore  missero  innanzi  di  sovvenire  il  Papa  in  questo  modo: 
"Che  messer  Giovanni  Aguto,  il' quale  era  Capitano  delle  gente  d'arme  del  Comune  di  Fi-     i.,xa,ii 

10  renze  si  cassasse,  ed  avesse  de'  danari  del  Papa  fiorini  12000  da'  Fiorentini,  li  quali  si  scon- 
tassero  nel  compito  de'  danari  della  pace ;  e  cosi  s'ordin6.  E  messer  Giovanni  Aguto  si 
parti  di  Firenze  per  andare  nel  mese  d'ottobre  1382,  ed  andonne  per  colore  d'andare  a  ser- 
vire  la  Chiesa.  Ed  il  servigio,  ch'egli  fece,  fu  ch'egli  si  misse  in  su  quello  di  Siena  alla 
Badia  a   Isola,  e   domandava  a'  Sanesi  fiorini    14000,  dicendo   che  quando   fu  insieme    con 

15  messer  Gianni  Bavo  Ungaro,  li  dovea  dare.  Di  che  li  Sanesi  si  teneano  gravati  da'  Fio- 
rentini,  perch^  eglino  ch'erano  usciti  dei  terreno  de'  Fiorentini  collegati  de'  Sanesi,  in  sul 
terreno  loro  facieno  danno,  e  faciengli  ricomperare;  e  grande  doglianza  di  ci6  facieno  in 
Firenze.  E  poi  si  parti  messer  Giovanni,  e  cavalc6,  e  and6  a  Roma,  e  quivi  per  ispazio  di 
piu  di  stato,  lo  papa  cercava  d'andare  di   Roma,  e  dissesi   che  ne  volea  ire  a  Napoli  colla 

20  crociata;  e  chi  dice  ch'egli  volea  andare  a  stare  a  Cometo;  perocchfe  se  '1  Duca  d'Angi6 
vincea,  parea  a  lui  male  sicuro  stare  in  Roma.  Lo  popolo  di  Roma  andarono  a  casa  di 
messer  Giovanni  Aguto,  e  minacciaronlo  con  dire,  egli  ne  volea  menare  il  Papa,  che  s'egli 
non  andasse  tosto  via,  che  gli  farebbono  villania.  Di  che  a'  dl  6  di  novembre  si  parti  di 
Roma  messer  Giovanni  Aguto,  ed  andonne  a  Napoli '  in  aiuto  dello  re  Carlo ;  onde  il  Duca     /.,  xn,  25 

25  d'Angi6  scritto  avea  in  Francia  ed  a  Vignone,  che  li  Fiorentini  mandavano  incontro  gente, 
e  corsero  in  quella  volta  gran  rischio  i  Fiorentini  a  Vignone  ed  in  Francia, 

RuBRicA  942"  —  Come  vennero  ambasciadori  del  re  Carlo  a  Firenze,  e  la  cagione  della  loro 
venuta,  e  qucllo  che  fer  cib  si  fece, 

Nel  detto  anno  e  mese  d'ottobre  vennono  in  Firenze  ambasciadori  del  re  Carlo  di  Na- 

30  poli,  li  quali  per  parte  del  re  Carlo  cercavano  pifi  cose;  ma  lo  effetto  era  questo  che  per 
vie  strane  cercava  lega  e  con  dimostrazioni  varie;  ed  ultimamente  addomandava  fiorini  38000, 
li  quali  la  Duchessa  di  Durazzo  avea  dipositati  in  sul  Comune  di  Firenze,  e  che  ancora  la 
Duchessa  n'avea  ambasciata  imposta  a'  detti  arabasciadori.  Di  questo  fu  vario  ragionamento 
e  contesa;   cbnciofossecosache  la   predetta   Duchessa   avesse   per   altre   lettere  scritto   che   i 

35  Fiorentini  non  dovessero  n^  per  lettere,  ne  per  ambasciata  mai  dare  suoi  danari,  salvo  8'egli 
non  vedessero  lei  essere  libera  in  sua  libertk  stare  ed  in  luogo  salvo  e  sicuro  per  lei,  ovvero 
se  per  ultima  volontk  di  lei  morta.     Questa   cosa   venne  in  molta   contesa,  perocchfe   quegli 
che  voleano  la  lega  coUo  re  Carlo,  non  possendolo  atare,  voleano  per  altro  modo  atarlo '  che     /..  xn,  » 
per  lega,  e  consideravano  che  poich6  il  Duca  d'Angi6  era  intrato  nello  reame,  ed  era  intorno 

40  a  Napoli,  ed  il  Re  avea  bisogno  di  danari  per  pagare  i  suoi  soldati,  che  questo  fosse  un 
grande  sussidio  al  Re,  e  quando  lo  Duca  sapesse  ch'e'  Fiorentini  mandassero  messer  Gio- 
vanni  Aguto  al  Papa,  e  dal  Papa  contra  a  lui,  e  poi  dessero  denari  al  re  Carlo,  assai  sa- 
rebbe  chiaro,  li  Fiorentini  atare  lo  re  Carlo  contra  a  lui,  e  che  di  questo  n'arebbe  sdegno 
contra  a  Fiorentini,  e  di  ci6  esso  sparlerebbe,  o  altro  farebbe  contra  a'  Fiorentini;  di   che 

45  poi  di  comune  concordia  si  darebbe  adiuto,  e  sussidio  al  re  Carlo. 

RuBRiCA  943"  —  Come  ^ebbono  cofie  delle  lettere  che  lo  Duca  d'Angib   mandd  in   Francia 
■per  fare  sostenere  li  Fiorentini  e  le  loro  mercatanzie. 

Nel  detto  anno  e  mese   di  novembre  vennoro  a  Firenze  lettere   e  copie   di  lettere;   le 
quali  lettere  mandavano  i  Bolognesi;  conciofossecosach^  alle  buUette  delle  porti  dei  Bolo- 


422  CRONACA  FIORENTINA  |A.  i3Ba| 


gneti  si  cerctiino  d'ogni  lettera,  furono  trovate  lettere,  1e  quaU  lo  Duca  d'An|^6  numdava 

in    Krancia,   a    fare   ditenere   mercatanti   e   mercaiizie   de'   Fioreiitini,   conciofossecosacli^  i 

Fiorentini  contra   a  lui   mandavano   gente,  e   davano   aiuto  ailo  re   Carlo  contra   a  lui.     La 

/.,  «n,  J7     copia'  della  lettera   maiidarono  i  Bolognesi   ai    Fiorentini;  e  similmente  messer   Bernab6   di 

Melano  per  sue  lettere  e  copie  di  quelle  significava  a'  Fiorentini  il  simile.     Onde  di  questo     5 
nacque  grande  bisbiglio  nella  cittk,  e  molto  s'occultarono  queste  lettere,  acciocciie  non  fosse 
fatto  sconcio  alla  materia;  ma  pur  fu  cori  ciie  si  seppero,  e  molto  sconciarono  e  la  lega  e 
dell'altre  cose  che  addimandava  lo  re  Carlo. 

RuBRiCA  944*  —  Come  in  Fireme  si  fece  rinovaU  del  Re  (f  Ungheria. 

Nel  detto  anno  e  mese  d'ottobre  venne  novelle  di  piii  luoghi  che  lo  Re  d'Ungaria  mes-  10 
ser  Luigi  era  morto,  e  chiare  lettere  furono  di  ci6  apportate,  ma  non  dalla  moglie  o  tigliuoie, 
come  d'u8anza  suole  essere   signiticato.    Di   che  si  fece  nel   duomo  della  cittk  di   Firenze 
onorevole  rinovale,  siccome  si  suole  fare  quando  alcuno  Re  di  Napoli  muore.     Di  che  assai 
fu  in  Firenze  ammirazione  per  molti,  considerato  che  non  8'avea  nuUa  n^  dal  re  Carlo,  n6 
d'Ungaria  a  fare  cio.     Ma  co^  vanno   variando  le   cose  in   Firenze,  che  alle   bubanze  o   a  15 
certi  appetiti  la  gente  corre  alle  spese.    Del  detto  Re  non  rimase   figUuolo  niuno  maschio, 
/.,  xu,  M     due  femmine;  Tuna  era  in  vita  del  Re  maritata  al  fratello  del  Re  di  Buemia,  Marchese"  di 
Brandimborgo,  il  quale  Re  di  Buemia  era  eletto  imperadore;  Taltra  figliuola  era  rimasa  sanza 
marito.     Dissesi  per  molti  che  lo  Re  Tavea  lasciata  si  maritasse  a  uno  tigliuolo  dello  re  Carlo 
di  Napoli.     Questo  ancora  per  infino  a  quello  tempo  del  rinovale,  non  era  lettera  vera  ancora  20 
di  cio.     La  maggiore,  a  cui  di  ragione  8'appartenea  lo  reame,  la  quale  era  moglie  dello  fra- 
tello  dello  Imperadore;  e  diciesi:  gli  Ungari  non  essere  contenti  d'avere  re  boemio,  nfe  te- 
desco,  perocchfe  non  erano  amici.     Di  che  la  cosa  si  stava  piii  ia  dire  che  in  fatto  di  veritk; 
ma  pure  avea   colore,  perocche   infino  al   tempo  della   vita  del   Re   d'Ungaria,  n'erano   gli 
Ungari  male  contenti  del  parentado  dello  imperadore  Carlo  e  fratello  di  Vincislao,  eletto ;  e  25 
per  altro  colore  che  avendo  lo  Re  d'Ungaria  maritata  la  seconda  figliuola,  di  cui  si  parla, 
dicendosi,  dovere  essere  del  figliuolo  del  re  Carlo,  Tavea  promessa  al  figliuolo  del  duca  Lip- 
poldo  duca  di  Osterich  per  contentare  gli  Ungari,  in  sua  vita  si   ritrasse  del   parentado,  ed 
avendo  a  casa  lo  duca  Lippoldo  la  detta   fanciulla,  che   non  era  nh   ella,  nh.  'I   fanciullo  in 
etk,  mand6  per  essa,  ed  al  genero  della   maggiore,  cio6   il  fratello   dello  eletto   Imperadore,  30 
don6  lo  reame  di  Pollonia  in  dota. 

/.,xii,  29      RuBRicA  945*  —  Come^  lo  Cardinale  di  Ravenna   venne  in  Firenzc,  e  cib  cke  fu  la  cagione 
di  sua  venuta  -per  farte  dello  re  Carlo,  im-peradore. 

• 

Negli  anni  di  Cristo  1382,  a  di  3  di  novembre,  intr6  in  Firenze  il  Cardinale  di  Ravenna, 
uomo  di  nazione  friolano,  sagacissimo  e  bello  parlatore;  e  comecchfe  a  tempo  di  papa  Ghi-  35 
rigoro  XI  collo  quale  i  Fiorentini  ebbono  guerra,  essendo  egli  arcivescovo  di  Ravenna,  fu 
mandato  in  Francia  e  in  Fiandra  ed  oltre  a'  monti  a  perseguitare  i  Fiorentini,  e  certo  molto 
si  speriment6,  e  vituper6  con  iscomuniche,  e  con  t6rre  ogni  sustanzia  a"  Fiorentini;  nondi- 
meno  quando  lo  Comune  di  Firenze  si  mand6  questo  anno  passato  suoi  ambasciadori  allo 
eletto  Imperadore,  del  numero  de'  quali  io  fui  1'  uno,  molto  gli  onor6  lo  detto  Cardinale  oltre  40 
a  tutti  gli  amici  de'  Fiorentini,  lo  quale  Cardinale  era  I^  Legato  di  papa  Urbano  VI.  E  quasi 
per  lui  spacciati  furono  li  Fiorentini,  non  avendo  riguardo  allo  male,  che  fatto  avea  a'  suoi 
mercatanti,  ma  come  fu  sempre  la  cittk  benigna  e  graziosa  ad  ogni  forestiero,  e  spezial- 
mente  divoti  di  santa  Chiesa,  molto  lo  onorarono.     £d  in  effetto  la  venuta  sua  fu  che  am- 


31.  re«me....  era]  reame  perocchi  era  /. 


[A.  1382]  CRONACA  FIORENTINA  423 

basciata  dello  Imperadore  e'  recava,  e  che  esso  volea  fare  tra  lo  Imperadore  e  li  Fiorentini 
accordo,  e '  che  lo  Imperadore  assai  gli  dava  fede.  Venuto  alla  pratica,  fu  conchiuso  in  /.,  xu,  30 
effetto  che  i  Fiorentini  erano  divoti  figliuoli  e  servidori  dello  Imperio,  e  che  erano  presti, 
se  lo  Imperadore  volesse  lo  censo  ordinato  col  padre,  ch'e'  Fiorentini  gli  darebbono  ogni 
5  volta,  e  cosi  ricevendo  da  lui,  come  avieno  dal  padre.  Non  molto  si  strinse  alla  materia,  e 
non  molto  fu  stretto;  con  parole  generali  Tuno  e  Taltro  si  salv6,  bench'egli  cercasse  di  fare 
una  lega  collo  Imperadore  e  con  messer  Carlo,  re  di  Napoli,  e  con  tutti  i  Comuni  e  la  Chiesa. 
Questa  coiraltra  si  passo  di  leggiere :  e  di  leggera  impresa  di  leggier  frutto  fusse  nella  su- 
stanzia.  Egli  si  parti  di  Firenze,  e  tornossi  per  la  via  di  Bologna  venerdl  a'  dl  21  di  no- 
10  vembre,  e  dissesi  che  esso  andava  indietro  con  lettere  del  Papa  al  Signore  di  Ferrara  e  di 
Padova,  li  quali  prometteano  in  adiuto  di  papa  Urbano  danairi,  o  gente;  e  poi  dovea  in 
Ungaria  andare  a  trattare  che  la  figliuola  dello  re  Luigi  d'  Ungaria  fosse  moglie  del  figliuolo 
del  re  Carlo  di  Napoli.  Molti  dissero  che  per  sagacitk  impetrava  queste  andate  per  non 
tornare  a  Roma,  fino  il  Duca  d'Angi6  era  a  Napoli. 

15  RuBRiCA  946'  —  Cotne^  la  loggia  della  fiazza  de'  Priori  fu  comfiuta,  e  di  che  misura,  e  di    i.,  xu,  31 
che  costo. 

Nel  mese  di  novembre  la  loggia  di  suUa  piazza  de'  Priori  venne  tutta  compiuta,  ed  into- 
nicata  d'ogni  maestro  e  d'ogni  arme  intagliate  poste  di  fuori,  salvochfe  di  figure  che  a  porre 
v'erano;  la  quale  loggia  fu  di  grandezza:  il  vano  dentro  lunga  braccia  60  e  di  larghezza 
20  braccia  23  e  d'altezza  braccio  28.  E  se  fusse  stato  lavorio  d'uno  cittadino  ognuno  giudic6 
essersi  fatta  prezzo  di  meno  di  12  000  fiorini;  ma  perch^  sempre  la  cittk  di  Firenze  nelle 
spese  si  trasando,  e  male  si  spende,  e  peggio  si  lavora,  si  trovo  essere  spesi  fiorini....  (lacuna) 
d'oro.  La  quale  spesa  fu  molto  meravigliosamente  ragguardata,  non  perchfe  non  fosse  d'ono- 
revole  cosa  alla  nostra  cittk  e  di  bellissimo  lavorio,  ma  per  la  soperchia  spesa. 

25  RuBRicA  947*  —  Come  in  Firenze  si  sco-perse  uno  trattato. 

Nel  detto  anno,  cio6  1382,  del  mese  di  novembre  si  scoperse  in  Firenze  uno  trattato,  lo 
quale  fu  saputo  per  uno  Meo   di....   {lacuna)  il   quale  avea  uno  suo  figliuolo,  che  stava'  a'     /.,  xn,  3» 
linaiuoli  e  panni  lini;  ed  in  effetto  rivel6  che   uno,  lo  quale   avea  comperato   da  lui   panno 
lino  tinto,  gli  avea  detto  che  trattato  v'era,  e  che  il  panno  avea  comperato  per  fare  bandiere. 

30  Lo  garzone  dicea  a  Meo  suo  padre,  che  egli  se  ne  volea  andare  a  Pisa;  lo  padre,  sospet- 
tando  la  sua  andata,  in  effetto  gli  fu  molesto  tanto,  ch'egli  lo  Iusing6  che  gli  dicesse  il  fatto. 
Onde  itosene  agli  ufiiciali  della  guardia,  e  presi  alcuni,  infra'  quali  ne  furono  guasti  tra  due 
volte  sei:  Tuno  fu  Bartolommeo  di  Piero  Porcelli,  lo  quale  era  vinattieri,  e  dissesi  costui 
essere  grande  capo  di  questo   trattato,  e  con   lui  fu   preso  uno   Nencio,  cappellaio,  ed   uno 

35  Guelfo,  cardatore,  ed  uno  Fazio,  conciatore,  e  furono  impiccati  con  lui.  E  dissesi  che  con- 
fessarono  che  la  vilia  di  S.  Andrea,  ch'era  lo  sabato,  ch'egIino  alle  7  ore  della  notte  si  do- 
veano  armare,  e  ragunarsi  al  ponte  alla  Carraia,  e  poi  in  suUa  piazza  di  S.  Maria  Novella, 
e  quivi  dovieno  venire  tutti  quelli  delle  due  Arti,  le  quali  furono  levate  via,  cio6  quella  de' 
Farsettai  e  quella  de'  Tintori  e  de'  Ciompi  assai,  le  quali  due  Arti  furono  levate  via  di  gen- 

40  naio  prossimo  passato,  come  addietro  appare,  e   dove  erano   23  Arti,  tomarono  a  21,  e  do- 
veano  levare  tre  bandiere:  quelle  due  di  quelle  Arti  e  quella  della  Parte  guelfa.     E  dissero 
che  altri  non  erano  impacciati  a  ci6,  che  eglino,  per'  isperanza  che  cominciato  lo  romore,  gli     /.,  xn,  u 
ammoniti  e  Ghibellini  ed  altri,  male   contenti,  li   seguissero,  e  cosl  grossi   andare  a  casa   li 
ricchi,  e  rubare,  e  pigliare  il  palagio  del  Podestk,  e  quivi  farsi  forti,  ed   andare  a  casa  de' 


8.  leggera]  legge  /.,   G.  R.  -  futse]  erft  /.  —  41.  quellej  eon  le  /. 


424  CRONACA  FIORENTINA  [AA.  i382-i3831 


Priori,  e  pigHare  le  mopjli  e  figHuoH,  e  menai^li  alla  piazza  de'  Priori,  e  domandare  lo  pa- 
laeio,  e  se  non  lo  davano  loro,  cominciare  a  uccidere  gli  tigliuoli,  ed  ardere  loro  )e  case. 
Ancora  ne  furono  guasti  due  altri;  ci6  furono:  uno  Giovanni  Maacalzone  ed  uno  Cocco,  pure 
delle  dette  due  Arti.  Venne  questa  in  mano  di  messer  Cante  Gabrielli,  capitano  del  popolo, 
e  dubitosai  che  se  fusse  in  mano  d'altrui,  non  fosse  stato  tirato  la  cosa  pMi  innanzi  per  le 
volontk  di  quelli,  clie  intizzavano  li  rettori  a  vendetta  di  loro  altre  ingiurie. 

RuBRicA  948'  —  Come  fer  lo  detto  trattato  si  feciono  riformagioni. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  dicembre  si  feciono  riformagioni,  acciocchfe  chi  volesse  offen- 
dere  allo  palagio  de'  Signori,  non  avesse  tanto  di  baldaaza :  che  a  qualunque  dei  Priori  fosae 
arsa  la  casa  o  rubata,  per  offizio  che*  fosse,  o  alcuno  di  Collegi,  o  degli  Uficiali  della  guar-  1 
/.,»1,34     dia,  lo  Comune  de'  danari  del  Comune  rifacesse  lo  danno;  e  molte  altre  rif ormagioni '  a  ci6 
simili  ed  a  freno  de'  mali  operatori;  e  raffermo  messer  Cante,  capitano. 

RuBRiCA  949'  —  ^uesti  sono  i  Priori  da  settembre  a  gennaio  1382. 

Filippo  d'Arrigo  de'  Magli  Donato  di  lacopo  Strada 

Benozzo  di  Francesco  Benozzi  Francesco  di  Donato,  pizzicagnolo  I 

Simone  di  ser  Piero  della  Fioraia  Filippo  di  Niccol6  de'  Giugni 

Antonio  di  Lippo,  maliscalco  Andrea  di  ser  Bartolo  da  Rignano,  lanaiuolo 

Caroccio  Carocci,  speziale  loanni  di  Berto  Pucci 

Paolo  di  Lorenzo,  linaiuolo  Bartolommeo  di  Zanobi,  rigattiere 

Paolo  di  Bartolo,  ritagliatore  lacopo  di  Piero,  sellaio  2 

Matteo  di  Francesco  d'Andrea,  setaiuolo  Antonio  di  NiccoI6,  biadaiuolo 

Messer  Cipriano  degli  Alberti,  cavaliere,  gon-  Francesco  di  Lapo  Federighi,  gonfaloniere  di 

faloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 

Ser  Lorenzo  di  ser  Lando,  loro  notaio,  quar-  Ser  Michele  Cioni,  loro   notaio,   quartiere  di 

tiere  di  S.  lohanni.  S.  Croce.  4 

/.,  xu,  35     RuBRiCA  950*  —  Come^  si  racchetb  la  citta  di  Firenze  del  detto  trattato  fer  lc  farole  di  mes- 
ser  Cantt,  cafitano. 

Nel  detto  anno  e  mese  la  gente  stava  sospesa,  che  parea  loro  gran  fatto,  che  alcuno  di 
grande  possanza  non  fosse  nel  detto  trattato;  e  come  addiviene  sempre  che  chi  sta  in  una 
oppinione  per  paura,  e  chi  mostra  di  starvi,  ed  ha  altra  intenzione,  quelli  che  dubitavano  di  30 
questo  trattato,  che  di  maggior  lieva  non  fossero  intinti,  peccavano  meno;  ma  certi  v'erano 
che  voleano  quello  dire  che  quelli  con  malizia  per  tirare  la  cosa  a  fare  male,  e  cacciare 
gente.  Onde  a'  Signori  piacque  di  tener  consiglio  di  richiesti  e  grande  numero,  e  lo  Ca- 
pitano  del  Popolo,  messer  Cante,  manif est6  del  trattato  ci6  che  n'  era,  che  altri  non  era  ca- 
porali  del  trattato  che  li  morti,  come  nella  terza  rubrica  h  detto,  e  quelli  a  cui  dava  bando,  55 
ed  erano  inquisiti;  e  se  altri  v'erano  intinti,  erano  gente  di  condizione  delle  due  Arti,  sic- 
come  h.  detto  nella  detta  robrica.  £  co^  ne  'nquisi,  e  di^  bando  a  una  buona  brigata  di 
quella  condizione. 


NOTA.  —  La  rubriea  seguentt  cka  i  in  I.,  manca  in  G,  R.;  /.  la  ricava  dai  Prioritti. 

/.,  XII,  3«      RuBRiOA  9S1'  —  S^uetti'  S0HO  1  Priori  da  gtnnaio  i^Sa  a  tutio  aprile  1383. 

Lorenzo  di  Glorannetto  Zamp«loca  PleroBO  di  Piero  Perl,  lanaiuolo 

Pilippo  dl  Ventura,  maettro  Silrestro  dl  Buoao  Compiobbeai,  foniaciaio 


(A.  1383]  CRONACA  FIORENTINA  425 


RuBRicA  952*  —  Come'  furono  traditi  due  sbanditi  del  Comune.  /.,  w,  37 

Neiranno  di  Cristo  1383  del  mese  di  maggio  furono  presi  due  sbanditi  della  persona, 
Piero  di  ser  Benozzo  e  Manuo  di  Boccaccio  di  messer  Ardovino.  Questi  ebbono  bando  ne' 
romori  che  furono  nello  rivolgimento  dello  stato  di  gennaio,  come  appare  addietro  rubrica  905. 

5  E  nel  vero  quello  Manno  non  era  parlatore  e  di  peggiore  vita  che  Piero.  Costoro,  per  quello 
si  disse,  usavano  in  Romagna  nelle  Terre  di  messer  Giovanni  d'Alberghettino  e  d'Amerigo 
8U0  figliuolo,  e  pare  che  si  riparavano  in  casa  d'uno  prete,  lo  quale  si  chiamava  ser....  {ia- 
cuna).  Di  che  sentendosi  a  Firenze,  per  chi  volea  loro  male,  e  per  chi  temea  ch'egIino  fa- 
cessero  trattato,  fu  riportato  ed  ordinato  coUo  predetto  prete,  che  quando  vi  venisse,  ch'egli 

10  trovasse  lo  modo  di  farlo  pigliare  ad  Amerigo  predetto,  tigliuolo  di  messer  loanni  d'Alber- 
ghettino.     Lo  tranello  fu  fatto  a  loro  in  questa  forma:  che  lo  prete  disse   d'avere   bisogno 
d'  una  mezza  pezza  di  scarlatto  per  suo  amico,  e  cosi  gli  darebbe  i  danari,  quando  volesse 
venire  a  lui  nel  luogo  usato,  dicendogli  ch'egli  avea  parenti'  e  fratello  lanaiuolo  in  Firenze     /.,  xn,  38 
lo  detto  Piero,  che  lo  servirebbe  bene.     Ed  ando  lo  detto  prete  a  ritrovargli  infino  dov'egli 

15  erano.  Quelli  semplici,  stimando:  noi  averemo  ora  li  danari  senza  mandare  a  Firenze  per 
danari,  e'  dissero  al  prete :  "  Noi  manderemo  a  Firenze  anzi,  e  f aremo  venire  il  panno,  e 
poi  voi  darete  quello  che  gosta  „ .  Lo  prete,  perch'egli  venissero  pivi  volontieri,  disse  che 
ben  si  fidava  di  loro,  ch'egli  farebbono  venire  lo  panno  ch'egli  venissero  per  danari,  e  ch'egli 
li  darebbe  loro,  ed  il  panao  venisse  a  luogo  e  tempo;  e  cosi   andarono   per  danari,  ed  eb- 

20  bono  derrate.  Costoro  furono  presi,  secondo  disse  Amerigo,  perche  gli  fu  messo  sospetto, 
ch'egli  venieno  per  fare  danno  nelle  sue  Terre.  Di  che  essendo  in  Firenze  messer  Giovanni 
d'Alberghettino,  il  padre  del  detto  Amerigo,  e  subito  fu  sostenuto,  nfe  mai  lasciato  infino  che 
li  predetti  Piero  e  Manno  non  vennono  in  Firenze.  Molti  voUono  dire  che  fu  fatto  a  mano 
e  con  ordine  e  con  volontk   di   messer   Giovanni  e  d'Amerigo;   se   fu  vero,  o  no,  eglino  il 

25  sanno.     Come  che  la  cosa  si  fosse,  egli  Amerigo  ebbe  poi  prowisione   in   Firenze  di  certe 
lance,  e  questo  un  poco  gli  diS  infamia;    ch6   essendo   ghibellini,  ed   il   Comune  in   quello 
tempo  fatta  grande  falo  di  guelfi,  e  di  grande  tempo  nimici  del  Conte,  il  Comune  si  si  fid6 
di  loro.     Furono  li  predetti  dati,  Tuno  a  messer  Cante,'  ch'era   capitano,  e  Taltro  a  messer     /.,  xu.  39 
Simone  di  messer  Tommaso  da  Spuleto,  ch'era  podest^  e  dopo  molte  contese,  fu  loro  mozzo 

30  il  capo.  Le  contese  furono  da  prima  che  non  dovieno  morire,  perocchfe  li  rettori  non  gli 
avieno  presi  in  sul  terreno  del  Comune  di  Firenze,  e  non  gli  dovieno  guastare.  L'altro  di- 
cea :  "  Che  ha  a  f are  lo  rettore  dove  si  sieno  presi  ?  egli  non  gli  hanno  a  pigliare  in  sul 
"  contado  altrui ;  ma  gli  f urono  menati  a  casa  „ .  Ma  dopo  la  contesa  e  grande  esaminazione 
fatta  di  loro  con  tortura,  la  contesa  venne   di  che  morte   dovessero   morire;  e  furono  con- 

35  tenti,  quando  eglino  ebbono  la  grazia  che  a  loro  fosse  mozzo  il  capo.  E  cosi  furono  mozzi 
loro  li  capi. 


\ 


'•  1383I  1383  G.  /?.  Aitcie  I.  eorregge  la  data  —  ao.  derrate]  ....tcG.  R.  la  lacuna  b  dovuta  a  nnforo  ntlla 
carta.  La  letiono  "  derrate  ,  i  data  da  G. ;  /.  segna  lacuna 

Naldo  di  sere  Stefftno  CascUni  I.uca  dl  raetser  Forese  de'  Salviatl 

Tommaso  di  ser  Manetto,  speziale  Andrea  di  Boccio,  fornaio 

Lorenzo  di  Martino  dl  Cambio,  «pezlale  Vlerl  di  Sandro  degii  Altorlti 

Cenni   Marclii,  albergatore  lacopo  del  Rlccio,  clilavaiuolo 

Migliore  di    Vieri    Guadagni,   gonfaloniere  di   lustizia,       Giovanni  di  Mancino  Sostegni 

quartiere  di  S.  Giorannl  Luca  di  Giovauni  del  Peccliia,  merciaio 
Ser  Niccolo  di  ser  Guidone  di  ser  iJonaluto,   loro   no-       Ubaldo  di  i<'etto  Ubertini,  mercatante,   gonfalonlere   dl 

lo            taio,  quartiere  di  S.  Croce  lustizia,   quartiere  di  .S.  .Spirlto 

Fedutcio  d'Andrea  Bellottl  Ser  Luca  dl  Francesco,  loro  notaio,  quartiere  dl  S.  Ma- 

Giovanni  dl  Chino  Llppl,  corazzaio  ria  Novella. 


426  CRONACA  FIORENTINA  [A.  lasaj 


RuBRicA  953*  —  .^uesti  sono  i  Priori  di  maggio  e  cU  giugno  1383. 

Bartolommeo  di  Micuccio,  lanaiuolo 

Lodovico  di  Bono  Rinucci,  merciaio 

Zanobi  di  Taddeo  Borghini,  lanaiuolo 

Bartolommeo  di  Dino,  legnaiuolo 

Giorgio  di  Guccio  di  Diao  Gucci,  lanaiuolo 

Cambiuzzo  di  Batino,  maestro 

Simone  di  ser  Matteo  Biffoli 

Paolo  Fenci,  beccaio 

Niccol6  di  Nastagio  de'  Bucelli,  gonfaloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 

Ser  Guccio  di  Francesco  d'Andrea,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  GiovannL 

/,  XII,  40     RuBRiCA  954*  —  Come'  in  Firenze  si  fece  uno  iratiato,  fure  di  guella  medesima  gente  minuta. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  luglio  fu  nella  ciXXh.  di  Firenze  uno  trattato,  fatto  pure  per 
gente  minuta,  li  quali  estimando  che  la  mortalitk,  della  quale  diremo,  era  molto  primiera  nella 
cittk  di  Firenze,  e  molti  cittadini  fuggiti,  chi  in  contado  e  chi  fuori  di  contado,  di  lungi 
un  giomo,  o  due,  e  pifi,  stimarono  che  venisse  lor  fatto,  e  d'es8ere  seguiti  dagli  ammoniti  e 
da'  mali  contenti.  E  certo  ogni  volta,  ch'eglino  Tavessero  fatta  a  sapere  alli  predetti,  si  sti- 
mava,  loro  sarebbe  venuto  fatto;  ma  eglino  noii  lo  feciono,  ed  eglino  non  feciono  loro  in- 
tenzione,  ma  guastaronla,  e  le  loro  persone.  Fu  lo  detto  trattato  scoperto  in  questa  forma: 
che  essendo  U  cittadini,  come  detto  fe,  fuggiti  per  la  mortalita,  la  minuta  gente  non  partita, 
ragunato  alcuni  sbanditi,  li  quali  cosl  ragunati  a  fine  di  rubare  e  d'e8sere  ribanditi,  venendo 
loro  fatto.  E  veramente  per  quello  che  poi  si  vide,  s'egliiio  avessero  fatto  con  ordine,  ve- 
nla  loro  fatto;  imperocchfe  li  cittadini  possenti  erano  fuggiti  la  mortalitk,  e  chi  fuori  del 
contado  di  Firenze,  e  chi  nel  contado;  ma  eglino  si  scopersono  prima  che  non  dovieno  se- 
condo  Tordine.  In  sulla  prima  loro  non  [non  tutti  loro]  si  levarono,  e  mossonsi  da  Santo' 
7.,  xii,  41  Ambrogio  e  per  Belletri  passando  e  per  lo  Prato  d'Ognis8anti,  e  feciono  capo  al  ponte  alla 
Carraia.  Quelli  dalFaltro  lato  d'Amo,  non  erano  in  concio,  non  rispuosono,  ed  in  quello 
luogo  fu  gridato ;  e  cosi  si  partirono,  e  nuUa  f eciono ;  e  la  gente  sdegnb,  ed  andarono  cer- 
cando  costoro,  e  niuno  ne  fu  preso;  ma  assai  n'ebbono  bando. 

RuBRiCA  955*  —  Come  fu  una  grande  mortalita  nella  citth  di  Fireme. 

Nel  detto  anno  cominci6  a  Firenze  una  pestilenza  primiera,  e  primiera  di  ci6  per  ri- 
spetto  ch'era  cominciata  infino  nelFanno  dinanzi  in  alcuna  casa,  al  Canto  a  Monteloro  ed 
a  S.  Piero  Maggiore,  forse  in  quattro  case,  ed  avie  casa  dove  in  uno  mese  n*erano  morti 
10  e  lasciatone  due,  e  poi  restata;  ma  per  la  cittk  quasi  niente  si  senti  se  non  in  sul  marzo 
e  aprile;  allora  cominci6  a  rucellare,  e  ba8t6  infino  al  settembre  molto  fiera,  pure  al  modo  Z 
dell'altre  mortalitk,  di  quello  segno  del  grosso  sotto  il  braccio  e  sopra  la  coscia  airanguinaia. 
Molti  buoni  uomini  morti,  ma  piii  fu  ne'  giovani  e  fanciuUi  che  negli  uomini  e  femmine  di 
compiuta  etk  Ultimamente  ristette,  come  detto  fe,  di  settembre,  non  si  che  alcuno,  e  questo 
/.,  XII,  M  era  a  rado,  infino  al  marzo  vegnente'  dello  altro  anno  non  ne  sentisse,  ma  radi  e  pochi. 
Pure  com'6  d'usanza  di  tenerne  lo  conto  che   muoiono,   in    quello   anno   ne  morirono  circa  4 


14.  prlmiera]  pinlera  G.  R.;  da  quamto  i  detto  ntila  ruMea  seguant»  sono  stato  indotto  a  correggere  il  tasto; 
/oieki  pare  voglia  dire  frimaticcia  —  35.  il  testo  i  gnasto;  e  la  funteggiaiura  di  /.  lo  rende  semfre  pik  oscnro;  It 
parole  loro  non  forse  tono  state  male  trascritte;  se  pnre  nom  sia  stata  omessa  la  parola  tutti  —  31.  «ii  ci6]  dlco  /. 
1«  w/«  ttwtrtt  dt  overt  corrftto  in  dico  ta  Itfiont  dicio  di  G.  R, 


[AA.  1383-1384]  CRONACA  FIORENTINA  427 

di (lacuna).     E  cosi  posata  la  maggior  parte  di  novembre  si  lornarono  alia  cittk:  alquaati 

stettero  infino  passata  la  primavera,  e  poi  tornarono. 

RuBRicA  956*  —  Come  fer  la  detta  mortalita  si  fece  ■pixi  leggi  e  ordini  a  Firenze. 

Nel  detto  anno  si  feciono  di  molte  ieggi,  acciocchfe  niuno  cittadino  si  partisse  per  la  detta 
5  mortalit^,  a  ci6  che  sospettavano  che  la  minuta  gente  non  partisse,  e  facesse  romore,  ed  i 
mali  contenti  s'accozzas8ero  con  loro.  Poi  veduto  che  pur  si  partivano  li  ricchi,  comincia- 
rono  a  non  lassare  partire  niuno  sanza  il  bullettino.  Ancora  a  questo  era  impossibile  a  te- 
nergli.  Poi  all'  ultimo  impuosero  danari  a  chi  s'era  partito,  o  partisse :  comecchfe  la  cosa  non 
and6  uguale,  che  di  quelli  a  cui  fu  posto,  pagarono  e  tale  no,  com'^  sempre  d'usanza  che 
0  gli  animali  grossi  e  possenti  saltano  e  rompono  le  reti;  pure  n'entr6  in  Comune  fiorini.... 
(lacuna).     Dissero  che  gli  voleano  per  soldare  fanti,  acciocch^  lo  stato  stesse  fermo. 

RuBRiCA  957*  —  De"  cittadini  di  gran  nome  e  stato  che  morirono  in  Firenze.  /.,  xn.  43 

Nel  detto  anno,  tra  in  Firenze  e  di  fuori  di  Firenze,  fuggiti  la  mortalitk  non  a  buon'otta, 
o  che  morire  dovieno,  di  che  fu  gran  danno  per  le  loro  virtii  e  senno  e  per  gli  danari  che 
5  avieno  e  seguito  di  parentado,  diremo  d'alcuni  piti  singulari: 

Carlo  di  Strozza  degli  Strozzi 
Migliore  di  Vieri  Guadagni 
Michele  di  Vanni  di  ser  Lotto 
loanni  di  Cambio,  balestriere 
0  Messer  Rosso  di  Ricciardo, 

Uguiccione  e 
Giorgio 

Messer  Andrea  di  messer  Benedetto 
Alberto  di  Luigi 


de'  Ricci 

Alberti. 


!5  RuBRiCA  958*  —  Come  in  Fireme  vennero  novelle  che  certi  voleano  mutare  stato  in  Perugia, 
ed  andaronvi  ambasciadori, 

Nel  detto  anqio  venne  a  Firenze  sentore  che  in  Perugia  era  bisbiglio  che  gli  usciti  rien- 
trassero  in  posto.  Comecchfe  non  sia  di  nostra  materia,  la  toccheremo,  perch^  ne  furono 
incolpati  li  Fiorentini,  e  dissesi  che  era  stato  ordine  di  certi  cittadini  di  Firenze.  Quelli' 
M)  che  ne  furono  nomati  il  sanno,  se  fu  vero.  In  effetto  mandati  vi  furono  ambasciadori,  e  di  /.,  xu,  44 
concordia  vi  furono  rimessi  gli  usciti,  e  poi  intrati  feciono  romore,  e  furne  tagliati  una  buona 
brigata  da  quelli  dentro  e  cacciati  e  sbanditi,  ed  alcuni  di  loro  se  n'u8cirono  per  paura,  e 
poi  feciono  guerra  a'  Perugini  e  danno  assai. 

15  RuBRiCA  959*  —  ^uesti  sono  i  Priori  dal  ■primo  di  luglio  1383  a  tutto  agosto  1384. 

Paolo  di  ser  Guido,  cimatore  Niccol6  di  Giovanni  di  Neri,  coreggiaio 

Giovanni  di  Betto,  maliscalco  Piero  di  Lippo  Aldobrandini,  gonfaloniere  di 

Mariotto  di  Simone  Orlandini,  lanaiuolo  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 

Bartolo  del  Cece,  lanaiuolo  Ser  Filippo  di  ser  Piero  Mucini,  loro  notaio, 

Alessandro  di  ser  Lamberto  del  Nero  Cambi  quartiere  di  S.  Spirito. 

Matteo  di  Pacino,  legnaiuolo 

Cristofano  di  Giovanni  Benivieni,  speziale  Bartolommeo  di  Tommaso  Corbinelli 


428 


CRONACA  FIORENTINA 


(A.  1364] 


Oiovanni  di  TJn^o,  calzolaio 

Ser  Niccol6  di  ser  Pielro  di  Guccio  Sirigatti, 

lanaiuolo 
Bartolo  Sanguigni,  calzolaio 
/..  XII,  45     Messer'  Tommaso  di  messer  Marco  de'  Marchi 
Giovanni  di  Bartolo  Manovelli,  fondaco 
Giovanni  di  Cambio  de'  Medici 
Giovanni  di  Ristoro,  linaiuolo 
Messer  Francesco  Bruni,  gonfaloniere  di  lusti- 

zia,  quartiere  di  S.  Giovanni 
Ser  Antonio  di  ser  Chello,  loro  notaio,  quar- 

tiere  di  S.  Spirito. 

Lorenzo  di  Filippo  de'  Machiavelli 

Matteo  Geri,  fornaciaio 

Messer  Lorer.zo  di  Guinizello  Fracassini 

Andrea  di  Vanni  Tosi,  coreggiaio 

Bonaccorso  Berardi,  setaiuolo 

Giovanni  di  Luca,  galigaio 

Chino  di  Simone  Ristori 

Tommaso  di  Bernardo  Viviani 

Giovannozzo   di   Francesco  Biliotti,  gonfalo- 

niere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Lapo  Mazzei,   loro   notaio,   quartiere   di 

S.  Giovanni. 

Simone  di  Renzo,  lanaiuolo 
/.,  XII,  «7      Simone  di  Filippo  de'  Capponi 

Silvestro  di  Michele  Nardi,  merciaio 
Giunta  di  Bartolo,  fornaio 
Giuliano  di  Rinieri  del  Forese 
Niccol6  di  Giovanni,  calzolaio 
Niccol6  di  messer  Lottieri  da  Filicaia 
Lorenzo  di  Filippo,  maestro 
Filippo  di  Cionetto  de'  Bastari,  gonfaloniere 
di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce 
/.,  XII,  46     Ser'  Dionigi  vocato  Nigi  di  ser  Giovanni  Tucci 
da  S.  Dodato  in  Pocis,  loro  notaio,  quar- 
tiere  di  S.  Maria  Novella 


Giuliano  di  Cola  Nerini 

Bartolo  di  Betto,  bicchieraio 

Messer  Antonio  di  meBser  Niccol6  degli  Al- 

berti,  cavaliere 
lacopo  di  ser  Zello,  orafo 
Lionardo  di  messer  Giovanni  degli  Strozzi 
Francesco  d'Ange1o,  pezzaio 
Franco  di  Benci  de'  Sacchetti 
Biagio  Carducci,  albergatore 
Gagliardo  di  Neri  de'  Bonciani,  gonfaloniere 

di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Novella 
Ser  Ristoro  di  ser  lacopo  da  Figghine,   loro 

notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

lacopo  deirAccerrito,  lanaiuolo 

Lorenzo  d'Angelo,  maliscalco 

Giorgio  di  Lione  di  Simone 

Andrea  di  Dello,  bicchieraio 

Vanni  di  lacopo  de'  Vecchietti 

Collino  di  Giorgio  di  Collino  Grandoni 

Giovanni  di  Pagno,  lanaiuolo 

Matteo  di  Nutino,  calzolaio 

Matteo  di  Chele  Pagnini,  lanaiuolo,  gonfalo- 

niere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Giovanni 
Ser  Antonio  di  ser  Francesco  da  Gangalandi, 

loro  notaio,  quartiere  di  S.  Maria  Novella. 

Bernardo'  di  lacopo  Paganelli,  lanaiuolo 

Rosso  di  Piero  del  Rosso,  fomaciaio 

Niccola  di  ser  Niccola,  lanaiuolo 

lacopo  di  Zanobi  vocato  Gilio,  biadaiuolo 

Domenico  di  Giovanni  di  Maso  Manovelli 

Lapo  di  Martino,  maestro 

Terrino  di  Giovanni  Manovelli 

lacopo  del  Rosso,  pellicciaio 

Chiaro  di  Francesco  da  Caaavecchia,  gonfa- 

loniere  di  lustizia,  qnartiere  di  S.  Spirito 
Ser  Vanni  di  Stefano  di  Vanni  da  Sanbuco, 

loro  notaio,  quartiere  detto. 


RuBRiCA  960'  —  Della  veftuta  del  Sire  di  Cusci  in  Italia. 

L'anno  del  1384  scese  di  Francia  della  provincia  di  Piccardia  uno  gentile  uomo,  n<M 
per6  grande  signore,  ma  molto  uso  in  arme  con  assai  pratica,  e  ben  seguito  in  arme,  e  da 
gente  sanza  ordine,  come  sbanditi  e  gente  di  compagnia,  e  sotto  titolo  d'andare  adiutare  al 
Duca  d'Angi6  nello  reame  di  Puglia.  Dissesi  ch'era  condotto  per  la  moglie  del  Duca  d'An- 
gi6.  Quale  che  si  fosse,  o  sl,  o  no,  fece  la  via  di  Piemonte,  e  prima  per  Savoia  e  di  Pie- 
monte  per  la  Lombardia;  e  quivi  stando  alcun  di,  si  disse  che  da  messer  Bernab6  avesse 
fiorini  40  000,  li  quali  diede  per  mandato  del  Duca  d'Angi6,  per  lo  parentado  fatto  della 
figUuola  di  messer  Bemab6  al  figlio  del  Duca. 


[A.  13841  CRONACA  FIORENTINA  429 


RUBRICA  961*  —  Come'  fer  la  venuta  del  detto  Sire  di  Cusc\  si  fece  in  Firenze  uno  uficio  di     /.,  xu.  «s 
lo  cittadini. 

Lo  detto  anno  e  mese  di . . . .  (lacuna)  avendo  H  Fiorentini  sentito  la  venuta  del  Sire  di 
Cuscl,  sospettando  di  lui,  si  tenne  molti  ragionamenti  in  Firenze  e  piu  consigli  di  richiesti; 
e  come  le  divisioni  vanno,  chi  volea  soldare  gente  per  contradirgli  lo  passare,  acciocchfe  non 
j  fosse  contr'allo  re  Carlo,  e  chi  perch'egli  potesse  ire,  e  non  volere  arrecarsi  piu  a  nimico 
lo  duca  d'Angi6,  voleano  lasciarlo  passare.  Pure  si  furono  tanto  dibattuti,  che  si  cre6  uno 
uficio  di  nuovi  cittadini,  li  quali  furono  questi,  ciofe: 

Lorenzo  di  Filippo  Capponi  \  q    «;  •  -f  ' 

Tommaso  di  messer  Castellano  Frescobaldi     j     * 

Filippo  di  ser  Giovanni 

Nofrio  di  loanni  di  messer  Lapo  Arnolfi 

Messer  Lotto  Castellani 

Messer  Stoldo  di  messer  Bindo  Altoviti   1  „    n,    •     t^t       i, 
„  ,     j,  A    j  •  /  S.  Maria  Novella 

Bernardo  d  Andrea,  corazzaio  j 

Tolomeo  di  Cecco  Bocchini 


S.  Croce 


Bonaiuto  di  loanni,  galigaio 
Matteo  di  lacopo  Arrighi 


S.  loanni 


RuBRiCA  962*  —  Della'  venuta  del  Sire  di  Cusci  in  Toscana,  e  cotne  fece  danari  in  alcuno     /.,  xii,  49 
luogo,  e  -prese  Arezzo,  lo  quale  li  Fiorentini  -piu  volte  lo  fotieno  avere,  e  non  lo  vollono. 

Nel  detto  anno  e  mese  di....  {lacund)  lo  Sire  di  Cusci  predetto  con  numero  di  lance 
3000  e  pedoni  pochi,  partito  di  Lombardia,  scese  per  Pontriemoli  e  per  Sarezzana  pass6,  e 
puose  suo  campo  a  Massa  in  sul  terreno  de'  Lucchesi,  e  passato,  per  alcune  ingiurie  che  gli 
feciono  certi  delle  ville,  fece  in  lo  borgo  di  Massa  grande  danno  di  ruberia  e  d'arsione,   e 

i  da'  Lucchesi  poi  airultimo  ebbe  da  loro  danari,  e  partissi  di  Ik.  Dissesi  ebbe  da  loro  di 
raccatto  fiorini  9000.  Poi  passo  per  Valdera,  ed  andonne  alla  Badia  a  Isola  in  su  quello  di 
Siena,  e  quivi  fermo  suo  campo.  In  questo  mezzo  Marco  da  Pietramala,  figHuolo  che  fu  di 
Pietro,  lo  quale,  come  addietro  h  parlato,  stette  in  prigione  in  Firenze,  e  lasciato  a  petizione 
dello  Imperadore  negli  anni  1368,  mand6  a  Firenze  a  dire  che  se  i  Fiorentini  voleano  Arezzo, 

\  egli  lo  darebbe  loro,  e  quello  che  addimandava  era  quasi  nulla.     Molti  furono  che  per  mano 
dei  Ghibellini  non  lo  voleano,  perch^  Marco  era   ghibellino.     Altra   brigata  pure   di  quella 
medesima,  davano  colore  di  non  torlo  per  non  ingiuriare  lo  re  Carlo ;  e  tanto  venne  di  con- 
tesa  che'  non  si  tolse;  ma  dissesi  che  quelli   che  lo   rifiutavano,  per  non  torlo  al  re  Carlo,      /.,  xn,  50 
non  lo  voleano,  perocch'era  loro  fortezza,   e  se  sinistro  venisse  d'essere  cacciati,   com'altra 

i  volta  erano  stati,  erano  amici  dello  re  Carlo,  e  quello  nido  averebbono  avuto.  Rimanga  nel 
8uo  luogo  qual  si  fosse  la  cagione ;  come  h  detto  addietro  in  piii  luoghi,  e  piu  volte  si  potfe 
avere,  e  non  si  tolse,  ed  innanzi  che  lo  avesse  il  re  Carlo:  e  poichfe  lo  re  Carlo  rebbe,  si 
sarebbe  auto  dallo  Re  per  70  000  fiorini ;  bench6  fosse  gran  pregio,  g08t6  poi  piu  di  quattro 
cotanti  sanza  i  pericoli.  Addivenne  che  Marco  vedendo  la  contesa  de'  Fiorentini,  disse  che 
B'egli  non  lo  togliessero,  lo  darebbe  altrui  ed  al  demonio,  se  non  avesse  a  cui  darlo  altri. 
Fece  trattato  dentro  con  quelli  che  lo  davano,  ed  introcci  dentro,  e  misseci  il  Sire  di  Cusci, 
e  fu  rubato  ora  un'altra  volta.  E  cosl  fanno  li  mali  cittadini;  Tuno  perch^  lo  re  Carlo  non 
abbia  denari,  Taltro  perchfe  il  Comune  non  abbia  in  sua  balia,  acciocch^  se  disastro  avve- 
nisse  d^essere  altra  volta  cacciati,  avere  nido,  che  ae  '1  Comune  Tavesse,   non  lo  averebbe 


38.  Pietro]  laeuna  G,  R.  supfUta  da  I.  eon  la  letioiu  riportata  nel  ttsto 


430  CRONACA  FIORENTINA  (A.  1384] 


avuto.  Questo  si  d!ue,  »e  fu  vero,  Tddio  ne  »a  la  veritk:  ma  pure  il  Cotnunr  non  lo  ebbe 
per  le  contese  de'  mali  cittadini.  E  questo  f u  a  di....  del  mese....  (lacuna)  1384.  E  queitto 
medesimo  d\  venne  la  novella  che  '1  Duca  d*Angi6  era  morto. 

/.,  xu,  si     RuBRiCA  963*  —  Come'  i  Fiorentini  dierono  Salia  alli  detti  Dieci  ferfare  certe  cose  con  gli 
CoUegj,  e  ragunarono  gente  di  soldo  e  d^ainisth  assai. 

Nel  detto  anno  e  mese  d'ottobre  li  cittadini  di  Firenze  vedendosi  preao  Arezzo  da  Com- 
pagnia,  si  parve  loro  male  stare.  Dierono  grande  balla  alli  predetti  Dieci,  e  quelli  raguna- 
rono  danari  assai,  e  aoldarono  d'ogni  scazzamaglia  ed  ancora  de'  buoni  soldati,  e  divenne 
tanto  che  lo  Comune  soldb  circa  600  lancie  e  circa  700  pedoni,  e  sold6  una  Compagnia  di 
messer  Guido  d'Aftciano  da  Siena,  e  di  marzo  un  Tedesco  ed  altri  con  cavalli  circa  2500  e 
pedoni  500 ;  e  d'  amicizia  ebbe  di  pifi  luoghi,  cio^  da  Bologna  e  Perugia  e  da  Pisa  e  Lucca 
e  d'altri  luoghi  di  Signoretti:  furono  intomo  di  1000  lance  ed  assai  pedoni  e  contadini.  E 
questo  si  fece  piu  presto  che  mai  si  facesse  per  !o  Comune  di  Firenze,  bonth  dei  Dieci  e 
de'  danari  del  Comune,  che  alli  bisogni  alfine  ogni  uomo  li  tira  fuori  volentieri.  La  quale 
gente  si  misse  alle  frontiere  intorno  ad  Arezzo,  e  strinsero  le  vie  dello  venire  foraggio  ad  1: 
Arezzo,  salvochfe  si  disse  ch'e'  Sanesi  davano  loro  foraggio  per  dispetto  de'  Fiorentini. 

/.,  XII,  52     RuBRiCA  964'  —  Come'  quegli  di  Castiglione  Aretino  si  dierono  a'  Fiorentini. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  dicembre  ebbe  lo  Comune  di  Firenze  Castiglione  Aretino  in 
questo  raodo,  che  da  loro  propria  volonta  si  vennono  a  dare,  o  che  temessero  di  non  andare 
come  gli  Aretini.     Lo  Comune  di  Firenze  li  prese,   ma  lo   cassero  si   tenne  tuttavia  per   lo  2( 
re  Carlo. 

RuBRiCA  965*  —  Come  lo  Comune  di  Firenze  ebbe  Arezzo  ed  in  che  maniera. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  novembre,  stringendo  lo  Comune  di  Firenze  Arezzo,  lo  condusse 
a  tal  porto,  secondo  si  trov6  poi,  ed  ancora  si  dicea  prima,  che  poco  v'era  da  mangiare,  pe- 
rocchfe  per  gli  cavalli,  che  consumavano  assai  roba,  v'era  poco,  di  che  molto  stavano  male. 
Giovanni  d'Azzo  degli  Ubaldini,  che  v'era,  e  Marco  da  Pietramala  v'avevano  buona  brigata ; 
volieno  soffrire  ogni  affanno,  perchfe  non  venisse  alle  mani  de'  Fiorentini.  Pure  lo  Sire  di 
Cusci,  siccome  uomo,  che  volea  toccare  lo  danaio,  si  argoment6  di  trattare,  e  tanto  venne 
/.,  xn,  53     la  cosa  innanzi  ch'ella  ebbe  compimento,  e  vendello  libero  al  Comune  per  fiorini  circa'  50000, 

e  diede  la  tenuta  al  Comune,  e  per  lo  Comune  lo  prese  lo  Capitano  della  guerra,  ci6  fu  30 
messer  Giovanni  degli  Albizi  da  Lucca.  Lo  cassero,  che  lo  tenea  messer  lacopo  Caraccioli 
da  Napoli  per  lo  re  Carlo,  lo  diede  ancora  al  Comune  con  pregio  di  fiorini  20  000.  E  cosi 
venne  la  novella  in  Firenze,  che  Arezzo  era  avuto  a  di  18  di  novembre:  di  che  se  ne  fece 
molti  fal6,  ed  alcune  brigate  di  ^ovani  armeggiarono.  E  cosi  s'ebbe  Arezzo  con  grande 
spesa  di  pregio  di  compera  e  di  spesa  di  soldare  soldati  per  pi^  tempo,  che  fu  gran  quantiti  35 
di  danari,  e  poteasi  avere  per  quasi  nulla,  e  cosi  fanno  le  divisioni  de'  cittadini  nelle  cittk, 
che  di  soldati,  che  tuttora  non  averebbono  soldati,  ch'e8si  tennono  loro  ferme;  ma  pure  infino 
a  quello  dl  gostarono  fiorini....  {lacuna)  bench^  ogni  spesa,  poichfe  male  [non]  era  ita,  parve  non 
dolere,  quando  8'ebbe  la  possessione.  Quando  si  venne  a  pigliare  le  carte  e  le  promessioni, 
voUe  lo  Sire  di  Cusci  che  si  facesseso  in  questo   modo:   ch'egli  in  vece  ed  in   nome  dello  40 


to.  Asclano]  Ascanio  /.  -  e  di  mario  un  Tedeico]  e  di  Marco  Tedetco  /.  Ho  lasciata  la  letiane  <U  (i.  R,  r 
di  G.,  agg-iungtndt  un  —  t8.  dlcembre]  tmfflito  da  I.  con  ta  scorta  dtlV Ammirato,  V,  jfo  —  33.  condusae]  ridusse  /. 
—  3V  t8]  lacmna  G,  R.;  la  data  i  aggimnta  du  I.  —  38.  non]/afr<M«  dal  stnto  eto  il  non  fois*  ttato  tmetto  nelia 
traterititnt 


[A.  1384]  CRONACA  FIORENTINA  431 

re  di  Francia  donava  liberamente  al  Comune  di  Firenze  la  citt^  d'Arezzo  senza  alcun  prezzo 
o  dono  o  guidardone;  e  quando  le   carte  si   faceano,  messer   Donato  di  lacopo  Acciaiuoli, 

I    ch'era  1'  uno  di  quelli,  che  lo  ricevea  per  lo  Comune  di  Firenze,  disse :  "  Salvo  le  ragioni  di 

"monsJgnor  lo  re  Carlo  „.  Rispuose  lo  Sire  di  Cusci,  che'  chi  fosse  da  tanto  ordine  [ardire]  /.,  xn,  5« 
che  nominasse  in  questi  patti  Carlo  di  Durazzo,  che  colla  daga,  ch'egli  avea  in  mano,  ch'egH 
lo  ucciderebbe,  e  farielo  gettare  a  terra  delle  finestre;  e  domandb  a  messer  Donato  per  cui 
egli  era  quivi.  Rispuose:  *  Per  lo  Comune  di  Firenze  „ .  Rispuose  lo  Sire  ch'e'  40  000fio- 
rini  ch'egli  avea  per  Arezzo,  s' intendessero  che  '1  Comune  di  Firenze  glieli  prestasse,  e 
ch'egli  non  fosse  costretto  a  rendergli,  se  non  quando  egli  ne  fosse  agiato.     Gli  altri  furono 

0  i  magaluffi,  ciofe  infino  in  50  000.  E  cosl  fatto,  vollero  gli  ambasciadori,  che  per  li  detti 
50  000  fiorini  egli  promettesse  non  essere  contra  al  Comune  di  Firenze  per  quattro  anni. 
AUora  rispuose  lo  Sire  di  Cuscl  che  non  volea  questo  termine,  ma  in  tempo  di  sua  vita  pro- 
mettea  non  essere  contra,  salvo  se  gli  Fiorentini  non  fossero  collo  re  Carlo  con  gente,  o 
con  danari,  per  retto,  nb  per  indiretto,  mentre  fosse  in  guerra  collo  Duca  d'Angi5  o  collo 
re  di  Francia.  E  molte  altre  cose  si  dissero  essere  dette  per  lui  e  promesse  per  nostri  am- 
basciadori. 

RuBRiCA  966"  —  Come  s'ebbe  lo  cassero  di  Castiglione  Aretino. 

Nel  detto  anno   e  mese  di  novembre,  a'  di  28,  venne  Tulivo  e  la  lettera,  come'  lo  Co-       /.,  xn  ss 
mune  di  Firenze  avea  avuta  la  tenuta  del  cassero  di  CastigHone  Aretino,  e  come  messer  Do- 
0  nato  Acciaiuoli  avea  presa  la  tenuta  d'es80,  ch'avea  presa  la  tenuta  prima  della  Terra. 

RuBRicA  967*  —  Come  lo  Cafitano  della  Guerra  d!Arezzo  rendb  le  insegne. 

In  questo  anno  e  mese  di  dicembre,  di  6,  lo  di  di  S.  NiccoI6,  lo  Capitano  della  Guerra 
d*Arezzo,  messer  Giovanni  degli  Obizi,  ritorn6  in  Firenze,  e  nelPora  della  terza  con  grande 
triunfo  di  campane  e  di  trombe  rassegn6  al  palagio  de'  Signori,  alli  Dieci  della  balia  la  in- 
5  segna  del  Comune. 

RuBR|CA  968'  —   Di  novita  che  fu  in  Siena. 

In  questo  medesimo  anno  e  mese  addivenne  in  Siena  novitk,  e  parve  che  molti  stimas- 
sero,  e  spezialmente  li  Sanesi  tennono  da  principio,  che  da'  Fiorentini  venisse  la  novitk ;  pe- 
rocch'eglino  per  lo  loro  animo  che  avieno  contra  li  Fiorentini,  e  spezialmente  nella  intrata 

)  d'Arezzo  che  f ece  il  Signore  di  Cusci,  fu  da'  Sanesi  favorito ;  di  ch'eglino  stimarono  essere, 
com'era,  consapevole  allo  Comune  di  Firenze,  sicch^  la  novitk  fu;   ed  eglino  stimando  ci6' 
addivenire  da  Firenze,  perocch^  si  sentiano  colpevoli   in  avere  offeso,  e   non   pure   ivi,  ma       /.,  xn,  s» 
molte  altre  volte  a  Firenze,  perocchfe  non  era  conforme  lo  stato  de'  Sanesi  a  quello  dei  Fio- 
rentini,  perocchfe  a'  Fiorentini  era  stato  di  piti  alti  cittadini,  ed  in  Siena  di  minore  condi- 

J  zione  e  piu  bassa.  La  novitk  fu  questa:  che  in  Siena  si  facea  trattato  di  t6rre  lo  stato  di 
quella  gente,  e  recarla  a  piii  alta  e  discreta  gente,  com'era  di  gentili  uomini  e  dello  ordine 
de*  Nove,  uomini  di  stato  e  condizione  mezzani  e  mercatanti  ed  uomini,  che  per  antico  e 
buono  tempo  aveano  retto  e  bene  ed  in  concordia  col  Comune  di  Firenze.  Lo  trattato 
discoperto,  e  li  soldati  del  Comune  di  Firenze  trovatosi  in  quelle  terre  convicine  di  Siena, 

)  furono  presi  in  Siena  7  contadini  da  Firenze,  li  quali  furono  giustiziati  subito,  e  poi  cerca 
la  terra,  e  non  giuntone  piu,  furono  serrate  le  porti,  e  presi  altri  loro  cittadini,  e  furne 
giustiziati  circa  tre,  e  bandeggiati  circa ....  {lacuna) ;  li  quali  f urono  uomini  d'ogni  condizione. 


4.  ordlne]  eoi)  G.  R.  ed  /.%  /orst  ntlforif^nal»  si  Itggtva:  ardire  —  33.  d)  6J  d\  7   <?.  R.f  anek»  I.  torroggo 
la  hMiono  di  G.R. 


432  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1384] 


RuuRiCA  970'  —  Cume  i  Fiorentini  mandarono  ambasciatori  a  Siena. 

Nel  detto  e  medesimo  tempo  e  mese,  essendo  la  novella  in  Firenze  di  ci6,  e  come  li 
/.  xn.  57  Sanesi  si  gravavano  del  Comune  di  Firenze,  addivenne'  che  volendosi  lo  Comune  di  cJ6  di- 
^avare,  mand6  ambasciatori  a  Siena  a  dolersi  del  caso,  ed  a  proferersi  deiraiuto  e  concor- 
dta,  Li  quali  ambasciadori  furono  eletti  piii  volte,  e  niuno  vi  volea  ire,  considerato  che  li 
Sanesi  sono  uomini  di  furia,  e  non  molto  perfetti  amici  de'  Fiorentini.  Ultimamente  rifiu- 
tato  e  vietato  lo  andarvi,  soggiunse  che  si  elessero  gl*  infrascritti ;  ci6  furon  questi: 

Messer  Benedetto,  cavaliere,  degli  Alberti 

Messer  Tommaso  di  messer  Marco  de'  Marchi,  judice 

Andrea  di  Franceschino  degli  Albizi.  lu 

Questi  furono  cosi  eletti.  Messer  Benedetto  dicea  di  non  andare;  fu  subito  detto  per  gli 
Priori,  che  o  volesse  ire  a'  conlini,  o  ire  a  Siena;  di  che  subito  diliber6  lo  andare,  ed  and6 
a  Siena  con  gli  compagni,  e  dopo  molti  di  andarono  in  Siena,  e  praticato  delli  loro  accordi 
e  commessione,  e  non  furono  molto  ben  veduti,  come  avrebbono  voluto. 

RuBRicA  971'  —  Come  messer  Agnolo  Acciaiuoli,  vescovo  di  Firenze,  fu  eletto  cardinale  fer  15 
fafa  Urbano. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  dicembre  predetto,  venne  in  Firenze  novelle  siccome  messer 

Agnolo  di  lacopo  di  Donato  Acciaiuoli,  vescovo  di  Firenze,  era  fatto  di  vescovo  cardinale' 

7.,  XII,  58     di  papa  Urbano.     Di  che  in  Firenze  per  molti  se  ne  fece  grande  allegrezza,  siccome  si  usa 

di  simili  cose  per  gli  amici  e  parenti   dei  detti   onorati;  e   dove  sono   le  sfitte  il   contrario  20  i 
di  chi  odia. 

RuBRtCA  972*  —  Della  imfresa  e  guerra  di  Marco  da  Pietramala. 

Nel  detto  anno  e  mese  di  febbraio,  vedendosi  li  Fiorentini  avere  Arezzo,  e  vedendo  che 
la  via  non  era  spedita  da  Firenze  ad  Arezzo,  che  li  Tarlati  ed  Ubertini  d'Arezzo  teneano 
Terre  in  questo  mezzo,  ciofe  tra  '1  contado  d'Arezzo  e  la  Terra  e  lo  contado  Fiorentino,  ed 
ancora  le  dette  Terre  essere  del  Comune  d'Arezzo,  o  del  Vescovado,  pensarono,  come  avieno 
comperato  Arezzo  ed  il  contado,  che  quelle  Terre  erano  loro.  Significarono  a  Marco,  figliuolo 
di  messer  Piero  Sacconi  da  Pietramala,  che  rendesse  le  Terre,  ch'erano  del  contado  d'Arez- 
zo :  ^li  rispuose  essere  sue,  e  che  i  suoi  antichi  l'avieno  avute  e  possedute  gran  tempo ;  e  dicea 
vero  che  essendo  di  loro  legnaggio  il  vescovo  d'Arezzo,  Signore,  eglino  occuparono  di  quelle  oL 
Terre,  e  poi  Tavieno  tenute  ed  ancora  murate  e  speso ;  nondimeno  la  propriet^  d'esse  erano 
del  Comune,  e  quali  del  Vescovado.  Di  che  esso  dicea  buone  parole,  e  che  volea  si  vedesse 
/..  XII,  59  a  ragione.  Li  Dieci '  della  balia,  non  volendo  che  uscisse  loro  di  mano,  tenendo  a  parole 
costui,  il  Comune  diliberarono  la  'mpresa,  ed  andovvi  Toste,  e  delle  sue  castella  8'ebbono 
per  trattato  e  per  concordia  parte.  E  Capitano  di  Guerra  v'and6  uno  giovane  caTaliere,  35 
ciofe  messer  Vanni  di  Michele  di  Vanni  Castellani.  Queste  sono  le  Terre  che  si  ebbono  in 
questo  anno  di  Marco  da  Pietramala....  (&<:?<«a). 

RuBRicA  973*  —  Come  s'ebbc  Leone  del  contado  d'Arczzo,  che  tenea  messer  Azzo  degli  Ubertini. 

Nel  detto  anno,  significando  il  Comune  di  Firenze  a  messer  Azzo  degli  Ubertini  che  egli 
tenea  delle  Terre  del  Comune  d'Arezzo,  ragione  di  Firenze,  [alcune]  Terre,  egli  venne  a  Fi-  4( 
renze,  e  con  concordia  diede  al  Comune  di  prima  punta  Leone,  dicendo  quella  essere  del  Co- 
mune  d'Arezzo. 


[A.  1384]  CRONACA  FIORENTINA  433 


RuBRicA  974*  —  Come  il  fafa  Urbano  ebbe  quistione  collo  re  Carlo  in  Puglia. 

Nel  detto  anno  1384  apparvono  novitk  tra  '1  papa  Urbano  e  lo  re  Carlo  in  Puglia;  e 
benche  non  sia  di  nostra  materia,  pure  ne  toccheremo  per  le  condizioni  de'  Fiorentini,  che 
in  loro  sette  gareggiano,  e  favoreggiansi '  colle  dette  parti  di  cose  nuove,  che  appariscono  /.,  xii,  m 
5  nel  paese,  sperando  acquistare  stato,  e  quelli  che  lo  tengono  si  rallegrano,  che  la  novitk  sia  in 
utile  ed  in  onore  di  quelli,  di  cui  si  fanno  campo.  Nella  brigata  che  reggea,  dico,  che  reggea 
favorevole,  e  baldanzosi  di  parole,  spantendo  [sfaurendo]  gli  altri,  furono  col  titolo  di  Parte 
guelfa,  come  addietro  appare,  rimessi  in  Firenze  e  ribanditi ;  e  perchfe  molti  di  loro  furono 
CoUo  re  Carlo  quando  venne  a  Firenze  innanzi  avesse  lo  reame,  sotto  quello   titolo  del  re 

10  Carlo  aveano  sempre  quello  nome  favorito,  e  se  a  loro  fosse  stato  creduto,  averebbono  da- 
tigli  danari,  e  dierono  quello  poterono,  come  addietro  appare.  Ora  appare  che  quando  lo 
re  Carlo  ricevette  la  corona  in  Roma  da  papa  Urbano,  promettesse  al  Papa  per  lo  nipote 
del  Papa  ufici  e  Terre,  le  quali  poi  avuto  lo  reame,  non  parve  che  lo  re  Carlo  gli  osservasse 
la  promessa.     Di  che  per  piu  spazio  e  lettere  ed  ambasciate  non  osservando,  nh  ancora  pa- 

15  gando  lo  debito  censo  il  re  Carlo  alla  Chiesa  dello  reame,  com'era  d'antica  usanza  e  patto, 
e  '1  Papa  andossi  a  Napoli,  ed  ultimamente  ad  Aversa,  dicendo  il  Papa  al  re  Carlo,  ch'egli 
era  venuto  in  suo  favore  per  la  guerra  del  Duca  d'Angi6,  ch'egli  avea  contra,  ed  ancora 
perch'egli  osservasse  quello  che  promesso  avea.  Venne  tra  loro  screzio  per  modo  che  '1  re 
Carlo  lo  fece  sostenere  nel  cassero  d'Aversa'  che  non  si  pote  partire,  poi  nato  concordia  tra       /„  xn,  n 

20  loro,  e  racconcisi  insieme,  e  dato  alcuna  parte  della  impromessa,  lo  Papa  and6  a  Napoli,  e 
da  Napoli  a  una  Terra  di  Ik  da  Napoli  26  miglia,  ov'fe  uno  bello  cassero,  che  lo  fece  mes- 
ser  Niccola  AcciaiuoH,  Gran  Siniscalco,  e  la  Reina  poi  molto  adorn6  e  dilettevole;  e  quivi 
volendo  poi  dal  re  Carlo  la  sua  promessa,  ed  egli  non  osservando,  turbandosi,  cerc6  di  fare 
processo  contra  allo  re  Carlo,  e  di  fare  amicizia  e  lega  con  quelli   baroni,  che  teneano  col 

25  Duca  d'Angi6.  Ed  ultimamente  legatosi  con  quelli  della  parte  del  Duca  d'Angi6,  ferm6  suo 
processo  contra  allo  re  Carlo,  e  volendolo  leggere  in  Nocera,  li  cardinali  non  volendo  a  ci6 
acconsentire,  e  fattigli  venire  nel  cassero,  furiosamente  ne  fece  prendere  otto,  infra'  quali 
fece  rubare  le  loro  case,  e  mettere  a  saccomanno  amesi  e  cavalli  a'  suoi  soldati  ed  al  suo 
nipote,  lo  quale  si  chiamava  lubutillo.     E  cosi  ne'  \de'\  presi,  alcuni  ne  fece  mettere  al  tor- 

30  mento,  e  alcuni  ed  uno  vescovo  ne  morl,  ed  uno  cardinale  si  gua8t6  della  persona,  che  sfron- 
dol6  le  budella  nella  borsa.     Fatto  questo,  gli  altri  cardinali  si  fuggirono  a  Napoli. 

RuBRiCA  975*  —  Come'  lo  -pafa  Urbano  fece  a'  cardinali,  -perche  sent\  ck'erano  dal  re  Carlo,       1.,  x».  62 
e  cercavano  di  fare  contra  a  lui,  e  lo  re  Carlo  lo  assedih  in  Nocera. 

Nel  detto  anno,  sentendo  il  Papa  i  cardinali  partiti,  si  senti  ch'eglino  gli  voleano  dare 

35  tutori.     Di  che  sentendo  questo  li  priv6  tutti,  acciocch^  non  potessero  fare  contra  a  lui,  sal- 

voch6  quelli,  ch'erano  con  lui  in  Nocera,  e  cosl  gli  parve   essere  sicuro.     Lo   re   Carlo  gli 

mand6  Tassedio,  e  strinselo  perchfe  foraggio  non  v'intra8se  in  castello;  poi  sentendo  ch'era 

fomito,  e  per  molto  acquazzone,  arsero  lo  borgo,  e  partirsi. 

RuBRiCA  976*  —  Come  certi  baroni  voUono  soccorrere  il  Pafa,  e  furono  sconfitti, 

40  Nella  detta  stagione,  essendo  assediato  lo  Papa,  quattro  signori,  ciofe  lo  conte  di  San- 

t'Agata  e  lo  conte  di  Monte  Dorigi  e  quello  di  Santa (lacund)  e  di  Sant'Agata  con  1000 

cavalli  si  partirono  per  soccorrere  il  Papa.  Poi,  sentendo  partito  roste,  se  n'andarono  verso 
Napoli,  e  quivi  corsero  presso  alla  Terra  a  due  miglia;  poi  partitisi  di  l^,  furono  seguiti 
ed  andando  a  Nocera  al  Papa  furono  sconfitti,  e  presi  circa  200  cavalli  di  loro,  e  ricolsonsi ' 

45  8u  a  Nocera  presso  ch'al  cassero.    Appresso  quelli  baroni  volendosi  riducere  a  loro  Terre,       /.,  xu,  «3 

T,  XXX,  p.  I  —  38. 


434  CRONACA  FIORENTINA  (AA.  i383-i384I 

furono  scontrati  insieme  col  nipote  del  Papa  e  dalla  gente  del  re  Carlo;  onde  si  ridussero 
in  uno  castello:  si  chiama  Scafati.  Di  notte  1i  dctti  baroni  si  partirono,  ed  andaronsene,  e  lo 
nipote  del  Papa  si  rimase  in  Iscafati. 

RuBRiCA  977*  —  Come  li  Sanesi  mutarono  stato,  e  cacctarom  la  gc.Uc  ti.'..ula  deUo  stato. 

Nel  detto  ar.no  e  mese  di  marzo  li  gentili  uomini  di  Siena,  secondo  si  disse,  col  favore 
de'  Dieci  della  balia  di  Firenze,  fatti  soldati,  e  legatosi  coirordine  de'  Nove  e  de'  Dodici 
che  non  avieno  uficio,  e  fac^ndo  guerra,  e  parlando  largo  contra  a  quelli,  che  tenieno  lo  stato 
faccendo  trattati,  quelli  dubitando,  mandarono  a  Firenze,  ed  andarvi  ambasciadori.  Di  che 
non  essendo  in  concordia,  si  partirono  \\  due,  e  li  due  vi  rimasero:  ed  ultimamente  la  Terra 
romoreggi6,  e  lo  stato  se  ne  mut5:  e  dove  erar.o  15  Signori,  tornarono  a  10  e  dove  erano  12  10 
di  quello  popolo  minuto,  solamente  due  ve  ne  misnero  e  quattro  deirordine  de'  Nove  e 
quattro  deU'ordine  de'  Dodici.  Di  questa  cosa  si  fece  in  Firenze  grandissima  allegrezza  e 
/.,  xii,  64  grandi  parlanze;  pure  per  quelli  che  d'uno  animo....  (lacuna),  ciofe  quelli,  che'  col  dtolo  di 
Guelfi  si  mantellano,  ed  armeggiossi,  e  fecesi  faI6,  e  sonarono  campane.  Ma  al  gencrale  di- 
spiacque  forte,  perocchfe  non  pare  onesto  che  mai  l'uno  Comune  faccia  fare  noviti  nella  15 
Terra  dell'  altro ;  e  se  lo  f a,  non  pare  degna  cosa  avere  allegrezza  di  male  che  persona  ri- 
ceva,  se  non  e  nimico. 

RuBRiCA.  978*  —  Della  carestia  che  fu  in  Firenze  in  qucsto  anno  di  grano  e  di  vino. 

In  questo  anno  fu  in  Firenze  grande  carestia  d'ogni  cosa,  e  questo  addivenne  per  mala 
ricolta,  per  la  gran  piova  che  fu  questo  anno,  perocch^  non  lasci6  battere,  e  quello  si  gua-  20 
stava,  perocchfe  umido  si  ricoglieva,  e  valse  lo  staio  circa  3  lire  del  buono,  di  peso  di  meno 
di  48  libbre,  e  questo  era  lo  migliore ;  e  di  vino  fu  la  maggiore  carestia  che  niuno  che  vi 
fosse  ricordasse  raai  a  sua  vita  perocchfe  non  si  ricorda  mai  di  marzo  e  d"aprile  valere  lo 
vino  soldi  6  la  metadella  di  vermiglio;  altre  volte  era  valuto  questo  prezzo,  ma  di  luglio  e 
d'agosto,  ma  non  di  primavera.  Valse  fiorini  2  lo  barile  del  buono,  e  vendessi  soldi  7  e  8  25 
la  metadella  del  vermiglio  buono.  E  questo  addivenne  per  la  piova  che  segui  sempre,  e  poi 
la  state  se  ne  guast6  assai  in  infossare  ed  in  volgersi  La  carne,  per  le  guerre  di  Lombardia 
/.,  xn,  65  e  di  Puglia,  carissima,'  salvo  lo  porco.  Fu  comune  questa  carestia  del  vino  e  del  grano  in 
questo  anno,  segue  nel  vegnente,  come  h.  detto. 

RuBRicA  979*  —  Conte  oscurb  lo  sole.  30 

Nel  detto  anno  e  mese  d'agosto,  a  di  17,  dopo  mezzo  dl,  oscur6  il  sole,  e  delle  23  parti 
d'e8S0  le  17;  lo  quale  fu  bello  tempo,  e  quasi  non  si  vide  niente  di  sole  risplendere. 

RuBRiCA  980'  —  ^esti  sono  i  Priori  dal  dl  frimo  di  settembre  ijSj  a   tuito  afrile   1384.. 

NiccoI6  di  Niccol6  di  Gherardino  Gianni  Giovanni  di  Niccol6  Riccialbani,  gonfaloniere 

Buonaiuto  di  Taddeo  Aglioni  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Croce  35 

Angelo  di  Tinaccio  Campiobesi  Ser  Bonaventura  di  ser    Zello,  loro  notaio, 

Rosso  di  Piero,  galigaio  quartiere  detto. 

Giovanni  di  Giovanni  di  Lippo  Aldobrandini 

Giovanni  di  ser  Dato,  maliscalco  Bene  d'AIbizzino,  speziale 

Andrea  di  Franceschino  degli  Albizzi  Angelo  Banchini,  pizzicagnolo 

Francesco  di  Michele  vocato  Becco,  fabbro  Vanni  di  Niccol6  Ricoveri 


31.  del  buono]  lo  buono  /. 


[A.  1384]  CRONACA  FIORENTINA  435 

Bartolommeo  di  Francesco  Bisarnesi  Lionardo  di  Teo,  corazzaio 

Gherardo'  di  Rosso  de'  Gianfigliazzi  Domenico  di  Guido  del  Pecora,  gonfaloniere      /.,  xu,  56 

Giovanni  di  Fetto,-  maestro  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Giovanni 

Fantino  di  Giovanni  de'  Medici  Ser  Bernardo   di  ser  Taddeo  Carchelli,  loro 

Bonaiuto  di  Lando,  cassettaio  notaio,  quartiere  di  S.  Croce. 

lacopo  d'Ubaldino  degli  Ardinghelli,  gonfa- 

loniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Maria  Ridolfo  di  lacopo  Ridolfi 

Novella  Bonino  di  lacopo,  fabbro 

Ser  lacopo  di  Benintendi  della  Casa,  loro  no-  Lapo  di  Francesco  Corsi 

10  taio,  quartiere  di  S.  Giovanni.  Gherardo  di  Giovanni,  calzolaio 

Giovanni  di  Filippo  Carducci,  ritagliatore 

lacopo  di  Micuccio,  lanaiuolo  Matteo   di  Benozzo  di  Sovigliana,   vinattiere 

Francesco  di  Pasquino,  rigattiere  Alessandro  di  Danielle  Arrigucci 

Duccio  Meglini,  cambiatore  Benvenuto  di  Piero  Nuti,  setaiuolo 

15   Paolo  d'Ambrogio,  coreggiaio  Simone'  di  Giorgio    Baroni,   gonfaloniere   di     /.,  xn,  67 
Donato  d'Albizzo  degli  Acciaiuoli  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirito 

Gibvanni  di  Bertoldo,  speziale  Ser  Piero  di  ser   Stefano  Casciani,  loro   no- 
Francesco  di  ser  Piglialarme,  speziale  taio,  quartiere  di  S.  Maria  Novella. 

RumucA  981*  —  Come  Bartolommco  da  Pietramala  fece  accordo  con  gli  Ftorentini,  e  rendh 
20  sei  castella  al  Comune  di  Firenze,  ed  chhe  dal  Comune  alcune  cose  e  danari. 

Negli  anni  di  Cristo  1385,  essendosi  tenuti  piu  ragionamenti  per  gli  Dieci  della  balla 
d'Arezzo  con  Bartolommeo  di  messer  Maso  di  Pietramala,  ch'egli  dovesse  rendere  le  castella, 
chegli  tenea  del  Comune  d'Arezzo  a'  Fiorentini,  ed  egli  scotendosi,  sempre  dicea,  che  volea 
commettere  a  ragione  questa  quistione  collo  Comune  di  Firenze,  il  Comune  dicea  che  volea 

25  di  ragione  e  di  f atto ;  perocchfe  a  ragione  il  Comune  non  potea  addimandare ;  imperocchfe  il 
Comune  a  punto  di  ragione  non  tenea  Arezzo,  perocch^  lo  avea  auto  da  chi  lo  tenea  per 
forza  e  non  con  ragione.  Di  che  stando  in  questa  quistione,  fu  per  lui  dimandato  a'  Priori 
salvocondotto  e  gli  Priori  lo  feciono,  e  con  gli  Dieci  della  balia  non  ne  conferirono.  Onde 
sdegnati  li  Dieci,  parve  che  significassero  al  Capitano  della  Guerra  di  Ik  sopra  a  Marco,  che 

30  predasse;  di  che  fu  predato,  essendo  in   Firenze.     Di  che  si  dolse,  e  vari  ragionamenti '  ne     /.,  xu,  68 
furono  tenuti,  e  neirultimo  per  gli  piu  fu  biasimato,  come  a  stretto  punto  di  ragione  H  detti 
si  salvassero,  che  lo  bullettino  fu  fatto  a   lui  e  non   alle  Terre;  ma   pure  niuna  guerra  era 
mossa  palese  ancora  se  non  quella.     Pure  il  danno  fu  suo  sanza  utilita  di  comune,  ed  i  sol- 
dati  arricchirono  di  piu  7000  fiorini,  a  lui  di  danno.     Venuto  al  contasto  si  compromesse  ne' 

35  Priori  e  Collegi  di  ragione  e  di  fatto.  In  effetto  egli  lodarono  ch'egli  desse  al  Comune 
sei  Terre,  le  quali  sono  queste :  Anghiari,  buona  e  grossa  terra,  Gaenna,  ancora  buona,  Pianeto, 
Montaltello  e  Carciano;  ed  a  lui  fosse  dato  per  lo  Comune,  mentrechfe  Bartolommeo  vivesse, 
avesse  dal  Comune  di  Firenze  fiorini  100  ogni  mese.  Dato  lo  lodo  in  questo  modo,  che  a 
lui  fosse  lecito  ratificare  allq  lodo  ed  osservare  le  predette  cose,  se  a  lui  piacesse;  quando 

10  che  no,  ch'egli  fosse  riposto  col  salvocondotto  ne'  suoi  termini,  e  che  aspettasse  la  guerra. 
Rispuose  che  volea  andare  a  casa  alli  suoi  e  riferire,  e  che  se  a  loro  paresse,  lo  farebbe,  e 
tornerebbe.  E  cosi  ando,  e  ritorn6,  e  retific6  al  lodo  dato,  e  prese  le  prowisioni,  e  le  ca- 
stella  assegnb  al  Comune  di  Firenze  ed  alli  suoi  uficiali. 

RuBRiCA  982'  —  Come'  messer  Bernahb  fu  freso  dal  tUfote,  e  tolteglile  Terre,  cKegli  tenea,     /..  xn,  6» 
5  e  messo  in  ■prigione. 

L'anno  predetto  e  mese  d'aprile,  comecchfe  poco  abbia  a  fare  a  nostra  materia,  se  non 
per  la  lega  fatta,  venne  in  Firenze  novelle  che  suidando  alla  festa  fuori  di  Melana  measer  Ber- 


436  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1384] 


nab6  Visconte  di  Melano,  messer  lo  Conte  di  Virtil,  figliuolo  di  messer  Galeazzo  e  nipote 
•uo,  gli  venne  incontro  da  Pavia,  e  presolo  con  due  suoi  figliuoli,  cioi  messer....  (lacut$a)  e 
missegli  nel  cassero  suo  di  Melano,  e  corse  Melano,  e  d\k  al  popolo  in  preda  la  casa  sua, 
e  Iev6  le  gabelle,  poi  aR8edi6  le  Terre,  e  prese  ogni  cosa,  e  lui  misse  in  una  aspra  torre 
(si  chiama  la  torre  della  Treccia) ;  e  due  suoi  figliuoH,  oltre  a'  presi,  1'  uno  se  n'and6  nella 
Magna  al  Dugi  di  Storich  e  Taltro  a  Verona.  Li  Fiorentini  gli  mandarono  ambasciadori, 
e  feciono  lega  con  lui.  E  questo  si  diese  avere  fatto  lo  Conte,  perocchfe  trov6  che  mes- 
ser  Bemab6  lo  volle  awelenare,  ed  altre  volte  piij  lo  volle  fare  uccidere.  E  cosi  fa  la  for- 
tuna,  che  quegli,  di  cui  tremava  tutta  la  CristianitA,  ed  avea  stracco  Papa  ed  Imperadori, 
Comuni  e  Tiranni,  fu  ingannato,  e  preso  da  uno  giovane,  ed  abbassata  la  superbia  di  tanto  10 
/.,  zii,  70  tiranno.  Molte  crudeltk  ed  altre  tirannie  8'erano  dette'  di  lui  infino  a  quello  di;  e  co«i  si 
mori  in  pregione. 

RuBRiCA  983*  —  Come  ambasciadori  si  mandarotio  allo  -pafa  Urbano  ed  al  re  Carlo  fer  fa- 
cificargli  insieme. 

Questo  medesimo  anno,  essendo  aollicitato  dagli  amici  dello  re  Carlo  che  li  Fiorendni  15 
mandassero  ambasciata  a  Napoli  per  accordare  lo  Papa  collo  re  Carlo  di  Puglia,  essendo  lo 
Papa  stretto  in  Nocera,  vi  fu  mandati  messer  Donato  Acciaiuoli,  raesser  Filippo  di  messer  Ala- 
manno  Cavicciuli .  • . .  (iacuna)  Simone  di  Rinieri  Peruzzi;  li  quali  si  disse  assentirsi  questa 
ambasciata  piii  in  servigio  del  Vescovo  di  Firenze  che  ad  altro  fine,  considerato  ch'era  eletto 
Cardinale,  e  qui  era  venuto  lo  promovitore  del  suo  Vescovo,  e  non  ricevuto,  acciocchi  'I  20 
Cardinale  fosse  vescovo  e  cardinale,  come  a  piii  altri  avea  lo  Papa  fatto.  Pure  in  com- 
messione  ebbono  la  pace,  e  cosl  andarono. 

RuBRiCA  984*  —  Come  il  Pa-pa  usci  dallo  castello,  che  teneza  assediato  lo  re  Carlo  coltaiuto 
di  messer  Tommaso  di  Sanseverino  e  del  figliuolo  del  Conie  di  Nola. 

Nelli   detti  anni,   comecchfe  non  sia  di  nostra  opera,  pure   perchfe  in  Firenze  si  vedea  25 
y.,  XII,  71      sotto  il  segno  de'  ragionamenti  del  re  Carlo,'  forse    piu  che  a  utilit^  della   nostra  citti  non 
bisognava,  che  parea  di  questa  e  deiraltre  guerre  lontane  non  bisognasse,  se  non  il  mettervi 
pace;  ma  a  Firenze  una  brigata  usavano  dire,  che  chi  non  volesse  che  lo  re  Carlo  vincesse, 
era  nimico  del  buono  stato  di  Firenze,  e  per  un'  altra  brigata  si  dicea  il  contrario,  non  per 
dispiacere  allo  re  Carlo  in  lui  medesimo,  ma  per  lo  trasandare  di  quelli  averebbono  voluto  30 
vederlo  perdere.     Perocche  come  alla  comunit^  paresse  che  il  duca  d'Angi6  fosse  della  Casa 
di  Francia  e  guelfo,  come  lo  re  Carlo  e  pifi,  nondimeno  per  Tantica  amicizia  vicina  ed  amore 
di  Puglia,  voleano  megHo  allo  re  Carlo,  ed  oggi  perchfe  morto  era  il  Duca  d'Angi6 ;  ma  pure 
per  dispetto  di   setta,  non  per  lui,  ma  per  loro  si    contastava  in   Firenze  di   non  avere   lo 
re  Carlo  quello  forse  voleano  quelli  che  '1  contrastavano.     Tomando  alla  materia,  vennono  35 
novelle  del  mese  di  luglio  che  lo  papa  Urbano  fu  soccorso  da  messer  Tommaso  di  Sanse- 
verino,  zio   del  Conte   di  Tricarico  e   da  Ramondello,  figliuolo   del  Conte   di   Nola  di   casa 
degli  Orsini,  e  levarono  da  campo  lo  Abate  di  Monte  Casino,  che  v'era  allo  assedio,  e  cac- 
ciarono  e  presero  l'amese  del  campo  e  foraggio   che  v'era  ed  i  generi  che   bisognarono,  e 
fomirono  il  castello  di  Nocera:  Tavanzo  arsero.     E  dopo  questo   feciono  al  Papa  di  nuovo  40 
/.,  XII,  n     pronunziare  il  re  Carlo  privato'  dello  reame,  ed  al  figliuolo  del  Duca  d'Angi6  dare  e  conce- 
dere  lo  reame,  e  molte  altre  cose  fare.     E  poi  lui   condussero  a  Benevento,  ove   aspettava 
di  quindi,  si  dicea,  tirarsi  alla  marina,  quando  le  galee  de*  Genovesi  fossero  giunte  a  porto, 
dov'egIi  potesse  tirare  a  loro  per  andarsene  a  Grenova  con  loro. 


17.  vl  fn]  t1  furono  /.  ^    a;.  se  non  il]  le  non  m  11  /. 


tA.  1384]  CRONACA  FIOReNTINA  437 


RuBRiCA  985'  —  Come  Marco  di  messer  Piero  Sacconi  de'  Tarlati  di  Arezzo,  assediato  in 
Pietramala,  fece  accordo  e  fatii  col  Comune  di  Firenze,  e  quello  ch'ebbe  in  iscambio  dal 
Comune  -per  Pietramala  e  suo  contado. 

L'anno  predetto,  come  narrato  h  addietro,  che  la  guerra  di  Pietramala  contra  a  Marco, 
5  figliuolo   di  messer  Piero  Sacconi   Tarlati,  era   sollecitameute  raenata   per  messer  Giovanni 
degli  Obizi  da  Lucca,  capitano  de'  Fiorentini,  venne  ultimamente  a  strignere  Pietramala  per 
modo  che  f ece  Marco  patti ;  li  quali  patti  in  eff etto  furono  questi,  ciofe : . . .  (lacund). 

RuBRiCA  986*  —  Come'  fafa  Urbano  usc\  di  Puglia  in  sulle  galee  d^  Genovesi,  e  andonne       /.,  xn,  73 
a  Gcnova,  e  d!indi  andb  a  Savona,  Terra  de'  Genovesi. 

10  Nel   detto  anno   e  mese   di  settembre   vennero  novelle   siccome  papa   Urbano  era   stato 

levato  da  Bari  di  Puglia  dalle  galee  dei  Genovesi,  e  portato  a  Genova,  ove  gli  fu  fatto 
grande  onore.  E  poi  per  levare  le  canzone  della  cittk,  e  perchfe  era  piu  abile  a  stare  a  lui, 
e  venire  per  terra  la  gente  che  con  lui  avesse  affare,  n'and5  a  Savona,  e  poi  torn6  pure  a 
Genova.    Di   questa   impresa   li   Genovesi   nel  generale   furono    assai   lodati,  comecchfe   dei 

15  morsi  avessero,  secondo  le  volontk  delle  genti,  chi  tira  ad  una  fune,  e  chi  a  un'altra. 

RuBRiCA  987'  —  Come^  li  Fiorentini  riebbono  certe   Terre  che  teneano  li  Sanesi  del  contado       /.,  xii,  7* 
d'Arezzo,  e  delValtre  feciono  comfromesso  di  ragione  e  di  fatto  nei  Bolognesi. 

In  questo  medesimo  anno,  essendo,  come  addietro  h.  detto,  per  lo  Comune  di  Firenze  rad- 
domandate  agli  uomini  speziali   le  Terre   del   contado   d'Arezzo,  e   riavute,  si   cominci6   ai 

20  Comuni;  e  Siena  che  tenea  di  quelle,  fu  richiesta.  Diceano:  Arezzo  essere  acquistato  e  com- 
perato  da  persona  che  non  lo  potea  vendere ;  sicchfe  con  ragione  non  poteano  addomandare 
a  loro  le  Terre,  ch'egIino  teneano  del  Comune  d'Arezzo.  Onde  molto  dibatterono  la  cosa. 
Renderono  quattro;  ci6  furono  queste  qui  appife  scritte,  ciofe  lo  Monte  a  S.  Savino....  (/a- 
cuna).     Di  Lucignano,  lo  quale  era  lo  tutto,  dissero  che  non  ebbono  mai  in  loro   balia;  ma 

25  che   bene  vi   mandavano  Rettore,  e   non  vi  avieno  n^   cassero,  n6  niuna  cosa  ne   traevano, 
salvo  uno  cero  Tanno,  e  che  vi  avieno  speso.     Commissesi  la  quistione  nel  Comune  di  Bo- 
logna,  che  di  ragione  e  di  fatto  avesse  a  giudicare,  se  lo  dovieno   rendere,  o   no;   e   se   lo 
dovessero  rendere,  quello  che  ne  dovessero  riavere  per  le '  spese.     E  cosl  fu  quieta  la  quistione       /.,  xu,  75 
che  ne  dovea  uscire. 

30  RuBRicA  988°  —  Come  lo   Vescovo  di  Firenze  andb  fer  lo  caffello,  ed  in  Firenze  gU  fu 
faiio  onore. 

Nel  detto  anno  messer  Agnolo  degli  Acciaiuoli,  lo  quale  era  stato  vescovo  di  Firenze 
ed  eletto  cardinale,  si  partl  di  Firenze  di  novembre,  ed  il  Comune  Tonor^  di  ricco  palio, 
portato  onorevolmente  e  con  gran  triunfo  di  campane  e  di  cavalieri  e  di  cittadini,  accom- 
}5  pagnato  n'and6  a  Pisa,  e  quivi  intrato  in  mare  n'and6  a  Genova,  ove  il  di  di  S.  Martiiio 
giunse,  e  a'  dl  12  ricevette  il  cappello.  Ed  in  questo  tempo  triunf6  il  Comune  di  Firenze 
di  due  cardinali;  questo,  con  papa  Urbano,  latino,  e  messer  Piero  de'  Corsini  con  papa  Ghi- 
rigoro,  francesco,  a  Vignone,  il  quale  era  stato  fatto  cardinale  per  papa  Urbano  quinto. 

RuBRiCA  989'  —  Come  a  Firenze  vennono  ambasciadori  romani. 

Nel  detto  anno  vennono  a  Firenze  ambasciadori  romani,  ed  in  ogni  parte  d'ltalia  a  Si- 
gnbri  e  ad  ogni  Comune  a  pregare,  che  per  loro  si  dovesse  mandare  ambasciadori  a  Genova 

13.  Saron»]  SavoU    G.  R.  —  as-a^.  /.  *«///«*ce  eon  la  scorta  dtlPAmmiratc,  libro  dt.,  /.  Tfj:  P«l«zzuolo, 
Uargonsa  e  San  Pancrazio, 


438  CRONACA  FIORENTINA  [A-  usA] 


I.,  XII,  7<  a  pregare  lo  Papa  che  a  lui  dovesse  piacere '  di  tornare  a  Roma.  La  quale  ambasciata  fu 
esaudita  per  lo  Comuiie,  e  fu  eletta;  la  quale  ambasciata  furono  questi:  mesaer  Zanobi  di 
Giovanni  da  Mezzola,  cavaliere,  messer  Tommaso  di  messer  Marco  de'  Marchi,  giudice,  Fi- 
lippo  di  Cionetto  dei  Bastari.  E  cosi  si  partirono  del  mese  di  gennaio,  anni  detti,  e  torna- 
rono  di  marzo,  e  rapportarono,  che....  (lacuna),  5 

RuBRiCA  990"  —  Cotne  vetme  in  Firenze  lo  Cardinale  di  Nocea  di  Gttaldo. 

In  questo  medesimo  anno  venne  in  Firenze  uno  Cardinale,  il  quale  era  di  quelli  di 
papa  Urbano,  ed  efa  vescovo  di  Nocea  di  Gualdo.  Quando  fu  fatto  cardinale  piu  anni 
innanzi  la  sua  venuta,  uomo  di  buona  vita,  e  non  fu  molto  onorato,  nk  allo  venire,  nh  allo 
andare;  e  questo  parve  strano  a  moltt,  perocchfe  a  fare  molti  grandi  fatti  a  uno  Cardinale,  e  10 
gli  altri  male  trattare,  o  non  onorare,  pare  che  poi  quegli,  che  non  h  onorato,  non  se  lo  reca 
a  mente  in  onore,  ma  piuttosto  in  vergogna;  e  cosi  si  arreca  Tuomo  a  nimico  le  persone. 
/..  xii,  77  Cagione,  si  disse,  ne  fu  che  lo  re  Carlo,'  come  detto  e  addietro,  era  nimico  di  papa  Urbano, 
ed  in  Fireuze,  come  in  molti  luoghi  detto  h,  se  n'era  preso  troppa  gran  gara,  non  per  molto 
bene,  che  I'  una  parte  volle  al  re  Carlo,  nh.  Taltra  male,  ma  perchfe  alcuni  si  mantellavano  1 ' 
coUo  favore  di  parole  del  detto  Re,  e  gli  altri  per  dispetto  di  quelli  il  contrario  e  Tuno  e 
Taltro  pendeva  nello  stremo;  sicchfe  trovandosi  negli  ufici  forti  in  quella  volta  quelli  che  fa- 
voreggiavano  il  nome  del  re  Carlo,  parve  si  dicesse  che  quella  fosse  la  cagionc.  Altri  lo 
vietavano,  ma  diceano  che  non  avea  fatto  a  sapere  nulla,  n^  sua  venuta;  e  cosl  si  disse. 
Quale  ai  fosse  la  cagione  non  la  determino  io.  20 

RuBRicA.  991*  —  Come  lo  Cotnune  frese  guerra  col  Conte  da  Orbino. 

L'anno  medesimo  lo  Comune  di  Firenze  prese  guerra  col  Conte  da  Orbino,  comecchi 
la  cagione  fosse  assai  piccola,  e  forse  da  starsene.  Ma,  siccome  addiviene,  le  parti  e  le 
volontk  della  cittk  passano  la  convenevolezza.  Come  narrato  h  addietro,  messer  Cante  de' 
Gabrielli  ed  altri  di  quella  casa  piu  volte  furono  rettori  in  Firenze;  e  come  addiviene  che  25 
i  rettori  piacciano  alli  cittadini,  e  poi  si  rifidano  nello  piaciuto  di  richiedere,  era  stato  caso 
che  '1  Conte  da  Orbino  avea  presa  la  signoria  d'Agubbio,  onde  li  Gabrielli  n'erano  11  mag- 
giori  e  stare  non  vi  poteano,  perocchfe  '1  Conte  addimandava  loro  certe  castella,  ch'egli  avieno 

/„  xn,  78      degli  Agubbini,  ed  eglino  in  quistione'  del  Conte;  e  temendo  di  non  essere  oppressati,  ricor- 

sero  a  Firenze,  e  richiesero  li  Fiorentini  che  dovessero  interporsi  ad  accordargli  col  Conte.  30 
Assai  di  leggiero  ebbero  ambasciadore,  e  questo  fe  sempre  stato  di  costume  de'  Fiorentini,  e 
lodolo  e  buona  usanza  h;  ed  oltre  a  cio,  parve  ai   dicesse  che   messer  Francesco   Gabrielli, 
che  perci6  ci  era  venuto,  fusse,  o  promettesse  di  fare  a  piacere  de'  cittadini,  ad  andare  per 
uno  capitano  dove  a  loro  piacesse.     Elli  se  n'andarono  in  Casentino,  e  tanto  aspettarono  ivi, 
che  messer  Francesco  Gabrielli  venne  spacciato,  et  e'  Tappiaciata,  che   avea  chiesta   avuta,  35 
e  quivi  gli  fu  appresentata   la  lezione  del   Capitanato   di   Firenze.     Molto   dispiacque   a  piii 
cittadini,  perocche  non  fu  in  sfe  bene,  ed  ancora  avea  divieto  che  non  potea  essere,  peroc- 
chfe  nibello  della  sua  cittk  d'Agubbio,  secondo  gli  statuti,  non  potea  essere.     Andato  lo  am- 
basciadore  del  Comune,  cio^  Buono  di  Taddeo  Strada  al  Conte,  parve  che  trattando  questa 
concordia  senza  avervi  frutto,  volle  che  messer  Francesco  de'  Gabrielli  s'accozzasse  col  sal-  40 
vocondotto  col  Conte   in  Agubbio;  e  cosi  a  preghiere   dello  'mbasciadore   fu  fatto.     E   non 
essendo  concordia  tra  loro,  spira  il  termine  del  buUettino;  di  che  volendo  uscire  della  Terra, 

/.,  XII,  79     spirato  il  buUettino  del  salvocondotto  e  notificato  airambasciadore  la  sera  dinanzi'  che  facesse 


4.  dei]  MtM.  /.  —  35.  et  e'  l'applaciata]  ed  %'  lo  ha  a  placiata  /.;  inttndi  il  piacere 


\ 


iA.  1384]  CRONACA  JFIORENTINA  439 

partire  messer  Francesco,  che  '1  salvocondotto  spirava,  e  messer  Francesco,  temendo  d'andarne 
solo,  e  Buono  fidandosi  di  trarlo,  mostrando  che  spirato  fosse,  pure  lo  ritenne  seco.  L'altro 
dl  si  volle  partire  con  lui,  fu  detto  che  lo  ambasciadore  era  salvo,  ma  messer  Francesco  ri- 
manesse;  questo  fu  cosl  che  Buono  fu  libero  e  messer  Francesco  ritenuto.  Buono  sdegnato, 
5  partito,  riporto,  che  infra  '1  termine  della  sicurtk  fu  tradito,  e  preso  messer  Francesco,  ed 
ancora  a  lui  essere  oltraggiato  di  parole  villane.  II  Conte  si  mand6  a  scusare,  e  venne  infra 
gli  altri  messer  Gaddo  degli  Acorimboni  da  Gubbio  a  dire  per  lo  Conte,  a  mostrare  non 
essere  per  lo  Conte  commesso  errore.  Come  che  la  cosa  s'anda8se,  poco  fu  udito.  Lo  Conte 
lascio  messer  Francesco  a  petizione  del  Comune  in  Firenze.     Venne  per  Capitano,  e   come 

10  fu  in  Firenze,  tanto  venne  sollicitando  li  suoi  fatti,  che  sollicitando  uno  Priorato  ed  un  altro, 
fece  che  s'abbattfe  a  uno  uficio  de'  Priori  e  di  Collegi  che  si  sdrucciolarono  a  pigliare  la 
impresa.  A  molti  dispiacque,  e  spezialmente  a'  mercatanti  e  ai  mezzani  ed  altri  artefici  per 
cui  non  si  fa  guerra;  e  qui  biasimando  Buono,  e  dicendo  qhe  a  petizione  d'uno  cittadino 
con  sue  bugie  facea  pigliare  briga  al  Comune;  e  piacque  questa  impresa  alle  famiglie,  e  con 

15  quelli  che  molto  volentieri  seguono  questo  nome  di  Parte  guelfa,'  perocch^  lo  Conte  k  ghi-       /.,  xn,  lo 
bellino  e  Buono  k  del  numero  di  quelli  che  tengono  questo  sfrecciato  modo  di  Parte  guelfa. 
Non  dico  pero  che  li  mezzani  e  gli  altri  non  tenessero  per6  Parte  guelfa,  ma  piii  tempera- 
tamente,  che  gH  altri  Tusavano. 


RuBRicA  992'  —  Come  lo  re  Carlo  di  Puglia  si  rubb  i  mercatanti  di  Firenze  nello  reame  suo. 


20  L'anno  medesimo  essendo,  lo  re  Carlo  munto  di  danari  per  la  lunga  guerra,  ed  essendo 

da  certi  baroni  d'Ungheria  chiamato  alla  corona  d'Ungaria,  e  non  veggendo  modo  d'andare, 
se  danari  non  avea  da  lasciare  pagati  li  soldati  che  lasciava  e  quelli  che  menava,  s'immagin6 
di  t6rre  tutte  le  mercatanzie  che  nello  Reame  trov6,  e  cosi  fece;  ed  ultimamente  le  diede 
in  pagamento  a'  soldati,  e  chi  le  volle,  le  ricomper6  da  loro,  ed   altre  ne   mise  a  sua   peti- 

25  zione,  come  quelle  de'  Fiorentini.  Ed  ancora  si  trovo  in  Firenze  chi  per  lui  aoperava  pa- 
role,  dicendo  che  a  ragione  lo  avea  fatto,  perch^  dovea  avere,  e  fecesi  vedere  la  ragione 
de'  danari  della  Duchessa,  ed  in  effetto  si  trov6  non  dovere  avere.  Pure  acciocch^  '1  danno 
de'  mercatanti  non  fosse,  lo  Comune  8'interpuose,  e  andossi  a  fare  concordia  ambasciadori, 
ed  in  effetto  si  f ece  con  danno  e  spesa  del  Comune  e  mercatanti.     E '  certo  assai  fu  biasi-        j.,  xu,  ii 

30  mato  il  re  Carlo  degli  atti  fatti  contra  a'  Fiorentini,  siccome  addietro  appare,  quando  fece 
ricomperare  il  Comune  45000  fiorini,  ed  ora  la  ruberia  de'  mercatanti  fidati  nel  suo  regno. 
Agli  altri,  cui  rub6,  assegn^  sopra  le  sue  rendite  a  certi  tempi  riavere. 

RuBRiCA  993*  —  Uandaia  del  re  Carlo  in  Uhghcria,  e  come  fu  morto  il  Re  d^  Ungheria. 

In  questo  tempo,  avendo  ragunati  danari,  si  mise  lo  re  Carlo  in  concio,  perocch6  lo  reame 
35  d'Ungheria  era  diviso,  perocchfe  dopo  la  morte  dello  re  Luigi  d'Ungaria  rimasero  due 
figliuole:  Tuna  moglie  del  Marchese  di  Brandimborgo,  Taltra  del  Duca  di  Storich.  Di  che 
molto  male  contenti  gli  Ungari  della  signoria  de'  Tedeschi,  certi  baroni  si  levarono  a  man- 
dare  in  Puglia  per  lo  re  Carlo,  che  dovesse  venire  per  lo  reame.  Di  che  sentendo  la  Reina 
questo,  tolse  la  figliuola,  non  giaciuta  col  Duca  di  Storich,  e  maritoHa  ad  un  signore  del  suo 
40  legnaggio  la  in  Pagania,  e  fecesi  cristiano,  acciocchfe  lo  re  Carlo  non  la  desse  al  figliuolo, 
perocchfe  la  reina  d'Ungaria  non  amava  il  re  Carlo;  e  lo  re  Carlo  fu  chiamato  da'  Baroni, 
perocch'egIi  8'era  con  loro  allevato.  Di  che  giunto  lo  re  Carlo  nel  paese,  veggendo'  la  Reina  i.,  xn.  la 
lo  reame  in  quistione,  lo  ricevette,  ed  ultimamente  lo  fece  balio  e  governatore  dello  reame. 
In  pochi  di  ad   Albarossa,  la   quale  6  la  maestra  cittk  d'Ungheria,  dove   si  coronano  li  re, 


4.  hi  liberoj  non  fu  llbero  G.  R.:  ho  corretto  la  hxione  G.  R.  —  J8.  andoMl]  mandoMl  /.  -  3«.  rlayere]  In  «Tve- 
alre /,  —  39.  gtacluta]  glil  glunta  /. ;  glagiusta  G.  R. 


I 


440  CRONACA  FIORENTINA  tA.  i3»4i 


egli  fu  coronato  Jn  re.  E  dissesi  ch'egH  prese  lo  reame  con  una  cosdtuzione  antica,  che 
dicea  che  quando  del  legnaggio  di  Francia  si  trovasse  alcuno  maschio,  non  dovesse  estere 
reda  del  regno  alcuna  femmina. 

RuBRicA  994*  —  Come  fu  ucciso  lo  re  Carlo. 

Nel  detto  anno,  essendo  in  questo  modo  ch'^  detto  di  sopra,  lo  re   Carlo  coronato  in     5 
re  d'  Ungaria,  e  pigliando  la  aignoria,  vcggendo  la  reina  spodestata  dello  reame  s^  e  le  *ue 
tigliuole,  pens6  allo  remedio.     Ed  in  effetto  venendo  un  dl  a  vicitare  la   Reina,  e   chi  dice 
cliiamato  a  consiglio  da  lei,  dinanzi  dalla  sua  camera  in  una  sala,  ovvero  stufa,  assalito  fu, 
e  datogli  piii  e  piu  colpi  infra  i  quali  uno  nella   tempia  che   venia  iniino   al  naso,  e   perd^ 
uno  occhio.    Di  che  preso,  e  messo  in  pregione,  e  poi  si  fu  di  notte  mandato  a  Misongrado,  10 
ove  mori.     Della  morte  sua  in  piii  modi  si  dice;  ma  della  ferita  e  presura  piii  lettere  in  uno 
A,  XII,  8J     tenore  apparvono  in  Firenze,  e  copie  di  lettere  mandate  per  la  Reina  d'Ungaria'  in  Francia 
al  papa  ed  al  Comune  di  Vinegia.     L'effetto  delle  lettere  k.  questo,  che  la  Reina  scrive  che 
conciossiacosachfe  suoi  baroni,  nimici  di  lei,  mandarono  per  lo  Re  in  Puglia  segretamente,  ed 
ella  sentendo  sua  venuta,  credendo  che  come  figliuolo  della  memoria  dello  re  Luigi,  che  fu  1! 
d*UngJiria  e  di  lei,  li  quali  Taveano  e   cresciuto  e  colla  loro  forza  e  danari  fatto  acquistare 
il  reame  di  Puglia,  divoto  venisse  aiutare   loro  salvare   lo  reame,  e  cacciare  i  loro  nimici, 
che  gli  avea  dato  il  governo  dello  Reame,  e  fattolo  balio  e  governatore,  e  che  egli   tradi- 
tamente  gli  avea  ingannati  e  spodestati   lei  e  le  sue  figliuole  dello  reame,  e  per  s^  toltolo 
e  colla  forza  de'  nimici  di  lei  e  dello  regno,  e  fattosi  coronare  in  re;  di  che  ella  veggen-  20 
dosi  tradita,  Tavea  fatto  pigliare  per  tenerlo  in   prigione,  acciocch'egIi   non  si   potesse  glo- 
riare  di  quello  male  fatto,  come  si  gloriava  dello  reame  di  Puglia;  lo  quale  avea  tradita   e 
tolto  lo  reame  alla  reiua  Giovanna,  la  quale  da  picciolo   fanciullo  Tavea   allevato  e   datogli 
la  nipote  per  moglie;  ma  che  nella  presura  era  intervenuto  le  ferite.     Queste  lettere  scritte 
conteneano  questo  effetto,  delle  quali  vidi  copia,  e  piu  altre  parole  assai   vituperevoli  dello  25 
detto  re  Carlo  dicea,  come  nimico  di  santa  Chiesa,  e  chiamavalo  Satan. 

/.,  xti,  M     RuBRicA  995*  —  De^  modi  che  si  tennero  in  Firenze  fer  la  coronazione  e  morte  dello  re  Carlo 
di  Puglia  nei  deiti  tem-pi. 

Nel  detto  anno  e  tempo  che  le  dette  cose  si  facieno  in  Ungaria,  in  Firenze  si  facieno 
le  infrascritte  cose;  e  non  tanto  scrivo  le  cose  dello  re  Carlo,  perch^  abbiano  in  s^  a  fare  30 
a  nostra  materia,  ma  per  la  materia  che  fanno  li  cittadini  di  Firenze  nelle  loro  gare  sotto 
lo  nome  e  titolo  d'esso  re  Carlo.     Era  tanto   lo  nome   dello  re  Carlo   in  Firenze   per  certi 
fautori  con  tanta  audacia  che  chi  non  dicea:  "  viva  lo  re  Carlo,,  parea  non  essere   da  Fi- 
renze  allo  animo  d'aIcuno ;  e  questo  non  awenia  tanto  per  bene  che  allo  re  Carlo  volessero 
quelli  tali,  ma  perch^  vedeano  che  non  poteano  essere  signori  e  cacciare  cui  voleano  a  lor  35  . 
posta,  pigliavano  questo  nome  con  dire  tanto   sfrenatamente  lo  suo   nome,  che  diceano   che 
chi  non  volea  che  lo  re  Carlo  fosse  aumentato  e  cresciuto,  ed   avesse  grandi   signorie,  non 
era  amico  del  buono  stato  di   Firenze.     E   come  daU'altra   parte  si   vedea   non  essere   cosi, 
owero  a  lor  parea  non  essere  cosi,  perocch^   nel  vero  da   lui  i  Fiorentini  non  ebbero   mai 
se  non  male,  imperocchfe  come  esso  and6  contro  al  Signore  di  Padova  per  lo  Re  d'  Ungaria,  40; 
r^  xa,  »s     egli  tenne  trattato  contra  alla   cittk  di '  Firenze,  e  questo,   comecch^  se  ne  prendesse   scusa 
che  quegli,  a  cui  fu  mozzd  il    capo,  ciofe   Giannozzo   Sacchetti,  si   fece   dire  che  la   lettera 
ed  il  suggello  dello  re  Carlo,  egli  Tavesse  contrafifatto,  e  dallo  re  non  avesse  nulla,  che  era 
allora  messer  Carlo  della  Pace,  nel  vero  fu  sua  lettera  e  suggello,  ma  per  onestk,  e  perchfe 
quelli  che  teneano  allora  lo  stato  gik  dubitavano  di  loro  stato,  e  di  lui  temeano,  quello  fe-  45 
ciono  allora  dire  per  non  innanimarlo  contra  a  loro;  e  Taltra  cosa  contra  a  Firenze,  perchfe 


[A.  1384]  CRONACA  FIORENTINA  441 

vera  divozione  a  lui  non  si  avea,  fu  che,  come  in  piu  luoghi  addietro  abbiamo  narrato,  mes- 
ser  Giannotto,  suo  maliscalco,  venne  a  Firenze,  e  cavalco  il  terreno  de'  Fiorentini,  ed  arse, 
e  venne  infino  alla  Lastra  a  Malmantile,  ove  fu  preso  il  conte  Giovanni  da  Barbiano  ed  altri 
con  lui  della  gente  del  re  Carlo,  cioe  di  messer  Giannotto,  e  scrivendosi  allo  detto  messer  Carlo 
5  questa  ingiuria,  disse:  questo  essere  contra  a  sua  volontk,  e  che  quando  fosse,  dove  mes- 
ser  Giannotto  fosse,  gli  farebbe  patire  pena;  ma  che  egli  non  credea,  ch'egli  avesse  richiesto, 
nh  voluto  fare  ricomperare  il  Comune,  come  gli  fu  scritto  che  avea  fatto.  Di  questb  male 
si  potea  scusare,  perocch'io  fui  ambasciadore  a  cio  diputato,  e  con  lui  messer  Giannotto, 
questo  trafficai  e  piii  dl,  e  poi  ritornammo  a  Firenze,  e  riportato,  e  domandato  a  tanta  cosa, 

10  quanto  questo  era,  volere  compagnia'  fui  dato  in  compagnia  di   messer  Bettino  Covoni;  ed     /.,  xn,  h 
ultimamente  tanto  ci  tenne  in  parole,  vogliendo  noi  dargli  danari,  ch'egli  ridussesi  a  volere  da 
nari,  e  rimettere  gli  sbanditi  e  rubelli  in  Firenze;  e  chi  gli  avesse  dato  ci6  che  chiedea,  appena 
l'averebbe  tolto,  perchfe  si  credea  che  gli  sbanditi  ch'eran6  con  lui,  lo  mettessero  in  Firenze. 
E  cosl  come  venimmo,  egli  entr6  sul  terreno  et  arsero  e  dannificarono.     Lo  detto  messer  Carlo 

15  avendo,  come  detto  h,  voluto  fare  credere  di  gastigarlo,  torn6  poi,  e  venne  nel  contado  di 
Firenze  con  armata  mano  infino  presso  a  Poggiobonizi  la  sua  gente,  e  ricomperossi  il  Co- 
mune  45  000  fiorini  sanza  i  magaluffi  da  lui,  [daii  a  lui]  comecchfe  s'onest6  di  volergli  in  pre- 
stanza,  ma  pure  dicendo  che  non  c'erano,  egH  disse  non  potere  tenere  la  sua  gente;  di  che 
per  sospetto  del  suo  stato  gli  si  dierono,  ed  io  gliene  portai  20000.     Sicchfe  a  buona  ragione 

20  si  pu6  dire  da  lui  non  avere  auto  altro  che  male ;  ma  essere  la  brigata  che  diceano  per  lui 
ingiustamente  del  suo  nome  carichi,  ma  come  detto  6,  quelli  che  ci6  faceano  sono  quelli  che 
con  lui  vennono  a  Firenze  a  fare  danno  per  essere  rimessi  in  casa  loro;  ed  a  volere  dire  la 
verita  molti  n'erano  stati  cacciati  sanza  colpa  o  cagione  avere  commessa,  e  cercavano  quella 
via,  ch'era  loro  piu  abile  a  rientrare;  perocchfe,  chi,  perch'erano   stati  favorevoli   airammo- 

25  nire,  e'  chi,  perch'erano  amici  degli  ammonitori,  e  chi  per  alcuna  nimicizia,  e  chi  per  altra,     /.,  xn,  s? 
molti  a  torto  erano  stati  cacciati  e  sbanditi  di  Firenze,  ed  eglino,  e  quegli   che  teneano  lo 
stato,  si  guidavano  male.     Ma  pure  parea  a  molti,  che  la  impresa  dello  re  Carlo  non  fosse 
quella,  se  non  profferersi  di  bene  mettere  pace  e  concordia,  ma  non  pigliare  parte  coirarmi. 
E  cosl  ancora  si  pu6  dire  per  contrario  degli  altri,  ch'erano  contra  a  questa:  Tuna,  che  erano 

30  gente  offese,  oltraggiati  ed  ammoniti,  che  bastava  loro  essere  ristituiti  e  vedere  gastigati 
quelli  che  gli  avieno  ammoniti.  E  doveano  non  insino  in  eterno  loro  e  le  loro  parentele  ed 
amici  perseguitare ;  sicchfe  d*ogni  parte  era  grande  la  colpa  ed  il  peccato.  E  venne  in  tanta 
contesa  questa  cosa  dello  re  Carlo,  che  veramente  quelH  ch'erano  suggetti  ed  amici  del 
re  Carlo  ed  in  Puglia,  di  cui  era  signore,  e  quelli  ch*erano  dello  Duca  d'Angi6,  nimici  allo 

35  re  Carlo  e  loro  sudditi,  non  avieno  nb  tanta  gara,  n6  tanta  questione,  n^  tale,  ne  sl  aspra 
voglia  pro  e  contro,  come  i  Fiorentini;  perocch^  ogni  dl  v'erano  cento  novelle  pro  e  contro. 
L'uno  dicea  che  egli  era  Signore  in  Ungaria,  e  che  una  brigata,  nimici  suoi  e  del  buono 
stato  di  Firenze,  si  voleano  tagHare  a  pezzi,  che  chi  non  si  rallegrava  del  suo  onore  era 
traditore  e  ghibellino,  ed  in  tanta  superbia  ne  montavano,  che  chi  si  volea  stare,  non  potea,' 

40  che  tacendo  in  suiruscio  suo  gli  era  detto:   "  £  iu  de  illis  esse  „.     E  fu  tanto  la  festa  e  Tal-      /.,  xn,  ti 
legrezza  di  fare  fal6,  suoni,  serrare  le  botteghe,  armeggiare,  giostrare,  suoni  e  feste,  che  se 
'1  Comune  di  Firenze  avesse  sottomessosi  Pisa,  antica  citta  nimica  de'  Fiorentini,  sanza  dubbio 
non  se  ne  sarebbe  fatta  la  metk;  e  sommossono  s\  il  popolo,  che  se  solo  una  femmina  avesse 
detto:   "  Viva  il  re  Carlo  „,  era  egli  Signore,  e  non  so  da  che   rimase,  se  non  che  Dio  non 

45  volle  tanto  male;  perocchfe  a  mano  a  mano  si  gridava:  "  AUa  morte  de'  Ghibellini  ed  ammo- 
"  niti  e  sospetti,.  E  il  popolo,  vago  di  rubare,  e  Tanno  caro  ch'era  d'ogni  cosa,  averebbe 
fatti  piii  sospetti  che  altri  confidenti.  E  veramente  tra  per  soperchio  parlare,  ed  usanza  non 
buona,  a  grande  rischio  fu  la  mercanzia  e  li  ricchi.     E  quelli  che  scoppiavano  dello  onore 


l^.  terreno....  danaiflcarono]  terreno  e  casaero  e  dannificarono  /.  —  16.  mano]  meno  /. 


442  CRONACA  FIORENTINA  [A.  1384] 


del  rc,  erano  (jiielli  clie  piu  fcsta  nc  mostravano;  certamente  Tuno  in  troppa  sfrenata  par- 
lanza  di  suo  onore,  e  ^i  altri  in  soperchio  parlare  nel  segreto  di  sua  vergogna,  Tuno  e  Taltro 
fallavn;  e  certo  sanza  dubbio  se  Dio  non  avesse  posto  silenzio  alla  soperchia  allegrezza,  io 
credo  Barebbe  uscito  un  gran  male.  Perchfe  i  Capitani  di  Parte  feciono  artneggiare  con 
vestc,  e  molte  famigHe  il  similo,  j^are   cominciarono   grandi  infra'   cittadini ;  ed   onorossi  di     5 

/.,  XII,  M  robc  e  di  cavalli  uno  uomo  di  niente  ch'arrec6  la  novella,  che  se  fosse  stato'  un  gran  ba- 
ronc,  troppo  era;  e  a\  lo  vestirono  di  sciamito,  e  foderarono  di  vaio,  e  feciongli  convito, 
che  quasi  allo  Re  non  si  sarebbe  piu  fatto,  che  si  fece  a  lui.  E  molti  ragionamenti  si  ten- 
nero  di  fare  male  per  una  brigata,  H  quali  aveano  diliberato,  quando  sonasse  a  parlamento 
per  l'a!Iegrezza,  e  leggere  la  lettera  della  sua  coronazione,  di  muoversi  una  brigata  di  cit-  10 
tadini,  e  dire:  "  Vivano  i  Guelfi,  e  muoiano  i  Ghibellini  „'.  Li  quali  averebbono  corso  a  casa 
gli  ammoniti  e  Ghibellini,  e  rubato  ed  arso,  e  forse  quivi  non  rimaneano  contentL  E  fu 
uno  Gonfalonieri,  lo  quale  veduto  ch'e'  Priori  posero  silenzio  a  quello,  che  di  notte  richiese 
una  brigata  a  offerrere  a  S.  Giovanni,  ed  ebbe  molti  fanciulli,  gridando:  *  Vivano  i  Guelfi, 
*e  muoiano  i  Ghibellini„,  credendo,  con  questo  si  leveranno  altri,  e  quivi  faccendo  di  notte,  15 
i  Signori  non  potranno  porre  rimedio,  e  con  questo  noi  correremo  la  Terra;  onde  non  fu 
loro  risposto,  e  rimasesi  cosi  la  cosa,  e  molto  biasimo  n'ebbe.  E  fu  questo  Gonfaloniere 
ghibellino  di  nazione,  ed  a  segno  di  ci6,  che  quando  egli  era  giovanetto,  chi  gli  dicea:  '  Se' 
"  tu  guelfo?  „  egli  sputava  in  terra,  e  yolgea  le  spalle;  nh  il  padre   disse  mai   ch'egli  fosse 

guelfo,  ma  vero  ghibellino.     Fu  questi  Berlinghieri  di {lacuna)  Rerlinghieri.  20 

Piacque  a  Dio  che  infra  questo  armeggiare  venne  la  novella  della  morte  del  Re,  e  quella' 

y.  XII,  w     brigata,  li  quali  si  aspettavano  colla  sua  boce  nuocere  agli  altri,  di  ci6  ne  furono  male  con- 
tenti;  e  gli  altri,  che  dubitavano,  allegri.     E  venne  questa  cosa  in  tanta  gara,  che  quasi  due 
mesi  si  disse  non  essere  morto  e  morto;  e  faceansi  le  piu  strane  novelle  e  lettere  con  fanti 
propri  dire  essere  venuti  di  \k,  ch'egli  era  vivo:  e  gli   altri    con   lettere    ch'egli   era  morto.  25 
Era  per  gli  Uficiali  del  Comune  mandato  per  lui,  e  con  grandi  minacci  postogli  silenzio;  e 
chi  bestemmava  Iddio,  o  i  Priori,  o  tutta  la  citth,  non  e  chi  ne  curi;  ed  in  tanta  contesa  si 
venne  del  re  Carlo,  che  una  brigata  d"arrabbiati   minacciavano   chi   ne   parlava,   che   fosse 
morto.     Gli  era  meglio  il  cessarsi,  che  lo  stare  ove  di  ci6  si  parlava.    E  veramente  se  egli 
fosse  stato  Signore  naturale  di  Firenze,  e  Signore,  che  avesse  molto  sollevata  e  alzata  la  citth,  30 
non  ne  sarebbe  tanto  parlato,  nh.  aggradito.     E  Tuna  parte  e  Taltra  a  mal  fine  faceano  ci6 
che  faceano;  Tuna  per  fare  danno  con   quello   nome   airaltra,   e  Taltra  per  dispetto  e  per 
dispregio   deiraltra.     Pure  vennero  poi  lettere  ch'egli  era  morto;   quasi  no '1  voleano  mai 
confessare  quelH  che  fosse  morto,  nk.  credo  infino  alla  venuta  di  Cristo,  quando  giudicherk 
il  mondo,  vorranno  ch'egli   sia   vivo   per   dispetto   dellaltra   parte:   e   quelli   che  vorranno  35 
e  vorrebbono  ch'e'    fosse  morto  in  prima  che  e'  morisse.     E  con   queste   contese   la  nostra 

/.,  XII,  <>j      cittk'  non   in   buono  stato,  ma  in   contese  si  tenea  per  Tuna  parte  e  per  Taltra,  ciascuna  a 
fine  di  male. 

RuBRiCA  996'  —  Comc  fu  una  congiunzione  di  Saturno  c  love,  ed  oscurb  lo  sole  e  la  luna. 

In  questo  medesimo  anno  del  mese  di  maggio  si  congiunse  love  con  Saturno  nel  prin-  40 
cipio  di  Cancro,  H  cui  effetti  gli  aspetteremo  per  non  prendere  lunghezza,  che  non  molto  ha 
a  fare;  e  chi  ne  disidera  trovare,  pu6  cercare  poichfe  ha  la  convinzione.  Lo  sole  08cur6  lo 
primo  dl  di  gennaio  tra  la  sesta  e  terza,  e  se  non  che  fu  nuvolo,  si  sarebbe  quasi  veduto 
tutto  il  corpo  del  sole  scurato,  perocch^  scuro  quasi  3/4  d'e8so;  poi,  con  tutto  fusse  nuvolo, 
assai  rabbui6.  45 


I.  sfrenataj  franata  /.  —  17.  cos^]  omm.  G.  R.  —  29.  Gli  era  megliol  che  era  meglio  /.  —  40.  Iotc  con  Sa- 
turno]   loTC  e  Saturno  /.  —  43.  quasi]  omm,  I. 


tAA.   1385-1386] 


CRONACA  FIORENTINA 


443 


La  luna  oscuro  poi  appresso  il  detto  mese  a'  dl  13  del  detto  mese,  vegnente  16  dl,  in- 
nanzi  di  circa  due  ore. 


2.  in  I.  ug»e  la  lista  dei  friori  che  rifortiamo  in  nota,  e  che  manca  in  G,  R. 
RuBRiCA  997*  —  ^uesti  sono  i  Priori  dal  di  primo  maggio  13SS  a  tutto  afrile  13S6. 


Angelo  dl  Nerl  Vettori 

Gherardo  dl  Piero  BoTerelli 

lacopo  di  Matteo  vocato  Ciacco,  lanaiuolo 

Vanni '  di  Mannuccio,  galigaio 

Matt:=  Latini,  lanaiuolo 

Branca  d'Amerigo,  pezzaio 

lacopone  di  lacopo  Gherardini 

Giovanni  di  Dietaiuti,  brigliaio 

Giovanni  di  Piero  di  Bandino  Baroncelll,  gonfaloniere 

dl  lustizia,  quartiere  di  S,  Croce 
Ser  Francesco  di  ser  Giovanni  Cial,  loro  notaio 

Ser  Biagio  Bernabucci   Mazzocchi 

Bninetto  di  Prese  da  Varazzano,  vinattiere 

Baido  di  Mariotto  di  Simone  Orlandini 

Matteo  di  Birtolo  Casini 

Biondo  d'Ambrogio  Meringui 
30    Bartolo  Cambini,  pezzaio 

Cristiano  di  Migliore,  setaiuolo 

Francesco  di  Giovanni  Tini,  bicchieraio 

Nofrl  di  Palla  degli   Strozzi,   gonfaloniere    di  luatizia, 
quartiere  di  S.  Marla  Novella 
35    Ser  Piero  Nelli,  loro  notaio,  quartiere  di  S,  Spirito 

Agostino  di  Francesco  di  ser  Giovanni 

Giusto  di  Tofano,  fornaio 

Francesco  di  Vanni,  orafo 
30   Andrea  Ciampelli,  chiavaiuolo 

Simone  di  messer  Bindo  degli  Altoviti 

Bartolommeo  di  Lionardo  BartoUni,  cambiatore 

Chiarissimo  di  Meo  Cionaccl 

Piero '  Peri,  calderaio 
35   Francesco  di  Neri  Fioravanti,  gonfaloniere  di  lustiziai 
quartiere  di  S.  Glovanni 

Ser  Ruberto  Finucci,  loro  notaio,  quartiere  di  S.  Croce 

Antonio  di  Marignano  Sassolini 
40   lacopo  dl  Michele,  chiavaiuolo 

Nastagio  di  Benincasa  della  Camera 


Zanobi  di  Bruno,  bicchieraio. 

li  quale  morto,  fu  tratto  in  suo  luogo  a'  10  dl  no- 
vembre: 
Lorenzo  di  Bernardo,  albergatore 
Manetto  di  ser  Piero  Pucci,  speziale 
Bieco  di  Teglia,  iinaiuolo 
Antonio  d'Angelo  di  Vanni  dal  Canto 
Andrea  di  Piero  di  Filippo  degii  Aibizzi 
Messer  Tommaso  di  Guccio  de'  Soderini,  cavaliere,  gon- 

faloniere  di  lustizia,  quartiere  di  S.  Spirlto 
Ser  Giovanni  di  Lapino  di  Brunetto,  loro  notaio,  quar^ 

tiere  di  S.  Giovanni 

Stefano  di  Giovanni  di  Ser  Segna 

Bindaccio  d'Antonio  Benizi 

Giovanni  di  Bondo  del  Caccia 

Gherardo  di  Lippo,  pianeilaio 

Testa  di  lacopo  Girolami,  lanaiuolo 

Simone  d'Arrlgo,  agoraio 

Niccold  d'Andrea  di  Neri  di  Lippo 

Giovannl  di  Rota,  fornaio 

Messer'  Lotto  di  V^anni  de'  Casteil&ni,  gonfaloniere  dl 

lustizia,  quartiere  dl  S.   Croce 
Ser  lacopo  d'Ambrogio  Meringhi,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Maria  Novella 

Giusto  di  Coverello,  ritagliatore 

Michele  di  Salvi,  coreggiaio 

Stefano  dl  Migliore,  borsaio 

Giovanni  di  Francesco  de'  Bucelli 

Tommaso  di  Guccio  di  Dino  Gucci 

Francesco  Pasquini,  albergatore 

Zanobl  di  Giovanni  MarignoIIl 

Lodovico  d'Andrea,  pizzicagnolo 

Davanzato  di  Glovanni  Davanzati,  gonfaloniere  di  lusti- 

zia,  quartiere  dl  S.  Maria  Novella 
Ser  lacopo  di  ser  Zanobl  Pavoni,  loro  notaio,  quartiere 

di  S.  Spirito. 


y.,  xu,  91 


l.,  XII,  9i 


/•.,  III,  *J 


;M> 


INDICI 


Tomo  XXX,  p.  1  —  »9. 


AWERTENZE    PER   GLI    INDICI 


Le  indicazioni  in  carattere  tondo  rimandano  al  testo  della  cronaca,  quelle  in  corsivo  alle  varianti 
o  alle  note  illustrative,  quelle  fra  vitgolette  alla  prefazione.  Le  notizic  che  il  contesto  del 
discorso  permette  di  riferire  ad  un  dato  personaggio,  sebbene  questo  non  sia  espressamente 
nominato,  si  trovano  sotto  il  nome  del  personaggio  stesso,  ma  distinte  dalle  altre  per  ca- 
ratteri   spaMieggiati. 

n  punto  esclamativo  (I)  indica  la  notizia  dubbia. 

II  numero  in  carattere  piit  grande  indica  la  pagina,  quello  in  carattere  piA  piccolo,  la  riga. 

NeiriNDICE  ALFABETICO  DEI  NOMI  E  DELLE  MATERIE,  accanto  a  ciascun  nome,  ri- 
dotto  nella  forma  italiana  pii»  comune  neiruso  mo<ierno,  sono  poste  tra  parentesi  quadre 
tutte  le  altre  forme  sotto  le  quali  esso  figura  nel  testo  e  ciie  per  ragioni  ortografiche  di 
dialetto  o  di  lingua  sono  diverse  da  quella  prescelta.  Di  queste  diverse  forme  figurano,  al 
loro  posto  alfabetico  neirindice  e  con  richiamo  alla  f-^rma  italiana  prescelta,  soltanto  quelle 
nelle  cui  prime  quattto  lettere  si  riscontra  qualche  differenza  dalle  prime  quattro  letteredella 
forma  prescelta. 

NeiriNDlCE    CRONOLOGICO    si  tiene  conto  soltanto  dei  fatti  posteriori  alla  nascita  di  Cristo. 

Ciascuna  data,  qualunque  sia   lo  stile  secondo  cui  6  computata  nel  te.sto  pubblicato,  si  trova 

ricondotta  neirindice  allo  stile  coraune  o  del  Calendario  romano ;  ma   accanto    ad   essa    fra 

pare.itesi  totonde  k  registrata  anche  quella  che   iigura  nel  testo. 
Coii  asterisco  sono  segnate  lc  date  che  si  possono  desiiwere  dal  contesto  dcl  discorso,  sebbene  es.se 

non  siano  espressamente  dichiarate  nel  testo  della  cronaca. 
Fra  parentesi  qiiadre  sono  poste  le  date   errate   con  richiamo  alla    data    vera,    la    quale,    a    sua 

volta,  ha  un  richiamo  alla  data  errata. 


Tavola  delle  principali  abbreviazioni  che  s'incontrano  negli  indici 


a.  C. 

avanti  Cristo 

tnons. 

monsignore 

an.  aa. 

anno,  anni 

ms. 

manoscritto 

ambasc. 

ambasciatore,  am 

ibasciatori 

n.  ed. 

nuova  edizione 

arciv. 

arcivescovo 

p.e. 

per  esempio 

c.  cc. 

citti  {sing.)  citti  {piur.) 

p.  p. 

papa 

«/. 

confronta 

pr. 

presso 

eit. 

citato 

pred. 

predetto 

d.  C. 

dopo  Cristo 

ric. 

ricordato 

ed. 

edizione,  edito 

S. 

Santo 

a. 

eletto,  eletti 

st.  fior. 

stile  fiorentino 

f. 

fiume 

sec. 

secolo 

/om. 

famiglia 

V. 

vedi 

march. 

marchese 

V.  l. 

varia  lezione 

[Abadinghi^Acciaiuoli] 


hHi 


INDICE    ALFABETICO 

[a  cura  del  Prof.  Cesare  Fraschetti(i)] 


Abadinghi  Cione  di  Vanni,  h  nelle  liste  dei    Priori  del 

1369  genna.io-1370  gennaio,  275,  11. 
Abati,   fam.    fiorentina  di   parte   ghibellina,   28,  22  ;   si 

schiera  coi  Cerchi  con  la  parte  bianca,  80,  35. 
Abati  Bocca,  fa  cadere  a  terra,  con  un  colpo  di  spada, 

a   Montaperti,    la   bandiera   del    popolo   di    Firenze 

dalle  mani  del  vessillifero  (an.   1260),  47,  34-35. 
Abati  Rinuccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1290  dicem- 

bre-1291  dicembre,  68,  2. 
Abati  (degli)  fani.,  v.   Abati,  fam. 
-^bati  (dkgli)  Neri,  priore  di  S.  Piero  Scheraggio,  viene 

accusato  d'aver  procurata,  nella  sua  qualiti  di  so- 

vrastante  alle  prigioni,  la  morte  di  alcuni  Bianchi 

in   esse   rinchiusi,    82,    1-3  ;    viene   incolpato   quale 

responsabile  deirincendio  scoppiato  in   Firenze  du- 

rante  una  mischia  cittadina  (an.  1304),  92,  33-34. 
Abati  (casa  degli),  in  Orto  S.  Michele,  arsa  in  seguito 

airincendio  scoppiato  durante  la  mischia  cittadina 

(an.  1304)  92,  23-25. 
Abati   (CASE   degli),   abbattute  e  distrutte  durante    la 

rivolta  popolare  contro  i  Ghibellini  (an.  1258),  44,  8. 
Abbaco  (dell')   Paolo  [Pagolo]  di  Piero,  6  nelle  liste 

dei  Priori  del  1362.  gennaio- 1363  gennaio,  262,  23. 
Abbati    (degli)    Lamberto,  (I)  viene  fatto  impiccare  da 

Guglielmo  Asciesi,  Conservatore,  al  tempo  del  Duca 

d'Atene  (an.   1342)  201,   12-14. 
Abbruciati  (degli)  Boninsegna,  b  nelle  liste  dei  Priori 

del  1309  febbraio-1310  febbraio,  106,  7. 
Abbruciati   (degli)   Forksino  d'Andrea,   6  nelle  liste 

dei  Priori  del  1328  dicembre-r329  dicembre,  160,  42. 


Abbruciati  (degli)  Simone  Arrighetti,  h  nelle  liste 
dei  Priori  del  1308  febbraio-i^og  febbraio,  104,  22. 

Abramo  [Abraam]  di  Matteo,  del  popolo  di  S.  Lucia 
d'Ognissanti,  6  condannato  neiravere  e  nella  persona 
per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  48. 

AcciAiuoLi,  fam.  fiorentina  di  parte  nera,  80,  39  ;  92, 
14  ;  6  tra  le  favorevoli  alla  nomina  del  Duca  d'Atene 
a  signore  di  Firenze  (an.  1342),  195,  35  ;  scoppiata 
la  rivolta  contro  il  Duca,  si  leva  in  suo  favore  (an. 
1343).  205,  14  ;  alcuni  dei  suoi  capi  sono  tra  i  mag- 
giori  esponenti  di  Parte  guelfa  318,   11. 

AcciAiuoLi  AcciAiuoLO  Di  NiccoLA,  &  nellc  liste  dei 
Priori  del  1321  febbraio-1322  febbraio,  128,  33; 
del  1333  dicerabre-1334  dicembre,  177,  16. 

AcciAiuoLi  Alamanno  di  Alamanno,  nominato  tra  i 
Priori  pel  bimestre  luglio-agosto  1378  6  cacciatti 
dairufficio  dai  Ciompi  il  22  luglio,  314,  24  ;  320,  35  ; 
325,  24-31  ;  viene  escluso  dagli  uffici  per  tre  anni 
(an.  1379).  363,  25. 

«  AcciAiuoLi  Brandaglia,  procuratore  di  Beatrice  d'0- 
bizo  d'Este,  CI-5  ". 

Acciaiuoli  CiNo  Di  Brandaglia,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1290  dicembre-1291  dicembre,  68,  9. 

Acciaiuoli  Mannino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1284 
dicembre-1285  dicembre,  61,  3  ;  del  1287  febbraio- 
1288  aprile,  63,  36  ;  e  del  1291  dicembre-1292  di- 
cembre,  69,  3  ;  v.    anche  Acciaiuoli  (degli)  Mannino. 

AcciAiuoLi  Puccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1283  di- 
cembre-1284  dicembre,  59,  33. 

AcciAiuoLi  Simone,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  di- 


(i)  Per  non  ingombrare  grindici  d'inutili  correzioni 
ho  riportato  le  notizie,  le  date  ed  i  nomi  tali  quali  ap- 
paiano  nel  testo  della  Cronaca  e  mi  sono  limitato,  in  ge- 
nerale,  a  correggere  solo  gli  errori  che  ho  trovato  gik 
in  qualche  modo  corretti  o  rettificati  dairEditore  di  essa 
neirintroduzione  o  nelle  note. 

Ho  cercato  per6,  per  quanto  6  stato  possibile,  d'in- 
dividuare,  secondo  i  criteri  comunemente  seguiti  nella 
Raccolta  Muratoriana,  i  nomi  di  quei  personaggi  del  pe- 
riodo  storico  di  cui  il  testo  parla  senza  nominarli  altri- 
menti  che  per  Tindicazione  generica  di  papa,  imperatore, 
re  ecc,  ed  ho  riportato  i  nomi  cosl  accertati  neirindice 
alfabetico,  chiudendoli  tra  parentesi  quadre,  con  le  notizie 
del  testo  che  ad  essi  si  riferiscono ;  come  ho  riportato 
aache  oeUo  stesso,    chiudendoli  ugualmente  in  parentesi 


quadre,  con  le  notizie  del  testo  che  ad  essi  si  riferiscono 
e  con  gli  opportuni  richiami  del  caso,  le  formo  piA  noU 
dei  nomi  di  quei  personaggi  del  periodo  storico,  spe- 
cie  stranieri,  che  appaiono  nel  testo  con  forme  italiane 
punto   note  e  non  adottate  da  altri. 

Cosl  ho  curato  parimenti  di  ricondurre  nelVindice  cro- 
nologico.  secondo  i  surricordati  criteri  della  Raccolta,  le 
date  allo  stile  comune  odel  Calendario  romano,  ponendo 
accanto  ad  esse,  fra  parentesi  rotonde,  quelle  in  stile 
fiorentino  che  figurano  nel  testo ;  e  di  porre.  infine,  nel 
detto  inlice.  con  le  notizie  del  testo,  cui  esse  si  riferiacono, 
le  numerose  date  non  espresse  nel  testo  stesso,  segnan- 
dole.con  asterisco,  desunto,  in  generalc,  o  dal  contesto  o 
dalla  posizione  della  notizia,  cui  essa  si  riferisce,  rispetto 
alle  altre  vicine. 


448 


INDICE    ALFABETICO 


[AcciaiuoIi-AcorimbMul 


c«inbre-i287  dicembre,  62,  33 ;  v.    anche  Auiaiuoli 
(degli)    Simonr. 

AcciAiuoLi  (dbgli)  fam.,  v.  Acciaiuoli  fam. 

AcciAiuoLi  (dbgli)  Agnolo,  vescovo  di  Firenze,  trama 
coi  Bardi,  coi  Rossi,  coi  Frescobaldi,  cogli  Scali  e 
con  altri  Grandi  pcr  la  cacciata  del  Duca  d'Atene 
(an.  1343),  203,  34-37  ;  viene  incaricato  dal  parla- 
mento  insieme  ad  altri  quattordici  cittadini  pcr  la 
costituzione  dcl  nuovo  governo  dopo  la  cacciata  del 
detto  Duca,  207,  29  ;  viene  accusato  dallo  Stefani 
quale  primo  responsabile  dol  dissidio  scoppiato  tra 
i  Grandi  ed  i  Popolani,  212,  5-23  ;  ric.  330,  22. 

AcciAiuoLi  (dbgli)  Agnolo  di  Donato,  vescovo  di  Fi- 
renze,  h  nominato  cardinale  da  Urbano  VI  (an. 
1385),  432,  15-20  ;  parte  da  Firenze  alla  volta  di  Ge- 
nova  per  prendere  il  cappello  cardinalizio  onorato  dal 
Comune  con  grandi  feste,  437,  32-38. 

AcciAiuoLi  (degli)  Alamanno,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1332  dicembre-1333  dicembre,  175,  15. 

AcciAiuoLi  (degli)  Alamanno  di  Monte,  6  nelle  liste 
dei  Priori  del  1343  aprile-1344  aprile,  218,  25. 

AcciAiuoLi  (oecli)  A131ZZ0  Mannini,  d  nelle  liste  dei 
Priori  del  1309  febbraio-1310  febbraio,   106,  10. 

AcciAiuoLi  (degli)  Bartolomeo  [Bartolommeo]  di  Ste- 
FANO,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1335  dicembre-1336 
dicembre,  183,  12. 

AcciAiuoLi  (dbgli)  Dardano,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1301  febbraio-1302  febbraio,  88,  26  ;  k  Gonfa- 
loniere  di  Giustizia  (liste  1306  febbraio-1307  feb- 
braio),  99,  21  ;  di  nuovo  Gonfaloniere  (liste  1308 
febbraio-1309  febbraio),  104,  26  ;  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1310  febbraio-i^u  febbraio,  108,  4;  del 
1312  febbraio-1313  febbraio,  114,  36 ;  del  1313 
febbraio-1314  febbraio,  116,  14  ;  e  del  1333  dicembre- 
1334  dicembre,  177,  27  ;  1».  anche  Auiaiuoli  [degli) 
Dardano  di  Tingo. 

AcciAiuoLi  (degli)  Dardano  di  Tingo,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1317  febbraio-1318  febbraio,  124,  28 
del  1322  febbraio-1323  febbraio,  131,  21  ;  e  del  1324 
febbraio-1325  febbraio,  147,  29 ;  v.  anche  Acciaiuoli 
(degli)   Dardano. 

AcciAiuoLi  (dbgli)  Donato  d'Albizzo,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1383  settembre-i^S^  aprile,  435,  16. 

AcciAiuoLi  (degli)  Donato  di  Jacopo,  6  fatto  cavaliere 
dai  Ciompi  (an.  1378),  324,  9  ;  viene  escluso  dagli 
uffici  per  tre  anni  (an.  1379),  363,  24  ;  6  fatto  cava- 
liere  dal  Capitano  del  Popolo  (an.  1381),  393,  37  ;  h 
dei  cinquantadue  cittadini  cui  viene  data  dal  parla- 
mento,  insieme  ai  Priori  ed  ai  CoIIegi,  Balia  per  la 
riforma  del  govemo  (an.  1381),  396,  29  ;  porta  in 
corteo  il  gonfalone  della  Parte  guelfa,  403,  37-38  ; 
partecipa  alla  nuova  Balia,  410,  10  ;  cerca  di  elevarsi 
su  gli  altri  e  predominare,  412,  19  ;  prende  in  conse- 
gna  in  nome  del  Comune  fiorentino  ]a  c.  di  Arezzo 
dal  Sire  di  Couchy  (an.  1384),  431,  2-3  ;  suo  diver- 
bio  col  pred.  Couchy,  3-8  ;  prende  possesso,  in  nome 
del  Comune,  di  Castiglione  aretino,  18-20 ;  viene 
inviato  con  altri  a  Napoli  per  vedere  di  ricondurre 
la  pace  tra  re  Carlo  e  il  pp.  Urbano  VI  (an.  J385) 
436.  18-17. 


AcciAiuoLi  (DBCLi)  DoNATO  Di  Mannino,  k  nclle  liste 
dei  Priori  del  1315  febbraio-1316  febbraio,  122,  IW  ; 
del  1319  febbraio-1320  febbraio,  126,  11  ;  dd  1336 
febbraio-1327  febbraio,  155,11  ;  e  del  1329  dicembre- 
1330  dicerabre,  164,   15. 

AcciAiuoLi  (DBGLi)  Krancesco  di  Meo,  *  nelle  liste  dei 
Priori  del  1318  febbraio-1319  febbraio.  125,  3  ;  k 
Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1325  febbraio-1336 
febbraio),  152,  15  ;  e  di  nuovo  Gonfaloniere  (liste 
1327  febbraio-1328  febbraio),  158,  7  ;  *  nelle  liste 
dei  Priori  del  1339  dicembre-1331  dicembre,  167, 
18  ;  del  1335  dicembre-1336  dicembre,  182,  35  ;  b 
ancora  Gonfalonicre  (liste  1341  dicembre-1342  di- 
cembre),  190,  18  ;  e  nuovamente  (liste  1351  geonaio- 
1352  gennaio),  240,   45. 

AcciAluoLi  (DEGLi)  Jacopo  di  Donato,  *  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (1340  dicembre-1341  dicembre),  189,  27. 

AcciAiuoLi  (DEGLi)  Leone  [Lione\,  k  nelle  liste  dei  1'riori 
(an.   1282  ottobre-dicembre),   58,  25;  del   1310  fcl 
braio-1311   febbraio,   108,  22. 

AcciAluoLi  (degli)  Leone  di  Zanobi,  k  nelle  liate  d> 
Priori  del  1381  marzo-1382  aprile,  406,  41. 

AcciAiuoLi  (degli)  Lodovico  d'Adoardo,  6  nelle  list 
dei  Priori  del  1374  gennaio-1375  gennaio,  291.  22. 

AcciAiuoLi  (DEGLi)  Mannino,  6  Gonfaloniere  di  Giustiz: 
(liste  1297  febbraio-1298  febbraio),  77,  8  ;  v.  anci 
Auiaiuoli  Mannino. 

AcciAiuoLi  (DEGLi)  MoNTE.  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1303  febbraio-1304  febbraio,  95,  7  ;  del  1306  febbraio- 
1307  febbraio,  99,  17  ;  e  del  1314  febbraio-1351 
febbraio,  119,  VI. 

AcciAiuoLi  (degli)  Niccola,  h  nelle  liste  dei  Prion 
del  1288  dicembre-1289  dicembre,  65,  4;  del  1294 
febbraio-1295  febbraio,  75,  14  ;  e  del  1298  febbraio- 
1299  febbraio,  78,  2. 

AcciAiuoLi  (degli)  N]ccol6,  Gran  siniscalco  del  re  Luigi 
e  della  regina  Giovanna  di  Napoli,  viene  a  Firenze 
con  lo  stesso  re  Luigi  e  vi  si  trattiene  per  piii  giorni 
segretamente  pr.  la  Certosa  (an.  1349),  233.  6-10  ; 
presta  i  suoi  buoni  nffici  per  Taccordo  tra  i  Fiorentini 
ed  il  detto  re  Luigi  a  riguardo  di  Prato  (an.  1350). 
234,  40-41  ;  235.  1-4  ;  va  come  ambasc.  del  re  Luigi 
e  della  regina  Giovanna  in  Roma,  per  Tincoronazione 
deirimperatore  Carlo  IV  (an.  1355),  248,  42-44 ; 
249,  1-7  ;  torna  in  Firenze  con  grande  seguito  e  vi 
si  trattiene  piii  giomi  dando  grandi  feste  e  ricevi- 
menti,  249,  7-11  ;  cassero  da  lui  fatto  costruire 
presso  Napoli,  433,  21-23. 

AcciAiuon  (degli)  Simone.  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1290  dicembre-1291  dicembre,  68,  7  ;  v.  anche  Ac- 
ciaiuoli   Simone. 

AcciAiuoLi  (Compagnia  degli),  fallita.  225,  26. 

AcciAiuoLO  Di  NicoLA,  t;.  AcciaiuoH  A .  di  N. 

AcciNico  V.  Monte  Accinico  (CasteUo). 

AccoLTi  Vanni,  6  Gonfaloniere  di  Grustizia  (liste  1303 
febbraio-1304  febbraio),  94,  34. 

Acerbo  (d')  V.  Tencino  d'A. 

AcHiLLE,  eroe  greco,  ric,  5,  2. 

AciNico  V.  Monte  Accinico  (Castello). 

AcoRiMBONi   (degli)   Gaddo  da  Gubbio,   viene   in   Fi- 


[Acqaasparta'Adimari] 


INDICE  ALFABETICO 


449 


renze  a  giustificare  U  Conte  da  Orbino  (sic)  per  Tar- 

resto  di  Francesco  de'  Gabrielli  (an.  1385),  439,  7-9. 

AcQUASPARTA    (d")    Matteo,   card.,   deirordine   dei   frati 

di  S.  Francesco,  6  inviato  da  pp.  Bonifacio  VIII  a 

Firenze   per   la   pacificazione   dei    Bianchi   coi   Neri 

(an.    1300),   81,    7-10;   suoi  inutili   tentativi,    10-15; 

85,   13-23. 

AcuTO  [Aguto,  Auto],  [Hawkwood  Giovanni]  capitano  di 

ventura,  viene  con  la  sua  Compagnia  ad  accamparsi 

a  Borgo  a  Cascina,  mandato  da  Bernab6  Visconti  in 

aiuto  di  San  Miniato  al  Tedesco  assediato  dai  Fioren- 

tini  (an.  1369),  270,  30-37  ;  271,  1-3  ;  sconfigge  i  Fio- 

rentini,  condotti  dal  loro  capitano  Giovanni  Malatac- 

ca,  facendo  prigioniero  lo  stesso  capitano,  15-20  ;  va 

verso  Firenze  e  s'accampa  a  Peretola  facendo   grandi 

danni  alle  terre  del  contado,  272,  4-9  ;  manda  suoi 

corridori  sino  pr.  le  mura  della  c,  mapoi,  fallite  le  spe- 

ranze  di  movimenti  interni,  toglie  improvvisamente 

il  campo  e  se  ne  ritorna  in  Lombardia,  273,   6-16  ; 

torna  di  nuovo  con  la  sua  Compagnia  contro  Firenze 

mandato  dal  Card.  di  Bologna,  ma  viene  ad  accordi 

coi  Fiorentini  e,  dopo  aver  fatto  scorrerie  nelle  terre 

dei  Pisani  e  dei  Senesi,  esigendo  taglie,  se  ne  ritorna 

a  Bologna  (an.  1375),  292,  29-38  ;  viene  mandato  dalle 

Autorita  pontificie   contro    Faenza,    che    stava    per 

ribellarsi    alla    Chiesa,    e    la    riduce    airubbidienza 

sottoponendola    ad    un    orribile    sacco     (au.     1376), 

296,    10-20  ;   sje  trattative  per  assoldare  i  Brettoni, 

mandati  contro  Firenze  da  Gregorio  XI,  fatte  fallire 

dagli  Otto  di  balia,  300,  7-16  ;  venuto  in  discordia 

con  Bernab6  Visconti  si  tenta  da  parte  dei  Fioren- 

tini  di  ricondurlo  con  questo  a  pace  (an.  1379),  341, 

40-43  ;   342,    1-5  ;   viene   as.soldato  con  tutta  la  sua 

Compagnia,  insieme  al  conte  Lucio,  dai   Fiorentini, 

345,   12-19  ;  informa  la  Signoria  fiorentina  su  certe 

voci  di  trame  da  lui  raccolte,  353,  1-7  ;  suoi  tentativi 

per  venire  in  chiaro  della  cosa,   353,    14-24  ;   viene 

el.  dai  Fiorentini  Capitano  di  guerra  con  larga  prov- 

vigione  (an.  1380),  371,  39-45  ;  viene  a  contatto  con 

scaramucce  con  le  genti  di  Carlo  di  Durazzo  venuto, 

coi  suoi  Ungheri  nel  territorio  fiorentino,   379,   34- 

37;    380,    6-8  ;   non   oppone   resistenza   alcuna,   con 

grande  meraviglia  dello  Stefani,  alle  turbe  dei  Grandi 

e  dei  Ciompi  scorrazzanti  per  le  vie  di  Firenze  (an. 

1381),  403,  20-23  ;  nfe  a  alle  genti  del  Coudottiero 

di  ventura  Alberigo  da  Barbiano,  venuto  da  Arezzo 

a  devastare  il  contado  fiorentino,  398,  25-35  ;  viene 

cassato  dairuflScio  di  Capitano  dei  Fiorentini  e  man- 

dato  a  Roma  a  servizio  della  Chiesa  in  difesa  di  Ur- 

bano  VI  contro  il  Duca    d'Angi6  (an.    1382),  421, 

8-13;  sue  richieste  fatte  ai   Senesi   13-18;  si  ferma 

a  Roma  pochi  giorni  e  poi  va  a  Napoli  in  aiuto  di  re 

Carlo    contro   il    detto    Duca    18-26;    <  cf .    CXI,  8; 

CXIII,  28-29  ». 

Adamo,  ric.  1,  28  ;  2,  1  ;  3,  17. 

Adatto  (d')  V.  Francesco  d'Adatlo. 

Adilardi  (degli)  Guglielmo  e  Ugelletto,  capitani 
nella  Compagnia  di  S.  Giorgio,  firmatari  degli  ac- 
cordi  stretti  dalla  detta  Compagnia  con  Firenze 
(an.  1379),  367,  3-4. 


Adimare  di  Rota,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1293  feb- 

braio-1294  febbraio,  74,  8  ;  e  del  1296  febbraio-1297 

febbraio,  76,  24. 
Adimare  di  Rota  v.  Ammannati  A.  di  R. 
Adimari,  fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  28,  24  ;  esce  da 

Firenze   alVannunzio   della   sconfitta   di   Montaperti 

(an.   1260),  48,   13  ;  sue  brighe  coi  Donati,  56,   16  ; 

si  schiera  coi  Cerchi  con  la  parte  bianca,  80,    35  ; 

92,   16. 
Adimari  Antonio  di  Baldinaccio,  congiura  con  Lnigi 

Aldobrandini,  coi  Rucellai  e  con  altri  per  la  cacciata 

da  Firenze  del  Duca  d'Atene   (an.    1343),  203,   39- 

40  ;  chiede  aiuto  agli    amici  senesi,  204,  5-8  ;  viene 

fatto  prendere  dal   Duca,    19-20  ;   viene  dallo  stesso 

liberato  per  tentare  di  pacificare  la  folla  in  rivolta, 

206,  15  ;   6  fatto  popolano,  216,  20. 
Adimari   Baldinaccio,    viene    confinato   coi    Bianchi   a 

Sarzana  (an.  1300),  83,  8  ;  viene  bandito  (an.  1302), 

86,  28  ;  occupa  coi  ribelli  fiorentini  Cerreto  Guidi,  in 

nome    di    Uguccione    della    Faggiuola    (an.     1315), 

118,   18-20. 
Adimari   Corso,   viene   bandito  da   Firenze   (an.    1302), 

86,  26. 
Adimari  Filippo  di  Alamanno,   k  fatto  cavaliere   (an. 

1381),  394,  5. 
Adimari  Forese,  h  posto  a  capo  di  una  brigata  armata 

dai  Grandi  contro  i  Priori  (an.   1295),  74,  20. 
Adimari  Francesco  di  Lapo,  uno  dei  quattro  Grandi 

fatti  Priori  dopo  la  cacciata  del  Duca  d'Atene  e  poi 

deposti  poco  dopo  (an.  1343)  211,  4  ;  219,  4-8. 
Adimari   Giovanni   di   Tedici,   viene   a  patti   con   Ca- 

struccio  a  riguardo  di  Montemurlo  (an.  1326),  144, 

11-12. 
Adimari   Iacopo   di   Rinieri,   6  condannato  per  trame 

contro  lo  Stato  a  2.000  fiorini  d'oro  o,  in  mancanza, 

a  sei  anni  di  conf  ine  oltre  le  cento  miglia  da  Firenze 

(an.   1378),  339,  46. 
Adimari  Nerlo,   fuoruscito  fiorentino  preso  tra  le  mi- 

lizie  in  fuga  di  Scarpetta  degli  Ordelaffi  e  mandato 

a  morte  (an.  1302),  89,  17. 
Adimari    Pigello,    fuoruscito    condannato    neiravere    e 

nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379), 

365,  15. 
Adimari    Talano,    fuoruscito    condannato    nell'avere    e 

nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379), 

365,  16. 
Adimari    Tommaso    di    Bonaccorso,    viene    ammonito 

(an.  1359),  255,  21  ;  h  bandito  da  Firenzc  (an.  1360), 
258,  15. 
Adimari  (degli),  farn.  v.  Adimari,   fam. 
Adimari    (degli)    Andrea   di    Pacchio,    viene   bandito 
da   Firenze   (an.    1360),   258,   17  ;   h  ammonito   (an. 

1373).  288,  16  ;  viene  confinato  dal  Capitano  a  Pisa 
an.  1381),  408,  26  ;  418,  40. 
Adimari  (degli)  Bartolomeo  di  Jacopo  Giambernardi 

viene  ammonito  (an.  1377),  305,  3-4  ;  309,  11-12. 
Adimari    (degli)    Bernardo   di   Guccio   di   Tedici,    h 

ammonito  (an.   1373),  288,   19. 
Adimari  (degli)  Bernardo  di  Manfredi,  6  ncUe  liste 
dei  Priori  del  1288  dicembre-iaSg  dicembre,  65,  21. 


450 


INDICE    ALFABETICO 


[AdimaTi-Alamaiioi] 


"  AoiMARi  (decli)  CosTAtiZA  {Ghostantia],  figlia  di  Guido, 
nioglie  di  Marchionne  di  Coppo  Stefani.  CIV,  11-18; 
CVI,  16-8«  "  ;  "  sposa  in  seconde  nozre,  secondo  P. 
Ildefonso,   Giovanni    di    Cambio  dc'     Medici,    CVI, 

19-n  ". 

Adimari   (decli)   Forese  di   Francesco,  viene  ammo- 

nito  (an.  1377),  304,  40  ;  308.  20-27. 
"  Adimari   (degli)  Gemma   di  Dante   di   Rinaldo,  del 

popolo   di  S.  Maria,  moglie  di  Coppo  Stefani    padre 

di  Marchionne,  CI,  16-30,  7-19  ;  CIII,  4-8  ". 
"  Adimari    (decli)    GuiDO,    padre    di    Costanza    moglie 

di  Marchionne  di  Coppo  Stefani,  CVI.  16-24  ". 
Adimari    (dbgli)    Talano,    h  dei   quattordici   cittadini 

el.  a  costitvire  il  nvovo  governo  dopo  la  cacciata  del 

I>uca  d'Atene  (an,   1343).  208,  2. 
Adoardo  [Adiiardo]  v.  Pulci  {de')  A. 
Adriano  (I)  pp..  (aa.  772-795)  ric,  17,  14. 
Affrica  ed  Affrico  V.  Africa  ed  Africo. 
Africa  [Affrica],  suoi  antichi  confini,  2,  19-21  ;  vi  si  stan- 

ziano  i  discendenti  di  Cam.  21-2**  ;  3, 21. 
Africo  [Affrico]  torrente  alle  porte  di  Firenze  ric,  85, 

85;  V.  anche  Firenze  (Ponte  aWAfrico.) 
Agapito  V.  Colonna  (della)  A. 
AoHlNETTi  Giglio  d'Andrea,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1344  maggio-1345  maggio,  222.   33. 
AcLi,  fam.   fiorentina  di  parte  guelfa,  28.  24  ;  esce  da 

Firenze  all'annunzio  della  sconfitta  di  Montaperti  (an. 

1260),  48,  5  ;  si  schiera  coi  Donati  nella  parte  nera, 

80.   39. 
Agli  Cinozzo  Pieri,  viene  ammonito   (an.    1377),  304, 

41;   308.  28-29. 
Agli  (degli),  fam.  v.    Agli,  fam. 
AcLi    (degli)    Aglione   d'Ugoletto,    fe   nelle   liste   dei 

Priori  del  1290  dicembre-1291  dicembre,  68.  17. 
AcLi  (degli)  Lotto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1284  di- 

cembre-1285  dicembre,  60,  39. 
Agli   (degli)   Taddeo   di   Cantino.    h  dei   quarantatrfe 

cittadini  el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gia  nomi- 

nati  (an.   1381).  405.   12. 
Agliana.  terra  di  Val  d'Arno  danneggiata  dalle  milizie 

del  Maniscalco  di  Giovanni  di   Boemia   (an.    1330), 

169,  38. 
Aglino  di  Giove  1/0««]  V.  Aglioni  A.  di  G. 
Aglione  d'Ugoletto  V.  Agli  {degli)  A.  di.  U. 
.\glioni  Aglino  di  Giove  [Jovc],  k  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia    (liste    1302    febbraio-1303    febbraio),    91,    6. 
Aglioni  Banco  di  Giove  1/0»«],  6  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste  1308  febbraio-1309  febbraio),  104,  8. 
Aclioni  Buonaiuto  di  Taddeo.  6  nelle  liste  dei  Priori 

dcl  1383  settembre-1384  aprile,  434,  35. 
Aglioni  Taddeo  di  Cennino,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1349  gennaio-1350  gennaio,  235.  36. 
Aglioni  Taddeo  di  Cione,  6nelle  Hstc  dei  Priori  del  1353 

gennaio-1354  gcnnaio,  246,20  ;  ^Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia   (liste  1358  gennaio-1359  gennaio),  254,  <0  ;   fe 

di  nnovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1362  gennaio-1363, 

gennaio.    262,  37. 
Aglioni  (degli)  Bancherone  di  Cione,  fc  nelle  liste  dei 

Priori  del  1309  febbraio-1310  febbraio,  106,  18  ;  del 
1314  febbraio-1315  febbraio,  119,  15. 


AcLiONi  (decli)  Cionino  di  Cione.  k  neUe  liste  dei  Priori 

del    1328    dicembre-1329   dicembre,    160,40  ;    e   del 

1335    dicembre-1336   dicembre,    183,  «. 
AcLioNi    (dbgli)   Lorenzo   d'Aclino   i   nelle   liste  dei 

Priori  del  1312  febbraio-1313  febbraio,  115,  6. 
Agnello   (dello)   V.  Giovanni  dell'A. 
Acnolo  V.  Bachini  A.  ;  Latini  A  ;  Sanguigni  A. 
Agnolo.  cardaiuolo  i  condannato  a  L.  300  ed  a  sei  anni 

di  confioe  oltre  le  50  miglia  (an.  1381).  400,  B. 
Agnolo  di maestro  in  Teologia  dei  Frati  di  S. 

Agostino.  ambasc.  fiorentino.  inviato  dal  Comune  pr. 

il  Re  d'Ungheria  e  pr.  Carlo  della  Pace  di  Durazzo 

per  dolersi  del  danno  fatto  da  Giannotto,  Maniscalco 

di  esso  Carlo.  nel  contado  fiorentino,  riferisce  il  ram- 

marico  di  questo  per  Toperato  del  detto  Giannotto 

e  la  promessa  che  nel  territorio  fiorentino  non  ver- 

rebbe   piii   mandata   alcuna   gente   (an.    1380),  376, 

3-15. 
AcNOLO   Di   Bernardo   V.    ArdingheUi   {degli)   A.    di    H. 
Agnolo  di  Berto  i;.  Cecchi  A.  di  B. 
AcNOLO  Di  Berto  Cecchi  V.  Castellani  A.  di  B.  C. 
Agnolo  di  Caccino  tr.  Bonciani  {de'.)  A.  di  C. 
Agnolo  di  Cenni,  del  popolo  di  S.  Friano,  condannato 

neiravere  e  nella  per.sona  per  la  rivolta  degli  Otto 

di  balia  del  Popolo  di  Dio  di  S.  Maria  Novella  (an. 

1378),  336.  36. 
AcNOLO  Di  Dragonetto  V.  Ducci  A .  di  D. 
AcNOLO  Di  GiovANNi  Di  LoTTO  k  anunonito  (an.  1377), 

304.    42;   308,    31. 
Agnolo   di    Neri,  notaio   dei    Priori,  ric.   259,    30  ;  v. 

anehe  Alberti  {degli)  A.  di  N  ;   Vettori    A.  di    N. 
AcNOLO  Di  NuTO,  notaio  dei  Priori,  ric  123,  8. 
ACNOLO  Dl  Piero  V.  Covoni  (de')  A.  di  P. 
Agnolo  di  Pierozzo  V.  Arcagnoli  A.  di  P. 
Agnolo  da  Pino,  viene  escluso  dagli  uffici  per  tre  anni 

(an.  1379),  363,  47  ;  h  dei  quarantatre  cittadini  el. 

in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gia  nominati  (an. 

1381).  405,  15. 
Agnolo  di  Puccio  h  dei  Priori  (an.   1378  novembre-di- 

cembre),    337,    33. 
AcNOLO  d'Uguccione  V.  Tigliainochi  A.  d'U. 
Agnolo  di  Vanni  V.  Guidi  A.  di  V. 
Agnolo  (d')  V.  Cantino  d'A . 
Agobbio  i;.  Gubbio. 

Acolanti  fam.  fiorentina  di  parte  ghibellina,  28,  28. 
Agostino  V.   Moscardi  A. 
Agostino  del  Borgo  fc  nelle  liste  dci  l'riori  del   1282 

dicembre-1283  dicembre,  59.  13. 
Agostino    di    Francesco    di    Giovanni, 

i  nelU  liste  dei  Priori  dcl  1385  inaggio-1386  aprile, 

443,  ss. 
AgostinO  di  Lapo  V.  Briini  A.  di  L. 
Agrippa  discendente  della  regia  stirpe  di  Enea,  7,  19. 
Agubbini  V.   Igubbini. 
Agubbio  V.  Gubbio. 
.\cuBBio  (d')  V.  Lando  d'A. 
.\guglione   [Aguiglione,   .■Igulione]    (d')     v.    Baldo  d'A.,^ 

Chele  GiiarHicri  e  di  Gitamieri  d'A.  ;    Vbaldo  d'A. 
AcuTO  V.  Acuio  ;  Monte  Aculo. 
Alamanni  Tommaso  di  Giuntino.  6  nelle  liste  dei  Prioril 


[Alamanni-Alberti] 


INDICE   ALFABETICO 


451 


del  1353  gennaio-1354  gennaio,  246,  13  ;  viene  am- 
monito  (an.  1360),  255,  24. 
Alamanni  (degli)  Neri  di  Giuntino,  viene  ammonito 

(an.  1357),  251,  37. 
Alamanno  V.  Acciaiuoli  (degli)  A.  ;    Torelli  A. 
Alamanno   di   Alamanno   V.   Acciaiuoli  A.   di  A. 
Alamanno  di  Monte  V.  AcciaiuoU  (degU)  A.  di  M. 
Alamanno  di  Torello  V.  Vettori  A.  di  T. 
Albarossa,  c.  ungherese,  439,   44. 
Alba  Silvio    discendente  di  Enea,  ric.  7,   8. 
-Vlberghettino  (d')  v.  Amerigo  di  Giovanni  d'A.  ;  Gio- 

vanni  d'A. 
Alberighi  fam.  fiorentina  del  quartiere  di  porta  S.  Piero, 

21,  12. 
.Alberigo,  re  dei  Goti,  (sic)  scende  in  Italia  a  capo  del 
suo  popolo,  devasta  la  Toscana,  la  Romagna  e  Roma 
e  giunge,  rovinando  ogni  cosa,  sino  nellTtalia  meri- 
dionale  ove  muore  pr.  Cosenza  (an.  401),  14,  9-16. 
Alberigo,   conte,   da   Barbiano,   capitano   generale  della 
Compagnia    di    S.  Giorgio,  viene  contro  Firenze  con 
la  sua    Compagnia  violando  i  patti  gia   stretti    con 
essa   (an.  1379).  366,   34  ;    torna  contro   Firenze  da 
Arezzo,   ove    era    con    la  sua  compagnia  a  soldo  di 
Carlo    di    Durazzo,    e     ne   devasta  e     saccheggia   il 
territorio    (an.   1381),  398,   25-31. 
Alberti  (dei  conti)  Alberto,  nobile  del  Mugello,  signore 

di  Mangone,  143,  34-36. 
-\lberti  (dei  conti)  Alessandro,  nobile  del  Mugello 
signore  di  Mangone,  45,  15-16  ;  lascia  il  castello 
pred..  con  la  conferma  e  ratifica  dei  figli  Alberto  e 
Nerone,  al  Comune  di  Firenze  (an.  1325),  143,  44-38. 
Alberti    (dei    conti)  Napoleone,  nobile    del  Mugello 

signore    di    Mangone,    45,     16-17. 
.'\lberti  (dei  conti)  Nerone,  nobile  del  Mugello,  signore 

di  Mangone,   143,   34-38. 
.Alberti  (dei  conti)  Alberto  di  Giovanni,  dei  conti  di 
Bruscoli  viene  condannato  come  ribelle,  insieme  ad 
alcuni  sbanditi   fiorentini  suoi   complici,  dairEsecu- 
tore  di  giustizia  di  Firenze,  per  avere  ucciso  il  fratello 
Francesco  e   fatto  prendere   e   ferire   gravemente   il 
fratello  Antonio  ed  altri  parenti,  cittadini  tutti  ac- 
comandati  del  Comune  (an.  1380)  ;  373,  1-29. 
Alberti  (dei  conti)  Antonio  di  Giovanni,  dei  conti  di 
Bni,scoli  informa  Tommaso  degli   Strozzi  deirimmi- 
nente   scoppio   d'una   vasta   congiura   ordita   contro 
Firenze  (an.  1379),  353,  35-40  ;  vicne  rimunerato  di 
questa  sua  benemerenza  dal  Comune  fiorentino,  360, 
20-25  ;  sua  contesa  col  fratello  Alberto,  373,  2-20. 
Alberti  (dei  conti)  Francesco  di  Giovanni,  dei  conti 
di   Bruscoli,   viene  .ucciso  in  una   zuffa  col   fratello 
.\lberto  e  con  alcuni  sbanditi  fiorentini  complici    di 
questo  (an.   1380),  373.  2-14. 
Vi.berti,  fam.  fiorcntina  di  parte  neia,   92,  14. 
\lberti  Alberto  di  Bonaccorso,  i!  dei  Priori  (an.  1379 

settembre-ottobre),   346,    .U. 
\lberti   Alberto    di  Luigi,    mnrto   di    pestilenza    (an. 
138J).  427,  24. 
|Alberti  Bartolino  di  Cenni,  t!  G<mfalonierc  di  giusti- 

zia  (listc  1303  febbraio-1304  fcbbraio)  94,  II. 
I  Alberti  Biagio  di  Cakuccio,  6  dei  52  cittadini  cui  vicnc 


data  la  Balia  per  la  riforma  del  governo  (an.    1381), 

396,  6. 
Alberti  Bizzo  diCambio,  fenelle  liste  dei  Priori  del  1295 

febbraio-1296  febbraio,  75,   41. 
Alberti  Cionellino  di  Bello,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1346  maggio-1347  gennaio  228,  8. 
Alberti  Donato  fuoruscito  fiorentino  fatto  prigioniero 

durante  la  ritirata  delle  genti  deirArdelafiS  e  mandato 

a  morte  (an.  1302),  89,  16. 
Alberti    Jacopo     Alberto,  ^  nelle  Uste  dei 

Priori  del  1338    dicembre-1339  dicembre,    188,    S  ;   v. 

anche  Alberti   (degU)  Jacopo  d'Alberto. 
Alberti  Luca  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  maggio- 

1346  maggio,  227,  24. 
Alberti  Niccola  di  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1377  gennaio-1378  luglio,  314,  7  ;  ric.  216,  3  7-38. 
Alberti  Pazzino  di  Luca,  6  dei  cinquantadue  cittadini 

cui   viene  data,  insieme  ai  (Priori  e  collegi,  la  Balia 

per  la  riforma  del  governo,  an.  1381),  396,  8. 
Alberti  Pierozzo,  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1313 

febbraio-1314  febbraio),  116,   10. 
(Alberti   (degli),  fam.    v.  Alb'.rtr,    fam. 
Alberti  (degli)  Agnolo  di  Neri,  h  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste  1346  maggio-i347  gennaio),  228,  38-39. 
Alberti  (degli)  Andrea  di  Benedetto,  6  fatto  cavaliere 

(an.  1381),  393,  41  ;  muore  di  pestilenza  (an.  1383), 

427,  23. 

Alberti  (degli)  Antonio,  partecipa  airufficio  di  Balia 
per  la  riforma  del  governo  per  i  Mercatanti  (an. 
1381),   409.  26. 

Alberti  (degli)  Antonio  di  Niccol6  [Niccolaio]  k 
fatto  cavaliere  dai  Ciompi  (an.  1378),  323,  38  ;  fe 
nelle   liste   dei    Priori   del    1383   luglio-1384   agosto, 

428,  4. 

Alberti  (degli)  Bartolomeo  {Bartolommeo\,  di  Caroc- 
cio  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1370  gennaio-1371 
gcnnaio,   276,  25. 

Alberti  (degli)  Benedetto,  viene  mandato  dai  Priori  a 
preparare  nel  contado  la  rivolta  contro  gli  Otto  di 
Balia  del  Popolo  di  Dio  di  S.  Maria  Novella  (an. 
1378),  332,  30-34. 

Alberti  (degli)  Benedetto  di  Nerozzo.  e  nelle  liste  dei 
Priori  dcl  1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  16;  vieue 
fatto  cavaliere  dai  Ciompi  (an.  1378),  323,  37  ;  6 
dei  capi  della  coalizione  democratica  che  reclama 
maggiore  rigore  .sui  rei  di  complotti,  contro  lo  Stato, 
di  fam.  ricche  e  potenti  (an.  1379),  344,  9;  6  posto 
a  capo  dei  cittadini  armati  a  presidio  della  c.  e  del 
palazzo  dclla  Signoria  pcr  Tarti  maggiori,  355,  24  ; 
va  in  palazzo  a  portarc  rintimazione  del  popolo  a 
fare  senza  indugio  giustizia  su  tutti  i  conpiurati  con- 
tro  lo  Stato,  specie  sui  ricchi  e  potenti,  357,  18-19  ; 
va  con  altri  a  rifcrire  ai  Priori  i  mo'morii  della  folla 
a  riguardo  delle  imminenti  estraz.  "ni  dalle  borse  dci 
nuovi  Priori,  361,  25-30  ;  vienc  mandato  ambasc.  in 
Arezzo  (an.  1380),  379,  4-5  ;  6  degli  Otto  Ufficiali 
della  guardia  e  partecipa  quindi  alla  Balia  por  la 
riforma  del  gogerno  pel  quartie.e  di  S.  Crt)ce  (an. 
1381),  396,  40  ;  cerca  predorainare  su  gli  altri,  412, 
21 ;  viene  inviato  ambaisc.  a  Siena,  431,  8. 


452 


INDICE    ALFABETICO 


[AlWti.AlUssi] 


Albkrti  (degli)  Bernardo  di  Nbrozzo,  i  nelle  liste  dei 

Priori  del  1357  gennaio  1358,  gennaio,  252,  2«. 
Albbrti  (oeoli)  Caroccio  di  I.apo.  4  nelle  li»te  dei  Priori 

del  1326  febbraio-1327  febbraio,  155,   20;  del  1329 

dlcefflbre-i33o  dicembre,  164,  34  ;  del  1337  dicembre- 

1338  dicembre,  186,  89  ;  e  del   1340  dicembre-1341 

dicembre,  189,   3i. 
AlbbRti  (dbgli)  Cennino  di  Bartolino,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1320  febbraio-1321  febbraio,  127,  18. 
Albbrti  (dboli)  Cipriano  di  Duccio,  t  fatto  cavaliere 

(an.  1387),  393,  40  ;  eletto  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1382,  settembre-novembre),   si  tenta  da  parte 

di  alcuni  scontenti  d'impedire  la  sua  entrata  in  uffi- 

cio  ma  il  tentativo  viene  stroncato  dalla  sua  pronta 

energia,  417,  33-4S  ;  418,  1-23  ;  424,83. 
Alberti  (degli)  Duccio  di  Caroccio,  h  dei  Dodici  buoni 

uomini  pel  quartiere  di  S.  Croce  (an.  1378),  326,  81  ; 

h  degli  Otto  incaricati  della  vendita  dei   beni    dei 

condannati    neiravere   e    nella   persona    (an.    1380), 

372,  34. 
Albbrti  (degli)  Duccio  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1332  dicembre-1333  dicembre,  175,  23. 
Albbrti  (dbgli)  Jacopo  ft  Gonfaloniere  di  Ginstizia  (li- 

.ste    1333   dicembre-1334   dicembre),    177,  20. 
Albbrti  (degli)  Jacopo  d'Alberto,  6  Gonfaloniero  di 

Giustizia  (liste   1351  gennaio-1352  gennaio),  241,  8  ; 

V.    anche    Alberti  Jacopo  Alhtrto 
Alberti  (degli)  Jacopo  di  Caroccio,  h  nelle  liste  dei 

Priori  del  1364  gennaio-1365  gennaio,  265,  12. 
Alberti  (degli)  Marco  di  Francesco,  h  nelle  liste  dei 

Priori  del  1376  gennaio-1377  gennaio,  306,  25. 
Alberti    (degli)    Niccol6    \Niccolaio\,    va    ambasc.    in 

Roma  pr.  Urbano  V,  (an.  1367),  264,  4. 
Alberti  (degli)  Niccol6  [Niccolaio]  di  Jacopo,  h  nelle 

liste  dei  Priori  del    1354  gennaio-1355  gennaio,  248, 

21  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste   1362  gennaio- 

1363   gennaio),   262,   31  ;  i  nelle  liste  dei  Priori  del 

1366  gennaio-1367  gennaio,  266,  2i  ;  sua  morte  (an. 

1377),  309,  ii ;  sue  ricchezze  e  benemerenze,  21-33. 
ALberti  (tASE  degli),  poste  dove  era  prima  la  oprta  dei 

Buoi,  20,  33. 
Albkrtini  Lapo  di  Rinieri,  4  nelle  liste  dei  Priori  del 

1300  febbraio-1301  febbraio,  86,  24. 
Alberto  V.  Amizzini  A.  ;  Rofoni  A.  ;  Rosoni  A. 
[Alberto    d'Austria],    imperatore   (aa.    1298-1308)    ric. 

73,   25. 
Alberto  di  Baldovino,  6  nelle  li.ste  dei  Priori  del  1286 

dicembre-1287,   dicembre,  62,  33. 
Alberto  Di  Bonaccorso  t>.  Alberti  A.  di  B. 
Albkrto  di  Castiglionchio,  6  nelle  iiste  dei  Priori  del 

1370  gennaio-1371   gennaio,  276.   8. 
Albkrto  di  Cione,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1317  feb- 

braio-1318  febbraio,  124,  29. 
Alberio  di  GiovANNi  DEi  coNTi  DA  Bruscoli  V.  Albtrti 

A.  dj  G.  dei  conti  di  B. 
AlBbrto  del  GiuDicE,  k  nello  liste  dci  Priori   del  1297 

febbraio-1298,  febbraio,  77,  1*. 
AlSkrto  di  Jacopo.  fc  nelle  liste  dei  Priori  del  1288  di- 

cembre-1289.  dicembre,  65.  18. 
Albbrto  Dt  Jacopo  dbl  Giudicb  \Judict],  i  iMIe  liste 


dei  Priori  del  1288  dicembre-1289  dicembre,  65,  10  ; 
del  1292  febbraio- 1 293  febbraio,  72,  25;  del  1295 
febbraio-1296  febbraio,  75,  48;  e  dcl  1312  febbraio- 
1313  febbraio,  115,  6;  *  Gonfaloniere  di  Giostizia 
(liste   13 15  febbraio-1316  febbraio),   122,    18. 

Alberto  di  Lapo  da  Barbbrino,  viene  ammonito  (an. 
1377),  305,    I». 

Alberto  di  Lapo  di  Castiglionchio,  briga  per  ottenere 
il  risarcimento  doi  danni  arrecati  alla  sua  fam.  Aa\ 
moti  cittadioi,  413,   13. 

Alberto  di  Lippo  da  Barberino;  viene  ammomto  (an. 
1377).  309,  7. 

Alberto  d'Ottaviano,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  u8t)  di- 
cembre-1287  dicembre,   62,  25. 

Albbrto  (d')  V.  BeUod'A.;  Cardinale  d'A.  ;  Cioru  d'.-i  , 
Corso  d'A.  ;   Donato  d'\. 

Albertucci  b  d'Albertuccio  V.  Lapo  da  Castiglionchw 
d'Albertuccio. 

Albino,  uno  dei  leggendari  fondatori  di  Firenze,  10,  5. 

Albizzi,  fam.  fiorentina  di  parte  nera,  92,  14  ;  dicerie  in- 
tomo  alla  sua  origine,  246,  35-40  ;  suoi  primi  disscn.si 
coi  Ricci,  40,  47  ;  247,  1-5  ;  *  favorevole  alla  lega 
con  Urbano  V  270,  19-21  ;  potenza  da  essa  acqui- 
stata  tra  la  popolazione  in  seguito  alla  lega  fatta 
con  la  Chiesa  ed  alla  nomina  di  uno  dei  suoi  a  card., 
276,  38-40  ;  277,  22-25  ;  fa  lega  coi  Ricci,  278,  25- 
30  ;  i  suoi  componenti  vengono  esclusi  tutti  dagli 
uffici  per  cinque  anni  (an.  1372),  283,  14-19;  "  ric. 
CIX,  24,   CX,  29,    30  ". 

Albizzi  Compagno,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1284  dicem- 
bre-1285,  dicembre,  60,  40. 

Albizzi   (degli),    fam.  v.   Albizzi,   fam. 

Albizzi  (degli)  Alberto  di  Pepo  di  Antorio,  *  condan- 
nato  neiravere  e  nella  persona  per  complotto  con- 
tro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  12  ;  ric.  352,  23. 

Albizzi  (degli)  Albizzo  di  Ricco  e  dkl  Ricco,  k  nelle 
liste  dei  Priori  del  1315  febbraio-1316  febbraio,  122, 
3  ;  del  1328  dicembre-1329  dicembre,  160,  23  ;  e  del 
1336   dicembre-1337   dicembre,    186,  26. 

Albizzi  (degli)  Alessandro  di  Bartolomeo,  si  stacca 
dai  suoi  consorti  e  fa  arma  a  sfe,  287,  24-25. 

Albizzi  (degli)  Alessandro  di  Niccol6,  i  Gonfaloniere 
di  giustizia  (liste  1364  gennaio-Z36j  gennaio),  264, 
42  ;  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1375  gennaio-1376 
gennaio,  299, 24  ;  ric,  283,  9  ;  suo  palazzo  ric,  319, 22. 

Albizzi  (degli)  Alessandro  di  Niccol6  d'Ugo,  i  nelle 
liste  dei  Priori  del  1369  gennaio-1370  gennaio,  275,  17  ; 
V.  anche  Alessandri  (degli)  Alessandro  di  Niccold. 

albizzi  (degli)  Alessandro  e  Bartolomeo  di  Niccolo' 
d'Ugo  denunziati  dai  quattro  ragionieri  come  debi- 
tori  del  Comune,  vengono  assolti  dal  Podesta  (an. 
1373),  287,  29-44.  V.  aache  AUssandri  (degli)  Alcs- 
sandro  e    Bartolomeo   di  Niccold. 

Albizzi  (degli)  Alksso  di  Jacopo,  h  condannato  nell'avere 
e  nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379), 
338,  38. 

Albizzi  (degli)  Andrea  di  Francesco.  gli  viene  arsa  la 
casa  dalla  rivolta  del  popolo  contro  la  Parte  guelfa 
(an.  1378),  319,  43-44  ;  h  dei  quarantatre  cittadini 
M.  ia  aggiunta   agli  altri  della  Balia  gii  nominati 


[Albizzi] 


INDICE   ALFABETICO 


453 


(an.  1381),  405,  44  ;  v.  anche  Albizzi   {degli)  Andrea 
di  Franceschino. 
Albizzi  (degli)  Andrea  di  Franceschino,  va  ambasc. 
a  Siena  (an.  1384),  431,  10  ;  fe  nelle  Hste  dei  Priori 
del   1383  settembre-1384  aprile,  434,   40 ;    v.   anche 
Albizzi  {degli   Andrea  di   Francesco. 
Albizzi    (degli)    Andrea«di     Piero   di 
FiLlPPO,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1385  maggio- 
1386    aprile,    443,    9. 
Albizzi  (degli)  Angelo  di  Giano,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1346  maggio-1347  gennaio,  228,  38. 
Albizzi  (degli)  Anionio  di  Lando,  6  nelle  liste  dei  Prio- 
ri  del  1320  febbraio-i^ai  febbraio,  127,  33  ;   del  1323 
febbraio-1326  febbraio,  152,  24  ;  del  1332  dicembre- 
1333  dicembre,  175,   38  ;  e  del   1336    dicembre-1337 
dicembre,  186,  7  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1338  dicembre-1339  dicembre),  188,   10  ;    6  uno  dei 
Sei  di  Balia  (an.  1343),  208,  14. 
Albizzi  (degli)  Bellincione  d'Uberto,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del   1335  dicembre-1336    dicembre,   183,    20 ; 
6    Gonfaloniere   di    Giustizia    (liste    1337   dicembre- 
1338  dicembre),  187,  29  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei 
Priori  del  1340  dicembre-i34i  dicembre,  189,  26  ;  e 
del  1343  aprile-1344  aprile,  211,  6  ;  219,  6. 
Albizzi  (degli)  Filippo  di  Lando,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1316  febbraio-T3i7  febbraio  123,    24  ;  h  Gonfa- 
loniere  di  Giustizia  (liste  1326  febbraio-1327  febbraio), 
155,   35. 
Albizzi  (degli)   Francesco  Di  Antonio,  difende   in  un 
consiglio  di  richiesti,  nel  palazzo  della  Signoria  gli  AI- 
bizzi,  dalle  accuse  lanciate  contro  di  essi  e  le  ritorce 
sui  Ricci  (an.    1372),  281,    35-37  ;  viene  escluso  per 
cin  que  anni  dagli  uffici,    282,  21-23. 
Albizzi   (degli)    Francesco   d'Uberto,  viene   fatto  dei 
Grandi  in  seguito  a  petizione  di  Migliore  di    Vieri 
de'  Guadagni  (an.  1372),  283,  7-8  ;  a  fatto  cavaliere 
dai  Ciompi  (an.  1378),  324,  44. 
Albizzi  (degli)   Gasparre  [Guasparre]  detto,  Biondo, 
figlio  di   Francesco   d'Uberto  h   fatto   cavaliere  dai 
Ciompi  (an.  1378),  324,  4S. 
Albizzi   (degli)    GeNtile   di   Vanni,  h  dei   Priori    (an. 

1382  luglio-agosto),  417,  27. 
Albizzi  (degli)  Giano  [Jano]  vi  Lando,  6  nelle  liste  dei 
Priori   del    1309   febbraio-1310     febbraio,    105,    35 ; 
e  del  1332  dicembre-1333  dicembre,  175,  18. 
Albizzi  (degli)  Giovanni    da  Lucca,  V.  Obizi  {degli)  G. 

da    L. 
Albizzi  (degli)  Lando,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1283 
dicembre-1284  dicembre,  60,  2  ;  in  quelle  del  1290  di- 
ccmbre-1291   dicembre,   68,  20 ;   del    1295   febbraio- 
1296  febbraio,  75,  32  ;  e  del  1297  febbraio-1298  feb- 
braio,  77,  26. 
Albizzi  (degli)  Lando  di  Antonio,  h  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1351  genoaio-i^jz  gennaio(,  240,  31  ;  6 
nelle  liste  dei  Priori  del  1357  gennaio-1358  gennaio, 
252,  30. 
Albizzi  (degli)  Lippo  di  Bartolo  6  nelle  liste  dei  Priori 
del   1311   febbraio-1312  febbraio,   112,  22;  del  1318 
febbraio-1319  febbraio,  125,  7  ;  e  del  1322  febbraio, 
1323  febbraio,  131,  12. 


Albizzi  (degli)  Luca  di  Piero  di  FiLiPPO,  h  condannato 

per  trame  contro  lo  stato  a  2000  fiorini  d'oro  o,  in 

mancanza,  a  sei  anni  di  confine  oltre  le  100  mig]ia 

(an.    1378),  339,   40. 

Albizzi  (degli)  Manno  di  Pagno,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del   1347  gennaio-1348  gennaio,  229,  26  ;  del   1350 

gennaio-1351  gennaio,  239,  42  ;  gli  vengono  bruciate 

le  case  dal  popolo  in  rivolta  contro  la  parte  gnelfa 

(an.  1378),  319,  40-43. 

Albizzi  (degli)   Mariano  di  Lando,  sospetto  di  com- 

plicita  nella  congiura  ordita  contro  lo  Stato,  sfugge 

con  la  fuga  alle  ricerche  degli  emissari  mandati  con- 

tro  di  lui  dagli  Otto  della  Guardia  (an.  1379),  355  , 

29-34  ;   viene  condannato  dal  Capitano   neiravere  e 

nella  persona,  365,  13  ;  fe  bandito  come  ribelle  (an. 

1380),  371,  2  ;  dicerie,  contrasti  e  discussioni  su  certe 

sue  lettere  inviate  da  Rimini,  388,  34-42  ;  389,  I-2. 

Albizzi  (degli)  Mariano  di  Lando  di  Antonio,  6  con- 

dannato  neiravere  e  nella  persona  per  trame  contro 

lo  Stato  (an.   1378),  338.   33. 

Albizzi  (degli)  Maso  di  Luca,  viene  confinato  a  Barletta 

(an.   1378),  328,   33  ;  h  fatto  dei  Grandi  (an.   1379), 

363,21. 

Albizzi  (degli)  Niccol6    [Niccolaio]  d'Ugo,  6  nelle  liste 

dei  Priori  del  1341   dicembre-1342   dicembre,  190,  27. 

Albizzi  (degli)  Pagno  di  Bando,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1312  febbraio-1313  febbraio  115,  13. 
Albizzi  (degli)  Pepo  di  Antonio,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1353  gennaio-1354  gennaio,  246,  4  ;  viene  escluso 
dagli  uffici  per  5  anni  (an.  1352),  281,  21-23. 
Albizzi  (degli)  Piero  di  Filippo,  6  nelle  liste  di  Priori 
del  1348  gennaio-1349  gennaio,  234,  17  ;  Ak  voto  fa- 
vorevole  insieme  ai  suoi,  per  consiglio  di  Geri  de' 
Pazzi,  alla  proposta  di  legge  fatta  dai  Ricci  vietante 
gli  Uffici  ai  Ghibellini,  (an.  1354),  247,  12-15  ;  6  di 
nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1365  gennaio-1366 
gennaio,  265,  46  ;  6  patrocinatore  della  lega  con 
Urbano  V,  274,  15-17,  6  il  vero  capo  dclla  setta  che 
prende  il  nome  dalla  sua  famiglia,  276,  42-43  ;  si 
accentua  per  opera  sua  la  lista  dei  cittadini  ammoniti, 
44-45  ;  277,  9-10  ;  si  riavvicina  e  s'unisce  ai  Ricci 
e  alla  loro  setta,  specie  nei  riguardi  della  legge  del- 
rammonire  (an.  1371),  278,  27-29  ;  scoppiata  la  ri- 
volta  popolare  contro  le  prepotenze  delle  due  sette, 
viene  escluso  dagli  uffici  per  5  anni  (an.  1372),  282, 21- 
23  ;  h  tra  i  capi  della  Parte  guelfa,  dove  s'erano  anni- 
dati  gli  oligarchi  delle  due  sette,  cacciate  dagli  Uffici 
del  Comune,  a  seguito  della  detta  rivolta,  e  tra  i  mag- 
giori  istigatori  deII'ammonire,  308,  17-18  ;  317,  41  ; 
trama  con  altri  contro  il  Governo  (an.  1378),  319, 
14-26  ;  gli  vengono  arse  le  case  dal  popolo  in  rivolta 
contro  la  detta  Parte,  41  ;  viene  confinato  per  un 
anno  a  Venezia,  328,  32  ;  tornato  in  Firenze,  viene 
fatto  prendere  dagli  Otto  della  Guardia  e  consegnare 
al  Capitano  del  popolo,  come  complice  della  congiura 
allora  scoperta  contro  lo  Stato,  insieme  ad  altri,  pur 
essi,  come  lui,  di  famiglie  guelfe,  ricche  e  potenti  (an. 
1379)1  355,  32-40  ;  agitazioni  e  sommosse  delle  Capi- 
tudini  delle  arti  e  del  popolo  che  recIama*ano  mi- 
nacciosamente  la  sua  condanna  a  morte  e  quella  di 


454 


INDICE  ALFABETICO 


[Albixzi-AMobraadini' 


tutti  i  detti  ricchi  ed  esitaiioni  del  Capitano,  357, 

4-35  ;  358,  1&-30  ;  coRie  si  giunse  alla  stia  condanna 

ed  a  quelle  dei  suoi  compagni  di  carcere,  358,  31-47  ; 

359,  1-17  ;  loro  proteste  d'innocenza,  17-20. 
Albizzi  (degli)  Ricco,  *    nelle  liste  dei  Priori  del  1296 

febbraio-1397  febbraio,  76,  16  ;  v.  auche  Albiui  (dfgU) 

Jiicco   di    Compagno. 
Albizzi  (degli)   Ricco    di  Compagno,   6  nellc  liste  dei 

Priori  del  1292  febbraio-1293  febbraio,  72,  20  ;  del 

1300  febbraio-1301  febbraio,  85,  8  ;  del  1307  fcbbraio- 

1308   febbraio,    112,    11  ;  c   del    1314   febbraio-1315 

febbraio,  118,  34;  v.  anche  Albiizi  (degli)   Ricco. 
"  Albizzi    (degli)    Uberto,   marito   di    Giovanna   figlia 

di  Coppo  Stefani,  CII.  24-26  „. 
Albizzi  (decli)  Uberto  di  Bellincione,  viene  escluso 

dagli  uiBci  per  tre  anni  (an.  1379).  364,  3. 
Albizzi    (degli)    Uberto   di   Lando,    fe   nelle   liste   dei 

Priori    del    1302    fcbbraio-1303    febbraio,    91,    14  ; 

del    1305   febbraio-1306  febbraio,   98,    13  ;  del   1309 

febbraio-1310  febbraio,  106,  22  ;  e  del  1323  febbraio- 

1324  febbraio,  135,   17. 
Albizzi  (degli)  Uberto  di  Pagno,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1344  maggio-1345  maggio,  222,   33  ;   h  uno  dei 

quattro  Ufficiali  cui  viene  affidata  la  difesa  della  c. 

assalita  da  Galeazzo  Visconti   (an.   1351),  237,   12  ; 

sua  bonaria  attivita  al  riguardo,    15-27  ;   238,   3-6  ; 

fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gennaio-1353  gennaio, 

242,  29  ;  e  del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  18. 
Albizzi  (degli)  Vanni  di  Benintendi,  fe  nelle  liste  dei 

Priori  del   1304  febbraio-1305  febbraio,  96,   12  ;  del 

1308  febbraio-1309  febbraio,  104,  25  ;  del  1319  feb- 

braio-1320   febbraio,    126,  23  ;   del    1329   dicembre- 

1330  dicembre,  164,   18  ;  e  del  1334  dicembre-1335 

dicembre,  179,  7. 
Albizzi  (degli)  Vanni  di  Pagno,  4  nelle  liste  dei  Priori 

del  1344  maggio-1345  maggio,  222,  20. 
Albizzi  (casa  degli),  rjc,  204,  1  ;  206,  5. 
Albizzi    (setta   degli),   contro   quella   dei    Ricci,   245, 

13-17  ;  fe  favorevole  alla  lega  con  Urbano  V  e  detta 

anche  per  questo  dei  Paperini,  270,  19-26. 
Albizzo  (M.)  V.  Corbinelli  (de')  M.  A. 
Albizzo  V.  Orlandini  A.  ;  Riniicci  A.  ;  Tosi  A. 
Albizzo  d'Andrea  V.  Rucellai  A.  d'A. 
Albizzo  del  Bene,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  di- 

cembre  i283-dicembre,  59,  4. 
Albizzo  di  BuoNAGiUNTA,  V.  Medici  (de')  A.  di  B. 
Albizzo  di  Cambio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1313  fcb- 

braio-1314  febbraio,  116,  25. 
Albizzo  di  Filippo,  da  Barberino  vicne  ammonito  (an. 

1376),  301,  1. 
Albizzo  di  Giovanni  II.  Rinucci  A.  di  G. 
Albizzo  Di  Lippo  V.  Bellandi  A.  di  L. 
Albizzo  d'Orlandino,   k  nelle  liste  dei  Priori  del  1286 

dicembre-1287  dicembre,  62,  27  ;  e  del  1288  dicem- 

bre-1289  dicembre,  65,  19. 
Albizzo  di  Ricco,  V.  Albizzi  (degli)  A.  di  R. 
Albizzo  di  Stefano,  V.  Sodcrini  A.  di  S. 
Albizzo   (d'),   V.   Aldobrandino  d'A.  ;   BeHciveHni  d'A.  ; 

Compagno    d'A.  ;     Filippo    d'A.  ;     Giovanni    d'A.  ; 

Lando  d'A. 


Albizzoni  Mari,  ft  nelle  liste  dei  Priori  del  1312  febbram- 
1313  febbraio,  115,  II. 

Alderotti  Francesco  di  Bonaccokso,  h  ammonito 
(an.  1377),  305,  17  ;  308,  88. 

Aldekotti  Mattbo  di  Bonaccokso, 
i  tulU  liste  dei  Priori  del  1363  gennaio-1364  gennaio, 
264,  8  ;  del  1370  gennaio-1371  gennaio,  275,  41  ; 
del  1374  gennaio-1375  gennaio,  291,  33;  viene  am- 
monito  (an.  1377),  305,  16  ;  308,  38  ;  *  di  nnovo 
nelle  liste  dei  Priori  (an.  1378  gennaio-febbraio), 
341,  2  ;  viene  confinato  per  dieci  anni  a  Genova  (an 
1381),  401,  39. 

Aldighieri  Gherardo,  notaio  dei  Priori,  ric,  88,  31. 

Aldighieri  di  Gherardo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1330  dicembre-1331  dicembre,  167,  18  ;  del  1337 
dicembre-1338  dicembre,  187.  7  ;  e  del  1341  dicem- 
bre-1342  dicembre,  190.  39. 

Aldimari,  antica  e  nobile  fam.  fiorcntina  di  Porta  S. 
Piero,  21,  14.  (forse  la  stessa  detta  poi  Adimari, 
(v.)  anch'essa  del  sesto  di  Porta  S.  Piero  ?), 

Aldimari  Tegghiaio  d'Aldobrando,  suo  drammatico 
contrasto  con  lo  Spedito,  uno  degli  Anziani  del  Co- 
mune,  a  riguardo  degli  aruti  da  portarsi  a  Montal- 
cino  assediato  dai  Senesi  (an.  1260),  46,  41  ;  47, 
1-10  ;   sua  rivincita  suUo  stesso  Spedito,  49,   13-19. 

Aldobrandi  Catellino,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1313 
febbraio-1314  febbraio,  116,  1  ;  e  del  1314  febbraio- 
1315  febbraio,  119,  6.  I 

Aldobrandini  Bellincione  di  Neri,   k  nelle  liste  dei         ^ 
Priori,   del    1305   febbraio-i3o6   febbraio,   98,    I  ;    ^ 
Gonfaloniere   di   Giustizia   (liste    1311    febbraio-1312 
febbraio),  112,  32. 

Aldobrandini  Cambio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1300 
febbraio-1301   febbraio,  86,   7. 

Aldobrandini  Cambiozzo  di  Neri,  e  del  Nero,  h 
nelle  liste  dei  Priori  del  1331  dicembre-1332  dicem- 
bre,  169,  7  ;  del  1336  dicembre-1337  dicembre, 
186,  H;  e  del  1339  dicembre-1340  dicembre,  188,  33. 

Aldobrandini  Carlettino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1292   febbraio-1293  febbraio,   72,   9. 

Aldobrandini  Cionellino  di  Ghingo,  6  nelle  liste 
dei  Priori  del  1346  maggio-1347  gennaio,  228,  30. 

Aldobrandini  Filippo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1306 
febbraio-1307  fcbbraio,  99,  26  ;  k  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1319  febbraio-1320  fcbbraio),  126,  6  ; 
6  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1321  febbraif)- 
1322  febbraio,  128,  30. 

Aldobrandini  GiovANNi  Di  Lippo.  i  nelle  listc  dci 
Priori  dcl  1346  maggio-1347  gennaio.  229.  16. 

Aldobrandini  Giovan.ni  di  GiovANNi  Di  Lippo,  d  nellc 
liste  dei  Priori  del  1383  settembre-1384  aprilc,  431. 
38. 

Aldobrandini  Jacopo  di  Ghingo,  fe  nelle  liste  dei  Pri"-  ■ 
dcl  1356  gennaio-1357  Rcnnaio,  250,  io  ;  e  dcl  1363 
gennaio-1364  gennaio,  263.   4. 

Aldobrandini  Lippo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  131- 
febbraio-1313  febbraio,  114,  36  ;  e  dcl  1314  fcbbrai.i 
1315  febbraio,  118,  32. 

.4LDODRANDINI  l.uiGl  Di  LiPro,  i'  Gonfalonicrc  di  Giusti- 
zia    (listc    1341   dicembre-1342   dicembre),    190,  28 ; 


[Aldobrandiiii«Aligliierf] 


INDICE  ALFABETICO 


455 


e  di  nuovo  (!iste  1348  gennaio-1349  gennaio),  234, 
16  ;  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1351  gennaio-1352 
gennaio,  241,  5  ;  del  1359  gennaio-i36o  gennaio, 
255,  34  ;  e  nuovamente  Gonfaloniere  (liste  1361 
gennaio-1362  gennaio),  260,  26  ;  e  (liste  1366  gennaio- 
1367  gennaio),  266  15  ;  6  a  capo,  per  U  quartiere 
di  S.  Maria  Novella,  dei  congiurati  contro  le  sette 
degli  Albizzi  e  dei  Ricci  (an.  1372)  280,  31  ;  h  ancora 
Gonfaloniere  di  giustizia  (liste  1374  gennaio-1375 
gennaio),  291,  26  ;  k  fatto  cavaliere  dai  Ciompi 
(an.  1378),  324,  24  ;  6  dei  Priori  (an.  1378  novembre- 
dicembre),  337,  33,  ric.  317,  18-19. 

Aldobrandini  Maso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1308 
febbraio-i309  febbraio,  104,  23. 

Aldobrandini  Neri,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1302 
febbraio-1303  febbraio,  91,  10  e  del  1307  febbraio- 
1308  febbraio,  102,  25. 

Aldobrandini  Piero  di  Lippo,  h  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1353  gennaio-1354  gennaio),  246,  27  ; 
6  nelle  Hste  dei  Priori  del  1354  gennaio-1355  gennaio, 
248,  15  ;  del  1357  gennaio-1358  gennaio,  252,  28  ; 
del  1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  27  ;  e  del  1370 
gennaio-1371  gennaio,  276,  23  ;  k  fatto  cavaliere 
dai  Ciompi  (an.  1378),  324,  24  ;  partecipa  comc 
Gonfaloniere  di  S.  Maria  Novella  alla  Balia  per  la 
riforma  del  governo  (an.  1381),  394,  36  ;  6  di  nuovo 
Gonfaloniere  di  Giutizia  (liste  1383  IugIio-1384 
agosto),  427,  37. 

Aldobrandini  Roberto  di  Piero,  va  qualc  ambasc.  del 
Comune  di  Firenze  per  Tincoronazione  della  Regina 
Margherita,  moglie  di  re  Carlo  di  Puglia  (an.  1381), 
390,  22. 

Aldobrandini  Spigliato,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1284 
dicembre-1285  dicembre,  60,  32  ;  del  1289  dicembre- 
1290  dicembre,  67,  21,  e  del  1295  febbraio-1296 
febbraio,  75,  44. 

Aldobrandini  Tommaso,  notaro  dei  Priori,  ric.  292,  10. 

Aldobrandini  Ugo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1283 
dicembre-1284  dicembre,  60,  1  ;  del  1285  dicembre- 
1286  dicembre,  62,  11,  e  del  1290  dicembre-1291 
dicembre,  68.   17. 

Aldobrandino  d'Albizzo,  notaio  dei  Priori,  ric,  177,  21. 

Aldobrandino  di  Lapo,  V.  Rinaldi  A.  di  L. 

Aldobrandino  Mariti  da  Cerreto,  d  nelle  liste  dei 
Priori  del   1298  febbraio-1299  febbraio,  78,   1. 

Aldobrandino  d'Uguccione  da  Campi,  notaio  dei 
Priori,  ric,  82,  21. 

Aldobrandino  (d'),  II.  Bindo  del  Tasso  d'A  ;  Filippo 
d'A.  ;  Neri  d'A.  ;  liosso  d'A. 

.■\ldobrando  da  Cerreto,  6  nelle  liste  dei  l^riori  del 
1282  dicembre-1283  dicembrc,  59,  6  ;  dcl  1294  feb- 
braio-1295  febbraio,  75,  7. 

.Aldobrando  di  Donato,  V.  Bandini  A.  di  D. 

.\ldobrando  (d"),  V.  Michele  d'A.  ;  Taddeo  d'A. 

Alessandri  (degli),  oia'  degli  Albizzi,  Alessandro 
di  Niccol6,  t  fatto  cavalierc  dai  Ciompi  (an.  1378), 
324,  37  ;  V.  anclie  Albizzi  (de^li)  Alcssandro  di  Nic- 
cold. 

Alessandri  (degli),  GiA  DEOLi  .Albizzi,  .\lessandro 
E  Bariolomiio,    vieue    loro    bruciata   l<i    casa     dai 


Ciompi  in  rivolta  (an.  1378),  322,  41-42  ;  v.  anche 
AlHzzi    {degli)   Alcssandro  e   Bartolomco, 

Alessandro,  V.  Rinucci.  A. 

Alessandro   di   Bellincione,   V.   Cacciafuori  A.   di  B. 

Alessandro  di  Benedetto,  V.  Gucci  A.  di  B. 

Alessandro  di  Caro,  notaio  dei  Priori,  ric,  125,  29  ; 
228,  28. 

Alessandro  di  Chiaro,  notaio  dei  Priori,  ric,  188,  29. 

Alessandro  di  Giovanni,  V.  Cristiani  A.  di  G. 

Alessandro  di  Jacopo,  viene  bandito  e  condannato 
neiravere  e  nella  persona  (an.  1381),  400,  7. 

Alessandro  di  Lamberto  del  Nero,  V.  Cambi  A.  di 
L.  del  N. 

Alessandro  di  Lamberto  di  Neri,  V.  Cambi  A.  di  L. 
di  N. 

Alessandro  di  Niccol6,  6  fatto  dei  Grandi  (an.  1378), 
321,  16  ;  V.  anche  Alessandri  (degli)  Alessandro  di 
Niccold. 

Alessandro  di  Riccardo,  V.  Bardi  (de')  A.  di  R. 

Alessandro  di  Salino,  V.  Bruni  A .  di  S. 

Alessandro  d'Ugolino,  notaio  dei  Priori,  ric,  289,  9. 

Alessandro  (d'),  V.  Ghiberto  d'A.  ;  Giovanni  d'A. 

Alessio,  V.  Rinucci  A. 

Alessio  di  Barone  da  Signa,  notaio  dei  Priori,  ric, 
157,  38. 

Alfani  Bartolomeo  Alessandrini,  h  nelle  liste  dei 
Priori  del  1355  gennaio-1356  gennaio,  249,  27. 

Alfani  Biliotto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1312  febbraio- 
1313  febbraio,  114,  42. 

Alfani  Giovanni,  rivela  ai  Fiorentini  la  trama  di  Ca- 
stmccio  contro  Prato,  141,  6-11  ;  viene  fatto  bandire 
dal  Duca  di  Calabria  (an.  1327),  154,  11  ;  ragioni 
della  sua  condanna,  12-18. 

Alfani  Jacopino  di  Vermiglio,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1290  dicerabre-1291  dicembre,  68,   12. 

Alfani  Luca  di  Sandro,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1348 
gennaio-1349  gennaio,  234,  1. 

Alfani  Vermiglio  di  Jacopino,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del   1300  febbraio-1301   febbraio,  86,   19. 

Alfani  (degli)  Gianni  di  Forese,  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1310  febbraio-1311  febbraio),  108,  16. 

Alfani  (degli)  Giovanni  d'Aldobrandino,  6  Gonfa- 
lonierc  di  Giustizia  (1360  gennaio-1361  gennaio), 
258,  36. 

Alidugi  (degli)  Obizo  da  Imola,  capitano  del  popolo  di 
Firenze,  gli  viene  data  ampia  balia  e  viene,  inoltre, 
per  la  sua  inflessibiliti  nelle  condanne,  riconfer- 
mato  a  titolo  di  premio  neiruflicio  (an.  1381),  399, 
21-23  ;  cittadini  da  lui  condannati,  37-38  ;  400, 
1-40  ;  401,  1-43  ;  dicerie  intorno  alle  sue  relazioni 
con  la  figlia  del  bandito  Ricciardo  de'  Figliuolipctri 
ed  intorno  alla  morte  di  questa,  419,  7-22,  cessato 
ruflScio  viene  sottoposto  a  sindacato  ma,  non  ostante 
le  accusc  presentate  e  provate  contro  di  lui,  se  ne 
parte  senza  alcuna  condanna  e  con  gli  onori  e  i  doni 
dclla  Parte  guelfa,  419,  25-31. 

Alighieri  Dante,  6  nclle  liste  dei  Priori  del  1299  feb- 
braio-1300  febbraio,  82,  19  ;  bandito  coi  Bianchi 
(la  Firenzc,  muorc  csule  a  Ravenna  (an.  1321),  128, 
7-12. 


456 


INDICE  ALFABETICO 


[AIIetti.Altoviti 


Aliotti,  fam.  fiorentina  dei  Grandi  fatta  popolana, 
216,  S4. 

Aliotti  Barone  da  Signa,  notaio  dei  Priori,  77,  28  ; 
123,  34. 

Aliotti  (ser.  MEDico),  *  nelle  liste  dei  Priori  del  1296 
febbraio-1297  febbraio,  76,  22 ;  del  1301  febbraio- 
1302  febbraio,  88,  17  ;  del  1303  febbraio-1304  feb- 
braio,  94,  28  ;  del  1307  febbraio-1308  febbraio, 
112,  16,  e  del  1312  febbraio-i^j^  febbraio,  114, 
32  ;  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1316  febbraio- 
131 7  febbraio),  123,  23. 

Allecri  Domemico,  notaio  doi  Priori,  ric,  265,  8 ; 
299,  29  ;  6  dei  Priori  (an.  1380  luglio-agosto),  374,  30. 

Allegro  di  Nuto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1347  gennaio- 
1348  gennaio,  229,  35  ;  e  del  1361  gennaio,  1362 
gennaio,  259,  39. 

Aloni  Alone  di  Guccio,  notaio  dei  Priori,  82,  22. 

Altomena  (d")  Benincasa,  notaio  dei  Priori,  ric,  61, 
31  ;  62,  7  ;  65,  15  ;  68,  19  ;  72,  14  ;  75,  13. 

Altomena  (d')  Oddo  di  Benincasa,  notaio  dei  Priori, 
ric,  75,  27. 

Altomena  (d")  Scotto  di  Benincasa,  notaio  dei  Priori, 
ric,  122.  2. 

Altopascio,  viene  preso  dai  Fiorentini  (an.  1325),  142, 
30-33  ;  vi  vengono  sconfitti  gli  stessi  da  Castruccio, 
143,  17-27  ;  6  ripreso  da  questo  29-33  ;  6  dato  ai 
Fiorentini   definitivamente    (an.    1338),    185,    30-38. 

Altoviti,  fam.  fiorentina,  esce  coi  Gnelfi  da  Firenze 
aU'anmincio  della  sconfitta  di  Montaperti  (an.  1260), 
48,  7  ;  si  leva  contro  il  Duca  d'Atene  (an.  1343), 
209,  9;  6  tra  le  maggiori  di  parte  guelfa,  318,  11. 

Altoviti  Bardo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  maggio- 
1347  gennaio,  229,  3  ;  e  del  1359  gennaio-1360  gen- 
naio,  255,  6. 

Altoviti  Bardo  di  Guglielmo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  12  ;  e  del  1374 
gennaio-1375  gennaio,  292,  2. 

Altoviti  Bindo  di  Oddo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1332 
dicembre-1333  dicembre,  175,  38  ;  del  1338  dicem- 
bre-1339  dicembre,  188,  1  ;  fe  dei  quattordici  citta- 
dini  el.  dal  parlamento  a  costituire  il  nnovo  govemo 
dopo  la  cacciata  del  Duca  d'Atene  (an.  1343),  207, 
38  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1349  gennaio- 
1350  gennaio),  235,  42. 

Altoviti  Gentile  di  Oddone,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1295  febbraio-1296  febbraio,  75,  27  ;  del  1297 
febbraio-1298  febbraio,  77,  23,  del  1303  febbraio- 
1304  febbraio,  94,  29;  e  del  1311  febbraio-1312 
febbraio,  112.  28  ;  "  ric,  CIV,  15-16  ,,. 

Altoviti  Guglielmo,  capitano  in  Arezzo,  fa  prendere 
alcuni  Aretini  accusati  di  trame  contro  i  Fiorentini  e 
rinvia  a  Firenze,  192.  1-8  ;  viene  fatto  prendere  e 
mandato  a  morte  per  baratteria  dal  Duca  d'Atene 
(an.  1342).  195,  7-8. 

Altoviti  Gdglielmo  del  ViNTA,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1336  dicembre-1337  dicembre,  186,  4  ;  v.  anche 
Altoviti  {dfigli)  Giiglielmo  di  Vinta. 

Altoviti  Naldino  di  NiccoLd,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1362  gennaio-1363  gennaio,  262,  2. 

Altoviti  Naldo  di  Ugo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1299 


febbraio-i30o  febbraio,  82,  6,  e  del  1321  febbraio- 
1322  febbraio,  129,  8. 

Altoviti  Oddo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1283  dicembre- 
1284  dicembre,  60,  9;  del  1283  dicembre-1286  di- 
cembre,  61,  31  ;  e  del  1287  febbraio-1288  aprtle, 
63,32;    V.  anche  Altoviti    (deglt)    Oddo. 

Altoviti  Oddo  di  Bindo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1345  maggio.1346  maggio,  227,  1«. 

Altoviti  Paolo  [Pagoh\  di  Bardo,  h  nelle  liste  dei 
Priori  dcl  1350  gennaio-1351  gennaio,  240,  21  ;  e 
de!  1354  gennaio-1355  gennaio,  247,  37. 

Altoviti  Simone  di  Bindo,  k  nelle  liste  dei  Prjori  del 
1377  gennaio-1378  Ittglio,  314.  12  ;  V.  ancke  AUoviti 
(degli)  Simone  di  Bindo. 

Altoviti  Stoldo  di  Bindo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1373  geonaio-1374  gennaio,  288,  33  ;  accoglie  in 
sua  casa,  con  grandi  onori,  Caterina  da  Siena,  venuta 
a  Firenze  a  predicare  la  pace  con  la  Chiesa  (an.  1377), 
306,  10-11  ;  k  tra  i  capi  e  i  maggiori  istigatori  della 
Parte  guclfa,  per  rammonire,  del  quartierc  di  S.  Ma- 
ria  Novella,  308,  11-12  ;  h  inviato  ambasc.  per  la  pace 
pr.  il  nuovo  pontefice  Urbano  VI,  312,  14-15  ;  A  fatto 
dei  Grandi  (an.  1379),  363,  16 ;  ft  fatto  cavalierc 
(an.  1381),  393,  36  ;  6  dei  52  cittadini  cni  vien  data, 
insieme  ai  Priori  e  CoIIegi,  la  Balia  per  la  riforma  del 
governo,  396,  30  ;  cerca  di  elevarsi  sTigli  altri,  412, 
18  ;  6  dei  10  cittadini  el.  per  provvedere  ai  bisogni 
del  momento  per  la  vennta  del  Sire  di  Couchy  (an. 
1384),  429,  U. 

Altoviti  Tegghiaio  d'Ugo,  notaio  dei  Priori,  ric,  214, 
29. 

.\ltoviti  Ugo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  (agosto- 
ottobre),  58,  14;  del  1283  dicembre-i  284  dicembre, 
60,  7  ;  del  1284  dicembre-1285  dicembre,  61,  U  ; 
e  del  1291  dicembre-1292  dicembre,  68,  36  ;  v.  anche 
Altoviti  (degli)  Ugo. 

Altoviti  Ugo  di  Oddo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1308 
febbraio-1309  febbraio,  104,  13,  e  del  1347  gennaio- 
1348  gennaio,  229,  44;  v.  anche  Altaviti  (degli)  Ugo 
di  Oddo. 

Altoviti  Vinta  del  Caccia,  i  Gonfaloniere  di  Ginstizia 
(liste  1306  febbraio-1307  febbraio),  99,  17. 

.\ltoviti  (degli),  fam.  v.  Altoviti,  fam. 

Altoviti  (degli)  Arnaldo  di  Palmieri,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1357  gennaio-1358  gennaio,  252,  28. 

Altoviti  (degli)  Bindo  di  Oddo,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1304  febbraio-1305  febbraio,  96,  17  ;  del  1309 
febbraio-1310  febbraio,  106,  10  ;  del  1323  febbraio- 
1324  febbraio,  135,  14  ;  e  del  1334  dicembre-1335 
dicembre,  179,  3. 

.\ltoviti  (degli)  Cingo,  k  Gonfaloniere  di  Giustizia  (li- 
ste  1293  febbraio-1294  febbraio),  73,  29. 

Altoviti  (degli)  Duccio  di  Bardo,  h  nelle  liste  dei 
Priori  del  1346  maggio-1347  gennaio,  228,  10. 

Altoviti  (degli)  Gentile  di  Oddo,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1315  febbraio-1316  febbraio,  121,  30; 
del  1318  febbraio-1319  febbraio,  125,  4  ;  del  1325 
febbraio-1326  fcbbraio,  152,  11  ;  del  1326  febbraio- 
1327  febbraio.  158,  9 ;  e  del  1332  diceinbre-1333 
dicembre,  175,   14. 


[AltovitUAmmannati] 


INDICE  ALFABETICO 


457 


AlTOVITI        (DKGLI)        GlOVANNI        DI        PlE- 

R  o  z  z  o,  i   nelle   liste   dei  Priori  del  1366   gennaio- 

1367  gennaio,  266,   35. 
Altoviti  (degli)  Guglielmo  di  Vinta,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1340  dicembre-i34i  dicembre,  189,  23  ;  v. 

anchc  Allovili  Giiglielmo  del  Vimla. 
Altoviti  (degli)  Guglielmo  di  Vita,  6  Gonfaloniere  di 

Giustizia    (liste    1324    geanaio-1325    gennaio),    148, 

1;    6  nelle  liste  dei  Priori  del   1330  dicembre-1331 

dicembre,  167,  29. 
Altoviti  (degli)  Niccol6  di    Jacopo,  6  nelle  li.ste  dei 

Priori   del    1313   febbraio-1314   febbraio,    116.  24  ;   e 

del   1320  febbraio-1321  febbraio,  127,   9. 
Altoviti  (degli)  Oddo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1292 

febbraio-1293    febbraio,    72,    1  ;     v.    anche    AUoviti 

Oddo. 
Altoviti  (degli)  Pagolotto  di  Oddo,  k  nelle  liste  dei 

Priori  del  1313  febbraio-1314  febbraio,  116,  3. 
Altoviti  (degli)  Palmieri,   fe  nelle  liste  dei  Priori  del 

1296  febbraio-1297  febbraio,  76,  30  ;  e  del  1300  feb- 

braio-1301  febbraio,  86,   16. 
Altoviti  (degli)  Palmieri  di  Arnaldo,  6  fatto  cava- 

liere  dai  Ciompi  (an.  1378),  324,  14. 
Altoviti   (degli)    Palmieri   di   Ugo,    h  nelle  liste  dei 

Priori  del   1292  dicembre-1293  febbraio,  70,   35  ;  e 

del  1294  febbraio-1295  febbraio,  75,  9. 
Altoviti  (degli)  Piero  di  Oddo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1305  febbraio-1306  febbraio,  97,  27  ;  e  del  1319 

febbraio-1320  febbraio,  126,   11. 
Altoviti   (degli)    Simone   di   Bindo,    6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1368  gennaio-1369  gennaio,  274,  5  ;  viene 

escluso  dagli   uffici  per  anni  10  (an.  1378),   321,   31  ; 

k  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1385  maggio-1386 

aprile,  443,   31  ;   v.  anche  Altovili  Simone   di  Bindo. 
Altoviti  (degli)  Tommaso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  13. 
Altoviti  (degli)  Ugo,  6  neUe  liste  dei  Priori  del  1286 

dicembre-1287  dicembre,  62,  40  ;  e  del  1289  dicem- 

bre-1290  dicembre,  67,  4  ;  v.  anche  Aliovili   Ugo. 
Altoviti  (degli)  U.go  di  Oddo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del    1316    febbraio-1317    febbraio,    123,    18  ;    e    del 

1331    dicembre-1332   dicembre,    168,    40 ;    6   Gonfa- 

loniere  di  Giustizia  (liste  1336  dicembre-1337  dicem- 

bre),  186,  29  ;  0.   anche  Altoviti    Ugo  di    Oddo. 
Altoviti  (degli)  Vieri  di  Sandro,  i  nelle  liste  dei  Priori 

del  1382  gennaio-1383  aprile,  425,   5. 
Alvizzo    di    Sinibaldo,    viene    ammonito    (an.    1373), 

288,  21. 
Amadore,  V.  Ridolfi  A. 
Amadore  da  Rabbiacanina,  &  nelle  liste  dei  Priori  del 

1282  dicembre-1283  dicembre,   59,   6  ;  del   1284  di- 

cembre-1285  dicembre,  61,  10  ;  e  del  1287  febbraio- 

1288  aprUe,  63,  24. 
Amadore  di  Ridolfo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1302 

febbraio-1303  febbraio,  91,  4  ;  e  del  1305  febbraio- 

1306  febbraio,  98,   13. 
Amadore  (d'),  v.  Bernardo  di  Sandro  d'A.  ;  Fuccio  d'A. 
Amadori  Fuccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1329  dicem- 

bre-1330  dicembre,  164,  24. 
Amadori  Ridolfo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1316  feb- 


braio-1317   febbraio,   123,    4  ;   e  del   1319  febbraio- 

1320  febbraio,  126,   4. 
Amaretto  di  Zanobi,  v.  Mannelli  (de')  A.  di  Z. 
Amati  Francesco  di  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  ric, 

406,  48. 
Amati  Giusto  [Justo]  Di  Benci,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1307  febbraio-1308  febbraio,  102,  23. 
Ambrogi  [.■imbruogi]  Jacopo,  notaio  dei  Priori,  ric,  260, 

21;  266,  5  ;  291,  13. 
Ambrogi  Lapo,  viene  ammonito  (an.  1367),  263,  28. 
Ambrogi  Tieri  di  Bindo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1313 

febbraio-1314  febbraio,  115,  34. 
Ambrogio,  v.  Maringhi  A. 
Ambrogio  di  Meringo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1369 

gennaio-1370  gennaio,  275,  3. 
Ambrogio  (d'),  v.  Giovanni  d'A. 
Amelia  (d'),  V.  Carlo  d'A.  ;  Matteo  d'A. 
Amelio,  V.  Balzo  {del)  A. 
Amerigo  di  Bernardo  da  Sommaia,   h  nelle  liste  dei 

Priori  del  1356  gennaio-1257  gennaio,  250,  39. 
Amerigo    di    Giovanni    d'Alberghettino,    signore    di 

Romagna,    fa   prendere,  con    un   tranello,  nelle    sue 

terre,  due  banditi  fiorentini  sospetti  di  trame  contro 

Firenze  e  li  consegna  ai  Rettori  della  c.  ricevendone 

ricompense  (an.  1383),  425,  1-35  ;  ric,  298,  2-3. 
Amerigo   di  Narbona,   viene  lasciato  quale   capitano  di 

guerra  ai  Fiorentini  da  Carlo,  figlio  di  Carlo  II  d'An- 

gi6  (an.  1289),  65,  30. 
Amerigo  di  Tommaso,  V.  Corsini  A.  di  T. 
Amerigo  (d.),  V.  Branca  d'A.  ;  Francesco  d'A. 
Amicini  Tommaso  di  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1359  gennaio-1360  gennaio,  255,   38. 
Amidei,  nobile  fam.  fiorentina  di  parte  ghibeUina,  28,  27. 
Amidei     (degli)   Lambertuccio,    aggredisce  ed    uccide, 

insieme    ad  altri    suoi  partigiani,  Buondelmonte  de' 

Buondelmonti  (an.  1215),  29,  25-31. 
Amidei    (cASE   degli),    vengono   arse   e   distnitte   neUa 

rivolta  popolare  contro  i  gbibellini  (an.  1258),  44,  7. 
Amideo  di  Salvi,  V.  Minutoli  {de')  A.  S. 
Amieri,  nobile  fam.    fiorentina  di  parte  ghibellina,  28, 

28  ;  viene  fatta  popolana  (an.  1343),  216,  35. 
Amieri  (case  DEGLi),  vengono  arse  e  distrutte  nella  ri- 

volta  popolare  contro  i  ghibellini  (an.  1258),  44,  9. 
Amizzini  Alberto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1306  feb- 

braio-1307  febbraio,  99,  28. 
Amizzini     Lapo    di     Alberto,    notaio    dei  Priori,   ric, 

77,    10. 
Amizzini  Lippo,  h  neUe  liste  dei  Priori  del  1315  febbraio- 

1316  febbraio,  122,  16. 
Ammannati  Adimari  di   Rota,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1289  dicembre-1290  dicembre,  67,  5. 
Ammannati  Ammannato  di  Rota,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1290  dicembre-1291  dicembre,  67,  40  ;  del  1295 

febbraio-1296  febbraio,  75,   39  ;  del   1298  febbraio- 

1299  febbraio,  78,   19  ;  del   1300  febbraio-1301  feb- 

braio,    85,    6 ;   e   del    1303    febbraio-1304   febbraio, 

94,  81. 
Ammannati  Giovanmi  [Jovanni]  di  Cante,  i  nelle  lisle 

dei  Priori  del  136$  gennaio-1366  gennaio,   266,  2  ; 

e  del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  29. 


458 


INDICE    ALFABETICO 


[Ammanoati-Aodrta  di  Ciovaani] 


Amuankati  Jacopo  di  Naddo,  *  ammonito  (an.  J338), 

253,  80. 
Ammannati  Simone  di  Rota,  *  nelle  liste  dei  Priori  del 

1283    dicembre-1284,  diccmbre,  60,  2  ;  del  1285  di- 

cembrei286  dicembre,  62,    12;  e   del  1287  febbraio- 

1288  aprile,  63,  87. 
Ammannatini  Manktto,  *  nelle  liste  dei  Priori  del  1368 

gennaio-1369  gennaio,  273,  24. 
Ammannato  di   Prospero,   6  nelle  liste  dei   Priori  del 

1290  dicembre-1291   dicembre,   68,    10  ;   e  del   1299 

febbraio-1300  febbraio,  82,  17. 
Ammannato  di  Rota,  V.  Beccanugi  A.  di  R. 
Ammannato  di  Tegghino,  V.  Rinaldi  A.  di  T. 
Ammannato  di  Tegghino,  e  di  Tecchino,  di  Rinaldo, 

fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gennaio-i^^g  gennaio, 

234,  2;   del    1353    gennaio-1354    gennaio,    245,    36; 

del  1358  gennaio-1359  gennaio,  254,  12  ;  e  del  1360 

gennaio-1361  gennaio,  259,  15. 
Ammirati,  fam.  fiorentina,  esce  da  Firenze  coi  Guelfi  al- 

rannunzio  della  .sconfitta  di   Montaperti   (an.    1260), 

48,   10. 
Ammirati  Chiaro  di  Nuccio,  6  nelle  li.ste  dei  Priori  del 

1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  22  ;  e  del  1355  gen- 

naio-1356  gennaio,  250,  7. 
Ammirati    (degli)    Ammirato,    6   nelle   liste   dei    Priori 

del  1310  febbraio-1311  febbraio,  108,  10. 
Ammirati   (degli)   Nuccio  di   Bardo,   6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1304  febbraio-1305  febbraio,  96,  15. 
"  Ammirato  Scipione,  Islorie    fiorentine,  cit,,   XLI,  3i- 

38  ;  XLII,   1  S  ;  XLIII,   1-4  „. 
Ammonito,  «;.  Minuioli  {de')  A. 
Amodeo  di  Frate  Grigio  da  Barberino,  viene  ammo- 

nito  (an.   1377).  305,  20. 
Amolo,  V.  Amulio. 
Ampinana,  castello  nel  Mugello,  acquistato  dai  Fioren- 

tini  dal  conte  Manfredi  (an.  1291),  69,  16-17  ;  viene 

occupato  in  parte  dal  conte  Ugo  di  BattifoUe  (an. 

1325).  145,   9-15  ;  viene  ripreso  dai  Fiorentini  (an. 
.    1329),  163,  12  ;  ma  poi  viene    dato   al  Conte  Simone 

di  Battifolle,  a  premio  dei  servigi  dalui  resi  al  Comune 

di  Firenze,  al  tempo  della  cacciata  del  Duca  d'Atene 

(an.  1343),  217,  14-15. 
Amulio  [Amolo],  secondo  genito  del  re  Proca,  usurpatore 

del  trono  spettante  al  fratello  Numitore,  zio  di  Rea, 

madre  di  Romolo  e  Remo  :  sue  atrocitci  e  sua  fine, 

7,  10-30. 

Anchioni  (degli)  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1308  febbraio-1309  febbraio,  104,  24. 

Anchioni  (degli)  Bartolo  di  Cante,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1311  febbraio-1312  febbraio,  112,  31  ;  e 
del  1316  febbraio-1317  febbraio,  122,  41. 

Anchise,  padre  di  Enea,  ric,  5,  23. 

Ancisa,  castello,  si  ribella  ai  Fiorentini  ma  viene  presto 
ripreso  e  devastato  (an.  1228),  31,  10-15  ;  vi  si  ac- 
campano  i  Fiorentini  per  impedire  il  passo  ad  Ar- 
rigo  VII  (an.   1312),  109,  20-23. 

Anco  Marzio  [Marco],  uno  dei  sette  Re  di  Roma,  ric, 

8,  20. 

Andoh  (degli)  e  Andal6  (di),  v.  Loteringo  di  Andald. 
Anorea  d'Uncreria,  figlio  di   Carlo    Uberto  re  d'Un- 


gheria,  della  casa  d'Angi6,  marito  di  Giovanna,  fi- 

glia  di  Carlo  duca  di  Calabria,  202,  4-6  ;  vtene  stran- 

goUto  dai  snoi  Baroni  (an.  1343),  224,  t»-*8  ;  313, 

tO-S8. 
Andrba,  V.  Bardi  (de')  A.  ;  Buonligliuoli  A.  ;  Cambi  A.  ; 

Casini    A.  ;    Donati   A,  ;    Ghtii   A.  ;   Giannino   A.  ; 

Loli  A.  ;  Niccolini  A.  ;  Petri  A.  ;  Villani  A. 
Andrba,  pianeUaio,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gen- 

naio-1351  gennaio,  239,  40. 
Andrea,  maestro,  medico  delle  Stinche,  condannato  nel 

capo  per  la  rivolta  degli  Otto  di  Balia  del  popolo  di 

Dio  di  S.  Maria  NoveUa  (an.  1378),  336,  «2. 
Andrea  di  Bartolo  da  Rignano,  h  neUe  liste  dei  Priori 

del  1382  settembre-gennaio,  424,  17. 
Andrea  di  Bartolone,  viene  bandito  dal  Podesti  (an. 

1382),  408,  15. 
Andrea  di  Benotto,   fe  nelle  liste  dei  Priori  del   1355 

gennaio-1356  gennaio,  249,  22. 
Andrea   di   Benozzo,   4  neUe  liste  dei   Priori  dcl    1345 

maggio-1346   maggio,   227,    11  ;   del    1360   gennaio- 

136X   gennaio,   259,   8  ;   del  1363  gennaio-1364  gen- 

naio,    264,  21  ;   e   del    1367    gennaio-i36S    f;cnn.iio, 

267,  10. 
Andrea  di  Betto,  V.  Filippi  A.  di  B.;  Minerbetti  A. 

di  B. 
Andrea     di     Boccio,  i  nelle  liste  dei  Priori  del 

1382  gennaio,  1383  aprile,  425,  4. 
Andrea  di  Cappone,  V.  Capponi  (de')  A.  di  C. 
Andrka  Capponi,  V.  Capponi  {de')  A.  C. 
Andrea  da  Cerreto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1282 

agosto-ottobre),    58,    16  ;    del    1283    dicembre-1284 

dicembre,  60,  1  ;  del  1285  dicembre-1286  dicembre, 

61,  29  ;   del    1288   dicerabre-1289  dicembre,   65,   6  ; 

del   1291  dicembre-1292  dicembre,  69,  5  ;  del   1294 

febbraio-1295   febbraio,   74,   41  ;  del   1296  febbraio- 

1297  febbraio,  76,  32  ;  e  del  1300  febbraio-1301  feb- 

braio,  83,  7. 
Andrea  vocato  Chessa,  condannato    in    lire    200    (an. 

1381)  401,  26. 
Andrka  di  Dello,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del   1383  hi- 

gIio-1384  agosto,  428,  18. 
Andrea  di  Donato,  &  nelle  liste  dei  Priori  del  1380  m.Trzii 

1381  febbraio,  391,  22. 
Andrba  di  Feo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1358  gennaio- 

1359  gennaio,  254,  21  ;  del  1370  gennaio-1371  gen- 

naio,  276,   7  ;  viene  ammonito  (an.   1377),  305,   5  ; 

369,  1. 
Andrea  di  Filippo,  V.  Sapiti  A .  di  F. 
Andrba  di  Francesco    6  dei  Priori  (an.   1380  maggio- 

giugno),    372,  12;  v.  anehe    Albizzi  {degli)  A.diF. 

Salviati  A.  di  F. 
Andrea  Giannino  fe  neUe  liste  dei  Priori  del  1362  gen- 

naio-1363  gennaio,  262,  26. 
Andrea  di  GiovANNi  6  neUe  liste  dei  Priori  del  1354  gen- 

naio-1355   gennaio,   247,    37  ;   e   del    1368   gennaio- 

1369  gennaio,  273,  31. 
Andrea   di   GiovANNi  Chesse,   condannato   in  lire   100 

e  confinato  per  5  anni  oltre  le  50  miglia  (an.  1381), 

401,  5. 
Andrea  di  GiovANNi,  DETTO  RoccA,  del  popolo  di  S.  Lo- 


[Andrea  GiuMppe-Anielmi] 


INDICEJALFABETICO 


459 


renzo,  condannato  nel  capo  per  la  rivolta  degli  Otto 

di  Balia  del  popolo  di  Dio  di  S.  Maria  Novella  (an. 

1378),  336,  26. 
Andrka  Giuseppe,  V.  Canigiani  (de')  A.  G. 
Andrea  del  Grasso,  del  popolo  di  S.  Piero  maggiore, 

condannato  alla  forca  per  trame  contro  lo  Stato  (an. 

1379),  344,  27. 
Andrea  di  Guido,  notaio  dei  Priori,  ric.  279,  7  ;  v.  anche 

Ricci  {de')  A.  di  G. 
Andrea  di  Jacopo  CoLLiNi,  V.  Grandoni  A .  di  J.  C. 
Andrea  di  Lapo  delle  Botte,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1343  aprile-1344  aprile,  218,  23. 
Andrea  di  Lippozzo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1530  gen- 

naio-1351     gennaio,     239,    31  ;     v.    anche    Mangioni 

A.  di  L. 
Andrea  di  Maffio,  V.  Gianni  A.  di  M. 
Andrea  di  Maso  da  Capalle,  notaio  dei  Priori,  ric, 

227,  21. 
Andrea  di  Neri  di  Lippo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1349 

gennaio-1350  gennaio,  235,  29  ;  del     1353  gennaio- 

1354  gennaio,  246,  12  ;  e  del  1359  gennaio-1360  gen- 

naio,  256,  19. 
.•\ndrea  di  Nerino,  notaio  dei  Priori,  ric.  219,  32. 
.\nurea  del  Nero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1319  feb- 

braio-1320  febbraio,  126,  23  ;  del  1323  febbraio-1324 

febbraio,   135,  24  ;  del   1326  febbraio-1327  febbraio, 

155,23  ;del   1330    dicembre-1331  dicembre,  167,  11  ; 

del   1333  dicembre,   1334  dicembre,  177,   19  ;  e  del 

1335  dicembre  1336  dicembre,  183,  24. 
Andrea  di  Niccolino  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1376  gen- 

naio-1377  gennaio,  307,  9. 
Andrea  di  Niccol6  v.  Belti  A.  di  N. 
Andrea  di  Nino,  V.  Rucellai  (de')  A.  di  N. 
Andrea  di  Ottonello,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346 

maggio-1347  gennaio,  228,  21. 
Andrea  di  Pacchio,  V.  Adimari  (degli)  A.  di  P. 
Andrea  del  Pera,  V.  Baldovinetti  A.  del  P. 
Andrea  di  Piero  di  Filippo,  V.  Albizzi  (degli)A.di  P.  diF. 
A.vdrea  di  Pietro,  6  del  consiglio  dei  Dieci  della  libert<l 

per  il  quartiere  di  S.  Maria  Novella  (an.  1373),  285,  14. 
Andrea  di  Pietro,  V.  Magli  (de')  A.  di  P. 
Andrea  di  Riccio,  e  di  Rucco,  V.  Savini  A .  di  R. 
Andrea  di  Sale,  del  popolo  di  S.  Ambrogio,  t  fatto  giu- 

stiziare  dal  Capitano  per  complotto  contro  lo  Stato 

(an.  1379),  343,  32. 
Andrea   di    Segnino,  V.  Baldesi  A.  di  S. 
Andrea  di  Signino,  6  tra  i  capi  di  Parte  guelfa  accorsi 

in  difesa  di  essa  (an.  1378),  318,  14. 
Andrea  di  Tello,  v.  Lischi  (de')  A.  di  T. 
Andrea  di  Tile,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1373  gennaio- 

1374  gennaio,  289,  16. 
Andrea  d'Ubertino,  V.  Strozzi  (degli)  A.  d'U. 
Andrsa  d'Ugo  dblla  Stufa,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1375-gennaio  1376  gennaio,  298,  38. 
Andrea  di  Vanni,  V.  Tosi  A.  di  V. 
Andrea  di  Veri,  V.  Rondinelli  A.  di  V. 
Andrea  (d'),  V.  Benozzo  d'A.  ;  Benozzo  di  Francesco  d'A.  ; 

Bernardo  d'A.;  Francesco  d'A.;  Geri  d'A.;  Giovanni  di 

Francesco  d'A .  ;  Giuliano  d'A .  ;  Naddo  d'A .  ;  Niccold 

d'A.  ;    Ugolino  d'A. 


Andri  (duca  d')   ric.   241,  29-30. 

Andrino  Trotto  d'Alessandria,  caporale  della  Compa- 
gnia  di  S.  Giorgio,  firmatario  degli  accordi  con  Fi- 
renze   (an.    1379),  367,    13. 

Anfrione  di  Geri,  V.  Spini  (degli)  A.  di  G. 

Angelo  di  Bindo,  6  dei  Dodici  buoni  uomini  pel  quar- 
tiere  S.  Croce  (an.  1378),  326,  40. 

Angelo  di  Giano,  V.  Albizzi  (degli)  A.  di  G. 

Angelo  di  Neri,  V.  Vettori  A.  di  N. 

Angelo  di  Tinaccio,  V.  Campiobesi  A.  di  T. 

Angelotti  Vanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  i292-feb- 
braio-1293  febbraio,  72,  18  ;  e  del  1296  febbraio- 
1297  febbraio,  76,  22. 

Angelotti  (d')  MicHELE,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1290 
dicembre-1291  dicembre,  68,  1  ;  del  1293  febbraio- 
1294  febbraio,  73,  31  ;  e  del  1299  febbraio-1300 
febbraio,  82,  7. 

Angelotti  (degli)  GiOTTO  Di  Fanione,  h  nelle  liste  dei 
Priori  del  1312  febbraio-1313  febbraio,  115,  8  ;  del 
1315  febbraio-1316  febbraio,  122,  12  ;  fe  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (liste  1322  febbraio-1323  febbraio), 
131,  13  ;  ft  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1324 
febbraio,  1325  febbraio,  147,  26  ;  e  del  1327  febbraio 
1328  febbraio,  157,  33. 

Anghiari,  castello,  viene  ceduto  al  Comune  di  Firenze  da 
Bartolomeo  di  Pietramala  (an.   1385),  435,   36. 

Angi6  (d'),  V.  Carlo  I  d'A.  ;  Carlo  II  d'A.  ;  Roberto  d'A. 

Angi6  (duca  d'),  V.  Gianni  d.  d'A.  ;  Luigi  d.  d'A. 

Angiolikri,  V.  Dini  A. 

Angiolieri  Lapo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1292 
febbraio-1293  febbraio),  72,  23-24. 

Angiolieri  Lapo  di  Pace,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1300 
febbraio-i30i    febbraio,    86,    14. 

Angiolibri  (d')  Pacino,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (li- 
ste  1293  febbraio-1294  febbraio),  74,  11. 

Angiolini  Boninsegna,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1309 
febbraio-1310  febbraio,  106,  18. 

Angiolino  (d'),  V.  Guglielmo  d'A.  ;  Lapo  d'A. 

Angiolo  di  Stoldo,  i  nelle  liste  dei  Priori  del 
1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  2. 

Anibaldo  di  Benci,  t>.  Carucci  A .  di  B. 

Anibaldo  di  Leonardo,  V.  Strozzi  (degli)  A .  di  L. 

"Annalks  Florkntini,  raccolte  annalistiche 
dei  sec.  XII  e  XIII,  cit.,  XXXII,  14-  20". 

Anselmi  Anselmo  di  Palla,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1311  febbraio-1312  febbraio,  112,  38;  e  del  1314 
febbraio-1315  febbraio,  119,   13. 

Anselmi  Duccio  di  Palla  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1315 
febbraio-1316  febbraio,  121,  28. 

Anselmi  Filippo  di  Piero,  condannato  per  trame  con- 
tro  lo  Stato  a  5  amii  di  confine  ed  a  1000  lire  (an. 
1378),  340,  37. 

Anselmi  Ghino  di  Bernardo,  k  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1357  gennaio-1358  gennaio),  252,  32  ;  k  nelle 
liste  dei  Priori  del  1361  geiinaio-1362  gennaio,  260, 
16;  del  1366  gennaio-1367  gennaio,  266,  10  ;  e  del 
1369  gennaio-1370  gennaio,  274,  41  ;  6  di  nuovo 
Gonfaloniere  (liste  1370  gennaio-1371  gennaio), 
276,  6  ;  e  ancora  (liste  1375  gennaio-1376  gennaio), 
299,  26  ;  6  fatto   cavaliere  dai    Ciompi    (an.    1378), 


460 


INDICE    ALFABETICO 


[AaMlmi>Aatoaio  di  Balloj 


324,20  ;  viene  escluso  dagll  nffici  per  3  anai  (an. 
1379),  363,  SS. 

Ansklmi  Ghino  di  Bonardo,  6  a  capo  dei  congiurati 
contro  le  sette  degli  Albizri  e  dei  Ricci  pel  quartiere 
di  S.  Maria  Novella  (an.  1372),  280,  31  ;  capitano 
della  Parte  guelfa,  si  allontana  dai  suoi  perchft  non 
vuolc  violare  gli  accordi  presi  col  Gonfaloniere  Sal- 
vestro  de'  Medici  (an.  1378),  317,  7-10. 

Ansblmi  Giovanni  di  Piero,  viene  preso  e  consegnato  al 
capitano  per  espre-ssioni  che  lasciavano  sospettare 
la  sua  compliciti  nella  congiura  contro  lo  Stato  al- 
lora  scoperta  (an.  1379),  356,  39-40  ;  357,  1-2 ;  viene 
posto  ai  tormenti  e  quindi  fatto  decapitare  per  turba- 
zione  di  Stato,  357,  25-37  ;  358,  21-22. 

Ansblmi  Palla  di  Bernardo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1288  dicembre-1289  dicembre,  65,  5  ;  del  1291  di- 
cembre-1292  dicembre,  68,  37;  del  1294  febbraio-1295 
95  febbraio,  75,  10  ;  e  del  1297  febbraio-1298  feb- 
braio,  77,  24. 

Ansblmo  di  Palla,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1309  feb- 
braio-1310  febbraio,  106,  20  ;  del  1323  febbraio-1324 
febbraio,  135,  33  ;  del  1325  febbraio-1326  febbraio, 
152,  7  ;  del  1328  dicembrc-1329  dicembre,  160,  21; 
del  1334  dicembre-1335  dicerabre,  179,  16 ;  e  del 
1337  dicembre-1338  dicembre,  187,  3. 

Anselmo  di  Palla,  V.  Bernardi  A.  di  P. 

Ansklmo  di  Palla  di  Bernardo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1303  febbraio-1304  febbraio,  94,  30  ;  e  del  1307 
febbraio-1308  febbraio,   102,  26. 

Antella  (dell')  Alessandro  viene  inviato  ambasc.  in 
Avignone  pr.  il  pontefice  Gregorio  XI  per  la  pace 
(an.    1376),  296,  28. 

Antella  (dell')  Donato  di  Lamberto,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1298  febbraio-1299  febbraio,  78,  20  ;  del 
1302  febbraio-1303  febbraio,  90,  32  ;  del  1306  feb- 
braio-1307  febbraio,  99,  16  ;  del  1307  febbraio-1308 
febbraio,  102,  24  ;  del  1313  febbraio-1314  febbraio, 
115,  34 ",  del  1314  febbraio-1315  febbraio,  118, 
34  ;  e  del  1325  febbraio,  1326  febbraio,  152,  10. 

Antella  (dell')  Giovanni  di  Guido,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1358  gennaio-1359  gennaio,  254,  10. 

Antella  (dell')  Giovanni  di  Lamberto,  6  nelle  liste 
dei  Priori  del  1309  febbraio-1310  febbraio,  105,  34  ; 
del  13H  febbraio-1312  febbraio,  112,  36;  del  1315 
febbraio-1316  febbraio,  121,  26  ;  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1331  dicembre-1332  dicembre),  169, 
1 1  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1334  dicembre- 
1335   dicembre,    179,    13. 

Antella  (dell')  Lamberto,  b  nelle  liste  pei  Priori  del 
1282  dicembrei283  dicembre,  59,  10  ;  e  del  1284 
dicembre-1285  dicembre,  61,  6. 

Antella  (dell')  Leonardo,  partecipa  all'Uflficio  di  Ba- 
lia  (an.  1381),  410,  5. 

Antklla  (dell')  Lotto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1328 
dicembre-1329  dicembre,  160,  43. 

Antella  (dell')  Masino  di  Maso,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1336  dicembre-1337  dicerabre,  186,  14  ;  v.  anche 
AntelUsi   Uegli)  Maso  di  Maso. 

Antella  (dell')  Nofri  di  Simonb,  viene  ammonito 
(an.  1378),  316,  17. 


Antella  (dell')  Pibro  di  Masino,  k  dei  Dieci  della  li- 

berti  per  quartiere  S.  Croce  (an.     1373),  285,   10 ; 

viene  confinato  «   Foligno   (an.    1578),  328,    IS ;   t 

fatto  dei  Grandi  (an.  1379),  363,  IS  ;  viene  banditn 

come  ribelle  (an.  1380),  370,   18;  v.  anche  Atitalle.u 

{degli)   Piero  di  Masino. 
Antella  (dbll')  Simonb  01  Nbri,  i  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste  1350  gennaio-1351  gennaio),  239,  4t ;  e 

di  nuovo  (liste  1356  gennaio-1357  gennaio),  250,  27. 
Antella     (dell')     Taddeo     di     Domato, 

i  Gon/aloniere  di  Giustizia  (lisle  1338  dicembre-1339 

dicembre),  187,  7  ;    6   dei   Sei   di    Balia   (an.    1343), 

208,  10. 
Antellesi   ^degli)  fam.   fiorentina  di  parte  bianca,  29, 

19  ;  k  favorevole  al  Duca  d'Atene,  195,  85  ;  205,  U. 
Antellesi  (degli)  Maso  di  Maso,  k  Gonfaloniere  di  Gin- 

stizia  (hste  1341  dicembre-1342  dicembre),  190,  34  ; 

V.  anche    Antella  (delV)   Masino  di  Maso. 
Antellesi  (decli)  Pibro  di  Masino,  6  dei  Quattro  ra- 

gionieri  el.  per  la  ricerca  e  rivendica  deUe  ragioni  e 

diritti  del  Comune  (an.  1373),  287,  4  ;  v.  anche  An- 

tella  (deW)  Piero  di   Masino. 
Antellesi  (canto  decli),  V.  Fireme  (vie). 
A  N  T  1  c  A  (d'),  V.  Francesco  di  Gianni  d'A. 
Antblminblli  (degli)  Castracani   Castroccio,  V.    In- 

terminelli  (degli)  C.  C. 
Antinori  Francesco  di  LiPPO,   fe  nelle  liste  dei  Priori 

del   1350  gennaio-1351   gennaio,  240,   17  ;  del   1357 

gennaio-1358  gennaio,   252,    11  ;   del    1362   gennaio- 

1363  gennaio,  262,  14  ;  del  1368  gennaio-1369  gen- 

naio,   273,    19 ;   e   del    1373    gennaio-1374   gennaio, 

288,  29. 
Antonio  da  Bagno,   conte,  alleato  dei  Fiorentini   (an. 

1376),  297,  36. 
Antonio,  Giovanni  k  Niccol6,  figliuoli  del  conte  Ban- 

dino  di  Monte  Granelli  (dei  conti    Guidi    (v))  strin- 

gono  lega  coi  Fiorentini   (an.  1376),  297,  35-37  ;  loro 

questione  col  conte  Francesco  di  Kuggieri  da  Dova- 

dola,    298,   18-18. 
Antonio,  V.  Martini  A.  ;  Zampini  A. 
Antonio  d'Agnolo  da  Uzzano,  i  condannato  per  trame, 

contro   lo   Stato   a   pagare,   sotto   pena  della  testa 

2000  fiorini  d'oro  (an.  1379),  348,  12-18. 
A  N  t  o  N  I  o    d'A  ngelo    di    Vanni    dal    Can- 

T  o,   ^    nelle   liste   dei  Priori  del  1383   maggio-1386 

aprile,  443,  9. 
Antonio   d'Arrigo,    k  dei   Priori   (an.    1379  settembre- 

ottobre),  346,  30. 
Antonio  di   Bartolino,    h  dei  Dodici  buoni  uomini  e 

partecipa  alla  Balia  per  la  riforma  del  govemo  pel 

quartiere  S.  Croce  (an.  1381),  395,  7. 
Antonio  di  Bartolo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1346 

maggio-1347  gennaio,  228,  30. 
Antonio  di  Bartolo,  notaio  dei  Priori,  ric,  362,  8. 
Antonio  di  Bartolo  Pericoloso,  viene  confinato  a  Pisa 

per  2  anni  (an.  1381),  400,  42. 
Antonio  di  Bartolomeo,  6  dei  Priori  (an.  1379  marzo- 

aprUe),  368,  2. 
Antonio  di  Bello,  viene  fatto  giustiziare  dal  capitano 

per  complotto  contro  lo  Stato  (an.  1379),  343,  38. 


[Antonio  di  Benci-Ardingkelli] 


INDICE    ALFABETICO 


461 


Antonio    di    Benci,    partecipa    come    Gonfaloniere    del 
quartiere  S.  Maria  Novella  alla  Balia  per  la  riforraa 
del  governo  (an.   1381),  394,  37. 
Antonio  di  Caccia,  V.  Bonciani  A.  di  C. 
Antonio  detto  Caratti,  6  condannato  neiravere  e  nella 

persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  34. 
Antonio  di  Carlo,  consigliere  della  Compagnia  S.  Gior- 

gio,  367,  32. 
Antonio  di  Chello,   notaio  dei  Priori,   ric,   384,    11 ; 

428.  11. 
.\ntqnio  di  Cino,   6  condannato  a  lire  200  (an.    1381), 

401,  27. 
Antonio  da  Correggio,  caporale  della  Compagnia  di  S. 

Giorgio,  firmatario  degli  accordi  con  Firenze,  367,  6. 
.\ntonio    di    Francesco    da    Gangalandi,    notaio    dei 

Priori,  ric,  428,  25. 
.\ntonio  di  Ghieri,  k  dei  Priori  (an.  1380  gennaio-feb- 

braio),   389,    19  ;   partecipa  airufficio  di   Balia  per 

Tarte  degli  albergatori  (an.  1381),  409,  38. 
Antonio  di  Giovanni,  tavernaio,  del  popolo  di  S.  Piero 

Maggiore,  condannato  nel  capo  per  la  rivolta  degli 

Otto    di    Balia    di    S.    Maria    Novella    (an.  1378), 

336, 26. 
.\NroNio  m  Giovanni  da  Poggibonsi,  condannato  nel- 

Tavere   e   nella   persona   per   Tincursione   su   Figline 

(an.   1379),  351,  30. 
Antonio  di  Giovanni,  cappellaio,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del   1380  marzo-1381   febbraio,  391,   36 ;   partecipa 

alla   Balia  per  la   riforma  del   governo    (an.    1381), 

394,  20. 
Antonio  di  Giovanni  dei  conti  di    Bruscoli,  V.  Al- 

berti  (dei  conti)  A.  di  G.  dei  conti  di  B. 
A-VTONio  Di  Jacopo,  S  condannato  neiravere  e  nella  per- 

.sona  per  rincursione  su  Figline  (an.  1379),  351.  25. 
Antonio  di  Jacopo,  V.  Perotti  A.  di  J. 
Antonio  di  Lando,  V.  Albizzi  (degli)  A.  di  L. 
Antonio  detto  Lombardo  da  S.  Gallo,  h  condannato 

neiravere  e  nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato 

(an.  1379),  366,  2. 
Antonio  di  Lippo,  fe.nelle  liste  dei  Priori  nel  1382  (.set- 

tembre-gennaio),  424,  17. 
Antonio  pi  Marignano,  V.  Sassolini  A.  di  M. 
Antonio  di  Martino,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1361 

gennaio-1362  gennaio,  259,  40  ;  partecipa  alla  Balia 

per  la  riforma  del  governo  (an.   1381),  394,   18  ;  v. 

anche  Martini  A. 
.\ntonio  di  Michele  da  Ricavo,  notaio  dei  Priori,  ric, 

391,   15. 
Antonio  di  Napo,  V.  Brunelleschi  A .  di  N. 
Antonio  di  Niccol6,    del  popolo  di  S.  Piero  Maggiore, 

6  fatto  giustiziare  dal  capitano  per  complotto  contro 

lo  Stato  (an.  1379),  343,  29. 
Antonio  di  Niccol6,  biadaiuolo,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del   1382   (settembre-gennaio),  424,  21. 
Antonio  di  N1CCOL6  Di  Cione,  V.  Ridolfi  A.  di  N.  di  C. 
Antonio  d'Orso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1343  aprile- 

1344  aprile,  210.  3  ;  219,  3. 
Antonio    di    Piero,  notaio  dei    Priori,    ric.    391,    41  ; 

394,  24. 
Antonio  del  Rocca,  del  popolo  di  S.  Ambrogio,  condan- 


nato   per   trame   contro   lo   Stato   neiravere   e  nella 
persona  (an.   1379),  365,  41. 
.\ntonio    da    Salazzaro,    consigliere    della    compagnia 
S.  Giorgio,  367,  28. 

Antonio  di  Spigliato,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  1364 
gennaio-i36$  gennaio,  265,  2  ;  del  1373  gennaio-1374 
gennaio,  288,  35  ;  del  1380  (gennaio-febbraio),  389, 
20;  k  dei  52  cittadini  cui  viene  data,  insieme  ai  Priori 
e  Collegi,  la  Balia  per  la  riforma  del  governo  (an. 
1381),  396,  12. 

-Vquila  (dell'),  V.  Piero  delVA. 

Aquileia  [Aquilea],  c.  distrutta  da  Attila. 

Aquileia  (Patriarca  d').  [Niccold]  fe  fatto  signore  di 
Lucca  dairimperatore  Carlo  IV  (an.  1368).  268,  32, 
33  ;  devasta  con  le  sue  milizie  il  contado  fiorentino, 
269,    19,  21. 

Arbia,  f.  nei  suoi  pressi,  a  Montaperti,  vi  vengono  scon- 
fitti  i  Fiorentini  dai  Senesi,  dai  Ghibellini  fuorusciti 
di  Firenze  e  dalle  milizie  di  Manfredi  (an.  1260), 
47,  16-40  ;  vi  sosta  per  qualche  giorno  Arrigo  VII 
(an.  1313),  113,  12  ;  vi  si  accampa  Carlo  di  Durazzo 
(an.  1380),  379,  29. 

Arcagnoli  Agnolo  di  Pierozzo,  viene  condotto  dal 
Podest^  per  sospetti  di  trame  contro  lo  Stato  e  viene 
condannato  al  confine,  418,  26-38. 

Ardimanni  Vanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1289  di- 
cembre-1290  dicembre,  67,  19. 

Ardinghelli  Agnolo  di  Bbrnardo,  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1376  gennaio-1377  gennaio),  307,  »  ; 
V.    anche  Ardinghelli  {dcgli)  Agnolo  di  Bernardo. 

Ardinghelli  Bernardo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1352  gennaio-1353  gennaio),  242,   17. 

Ardinghelli  Bernardo  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1320  febbraio-1321  febbraio,  127,  29  ;  6  Gonfa- 
loniera  di  Giustizia  (liste  1326  febbraio-1327  feb- 
braio),  155,  16  ;  e  di  nuovo  (liste  1331  dicembre- 
1332  dicembre),  169,  21  ;  i  nelle  liste  dei  Priori  del 
1334  dicembre-1335  dicembre,  179,  25 ;  del  1341 
dicembre-1342  dicembre,  190,  20  ;  e  nuovamente 
Gonfaloniere  (liste  1361  gennaio-1362  gennaio). 
260.  6. 

Ardinghelli  Cante,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1289  di- 
cembre-1290  dicembre,  67,  11. 

Ardinghelli  Francesco,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1305 
febbraio-1306  febbraio,  98,  10  ;  del  1308  febbraio- 
1309  febbraio,  104,  22  ;  del  1313  febbraio-1314  feb- 
braio,  115,  36  ;  (i.  anche  Ardinghelli  (degli)  Fruii- 
cesco    d'Ubaldino. 

Ardinghelli  Francesco  di  Neri,  6  Gonfalonierc  di 
Giustizia  (an.  1379  marzo-aprile),  342,  27  ;  viene 
escluso  dagli  uffici  per  3  anni,  364,  10. 

Ardinghelli  Lapo  Donati,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1302  febbraio-1303  febbraio,  91,  8  ;  e  del  1303  feb- 
braio-1304  febbraio,  95,   11. 

Ardinghelli  Neri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  di- 
cembre-1283  dicembre,  59,  18  ;  del  1289  dicembre- 
1290  dicembre,  67,  18  ;  e  del  1300  febbraio-1301 
febbraio,  85,  5. 

Ardinghelli  Neri  di  Jacopo,  ^  nelle  liste 
dei  Priori  del    1338  diccmbre-t339  diceinbre,  188.  6. 


Tomo  XXX,  p.  I  —  30. 


462 


INDICE   ALFABETICO 


[Ar4iafk«UUAi 


Aroincublli  Niccol6  di  Donato,  t  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1298  febbraio-1299  febbraio),  78,  6. 

Ardinghelli  Stoldo  di  Francesco,  b  nclle  liste  dei 
Priori  del  1315  febbraio-1316  febbraio,  121,  39. 

Ardingbklli  Ubaldino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1282 
dicerabre-1283  dicembre,  59,  4. 

Aroinchblli  Zanobi  di  N1CCOL6,  i  nelle  liste  dei  Priori 
del  1348  gennaio-1349  gennaio,  234,  3. 

Ardinghelli  (decli)  Agnolo  di  Bbrnardo,  6  nelle 
liste  dei  Priori  del  1367  gennaio-1368  gennaio,  267, 
18  ;  V.  anche    ArdinghelU    Agnolo  di    Bernardo. 

Ardinghblli  (oegli)  Francesco  d'Ubaldino,  k  nelle 
liste  dei  Priori  del  1314  febbraio-1315  febbraio, 
119,   1  ;  »•  anche  Ardinghelli  Francesco. 

Ardinchelli  (dbcli)  Jacopo  d'Ubaldino,  6  dei  52 
cittadini  cui  viene  data  Balia  insieme  ai  Priori  e 
CoUegi  per  la  riforma  del  governo  (an.  1381),  396, 
32  ;  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1383  settembre- 
1384  aprile),  435,  6. 

Ardinghelli  (degli)  Ubaloino  01  N1CCOL6,  6  nelle  li- 
ste  dei  Priori  del  1329  dicembre-1330  dicembre, 
164,  35 ;  del  1336  dicembre-1337  dicembre,  186, 
15;  del  1340  dicembre-1341  dicembre,  189,  34;  fe 
Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1346  maggio-1347 
gennaio),  229,   19. 

Ardinghi,  fam.  fiorentina  di  Porta  S.  Piero,  21,  13. 

Ardinghi  Lotto  di  Puccio,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del 
1302  febbraio-1303  febbraio,  90,  43  ;  del  1303  feb- 
braio-1304  febbraio,  94,  10  ;  del  1320  febbraio-1321 
febbraio,  127,  10  ;  e  del  1323  febbraio-i324  febbraio, 
135,  23. 

Ardinghi  Maccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1299  feb- 
braio-1300  febbraio,  82,  28. 

Ardingo  di  Buonagiunta,  V.  Medici  {de')  A.  di  B. 

Ardingo  di  Bonaiuti,  V.  Medici  {de')  A.  di  B. 

Ardingo  di  Guido,  V.  Ricci  {de')  A.  di  G. 

Ardingo  (d'),  V.  Lotto  d'A. 

Arduino  [Ardovino\  (d'),  v.  Boccaccio  d'A.  ;  Federigo 
d'A. 

Arduino  [Ardovino]  oi  Ciapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1353  gennaio-1354  gennaio,  245,  34  ;  e  del  1365-gen- 
naio-1366  gennaio,  265,  41. 

Aremo,  discendente  di  Enea  ric,  7,  9. 

Aretini,  vanno  in  aiuto  del  Conte  Guido  assediato  dai 
Fiorentini  nel  castello  di  Monte  di  Croce  (an.  1146), 
23,  39-40  ;  vengono  attaccati  e  sconfitti  da  questi  (an. 
1170),  24,  17-19  ;  i  quali,  poi,  fanno  con  essi  un  patto 
di  pace  e  d'amicizia,  19,  21  ;  prendono  Cortona  al- 
leata  dei  Fiorentini  stessi  e  vengono  quindi  nuova- 
mente  a  guerra  con  essi  che  prendono  loro  e  distrug- 
gono  il  Castello  di  Gressa  (an.  1259),  45,  8-13  ;  ad 
istigazione  dei  Tarlati,  loro  potenti  concittadini,  si 
danno  in  Signoria  del  ghibellino  Ouglielmo  degli 
Ubertini  loro  vescovO  e  vanno  contro  Firenze,  allora 
in  potere  dei  Guelfi,  devastando  Montevarchi  (an. 
1287),  63,  10-14  ;  vengono  alla  loro  volta  attaccati 
dai  Fiorentini  che,  con  Taiuto  dei  collegati  guelfi, 
tolgono  loro  castelli  e  devastano  terre  (an.  1288), 
64,  I-IO,  senza  potere  impedire  per6  che  essi,  ap- 
profittando    deU'aIIontanamento    dei    Senesi    dagli 


altri  collegati,  non  li  sorprendano  improwiHa- 
mente  e  li  sconfiggano,  10-15  ;  vengono  di  miovo 
attaccati  dai  Fiorentini  corsi  in  aruto  dei  GueUi 
daloro  cacciati  dalla  c,  che  prendono  e  devastaoo 
le  terre  e  i  castelli  degli  Ubertini  e  dei  Pazzi  di  Val- 
darno,  loro  alleati,  18-26,  mentrequesfi,  da  parte  loro, 
danneggiano  le  terre  del  contado  fiorentino,  26-28  ; 
chiamano  in  aiuto  i  Ghibellini  della  Toscana  e  della 
Romagna  e  tornano  con  questi  a  danneggiare  Mon- 
tevarchi  e  Figline  giungendo,  con  rovine  e  «acchegg'. 
sino  a  sette  miglia  da  Firenze,  35-38  ;  vengono  icon- 
fitti  dai  Fiorentini  c  dai  loro  alleati  in  una  grande 
battaglia  a  Certomondo,  nel  Piano  di  Campaldino,  e 
vengono  loro  tolte  terre  e  castelli  (an.  12S9),  65. 
33-39  ;  66,  1-16  ;  tolgono  ai  Fiorentini  il  castello  di 
Laterina  (an.  1304),  93,  43  ;  94,  1-3  ;  cacciano  i 
Tarlati  dalla  c.  e  tornano  a  pace  coi  Fiorentini  (an 
1308),  101,  31-33  ;  ma  poco  dopo  fanno  rientrare 
i  Tarlati  e  cacciano  i  Neri,  violando  i  patti  stretti 
coi  pred.  Fiorentini  i  quali  vengono  di  nuovo  a  dan- 
neggiare  il  loro  territorio  (aa.  1309-1310),  102,  40- 
41  ;  103,  1-2  ;  104,  36-38  ;  viene  loro  ritolto  dai 
suddetti  il  castello  di  Laterina  (an.  1336),  182,  4-S  ; 
t;.  anche  Arezzo. 

"  Aretino  Leonardo.  storico.  sue  concordanze  con  lo 
Stefani  LXXIV.  25-35 ;  LXXV,  1-37  ;  LXXIX, 
25-28  „  ;    "    ric,  LXXXVI,   1  „. 

Arezzo  (CittX),  ne  vengono  cacciati  i  Ghibellini  dal  ca- 
pitano  dei  Fiorentini,  Guido  Guerra,  \k  di  passaggio, 
a  richiesta  dei  Guelfi  della  c,  ma  poi.  per  ordine  del 
Comune  di  Firenze  stessa,  vi  vengono  fatti  rientrare 
(an.  1255),  43,  1O-15  ;  ne  diventa  signore  il  ghibel- 
lino  Gnglielmc  degli  Ubertini,  vescovo  della  c.  (an. 
1287),  63.  10-12  ;  vano  tentativo  dei  Fiorentini  per 
impadronirsi  di  essa  con  uno  stratagemma  (an.  1289), 
66,  30-36  ;  vi  raccoglie  genti,  per  marciare  poi  di  qua 
con  queste  contro  i  Fiorentini,  il  card.  legato  Napo- 
leone  Orsini  ma  risaputa  la  cosa  viene  costretto  dai 
suddetti,  che  vengono  a  devastare  il  suo  contado,  ad 
allontanarsi  (an.  1307),  98,  19-23  ;  ne  vengono  cac- 
ciati  i  Tarlati  (an.  1308),  101,  31-33,  che  per6  poco 
dopo  vi  rientrano  (an.  1309),  102,  1-2  ;  da  Piero  dei 
Tarlati,  detto  Saccone,  viene  data  in  signoria  ai  Fio- 
rentini  che  vi  mandano  un  loro  Podesti  ed  un  Con- 
servatore  (an.  1336),  183,  31-39  ;  invia  aiuti  ai  Fio- 
rentini  attaccati  da  Mastino  della  Scala,  signore  di 
Lucca  (an.  1337),  184,  21  ;  vi  vengono  fatti  arrestare 
dal  capitano  Altoviti  alcuni  cittadini  accusati  di 
trame  contro  i  Fiorentini  (an.  1342),  192,  1-18  ;  ne 
diviene  signore  il  Duca  d'Atene,  197,  10  ;  si  ribella 
a  questo  (an.  1343),  207,  9-11  ;  torna  ad  accordi  col 
Comune  di  Firenze,  217,  18-21  ;  invia  aiuti  ai  Fio- 
rentini  assaliti  da  Galeazzo  Visconti  (an.  1351). 
236,  34  ;  invia  aiuti  agli  stessi  contro  la  brigata  di 
Carlo  di  Durazzo  (an.  1379).  356,  36  ;  vi  entra  come 
signore  il  detto  Carlo  (an.  1380),  378,  33-34  ;  vi  viene 
ucciso  Giovanni  di  Mone  ambasc.  fiorentino,  379, 
2-12  ;  vi  toma  il  pred.  Carlo  dopo  gli  accordi  e  la  pace 
coi  Fiorentini,  381.  20  ;  viene  occupata  dal  Sire  di 
Couchy  (an.  1384),  429,  40-41 ;  h  assediata  dai  Fio- 


l;ArMxo«Arrigo  Vil] 


INDlCE   ALPABETICO 


463 


rentini,  430,  14-16  ;  23-26 ;  viene  ceduta  dal  Sire 
pred.  ai  Fiorentini  stessi  mentre  contemporanea- 
mente  viene  data  a  questi  medesimi  anche  la  £or- 
tezza  della  c.  che  Jacopo  Caracciolo  teneva  occupata 
in  nome  di  Carlo  di  Durazzo,  23-40  ;  431,  l-O  ;  la 
solenne  consegna  del  suo  vessillo  al  Comune  di  Fi- 
renze  in  mezzo  alle  feste  ed  ai  tripudi  di  tutti  i  cit- 
tadini,  431,  22-25;  '  ric,  LXXXIII,  10-11,,;  v. 
anche  Aretini. 

Arezzo  (Contado),  dipendente  dapprima,  nella  maggior 
parte,  dal  Comune  e  dal  Vescovado  di  Arezzo,  passa 
poi  con  la  c,  dopo  lunghe  trattative,  dagli  Uber- 
tini,  dai  Tarlati  e  dal  Comune  di  Siena,  che  da  tempo 
tenevano  occupato  quasi  tutte  le  sue  terre  e  castelli, 
ai  Fiorentini  (aa.  1384-1385),  432,  23-42  ;  435,  21- 
43  ;   437,   4-7,   18-29  ;  cf.   178,   33. 

Arezzo  (famiglie),  V.  Boscoli,   Tarlati,   Uberiini. 

—  (VBSCOVO)   viene  fatto  signore  della  c     (an.    1287), 

63,   10-12  ;  6  consigliere  del  Duca  d'Atene,  200,  28  ; 

stringe  una  lega  coi  Fiorentini  (an.   1344),  221,  15- 

18,   V.    anche  Vbertini    Gnglielmo  ;  Umbertini  Bnoso. 

Arfoli  (degli)  Guido  Gilii,  notaio  dei  Priori,  ric, 
169,  27. 

Argani  Bonaccorso  Simoni,  notaio  degli  ambasc  in- 
viati  pr.  Carlo  di  Durazzo  (an.  1379),  347,  «. 

Arlotti  Lippo  di  Ricco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  13 12 
febbraio-1313  febbraio,  115,  10  ;  e  del  1315  febbraio- 
1316  febbraio,  122,   1. 

Arlotti  Ricco,  d  nelle  liste  dei  Priori  del  1292  febbraio- 
1293  febbraio,  72,  2  ;  del  1296  febbraio-1297  febbraio, 
76,  14  ;  del  1305  febbraio-1306  febbraio,  97,  20 ; 
e  del  1308  febbraio-1309  febbraio,  104,  14. 

Arlotti  Taddeo  del  Ricco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1324  febbraio-1325  febbraio,  147,  27. 

Armati  Jacopo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1343  aprile- 
1344  aprile,  219,  13. 

Armati  Salvino,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1328  dicem- 
bre-1329  dicembre,  160,  24  ;  del  1333  dicembre- 
1334  dicembre,  177,  9  ;  e  del  1336  dicembre-1337 
dicembre,  186,  26. 

Armati  Vanni,  e  Vanno,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1329  dicembre-1330  dicembre,  164,  38  ;  e  del  1340 
dicembre-1341  dicembre,  189,  25. 

Armati  Vanni  di  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1320  febbraio-1321  febbraio,  127,  31  ;  del  1323 
febbraio-1324  febbraio,  135,  24  ;  del  1331  dicembre- 
1332  dicembre,  169,  23  e  del  1335  dicembre-1336 
dicembre,  183,  10. 

Armigio  (d'),  V.  Carlo  d'A. 

Arnaldo  di  Coppo,  V.  Mannelli  A.  di  C. 

Arnaldo  di  Palmieri,  V.  Altoviti  {degli)  A.  di  P. 

Arno,  ^.,  ric  9,  12,  21  ;  13,  1  ;  16,  3,  15  ;  18,  15,  18,  32  ; 
20,  30,  31. 

Arnoldo,  V.  Arrighi  A.  ;  Peruzzi  (d')  A. 

Arnolfi  Giovanni  di  Lapo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1332  dicembre-1333  dicembre),  175,  28  ;  h 
nelle  liste  dei  Priori  del  1335  dicembre-1336  dicem- 
bre,  183,  27  ;  del  1340  dicembre-1341  dicembre, 
189,  33  ;  6  di  nuovo  Gonfaloniere  (liste  1345  maggio- 
1346  maggio),  226,  35  ;  e  nelle  liste  dei  Priori  del 


1352  gennaio-1353  gennaio,  242,  11  ;  e  del  1358 
gennaio-1359  gennaio,  254,   10. 

Arnolfi  Nofrio  di  Giovanni  di  Lapo,  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1373  gennaio-1374  gennaio),  289,  6  ; 
6  dei  52  cittadini  cui  viene  data  Balia  per  la  riforma 
del  govemo  (an.  1381),  395,  31  ;  h  dei  Dieci  Citta- 
dini  el.  per  provvedere  al  bisogni  in  seguito  alla 
venuta  del  Sire  di  Couchy  (an.  1384),  429,  12. 

Arnolfi  Zanobi  di  Lapo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1317  febbraio-1318  febbraio),  124,  31  ;  e  di 
nuovo  (liste  132 1  febbraio-1322  febbraio,  128,  33. 

Arnolfo  dei  conti  di  Gangalandi,  signore  di  Monte 
Orlandi,  6  vinto  e  fatto  prigioniero  dai  Fiorentini 
(an.  1107),  22,  20-23. 

Arnonico,  fosso,  vi  vengono  sconfitti  i  Ghibellini  di 
Pisa  dai  Fiorentini  e  dai  Lucchesi  (an.  1277),  56, 
3-8  ;  viene  preso  e  devastato  dai  Fiorentiiii,  C9,    li. 

.\rrighetti  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1367 
gennaio-1368  gennaio,  267,  11. 

Arrighetto,  V.  Ruggeri  A. 

Arrighetto  (d'),  V.  Giovanni  d'A. 

Arrighi  Arnoldo,  notaio  dei  Priori,  ric,  63,  28  ;  67,  15. 

Arrighi  Arrigo  Lapi,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1292 
febbraiQ-1293  febbraio,  73,  3  ;  e  del  1295  febbraio- 
1296  febbraio,  75,  29. 

Arrighi  Arrigo  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  12S9 
dicembre-1290  dicembre,  67,  13. 

Arrighi  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1283  dicembre- 
1284  dicembre,  59,  38. 

Arrighi  Lippo  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1287 
febbraio-1288  aprile,  63,  24. 

Arrighi  Matteo  di  Jacopo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1373  gennaio-1374  gennaio,  288,  36  ;  viene  inviato 
ambasc  per  la  pace  pr.  il  nuovo  pontefice  Urbano 
VI  (an.  1378),  312,  15  ;  6  fatto  cavaliere  dai  Ciompi, 
324,  38  ;  6  condannato  per  trame  contro  lo  Stato 
a  2000  fiorini  d'oro  e  a  sei  mesi  di  confine  oltre  le 
cento  miglia,  339,  44  ;  viene  bandito  come  ribelle 
(an.  1380),  370,  20  ;  fe  dei  Quarantatre  cittadini  el. 
in  aggiunta  agli  altri  gii  nominati  della  Balia  (an. 
1381),  405,  8  ;  6  dei  Dieci  cittadini  el.  a  provvedere 
ai  bisogni  per  la  venuta  del  Sire  di  Couchy  (an.  1384), 
429,  18. 

Arrighi  Recco  di  Lapo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1299 
febbraio-1300  febbraio,  82,  27. 

Arrighi  Verdiano,  notaio  dei  Priori,  ric,  279,  35. 

Arrigo  IV,  imperatore  (aa.  1075-1106),  gli  viene  im- 
pedito  dai  Fiorentini  Tentrata  in  cittk  (an.  1080), 
21,  38-39  ;  e  ;  22,  7-8  ;  6  costretto  a  togliere  il  campo 
e  ad  allontanarsi,  8-10  ;  viene  sconfitto  dalla  contessa 
Matilde,   IO-12  ;  sua  morte,  12-13. 

[Arrigo  V],  iraperatore  (aa.  1106-1125),  ric.  22,  26. 

Arrigo  VII  Di  Lussemburgo  ILussimborgo,  Luzzim- 
borgo],  imperatore  (aa.  1308-1313),  manda  a  Firenze 
ambasic.  per  annunziare  il  suo  arrivo  e  per  ordinare 
la  sospensione  di  ogni  ostiliti  (an.  1310),  104,  36-38  ; 
scende  in  Italia  per  essere  incoronato,  105,  11-12; 
invia  a  Firenze  nuovi  ambasc.  (an.  1311),  106- 
39-41  ;  intima  da  Genova  al  Comune  di  Firenze  di 
luandare  a  lui  legati  con  pieno  mandato,  107,  10-18  ; 


464 


INDICE    ALFABETICO  [Arrigo  cooU  ai  C.pr«r..AlUvi»ai 


ghinge  a  Roma  in  mezzo  a  grande  contrasto  (an. 
1312),  109,  1-3;  ottenuto,  in  seguito  ai  falliti  tenta- 
tivi  di  snidare  gli  awersari  da  S.  Pietro,  U  per- 
roeMO  di  potcr  tenere  in  altro  luogo  rincoronazione, 
viene  iiicoronatu  in  S.  Giovanni  in  Latcrano,  109, 
8-12  ;  va  contro  Firenze  e  senza  colpo  (erire  occupa 
varie  terre  del  contado,  battendo  poi  i  Fiorentini  al 
passo  di  Montel,  18-S9  ;  muove  a  bandiere  spiegate 
verso  la  c.  e  s'accampa  a  San  Salvi  20-39  ;  110,  1-2  ; 
porta  il  campo  a  San  Casciano  ed  a  Poggibonsi  in- 
seguito  dalle  milizie  fiorentine  che  lo  molestano 
con  continue  scaramucce  111,  6-9,  27-33  ;  stringe  al- 
leanza  con  Federico  di  Sicilia  e  parte  alla  volta  di 
Pisa  {an.  1313),  112,  6-8  ;  pronunzia  solennemente 
a  Pisa  sentenza  di  condanna  contro  i  Fiorentini  e 
contro  la  c,  10-15;  fa  preparativi  per  la  guerra  contro 
Roberto  di  Napoli  insieme  a  Federico  di  Sicilia, 
113  6-8  ;  parte  da  Pisa  per  entrare  nel  regno  di  Na- 
poli  ed  iniziare  cos'  la  guerra,  ma  muore  per  via  a 
Buonconvento,  8-21  ;    dicerie  suUa  sua  morte,  14-20. 

"  Arrigo  conte  di  Caprara,  &  nelle  liste  dei  Consoli 
di  Firenze  (an.  1199),  LI,  27  „. 

Arrigo,  V.  Farolfi  A.  ;  Gani  A.  ;  Grazie  A.  ;  Marcovaldi 
A.  ;  Paradisi  (de')  A.;  Rocchi  {de')  A.  ;  SassoHni 
{de)  A. 

Arrigo  del  Biondo,  6  dei  Priori  (an.  1379  gennaio-feb- 
braio),  362,  2. 

Arrigo  del  Boccaccio,  6  nelle  liste  pei  Priori  del  1384 
dicembre-1385  dicembre,  61,  5. 

Arrigo  di  Gano,  notaio  dei  Priori,  ric,  190,  8. 

Arrigo  di  Giovanni,  V.  Mazzinghi  A.  di  G. 

Arrigo  di  Grazia,  6  nelle  liste  dei  priori  del  1285  di- 
cembre-1286  dicembre,  62,  1  ;  e  del  1288  dicembre- 
1289  dicembre,  65,  13  ;  v.  anche  Grazia  t  Grazie 
Arrigo. 

Arrigo  di  Marcovaldo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1293 
febbraio-1294  febbraio.  73,  40;  e  del  1298  febbraio 
1299  febbraio,  78,  21. 

Arrigo  di  PiERO,  V.  Mancini  A.  di  P. 

Arrigo  di  Rocco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1310  feb- 
braio-1311  febbraio,  108,  15. 

Arrigo  di  Sassolo,  V.  Sassoli  e  Sassolini  (de')  A.  di  S. 

Arrigo  di  Ventura,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1292 
febbraio-1293  febbraio,  72,  1. 

Arrigo  (d"),  V.  Antonio  d'A.  ;  Feo  d'A.  ;  Gherardo 
d'A. ;  Niccolo  d'A. 

Arrigucci,  fam.  fiorentina  di  parte  guclfa,  28,  24  ;  esce 
da  Firenze  airannunzio  della  sconfitta  di  Montaperti 
(an.  1260),  48,  5. 

Arrigucci  Alessandro  di  Daniello,  k  nelle  liste  dei 
Priori  del  1383  settembre-1384  aprile,  435,  13. 

Arrigucci  Bonare  di  Piero,  viene  ammonito  (an. 
1376).  300,  38. 

Arrigucci  GiovENco  Di  Daniello,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1374  gennaio-1375  gennaio,  291,  24. 

Arsoli  Guido  Gili,  notaio  dei  Priori,  ric,  208,  4. 

Artimino,  castello,  preso  dai  Fiorentini  ai  Pistoiesi  (an. 
1325).  141,  26-30 ;  viene  occupato  da  Castruccio 
ma  poi  viene  ripreso  poco  dopo  dal  conte  di  Monte 
Scaggioso,   capitano   dei  Fiorentiui  (an.  1327),  153, 


22-38  ;  viene  dai  Pistoiesi  e  dato  in  perpetuo  ai  Fio- 
rentini  (an.   1329),   162,   19. 

AsCANio,  figlio  di  Enea,  capostipite  della  gente  Giulia, 
6,   35-41. 

Asciano,  vi  vengono  sconfitti  i  Seiiesi  dai  Fiorentini 
(an.  II 74),  24,  39;  viene  danneggiato  dai  Fiorentini 
(an.  1229),  31,  27  ;  32,  21  ;  viene  pres"  dat-li  «t.-s,i 
(an.  1269),  54,  30-24  ;  ric,  27,  2«. 

AscoLi  della  Marca,  c  ric,  297,  18. 

AscOLi  (d"),  V.  Cecco  d'A.  ;  Gianni  d'A. 

AsiA,  suoi  antichi  confini,  2,  12-16  ;  vi  Ri  stanziano  i  di- 
scendenti  di  Sem,  16-17  ;  3,  21. 

AsiNi,  (dbgli),  fam.,  fiorentina  ric,   18,  19. 

«  AsiNi  (degli)  Francssco  di  Giovanni,  postessore,  al 
principio  del  1500,  del  codice  della  cronaca  dello 
Stefani  detto  poi  dal  nome  dtlla  sna  famiglia  "  Asi- 
niano,  VIII,  22-23  „  .. 

AsiNi  (degli)  GiovANNi  d'Asino,  ammonito  ric,  416,  2. 

AsiNi  (degli)  Giovanni  di  Jacopo,  b  condannato  nel- 
Tavere  e  nella  persona  (an.  1381),  400,  16. 

AsiNi  (degli)  Jacopo  d'Asino,  viene  ammonito  (an. 
1360),  259,  30. 

"  AsiNiANO  (codice),  ms.  del  sec.  XV  contenente  la  cro- 
naca  di  Marchionne  di  Coppo  Stefani,  dal  principio 
del  mondo  al  1385,  restato  per  lungo  tempo  in  pos- 
sesso  della  fam.  degli  Asini,  da  cai  il  suo  nome,  pas- 
sato  poi  in  possesso  di  Carlo  Strozzi  e  di  altri  ed  in- 
fine  acquistato  dal  Gran  Duca  Leopoldo  I  per  la  Ma- 
gliabecchiana  ove  trovasi  tuttora,  VIII,  12-35  ;  IX, 
1-3 ,,;  "  si  dimostra,  con  raffronti  col  codice  Guadagni, 
che  esso  rappresenta,  nella  derivazione  dal  codice 
originale,  un  ramo  indipendente  e  che,  per  il  suo 
tempo,  ci  accosta  asisai  vicino  airoriginale  stesso, 
XVI,    19-37  ;  XVII,    1-37,    77.» 

AsiNO  (dell'),  ti.  Sandro  delVA. 

Atanagio  di  SiMONE,  vicnc  bandito  e  condannato  nel- 
Tavere  e  nella  persona  (an.  1381),  400,  11. 

Atene  (duca  d'),  V.  Giialtieri  di  Brienne  Duca  d'  A. 

Attalo,  soprannominato  Attalante,  discendente  di  Jafet, 
viene  in  Italia  con  la  moglie  Elettra,  dove  nel  luogo, 
indicatogli  dagli  astrologi,  come  il  piii  amabile, 
fonda  la  c  cui  di  il  nome  di  Fiesole,  facendosene 
signore,  3,  25-37  ;  suoi  discendenti,  4,  4-12. 

Attavanti  Ugolino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1371 
gennaio-1372  gennaio,  279,  31. 

Attaviani  Attaviano  di  Dino,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1356  gennaio-1357  gennaio,  250,  25  ;  del  1361 
gennaio-1362  gennaio,  259,  41  ;  del  1370  gennaio 
1371  gennaio,  276,  27  ;  viene  ammonito  (an.  1377). 
305,  1. 

Attaviani  Francesco  di  Manno,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1318  febbraio-1319  febbraio,  125,  14  ;  e  del 
1324  febbraio-1325  febbraio,  148,  8. 

Attaviani  Iacopo  di  Mbzza  b  di  Mazza,  k  nelle  liste  dei  j 
Priori  del  1348  gennaio-1349  gennaio,  233,  27;  delj 
1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  40  ;  e  del  1354] 
gennaio-1355  gennaio,  246,  10. 

Attaviani  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1304  febbraio- j 
1305  febbraio,  96,  18. 

Attaviani  Manno,  t  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  feb-^ 


[Attaviano-Baldera  di  Duccio] 


INDICE  ALFABETICO 


465 


braio-1296  febbraio,   75,    33  ;   e  del    1309  febbraio- 
13 10  febbraio,  106,  11. 
Attaviano  d'Attaviano,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1366 
gennaio-J36y  gennaio,  266,  36  ;  viene  ammonito  (an. 
1377),  308,  31-32. 
Attaviano  di  Dino,  V.  Attaviani  A.  di  D. 
.\ttaviano  di  Tuccio,  V.  Brimelleschi  (de)  A.  di  T. 
Attaviano  (d'),  V.  Atiaviano  d'A,  ;  Giovanni  d'A.  ;  Man- 

no  d'A.  ;  Ti>w  d'A. 
Attiglianti  Neri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del    1288    di- 

cembre-1289  dicembre,  65,  11. 
.Vtiila,  signore  dei  Goti,  di  Schiavonia  e  d'Unglieria, 
scende  in  Italia  con  un  grande  esercito  ma  viene 
sconfitto  presso  Frigoli  (sic.)  (an.  436),  15,  11-28  ; 
toma  una  seconda  volta  e,  secondo  la  leggendaria 
narrazione  dello  Stefani,  che  in  qualche  punto  lo  chia- 
ma  anche  col  nome  di  Totila,  devasta  il  Veneto,  la 
Lombardia,  la  Romagna,  la  Toscana,  ove  incendia  e 
distrugge  Firenze  c  fa  ricostruire  Fiesole,  e  muore 
poi  in  Maremma  mcntre  si  dirige  alla  volta  di  Roma 
(an.  451),  28-43  ;  16,  1-30. 
.^ttucci  Filippo,  e  nelle  liste  Uei  Priori  del  1365  gen- 
naio-1366  gennaio,  265,  27  ;  del  1372  gennaio-1373 
gennaio,  284,   15. 

.^UGUSTO,  V.  Ottaviano    A. 

Auto,  V.  AcHto. 

AvENTiNO,  discendente  di  Enea,  ric,  7,  9. 

Averardo,  V.  Medici  {de')  A. 

-\verardo  di  Lando,  conte,  condottiero  di  ventura, 
ricaccia  e  mette  in  fuga,  con  le  milizie  a  .soldo  del 
Comune  di  Firenze,  venendo  da  Malmantile,  la  bri- 
gcta  di  Giannotto  spintasi  fino  a  due  miglia  da  Fi- 
reazc  (an.  1380),  369,  23-2.5  ;  ric.  323,  14  ;  345,  14. 

AvERSA,  vi  viene  tenuto  quasi  prigioniero  per  qualche 
tempo  Urbano  VI  per  ordine  di  re  Carlo  di  Napoli 
(an.   1384),  433,  19-21. 

AviGNONE  c,  ric,  105,  20. 

.^viGNONE  (pAPi  d'),  ric,  417,  8  ;  419,  44  ;  437,  38. 

AviGNONE  (b.^gno  d'),  in  territorio  Senese.  devastato  dai 
Fiorentini  (an.  1230),  32,  1. 

.^vviATi  Francesco  di  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  ric 
262,  7. 

AvviATi  Orlando,  6  nelle  liate  dei  Priori  del  1369  gen- 
naio-1370  gennaio,  275,  1. 

.\vvoGADO,  V.  Gherardi  A. 

Avvogado  di  Gherardo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1306 
febbraio-1307  febbraio,  99,  35  ;  del  1316  febbraio- 
1317  febbraio,  123,  8  ;  e  del  1318  febbraio-i^ig 
febbraio,     125,    24. 

NvvoGADO  Di  Gherardo  del  Bello,  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1302  febbraio-1303  febbraio),  91,  1. 

Azzarello  Di  Lapo,  V.  Gherardini  A.  di  L. 

AzziNO,  V.  Ghinucci  A.  ;  Gualberli  A. 

Azzo,  V.   Uberlini  (degli)  A. 

AzzoLiNO,  V.   Viviani  A. 

AzzoLiNO  Di  ViviANO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1358 
gennaio-1359  gennaio,  254,  8  ;  del  1361  gennaio- 
1362  gennaio,  260,  19  ;  e  del  1375  gennaio-1376  gen- 
naio,  298,  38. 

Babilonia,  c  ric,  3,  19,  38. 


Baccio,  V.  Burnelti  B. 

Baccio  diF.\lco,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gennaio- 

1353  gennaio,  242, 23  ;  del  1357  gennaio-1358  gennaio, 

252,  25  ;    e   del  1361  gennaio-1362  gennaio,  260,  24. 
Baccio  (di),  V.  Falco  di  B. 
Bacherelli  Bacherello,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1299 

fcbbraio-1300  febbraio,  82,  15. 
Bacherelli  (de")  Rosso,  6  uno  de'  tre  primi  Priori,  per 

Tarte  del  Cambio,  pel  sesto  di  S.  Piero  Scheraggio 

(an.  1282  giugno-agostc),  58,  5-6  ;  e  di  nuovo  nelle 

liste   dei   Priori   del    1290   dicembre-1291    dicembre, 

68,    6  ;   viene   nominato   Compagno   dei   Priori   (an. 

1295),  74,  25. 
Bacherino  di  Bertoldo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1306 

febbraio-1307  febbraio,  99,   33. 
Bachini  Agnolo,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1367  gennaio- 

1368  gennaio,  267,  14. 
Bachini  Piero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1357   gennaio- 

1358  gennaio,  252,  1  ;  del  1364  gennaio-1365   gennaio, 

264,  47  ;  del  1371  gennaio-i372  gennaio,  279,    14  ;  e 

nel  1376  genuaio-1377  gennaio,  306,  32. 
Bachino  di  Giovanni,  h  nelle  liste  del  Priori  del  1294  feb- 

braio-1295  febbraio,  74,  39. 
Badessa  (della)  Bindo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1286 

dicembre-1287  dicembre,  62,  40  ;  del  1289  dicembre- 

1290   dicembre,   67,    11. 
Badessa     (della)     Bonaccorso    Cini,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1305  febbraio-1306  febbraio,  97,  29. 
Badessa  (della)  Cino  Diotaiuti,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1293  febbraio-1294  febbraio,  74,  10  ;  e  del  1298 

febbraio-1299    febbraio,    78,    12. 
Badessa  (della)  Corso  di  Cino,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1312  febbraio-1313  febbraio,  114,  35. 
Badessa  (della)  Duto  di  Bindo,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del   1295  febbraio-1296  febbraio,  76,  2. 
Badessa  (della)  Guccio  di  Diotaiuti,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1294  febbraio-1295  febbraio,  74,  5. 
Baglione  di  Vanni,  6  dei  Dodici  buoni  uomini  pel  qiiar- 

tiere  di  S.  Maria  Novella  e  partecipa  alla  Balia  per  la 

riforma  del  govemo  (an.  1381),  395,  9. 
Baglione  (del)  V.  Ristori  Ciaio  del  B. 
Baglioni  (dei)  B.\glione,  perugino,  podestci  di  Firenze 

e  consigliere  del  Duca  d'Atene  (an.  1342),  200,24. 
Bagnesi,  fam.  fiorentina  di  parte  gnclfa,  28,  21  ;  esce  da 

Firenze  airannunzio  della  sconfitta  di    Montaperti 

(an.  1260),  48,  11  ;  si  schiera  coi  Donati  dalla  parte 

dei  Neri,  80,  40. 
Bagnesi  Filippo  del  Rosso,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1346  maggio-1347  gennaio,   228,  20. 
Bagnesi  Gueriante  di  Biligiardo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,   1  ;  e  del  1376, 

gennaio-1377  gennaio,  307,  4  ;  fe  tra  i  capi  della  parte 

guelfa  accorsi   in  difesa  della  medesima    (an.   1378), 

318,    9,    10  ;   viene  escluso   dagli  nffici   (an.    1379), 

363,  35. 
Bagno  (da),  V.  Antonio  da  B. 
Bagno  Cavallo,  ric,  353,  7. 
"  Baldassare,   V.   Stefani  Marchionne  ". 
Baldera  di  Duccio,  b  nelle  liste  dei  Priori  del  1325  feb- 

braio-1326  febbraio,  152,  23. 


466 


INDICE   ALFABETICO 


[B*l<ief«>Baldoviiio  di  LaDdo" 


Baldese  Turino,  *  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gennaio- 
1349  gennaio,  233,  24. 

Baldesb,  V.  Falconieri  B. 

Baldesb  (del),  V.  Giovanni  del  B. 

Baldesb  (di),  V.  Falconieri  di  B.  ;  Neri  di  B. 

Baldesi  Andrea  di  Segnino,  i  nelle  liste  dei  Priori  del 
1364  gennaio-l36s  gennaio,  264,  35  ;  del  1371  gennaio- 
1372  gennaio,  279,  16  ;  e  del  1374  gennaio-1375  gen- 
naio,  292,  2  ;  *  tra  i  capi  e  i  maggiori  istigatori  della 
Farte  guelfa  del  quartiere  di  S.  Maria  Novella,  308, 
18;  gli  viene  bniciata  la  casa  dai  Ciompi  in  rivolta 
(an.  1378),  322,  30  ;  viene  confinato  a  Bologna,  328, 
27  ;  fc  condannato  neiraverc  e  nella  persona  per  trame 
contro  lo  Stato,  (an.  1379),  339,  4  ;  365,  26. 

Baldesi  Baldese  di  Turino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1355  gennaio-1356  gennaio,  250,  15  ;  del  1360  gen- 
naio-1361  gennaio  259,  18  ;i  Gonfaloniere  di  Giustizia, 
(lisle  1365  gennaio-1366  gennaio),  266,  J  ;  fc  di  nuovo 
Gonfaloniere  (liste  1369  gennaio-1370  gennaio),  275, 
19  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1376  gen- 
naio-1377  gennaio,  307,  20  ;  6  fatto  cavaliere  (an. 
1381),  394,2. 

Baldesi  Gherardo  di  Giovanni,  k  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia   (liste    1311   febbraio-1312   febbraio),    112,23. 

Baldi  Guido  di  Federico,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1368  gennaio-1369  gennaio),  273,  38. 

Baldini  Filippo,  6  dei  Priori  (an.  1382  luglio-agosto), 
417,  21. 

Baldino,   V.    Compagni  B. 

Baldino  (di),  V.  Dante  di  B. 

Baldischio,   castello,   ric.   217,    15. 

Baldo,  V.  Borghi  B.  ;  Coppini  B.  ;  Ridolfi  B  ;  Ruffoli  (de')  B. 

Baldo  d'Aguglione,  fc  nelle  liste  dei  Priori  del  1297  feb- 
braio-1298  febbraio,  77,  17  ;  del  1301  febbraio-1302 
febbraio,  88,  38  ;  del  1310  febbraio-1311  febbraio, 
108,  0  ;  e  del  1311  febbraio-1312  febbraio,  112,  40. 

Baldo  di  Lapo,  k  dei  dodici  buoni  uomini  pel  quartiere 
di  S.  Giovanni  (an.  1378),  326,  25. 

Baldo  di  Mariotto  di  Simone,  V.  Orlandini  B.  di  M. 
diS. 

Baldo  da  Montespertoli,  notaio  dei  Priori,  ric,  68,  3. 

Baldo  di  Niccol6,  condannato  nel  capo  per  la  rivolta 
degli  Otto  di  Balia  di  S.  Maria  Novella  (an.  1378), 
336,  26. 

Baldo  di  Ridolfo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  di- 
cembre-1287  dicembre,  62,  38. 

Baldo  di  Simone,  V.   Tosinghi  B.  di  S. 

Baldo  da  Vitorata,  del  popolo  di  S.  Ambrogio,  ucciso 
dai  Ciompi,  377.  32  ;  dicerie  intorno  ad  una  bandiera 
da  Ini  data  in  custodia  ad  una  donna  di  Vitorata, 
32-36. 

Baldo  (di),  V.  Berto  di  B.  ;  Ghirigoro  di  Francesco  di  B.  ; 
Piero  di  B. 

Baldoni  Francesco  di  Bartolo,  fc  nelle  liste  dei  Priori 
del  1374  gennaio-1375  gennaio,  292,  4  ;  viene  ammo- 
nito  (an.  1378),  316,  12. 
Baldovinetti  Andrea  del  Pera,  6  nelle  listc  dei  Priori 

del  1360  gennaio-i36t  gennaio,  259,  2. 
Baldovinbtti  Betto  del  Ricco,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1391  dicembre-1392  dicembre,  69,  10. 


Baldovinetti   Borchino  del   Ricco,   t  nelle  liste  dei 

Priori  del  1297  febbraio-1298  febbraio,  77,  3;  e  del 

1303  febbraio-1304  febbraio,  94,  S8. 
Baldovinetti  Filippo  di  Lapo,  *  nelle  liste  dei  Priori  del 

1360  gennaio-1361  gennaio,  259,  18. 
Baldovinetti  Francesco  di  Borchino,  h  nelle  liste  dei 

Priori   del    1323    febbraio-1324    febbraio,    135,    14  ; 

del  1326  febbraio-1327  febbraio,  155,  1*  ;  del  1337  di- 

cembre-1338  dicembre,  186,  30  ;  e  del  1340  dicembre- 

1341  dicembre,  190,  3. 
Baldovinetti  Guido,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 

1300  febbraio-1301  febbraio),  86,  20. 
Baldovinetti  Lodovico  di  Piero,  viene  conf inato  a  \> 

nezia  (an.  1381),  408,  32  ;  h  revocato  il  bando  dal- 

l'ufficio  di   Balia,   410,   33. 
Baldovinetti  Niccol6  d'Alessio,  t  fatto  cavaliere  dai 

Ciompi   (an.    1378),  324,   9. 
Baldovinetti  Pera  del  Pera,  b  nelle  liste  dei  Priori 

del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  27. 
Baldovinetti  Pero,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1335  di- 

cembre-1336  dicembre,   183,   IT. 
Baldovinetti  Piero  di  Lapo,  ft  nelle  liste    dei    Priori 

del  1362  gennaio-1363  gennaio,  262,  1. 
Baldovinetti  Priore  del  Pera,  *  nelle  liste  dei  Priori 

del  1369  gennaio-1370  gennaio,  274,  31  ;  del  1376  gcn- 

naio-1377  gennaio,  306,  28  ;   riforme  d'Ordini   fattc 

approvare  dalla  Parte  guelfa  durante  il  sno  Priorat'>. 

301,   6-13,   36-42;  comportamento  suo  e  dei  colleglii 

suoi  verso  Taccusato  Giovanni  di  Luigi  de'  Mozzi, 

Vicario  di  Valdinievole,  303,  9,  15-40  ;   304,   1-21  ; 

viene   escluso   dagli    uffici  per  10  anni  (an.    1378), 

321,32. 
Baldovinetti  (de")  Alessio  di  Francesco    Borchini, 

viene  fatto  condannare  dai  Capitani  di  Parte  gnelfa, 

310,  24-40. 
Baldovini  Chello  d'Oberto,  notaio  dei  Priori,  ric,  78, 

24  ;  83,  10. 
Baldovini  Chello  Uberti,  notaio  dei  Priori,  ric,  67, 

8;  70,  39;  75,  14;  76,  4. 
Baldovini  Cione,  notaio  dei  Priori,  ric,  58,  29  ;  65,  8. 
Baldovini  Davanzato,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1282 

dicembre-1283  dicembre,  59,  21. 
Baldovini    Francesco,    viene     ammonito   (an.     1360), 

259,    31. 
Baldovini   Rinaldo  d'Uberto,  notaio  dei  Priori,   ric, 

116,   13;  124,   15. 
Baldovini  Veri  di  Falco,   h  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1307  febbraio-1308  febbraio),  102,  29. 
Baldovini  Vieri  Falchi,  fe  Gonfaloniere  d!  Giustizia  (liste 

1294  febbraio-1295  febbraio),  75,     13  ;   fe  nelle  liste 

dei    Priori    del    1301   febbraio-1302  febbraio,  88,  20. 
Baldovini  (de')  Niccol6   di  Cecco  di  Gino,  viene  am- 

monito  (an.   1358),  254,   5. 
[B  A  l  D  o  V  I  N  ol,  imperatore  di  Costantinopoli,  di  pas- 

saggio  per  Firenze,   insieme  al  pp.   Gregorio   X  e  a 

Carlo  I  D'Angi6,  diretti  al  concilio  di  Lione,  si  ferraa 

qui  per  qualche  giomo  (an.  1273),  55,  28. 
Baldovino,    V.    Riniicci  B. 
Baldovino  di  Lando,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1346 

maggio-1347    gennaio,    228,    11. 


[BaldeviDO  di  Raiineeio>Barbadori] 


INDICE    ALFABETICO 


467 


Baldovino  di  Ranuccio,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1286 

dicembre-1287  dicembre,  62,  26. 
Baldovino  (di),  V.  Alberlo  di  B.  ;  Cione  di  B. 
Balduccio  (di),  V.  Chiarozzo  di  B. 
Balestrieri,  t;.  Giovanni  di  Catnbio  dello  B. 
Balia,    V.    Firenze    (Balie). 
Balia  (Dieci  di),  V.  Firenze  (Disci  di  Balia). 
Balia  (Otio  di),  V.  Firenze  [Otto  di  Balia). 
Balsamino  (di),  V.  Donato  di  B. 

Balzo  (del)  Amelio,  barone  venuto  in  Firenze  al 
seguito  di  Carlo  duca  di  Calabria  el.  signore  della  c. 
(an.  1326),  149,  32. 
Balzo  (del  k  dal)  Beltramo,  e  Beltramone,  conie  di 
monte  scaggioso,  e  scaglioso,  detto  conte  no- 
VELLO,  viene  in  Firenze  inviato  da  re  Roberto,  come 
Capitano,  ma  6  costretto  poco  dopo  a  partire  per  gli 
intrighi  della  fazione  di  Siraone  della  Tosa  (aa.  1315- 
1316),  118,  23-26  ;  119,  26-36  ;  ritorna  inviato  ancora 
da  re  Roberto,  come  Capitano,  ad  istanza  dei  Fio- 
rentini  (an.  1324),  136,  12-18  ;  viene  ancora  una  volta 
a  Firenze  come  Vicario  del  Duca  di  Calabria,  con  cin- 
quecentoventi  cavalieri  (an.  1328),  157,  12-24  ;  va 
dopo  la  morte  del  Duca  di  Calabria,  quale  Capitano 
di  guerra  di  re  Roberto  e  dei  Fiorentini,  contro  Pisa 
e  Lucca,  159,  28-33  ;  e  di  nuovo  contro  Pisa  (an. 
1329).  163,  1-9  ;  viene  nuovamente  el.  Capitano  di 
guerra  dai  Fiorentini  (an.  1330),  168,  23  ;  va  con  le 
genti  di  questi  nuovamente  contro  Lucca  (an.  1334), 
176,  7-U,  21-23. 
Bambacci  Luca,  notaio  dei  Priori,  ric.  331,  S. 
Banchelli  Bartolomeo  di  Luca,  6  nelle  liste  dci  Priori 

del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  13. 
Banchello  del  Buono,  6  nelle  liste  dei   Priori  del  13 13 
febbraio-1314  febbraio,  116,  29  ;  e  del  1324   febbraio- 
1325  febbraio,  147,  24. 
Bancherone  di  Cione,  V.  Aglioni  (degli)  B.  di  C. 
Banchi  Manno,  notaio  dei  Priori,  ric,  135,  38. 
Banchini  Angelo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  set- 

tembre-1384  aprile,   434,   40. 
Banchini  Piero,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1353  gennaio- 

1354  gennaio,  246,  9. 
Banco,  V.  Ragugi  B. 
Banco  del  Bene  di  Guernieri,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1300  febbraio-1301  febbraio,  86,  22. 
Banco  di  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1312  feb- 
braio-1313  febbraio,  114,  33  ;  del  1332  dicembre- 
1333  dicembre,  175,  12;  del  1336  dicembre-1337  di- 
cembre,  186,  22  ;  e  del  1348  gennaio-1349  gennaio, 
234,  21. 
Banco  di  Ciuto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1309  febbraio- 

1310  febbraio,  106,  18. 
Banco  di  Giove,  V.  Aglioni  B.  di  G. 
Banco  di  Guarnieri,  6  Gonfaloniere  di  Giuatizia  (liste 

1306  febbraio-1307  febbraio),  99,  39. 
Banco  di  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1315  febbraio- 

1316   febbraio,    122,    13  ;  v.  'titche  Gianni  B.  di  L. 
Banco   di    Lippo    di    Giovanni,  i  nelle  lisle 
dei  Priori  del  1338  dicembre-lJJC)    dicembre,    187,  10. 
Banco  di  Puccio,  V.  Btncivenni  B.  di  P. 
Banco  di  Tosco,  i  ammonito  (an.  1377),  305,  U  ;  308, 


37  ;  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1380  marzo-1381  feb- 
braio,  391,  24  ;  ric,  409,  4. 
Banco  di  Zanobi  di  Banco,  6  Gonfaloniere  di  Compa- 
gnia  (an.  1378),  326,  21  ;  k  dei  Priori  (an.  1379  no- 
vembre-dicembre),  348,   30. 
Banco  (del),  v.  Bonaccorso  di  Geri  del  B. 
Bandi  Rucco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1322  febbraio- 

1323  febbraio,  131,  30. 
Bandiera  Guido,  6  fatto  cavaliere  dai  Ciompi  (an.  1378), 
324,  47  ;  6  condannato  nel  capo  per  la  rivolta  dei 
detti  Ciompi,  336,  17  ;  e  neiravere  e  nella  persona 
per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  27  ; 
viene  bandito  come  ribelle  (an.  1380),  371,  24. 
Bandini    Aldobrando    di    Donato,    viene    ammonito 

(an.   1360),  258,  23. 
Bandini  B.\ndino  di  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1345  roaggio-1346  maggio,  227,  24. 
Bandini  B.'S.rtolo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1307  feb- 
braio-1308  febbraio,  102,  14  ;  del  1319  febbraiu- 
1320  febbraio,  126,  9  ;  del  1322  febbraio-1323  feb- 
braio,  131,  7  ;  e  del  1324  febbraio  1325  febbraio, 
147,  27. 
Bandini   Domenico   di   Donato,   viene   ammonito    (an. 

1358).  253.  32. 
Bandini  Domenico  di  Giovanni,  viene  raandato  a  morte 

per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1360),  258,  4. 
Bandini  GiovANNi  Di  PiERO,  h  nellc  liste  dei  Priori  del 
1368  gennaio-1369  gennaio,  274,  3  ;  6  tra  i  capi  di 
Parte  guelfa  accorsi  in  difesa  della  stessa  contro  gli 
avversari  (an.  1378),  318,  7  ;  viene  escluso  dagli  u{- 
fici  per  dieci  anni,  321,  33,  e  di  nuovo  per  tre  (an. 
1379).  363,  31  ;  6  dei  quarantatre  cittadini  el.  in 
aggiunta  agli  altri  della  Balia  (an.  1381),  404,  36. 
Bandini  Piero,   h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste   1327 

febbraio-1328  febbraio),  157,   37. 
Bandini  Vanni,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1319  febbraio- 
1320  febbraio,  126,  10  ;  e  del    1336  dicembre-1337  di- 
cembre,    186,    3. 
Bandino,  V.  Falconieri  (de')  B.  ;  Lapi  B. 
Bandino  di  Cambio,  V.  Falconieri  (de')  B.  di  C. 
Bandino  di  Guido,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  ge- 

naio-1351  gennaio,  240,  10. 
Bandino  di  Lapo,  notaio  dei  Priori,  ric,  222,  23. 
Bandino  di  Spigliato  da  Filicaia,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1287  febbraio-1288  aprile,  63,  25. 
Bandino  (di),  V.  Bartolo  di  B.  ;  Marco  di  B. 
Bando  (di),  V.  Ricco  di  B. 
Bani  Gherardo,  h  dei  Priori  (an.  1380  gennaio-fcbbraio), 

389,  15. 
Barbadori  Tingo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  *eb- 
braio-1296  febbraio,  75,  25  ;  e  del  1309  febbraio-1310 
febbraio,  106,  8. 
Barbadori  (de')  Bartolomeo,  viene  preso  e  consegnato 
airEsecutore  di  Giu.stizia  come  complice  della  con- 
giura  ordita  contro  !o  Stato  dai  Ciompi  e  dai  Guelfi 
sbanditi  (an.   1379),  355,  61  ;  356,  1  ;  viene  escluso 
dagli  uffici  per  tre  anni,  364,  7. 
Barbadori  (de')  Donato,  viene  inviato  a    difendcre  il 
Comune    di    Firenze  pr.    pp.  Gregorio  XI,  in  se(;uito 
alla  scomunica   (an.    1375),  294,   6-8  ;   va  con  altri 


468 


INDICE   ALFABETICO 


[Barbazza-Bardo  di  SalvMlro' 


ambasc.  pr.  Carlo  di  Durazzo  (an.  1379).  347,  6  ; 
vivne  al  ritorno  accu.sato  pubblicamente  dal  suo  col- 
leKi  Tommaso  degli  Strozzi  d'aver  avuto  rapporti 
con  gli  sbanditi,  352,  23-30  ;  sua  discolpa  31-37  ; 
vieno  fatto  prendero  dagli  Otto  della  guardia 
o  consegnato  airEsecutoro  di  Giustizia  comc  coraplice 
della  congiura  ordita  dai  Ciompi  e  dai  GucUi  sban- 
Uiti  contro  lo  Stato  (an.  1379),  355,  41  ;  356,  1  ; 
corae  si  Iiber6  dalle  lettere  compromettonti  ricevute, 
sccondo  le  rivolazioni  del  Nencio,  dai  congiurati, 
356,  1-8;  rjfiutatisi  i  Priori,  interpellati  sul  da  fare, 
rl'ingerirsi  di  cose  non  di  loro  pertinenza,  vieno  con- 
dannato  dairEsecutoro  e  fatto  dccapitare,  non  ostanto 
le  sTie  dichiarazioni  di  costante  fedelt^  al  Comune, 
359,  29-32  ;  le  sue  passate  benemerenze  verso  il  Co- 
mune  e  verso  i  concittadini,  32-44  ;  360,  1-7. 

Barbazza,  V.  Filippo  vocato  B. 

Barbe  RiDOLFO  GiANNi,  6  nello  liste  dei  Priori  del  1930 
febbraio-1301    febbraio,    86,    6. 

Barberino,  castello,  viene  preso  dairimperatore  Arrigo 
VII  (an.  1213),  111.  2«. 

Barberino  (da),  V.  Alberto  di  Lapo  da  B.  ;  Alberto  di 
Lippo  da  B.  ;  Albizzo  di  Filippo  da  B.  ;  Amedeo  di 
Frate  Grigio  da  B.  ;  Ramondo  fralello  di  Giorgio  da  B. 

Barbiano  (da),  V.  Alberigo  da  B.  ;  Giovanni  da  B. 

Barobixa  Michele,  notaio  dei  Priori,  ric.  307,  5. 

Bardi,  fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  "  LXV,  13-16  "  ; 
esce  da  Firenze  all'annunzio  della  sconfitta  di  Mon- 
tapcrti  (an.  1260)  48,  8  ;  si  schiera  coi  Bianchi,  80, 
34  ;  si  pone  contro  la  fazione  di  Simone  della  Tosa, 
120,  34  ;  condanna  emanata  dal  Duca  d'Ateno  con- 
tro  alcuni  dei  suoi  componenti,  199,  23-26  ;  chiede 
aiuto  agli  amici  di  Pisa  per  !a  cacciata  del  detto  Duca 
da  Firenze  (an.  1343),  206, 25-29  ;  6  a  capo  dei  Grandi 
nelle  rivolte  contro  i  popolani,  212,  16-17  ;  213, 
15  ;  ma  viene  sconfitta  e  scacciata  dalla  c.  mentre 
le  sue  case  vengono  arse  e  saccheggiate,  214,  27-44  ; 
215,  4-23;  ric.  202,   12. 

B.ARDi  Niccol6  di  Berto,  h  condannato  per  trame  con- 
tro  lo  Stato  neiravere  e  nella  persona  (an.  1378), 
340,  30. 

Bardi  Niccolo  di  Betto,  h  dei  quarantatre  cittadini 
el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia,  gik  nominati, 
per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  404,  22. 

Bardi  Ricco,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1320  febbraio- 
1321  febbraio,  127,  20. 

Bardi  (de')  fam.  v.  Bardi,  fam. 

Bardi  Simone  di  Jacopo,  dnelle  liste  dei  Priori  del  1286 
dicembre-1287  dicembre,  62,  22. 

Bardi  Teo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1296  febbraio- 
1297  febbraio,  76,  20. 

Bardi  (de')  Alessandro  di  Riccardo,  fe  degli  Otto  di 
Balia  pel  quartiere  di  S.  Spirito  (an.  1375),  293,  21  ; 
*  fatto  Cavaliere  dai  Ciompi  (an.  1378),  323,  25. 

Bardi  (dk')  Andrea,  va  ambasc.  a  Roma  pr.  Urbano 
V  (an.  1367),  264,  3. 

Bardi  (de')  .\ndrea  di  Tingo,  castellano  di  Castiglione 
Aretino,  (an.    1343)  207,   12. 

Bardi  (db')  Bartolo  di  Jacopo,  i  uno  dei  tre  primi  Priori 
per  TArte  di  Calimala  pcl  sesto  d'01trarno  (an.  1282. 


giugno-agosto),  58,  S-4  ;  *  di  nuovo  nelle  liste  dei 
Priori  del  1285  dicembre-1286  dicombre,  62,  S :  v 
aiiche  Bardi   {de')  Bartoh  di  Jacopo  del  Rirco. 

Bardi  (db')  Bartolo  01  Jacopo  del  Ricco,  h  nelle  li- 
ste  doi  Priori  dol  1283  dicombre-izS^  dicembre, 
59,  32  ;  del  1284  dicombre-izSj  dicembro,  61,  1 ;  e 
det  1290  dicembre-1291  dicembre,  68,  5  ;  v.  anckt 
Bardi  {de')   Barlolo  di  Jacopo. 

Bardi  (de')  Bartolo  di  Ridolfo,  vione  nominato  Cousi- 
gliere  dei  Priori  (an.  1343),  211,  8. 

Bardi  (de')  Bartolombo  di  Andrea,  h  dei  Dicci  >ii 
Liberti  pel  quartiere  di  S.  Spirito  (an.  1373),  285,  8, 

Bakdi  (db*)  Bindo  di  Jacopo,  viene  fatto  populano 
(an.   1379),  364,  28. 

Bakdi  (de')  Cino  di  Jacopo,  h  nello  liste  dei  Priori  del 
1285  dicembre-1286  dicembre,  61,  29  ;  del  1287  fcb- 
braio-1288  aprile,  63,  27  ;  e  del  1289  dicembrc-ugo 
dicombre,  67,  2. 

Bardi  (de')  Gerozzo,  vieno  inviato  a  capo  di  milizie 
a  Pietrasanta  affidata  alla  custodia  dei  Fiorentini 
(an.   1335).  177,  35-39. 

Bardi  (de')  Giovanni  di  Jacopo  dbl  Ricco,  4  nelle  liste 
dei  Priori  del   1282  dicombre-1283  dicembre,  59,  2. 

Bardi  (de')  Gualterotto,  comandantc  del  castello  tli 
Laterina,  vtene  ritenuto  da  alcuni  responsabile  della 
caduta  del  castello  stesso  in  mano  degli  Arotini  (an. 
1304).   94,  2-3. 

Bardi  (de')  Niccol6  di  Sandro,  vocato  Boccasenno, 
k  fatto  dei  Grandi  (an.  1378),  321,27  ;  viene  confinato 
a  Ferrara,  328,  31  ;  6  condannato  neiravere  e  nella 
persona  per  congiure  contro  lo  Stato  (an.  1379), 
365,  25  ;  viene  bandito  come  ribelle  (an.  1380), 
370,  30  ;  h  dei  quarantatre  cittadini  el.  in  aggiunta 
agli  altri  della  Balia  per  la  riforma  del  Govemo  (an. 
1381),   404.  27. 

Bardi  (de')  Piero,  k.  coi  figli,  tra  i  capi  e  i  maggiori  isti- 
gatori  della  Parte  gueUa  pel  qnartiere  di  S.  Spirito, 
308,  6. 

Bardi  (de")  Ridolfo,  h  dei  Quattordici  cittadini  el.  dal 
Parlamento  per  costituire  il  nuovo  Govemo  dopo  la 
cacciata  del  Duca  d'Atene  (an.  1343),  207,  SO. 

Bardi  (de')   Vieri,  partecipa  al   Consiglio  di   Balia  per 
la  revisiono  delle  proposte  di  legge  fatte  dai  Ciompi 
0  dagli  sbanditi    (an,    (1381),  410,   1. 

Bardi  (de')  Vieri  di  Gherardo,  h  dei  cinquantadue 
cittadini  cui  viene  data  la  Balia,  insicme  ai  Priori  e 
Collegi,  per  la  riforma  del  Govemo  (an.  1381), 
396,  17. 

Bardi  (de")  Vieri  di  Gherajido  dal  Poggio,  h  fatto  Ca- 
valiere  dai  Ciompi  (an.  1378),  323,  32. 

Bardi  (compagnia  dei)  dichiara  fallimento  (an,  1345), 
225.   14-17. 

Bardo,  V.  Altoviti  B.  ;  Brandaglia  B.  ;  Corsi  B. 

Bardo  di  Guglielmo,  V.  Altoviti  B.  di  G. 

Bardo  di  Lapo,  viene  ammonito  (an.  1360),  259,  32. 

Bardo  di  Niccol6,  t;.  Rittafi  B.  di  N. 

Bardo  di  Niccol6  di  Luti,  psirtecipa  al  Consiglio  di 
Balia  per  la  riforma  del  Govemo  (an.    1381),  410,  16. 

Bardo  del  Ricco,  V.  Risaliti  B.  dtl  R. 

Bardo  di  Salvestro,  partecipa,  come  Gonfaloniere  dei 


[Bardo«Bartolo] 


INDICE   ALFABETICO 


469 


Vaio   del    quartiere    S.   Giovanni,    alla  Balia   per  la 

riforma  del  Governo  (an.   1381),  394,  61. 
Bardo  (di),  V.  Barduccio  di  B.  ;  Deo  di  B. 
Barduccio    di    Cherichino,    partecipa    al    Consiglio    di 

Balia  per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  410,  2. 
Barduccio  di  Bardo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1341 

dicembre-1342  dicembre,   190,   18. 
Barga,  castello  del  Comune  di  Firenze,  viene  assediato 

dal  Maniscalco  di    Giovanni  di  Boemia,  signore  di 

Lucca    (an.    1331),    170,    26-27  ;    muovono    in    suo 

aiuto  i  Fiorentini  ma  ci6  non  ostante  esso  deve  poco 

dopo  arrendersi,  172,  26-32. 
Bargiacco,  V.  BnonfigUuoli  B. 
Bari,    vi   f'imbarca    Urbano    VI,  su   galee  genovesi  alla 

volta  di  Genova  (an.  1385),  437,  10-15. 
Barletta,  c.  ric,  36,  20. 
Barna,  V.   Valorini  B. 
Barna  di  Valorino,  6  nelle  liste  dei  Priori    del    1376 

gennaio-1377   gennaio,   306,     34. 
B.\RNA  Di  Valorino,  V.  Curianni  B.  di  V. 
Uarocci  Bartolomeo,   6  condannato  neiravere  e  nella 

persona  per  la  rivolta  degli  Otto  di  Balia  di  S.  Ma- 

ria  Novella  (an.  1378),  337,  5. 
B.vroncelli  Filippo  di  Giammori,  fe  nelle  liste  dei  Priori 

del  1354  gennaio-1355  gennaio,  248,  26  ;  h  Gonfalo- 

niere  di  Giustizia  (liste  1360  gennaio-1361  gennaio), 

259,  5  ;  e  nuovamente  Gonfaloniere  (liste  1366  gen- 

naio   1367  gennaio),  266,   39. 
Baroncelli  Gherardo  di  Micco,  e  nelle  liste  dei  Priori 

del  1312  febbraio-1313  febbraio,  114,  34  ;  c  del  1333 

dicembre-1334   dicembre,    177,  25. 
Baroncelli      Giovanni     di     Piero      di 

BANDiNO,e  Gonfaloniere  di  Giustizia    {liste  138$ 

maggio-1386   aprile),  443,   U. 
Baroncelli  Piero  di  Bandino,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del   1350  gennaio-1351   gennaio,  240,  21. 
Baroncelli  Rinaldo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1306 

febbraio-1307  febbraio,  99,  34. 
Baroncelli  Salvestro  di  Bivigliano,  viene  el.  a  rap- 

presentare  il   Convune  di   Firenze   al   battesimo  del 

figlio  del  Duca  di  Calabria  (an.  1327),  152,  39. 
Baroncelli  Tano,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1323  feb- 

braio,  1324  febbraio,  135,  31  ;  e  del  1328  dicembre- 

1329  dicembre,  161,  1. 
Baroncelli  Vanni  di  Bandino,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1332  dicembre-1333  dicembre,  175,  32. 
Baroncelli  (de")  Beltramo  di  Bivigliano,  6  nelle  liste 

dei  Priori  del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  28. 
Baroncelli  (de')  Francesco  di  Giammori,  h  nelle  listc 

dei  Priori  del  1332  dicembre-1333  dicembre,  175,  13. 
Baroncelli  (de')  Gherardo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del 

1336  dicembre-1337  dicembre,  186,  23. 
Baroncelli  (db')  Salvestro  di  Manetto,  k  nelle  liste 

dei  Priori  del    1333   dicembre-1334   dicembre,   177, 

24  ;  e  del  1338  dicembre-1339  dicembre,  188,  5. 
Baroncelli    (de')    Simone,    viene    fatto    cavaliere  dai 

Ciompi  (an.   1378),  324,  8. 
Baroncblli  (de')  Tano  di  Mico,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1298  febbraio-1299  febbraio,  78,  IT  ;  e  del  1314 

febbraio-1315  febbraio,  119,  11. 


Baroncelli    (case   DEi),    abbattute   per   la   costruzione 

della  piazza  dei  Priori  (an.  1373),  288,  5-6. 
Baronci    Chimento    Booncristiani,    6    nelle    liste    dei 

Priori  del  1345  maggio-1346  maggio,  226,  42. 
Baronci  Diodato   [Diedato],  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1330  dicembre-i33r  dicembre,  167,  21  ;  e  del   1332 

dicembre-1333  dicembre,  175,  37. 
Baronci  Galeazzo  di  Tommaso,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1374  gennaio-1375  gennaio,  291,  27. 
Baronci  Tommaso,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 

gio-1347   gennaio,   228,  24  ;   del    1353   gennaio-1354 

gennaio,   246,    30 ;   del    1357   gennaio-1358  gennaio, 

252,  18  ;  e  del  1360  gennaio-1361  gennaio,  259,  17. 
Baroncini  Bartolo.meo  di  Giovanni,  partecipa  airuffi- 

cio  di  Balia  per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381), 

409,  41. 
Barone,  V.  Aliotti  B.  ;  Cappelli  B.  ;  Risaliti  (de')  B. 
Barone  (di),  V.  Alcssio  di  B.  ;  Giorgio  di  B. 
Baroni  Giorgio,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1337 

dicembre-1338  dicembre),  187,  3  ;  e  di  nuovo  Gonfa- 

loniere  (liste  1346  maggio-1347  gennaio),  229,  20. 
Baroni  Simone  di  Geri,  h  nelle  liste  dei  Priori  del    1371 

gennaio-1372  gennaio,  279,  11. 
Baroni   Simone  di  Giorgio,  h  nelle  liste  dei   Priori   del 

1366  gennaio-i36y  gennaio,  266,   20  ;  e    Gonfaloniere 

di  Giustizia  (liste  1383  setterabre-1384  aprile),  435, 

16. 
Baroni    Tommaso,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  133S 

dicembre-133^  dicembre,  187,  18. 
Bartoli  Lapo  da  Sesto,  notaio  dei  Priori,  ric,  68,  13. 
Bartoli  Tommaso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1372  gen- 

naio-1373  gennaio,  284,  5  ;  e  del  1373  gennaio-1374 

gennaio,  289,  21. 
Bartolini    Bartolomeo    diLeonardo, 

i   nelle  liste  dei  Priori  del  1385  maggio-1386   aprilr, 

443,  32. 
Bartolini  Bernardo   di  Cino,  scrive  alla  Signoria  di 

Firenze  in  nome  del  Duca  D'Angi6  per  annunziarc 

la  venuta  in  Italia  di  .Luigi  D'Angi6,  figlio  del  detto 

Duca,  e   per   sollecitare   gli   aiuti  fiorentini   per  lui 

(an.  1381),  411,  30-37. 
Bartolini  Francesco,  h  nelle  liste  dei  Priori  del   1354 

gennaio-1355  gennaio,  248,  24  ;  e  del  1358  gennaio- 

1359  gennaio,  254,  25. 
Bartolini  Guccio  di  Cino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1373   gennaio-1374   gennaio,   289,    5 ;    h  tra  i   capi 

della  Parte  guelfa  accorsi    in  sua  difesa  contro  gli 

avversari    popolani    (an.    1378),  318,    10-19;    6    dei 

Cinquantadue  cittadini  cui  viene  data  Balia,  insieme 

ai  Priori  e  CoIIegi,  per  la  riforma  del  Governo  (an. 

1381),  396,  1. 
Bartolini  Leonardo,  h  nclle  listc  dei  Priori  del   1361 

gennaio-1362  gennaio,  260,  29. 
Bartolini  Paolo  [Pagolo],   h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  35. 
Bartolino  di  Cenni,  V.  Alberli  B.  di  C. 
Bartolino   (di),  V.  Gherardo  di  B.  ;  Guccio  di  Cino  di 

B.  ;  Neri  di  B.  ;  Simone  di  B. 
Bartolo,  V.  Anchioni  (degli)  B.  ;  Bandini  B.  ;  Bernardi 

B.  ;  BoHciani  B.  ;  Bonghi  B.  ;  Buonafede  B.  ;  Chier- 


470 


INDICE    ALFABETICO        [Bartolo  di  Bandino-Bartoloineo  di  CioTamii 


montieri   B.  ;    Cini  B.  ;    ConUsse   B.  ;    Filippi   B.  ; 

OalloMti  B.  ;   Giannini  B.  ;   Gtuci  B.  ;  Juntini  B.  ; 

Ma$i  B. ;  Moretli  B.  ;  Neri  B. ;  Nevaldini  B.  ;  0>-- 

landini  B.  ;  Paradisi  {de')  B.  ;  i7t£C»  (<f<')  B.  ;  Sangui- 

gni  B.  ;  Strada  B. 
Bartolo  di  Bandino,  k  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 

1303  febbraio-1304  febbraio),  95,  2  ;  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1317  febbraio-i^iS  febbraio,  124,  26. 
Bartolo  di  Bardo  da  Montespertoli,  b  nelle  liste  dei 

Priori  del  13H  febbraio-1312  febbraio,  112,  26. 
Bartolo  di  Betto,  d  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  luglio- 

1384  agosto,  428,  2. 
Bartolo  di  Bonafede,  e  Buonafede,  k  nelle  liste  dei 

Priori    del    1316    febbraio-i^iy    febbraio,    123,    U; 

del  1319  febbraio-i32o  febbraio,  126,   14  ;  del  1320 

febbraio-1321  febbraio,  127,   12  ;  del  1324  febbraio- 

T325   febbraio,    148,    0;   e   del    1327   febbraio-1328 

febbraio,  158,  0. 
Bartolo  di  Bonaiuto,  notaio  dei  Priori,  ric,  251,  9. 
Bartolo  di  Borgo,  V.  Rinaldi  B.  di  B. 
Bartolo  da  Castbllo   Fiorbntino,    h   nelle  liste   dei 

Priori  del  1341  dicembre-1342  dicembre,  190,  27. 
Bartolo  di  Cece,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  luglio- 

1384  agosto,  427.  39. 
Bartolo  di  Cenni,  V.  Biliotti  B.  di  C. 
Bartolo  di  Chermontese,  notaiodei  Priori,  ric,  246,  16. 
Bartolo  di  Chermontieri,  notaio  dei  Priori,  ric,  229, 

42;  240,  13. 
Bartolo  del  Chiaro,  V.  Bonarli  B.  del  C. 
Bartolo  Ciai,  t».  Benvenuti  B.  C. 
Bariolo  di  Cino,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1359  gennaio- 

1360  gennaio,  256,  6. 
Bartolo  di  Cino,  V.  Benvenuii  B.  di  C. 
Bartolo  di  Cione  Benintendi,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1307  febbraio-1308  febbraio,  102,  14. 
Bartolo  di  Filippo,   fe  nelle  liste  dei  Priori  del    132O 

febbraio-1327  febbraio,  155,  11. 
Bartolo  di  GiovANNi,  V.  Siminetti. 
Bartolo  di   Jacopo,  V.  Bardi  {de')  B.   di  J  ;    Buere  B. 

di  J. 

Bartolo  di  Jacopo  (vocato  Baroccio),  cardassiere, 
viene  nominato  Gonfaloniere  di  Giustizia  ma  poi 
viene  imraediatamente  sostituito  per  la  soppressione 
deirarte  dei  Ciompi  (an.  1378),  331,  35  ;  335,  34. 

Bartolo  Lana,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1370  gennaio- 
1371  gennaio,  275,  42. 

Bartolo  di  Lapo,  V.  Benci  B.  di  L. 

Bartolo  di  Lore,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  maggio- 
1347  gennaio,  229,  18  ;  del  1352  gennaio-1353  gen- 
naio,  242,  13  ;  del  1356  gennaio-1357  gennaio,  251,2. 

Bartolo  di  Lotto,  V.  Bastari  B.  di  L  ;  Bischeri  B.  di  L. 

Bartolo  di  Manetto,  V.  Bonricoveri  B.  di  M. 

Bartolo  di  Mannuccio,  V.  Rucellai  B.  di  M. 

Bartolo  di  Martino,  V.  Peruzzi  B.  di  M. 

Bartolo  di  Maso,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  1364 
gennaio-1365  gennaio,  264,  45. 

Bartolo  ni  Maso,  v.  Bonciani  {de')  B.  di  M. 

Bartolo  di  Michele,  va  ambasc  del  Comxine  fioren- 
tino  in  Arezzo  (an.  1380),  379,  4. 

Bartolo  di  Morb,  V.  Vbaldini  B.  di  M. 


Bartolo  di  Morello,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1331 

dicembre-1332  dicembre,  169,22. 
Bartolo  di  Neri,  pizzicagnolo,  k  nelle  liste  dei  Priuri 

del  1346  maggio-1347  gennaio,  228,  30. 
Bartolo  Di  Neri,  notaio  dei  Priori,  ric,  226,  87  ;  260, 

4  ;  i.  nelle  liste  dei  Priori  del  1332  geniuiio-i3j3  gen- 

naio,  242,  8. 
Bartolo  d'Orlandino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1294 

febbraio-1295  febbraio,  74,  40  ;  e  del  1310  febbraio- 

1311  febbraio,  108,  13. 
Bartolo  di  Riccardo,  del  popolo  di  S.  Ambrogio,  viene 

fatto  decapitare  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1380), 

387,    1«. 
Bartolo  di  Ridolfo,  V.  Guidi  B.  di  R. 
Bartolo  da   Roffiano,  notaio  dei  Priori,  235,  32. 
Bartolo  di  Sanguigno,^  nelle  liste  dei   Prtori 

del  1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  11. 
Bartolo  di  Tino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1375  gennai'>. 

1376  gennai"",  299,  27. 
Bartolo  di  Tommaso,  6  nclle  liste  dei  Priori  del    1345 

maggio-1346    maggio,    227,   28. 
Bartolo  di  Vanni,  V.  Pucci  B.  di  V. 
Bartolo  (di),   v.  Antonio  di  B.;  Banco  di  B.  ;  Firenze  di 

B.  ;  Giovanni  di  B.  ;  Lapo  di  B.  ;  Lodovico  di  Banco  di 

B.  ;   Pierozzo  di  B.  ;  Priore  di  B.  ;  Stagio  di  B.  ;  Totn- 

maso  di  B.  ;  Zanobi  di  B.  ; 
Bartolomeo,  V.  Cambini  B. 

Bartolomeo  di  Alamanno,  notaio  dei  Priori,  ric,  164,  4 1 . 
Bartolomeo  di  Alamanno,  V.  Medici  (dei)  B.  di  A. 
Bartolomeo  Aldobrandini,  V.  Alfani  B.  A. 
Bartolomeo  di  Andrea,  i».  Bardi  {de')  B.  di  A. 
Bartolomeo  di  Bandino,   fe  nelle  liste    dei    Priori  del 

1380  marzo-1381  febbraio,  391,  20. 
Bartolomeo   del   Bellaccio,    k   nelle   liste   dei    Priori 

del  1375  gennaio-1376  gennaio,  298,  40. 
Bartolomeo  di  Benedetto,  V.  Capitani  B.  di  B. 
Bartolomeo  di  Bernardo,  viene  condannato  neiravere 

c  nella  persona  (an.  1381),  400,  30. 
Bartolomeo  di  Bianco,  6  degli  Otto  ufficiali  incaricati 

della  vendita  dei  beni  dei  ribelli  (an.  1380),  386,  18  ; 

viene  bandito  e  condannato  neiravere  e  nella  persona 

(an.  1381),  400,  3. 
Bartolomeo  di  Bonaiuto,  notaio  dei  Priori,  ric,  291, 

28. 
Bartolomeo  di  Caroccio,  V.  Alberti  (degli)  B.  di  C. 
Bartolomeo    da    Castelfiorentino,    k    nelle   liste    dei 

Priori    del    1326    febbraio-1327    febbraio,    155,   28  ; 

e  del  1334  dicembre-1335  dicembre,  179,  22. 
Bartolomeo  di  Dante,  V.  Guidalotti  B.  di  D. 
Bartolomeo  di   Dino,   6  dei  Priori   (an.   1383  maggio- 

giugno),   426,    5. 
Bartolomeo  di  Dolfo  del  Bugliaffa,  k  dei  Priori  (an. 

1381  marzo-1382  aprile),  406,   43. 
Bartolomeo  del  Forese,  notaio  dei  Priori,  ric,  254,  18. 
Bartolomeo  di  Francesco,  V.  Bisarnesi  B.  di  F. 
Bartolomeo   da   Gaggio,   capitano  nella  compagnia  di 

S.    Giorgio    firmatario    degli    accordi    con    Firenze, 
367,    8. 
Bartolombo  di  Giovanni,  V.  Baroncini  B.  di  G.  ;  Bonac- 
eorsi  B.  di  G. 


[Bartolomeo  di  Giovanni-Battifollc] 


INDICE  ALFABETICO 


471 


Bartolomeo  di  Giovanni  detto  Dolce,  viene  condan- 

nato  nell'avere  e  nella  persona  (an.  1379),  344,  34. 
Bartolomeo  di  GiovANNi  Di  RosiNA,  viene  condannato 

neiravere  e  nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato 

(an.  1379),  344,  32. 
Bartolomeo  del  Grasso,  viene  condannato  nell'avere  e 

nella  persona  per  la  rivolta  degli  Otto  di  Balia    di 

S.  Maria  Novella  (an.   1378),  337,  2. 
Bartolomeo  di  Grazia,  6  condannato  neiravere  e  nella 

persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  16. 
Bartolomeo  di  Guccio,  V.  Siminetti  (de')  B.  di  G. 
Bartolomeo  di  Guiduccio,  viene  condannato  nell'avere 

e  nelle  persone  e  bandito  dalla  c.   (an.  1381),  400,  14. 
Bartolomeo    di    Jacopo    Giambernardi,    V.    Adimari 

[degli)  B.  d.  J.  G. 
Bartolomeo  di  Lapo,  V.  Buti    B.  di    L.  ;  Bombeni  (de') 

B.  di  L. 
Bartolomeo  di  Leone,  V.  Simoni  B.  di  L. 
Bartolomeo  di  Lorino,  h  dei  Cinquantadue  c'ttadini  cui 

viene  data  la  Balia,  insieme  ai  Priori  e  CoUegi,  per  la 

riforma  del  Governo  (an.  1381),  396,  11  ;  410,  15. 
Bartolomeo  di  Lorino,  V.  Bonaittti  B.  di  L. 
Bartolomeo  di  Lotto,  i;.  Peruzzi  [de')  B.  di  L. 
Bartolomeo  di  Luca,  V.  Banchelli  B.  di  L. 
Bartolomeo  di  Maffeo,   h  dei  Priori  (an.   1379  marzo- 

aprile),  342,  24. 
Bartolomeo  di  Marco,   6  di  Quarantatre  cittadini  el. 

in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gia  nominati  (an. 

1381),  404,  41. 
Bartolomeo  di  Martino,  V.  Gtiardi  B.  di  M. 
Bariolomeo  di  Maso  da  Pietramala,  V.   Tarlati  (de') 

B.  di  M.  da  P. 
Bartolomeo  di  Micuccio,  6  dei  Priori  (an.   1383  mag- 

gio-giugno)  426,  2. 
Bartolomeo  di   Naccio,u.  Valentini  B.  di  N. 
Bartolomeo  di  Niccol6,  k  fatto  dei  Grandi  (an.  1378), 

321,    17. 
Bartolomeo  di  Niccol6'   [Niccolaio],  v.  Atbizzi  (degli) 

B.    di   N. 
Bartolomeo  di  Niccol6  di  Bonaventura,  fe  dei  Priori 

(an.  1380  settembre-ottobre),  383,  12. 
Bartolomeo  di  Niccol6  di  Cione,  v.  Ridolfi    B.  di  N. 

di  C. 
Bartolomeo  di  Piero,   fe  dei  Priori  (an.   1380  maggio- 

giugno),  372,  11. 
Bartolomeo  di  .  .  .   da  Prato,   k  bandito  come  ribelle 

(an.  1379),  371,  3;  uccide  con  altri  sbanditi,  in  Arezzo, 

Tambasc.  fiorentino  Giovanni  di  Mone   (an.    1380), 

379,  11-u. 
Bartolomeo  di  Romeo,  V.  Savini  B.  di  R. 
Bartolomeo   di   Smiduccio   da   S.     Severino,     aderice 

alla  lega  con  Firenze  contro  il  Pontefice  (an.    1376), 

297,  9-10  ;  venuto  in  Firenze,  pr.  gli  Otto  di  Balia 

di  S.  Maria    Novella,  vieue  accolto    onorevolmente 

(an.   1378),  331,   3-15  ;  voci,  fatte  correre  forse  ad 

arte,    che   questi   volessero    farlo    signore    della    c, 

333,  8-9  ;  cf.  "  CXII,   12-30  ". 
Babtolomeo  di  Stefano,  V.  Acciaiuoli  (degli)  B.  di  S. 
Bartolomeo  di  Tommaso,  u.  Corbinelli  B.  di  T. 
Baktolomeo  di  Ventura,  V.  Monachi  t  Monaci  B.  di  V. 


Bartolomeo  di  Zanobi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1382 
(settembre-gennaio),  424,    19. 

Bartoluccio,  V.  Guiducci  B. 

Bartoluccio  (di),  V.  Jacopo  di  B. 

Barucci,  fam.  fiorentina  del  quartlere  Duomo,  21.  12  ; 
di  parte  guelfa,  28,  29. 

Barucci  Agnolo,  6  dei  Priori  (an.  1379  gennaio-febbraio), 
362,   1. 

Barucci  Sandro  di  Donato,  e  nelle  liste  dei 
Priori  del  1363  geHnaio-1364  gennaio,  264,   16. 

Basilio  di  Matteo,  viene  condannato  neiravere  e  nella 
persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  44. 

Basilio  (di),  V.  Sandro  di  B. 

Bastari  Bartolo  di  Lotto,  6  nelle  liste  dei  Priori  dcl 
1312  febbraio-1313  febbraio,   115,   14. 

Bastari  (de')  Cionetto  di  Giovenco,  h  nelle  liste  dei 
Priori  del  1302  febbraio-1303  febbraio,  90,  36  ;  del 
1306  febbraio-1307  febbraio,  99,  20;  del  1310  feb- 
braio-1311  febbraio,  108,  25  ;  6  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1314  febbraio-1315  febbraio),  119,  o  ;  c 
di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  I316  febbraio  1317 
febbraio,  123,  15  ;  del  131Q  febbraio-1320  febbraio, 
126,  4  ;  e  del  1322   febbraio-1323  febbraio,  131,  23. 

Bastari  (de')  Filippo  di  Cionetto,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1345  maggio-1346  maggio,  227,  9  ;  fe  Gon- 
faloniere  di  Giustizia  (liste  1349  gennaio-1350  gen- 
naio),  235,  29  ;  6  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del 
1354  gennaio-1355  gennaio,  248,  9 ;  del  1364  gen- 
naio-1365  gennaio,  265,  9  ;  6  ancora  Gonfaloniere 
(liste  1368  gennaio-1369  gennaio),  273,  26;  difende 
nel  Consiglio  dei  Richiesti  nel  palazzo  della  Signoria 
i  compagni  congiurati  invocanti  la  difesa  dalle  sette 
degli  Albizzi  e  dei  Ricci  (an.  1272),  281,  25-32  ;  k 
nuovamente  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1373 
gennaio-1374  gennaio),  288,  37  ;  viene  inviato  dal 
Comune  ambasc.  in  Rimini  pr.  Carlo  di  Durazzo, 
378,  10-11  ;  6  dei  Cinquantadue  cittadini  cui  viene 
datala  Balia  per  la  riforma  dcl  Governo  (an.  1381), 
395,  37  ;  viene  el.  di  nuovo  Gonfaloniere  di  Giusti- 
zia  (liste  1383  Iuglio-1384  agosto),  428,  35  ;  viene 
mandato  ambasc.  pr.  Urbano  VI  a  Genova  (an.  1385), 
438.  3-4. 

Bastari  (de')  GiACHETTO  Di  Pagno,  h  nelle  listc  dei 
Priori  del  1312  febbraio-1313  febbraio,  114,  25. 

Bastari  (de')  Giovenco  di  Cionetto,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1321  febbraio-1322  febbraio,  128,  32  ; 
e  del   1330  dicembre-1331  dicembre,  167,  22. 

Bastati  (de')  Giovenco  di  Cionetto,  k  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (liste  1332  dicembre-1333  dicembre), 
175,  38. 

Batb,  V.  Francesco  vocato  Bate  ;    Tornabelli  (de')  B. 

Batb    (di),   V.   Giusto  di  B. 

Bati  Giusto  IJusto],  d  nelle  liste  dei  Priori  del  1356  gen- 
naio-1357  gennaio,  251,  10. 

Batino,   V.   Cambittzzi  B. 

Battagliuzzo  di  Rustichello,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del   1305  febbraio-1306  febbraio,  97,  26. 

Battezzoni  Battbzzino,  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1312  febbraio-1313  febbraio),  114,  25. 

Battifollb  (da)  Guido,  conte,    [della    fam.   dei    conti 


m 


INDICE  ALFABETICO 


[B>ttifoll«.Belc*pi' 


Gufdi  (v.)]  viene  nominato,  in  seguito  a  sollecitarioni 
delle  fam.  fiorentine  dei  Grandi,  dei  Mercatanti  c 
degli  Artefici,  avversi  alla  fazione  di  Simeone  della 
Tosa,  Vicariodi  re  Roberto  (an.  1316),  121,  1-4  ;  me- 
diante  i  suoi  aiTiti  le  predette  fam.  possono  otte- 
nere  finalmente  I'alIontanaraento  del  Bargello  fatto 
nominare  dalla  fazione  pred.,  121,  6-22 ;  viene  in 
aiuto  dei  Fiorentini  durante  la  rivolta  contro  il 
Duca  d'Atene  (an.  1343),  206,  34. 

Battifollb  (da)  SiMONE,  conte,  [della  fam.  dei  conti 
Guidi  (v)]  viene  con  sue  genti  in  aiuto  dei  Fiorentini 
durante  la  rivolta  contro  il  I>uca  d'Atene  (an.  1343), 
206,  34  ;  accompagna  il  detto  Duca  sino  ai  confini 
e  lo  costringe,  per  incarico  del  Comune  di  Firenze, 
a  rinnovare  e  riconfermare  la  siia  definitiva  rinuncia 
alla  signoria  della  c.,  209,  21-33  ;  in  riconoscimento 
dei  .servigi  da  lui  resi  al  Comune  in  questa  contin- 
genza  gli  vengono  restituite  dal  Comune  stesso  le 
terre  di  Ampinana,  Moncione  e  Baldischio,  217, 
23-25. 

Battifolle  (da)  Ugo  di  Guido,  conte,  [della  fam.  dei 
conti  Guidi  (v)]  toglie  ai  Fiorentini  alcune  terre  del 
castello  di  Ampinana  (an.  1325),  145,  11-12  ;  ma 
gli  vengono  presto  riprese  dai  Fiorentini  stessi, 
163,  13. 

Battimamhe  Piero  Dl-FoRNAio,  k  uelle  liste  dei  Priori 
del   1318  febbraio-1319  febbraio,  125,  2. 

"  Beatrice  Di  Obizo  d'Este,  moglie  di  Galeazzo  Vi- 
sconti,  nomina  Coppo  Stefani  sno  procuratore  per 
riscuotere,  insieme  a  due  altri,  certe  somme  a  lei  do- 
vute,    101,    4-7". 

Beccanugi  Ammannato  di  Rota,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1306  febbraio-1307  febbraio,  99,  36. 

Beccanugi  Bernardo  di  Jacopo,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1361  gennaio-1362  gennaio,  260,  28  ;  del  1364 
gennaio-1365  gennaio,  265,  15  ;  del  1368  gennaio- 
1369  gennaio,  273,  23  ;  gli  viene  data  alle  fiamme 
la  casa  dai  Ciompi  (an.  1378),  322,  40  ;  viene  con- 
dannato  neiravere  e  nella  persona  per  trame  contro 
lo  Stato,  339,  11  ;  6  di  nuovo  condannato  per  tra- 
me  (an.  1379),  365,  29  ;  gli  viene  fatta  abbattere 
la  casa  (an.  1380),  379,  20-21  ;  richiamato  dal  bando, 
insieme  ad  altri,  viene  poco  dopo  di  nuovo  bandito 
dalla  c.  per  tumulti  e  rivolte  (an.  1382),  408,  13. 

Beccanugi  Bindello  di  Simone,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1312  febbraio-1313  febbraio,  114,  40  ;  e  del  1324 
febbraio-1315   febbraio,   148,    1. 

Beccanugi  Boninsegna  di  Buonaccorso,  e  nelle  liste 
dei  Priori  del  1290  dicerabre-i29i    dicembre,    68,  18. 

Beccakugi  Ciangheri  di  Boninsegna,  k  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (liste  1305  febbraio-1306  febbraio),  97, 
23  ;  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1314  fdbbraio-i^is 
febbraio.  119.  9. 

Beccanugi  Jacopo  di  Bernardo,  vocato  Moscone,  6 
condannato,  insieme  al  padre,  neiravere  e  nella  per- 
sona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  12  ; 
viene  bindito  dalla  c.  come  ribelle  (an.  1380),  370.  30. 

Beccanugi  Luigi  di  Bernardo.  vocato  anch'csso,  Mo- 
scon»  (!),  4  condannato,  insieme  al  padre,  neU'avere 
«  nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379), 


365,  23;   viene  bandito  dalla  c.    come  rtbelle    (-lu 
1380),  370,   31. 

Beccanugi,  detto  Moscone,  figlio  di  Bemardo  (»ic),  (> 
sopra  Btocanugi  Jacopo  e  Beccanugi  Luigt),  nccide,  tn- 
sicme  ad  altri  sbanditi  fiorentini  in  Arezzo,  Giovanni 
di  Mone,  ambasc.  inviato  li  dal  Comune  di  Fireiue, 
(an.  1380)  379,  10-12 ;  in  seguito  di  che  vengono  dichia- 
rati  ribelli  tutti  i  suoi  consorti  e  viene  fatta  abbattere 
la  casa  di  Bernardo,  suo  padre,  posta  sulla  piazza  di 
S.  Michele  Berteldi,  379.  17-21  ;  fc  nominato  dal  Par- 
lamento,  convocato  dagli  sbanditi  richiamati  e  dai 
Ciompi,  Castellano  di  Sangemignano  (an.  1382), 
407.  36  ;  viene  nuovaraente  cacciato  in  bando  dal 
Podesta.  408.  13  ;  viene  annullata  la  sua  nomina 
a  Castellano,  411,    15. 

Beccanugi  Salvino,   fe  nelie  liste    dei  Priori    dcl   1350 
gennaio-1351    gennaio,   240,    13. 

Beccanugi  Salvino  di  Simone,  6  nellc  liste  dei  Prion 
del  1354  gennaio-1355  gennaio,  248,  2. 

BeCCANUGI     (de')     BONINSEGNA,     fe     nomiuato     Comiiapn-. 

dei  Priori  (an.  1295),  74,  26. 
Beccanugi  (de')  Cesso  di  Boninsegna,  t  nelle  listc  dci 

Priori  del   1297  febbraio-1298  febbraio,  77,   15. 
Beccanugi  (de')  Jacopo  d'Adimare,  h  Gonfalonicre  di 

Giustizia  (liste  1326  febbraio-1327  febbraio),  155,25. 
Beccanugi  (de')  Jacopo  di  Ceffo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1343  aprile-1344  aprile,  218,  26. 
Beccanugi   (de')    Leonardo   di   Niccol6   b    nelle  liste 

dei  Priori  del  1362  gennaio-1363  gennaio,  262.  30  ;  del 

1366  gennaio-1367  gennaio,  266.  24  ;   fe  Gonfaloniere 

di  Giustizia  (list*?  1373  gennaio-1374  gennaio),  288, 

37  ;  e  di  nuovo   (liste   1377  gennaio-1378  gennaio), 

314,  27  ;  viene  escluso  dagli  uffici  per  trc  anni  (au. 

1379),  363,  29. 
Beccanugi  (de')  Piero  Ceffi,  e  nelle    liste  dei    l'riori 

del  1328  dicembre-1329  dicembre,  160,  43  ;  v.  iinche 

Beccanw^i   {de')  Piero  di  Ceffi. 
Beccanugi  (de')  Piero  di  Ceffi,  fe  nelle  liste  dei  Priori 

del  1332  dicembre-1333  dicembre,  175,  17  ;  v.  anchs 

Beccaniigi  (de')  Piero  Ceffi. 
Beccanugi  (de')  Teghiaio,  6    nelle  liste  dei    Priori  del 

1308  febbraio-1309   febbraio,    104,    5. 
Becchi  Francesco    del  Boccio,  viene    ammonito  (an. 

1359),  255.  19. 
Becchi  Gianni.  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  (ottobrc- 

dicembre).  58,  24  ;  del  1284  dicembre-1285   dicembre, 

61,  2  ;  e  del  1289  dicembre-1290  dicembre,  67,  3. 
Becchini  Mettino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1361  gen- 

naio-1362  gennaio,  260,  18. 
Becco,  V.  Francesco  di  Michele  vocaio  B. 
Beccuto  (del)  Castello  di  Lippo,  k  nelle  liste  dei   Priori 

del  1347  gennaio-1348  gennaio,  229.  39  ;  e  del  1355 

gennaio-1356  gennaio.  249.  28. 
Beccuto   (del)   Maruccio  di    Geremia,   k  Gonfalonierc 

di  Giustizia  (liste  1309  febbraio-1310  febbraio),  106, 

23;    6    nelle  liste  dei  Priori  del  131 1  febbraio   1312 

febbraio,   112,   30. 
Beccuto  (del)  Lottieri  di  Besincasa,  fe  nelle  liste  dei 

Priori  del  1290  dicembre-1291  dicembre.  68,  11. 
Belcari  Doccio,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  febbraio 


'BeIcaro>Benciveiiiu] 


INDICE  ALFABETICO 


473 


1296  febbraio,  75,  42  ;  e  del  1301  febbraio-1302  feb- 

braio,  88  18. 
Belcaro,    t;.    Bonaiuti    B. 
Belcaro  di  BoNAiuTO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1324 

febbraio-1325  febbraio,  148,  8. 
Belcaro   (di),   V.   Pugio  di  B. 
Belforte,  castello  del  Mugello,  venduto  dal  Conte  Guido 

al  Comune  di  Firenze  (an.  1373)    287,  16. 
Belfredelli   Adoardo,    &   fatto   Consigliere   dei    Priori 

(an.   1343),  211,   13. 
Belfredelli  Gentile  di  Lippo,  e  nelle  liste  dei  Priori 

del   1374  gennaio-1375  gennaio,  291,   32. 
Belfredelli   Salvestro  d'Adoardo,    6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1347  gennaio-1348  gennaio,  230,  1. 
Belfredelli  Tile  di  Filippo,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1321  febbraio-1322  febbraio,  128,  22. 
Beliotto  (di),  V.  Maiteo  di  B. 
Bella  (della),  fam.    fiorentina   d'01tramo,    21,    12  ;    di 

parte  guelfa,  28,  24. 
Bella  (della)   Giano,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1288 

dicembre-1289  dicembre,  65,  14  ;  del  1292  febbraio- 

1293  febbraio,  72,  2  ;  6  odiato  dai  Grandi  perchfe  ri- 

tenuto  ispiratore  ed  autore  degli  Ordini  di  Giustizia 

contro  di  loro,   72,   30-36  ;   viene  accusato  di  voler 

perturbare  lo  Stato,  73,  8-9  ;  il  popolo  si  schiera  in 

suo  favore,    11-13,    ma  egli    rifiuta  di  difendersi  e 

viene  quindi  bandito  dalla  c.   (an.   1295),  73,  13-16. 
Bella  (della)  Taldo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1292 

febbraio-1293  febbraio,  72,  4. 
Bellaccio  di  Puccio,   6  nelle  liste  dei  Priori  del  1341 

dicembre-1342  dicembre,  191,  2  ;  199,  2  ;  e  del  1346 

maggio-1347  gennaio,   228,  7. 
Bellaccio  (del),  V.  Bartolomeo  del  B  ;  Marco  del  B. 
Bellandi  Albizzo  di  Lippo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  27  ;  e  del  1357  gen- 

naio-1358  gennaio,  252,   4. 
Bellandi  Monte  di  Lippo,   h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1355  gennaio-1356  gennaio,  249,  26. 
Bellandi  Tignoso,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  feb- 

braio-1296  febbraio,  75,  38  ;  del  1298  febbraio-i299 

febbraio,  78,  18  ;  e  del    1303   febbraio-1304  febbraio, 

94,  27. 
Bellicozzi  Giona  Aglioni,  6  nelle  liste  dei  Priori  de) 

1292  febbraio-1293  febbraio,  72,  9. 
Bellincione,   V.   Cacciafuori  B. 
Bellincione  di  Neri,  V.  Aldobrandini  B.  di  N. 
Bellincione  d'Uberto,  V.  Albizzi  (degli)  B.  di  U. 
Bellincione  (di),  V.  Cambio  Aldobrandini  di  B. 
Bellincioni  Neri  d'Aldobrandino,   h  nelle  liste  dei 

Priori  del   1297    febbraio-1298    febbraio,   77,   14  ;  fe 

Gonfaloniere    di    Giustizia     (liste      1304     febbraio- 

1305   febbraio),   96,    13. 
Belisario  [Bellisario],  viene  inviato  in  Italia  dairimpe- 

ratore  Giustiniano  contro  i  Goti,  16,  36-37. 
Bello  d'Alberto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1301  febbraio- 

1302  febbraio,  88,  25  ;  e  del  1307  febbraio-1308  feb- 

braio,  102,   7. 
Bello  di  Lippo,  V.  Mancini  (de')  B.  di  L. 
Bello  di  Lodovico  di  Donato,  viene  ammonito  (an. 

1358),  253.  39. 


Bello  di  Niccola,  V.  Mancini  B.  di  N. 

Bello   (del),   V.  Avvogado  di  Gherardo  del  B.  ;  Benedelto 

di  Geri  del  B.  ;  Gherardo  del  B.\  Giovanni  di  Geri  del 

B.  ;  Simone  di  Gherardo  del  B. 
Bellondi  (de')  Vanni  d'Oderigo,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1311  febbraio-1312  febbraio,  112,  38. 
Bellotti  Feduccio  d'Andrea,   h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1382  gennaio-1383  aprile,  425,  11. 
Beltramo,  V.  Balzo  (del)    B.  :  Pazzi  (de')  B. 
Beltramo  di  Bivigliano.  V.  Baroncelli  (de')  B.  di  B. 
Beltramo  di  Pietro,  t;.  Davanzi  B.  di  P. 
Benci  Bartolo  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1319 

febbraio-1320  febbraio,   126,  21  ;   6  Gonfaloniere  di 

Giustizia    (liste  1324    febbraio-1325    febbraio),    147, 

39  ;  e  di    nuovo  Gonfaloniere    (liste    1328    dicembre- 

1329  dicembre),  161,  3  ;  e  nelle  liste  dei  Priori  del 

1334  dicembre-1335  dicembre,  179,  25. 
Benci  Bencino  di  Sanna,  h  nelle  liste  dei  Priorj  del  131 1 

febbraio-i3r2  febbraio,  112,  22  ;  e  del  1315  febbraio- 

1316  febbraio,  121,  37. 
Benci  Ciriaco  di  Guernieri,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1368  gennaio-1369  gennaio,  273,  31. 
Benci  Fblice  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344 

maggio-1345  maggio,  222,  26. 
Benci  Filippo  Bencini  del    Sanna,  h  Gonfaloniere    di 

Giustizia      (liste     1328     dicembre-1329      dicembre), 

160,    37. 
Benci  Giovanni  di  Taddeo,  6  degli  Otto  ufficiali  inca- 

ricati    della  vendita  dei  beni  dei  condannati  nello 

avere  e  nella  persona   (an.    1380),   372,   37  ;   h  dei 

Priori  (an.  1380  novembre-dicembre),  384,  7. 
Benci  Jacopo  di  Lapo,  notaio  dei  Priori,  ric,  177,  23. 
Benci  Sanna,  6  nelle  liste  dei  FViori  del  1301  febbraio- 

1302  febbraio,  88,  32. 
Benci  Simone,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  febbraio- 

1296  febbraio,  75,  47. 
Benci  Simone  di  Donato,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1349 

gennaio-1350  gennaio,  235,  9  ;  e  del  1354  gennaio- 

1355  gennaio,  248,  12. 
Benci  Zucchero  di  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1315 

febbraio-i3i6  febbraio,  122,  14. 
Benci  di  Bruno,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gennaio- 

1349  gennaio,  233,  30. 
Bknci  di  Cionk,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1373  gennaio- 

1374  gennaio,  289,  8. 
Benci  (di),  V.  Ruggerino  di  B. 
Bencini     Bonaiuto,    notaio    dei    Priori,    ric, 

266,   41. 
Bencio  (di),  V.  Lapo  di  Biondo  di  B. 
Bencivenni  Banco  di  Puccio,   k  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste   1320  febbraio-1321   febbraio),   127,   13  ; 

e  di  nuovo  Gonfaloniere  (liste   1331  dicembre-1332 

dicembre),  169,  1. 
Bencivknni  Bencivknni  di  Simone,  h  Gonfaloniere  di 

Giustizia  (liste  1359  gennaio-i36o  gennaio),  256,  9. 
Bencivenni  Bernardo,  notaio  dei  Priori,  ric,  131,  1*. 
Bencivenni    Francesco    dkl    Bene,    6    nelle   liste   dei 

Priori  del  1321  febbraio-1322  febbraio,  129,  2. 
Bencivenni  Jacopo  di  Banco  di  Puccio,  h  nelle  liste 

dei  Prjori  del  1349  gennaio-1330  gennajo,  235,  «S  ; 


474 


INDICE  ALFABETICO 


[Baociv 


ni.B. 


i  GonfeUoniere  di  Giustitia  (liste  1364  gennaio-i36$ 

gennaio),  265,   t» ;  e  di   nuovo  Gonfaloniere   (liste 

1370  gennaio-1371  gennaio),   276,   1*  ;  e  nelle  liste 

dei  Priori  del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,    M. 
Bbncivenni  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1292  feb- 

braia-1293  febbraio,  72,   12;  del  1296  febbraio-1297 

febbraio,  76,   15;  del  1310    fcbbraio-1311    febbraio, 

108,  S3  ;  e  del  1313  febbraio-1314  febbraio,  116,  33. 
Bkncivbnni  NiccoLd,  6    nelle  liste  dei  Priori  del  1358 

gennaio-i35g  gennaio,  254,  25. 
Bkncivenni  Nuto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1318  feb- 

braio-1319  febbraio,  125,  17. 
Bencivenni  Tancredi,  notaio  dei  Priori,  ric,  69,   7  ; 

72,  12  ;  74,  12  ;  6  nelle  li.ste  dei  Priori  del  1304  feb- 

braio-1305  febbraio,  96,  20. 
Bbncivenni   Ugohni,   notaio  dei  Priori,   ric,    62,   30. 
Bencivknni     Zanobi   di    Banco    di    Puc- 

cio,  i  nelle  liste    dei  Priori  del  1366    gennaio-i36y 

gennaio,  266,  7. 
Bencivenni,  V.   Buonsostegni  {de')  B.  ;    Grazini  B.  ;   So- 

stegni  B.  ;  Ugolini  B. 
Bencivknni  d'Albizzo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1345 

maggio-1346  maggio,  227,  23. 
Bencivenni  di  Folco,   6  nelle  liste  dei  Priori  del  13x4 

febbraio-1315  febbraio,  118,  30. 
Bencivenni  di  Lippo,  v.  Mancini  B.  di  L. 
Bencivknni   di   Pierotto,    6  nelle   liste   dei   Priori   del 

1346  maggio-1347  gennaio,  229,  lo. 
Bencivknni  di  Salvi.  V.  Bonagi  B.  di  S. 
Bkncivenni  di  Zanobi,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1353 

gennaio-1354  gennaio,  245,  35. 
Bkncivenni  (di),  t».  Cione  di  B.  ;  Guido  di  B.  ;  Jacopo 

di  B.  ;  Lapo  di  B.  ;  Neri  di  B.  ;  Ristoro  di  B. 
Bkncivikni  Vanni  Ugolini,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1290  dicembre-1291  dicembre,  67,  39. 
Bknk  d'Albizzino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del    1383  set- 

tembre-1384  aprile,  434,  39. 
Bbnk  di  Bkuno  da  Vispignano,  notaio  dei  Priori,  ric, 

124,  15. 
Bknk  dkl  Chiaro,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1318  feb- 

braio-1319  febbraio,  125, 23. 
Benk  di  Jacopo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1318  febbraio- 

1319  febbraio,  125,  21. 
Bknk  da  Vaglia,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1289  dicem- 

bre-1290   dicembre,    67,    0 ;    e   del     1291    dicembre- 

1292  dicembre,  69,  5. 
Bkne  (dkl),  i;.  Albizzo  del  B.  ;  Banco  del  B.  ;  Benedetto 

di  Jacopo  del  B.  ;  Betto  di  Tano  del  B.  ;  Bocchino  del 

B. ;  Francesco  Benevieni  del  B.  ;  Francesco  di  Jacopo 

del  B.  ;  Giovanni  d' Amerigo  del  B.  ;  Guido  del  B.  ; 

Jacopo  del  B.  ;  Jacopo  di  Francesco  del  B.  ;  Lapaccio 

delB.;  Lapo  del  B.  ;  Nerlo  del  B.  ;  Taddeo  del  B. 
Benk  (di  Skr),  V.  Niccold  di  Ser  B. 
Bknkdetti  (di),  V.  Giovanni  di  Neri  di  B. 
Bknkdktto  XI,  pp.,  invia  a  Firenze  per  la  pacificazione 

degli  animi  il  Card.  da  Prato  (an.  1304),  91,  18-20  ; 

in  seguito  a  sollecitazioni  del  pred.  e  del  Card.  Na- 

poleone   Orsini  invia   nella  stessa   c   pel   medesimo 

scopo  due  altri  suoi  legati,  ma  anche  questi  inutil- 

meute  (an.  1305),  93.  39-48. 


Bknedktto,  V.  Tempi  B. 

Benbortto  di  Bartolomeo,  V.  Gucci  B.  di  B. 

Benedetto  dal  Buco,  viene  inviato  a  Rimini  dal  Co- 
mune  di  Firenze  ambasc.  pr.  Carlo  di  Durazzo  della 
Pace  (an.  1380),  378,  11. 

Bbnedbtto  di DA  Carlona,  k  dei  capi  della  coa- 

lizione  democratica  cbe  reclama  maggiore  rigore  sui 
rei  di  complotti  di  {am.  ricche  e  potenti  (an.  1379), 
344,  \i.  ;  k  posto  a  capo,  per  le  Arti  minori,  dei  citta- 
dini  in  armi  a  presidio  della  c  e  del  palazzo  della 
Signoria  (an.  1379),  355,  26  ;  va  con  altri  dai  Priori 
per  riferire  loro  il  mormorio  del  popolo  e  per  suggerire 
rimedi.  361,  27. 

Benedktto  di  Ciardo  dal  Buco,  i  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (an.  1380  maggio-giugno),  372,  17  ;  viene 
inviato  ambasc  pr.  Carlo  re  di  Poglia  per  Tincorona- 
zione  della  regina  Margherita  sua  moglic  (an.  1381). 
390,  18  ;  fe  degli  Otto  uf&ciali  della  guardia  e  par- 
tecipa  l>el  quartiere  S.  Spirito  alla  Balia  per  la  ri- 
forma  del  Governo,  396,  39  ;  gli  viene  affidato  il 
Gonfalone  della  Giustizia,  403.  37-38. 

Benkdktto  di  Gkri  del  Bkllo,  viene  ammonito  (an. 
1377),  305,  U  ;  308,  35-36. 

Bknkdktto  di  Giovanni,  V.  Ciai  B.  di  G.  ;  Strotzi  (de- 
gli)  B.  di  G. 

Bknkdbtto  di  Guccio,  v.  Gennai  B.  di  G. 

Bknkdetto  di  Jacopo  di  Francksco  dkl  Benk,  pro- 
messe  da  lui  fatte  al  Re  d'Ungheria  ed  a  Carlo  della 
Pace  a  nome  del  Comune  di  Firenze,  (an.  1380), 
380.  26-29. 

Bknkdetto  di  Lando,  V.  Fortini  B.  di  L. 

Bhnedetto  di  Martino.  notaio  dei  Priori,  ric,  118, 
31  ;  124,  34. 

Bknbdktto  di  Nkri  di  Benedktto,  k  nelle  liste  dei 
Priori  del  1368  gennaio-1369  gennaio,  273,  38. 

Bknkdetto  di  Pacino,  V.   Peruzzi  (de')  B.  di  P. 

Benedetto  di  Piero,  V.  Morelli  B.  di  P. 

Benedktto.  chiamato  Scaffo.  6  condannato  per  trame 
contro  lo  Stato  a  tre  anni  di  confine  oltre  le  set- 
tanta  miglia  (an.   1378).  340.   13. 

Bknrdktto  di  SiMONK.  V.  Gherardi  B.  di  S.;  Peruzri  B.  di  S. 

Bknkdktto  di  Tkndi.  viene  bandito  e  condannato  nel- 
Tavere  e  nella  persona  (an.  1381),  400,  32. 

Bknedetto  di  Tkndi  d  ^  Carlona.  6  nelle  liste  dei  FYiori 
del  1378  (IugIio-2gosto).  326,  14. 

Bknkdetto  (di).  V.  Benedetto  di  Neri  di  B.  ;  Filippo  di 
B.  ;  Giovanni  di  B.  ;  Leonardo  di  Neri  di  B.  ;  Nrri 
di  B.  ;  Niccold  di  B. 

Benefaffi  (dkl  e  di).  v.  Lapo  del  o  di  B. 

Bknevento.  c  r;c..  436,  12. 

Benghi,  V.  Buondelmonti  B. 

Bbnghi  di  Bartolo,  V.  Pancia  B.  d.  B. 

Benghi  del  Panza,  k  dkl  Pancia,  6  dei  Quarantatre 
cittadini  el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gia  no- 
minati  (an.  1381),  405,  10  ;  partecipa  aUa  nuova 
Balia  per  l'Arte  dei  calzolai,  409,  33  ;  fe  sobillatore 
di  folle  e  tenta  dominare  su  gli  altri,  412,  43. 

Benifassk.  i'.  Lapo  B. 

Bknincasa.  t;.  Altomena  (d')  B.  ;  Casini  di  Sassino  B.  ; 
Fakhi  B.  ;  Lottieri  B.  ;  Struffaldi  B. 


[BenlncMa-BerluiKhiari] 


INDICE   ALFABETICO 


475 


Benincasa  di  Ciuto,  notaio  dei  Priori,  ric,  169,  5. 
Benincasa  di  Fai-co,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1302 
febbraio-1303   febbraio,   90,   35  ;   del   1303   febbraio- 
1304   febbraio,   95,    3;   del   1317  febbraio-1318   feb- 
braio,    124,   20  ;    del    1327    febbraio-1328    febbraio. 
158,  5  ;  e  del  1336  dicembre-1337  dicembre,  186,  6. 
Benincasa  di  Francesco,  6  dei  Priori,  quale  rappresen- 
tante  delle  tre  Arti  minori  aggiunte   (an.    1378  set- 
tembre-ottobre),  331,  29. 
Benincasa  di  Michele,  V.  Ristori  B.  di  M. 
Benincasa    (di),    V.   Bernardo   di  B.  ;    Domenico   di   B.  ; 

Francesco  di  B.  ;  Naddo  di  B.  ;  Scotto  di  B. 
Benini  Feo,   6  nelle  liste  dei  Priori  del    1374  gennaio- 

1375  gennaio,  292,  10. 
Bknini  Piero,  6  condannato  per  trame  in  lire    mille  (an. 

1381),  401,  17. 
Benini  Piero  di  Bindo,   6  fatto  cavaliere  dai    Ciompi 

(an.  1378),  324,  6. 
Benini  Stefano  di  Bindo,  viene  ammonito    (an.  1378), 

316,  18. 
Benini  Vanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1323  febbraio- 

1324  febbraio,  135,  31. 
Benini  (de')  Piero,  6  dei  Priori  (an.   1380  maggio-giu- 

gno),  372,   12. 
Benino  di  Bello,  V.  Borgoli  B.  di  B. 
Benino  di  Guccio,  va  ambasc.  pr.  re  Carlo  di  Puglia 
per  rincoronazione  della  regina  Margherita  sua  mo- 
glie  (an.  1381),  390,  24. 
Benino  (del  e  di),  v.  Feo  di  B,  ;  Salvi  del  B.  ;  Stefano 

del  B. 
Benintendi,  V.  Bartolo  di  Cione  B.  ;  Giovanni  B.  ;  Piero 

di  Stefano  B.  ;  Stefano  B. 
Benintendi    Jacopo    della    Casa,    notaio    dei    Priori, 

ric,  284,  39. 
Benintendi  (di),  V.  Cione  di  B. 
Bknivieni   Cristofano   di   Giovanni,    fe   nelle  liste   dei 

Priori  del  1383  luglio-1384  agosto,  428,  42. 
Benivieni  Lapo  d'Ugolino,  &  nelle  liste  dei  Priori  del 

1296  febbraio-1297  febbraio,  76,  28. 
Benivieni  (di),  V.  MiQhele  di  B. 
Benizi    Bindaccio    d'A  n  t  o  n  i  o,    i  nelle  liste 

dei  Priori  del  1383  maggio-1386  aprile,  443,  17. 
Bknotto  (di),  V.  Andrea  di  B. 
Benozzi  Benozzo  di  Francesco,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del   1382  (settembre-gennaio),  424,   15. 
Benozzo,  V.  Pieri  B. 
Benozzo   d'Andrea,    k  nelle  liste   dei   Priori   del    1313 

febbraio-i3r4  febbraio,  116,  14. 
Benozzo  di  Cino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  maggio- 

1347  gennaio,  228,  12. 

Bknozzo    di    Francksco    d'Andrea,    6   nelle   liste    dei 

Priori  del    1359   gennaio-t36o  gennaio,   255,  29  ;   e 

del  1376  gennaio-1377  gennaio,  307,  2. 

Benozzo  di  Riccio,  viene  ammonito  (an.  1360),  258,  24. 

Benozzo  di  Ricco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1357  gen- 

naio-1358  gennaio,  252,  29. 
Bknozzo  (di),  V.  Andrea  di  B. 
Bentaccorda,   V.  Bonaccorso  B.  ;   Bonaccorso  di  Benci- 

venghi  B.  ;  Teo  B. 
Bbntaccorda  (di),  V.  Deo  di  B. ;  Manetto  di  B. 


Bentaccordi,  V.  Bonaccorso  B.  ;  Deo  B.  ;  Nozzo  di  Ma- 

netto  B. 
Benucci   Benuccio   di   Piero,    6   dei   FViori    (an.    1380 

settembre-ottobre),  383,  15. 
Benvenuti  Bartolo  Ciai,   6  nelle  liste  dei   Priori  del 

1356  gennaio-1357  gennaio,  250,  39. 
Benvenuti  Bartolo  di  Cino,  i  nelle  liste  dei  Priori  del 

1346  maggio-1347  gennaio,  228,  8. 
Benvenuti    Carletto    da    Castelfiorentino,    notaio 

dei  Priori,  ric,  104,   18. 
Benvenuti  GiovANNi  DA  Sesto,  notaio  dei  Priori,  ric, 
167,  25  ;  190,  20  ;  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1348 
gennaio-1349  gennaio,  233,  38. 
Benvenuti  Lippo  di  Puccio,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1307  febbraio-1308  febbraio),  102,  12  ;  6  nelle 
liste    dei    Priori    del    1315    febbraio-1316    febbraio, 
121,  37. 
Benvenuti  Maso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1313  feb- 

braio-1314   febbraio,   116,    9. 
Benvknuti   Matteo,    6  nelle  liste   dei   Priori   del    1328 

dicembre-1329  dicembre,  160,  24. 
Bknvenuti      Nastagio     di     Francesco, 
i  nelle  liste  dei  Priori  del  1365  gennaio-1366  gennaio, 
265,  ie. 
Benvknuti  PiKRO  Di  Puccio,  fe  nellc  liste  dei  Priori  del 

1317  febbraio-1318  febbraio,  124,   10. 
Benvknuti  Tikri,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1322  feb- 

braio-1323  febbraio,  131,  31. 
Benvenuti  Uberto,  viene  ammonito   (an.  1359),  255,  14. 
Benvenuti  Ugolino,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1282 

(ottobre-dicembre),  58,  i3. 
Benvenuti  Vanni  di  Puccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1298  febbraio-1299  febbraio,  78,  14  ;  del  1302  feb- 
braio-i303  febbraio,  91,  3  ;  del  1305  febbraio-1306 
febbraio,  97,  17  ;  del  1308  febbraio-1309  fnbbraio, 
104,  23;  del  1310  febbraio-1311  febbraio,  108,  5; 
del  1311  febbraio-1312  febbraio,  112,  38  ;  del  1313 
febbraio-1314  febbraio,  116,  16  ;  del  1316  febbraio- 
1317  febbraio,  123,  3  ;  e  del  1318  febbraio-1319 
febbraio,  125,  15. 
Benvenuti   (de")   Uberto,  viene  ammonito   (an.    1371), 

277,  37. 
Benvenuto,  V.  Ulivieri  B. 
Benvenuto  di  Piero,  V.  Nuti  B.  di  P. 
Benvenuto  (di),  V.  Giovanni  di  B.  ;  Marco    di  B.  ;  Mat- 

teo  di  B.  ;  Puccio  di  B.  ;  Tieri  di  B. 
Bknzo  di  Filippo,  v.  Soderini  B.  di  F. 
Benzo  di  Guido,  V.  Ricci  {de')  B.  di  G. 
Berardi  Bonaccorso,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1383 

higlio-1384  agosto,  428,  18. 
Berardi  Niccol6,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1380  marzo- 

1381   febbraio,   391,    18. 
Berardo   da   Rbcanati,   caporale   della   Compagnia   S. 
Giorgio,  firmatario  degli  accordi  con  Firenze,  366,  39. 
Brrgo  (di),  V.  Michele  di  B. 
Berlinghikri  di  . .  .  Bkrlinghikri,  ric,  442,  20. 
Berlinghieri  Biliotto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1289 

diceiabre-1290  dicembre,  67,  4. 
"  Berlinghisri    dki    Firidolfi,    signori  del  castello    di 
Monte  GrossoLi,  L,  2  „. 


476 


INDICE   ALFABETICO 


[B*rliiifieri-B«rtaliio  da  GMtovaj 


BsRLiNGiERi     Jacopo     di     Bstto,  ^  fielle 

listc  dei  Priori  det  1364  gennaio-ijSj  gennaio,  265,  t. 
Bkrlinchieri  (di),  V.  Jacopo  di  B. 
B1CRNAB6,  V.  Magaluffi  B.  ;  Visconti  B. 
BERNABUCCr   BiAGio,     partecipa  come  Gunfaloniere     del 

Orago,  quartierc  S.  Spirito,  alla  Balia  per  la  riforma 

del  Govcrno  (an.  1381),  394,  29. 
Bernardi  Ansblmo   di   Palla,  h  nelle  liste  dei   Priori 

del  1305  febbraio-1306  febbraio,  98,  2. 
Bernardi  Bartolo,  notaio  dei  Priori,  ric,  95,  3. 
Brrnardi  Duccio  di  Palla,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1304  febbraio-1305  febbraio,  96,  18. 
Bernardi  Palla,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  dicem- 

bre-1283   dicembre,    59,    19;   e   del    1284   dicembre- 

1285  dicembre,  61,  12. 
Bbrnardino  di  Giambono,  V.  Medici  (de')  B.  di  G. 
Bkrnardo,  V.  Bencivenni  B.  ;  Bordoni  B.  ;  Catlani  B.  ; 

Nelli  B.  ;  Pacini  B.  ;  Ravignani  B. 
Bernardo  d'Aldobrandino,  V.  Rinaldi  B.  d'A. 
Uernardo  d'.\ndrea,   6  nelle  li.ste  dei  Priori  del   1377 

gennaio-1378    luglio,    314,    23  ;    6    condannato    per 

trame  contro  lo  Stato  a  lire  mille  ed  a  tre  anni  di 

confine  (an.  1378),  340,  17  ;  i  sobillatore  di  folle  e 

tenta  elevarsi  su  gli  altri,  412,  40  ;  6  dei  Dieci  cit- 

tadini  el.  per  provvedere  ai  bisogni  per  la  venuta  del 

Siredi  Couchy  (an.  1384),  429,  16. 
Bernardo  del  Bkne,  V.  Pepi  B.  del  B. 
Bernardo      di    Benincasa,    notaio     dei     Priori,    ric, 

104,28. 
Be^^nardo  di  Bernardo,  del  popolo  di  S.  Piero  Maggiore, 

fatto  giustiziare  dal  Capitano  per  complotti  contro 

lo  Stato  (an.  1379),  343,  30. 
Bernardo  di  Castello  da  Quarata,  fe  nelle  liste  dei 

Priori  del  1375  gennaio-1376  gennaio,  299,  2. 
Bbrnardo  di  Cecco,  V.  Spina  B.  di  C. 
Bernardo  di  Chiarissimo  di  Meo,  6  fatto  cavaliere  dai 

Ciompi  (an.  1378),  324,  41. 
Bernardo  di  Conte,  notaio  dei  Priori,  ric,  126,  17. 
Bernardo  di  Covone.  V.  Covoni  (de')  B.  di  C. 
Bernardo  di  Jacopo,  V.  Beccaniigi  B.  di  J.  ;   Paganelli 

B.  di  J. 
Bernardo  di  Lapo,  V.  Ardinghelli  B.  di  L.  ;  Magli  (de') 

B.  di  L. 
Bernardo  di  Lapo  Angiolini,  V.  Magli  (de')  B.  di  L.  A . 
Bernardo  di  Lippo  di  Cione,  6  condannato  neiravere 

e  nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378), 

338,   30  ;   (an.    1379),  365,   10  ;   viene  bandito  come 

ribelle  (an,   1380),  370,  44. 
Bernardo  di   Luigi,   6  dei  Cinquantadue  cittadini  cui 

viene  data  la  Balia,  insieme  a  Priori  e  Collegi,  per  la 

riforma  del  Governo  (an.  1381),  396.  36. 
Bernardo  di  Manfredi,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1285 

dicembre-1286  dicembre,  62.  10  ;  e  del  1291  dicembre 

1292  dicembre.  69.  13. 
Bernardo  di  Manfredi,  V.  Adimari  (degli)  B.  di  M. 
Bernardo  di  Matteo,  t;.  Velluti  (de')  B.  di  M. 
Bernardo  di  Neri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1321  feb- 

braio-1322  febbraio,  128.  37  ;  e  del  1335  dicembre- 

1336  dicembre.  183,  15. 
Bbrnardo  di  Nerozzo,  V.  Alberti  (degli)  B.  di  N. 


Bernardo  di  N1CCOL6  Di  BoccHiNO,  viene  escluso  per 

sempre  dagli  ufBci  (an.  1381),  401,  38. 
Bernardo  di  Paolo  di  Luti,  V.  Corbizi  B.  di  P.  di  L. 
Bernardo  di  Piero,   k  nelle  liste  dei   Priori  del    1360. 

gennaio-1361  gennaio,  259,  13  ;  e  del  1373  gennaio- 

>374  gennaio,  288,  32. 
Bbrnardo  di  Piero,  V.  Biliotti  (de')  B.  di  P.  ;  Doni  B. 

di  P.  ;  Slrozzi  (degli)  B.  di  P. 
Bernaroo  di  Piero  della  Rena,  6  nelle  liste  dei  Pnori 

del  1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  7. 
Bernardo  da  Quarata,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1330 

dicembre-1331  dicembre,  167,  26. 
Bernardo  di  Ridolfo,  V.  Pretassini  B.  di  R. 
Bbrnardo   Rosello,  del  pop)olo  di  S.    Piero  Maggiore, 

condannato   alla   forca   per   trame   contro   lo   Stato 

(an.   1379),  344,  28. 
Bernardo  di  Salvestro,  V.  Buonjigliuoli  B.  d.  S.  ;  Vel- 

luti  B.  di  S. 
Bernardo  di  Sandro  d'Andrea,  viene  ammonito  (an. 

1376).  301,  2. 
Bernardo  di  Simone,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1346 

maggio-1347  gennaio,  229.  4. 
Bernardo  di  Taddeo.  V.  Carchelli  B.  di  T.  ;  Carcherelli 

B.  di  T. 
Bernardo  di  Tuccio,  caporale  della  Compagnia  S.  Gior- 

gio,  firmatario  degli  accordi  con  Firenze  (an.  1379), 

367,  15. 
Bernardo  d'Ubaldino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1285 

dicembre-1286  dicembre,  61,  33. 
Bernardo   (di),  V.  Amerigo  di  B.  ;  Anselmo  di  Palla  di 

B.  ;  Castello  di  B.  ;  Dino  di  B.  ;  Filippo  di  B.  ;  Gio- 

vanni  di  B.  ;  Guido  di  B.  ;  lacopo  di  B. 
Bernarduccio  di  Lapo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1354 

gennaio-1355  gennaio,  248,  31. 
Bernotti  Guidalotto.  6  nelle  liste  dsi  Priori  del  1340 

dicembre-1341  dicembre,  190,  3. 
Bernotti  Simone.  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1326  feb- 

braio-1327  febbraio,  155,  21. 
Bertacchino,  i;.  Frescobaldi  B. 
Bertaldi  Guglielmo,  illustre  fiorentino  morto  combat- 

tendo  contro  gli  Aretini  a  Campaldino   (an.   1289), 

66,  7-8. 
Bertaldi    Ruggeri   di    Guglielmo,    notaio   dei   Priori. 

ric.  63.  40. 
Bertaldo,  V.  Pandolfini  B. 
Bertaldo  Cesare.  leggendario  parente  di  Cesare  parti- 

giano  di  Catilina.  restato  a  Fiesole  tra  i  superstiti 

Catilinari.    cui    Cesare,    secondo    la    leggenda    stefa- 

niana,  alla  presa  e  alla  distruzione  di  questa  c,  per- 

dona  e  consente  di  potersi  stabilire,  insieme  agli  al- 

tri  Fiesolani,  nella  nuova  c.  di  Firenze,  11,  19-24  ; 

viene  mandato  a  Roma  dal  parlamento  della  nuova 

c  per  ottenere  di  potersi  reggere  a  modo  proprio  e, 

tornato  colle  attese  concessioni,  viene  nominato  con- 

sole  della  C  per  cinque  anni,  24,  30  ;  .  raffronto  con 

rUberto    Cesare    della  leggenda  del  Libro  fiesolano  • 

XXXIII,    17-35  ;   XXXIV.  1-38  ;    XXXV,  1-5  „. 
Bertaldo  da  Genova,  Difensore  del  contado  fiorentino  : 

cittadini  da  lui  condannati  pel  tentativo  d'incursione 

su  Figline  (an.  1379).  351,  19-34. 


[Bertello-Biaiichi] 


INDICE  ALFABETICO 


477 


Bertello  (di),  V.  Sandro  di  B. 

Berti  Betto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1356  gennaio- 

1357  geanaio,  250,  22. 
Berti  Neri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1283  dicembre- 

1284  dicembre,  60,  8. 
Bertini  Simone,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1355  gennaio- 

1356  gennaio,  249,  41  ;  viene  ammonito  (an.  1358), 

253,  36. 
Bbrtino  (di),  V.  Simone  di  B. 
Berto,  t^.   Casini  B.  ;   Cecchi  B.  ;   Giugni  (de')   B.  ;   Sal- 

VHCci  B. 
Berto  di  Dino,  notaio  dei  Priori,  ric,  186,  20. 
Berto  Gratini,  V.  Duranti  B.  G. 
Berto  Manetti,  V.  Ferraccini  B.  M. 
Berto  (di),  V.  Betto  di  B.  ;  Domenico  di  B.  ;  Neri  di  B.  ; 

Slefano  di  B. 
Bertoldo  di  Gbppo,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1349 

gennaio-1350   gennaio,   235,    12 ;   del    1358   gennaio- 

1359  gennaio,  254,  34. 
Bertoldo  (di),  V.  Bacherino  di  B.  ;  Jacopo  di  B. 
Bertolo     di     Piero,     i  nelle  liste  dei  Priori  del 

Z366  gennaio-1367  gennaio,  266,   11. 
Bertuccio,  V.  Taddei  B. 
Bese  (del),  V.  Biisino  del  B. 
Betti  Andrea  di  Niccol6,  k  dei  Dieci  della  Mercatan- 

zia  e  partecipa  al  Consiglio  di  Balia  per  la  riforma 

del  Governo  (an.   1381),  395,  20  ;  409,  24. 
Betti  Betto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1344  maggio- 

1345  maggio,  222,  29. 
Betti  Betto  di  Rinaldo,   6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1312  febbraio-1313  febbraio),  115,  15. 
Betti  Rinaldo,  6  neUe  liste  dei  Priori  del  1282  (ottobre- 

dicembre),  58,  27. 
Bettini  Mettino    6  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gen- 

naio-1351  gennaio  240,  3, 
Bettino,  V.  Rimbertini  (de')  B. 
Bettino    di     Bindaccio    da     Ricasoli,    Proposto    del 

consiglio    dei    capitani    della   Parte    guelfa,    fa  ap- 

provare,    con    la     violenza,    dai    riluttanti   colleghi 

le     ammonizioni     proposte    (an.     1378),    317,     11  ; 

6  fatto  dei  Sopraggrandi,  321,  28  ;    viene  confinato 

ad    Ancona,   328,  36  ;    6    dei    Quarantatre  cittadini 

el.    in    aggiunta  agli  altri  della  Balia  gici  nominati 

(an.   1381),    404,   44  ;    tenta   di  levarsi  su   gli  altri, 

412,   30. 
Bettino  di  Covone,  V.  Covoni  (de')  B.  di  C. 
Betto,  V.  Berti  B.  ;  Betti  B.  ;  Geppi  B.  ;  Rinaldi  B. 
Betto    di    Berto,    i  nelle  liste  dei  Priori  del  1365 

gennaio-1366  gennaio,  265,  2i. 
Betto    di    Cecco,    i  nelle  liste  dei  Priori  del  1338 

dicembre-Z33g  dicembre,  187,  S. 
Betto  di  Nigio,  6  nelle  liste  dei    Priori  del  1346  maggio 

1347  gennaio,  228,  6. 
Betto  del  Ricco,  V.  Baldovinetti  B.  del  R. 
Betto   di   Rinaldo,    6   Gonfaloniere  di   Giustizia    (liste 

1293  febbraio-1294  febbraio),  74,  4  ;  6  nelle  liste  dei 

Priori  del   1301   febbraio-1302  febbraio,  88,  28  ;  del 

1304  febbraio-1305  febbraio,  96,   19  ;  del   1309  feb- 

braio-r^io  'ebbraio,   106,  20  ;  e  del   1314  febbraio- 

1315  febbraio,  119,   19. 


Beito  di  Tano  del  Bene,  viene  condannato  a  lire  due- 
cento  (an.  1381),  401,  19. 

Bettonk,  V.  Cini  B. 

Bezzole  di  Forte  del  Bezzole,  i  nelle  liste  dei  Priori 
del  1313  febbraio-1314  febbraio,  116,  6  ;  v.  anche 
Bezzoli  Bezzole  di  Forte. 

Bezzole  (del),  V.  Bezzole  di  Forte  del  B.  ;  Lorenzo  di  Neri 
del  B.  ;  Neri  di  ForU  del  B. 

Bezzoli  Bezzole  di  Forte,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1302  febbraio-1303  febbraio),  90,  38  ;  6  nelle 
liste  dei  Priori  del  1305  febbraio-1306  febbraio,  98, 
3  ;  e  di  nuovo  Gonfaloniere  (liste  1308  febbraio- 
1309  febbraio),  104,  26  ;  v.  anche  Bezzole  di  Forte 
del  Bezznle. 

Bezzoli  (de')  Neri  di  Forte,  b  nelle  liste  dei  Priori  del 
1307  febbraio-1308  febbraio,  102,  18  ;  e  del  1327 
febbraio-1328  febbraio,  157,  35. 

Biagio  Bernabucci,  V.  Mazzocchi  B.  B. 

BiAGio  Di  Bonaccio,  V.  Guasconi  B.  di  B. 

Biagio  di  Caruccio,  V.  Alberti  B.  di  C. 

BiAGio  Di  CiNELLO  DA  MoNTELUPO,  6  condannato  nel- 
Tavere  e  nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato 
(an.  1379),  344,  39. 

BiAGio  Di  Fecino,  V.  Ridolfi  B.  di  F. 

BiAGio  Di  Francesco,  del  popolo  di  S.  Lucia  d'Ognis- 
santi,  k  condannato  neiravere  e  nella  persona  pcr  la 
rivolta  degli  Otto  di  Balia  di  S.  Maria  Novella  (an. 
1378),  336,  31. 

BiAGio  Di  Leone,  V.  Simoni  B.  di  L. 

BiANCARDi  Ugolotto,  capitano  della  Compagnia  S.  Gior- 
gio,  'irmatario  degli  accordi  con  Firenze,  367,  2. 

BiANCHi  Iparte  bianca],  fazione  del  partito  Guelfo  cui 
stanno  a  capo  in  Firenze  i  Cerchi,  presso  i  quali  i 
Bianchi  di  Pistoia,  cacciati  dallapatria,  avevano,  per 
ragioni  di  parentela,  trovato  ospitaliti  e  protezione, 
79,  28-30  ;  80,  30-33  ;  primi  loro  contrasti  e  scontri 
con  i  Donati,  diventati  invece  capi  della  fazione  oppo- 
sta  detta  dei  Neri,  in  casa  di  Vieri  dei  Cerchi  ed  alle 
feste  del  Calendimaggio  (an.  1300),  79,  39-44 ;  80, 1-28 ; 
famiglie  nobili  e  popolane  che  si  schierano  coi  Ccr- 
chi  e  che  si  dissero  di  parte  bianca,  33-38  ;  s'oppon- 
gono  alle  richieste  del  card.  d'Acquasparta,  mandato 
a  Firenze  come  paciere  da  Bonifacio  VIII,  perchfe 
ritenuto  favorevole  ai  Neri,  81,  10-13  ;  vengono  a 
zuffa  coi  Neri  in  Oltrarno,  durante  un  mortorio,  15- 
26  ;  nuovi  scontri  con  gli  stessi  a  Remole  e  condanne 
dei  principali  responsabili  (an.  1301),  29-39  ;  vengono 
confinati  a  Sarzana  alcuni  loro  capi,  83,  3-17  ;  fanno 
cacciare  in  bando  Corso  Donati  capo  della  fazione 
opposta,  82,  39-40  ;  83,  1  ;  ma  questi,  rientrando  in 
Firenze  mentre  vi  entrava  nello  stesso  tempo  Carlo 
di  Valois,  inviato  come  nuovo  paciere  da  Bonifacio 
VIII,  fa  coi  suoi  partigiani  le  sue  vendette  caccian- 
doli  dagli  uffici,  84,  24-43  ;  85,  1-10  ;  vengono  a 
nuove  risse  sanguinose  coi  Neri,  26-40;  e  sono,  quindi 
cacciati  quasi  tutti  in  bando  (an.  1302),  86,  31-37  ; 
87,  1-4  ;  unitisi  con  gli  esuli  Ghibellini  si  afiorzano 
in  Pistoia  e  nei  castelli  degli  Ubaldini  e  dei  Pazzi. 
loro  allcati,  e  muovono  piCi  volte  dai  loro  nidi  contro 
Firenze,  87,  6-8,  18-18,  26-34,  in  conseguenza  di  che 


Tomo  XXX,  p.  I  —  31. 


478 


INDICE  ALFABETICO 


[Bianchi.BilioUl 


veDgono  presi  e  mandati  a  morte,  come  rei  di 
complotti,  dal  Podesti  Fulcieri  da  Calboli,  quei 
pochi  della  loro  parte  cni  era  stato  sino  allora  rispar- 
miato  il  bando,  S7-3»  ;  88,  1-13  ;  loro  vani  tentativi 
pcr  rientrare  in  c.  con  gli  aiuti  dei  Bolognesi  condotti 
da  Scarpetta  degli  Ordelaffi,  89,  3-17,  e  con  gli  aiuti 
dei  Bianchi  e  dei  Ghibellini  di  Toscana  e  di  Bologna 
raccolti  dal  card.  da  Prato  (an.  1304),  92,  38-43  ; 
93,  1-4  ;  si  riaccostano  a  Corso  Donati  con  segrete 
trattative  e  s'adunano  a  Remole  nella  vana  speranza 
di  poter  rientrare  finalmente  in  Firenze  (an.  1308), 
100,  16-17,  25-27  ;  si  uniscono  per  questa  stessa  spe- 
ranza,  che  fallisce  ancora  una  volta,  con  le  milizie 
deirimperatore  Arrigo  VII  marciante  contro  Firenze 
(an.  1312),  109,  14. 

BiANCHi  e  Nbri,  fazioni  sorte  la  prima  volta  in  Pistoia 
dalla  divisione  della  potente  famiglia  locale  dei 
Cancellieri  (an.  1300),  79,  1-24  ;  i  loro  capi  vengono 
dal  Comune  di  Pistoia,  per  ristabilire  la  pace  in  citti, 
confinati  a  Firenze,  24-27  ;  accolti  e  protetti,  per  i 
loro  parentadi,  da  potenti  famiglie  del  luogo,  provo- 
cano  anche  qua  la  divisione  degli  animi,  la  scissionc 
del  partito  guelfo  dominante  e  delle  fam.  che  lo  for- 
mavano,  ed  il  sorgere  delle  fazioni  dei  Bianchi  e  dei 
Neri  o,  come  allora  si  disse,  della  parte  nera  e  della 
partu  hianca  (v.)  (an.  1300),  27-36. 

BiANCiARDi  GioVANNi,  vicne  ammonito  (an.  1357),  251, 
36. 

BiANciARDO  Di  ToRiccA,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1293 
febbraio-i294  febbraio,  74,  1. 

BiANCO  Di  BoNFi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1368  gennaio- 
1369  gennaio,  274,  7. 

BiANCO  Di  BoNSi,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gennaio- 
1353  gennaio,  242,  42  ;  del  1355  gennaio-1356  gen- 
naio,  250,  4  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1358 
gennaio-1359  gennaio),  254,  29  ;  i  di  nuovo  nelle  liste 
dei  Priori  del  1364  gennaio-1365  gennaio,  265,  14  ; 
e  del  1377  gennaio-1378  luglio,  314,  14. 

BiANco  (dkl),  i;.  Guido  del  B. 

BiBBiENA,  terra  deirAretino  presa  dai  Fiorentini  (an. 
1289,  66,  9  ;  ric,  65,  37  ;  98,  23. 

BiBLiOTTi  GiovANNi  Di  Bartolo,  vicne  condannato  per 
trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  11. 

BiccHi  PiNO  da  Signa,  notaio  dei  Priori,  ric,  76,  36. 

BiECO  Di  Teglia  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1385 
maggio-1386   aprile,  443,  <• 

BiKCO  (del),  V.  Pacino  del  B.  ;  Tuccio  del  B. 

BiFFOLi  SiMONE  Di  Matteo,  h  dci  Priori  (an.  1379  gen- 
naio-febbraio),  362,  5  ;  e  (an.  1383  maggio-giugno), 
426,   8. 

BiGLioTTi,  e  BiLiOTTi,  Bartolo  di  Cknni,  6  nelle  liste 
dei  Priori  del  1344  maggio-1345  maggio,  222,  27  ; 
del  1355  gennaio-x356  gennaio,  249, 27  ;  del  1361  gen- 
naio-1362  gennaio,  259,  42  ;  del  1365  gennaio  -1366 
gennaio,  265,  22  ;  e  del  1369  gennaio-1370  gennaio, 
274,  37. 

Bigliotti  Jacopo,  viene  escluso  dagli  uffici  per  tre  anni 
(an.  1379),  363,  36. 

Bighotti  (dk')  Bernardo  di  Piero,  6  dei  Quattro  ra- 
gionieri  el.  a  rivedere  e  rivendicare  le  ragioni  ed  i  di- 


ritti    del    Comune    usurpati    dai  privati  (an.    13731 
287,    3. 

Bilbnchi  Bindo  di  Donato,  i  nelle  liste  dei  Priori  il< 
1299  fcbbraio-1300  febbraio,  82,  17. 

Bilenchi  Manieri  di  Giovanni  Chiarissimi,  viene  am 
monito  (an.  1378),  316.  IS. 

BiLENco  (dbl).  V,  Donato  del  B. 

Biliotti  Bernardo  di  Bartolo,  viene  esclnso  dai 
uffici  per  tre  anni  (an.  1379).  363,24. 

Biliotti    Biliotto    Di    Metto.  6    nelle  liste  dei  Priou 
del  1325  febbraio-1326  febbraio,  151,  S9  ;  h  Gonfa 
loniere   di    Giustizia    (liste    1333   dicembre-1334 
cembre),  177,   11  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Prioi 
del  1337  dicembre-1338  dicembre,  187,  6. 

BiLioTTi  Biliotto  di  Sandro,  viene  fatto  dei  Grandi, 
363,  2  ;  6  dei  Ciaquentadue  cittadini  cni  viene  data 
la  Balia,  insie  r.e  ai  Priori  e  CoUegi,  per  la  riforraa  del 
Govemo  (an,  1381),  396,  20  ;  tenta  di  levarsi  sugli 
altri.   412,  28  ;   413,   6. 

BiLiOTTi  Cenni,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1304  febbraio- 

1305  febbraio,   96,  6 ;    del   1308   febbraio-1309  feh- 
braio,  104.  20. 

BiLiOTTi,  e  BiGLiOTTi.  Francesco  di  Cbnni,  t  nelle  li- 

ste    dei    Priori    del    1329    dicembre-1330    dicembre, 

164,  13  ;  e  del  1340  dicembre-1341  dicembre,  189,  21 . 
BiLioTTi.  e  BiGLioTTi,  Francesco  di  Vannozzo,  d  nelle 

liste  dei  Priori  del  1347  gennaio-1348  fennaio,  229. 

39  ;  e  del  1353  gennaio-1354  gennaio,  246,  12. 
BiLiOTTi,  e  BiGLiom,  Giovanni  di  Bartolo,   k  tra   i 

capi  ed  i  maggiori  istigatori  della  Parte  guelfa.  308. 

2  ;  318,  4,  18  ;  6  condannato  neiravere  e  nella  per- 

sona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  338.  40  ; 

viene   bandito  corae  ribelle    (an.  1380),    370,   40  ;  v. 

anche  Biliotli  Giovanni  di  Bartolo  di  Cenni. 
Biliotti  Giovanni  di  Bartolo  di  Cenni,  6  nelle  liste 

dei  Priori  del  1377  geimaio-1378  luglio,  314,  20  ;  v. 

anche    Biliotli,  e  Bigliotti,   Giovanni  di  Bartolo. 
Biliotti  Giovannozzo  di   Francesco,   h  nelle  liste  dci 

Priori  del  1372  gennaio-1373  gennaio,  284.  ii  ;  vien? 

fatto  dei  Grandi,  363.  2  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1383  IugIio-1384  agosto),  428.  22. 
BiLiom    GuALTiERO    Di    Bartolo,    \-iene    esclJso    dagli 

uffici  per  tre  anni  (an.  1379),  363,  25. 
BiLiOTTi  Lando,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1305  febbraio- 

1306  febbraio,  97,  22. 

BiLioTTi  Maso  Jacopi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1300 

febbraio-1301  febbraio,  86.  25. 
BiLiOTTi  Matteo,  notaio  dei  Priori,  ric,  78,  17  ;  90.  39  ; 

b  nelle  liste  dei  Priori  del    1303    febbraio-1304  Xeb- 

braio,  94.  40  ;    del  1306  febbraio-1307  febbraio,  99. 

36  ;  del  1309  febbraio-1310  febbraio.   105,  33  ;  e  del 

1310  febbraio-1311  febbraio,  108,  23. 
BiLiOTTi  Matteo  di  Lando,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

i345maggio-i346  maggio,  227,    6. 
BiLiOTTi  Metto,  fe  nelle  liste  dei  Priori    del  1302  febbraio 

1303  febbraio,  91,  9  ;  e  del  131 2  febbraio-1313  feb- 

braio,   114,   31. 
BiLiOTTi   Orlandino   di   Nino,   notaio   dei   Priori,   ric, 

77,  20. 
BiLiOTTi,  e  BiGLioTTl,  Sandro,  &  dei  Quattordici  citta- 


011       ; 

di.l 


[Biliotti-Boccoli] 


INDICE  ALFABETICO 


479 


dini  el.  dal  Parlamento  per  la  costituzione  del  nuovo 

Governo   dopo   la   cacciata   del   Duca   d'Atene    (an. 

1343),  207.  32. 
BiLiOTri,  e  BiGLioTTi,  Sandro  di  Cenni,  fe  Gonfaloniere 

di  Giustizia  (liste  1348  gennaio-1349  gennaio),  233, 

28  ;  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1356  gennaio-1357  gen- 

naio,  250,   31. 
UiLiOTTi  (de')  Metto,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1315  feb- 

braio-1316  febbraio,  122,  8. 
BiLioTTO,  t;.  Alfani  B.  ;  Berlinghieri  B. 
BiLiOTTO  Di  Metto,  V.  BiHotti  B.  di  M. 
BiLiOTTO  (di),  V.  Lando  di  B.  ;  Metto  di  B. 
BiNDELLO  Di  SiMONE,  V.  Beccanugi  B.  di  S. 
'indi  Cristofaro,  notaio  dei  Priori,  ric,  341,  H. 
iJiNDi  Pero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del    1326    febbraio- 

1327  febbraio,  155,   14. 
iiiNDo,  V.  Altoviti  (deglij  B.  ;  Badessa  [della)  B.  ;  Cambi 

B.  ;  Ferrucci  B.  ;  Guineldi  B.  ;  Macci  (de')  B.  ;  Man- 

tini  B.  ;   Vernacci  B. 
l3iNDO  d'Aldobrandino  del  Tasso,  fe  nelle  liste  dei  Priori 

del  1294  febbraio-1295  febbraio,  75,  20. 
Bindo  d'Ammanato,  V.  Prosperi  B.  d'A. 
BiNDO  Di  BoNACCio,  i;.  GuarconiB.    di  B.  ;  Guasconi    B. 

di  B 
BiNDO  Di  CiONE  da  Passignano,  notaio  dei  Priori,  ric, 

228,    8. 
Bi.NDO  Di  Donato,  V.  Bilenchi  B.  di  D. 
BiNDo  Di  Firenze,  V.  MachiavelH  (de')  B.  di  F. 
BiNDO  Di  Giovanni,  V.  VeccMetti  B.  di  G. 
BiNDO  Di  Guicciardo,  V.  MagnoU  (de')  B.  di  G. 
BiNDO  Di  NiccoLo',  V.  Raugi  B.  di  N. 
BiNDO  DA  Pagnano,  t>.  Martint  B.  da  P. 
BiNDO  Di  Spigliato,  h  nelle  liste  dei  Priori   del  1304  feb- 

braio-1305    febbraio,    96,   29. 
BiNDo  Di  Spigliato,  notaio  dei  Priori,  ric  288,  39. 
BiNDO   DEL   Tasso   d'Aldobrandino,    6   nelle   liste   dei 

Priori  del  1294  febbraio-1295  febbraio,  75,  20. 
BiNDO  di  Vanni  da  Empoli,  notaio  dei  Priori,  ric,  222,  36. 
BiNDO  (di),  V.  Dionigi  di  B.  ;    Fredi  di  B.  ;  Folino  di  B. 
BiNGERi  (di),   V.  Giovanni  di  B. 
Bingibri  di  Nardo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1322  feb- 

braio-1323  febbraio,  131,  20  ;  del  1346  maggio-1347 

gennaio,  228,  23  ;  v.  anche  Rucellai  B.  di  N. 
BiNi  PiERo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1351  gennaio-1352 

gennaio,    241,   2  ;    del    1362    gennaio-1363    gennaio, 

261,   35  ;    del   1369  gennaio-1370  gennaio,  274,  28  ; 

e  del  1374  gennaio-1375  gennaio,  291,  19. 
BiNO  Di  BiNO,  viene  confinato  a  Todi  dal  Capitano  (an. 

1381),  408,  21  ;  gli  viene  revocato  il  bando   dairUf- 

ficio  di  Balia,  410,   31. 
BioiA  (della),  V.  Dino  di  Lapo  della  B. 
BiSARNEsi  Bartolomeo  di  Francesco,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1383  settembre- 1 384  aprile,  435,  1. 
BisARNESi  Cione  di  Bonsignore,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1321  febbraio-1322  febbraio,  128,  23  ;  e  del  1325 

febbraio-1326  febbraio,  152,  20  ;   6  Gonfaloniere  di 

Giustizia  (liste  1328  dicembre-1329  dicenibre),  160,24. 
Bischeri  [Biscari]  Bartolo  di  Lotto,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del   1308  febbraio-1309  febbraio,  104,   8  ;  del 

1310  febbraio-1311  febbraio,  108,  23;  del  1313  feb- 


braio-1314    febbraio,    116,    18  ;    del    1315    febbraio- 

1316  febbraio,   121,    30  ;   e   del    1324   febbraio-1325 

febbraio,  147,  33. 
BiscHERi  GioVANNi  Di  Bartolo,  e  nelle  liste  dei  Priori 

del  1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  41  ;  del  1356  gen- 

naio-1357  gennaio,  250,  39  ;  del  136!  gennaio-1362 

gennaio,  259,  44. 
BiscHERi  NoFRi  Di  GiovANNi  Di  Niccol6,  6  nelle  liste 

dei  Priori  del  1376  gennaio-1377  gennaio,  307,  14. 
BiscoNTi,  V.    Visconti. 
BiSDOMiNi,  fam.  fiorentina  del  quartiere  Duomo,  21,  7  ; 

di  parte  nera,  80,  40  ;  si  tenta  da  turbe  del  popolo 

minuto  di  dare  Tassalto  alla  sua  casa  (an.     13.(3), 

214,  25-39  ;   215,    1-5. 
BiSDOMiNi    CiRiTiERi,    viene    fatto    cavaliere    dal    Duca 

d'Atene  (an.   1342),  196,  28  ;  diventa  consigliere  del 

Ehica,  200,  25  ;  si  salva  a  stento  dalla  furia  popoUire 

che  lo  ricerca,  209,  15-18  ;  215,  34. 
BisDOMiNi  Gherardo,  6  nellc  liste  dei  Priori  del   1288 

dicembre,  1289  dicembre,  65,  14. 
BisDOMiNi  GiovANNi,  ric,  239,  3. 
BisDOMiNi  (de')  Guido,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1288 

dicembre-1289  dicembre,  265,   7. 
BisDOMiNi  (de')  Tici,  muore  a  Campaldino  combattendo 

contro  gli  Aretini  (an.   1289),  66,  8. 
BiviGLiANi  Salvestro,  della  Compagnia  degli  Acciaiuoli 

ric,  225,  31. 
BiviGLiANo  Di  Manetto,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1331 

dicembre-r332  dicembre,   168,   39  ;    1337  dicembre- 

1338    dicembre,  187,  24 ;    v.   anche  Buonricoveri    B. 

di  M. 
Bizzo  Di  Cambio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1305  febbraio- 

1306    febbraio,    98,   2. 
Bizzo  Di  Cambio,  V.  Alberti  B.  di  C. 
Bizzo  e  Bizzi  (di),  v.  Martino  Vaiaio  di  B. 
BoccA,  V.   Scarlatfi  B. 

BoccACCi  CiANO  Di  Neri,  notaio  dei  Priori,  ric,  123,  17. 
BoccAcci  Federigo  di  Arduino,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del   1341   dicembre-1342   dicembre,   190,   40. 
BoccAccio  d'Arduino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1362 

gennaio-1363   gennaio,   262,    18  ;   del    1368  gennaio- 

1369  gennaio,  274,  6. 
BoccACCio  Di  GoLiNO  DA  Certaldo,   6  nellc  liste  dei 

Priori  del  1321  febbraio-1322  febbraio,  129,  U. 
BoccAccio  Di  Manno,  v.   Vittori  B.  di  M. 
BoccACCio  (del),  v.  Arrigo  del  B. 
BoccHi  DoNO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  dicembre- 

1283   dicembre,    59,    7. 
BoccHi    Francesco    d'Arrigo,    viene    amraonito    (an. 

1377).   309,    1. 
BoccHiNi  ToLOMEO  Di  Cbcco,  6  dci  Dieci  cittadini  el.  a 

provvederc  sul  da  fare  per  la  venuta  del  Sire  di  Cou- 

chy  (an.  1384),  429,  16. 
BoccHiNO,  V.  Rimbaldezi  (de')  B. 
BoccHiNO  del  Bene  d'Albizzo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1343  apriIe-1344  aprile,  219,  25. 
BoccHiNO  Di  Chiaro,  V.  Rimbaldesi  B.  di  C. 
BoccHiNO  (Di),  v.  Cecco  di  B.  ;  Niccolb  di  B. 
BoccOLi  Naddo  d'Andrea,   6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1354   gennaio-1355   gennaio,   248,    17. 


480 


INDICE   ALFABETICO 


[BoccuccUBoaaccorto  di  Lapo' 


Boccucci  Pacolo.  k  Gonfaloniere  di  Giustizia  (linte  1344 
nMtggio-1343    maggio),    222,    34-36. 

BoDDi  Paoolo  e  PozzETTO,  suo  liglio,  del  popolo  di  S. 
Friano,  vengono  condannati  nell'avere  e  nelle  per- 
sone  per  la  rivolta  degli  Otto  di  Balia  di  S,  Maria 
Novella  (an.  1378),  336,  «0-41. 

BoEMiA  (kb  Dl),  V.  Carlo  re  di  B.  ;  Giovanni  re  di  B.  ;  Ven- 
ceslao  re  di  B. 

BoLOGNA  (CittA),  vi  vengono  mandati  dagli  Otto  di  Ba- 
lia  di  Firenze  emissari  per  suscitarvi  rivolte  contro 
la  Chiesa  (an.  1375),  295,  19-24  ;  si  ribella  alla  Chiesa, 
25-26 ;  vi  giungono  milizie  ed  ambasc.  fiorentini 
per  organizzare  e  presidiare  il  miovo  Governo,  26-29  ; 
vi  si  tenta  invano  da  parte  di  alcune  famiglie  locali, 
d'accordo  col  Card.  di  Ginevra,  di  abbattere  il  li- 
bero  comnne  e  ristabilire  il  dominio  della  Chiesa, 
299,  35-43  ;  300,  1-4  ;  ric,  64,  27  ;  371,  17  ;  "  cf. 
CX,  24-38  ;  CXI.  16  "  ;  v.  anche  Bolognesi  ;  [Nolllet 
Guglidmo^  Card.   Legato  di  B. 

BoLOGNA  (coNTADo),  viene  devastato  dalle  milizie  di  Ma- 
stino  della  Scala  (an.  1335),  180,  6. 

BoLOGNESi,  vengono  piti  volte,  ma  sempre  invano,  in 
aiuto  dei  Bianchi  cacciati  da  Firenze  per  tentare  di 
farli  rientrare  in  .  (an.  1302),  89,  3-17  ;  (an.  1304), 
93,  19,  25-31  ;  mandano,  unitamente  ai  Fiorentini, 
loro  milizie  al  re  Roberto  in  Lombardia,  contro  Mat- 
teo  Visconti  (an.  1319),  125,  37-38  ;  inviano  aiuti 
a  Carlo  di  Calabria,  signore  di  Firenze,  per  la  guerra 
contro  Castruccio  (an.  1326),  150,  6  ;  sfringono  nuova 
lega  coi  Fiorentini  (an.  1335),  179,  38-40  ;  mandano  a 
questi  loro  aiuti  per  la  guerra  contro  Lucca  (an.  1337), 
184,  20  ;  asscldano,  insieme  con  gli  stessi,  la  Compa- 
gnia  di  ventura  dei  Brettoni  (an.  1376),  300,  7-23  ; 
"  cf.  CXI,  16  "  ;  vengono  inviati  pr.  di  loro  messi 
dai  Fiorentini  affinchfe  impediscano  alla  brigata 
di  Carlo  di  Durazzo,  accampata  nel  loro  terri- 
torio,  di  potersi  muovere  contro  Firenze  in  aiuto  de- 
gli  sbanditi  e  congiurati  ai  danni  dello  Stato  (an. 
1379).  356,  8-11  ;  misure  da  loro  prese  a  questo 
riguardo,  17-35  ;  inviano  ainti  ai  Fiorentini  aggrediti 
dalle  milizie  della  brigata  di  Gfannotto,  siniscalco 
del  pred.  Carlo  di  Durazzo  (an.  1380),  371,  33  ;  ri- 
iutano  Tadesione  alla  lega  proposta  da  Firenze 
coi  Senesi,  Lucchesi  e  Pisani,  377,  1-3  ;  mandano 
aiuti  agli  stessi  Fiorentini  assaliti  da  Carlo  di  Durazzo, 
380,  4  ;  danno  il  passo  per  le  loro  terre  agli  Ungheri 
del  detto  Carlo  che  ritornavano  in  patria  venendo 
con  loro  ad  accordi,  383,  35-39  ;  rimettono  ai  Fioren- 
tini  una  lettera  del  Duca  d'Angi6,  che  li  riguardava, 
da  loro  intercettata,  421,  47-48  ;  422,  3-4  ;  corrono 
di  nuovo  in  aiuto  dei  Fiorentini  in  lotta  con  Arezzo 
(an.  1384),  430,  11;  vengono  nominati  da  questie 
dai  Senesi  quali  arbitri  per  la  decisione  d'una  loro 
vertenza,  437,  27 ;  w.  anche  Bologna. 

BoMBENi  (de')  Bartolomeo  di  Lapo,  6  fatto  Cavaliere 
dai  Ciompi  (an.   1378),  324,  28. 

BoNACCio,  V.  Ottohuoni  B. 

BoNACCio  (Di),  V.  Rinuccio  di  B. 

BoNACCOLTi  (DE")  FiLiPPO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1317 


febbraio-i3i8  febbraio,  124,  19  ;  e  del  1322   febbraio- 

1323   febbraio,   131,   9. 
BoNACcoLTi  e  BoNACoLTi,  (db')  Tbggbia,  *  nelle  listt 

dei  Priori  del  1316  febbraio-1317  febbraio,  123,  12  ; 

del  1321  febbraio-1322  febbraio,  128,84  ;  e  del  1323 

iebbraio-1324    febbraio,    135,    82. 
BoNACCORSi,  fam.  fiorentina  favorevole  al  Duca  d'Atene  ; 

(an.    1342),   195,   35. 
BoNAccoRsi    Bartolomeo    di    Giovanni,    6   dei    Priori 

(an.  1380  novembre-dicembre),  384,8. 
BoNAccoRsi  BoNACcoRso  Di  Lapo  di  Giovanni,  *  nelle 

liste  dei  Priori  del  1361  gennaio-1362  gennaio,  260, 

14  ;  e  del  1368  gcnnaio-1369  gennaio,  274,  21. 
Bonaccorsi  GioVANNi  \Jovantti],  i  nclle  liste  dei  Priori 

del  1303  febbraio-1305  febbraio,  95,  9  ;  e  del   1335 

dicembre-1336   dicembre,   183,    16. 
BoNACCORSi  Lapo  di  Giovanni,  i  Gonfaloniere  di  Giu-  ■ 

.stizia  (liste   1326  febbraio-1327  febbraio),  155,    25  ; 

e  nelle  liste  dei  Priori  del  1329  dicembre-1330  dicem- 

bre,   174,    14. 

BONACCORSI,    e    BOONACCORSI,    Renzo    di    Giovanni,    h 

nelle  liste  dei  P*riori  del   1333  dicembre-1334  dicem-  - 
bre,    177,    5  ;    e    del    1338    dicembre-1339    dicembre, 
187,   11. 

BoNACCORSi  (de')  Giovanni,  k  tra  i  capi  della  Parte  guelfa 
accorsi  a  difesa  di  essa  contro  i  popolani  (an.  1378), 
318,   9. 

Bonaccorso,  i;.   Tucci  B.  ;   Villanuzzi  B. 

BoNACcoRso  Di  Bencivenni  Bentaccorda,  d  nelle 
iiste  dei  Priori  del  1325  febbraio-1326  febbraio, 
152,  5. 

Bonaccorso  Bentaccorda,  k  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1334  dicembre-1335  dicembre),  179,  18  ;  v. 
anche   Boiiaccorso   Bentaccordi. 

Bonaccorso  Bentaccordi,  6  nelle  liste  dei  Priori  dei 
1328  dicembre-1329  dicembre,  160,  21  ;  e  del  1340 
dicembre-1341  dicembre,  190,  2  ;  f.  anche  Bonaccorso 
Bsntaccorda. 

BoNACcoRSO  CiNi,  V.  Bodcssa  (della)  B.  C. 

Bonaccorso  di  Filippozzo,  V.  Soldani  B.  di  F. 

BoNACCORSo  Di  Geri,  notaio  dei  Priori,  ric,  187.  9. 

Bonaccorso  di  Geri  del  Banco,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del    1312   febbraio-1313   febbraio,   114,  21. 

BONACCORSO  di  Lapo,  6  tia  i  capi  della  Parte  puelfa  corsi 
a  difesa  della  stes.sa  contro  i  j>opoIani  (an.  1378), 
318,   9. 

BoNACcoRso  Di  Lapo  Giovanni  [Jovanni],  h  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1370  gennaio-1371  gennaio), 
276,  27  ;  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1375  gennaio. 
1376  gennaio,  299,  4  ;  gli  viene  abbattuta  e  distrutta 
la  casa  dai  Ciompi  (an.  1378),  323,  8  ;  6  fatto  dei 
Grandi  (an.  1379),  363,  20  ;  h  dei  Quarantatre  citta-  ' 
dini  el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gii  nominati 
(an.  1381),  404,  35  ;  legge  in  parlamento  i  Capitoli 
e  le  proposte  concordate  fra  i  Grandi  e  i  Ciompi, 
403,  32-35  ;  tenta,  ma  inutilmente,  insieme  ai  col- 
leghi  di  fare  rogare  dal  Notaio  e  dal  Cancelliere  dei 
Priori  queste  proposte  come  vere  leggi  gik  approvate, 
405,    18-34. 


[Bonaccerto-Bonapace] 


INDICE  ALFABETICO 


481 


BoNACCORSO  Di  MicHELE,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1307 

febbraio-1308  febbraio,   102,    6. 
BoNACCORSO  Di  Neri,  V.  Gherardtni  B.  di  N. 
BoNACcoRso  Di  Ricco,  V.  Pitti  B.  di  JR. 
BoNACcoRso  Di  Rucco,  V.  Pitti  B.  di  R. 
BoNACCORSo  SiMONi,  V.  Argatii  B.  S. 
BoNACcoRSO  Di  Vanni,  orafo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1369  gennaio-1370  gennaio,  275,   14  ;  del   1375  gen- 
naio-T376  gennaio,  299,  21  ;   fe  fatto  Proposto  delle 
arti  (an.  1379),  362,  41  ;  6  Gonfaloniere  di  Giastizia 
(liste  1380  marzo-1381  febbraio),  391,  13. 
BoNAccoRso  Di  Vanni,  pellicciaio,   6  dei  Cinquantadue 
cittadini  cui  viene  data   la  Balia,    insieme  ai    Priori 
e  Collegi,  di  riformare  il  Governo   (an.  1381),  395,29. 
BoNACCORSO  Di  ViTA,  6  neUe  liste  dei  Priori  del  1368  gen- 

naio-1369  gennaio,  274,  2. 
BONACCORSO  (di),  V.  Corzo  di  B.  ;  Francesco  di  B.  ;  Ghese 

diB.  ;  GiovannidiB.  ;  Michelc  di  B.  ;  Pagno  di  B. 
«  BoNACCURSi  GiovANNi,  procuratore  di  Beatrice  d'Obizo 

d'Este  insieme  a  Coppo  Stefani,  "  CI,  5  "  ». 
BoNACOLTi  CioNE  Di  Caroccio,  6  nelle    liste  dei  Priori 

del   1319  febbraio-1320  febbraio,   126,   11. 
BoNACOSA,  V.   Compagni  B. 
Bonafe  (di)  V.  Jacopo  di  B. 
BoNAFEDE,    V.    Buoncompagni   B. 
Bonafede  Jacopo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1370  gen- 

naio-1371    gennaio,    276,    30. 
BoNAFEDE  Nosso  GuiDi,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1295 
febbraio-1296   febbraio,   75,    36  ;  v.    anche   Bonajedi 
Nosso  di  Guido. 
BoNAFEDE  (di),  V.  Bartolo  di  B. 

BoNAFEDi  Nosso  Di  GuiDo,  e  nelle  liste  dei  Priori  del 
1291   dicembre-1292  dicembre,  69,   8  ;  v.  a.nche  Bo- 
nafede  Nosso  Gtiidi. 
BoNAGi  BoNCiANNi  Di  Salvi,  b  nelle  liste  dei  Priori  del 

1319  febbraio-1320  febbraio,  125,  42. 
Bonagiunta,  V.  Francezco  di  Lippo  Lapi  B. 
BONAGIUNTA   (di),   V.  Lopo  di  B. 
BoNAGRAZiE,  V.  Piero  di  Lippo  B. 

BoNAGUiDA,  e  BuoNAGUiDA,  Maestro,  h  nelle  liste    dei 
Priori  del   1282  dicembre-1283  dicembre,   59,  2  ;     e 
del    1286  dicembre-1287  dicembre,  62,  24. 
BoNAGUiDA  Di  Fabbro,  V.  Tolositti  B.  di  F. 
BoNAGUiDA   Di   Jacopo,   V.   Simoni  B.   di  J. 
BoNAGUiDA  (di),  V.  Ciprino  di  B.  ;  Dino  di  B.  ;  Nastugio 

di  B. 
BoNAiUTi,  fam.  fiorentina  del  borgo  S.  Apostolo,  21,  11  ; 
di  parte  guelfa,  28,  23  ;  esce  da  Firenze  airanminzio 
della  sconfitta  di  Montaperti  (an.  1260),  48,  7  :  "  sua 
parentela  con  la  fam.  dello  Stefani,  C.  1-2  ;  CII,  7  ; 
cf.     LXV.    24-32  ". 
BoNAiUTi  Bartolomeo  di  Lorino,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1373  gennaio-1374  gennaio,  289,  5  ;  e  del   1380 
marzo-i38r   febbraio,  391,   11. 
BoNAiUTi  Belcaro,  notaio  dei  Priori,  ric,  126,  8. 
Bonaiuti    Bonaiuto   di    Piero,   danni   e   vittime    fatte 
nella  sua  famiglia  dalla  piena  (an.    1250),  37,    15-20. 
Bonaiuti    Francesco    Lippi    di    Bonaventura,    viene 

ammonito    (an.    1377),    305,    13. 
BoNAiUTi  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1290  dicem- 


bro-i29i  dicembre,    68,  15  ;  del   1294    febbraio-1295 
febbraio,  75,  12;   e  del  1302  febbraio-1303  febbraio, 
91,   6. 
Bonaiuti,  e  Buonaiuti,  Lorino,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1326  febbraio-1327  febbraio,  155,  33  ;  del  1330 
dicembre-1331  dicembre,   167,   20  ;    e  del    1338    di- 
cembre-1339  dicembre,  188,  8. 
Bonaiuti  (de')    fam.  v.    Bonaiuti  fam. 
BoNAiUTi  (de')  Coppo  di  Stefano,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1310  febbraio-1311  febbraio,  108,  20  ;  k  Gonfa- 
loniere  di  Giustizia  (liste  1314  febbraio-1315  febbraio), 
119,  2  ;  6  di  nuovo  nelle   liste    dei  Priori  del  1325 
febbraio-1326  febbraio,   152,  i  ;  del  1331   dicembre- 
1332  dicembre,  169,   21  ;    e    del   1344    maggio-1345 
maggio,    222,    19 ;    v.   anchc    Bonaiuti    {de')    Coppo 
Stejani. 
BoNAiUTi  (de')   Coppo  Stefani,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1313  febbraio-1314  febbraio,  115,  37  ;  del  1319 
febbraio-1320  febbraio,  126,  2  ;  e  del  1327  febbraio- 
1328  febbraio,  158,  13  ;  v.  anche  Bonaiuli  (de)  Coppo 
di  Stelano. 
Bonaiuti  (de')  Lorino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1333 

dicembre-1334  dicembre,  177,     18. 
BoNAiuTi  (de')  Stefano  di  Bonaiuto,  viene  nominato 

Compagno  dei  Priori  (an.  1295),  74,  25-26. 
BoNAiUTi  (de')   Montaguto    [Monte  Auto]  poggio,  ove 
^  oggi  S.   Lorenzo  della  Certo.sa,  danneggiato  dalla 
piena  (an.   1250),  37,   15. 
BoNAiuTO,  t).  Bencini  B.  ;  Galgani  B.  ;  Lamberti  B. 
Bonaiuto  di  Belcaro,  V.  Serragli  (de')  B.  di  B. 
BoNAiuTO  Di  Bonaiuto,  V.  Danza  B.  di  B. 
BoNAiuTO  Di  GiovANNi,   h  Gonfaloniere  di    Compagnia 
(an.   1378),  326,  60  ;  6  dei  Cinquantadue    cittadini 
cui  viene  data  la  Balia,  insieme  ai  Priori  e  Collegi. 
per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  395,  38  ;  h  dei 
Dieci  cittadini  el.   a  prowedere  sul  da  fare  per  la 
venuta  del  Sire  di  Couchy,  429,  17. 
BoNAiUTO  Di' Lando,   6  nelle  liste  dei  Priori  del    1383 

settembre-1384    aprile,    435,    5. 
BoNAiUTo  (di),  V.  Bartolo  di  B.  ;  Belcaro  di  B.  ;  Lapo  di 

B.  ;    Martino    di    B. 
BoNAMicHi    Francesco   di   Giovanni    di    Lapo,    notaio 

dei  Priori,  ric,  164,  21. 
BoNAMiCHi  Francesco  di  Lapo,    detto  Morello,  viene 

ammonito    (an.    1363),    261,  28. 
Bonamichi,    Buonamichi    e    Bunamici,    Giovanni   di 
Lapo,  notaio  dei  Priori,  ric,  99,  23  ;  116,  20  ;  127, 
15  ;  129.  4  :  169,  22. 
BoNAMiCHi  Lapo   di  Giovanni,   notaio  dei   Priori,   ric, 

262,  20. 
BoNAMicHi  MiNGO  DEL  Cappello,  notaio  dci  Priori,  ric, 

175,  30. 
BoNAMici  Giovanni  di  Jacopo.  notaio  dei  Priori,  ric, 

91,  7. 
BoNANNi  Meglio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 

gio-13^7  gennaio,  228,   12. 
BoNANUCHi  GiovANNi  Di  Lapo,   notaio  doi   Priori,  ric, 

108,  28. 
BoNAPACE  Chiarissimo,   k  Gonfaloniere  di  Giustizi:i   (li- 
ste  1300  febbraio-1301  febbraio),  86,  11. 


182 


INDICE  ALFABETICO 


[Bonarc-Boaiatecns'^ 


BoNARB  Dl  PiERO,  V.  Arrigucci  B.  di  P. 

BoNARi.1  Bartolo  dkl  Chiaro,  6  Gonfaloniere  di  Giu- 

stiria  (liste  1336  gennaio-i357  gennaio),  251,   7. 
BoNARLi  GiovANNi  Di  Mbglio,   *  nelle  liste  dei   Priori 

dcl  1355  gennaio-1356  gennaio.  249,  34  ;  e  del  1359 

gennaio-1360  gennaio,  255,  30. 
BoNARLi   N1CCOL6   Di     GiovANNi,    6   confinato   per   sei 

anni  (an.   1381),  401,  30  ;  v.  anche  Bonarli  Niccold 

di  Giovanni  di  Meglio. 
BoNARLi  N1CCOL6  Di  GiovANNi  Di    Meglio,  vieue  am- 

monito  (an.   1377),  305,   18-19;  308,  38-39  ;  6  degli 

Otto  ufficiali  incaricati  della  vendita  dei  beni  dei  ri- 

belli  (an.   1380),  386,   12  ;  ».  anche   Bonarli  Niccold 

di    Giovanni. 
BoNARLi  NoFRio,  6  NoFRi,  Di  GioVANNi  Di  Mbglio,  viene 

ammonito  (an.  1377),  305,  19  ;  308  39. 
BoNARROTA  Di  SiMONB,  k  nellc  Hste  dei  Priori  del  1343 

aprile-1344   aprile,   219,    15. 
BoNASERA  (di),  V.  Tinello  di  B. 
BoNATO  (di),  i;.  Giovanni  di  B. 

BoNATTi  Filippo  Tani,  notaio  dei  Priori,  ric,  88,  32. 
BoNAVENTURA  Di  Zbllo,  notaio  dei  Priori,  ric,  346,  8  ; 

434,    86. 
BoNAVENTURA  (di),  V.  Cante  di  B. 
BoNAVERE  Di  SiMONE,  fe  dei  Priori  (an.  1380  settembre- 

ottobre).   383,    13. 
BoNAZZO  (del),  V.  Cione  di  Giovanni  del  B. 
BoNCi  GiovANNi  di  Taddeo,  viene  confinato  a    Siena 

(an.    1381),   400.    40. 
BoNciANi  Antonio  di  Caccia.  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1320  febbraio-1321  febbraio,  127,  20. 
BoNciANi    Bartolo,^   wW«  liste  dei  Priori  del 

1338    dicembre-i33g    dicembre,    187,    IS. 
BoNCiANi  Caccia.  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  dicem- 

bre-1287  dicembre,  62,  26  ;  e  del  1293  febbraio-1294 

febbraio,   73,    42. 
BoNCiANi  Dardano  di  Maso  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1308  febbraio-1309  febbraio,  104,  13  ;  w.  anche  Bon- 

ciani  {de')   Dardo  di  Maso. 
Bonciani  Gagliardo  di  Neri,  i  nelle  liste  dei  Priori  del 

1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  50 ;  e  del  1374  gen- 

naio-1375   gennaio,   291,  20  ;    viene   fatto   cavaliere 

dai  Ciompi  (an.  1378),    324,  10  ;   o.   anche    Bonciani 

(de')  Gagliardo  di  Neri. 
BoNciANi  Ghino  di  Caccino.  6  Gonfaloniere  di    Giusti- 
ria  (liste  1357  gennaio-1358  gennaio),  252  8  ;  v.  anche 
Bonciani  {dc')  Ghino  di  Caccino. 
BoNciANi  PiNuccio  Di  Antonio,  h  nellc  liste  dei  Priori 

del  1353  gennaio-1354  gennaio,  245,  37  ;  e  del  1362 

gennaio-1363   gennaio,   262,    15. 
Bonciani  (de')  Agnolo  di  Caccino.  6  nelle    liste    dei 

Priori  del  1367  gennaio-1368  gennaio,  268,  1. 
Bonciani  (de")  Bartolo  di  Maso,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1326  febbraio-1327  febbraio,  155.   31  ;  del  1329 

dicembre-1330  dicembre,  164,  36  ;  e  del  1332  dicem- 

bre-1333  dicembre,  175,  4. 
Bonciani  (db')  Dardo  di  Maso,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1311  febbraio-1312  febbraio,  112,  28  ;  e  del  1317 
febbraio-1318    febbraio,  124,  9 ;  v.    anche   Bonciani 
Dardano   di  Maso. 


BoNciANi  (de')  Francesco  di  Caccia,  h  Gonfaloniere  di 

Giustizia  (liste  1310  febbraio-1320  febbraio),  126,  15. 
BoNciANi  (db')  Gacliardo  di  Neri,  t  Gonfaloniere  di 

Giustizia  (liste   1383  Iuglio-1384  agosto),  428,  10  ;  v. 

ancke  Bonciani  Cagliardo  di  Neri. 
BoNCiANi   (de')    Ghino   di   Caccino,    k   Gonfaloniere   di 

Giustizia  (liste  1360  gennaio-1361  gennaio),  259,  16. 

v.  anche  Bonciani  Ghino  di    Caccino. 
BoNciANNi  (di),  V.  Caccino  di  B. 
BONCOMPAGNO,   V.  Lamberti  B. 
BoNDONE,    V.    Cambi    B. 
Bondoni  Cione  di  Ranieri,  notaio  dei  Priori,  ric,  152, 

24;   161,   8. 
Bondoni  Rusiico  Moranducci,  notaio  dei  Priori,  ri(  . 

98,  16. 
Bondoni  Uguccione  di  Rinieri,  notaio  dei  Priori,  riL  , 

91,  3  ;  96.  23  ;  99,  40  ;  177,  30. 
BoNELLB  Tbrzo  di  Cione,  A  nellc  liste  dei  Priori  del  1303 

febbraio-1304  febbraio,  95,  14. 
BoNFANTiNi  Bonifazio  di  Feo.   h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1339  dicembre-1340  dicembre,  188,  36. 
BoNFANTiNi    DuRANlozzo   Di   Lapo,    k   Goufaloniere   di 

Grostizia    (liste  1324    febbraio-1325   febbraio,    148, 

11. 
BoNFi  (di),  V.  Bianco  di  B. 
BoNGHi   Bartolo.  fe  nelle  liste  dei  Priori  del   1306   feb 

braio-1307  febbraio,  99,  28. 

BONGIANNI,     V.     PuCCi    B. 

Bonifacio  [Bonifazio]  VIII  pp.,  bandisce  il  giubileo  (an. 
1300).  78,  28-36  ;  sollecitato  dal  Comune  e  dal  po- 
polo  fiorentino  cerca,  ma  inviano.  d'indurre  Vieri 
de'  Cerchi  a  pacificarsi  coi  Donati.  80,  40-44  ;  81 , 
1-3  ;  ad  istanza  dei  Capitani  di  Parte  guelfa  e  dei 
Neri  manda  in  Firenze  per  )a  pacificazione  degli 
animi,  il  card.  d'Acquasparta,  81,  7-10  ;  85,  13-15  ; 
per  sollecitazioni  di  Corso  Donati  e  di  altri  Neri 
manda  nella  stessa  c,  come  paciere,  Carlo  di  Valois 
(an.  1301),  83,  21-29  ;  84,  24-25. 

Bonifazio,  V.  Falconieri  B.  ;  Stefani  B. 

Bonifazio  di  Berto,  V.  Peruzzi  {de')  B.  di  B. 

BoNiFAZio  di  Donato,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1376  ge- 
naio-1377  gennaio,  307,    18. 

BoNiFAZio  Di  Feo,  V.  Bonfantini  B.  di  F. 

BoNiFAZio  DA  SiGNA,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1302  feb- 
braio-1303    febbraio,    90,    34. 

BoNiFAZio  Di  ToMMASO,  V.  Peruzzi  {de')  B.  di  T. 

BoNiFAZio  (di),  V.  Francesco  di  B.  ;  Lapo  di  B.  ;  Riscosso 
di  B. 

Bonincontro  di  Jacopo,  V.  Ghiselli  B.  di  J. 

BoNiNO  Di  Jacopo,  k  dei  Cinquantadue  cittadini  cui  viene 
data  la  Balia,  insieme  ai  Priori  e  Collegi,  per  la  rifomia 
del  Governo  (an.  1381),  395.  24  ;  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1383  settembre-1384  aprile,  435,  7. 

BoNiNO  Di  LiPPO,  V.  Medici  {de')  B.  di  L. 

BoNiNSEGNA  LoRENZO  Di  Mattko,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1360  gennaio-1361  gennaio,  259.  2  ;  del  1367  gen- 
naio-1368  gennaio.  267,  14  ;  e  del  1377  gennaio-1378 
luglio,  314,  10  ;  ft  dei  Quarantatre  cittadini  el.  in  ag- 
giunta  agli  altri  della  Balia  gi^  nominati  (an.  1381). 
404,  48. 


(Boninsegna-Borgarelli] 


INDICE  ALFABETICO 


483 


BoNiNSEGNA,    V.    Abbruciati    (degli)    B.  ;    Angiolini    B.  ; 

Gherardi  B.  ;  Malchiavclli  B.  ;  Rugerini  B. 
BoNiNSEGNA  Angiolini,  V.  MachiavelU  B.  A.  ;  Malchia- 

velli  B.  A. 
BoNiNSEGNA  d'Angiolino,  V.  MachiavelH  B.  d.  A.  ;  Ma- 

gli  (de')   B.   d'A. 
BoNiNSEGNA  Di  BuoNAccoRso,  V.  Beccanugi  B.  di  B. 
BoNiNSEGNA  Di  Gherardo,   ^  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1319  febbraio-1320  febbraio),  126,  25. 
BoNiNSEGNA  (di),  V.  Giovanni  di  B.  ;  Guccio  di  B.  ;  Matteo 

di  B.   ;  Pagno  di  B.  ;  Piiggio  di  B.  ;  Rotino  di  B. 
BoNO,   V.   Orlandini  B. 
BoNO  Di  FiLiPPO,  h  dei  Quarantadue  cittadini  el.  in  ag- 

giunta  agli  altri  della  Balia  gia  nominati  (an.  1381), 

405,    u. 
BoNO,  e   BuoNO,   di  Giovanni  da  Ugnano,  notaio  dei 

Priori,  ric,  63,  26  ;  69,  U  ;  72,  25  ;  75,  10  ;  88,  23. 
BoNO  Di  Pepo,  paitecipa  airUfficio  di  Balia  per  TArte  dei 

legnaiuoli   (an.    1381),   409,   44. 
BoNO  Di  Taddeo,  V.  Slrada  B.  di  T. 
BoNO  (di),  V.  Niccolb  di  B. 
BoNRicovERi,  e   Buonricoveri,   Bartolo  di  Manetto, 

h  nelle  liste  dei  Priori  del  1317-1318  febbraio,  124, 

18  ;  e  del  1321  febbraio-1322  febbraio,  129,  1. 
Bonricovero  (di),  V.  Manetio  di  B. 
BoNsi  FiLiPPO,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1351  gennaio- 

1352  gennaio,  241,  1. 
BoNSi  Gherardo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1316  feb- 

braio-1317   febbraio,    123,    17  ;    del    1319     febbraio- 

1320  febbraio,  126,  19  ;  del  1323  febbraio-1324  feb- 

braio,   135,    12  ;   del   1332    dicembre-1333    dicembre, 

175,  13  ;  e  del  1337  dicembre-1338  dicembre,  186,  38. 
BoNSi  PiERO  d'Ugolino,  viene  confinato  per  sei  anni  ol- 

tre  le  cinquanta  miglia  (an.  1381),  401,  31. 
BoNsi  d'Orlando,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  mag- 

gio-1346  maggio,  226,  38. 
BoNSi  (di),  Bartolomeo  di  Bianco  di  B.  ;  Bianco  di  B.  ; 

Piero  d'UgoHno  di  B.  ;  Vgolino  di  B. 
Bonsignore,   V.   Ostigiani  B.  ;  Postigliani  B. 
BoNsiGNORE  Di  SpiNELLO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1374 

gennaio-1375    gennaio,    291,   23. 
Bonsignore  (di),  V.  Cione  di  B.  ;  Spincllo  di  B. 
BoNsiGNORi  Spinello,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1326 

febbraio-1327   febbraio,    155,    30. 
BoNso   (di),   V.    Ugolini  di  B. 
BoRDONi,   fam.    fiorentina,    esce   da    Firenze   coi   Guelfi 

airannuncio  della  sconfitta  di  Montaperti  (an.  1260), 

48,  6  ;  si  schiera  con  Corso  Donati  coi  Neri,  100,  21  ; 

sta  a  capo  della  setta  cosi  detta  Serraglina,  139,  5-6  ; 

viene  a  zuffa  con  i  Mangioni,  245,  25-28  ;   vengono 

banditi  dalla  c.   i   coraponenti  di     essa   responsabili 

della  rissa,  28-30. 
BoRDONi  Bernardo,  i  nelle  lislc  dei  Priori  del  1339  ^i- 

cembre-1340  dicembre,  188,   is  ;  e  del  1348  gennaio- 

1349   gennaio,   234,    16. 
Bordoni  Bernardo  di  Pagno,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1303  febbraio-1304  febbraio,  95,  8  ;  del  1307  feb- 

braio-1308  febbraio,  102,  9  ;  del  3121  febbraio-1322 

febbraio,   129,   3  ;   viene  condannato  per  baratteria 

(an.   1324},   139,    10-14;   torna  nuovamente  nelle  li- 


ste    dei     Priori     del     1348     gennaio-1349    gennaio, 
233,28. 

Bordoni  Chele  di  Pagno,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1305  febbraio-1306  febbraio),  98,  H  ;  k  nelle 
liste  dei  Priori  del  1318  febbraio-1319  febbraio,  125,  5  ; 
del  1322  febbraio-1323  febbraio,  131,  22  ;  viene  con- 
dannato  per  baratteria  insieme  al  fratello  Ber- 
nardo  (an.  1324),  139,  10-19  ;  k  di  nuovo  nelle  liste 
dei  Priori  del  1327  febbraio-1328  febbraio,  157,  34  ; 
del  1335  dicembre-1336  dicembre,  183,  18  ;  fe  di 
nuovo  Gonfaloniere  (liste  1337  dicembre-1338  di- 
cembre)  ;  187,  7  ;  e  nuovamente  nelle  liste  dei  Priori 
del  1341  dicembre-1342  dicembre,  190,  21  ;  v.  anche 
Bordoni   (de')    Chcle  Pagni. 

BoRDONi  Gherardo,  partigiano  di  Corso  Donati  ucciso 
sul  ponte  d'Africo  (an.  1308),  101,  16. 

BoRDONi  Gherardo  di  Chele,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del   1346  maggio-1347  gennaio,  229,   15. 

Bordoni  Ghigo  di  Pagno,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1319 
febbraio-1320  febbraio,  126,  '^i. 

BoRDONi  Jacopo  di  Chele,  6  nelle  liste  dei  Prori  de! 
1346  maggio-1347  gennaio,  228,   9. 

BoRDONi  Pagno,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  dicem- 
bre-1283  dicembre,  59,  5  ;  e  del  1288  dicembre- 
1289  dicembre,  65,  19. 

Bordoni  Pagno  di  Gherardo,  e  nelle  liste  dei  Priori 
del  1294  febbraio-1295  febbraio,  75,  15  ;  6  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1297  febbraio-1298  febbraio), 
77,  18. 

Bordoni  Paolo  di  Neri,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1338 
dicembre-i33g  dicembre,  188,  10 ;  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1350  gennaio-i^^r  gennaio),  240, 
12  ;  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1358  gennaio-1359  gcn- 
naio,  254,  26  ;  v.   anche  Bordoni  (de')  Paolo  di  Neri. 

BoRDONi  (de'),  fam.  v.  Bordoni,  fam. 

BoRDONi  (de')  Bordone,  viene  mandato  amorte  dalPode- 
sta  Vaiani  da  Roma  (an.  1353),  243,25-27  ;  244,  7-30. 

Bordoni  (de')  Chele  Pagni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1329  dicembre-1330  dicembre,  164,  27  ;  v.  anche 
Bordoni  Chele  di  Pagno. 

Bordoni  (de')  Ferruccio  di  Pagno,  h  nelle  liste  doi 
Priori  del  1301  febbraio-1303  febbraio,  90,  41  ;  e 
del  1316  febbraio-1317  febbraio,  123,  'J2. 

BoRDONi  (de')  Gherardo,  tenta  invano  di  liberare  il 
fratello  Bordone  fatto  prendere  dal  Podestk  (an. 
1353), '244,  7-2. 

Bordoni  (de')  Gherardo  di  Pagno,  6  ncUe  liste  dei 
Priori  dei   i3oi-febbraio-i302  febbralo,  88,  27. 

Bordoni  (de')  Niccol6  di  Jacopo,  i  nelle  liste  dei  Priori 
del  1366  gennaio-1367  gennaio,  266,  iS  ;  viene  con- 
dannato  neiravere  e  nella  persona  per  trame  con- 
tro  lo  Stato  (an.  1378),  338,  35  ;  e  nuovamcnte  (an. 
1379),   365,  21. 

Bordoni  (de')  Pagolo  di  Neri,  i!  nelle  listc  dei  1'riori 
del  1341  dicembre-1342  dicembre,  190,  36  ;  4  uno 
dei  Sei  di  Balia  (an.  1343),  208,  12  ;  h  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (liste  1344  maggio-1345  maggio),  222,  10; 
V.  anche  Bordoni   Paolo  di   Neri. 

BoRGARELLi  GuERRUCCio,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1343 
aprile-1344   aprile,   219,  ti. 


484 


INDICE  ALFABETICO 


[B«r(hMe-BrBBca  d'Ain*rig«] 


BOROHBBB,  V.  Migliorati  B. 

BoRCHBSE  Di  MiGLioRATO,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1288 
(licfmbre-1289  dicembre,  65,  4  ;  del  ijo4  'cbbraio- 
1293  febbrai»,  75,  4  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
liste  1297  (ebbraio-1298  febbraio),  77,  8  ;  c  di  nuovo 
nelle  liste  dei  Priori  dol  1302  febbraio-1303  febbraio, 
»0,   32. 

l!uK(iilESE  (Di),  V.  Coppo  di  B. 

lioKUUESi  Coppo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1329  dicem- 
bre-1330  dicembre,  164.  28  ;  e  del  1335  dicembre- 
1336  dicembre,    183,    7. 

UoRGHi  Baldo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1304  febbraio- 
1305  febbraio,  96,  28. 

BoRGHi  BoRGUCcio  Di  Ventura,  6  nellc  liste  dei  Priori 
del  1322  febbraio-1323  febbraio,  131,  10. 

BoRGHi  CoRso,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1296  febbraio- 
1297  febbraio,  76,   31. 

BoRGHi  Francesco  di  Giunta  [Junta\,  k  nelle  liste  dei 
Priori  del  1343  aprile-1344  aprile,  219,  17  ;  del  1351 
gennaio-1352  gennaio,  241,  6  ;  del  1355  gennaio 
1356  gennaio,  249,  25  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1359  gennaio-1360  gennaio),  255,  37  ;  6  di 
nuovo  nelle  liste  dei  Priori  de  1362  gennaio-1363 
gennaio,  262,  31  ;  e  del  1368  gennaio-1369  gennaio, 
273,  34. 

BoROBi  PiERO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  dicembre- 
1283  dicembre,  59,  13  ;  del  1283  dicembre-i284  di- 
cembre,  60,  8 ;  del  1289  dicembre-1290  dicembre, 
67,  6  ;  del  1291  dicembre-1292  dicembre,  68,  38  ; 
•  del  1306  febbraio-1307  febbraio,  99,  37. 

BoRGHi  (de')  Zanobi,  c  Zanobio,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1323  febbraio-1324  febbraio,  135,  33  ;  sottoposto 
a  sindacato  dopo  Tuscita  di  carica  viene  condannato 
per  aver  favorito  i  Bordoni  mentre  erano  sottoposti 
a  processo  (an.  1324),  139,  18. 

BoRGHiNi  DoMENico  Di  Taddeo,  h  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1377  gennaio-1378  luglio),  314,  15. 

BoRGHiNi  Francesco,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1329  dicembre-1330  dicembre),  164,  40  ;  6  nelle  li- 
ste  dei  Priori  del  1334  dicembre-1335  dicembre, 
179,    14. 

BoRGHiNi  Niccol6  d'Alessio,  i  nelle 
liste  dei  Priori  del  1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  43. 

BoRGRiNi  Zanobi  di  Taddeo,  fe  dei  Priori  (an.  1383 
maggio-giugno),  426,  i. 

BoRGHiNO  del  Ricco.  V.  Baldovutetti  B.  del  R. 

BoRGHiNO  (Di),  V.  Francesco  di  B. 

BoRGO,  V.  Pucci  B.  ;  v.  Rinaldi  B. 

BoRGO  Di  RiNALDO,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1287  fc- 
braio-1288  aprile,  63,  38  ;  e  del  1294  febbraio-1295 
febbraio,  73,  16  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (Ij- 
ste  1298  febbraio-1299  febbraio),  78,  13. 

BoRGO  (dal  e  del),  t;.  Agostino  del  B.  ;  Dogino  e  Dogio 
dal  B.  ;  Dosino  del  B. 

BoRGo  (di),  V.  Borguccio  di  B.  ;  Piero  di  B.  ;  Rinaldo  di  B. 

Borgognone,    V.    Fiorentini   B. 

BoRGOGNONi,  soldati,  ric,  147,  8-9,  12  ;  148,  34  ;  150,  2  ; 
loro  rivolta  contro  il  Capitano,  168,  15-20  ;  vengono 
arruolati  dal  Duca  d'Atene  :  loro  contegno  dnrante 
la  rivolta  contro  U  detto  Duca,  209,  4-8. 


Borgognoni  Aonolo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1368 
gennaio-1369  gennaio,  273,  37  ;  e  del  1376  gennaio- 
«377  gennaio,  307,  8. 

BoRGOLi  Benino  di  Bello,  d  Gonfaloniere  di  Gtustizia 
(liste  1317  febbraio-1318  febbraio),  124,SS ;  t  ncllc 
liste  dei  Priori  del  1331  dtcembre-1332  dicembre 
168,  38. 

Borgoli  Borgolino  del  Bello,  d  nelle  liste  dei  Priori 
del    1287   febbraio-1288  aprile,   63,  20. 

BoRGUCcio,  V.  Borghi  B. 

BoRGUCcio  Di  BoRGO,  *  nelle  liste  dei  Priori  dtl  131 7 
febbraio-1318  febbraio,  124,  29. 

BoRNio,  Maniscalco  di  Castruccio  nella  battaglia  d'Al- 
topascio  (an.  1325),  143,  8,  20. 

BoRSi  Brancazio  di  Berto,  el.  Priore  pel  bimestre  l;- 
glio-agosto  1378,  viene  costretto  dai  Ciompi  a  la- 
sciare  rUfficio  (luglio  22),  314,  19  ;  320,  30  ;  325. 
24-31. 

Borsi  Piero  di  Gherardo,  k  nelle  liste  dci  Priori  del 
1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  18. 

Borsi  Simone  di  Piero,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  1345 
raaggio-1346  maggio,  226,   39. 

BoRSi  Spinello  di  Simone,  fe  nellc  liste  dei  Priori  del 
1378    (luglio-agosto),    326,    15. 

BoscHERECCio,  va  con  altri  fanti,  inviati  dal  Comune 
di  Firenze,  a  difesa  del  castello  di  Scarperia  assediato 
da  Gian  Galeazzo,  239,  4. 

BoscHi  MicHELE,  notaio  dei  Priori,  ric,  177,  33  ;  189,  40. 

BoscoLi,  nobile  fam.  aretina,  favorisce  Tentrata  di  Carlo 
della  Pace  di  Durazzo  in  Arezzo  quale  signore  della 
c.  (an.  1380),  378,  33-34  ;  trama  per  prendere  ai 
Fiorentini  il  castello  di  Laterina  e  p>er  farvi  entrare 
genti  aretine,  ma  la  trama  viene  scoperta  e  sventata, 
388,   5-27. 

Bostighi,  e  Bostichi,  fam.  fiorentina  dcl  quartiere  di 
Porta  S.  Maria,  21,  10  ;  di  parte  guelfa,  28,  23  ;  esce 
da  Firenze  alfannunzio  dalla  sconfitta  di  Montaperti 
(an.  1260),  42,  7  ;  si  schiera  coi  Cerchi  nella  parte 
bianca.  80,  37  ;  ric,  111,  2. 

BoTTE  (delle),  V.  Andrea  di  Lapo  delle  B.  ;  Mangia  del 
Rosso  delle  B. 

BoTTE  (di),  V.  Gherardo  di  B.  ;  Leonardo  del  Chiaro  di  B. 

BovERELLi  Gherardo  di  Pibro,^  rulle 
liste  dei  Priori  del  1385  maggio-1386  aprile,  443,  4. 

Brabante  (di),  V.  Buono  di  B. 

Braccino  d'Albizzo,  i;.   TrinciavelH  B.  d'A. 

Braccino  di  Pero,  V.  Duranti  B.  di  P. 

Braccino  (di),  V.  Piero320  di  B. 

Bracciuti  (de')  Manfredi  da  Novara,  consigliere  della 
Compagnia  S.  Giorgio.  367.  31. 

Branca  (della)  Piero  da  Gubbio,  Podesti  di  Firenze. 
condanna  Corso  Donati  come  •  traditore  del  popolo 
e  muove,  col  Gonfaloniere  e  col  popolo  stesso  armato, 
verso  le  case  di  questo  per  procedere  aU'esccuzione 
di  giustizia  (an.  1308),  100,  28-34. 

Branca  d'Ambrigo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1374  gen- 
naio-1375  gennaio.  291.  i3  ;  viene  condannato  per 
trarae  contro  lo  Stato  in  lire  mille  ed  a  tre  anni  di 
confine  (an.  1378),  340.  12  ;  i  nelle  liste  dei  Priori 
dtl  1385  maggio-1386  aprilt,  443,  8. 


[Brancacci-Bruno] 


INDICE  ALFABETICO 


485 


Brancacci  Piero  di  Piuvichese,  h  nelle  liste   dei    Priori 

del   1360  gennaio-1361   gennaio,  259,    11. 
Brancacci  Piuvichese,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1323 
,1  febbraio-1324  febbraio,  135,  30  ;  e  del  1329  dicem- 

bre-1330  dicembre,  164,  34  ;  h  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste  1339  dicembre-1340  dicembre),  188,  19. 
Brancacci   Serotine   di   Salvestro,    6   nelle  liste   dei 

Priori  del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  36. 
Brancacci  Tommaso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1374  gen- 

naio-1375  gennaio,  291,  21  ;  e  dei  Quarantatre  citta- 

dini  el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gili  nomi- 

nati  (an.  1381),  404,  30. 
Brancacci   (de')    Tommaso   di   Serotine,    6  nelle  liste 

dei  Priori  del  1356  gennaio-1357  gennaio,  250,  35  ; 

del  1367  gennaio-1368  gennaio,  267,  14  ;  fe  chiamato 

nuovamente   tra   i   Priori    (an.    1378),   pel   bimestre 

luglio-agosto,    ma    viene    cacciato  daIl'Ufficio    il    22 

Ijglio  dai  Ciompi,  314,  20  ;  320.  31  ;  325,  24-31. 
Brancaccio  (di),  V.  Piuvichese  di  B. 
Bancazio  di  Berto,  V.  Borsi  di  B.  di  B. 
Brancazio  di  Perogio,  viene  condannato  per  trame  a 

lire  mille  ed  a  tre  anni  di  confine  (an.  1378),  339,  15. 
Brancazio  di  Puccio,  V.  Carletti  B.  di  P. 
Brandaglia,  V.  Acciaiuoli  B. 

Brandaglia  Bardo,  notaio  dei  Priori,  ric,  248,  16. 
Brandaglie  Baldo,  notaio  dei  Priori,  ric,  314,  29. 
Brandani  Piero,  6  Gonfaloniere  di  Giu,stizia  (liste  1300 

febbraio-1301    febbraio),   86,  20. 
Brandeburgo  (Marchese  di),  ric,  439,   36. 
Brandini  Testa,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gennaio- 

1353  gennaio,  242,  39  ;  e  del  1358  gennaio-1359  gen- 

naio,  254,  35. 
Brescia  (da),  V.  Filippo  da  B. 
Brettoni  (compagnia  di),  viene  mandata  in  Italia  dal 

pp.  Gregorio  XI  contro  Firenze  (an.  1376),  296,  24- 

38  ;   si   accampa  presso   Cesena  e   Castrocaro,   297, 

20-21  ;  viene  assoldata  dai  Fiorentini  e  dai  Bolognesi, 

300,  7-16  ;  ■•  cf.  CXI,  2  ". 
Broccardo,  conte,  capitano  di  ventura  ucciso  durante  la 

ritirata  a  Valdilampne  (an.  1358),  253,  8-9. 
Bronchi    Taluti    di    Neri,  ^   nelle  liste    dei 

Priori  del  1366  gennaio-i36y  gsnaio,  266,  33. 
Bronacci  Stefano,  viene  ammonito  (an.  1377),  305,  15  ; 

309,  5. 
Brunaccio  (di),  V.  Michele  di  B. 
Brunaccino   da   Verona,   caporale  della  compagnia  S. 

Giorgio     firmatario     degli     accordi     con     Firenze, 

367.  12. 
Brunelleschi,     fam.    fiorentina    di     parte    ghibellina, 

28,  39  ;  si  schiera  coi  Neri,  80,  39,  ma  k  contro  Corso 

Donati.  100.  22  ;  viene  fatta  popolana,  216.  34. 
Brunellescki  Antonio  di  Nepo.  viene  ammonito  (an. 

1360).   255,  25. 
Brunellkschi  Attaviano  di  Boccaccio,   viene  confi- 

nato  a  Gubbio  (an.   1378),  328,  27. 
Brunelleschi  Attaviano  di  Tuccio,  k  bandito  da  Fi- 

renze   (an.    1360),  258,   11. 
Brunellkschi   Betto,  combatte  a  fianco  dei  Popolani 

contro  i  Grandi  (an.  1304),  92,  18. 
BikUNsixBSCHi  FnANCBSco,  k  tra  gli  amici  dei  Duca  di 


Atene  (an.  1343),  204,  7-8  ;  h  dei  Sei  di  Balia,  208, 
13  ;  va  ambasc  pr.  il  pp.  (an.  1345),  226,  19. 

Brunelleschi  Jacopo  di  Boccaccio,  6  tra  i  capi  isti- 
gatori  della  Parte  guelfa,  insieme  ai  fratelli,  318,  14  ; 
viene  condannato  neiravere  e  nella  persona  per  trame 
contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  6  ;  6  di  miovo  con- 
dannato  per  la  spedizione  contro  Figline  (an.  1379), 
351,  6  ;  viene  bandito  come  ribelle  (an.  1380),  370. 27. 

Brunellini  Giovanni,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1360  ge- 
naio-1361  gennaio,  259,  5. 

Brunetti  Jacopo  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1349 
gennaio-1350  gennaio,  235,  25  ;  del  1352  gennaio- 
1353  gennaio,  242,  40  ;  e  del  1356  gennaio-1357 
gennaio,  250,  26  ;  k  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1359  gennaio-1360  gennaio),  256,  21. 

Brunetti  Niccol6  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1369  gen- 
naio-1370  gennaio,  275,  6  ;  e  del  1376  gennaio-1377 
gennaio),  306,  36  ;  viene  condannato  neiravere  e 
nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378), 
339,  23  ;  e  di  nuovo  (an.  1379),  365,  28. 

Brunetti  Pace,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1355  gennaio- 
1356  gennaio,  249.  39  ;  del  1358  gennaio-1359  gen- 
naio,  254,  13  ;  e  del  1371  gennaio-1372  gennaio, 
279,   14. 

Brunetti  Ventura  di  Niccol6,  h  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste   1380  marzo-1381   febbraio),  391,  25. 

Brunetto.    V.  Latini  B. 

Brunetto  di  Prese  da  Varazzano, 
i  nelle  liste  dei  Priori  del  1385  maggio-1386  aprile, 
443,   16. 

Brunetto   (di),   t;.   Pace  di  B. 

Bruni  Agostino  di  Lapo,^  nelle  liste  dei 
Priori  del  1364  gennaio-z36s  gennaio,  265,  11. 

Bruni  Alessanrro  di  Salino,  6  dei  Priori  (an.  1380 
settembre-ottobre),   383,    14. 

Bruni  Bruno  di  Salino,  viene  condannato  a  lire  cin- 
quecento  e  a  sei  anni  di  confine  (an.  1381),  401,  4. 

Bruni  Francesco,  notaio  dei  Priori,  ric,  242,  33 ;  h 
nelle  liste  dei  Priori  del  1358  gennaio-1359  gennaio, 
254,  27. 

Bruni  Francesco  di  Santi.  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1374  gennaio-1375  gennaio,  291,  25  ;  6  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (liste  1379  marzo-1380  aprile),  368,  7  ; 
e  nuovamente  Gonfaloniere  (liste  1383  Iuglio-1384  ago- 
sto),  428,   9. 

Bruni  Niccolo  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gennaio- 
1353   gennaio,   242,  24. 

Bruni  Santi,  notaio  dei  Priori,  ric,  240,  33;  254,  31. 

Bruno,   V.   Orlandi  B. 

Bruno  di  Giovanni,  del  popolo  di  S.  Niccold,  fatto 
prendere.  dagli  Otto  Ufficiali  della  Gnardia,  con  il 
pennone  che  egli  teneva  pr.  di  sfe  pronto  per  rimmi- 
nente  rivolta  contro  lo  Stato,  viene  condotto  pr. 
il  Capitano  al  quale  confessa  la  sua  colpa  (an.  1379), 
354.  27-28.  40-43  ;  355.  1-7  ;  viene  fatto  decapitare, 
361.  4. 

Bruno  di  Paolo,  fe  Gonfaloniere  di  Compagnia  (an.  1378, 
326,  20. 

Bruno  (di),  V.  Benci  di  B.  ;  Bene  di  B.  ;  Lapo  di  B.  ;  Sa- 
limbin»  di  B.  ;    Salinc  di  B. 


486 


INDICE  ALFABETICO 


rBruicoli-BuoadelmoDti 


Bkuscoli  (comti  di),  v.  Alberti  (degli)  Alberlo  dei  Conti  di 

B.  ;  Antonio  dei  conti  di  B.,  Franceico  dei  Conti  di  B. 
Bittno,  nipote  di  Aacanio,  nccide  Silvio  Postumo  e  fug- 

ge  coi  suoi  andando  a  stabilirsi  nella  terra  che  da 

lui    prese    poi,    secondo    la    leggenda    stefaniana,    il 

nome  di  Brettagna,  6,  11  ;  7,  i-U. 
Bruto,   padre   di   Lucrezia   primo  console     di      Roma, 

8,    33. 
Bucci  ToMMASO,  notaio  dei  Priori,  ric,  126,26  ;  129,  14, 
BucELLl  Duccio  Di  GiovANNi,  ft  nelle  liste  dei  Priori  del 

1296  febbraio-1297  febbraio,  76,  21  ;  del  1302  feb- 

braio-1303  febbraio,  90,  42  ;  e  del   1304  febbraio-1305 

febbraio,  96,  7. 
BucEL-Li  Francesco  di  Naddo,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1363  gennaio-1364  gennaio,  264.  3  ;  del  1367  gen- 

naio-1368  gennaio,  267,  37  ;  c  del  1373  gennaio-1374 

gennaio,   289,    17. 
BucELLi  GiANNi,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1284  dicembre- 

1285  dicembre,  60.  40  ;  e  del  1290  dicembre-1291   di- 

cembre.  68.  8  ;  v.   anche   Bucelli  {de')    Gianni. 
BucELLi  GiANNOTTO  Di  Duccio,  h  Gonfaloniere  di    Giu- 

stiria  (liste  1305  febbraio-1306  febbraio).  98,  5. 
BucELLi  Lapo  di  Duccio,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1353 

gennaio-1354  gennaio,  245,   39  ;   del   1358  gennaio- 

1359  gennaio  254.  11  ;  del  1361  gennaio-1362  gen- 

naio.  259.  44  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1369 

gennaio-1370  gennaio).  274,  35.;  e  di  nuovo  Gonfa- 

loniere   (liste   1371    gennaio-1372   gennaio).   279,   6  ; 

c    nnovamente    (liste    1375    gennaio-1376    gennaio), 

298,  39. 
BucELLi  Naddo  di  Buccio,  e  Di  Duccio,  fe  nelle  liste  dei 

Priori  del   1332  dicembre-1333  dicembre,   175.    14; 

e  del  1336  dicembre-1337  dicembre,  186,  24. 
BucELLi  Nastagio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 

gio-1347  gennaio,  229,  2  ;  fe  Gonfaloniere  di  Giusti- 

zia  (liste  1351  gennaio-1352  gennaio),  240,  32. 
BucELLi  N1CCOL6  Di  Nastagio,  6  Gonfalonicre  di    Giu- 

stizia  (an.  1383  maggio-giiigno),  426,  10. 
BucELLi  (de")  Gianni,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1287  feb- 

braio-1288  aprile,  63,  24  i  v.  anche  Bucelli    Gianni, 
BucELLi  (de*)  Giannozzo  di  Duccio.  6  Gonfaloniere  di 

Giustizia  (liste  1311  febbraio-1312  febbraio),  112,  41  ; 

V.   anche  Bucelli  Giannotto  di  Duccio. 
Bucelli(de')  Giovanni    di    Francesco, 

i  nelle  liste  dei  Priori  del  1385  inaggio-1386    aprite, 

443.  38. 
BucELLi  (de')  Lapo  di  Talento,  fe  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste   1298  febbraio-i299  febbraio).   78,   3  ;  h 

nelle  liste  dei  Priori  del  1301  febbraio-1302  febbraio, 

88,  16  ;  e  di  nuovo  Gonfaloniere  (liste  1309   fabbraio- 

1310  febbraio),  106,   14. 
BucELLi  (de')  Naddo  di  Duccio,  h  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia    (liste    1319    febbraio-1320    febbraio),  126,  5  ; 

fe  nelle  liste  dei  Priori  del   1323  febbraio-1324  feb- 

febbraio),    135.     13. 
BuciNE,  castello  dei  Tarlati  di  Arezzo  datosi  spontanea- 

mente  ai  Fiorentini  (an.  1335).  178,  36-38. 
Buco   (del)   V.    Benedetlo    di  Ciardo   del  B. 
BcsRE  Bartolo  di  Jacopo,  k  nelle  liste  dei  Piiori  del 

1285   dicembre-1286  dicembre,  62,   4  ;  del   1290  di- 


cembre-1291    dicembre,    68,  2;    del    1293   febbrai< 

1294  febbraio,  74,  1  ;  del  1298  febbraio-i299  febbiHl 

78,  82  ;  e  del  I3oi-febbraio-i302  febbraio,  88,  1'- 
BuGGiANO,  castello,  ric,  132.  8-10;  viene  preso  ai  1  n 

rentini  da  Gherardino  degli  Spinoli,  signore  di  Lucc;i 

166.  17  ;  viene  danneggiato  dai  Fiorentini  (an.  1337 

184,  26  ;    viene   definitivamente   ripreso  dai  Fiorcn 

tini  stessi,  185,  30-38. 
BuGLiAFFE  (del).  V.  Bartolomeo  di  Dolfo  del  B.  ;  Don.0  (i 

Lapo  del  B.  ;  Toffo  di  Lapo  del  B. 
BuGLiASSE  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1339  diccm 

bre-1340   dicembre,    188.    37. 
Buglietti  Giovanni  di  Feo,  *  nelle  liste  dei  Priori  dtl 

1312  febbraio-1313  febbraio,  114,  33. 
BUGLIONE  (del),  V.  Ristori  Ciaio  del  B. 
BuiAMONTE  GiANNi  \Janni],  k  Gonfaloniere  di  Giastizi.: 

(liste  1292  febbraio-1293  febbraio).  72.  5. 
BuoNACCOLTi  Caroccio  d'Ugo,   h  nelle  liste  dei   Prior: 

del  1297  febbraio-1298  febbraio,  77,  4. 
Buonaccorri  di  Geri,  notaio  dei  Priori),  ric,  96.  - 
BuoNACCORRi  Di  GiERi  DA  GiNisTRETO,  notaio  dei  Pnori, 

ric,  88,  40. 
BuoNACCORRi,  e  BONACCORRI,  (di),  V.  Giovanni  di  B. 
BuoNACcoRso  e  BoNACcoRSi,  Jacopo,  e  Jacopino,  no- 

taio  dei  Priori,  ric,  59,  22.  36  ;  60,  37  ;  61,  11,  39  ; 

62,  11  ;  68.  5  ;  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1292  feb- 

braio-1293   febbraio,   72,  21. 
BuoNACCORSO,  V.   Gherardi  B. 
BuoNACosA    (di),    V.    Rinaldo    di    B. 
BuoNAFEDi   Bartolo,    k  nelle  liste  dei   Priori   del  1329 

dicembre-1330   dicembre.    164.    37. 
BuoNAGUiDA  Di  Jacopo,  V.  Simoni  B.  di  J. 
BuoNAGUiDA  Di  Ranieri,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1299 

febbraio-1300  febbraio.  82,  24. 
Buonaguida  di  Simone,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1292 

febbraio-1293  febbraio,  72,    15. 
BuoNAGUiDA  (di),  V.  Camhio  di  B. 
BuoNAiUTO  di  Taddeo,  V.  Aglioni  B.  di  T. 
Buonaiuto  (di),  V.  Lorino  di  B.  ;  Zucckero  di  B. 
BuoNAMicHi        MiNGO,    tiotaio    dei    Priori,    rtc, 

264,  IS. 
BuoNAVERE  Di  Rosso.  notaio  dei  Priori,  ric,  90.  40.  3, 

Buonavolta  (di).  V.  Pietro  di  B. 
BuoNCOMPAGNi   BoNAFEDE,   notaio   dei   Priori,   ric.,   76, 

18  ;  96,  32. 
BuoNCONTE  [Buonoconte],  Ai  Montefeltro,  figlio  del  contc 

Guido,   muore   a  Campaldino   combattendo  coi  Ghi- 

bcllini  e  con  gli  Aretini  contro  i  Fiorentini  (an.  128, 

669),  4-5. 
BuoNcoNTi  Balduccio,  pisano,  viene  fatto  uccidere  col 

figlio  da  Uguccione,  120,  21. 
BuonconVEnto   (Bqrgo   a),    vi  muore    Arrigo    VII   (an. 

1313),  113,   11. 

Buoncristiano  di  Simone,  notaio  dei  Priori,  ric,  148,  13 

Buoncristiano    (di),    ti.    Neri   di   B. 

Buondelmonti  [Buondalmontt],  signori  di  Montebuoni, 
venuti  a  guerra  coi  Fiorentini  pel  pedaggio  chc  essi 
esigevano  dai  passanti.  sono  sconfitti  ed  il  loro  ca- 
stello  distrutto  (an.  1135),  23,  24-29;  vengono  per6 
conservate  loro  le  rendite  e   possessioni   e   vengono. 


[Biioadeimonti'BuraKa] 


INDICE   ALFABETICO 


487 


^F 


inoltre,  fatti  cittadini  di  Firenze  dov'essi  vanno  a 
stabilirsi  definitivamente,  29-30  ;  schieratisi  dapprima, 
come  nobili  di  contado,  tra  i  Ghibellini  con  la  parte 
deirimpero,  passano  poi,  a  seguito  dell'ticcisione  di 
Buondelmonte  per  opera  degli  Amidei,  ai  GueUi,  28, 
27  ;  29,  38-40  ;  34,  34-36  ;  "  cf.  LXII,  6-40  —  LXV, 
1-32  "  ;  escono  da  Firenze  airannunzio  della  sconfitta 
di  Montaperti  (an.  1260),  48,  9  ;  si  schierano  coi  Neri, 
80,  31-32  ;  si  pongono  coi  Grandi  contro  i  Popolani 
(an.    1343),  213,    15  ;  sono  capi    della  Parte    guelfa, 

318,  11. 

BuoNDELMONTi  Alessandro  di  Francesco,  vienc  con- 
finato  a  Roma  (an.   1378),  328,  20. 

Buondelmonti  Benghi,  fatto  cavaliere  del  popolo  e 
popolano  per  benemerenze  civiche,  viene  escluso  dagli 
uffici  per  non  essersi  staccato  dai  consorti  Grandi 
e  per  non  aver  rifiutata  la  consorteria  (an.  1370), 
277,  18-20  ;  viene  inviato,  con  esito  per6  poco  felice, 
dagli  Otto  di  Balia  con  trecento  lance  per  ripren- 
dere  Portico  di  Romagna  (an.  1376),  298,  16-34  ;  6 
tra  i  capi  e  maggiori  istigatori  della  Parte  guelfa 
del  quartiere  di  S.  Maria  Novella  (an.  1377),  308, 
14  ;  6  fatto  Gonfaloniere  della  Parte  e  Capitano 
della  stessa  con  grande  Balia,  310,  15-16 ;  gli 
viene  bruciata  la  casa  dal  popolo  in  rivolta  contro 
la  Parte  (an.  1378),  319,  34-41  ;  viene  confinato  a 
Perugia,  328,  18  ;  6  condannato  a  fiorini  d'oro  mille 
e  cinquanta  per  avere  violato  i  confini  assegnatigli, 
339,  39. 

Buondelmonti  Bindo  di  Gentile,  h  bandito  come  ri- 
belle  (an.   1380).  370,   43. 

Buondelmonti  Gherardo  di  Lorenzo,  6  fatto  cavaliere, 
394,  1  ;  cerca  levarsi  sopra  agli  altri,  412,  29  ;  ric, 

319,  39. 

Buondelmonti  Lorenzo,  ric,  319,  39. 
Buondelmonti  Tegghia  di  Bindo,  viene  fatto  Podesti 

a  Ruggiano  (an.  1330),    166,    18. 
Buondelmonti  (de')   Buondelmonte,  viene  ucciso  per 

vendetta   privata   dai   partigiani   degli   Amidei    (an. 

X215),  29,   18-32. 
BuoNDELMONTi  (de')  Cece,  i  fatto  prigioniero  dai  Ghi- 

bellini  a  Lucca  (an.  1263),  49,  25. 
BuoNDELMONTi  (de')  Guelfo  di  Bindo,  ric,  207,  16. 
BuoNDELMONTi  (de')  Pepo  di  Marignano,  vienc  confi- 

nato  a  Verona  (an.  1378),  328,  22  ;  6  dei  Quaranta- 

tre  cittadini  el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gik 

nominati  (an.  1381),  405,  2. 
BuoNDELMONTi   (de')    Rinieri  Ghincane,   fatto   prigio- 

niero  a  Capraia,  viene  fatto  straziare  da  Federico  11 

(an.  1249),  36,  30. 
BuoNDELMONTi  (de')  Rosso,  viene  fatto  prendere  e  con- 

dannare  dal  Duca  d'Atene  (an.  1342),  195,  16. 
BuoNDELMONTi    (de')    Rosso    di    Gherarduccio,    vieue 

fatto   decapitare    dal   Conservatore    lacopo   de    Ga- 

brielli  (an.  1335),  178,  13. 
BuoNDELMONTi  (de')   Uguccione,   fe  tra  i  favorevoli  a) 

Duca  dAtene,  205,  11-24  ;  ric,  112,  36-37. 
BuoNFANTiNO  (di),  V.  Durunte  di  B.  ;  Feo  diB.  ;  Lapo  di  B. 
BuoNFiGLiuoLi  Andrea,  k  nclle  liste  dei  Priori  del  1282 

dicembre-1283  dicembre,  59,  3. 


BuoNFiGLiuoLi   Bargiacco,    6  nelle  liste  dei   Priori  del 

1283  dicembre-1284  dicembre,  60,  7. 
BuoNFiGLiuoLi  Bernardo  di   Salvestro,   viene  ammo- 

nito  (an.  1373),  288,  17  ;  ric,  409,  5. 

BuoNFiGLiuoLi  FiLiPPO,  6  Gonfalouiere  di  Giustizia  (li- 
ste  1335  dicembre-r336  dicembre),  183,  12  ;  i  nelle 
liste  dei  Priori  del  1339  dicembre-1340  dicembre, 
188,  B3  ;  V.  anche  Biionfigliuoli  Filippo  di  Lippo. 

BuoNFiGLiuoLi  FiLiPPO  Di  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1321  febbraio-1322  febbraio,  129,  7  ;  del  1324 
febbraio-1325  febbraio,  147,  34  ;  e  del  1328  dicembre- 
1329  dicembre,  160,  41;  w.  anche  Buonfigliuoli  Filippo. 

BuoNFiGLiuoLi  Jacopo  di  Salvestro,  vieue  confinato 
dal  Capitano  a  Reccanati  (an.  1381),  408,  27. 

BuoNFiGLiuoLi  Lapo,  6  uelle  liste  dei  Priori.  del  1282 
dicembre-1283  dicembre,  59,  9  ;  e  del  1283  dicembre- 

1284  dicembre,  60,    U. 

BuoNGRADi  NiccoLO  Di  Manieri,  6  nellc  liste  dei  Priori 

del  1318  febbraio  1319  febbraio,  125,  2  ;  e  del  1320 

febbraio-1321  febbraio,  127,  17. 
BuONi  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1291  dicembre- 

1292  dicembre,  69,  12. 
BuoNiNSEGNA  Di  Manetto,  notaio  dei  Priori,  ric,  187,  8. 
Buoninsegna  (di),  V.  Cesso  di  B. 
BuoNO,  V.  Strada  B. 
Buono  di  Brabante,  6  dei  Priori  (an.   1379  novembre- 

dicerabre),  348,  37. 
BuoNO  di  Filippo,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1343  aprile- 

1344  aprile,  218,  28. 
BuoNO  del  Pace,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (an.  1379 

maggio-giugno),  345,  35. 
BuoNO  Di  Paolo  del  Buono,  viene  amraonito  (an.    1367) 

263,  29-30. 
Buono  (del),  V.  Bancherello  del  B.  ;  Buono  di  Paolo  del 

B.  ;  Ciore  del    B.  ;  Jacopo  di  Piero  del  B.  ;  Marco 

del  B.  ;  Niccold  di  Bartolo  del  B.  ;  Paolo  del  B.  ;  Ste- 

fano  del  B. 
BuoNO  (di),  V.  Francesco  di  B.  ;  Marco  di  B.  ;  Piero  di  B. 
Buonoconte,  V.  Buonconte. 
Buonricoveri  Bivigliano  di  Manetto,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1313  febbraio-1314  febbraio,  116,  1. 
Buonricoveri  Manetto,  h  nelle  liste  dci  I^riori  del  1301 

febbraio-1302  febbraio,  88,  25. 
BuoNRicovERi  Salvestro  di  Manetto,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1315  febbraio-1316  febbraio,  122,  11. 
BuoNRicovERO  (di),  V.  Manetto  di  B. 
BuoNsiGNORE  (di),  V.  Guido  di  B. 
BuoNSOSTEGNi  Taddeo  di  Bencivbnni,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1356  gennaio-1357  gennaio,  250,  23. 
BuONSOSTEGNi  (de')  Bencivenni,  6  nelle  liste  dei  ftiori 

del  1318  febbraio-1319  febbraio,  125,  23  ;  6  Gonfa- 

loniere   di   Giustizia    (liste    1320   febbraio-i32i    feb- 

braio),  127,  84  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del 

1333  dicembre-1334  dicembre,  177,  16  ;  e  del  1346 

maggio-1347  gennaio,  229,   1. 
Buoso  di  Albizzo,  t;.  Cenamelle  B.  di  A. 
Buoso  Di  Risalito,  V.  Possi  B.  di  R. 
Burassi  Giovanni   da  Castelfiorhntino,   viene  confi- 

nato  per  dieci  anni  (an.  1381),  401,  40. 
BuRAiTA  MicHBLB  Di  LoRSNZO,  6  condannato  neU'avere 


488 


INDICE    ALFABETICO 


[Boratt*>C«inbil 


e  nella  porsona  p«r  la  spedizione  contro  Figline  (an. 

1370),  351.  13. 
BuRATTO  figliuolo  di  Buratto  t  condannato  come  ribelle 

(an.  1380),  373.  38. 
BuRci  (obl),  V.  Dino  del  B. 
BoRNETTi  Baccio,  b  nelle  Uste  dei  Priori  del    1296  feb- 

braio-1297  febbraio,  76.  2S. 
BuRNETTi     GiUNTiNO  Di  SPiouATO,   notaio     dcl   Priori, 

ric,  63,  88. 
BusiNi  Antonio  del  Bene,  *    Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1380  marzo-1381  febbraio),    391,  39  ;  partecipa 

alla  Balia  per  la  riforma  del   Governo     (an.    1381), 

394,  23. 
BusiNi  BuoNO  Di  Bese,  partecipa  alla  Balia  per  la  ri- 

forma  del  Governo  (an.  1381),  410,  7. 
BusiNi  Donato,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1374  gennaio- 

'375  gennaio,  291,  34. 
BusiNi  ToMMASO  Di   Bese,   k  nellc  liste  dei   Priori  del 

1372,  gennaio-1373  gennaio,  284,  34. 
BusiNO  del  Bese,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  i^^^raaggio- 

1346  maggio,  227,  26. 
Buti  Bartolomeo  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1348  gennaio-1349  gennaio,  233,  23  ;  e  del  1351  gen- 

naio-1352  gennaio,  241,  1. 
BoTi  Ghirigoro  del  Ricco,  i   nelle  lisfe  dei  Priori  del 

1366  gennaio-1367  gennaio,  266,  2«. 
BuTi     GioRGio    DEL     Ricco,     6  nelle  liste  dei 

Priori  del   1351   gennaio-1352   gennaio,   240,    44  ;   e 

del  1362  gennaio-1363  gennaio,  262,  32. 
BoTi  Lapo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1322  feb- 

braio-1323  febbraio),  131,  33  ;  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1344  maggio-1345  maggio,  222,  31. 
BuTi  (di),  r.  Piero  di  B. 
BuTO  Di  Baldo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1343  aprile- 

1344  aprile,  218,  26. 
Buto  Ricchi,  t;.  Davami  B.  R. 
Buto  del  Ricco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1315  febbraio- 

1316  febbraio,   122,    15 ;   e   del    1324   febbraio-1325 

febbraio,  148,  9. 
BuTO  DEL  Ricco,  e  Di  Ricco,  V.  Davanzi  B.  del  R. 
Buto  (di),  V.  Francesco  di  B. 

BuzzAFFi  Tommaso,   viene  bandito  e  condannato  neira- 
BuzzAFFi  Tommaso,   viene  bandito  e  condannato   nell' 

vere  e  nella  persona  (an.  1381),  400,  5. 
Caccia,  V.  Bonciani  C. 
Caccia  (del),  V.  Giovanni  di  Bondo  del  C. 
Cacciafuori  Alessandro  di  Bellincione,   6  Gonfalo- 

niere  di  Giustizia  (liste  1323  febbraio-1324  febbraio), 

135,  36. 
Cacciafuori   Bellincione   di   Dato,    ^   neUe   liste   dei 

Priori  del    1304   febbraio-1305   febbraio,   96,  25  ;     6 

Gonfaloniere   di   Giustizia    (liste    1315   febbraio-1316 

febbraio),  122,  4. 
Cacciafuori  Bellincionb  di  Diodati,  notaio  dei  Priori, 

ric,  75,  20  ;  96,   15. 
Cacciafuori  Dato,  notaio  dei  Priori,  ric,  61,  35. 
Cacciafuori  Diodato  Alamanni,  6  nelle  liste  dei    Priori 

del  1289  dicembre-i2go  dicembre,  67,  9. 
Cacciafuori  (de),  Gerozzo  di  Nastagio,   fe  nelle    liste 

dei  Priori  del  1362  geimaio-1363  gennaio,  262,    13 ; 


del  1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  14  ;  k  dei  Dieci 

di  Liberta  pel  quartiere  S.  Spirito  (an.  1373),  285, 

7  ;  6  nelle  liste  dei  Priori  dd  1376  geiuiaio-1377  gen- 

naio,  307,  15. 
Caccialupi  Franchino  di  Vermiglio,  notaio  dei    Priori, 

ric,  155,  sa. 
Cacciano,    castello   degli     Aretini,    occnpato   dai   Ouelfi 

espulsi  dalla  c  (an.  1288),  64,  18. 
Caccino  di  Boncianni,  i  Gonfaloniere  di    Giustizia   (U- 

ste  1305  febbraio-1306  febbraio),  98,  6. 
Caetani    IGaelani],    nobile   antica   fam.    di     Roma     ric, 

149,  26. 
Cafferelli  Giovanni  Corsi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1323  febbraio-1324  febbraio,  135,21. 
Cafferelli  Mariano  di  Giovanni,  k  nelle  liste  dei   Priori 

del  1356  gennaio-1357  gennaio,  251,  1. 
Caio  Antonio,  console  romano,  viene  inviato  a  capo  del 

suo  csercito  contro  Catilina,  9,  12. 
Calavrese,  V.  Totnmazo  detto  C. 
Calboli  (da),  V.  Francezco  da  C.  ;  FuUieri    da  C. 
Calcagni  Giovanni,  ric,  46,  37. 
Calcina,  V.  Raffacani  (de')  C. 

Calciotto  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  ric,  276,  S. 
Calesandria  (da),  t;.  Pietro  da  C. 
Calfucci,  fam.  fiorentina  del  quartiere  di  Porta  S.  Maria. 

21.  13. 
Calici  (de')  Francesco  di  Vanni,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1380  marzo-1381  febbraio,  391,  12. 
Calosso  Cambio  di   Bartolo,  viene  condannato  a    lirc 

trecento  (an.  1381),  401,  28. 
Calvagni  Mico,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1347  gennaio- 

1348  gennaio,  229,  42. 
"  Calvoli    Cinelli    GiovANNi,    sue   errate   affermazioni 

su  Coppo  e  su  Marchionne  Stefani  nel  suo  libro  "  La 

Toscana  Letterata  ,,,  XXII.  30-32  ,,. 
Cam,  figlio  di  N06,  ric,  2.  22  ;  3,  3-4  ;  4,  2  ;  5,  32. 
Camaiani   (de')   Nanni  di  Camaino,  trama  con  i   suoi, 

amici  di  Laterina,  ad  istigazione  dei  Boscoli  di  Arezzo. 

per  fare  entrare  nel  castello  gente  aretina  (an.  1380), 

388,  5-14. 
Cambi  Alessandro  di  Lamberto  di  Neri,  e  nelle  lisl/ 

dei  Priori  del  1363  gennaio-1364  gennaio,    264,   12  , 

del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  11  ;  e  deri383 

Iuglio-1384  agosto,  427,   40. 
Cambi  Andrea,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1292  febbraio- 

1293  febbraio,  72,  19. 
Cambi  Bindo,  notaio  dei  Priori,  ric,  62,   44  ;    73,  36  ; 

76,  27. 
Cambi  Bondone,  notaio  dei  Priori,  ric,  82,  13. 
Cambi  Cambino  di  Neri,  k  nelle  liste  dei  Priori   del  1305 

febbraio-1306  febbraio,  97,  19  ;  e  del    1312    febbraio- 

1313  febbraio,  115,  9. 
Cambi  Dante  Rinaldi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1292 

febbraio-1293  febbraio,  71,  34. 
Cambi  Franesco,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1359  geJinaio- 

1360  gennaio,  255,  35. 
Cambi    GiovANNi,  i  nelle  lisle  dei  Priori  del  J365  gennaio- 

1366  gennaio,  265,   2»  ;  del   1369  gennaio-1370  gen- 

naio,    275,    5  :    e    del    1376     gennaio-1377   gennaio, 

306,  35. 


[Ca  m  bi>  C  ancellieri] 


INDICE    ALFABETICO 


489 


Cambi  Giovanni  d'Albizzo,   k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1326  febbraio-1327  febbraio,   155,  24  ;   del    1330  di- 

cembre-1331  dicembre,  167,  32  ;  del  1336    dicembre- 

1337  dicembre,  186,  7  ;  e  del  1340  dicembre-1341  di- 

cembre,  189,  37  ;  b.  anche  Cambi  (de')  Giovanni  d'Al- 

bizzo. 
Cambi  Giovanni  d'Uberto,   h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1320  febbraio-1321  febbraio,  127,   11  ;  del  1323    feb- 

braio-1324   febbraio,    135,    34  ;   del    1329    dicembre- 

1330    dicembre,    164,    27  ;    del    1334     dicembre-1335 

dicembre,  179,  17  ;  i;  del  1338  dicembre-1339    dicembre, 

187.  20. 
Cambi  Lamberto  del  Nero,  k  ne  le  liste  dei  Priori    del 

1310  febbraio-1311  febbraio,  108,   11;  del  1329    di- 

cembre-1330  dicembre,  164,  26. 
Cambi  Lamberto  di  Neri,  6  nelle  liste  dei  Priori    del 

1314  fcbbraio-1315  febbraio,  119,  22  ;  e  del  1326  feb- 

braio-1327  febbraio,  155,  30. 
Cambi  Lippo  di  Folco,  6  nelle  liste  dei  Priori    del  1293 

febbraio-1294  febbraio,  74,  9  ;  e  del  1300    febbraio- 

1301  febbraio,  86,  15. 
Cambi  Lorenzo  di  Puccio,  viene    bandito  e  condannato 

neiravere  e  nella  persona  (an.  1381),  400,  8. 
Cambi  Manetto,  notaio  dei  Priori,  ric,  177,  12. 
Cambi  Nero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1289    dicembre- 

1290  dicembre,  67,   7  ;  del   1293    febbraio-1294    feb- 

braio,    74,    10  ;   e   del     1301    febbraio-1302    febbraio, 

88,  26. 
Cambi  Piero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1353    gennaio- 

1354  gennaio,  246,  2. 
Cambi  (de')  Giovanni  d'Albizzo,  h  nelle  liste  dei    Priori 

del  1315  febbraio-1316    febbraio,   122,  19 ;  v.    anche 

Combi  GiovariHi  d'Albizzo. 
Cambini  Bartolo,  6  dei  Priori  (an.  1380  maggio-giug[no), 

372,  16  ;  ^  nelle  liile  dei  Priori  del  1385    maggio-1386 

aprile,  443,  20. 
Cambini  Bartolomeo,  6  dei  Priori  (an.   1379  luglio-ago- 

sto),  346,  5. 
Cambini  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  ric,  298,  41. 
Cambini  Lorenzo  di  Paccio,  h  Gonfaloniere  di    Compa- 

gnia  pel  quartiere  di  S.  Maria  Novel.a  (an.     1378), 

326,   34-35. 
Cambino,  V.  Manieri  {de')  C. ;  Signorini  C. 
Cambino  di  Candeghi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del    1307 

febbraio-1308  febbraio,  102,  24. 
Cambino  di  Geri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  132 1  febbraio- 

1322  febbraio,  129,  5. 
Cambino  di  Geri,  V.  Jacopi  C.  di  G. 
Cambino  di  Neri,  V.  Cambi  C.  di  N. 
Cambino  di  Rosso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1325  feb- 

braio-1326  febbraio,  151,  32. 
Cambio,  V.  Manieri  (de')  C.  ;  Micheli  C.  ;  Nucci  C.  ;    Si- 

gnorini  C. 
Cambio  Aldobrandini  di  Bellincione,  6  Gonfaloniere  di 

Giustizia  (liste  1294  febbraio-1295  febbraio),  75,  18  ; 

V.  anche  Aldobrandini  Cambio. 
Cambio  di  Bartolo,  i;.  Calosso  C.  di  B. 
Cambio  di  Buonaquida,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1306 

febbraio-1307  febbraio,  99,  16. 
Cambio  di  Forese,  V.  Falconieri  C,  di  F. 


Cambio  di  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1292 
febbraio-1293  febbraio,  72,  11. 

Cambio  di  Giovanni,  detto  Cornaccino,  del  popolo  di 
S.  Niccolo,  viene  condannato  nelfavere  e  nella  per- 
sona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),    365,  37. 

Cambio  di  Guido  del  Chiaro,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1307  febbraio-1308  febbraio,  102,  8  ;  e  del  1312  feb- 
braio-1313  febbraio,  114,  38. 

Cambio,  e  Cambiozzo,  di  Nkri,  v.  Aldobrandini  C.  di   N. 

Cambio  di  Salvi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1305  feb- 
braio-1306  febbraio,  97,  20  ;  del  1314  febbraio-1315 
febbraio,  119,  4  ;  e  del  1328  dicembre-1329  dicembre, 
161,  5  ;  V.  anche  Cambio  (Maestro)  di  Salvi ;  Cambio 
del  Maesiro  Salvi 

Cambio  (maestro)  di  Salvi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1296  febbraio-1297  febbraio,  76,  34  ;  del  1308  feb- 
braio-1309   febbraio,    104,    16 ;    del    1313     febbraio- 

1314  febbraio,  115,  36;  i  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1334  dicembre-1335  dicembre),  179,  28  ;  6  di 
nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1337  dicembre-1338 
dicembre,  187,  11 ;  v.  anche  Cambio  di  Salvi ;  Cambio 
(Maestro)   di  Salvi. 

Cambio  del  maestro  Salvi,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del 

1315  febbraio-1316  febbraio,  121,  39  ;  e  del  1326 
febbraio-1327  febbraio,  155,  15  ;  v.  anche  Cambio  di 
Salvi  :  Cambio  (Maestro)  di  Salvi. 

Cambio  {Di),.t;.  Albizzo  di  C.  ;  Bizzo  di  C.  ;  Lippo  di    C.  ; 

Michele  di  C.  ;  Nastagio  di  C.  ;  Piero  di  C. 
Cambiozzi  di  Lapo,  e  di  Lippo,  v.  Medici  (de')  C.  di  L. 
Cambiuzzi  Batino,  maestro,   6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1375  gennaio-1376  gennaio,  299,  20. 
Cambiuzzo  di  Batino,  maestro,   h  dei  Priori  (an.    1383 

maggio-giugno),  426,  7. 
Cambuzzo  Giannozzo,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1357 

gennaio-1358  gennaio,  252,  2S. 
Camsrata,  vi  cade,  per  la  piena,  una  casa  ove  si  teneva 

tavema,  facendo  molte  vittime  (an.  1250),  37,  18-20. 
Cambrini  Zanobi  di  Neri,  h  nelle  liste  dei  Priori    del 

1346  maggio-1347  maggio,  229,  17. 
Camerino  (da),  V.  Rodolfo  da  C. 
Campi,   villa   in   Valdarno   presso   Bibbiena   danneggiata 

dalla  piena  (an.  1379),  360,  15-18. 
Campiobesi  Angklo  di  Tinaccio,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1383  settembre-1384  aprile,  434,  36. 
Campogiallo,  viene  preso  e  devastato  dagli  abitanti  di 

Castelfranco  del  contado  di  Firenze  (an.  1344),  219, 

35-39. 
Camporbna,  castello  dei  Pisani  danneggiato  dai  Fioren- 

tini  (an.  1329),  163,  7. 
Camposelvole,  V.  Caposelvole. 
Cancellisri,  nobile  fam.    pistoiese  di  parte  guelfa  dalla 

cui  divisione  originarono  le  fazioni  dei  Bianchi  e  dei 

Neri  (an.  1300),  79,  1-28 ;  sua  briga  coi    Panciatichi 

(an.  1351),  236,  6-1O  ;  e  di  nuovo  con  gli   stessi  (an. 

1372).  284,  44. 
Cancellieri    Giovanni   da    PisTOiA,   viene  inviato  da 

Giannotto,  siniscalco  di  Carlo  di  Durazzo,  pr.  il  Co- 

mune  di  Firenze  per  venire    ad  accordi  e  trovar    de- 

nari,  raa  Tintento  non  si  raggiunge  punto,  372,  2-6  ; 

"  cf.  CXVI,  30-38  ". 


490 


INDICE   ALFABETICO 


[CM4i«ghi>Cappoo*^ 


Candeghi  (di),  V.  Cambino  di  C. 

Canb  (dbl),  V.  Bernardo  di  Lippo  di  Cioru  del  C.  ;   Coppo 

di  Lippo  di  Ciotu  del  C. ;  Selvole  di  Lippo  di    Cione 

del  C. 
Canioiani  Cbrb,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1299  febbraio- 

1300  febbraio,  82,  23. 
Canigiani  Coppo  Giuseppe,   &  nelle   liste  dei  Priori    del 

1287  febbraio-1288  aprilc,  63,  20  ;  e  del    1291    dicem- 

bre-1292  dicembre,  69,  1 ;  f.  anche  Canigiani  Coppo 

di  Giuseppe  ;  Canigiani  {de')  Coppo  Giuseppe. 
Canioiani  Coppo  di  Giuseppe,  fe  nelle  liste  dei  Priori   del 

1294  febbraio-1295  febbraio,  75,  3  ;  v.  anche  Canigiani 

Coppo  Giuseppe  ;  Ganigiani  (de')  Coppo  Giuseppe. 
Canigiani    Gherardo    Aldobrandi,    6    nelle     liste    dei 

Priori  del  1288  dicembre-1289  dicembre,  65,  9. 
Canigiani  Gherardo  d'Aldobrandino,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1303  febbraio-1304  febbraio,  94,  25. 
Canigiani  Guido,  k  nominato  Compagno  dei  Priori  (an. 

1295).  74,  25. 
Canigiani  Luigi  di  Piero,   6  dei  Quarantatre  cittadini 

el.   in  aggiunta  agli  altrt  della   Balia  gi^    nominati 

(an.  1381),  404,  32. 
Canigiani    (de')    Andrea   Giuseppe,    6   nelle     liste   dei 

Priori  del  1285  dicembre-1286  dicembre,  61,  37. 
Canigiani  (de')  Cbre  di  Piloso,  6  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste  1296  febbraio-r297  febbraio),  76,  17. 
Canigiani  (de")  Coppo  Giuseppe,  h  nelle  liste  dei    Priori 

del  1283  dicembre-1284    dicembre,    59,  38  ;  v.  anche 

Canigiani  Coppo  Giuseppe  ;  Canigiani  Coppo  di  Giu- 

se-jype. 
Canigiani  (de')  Dato  di  Andrea,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1302  febbraio-1303  febbraio,  91,  16. 
Canigiani  (de')   Gherardo  di  Volpe,   6  nelle  liste  dei 

Priori   del    1328   dicembre-1329   dicembre,     160,    43  ; 

e  del  1340  dicembre-1341  dicembre,  189,  31. 
Canigiani  (de')  Ghino  di  Bindo,  6  nelle  liste  dei    Priori 

del  1320  febbraio-1321  febbraio,  127,  18  ;  e  del  1323 

febbraio-1324  febbraio,  135,  12. 
Canigiani   (de')   Guidotto,   6  nelle  liste  dei   Priori  del 

1289  dicembre-1290  dicembre,  67,  16. 
Canigiani  (de')  Piero  di  Dato,  6  nelle  liste  dei    Priori 
del  1356  gennaio-1357  gennaio,  250,  32  ;  e  del  1363 

gennaio-1364  genaio,   264,    15  ;    h  tra  i   capi    della 

Parte  guelfa  che  fanno  maggiori  onori  a  Caterina  da 

Siena     venuta  a  Firenz?  a  predicare  la  pace  con  la 

Chiesa  (an.   1378),  306,   13-20;   h  col  figlio    Ristoro 

tra  i  capi  ed  i  maggiori  istigatorl  della  Parte,  308, 

3-4  ;  318,  5-6  ;  gli  vengono  bruciate  le  case  dal  po- 

polo  in  rivolta  contro  la  detta  Parte,  319,   39-4U  ; 

viene   escluso    per  dieci  anni  dagli  uffici,  321,  3S  ;  h 

condannato  per  trame  contro  lo   Stato  a    pagare, 

sotto   pena   della   testa,   duemila   fiorini   d'oro    (an. 

1379).  348,  10-13. 
Canneto  (da),  V.  Piero  da  C. 
Cante,  t).  Ardinghetli  C.  ;  Guidalotti  C. 
Camtk  di  Bonaventura,  notaio  dei  Priori,  ric,  222,    12. 
Cantb  (di),  V.  Cantino  d'Agnolo  di  C.  ;    Ghinuccio   di   C.  ; 

Lapo  di  C. 
CAMTBU.IN1  Jacopo,  viene  in  Firenre  come  vicario  di  re- 

Roberto  signore  della  c.    (an.  1313),  113,  30-81 ;    rj- 


torna  al  seguito  di  Carlo  Duca  di  Calabria,    nomi, 

nato,  come  il  primo,  signore  di  Firenze  (au.     1326), 

149,  35. 
Canti  Cantino  di   Acnolo  di  Lapo,   h  neUe    liste  dei 

Priori  del  1354  gennaio-1355  gennato,  248,  t5. 
Cantini  Cantino  d'Agnolo,  V.  Lapi  C.  C.  d'A. 
Cantino  d'Aonolo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1373    gen- 

naio-1374  gennaio,  289,  20. 
Cantino  d'Agnolo  di  Lapo,  V.  Canti  C.  d'A.  di  L. 
Cantino  d'Agnolo  Lapi,  V.  Cantini  C.  d'A.  L. 
Cantino  d'Agnolo  di  Lapo  di  Cante,  h  nelle  liste  dei 

Priori     del      1369     gennaio-1370     gennaio,     274,   28 

274,  29. 
Cantino  d'Agnolo  di  Monna  Checca,  viene  ammonito 

(an.   1377),  305,  21  ;  309,   7-8, 
Cantino  (di),  V.  Giovanni  di  C. 
Canto  (oal),  V.  Antonio  d'Angelo  di  Vanni  dal  C. 
Canto  (del),  V.  Matteo  del  C. 
Cantori  (de')  Caro  di  Rustico,  k  Gonfaloniere  di    Giu- 

stizia  (liste  1294  febbraio-1295  febbraio),  75,  22. 
Cantori  (de')   Ghino,   h  nelle  liste  dei   Priori  del   1303 

febbraio-1304  febbraio,  95,  1. 
Cantori  (de')  Nino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1284    di- 

cembre-1285  dicembre,  61,  4. 
Capeixa  (del),  V.  Gherardo  del  C. 
Capis  Silvio,  discendente  di  Silvio  Postumo  ric,  7,  6. 
Capitani  Bartolomeo  di  Benedetto,  notaio   dei  Priori, 

ric,  155,  26. 
Capitani  Fellaio,  e  Felaia,  h  nelle  liste  dei    Priori  del 

1304  febbraio-1305  febbraio,  96,   10  ;  del  1307    feb- 

braio-1308  febbrato,  102,   17  ;  e  del   1313    febbraio, 

1314  febbraio,  116,  19. 
Capitani    Giovanni    di    Benedetto,    h   nelle    liste    dei 

Priori  del  1307  febbraio-1308  febbrajo,  102,  28. 
Caponsacchi,  nobile  fam.  Fiorentina  di  parte  Ghibellina, 

28,  29. 
Caponsacchi  (case  de'),  vengono  danneggiate  dal    fuoco, 

32,    11-13  ;   sono  abbattute  e  distrutte  dalla  rivolta 

popolare  contro  i  Ghibellini  (an.  1258),  44,  8. 
Caposelvole     [Camposelvole],     castello     in     Valdambra 

preso  e  distrutto  dai  Fiorentini  (an.  1229),  32,  25-27  ; 

viene  occupato  da  Arrigo  VII  (an.   1312),    109,  19  ; 

h  ripreso  agli  Aretini,  che  Tavevano  occupato  al  tempo 

di  Arrigo  VII,  dai  Fiorentini  (an.  1322),  130,  12-15 
Cappelli  Barone,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1330  dicem 

bre-1331    dicembre,    167,    31  ;     del    1332    dicembre- 

1333  dicembre,   175,   16  ;  e  del  1338    dieembre-i^jg 

dicembre,  188,  3  ;  v.  anche  Cappelli  Barone  di  Barone. 
Cappelli  Barone  di  Barone,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1326  febbraio-1327  febbraio,  155,  13  ;  v.  atiche  Cap- 

pelli  Barone. 
Cappelli  Filippo  di  Barone,  h  Gonfaloniere  di  Grustizia 

(an.  1382  maggio-giugno),  416,  35. 
Cappiano,  castello,  preso  dai  Fiorentini  (an.  1325),  142, 

5,   7,   12. 
Cappiardi,  fam.  Fiorentina  di  parte  Ghibellina,  28,  27. 
Cappone  di  Recco,   h  nelle  liste  dei  Priori  del  1331  di- 

cembre-1332  dicembre,  169,   15. 
Cappone  di  Recco,  V.  Capponi  C.  di  R. 
Cappone  (del),  t».  Mico  del  C.  ;  Mico  di  Recco  del  C.  ; 


[CapponUCarlo  Magno] 


INDICE  ALFABETICO 


491 


Neri  di  Recco  del  C.  ;  Recco  di  Mico  del  C.  ;  Ricco  di 
Mico  del  C. 

Capponi,  fam.  Fiorentina,  si  schiera  coi  Popolani  contro  i 
Grandi  (an.  1343),  214,  20,  23-24. 

Capponi  Bartolomeo,  partecipa  airufficio  di  Balia  (an. 
1381),  410.  4. 

Capponi  Cappone  di  Recco,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1335  dicembre-1336  dicembre,  183,   10. 

Capponi  Filippo  di  Recco,  e  nelle  liste  dei  Priori  del 
1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  35;  del  1364  gen- 
naio-ijSs  gennaio,  246,  34  ;  e  del  1376  gennaio-1377 
gennaio,  306,  23. 

"  Capponi  Gino,  letterato,  suo  giudizio  suUa  prosa  dello 
Stefani,  XCVIII,  14-16,  3-i  "  ;  «  suo  giudizio  sulle 
leggi  del  Comune  di  Firenze  contro  la  Chiesa », 
CXIX,  25-32,   4-5  „. 

Capponi  Giovanni  d'Agnolo,  6  dei  Priori  (an.  1378  lu- 
glio-agosto),  326,  9. 

Capponi  Lorenzo  di  Filippo,  partecipa,  come  uno  degli 
Otto  ufficiali  della  Guardia,  alla  Balia  per  la  riforma 
del  Governo  (1381),  396,  38  ;  tenta  di  predominare 
sugli  altri,  412,  26  ;  6  dei  Dieci  cittadini  di  Balia 
chiamati  a  provvedere  per  la  venuta  in  Italia  del  con- 
dottiero  di  ventura  Inghiramo  di  Couchy  (an.  1384), 

429,  9. 

Capponi  (de')  Andrea  Capponi,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del    1360  gennaio-1361   gennaio,    258,   29 ;   v.  anche 

Capponi  (de')   Andrea  di  Cappone. 
Capponi   (de')    Andrea   di   Cappone,    6   nelle  liste   dei 

Priori  del    1369   gennaio-1370   gennaio,   275,  21  ;  v. 

anchc  Capponi  (de')  Avdrea    Capponi. 
Capponi    (de')    Mico    di    Recco,    ^  nelU  liste 

dei  Priori  del  1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  39. 
Capponi  (de')  Simone  di  Filippo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1383  luglio-1384  agosto,  428,  28. 
Capraia,  come  fu  presa  dalle  milizie  del   vicario  di    Fe- 

derico  II  (an.  1249),  36,  21-27. 
Caprilb,  castello  degli  Ubaldini,  viene  preso  e  disfatto 

dei  Fiorentini  (an.  1373),  286,  35. 
Caprona,  castello  dei  Pisani,  preso  e  distrutto  dai  Fio- 

rentini  (an.  1289),  66,  26. 
Caracciolo  Jacopo  da  Napoli,  comandante  in  nome  di 

re   Carlo   di   Durazzo   della   fortezza   d'Arezzo,   cede 

questa  ai  Fiorentini  per  ventimila  fiorini  (an.  1384), 

430,  31. 

Carbone  (del),  V.   Ulivieri  del  C. 

Carchelli  Bernardo,  partecipa  alla  Balia  per  la  riforma 

del  Governo  per  Tarte  det  Notai  e  Giudici  (an.  1381), 

409,  25  ;  6  notaio  dei  Priori,  435,  4. 
Carchereli  (!)  Bernardo  di  Taddeo,  notaio  dei  Priori, 

ric,  279,  9. 
Carcheri,  vi  si  accampano  devastandolo  le  milizie  della 

brigata  di  Giannotto  siniscalco  di  Carlo  di  Durazzo 

(an.  1380),  369,  18-26  ;  371,  13. 
Carciano,  castello,  viene  ceduto  al  Comune  di  Firenze  da 

Bartolomeo  di  Maso  di  Pietramala  (an.  1385),  435,  37. 
Cardinale  di  Alberto,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1302 

febbraio-1303  febbraio,  91,  11 ;  e  del  1310  febbraio- 

13U  febbraio,  108,  4. 
Cardinale  di  Albbrto,  V.  Girolami  C.  di  A. 


Cardinale  (di),  V.  Geri  di  C. 

Cardinali,  si  rinchiudono  a  conclave,  a  seguito  della 
morte  di  Gregorio  XI,  per  la  nomina  del  nuovo  pon- 
tefice  (an.  1378),  311,  25-28  ;  divisi  dapprima  da  sen- 
timenti  contrastanti,  si  decidono  poi  concordemente, 
perledimostrazioni  popolari  che  reclamavano  unpapa 
romano,  ad  eleggere  Bartolomeo  arcivescovo  di  Bari 
che  prende  il  nome  di  Urbano  VI,  28-39  ;  312,  1-5  ; 
ma  pentiti,  poi,  alcuni  di  essi  della  elezione,  pel  con- 
tegno  ingiurioso  del  nuovo  papa  contro  tutti,  si  par- 
tono  segretamente  da  Roma  e  vanno  a  Fondi  ove, 
sotto  la  protezione  della  regina  Giovanna  di  Napoh 
e  del  conte  di  Fondi  stesso,  nemici  di  Urbano  VI, 
dichiarano  nuila  la  sua  elezione  e  nominano  quindi 
un  nuovo  pontefice  (antipapa)  nella  persona  del 
card.  [RobertoJ  di  Ginevra,  15-40  ;  313,  30-45  ;  314, 
1-5  ;  vengono  in  aperto  dissidio  con  Urbano,  a  causa 
della  lite  apertasi  tra  lui  e  Carlo  di  Durazzo,  anche 
alcuni  altri  di  quelli  restatigli  fedeli,  ma  essi  sono 
senz'altro  fatti  prendere  da  Urbano  ste.sso  e  fatti 
porre  ai  tormenti  (an.  1384),  433,  25-36. 
Vedi  anche  :  Acciaiuoli  (degli)  Agnolo  di  Jacopo  di 
Donato ;  Acquasparta  (d')  Matteo ;  Colonna  (della) 
Agapito ;  Corsini  Piero  di  Filippo  ;  Fiesco  (Card. 
del)  ;  Fiesco  (del)  Giovanni  ;  Latino  (Card.)  ;  Malpigli 
(de')  Andrea  Ghini  ;  Niccold  da  Prato  ;  Nocea  di 
Gttaldo  ;  Orsini  Giovanni  ;  Orsini  Niccolo  ;  Pelagru 
Arnaldo ;  Roberto  di  Ginevra ;  Ubaldini  (degli)  01- 
taviano. 

Cardinali  Geri,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1302  febbraio- 
1303  febbraio,  91,  10  ;  del  1304  febbraio-1305  feb- 
braio,  96,  29 ;  e  del  1308  febbraio-i^og  febbraio, 
104,  6 ;   o.  anche  Geri  di   Cardinale. 

Cardinali  Ghirigoro  di  Pagnozzo,  giA  Tornaquinci, 
6  fatto  cavaliere  dai  Ciompi  (an.  1378),  324,  19  ; 
viene  preso  e  condannato  a  morte  per  trame  contro 
lo  Stato,  338,  20-25. 

Cardinali  Ruggeri,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1293  feb- 
braio-1294  febbraio,  73,  36. 

Cardona  (di),  V.  Raimondo  di  C. 

Carducci  Biaoio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  luglio< 
1384  agosto,  428,  9. 

Carducci  Giovanni  di  Filippo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1383  settembre-1384  aprile,  435,  11. 

Carduccio,  V.  Giovanni  di  Filippo  C. 

Carelli  Michble,  k  dei  Priori,  quale  rappresentante  delle 
quattordici  Arti  minori  (an.  1378  settembre-ottobre), 
331,  28. 

Carina  (di),  V.  Giovanni  di  C. 

Carletti  BRANCA2IO  Di  Puccio,  6  dei  Priori  (an.  1379 
luglio-agosto),  346,  4. 

Carletti  Puccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gennaio- 
1351  gennaio,  240,  1 ;  del  1353  gennaio-1354  gennaio, 
246,  10  ;  e  del  1356  gennaio-1357  gennaio,  251,  4. 

Carlbttino,  v.  Aldobrandini  C. 

Carletto,  v.  Benvenuti  C. 

Carlo  Magno,  imperatore  (aa.  800-814),  pone  termino 
alla  signoria  dei  Longobardi  in  Italia,  17,  14-16  ; 
viene  nominato  e  incoronato  Imperatore  del  Mondo, 
14-18  ;  fa  riedificare  Firenze,  18,  5-8  ;  si  porta  a  vi- 


492 


INDICE  ALFABETICO 


tCarlo  IV.CarU  di  DnrazM] 


sitare  la  risorta  c,  ed,  ammirato  della  siia  bellezza, 
vi  fa  cpstraire  a  soe  spese  la  Chiesa  di  S.  Apostolo, 
19,  10-18,  e  dichiara  la  c.  libera  e  franca,  19,  lS-17  ; 
"  cf.  XXXVII,  38-39,  29-3»  "  ;    ric,   "  XC,     34-34  ". 

Carlo  [IV],  imperatore,  figlio  di  Giovanni  re  di  Boemia 
(aa.  1346-1379),  si  unisce,  mentre  era  ancora  solo  re- 
di  Boemia,  alla  lega  contro  i  signori  della  Scala  e 
toglie  loro  Civita  e  Feltre  (an.  1337),  184,  14-16; 
viene  eletto  Imperatore  (an.  1346),  227,  38-41  ;  228 
1-2;  sua  discesa  in  Italia  (an.  1254),  247,  17-21; 
ilonari  da  lui  fattisi  versare,  in  riconoscimento  dei 
suoi  diritti,  dai  Fiorentini  e  da  altri  Comuni  toscani, 
24,  30  ;  sua  solenne  incoronazione  in  Roma  (an. 
1355),  248,  33-36  ;  scende  nuovamente  in  Italia  (an. 
1368),  268,  21-26  ;  viene  a  nuovi  accordi  coi  Fioren- 
tini  che  versano  a  lui  altri  denari,  269,  2-29  ;  ric, 
422,  24. 

Carlo  I  d'Angi6  (aa.  1266-1285),  figlio  di  Liigi  VIII  re 
di  Francia,  avuta  appena  da  Cleraente  IV  Tinve- 
stitura  del  Regno  di  Puglia  e  di  Sicilia,  viene  solleci- 
tamente  in  Italia  dove,  raccolto  in  fretta  un  esercito, 
muove  contro  Manfredi  e  lo  sconfigge  a  Benevento 
impadronendosi  del  Regno  (an.  1266),  50,  8-21  ; 
manda  aiuti  ai  Guelfi  di  Firenze  (an.  1267),  52,  20- 
22  ;  pregato  da  questi  di  prendere  la  Signoria  della  c. 
invia  a  Firenze  un  suo  vicario,  53,  1-18  ;  viene  poco 
dopo  nella  c.  egli  stesso  per  trattenervisi  alcuni  giorni, 
21-23  ;  sue  imprese  a  capo  delle  milizie  fiorentine  con- 
tro  i  neraici  dei  Guelfi,  27-37  ;  torna  a  Firenze  di  pas- 
saggio  insierae  con  Gregorio  XI  (an.  1273),  55,  23  ; 
"  cf.  LXXVII.  8  ;  LXXXI,  1-18  ". 

Carlo  [II]  d'Angi6,  figlio  di  Carlo  I  re  di  Puglia  e  Sicilia 
(aa.  1285-1309),  grato  dell'aiuto  spontaneo  prestato 
a  lui  dai  Fiorentini  contro  le  insidie  degli  Aretini, 
che  tentavano  d'irapedirgli  il  passo  per  le  loro  terre, 
dona  loro  la  sua  bandiera  e  lascia  agli  stessi,  come 
Capitano  di  guerra  contro  i  detti  Aretini,  Amerigo 
di  Narbona   (an.   1289),   65,  24-31. 

Carlo  Duca  di  Calabria,  figlio  del  re  Roberto  di  Napoli, 
viene  el.  dai  Fiorentini  Signore  per  dieci  anni  (an. 
1325),  146,  27-34;  147,  1-2  ;  manda  in  Firenze  un 
suo  vicario  (an.  1326),  148,  23-40  ;  di  passaggio  per 
Siena  vi  viene  nominato  Signore  per  cinque  anni, 
149,  1-10  ;  giunge  in  Firenze  con  la  moglie  Maria 
di  Valois  onorevolmente  accolto,  149,  14-16  ;  prin- 
cipi  e  baroni  del  suo  seguito,  149,  16-40  ;  150,  1-3  ; 
abitazione  a  lui  assegnata,  149,  39-40  ;  ottiene  di 
poter  prowedere  a  suo  raodo  pel  Priorato  e  per  gli 
altri  Uffici,  150,  14-19  ;  pone  un  suo  barone  a  fianco 
dei  Priori  per  il  controllo,  151,  6-11  ;  si  fa  concedere, 
contrariaraente  ai  patti,  Prato,  in  perpetuo,  e  Sange- 
mignano  e   Samminiato  al  tedesco,  per  dieci  anni, 

151,  10-22  ;  fa  compilare  Testimo  dai  suoi  ufiiciali, 

152,  28-30  ;  gli  nasce  un  figlio  che  gli  muore  poco 
dopo,  152,  32-34  ;  manda  contro  Castruccio  il  Conte 
di  Monte  Scaggioso  che  prende  S.  Maria  a  Monte  e 
Artimino  (an.  1327),  153,  14-24;  parte  da  Firenze 
lasciando  qua  un  suo  vicario,  154,  31-33  ;  viene  colto 
improwisamente  da  morte,  lasciando  i  Fiorentini  in 
grande  cordoglio,  non  senza  per6  una  certa  segreta 


allegrezza  per  la  fine  delle  grandi  spese,  che  loro  co 
stava  la  signoria  (an.  1328),  157,  14-29  ;  ric,  384,  31 
Carlo  01  Durazzo,  detto  anche  Carlo  della  pace,  figli" 
di  Luigi  Duca  di  Durazzo  :  suo  grado  di  parentel.i 
coa  Luigi  re  d'Ungherta  e  con  la  regina  Giovanna  di 
Napoli,  313,  7-23  ;  375,  4-10  ;  gli  viene  offerto  da 
papa  Urbano  VI  (a  petizione  del  detto  re  d'Ungheria 
che  cedeva  a  lui  i  suoi  diritti  e  le  sue  ragioni)  il  reame 
di  Puglia  che  il  Pontefice  voleva  assolutamente  to- 
gliere  alla  detta  Giovanna,  per  la  protezione  da  essa 
accordata  airantipapa  avignonese,  313,  1-34  ;  375, 
4-6,  10-30  ;  manda  in  Italia  una  sua  brigata  in  aiuto, 
secondo  quanto  si  diceva,  di  Urbano  VI,  condotta  dal 
suo  siniscalco  Giannotto  che  s'accampa  pr.  Bologna, 
353,  24-33  ;  gli  vengono  inviati  ambasc.  da  Firenze, 
347,  3-4  ;  voci  intorno  a  trame  da  lui  ordite  contro 
Firenze  con  Giannozzo  Sacchetti  e  con  gli  sbanditi 
fiorentini,  23-24  ;  249,  17-10  ;  sue  dichiarazioni  in 
proposito  rimesse  ai  Priori,  a  mezzo  degli  ambasc. 
a  lui  inviati,  e  dichiarazioni  degli  ambasc.  stcssi, 
351,  43  ;  352,  4-24  ;  viene  accusato  pubblicamente 
di  favorire  per  raezzo  del  suo  Siniscalco,  Giannotto, 
comandante  della  brigata  suddetta,  la  congiura  or- 
dita  contro  Firenze  dai  Guelfi  e  dai  Ciompi  sbanditi 
(an.  1379).  353,  24-33;  354,  18-20;  355,  14-15; 
367,  34-38  ;  invitato  a  Roma  da  Urbano  per  essere 
incoronato  e  per  muovere  poi  di  qua  contro  la  regina 
Giovanna  alla  conquista  del  regno,  si  parte  daU'Un- 
gheria  e  viene  in  Italia  con  cinquemila  Ungheresi  fer- 
mandosi  alcuni  giorni  a  Riraini  (an.  1380),  375,  3- 
36  ;  partito  da  Rimini,  va  a  Gubbio  dove  entra  da 
Signore  e  donde  poi,  riuscito  vano  il  tentativo  d'im- 
padronirsi  anche  di  Citti  di  Castello,  va  ad  Arezzo 
ove  viene  accolto  con  onori  sovrani,  378,  24-34  ; 
viene  contro  il  contado  di  Firenze,  379,  24-37  ;  invia 
pr.  il  Comune  fiorentino  suoi  ambasc.  i  quali,  dopo 
lunghe  trattative  coi  delegati  del  Comune  stesso, 
vengono  finalmente  ad  accordi,  380,  20-43  ;  381,  1- 
10  ;  firraa  e  ratifica  gli  accordi  suddetti  e  se  ne  ri- 
torna  in  Arezzo,  13-22 ;  suo  comf>ortamento  poco  ; 
favorevole  coi  Toscani  in  genere,  22-26  ;  annunzia  ai 
Fiorentini  la  sua  vittoria,  sulla  regina  Giovanna,  e  la 
conquista  del  regno  di  Puglia  (an.  1381),  390,  6-10  ; 
danni  da  lui  arrecati  airitalia  ed  alla  Toscana.  in 
ispecie,  secondo  lo  Stefani,  398,  13-20  ;  gli  viene  ri- 
messa  dai  Fiorentini  una  copia  di  lettera  inviata 
loro  dal  Duca  d'Angi6  annunziante  Tarrivo  in  Italia 
del  suo  figlio  contro  di  lui,  412,  4-8  ;  raanda  ambasc. 
a  Firenze  per  regolare  il  ritiro  della  Corapagnia  di 
ventura  che  egli  teneva  assoldata  in  Arezzo,  415, 
25-30  ;  invia  nuovi  ambasc.  per  stringere  con  essa 
una  lega  contro  il  Duca  d'Angi6  (an.  1382),  421, 
29-34  ;  422,  14  ;  viene  a  lite  con  Urbano  VI  che  egli 
fa  prima  tener  rinchiuso  in  .\versa  e  poi  lo  fa  asse- 
diare  in  Nocera,  dove  questi  era  andato  a  trattenersi 
pr.  il  nipote  (an.  1384).  433,  3-38  ;  fa  confiscare  le 
merci  dei  mercatanti  fiorentini  che  si  trovavano  nel 
suo  regno  (an.  1385),  439,  20-32  ;  parte  alla  volta  del- 
1'Ungheria,  in  seguito  alla  morte  di  re  Luigi,  invitato 
dai  Baroni  del  luogo  e  vi  viene  senz'altro  incoronato 


fCarlo-Catini] 


INDICE  ALFABETICO 


Re,  439,  34-44  ;  440,  1-3  ;  viene  ucciso  a  tradimento 
nelle  stanze  della  regina  vedova  del  re  I-uigi  (an. 
1386),  440,  5-26  ;  ripercussioni  in  Firenze  tra  le  sette 
cittadine  per  queste  ultime  drammatiche  vicende, 
29-46  ;   441,    1-48  ;  442,    1-38. 

Carlo,  figlio  di  Filippo  principe  di  Taranto,  nipote  di  re 
Roberto,  muore  combattendo  ai  fianclii  dei  Fioren- 
tini,  contro  Castruccio,  nella  battaglia  di  Montecatini 
(an.   1315).  117,  35. 

C*RLO  IV  RE  Di  Francia  (aa.  1322-1328)  richiesto  di 
soldati  dal  Comune  di  Firenze,  invia  a  questo  cinque- 
cento  scelti  cavalieri  (an.  1324),  135,  1-4  ;  138, 
25-28. 

Carlo  Ubbrto  d'Ungheria,  V.  Caroberto  d'U. 

Carlo  di  Valois  [Valosa],  secondogenito  di  Filippo  III 
re  di  Francia  e  fratello  del  re  Filippo  il  Bello,  viene 
a  Firenze  come  paciere  inviato  da  Bonifacio  VIII 
(an.  1301),  84,  24-26  ;  suoi  giuramenti  e  promesse, 
fatte  in  pubblico  parlamento  in  S.  Maria  Novella 
ai  Priori  ed  al  Vescovo,  per  poter  ottenere  la  Balia 
della  c,  26-31  ;  contrariamente  alle  sue  promesse  di 

l^      pace,  ottenuta  la  Balia,  non  oppone  affatto  resistenza 

H|     alla  rientrata  a  mano  armata  di  Corso  Donati  e  dei 

^B   Neri,  n6  tenta  punto  d'impedire  le  violenze  e  i    so- 

^B*  prusi  di  questi  contro  i  loro  avversari,  31-40  ;  riforma 

insieme  con  questi  il  governo  della  c.  e  nomina  con 

essi  i  nuovi  Priori,   41-44  ;  85,    1-13  ;  si  porta  per 

qualche  giorno  a  Pistoia,   15-16  ;  sua  responsabilita 

nei  processi,  condanne  a  morte  e  bandi  dei  Bianchi,  86, 

30-42;  87,   1-4;  "  cf.   LXXXVI,  21-36;  LXXXVII, 

1-2  ". 

Carlo  di  Valosa,  V.  Carlo  di  Valois. 

Carlo  d'Amelia,  podesti  di  Firenze,  parte  dalla  c.  na- 
scostamente,  per  evitare  il  sindacato,  portando  seco  il 
sigillo  del  Comune  (an.  1307),  100,  1-5  ;  provvedi- 
menti  presi  dal  Comune  stesso  a  questo  riguardo, 
6-10. 

Carlo  D'ARMtGio,  barone  venuto  a  Firenze  al  seguito  del 
Duca  di  Calabria  signore  della  c,  149,  36. 

Carlo  di  Biagio,  V.  Lapini  Carlo  di  B. 

Carlo  di  Strozza,  V.  Strozzi  (degli)  C.  di  S. 

Carmignano,  castello  del  territorio  pistoiese,  24,  10 ; 
viene  preso  e  devastato  dai  Fiorentini  (an.  1228), 
31,  21  ;  si  dci  spontaneamente  a  questi  (an.  1324), 
138,  36-38  ;  viene  preso  da  Castruccio  (an.  1325), 
144,  10-11,  26-27  ;  ritorna  in  potere  dei  Fiorentini 
(an.  1329).  156,  9-25;  162,  19. 

Caro  Di  RusTico,  V.  Cantori  (dei)  C.  di  R. 

Caro  di  Venisti,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1297  febbraio- 
1298  febbraio,  77,  2  ;  del  1301  febbraio-1302  febbraio, 
88,  34  ;  del  1303  febbraio-1304  febbraio,  95,  10  ;  del 
1317  febbraio-i3i8  febbraio,  124,  27  ;  e  del  1320 
febbraio-1321  febbraio,  127,   19. 

Caro  (di),  ;;.  Alessandro  di  C.  ;  Ghiberto  di  Alessandro 
di  C.  ;  Lorenzo  di  C. 

Caroberto  [Carlo  Uberto],  re  d'Ungheria  (aa.  1292-1342), 
figlio  di  Carlo  Martello  della  Casa  d'Angi6,  e  padre  di 
.\ndrea,  sposo  di  Giovanna  di  Napoli  :  diritti  dei  suoi 
figli  alla  successione  del  reame  di  Napoli,  198,  21-25. 

Carocci  Caroccio,  6   nelle  liste  dei  Priori  del  1368  gen- 


naio-1369  gcnnaio,  273,  35  ;  del    1376  gennaio-1377 

gennaio,   300,    33  ;    e  del    1382  (settembre-gennaio), 

424.  18. 
Caroccio  di  I.apo.  V.  Alberti  (degli)  C.  di  L. 
Caroccio  d'Ugo.  V.  BuoHaccolli  C.  d'U. 
Carpento.  discendente  di  Silvio  Postumo.  ric,  7,  8. 
Carradore  (di),  V.  Chiaro  di  C. 
Carraia  (oa),  V.  Roberto  da  C. 
Carrara  (da),  t;.  Marsilio  da  C.  ;  Ubertino  da  C. 
Carucci  Anibaldo  di   Benci.  h  nelle  liste  dei  Priori  de) 

1367  gennaio-1368  gennaio.  267.  15  ;  e  del  1375  gen- 

anio-1376  gennaio.  298.  37. 
Carucci  Giorgio    di  Benci.    6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1349  gennaio-1350  gennaio,  235.  28  ;  del  1355  gen- 
anio-1356  gennaio.  250,  18  ;  del  1362  gennaio-1363 
gennaio,  262.  5  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1364  gennaio-1365  gennaio),  265,  6  ;  e  di  nuovo  Gon- 
faloniere  (liste  1372  gennaio-1373   gennaio),  284,  22» 

Carucci  Giovanni.  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1332  di- 

cembre-1333  dicembre.  175.  34. 
Carucci  Napoleone  di  Benci.  i  nelle  liste  dei  Priori  del 

1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  «  ;  e  del  1371  gen- 

naio-1372  gennaio.  279.  3. 
Carucci  Taddeo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1349  gennaio- 

1350  gennaio,  235,  11  ;  e  del  1351  gennaio-1352  gen- 
naio.  241.  3. 

Caruccio  d'Andrea  del  Nero.  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1369  gennaio-i37o  gennaio,  275.  18. 
Caruccio  del  Verre.  viene  preposto  airufficio  per  la 

ricerca  e  rivendica  dei  beni  e  delle  ragioni  del  Comune 

(an.  1293),  71,  2-3  ;  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1293 

febbraio-1294  febbraio,  73,  32. 
Casa  (della),  V.  Jacopo  di  Benintendi  della  C. 
Casaccio,  V.  Filippo  C. 
Casale,  terra  dei  Senesi  presa  dai  Fiorentini    (an.  1260), 

45,   33. 
Casciani    Naldo    di    Stefano.    i  nelle  liste 

dei  Priori  del  1382  gennaio-1383  aprile,  425,  3. 
Casciani  Piero  di  Stefano,  notaio  dei  Priori    ric,  266, 

29;  292.  7  ;  435,  17. 
Casciani  Stkfano.  notaio  dei  Priori.  ric,  175,  20. 
Casciolli,  V.  Monte  Casciolli. 
Casciotti   Casciotto    di   Giovanni,    notaio   dei    Priori, 

ric,  288,  39. 
Casciotti  Jacopo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1283  dicem- 

bre-1284  dicembre,  60,  6. 
Casciotto  di  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  ric,  240.   1  ; 

250.  29  ;  258.  39  ;  v.  Casciotti  C.  di  G. 
Casella  Giovanni.  6  nelle  liste  dei  Priori  dcl  1344  ni.aj;- 

gio-1345  maggio,  222,  21, 
Casentino.  ric.  438,  34. 
Casini  Andrea.  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1339  dicembre- 

1340   dicembre,    188.   2i  ;   e  del    1341   dicembrc-1342 

dicembre.  191.  1  ;  199.  5. 
Casini  Berto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1323  febbraio- 

1324  febbraio.  135,  20. 
Casini  Feozzo.  viene  confinato  a  Toscanella  dal  Capitano 

(an.   1381),  408.  41. 
Casini  Francesco.  ft  nelle  liste  dei  Priori  dcl  1377  gcn- 

naio-1378  luglio.  314.  22  ;  ric,  216,  38-39. 


Tomo  XXX,  p.  I  —  32. 


494 


INDICE  ALFABETICO 


[Caiiai-CBtlsnij 


Casini  Mattko  di  Bartolo,  £  ncllc  liste  dei  Priori  dct 

1385  inaggio-1386  aprile,  443,  18. 

Casini  Naddo,  ft  nelle  liste  dei  Priori  del  1313  febbraio- 
1314  febbraio,  115,  39;  e  del  1320  febbraio-1321 
febbraio,  127,  21  ;  i  Gonfaloniere  di  Ginstizia  {liste 
IJ39  dicembre-i340  dicembre),  188,  /». 

Casini  Rainaldo,  6  nelle  liste  pei  Priori  del  1330  dicem- 
bre-i33i  dicembre,  167,  7  ;  k  Gonfaloniere  di  Giusti- 
zia  (liste  1335  dicembre-1336  dicembrc),  183,  1. 

Casini  Rinaldo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1310  febbraio- 
1311  febbraio,  108,  10;  del  1317  febbraio-1318  feb- 
braio,  124,  16  ;  del  1319  febbraio-1320  febbraio, 
126,  27  ;  del  1322  febbraio-1323  febbraio,  131,  16  ; 
e  del  1327  febbraio-1328  febbraio,  157,  31. 

Casini  ,  V.  Sassini  C. 

Casino  di  Sassino  Benincasa,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1297  febbraio-1298  febbraio,  77,  1. 

Castel  del  Bosco,  vi  vengono  sconfitti  dalle  milizie  fio- 
rentine  i  Pisani  (an.   1222),  31,  5-7. 

Castelfiorentino,  vi  viene  sconfitto  dai  Fiorentini  il 
Conte  di  Fiandra  che  aveva  lasciato  Arrigo  VII  per 
tornarsene  a  casa  (an.  1313),  111,  3S-36  ;  tenta  in- 
vano  di  impossessarsene  il  detto  Arrigo,  113,  9. 

Castelfiorentino  (da),  V.  Bartolo  da  C.  ;  Bartolomeo  da 
C.  ;  Gherardo  da  C. 

Castellani  Agnolo  di  Berto  Cecchi,  6  nelle  liste  dei 
Priori  dcl  1361  gennaio-1362   gennaio,  260,21. 

Castellani  Lotto  di  Nanne,  6  tra  i  capi  e  maggiori 
istigatori  della  Parte  guelfa  del  quartiere  S.  Croce, 
308,  10  ;  k  dei  Dieci  cittadini  el.  per  provvedere  ai 
bisogni  per  l'improwisa  venuta  del  condottiere  di 
ventura  di  Couchy  (an.   1384),  429,  13. 

Castellani  Lotto  di  Vanni,  6  tra  i  capi  di  Parte  guelfa 
accorsi  in  difesa  di  essa  contro  i  Popolani  (an.  1378), 
318,  8  ;  i  Gonjaloniere  di  Giustizia  (liste  138$  maggio- 

1386  aprile).  443,   H. 

Castellani  Michele  di  Vanni,  h  tra  i  capi  della    Parte 

guelfa  accorsi  in  sua  difesa  contro  i   Popolani    (an. 

1378).  318,  8  ;  gli  viene  data    alle  fiamme  la  casa 

dai  Ciompi  (an.   1378),  322,  29-36  ;  s'agita  per  otte- 

nere  risarcimento  delle  case  bruciategli,  413,  12  ;  v. 

anche  Castellani  Michcle  di  Vanni    di  Lolto. 
Castkllani  Michele  di  Vanni  di  Lotto,  tenta  di  ele- 

varsi  sugli  altri  circondandosi  di  partigiani,  412, 20  ; 

p.    anche    Castellani  Michele  di  Vanni 
Castellani  Tano  di  Banco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1316    febbraio-1317    febbraio.    123,     13  ;  e  del   1319 

febbraio-1320  febbraio,   126,   3. 
Castellani  Vanni  di  Michele  di  Vanni,  va  come  capi- 

tano  di  guerra  dei  Fiorentini  contro  Marco  di  Pietra- 

mala   (an.    1384),  432,   35-36. 
Castello,  V.  Tecchi  C. 
Castello  di  Bernardo  da    Quarata,    6    Gonfaloniere 

di  Giustizia  (liste  1352  gennaio-1353  gennaio),  242,  43. 
Castello  di  Lippo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1351  gen- 

naio-1352  gennaio,   240.  42  ;  v.  Beccuto  (del)  C.  di  L. 
Castkllo  di  Rinuccio,  notaio  dei  Priori,  ric,  147,  31  ; 

186,    31. 
Castbllo  di  Tecchino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1321 

febbraio-1322  febbraio,  129,  14. 


Castello  dell'Alpe,  viene  dichiarato  libero  dai  Fiorco- 

tini  (an,  1376),  298,  8-9. 
Castbllo  Franco  dbi  I.ucchbsi,  si  di  ai  Fiorentini  (an. 

I314),  115,  24  ;   viene  preso  e  devastato  da  Castruc- 

cio  (an.  1323),  133,  34  ;  ritorna  in  potere  dei  Fioren- 

tini   (an.    1330),   166,   32-33  ;   167,    1. 
Castello  LiONE  DECLi   Ubaldini.   prcso  c  disfatto  dai 

Fiorentini   (an.    1373)   286,   3  7 
Castello   Nuovo   di   Valdarno,  coiiie   1  Ghibcllini  ed   li 

conte  Ghido  Novello  ra.ssediarono  e  poi  furono  co- 

stretti  a  togliere  Tassedio  (an.  I266),  50,  28-32. 
Castel  S.  Giovanni  (da),  v.  Loremo  da  C.  S.  G. 
Castiglionchio,  e  Castiglionb  (da),  v.  Alberto  da    C.  ; 

Alberto  di  Lapo  da  C.  ;  Lapo  da  C. 
Castiglione,  tcrra  del  Senese  presa  dai  Fiorentini  (an. 

1289),  66,  10. 
Castiglione   Aretino,    viene   restituito   ai   Tarlati    (an. 

1343),  207,   12  ;  si  da  spontaneamente  ai  Fiorentini 

(an.  1384),  430,  10-20  ;  si  di  agli  stessi  anche  la  for- 

tezza,  431.   18-20. 
Castiglio.ne  Ubertini,  viene  preso  e  distrutto  dai  Fio- 

rentini  (an.  1288),  64,  6-7. 
Castracani  Castruccio,  V.  Interminelli  (degli)  C.  C. 
Castracani   Francesco.   cugino   di   Castniccio   ma   non 

amico  dei  figli  di  lui,  viene  lasciato  da  Lodovico  il  Ba- 

varoqualesuo  vicario  a  Lucca  (an.  1329),   161,26-27. 
Castracani  Giovanni,  nipote  di  Francesco,  ferisce  Ghe- 

rardino    degli  Spinoli.  signore  di    Lucca    (an.  1330), 

163,  34  ;    165,  39  ;  166.  1. 
Castri  Francesco  di  Bertuccio,  viene  ammonito  (an. 

1360),  255,  23. 
Castrocaro.  vi  si  accampano  i  Brettoni  mandati  in  Ita- 

lia  da  Gregorio  XI  contro  Firenze,  297.  29. 
Castruccini  (de").  fam.  Lucchese.  ric.  163.  17. 
Castruccio.  V.  Interminelli  (degli)  Castracani  C. 
Catalane,   milizie   condotte  in   Firenze   da   Roberto   di 

Calabria,  primogenito  di  Carlo  II  di  Napoli,  venuto 

qua   quale   Capitano   di   guerra    (an.    1305),   95,  22  ; 

101.   14-15;  150,  3. 
Catalano  di  Rinieri.  e  nelle  liste  dei  Priori  del   1287 

febbraio-1288  aprile.  63.  22. 
Catalano,  V.  Rinieri  C. 
Catellina,  V.  Catilina. 
Catellini,   nobile   fam.    Fiorentina   del  quartiere   di   S. 

Brancazio,  21,  8. 
Catellino,  V.  Aldobrandi  C.  ;  Raffacani  C. 
Catenacci    Bancozzo  di  Giovanni  di   Bartolo,   vif-ne 

ammonito  (an.  1377),  305,25  ;  398,  40-41. 
Caterina  da  Siena,  viene  a  Firenze  a  predicarc  la  pacc 

con  la  Chiesa  (an.   1377),  306,  6-8  ;  fe  accolta  daUa 

Parte  guelfa  con  ostentati  onori,   8-12  ;  sna  morte  e 

miracoli  (an.   1380),  378.  2-4. 
Catilina,  nobile  romano  sceso,  secondo  la  leggenda  dello 

Stefani,  dalla  stirpe  d'Enea,  congiura  contro  la  Re- 

pubblica  ma  scoperto  fugge  a  Fiesole  che  fa  ribellare 

a  Roma,  9.  2-8  ;  vengono  mandati  contro  di  lai  due 

eserciti    consolari,    11-13  ;    muore    combattendo    pr. 

Pistoia,  15-17  ;  ric,  11.  21. 
Cattani   Bernardo.    6   Gonfaloniere   i   Giustizia     (liste 

1321  febbraio-1322  febbraio),  122.28. 


[CavAcci  ani  -Cecco] 


INDICE  ALFABETICO 


m 


Cavacciani  Lapo  di  Giovanni,  6  nelle  liste  pei  Priori 
del   1333  dicembre   1334  dicembre,   177,   5. 

Cavalcanti,  nobile  fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  28, 
22  ;  esce  da  Firenze  aU'annunzio  della  sconfitta  di 
Montaperti  (an.  1260),  48,  11  ;  si  schiera  coi  Cerchi 
con  la  parte  bianca  (an.  1300),  80,  37  ;  92,  19-20  ; 
viene  bandita  da  Firenze  (an.  1302),  86,  37  ;  tornata 
in  patria  viene  di  nuovo  mandata  in  esilio  e  le  sae 
case  ven^ono  abbattute  (an.  1311),  107,  25-26  ;  6  fa- 
vorevole  al  Diica  d'Atene  (an.  1343),  205,  11  ;  si  leva 
contro  i  Popolani  ma  viene  costretta  ad  arrendersi, 
214,  4-7  ;  "  cf.  LV,  12  ;  LVII,  9  ;  LIX,  4  „. 

Cavalcanti  Amerigo,  viene  incaricato  dal  Comune  di 
Firenze  di  accompaguare  sino  ai  confini  la  Compa- 
gnia  di  ventura  del  conte  Lando  e  Broccardo  (an. 
1358).  253,   10-18. 

Cavalcanti  Ciampolo,  fe  fatto  Consigliere  dei  Priori 
(an.  1343),  311,  10. 

Cavalcanti  Giannozzo,  h  tra  i  partigiani  del  duca  d'A- 
tene  (an.  1343),  205,  24-26  ;  6  dei  Quattordici  cit- 
tadini  el.  dal  Parlamento  per  la  formazione  del  nuovo 
Governo  e  per  la  cacciata  del  duca,  207,  32. 

Cavalcanti  Guido,  viene  confinato  coi  Bianchi  a  Sar- 
zana  (an.   1301),  83,  10. 

Cavalcanti  Luigi  di  Poltrone,  viene  ammonito  (an. 
1377).  305,  27  ;  309,  11-12;  h  fatto  prendere  come 
sospetto  di  trame  contro  il  Governo  dei  Ciompi 
(an.  1378),  327,  35  ;  come  venne  liberato  dal  carcere, 
329,   34-35  ;  330,   1-2. 

Cavalcanti  Maso,  viene  mandato  a  morte  da  Pulcieri 
da  Calvoli  podesta  di  Firenze  per  complotti  contro 
lo  Stato  (an.  1302),  88,   10. 

Cavalcanti  Paffiera,  uccide  per  vendetta  privata  Paz- 
zino  de'  Pazzi  (an.  1312),  107,  25-26. 

Cavalcanti  Salice  di  Giachinotto,  6  tra  i  capi  e  mag- 
giori  istigatori  della  Parte  guelfa  del  quartiere  di  S. 
Maria  Novella,  308,  15-16  ;  318,  10. 

Cavalcanti  Tommaso  di  Rinieri,  viene  condannato 
neiravere  e  nella  persona  per  trame  contro  lo 
Stato  (an.  1378),  338,  35  ;  e  di  nuovo  (an.  1379), 
365,  17  ;  6  dei  quarantatre  cittadini  el.  in  ag- 
giunta  agli  altri  della  Balia  gi^  nominati  (an.  1381), 
405,  3. 

Caviccioli  Iacopo  di  Rinieri,  viene  bandito  (an.  1380), 
370,  24. 

Cavicciuli  fam.  fiorentina  di  parte  nera  ma  non  favo 
revole  a  Corso  Donati,  80,  36  ;  92,  16  ;  100,  22  ;  6 
contro  il  Daca  d'Atene,  205,  18,  e  poi  contro  i  Popo- 
lani  ma  viene  costretta  ad   arrendersi,  213,  30-36. 

Cavicciuli  Boccaccio,  uccide  Gherardo  Bordoni  parti- 
giano  di  Corso  Donati  (an.  1308),  101,  16. 

Cavicciuli  Filippo  di  Alamanno,  combatte  contro  Gio- 
_  vanni   Acuto  tra  le  milizie   fiorentine  pr.    Borgo   a 

^m  Cascina  e  viene  fatto  vicario  della  Valdinievole,  271, 
18-20  ;  va  ambasc.  a  Bologna  insieme  allo  Stefani 
(an.  1376).  299.  42-44  ;  300,  22-23  ;  "  cf.  LX,  33  ,,  ; 
viene  inviato  a  Napoli,  quale  ambasc,  per  ristabilire 
la  pace  tra  Urbano  VI  ed  il  re  Carlo  (an.  1385), 
436,  16-17. 

Cavicciuh  Pigello,  viene  confinato  a  Padova  (an.  1378), 


328,  30  ;  viene  bandito  corae  ribelle  (an.  1380),  370, 

20  ;  e  di  nuovo  415,  19. 
Cavicciuli    Pino,    e  nelle  liste  dei  Priori  del  1338 

dicembre-133^  dicembre,  187,  7. 
C.wicciULi  SiMONE  di  Pepo,  &  dei  quarantatre  cittadini 

el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gia  nominati  (an. 

1381),   405,    13  ;    tenta   di   predominare   sugli   altri 

412,  31. 
Cavicciuli  Talano  di  Luigi,  viene  condannato  neira- 

vere  e  nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an. 

1378),  338,  29. 
Cavicciuli  Vieri  di  Pepo,  6  tra  i  capi  e  i  maggiori  isti- 

gatori  della  Parte  giielfa  del  quartiere  S.  Giovanni, 

308,  21  ;  310,  16  ;    gli  vengono  arse  le  case  dal  popolo 

in  rivolta  contro  la  Parte  suddetta  (an.  1378),  317, 

45  ;  viene  confinato  a  TAquila,  228, 26. 
Cecchi  Agnolo  di  Berto,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1349 

gennaio-1350  gennaio,   235,    11  ;   del    1367   gennaio- 

1368  gennaio,  267,   16  ;  del  1370  gennaio-i37i  gen- 

naio,   275,    42  ;   e   del    1374   gennaio-1375   gennaio, 

291,  19. 
Ckcchi  Berto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1326  febbraio- 

1327  febbraio,   155,  20  ;  e  del   1332  dicembre-1333 

dicembre,  175,  22. 
Cecchi  Cino,   6  nelle  liste  dei  Priori  del  1353  gennaio- 

1354  gennaio,  246,  20  ;  e  del  1357  gennaio-1358  gen- 

naio,  252,   12. 
Cecchi    Francesco    di    Iacopo,    viene    ammonito  (an. 

1378),  316,  23. 
Cecchi  Jacopo,  notaio  pei  Priori,  ric,  175,  12  ;  230,  5  ; 

245,  34. 
Cecchi  Niccol6  di  Ciuto,  notaio  dei  Priori,  ric,  306,  26. 
Cecchi  Romolo,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  1377  gennaio- 

1378  luglio,  314,  24. 
Cecchi  Temperano  di  Manno,  o  nelle  liste  dei  Priori  del 

1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  12. 
Cecco,  V.  Cioni  C,  Giandonati  C.  ;  Gucci  C. 
Cecco  d'Ascoli,  viene  mandato  al  rogo  dal  Duca  di  Ca- 

labria  per  eresia  (an,  1327),  154,  1-9  ;  dicerie  intorno 

alle  cause  che  determinarono  la  sua  condanna,  4-7. 
Cecco  di  Bocchino,  k  nelle  liste  dei    Priori  del  1347  gen- 

naio-1348  gennaio,   230,  5. 
Cecco  di  Cenni,  V.  Temagnini  C.  di  C. 
Cecco  di  Cino,  V.  Ristori  C.  di  C. 
Cecco  di  Cione,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  genuaio- 

i34ggennaio,  233,  7  ;  del  1351  gennaio-i352gennaio, 

241,  8  ;  e  del  1362  gennaio-1363  gcnnaio,  262,29. 
Cecco  di  Civolo,  6  nclle  liste  dei  Priori  del  1346  maggio- 

1347  gennaio,  228,  33. 
Cecco  di  Corso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1303  febbraio- 

1304  febbraio,  94,  39. 
Cecco  di  Giandonato,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1375 

gennaio-1376  gennaio,  299,  23. 
Cbcco  Di  Gianni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1329    diccm- 

bre-1330  dicembre    164,   16  ;  e    del  1334  diccmbre- 

1335  dicembre,    179,   15. 
Cecco  di  Giovanni,  k  nelle  Ii.ste  dei  Priori  del  1345  mag- 

gio-t346  raaggio,  227,  3. 
Cecco  di  Spina,  t>.  Falconi  C.  di  S. 
Cecco  (di),  1'.  Retto  di  C.  ;  Giovanni  di  C. 


496 


INDICF.  ALFABETICO 


[C*ctri>Ct(M>  di  BuaniaKc»*] 


Cecbri,  valle,  ric,  14,  33. 

Cecino  (oel),  V.    Tegghiaio  del  C. 

Cbfto,  farsettaio,  viene  bandito  e  condannato  neirnverc 

c  nella  persona  (an.  1381),  400,  2. 
Cblona  (di),  V.  Giovanni  di  C. 
CBNA.MELLE  Buoso  Di   Albizo,   6  nelle  liste  pci  Priori 

del  1318  febbraio-1319  febbraio,  125,  24. 
Cbnni,  V.  Bitiotti  C.  ;  Ghetti  C.  ;  Marchi  C. 
Cbnni  Albbrti  Dbl  Giudicb,  d  Gonfalonierc  di  Giustizia 

(liste  1302  febbraio-1303  febbraio),  91,  12. 
Cbnni  di  Nardo,  t  nelle  liste  dei  Priori  del  1309  febbraio- 

1310  febbraio,  106,    11  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(li.ste   1325   febbraio-1326   febbraio),    152,  24  ;   e  di 

nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del   1341   dicembre  1342 

dicembre,   190,  25, 
Cbnni  di  Nardo,  V.  Giunta  C.  di  N.  ;  Rucellai  C.  di  N. 
Cenni  •del  Ricco,  V.  Risaliti  C.  del  R. 
Cbnni   Ugolini   del   Cherico.    notaio    dei   Priori,   ric, 

67,  22. 
Cbnni  (di),  V.  Felice  di  Torrigiano  di  C.  ;    Francesco  di 

C. ;    Giovanni   di   C. 
Cbnnina,  castello  dei  Tarlati  d'Arezzo  datosi  ai  Fiorentini 

(an.   1335).  178,  38. 
Cennino  di  Bartolino,  t;.  Alberti  (degli)  C.  di  B. 
Cente  (di),  f.  Dino  di  C. 
Centellini  Piero  di  Lapo,  viene  ammonito  (an.  1358), 

254,  1. 
Centinari  (de')  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1304 

febbraio-1305  febbraio,  96,   30. 
Cerbaia,  vi  si  scontrano  i  cavalieri  fiorentini  con  le  mi- 

lizie  tedesche  di  Arrigo  VII  (an.  1312),  111,  9-12. 
Cerchi,  nobile  fam.  (iorentina,  51,  39  ;  "  di  parte  guelfa 

secondo  il  Villani,  LXV,  13  ,,  ;    accoglie  nella    sua 

casa,  per  ragioni  di  parentela,  i  Cancellieri  della  fa- 

zione  bianca  confinati  da  Pistoia  a  Firenze  (an.  1300), 

79,  28-30  ;   suoi  contrasti  coi  Donati    80,    5-10  ;    si 

pone  a  capo  della  fazione  dei  Bianchi  di  Firenze,  80, 

31-37  ;   92,    U  ; 
Cerchi  Carbone,  viene  confinato  a  Sarzana  coi  Bianchi 

(an.  1300),  83,  8. 
Cerchi  (db')  fam.  v.  Cerchi,  fam. 
Cerchi  (de')  Francesco,  vocato  Pucciano,  viene  ammo- 

nito  (an.  1373),  288,  25. 
Cerchi  (db')  Francesco  di  Puciano,  viene  condannato 

a  lire  trecento  (an.  1381),  401,  18. 
Cerchi   (de')   Gentile,   viene   confinato  a   Sarzana  coi 

Bianchi   (an.    1300),  83,    5. 
Cerchi  (de')  GiovANNi,  d  nelle  liste  dei  Priori  del  1285 

dicembre-1286  dicembre,  61,  34  ;  e  del  1287  febbraio- 

1288  aprile,  63,  39. 
Cbrchi   (de')   Giovanni  di  Riccardo,   viene  ammonito 

(an.    1376),    301,    1. 
Cerchi  (de')  Niccol6    di    Lodovico    Ricciardi,  viene 

ammonito  (an.  1378),  316,  25. 
Cerchi   (de')   Paolino  [Pagolino\,  viene  condannato  in 

lire  quattrocento  ed  ai  confini  per  sei  anni  (an.  1381), 

401,   10. 
Cerchi  (de')  Ulivieri  di  Gherardino,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1291  dicembre-1292  dicembre,  69,  9. 
Cerchi   (de')   Vieri.  primi  snoi  screzii  coi  Donati   (an. 


1300),  79,  39-44  ;  80,  1-4  ;  si  lcva  contru  di  questi  e 
si  rifruta  d'aderire  alle  proposte  di  pace  fatteda  pp. 
Bonifacio,  80,   44-16;  81,    1-4. 

Cbrchi  (casb  dei),  vengono  danncggiate  dal  fuui  o,  iV.i, 
16  ;  ric,  51,  39. 

Cera,  t».  Ghetti  C. 

Cerb,  V.  Canigiani  C. 

Cbre  di  Piloso,  V.  Canigiani  (de')  C.  di  P. 

Cbrigniolo,  castello  degli  Ubaldini  preso  e  distrutto  dai 
Fiorentini  (an.  1373),  286,  38  ; 

Cerrbtani  Stepano  di  Taddeo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  26. 

Cerretani  (de')  Niccolo'  di  Giovanni,  i  nelle  liste  dei 
Priori  del   1375  gennaio-1376  gennaio,  299,    14. 

Cerrbtello,  castello,  assediato  dai  Pisani  viene  liberato 
dai  Fiorentini  (an.   1312),  108,   41-43. 

Cerreto  (da),  t;.  Aldobrandino  Mariti  da  C.  ;  Aldobrando 
da  C.  ;  Andrea  da  C.  ;  Giovanni  di  Niccold  da  C.  ; 
Niccold  di  Mirito  da  C.  ;  Niccold  Mariti  da  C.  ; 
Niccold  Mirichi  da  C.  ;  Taddeo  di  Aldobrando  da  C. 

Cbrreto  Guidi,  viene  occupato  da  Baldinaccio  Adimari, 
fuoruscito  fiorentino,  in  nome  di  Uguccione  della 
Faggiuola  (an.  1315),  118,  18-20  ;  viene  danneggiato 
dalle  milizie  del  Mani.scalco  di  Giovanni  di  Boemia 
(an.  1331),  169,  37  ;  e  nuovamente  da  quelle  di  Ma- 
stino  della  Scala  (an.  1336),  181,  32-33. 

Certaldo,  castello  assediato  dai  Pisani  e  liberato  dai  Fi"i- 
rentini   (an.   1312),   110,   35-39. 

Certaldo  (da),  V.  Domenico  di  Jacopo  da  C.  ;  Francesco 
da  C.  ;  Jacopo  da  C.  ;  Pace  di  Jacopo  da  C.  ;  Uberto 
di  Jacopo  da  C. 

Certomondo,  localita  del  Casentino  nel  piano  di  Can»- 
paldino,  vi  vengono  sconfitti  dai  Guelfi  di  Firenze 
gli  Aretini  ed  i  fuorusciti  Ghibellini  (an.  1289)  65, 
33-35  ;  66,   1-16. 

Cerruglio,  vi  si  accampano  le  truppe  tedesche  stacca- 
tesi  da  Lodovico  il  Bavero  quando  egli  cacci6  da  Lacca 
il  suo  vicario  Ippocrato  (an.  1328),  161,24-25,  32-33  ; 
viene  preso  dai  Fiorentini  (an.  1330),  166,  24  ; 
vi  si  accampa  Tesercito  fiorentino  mandato  dal  Co- 
mune  contro  Lucca  (an.   1337),  184.  26. 

Cesare,  discendente  della  regia  stirpe  d'Enea,  asscdia, 
secondo  la  leggenda  dello  Stefani,  con  Cicerone,  Ma- 
crino  e  Fiorino  e  poi  con  altri  principi  e  baroni  ro- 
mani,  Fiesole,  ribellatasi  a  Roma  ad  istigazione  di 
Catilina,  costringe  la  c,  alla  resa  e  poi  la  distrugge, 
9,  22-39  ;  decide  di  fondare  una  nuova  c,  e  ne  inizia 
la  costruzione  dando  licenza  ai  Fiesolani  di  potervisi 
stabilire,  10,  3,  10-11  ;  11,22-23  ;  fa  costruire  nel  luogo 
detto  Campomarzio,  ove  i  Fiesolani  tenevano  il  loro 
mercato,  i  primi  grandi  edifici  di  essa  tra  i  quali  il 
Palagio  tondo,  detto  Parlatorio,  9,  29-36  ;  si  fa  si- 
gnore  di  Roma  ed  imperatore,  8,  34-35  ;  12,  3  ;  tor- 
na  a  vedere  la  nuova  c,  cui  era  stato  dato  il  nome  di 
Firenze,  e  fa  doni  e  concessioni  per  rabbellimento  di 
essa  e  per  Tincremento  della  popolazione,  12,  9-12. 

Cesbna,  vi  si  accampano  i  Brettoni  mandati  in  Italia 
da  Gregorio  XI  contro  Firenze,  297,29  ;  298,26. 

Cesso  di  Buoninsbgna,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1293 
febbraio-1294  febbraio,  73,  41. 


[Cetto  di  Boninsegna'Ciai] 


INDICE  ALFABETICO 


497 


Cesso  di  Boninsegna,  V.  Beccamigi  {de')  C.  di  B. 

Cesti  di  Lapo,  V.  Vespucci  C.  di  L. 

Cetina,  fortezza  aretina  presa  dai  Fiorentini    (an.  1290), 

67,   29. 
Cetto  di  Giovanni,  V.  Lottini  C.  di  G. 
Checco  di  Corso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1306  febbraio- 

1307  febbraio,  99,   17. 
Checco  di  Giovanni,  viene  bandito    come  ribelle   (an. 

1380),  371,  7. 
Checco  di  Mannuccio,   6  dei  Priori  (an.    1379    marzo- 

aprile),   342,  20. 
Checco  di  Monn.v  Imperiera,  sbandito  fiorentino,  prende 

e  lega  con    catene,  ad  istigazione  di  Alberto  dei  conti 

di  Bruscoli,  insieme  ad  altri  suoi  compagni,     Anto- 

nio,   fratello  del  detto  Alberto,  ed    uccide  in  zuffa 

Taltro  fratello  di  questo,  Francesco,  373,  5-14. 
Checco    di    Peroldo,    viene    condannato   nell'avere     e 

nella  persona   per  llncursione  su  Figline  (an.  1379), 

351,31. 
Checco  da  Poggibonsi,  uorao  di  mala  fama  e  di  cattiva 

vita,  viene  fatto  decapitare  dal  Capitano,  344,   42- 

44  ;   345,    1-11. 
Checco  di  Sano,  6  condannato  neiravere  e  nella  persona 

per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  13  ;  e  di 

nuovo   condannato   per  Tincursione   su    Figline   (an. 

1379).  351,    32. 
Checco  di  Vannino.  del  popolo  di  S.  Ambrogio,  6  con- 

dannato  neiravere  e  nella  persona  per  trame  contro 

lo  Stato  (an.   1379),  365,   35. 
Chele,  V.  Bordoni  C. 
Chele  di  Guarnieri,  e  di  Guernieri,  d'Aguglione,  e 

d'.\gulione,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1322  febbraio- 

1323  febbraio,  131,  32  ;  del  1329  dicembre-1330  di- 

cembre,  164.  39  ;  e  del    1333  dicembre-1334  dicem- 

bre,    177,    19. 
Chele  (di),  V.  Geri  di  C.  ;  Ghini  di  C.  ;  Francesco  di  C. 
Chelini  Matteo,  6  dei  Priori  (an.  1378  gennaio-febbraio), 

341,  6. 
Chelli  Neri,  notaio  dei  Priori,  ric,  190,  36  ;  250,  42. 
Chellini  Neri,  notaio  dei  Priori,  ric.  248,  8. 
Chello,  V.  Baldovini  C. 
Cherico,  V.  Gerini  C. 
Cherico  di  Gerino,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1359    gen- 

naio-1360  gennaio.  256,  20. 
Cherico  (del),  V.  Cenni  Ugolini  del  C. 
Chermontese,  V.   Uccellini  (degli)  C. 
Chermontese  (di),  V.  Bartolo  d    C. 
Chermontieri   Monte   di   Bartolo,    notaio   dei    Priori, 

ric,    391.    40. 
Chermontieri  (di).  V.  Bartolo  di  C. 
Chessa.  V.  Aiidrea  vocato  C. 
Chesse.  t;.  Andrea  di  Giovanni  C. 
Chianti,  ric,  379,  29  ;  381.  20  ;  398,  24. 
Chiaramonti  (de')  Gianni,  conte  di  Chiaramonte,  sici- 

liano,  capo  dci  Ghibellini  dclla  Marca,  fa  decapitare 

Tano  da  Ca.stello  degli  Ubaldini,  signore  di  Jesi,  ac- 

cusato  d'aver  tradito  Tlmpero  (an.  1328),  161,  U-20. 
Chiari  Chiarozzo  del  Bene,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1332  dicembre-1333  dicembre.  175.  33  ;    e  del   1360 

gennaio-1361  genuaio,  259,  3. 


Chiarini  PiERO,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1358  gennaio- 

1359  gennaio,  254,  32. 
Chiarino,  V.  Davanzati  C. 
Chiarissimo,  v.  Bonapace  C. 
Chiarissimo  di  Meo,   e  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 

1356  gennaio-1357   gennaio),   250.  29  ;    h  nelle  liste 

dei  Priori  del  1360  gennaio-1361  gennaio.  259,  4  ;  e 

del  1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  27. 
Chiarissimo  di  Meo,  V.  Cionacci  C.  di  M. 
Chiarissimo   (di),  v.   Maffeo  di  C.  ;  Masseo  di  C.  ;  Sal- 

vestro  d'Andrea  di  C.  ;  Tano  di  C. 
Chiarmontesi,    e    Chiermontesi,     nobile     fam.    fioren- 

tina  di  Porta  S.  Piero,  21.  12  ;  di  parte  guelfa.  28,  22. 
Chiaro  di  Carradore,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1307  feb- 

braio-1308  febbraio,  102,  9. 
Chiaro  di  Francesco  da  Casavecchia,  6  Gonfaloniere 

di  Giustizia  (liste  1383  luglio-1384  agosto),  428.  36. 
Chiaro  di  Nuccio,  V.  Ammirati  C.  di  N. 
Chiaro  di  Pagolo,  V.  Giraldi  C.  di  P. 
Chiaro  di  Salvi.  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1293  febbraio 

1294   febbraio.  73.  32  ;   v.  anche  Cliiaro  di  Salvi   del 

del   Chiaro. 
Chiaro  di  Salvi  del  Chiaro,   6  nelle   liste  dei  Priori 

del  1286  dicembre-1287  dicembre,  62,  34  ;    del  1289 

dicembre-1290  dicembre,  67,  5  ;  e  del  1296   febbraio- 

1297   febbraio,  76,  14  ;  v.   anche   Cliiaro  di  Salvi. 
Chiaro  (del),  V.  Bene  del  C.  ;  Cambio  di  Guido  del  C.  ; 

Chiaro  di  Salvi  del  C.  ;  Francesco  del  C.  ;  Girolamo  di 

Salvi  del  C.  ;  Mompuccio  di  Salvi  del  C.  ;    Niccold 

del  C.  ;  Orlando  del  C.  ;  Temperano  di  Manno  del  C.  ; 

Temperano  di  Mauro  del  C. 
Chiaro  (di),  V.  Alessandro  di  C. 
Chiarozzo     di     Balduccio,     notaio    dei     Priori,      ric, 

167,  33.  " 

Chiarozzo  del  Bene.  V.  Chiari  C.  dcl  B. 
Chiarozzo  della  Mora.  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346 

maggio-1347  gonnaio.   329,  2. 
Chiaruccio  (di),  V.  Zanobi  di  C. 
Chiavaccini  DoMENico  Di  Vanni,  6  nelle  liste  cei  Priori 

del  1380  marzo-1381  febbraio,  391,  20. 
Chiavaccino  (di),  V.   Domenico  di  C. 
Chiermontesi  Geri  di  Durante,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1300  febbraio-i30t  febbraio,  86,  27. 
Chiermontieri  Bartolo,  notaio  dei  Priori.  ric,  252,  34. 
Chiermontieri     Chiermontieri    di     Bartolo,     notaio 

dei  Priori,  ric.  279,  20. 
Chimento,  V.  Clemente. 

Chimento  Buoncristiani,  V.  Baronci  C.  B. 
Chinazzi  Tosco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1354  gennaio- 

1355   gennaio,   248,  26. 
Chino  di  Simone,  V.  Ristori  C.  di  S. 
Chito  (di),  V.  Lottiero  di  C. 
"  Chronica  de  Origine  Civitatis,  fe  fonte  della  cronaca 

dello   Stefani,     XXXI,    26-27  ;     XXXII,    1-5,    12-26 ; 

XXXIII-XXXV,    1-5  „. 
CiACCHi  Jacopo  di  Feo,  notaio  dei  Priori,  ric,  306,  40. 
CiAcco,  V.  Jacopo  di  Matteo  vocato  C. 
CiAi  Benedetto  di  Giovanni,    notaio  dei  Priori,    ric, 

246,  29  ;  252,  34  ;  267.  20  ;  291,  15. 
CiAi  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  ric,  124,  24. 


198 


INDICE  ALFABETICO 


[Ciai-CiempiJ 


I 


("lAi    I"rancesco   di   Giovanni,    notaio   Uei    I'riori,    ric, 

:}M,   17;  413,   13. 
CiAi   Naroo   da   Castblfiorentino,    notaio   dei    1'riori, 

ric,  155,  18  ;  160,  S  ;  187,  i  ;  228,  U. 
CiAio,  V.  Jiislori  C. 
CiAio  Di  Baglione,  f.  Kiston  C.  del  B. 
CiAio  ui  RisTORO,  6  nelle  listc  dci  Priori  dd  1287  febbraio 

ii88  aprile,  63,  'ii  ;  e  del   izgi    diccmbre-1292  di- 

cembrc,  69,  U. 
CiAMPBLLl     Andrka,  i  itelle  lizU  dei  Priori  del 

IJ85  maggio-1386  af>rile,  443,  10. 
CiAMPBLLi  DoMENico,   fc  nelle  li.ste  dei    Priori  del    1373 

gennaio-1374  gennaio,   289,    4. 
CiAMPi,  e  CiAMPO,  Di  Duccio,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(li.ste  1317  febbraio-1318  febbraio),    124,  13  ;    d  nelle 

liste    dei    Priori    del    1321     febbraio-1322    febbraio, 

128,  35. 
CiAMPOLi,  fam.  Fiorentina,  esce  da  Firenze  coi  Guelfi  al- 

Tannuncio  della  sconfitta  di   Montaperti  (an.   1260), 

48,  7. 
CiANGA  (del),  V.  Odaldo  del  C. 
CiANGHERi  Di  BoNiNSEGNA,  V.  Beccaitugi  C.  di  B. 
CiANi  Vaccio,  6  nelle  liste  pei  Priori  del   1346  maggio- 

1347   gennaio,   228,   33. 
CiANO,  V.  Rislori  C. 
CiANO  Di  Neri,  V.  Boccacci  C.  di  N. 
CiANO  (di),  V.  Ticcio  di  C. 
CiAPO  (di),  V.  Ardttino  di  C.  ;  Tticcio  di  C. 
CiARDo  Di  Berto,  viene  preso  e  fatto  decapitaro  per  la 

rivolta  contro  la  Balia  (an.   1381),  400,   31  ;     viene 

arsa  la  sua  casa  dai  Ciompi  e  dagli  sbanditi  (an.  1382), 

407,  9. 
CiARi  Clari  di  Giovanni,  e  dei  Priori  (an.   1380  luglio- 

agosto).  374,  28. 
CiARi  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1350   gennaio- 

1351  gennaio,  240,  "J  ;  del  1360    gennaio-i36i    gen- 

naio,  258,  42  ;  del  1365  geHnaio-1366  ge.inaio,  265,  2«  ; 

e  dcl  1375  gennaio-1376  gennaio,  299,  25  ;    viene  am- 

mouito  (an.  1367),  305,24. 
CiATi  GiovANNi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1355  gennaio- 

1356    gennaio,    249,     39. 
CiATi  GiuNTA,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1343  aprile-1344 

aprile,   218,  23  ;   219,    12. 
CiATi  MicHELE,  6  dei  Dodici  buoni  uoraini  del  quartiere 

S.  Giovanni  (an.  1378),  326,  26. 
CiATi  Salvestro,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1355  gennaio- 

1356  gennaio,  249,  33. 
CicciONi,    nobili    di   S.  Miniato    del   Tedesco    coi  quali  i 

Fiorentini   tentano  invano    di  ricondurre   il  castello 

airobbidienza   verso   il  Comune  (an.  1369),  270,    6  ; 

18-19. 
CiccioNi  LoDovico,  viene  fatto  prigioniero  dai  Fiorentini 

alla  presa  del  castello  di  S.  Miniato  del  Tedesco  ed 

inviato  quindi  a  Firenze  ove  viene  giustiziato  (an. 

1369).    272,    18-27. 

ClCERONE   M.    TULLIO,    ric,    9.  2-20. 

CiciNO  (del),  V.  Pino  di  Tegghiaio  del  C.  ;  Tegghiaio  del  C. 
CiFO  Di  LoTTO,  V.  Dtlli  C.  di  L. 

CiGLiAMOCHi  GiovANNi,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1346 
maggio-1347  gennaio,  229,   14. 


CiGOLi,  castello,  vitnc  prcsf»  da  Uguccione  dellu  Faggiul.i 
(an.    1314),   151,   31. 

CiNGHiETTi  Lapo,  notaio  dci  Priori,  ric,  61,  3  ;  68,  II  , 
73,  33. 

ClNCO,    V.    Altoviti   (degli)    C. 

CiNi  Bartolo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gennaio- 
1353    gennaio,    242.   27. 

CiNi  BETroNB,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1343 
apriIe-1344  aprilc),  218,  29-30  ;  gli  vicne  fatta  strap- 
pare  la  lingiia  dal  Duca  d'Atene  pcr  aver  criticato 
in  Consiglio  la  sua  politica  fiscale,  203,  18-19. 

CiNi  PiBRO,  notaio  dci  Priori,  ric,  275,  21. 

CiNi     RiccARDO,  nolaio  dei  Priori,  ric.,  265,  J« 

CiNO,  V.  Cecchi  C.  ;  Colti  C.  ;  Diotisalvi  C.  ;  Miclii  C  ; 
Ricevuti    C. 

CiNO  Di  Brandaglia,  V.  Acciaiuoli  C.  di  B. 

CiNO  DBL  Buoso,  V.  UccelHni  {degli)  C.  del  B. 

CiNO  Di  CoLTO,  h  nelie  liste  dei  Priori  del  1345  maggio- 
1346  maggio,  227,  30. 

CiNO  DioTAiUTi,  V.  Badessa  (della)  C.  D. 

CiNO  Di  Federico.  i  nelle  liste  dci  Priori  del  1346  mag- 
gio-1347  gennaio.  228,   35. 

CiNo  di  Jacopo,  V.  Bardi  (de')  C.  di  J. 

CiNO  di  Martino.  6  nelle  listc  dci  Priori  dcl  131 2  (cbb;.ii<i 
1313  febbraio.  114,  34  ;  del  1314  febbraio-1315  feb- 
braio,  118,  29  ;  e  Gonfaloniere  di  Giustizia  (listc  i^i.ii 
(ebbraio-1316    febbraio),     121,     31. 

CiNO  di  Migliore,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1333  dicem- 
bre-1334  dicembre,  177,   14. 

CiNO  di  Tano.  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1328  dicembrc- 
1329    dicembre.    160,   22. 

CiNO  (di).  V.  Bartolo  di  C.  ;  Benozzo  di  C.  ;  Pace  di  C. 

CiNOZZO.    V.    Raffacani    (de')    C. 

ClNOZZO  PlERI,  V.  Agli  C.  P. 

Cioli    Francesco,    notaio  dei  Priori,  ric.,  266.  ». 

CiOMPi.  infima  classe  operaia  del  popolo  minuto  costituita 
spccialmente  dai  cardassieri  della  laoa  :  ragionc  dcl 
loro  nome  secondo  lo  Stefani  ;  203,  5-14  ;  322,  13-16  ; 
insegna  a  loro  data  dal  Duca  d'Atene,  12-13  ;  incorag- 
giati  dalle  Arti  minori  domandano  di  poter  anch'essi 
costituire  proprie  Arti  e  di  poter  avere  proprie  case 
e  consoli  (an.  1378).  5-10  ;  scendono  in  piazza  ar- 
mati  a  reclamare  la  liberazione  di  alcnni  loro  compa- 
gni,  capi  del  detto  movimento,  fatti  prendere  dalla 
Signoria  e  porre  alla  fune,  10-12.  16-20  ;  ma  non  es- 
sendo  stati  accontentati,  si  riversano  per  le  vie  della 
c  dando  alle  fiamme  le  case  del  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  e  degli  altri  cittadini  ritenuti  loro  awersari, 
20-30  ;  s'impadroniscono  del  potere  e  pongono  a  capo 
del  Governo  Michele  di  Lando  da  loro  creato  Gon- 
faloniere  di  Giustizia,  325,  34-40  ;  326.  1-8  ;  U  qualc, 
prendendo  di  sua  autoritci  piena  ed  assoluta  Balia. 
nomina  i  nuovi  priori  e  gli  altri  ufficiali  del  Comune  ed 
istituisce,  con  i  Sindaci  delle  Arti,  tre  nuove  arti  mi- 
nori,  tra  le  quali  anche  quella  dei  Ciompi,  326,  8-44  ; 
327,  1-7  ;  delusi  per6  nelle  speranzc  poste  nel  loro 
Governo  ed  irritati  per  la  fame  da  cui  erano  stati 
presi,  per  la  chiusura  delle  botteghe  seguita  ai  loro 
moti.  scendono  nuovamente  in  piazza  armati.  328, 
1-4,  40-41  ;  329,  1-2  ;  quindi,  dopo  avere  in  gran  di- 


[Cionacci-CIemente] 


INDICE  ALFABETICO 


499 


sordine  emanato  leggi  ed  ordinanze,  s'adunano  in 
S.  Maria  Novella  ove  creano  un  nuovo  ufficio,  detto 
degli  Otto  di  Balia  del  popolo  di  Dio,  per  controUare 
l'opcrato  dei  Priori,  328,  40-41  ;  329,  1-7  ;  330,  27- 
37  ;  331,  37-39  ;  ma  recatisi  alcuni  di  questi  al  palaz- 
zo  della  Signoria  vengono  affrontati  e  respinti  dallo 
stesso  Michele  di  Lando,  333, 17-30  ;  in  seguito  di  che, 
essendo  corsi  tutti  in  piazza  armati,  vengono  sbara- 
gliati  e  cacciati  dalla  c.  e  dal  Governo  dai  mercatanti 
e  dalle  Arti  accorse  armate  dietro  ai  loro  gonfa- 
loni,  31-42  ;  334-337,  1-5  ;  tramano  con  la  Parte 
guelfa  per  rientrare  (an.  1379),  338,  18-20  ;  343,  5-15  ; 
tentano  invano  d'impossessarsi  di  Figline  per  muovere 
poi  di  qua  contro  Firenze,  349,  26-40 — 351,  1-40  ; 
nuovi  loro  complotti,  353,  24-41  ;  354,  1-15  ;  vengono 
a  danneggiare  il  territorio  fiorentino  con  la  brigata  di 
Giannotto  Siniscalco  di  Carlo  di  Durazzo  (an.  1380), 
371,  23-29;  nuove  loro  inutili  congiure,  387,  3-18. 
CiONACCi  Chiarissimo  di  Meo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1367  gennaio-1368  gennaio,  268,  2  ;  del  1377  gen- 
naio-T378  luglio,  314,  13  ;  e  del  13S5  maggio-1386 
aprile,  443,  33. 
CioNACcio  (di),  V.  Priore  di  C. 

CiONE,  V.  Baldovini  C.  ;  Falconi  C.  ;  Magalolti  (de')  C.  ; 
Mollobiioni  C.  ;  Pitti  C.  ;  Ridolji  C.  ;  Rujfoli  C.  ; 
Uberti    C.  ;     Vaccini    C.  ;     Villamizzt    C. 

CiONE  d'Ai.berto,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1310 
febbraio-i3ii  febbraio),  108,  16  ;  *  nelle  liste  dei 
Priori  del  1330  dicembre-i33i  dicembre,  167,  8  ;  e 
del   1335  dicembre-1336  dicembre,  182,   34. 

CiONE  d'Arrigo,  V.  Paradizi  C.  d'A. 

CiONE  Di  Baldovino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1298  feb- 
braio-i29g   febbraio,    78,    14. 

CiONE  Di  Bencivenni  da  Magnale,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1301  febbraio-1302  febbraio,  88,  34  ;  e  del  1305 
febbraio-1306  febbraio,  98,   !. 

CiONE  Di  Benintendi,  h  nelle  listedei  Priori  del  1297  feb- 
braio-1298  febbraio,  77,  12  ;  del  1302  febbraio-1303 
febbraio,  90,  31  ;  e  del  1305  febbraio-1306  febbraio, 
97.  17. 

CiONE  Bonsignore,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del 
1338  dicembre-1339  dicenibye,  187       17. 

Cione  di  Bonsignore,  V.  Bisarnesi  C.  di  B. 

CioNE  Di  Caroccio,  V.  Bonaccolti  C.  di  C 

CioNE  Di  GiovANNi  DEL  BoNAZzo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del   1367  gennaio-1368  gennaio,  268,   3. 

CioNE  Di  GuARDiNO,  V.  Magalotti  C.  di  G. 

CioNE  Di  Maffeo,  V.  Pitti  [de')  C.  di  M. 

CiONE  Di  Ranieri,  V.  Bondoni  C.   di  R. 

CioNE  DEL  Rosso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1287  febbraio- 
1288  aprile,  63,  27  ;  del  1291  dicembre-1292  dicem- 
bre,  69,  1  ;  e  del  1293  febbraio-1294  febbraio,  73,  41. 

CiONE  Di  Vaccino,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gen- 
naio-1349  gennaio,  234,  10. 

CiONE  Di  Vanni,  V.  Abadinghi  C.  di   V. 

CiONE  Di  Villanuzzo,  6  nelle  li.ste  dci  Priori  del  1286  di- 
cembre-1287  dicembrc,  62,  41. 

CioNE  (di),  V.  Alberto  di  C.  ;  Benci  di  C.  ;  Bindo  di  C.  ; 
Cecco  di  C.  ;  Giovanni  di  C.  ;  Marco  di  C.  ;  Ristoro 
di  C.  ;  Se^na  di  C.  ;  Zanobi  di  Giovanni  di  C. 


CiONELLiNO  Di  Bello,  V.  Alberti  C.  di  B. 

CiONELLiNO  Di  Ghingo,  V.  Aldobrandini  C.  di  G. 

CiONETTO  Di  GioVENCo,  V.  Bastari  (de')   C.  di  G. 

CioNETTO   (di),   V.   Giovenco  di  C. 

CiONi  Cecco,   h  nelle  liste  dei  Priori  del   1355  gennaio- 

1356  gennaio,  250,  5. 
CiONi  CioNE  Di  Paolo,  viene  bandito  e  condannato  nel- 

Tavere  e  nella  persona  (an.  1381),  400,  13. 
CiONi  Michele,  notaio  dei  Priori,  ric,  248,  39  ;  424,  24. 
CioNiNO  Di  CiONE,  V.  AgUoni  (degli)  C.  di  C. 
CiORE  DEL   BuoNO,  6  nelle  liste  dei    Priori  del  1349   gen- 
naio-1350   gennaio,   235,    39  ;   e   del    1358     gennaio- 
1359  gennaio,  254,  24  ;  viene  ammonito    (an.  1359), 
255,    16. 
"  Cipolla,  siorico,  scrisse  dottamente  sui  rapporti  tra  Dante 

e  il  Villani,  LXXI,  3  „. 
Cipriani,    nobile    fam.    fiorentina     di    parte    ghibellina, 

28,   28. 
Cipriani   (de')    Lapo,   fuoruscito     ghibellino   di   Firenze, 
fatto  prigioniero   durante  la  ritirata  delle  milizie  del- 
rOrdelaffi,  e  mandato  a  morte  (an.  1302),  89,  16-17. 
CiPRiANO  Di  Lippozzo,    viene  fatto  prendere  dagli    Otto 
della  gnardia  e  consegnato  al  Capitano  quale  complice 
della  congitira  contro  lo  Stato  allora    scoperta  (an. 
1379).  355,   35. 
CiPRiANO  Di  Lippozzo,  V.  Mangioni  (de')  C.  di  L. 
CiPRiNi  Salvestro,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1333  di- 

cembre-1334  dicembre,   177,   15. 
Ciprino  di  Bonaguida,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (li- 

ste  1313  febbraio-1314  febbraio),  115,  37. 
CiPRO  (re    di),  V.  [Ltisignano  (di)  Pietro]  Re  di  Cipro. 
CiRiAco  Di  GuERNiERi,  V.  Benci  C.  di  G. 
CittA  di  Casiello,  vi  vengono  confinati  i  Neri,  banditi 
da  Firenze  (an.  1301),  83,  12  ;  in  possesso  per  lungo 
tempo  dei  Tarlati  d'Arezzo,  si  libera  da  questi  con 
Taiuto  dei   Fiorentini  e  dei   Perugini,   178,     33-3'>  ; 
manda  sue  milizie   in  aiuto  di   Firenze   (an.    1337), 
184,   24  ;    tonta    invano    d'impadronirsene    Carlo    di 
Durazzo  della  Pace  (an.  13S0),  378,  32. 
CittX  di  Castello  (da),  ;;.  Nnto  da  C.  di  C. 
CiTTADiNO,   V.   Tolotnei   (de')   C. 

Ciucci  Ciuccio  Di  Neri,  notaio  dei  Priori,  ric,  99,  32. 
CiUTi  (di),  V.  Filippo  di  C. 
Ciuio  Di  Manetio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  129O  feb- 

braio-1297   febbraio,   76,  25. 
CiUTO  Di  Manetto,  V.  Pinzocheri  C.  di  M. 
CiUTO  (di),  V.  Banco  di  C.  ;  Benincasa  di  C.  ;  Niccold 

di  C.  ;   Salvi  di  C. 
Civita,  c  tolta  da  Carlo  di  Boemia  ai  Signori  della  Scala 

(an.   1337),   184,   10. 
CiviTA  Ducali  (da),  V.  Giovanni  da  C.  D. 
CiviTELLA,    castello    degli    Aretini    prcso    dai  Fiorentini 

(nn.    1289),    66,    10. 
CivoLO  (di),  V.  Cecco  di  C. 
Clari  di  Giovanni,  V.  Ciari  C.  di  G. 

Clemente  [Chimento],  IV  pp.  (aa.  1265-1268),  "  suo  in- 
tervento  nelle  cose  fiorentine  secondo  il  Salvemini, 
LXXIII,  10-17  "  ;  dii  a  Carlo  d'Angi6  Tinvestitura 
del  regno  di  I^i.glia  e  Sicilia  togliendolo  a  Manfredi, 
50,    8-11  ;  arruola  per  resercito  di  questo  i  fuora- 


500 


INDICE  ALFABETICO 


[CUinmU«C«iuigUo  «i'Ugo] 


sciti  gtielfi  (iorcntiiii  c  di  loro  la  sua  inscgna, 
12-19. 

Clkmbnte  lChiinento]  [V\  pp.  (aa.  1305-1314)  assolve, 
pcr  intertcssione  del  Card.  I^gato  di  Romagna,  i 
Fiorentini  c  toglie  le  scomuniche  contro  di  loro  lan- 
ciate  (an.  1310),  104,  33-34  ;  ric,  103,  15  ;  109,  8-9. 

Clemente  VI  pp.  (aa.  1342-1352)  nomina  card.  il  fioren- 
tino  Andrea  Ghini  rtei  Malpigli  (an,  1342),  198,  29-13  ; 
decrcta  la  celebrazione  del  giubileo  ogni  cinquanta 
anni  a  cominciare  dal  1350,  202,  18-22. 

[Clkmknte  VII]  antipapa,  v.  [Roberto]  card.  di  Gi- 
nevra. 

CoccHi  Cocco  Di  DoNATO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1375 
gennaio-1376  gennaio,  299,  29. 

CoccHi  RiNUCCio,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1328  dicem- 
bre-1329  dicembre,  161,2;  v.  anche  Cocchi  (de') 
Rinuccio   di  Cocco. 

CoccHi  (de')  Meo  di  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1373  gennaio-1374  gennaio,  289,  19  ;  viene  ammo- 
nito  (an.  1377),  305,  9  ;  308,  34-35  ;  viene  fatto  ca- 
valiere  dai  Ciompi  (an.   1378),  324,   18. 

CoccHi  (de')  N1CC016  Di  Nerozzo,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del   1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  31. 

CoccHi  (de')  Rinuccio  di  Cocco,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1335  dicembre-r336  dicembre,  183,  22  ;  v.  anche 
Cocchi  Rinuccio. 

CoccHi  (de')  Tuccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1331  di- 
cembre-1332  dicembre,  169,  9  ;  del  1334  dicembre- 
1335  dicembre,  179,  15  ;  e  del  1337  dicembre-1338 
dicembre,  187,  25. 

Cocco,  viene  fatto  impiccare  per  congiare  contro  lo  Stato 
(an.   1382),  424,  3. 

Cocco  Di  DoNATO,  v.  Cocchi  C.  di  D.. 

Codice,  V.  Asiniano  c.  ;  Firidolfi-Ricasoli  c.  ;  Gaidiano  c.  ; 
Giordaniano  c.  ;  Guadagni  c.  ;  Magliabecchiano  c.  ; 
RicasoU   c.  ;    Riccardiano   c.  ;  Strozziano  c. 

CoLA  DA  MoNTE  MELLONEi  consigliere  della  Compagnia 
S.  Giorgio,  367,  24. 

CoLLE,  V.  Valdelsa  (colle  di) . 

CoLLiNO  Di  GiORGio  Di  CoLLlNO,  V.  Grandont  C.  di  G.  di  C. 

CoLLODi,  castello,  fatto  ribellare  dai  Fiorentini  viene  su- 
bito  rioccupato  da  Gherardino  clegli  Spinoli  signore 
di  Lucca   (an.    1319),   163,  38-39. 

CoLOMBELLO  DA  Castigliolo  d'Alessandria,  consigliere 
della  Cx)mpagnia  S.   Giorgio,  367,   33. 

Colonna  (della)  Agapito,  card.,  viene  a  Firenze  quale 
legato  di  Urbano  VI  per  spingere  i  Fiorentini  a  strin- 
gere  lega  col  pp.  ma  ne  riparte  poco  dopo  senza  aver 
nulla   concluso   (an.    1379),   364,    36-41. 

Colonnesi,  fazione  del  partito  ghibellino  di  Roma  fa- 
cente  capo  ai  Colonna,  da  cai  il  nome,  favorevole 
ad  Arrigo  VII  di  Lussemburgo,  108,  34-35  ;  luoghi 
ed  edifizi  di  Roma  da  essi  occupati  nella  lotta  contro 
gli  Orsini,  contro  gli  Angioini  ed  i  Fiorentini  che 
tentavano  d'impedire  rincoronazione  deirimperatore 
(an.  1312),  108,  35-36  ;  loro  combattimenti  per  le 
vie  della  c,  109,  4-9. 

CoLTi  CiNo,  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1295  feb- 
braio-1296   febbraio),  75,    36. 

CoLTO  (di),  V.  Cino  di  C. 


1 


CoLuccio  DA  Stigliano  di  Valdinibvolb,  6  fatto  Can- 
celliere  dei  Priori  in  luogo  di  Niccol6  di  Ventura  Mo- 
nachi  che  era  stato  cassato  (an.  1374),  291,  14-15  ; 
viene  denunziato  da  Jacopo  Scatizza  (an.  1381),  392, 
36-37  ;  si  rifiuta  di  rogare  i  capitoli  di  legge  presen- 
tati  da  Carlo  degli  Strozzi  e  da  altri  (an.  (381),  405, 
18-33. 

Combiati,  castello,  preso  e  distrutto  dai  Fiorentini  (an. 
1199),  26.   32;  27.   1. 

COMO,  e  CoMMO,  V.  Federighi  C. 

CoMO   (da),   V.   Gianni  da  C. 

CoMPAGNi  Baldino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 
gio-1347  maggio,  229,    4. 

CoMPAGNi    BONACOSA,   notaio   dei    Priori,   ric,    108,    9 
155.  37. 

CoMPAGNi  DiNO,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1288  diccmbr' 
1289  dicembre,  65,   18  ;  fe  Gonfaloniere  di  Giustizi 
(liste    1292    febbraio-1293    febbraio),    72,   21  ;    e    di 
nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del   1300  febbraio-1301 
febbraio,  86,  16  ;  "  nella  sua  cronaca  h  meno  csattn 
dello    Stefani,    LXXX,   24-25  ".    '  cit.,    IX,    33-3«  ; , 
LXXXVI,   1-2,  e  pa-sim  nella  prefazione ,,. 

CoMPAGNi  GiovANNi  Di  Cecco,  fc  nellc  liste  dei  Priori 
del  1313  febbraio-1314  febbraio,  116,  6  ;  dcl  1313 
febbraio-1316  febbraio,  122,  12;  6  Gonfalonierc  di 
Giustizia  (liste  1319  febbraio-1320  febbraio),  126,  15. 

CoMPAGNi  GiovANNi  Di  Matteo  Guidi,  vieue  ammonito 
(an.  1358),  253,  35. 

Compagni  Nerozzo  di  Meo,  h  ncUe  liste  dei  Priori  dcl 
1325  febbraio-1326  febbraio,  152,  6. 

CoMPAGNi  PiERO,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1300  feb- 
braio-1301   febbraio,  86,   5. 

CoMPAGNi  Rinuccio  di  Cocco,  h  nclle  liste  dei  Priori  dd 
1314  febbraio-1315  febbraio,   118,  31. 

CoMPAGNi  Tuccio  di  Cocco,  k  Gonfalonierc  di  Giustizia 
(liste  1318  febbraio-1319  febbraio),  125,  8. 

CoMPAGNO,    V.  Albizzi    C. 

CoMPAGNO  d'Albizzo,  k  uelle  liste  dei  Priori  del  128; 
dicembre-1283  dicembre,   59,    14. 

CoMPiOMBESi,  e  CoMPiOBBESi,  Salvestro  di  Buoso,  e 
nelle  liste  dei  Priori  del  1378  (luglio-agosto)  pel 
quartiere  di  S.  Croce,  326,  12  ;  e  del  1382  gennaio- 
1383  aprile,  424,   4. 

CoMPiUBBESi  Matteo  di  Salvestro,  6  ueUe  liste  dei 
Priori  del  1380  marzo-1381  febbraio,  391.  33. 

CoMUcci  Francesco,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1347 
gennaio-1348  gennaio,  229,   37. 

CoNFiNi  (de')  Tommaso,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (li- 
ste  1352  gennaio  1353  gennaio),  242,  31. 

CoNsiGLi  Marco,  notaio  dei  F^iori,  ric,  59,  38  ;  60,  10. 
33  ;  65,  22  ;  68,  40  ;   72,  4  ;  73,  36. 

CoNSiGLi  RusTico,  h  nellc  liste  dei  Priori  del  1307  feb- 
braio-i3o8  febbraio,  102,  10  ;  del  1316  febbraio-i^i- 
febbraio,  123,  23  ;  del  1319  febbraio-1320  febbraio, 
126,  3  ;  e  del  1321  febbraio-1322  febbraio,  129,  10. 

CoNsiGLio  Di  ToMMASO,  dcl  popolo  di  S.  Lorenzo,  viene 
fatto  decapitare  dal  Capitano  per  congiure  contro  lo 
Stato  (an.  1379),  361,  7. 

CoNsiGLio  d'Ugo,  h  neUe  liste  dei  Priori  del  1330  dicem- 
bre-1331   dicembre,   167,  28  ;  e  del   1336  dicembre- 


[Con*iafIio«Corsiiii] 


INDICE  ALFABETICO 


501 


I 


1337  dicembre,   186,   5  ;  i  Gonfaloniere  di  Giustizia 
{liste  1338  dicembre-133^  dicembre),  188,  5. 
CoNSiGLio  (di),  V.  Niccolino  di  C. 
CoNTADiNi    MicHELE    Vestri,    notaio  dei    Priori,     ric, 

299,  23. 
CONTE  d'Averardo,  V.    Medici  (de')    C.   d'A. 
CoNTE  NoVELLO,  V.  Beltramo  del  Balzo  detto  C.  N. 
CoNTE  Di  ViRTU  V.  [Visconti  Gian  Galeazzo]. 
CoNTE  (di),  V.  Bernardo  di  C. 
CoNTESSE  Bartolo,  viene  condannato  nell'avere  e  nella 

persona  per  rincursione  su  Figline  (an.  1379),  351,  13. 
CoNTRi    Davanzato    di    Naccio,    viene    ammonito    (an. 

1377).  309,  6. 
CoNTUCCi  FiLiPPO,  notaio  dei  Priori,  ric,  188,  20. 
CoNTUCciNi  FiLiPPO,  notaio  dei  Priori,  ric,  177,  12. 
CoppiA   (del),  V.    Vanni  del  C. 
Coppo,  V.  Borghezi  C.  ;  Siefani  C. 
Coppo  BoRGHESi,  V.  MigUorati  C.  B. 
Coppo  GiusEPPE,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  (agosto- 

ottobrc),   58,   12  ;    v.   anche  Canigiani  (de')  C.  G. 
Coppo  Stbfani,  V.  Bonaiuti  (de')   C.   S. 
Coppo  di  Borghese,  t  nelle  liste  dei  Priori  del  1340  di- 

cembre-i34r    dicembre,  190,   2  ;  v.  anche  Domenichi 

(de')   C.   di  B.  ;  Migliorati  C.   di  B. 
Coppo  Di  Giuseppe,  V.  Canigiani  C.  di  G. 
Coppo  Di  Lapo,  V.  Medici  (de')  C.  di  L. 
Coppo  Di  Lippo  Di  CiONE  DEL  Cane,  gli  vien    bruciata 

la  casa  dai  Ciompi  in  rivolta  (an.  1378),  322,  35. 
Coppo     Di     Stefano,^  nelle  liste  dei  Priori  del 

1339  dicembre-1340  dicembre,  188,   23  ;   v.  ancke  Bo- 

naiuti  (de')  C.  di  S. 
CoppiNi  Baldo,  viene  ammonito  (an.  1378),  316,  14. 
Corbinelli  Albizzo,  6  nelle  liste  dei    Priori    del    1292 

febbraio-1293  febbraio,   71,   33;  del   1303    febbraio- 

1304  febbraio,   94,  23  ;  v.    anche  CorbineUi  (de')  M. 

Albizzo. 
CoRBiNELLi  Bartolomeo  di  Tommaso,  6  nelle    liste  dei 

Priori  del  1383  Iuglio-1384  agosto,  427,  42. 
CoRBiNELLi  FiLiPPO  Di  ToMMASo,  6  dei    Priori  (an.  1379 

maggio-giugno),  345,  27  ;  partecipa  alla  Balia  per  la 

riforma  del  Governo  come  Capitano  di   Parte   guelfa 

(an.  1381),  395,  15  ;  e  nuovamente,  409,  19. 
CoRBiNELLi  (de')  Giachinotto  di    Trincia,  6  nelle  liste 

dei  Priori  del  1326  febbraio-1327    febbraio,  155,  9  ; 

e  del  1330  dicembre-i33x  dicembre,  167,  16. 
CoRBiNELLi  (de')  M.  Albizzo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1285  dicembre-r286  dicembre,  62,  1 ;  v.  anche  Corbi- 

netli  Albizzo. 
CoRBizi  Bernardo  di  Paolo  di  Luti,  viene    ammonito 

(an.  1373),  288,  24. 
CoRBizi  FiLippo   Di  Paolo,   viene    confinato  a  Spolcto 

(an.  1381),  408,  34  ;  viene  revocato  il  bando   dairuf- 

ficio  di  Balia,  411,  34. 
Corda  ZANOBr  Di  Lapuccio,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del 

1376  gennaio-1377  gennaio,  307,  3. 
CoREGGio  (da),  V.  Antonio  da  C.  ;  Francezco  da  C. 
Corella,   castello,   venduto   al   Comune   di   Firenze   dai 

conti  Guidi  (an.   1373),  298,   19-20. 
CoRNACCHiNi  DiNo  DEL  Chiaro,    6  ncllc  Hste  dei  Prion 

del   1314  febbraio-1315  febbraio,   118,   33. 


Cornacchini  Lippo  di  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1312  febbraio-1313  febbraio,  115,   11. 
Corniuolo,  castello,  ric,  297,  39-40. 
Corradino,  figlio  deirimperatore  Corrado,  ric,  49,   19  ; 

54,  2  ;  375,  27. 
Corrado  [Ctirrado]  dei  conti Lando,  v.  Lando  (de-  conti)  C. 
Corrado  di  Paolo,  V.  Strozzi  (degli)  C.  di  P. 
Corrado  di  Simone,  i;.  Giotti  (de')  C.  di  S. 
Corrado  (di),  V.  Nanni  di  C. 
CORSELLO  Di  Michele,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1298 

febbraio-1299   febbraio,    77,    40. 
CoRsi  Bardo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1353  gennaio- 

1354  gennaio,  246,   15  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste    1359   gennaio-1360   gennaio),    255,    37  ;    e   di 

nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1367  gennaio-1368  gen- 

naio,    267,    36  ;    e   del    1271    gennaio-1372    gennaio, 

279,  25. 
CoRsi  Francesco,  e  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  13^2 

febbraio-1313  febbraio),  114,  41. 
CoRsi  Francesco  di  Lapo,   fe  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste   1361   gennaio-1362  gennaio),  259,   37  ;  i  vclle 

l  zte  de   Pr  ori  del  1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  48. 
CoRsi   GiovANNi     Gherardini,    e   nelle   li- 

ste  dei  Priori  del  1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  5. 
CoRSi  GiovANNi  di  Lapo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1369 

gennaio-r370  gennaio,  275,  9  ;  e  del   1374  gennaio- 

1375  gennaio,   291,  20. 
CoRsi  Lapo  di  Francesco,   k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1383  settembre-r384  aprile,  435,   9. 
CoRSi  Piero  di  Nello,  notaio  dei  Priori,  ric,  267, '.25. 
CoRsi  SiMONE  Di  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori  dcl  1356 

gennaio-1357    gennaio,    250,  22  ;    del   1363   gennaio- 

1364  gennaio,  264,  10  ;  e  del  1375  gennaio-1376  gen- 

naio,   299,    10. 
CoRsiNi   Amerigo  di   Xommaso,   6   nelle  liste  dei   Priori 

del   1361   gennaio-1362  gennaio,  260,   12. 
Corsini  Corsino  di  Mozzo,   h  nelle  liste  dci  Priori  del 

1341  dicerabre-r342  dicembre,   190,   3'2. 
CoRsiNi  FiLiPPO,  va  ambasc  dei  Fiorentini  pr.  Timpera- 

tore  Carlo  IV  (an.  ^367),  267,  1  ;  gli  viene  data  alle 

fiamme  la  casa  dai  Ciompi  in   rivolta   (an.    1378), 

322,  33  ;  6  dei  Quarantatre  cittadini  el.  in  aggiunta 

agli  altri  della  Balia  gia  nominati  (an.   1381),  404, 
24  ;    s'agita   per   ottenere   il   risarcimento   delle  case 

bruciategli,  413,    10 ;    v.  anche   Corsini   Filippo    di 

Tommaso. 
CoRSiNi  FiLiPPO  di  Tommaso,  6  Gonfaloniere  di  Giasti- 

zia  (liste  1367   gennaio-1368  gennaio),    267,    22;    i;. 

anche    Corsini  Filippo 
CoRsiNi   Gherardo,    h   Gonfaloniere   di   Giustizia    (liste 

1341  dicembre-1342  dicembre),  190,  24. 
CoRSiNi  GuiDO,  notaio  dei  Priori,  ric,  190,  30. 
CoRSiNi  Jacopo,   viene  escluso  dagli  uffici  per  tre  anni 

(an.   1379),  363,  37. 
CoRSiNi  Matteo  di  Niccol6  h  dei  Priori  (an.  1379  marzo 

aprile),   342,    19. 
CoRSiNi  Neri,  6  nclle  liste  dei  Priori  dcl  1289  dicenibre- 

1290  diccmbre,  67,   9  ;  del   1292   febbraio-r293  feb- 

braio,  72,  6  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  ^294 

febbraio-1295  febbraio),  75,  9  ;  e  di  nuovo  nelle  li- 


502 


INDICE  ALFABETICO 


[Cerfiai«CrittiMi] 


8te  dei  Priori  del   1301    febbraio-i^oz  febbraio,  88, 

IS  ;   del    1303    febbraio-1304    febbraio,    95,    15  ;  del 

1306  febbraio-1307  febbraio,  99,   15  ;  del   13:0  feb- 

braio-1311  febbraio,  108,  3;  del  1312  febbraio-1313 

febbraio,  115,  i  ;  e  del  1314  febbraio-1313  febbraio, 

118,   33. 
CoRsiNi  PiERO  Di  FiLiPPO,  vcscovo  di  Firenze,  nipote  di- 

Piero  di  Filippo  degli  Albizzi,  grande  fautore  della 

lega  con  la  Chiesa,  viene  fatto  card.  da  Urbano  V 

(an.  1370),  274,  iS-18  ;  cfr.  437,  37-38. 
CoRsiNi     ToMMASO,    i  tielle  liste  dei  Priori  del 

1339  dicembre-1340  dicembre,  188,   13. 
CoRsiNi  (de')  Tommaso  di  Duccio,  6  nelle  liste  dei   Priori 

del  1325  febbraio-1326  febbraio,  152,  3  ;  e  del    1328 

diceinbre-1329  dicembre,  160,  28. 
CoRSiNO  Di  Mozzo,  t;.  Corsini  C.  di  M. 
CoRsiNO  (Di),  V,  Guido  di  C. 
CoRSO,  V.  Borghi  C.  ;  Davanzi  C.  ;  Donati  C.  ;  Falchi  C.  ; 

Fibianchi     C.  ;     Gnglielmi     C. 
CoRso  d'Alberto,   6  nelle  liste  dei  Priori  del  1300  feb- 

braio-1301  febbraio,   86,    9  ;  v.  anche  Ristori  C.  d'A. 
CoRso  Di  BoNAccoRso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1297  feb- 

braio-1298  febbraio,  77,  23. 
CoRSO  Di  GiNO,  V.  Badessa  {della)  C.  di  G. 
CoRso  (del),  V.  Sandro  del  C. 
CoRSO  (di),  t;.  Cecco  di  C.  ;  Checco  di  C.  ;  Francesco  di  C.  ; 

Giovanni  di  C.  ;  Rosso  di  C. 
CoRTESELLi  NiccoLiNO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1372 

gennaio-1373    gennaio,    284,    10. 
CoRTONA,  c.  alleata  di  Firenze,  presa  e  devastata  dagli 

.\retini  (an.  1259),  45,  8-10  ;  ric,  103,  29-30. 
CoRVAlA  (da),  i;.  Pietro  da  C. 
Cosi  Cristofano  di  Francesco,  viene    ammonito    (an. 

1358).  253.  29. 
Costante,   figlio  dell'imperatore  Costantino,   riprende  a 

persegiiitare  i  Cristiani,   13,   14-15. 
CosTANTiNO   [Gostantino],   imperatore    (aa.   310-337,   con- 

cede  ai  Cristiani  liberti  di  culto  (an.  311),  13,  9-11  ; 

viene  battezzato  da  pp.   Silvestro,    23-24  ;  dota    la 

Chiesa  e  porta  la  sede  deirimpero  a  Costan.inopoli, 

11-12;  suoi  figli  e  successori,  12-16. 
CosTANTiNO    [Gostantino],    figlio    di    Costantino    impera- 

tore,  seguace  della  fede  cristiana,  13,  14. 
CosTANTiNOPOLi  [GostantinopoH]  c.,  viene  fatta  da  Costan- 

tino  sede  deirimpero,  13,    10-12. 
CoucHY  (SiRE  Di),  V.  [lHghira>no\  di  C. 
CovoNE,  V.  Covoni  (de')  C. 
CovoNE  Di  Naddo,  V.  Covoni  {de')  C.  di  N. 
CovoNE  Di  Naldo,  V.  Covoni  C.  di  N. 
CovoNi  Agnolo  di  Piero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1369 

gennaio-1370  gennaio,  274,  33  ;    e  del  1374  gennaio- 

1375  gennaio,  291,  21. 
CovoNi  Bernardo,  viene  confinato  a  Lucca    (an.  1381), 

400,  43. 
CovoNi  Bernardo  di  Covone,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1367  gennaio-1368  gennaio,  267,  38  ;  e  del  1376 

gennaio-1377  gennaio,  306,  26. 
CovoNi  Bettino,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1371  gennaio- 

1372  gennaio,  279,  27  ;  viene  ammonito  (an.   1377), 

305,  9  ;  309,  3  ;  6  fatto  cavaliere  dai  Ciompi    (an. 


1378),  324,  1  ;  mandato  dal  Comune  fiorentino 
qoale  Capitano  a  Volterra,  informa  i  Priori  delle 
mene  e  dei  preparativi  dei  Ciompi  e  degli  sbanditi 
fiorentini,  di  stanza  a  Siena,  contro  Volterra  e  i  suoi 
castelli  (an.  1379),  319,  13-15  ;  vienc  dato  per  com- 
pagno  a  Marchionne  Stefani  invtato  quale  ambasc 
pr.  la  Compagnia  S.  Giorgio,  368,  29-30  ;  369,  19  , 
viene  mandato  ambasc.  pr.  Carlo  di  Durazzo  (an. 
1380),  380,  7-10  ;  e  di  nuovo  pr.  lo  stesso,  divenuto 
re  di  Puglia,  per  Tincoronazione  della  regina  Marghc- 
rita  sua  moglie  (an.  1381),  390,  35  ;  viene  condannato 
dal  Capitano  ai  confini  mentre  6  ancora  fuori  per  la 
detta  ambasceria,  408,   35. 

CovoNi  CovoNE  di  Naldo,  t  nelle  listc  dei  Priori  dcl 
1316  febbraio-1317  febbraio,   123,  21. 

COVONI  GlOVANNl  Di  GuASco,<J  nelU  /1- 
ste  dei  Priori  del  1339  dicembre-1340  dicembre.  188, 
26  ;    D.  anche  Covoni  {de')  Giooanni   di   Guasco. 

CovoNi  Lapo,  k  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1320 
dicembre-1330  dicembre),  164,  39  ;  e  di  nuovo  (li- 
ste  1332  dicembre-1333  dicembre),  175,  37. 

CovoNi  Paolo  [Pagolo]  di  Cenni,  k  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1353  gennaio-1354  gennaio),  246,  14  ;  v. 
anchc  Covmi  (de')  Paolo   di  Cenni. 

CovoNi  Sandro  di  Lapo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1351 
gennaio-T352  gennaio,  240,  39  ;  h  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1357  gennaio-1358  gennaio),  252,  7. 

CovoNi  (de")  Covone,  k  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1325  febbraio-1326  febbraio),  152,  21  ;  h  nelle  liste 
dei  Priori  del  1329  dicembre-1330  dicembre,  164,  18  ; 
e  del  1337  dicembre-1338  dicembre,  187,  28. 

CovoNi  (de')  Covone  di  Naddo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1333  dicembre-1334  dicembre,  177,  30. 

Covoni  (de')  Giovanni  di  Covone,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del   1350  gennaio-1351  gennaio,  239,  42. 

CovoNi  (de')  Giovanni  di  Guasco,  k  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1345  maggio-1346  maggio),  227, 
14-15  ;  V.  anche   Covoiii  Ginvanni  di  Guasco. 

CovoNi  (de')  Lapo  di  Jacopo,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1307  febbraio-1308  febbraio,  102,  28  ;  e  del  1312 
febbraio-1313  febbraio,  114,  40. 

CovoNi  (de')  Naddo  di  Jacopo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1302  febbraio-1303  febbraio,  91,  5. 

CovoNi  (de')  Paolo,  6  nelle  liste  dei  Piiori  del  1350  gen- 
naio-1351    gennaio,    240,    19. 

CovoNi  (de')  Paolo  di  Cenni,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1359  gennaio-1360  gennaio,  256,  16  ;  v.  anch' 
Covoni  Paolo  di  Cenni. 

Cozzo  Di  PiERO,  notaio  dei  Priori,  ric,  125,  10. 

Cremona,  c,  ric,   172,  23. 

Crescenzio  (S.),  cappellano  del  vescovo  di  Firenze  S. 
Zanobio,  ric,  15,   1-2. 

Crescio  (S.),  viene  fatto  martirizzare  dairimperatore 
Decio  nel  Mugello  nel  luogo  chiamato  poi  S.  Cresci 
a  Valcava,  13,  6-8. 

Cresta  (del),  V.  Maso  del  C. 

Cristiani  Alessandro  di  Giovanni,  h  nelle  liste  dei 
Priori  del  1346  maggio-1347  gennaio,  229,  11. 

Cristiani  Giambone  di  Giovanni,  k  nellc  liste  dei  Priori 
del  1346  maggio-1347  gennaio,  228,  22. 


(CrUtiani-Davanzatil 


INDICE  ALFABETICO 


503 


Cristiani  Giambone  di  Guido,   k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1341  dicembre-1342  dicembre,  191,  3  ;  199,  3. 
Cristiani  Giovanni,   6  nelle   liste   dei   Priori   del    1324 

febbraio-1325    febbraio,    147,    35. 
Cristiani   Manknte   Amidei,   e   d'Amedeo,    viene    am- 

monito  (an.  1377),  304,  37  ;  308,25. 
Cristiani  Michele  di   Gianni,  notaio  dei   Priori,  ric, 

179,   30. 
"  Cristiano  di  Magonza,  Cancelliere  delllmpero,    ric, 

LVIir,   12-13  „. 
Cristiano  del  Migliore    6   dei  Priori    (an.1380  novem 

bre-dicembre),   384,  7  ;   i  nellc  liste  del  1385  maggio- 

1386    aprile,  443,  21. 
Cristiano  (di),  V.  Marco  di  C. 
Cristofano  d^Anfrione,  V.  Spini  (degli)  C.  d'A. 
Cristofano  di  Barberini,  viene  condannato  neiravere 

e  nella  persona  (an.    1381),  407,  24. 
Cristofano  di  Bartolo,  k  dei  Priori    (an.  1379  gennaio 

febbraio),   361,   40  ;   partecipa  alla   Balia  per  la  ri- 

forma  del  Governo  per  Tarte  dei  Vaiai  (an.   1381), 

409,  31. 
Cristofano  di  Bartolo,  V.   Nevaldini  C.  di  B. 
Cristofano  di  Bono,  V.  Strada  C.  di  B. 
Cristofano  di  Francesco,  V.  Cosi  C.  di  F. 
Cristofano  di  Gianni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1359 

gennaio-1360  gennaio,  256,  3  ;  e  dcl   1372  gennaio- 

■373  gennaio,  284,    30. 
Cristofano  di  Giovanni,  V.  Benivieni  C.  di  G. 
Cristofano  di  Giusto,  6  dei  Cinquantadue  cittadini  cui 

viene  data  Balia  per  la    riforma  del    Governo   (an. 

1381),  395,  36. 
Cristofano  di   Michele,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1379 

marzo-1380  aprile,  367,  43. 
Cristofano  da  Pontremoli,  caporale  della    compagnia 

S.  Giorgio,  ric,  367,   18. 
Cristofano  di  Puccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1331  di- 

cembre-1332  dicembre,  169,  U  ;  del  1333    dicembre- 

i334dicembre,  177, 28  ;  edeli337  dicembre-1338  di- 

cembre,  186,    39. 
Croce  (monte  di),  V.  Monte  di  Croce. 
CuRiANNi  Barna  di  Valorino,  ^  a  capo  dei  congiurati 

contro  le  sette  degli  Albizzi  e  dei  Ricci  pel   quartiere 

di  S.  Maria  Novella  (an.  1372),  280,  31  ;  ric,  "  CV, 

6  ". 
"  CuRiANNi  L.\po  Di  Valore,  Ricordaiize  scritte  da    lui, 

dal  suo  figlio  Valorino,  dal  nipote  Barna  e    dal  pro- 

nipote   Valorino  :   suoi   giudizi  su   alcuni    provvedi- 

menti   fiscali   del   Comune   di    Firenze,    CV,     15-19, 

2-6  ". 
Cusci'  (SlRE  Di),  V.  [Inghiramo  di  Couchy]. 
Daldo  di  Dingo,  V.  Marignolli  (de')  D.  di  D. 
Dami  Bhnci  di  Cione,    i    nelle  liste    dei  Priori  del  1366 

gennaio-1367  gennaio,   266,  26. 
Damiata  [Dammiata],  vi  si  accampano  i  Crociati  fioren- 

tini  (an.  1188),  26,   10. 
Dandi  Guido,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345    maggio- 

1346  maggio,  227,  20. 
Dandi   Jacopo   di    Bencivenni,   notaio   dei    Priori,  ric, 

102,   13;   119,   18. 
Dante,  V.  Alighieri  D.  ;  Rinaldi  D. 


Dante  di  Baldino,  k  nelle  liste  dei   Priori  del    1356  gen- 

naio-1357,  gennaio,  251,  3. 
Dante  Rinaldi,  V.  Cambi  D.  R. 
Dante  di  Rinaldo,  6  nelle  liste  dei  F^iori  del  1313  feb- 

braio-1314  febbraio,  116,  7 ;   e    del  1315    febbraio- 
1316  febbraio,  122,  13. 
Dante  di  Tieri,  6  nelle  liste  dei  Priori  dcl  1348  gennaio- 

1349,  gennaio,  233,  36. 
Dante  (di),  11.  Domenico  di  D. 
Danzi  Bonaiuto   di   Bonaiuto,  viene  bandito   come  ri- 

belle   (an.    1380),   370,    42. 
Danzini  Marco,  viene  condannato  nel  capo  per  la  rivolta 

dei  Ciorapi  (an.  1378),  336,  16. 
Dardania,  c  della  Frigia,  fondata  da  Dardano,  detta  poi 

Troia  dal  re  Troio,  discendente  dello  stesso  Dardano, 

4,  17-22. 
Dardania,  fortezza  mastra  di  Troia,  4,  22-23. 
Dardano,  figlio  di  Attalo,  o  Attalante,  signore  di  Fiesole, 

parte  dairitalia  e  va  a  stabilirsi  in  Frigia  ove  fonda 

la  c,  che  da  lui  prese  il  nome  di  Dardania,  4,    15-18  ; 

suoi    discendenti,    18,   21. 
Dardano,  V.  Acciaiuoli  (degli)  D. 
Dardano  di  Maso,  V.  Bonciani  D.  di  M. 
Dardano  di  Tingo,  V.  Acciaiuoli  (degli)  D.  di  T. 
Dardo  di  Maso,  V.  Bonciani  (de')  D.  di  M. 
Darete  [Dares].  storico  frigio,  ric,  5,  2  ;    "  cf.   XXXI, 

13  „. 
Dati  Donisdeo,  notaio  dei  Priori,  ric,  61,  7  ;  67,  15. 
Dati  Manetto,  6dei  Priori(an.  1380  novembrc-dicembre), 

384,  3. 
Dato,  V.   Cacciafuori  D.  ;   Guidi  D. 
Dato  d'Andrea,  i;.  Canigiani  (de')  D.  d'A. 
Dato  (di),  V.  Giovanni  di  D.  ;  Sacco  di  D. 
Davanzati  Chiarino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  13 16  fcb- 

braio-1317  febbraio,  123,  19. 
Davanzati   Davanzato   di     Giovanni,  i   nclle   liste   dei 

Priori  dcl  1366  gennaio-t^dj  gennaio,  266,  23  ;  e  dcl 

1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  n  ;  i    Gonjalonicre 

di  Giustizia  (liste  1385  maggio-1386  aprile),  443,  37. 
Davanzati  Ghino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1284  di- 

cembre-1285  dicembre,  61,   9. 
Davanzati  Giovanni  di  Benci,  k  nelle  liste  dei    Priori 

del    i337-dicembre-i338    dicembre,    187,    8  ;     e    del 

1339  dicembre-1340  dicembre,  188,  35. 
Davanzati  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  laS^dicem- 

bre-1284  dicembre,   60,    10. 
Davanzati  Lottieri,  6  nelle  liste  dci  Priori  dcl  1320  fcb- 

braio-1321  febbraio,  127,  9  ;  del  1323  febbraio-1324 

febbraio,  135,22;  del  1327  febbraio-1328  febbraio  158, 

3 ;   del  1331  dicembre-1332    dicembre,  169,   27  ;    del 

1335   dicembrei336  dicembre,  183,    28  ;  e  dcl    1338 

dicembre-1339   dicembre,    187,    12. 
Davanzati  Manetto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  bimestre 

luglio-agosto  1378,  314,  23  ;  320,  34  ;  325,  24-31  ; 

e  del    1380    marzo-1381     febbraio,    391,  27  ;  e    dei 

Cinquantadue  cittadini  cui  viene  data  la  Balia  insicme 

ai  Priori  e  CoUegi    per    la  riforma  dcl  Governo  (a. 

1381),  396,  3. 
Davanzati     Pikro     di     Chiarino,     i  nellt 

liste  dei  Priori  del  1364  gennaio-J36s  genuaio,  265,  i. 


504 


INDICE  ALFABETICO 


[DaTaazati-Dini  ] 


DAVANiATi  ViERi  Di  Falco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1304  (ebbraio-1305  febbraio,  96,  20. 
Davanzato,  V.  Baldovini  D. 
Davanzato  di  Giovanni,  V.  Davanzati  D.  di  G. 
Davanzato  di  Naccio,  V.  Contri  D.  di  N. 
Davanzi   Bbltramo   di   Pietro,   viene   ammonito    (an. 

1376),  300,  36. 
Davanzi  Boto  dkl  Ricco,  ^  nclle  liste  dei  Priori  del   1310 

febbraio-1311  febbraio,  108,  14;    del  1318  febbraio- 

1319   febbraio,    125,    6;   e   del    1321     febbraio-i322 

febbraio,  129,  4. 
Davanzi  Buto  Ricchi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del    1301 

febbraio-1302  febbraio,  88,    19  ;  del   1305    febbraio- 

1306   febbraio,   97,    18  ;    e   del    1308     febbraio-1309 

febbraio,  104,  24. 
Davanzi  Corso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1299  febbraio- 

1300  febbraio,  82,  14. 
Davanzi  Davanzino  del  Ricco.  6  nelle  liste  dei  Pricri 

del  1309  febbraio-1310  febbraio,  106,   12. 
Davanzi  Niccol6  di  Matteo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1380  marzo-1381  febbraio,  391,23. 
Davanzi  Ricco  di  Buto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1333 

dicembre-1334  dicembre,  177,  ». 
Dav.vnzi  Ricco  di  Buto  del  Riccio,  6  Gonfaloniere  di 

Giustizia      (liste       1330     dicembre-1331      dicembre), 

167.  22. 
Davanzi  Sandro  di  Buto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1331   dicembre-1332   dicembre,    169,    11  ;    del    1335 

dicembre-1336  dicembre,  182,  34  ;  del  1339  dicembre- 

1340  dicembre,  188,   17  ;  e  del   1341    dicembre-1342 

dicembre,  190.  42. 
Davanzi  Stefano  di  Berto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1319  febbraio-i32o  febbraio.  126,  13. 
Davanzino  del  Ricco,  V.  Davanzi  D.  del  R. 
Davanzo  (di),  t;.  Ricco  di  D. 
"  Davidsohn  Roberto,  storico,   sua  critica  suUa  leggen- 

daria  distruzione  di  Fiesole  del  loio,  XXXIX,  8-18  „  ; 

"  attenua  il  valore  della  narrazione  del  Vjllani  suUa 

lotta  civile  del   1177  capitanata  dagli  Uberti,   LIV, 

18-20  ;  LIX.  17-26  "  ;  cit.    '  XLIX.  7-8  ;  LI,  1  ... 
Davizi  Davizo  di  Ranieri.  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1293  febbraio-1294  febbraio,  73,  38. 
Davizzi  (de')  Davizzino   di   Rinieri.    fe  neUe   liste  dei 

Priori  del    1299  febbraio-1300  febbraio,  82,  28. 
Davizzi  (de')  Tommaso  di  Francesco,  viene  ammonito 

(an.  1360),  258,22. 
Davizzino  di  Rinieri,  V.  Davizzi  (de')  D.  di  R. 
"  Davizzino,  V.  Tosa  (della)  D.  ". 
Davizzo ,  viene  condannato  neiravere  e  neUa  per- 

sona  per  Tincursione  su  Figline  (an.  1379).  351,  34. 
Davizzo  di  Giovanni,  viene  condannato  neiravere  e  nella 

persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  17. 
D.\vizzo  Meo,  6  condannato  neiravere  e  nella  persona  per 

trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  19  ;  e  di  nuovo 

per  la  spedizione  contro  Figline  (an.  1379),    351,   26. 
Davizzo  di  Ranieri.  t».  Davizi  D.  di  R. 
Davizzo  di  Trincia.  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1300  feb- 

braio-1301  febbraio,  86,  8. 
Decio.  imperatore   (aa.   249-251),   va  a   Firenze   attratto 

dalla  fama  deUe  sue  bellezze  e  vi  si  trattiene  alcuni 


giorni,  facendo  martirizzare  anche  qua  non  pochi  cri- 
atiani,  12,  32-42  ;  13,  &■«. 

Dego  di  Dosso,  V.  Spini  (degli)  D.  di  D. 

"Dblizie     degli   kruditi     Toscani,    CiI 
V,  r ;  X,  «  ;  LXXIV,  i  „. 

Delli  Cifo  di  Lotto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345 
maggio-1346  maggio,  227.  13. 

Delli  Niccol6  [Niccolaio],  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1350  gennaio-1351  gennaio,  240,  7  ;  dcl  1354  gennaio- 
1355  gennaio,  248,  29;  del  1361  gennaio-i362  gen- 
naio,  260,  3  ;  del  1365  gennaio-1366  gennaio,  265, 
39  ;  del  1368  gennaio-1369  gennaio,  273,  34  ;  e  del 
1376  gennaio-1377  gennaio,  307,  6. 

Dello  (di),  V.  Lotto  di  D. 

Deo  di  Bardo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1306   febbrai 
1307  febbraio,  99,  24. 

Deo  Bentaccordi.  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1303  feb- 
braio-1304  febbraio,  94,  38  :  v.  anche  Deo  di  Ben- 
taccordi. 

Deo  di  Bentaccordi,  k  Gonfaloniere  di  Giustizia  (li^ 
1307  febbraio-1308  febbraio),  102,  11  ;  o.  anche  D 
lientaccordi. 

"  Deputazione  (R.)  di  storia  patria  per  le  provincie 
Di  ToscANA.  dbll"Umbria  e  delle  Marche  cit., 
V,   12-13  ;  X,  «  ;  XXXI,  28  ;  XXXVIII,  loil .,. 

Deti  Guido  di  Banco,  h  nellc  liste  dei  Priori  del   1345 
maggio-1346  maggio,  226,  40  ;  e  del   1359  gennaio- 
-   1360  gennaio,  256,  1. 

Deti  Guido  di  Bianco,  6  neUe  liste  dei  Priori  del  1356 
gennaio-1357  gennaio,  250,  22. 

Deti  Ormannozzo  del  Bianco,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1334  dicembA-e-i335  dicembre,  179,  2  ;  4  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1343  aprUe-1344  aprUe),  219, 
20  ;  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1354  gennaio-1355  gen- 
naio,  247,  32 ;  e  di  nuovo  Gonfaloniere  (liste  1361 
gennaio-1362  gennaio),  260.   1. 

Diecomanno,  castello  del  conte  Guido  venduto  al  Comune 
di  Firenze  (an.  1373),  287,  11-17  ;  298,  19-21. 

DiEDATi,  Diedato,  V.  Diodati  e  DiodcUo. 

DiEDi  Di  Francesco,  V.  Fei  D.  di  F. 

Dietaiuti,  Dietifece,  Dietifeci,  V.  Diotaiuti,  Diotifece. 

DiNi  Angiolieri,  notaio  dei  Priori,  ric,  125,  20. 

DiNi  DoNATO,  6  degli  Otto  della  Guardia  (an.  1379), 
354.  35  ;  viene  confinato  per  dieci  anni  ed  escluso 
per  sempre  dagli  Uffici  (an.  1301),  401,  43. 

DiNi  GioVANNi,  notaio  dei  Priori,  ric,  119,  13. 

DiNi  GiovANNi,  speziale,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1369 
gennaio-1370  gennaio,  274,  36  ;  del  1375  gennaio- 
1376  gennaio,  299,  15  ;  fe  degli  Otto  di  Balia  (an. 
1375),  293.  21  ;  viene  amraonito  dai  Capitani  di  Parte 
e  quindi  sostituito  neirufficio  di  Balia  (an.  1378), 
311.  15-20;  315.  35-36;  va  con  Tommaso  degli 
Strozzi  a  riferire  ai  Priori  suUa  lettera  del  conte 
Antonio  degli  Alberti  a  riguardo  deUa  congiTira  con- 
tro  lo  Stato  (an.  1378).  353,  1-40  ;  354,  4-7  ;  vicne 
condannato  neU'avere  e  nella  persona  (an.  J381). 
400,  27. 

DiNi  GiovANNi  Di  TURA,  6  bcUc  listc  dei  Priori  del  1371 
gennaio-1372  gennaio,  279,  32  ;  viene  ammonito  (an. 
1377).  305,  12 ;  309,  4. 


{Dini-Dolcibcni] 


INDICE  ALFABETICO 


505 


DiNi  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1350   gennaio-1351 

gennaio,  239,  36  ;  k  Gonfaloniere  di  Giustizia    (liste 

1360   gennaio-1361    gennaio),     258,    34  ;   i   di   ntiovo 

nelle  liste  dei  Priori  del  1364  gennaio-1365    gennaio, 

265,  19  ;  e  del  1368  gennaio-1369-gennaio,  274,  2. 
DiNi  Martino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1373  gennaio- 

1374  gennaio,  284,  6. 
DlNi  PiERO,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1355  gennaio-1356 

gennaio,  250,  13. 
DiNi  Salvi,  notaio  dei  Priori,  ric,  131,  24  ;  183,  13. 
DiNi  Spigliato,  notaio  dei  Priori,  ric,  151,  31. 
DiNi  Tellino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1353  gennaio- 

1354  gennaio,  246,  24  ;  del  1359  gennaio-1360  gennaio 

255,    33  ;   del   1362   gennaio-1363   gennaio,    262,   3  ; 

e  del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  10. 
DiNi    TuRA,    6    netle   liste    dei    Priori    del  1353  gennaio- 

1354  gennaio,  245,  38. 
DiNO,  V.  Compagni  D.  ;  Manetii  D.  ;  Nucci  D. 
DiNO  (maestro),  illnstre  medico  e  fisico  morto  in  Fjrenze 

(an.  1327),  154,  9-10. 
DiNO  Di  Bernardo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1312  feb- 

braio-1313  febbraio,  114,  20. 
DiNO  Di  Berto,  V.  Ferrantini  D.  di  B. 
DiNO  Di  Bonaguida,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1325  feb- 

braio-1326  febbraio,  152,  19. 
Di.NO  Di  BuRCi  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1347  gennaio- 

1348  gennaio,  229,  45. 
DiNO  Di  Cente,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  maggio- 

1346  maggio,  226,  37. 
DiNO  DEL  Chiaro,  V.  Comocchini  D.  del  C. 
DiNO  Di  Ciaio,  V.  Riztori  D.  di  C. 
"  DiNO  Di  Dante,  viene  nominato  da  Marchionne  Ste- 

fani  suo  procuratore,  per  regolare  la  divisione  dei  beni 

di   famiglia   con   la   sorella   Giovanna,    CII,  29-30  ,,. 
DiNO  Di  Geri,  V.  Tigliamochi  D.  di  G. 
DiNO  Di  Gianni  Pecora,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1297 

febbraio-1298  febbraio,  77,  25. 
DiNO  Di  Lapo  della  Bioia,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1332  dicembre-1333  dicembre,  175,  34  ;    e  del  1337 

dicembre-1338  dicembre,  187,  2. 
DiNO  Di  Nuccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1361  gennaio- 

1362  gennaio,  260,  9  ;  del  1369  gennaio-1370  gennaio 

275,  23  ;  e  del  1374  gennaio-1375  gennaio,  291,  17. 
DiNO  Pecora,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1284  dicembre- 

1285   dicembre,    60,    31  ;   e   del    1288   dicembre-1289 

dicembre,  65,  20. 
DiNo  Di  PiERO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1361  gennaio- 

1362  gennaio,  266,  8. 
DiNO  Di  Stkfano,  k  dei  Dodici  buoni  uomini  pel  quar- 

tiere  di  S.  Maria  Novella  e  partecipa  alla  Balia  per  la 

riforma  del  Governo  (an.  1381),  395,  10. 
DiNO  Di  Teri,  V.  Tagliamochi  D.  di  T. 
DiNO  (di),  V.  Berto  di  D.  ;  Lippo  di  D.  ;  Lorenzo  di  D.  ; 

Martino  di  D.  ;  Perso  di  D.  ;  Piero  di  D.  ;  Tellino  di 

D.  ;  Tommaso  di  D.  ;  Torello  di  D. 
Diodati   Finiguerra,   6   nelle  liste  dei   Priori  del   1282 

dicembre-1283  dicembre,  59,  7  ;  e  del  1284  dicembre- 

1285  dicembre,  61,  10. 
Diodati  Gherardino,   6  nelle  liste  dei    Priori  del   1285 

dicembre-1286  dicembre,  62,  2;    del  1291  dicembre- 


1292  dicembre,  08,  39  ;  e  del  1299  febbraio-1300  feb- 
braio,  82,   10. 

DiODATO,  V.  Baroni  D. 

Diodato  Alamanni,  V.  Cacciafuori  D.  A. 

DiODATO  (di),  V.  Gherardino  di  D. 

DioNiGi  Di  BiNDO,  notaio  dei  Priori,  ric,  183,  23. 

DiONiGi  Di  GiovANNi,  notaio  dei  Priori,  ric, 
265,  44;  284,  11. 

DioNiGi,  vocATO  NiGi,  Di  GiovANNi,  i/.  Tucci  D.  di  G. 

DioTAiUTi  [Dietaiuti]  Tommaso,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1317  febbraio-1318  febbraio,  124,  10  ;  del  1321 
febbraio-1322  febbraio,  128,  29  ;  del  1325  febbraio- 
1326  febbraio,  152,  17  ;  del  1330  dicembre-1331  di- 
cembre,  167,  9  ;  del  1336  dicembre-1337  dicembre, 
186,  25  ;  del  1339  dicembre-1340  dicembre,  188,  14  ; 
del  1348  gennaio-1349  geunaio,  234,  15  ;  del  1352 
gennaio-1353  gennaio,  242,  27  ;  e  del  1359  gennaio- 
1360  gennaio,  255,  33. 

DiOTAiUTi  DEL  Velluto,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1297 
febbraio-1298  febbraio,  77,  2. 

Diotifece  [Dietifece  e  Dietifeci]  Niccol6,  h  nelle  liste  dei 
Priori  del  1380  marzo-1381  febbraio,  391,  31  ;  par- 
tecipa  alla  Balia  per  la  riforma  del  Govemo  (an.  1381) 
394,  15. 

Diotifece  di  Michele,  notaio  dei  Priori,  ric,  183,  17  ; 
234,  8  ;  259,  18  ;  264,  41. 

Diotifece  di  Niccol6,  notaio  dei  Priori,  ric,  242,  20, 

DioTiFECE  (di),  V.  Michele  di  D. 

Diotisalvi  Cino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1290  dicenibre- 

1291  dicembre,  68,  14  ;  e  del  1294  febbraio-1295  feb- 
braio,  75,   16. 

DioTisALVi  Giovanni,  biadaiuolo,  partecipa  alla  Balia 
per  Tarte  degli  oliandoli  (an.  1381),  409,  39. 

DioTiSALVi  Nerone  di  Nigi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1328  dicembre-1329  dicembre,  160,  33  ;  del  1334  di- 
cembre-1335  dicembre,  179,  6  ;  del  1353  gennaio- 
1354  gennaio,  245,  39  ;  del  1355  gennaio-1356  gen- 
naio,  250,  40 ;  e  del  1359  gennaio-1360  gennaio, 
256,  20. 

DioTiSALVi  NiGi,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1291  dicembre 

1292  dicembre,  68,  38  ;  del  1302  febbraio-1303  feb- 
braio,  91,  13;  e  del  1312  febbraio-1313  febbraio, 
114,  40. 

DiOTiSALVi  Di  NiGi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1331  di- 

cembre-1332  dicembre,  169,  9  ;  e  del  1335  dicembre- 

1336  dicembre,  183,   19. 
DiRiTTAFEDi  LuTi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1335  dicem- 

bre-1336  dicembre,  183,  11. 
DoADOLA   (da  e  Di),    V.  Francesco  da  D.  ;  Ruggeri  da  D. 
DoFFO  Di  ScoLAio,  V.  Pulci  {de')  D.  di  S. 
DoGiNo,  e  DoGio,  DEL  BoRGO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1284  dicembre-1285  dicembre,  61,  5  ;  del  1292  feb- 

braio-1293  febbraio,  72,  20  ;  e  del  1299  febbraio-1300 

febbraio,  82,  27. 
DoLCE  Di  LoTTiFREDi,  V.  Pozzt  (de')  D.  di  L. 
DoLCE  (di),  t;.  Matteo  di  D. 
DoLCi  Francesco  da  Sommaia,  notaio  dei  Priori,  ric, 

127,  15. 
DoLciBKNi  Valorino,  viene  ammonito   (an.  1358),  254,  S. 
DoLCiBBNi  Vkspuccio,  c  Vkspuccia,  6  nellc  liste  dei  Priori 


5or. 


INDICE  ALFABETICO 


(Dolcino   da    Pelraia-Donatij 


del  1349  gcnnaio-r350  gennaio,  235,  S8  ;  e  del  1353 

genmtio-1354  gennaio,  246,  23. 
DoLciNO  DA  Pbtraia,  t  condannato  a  lire  duecento  ed  ai 

confini  per  sei  anni  (an.  1381),  401,  8. 
DoMENtcHi  (de')  Coppo  di  Borghrse,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1310  febbraio-1311  febbraio,  108,  3. 
DoMRNicHt  (db')  MiGLiORATO,  i  Gonfaloniere  di  Giusti- 

zia  (liste  1314  febbraio-i3(5  febbraio,  119,   16. 
DoMBNici  Lapo  di  Guarbnte,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del   1303  febbraio-1304  febbraio,  94,  27. 
DoMENico,  V.  Altegri  D.  ;  Ciampelli  D.  ;  Guerrucci  D.  ; 

Salvestri  D. 
DouBNico  d'Albizzo,  V.  Fagiuoli  D.  d'A . 
DoMENico  Dt  Benincasa,  notaio  dei  Priori,  ric,  259.  8  ; 

264,  n  ;  276,  20. 

DoMENico  Di  Berto,  Hotaio  dei  Priori,  ric,  249,  36  ;  v. 

anche.  Ugolini  D.  di  B. 
DoMENico  Di  BoNAiuTO,  DBTTO  Danza,  viene  condannato 

neiravere  e  nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato 

(an.  1379),  365,  34. 
DoMENico  Dt  BoRGHiNO,  V.  Taddei  D.  di  B. 
DoMENico  Di  Cassiano,  viene  fatto    capitano  di   Parte 

guelfa  con  grande  Balia  (an.  1377),  310,  14. 
DoMENico  Di  Cecco,  V.  Fei  D.  di  C. 
DoMENtco  Dt  Chiavaccino,   k  dei   Dodici  buoni  uomini 

pel  quartiere  di  S.  Croce  (an.  1378),  326,  33. 
DoMENico  Di  Dante,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1347  gen- 

naio-1348  gennaio,  229,   38  ;  del   1357  gennaio-1358 

gennaio,  252,   Q  ;  e  del  1364  gennaio-1365    gennaio, 

265,  17. 

DoMENico  Di  DoNATO,  V.  Bandini  D.  di  D. 

DoMENico  Dt  FiLippo,  l.xnaiuolo,    6  nelle  liste  dei  Priori 

del   1368  gennaio-1369  gennaio,  273.  37. 
Ddmenico  di  FtLippo.  del  popolo  di  S.  Piero  Maggiore. 

viene  condannato  neiravere  e  nella  persona  per  trame 

contro  lo  Stato  (an.  1378).  340.  35. 
DoMENico  Di  Francesco.  dipiutore,  6  fatto  popolano  (an. 

1379).  364,  23. 
DoMENico  Di  pRANCESco.da  Sandonato,  viene  condannato 

neiravere  e  nella  persona  per  la  spedizione  contro  Fi- 

gline  (an.  1379),  351,  22. 
DoMENico  Di  GtovANNi,  6  dei  Priori  (an.  1378  novembre- 

dicembre).  337,  31  ;  v.  anche  Bandini  D.  di  G.  ;  Tas- 

sinari  D.  di  G. 
DoMENico  Di  GiovANNi  Di  Maso,  V.  ManovelH  D.  di  G. 

di  M. 
DoMENtco  Dt  GuiDO.  V.  Pardi  D.  di  G. 
DoMENico  Dt  GutDO  DEL  Pecora,  partecipa.  come  Gon- 

faloniere  del  Drago  Verde  del  quartiere  S.  Giovanni, 

alla   Bilia  per  la   riforma  del   Governo   (an.    1381), 

394,  39  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1383  set- 

tembre-1384  aprUe),  435.  2. 
DoMENico  Di  Jacopo  da  Certaldo,  notaio  dei  Priori, 

ric,  241.  11. 
DoMENico  Di  Lapo.  t>.  GtH  D.  di  L. 
DoMBNico  Di  MicHELE,  6  dei  Priori    (an.  1379   novembre- 

dicembre).  348.  35, 
DoMENico  Di  MiNO,  notaio  dei  Priori.  ric,  267,  33. 
DoMENico.  DETTO  MussoN.  del  popolo  di  Santa  Lucia 

d'Ojnissanti,  h  condannato  neiravere  e  nella  persona 


per  la  rivolta  degli  Otto  di  Balia  di  S.  Mwi»  Novetla 
(an.  1378),  336,  34. 

DoMENico  Di  Naldino,  b  dei  Dodici  buoni  uomini  e  par 
tecipa,  pel  quartiere  di  S.  Giovanni,  alla  Balia  per  l.i 
riforma  del  Governo  (an.  1381),  395,  11. 

DoMBNico  Di  Sandro,  d  dei  Dodici  buoni  uomini  e  par- 
tecipa  alla  Balia  per  la  riforma  del  Govcrno  pel  quar- 
tiere  S.  Croce  (an.  1381),  395,  • ;  t>.  ancke  Donnini 
D.  di  S. 

Domenico  di  Sinibaldo,  detto  Cattaio,  viene  condan- 
nato  neiravere  e  nella  persona  per  trame  contro  lo 
Stato  (an.  1379),  344,  33. 

DoMENico  Di  Taddbo,  V.  BoTghini  D.  di  T. 

Domenico  di  Taldo,  viene  condannato  neiravere  e  nelU 
persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1381),  400,    1».  • 

Domenico     di     Tbri,    i  nelle  liste  dei  Priori    del , 
1364  gennaio-i36s  gennaio,  265,  13. 

DoMENico    Di    Teri,     V.  Magalotti  D.  di  T. 

DoMENico  Di  Tuccio,  uno  degli  inviati  dagli  Otto  di 
Balia  di  S.  Maria  Novella  al  Palazzo  dei  Priori,  af- 
frontato  per  la  sua  arroganza  e  gittato  per  le  scale  da 
Michele  di  I.,ando,  viene  condannato  a  morte  dal  Po- 
dest4  per  rivolta  contro  lo  Stato  (an.  1378),  336, 
1-11.  ; 

DoMENico  Di  Vanni,  fe  nellc  liste  dei  Priori  del  1344  mag- 
gio-1345  maggio,  222.  9. 

DoMENico  (di),  ti.  Jacopo  di  D.  ;  Tommaso  di  D. 

Donati,  fam.  fiorentina  del  quartiere  di  Porta  S.  Maria, 
21,  13  ;  esce  coi  Guelfi  da  Firenze  aU'annunzio  della 
sconfitta  di  Montaperti  (an.  1260),  48,  13;  viene  a 
briga  coglt  Adimari,  56,  16,  e  poi  coi  Cerchi  divenuti 
capi  della  fazione  dei  Guelfi  detti  di  Parte  bianca  (an. 
1300),  79,  39-44  ;  80,  1-17.  20-27  ;  si  mette  a  capo 
della  fazione  dei  Guelfi.  avversa  a  questa,  che  venne 
detta  di  parte  nera,  31-32  ;  si  leva  con  gli  altri  Grandi 
contro  i  Popolani,  214,  2. 

DoNATt  Amerigo,  viene  condannato  a  lire  tremila  ed  a 
sei  mesi  di  confine  (an.  1323),  133,  16-19  ;  coman- 
dante  delle  forze  fiorentine  inviate  contro  Monteca- 
tini,  fa  prendere  quei  di  Monte  \'ettoIino,  che  stavano 
tramando  con  Castruccio  contro  i  Fiorentini,  e  li 
manda  a  Firenze  (an.  1329),, 163,  20-23;  viene  man- 
dato  a  capo  di  genti  fiorentine  in  aiuto  di  Barga,  as- 
sediata  dai  Lucchesi,  ma  viene  sconfitto  da  questi 
senza  quindi  poter  liberare  Barga  dairassedio  (an. 
1331),  170.  21-33. 

DoN.\Tl  .\ndrea,  notaio  dei  Priori,  ric,  191.  4  ;  199,  8. 

DoNATt  Bernardo,  inizia  per  prirao  la  lotta  contro  i 
Cerchi  e  contro  la  loro  fazione  detta  dei  Bianchi,  80, 
13-17. 

DoNATi  CoRso,  tenta  con  altri  Consorti  dei  Grandi  d'im- 
pedire  al  podesti  di  Firenze  una  esecuzione  di  giusti- 
zia  (an.  1287),  63,  3-6  ;  viene  accusato  d'aver  ucciso 
un  popolano  (an.  1295),  72,  37-39  ;  prosciolto  dallac- 
cusa  viene  inseguito  dal  popolo  ma  riesce  a  fuggire, 
39.  40  ;  73.  5-6  ;  con  l'aiuto  dei  suoi  partigiani,  fa 
eleggere  nuovi  Priori  a  lui  favorevoli  e  fa  dare  il 
bando  a  Giano  della  Bella  (in  odio  at  Grandi  per  gli 
Oriini  di  giustizia  da  lui  ispirati),  come  reo  di  aver 
tentato  di  sovvertire  lo  Stato.  senza  potere  ottenere 


[DoDati«Dono  di  Gutcio] 


INDICE  ALFABETICO 


507 


per6  il  ritiro  dei  detti  Ordini,  7-16  ;  diviene  capo  della 
parte  nera  e  congiura  segretamente  per  soUecitare 
pp.  Bonifacio  ad  inviare  in  Firenze  un  signore  guelfo 
(an.  1301),  82,  34-39  ;  viene  accusato  di  trame  per 
sovvertire  lo  Stato  e  cacciato  quindi  in  bando,  39- 
40  ;  83,  1-2  ;  va  a  Roma  dove,  con  Geri  Spina  e  con 
altri  della  fazione  nera,  soUecita  il  Pontefice  per  Tin- 
vio  in  Firenze  di  Carlo  di  Valois,  23-29  ;  rientra  ar- 
niata  mano  coi  Neri  suoi  partigiani  in  Firenze,  senza 
trovare  alcuna  opposizione  da  parte  del  detto  Carlo, 
gia  inviato  qua  da  Bonifacio  come  paciere,  e  caccia, 
in  mezzo  a  stragi  ed  incendi,  gli  avversari  dagli  Uffici 
dove  pone  invece  persone  di  Parte  nera  (an.  1301) 
84,  30-44  ;  85,  1-12  ;  "  cf.  LXXXVI,  31-33  ■'  ;  ma 
neanche  questa  volta  per6  non  ostante  i  tentativi 
riesce  a  modificare  la  costituzione  del  Comune  (an. 
1304),  89,  36-37  ;  90,  1-28;  congiura  con  Uguccione 
della  Faggiuola,  di  cui  aveva  sposato  la  figlia,  con 
i  Ghibellini  e  con  i  Bianchi  sbanditi,  per  farsi  signore 
di  Firenze  e  viene  condannato  al  bando  come  tra- 
ditore  del  popolo  (an.  1308),  100,  27-32  ;  si  trincera 
nelle  sue  case  e  tenta  di  resistere  coi  suoi  alle  genti 
del  Podesta  e  del  Gonfaloniere  di  Giustizia,  venute 
per  Tesecuzione  e  per  rabbattimento  delle  sue  case, 
32-35  ;  sua  fuga  e  morte,  11-26. 

DoNATi  CoRSO  d'Amerigo,  viene  condannato  in  contu- 
macia  per  aver  trattato  segretamente  con  Luchino 
Visconti  a  danno  di  Firenze  (an.  1344),  220,  11-14. 

DoNATi  GiovANNi,  6  nelleliste  dei  Prioridel  1344  maggio- 
1345  maggio,  222,  29. 

DoNATi  Manno,  6  a  capo,  d'una  congiura  di  Grandi  per 
cacciare  da  Firenze  il  Duca  d'Atene  (an.  1343),  203, 
39-40. 

DoNATi  PiETRO,  viene  ammonito  (an.  1378),  316,  24. 

Donati  Sinibaldo,  6  confinato  coi  Neri  a  Citti  di  Castello 
(an.  1301),  83,  13. 

DoNATi  Spinello,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1373  gennaio- 
1374  gennaio,  289,  1. 

DoNATi  Tavernino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1322  feb- 
braio-1323  febbraio,  131,  8. 

DoNATi  Ulivieri  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1283  dicembre-1284  dicembre,  59,  34. 

Donati  (de')  Pazzino,  viene  bandito  da  Firenze  (an. 
1360),  258,  13. 

DoNATO,  V.  Barhadori  (de')  D.  ;  Busini  D.  ;  Dini  D.  ; 
Velluti  D. 

DoNATO  Alberti,  e  Di  Alberto,  V.   Ristori  D.  A.  e  di  A. 

DoNATO  d'Alberto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  feb- 
braio-1296  febbraio,  75,  49. 

DoNATO  d'Albizzo,  V.  Orlandini  D.  d'A. 

DoNATO  Di  Balsamino,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1346 
raaggio-1347  gennaio,  228,   32. 

Donato  del  Bilbnco,  6  nelle  liste  dei  Priori  de!  1286 
dicembre-1287  dicembre,  62,  41. 

DoNATO  Di  BoNiPAZio  Di  DoNATO,  k  uelle  liste  dei  Priori 
del  1379  raarzo-1380  aprile,  368,  1. 

DoNATO  Di  F^AZio,  partecipa  alla  Balia  per  la  riforma  del 
Governo  come  Gonfaloniere  del  Lione  nero  del  quar- 
tiere  S.  Croce  (an.  1381),  394,  32. 

DON.VTO  Di  GiOTTO,  V.  Peruzzi  (de')  D.  di  G. 


DoNATO  Di  Jacopo,  V.  AcciaiuoH  D.  di  J.  ;   Strada  D.  di  J. 

DoNATO  Di  Lamberto,  V.  Antella  (deW)  D.  di  L.  ;  Velluti 
D.  di  L. 

Donato  di  Lapo,  V.  Viviani  D.  di  L. 

Donato  di  Mannino,  V.  Acciaiuoli  (degli)  D.  di  M. 

Don.\to  di  Pacino,  V.  Peruzzi  (de')  D.  di  P. 

Donato  del  Ricco,  giudice,  viene  ammonito  (an.  1377), 
305,  15  ;  308,  37  ;  viene  annullata  la  sua  nomina 
a  Proposto  (an.  1379),  342,  37  ;  h  dei  capi  della  coa- 
lizione  democratica  che  reclama  maggiore  rigore  s  li 
rei  di  complotti,  contro  lo  Stato,  di  fam.  ricche  e  po- 
tenti  (an.  1379),  344,  8  ;  viene  inviato  ambasc.  a 
Siena  350,  31-32;  viene  bandito  da  Firenze  e,  ritro- 
vato  in  c.  non  ostante  il  bando,  viene  fatto  prendere  e 
decapitare  dal  Capitano,  393,  22-25. 

DoNATO  (di),  V.  Bonifazio  di  D.  ;  Francesco  di  D.  ;  Lo- 
renzo  di  D.  ;  Salvestro     di  D.  ;  Spinello  di  D. 

DoNi  Bernardo  di  Piero,  i  nelle  liste  dei 
Priori  del  1364  gennaio-1365  gennaio,  265,  10. 

DoNi  FiLiPPO,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1364  gennaio-l36s 
gennaio,  265,  i«  ;  e  del  1368  gennajo-1369  gennaio 
274,  8. 

DoNi  GiovANNi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1368  gennaio- 
1369  gennaio,  273,  30. 

DoNi  Nello  d'Arrighetto,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1299  febbraio-1300  febbraio,  82,  14. 

DoNi  Niccol6,  6  nelle  liste  dei  P^iori  del  1368  gennaio- 
1369  gennaio,  274,  1. 

DoNiSDEO,  V.  Dati  D. 

DoNNiNi  DoMENico  Di  Sandro,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1352  gennaio-1353  gennaio,  242,  10  ;  fe  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1355  gennaio-1356  gennaio), 
249,  21  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1363 
gennaio-1364  gennaio,  264,  16  ;  e  del  1368  gennaio- 
1369  gennaio,  274,  4. 

DoNNiNi  DoNNiNO  Di  Lapo,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del 
1367  gennaio-1368  gennaio,  267,  13. 

DoNNiNi  DoNNiNO  Di  Sandro,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1373  gennaio-1374  gennaio,  289,  2  ;  h  degli  Otto  uffi- 
ciali  incaricati  della  vendita  dei  beni  dei  ribelli, 
386,  15. 

DoNNiNi  Vanni,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1313 
febbraio-1314  febbraio),  116,  26  ;  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1330  dicembre-1331  dicembre,  167,  28  ; 
e  del  1336  dicembre-1337  dicembre,  186,  3. 

DoNNiNO  Di  DoNNiNO  DA  S.  DoNNiNO,  vieue  condannato 
neiravere  e  nella  persona  per  la  rivolta  degli  Otto  di 
Balia  di  S.  Maria  Novella  (an.  1378),  337,  4. 

DoNNiNO  Di  Lapo,  V.  Donnini  D.  di  L. 

DoNNiNO  Di  Pietro  da  S.  Donnino,  viene  condannato 
neiravere  e  nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato 
(an.  1379),  366,  7. 

DoNNiNO  Di  Sandro,  V.  Donnini  D.  di  S. 

DoNNiNO  (di),  V.  Vanni  di  D. 

DoNNiNO  (BORGO  A  S.),  ric,  172,  23. 

DoNO,  V.  Bocchi  D.  ;  Lotti  D.  ;  Rocchi  D. 

DONO,  calzaiuolo,  viene  escluso  dagli  Uffici  per  tre  anni 

(an.  1379).  364,  12. 
DoNO  di  Guscio,  6  nelle  liste  d«i  Priori  del  1305  febbraio- 
1306  febbraio,  98,  9. 


508 


INDICE  ALFABETICO 


[DcMio-Enrico  VI] 


DoNO  (di),  V.  Lippo  del  Saggina  di  D. 

DoRE  (Di),  V.  Stoldo  di  D. 

DosiNO  DBL  BORGO,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1290  di- 

cembre-1291  dicembre,  68,  1. 
Dossi   LoDOVico   Di  GiovANNj,   notaio  dei   Priori,   ric, 

274,  U. 
Dosso  Di  Lapo  dbl  Bugliaffh,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1348  gennaio-1349  gennaio,  234,  i. 
Dosso  Di  Naldo  della  Rena,  6  Gonfaloniere  di  Giusti- 

zia    (liste  1304  febbraio-1305  febbraio),  9G,21. 
DoTTO  (di),  V.   Vanni  di  D. 
Drudoli  Ristoro,  6  nelle  liste  dei  Priori    del  1287  feb- 

braio-1288  aprile,  63,  38. 
Ducci  AcNOLO  di    Dragonetto,  6  nclle    liste  dei  Priori 

del  1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  7. 
Ducci    Duccio    di    Giovanni,    i  nelle  liste  dei 

Priori  del  1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  33. 
Ducci  Luca,   6  nelle  liste  dei   Priori  del   1380  marzo- 

1381  febbraio,  391,   12. 
Duccio,  V.  Belcari  D.  ;  Magalotti  D.  ;  Mancini  (de')  D.  ; 

msaliti  D. 
Duccio  Giardini,  v.  Magalotti  D.  G. 
Duccio  Di  Bardo,  V.  Altoviti  (degli)  D.  di  B. 
Duccio  Di  Caroccio,  V.  A  Ibert  i  (degli)  D.  di  C. 
Duccio  Di  DioTAiUTi,  V.  GuaUelH  (de')  D.  di  D. 
Duccio  Di  GiovANNi,  h  nello  liste  dei  Priori  del  1369  gen- 
naio-1370  gennaio,  274,   30  ;  del    1375  gennaio-1376 
gennaio,  299,  25.  v.  anche   Rucelli   D.  di  G.  ;    Ducci 
D.  di  G. 
Duccio  Di  GUARDiNO,  V.  Magalotti  D.  di  G. 
Duccio  Dl   GuiDO,  V.     Mancini    D.    di    G.  ;    Tolosini    D. 

di  G. 
Duccio  Di  Lapo,  V.  Alberti  (degli)  D.  di  L. 
Duccio  Di  Macca,  V.  Vezzi  (de')  D.  di  M. 
Duccio  Di  Palla,  V.  Anselmi  D.  di  P.  ;  Bernardi  D.  di  P. 
Duccio  Di  Palla  Bernardino,  6  Gonfaloniere  di  Giusti- 

zia  (liste  1295  febbraio-1296  febbraio),  76,  2. 
Duccio  (di),  V.  Baldera  di  D.  ;  Cianipi,  e  Ciampo,  di  D.  ; 
Feduccio  di  D.  ;    Lippuccio  di  D.  ;    Migliore  di  D.  ; 
Talento  di  D.  ;   Veri  di  D. 
DucHESSA  Di  Durazzo,   voci  contrastanti  su  denari  da 
essa  depositati  pr.  il  Comune  di  Firenze,   421 ,  30-40. 
Durante  (Maestro),  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1294  feb- 
bario-1295  febbraio,  75,  3  ;  e  del  1310  febbraio-i^n 
febbraio,  108,  5. 
DURANTK   Di   BuoNFANTlNO,   h  nelle   liste  dei   Priori   del 
1290  dicembre-1291  dicembre,  68,  4  ;  6  Gonfaloniere 
di   Giiistizia   (liste   1298  febbraio-X299  febbraio),   78, 
22  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1303  febbraio 
1304  febbraio,  94,  33  ;  del   1306  febbraio-1307    feb- 
braio,   99,   38  ;   e   del    1313    febbraio-1314     febbraio 
116,  11. 
DuRANTE  Di  DoNATo  Di   RiTTAFEDE,   i  nellc  liste    dei 

Priori  del  1297  febbraio-1298  febbraio,  77,  17. 
DuRANTE  Di  RicovERO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1297 

febbraio-1298  febbraio,  77,   6. 
DuKANTE  Di  Sasso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gen- 
naio-1349  gennaio,  233,  37  ;  e  del  1359  gennaio-1360 
gennaio,  256,  2. 
DuRANTE  (Di),  V.  Nese  di  D.  ;  Piero  di  D. 


DuRANTi   Bbrto   Gratini,    k   Gonfaloniere  di   Giustizia 

(liste  1357  gennaio-1358  gennaio),  252,  20. 
Duranti  Braccino  di  Pibro,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1341    dicerabre-1342    diccmbre,    190,    37  ;   del  1349 
gennaio-1350  gennaio,  235,   16  ;  e  del  1352  gennaio- 
1353  gennaio,  242,  15. 
DuRANTi    Filippo    di    Matteo,   notaio   dei    Priori,    ric, 

240,  6. 
DuRANTi  FiLiPPO  Di  Pero  c  di  Pibro,  k  nellc  liste  dei 
Priori  del   1354  gennaio-1355  gennaio,  248,  4;  e  del 
1360  gennaio-1361   gennaio,  259,    14. 
DuRANTi  Masino,  6  dei  Dodici  buoni  nomini  e  partecipa 
alla  Balia  per  U  riforma  del  Govemo  pel  quartiere 
S.  Spirito    (an.   1381),  395,  3. 
DuRANTi  Niccol6  \Niccolaio\  di  Matteo,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1359  gennaio-1360  gennaio,  255,  35. 
DuRANTOZzo  di  Lapo,  V.  Bonfantini  D.  di  L. 
DuRAZzo  (di),  V.  Carlo  di  D.  ;  Duchessa  di  D. 
Durelli  Nardo  di  Lippo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1360 

gennaio-1361  gennaio,  258,  35. 
Duti,  V.  Maghinardi,  e  Mainardi,  D. 
DuTO  Di  BiNDO,  V.  Badessa  (della)  D.  di  B. 
EcLissE  Di  LuNA  (an.  1330),  167,  4-5  ;  (an.  1374),    290, 

15-16. 
Eclisse  di  Sole  (an.   1330),  166,  5-7  ;  (an.  1384),  434, 

30-38  ;  (an.  1385),  438,  42-45. 
Elena,  moglie  di  Menelao,  rapita  da  Paride  figlio  di  Pria- 

mo,  5,  5-6,  10. 
Elettra,  nipote  di  Giove,  moglie  di  Attalo,  o   Attalante, 

fondatore  e  Signore  di  Fiesole,  3,  28  ;  4,  1-4. 
"  Elisabetta,  V.  Stefani  E.  ". 
Elisei,  nobile  fam.,  fiorentina  del   quartiere   di  Porta  S. 

Piero,  21,  13. 
Ellera  (sic)  (vEscovo  d")   di  Corsica.  assedia  coUa  lega 

dei   Ghibellini  la  c.  di  Pisa  (an.  1332).  171,  33,  «-». 
Ema,    torrente   dei  dintorni  di  Firenze.  nei  cni  pressi  Ar- 

rigo  VII  s'accampa  per  tre  giorni  (an.  1312),  111,  4. 
Empoli,  vi  si  adunano  i  Ghibellini  a  parlamento  dopo  la 
vittorii  di  Montaperti  e  vi  viene  proposta  la  distru- 
zione  di  Firenze,  ma  la  proposta  cade  per  ropposiziono 
di  Farinata,  48.  31-30  ;  vi  va  contro  Castruccio  coi 
suoi  (an.  1326),  148,  17-20  ;  vi  si  dirige  la  brigata  di 
Giannotto,  siniscalco  di  Carlo  di  Durazzo,  mentre  s'al 
lontana  dal  contado  fiorentino  (an.  1380),  369,  39  ; 
371,  36. 
Enea.  figlio  d'Anchise  della  stirpe  di  Dardano,  scampato 
dairincendio  di  Troia,  dopo  lungo  errare  col  padre 
Anchise,  col  figlio  Ascanio  e  con  altri  compagni, 
ginnge  con  pochi  alla  foce  del  Tevere,  5,  10-27  ;  viene 
a  concordia  con  Latino,  re  del  luogo,  che  gli  pro- 
mette  in  isposa  la  figlia  Lavinia,  6,  22-23  ;  viene  a 
guerra  con  Turno  e  vintolo  spxjsa  Lavinia,  divenendo 
cod,  per  la  morte  di  Latino,  erede  del  regno,  23-27  ; 
snoi  discendenti,  28-42  ;  7,  1-81. 
Enrico  V,  imperatore  (an.  1106-1125),  ric,  22,25. 
"  Enrico  VI,  imperatore  (aa.  1190-1197),  manda  in  To- 
scana  il  proprio  fratello  Filippo,  investendolo  dei 
beni  della  contessa  Matilde,  e  lo  crea  Conte  e  poi 
Duca  della  Toscana  stessa  (an.  1195).  LI,  2,  3„; 
ric  "  XLIX,  1,  12,  17  ;  LI,  13  „. 


(Entiona-FalcoDierii 


INDICE  ALFABETICO 


509 


Ensiona,  figlia  di  Laomedonte  re  di  Troia,  ric,  4,  24. 
Era  (Ponte  ad),  viene  tolto  ai  Fiorentini  dai  Pisani  (an. 

1291),    68,   24-27. 
Era   (Val  d')   viene  tolta  ai  Pisani  dai   Fiorentini  (an. 

1284),  60,28-29. 
"  EsTE  (d")  ",   V.  "  Beatrice   d'ObUo   d'E.  ";   Obizo   d'E.  ". 
Ettore,  eroe  Troiano  figlio  di  Priamo,  ric,  5,  12. 
EuGENio  (S.),  cappellano  del  vescovo  di  Firenze  S.  Zano- 

bio,  15,  2. 
EUROPA  [Europia],  suoi  antichi  confini,  2,    25-30  ;   vi  si 

stabiliscouo  i  discendenti  di  lafet,  3, 2U, 23,29,  30,  37. 
EVA,  ric,  1,28. 

Fabbrino  (di),  ti.  Francesco  di  F. 
Faenza,  in  procinto  di  ribellarsi  alla  Chiesa,  viene  invasa 

dalle  milizie  di  ventura  di  Giovanni  Acuto,  mandato 

qua  dairautorita  pontificia  per  tenerla  a    freno,  che 

la  sottopone  ad  un  orribile  sacco  (an.    1376),  296,  10, 

20  :    ric.   387,  24. 
Faenza   (di),  V.  Manfredi  di  F. 
Faffi  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del   1289  dioembre- 

1290  dicembre,   67,    3. 
I^^AOGiuoLA  (della),  V.  Uguccione   della  F. 
■  F.AOiOLARi  (de')  Perso  di  Filippo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1318  febbraio-1319  febbrai.o  125,  3. 
F.\GiuoLi   DoMENico  d'Albizzo,   e  nelle  liste  dei    Prior 

del  1356  gennaio-1357   gennaio,  250,  23. 
Fagiuoli  Lorenzo  di  Meglio,   6  nelle  liste  dei    Priori 

del  1343  aprile-1344  aprile,  219,  27  ;  del  1351  gen- 

naio-1352   gennaio,  240,  28  ;   de!  1354  gennaio-1355 

gennaio,    248,    11  ;   del    1358   gennaio-1359  gennaio, 

254,   36  ;  e  del  1364  gennaio-1365  gennaio,  264,  <*. 
Fagiuoli  Meglio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1315  febbraio- 

1310  fetb'aio,  122,  11  ;  del  1319  febbraio-  1320  feb- 

bjaio,  126,21  ;  del  1322  febbraio-1323  febbraio,  131, 

19;  e  del  1325  febbraio-i326  febbraio,  151,  31. 
F.\oiuoLi  SiMONE  d'Andrea,  6  nelle  liste  dei  Priori  dei 

1371  gennaio-1372  gennaio,  278,  39. 
FAr.iuoLi  Tommaso  di  Meglio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1368  gennaio-1369  gennaio,   274,   6  ;  del    1375  gen- 

naio-1376  gennaio,  .299,  14  ;  e  del  1382  (maggio-giu- 

gno),  416,   31. 
Fagni  Guido  Di   Riccardo,   6  Gonfaloniere  di   Compa- 

gaia  pel  quartiere  di  S.  Croce  (an.  1378),  326,29. 
Fag.vi  NiccoLd,  i  dei  Cinquantadue  cittadini   cui  viene 

data  la  Balia,     insieme  ai  Priori  e  Collegi   di  rifor- 

mare  il  Governo  (an.  1381),  395,  35. 
Fac.mo  (Maestro),  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  feb- 

braio-1296    febbraio,  75,  26;  del  1305  febbraio-1306 

fttbbraio,  97,  28  ;  del  1329  dicembre-1330    dicembre, 

164,  34  ;  e  del  1334  dicembre-1335  dicembre,  179,   14. 
I'agno  di  Spigliato,  i  nelle  liste  dei  Priori  del   1326  feb- 

braio-1327  febbraio,  155,  29. 
Fagno  (di),  V.  Riccardo  di  F.  ;  Simone  di  F. 
Falchi  Benincasa  e  nelle  liste  dei  Priori  del   1321   feb- 

braio-1322   febbraio,   128,   30. 
Falchi  Corso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del    1283  dicembre- 

12S4  dicembre,  60,   10;  e  del   1286    dicembre-1287 

dicembre,  62,  35. 
Falco,  V.  Falconieri  {de')  F.  ;  Giugiii  (de')  F. 
Falco  di  Baccio,  k  nelle  liste  dei    Priori  del    1376  gen- 


naio-1377  gennaio,  306,  37  ;  e  del  1381  marzo-r382 
aprile,   486,    39. 

Falco  (di),  V.  Baccio  di  F.  ;  Benincasa  di  F. 

Falcone,  V.   Falconi  F. 

Falcone  (di),  V.  Spina  di  F. 

Falconetti  Francesco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1352 
gennaio-1353  gennaio,  242,  26  ;  del  1359  gennaio- 
1360  gennaio,  255,  30  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1364  gennaio-1365  gennaio),  264,  39. 

Falconetti  (de')  Ricco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1203 
febbraio-1294  febbraio,  74,  2  ;  e  del  i29g-febbraio- 
1300  febbraio,  82,  18. 

Falconi  Cecco  di  Spina,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1315 
febbraio-1316  febbraio,  122,  15  ;  del  1319  febbraio- 
1320  febbraio,  126,  23  ;  del  1325  febbraio-1326  feb- 
braio,   152,   13  ;   6  Gonfaloniere  di  Giustizia   (liste 

1327  febbi-aio-1328  febbraio),  158,  12  ;  k  nuovamentc 
nelle  liste  dei  Priori  del  1331  dicembre-1332  dicem- 
bre,  169,  19  ;  e  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1333 
dicembre-1334    dicembre),    177,   21. 

Falconi  Cione,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1327   febbraio 

1328  febbraio,  157.  31  ;  6  Gonfaloniere  di  Gitistizia 
(liste  1332  dicembre-1333  dicembre),  175,  19. 

Falconi  Falcone,  notaio  dei  Priori,  ric,  266,  17  ;  306, 
33  ;  d  nelle  liste  dei  Priori  del  1380  marzo-1381  feb- 
braio,  391,  30. 

Falconi  Francksco  di  Feduccio,  6  Gonfaloniere  di  Giiv 
stizia  (liste  1371  gennaio-r^^z  gennaio),  279,  7  ;  r 
fatto  dei  Grandi  (an.  1379),  363,  8  ;  ric,  216,  37. 

FALCONr  Francesco  Dr  Feduccio  di  Cione,  6  nelle  li- 
ste  dei  Priori  del  ^377  gennaio-1378  luglio,  314,  30. 

Falconi  GroVANNi  di  Cione,  i  nelle  liste  dei  Priori  del 
del  I33g  dicembre-1340  diceinbre,  188,  30;  e  del  1346 
maggio-1347  gennaio,  228,    19. 

Falconi  Girolamo  di  Bartolo,  k  dei  Priori  (an.  138" 
settembre-ottobre),  383,  18  ;  6  dei  Cinquantadue  cit- 
tadini  cui  viene  data  la  Balia  insierae  ai  Priori  e 
CoIIegi  per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  396,  17. 

Falconi  Pino  di  Spina.  6  nelle  li.ste  dci  Priori  del  1317 
febbraio-1318  febbraio,  124.  21  ;  e  del  1321  febbraio- 
1322  febbraio,  128, 26. 

Falconi  Priore  di  Fkduccio,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1375  gennaio-1376  gennaio,  299,  8  ;  k  dei  Dodici 
buoni  uomini  pel  quartiere  di  S.  Spirito  (an.  1378), 
326,  28  ;  viene  fatto  decapitare  per  trame  contro  lo 
Stato  (an.  1381),  390,  37. 

Falconierk,  c  Falconieri,  di  Baldese,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1325  fcbbraio-1326  febbraio,  152,  18  ;  e 
Gonfaloniere  di  Giu.stizia  (liste  1329  dicebre-1330  di- 
cembre),  164,  19  ;  e  di  nuovo  nelie  listedei  Priori  del 
1333  dicembre-1334  dicembre,  177,  17  ;  e  del  1338 
dicembre-1339  dicembre,  187.  13;  v.  anche  Falconieii 
Baldese. 

Falconierj,  fam.  fiorentina  di  parte  bianca,  80,  30. 

Falconieri  Baldese,  d  nelle  liste  dei  Priori  del  1344 
maggio-1345  maggio,  222,  0  :  n.  ancke  Falconiere  •• 
Falconieri  di  Baldese. 

Falconieri  Bandino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1289 
dicembre-r29o  dicembrc,  67,  7  ;  (',  aiich;  Falcofieil 
{de')   lS(iitJi''ti     e    Baniliiio  di  Cambio, 


Tomo  XXX,  p.  1  —  33. 


510 


INDICE  ALFABETICO 


[F«Icoai«ri-F«d«rigbi] 


Falconieri  Bonifazio,  4  nelle  liste  dei  Priori  del  1351 

gennaio-1352  gennaio,  240,  42  ;  e  del  1354  gennaio- 

'355  gennaio,  248,  28. 
Falconibri  Cambio  di  Forese,  d  nelle  listc  dci  Priori 

del  1286  diceinbre-1287  dicembre,  62,  38. 
Falconieri  Foresb,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1283  di- 

cembre-1284   dicembre,   60,    4. 
Falconibri  Guido,  k  nelle  liste  del  1300  febbraio-1301 

febbraio,  86,  19. 
Falconieri    (de'),  fam.  v.  Falconieri,  fam. 
Falconieri  (de')   Bandino,   6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1285  dicembre-1286  dicembre,  62,  6  ;   o.  anche  Fal- 

conieri  Bandino  e  Falconieri  (de')  Bandino  di  Cainbio. 
Falconieri  (de')   Bandino  di  Cambio,   6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1283  dicembre-1284  dicembre,  59,  37  ;  o. 

anche  Falconieri  Bandino  e  Fakonieri  {de')  Bandino. 
Falconieri  (de')  Falco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282 

ottobre-dicembre,   58,  28. 
Falconieri  (de')  Gaddodi  Forese,  6nelle  liste  dei  Priori 

del  1292  dicembre-febbraio,  70,  38  ;  e  del  1299  feb- 

braio-1300  febbraio,  82,   10. 
Falconieri  (de')   Garniano  di  Gaddo,   6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1343  aprile-i344  aprile,  218,  28. 
Falconieri  (de')  Tuccio  di  Diedi,  viene  ammonito  (an. 

1358),  254,  2. 
Falcucci  Vaccio,  h  nelleliste  dei  Priori  del  1348  gennaio- 

1349  gennaio,  234,  12. 
Fantino,  V.  Silimanni  F. 
Fantino  di  Giovanni,  V.  Medici  (de')  F.  di  G. 
Fantino  di  Rinieri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  di 

cembre-1287  dicembre,  62,  28. 
Fantino  da  Signa,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1306  feb- 

braio-1307  febbraio,  99,  26. 
Fantino  di  Tegna,   e  dei  Priori   (an.    1380  novembre- 

dicembre),    384,    4. 
Fantino  di  Venezia  [Vinegia],  podesti  di  Firenze,   viene 

biasimato  per  aver  mandati  liberi  alcuni    accusati 

di  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  338,  6-11  ;  cit- 

tadini  da  lui  condannati  per  trame,  340,  25-37. 
Fantoni    Fantone    di    Naldo,    vinattiere,     agitatore  di 

foUe  che  tenta  elevarsi  su  gli  altri,  412,  36  ;  413,  5-6. 
Fantoni  Francesco,  6  dei  Dodici  buoni  uomini  pel  quar- 

tiere  S.  Spirito  (an.   1378),  326,  27. 
Fantoni  Giotto,  6  nelle  liste  dei    Priori  del  1330  dicem- 

cembre-t33i    dicembre,    167,    9  ;    h   Gonfaloniere   di 

Giustizia  (liste   1333  dicembre-1334  dicembre),   177, 

29  ;  6  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1339  dicem- 

')re-i340   dicembre,    188,  15  ;  e  del   1341  dicembre- 

1342   dicenibre,   190,    30. 
Fantoni  Marco  di  Giotto,   6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  1»  ;  del   1370  gen- 

naio-1371  gennaio  275,   41  ;  e  del  1374  gennaio-i375 

gennaio,   291,  21. 
Fantoni  Pikro,  6  dei  Cinquantadue  cittadini  cui  viene 

data  la  Balia,  tnsieme  ai   Priori  e  Collegi,  di  rifor- 

mare  il  Governo  (an.  1381),  395,    28. 
Fantoni  Rinieri  di  Giotto,  k  dei  Priori  (an.    1382  lu- 

glio-agosto),  417,  25. 
Farolfi  Arrigo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1353  gennaio- 

1354  gennaio,  245,  37. 


Fastelli   Jacopo   d'Ubaldino,   viene  confinato  a  T' 
dal  Capitano  (an.  1382),  408,  80. 

Fastblli  Pibro,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1366  genna 
1367  gennaio,  266,  3t  ;  e  del  1372  gennaio-1373  gen- 
gennaio,  284,  0. 

Fastelli  Piero  Petroboni,  viene  ammonito  (an.  137 
283,  35 ;  6  confinato  dalCapitano  a  Foligno  (an.  1384;, 
408,  18  ;  gli  viene  revocato  il    bando    dal  Consiglio 
di  Balia,  410,  30. 

Fastelli  Ubaldino,  &  nelle  liste  dei   Priori  dei  1354  gen- 
naio-1355  gennaio,  247,   36  ;  del   1357    gennaio-1358 
gennaio,   252,   16;  del    1360    gennaio-1361    gennar 
259,    3;    del  1364   gennaio-Z36s   gennaio,    264,     4 
e  del  1369  gennaio-1370  gennaio,  275,  10. 

Fauno,  discendente  di  Saturno,  ric,  6,   13-14. 

Faustolo,   raarito   di   I,aurenzia,    nutrice  di   Romolo 
Remo,  ric.   7,   20-21. 

Fazi  Francesco  di  Donato,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1375   gennaio-1376  gennaio,  299,    17. 

Fazio,  conciatore,  viene  impiccato  per  congiura  contro 
lo  SUto  (an.  1382),  423,  35. 

Fazio,  V.  Giugni  (de')  F.  ;  Gonzi  F. 

Fazio  Cambi,  V.   Giugni   (de')   F.   C. 

Fazio  da  Micciole,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  di- 
cembre-1287  dicembre,  62,  43  ;  fe  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1299  febbraio-i^oo    febbraio),  82,  20. 

Fazio  Di  Rinaldo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  131 1  feb- 
braio   1312  febbraio,  112,   19. 

Fazio  da  Signa,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1308  febbraio- 
1309  febbraio,  104,  4;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1315  febbraio-1316  febbraio),  121,  34. 

Fedello  del  Roffo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1324  feb- 
braio-1325  febbraio,  148,  3. 

"  Federici,  "  Storia  dei  Cavalieri  Gaudenti  ,„  tenta   una  : 
prima  difesa  dei  due  frati  Gaudenti,  chiamati  a  capo  , 
del  Comune  di  Firenze,   accusati  dal  Villani,   I.XXI, 
20,    6-7  „.  • 

Federico  I,  imperatore  (aa.  1155-1190)    viene  a  Firenzc  ' 
(an.  1186),  25,  27-38  ;  toglie  ai  Fiorentini  la  giuri.<i<. 
zione  sul  contado  ma  questi  non  restituiscono  pui.; 
i  castelli  occupati,  26,  2-3  ;  restituisce    agli  stessi 
detta  giurisdizione  (an.    1188),  11-12;  "  cf.   LII-IJIl. 
1-14  „. 

Federico  II,  imperatore  (aa.  1220-1250),  sua  lotta  col 
pp.  Innocenzo  IV,  34,  19-22  ;  interviene  nelle  vicende 
interne  di  Firenze  e  manda  aiuti  ai  Ghibellini  (an. 
1248),  34,  21-41  ;  35,  1-4  ;  fa  straziare  i  Guelfi  fatti 
prigionieri  a  Capraia  (an.  1249),  36,  29-30  ;  .suaj 
morte  (an.   1250),  39,  15-16  ;  cf.  "  LXIV,  11-19  ". 

Federico,  re  di  Sicilia,  stringe  alleanza  con  Arrigo    VI 
contro    re  Roberto  di  Xaf>oIi   (an.   1313),  112,   5-«j 
inizia  insieme  con  questo  la  guerra  contro  il  detto 
occupando  terre  di  Calabria,  113,  7-8  ;  rifiuta,  do 
la  morte  di  Arrigo  VII,  la  signoria  di  Pisa  a  lui 
ferta,  37-38. 

Federichi  Como,  e  Commo,  da  Signa,  viene  anrnionifl 

(an.    1377),   305,  27. 
Fbdbrighi  Fedbrigo  D'ARRiao,  k  nelle  liste  dei  Pria 

del    1324   febbraio-1325   febbraio,   147,    37. 
Federighi  Francesco  di  Lapo,  6  dei  Cinquantadue  cil 


[Pe<ierislii«Fernicci] 


INDICE  ALFABETICO 


511 


tadini  cui  viene  data  la  Balia,  insieme  ai  Priori  ed  ai 

CoUegi  per  la  riforma  del  Govemo  (an.  1381),  396,  5  ; 

6    Gonfaloniere  di   Giustizia   (liste    1382    settembre 

gennaio),  424,  22. 
Federighi  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1371  gen- 

naio-1372  gennaio,  279,  28  ;  del  1380    novembre-di- 

cembre,  384,  6  ;  partecipa  alla  Balia  per  la  riforma 

del  Governo  per  l'Arte  degli  speziali  e  merciai  (an. 

1381),  409,  30. 
Federighi  Guido,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1356  gen- 

naio-1357  gennaio,  250,  48  ;  e  del  1360  gennaio-i36i 

gennaio,   258,   33. 
Federighi  Tommaso,  6  neile  liste  dei  Priori  del  1357  gen- 

gennaio-1358    gennaio,    252,      17  ;     del    1362    gen- 

naio-1363  gennaio,  262,  17  ;  e  del  1367  gennaio-1368 

gennaio,  267,  41. 
Federigo,  V.  Palmieri  F.  ;  Soldi  F. 
Federigo  d'Arduino,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1348 

gennaio-1349  gennaio,  233,  25. 
Federigo  d'Arduino,  V.  Boccacci  F.  d'A. 
Fkderigo  d'Arrigo,  V.  Federighi  F.  d'A. 
Federigo  di  Berto,  V.  Gherardini  F.  di  B. 
Federigo  di  Soldo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1332  di- 

cembre-1333  dicembre  175,    16. 
Federigo  (di),  V.  Cino  di  F. 
Fedi  Giannozzo  IJannozzo]  m  Bartolq,  fe  nelle  liste  dei 

Priori  del  1354  gennaio-1355  gennaio,  248,  30. 
Fedi  Tommaso  [Mommaso]  di  Bartolo,  k  nelle   liste  dei 

Priori  del   1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  40  ;  del 

1358  gennaio-1359  gennaio,  254,  39  ;  e  del  1362   gen- 

naio-r363  gennaio,  262,  17. 
Feduccio  d'Andrea,  V.  Bellotti  F.  d'A. 
Feduccio  di  Duccio  della  Marotta,  6  Gonfaloniere  di 

Giustizia    (liste    1318   febbraio-1319     febbraio),    125, 

27  ;  6  nelle  liste  dei    Priori    del  1320    febbraio-1321 

febbraio,  127,  31  ;  6  di  nuovo  Gonfaloniere  (liste  1323 

febbraio-1324  febbraio),  135,  36  ;  e  nuovamente  nelle 

liste   dei   Priori   del    1328   d;cembre-i329   dicembre, 

160,  34  ;  del  1333  dicembre-1334   dicembre,  177,  8  ; 

e  del  1337  dicembre-1338  dicembre,  187,  4. 
Fei  .\rrigo,   h  Consigliere  del  duca  d'Atene,  200,  28  ; 

viene  ycciso  durante  la  rivolta  contro  il  Ehica  (an. 

1343).  208,  27-31. 
Fei  Diedi  di  Francesco,   viene  ammonito   (an.    1377). 

305,  6  ;  308.  33. 
Fei  Domenico  di  Cecco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1361 

gennaio-1362  gennaio,  260,  2. 
Fei  Zanobi  di  SiMONE,  6  dei  Quarantatre  cittadini  el.  in 

aggiunta  agli  altri  gi^  nominati  della  Balia  (an.  1381), 

404,  49. 
Felaia,  e  Fellaio,  11.  Capitani  F. 
Felice  di  Lapo,  V.  Benci  F.  di  L. 
Felice   di   Torrigiano     di     Cbnni,   i   nelle 

liste  dei  Priori  del  1366  gennaio-i36y  gennaio,  266,  20. 
Feltre,  c.  presa  da  Carlo  di  Boemia  ai  Signori  della  Scala 

(an.   1337),  184.   16. 
Fknci  Paolo,  6  dei  Priori  (an.  1383  maggio-giugno)  426.  9. 
Feo.  V.  Benini  F.  ;  Ponci  F. 

Fko  d'Arrigo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1313  febbraio- 
1314  febbraio,  116.  8. 


Feo    di    Benino,  e  nelle  liste  dei  Priori    (an.    1364 

gennaio-l36$  gennaio),  265,  10. 
Feo  di  Buonfantino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1290 

febbraio-1297  febbraio,  76.   16. 
Feo  di  Cione,  V.  Minerbetti  (de')  F.  di  C. 
Fko  Lapi,  V.  Ranieri  F.  L. 
Feo  di  Piero,  corazzaio,  h  attivo  membro   della  setta  dei 

demagoghi,  formata  di  nobili  ed  infimi    popolani,  che 

spadroneggiano  in  Firenze  (an.     1381).    392,  20-39  ; 

393,  1-7  ;  viene  preso  dal  popolo  in  rivolta  contro  la 

detta  setta  e  consegnato  al  Capitano  che  lo  fa  deca- 

pitare,  393,  22-25  ;  "  cf.  CXVII,  25-27  ... 
Feo  di  Piero  da  Signa.  k  consigliere  dei  Priori  (an.  1343). 

211,  15. 
Fko  di  Poncio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  dicembre- 

1287  dicembre,  62,  39. 
Feo  di  Tkndi,  corazzaio.  h  dei  capi  della  coalizione  demo- 

cratica  che  reclama  maggiore    rigore  sui  rei  di  com- 

plotti  di  famiglie  ricche  e  potenti   (an.  1379),  344,  12. 
Feo  (di),  V.  Andrea  di  F.  ;  Luca  di  F. 
Feozzo  di  Casino,  cimatore,  6  dei  capi  della  coalizione 

democratica  che  reclama  dal  Capitano    maggiore  ri- 

gore  sui  rei  di  coraplotti  di  famiglie  ricche  e  potenti 

(an.  1379),  344,  13. 
Fkrraccini  Berto  Manetti,  i  nelle  liste  dei  Priori  del 

1292  febbraio-1293  febbraio,  72,  7  ;  del  1294  febbraio- 

1295  febbraio,  75.  13  ;  e  del  1298  febbraio-1299  feb- 

braio,  77.  41. 
Fkrraccini  Manetto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282 

dicembre-1283  dicembre.  59.  3  ;  e  del  1284  dicembre- 

1285  dicembre.  60,  32. 
Ferrantini  Dino  di  Berto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1361  gennaio-1362  gennaio,  260,  12. 
Ferrantini  Forese,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1332  di- 

cembre-1333  dicembre,  175,  26  ;  del  1340  dicembre- 

1341  dicembre,  190,  6  ;  e  del  1344  maggio-1345  mag- 

gio,   222,  32  ;    1'.     ayiche   Ferrantini    (dc')    Forese     di 

Geri. 
Ferrantini  Niccol6  d'Andrea,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1356  gennaio-1357  gennaio,  250.  38. 
Fkrrantini  Pikro,  viene  ammonito  (an.  1363),  261,  33. 
Ferrantini  (de')  Forese  di  Gbri,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1325  febbraio-1326    febbraio,    151,  34  ;  v.  anche, 

Ferrantini  Forese. 
Ferrara  c,  vi  si  accordano  i  Legati  fiorentini  con  qnelli 

di  Mastino  della  Scala  a  riguardo  del  credito  da  que- 

sto  reclamato  (an.   1345).    224,  11-16. 
Ferrara  (Marchksk  di).  in  guerra  con  il  Legato  ponti- 

ficio,  gli  vengono  rimessi  aiuti  dai  Fiorentini  coi  quah 

egli  sconfigge  il  pred.  Legato  (an.  1333),  173,  15-1«. 
Fbrrovkcchio,  V.  Monte  di  Puggio  F. 
Fbrrucci  Bindo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1320  febbraio- 

1321  febbraio,  127,  27. 
Fkrrucci  Francesco  di  Bindo,  i  nelle  liste  dei  Priori 

del   1373  gennaio  1374  gennaio,  288,  28. 
Fbrrucci  Leonardo  di  Bindo.  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1359  gennaio-i36o  gennaio.  256.   li  ;  i  Gonfaloniere 

di  Giustizia  (liste  1365  gennaio-1366  gennaio),  265, 

U  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1369  gennaio- 

1370  gennaio,  275,  18, 


512 


INDICE  ALFABETICO 


CPcrrucci-Filippo   di  Valloii 


Frrrucci  Piero  di  Tuccio,  ^  nelle  lisle 
dei  Priori  del  1339  dicembre-X340  dicembre,  188,  tn. 

Fbrrucci  Tuccio,  h  Gonfaloniere  dt  Giustizia  (liste  1316 
febbraio-1317  febbraio),  123,  16  ;  ed  6  nelle  listc  dei 
Priori  dcl  13^1  febbraio-1322  febbraio,  129,  0. 

Fbrruccio,  V.  Bordoni  (de')  F. 

Ferruccio  (di),  V.  Tuccio  di  F. 

Ferruzzi  Tuccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1301  feb- 
braio-1302  febbraio,  88,  2i. 

FiAMMA  (di),  V.  Ghisello  di  F. 

FiANDRA  (Conte  di),  viene  mandato  da  Arrigo  VII  con- 
tro  i  Fiorentini  accampati  a  Montelfi  (an.  1312),  109, 
35-29 ;  partitosi  da  Arrigo  per  tornarsene  in  Fiandra 
viene  assalito  dai  Fiorcntini  a  Castel  fiorentino  e  bat- 
tuto  duraraente  (an.  1313),  111,  33-37. 

FiBiANCHi  CoRSO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  i293febbraio- 
1294  febbraio,  74,  7. 

FiEsco  (del)  card.  Luca,  incorona  Arrigo  VII  in  Roma 
(an.   1312),  109,  11. 

FiEsco  (del)  card.  Giovanni,  di  passaggioper  Firenze. 
si  ferma  alcuni  giomi  ospite  pr.  la  Certosa  (an.  1380), 
374,  19-20. 

1'iesco  (del)  Prenzivalle,  viene  inviato  in  Toscana 
quale  vicario  delfimperatore  Rodolfo  (an.  1286),  62, 
18-22  ;  63,   12. 

Fibsolani,  si  stabiliscono,  dopo  la  distruzione  di  Fiesole 
per  opera  di  Cesare,  nella  imova  c.  di  Fironze,  10, 
6-8  ;  ritornano  nella  loro  patria  appena  questa  vicne 
riedificata  da  Attila,  16,  26-28  ;  tentano  con  ogni 
mezzo  di  impedire  ai  Fiorentini  la  ricostruzione  della 
loro  patria,  17,  31-38  ;  si  alleano  apertamente  coi 
nemici  di  questi,  19,  21-28  ;  caduta  di  nuovo  Fiesole 
in  mano  dei  Fiorentini,  acconsentono  di  stabilirsi  de- 
finitivamente  in  Firenze,  20,  5-7  ;  condizioni  loro 
fatte  dai  vincitori,  3-10  ;  "  cf.  XXXVIII,  1.5-33- 
XLIII,   1-23". 

Fiesole,  sua  favolosa  fondazione  per  opera  deireroe 
mitico  Attalante  e  ragione  del  nome,  3,  30-37  ;  viene 
fatta  ribellare  a  Roma  da  Catilina,  9,  4-5  ;  viene  as- 
sediata  dai  Romani,  e  dopo  lungo  assedio,  viene 
presa  da  Cesare,  che  la  fa  distmggere,  dando  per6  ai 
cittadini  liberti  di  venirsi  a  stabilire  nella  nuova 
c,  che  veniva  allora  sorgendo,  cui  poi  venne  dato  il 
nome  di  Firenze,  9,  27-40  ;  viene  fatta  riedificare  da 
Attila,  16,  25-28  ;  sua  nuova  leggendaria  distmzione 
nel  loio  ad  opera  dei  Fiorentini,  19,  26-40  ;  20,  14- 
16  ;  "  cf.  XXXVIII,  15-33-XLIII,  1-26  „. 

FiESOLE  (Vescovo  di),  V.  Jacopo  di  Baviera. 

FiFANTi  [Fisanti],  fam.  fiorentina  del  quartiere  di  Porta 
S.  Maria,  21,  9  ;  di  parte  ghibellina,  28,  27. 

FiFANTi  Odbrigo,  prcnde  parte  con  altri  congiurati  al- 
Tuccisione  di  Buondelmonte  (an.  1215),  29,26-30. 

FiFANii  (case  dei),  vengono  abbattute  durante  la  ri- 
volta  popolare  contro  i  Ghibellini  (an.  1258),  44,    7, 

Figghine,  V.  Figline. 

FiGBiNELDi,  fam.  fiorentina  del  quartiere  Duomo,  21,  5. 

Figiovanni,  fara.  fiorentina  del  quartiere  Duorao,  21,  5. 

FiGiovANNi  RoDOLFO,  va  ambasc.  in  Roma  pr.  Carlo  Ma- 
gno  e  Leone  [III)  per  invocare  aiuto  per  la  ricostm- 
zione  di  Firenze  (an.  810),  17,  21-25. 


FiGLiNE  IFighine],  castello,  si  ribella  ai  Fiorentini  : 
viene  presto  ripreso  e  punito  (an.  1232),  41,  8-'.' 
'  cf.  XLVII,  T-I3  „  ;  viene  danneggiato  dagli  A 
tini  (an.  1288),  64,  37  ;  tentano  su  di  esso  un'inc 
sione  gli  sbanditi  fiorentini  ed  i  Ciompi  di  stanza 
Siemi  (an.  1379),  349,  86-40  ;  350,  1-24;  cf  171, 
18-21. 

Figliuolipetri  (db')  Riccardo,  viene  condannato  a  1 
duecento  (an.  1381),  401,  15  ;  dicerie  intorno  a  n 
ziuni  tra  la  figlia  ed  il  Capitano  del  popolo  Obizo  '. 
gli  Alidugi,  419,  10-20. 

FiLiBACH    Guglielmo,   coudottiero   di    ventura,   s'uni-  ■■ 
con  la  sua  brigata  alla  Compagnia  di  S.  Giorgio,  3* 
32-40. 

FiLicAiA  (da),  V.  Francesco  di  Berto  da  F.  ;  Giovenco  cla 
F.  ;  Giovettco  d'Ugo  da  F.  ;  Giovenco  di  Lottieri  da  1 
Lottieri  da  F.  ;  Marutto  da  F.  ;  Manetto  di    Spigltui^ 
da  F.  ;  Marco  di  Bandino  da  F.  ;    Niccold  di  Lottieri 
da  F. 

Filigherni  Rosso,  6  nelle  liste  del  Priori  del  1296  1< 
braio-1297  febbraio,  76,  20  ;  e  del  1298  febbraio-ij 
febbraio,  78,  10. 

FiLiPPi,  fam.  fiorentina  del  quartiere  di  Porta  S.  Mai 

21,  9. 
FiLiPPi  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1330  dice: 
bre-i33i  dicembre,  167,27  ;  e  del  1337  dicembre-ij 
dicembre,  187,  13. 

FiLiPPi  FiLiPPO  Di  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Vriou  ■ 
1360  gennaio-1361  gennaio,  258,  39. 

FiLiPPi  Gherardozzo  di  Bartolo,  viene  ucciso  per  qi 
stioni  di  giuoco,  377,  16-17. 

Filippi  Guccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  de!  1299  febbr.ui.- 
1300  febbraio,  82,  24. 

FiLiPPi  Piero  di  Guccio,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1344 
maggio-1345  maggio,  222,  16. 

FiLiPPi  Puccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1380  marzi  - 
1381  febbraio,  391,  32;  partecipa  alla  Balia  per  I.i 
riforma  del  Governo  (an.  1381),  394,  16. 

"  FiLiPPO,  fratello  di  Enrico  VI  imperatore,  viene  inst  - 
stito  da  questo  dei  beni  della  contessa  Matildc  c 
creato  Conte  e  Duca  di  Toscana,  LI,  2-3  ,,. 

FiLiPPO,  fratello  del  re  Roberto  di  Napoli  figlio  di  Carlo  II, 
principe  di  Taranto,  viene  con  cinquecento  cavalieri 
in  aiuto  dei  Fiorentini  (an.  1315),  116,  40-43  ;  117, 
1-6  ;  combatte  con  questi  a  Montecatini  contro  Uguc- 
cione  della  Faggiuola,  ma  con  esito  infelice,  9-34 
ric,  149,   19. 

FiLiPPO  VI,  re  di  Francia  (aa.  1328-1350),  soUecitato  daj 
Duca  d'.\tene,  concede  a  questo  di  p>otere  esercitar 
il  diritto  di  rappresaglia  sui  mercanti  fiorentini,  svol- 
genti  la  loro  attivita  in  Francia,  per  indennizzarsi  dej 
danni  che  egli  diceva  d'aver  ricevuto  dai  Fiorentinj 
(an.    1345),  220,   31-35  ;  275,    19-24. 

FiLiPPO  Di  Sanginetto,  conte,  viene  lasciato  dal  duca 
di  Calabria  come  suo  vicario  in  Firenze  (an.  1327), 
154,  31-32  ;  occupa  come  Capitano  di  guerra  dei  Fio- 
rentiai  Carmignano  (an.  1328),  156,  9-25. 

FiLippo  Di  Valois  [Valosa],  figlio  di  Carlo,  119,  31 1 
viene  in  Italiaper  richiesta  di  re  Roberto  per  la  guerra 
contro  Matteo  Visconti  (an.  1319),  125,  36. 


[FiIippo«Fino  di  Ptnigia] 


INDICE  ALFABETICO 


513 


FiLiPPO,  V.  Altucci  F.  ;  BonaccolH  (de')  F.  ;  Buonfigliuoli 
F.  ;  Bonsi  F.  ;  Cantucci  F.  ;  Cantuccini  F.  ;  Doni  F.  ; 
Giambollari  F.  ;  Giammori  F.  ;  Gucci  F.  ;  Mattei  F.  : 
Nerini  F.  ;  Niccoli  F.  ;  Peruzzi  F.  ;  Ranucci  F.  ; 
Villani  F. 
FiLiPPO  d'Albizzo,  viene  ammonito  (an.  1395),  255  13. 
FiLiPPO    d'Aldobrandino,    fe   nelle   liste  dei    Priori   del 

1317  febbraio-1318  febbraio,  124,  29. 
FiLiPPO  d'Andrea,  V.  Nerini  F.  d'A. 
FiLiPPO  d'Arrigo,  V.  Magli  (de')  F.  d'A. 
FiLiPPO  Di  Bandino,  6  fatto  Proposto  delle  arti,  362,  40  ; 

6  dei  Priori  (an.  1382)  maggio-giugno,  416,  28. 
FlLiPPO,  VOCATO   Barbazza,   6  dei  Quarantatre  cittadini 
el.  ia  aggiunta  agli  altri  gia  nominati  della  Balia   (an. 
1381),  404,  32. 
FiLiPPO  Di  Baro.ve,  V.  CappelU  F.  di  B. 
FiLiPPO  Di  Bartolo,  V.  Filiphi  F.  di  B. 
FiLiPPO  Be.vcini  dei.  Sanna,  V.  Benci  F.  />'.  delS. 
FiLiPPO  Di  Be.vedetto,  notaio  dci  Priori,  ric,  Ifd,  fi. 
FiLiPPO  Di  Benedetto,  da  Pontormo  e  fatto  Popolano 

(an.   1379),  364,  25. 
FiLiPPO  di  Bernardo,  notaio  dei  l'riari,  ric,  255,  39. 
FiLiPPO  Di  BtAOio,  V.  Stroz-:i  (degli)  F.  di  B. 
FiLiPPO  DA  Brescia,  podesta  di  Firenzc,  come  ottiene  la 

resadi  Figline  (an.  1252),  41,  15-20. 
FiLlPPO  C.\s\cciA,  viene  condannato  a  lire  duccento  (an. 

i3Si).  401,  20. 
FiLiPPO  Di  Ci.vo,  pirtecipa  ill.i  B.tlia  per  la    riforma   del 
Govcrno   coinc   uno  dei   Dodici   buoni    uomini    (an. 
138 r),  395,  8. 
FiLippo  Di  Cionetto,  V.  Baitari  F.  di  C. 
FiLiPPO   Di  CiUTi,  6  nelle  liste  doi  Priori  del  13  j6  m.iggio- 

1347  gennaio,  228,   10. 
FiLiPPO  Di  Duccio,  V.  Magalotti  (de')  F.  di  D. 
FiLiPPO  Di  Fabbrino,  V.  Tolosini  F.  di  F. 
F"iLiPPO,  vocATO  Forabosco,  6  Gonfalonicre  di  Compagnia 
pel  quartiere  di  S.  Maria  Novella  (an.  1378),  326,  32. 
FiLiPPO  Di  Gardo,  ^  dji  Cinquiiitidue  cittadini  cui  viene 
data   la  Bilia,  insieme  ai  Priori  e  Collegi,  per  la  ri- 
forma  del  Governo  (an.  1381),  396,  24. 
FiLiPPO  Di  GiiERARDO,  6  nclle  liste  dei  Priori  del   1380 
marzo-i38i    febbraio,    391,    5  ;  v.  anch^;  Giochi   (de') 
F.  di  G. 
FiLiPPO  Di  Ghese,  6  dei  Priori  (an.   1379  novembre-di- 

cembre),  348,  33. 
FiLiPPO  Di  GiAMMORi,  V.  BaronceUi  F.  dl  G. 
FiLiPPO  Di  GioVANNi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  J380 
raarzo-i33i  febbraio,  391,  37;  partecipa  alla  Balia 
per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  394,  21  ;  o 
dji  Dieci  cittidini  el.  per  provvedere  ai  bisogni  di 
guerra  per  la  venuta  improvvisa  del  Sire  di  Couchy 
(an.  13S4),  429,  11;  V.  atch^  MachiavelU  F.  di  G. 
FiLiPPO  Di   Jacopo   da  Villamagna,   notaio  dei   Priori, 

ric,  77,   10. 
FiLiPPO  Di  J.ICOPO,  V.  Marsili  F.  di  J. 
FiLiPPO  Di  Lando,  V.  Albizzi  (degU)  F.  di  L. 
FiLiPPO  Di  Lapo,  V.  Baldovinetti  F.  di  L. 
FiLiPPo  D!  LiPPO,  V.  BuonfigUuoU  F.  di  L. 
FiLiPPO  DEL  LoMBARDO,   6  iielle  listc  dei  Priori  del  1 293 
fcbbraio-i-'94  fcbbraio,  74,  5. 


FiLiPPO  Di  Matteo,  V.  Duranti  F.  di  M. 

FiLippo  Di  MicHELE,  6  dei  Priori  (an.  1382  maggio-giu- 

gno),  416,  32. 
FiLiPPO  Di  MiGLioRE,  V.  Pazzi  F.  di  M. 
FiLiPPO  Di  Niccol6,  V.  Giugni  (de')  F.  d.  N. 
FiLippo  Di  Pacino,  V.  Peruzzi  (de')  F.  di  P. 
FiLiPPO  Di  Paolo,  V.  Corbizzi  F.  di  P. 
FiLiPPO  Di  PiERO,  V.  Duranti  F.  di  P.  ;  Mucini  F.  di  P. 
FiLiPPO  Di  Recco,  V.  Capponi  F.  di  R.  ;  Vettori  F.  di  R. 
FiLiPPO  Di  RiN.\LDO,  viene  fatto  decapitare  per  trame 

contro  lo  Stato  (an.  1378),  340,  20. 
FiLiPPO  Di  RiNALDO,  V.  RondinelU  F.  di  R. 
FiLiPPO  DEL  Rosso,  V.  Bagnesi  F.  del  R. 
FiLiPPO  Di  Spinello  da  Mosciano,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1374  gennaio-1375  gennaio,  292,  1. 
FiLiPPO  Di  Stagio  di  Turicchio,  k  nello  liste  dei  Priori 
del   1356  gennaio-r357  gennaio,  250,  37  ;  e  del   1360 
gcnnaio-i36i  gennaio,  259,   II. 
FiLiPPO  Tani,  V.  Benotti  F.  T. 
FiLiPPO  Di  ToMMASO,  V.  Corsini  F.  di  T.  ;  CorbinclU  F. 

di  T. 
KiLiPPO  d'Ugo,  6  ncllc  listc  dei  Priori  del  13C4  gcnnaio- 
'365  gennaio,  265,  l  ;  del  1375  gennaio-1376  gennaio, 
299,    31  ;    viene  ammonito   (an.    1376),  300,   38  ;  e. 
anrhe   FiUppo  d'Ugo^.e. 
FiLiPPO  d'Ugone,  b  nelle  liste  dei  Priori  del  1369  gennaio- 

1370  gennaio,  274,  40  ;  v.    aitchs  FiUppo   d'Ugo. 
FiLiPPO  del  Velluto,   e  nellc  liste  dci  Priori  del   12SH  , 
dicembre-1289  dicembrc,  65,  2  ;  c  dcl  1294  fcbbraio- 
1295  febbraio,  74,  S7. 
FiLippo    Di    Ventura,   i  nellc  Hstc  dei  Priori  del 

138^  gennaio-1383  aprile,  424,  /. 
{'"iLiPPO  (di),  V.  Bartolo  di  F.  ;  Biiono  di  F.  ;  Picro  di  I- .  ; 

Puccio  di  F.  ;  Saggina  di  F. 
FiLiPPONE,  V.  Ristori  F. 

FiLiPPONE  Di  Matteo  del  Riccio,  6  nclle  liste  dei  Priori 
del    1360  gennaio-1361   gennaio,   258,   33  ;   del    1367 
gennaio-1368  gennaio,  267,  29  ;  e  del  1372  gennaio- 
1373  gennaio,  284,  22. 
FiLiPPOZzo  Bonaccorsi,  V.  Sotdani  (de')  F.  B. 
FiLiPPOZZO  Di  Gherardino,   k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1311  febbraio-1312  febbraii,  112,  20  ;  v.  anche  Gianni 
F.  di  G. 
FiLiPPOZZO  (di),  V.  Totto  di  F. 
FiNi  Giovanni  di  Berto,  6  dei  Priori  (an.  1382  maggio- 

giugno),  416,  32. 
FiNi  GiUNTA,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1317  febbraio- 

1318  febbraio,  124,  18. 
FiNiGUERRA,  V.  Diodato  F. 
Finigubrra  Donato  Tegghia,  viene  mandato  a  morte 

per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1302),  88,  10. 
Finigoerra  Passa,  h  nelle  liste  dei  Piiori  del  1284  di- 
cembre-1285  dicembrc,  60,  38  ;  dcl  1289  diccmbre- 
1290  dicembre,  67,  21  ;  del  1291  dicembre-1292  di- 
ccmbre,  68,  39  ;  e  del  1294  febbraio-1295  febbraio, 
75,  12  ;  6  nominato  Compagno  dei  Priori  (an.  1295), 
74,  26. 
Finigoerra  (di),  V.  Passa  di  F. 

FiNo  Di  Perugia,  Esecutore  di  Gitistiria  di  Fironze  (aD. 
'378),  338,  27-28  ;  cittadini  condannati  da    hii  per 


514 


INDICE  ALFABETICO 


[Fi»e  ii  Tadd«o-Fier«iitini] 


complotti  contro    lo   Stato,  338,  *8-40  ;  339,   1-46  ; 
340,  5-1 T. 

FiNO  Di  Taddeo  di  Fino,  h  dei  Quarantatre  cittadini  el. 
in  aggrunta  agli  altri  gii  nominati  della  Balia  (an. 
1381),  404,  4S. 

FlNO  (di),  V.  Piero  di  F. 

FiNUcci  GiovANNi,  notaio  dei  Priori,  ric,  106,  24  ;  116, 
27  ;  123,  4  ;  124,  33  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (li- 
ste  1320  febbraio-1321  febbraio),  127,  34  ;  e  nuova- 
mente  notaio,  135,  19. 

FiNUcci   RoBERTO,  notaio  dei  Priori,  ric.,  443,  37. 

FiORAiA  (dblla),  V.  Simone  di  Piero  della  F. 

FioRAVANTE  (di),  V.  Ncri  di  F. 

FioRAVANTi  Francesco  di  Neri,  h  neUc  liste  dei  Priori 
del  1374  gennaio-1375  gennaio,  291,  26  ;  k  tra  gli  agi- 
tatori  delle  folle  e  tenta  di  elevarsi  su  gli  altri, 
412,  44  ;  i  Gonfaloniere  di  Giustizia  {liste  1385  maggio- 
1386   aprile),  443,  35. 

Fiore  di  Bartolo  e  Zanobi,  suo  figlio,  del  Popolo  di  S. 
Frediano,  vengono  condannati  neiravere  e  nella  per- 
sona  per  rivolte  contro  il  Governo  (an.  1378),  336, 
37-38. 

FiORENTiNi,  originati,  secondo  la  leggendaria  narrazione 
dello  Stefani,  dai  Romani  e  Fiesolani  che  popolarono 
per  primi  la  nuova  c.  cui  era  stato  dato  il  nome 
di  Fiorenza,  ottengono  presto  dal  Senato  romano 
di  potersi  dare  un  governo  a  loro  piacimento  ed 
acclamano  a  iDro  capo  il  concittadino,  sce.so  dalla 
nobile  gente  Giulia  di  Roma,  Bertaldo  Cesare,  con 
dodici  Senatori  per  consiglieri,  10,  22-24,  21-24;  11, 
1-4,  24-32  ;  proclamano  Marte  loro  dio  ed  inalzano  in 
suo  onore,  per  munificenza  di  Cesare  e  degli  impera- 
tori  .•Vugusto  e  Tiberio,  un  sontuoso  tempio  ove  pon- 
gono  una  preziosa  statua  del  dio  stes.so,  32-40  ;  si 
convertono  al  Cristianesimo  per  opera  di  Onorio, 
inviato  fra  loro  quale  Vescovo  da  pp.  Silvestro  (an. 
320),  13,  19-22;  di  comune  accordo  con  questo  sta- 
biliscono  che  Tantico  tempio  di  Marte  venga  consa- 
crato  al  nuovo  culto  e  dedicato  a  S.  Giovanni  Batti- 
sta,  25-31,  ed  ordinano  che  il  dl  della  nativita  del 
detto  Santo  dovesse  essere  la  maggiore  festa  della  c. 
e  che  il  tempio  cosl  riconsacrato,  poi,  dovesse  essere 
la  maggiore  e  principale  Chiesa  di  Firenze,  ove  solo 
si  potesse  e  dovcsse  dare  il  battesimo,  39-42  ;  14,  1-4  ; 
leggieri  di  fede,  per6,  quali  essi  erano  ancora,  delibe- 
rano  di  porre,  per  consiglio  degli  astrologi  la  statua  di 
Marte,  che  Onorio  aveva  cacciato  dalla  Chiesa,  sul 
piCi  alto  edificio  della  c,  sulla  torre  Giulia,  13,  31-39  ; 
in  pace  cosi  airinterno  cd  airesterno,  essi  crescono 
airombra  dellTmpero  romano  ogni  giorno  piii  di 
numero  e  di  potenza,  14,  2-3  ;  ma,  cominciate  nelle 
terre  dellTmpero  le  invasioni  barbariche,  si  riversa 
su  di  loro  con  devastazioni  e  rovine,  secondo  la  detta 
leggendaria  narrazione,  prima  Rodasio  {sic)  re  dei 
Goti  (an.  401),  17-18,  poi  Torda  di  Attila,  che  incen- 
dia  la  c  facendo  di  loro  larga  strage  (an,  450),  14. 
10-43  ;  15,  2-12  ;  terminate  poi  lc  invasioni  e  ricosti- 
tnito  rirapero  per  opera  di  Carlo  Magno,  tornano  a 
riunirsi  e  comincianp  a  ricostruire  la  rovinata  loro 
patria,  c,  poichd  i  Fiesolani  ingclositi  cercano  di   im- 


pedirlo,  inviano  a  Roma  ambasc,  pr.  Timperatore 
Carlo  e  pr.  pp.  Leone  ad  invocare  il  loro  aiuto  e  la 
loro  protezione  (an.  810),  17,  21-3B  ;  riedificata  poi, 
finalmente,  la  c  p^r  ordine  e  per  opera  di  Carlo,  essi 
tornano  presto  a  rifiorire  per  numero,  cosl  per  le 
genti  nuove,  venute  dai  dintomi  a  stabilirsi  fra  loro, 
come  per  i  numerosi  Romani  mandati  qua,  secondo  la 
leggenda,  ancora  una  volta  a  p>opolarIa,  18,    35-41  ; 

19,  1-2  ;  loro  nuavo  ordinamento  politico,  2-3  ;  ven- 
gono  dichiarati  da  Carlo  pienamente  libcri  (an.  815), 
15-18  ;  risorte  poi  le  vecchie  rivalita  coi  Fiesolani, 
s'impadroniscono  con  uno  stratagemma  di  F'ie$ole,  c, 
dopo  essersi  impegnati  solennemente  di  accogliere 
tutti  i  Fiesolani,  che  avessero  voluto  trasferirsi  pr. 
di  loro,  in  piena  eguaglianza  di  diritti,  dlstruggono  la  c. 
lasciando  in  piedi  solo  il  vescovado  e  qualche  Chiesa, 
mentre  quasi  tutti  i  suoi  abitanti,  fidenti  negli  ac- 
cordi,  si  trasferiscono  in  Firenze  (an.   1010),    26-40  ; 

20,  1-18  ;  per  questa  unione  —  realmente  awenuta, 
non  a  seguito  della  favolosa  distnizione  di  Fiesole. 
come  vuole  la  leggenda,  ma  per  un  lento  lavoro,  dai 
tempi  Carolingi  in  poi  —  essi  cominciano  vera- 
mente  a  crescere  di  numero  e  di  potenza  10-15  ;  cf. 
"  XXXVIII,  15-33-Lni,  1-23  •'  ;  gii  sulla  fine  del 
.secolo  XII,  impediscono  ad  Enrico  IV,  in  lotta  con 
la  Chiesa  e  con  la  contessa  Matilde,  d'entrare  nella 
c.  e  lo  costringono  a  togliere  il  campo  e  ad  allonta- 
narsi  (an.  1080),  22,  5-10  ;  spinti  ix)i  dal  numero 
sempre  crescente  a  cercare  piii  largo  respiro,  fuori  la 
cerchia  delle  proprie  mnra,  c  ad  iniziare  la  lotta  coi 
Signori  dei  castelli  feudali  e  coi  Comuni  vicini,  che 
sbarrano  loro  ogni  via,  muovono  guerra  contro  i  Pra- 
tesi  che,  ricomperatisi  poco  prima  dai  conti  Guidi,  non 
intendevano  ubbidire  a  loro,  e  prendono  c  distrug- 
gono  Prato  (an.  1107),  1-20;  cf.  "  XLIV,  27-32"; 
nello  stesso  anno,  poi,  vanno  anche  contro  Arnolfo 
dei  conti  di  Gangalandi,  signore  di  Montc  Orlandi,  e 
lo  sconfiggono,  lo  fanno  prigioniero  c  gli  prendono  e 
distruggono  il  castello,  20-23  ;  osteggiati  dai  Vicari 
imperiali,  di  stanza  a  Samminiato  al  Tedesco,  vanno 
ad  a^sediare  il  castello  di  Monte  CascioUi  e  vi  scon- 
figgono  Roberto  Tedesco,  vicario  deirimperatore  En- 
rico  V,  e  prendono  e  distruggono  il  castello  stesso  (an. 
1113),  26-29  ;  per  Tamicizia  che  li  legava  allora  ai 
Pisani,  vanno  a  presidiare  Pisa  e  a  difenderla  dalle 
insidie  dei  Lucchesi,  mentre  i  detti  Pisani  erano  al- 
rimpresa  di  Maiorca,  e  ricevono  da  questi  in  dono  due 
colonne,  che  essi  pongono  poi  in  ricordo  avanti  la 
porta  del  Duomo  (an.  11:7),  36-37  ;  23,  1-21  ;  muo- 
vono  guerra  ai  Buondelmonti,  signori  di  Montebuoni, 
che  esigevano  il  pedaggio  da  quelli  che  passavano  per 
le  vie  del  loro  castello,  e  prendono  e  distrnggono 
il  castello,  ma  conservano  per6  ai  predetti  le 
rendite  e  le  possessioni  e  li  fanno  cittadini 
di  Firenze  dove  questi  vengono  a  stabilirsi  de- 
finitivamente  (an.  1135),  24-30  ;  assediano  U  ca- 
stello  di  Monte  di  Croce,  ma  sono  ricacciati  e 
respinti  dal  conte  Guido,  signorc  dcl  luogo,  aiu- 
tato  dagli  Aretini  (an.  1146),  34-40;  tornati  per6 
poco  dopo  ad  assediare  di  nuovo  il  dctto   castcllo,  lo 


[Fierentini] 


INDICE  ALFABETICO 


515 


prendono  e  lo  distruggono  (an.  1154),  24,  2-6;  vanno 
nello  stesso  anno  in  aiuto  dei  Pratesi,  che  erano  stati 
atticcati  dai  Pistoiesi,  ma  vengono  sconfitti  da  que- 
sti  insieme  ai  Pratesi  stessi  pr.  Carmignano,  8-12  ; 
muovono  guerra  agli  Aretini  per  vendicarsi  delFaiuto 
da  questi  dato  al  conte  Guido  e,  venuti  con  essi  a  bat- 
taglia,  li  sconfiggono,  ma  poi  restituiscono  loro  i  pri- 
gionieri  senza  riscatto  e  stringono  con  essi  un  patto  di 
amicizia  (an.  1170),  15-21  ;  vanno  in  aiuto  di  Montepu- 
lciano  assediata  dai  Senesi  e,  scontratisi  con  questi  pr. 
Asciano,  li  sconfiggono  (an.  1174),  24-31 ;  muovono  con- 
tro  il  Castello  di  Monte  Grossoli  e  lo  prendono  (an. 
1182),  25,  24-29;  poco  dopo,  poi,  prendono  anche  e 
distruggono  il  castello  di  Pogna  in  Valdelsa  (an. 
1185),  31-35,  2  ;  26,  1-2  ;  per  le  proteste  dei  Signori 
dei  caitelli  cosi  aggrediti,  Federico  I  toglie  loro  la 
giurisdizione  sul  contado,  ma  essi  non  restituiscono 
puato,  pero,  i  castelli  reclamati  (an.  1186),  36-37  ; 
26,  1-4;  "  cf.  LII,  1-33-LIII,  1-11,,;  spinti  dallo 
prediche  deirArciv.  di  Ravenna,  partono  in  gran  nu- 
mero  per  la  Crociata  (an.  1188),  26,  6-10  ;  ed  ammirato 
per  rer>>ismo  da  loro  dimcstrato  in  q  lesta  spedizione, 
Timperatore  Federico  restituisce  loro  la  giurisdizione 
del  contido  sino  a  dieci  miglia  dalle  mura  della  c, 
11-12  ;  "  si  ribellano  al  Podesti  Raineri  di  Gaetano, 
mandato  daU'Imperatore,  ed,  abbattuto  il  suo  go- 
verno,  ristabiliscono  quello  dei  consoli  cittadini  (an. 
1196),  LI  5-9  "  ;  "  alla  morte  di  Enrico  VI,  che  aveva 
tentato  di  riaffermare  i  diritti  deirimpero  sui  beni 
di  Tosoana  della  Contessa  Matilde,  si  uniscono  in 
Ic;a,  pel  cresciuto  odio  contro  rimpero  stesso,  con 
tutte  le  c.  e  comuni  e  con  iilcuni  nobili  feudatari  della 
Toscana  mede,sima  (an.  1197),  9-16,,;  enianatc  una 
Icggc  che  si  potesse  vendere  al  Comune  anche  il  ca- 
stcllo  gia  preso  precedentemente  con  la  forza,  ricom- 
prano  dai  legittimi  signori  il  castello  di  Monte  Gros- 
soli  gia  da  tempo  occupato  dalle  loro  stessc  forze  (an. 
II97),  26,22-24;  cf.  "  XLVIII,  16-35-LI,  17-36,.; 
prendono  e  distruggono  i  castelli  di  Frondigliano,  Sc- 
raifonte  e  Combiati  (aa.  1199-1202),  -26,  26-32,  i 
fanno  una  legge  minacciante  gravi  pene  contro  che 
osasse  ricostruire  nuovi  castelli  (an.  1202),  27,  1-3  ; 
per  tenere  a  freno  poi  certi  conti  riottosi  di  Valdamo 
inalzano  la  fortezza  di  Montelupo  dirimpetto  a  Ca- 
praia  (an.  1203),  5-9  ;  comperano  dai  conti  Guidi  il 
castello  di  Montemurlo  (an.  1207),  10-14  ;  ripren- 
dono  le  armi  contro  i  Sencsi,  che  avevano  violato  i 
patti  e,  dopo  aver  loro  tolto  Jlonte  Alto  e  Riigoma- 
gno  e  devastato  il  territorio,  li  costringono  di  nuovo 
a  domandare  la  pace  (aa.  1 207-1208),  5-33  ;  28,  1-2  ; 
per  le  guerre  deirimpero  con  la  Chiesa  si  trapiantano 
tra  loro  i  due  avversi  partiti  dei  Guelfi  e  dei  Ghibel- 
lini,  dividendo  in  fazioni  opposte  le  famiglie  dei  no- 
bili  e  non  poche  dello  popolanc,  che  airuccisione,  poi, 
di  Buondelmonte  dei  Buondelmenti  .scendono  in  lotta 
fra  loro  (an.  1215),  5-11  ;  29,  5-40  ;  venuti  a  qucstione 
coi  Pisani,  muovono  loro  gucrra  e  li  sconfiggono  in 
una  gr.ind-;  b;ittaglia  (an.  1222),  30,  22-23  ;  31,  3-8  ; 
e  contemporaneamente  poi  prendono  e  distruggono  il 
castello  di  Montenuovo,  30,  31-32  ;  assediano  Figline 


e  devastano  il  castello  deirAncisa  che  s'era  ribellato 

(an.  1228),  31,  tO-15,  e  nello  stesso  tempo  vanno  ad 

oste  contro  Pistoia  devastandone  il  contado  e  pren- 

dendole   Carmignano,    17-23;    muovono   nuovamente 

contro  i  Senesi  e  combattono  con  loro  a  lungo    scon- 

figgendoli  piii  volte,  prendendo  loro  terre,  devastando 

il  loro  territorio  e  costringendoli  infine  ad  una   pace 

piii  dura  della  precedente  (aa.  1229-1235),  31,    1-37  ; 

32,  1-37  ;  33,  1-9,  16-22,  30-31  ;  34,  1-4  ;  per  la   ri- 

presa  della  guerra  tra  la  Chiesa  e  Tlmpero  si  riaccen- 

dono  tra  loro  le  lotte  civili,  e  Tingerenza    deirim- 

peratore  Federico  II,  allora  in  Toscana,  e  gli  aiuti 

da  lui  inviati  permettono  ai  Ghibellini  di  cacciare  i 

Guelfi  e  di    impadronirsi  del  potere  (an.   1248),  34, 

39-41  ;  35,  1-21  ;  ma   Timposte,  cui  questi   debbono 

ricorrere  per  combattere  i  Guelfi  che  resistono  nel 

contado,  fanno  ribellare  i  buoni  uomini  ed  i  mercanti, 

che  li  cacciano  dal  potere  ed  instaurano  il    Governo 

detto  del  Primo  Popolo   (an.   1250),  36,   10-35,  37 

3-40  ;  costituito  cosi  il  nuovo  governo,  questo  fa  rien- 

trare  i  Guelfi  e  costringe  i    Ghibellini  a  venire   con 

questi  a  pace  (an.  1251),  32,  15-22;  vanno  contro  i 

Pistoiesi  e  li  sconfiggono  pr.  Monte  Rubolini  e  poi 

cacciano  dalla  c.  i  Ghibellini  sospetti  di  aver  aizzato 

i  detti  Pistoiesi  contro  di  loro,  39,  24-38  ;  prendono 

le  armi  contro  gli  Ubaldini,  che  avevano  cercato  di 

\  enirc  in  aiuto  dei  detti  Ghitellini,  e  li  sconfiggono  pr. 

Monte   Accinico,    in   Mugello,    40,  13-16  ;  riprendono 

e  distruggono  il  castello  di  Montaio  fatto  ribellare  dai 

Ghibellini  aiutati  dai  Pisani  e  Senesi,  10-23  ;  escono 

a  dare  il  guasto  al  territorio  di  Pistoia  e  ])rendono  a 

questa  il  castello  di  Tizzana  (an.  1252),  21-27  ;  vanno 

contro  i  Pisani  ed  i  Senesi,  che  avevano  assalito  i 

Lucchesi,   e  li   sconfiggono  pr.   Monte  Topoli,   inse- 

guendo  poi  i  Pisani  sino  alla  badia  di  S.  Savino  (an. 

1252),  40,  29-35;   riprendono  Figline,  fatta  ribcllare 

dai   Ghibellini,   e   la  danno   alle   fiamme,   41,   8-20  ; 

vanno  in  aiuto  di  Montalcino,  assediato  dai  Senesi,  e 

sconfiggono  gli   assedianti  liberando  cosi  il   castello, 

22-37  ;  muovono  con  Toste  contro  i  Pistoiesi,  che  avc- 

vano   cacciato   i  Guelfi,  e  li  costringono  a  farli  rien- 

trare  e  a  sottomettersi  (an.   1253),  42,   1-8;  tornano 

contro  i  Senesi  e,  rifornito  di  nuovo  Montalcino,  pren- 

dono  loro  Rapolano  ed  altre  fortezzc,  assediano  Montc 

Reggione  e  li   costringono  a  domandare  la  pace  (aa. 

1253-1254),  10-18  ;  prendono  con  accordi  Poggibf)nsi 

e  rioccupano  Mortennana  fatta  ribellare  dagli  S^juar- 

cialupi  (an.   1255),   10-15  ;  vanno  di  nuovo  contro  i 

Pisani  che  avevano  violato  la  pace  e  li  sconfiggono 

costringendoli   a   patti   piii   duri    (an.    1256)    18-25  ; 

tomano   contro   Poggibonsi,   che  s'era  di  nuovo  ri- 

bellato,    lo   riprcndono   e   lo   devastano    (an.    1257), 

27-29  ;  sparsasi  in  c,  la  voce  che  gli  Uberti  ed  i  Ghi- 

bellini    stavano   tramando   con   Manfredi   contro    lo 

Stato,  corrono  alle  armi  e,  abbattute  c  distrutte  lc  casc 

di  questi  e  uccisi  molti  di  loro  in  una  furiosa  mischia, 

cacciano  gli  altri  dalla  c.  a  furia  di  popolo  (an.  1258) 

31-36;  44,   1-11;  \anno  contro  gli  Aretini  che    ave- 

vano  danneggiato  Cortona,  loro  alleata,    e    prendono 

,  loro  il  castello  di  Gressa  c  lo  distrugeono..(aD.    1259), 


516 


INDICE    ALFABETICO 


[FierMtlail 


45,  8-lS;  riprendono  ai  conti  AJberti  i  castelli  di 
Vernia  e  di  Mangone  (an.  1260),  15-I8  ;  muovono  di 
nuovo  contro  i  Senesi,  che  hanno  accolto  i  GhibcUini 
cacciati  da  Firenze,  e  stanno  con  questi  c  con  Man- 
fredi  complottando  contro  di  loro,  e  li  sconfiggono 
insieme  niGhibellini  e  allc  milizie  inviateda  Mandredi, 
alle  quali  tolgono  la  bandiera  che  a  dileggio  trasci- 
nano  per  il  campo,  32-35  ;  46,  1-15  ;  saputo  che  que- 
sti,  avuti  nuovi  rinforzi  da  Manfredi,  erano  andati 
di  mtovo  ad  assediare  Montalcino,  muovono  nuova- 
Diente  contro,  ma  vengono  sconfitti  a  Montaperti  in 
una  grande  e  sanguinosa  battaglia  (an,  1260),  46,  18- 
41  :  47,  1-40  ;  alla  notizia  di  questa  sconfitta,  i  Guelfi 
escono  dalla  c,  dove  poco  dopo  entrano  invcce  i  Ghi- 
bellini,  chc  abbattono  il  Govemo  del  popolo,  confisca- 
no  i  beni  dci  Guelfi  cd  instaurano  un  nuovo  regime 
sotto  Talta  direzionc  dcl  Conte  Giordnno,  vicario  del 
rc  Manfrodi,  43-44  ;  48,  1-26  ;  il  qualc  vicnc  sostituito 
poco  dopo  dal  conte  Guido  XovcIIo  che,  riuniti  in  Icga 
tutti  i  Ghibellini,  caccia  i  Guelfi  da  ogni  tcrra  della 
Toscana  cd  opprime,  insiemc  ai  dctti  GhibcUini,  il  re- 
stante  popolo  fiorentino  con  imposte  e  vessazioni  di 
ogni  genere  (aa.  1260-1266),  29-42 ;  49,  1-35;  giunt 
loro  per6  notizia  della  sconfitta  e  morte  di  Manfrcdi 
c  deirimminente  ritorno  dei  Guelfi  con  aiuti  di  Carlo 
D'Angi6,  cominciano  a  tumultuare,  in  seguito  di 
che  i  Ghibellini  ed  il  conte  Guido  sono  costretti  a 
fare  qualche  concessione  per  accontentarli  (an.  1266), 
50,  23-42  ;  51,  1-14  ;  ma  avendo  il  detto  Conte  ri- 
chiesto  poco  dopo  altro  denaro  per  le  milizie,  i  cittadini 
scendono  con  le  Arti  in  piazza  armati,  e,  cacciato  defi- 
nitivamente  dalla  c.  il  detto  Conte  e  le  altre  autorita. 
pjlitiche,  ricostituiscono  il  libero  governo  cittadino 
dettodel  Secondo  Popolo,  16-41  ;  52,  1-4  ;  fanno  rien- 
trare  i  Guelfi  ed  i  Ghibellini  che  vengono  a  pacc  tra 
loro,  ).)-lT  ;  ma  giunto,  a  richiesta  dei  Guelfi  stessi, 
il  contc  Gaido  da  Monteforte,  con  ottocento  cava- 
lieri,  mandati  da  Carlo  D'Angi6,  i  Ghibellini  escono  di 
nuovo  dalla  c,  mentre,  offerta  la  Signoria  dellac 
stessa  al  detto  Carlo,  cominciano,  per  consiglio  di 
questo,  che  manda  un  suo  vicario,  a  darsi  un  ordi- 
namento  decisamente  guelfo  (an.  1267),  17-37  ;  53, 
53,  1-18  ;  vanno  con  il  Maniscalco  di  Carlo,  fatto  ca- 
pitano  della  lega  guelfa,  e  con  Carlo  stesso,  giunto 
in  quei  giomi  a  Firenze,  airassedio  di  Poggibonsi  c 
lo  costringono  ad  arrendersi,  21-30  ;  muovono,  con  a 
capo  il  detto  Carlo,  contro  i  Pisani  e  prendono  loro 
torri  e  fortezze  e  distmggono  Porto  Pisano,  33-35  ; 
sconfiggono  sotto  il  comando  di  Giambertaldo,  vi- 
cario  di  re  Carlo,  i  Senesi  che,  capitanati  dal  loro 
fiero  nemico,  Provenzano  Salvani,  erano  andati  con- 
tro  Lucca,  e  fanno  prigioniero  lo  stesso  Salvani  che 
viene  fatto  decapitare  (an.  1269),  38-39  ;  54,  1-12  ; 
riprendono  ai  Ghibellini  ed  alle  Genti  dei  Pazzi  di  Val- 
dirnD  il  castello  d'Ostina  e  lo  distroggono,  15-19  ; 
tolgono  insieme  ai  Lucchesi  il  castello  d'Asciano  ai 
Pisani,  20-24  ;  fanno  pace,  con  la  mediazione  di  Lucca, 
coi  Sei^i  e,  rius^ziti  ad  avere  nelle  mani  alcuni  ri- 
bslli  Ghi!)ellini  cicciati  finalmento  da  Siena,  li  fanno 
decapitare  (an.   1270),  »4-86 ;  55,   1-7  ;  neifc)  st«9o 


anno  poi  prendono  ai  Pazzi  di  Valdarao,  che  ouiti 
nuavano  coi  Ghibellini  a  procurare  loro  fastidi,  diic 
castelli  e  li  distruggono,  e  radono  al  suolo  il  cai>telIo 
di  Poggibonsi  che  s'era  nuovamcnte  ribellato,  9-17  ; 
sconfiggono,  insieme  ai  Lucchesi,  i  PtBani  al  foss» 
Araonico  e  li  costringono  a  far  rientrare  in  c  i  Gaelfi 
ed  il  conte  Ugolino  (an.  1277),  37-39;  56,  1-1 1  ; 
fanno  una  lega  coi  Genovesi,  coi  Lucchcsi,  coi 
Pistoiesi  e  con  altri  comuni  toscani  contro  Pisa  e 
mandano  loro  genti  ad  occupare  tcrre  dei  Pisani 
in  Val  d'Era  (an.  1284),  60,  33-29  ;  vengono  ad  ac- 
cordi  col  conte  Ugolino  chc  caccia  da  Pisa  i  Ghibd- 
lini  (an.  1284),  61,  14-18  ;  lasciano  senza  alcuna 
ri.sposta  le  richieste  del  vicario  deirimperatorc  P<  - 
dolfo  (an.  1286),  62,  18-22  ;  sdegnati  pei  danni  ar 
recati  dai  Ghibellini  d'Arezzo  a  Montevarchi,  vi-.iin" 
coi  collcgati  contro  Arezzo  stessa  c  prendono  c  di- 
straggono  terre  c  castelli  e  fanno  correrc  il  pali»' 
avanti  lc  sue  porte  (an.  1288),  64,  2-8  ;  corrono  in 
aiuto  dei  Guelfi  di  Arezzo,  che  erano  stati  messi  fuori 
della  c.  ed  assediati  poi  in  Cacciano,  e  prendono  e  dc- 
vastano  terre  e  castelli  degli  Aretini  e  doi  Pazri  fli 
Valdarno,  loro  alleati,  18-28  ;  vengono  att.iccati  da- 
gli  .\retini  che,  aiutati  dalla  lega  dci  GhibeUini,  din- 
neggiano  Montovarchi  e  Figline  e  grungono  dcv.i- 
stando  sino  a  .sette  miglia  dalle  mura  della  c.  36- ir.  ; 
corrono  in  aiuto  del  principc  Carlo,  figlio  di  Carlo 
d'Angi6,  cui  gli  Aretini  tentavano  impedirc  il  passo,  e 
lo  liberano  ricevendo  poi  da  questo,  a  segno  di  rico- 
noscenza,  la  sua  bandicra  ed  un  capitano  per  la  guerr.-\ 
contro  i  detti  Aretini  (an.  1289),  65,  25-31  ;  muo\-"ii<i 
coi  collegati  contro  di  questi  e  li  sconfiggono  in  uiii» 
grande  battaglia  nel  piano  di  Campaldino 
nel  luogo  detto  Certomondo,  e  devastano  e  prendono 
loro  terre  e  castelli,  33-39  ;  66,  1-18  ;  vanno  cci 
Lucchesi  contro  Pisa  c  prendono  e  guastano  Caprona 
e  Valdicalci,  24-27  ;  tentano  invano  d'impadronirji 
d'Arezzo  con  •uno  stratagemma,  30-37  ;  tornano  ad 
oste  contro  Areizo,  ne  devastano  il  contado  e  poi 
vanno  contro  il  castello  di  Poppi  che  prendono  c  di- 
struggono  (an.  1290),  67,  25-29  ;  vanno  coi  Genovesi 
e  coi  Lucchesi  contro  Pisa  e  prendono  e  distruggono 
le  fortezze  di  Porto  Pisano  e  della  Meloria,  32-37  ; 
avendo  poi  i  Pisani  tolto  loro  di  fnrto  Ponte  ad  Era, 
riprendono  contro  i  suddetti  le  armi,  raa  sono  co- 
stretti  a  tornare  indietro  per  le  mene  dei  Grandi 
(an.  1291),  68,  24-32 ;  prendono  e  distraggono  il  ca- 
steUo  di  Ampinana,  69,  15-18  ;  tornano  con  gli  aiuti 
degli  amici  contro  Pisa  e  danno  il  guasto  alla  badia 
di  S.  Savino  ed  al  fosso  Arnonico  (an.  1292),  20-26  ; 
costringono  i  Pratesi  a  consegnare  un  cittadino,  reo 
d'omiridio,  che  s'era  rifugiato  pr.  di  loro  (an.  1293), 
71,  17-23;  versano  al  Vicario  deirimperatorc  A  l- 
b  er  t  o  d'Austria  trentamila  fiorini  d'oro  pcr 
allontanarlo  da  Arszzo  (an.  1294),  73,  24-27  ;  ven- 
gono  confinati  pr.  di  loro  da  Pistoia  i  capi  ddledue 
fazioni  opposte,  dei  Bianchi  e  dei  Neri,  sorte  in  que- 
sta  c  dalla  scissione  dcUa  famiglia  dei  CanccUicri, 
<~he  provocano  anchi;  fra  di  loro,  appoggiandosi  i 
prinaia*  Cerchi  cd  i  secondi  ai  Donati,  la  divisiour 


k 


[Fioreotiiii] 


INDICE   ALFABETICO 


517 


delle  famiglie  e  del  partito  gnelfo  dominante  (an. 
1300),  78,  38-42;  79,  1-44;  80,  1-41  ;  viene  fra 
loro  per  ristabilire  la  pace  tra  le  famiglie  il  card. 
d'Acqjasparta  inviato  da  Bonifacio  VIII,  ma  inu- 
tilmente,  81,  7-13  ;  preoccupati  del  numero  sempre 
pitl  crescente  di  risse  cittadine  mandano  al  confine 
alcuni  dei  capi  delle  due  fazioni,  15-40  ;  82,  1-3  ; 
34-40  ;  83,  1-17  ;  giunge  fra  loro  come  paciere,  in- 
viato  da  Bonifacio  VIII,  soUecitato  dai  Neri  e  dal  ri- 
belle  bindito  Corso  Donati,  Carlo  di  Valois,  fratello 
del  re  di  Francia,  ma  contemporaneamente  rientrano 
in  c.  i  Neri  e  Corso  Donati  stesso  che,  in  mezzo  a  ro- 
vine  ed  incendi,  fanno  le  loro  vendette,  cacciando  gli 
avversari  dagli  uffici  senza  trovare  alcuna  opposizionc 
(an.  1301),  20-24;  84,  24-44;  85,  1-13;  faUiti  altri 
tjnt:itivi  di  pacificazione  e  perdurando  le  risse  citta- 
dino,  i  Bi.anchi  vengono  accusati  dalla  parte  nera  di 
complotti  contro  lo  Stato  e  vengono  cacciati  in  bando 
(an.  1302),  13-40  ;  86,  33-42  ;  87,  1-3  ;  sedate  poi  le 
lotte  interne,  vanno  coi  Lucchesi  contro  Pistoia,  ove 
si  crano  rifugiati  i  Bianchi  cacciati  da  Firenze  ed  i 
Ghiiiellini  cacciati  da  Lucca,  6-13  ;  nello  stesso  tempo, 
poi,  vmno  ad  oste  contro  Carlino  dei  Pazzi  e  contro 
gli  Ubaldini  che,  alleatisi  coi  detti  Bianchi  e  Ghibel- 
liui,  .ivevano  fatto  ribellare  alcuni  loro  castelli,  e 
danno  il  guasto  alle  terre  di  questi  e  riso'tomettono 
i  castsUi  ribelli,  16-23,  26-34  ;  respingono  Tattacco 
<li  Soarpetta  degli  Ordelaffi  da  Forli,  capitano  dei 
Bolognesi,  venuto  coi  suoi  in  aiuto  dei  detti  Bian- 
chi  e  Ghibellini  che  tentavano  di  rientrare  in 
Firenze  (an.  1303),  89,  1-17  ;  acquistano,  a  mezzo 
di  Pazzino  dei  Pazzi,  il  castello  del  Montale  e  lo  de- 
moliscono,  e  riprendono  coi  Lucchesi  la  lotta  contro 
Pistoia,  25-34  ;  respingono  un  nuovo  attacco  con- 
tro  la  c.  fitto  dagli  stessi  Bianchi  e  Ghibellini,  aiu- 
tati  digli  alleati  d'ogni  parte  procurati  loro  dal  card. 
da  Prato,  sdegnato  contro  Firenze  pel  faUimento 
deUa  sua  missione  di  pace  (an.  1304),  91,  19-42; 
92,  38-49  ;  93,  1-41  ;  viene  loro  tolto  dagli  Aretini  il 
castello  di  Laterina,  93,  43  ;  94,  1-6  ;  riprendono 
Mbnte  Calvi  e  le  Stinche,  fatte  ribellare  dai  Bianchi 
e  dai  Cavalcanti,  e  ne  distruggono  i  castelli,  14-21  ; 
nomioaho  loro  capitano  di  guerra  Roberto  di  Cala- 
bria,  primogenito  di  Carlo  II,  e  vanno  di  nuovo  sotto 
il  sao  comando,  insieme  ai  Lucchesi,  contro  Pistoia  che 
continuava  a  restare  di  parte  bianca  e  Tassediano 
(an.  1305),  95,  18-32;  contemporaneamcnte  poi  ri- 
prendono  il  castello  d'Ostina  fatto  ribellare  dai 
Bianchi  e  lo  distruggono,  34-36 ;  prendono,  dopo 
lungo  assedio,  Pistoia  e  se  ne  dividono  coi  Lucchesi 
U  territorio  (an.  1306),  96,  36-46  ;  e  partono  poi  con- 
tro  il  castello  degli  Ubaldini  di  Monte  Accinico  in 
Mugello,  divenuto  nido  di  Bianchi  e  di  GhibeUini,  e 
lo  prendono  e  distruggono,  mentre  ricostruiscono 
invece  quello  di  Scarperia,  97,  1-15  ;  vanno  contro 
Arezzo,  dove  il  card.  Napoleonc  Orsini  stava  racco- 
gliendo  contro  di  loro  armi  ed  armati,  ne  danneggiano 
il  territorio  e  costringono  il  detto  Card.  ad  aUonta- 
narsi  (an.  1307),  19-28  ;  venpono  a  pace  con  Arezzo 
e'  poco  dopo  ancbc  con  gli    Ubaldini    (1308),    110, 


31-33,  35-37  ;  102,  1-4  ;  corrono  in  aiuto  dei  Neri,  che 
erano  stati  cacciati  da  Prato,  e  costringono  i  Pratesi 
a  farli  rientrare  ed  a  sottomettersi  al  Comune  (an. 
1309),  102,  33-38;  vanno  di  nuovo  ad  oste  contro 
Arezzo  per  aver  violato  i  patti  di  pace  e  devastano 
il  suo  contado;  40-41  ;  103,  1-2 ;  impediscono  ai 
Lucchesi  di  poter  distruggere  Pistoia,  5-12  ;  inviano 
aiuti  al  Card.  Legato  di  Romagna  per  la  guerra 
contro  i  Veneziani,  15-18;  vanno  contro  Volterra  e 
co3tringono  i  Volterrani  ed  i  Sangiminianesi  a  tor- 
nare  tra  loro  a  pace,  20-21  ;  tornano  a  devastare  Ic 
terre  deirArctino  ;  25-32  ;  accolgono  onorevolmente 
il  Card.  Legato  di  Romagna  che,  grato  degli  aiuti 
inviati  nella  guerra  contro  i  Veneziani,  li  assolve,  col 
consenso  del  pp.,  dalle  scomuniche  contro  loro  pre- 
ccdentemente  lanciate  (1310),  104,  30-34  ;  vanno 
di  nuovo,  nonostante  gli  ordini  in  contrario  mandati 
loro  dal  nuovo  imperatore,  A  r  ri  g  o  VI I  d  i 
Lussemburgo,  a  dare  il  guasto  alle  terre  di 
Arezzo,  36-38  ;  105,  1-7  ;  giungono  pr.  di  loro  gli 
ambasc.  deirimperatore,  ma  essi  non  vcngono  punto 
ascoltati,  7-10  ;  giunge  pr.  di  loro  il  re  Roberto  di 
Napoli,  20-24,  e  certi  quali  erano  di  dover  presto 
combattere  coU'Imperatore,  stringono  col  detto  Ro- 
berto  una  lega  e  revocano  il  bando  dei  Guclfi  (1311), 
106,  27-31  ;  sentendo  che  rimperatore  avanzava 
verso  di  loro,  occupano  per  ragioni  militari,  insienie 
coi  Lucchesi,  loro  allcati,  le  fortezze  di  Samminiato 
e  di  Volterra,  34-36  ;  giungono  nuovi  ambasc.  da 
parte  deirimperatore,  ma  vengono  impediti  persino 
d'cntrarc  in  c,  39-41  ;  mandano  in  Lunigiana  il 
Maniscalco  di  re  Roberto  con  forze  dell.i  lega  per 
impedire  il  pasEO  airimperatorc.  107,  5-7  ;  intimati  d.i 
questo  a  mandare  in  Genova  loro  legati,  con  picno 
mandato,  rispondono  ordinando  ai  loro  concittadini, 
dimoranti  nelle  terre  deU'Impero,  di  rientrare  im- 
mediatamente  in  patria,  10-14  ;  saputo  che  il  Mani- 
scalco  deirimperatore  aveva  ordinato  in  Pisa  la 
confisca  delle  loro  mcrcatanzie,  mandano  loro  forze 
alla  frontiera  pisana,  29-32 ;  mandano  insieme  agli 
alleati  mille  cavalieri  in  Roma  pcr  contrastare  allo 
Imperatore,  unitamente  alle  forze  degli  Orsini  e  di 
re  Roberto,  Tincoronazione  (an.  1312),  108,  31-39  ; 
contemporaneamente  poi  mandano  altre  forze  a  li- 
berare  il  castello  di  Cerretello  assediato  dai  Pisani,  40- 
43  ;  alla  notizia  che  Tlmperatore  si  drizzava  contro 
di  loro,  mandano  genti  aU'Ancisa  per  impedirgli  il 
passo,  ma  vengono  battute  dalle  forzc  imperiali 
che,  guidate  dai  fuorusciti  fiorcntini,  riescono  a  gi- 
rare  lc  posizioni  e  a  prenderle  alle  spalle,  109,  18-29, 
e  informati  quindi  che  rimperatore  avanzava  a 
bandiere  spiegate  verso  la  c.  e  che  s'cra  accampato 
a  San  Salvi,  accorrono  tutti  armati  aUe  porte  e,  raf- 
forzati  dai  viUani  vcnuti  dalle  campagne,  inalzano 
barricate  e  steccati,  39  ;  110,  1-26  ;  ricacciano  con  il 
Maniscalco  di  re  Roberto  i  Pjsani  portatisi  ad  asfc- 
diarc  Certaldo,  35-39  ;  molcstano  con  continue 
guerriglie  le  forzc  impcriali  che,  perduta  la  spcranza 
di  rivolgimenti  ncirintcrno  dcUa  c,  avevano  tolto 
il  campo  da  San  Salvi  cd  crano  andate  aSancasciano, 


518 


INDICE   ALFABETICO 


iriormtini] 


111,  8-11  ;  fanno  prigioniera  una  brigata  imperialc 
inviata  per  vettovaglie  e  battono  duramente  le  forze 
del  Ehica  di  Fiandra  che  s'allontanava  per  tomarsenc 
s  casa,  14-38  ;  viene  contro  di  ioro  emanata  daU'Im- 
peratore,  tomato  a  Pisa,  solenne  condanna  negli  averi 
e  nelle  persone  (an.  1113),  112,  10-14;  giunge  pr.  di 
loro  lacopo  Cantellini  in  qualitii  di  vicario  del  re  Ro- 
berto,  nominato  Signore  per  cinqtie  anni,  113.  24- 
34  ;  occupano  con  le  forze  inviate  da  re  Roberto  stesso 
i  castelli  dei  Lucchesi  di  Valdamo  e  di  Valdinievole 
che  si  danno  loro  spontaneamente  per  non  cadere 
nelle  mani  dei  Pisani  e  di  Uguccione  della  Faggiuola 
(an.  1314),  115,  18-24;  fanno  pace,  per  volonti  del 
principe  Pietro,  fratello  minore  di  re  Roberto,  con 
gli  Aretini,  27-28  ;  giunge  fra  loro,  a  seguito  d'una  es- 
pressa  richiesta,  Filippo  principe  di  Taranto,  fra- 
tello  del  re  Roberto,  col  figlio  Carlo  e  con  cinque- 
cento  cavalieri  (an.  1315),  117,  4-6  ;  vanno  con  que- 
sti  in  aiuto  di  Montecatini  assediata  da  Uguccione, 
ma,  venuti  con  questo  a  battaglia,  vengono  scon- 
fitti  in  un  sanguinoso  combattimento  in  cui  muoiono, 
insieme  a  molti  Fiorentini,  il  prinripe  Pietro,  fratello 
di  re  Roberto,  ed  il  principe  Carlo,  figlio  di  Filippo, 
9-35;  118,  1-8;  pacificati,  per  volonta  dello  stesso 
re  Roberto,  coi  Pisani  e  coi  Lucchesi,  stringono  con 
questi  una  lega  (an.  1317),  123,  32-39  ;  inviano,  in- 
sieme  ai  Senesi  ed  ai  Bolognesi,  aiuti  al  re  Roberto 
in  Lombardia  per  la  guerra  contro  Matteo  Visconti 
(an.  1319),  125,  36-40  ;  in  conseguenza  di  che,  Ca- 
struccio  signore  di  Lucca  viene  coi  Pisani  a  dare  il 
guasto  alle  loro  terre  di  Valdarno  prendendo  akuni 
castelli  (an.  1320),  126  ;  29-37  ;  saputo  poi  che  Ca- 
struccio  era  andato  verso  Genova  per  farla  ribel- 
lare  al  re  Roberto,  muovono  contro  le  sue  terre  della 
Valdinievole,  39-40  ;  127.  1-5  ;  si  alleano  col  march. 
Spinetta  Malespini  e  vanno  nuovamente  ad  oste 
contro  Castruccio,  attaccandolo  nella  Lunigiana  ed 
in  Valdinievole,  mentre  questi  alla  sua  volta,  alleatosi 
con  Pisa  ed  Arezzo,  toma  a  dare  il  guasto  alle  loro 
terre  di  Valdarno  (an.  1321),  37-42;  128,  1-5;  ricac- 
ciano  e  disperdono  i  Ghibellini  sbanditi  che  tenta- 
vano  di  entrare  di  furto  in  Colle  Valdehsa  (an.  1322), 
129,  24-27  ;  nello  stesso  anno,  poi,  riprendono  agli 
Aretini  dopo  lungo  assedio  il  castello  di  Camposelvole 
in  Valdambra,  130,  11-16  ;  ristabiliscono  la  loro  giu- 
risdizione  su  Casaglia  e  suUe  ville  di  Ampinana,  16- 
20  ;  vengono  ad  accordi  cogli  Ubaldini,  23-28  ;  man- 
dano,  ad  istanza  di  pp.  Giovanni  XXII,  nuove  forze 
per  la  guerra  contro  i  Visconti,  34-35  ;  e  mandano 
aiuti  ai  Pistoiesi  contro  Castruccio,  131,  2-5,  il  quale 
torna  di  nuovo  a  dare  il  guasto  alle  loro  terre  (an. 
1323),  132,  12-15 ;  accorrono  con  grande  esercito 
in  aiuto  di  Prato,  attaccato  dalle  forze  delle  stesso 
Castmccio,  che  si  salva  fuggendo,  in  grazia  dei  Gran- 
di  che  ne  impediscono  Tinseguimento,  18-29,  e  poco 
dopo  ritorna  a  devastare  le  loro  terre  senza  trovare 
resistenza  alcuna,  133,  31-36 ;  perdono  il  castello 
di  Trappola  in  Valdarno  occupato,  per  tradimento 
di  alcuni  dei  casteUani,  dai  Pazzi  e  dagli  Ubertini, 
134,  a-11 ;  ricacciano  da  Fucecchio  Castmccio  che 


aveva  tent^fp  d^impadronirsi  della  fortczza  con  uno 
stratagemma,  25-35  ;  chiedono  aJ  re  di  Francia  cin- 
quecento  soldati  nella  speranza  che  essi  non  tradis- 
sero  come  avevano  fatto  poco  prima  i  friulani,  135, 
1-4  ;  mandano  ordine  al  loro  Capitano  di  lasciare  il 
castello  di  Carmignano  da  lui  occupato  (an.  1324), 
136,  10-18 ;  ricacciano  e  sbaragliano  le  milizie  di 
Castraccio  venuto  a  far  preda  in  Castelfranco  di 
Valdamo,  20-26 ;  ottengono  dagli  Ubertini  il  ca- 
stello  di  Lanciolina,  138,  14-20;  fanno  costraire  in 
MugeUo  il  castello  di  Vicchio,  22-24  ;  tomano  ed  oc- 
cupare  Carmignano  che  si  di.  loro  volontariamente, 
30-33  :  richiesti  da  Filippo  Tedici,  signore  di  Pistoia, 
di  aiuti  per  difendersi  da  Castraccio,  mandano  soUeci- 
tamente  forze  a  guardia  della  detta  c,  139,  29-32  ; 
sconsolati  poi  per  la  triste  notizia  della  caduta  di  essa 
in  potere  dello  stesso  Castruccio,  nominano  loro  ca- 
pitano  di  guerra  Raimondo  di  Cardona,  concedendo 
a  lui  tutti  i  patti  richiesti  (an.  1325),  141,  17-24,  e 
con  questo  vanno  ad  occupare  il  castcUo  d'Artimino 
dei  Pistoiesi  e  ne  abbattono  le  mura,  26-30  ;  muo- 
vono  con  grande  oste  contro  Pistoia  e  prendono, 
nonostante  Tuscita  di  Castruccio  daUa  c.  con  tulte 
le  sue  forze,  Montefalcone  e  Cappiano,  32-35  ;  142, 
1-4  ;  battono  duramente  Castruccio  venuto  a  dare  U 
guasto  a  Prato  ed  a  Carmignano,  17-20,  ed,  avuti  gli 
aiuti  degli  amici,  gli  prendono  anche  Altopascio, 
30-33  ;  ma  poi,  pei  dissensi  dcUe  sette,  che  divide- 
vano  purtroppo  anche  i  combattenti,  non  s'accor- 
dano  tra  loro  sul  modo  di  proseguire  le  operazioni, 
33-."9  ;  e  vengono  quindi  sorpresi  da  Castruccio, 
che  aveva  ricevuto  intanto  aiuti  dagli  alleati,  e  ven- 
gono  sconfitti  ad  Altopascio  in  una  sanguinosa  bat- 
taglia,  143,  1-27;  Ca.stmccio  riprende  loro  Altopa- 
scio,  Montefalcone,  Cappiano  e  Carmignano  e  viene 
a  devastare  il  loro  contado,  29-32;  144.  8-27;  lo 
stesso  torna  a  saccheggiare  le  loro  terre,  in.sieme 
ad  Azzo  Visconti  che  voleva  vendicarsi  deU'£iuto 
da  loro  mandato  in  Lombardia  per  la  gucrra  contro  ' 
i  suoi,  29-37  ;  preoccupati,  quindi,  rafforzano  per  mi- 
sure  di  sicurezza  Fiesole  e  San  Miniato  al  Monte, 
chiedono  aiuto  al  re  Roberto  e  nominano  nuovo  ca- 
pitano  di  guerra  mesrer  Oddo  aUora  a  servizio  dei , 
Pemgini,  145,  4-7  ;  ma  Castmccio  toma  ancora 
a  depredare  il  loro  territorio,  18-26  ;  spintosi  pero 
sino  pr.  la  porta  della  c.  i  cittadini  corsi  alla  armli  lo 
ricacciano  e  mettono  in  fuga,  146,  23-25  ;  deliberano 
allora  di  dare  per  dieci  armi  la  signoria  della  c.a  Carlo 
duca  di  Calabria  figlio  del  re  Roberto,  27-35  ;  l47.  1-2; 
e  nominano  capitano  di  guerra  Piero  di  Narei  di 
Francia,  4-10  ;  ma  Castmccio  torna  tuttavia  di  nuo\t) 
contro  di  loro,  15-22;  148,  15-19 ;  giunge  fra  loro  Gual- 
tieri  di  Brienne,  duca  d'Atene,  quale  vicario  di  Carlo 
duca  di  Calabria,  signore  di  Firenze  148,  23-40  ;  giunge 
lo  stesso  Carlo  con  gran  seguito  di  principi,  bnroni  e 
milizie,  149,  15-40  ;  150,  1-3  ;  ma  con  grave  loro  di- 
sappunto  il  Duca  non  muove  punto  contro  Castruccio, 
5-11  ;  Carlo  parte  da  Firenze  lasciando  tra  loro,  romc 
suo  vicario,  Filippo  di  Sanginetto  (an.  1327),  154,26- 
33;  giunge  fra  loro  Beltramo  del  Balzo  con  cinquecento 


[Fiorentini] 


INDICE   ALFABETICO 


519 


cavalieri  quale  nuovo  vicario  del  Duca  di  Calabria  (an. 
1328),  157,  18-24  ;  vanno  col  detto  Beltramo,  fatto 
loro  capitano  di  guerra,  a  dare  il  guasto  al  territorio 
di  Pisa,  dove  si  trovava  allora  Lodovico  il  Bavaro, 
159,  28-32,  ed  a  quello  di  Lucca,  33-37  ;  fanno  pace 
coi  Pistoiesi  che  acccttano  tutte  le  condizioni  loro 
poste,  compresa  la  cessione  di  vari  castelli  e  la  guardia 
della  c.  (1329),  162,  14-22  ;  e  fanno  pace  coi  castelli  di 
Valdinievole,  35-38  ;  riprendono  le  ville  d'Ampinana 
in  Mugello  tolte  loro  dal  conte  Ugolino  di  BattifoIIe, 
163,  10-13  ;  muovono  contro  Montecatini,  occupato 
dalle  masnade  lucchesi.in  violazione  dellapacedi  Val- 
dinievole,  e  prendono  Monte  Vettolino,  16-23  ;  vanno 
col  loro  Capitano  a  devastare  il  territorio  pisano, 
giungendo  sino  airantiporto,  e  costringono  i  Pisani 
a  domandare  la  pace  ed  a  concedere  loro  ed  alle  loro 
merci  larghe  franchigie,  3-9  ;  sdegnati  per  la  vendita 
di  Lucca,  fatta  dalle  truppe  tedesche  che  Tavevano 
occupata  dopo  lo  morte  di  Castruccio,  a  Gherardino 
degli  Spinoli,  tentano  di  far  ribellare  a  questo  il  ca- 
stcllo  di  Collodi,  26-39  ;  viene  data  loro  la  guardia 
di  Serravalle  per  tre  anni,  164,  2-6  ;  tentano  invano 
di  prendere  di  sorpresa  il  castello  di  Montecatini, 
8-11  ;  Gherardino  degli  Spinoli,  signore  di  Lucca,  to- 
glie  loro,  con  gli  aiuti  dei  Pisani  e  del  marchese  Ma- 
lespini,  il  castello  di  Uzzano  (an.  1330),  165,  11-18  ; 
mandati  airaria  alfine  i  tentativi,  fatti  dal  detto  Ghe- 
rardino,  di  portare  aiuto  agli  assediati  di  Monteca- 
tini,  riescono  finalmente  a  costringere  il  castello 
alla  resa,  20-31  ;  166,  1-3  ;  viene  lolto  loro  il  CEstello 
di  Buggiano  dal  Gherardino,  10-19,  e  per  vendicarsi 
allora  di  questo,  chiesti  gli  aiuti  dagli  alleati.vanno  ad 
assediare  Lucca  accampandosi  a  mezzo  miglio  dalla  c. , 
21-26  ;  si  danno  loro  spontaneamente  alcune  terre  e 
castelli  dei  Lucchesi  di  Valdamo,  32-33  ;  167,  1-2  ; 
venduta  Lucca  dal  predetto  Gherardino  a  Giovanni 
re  di  Boemia,  viene  loro  notificata  la  cosa  dagli  am- 
basc.  di  que.sto  affinche  piaces.?e  di  togliere  rassedio, 

168,  24-30  ;  in  seguito  di  che,  dopo  maturo  esame  de- 
liberano  di  levare  il  campo  e  ritornano  a  Firenze, 
30-35  ;  saputo  Tarrivo  in  Lucca,  per  la  presa  di  pos- 
sesso  della  c,  del  Maniscalco  del  detto  re  Giovanni 
con  ottocento  cavalieri,  lasciano  anche  Borgo  di 
Buggiano,  Cozzile  ed  il  castello  di  Buggiano  stesso, 

169,  30-35  ;  Colle  di  Valdelsa,  liberatosi  dalla  signo- 
ria  dei  Tancredi,  si  da  loro  spontaneamente  pren- 
dendo  capitano  e  podesta  fiorentino,  170,  3-12  ; 
il  Maniscalco  del  pred.  Giovanni,  giunto  appena  a 
Lucca,  viene  a  devastare  con  le  sue  genti  il  loro 
contado,  169,  35-43  ;  scntendo  quindi  che  lo  stesso 
re  Giovanni  era  in  Lombardia  e  che  tentava  di  nnirsi 
col  legato  pontificio  di  Bologna,  stringono  lega  col  re 
Roberto  contro  il  suddetto  econtro  quelliche  s'uni^- 
sero  a  lui  (an.  1331),  170,  13-16  ;  vanno  in  aiuto  di 
Barga  assediata  dalle  genti  del  Vicario  del  detto  Gio- 
v.Tnni  ma  vengono  purtroppo  da  essc  affrontati  e 
sconfitti,  26-32  ;  viene  data  loro  per  un  anno  la  gusrdia 
della  citti  di  Pistoia  e  della  fortezza-di  Serravalle 
e  poi  confermata  per  altri  due  anni,  171,  13-18  ; 
vanno  in  aruto  dei  Pisani,  assediati  dai  Ghibellini 


fuorusciti,  e  costringono  questi  a  ritirarsi  ,  172,  4-8  ; 
deliberano  di  costruire  sulle  Alpi  degli  Ubaldini  una 
fortezza  e  di  chiamarla,  a  segno  della  loro  speciale 
predilezione,  Firenzuola  (an.  1332),  172,  10-14  ; 
stringono  lega,  insieme  al  re  Roberto,  coi  Visconti, 
coi  della  Scala  e  con  altri  Signori  deiritalia  setten- 
trionale,  contro  Giovanni  di  Boemia  e  contro  il  B.i- 
varo  e  contro  tutti  quelli  che  s'unissero  a  questi,  15- 
24  ;  mandano  aiuti  in  base  ai  patti  di  questa  lega, 
nonostante  i  replicati  incitamenti  in  contrario  del  Le- 
gato  pontificio,  al  Marchesc  di  Ferrara  173,  9-16  ; 
vanno  ad  oste  contro  Lucca  devastando  lungo  la  via 
Buggiano  e  Pescia,  ma  poi,  venuti  a  mancare  gli  aiuti 
degli  alleati,  sono  costretti  a  tornare  indietro  {an. 
1334).  176,  7-14  ;  vanno  di  nuovo  a  devastare  il  ter- 
torio  di  Lucca  e  rioccupano  il  castello  d'Uzzano  in 
Valdinievole.  21-24  ;  viene  data  loro  la  guardia  del 
castello  di  Pietrasanta  (an.  1335),  177,  35-39  ;  sa- 
puto  che  Mastino  della  Scala  aveva  avuto,  dal  Vi- 
cario  di  Giovanni  di  Boemia,  Lucca,  in  cambio  d'al- 
tre  terre  da  lui  cedute,  mandano  a  questo  ambasc. 
per  ricordare  che  la  detta  c.  spettava  a  loro  in  base 
ai  patti  della  lega,  118,  21-30  ;  si  danno  loro  sponta- 
neamente  alcuni  castelli  del  Vescovado  d'Arezzo  al- 
lora  in  mano  dei  Tarlati,  33-39  ;  Mastino  della  Scala, 
sdegnato  per  il  loro  rifiuto  d'aiuto  alla  guerra  che 
egli  voleva  fare  ai  Bolognesi,  manda  ]e  genti,  che  egli 
teneva  a  Lucca,  a  devastare  le  loro  terre,  179,  34- 
44  ;  180,  1-7  ;  vistisi  allora  cosl  traditi  dairalleato, 
nominano,  con  grandissima  Balia,  sei  ufficiali per  prov- 
vedere  alle  cose  di  guerra  e  quattordici  per  trovare  i 
denari  occorrenti  alla  bi.sogna,  9-12  ;  i  CoIIigiani  con- 
fermano  a  loro  Tincarico  della  guardia  del  castello 
per  altri  tre  anni  (an.  1336)  :  15-18  ;  saputo  che  Pie 
tro  Saccone  de'  Tarlati  d'Arezzo  aveva  chiesto  genti 
a  Mastino  della  Scala  per  combatterli,  e  che  queste 
erano  gia  giunte  a  Forll,  mandano  loro  forze  per  im- 
pedire  ad  e.sse  il  passo,  e  ne  mandano  poi  altre  alla 
frontiera  d'Arezzo  per  la  guerra  contro  gli  Aretini, 
21-26  ;  vengono  cacciati  con  inganno  da  Pietrasanta 
da  Mastino,  181,  l-IO  ;  vanno  ad  oste  insieme  ai  Pe- 
rugini  contro  Arezzo  devastando  e  saccheggiando  ogni 
cosa,  180,  29-38  ;  Mastino  manda  a  devastare  Cer- 
reto  Guidi  di  Valdarno,  181,  29-32,  inseguito  di  che, 
essi  stringono  lega  coi  Veneziani  contro  il  detto  Ma- 
•stino,  13-26  ;  respingono  e  mettono  in  rotta  pr.  Sam- 
miniato  le  forze  di  questo  venute  nuovamcnte  a 
danneggiare  le  loro  terre,  32-38  ;  182,  1-2;  ricostrui- 
scono  il  castello  di  Laterina  c  vi  lasciano  proprie 
forze  per  tenere  a  bada  gli  Arctini,  4-8  ;  vanno  con 
grarde  oste,  al  comando  di  Piero  de'  Rossi  da  Parma, 
capitano  della  lega  fatta  con  Venezia,  a  dare  il  gua- 
sto  al  territorio  di  Lucca,  e  sconfiggono  i  Lucchesi 
usciti  contro  di  loro,  prendendo  a  questi  anche  la 
bandicra  dello  .stesso  Mastino,  12-20 ;  tomano  con 
Orlando  de'  Rossi  da  Parma  loro  capitano  di  guerra, 
a  devastarc  e  sacchcggiarc  iil  territorio  di  I.U(ca, 
29-31  ;  Piero  df '  Tarlati.drtlo  « Sacronc  •,  dk  loro  la 
signoria  di  Arczzo,  183,  31-38  ;  vengono  n  concoidia 
coi  Pcrugini,  loro  alleati,  a  riguardo  di  Arczzo  c  dei 


520 


INDICE   ALFABETICO 


[Fieretatiai] 


caHtetli  arctini  (an.  1337)  184,  1-5 ;  aderiscono 
alla  lega,  da  loro  stretta  con  Venezia,  contro  i  signori 
della  Scala,  Aaizo  Visconti  e  Luigi  Conzaga,  c  poco 
dopo  anche  Carlo  figlio  di  Giovannj  di  Bocmia,  9-i8  ; 
vanno  nnovamente  ad  ostc  contro  Lucca  e,  dopo 
avcr  danneggiato  Buggiano  e  Pescia  c  posto  il  campo 
al  Ceruglio,  saccheggiano  e  devastano  il  suo  contado 
scnza  trovare  rcsistcnza  alcana,  18-30;  partecipano 
attivamerite  alle  lottc,  sostenutc  dalla  lcga  contr  i  si- 
gnori  della  Scala,  a  Padova,  a  Verona  cd  a  Vicenza, 
.12- 18  ;  )85,  ^--6  ;  informati  dagli  ambasc.  chc  i  Vene- 
ziani  avevano  concluso  la  pace  con  Mastino  della  Scala 
e  che  a  loro,  in  hiogo  di  Lncca,  coroe  era  nei  patti, 
erano  state  date  le  terre  di  Buggiano,  Pescia  ed  AI- 
topascio,  tentano  re.igire,  ma  poi  sono  costretti  ad  ac- 
tettarc  e  danno  quindi  ordine  al  loro  capitano,  Jacopo 
Gabrielli,  di  prendere  possesso  dei  detti  castelli  (an. 
1338),  28-39;  giungono  presso  di  loro  ambasc.  dci 
Signori  di  Lombardia,  facenti  parte  dclla  lega  con- 
tro  Mastino  della  Scala,  per  dolersi  della  pace  con- 
clusa  con  questo  a  loro  in.saputa,  186,  33-35  ;  man- 
dano  ambasc.  al  rc  Roberto  per  domandare  aiuti 
contro  i  Pisani  che  avevano  assediato  Lucca  (an. 
1340),  188,  1-8,  e,  falltta  questa  speranza,  mandano 
per  lo  stesso  motivo  ambasc.  anche  aIl'imperatore 
Lodovico  il  Bavaro,  suscitando  cosl  i  sospetti  del  re 
Robcrto  e  caiisando  quindi  notevoli  danni  ai  niimc- 
rosi  loro  mcrcatanti  sparsi  nelle  sue  terre,  9-19  ;  ca- 
dute  adunque  le  speranze  di  aiuti  da  parte  di  questi 
due,  decidono  di  andare  in  soccorso  di  I,ucca  con 
Ic  sole  forze  dcgli  amici  che  avevano  potuto 
raccogliere  (an.  1341),  190,  11-15  ;  ma  partiti  final- 
mente  col  loro  capitano  di  gnerra,  Malatesta  da  Ri- 
mini,  invece  di  correre  alla  liberazione  della  c,  pcr 
dono  il  tempo,  con  loro  grave  disappunto,  in  vani 
tcntativi  di  corrompere  le  milizie  tedesche  che  Pisa 
teneva  airassedio  della  detta  c.  (an.  1342),  191, 
15-35  ;  mentre  gli  Ubaldini  tolgono  loro  Firenruola, 
Tirli  e  Monte  CoIIareto,  e,  fanno  ribellare  molte  al- 
tre  terre  della  regione,  192,  10-23  ;  fallite  poi  le  spe- 
ranze  di  liberarc  Lucca  con  intrighi,  il  loro  Capitano 
si  decide  finalmente  a  muovere  con  le  sue  forze  alla 
liberazione  della  c.  assediata,  ma  purtroppo,  dopo  Iun- 
ghe  ed  inutili  schermaglie,  torna  indietro  col  danno  e 
la  vergogna,  38  — 193,  1-22 ;  scontenti  allora  pcr 
tutte  queste  cose,  nominano  il  Duca  d'Atene,  Gual- 
tieri  di  Brienne,  che,  tomato  in  quei  giorni,  per  in- 
vito  d'alcuni  concittadini,  in  Firenze,  aveva  com- 
battnto  valorosamente  nelle  file  del  loro  esercito, 
Gonservatore,  Capitano  della  gTiardia  della  c.  e  Capi- 
tano  di  gucrra,  35-37  ;  194,  4-34,  ed  approvano  poco 
dopo,  specie  per  grintrighi  dei  Grandi  e  di  alcune 
famiglie  di  popolani  rafforza<e  da  tutta  la  gente  mi- 
nuta,  la  nomina  di  questo  stesso  a  Signore  della  c, 
a  vita,  195,  29-40  —  196,  5-22;  stanchi  presto  pcr6, 
non  solo  per  la  sua  politica  fiscalc  e  per  le  sue  cru- 
delt&,  ma  anche  per  quella  dei  suoi  ministri,  scerdono 
in  piazza  armati  c  lo  costringono,  dopo  piii  giomi  di 
asscdio,  a  Insciarc  la  signoria,  mentre  contempora- 
neameate  proccdono  alla  nomina  d'una  commissionc 


di  quattordici  cittadini,  alla  qualc  affidano  Tincarico 
di  costituirc,  insieme  al  Vcscovo,  un  nuovo  govemo 
(an.  1343),  205,  34-42  ;  206, 1-8  ;  207,24-40  ;  208,  1-6  ; 
.  costituito  il  govemo  e  rcprcssi  infinc  i  tcntativi  di 
rivolta    dclla    gente    minnta,    tomano    ormai    liberi 
ad  occuparsi  dircttamente  dei  loro   affari  intcmi  ed 
esterni  e  rcstituiscono  al  contc  di  BattifoUe,  in  ri- 
conoscimento  dci  scrvizi  resi  loro  nclla  cacciata  del 
detto  Ehlca,  Ampinana,  Moncione  e  Baldischio,  215- 
26-39  ;  216,  1-28  ;  217,  14-15  ;  delibcrano  che  Arczzo. 
pagata  Tin'ammenda   per   la   stia   ribellionc,   resti   li- 
bera  e  che   Pietrasanta  passi  invece  al  \'escovo  di 
Lvni      15-25  ;  fanno  nna  imova  pace  coi  Pisani  non 
ritencndo  piii  valida  quella  fatta  con  loro  dal  Duca, 
27-34  ;  fanno  una  lega  coi  Sencsi,  coi  Pcnigini  c  co- 
gli  .\retini,  218,  13-14  ;  vengono  ad   accordi  con  Ma- 
stino  dcUa  Scala  su  qucllo  che  egli    dovcva  amora 
avere  pcr  la  compcra  di  Lucca  (an.    1344),  218,   15-20; 
in  risposta  al  Duca  d'Atcne,  chc  rcclamava  pr.  il  re  di 
Francia  rapprcsaglie  su  loro,  fanno  una  nuova  lcKge 
contro  di  lui,  220,  32-37  ;  221,  1-6  ;    stringono    Icp?. 
col  Vescovo  d'Arezzo,   15-19  ;  ricacciano  i  Pisani  chc 
avevano  tentato  d'impadronirsi  con  intrighi  di  Fu- 
cecchio   (an.    1345),   223,   35-40  ;   224,    1-3  ;  vengono 
nuovamentc  ad  accordi  con  Mastino  della  Scala  fuI 
suo   crcdito   ancora   incsatto,    11-19;    vengono  deri- 
mati  da  una  spaventosa  pcstilcnza,  chc,  dal  marzo 
al  scttembrc,  mietc  fra  loro  numerose  vittirae  ascesc 
nella  sola  c.  a  circa  novantascimila  (1348),  230,  9-3S  ; 
231,  1-2  ;  232,  1-29  ;  vanno  contro  gli  Ubaldini  chc, 
nonostante  i  prcccdenti  ammonimenti,  avevano  spo- 
gliato  ed  ucciso  un  mercante   fiorentino,  e  li  crjstrin- 
gono  a  venire  ad  accordi  ed  a  cedere  loro    i    castclli 
(an.  1350),  233,  18-27  ;  234,  25-34  ;  muovono  ad  »ste 
contro   Prato.   divenuto   rifugio   degli   sbanditi     fio- 
rentini  che  devastavano  le  loro  terrc,  e,  vcnuti  ad 
accordi  col  re  Luigi  e  con  la  regina  Giovanna  di  Na- 
poli,  signori  del  luogo,  Tannettono  al  loro  contado  con 
grande  letizia  di  tutti  (an.  1350),  234,  34-41  ;  235,   1- 
6  ;  vaimo  ad  ostc  per  le  stesse  ragioni  contro    Pistoia 
e  costringono  i  Pistoiesi  a  sottomettersi    (an,    1351), 
236,  2-12  ;   assaliti  da   Galeazzo   Visconti,   nipote  c 
capitano  dtlVA  r  c  i  v  .  Giovanni,  signorc  di  Mi- 
lano,  che,  partitosi    con    le  snc  genti    da    Bologna, 
era  vcnuto  ad  accamparsi  a  Peretola,  nominano  venti 
cittadini  affinchfe  provvcdano   ai   fondi  neccssari  ed 
altri  qnattro  ai  quali  affidano  i  gonfaloni  e  la  difesa 
della  c,    18-38  ;   237,    1-27  ;   inviano  nuove  gcnti  a 
rafforzare  il  presidio  del  castello  di  Scarperia  in  Mu- 
gcllo  chc   il  detto   Galeazzo,   tolto  furtivamente    il 
campo  da  Perctola,  s'era  portato  ad  assediare,   30- 
37  ;  238,  22-29  ;  239,  1-16  ;  inviano  ambasc.  a  N?poIi 
per  rincoronazione  del  re  Lnigi  e  dclla  rcgina  Gio- 
vanna  (an.   1352),  241,    14-21  ;    vengono  a  danneg- 
giare  Ic  loro  terre  le  milizie  di  ventura  del  conte  Lando 
che  il  Comune  allontana,  vencndo  con  essc  ad  accordo 
c  ver.-ando  loro  ver  ticinqucmilr.  fiorini  (?n.  1353),  244, 
36-41  ;  245,  1-10  :  cominciano  tra  loro  i  primi  p?Icsi 
contrasti  tra  gli  AlWrzi  cd  i  Bicci,  12-23  ;  in  segnito  »1- 
rapprovazionc  della  leggc,  presentatii  dai  partigiani 


[Fiorentini] 


INDICE   ALFABETICO 


521 


dei  Ricci,  vietante  ai  Ghibellini  ogni  Tifficio  pubblico , 
tornano  a  risorgere  in  mezzo  a  loro  le  fazioni  cd  a 
riaccendersi,  fra  le  accuse  reciprocne,  i  dissidi  e  gli 
odi  (an.  1354),  246,  33-44  ;  247,  1-15  ;  versano  al- 
rimperatore  Carlo  IV,  che  essi  ritenevano  sceso  in 
Italia  per  abbattcre  il  Signore  di  Milano  e  gli  altri 
tiranni  lombardi,  centoventimila  fiorini,  ma  con  loro 
disappunto,  vedono  invece  questi  venire  con  essi  ad 
accordi  e  muovere  poi,  come  nota  con  ironia  lo  Ste- 
fani,  a  rifornire  le  sue  casse  esauste  coi  denari  d'altri 
Comuni  toscani,  17-22;  24-30  ;  dai  Capitani  di  Partc 
guclfa  si  comincia,  in  base  ai  poteri  loro  conferiti 
con  .-peciale  legge,  ad  ammonire  i  cittadini,  ritenuti 
ghibellini,  a  non  prendere  piii,  sotto  minaccia  di  gravi 
pene,  alcun  ufficio  (an.  1357),  251,  12-37  ;  tomano  a 
saccheggiare  il  loro  contado  le  milizie  di  ventura  del 
conte  Lando  e  del  conte  Broccardo  che  questa  volta, 
pcr6,  per  le  loro  ruberie,  vengono  dai  contadini  to- 
scani  e  romagnoli  sanguinosamente  decimate  (an. 
1358),  252,  38-44  ;  253,  3-18;  sdegnati  per  quanto 
i  Pisani  avevano  fatto  contro  alcuni  loro  concittadini 
a  Pietrabuona,  vanno  con  Toste  a  depredare  le  loro 
tene  di  Valdera  (1362),  260.  32-45;  261,  1-13;  ma 
alla  loro  volta  i  Pisani  vengono  a  dare  il  guasto  e  a 
saccheggiare  le  terre  di  Campi  e  di  San  Donnino  (an . 
1363),  15-22;  preoccupati  degli  strascichi  che  Tap- 
plicazione  della  legge  deirammonire  lasciava  dietro  di 
s6,  viene  fatta  approvare,  per  proposta  di  Uguccione 
de'  Ricci,  una  riforma  con  maggiori  freni  (an.  1366), 

263,  8-24  ;  ma  nonostante  questo  la  serie  dei  citta- 
dini  ammoniti  continua,  26-30  ;  giungono  lettere  de- 
gli  ambasc.  inviati  pr.  Urbano  V  che  informano  del- 
rindignazione  del  pp.  contro  di  loro  per  la  mancata 
promessa  di  lega  contro  Bemabi  Visconti  (an.  1367). 

264,  3-5  ;  265,  1-5  ;  266,  1-7  ;  mandano  ambasc. 
airimperatore  Carlo  IV,  8-9  ;  267,  1-2  ;  pressati  dai 
reclami  del  detto  imperatore  e  dalle  milizie  del  Pa- 
triarca  d'Aquileia,  venute  da  Lucca  a  devastare  11 
loro  contado,  vengono  con  lui  a  nuovi  accordi  ver- 
sandogli  altri  cinquantamila  fiorini  d'oro    (an.  1368) 

269,  3-5  ;  15-29  ;  riusciti  vani  i  tentativi  di  ricon- 
durre  airobbedienza  Samminiato  al  Tedesco,  vanno 
col  loro  capitano  di  guerra,  Giovanni  Malatacca,  ad 
assediare   il   detto   castello   (an.    1369),   269,     37-38  ; 

270,  1-16;  scoppiano  tra  loro  dissensi  e  brighe  tra 
gli  awersari  ed  i  partigiani  della  lega  con  la  Chiesa, 
18-27  ;  viene  ad  accamparsi  pr.  Borgo  a  Cascina, 
mandato  da  Bernab6  Visconti  contro  il  loro  esercito 
che  as.sediava  Samminiato,  Giovanni  Acuto  con  la 
^ua  conipagnia,  37-38  ;  271,  1-3  ;  muovono  contro 
le  dette  milizie,  ma  vengono  battuti,  15-18  ;  sgomenti 
allora  per  la  sconfitta,  nominano  nuovo  capitano  di 
guerra,  pr.  Tesercito  che  continuava  a  tenere  asse- 
diato  Samminiato,  Roberto  dei  conti  Guidi  da  Poppi, 
33-26,  ma  preoccupati  gravemente  di  vedersi  soli,  si 
dccidono  alfine  ad  acconsentire  alla  lega  con  Urbano 
V  contro  Bernab6  Visconti,  per  stringere  la  quale 
vengono  subito  inviati  al  pp.  ambasc,  27-38  ;  272, 
1-8  ;  prendono  finalmente  Samminiato  e,  fatti  pri- 
gionieri  quelli  clie  avevano  maggiormente  .spinto  alla 


resistenza,  li  mandano  a  Firenze  dove  vengono  giu- 
stiziati  ed  i  loro  cadaveri  straziati  dalla  folla,  10- 
40  ;  273,  1-3  ;  mentre  intanto  l'Acuto,  fallite  le  spe- 
ranze  di  movimenti  interni  nella  c,  toglie  il  campo 
dal  loro  contado  e  se  ne  ritoma  in  Lombardia,  271  , 
38  ;  272,  1-8,  273,  6-16  ;  conchiusa  la  detta  lega  col 
pp.  mandano  milizie  in  Lombardia  contro  Bernabo, 
Visconti  (an.  1370),  274,  18-22,  il  quale  alla  sua  volta 
manda  genti  contro  di  loro  per  la  via  di  Sarzana 
che  per6  si  sciolgono  e  disperdono  lungo  la  strada  per 
mancanza  di  vettovaglie,  275,  25-28  ;  i  Capitani  di 
Parte  guelfa  riprendono,  per  opera  specialmente  di 
Piero  di  Filippo  degli  Albizzi,  salito  ormai  per  la  lega 
con  la  Chiesa  al  sommo  della  potenza,  la  serie  delle 
ammonizioni,  267,  34-45  ;  277,  3-10  ;  ed  i  Ricci  co- 
minciano  a  venire  in  odio  della  cittadinanza  perchfe 
esssi  sembrano  a  questa  aver  fatto  ormai  tutto  una 
cosa  cogli  Albizzi  (an.  1371),  22-24  ;  39-43  ;  278, 
1-4  ;  spauriti,  quindi,  i  buoni  uomini  ed  i  mercanti  per 
Tunione  che  s'andava  sempre  piii  stringendo  tra  ln 
setta  dei  Ricci  e  quella  degli  Albizzi  nei  riguardi 
deirammonire,  parendo  loro  esser  divenuti  schiavi 
di  queste  due  sette,  cominciano  a  ragionare  tra  loro 
segretamente  come  uscire  da  qnesta  servitil,  25-31  ; 
279,  34-35  ;  280,  1-21  ;  repressa  poi  airintemo  la 
protervia  delle  dne  sette,  nominano  loro  capitano 
di  guerra  Obizzo  da  Monte  Carugli  e  vanno  contro  gli 
Ubaldini,  che  avevano  ripreso  a  depredare  i  passanti 
per  le  loro  terre,  e  riescono  a  riprcndere  finalmcnte 
a  questi  Firenzuola,  a  togliere  molti  castelli  e  ad 
avere  inoltre  nelle  mani  il  conte  Mainardo  che  fanno 
decapitare  (an.  1373),  286,  9-41  ;  richiesti  dal  Card. 
di  Bologna  [Noellet  Gvglielmo  (».)]  e  dairAbate  di 
Montemaggiore,  \Puy  (de')  Gerardo  card.  (v.)  signore 
di  Peragia,  di  un  prestito  di  centomila  fiorini  in  fa- 
vore  di  Giovanni  Acnto,  rispondono  di  non  essere 
in  grado  di  poterlo  fare  (an.  1375).  292,  17-28,  ma 
sapnto  che  il  detto  Acuto  s'era  mosso  da  Bologna 
con  la  sua  Compagnia  diretto  contro  le  loro  tcrre  e 
che  in  Prato  s'era  tramato  in  suo  favore,  dccidono 
di  venire  pel  momento  ad  accordi  diretti  con  hii, 
29-35  ;  il  quale,  poi,  ricevuti  da  loro  centotrentamila 
fiorini,  si  ritira  dal  loro  contado  e,  dopo  aver  fatto 
scorrerie  nel  territorio  dei  Pisani  e  dei  Senesi,  esi- 
gcndo  altre  taglie,  se  ne  ritoma  a  Bologna,  35-38  ; 
indignati  allora  per  tutte  queste  cose,  avvenute  ad 
opera,  come  essi  ritenevano  indubbiamente,  dei  due 
pred.  Pastori  della  Chiesa,  stringono  contro  di  essi 
una  lega  coi  Comuni  della  Toscana  e  con  Bernab6 
Visconti  e  nominano  otto  cittadini  con  grandissima 
e  piena  Balia  a  far  leghe,  gucrrc  e  pace,  292,  39  ; 
293,  1-11  ;  17-24  ;  e  per  provvedere  poi  ai  denari 
occorrcnti  per  le  spese,  cni  si  doveva  sottostare  per 
colpa  dei  detti  Pastori,  nominano  appositi  ufficiali 
che  dovessero  imporre  prestiti  ai  chierici  ed  alle 
Chiese  e  vendcrne  i  beni,  11-16  ;  28-32  ;  costituita  la 
lega,  deliberano,  sotto  la  direzione  degli  Otto  di  Balia 
pred.,  d'iniziare  la  lotta  per  liberare  le  terre  dal  do- 
minio  della  Chiesa  ed  inviano  quindi  a  Perugia,  ad 
Orvieto,  a  Viterbo,  ed  in  altri  luoghi  del  Patrimonio, 


522 


INDICE   ALFABETICO 


[Fiorcnlioi  | 


loro  cmissari  che  in  breve  snscitano  in  queste  terre 
rivolto  e  vi  costituiscono  liberi  Comuni,  32-37  ;  294, 
1-4  ;  ma  interventxto  nella  lotta  Gregorio  XI,  chc  in- 
terdice  Firenze  e  scomunica  tutti  i  cittadini  insieme 
a  quelli  che  in  terre  straniere  osasscro  ospitarli,  pur- 
troppo  i  loro  mercanti  sparsi  pcl  mondo,  costretti  da 
questa  scomunica  ad  uscire  da  quasi  tutti  gli  Stati 
con  la  rovina  dei  propri  afiari,  vengono  gravemente 
danneggiati,  4-20  ;  non  domi,  per6,  mandano,  a  mezzo 
dei  pred.  Otto  di  Balia,  loro  segreti  emissari  anche  a 
Bologna  per  vedere  di  liberare  anche  questa  c,  dal  do- 
minio  della  Chiesa,  295,  19-24  ;  e,  saputo  che 
essa  s'era  ribellata  finalmente  ed  aveva  costituito  un 
governo  libero,  vi  mandano  loro  ambasc.  e  milizie  per 
presidiarlo  e  per  stringere  con  esso  una  lega,  26-29  ;  no- 
nostante  Tinterdetto  e  la  scomunicasi  nota  per6  in 
tutti  un  fervore  religioso  maggiore  di  quando  si  tene- 
vano  le  sacre  funzioni  tanto  da  far  sembrare,  come 
dice  lo  Stefani,  che  si  volesse  quasi  vincere  ed  umi- 
liare  il  pp.,  32-40  ;  296,  1-7  ;  desiderosi  alfine,  per6,  di 
por  termine  alla  guerra,  mandano  ambasc.  al  pp.  in 
Avignone  per  trattare  la  pace  (an.  1376),  21-30 ;  masa- 
puto  che  essi  erano  stati  respinti  dal  pontefice  Gre- 
gorio  e  che  era  stata  inviata  da  questo  contro  di  loro 
una  Compagnia  di  Brettoni,  mandano  in  fretta  loro 
speciali  Icgati  a  stringere  nuove  leghe  coi  Signori  e  coi 
popoli  vicini,  e,  nominato  poi  il  Capitano  di  guerra, 
lo  inviano  senz'altro  con  le  forze  della  lega  alla  volta 
dei  minacciati  confini,  30-39  ;  297,  7-15  ;  s'assicu- 
rano  ralleanza  e  Tamicizia  di  molte  Comunita  sui 
confini  della  Romagna,  garentendo  loro  la  liberta, 
ma  perdono  per6,  in  questa  stessa  regione,  la  terra 
di  Portico,  da  tempo  sotto  la  loro  giurisdizione,  senza 
poter  riuscire  poi  a  riprenderla  nonostante  le  forze 
li  inviate  a  questo  scopo,  297,  34-41  ;  298,  1-31  ;  a 
togliere  definitivamente  il  pericolo  che  i  Brettoni 
inviati  contro  di  loro  dal  Pontefice  (che  essi  ave- 
vano,  appena  giunti  presso  Bologna,  cominciato  a 
tenere  abilmente  a  bada)  potessero  unirsi  alla  Com- 
pagnia  di  Giovanni  .\cuto,  s'accordano  coi  Bolo- 
gnesi  per  assoldarli  essi  stessi,  prendendone  ciascuno 
una  parte,  299,  19-31  ;  300,  7-16  ;  e  procedono  quindi 
senz'aItro,  a  mezzo  dello  Stefani,  che  si  trovava  al- 
lora  a  Bologna  quale  ambasc,  alla  conclusione  del 
contratto  d'arruoIamento  della  loro  quota,  18-23  ; 
cf.  '■  CXI,  1-13  „  ;  ma  la  Parte  guelfa,  dove  s'erano 
annidati  gli  oligarchi  delle  due  sette  cacciati  dagli 
uffici  pubblici,  approfittando  dei  danni  e  lutti  por- 
tati  dalla  guerra  —  che  essa  andava  dicendo  voluta 
dagli  Otto  di  Balia  e  dal  governo  popolano  —  ac- 
centua  la  lotta  contro  di  questi  facendo  colpire  con  le 
ammonizioni,  a  mezzo  dei  suoi  Capitani,  le  persone 
ad  essi  piii  notoriamente  favorevoli,  25-35  ;  ed  a  di- 
sarmare  ed  a  tenere  meglio  a  freno  gli  avversari,  poi, 
tenta  di  far  togliere  il  diritto  di  presentare  petizioni 
per  fare  dei  Grandi  e  nomina  in  ogni  quartiere  suoi 
confidenti  e  difensori  in  mezzo  allo  sgomento  di  tutti 
i  cittadini,  301,  6-12  ;  36-42  ;  302,  1-25  ;  purtuttavia, 
essi  mandano  nuove  forze  contro  Giovanni  degli  Ubal- 
dini,  che  seguitava  a  contraatare  loro  Portico,  e  contro 


il  conte  Francesco  di  Dovadola  suo  cognato,  che  con 
tinuava  a  fare  scorrerie  contro  le  loro  terre,  ma  senza 
poter  neanche  questa  volta  per6  riprendere  Portic 
e  sconfiggere  il  Dovadola,  28-4! ;  303,  1-5  ;  cf.  "  CXI, 
17-24  ,,  ;  giunge  tra  loro  a  predicare  la  pace  con  la 
Chiesa  Caterina  da  Siena  accolta  dalla  Parte  guelfa 
con  ostentati  onori  (an.  1377),  306,  6-20,  mentre  i  con- 
fidenti,  i  difensori,  i  capi  della  Parte  ed  istigatori  del- 
Tammonire,  s'insediano  in  mezzo  a  loro  come  bargel- 
letti  ed  il  numero  dei  cittadini  ammoniti  cresce  quindi 
ogni  giomo  piii,  307,22-43  ;  308,  1-13  ;  309,  1-12;  ca- 
sicchfe  i  Capitani  della  Parte  stessa,  poi,  divenuti  in  se- 
guito  ad  una  riforma  della  sua  costituzione  signori  as- 
soluti  di  essa,  tentano  d'imporsi  come  tali  anche  suUa 
c.  e  sui  cittadini  con  terrore  e  sgomento  di  tutti,  36- 
38  ;  310,  1-11  ;  22-41  ;  nella  speranza  di  poter  porre 
fine  una  buona  volta  alla  guerra  con  la  Chiesa,  inviano 
di  nuovo  ambasc.  a  Gregorio  XI  che,  mediante  i 
buoni  uffici  di  Bernab6  Visconti,  possono  iniziare  fi- 
nalmente  coi  Legati  del  Pontefice  a  Sarzana  le  desi- 
derate  trattative,  311,  3-6;  awenuta  poi  la  morte 
di  Gregorio  e  la  nomtna  di  Urbano  VI  a  suo  succes- 
sore,  mandano  subito  nuovi  ambasc.  pr.  di  qviesto 
per  riprendere  con  lui  le  interrotte  trattative  (an. 
1378),  26-39  ;  312,  1-39  ;  313,  38-45  ;  314,  1-5  ; 
sbigottiti  per6  i  buoni  uomini  ed  i  mercatanti  per 
Taudacia  dei  Capitani  pred.,  che  avevano  fatto  am- 
monire  Giovanni  Dini,  uno  degli  Otto  di  Balia,  ei 
spauriti  pel  numero  sempre  crescente  dei  cittadiii- 
ammoniti,  cominciano  a  trattare  tra  loro  scgreta- 
mente  ed  a  raccogliersi  intorno  a  Salvestro  de'  Me- 
dici,  noto  avversario  della  detta  Parte  e  della  lo^gi- 
deirammonire.  che  doveva  essere  nel  raaggio  Gonfa- 
loniere  di  Giustizia,  40-42;  315,  1-13;  22-40;  316, 
1-30  ;  salito  airufficio  di  Gonfaloniere  il  pred.  Sal- 
vestro,  subito  i  Capitani  della  Parte,  che  Tavevano 
in  sospetto  e  lo  tenievano,  cercano  di  disarmarlo  ve- 
nendo  con  lui  ad  accordi,  315,  13-22;  316,  33-43; 
317,  1-3  ;  ma,  avendo  poi  questi  stessi  violato  pocn 
dopo  i  patti,  Turto  scoppia  allor.n  violento,  in  scguit 
di  che,  a  petizione  del  pred.  Salvestro,  vengono  rist.i 
biliti  contro  i  Grandi  per  un  anno  gli  Ordini  di  Giusti- 
zia  e  vengono  gli  stessi  privati  d'ogni  ufficio  per 
venti,  5-48  ;  318,  1-32  ;  saputosi  poi  che  la  Parti 
stava  preparando  la  riscossa,  il  popolo  e  le  Art: 
corrono  di  nuovo  alle  armi  e  riversatisi  nei  vari  quar 
tieri  danno  alle  fiamme  le  casc  dei  piu  noti  capi  ed 
istigatori  della  Parte  stessa  e  della  lcgge  deirani- 
monire,  40-41  ;  319,  1-45;  320,  1-20;  sbaragliate,  poi, 
e  disperse  dal  Podesta  le  turbe  incomposte  di  popol. 
minuto  che,  approfittando  dei  prcd.  moti,  s'eran' 
date  a  saccheggiare  Chiese  e  Conventi,  e  ristabilito 
Tordine  e  la  calma  tra  il  popolo,  viene  nominata  una 
commissione  di  ottantuno  cittadini  affinch^  riveda  le 
ammonizioni  dal  1354  in  poi,  revochi  i  bandi  dei  con- 
finati  non  ribelli  e  proceda  alla  punizione  dei  colpe- 
voli,  10-18,  lavoro  che  la  detta  commissione  inizia 
immediatamente  e  continua  poi  sotto  il  nuovo  Prio- 
rato,  entrato  in  carica  otto  giorni  dopo  col  1"  luglio, 
25-38  ;  321,  1-35  ;  giungono  finalmente  tra  loro  let- 


Fiorentini] 


INDICE  ALFABETlCO 


523 


tere  degli  ambasc.  inviati  a  Roma,  che  animnziano 
la  conclusione  della  pace  cou  !a  Chiesa,  322,  1-4  ; 
mentre  i  miovi  Priori  sono  intenti  alla  prosecuzione 
dei  lavori  suddetti.scoppiano  tra  la  cittadinanza  nuovi 
tumulti,  in  seguito  ai  quali  gli  operai  piii  umili  del- 
TArte  della  Lana,  detti  comunemente  Ciompi,  scesi 
dapprima  in  piazza  armati  per  reclamare  una  propria 
Arte  e  propri  consoli,  si  danno  poi  ad  incendiare  le 
case  del  Gonfaloniere  di  Giustizia  e  di  altri  cittadini, 
ritenuti  loro  avversari,  e  s'impadroniscono  del  po- 
tere,  ponendovi  a  capo  il  cardassiere  Michcle  Di 
Lando  da  loro  creato  Gonfaloniere,  322,  4-43 ;  326 
1-6  ;  i  buoni  uomini  ed  i  mercatanti,  che  ai  primi 
moti  erano  fuggiti  in  campagna,  conosciuti  i  dissidi 
scoppiati  tra  i  Ciompi  stessi  ed  il  malgoverno  che  essi 
stavano  facendo  di  tutto,  tornano  in  c.  e,  presi  gli 
accordi,  scendono  in  piazza  armati,  insieme  alle  Arti, 
e  cacciano  i  Ciompi  dal  potere  e  dalla  c.  stessa,  ri- 
stabilendo  il  governo  da  essi  abbattuto,  che  procede 
senza  indugio  alla  restaurazione  deU'ordine  ed  alla 
condanna  dei  responsabili  dei  perturbamenti  pas- 
sati,  332,  30-39  ;  337,  1-22  ;  preoccupati  poi  per  le 
voci  di  scoperte  di  trame  contro  lo  Stato  e  per  le 
numerose  condanne  ad  esse  seguite,  nominano  nna 
commissione  di  trentuno  cittadini  per  la  pacificazione 
degli  animi,  338,  6-40  ;  341,  15-39  ;  richiesti  d'aiuto 
da  Bernab6  Visconti  per  combattere  insieme  le  Com- 
pagnie  di  ventura  di  Giovanni  Acuto  e  del  conte 
Lucio,  cui  s'accostava  anche  quella  italianadi  S.  Gior- 
gio,  non  ritenendo  il  momento  punto  indicato  per 
guerre,  mandano  ambasc.  al  Visconti,  come  anche 
ai  due  pred.  condottieri,  per  ricondurli  a  pace  tra 
loro  (an.  1379),  40-44  ;  342,  1-5  ;  e  vengono  ad  ac- 
cordi  poi  con  la  Compagnia  di  S.  Giorgio  la  quale, 
dietro  il  versamcnto  di  diecimila  fiorini,  s'impegna 
per  un  anno  e  mezzo  di  non  venire  contro  le  loro 
terre,  nfe  contro  quelle  dei  loro  alleati,  5-15  ;  assol- 
dano,  per  maggiore  sicurezza,  le  Compagnie  deirA- 
cuto  e  del  conte  Lucio,  345,  1-19  ;  scopertesi  nuove 
congiure  contro  lo  Stato  che  portano  a  niiove  con- 
danne,  tornano  i  loro  animi  nuovamente  a  dividersi 
ad  opera  specialmente  di  una  certa  setta  che  accusa 
e  biasfma  il  capitano,  Cante  de'  Gabrielli,  di  eccessivo 
rigore  verso  la  gente  minuta  e  di  troppa  larghezza  e 
longanimita  invece  verso  quella  ricca  e  potente,  343, 
40-43;  344  1-40;  345,  l-n  ;  348,  l-ll ;  i  Ciompi  e 
gli  sbanditi  fiorentini,  di  stanza  a  Siena,  escono  dalla 
c.  e  tentano  un  colpo  di  mano  :u  Figline  per  muovere 
poi  di  qua  contro  Firenze,  ma  il  tentativo  viene  fru- 
strato  e,  mentre  quindi  si  manda  a  Siena  un'amba- 
sceria  per  dolersi  della  cosa,  i  colpevoli  vengono  im- 
mediatamente  processati  e  condannati  dal  Capitano, 
il  quale,  purtroppo,  suscita  contro  di  s^,  per  le  sne 
condanne,  anche  questa  volta,  malumori  e  risenti- 
menti  non  solo  nella  setta  surricordata,  ma  anche 
fra  gli  artefici  che  lo  accusano  e  biasimano  pubbli- 
camente  di  parzialit^  verso  i  ricchi  e  i  potenti,  349, 
26-40,  — 351,  1-40  ;  scopertasi  una  nnovae  piii  vasta 
congiura,  contro  lo  Stato,  ordita  dai  Ciompi  e  dai 
Guelfi  fiorentini  sbanditi,  in  accordo  con  la  brigata 


di  Carlo  di  Durazzo,  accampata  allora  pr.  Bologna, 
vengono  presi  per  sospetti  di  complicita,  insieme  ad 
altri  di  famiglie  poco  note,  Piero  di  Filippo  degli  AI- 
bizzi,  Cipriano  di  Lippozzo  Mangioni,  Bartolo  di  Gia- 
como  Siminetti,  Filippo  di  Biagio  degli  Strozzi, 
Donato  de'  Barbadori,  Carlo  Mangioni,  Lorenzo  di 
Giovanni,  Francesco  di  Simone  e  Giovanni  di  Piero 
Anselmi,  tutti  confinati  di  famiglie  ricche  e  potenti 
che,  mentre  il  popolo  e  le  Arti  si  levano  in  armi  re- 
clamando  insistentemente  la  loro  coadanna  a  morte 
vengono  fatti  tutti  decapitare,  353,  35-41  ;  355,  20-4 1 
—  360,  1-9  ;  chiuse  alfine  le  esecTizioni  capitali  e  le 
altre  condanne  minori,  dai  niiovi  Priori,  insieme  ai 
Consigli,  si  cerca  con  prowedimenti  vari  di  ricondurre 
la  pace  e  la  concordia  tra  i  cittadini,  9-34  ;  361,  1-38  ; 
362,  10-40  ;  365,  1-40  ;  366,  1-9  ;  giunta  notizia  che 
la  Compagnia  di  S.  Giorgio  (cui  s'erano  uniti  con  le 
loro  genti  Giannotto,  Siniscalco  di  Carlo  di  Dnrazzo, 
comandante  della  brigata  di  cui  tanto  s'era  parlato 
durante  Tultimo  processo  per  congiure  contro  lo 
Stato,  e  Guglielmo  Filibach)  si  trovava  nel  territorio 
senese  e  minacciava  di  venire  contro  Firenze,  nono- 
stante  i  patti  da  essa  firmati,  mandano  pr.  di  questa 
come  ambasc.  il  cronista  Stefani  per  ricordare  ad 
essa  i  patti  pred.  e  per  riconfermarli  per  altri  due 
anni,  11-18  ;  38-39;  367,  34-40  ;  ma  la  Compagnia  di 
S.  Giorgio  e  le  brigate  di  Giannotto  e  di  Filibach,  pro- 
traendosi  a  lungo  senza  nna  conclusione  le  tratta- 
tive  con  i  rappresentanti  pr.  di  loro  inviati,  tolgono 
il  campo  dal  territorio  senesc  e  muovono  contro  quello 
fiorentino  (an.  1380),  368,  34-42,369,  1-2;  ed  il  pred. 
Giannotto,  che  aveva  nella  sua  brigata  numerosi 
Ciompi  e  sbanditi  fiorentini,  cui  aveva  promesso  di 
ricondurli  in  patria,  fallite,  per  le  sue  pretese,  le 
trattative  coi  rappresentanti  fiorentini,  muove  contro 
Firenze  spingendosi  sino  a  circa  due  migiia  dalla 
c.  danneggiandone  il  territorio,  ma  viene  ricacciato 
e  battuto  dal  Conte  Averardo,  accorso  con  le  lance  a 
soldo  del  C^mune  da  Malmantile,  19-41  ;  371,  11-29  ; 
nominano  loro  capitano  Giovanni  Acuto  con  larga 
provvigione  che  non  riesce  a  tutti  gradita,  39-48 ; 
tornano  gli  ambasc,  inviati  pr.  il  Re  di  Ungheria 
e  pr.  Carlo  di  Durazzo,  per  dolersi  dei  danni  ar- 
recati  nel  loro  territorio  da  Giannotto,  Siniscalco 
di  esso  Carlo  con  la  sua  brigata,  che  riferiscono  il 
rammarico  del  Re  c  di  Carlo  e  le  loro  assicurazioni 
per  l'awenire,  375,  40-41  ;  376,  1-15  ;  giunge  pr.  di 
loro  il  vescovo  di  Giavarino,  inviato  dal  Re  di  Un- 
gheria  e  dal  pred.  Carlo,  per  chiedere  la  conclusione 
di  una  lega  con  Carlo  stesso,  contro  la  Regina  Gio- 
vanna,  ed  un  prestito,  ma  non  ottiene  altro  che  buone 
parole  e  vaghe  promesse,  18-34  ;  stringono  lega  coi 
Senesi,  coi  Pisani  e  coi  Luccnesi  ed  inviano  lo  Stefani 
pr.  i  Bolognesi  per  sollecitare  questi  ad  aderire  alla 
lega  stessa,  36-40 ;  377,  1-4  ;  mandano  ambasc.  a 
Rimini  pr.  Carlo  di  Durazzo  (vemito  in  Italia  con 
cinquemila  Ungheri  per  essere  incoronato  in  Roma 
e  mnovere  poi  contro  la  Regina  Giovanna  alla  con. 
quista  del  Regno)  con  ricchi  doni  che  non  vengono 
per6  da  Carlo  pnnto  accettati,  378,  6-14  ;  il  <}uale 


524 


INDICE  ALFABETICO 


[Pi«rcntiatUii'] 


Carlo,  partitosi  poi  coi  snoi  Ungheri  da  Hiniini  e  impa- 
dronitosi  di  Gubbio  e  d'Arezzo,  mnove  contro  di 
loro  venendosi  ad  accampare  nel  contado,  dove 
viene  raggiunto  dagli  ambasc.  da  loro  inviati  solle- 
citamente,  per  venire  con  hii  ad  accordi,  i  quali 
cominciano  col  fissare  intanto  «na  tregtia  di  cinque 
giorni,  379,  25-37  ;  380,  i-ll  ;  giungono  pr.  di  loro 
ambasc.  di  Carlo  coi  quali  iniziano,  a  niezzo  degli 
ambasc.  gii  inviati  a  Carlo  stesso  e  di  altri  delogati 
speciali,  le  trattative  per  gli  accordi,  14-39  ;  wngono 
con  questi  agli  accordi  desiderati,  che  sono  poi  rati- 
ficati  da  Carlo  stesso,  cui  viene  dallo  Stefani  ver- 
sata  la  prima  quota  dei  quarantamila  fiorini  a  lui 
promessi,  nel  detto  accordo,  a  titolo  di  prestito,  39- 
43  ;  381,  1-16,  in  seguito  di  che,  Carlo  e  gli  Ungheri 
lasciano  finalmente  il  loro  contado,  16-20  ;  ma  ).'li  Un- 
gheri  che,  partitisi  da  Carlo,  erano  s1aii  assoldati  pei 
Genovesi  da  Baldassarre  Spinoli,  impediti  d'entrare 
nel  territorio  della  Repubblica  dalle  genti  di  Bemabi 
6  Visconti,  vengono  di  nuovo  nel  loro  territorio  per 
tornarsene  di  qua  nella  loro  patria,  attraverto  TAlpi 
di  Pistoia,  283,  22-39  ;  vengono  inviati  pr.  Timpe- 
ratore  Venceslao  gli  ambasc.  in  risposta  alla  le- 
gazione  da  lui  rime.ssa  al  Comune  tre  anni  prima 
(an.  1381),  389,  32-39  ;  390,  1-2  ;  giungono  lettere 
da  parte  del  pred.  Carlo  annunzianti  la  conqui- 
sta  del  regno  di  Puglia  e  rimprigionamento  della 
regina  Giovanna  e  dei  suoi  ministri  e  consiglieri, 
3-9,  in  seguito  di  che  fanno  in  generale  grande  alle- 
grezza  e  decidono  d'inviare,  per  rincoronazione  della 
regina  Margherita,  moglie  di  esso  Carlo,  una  solenne 
ambasciata,  9-24  ;  approfittando  delle  disEenfcioni 
scoppiate  fra  le  sette  cittadine  e  della  critica  condizio- 
zione  in  cui  si  trova  la  c,  viene  a  devastare  ed  a  sac- 
cheggiare  il  loro  territorio,  partendo  da  Arezzo,  ove 
si  trovava  a  soldo  del  suddetto  Carlo,  Alberigo  da 
Barbiano  con  la  sa  Compagnia,  portando  poi  via  con 
s6  persone  e  cose,  398,  13-39  ;  giungono  loro  lettere 
ed  ambasc.  da  parte  del  r.uca  d'Angi6.  Reggente  di 
Francia,  per  annunziare  Tarrivo  in  Italia,  in  aiuto  della 
regina  Giovanna,  del  suo  figlio  Luigi,  e  per  domandare 
quindi  il  loro  aiuto,  cui  essi,  per6,  rispondono  con 
vaghe  promesse,  rimettendo,  poi,  copia  delle  lettere 
suddette  alpp.  ed  al  re  Carlo,  411-27-48  ;  412,  1-8  ; 
mandano  ambasc.  pr.  il  pred.  re  Carlo  per  trattare  del 
richiamo  della  Compagnia  del  Barbiano,  accampata  in 
Arezzo,  che  continuava  sotto  la  snia  bandiera  a  pro- 
curare  loro  fastidi  (1382),  414,  35-39  ;  giungono  pr. 
di  loro  ambasc.  del  pred.  pcr  regolare  e  portare  via  fi- 
nalmente  da  Arezzo  la  Compagnia  surricordata,  per 
ilcheessi  versano  loro  fiorini  ventiseimila,  415,  25-30  ; 
saputo  che  il  Duca  d'Angi6  era  gia  giunto  a  Bologna 
mandano  a  lui  ambasc.  a  fargli  visita  e  proffcrte,  417, 
13-19  ;  venuti  a  conoscenza  che  i  Genovesi  avevano 
fermato  le  loro  mercatanzie  perch^  i  Veneti  non  ave- 
vano  loro  restituito  Tenedo,  di  cui  essi  s'erano 
fatti  garauti,  mandano  agli  uni  ed  agli  altri  loro  am- 
basc.  per  regolare  la  cosa,  419,  32-46  ;  420,  1-5  ; 
richiesti  da  Urbano  VI  dei  denari,  che  gli  si  dovevano 
pel  trattato  di  pace,  per  grintrighi    d'una    fazione 


cittadina,  partigiana  della  lega  con  il  re  Carlo,  danno, 
in  conto  di  questi  denari,  tlie  si  dovevano  al  pp.,  , 
dodicimila  fiorini  a  Gio^^anni  Acuto  affinchi  questi, 
lasciato  Tufficio  di  Capitano  di  Giierra  pr.  di  loro 
vada  invece  a  servizio  drlta  Chiesa  in  difesa  dcl  pp. 
stesso,  420,  45-47  ;  421,  l-ll  ;  vengono  pr.  di  loro 
ambasc.  del  re  Carlo,  per  cercare,  per  vie  strane,  di 
giungere  con  loro  ad  una  lega  contro  il  Dnca  d'An- 
gi6,  che  suscitano  aspre  contese  tra  i  partigiani  e  gli 
awersari  di  essa,  20-45;  vengono  rimessc  loro  copie 
di  lettere  del  Dnca  d'Angi6,  intercettate  dai  Bolo- 
gncsi  e  da  Bcrnab6  Visconti,  nelle  quali  il  detto 
Duca  informa  i  suoi  ed  il  Govemo  di  Francia  degli 
aiuti  dai  Fiarontini  inviati  al  re  Carlo,  e  chiede,  quindi, 
che  vengano  fermati  per  rappresaglia  i  loro  merca- 
tanti  e  mercanzie,  421,  36-49  ;  422,  1-8  ;  venuti 
a  sapere  che  era  giunto  in  Italia  il  Sire  di  Cottchy  con 
gran  seguito  d'arinati  in  aiuto  del  Duca  d'Angi6,  no- 
minano  dieci  cittadini  affinch^  prowcdano  nel  mi- 
glior  modo  alle  necessita  del  momento  (an.  1384), 
429,  9-18  ;  respingono  per  le  discordie  interne  le 
proposte  loro  fatte  da  Marco  da  Pietramala  pcr  I.i 
ce.ssione  d'Arezzo,  ma  saputo  poi  che  in  questa  c. 
cra  entrato  come  Signore,  coII'assenso  di  esso  Marco, 
il  Sire  di  Couchy  con  la  sua  compagnia,  messi  in 
allarme,  danno  piena  Balia  ai  pred.  Dieci  cittadini 
affinchi  provvedano  ai  bisogni  assoldando  le  tiuppe 
che  il  caso  richiedeva,  430,  5-16  ;  proweduto  ai  de- 
nari  occorrenti  alla  bisogna  ed  airassoldaraento  dt-lle 
milizie,  vanno,  con  tutte  le  forze  che  hanno  potuto 
raccogliere,  contro  Arezzo,  7-16  ;  Castiglione  ?rc- 
tino  si  da  loro  di  sua  spontanea  volontii,  18-20;  il 
Sire  di  Couchy,  vistosi  neirirnpossibilita  di  resistere, 
viene  con  loro  a  patti  e  cede  Arezzo  per  cinqueniila 
fiorini,  mentre  contemporaneamente  viene  loro  ce- 
duta  per  ventimila  anche  la  fortezza  della  c,  che 
lacopo  Caracciol  ■  teneva  in  nome  di  re  Carlo,  23-39  ; 
prendono  possesso  anche  della  fortezza  di  Casti- 
glione  aretino,  431,  18-20;  viene  loro  consegnata 
solennemente,  in  niezzo  al  tripudio  di  tutta  la  c, 
Tinsegna  del  Comune  d'Arezzo,  22-25  ;  avendo  saputo 
chein  Sienaerano  stati  "iustiziati  alcuni  loro  conritta- 
dini  sospetti  d'aver  tramato  per  loro  istigazione  contro 
lo  Stato  senese,  mandano  ambasc  per  giustificare 
e  chiarire  la  cosa,  432,  1-14  ;  intimano  a  Marco  di  Pie- 
tramala  di  consegnare  loro  le  terre  del  Comune  di 
Arezzo,  da  lui  abusivamente  ritenute,  ed,  essendo.si 
questi  rifiutato,  vanno  contro  di  lui  con  le  loro  genti 
e  lo  costringono  a  cedere,  26-35  ;  mandano  identiche 
intimazioni  ad  Azzo  degli  Ubertini  ed  ottengono  da 
questo  la  restituzione  del  castello  di  Leone,  39-41  ; 
v^ngono  ad  accordi  con  Bartolomeo  di  Maso  da  Pie- 
tramala  che  cede  al  Comune  di  Firenze,  che  gli  as- 
segna  un  vitalizio,  sei  castelli  del  contado  di  Arezzo 
(an.  1385),  435.  21-43  ;  mandano  ambasc.  al  Conte 
di  Virtii  e  stringono  con  hii  una  lega,  436,  6-11  ; 
mandano  ambasc.  a  Napoli  per  tentare  di  ristabilire 
Taccordo  e  la  pace  tra  re  Carlo  e  il  pp.  Urbano  \"I, 
assediato  a  Xocera  d.ille  genti  del  detto  Curlo,  15-21  ; 
vengono  ad  accordi  con  Marco  figlio  di  Piero  Sac- 


{Fiorentini^Pirenie] 


INDICE  ALFABETICO 


525 


cone  de'  Tarlati,  a  riguardo  di  alcnne  terre  del  Co- 
mune  di  Arezzo  da  lui  ritermte,  437,  1-7  ;  vengono 
ad  accordi  con  Siena  su  certe  terre  dello  stesso  Co- 
mnne  da  qnesta  ritennte  e  nominano  poi,  in  accordo 
con  la  stessa,  il  Comune  di  Bologna  qnale  arbitro 
per  la  decisione  su  altre  terre  in  contestazione,  18-29  ; 
soUecitati  da  Roma,  mandano  ambasc.  in  Genova 
pr.  Urbano  VI  per  pregarlo  a  tornare  nella  siia  sede, 
40-41  ;  438,  1-5 ;  interpongono  i  loro  buoni  uffici 
pr.  il  Conte  di  Orbino  {sic)  in  favore  di  Francesco  de' 
Gabrielli  da  Gttbbio,  22-43 ;  439,  1-18  ;  giungono 
pr.  di  loro  copie  di  lettere  della  Regina  d'Ungheria  ri- 
guardanti  la  morte  del  re  Carlo,  440,  6-26  ;  ripercus- 
sioni  deirultime  vicende  drammatiche  del  detto 
Carlo  sulle  sette  cittadine,  29-41  :  441,  1-48  :  442, 
1-38  ;    V.  anche  Firenzs  (Citta)  ;  [Comune). 

FlORENTiNi  BoRGOGNONE,  6  uelle  liste  dei  Priori  del  1312 
febbraio-1313  febbraio,  114,  41. 

FioRENTiNi  Francesco,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (li- 
ste  1340  dicembre-1341   dicembre),   190,   7. 

FiORENTiNi  1'iERUccio,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1309 
febbraio-1310  febbraio,  105,    34. 

FlORENZA,    I'.    Firenze  (Citti). 

FiORiNO,  comandante  deU'esercito  romano  aU'assedio 
di  Fiesole  sconfitto  ed  ucciso  dai  Fiesolani,  9,  24-26. 

FlRKttZKlFiorenza]  (Prospetto  delle  voci)  :  Abitanti,  Al- 
BERGHi,  Anziani,  Archivio  di  Stato,  Arroti,  Arti, 
Badia,  Balia,  Bargello,  Biblioteche,  Borghi, 
BuoNi  uoMiNi,  Campane,  Capipopolo,  Capitani,  Ca 
piTUDiNi  delle  Arti,  Carceri,  Carestia,  Carroccio, 
CittA,   Compagnie,   Comune,   Conservatore,   Con- 

SIGLI,    CONSOLI,    CONIADO,    CONVENTI,    DlECI    Dl    Ba- 

lia,  Difknsore,  Dintorni,  Edifici  Romani,  Ese- 
cutore  degli  Ordini  di  Giustizia,  Estimo,  Gon- 
FALONIERE  DI  GlUSTIZlA,  Gonfaloniere  di  Compa- 
GNiA,  Gonfalonieri  di  Leghe  del  Contado,  In- 
cendi,  Inondazioni,  Loggia  di  Piazza  dei  Priori, 
LoGGiA  Madonna  d'Orto  S.  Michele,  Magistra- 
TURE,  Mercatanzia,  Mercati,  Monache,  Mona- 
STERi,  Monete.  MortalitA,  Mura,  Ordini  di  Giu- 

STIZIA,    OSPEDALI,    OtTO    DI    BaLIA,    PaLAZZI,    PaRTK 

Guelfa,  Piazze,  PodestA,  Ponti,  Popoli  o  Par- 
rocchie,  Porte,  Priori,  Quartieri,  Rettori, 
Sesti  o  Sestieri,  Signori  e  Signoria,  Taberna- 
coLi,  ToRRi,  Uffici,  Vescovo,  Vicario,  Vie. 

—  (Abitanti),  se  ne  ordina  dal  Comune  il  censimento 
per  potere  procedere  alla  compilazione  deU'Estimo 
(an.    1379)   315,  20,  25. 

—  (Alberghi)  Albergo  della  Corona,  posto  sulla 
Via  del  Corso  di  S.  Piero  Maggiore,  ric.  320,  2. 

—  (Anziani),  cittadini  el.  in  numero  di  dodici  a  far  parte 
del  governo  detto  del  Primo  Popolo  (an.  1250),  38, 
1-3  ;  soppressi  con  la  cacciata  di  questo  governo, 
vengono  poi  di  nuovo  ricostituiti  e  chiamati  a  parte- 
cipare  al  governo  del  Secondo  Popolo  (an.  1267), 
52,  22  ;  cf.  "  LXXIV,  25-35  ;  LXXV,  i-ll  ". 

—  "  (Archivio  di  Stato)  cit.,  IX,  31,  32 ;  XXI,  1 ; 
CI,  1,  s,  7,  20  ;  CII,  i-e  ;  CIII,  i-9  ;  CIV,  1-1 ;  CV.  «  ; 
CVI,  i-e  ;  CVII,  i ;  CVIII,  1 ;  CXI,  3  ;  CXII,  U  ; 
CXIII,  1-9  ;  CXV,    1.5 ;   CXVI,  ii-is  ;  CXVII,  /  ". 


Firenze  (Arroti),  savi  cittadini  aggiunti  aUa  Signoria, 
vengono  chiamati  a  partecipare,  in  ragione  di  due 
per  sesto,  dopo  la  morte  di  Carlo  di  Calabria  signore 
della  c,  aUa  compilazione,  insieme  coi  Priori,  delle 
liste  dei  cittadini  da  imborsarsi  pel  Priorato  (an. 
1328),    158,   28-36. 

—  (Arti)  Arti  maggiori,  qnante  e  quali  esse  erano, 
51,  7-13  ;  viene  loro  riconosciuto  il  diritto  ad  avere 
propri  consoli,  gonfaloni  e  botteghe  (an.  1266),  5-8  ; 
colori  e  contrassegni  dei  loro  gonfaloni,  8-14  ;  otten- 
gono  il  Priorato  (an.  1282),  57,  27-34  ;  58,  1-5,  8-21. 

Arte  di  Calimala,  una  deUe  sette  maggiori, 

viene  incaricata  dal  comune  di  curare,  a  mezzo  dei 
snoi  consoli,  di  rifare  in  marrao  la  facciata  della 
Chiesa  di  S.  Giovanni,  Duomo  deUa  cittit,  e  di  far 
trasportare  altrove  le  sepolture  di  essa  (an.  1293),  71 , 
29  31  ;  viene  disfrutta  dal  fnoco  la  sua  casa  (aii. 
1304),  92,  24-25. 

Arte  della  Lana,  una  deUe  sette  maggiori, 

viene  incaricata  dal  Comune  di  procedere,  a  mezzo 
dei  suoi  ufficiali,  alla  sollecita  edificazione  della 
nuova,  Chiesa  dedicata  a  S.  Maria  del  Fiore,  e  di  curaie 
che  essa  riesca  degna  del  nome  e  deUe  ricchezze  della  c . 
(an.  1360),  256,  23-49  ;  257,  8-10 ;  suo  contrasto 
con  TArte  minore  dei  Tintori,  386,  20-38  ;  si  leva 
contro  le  Arti  minori  (an.  1381),  397,  21  ;  e  contro  le 
pretese  degli  sbanditi  rientrati  e  dei  Ciompi,  405, 
43-45 ;  406,  1-4. 

Arti  Minori,  si  alleano  con  le  maggiori  ed  ot- 

tengono  di  potere  anch'esse  avere  proprie  case  e 
consoli  ed  il  diritto  al  Priorato  (an.  1289),  66,  18-23  ; 
cf.  "  LXXXII,  8-35  ;  LXXXV,  1-36  „  ;  ne  vengono 
create  altre  tre  portando  cosi  il  loro  numero  da  quat- 
tordici,  quali  erano  prima,  a  diciassette  (an.  1378), 
322,  5-9  ;  327,  5-7  ;  viene  soppressa  una  di  queste 
tre  aggiunte  per  deliberazione  del  Consiglio  deUe  Ca- 
pitudini  deUe  arti  stesse,  335,  5-8  ;  ne  vengono  -sop- 
presse  le  altre  due  dal  Consiglio  di  Balia  per  la  ri- 
forma  del  Governo  (an.  1381),  397,  8-10. 

Arte    dei   Beccai,  una    deUe    quattordici    mi- 

nori  gii  da  tempo  riconosciute,  sobillata  daUe  Arti 
minori  soppresse,  scende  in  piazza  armata  contro 
la  Balia,  ma  viene  subito  ricacciata  e  dispersa  (an. 
1381),   397,  24-38. 

—  (Badia),  viene  fatto  abbassare  dal  popolo  il  suo 
campanile  per  pnnire  i  monaci  degli  atti  di  villania 
fatticontro  i  messi  del  Comune  (an.  1307),  98,29-31. 

—  (Balie)  Balia  del  1343,  costitnita  da  qnattordici 
cittadini  e  dal  vescovo,  Agnolo  degli  Acciainoli,  no- 
minati  dal  parlamento  adnnato  in  S.  Reparata,  per 
prowedere  alla  deposizione  del  Dnca  d'Atene  ed  alla 
costitnzione  di  nn  imovo  governo,  207,  24-40  ;  elegge 
il  nnovo  Podesti  e  nomina  sei  cittadini  per  reggere 
con  piena  Balia,  neirattesa  deirarrivo  di  esso  podesti, 
U  governo  della  cosa  pnbblica,  208,  6-18  ;  viene  ad 
accordi,  a  mezro  degli  ambasc.  senesi,  suirnscita 
del  Duca  daUa  c.  e  dal  territorio  e  snUa  definitiva 
rinuncia  che  egli  doveva  fare  deUa  signoria  deUa  c. 
stessa,  35-36  ;  209,  1-32  ;  istuitisce  il  nuovo  governo 
chiamando   a    parteciparvi    ugualmente     Grandi   e 


Tomo  XXX,  p.  I 


3-1  ■ 


526 


INDICE   ALFABETICO 


[Fir«DM] 


Popolani,  *0-«l  ;  210,  1-9  ;  risorti  poi  gli  antichi 
contrasti  tra  i  due  ordini  t^nddetti,  si  decide,  sno  mal- 
grado,  a  cacciare  nnovamente  dagli  uffici  i  Grandi 
ed  a  ricostituire  il  govemo  popolano  qnale  era  prima 
del  Dnca,  212,  U-22. 
FiRENZE  (Balie)  Balia  dei.  1378,  costituita  da  ottan- 
tttno  cittadini  chiamati  dal  popolo  per  rivedere  le 
ammonizioni  date  dal  1354  in  poi,  ed  a  restituire  agli 
uffici  quelli  che  a  loro  giudizio,  sembrassero  essere 
stati  ingiustamente  ammoniti,   320,    10-15. 

Balia  del  1381  costituita  dai  Priori,  dai  Gonfa- 

lonieri,  dai  dodici  buoni  uomini,  dai  Capitani  di  Parte 
guelfa,  dai  dieci  di  Libert4  e  dai  Nove  Consoli  di 
Mercatanzia,  per  fare  dei  Grandi  e  per  escludere  da- 
gli  uffici  quelli  che  a  loro  sembrasse  opportuno,  392, 
1-8  ;  loro  decisioni  al  riguardo,  10-18. 

—  —  NuovA  Balia  del  1381,  costituita  dai  Priori 
dai  Gonfalonieri,  dai  Dodici  buoni  uomini,  dagli  Otto 
della  Guardia,  da  sei  Capitani  di  Parte  guelfa,  da  due 
dei  Nove  Consoli  di  Mercatanzia,  da  due  dei  Dieci 
di  Liberti  e  da  cinq  uantadue  cittadini,  nominati 
dal  Parlamento,  per  riformare  il  govemo,  393,  25- 
40-396,  9-45  ;  provvedimenti  e  riforme  da  essa  ap- 
provate,  397,  1-41  ;  398,  1-10;  critica  dello  Stefani 
per  alcune  di  queste  riforme,  40-42  ;  399,  1-10  ;  402, 
13-39  ;  403,  1-13  ;  come  essa  eluse  le  richieste  pre- 
sentate  dal  parlamento,  nuovamente  convocato  a  se- 
guito  delle  rivolte  capitanate  dai  Grandi  e  dai  Ciompi, 
403,  15-45  ;  404-406,  1-30,  come  reagl,  poi,  alle  ri- 
chieste  presentate  dal  nuovo  parlamento  convocato  a 
seguito  delle  nuove  rivolte  capitanate  dai  Ciompi  e 
dagli  sbanditi  rientrati,  408-411,  1-25.  V.  anche  : 
Firenze  {Bargello)  ;  Fireme  (Dieci  di  Balia) ;  Firenze 
(Otto  di  Balia) ;  Firenze  (Uffici). 

—  {Bargello),  magistrato  straordinario  con  larga  Ba- 
lia.  V.  Lando  da  Gubbio  (an.  1316)  ;  Giovanni  di  Ban- 
dino  di  Monte  Granelli  (an.    1378). 

"  (BlBLIOTECHE)       BlBLIOTECA      LaURENZIANA,      pOS- 

siede  un  codice  del  secolo  XVI  della  cronaca  dello 
Stefani  trascritto  da  Giordano  Giordani  (v),  IX, 
4-14  .,. 

"  BiBLiOTECA    Nazionale,  codici    della    cronaca 

dello  Stefani  da  essa  posseduti,  VII,  6,  10,  30,  31, 
35-36;   VIIL  27-28;    IX,    19-25,  26-30,    31-32». 

"  Biblioteca   Riccardiana,   possiede  un   codice 

della  cronaca  dello  Stefani,   IX,    15-18  „. 

—  (BoRGHi)  BoRGO  S.  Apostolo,  viene  de%-astato  dal 
fuoco  (an.  1115),  22,  31-33;  e  di  nuovo  (an.  1327), 
153,  10-11  ;  4  danneggiato  dall'inondazione  (an. 
1380),  382,  15-16  ;  ric.  18,  26  ;  21,  11  ;  223,  9. 

BoRGO  Campo  Marzio,  vi  s'inalza  il  tempio  di 

Marte.  11,  34  ;  17,  33. 

BoRGO     S.     GiovanSi     o     Duomo,  ric.  13.  35. 

BoRGo  S.  Jacopo.  ric.  21,  17,  21. 

BoRGoS.  LoRENZo,  vi  si  adunano   i   mercatanti 

e  bnoni  uomini  per  organizzare  la  rivolta  contro  il 
Goverao  dei  GhibeUini  e  vi  nominano  a  questo  scopo 
dei  capipopolo  (an.  1250),  37,  37  ;  ric,  14,  35  ;  18,28. 

BoRGO  S.  Nicol6.  viene  danneggiato  dalla  piena 

(an.  1333),  174,21 ;  e  di  nuovo  (an.  1380).  382.  16. 


FiRENZE    (BoRGHi)    BoRGO    S.    Paolo,  ric,  18,  28,    2» ; 

202,  32. 
BoRGO    Periglioso,    e    Pbdiclioso,    pr.    Ponte 

alla  Carraia,  ric,  21,  20,  3. 

BoRGO  Di  Piazza,  ric,  21,21. 

BoRGO  S.  PiERO,  ric,  18,  28. 

—  (BuoNi  UOMINI),  cittadini  prcposti  in  numero  di 
dodici  alla  direzione  della  cosa  pubblica,  in  hiogo 
degli  Anziani,  insieme  al  vicario  di  Carlo  d'Angi6 
(an.  1267),  53,  3-4  ;  vengono  sostituiti.  con  la  ri- 
forma  attuata  per  consiglio  del  Card.  Latino,  daU'uf- 
ficio  dei  Quattordici  (an.  1280),  57.  3-6. 

consiglieri  segreti.  in  numero  di  dodici,  dei  Priori, 

138,   3-4,   10-11  ;  212,   15-17. 

—  (Campane)  Campana  del  Capitano  del  Popolo, 
viene  fatta  suonare  per  chiamare  alle  armi  il  popolo, 
che  deve  accorrere,  al  primo  segnale,  per  inqnadrarsi 
dietro  i  propri  Gonfaloni  e  Gonfalonieri  di  Compa- 
gnla,  38,    7-13. 

Campana     del     Gonfaloniere     di     Giustizia, 

chiama  gli  addetti  alle  esec^zioni  di  giustizia  ed  agli 
abbattimenti  ed  alle  demolizioni  delle  case  ordinate 
dil  Gonfaloniere,  70,  28-28. 

Campana   del  PodestX,   suonata  per  chiamare 

il  popolo  a  parlamento  per  deliberare  suUa  cacciata 
del  Duca  d'Atene  e  sulla  costituzione  del  imovo  go- 
verno  (an.   1343),  207,  25-26. 

Campana  del  Palazzo  dei  Priori  —  Campana 

grossa  per  la  convocazione  dei  Consigli,  viene  in- 
caricato  della  sua  rimessa  a  nuovo  il  maestro  Im- 
bratta  di  Siena  (an.  1322),  130,  7-10  ;  viene  rimossa 
dal  terrazzo  del  Palazzo  e  trasportata  e  collocata 
suUa  torre  del  Palazzo  stesso  (an.  1344),  221,  8-10  ; 
se  ne  fa  un'altra  piii  grande  (an.  1373),  288,  11-12  ; 
ric.    100,    26-27. 

—  Campana  del  Palazzo  dei  Priori  —  Campana  Pltl 
piccoLA,  proveniente  dal  casteUo  di  Vernia,  posta 
sul  terrazzo  dove  era  prima  la  campana  grossa, 
chiama  in  caso  di  incendio  i  cittadini  addetti  allo 
spegnimento  di  esso,  221,  10-19. 

—  (Capipopolo),  nominati  dai  mercatanti  e  buoni 
uomini,  adunati  in  Borgo  S.  Lorenzo,  per  organiz- 
zare  e  guidare  la  rivolta  contro  U  govemo  dei  Ghibel- 
lini  (an.  1250),  37,  37  ;  cf.  "  LXVIII,  3-21  ". 

—  (Capitani  del  PopoLo),  V.  Roberto  da  Lucca  (an. 
1250)  ;  Gabrielli  (de')  Cante  di  Jacopo  da  Gubbio  (an. 
1378,  1382):  Alidugi  (degli)  Obizo  da  Imola  (aa.  J 381). 

—  (Capitani  di  Guerra),  V.  Guerra  Guido  (an.  1255)  ; 
Amerigo  di  Narbona  (an.  1289)  ;  Roberto  di  Napoli  duca 
di  Calabria  (an.  1305)  ;  Balzo  (del)  Beltramo  (aa.  1315, 
1323,  1324,  1328,  1330,  1334)  ;  Raimondo  di  Cardona 
(an.  1325)  ;  Oddo  (messer)  (an.  1325)  ;  Piero  di  Narsi 
di  Francia  (an.  1325)  ;  Filippo  di  Sanginetto  (132S)  ; 
Gabrielli  {de')  Cantuccio  {an.  1331)  ;  Gabrielli  (de')  Ja- 
copo  (aa.  1335,  1338)  ;  Rossi  (de')  Orlando  da  Parma 
(an.  1336)  ;  Lnpo  Bonifazio  da  Padova  (an.  1362)  ; 
Malatacca  Giovanni  da  Reggio  (an.  1369)  ;  Guidi  (dei 
conti)  Roberto  da  Poppi  (an.  1369)  ;  Obizzo  da  Monte 
Carugli  (an.  i373)  ;  Rodolfo  da  Camerino  (an.  1376) ; 
Obizi  (degli)  Giovanni  da  Lucca  (an.  1384). 


[Firenze] 


INDICE  ALFABETICO 


527 


FiRENZE  (Capitani  di  parte  guelfa),  sono  preposti  per 
due  mesi  alla  direzione  della  Parte,  che  nel  1267  st  dk 
una  organizzazione  autonoma  con  una  propria  casa, 
statuto  e  capi,  52,  29-32  ;  inviano  ambasc.  pr.  Boni- 
fazio  VIII  per  pregarlo  a  mandare  in  Firenze  un  pa- 
ciere  per  ristabilire  la  pace  tra  i  Bianchi  ed  i  Neri 
(an.  1300),  81,  7-10  ;  viene  data  loro  facolti  di  potere 
ammonire  quei  cittadini,  che  a  giudizio  della  loro 
maggioranza  fossero  ritenuti  Ghibellini,  di  non  pren- 
dere  piil,  sotto  minaccia  di  gravi  pene,  alcun  ufficio 
pubblico  (an.  1358),  251,  12-25  ;  si  porta  per  maggiori 
garanzie  da  sei  a  nove  il  numero  dei  Capitani  inve- 
stiti  di  questo  potere  (an.  1366),  263,  8-24  ;  vengono 
segnalati  dalla  Parte  con  speciali  onori  quelli  che 
maggiormente  si  distinguono  per  zelo  neirammonire 
(an.  1377),  305,  32-41  ;  diventano  signori  assoluti 
della  Parte  e  tentano  divenire  tali  anche  di  Firenze, 
309,  36;  310,  1-5-8-11;  sono  temuti  ed  odiati  dai 
buoni  uomini  e  dai  mercatanti,  310,  10-14  ;  39-41  ; 
314,  40-43  ;  315,  1-5  ;  la  reazione  contro  i  loro  ec- 
cessi  da  parte  del  Gonfaloniere  di  Giustizia,  Salvestro 
de'  Medici,  e  la  rivolta  popolare  contro  di  loro  e  con- 
tro  la  stessa  Parte  (an.  1378),  316,  34-43;  317,  15- 
42  ;  420,  1-25  ;  V.  anche  Firenze  (Parte     guelfa). 

—  (Capitano  del  Popolo),  sua  istituzione  (an.  1250), 
38,  4-7  ;  suoi  poteri  e  sua  insegna,  7-12  ;  v.  anche 
Firenze   [Capitani  del  Popolo). 

—  (Capitudini  delle  Arti),  collegi  delle  Arti  e  loro 
capi,  V.  anche  Firenze  (Arti). 

—  (Carceri)  La  Bolognana,  viene  assalita  dal  popolo 
in  rivolta  contro  il  Duca  d'Atene  e  ne  viene  bmciato 
e  distrutto  TArchivio  (an.  1343),  206,  1-7. 

Le  Stinche,  se  ne  inizia  la  costruzione  (an.  1304), 

94,  8-11;  ragione  del  nome,  94,  17-19;  viene  as- 
salita  e  presa  dal  popolo  in  rivolta  contro  il  Duca 
d'Atene  e  ne  vengono  liberati  i  detenuti  (an.  1343), 
205,  36-38  ;  6  di  nuovo  assalita  e  presa  dal  popolo 
in  rivolta  contro  la  Parte  guelfa  (an.  1378),  320,  3-5. 

—  (Carestie)  (an.  1285),  62,  14-15  ;  (an.  1303),  89, 
20-23;  (an.  1311),  106,  27-29;  (an.  1316),  123,  28- 
30;  (an.  1322),  130,  28-31;  (an.  1329),  160,  16-18  ; 
(an.  1349),  230,  11-15;  (an.  1368),  268,  37-41  ;  (an. 
1374),  290,  5-13  ;  (an.  1384),  434,  19-29. 

—  (Carroccio),  sua  descrizione,  32,  10-23  ;  viene  por- 
tato  contro  i  Senesi,  9-10  ;  cade  con  la  Martinella 
nelle  mani  di  questi  nella  battaglia  di  Montaperti 
(an.  1260),  47,  38-39  ;  viene  condotto  parato  a  festa 
incontro  al  Card.  Legato  di  Roraagna  (an.  1310), 
104,  33  ;  viene  nuovamente  preso  dal  nemico,  Ca- 
struccio  Castracani,  nella  battaglia  di  AItopa.scio 
ed  esposto  dal  vincitore  in  Lucca  al  pubblico  dileggio 
(an.   1325),  145,  28-34. 

—  (Chiese)  Chiesa  dei  Frati  Minori,  vi  si  adunano 
i  mercatanti  ed  i  buoni  uomini  in  rivolta  contro  il 
Governo  dei  Ghibellini  per  consigliarsi  e  per  delibe- 
rare  sul  da  fare  (an.  1350),  37,  35. 

"  Chiesa    d'Ognissanti,    vendita    fatta   dal    suo 

Preposto,  Pietro  da  Calesandria,  a  Coppo  Stefani, 
padre  di  Marchionne,  di  alcune  case  poste  nel  popolo 
di  S.  Spirito  (an.  1318),  CI,  14  „. 


Firenze  (Chiesb)  Chiesa  di  S.  Domenico,  viene  eretta 
per  iniziativa  e  per  ordine  del  Card.  Latino,  venuto 
in  Firenze  per  ristabilire  la  pace  tra  i  Guelfi  ed  i 
Ghibellini,  che  pose  la  prima  pietra  (an.  1280),  56, 
29-32. 

Chiesa  di  S.  Felice,  ric,  322,  34. 

Chiesa  di  S.  Firenze,  vi  si  aduna  il  popolo  in 

rivolta  contro  U  Governo  dei  Ghibellini  per  consi- 
gliarsi  e  per  deliberare  sul  da  fare  (an.  1250),  37, 
30  ;  ric,  33,   14. 

Chiesa  di  S.  Frediano  (Friano),  ric,  322,  35  ; 

333,  32. 

Chiesa  di  S.  GiORGio,  ric,  333,  32  ;  343,  9. 

Chiesa  di  S.  Giorgio  a  Camaldoli,  ric,  343,  9, 

Chiesa  di  S.  Giqvanni  Battista,  detta  anche 

DuoMO,  che  la  leggenda  ritiene  Tantico  tempio  di 
Marte,  viene  consacrata  e  dedicata  dal  Vescovo  Ono- 
rio,  che  per  primo  converti  i  Fiorentini  al  Cristiane- 
simo,  13,  18-30  ;  si  decide  dal  popolo,  in  accordo  col 
Vescovo,  che  essa  dovesse  essere  la  maggiore  e  la 
principale  delle  chiese  nella  quale  soltanto  si  potesse 
e  si  dovesse  dare  il  battesimo  ;  14,  39-42  ;  15,  1-4  ; 
vi  vengono  poste  avanti  la  porta  due  colonne,  avute 
in  dono  dai  Pisani,  22,  1-4  ;  vi  si  adunano  i  Guelfi, 
35,  27-28  ;  si  delibera  che  le  facciate  vengano  fatte  di 
marmo,  che  vengano  da  essa  rimosse  le  sepolture,  e  si 
aifida  Tincarico  deU'esecuzione  di  questi  ordini  al- 
rArte  di  Calimala  (an.  1293),  73,  29-31  ;  vi  si  fanno 
le  porte  di  metallo  (an.   1331),  170,   12. 

—  —  Chiesa  di  S.  Lorenzo,  antica  sede  del  vesco- 
vado,  ric,  14,  35  ;  15.  6-7  ;  18,  21 ;  20,  26  ;  343,  7-23. 

Chiesa  di  S.  Lorenzo  della  Certosa,  dove  c 

quando  essa  sorse,  37,  15  ;  vi  viene  ospitato  il  Card. 
del  Fiesco  di  passaggio  per  Firenze  (an.  1380),  374, 
25,  ric.  "  CVII,  30  „. 

Chibsa  di  S.  Michele  Berteldi,  vi  si  adunano 

i  Ciompi  per  consultarsi,  per  organizzare  la  rivolta 
e  per  preparare  le  richieste  da  presentare  alla  Balia 
(an.  1381),  407,  5  ;  ric,  322,  40. 

Chiesa   di    S.   Miniato,   sorta  nel  luogo  ove   il 

Santo,  che  le  dette  il  nome,  visse  a  lungo  in  vita  soli- 
taria  e  di  penitenza  e  fece  i  suoi  miracoli,  12,  37  ; 
13,  3  ;  vi  si  converte,  a  seguito  di  un  miracolo,  S. 
Giovanni  Gualberto,  21,  30. 

Chiesa  di  S.  Nicol6,  vi  vengono  ospitati,  per  or- 

dine  del  Card.  NiccoI6  da  Prato,  i  delegati  venuti  in 
Firenze  per  regolare  la  pacificazione  dei  Ghibellini 
e  dei  Bianchi  coi  Neri  (an.  1304),  91,  20. 

Chiesa  di  S.  Paolo,  ric,  333,  32. 

Chiesa  di    S.    Piero  Gattolini,  ric,  214,  26. 

Chiesa  di  S.  Piero  Maggiorb,  ric,  81,  88,  25  ; 

322,  42. 

Chiesa  di  S.  Piero  Scheraggio,  vi  si  adunano 

per  deliberare  sul  da  fare  i  congiurati  contro  roli- 
garchia  e  tirannia  delle  due  sette  degli  Albizzi  e  dei 
Ricci  (an.  1372),  280,  37  ;  281,  li-s!6;  vi  si  aduna 
per  invito  dei  Priori  il  Consiglio  delle  Capitudini 
delle  Arti,  per  decidere  in  merito  ai  Ciompi  entrati 
nel  Priorato  (an.  1378),  335,  1-5  ;  ric,  334,  M. 

Chiesa  di  S.  Pulinari,  ric,  323,  2. 


528 


INDICE  ALFABETICO 


[FirMut 


FiKBNZB  (Chibsb)    Chibsa  di  S.  Romolo,  ric,  334,  IS. 

Chibsa  di  S.  Salvatore,  viene  fatta  riedificare 

dal  vescovo  S.  Zenobio  e  dedicata  a  S.  Reparata,  14, 
28-31. 

Chibsa  di   S.  Ambrogio,  annessa  al  monastero 

di  monache,  avvenimento  strepitoso  quivi  accaduto 
il  giorno  di  S.  Firenze  (an.  1229),  32,  33-37  ;  33, 
1-3 ;  ric,  322.  U  ;  333,  84. 

Chibsa   di    S.    Candida,   pr.   la   porta   S.   Croce 

fnori  le  mura,  dietro  la  quale  si  seppellivano,  sino 
al  1373.  >  giustiziati,  12,  39-40. 

Chibsa  di  S.  Croce,  dei  Frati  Minori,  se  ne  inizia 

la  costruzione  (an.  1294),  72,  27-28  ;  ric,  343,  11. 

"  Chibsa  di  S.  Maria  dkgli  Angeli,  ric,  CVII, 

31  ,.. 

Cbiesa  di  S.  Maria  in  Campidoglio,  ric,  10,  21. 

Chiesa  di  S.  Maria  del   Fiore,  se  ne  ordina  la 

costruzione  in  marmo,  nel  Inogo  deirantica  Chiesa 
di  S.  Reparata,  gii  Duomo  della  citta,  ma  sru  piii 
larghe  basi  (an.  1294),  73,  18-22;  si  ordina  nuo- 
vamente  dal  Comune  di  procedere  alla  costruzione 
di  essa  (an.  1360),  256,  26-29,  e  si  da  incarico  al- 
TArte  della  Lana  affinchfe  provveda,  a  mezzo  dei 
suoi  ufficiali,  chfe  e.ssa  riesca  degna  del  nome  e  della 
ricchezza  della  citti,  256,  29-43  ;  257,  8-10. 

—  Chiesa  di  S.  Maria  Novella,  vi  si  tiene  il  parla- 
mento  che  d4  piena  Balia  a  Carlo  di  Valois  per 
la  pacificazione  dei  Bianchi  e  dei  Neri  (an.  1301), 
84,  29-30  ;  vi  prendono  stanza  gli  Otto  di  Balia  del 
popolo  di  Dio,  nominati  dai  Ciompi,  per  controllare 
Toperato  dei  Priori  (an.  1378),  330,  19-40  ;  331, 
4-6  ;  i  pred.  Otto  vi  organizzano  la  loro  lotta  contro 
i  Priori,  331,  37-39  ;  333,  17-42  ;  334,  1-35  ;  cappella 
fatta  quivi  costruire  ed  ornare  dal  vescovo  della 
citti,  Agnolo  degli  Acciaiuoli,  330,  21-23  ;  ric, 
343,  10. 

Chiesa  di  S.  Maria  del  Tempio,  vi  .si  comin- 

ciano  a  seppellire  dopo  il  1373  i  giustiziati,  12,  42. 

—  —  Chiesa  di  S.  Reparata,  eretta  e  consacrata,  nel 
luogo  dove  era  prima  Tantica  Chiesa  di  S.  Salvatore, 
dal  vescovo  S.  Zenobio,  in  ricordo  della  vittoria  delle 
armi  romane,  riportata  a  Fiesole  sui  Goti  nel  di  di  S. 
Reparata,  14,  28-31  ;  si  inizia  la  fondazione  del  suo 
Campanile  (an.  1334),  176,  16-18  ;  vi  si  adunano  i 
Grandi  ed  i  Popolani  a  parlamento  per  eleggere  i 
cittadini  che  dovevano  provvedere  per  la  cacciata 
del  Duca  d'Atene  e  per  la  costituzione  del  nuovo  go- 
verno  (an.  1343),  207,  25  ;  si  delibera  di  costruire  nel 
sno  posto  la  Chiesa  di  S.  Maria  del  Fiore,  nuovo 
Duomo  della  citti,  73,  18-22  ;  256, 26-43  ;  257,  1-8. 

Chiesa  di  S.  Trinita,  ric,  285,  35. 

Chiesa  di  S.  Spirito,  ric,  320,  7. 

Chiesa  di  S.  Stefano,  ric,  18,  15. 

—  (CittA),  sna  favolosa  origine  e  fondazione  per  opera 
di  Cesaree  degli  altri  principie  baroni  romani,  Fiorino, 
Macrino,  Albino,  Gneo  Pompeo  e  Marco,  10,  3-11, 
S-15  ;  viene  chiamata  Fiorema  in  ricordo  di  Fiorino, 
il  comandante  deII'esercito  romano,  morto  qua 
combattendo  contro  Fiesole,  che  aveva  fatto  inalzare 
i  prinu  edifici  di  essa,  H-13  ;  viene  posta  come  Roma 


e  come  questa  viene  fomita  di  acquedotti,  di  mura 
di  cinta  e  di  una  fortezza  mastra  detta  Campidoglio, 
13-22;  si  p>ermette  ai  Fiesolani  di  potervisi  stabilire, 
4-6  ;  11,  22-23,  vi  vengono  ad  abitare,  oltre  la  quasi 
totaliti  dei  Fiesolani,  molti  Romani,  nobili  e  non 
nobili,  sia  perchi  mandati  qua  espressamente  dal 
Senato,  sia  anche  di  loro  volont4,  10, 'i2-24  ;  11,  1-4  ; 
come  sorse  la  sua  arma  del  giglio  bianco  in  campo 
vermiglio,  6-11,  18;  visite  e  munificenze  di  Cesare  e 
degli  Imperatori  Augusto  e  Tiberio,  12,  3-15  ;  viene 
ad  abitarvi  per  qualche  tempo,  spinto  dalla  fama 
della  sua  bellezza,  rimperatore  Decio  che  vi  per.se- 
guita  i  Cristiani,  dimoranti  nei  suoi  pressi,  facendo 
raartirizzare  S.  Miniato  e  molti  altri  (an.  252),  31-38  ; 
13,  5-8  ;  h  assediata  dai  Goti  condotti  da  Rodasio 
{sic),  che  viene  poi  sconfitto  pr.  Fiesole,  14,  21-26  ; 
viene,  secondo  la  leggendaria  narrazione  dello  Ste- 
fani,  assediata  e  pre.sa  da  Attila  che  la  da  alle  fiammc 
(an.  450),  15,  34-44  ;  16,  1-20  ;  17,  23  ;  soUecitato 
dagli  stessi  Fiorentini  che,  finite  le  invasioni  barba- 
riche,  volevano  ricostruire  la  loro  patria,  Carlo  Ma- 
gno  ne  ordina  la  riedificazione  e  vi  invia  allo  .scopo 
quattro  nobili  e  savi  Romani,  18,  4-6  ;  viene  rio- 
struita,  secondo  i  piani  fissati  dai  Romani  pred.,  u 
cinta  di  mura,  munite  delle  relative  porte,  12-35  ;  c 
visitata  da  Carlo  che,  ammirato  dell'ordine  e  della 
bellezza  di  essa,  vi  fa  costruire  a  sue  spese  una  nuova 
Chiesa,  dedicata  a  S.  Apostolo,  e  la  dichiara  inoltre 
pienamente  libera,  19,  10-18  ;  vi  si  inizia  la  costru- 
zione  della  seconda  cerchia  di  mura,  inchidendo^-i  i 
nuovi  borghi  formati  dai  nuovi  abitatori,  venuti  n 
stabilirsi  qua  per  lo  sviluppo  sempre  crescente  di 
essa,  20,  20-36  ;  quartieri  e  relativi  borghi  annessi  nei 
quali  essa  viene  ripartita  e  famiglie  nobili  di  ciascuno 
di  essi  (an.  1078),  21,  1-22  ;  vi  viene  devastato  dal 
fuoco  Borgo  S.  Apostolo  (an.  1115),  22,  31-32,  e  piii 
tardi  case  e  botteghe  pr.  Ponte  Vecchio  ed  in  S. 
Martino  (an.  1177),  24,  33-36;  vi  cade  a  causa  di 
un'aIIuvione  Ponte  Vecchio,  25,  4-6  ;  vi  giunge  Tlm- 
peratore  Federico  I  (an.  1186),  35-38  ;  a  causa  della 
lotta  deirimpero  con  la  Chiesa  vi  si  trapiantano  il 
partito  ghibellino  e  quello  guelfo,  dividendo  cosi  la 
maggior  parte  delle  famiglie  in  due  campi  awersi, 
28,  6-32 ;  vi  viene  ucciso,  per  vendetta  privata, 
Buondelmonte  dei  Buondelmonti,  in  seguito  di  che 
i  due  pred.  partiti  scendono  a  lotta  sanguinosa  fra 
loro  (an.  1215),  29.  5-40  ;  vi  viene  costruito  Ponte 
Nuovo  (an.  1220),  30,  5-6  ;  fe  nuovamente  danneg- 
giata  dal  fuoco  (aa.  1232  e  1234).  33.  6-9,  24-2  7  ;  vi 
vengono  fatte  lastricare  le  vie  e  dal  Podesti  Ruba- 
conte  viene  fatto  costruire  un  nuovo  ponte,  che 
prende  poi  il  suo  nome  (an.  1236),  34,  7-12  ;  vi  si 
riaccendono  le  lotte  civili,  14-38.  e  gli  aiuti,  inviati 
dall'Imperatore  Federico  II  ai  GhibeUini,  permettono 
a  questi  di  poter  cacciare  i  Guelfi,  di  abbattere  le 
loro  case  e  le  torri  e  di  impadronirsi  del  potere  (an. 
1248),  35,  11-35 ;  36.  1-3  ;  danni  e  rovine  ad  essa 
arrecate  dalle  continue  pioggie  (an.  1250),  38,  9-20  ; 
dal  Governo  del  Primo  Popolo,  costituito  dai  mer- 
catanti  e  dai  buoni   uomini,  che  si  erano  ribellati  ai 


[Firenze] 


INDICE  ALFABETICO 


529 


Ghibellini  e  li  avevano  deposti  dal  potere,  vengono 
fatti  rientrare  i  Guelfi  e  vengono  costretti  i  dne  par- 
titi  alla  pace  (an.  1250),  37,  36-40  ;  39,  15-22 ;  vi 
viene  fatto  costruire  un  nuovo  ponte  che  viene 
detto  "  a  S.  Trinita ,,,  41,  1-5;  vi  si  batte  per  la 
prima  volta  la  moneta  d'oro  detta  "  Fiorino  „  (an. 
1252),  29-32  ;  ne  vengono  cacciati  i  Ghibellini,  accasati 
di  segrete  trattative  con  Manfredi  a  danno  dello 
Stato,  e  vengono  a  furia  di  popolo  abbattute  le  loro 
case  (an.  1258,  44,  2-0  ;  vi  viene  fatto  decapitare 
TAbate  di  Vallombrosa  sospetto  di  trame  coi  Ghi- 
bellini,  19-22  ;  viene  interdetta,  22-2  i  ;  vi  viene  re- 
cinto  di  mura  il  sesto  d'OItramo,  26-30  ;  in  seguito 
alla  sconfitta  di  Montaperti  ne  escono  i  Guelfi  e  vi 
rientrano  i  Ghibellini  che  fanno  le  loro  vendette  ab- 
battendo  torri  e  case  degli  avversari  (an.  1260),  48, 
1-22,  24,  25,  ma,  questi,  sconfitto  e  morto  Manfredi  ai 
Benevento,  sono  costretti  di  nuovo  ad  uscirne  (an. 
1266),  51,  30-31  ;  52,  3-6  ;  con  la  costituzione  del 
nuovo  Governo  del  popolo  vi  rientrano  gli  uni  e  gli 
altri  (an.  1267),  15-17,  ma  airarrivo  del  conte  Guido  da 
Monteforte,  inviato  da  Carlo  d'Angi6,  re  di  Puglia, 
con  ottocento  cavalieri  in  aiuto  dei  Guelfi,  i  Ghibel- 
lini  tornano  di  nuovo  ad  uscirne,  20-31  ;  vi  giunge  il 
Vicario  di  re  Carlo,  53,  1-3  e  vi  giunge  poco  dopo  lo 
stesso  Carlo,  accolto  con  grandi  onori,  quale  Signore, 
che  vi  si  trattiene  vari  giorni,  21-36  ;  vi  cadono,  per  le 
gran  pioggie  e  per  lo  straripamento  deirArno  che  Tal- 
laga,  facendo  vittime  e  danni,  i  ponti  a  S.  Trinita 
ed  alla  Carraia  (an.  1269),  54,  25-30  ;  vi  si  ferma 
per  qualche  giorno  Gregorio  X,  (con  Carlo  d'Angi6 
e  con  rimperatore  di  Costantinopoli,  diretti  con  lui 
al  Concilio  di  Lione),  per  tentare  la  pacificazione  dei 
due  partiti  e  far  rientrare  quindi  i  Ghibellini,  ma, 
sdegnato  poi  pel  contegno  fazioso  dei  contendenti,  se 
ne  parte  improvvisamente  interdicendola  (an.  1273), 
55,  21-36  ;  vi  viene  per  ristabilire  la  pace  negli  animi, 
inviato  da  Niccol6  III  Orsini,  a  seguito  di  istanze 
del  popolo,  il  Card.  Latino  (an.  1279),  56,  14-26,  il 
quale  riesce  finalmente,  dopo  lunghe  trattative,  a 
riconciliare  i  due  partiti  e  a  far  rientrare  i  Ghibellini 
sbanditi,  28-37  ;  vi  si  inizia,  per  ordine  dello  stesso 
Card.,  che  pone  la  prima  pietra,  la  costmzionc  della 
Chiesa  dedicata  a  S.  Domenico,  29-32  ;  viene  di  nuovo 
danneggiata  dalla  piena  ed  oppres.sa  da  una  grande 
carestia  (an.  1282),  58,  33-36,  e  (an.  1284).  60,  18-20; 

62,  15-16  ;  vi  vengono  afiossati  e  .steccati  i  cinque 
sesti  al  di  qua  deirArno  e  vi  si  fanno  le  relative  porte 
(an.  1284),  61,  21-25  ;  vi  si  costruisce  la  loggia  d'Orto 
S.  Michele  per  la  vendita  del  grano  e  delle  biade, 
61,  26-2  7;  vi  giunge  il  Vicario  deirimperatore  Ro- 
dolfo,  Prinzivalle  del  Ficsco  (an.  1286),  62,  18-1»  ; 
viene  di   nuovo  danneggiata  dal   fuoco   (an.    1288), 

63,  10-18,  e  dallo  straripamento  deirArno,  64,  30- 
84  ;  vi  si  procede  da  parte  di  Baldo  dei  Ruffoli,  primo 
Gonfalonierc  di  Giustizia,  alla  prima  esecuzione  di 
giustizia  contro  i  Grandi,  in  base  agli  Ordini  allora 
;)pprovati,  facendo  abbatterc  le  case  «lei  Galli,  71 , 
10-13  ;  vienc  di  nuovo  danneggiata  dal  fuoco  (an. 
1293),  15-26  ;  vi  si  ordina  c  vi  si  inizia,  a  mezzo  dei 


Consoli  deirArte  di  Calimala,  espressamente  incari- 
cati  dal  Comune,  il  rifacimento  in  marmo  delle  fac- 
ciate  della  Chiesa  di  S.  Giovanni  Battista,  allora 
Dnomo,  e  la  rimozione  delle  sepolture  che  in  essa  si 
trovavano,  28-31  ;  si  inizia  la  costruzione  della  nuova 
grande  Chiesa  dei  Frati  Minori  detta  di  S.  Croce 
an.  1294),  72,  27-28  ;  vi  si  ordina  e  vi  si  inizia  la  co- 
struzione  in  marmo  e  ringrandimento  della  Chiesa 
di  S.  Reparata  e  si  decide  di  dedicare  e  chiamare  la 
nuova  Chiesa  cosl  ricostruita  "  S.  Maria  del  Fiore  „, 
73,  38-2 1  ;  vi  si  ordina  e  vi  s'inizia  la  costruzione  del 
Palazzo  dei  Priori  (an.  1298),  76,  38-40,  e  vi  si  inizia 
la  costruzione  del  terzo  cerchio  di  mura  (an.  1299), 
77,  32-38  ;  ma  improwisamente  vi  sorgono  le  fazioni 
dei  Bianchi  e  dei  Neri,  venute  da  Pistoia,  alle  quali 
si  pongono  a  capo  rispettivamente  i  Cerchi  ed  i  Do- 
nati,  che  fanno  riaccendere  furiosamente  le  lotte 
intestine  (an.  1300),  79,  28-44  ;  80,  1-41  ;  vi  giunge, 
inviato  da  Bonifacio  VIII  per  riportare  la  pace,  il 
Card.  d'Acquasparta,  81,  7-13,  ma  le  risse  conti- 
nuano  furiose,  15-34  ;  ne  vengono  allora  cacciati  in 
bando  alcuni  dei  capi  delle  due  fazioni,  82,  34-40,  e 
vi  giunge  poi,  quale  paciere,  inviato  dallo  stesso  Bo- 
nifacio  sollecitato  dai  Neri,  Carlo  di  Valois,  fratello 
del  Re  di  Francia  (an.  1301),  84,  23-31  ;  ma  vi  rien- 
tra  per6  nello  stesso  tempo,  senza  trovare  alcuna  op- 
posizione,  lo  sbandito  Corso  Donati,  con  tutti  i  suoi 
partigiani  di  parte  nera  che,  in  mezzo  a  stragi  ed 
incendi,  fanno  le  loro  vendette,  impadronendosi  del 
potere  e  rinfocolando  la  lotta,  32-40  ;  vi  toma  ancora 
come  paciere  il  Card.  d'Acquasparta,  85,  15-23,  ma 
la  lotta  non  cessa  ed  i  Bianchi  vengono  quindi  dalla 
parte  nera,  allora  al  potere,  cacciati  in  bando  quasi 
tutti  (an.  1302),  33-40  ;  86,  32-42 ;  87,  1-4  ;  e  poco 
dopo,  inoltre  vengono  condannati  alla  morte  o  al- 
resilio,  quali  rei  di  trame  con  gli  sbanditi,  dal  Podesti 
Fulcieri  da  Calboli  anche  i  pochi  ancora  restati  ;  37- 
39  ;  88,  1-13  ;  cacciati  per6  i  Bianchi,  scendono  contro 
Corso  Donati  ed  i  suoi  partigiani  il  popolo  grasso  ed 
a  minuto  (an.  1304),  89,  36-37  ;  90,  1-28  ;  vi  giunge, 
inviato  da  Benedetto  XI,  per  la  pacificazione  degli 
animi,  il  Card.  da  Prato  ma  anch'egli,  come  gli  altri, 
inutilmentc,  91 ,  1 3-42  ;  vi  cade  per  eccessivo  aifolla- 
mento  il  ponte  alla  Carraia,  44-45  ;  92,  1-8  ;  vi  si  com- 
batte  una  furiosa  lotta  tra  le  principali  famiglic  chc, 
a  causa  degli  incendi  provocati  dai  rissanti,  la  danneg- 
gia  grandemente  distmggendo  numerose  case  e  pa- 
lazzi,  92,  11-34  ;  vi  si  inizia  la  co.struzione  dellc 
nuove  prigioni  che  vengono  poi  chiamate,  dal  nome 
dei  primi  che  in  esse  vengono  rinchiusi,  "  Le  Stin- 
cne  ,,,  94,  8-21;  vi  giungc  onorevolmente  accolto, 
quale  Capitano  di  guerra,  Roberto  di  Calabria,  fi- 
glio  di  Carlo  II  d'.\ngi6  di  Napoli  (an.  1305),  95, 
18  23  ;  vi  giungono  due  nuovi  legati,  ancb'essi  in- 
vano,  inviati  dallo  stesso  Benedetto  XI,  39-44  ; 
96,  1-4  ;  vi  viene  ccmdannato  quale  traditore  del  po- 
polo  Corso  Donati  e  vi  vengono,  raentrc  egli  (ugge 
tro\-ando  la  morte  nella  fuga,  fatte  abbattcre  dal 
Gonfaloniero  di  Giustizia,  lc  sue  casc  (an.  1308), 
100,  27-34  ;  101,  1-29 ;  vi  giunge  accolto  con  grandi 


530 


INDICE   ALFABETICO 


[Fir«D(a) 


onori  il  Card.  Legato  di  Ravenna  nipote  di  Clemente 
V,  che,  grato  degli  aruti  riccvuti  dai  Fiorentini  nella 
guerra  contro  Veneria,  li  assolve  dalle  scomuniche 
contro  di  loro  lanciate  e  li  riconcilia  con  la  Chiesa  (an. 
1310),  104,  80-84  ;  vi  giungono  gli  ambasc.  del  nuovo 
Imperatore,  Arrigo  VII  di  Lussemburgo,  105,  7-10  ; 
vi  giunge,  accolto  con  grandi  feste,  re  Roberto  di 
Napoli,  che  vi  si  trattiene  alcuni  giorni,  20-25  ;  vi  si 
ordina  di  innalzare  al  piil  presto  le  mura  di  cinta 
nei  luoghi  dove  erano  gi4  fondate  e  di  fare  fosse  e 
steccati  dove  non  v'erano  ancora,  25-31  ;  viene  af- 
flitta  da  una  grande  carestia  (an.  131 1),  106,  27- 
28  ;  vi  viene  revocato  il  bando  dei  Guelfi,  106,  29- 
30  ;  vi  giungono  nuovi  ambasc.  da  parte  dell'impc- 
ratore  Arrigo  cui  viene  senz'aItro  intimato  di  allonta- 
narsi,  39-41  ;  vi  giungono  milizie  di  re  Roberto  che  si 
pongono  agli  ordini  del  Comune,  107,  16-17  ;  ne  ven- 
gono  di  nuovo  cacciati  in  bando  i  Cavalcanti  e  vi 
vengono  abbattute  le  loro  case  (an.  1312),  22-25;  vi 
affluiscono  le  forze  inviate  dagli  alleati  per  la  lotta 
contro  rimperatore  Arrigo  VII,  che  era  venuto  ad 
accamparsi  ostilmente  nel  suo  contado,  110,  16-25; 
vi  vengono,  per  misure  militari,  affossati  e  steccati 
i  nuovi  borghi  d'01trarno,  111,  16-19;  vi  giunge 
Jacopo  Cantellini  inviato,  quale  suo  vicario,  da  re 
Roberto,  fatto  allora  signore  per  cinque  anni  (an. 
1313),  113,  30-31  ;  vi  viene  inviato,  dallo  stesso  Ro- 
berto,  con  nuove  forze,  il  fratello  minore  Pietro  (an. 
1314),  115,  19-21  ;  vi  giunge,  per  sollecitazione  dei 
Fiorentini  stessi,  Filippo,  principe  di  Taranto,  fratello 
anch'es.so  di  re  Roberto,  con  500  cavalieri  (an.  1315), 
117,  3-5  ;  vi  viene  inviato  dal  pred.  Roberto,  come 
Capitano  di  guerra,  Beltramo  del  Balzo,  conte  di 
Monte  Scaggioso,  detto  Conte  Novello,  con  altre 
forze,  118,  23-26,  ma  6  costretto  a  partirsene  poco 
dopo  per  gli  intrighi  della  fazione  avversa,  capitanata 
da  Simone  della  Tosa,  119,  26-36  ;  vi  viene  fatta 
battere  dal  bargello  Lando  da  Gubbio,  una  nuova 
moneta  detta  "  Bargellina  ,,  e  vi  viene  fatto,  nello 
stesso  tempo,  condurre  a  termine  una  parte  delle 
mura  di  cinta  gicidatempo  ordinata,  120,  9-13  ;  vi 
giunge  quale  vicario  del  re  Roberto,  il  conte 
Guido  da  BattifoUe,  che  riesce  finalmente  a  fare 
allontanare,  secondo  il  desiderio  dei  Grandi  e  dei 
mercatanti,  il  surricordato  Bargello,  121,  1-22 ; 
viene  afflitta  da  una  nuova  carestia  (an.  1316), 
123,  28  ;  vi  si  batte  una  nuova  moneta  detta 
"  Guelfo  „  e  vi  si  ritira  la  "  Bargellina  ,,  (an.  1317), 
123,  41  ;  124,  1-2  ;  vi  si  inizia  la  costruzione  delle 
mura  di  Lungamo  e  d'OItramo,  2-6  ;  vi  si  tiene  per 
piii  giorni,  nel  prato  d'Ognissanti,  una  fiera  e  mer- 
cato,  franco,  d'ogni  cosa  (an.  1322),  129,  29-31  ; 
viene  danneggtata  dal  fnoco  che  distmgge  case  e 
botteghe  a  Ponte  Vecchio  ed  a  S.  Stefano,  33-37,  e 
viene  nuovamente  afflitta  da  una  grande  carestia, 

130,  28-31  ;  vi  toma,  a  richiesta  dei  Fiorentini,  come 
Capitano  di  guerra,  inviato  da  re  Roberto,  Beltramo 
del  Balzo  con  200  cavalieri  (an.  1323),  131,  36-40  ; 
vi   scoppia  una   rivolta   popolare   contro   i   Grandi, 

131,  29-31,  della  quale  tentano  invano  di  approfit- 


tare  gli  sbaoditi  per  rientrare  armata  mano,  31-35  ; 
133,  1-9  ;  ne  vengono  banditi  alcuni  dei  detti  Grandi, 
9-19  ;  vi  si  diflonde  una  grave  infermita,  quasi  ge- 
nerale,  d'infreddati,  38  ;  134,  1-3  ;  vi  viene  revocato 
il  bando  a  tutti  gli  sbanditi,  meno  i  ribelli  e  gli  ul- 
timi  tre  condannati  (an.  1324),  136,  3-8  ;  vi  vengono 
emanati  nuovi  ordini  contro  gli  eccessivi  ornamenti 
delle  donne,  8-8  ;  vi  si  ordina  di  portare  a  termine 
al  piii  presto  la  costrazione  delle  mura  e  di  munirle 
di  barbacani  e  torri.  29-33  ;  vi  ginngono,  mandati 
dal  re  di  Francia  in  seguito  ad  espressa  richiesta  dci 
Fiorentini,  cinquecento  scelti  cavalieri  (an.  13^4), 
138,  26-28,  e  ne  giungono  altre  trecento  inviati  dal 
re  Roberto  (an.  1325),  146,  17-20  ;  vi  viene  inviato 
da  Carlo,  duca  di  Calabria,  fratello  del  re  Robcrto, 
fatto  allora  Signore  per  dieci  anni,  Gualtieri  di 
Brienne,  duca  d'Atene,  quale  vicario,  148.  32-40  ;  vi 
grunge  il  Card.  Giovanni  Orsini,  Legato  di  pj). 
Giovanni  XXII  (an.  1326),  149,  2-5,  e  vi  giunge  p<>i 
il  pred.  Carlo  di  Calabria  con  la  duchessa,  sua  moglic, 
e  con  gran  seguito  di  principi,  baroni  e  milizie.  pcr 
assumere  la  signoria  cui  era  stato  chiamato,  ponend'j 
la  sua  dimora  nel  palazzo  del  Podesta,  15-40  ;  150, 
1-3  ;  vi  viene  devastato  nuovamente  dal  fuoco  Bor(;o 
S.  Apostolo  (an.  1327),  153,  10-11  ;  vi  si  rinnovano 
ordini  contro  i  costosi  vestimenti  delle  donne,  165, 
4-8  ;  vi  vengono  fatte  in  metallo  le  porte  della  Cliie.sa 
di  S.  Giovanni  (an.  1331),  170,  12  ;  viene  interdetta, 
21-22  ;  vi  vengono  danneggiate  dal  fuoco  numerojc 
case  a  Ponte  Vecchio  ed  in  Piazza  S.  Trinita  ed  i  Pa- 
lazzi  del  Podesti  e  deirArte  della  Lana,  35-36  ; 
171,  1-6  ;  vi  nascono,  con  grande  meraviglia  di  tutti, 
dalla  coppia  di  leoni,  rinchiusa  da  tempo  in  S.  Piero 
Scheraggio,  due  leoncini,  8-11  ;  vi  si  organizzano  e 
tengono  compagnie  e  brigate  per  feste  popolari  (an. 
1333).  173.  21-30  ;  vi  si  inizia  la  costmzione  della 
Porta  di  S.  Frediano,  32-35  ;  viene  gravemente  dan- 
neggiata  dalla  pioggia  dirotta  e  dalla  inondazione 
a  questa  seguita,  38-39  ;  174-175,  1-10  ;  vi  giungono 
le  reliquie  di  S.  Jacopo  e  di  S.  Alessio,  176,  2-4  ;  vi 
si  inizia  la  fondazione  del  campanile  di  S.  Reparata 
(an.  1334),  16-18  ;  viene  di  nuovo  danneggiata  dalla 
piena,  177,  1-3,  e  dal  fuoco  (an.  1335),  41-43  ;  vi 
torna,  dietro  soUecitazioni  di  alcuni  Fiorentini,  al- 
rinsaputa  di  re  Roberto.  Gualtieri  di  Brienne,  duca 
d'Atene  (an.  1342),  192,  25-32  ;  il  quale,  poco  dopo, 
per  gli  intrighi  di  alcune  famiglie  di  Grandi  e  di  po- 
polani,  ne  viene  acclamato  Signore  a  vita  e  viene  so- 
lennemente  insediato  nel  palazzo  dei  F¥iori,  195.  21- 
40  ;  196,  1-22  ;  vi  viene  aperta  una  nuova  via,  202, 
12  ;  vi  si  tengono  per  ordine  del  Duca  grandi  feste 
popolari  che  non  riescono  in  generale  molto  gradite 
al  popolo  (an.  T343),  202,  28-36  ;  203.  1-16  ;  vi  scop- 
pia,  ad  opera  dei  Grandi  e  dei  Popolani,  una  violenta 
rivolta  contro  il  Duca,  204,  28-31  ;  205,  1-16,  che  in 
breve  costringe  questo  a  rinunciare  alla  Signoria  ed 
a  partirsene,  209,  21-32;  vi  si  accende  una  furiosa 
zuffa  tra  i  Graudi  ed  i  Popolani,  pcr  dissidi  sorti  a 
proposito  degliuffici,  che  costringe  in  breve  i  Grandi 
ad  arrendersi,   213,    12-35;   215,    1-23,   ne   vengono 


[Firenze] 


INDICE  ALFABETICO 


531 


cacciati  in  bando  alcuni  dei  detti  Grandi,  218,  2-10  ; 
vi  vengono  danneggiate  dal  fuoco  case  e  botteghe 
in  S.  Martino,  in  S.  Brocolo  ed  in  Prato  d'Ognissanti 
(an.  1344),  220,  I6-20  ;  vi  viene  rimossa  dal  Palazzo 
dei  Priori  la  campana  grossa,  che  viene  collocata  sulla 
torre  del  palazzo  stesso,  e  viene  posta  nel  luogo  lasciato 
libero  un'altra  per  chiamare  i  cittadini  in  caso  di 
incendio,    221,    8-13  ;    viene   danneggiata   dal   terre- 
moto  e  dalla  pioggia  continua  di  vari  mesi  (an.  1345), 
224,  26-32  ;  vi  viene  coniata  una  nuova  moneta  d'ar- 
gento,  225,  6-9  ;  vi  vengono  condannati  al  rogo  due 
cittadini  rei  di  avere  falsificato  la  detta  moneta,  9-12  ; 
vi  viene  condotta  a  termine  la  costruzione  del  ponte 
a  S.  Trinita  (an.  1346),  227,  32-45  ;  vi  si  diffonde  una 
spaventosa  pestilenza  che,  dal  marzo  al  settembre, 
fa  circa  novantaseimila  vittime  (an.  1348),  230,  9-36- 
232,  1-29  ;  e  viene  afflitta  inoltre  da  una  grave  ca- 
restia  (an.  1349),  233,  12-16  ;  vengono  ad  accamparsi 
contro  di  essa  a  Peretola,  facendo  scorrerie  fino  pr. 
le  porte,  le  milizie  di  Galeazzo  Visconti,  nipote  e  ca- 
pitano   deirArcivescovo    Giovanni,    Signore   di    Mi- 
lano  (an.  1351),  236,  15-29  ;  vi  vengono  imposte  sui 
cittadini   alcune  gabelle   pcr  provvedere  ai   bisogni 
della  difesa,  239,  23-35  ;  vigiunge,  in  mezzo  a  graudi 
feste,  portato  dagli  ambasciatori,  che  erano  andati 
a     Napoli  per  Tincoronazione  di  re  Luigi,   il    brac- 
cio  di   S.    Reparata,   rimesso  in  dono  dal    re  stesso 
(an.    1352),    241,    30-37  ;    242,    1-4  ;    vi    si  comin- 
ciano  a    lamentare    numerosi    furti    che    impressio- 
nano  le  Autorita  (an.  1353),  243,  6-26  ;  misure  prese 
dil  Podesta  per  la  scoperta  e  per  la  punizione    dei 
colpevoli,  23-42  ;  244,  1-4  ;  vi  si    cominciano  a  mani- 
festare  le  prime  ostilita  tra  le  due  potenti  famiglie 
degli  Albizzi  e  dei  Ricci  e  fra  le  sette  che  ad  esse  fanno 
capo,   245,    13-23;   ne   vengono   banditi  i  Bordoni, 
25-30  ;  vi  si  comincia,  da  parte  dei  Capitani  di  Parte 
guelfa,  ad  ammonire  certi  cittadini  a  non  prendere  piCi, 
sotto  minaccia  di  gravi  pene,  alcun  ufficio  pubblico 
(an.   1357),  251,  32-37  ;  vi  si  conduce  a  termine  la 
costruzione  in  marmo  lavorato  del  taberaacolo  della 
Vergine  d'Orto  S.  Michele   (an.   1259),    253,  2-5  ;  si 
delibera  di  affrettare  la  costmzione  della  nuova  Chiesa 
di  S.  Maria  del  Fiore  e  si  di  incarico  all'Arte  della 
Lana  di  curare  la   cosa  e  di  fare  in  modo  che  essa  rie- 
sca  degna  dclla  cittadinanza  (an.  1360),  256,  26-33  ; 
257,   6-10  ;  vi  si  scopre   una  vasta  congiura   ordita, 
secondo   le   voci   correnti,   dalla   fazione    dei    Ricci, 
con  alcuni  potenti  signori  di  fuori,  per  cacciare   gli 
Albizzi    ed   impossessarsi  del    potere,  in  seguito    di 
che,  vengono  mandati  a  morte  alcuni  dei  complici  che 
si  lasciano  prendere  e  messi  al  bando  altri  allontana- 
tisi  alle  prime  voci,  16-41  ;  258,  1-19  ;  vi  si  diffonde 
di  nuovo  una  grande  mortaliti  (an.  1363),  261,  21-22  ; 
vi  vengono  condannati  alcuni  ufficiali  del  Comune,  rei 
di   baratterie    (an.    1366),   262,    40-45  ;  263,    1-6  ;   vi 
giunge  il  re  di  Cipro  con  un  suo  figlio  (an.    1368), 
10-14  ;  vi  si  riversa   una  gran   pioggia  continua  che 
impedisce  la  mietitura  e  rovina  le  messi,  determi- 
nando  quindi  una  grande  carestia,  38-41  ;  vi  continua 
la  pioggia  acporapagnata  da  nevic?ite  e  da  freddo  in- 


tenso,  269,  30-34  ;  270,  29-33  ;  viene  afflitta  da  una 
grandissima   carestia   d'ogni    cosa    (an.    1370),   275, 
30-38  ;  vi  si  accentua  ad  opera  degli  Albizzi,  divenuti 
ormai  per  la  lega  con  la  Chiesa  potentissimi,  la  serie 
degli  ammoniti,  276,   37-46  ;  277,   9-10  ;  vi  comin- 
ciano  a  cadere  in  odio  della  cittadinanza  anche  i  Ricci, 
che  sembrano  a  questa  aver  fatto  ormai  tutto  una 
cosa  con  gli  Albizzi,  specie  nei  riguardi  della  legge 
deirammonire  (an.  i37i),22-23  ;  278,  1-4  ;  vi  si  stringe 
ancor  piCi,  per  opera  di  Carlo  degli  Strozzi,  runione, 
dei  Ricci  e  degli  Albizzi  e  delle  loro  sette  nei  riguardi 
della  legge  suddetta,  25-31  ;  in  conseguenza  di  che,  i 
mercatanti  ed  i  buoni  uomini,  cui  pareva  d'essere 
diventati  schiavi    di  esse,     cominciano   a    ragionare 
segretamente  tra  loro  come  poter  uscire  da  questa 
servitu,  280,  17-21  ;  incoraggiati  poi  dai  nuovi  Priori 
cominciano     a    tenere  fra    loro  segrete    riunioni,  a 
darsi  dei  capi  ed  infine  a  farsi  coraggio  e  andare  al 
palazzo  della  Signoria  per  domandare  gli  opportuni 
provvedimenti  (an.  1372),  24-39  ;  281,  1-7  ;  ma,  abbas- 
sata,  come  era  stato  chiesto,  la  superbia  delle  due 
famiglie  con  Tesclusione  dei  loro   componenti  dagli 
uffici  del  Comune  per   cinque  anni,    non    cessa    tut- 
tavia  la  serie  delle  ammonizioni,  283,  14-19,  32-38  ; 
vi  si  inizia  la  costruzione  della  loggia  della  Piazza  dci 
Priori  (an.   1373)  288,  2-7  ;  vi  si  rifa  a  nuovo  e  piiJ 
grande  la  campana  grossa  del  palazzo  dei  Priori,  9-12  ■ 
vi  si  diffonde  nuovamente  ■una  grande  mortalit4  che 
spinge  niolti  a  cercare  scampo  altrove  (an.  1374),  289, 
30-40  ;  290,  1-3  ;  viene  di  nuovo  tormentata  da  una 
grave  carestia,  5-13  ;  a  seguito  di  rivolte  scoppiate 
nelle  terre  della  Chiesa,  per  istigazione  di  emissari 
degli  Otto  di  Balia  fiorentini,  viene  interdetta  da  Gre- 
gorio    XI   (an.    1375),    292,   15-39  ;    294,  1-28.;  ma 
nonostante  questo  si  nota  tuttavia  nei  cittadini  tale 
fervore  religioso  da  far  sembrare  quasi,  come  dice  lo 
Stefani,  che  si-  volese  vincere  ed  umiliare  il  papa, 
295,     32-40-296,     1-7;   dai     Capitani    della     Parte 
guelfa,  nella  quale  s'erano  annidati  gli  Oligarchi  cac- 
ciati  dagli  uf fici  del  Comune,  si  accentua  (approfittan- 
do   dei  danni  e  lutti  portati  dalla  guerra  con  la  Chiesa, 
che  essi  andavano  ripetendo  yoluta  dagli  Otto  di- 
Balia)  ropposizione  al  Governo,  colpendo  con  le  loro 
ammonizioni  specialmente  quelli  che  piil  si  mostra- 
vano   ad   esso    favorevoli    (an.    1376),    300,   25-39  ; 
301,  1-4,  vengono  nominati  nei  vari  quartieri  confi- 
denti  e  difensori  della  Parte  e  dei  suoi  Capitani  che 
spargono  il  terrore  fra  i  cittadini,  302,  16-25  ;  vi  viene 
a  predicare  la  pace  con  la  Chiesa  Caterina  da  Siena  ac- 
colta  dai  Capitani  della  Parte  con  ostentati  onori 
{1377).   306,  6-20  ;    si  accrescc  sempre  pii,  ad  opera 
dei  suddetti  Capitani  e  dei  loro  confidenti,  il  numero 
degli    ammoniti,    307,  22-43-309.   1-12;     viene   am- 
monito,  con  grande  sgomento  di  tutti  i  buoni  uomini 
e  mercatanti  (che  cominciano  a   raccogliersi  intorno 
a    Salvestro  dei  Medici,  noto  avversario  della  Parte 
e    deirammonire)    Giovanni    Dini,   uno    degli    Otto 
di  Balia    (an.    1378),   311,  15-24;  315,  1-26;    316, 
10-30  ;  vi  si  iniziano  da  parte  dei  suddetti  buoni  uo- 
njini  e   miercatanti,  capit^ijati    dal  pred.     Salvestro 


532 


INDICE   ALFABETICO 


[Fir«u«) 


dei  Medici,  fatto  Gonfaloniere  di  Grustizia,  nonostante 
i  mtzii  tentati  dalla  Parte  per  impcdirlo,  i  preparativi 
per  la  lotta  contro  la  Parte  stessa,  contro  i  Capitani  di 
es«a  e  contro  la  leKRe  deirammonire,  31(5,  31-43  ;  'M7, 
1-36,  in  segiiito  di  che,  essendosi  improwisamente 
passato  alle  vie  di  fatto,  vi  venfjono  arse  edistrutte 
a  furia  di  popolo  le  casedei  piii  noti  istigatori  di  essa 
Parte  e  deirammonire,  viene  creato  una  Balia  per 
rivederc  le  ammonizioni,  datc  dal  1354  in  poi,  e  ven- 
Rono,  infine,  cacciati  in  bando  i  colpevoli,  318,  20-41- 
320,  1-16  :  vi  VvHgono  fatti  impiccare  dal  Podesta 
alcQni  di  gente  minuta  che,  approfittando  dei  pred. 
moti  contro  la  Parte,  s'erano  dati  a  saccheggiare  libe- 
ramente  Chiese  e  Conventi,  320,  5-10  ;  vi  giungono 
lettere  degli  ambasciatori  inviati  a  Roma,  per  trat- 
tare  la  pace,  che  annunziano  finalmente,  con  grande 
sollievo  e  contento  di  tutti,  la  conclusione  di  essa,  322, 
1-4  ;  vi  scendono  poco  dopo  in  piazza  armati  a  riac- 
cendere  improvvisamente  le  lotte  intestine,  gli  in- 
fimi  operai  deirArte  della  Lana,  detti  coraunemente 
Ciompi,  per  reclamare  il  diritto  di  potere  anch'essi 
costituire  tina  propria  Arte  e  di  poter  avere  propri 
consoli  e  proprie  botteghe,  6-10  ;  vi  vengono  incen- 
diate  e  distrutte  da  questi  stessi,  che  si  impadroni- 
scono  poi  anche  del  potere,  ponendovi  a  Capo  Mi- 
chele  di  Lando,  da  loro  fatto  Gonfaloniere,  le  case 
del  Gonfaloniere  di  Giustizia  e  di  molti  altri  cittadini, 
10-44  ;  323,  1-9  ;  325,  2-40  ;  326,  1-44  ;  vi  scendono 
nuovamente  in  piazza  armati  gli  stessi  Ciompi,  che, 
delusi  nelle  speranze,  poste  nel  loro  governo,  e 
premuti  dalla  fame  per  la  chinsnra  delle  botteghe  se- 
guita  ai  loro  moti,  nominano  Otto  ufficiali  di  Balia, 
detta  del  popolo  di  Dio,  per  controllare  Toperato 
della  Signoria.  328,  30-41-331,  1-3 ;  vi  tornano 
dalla  campagna,  dove  si  erano  ritirati  nel  primo 
momento  di  detti  moti,  i  mercatanti  ed  i  bnoni 
nomini,  i  quali,  approfittando  dei  dissidi  scoppiati 
tra  i  Ciompi  stessi,  li  depongono  dal  potere  e  li  cac- 
ciano  in  bando,  332,  30-39  —  337,  1-22  ;  vi  si  diffon- 
dono  voci  di  movimenti  di  Compagnie  di  ventnra  ai 
confini  e  di  scoperte  di  congiure  contro  il  Govemo  che 
la  mettono  di  nuovo  in  allarme,  338,  1-20  ;  scoper- 
tosi  nn  complotto,  ordito  dai  Ciompi  e  dai  Guelfi 
sbanditi,  torna  nuovamente  a  dividersi  in  sette  fu- 
renti,  sembrando  ad  alcuni  avere  il  Capitano  usato, 
nei  processi  e  nelle  condanne  relative,  troppo  rigore 
con  la  gente  minuta  e  troppa  larghezza  invece  coi 
ricchi  e  potenti  (an.  1379).  343,  1-43  ;  344,  1-40  ;  vi 
viene  fatto  il  censimento,  345,  2125  ;  vi  si  scoprono 
altre  conginre  che  la  mettono  di  nuovo  in  orgasmo, 
347,  2-4  ;  348,  1-5  ;  vi  si  sparge  la  notizia  della  sco- 
perta  di  un  altra  piii  vasta  congiura,  ordita  dagli 
stessi  Ciompi  e  dai  Guelfi  sbanditi,  in  combutta  con  la 
brigata  di  Carlo  di  Dnrazzo,  accampata  presso  Bo- 
logna,  che  la  fa  levare  e  correre  tutta  alle  armi,  353, 
24-33  ;  354,  3-7  ;  355,  11-29  ;  vi  vengono  fatti  pren- 
dere  dagli  Otto  della  gnardia,  e  consegnare  al  Capi- 
tano,  ,0  Podestii  ed  airEsecntore,  numerosi  cittadini 
di  famiglie  ricche  e  potenti,  ritenuti  in  essa  in  qnalche 
modo  implicati,  29-41  ;  356,  1-1«,  i  qnali,  vinte,  con 


le  minaccie  e  con  le  nrla  della  folla,  le  esitazioni  dc! 
Capitano,  del  Podcsti  e  deirEsecutore,  che  dicevano 
di  non  trovare  cose  pcr  le  quali  questi  dovcssero  mo- 
rire,  vengono  fatti  qnasi  tntti  decapitare,  38-40  ;  357- 
360.     1-8  ;    viene    danneggiata    nuovamente    dalla 
pioggia  continua  e  dalla   inondazione  a  qnesta  k-- 
gntta,    12-18  ;   vi   ginnge   il   Card.    Agapito  Colonna. 
qnale  I^egato  di  Urbano  VI,  per  tentare  di  indnrre  i 
Fiorentini  a  far  lega  col  papa,  ma  ne  riparte  po<r) 
dopo  senza  avere  nnlla  conclnso,  364,  36-41  ;  vienc 
mes.sa  di  nnovo  in  allarme  dalla  minaccia  della    bri 
gata  di   Giannotto,   siniscalco  di   Carlo  di   Dtirazzo. 
spintosi  con  gli  sbanditi  fin  presso  le  mnra  (an.    1380, 
369,    5-33;   371,    11-14;   vi    si    ferma   per  qnalche 
giomo,  ospite  dei  Frati  della  Certosa,  il  Card.    Fiesco 
di  Genova,  374,  19-26  ;  vi  si  spargono  nuove  voci  di 
trame  degli  sbanditi  in  accordo  con  Carlo  di  Durazzo,  j 
377,  23-31  ;  vi  ginnge  notizia  della  morte,  awenuta 
in  Roma,  di  Caterina  da  Siena  e  dei  miracoli  da  essa 
llt  fatti,  378,  2-4  ;  vi  ginngono  gli  ambasc.  di  Carlo 
di  Dnrazzo,  vennto  coi  suoi  Ungheri  ad  accampar 
ostilmente  nel  sno    contado,    380,    14-1 T  ;    vengon' 
conclnsi  gli  accordi  coi  detti  ambasc.,  39-43;  381, 
1-16  ;  vi  si  riversa  nno  spaventoso  dilnvio,  segulto 
da   inondazioni,   con  nnmerose   vittime  e  danni  al- 
Tintemo  e  nel  contado,  36-40  ;  382,  1-19  ;  vi  vengono 
tolte   dalla   circolazione,    per   volonti   degli    artefici 
minori,  tutti  i  quattrini  e  le  monete  di  rame,  20-10  ; 
viene  danneggiata  in  piil  parti  da  incendi  improwisi, 
383,  2-10  ;   tornano   a   porvi   la   propria   dimora,    in 
segnito  alle  severe  ordinanze  del  Comnne,  molte  fami- 
glie  che  da  tempo  erano  andate  ad  abitare  in  camp.i- 
gna  nelle  loro  ville,  384,   13-25  ;  vi  si    diffonde    un 
grande  malumore  per  la  legge  che  ridnce  Tinteresse 
sni  depositi  pr.   il  Monte,  385,   8-12  ;  vi  scoppiano 
contrasti  e  dissidi  tra  TArte  della  Lana  e  quella  dei 
Tintori,  386,  21-38  ;  vi  vengono  presi,  processati  <■ 
condannati    vari    cittadini    sospettati    di    complott 
contro  lo  Stato,  390,  26-36  ;  vi  scoppia  una  violenta 
rivolta  contro  Tinvadenza  e  la  prepotenza  di  alcuni 
demagoghi  di  nobili  famiglie,  nniti  in  ibrido  connubio 
con  infimi  popolani,  spadroneggianti  da  tempo  suUa 
vita  pubblica,  in  seguito  di  che,  i  demagoghi  vengono 
di  spersi  e  viene  dal  parlamento  data   Balia  a  cen- 
totre  cittadini    per   la    riforma   del    Govemo    (an. 
1381),  392,  20-39  ;  396,    1-45  ;  nuove  rivolte  contro 
i  primi   prowedimenti   e   deliberazioni   della   Bali.i, 
397,  23-38  ;  vi  scendono  in  piazza  arraati,  reclamanti 
nuove  leggi  e  riforme,  i  Grandi  insieme  ai  Ciomi 
413,  16-25  ;  tnmultie  vandalisrai per opera  deglisbai 
diti  rientrati  e  dei  Ciorapi.  407,  5-81  ;  45-49  ;  408, 
1-15;   415,   8-20;   417,    32-45;   418,    1-4;   vi   viei; 
condotta  a  termine  la  loggia  della  Piazza  dei  Priii 
(an.  1382),  423,  16-24  ;  vi  si  scoprono  altre  congiu; 
(an.  1383),  423.  26-44  ;  424,  1-6  ;  426,  13-29  ;  viei 
nnovamente  invasa  da  nna  spaventosa  pestilenza  cl 
ta    anch'essa   molte  vittime,    30-40  ;    427,    1-24  ;    ^ 
viene  portata,   e  consegnata  soleoncmonte  alla    S: 
gnoria,  in  mezzo  alle  fcstc  e  tripndi  di  tutti,  Tinsegn 
del  Comnne  d'Are2zo,  che  s'era  finalmcnte  arreso,  431 . 


[Firenxc] 


INDICE  ALFABETICO 


533 


i 


22-2  5  ;  vi  giungono  notizie  della  lotta  scoppiata  tra 
Urbano  VI  e  Carlo  di  Durazzo  che  tomano  a  divi- 
derla  in  sette  furenti  (an.  1384),  433,  1-31  ;  436, 
25-44  ;  vi  giungono  ambasc.  da  Roma  per  sollecitare 
il  Comune  ad  inviare  suoi  speciali  legati,  presso  Ur- 
bano  VI  in  Genova,  per  pregarlo  a  tornare  nella 
sua  sede  (an.  1385),  437,  40-41  ;  438,  1-5  ;  vi  giunge 
il  Card.  di  Nocea  di  Gualdo  (sic),  7-20  ;  ripercussioni 
faziose  nelle  sette  cittadine  delle  ultime  dramma- 
tiche  vicende  di  Carlo  di  Durazzo,  440,  3-46-442, 
1-33  ;  «.  onche  Fiorentini  /  Firenze  (Comune). 
FiRENZE  (Compagnie)  Compagnia  d'Orto  S.  Michele, 
sua  istituzione  e  suo  scopo  (an.  1292),  69,  28-34  ; 
vengono  posti  a  capo  di  essa  dal  Comune  fiorentino, 
in  qualita  di  Capitani,  onorevoli  cittadini,  34-38  ; 
"  nel  catalogo  dei  suoi  Capitani  ricorre  piu  volie  il 
nome  di  Coppo  Stefani,  padre  del  cronista  Marchionne, 
CI,  20-24 ,,  ;  "  eredita  dal  detto  Marchionne  una 
parte  dei  suoi  beni,  CVII,  9-10  ,,  ;  v.  anche  Firenze 
(Madonna  d'Orto  S.   Michele). 

—  (CoMPAGNiE    DEL    PopoLo),     V.     Firenze     (Gonfalo- 

nieri  di  Compagnie). 

—  (Comune),  suo  antico  ordinamento  e  sua  insegna, 
19,  2-4  ;  20,  7-12  ;  comincia  ad  estendere  la  sua  giu- 
risdizione  fuori  le  mura,  10-12  ;  22,  15-23  ;  23,  24-30  ; 
si  iniziano  per  opera  degli  Uberti  le  prime  lotte  ci- 
vili  per  la  conquista  dei  suoi  uffici  (an.  1177),  25, 
8-21  ;  cf.  "  LIV,  27-29-LIX  „  ;  gli  viene  tolta,  e  poi 
restituita,  dairimperatore  Federico  I,  la  giurisdizione 
sul  contado  (aa.  1186-1188),  26,  2-4,  11-12  ;  cf.  "  LII, 
1-33  ;  LIII,  1-11  ,,  ;  viene  tolta  ai  Consoli  rammini- 
strazione  della  giustizia  e  data  ad  un  Rettore  fore- 
stiero  (an.  1207),  27,  16-22  ;  in  seguito  airuccisione 
di  Buondelmonte  dei  Buondelmonti,  scendono  in 
lotta  per  Taccaparramento  dei  suoi  uffici  i  Guelfi  ed 
i  Ghibellini  (an.  1215),  29,  34-48  ;  ripresa  poi  la  detta 
lotta  pii  tardi,  cade,  per  Tingerenza  e  per  gli  aiuti 
di  Federico  II,  in  pieno  potere  dei  Ghibellini  e  dei 
Vicari  deirimperatore  stesso  (an.  1248),  34,  33-41  ; 
35,  1-21,  36,  6-7  ;  ma  poco  dopo  se  ne  fanno  arbitri 
i  mercatanti  ed  i '  buoni  uomini  che,  stanchi  delle 
insopportabili  tasse,  cui  i  predetti  spesso  ricorrevano 
per  le  spese  della  guerra  che  stavano  combattendo 
contro  i  Guelfi,  li  cacciano  e  costituiscono  il  governo 
detto  del  Primo  Popolo,  ponendo  a  capo  di  esso  un 
Capitano  del  Popolo  e  dodici  Anziani  con  trentasei 
Consiglieri  presi  in  parti  uguali  dai  vari  sesti  (an. 
1250),  37,  25-40  ;  38,  1-15;  sua  nuova  insegna,  11- 
T2  ;  40,  1-11  ;  per  la  sconfitta  di  Montaperti  torna  di 
nuovo  in  balia  dei  Ghibellini  che  rientrano  col  conte 
Giordano,  vicario  di  Manfredi,  sostituito  poi  dal 
conte  Guido  Novello  (an.  1260),  48,  t-20  ;  24,  36-41  ; 
50,  23-37  ;  ma  essendosi  il  popolo,  alla  notizia  della 
sconfitta  e  morte  di  Manfredi,  cominciato  ad  agitare, 
si  cerca  di  accontentarlo,  chiamando  al  Palazzo  della 
Signoria  du-;  Frati  Gaudenti  con  trentasei  Consi- 
glieri,  presi  tra  i  mecantanti  ed  i  bnoni  uomini,  e 
concodfudo  iilJe  t.o.ttc.  Arti  inaggiori  di  poter  avcrc 
propri  consoli,  gonfaloni  e  botteghe  (an.  1266),  37- 
«  ;  51,  1-3  ;  tuttavia  la  rivolta  scoppia  ugualmente 


poco  dopo  e  il  conte  Guido,  i  Ghibellini  e  i  due  Frati 
Gaudenti  vengono  cacciati,  mentre  i  buoni  uomini 
ed  i  mercatanti  tornano  di  nuovo  a  ricostituirc  il 
governo  del  Popolo,  16-41  ;  52,  1-10  ;  costituzionc 
del  nuovo  governo,  10-37  ;  sua  nuova  organizzazione 
a  base  nettamente  guelfa  attuata,  dopo  Tarrivo  del 
Vicario  di  Carlo  d'Angi6,  fatto  Signore  della 
citti,  con  ristituzione  deirufficio  dei  Dodici  buoni 
uomini  e  dei  vari  Consigli  generali  e  particolari 
(an.  1267),  53,  3-18  ;  abolizione,  per  consiglio  del 
Card.  Latino,  deirufficio  dei  Dodici  buoni  uomini 
e  creazione  in  sua  vece  di  quello  dei  Quattordic  i 
presi,  in  proporzione  delle  forze  di  ciascun  gruppo. 
tra  i  Guelfi,  i  Ghibellini  ed  i  Popolani  (an.  1280), 
57,  3-6  ;  soppressione  di  questo  ufficio  ed  istituzione 
di  quello  dei  Priori,  in  numero  priraa  di  tre  e  poi  di 
sei,  presi  fra  le  Arti  maggiori  (an.  1282),  11-30;  58, 
8-10  ;  strettesi  in  alleanza  contro  i  Grandi  le  dette 
Arti  maggiori  con  le  minori,  anche  queste  ultime 
ottengono  di  poter  avere  propri  consoli,  gonfalo- 
nieri  e  botteghe  ed  il  diritto  al  Priorato  (an.  1289), 
66,  18-21;  cf.  "  LXXX,  8-35-LXXX,  1-36";  ven- 
gono  approvate  ed  inserite  nelle  sue  leggi  costituzio- 
nali  gli  Ordini  di  Giustizia  contro  i  Grandi  e  viene 
istituito  contro  gli  stessi,  in  difesa  del  popolo,  il 
Gonfaloniere  di  giustizia,  70,  15-20,  25-30  ;  viene 
creato  un  ufficio  per  la  ricerca  e  rivendica  dei  suoi 
beni  e  dei  suoi  diritti  usurpati  dai  detti  Grandi,  71, 
3-5  ;  vani  tentativi  di  questi  per  liberarsi  dai  sur- 
ricordati  Ordini  (an.  1295),  72,  36-37  ;  73,  8-16  ; 
74,  11-30  ;  76,  6-8  ;  tentativo  di  Corso  Donati  per 
riformare  la  sua  costituzione  e  reazione  del  popolo 
(an.  1304),  89,  36-37  ;  90,  1-28  ;  vengono  aggiunti 
nelle  sue  leggi  fondamentali  altri  Ordini  contro  i 
Grandi  e  viene  nominato  un  Esecutore  di  essi  con 
ampi  poteri  (an.  1306),  98,  33-36  ;  99,  8-13  ;  con- 
giura  e  tentativo  del  pred.  Corso  Donati  per  far- 
sene  signore,  reazione  del  popolo  e  prowedimenti 
presi  contro  di  lui  dai  Priori,  dal  Podesti  e  dal  Gon- 
faloniere  di  Giustizia  (an.  1308),  100,  14-34  ;  ne  viene 
fatto  Signore  per  cinque  anni  re  Roberto  di  Napoli 
che  vi  manda  un  suo  vicario,  (an.  I313),  113,  27-31  ; 
ne  diventa  quasi  arbitro  assoluto  Lando  da  Gubbio, 
fatto,  per  gli  intrigni  della  potente  fazione  di  Simone 
della  Tosa,  Bargello,  con  ampia  Balia,  che  viene 
per6  presto  cacciato  (an.  1316),  119,  42-43  ;  120,  1-3  ; 
121,  1-4,  19-22  ;  finita  la  signoria  di  re  Roberto,  torna 
di  nuovo  a  nominare  liberamente,  senza  intcrvcnti 
estranei,  podesta  e  capitano  del  ^K)poIo  (an.  1321), 
128,  14-21  ;  vengono  istituiti  i  Pennoni  ed  i  Pennii- 
nieri  alle  dipendenze  dei  Gonfalonieri  di  Compagniii 
(an.  1323),  133,  21-29  ;  si  fanno  imborsazioni  del 
Priorato  per  quattro  anni,  134,  14-18,  ma  poi,  pt'r  le 
brighe  della  fazione  dei  Bordoni,  vengono  fattc  rifor- 
mare  e  correggere  (an.  1324),  137,  36-39  ;  1.38,  1-13  ; 
ne  viene  fatto  Signore  per  dieci  anni  Carlo  di  Cola- 
hria  figlio  di  re  Roberto  di  Napoli  (an.  1326),  146, 
27-35  ;  147,  1-2  ;  149,  15-16  ;  ma  poco  dopo,  per 
rimprovvisa  morte  di  questo,  torna  di  nuovo  libcro 
(an.  1328),  158,  18-20;  nuovi  ordinamenti  approvati 


534 


INDICE  ALFABETICO 


[Firanze' 


dal  parlamento  pcr  la  elezione  dei  Priori,  dei   Gon- 
futonieri  e  degli  altri  ufficiali  e  per  la  costituzione 
dei  dtie  nuovi  Consigli,    del    Popolo  e  del  Comune, 
20-44  ;    159,    1-18  ;   si  pone  un'imposta  sui  chierici 
che  trova  in  principio  una  forte  opposizione,  21-25  ; 
a  riprimere  in  qualche  modo  le  troppo  frequenti  risse 
cittadine  si   creano  sette  nuovi   Rettori,   cui   viene 
dato  il  nome  di  Bargelli,  con  ampi  potcri  e  con  ven- 
ticinque  fanti  ciascuno   (an.    1334),   176,  23-26  ;    si 
nomina  per  le  stesse  ragioni,  c  specialmente  per  stron- 
care  Taudacia  degli  sbanditi,  un  Conservatore  con 
grande  Balia,  ponendo  ai  suoi  ordini  cinqucinta  uomini 
a  cavallo  e  cento  fanti  (an.  1335),  178,  l-iO  ;  e   pcr 
provvedere,  poi,  a  tutte  le  necessitci  del  momento, 
data  la  guerra  improvvisamcnte  scoppiata  con  Ma- 
stino  della  Scala,  fattosi  signore  di  Lucca,  vengono 
nominati  sei  cittadini,  pcr  provvedcre   alle  cose  di 
guerra,  e  quattordici  pcr  la  ricerca  dei  fondi  occorrenti 
(an.    1336),  180,  D-12  ;  per  gli  intrighi  di  alcuni  dei 
Grandi  e  dei  popolani  ne  viene  acclamato  Signore 
a   vita  ed   in.sediato   solenncmente   nel   palazzo   dei 
Priori  il  Duca  d'Atene  (an.   1342),  195,  21-40  ;  196, 
1-22,  il  quale  stanca  presto,  per6,  con  le  sue  crudeltA  e 
con   quelle  dei  suoi  ministri  e  con  le  insopportabili 
tas.se,  il  popolo  che  si  ribella  e  lo  caccia  (an.  1343), 
203,  18-42  ;  204,  1-41  ;  205,  1-33  ;  209,  I-I8  ;  prima 
nuova  costituzione  data  dai  Quattrodici  cittadini  e 
dal  vcscovo  Acciaiuoli,  cletti  dal  parlamento  per  la 
riforma  dcl  governo,  207,  24-40  ;  208,  1-6  ;  rinfelice 
prova  di  cssa  e  le  lotte  fra  i  Grandi  ed  i  Popolani, 
209,  41  ;  210,  1-35  ;  211,  20-40  ;  212,  1-5  ;  il  ristabi- 
limento  del  Gonfalonierc  di  Giustizia  e  degli  Ordini 
contro  i  Grandi  e  la  ricostituzione  del  governo  popo- 
lano  216,   6-2  8  ;   si  delibera  di   formare  un  libro  di 
quelli  che  hanno  prcstato  denari  allo  Stato  e  di  pagare 
loro  rintcrcsse  del  5%  (an.  1345),  221, 27,  30  ;  vengono 
emanate   nuove  disposizioni  sulle  competcnze  giudi- 
izinrie  deirinquisitore  e  del  Vescovo,  225,26-39  ;  226, 
1-31  ;  vengono  emanate  ordinanze  contro  gli  eccessi 
del  vestirc  e  delle  festc,  cui  s'era  abbandonata  la 
popolazione  al  cessare  della  pcstc,  e  contro  il  rincare 
della  vita  (an.   1348),  232,  23-41  ;  233,   1-3  ;  vicne 
approvata  una  leggc  chc  vieta  gli  uffici  ai  Ghibellini 
(an.  1353),  246,  33-44  ;  257,   1-15  ;  e  si  da  facolti 
a  sei  Capitani  di  Parte  guelfa  di  potcr  ammonire, 
con  minaccia  di  gravi  pene,  di  non  prendere  piii  alcun 
ufficio  pubblico,  quei  cittadini  che  alla  loro  maggio- 
ranza  sembrassero  ghibellini  (an.   1357),  251,   12-30  ; 
viene  portato,  pcr  maggiori  garanzie,  il   numero  di 
qucsti  Capitani  da  sei  a  nove  (an.  1366),  263,  5-24  ; 
vicne  approvata  una  legge  che  esclude  dagli  uffici 
per  venti  anni  quci  Grandi  che,  fatti  popolani,  non 
rifiutassero  i  Consorti   (an.    1370),   277,    13-20 ;   per 
liberare  il  contado  dagli  atti  di  violcnza  degli   sban- 
diti,  che  vi  si  erano  annidati,  vcngono  nominati  quat- 
tro  Bargelli  con  grande  Balia  (an.   1371),  278,  7-11  ; 
17-18  ;  viene  data  facolta  airoffcso  di  potcr  presen- 
tare  pctizione  per  far  fare  dei  Grandi  il  suo  offensore 
(in.  1372),  282,  30-34,  e  vicne  creato  un  nuovo  Uffi- 
cio  detto  dei  Dieci  di  Liberti  per  vigilare  alla  quiete 


ed  alla  sicurczza  pubblica,  28-30  ;  vengono  el.   quattro 
ragionieri  straordinari  per  ricercare  e  rivendicare  i 
crediti,    le  ragioni    ed    i    diritti  usurpati    dai    pri- 
vati,  266,  44  ;  287,  1-7  ;  si  nominano  otto  cittadini 
con  grandissima  e  piena  Balia  per  far  leghe,  guerra  e 
pace  (an.   1375),  293,   3-4  ;   8-24  ;  scoppiata  una  ri- 
volta  popolare  contro  la  Parte  guelfa  e  contro  i  suoi     ,. 
Capitani,  a  causa  delle  ammonizioni  che  crescevano  1 
sempre  piCi,   vengono  nominati  ottantuno  cittadini 
c-ui  viene  data  Balia  di  rivedere  tutte  le  ammoni-zioni 
date  dal  1354  in  poi  (an.  1378),  318.  40-41  320,  1-25  ; 
si    impadroniscono    del     Comune    gli     infimi     ope- 
rai  deirArte  della  Lana,  detti  comunemente  Ciompi, 
che  ne  fanno  Signore  Michele  di  Lando  da  loro  creato 
Gonfaloniere,    322,    4-30 ;    325-326,    1-8  ;    il    quale 
crea  tre  nuove  Arti  minori,  dei  Ciorapi,  dei  Farsettai 
e  dei  Tintori,  con  gli  stessi  diritti  e  privilcgi  delle 
altre  quattordici,  327, 2-7  ;  ma  poco  dopo  ne  vengono 
cacciati  dai  mercatanti  e  dai  buoni  uomini,  che   rico- 
stituiscono   il    govemo   popolano   di   prima,    soppri- 
mendo  TArte  dci  Ciompi  suddetta,  334,  38-42  ;  335, 
1-4  ;  vienc  istituito,  per  la  guardia  e  per  la  foresteria 
della  citti  e  del  contado,  un  nuovo  ufficio  detto  degli 
Otto   della    Guardia  ;    vcngono    creati  due    Bargelli 
con  giandissima  Balia  e  vengono  nominati  sessanta- 
quattro    ufficiali    per    la    compilazione    deirEstimo, 
337,  8-29 ;  viene  emanata  una  Icgge  che  esclude  i  fore- 
stieri  dagli  uffici,  346,  14-15,  37-43  ;  vengono  nomi- 
nati  otto  cittadini  cui  si  da  piena  balia  di  poter  ven- 
dere  i  beni  dei  ribelli  e  di  poter  costringere  i  cittadini 
a   ricomperarli    secondo    le    singole   possibilita    (an.j 
1380),  372,  20-40  ;  si  riduce  rinteresse    sui    dcnarj 
dcpositati  nel  Montc  dal  15  al  5%,  con  jjrande  alleg- 
gerimento  del   suo  carico   ma   con   forte  malumora 
di  tutti  quclli  che  avevano  depositato  la  il  loro  de- 
naro,  384, 28-39  ;  385,  3-7  ;  viene  data  balia  ai  Priori, 
ai  Gonfalonieri,  ai  Dodici  buoni  uomini  ai  Capitani 
di  Parte  guelfa,  ai  Dieci  di  Liberta  ed  ai    \ove    di 
Mercatanzia  di  poter  fare  dei  Grandi  c  di  poter  esclu- 
derc  dagli  Uffici  quelli  chc  loro  sembrasse  bene  (an. 
1381),  392,  3-8  ;  abbattuti  dalla  rivolta  popolarc  i 
dcmagoghi  di  nobili  famiglie,  chc  da  tcmpo,  uniti  in 
ibrido   connubio    con    infimi    popolani,    stavano    ter- 
rorizzando  con  quotidiane  denunzic  tutti,  viene  data 
amplissima  balia  ai  Priori,  ai  Gonfalonieri,  ai  Do- 
dici  Buoni  uomini,   agli   Otto  della  Guardia,   a  sei 
Capitani  della  Parte,  a  due  dei  Dieci  Consoli  di  Mer- 
catanzia,  a  due  dei  Dieci  di  Liberta  ed  a  cinquanta- 
due  altri  cittadini  di  riformarc  il  govemo,  392,   24- 
31  ;  393,  1-34  ;  la  soppressionc  delle  due  Arti  minori, 
aggiunte  dai  Ciompi,  e  la  repressione  dei  moti  degli 
scontenti,   397,    7-11,  23-38  ;   la   nuova   ripartizione 
degli  uffici  tra  Ic  Arti  maggiori  e  le  minori,  la  revoca 
del  bando  agli  sbanditi,  rabolizione  degli    Ordini  di 
Giustizia  e  la  reazione  contro  le  ulteriori  pretese  degli 
sbanditi  e  dei  Ciompi,  397,  3-9  ;  398,  1-40  ;  402-408  ; 
viene  creata  una  nuova  Balia,  costituita  da  dieci  cit- 
tadini,  per  provvedere  alle  necessiti  che  la  guerra,  al- 
lora  scoppiata  con  Arozzo,  richjedeva  (an.  1384),  429, 
8-18  ;  430,  5-18  ;  v.  anche  Fioreniini  ,\Firctue  {Cjil^)- 


[Firenze] 


INDICE  ALFABETICO 


535 


FiRENZE  (Conservatore),  sua  istituzione  e  ragione  (an. 
1335).  178,  1-5  ;  poteri  e  forze  a  lui  concesse,  5-10  ; 
V.  anche  GabrielH  (de')  Jacopo  [an.  1335)  ;  Gualtieri  di 
Brienne,  Duca  d'Atene  (an.  1342). 

—  (CoNsiGLi),  generali  e  particolari  istituiti  all'arrivo 
del  Vicario  di  Carlo  d'Angi6  e  in  altre  epoche,  53, 
6-11  ;  cf.  "LXXVI,  29-34-LXXVIII,  1-6". 

— •  —  CoNsiGLio  DEL  CoMUNE,  formato  da  centocin- 
quanta  membri,  ricostituito  con  la  riforma  approvata 
dal  popolo  in  parlamento  dopo  la  morte  del  Duca  di 
Calabria  signore  della  c.  (an.  1328),  159,  14-16. 

— •  —  CoNsiGLio  DEL  PopoLO,  di  trecento  membri,  ri- 
costituito  anch'esso  con  la  riforma  attuata  dopo  la 
morte  del  Duca  di  Calabria  (an.  1328),  159,  14-16. 

CoNsiGLio  DEi  QuARANTA,  formato  da  Grandi  e 

Popolani  ch'ebbe  brevissima  durata  (an.  1267),  52, 
34-35. 

CoNsiGLio  DEi  Trentasei,  creato  per  assistere 

gli  .\nziani  preposti  al  Governo  del  popolo,  scelti  in 
ragione  di  sei  per  Sesto  (an.  1250),  38,  10-11  ;  sop- 
presso  col  ritorno  dei  Ghibellini,  viene  da  questi  di 
nuovo  ricostituito  per  accontentare  il  popolo  dopo  la 
morte  di  Manfredi  (an.  1266),  50,  40-42  ;  luogo  delle 
loro  riunioni,  51,  5-7. 

—  (CoNson),  primi  magistrati  deirantico  Comune  fio- 
rontino  :  lotte  combattute  dagli  Uborti  per  poterli 
eleggere  a  loro  piacimento  (aa.  1177-1181),  25,  8-21  ; 
cf.  "  LIV,  27-41-LIX,  1-8  „  ;  viene  loro  tolto  Tam- 
ministrazione  della  giustizia  e  data  a  Rettori  fore- 
stieri  (an.  1207),  27,   16-24. 

—  (CoNsoLi  DELLE  Arti),  V.  Fircnze  (arti). 

—  (CoNsoLi  DELLA  Mercatanzia),  V.  Firenze  (Merca- 
iamia). 

—  (CoNTADo),  viene  ad  accamparsi  ostilmente,  occu- 
pando  varie  terre  di  esso  quasi  senza  colpo  ferire, 
rimperatore  Arrigo  VII  (an.  1312),  109,  18-22  ; 
viene  corso  e  devastato  per  tre  giorni  dalle  milizie 
del  Maniscalco  del  re  Giovanni  di  Boemia  signore 
di  Lucca  (an.  1330),  169,  35-43  ;  viene  danneggiato 
dairinondazione  (an.  1333),  174,  20-33  ;  viene  corso 
e  devastato  dalle  milizie  del  Patriarca  d'Aquileia, 
Vicario  deirimperatore  Carlo  IV  e  signore  di  Lucca 
(an.  1368),  269,  18-23  ;  vengono  nominati  quattro 
bargelli  per  liberarlo  dagli  sbanditi,  che  vi  si  erano 
annidati,  e  dalle  loro  violenze  (an.  1371),  278,  7- 
11,  17-18  ;  viene  danneggiato  dalla  brigata  di  Gian- 
notto,  Sini.scalco  di  Carlo  di  Durazzo  e  dagli  sbanditi 
(an.  1379),  370,  17-18  ;  ^  devastato  dagli  Ungheri  di 
Carlo  di  Durazzo  stesso  (an.  1380),  379,    30-37. 

-    (CONVENTI)  CONVENTO  DEI  FrATI  MiNORI  DI  S.  FRAN- 

CESCo,  vi  prende  dimora  per  qualche  tempo  il  Duca 
d'Atene  prima  d'essere  fatto  signore  della  c.  (an. 
1342),  194,  30-34  ;  V.  anche  Firenze  (Chiesa  di  S. 
Croce). 

Convento  di  S.  Maria  Novella,  vi  si  adunano  i 

Ciompi  per  deliberare  sul  da  fare  (an.  1378),  332, 
19-38  ;  V.  anche  Firenze  (Chiesa  di  S.  Maria  Novella). 

"  CoNVENTO  Di  S.  Paolino,  ric,  VI,  15  ,,. 

—  (DiEci  Di  Balia),  nominati  per  provvedere  ai  bi- 
sogni  dello  Stato,  a  seguito  deU'improwisa  venuta 


in  Italia  del  Condottiero  di  ventura,  il  Sire  dl 
Couchy,  vengono  poi  investiti  della  piii  ampia  Balia 
airannunzio  deirentrata  di  questo  in  Arezzo  come 
signore  (an.  1384),  429,  1-13  ;  430,  5-8  ;  loro  provve- 
dimenti  per  raccogliere  ed  assoldare  milizie  e  per  pro- 
curare  i  denari  occorrenti,  430,  8-16;  favoriscono  a 
mezzo  dei  loro  emissari  la  riforma  del  Governo  di 
Siena,  434,  5-7. 
FiRENZE  (DiFENsoRE  DEL  CoNTADo),  va  con  le  sue  geuti  in 
soccorso  di  Figline  assalita  dai  Ciompi  (an.  1379), 
349,  31  ;  351,  16  ;  persone  da  lui  condannate  per 
questa  incursione,  351,   17-35. 

—  (DiNTORNi)  Calenzano,  castello,  viene  preso  e  dcva- 
stato  da  Castruccio  (an.  1325),  144,21-22. 

Capalle,  castello,  preso  e  devastato  da  Castruc- 

cio  (an.   1325),  144,  21. 

Certosa,   vi  viene  ospitato  in  segreto  per  vari 

giorni  Luigi  di  Taranto,  marito  della  regina  Gio- 
vanna  di  Napoli  con  il  suo  Gran  siniscalco  Nicola 
Acciaiuoli  (an.  1349),  233,  6-10  ;  vi  si  ferma  per 
qualche  giorno  il  card.  Fiesco  di  ritorno  in  Genova 
(an.   1380),  374,   19-20. 

Colombaia,  viene  arsa  e  devastata  da  Castniccio 

(an.  1325),  144,  24. 

GioGOLi,  vi  fanno  scorrerie  danneggiandolo  le  mi- 

lizie  di  Castruccio  (an.   1325),  144,  25. 

Greve,  borgo,  viene  devastato  ed  arso  da  Ca- 

struccio  (an.  1325),  144, 22. 

Impruneta  (chiesa  di  S.  Maria  dell'),  contra- 

sto  tra  i  Buondelmonti  e  gli  Scolari,  patroni  di  essa, 
a  proposito  della  nomina  del  titolare  e  conseguenze 
di  esso  (an.   133 1),  170,   13-22. 

(Immagine  di  S.  Maria  dell'),  viene  portata 

in  processione  dal  popolo  fiorentino  durante  la  peste 
(an.   1348),  232,   1-3. 

Lastra,  castello,  viene  preso  e  distrutto  da  Ca- 

struccio  (an.  1325),  144,  22  ;  ric,  371.  30  ;  441,  3. 

Malmantile,  castello,   parte  di  qua  con  le  sue 

truppe,  a  soldo  del  Comune  fiorentino,  il  conte  Ave- 
rardo  per  muovere  contro  Giannotto  che  stava  deva- 
stando  il  contado  di  Firenze  (an.  1379),  369,  24  ; 
ric,  441,  3. 

Marignolle,  villa,  presa  e  distmtta  da  Castruc- 

cio  (an.  1325),  144,  24. 

Montelupo,  borgo,  arso  e  distrutto  da  Castnic- 

cio   (an.    1325),   144,  26. 

—  —  Pontorno,   borRo,   arso  e  distrutto  da   Castruc- 
cio    (an.    1325),  144,   26. 

Peretola,  viene  presa  e  dcvastata  da  Castruccio 

(an.  1325),  144,  21  ;  vi  si  accampa  con  le  sue  forze 
Galeazzo  Visconti  nipote  deirArcive.scovo  Giovanni, 
signore  di  Milano  e  di  Bologna,  venuto  contro  Fi- 
renze  (an.  1251),  236, 24-29  ;  vi  si  accampa  con  la  sua 
compagnia  Giovanni  A'.uto  (an.  1369),  272,  4-9. 

Pksa,  vi  giunge  nei  suoi  pressi  con  le  suc  scorrcric 

Castruccio   (an.    1325),    144,  25. 

Quarantola,    viene   devastata   dalla   brigata   di 

Giannotto,  Siniscalco  di  Carlo  di  Durazzo,  e  dagli 
sbanditi    fiorentini    (an.    1379).    371,    11. 

QuiNTOLe,   vj   vjenc  raggiunto  dal  popolo  Corso 


538 


INDICE   ALFABETICO 


[Firanze) 


Doaati,  mentre  tentava  fuggire  (an.  1308),  101, 
17-18. 
FiRKNZB  (DiNTORNi)  RsMOLB,  vi  .si  azzuffano  i  Donati  con 
t  Ccrchi  (an.  1300),  81,  32-34  ;  vi  si  adunano  i  Ghibel- 
lini  ed  i  Bianchi  sbanditi  per  muoverc  poi,  in  accordo 
con  Corso  Donati,  contro  Firenze  (an.  1308),  100,25-27. 

RiFREDi,  torrente,  vi  giunge  nei  suoi  pressi  Ca- 

stniccio  con  le  sue  scorrerie  (an.  1325),  144,  19  ;  il 
quale,  poi,  vi  fa  correre  il  Palio,  30-35 ;  ric,  145,  23 ; 
381,  1. 

Salvi  (Badia  di  S.)  vi  muore  nei  suoi  pressi,  ca- 

dendo  da  cavallo,  Corso  Donati,  che  viene  finito  da- 
gli  inseguitori  i  quali  lo  consegnano  poi  ai  monaci 
della  Badia  in  attesa  degli  ordini  (an.  1308),  101, 
18-29  ;  vi  si  accampa  l'imperatore  Arrigo  VII  per 
aspettare  rinforzi  (an.  1312),  140,  1. 

ScHizzANO,  viene  devastato  dalla  brigata  di  Carlo 

diDurazzo  e dagli  sbanditi  fiorentini  (an.  1379),  371, 1. 

SiGNA,  castello,   viene  preso  e  distrutto  da  Ca- 

stniccio  (an.  1325),  144,  22  ;  viene  ricostmito  dai 
Fiorentini  (an.  1326),  150,28-29  ;  ric,  145,23. 

SoFFiANO,  viene  preso  e  distrutto  da  Castruccio 

(an.    1325),    144,  24. 

ToRRi,  vi  giunge  con  le  sue  scorrerie  Castnicclo 

(an.    1325),  144,    11-25. 

—  (Edifici  Romani)  —  AcQUEDOTTi,  faltt  costruire, 
secondo  la  leggenda  dello  Stefani,  da  Magrino,  10, 
i-2S,  13. 

Campidoglio,  fortezza  mastra  della  c,  fatta  edi- 

ficare  secondo  la  stessa   leggenda  dal  nobile  romano 

Marco,  10,  20-21,  li,  ric,  16,  3,  6,  8. 
MuRA  Di  Cinta,  fatte  innaUare  da  Gneo  Pompeo, 

10,    13-14. 
Palagio.  detto  anche  Parlagio,  fatto  costruire 

da  Cesare,  9,   30-34  ;   10,   19. 
Tempio  di  Marte,  cominciato  al  tempo  di  Ce- 

sare  e  terminato  sotto  Tiberio,  11,  35-38  ;  12,  10-13  ; 

viene  consacrato  e  dedicato  da  Onorio,  vescovo  della 

c,  a  S.  Giovanni  Battista,  13,  23-25. 

—  Esecutore  degli  Ordini  di  Giustizia,  sua  istitu- 
zione  e  suoi  poteri  (an.  1306),  99,  8-12  ;  v.  anche  Mat- 
teo  d'Amelia  (an.  1306)  ;  Fino  (an.  1378). 

—  EsTiMo,  viene  fatto  fare  segretamente  a  mezzo  di 
ufficiali  forestieri  dal  Duca  di  Calabria  (an.  1326), 
152,28-30  ;  vengono  el.  sessantaquattro  cittadini  per 
procedere  alla  sollecita  compilazione  di  esso  (an. 
1378),  337,  39. 

—  GoNFALONiERE  Di  GiusTiziA,  sua  istituzione  e  suoi 
poteri  (an.  1292),  70,  15-20  ;  gente  posta  ai  suoi  or- 
dini  per  poter  procedere  airesecuzlone  di  giustizia 
contro  i  Grandi,  20-30  ;  prima  esecuzione  contro  i 
Grandi  da  partc  del  Gonfaloniere  Baldo  Ruffoli  che  fa 
abbattere  le  case  dei  Galli,  71.  10-14  ;  sua  soppres- 
sione  ad  opera  del  Duca  d'Atene  e  suo  ristabilimento 
(an.  1342),  196,  25-2  7  ;  198,  34-35  ;  nuovo  tentativo 
di  soppressione  alla  cacciata  del  detto  Duca  e  sua  de- 
finitiva  ricostituzione  (an,  1343),  212,  25-29. 

—  GoNFALONiERi  Di  CoMPAGNiA,  istituiti  in  numon  di 
venti,  agli  ordini  del  Capitano  del  popolo,  per  racco- 
gliere  ciascuao  al  primo  segnale,   dietro  il  proprio 


gonfalone,  le  milizie  cittadine  da  lui  dipendenti  (an. 
1250),  38,  1-9  ;  loro  ripartizione  ed  iiuegne,  15-3«. 
vengono  ridotti  adiciannove  (an,  1307).  98.  36  ;  nuovi 
poteri,  gonfaloni  cd  insegne.  99.  4-10  ;  vengono  isti- 
tuiti.  per  facilitare  le  chiamate  del  popolo  alle  armi, 
cinquantasei  Pennonieri.  coi  relativi  Pennoni  (an. 
1323),  133.  21-29.  e  messi  alle  dipendenze  deide'ti 
gonfalonieri,  in  nnmero  di  tre  o  quattro  per  ciascuno, 
secondo  la  grandezza  della  propria  circoscrizione, 
21-29. 
FiRENZE  GONFALONIERI  DI  GlUSTIZIA,  V.  RuffoU  Baldo  ; 
per  Gonfalonieri  poi,  seguiti  al  detto  Ruffoli,  succedu- 
tisi  nei  vari  anni  dopo  il  1292  v.  le  liste  annuali  dei 
Priori,  nelle  quali  essi  sono  riportati,  da  questa  data 
in  poi. 

—  GoNFALONiERi  Di  Leghe  del  Contado,  in  numero 
di  novantasei,  istituiti  per  raccogliere  al  segnale  d'al- 
larme  le  genti  del  contado,  e  messi  agli  ordini  del 
Capitano  del  popolo,  38,  37-40. 

—  GuELFA  (Parte),  V.  Firenze  (Parte  guelfa). 

—  Incendi  (an.  1115),  22,  31-33;  (an.  1232),  33,  U- 
17;  (an.  1234),  33,  24-27;  (an.  1287),  63,  11-18; 
(an.  1293),  71,  25-28;  (an.  1304),  92,  24-34;  (an. 
1322),  129,  33-37  ;  (an.  1327),  153,  lO-ll  ;  (an.  1331), 
170,  35-36  ;  171.  1-6  ;  (an.  1335),  177,  35-39  ;  (an. 
1344),   220,    16-20. 

—  Inondazioni  (an.  1177),  25-4-5;  (an.  1250),  37, 
9-20;  (an.  1284),  60,  15-20;  (an.  1288),  64,  30-32; 
(an.  1333),  173,  38-39;  174,  1-35;  175,  6-10;  (an. 
1334),  176,  37;  177,  1-5;  (an.  1345),  224,  26-32; 
(an.  1353),  243,  1-3  ;  (an.  1369).  270,  88-32 ;  (an. 
1380),  381.  35-40  ;  382.  1-19. 

—  LoGGi.A  d'Orto  S.  Michelb.  fatta  costruire  dal  Co- 
mune  pel  mercato  del  grano  e  delle  biade  (an.  1 284), 
61,   26-2  7. 

—  LoGGiA  de'  Pazzi  owero  Albergo  della  Corona, 
V.  Firenze  (Albergo  della   Corona). 

—  Loggia  della  Piazza  dei  Priori,  se  ne  inizia  la 
costruzione  (an.  1373),  288,  2-7  ;  viene  condotta  a 
termine :  sue  dimensioni  e  costo  (an,  1382),  423, 
17-24. 

—  (Madonna  d'Orto  S.  Michele),  miracoli  ad  essa  at- 
tribuiti  e  doni  della  folla  (an.  1292),  69,  28-34  ;  viene 
istituita  una  Compagnia,  con  a  capo  i  relativi  Capi- 
tani.  per  amministrare  i  doni  ad  essa  lasciati  dai  fe- 
deli.  32-34  ;  il  Comune  fiorentino  comincia  a  nomi- 
nare  esso  stes.so  i  detti  Capitani.  34-38  :  v.  anche  Fi- 
renze   (Compagnia   d'Orto   S.   Michele). 

—  (Magistrature)     Magistratura     dei     Sei     DEI' 
biada,  preposti  al  mercato  del  grano  e  delle  biade  t 
si  teneva  nella  loggia  d'Orto  S,  Michele  (an.  128 
61,  26-27. 

—  Mercatanzia  (CoNsoLi  della),  magistratura  coli 
giale  co.stituita  dapprima  da  cinque  consoli  deir.X 
maggiori  e  accresciuta  poi  con  altri  scelti  tra  le  A 
rainori  (an.  1372),  283,  25-30  ;  327,  18-19  ;  395,  1 
22  ;  "  poteri  loro  attribuiti  dagli  Statuti  comiinali, 
CtX,  25-37  .., 

—  (Mercati)  mercato  nuovo,  viene  danneggiato  dal- 
Tinondazione  (an.  1333),  174,  10  ;  ric,  32,  16. 


[FirMize] 


INDICE  ALFABETICO 


537 


FiRENZE  (Mercati)  mercato  vecchio,  viene  devastato 
dal  fuoco  (an.  1332),  32,  11-13  ;  36,  24,  34  ;  6  dan- 
neggiato  dalla  piena  (an.  1333),  174,  10  ;  ric,  35,  35. 

—  (MoNACHE  Di  S.  Agostino),  preteso  miracolo  avve- 
nuto  nella  loro  chiesa  nel  dl  di  S.  Firenze  (an.  1229), 
32,    30-37  ;    33,    1-3. 

—  (MoNASTERi)  "  MONASTERO  Di  S.  LoRENZo,  donazione 
ad  esso  fatta  da  Coppo  Stefani,  padre  del  cronista 
Marchionne,  CII,  9-U  ;  CIV,  l-u  „. 

"MONASTERO  Di   S.  Marta,  vi  si  rinchiude  Eli- 

sabetta    Stefani    sorella    del    cronista    Marchionne, 
CII,    15-22,,. 

—  (MoNETA  DEL  Cqmune),  a  chi  ne  viene  affidata  la 
cnra   (an.    1267),   53,     15-17. 

—  (MoNETA  d'argento  o  Bargellina),  fatta  coniare 
dal  Bargello  Lando  da  Gubbio  (an.  1316),  120,  9-12. 

—  (MONETA  d'argento  o  Guelfo),  sua  coniazione  (an. 
1317).  123,  40-42;  124,   1-2. 

—  (Moneta  d'oro  o  Fiofino),  sua  prima  coniazione  (an. 
1252),   41,  29-32. 

—  (MortalitA),  (an.  1323),  133,  27-37  ;  134,  1-3  ;  (an. 
I3|8).230,  9-36— 232,  1-29  ;  (an.  1374),  289,  30-38  ; 
(an.    1383),   427,   4-11. 

—  (Mura),  si  ordina  e  s'inizia  la  seconda  cerchia  (an. 
107  8),  20,  20-23  ;  sua  descrizione  e  borghi  in  essa  in- 
clusi,  23-36  ;  viene  recinto  di  mura  il  quartiere  d'01- 
trarno  (an.  1258),  44,  26-30 ;  si  delibera  la  costru- 
zione  del  terzo  cerchio  (an.  1299)  77,  32-38  ;  si  or- 
dina  di  recingere  di  mura  il  Lungarno  e  di  completare 
quelle  d'01trarno  (an.   1317),  124,   4-6. 

—  (Ordini  di  Giustizia),  leggi  contro  i  Grandi  in  di- 
fesa  del  popolo,  70,  15-20,  25-30  ;  vani  tfentativi  di 
questi  per  liberarsene  (an.  1295),  72,  30-37  ;  73,  8- 
16;  74,  11-30;  76,  6-8  ;  tentatiW  di  Corso  Donati 
e  reazione  del  popolo  (an.  1304),  89,  36-37  ;  90,  1-28  ; 
vi  vengono  fatte  nuove  aggiunte  (an.  1306),  98,  33- 
36;  99,  8-13;  vengono  tolti  definitivamente  (an. 
1381),  402,  12-13  ;  V.  anche  Firenze  [Gonfaloniere  di 
Giustizia)  ;  Firenze  (Esecutore  degli  ordini  di  Giustizia). 

—  (OsPEDALi)  Ospedale  sulla  Greve,  danni  e  vit- 
time  fatte  quivi  dalla  piena  (an.  1250),  47,  12-13. 

—  (OiTO  Di  Balia),  detti  anche  gli  Otto  Santi,  el. 
con  i  pid  larghi  ed  ampi  poteri  a  far  leghe,  guerra  e 
pace  (an.  1375),  293,  5-25  ;  mandano  loro  emissari  ad 
Orvieto,  a  Viterbo,  a  Perugia  e  in  altre  terre  del  Pa- 
trimonio  per  suscistarvi  rivolte  contro  la  Chiesa  ed 
istituirvi  liberi  comuni  cui  vengono  rimesse  le  ban- 
diere  rosse  di  liberta,  293,  28-37  ;  294,  1-3  ;  vengono 
.scomunicati,  294,  5-6  ;  mandano  loro  emissari  anche 
a  Bologna  per  suscitare  anche  qui  rivolte  contro  la 
Chiesa,  295,  19-29  ;  inviano  ambasc.  al  pp.  per  la 
pace  (an.  1376),  296,  24-32  ;  mandano  loro  agenti 
a  Bologna  per  tenere  a  bada  la  Compagnia  di  ven- 
tura  di  Brettoni,  mandata  da  Gregorio  XI  contro 
Firenze,  297,  20-31  ;  stringono  nuove  leghe,  5-16, 
34-41  ;  298,  1-3  ;  vengono  combattuti  dalla  Parte 
guelfa  che  colpisce  con  le  sue  ammonizioni  quelli 
specialmente  che  sono  a  loro  favorevoli,  300,  25-34  ; 
viene  ammonito  Giovanni  Dini,  uno  degli  Otto  (an. 
1378),  311,   15-18  ;  vengono  ricouosciuti  dai  Ciompi 


e  mantenuti  in  carica,  nonostante  il  cambiamento 
di  quasi  tutti  gli  altri  uffici,  quali  Otto  della  Guar- 
dia  e  della  Guerra,  325,  34-35. 
Firenze  (Otto  di  Balia  del  Popolo  di  Dio  di  S,  Maria 
Novella)  istituiti  dai  Ciompi  per  controllare  TOpe- 
rato  dei  Priori  (an.  1378),  330,  25-38  ;  loro  pretese 
e  reazioni  di  questi,  331,  37-39-335,  1-14. 

—  (Palazzi)  Palazzo  dell'arte  di  Cahmala,  viene 
danneggiato  dal  fuoco  provocato  da  una  mischia 
cittadina   (an.    1304),   92,  24-25. 

Palazzo  dell'arte  della  Lana,  6  danneggiato 

dal  fuoco   (an.   1331),   171,   6. 

Palazzo  del  PodestA   vi  pone    la  sua  dimora 

il  Duca  di  Calabria,  fatto  signore  della  c,  (an.  1326), 
149,  38-40  ;  viene  danneggiato  dal  fuoco  (an.  1331), 
171,  5  ;  ric,  48,  23  ;  50,  40  ;  51,  34. 

Palazzo  dei  Priori,  detto  anche  del  popolo 

e  della  Signoria,  si  ordina  e  se  ne  inizia  la  costru- 
zione  la  dove  prima  erano  le  case  degli  Uberti  (an. 
1298),  76,  30-40  ;  vi  va  ad  abitare  il  Duca  d'Atene, 
fatto  signore  di  Firenze,  che  ne  caccia  i  Priori  (an. 
(1342),   195,   30  ;  196,  5-22  ;  ric.  passim. 

—  (Parte  Guelfa)  antica  e  potente  istituzione  fioren- 
tina,  avente  una  sua  organizzazione  a  s6  con  propri 
capi  (Capitani),  sorta  a  difesa  dei  Guelfi  contro  i  Ghi- 
bellini,  cui,  dopo  la  cacciata  di  questi  dalla  c  viene 
affidata  ramministrazione  dei  beni  ad  essi  confi- 
scati  (an.  1267),  52,  21-32  ;  in  mano  per  lungo  tempo 
dei  nobili  e  popolani  grassi,  essa  si  serve  deiristituto 

del  rammonire,  affidato  dalia  legge  ai  suoi  Capitani 
(an.  1357),  251,  12-25,  per  combattere  i  suoi  nemici  e 
cacciarli  dagli  uffici,  276,  44-45  ;  277,  l-lO,  32-43  ; 
278,  1-4,  25-30;  poi,  dopo  la  cacciata  dei  Ricci  e 
degli  Albizzi,  suoi  attivi  capi,  dagli  uffici  del  Co- 
mune,  se  ne  serve  per  combattere  il  Governo  che 
andava  sempre  piii  riducendosi  in  potere  deirArti  mi- 
nori ;  283,  31-39  ;  300,  25-34  ;  301,  6-11  ;  inorgoglita 
per  Tambasciata  ad  essa  diretta  dalla  regina  Gio- 
vanna  di  Napoli,  si  di  una  nuova  costituzione 
ed  un  proprio  gonfalone  e  nomina  quindi  un  suo  gon- 
faloniere,  310,  4-8  ;  elegge  Quarantotto  cittadini 
cui  da  piena  balia  nei  propri  coUegi  nei  riguardi  del- 
rammonire,  7-11  ;  lotta  contro  di  essa  combattuta 
dal  Gonfalon'ere  di  Giustizia,  Salvestro  dei  Medici, 
e  dal  popolo  (an.  1378),  317,  15-42-320,  1-5  ;  v.  an- 
che   Firenze    (Capitani   di   Parte  guelfa). 

—  (Pkste),   V.   Firenze   (mortalit^). 

—  (Piazze)  Piazza  S.  Croce,  ric,  195,  38  ;  203,  1  ; 
223,  2  ;  382.  13. 

Piazza  S.  Giovanni,  vi  si  trincerano  i  Cavicciuli 

contro  i  popolani  (an.  1343),  213,  33. 

Piazza  S.  Lorenzo,  ric  283,  8. 

Piazza  S.  Piero  Maggiore,  ric,  84,  Ss. 

PiAZZA  S.  PuLiNARi,  ric,  357,  34. 

PiAZZA  degli  Spini,  fic  338,  17. 

—  (PodkstX),  V.  Rubaconte  (an.  1232)  ;  Filippo  da 
Brescia  (an.  1252)  ;  MoncUdeschi  Ormanno  (an.  1266)  ; 
Matteo  da  Fogliano  (an.  1287)  ;  Fulcieri  da  Calboli  (an. 
1302)  ;  Gabrielli  Bino  (an.  1305)  ;  Carlo  d'Amelia  (an. 
1307)  ;  Branca  (della)  Piero  (an.  1308)  ;  Baglioni  (dei) 


538 


INDICE  ALFABETICO 


[FireoMJ 


Baglione  (an.  1346)  ;  Giovanni  da  Varliano  (an.  1343)  ; 

Vaiani  Paolo  (an.    1353)  ;  Giovanni  da  Roncofreddo 

(an.  1373)  ;  Ugolino  di  Piero  (an.  1378). 
FiRKNZB  (PoNTi)  PoNTE  all'Africo,  vi  si  azzuffano  Nicola 

Cerchi  con   Simone  Donati   (an.    1301),   85,    33-40  ; 

vi  viene  ucciso  Gherardo  Bordoni  partigiano  di  Corso 

Donati  (an.  1308),  100,  16. 
PONTE  ALLA  Carraia,  sc  nc  inizia  la  costnizione 

(an.   1120),  30,   5-fl  ;  cade  per  la  piena   (an.    1269), 

54,   30  ;  ricostruito  in  legno  cade  nuovamente  per 

eccessivo  affoUamento  (an.  1304),  92,  4-8  ;  ricostruito 

ancora,  cade  di  nuovo  (an.   1333),  174,   16  ;  ric.  20, 

28-30 ;    30,    2-5  ;    52,    5. 
PONTE  Nuovo,  se  ne  ordina  e  s'inizia  la  costru- 

zione  (an.   1220),  30,  5-6  ; 
PoNTE  RuBACONTE,  viene  fatto  costruire  dal  Po- 

dest^  Rubaconte  da  cui  prende  il  nome  (an.   1252), 

34,  10-12  ;  ric,  214,  15. 
PoNTE  A  S.  Trinita,  se  ne  ordina  e  s'inizia  la  co- 

struzione  (an.  1252),  41,  1-5  ;  cade  per  la  piena  (an. 

1269),  54,  30  ;  rico.struito  cade  di  nuovo  (an.  1333), 

174,   14  ;  se  ne  ordina  la  ricostruzione   (an.    1346), 

227,    32-35;    "ric.    CIV,    11  „. 
PoNTE   Vbcchio,  cade  per   la  piena   (a.     1177), 

25,  4-6  ;  ricostruito  cade  di  nuovo  per  l'inondazione 

(an.   1333),  174,   13  ;  viene  ricostruito  in  pietra  (an. 

1345).  224,  5-7. 

—  (PopoLi  o  Parrocchie),  sono  ricordate  passim,  nelle 
liste  dei  condannati  e  degli  ammoniti. 

PopoLO  Di  S.  Ambrogio,  ric,  339,  28. 

"  PopoLO    Di    SS.    Apostoli,    '•  ric,    CIII,    18; 

CIV,    14". 

PopoLo  Di  S.  Brancazio,  ric,  263,  29. 

PoPOLO  Di  S.  Brocolo,  ric,  220,  19  ;  221,  33. 

POPOLO  Di  S.    Felice,  ric,  283,   35. 

PopoLo  Di  S.  Felicita,  ric,  263,  29. 

PopoLO  Di  S.  Firbnze,  ric,  336,    42. 

PoPOLO  Di  S.  Frediano  [S.  Friano],  ric,  263,  28  ; 

308,  44  ;  309,  8  ;  336,  38. 

PopoLO  Di  S.  Lorenzo,  ric,  309.  2,  8  ;  336,  24. 

PopoLO  Di  S.  LuciA  d'Ognissanti,  ric,  336,  34. 

PopoLO  Di  S.  MarIa,  ric,  336.  30  ;  "  CI,  18-19  ; 

CII,  30   '. 
PopoLo  Di  S.  Maria  Maggiore,  ric,  308,  28  . 

POPOLODlS.  MlCHELEBERTELDI,ric.,263,  30. 

POPOLO  Di  S.  N1CCOL6,  ric,  227,  37  ;  308,  34. 

POPOLO  DI  S.  Paolo.  ric.  308.  31  ;  336.  27. 

PopoLO  Di  S.  PiERO  Gattolini,  ric,  309,  1 ; 

337,  3. 

POPOLO  DI  S.  PlERO  Maggiore,  ric,  336,  28. 

PopoLO  Di  S.  Reparata,  ric,  336,29. 

POPOLO  DI  S.  ROMEO,  ric,  337,  5. 

PopoLO  Di  S.  Simone,  ric,  308,  42  ;  336,  43. 

PopoLO  Di   S.   Spirito,  ric,  309,   9  ;   "  CI,    13  ; 

CII,  6". 

—  (PORTE)    PORTA    DELLA    BaSCHIERA,    ric,    20,  28. 

PORTA  Bertinelli,  ric,  20,  24. 

PoRTA  DEi  Buoi,  esce  da  essa  il  conte  Guido  No- 

vello  cacciatoda  Firenze  (an.  1266),  51,  40  ;  ric.  20,  34. 
■~         PoRTA  S.  Croce,  deirantica  Firenze  viene  dan- 


neggiata  dalla  piena  (an.   1333).  174,  2  ;  (an.  1380), 

382,   11-12. 
FiRENZE   (Porte)   Portia  Duomo,  ric,  18,  23. 
PoRTA  S.  Frbdiano  [Friano],  se  ne  inizia  la  co- 

struzione   (an.   1333),   173,   32-35. 
PoRTA  S.  Gallo,  viene  danneggiata  dalla  piena 

(an.  X333),  174,   14. 
PoRTA  S.  GioRGio,  ric,  407,  16. 

PORTA   GUELFA,   ric,   210,  25. 

PoRTA   S.   Maria,   deU'antica   Firenze,   stilla   via 

maestra  di  Roma.  18,  14-15. 

PORTA   S.  PiERO  Gattolino,   viene  danneggiata 

dalla  piena  (an.  1333),  174,  14. 

PoRTA  S.  PiERO  Maggiore,  deirantica  Firenze, 

ric  18,  29. 

PORTA  RossA,  deU'antica  Firenze,  ric,  18,  29 

PoRTA  degli  Spadai,  ric,  93,  18-19. 

—  (Priori)  [Signori],  istituiti  e  posti  a  reggere  lo  Stato 
per  due  mesi,  in  sostituzione  deirufficio  dei  Quat- 
tordici,  per  volontd  degli  artefici  rafforzati  dai  Guelfi 
(an.  1282),  57,  29-31  ;  ragione  del  loro  nome,  31- 
36  ;  vengono  designati  daUe  sette  Arti  maggiori  tra 
i  loro  stessi  coinponenti,  dapprima,  in  numero  di  tre, 
poi  in  seguito,  di  sei,  in  ragione  di  uno  per  Sesto,  32- 
34  ;  58,  1-18  ;  ottengono  il  diritto  dipoterli  nominare 
anche  le  quattordici  Arti  minori  (an.  1289).  66,  17-21  ; 
loro  prima  dimora,  74,  19-23  ;  si  delibera  di  costruire 
un  loro  proprio  palazzo  nel  luogo  dove  erano  prima  le 
case  degli  Uberti  (an.  1298),  76,  38-40  ;  nuove  norme, 
riguardanti  la  loro  elezione,  approvate  dopo  la  morte 
di  Carlo  di  Calabria  (an.  1328),  158,  29-44  ;  159. 
1-10  ;  e  dopo  la  cacciata  del  Duca  d'Atene  (an.  1343), 
210,  4-8,  35-40  ;  211.  1-8  ;  212.  25-32  ;  ottengono 
per  poco  di  poterne  essere  eletti  anche  i  componenti 
delle  tre  Arti  minori  aggiunte  dai  Ciompi  (an.  1378), 
327.  1-7  ;  331.  29-35  ;  335,  6  ;  nuova  ripartizione  di 
essi  fra  le  Arti  (an.  1381),  335.  7-14  ;  398.  1-6  ;  406. 
10-15  ;  liste  degli  eletti  nei  vari  anni,  dal  1282  in  poi, 
cosl  come  si  trovano  riportate  dallo  Stefani  :  li^^e 
del  1282  (giugno-agosto),  58.  3-6;  liste  del  1282 
(agosto-ottobre),  58,  12-18  ;  liste  del  1282  (ottobre 
dicembre),  58,  23-29;  liste  del  1282  dicembre-1283 
dicembre,  59,  2-22  ;  liste  del  1283  dicembre-1284 
dicembre,  59,  32-40  ;  60,  1-13  ;  liste  del  1284  dicem 
bre-1285  dicembre,  60,  31-42  ;  61.  1-12  ;  liste  del 
1285  dicembre-1286  dicembre.  61.  29-40  ;  62.  1-1-': 
liste  del  1286  dicembre-1287  dicembre.  62.  24-44  ; 
liste  del  1287  febbraio-1288  aprile,  63,  20-41  ;  liste 
del  1288  dicembre-1289  dicembre.  65.  2-22  ;   liste    del 

1289  dicembre-1290    dicembre,    67.   2-22  ;    liste   del 

1290  dicembre-1291  dicembre,  67.  39-40  ;  68,  1-22  ; 
liste  del  1291  dicembre-1292  dicembre.  68.  34-40  ; 
69,  1-14  ;  liste  del  1292  dicembre-1293  febbraio,  70. 
33-39  ;  Uste  del  1292  febbraio-1293  (sic),  71,  3 
34  ;  72,  1-25  ;  liste  del  1293  febbraio-1294  febbraii., 
73,  29-43  ;  74,  1-12  ;  liste  del  1294  febbraio-1295 
febbraio,  74.  37-42  ;  75.  1-22  ;  liste  del  1295  febbraio- 
1296  febbraio.  75.  25-49  ;  76,  1-4  ;  liste  del  1296 
febbraio-1297  febbraio,  76,  10-36  ;  liste  del  1297 
febbraio-1298  febbraio,  77,  1-29  ;  liste  del  1298  feb- 


[Firenze] 


INDICE  ALFABETICO 


539 


braio-1299  febbraio,   77,   40-41  ;   78,    1-26  ;  liste  del 

1299  febbraio-1300    febbraio,    82,    5-31  ;    liste    del 

1300  febbraio-i3or  novembre,  83,  30-45;  84,  1-22; 
liste  del  1301  (novembre-dicembre),  85,  3-10  ;  liste 
del  1300  febbraio-1301  febbraio,  86,  5-29  {ripete  e 
completa  le  due  precedenti)  ;  liste  del   1301  febbraio- 

1302  febbraio,    88,    1-41  ;   liste   del    1302    febbraio- 

1303  febbraio,  90,  30-44  ;  91,  1,  16  ;  liste  del  1303 
febbraio-1304  febbraio,  94,  23-41  ;  95,  1-16  ;  liste  del 

1304  febbraio-1305  febbraio,  96,  5-34  ;  liste  del  1305 
febbraio-1306  febbraio,  97,  16-32  ;  98,  1-16  ;  liste 
del  1306  febbraio-1307  febbraio,  99,  15-41  ;  liste 
del  1307  febbraio-1308  febbraio,  102,  5-30  ;  liste  del 
1308  febbraio-r^og  febbraio,  104,  1-27  ;  liste  del 
^309  febbraio-r^io  febbraio,  105,  33-35  ;  106,  1-26  ; 
liste  del  r^ro  febbraio-r^rr  febbraio,  108,  1-28  ;  li- 
ste  del  r3ir  febbraio-r^r^  febbraio,  112,  16-43  ; 
liste  del  r^r^  febbraio-1313  febbraio,  114,  20-45  ; 
115,  1-15;  liste  del  13^3  febbraio-r^r^  febbraio, 
115,  32-39;  116,  1-30;  liste  del  13^4  febbraio-i^rs 
febbraio,  118,  29-34  ;  119,  1-24  ;  liste  del  ^315  feb- 
braio-r3r6  febbraio,  121,  25-39  ;  122,  1-20;  liste  del 
r3r6  febbraio-r^r^  febbraio,  122,  40-42;  123,  1-26; 
liste  del  r^r^  febbraio-r^rS  febbraio,  124,  8-35  ;  li- 
ste  del  r^rS  febbraio-r^rg  febbraio,  125,  1-30  ;  li- 
ste  del  1319  febbraio-r32o  febbraio,  125,  42  ;  126- 
1-2  7;  liste  del  1320  febbraio-r32i  febbraio,  127, 
6-35;  liste  del  132^  febbraio-T322  febbraio,  128,21-37  ; 
129,  1-15 ;  liste  del  ^322  febbraio-r323  febbraio, 
131,  6-34  ;  liste  del  ^323  febbraio-r324  febbraio, 
135,  11-38  ;  liste  del  ^324  febbraio-r325  febbraio, 
147,  24-40  ;  148,  1-14  ;  liste  del  1325  febbraio-r326 
febbraio,  151,  29-34  ;  152,  1-25  ;  liste  del  ^326  feb- 
braio-r327  febbraio,  155,  9-37  ;  liste  del  1327  feb- 
braio-T328  dicembre,  157,  30-40;  158,  1-15;  liste 
del  r328  dicembre-T329  dicembre,  160,  20-43;  161, 
1-8  ;  liste  del  ^329  dicembre-r^^o  dicembre,  164, 
12-24  ;  liste  del  T330  dicembre-r^^i  dicembre,  167, 
6-35  ;  liste  del  1331  dicembre-r332  dicembre,  168, 
38-40;  169,  1-27;  liste  del  1332  dicembre-r333  di- 
cembre,  175,  12-41  ;  liste  del  ^333  dicembre-1334  di- 
cembre,  177,  5-33  ;  liste  del  1334  dicembre-1335  di- 
cembre,  179,  1-32  ;  liste  del  1335  dicembre-r336 
dicembre,  182,  33-35  ;  183,  1-28  ;  liste  del  T336 
dicembre-r337  dicembre,  186,  1-31  ;  liste  del  1337 
dicembre-T338  dicembre,  186,  38-39  ;  187,  1-31  ; 
liste  del  1338  dicembre-l33g  dicembre,  187,  e-21  ; 
188,    1-11  ;    liste    del  1339    dicembre-1340     dicembre, 

188,  12-70;  liste  del   T340  dicembre-1341  dicembre, 

189,  20-40  ;  190,  1-9  ;  liste  del  134^  dicembre-T342 
dicembre,  190,  18-43  ;  191,  1-14  ;  199,  1-8  ;  liste  del 
r342  dicembre-r343  aprile,  191,  5-14  ;  liste  del  1343 
apriIe-:344  aprile,  210,  35-40;  211,  1-7;  218,  23- 
39  ;  219,  1-33  ;  liste  del  1344  maggio-1345  maggio, 
222,  1-37  ;  liste  del  T345  maggio-T346  maggio,  226, 
35-42  ;  227,  1-30  ;  liste  del  T346  maggio-T347  gen- 
naio,  228,  5-44  ;  229,  1-24  ;  liste  del  1347  gennaio- 
T348  gennaio,  229,  26-45;  230,  1-5;  liste  del  1348 
gennaio-T349  gennaio,  233,  23-38;  234,  1-23;  liste 
del  1349  genaaio-r35o  gennaio,  235,  8-47  ;  liste  del 


1350  gennaio-r35r  gennaio,  239,  26-44;  240,  1-21; 
liste    del    r35r    gennaio-r352    gennaio,    240,   22-47  ; 

241,  1-12 ;    liste    del    1352    gennaio-T353    geimaio, 

242,  5-46  ;  liste  del  1353  gennaio-1354  gennaio, 
245,  31-39  ;  246,  1-31  ;  liste  del  1354  gennaio-1355 
gennaio,  247,  31-39  ;  248,  1-31  ;  liste  del  ^355  gen- 
naio-1356  gennaio,  249,  20-41  ;  250,  I-I8  ;  liste  del 
T356  gennaio-1357  gennaio,  250,  21-48  ;  251,  l-ll ; 
liste  del  1357  gennaio-1358  gennaio,  251,  38-39  ; 
252,  1-35  ;  liste  del  1358  gennaio-1359  gennaio, 
254,  7-43  ;  liste  del  T359  gennaio-r^^o  gennaio,  255, 
28-40  ;  256,  1-24  ;  liste  del  ^360  gennaio-i36T  gennaio, 
258,  27-42  ;  259,  1-23  ;  liste  del  136T  gennaio-T362 
gennaio,  259,  38-44  ;  260,  1-31  ;  liste  del  1362  gen- 
naio-T363  gennaio,  261,  35-36  ;  262,  1-37  ;  liste  del 
1363  gennaio-1364  gennaio,  263,  4-9  ;  264,  1-33  ; 
liste  del  1364  gennaio-1365  gennaio,  264,  34-49  ;  265, 
1-20  ;  lisfe  del  1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  21- 
42 ;  266,  1-S  ;  liste  del  1366  gennaio-136^  gennaio, 
266,  6-41  ;  liste  del  T267  gennaio-r368  gennaio,  267, 
9-43  ;  268,  1-7  ;  liste  del  ^368  gennaio-i36g  gennaio, 
273,  18-41;  274,  1-12  ;  liste  del  1369  gennaio-1370 
gennaio,  274,  28-43  ;  275,  1-23  ;  liste  del  T370  gen- 
naio-T37T  gennaio,  275,  39-43  ;  276,  1-34  ;  liste  del 
137T  gennaio-r372  gennaio,  278,  38-40  ;  279,  1-36  ; 
liste  del  1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  1-42  ;  liste 
del  1373  gennaio-r374  gennafo,  288,  26-40  ;  289, 
1-28  ;  liste  del  ^374  gennaio-T375  gennaio,  291,  16- 
34  ;  292,  1-12  ;  liste  del  ^375  gennaio  1376  gennaio 
298,  35-42  ;  299,  1-31  ;  liste  del  ^376  gennaio-1377 
gennaio,  306,  21-41  ;  307,  1-20  ;  liste  del  1377  gennaio- 

1378  luglio,  314,  6-31  ;  liste  del  1378  (luglio-settem- 
bre),  326,  10-17  ;  liste  del  1378  (settembre-ottobre), 
331,  27-36  ;  335,  31-35  ;  liste  del  T378  (novembre- 
dicembre),  337,  30-38  ;  liste  del  ^378  (gennaio-feb- 
braio),  341,  1-12  ;  liste  del  1378  marzo-r379  aprile, 
342,  20-28  ;  liste  del  ^379  (maggio-giugno),  345,  26- 
36  ;  liste  del  T379  (luglio-agosto),  345,  38  ;  346,  1-9  ; 
liste  del  T379  (settembre-ottobre),  346,  25-35  ;  liste 
del  1379  (novembre-dicembre),  348,  30r39  ;  liste  del 

1379  (gennaio-febbraio),  361,  40-41  ;  362,  1-8  ; 
liste  del  1379  marzo-1380  aprile,  367,  42-43  ;  368, 
1-8  ;  liste  del  1380  (maggio-giugno),  372,  10-19  ; 
liste  del  1380  (luglio-agosto),  374,  27-37  ;  liste  del 
T380  (settembre-ottobre),  383,  11-21;  liste  del  r^So 
(novembre-dicembre),  384,  1-11  ;  Hste  del  1380 
(gennaio-febbraio),  389,  14-28  ;  liste  del  1380  marzo- 
1381  febbraio,  391,  3-43;  liste  del  T38T  marzo-1382 
aprile,  406,  37-48  ;  liste  del  1382  (maggio-giugno), 
416,  26-38  ;  liste  del  T382  (luglio-agosto),  417.  20- 
30  ;  liste  del  1382  (settembre-gennaio),  424,  14-26  ; 
liste  del  1382  gennaio-1383  aprile,  424,  l-S ;  425. 
1-12;  .iste  del  1383  (maggio-giugno),  426,  1-11; 
liste  del  1383  luglio-r^^^  agosto,  427,  3S-42  ;  428, 
1-39  ;  listedel  T383  settembre-T^S^  aprile  434,  33-41  ; 
435,  1-18  ;  liste  del  13S5  maggio-1386  aprile,  443,  t-41. 

FlRENZK  (QuARTiERi),   nei   quali  era  divisa  l'antica   c.  ri- 
costruita  da  Carlo  Magno. 

QUARTIERR    DI    PORTA    S.    BraNCAZTO,    21,    4,    5, 

7  ;  30,  3. 


540 


INDICE  ALFABETICO 


[Piraoiv^FiridolC 


FlRBNZE  (QUARTIKRl)  QuARTIERB  Dl  PORTA  DuOMO  DKTTO 
ANCHB    DI    S.    GlOVANNI,    21,    3,    S. 

QUARTIBRE  DI   PORTA  S.  MaRIA,  21.  4,  9. 

QUARTIERE   DI    PORTA   S.   PlBRO,   21,    •»,    12.    Quar- 

tieri  nci  quali  venne  divisa  la  c.  dopo  il  1343  :  ra- 

gioni  della  nuuva  divisione  ;  estensione,  confini  ed 

insegne  di  essi,  210,  18-32. 
QuARTiEfeB  Di  S.  Crocs,  210,  21-24  ;  ric,  pas- 

sint,  nelle  liste  dei  Priori. 
QUARTIERE    DI     S.     GlOVANNI,     210,    29-32 ;    ric. 

passim.  nelle  liste  dci  Priori. 

QU.VRTIERE    DI     S.     MaRIA    NoVKLLA,     210,    24-2», 

"  ric.  CVIII,  29  ;  CIX,  9  ;  CXII,  11  ;  CXVIII,  31  „  ; 
e  passim  nelle  liste  dei  Priori. 

Quartiere  di   S.   Spirito,  210,    18-21,  ric.   pas- 

sim  nelle  liste  dei  Priori. 

—  (Rbttori),  chiamati  dafuori  a  reggere  raraministra- 
zione  della  giustizia  (an.  1207),  27,  18-23. 

—  (Sesti  o  Skstieri)  Sesto  di  Borgo,  segni  e  colori 
dei  suoi  tre  Gonfaloni  e  della  sua  insegna,  38.  25- 
27  ;  39,  7-8  ;  tassa  pagata  in  complesso  dai  sruoi  abi- 
tanti  annualmente  (an.  1343),  210,  13,  ric,  passim 
nelle  liste  dei  Priori. 

■  Sesto  di   S.   Brancazio,  segni  e  colori  dei  suoi 

tre  Gonfaloni  e  della  sua  insegna,  38,  20-30  ;  39,  8  ; 

tassa  pagata  in  complesso  dai  suoi  abitanti  annual- 

mente  (an.   1343),  210,   14. 
Sesto  di  Porta  Duomo,  segni  e  colori  dei  suoi  tre 

Gonfaloni   e   della   sua   insegna,   38,    31-33  ;    39,    7  ; 

tassa  pagata  in  complesso  dai  suoi  abitanti  annual- 

mente  (an.  1343),  210,  15,  ric,  passim  nelle  liste  dei 

Priori. 

—  —  Sesto  d'Oltrarno,  segni  e  colori  dei  suoi  quat- 
tro  Gonfaloni  e  della  sua  insegna,  38,  15-20  ;  39,  5  ; 
tassa  pagata  in  complesso  dai  suoi  abitanti  annual- 
mente  (an.  1343),  210,  U  ;  viene  recinto  di  mura 
(an.  1258),  44,  26-30;  ric,  passim  nelle  liste  dei  Priori. 

Sesto  di  S.    Piero,    segni  e  colori    dei   suoi  tre 

Gonfaloni  e  della  sua  insegna,  38,  34-36  ;  39,  7-8  ; 
tassa  pagata  in  complesso  dai  suoi  abitanti  annual- 
mente  (an.  1343),  210,  16;  ric.  passim  nelle  liste 
dei  Priori. 

Sesto  di   S.   PiERo  Scheraggio,  segni  e  colori 

dei  suoi  quattro  Gonfaloni  e  della  sua  insegna,  38, 
21-24  ;  39,  0  ;  tassa  pagata  in  complesso  dai  suoi  abi- 
tanti  annualmente  (an.  1343),  210,  12  ;  vengono  ri- 
dotti  a  tre  i  suoi  Gonfaloni  (an.  1307),  98,  36-37. 

—  (SlGNORi  e  Signoria),  V.  Fireme  {Pala:zo  dei  Priori)  ; 
Firenze  (Priori). 

—  (Tabernacolo  della  Vergine  Maria  d'Orto  S. 
Michele),  viene  condotta  a  termine  la  sua  costru- 
zione  in  marmo  lavorato  (an.  1359),  255,  1-3  ;  per- 
ch6  si  preferi  il  marmo  invece  dell'argento,  3-U. 

—  (ToRRi)  ToRRE  GiULiA.  fatta  innalzare,  secondo  la 
leggenda,  da  Giulio  Cesare,  vi  viene  collocata  la  sta- 
tua  di  Marte  quando  questa  venne  messa  fuori  del 
tempio  dal  vescovo  Onorio,  13,  31-39  ;  16,  15. 

ToRRE  di  Guardamorto,  sulla  piazza  di  S.  Gio- 

vanni,  fatta  abbattere  dai  Ghibellini  (1248),  35,  26. 

—  Trafonte  (Castel),  ric,  333,  14. 


FiRBNZB  (Uffici)  Ufficio  dki  Quattordici,  preposti  a 
reggere  lo  Stato,  istituito  con  Taccordo  dei  nobili  e  po 
polani  per  consiglio  del  Card.  Latino,  con  gli  stessi 
poteri  dei  Dodici  buoni  uomini  da  essi  sostituiti  (nn. 
1280),  57,  3-6. 

—  Ufficio,  per  la  ricerca  e  rivendica  dei  beni  del  Co- 
mune  usurpati  dai   Grandi    (an.    1292),  71.  3-4. 

Ufficio   DEi   Quattro    Ragionibki,   per   la   ri- 

cerca  e  rivendica  dei  beni,  diritti  e  ragioni  del  Co- 

mune  usurpate  dai  privati   (an.   1372),  286,   42-43  ; 

287,   1-9. 
Ufficio  dei  Dibci  di  LibertA,  istituito  per  in- 

vigilare  alla  quiete  pubblica  (an.   1372),  282,  29-30. 
Ufficio  dki   Venti  Cittadini,  eletti  per  prov- 

vedere  ai  bisogni  della  guerra  (an.  1356),  237,  1-2  7  ; 

238,  1-2. 
Ufficio    dei    Sessantaquattro,    eletti    per    la 

compilazione  dell^estimo  (an.  1378),  337,  3». 
Ufficio   degli    Otto   della   Guardia,   per   at- 

tendere  alla  sicurezza  della  c.  ed  alla  foresteria  (an. 

1378),  337,  16-17  ;  348,25-27. 
Ufficio   degli   Otto,    per   la   vendita   dei    bcni 

dei  nbelli  e  condannati  (an.   1380),  372,  20-40  ;  :«$«, 

3-11. 

—  (Vescovo)  i'.  Onorio  ;  Zanobio  (S.)  ;  Maurizio  iS.:  ; 
Acciaiuolo  Agnolo,  Corsini  Piero  di  Filippo  ;  /r- 
ciaiuoli  Agnolo  di  Jacopo. 

—  (ViE)  ViA  Di  S.  Brocolo,  ric,  210.24. 

VlA    DEL   COCOMERO,    ric,    202,    33. 

VlA     DEL     CORSO     DI      S.     PlERO     MaCGIORE,     lit., 

319,  43-45  ;  320,  2. 
ViA  DEL  CoRso  DEi  TiNTORi,  vi  si  tengono  fe-.te 

(an.  1333).  173,  26-27  ;  viene  allagata,  174,  3. 
ViA  Ghibellina,  fatta  aprire  dal  Governo  Glii- 

bellino  (an.  1260),  ric,  329.  9  ;  vi  si  organizzano  e  vi 

si  tengono  feste  popolari  (an.  1333).  173.  24. 
ViA  Larga,  presso  S.  Maria,  vi  si  tengono  feste 

per  ordine  del  daca  d'Atene  (an.  1343).  202,  33. 

ViA  Magalotti,  ric,  334,  20. 

Via  Maggio,  ric.  214,  22  ;  322,  34  ;  383,  5. 

VIA  LA  RONDINE,   ric,  322.    43. 

ViA  DEi  Servi,  ric,  202,  33. 

Canto  degli  Antellesi,  ric,  334,  12. 

Canto  alla  Macina,  ric,  415,  13. 

Canto  a  Monteloro,  ric,  426,  32. 

FiRENZE  Di  Bartolo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1354  ge"*- 

naio-t355  gennaio,  247,  38. 
FiRENZE  Di  Bartolo  del  Pancia,  fe  nclle  liste  dei  Priori 

del   1361  gennaio-1362  gennaio,  260,  25. 
FiRENZE  DEL  Pancia,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1375 
gennaio-1376  gennaio,  299,  26;  viene  escluso  dagli 
ufiSci  per  tre  anni  (an.  1379).  363,  28. 
FiRENZE  (da),  V.  Giovanni  da  F. 

FiRBNZE  (di),  f.  Giovanni  di  F.  ;  Piero  di  Giovanni  di  F. 
FIRBNZUOLA,  castello  fatto  edificare  dai  Fiorentini  nel 
Mugello  per  sorvegliare  gli  Ubaldini  (an.  1332), 
172,  11-14  ;  viene  presa  e  devastata  dai  predetti 
Ubaldini,  192,  15-16;  viene  ripresa  dai  Fiorentini 
(an.  1373),  286,  23-24. 
FiRiDOLFi  (de')  Arnaldo,  va  ambasc  a  Roma  pr.  Carlo 


[Firidolfi-Francuco  d*Andrea] 


INDICE  ALFABETICO 


541 


Magno  e  Leone  III  pp.  per  invocare  il  ioro  aiuto  per 
I  la  ricostnizione  di  Firenze  (an.  8io),  17, 21-25  ;  30-39. 

j    «  FiRiDoi.Fi  RicASOLi  (coDicE),  ms.  del  sec.  XVIII  della 

libreria   Firidolfi-Ricasoli   contenente  l'ultima  parte 

della  cronaca  dello  Stefani,  X,  1-3,  1-3  ,,. 
j    "FlRiDOLFi    RiCASOLi,    tnarchese,  ric.  X,    1-3  „. 

FoGLiANO  (da),  V.  Guido  da  F.  ;  Matteo  da  F. 
?    "  FoFFANo  Francesco,  storico,  sTio  errore  a  riguardo  della 

identificazione    del  codice  Guadagni,   VII,    3-15,  37, 

1-3  ;  sua  congettura  errata  a  proposito  deU'anno  di 

nascita  e  di   quello  della  morte  dello   Stefani,  CIII, 

23-37  ;  CVII,  5„. 
I    FoLCO,  V.  Portinari  {de')  F. 
I    FoLco  di  Bello,  V.  Rondinelli  F.  di  B. 

FoLco  Di  GiovANNi,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1289   di- 

cembre-1290  dicembre,  67,    14  ;   del   1291   dicembre- 

1292  dicembre,  69,  6  ;  e  del  1294  febbraio-1295   feb- 

braio,  75,  8. 
FoLco  (di),  V.  Bencivenni  di  F.  ;  Giamoro  di  F. 
FoNDi  c,  vi  si  adunano  i  Cardinali  avversari  di  Urbano 

VI,  sotto  la  protezione  della  regina  Giovanna  di  Na- 

poli,  e  vi  eleggono  Tantipapa  (an.   1378),    312,    25- 

39  ;  313,  36-45  ;  314,  1-15. 
FoRABOSCHi,  fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  28,  21  ;  esce 

da   Firenze   aU'annunzio  della   sconfitta   di    Monta- 

perti  (an.  1260),  48,  11-12. 
FoRABOSCHi  Ormanno  di  Gherardo,  6  tra  i  capi  e  i  mag- 

giori  istigatori  della  Parte  guelfa,  per  rammonire,  del 

quartiere  S.  Croce,  308,  11. 
Foraboschi  (de')  Razzante,  6  uno  dei  Quattro  Grandi 

nominati   Priori  alla  cacciata  del   Duca  d'Atene    c 

poco  dopo  deposti  dai  Popolani  (an.  1843),  210,   39  ; 

218,  37. 
Forese,  V.  Falconieri  F.  ;  Ferrantini  F.  ;  Pieri  F.  ;    Sac- 

chetti  F. 
Forese,  e  FoRESiNO  d'Andrba,    V.  Abbruciati  (degli)    F. 

d'A. 
FoRESB  di  Francesco,  V.  Adimari  (degli),  F.  di  F. 
Forese  di  Geri,  V.  Ferrantini  {de')  F.  di  G. 
FoRESB  di  Giovanni,  V.  Salviati  {de')  F.  di  G. 
"  FoRESE  Di  Margherita,  figUa  di  Coppo  Stefani,    CIII, 

3,  9-10  „. 

FoRESE  Piero,  6  neUe  liste  dei  Priori  del  1300  febbraio- 
1301  febbraio,  86,  9. 

FoRBSE  Di  Rabatta,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (Uste 
1320  febbraio-1321  febbraio),  127,  23  ;  h  neUe  liste 
dei  Priori  del  1322  febbraio-1323  febbraio,  131,  31  ; 
del  1328  dicembre-1329  dicembre,  160,  22  ;  del  1334 
dicembre-1335  dicerabre,  179,  27  ;  e  di  nuovo  Gonfa- 
loniere  (liste  1338  dicembre-1339  dicembre),  188,  2. 

FoRESE  (del),  V.  Bartolomeo  del  F.  ;  Giuliano  di  Ranieri 
del  F.  ;  Ranieri  del  F.  ;  Rinieri  del  F.  ;  Rinieri  di 
Gano  del  F.  ;  Stefano  di  Duccio,  e  di  Tuccio,  del   F. 

FoRESE  (di),  V.  Pietro  di  F.  ;  Giovanni  di  F. 

FoRESiNO,  V.  Totti  F. 

Foresta  (dklla),  GuiDO  Di  Francesco,  6  condannato 
pre  trame  contro  lo  Stato  a  pagare  duemUa  fiorini 
d'oro  (an.  1379),  348,  11,  13. 

FoRiGiANO,  V.   Viviani  F. 

ForU,  ric,  180,  24. 


FoRMicHi  Vanni  di  Benino,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1320  febbraio-1321  febbraio,  127,  29. 
Fornaino  di  Guido  da  Borra,  accusatore  di  Guido  far- 

settaio,  caduto  in  un  tranello,  confessa  d'avere  men- 

tito  e  vieoe  quindi  dal  Capitano  condannato  a    lire 

miUe  ed  a  portare  per  le  vie  di  Firenze  la  mitra,  420, 

8-42. 
Forti  Francbsco  da  Cbrtaldo,  notaio  dei  Priori,    ric, 

63,  33. 
FoRTiNi  Bbnedbtto  di  Lando,  notaio  dei  Priori,    ric, 

391,  28. 
Fortini  Francesco  di  Lando,  notaio  degli  Ambasciatori, 

inviati  pr.  rimperatore  Venceslao  (an.  1381),  389,  39. 
"  FORTiNi  Lando,  marito  di  Niccolosa  figlia  di  Bonifazio 

di  Coppo  Stefani,  CII,  1-2  „. 
FoRTiNO,  V.  Monte  F. 
Fracassini   Lorenzo   di   Guinzello,    6   nelle   liste   dei 

Priori  del  1383  luglio-1384  agosto,  428,  18. 
Franceschi,    soldati    venuti   dalla  Francia,   condotti  in 

Firenze  dal  duca  di    Calabria,  95,  21 ;    arruolati  a 

soldo  dei  Fiorentini,    138,  25-28;   140,  8-10;   142, 

20-21  ;  147,  8-9,  13  ;  148,  24  ;  150,  2. 
Franceschi    Andrea,    viene    confinato   a    Spoleto    (an. 

1381),  408,  33. 
Francescui  Baldo,  notaio  degli  Ambasc  inviati  pr.  il 

pp.  (an.  1345),  226,  24. 
Francesco,  V.  Ardinghelli  F.  ;  Baldovini  F.  ;  Bartolini 

F. ;  Borghi  F.  ;  Borghini  F.  ;  Bruni  F.  ;  Cambi  F.  ; 

Casini  F.  ;  Cerchi  {de')  F.  ;  Cioli  F.  ;  Comucci  F.  ; 

Corsi  F.  ;  Dolci  F.  ;  Falconetti  F.  ;  Fiorentini  F.  ; 

Forti  F.  ;  Giainori  F.  ;  Gosi  F.  ;  Lapi  F.  ;  Lippi  F.  ; 

Lotteringhi  F.  ;  Martini  F.  ;  Masini  F.  ;  Nelli  F.  ; 

Nucci  F.  ;  Pacini  F.  ;  PcUmieri  F.  ;  Peri  F.  ;  Riniu- 

citti  F.  ;  Sapiti  F.  ;  Sasssoli  F.  ;  Unganelli  F.  ;  Vanni 

F.  ;  Vigorosi  F. 
Francbsco  da  Dovadola,  figUo  del  conte  Ruggieri,  sue- 

questioni  coi  figli  del  conte  Bandino  di  Monte    Gra- 

neUi,  298,   10-13  ;  fa  ribellare,  per  suoi  risentimenti 

personali  contro  i   Fiorentini,   Portico  di    Roraagiia 

(an.  1376),  297,  34-35  ;  fa  incursioni  nelle  terre    dei 

suddetti  ed  in  queUe  dei  loro  alleati,  302,    30-31 ; 

"cf.  CXI,  20-21  „. 
Francbsco,   viene  condannato  a  lire  trecento  dal  Capi- 

tano  dal  Popolo  (an.  1381),  401,  25. 
Francesco  d'Adatto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1343 

aprUe-1344  aprUe,  219,  26. 
Francesco  d'Agnolo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (an. 

1380  settembre-ottobre),  383,  18  ;  d  dei  Cinquanta- 

due  cittadini    cui  viene  data  la  Balia  per  la  riforma 

del    Governo  (an.  1381),  396,  2. 
Francesco  d'Agostino,  partecipa  aUa  Balia,  corae  Gon- 

faloniere  di  Compagnia,  per  la  riforma  del  Governo 

(an.  1381),  394,  28. 
Francesco  d'Amkrioo,  k  neUe  liste  dei  Priori  del  1371 

gennaio-1372  gennaio,  279,  30. 
Francbsco  d'Andrea,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1321 

febbraio-1322  febbraio,  129,   10  ;  del  13^7  febbraio- 

1328    febbraio,    158,    10 ;    del    1333    dicembre-1334 

dicembre.  177,  33  ;  e  dcl  1335  dicembre-1336  dicem 

bre,  183,  20. 


Tomo  XXX,  p.  1  —  35. 


542 


INDICE    ALFABETICO  |Franc«»co  d'Anc«lo-France(co  di  Cucci 


FxANCxsco  d'Anoelo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1383 

luglio-1384  agosto,  428,  7. 
Francbsco  d'Antonio,  V.  Albixzi  {degli)  F.  d'A. 
Francesco  di  Arrico,  V.  Rocchi  F.  di  A . 
Francbsco   di    Bachino   dei.   Rosso,   viene  ammonito 

(an.  1372),  283,  37. 
Francbsco  di  Balduccio,  V.  Pegolotti  F.  di  B. 
Francbsco  di  Banco,  V.  Raugi  F.  di  B. 
Francesco   di    Bartolo,     del   popolo   di    S.    Reparata, 

viene  condannato  nel  capo  per  la  rivolta  dei  Ciompi 

(an.  1378),  336,  29. 
Francbsco  di  Bartolo,  V.  Baldani  F.  di  B. 
Francesco  del  Baschibra,  V.  Tosa  (della)  F.  del  B. 
Francesco,  vocato  Bate,  viene  confinato  per  sei  anni 

(an.  1381),  401,  32. 
Francbsco  dbl  Bbnb,  V.  Bencivenni  F.  del  B. 
Francesco  del  Bbne  Benevieni,  fe  nelle  liste  dei  Priori 

del  1324  febbraio-1325  febbraio,  148,  7. 
Francesco  di  Benedetto,  V.  Gucci  F.  di  B. 
Francesco  di   Benincasa,    6  nelle  liste  dei   Priori  del 

1362  gennaio-1363  gennaio,  262,  28  ;  e  del  1374  gen- 

naio-1375  gennaio,  291,  24. 
Francesco  del  Benino,  V.  Neldi  F.  del  B. ;  Nelli  F.  del  B. 
Francesco  di    Berto  da   Filicaia,   fe  dei  Quarantatre 

cittadini  el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gi^  no- 

minati  (an.  1281),  405,  1. 
Francesco  di  Bertuccio,  V.  Castri  F.  di  B. 
Francbsco  di  Biliotto,  V.  Tornabelli  F.  di  B. 
Francesco  di  Bindo,  V.  Ferrucci  F.  di  B. 
Francesco  del  Boccio,  V.  Becchi  F.  del  B. 
Francesco  di  Bonaccorso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1308  febbraio-1309  febbraio,  104,  4  ;  e  del  1309  feb- 

braio-1310  febbraio,  106,  19  ;  v.  anche  Alderotti   F. 

diB. 
Francbsco   di    BoNiFAZio,    fe   Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1364  gennaio-1365  gennaio),  265,   3 ;    6  nelle 

liste  dei  Priori  deli367  gennaio-1368  gennaio,  267,  17. 
Francbsco  di  Borghino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1347 

gennaio-1348  gennaio,  229,  Zl  ;  v.  anche  Baldovinetti 

(de')  F.  d.  B. 
Francesco  di  Buono,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346 

maggio-1347  gennaio,  228,  7. 
Francesco  di  Buto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  mag- 

gio-1346  maggio,    227,    19  ;   dd    1367   gennaio-i368 

gennaio,  267,  21  ;  e  del  1374  gennaio-1375  gennaio, 

291,  22. 
Francesco  di  Caccia,  V.  Bonciani  F.  di  C. 
Francesco  da  Calboli,  signore  di  terre  ai   confini  della 

Romagna,  stringe  alleanza  coi  Fiorentini  (an.  1376), 

297,  37. 
Francbsco  di  Caccino  e  di  Ciaccino,  v.  Ricoveri  F.  di  C. 
Francesco  di  Cenni,   k  nelle  liste  dei  Priori  del  1343 

apriIe-1344  aprile,  219,  28  ;  v.  anche  Biliotti  F.  di  C. 

Risaliti  F.  di  C. 
Francbsco  da  Certaldo,   notaio  dei  Priori,  ric,   59, 

15  ;  60,  12. 
Francesco  di  Chelb,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1370 

gennaio-1371  gennaio,  276,   3  ;  6  dei  Dodici    buoni 

uomini  pel  quartiere  di  S.  Maria  Novella  (an.    1378), 

326,  87  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (an.   1378    set- 


tembre-ottobre),  335,  31-34  ;  viene  confinato  a  Mon- 

tefiascone  (an.  1381),  408,  40. 
Francbsco  dbl  Chiaro,  6  nellc  liste  dei  Priori  del    1347 

gennaio-1348  gennaio,  229,  38  ;  e  del  1357  gennaio* 
1358  gennaio,  252,  28. 
Francesco  di  CiAio,  V.  Ristori  F.  di  C. 
Francesco  di  Cino,  V.  Rinuccini  {de')  F.  di  C. 
Francbsco  da  Coreggio,  caporale  della  compagnia  di  S. 

Giorgio,  366,   38. 
Francesco  di  Corso,   6  nelle  liste  dei  Priori  del     1315 

febbraio-1316  febbraio,  121,  36. 
Francesco  di   Donato,   speziale,   viene  ammonito   (an. 

1378),  316,  19. 
Francesco   di    Donato,   pizzicagnolo,    h  nelle  liste  dei 

Priori  del  1382  settembre-gennaio,  424,  I J. 
Francesco  di  Donato,  V.  Fazzi  F.  di  D. 
Francesco  di  Fabbrino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del    1346 

maggio-1347  gennaio,  229,  13. 
Francesco  di  Feduccio,  f.  Falconi  F.  di  F. 
Francesco  di  Fiorentino,  V.  Ragni  F.  di  F. 
Francesco  da  Garfagnana,  consigliere  della  Compagnia 

S.   Giorgio,  367,  25. 
Francesco  di  Geremia    di  Tano   ed    Attaviano,    suo 

fratello   vengono  ammoniti   (an.    1377),  304,    27-28 ; 

308,  29-30. 
Francesco  di  Geri,  viene  ammonito    (an.    1377),    304, 

41 ;  308,  30. 
Francesco  di  GiANNORi,  V.  BaroncelH  {de')  F.  di    G.  ; 

Tini  F.  di  G. 
Francesco  di   Giandonato,  detto  Trucca,  ucciso  da 

Paolo  Giraldi,  114,  18-26. 
Francescq    di    GiANNi    d'A  n  t  I  c  a,  notaio  dei 

Priori,  ric,  265,  i. 
Francesco  di  GiNO,  V.  Ginori  F.  di  G. 
Francesco  di  Giovanni,  dei  conti  di  Bruscoli,  v.  Alberti 

(dei  conti)  F.  di  G.  dei  conti  di  B. 
Francesco  di  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  ric,  179,  20  ; 

229,  29  ;  242,  19. 
Francesco  di  GiovANNi,  beccaio,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1344  maggio-1345  maggio,  222,  20. 
Francesco  di  GiovANNi,  calzolaio,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del   1349  gennaio-1350  gennaio,   235,  24  ;  del    1351 

gennaio-1352   gennaio,   241,    4  ;   del    1355     gennaio- 

1356  gennaio,   249,  24  ;   del  1359   gennaio-1360   gen- 

naio,  255,  32  ;    del  1363  gcnnaio-1364   gennaio,   263, 

r ;  e  del  1367    gennaio-1368    gennaio,    268,    1. 
Francesco  di  Giovanni,  V.  Awiati  F.    di  G.  ;    Rustichelti 

F.  di  G. 
Francesco  di  Giovanni  di  Lapo,  V.  Bonamichi  F.  di  G. 

di  L. 
Francesco  di  Giovanni  di  Sbgna,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1380  marzo-1381  febbraio,  391,  42. 
Francesco  di  Giunta,  notaio  dei  Priori,  ric,  115,  1  ;  * 

nelle  liste  dei  Priori  del  1317  febbraio-1318  febbraio, 

124,   17. 
Francesco  di  Goso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1357  gen- 

naio-1358  gennaio,  252,  2. 
Francbsco   di    Guccio    dbl   Massaio,   t 

nelle  liste  dti  Priori  del  1366  gennaio  T367  gennaio, 

266,   t7. 


Franeetco  di   Guerl-Francetco  di  Ventura]   INDlCE  ALFABETICO 


543 


Francesco  di  Gueri  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1343  aprile 

1344  aprile,  219,  24. 
Francbsco  di  Guido  di  Guerriante,  viene  ammonito 

(an.  1376),  300,  35-36. 
Francesco  di  Guiduccio,  V.  Landi  F.  di  G. 
Francksco  di  Iacopo,  6  dei  Priori  (an.   1379  gennaio-feb- 

braio),  362,  6  ;  v.  anche  Cecchi  F.  di  /.,  Tsmera  F. 

di  I. ;  Lemmi  F.  di  I. 
Francesco  di  Iacopo  del  Bene,    6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1368  gennaio-1369  gennaio,  273,  22  ;  viene   confi- 

nato  a  Fermo  (an.  1381),  408,  29. 
Francesco  di  Iacopo  di  Francesco,  h  nelle  liste,  dei 

Priori  del  1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  33. 
Francesco  di  Jacopo  di  Francesco  del  Bene,  6  nelle 

liste  dei  Priori  del  1376  gennaio-1377  gennaio,  307,  13. 
Francesco  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  mag- 

gio-l346maggio,  227,  18  ;  fe  notaiodei  Priori,  229,  21. 
Francesco  di  Lapo,  V.  Adimari  F.  di  L. ;  Bonatnichi  F.  di 

L.  ;  Corsi  F.  di  L.  ;  Federighi  F.  di  L.  ;  Stoldi  F.  di  L.  ; 

Trita  {della)  F.  di  L. 
Francesco  di  Lapo  di  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1329  dicembre-1330  dicembre,  164,  37  ;  h  Gonfa- 

loniere   di   Giustizia    (liste    1334   dicembre-1335     di- 

cembre),  179,  8  ;  e  di  nuovo  Gonfaloniere   (liste   1347 

gennaio-1348  gennaio),  229,  27. 
Francesco  di  Leonardo,  k  dei  Cinquantadue  cittadini 

cni  viene  data  la  Balia  per  la  riforma  del  Govemo  (an. 

1381),    396,    34. 
Francesco  di  Lippo,  V.  Antinori  F.  di  L. 
Francesco  di   Lippo  di   Bonaventura  di   Bonaiuto, 

viene  ammonito  (an.  1377),  308,  36. 
Francesco  di  Lippo  Lapi   Bonagiunta,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  42. 
Francesco  di  Lotto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1321  feb- 

braio-1322  febbraio,  128,  38  ;  6  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste  1330  dicembre-1331  dicembre),  167,    31  ; 

e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1335  dicembre- 

1336  dicembre,  183,  3  ;  e  del  1339  dicembre-1340  di- 

cembre,  188,  38  ;  v.  anche  Salviati  F.  di  L. 
Francesco  di  Malamamma,  capo  masnada,  ric,  239,    3. 
Francesco  di  Manetto,  6  dei  Priori  (an.  1380   gennaio- 

febbraio),  389,  18. 
Francesco  di  Manno,  V.  Attaviani  F.  di  M. 
Francesco  Martini,  V.  Salti  {de')  F.  M. 
Francesco  di  Martino,  viene  condannato  nell'avere   e 

nella  persona  (an.   1381),  400,   12. 
Francesco  di  Maso,  V.  Unganelli  F.  di  M. 
Francesco  di  Meo,  V.  Acciaiuoli  {degli)  F.  di  M. 
Francesco  di  Michele,  k  dei  Priori  (an.  1378  settembre- 

ottobre),    331,    34. 
Francesco  di  Michele,  vocato  Becco,  h  nelle  liste  dei 

Priori  del  1383  settembre-1384  aprile,  434,  41. 
Francesco  di  Naddo,  V.  Bucelli  F.  di  N. 
Francesco  di  Neri,  V.  Ardinghelli  F.  di  N.  ;  Fioravanti 

F.  di  N. 
Francesco  di  Niccol6,   vocato  Batk,  viene  ammonito 

(an.  1377),  305,  10  ;  309,  3,4. 
Francssco  di  Niccol6,  v.  Riccialbani  F.  di  N. 
Prancesco  di  Pacino,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 

1343  aprile-1344  aprile),   218,  29-30. 


Francesco  di  Paixa,  V.  Stroxii  {degli)  F.  di  P. 
Francesco  di  Palmikri,  notaio  dei  Priori,  ric,  258,  38. 
Francesco  di  Pasquino,  6  degli  Otto  ufficiali  incaricati 

della  vendita  dei  beni  dei  ribelli  (an.  1380),  386,  16  ; 

6  dei  Cinquantadue  cittadini  cui  viene  data  la  Balia 

per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  396,  33 ;  6  nelle 

liste    dei    Priori     del    1383    settembre-1384     aprile, 

435,  12. 
Francesco  di  Pasquino  Terronchio,  6  degli  Otto  della 

Guardia  (an.  1379),  354,  37. 
Francesco  di   PieRo,  notaio  dei  Priori,  ric,  275,  18  '■ 

391,  27 
Francesco  di  PiERO,  V.  Nuui  F.  di  P. 
Francesco  di  Piero  di  PiGLiALARME,  6  dei  Dieci  di  11- 

berti  e  partecipa  come  tale  alla  Balia  per  la   riforma 

del  Governo  (an.    1381),  395,  18  ;  409,  21 ;  b    nelle 

liste    dei    Priori    del    1383     settembre-1384     aprile, 

435,   18. 
Francesco   di   Pino,   notaio  dei   Priori,   ric,   159,    12 ; 

229,    13. 
Francesco  di  Priore,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1359  gen- 

naio-1360  gennaio,  255,  32. 
Francesco  del  Ricco,  6  degli  Otto  ufficiali  incaricati 

della  vendita  dei  beni  dei  condannati  (aa.  1380),  372, 

35. 
Francesco  di  Ricovero,  6  dei  Priori  (an.  1379  novembre- 

dicembre),  348,  32. 
Francesco  di  Rosso,  notaio  dei  Priori,  ric,  242,  6. 
Francksco  di  RusTico,  6  nelle  liste  dei  Priori  del    1311 

febbraio-1312  febbraio,  112,  19.  . 

Francesco  di  Santi,  V.  Bruni  F.  di  S.  ;  Mini  F.  di  S. 
Francesco  Sassoli,  V.  Sassolini  {de')  F.  S. 
Francesco  di  Sassolo,  V.  SassoUni  (de')  F.  di  S. 
Francesco  di  Simone  da  Castbl  S.  Giovanni,  viene 

preso  e  consegnato  al  Podesti  per  sospetti  di  compli- 

citk  nella  congiura  scopertasi  contro  lo    Stato    (an. 

1379),  356, 14-15  ;  viene  fatto  decapitare,  357,  35-36. 
Francesco  di  Sisto,  del  popolo  di  S.  Lucia  d'Ogmssanti, 

viene  condannato  neiravere  e  nella  persona  per  trame 

contro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  43. 
Francesco     di     Spina,    notaio   dei    Priori,   ric. 

197,    U. 
Francesco  di  Spinello,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1359 

gennaio-1360  gennaio,   256,    3 ;   del    1368  gennaio- 

1369  gennaio,  273,  33  ;  del  1372  gennaio-1373  gen- 

naio,  284,  33  ;  e  del  1377  gennaio-1378  luglio,  314,  9  ; 

ric,    316,    38. 
Francesco   di   TiERi,   vocato    Calcagno,    fe   Gonfalo- 

niere  di  Giustizia  (an.  1380  gennaio-febbraio),  362,  7. 
Francesco  di  TiNGO,  V.  Rocchi  F.  di  T. 
Francesco  d'Ubaldino,  V.  Ardinghelli  {degli)  F.  d'U. 
Francesco  d'Uberto,  V.  AlbiiH  (degli)  F.  d'U. 
Francksco  di  Vanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1385  mag- 

gio-1386  aprile,   443,  29. 
Francbsco  di  Vanni,  V.  Calici  (de')  F.  di  V.  ;  Mwui    F. 

di  V. 
Francksco  di  Vannozzo,  V.  Biliotti  F.  di  V.,  Siminttti  F. 

di    V. 
Francksco   di    Vkntura,    viene   ammonito  (an.    1377), 

305,  2  ;  308,  32. 


544 


INDICE  ALFABETICO 


[FraocMco>Cabriclli] 


Francssco  (di),  V.  Benincasa  di  F.  ;  Francesco  di  Jacopo 

di  F.  ;  Giovanni  di  F.  ;  Giunta  di  F.  ;  Michele  di  F.  ; 

Scolaio  di  F.  ;  Pierozeo  di  F. 
Franchi  Guccio,  notaio  dei  Priori,  ric,  326,  18. 
FxANCHi  ScoLAio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1354  gen- 

naio-1355  gennaio,  248,  13. 
Fkanchini  Lkoncino,  viene  fatto  giustiziare  dal    Capi- 

tano  per  complotti  contro  lo  Stato  (an.  1379),  343, 

3V43  ;  V.  anche  Leoncino  di  Franchino. 
Franchino  di  Vermiclio,  i;.  Caccialupi  F.  di  V. 
Franchino  (di),  V.  Leoncino  di  F.  ;  VermigHo  di  F. 
Francia  (rk  di),  loro  benemerenze  passate  e  disawenture 

presenti,  398,    15-20  ;  t;.  Pipino  (aa.  75.^-76*)  ;  Luigi 

VIII    (aa.  1223-1226)  ;    Carlo  IV    (aa.    1322-1328); 

Filippo  VI  (aa.  1328-1330). 
Franco,  V.  Rinieri  F. 

Franco  di  Bbnci,  V.  Sacchetti  (de')  F.  di  B. 
Francole,  fortezza  degli  Aretini  presa  dai  Fiorentini  (au. 

1290),  67,  2». 
(Frangipani    (dbi)  Latino  Malabranca]  i;.  Latino  (car- 

dinate). 
Franzesi  (de')  MusciATTO,  sua  straordinaria  potenza  ed 

ingerenza  nelle  cose  interne  di  Firenze  per  la  prote- 

zione  di  Carlo  di  Valois,  87,  36-39  ;    sua    responsa- 

bilit4  nei  processi  e  condanne  a  morte  ed  al  bando 

dei   Bianchi,  86,   40-42  ;  87,   36-39  ;    88,   1-3. 
Frassino,  castello  degli  Ubaldini  preso  e  disfatto  dai  Fio- 

rentini  (an.  1373),  286,  38. 
Frbddura  da  Sangallo,  viene  condannato  neiravere  e 

nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379), 

366,  4. 
Fredi  di  Bindo,  notaio  dei  Priori,  ric,  99,  32. 
Fredino  di  Gratino  da  Rifredi,  viene  condannato  come 

ribelle  (an.  1380),  373,  40. 
Frena  castello,  degli  Ubaldini  preso  e  distrutto  dai  Fio- 

rentini  (an.  1373),  286,  25-26,  35. 
Frescobaldi,  fam.  fiorentina  di    parte  guelfa,  28,  21  ; 

esce  da  Firenze  airannunzio  della  sconfitta  di  Monta- 

perti  (an.  1260),  48,  7  ;  si  schiera  coi  Bianchi,  80,  34  ; 

si  leva  contro  i  Popolani,  214,  24  ;  vengono  confi- 

nati  alcuni  dei  suoi  componenti,  218,  9. 
Frbscobaldi    Bertacchino,    fe   fatto   dei    Sopraggrandi 

(an.  1378),  321,  29. 
Frescobaldi  Berto  di  Stoldo,  h  uno  dei  Sei  di  Balia 

(an.  1343),  208,  2. 
Frescobaldi   Bonaccorso,   va  ambasc   pr.   il  pp.    (an. 

1345).  226,  21. 
Frescobaldi  Ghino,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1284  di- 

cembre-1285  dicembre,   60,   36. 
Frbscobaldi   Leonardo   di  NiccoLd   6  fatto   Popolano 

(an.    1379),  364,    18  ;    6  dei  Cinquantadue   cittadini 

cuj  viene  data  Balia  per  la  riforma  del  Govemo  (an. 

1381),  396,   19. 
Frbscobaldi  Tegghia,  h  tra  gli  awersari  di  Corso  Do- 

nati,  90,  8  ;  viene  condannato  a  lire  tremila  e  con- 

finato  per  sei  mesi  (an.  1323),  133,  16-19. 
Frsscobaldi  Tommaso  di  Castellano,  6  dei  Dieci  cit- 

tadini  el.  per  prowedere  ai  bisogni  della  guerra   per 

la  venuta  del  Sire  di  Couchy  (an.  1384),  429,  lO. 
Frescobaldi  Tommaso  di  Lippaccio,  sme  trame  e   mac- 


1 


chinazioni  per  far  paaaare  a  Ca^struccio  U  brigata 
francese  a  soldo  dei  Fiorentini  e  per  far  prendere 
ed  occupare  in  nome  dello  stesso  Montelupo  e  Ca- 
praia  (an.  1325),  139,  34-36  ;  140,  1-16. 

Frbscobaldi  (dk')    fam.  v.  Frescobaldi,    fam. 

Frescobaldi  (de')  Leonardo  di  Bernardino,  *  fatto 
popolano  (an.   1379).  364,   17. 

Frbscobaldi  (de')  N1CCOL6  Di  GoiDO,  viene  bandito 
da  Firenze  (an.   1360),  258,  8.  9 

Friulani   [Friolani),  milizie  a  soldo  dei  Fiorentini  pas? 
sate  pcr  tradimento  a  Castruccio   (an.    1323),   132, 
8-13;   135,  2. 

Frondicliano,  castello,  preso  e  distrutto  dai  Fiorenti: 
(an.  1199),  26,  26-9. 

Fronte  (di),  V.  Piero  di  F. 

Fruosino,  V.  Unganelli  F. 

Fruosino  di  Francesco  di  Spinkllo,  fe  fatto  cavaliere 
di  Ciompi  (an.  1378),  324,  26. 

Fruosino  di  Giovanni,  partecipa  alla  Balia  i>er  la  11- 
forma  del  Governo  come  Gonfaloniere  di  Compagnia 
(an.  1381),  394,  33. 

Fruosino  (di),  V.  Giovanni  di  F. 

Fuccio,   V.    Amadori  F. 

Fuccio  d'Amador£,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1310  h 
braio-1311  febbraio,  108,  20. 

Fuccio  DEL  Maestro,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1311 
febbraio-1312  febbraio,  112,  18  ;  del  1316  febbraio- 
1317  febbraio,  123,  11  ;  edell^jS  dicemhre-1939  di- 
cetnbre  187,  21. 

FucEccHio,  castello  dei  Lucchesi,  divenuto  rifugio  dei 
Guelfi  viene  assediato  da  Guido  Novello  ma  inutil- 
raente  (an.  1261),  49,  2-3  ;  si  di  in  potere  dei  Fioren- 
tini  (an.  1314),  115,  24  ;  ripreso  dai  Lucchesi  si  di 
nuovamente  ai  Fiorentini  (an.  1330),  166,  32-33  ; 
167,  1-2  ;  si  tenta  da  parte  dei  Pisani  d'impossessar- 
sene  con  astuzie  ma  essi  vengono  scoperti  e  ricac- 
ciati  (an.  1345),  223,  35-40  ;  224,  1-3. 

FuLciERi  DA  Calboh,  di  Romagna,  podestiidi  Firenze, 
manda  a  morte  molti  cittadini  di  parte  bianca,  e 
molti  altri  ne  manda  in  bando,  perch6  accusati 
d'aver  complottato  coi  Bianchi  e  coi  Ghibellini  sban- 
diti  (an.  1302),  87,  35-40 ;  88,  1-S. 

Fuligno  di  Conte,  6  fatto  cavaliere  dai  Ciompi  (an. 
1378),  324,  35  ;   V.  anche  Medici  (de')  F.  di  C. 

FULiNO  Di  BiNDO  da  S.  Maria  Castello,  viene  condan- 
nato  nell'avere  e  nella  persona  per  Tincursione  sn 
Figline  (an.   1379),  351,  14. 

FuLvio  Gneio,  nobile  romano  inviato  da  Carlo  Magno 
a  Firenze  per  la  riedificazione  della  c,  18,  8. 

Gabriblli,  antica  e  nobile  fam.  di  Gubbio  che  dette  a 
Firenze  numenisi  Rettori,  438,  27-28. 

Gabrielli  Bino  da  Gubbio,  podesti  di  Firenze,  va  0» 
Fiorentini  airassedio  di  Pistoia  (an.  1305),  95,  28-S«. 

Gabrielli  Cante  di  Jacopo  da  Gubbio.  viene  nominato 
Capitano  del  popolo  di  Firenze  oon  grandissinu 
balia  (an.  1379),  337,  21-22  ;  cittadini  da  lui  condan- 
nati  per  trame  contro  lo  Stato,  343,  1-40 ;  344,  < 
25-39  ;  viene  biasimato  perchfe  ritenuto  troppo  ri- 
goroso  con  la  gente  minuta  e  troppo  mite  invece 
coi  ricchi  e  potenti,  1-2,  14-15 ;  cittadini  da  lui  con- 


[GabrieUi-Geanai] 


INDICE  ALFABETICO 


545 


dannati  per  rincursione  su  Figline  da  parte  dei 
Ciompi  e  degli  sbanditi  fiorentini,  350,  40-45;  351, 
1-15  ;  viene  pubblicamente  biasimato  dalle  Capitu- 
dini  per  non  aver  colpito  i  maggiori,  351,  36-40  ; 
gli  vengono  consegnati  van  cittadini,  tutti  di  fami- 
glie  ricclie  e  potenti,  quali  sospetti  di  trame  e  con- 
giure  contro  lo  Stato  (an.  1379),  355,  29-41  ;  le  sue 
esitazioni  e  le  minacce  della  folla  reclamante  la  loro 
condanna  a  morte,  357.  10-26  ;  358,  23-30  ;  come  si 
giunse  alla  condanna  ed  alla  decapitazione  di  questi, 
357,  29-37  ;  358,  20-22 ;  359,  6-20 ;  361,  1-8  ;  nuove 
condanne  da  lui  pronunziate  per  questa  stessa  con- 
giura,  365,  6-46  ;  366,  1-6  ;  tornato  a  Gubbio  se  ne 
allontana  nuovamente  poco  dopo  per  Tarrivo  di 
Carlo  di  Durazzo,  378,  27-28  ;  viene  di  nuovo  el.  Ca- 
pitano  del  popolo  di  Firenze  (an.  1381),  402,  1-4  ; 
sua  astuzia  per  scoprire  la  verita  a  riguardo  d'una 
certa  calunnia,  420,  8-42  ;  condanna  i  responsabili 
della  congiura  ordita  dalle  tre  arti  rainori  soppresse 
(an.  1382),  424,  4-5  ;  rassicura  i  Priori  ed  il  popolo 
che  tutti  i  responsabili  e  colpevoli  della  predetta 
congiura  erano  stati  presi  e  puniti,  28  37  ;  ric,  425, 

28  ;  438,    4-27. 

Gabriblli  (de')  Cantuccio  di  Bino,  viene  nominato 
Capitano  di  guerra  dai  Fiorentini  (an.   1330),  166, 

29  ;  e  di  nuovo  (an.  1331),  167,  37-40. 
Gabrielli   (de')   Francesco,  andato  con  salvacondotto 

pr.  il  conte  d'Orbino  (sic)  per  trattare,  viene  preso 
da  questo  e  viene  poi  liberato  solo  per  intervento  del 
Comune  fiorentino  (an.  1385),  438,  32-43  ;  439,  1-18. 

Gabrielli  (de')  Jacopo,  6  nominato  dai  Fiorentini  Con- 
scrvatore  e  Capitano  di  guerra  (an.  1335),  178,  5  ;  sua 
rigidezza  ed  energia,  5-12  ;  viene  di  nuovo  nominato 
Capitano  di  guerra  (an.  1338),  185,  39. 

Gabriello  di  Simone,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1345 
maggio-1346  maggio,  127,  14. 

Gabriello  di  Piero,  viene  ammonito  (an.  1358),  253,  38. 

Gabriello  (di),  V.  Simone  di  G. 
Gaddiano  (codice)  ms.  del  geco.lo  XVIII  proveniente 
dalla  Biblioteca  Gaddiana,  attualmente  pr.  la  Na- 
zionale  di  Firenze,  contenente  la  cronaca  dello  Ste- 
fani  dal  principio  fino  al  1381,  VII,  32-36  ,,  ;  "  * 
iina  copia  del  codice  Asiniaho,  XVI,  19-20  „  ;  "  er- 
rato  gindizio  di  p.  Ildefonso  su  di  esso,  XVI,  21-36  ,,. 

Gaddo,  V.  Passavanli  G. 

Gaddo  di  Forese,  V.  Falconieri  {de')  G.  di  F. 

Gaddo  di  Passavante,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1293 
febbraio-1294  febbraio,  73,  43. 

Gaenna,  terra  ceduta  da  Bartolomeo  di  Pietramala  al 

Comune  di  Firenze  (an.  1384),  435,  36. 
'AETANi,  fam.  V.  Caetani,  fam. 

Saetani  Pietro  da  Pisa  caporale  della  Compagnia  di 
S.  Giorgio,  ric,  366,  38. 

Jaggio  (di),  V.  lacopo  di  G. 

Jagliardo  di  Neri,  V.  Bonciani  G.  di  N. 

Jai  Salvi,  notaio  dei  Priori,  ric,  275,  4. 

Jainole,  ric,  350,  11-12. 

^alatrone,   castello,   passato  dii   Tarlati   ai   Fiorentini 

(an.  1335),  178,  38. 
iiALBAZZO,  V.   Visconti  G. 


Galeazzo  di  Tommaso,  V.  Baronci  G.  di  T. 

Galgani  Bonaiuto,  notaio  dei  Priori,  ric,  58,  18  ;  59, 

8  ;  60,  40  ;  62,  44  ;  67,  8  ;  72, 22  ;  86, 21. 
Galgani  Maffeo  di  Forese,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1287  febbraio-r288  aprile,  63,  35. 
Gahgai,  fam.  fiorentina  di  parte  ghibellina,  28,  29. 
Galigai  (de')  Nuccio,  viene  mandato  a  morte  da  Pul- 

cieri  da  Calvoli  podesti  di  Firenze  (an.  1302),  88.  9. 
Galigaio  Nello  Diotaiuti,  6  nellc  liste  dei  Priori  del 

1296  febbraio-1297  febbraio,  76,  13. 
Galigari  (case  dei),  vengono  distrutte  dalla  rivolta  po- 

polare  contro  i  Ghibellini  (an.  1258),  44,  8. 
Galli,  nobile  fam.  fiorentina  di  parte  ghibellina,  28,  27. 
Galli  (case  DBi),  vengono  fatte  abbattere  dal  Gonfalo- 

niere  di  Giustizia  Baldo  Ruffoli  (an.  1292),  71,  10-14. 
Gallo  (di),  V.  Masino  di  G. 

Gallozzi  Bartolo,  viene  ammonito  (an.  1363),  261,  31. 
Galluzzo  (Certosa  del),  vi  viene  ospitato  il  card.  Fie- 

sco  (an.   1380),  374,  24-25. 
Gambacorti   Francesco,   cittadino   pisano,   viene  fatto 

uccidere  dairimperatore  Carlo  IV  (an.  1354),  247,  29. 
Gambacorti  Lotto,  cittadino  pisano,  viene  fatto  uccidere 

dairimperatore  Carlo  IV  (an.  1354),  247,  30. 
Gambacorti  Piero,  viene  fatto  Signore  di  Pisa  (an.  1368), 

268,  30-32. 
Gambassi  (da)  Ugolino  di  Tonto,  notaio,  ric,  208,  6. 
Galgalandi  (Conti  di)  V.  Arnolfo  dei  conti  di  G. 
Gangalandi  nobile   fam.  fiorentina  d'01tramo,  21,  11  ; 

di  parte  ghibellina,    28,  26  ; 
Gangalandi  (da),  V.  Martino  da  G. 
Gani  Arrigo,  notaio  dei  Priori,  ric,  104.  38. 
Gano  (di),  V.  Arrigo  di  G. 
Garbo  (del),  V.  Torello  di  Dino  del  G. 
"  Gargani,  "  leitttre  di  famiglia  ",  cit.  XXII,  7  ". 
Gargonza,  ric,  437,  2. 

Garniano  di  Gaddo,  V.  Falconieri  (de')  G.  di  G. 
Gasparre   di ,   pedagogo  di   via   ghibellina,   viene 

incaricato  dai  Ciorapi  di  scrivere  le  ordinanze  e  leggi 

da  loro  approvate  in  assemblea  per  essere  poi  por- 

tate  ai  Priori,  329,  8-14. 
Gasparre  del  Ricco,  viene  condannato  nel  capo  per  la 

rivolta  dei  Ciompi  (an.  1378),  336,  23. 
Gasparre   di    Tommaso,    6   fatto   Popolano    (an.    1379). 

364,  15. 
Gattaia,  castello,  viene  venduto  dal  conte  Guido  al  Co- 

mune  di  Firenze  (an.  1373),  287,  11-17;  298,  14-20 
Gattaia   (della),   V.   Neri  della  G.  ;   Ranieri  della  G.  ; 

Rinieri  della  G.  ;  Gualtieri  della  G. 
Gavacciani  Jacopo  di  Lapo,  6  nelle  listc  dei  Priori  del 

1356  gennaio-1357  gennaio,  250.  4<  ;  del  1365  gen- 

anio-1366  gennaio,  265,  47  ;  del   1369  gennaio-1370 

gennaio,  275,  22  ;  partigiano  dcgli  Albizzi,  prendc  la 

parola  in  Consiglio  ncl  palazzo  della  Signoria  contro 

gli  avversari  dei   Ricci  e  degli   Albizzi   (an.     1372), 

281.    17-24. 
Gavacciani  Lapo  di  Giovanni,  6  nellc  liste  dci  Priori 

del  1327  febbraio-1328  febbraio,  158,  6. 
Gennai  Benedetto  di  Guccio,  ft  nelle  liste  dei  Priori 

del  1331  dicembre-1332  diccmbre,  169,  2  ;  *    Goafa- 

loniere  di  Giustizia  (liste  1334  dicelnbre-1335  dic«m- 


546 


INDICE  ALFABETICO 


[Geaaaio-ClierardiD!] 


bre),  179,  19  ;  e  di  iruovo  nclle  liste  dei  Priori  del 
1337  diccmbre-1338  dicembre,  187,  18. 

Gbnnaio,  V.  Tucci  G. 

Genova,  c.  vi  viene  intimato  dairimperatore  Arrigo  VII 
il  Comune  di  Firenze  a  mandare  pr.  di  lui  lcgati  con 
pieno  mandato  (an.  1311),  107,  10-13;  vi  giunge 
Urbano  VI  che  vi  si  trattiene  pcr  qualche  tempo 
(an.  1385),  437.  lO-lS  ;  v.  anche  Genovesi. 

Genovesi,  fanno  lega  con  Firenie  e  Lucca  e  con  altri 
Comuni  toscani  contro  Pisa  (an.  1284),  60,  24-29; 
muovono  guerra  con  questi  contro  la  detta  Pi.sa 
(an.  1290),  67,  32-37  ;  mandano  aiuti  ad  Arrigo  VII 
contro  i  Fiorentini  (an.  1312),  111,  7  ;  mandano  le 
loro  galee  in  aiuto  dello  stesso  contro  Roberto  di 
Napoli  (an.  1313),  113,  5-6  ;  fanno  rappresaglie  sulle 
mercatanzie  dei  Fiorentini  (an.  1382),  419,  33-44  ; 
accolgono  e  portano  in  salvo  nelle  loro  galee  pr.  Bari 
Urbano  VI,  shiggito  alVassedio  di  Nocera  (an.  1385), 
437,  10-15  ;  ric,  252,  3  ;  347,  4  ;  437,  35. 

Gentile,  V.  Altoviti  {degli)  G. 

Gentile  di  Lippo,  V.  Belfredelli  G.  di  L. 

Gentile  di  Vanni,  V.  Albizzi  {degli)  G.  di  V. 

Gentile  (di),  t;.  Gherardo  di  G.  ;  Jacopo  di  Gherardo  di  G. 

Gentili  Jacopo  di  Gherardo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1352  gennaio-1353  gennaio,  242,  37  ;  e  del  1362  gen- 
naio-1363  gennaio,  262,  29. 

Geppi  Betto,  notaio  dei  Priori,  ric,  125,  10. 

Geppo  di  Cere,  V.  Giatnboni  G.  di  C. 

Geppo  di  Lamberto,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1305  feb- 
braio-1306  febbraio,  97,  29  ;  del  1308  febbraio-1309 
febbraio,  104,  12  ;  e  del  1312  febbraio-1313  febbraio, 
115,  4. 

Geppo  di  Ricco,  V.  Pitti  G.  di  R. 

Geppo  (di),  V.  Bertaido  di  G. 

Geremia  (di),  V.  Maruccio  di  G. 

Geri,  V.  Cardinali  G.  ;  Ghiberli  G.  ;  Paganetti  (de')  G.  ; 
Peraglia  G  ;  Rosoni  G.  ;  Vermigli  G. 

Geri  d'ANDREA,  notaio  dei  Priori,  102,  22  ;  112,  34. 

Geri  di  Cardinale,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1287  feb- 
braio-1288  aprile,  63,  31  ;  e  del  1297  febbraio-1298 
febbraio,  77,  S  ;  v.  anche  Cardinali  Geri. 

Geri  di  Chele,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  136$ 
gennaio-1366  gennaio,  266,  3. 

Geri  di  Durante,  t;.  Chiermontesi  G.  di  D. 

Geri  di  Gherardo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1354  gen- 
naio-1355  gennaio,  248,  25;  v.  anche  Risaliti  G. 
diG. 

Geri    di    Ghino,    notaio  dei  Priori,  ric.,  187,  U. 

Geri  di  Guccio,  r;.  Ghiberti  G.  di  G. 

Geri  Matteo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  luglio-1384 
agosto,  488,  15. 

Geri  di  Pace,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  febbraio- 
1296  febbraio,  76,  1  ;  e  del  1298  febbraio-1299  feb- 
braio,  78,  15. 

Geri  di  Piero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gennaio- 
1349  gennaio,  234,  18. 

Geri  di  Stefano,  V.  Soderini  {de')  G.  di  S. 

Gbri  (di),  V.  Buonaccorsi  di  G.  ;  Buonaccorso  di  G.  ;  Cam- 
bino  di  G.  ;  Francesco  di  G.  ;  Modesto  di  G.  ;  Niccolb 
di  G. 


Gerini  Cherico  da  Sommaia,  *  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1362  gennaio-1363  gennaio),  262,  21. 
Gerino  [Cerrino)  di  Giambono,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del    1304   fcbbraio-1305   febbraio,  96,  18;edel  1315 
febbraio-1316  febbraio,  122,  9. 
Gerino  (di),  f.  Cherico  di  G. 

Gbrozzo  di  Nastagio,  i;.  Cacciafuori  {de')  G.  di  N. 
Gerusalemme   (rk  e   regina  di),  V.  Roberlo  di  Napoli, 

Giovanna  di  N. 
Getta,  V.  Lippo  di  Giovanni  vocato  G. 
Gherardbschi  Federico  di  Berto,  *  dei  Cinquantaduc 

cittadini  cui  viene  data  Balia  per  la  riforma  del  Go- 

vemo  (an.  1381),  396,  21. 
Gherardeschi   (de")   Ugolino,   viene  fatto  rientrare  in 

Pisa  dai  Fiorentini  (an.  1277),  56,  7-8  ;  viene  ad  ac- 

cordi  con  questi,  61,   14-17. 
Gherardeschi  (de')  Gaddo,  6  fatto  Signore  di  Pisa  (an. 

1316).  120,  23-25. 
"GheRARDI     Alessandro,     storico,     suo  gin- 

dizio  sulla  edizione  della  cronaca  dello  Stefani  cnrala 

da  p.  II-  defonso.    V,  9-20  „  "  cjt.  LXXIX,  8  „. 
Gherardi   Avvogado,    k    nelle  liste  dei  I*riori  del   1323 

febbraio-1324  febbraio,   135,   32. 
Gherardi  Benedetto  di  SiMONE,  k  nelle  liste  dei   Priori 

del  1340  dicembre-i34r  dicembre,  189,  23. 
Gherardi  Boninsegna,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1316 

febbraio-1317  febbraio,   123,   1  ;  del   1330  dicembre- 

1331  dicembre,  167,   17;  e  del   1334  dicembre-1365 

dicembre,  179,  3, 
Gherardi  Buonaccorso,  notaio  dei  Priori,   ric,   86,  13. 
Gherardi     Matteo,    notaio  dei  Priori,  ric.,  264, 

31. 
Gherardi  Orlando,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1351  gen- 

naio-1352   gennaio,   241,    3  ;   del    1358  gennaio-1359 

gennaio,    254,    35 ;    del  1363   gennaio-1364  gennaio, 

264,   23  ;  del   1367  gennaio-1368  gennaio,  267,  26  ; 

del   1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  4  ;  e  del  1380 

marzo-1381   febbraio,   391.   33  ;  partecipa  alla   Balia 

per  la  riforma  del  Governo,  394,  17. 
Gherardi  Simone,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  131 2  feb- 

braio-1313  febbraio,  115,  7. 
Gherardi  Simone  di  Benedetto,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1377  gennaio-1378  luglio,  314,  11. 
Gherardini,   fam.    fiorentina   di   parte   guelfa,    28,  21 ; 

esce  di  Firenze  alla  notizia  della  sconfitta  di  Monta- 

perti  (an.  1260),  48,  11  ;  si  schiera  coi  Bianchi,  80, 

36  ;  92,  13. 
Gherardini  Azzarello  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori''^ 

del  1322  febbraio-1323  febbraio,  131,   12. 
Gherardini  Betto,  viene  mandato  a  morte  da  Fulcieri  v 

da  Calboli  podesti  di  Firenze  (an.  1302),  88,  10.         v 
Gherardini  Boccaccio,  viene  bandito  come  ribelle  (an.# 


1380),  370,  45. 
Gherardini    Bonaccorso    di    Neri,    viene    ammonito» 

(an.  1358),  254,  6. 
Gherardini  Cece,  ric,  47,  11. 
Gherardini  Cione,  fuoruscito   fiorentino  bianco,  niuore" 

combattendo    con    gli    Aretini    contro    i    Fiorentini 

(an.   1309),  103,   39. 
Ghbrardini  Giano  di  Dino,  i  neUe  liste  dei  Priori  del 


% 


[Gherardioi-Ghetti] 


INDICE  ALFABETICO 


547 


ij  1318  febbraio-1319  febbraio,  125,  16  ;  del  1319  feb- 

braio-1320  febbraio,  126,  24  ;  e  del  1333  dicembre- 
1334  dicembre,  177,   11. 
Gherardini  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1312 

febbraio-1313  febbraio,   114,  25. 
Gherardini  Giovanni  del  Guerra,  viene  fatto  Popo- 

lano  (an.  1379),  364,  31. 
Gherardini    Jacopo   di   Dino,    6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1332  dtcembre-1333  dicembre,  175,  27. 
Ghbrardini  Jacopo  di  Giani,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1375  gennaio-1376  gennaio,  299,  1  ;  v.  anchi  Gherar- 

dini  Jacopo    di  Giano. 
Gherardini  Jacopo  di  Gianni,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1360  gennaio-r36i  gennaio,  258,  32  ;  6  tra  i  capi 

e  i  maggiori  istigatori  della  Parte  gnelfa  per  Tammo- 

nire,  308,  9-10  ;  318,   11. 
Gherardini   Jacopo   di   Giano,  e  nelle  liste  dei  Priori 

del  1366  gennaio  1367  gennaio,  266,  37  ;  e  del   1370 

gennaio  1371  gennaio,    276,  12  ;  v.  anche  GherarUini 

Jacopo  di  Giani 
Gherardini  Jacopone  di  Jacopo  di  Giano,  viene  escluso 

dagli  uffici  per  tre  anni  (an.  1379),  363,  38  ;  e  nelle 

lisie  dei  Priori  del  138$  maggio  1386  aprile,  443,  9. 
Gherardini  Lapo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1283  dicem- 

bre-1284   dicembre,   60,    11  ;   e  del    1291   dicembre- 

1292  dicembre,  69,  6. 
Gherardini  Lottieri  di  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1323  febbraio-1324  febbraio,  135,   17  ;  del  1330 

dicembre-1331    dicembre,    167,    12 ;    6    Gonfaloniere 

di    Giustizia    (liste    1333    dicembre-1334    dicembre), 

177,  31  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei   Priori  del  1338  di- 

ccmbre-1339  dicembre,  187,  21. 
Gherardini  Naddo  fe  confinato  coi  Bianchi  a  Sarzana 

(an.  1301).  83,  9. 
Gherardini  Naldo,  viene  bandito  da  Firenze  (an.  1302), 

86,  37. 
Gherardini    Niccol6    di    Giovanni,    6    nelle   liste   dei 

Priori  del   1340  dicembre-1341   dicembre,   189,  24  ; 

6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1349  gennaio-1350 

gennaio),  235,  30. 
Gherardini    Toccio,    viene    bandito    come    ribelle    (an. 

1380),  370,  44. 
Gherardini  Ugolino  di  Neldo  e  di  Noldo,  6  condan- 

nato  neiravere  e  nella  persona  per  trame  contro  lo 

Stato  (an.  1378),  339,  9  ;  viene  condannato  di  nuovo 

con   Toccio    Gherardini   per   Tincursione   su    Figline 

(an.  1379),  351,  5,  21-22  ;  viene  bandito  come  ribelle 

(an.  1380),  370,  34  ;  h  dei  Quarantatre  cittadini  el. 

in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gia  nominati  (an. 

1381),  404,  42. 
Gherardini  Vanni  di  Buono,  k  Gonfaloniere  di  Giusti- 

zia  (liste  1302  febbraio-1303  febbraio),  90,  37. 
Gherardini   (de')  Pelliccia,  viene  bandito  da  Firenze 

(an.  1360),  258,  16. 
Gherardino,  V.  Diodati  G.  ;  Gianni  G.  ;  Spinoli  {degli) 

G.  ;   Velluti  (de')  G. 
Gherardino   di   Diodato,    6   nelle   liste   dei    Priori   del 

1288  dicerabre-1289  dicembre,   65,    7  ;   e  del    1293 

febbraio-1294  febbraio,  73,  37. 
Gherardino  di  Gianni,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1315 


febbraio-i3i6  febbraio,  121,  34  ;  e  del  1329  dicembre- 
1330  dicembre,  164,   33. 
Gherardino  di  Giovanni,   6  nelle  liste  dei  Priori  del 

X293  febbraio-1294  febbraio,  73,  35. 
Gherardino  di  Piero,  V.  Velluti  G.  di  F. 
Gherardino  di  Tuccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1321 

febbraio-1322  febbraio,  128,  31. 
Gherardino  (di),  V.  Filippozzo  di  G.  ;  Giovanni  di  G.  ; 

Lapo  di  G. 
Gherardo,  V.  Aldighieri  G.  ;  Bani  G.  ;  BaronceUi  {de')  G.  ; 

Bisdomini  G.  ;  Bonzi  G.  ;  Bordoni  (de')  G.  ;  Corsini 

G.  ;  Lanfredi   G.  ;    Lanjredini  G.  ;  Lupicini  G.  ;  Ma- 

galdi  [de')  G.  ;   Paganelli    G.  ;  Risalti  G.  ;  Scolai  G.  ; 

Setti  G.  ;  Visdomini  (de')  G. 
Gherardo  Aldobrandi,  V.  Camigiani  G.  A. 
Gherardo  d'Arrigo,  notaio  dei  Prlori,  ric,  187,  10. 
Gherardo  di  Bartolino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1369 

gennaio-1370  gennaio,  274,  27. 
Gherardo  di  Barzia  di  Scolaio,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1303  febbraio-1304  febbraio,  94,  32  ;  e  del  1318 

febbraio-1319  febbraio,  125,  16. 
Gherardo  del  Bello,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1291 

dicembre-1292   dicembre,   69,    3. 
Gherardo  di  Botte,  h  nelle    liste  dei    Priori  del    1347 

gennaio-1348  gennaio,  229,  33  ;    del    1352    gennaio'- 

1353  gennaio,  242,  37  ;  e  del  1366  gennaio-1367  gen- 

naio,  266,  8. 
Gherardo  del  Capella  d'Arezzo,  viene  condannato  per 

trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),  344,  37. 
Gherardo    da    Castelfiorentino,    k    Gonfaloniere    di 

Giustizia  (liste  1315  febbraio-1316  febbraio,  122,  20. 
Gherardo  di  Gentile,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1316 

febbraio-1317  febbraio,  122,  41  ;  e  del  1324  febbraio- 

1325  febbraio,  147,  25. 
Gherardo  di  Ghese,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1346 

maggio-1347  gennaio,   228,  24. 
Gherardo  di  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori   del  1383 

settembre-1384  aprile,  435,  10  ;   v.  anche   Baldesi  G. 

di  G. 
Gherardo  di  Lapo,  V.  Paganelli  G.  di  L.  ;  Pagani  G.  di  L. 
Gherardo    di    Lippo,    i  nelle  liste  dei  Priori  del 

1385  maggio-1386  aprile,  443,  It. 
Gherardo  di  Micco,  V.  Baroncelli  G.  di  M. 
Gherardo  di  Migliore,  V.  Guadagni  G.  di  M. 
Gherardo  di  Pagolo,  notaio  dei  Prior",  ric,  188,  11. 
Gherardo  di  Volpe,  f.  Canigiani  (de')  G.  di  V. 
Gherardo   (di),  V.  Aldighieri  di  G.  ;  Avvogado    di    G.  ; 

Boninsegna  di  G.  ;  Geri  di  G.  ;  Jacopo  di  G.  ;  Lodovico 

di  G.  ;  Ricco  di  G. 
Gheri  di  Paganetto,  k  nelle  liste  dei  Priori  dcl   1294 

febbraio-1295  febbraio,  74,   39. 
Ghesb  di  Bonaccorso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  13 18 

febbraio-1319  febbraio,  125,  3. 
Ghese  (di),  V.  Filippo  di  G.  ;  Gherardo  di  G. 
Ghesi  Andrea,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  maggio- 

1345  maggio,  222,  4. 
Ghetti  Cenni,   6  Gonfaloniere  di  Giustizia   (liste   1329 

dicembre-i330  dicembre),  164,  80. 
Ghbtti  Cera,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1326  febbraio- 

1327  febbraio,  155,  32. 


548 


INDICE  ALFABETICO 


[Ghett-Giambano] 


Ghbtti  Martello,  fc  nellc  liste  dei  Priori  dcl  1301  feb- 
braio-1302  febbraio,  88,  8. 

Ghetti  Nello,  notaio  dei  Priori,  ric,  23;5,  33  ;  254,  18. 

Ghetti  Piero  di  Cenni,  *  nelle  liste  dei  Priori  del  1377 
gcnnaio-1378  luglio,  314,   13. 

Ghetto  (di),  V.  Martello  di  G. 

OniACCETO  (da),  V.  Giovaniii  di  Mugnaio  di  Recco  da  C.  ; 
Mtignaio  di  Recco  da  G.  ;  Porcello  di  Recco,  e  di  Ricco, 
da  G.  ;  Recco  di  Torre  da  G.  ;  Ricco  da  G. 

Ghibellini,  fazione  sorta  in  Germania  in  contrasto  con 
Taltra  detta  dei  Guelfi,  28,  5-7  ;  loro  propagarione 
in  Italia  ed  in  Firenze  in  conseguenza  della  lotta 
tra  rimpero  ed  il  papato  e  significazione  da  esse 
qua  assunta,  7-13  ;  30-32  ;  29,  1-3  ;  notabili  fam. 
fiorentinc  che  tennero  per  loro  e  che  si  disscro 
quindi  di  parte  ghibellina,  28,  16-20;  26-30;  scen- 
dono  in  Firenze  la  prima  volta  contro  gli  avversari 
guelfi,  anch'essi  qua  propagati,  in  seguito  aU'ucci- 
sione  di  Buondelmonte  (an.  1215),  29,  33-40  ;  riac- 
cesasi  la  lotta  per  la  ripresa  della  guerra  tra  rimpero 
ed  il  papato,  cacciano  cogli  aiuti  deirimperatore 
Federico  II  gli  avversari  dalla  c.  c  s'impadroniscono 
del  potere  (an.  1248),  34,  14-41  ;  35,  1-18  ;  vieno  ab- 
battuto  il  loro  Governo  dalla  rivolta  popolare  che 
istituisce  il  govemo  del  Primo  popolo  il  quale  fa 
rientrare  i  Guelfi  e  costringe  le  due  fazioni  alla  pace 
(an.  1250),  39,  15-22;  vengono  accusati  di  tramare 
con  Manfredi  contro  il  Govemo  e  vengono  cacciati 
dalla  c.  a  furia  di  popolo  mentre  le  loro  case  vengono 
date  alle  fiammc  (an.  1258),  43,  32-36  ;  44,  1-11  ;  si 
rifugiano  pr.  i  Senesi,  13-17  ;  con  gli  aiuti  di  questi 
e  con  quelli  di  Manfredi  muovono  contro  Firenze  e, 
sconfitto  Tesercito  fiorentino  a  Montaperti,  rientrano 
in  c.  riprendendo  il  Governo  (an.  1260),  45,  21-30  ; 
46,  17-23;  48,  1-17  ;  sconfitto  per6  ed  ucciso  Man- 
fredi  a  Benevento  e  ricostituito  quindi  in  Firenze  il 
Goverao  del  popolo,  escono  di  nuovo  dalla  c.  (an. 
1267),  50,  34-42  ;  51,  16-41  ;  52,  10-22  ;  vengono  ban- 
diti  e  i  loro  beni  confiscati,  29-37  ;  loro  peregrina- 
zioni  per  la  Toscana,  54,  15-19,  34-35  ;  combattono 
ai  fianchi  degli  Aretini  contro  i  Fiorentini  a  Campal- 
dino  (an.  1289)  66,  1-5  ;  si  uniscono  ai  Bianchi  fio- 
rentini,  cacciati  dalla  c,  c  prendono  parte  con  qucsti 
ai  vari  tentativi  da  essi  fatti  per  rientrare  (an.  1302), 
86,  35  ;  87,  16-17,  36-37  ;  88,  2-3  ;  si  uniscono  cogli 
altri  fnorusciti  alle  truppc  di  Arrigo  VII  venuto 
contro  Firenze,  nella  vana  speranza  di  poter  ricntrare 
in  c.  (an.  1312),  109,  24. 

Ghiberti  Geri  e  Gieri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1354 
gcnnaio-1355  gennaio,  248,  5  ;  del  1358  gennaio- 
1359  gennaio,  254,  38  ;  del  1363  gennaio-1364  gen- 
naio,  263,  <  ;  t  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1368 
gennaio-1369  gennaio),  274,  9  ;  e  di  nuovo  nelle  listc 
dei  Priori  del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  4  ;  v. 
anchc  Ghibcrti   Geri  di  Guccio. 

Ghiberti  Geri  di  Guccio,  fe  ncllc  liste  dei  Priori  del  1318 
febbraio-1319  febbraio,  125,  28  ;  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1321  febbraio-1322  febbraio),  128, 
22  ;  fc  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1324  febbraio- 
1325  febbraio,  147,  38  ;  v.  anche  Ghiberti  Geri. 


Ghiberto  d'Alessandro.  notaio  dei  Priori,  ric,  240, 
14  ;  254,  30  ;  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1370  gennaio- 
1371  gennaio,  276,   13. 

Ghibekto  d'Alessandro  di  Caro,  notaio  dei  Priori, 
ric,  246,  45. 

Ghieri  di  Chele,  6  nelle  listc  dei  Priori  del  1361  gcnnaio- 
1362  gennaio,  260,  24  ;  del  1370  gennaio-1371  gen- 
naio,  276,  2  ;  e  del  1374  gennaio-1375  gennaio,  291,  2".:. 

Ghigo,  V.  Bordoni  G. 

Ghinazzi  Tosco,  viene  ammonito  (an.  1359),  255,  17. 

Chineldi  (de')  Giovanni,  va  ambasc.  a  Roma  pr.  {'arlo 
Magno  e  pr.  pp.  Leone  per  invocare  iJ  loro  aruto 
per  la  ricostruzione  di  Firenze,  17,  21-25,  30-39. 

Ghinbtti  Jacopo  d'A  n  d  r  e  a,  i  nelle  liste  det 
Priori  del  1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  i7. 

Ghini  Andrea,  V.  Malpigli  (de')  A.  G. 

Ghini  Giovanni  di  Lapo,  6  nelle  liste  dci  Priori  dd  1368 
gennaio-1369  gennaio,  274,  7  ;  e  del  1372  gennaio- 

1373  gennaio,  284,  9. 

Ghini  GioVANNi  Di  RoBERTO,  k  nclle  liste  dei  Priori  del 
1368  gcnnaio-1309  gennaio,  273,  22  ;  vjenc  ammonito 
(an.  1377),  305,  5  ;  308,  32-33  ;  ric,  409,  6. 

Ghini  Piero,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1373  gcnnaio- 

1374  gennaio,  289,  14. 

Ghino,  V.  Cantori  (de')  G.  ;  Davanzati  G.  ;  Frescobaldi  C.  ; 

Pinucci  G. 
Ghino  di  Bindo,  V.  Canigiani  [de')  G.  di  B. 
Ghino  di  Bernardo,  V.  Anselmi  G.  di  B. 
Ghino  di  Caccino,  V.  Bonciani  (de')  G.  di  C. 
Ghino  di  Veri,  V.  Rondinelli  (de')  G.  di  V. 
Ghino  (di),  i;.  Geri  di  G. 
Ghinucci  Azzino,   fc  dei  Priori   (an.    1380  settembrc-ot- 

tobre),  383,  17. 
Ghinuccio  di  Cante,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1317  feb- 

braio-1318  fcbbraio,  124,  16. 
Ghiotto,  V.  Marroni  G. 
Ghiotto  di  Lotto  da  Secciano,  e  dei  Cinquantadue  cit- 

tadini  cui  viene  data  Balia  per  la  riforma  del  Governo 

(an.  1381),  396,  35. 
Ghirigoro  di  Francesco  di  Baldo,  notaio  dei  Priori, 

ric,  265,  49. 
Ghirigoro  di  Pagnozzo,  V.  Cardinali  G.  di  P. 
Ghirigoro  del  Ricco,  V.  BtUi  G.  del  R. 
Ghiselli  Bonincontro  di  Jacopo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1315  febbraio-1316  febbraio,  121,  27. 
Ghiselli  Jacopo,  fc  nelle  liste  dei  Priori  del  1285   dicem- 

bre-1286  dicembre,  62,   7. 
Ghiselli  Sandro,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gennaio- 

1351  gennaio,  239,  33. 
Ghisello  di  FiAMMA,   fe  nelle  liste  dei  Priori  del   1317 

febbraio-1318  febbraio,  124,  30. 
Giachetto,  V.  Mancini  G. 
Giachetto  di  Pagno,  V.  Bastari  (de)  G.  di  P. 
GiACHi  MicHELE,  k  ncUe  listc  dci  Priori  del  1372  gennaio- 

1373  gennaio,  284,  15. 
GiA«!iN0TTO  d'Aldobrandino,  V.  TanagU  G.  d'A. 
GlACHiNOTTO  Dl  Trincia,  V.  CorbinelH  (de')  G.  di  T. 
GiACOPi,  fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  28,  20-21. 
GiAMBANO,   capitano  degli   Ungari   a  soldo  di   Carlo  di 

Durarzo,  380,  1«. 


[Gi*mbaDO-GiaBnotto] 


INDICE  ALFABETICO 


549 


GiAMBANO   (di)   Jacopo,  voci  iatomo  a  miracoli  da  lui 

fatti,  221,  32-33. 
GiAMBERTALDO,  vicaiio  di  Carlo  d'Angi6  a  Firenze,  va 

con  le  milizie  fiorentine  contro  i  Senesi  e  li  sconfigge 

(an.  1269),  54,   7-12. 
Giambollari  Filippo,   fe  nelle  liste  dei  Priori  del   1282 

dicembre-1283  dicembre,  59,  13. 
GiAMBOLLARi  Jacopo,   6  nelle  liste  dei   Priori  del   1292 

febbraio-1293  febbraio,  72,  20. 
GiAMBONE  Di  GiovANNi,  V.  Cristiatii  G.  di  G. 
GiAMBONE  Dl  GuiDO,  V.  Cristiani  G.  di  G. 
'    GiAMBONi  Geppo  di  Cere,   6  nelle  liste  dei    Priori  del 

1320  febbraio-1321  febbraio,  127,  8. 
GiAMBONO  (di),  V.  Gerino  di  G. 
Giammori  Filippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1364  gen- 

naio-1365  gennaio,  265,  1  ;  6  tra  i  capi  della  Parte 

guelfa  accorsi  in  sua  difesa  contro  i  Popolani    (an. 

1378),  318,  7. 
fi'AifiRi  Francesco,   ^   Gonfaloniere  di  Ginstizia   (liste 

1322  febbraio-1323  febbraio),  131,  24. 
Giamoro  di  Folco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del    1312  feb- 

braio-1313  febbraio,  114,  21. 
GiANDONATi,  fam.   fiorentina  del  quartiere  di  Porta  S. 

Maria,  21,  10  ;  di  parte  guelfa,  28,  23  ;  esce  da  Fi- 

renze  airannunzio  della  sconfitta  di  Montaperti  (an. 

1260),  48,  8  ;  s'unisce  ai  Bianchi,  80,  37. 
GiANDONATi  Cecco,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1368  gen- 

naio-1369  gennaio,  273,  35. 
GiANDONATO  (di),  V.  Cecco  di  G. 
GiANFiGLiAZZi,   fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  28,  23  ; 

esce  da  Firenze  airannunzio  della  sconfitta  di  Mon- 

taperti   (an.    1260),  48,   6  ;  si  schiera  coi  Neri,  80, 

39  ;  si  leva  insieme  agli  altri  Grandi  contro  i  Popolani 

(an.  1343),  213,  15-18. 
GlANFiGLiAZZi  GiovANNl,  6  dei  Quattordici  cittadini  el. 

a  costituire  il  nuovo  Governo  dopo  la  cacciata  del 

Dnca  d'Atene  (an.  1343),  207,  36. 
GiANFiGLiAZZi  (de")  Rinaldo  di  Giannozzo,  viene  fatto 

cavaliere  (an.   1381),  393,  37  ;    fe  dei    Cinquantadue 

cittadini  cui  viene  data  Balia  per  la  riforma  del  Go- 

verno  (an.  1381),  396,  29  ;  fe  Gonfaloniere  di  Giusti- 

zia  (liste  1381  marzo-1382  aprile),  406,  46. 
Gianfigliazzi  (de')  Rinaldo  di  Gherardo  di  Rosso,  e 

nelle  liste  dei  Priori  del  1383  settembre-1384  aprile, 

435.  2. 
Giani  Francesco  di  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Piiori 

del  1373  gennaio-1374  gennaio,  289,  20. 
Gianiani  Gianiano  di  Lapo,  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1346  maggio-1347  gennaio),  229,  6. 
GiANiANi  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1304  febbraio- 

1305  febbraio,  96,  12. 
Gianiano   di   Lapo,   V.    Gianiani  G.    di  L.  ;   Rinialdelli 

(de')  G.  di  L.  ;  Ritialdi  {de')  G.  di  L. 
Gianni  Andrea  di  MArrio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1292  febbraio-1293  febbraio,  72,  24. 
Gianni  [Janni]  Banco  di  Lippo,  6  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste   1312  febbraio-1313  febbraio),   115,   14  ; 

k  nelle  liste  dei  Prioridcl  i326febbraio-i327  febbraio, 

155,    32 ;   del    1330   dicembre-1331    dicembre,    167, 

19  ;  e  del  1335  dicembre-1336  dicembre,  183,  9. 


GiANNi  FiLiPPOzzo  di  Gherardino,  e  nelle  liste  de 
Priori  del  1314  febbraio-1315  febbraio,  119,  23. 

Gianni  Gherardino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  i?88 
dicembre-1289  dicembre,  65,  12  ;  del  1291  dicembre- 
1292  dicembre,  68,  37  ;  del  1312  febbraio-i^i^  feb- 
braio,  114,  45  ;  e  del  1326  febbraio-1327  febbraio, 
155,  19. 

Gianni  Jacopo  di  Gherardino,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  24. 

Gianni  Lamberto  di  Zucchero,  viene  amraonito  (an. 
1373).  288,  20. 

GiANNi  N1CCOL6  Di  Gherardo,  k  nclle  liste  dei  Priori 
del  1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  10;dcl  1352 
gennaio-r353  gennaio,  242,  9  ;  e  del  1361  gennaio- 
1362  gennaio,  260,   7. 

GiANNi  N1CCOL6  Di  N1CCOL6  Di  Gherardino,  k  Gonfa- 
loniere  di  giustizia  (liste  1372  gennaio-1373  gennaio), 
284,  23  ;  viene  fatto  degli  Otto  di  Balia  in  luogo  del 
Dini  ammonito  (an.  1378),  314,  35-38  ;  e  nelle  liste 
dei  Priori  del  1383   setterabre-1384  aprile,  434,    34. 

GiANNi  Ruggieri  di  Gherardino,  6  Gonfaloniere  di  giu- 
stizia  (liste  1340  dicembre-1341  dicerabre),   189,  27. 

GiANNi  di  Bartolo,  fe  nellc  liste  dei  Priori  del  1312  feb- 
braio-1313  febbraio,  114,  20  ;  del  1315  febbraio-1316 
febbraio,   122,   9. 

GiANNi  di  Celona,  vicario  deirimperatore  Alberto  d'Au- 
stria,  gli  vengono  versati  dal  Comune  fiorentino  per 
allontanarlo  da  Arezzo  trentamila  fiorini  d'oro  (an. 
1294),  73,  24-27. 

GiANNi  di  Dingo,  V.  Marignolli  {de')  G.  di  D. 

GiANNi  Di  Duccio,  V.  Bucelli  G.  di  £>. 

GiANNi  Di  FoRESE,  V.  Alfani  {degli)  G.  di  F. 

GiANNi  Di  Gherardino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1316 
febbraio-i3i7febbraio,  122,  40  ;edel  1330  dicembre- 
1331   dicembre,    167,    30. 

Gianni  di  Lapo,  h  nelle  liste  dei  Piiori  del  1346  maggio- 
1347  gennaio,  228,  25. 

GiANNi  di  Tuccio,  V.  Bucelli  {de')  G.  di  T. 

GiANNi  (di),  V.  Bono  e  Buono  di  G.  ;  Cecco  di  G.  ;  Cristo- 
fano  di  G.  ;  Gherardino  di  G. 

GiANNiNi  Bartolo,  k  uelle  liste  dei  Priori  del  1347  gen- 
naio-1348  gennaio,   229,  26. 

GiANNiNO,  V.  Andrea  G. 

GiANNiNO  d'Ascoli.  Esecutore  di  Giustizia  di  Firenze,  fa 
decapitare  per  trarae  contro  lo  Stato,  Donato  de* 
Barbadori  (an.  1379),  359,  13-24. 

GiANNiNO  DA  MiLANO,  consigliere  della  compagnia  S. 
Giorgio,  367,  29. 

Giannotto  del  Protogiudice  di  Salerno,  siniscalco  di 
Carlo  di  Durazzo  e  comandante  della  brigata  del  dctto 
Carlo  diretta  a  Roma  in  aiuto  di  Urbano  VI,  accampata 
nei  pressi  di  Bologna,  trama  con  gli  sbanditi  guelfi 
fiorentini  e  coi  Ciompi  promettendo  il  suo  aiufo  per 
farli  rientrare  in  Firenze  (an.  1379),  353,  25-31  ; 
viene  nel  senese  con  la  compagnia  di  S.  Giorgio, 
365,  34-40  ;  muove  contro  Firenze  con  gli  sbanditi, 
368,  34-42;  369,  17-23;  viene  ricacciato  e  battuto 
dalle  genti  del  Comune,  al  comando  del  conte  Ave- 
rardo,  corse  da  Malmantile,  23-38;  va  a  Lucca  ove  viene 
con  questa  a  patti,  38-42  ;  danni  arrecati  o«l  contado 


550 


INDICE  ALFABETICO 


[Gianiiouo-GioTumi  re  di  Boemia] 


dalla  sua  brigata  e  dagli  sbanditi  in  essa  accolti,  370, 
8-ie;  371.  11-15;  manda  inutilmente  i  iiuoi  legati 
a  Firenze  per  venire  con  essa  ad  accordi  e  per  cercare 
denari,  372,  3-6  ;  ric,  379,  28  ;  "  cfr.  CXV,  35-36  ; 
CXVI,    1-13,,. 

GiANNOZZO,  t'.  Cambuzti  G. 

GiANNozzo  (JannozzoJ  di  Bartolo,  V.  Fedi  G.  di  B. 

GiANNOZZo  Di  Neri,  V.  Vtttori  G.  di  N. 

GlANNOzzo  Di  Strozza,  V.  Strozzi  (degli)  G.  di  S. 

GlANO  (JanoJ,  mitico  signore  dell'Italia  centrale,  acco- 
glie  onorevolmente  Saturno  cacciato  dal  regno  dal 
proprio  figlio,  Giove,  e  se  lo  associa  nella  signoria, 
5,    34-37. 

GlANO,  V.  Bella  (della)  G. 

Giano  di  Dino,  V.  Gherardino  G.  di  D. 

GiANO  di  Lando,  V.  Albizzi  (degli)  G.  di  L. 

GiANO  (di),  V.  Giovanni  di  G. 

GiASONE,    ric,    4,   29. 

GiAVARiNO  (vEscovo  Di),  viene  a  Firenze  per  chiedere, 
a  nome  di  Carlo  della  Pace  di  Durazzo  e  del  re 
d'Ungheria,  Talleanza  dei  Fiorentini  nonchfe  un  pre- 
stito  ed  altri  aiuti  per  la  guerra  contro  la  regina  Gio- 
vanna  di  Napoli  ma  non  riporta  che  buone  parole  e 
vaghe  promesse  (an.  1380),  376,  18-32  ;  380,  IS. 

GlGLio  d'Andrea,  V.  Aghinetti  G.  d'A. 

GlLi  DoMENico  Di  Lapo,  6  dei  Priori  (an.  1378  settembre- 
ottobre),  331,   33. 

GiLi  GuiDO,  V.  Arsoli  G.  G. 

GiLio  Di  GuiDO,  notaio  dei  Priori,  ric,  190,  43. 

GiNESTRETo  (da),  V.  Buonoccorri  di  Gieri  da  G. 

GlNEVRA  (da),  V.  \Roberid\  card.  da  G. 

GiNi  GiNO  di  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344 
maggio-1345  maggio,  222,  8 

GiNi  Giovanni  da  Calenzano,  notaio  dei  Priori,  ric, 
121,   32. 

GiNi  Lapo,  notaio  dei  Priori,  ric,  256,  23  ;  229,  36  ; 
284,  41. 

GlNi  (di),  V.  Nicola  di  G. 

GlNORi  Francesco  di  Gino,  6  dei  Cinquantadue  citta- 
dini  cui  viene  data  Balia  per  la  riforma  del  Governo 
(an.   1381),  396,  9. 

GlocHi  (de')  FiLiPPO  Di  Gherardo,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1322  febbraio-1323  febbraio,  131,  22. 

GiONA  Aglioni,  V.  Bellicozzi  G.  A. 

"  GlORDANi  Giordano,  trascrittore  del  codice  della  Bi- 
blioteca  L^urenziana  contenente  la  cronaca  dello 
Stefani,   IX,   4-14  ". 

Giordani  Nello,  notaio  dei  Priori,  ric,  108,  17. 

"  Giordaniano  (codice),  ms.  del  sec  XVI  della  Biblio- 
teca  Laurenziana,  trascritto  da  Giordani  Giordano  da 
cui  il  nome,  contenente  la  cronaca  dello  Stefani  dal 
principio  al  1385,  IX,  4-14,,;  "  si  dimostra  ch'esso 
deriva,  come  il  codice  Guadagni,  da  un  altro 
codice  non  originale,  che  esso  per6  riproduce  piii 
fedelmente  del  copista  del  Guadagni  stesso,  XVIII, 
4-38  ;   XIX,    1-25  „. 

GlORDANO,  conte,  vicario  deirimperatore  Federico  II, 
36,  6-7  ;  torna  in  Firenze  a  capo  delle  milizie  vinci- 
trici  di  Montaperti  quale  vicario  di  Manfredi  e  v'in- 
staora  il  Govemo  ghibellino  (an.  1260),  48,  20-25. 


GiORGio  (compagnia  di  S,),  fonnata  per  la  maggior  parte 
da  milizie  di  ventura  italiane  al  comando  d'Albcrigio 
da  Barbiano  (v.),  viene  ad  accordo  coi  Fiorentin, 
342,  5-17  ;  va  contro  il  territorio  di  Siena,  con  la 
quale  poi  s'accorda,  e  minaccia  Firenze  non  ostante 
i  patti  precedenti  (an.  1379).  366,  11-31  ;  nomi  dei 
comandanti  e  dei  consiglieri  della  stessa,  366,  34-39  ; 
367,  1-33  ;  brigate  estranee  unitesi  ad  essa,  367,  34- 
40  ;  vengono  mandati  pr.  di  essa  dal  Comune  di  Fi- 
renze  ambasc  per  riconfermare  gli  accordi,  368, 
10-16  ;  sTia  avanzata  verso  il  contado  fiorentino  e 
difesa  opposta  dalle  milizie  del  Comune,  369,  5-42. 

GiORGio,  V.  Baroni  G. 

GiORGio  Di  Baronk,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1334  di- 
cembre-1335  dicembre,  179,  13  ;  fe  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1350  gennaio-1351  gennaio),  240,  17. 

GlORGJO  Di  Collino,  V.  Grandoni  G.  di  C. 

GlORGlo  Di  Francesco,  V.  Scali  (degli)  G.  di  F. 

GiORGio  Di  Guccio  Di  DiNO,  h  degli  Otto  ufficiali  della 
Guardia  e  partecipa  come  tale  alla  Balia  per  la  ri- 
forma  del  Governo  (an.  1381),  396,  41. 

GioRGio  Di  Leone  di  Simone,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1383  luglio-1384  agosto,  428,  17. 

GiORGio  Di  Ricciardo,  t;.  Ricci  (de')  G.  di  R. 

GiORGio  DEL  Ricco,  V.  Buti  G.  del  R. 

GiOTTi  ToMMASO  Di  PiERO,  viene  ammonito  (an.  1375), 
294,  33. 

GioTTi  (de')  Corrado  di  Simone,  6  Gonfaloniere  di  Gru- 
stizia  (liste  1320  febbraio-1321  febbraio),  127.  33. 

Gl  OTT  o,  anno  della  sua  morte,  186.  i-*. 

GlOTTO,    V.    Peruzzi    G. 

GiOTTO  d'Arnaldo,  V.  Peruzzi  (de')  G.  d'A. 

GiOTTo  di  Fantone,  V.  Angelotti  G.  di  F. 

GiOTTO  Di  Marrone,  h  dei  Priori  (an.  1382  luglio-agosto) , 
417,    22. 

Giotto  di ScAMATiNO,   fe  bandito  come  ribelle  (an. 

1380)  371,   6. 

Giotto  (di),  V.  Rinieri  di  G. 

GiovANNA  (Joanna]  di  Napoli,  regina  di  PugHa,  Siciliae 
Gemsalemme  (aa.  1343-1382),  figlia  di  Carlo  duca 
di  Calabria,  nipote  di  Roberto  di  Napoli,  sposa  d'An- 
drea  d'Ungheria,  202,  4-5  ;  cf.  118,  21-26  ;  voci  corse 
a  suo  riguardo  a  proposito  deiruccisionc  del  marito, 
224.  38  ;  225,  1  ;  viene  ad  accordi,  insieme  al  suo  se- 
condo  marito,  coi  Fiorentini  a  riguardo  di  Prato,  234, 
46-49  ;  235,  1-4  ;  manda  suoi  ambasc.  pr.  il  Co- 
mune  fiorentino  e  pr.  la  Parte  guelfa  che  vengono 
onorevolmente  accolti  (an.  1377),  309,  35-36 ;  ac- 
coglie  in  Fondi  i  cardinali  awersi  ad  Urbano  VI,  suo 
nemico,  i  quali  nominano  qua  un  antipapa  (an.  1378), 
312,  20-39  ;  313,  34-35  ;  314,  1-5  ;  cade  prigioniera 
di  Carlo  di  Durazzo  (an.   1381),  390,  9-10. 

Giovanna,  V.  Stefani  G. 

GiovANNi  \XXII\  pp.  (aa.  1316-1334),  va  pr.  di  hii  re 
Roberto  di  Napoli  per  domandare  il  suo  aiuto  nella 
guerra  contro  i  Visconti  (an.  1319).  125.  34-35; 
sollecita  i  Fiorentini  ad  inviare  aiuti  per  questa  guerra, 
130,  34-35  ;  scomunica  Lodovico  il  Bavaro  (an. 
1327),    153.    6-8. 

GloVANNi  re  di  Boemia,  figlio  di  Arrigo  VII  di  LusEtm- 


[GioTaimi-Giovaniii  di  Benintendi] 


INDICE  ALFABETICO 


551 


burgo,  acquista  Lucca  da  Gherandino  degli  Spinoli 
(an.  1330),  168,  27-29  ;  manda  ambasc.  ai  Fiorentini 
a  partecipare  loro  la  notizia  e  a  dire  nello  stesso 
tempo  di  togliere  quindi  Tassedio  che  avevano  posto 
alla  detta  c,  168,  29-30  ;  manda  in  Lucca  il  suo  Ma- 
niscalco  con  ottocento  cavalieri  a  prenderne  possesso, 
169,  30-34  ;  il  quale  poco  dopo  esce  da  Lucca  con  le 
sue  genti  e  viene  a  saccheggiare  il  contado  di  Firenze 
(an.  1331),  169,  13-43. 

GiovANNi,  fratello  del  re  Roberto  di  Napoli,  principe  della 
Morea  di  Romania,  149,   18. 

GiovANNi  DUCA  d'Angi6,  reggeute  del  regno  di  Francia, 
manda  ambasc.  a  Firenze  per  annunziare  rarrivo 
in  Italia  di  suo  figlio  Luigi,  in  soccorso  della  regina 
Giovanna  di  Napoli,  e  per  chiedere  per  lui  aiuti  (an. 
1381),   411,  27-44;   416,   39-43. 

GlOVANNI    FIGLIO    DEL    CONTE    BaNDINO    DI    MONTE    GrA- 

NELLi,  viene  nominato  dai  Fiorentini,  dopo  la  cac- 
ciata  dei  Ciompi,  Bsrgello  della  c.  con  grandissima 
Balia,  della  fam.  dei  conti  Guidi ;  v.  Guidi  (dei  conti) 
Giovanni  figlio  del  conte  Bandino  ;  Antonio  Giovanni  e 
Niccold  figli  del  conte  Bandino  :  Guidi  [dei  conti)  Gio- 
vanni  figlio  del  conte  B. 

GiovANNi,  coNTE,  Difensore  del  popolo  di  Firenze,  fa 
tagliare  la  testa  a  Filippo  De  Rossi  ed  a  Filippo  di 
Rinaldo  rei  di  trame  contro  lo  Stato  (an.  X378), 
340,.  19-24. 

GiovANNi,  V.  Arrighetti  G.  ;  Baldese  (del)  G.  ;  Benvenuti  G.  ; 
Bianciardi  G.  ;  Bonaccorsi  G.  ;  Brunellini  G.  ;  Cal- 
ciotio  G.  '■  Cambi  G.  ;  Cambini  G.  ;  Carucci  G.  ; 
Casella  G.  ;  Cerchi  (de')  G.  ;  Ciai  G.  ;  Ciari  G.  ;  Ciati 
G.  ;  Cigliamochi  G.  ;  Cristiani  G.  ;  Dini  G.  ;  Donati 
G.  ;  Doni  G.  ;  Federighi  G.  ;  Finucci  G.  ;  Gherardini 
G.  ;  Gini  G.  ;  Gualdi  G.  ;  Guidi  G.  ;  Lagi  G.  ;  Man- 
giadori  G.  ;  Mannini  G.  ;  Mascahone  G.  ;  Megli 
G.  ;  Nepi  G.  ;  Niccolai  G  ;  Paganelli  G.  ;  Passini 
G.  ;  Pezzini  G.  ;  Poccia  G.  ;  Rinaldi  G.  ;  Rammaglianti 
{de')  G.  ;  Rustichelli  G.  ;  Siminetti  G.  ;  Simoni  G.  ; 
Stefani  G.  ;  Ugolini  G.  ;  ViUani  G. 

GiovANNi  Battista  (festa  di  S.  Giovanni),  si  comin- 
ciano  a  tenere  in  questo  giorno  a  Firenze  brigate 
a  festa  con  canti,  suoni,  balli  e  giuochi  (an.  1283), 
59,  24-30. 

Giovanni  Angiolini,  V.  Malchiavelli  (de')  G.  A. 

GiovANi  Benocci,  V.  Manovelli  G.  B. 

Giovanni  Corsi,  V.   Cafferelli  G.   C. 

GiovANNi  DoNATi,  V.  UUvieri  G.  D. 

GiovANNi  Gherardini,  V.  Corsi  G.  G.  ;  Malegonnelle  G.  G. 

GlOVANNi  GuALBERTO  (S.)sua  conversione,  21,  24-32; 
sua  vita  di  penitenza,  nel  luogo  dove  poi  sorse  la 
Badia  di  Vallombrosa,  sua  morte,  miracoli  e  santi- 
ficazione,   32-36. 

GiovANNi  Tedici,  V.  ManovelH  G.  T. 

GiovANNi  dell'Agnello,  signore  di  Pisa,  viene  fatto 
cavaliere  dairimperatore  Carlo  IV  (an.  1368),  268, 29- 
30  ;  disgraziato  incidente  occorsogli  in  Lucca,  31-32. 

GlovANNi  dell'Agnello  di  Pisa,  caporale  della  Com- 
pagnia  di  S.  Giorgio,  367,  9. 

GiovANNi  d'Agnolino,  6  dei  Priori  (an.  1378  settembre- 
ottobre),   331.    14. 


GiovANNi  d'Agnolo,  V.  Capponi  G.  d'A. 
GiovANNi  d'Alamanno,  V.  Medici  (de')  G.  d'A. 
GiovANNi    d'Alberghettino,    signore   di    Romagna,    fa 

prendere   nelle  sue  terre  con  un  tranello,   insieme  a 

suo  figlio  Araerigo,  due  sbanditi  fiorentini,  sospetti 

di  trame  contro  Firenze  e  li  consegna  ai  Rettori  di 

questa  c.   ricevendone   ricompensa  (an.    1383),   425, 

1-15. 
GiovANNi   d'Albizzo,    6  nelle  liste  dei   Priori  del    1317 

febbraio-1318  febbraio,  124,  31  ;   v.  aiiche  Cambi  G. 

d'A. 
GiovANNi  d'Aldobrandino,  V.  Alfani  (degli)  G.  d'A. 
GiovANNi  d'Aldobrandino  del  Riccio,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1368  gennaio-1369  gennaio,  273,  24  ;  viene 

ammonito  (an.  1377),  304,  41  ;  308,  28. 
GiovANNi   d'Alessandro  da   Uzzano,   6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1362  gennaio-1363  gennaio,  262,  36  ;  del 

1365  gennaio-1366  gennaio,  266,    1. 
GlovANNi  d'Ambrogio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1376  gen- 

naio-1377    gennaio,    306,    36. 
GiovANNi  d'Amerigo  del  Bene,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  16  ;  viene  am- 

monito  (an.  1377),  305,  8  ;  309,  3  ;  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1379  marzo-1380  aprile,  368,  3  ;  viene  con- 

finato  a  Foligno  mentre  era  ancora  Capitano  a  Pi- 

stoia  (an.   1381),  408,  20. 
GioVANNi  d'Andrea,  V.  Mazzetti  G.  d'A.  Ricci  (de')  G.  d'A. 
GiovANNi  DEGLi  Arciguidi  di  Bologna,  consigliere  della 

Compagnia  di  S.  Giorgio,  367,  30. 
Giovanni  d'Arezzo,  consigliere  della  Compagnia  di   S. 

Giorgio,  367,  27. 
GiovANNi  d'Arrighetto,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  1375 

gennaio-1376  gennaio,  298,  39. 
GiovANNi  d'Arrigo,  V.  SassoUni  (de')  G.  d'A. 
GiovANNi  d'Attaviano,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1294 

febbraio-1295   febbraio,   75,  6  ;  e  del   1298  febbraio- 

1299   febbraio,    78,   9. 
GiovANNi  del  Baldese,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1308 

febbraio-1309   febbraio,   104,    19. 
GiovANNi  Di  Bandino,  V.  Guidi  (dei  conti)  G.  di  B. 
GlovANNi  CONTE  DA  Barbiano,  fratello  d'AIberigo,  capo  - 

rale  della  compagnia  di  S.  Giorgio,  viene  fatto  pri- 

gioniero  dal  conte  Averardo   (an.    1380),    366,    35  ; 

369,  25. 
GloVANNi  Di  Bartolo,  cardatore,  viene    confinato    per 

due  anni  (an.  1381),  401,  34. 
GlovANNi  Di  Bartolo,  speziale,  k  nelle   liste   dei   Priori 

del  1378  luglio-agosto,  326,  11  ;  e  del  1380  gennaio- 

febbraio,  389,  17. 
Giovanni  di  Bartolo,  V.  Biliotti  G.  di  B.  ;  Bischeri  G.  di 

B.  ;  Manovelli  G.  di  B.  ;  Masi  G.  di  B. 
Giovanni  d!  Benci,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1380  mar- 

ZO-1381  febbraio,  391,  10. 
GioVANNi  Di  Benci,  V.  DavaHzoti   G.  di  B.  ;  Manovelli 

G.  di  B. 
GiovANNi  Di  Benedetto,  notaio  dei  Priori,  ric,  9l,  14  ; 

h  nelle  liste  dei  Priori  del   1309  febbraio-i3io  feb- 

braio,  106,   13;  v.  anche  CapitaniG.  di  B. 
GlovANNi     Di    Benintbndi,      notaio    dei    Priori,     ric, 

155.27. 


552 


INDICE  ALFABETICO     [CioTaimi  ii  BMvenuto>Giovaiuii  di  Giiorardo] 


GiovANNi  Di  Benvenuto,  da  Scsto,  notaio  dei  Priori,  ric, 

155,  17  ;  183,  7  ;  219,  32. 
GlovANNi  Di  Bbrnardino,  V.  Medici  [de')  G.  di  B. 
GiovANNi  Di  Bernardo,  notaio  dei  Priori,  ric,  97,  23. 
GiovANNi  Di  Berto,  V.  Fitii  G.  di  B. 
Giovanni  di  Bertoldo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1383 

settembre-i^S^  aprile,  435,  17. 
GioVANNi  Di  Betto,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  lu- 

glio-1384  agosto,  427,  37. 
GiovANNi  Di  Bindo  della  Vitella  vocato  Caciuola, 

viene  bandito  come  ribelie  (an.  1380),  370,  27. 
GiovANNi   Di  Bingeri,   V.    Oricellai  G.   di  B.  ;   Rucellai 

G.  di  B. 
GioVANNl  Di  Bingieri,  V.  Hucellai  G.  di  B. 
GiovANNi  Di  Bonaccorsi,  c  Buonaccorsi,  6    nelle  liste 

dei  Priori  del   1356  gennaio-1357  gennaio,   250,24  ; 

e  del  1360  gennaio-1361  gennaio,  259,  10. 
GiovANNi  Di  Bonato,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1362  gen- 

naio-1363  gennaio,  262,  33. 
GiovANNi  Di  Bondo  del  Caccia,  6  nellc  liste  dei  Priori 

del   1380  marzo-1381   febbraio,  391,   32 ;   e  del  1385 

maggio-1386   aprile,   443,    17. 
GiovANNi  Di  Boninsegna,  notaio  dei  Priori,  ric,  127, 

25  ;  135,  28. 
GioVanni  di  Brisualdo,  viene  condannato  come  ribelle 

(an.  1380),  373,  41. 
GiovANNi  Di  Cambio,  capitano  di  Parte  guelfa  (an.  1377), 

210,  18-17  ;  k  fatto  cavaliere  dai  Ciompi    (an.  1378), 

324,  42  ;  viene  denunziato  da  Jacopo  Scatizza  (an. 

1381),  392,  29-35  ;  h  degli  Otto  ufficiali  della  guardia 

e  partecipa  come  tale  alla    Balia  per  la  riforma  del 

Governo,  396,   44  ;  v.  anche  Mcdici  {de')    G.  d.  C. 
GiovANNi  Di  Cambio  detto  Balestrieri,  cerca  levarsi 

sugli  altri  circondandosi  di  popolani,  412,  24  ;  muore 

di  pestilenza  (an.  1383),  427,  19. 
GiovANNi  Di  Cante,  V.  Ammattnati  G.  di  C. 
GiovANNi  Di  Cantino,  h  nclle  liste  dei  Priori  del  1362 

gennaio-1363  gennaio,  262,  16. 
GiovANNi  Di  Carina,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  mag- 

gio-1345    maggio,    222.    15. 
GlovANNi  Di  Cecco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del    1366  gen- 

naio-1367  gennaio,    266,  12. 
GiovANNi  Di  Cecco,  V.  Compagiii  G.  di  C.  ;  Michi  G.  di  C. 
GlovANNi  Di  Cenni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gen- 

naio-1353  gennaio,  242,   39  ;  del   1358  gennaio-1359 

gennaio,  254,  34  ;  e  del  1370  gennaio-r^^i  gennaio, 

276,  18. 
GiovANNi  Di  Cenni  detto   di  Monna    Neli  a,    6   nelle 

liste  dei  Priori  del  1380  marzo-1381  febbraio,  391,  37. 
GlovANNi    Di    Cenni,    chiamato  Toso,    di    Laterina, 

viene  fatto  decapitare  dal  Capitano  del  popolo  di 

Firenze  per  aver  trattato  per  fare  entrare  in  Late- 

rina  stessa  gente  aretina  (an.   1380),  9,  27. 
GiovANNi  di  Chiari.  vienc  ammonito  (an.  1377),  309,  9 ; 

V.  anche  Cia>i  G. 
GiovAnni  di  Chino,  v.  Lippi  G.  di  C. 
GiovANNi  Di  CioNE.  ir.  Falconi  G.  di  C. 
Giovanni  di  Cione  detto  Nanni,  k  dei  Dodici  buoni 

uomini  pel  quartiere  di  S.  Maria  Novella  (an.  1378), 

326.  36. 


GloVANNi  DA  CoMo,  podest4  di  Firenie,  viene  preso  dal 
popolo  in  rivolta  e  liberato  poi  dai  Priori  (an.  1^94), 
73,  8-6. 

GlovANNi  Di  CoNTE,  V.  Medici  (de')  G.  di  C. 

GloVANNi  Dl  CoRSO,  notaio  dei  Priori,  ric,  274,  33. 

GiovANNi  Di  CovoNE,  V.  Covoiti  (de')  G.  di  C. 

GlovANNi  Di  Dato,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1376  gen- 
naio-1377  gennaio.  307,  5  ;  fc  fatto  Capitano  di  Parte 
guelfa  con  grande  balia,  310,  16  ;  6  dei  Cinquanta- 
due  cittadini  cui  viene  data  la  Balia  per  la  riforma  del 
Governo  (an.  1381),  396,  31  ;  409,  34  ;  k  nelle  list« 
dei  Priori  del  1383  settembre-1384  aprile,  434,  39. 

GIOVANNI  Di  Diotaiuti  [Dietaiuti],  i  nelle 
lisle  dei  Priori  del  1385  maggio-1386  aprile,  443,  10. 

GiovANNi  Di  DoMENico,  vocATO  Tria,  viene  nominato 
Priore  come  rappresentante  deU'arte  dei  Ciompi,  ma 
poi  sostituito  con  la  soppressione  delKarte  suddetta 
(an.   1378),  331,  32  ;  335,  33-34. 

Giovanni  di  Donato.  V.  Viviani  G.  di  D. 

Giovanni  di  Feo,  h  dei  Dieci  di  liberta  e  partecipa  come 
tale  alla  Balia  per  la  riforma  del  Govemo  (an.  1381) 
395,   19. 

GiovANNi  Di  Fetto,  fc  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  set- 
tembre-1384  aprile,  435,   3. 

GiovANNi  Di  FiLiPPO  Carduccio,  h  dei  Priori  (an.  1380 
luglio-agosto).  374,  32. 

GiovANNi  Di  Firenze,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1360  gen- 
naio-i36i  gennaio,  259,  4. 

GlovANNi  DA  Firenze,  capomasnada,  come  entra  con  i 
suoi  a  rafforzare  il  presidio  di  Scarperia  assediato 
da  Galeazzo  Visconti  (an.  1351).  239,  9-16. 

GiovANNi  Di  Francesco,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1363 
gennaio-1364  gennaio,  263,  « ;  del  1367  gennaio- 
1368  gennaio,  267,  12  ;  e  del  1368  gennaio-i36g  gen- 
naio,  274,  1  ;  V.  anche  MagaUtti  G.  di  F.  ;  Maga- 
lotti  G.  di  F. 

GiovANNi  Di  Francesco  di  Andrea,  e  nelle  liste  dei  Priori 
del   1373   gennaio-1374  gennaio,  289,   14. 

Giovanni  di  Fruosino,  viene  condannato  in  contumacia 
dal  Capitano,  dietro  denunzia  dei  Dieci  della  liberta, 
per  aver  tenuto  discorsi  contro  lo  Stato  con  aUusione 
a  prossimi  interventi  del  Card.  di  Bologna  e  dello 
Abate  di  Montemaggiore  Signore  di  Perugia  per  cac- 
ciare  da  Firenze  il  Govemo  e  ristabilirvi  i  Ricci  e  gli 
Albizzi  (an.  1373),  285,  16-29;  voci  intomo  ad  una 
sua  lettera  per  TAbate  di  S.  Trinita,  30-41  ;  286, 
1-7  ;  viene  confinato  a  Forll.   328.   33. 

Giovanni  di  Geri  del  Bello,  e  nelle  liste  dei  Priori  del 
i33g  dicembre-1340  dicembre,  188,  33 ;  k  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1347  gennaio-1348  gennaio), 
229,  40  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  135 1  gen- 
naio-i352gennaio,240,  40  ;deli356  gennaio-i357gen- 
naio,  250,  34  ;  del  1360  gennaio-r36i  gennaio,  259,  14  ; 
del  1366  gennaio-i36y  gennaio,  266,  9  ;  e  del  1370  gen- 
naio-1371  gennaio,  276,  26. 

Giovanni  di  Gherardino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1367 
gennaio-1368  gennaio,  267,  39  ;  e  del  1373  gennaio- 
1374   gennaio.    289,    18. 

GiovANNi  Di  Gherardino,  V.  MaUgonnelle  G.  di  G. 

Giovanni  di  Gherardo,  V.  LanfrediniG.  di  G. 


[Giovaniii  di  Giano-Giovanni  di  Pagno]      INDICE   ALFABETICO 


553 


GioVANNi  Di  GiANO,  h  nellc  liste  dei  Priori  del  1348  gen- 

naio-1349  gennaio,  233,  29  ;   del  1363  gennaio-1364 

gennaio,  263,  8  ;  del  1369  gennaio-1370  gennaio,   275, 

3  ;  del  1375  gennaio-1376  gennaio,  299,  18  ;  e  del   1379 

(settembre-ottobre),   346,  29. 
GioVANNi   Di   GiovANNAZZo,  giudice,    consigliere  del  Vi- 

cario  di  Carlo  di  Calabria,  154,  33. 
GiovANNi  Di  GiovANNi  DETTo  GuiDONE,  6  Gonfaloniere 

di  Compagnia  pel  quartiere  di  S.    Croce  (an.    1378) 

326,  27  ;  V.  anche    Giovanni  vocalo  Guidonc. 
GioVANNl    Di    GlUNTA,    6    nelle  liste  dei  Priori  del    1350 

gennaio-1351  gennaio,  239,  35  ;  del  1354  gennaio-1355 

gennaio,   248,  25 ;   del    1358   gennaio-1359   gennaio, 

254,  22  ;  6  Gonfaloniere  di   Giustizia  (liste  1362  gen- 

naio-1363  gennaio),  262,  34  ;  e  di  nuovo  nelle  liste 

dei  Priori  del  1369  gennaio-1370  gennaio,  274,27. 
GioVANNi  Di  GiuNTiNO,  d  uelle  liste  dei  Priori  del  1380 

marzo-i^Si  febbraio,  391,   12. 
GiovANNi  Di  GoGGio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1358  gen- 

naio-1359  gennaio,  254,  14  ;  del   1362   gennaio-1363 

gennaio,  262,  4  ;    e   del  136$   gennaio-1366   gennaio, 

265,  S2. 
GioVANNi  Di  GuASCo,  V.  Covoni  {de')  G.  di  G. 
GiovANNi  Di  GuGLiELMo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346 

maggio-1347  gennaio,  229,   16. 
GiovANNi  Di  GuiDO  DA  Magnale,  notaio  dei  Priori,  ric, 

239,   37. 
GiovANNi  Di  GuiDO,  V.  Antella  {dell)  G.  di  G.  ;  Giugni  {de') 

G.  di  G.  ;  Perini  G.  di  G. 
GiovANNi,   vocATO   GuiDONE,    viene   escluso  per  sempre 

dagli  uffici  (an.  1381),  401,  37  ;  f.  anche  Giovanni  di 

Giovanni    detto  Guidone. 
GioVANNi  Di   Jacopo  da  Signa,  notaio  dei  Priori,  ric, 

75,  5  ;  78,  5  ;  102,  21 ;  116,  38. 
GiovANNi  di   Jacopo,  tavoliere,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1372  geniiaio-1373  geimaio,  284,  3. 
GiovANNi  Di  Jacopo,  V.  Bardi  {de')  G.  di  F.  ;  Bonamici  G. 

di  J. 
GiovANNi  Di  Lamberto,  V.  Antella  {delV)  G.  di  L. 
GiovANNi  Di  LAPACcro,  V.  Girolami  {de')  G.  di  L. 
Giovanni      di      Lapino,   notaio  dei  Priori,  ric. 

443,  13. 
GiovANNi    Di    Lapo,  notaio  dei  Priori,  ric.  188,  2*. 
GioVANNi  Di  Lapo,  V.  Arnolfi  G.  di  L. ;  Bonamichi  G.  di  L.  ; 

Corsi  G.  di  L.  ;  Ghini  G.  di  L.  ;  Guglielmi  G.  di  L.  ; 

Niccolini  G.   di  L.  ;  Ruffoli  G.  di  L. 
GiovANNi  Di  Lippo,  vocATO  Getta,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1360  gennaio-i36i  gennaio,  259,  12. 
GioVANNi  Di  Lippo,  V.  Aldobrandini  G.  di  L. 
Giovanni  di  Lorenzo,  6  dei  Cinquantadue  cittadini  cui 

viene  data   Balia  per  la  riforma  del  Goverfio   (an. 

1381),  395,  34. 
GioVANNi  Di  Lotto,  V.  Salviuti  G.  di  L. 
GiovANNi  Di  LucA,  6  dci  Priori  (an.  1379  maggio-giugno) . 

345,  32 ;  ed  fe  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del    1383 

IugIio-1384  agosto,  428,  19. 
GiovANNi  Di  LucA  DA  Panzano,  uccide  in  Siena  il  cugino 

Tomassino  uccisore  di  Tommaso  di  Mone,  387,  22-30. 
Giovanni  d:  Luigi,  v.  Mozzi  {de')  G.  di  L. 
GiovANNi  Di  LuTi,  6  dei  Dodici  buoni  uomini  e  partecipa 


come  tale  alla  Balia  per  la  rifomia  del  Governo  (an. 
1381),  395,   13. 

GiovANNi  Di  Mancino,  V.  Sostegni  G.  di  M. 

"  GiovANNi  Di  Margherita  di  Coppo  Stefani  ric,  CIII, 
3,   9-10  ". 

GiovANNi  Di  Masino,  V.  Raffacani  G.  di  M. 

GiovANNi  Di  Maso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1317  feb- 
braio-1318  febbraio,  124,  22. 

GiovANNi  Di  Massaio,  V.  Rojfacani  G.  di  M. 

GiovANNi  Di  Matteo,  V.  Compagni  G.  di  M. 

GiovANNi  Di  Matteo  dx  Giovanni,  6  dei  Priori  (an.  1379 
maggio-giugno),  345,   31. 

GiovANNi  Di  Meglio,  V.  Bonarli  G.  di  M. 

GloVANNi  Di  MONB,  ^  nelle  lisle  dei  Prioridel  1365  gen- 
naio-1366  gennaio,  265,  22 ;  del  1370  gennaio-1371 
gennaio,  276,  17  ;  del  1374  gennaio-1375  gennaio, 
292,  3  ;  6  degli  Otto  di  Balia  e  viene  fatto  dai  Ciompi 
Cavaliere  del  Popolo  (an.  1378),  323,  29  ;  gli  viene 
assegnata  dagli  stessi  per  le  sue  benemerenze  la  ren- 
dita  delle  botteghe  di  piazza  Mercato  Vecchio,  325, 
12-13  ;  in  una  nuova  tumuituosa  adunata  dei  Ciompi 
gli  viene  ritolta  la  detta  rendita,  323,  5-8  ;  ma  poi 
gli  viene  di  nuovo  restituita  con  altra  deliberazione 
dei  Priori,  337,  14-15  ;  6  fatto  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (an.  1379  gennaio-febbraio),  341,  10  ;  viene  in- 
viato  con  venticinque  lance  a  Bruscoli,  373.  80-21 ; 
inviato  in  Arezzo  dal  Comune  come  ambasc,  per  la 
questione  dei  fuorusciti,  viene  ucciso  dagli  sbanditi 
fiorentini  (an.  1380),  379,  2-12. 

GiovANNi  Di  MuGNANO  Di  Recco  da  Ghiacceto,  6  nelle 
liste  dei  Priori  del  1375  gennaio-1376  gennaio,  299,   3. 

GiovANNi  DA  Narni,  podesti  di  Firenze,  gli  vengono  con- 
segnati,  come  sospetti  di  complicit4  nella  congiura 
contro  il  Governo,  Carlo  Mangioni,  Lorenzo  di  Gio- 
vani,  di  Firenze,  e  Francesco  di  Simone  da  Castel  S. 
Giovanni  ch'egli  fa  decapitare  per  turbazione  di  Stato 
(an.  1379),  356,  12-15  ;  357,  33-36  ;  altre  condanne 
da  lui  emanate  e  fatte  eseguire  per  questa  congiura, 
361,  8-13. 

GiovANNi  Di  Neri,  giudice,  viene  ammonito  (an.  1378), 
316,   10. 

GiovANNi  Di  Neri  di  Benkdetto,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1348  gennaio-1349  gennaio,  234,  15 ;  del  1352 
gennaio-1353  gennaio,  242,  30 ;  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1354  gennaio-1355  gennaio),  247,  32  ; 
fe  di  nuovo  nelle  iiste  dei  Priori  del  1359  gennaio- 
1360  geimaio,   256,  19. 

GioVANNi  di  Niccola,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344 
maggio-1345  maggio,  222,  21 ;  e  del  1376  gennaio- 
1377  gennaio,  307,  1. 

Giovanni  di  Niccol6,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1380 
marzo-i38x  febbraio,  391,  11. 

GiovANNi  di  Niccol6  da  Cbrrkto,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1340  dicembre-i34r  dicembre,  189,  25  ;  6  Gon- 
faloniere  di  Giustizia  (liste  1346  maggio-1347  gen- 
naio),  228,  12. 

GioVANNi  Di  N1CCOL6,  V.  Riccialbani  G.  di  N. 

GloVANNi  Dl  Nisi,  notaio  dei  Priori,  ric,  190, 95. 

GiovANNi  Di  Pagno,  *  nellc  liste  dei  Priori  del  1383  hi- 
glio-1384  agosto,  428,  Sl. 


554 


INDICE    ALFABETICO  [Cio*umi  di  P.oU  Ciovenco  a*Ufo) 


GloVANNi  Di  Paolo,  d  dei  Dodici  buoni  uomini  pel  quar- 
tiere  di  S.  Croce  (an.  1378),  326,  «2  ;  viene  confinato 
ad  Osimo  (an.  1381),  408,  27. 

GiovANNi  Di  PiBRO,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gen- 
naio-1351  gennaio,  240,  2  ;  v.  anche  Anselmi  G.  di 
P. ;  Bandini  G.  di  P.  ;  Parenti  G.  di  P. ;  Parlaccioni 
G.  di  P. 

GioVANNi   PiEROZzo,  V.  Altoviti  (degU)  G.  P. 

"  GlOVANNI   Dl   PlETRO  Dl   FoRESE,  ric,   CVII,    17  ,,. 

GiovANNi  Di  PiNO,  V.  liossi  (de')  G.  di  P. 
GiovANNi  Di  Puccio,  V.  Scheggio  G.  di  P. 
GioVANNi  Di  RiccARDO,  V.  Cerchi  (de')  G.  di  R. 
GiovANNl  DEL  Rlcco,  giudice,  legge  al  parlaiuento  i  ca- 

pitoli  e  le  proposte  di  legge  concordate  tra  i  Grandi 

e  i  Ciompi  (an.  1301),  403,  31-35,  e  tenta,  ma  inutil- 

raente,  di  fare  rogare  queste  come  leggi  dal  Notaio  e 

dal  Cancelliere  dei  Priori,  405,   18-34. 
GiOVANNl  Di  Ricco,  V.  Savini  G.  di  R. 
GiovANNi  Di  RisTORO,  fe  nclle  liste  dei  Priori  del   1383 

luglio-t384  agosto,  428,  8. 
GiovANNi  Di  RoBERTO,  V.  Ghini  G.  di  R. 
GiovANNi  DA  RoNcoFREDDO,  podesti  di  Firenze,  £a  ta- 

gliare  la  testa  a  Mainardo  degli  Ubaldini  nonostante 

le  riserve  del  Capitano,  286,  32-34. 
GiovANNi  Di  RoTA,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1358  gen- 

naio-1359  gennaio,  254,  28  ;  del  1367  gennaio-1368 

gennaio,   267,    42;   del    1375   gennaio-1376   gennaio, 

299,  19  ;  e  del  1835  maggio-1386  aprile,  443,  23. 
GlovANNi  Di  Rucco,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1373  gen- 

naio-1374  gennaio,   288,    30  ;   viene   ammonito    (an. 

1378),  316,  19-20;  6  di  nuovo  dei  Priori    (an.    1379 

lugUo-agosto),  346,  2. 
GiovANNi  Di  RuGGiERi,  V.  Ricci  [de')  G.  di  R. 
GiovANNi  Di   RusTicHELLO,   h  nelle  Hste  dei  Priori  del 

1305  febbraio-1306  febbraio,  97,  18. 
GlovANNi  Di   Salvi  Vkspuccio,   6  nellc  liste  dei  Pr  ori 

del  1375  gennaio-1376  gennaio,  299,  6. 
GiovANNi  Di  Sasso  di  Valdinievole,  occupa  di  furto  il 

castello  dei  Pisani  di  Pietrabuona,  ma  viene  poi  da 

questi  presto  ricacciato,  200,  42-45  ;  261.  1-4. 
GiovANNi  dello  Scelto,  h  nelle  liste  dei  Priori  del    1334 

dicembre-1335  dicembre,  179,  12  ;  e  del  1338   dicem- 

bre-i33g  dicembre,  187,  10. 
GiovANNi  Di  ScELTO,  V.  Guidotti  G.  di  S. 
GiovANNi  Di  ScoLAio  Di  Berto,  giudice,  viene  ammonito 

(an.  1378),  316,   10-11  ;  viene  ucciso  per  futili  mo- 

tivi,  377,  14-16. 
GiovANNi  DEL  Skga  da  Carlone,  viene  mandato  a  morte 

per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1328),  159,  35  ;  160, 

1-3. 
GiovANNi    Di   Segna,    6   uelle  liste  dei  Priori  del  1357 

gennaio-1358  geimaio,  252,  12  ;  e  del  1370  gennaio- 
137X  gennaio,  276,  20. 
GioVANNi  Dl  SiMONE,   h   nelle  liste  dei  Priori  del  1380 

marzo-i38i  febbraio,  391,  38  ;  partecipa  aUa  BaUa 

per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  394,  22. 
GiovANNi  Di  Spighato  da  Filicaia,  notaio  dei  Priori 

ric,  102,  30 ;  147,  24. 
GiovANNi  di  Stefano,  V.  Sodertni  G.  di  S. 
GiovANNi  Di  Taddbo,  V.  Bertci  G.  di  T. 


GlovANNi  Di  Tedice,  V.  ManovelU  G.  di  T. 

GiovANNi  Di  TiNGO,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1371   gen- 

naio-1372  gennaio,  279,  25  ;  e  del  1383  lugUo-1384 

agosto,  428,  1. 
GiovANNi  Di  TOMMASO,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1380 

marzo-1381  febbraio,  391,  19. 
GIOVANNI  Di  TuRA,  V.  Dini  G.  di  T. 
GiovANNi  Di  Ubbrtino,  V.  Stroui  G.  di  U. 
GioVANNi  d'Uberto,  V.  Cambi  G.  d'U. 
GiovANNi  d'Ugo,  6  dei  Quarantatre  cittadini  el.  in  ag 

giunta  agli  altri  della  Balia  gik  nominati  (an.  1381) 

404,  39  ;  V.  anche  Orlandi  G.  d'U. 
GiovANNi  DA  Ulbgcio,  siguore  di  Ancona,  dicerie  in 

tomo  a  trame  da  lui  ordite  coi   Ricci   (an.    1360) 

257,  23-30. 
GiovANNi  da  Uzzano,  denunziato  dai  Quattro  ragionieri 

come  debitore  del  Comune,  paga  il  suo  debito  (an 

1373),  287,  7-11. 
GiovANNi  Di  Vanni,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1320  feb 

braio-1321  febbraio,  127,  30  ;  v.  anche  Riiza  G.  di  V. 
GioVANNi  Di  Vannicello  da  Viterbo,  viene  condannato 

per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  338,  39. 
Giovanni    da   Varliano,   viene  el.    Podesta   di    Firenze 

(an.  1343),  208,  6-8. 
Giovanni  di  Ventura,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1375 

gennaio-1376  gennaio,  299,  7. 
Giovanni  di  Vinta,  corazzaio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1360  gennaio-1361    gennaio,  258,    34  ;  v.  anche  Gio- 

vanni  di  Vita. 
GiovANNi  Di  ViTA,  corazzaio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1355  gennaio-1356  gennaio,  249,  32  ;  e  del  1372  gen- 

naio-1373  gennaio,  294, 27 ;  v.  anche  Giovanni  di  Vinta. 
GIOVANNI    (di),  V.  Andrea  di  G.  ;  Bachino  di  G.  ;  Banco 

di   Lippo  di  G.  ;  Bartolomeo  di  G.  ;  Bonaccorso  di  G.  ; 

Cambio  di  G.  ;  Casciotto  di  G.  ;  Cecco  di  G.  ;  Dionigi 

di  G.  ;   Dionisi  di  G.  ;   Domenico  di  G.  ;  Duccio  di 

G.  ;  Folco  di  G.  ;  Francesco  di  G.  ;  Francesco  di  Lapo 

di  G.  ;  Gherardino  di  G.  ;  Gino  di  G.  ;  Giunta  di  G.  ; 

Giusto  di  G.  ;  Lippo  di  G.  ;  Luigi  di  G.  ;  Marco  di 

G.  ;  Paolo  di  Cecco  di  G.  ;  Pecora  di  G.  ;  Ricco  di  G.  ; 

Salvestro  di  G.  ;  Stefano  di  G. 
GiovANNOzzo,  V.  Rinaldi  G. 
GiovANNOZzo  Di  Francesco,  V.  BiUotti  G.  di  F. 
Giove  [Jove],  figlio  di  Saturno,  caccia  il  padre  dal  regno, 

5,  33-34. 
GiovENCO  di  Cionktto,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1327 

febbraio-1328   febbraio,    158,    11  ;    v.  anche  Bastari 

(de')  G.   di  C.  ;  Bastati  (de')  G.  di  C. 
GiovENCo  di  Daniello,  V.  Arrigucci  G.  di   D. 
GiovENco  Di  Lottieri,  6  confinato  a  Manfredonia  (an. 

1378),  328,  29  ;  viene  fatto  dei  Grandi   (an.    1379). 

363,  13. 
GiovENco  d'Ugo,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1364  gennaio- 

1365  gennaio,  264,  3J  ;  6  dei  Quattro  ragionieri  el. 

per  la  ricerca   e    rivendica   dei    diritti   del    Comune 

usurpati  dai  privati  (an.1373),  287,  6. 
GIOVENCO  d'Ugo  della  Stufa,   k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  5  ;  h  fatto  Ca- 

valiere  dai  Ciompi  (an.  1378),  324,  29  ;  viene  escluso 

dagli  uffici  per  tre  anni  (an.  1379),  363,  34. 


[Giraldi-Ciunta  di  Ciovinmi] 


INDICE  ALFABETICO 


555 


GiRALDi    Chiaro,  partecipacome   Gonfaloniered  i  Com- 

pagnia  alla  Balia  per  la  riforma  del  Governo  usur- 

pati  dai  privati   (an.   1381),  394,   34. 
GiRALDi  GiovANNi,  h  nelle  liste  dei  P^iori  del  1351  gen- 

naio-1352  gennaio,  240,  41. 
GiRALDi  GiRALDo  Di  Paolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  15  ;  viene  ammonito 

(an.  1378),  216,  27  ;  217,  5,  15. 
Giraldi  Pagolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1349  gennaio- 

1350  gennaio,  235,  39 ;  del  1358  gennaio-i^jg  gennaio. 

254,  12  ;  e  del  1362  gennaio-r363  gennaio,  262,  4. 
j  GiRALDi  Verozzo,  viene  confinato  a  Trieste  (an.  1381), 
I  408,  25. 

GiRALDo  Di  Paolo,  V.  Giraldt  G.  di  P. 

GiRALDO  (Di),  V.  Nutino  di  Fantone  di  G.  ;  Vanni  di  Fan- 

tone  di  G. 
GiROLAMi  Cardinale  di  Alberto,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1318  febbraio-1319  febbraio,  125,  5. 
Girolami  Leoncino  di  Alberto,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1311  febbraio-1312  febbraio,  112,29. 
Girolami  Salvi  Chiari,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1284 

dicembre-1285  dicembre,  60,  38. 
Girolami  Salvi  del  Chiaro,  fe  dei  Priori  (an.  1282  giu- 

gno-Iuglio),  58,  5  ;  6  nelle  liste  dei    Priori  del  1283 

dicembre-1284  dicembre,  59,  35  ;  del  1285  dicembre- 

1286  dicembre,  62,  8  ;  del   1291  dicembre  1292    di- 

cembre,  69,  4  ;  e   del   1294    febbraio-1295    febbraio, 

75,  19  ;    V.   anche  Girolami  (de')  Salvi  del  Chiaro 
Girolami    Spinello    detto    Mazza,    h    Gonfaloniere   di 

Giustizia  (liste  1300  febbraio-1301  febbraio),  86,    H. 
GiROLAMi  Spinello  di  Ranieri  k  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste  1295  febbraio-i296  febbraio),  75,  45. 
GirolamiTesta     di     Jacopo,     i  nelle     liste 

dei  Priori  del  1385  maggio-1386  aprile,  443,  20. 
GiROLAMi  (de')  Giovanni  di  Lapaccio,  viene  ammonito 

(an.  1357),  251,  35. 
Girolami   (de')    Jacopo  di   Feo,   viene   ammonito   (an. 

1360),  258,  25. 
GiROLAMi  (de')  Salvi  del  Chiaro,  k  nellc  liste  dei  Priori 

del   1288  dicembre-1289  dicembre,  65,  12  :   v.  anche 

Girolami  Salvi    del  Chiaro 
GlROLAMO,  V.  Sommaia  (della)  Mons.  G. 
GiROLAMO  Di  Bartolo,  V.  Falconi  G.  di  B. 
GiROLAMO  Di  Salvi  del  Chiaro,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1287  febbraio-1288  aprile,  63,  30  ;  del    1290  di- 

cembre-1291   dicembre,   68,    16  ;   del   1297  febbraio- 

1298  febbraio,  77,  5  ;  e  del  1300  febbraio-1301  feb- 

braio,  86,  17. 
Girolamo  (di),  V.  Spinello  di  G. 
Giudice  (del),  t;.  Alberto  del  G.  ;  Alberto  di  Jacopo  del 

G.  ;  Cenni  Alberti  del  G.  ;  Jacopo  d'Alberto  del  G.  ; 

Meri  di  Jacopo  del  G. 
Giuffredi  di  Marzano,  conti  di  Sqtiillace,  al  seguito  di 

Carlo  di  Calabria,  ric,  149,  20. 
Giugni,  (db').  fam,  fiorentina,  viene  a  briga  coi  Cerchi, 

92,  17. 
GiUGNi  (de')  Berto  Giugni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1352  gennaio-1353  gennaio,  242,  24. 
Giugni  (de')  Falco,  t  nelle  liste  dei  Priori  del  1313  feb- 

braio-i3r4  febbraio,  116,  24. 


GiUGNi    (de")   Fazio,   k  Gonfaloniere   di   Ginstizia   (liste 

1315  febbraio-1316  febbraio),  121,25;f.  anche  Giugni 

(de')  Faiio  Camvi. 
Giugni   (de')   Fazio  Cambi,   6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1292  febbraio-1293  febbraio,  72,  11  ;  w.  anche  Giugni 

(de)   Fazio. 
Giugni  (de')  FiLippo  Di  Niccol6,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1382  settembre-gennaio,  424,  18. 
GiUGNi  (de')  Giovanni  di  Guido,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1301  febbraio-1302  febbraio,  88,  38  ;  k  Gonfalo- 

niere  di  Giustizia  (liste  1306  febbraio-1307  febbraio), 

99,  38. 
GiuGNi  (db')  GiovANNi  Di viene  confinato  a  Mo- 

dena  (an.   1378),  328,   35  ;   6  fatto  dei  Grandi  (an. 

1379),  363,  11. 
GiuGNi  (de')  Giugnino,  6  neUe  liste  dei  Priori  del  1305 

febbraio-1306  febbraio,  97,  19. 
GiUGNi  (de")  Guidaccio  di  Giovanni,  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1332  dicembre-r333  dicembre,  175,  17. 
GiuGNi  (de')  Niccol6  d'Ugolino.  6  nelle  liste  dei  Priori 

del    1345   maggio-1346   maggio,   227,  23 ;   del    1353 

gennaio-1354   gennaio,   246,  25 ;   del    1357   gennaio- 

1358  gennaio,  252,  27  ;  del  1363  gennaio-1364  gen- 

naio,  264,  H;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1367 

gennaio-1368   gennaio),    268,    4  ;    fe   di   nuovo   nelle 

liste  dei  Priori  del  1369  gennaio-1370  gennaio,  275, 

8  ;    e   di   nuovo   Gonfaloniere    (liste    1374    gennaio- 

1375  gennaio),  291,23  ;  h  fatto  dei  Grandi  (an.  1379), 

363,  12. 
GiuGNi  (de')  Pikro  di  Giugni,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1341  dicembre-1342  dicembre),  191.  3  ;  199,  7. 
GiUGNi  (de')  Ugolino  di  Zampa,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del    1290   dicembre-1291    dicembre,   68,    18  ;   e    del 

1310  febbraio-i3ri  febbraio,  108,  18. 
GiUGNlNO,  V.  Giugni  (de')  G. 
Giuliano,  V.  Lupicini  G. 
GiULlANO  d'Andrka,  6  dei  Priori  (an.  1379  maggio-gin- 

gno),  345,  30. 
GiULiANO  Di  CoLA,  V.  Nerini  G.  di  C. 
GiULiANO  Di  Lippo,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gen- 

naio-1351  gennaio,  240,  9. 
GlULiANO  Di  RiNiERi  DEL  FoRESE,  4  nelle  liste  dei  Priori 

del  1383  luglio-1384  agosto,  428,  37. 
Giunta  Cenni  di  Nardo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1306 

febbraio-1307   febbraio,   99,    27  ;   del    1313  febbraio- 

1314   febbraio,    116,  25;   e  del    1316  febbraio  1317 

febbraio,  123,  19. 
GlUNTA,  V.  Ciali  G.  ;  Fini  G.  ;  Nardi  G.  ;  Spigliati  G. 
GiUNTA  Di  Bartolo,  partecipa  alla  Balia  per  la  riforma 

del  Governo  per  Tarte  dei  Fomai  (an.   1381),  409, 

45  ;  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  luglio-1384  ago- 

sto,  428,  30. 
Giunta  di  Corso,  partecipa  come  Gonfaloniere  di  Com- 

pagnia  alla  Balia  per  la  riforma  del    Governo    (an. 

1381),  394,  27. 
GiUfiTA   Di    Francesco,   vieue   condannato   neiravere  e 

nella  persona  per  Tincursione  fatta  su   Figline  (an. 

1379),  351.  27. 
Giunta  di  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1346 

maggio-1347  genoaio,  228,  11. 


556 


INDICE  ALFABETICO 


(CiiiBU  di  Nardo>Cr«(«a] 


GlDNTA  Di  Nardo,  ft  DcHe  liste  dei  Priori  del  1336  dicem- 

bre-1337  dicembre,    186,    5;    e  dcl    1340  dicembre- 

1341  dicembre,  189,  3s. 
GlUNTA  Di  Nardo  di  Giunta,  4  nelle  liste  dei  Priori  del 

1311    febbraio-1312   febbraio,    112,   20;   e   del    1315 

febbraio-1316  febbraio,  121,  31. 
Giunta  (di),  V.  Francesco  di  G.  ;  Giovantti  di  G.  ;  Giunta 

di  Natdo  di  G.  ;  Nardo  di  G.  ;  Niccoli  di  G.  ;  Nino 

di  G.  ;  Sassolo  di  G.  ;  Tommaso  di  Francesco  di  G.  ; 

Zucchero  di  G. 
GiUNTiNO  Di  GiovANNi,  notaio  dci  Priori,  ric,  115,  1. 
GiUNTiNO  Dl  Spigliato,  t;.  Burnetti  G.  di  S. 
GiuocHi  (db')   Uberto  di  Gherardo,  h  nelle  liste  dei 

Priori  del  1323  febbraio-1324  febbraio,  135,  25. 
GlusTi  Giustino,  notaio  dei  Priori,  ric,  391,  16. 
GlusTiNiANO,  imperatore  (aa.   527-565)  manda  in  Italia 

Belisario  per  cacciarne  i  Goti,  16,  36-37. 
GiusTiNO,    imperatore    (aa.    565-578)    manda    in    Italia 

Narsete  per  cacciarne  gli  ultimi  resti  dei  Goti,   16, 

38-40. 
GiusTO,  V.  Bati  G.  ;  Tojani  G. 
GiusTO  Di  Bate,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1364  gennaio- 

1365  gennaio,  264,  47. 
GiusTO  Di  Benci,  V.  Amati  G.  di  B. 
GiusTO  DEL  Citerna,  viene  condannato  per  trame  con- 

tro  lo  Stato  e  due  anni  di  confine  e  a  lire  mille    (an. 

1378),  340,   10. 
GiusTO    Di    CovERELLO,^  nelU  liste    dei   Priori 

del  1385  maggio-1386  aprile,  443,  29. 
GlUSTO  Di  Giovanni,  del  Popolo  di  S.   Piero  Maggiore, 

viene  condannato  neiravere  e  nella  persona  per   Tin- 

cursione  su  Figline  (an.  1370),  351,   23. 
GlusTO  Di  Tofano,  h  nelle  liste  dei  Priori  del   1385  mag- 

gio-1386   aprile,   443,  28. 
GiUTOMANNi  Grazia,  6  nclle  liste  dei  Priori  del  1318   feb- 

braio-1319  febbraio,  125,  26. 
GoGGio  (di),  V.  Giovanni  di  G. 
GoLiNo  (Di),  V.  Boccaccio  di  G. 
GoNZAGA  (da)   Luigi,  signorc  di  Mantova,  stringe  lega 

con   Azzo   Visconti,   coi   Fiorentini  e  coi   Veneziani 

contro  i  signori  della  Scala  (an.  1337),  164,  9-14. 
GoNZi  Fazio  di  Castelfiorentino,  notaio  dei  Priori,  ric, 

104,  9  ;  108,  26  ;  119.  23. 
GoNZi  Lotto,  notaio  dei  Priori,  ric,  187,  13. 
GoRi  Francesco,  viene  confinato  a  Cortona    (an.   1381), 

400,   40. 
GoRiNi  PiERO,  6  nelle  liste  dei  Priori   del    1369   gennaio- 

1370  gennaio,  274,29. 
Gosi  Francesco,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1361 

gcnnaio-1362  gennaio,  260,  14  ;  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1368  gennaio-1369  gennaio,  274,  3. 
Goso  Di  Grifo,  notaio  dei  Priori,  ric,  252,  22  ;  273,  28  ; 

307,  18. 
Goso  (Di),  V.  Francesco  di  G. 
GosTA,  fortezza  lucchese  abbattuta,  268,  34. 
GosTANTE,  GosTANTiNO,  Gostantinopoli,  Gostanza,  v.  Co- 

stante,  Costantino,  Cosiantinopoli,  Costanza. 
GoTi,  [Gotti\,  popolo  barbarico  sceso  in  Italia,  secondo  la 

leggenda  stefaniana,   condotto  dapprima  dai  re  Al- 

berigo  e  Rodassio  (an.  401),  14,  9-26,  poi  dal  re  Teo- 


dorico,  16,  30-33  ;  vengono  ricacciati  da  Belisario  e 
da  Narsete,   16,   36-40. 

GoTTOLO  Di  Bbrto  detto  Morbllo,  k  dei  Dodici  buoni 
uomini  pel  quartiere  S.  Giovanni  (an.  1378). 
326.  21. 

GoTTOLO  DEL  BuONO,  6  nclle  liste  dei  Priori  del  1380 
marzo-1381  febbraio,  391,  24  ;  i  dei  Cinquantadue 
cittadini  cui  vien  data  Baliaper  la  riforma  del  Govemo 
(an.   1381),  396,   15. 

"GozzADiNi     G.  cit.  LXXI,  20,  r-9  „. 

Granaiuolo  di  Sone,  notaio  dei  Priori,  ric.  126,  7. 

Grandoni  Andrea  di  Jacopo  Collini,  h  nelle  liste  dei 
Priori  del  1375  gennaio-1376  gcnnaio,  298,  18  ;  viene 
ammonito  (an.  1377),  305,  12 ;  308,  38  ;  6  di  nuovo 
nelle  liste  dei  Priori  del  1380  marzo-1381  febbraio, 
391,  8-9  ;  ric.  409,  3. 

Grandoni  GiORGio  di  Collino,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1350  gennaio-1351  gennaio,  239.  27  ;  del  1353 
gennaio-1354  gennaio,  246,  11  ;  del  1356  gennaio- 
1357  gennaio,  251,  3  ;  del  1360  gennaio.  1361  gen- 
naio,  258,  30;  del  1374  gennaio-1375  gennaio.  291, 
25 ;  del  1383  IugIio-1384  agosto  428,  20. 

Granelli,  V.  Monte  Granelli. 

Grazia,  V.  Giutomanni  G.  ;  Guittomanni  G. 

Grazia  di  Guittomanni,  i  nelle  liste  dei 
Priori  del  133^  dicembre-  1339  dicembre,  188,  H. 

Grazia  Arrigo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1296  febbraio- 
1297  febbraio,  76,  25  ;  v.  anche  Grazie  Arrigo  ;  Ar- 
rigo  di  Grazia. 

Grazia  (di).  V.  Arrigo  di  G. 

Grazie  Arrigo.  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  dicembre- 
1283  dicembre.  59.  20  :  v.  anche  Grazia  Arrigo  ;  Ar- 
rigo  di   Grazia. 

Grazini  Bencivenni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1367  gen- 
naio-r368  gennaio,  267,  28. 

Grhci.  fam.  fiorentina  del  quarti^e  di  Porta  S.  Maria, 
21,    9. 

Gregorio  VII,  pp.  (aa.  1073-1085),  sua  lotta  con  Arrigo 
IV,  21,  38-39  ;  22,  1-5. 

Gregorio  X  pp.  (aa.  1271-1276),  di  passaggio  per  Fi- 
renze,  insieme  a  Carlo  d'Angi6  ed  aIl'Iraperatore 
d'Oriente,  diretti  al  Concilio  di  Lione,  si  ferma  qua 
alcuni  giorni  per  tentare  la  pacificazione  degli  animi 
dei  cittadini  e  di  fare  ricntrare  i  Ghibellini  (an.  1273), 
55,  20-25  ;  ma.  sdegnato  per  la  faziositi  dei  conten- 
denti,  se  ne  riparte  poco  dopo  interdicendo  la  c,  25- 
36  ;   "cf.    LXXVIII,  9-15,.. 

Gregorio  [Ghirigoro]  XI  pp.  (aa.  1370-1378),  lancia 
Tinterdetto  contro  Firenze  e  scomunica  gli  Otto  di 
Balia,  i  Priori,  tutti  gli  Ufficiali  del  Comune.  tutti 
i  Fiorentini,  ovunque  si  trovassero,  e  tutti  quelli  che 
dcssero  loro  ricetto  (an.  1375),  294,  4-8,  11-14,  20-26  ; 
respinge  gli  ambasc.  inviati  da  questi  e  manda  in  Ita- 
lia  contro  Firenze  una  compagnia  di  Brettoni  (an. 
1376),  297,  33-37  ;  sua  morte  (an.  1378),  311,  11, 
26-28  ;  ric.  359,  37. 
Gregorio,  V.  Raffacani  (de')  G. 

"  Gregorovius  F.  cit.  LXXXI,  2-3  „. 
Gressa,    castello,    distnitto    dai    Fiorentini    (an.    1259), 
45,  8-13. 


\  I  (Greve-Gualtieri  di  Brienne] 


INDICE  ALFABETICO 


557 


Greve  IGrieve],  t  ric,  37,  13-17  ;  v.  anche  Firenxe  {Din- 
I  torni)  :  Firenze   (Ospedali). 

\\  Grieve,  V.  Greve. 

'.  Grifo  di  Guccio,  t;.  Medici  {de')  G.  di  G. 
Grifo  (di),  V.  Goso  di  G.  ;  Guido  di  G.  ;  Leonardo  di  G.  ; 
Mino   di  G.  ;  Nojrio  di  Piero  di  G.  ;  Piero  di  G. 
j^i  Grifoni  Bindo,  viene  preso  dai  Fiorentini  insieme  ad 
altri  Ghibellini  rifugiati  a  Siena,  e  mandato  a  morte 
(an.  1270),  55,  4. 

Grimelli,  e  Grinzelli,  Lapo  di  I,ippo,  viene  confinato 
a  Chiusi  (an.  1381)  ;  408,  37  ;  6  revocato  il  bando  dal- 
1'Ufficio    di  Balia,    410,    35. 

Grosso  (del),  V.  Meo  del  G. 

Grossoli,  V.  Monte  Grossoli. 

"  GuADAGNi  (codice),  ms.  proveniente  dal  march.  An. 
tonio  Guadagni,  da  cui  il  norae,  acquistato  da  p. 
Ildefonso  per  la  biblioteca  del  convento  di  S.  Paolino 
di  Firenze,  contenente  !a  cronaca  dello  Stefani  dal 
principio  al  1385,  sul  quale  il  detto  padre  condusse 
principalmente  !a  sua  edizione,  riproducendolo  quasi 
alla  lettera,  VI,  14-37  ;  VII,  1-19  ,,  ;  "  valore  di  que- 
sto  codice  secondo  p.  Ildefonso  XI,  1-10  ,,  ;  "  critica 
e  dimostrazione  che  questo  codice,  attualmente  in 
ca.sa  Ricasoli,  non  pu6  essere  Tautografo  nh  Torigi- 
nale  dettato  dall'autore,  come  ritiene  il  detto  padre, 
ma  che  esso  deve  derivare  invece,  come  il  Giorda- 
niano,  da  un  altro  non  originale,  XV,  31-40  ;  XVII, 
1-16  ;  XIX,  22-25  "  ;  cfr.  97,  1-11. 

GuADAGNi,  nobile  fam.  fiorentina,  ric,  127,  4. 

"  GUADAGNi  Antonio,  marchesc,  ric,  VI,  14  „. 

GuADAGNi  Gherardo  di  Migliore,  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1318  febbraio-i^ig  febbraio),  125, 17. 

GoADAGNi  Mazzetto,  6  uelle  liste  dei  Priori,  del  1345  raag- 
gio-1346   raaggio,   227,    17. 

Guadagni  Pieraccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1323  feb- 
braio-1324  febbraio,  135,  35  ;  v.  anche  Guadagni  {de') 
Pieraccio. 

Guadagni  Piero,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1304 
febbraio-1305   febbraio),  96,    31. 

Guaoagni  (de')  Migliorazzo  di  Zato,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1320  febbraio-1321  febbraio,  127,  23. 

Goadagni  (de')  Mighore,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1288 
dicembre-1289  dicembre,  65,  21  ;  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1292  febbraio-1293  febbraio),  72,  12  ; 
6  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  febbraio-1296 
febbraio,  75,  41  ;  e  del  1301  febbraio-1302  febbraio, 
88,  29. 

GuADAGNi  (de")  Migliore  di  Vieri,  b  di  Veri,  h  nelle 
liste  dei  Priori  del  1356  gennaio-1357  gennaio,  250, 
25  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1362  gennaio- 
1363  gennaio),  262,  31  ;  e  di  nuovo  (liste  1368  gen- 
naio-r369  gennaio),  273,  26  ;  e  liste  1372  gennaio- 
1373  gennaio),  284,  9  ;  durante  questo  suo  ufficio 
presenta  una  petizione  contro  Francesco  d'Uberto  de- 
gli  Albizzi  in  seguito  di  che  questi  viene  fattodei 
Grandi,  283,  5-8  ;  e  durante  lo  stesso  ufficio  vengono 
esclusi  per  cinque  anni  dagli  uffici  tutti  i  Ricci  e  gli 
Albizzi,  14-19  ;  6  nuovamente  Gonfaloniere  (liste 
1376  gennaio-1377  gennaio),  306,  31  ;  e  durante  que- 
sta  sua  carica  viene  approvata  una  riforma  reclamata 


dalla  Parte  guelfa.  301,  6-13,  36-42;  comportamento 
suo  e  dei  suoi  colleghi  di  Priorato  verso  raccusato 
Giovanni  di  I.uigi  de'  Mozzi,  vicario  di  Valdinievole, 
303,  8,  13-40  ;  304,  1-21  ;  6  tra  i  capi  e  maggiori  isti- 
gatori  della  Parte  guelfa  pel  quartiere  di  S.  Giovanni, 
308,  28  ;  corre  armato  in  difesa  della  stessa  Parte 
contro  i  Popolani  (an.  1378),  318,  16  ;  gli  vengono 
arse  le  case  dal  popolo  in  rivolta  contro  la  detta  Parte, 
320,  1  ;  viene  escluso  per  sempre  dagli  uffici,  321 , 
18  ;  processato  per  trame  contro  lo  Stato  viene  dal 
Pode.sta,  con  generale  disappnnto,  lasciato  libero, 
338,  7  ;  viene  nuovamente  '  esclnso  dagli  uffici  per 
tre  anni  (an.  1379),  336,  46  ;  ts  fatto  di  nuovo  Gon- 
faloniere  (liste  1382  gennaio-i^S^  gennaio),  425,  7  ; 
muore  di  pestilenza  (an.  1383),  427,  17. 

GuADAGNi  (de')  Pieraccio,  6  Gonfalouiere  di  Giustizia 
(liste  1316  febbraio-1317  febbraio),  123,  6  ;  v.  anche 
Guadagni  Pieraccio. 

GuADAGNO  Di  Mazzetto,  6  nellc  liste  dei  Priori  de!  1346 
maggio-r347  gennaio,  228,  43. 

Guadagno  (di),  V.  Piero  di  G. 

Gualberti  AzziNo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  mag- 
gio-1345  maggio,  222,  31  ;  del  1351  gennaio-r^^i  gen- 
naio,  241,  6  ;  e  del  1357  gennaio-t^^S  gennaio,  252,  4. 

Gualberti  Jacopo  di  Gherardo,  notaio  dei  Priori,  ric , 
229,  8  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1349  gen- 
naio-1350  gennaio),  235,  45  ;  6  ne!le  liste  dei  Priori 
del   1350  gennaio-1351  gennaio,  240,  5. 

GoALBERTO,  V.  Giovanni  G. 

Goaldacci  Pela,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1292  (di- 
cembre-febbraio),  70,  33. 

GuALDUcci  Pela,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1288  dicem- 
bre-1289  dicembre,  65,  2  ;  del  1295  febbraio,  1296 
febbraio,  75,  49  ;  e  del  1315  febbraio-1316  febbraio, 
122,    7  ;  V.  anche  Pela  di  Gualduccio. 

GuALDUccio  (Di),  V.  Pela  di  G. 

GuALFREDi  DA  MiLANO,  vicne  nominato  Rettore  dai  Fio- 
rentini  e  gli  viene  affidata  ramministrazione  della 
Giustizia  nella  c  (an.  1207),  27,22-23. 

GUALFREDUcci,  uobile  fam.  pistoiese,  ric,  171,  14. 

GuALiNGHi  LoRENZO  Di  Jacopino,  6  uelle  liste  dei  Priori 
del  1344  maggio-1345  maggio,  222,  32. 

GuALTEROTTi,  uobile  fara.  fiorentina  del  quartiere  di 
Porta  S.  Maria,  21,  10-11  ;  di  parte  guelfa,  28,  2. 

GUALTiERt  Di  Brienne  [di  Brenna],  duca  d'Ateno,  viene 
a  Firenze  come  vicario  del  duca  di  Calabria  fatto  si- 
nore  della  c.  (an.  1326),  148,  33-36  ;  toma  di  nuovo 
airinsaputa  del  re  Roberto  per  sollecitazione  dei  Fio- 
rentini  stessi  (an.  1342),  192,  26-33 ;  partecipa  da 
semplice  araico  alla  spedizione  fatta  in  aruto  di  Lucca, 
distinguendosi  singolarmente  pel  sno  valore,  S3-S5  ; 
193,  11-14  ;  va  a  capo  dei  soldati  fiorentini  di  stanza 
a  Fucecchio  a  dare  U  guasto  al  territorio  pisano,  24-27 
viene  nominato  dai  Fiorentini,  per  la  sua  valentia; 
Conservatore,  Capitano  della  gnardia  della  c.  e  Ca, 
pitano  di  guerra,  37-38  ;  194,  1-30  ;  abitazione  da- 
lui  scelta,  30-34  ;  condanne  di  notabili  cittadini  da 
lui  eraanate,  37-40  ;  195,  1-18  ;  si  fa  nominare,  con 
gli  intrighi  dei  Grandi,  del  popolo  minuto  e  di  alcune 
fam.  popolane,  Signore  a  vita  e  portare  in  trionfo  al 


Tomo  XXX,  p.  1  —  36. 


558 


INDICE  ALFABETICO 


[Guallieri  dalla  Gattaia-Cnatparrc] 


palazzo  dei  Priori  ove  s'iDsedia,  195,  21-40  ;  196,  1-2  ; 
spogliati  i  Priori  d'ogni  loro  giurisdizione  ed  i  citta- 
dini  d'ogni  loro  privilegio,  messi  da  parte  il  Gonfa- 
loniere  di  Giustizia,  con  gli  Ordinamenti,  ed  i  Gonfa- 
lonieri  di  Compagnia,  crea  nuovi  uffici  e  nuovi  uf- 
liciali,  2i-8S,  41  ;  197,  1-6  ;  mentre  attende  a  regolare 
il  govemo  dello  terre  e  castelli  j>ervenuti  in  suo  po- 
tere,  si  danno  a  lui  in  signoria  Arezzo,  Pistoia,  Col- 
le,  S.  Gimignano  e  Volterra,  8-14  ;  ammonimenli 
a  lui  giunti  da  parte  di  re  Roberto,  I5-27  ;  fa  pace 
coi  Piaani,  198.  7-17  ;  nomina  i  nuovi  Priori  ed  il 
Gonfaloniere  di  Giustizia  cui  dk  un  nuovo  Gonfalone, 
34-36;  199,  1-17;  si  aliena  Tanimo  dei  Grandi  e 
comincia  ad  avvicinarsi  con  ostentazione  verso  gli 
artefici  e  la  gente  minuta,  27-31  ;  sue  fattezze  fisiche 
e  suoi  costumi,  200,  20-23  ;  suo  Govemo  e  suoi  uffi- 
ciali  e  consiglieri,  3-18,  20-31  ;  stringe  lega  coi  Pisani 
con  grave  disappunto  dei  Fiorentini  201,  27-34  ;  fa 
costruire  sul  poggio  di  S.  Casciano  Castello  Ducale, 

202,  24-26;  fa  celebrare  grandi  feste  popolari  che 
non   riescono  per6  in  generale  molto  gradite,  28-36  ; 

203,  1-16  ;  fa  strappare  la  lingua  al  Priore  Bettone 
Cini  per  aver  criticato  la  sua  politica  fiscale,  susci- 
tando  grande  malumore,  18-30 ;  sentendo  che  si 
congiura  contro  di  lui  si  fa  guardingo  e  fa  prendere 
e  mettere  ai  tormenti  i  sospetti  (an.  1343),  204,  1-14  ; 
ma,  consigliato  a  non  precipitare,  mentre  sollecita 
gli  aiuti  degli  amici,  fa  chiamare  pr.  di  s6  con 
falsi  pretesti  Antonio  di  Baldinaccio,  ritenuto  capo 
della  congiura,  14-20 ;  quindi  chiama  sotto  pre- 
testo  di  consiglio  anche  altri,  20-30 ;  ma  impres- 
sionato  di  questo,  il  popolo  scende  allora  in  piazza 
armato  e,  sbaragliate  le  sue  genti,  assedia  minaccioso 
il  suo  palazzo,  mentre  egli  vedendosi  ridotto  ormai 
con  pochi  tenta  inutilmente  di  pacificare  il  popolo, 
36-42  ;  206,  1-19  ;  ma  questo  invece,  sempre  piii  fu- 
rente,  seguita  a  tenerlo  assediato  e,  richiesti  gli 
aiuti  sfoga  il  suo  risentimento  sugli  Ufficiali  e  i 
Consiglieri  di  lui  che  riesce  ad  avere  nelle  mani, 
208,  21-32  ;  ad  evitare  allora  il  peggio  egli  decide  fi- 
nalmente  a  rinunciare  alla  signoria  ed  a  partire  di 
notte  dalla  c,  209,  3-32  ;  presenta  al  Re  di  Francia 
reclami  e  domande  d'indennizzo  pei  danni  ch'egli 
diceva  ricevuti  dal  Comune  di  Firenze  (an.  1344), 
220,  32-35  ;  risposta  in  proposito  del  Comune  fio- 
rentino,  35-37  ;  221,  1-6  ;  ottiene  dal  predetto  Re 
di  poter  esercitare  rappresaglie  sui  Fiorentini  resi- 
denti  in  Francia  (an.  1345),  225,  19-24  ;  viene  fatto 
dipingere  per  ritorsione,  dal  Comune  fiorentino,  nel 
palazzo  del  Podesti  in  caricatura  coi  suoi  consi- 
glieri,  221,  2-4  ;  ric,  283,  2  ;  322,  13-14  ;  "  cf.  XCII, 
33-35— XCV,    1-3  „. 

GuALTiKRi  DEixA  Gattaia,   6  nellc  liste  dei  Priori  del 

1297  febbraio-1298  febbraio,  77,  3. 
GUAUBLLi  (dk')  Duccio  Di   DioTAiUTi,  viene  ammonito 

(an.  1377),  304,  38  ;  308,  26. 
GUARCONi  BiNDo  Dl  BoNACCio,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1350  gennaio-1351  gennaio),  240,  4  ;  v.  anche 

Gnasconi  Bindo  di  Bonaccio. 


GUARDi  Bartolomeo  di  Martino,  k  nelle  liste  dei  Priori : 
del  1356  gennaio-1357  gennaio,  250,  21. 

Guardi  Lippo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gennaio- 
1353  gennaio,  242,  38. 

Guardi  Neri  dbl  Zanca,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1310 
febbraio-1311  febbraio,  108,  18. 

Guardi  Niccol6  di  Simone,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  24  ;  e  del  1352  gen- 
naio-1353   gennaio,   242,    12. 

Guardi  (compagnia  de'),  suo  faliimento  (an.  1371),  278, 
13-15. 

Guarnieri  Piero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1300  feb- 
braio-1301  febbraio,  86,  5. 

GuARNiERi   (di),   V.   Banco  di  G. 

GuAsco  Di  Nardo,  V.  Guasconi  (de')  G.  di  N. 

GuASCONi  BiAGio  Di  BoNACCio,  6  uelle  liste  dei  Priori  del 
1352  gennaio-1353  gennaio,  242.  42  ;  del  1356  gen- 
naio-1357  gennaio,  250,  26;  del  1361  gennaio-1362 
gennaio,  260,  29  ;  del  1369  gennaio-1370  gennaio, 
274,  34  ;  del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  6  ;  4 
Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1375  gennaio-1376 
gennaio),  299,  21  ;  6  tra  i  capi  e  tra  i  maggiori  isti- 
gatori  della  Parte  guelfa  pel  quartiere  S.  Giovanni, 
308,  18  ;  318,  14  ;  fe  fatto  cavaliere  dai  Ciompi  (an. 
1378),  324,  30  ;  fe  fatto  dei  Grandi  (an.  1379),  363,  7  ; 
k  dei  Quarantatre  cittadini  el.  in  aggiunta  agli  altri 
della  Balia  gia  nominati  (an.  1381),  405,  7  ;  tenta 
levarsi  sugli  altri,   412,  25. 

GuASCONi  BiNDo  Di  BoNACCio,  fe  nelle  liste  dei  Priori 
del  1359  gennaio-1360  gennaio,  255,  36  ;  del  1363 
gennaio-1364  gennaio,  263,  5  ;  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1366  gennaio-1367  gennaio),  266,27; 
V.  anche  Guarconi  Bindo  di  Bonaccio. 

GuASCONi  Niccol6  di  Jacopo,  viene  escluso  pcr  tre 
anni  dagli  uffici  (an.  1379),  364,  11. 

GuASCONi  RiNuccio  Di  BoNACCio,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1337  dicembre-1338  dicembre,  187,  1. 

GuASCONi  SiMONE  Di  Nardo,  6  ulle  liste  dei  Priori  de! 
1330  dicembre-1331  dicembre,  167,  11  ;  del  1334 
dicembre-1335  dicembre,  179,  26  ;  fe  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (liste  1337  dicembre-1338  dicembre), 
187,    18. 

GuASCONi  Tano  di  Nardo,  notaio  dei  Priori,  ric,  112, 
34  ;  188,  40  ;  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1348-gennaio- 
1349  gennaio,  234,  2  ;  e  del  1354  gennaio-1355  gen- 
naio,   248!    18. 

GuASCONi  TiNORE  Di  Nardo,  c  nelle  liste  dei  Priori  d 
1313  febbraia-1314  febbraio,  116,  7;  v.  anche  Gv.  ■ 
sconi  (de')   Tinoro  di  Nardo. 

GuASCONi  (de')  Guasco  di  Nardo,  notaio  dei  Pri<i: 
ric  106,  7  ;  119,  4. 

GuASCONi  (de')  Tano  di  Nardo,  notaio  dei  Priori,  ri. 
297,  2. 

GuAscONi  (dk")  Tinoro  di  Nardo,  6  nelle  liste  dei  Prio 
del  1315  febbraio-1316  febbraio,  122,   14  ;  del  13- 
febbraio-1326  febbraio,  152,  23  ;  e  del  1327  febbrai 
1328  febbraio,   158,    10;  t;.  aywhf    Guasconi    Tinote 
di  Nardo. 

GuASPARRE,  V.  Gasparre. 


[Guaua-Cuelfi] 


INDICE  ALFABETICO 


559 


GuAZZA  GuiDo  Di  Lapo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del    1318 

febbraio-1319  febbraio,  125,  14  ;  del  1322  febbraio- 

1323  febbraio,  131,  28  ;  del  1328  dicembre-1329    di- 

cembre,  160,  20 ;  del  1334  dicembre-1335  dicembre, 

,    179,  24  ;  e  del  1337  dicembre-1338  dicembre,  187,  3. 

"GuAZZA  PiERO,  prende  in  ajfitto  una  casa  da  Gi*- 
vanna  Stefani,  CII,  10-13  ;  CIII  ;  1-3  „. 

GuAZZA  Recco  di  Guido,  ts  nelle  liste  dei  Priori  del  1360 
gennaio-1361  gennaio,  258,  31  ;  del  1365  gennaio- 
1366  gennaio,  265,  51 ;  del  1375  gennaio-1376  gen- 
naio,  299,  12  ;  6  degli  Otto  della  Guardia  (an.  1379), 
354,  36  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (an.  1380  no- 
vembre-dicembre),  380,   10. 

GuAZZA  SiMONE,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1301  feb- 
braio-1302    febbraio),    88,    30. 

GUAZZA  Ulivieri  di  Lapo,  6,  nelle  liste  dei  Priori  del  1332 
dicembre-1333  dicembre,  175,  23  ;  e  del  1339  dicem- 
bre-1340  dicembre,   108,  24. 

GuAZZALOTTi,  nobilc  fam.  di  Prato,  ostile  alla  cessione 
della  c.  ai  Fiorentini,  passa  a  servizio  dei  Visconti  di 
Milano,    235,    5-6. 

GUAZZi,  fam.  fiorentina  del  Borgo  S.  Apostolo,  21,  11. 

GuAZZi  PiERO  Di  Guido,  viene  inviato  quale  Podesta  a 
Figline,   350,  23. 

GuAZzi  (de')  Recco  di  Guido,  6  degli  Otto  ufficiali  inca- 
ricati  della  vendita  deibeni  dei  condannati  (an.  1380), 
372,  36  ;  viene  confinato  a  Foligno  mentre  era  an- 
cora  a  Colle  in  qualiti  di  capitano  (an.  1381).  408, 
18;  ric,  418,  41. 

GuBBio  [Agobio,  Agubio],  vi  entra  come  Signore,  favorito 
dallo  stesso  vescovo  della  c,  della  Casa  Gabrielli, 
Cario  ci  Durazzo  della  Pace  (an.  1380),  378,  25- 
29  ;  viene  occupata  dal  Conte  di  Orbino  (sic.)  (an. 
1385),    438,    32-43  ;   439.    1-18. 

GUBBio  (famiglie),  V.  Gabrielli. 

GuBBio  (da),  t;.  Lando  da  G. 

Gucci  Alessandro  di  Benedetto,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1376  gennaio-1377  gennaio,  307,  7  ;  6  degli  Otto 
ufficiali  incaricati  della  vendita  dei  beni  dei  condan- 
nati  (an.  1380),  372;  38  ;  viene  condannato  in  lire 
cinquecento  (an.  1381),  401,  24. 

Gucci  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  mag- 
gio-1346  maggio,  227,  21. 

Gucci  Benedetto  di  Bartolomeo,  viene  condannato  nel 
Tavere  e  nella  persona  (an.  1381),  400,  28. 

Gucci  Cecco,  notaio  dei  Priori,  ric,  158,  14. 

Gucci  FiLiPPo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1351  gennaio- 
1352  gennaio,  241,  5  ;  e  del  1355  gennaio-1356  gen- 
naio,   250,    11. 

Gucci  Francesco  di  Benedetto,  ^  nelle  liste  dei  Priori 
del  1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  40  ;  del  1369 
gennaio-1370  gennaio,  275,  12  ;  viene  ammonito 
(an.     1378),    316,    14. 

Gucci  GioRGio  di  Guccio  di  Dino,  6  dei  Priori  (an.  1379 
gennaio-febbraio),  362,  3;  e  (an.  1383  maggio-giugno), 
426,   5. 

Gucci  Guccio  Di  DiNO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1356 
gennaio-r357  gennaio,  251,  1  ;  del  1361  gennaio- 
1362  gennaio,  260,  15 ;  del  1364  gennaio-1365  gen- 
naio,  264,  35  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1367 


gennaio-1368  gennaio)  267,  42  ;  fe  nelle  liste  dei  Priori 
del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  1  ;  6  degli  Otto 
di  Balia  (an.  1375),  293,  23  ;  6  fatto  cavaliere  dai 
Ciompi  (an.  1378),  323,  24  ;  viene  inviato  dai  Priori 
in  missioae  speciale  pr.  Giovanni  Acuto  (an.  1379), 
353.  14-24  ;  viene  inviato  dal  Comune  quale  ambasc 
pr.  Carlo  di  Durazzo  (an.  1380),  377,  11  ;  viene  dele- 
gato  per  le  trattative  con  gli  ambasc  del  detto 
Carlo   di  Durazzo,    381,    33-38. 

Gucci  Manetto  di  Ricciardo  i  delle  liste  dei  Priori  del 
1365   gennaio-1366   gennaio,    265,    34. 

Gucci  Michele  di  Piero,^  nelle  liste  dei 
Priori  del  z36s'gennaio-i366  gennaio,  266,  2. 

Gucci  Pagolo  di  Filippo,  6  dei  Priori  (an.  1378  gennato- 
febbraio),  341.  3. 

Gdcci  Tommaso  di  Guccio  di  Dino,  i 
nelle  liste  dei  Priori  del  1385  tnaggio-1386  aprile, 
443,  33. 

Guccio,  V.  Filippo  G.  ;  Franchi  G.  ;  Marignoli  {de')  G.  ; 
Medici  {de')  G.  ;  Nucci  G.  ;  Salvini  G. 

Guccio  Di  Bati,  V.  Tornabelli  G.  di  B. 

Guccio  Di  BoLOGNA,  consigliere  della  Compagnia  di  S. 
Giorgio,    367,   26. 

Guccio  Di  BoNAGiUNTA,  V.  Medici  {de')  G.  di  B. 

Guccio  Di  BoNiNSEGNA,  notaio  dei  Priori,  ric,  227,  29. 

Guccio  Di  CiNo  Bartolino,  6  fatto  cavaliere  dai  Ciompi 
(an.  1378),  324,   11. 

Guccio  Di  Dino,  V.  Gttcci  G.  di  D. 

Guccio  Di  Diotaiuti,  V.  Badessa  {della)  G.  di  D. 

Guccio  Di  Francesco  d'Andrea,  notaio  dei  Priori,  ric, 
426,  11. 

Guccio  di  Rinaldo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1311  feb- 
braio-1312  febbraio,  112,35;  e  del  1330  dicembre- 
1331  dicembre,  167,   16. 

Guccio  Di  RuGGiERi,  6  uelle  liste  dei  Priori  del  1294  feb- 
braio-1295  febbraio,  75,   11. 

Guccio  Di  Stefano,  V.  Soderini  G.  di  S. 

Guccio  (di),  V.  Mese  di  G.  ;  Ugo  di  G. 

Guelfa   (Parte)  V.  Firenze  {Parte  guelfa). 

GuELFi,  fazione  sorta  in  Germania  in  contrasto  con  Tal- 
tra  detta  dei  Ghibellini,  28,  5-8  ;  sua  propagazione, 
insieme  a  quella  awersaria,  in  Italia  ed  in  Firenze,  in 
conseguenza  della  lotta  deU'Impero  con  la  Chiesa,  e 
significazione  da  esse  qua  assunta,  7-15,  30- 
32 ;  29,  1-3  ;  notabili  fam.  fiorentine  che  si  schie- 
rarono  con  essa  e  che  si  dissero  quindi  di  parte 
guelfa,  28,  16-25  ;  scendono  in  Firenze  la  prima 
volta  in  lotta  con  gli  avversari  in  seguito  airucci- 
sione  di  Buondelmonte  (an.  1215),  29,  32-40  ;  riac- 
cesa  la  lotta,  per  la  ripresa  della  guerra  deIl'Impero 
con  la  Chiesa  ad  opera  di  Federico  II,  vengono  da- 
gli  awersari,  rafforzati  dagli  aiuti  dello  stesso  Fedc- 
rico,  cacciati  dalla  c.  (an.  1248),  34,  14-41  ;  35, 
1-8  ;  vengono  devastate  le  case  e  confiscati  i  loro 
beni,  21-35 ;  36,  1-8 ;  si  difendono  energicamente 
nel  contado,  10-15  ;  37,  3-2  ;  abbattuto  il  Go- 
verno  dei  Ghibellini  e  costituito  quello  del  Popolo, 
rientrano  in  c  (an.  1250),  39,  15-22  ;  ne  escono  nuova- 
mente  airannunzio  della  vittoria  di  Manfredi  e  dei 
Ghibellini  sulle  milizie  del  Govemo  del  popolo  di  Fi- 


560 


INDICE  ALFABETICO 


[Cuelfo-CuidalotU) 


renxe  a  Montaperti  e  si  rifugiano  a  Lucca  (an.  1260), 
47,  ii-H;  49,  1-17  ;  vengono  cacciati,  da]  conte  Guido 
Novello,  vicario  di  Manfrcdi,  e  dalle  genti  della  lega 
Ghibellina,  da  tutte  le  terre  della  Toscana,  48.  41  ; 
49,  1-35  ;  vanno  a  combattere  in  aiuto  dei  Guelfi  di 
Modena  e  di  Reggio,  38-39  ;  50,  1-5 ;  si  arruolano 
neiresercito  di  Carlo  d'Angi6  e  combattono  con  lui 
a  Benevento  contro  Manfredi,  12-20  ;  rientrano  in  Fi- 
renze  (an.  1266),  34-41  ;  52,  17  ;  prendono  nelle  loro 
mani  il  Governo  della  c.  sotto  gli  auspici  dello  stesso 
Carlo  d'Angi6,  divenuto  Re  di  Puglia  e  confiscano 
i  beni  degli  avversari,  cacciati  di  nuovo  dalla  c,  asse- 
gnandone  ramministrazione  alla  potentissima  loro 
istituzione  detta  Parle  guelfa,  (v.)  52,  23-37  ;  primi 
screzi  in  seno  al  partito  (an.  1277),  56,  14-19  ;  \en- 
gono  ai  pace  coi  GhibeUini  ad  opera  del  card.  Latino 
(an.  1280),  56,28-38  ;  si  dividono  in  Bianchi  e  Neri 
(v.)  (an.   1300),   79,  24-36. 

GUELFO,  cardatore,  viene  impiccato  per  congiure  contro 
lo  Stato  (an.  1382),  423,  35. 

GuELFO,  V.  Pulci  {de')  G. 

GusRi  (Di),  t».  Francesco  di  G. 

GUERRA  GuiDO,  conte,  [della  fam.  dei  conti  Guidi  (v.)] 
capitano  dei  Fiorentini,  inviato  ad  Orvieto  con  cin- 
quecento  cavalieri  per  la  guerra  con  Viterbo,  di  pas- 
saggio  per  Arezzo,  ne  caccia,  a  richiesta  dei  Guelfi 
del  luogo,  i  Ghibellini  (an.  1255),  43,  11-14. 

GuBRNiBRi  Di  Manetto,  h  nellc  liste  dei  Priori  del  1343 
apriIe-1344  aprile,  219,  26. 

GUERRIANTB  Dl   BlLIGIARDO,  V.   BagtUSt  G.   di  B. 

GuERRiANTE  Di  DiNGo,  V.  MarignolH  G.  di  D. 
GUERRiANTE  Di  Matteo,  V.  MarignolH  G.  di  M. 
GuERRiANTB  (Di),  V.  Franccsco  di  Guido  di  G. 
GUBRRiBRi  Di  Tribaldo,  V.  Rossi  {de')  G.  di  T. 
GuERRUcci  DoMENlco,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1343 

aprile-1344  aprile,  219,   18. 
GUERRUCCi  Jacopo,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1354  gen- 

naio-1355    gennaio,    248,    7. 
GuERRUCcio,  V.  Borgarelli  G. 
GuGLiELMi  CoRso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1296  feb- 

braio-1297  febbraio,   76,    31. 
GuGLiELMi  Maestro  GioVANNi  Di  Lapo,  6  nelle  liste  dei 

Priori   del    1297     febbraio-1298   febbraio,    77,    15  ; 

del  1312  febbraio-r3i3  febbraio,  114,  35. 
GuGLiELMi  Piero,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1326  feb- 

braio-1327  febbraio,  155,  22  ;  e  del   1335  dicembre- 

I336  dicembre,  183,   1. 
GuGLiELMo,   V.   Lupicini  G.  ;   Pagarelli  G.  ;   Stracciaben- 

de  G. 
GUGLiBLMo  d'Angiolino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1343 

aprile-1344  aprile,  219,  22. 
GuGLiBLMO   d'Ascibsi,   capitauo   del   popolo  viene  fatto  . 

dal  Duca  d'Atene  suo  consigliere  e  nominato  Conser- 

vatore  (an.    1342),  200,  24-25  ;   crudeli  condanne  da 

lui  emanate  e  fatte  eseguire,   34-40  ;  201,  1-17. 
GuGLiBLMo  dei  conti  di  Mede,  caporale  della  Compagnia 

di  S.  Giorgio,  366,  37. 
GuGLiBLMO  d'Ebole,  barone  al  seguito  di  Carlo  di  Cala- 

bria,  149,  36. 
GuGLiBLHO  Di  Ghbraroo,  V.  Lupicini  G.  di  G. 


GuGLiBLMo  Di  Jacopo,  *  nclle  li.stc  dei  Priori  del  1313  feb- 

braio-1314  febbraio,  116,  20. 
GuGLiELMo  Di  Luccio,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1348 

gennaio-1349  gennaio,  234,  5. 
GuGLiELMO  Di  Niccol6,  V.  Strocciabende  G.  di  N. 
GuGLiBLMO  d'Ugolino,  V.  Stracciobendt  G.  d'U. 

GUGLIELMO    DEL    VlNTA,    E    DI  VlTA,    V.    AltOVtti  (dtgH)  G. 

del  V  e  di  V. 
GuGLiELMo  (di),  V.  Giovanni  di  G. ;  Lapo  di  G.  ;  Maileo 

di  G.  ;  Niccold  di  G.  ;  Paolo  di  G.  ;  Piero  di  G. 
GuicciAKDiNi  Leone,   k  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 

1338  dicembre-1339    dicembre),    187,  13  :    v.    anctte 

Guicciardini    Leone  di  Tuccio. 
GuicciARDiNi  Leone  di  Tuccio,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1332  dicembre-1333  dicembre,  175,  33  ;  v.  anche 

Guicciardini  Leone. 
GuicciARDiNi  LucA,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gen- 

naio-1353  gennaio,  242,   10. 
GuicciARDiNi  LuiGi  Di  PiERO,  6  Gonfaloniere  di  Gru.sti- 

zia  (an.   1378  luglio-agosto),  314,  27  ;  320,   38  ;  Kli 

viene  data  alle  fiamme,  insieme  a  quella  d'altri  pa- 

renti,  la  casa  dai  Ciompi  in  rivolta  (an.  1378),  322, 

21-24  ;  323,  3-4  ;  6  fatto  cavaliere  dai  Ciorapi,  323, 

31  ;  fe  cacciato  dairufficio  di  Gonfaloniere  dagli  stessi, 

325,  24-31  ;  viene    escluso  dagli  uffici    per  trc  anni 

(an.  1379),  363,  44  ;   6  fatto  cavaliere  dal  Capitano 

(an.   1381),  394,  11  ;    va  ambasc.  dei  Fiorentini   pr. 

Luigi  d'Angi6  a  Bologna  (an.  1382),  417,  17. 
GuicciARDiNi  Niccol6  (figli  di),  viene  loro  bruciata  la 

casa  dai  Ciompi  (an.  1378),  322,  23-24  ;  323.  3-4. 
GuicciARDiNi    SiMONE    Di    Duccio,    6    Gonfaloniere    di 

Giustizia    ^liste    1301    febbraio-1302    febbraio),    88, 

21  ;   6  nelle  liste  dei  Priori    del    1304  febbraio-1305 

febbraio,  96,  15. 
GuicciARDiNi   (de')  Leone  di  Tuccio,  fe  nelle  liste  dei 

Priori  del  1307  febbraio-1308  febbraio,  102,  6. 
GuicciARDiNi   (de')  Nicola  d'Albizzo.  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279.  26. 
GuicciARDiNi    (de')   Piero  di   Ghino,   6  nelle  liste  dei 

Priori    del    1354    gennaio-1355    gennaio.    248.    11; 

6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1366  gennaio-1367 

gennaio),  266,  38. 
Guicciozo  d'Ardingo,  v.  Ricci  (de')  G.  d'A. 
GuiDACcio  Di  GiovANNi,  V.  Giugni  {de')  G.  di  G. 
GuiDALOTTi,    fam.    fiorentina   di    parte  guelfa,    28,  2C 

esce  da  Firenze  airannunzio  della  sconfitta  di  Moi. 

taperti  (an.  1260).  48,  11. 
GuiDALOTTi    Bartolomeo   di    Dante,    6   nelle   liste   dei 

Priori  del  1343  aprile-1344  aprile.  219.  29. 
GuiDALOTTi    Cante.    fe    Gonfaloniere   di    Giustizia    (liste 

1295  febbraio-1296  febbraio),  75,  42. 
Guidalotti    Gofo,    6    Gonfaloniere    di    Giustizia    (liste 

1292  febbraio-1293  febbraio),  72,  14. 
Guidalotti  Rinuccio,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1291 

dicembre-r292  dicembre,  69,  8. 
GuiDALOTTi   Simone,   notaio   dei   Priori,   ric,   62,    3 ;   * 

nelle  liste  dei  Priori  del  1300  febbraio-1301  febbraio, 

86,  21. 
GuiDALOTTO,  V.  Bemotti  G. 
GuiDALOTTO  (di),  V.  Guiduccio  di  G. ;  Simone  di  G. 


fGuidetti-Guido  di  Bianco] 


INDICE  ALFABETICO 


561 


GuiDETii  Francesco,  gli  viene  bruciata  la  casa  dai 
Ciompi  in  rivolta  (an.  1378),  322,  23-24. 

GuiDETTi  Jacopo  d'Alessandro,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  13. 

GuiDETTi  Mannello  di  Lando,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1346  maggio-1347  gennaio,  228,  18. 
,.  GuiDETTi  ToMMAso  Di  MoNE,  h  Gonfaloniere  di  Giusti- 
zia  (liste  1358  gennaio-1359  gennaio),  254,  28  ;  i 
nelle  llste  dei  Priori  del  1363  gennaio-i^d^  gennaio, 
263,  S  ;   h  ancora  Gonfaloniere  (liste  1372  gennaio- 

1373  gennaio),  284,  39  ;  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1374  gennaio-1375   gennaio,   291,    31  ;   e   di   nuovo 
Gonfaloniere  (an.  1380  luglio-agosto),  374,  36. 

GuiDi  (CoNTi),  antichi  e  potenti  feudatari  di  Toscana  e 
di  altre  terre  vicine,  rivendono  ai  Pratesi  i  loro  di- 
ritti  su  Prato  (an.  1080),  22,  17  ;  vendono  Mon- 
temurlo  ai  Fiorentini  (an.  1207),  27,  10-12. 
GuiDi  (dei  conti)  Giovanni,  figlio  del  conte  Ban- 
dino  di  Monte  Granelli,  viene  el.  Bargello  di 
Firenze  (an.  1378),  337,  19-20  ;  fa  prendere  e  ta- 
gliare  la  testa  a  Filippo  di  Fornaino  de'  Rossi  ed  a 
Filippo  di  Rinaldo  per  trame  contro  lo  Stato  an.) 
1378),  340,  19-22  ;  V.  anche  Antonio,  Giovanni  e  Nic- 
cold  figlitioli  del  conte  Bandino  di  Monie  Granelli  ; 
Giovanni  figlio  del  conte  Bandino  di  Monte  Gra- 
nelli. 

Guidi  (dei  coNTi)  GuiDo,  signore  di  Monte  di  Croce, 
sconfigge  con  Taiuto  degli  Aretini  i  Fiorentini  venuti 
ad  essediarlo  (an.  1146),  23,  39-40;  6  da  questi 
alla  sua  volta  vinto  e  sconfitto  (an.  1154),  24,  1-3  ; 
vende  poi,  col  permesso  dei  Fiorentini  stessi,  il  ca- 
stello  di  Monte  di  Croce  al  Vescovo  di  Firenze,  4-5  ; 
"cf.  XLVII,  15-34;  XLVIII,  1-15. 

GuiDi  (dei  conti)  Guido,  signore  di  terre  nel  Mu- 
gello,  denunziato  dai  Quattro  ragionieri  come  debi- 
tore  del  Comune  di  Firenze,  viene  con  questo  ad 
accordi   (an.   1373),  287,    11-17. 

GuiDi  (dei  conti)  Roberto  da  Poppi,  capitano  di  guerra 
dei  Fiorentini  (an.  1369),  271,  23-24  ;  va  con  questi 
a  rafforzare  Tassedio  di  San  Miniato,  25  26;  v.  anche, 
della  fam.  dei  conzi  Guidi  :  BattifoUc  (da)  Guido,  Si- 
mone  ed  Ugo  di  Guido,  conti  ;  Giiido  Guerra,  conte  ; 
Guido  Novello,    conte. 

GuiDi,  fam.  fiorentina  del  quartiere  di  Porta  S.  Maria, 
21,  8  ;  di  parte  ghibellina,  28,  27  ;  vengono  arse  le 
sue  case  durante  la  rivolta  popolare  contro  i  Ghi- 
bellini  (an.  1248),  44,  7  ;  viene  fatta  popolana  (an. 
1343)-  216,  37. 

GuiDi  Agnolo  di  Vanni,  viene  ammonito  (an.  1363), 
261.  23. 

GuiDi  Bartolo  di  Ridolfo,  6  Gonfalonierc  di  Giustizia 
(liste  1327  febbraio-1328  febbraio),  157,   37. 

GuiDi  Dato,  i  nelle  liste  dci  Priori  del  1330  dicnn- 
bre  1340  dicembre.  188,  13. 

GuiDi  Davanzato  Nacci  di  Contro,  vieiic  aranioiiito 
(an.  1377),  305,  18. 

GuiDi  GioVANNi,  notaio  dei  Priori.  ric,  265,  2j. 

GuiDi  Jacopo  di  Dino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1351 
gcnnaio-1352  gcnnaio,  241,  i  ;  6  Gonfaloniere  di 
Giubtizia    (listc    1371    gennaio-i37i    gennaio),    279, 


31  ;  e  di  nuovo  Gonfaloniere  (liste  1374  gennaio-r^y^ 
gennaio),  291,  15. 

GuiDi  Jacopo  di  Piero,  i  dei  Priori  (an.  1382  maggio- 
giugno),  416.  30. 

GuiDi  Matteo,  notaio  dei  Priori,  ric,  131,  34. 

GuiDi  Mone.  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1347  gennaio- 
1348  gennaio.   229,    33. 

GuiDi  NiccoLAO,  e  Niccolaio,  di  Mone,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1347  gennaio-1348  gennaio,  230,  1  ;  del 
1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  30  ;  del  1357  gen- 
naio-1358  gennaio,  252,  6  ;  del  1361  gennaio-1362 
gennaio,  260,  5  ;  del  1366  gennaio-1367  gennaio, 
266,  13  ;  del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  25  ; 
e  del  1376  gennaio-1377  gennaio,  307,  15. 

GuiDi  Pagolo  di  Ridolfo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1335  dicembre-1336  dicembre,  182,  33 ;  del  1339 
dicembre-1340  dicembre,  188,  io. 

GuiDi  ScHiATTA  Di  RiDOLFO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1340  dicembre-1341  dicembre,  190,  1  ;  del  1349 
gennaio-1350  gennaio,  235,  21  ;  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1354  gennaio-1355  gennaio),  248,  6. 

GuiDi  SiMONE  Di  Geri,  vieue  ammonito  (an.  1358), 
253,  23. 

GuiDo  Di  LusiGNANO  [Lastgnano],  re  di  Gerusalemme 
ric,  26,  16. 

"  GUIDO,  CONTE  DA  MONTEFELTRO.  ric,  LXXXI,   16-17  „. 

GuiDo  NovELLO,  conte,  toglie,  insieme  ai  Ghibellini 
fuorusciti  di  Firenze,  Figline  ai  Fiorentini  (an.  1252). 
41,  9-16  ;  divenuto  Vicario  di  Manfredi  in  Firenze, 
mnove  con  la  lega  dei  Ghibellini  contro  Fucecchio, 
Signa  e  Lucca  e  contro  tutti  gli  altri  luoghi,  dove 
s'erano  rifugiati  i  Guelfi,  e  caccia  questl  da  tutta 
la  Toscana  (aa.  1261-1263),  48,  30-31,  40  ;  49,  1-35  ; 
opprime  il  popolo  di  Firenze  con  le  gravezze  delle 
imposte.  50,  36-37  ;  alla  sconfitta  e  morte  di  Man- 
fredi  tenta  invano  di  calmare  il  i>opolo  in  rivolta, 
(an.  1266),  50,  34-42;  51.  1-4;  viene  cacciato  da 
Firenze.  16-41  ;  52.  3-6  ;  ric  66.  5-6  ;  "  c£.  LXXIV, 
1-12  ;  LXXXIV,     1-6  „. 

GuiDO,  V.  Baldovinetti  G.  ;  Bandiera  G.  ;  Battifolle  {da)  G.  ; 
Bisdomini  (de')  G.  ;  Corsini  G.  ;  Dandi  G.  ;  Falco- 
nieri  G.  ;  Federighi  G.  ;  Guerra  G.  ;  Guidi  (dei  conti) 
G.  ;  Lippi  G.  ;  Pezzini  G.  ;  Ubaldini  G. 

GuiDo  Canti,  V.  Visdomini  {de')  G.  C. 

GuiDO  GiLii,  V.  Arfoli  {degli)  G.  G. 

GuiDo,  farsettaio,  preso  in  seguito  a  denunzia  di  For- 
naino,  viene  poi  rilasciato  libero  essendo  la  denunzia 
risultata  falsa,   420.  10-31. 

GuiDo  d'Asciano,  capitano  di  ventura,  assoldato  dai 
Fiorentini  con  la  sua  brigata  (an.  1384).  430,  8-10. 

GuiDo  Di  Banco.  V.  Deti  G.  di  B. 

GuiDO  Di  Bencivenni,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  1319 
febbraio-1320  febbraio,  126,  1  ;  e  del  1322  fcbbraio- 
1323  febbraio,  131,  18. 

GuiDo  DEL  Bene.  notaio  dei  Priori,  ric,  126,  17  ;  187,  22. 

GuiDo  Di  Bernardo,  6  ncllo  liste  dei  Priori  del  1346 
maggio-1347  gennaio,  228,  5. 

GuiDO  del  Bianco.  i  nelle  liste  dei  Priori  del  129S  fcb- 
braio-1294  febbraio,  73.  33. 

GuiDo  Di  Bianco,  V.  Deti  G.  di  D. 


562 


INDICE  ALFABETICO 


[Cuido  di  Buootisnore^IIdefonto] 


GciDO  Dl  BUONSIGNORE,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1346 

maggio-1347  gennaio,  229,  19. 
GuiDO  Di  Caccialoste,  V.  Trinciavelli  G.  di  C. 
GuiDo  DEL  Chiaro,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1290  di- 

cembre-1291  dicembre,  67,  39. 
GuiDo  Di  CoRsiNO,  notaio  dei  Priori,  ric,  229,  22. 
GuiDO  Di  DiNO  DBL  Pecora,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1349  gennaio-i35o  gcnnaio,  235,  15. 
GuiDo  Di  FoGLiANO,  ric,  201,  13-14. 
GuiDO  Di  Francesco,  V.  Foresia  (della)  G.  di  F. 
GuiDO  Di  GlOVANNl,  V.  Mochiavelli  G.  di  C. 
GuiDO  Di  Grifo,  notaio  dei  Priori,  ric,  289,  11. 
GuiDo  Di  Lapo,  V.  Guazza  G.  di  L. 
GuiDo  Di  LucA,  4  condannato  neiravere  e  nella  persona 

per  la  spedizione  contro  Figline  (an.  1379),  351,  9. 
GuiDO  Di  Malabocca,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1283 

dicembre-1284  dicembre,  60,  18  ;  e  del  i29odicembre- 
1291  dicembre,  68,  15. 
GuiDO  Di  MosTANZA,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1300  feb- 

braio-1301  febbraio,  86,  26. 
GuiDo  DEL  Pecora,  h  nelJe  liste  dei  Priori  del  1336  di- 

cembre-1337  dicembre,  186,  27  ;  del   1353  gennaio- 

1354  gennaio,   246,    15 ;   e   del    1358   gennaio-1359 
gennaio,  254,  38. 

GuiDo  della  Petrella,  capitano  dei  Fiorentini  contro 

Castruccio,  127,  41. 
GuiDo  Di  Puccio,  k  nelle  liste  dei  Priori  del    1343   aprile- 

1344  aprile,  219,  24. 
GuiDO  Di  Riccardo,  II.  Fagni  G.  di  R. 
GuiDo  Di   Rosso  DA  Sancasciano,  notaio  dei    Priori, 

ric,  106,  3. 
GuiDo  Di   Rucco,  e  di   Ricco,  notaio  dei  Priori,  ric, 

262,  23  ;  268,  1. 
GuiDO  Di  Stefano,  partecipa,  come  Gonfaloniere  di  Com- 

pagnia  del  quartiere  S.  Giovaimi,  alla  Balia  per  la 

riforma  del  Governo  (an.  1381),  394,  39. 
GuiDo  Di  Turtcchio,   h  nelle  liste  dei  Priori  del    1296 

febbraio-1297  febbraio,  76,  12. 
GuiDO  Di  Vannino  del  popolo  di  S.   Ambrogio,   vienc 

condannato    neiravere   e    nella    persona    per    trame 

contro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  36. 
GuiDO  (di),  V.  Andrea  di  G.  ;  Bandino  di  G.  ;  Gilio  di  G.  ; 

Giovanni  di  G.  ;  Lenzo  di  G.  ;  Matteo  di  G.  ;  Mone 

di  G.  ;  Noffo  di  G.  ;  Ridoljo  di  G. 
GuiDONE  (di),  V.  Noffo  di  G. 
Guidotti    GiovAnni    dello    Scelto,    h    nelle   liste    dei 

Priori  del  1311  febbraio-1312  febbraio,  112,  26. 
Guidotti  Scelto,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1291  dicem- 

bra-1292  dicembre,   68,    34. 
Guidotti  Tommaso  di  Mone,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1355  gennaio-1356  gennaio,  249,  21. 

Guidotti  Zanobi,  va  ambasc.   con  Marchionne  Stefani 

pr.  rimperatore  Venceslao,  389,  38  ;  "  cf.  CXVII,  19  ,,. 
Guidotto,  V.  Canigiani  (de')  G. 
Guiducci  Albizzo,  6  dei  Priori  (an.  1379  maggio-giugno), 

345.  34. 
GuiDUcci  Albssandro  di  Jacopo,  i  nelle  liste  dei  Priori 

del  1380  marzo-1381  febbraio,  391,  35. 
Guiducci  Bartoluccio,  h  dei  Priori  (an.  1380  gennaio- 

febbraio),  389.  81. 


GuiDucci  Matteo,  notaio  dei  Priori,  222,  18. 

GuiDUccio,  V.  Pucci  G. 

GuiDuccio  Di  GuiDALOTTO,   i  nclle  liste  dei  Priori  <!■ 
1288  dicembre-1289  dicembre,  65,  ». 

GuiDuccio  (di),  V.  Sandro  di  G. 

Guineldi  Bindo  da  Quarata,  i  Gonfaloniere  di  Giust 
zia  (liste  1318  febbraio-1319  febbraio),  125,  13. 

Guineldi  Lotto  da  Quarata,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1316  febbraio-1317  febbraio.  123,  6 ;  e  del  1322 
febbraio-1323  febbraio,  131,  7. 

GuiTTOMANNi  Grazia,  t  Gonfaloniere  di  Giiutizia  (liste 
1323  febbraio-1324  febbraio),  135,  18  ;  e  miovamente 
(liste  1341  dicembre-1342  dicembre),  190,  39. 

GuiTTOMANNi  Niccol6  di  Grazia,  k  Gonfalonieic  di 
Giustizia  (liste  1341  dicembre-1342  dicembre),  190,  40. 

GuiTTOMANNi  (di),  V.  Grazia  di  G. 

GuiTTONE  (di),  i;.  Ruspo  di  G. 

GuiTTONi  Ruspo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1331  dicem- 
bre-1332  dicembre,  169,  13. 

GusciANA,  nei  suoi  pressi  si  scontrano  le  genti  di  Ca- 
stmccio  con  quelle  dei  Fiorentini  (an.  1320),  127, 
4  ;  vi  affogano  molti  Fiorentini  in  fuga,  dopo  la 
sconfitta  di  Altopascio  (an.  1325),  143,  26;  ric, 
181.  48. 

Guscio  (di),  V.  Dono  di  G. 

"  Hartwig,  storico,  cerca  di  stabilire  la  provenienza 
della  leggenda  della  distruzione  di  Fiesole  del  loio, 
XXXVIII,  33  ;  XXXIX,  1-6  „  ;  "  ritiene  erronea- 
mente  che  Firenze  alla  venjita  di  Federico  I  abbia 
perduto  ogni  giurisdizione,  LII,  14-17;,  «„;  ric. 
"XXXI,   22-   23;   XXXII,    1,    14-15  „. 

[Hawkwood   giovanni]  V.    Acuto  G. 

Igubbini  [AgtMini],  ric,  438,  13. 

Ildebrandini  MiGLioRE,  k  nellc  liste  dei  Priori  del  1294 
febbraio-1295  febbraio,  75,  8. 

"  Ildefonso    (padre)    di    S.    Luigi,   carmelitano   scalzo, 
chiamato   anche   qualche   volta   col   nome  di   padre 
Idelfonso  Frediani,  X,  9-10  ,, ;  "  pubblica  per  primo 
la  cronaca  fiorentina  di  Marchionne  di  Coppo  Stefani 
Stefani    (aa.    1776-1783),    V.    18-19,    4-t,,;    "  passi 
oscuri  e  lacunosi  ed  altre  mende  di  questa  edizione. 
gii  rilevate  dagli  storici,  e  bisogno  sentito  di  una 
nuova    ristampa,   20-21,    9-20  „;   "i    quattro    codici 
della  cronaca  di  cui  egli  si  stervl  ed  i  sette  d'  essa  da 
Ini   non   conos.iuti,   VI,    14-37-X,    1-18  ,, ;     "  valore 
da  lui  attribuito  al  codice  Gnadagni,  sul  quale  egli 
condusse  principalmente  la  sua  edizione,  ed  esaxtn 
di  esso  in  relazione  ai  nuovi  importanti  codici  d, 
lui   non    conosciuti,    XI-XIII,    1-33  ,,  ;    "  raffronti   t 
dimostrazione  che  il  detto  codice  non  -pab  essere  Vav 
tografo  o  roriginale,  come  egli  ritiene,  ma  che  de\i 
essere  invece  una  copia  poco  fedele  di  un  altro  co 
dice  non  originale,  XIII,  33-39-XVI,  1-17,,;  "  con- 
futazione  della  sua  ipotesi  che  attribuisce  a  Copp«, 
padre  di  Marchionne,  la  prima  parte  della  cronac,' 
X,    16-39;    XXI-XXII,    1-21,,;    "  sue    affermazior. 
e    congetture   iJoco    probabili,    o   del    tutto    errate, 
a  proposito  della  famiglia  e  della  vita  di  Coppo  e  di 
Marchionne,    C,  21-25,    33,    34;   CI,    1-2;   CII,    6-7; 
Clir.  9-18,  38-8«  ... 


[  Imbratta' Jacopi] 


INDICE  ALFABETICO 


563 


Imbratta  (maestro)  da  Siena,  rifa  a  nuovo  la  campana 
grossa  del  palazzo  dei  Priori  129,  8  ,  ».  Firenze 
(Campane). 

IliERA  Francesco  di  Jacopo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1310  febbraio-i3ir  febbraio,  108,  12. 

Imperatori  Romani  :  v.  Ottaviano  Augusto  {aa.  30  a.  c- 
14  d.  c.)  ;  Tiberio  [aa.  14-37)  ;  Decio  (aa.  24^-251)  ; 
Costantino  (aa.  310-337)  ;  Costantino  II  (aa.  337- 
340)  ;  Costante  (aa.  338-330)  ;  Teodosio  (aa.  37^- 
3^S)  ;  Onorio  (aa.  394-^23)  ;  Teodosio  II  (aa.  423- 
425)  ;  Valentiniano  III  (aa.  423-455). 

Imperatori  di  Costantinopoli,  V.  Zenone  (aa.  474-491)  ; 
Giustiniano  (aa.  52^-565)  ;  Gittstino  (aa.  565-578)  ; 
Manuele  [aa.  1143-1180). 

Imperatori  del  S.  Romano  Impero,  V.  Carlo  Magno 
(aa.  800-814)  :  Artigo  IV  (aa.  1075-1106)  ;  Enrico  V 
(aa.  Z106-1125)  ;  Federico  I  (aa.  1155-izgo)  ;  Enrico 
VI  (aa.  izgo-izg7)  ;  Federico  II  (aa.  1220-1250)  ; 
Rodolfo  (aa.  1273-1292)  ;  Alberto  d'Austria  (aa. 
1298-1308)  ;  Arrigo  VII  (aa.  1308-1313)  ;  Ludovico 
il  Bavaro  (aa.  1313-1347)  ;  Carlo  IV  (aa.  1347-1379)  ; 
Venceslao  (aa.  1379-1400). 

Importuni  fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  28,  23. 

INAMO,  V.  Russoli  (de)  I. 

iNFANGATi  Mangia,  ucciso  nella  rivolta  popolare  contro 
i  Ghibellini  (an.  1258),  44,  10-11. 

Infangati  Uberto  d'Ubaldino,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1347  gennaio-1348  gennaio,  230,  2  ;  viene  amrao- 
nito  (an.     1360),    255,    26. 

Infangati  (CASE  DEGLi),  vengoHo  incendiate  e  distrutte 
durante  la  rivolta  popolare  contro  i  Ghibellini  (an. 
1258),  44,  8. 

[Inghiramo  di  Couchy]  (Sire  di  Cusci),  nobiledi  Piccardia 
condottiero  di  ventura,  viene  in  Italia  con  milizie 
in  aiuto,  sccondo  le  voci  correnti.del  Duca  d'Angi6 
(an.  1384),  428,  40-48  ;  dalla  Lombardia,  ove  prima 
s'era  fermato  per  alcuni  giorni,  viene  in  Toscana 
dove,  devastate  le  terre  del  Lucchese  e  del  Senese, 
entra  in  Arezzo,  da  signore,  favorito  da  Marco  di 
Pietramala  dei  Tarlati,  429,  22-42;  assediato  in 
Arezzo  dai  Fiorentini  viene  con  questi  ad  accordi 
cedendo.  loro  la  c.  per  cinquantamila  fiorini,  430, 
27-30  ;  i  patti  della  resa,  39-40  ;  431,  1-16. 

Interminelli,  fam.  lucchese  di  parte  ghibellina,  viene 
cacciata  dalla  c.  e  si  rifugia  a  Pistoia  donde  i  suoi 
componenti  muovono  spesso  coi  loro  partigiani  a 
danneggiare  il  territorio  di  Lucca  (an.  1302),  87,  6-13; 
vengono  fatti  rientrare  in  Lucca  con  gli  altri  Ghibel- 
lini  dai  Pisani  (an.  1314),  114,  8-9. 

Interminelli  (degli)  [Antelminelli  degli]  Castruccio  Ca- 
STRACANi,  sfuggito  al  tentativo  fatto  da  Uguccione  di 
ucciderlo,  6  proclamato  dal  popolo  Signore  di  Lucca 
mentre  Uguccione  se  ne  allontana  (an.  1316),  120,  6- 
17,25-26;  viene  a  guerra  coi  Fiorentini  (an.  1320), 
126,  29-37  ;  127,  37-42  ;  128,  1-15  ;  viene  ad  accordi 
coi  Pistoiesi  con  grave  disappunto  dei  Fiorentini  (an. 
1322),  129,  18-19  ;  va  a  dare  il  guasto  coi  soldati 
friulani,  passati  per  tradimento  dai  Fiorentini  a  lui, 
alle  terre  di  Fucecchio,  S.  Croce,  Monte  Topoli  e 
San.  Miniato  (an.  1323),  132,  13-16  ;  va  contro  Prato, 


ma  corsi  i  Fiorentini  in  aiuto  di  questa  6  costretto 
a  ritirarsi,  18-25  ;  torna  a  saccheggiare  le  terre  pre- 
dette,  133,  34-36 ;  mTiove  contro  Filippo  Tedici 
fattosi  signore  di  Pistoia  (an.  1324),  137,  13-15,  e  gli 
toglie  alcune  terre  (an.  1325),  139,  29-30  ;  sue  macchi- 
nazioni  e  trame  con  Tommaso  Frescobaldi  contro 
Firenze,  34-36 ;  140,  1-16 ;  viene  ad  accordi  con 
Tedice  ed  occupa  Pistoia  (an.  1325),  140,  31-36  ; 
trama  per  occupare  anche  Prato  ma  la  sua  trama 
viene  scoperta  ed  il  piano  fallisce,  141,  4-15  ;  as- 
salito  dai  Fiorentini  cerca  aiuti  dagli  amici  e  tratta 
segretamente  con  la  brigata  francese  a  soldo  dei  Fio- 
rentini  stessi  per  attrarla  a  s6,  142,  6-9,  20-25  ;  avuti 
gli  aiuti  degli  amici,  attacca  i  Fiorentini  pr.  Altopa- 
scio  e  li  sconfigge  (an.  1325),  143,  18-27;  riprende 
quindi  Altopascio  e  Monfalcone,  e  fatto  abbattere 
il  ponte  di  Cappiano  e  la  Rocca,  144,  8-9,  muove 
con  Toste  contro  Carmignano,  che  prende,  e  contro 
Firenze,  devastandone  e  saccheggiandone  i  dintorni, 
9-27  ;  torna  ancora  contro  Firenze  insieme  con  Azzo 
Visconti,  giungendo  fino  a  Rifredi  dove  fa  correre  il 
palio,  29-37  ;  va  con  Toste  contro  Prato  e  ne  devasta 
il  territorio,  passando  poi  nello  stesso  tempo  a  deva- 
stare  anche  quello  di  Firenze,  145,  18-26  ;  espone  al 
dileggio  in  Lucca  il  Carroccio  e  i  prigionieri  fioren- 
tini,  28-34  ;  torna  di  nuovo  contro  Firenze,  146, 
22-25  ;  147,  15-22  ;  148,  16-19  ;  inizia  trattative  col 
Duca  di  Calabria,  signore  di  Firenze,  150,  11-12;  man- 
da  a  morte  Guerruccio  Quartigiani,  coi  figli  e  con 
altri,  sospetto  d'aver  tramato  segretamente  contro 
di  lui  col  detto  Duca,  152,  1-3  ;  viene  fatto  duca 
daU'imperatore  Lodovico  il  Bavaro  che  gli  conferma 
la  signoria  di  Lucca  e  gli  dk  anche  quella  di  Volterra 
e  di altre  terre  (an.  1327),  153,27-29  ;  154,22-24  ;  assi- 
ste  in  qualiti  di  Conte  Palatino  airincoronazione  in 
Roma  del  detto  Lodovico  (an.  1328),  155,  6-9  ;  sua 
morte,  34-40  ;  156,  1-3  ;  sorte  toccata  ai  suoi  figli  ed 
alla    moglie,     1-8,    27-37;    157,     1-4;  "  cf.    XCV, 

26-28,,. 
Ipocrato,   viene  fatto  dairimperatore  Lodovico  il  Bavaro 

suo  Vicario  in  Lucca  (an.  1328),  156,  32-33  ;  gli  viene 

ritolto  rUfficio,  33-37. 
IsACCHi  Salvestro  di  Manetto,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del   1347  gennaio-1348  gennaio,  229,  41  ;  del  1352 

gennaio-1353   gennaio,   242,  25  ;   del    1357   gennaio- 

1358  gennaio,  252,   3;  viene  ammonito  (an.   1360), 

259,  33  ;  6  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1361 

gennaio-1362  gennaio,  260,  26. 
Iscakati,  V.  Scafati. 
Ismera  Iacopo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1284  dicembre- 

1285  dicembre,  60,  42. 
Italo,  figlio  di    Attalo  fondatore  e  signorc  di   Fiesolc, 

conquista  e  si  impadronisce  di  tutta  la  rcgione  che 

da  lui  prese  il  nome  d'ltalia,  4,  3-7. 
Jacopi  Cambino   di    Geri,   k  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1311  febbraio-1312  febbraio),  112,  32. 
Jacopi  Lapo  di  Geri,  k  nelle  liste  dei  Priori  del   1318 

febbraio-1319  febbraio,  125,  7. 
Jacopi  Pagio,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1326  febbraio- 

1327  febbraio,  155,  12. 


564 


INDICE  ALFABETICO 


(Jacopo  Rinaldo-Jacopo  «li  Lapo] 


Jacopj  Rinaldo  da  Signa,  noUio  dei  Priori,  ric,  60, 

5 ;  63,  40. 
Jacopino  di  Vermiglio,  V.  Alfani  J.  di  V. 
Jacopo,   V.   Alberti   (degli)  J.  ;  Ambrogi  J.  ;  Armati  J  ; 

Benintendi  J.  ;    Bonaccorsi  J.  ;   Bonafede   J.  ;   Bor- 

doni  J.  ;  Casciotti  J.  ;  Cocchi  J.  ;  Ghiselli  J.  ;  Giam- 

boUari  J.  ;   Guerrucci  J.  ;   Marignolli   {de')   J.  ;   Pa- 

gni  J. ;  Ricci  {de)  J.  ;  Stefani  J. 
Jacopo,  podesti  di  Firenze,  si  leva  per  primo  contro  gli 

Uberti  ed  i  Ghibellini  accusati  dalla  voce  pubblica 

di  trame  contro  lo  Stato  con  Manfredi  (an.   I2j8), 

43.  33-36  ;  44,  1-3. 
Jacopo,  capitano  dei  Friulani  a  soldo  dei  Fiorentini  a 

Fucecchio,  passa  con  i  suoi  uomii^i  a  soldo  di  Ca- 

struccio  e  svela  a  questo  le  trattative  segrete  dei 

Fiorentini  a  riguardo  di  Buggiano  (an.    1323),   132, 

7-9. 
Jacopo  dell'Accerrito,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1383 

Iuglio-1384  agosto,  428,  15. 
Jacopo  dell'Accorto,  6  dei  Priori  (an.  1379   settembre- 

ottobre),  346,  26. 
Jacopo  d'Adimare,  V.  Beccanugi  {de')  J.  d'A. 
Jacopo  d'Alamanno,  V.   Vettori  J.  d'A. 
Jacopo  d'Alberto,  V.  Alberti  (degli)  J.  d'A. 
Jacopo  d'Alberto  del  Giudice,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1319  febbraio-1320  febbraio,  126,  20 ;  del  1325 

febbraio-1326  febbraio,  151,  30 ;  e  del  1327  febbraio- 

1328  febbraio,  158,  7. 
Jacopo  d'Aldobrandino  di   Lapo,   V.  Rinaldi  J.   d'A. 

di  L. 
Jacopo  d'Albssandro,  v.  Guidetti  J.  d'A. 
Jacopo  d'Ambrogio,  V.  Meringhi  J.  d'A. 
Jacopo  dell'Ammannatino,  6  dei  Priori  (an.  1380  mag- 

gio-giugno),  372,  16. 
Jacopo  d'Andrea,  V.  Ghinetti  J.  d'A. 
Jacopo  d'Arrighetto,   k  dei   Quarantatre  cittadini  el. 

in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gi^  nominati   (an. 

1381),  404,  40. 
Jacopo  d'Asino,  V.  Asini  (degli)  J.  d'A. 
Jacopo  di  Banco,  V.  Pucci  J.  di  B.  ;  Bencivenni  J.  di  B. 
Jacopo  di  Bartolo,  V.  Strada  J.  di  B. 
Jacopo  di  Bartolomeo,  V.  Scatizza  J.  di  B. 
Jacopo  di  Bartolomeo  Talenti,  V.  Medici  (dc')  J.  di 

B.  T. 
Jacopo  di  Bartoluccio,  *  nelle  liste  dei  Priori  del  1357 

gennaio-1358  gennaio,  252,  27. 
"  Jacopo   di    Baviera,    vescovo   di    Ficsole,    trasferisce 

il  vescovado  dalla  Badia  a  Fiesole  citta,  XXXIX, 

14-16,,. 
Jacopo  di   Benvicenni,  notaio  dei  Priori,  ric,  88,  23  ; 

V.  anche  Dandi  J.  di  B. 
Jacopo  di  Benintendi  della  Casa,  notaio  dei  Priori, 

ric,  435,  3. 
Jacopo  di  Berlinghieri,  k  nelle  listc  dei  Priori  del  1312 

febbraio-1313  febbraio,   114,   32  ;   6  Gonfaloniere  di 

Grustizia  (listo  1314  febbraio-1315  febbraio),  118,  29; 

V.  anche  Marsili  J.  di  B. 
Jacopo  di  Bernardo,  biadaiuolo,  6  nclle  liste  dei  Priori 

del    1367  gcmiaio-1368   gennaio.   267,    38  ;    k  fatto 

cavaliere  dai  Ciompi  (an.  1378),    324,  26  ;    viene  in- 


viato  ambasc  a  Siena  (an.  1379),  350,  31-32  ;   4  fatto 
cavaliere  dal  Capitano  (an.  1381),  394,  13. 

Jacopo  di  Bernardo,  ritagliatore,  i  nelle  liste  dei  Priori 
del  1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  U  ;  e  del  1375 
gennaio-1376  gennaio,  298,   41. 

Jacopo  di  Bertoldo,  notaio  dei  Priori,  ric.,  264,  U  ; 
284,  12. 

Jacopo  di  Betto,  i;.  Berlinghieri  J.  di  B. 

Jacopo  di  BoNApft,  viene  ammonito  (an.  1377),  305,  1  ; 
308,  42. 

Jacopo  di  Caroccio,  V.  Alberti  (degli)  J.  di  C. 

Jacopo  di  Ceffo,  V.  Beccanugi  (de')  J.  di  C. 

Jacopo  da  Certaldo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1288 
dicembre-1289  dicembre,  65,  16;  "  propugna  il  J 
Priorato  di  dodici  membri,  LXXXV,  25-36  „  ;  h\ 
di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1296  febbraio- 
1297  febbraio,  76,  16  ;  del  1298  febbraio-1299  feb- 
braio,  78,  6  ;  del  1301  febbraio-1302  febbraio,  88, 
15  ;  e  del  1305  febbraio-1306  febbraio,  97,  25. 

Jacopo  di  Comello  da  Castelfiorentino,  viene  con- 
finato  dal  Capitano  ad  Orbetello  (an.  1381),  408,  31. 

Jacopo  di  Dino,  V.  Gherardini  J.  di  D.  ;  Guidi  J.  di  D. 

Jacopo  di  Dino  del  Pecora,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1355  gennaio-1356  gennaio,  249,  il  ;  i  del  1364  gen- 
naio-1365  gennaio,  265,  /. 

Jacopo  di  Domenico,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1355 
gennaio-1356  gennaio,  249,  23  ;  e  del  1359  gennaio- 
1360  gennaio,  256,  4. 

Jacopo  di  Donato,  V.  Acciaiuoli  (degli)  J.  di  D. 

Jacopo  di  Dosso,  vocato  CiONE,  V.  Spini  (degli)  J.  di  D. 

Jacopo  di  Fbo,  V.  Ciacchi  J.  di  F.  ;  Girotami  (de')  J . 
di  F. 

Jacopo  di  Francesco  del  Bene,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1333  dicembre-1334  dicembre,  177,  17  ;  del  1337 
dicembre-1338  dicembre,  187,  17  ;  e  del  1341  dicem- 
bre-1342  dicembre,  190,  24  ;  k  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1351  gennaio-1352  gennaio),  241,  9  ;  e 
di  nuovo  (liste  1354  gennaio-1355  gennaio),  248.  I  ; 
6  nuovamente  nelle  liste  dei  Priori  del  1359  gennaio- 
1360  gennaio,  256,  n  ;  e  di  nuovo  Gonfaloniere  {liste 
1365  gennaio-1366  gennaio),  265,  <2. 

Jacopo  di  Francesco,  V.  Pazzi  {de')  J.  di  F. 

Jacopo  di  Gaggio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1368  gen- 
naio-1369  gennaio,  273,  25 ;  e  del  1372  gennaio- 
1373  gennaio,  284,  21  ;  v.  anche  Gianni  J.  di  G. 

Jacopo  di  Gherardo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1282 
dicembre-1283  dicembre,  59,  21. 

Jacopo  di  Gherardo,  V.  Gentili  J.  di  G.  ;  Gualberti  J. 
di  G. 

Jacopo  di  Gherardo  di  Gentile,  i  nelle  liste  dci  Prior 
del  1346  maggio-1347  gennaio,  229,  1. 

Jacopo  di  Ghingo,  i».  Aldobrandini  J.  di  G. 

Jacopo  di  GiANi,  e  Giasni,  v.  Gherardini  J.  di  G. 

Jacopo  di  Giano,  v.  Gherardini  J.  di  G. 

Jacopo  di  Giovanni,  v.  Risaliti  J.  di  G. 

Jacopo  di  GuERRUCcio,  v.  Ridolfi  J.  di  G. 

Jacopo  di  Jacopo  da  Cbrtaldo,  notaio  dei  Priori,  ric.| 
152,  7. 

Jacopo  di  Lapo,  V.  Benci  J.  di  L.  ;  BruneUi  J.  di  L.  \ 
Gavacciani  J.  di  L. 


[Jacope  di  Lippo^Lamberti] 


INDICE  ALFABETICO 


565 


Jacopo  di  Lippo,  V.  Neri  J.  di  L. 

Jacopo  di  Lutozzo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1375  gen- 

naio-1376  gennaio,  299,  1  ;  h  nuovamente  dei  Priori 
(an.  1379  luglio-agosto),  345,  38. 
Jacopo     di      Matteo,     vocato     Ciacco, 

i  nelle  liste  dei  Priori  del  138$  maggio-1386  aprile, 

443,  5. 
Jacopo  di  Mazza,  e  di  Mezza,  v.  Attaviani  J.  di  M. 
Jacopo  di  Michele,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1303  feb- 

braio-1304  febbraio,  95,  5. 
Jacopo   di    Michele,    cimatore,    viene  inviato   ambasc. 

pr.  Carlo  della  Pace  (an.  1380),  380,  10  ;  i  nelle  liste 

dei  Priori  del  1383  maggio-1386  aprile,  443,  iO. 
Jacopo  di   Micuccio,   k  nelle  liste  dei  Priori  del   1383 

maggio-1384  aprile,  435,  13. 
Jacopo  di  Monte,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1372  gen- 

naio-1373  gennaio,  284,  8. 
Jacopo  di  Naddo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1355   gen- 

naio-1356   gennaio,    249,    38  ;   e   del    1359   gennaio- 

1360  gennaio,  256,  17  ;  v.  anche  Antmannati  J.  di  N. 
Jacopo  di  Nello,  del  popolo  di  S.  Piero  Maggiore,  viene 

condannato   alla   forca   per   trame   contro   lo   Stato 

(an.  1379),  344,  25. 
Jacopo  di  Neri,  V.  Paganelli  J.  di  N. 
Jacopo  di  Pagnozzo,  V.  Tornaquinci  J.  di  P. 
Jacopo  di  Pagolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1375  gen- 

naio-1376    gennaio,    299,    5. 
Jacopo  di  Piero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1382  (settem- 

bre-gennaio),  424,  20  ;  v.  anche  Gtiidi  J.  di  P.  ;  Sac- 

chetti  J.  di  P. 
Jacopo  di  Piero  del  Buono,  viene  ammonito  (an.  1359), 

255,  22. 
Jacopo  di  Puccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1356  gen- 

naio-1357  gennaio,  250,  37. 
Jacopo  di  Renzo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gen- 

naio-1351  gennaio,  240,   10  ;  del  1357  gennaio-1358 

gennaio,  252,  30  ;  e  del  136.6  gennaio-1367  gennaio, 

266,  37. 
Jacopo  del  Riccio,  partecipa  alla  Balia  per  )'arte  dei 

chiavaiuoli  (an.  1381),  409,  43  ;  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1382  gennaio-1383  aprile,  425,  «. 
Jacopo  di  Rinieri,  V.  Adimari  J.  di  R. 
Jacopo  di  Rinuccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1333  di- 

cembre-1334  dicembre,  177,  18  ;  e  del  1340  dicembre- 

1341  dicembre,  189,  34. 
Jacopo  del  Rosso,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  luglio- 

1384  agosto,  428,  35. 
Jacopo  di  Saggio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1359   gen- 

naio-r36o  gennaio,  256,  7. 
Jacopo  di  Salvestro,  V.  Buonfigliuoli  J.  di  S. 
Jacopo  di  Maestro  Salvi,  notaio  dei  Priori,  ric,  112, 

25;  160,  39. 
Jacopo  vocato  Scatizza,  V.  Scatizza  J. 
Jacopo  di  Schiatta,  V.  Mangioni  J.  di  S. 
Jacopo  di  Simone,  6  dcgli  Otto  ufficiali  incaricati  della 

vendita  dei  bcni  dci  ribelli  (an.  1380),  386,  15  ;  viene 

confinato  a  Sinaliinga.  (an.  1381),  408,  38. 
Jacopo  di  Spigliato  da  Filicaia,  6  neUe  liste  dei  Priori 

deJ  1311  fehhraio-1312  febbraio,  112,  40. 
Jacopo  dei,  Testa,  vocato  Testinella,  del  poP"'"  <!' 

S.    Piero   Maggiore,   viene   condannato   uell'av8re  e 


nella  persona  per  la  rivolta   contro    lo   Stato    (an. 

1378),  336,  27;   (an.   1379),  365,   31;  viene  bandito 

come  ribelle  (an.  1380),  371,  5. 
Jacopo  di  Tuccio,  V.  Taoni  J.  di  T. 

Jacopo  d'Ubaldino,  V.  Ardinghelli  J.d'U. ;  FasMliJ.  d'U. 
Jacopo  d'Ubertino,  V.  Strozzi  (degli)  J.  d'U. 
Jacopo  di  Vanni,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1355  gennaio 

1356  gennaio,  250,  17. 
Jacopo  di  Vanni  da  Petrognano,  viene  ammonito  (an. 

1373).  288,  22. 
Jacopo  di  Vanni  da  SiGNA,  notaio  dei  Priori,  ric.  158,  9. 
Jacopo  di  Venisti,  notaio  dei  Priori,  ric,  86,  29. 
Jacopo  di  Zanobi,  V.  Paoni  J.  di  Z. 
Jacopo  di  Zanobi,  vocato  Gilio,  6  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (an.  1379  settembre-ottobre),  346,  34  ;  h  nelle 

liste  dei  Priori  del  1383  IugIio-1384,  agosto,  428,  31. 
Jacopo  di  Zello,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1376  gennaio- 

1377  gennaio,  306,  39  ;  6  dei  Cinquantadue  cittadini 

cui  viene  data  Balia,  insieme  ai  Priori  e  CoUegi,  per 

la  riforma  del  Governo  (an.   1381),  395,  32  ;  h  nelle 

liste  dei  Priori  del  1383  luglio-1384  agosto,  428,  S. 
Jacopo  (S.)  Di  Valdiserchio,  ricordo  ivi  lasciatodai  Fio- 

rentini  per  la  vittoria  riportata  sui  Pisani,  43,  19-25. 
Jacopo  (di),  V.  Alberto  di  J.  ;  Bartolo  di  J.  ;  Bene  di  J.  ; 

Domenico  di  J.  ;   Giovanni  di  J.  ;  Guglielmo  di  J.  ; 

Jacopo  dt  J.  ;  Neri  di  J.  ;  Pugio  di  J.  ;  Rinaldo  di  J.  ; 

Uberto  di  Strozza  di  J. 
JAFET  IJaffet],  figlio  di  No^,  ric.  2,  31  ;  3,25,  27  ;  5,  32. 
Janni  NiccoLd  Di  Gherardino,  v.  Gianni  di  G. 
Jano,  V.  Giano. 
Jason,  V.  Giasone. 
Jesi,  c;  ric,  161,   17. 
JoANNA,  V.  Giovanna. 
Johanni  e  JOANNi,  V.  Giovanni. 
JovE,  v.  Giove. 

Jnbutillo,   t;.   Prignano  Francesco. 
JviX  (de')  Julio  Sesto,  nobile  romano,  viene  inviato  a  Fi- 

renze  da  Carlo  Magno  per  la  riedificazione  della  c, 

18,  8. 
JULio,  figlio  di  Ascanio,  ric,  6,  40. 
Julio,  V.  Cesare. 

Juntini  Bartolo  DA  Vico,  notaio  dei  Priori,  ric  227,  18. 
"  Krevg  Corrado,  viene  a  Firenze  quale  ambasc.  del- 

rimperatore  Venceslao  (an.  1379),  CXVII,    11-13,,. 
Lagi  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  ric.  240,  34. 
Lagi  Maso,  notaio  dei  Priori,  ric,  115,  15. 
Lamberti,    fam.    fiorentina    del    quartiere    di    Porta    S. 

Brancazio,  21,   7-8  ;  di  parte  ghibellina,  28,  28  ;  le 

vengono  abbattute  e  distrutte  le  case    dal    popolo 

in  rivolta  contro  i  Ghibellini  (an.  1258),  44,  7-8. 
Lamberti  Bonaiuto  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1312  feb- 

braio-1313  febbraio,  115,  13;  e  dcl    1321    febbraio- 

1322   febbraio,    128,  27. 
"  Lamberti  Boncompagno,  console  di  Firenxe  (an.  1199), 

LL    27-28  „. 
Lamberti  Gherardo,  viene  incaricato  dai  Ghibellini  d'una 

missionc  in  Firenzc  (an.  1260)),  46,  39. 
Lamberti  Tommaso,  notaio  dci  Priori,  ric,  167,34  ;  235, 

81  ;  256,  23;  264,  fl. 
Lamberti  Vanni,  6  nellc  liste  dei  Priori  dtl  1345  maggio- 

1346  maggio,  226,  41. 


m 


INDICE  ALFABETICO 


[Lamb«rti-Lapo  il'Ajigioliiiol 


Lambbrti  d'Anteixa  (dei)  Maso,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1292  dicenibre-1293  febbraio,  70,  84. 

Lambbrto,   V.   Antella  (delV)  L. 

Lamberto  del  Nero,  e  di  Neri,  v.  Cambi  L.  del  N. 

Lamberto  di  Zucchero,  V.  Gianni  L.  di  Z. 

Lambbrto  (di,)  V.  Geppo  di  L. 

"  Lami  Giovanni,  storico,  dimostra  la  falsiti  della  notizia 
della  distruzione  di  Ficsoledel  loio,  XXXVIII,  26-28; 
ricorda,  tra  le  prime  monache  del  monastero  di  S. 
Marta  di  Firenze,  suora  Lisabetta  Coppo  Stefani 
CIL   18-23,,. 

Lana,  V.  Barlolo  L. 

Lanciolina,  castello  degli  Ubertini  assediato  invano 
dalle  milizie  del  Comune  di  Firenze  {an.  1323),  134, 
0-12  ;  viene  ceduto  al  detto  Comune  (an.  1324),  138, 
14-20. 

Landi  Francesco  di  GuiDuccio,  ^  nelle 
lista  del  1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  28. 

Lando  (dei  conti)  Corrado,  capitano  di  ventura  tede- 
sco,  viene  con  la  sua  compagnia  contro  Firenze  dan- 
naggiandone  il  territorio  (an.  1352),  244,  36-41  ; 
venuto  apatti  col  Comune,  promette  d'alIontanarsi 
ricevendo  in  compenso  venticinquemila  fiorini,  ma 
poi  trova  pretesti  per  esigerne  altri,  245,  1-11  ;  toma 
di  nuovo  ma  6  costretto  a  ritirarsi  ed,  assalito  poi 
durante  la  sua  ritirata,  viene  ferito  mortalmente  dalla 
gente  di  campagna  sdegnata  pei  saccheggi  delle  sue 
milizie  (an.  1358),  252,  38-42 ;  253,  8-10. 

Lando,  V.  Albizzi  (degli)  L.  ;  Biliotti  L.  ;  Fortini  L. 

Lando  d'Albizzo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1285  di- 
cembre-1286  dicembre,  61,  32. 

Lando  di  Antonio,  V.  Albizzi  degli  L.  di  A. 

Lando  di  Biliotto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1317  feb- 
braio-1318  febbraio,  124,  21. 

Lando  da  Gubbio,  notaio  del  podesta  di  Firenze  Bino 
Gabrielli,  viene  fatto  Bargello  pr.  Toste  fiorentina 
inviata,  sotto  il  comando  di  Roberto  di  Calabria,  al- 
l'assedio  di  Pistoia  (an.  1305),  95,  30  ;  per  Tenergia 
da  lui  dimostrata  viene  fatto  nominare  piii  tardi  dalla 
fazione  di  Simone  della  Tosa,  che  voleva  cacciare 
da  Firenze  tutti  quelli  d'animo  ghibellino,  Bargello 
della  c.  con  grandissima  Balia  e  con  cinquecento 
fanti  ed  altri  ufficiali  ai  suoi  ordini  (an.  1316),  119. 
39-43  ;  120,  1-3  ;  condanne  capitali  e  prowedimenti 
vari  da  lui  emanati,  5-7  ;  fa  coniare  una  nuova  mo- 
neta  detta  la  Bargellina,  8-13  ;  come  la  fazione  av- 
versa  dei  Grandi  riusci  finalmente  a  farlo  allonta- 
nare,  121,  15-22. 

Lando  (di),  V.  Baldovino  di  L.  ;  Michele  di  L.  ;  Rinieri  di 
L.  ;    Vanni  di  L. 

Landolfo  (di),  V.  Pietro  di  L. 

Lanfranco  di  Totto  da  Panzano,  viene  condannato 
neiravere  e  nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato 
(an.  1379),  344,  30  ;  viene  nuovamente  condannato 
per  la  tentata  incursione  su  Figline,  351,  3  ;  6  bandito 
come  ribelle  (an.  1380),  371,  1. 

Lanfredi  Gherardo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1337 
dicembre-1338  dicembre,  187,  15. 

Lanfredini  Gherardo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1333 
dicembre-1334  dicembre,  177,   86. 


Lanfrbdini  Giovanni  di   Gherardo,   *  nelle  liste  dei 

Priori  del  1341  dicembre-1342  dicembre,  190,  22  ;  * 

Gonfaloniere   di    Giustizia    (liste    1346    maggio-1347 

gennaio),  228,  38  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori 

del  1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  37. 
Lanzelao,  V.  Venceslao. 
Laomedonte,  re  di  Troia,  ric,  4,  33. 
I^APACciNO  DEL  Toso,  k  dei  Cinquantadue  cittadini  cui 

viene  data  la  Balia,  insieme  ai  Priori  e  CoUegi,  per  la 

riforma  del  Governo   (an.    1381),  396,  7  ;    tenta  di 

levarsi  su  gli  altri,  412,  41. 
Lapaccio  del  Bene,  6  nelle  listc  dei  Priori  del  1331  di- 

cembre-1332  dicembre,  169,  25  ;  del  1337  dicembre- 

1338  dicembre,  187,  12  ;  e  del  1344  maggio-1345  mag- 

gio,   222,    14. 
Lapaccio  del  Bene  di  Bindo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1316  febbraio-1317  febbraio,  123,  26  ;  del   1321  feb- 

braio-1322  febbraio,   128,  27  ;  e  del    1327  febbraio- 

1328  febbraio,   158,   1. 
Lapaccio  del  Toso,  partecipa  alla  Balia  per  r.\rte  dei 

linaiuoli   (an.   1381),  409,   35. 
Lapaccio  di  Vieri,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  maggio- 

1346  maggio,  227,  4. 
Lapi  Bandino,  notaio  dqi  Priori,  ric.  242,  45. 
Lapi  Cantini  Cantino  d'Agnolo,  k  nelle  li.ste  dei  Priori 

del  1360  gennaio-1361  gennio,  259,  18;  v,  anche  Lapi 

Cantino    d'Agnolo. 
Lapi      Cantino      d'Agnolo,   i   nelle  liste   dei 

Priofi    del  1363  gennaio-i366    gennaio,  265.    34 ;  v. 

anche  Lapi  Cantini  Cantino  d'AgnoJo. 
Lapi  Francesco,  notaio  dei  Priori,  ric,  219.  7  ;  289,  24. 
Lapi    Michele,    speziale,    viene    ammonito    (an.    1358). 

253,   31. 
Lapi  Michele  da  Vinci,  notaio  dei  Priori,  ric.  239,  32. 
Lapi  Simone,  notaio  dei  Priori,  ric,  233,  30  ;  248,  29. 
Lapini  Carlo  di  Biagio,  del  popolo  di  S.  Simone,  viene 

condannato  neiravere  e  nella  persona  pcr  trame  con- 

tro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  30. 
Lapo,  V.  Ambrogi  L.  ;  Arrighi  L.  ;  Attaviani  L.  ;  Barloli 

L.  ;  Bencivenni  L.  ;  Bonaititi  L.  ;  BugUasse  L.  ;  Buon- 

figliuoU  L.  ;  Buoni  L.  ;  Buti  L.  ;  Cinghielti  L.  ;  Covoni 

L.  ;  Davanzati  L.  ;  Fafji  L.  ;  Gherardini  L.  ;    Gini  L.  ; 

Gioniani  L.  ;  Marchi  L.  ;  Minerbetli  (de')  L.  ;  NiccoU 

L.  ;  Pacini  L.  ;  Pratese  L.  ;  RomaldeUi  (de')  L.  ;  Ri- 

naldi  L.  ;  Rinnovanti  L-  ;  SaltereUi  L.  ;    Talenti  L.; 

UgoUni  L.  ;  Valori  L.  ;   VeUuti  (de')  L. 
Lapo  Benefaffi,  fc  nelle  liste  dei  Priori  del  1293  febbraio- 

1294  febbraio,    73,  33  ;  v.    anche  Lapo  di  Benefaffi. 
Lapo  Benifasse,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1285  dicem- 

bre-1286  dicembre,  62,  6. 
Lapo  Donati,   V.   ArdinghelU  L.   D. 
Lapo  Guazza,  V.   VUvieri  L.  G. 
Lapo  Uberti,  v.  Vbertini  (degU)  L.  V. 
Lapo  d'Alberto,  v.  Amizzini  L.  d'A. 
Lapo  d'Albertuccio  da  Castiglionchio,   6  nelle  liste 

dei  Priori  del  1319  febbraio-1320  febbraio,  125,  42  ; 

e  del  1321  febbraio-1322  febbraio,  128,  28. 
Lapo  D'Angiolino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1312  feb- 

braio-1313  febbraio.    114,   44;  e  del    1314  febbraio 

1315  febbraio,  119,  20. 


[Lapo  d'Angiolino-Latiiu] 


INDICE  ALFABETICO 


567 


Lapo  d'Angioi.ino,  V.  Magli  (de')  L.  d'A. 

Lapo  di  Bartolo  da  Sesto,  notaio  dei  Priori,  ric,  75,   1. 

Lapo  di   Bartolo,  pannaiuolo,   fe  nelle  liste  dei    Priori 

del  1344  maggio-1345  maggio,  222,  26. 
Lapo  di  Bencivenni,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1307  feb- 

braio-1308  febbraio,   102,    18. 

Lapo  del  Bene,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1341  dicembre- 

1342  dicembre,  190,  28  ;  e  del  1345  maggio-1346  mag- 

gio,  227,  3. 

Lapo  di  Benefaffi  e  del  Bene  Faffi,  h  nelle  liste  dei 

Priori  del  1 2  83  dicembre  1 2  84  dicembre,  60 ,  6;  e  del  1 295 

febbraio-1296  febbraio,  76,  1  ;  v.  anche  Lapo  Benefafji. 

Lapo  di  Biagio,  viene  fatto  popolano  (an.  1379),  364,  32. 

Lapo  di  Biondo  di  Bencio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1298  febbraio-i29g  febbraio,  78,  24. 
Lapo  di  Bonagiunta,   6  nelle  liste  dei  Priori  del  1316 

febbraio-1317  febbraio,   123,    5. 
Lapo  di  Bonaiuto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1294   feb- 
braio-1295  febbraio,  75,   12  ;  e  del     1297    febbraio- 
1298   febbraio,    77,    11. 
Lapo  di  Bruno,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  maggio- 

1345  maggio,  222,  2. 
Lapo  di  Buonfantino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1297  feb- 

braio-1298  febbraio,  77,  7. 
Lapo  del  Buono  viene  fatto  decapitare  dal  Podesti  per 

trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),  361,  12. 
Lapo  di  Castiglionchio,  e  Castiglione,   6  a  capo  di 
congiurati  contro  le  sette  degli  Albizzi  e  dei  Ricci 
(an.  1372),  280,  30  ;  281,  33  ;  6  tra  i  capi  e  i  maggiori 
istigatori  della  Parte  guelfa  per  Tammonire,  308,  7  ; 
6  fatto  capitano  della   Parte  suddetta  con  grande 
Balia  (an.  1377),  310,  15  ;  318,  41,   20  ;  gli  vengono 
date  alle  fiamme  le  case  dal  popolo  in    rivolta  contro 
la  Parte  guelfa  (an.  1378),  319,  10-16  ;   viene  dichia- 
rato  ribelle,  321  13  ;    sue  trame    contro  lo  Stato  con 
Giannozzo  Sacchetti  e  Carlo  di  Durazzo  (an.  1379), 
347,  27-34  ;  352,  24  ;  viene  condannato  dal  Capitano 
neiravere    e    nella    persona    per    complicitci    nella 
congiura  ordita  contro  lo  Stato  365,  6  ;  si  attenta  alla 
sua  vita  in  Roma;  387,  28-35. 
Lapo  di  Dino,  V.  Tolosini  (de')  L.  di  D. 
Lapo  di  Duccio,  V.  Bticelli  L.  di  D. 
Lapo  di  Feo,  V.  Ranieri  L.  di  F. 
Lapo  di  Geri,  V.  Jacopi  L.  di  G. 

Lapo  di  Gherardino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1287  feb- 
braio-1288  aprile,   63,   32  ;  e  del  1294  febbraio-1295 
febbraio,  75,  21. 
Lapo  di  Giambono,  V.  Medici  (de')  L.  di  G.  ;  Orciolini  (de- 

gli)  L.  di  G. 
Lapo  di  Gianni,  V.  Tramontani  L.  di  G. 
Lapo  di  Giovanni,  V.  Bonamichi.  L.  di  G.  ;  Bonaccorsi 
L.  di  G.  ;  Cavacciani  L.  di  G.  ;  Gavacciani  L.  di  G.  ; 
Viviani  L.  di  G. 
Lapo  di  Guarentk,  V.  Domenici  L.  di  G. 
Lapo  di  Guglielmo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  di- 

cembrc  1287  dicembre,  62,  27. 
Lapo  di  Guido,  II.  Tolosini  L.  di  G. 
Lapo  di  Jacopo,  V.  Covoni  (de')  L.  di  ]. 
Lapo  di  Lapo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1347  gennaio- 
1348   gennaio,   229,  29. 


Lapo  di  Lippo,  V.  Grimelli  L.  di  L. 

Lapo  di  Martino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  liiglio- 

1384  agosto,  428,  33. 
Lapo  di  Migliore,  notaio  dei  Priori,  ric,  68,  40. 
Lapo  del  Pac,  h  nelle  liste  dei  Priori  dei  1304  febbraio- 

1305  febbraio,  96,  27. 
Lapo  di  Pace,  V.  Angiolieri  L.  di  P.  ;  Slruffaldi  L.  di  P. 
Lapo  di  Rinaldo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1312  feb- 

braio-1313  febbraio,  114,  28. 
Lapo  di  Rinieri,  V.  Albertini  L.  di  R. 
Lapo  di   Rinovante,   h  nelle  liste  dei  Priori  del   1301 
febbraio-1302  febbraio,  88,   35 ;  del   X310  febbraio- 
1311    febbraio,    108,    3  ;    e   del    1313    febbraio-1314 
febbraio,  116,  5. 
Lapo  di  Rinuccino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1299  feb- 
braio-1300  febbraio,  82,  5;  e  del  1316  febbraio-1317 
febbraio,  122,  40  ;   v.  anche  Lapo  di  Rinuccio. 
Lapo  di  Rinuccio,  h  GonfaJoniere  di  Giustizia  (liste  1329 
dicembre-1330  dicembre),  164,  19  ;  v.  anche  Lapo  di 
Rinuccino. 
Lapo  di  Simone  daLinari,  notaio  dei  Priori,  ric,  127,  35. 
Lapo  di  Spina,  notaio  dei  Priori,  ric,  121,  26  ;  127,  26. 
Lapo  dello  Strozza,   h  nelle  liste  dei  Priori  del   1300 
febbraio-1301   febbraio,   86,  25 ;  del    1303    febbraio 
1304  febbraio,  95,   12  ;   6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1308  febbraio-1309  febbraio),  104,  8. 
Lapo  di  Strozza,  v.  Strozzi  (degli)  L.  di  S. 
Lapo  di  Talento,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1287  feb- 
braio-1288  aprile,   63,   35  ;  del    1307    febbraio-1308 
febbraio,  102,  7  ;  e  del  1314  febbraio-i^i^  febbraio, 
119,  21  ;  f.  anche  Bucelli    (de')  L.  di  T. 
Lapo  d'Ugo,  v.  Spini  (degli)  L.  d'U. 
Lapo  d'Ugolino,  v.  Bcnivieni  L.  d'U. 
Lapo  di  Valore,  h  nelle  liste  dei  Priori  del   1309  feb- 
braio-1310  febbraio,  106,  35  :  t».  anche   Curianni  L. 
di  V. 
Lapo  di  Vanni,  e  di  Vanno,  v.  Rucellai  L.  di  V. 
Lapo  (di),  V.  Bandino  di  L.  ;  Bardo  di  L.  ;  Bernarduccio 
di  L.  ;  Francesco  di  L.  ;  Gianni  di  L.  ;  Giovanni  di 
L.  ;  Lapo  di  L.  ;  Maffeo  di  L.  ;  Naddo  di  L.  ;  Nc^ta- 
gio  di  L.  ;  Ruggieri  di  L.  ;  Salvi  di  L.  ;  Simone  di 
L.  ;  Taddeo  di  L. 
Lapolino,  riferisce  agli  Otto    della    Guardia  le  notiziei 
da  lui  raccolte  intorno  alla  conghira,  ordita  dai  Ciomp 
e  dai   Guelfi   sbanditi  contro  lo   Stato    (an.    1379), 
343,   15-20. 
Lapone,  V.  Salvucci  L. 
Lapozzo  (di),  V.  Niccolb  di  L. 
Lapucci  Bartolo,  h  dei  Priori  (an.   1379  gennaio-feb- 

braio),  361,  42. 
Laterina,  castello  degli  Aretini .  preso  .dai  Fiorentini 
(an.  1289),  66,  16;  viene  riconquistato  dagli  Arctini 
(an.  1304),  94,  1-5  ;  torna  di  nuovo  in  potere  dei 
Fiorentini  che  vi  fanno  riedificare  la  rocca  e  vi  la- 
sciano  duecento  uomini  a  guardia  (an.  1336),  182, 
4-5  ;  trame  dei  Boscoli  d'Arezzo,  per  farvi  entrare 
genti  aretine,  sventate  dai  Fiorentini  (an.  1380), 
388,  5-27. 
Latini  Agnolo,  notaio  dei  Ciompi,  329,  7  ;  331,  JO^;  h 
condannato  nel  capo  pcr  la  rivolta  dei  pred.  336,  20. 


568 


INDICE  ALFABETICO 


[LatiDi-Lippi] 


Latini  Brunetto,  *  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  di- 

cembre-1387  dicembre,  62,  38. 
"Latini    Brunetto    (pseudo)  cil..  LII,  e  ;  LIX, 

«... 

Latini  Matteo,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  138$ 
niaggio-J386  aprile,  443.  7. 

Latini  Niccol6,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  maggio- 
1346  maggio,  226,  35. 

Latino  (cardinale)  [Frangipani  (dei)  Latino  Malabranca 
(ti.)],  viene  inviato  a  Firenze  da  Niccol6  III 
Orsini  per  ristabilire  la  pace  tra  i  Guelfi  e  i  Ghi- 
bellini  (an.  1279),  56,  20-26;  dopo  laboriose  tratta- 
tive  ristabilisce  finalmente  la  pace  tra  i  suddetti 
(an.  1280),  32-36  ;  ordina  ed  inizia  la  costruzione  della 
chiesa  dedicata  a  S.  Domenico  ponendo  egli  stesso 
la  prima  pietra,  29-32 ;  riforme  costituzionali  at- 
tuate  per  sua  ispirazione  per  favorirc  meglio  la  paci- 
ficazione  degli  animi,  57,  1-10;  "  cf.  LXXVIII,  16- 
24-LXXIX,   1-22,,. 

Latino,  re,  della  .stirpe  regia  di  Satumo,  viene  a  pace  con 
Enea  che  aveva  invaso  le  sue  terre  e  gli  dk  in  moglie 
la  sua  figlia  Lavinia,  6,  15,  22,  23. 

Laurenzia,  moglie  di  Faustolo,  nutrice  di  Romolo  e 
Remo,  7,  21. 

Lavinia,  figlia  di  re  Latino  moglie  d'Enea,  6,  18-26. 

Lavinio,  figlio  di  Fauno  e  fratello  di  Latino,  6,   14-15. 

Lazzari  LazzaRo  di  Foresino,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1351  gennaio-1352  gennaio,  241,  8. 

Lazzerini  Filippo,  6  fatto  prigioniero  nella  presa  di  S. 
Miniato  ed  inviato  a  Firenze  ove  viene  mandato  a 
morte,  272,  18-27;  strazio  fatto  dalla  foUa  del  suo 
cadavere,  28-40. 

Leccb  (vescovo  di),  consigliere  del  Duca  d'Atene  in 
Firenze,  200,  23. 

Lemmi  Francesco  di  Jacopo,  h  dei  Priori  (liste  1378 
marzo-1379  aprile),  342,  26. 

Lenzo  di  Guido,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  maggio- 
1346  maggio,  227,  27. 

Leo  di  Lapo  di  Nino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1380 
marzo-1381  febbraio,  391,  10. 

Leonardo  Bartolini,  V.  Salimbeni  L.  B. 

Leonardo  di  Bartolino,  V.  Salimbeni  L.  di  B. 

Leonardo  di  Bartolomeo,  V.  Asini  (degli)  L.  di  B. 

Leonardo  di  Bellincione,  i  dei  Priori  (an.  1378  gen- 
naio-febbraio),  341,  9  ;  viene  confinato  a  Grosseto 
(an.  1381),  408,  23  ;  v,  anche  Leonardc  di  Bellincionc 
di  Berto. 

Leonardo  di  Bellincione  di  Berto,  partecipa  come 
Gonfaloniere  di  compagnia  del  quartiere  S.  Croce 
alla  Balia  per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381), 
394,  31  ;  V,  anche  Leonardo  di  Bellincione. 

Leonardo  di  Bindo,  V.  Ferrucci  L.  di  B. 

Leonardo  di  Cecco  da  Vinci,  6  Gonfaloniere  di  com- 
pagnia  pel  quartiere  S.  Spirito  (an.  1378),  326,  25. 

Leonardo  del  Chiaro  di  Botte,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1376  gennaio-1377  gennaio,  307,  1  ;  viene  escluso 
dagli  uffici  per  tre  anni  (an.  1379),  363,  45. 

Leonardo  di  Geppo,  t>.  Pitti  L.  di  G. 

Leonardo  di  Giovanni,  vergheggiatore,  6  fatto  Popo- 
lano,  364,  20 ;  t;.  anche  Raffacani  (dei)  L.  di  G. 


Lbonardo  di  Lorenzo,  viene  condannato  nell'avere  e 
nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378), 
339.  15  ;  e  di  miovo  p«r  la  spedizione  so  Figline  (an. 
1379).  351,  29. 

Leonardo  di  Neri  Di  Benedetto,  i  nelU  liste  dei  Priori 
del  1364  gennaio-i36s  gennaio,  265,  13  ;  del  1372 
gennaio-1373  gennaio,  284,  21  ;  i  dei  Cinquantadue 
cittadini  cui  viene  data  la  Balia,  insieme  ai  Priori  c 
Collegi,  per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  396,  15. 

Leonardo  di  Niccol6,  v.  Beccanugi  L.  di  N. 

Leonardo  di  Piero  di  Grifo,  viene  bandito  come  ri- 
bclle  (an.  1380),  370,  39. 

Leonardo  di  Rinieri,  V.  Rustichi  L.  di  R- 

Leonardo  di  Sandro,  V.  Peruzzi  L.  di  S. 

Leonardo  di  Stefano,  k  dei  Priori  (an.  1380  luglio- 
agosto),  374,  33. 

Leonardo  di  Teo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  set- 
tembre-1384  aprile,  435,  1. 

Leonardo  di  Tommaso,  ti.  Peruzzi  (de')  L.  di  T. 

Leoncino,  V.  Franchini  L. 

Leoncino  di  Alberto,  V.  Girolami  L.  di  A. 

Leoncino  di  Franchino,  6  nelle  liste  dei  Priori  (an. 
1378  luglio-agosto),  326,  10  ;  va  con  altri  ufficiali 
per  ordinare  ai  Ciompi  la  consegna  del  Gonfalone, 
334.  6-9  ;  V.  anche  Franchini  Leoncino. 

Leone  [III),  PP-  (aa.  795-816)  gli  viene  inviata  dai  Fio- 
rentini  un'ambasceria  per  invocare  il  suo  aiuto  per 
la  riedificazione  di  Firenze  (an.  810),  17,  24-39. 

Leone,  imperatore  di  Costantinopoli,  (au.  474),  ric, 
16,  33-34. 

Leone,  V.  Acciaiuoli  (degli)  L.  ;  Guicciardini  L. 

Leone  di  Simone,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1325  feb- 
braio-1326  febbraio,  152,  20. 

Leone  di  Tuccio,  V.  Guicciardini  (de')  L.  di  T. 

Leone  (di),  V.  Maso  di  L. 

"  Leopoldo  I,  Granduca  di  Toscana  (aa.  1765-1790), 
acquista  per  la  biblioteca  Magliabecchiana  un  codice 
della  cronaca  dello  Stefani,  VII,  27-28  ,,. 

LiNARi,  castello,  patria  degU  antenati  di  Urbano  VI, 
ric,  312,  5-10. 

Lionardo,  V.  Leonardo. 

LiONE,  c,  ric,  34,  21  ;  35,  9. 

Lione  (concilio  di),  ric,  55,  22. 

Lippaccio  da  Massa  della  Marca  d'.\ncona,  caporale 
della  Compagnia  S.  Giorgio,  ric,  367,   14. 

LippAccio  Di  Duccio,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1343 
apriIe-1344  aprile,  219,  23. 

Lippi  Francesco,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gen- 
naio-1349  gennaio,  234,  10  ;  e  del  1368  gennaio- 
1369  gennaio,  273,  33. 

Lippi  GiovANNi  Di  Chino,  i  nelle  liste  dei 
Priori  del  1382  gennaio-1383  aprile,  425,  12. 

Lippi  GuiDO  DA  Settimo,  notaio  dei  Priori,  ric,  112.  43. 

LiPPi  MicHELE  Di  Francesco,  viene  condannato  a  lire 
duecento  (an.  1381),  401,  23. 

LiPPi  Neri,  h  nelle  liste  dei  Priori  dcl  1327  febbr.ii"- 
1328  febbraio,   157,   36. 

LiPPi  PiERo  Di  Chino,  fe  dei  Cinquantadue  cittadini  cui 
viene  data  la  Balja,  insieme  ai  Priori  e  CoIIcgi,  per  la 
riforma  del  Govemo  (an.  1381),  395,  26. 


[Lippi-Lorenzo  d'AngeIo] 


INDICE  ALFABETICO 


569 


LiPPi  RuGGERi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1361  gennaio- 

1362  gennaio,  260,  25. 
LiPPi  Salvestro,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1372   gennaio- 

1373  gennaio,  284,  20. 
LiPPi    Uguccione   di     Francesco   viene   condannato   a 

lire  duecento  (an.  1381),  401,  22. 
LiPPi  Zanobi  di  Bartolo,   6  nelle  liste  dei  Priori    del 

1377  gennaio-1378  luglio,  314,  13. 
LiPPO,  V.  Aldobrandini  L.  ;  Amizzini  L.  ;  Bonamichi  L.  ; 

Centinari  {de)  L.  ;  Dini  L.  ;  Guardi  L.  ;  Manni  L.  ; 

Pieri  L.  ;  Ricchi  L.  ;  Rinucci  L.  ;  Rocchi  L.  ;  Vinci   L. 
LiPPO  Di  Bartolo,  V.  Albizzi  (degli)  L.  di  B. 
Lippo  Di  Bencivenni,  V.  Mancini  (de')  L.  di  B. 
Lippo  Di  Cambio  da  Vinci,  notaio  dei  Priori,  ric,  160, 

37  ;  183.  27. 
LlPPO  Di  DiNO,  notaio   dei  Priori,    ric,  119,  7  ;  188,  37  ; 

V.    anche  Tinghi  L.  di  D. 
LiPPO  Di  FAI.CO,  V.  Cambi  L.  di  F. 
LiPPO  Di  Giovanni,  V.  Cornacchini  L.  di  G. 
LlPPO       DI        GlOVANNI,       vocato         Lisca, 

^  lulle  lisie  dei  Priori  del  1364  gennaio-1363  gennaio, 

265,  12. 
Lippo  Di  Lapo,  V.  Arrighi  L.  di  L. 
Lippo  Di  LoTTO,  e  nelle  li.ste  dei  Priori  del  1345  niaggio- 

1346  maggio,  227,  7. 
Lippo  Di  Manno,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1298  febbraio- 

1299  febbraio,  78,  i. 
LiPPO  Di  Pagni,  V.  Strozzi  (degli)  L.  di  P. 
Lippo  Di  Puccio,  V.  Benvenuti  L.  di  P. 
Lippo  Di  Ranuccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1294  feb- 

braio-1295  febbraio,  74,  40. 
Lippo  Di  Ricco,  V.  Arlotli  L.  di  R. 
Lippo  DEL  Saggina  di  Dono,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1338  dicembre-1339  dicembre,   187,   9  ;   6  Gonfalo- 

niere  di  Giustizia  (liste   1346  maggio-1347  gennaio), 

228,  12. 
Lippo  Di  Salvaterra,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1293 

febbraio-1294  febbraio,  73,  34. 
LiPPO  Di  Tracca,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1299  feb- 

braio-1300  febbraio,  82,  25. 
Lippo  Di  Vanni,  V.  Rucellai  L.  di  V. 
Lippo  (di),  V.  Andrea  di  Neri  di  L.  ;  Banco  di  L.  ;  Ca- 

stello  di  L.  ;  Giovanni  di  L.  ;  Giuliano  di  L.  ;  Neri 

di  L.  ;  Piero  di  Neri  di  L.  ;  Stefano  di  L.  ;  Tommaso 

di  Neri  di  L. 
Lippozzo  (di),  V.  Andrea  di  L. 
LiSABETTA,  V.  EHsobetta. 

LiscHi,  fam.  fiorentina  di  parte  ghibellina,  ric,  273,  15. 
LiscHi  (de')  Andrea  di  Tbllo,  viene  bandito  da  Firenze 

(an.  1360),  258,  10. 
LisEi,  fam.  V.  Elisei. 
LoDovico  iL  Bavaro,  imperatore,  (aa.  1313-1347),  sceso 

in   Italia  per  l^incoronazione  viene  scomunicato  da 

Giovanni  XXII  (an.  1327),  153,  5-8  ;  giunto  a  Lucca 

nomina  Castruccio,  in  ricompensa  degli  aiuti  a  lui 

prestati,  Duca  e  gli  conferma,  non  solo  la  signoria 

delle  terre  avute  sino  allora,  ma  anche  quella  di  Vol- 

terra,  27-29  ;  dk  in  signoria  aUo  stesso  anche  alcune 

terre  che  prima  erano  dei  Pisani,  154,  22-24  ;  viene 

incoronato  in  Roma  (an.  1328);  155,  1-5 ;  informato 


della  morte  di  Castruccio  e  saputo  che  i  figli  di  questo 
erano  entrati  in  Pisa  coi  fuorusciti  fiorentini,  corre 
a  Pisa,  ne  caccia  questi  e  forma  un  Governo  ad  essi 
ostile,  lasciandovi  poi  come  suo  Vicario  Tarlatino 
dei  Tarlati,  39-42  ;  156,  1-7  ;  toglie  ai  pred.  anche 
la  c.  di  Lucca  e  venuto  poi  a  conoscenza  che  il  Vicario 
da  lui  qua  lasciato,  Ipocrato,  aveva  sposato  la  figlia 
di  Castruccio,  torna  a  Lucca  e  ritolto  a  questo  Tuffi- 
cio  manda  in  bando  a  Pontremoli  la  moglie  e  i  figli 
del  detto  Castruccio,  27-37  ;  157,  1-3  ;  si  fa  versare 
dai  Lucchesi  e  dai  Pisani  forti  contributi,  4-6  ;  parte 
da  Pisa  (an.  1329),  161,22-23  ;  gli  vengono  inviati  dai 
Fiorentini  ambasc  per  venire  ad  accordi  a  riguardo 
di  Lucca  ma  senza  pratico  risultato,  188,  10-11  ; 
189,    1-3  ;  192,    37-38. 

LoDovico  d'Adoardo,  V.  Acciaiuoli  (degli)  L.  d'A. 

L  o  D  o  v  I  c  o  d'A  n  d  r  e  a,  i  nelle  liste  dei  Priori 
del  1385  maggiQ-1386  aprile,  443,  3«. 

LoDovico  degli  Andoli,  V.  Loteringo  di  Andald. 

LoDovico  Di  Banco  di  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  2  ;  6  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1376  gennaio-1377  gennaio), 
307,  16  ;  viene  escluso  dagli  uffici  per  dieci  anni 
(an.  1378),  321,  24  ;  poi  di  nuovo  per  altri  tre  (an. 
1379),  364,  13. 

Lodovico  di  Bono,  V.  Rinuui  L.  di  B. 

LoDovico  Di  Donato,  V.  Bellondi  L.  di  D. 

LoDovico  Di  Gherardo  della  Fioraia,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1370  gennaio-i37i  gennaio,  276,  14. 

Lodovico  di  Giovanni,  V.  Dossi  L.  di  G. 

LoDovico  Di  Piero,  V.  Baldovitutti  L.  di  P. 

Loli  Andrea,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gennaio- 
1351  gennaio,  240,  U  ;  del  1355  gennaio-1356  gen- 
naio,  250,  1  ;  e  del  1363  gennaio-i364  gennaio, 
264.  4. 

Lombardia  (Card.  Legatodi),  V.  [Poggetto  (del)  Bertrando] 
Card.  Legato  di  L. 

LoMBARDO  (del)  i;.  Filippo  del  L. 

LoNGOBARDi,  popoii  barbari,  scendono  in  Italia,  secondo 
la  leggendaria  narrazione  dello  Stefani,  con  il  loro 
re  Rotario  neiranno  570  e  roccupano  e  la  dominano 
per  duecentocinque  anni,  17,  9-12  ;  pone  termine 
alla  loro  dominazione  nella  penisola  Carlo  Magno 
(an.  775),  12-14. 

LoRE  (di),  V.  Bartolo  di  L.  ;  Stoldo  di  L. 

Lorenzo,  V.  Sassoli  L. 

LoRENZO  d'Aglino,  V.  AgUoni  (degli)  Lorenxo  d'A. 

LoRENZO  d'Agnolo,  del  popolo  di  S.  Lorenzo,  viene  con- 
dannato  neiravere  e  nella  persona  per  trame  contro 
lo  Stato  (an.  1378),  339,  27. 

LoRENZO  d'Agnolo,  maniscalco,  h  degli  Otto  della  Guar- 
dia  (an.  X379),  314,  33  ;  partecipa  alla  Balia  per  la 
riforma  del  Governo  come  Capitano  di  Parte  guelfa 
(an.  1381),  409,  20. 

LoRENZO  d'Andrea,  6  dei  Priori  (an.  1380  novembre- 
dicembre),  384,  5  ;  6  dei  Cinquantadue  cittadini  cui 
viene  data  la  Balia,  insieme  ai  Priori  e  Collegi,  per  la 
riforma  del  Govemo  (an.  1381),  396,  10. 

Lorenzo  d'Angelo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1383 
lugIio-1384  agosto,  428,  16. 


570 


INDICE  ALFABETICO 


[Lorenzo  di  Banxlctto.Lottiai] 


LoRBNZO  Di  Bknedbtto,  viene  condannato  neU'avere 
e  nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378), 
339,  36. 

LoRBNZo  Di  Bbrnardo,  i  nelle  liste  dei  Priori 
del  1385  maggio-ijSd  aprile,  443,  6. 

LoRENZO  Di  Caro,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1328  di- 
cemgre-1329  dicembre,  160,  31. 

LoRBNZO  DA  Castbl  S.  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  36. 

LoRENZO  Di  Cresci,  6  dei  Priori  (an.  1380  novembre- 
dicembre),  384,  8. 

LoRBNZO  Di  DiNO,  viene  ammonito  (an.  1377),  305, 
20-21  ;  308,  39  ;  viene  fatto  prendere  e  mettere  alla 
tortura,  310,  22-40  ;  6  degli  Otto  uflficiali  incaricati 
della  vendita  dei  beni  dei  ribelli  (an.  1380),  386, 
14 ;  viene  condannato  in  lire  trecento  (an.  1381), 
401.  14. 

LoRENZo  Di  DONATO,  h  Gonfaloniere  di  Compagnia  pel 
quartiere  di  S.  Spirito  (an.  1378),  326,  22  ;  6  dei  capi 
della  coalizione  democratica  che  reclama  maggiore 
rigore  sui  rei  di  complotti,  specie  sui  piii  ricchi  e  po- 
tenti  (an.  1379),  344,  13  ;  k  posto  a  capo  dei  cittadini 
in  armi  per  la  difesa  della  c.  e  del  Palazzo  (an.  1379), 

355,  25  ;  va  con  gli  altri  tre  suoi  coUeghi  dai  Priori 
per  riferire  il  mormorio  del  popolo  e  il  timore  di  que- 
sto  che  qualche  parente  dei  giustiziati  deirultimo 
processo  non  potesse  essere  estratto  dalle  borse  dei 
Priori,  361,  27  ;  w.    anche    Viviani   L.  di  D. 

LoRENZo  Di  DoNATO,  cHiAMATO  Persona,  6  condannato 
neiravere  e  nella  persona  (an.  1381),  400,  26. 

LoRENZO  Di  FiLiPPO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  lu- 
giio-1384  agosto,  428,  34  ;  V.  anche  Capponi  L.  di  F. 

LoRENZo  Di  Giovannetto,  V.  Zampaloca  L.  di  G. 

LoRENZO  Di  Giovanni,  V.  Loltini  L.  di  G. 

Lorenzo  di  Giovanni  da  Firenze,  viene  preso  e  conse- 
gnato  al  Podesti  come  sospetto  di  compliciti  della 
congiura  allora  scoperta  contro  lo  Stato  (an.   1379), 

356,  14  ;  viene  fatto  decapitare,  357,  35. 
LoRENZo  di  GioVANNi  DETTO  Nencio  Cecco,  vieue  fatto 

prendere   dagli   Otto   della   Guardia   come   complice 

della  congiura  contro  lo  Stato  allora  scoperta  (an. 

1379).  355,   12-16  ;  confessa  la  sua  responsabiliti  e 

rivela  le  fila  di  essa  congiura  e  i  nomi  dei  complici, 

12-16  ;  sua  intrepidezza  davanti  ai  giudici  360,   30- 

35  ;  viene  fatto  decapitare,  361 ,  3. 
LoRENZo  Di  Giovanni  detto  Schiavo,  viene  condannato 

per  trame  a  tre  anni  di  confine  ed  a  lire  mille  (an. 

1378),  340,  11. 
LoRSNZO  Di  Guinzello,  i;.  Fracassini  L.  di  G. 
LoRENZo  Di  Jacopino,  V.  GualingM  L.  di  J. 
LoRENZo  Di  Jacopo,  V.  Marsili  L.  di  J. 
Lorenzo  di  Lando,  notaio  dei  Priori,  ric,  424,  24. 
LoRENZo  Di  Lippo,  V.  Mancini  L.  di  L. 
LoRENZO  di  Mari,  V.  VHlanucci  L.  di  M. 
LoRENzo     Di    Martino    di    Cambio,    i  netle 

liste  dei  Priori  del  1382  gennaio-1383  aprile,  425,  5. 
LoRENZo  Di  Matteo,  V.  Boninsegna  L.  di  M. 
LoRENZo  Di  Meglio,  V.  FagiuoU  L.  di  M. 
LoRENZo  Di  Neri  del  Bezzole,  fe  nelle  liste  dei  Priori 

del  1343  aprae-r344  aprUe,  219,  29. 


LORBNZo   Di   Puccio,    6   dei    Priori    (an.    1379   gennaio- 

febbraio),  362,  4  ;    v.  anche  Cambi  L.  di  P. 
LoRENZo  Di  RicovBRO,  £  dci  Dodici  buoni  uomini  pel 

quartiere  di  S.  Spirito  (an.  1378),  326, 29. 
LoRENZO  Di   RiDOLFO,   6  uelle  liste  dei  Priori  del   1348 

gennaio-1349  gennaio,  233,  35. 
LoRENZo  Di  ROMEO,  h  dei  Priori  (an.   1379    maggio-giu- 

gno),  345.  29. 
LoRENZO  Di  SiMONE,  6  dei  Priori  (an.  1378  gennaio-feb- 

braio),  341,  8. 
LORENZo  Di  Spinello,  6  fatto  Proposto  delle  arti,  362,  39. 
LoRENZO  Di   Taldo,  del  popolo  di   S.   Ambrogio,  vicn« 

fatto  decapitare  per  congiure  contro  lo  Stato   (an. 

1379).  361,  6. 
LoRENZo  Di  Tano,  notaio  de;  Priori,  ric,  274, 11  ;  389,  23. 
LoRBNZO   DEL  Toso,   k  Gonfalouiere  di  Compagnia  pel 

quartiere  di  S.  Maria  Novella  (an.   1378),  326,  36  ; 

k  degli  Otto  ufficiali  della  Guardia  e  partecipa  alla 

Balia  per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  396,  43. 
LoRENZO  (di),  V.  Nanni  di  L.  ;  Ridolfo  di  L. 
"  LoRENZONi  Antonio,  ric,  X,  4-S  „. 
LoRiNo,  V.  Bonaiuti  L. 
LoRiNO  Di  BoNAiUTO,  6  Gonfalonierc  di  Giustizia  (liste 

1345  maggio-1346  maggio),  227.  19. 
Loso  Di  Lapo,  V.  Strozzi  (degli)  L.  di  L. 
"  LoTERiNGO  Di  Andal6  [Lodovigo  degli  Artdoli],  Frate 

Gaudente,  viene  chiamato  al  palazzo  del  podesta  di 

Firenze  insieme    ad    altri   per    vedere  di  frenare  le, 

spese  del  Comune  ed  accontentare  i  cittadini,  LXXI 

14  „  ;  cf.  50,  39  ;  51.  2. 
LoTTERiNGHi  Francesco,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1322 

febbraio-1323  febbraio,  131,  28. 
LoTTERiNGHi  RiNALDO,  e  nelle  liste    dei  Priori  del   1322 

febbraio-1323  febbraio,  131,  11. 
LoTTERiNGHi    Ugo,  6  nelle  liste  dei    Priori  del  1327  feb- 

braio-1328   febbraio,    158,    15  ;    del    1331   dicembre- 

1332    dicembre,    168,    39  ;    del    1335   dicembre-1336 

dicembre,    183,    14  ;   e   del    1341     dicembre-1342   di- 

cembre,  190,  32. 
LoTTERiNGO  DA  MoNTESPERTOLi,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del   1295  febbraio-1296  febbraio,  75,  30  ;  e  del    1303 

febbraio-1304  febbraio,  94,  40. 
LoTTi  DONO,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1354  gennaio- 

1355  gennaio,  248,  13. 
LoTTi  Segna,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1351  gennaio- 

1352  gennaio,  240,  36. 
LoTTiERi   Benincasa,   6  nelle  liste  dei   Priori   del    1283 

dicembre-1284  dicembre,  59,  34. 
LoTTiERi  RoMEO,  notaio  dei  Priori,  ric,  86,  21. 
LoTTiBRi,  t;.  Davanzati  L. 

LoTTiERi  Di  Benincasa,  V.  Beccuto  (del)  L.  di  B- 
LOTTiERi  DA  FiLiCAiA,  ft  uelle  liste  dei  Priori  del   1350 

gennaio-1351  gennaio,  239,  28. 
LOTTiERi  Di  Lapo,  V.  Gherardini  L.  di  L. 
Lottieri  di  Rinaldo  da  Barberino,  notaio  dei  Priori, 

ric,  104,  9. 
LoTTiERO  Di  Chito,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gen- 

anio-1349  gennaio,  233,  25. 
LoTTiNi  Cetto  di  Giovanni.  i  nelle  liste  dei  Priori  del 

1360  geiinaio-1361  gennaio.  258.  28. 


[LotUni-Lucca] 


INDICE  ALFABETICO 


571 


LoiTiNi   LORENZO    Di   GiovANNi,    viene   ammonito    (an. 

1377).  305,  11  ;  309,  i. 
LOTTO,  V.  Agli  (degli)  L.  ;    Gonzi  L.  ;  Guineldi  L.  ;  Nardi 
L.  ;  Pucci  L.  ;  Salvi  L. 

LoTTO  DONATI,  V.  Antella  (delV)  L.  D. 
I.OTTO  d'Ardingo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1306  feb- 
braio-1307  febbraio,  99,  29  ;  6  Goufaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1316  febbraio-1317  febbraio),  123,  25  ; 
6  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1319  febbraio- 
1320  febbraio,  126,  2. 

F.OTTO  Di  Cambio,  V.  Salviati  L.  di  C. 

LoTTO  Di  Dello,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1303 
febbraio-1304  febbraio),  95,   15. 

LoTTO  Di  GuiDO,  V.  Mancini  {de')  L.  di  G. 

LoTTO  Di  GuiDONE  Malabocca,  V.  Mancini  {de')  L.  di 
G.  M. 

LoTTO  DEL  MiGLioRE,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1294 
febbraio-1295  febbraio,  74,  42. 

LoTTO  Di  Puccio,  V.  Ardinghi  L.  di  P. 

LoTTo  (di),  V.  Agnolo  di  Giovanni  di  L.  ;  Francesco  di 
L.  ;  Lippo  di  L.  ;  Michele  di  Vanni  di  L.  ;  Segna  di 
L.  ;  Tano  di  L.  ;  Vanni  di  L. 

LucA,  V.  Alberli  L.  ;  Guicciardini  L. 

LucA  Di  Feo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1359  gennaio- 
1360  gennaio,  256,  1. 

LucA  Di  Feo,  V.  Ugolini  L.  di  F. 

LucA  Di  FoRESE,  V.  Solviati  L.  di  F. 

LucA  Di  Francesco,  notaio  det  Priori,  ric. , 
425,  //. 

LucA  Di  Geri,  V.  Strozzi  [degli)  L.  di  G. 

Luca  di  GiovANNi  DEL  Pecchia,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1382  gennaio-1383  aprile,  425,  9. 

Luca  di  Guido,  vocato  Migliuzza,  viene  condannato 
neiravere  e  nella  persona  per  compliciti  nella  rivolta 
dei  Ciompi  (an.  1378),  337,  6. 

Luca  del  Melano,  viene  condannato  neU'avere  e  nella 
persona  per  compliciti  nella  rivolta  dei  Ciompi  (an. 
1378),  337,  1  ;  340,  31  ;  e  nuovamente  (an.  1379). 
366,  3. 

LucA  Di  Piero  di  Viehi,  6  dei  Priori  (an.  1380  maggio- 
giugno),  372,  17. 

LucA  Di  Sandro,  V.  Alfani  L.  di  S. 

LucA  Di  Simone,  6  degli  Otto  uf&ciali  incaricati  della 
vendita  dei  beni  dei  ribelli  (an.  1380),  386,  13. 

LucA  Di  ToTTO  DA  Panzano,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1354  gennaio-1355  gennaio,  247,  33  ;  del  1360  gen- 
naio-1361  gennaio,  258,  28  ;  del  1364  gennaio-1365 
gennaio,  264,  «  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1368  gennaio-1369  gennaio),  273,  38  ;  e  di  miovo  nelle 
liste  dei  Priori  del  1370  gennaio-i^^i  gennaio,  276. 
12  ;  si  mette  a  disposizione  completa,  insieme  a  suo 
nipote  Tommasino  ed  a  molti  altri  sbanditi,  dei 
Ciompi  in  rivolta  (an.  1378),  329,  25-29  ;  domanda 
a  questi  d'essere  fatto  cavaliere  del  popolo  minuto, 
che  egli  chiama  il  popolo  di  Dio,  29-32  ;  fatto  cavaliere 
viene  nominato  dai  detti  Ciompi  loro  Capitano  ed  in 
tale  qualiti  egli  muove  con  loro  verso  la  prigione 
della  Scala,  ove,  in  nome  del  popolo  di  Dio,  libera  i 
detenuti,  32-42  ;  promette  d'andare  al  palazzo  della 
Parte  guelfa  per    prenderne    il    gonfalone,    ma  par- 


tito  poi  con  i  suoi  fidi  non  fa  piii  ritorno,  lasciando 
dietro  di  s6  grandi  dicerie  intorno  alle  sue  imprese, 
330,  3-13  ;  viene  condannato  nel  capo  per  la  sua 
complicita  nella  rivolta  dei  Ciompi  (an.  1378),  336, 
21  ;  viene  nuovamente  condannato  neU'avere  e  nella 
persona  per  la  spedizione  contro  Figline  (an.  1379), 
351,  19. 

LucA  Di  Vanni,  h,  nelle  liste  dei  Priori  del  1361  gennaio- 
1362  gennaio,  260,  23  ;  del  1365  gennaio-1366  gennaio, 
265,  38  ;  del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  29  ; 
e  del  1381  marzo-1382  aprile,  406,  42. 

LucA  (Di),  v.  Giovannt  di  L.  ;  Guido  di  L.  ;  Maso  di  L.  ; 
Tommaso  di  L. 

Lucardesi,  fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  28,  22  ;  esce 
da  Firenze  airannunzio  della  sconfitta  di  Monta- 
perti  (an.  1260),  48,  11. 

LucARiNO,  del  popolo  di  S.  Giorgio,  condannato  neiravere, 
e  nelle  persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379), 
365,  37. 

LuccA,  accoglie  dopo  la  sconfitta  di  Montaperti  i  Guelfi 
usciti  da  Firenze  (an.  1260),  47,  41-42;  48,  37-38  ; 
49,  13  ;  viene  assalita  da  Guido  Novello  e  dalla  lega 
ghibellina  e  viene  costretta  quindi  a  cacciare  anche 
essa  i  Guelfi  (an.  1263),  23,  35  ;  attaccata  dai  Senesi  e 
dai  Ghibellini  viene  soccorsa  dai  Fiorentini  che  scon- 
figgono  questi  al  primo  scontro  (an.  1269),  54,  20- 
24  ;  cade  in  potere  dei  Pisani  e  dei  Ghibellini  e  di 
Uguccione  della  Faggiuola  che  le  portono  via  il  ricco 
tesoro,  ch'essa  custodiva  in  S.  Frediano  per  conto  della 
Chiesa  di  Roma  (an.  1314),  114,  14-16  ;  ne  viene 
creato  Signore  Castruccio  Castracani  (an.  1316),  120, 
16-17,  15-26 ;  aderisce  alla  lega  dei  Comuni  della 
Toscana  propugnata  da  re  Roberto  (an.  1317),  123, 
31-39  ;  morto  Castraccio  viene  occupata  dalle  truppe 
tedesche,  lasciate  da  Lodovico  il  Bavaro  al  Ceruglio, 
condotte  da  Marco  Visconti  (an.  1329),  161,  33-37 
viene  venduta  da  queste  a  Gherardino  degli  Spinoli 
163,  33-35  ;  viene  assediata  dai  Fiorentini  (an.  1330) 
166,  37-40  ;  168,  1-7  ;  venduta  per6  dal  detto  Ghe 
rardino  a  Giovanni  di  Boemia,  i  Fiorentini  sono  co 
stretti  da  questo  a  togliere  Tassedio  (an.  1331),  168 
26-34  ;  viene  occupata  da  Mastino  della  Scala  che 
Taveva  ottenuta  in  cambio  di  altre  terre  dal  Vicario 
di  Giovanni  di  Boemia  (an.  1335),  178,  21-25  ;  viene 
assediata  dai  Pisani  (an.  1340),  188,  6-7  ;  falliti  i 
tentativi  dei  Fiorentini  di  venide  in  aiuto,  si  arrcnde 
ai  Pisani,  190,  11-15;  191,  11-12;  193,  5-21,  29-34  ; 
in  seguito  alla  pace  da  questi  conclusa  con  il  Duca 
d'Atene  le  viene  promessa  la  restituzione  della  li- 
bert^  (an.  1342),  198,  8-11  ;  vi  giunge  rimperatore 
Carlo  IV  che  vi  lascia  come  suo  vicario  il  Patriarca 
d'Aquileia  (an.  1368),  268,  32-33  ;  riacquista  la  li- 
berti,  33-34  ;  viene  a  patti  con  la  brigata  di  Gian- 
notto,  Siniscalco  di  Carlo  di  Durazzo,  che  minac- 
ciava  insieme  alla  Compagnia  di  S.  Giorgio  le  sue 
tesre  (an.  1379).  368,  25  ;  369,  40-48;  ric.  271,  17; 
V.  anche  Lucchesi. 

LuccA  {chiesa  di  S.  Frediano)  [S.  Friano\.  vi  viene  rnbato 
dai  Ghibellini  il  tesoro  che  14  si  custodiva  per  conto 
della  Chiesa  di  Roma  (an.  1314),  114,  14-1  9. 


572 


INDICE  ALFABETICO 


[Lacca-Luti  di  RituUda] 


JLuccA  {famiglie),  v.  Interminelli ;  Castrucci;  Caslruc- 
cini ;  Obixi  {degli) 

LUCCA  "  {archivio),  cit.,  XXXII,  8  „. 

LuccHBSi,  fanno  preparativi  di  guerra  contro  Pisa  (an. 
1177),  23,  12;  vengono  attaccati  dai  Pisani  c  scon- 
fitti  (an.  1252),  40,  29-30  ;  vengono  in  loro  aiuto  i 
Fiorentini  che  costringono  i  Pisani  a  venire  a  pace 
(an.  1256),  43,  18-23  ;  fiorino  battuto  in  ricordo  del- 
l'awenimento,  23-25  ;  assaliti  dai  Senesi,  corrono 
ugualmcnte  in  loro  aiuto  i  Fiorentini  che  sconfig- 
gono  i  detti  Senesi  (an.  1269),  54,  7-12  ;  muovono 
coi  Fiorentini  contro  Pisa,  20-24  ;  si  fanno  mediatori 
di  pace  tra  i  Fiorentini  ed  i  Senesi  (an.  1270),  35-36  ; 
55,  1  ;  stringono  lega  coi  Fiorentini  coi  Senesi  e 
con  altri  Comuni  contro  Pisa  (an.  1284),  60,  24-29  ; 
vanno  con  gli  alleati  contro  di  questa  (an.  1289}, 
66,  24-27  ;  67,  32-37  ;  69,  21-28  ;  vanno  coi  Fiorentini 
contro  Pistoia  e  ne  danneggiano  il  territorio  (an. 
1302),  87,  6-12  ;  e  di  nuovo  (an.  1303),  89,  30-34  ; 
intervengono  come  pacieri  durante  una  mischia 
cittadina  scoppiata  entro  Firenze,  90,  14-24  ;  strin- 
gono  d'assedio  coi  Fiorentini  Pistoia  (an.  1305), 
95,  26-28  ;  la  prendono  e  .se  ne  dividono  tra  loro  il 
territorio  (an.  1306),  96,  36-43  ;  tentano  di  distrug- 
gere  la  c.  ma  ne  vengono  impediti  dai  Fiorentini 
(an.  1309),  103,  5-12 ;  inviano  aiuti  ai  Fiorentini 
predetti  contro  Arrigo  VII  (an.  1312),  111,  19-20  ; 
inviano  loro  genti  in  aiuto  di  Carlo  di  Calabria  Si- 
gnore  di  Firenze  (an.  1326),  150,  3  ;  assediano  Pisa 
con  gli  alleati  (an.  1332),  172,  34  ;  stringono  nuova 
lega  coi  Fiorentini  coi  Senesi  e  coi  Pisani  (an.  1380), 
376,  36-40  ;  377,  1  ;  inviano  nuovamente  aiuti  ai  Fio- 
rentini  (an.  1384),  431,  11  ;  t;.  anche  Lttcca. 

Luccio  (di),  V.  Guglielmo  di  L. 

LucHiNi  Francksco,  vocato  Checco  di  Neri,  condan- 
nato  come  ribelle  (an.  1380),  373,  36. 

LuciGNANO,  castello,  viene  difeso  dagli  Aretini  contro  le 
minacce  dei  Senesi  (an.  1288),  64,  11  ;  viene  occupato 
da  questi  (an.  1289),  66,  11  ;  ric.  437,  24. 

Lucio  [Lttccio],  conte,  condottiero  di  ventura,  341,  40-41  ; 
342,  3  ;  345,  12-14. 

LuCREZiA,  figlia  di  Bruto,  si  uccide  per  la  violenza  subita 
da  Tarquinio  il  Superbo,  8,  22-26. 

LuFMASTRO  (I),  ambasc.  dell'imperatore  Lodovico  il  Bavaro 
pr.  i  Fiorentini,  189,  1  ;  192,  37. 

LuiGi  [VIIIJ  re  di  Francia  (an.  1223-1226),  padre  di 
Carlo  d'Angi6,  ric,   50,   10-11. 

LuiGi  d'Angi6,  figlio  di  Giovanni  duca  d'Angi6,  reggente 
di  Francia,  adottato  dalla  regina  Giovanna  di  Napoli, 
viene  in  Italia  contro  Carlo  di  Durazzo  (an.  1382), 
411,  42-44  ;  manda  ambasc.  a  Firenze  per  annun- 
ziare  il  suo  arrivo  in  Italia,  416,  33-43  ;  417,  1-12  ; 
ricevB  in  Bologna  gli  ambasc.  mandati  a  lui  dai  Fio- 
rentisi,  12-14  ;  scrive  in  Francia  ed  in  Avignone  per 
informare  degli  aiuti  mandati  dai  Fiorentini  a  Carlo 
di  Durazzo  e  per  domandare  rappresaglie  contro  di 
questi,  421, 24-26,  39  ;  si  leva  improwisamente  in  suo 
favore  il  Papa  Urbano  VI,  433,  25-2  7  ;  alla  sua  morte 
i  snoi  diritti  vengono  riconosciuti  dal  Papa  pred.  a 
figlio,   430,    87. 


LuiGi  [di  Taranlo],  marito  della  regina  Giovanna  di  Na- 
poli,  viene  segretamente  a  Firenze  col  suo  Gran  Sini- 
scalco,  Nicola  degli  Acciaiuoli,  e  vi  si  trattiene  alcani 
giorni  ospite  pr.  la  Certosa  (an.  1349),  233,  6-10  ;  viene 
ad  accordi  coi  Fiorentini,  mediante  i  buoni  uffici  dello 
stesso  Acciaiuoli,  a  riguardo  di  Prato,  234,  40-49  ; 
235,  1-4  ;  sua  incoronazione  (an.  1352),  241,  15-18  ; 
suo  dono  agli  ambasc.  fiorentini  venuti  per  Tincoro- 
nazione,  241, 25-37  ;  242,  1-4  ;  ric.  313, 2»  ;  375.  48. 

Luioi  RE  d'Ungheria  (aa.  1342-1382),  figlio  di  Carlo 
Uberto,  scende  in  Italia  per  vendicare  la  morte  del 
fratello  Andrea  (an.  1345),  313,  28-33  ;  va  contro 
i  Veneziani  (an.  1378),  338,  4  ;  cede  a  Carlo  di  Durazro 
della  Pace  i  suoi  diritti  e  le  sue  ragioni  sul  reame  di 
Puglia,  1-35  ;  375,  4-6,  10-30  ;  onoranze  funebri  tri- 
butategli  alla  sua  morte  dai  Fiorentini,  422,  10-16  ; 
i  suoi  eredi  10-32  ;  ric.  423,  12  ;  439,  35. 

LuiGi  d'Andrea,  f.  Mozzi  (de')  L.  d'A. 

LuiGi  Di  GiovANNi  DA  QuARATA,  6  ncUe  liste  dei  Priori 
del  1373  gennaio-1374  gennaio,  289,  27;edcli377 
gennaio-1378,    314,    8. 

LuiGi  Di  Lippo,  f.  Aldobrandini  L.  di  L. 

LuiGi  Di  Niccol6,  V.  Sernigi  L.  di  N. 

LuiGi  Di  PiERO,  V.  CanigianiL.  di  P.  ;  Guicciardini  L.  di  P. 

LuiGi  Di  PoLTRONE,  V.  Cavalcanii  {de'),  L.  di  P. 

LuiGi  DA  QuARATA,  6  dci  Cinquantaduc  cittadini  cui 
viene  data  la  Balia  insieme  ai  Priori  e  Collegi  ptr  la 
riforma  del  Governo   (an.   1381),  395,  23. 

"  LuNGo  (del)  Isidoro,  storico,  cita  e  descrive  per  primo 
il  codice  della  cronaca  dello  Stefani  esistente  pr.  la  Na- 
zionale  di  Firenze  proveniente  dairArchivio  di  Stato, 
IX,  31-34,  1-2  „.  "ric.  ••  LXXX.  1-i,  LXXXVI, 
27,  2,  LXXXVII,  4,  10  „. 

LUNi  (VESCOVO  Di),  riceve  in  dono  dai  Fiorentini  il  ca- 
stello  e  la  terra  di  Pietrasanta  (an.  1343),  217,  22. 

LuNiGiANA,  vi  viene  mandato  il  Maniscalco  di  re  Roberto, 
con  genti  della  lega,  per  impedire  il  passo  all'impera- 
tore  Arrigo  VII  (an.   131 1),  107,  5-7. 

LuPERARELLO  Di  S.  MiNiATO,  aiuta  i  Fiorentini  ad  cntrare 
nel  castello  (an.  1369),  272.  11-13. 

LupiciNi  Gherardo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1294  febbraio-1295  febbraio),  74,  37. 

LupiciNi  GiULiANO,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1352  gennaio-1353  gennaio).  242,  44. 

LupiciNi  Guglielmo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1341  di- 
cembre-1342  dicembre,  190,  29  ;  e  del  1344  maggio- 
1345  maggio,  222,  28. 

LupiciNi  GuGLiELMO  Di  Gherardo,  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  ^liste  1354  gennaio-1355  gennaio),    248.  19. 

Lupo  BoNiFAZio  DA  Padova.  Capitauo  dei  Fiorentini, 
(an.  1362),  261,  8-10. 

Lupo  Di  Primerano  da  Mosciano,  6  nelle  Iiste  dei  Prior^ 
del  1321  febbraio-1322  febbraio,  128,  25. 

LusiGNANo  (di),  f.  Guido  di  L.  ;  Pielro  di  L. 

LussEMBURGO  (duca  di),  ric,  119,  31  ;  f.  anche  Arrigo 
VII. 

LuTi,  V.  Dirittafedi  L- 

LUTI  Di  RittafA  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1340  dicem- 
bre-1341   dicembre,   190,   6. 

LuTi  Di   Rittafkde,  e  dei  Rittafedi,  h  nelle  liste  dei 


f. 


ILuttozzo-Magalotti] 


INDICE  ALFABETICO 


573 


Priori  del  1307  febbraio-1308  febbraio,  102,  11  ;  del 
1315  febbraio-1316  febbraio,  122,  17  ;  del  1326  feb- 
braio-1327  febbraio,  155,  3S  ;  e  del  1331  dicembre- 
1332    dicembre,    169,   20. 

Lurozzo  (di),  0.  Jacopo  di  L. 

Macca  (dei,),  V.  Simone  di  Duccio  del  M. 

Macci  (de')  Bindo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  di- 
cembre-1287  dicembre,  62,  38. 

Macci  (de")  Tignoso  muore  nei  tormenti  della  tortura  cui 
era  stato  sottoposto  dal  Podesti  per  sospetti  di  trame 
(an.  1302),  88,  7. 
^Macci  (case  de")  in  Orto  S.  Michele,  vi  va  a  stare  il  Po- 
desta  quando  il  suo  palazzo  viene  occupato  da  Carlo 
di  Calabria  (an.  1326),  149,  40. 

Maccio,  V.  Ardinghi  M. 

Machiavelli,  fam.  fiorentina,  esce  coi  Guelfi  da  Firenze 
airannunzio  della  sconfitta  di  Montaperti  (an.  1260), 
48,  10. 

Machiavelli  Boninsegna  Angiolini,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1305  febbraio-1306  febbraio,  98,  8  ;  e  del 
1308  febbraio-1309  febbraio,  104,  2  ;  v.  anche  Ma- 
chiavelli Beninsegna  d'Angiolino  ;  Malchiavelli  Bonin- 
segna  Angiolini. 

Machiavelli  Boninsegna  e  Buoninsegna  d'Angiolino,  6 
nelle  liste  dei  Priori  del  13 12  febbraio-i^i^  febbraio, 
115,  3  ;  del  1313  febbraio-1314  febbraio,  116,  22  ;  6 
Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1325  febbraio-1326  feb- 
braio),  151,  29  ;  v.  anchc  MachiavelH  Boninscgna 
Angiolini. 

Machiavelli  Boninsegna  di  Filippo,  6  tra  i  capi  e  i 
maggiori  istigatori  della  Parte  guelfa  per  rammonire, 
308,  3 ;  V.  anche  Malchiavelli  Beninsegna  di  Fi- 
lippo. 

Machiavelli  Boninsegna  di  Giovanni,  ^  fatto  dei  Grandi 
(an.  1379),  363,  4. 

Machiavelli  Guido  di  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1357  gennaio-1358  gennaio,  251,  39  ;  del  1361 
gennaio-1362  gennaio,  259,  38  ;  del  1364  gennaio- 
1365  gennaio,  264,  44  ;  del  1370  gennaio-1371  gen- 
naio,  276,  19  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1376 
gennaio-1377  gennaio),  306,  24  ;  viene  fatto  Cavaliere 
dai  Ciompi  (an.  1378),  323,  35  ;  v.  anche  Machia- 
velli  (de')  Guido  di   Giovanni. 

Machiavelli  Lorenzo  di  Filippo,  k  dei  Quarantatre 
cittadini  el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gi4  no- 
minati  (an.  1381),  404,  33  ;  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1383  IugIio-1384  agosto,  428,  15. 

Machiavelli  Lorenzo  di  Giovanni,  viene  escluso  dagli 
uffici  per  tre  anni  (an.  1379),  63,  39. 

Machiavelli  Piero  di  Rinuccio,  i 
nelle  liste  dei  Priori  del  ij3g  dicembre-Tj^o  dicembre, 
188,     33. 

Machiavelli  Tommaso  di  Filippo,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1355  gennaio-1356  gennaio,  249,  28. 

Machiavelli  (de')  Bindo  di  Firbnzb,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1303  febbraio-1304  febbraio,  94,  38. 

Machiavelli  (de')  Filippo  di  Giovanni,  ft  nelle  liste  dei 
Priori  del  1344  maggio-1345  maggio,  222,  14  ;  e  del 
1335  gennaio-r356  gennaio,  250,  8. 

IMachiavklli  (de')  Guido  di  Giovanni,  k  Gonfaloniere 


di  Giustizia  (liste  i^Sogennaio-i^Si  febbraio),  391,25, 
V.  anche  Machiavelli  Guido  di  Giovanni. 

Macigni  (de')  Zanobi  di  Neri,  viene  ammonito  (an.1371), 
277,    38. 

Macone  (di),  V.  Piero  di  M. 

Macrino,  e  Magrino,  nobile  romano,  fa  costmire  secondo 
la  leggenda  gli  acquedotti  di  Firenze,  9,  23  ;  10,  5,  3. 

Maestro,  V.  Durante  (Af.)  ;  Fagno  (Af.)  ;  Michele  (M.). 

Maestro  (del).  V.  Fuccio  del  M.  ;  Ricco  del  M. 

Maffei  Michelb  di  Cione,  6  neile  liste  dei  Priori  del  1313 
febbraio-1314  febbraio,  116,  5  ;  *  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1314  febbraio-1315  febbraio),  119,  21  ; 
e  nuovamente  nelle  liste  dei  Priori  del  1328  dicembre- 
1329  dicembre,  160,  23  ;  del  1334  dicembre-1335  di- 
cembre,  179,  26  ;  del  1336  dicembre-1337  dicembre, 
186,  16  ;  e  d^  1341  dicembre-1343  dicembre,  191,  4  ; 
199,  4. 

Maffeo,  V.  Pitti  M.  ;  Tebaldi  [de')  M.  ;  Tedaldi  M. 

Maffeo  di  Chiarissimo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1318 
febbraio-1319  febbraio,  125,  27. 

Maffeo  di  Forese,  V.  Galgani  M.  di  F. 

Maffko  di  Lapo,  notaio  dei  Priori,  ric,  122,  20  ;  v.  anche 
Rinieri  M.  di    L 

Maffeo  di  Vanni,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1374  gen- 
naio-1375  gennaio,  291,  18. 

MaFfio,  «;.  Palmieri  M. 

Maffio  di  Can,  V.  Pigli  (de')  M.  di  C. 

Magaldi  Meglino  di  Jacopo,  &  nelle  liste  dei  Priori  del 
1304  febbraio-1305  febbraio,  96,  26  ;  e  del  1324  feb- 
fraio-1325  febbraio,  148,  6. 

Magaldi  Migliorozzo  di  Taddeo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1348  gennaio-1349  gennaio,  234,  14  ;  del  1352 
gennaio-1353  gennaio,  242,  9  ;  e  del  1358  gennaio- 
1359  gennaio,  254,  24. 

Magaldi  (de')  Ghbrardo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1315   febbraio-i3i6   febbraio,    121,  29. 

Magaldo  (di),  V.  Miglino  di  M. 

Magaletti  (de')  Giovanni  di  FrancbsCo,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1368  gennaio-i^Cg  gennaio,  274,  4. 

Magalotti,  fam.  fiorentina,  esce  da  Firenze  airinizio  della 
sconfitta  di  Montaperti  (an.  1260),  48,  10  ;  si  schiera 
coi  Neri  92,  11  ;  loro  case,  18,  19  ;  334,  21  ;  382,  15. 

Magalotti  Bese,  6  tra  i  capi  e  i  maggiori  istigatori  della 
Parte  guelfa  per  I'ammonire,  308,  9  ;  318,  10  ;  viene 
condannato  neiravere  e  nella  persona  per  trame  con- 
tro  lo  Stato  (an.  1378),  340, 29  ;  e  di  nuovo  per  la  spe- 
dizione  contro  Figline  (an.  1379),  351,  7. 

Magalotti  Cione  di  Guardino,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1288  dicembre-1289  dicembre,  65,  17  ;  e  del  1292 
febbraio-1293  febbraio,  72,   17. 

Maqalotti  Dombnico  di  Teri,*  nellf 
liste  dei  Priori  del  1364  gennaio-i36s  gennaio,  264,  «. 

Magalotti  Duccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  d,- 
cembrc-1283  dicembre,  59,  10  ;  del  1291  dicembre- 
1292  dicembre,  69,  2  ;  e  del  1296  febbraio-1297  feb- 
braio,  76,  12;  e  del  1311  febbraio-iaia  febbraio, 
112,  28. 

Maoalotti  Duccio  GiARDiNt,  *  oelle  llste  del  Priofi  del 
1289  dicerabre-1290  dicembre,  67,  17  ;  edelt30o  feb- 
braio-1301   febbraio,  85,   4. 


Tomo  XXX,  p.  i  —  37, 


', 


574 


INDICE  ALFABETICO 


[Ma(alatti>Malc(ODDeIU^ 


Magalotti  Duccio  di  Guardino,  k  ncUe  liste  dei  Priori 
del  1286  dicembre-1287  dicembre62,  32. 

Magalotti  Giovanni,  6  a  capo  dei  congrurati  contro  le 
sette  degli  Albizzi  e  dei  Ricci  (an.  1372),  28p,  30  ; 
4  degli  Otto  di  Balia  (an.  1375),  293,  22  ;  sua  morte  e 
sostituzione  neirufficio  (an.  1377),  309,  15-18  ; 
ric.  311,  20. 

Magalotti  Giovanni  di  Fsamcbsco,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1362  gennaio-1363  gennaio,  262,  28  ;  e 
del  1373  gennaio-1374  gennaio,  288,  31  ;  k  Gonfa-, 
loniere  di  Giustizia  (liste  1376  gennaio-1377  gennaio) 
306,   37. 

Magalotti  (de')  Cione,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1297 
(ebbraio-1298  febbraio,  77,  22  ;  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1302  febbraio-1303  febbraio),  91,  15  ; 
e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1306  febbraio- 
1307  febbraio,  99,  34  ;  e  del  1309  febbraio-1310  feb- 
braio,    106,    18. 

Magalotti  (de')  FiLiPPO,  k  dei  Quarantatre  cittadini 
el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gia  nominati 
(an.  1381),  404,  35. 

Magalotti  (db')  FiLiPPO  Di  Duccio,  h  nelle  liste  dei 
Priori  del  1324  febbraio-i325  febbraio,  147,  27  ; 
del  1327  febbraio-1328  febbraio,  157,  32  ;  del  1331  di- 
cembre-t332  dicembre,  169,  17  ;  del  1335  dicembre 
1336  dicembre,  183, 21  ;  fe  dei  Quattordici  cittadini  el. 
a  costituire  il  nuovo  Governo  dopo  la  cacciata  del 
Duca  d'Atene  (an.  1343),  207,  35  ;  6  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (liste  1349  gennaio-i^^o  gennaio),  235, 
17  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  priori  del  1352  gennaio- 
1353  gennaio,  242,  24  ;  e  del  1359  gennaio-1360  gen- 
naio,  256,  15. 

Magalotti  (de')  Filippo  di  Filippo,  6  fatto  cavaliere 
dai  Ciompi  (an.  1378),  323,  4. 

Magalotti  (de')  Tommaso  di  Tuccio,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1312  febbraio-1313  febbraio,  115,  5  ;  e 
del  1323  febbraio-1324  febbraio,  135,  25. 

Magaluffi  Bernab6,  podesti  di  Firenze  (an.  1373), 
287,   35. 

Maggio  di  Pepo,  notaio  dei  Priori,  ric.  228,  41. 

Maghinardi  DuTi,  notaio  dei  Priori,  ric,  88,  41. 

Magli  (de)   fam.  fiorentina,  ric,  175,  2. 

Magli  (de')  Bernardo  di  Lapo,  d  nelle  liste  dei  Priori 
del  1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  30. 

Magli  (de')  Bernardo  di  Lapo  Angio- 
L I  N 1,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1366  gennaio-1367  gen- 
naio,  266,  32. 

Magli  (de')  Boninsegna  d'Angiolino,  fe  nelle  liste  dei 
Priori  del  1322  febbraio-1323  febbraio,  131,  27. 

Magli  (de")  Filippo  d'Arrigo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1382  settembre-gennaio,  424,  14. 

Magli  (de')  Lapo.  e  Lupo,  d'Angiolino,  6  nelle  liste 
dei  Priori  del  1301  febbraio-1302  febbraio,  88,  33  ; 
6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1305  febbraio-1306 
febbraio),  98,  10  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del 
1309  febbraio-1310  febbraio,  106,  8  ;  del  1324  feb- 
braio-1325  febbraio,  148,  5 ;  del  1326  febbraio- 
1327  febbraio.  155,  28  ;  e  di  1329  dicembre-1330  di- 
cembre,  164,  13. 

"  Magliabeccuiano  (Codice),  ms.  contenente  una  copia 


della  cronaca  dello  Stefani  fatta  trascrivere  da  mon- 
signor  della  Sommaia.  attribuita  erroneamentr  da 
questo  a  Coppo,  padre  del  cronista.  VII.  28-31  ,,, 

Magnale  (da),  V.  Cione  di  Bencivenni  da  M. 

Magnoli  (dk')  Bindo  di  Guicciardo,  t:  nelle  liste  dei 
Priori  del   1296  fcbbraio-1297  febbraio,  76,  35. 

Mainardi  Duti,  notaio  dei  Priori,  ric,  102,  13. 

Malabocca  (di),  V.  Guido  di  M. 

Malagamba  Andrea,  viene  bandito  come  ribelle  (an. 
1380),  371,  8. 

Malamamma  Francbsco,  capo  masnada,  ric.  239,  S. 

Malatacca  Giovanni,  da  Reggio  di  Calabria,  Capitano 
di  guerra  dei  Fiorentini,  viene  mandato  airassedio 
di  Samminiato  del  Tedesco  (an.  1369),  270,  13-15; 
venuto  a  battaglia  con  la  compagnia  di  Giovanni 
Acuto  viene  da  questo  sconfitto  e  fatto  prigioniero, 
271,   5-7. 

Malatesta,  signori  di  Romagna,  vengono  invano  solle- 
citati  dagli  Otto  di  Balia  ad  entrare  nella  lega  conto 
la  Cliiesa   (an.   1376),  297,    8-9. 

Malatesta  di  Francesco,  V.  Medici   (de')  M.  di  F. 

Malatesta  da  RiMisi,  Capitano  di  guerra  dei  Fiorentini, 
viene  mandato  con  Tesercito  in  aiuto  di  Lucca  asse- 
diata  dai  Pi.sani  (an.  1342),  191,  15-22  ;  infelice  esito 
della  spedizione,  22-35  ;  suo  secondo  inutile  tentativo, 
192,  26-30  ;  193,  1-21  ;  voci  intomo  a  suoi  segreti 
maneggi  per  divenire  Signore  della  c,  191,  28-36. 

Malavolti  (dei)  Catalano,  Frate  Gaudente,  chiamato 
a  Firenze  al  Palazzo  dal  popolo  per  tentare  di  fre- 
nare  le  spese  del  Comune,  50,  31  ;  51,  1-2  ; "  cf.  LXXI, 
15-20  „. 

Malchiavelli  Boninsegna,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1282  dicembre-1283  dicembre,  59,  9. 

Malchiavelli  Boninsegna  di  Filippo,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1374  gennaio-1375  gennaio,  291,  32  ;  v. 
anche  Machiavelli  Boninsegna  di  Filippo. 

Malchiavelh  Boninsegna  Angiolini,  k  nelle  liste  dei 
Priori  del  1288  dicembre-i289  dicembre,  65,  17  ; 
del  1291  dicembre-1292  dicembre,  68,  34  ;  del  1295 
febbraio-1296  febbraio,  75,  39  ;  e  del  1297  febbraio- 
1298  febbraio,  77,  21  ;  ti.  anche  Machiavclli  Bimin- 
segna    Angiolini. 

Malchiavelli  (de")  Giovanni  Angiolini,  6  nelle  liste 
dei  Priori  del  1287  febbraio-1288  aprile,  63.  34. 

Malegonnelle  Giovanni  di  Gherardino,  k  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1313  febbraio-1314  feb- 
braio),  116,  28  ;  v.  anche  Malegonnelle  Giovanni  Gke- 
rardini. 

Malegonnelle  Giovanni  Gherardini,  h  nelle  liste  dei 
Priori  del  1320  febbraio-1321  febbraio,  127.  10  ;  t. 
anche  Malegonnelle  Giovanni  di   Gherardino. 

Malegonnelle  Nello  di  Guido,  k  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1303  febbraio-1304  febbraio),  95,  7. 

Malegonnelle  NiccoLd  di  Giovanni,  h  nelle  liste  dc 
Priori  del  1352  gennaio-1353  gennaio,  242,  40  ;  de. 
1355  gennaio-1356  gennaio,  250,  14  ;  de.  1358  ger. 
naio-1359  gennaio.  254,  37  ;  k  Gonfaloniere  di  Giusl. 
zia  (liste  1363  gennaio-1364  gennaio),  264,  9;  i  <'• 
nitovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1366  gennaio-1367  gtn- 
naio,  266,  « ;  e  di  nuovo  Gonfaloniere  di  Giustizia 


[Maleipini-Manfredi] 


INDICE  ALFABETICO 


575 


(liste  1372  genaaio-1373  gennaio),  284,  9  ;  e  (liste 

1375  geanaio-1375  gennaio),  299,  9. 
Malespini,   fam.   fiorentina  di  parte  ghibellina,   28,  27  ; 

"  diviene  poi,  secondo  il  Villani,  guelfa  per  risenti- 

mento   contro   gli   Uberti,   LXV,   8-10,,;     si   schiera 

coi  Bianchi,  80,  36  ;  viene  bandita  da    Firenze  (an. 

1302),   86,   37. 
Malespini  Giacotto,  muore  a  Montecatini  combattendo 

nelle  file  dei  soldati  d'Ugiiccione  (an.  1315),  110,  6-7. 
Malespini    Giovanni,    viene    confinato    coi    Bianchi    a 

Sarzana  (an.  1301),  83,   11. 
Malespini,    e    Malispini,    Spinetta,    marchese,    stringe 

lega    coi    Fiorentini    contro    Castruccio    (an.    1321), 

127,  37-38  ;  sua  guerra  con  questo,  128,  3-5  ;   invia 

aiuti  a   Gherardino  degli   Spinoli,  Signore  di  Lucca 

contro  i  Fiorentini  (an.  1330J,  166,  13. 
Malifici  (de")  Paolo  di  Matteo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  24  ;  viene  ban- 

dito  e  condannato  neiravere  e  nella    persona   (an. 

1381).  400,  25. 
Malmantilb,  ric,  369,  24  ;  441,  9  ;  v.  anche  Firenze  {Din- 

torni). 
Malpigli    (de')    Andrea  Ghini,  fiorentino,    viene   fatto 

card.  da  pp.  Clemente  VI  (an.  1342),  198,  21-31. 
Mancini,  fam.  fiorentina  di  parte  nera,  92,  14. 
Mancini  Bardo  di  Tingo,  6  tra  i  capi  di  Parte  gnelfa 

(an.  1378),  318,  10  ;  viene  escluso  dagli  uffici  per  tre 

anni   (an.    1379),   363,  23  ;    partecipa    airufficio  di 

Balia  paer  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  410,  6. 
Mancini  Bello  di  Lippo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (li- 

ste  1312  febbraio-1313    febbraio),  114,  44  :   f.  anche 

Mancini  {de')  Bello  di  Lippo. 
Mancini    Bello    di  Niccol6    del  Bello,  h  nelle   liste 

dei  Priori  del  1377  gennaio-1378  luglio,  314,  21  ;  6 

fatto  Cavaliere  (an.   1381),  394,  8. 
Mancini  Bencivenni  di  Lippo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1351  gennaio-1352  gennaio),  240,  31. 
Mancini  Duccio  di  Guido,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1301   febbraio-1302  febbraio),  88,  21  ;   6  nelle 

liste  dei  Priori  del  1304  febbraio-1305  febbraio,  96, 

15  ;  e   di  nuovo  Gonfaloniere   (liste  1329  dicembre- 

1330  dicembre),  164,  30. 
Mancini  Giachetto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gen- 

iiaio-1349  gennaio,  234,  1. 
Mancini  Lorenzo   di  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1352  gennaio-1353  gennaio,  242,  25  ;  e  del  1364  gen- 

naio-1365  gennaio,  265,  10. 
Mancini  Neri  di  Guido,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1302 

febbraio-1303  febbraio,  91,   7. 
Mancini  NiccoLd  del   Bello,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1362  gennaio-1363  gennaio,  262,  12  ;  del  1368  gen- 

naio-1369  gennaio,  274,  3  ;  h  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1372  gennaio-1373  gennaio),  284,  37. 
Mancini  Tingo  di  Guido,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345 

maggio-1346  maggio,  227,  25. 
Mancini  (de')  Bello  di  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1306  febbraio-1307  febbraio,  99,  25  ;  e  del  1314  feb- 

braio-1315  febbraio,  119,  7  ;  v.  anche  Mancini  Bello 

di  Lippo. 
Mancini  (de')  Duccio,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1308  feb- 


braio-1309  febbraio,   104,  20  ;  e  del   1315  febbraio- 
1316  febbraio,  121,  35. 

Mancini  (de')  Lippo  di  Bencivenni,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1298  febbraio-1299  febbraio,  78,  8. 

Mancini  (de')  Lotto  di  Guido,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1310  febbraio-1311  febbraio,  108,  19. 

Mancini  (de')  Lotto  di  Guidone  Malabocca,  k  nelle  li- 
ste  dei  Priori  del  1295  febbraio-1296  febbraio,  75,  31 . 

Mancino,    V.    Sostegni    M. 

Manetti  Dino,  notaio  dei  Priori,  ric.  97,  25. 

Manetti  Niccol6,  notaio  dei  Priori,  299,  5  ;  ft  dei  Priori 
(an.  1379  marzo-1380  aprile),  342,  25  ;  viene  esclu.so 
dagli  uffici   (an.   1379),  364,    1. 

Manetti  Nosso  di  Vanni,  6  nelle  liste  dei  I^riori  del  1373 
gennaio-1374  gennaio,  289,  15;  b  fatto  cavaliere 
dai  Ciompi  (an.  1378),  323,  36. 

Manetti  Vanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1336  dicembre- 
1337  dicembre,  186,  22  ;  del  1349  gennaio-1350  gen- 
naio,  235,  23  ;  e  del  1355  gennaio-i356  gennaio, 
249,  26. 

Manetto,  V.  Ammannatini  M.  ;  Buonricoveri  M.  ;  Canibi 
M.  ;  Dati  M.  ;   Ferraccini  M. 

Manetto  di  Bentaccorda,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1297  febbraio-X298  febbraio,   77,  24, 

Manetto  di  Buonricovero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1287  febbraio-1288  febbraio,  63,  11  ;  del  1304  feb- 
braio-1305  febbraio,  96,  7  ;  del  1308  febbraio-1309 
febbraio,  104,  13;  e  del  1310  febbraio-1311  feb- 
braio,   108,   10. 

Manetto  da  Filicaia,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1361  gen- 
naio-1362  gennaio,  260,  13. 

Manetto  di  Geri,  V.  Mazzetii  M.  di  G. 

Manetto  di  Giovanni,  V.  Davanzati  M.  di  Q. 

Manetto  di  Ricciardo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1373 
gennaio-1374  gennaio,  288,  28  ;  6  fatto  dei  Soprag- 
grandi    (an.    1378),   321,    30  ;  v.  Gucci  M.  di  R. 

Manetto  di  Spigliato  da  Filicaia,  h  nelle  listedei  Priori 
del  1341  dicembre-1342  dicembre,  191,  2  ;  199,  6  ; 
del  1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  28  ;  h  Gongalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1352  gennaio-1353  gennaio). 
242,  18  ;  (liste  1358  gennaio-i359  gennaio),  254, 
16  ;  e  (liste  1365  gennaio-1366  gennaio),  265,  «*. 

Manetto  (Di),  V.  Bivigliano  di  M.  ;  Buoninsegna  di  M.  ; 
Cinto  di  M.  ;  Guemieri  di'M. 

Manfredi,  re  di  Puglia  (aa.  1258-1266),  viene  richiesto 
d'aiuti  dai  Ghibellini  di  Firenze  per  cacciare  i  Guelfi 
dalla  c,  43,  32-38  ;  6  nuovamente  soUecitato  dagli 
stessi  dopo  la  loro  cacciata  da  Firenze  (an,  1258, 
45,  21-28  ;  manda  gli  aiuti  richiesti  con  il  conte  Gior- 
dano,  comeCapitano  di  essi,  25  ;  46,  18-21  ;  nomina 
suo  Vicario  a  Firenze,  dopo  la  vittoria  di  Montapcrti  ri- 
portata  sui  Fiorentini,  il  pred.  Giordano  e  poi  il  conte 
Guido  Novello,  48,  20-31;  viene  sconfitto  a  Bene- 
vento  da  Car.o  d'Angi6  (an.  1266),  50,  18-20;  "  cf. 
LXIX,   37-LXX,   1-28  „  ;  ric.  313,   34  ;  375.  28. 

Manfredi,  Signore  di  Faenza,  invia  aiuti  a  Carlo  di  Ca- 
labria  Signore  di  Firenze  (an.   1326).  150,   7. 

Manfredi,  conte,  vende  Arapinana  al  Comtine  di  Firente, 
145,  9. 

Manfrbdi,   V.   Paniccia  M. 


576 


INDICE  ALFABETICO 


[MaB{r«4)-MaooTclK] 


MAMraxoi  (di),  V.  Bem»rdo  di  M. 

Manfrbdo,  V.  Oderighi  M. 

Manoia  pbl  Rosse,  k  neUe  liste  dei  Priori  del  1286  di- 
ccmbre-1287  dicetnbre,  62,  82  ;  e  del  1290  dicembrc- 
1291  dicembre,  68,  7. 

Mangia  del  Rosso  oelle  Botte,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1293  febbraio-1294  iebbraio,  73,  38. 

Manciadori  Giovanni  di  S.  Miniato,  capitano  delle 
forze  fiorcntine  pr.  Bologna  (an.   1376),  299,  37. 

Mangiadori  Lodovico  di  S.  Miniato,  tenta  di  ricondurre 
pacificamente  il  castello  all'ubbidienza  del  Comune 
di  Firenze  (an.  1369)),  270,  16-18. 

Mangieri  Mauvoli  Filippo  di  Maso,  viene  ammonito 
(an.  1378),  316.  22. 

Mangioni,  fam.  fiorentina,  viene  a  zuffa  coi  Bordoni, 
245, 29-30  ;  s'agita  e  reclama  il  risarcimento  dei  danni 
patiti  durante  le  rivolte  civili,  413,  15. 

Mangioni  Andrba  di  Lippozzo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1353  gennaio-1354  gennaio,  246,  16  ;  6  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1371  gennaio-1372  gennaio), 
279,  18  ;  si  schiera  con  gli  Albizzi  contro  i  Ricci,  280, 
25-26  ;  6  tra  i  capi  e  maggiori  istigatori  della  Parte 
guelfa  per  rammonire  308,22;  318,  13-14  ;  6  fatto 
Cavaliere  dai  Ciompi  (an.  1378),  324,  25. 

Mangioni  Carlo  di  Francesco,  viene  preso  come  so- 
spetto  di  compliciti  nella  congiura  contro  lo  Stato  (an. 
1379).  356,  12  ;  viene  fatto  decapitare,  357,  34-35. 

Mangioni  Cipriano  di  Lippozzo  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1362  gennaio-1363  gennaio,  262,  14  ;  del  1368 
geniiaio-1369  gennaio,  273,  23  ;  e  del  1374  gennaio- 
1375  gennaio,  292,  3  ;  6  tra  i  capi  e  i  maggiori  isti- 
gatori  della  Parteguelfa  per  rammonire,  305,  12  ;  318, 
13-14  ;  viene  fatto  prendere  dagli  Otto  della  Guardia 
come  complice  della  congiura  ordita  contro  lo  Stato 
(an.  1379),  355,  35,  40,  41  ;  6  fatto  decapitare, 
359,   18-19. 

Mangioni  Jacopo  di  Schiatta,  6  dei  Quarantatre  cit- 
tadini  el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gi4  nomi- 
nati  (an.  1381),  404,  47. 

Mangioni  (de")  Niccol6  d'Andrea  di  Lippozzo,  6  con- 
dannato  per  trame  contro  lo  Stato  a  fiorini  duemila 
d'oro  e  a  sei  anni  di  confine  (an.  1378),  339,  42  ; 
viene  bandito  come  ribelle  (an.  1380),  370,  36. 

Manoonb,  castello,  come  dagli  Alberti  pass6  al  Comune 
di  Firenze  (an.  1325),  143,  34-38  ;  144,  2-6. 

Manieri,  fam.  fiorentina  di  parteguelfa,  28,  21  ;  esce  da 
Firenze  airannunzio  della  sconfitta  di  Montaperti 
(an.  1260),  48,  12  ;  si  schiera  coi  Donati  con  la  parte 
nera,  80,  39  ;  viene  fatta  popolana,  216,  34. 

Manieri  Niccol6,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1323  feb- 
braio-1324  febbraio,  135,  20. 

Manieri  (de')  Cambino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1285  di- 
cembre-1286  dicembre,  61,  30. 

Manibri  (dk')  Cambio  di  Manieri,  fe  nelle  liste  dei  Priori 
del  1288  dicembre,  1289  dicembre,  65,  10. 

Manibri  di  GiovANNi  Chiarissimi,  V.  Bilenchi  M.  di  G.  C. 

Mannblli,  fam.  fiorentina  di  parte  ghibellina,  28,  26  ; 
passa  ai  Guelfi  ed  esce  con  questi  da  Firenze  aU'an- 
nunzio  del;a  sconfitta  di  Montaperti  (an.  1260),  48, 
8,  si  schiera  coi  Bianchi,  80,    34. 


Mannblli  Amaretio  di  Zanobi,   viene  ammonito   (an. 

i377)>  305,  25  ;  309,  t-lO  ;  k  condaniuito  dal  Capi- 

tano  per  sedizione  (an.  1381),  401,  S. 
Mannblli  Arnaldo  di  Coppo,  6  fatto  cavalieredaiCiompi 

(an.  1378),  323,  34. 
Mannelli  Zanobi,  uno  dei  quattro  Grandi  chiamati  al 

Priorato,  dopo  la  cacciata  del  Ehica  d'Atene,  e  poi  de- 

posti  dairUfficio  dai  popolani  (an.   1343),  210,  36  ; 

218,  34. 
Mannelli  (case  dbi),  poste  al  di  Ut  di  Ponte  Vecchio, 

vengono  danneggiate  dal  fuoco  (an.  1322),  129,  37. 
Mannbllo  di  Lando,  V.  Guidetti  M.  di  L. 
"  Manni,    storico,   cit.,    CII,    18.,. 
Manni  Lippo,  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1296  feb- 

braio-1297  febbraio),  76,   17. 
Manni  Manno  di  Lippo,  t  nelle  listedei  Priori  del  1303  feb- 

braio-1304   febbraio,  95,    14  ;  e   dd    131 7   febbraio- 

1318  febbraio,   124,    12. 
Manni  di  Manno,  V.  Medici  (de')  M.  di  M. 
Mannini  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1369  gen- 

naio-1370  gennaio,  274,   43. 
Mannino,  V.  Acciaiuoli  (degli)  M.  ;  Attaviani  M .  ;  Ban- 

chi  M.  ;  Rocchi  M. 
Manno  d'Arrigo,  V.  Rocchi  (de')  M.  d'A. 
Manno  d'Attaviano,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1285  di- 

cembre-1286  dicembre,  61,  32  ;  e  del  1302  febbraio- 

1303  febbraio,  90,  35. 
Manno   di    Boccaccio   di   Arduino,     viene    bandito  e 

condannato   neiravere   e   nella   persona    (an.    1381), 

400,  4  ;  denunziato  per  trame,  viene  fatto  prendere 

con  un  tranello  e  poi  decapitato  (an.  1383),  425,  1-36. 
Manno  di  Lippo,  V.  Manni  M.  di  L. 
Manno  d'Ottaviano,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1307  feb» 

braio-r3o8  febbraio,  102,  26. 
Manno  di  Pagno,  V.  Albizzi  (degli)  M.  di  P. 
Manno  di  Rinuccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1325  feb- 

braio-1326   febbraio,    151,    33  ;   del    1332   dicembre- 

1333  dicembre,  175,  21  ;  e  del   1337   dicembre-1338 

dicembre,  187,  23. 
Manno  di  Talento,  notaio  dei  Priori,  ric,  74,  3. 
Manno  (di),  V.  Lippo  di  M.  ;  Temperano  di  M. 
Mannucci   Vanni,   ideiPriori    (an.    1379  settembre-ot- 

tobre),  346  29. 
Manovelli   Domenico   di   Giovanni   di  Maso,   i  nell' 

liste  dei  Priori  del  1383  lugIio-1384  agosto,  428,  3i 
Manovelli  Giovanni  di  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Pnon 

del  1383  IugIio-1384  agosto,  428,  7. 
Manovelli  Giovanni  di  Benci,  6  neUe  liste  dei  Prior 

del  1298  febbraio-1299  febbraio,  77,  40;  e  del  13041 

febbraio-1305    febbraio,    96,   27. 
Manovelli   Giovanni   Benocci,    6   nelle  liste  dei  Prion 

del  1301  febbraio-1302  febbraio,  88,  17. 
Manovelli  Giovanni  di  Tedice,  6  neUe  liste  dei  Priori 

del    1347   gennaio-1348   gennaio,   230,   6  ;   del    135- 

gennaio-1353  gennaio,  242,  43  ;  e  del  1357  gennaio- 

1358    gennaio,    252,    19  ;  v    anche    Manovelli    Gio- 

vanni   Tedici. 
Manovelh   Giovanni   Tbdici,    6   neUe   liste  dei   Priori 

del   1367  gennaio-1368  gennaio,  267,    30  ;    v.   anche 

Manovelli  Giovanni    di  Tediee. 


f 


[Maaovelli-Maria] 


INDICE  ALFABETICO 


577 


Manovelli  Maso  di  Benci,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del 

1306  febbraio-1307  febbraio,  99,  35. 
Manovelli  Tedice,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  di- 
cenibre-1283  dicembre,   59,  20  ;  del  1289  dicembre- 
1290  dicembre,  67,    20  ;  de.   1293  febbraio-1294  feb- 
braio,  74,  12  ;  del   1296   febbraio-1297   febbraio,    76, 
5  ;  del  1300  febbraio-1301  febbraio,  85,  9  ;  del  1303 
febbraio-1304  febbraio,  94,  30;  e  del  131 1    febbraio 
1312  febbraio,  112,  21. 
Manovelli  Terrino  di  GiovANNi,  e  neUe  Ifate  dei  Priori 
I  del  1383  luglio-1384  agosto,  428,  34. 

;  Manovello  (di),  V.  Tedice  di  M. 

'■  Mantinano,  terra  occupata  da  fuorusciti  di  Pistoia  nemici 
!         di  Castruccio,  150,  33. 
,  \  Mantini  Bindo,  notaio  dei  Priori,  ric,  62,  30. 
:  Mantova,  ric.  172,  24  ;  184,  6. 
>!  Manuele,  imperatore  di  Costantinopoli  (aa.   1143-1180), 

ric,  26,   16, 
,.  Manzecca  (di),  V.  Paolo  di  Francesco  di  M. 
,  Marchettino  (di),  V.  Zanobi  di  M. 

ii  Marchetto  di  Minaccio,  del  popolo  di  S.  Maria  Novella, 
viene   condannato  per  trame   contro   lo   Stato    (an. 
1378).  340,  36. 
(  Marchi  Cenni,   k  degli  Otto  della  Guardia  e  partecipa 
,i  come  tale  alla  Balia  per  la  riforma  del  Governo  (an. 

t  1381),  396,  45  ;  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  1382  gen- 

naio-rjSj  aprile,  425,  «. 
I  Marchi  Francesco  di  Taddeo  di  Donato,  gli  viene  di- 
i|  strutta   la   casa   dai  C  iompi   in   rivolta     (an.    1378) 

;         323,  9. 

i'  Marchi  Lapo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1357  gennaio- 
j  1358   gennaio,   252,    5. 

I  Marchi  Tieri,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gennaio- 
\  1349  gennaio,  233,   38. 

\  Marchi  Tommaso,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1380  marzo- 
4  1381  febbraio,  391,  23  ;  v.  anche  Marchi  (de')  Tom- 

j  maso  di  Marco. 

t'  Marchi  (de')  Marco  di  Giotto,  e  nelle  liste  dei  Priori 
I  del    1333   dicembre-1334   dicembre,    177,    6  ;   e   del 

i|  1343  aprile-1344  aprile,  219,  2. 

I  Marchi  (de')  Piero  di  Giotto,  4  nelle  listc  dei  Priori 

l  del  1344  maggio-1345  maggio,  222,  7. 

I  Marchi  (de')  Taddeo  di  Donato  di  Rosso,  viene  confi- 

I  nato  con  suo  fratello  Francesco  (an.  1378),  328,  23-24. 

j5  Marchi  (de')  Tommaso  di  Maeco,  *  nelle  liste  dei  Priori 

del  1383  IugIio-1384  agosto,  428,   5  ;  va  ambasc.  a 

Siena  (an.  1384),  431,  9  ;  e  poi  pr.  Urbano  VT  a  Ge- 

nova  (an.  1385),  438,  3  ;  v.  anche  Marchi  Tommaso. 

Marchionne,    legnaiuolo,    viene    bandito    e    condannato 

neiravere  e  nelle  per.sona  (an.  1381),  400,  30. 
Marchionne  di  Geri,  k  dei  Priori  (an.  1382  luglio-ago- 

sto).  417,  28. 
Marcialla  (viLLA  Di),  ric,  398,  23. 
Marco,  V.  Consigli  M.  ;  Struffaldi  M. 
Marco,  nobile  romano,  fa  edificarc  secondo  la  leggenda 
la   fortezza    mastra   di    Firenze   detta   Campidoglio, 
10,  «;  li-is. 
Marco  di  Bandino  da  FiLicAiA,  k  nelle  liste  dei  Priori 
dd  1370  genaaio-1371   gennaio,  276,  29  ;  e  del  1373 
gennaio-1376  gennaio,  299,   13. 


Marco  del  Bellaccio,  fe  nellc  liste  dei  Priori  del  1368 
gennaio-1369  gennaio,  273,  21  ;  c  del  1373  gennaio- 
1374  gennaio,  288,  30. 

Marco  di  Benvenuto,  6  nelle  liste  dei  F^iori  del  1371 
gennaio-1372  gennaio,  279,  17  ;  va  ambasc.  pr.  Carlo 
di  Durazzo  (an.  1379),  347,  6  ;  sno  ritorno  e  i«la- 
zione  insieme  ai  colleghi,  351,  40;  352,  20-29;  i 
dei  Cinquantadue  cittadini  cui  viene  data  la  Balia, 
insieme  ai  Priori  e  Collegi,  per  la  riforma  del  Governo 
(an.  1381),  396,  27. 

Marco  di  Bono,  e  del  Buono,  da  Ugnano,  notaio  dei 
Priori,  ric,  164,  21  ;  183,  3  ;  189,  39  ;  190,  1  ;  h  nelle 
liste  dei  Priori  del  1344  maggio-1345  maggio,  222,  27. 

Marco  di  Cione,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  i^jggeanaio- 
1360  gennaio,  256,  13. 

Marco  di  Cristiano,  <!  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 
gio-1347  gennaio,  228,    19. 

Marco  di  Federico,  V.  Soldi  M.  di  F. 

Mahco  di  Francesco,  V.  Alberti  (degli)  M.  di  F. 

Marco  di  Giotto,  V.  Fantoni  M.  di  G.  ;  Marcki  {de')  M. 
di  G. 

Marco  di  Giovanni,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1353  gen- 
naio-1354  gennaio,  246,  25  ;  v.  anche  Trenta  M.  di  G. 

Marco  Marzio,  V.  Anco  Marzio. 

Marco  da  Pietramala,  V.  Tarlati  (de')  M.  di  P. 

Marco  del  Rosso,  V.  Strozzi  (degli)  M.  dil  R. 

Marco  di  Salvi,  del  popolo  di  S.  Reparata,  inviato  in 
raissione  al  Palazzo  dei  Priori  dagli  Otto  di  S.  Maria 
Novella,  viene  affrontato  per  la  sua  arroganza  da 
Michele  di  Lando,  buttato  gifi  per  le  scalc  e  condan- 
nato  poi  a  morte  dal  Podestk  per  trame  (an.  1378), 
336,  1-10. 

Marco  (di),  V.  Romolo  di  M. 

Marcovaldi  .'Vrrigo,  h  nelle  liste  dei  Priori  d«I  1284 
dicembre-1285  dicerabre,  60,  37  ;  del  1286  dicembre- 
1287  dicembre,  62,  33;  del  1289  dicembre-1290 
dicembre,  67,  18  ;  e  del  1296  iebbraio-r297  £ebbraio, 
76,  30. 

Marcovaldo  della  Rocca  di  PisA,  consigliere  della 
compagnia  S.  Giorgio,  367,  21. 

Marcovaldo  (bi),  V.  Arrigo  di  M. 

MARGHERrTA,  moglie  di  Carlo  di  Durazzo  re  di  Pnglia, 
sua  incoronazione  a  Napolj,  390,  12-14. 

Mari,  V.  Albiizoni  M. 

Mari  di  Falento,  e  di  Talento,  v.  Mediet  (de),  M.  di 
F.,  e  di  T. 

Mari  di  Spinello  da  Mosciano,  h  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1301  febbraio-1302  febbraio),  88,  39  ; 
k  ncUe  liste  dei  Priori  del  1303  febbraio-rso^  feb- 
braio  95,  2. 

[Maria)  di  Valois  [Valoaa],  figlia  di  Carlo  di  V»loi» 
e  moglie  d  i  Carlo  Duca  di  Calabria  Signore  di  Fi- 
rcnze,  viene  col  marito  in  Firenze  (an.  1326),  149, 
15-18  ;  fa  restituire  alle  donne  fiorentinc  certi  orna- 
menti  loro  tolti  da  precedenti  ordinanze,  151,  14-17  ; 
dA  alla  luce  un  figlio  che  muore  poco  dopo  (an.  13*7). 
152,   31-35. 

Mabia  (S.)  a  Monte  i»  Valdarno,  casteUo  preso  «  di- 
strntto  dal  conte  di  Monte  Seaggioeo  Capituo  dei 
Fiorentini  (an.  1327),  153.  U-Si. 


578 


INDICE  ALFABETICO 


[MarigBoU-Martiai]. 


Maricnoi.1  (db")  Guccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1300 
febbraio-1301  febbraio,  86,  17. 

Marignoli  (de")  Nuto,  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1294  febbraio-1295  febbraio),  75,  4  ;  v.  anche  Mari- 
gnoUe  Nuto:  Marignolli  (de')   Nnto. 

Marignolla,  villa  dei  Sacchetti,  ric,  347,  8,  36. 

Marignolle  Nuto,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  di- 
cenibre-1287  dicembrc,  62,  42  ;  del  1288  dicembre- 
i289d  icembre,  65,  6  ;  v.  anche  Marignoli  (de')  Nuto  ; 
Matignolli  (dc')    Nuto. 

Marignolli,  fam.  fiorentina,  esce  coj  Guelfi  da  Firenze 
airannunzio  della  sconfitta  di  Montaperti  (an.  1260), 
48,  5. 

Marignolli  Giovanni  di  Guerriante  di  Matteo, 
viene  bandito  come  ribelle  (an.  1380),  370,  29. 

Marignolli  Guerriante  di  Matteo,  h  nelle  liste 
dei  Priori  del  1369  gennaio-1370  gcnnaio,  275,  4  ; 
6  tra  i  capi  e  maggiori  istigatori  della  Parte 
guelfa  per  rammonire,  308,  13  ;  k  di  nuovo  nelle 
liste  dei  Priori  del  1378  (luglio-agosto),  314,  26 ; 
320,  37;  325,  26-31;  viene  deposto  dairufficio  dai 
Ciompi  e  nello  stesso  tempo  fatto  cavaliere  (an. 
1378),  324,  33. 

Marignolli  Gubrriantb  di  Matteo  di  Gubrriante, 
viene  condannato  nel  capo,  coi  suoi  figliuoli  Barto- 
lomeo  e  Matteo,  per  complotto  contro  lo  Stato  (an. 
1379),  343,   7-8,   38. 

Marignolli  Zanobi  di  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1374  gennaio-1375  gennaio,  291,  23  ;  viene  escluso 
dagli  uffici  per  tre  anni  (an.  1379),  364,  6  ;  i  di 
nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  maggio-1386 
aprile,  443,  35. 

Marignolli  (de')  Daldo  di  Dingo,  h  nelle  liste  dei 
Priori  del  1323  febbraio-1324  febbraio,  135,  16  ; 
k  Gonfaloniere  di  Giu.stizia  (liste  1325  febbraio- 
1326  febbraio),  152,  10  ;  e  di  nuovo  (liste  1331  di- 
cembre-1332  dicembre),  169,  14  ;  6  nuovamente 
nelle  liste  dei  Priori  del  1334  dicembre-1335  dicem- 
bre,  179,  6  ;  e  del  1337  dicembre-1338  dicembre, 
187.  10. 

Marignolli  (de')  Gianni  di  Dingo,  k  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1317  febbraio-1318  febbraio),  124, 
13  ;  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1324  febbraio-1325 
febbraio,  147,  31. 

Marignolli  (de')  Guerriante  di  Dingo,  6  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1318  fcbbraio-1319  f<bbraio), 
125,  28  ;  e  di  nuovo  (liste  1322  febbraio-1323  feb- 
braio),  131,  32. 

Marignolli  (de')  Jacopo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1313  febbraio-1314  febbraio,  116,  23. 

Marignolli  (de')  Nuto,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1296 
febbraio-1297  febbraio,  76,  32. 

Maringhi  Ambrogio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1363 
gennaio-1364  gennaio,  263,  9. 

Marini  Orlando,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1306  feb- 
braio-1307  febbraio,  99,  18 ;  del  1312  febbraio- 
1313  febbraio,  114,  39  ;  del  1324  febbraio-1325  feb- 
braio,  147,  36  ;  del  1330  dicembre-i33r  dicembre, 
167,  10 ;  e  del  1336  dicembre-1337  dicembre, 
186,  18. 


Marini  (de')  Orlandino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344 

maggio-1345  maggio,  222,  19. 
Marino  d'Orlando,  fc  nclle  liste  dci  Priori  del  1298  feb 

braio-1299  febbraio,  78,  3;  e  del  1302  febbraio-1303 

febbraio,  90,  34. 
Marino  (di),  V.  Orlando  di  M. 
Mariotto  di  Simone,  V.  Orlandini  M.  di  S. 
Marroni    Ghiotto,    fe    dei    Cinquantadue    cittadini    cuj 

viene  data  la  Balia  insieme  ai  Priori  e  CoUegi  per  la 

riforma  del  Governo  (an.  1381),  395,  30. 
Marsili  Filippo  di  Jacopo,  i  nelle  liste  dei    Priori    dcl 

1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  33  ;  c  del  1376  gcn- 

naio-1377  gennaio,  306,  29. 
Marsili  Jacopo  di  Berlingmieri,  k  nelle  li.ste  dei  Priori 

del  1306  febbraio-1307  febbraio,  99,  24. 
Marsili  Lorenzo  di  Jacopo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1356  gennaio-1357  gennaio,  250,  48  ;  e  del  1360  gen- 

naio-1361  gennaio,  259,  9. 
Marsili    Luigi,    frate   romitano   di    S.    Agostino,  viene 

mandato  ambasc.  pr.  Luigi  d'Angi6  a  Bologna  (an. 

1382),  417,  15. 
Marsilio    da    Carrara,    viene    riconosciuto  Signore  di 

Padova  insieme  al  fratello  (an.  1337),  185,  3-10. 
Marsilio  Chiancio,  consigliere  della  Compagnia  S.  Gior- 

gio,  367,  24. 
Marsoppino  da  Signa,  notaio  dei  Priori,  ric,  72,  6. 
Martelli  Nuccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1374  gen- 

naio-1375  gennaio,  121,  21. 
Martelli   Roberto,    6   nelle  liste  dei   Priori  del    1343 

aprile-1344  aprile,   218,  27  ;  del   1349  gennaio-1350 

gennaio,   235,    42;   del    1353   gennaio-1354   gennaio, 

246,    18;   del   1358  gennaio-1359  gennaio,  254,  27; 

del  1363  gennaio-1364  gennaio,   264,   20 ;   del    1367 

gennaio-1368  gennaio,   267,    43  ;  del   1372   gennaio- 

1373  gennaio,  284,  20. 
Martelli  Ugolino,  h  dei  Priori  (an.   1378  gennaio-feb- 

braio),  341,  5  ;  6  dei  Dodici  buofii  uomini  e  partc 

cipa  come  tale  alla  Balia  per  la  riforma  del  Governii 

(an.  1381),  395,  12. 
Martellino  del  Ricco,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  130' 

febbraio-1301  febbraio,  86,  17. 
Martello,  V.  Ghetti  M.  ;  Pieri  M. 
Martello  di   Ghetto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1316 

febbraio-1317  febbraio,  123,  10. 
Martinella,  V.  Firenze  (Carroccio). 
Martini  Agostino,  h  dei  Priori  (an.  1382  Inglio-agosto) , 

417,  21. 
Martini  Antonio,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gen- 

naio-1349  gennaio.  233,   36  ;   del   1351   gennaio-i35C 

gennaio,   240,  25;   del    1354   gennaio-1355   gennaio, 

248,   12  ;  del  1357  gennaio-1358  gennaio,  252,   15  : 

del    1370  gennaio-1371   gennaio,   276,  22  ;   del   1377 

gennaio-1378  luglio,  314.  9  ;  e  del  1380  gennaio-1381 

gennaio,  391.  34  ;  v.  anche  Antonio  di  Martino. 
Martini  Bindo  da  Pagnano,  notaio  dei  Priori,  ric,  98,  7, 
Martini  Francesco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1368  gen- 

naio-1369  gennaio,  273,  20  ;   ^  di  nuovo  dei  Priori 

(an.  1379  settembre-ottobre),  346,  27. 
Martini  Tommaso  di  Guccio,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  38. 


f 


[MartiDO>Matteo  di  Jacopo] 


INDICE  ALFABETICO 


579 


Martino,  t;.  Dini  M.  ;  Tancredi  M. 

Martino  di  Bonaiuto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1293 

febbraio-1294  febbraio,  73,  29. 
Martino  di   Carello,  del  popolo  di  S.  Lorenzo,   viene 

condannato    neiravere   e    nella   persona   per    trame 

contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  29. 
-Martino    di    Dino,    viene   ammonito    (an.    1377),    305, 

20-21  ;  308,  39. 
Martino  da  Gangalandi,  notaio  dei  Priori,  ric,  234,  22 
Martino  Vaiaio  di  Bizzi,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1340 

dicembre-1341  dicembre,  189,  33;  e  del  1350  gennaio- 

1351  gennaio,  239,  39. 
Martino  (di),  V.  Antonio  di  M.  ;  Benedetto  di  M.  ;  Cino 

di  M.  ;  Salvino  di  M. 
Maruccio  di  Geremia,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1318 

febbraio-1319  febbraio,  125,  25  ;  del  1320  febbraio- 

1321    febbraio,    127,  22;   e   del    1323   febbraio-1324 

febbraio,  135,   16  ;  t;.  anche  Beccuto  {del)  M.  di  G. 
Marzi  Piero  di  Luco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1372 

gennaio-1373  gennaio,  284,  15. 
Mascalzone  Giovanni,  viene  impiccato  per  trame  con- 

tro  lo  Stato  (an.  1382),  424,  3. 
Masi  Bartolo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1370  gennaio- 

1371  gennaio,  276,  20. 
Masi  Francesco,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1362  gennaio- 

1363  gennaio,  262,  6. 
Masi  Giovanni  di  Bartolo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1380  marzo-1381  febbraio,  391,  7. 
Masinelli,  capo  masnada,  ric,  239,  3-4. 
Masini  Francesco,  notaio  dei  Priori,  ric,  240,  45  ;  266, 

17;  276,  9;  342,28. 
Masino,  i'.  Duranti  M. 
Masino  di  Gallo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  mag- 

gio-1345   maggio,    222,    6. 
Masino  di  Maso,  V.  Antella  {delV)  M.  di  M. 
Maso,   V.   Aldobrandini  M.  ;   Benvenuti  M.  ;   Lagi  M.  ; 

Lamberti  d'AnteUa  M.  ;  Nelli  M.  ;  Neri  M.  ;  Peruzzi 

(de')  M.  ;  Roggerini  M.  ;   Valori  M. 
Maso  Jacopi,  V.  Biliotti  M.  J. 
Maso,  albergatore,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1353  gen- 

naio-1354  gennaio,  246,  24. 
Maso  Benci,  V.  Manovelli  M.  di  B. 
Maso  di  Chiermontese,  v.  Vccellini  (degli)  M.  di  C. 
Maso  di  Cresta,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1292  febbraio- 

1293  febbraio,   72,    13. 
Maso  di  Leone,  h  nelle  Ii.ste  dei  Priori  del  i343  aprile- 

1344  aprile,  219,  27. 
Maso  di  Luca,  viene  confinato  (an,  1378),  321,23. 
Maso  di  Maso,  v.  Anlellesi  (degli)  M.  di  M. 
Maso  di  Neri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1362  gennaio- 

1363  gennaio,  262,   19  ;  del  1371  gennaio-1372  gen- 

naio,  279,  30  ;  viene  ammonito  (an.  1378),  315,  17  ; 

316,  26  ;  gli  viene  arsa  la  casa  dai  Ciompi  e  dagli 

sbanditi  rientrati  (an.  1382),  407,  10. 
Maso  di  Ruggerino,  V.  Minerbetti  M.  di  R. 
Maso  di  Valore,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1317  febbraio- 

1318  febbraio,   124,    19  ;  e  dcl   1331  dicembre-1332 

dicembre,  169,  8. 
Maso  (di),  V.  Andrea  di  M.  ;  Bartolo  di  M.  ;  Giovanni  di  M. 
Massaio,  V.  Raffacani  (de')  M. 


Massaio  (del),  V.  Francesco  di  Guccio  del  M. 

Massaiozzo  di  Piero,  V.  Raffacani  M.  di  P. 

Masseo  di  Chiarissimo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1315 

febbraio-1316   febbraio,    122,    18. 
Masseozeo  di  Piero,  V.  Raffacani  (de')  M.  di  P. 
Matildb  [Matelda],  contessa  di  Toscana,  sconfigge  Ar- 

rigo  IV,  22,   10-12  ;  cf.   "  LI,   3  „. 
Matini  Piero  di  Guccio,  notaio  dei  Priori,  ric  234,  18. 
Mattei  Filippo,  notaio  dei  Priori,  ric,  256,  12. 
Mattei  Vanni  di  Corso,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1317 

febbraio-i3i8  febbraio,  124,  30. 
Matteo,  V.  Acquasparta  [d')    M.   (card)  ;   Benvenuti  M. 

Biliotti  M.  ;  Chelini  M.  ;  Gherardi    M.  ;    Guidi  M. 
1  Guiducci  M.  ;  Pichi  M.  ;  Signorelli  M.  ;  Vanni  M. 

Villani  M. 
Matteo,  V.  Tommasino,  Lanfranco  e  Matteo  da  Panzano. 
Matteo  Cimatore,  viene  confinato  per  cinque  anni  (an. 

1381),  401.   12. 
Matteo  d'Amelia,  viene  nominato  Esecutore  di  Giustizia 

di  Firenze  (an.  1307),  99,  8-13  ;  riconsegna  al  Comune 

11  sigillo  abusivamente  portato  via  dal  fratello,  Carlo, 

Podesta  di  Firenze  stessa,  100,  10-13. 
Matteo  di  Baldo,  viene  condannato  per  trame  contro 

lo  Stato  (an.  1378),  339,  18  ;  e  di  nuovo  per  la  spe- 

dizione  contro  Figline  (an.  1379),  351.  28. 
Matteo  di   Beliotto,  da  Sesto  ;   notaio  dei  Priori,  ric, 

76,  27. 
Matteo  di  Benozzo,  di  Sovigliana,  fe  nelle  liste  dei  Priori 

del  1383  settembre-1384  aprile,  435,  12. 
Matteo  di  Benvenuto,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1334  di- 

cembre,  1335  dicembre,  179,  7  ;  e  del  133S  dicembre 

1339   dicembre,    188,    1. 
Matteo  di  Bonaccorso,  V.  Alderotti  M.  di  B. 
Matteo  di  Boninsegna,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1336 

dicembre-1337  dicembre,  186,  15  ;  e  del  1345  ™ag- 

gio-1346  maggio,  227,  2. 
Maiteo  di  Borgo,  V.  Rinaldi  M.  di  B. 
Matteo  di  Buonaccorso  di  Giovanni,  V.  Alderotti  M. 

di  B.  di  G. 
Matteo  del  Canto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1297  feb- 

braio-1298  febbraio,   77,  25. 
Matteo  di  Chele,  V.  Pagnini  M.  di  C. 
Matteo  di  Dolce,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1373  gen- 

naio-1374  gennaio,  289,  28. 
Matteo  di  Federico,  V.  Soldi  M.  di  F. 
Matteo  di  Francesco  d'Andrea,  6  nelle  li.ste  dei  Priori 

del   1382  settembre-gennaio,  424,  21. 
Matteo   di    Francesco   chiamato   Maestro   Caixina, 

viene  condannato  nell'avere  e  nella  persona  per  trame 

contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  12. 
Matteo  da  Fogliano,  Podesti  di  Firenze,  suo  energico 

contegno  contro  Corso  Donati  (an.  1287),  63,  2-«. 
Matteo  di  Geri,  fornaciaio,  i  tra  gli  Otto  incaricati  dclla 

vendita  dei  beni  dei  ribelli  (an.  1380),  372,  33  ;  par- 

tecipa  airufficio  di  Balia  per  la  riforma  del  Governo 

(an.  1381),  409,  36. 
Matteo  di  Guglielmo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1347  gen- 

naio-1348   gennaio,   229,    30. 
Mattko  di  Guido,  notaio  dei  Priori,  ric,  186,  20. 
Matteo  di  Jacopo,  V.  Arrighi  M.  di  J. 


580 


INDICE  ALFABETICO 


[Mattao  di  L«icaM*ilici] 


Mattbo  di  Luca  da  Panzano,  viene  bandito  per  trame 

rontro  lo  Stato  (an.  1382),  415,  19-2«. 
Mattso  dbtto  Matterulla,  viene  condannato  per  trame 

contro  Jo  Stato  (an.  1378),  339,  34. 
Matteo  di  Morozio,  vene  fatto  attanagliare  ed    impic- 

carc  dal  Conservatore  Guglielmo  Asciesi  per  ordine 

del    Duca    d"Atene,    201,    8-13. 
Matteo  di    Nanni   dello  Scelto,    V.    Tinghi  M.    di  N. 

dello  S. 
Matteo  di  Niccol6  da  Laterina,  k  fatto  decapitare  per 

aver  tentato  di  fare  entrare  entro  Laterina  stessa 

genti  aretine  (an.  1380),  388,  9-27. 
Matteo  di  Nutino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  lu- 

glio-1384  agosto,  428,  22. 
Matteo  di  Pacino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  lu- 

gIio-1384  agosto,  427,  41. 
Matteo  da  Panzano,   6  condannato  per  trame  contro 

lo  Stato  (an.  1379),  344,  31. 
Matteo  di  Paolo,  k  dei  Priori  (an.  1379  marzo-aprile) , 

342,  22. 
Matteo  da  Recanaii,  caporale  della  Compagnia  di  S. 

Giorgio,  367,  19. 
Matteo  di  Simone,  t;.  Orlandi  M.  di  S. 
Matteo  del  Tegghia,  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 

1380  marzo-1381  febbraio),  391,  13. 
Matteo  di  Turino,  del  Popolo  di  S.  Lorenzo,  h  condan- 

nato  nel  capo  per  la  rivolta  dei  Ciompi    (an.    1378), 

336,  24  ;  e  di  nuovo  (an.  1379),  365,  32. 
Matteo  (di),  V.  Giovanni  di  M.  ;  Nuccio  di  M. 
Maurizio  (S.),  vescovo  di  Firenze,  viene  fatto  uccidere 

da  Attila.  16,  17-19. 
Mazza,  del  popolo  di  S.  Ambrogio,  viene  condannato  per 

trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  38. 
Mazza  D'ANDRftA,  vicne  ammonito  (an.  1377),  305,  18  ; 

309.  6. 
Mazza  di  Stefano  del  Mazza,  viene  bandito  c  condan- 

nato  neiravere  e  nclla  persona  (an.   1381),  400,  10. 
Mazzaferro  di  Ranieri,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1300 

febbraio-1301  febbraio,  86,    10. 
,  Mazzei  Lapo,  notaio  dei  Priori,  ric,  428.  24. 
Mazzetti  Giovanni   di   Andrea,  viene  ammonito   (an. 

1359),   255,    18. 
Mazzetti  Manbtto  di  Geri,  vienc  ammonito  (an.  1357), 

251,   34. 
Mazzetti  Piero,  notaio  dei  Priori,  ric.  235,  19  ;  260,  25  ; 

265.  32  ;  279,  33. 
Mazzetto,  i;.   Guadagni  M., 
Mazzetto  (di),  V.  Guadagno  di  M. 
Mazzinghi  Arrigo  di  GiovANNi.  i  oelle  liste  dei  Priori, 

del   1376  genna.io-1377  gennaio,  307.    12  ;  partecipa 

airufficio  di  Balia  per  la  riforma  del  Governo  (an. 
:  '1381).  410.  12. 
Mazzocchi,   fam.   fiorentina,  esce  da  Firenze  coi  Guelfi 

all'anuunzio  della  scoafitta  di  Monta]>erti  (an.  1260), 

48.  13. 
Mazzocchi  Biacio  Bernabucci,   ^  nelle  liste  dei  Priori 

del  1385  maggio-1386  aprile,  443,  IS. 
Medici  (de)  fam.  fiorentina  di  parte  nera,  92,  18  ;  s'  leva 

contro  il  Duca  d'Atene  (an.  1343),  205,  18  ;   209,  9  ; 

nella  lotta   scoppiata   improvvisame&te,  tra  Grandi 


e  Popolani,  alla  cacciata  del  Duca.  si  schiera  decisa- 

meate  in  favore  di  quesfultimi,  213,  30. 
Medici   (de')   Albizzo  Buonagiunta,   6  nelle  liste  dei 

Priori  del   1302  febbraio-i^o^  febbraio.  90.   S6. 
Medici   (de')   Andrea  d'Alamanno,  rivela  le  file  della 

congiura  che  stava  tramando  la  setta  dei  Ricci  (an. 

1360).  257,  34-36. 
Medici   (de')  Ardinco  di  Bonaidti,  t  Gonfaloniere  di 

Giustizia  (liste  1295  febbraio-1296  febbraio),  75.  32. 
Mepici  (de')  Ardingo  di  Buonagiunta,  i  nelle  liste  dei 

Priori  del  1290  dicembre   1291-dicembre,  68,  19  ;   k 

Gonfaloniere   di   Giustizia   (liste    1306   febbraio-1307 

febbraio),  99,   30  ;  e  di   nuovo  nelle  liste  dei  Priori 

del  1312  febbraio-1313  febbraio,  115,  10  ;  e  del  1315 

febbraio-1316  febbraio,    121,   38. 
MxDici  (db')  Avbrardo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1308 

febbraio-1309  febbraio.   104.    15  ;   k  Gonfaloniere  di 

Giustizia  (liste  1313  febbraio-1314  febbraio),  116,  19. 
Medici  (de')  Bartolomeo  di  Alamanno,  viene  bandito 

da  Firenze  (an.  1360),  258,  11. 
Medici   (db')   Bernardino  di   Giambono,   fe  nelle  liste 

dei  Priori  del  1300  febbraio  1301  febbraio,  86.  26  ; 

del  1316  febbraio-1317  febbraio.  123. 20  ;  del  1319  lcb- 

braio-1320  febbraio.  126.  12  ;  e  del  1321  febbraio-1322 

febbraio.   129,   15. 
Medici  (de')  Bonino  di  Lippo.  h  Gonfaloaiere  di  Giustizia 

(liste  1311  febbraio-1312  febbraio),  112.  23. 
Medici  (de')  Cambiozzo  di  Lapo.  fe  nelle  liste  dei  Priori 

del  1359  gennaio-1360  gennaio,  256,   7. 
Medici  (de')  Cambiozzo  di  Lippo.  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  29  ;  e  del  1365 

gennaio-1366   gennaio,  265,  29. 
Medici  (de')  Conte  d'Averardo,  h  nelle  liste  dei  Prioi ; 

del  1318  febbraio-1319  febbraio,  125,  6  ;  del  1323  feb- 

braio-1324  febbraio.  135,  34  ;  e  del  1328  dicembre- 

1329  diccmbre,  161,   1. 
Medici  (de')  Conticino  di  Bartolo.meo.  proces-sato  pcr 

trame  viene  rilasciato  libero  dal  Podesta  con  disap- 

provazionne  pubblica  (an.  1378).  338,  8-10  ;  6  con- 

dannato  a  duemila  fiorini    d'oro.  o,    in    mancanza, 

a  sei  anni  di  confine  oltre  le  cento  miglia  (an.  1378) , 

339,  45. 
Medici  (de')  Coppo  di  Lapo,  c  nelle  listc  dei  Priori  dr' 

1327  febbraio-1328  febbraio,    157,   35;  c  del     133 

dicembre-1338   dicembre.   187.   19. 
Medici   (de')   Cristofano  di   Jacopo  di   Bartolomeo. 

viene  bandito  come  ribelle  (an.  1380).  370.  41. 
Medici  (de')  Fantino  di  Giovanni,  ^  nelle  liste  dci  I*ri<n  i 

del  1383  settembre-1384  aprile.  435,  4. 
Medici  (de')  Francesco.  6  dei  Quattordici  cittadini  c! 

a  costituire  il  nuovo  Govcrno  alla  cacciata  del  Dui. 

d'Atene  (an.  1343).  207,  40. 
Mbdici  (de')  Fuligno  di  Conte,  fe  nelle  liste  dei  Prioij 

del  1353  gcnnaio-1354  gennaio,  246.     3  ;  e  del  137 

gennaio-1375  gennaio.  292,  5. 
Medici   (de')   Giovanni   di   Alamanno,   k  Gonfalonie 

di  Giustizia  (liste  1352  gennaio-1353  gennaio),  242,  ll 
Medici  (de')  Giovanni  di  Bernardino,  k  nelle  liste  d^ 

Priori  del  1324  f*bbraio-i325  febbraio.  148.  13  ; 

1329  dicembre-1330  dicembie,   164,     17  ;   h  Gon 


[Medici-M»«  «li  Gratso] 


INDICE  ALFABETICO 


"581 


loniere  di  Giustizia  (liste  1332  dicembre-1333  di- 
cembre),  175,  27  ;  e  di  nuovo  {liste  Jjjp  dicembre- 
134O  dicembre),  188,  2«  ;  Rettore  in  Lucca  per  il  Co- 
mune  di  Firenze,  fa  prendere  per  ordine  di  questo 
Tarlato  dei  Tarlati  d'Arezzo  che  poi  gli  riesce  a  sfug- 
gire  (an.  1342),  192,  5  ;  viene,  per  questo,  fatto  pren- 
dere  dal  Duca  d'Atene  e  condannare,  195,  4-6. 

Medici  (de')  Giovanni  di  Cambio,  6  dei  Dodici  buoni 
uomini  pel  quartiere  S.  Giovanni  (an.  1378),  326,  24  ; 
6  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  luglio-1384  agosto, 
428,  8  ;  "  sposa,  secondo  p.  Ildefonso,  Costanza  degli 
Adimari  restata  vedova  di  Marchionne  Stefani, 
CVI,   19-20,,. 

Medici  (de')  Giovanni  di  Conte,  6  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1348  gennaio-1349  gennaio),  234,  6  ; 
opera  da  lui  svolta  come  comandante  delle  genti  del 
Comune  fiorentino  alla  difesa  del  Castello  di  Scarpe- 
ria  assediato  dal  Visconti  (an.  1351),  238,  21-33  ;  6 
di  nuovo  Gonfaloniere  (liste  1355  gennaio-1356  gen- 
naio),  249,  34. 

Medici  (de')  Grifo  di  Guccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1320  febbraio-1321  febbraio,  127,  32. 

Medici  (de')  Guccio,  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1297  febbraio-1298  febbraio),  77,  27  ;  v.  anche  Medlci 
(de')  Guccio  di  Bonagiunia. 

Medici  (de')  Guccio  di  Bonagiunta,  h  nellelistedei 
Priori  del  1303  febbraio-1304  febbraio,  94,  41  ;  del 
1307  febbraio-1308  febbraio,  102,  26  ;  e  del  1314  feb- 
braio-1315  febbraio,  119,  14  ;  v.  anche  Medici  (de') 
Guccio. 

Medici  (de')  Jacopo,  e  fatto  prigioniero  con  altri  Fio- 
rentini  da  Gherardino  degli  Spinoli,  signore  di  Lucca, 
a  Pieve  a  Nievole  (an.  1330),  165,  34. 

Medici  (de')  Jacopo  di  Bartolomeo,  d  tra  i  capi  e  mag- 
giori  istigatori  della  Parte  guelfa  per  Tammonire, 
308,  20  ;  viene  condannato  neiravere  e  nella  persona 
per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  24. 

Medicz  (de')  Jacopo  di  Bartolomeo  detto  di  Monna 
NiccoLOSA  viene  confinato  a  Reggio  (an.  1378),  328, 
19  ;  6  bandito  come  ribelle  (an.  1380),  370,  25. 

Medici  (de')  Jacopo  di  Bartolomeo  Talenti,  fe  nelle 
liste  dei  Priori  del  1376  gennaio-i377  gennaio,  306,  42. 

Medici  (de')  Lapo  di  Giambono,  it  nelle  liste  dei  Priori 
del  1305  febbraio-1306  febbraio,  98,  4. 

Medici  (de')  Malatesta  di  Francesco,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1350  gennaio-1351  gennaio,  239,  29  ;  e  del 
'367  gennaio-1368  gennaio,  267,  20. 

Medici  (de')  Manetto  di  Neri,  6  nelle  Ii.ste  dei  Priori 
del  1380  gennaio-1381  febbraio,  391,  36. 

Medici  (de')  Manni  di  Manno,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1348  gennaio-1349  gennaio,  233,  26. 

Medici  (de")  Mari  di  Talento,  fe  nelle  liste  dei  Priori 
del  1343  aprile-1344  aprilc,  219,  28  ;  6  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (liste  1353  gennaio-1354  gennaio),  246, 20. 

Medici  (de')  Michele  di  Fuligno,  k  fatto  Cavaliere  (an. 
1381),    394,    6. 

Medici  (de')  Michele  di  Giovanni,  e  nellc  listc  dei 
Priori  del  1372  gennaio-1373  gennaio,  248,  37. 

Mbdici  (de')  Salvestro  d'Alamanno,  4  nelle  liste  dei 
Priori  del   1357  gennaio-1358  gennaio,  252,   31  ;   6 


Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1369  gennaio),  1370 
gennaio,  275,  1  ;  6  a  capo  dei  congiurati  contro  le 
sette  degli  Albizzi  e  dei  Ricci  pel  quartiere  S.  Gio- 
vanni  (an.  1372),  280,  32  ;  avversario  dichiarato  della 
legge  suirammonire,  si  raccolgono  intorno  a  lui  i 
buoni  uomini  e  i  mercatanti  avversari  della  Parte 
guelfa  e  deirammonire,  315,  2-13  ;  e  nonostante  Top- 
posizione  dei  Capitani  di  Parte  guelfa  egli  viene  di 
nuovo  nominato  Gonfaloniere  di  Giustizia  (an.  1378 
maggio-giugno),  314,  14-16  ;  sua  lotta  contro  roligar- 
chia,  annidata  nella  Parte  guelfa,  e  contro  la  detta 
legge  deIl'ammonire,  317,  19-34  ;  318,  21-32  ;  321, 
10-19  ;  viene  creato  dai  Ciompi  cavaliere  del  popolo, 
323, 20-2 1,  e  gli  viene  assegnata  la  rendita  delle  botte- 
ghe  di  Ponte  Vecchio,  325,  11-12  ;  viene  chiamato  da 
Michele  di  Lando  a  collaborare  con  lui  per  la  scelta 
dei  nuovi  Priori,  326,  4  ;  gli  viene  tolta  dagli  stessi 
Ciompi  la  rendita  delle  botteghe  suddette,  329,  4-5  ; 
ma  poco  dopo  la  detta  decisione  viene  annullata 
dai  Priori  e  riconfermata  la  prima  concessione, 
337,  14-15  ;  6  dei  capi  della  coalizione  democra- 
tica  che  reclama  maggiore  rigore  sui  rei  di  complotti 
contro  lo  Stato  specie  sui  pii  ricchi  e  potenti  (an. 
1379).  344,  8-9  ;  viene  confinato  a  Modena  per  sei 
anni  (an.  1381),  400,  38  ;  ric,  375,  2. 

Medici  (de')  Vieri,  e  Veri,  di  Cambio,  6  tra  i  capi  e  mag- 
giori  istigatori  della  Parte  guelfa  per  rammonire 
del  quartiere  S.  Giovanni,  308,  20  ;  6  Capitano  della 
Partepred.  con  grande  balia,  310,  16 ;  6  fatto  cavaliere 
dai  Ciompi  (an.  1378),  324,  34  ;  6  dei  Quarantatre 
cittadini  el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gia 
nominati  (an.  1381),  405,  6  ;  partecipa  alla  Balia 
per  Tarte  del  Cambio,  409,  27  ;  cerca  levarsi  sugl  i 
altri,  412,  22. 

Megli  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  ric,  167,  15. 

Meglio,  V.  Bonanni  M.  ;  Fagiuoli  M.  ;  Sasstioli  M. 

Meglini  Duccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  set- 
tembre-1384  aprile,  435,  14. 

Meglino  di  Jacopo,  V.  Magaldi  M.  di  J. 

Megliori  Sinibaldo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1296  feb- 
braio-1297  febbraio,  76,  29. 

Melano,  V.  Milano. 

Melano  (del),  V.  Luca  del  M. 

Melchionne,  e  Malchionne,  v.  Stefani  Marchionne. 

Meliadus  di  Ascoli,  Podesti  di  Firenze  passato  poi  al 
servizio  del  Duca  d'Atene  che  lo  fa  suo  ufficialc 
(an.    1342),    196,    33-35. 

Melodia,  fortezza  pisana,  presa  e  distrutta  dai  Fiorentini 
e  Genove.si  (an.  1290),  67,  33. 

Menelao,  re  di  Grecia,  assedia  Troia  e  dopo  dieci  anni 
d'assedio  riesce  finalmente  a  prendere  la  c.  dandola 
alle  fiamme,  5,   10-14. 

Meo,  V.  Davizzo  M. 

Meo  di.  .  .,  rivela  agli  ufficiali  della  Guardia  le  trame  della 
congiura  che  si  stava  ordendo  dalle  tre  arti  minori 
soppresse   (an.    1382),  423,  26-33. 

Meo  di  Bartolo,  V.  Cocchi  (de')  M.  di  B. 

Meo  di  Grasso,  k  fatto  cavaliere  dai  Ciompi  (an,  1378). 
324,  48  ;  viene  condannato  per  trame  contro  lo 
Stato,  340,  32. 


582 


INDICE  ALFABETICO 


[MMxMiclialc] 


Mbo  (di),  V.  Chiarissimo  di  M.  ;  Nerozzo  di  M. 
Meringhi      Biondo     d'Ambrogio,    i    nelle 

liste  dei  Priori  del  138$  maggio-1386  aprile,  443,  19. 
Mbringhi      Jacopo      d'Ambrocio,    nolaio 

dei  Priori,  ric,  443,  U. 
Meringo  (di),  V.  Ambrogio  di  M. 
Mese  di  Guccio,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1377  gcnnaio- 

1378  luglio,  314,  10  ;  e  del  1380  niarzo-1381  febbraio, 

391,    7. 
Metello,  comandante  deiresercito  romano  alfassedio  di 

Fiesole.  9,  20-23. 
Mettino,   V.  Becchini  M.  ;  Bettini  M. 
Metto,  V.  Beliotti  (de')  M. 
Metto  di  Biliotto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1298  feb- 

braio-1299  febbraio,  78,  16. 
Mezza  di  Jacopo  di  Mezza,  k  Gonfaloniere  di  Compa- 

gnia  del  quartiere  di   S.  Maria  Novella   (an.  1378), 

326,  39  ;  6  degli  Otto  di  Balia  di  S.  Maria  Novella, 

331,   17-18  ;   h  condannato  nel  capo  per  la  rivolta 

dei  Ciompi,  336,  18. 
Mezzano,  terra  dei  Senesi  occupata  dai  Fiorentini  (an. 

1260),  45,  33. 
Mezzola  Zanobi  di   Giovanni   di   Cione,   h  nelle  liste 

dei  Priori  del  1360  gennaio-i36i  gennaio,  258,  40  ; 

del  1367  gennaio-1368    gennaio,  267,  24  ;  e  del  1376 

gennaio-1377   gennaio,    306,    30  ;    6    fatto   cavaliere 

(an.  1381),  394,  7. 
MicciOLE  (di  e  da),  v.  Fazio  di  e  da  M. 
Michele,  V.  Angelotti  {d')  M.  ;  Bardella  M.  ;  Boschi  M.  ; 

CarelH  M.  ;  Cioni  M.  ;  Giachi  M.  ;  Lapi  M.  ;  Nardi 

M.  ;  Pucci  M.  ;   Vestri  M. 
M1CHEI.E     (maestro),  i  Gonfaloniere  di  Giusti- 

zia  {liste  1339  dicembre-1340  dicembre),   188,  27. 
Michele,   voc.\to  mastro,     h  condannato    neiravere  e 

nella  persona  per  la  spedizione  contro  Figline  (an. 

1379),  351,  33. 
Micrele   d'Aldobrando,    viene   ammonito    (an.    1367), 

263,  29. 
Michele  d'Agnolo,  notaio  dei  Priori,  ric,  372,  18. 
MicHELE  Di  Bardella,  notaio  dei  Priori.  ric,  416,  36. 
Michele  di  Benivieni,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  feb- 

braio-1296  febbraio,  75,   35. 
Michele  di  Bergo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 

gio-1347  gennaio,  228,  34. 
Michele  di  Bonaccorso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1317, 

febbraio-1318  febbraio.  124,   13  ;  del  1319  febbraio- 

1320  febbraio,  126,  14  ;  fe  notaio  dei  Priori,  128,   24. 
Micheledi     Brunaccio,  ^  nelle  liste  dei  Priori 

del  136$  gennaio-1366  gennaio,  265,  2». 
Michele  di  Cambio,  notaio  dei  Priori,  ric,  222,  24. 
Michele  di  Cione,  V.  Majfei  M.  di  C. 
Michele  di  Diotifece  da  Gangalandi,  notaio  dei  Priori, 

ric,  169.  14  ;  188,  19. 
MicHELE  Di   Francesco   da   Castelfiorentino,   notaio 

dei  Priori,  ric,  147,   35. 
Michele  di  GiANNi,  V.  Cristiani  M.  di  G. 
Michele  di  Giovanni,  V.  Medici  {de')  M.  di  G. 
MicHELE  Di  GiuFFREDi,  del  popolo  di  S.  Trinita,  viene  con- 

dannato  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),  366,   5. 
MicHBLE  Di  Jacopo,  notaio  dei  Priori,  ric,  374,  37. 


MicHELE  Di  Jacopo,  V.  Ricciolbani  M.  di  J. 

MicHELE  Di  Lando,  cardassic-re,  fatto  dai  Ciompi  Gon 
faloniere  di  Giustizia,  entra  con  questi  al  palazzo 
della  Signoria  dove  egli  s'iii8edia  con  pieni  poteri  (an. 
1378),  325,  34-40  ;  326,  1-8  ;  si  fa  dare  la  podesteria 
di  Barberino  ;  332,  2-4  ;  affronta  c  feri.sce  facendoli 
ruzzolare  giii  per  le  scale  i  due  inviati  dagli  Otto 
di  Balia  di  S.  Maria  Novella,  333.  23-30  ;  come  egli 
lascia  il  potere,  334,  39-42  ;  335,  1-2  ;  viene  confi- 
nato  a  Chioggia  (an.  1381).  408,  24. 

MicHELE  Di  Lando,  stovigliaio,  k  degli  Otto  della  guar- 
dia   (an.   1379),  354,   39. 

MicHELE  Di  Lapo,  k  dci  Dodici  buoni  uomini  pel  Quar- 
tiere  S.  Spirito  e  partecipa  come  tale  alla  Balia  pcr 
la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  395.  2. 

MicHELE  Di  Leonardo,  dci  popolo  di  S.  Lucia  d'Ognis- 
santi,  viene  condannato  per  trame  contro  lo  Stato 
(an.  1378),  340,  27. 

MicHELE  Di  LoRENZO.  V.  Buratta  M.  di  L. 

MicHELE  Di  Nardo.  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1349  gen- 
niio  1350  gennaio,  235.  36  ;  e  del  1353  gennaio-1354 
gennaio,  246.  1. 

MicHELE  Di  Pagno  di  Ventura.  vicnc  ammonito  (an. 
1375),    294.    32. 

MicHELE  Dl  Piero,  V.  Gucci  M.  di  P. 

Michele  di  Riccialbano,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1293  febbraio-1294  febbraio,  73,  39. 

MicHELE  Di  RiDOLFO  Di  TuoNO,  6  nellc  liste  dei  Priori 
del  1380  marzo-1381  febbraio,  391.   17. 

MicHELE  Di  RoDOLFO.  viene  nominato  Proposto  (an 
1379),  342,  39;  6  confinato  per  cinque  airni  (an 
1381),   400,    38. 

MiCHELE  Di  Salvi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1385  maggio-1386  aprile,  443,  30. 

MicHELE  Di  SiMONE,  6  dci  Priori  (an.  1380  luglio-agosto) , 
374,  35. 

MicHELE  Di  Tegna.  notaio  dei  Priori,  ric,  252,  22  ;  262. 
36  ;  279,  23  ;  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1367  gennaio- 
1368  gennaio,   268,   8. 

MicHELE  Di  Tieri,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 
gio-1347  gennaio,  288,   42. 

MicHELE  Di  Vanni  di  Lotto,  fe  nclle  liste  dei  Priori  del 
1359  gennaio-1360  gennaio.  256,  15  ;  6  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1365  gennaio-1366  gennaio), 
265,  30  ;  e  di  nuovo  (liste  1371  gennaio-i372  gen- 
naio),  279,  20  ;  viene  in  aiuto  di  Bartolo  di  Giovanni 
Siminetti,  liberandolo  dal  pericolo  del  fallimento, 
279,  43-45  ;  280,  1-5  ;  6  inviato  quale  ambasc.  in 
Avignone  pr.  Gregorio  XI  (an.  1376),  296,  30  ;  6  dei 
Cinquantadue  cittadini  cui  viene  data  la  Balia,  in- 
sicme  ai  Priori  e  CoIIegi,  per  la  riforma  del  Governo 
(an.  1381).  396.  25  ;  muore  di  pestilenza  (an.  1383), 
427,   18  ;  ric  316,  37. 

MicHELE  Di  Vanni  di  Ugolino,  vienc  ammonito  (an. 
1378),  316.  25-26. 

MicHELE  Di  Veri.  V.  RondintUi  M.  di  V. 

MicHELE  Vestri,  V.  Contadini  M.   V. 

MicHELE  (di),  V.  Bonaccorso  di  M. ;  Diotifece  di  M.  ; 
Domenico  di  M.  ;  Francesco  di  M.  ;  Jacopo 
di    M. 


[MiclieIi'Mona$tero  di  S.  Donato] 


INDICE  ALFABETICO 


583 


^ricHELi  Cambio,  notaio  dei  Priori,  ric,  102,  30  ;  122,  6 ; 

135,  28;   164,    40. 
MicHi  CiNO,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1329  dicembre- 

1330  dicembre,  164,  15  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia, 

{liste  1332  dicembre-1333  dicembre),  175,  18. 
MicHi  GiovANNi  Di   Ckcco,   6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1376    gennaio-1377    gennaio,    306,    41. 
MicHi  PiERO  Di  NuTO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1372  gen- 

naio-1373  gennaio,  284,  36. 
Mico,   V.   Calvagni  M- 
Mico  DEL  Cappone,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  di- 

cembre-  1287  dicembre,  62,  38. 
Mico  Di  Recco,  V.  Capponi  {de')  M.  di  R. 
Mico  Di  Recco  del  Cappone,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1352  gennaio-1353  gennaio,  242,  6. 
Mico  DEL  Velluto,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  di- 

cembre-T283    dicembre,     59,    16;   e   del    1287   feb- 

braio-1288   aprile,  63,    34. 
MiGi  E  MiGio  Di  Paolo,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1359 

gennaio-1360  gennaio,  256,  14  ;  e  nelle  liste  dei  Priori 

del  1364  gennaio-1365  gennaio,  264,  <». 
Migliarelli,   fam.   fiorentina  del  quartiere  di  Porta  S. 

Brancazio,   21,   8  ;    di   parte   ghibellina,   28,  28  ;   le 

vengono  abbattute  le  case  durante  la  rivolta  popolare 

contro  i  Ghibellini  (an.  1258),  44,  8. 
MiGLiNi  Duccio,  e  dei  Priori  (an.  1380  gennaio-febbraio), 

389,   16. 
MiGLiNO  Di  Magaldo,   ^  nelle  liste  dei  Priori  del  131 1 

febbraio-1312  febbraio,  112,  18. 
Migliorati  Borghese,  6  nelle  liste  dei  Priori    del  1283 

dicembre-1284  dicembre,  59,   38. 
Migliorati   Coppo    Borghesi,    6   nelle   liste   dei    Priori 

del  1308  febbraio-i3og    febbraio,  104,    3  ;   v.    anche 

Migliorati  Coppo  di  Borghere. 
Migliorati  Coppo  di  Borghese,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del   1312   febbraio-1313  febbraio,   115,   7  ;  del   1314 

febbraio-1315  febbraio,  119,  16  ;  e  del  1327  febbraio- 

1328  febbraio,    158,  2  ;  v.    anche    Migliorati    Coppo 

Borghesi. 
Migliorato,  V.  Domenichi  [de']  M. 
Migliorato  (di),  V.  Borghese  di  M. 
Migliore,  V.  Guadagni  {de')  M.  ;  Hdebrandini  M- 
MiGLioRE  Di   Duccio,   k  nelle  liste  dei  Priori  del   1346 

maggio-1347  gennaio,  229,  15. 
MiGLiORE  Di  ViERi,  V.  Guadagni  (de')  M.  di  V. 
MiGLioRE  (del),  V.  Cino  del  M.  ;  Lotto  del  M.  ;  Niccold  di 

Piero  del  M.  ;  Piero  del  M.  ;    Sinibaldo  del  M-  ;    Ste- 

fano  del  M.  ;  Vanni  del  M- 
Migliore  (di),  V.  Lapo  di  M. 
MiGLiozzo  Di  Taddeo,  V.  Magaldi  M.  di  T. 
MiGLiOROZzo  Di  Zato,  V.  Guadagni  (de')  M.  di  Z. 
Milano,  ric,  435,  46  ;  436,  1-3  ;  v.  anche  Visconti. 
Minerbetti,  fam.  fiorentina,  esce  coi  Guelfi  da  Firenze 

airannunzio  della  sconfitta  di  Montaperti  (an.  12O0), 

48,  6. 
Minerbetti  Andrea  di   Betto,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1326  febbraio-1327  febbraio,  155,  22  ;  e  del  1337 

dicembre-1338  dicembre,  187,  15. 
MiNERBETTi  Maso  di  Ruggerino,  6  nellc  liste  dei  Priori 

del  1285  dicembre-1286  dicembre,  61,  40 ;  del  1288 


dicembre-1289  dicembre,  65,  5  ;  e  del  1295  febbraio- 
1296  febbraio,  75,  48. 

"  MlNERBETTI  PlETRO,  StoricO,   cit.   V,    14-16,    1  „. 

MiNERBETTi  (de')  Feo  di  Cione,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1304  febbraio-1305  febbraio,  96,  9  ;  e  del  1309 

febbraio-1310  febbraio,  106,   1. 
Minerbetti    (de")    Lapo,    6    Gonfalonierc    di    Giustizia 

(liste  1301  febbraio-1302  febbraio),  88,  39  ;  6  nelle 

liste    dei    Priori    del    1306    febbraio-1307   febbraio), 

99,  18. 
MiNGO,  V.  Buonamichi  M. 

MiNGO  DEL  Cappello,  V.  Buonamichi  M.  del  C. 
MiNi  Francesco  di  Santi,  va  ambasc.   pr.  Carlo  di  Du- 

razzo  re  di  Puglia  per  Tincoronazione    della  regina 

Margherita  sua  moglie  (an.  1381),  390,  23. 
"MiNi  Paolo,  storico  pone  erroneamente  Coppo  Stefani 

tra  gli  scrittori  di  Storie  fiorentinc,  XXII,  23-2  5  ,,. 
MiNiATO    (S.),    venuto   a    fare   vita   d'eremita   con   altri 

compagni,  nella  selva  posta  nel  luogo  dove  ora  k  la 

Chiesa  che  porta  il  suo  nome,  viene  fatto  prendere 

e    martirizzare    dairimperatore    Decio,    12,    35-41  ; 

suo    miracolo,    13,    1-5  ;    t;.    anche    San   Miniato. 
MiNiATO  Di  Nuccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1369  gen- 

naio-1370   gennaio,   274,    42 ;   e   del    1374   gennaio- 

1375  gennaio,  291,   19. 
MiNO  di  Grifo,  notaio  dei  Priori,  ric,  255,  39. 
MiNO  (di),  V.  Domenico  di  M. 
MiNUTOLi  (di)  Amideo  di  Salvi,  6  nelle  liste  dei   Priori 

del  1309  febbraio-1310  febbraio,  106,  5. 
MiNUTOLi   (de')   Ammonito,  fe  Gonfaloniere  di   Giustizia 

(liste  1295  febbraio-1296  febbraio),  75,  26  ;  6  nelle 

liste    dei    Priori    del    1298    febbraio-1299    febbraio, 

78,   19. 
MisoNGRADO,  c.  ungherese,  ric,  440,  10. 
MoDENA  [Modona],  ric,  42,  38  ;  172,  24. 
Modesto   di    Geri,    6   dei   Priori    (an.    1378   novembre- 

dicembre),  337,   34. 
MoDiGLiANA,  Comune  di  Romagna,  ric,  297,  39. 
MoLLE  Francesco  di   Guido,  viene  mandato  a  morte 

dal  Dnca  d'Atene,   198,  2-5. 
MoLTOBUONi  CiONE,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  di- 

cembre-1283  dicembre,  59,  14. 
MoNACHi    Bartolomeo   di    Ventura,    fe   nelle   liste   dei 

Priori  del  1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  17. 
Monachi  Ventura,  notaio  dei  Priori,  ric,  164,  31. 
MoNACi      Bartolomeo     di     Ventura,     i 

nelle  liste  dei  Priori  del  1365  gennaio-1366  gennaio, 

265,  30. 
MoNAci,  c  Monachi,  Niccol6  di  Ventura,  notaio  dei 

Priori,  219,  21  ;  260,  8  ;  276,   18  ;  come  e  perch6 

viene   cassato   dairufficio   di   Cancelliere   dei    Priori 

(an.   1374),  291,  2-15;  viene  ammonito  (an.    1377), 

305,  4  ;  308,  44  ;  viene  confinato  per  sei  anni  (an. 

1381),  401,  33. 
Monaldeschi  Ormanno,  viene  inviato  dagli  Orvietani, 

a  seguito  di  espres.sa  richiesta,   Podesti  in  Firenzc 

(an.   1266),  52,   12. 
Monastkro  di   S.   Donato,  pr.   Rifredi  vi  s'adunano   i 

Crociati  fiorentini  prima  della  partenza  (an.   1188), 

26,  8-10. 


584 


INDICE  ALFABETICO 


I  Moo  ( ioa«-  MootaimtrU  | 


MoNciONB,  castello,  ric,  217,  iS. 

MoNE,  V.  Santini  M. 

MoNB  Di  Guioo,  b  nelle  liste  dei  Priori  del  1340  dicembre- 

1341  dicembre,  189,  36. 
MoNE  (Di),  V.  Giovanni  di  M. 
MoNFERRATO  (marchesb  di),  concessioiii  a  lui  fatte  dal- 

l'imperatore  Arrigo  VII  (an.  1313),  112,  13-14. 
MoNFORTE,  casJeUo,  viene  venduto  dal  conte  Guido  al 

Comune  di  Firenze  (an.  1373),  298,  19. 
MoNPUccio  Di  Salvi  del  Chiaro,  6  nelle  listc  dei  Priori 

del  1292  dicembre-1293  febbraio,  70,  36  ;  e  in  quelle 

del  1299  febbraio-1300    febbraio,  82,  26. 
MoNSELiGK,  vi  muore  Pietro  Rossi  capitano  della  Lega 

contro  i  Signori  della  Scala  (an.  1377),  185,  14. 
Montagliati,  castello,    fatto   ribellare  dagli  Ubaldini    e 

dai  Bianchi  fuorusciti  ma  subito   riprcso    dai    Fio- 

rentini  (an.  1302),  87,  31-33. 
Montaio,   castello,    6   fatto   ribellare  dai  Ghibellini  fuo- 

rusciti  ma  vlene  subito  ripreso  dai  Fiorentini  che  lo 

di.struggono  (an.  1251),  40,  19-23. 
Montale,  castello,  preso  e  distrutto  dai  Fiorentini  (an. 

1303),  89,  28. 
MoNTALTELLO,   terra  deiraretino   ceduta   al   Comune  di 

Firenze  (an.   1385),  435,  37. 
MONTALTO,  ric,  27,  28. 
MoNTAPERTi,   vi   vengono   sconfitti  i   Fiorentini  dai   Se- 

nesi,  dai  Ghibellini  e  dalle  milizie  di  Manfredi  (an. 

1260),  47,  23-39  ;  ric,  113,   11. 
MoNTE,  V.  AcciaittoH  (degli)  M. 
MoNTE  Di  Bartolo,  V.  Chertnontieri  M.  di  B. 
MoNTE  Di  GuiDO  DA  MosciANO,  h  neUe  liste  dei  Priori 

del  1317  febbraio-1318  febbraio,  124,  26. 
MoNTE  Dl  LlPPO,  V.  Bellandi  M.  di  L. 
MoNTE  Di  PuGio,  Ferrovecchio  (I),  6  dei  Priori  (an.  1382 

luglio-agosto),  417,  26. 
MoNTE  (Di),  V.  Jacopo  di  M.  ;  Niccolb  di  M. 
MoNTE    AcciNico,    e    AciNico,    casteUo    degli    Ubaldini 

nel  Mugello  fatto  costruire  da  Ottaviano,  vi  vengono 

sconfitti  gli  Ubaldini  dai  Fiorentini  (an.   1251),  40, 

14-16  ;  divenuto  nido  dei  GhibeUini  e  dei  Bianchi  fuo- 

rusciti,  donde  questi  spesso  uscivano  a  danneggiare 

il  territorio  fiorentino,    viene  preso  e  distrutto  dalle 

genti  del  Comune  di    Firenze   (an.   1306),  97,  2-10. 
MoNTE  AcuTO  \Aguto],  fortezza  degli  Aretini  presa  dai 

Fiorentini  (an.   1290),  67,   30. 
MoNTE   Alcino,   e    MONTALCINO,   castello   assediato   dai 

Senesi    (an.    1252),   41,  22-2  4,   viene  rifornito  e  poi 

liberato  dai  Fiorentini,  24-26;  42,   12-15,   18;  vienc 

di  nuovo  assediato  dai  Senesi  e  dai  Ghibellini  cac- 

ciati  da  Firenze   (an.   1260),  46,  23-2  7;  drammatico 

consiglio  tenutosi  a   Firenze  a  riguardo  degli  aiuti 

da  mandare  agli  assediati,  46.  38-41  ;  47,  1-15  ;  ric, 

27,  27  ;  28,   1-2  ;  34,  2  ;  178,   17. 
MoNTEBUONi,  castello  preso  dai  Fiorentini  ai  Bnondel- 

monti  e  distmtto   (an.   1135),  23,  25;  "  cf .  XLIV, 

32,  XLV,   1-4,,. 
MoNTE  Calvi,  castello,  fatto  ribeUare  dai  Bianchi  e  dai 

Ghibellini    fuorusciti   e   ripreso    dai    Fiorentini    (an. 

1304).  94.  13-19  ;  CEde  in  potere  di  Uguccione  (an. 

1314).  115,  31. 


MoNTB  Calvoli,  castello  dei  Lucchesi  datosi  spontanea- 

mente  ai  Fiorentini  (an.  1314),  115,  23  ;  viene  pres<j 

da  Uguccione,  118,   10-12;  viene  dato  da  Lodovico 

il  Bavaro  a  Castruccio  154,  23. 
MoNTE  Carelli  (conte  di),  ric,  407,  31  ;  411,  IS. 
MoNTE  Carugli  (da),  V.  Obizzo  da  M.  C. 
MoNTE   Casciolli,  castello,  vi  viene  sorpreso  e   sconfitto 

Roberto  Tedesco  dai  Fiorentini  (an.  11 13),  22,  2«-29. 
MoNTE  Cassino  (abate  di),  ric,  436,  38. 
MoNTECATiNi     [Monte    Catino],    casteUo     dei     Lurchesi 

datosi  ai   Fiorentini   (an.   1314),  115,  24  ;  viene  as- 

sediato   da    Uguccione    (an.    1315),    116,    31-32  ;    vi 

vengono    sconfitti     i    Fiorentini    mentre    il    casteUo 

cade  in  potere  di  Uguccione,  117,  9-SS  ;  118,  1-12  : 

viene    nuovamente    attaccato    dai    Fiorentini     (an . 

1329)1  163,  18-20  ;  riusciti   vani  i  tentativi  di  portare 

aiuti  agli  assediati  il  castello  deve  arrendersi  ai  Fio- 

rentini   (an.   1330),  166,   3;   "  cf.  CXI,   35-37-CXn, 

1-3  „. 
MoNTEccHio,  casteUo  degli  Aretini  preso  dai  Fiorentmi 

(an.   1289),  66,   10. 
MoNTECHiARO,   terra  dei   Lncchesi  presa  dai    Fiorentini 

(an.   1330),  166,  25. 
MoNTECOLARETO,  castello  degli  Ubaldiai  preso  e  distrutto 

dai  Fiorentini  (an.  1373),  286,  36. 
MoNTE  Di  Croce,  castello  dei  conti  Guidi,  viene  venduto 

da    questi    al    Vescovo    di    Firenze,  24,  4-5  ;    "  cf, 

XLVII,   15-34-XLVIII,   1-15  „. 
Monte  Falcone,  terra  dei  Lucchesi  presa  dai  Fiorentini 

(Ein.    1325),    142,    14  ;   viene  ripresa  da   Castruccio, 

143,  24-32. 
MONTE  Feltro  (di),  V.  Buonoconle  di  M.  F.  ;  Nolfo  di 

M.  F. 
Monte  Feltraio,  ric,  369,   10. 
Monte  Fortino,  castello  dei  Pazzi  di  Valdarno  danneg- 

giato  dai  Fiorentini  (an.  1268),  64,  26. 
MoNTE  Gabrio,  ric,  170,  6. 
MoNTE  Gemmoli,  castello  degli  Ubaldini  preso  e  disfatto 

dai  Fiorentini  (an.  1273),  286,  35. 
MoNTE   Granelli    (da),    V.   Antonio,   Giovanni   e  Niccold 

figli  del  conte  Bandino  da  Monte  GraneUi  ',  Ouidi    {det 

conii)  Giovanni  figlio  del  c.  B. 
MoNTE  Grossoli,  castello,  come  pass6  al  Comune  fioren- 

tini  (an.   1197),  25,  24-29;   26,22-24;  "  cf.  XLVIII, 

17,   35-LI,    1-3»  „. 
MoNTE  Imperiale,  ric,  181,   17. 
MoNTELFi,  vi  si  trincerano  i   Fiorentini  per  impedire  il 

passo  airimperatore  Arrigo  VII  (an.  1312),  109,  28. 
MoNTELUPO,  castello   fatto  edificare  dai   Fiorentini   (an. 

1203),  27,  8  ;  ric,  418,  27. 
MoNTEMALO,  ric,  109,  2. 
Montemaggiore  (Abate  di)  Signore  di  Perugia  v.  [Puy 

(di)    Gerardo,  card.] 
MoNTE  Marciano,   casteUo   degli   Ubertini   danneggiato 

dai  Fiorentini  (an.  1286),  64,  25-26. 
MONTE  MORELLO,   ric,   14,  25. 
MoNTEMURLO,  castcllo  dei  Conti  Guidi  acquistato  dai  Fio- 

rentini   (an.    1207),    27,    10-14  ;   viene   preso   da  Ca- 

struccio  (an.   1326),  146,  8-12;  ritorna  in  potere  dei 

Fiorentiai  (an.  1329),  162,  17  ;  ric,  22,  28-29;  31,  18. 


[Monte  Naova-Naddo  d'Aadrea] 


INDICE  ALFABETICO 


585 


MoNTE  Nuovo,  castello  degli  Squarcialtipi  preso  dai  Fio- 
rentini   (an.   1221),  30,   33-34. 

MoNTE  Orlandi,  castello  dei  Gangalandi  preso  e  distrutto 
dai  Fiorentini  (an.  1107),  22,  21-2  3. 

MoNTEPULCiANO,  castello,  viene  assediato  dai  Senesi  e 
liberato  poi  dai  Fiorentini  corsi  in  suo  aiuto  (an. 
1174),  24,  26-28  ;  viene  di  nuovo  assediato  dai  Senesi 
(an.  1229),  31,  25-26  ;  33,  6  ;  i  quali  per6  nella  nuova 
pace,  fatta  coi  Fiorentini,  accorsi  ancora  una  volta 
in  ,suo  aiuto,  s'impegnano  di  ricostruire  !e  mura  del 
castello  da  essi  danneggiate  neirassedio,  31  ;  34, 
1-3  ;  ric.  27,  26  ;  28,    1. 

MoNTE  Regioni,  ric,  42,  16  ;  381,  28-21. 

MoNTE  RuBOLiNi,  vi  vengono  sconfitti  i  Pistoiesi  dai 
Fiorentini  (an.  1251),  39,  31-32. 

MoNTE  RuppoLi  (da),  V.  Simotie  da  M-  R- 

Monte  Scaggioso,  V.  Balzo  (del)  Beltramo  di  M.  S. 

MoNTE  SoMMANO,  castello  dei  Lucchesi  datosi  spontanea- 
mente  ai  Fiorentini  (an,  1314),  115,  23  ;  viene  preso 
da  Uguccione,  118,  10-12. 

MoNTESPERTOLi,  e  MoNTE  SPERTOLi  (da),  V.  Baldo  da 
M.  ;  Bartolo  da  M-  ;  Lotteringo  da  M. 

MoNTE  TopoLi,  castello  dei  Lucchesi  passato  ai  Fioren- 
tini  (an.  1314),  115,  23  ;  viene  danneggiato  da  Ca- 
struccio  (an.  1323),  132,  15  ;  133,  33. 

MoNTEVARCHi,  vi  vengono  sconfitte  dai  Guelfi  fuoru- 
sciti  fiorentini  le  milizie  tedesche  mandate  contro 
di  loro  (an.  1249),  36,  10-15  ;  viene  danneggiata 
dagli  Aretini  (an.  1287),  63,  13  ;  64,  2-37  ;  6  occupata 
da  Arrigo  VII  (an.  1312),  109,  20. 

MoNTE  Vettolino,  castello  della  Valdinievole  passato 
a  Castruccio,  viene  assediato  dai  Fiorentini  (an, 
1321),  127,  39  ;  viene  riconosciuto  dai  Pistoiesi  di 
spettanza  dei  Fiorentini  insieme  ad  altri  castelli 
della  regione  (an.  1329),  162,  19  ;  163,  22. 

MoNTUGHi,  ric,  106,  i    ;  355,  34-35. 

MoRA  (della),  V.  Chiarozzo  della  M. 

Moranducci  Rustico,  nataio  dei  Priori,  ric,  106,  25  ; 
116,  11 ;  179,  21 ;  189,  29. 

More,  V.  Ubaldini  M.  ■ 

Morea  di  Romania,  ric,  149,  19. 

Morelli  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1336  di- 
cembre-1337  dicembre,  186,  26. 

Morelli  Benedetto  di  Piero,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  16. 

Morello  (di),  V.  Bartolo  di  M- 

Mori  (dei)  Puccio  di  Ventura,  notaio  dei  Priori,  ric 
106,   16  ;  152,   17. 

MoRREALE,  capitano  di  ventura  provenzale  ric,  244,  37-38 . 

Mortennana,  castello  dei  Fiorentini  fatto  ribellare  dagli 

Squarcialupi   (an.   1254),  42,  21-22. 
MoscARDi,    6  nelle  liste  dei   Priori  del   1334   dicembre- 
1335  dicembre,   179,  22  ;  e  del   1337  dicembre-1338 
dicerabre,- 187,  1. 
MosciANO  Di  Mari,  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1311 

febbraio-1312  febbraio),  112,  41. 
MosciANO  (da)  i;.  Filippo  di  Spinello  da  M.  ;  Lupo  di 
Primerano  da  M-  ;  Mari  di  Spinello  da  M.  ;  Afonie 
di  Guido  da  M.  ;  Mosciano  di  Mari  da  M-  ;  Spinello 
da  M-  ;  Spinello  di  Primerano  da  M. 


MoscoNE,  V.  Beccanugi  detto  Moscone. 

Mostanza  (di),  i;.  Guido  di  M. 

Mozzi,  (de)  fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  28,  21 ;  esce  da 
Firenze  alla  notizia  della  sconfit^a  di  Montaperti 
(an.  1260),  48,  9  ;  si  schiera  coi  Bianchi,  80,  34  ; 
va  nelle  sue  case  ad  abitare  il  Card.  da  Prato,  91 , 
25  ;  ric,  214,   12. 

Mozzi  (de')  Giovanni  di  Luigi,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del 
1364  gennaio-1365  gennaio,  265,  S  ;  6  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (liste  1368  gennaio-1369  gennaio),  274, 
9  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1371  gennaio. 
1372  gennaio,  279,  10  ;  fe  a  capo  dei  congiurati  de, 
quartiere  di  S.  Spirito  contro  le  sette  degli  Albizz. 
e  dei  Ricci  (an.  1372),  280,  29  ;  Vicario  di  Valdinie_ 
vole  6  fatto  dei  Grandi  in  seguito  a  petizione  dej 
Pesciatini  e  cassato  dall'Ufficio,  303,  7-8  ;  18-40 
304,  1-19  ;  come  riusci  a  scampare  dairaccnsa  d' 
omicidio  e  baratteria,  20-30  ;  viene  ammonito  (an 
1377).  305,  13  ;  309,  4-5. 

Mozzi  (de')  LuiGi  d'Andrea,  fe  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1326  febbraio-1327  febbraio),  155,  15  ; 
6  nelle  liste  dei  Priori  del  1333  dicebre-1334  di- 
cembre,  177,  23  ;  del  1336  dicembre-1337  dicembre, 
186,  13  ;  6  di  nuovo  Gonfaloniere  (liste  1345  maggio- 
1346  maggio),  227,  1  ;  e  (liste  1351  gennaio-1352 
gennaio),  240,  43. 

Mozzi  (de')  Tommaso  di  Luigi,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  29. 

Mozzi  (de')  Vanni,  6  a  capo  d'una  brigata  armata  dai 
Grandi  contro  i  Priori  (an.  1295),  74,  21. 

MucciATTO,  fornaio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gen- 
naio-1349  gennaio,  234,  13. 

Muccio  Di  Casa  da  Laterina,  viene  fatto  decapitare  per 
avere  trattato  per  fare  entrare  in  Laterina  gente 
degli  Aretini  (an.  1380),  388,  9-27. 

MuciNi  Arrigo  di  Piero,  6  dei  Quarantatre  cittadini 
el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gii  nominati 
(an.  1381),  404,  30. 

MuciNl  FiLiPPO  Di  PiERO,  notaio  dei  Priori,  ric,  427, 
39. 

MuciNi  Piero  Gucci,  notaio  dei  Priori,  ric,  254,  42. 

MuGNAio  Di  Recco  da  Ghiacceto,  i  nelle  liste  dei  Priori 
del  1331  dicembre-1332  dicembre,  169,  26  ;  del  1337 
dicembre-1338  dicembre,  187,  16  ;  del  1348  gennaio- 
1349  gennaio,  234,  23  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1353  gennaio-1354  gennaio),  245,  32. 

Muletti  Sandro  da  Panzano,  viene  ammonito  (an. 
1377),  305,  7  ;  308,  33. 

MuLi,  nobile  famiglia  pistoiese,  ric,  171,  14, 

"  Muratori  Lodovico  Anionio,  storlco,  csprime  per 
primo  i  suoi  dubbi  sulla  notizia  della  distruzione  di 
Fiesole  nel  loio,  XXXVIII,  23-27  „  ;  "  ric,  V,  16, 
1-9  ... 

MusciATTO,  V.  Franzesi  {de')  M.^ 

Muzzi  Francesco  di  Vanni,  notaio  dei  Priori  ric, 
254,  42  ;  273,  40  ;  291,  30  ;  346,  S5. 

Nacci  Rinaldo,  notaio  dei  Priori,  ric,  131,  85. 

Naddo,  V.  Bucelli  N.  ;  Casini  N. 

Naddo  d'Andrea,  viene  ammonito  (an.  1359).  255,  20  ; 
V.  anche    Boccoli  N.  d'A. 


586 


INDICE  ALFABETICO 


[Naddo  di  Beninosa-Nclli 


Naddo  di  Bbnincasa,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  131 1 

febbraio-1312  febbraio,  112,  36. 
Naodo  di  Cenni,  V.  Nardi  N.  di  C. 
Naddo  di  Cenni  di  Nardo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1334  dicembre-1335  dicembre,  179,  S. 
Naddo  di  Jacopo,  V.  Covoni  {de')  N.  di  J. 
Naddo  di  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  maggio- 

1346  maggio,  227,  15. 
Naddo  di  Nozzo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1343  aprile- 

1344  aprile,  219,  19. 
Naddo  di  Segna,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1294  fcb- 

braio-1295  febbraio,  74,  42. 
Naddo  di  Spigliato  da  Filicaia,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1316  febbraio-1317  febbraio,  123,   1  ;  del  1319 

febbraio-1320  febbraio,   126,   5  ;  del   1326  febbraio- 

1327    febbraio,    155,   24  ;  del    1333    dicembre-1334; 

dicembre,   177,    10;   del  1336  dicembre-1337  dicem- 

bre,   186,  28  ;  del  1338  dicembre-i33g  dicembre,  188, 

9  ;  del  1341  dicembre-1342  dicembre,  190,  43  ;  6 
Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1348  gennaio-i349 
gennaio),  233,  31  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori 
del  1353  gennaio-1354  gennaio,  246,  28. 

Naddo  di  Tuccio,  V.  Bucelli  {de'}  N.  di  T. 

Naddo  (di),  V.  Jacopo  di  N. 

Nagio  di  Nagio,    6  nelle    liste  dei  Priori  del  1299  feb- 

braioi3oo   febbraio,  82,   6. 
Naldo  di  Niccol6,  v.  Altoviti  N.  di  N. 
Naldo  di  Ugo,  V.  Altoviti  N.  di  U. 
Naldo  (di),  V.  Nanni  Niccold  di  N. 
Nanni,  giubbettaio,  viene  condannato  nell'avere  e  nella 

persona  (an.  1301),  400,   11. 
Nanni  del  Boneca,  V.  Rossi  (de')  N.  delB. 
Nanni  vocato  Bragliabasso,  da  Casanuova,  viene  con- 

dannato  come  ribelle  (an.  1380),  373,  37. 
Nanni  di   Bucarello,  del  popolo  di   S.  Lorenzo,  viene 

condannato  per  trame   contro  lo   Stato   (an.    1378), 

339,   28  ;    viene    bandito    come    ribelle    (jm.    1380), 

371,  10. 
Nanni  di  Camaino,  V.  Camaiani  {de')  N.  di  C. 
Nanni    vocato   Carnicchia,    viene     condannato     come 

ribelle  (an.  1380),  373,  39. 
Nanni  di  Corrado,  viene  condannto  per    trame   contro 

10  Stato  (an.  1378),  339,  14. 

Nanni  di   Guccio,  del  popolo  di  S.  Niccol6,  viene  con- 

dannato  neiravere  e  nella  persona  (an.  1379)  365,  39. 
Nanni  di  Lorenzo,  del  popolo  di  S.  Piero  Maggiore,  viene 

condannato   alla   forca   per   trame   contro   lo    Stato 

(an.  1379),  344,26. 
Nanni  di  Niccol6  di  Naldo,  h  dei  Priori  (an.  1378  gen- 

naio-febbraio),  341,  4. 
Nanni  del  Pezza  da  Siena,  viene  condannato  per  trame 

contro  lo  Stato  (an.  1379),  344,  37. 
Nanni  dello  Scelto,  V.  Tinghi  N.  dello  S. 
Napo  di  Cecco,  V.  Spina  N.  di  C. 
Napoleone,  V.  Orsini  {degH)  N. 
Napoleone  di  Benci,  V.  Carucci  N.  di  B. 
Napoli  c,  vi  si  porta  Urbano  VI  per  reclamare  da  Carlo 

di  Durazzo  Tadempimento  dei  patti  e  degli  impegni 

da  Ini  presi  (an.  1384),  433,  15-22  ;  v.  anche  Puglia 
(re  di). 


Napoli  (di),  V.  Nicola  di  N. 

Nardi  Giunta,  d  nelle  liste  dei  Priori  del  1327  febbraio- 

1328    febbraio,    157,    34  ;    del    1331    dicembre-i33-' 

dicembre,  168,  38. 
Nardi  Lotto,  notaio  dei  Priori,  ric,  187,  31. 
Nardi  Michele,  k  Gonfalonlere  di  Giustizia  (liste  1358 

gennaio-i35g   gennaio),     254,    40  ;    l   nelle   liste   dei 

Priori  del  1363  gennaio-1364  gennaio,   264,   iO  ;   del 

1366  gennaio-i36y  gennaio,  266,  12  ;  e  del  1372  gen- 

naio-1373  gennaio,  284,  18. 
Nardi  Naddo  di  Cenni,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  1330 

dicembre-1331  dicembre,  167,  30  ;  e  del  1338  dicem- 

bre-i33g  dicembre,  188,  7. 
Nardi  Silvestro  di  Michble,   fe  nelle  liste  dei  Priori 

del  1383  lugIio-1384  agosto,  428,  29. 
Nardo,  V.  Ciai  N.  ;  SangaUini  N. 
Nardo  di  Chele,  V.   Pagnini  N.  di  C. 
Nardo  di  Giunta,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1301  feb- 

braio-1302  febbraio,  88,   36  ;  6  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste  1307  febbraio-1308  febbraio),  102,  20. 
Nardo  di  Lippo,  V.  Durelli  N.  di  L. 
Nardo  di  Stefano  del  Mazza,  viene  bandito  per  trame 

contro  lo  Stato  (an.  1381),  400,  9. 
Nardo  (di),  V.  Bingeri  di  N.  ;  Cenni  di  N.  ;  Giunta  di  N-  ; 

Michele  di  N.  ;  Naddo  di  Cenni  di  N.  ;  Niccold  di 

Cenni  di  N. 
Narni  (da),  V.  Giovanni  da  N. 
Narsete  [Narset],  inviato  in  Italia  dairimperatore  Giu- 

stino  per  cacciarne  i   Goti,  caccia  questi  definitiva- 

mente  dalla  penisola,  16,  38-40  ;  si  ribella  airimpera- 

tore  e  chiama  in  Italia  i  Longobardi,  17,  8-9. 
NarsI  (di),  V.  Piero  di  N. 
Nastagio,  V.  Bucelli  N. 
Nastagio      di      Benincasa      della     Ca- 

M  E  R  A,    e  nelle  liste  dei  Priori  del  1385  maggio,i386 

aprile,  443,  *l. 
Nastagio  di  Bonaguida,  V.  Tolosini  N.  di  B. 
Nastagio  di  Cambio,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1344 

maggio-1345  maggio,  222,  7. 
Nastagio   di    Francesco,    viene   ammonito    (an.    1377), 

305,  28,  308,  42  ;  fe  fatto  cavaliere  dai  Ciompi  (an. 

1378),  324,   48  ;   V.    anche  Benvenuti  N.  di  F. 
Nastagio   di    Lapo,    6   Gonfaloniere   di   Giustizia    (liste 

1337    dicembre-1338  dicembre),   187,    12  ;    v.     anche 

Talenti  N.  di  L. 
Nastagio  Tolosini.  e  del  Tosino,  di   Bonaguida,   6 

nelle  liste  dei  Priori  del  1343  aprile-i344  aprile,  210, 

4l  ;  218,   39. 
Neldi  Bernardo,  notaio  dei  Priori  ric,  106,  16  ;  114,  42. 
Neldi  Francesco  del  Benino,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  37. 
Nelli  Francesco.  h  nelle  liste    dei  Priori  del  1352  gen- 

naio-1353  gennaio,  242,  15. 
Nelli  Francesco  del  Benino,   ^  nelle  liste  dei  Priori 

del  1345  maggio-1346  maggio,  226.  36  ;  del  1356  gen- 

naio-  1357  gennaio,  251.  5  ;  6  Gonfaloniere  di  Giusti- 

zia   (liste  1360  gennaio-1351  gennaio).  259.  6. 
Nelli  Maso,  viene  ammonito  (an.  1363),  261,  30. 
Nelli  Niccol6  di   Vanni.  viene  confinato   per  cinque 

anni,  prima  a  Forll  poi  a  Pisa  (an.  1381),  400,  44. 


[Nelli«Ncri  di  Ricaccio] 


INDICE  ALFABETICO 


587 


Nelli  Piero,  notaio  dei  Priori,  ric,  248,  3  ;  256,  11. 

Nello,  V.  Ghetti  N.  ;  Giovanni  N.  ;  Rinucci  N. 

Xello  d'Arrighetto,  V.  Doni,  N.  d'A. 

Nello  Diotaiuti,  V.  Galigaio  N.  D. 

Nello  di  Guido,  V.  Malegonnelle  N.  di  G. 

Nello  di  Ranuccio,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  feb- 
braio-1296  febbraio,  76,  1. 

Nello  di  Rinuccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1310  feb- 
braio-i3H  febbraio,  108,  6  ;  e  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1314  febbraio-1315  febbraio),  119,  12. 

Nello  (di),  V.  Jacopo  di  N.,  Niccold  di  N.  ;  Vatmi  di  N. 

Nembroto,  discendente  di  Cam,  fa  costruire  la  torre  di 
Babele  che  porta  la  confusione  delle  lingue  e  la  divi- 
sione  delle  genti,  3,  4,  10-16  ;  19,  21,  29. 

Nemmi  Pagolo,  notaio  dei  Priori,  ric,  250,  8. 

Nencio,  cappellaio,  viene  impiccato  per  trame  contro  lo 
Stato  (an.   1382),  433,  34-35. 

Kencio  Cecco,  e  Cicco,  v.  Lorenzo  di  Giovanni  detio  N.  C. 

Nepi  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  246,  3. 

Neri  e  Nera  (parte),  fazione  del  partito  gnelfo  facente 
capo  in  Firenze  ai  Donati,  79,  32-35  ;  80,  31-33  ; 
primi  loro  urti  e  scontri  con  i  Cerchi,  che  s'erano  po- 
sti  a  capo  dei  Bianchi,  loro  awersari,  in  casa  di  Vieri 
dei  Cerchi  ed  alle  feste  del  Calendimaggio  (an.  1300), 
79,  39-44  ;  80,  1-2  8;  famiglie  nobili  e  popolane  che 
si  schierano  con  loro  e  che  si  dissero  di  parte  nera, 
38-40  ;  sollecitano  pr.  pp.  Bonifacio  Tinvio  d'un  pa- 
ciere  nella  c,  81,  8  ;  fallita  la  missione  di  pace  del 
cardinale  d'Acquasparta,  vengono  nuovamente  in 
rissa  con  gli  avversari  in  Oltrarno  durante  un  mor- 
torio,  15-26  ;  e  di  nuovo  a  Remole,  in  seguito  di  che 
i  maggiori  responsabili  di  loro  vengono  condannati, 
34-39  ;  congiurano  con  Corso  Donati,  loro  vero  capo, 
per  sollecitare  il  pp.  a  mandare  in  Firenze  un  Si- 
gnore  della  lorn  parte,  82,  34-38  ;  viene  cacciato  in 
bando  il  detto  Corso  per  trame  contro  lo  Stato  e  ven- 
gono  confinati  a  Citta  di  Castpllo  alcuni  altri  di  loro, 
39-40  ;  83,  12-17  ;  rientrano  in  Firenze  armatamaano 
con  a  capo  lo  stesso  Corso,  e  in  mezzo  a  stragi  ed  in- 
cendi,  cacciano  i  Bianchi  dagli  uffici  e  fanno  eleggere 
nuovi  Priori  a  loro  piacimento  (an.  1301),  84,  31-44  : 
8  5,  1-1.6  ;  venuti  nuovamente  a  rissa  con  i  loro  av- 
versari  li  fanno  condannare  e  bandire  definitiva- 
mente  dalla  c.  restando  cosi  soli  ed  assoluti  padroni 
(an.  1302),  85,  26-40  ;  86,  32-42  ;  87,  1-3  ;  v.  anche 
Bianchi. 

Neri  Bartolo  da  Roffiano,  notaio  dei  Priori,  ric. 
276,  21. 

Neri  Francesco,  notaio  dei  Priori,  ric,  249,  31. 

Neri  Jacopo  di  Lippo,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1365  gen- 
naio-1366  gennaio,  265,  4o  ;  e  del  1371  gennaio-1372 
gennaio,  278,  40. 

NeriMaso,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1366  gennaio- 
1367    gennaio,    266,   25. 

Neri  Niccol6  di  Giovanni,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1379  (luglio-agosto),  346,  3  ;  e  del  i^SsIuglio-isS^ago- 
sto,  427,  36. 

Neri  Stefano  di  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1355 
gennaio-1356  gennaio,  250,  12  ;  o  del  1368  gennaio- 
1369  gennaio,  273,   30. 


Neri,  V.  Aldobrandini  N.  ;  Ardinghelli  N.  ;  Attiglianti  N.  ; 
Baldese  (di)  N.  ;  Berti  N.  ;  Chelli  e  Chellini  N.  ; 
Corsini  N.  ;  Lippt  N.  ;  Pepi  N.  ;  Pitti  N.  ;  Rusteghi  N. 

Neri  d'Aldobrandino,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1310 
febbraio-1311  febbraio,  108,  11  ;  u.  atu:he  Bellincioni 
N..  d'A. 

Neri  di  Bartolino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  mag- 
gio-1345  maggio,  222,  4. 

Neri  di  Baldese,  d  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  mag- 
gio-1345  maggio,   222,  2. 

Neri  di  Bencivenni,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1373  gen- 
naio-1374  gennaio,  288,   36. 

Neri  di  Benedetto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1338  di- 
cembre-1339  dicembre,  187,  12. 

Neri  di  Berto,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  dicembre- 
1287  dicembre,  62,  34. 

Neri  di  Boccuccio,  V.  Vettori  N.  di  B. 

Neri  di  Bonaccorso,  t;.  Pitti  N.  di  B. 

Neri  di  Buoncristiano,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1343 
aprile-1344  aprile,  219,  14. 

Neri  di  Cherico,  V.  Pazzi  (de')    N.  di  C. 

Neri  di  Fioravante,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  mag- 
gio-1345  maggio,  222,  8  ;  del  1352  gennaio-1353  gen- 
naio,  242,  29  ;  del  1357  gennaio-1358  gennaio,  252, 
29  ;  del  1362  gennaio-1363  gennaio,  262,  Z  ;  e  del  1366 
gennaio-1367  gennaio,  266,  13. 

Neri  di  Forte  del  Bezzole,  k  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1310  febbraio-1311  febbraio),  108,  14  ;  6  nelle 
liste  dei  Priori  del  1312  febbraio-1313  febbraio,  ll4, 
24  ;  e  del  1315  febbraio-1316  febbraio,  121,  32. 

Neri  della  Gattaia,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1283 
dicembre-1284  dicembre,  59,  33. 

Neri  di  GiuNTiNO,  t;.  Alamanni  (degli)  N.  di  G. 

Neri  di  Guido,  V.  Mancini  N.  di  G.  ;  Ricci  (de')  N.  di  G. 

Neri  di  Jacopo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1307  febbraio- 
1308  febbraio,  102,  15  ;  del  1310  febbraio-1311  feb- 
braio,  108,  2  ;  del  1313  febbraio-i3i4  febbraio,  116, 
16  ;  e  del  1328  dicembre-1329  dicembre,  161,  8  ;  v. 
anche  Rimbertini  N.    di  I. 

Neri  di  Jacopo  del  GiUDicE,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1294  febbraio-1295  febbraio,  75,  17  ;  del  1299  feb- 
braio-1300  febbraio,  82,  15  ;  del  1303  febbraio-1304  feb- 
braio,  94,  25  ;  del  1313  febbraio-1314  febbraio,  116, 
23  ;  del  1317  febbraio-1318  febbraio,  124,  9  ;  e  del 
1322  febbraio-1323  febbraio,  131,  20. 

Neri  di  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1331  dicembre- 
1332  dicembre,  169,  3  ;  del  1335  dicembre-1336  di- 
cembre,  183,  15  ;  del  1339  dicembre-1340  dicembre, 
188,  is ;  del  1341  dicembre-1342  dicembre,  190, 
33  ;  e  del  1343  aprile-1344  aprile,  219,  5. 

Neri  di  Pagno,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1339  d»- 
cembre-1340  dicembre),  188,  36. 

Neri  di  Pelagra  d'Elboli,  viene  condannato  per  la 
spedizione  contro  Figline  (an.  i379),  351,  15. 

Neri  di  Pepe  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1305  feb- 
braio-1306  febbraio),  97,  22  ;  6  neUe  liste  dei  Priori 
del   1315  febbraio-1316  febbraio,   121,   38. 

Nkri  di  Recco  del  Cappone,  nelle  liste  dei  Priori,  del 
1350  gennaio-1351  gennaio,  239,  28. 

Nkri  di  Ricaccio,  6  degli  Otto  ufficiali  della  Guardia 


588 


INDICE  ALFABETICO    (N«ri  di  Riccuecio.Niccol6  di  BitiiMtj 


e  partecipa  come  tale  alla  Balia  per  la  riforma  del  Go- 

verno  (an.  1381),  396,  42. 
Nbri  di   Riccuccio,  partecipa  all'ufficio  di   Balia  per  i 

vinattieri   per   la   riforma  del   Govemo    (an.    1381), 

409,   37. 
Neri  di  Ridolfo,  *  nelle  liste  dei  Priori  del  1307  feb- 

braio  1308  febbraio,  102,  23. 
Neri  d'Uguccione,  fc  nelle  liste  dei  Priori  del  1304  feb- 

braio-1305  febbraio,  96,   10. 
Neri  del  Zanga,  V.  Guardi  N.  del  Z. 
Neri  (di),  i;.  Agnolo  di  N.  ;  Bartolo  di  N.  ;  Bernardo  di  N.  ; 

Maso  di  N.  ;  Simone  di  N.  ;  Stefatio  di  N.  ;  Stefano 

di  Lippo  di  N.  ;  Taddeo  di  N.  ;  Vanni  di  N. 
Nerini  Filippo,  notaio  dei  Priori,  ric,  108,  8  ;  123,  26  ; 

284,  26. 
Nerini  Giuliano  di  Cola,  6  nelle  liste  dei    Priori   del 

1383  luglio-1384  agosto,  428,   1. 
Nerino  (di),  V.  Andrea  di  N. 
Nerli,  fam.  fiorentina  d'01trarno,  21,  12  ;  di  parte  guelfa, 

28,  20  ;  si  schiera  coi   Bianchi,  80,   34  ;  si  leva  coi 

Grandi  contro  i  Popolani  (an.  1343),   214,  19-22  ;     6 

fatta  popolana,  216,  33. 
Nkrlo  del  Bene,  6  nella  liste  dei  Priori  del  1318  feb- 

braio,  125,  22. 
Nero,   V.  Cambi  N. 
Nero  (del),  V.  Andrea  del  N.  ;  Caruccio  d'Andrea  del  N.  ; 

Niccolaio  di  Lapo  del  N. 
Nerone  di  Nigi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1325  febbraio- 

1326  febbraio,  152,  19  ;  h  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1336  dicembre-1337  dicembre),  186,   19  ;  i  di 

nitovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1339  dicembre-  1340 

dicembre,  188,    17  ;  e  nuovamente  Gonfaloniere   (li- 

ste  1349  gennaio-1350  gennaio),  235,  43  ;  e  nelle  liste 

dei  Priori  del  1363  gennaio-1364  gennaio,  264,   7  ;  v. 

ar.chf  Diotisalvi  N.  di  N. 
Nerozzo  Di  Meo,  6  nelle  liste  dei    Priori  del    1329    di- 

cembre-1330  dicembre,  164,   11  ;  v.  anche  Compagni 

N.  di  M. 
Nese  di  Durante,  h  dei  Priori  (an.  1379  Inglio-agosto), 

346,  3  ;  partecipa  come  Gonfaloniere  di   compagnia 

del  quartiere  S.  Croce  alla  Balia  per  la  riforma  del 

Govemo  (an.  1381),  294,  30. 
Nevaldini  Bartolo,  notaio  dei  Priori,  ric,  234,  5. 
Nevaldini   Cristofano   di    Bartolo,    viene   ammonito 

(an.  1378),  316,  11. 
NiccoLA,  V.  Acciaiuoli  (degli)  N. 
NiccoLA  d'Albizzo,  V.  Guicciardini  N.  d'A. 
NiccoLA  Di  GiNO  di  Montalto,  viene  condannato  per 

trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),  344,  35. 
NiccoLA  Di  Lippo,  V.  Alberti  N.  di  L. 
NiccoLA  Di  Napoli,  Cancelliere  della  regina  Giovanna  di 

Pnglia,  viene  ambasc    pr.  il  comune  di  Firenze  da 

parte  dell'imperato  di  Carlo  IV   (an.  1368),  269,  16. 
NiccoLA  Di  Niccola,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  lu- 

glio-1384  agosto,  428,  30. 

"  NlCCOLA  DA  UzZANO,  ric.  CXV,  29  „. 
NiccoLA  Di  Ventura,  notaio  dei  Priori,  ric  235,  18. 
NiccoLA  (Di),  V.  Domenico  di  Filippo di  N. ;  Giovanni  di  N. 
NiccoLAi     GiovANNi,    da    Castelfiorentino,     notaio    dei 
Priori,  ric.  383,  21. 


NiccoLAio  Di  GioVANM,  V.  Neri  N.  di  G. 
NiccoLAio  Di  Jacopo,  i;.  Alberti  {degli)  N.  di  J. 
NiccoLAio  Di  Lapo  del  Nero,  6  chiamato  tra  i  Priori  pel 

bimestre  luglio-agosto    1378  ma  poi   viene  cacciato 

dall'ufficio  dai   Ciompi,   314,  2S  ;   320,    36  ;    335, 

24-31. 
NiccoLAio  Di  Lorenzo,  d  dei  Dodici  buoni  uomini  pel 

quartiere  S.  Croce  (an.  1378),  326,  30. 
NiccoLAio  d'Ugo,  V.  Albizzi  {degli)  N.  d'U. 
NiccoLi,   fam.  fiorentina  esce  da  Firenze  coi  GueUi  airan- 

nunzio  della  sconfitta  di  Montaperti  (an.  1260),  48.  8. 
NiccoLi  DoMENico  Di  FiLippo,  6  dei  Dieci  di  Liberti  (an. 

1373).  285,   14. 
NiccoLi  FiLiPPO,  4  nelle  liste  dei  Priori  del  1341  dicem- 

bre-1342   dicembre,   190,  26 ;   e  del     1345    maggio- 

1346  maggio,  227,  5. 
NiccoLi  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1333  dicembrc- 

1334  dicembre,  177,  28  ;  del  1336  dicembre-1337  di- 

cembre,  186,  18  ;  A  Gonfaloniere  di    Giustizia    (liste 

1340  dicembre-1341   dicembre),   190,   7. 
NiccoLi  RisTORo,   6  nelle  liste  dei  Priori  del  1364  gen- 

naio-1365  gennaio,  264,  40. 
NiccoLiNi  Andrea,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1369  gen- 

naio-1370  gennaio,  275,  7  ;  6  dei  Dieci  di  Liberti  (.in. 

1373).  285,  8. 
NiccoLiNi  GiovANNi  Di  Lapo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1355  gennaio-1356  gennaio,  249,  29  ;  del  1362  gen- 

naio-1363   gennaio,  262,  13 ;  del  1336  gennaio-1367 

gennaio,   266,    34  ;   del    1371    gennaio-1372   gennaio, 

279,  2  ;  e  del  1375  gennaio-1376  gennaio,  299,  22. 
NiccoLiNO,  V.  Corteselli  N. 
NiccoLiNO  Di  CoNSlGLio,  6  uelle  liste  dei  Priori  dcl  1373 

gennaio-1374  gennaio,  289,  12. 
NiccoLiNo  (di),  V.  Andrea  di  N. 
N1CCOL6  III  Orsini  pp.  (aa.   1277-1280),  sollecitato  dal 

popolo  di  Firenze  invia  qua,  come  suo  legato  per  la 

pacificazione   degli   animi,   il   Cardinal    Latino,    56, 

20-28;  "cf.  LXXVIII,   16-31,,. 
Niccol6  IV  pp.  (aa.  1288-1292),  ric,  65,26. 
N1CCOL6,   V.  Alberti  (degU)  N.  ;  AUoviti  (degU)  N  ;  Aqiii- 

leia    (patriarca  di)  N.  Bencivenni    N  .  ;  Brunetli  N.  ; 

Bruni    N.  ;    DeUi    N.  ;  Doni  N.  ;  Laiini    N.  ;    Ma- 

netti  N.  ;  Manieri  N.  ;  OrinoU  (degU)  N.  ;  SerragU  N. 
Niccol6  di ,  cappellinaio,  (sic)    b  degli  Otto  della 

Guardia  (an.   1379),  354,  35. 
Niccol6   d'Alessio,    v.   Borghini   N.  d'A.  ;   Baldorinetti 

N.  d'A. 
Niccol6  dell'Ammannato,  v.  Tacchini  N.  deU'.4. 
Niccol6  d'Andrea,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 

gio-1347  gennaio,  229,   13. 
Niccol6  d'Andrba,  v.  Ferrantini  N.  d'A. 
N I  c  c  o  L  6    d'A  ndrka    di    Neri     di    Lippo, 

<5  neUe  Uste  dei  Priori  del  13S5  maggio-1386   aprile, 

443,  22. 
N1CCOL6  d'Arrigo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1372  gen- 

naio-1373  gennaio,  284,  8. 
N1CCOL6   Di    Baglione,    fe  dei   Priori    (an.    1380   higlio- 

agosto),   374,  29  ;    6   dei   Dodici   buoni   uomini   pel 

quartiere  S.  Spirito  e  partecipa  come  tale  alla  Balia 

per  la  riforma  del  Governo  (aa.  1381),  395,  4. 


[Nicc«l6  di  Bartolo-Nicoli  di  Ketro)  INDICE   ALFABETICO 


580 


Niccol6  di  Bartolo,  del  popolo  di  S.  Ambrogio,  6  fatto 

decapitare  per  congiure  contro  lo  Stato  (an.   1379), 

361,  4. 
X1CCOL6  Di  Bartolo,  del  popolo  di  S.  Simone,  viene  con- 

dannato  per  la  rivolta  dei  Ciompi  (an.  1378),  336,  42. 
N1CCOL6  Di  Bartolo  del  Buono,  viene  ammonito  (an. 

1358),  253,  37  ;  viene  mandato  a  morte  per  trame 

contro  lo  Stato  (an.  1360),  258,  5. 
N1CCOL6  di   Bartolomeo,   fe  dei  Cinquantadue  cittadini 

cui  viene  data  la  Balia,  insierae  ai   Priori  e   Collegi, 

per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  395,  32. 
N1CCOL6  DEL  Bello,  V.  Mancini  N.  del  B. 
Niccol6  di  Bencivbnni,  v.  Rucellai  N.  di  B. 
N1CCOL6  DEL  Bene  di  Colle  Valdelsa,  viene  fatto  deca- 

pitare  per  congiure  contro  lo  Stato  (an.  1379),  361,  11. 
niccol6  di  Ser  Bene  da  Varazzano,    6  nelle   liste   dei 

Priori  del  1348  gennaio-1349  gennaio,  233,  33  ;  del 

1352  gennaio-1353  gennaio,  242,  24  ;  e  del  1357  gen- 

naio-1358  gennaio,  252,  24. 
■niccol6  di  Benedetto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1370 

gennaio-1371  gennaio,  275,  43. 
.\'iccol6  di  Bernardo  del  Sannella,  6  dei  Priori  (an. 

1380  luglio-agosto),  374,  31. 
N'iccol6  di  Berto,  v.  Strozzafichi  N.  di  B. 
N1CCOL6  Di  Betto,  del   popolo    di    S.    Piero    Gattolino, 

viene   condannato   per   la   rivolta   dei   Ciompi    (an. 

1378),  337,  3;    V.  anche  Bardi  N.  di  B. 
N1CCOL6  Di  Bocchino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1357 

gennaio-1358  gennaio,   252,    13  ;   6   Gonfaloniere  di 

Giustizia    (liste    1374    gennaio-1375    gennaio),    292, 

8  ;  viene  ammonito  (an.  1377),    304,  39  ;  308,    30  ; 

V.  anche  Rimbaldesi   N.  di  B. 
\iccol6  di  Bono,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1376  gen- 

naio-1377  gennaio,  307,  8  ;  v.  anche  Rinucci  N.  di  B. 
AICCOL6  di  Brunetto   di    Ventura,    6   nelle    liste   dei 

Priori  del  1366  gennaio-1367  gennaio,  266,  20. 
N'iccol6  di  Cambio,  v.  Salviati  N.  di  C. 
V1CCOL6  di DA  Carlona,   6  dei    Capi  della  coali- 

zione  democratica  che  reclama  maggiore  rigore  sui 

rei  di  complotti  specie  di  fam.  ricche  e  potenti  (an. 

1379).  344,  12. 
'niccol6  di  Cecco,  v.  Baldovini  (de')  N.  di  C. 
.V1CCOL6,  Cecco  e  DoMENico  Di   ToMMASO,  del  popolo 

di  S.  Simone,  vengono  condannati  per  trame  contro 

lo  Stato  (an.  1378),  339,  31-33. 
.\"iccol6  di  Cenni    di    Nardo,    fe   nelle  liste   dci    Priori 

del  1350  gennaio-1351  gennaio,  239,  44. 
N1CCOL6  del  Chiaro,   6  nelle   li.ste  dei  Priori  del   1376 

gennaio-1377  gennaio,  307,  2. 
.Niccol6  di  Cione,  v.  Ridolfi  N.  di  C. 
N1CCOL6  di  Ciuto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1373  gen- 

naio-1374  gennaio,  289,  6. 
N1CCOL6  Di  CiuTO,    da    Castelfiorentino,    canceUiere    di 

Parte  guelfa,  viene  escluso  dagli  uffici  per  tre  anni 

(an.  1379),  364,  8-9. 
N1CCOL6  Di  CiUTO,  V.  Cecchi  N.  di  C. 
N1CCOL6  Di  DoNATO,  V.  Ardinghelli  N.  di  D. 
'  N1CCOL6  Di  FiLiPPOZZO,  V.  Soldani  N.  di  F. 
N1CCOL6  Di  Geri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1349  gen- 

naio-1350  gennaio,  235,  26  ;  del  1352  gennaio-1353 


gennaio,  242,  14  ;  e  del  1359  gennaio-1360  gennaio, 

255,  34  ;  V.  anche  Soderini  N.  di  G. 
N1CCOL6  Di  Geri  di  Geri,    fe  nelle   liste  dei    Priori  del 

1373  gennaio-1374  gennaio,  288,   35. 
N1CCOL6  Di  Gherardo,  V.  Gianni  N.  di  G. 
N1CCOL6  di  Ghino,  V.  Popolareschi  N.  di  G. 
N1CCOL6  Di  Giovanni,  calzolaio,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1383  lugIio-1384  agosto,  428,  32. 
N1CCOL6  Di  GiovANNi,  del  popolo  di  S.  Felice,  viene  con- 

dannato  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,25. 
N1CCOL6  Di  GiovANNi,  V.  Cerretani  (de')  N.  di  G.  ;  Ghe- 

rardini  N.  di  G.  ;  Malegonnelle  N.  di  G. 
N1CCOL6  Di  GioVANNi   Di   Meglio,  V.  Bonarli  N.  di  G. 

di  M. 
N1CCOL6  Di  GiovANNi    DEL    Sega,    vieue  bandito    (an. 

1381),  400,  22. 
N1CCOL6  Di  GiuNTA,  notaio  dei  Priori,  ric,  186,  29. 
N1CCOL6  Di  Grazia,  V.  Guittomanni  N.  di  G. 
N1CCOL6  Di  GuGLiELMO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1332 

dicembre-1333  dicembre,  175,  36. 
N1CCOL6  Di  GuiDO,  V.  Frescobaldi  {de')  N.  di  G. 

N1CCOL6      DI      GUIDONE      DI      BONAIUTO,   «0- 

taio  dei  Priori,  ric'.,  425,  29. 

Niccol6  di  Jacopo,  v.  Bordoni  {de')  N.  di  J.  ;  Vecchietti 
(de')  N.  di  J. 

Niccol6  di  Lapozzo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1373 
gennaio-1374  gennaio,  289,  1. 

Niccol6  di  Lodovico  Ricciardi,  v.  Cerchi  (de')  N.  di 
L.  R. 

N1CCOL6  di  Lottieri  di  Filicaia,  viene  escluso  dagli 
tiffici  per  tre  anni  (an.  1379),  364,  2  ;  k  nelle  liste  dei 
Priori  del  1383  lugIio-1384  agosto,  428,  33. 

N1CCOL6  Dl  ManieRi,  V.  Buonigradi  N.  di  M. 

N1CCOL6  Mariti  da  Cerreto,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1304  febbraio-1305  febbraio),  96,  21  ;  6  nelle 
liste  dei  Priori  del  1309  febbraio-1310  febbraio,  106, 
2  ;  e  del  1310  febbraio-i^ii  febbraio,  108,  24. 

N1CCOL6  Di  Matteo,  V.  Davanzi  N.  di  M.  ;  Duranii 
N.  di  M. 

N1CCOL6  Di  MiCHBLE,  V.  Riccialbani  N.  di  M. 

N1CCOL6  DEL  Mighore,  figlio  di  Pero,  podesta  di  La- 
terina,  viene  fatto  decapitare  per  avere  tramato 
con  gli  emissari  dei  Boscoli  per  fare  entrare  in  Late- 
rina  genti  aretine  (an.  1380),  388,  9-27. 

N1CCOL6  MiRicHi,  da  Cerreto,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del 
1320  febbraio-1321  febbraio,  127,  22. 

N1CCOL6  Di  MiRiTO  da  Cerreto,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1316  febbraio-1317  febbraio,  123,  14. 

NtccoL6  Di  MoNB,  V.  Guidi  N.  di  M. 

Niccol6  di  Monte,  ric,  383,  4-5. 

Niccol6  di  Naldo,  v.  Nanni  N.  di  N. 

N1CCOL6  Di  Nello,  V.  Rinucci  N.  di  N. 

N1CCOL6  Di  Nbrozzo,  V.  Cocchi  (de')  N.  di  N. 

N1CCOL6  Di  NOMB,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  mag- 
gio-1345  maggio,  222,  15 ;  del  1351  gennaio-1352 
gennaio,  240,  85;  del  1354  gennaio-1355  gennaio, 
248,  19  ;  del  1358  gennaio-i359  gennaio,  254,  82  ; 
del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,24. 

"Niccol6  di  Pietro  di  Guccio,  viene  cletto  arbitro 
nella  divisione  della  eredit^  paterna  dai  figli  di  Coppo 


Tomo  XXX,  p.  I  —  38. 


590 


INDICE  ALFABETICO 


[Niccolb  da  Prato-Notzo  di  VaoDi] 


Stefani,    CII,  31  „  ;     v.    anche    Sirigatii  N.     di    P. 

diC. 
Niccol6  da  Prato,   card.,   viene   inviato   a   Firenze   da 

Benedetto  XI,  per  pacificare  gli  animi  dei  cittadini 

(an.  1304),  91,  19-22,  ma  contrastato  dai  Neri,  per- 

chd  sospetto  di  favorire  i  Bianchi  e  i  Ghibellini,  se 

ne  parte  sdegnato   scomunicando   la  c.,  22-42  ;    sua 

congiura  e  tentativo  per  fare  rientrare  in  Firenze  i 

Bianchi  e  i  Ghibellini,  92,  38-43  ;  93,  1-41  ;  6  tra  i 

card.    incaricati    deU'incoronazione    di    Arrigo    VII 

(an.  1312),  109,  11. 
N1CCOL6  Di  Rabatta,    va    ambasc.    con    Marchionne    di 

Coppo  Stefani  pr.  Timperatore  Venceslao  (an.  1381), 

389,  38  ;  "  cf.  CXVII,  17-20  „. 
N1CCOL6  Di  Ricco,  e  DBL  Ricco,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1372  geimaio-1373  gennaio,  284,  33  ;  viene  am- 

monito  (an.  1377),  305,  26  ;  308,  47. 
N1CCOL6  Di  Salvi  vocato  Cica,  6  nelle  liste  dei   Priori 

del  1376  gennaio-1377  gennaio,  306,   31. 
N1CCOL6  Di  Sandro,  V.  Bardi  {de')  N.  di  S. 
N1CCOL6  Di  Serraglio,  V.  Serragli  N.  di  S. 
N1CCOL6  Di  SiMONE,  V.  Guardi  N.  di  S. 
N1CCOL6  Di  Taldo,  V.   Valori  N.  di  T. 
N1CCOL6  Di  Tengo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gen- 

naio-1349  gennaio,  233,  24. 
N1CCOL6  Di  TiNGO,  6  nelle  liste    dei     Priori     del     1352 

gennaio-1353  gennaio,  242,  7. 
N1CCOL6  Di  ToMMASO,   chiamato   Vita,  viene    fatto   giu- 

stiziare  per  complotto    contro  lo  Stato    (an.    1379), 

343,  34. 
Niccol6  d'Ugolino,  v.  Giugni  {de')  N.  d'U. 
Niccol6  di  Vanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1347  gen- 

naio-1348  gennaio,  229,  32  ;  v.  anche  Nelli  N.  di  V. 

Pelacane  N.  di   V. ;    Ricoveri  N.  di  V. 
N1CCOL6  Di  Vanni  di  Nello,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1365  gennaio-1366  gennaio,  265,   42. 
Niccol6  di  Vanni  Nelli,  v.  Pelacane  N.  di  V.  N. 
Niccol6  di  Ventura,  v.  Monaci,  e  Monachi,  N.  di   V. 
N1CCOL6  Di  Zanobi,  notaio  dei  Priori,  ric,  289,  25. 
N1CCOL6  Di  Zanobi,  V.  Paoni,  e  Pavoni,  N.  di  Z. 
N1CCOL6  Di  ZuccHBRO,  fe  nelleliiste  dei  Priori  del  1370 

gennaio-1371  gennaio,  276,  11. 
N1CCOL6  (di),  v.  Diotifeci  di  N. 
"  NiccOLOSA,  figlia  di  Bonifazio  di  Coppo  Stefani  moglie 

di  Lando  Fortini,  CII,  1-2  „. 
NiccoLOTTO  Di  S.  Severino,  caporale    della  Compagnia 

S.  Giorgio,  367,  1. 
NiEVOLE  (Pieve  a),  viene  presa  dagli  sbanditi   fiorentini 

che    vi   fanno    prigioniero    Jacopo    de'  Medici     (an. 

1330).  165,  29-34. 
NiGi,  V.  Diotisalvi  N. 
NiGi  Di  Paolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gennaio- 

1351    gennaio,    239,    41  ;   e   del    1356   gennaio-i357 

gennaio,  250,  34. 
NiGi  Bi  Spigliato,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1313  feb- 

braio-1314  febbraio,  116,  17  ;  fe  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste  1323  febbraio-1324  febbraio),  135,  18. 
NiGi  (di),  V.  Diotisalvi  di  N.  ;  Nerone  di  N. 
Nioio  (di),  V.  Betto  di  N. 
NlNO,  V.  Cantori  {de')  N. 


NiNO  Di  Giunta,   ^  nelle  liste  dei  Priori  del   1313  feb 

braio-1314  febbraio,  115,  38. 
Nisi  (di),  V.  Giovanni  di  N. 
NoBiLi  (de")  Guccio,   va  ambasc.   a   Bologna  pr,   Luigi 

d'Angi6  (an.  1282),  417,  16. 
NocEA  (cardinale  Di)  Di  GuALDO  (*♦«),  vieiie  a  Firen;'. 

ma  non  riceve  come  gli  altri  i  consueti  onori  (an 

1385),  438,  8-20. 
Nocera,  vi  viene  assediato,  dalle  milizie  di  Carlo  di  Ihi- 

razzo,  Urbano  VI  (an.    1384),  433,   25-38;  vi  viene 

lo  stesso  liberato  dai  partigiani  del    Duca  d'Angi6 

(an.  1385),  436,  25-44. 
No4,  ric,  2,  4-5  ;  3,  2-5  ;  4.  2  ;  5,  31-32,  36. 

[NOELLET    GUGLIELMO]    CaRD.    LeGATO  DI    BoLOGNA,      di- 

cerie  intorno  a  sue  mene  con  gli  Albizzi  a  riguardo 
di  Firenze,  285,  22,  30-32  ;  suoi  nuovi  intrighi  con 
l'Abate  di  Montemaggiore,  Signore  di  Perugia,  e  con 
Giovanni  Acuto  contro  la  stessa  Firenze  e  reazione 
dei  Fiorentini  (an.  1375),  292,  15-39  ;  293,  1-36. 

NoFFO  Di  Guido,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1299  febbraio- 
1300  febbraio,  82,  14  ;  del  1303  febbraio-1304  feb- 
braio,  94,  41  ;  del  1313  febbraio-1314  febbraio, 
115,  33  ;  e  del  1314  febbraio-1315  febbraio,  119,  10; 
V.  anche  Noffo    di  Guidone. 

NoFFO  Di  Guidone,  k  nellc  liste  dei  Priori  del  1289  di- 
cembre-1290  dicembre,  67,  16  ;  v.  anche  Noffo  di 
Guido. 

NoFRi  d'Andrea  di  Neri  di  Lippo,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1375  germaio-1376  gennaio,  299,  2. 

NoFRi  Di-  GiovANNi  Di  Meglio,  V.  Bonarli  N.  di  G.  di  M. 

NoFRi  Di  GiovANNi  Di  Niccol6,  V.  Bischcri  N.  di  G.  di  N . 

NoFRi  Di  Simone,  II.  Antella  (delV)  N.  di  S. 

NoFRio  d'Andrea  di  Neri  di  Lapo,  k  dei  Priori  (an. 
1380  marzo-aprile),  368,  5. 

NoFRio  d'Attaviano  del  Vaglia,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1375  gennaio-1376  gennaio,  299,  8. 

NoFRio  Di  CiNELLO,  del  popolo  di  S.  Firenze,  viene  con- 
dannato  per  la  rivolta  dei  Ciompi  (an.  1378),  336,  48. 

NoFRio  Di  GiovANNi  Di  Lapo,  V.  Amolfi  N.  di  G.  di  L. 

NoFRio  Di  GiovANNi  Di  Meglio,  V.  Bonarli  N.  di  G.  di  M. 

NoFRio  Di  Parente,  k  dci  Priori  (an.  1380  settembre- 
ottobre),  383,  18. 

Nofrio  di  Piero  di  Grifo,  viene  condannato  per  trarae 
contro  lo  Stato  (an.  1378),  340,  28  ;  e  di  nuovo  coi 
fratelli  Bruno,  Leonardo  e  Francesco  per  la  spedi- 
zione  contro  Figline  (an.  1379),  350,  41-45  ;  viene 
bandito  come  ribelle  (an.  1380),  370,  38. 

Nolfo  da  Montefeltro,  figlio  di  Federico,  Capitano  del 
Pisani,  191,  24-25. 

NoMK  (di),  V.  Niccold  di  N. 

NoRciA  (da),  ir.  Sitnone  da  N. 

Nosso  GuiDi,  V.  Bonafede  N.  G. 

Nosso  Di  GuiDO,  t;.  Bonafedi  N.  di  G. 

NovELLO,  V.  Guido  Novello  ;  Balzo  {del)  Beltramo  detto 
Conte  Novello. 

NozzANO,  terra  dei  Lucchesi  presa  dal  conte  Ouido  No- 
vello  (an.  1263),  49,  28. 

Nozzo  Di  Manetto  Bentaccordi,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1316  febbraio-1317  febbraio,  123,  20. 

Nozzo  Di  Vanni,  V.  Manetti  N.  di  V. 


[  Nozzo-Orlandini] 


INDICE  ALFABETICO 


591 


Nozzo  (di),  V.  Naddo  di  N. 

Nucci  BoNi  Baldassarre  di  Gjovanni,  viene  ammonito 

(an.  1377),  344,  36. 
Nucci  Cambio,  viene  ammonito  (an.  1358),  253,  33. 
Nucci  DiNO,   h  nelle  liste  dei  Priori  del   1357  gennaio- 

1358  gennaio,  252,  2. 
Nucci  Francesco,  notaio  dei  Priori,  ric,  114,  31  ;  121, 

36  ;  262,   33. 
Nucci  Guccio,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1359  gennaio- 

1360  gennaio,  256,   8. 
NucciARELLO  DA  ViGOZzo,  vicne  condannato  per  trame 

contro  lo  Stato  (an.  1379),  344,  36. 
Nuccio,  V.  MartelH  N. 
Nuccio  Di  Bardo,  V.  Ammirati  N.  di  B. 
Nuccio  Di  Matteo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1363  gen- 

naio-1364  gennaio,  264,  21  ;  del   1369  gennaio-1370 

gennaio,    274,    43  ;   partecipa   alla    Balia   per   TArte 

dei  coreggiai  (an.   1381),  409,  42;   6  dei  Priori  (an. 

1382  maggio-giugno),  416,  34. 

Nuccio  (di),  V.  Dino  di  N.  ;  Miniato  di  N.  ;  Pela  di  N. 

NuMA  PoMPiLio  (re  di  Roma),  ric,  8,  17-19. 

NuMiTORE  (figlio  del  re  Proca),  spogliato  del  trono  dal 
fratello  Amulio  viene  restituito  nel  potere  dai  due 
nipoti  Romolo  e  Remo,  7,  10-11,  29-30. 

NuTi  Benvenuto  di  PiERO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1383  settembre-1384  aprile,  435,  14. 

Nutini  Piero,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1380  marzo- 
1381  febbraio,  391,  4. 

NuTiNO  di  Fantone  di  Giraldo,  viene  ammonito  (an. 
1378),  316,  21. 

NuTO,  V.  Boncianni  N.  ;  Marignoli  {de')  N.  ;  Marignolle 
N.  e  Marignolli  {de')  N.  ;  Pericciuoli  N. 

NuTO  DA  CittA  di  Castello,  Bargello  di  Firenze,  viene 
fatto  prendere  e  impiccare  dai  Ciompi  (an.  1378), 
325,  15-17. 

NuTO  Di  Vanni,  6  nelle  liste  dei  Prjori  del  1349  gennaio- 
1350  gennaio,  235,  23  ;  e  del  1379  marzo-1380  aprile, 
368,  6. 

NuTO  (di),  V.  Allegro  di  N.  ;  Agnolo  di  N. 

Obizi,  (degli)  antica  fam.  lucchese,  165,  15. 

Obizi  (degli)  Alemanno,  fuoruscito  lucchese  posto  al 
comando  della  brigata  fiorentina  inviata  airassedio 
di  Lucca  (an.  1330),  166,  24. 

Obizi  (degli)  Giovanni  da  Lucca,  Capitano  di  guerra 
dei  Fiorentini  (chiamato  in  un  punto,  forse  per  er- 
rore,  degli  "  Albizi ,,)  occupa  a  nome  del  Comune 
di  Firenze,  in  seguito  ad  accordl  col  Sire  di  Couchy, 
Arezzo,  che  egli  aveva  da  tempo  stretta  d'assedio 
con  le  milizie  fiorentine  ed  alleate  (an.  1384),  430, 
31  ;  viene  a  Firenze  a  consegnare  solennemente  alla 
Signoria,  in  mezzo  al  tripudio  di  tutti,  Tinsegna  del 
Comune  di  Arezzo,  431.  22-25 ;  viene  mandato  al- 
Tassedio  di  Pietramala,  437,  1-7. 

"  Obizo  d'Este,  ric,  CI,  4  „. 

Obizzo  da  Monte  Carugli,  6  nominato  dai  Fiorentini 
Capitano  di  guerra  (an.  1373),  286, 22. 

Odaldo  del  Cianga,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1324  febbraio-1325  febbraio),  147,  30. 

Oddo  (messer),  Capitano  di  guerra  dei  Fiorentini  (an. 
1325),  145,  6-7 


Oddo,  t>.  Altoviti  O. 

Oderighi  Manfredo,   h  nelle  liste  dei  Prlori  del   1282 

dicembre-1283  dicembre,  59,  5. 
Onorio,    imperatore    (aa.    394-423),    sconfigge    Rodasio 

(sic)  re  dei  Goti  pr.  Fiesole  (an.  401),  14,  19-26. 
Onorio,  predica  in  Firenze  la  fede  cristiana  e  converte 

il  popolo  al  Cristianesimo  (an.  320),  13,  19-22  ;  viene 

fatto  Vescovo  della  c.  da  pp.  Silvestro,  23,  24  ;  con- 

sacra  e  dedica,  in  accordo  col  popolo,  a  S.  Giovan 

Battista  Tantico  tempio  di  Marte,  13.  24-25. 
Orbino  (di)  conte  (sic),  occupa  Gubbio  ed  intima  a  Fran- 

cesco  Gabrielli  di  consegnare  i  castelli  del  contado 

da  lui  ritenuti,  venendo  cosi  a  contesa  col  Comune 

fiorentino  che  aveva  posto  il  detto  Gabrielli  sotto  la 

sua  protezione  (an.  1385),  438,  22-42  ;  439,  1-18. 
Orciolini   (degli)   Lapo   di  Giambono.    6  Gonfaloniere 

di  Giustizia  (liste  1297  febbraio-1298  febbraio),  77,27. 
Ordelaffi    (degli)    Scarpetta   da   Forli,  Capitano   dei 

Bolognesi,  viene  con  sue  genti  in  aiuto  dei  Bianchi 

e  dei  Ghibellini  sbanditi  che  tentavano  di  rientrare 

in  Firenze,  ma  6  respinto  e  messo  in  fuga  (an.  1303) . 

89,  1-17. 
Oricellai  Cknni   di  Naddo,  viene  bandito  come  ribelle 

(an.  1380),  370,  22, 
Oricellai  Giovanni,  6  fatto  cavaliere  dai  Ciompi  (an . 

1378),  324,  18. 
Oricellari  (degli)     Bingeri  di  Nardo,    h  nelle    liste 

dei  Priori  del  1329  dicembre-1330  dicembre,  164,  26. 
Oriuoli  (dkgli)  Niccol6,  6  bandito  (an.  1387),  400.  15. 
Orlandi    Antonio    d'Ugo,    h     sospettato    capo     della 

trama  contro  i  Ciompi  (an.  1378),  327,  29. 
Orlandi  Bruno,  notaio  dei  Priori.  ric,  135,  19. 
Orlandi  Giovanni  d'Ugo,  6dei  Priori  (an.  1382  luglio- 

agosto),  417,  23. 
Orlandi  Matteo  di  Simone,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1352  gennaio-1353  gennaio,  242,  41  ;  del  1355  gen- 

naio-1356  gennaio,  250,  3  ;  e  del  1359  gennaio-1360 

gennaio,  256,  5. 
Orlandi  Orlando  di  Cambio,   k  nelle  liste  dei  Priori 

del   1350  gennaio-1351   gennaio,  239,   43  ;  del   1357 

gennaio-1358  gennaio,   252,  26  ;  e  del  1361    gennaio- 

1362  gennaio,  260,  11. 
Orlandi  Orlanduccio,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1289 

dicembre-i290    dicembre,    67,  13 ;    v.  ancht  Orlan- 

duccio  d'Orlando. 
Orlandi  Tebaldo,  notaio  dei  Priori,  ric,  62,  37. 
Orlandi  Torrigiano  di  Guido,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1302  febbraio-1303  febbraio,  91,  11  ;  e  del  1306 

febbraio-1307  febbraio,  99,  20. 
Orlandt  Zanobio  di  Cambio,  chiamato  tra  i  Priori  pel 

bimestre  luglio-agosto  del   1378  viene  cacciato  dal- 

Tufficio  dai  Ciompi,  314,  22  ;  320,  33  ;  325,  84-81. 
Orlandi,  V.  Monte  Orlaruii. 
Orlandini  Albizzo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  di- 

cembre-1283  dicembre,  59,  13  ;  e  del  1292  febbraio- 

1293  febbraio,  72,  9. 
Orlandini    Baldo    di    Mariotto    di    Si- 

M  o  N  B,    i  nelle  liste  dei  Priori  del  138$  maggio-TjSO 

aprile.  443,  ir. 
Orlandini   Bartolo,   6  nelle  liste  dei    Priori  del    1289 


502 


INDICE  ALFABETICO 


[Orlandiiii-Pact] 


dicembre-1290  dicembre,  67,  12  ;  del  1291  dicembre- 

1292  dicembrc,  69,  11  ;  del  1299  febbraio-1300  feb- 

braio,    82,    8 ;    e   del    1303    febbraio-1304    febbraio, 

94,  89. 
Orlandini  Bono,  notaio  dei  Priori,  ric,  175.  29. 
Orlandini   Donato   d'Albi2o,    fe   nelle   liste   dei   Priori 

del  1337  dicembre-1338  dicembre,  187,  18  ;  e  del  1340 

dtcembre-1341  dicembre,   190,   4. 
Orlandini  Mariotto  di  Simonb,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del   1373  gennaio-1374   gennaio,  289,  3  ;  e  del  1383 

lnglio-1384  agosto,  427,  38. 
Orlandini  Orlando  di  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1347  gennaio-1348  gennaio,  229,  43. 
Orlandini  Piero  di  Geppo,  6  nelle  liste  dei  Priosi  del 

1367  geimaio-1368  gennaio,  267,   37. 
Orlandini  Pibro  di  Simone,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1376  gennaio-1377  gennaio,  307,  17. 
Orlandini  Salvino  d'Albizzo,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1311  febbraio-1312  febbraio,  112,  28. 
Orlandino,  i>.  Marini  {de')  O. 
Orlandino  di  Nino,  V.  Biliotti  O.  di  N. 
Orlandino  (d'),  t;.  Albizzo  d'0.  ;  Bartolo  d'0. 
Orlando,  V.  Avviati  O.  ;  Gherardi  O.  ;  Marini  O. 
Orlando  di  Bartolo,  V.  Orlandini  O.  di  B. 
Orlando  di  Cambio,  V.  Orlandi  O.  di  C. 
Orlando  del  Chiaro,   fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1375 

gennaio-1376  gennaio,  299,  11. 
Orlanoo  di  Lapo,    h   dei    Priori   del    1379   marzo-1380 

aprile,  367,  42. 
Orlando  di  Marino,   6  nelle  liste  dei  Priori  del   1326 

febbraio-1327  febbraio,  155,  31. 
Orlando  (d'),  V.  Bonsi  d'0.  ;  Marino  d'0.  ;  Orlanduccio 

d'0. 
Orlanduccio,  V.  Orlandi  O. 
Orlanduccio   d'Orlando,    6   Gonfaloniere   di   Giustizia 

(liste  1299  febbraio-1300  febbraio),  82,  29  ;  v.  anche 

Orlandi  Orlanduccio. 
Ormanno  di  Gherardo,  V.  Foraboschi  O.  di  G. 
Ormanno  da  Padova,  viene  condannato  per  trame  con- 

tro  lo  Stato  (an.  1379),  366,  1. 
Ormannozzo  del  Bianco,  V.  Deti  O.  del  B. 
"  Orosio,  storico,  cit.  XXXI,  13  „. 
Orsini  Gentile,   viene   inviato   da   Roma  con  duecento 

cavalieri  in  aiuto  dei  Fiorentini  (an.  1292),  69,  22-24. 
Orsini  GiovANNi,  card.,  legato  di  pp.   Giovanni   XXII 

(an.  1326),  149,  2-5. 
Orsini  (degli)   Napoleone,   card.,   raccoglie   in   Arezzo 

genti  per  muovere  contro  i  Fiorentini,  ma  viene  da 

questi  attaccato  prima  di  essere  pronto  e  costretto 

ad  allontanarsi  (an.  1307),  98,  19-20  ;  21-25  ;  ric,  85, 

39. 
Orsini  (degli)  Napoleone,  conte  di  Manoppello,  ambasc. 

deU'imperatore  Carlo   IV  pr.   11  Comnne  di  Firenze 

(an.    1368)   269,   16,  22,  23. 
Orsini  (degli)  Ramondello,  flglio  del  Conte  dl  Nola, 

partigiano  del  Duca  d'Angi6,  libera  Urbano  VI  as- 

sediato  In  Nocera  dalle  genti  di  Carlo  di  Durazzo  e 

fa  da  questo  spogUare  del  reame  il  detto  Carlo  ed 

investime  invece  11  Duca  d'Angii)  (an.   1385),  436, 

38-S7. 


Orsini  (fazione  decli),  luogbi  di  Roma  da  essa  occu- 
pati,  insieme  ai  Fiorentini  ed  alle  milizie  di  Roberto 
d'Angi6,  per  impedire  rincoronazione  di  Enrico  VII 
(an.  1312),  108,  31-33 ;  combattimenti  per  le  vic 
della  c.  con  gli  awersari,  109,  4-9. 

Orso  (d'),  V.  Antonio  d'0. 

Orvietani,  mandano  a  Firenze,  a  seguito  di  espressa  ri- 
chiesta  dei  Fiorentini,  un  podesti  ed  un  capitano 
del  popolo  con  cento  cavalieri  (an.  1266),  52,  10-12  ; 
Inviano  aiuti  a  Carlo  di  Calabria  Signore  di  Firenze 
(an.  1326),  150,  7  ;  inviano  di  nuovo  aiuto  ai  Fioren- 
tini  (an.  1337),  184,  21. 

Orvieto,  vi  viene  inviato  dai  Fiorentini  il  loro  Capitano, 
conte  Guido  Guerra,  con  cinquecento  cavalieri  per 
la  guerra  che  stava  combattendo  contro  Viterbo 
(an.  1255),  43,  11-12;  vi  vengono  inviati  dagli  Otto 
di  Balia  di  Firenze  emis.sari  che  in  breve  la  fanno 
ribellare  alla  Chiesa  e  costituirsi  In  libero  comune 
(an.  1375),  293,  33-35  ;  rlc,  43,  11  ;  52.  10. 

OsTiGiANi  Bonsignore,  notaio  dei  Priori,  ric,  69,  14  ; 
78,  14. 

OsTiGLiANi  BoNSiGNORE,  uotaio  dei  Priori,  rlc,  91,  16. 

OsTiNA,  castello,  assediato  dal  Vicario  dell'imperatore 
Federico  II  viene  rifornito  ed  aiutato  dai  Guelfi 
fuorusciti,  37,  3-5  ;  viene  occupato  dai  Ghibellini 
cacciati  di  Firenze,  ma  poi  ripreso  dai  Fiorentini, 
(an.  1269),  54,  16-19  ;  fatto  rlbellare  dai  Bianchi 
sbanditi  viene  subito  risottomesso  (an.  1305),  34-36. 

Ottaviano  Augusto,  nipote  e  figlio  adottivo  di  Cesare, 
imperatore  (aa.  30  a.  C.-14  d.  C),  8,  35-38  ;  suoi 
provvedimenti  in  favore  di  Firenze,  12,  14  ;  sotto  il 
suo  impero  nasce  Gesii  Cristo,  6,  38-39. 

Ottaviano  (d'),  i;.  Alberto  d'0.  ;  Manno  d'0. 

Ottinelli  Piero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1355  gen- 
anio-1356  gennaio,  250,   10. 

Ottinelli  Piero,  notaio  dei  Priori,  ric,  126,  27  ;  128,  29. 

Otto,  V.  Sapiti  0. 

Ottobuoni  Benoccio,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1293  febbraio-1294  febbraio),  74,  2. 

Ottonello  (d'),  V.  Andrea  d'0. 

Pac  (del),  V.  Lapo  del  P. 

Pacarelli  Guglielmo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1344 
maggio-1345  maggio,  222,  28. 

Pacci  Bartolo  di  Vanni,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1335 
dicembre-1336  dicembre,  183,  23. 

Pacciano  (Abate  da),  V.  Tedici  Ormanno  da  P.  abatr 
e  signore  di  P. 

Pace,  t;.  Brunetti  P. 

Pace  di  Brunetto,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1363 
gennaio-1364  gennaio,  264,  26. 

Pace  di  Cino,  6  neUe  liste  dei  Priori  del  1373  gennaio- 
1374  gennaio,  289,   19. 

Pace  di  Jacopo  da  Certaldo,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1315  febbraio-1316  febbraio,  122,  5 ;  del  1318 
febbraio-1319  febbraio,  125,  12  ;  del  1322  febbraio- 
1323  febbraio,  131,  18  ;  e  del  1330  dicembre-1331 
dicembre,  167,  27. 

Pace  (del),  V.  Buono  del  P. 

Pace  (della),  V.  Carlo  di  Durazzo  della  P. 

Pace  (di),  V.  Geri  di  P. 


[Pacini-PMle  di  Ceani] 


INDICE  ALFABETICO 


593 


Pacini  Bernardo,  notaio  dei  Priori,  ric,  104,  18. 
Pacini  Francesco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  mag- 

gio-1346  maggio,  227,  10. 
pAciNi  Lapo,  da  Paterno,  notaio  dei  Priori,  ric,  218,  31. 
Pacini  Pasquino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1353  gen- 

naio-1354  gennaio,  246,  9. 
Pacini  Piglialarme,   notaio   dei   Priori,   ric,    164,    32 ; 

218,  31. 
Pacino,  V.  Angiolieri  {d')  P.  ;  Peruzzi  (de')  P. 
Pacino  di  Arnoldo,  V.  Peruzzi  P.  di  A. 
Pacino  di  Bieco,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1287  febbraio- 
1288  aprile,  63,  29  ;  e  del  1288  dicembre-1289  dicem- 
bre,  65,  4. 
Pacino  di  Tommaso,  V.  Peruzzi  P.  di  T. 
Pacino  (di),  V.   Francesco  di  P. 

Padova  c,  viene  ripresa  ai  Signori  della  Scala  dalle  mi- 
lizie  della  lega  condotte  da  Marsilio  e  Piero  de'  Rossi, 
che  entrano  nella  c,  facendone  prigioniero  Alberto 
della  Scala,  e  la  corrono  in  trionfo  lasciandola  poi 
in  signoria  ad  Ubertino  e  Marsilio  da  Carrara  (an. 
1337).  185,  5-10. 
Padova  (signore  di),  ric,  440,  42. 
Paganelli  Bernardo  di  Jacopo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1383  111^1^0-1384  agosto,  428,  28. 
Paganelli  Gherardo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1335  dicembre-1336    dicembre),    183,    16  ;   v.    anche 
Paganelli  Gherardo    di  Lapo. 
Paganelli  Gherardo  di  Lapo,   h  nelle  liste  dei  Priori 
del    1313  febbraio-1314  febbraio,   116,   9  ;  del   1326 
febbraio-1327  febbraio,  125,  23  ;  del  1328  dicembre 
1329   dicembre,    161,    4  ;   e   del   1332   dicembre-1333 
dicembre,  175,   35  ;  v.   anche  Paganelli  Gherardo. 
Paganelli  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  ric,  227,  8. 
Paganelli  Jacopo  di  Neri,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1372  gennaio-1373  gennaio,  284,  3  ;  e  del  1375  gen- 
naio-1376  gennaio,  299,  20. 
Paganelli  (de')  Geri,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1288 
dicembre-1289  dicembre,  65,  18;  e  del  1291  dicem- 
bre-1292  dicembre,  69,  10. 
Paganetto  (di),  i».  Gheri  di  P. 
Pagani  Gherardo  di  Lapo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1309  febbraio-1310  febbraio,   106,    12. 
Pagio,  V.  Jacopi  P. 

Pagni  Jacopo,  notaio  dci  Priori,  ric,  250,  44. 
Pagni  Salvi,  detto  Capelvero,  del  popolo  di  S.  Piero 
Maggiore,   viene   fatto   decapitare   per  trame   contro 
lo  Stato  (an.  1380),  387,  16. 
Pagnini  Matteo  di  Chele,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1383  111^110-1384  agosto),  428,  23. 
Pagnini  Nardo  di  Chele,   6  Gonfaloniere  di   Giustizia 
(an.  1379  luglio-agosto),  346,  8  ;  viene  escluso  dagli 
uffici  (an.  1379),  363,  48;  partecipa  alla  Balia  (an. 
1381),  410,  14. 
Pagno,  i;.  Bordoni  P. 

Pagno  di  Bindo,  V.  Albizzi  (degli)  P.  di  B. 
Pagno  di  Bonaccorso,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1308 
febbraio-i309  febbraio,   104,   5  ;  del   1310  febbraio- 
131 1   febbraio,   108,  21  ;  e  del   1312    febbraio-1313 
febbraio,  114,  24. 


Pagno  di  Boninsegna,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1336 

dicembre-1337  dicembre,  186,  2. 
Pagno  dello  Strozza,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1296  febbraio-1297  febbraio),  76,  26  ;  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1302  febbraio-1303  febbraiQ^91,  9. 
Pagno  di  Strozza,  V.  Strozzi  (degli)  P.  di  S. 
Pagno  (di),  V.  Neri  di  P. 
Palamidese  (di),  V.  Scolaio  di  P. 
Palazzuolo,  ric,  437,  1. 
Palla,  V.  Bernardi  P. 
Palla  di  Bernardo,  V.  Anselmi  P.  di  B. 
Palla  di  Jacopo,  V.  Strozzi  {degli)  P.  di  J. 
Palla  (di),  V.  Anselmo  di  P. 
Palla  Bernardino  (di),  V.  Duccio  di  P.  B. 
Palmidesi  (di),  V.  Scolaio  di  P. 
Palmiere  (di),  V.  Francesco  di  P.  ;  Simone  di  P. 
Palmieri,  fam.  fiorentina  di  parte  ghibellina,   28,  23. 
Palmieri  Federico,  notaio  dei  Priori,  ric,  74,  6. 
Palmieri  Francesco,   notaio   dei   Priori,   ric,    152,    1  ; 

242.  33. 
Palmieri  Maffio,  6  nelle  liste    dei  Priori  del  1317  feb- 

braio-1318  febbraio,    124,    34. 
Palmieri  di  Luca,  del  popolo  di  S.  Lorenzo,  viene  man- 
dato  a  morte  per  complotto   contro  lo   Stato    (an. 
1379).  343,  32. 
Palmieri,  V.  Altoviti  P. 
Pancia     Benghi     di     Bartolo,     i  nelle  liste 

dei  Priori  del  1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  37. 
Pancia,  e  Panza,   (del),  v.  Benghi  del  P.  ;  Firenze  del 

P.  ;  Firenze  di  Bartolo  del  P. 
Panciatichi,  nobile  fam.  pistoiese,  171,  14  ;  sue    brighe 
coi  Cancellieri  (an.  1351),  236,  6-10;  ed  (an.  1372), 
284.  44. 
Panciatichi  (de')  Corrado,  di  Pistoia,  viene  inviato  dai 

Fiorentini  quale  Podesta  in  Arezzo,  183,  36. 
Pancrazio  (S.),  ric,  437,  2. 
Pandolfini  Bertaldo  da  Signa.  notaio  dei  Priori,  ric, 

95,  16. 
Paniccia  Manfredi,  notaio  dci  Priori,  ric,  228,  15. 
Panzanesi  (case  dei),  ric,  215,  12. 
Panzano  (da),  V.  Giovanni  di  Luca  da  P.  ;  Lanfranco  da 
P.  ;  Liica  di  Totto  da  P.  ;  Matteo  di  Luca  da  P.  ; 
Tommaso  d'Antonio  Totti  vocato  Tommasino  da  P. 
"  Paoli  Cesare,  storico   ric,  XXXII,  5-6,  le-lS  „. 
Paolo   [Pagoto],  V.  Boccucci  P.  ;  Bordoni  {de')  P.  ;  Co- 

voni  (de')  P.  ;  Giraldi  P.  ;  Nemmi  P.  ;    Vettori  P. 
Paolo  d'.\mbrogio,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  sct- 

tcmbre-1384  aprile,  435,  15. 
Paolo  di  Bardo,  v.  Altoviti  P.  di  B. 
Paolo  di  Bartolo,  (i  nelle  liste  dci  Priori  del  1382  set- 

tembre-gennaio,  424,  28. 
Paolo  di  Bernardino,  viene  mandato  ambasc.  pr.  il  Re 
d'Ungheria  e  pr.  Carlo  di  Durazzo  (an.  1380),  376.  2. 
Paolo  di  Bingeri,  v.  Rucellai  P.  di  B. 
Paolo   del   Buono,    h   Gonfaloniere   di   Giustizia    (liste 

1345  maggio-1346  maggio),  227,  6. 
Paolo  di  Cecco,  6  nelle  liste  dei  Priori  dcl  1344  mjggio- 

1345  maggio,  222,  30. 
Paolo  di  Cenni,  V.  Covoni  (de')  P.  di  C. 


594 


INDICE  ALFABETICO 


[PmIo  di  Franceico-Paui] 


Paolo  di  Francksco  di  Manzecca,  masnadiero,  ric, 
204,  n. 

Paolo  di  Filippo,  V.  Gucci  P.  di  F. 

Paolo  di  Giraldo,  uccide  Francesco  Giandonato  detto 
Trucca,  414,  18-30. 

Paolo  di  Guglielmo,  viene  ammonito  (an.  1367),  263, 27. 

Paolo  di  Guido,  h  nelle  li.ste  dei  Priori  del  1383  luglio- 
1384  agosto,  427,  36. 

Paolo  di  Jacopo,  V.  Strozzi  (degU)  P.  di  J. 

Paolo  di  Lorenzo,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1382 
settembre-gennaio,  424,  19. 

Paolo  di  Matteo,  V.  Malefici  (de')  P.  di  M. 

Paolo  di  Michele,  V.  Rondinelli  P.  di  M. 

Paolo  di  PiERO,  V.  Abbaco  (deW)  P.  di  P. 

Paolo  del  Ricco,  V.  Pelacane  P.  del  R. 

Paolo  di  Ridolfo,  V.  Guidi  P.  di  R. 

Paolo  di  Tendi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gennaio- 
1351  gennaio,  239,  34. 

Paolo  di  Tommaso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1372 
gennaio-1373  gennaio,  284,  34. 

Paolo  (di),  V.  Bartolo  di  P.  ;  Gherardo  di  P.  ;  Jacopo  di 
P.  ;  Migi  di  P.  ;  Nigi  di  P. 

Paoni  Jacopo  di  Zanobi,  notaio  dei  Priori,  ric,  299,  12. 

Paoni  Niccol6  di  Zanobi,  notaio  dei  Priori,  ric,  252,  9. 

Papa,  V.  Silvestro  (aa.  314-335)  ;  Stefano  JII  (aa.  75^- 
757)  ;  Adriano  I  (aa.  772-7^5)  ;  Leone  III  (aa.  7^5- 
8z6)  ;  Gregorio  VII  (aa.  1073-1085)  ;  Innocenzo  IV 
(aa.  1243-1354)  ;  Ckmente  IV  (aa.  1265-1 26g)  ;  Gre- 
gorio  X  (aa.  1271-1276)  ;  Niccolo  III  (aa.  1277- 
1280)  ;  Niccold  IV  (aa.  1288-1292)  ;  Bonifacio  VIII 
(aa.  1294-1303)  ;  Benedetto  XI  (aa.  1303-1304)  ;  Cle- 
tnente  V  (aa.  1305-1304)  ;  Giovanni  XXII  (aa.  1316 
1334)  '.  Clemente  VI  (aa.  1342-1352)  ;  Urbano  V  (aa. 
1362-1370)  ;  Gregorio  XI  (aa.  1370-1378)  ;  Urbano 
VI  (aa.  1 378-1389). 

Papa  (del),  V.  Piero  del  P.  ;  Piero  d'Uguccione  del  P. 

Papini  Ricco,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1285  dicembre- 
1286  dicebbre,  62,  5. 

Paradisi  Arrigo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  dicem- 
bre-1283  dicembre,  59,  11  ;  del  1283  dicembre- 
1284  dicembre,  59,  39  ;  del  1287  febbraio-1288  aprile 
63,  36  ;  e  del  1292  febbraio-1293  febbraio,  72,  8  ;  v. 
anche  Paradisi  (de')  Arrigo. 

Paradisi  CioNE  Di  Arrigo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1299  febbraio-1300  febbraio,  82,  16. 

Paradisi  (de")  Arrigo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1285  di- 
cembre-1286  dicembre,  61,  35  ;  v.  anche  Paradisi 
Arrigo. 

Paradisi  (dk')  Bartolo,  k  nelle  liste  dei  Priorj  del  1317 
febbraio-1318  febbraio,  124,  18  ;  del  1324  febbraio 
1325  febbraio,  148,  10  ;  k  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1330  dicembre-1331  dicembre),  167,  33  ;  fe  di 
nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1333  dicembre-1334  di- 
cembre,    177,25. 

Pardi  Domenico  di  Guido,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1376  gennaio-1377  gennaio,  307,  13;  viene  inviato 
ambasc  a  Siena  (an.  1379),  350,  31-32. 

Parente  (di),  V.  Nofrio  di  P. 

Parenti  GiovANNi  di  Piero,  *  nelle  liste  dei  Priori  del 
1354  gennaio-1355  gennaio,  248,   12  ;  dej  1361  gen- 


naio-1362  gennaio,  260,  n  ;  del  1364  gennaio-i^ds 
gennaio,  265,  S ;  del  1368  gennaio-1369  gcnnaio, 
274,  8  ;  e  del  1376  gennaio-1377  gennaio,  306,29; 
viene   ammonito,   309,   12. 

Parenzi  (di),  V.  Petraccolo  di  P. 

Paride  [Paris],  figlio  di  Priamo,  rapisce  Elena  moglie 
di  Menelao,  5,  5-10. 

Parigi,  V.  Rustighi  P. 

Parigi  Tommaso  di  PiERO,  i  nelle  liste  dei  Priori  dcl 
1366  gennaio-1367  gennaio,  266,  «  ;  c  del  1373  pen- 
naio-1374  gennaio,  289,  2  ;  4  degli  Otto  della  Guar- 
dia  (an.  1376),  354,  32. 

Parlarcioni  (de')  GiovANNi  Di  PiERO,  vicnc  ammunito 
(an.  1377),  305,  1«  ;  309,  6. 

ParonCi  Scarlatto  di  Tommaso  k  degli  Otto  della  Guur- 
dia  (an.  1379),  334,  37. 

Parma,  c.  ric,  172,  24. 

Parmigiani,  assediano  Pisa  coi  Lucchesi  e  con  altri  al- 
leati  (an.  1332),  171,  35. 

Pasquini  Francesco,^  nellc  listc  dei  Prioii 
del  1385  maggio-1386  at>rile,  443,  3i. 

Pasquino,  t;.  Pacini  P. 

PAsguiNO  Di  Tello,  k  nellc  liste  dci  Priori  del  1349  gcn- 
naio-1350  gennaio,  235,  27. 

Passa,  V.  Finiguerra,  e  Finiguerre  P. 

Passa  di  Finiguerra,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1286 
dicembre-1287  dicembre,  62,  29. 

Passa  di  Zato,  V.  Passavanti  P.  di  Z. 

Passavante  (di),  V.  Gaddo  di  P. 

Passavanti  Gaddo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1296  fcb- 
fraio-1297    febbraio,    76,    33. 

Passavanti  Passa  di  Zato,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1301 
febbraio-1302  febbraio,  88,29  ;  del  i^o^febbraio-i^o^ 
febbraio,  96,  30  ;  del  1306  febbraio,  1307  febbraio,  99, 
30  ;  del  1309  febbraio-1310  febbraio,  106,  3  ;  e  del 
1311  febbraio-1312  febbraio,  112,  31. 

Passavanti  Zato,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gennaio- 
1351  gennaio,  239,  41  ;  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1361  geimaio-1362  gennaio),  260, 19. 

Passavanti  Zato  di  Baldo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del 
1346  maggio-1347  gennaio,  229,  6. 

Passavanti  Zato  di  Gaddo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1312  febbraio-1313  febbraio),  114,  29  ;  (liste 
1328  dicembre-1329  dicembre),  160,  26  ;  e  (listc  1335 
dicembre-1336  dicembre),  183,  26  ;  i  nelle  liste  dei 
Priori  del  1338  dicembre-1339  dicembre,  188,  *  ;  e  del 
1341   dicembre-1342  dicembre,   190,   38. 

"  Passerini,  storico  cit.,  XLIX,  35,  S-7  ;  L,  4,  24  ,,. 

Passerino  da  Mantova,  invia  duccento  cavalieri  in 
aiuto  di  Castruccio  (an.  1325),  142.  3-4. 

Passignano  (da),  V.  Simone  di  Buonaccorso  da  P. 

Pavia,  c.  ric,  436,  2. 

Pavoni  Jacopo  di  Zanobi,  notaio  dei  Priori, 
ric,  443,  39. 

Pavoni  Niccol6  Di  Zanobi,  notaio  dei  Priori,  ric  265,20. 

Pazzi,  Signori  di  Valdamo,  vcngono  loro  tolti  dai  Fioren- 
tini  due  castelli  (an.  1270),  55,  9-11  ;riprendonoleamii 
contro  di  questi  (an.  1342),  192,  21-23  ;  tornano  con 
loro  a  pace,  198,  15;  loro  torri  abbattute  da  Ca- 
struccio,  146,  10. 


iPazxi-Peri] 


INDICE  ALFABETICO 


595 


Pazzi,  fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  28,  24  ;  esce  da 
Firenze  airannunzio  della  sconfitta  di  Montaperti 
(an.  1260),  48,  13  ;  si  schiera  coi  Neri,  80,  lCf  ;  92,  16  ; 
ma  si  leva  contro  Corso  Donati  (an.  1303),  90,  8  ;  (an. 
1308),  100,  22  ;  6  favorevole  al  Duca  d'Atene  (an. 
1342),  205,  11  ;  si  Tinisce  con  gli  altri  Grandi  contro 
i  Popolani  (an.  1343),  214,  27  ;  loro  case  e  loggia,  18, 
35;  215,  31. 
Pazzi  Filippo  di  Migliore,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1324  febbraio-1325  febbraio,  148,   14. 
Pazzi  (de),   Signori  di  VaJdarno,   v.  Pazzi  Signori  di  V. 
Pazzi  (de),  fam.  v.  Pazzi,  fam. 

Pazzi  (de')  Beltramo,  h  consigliere  dei  Priori  (an.  1343), 
211,  12  ;  viene  bandito  da  Firenze  (an.  1366),  258, 
13. 
Pazzi  (de')  Carlino,  dei  Signori  di  Valdarno,  fa  ribel- 
lare  ai  Fiorentini,  insieme  ai  Ghibellini  ed  ai  Bianchi 
sbanditi,  il  castello  di  Piano  di  Travigne,  ma  poi  s'ac- 
corda  col  Comune  per  la  rioccupazione  di  esso  (an. 
1302),  87,  16-23. 
Pazzi  (de')  Dolce  di  Lottifredi,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1290  dicembre-1291  dicembre,  68,  10. 
Pazzi  (de')  Geri,  consiglia  Piero  di  Filippo  degli  Albizzi 
di  non  opporsi  alla  proposta  di  legge  fatta  dai  Ricci 
contro  i  Ghibellini,  247,  14-15. 
Pazzi  (de')  Giachinotto,  viene  confinato  coi  Neri  a  Cit- 

ta  di  Castello  (an.  1301),  83,  15. 
Pazzi  (de')  Guglielmo,  dei  Signori  di  Valdarno,  muore 
combattendo  a  Campaldino  nelle  file  degli  Aretini  e 
Ghibellini  contro  Firenze  (an.   1289),  66,   4. 
Pazzi  (de')  Jacopo,  porta  nella  battaglia  di  Montaperti 

rinsegna  del  Comune  di  Firenze  (an.  1260),  48,  12. 
Pazzi  (de')  Jacopo  di  Francesco,  h  tra  i  capi  e  i  mag- 
giori  istigatori  della  Parte  guelfa  per  Tammonire, 
308,  21  ;  318,  14  ;  gli  vengono  arse  le  case  dal  popolo 
in  rivolta  contro  la  detta  Parte  (an.  1378),  319,  44  ; 
viene  confinato  a  Brescia  328,  23. 
Pazzi  (de")  Neri    di    Cherico,  6  nelle   liste    dei    Priori 

del  1287  febbraio-1288  aprile,  63,  39. 
Pazzi  (de')  Neri  di  Pazzino,  viene  a  patti  con  Castruc- 
cio  per    Montemurlo    dove  egli    si  trovava    a  capo 
delle  milizie  fiorentine.  (an.   1326),  146,    17. 
Pazzi  (de')  Pazzino,  viene  confinato  coi  Neri  a  CittA  di 
Castello  (an.  1301),  83,  16  ;   acquista  pel   Comune  di 
Firenze   alcune   terre   del   Castello   di   Montale    (an. 
1303).  89,  25-28  ;  viene  ucciso  per  vendetta  privata 
da  Pafficra  Cavalcanti   (an.    1312),   107,  20-21. 
Pazzi  (de')  Sandro  di  Neri,  h  fatto  Popolano  (an.  1379). 

364,  19. 
Pazzi  (de')  Simone  dblla  Torre,  gli  vengono  arsc  le  case 
dal  popolo  in  rivolta  contro  la  Parte    guelfa    (an. 
1378).  319,  44. 
"  Pazzi  (societa'  dei),  ric.  CI,  7  „. 
Pazzini  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  ric.  175,  40. 
Pazzino,  V.  Donati  {de)  P.,  Strozzi  (degli)  P. 
Pazzino  di  Guggio,  V.  Pesce  P.  di  G. 
Pechi  Matteo,  notaio  dei  Priori,  ric,  188,20. 
Pecora,  V.  Dino  P. 

Pecora  di  Giovanni,   h  nelle  liste  dei  Priori  del    1293 
febbraio-1294  febbraio,  73,   42, 


Pecora  (del),  V.  Guido  del  P.  ;  Guido  di  Dino  del  P.  ;  Ja- 

copo  di  Dino  del  P. 
Pegolotti  Francesco  di  Balduccio,  6  Gonfaloniere  di 

Giustizia  (liste  1346  maggio-1347  gennaio),  228,  26. 
Pegolotti  Ricco,  notaio  dei  Priori,  ric,  99,  23. 
Pegolotti  Taddeo  di   Riguccio,  viene  condannato  a 

lire  diecento  (an.  1381),  401,  11. 
Pela,  V.  Gualdacci  P.  e  Gualducci  P. 
Pela  di  Gualduccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1285  di- 

cembre-r286   dicembre,    61,    33  ;  v.  anche  Guatducci 

Pela. 
Pela  di  Nuccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  mag- 

gio-1346  maggio,  227.  8. 
Pelacane  Niccol6  di  Vanni,  k  Gonfaloniere  di  Compa- 

gnia  pel  quartiere  di  S.  Croce  (an.  1378),  326,  25. 
Pelacane  NiccoLd  Di  Vanni  Nelli,  6  Gonfaloniere  di 

Giustizia  (an.  1380  gennaio-f ebbraio) ,  389,  22. 
Pelacane  Paolo  del  Ricco,  6    nelle  liste  dei  Priori  del 

1347  gennaio-1348  gennaio,  229,  34  ;  e  del  1351  gen- 

naio-1352  gennaio,  240,  26. 
Pelagiu,  V.  [Pelagrii  Arnaldo]. 
[P  e  L  A  G  R  tr    [Pelagiit]    A  r  n  a  l  d  oj,  Card.  Legato  di 

Romagna  nipote  di  Clemente  V,  giunge  in  Firenze  ac- 

colto  con  grandi  onori  e,  grato  ai  Fiorentini  degli 

aiuti  inviatigli  nella  guerra    contro  i  Veneziani,  li 

assolve  dalle  scomuniche    contro    loro    lanciate  nel 

passato  (an.  1310),  104,  30  ;  6  dei  Legati  incaricati 

deirincoronazione  di  Arrigo   VII  in   Laterano   (an. 

1312),  109,  12. 
Pelliccia,  V.  Gherardini  (de')  P. 
Pepe  Piero  del  Benb,  k  nelle   liste  dei  Priori  del  1355 

gennaio-1356  gennaio,  249,   37. 
Pepe  (di),  V.  Neri  di  P. 
Pepi  Bernardo  del  Bene,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1347  gennaio-1348  gennaio,  230,  3. 
Pepi  Francesco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1369  gennaio- 

1370  gennaio,  274,  29  ;  e  del  1373  gennaio-1374  gen- 

naio,  288,  31. 
Pepi  Giovanni  di  Franceschino,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1381  marzo-1382  aprile,  406,  41. 
Pepi  Neri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1300  febbraio-i^ot 

febbraio,  86,  23  ;  e  del  1309  febbraio-1310  febbraio, 

106,  9. 
Pepi  Piero  del  Bene,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1349 

gennaio-i3^ogennaio,  235,  37. 
Pepo  di  Antonio,  V.  Albizzi  (degli)  P.  di  A. 
Pepo  di  Marignano,  V.  Buondelmonti  P.  di  M. 
Pepo  (di),  V.  Maggio  di  P. 
Pepoli,   [Peppoli],  fam.   bolognese,   ric.  299,   43  ;   "  CX, 

34  „. 
Pepoli  [Peppoli]  (de')  Azzo,  Francesco  e  Ricciardo. 

caporali  nella  Compagnia  di  S.  Giorgio,  367,  9-11. 
Pera  del  Pera.  V.  Baldovinetti  P.  del  P. 
Peraglia  Geri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1258  gennaio- 

1359  gennaio,  254,    26 ;    e    del    1361    gennaio-1362 

gennaio,   260,  26. 
Peri    Piero,^  nelle  liste  dei  Priori  del  138S  mag- 

gio-1386  aprile,  443,   U. 
Pbri  PiEROZzo  Di  PiERO,  6  chiamato  al  Priorato  pel  bi- 
mjBstre   luglio-agosto    1378  ma   vicne   cacciato   dal 


596 


INDICE  ALFABETICO 


[Pericciaoli-Peruzzi] 


rufficiodaiCiompi,  314,21  ;  320,  32  ;  325,  24-31  ;  h 
nelle  liste  dci  Priori  dcl  1382  gennaio-ljSj  aprile, 
424,  3. 

Pericciuoli  Nuto,  i  nelle  Hste  dei  Priori  del  1305  feb- 
braio-1306  febbraio,   98,   3. 

Pericoloso,  V.  Anionio  di  Bartolo  P. 

Perini  Giovanni  di  Guido,  viene  ammonito  (an.  1358), 
253,  24. 

Pero,  V.  Baldovinetti  P.  ;  Bindi  P. 

Pero  del  Migliore,  Podesti  di  Laterina,  viene  fatto 
decapitare  per  avere  trattato  con  gli  emissari  dei  Bo- 
scoli  per  fare  entrare  in  Laterina  gente  aretina  (an. 
1380),   388,    9-27. 

Pero  (di),  V.  Piero  di  P. 

Perotti  Antonio  di  Jacopo,  viene  condannato  per 
trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  20. 

Perso  di  Dino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1360  gennaio- 
1361  gennaio,  258,  41. 

Perso  di  Filippo,  V.  Fagiolari  {de')  P.  di  F. 

Persona,  V.  Loremo  di  Donato  chiamato  Persona. 

Pbrugia,  vi  vengono  inviati  dagli  Otto  di  Balia  di  Fi- 
renze  segreti  eraissari  per  suscitarvi  rivolte  contro  il 
dominio  della  Chiesa  (an.  1375),  293,  33-35 ;  per 
istigazione  degli  emissari  pred.  si  ribella  alla  Chiesa 
abbattendo  la  Signoria  del  card.  francese  Abate  di 
Monte  Maggiore,  inviato  qua  da  pp.  Gregorio  XI, 
ed  instaura  il  libero  comune,  35-37  ;  voci  corse  in  Fi- 
renze  intorno  a  cambiamenti  di  Governo  quivi  av- 
venuti  (an.  1383),  427,  27-33  ;  v.  anche  Perugini. 

Perugia  (Signore  di),  V.  [Puy  (di)  Gerardo],  card.  abate 
di  Monte  Maggiore  signore  di  P. 

Perugini,  vanno  in  aiuto  dei  Senesi  contro  i  Fiorentini 
ma  sono  da  questi  ricacciati  e  sconfitti  (an.  1230), 
32, 2-4  ;  legatisi  in  amicizia  con  i  pred.  inviano  a  que- 
sti  i  loro  aiuti  contro  Arrigo  VII  (an.  1312),  110, 
22-23  ;  mandano  loro  genti  in  aiuto  del  Signore  di 
Firenze,  Carlo  di  Calabria,  contro  Castruccio  (an. 
1326),  150,  6  ;  uniti  ai  Fiorentini  vanno  contro 
Arezzo,  che  perde  Citta  di  Castello  e  Borgo  S. 
Sepolcro,  e  nc  devastano  il  territorio  (an.  1335), 
180,  29-37  ;  vengono  a  pace,  insieme  ai  Fiorentini, 
con  gli  Aretini,  ottenendo  alcuni  castelli  ed  altri 
vantaggi  (an.  1337),  184,  3-5  ;  inviano  loro  genti  di 
nuovo  in  aiuto  dei  Fiorentini  assaliti  da  Mastino  della 
Scala,  fattosi  Signore  di  Lucca  (an.  1337),  184,  21  ;  e 
di  nuovo  in  aiuto  dei  medesimi  assaliti  da  Galeazzo 
Visconti  (an.  1351),  236,  34,  ed  in  altre  critiche  cir- 
costanze  (an.  1379),  356,  36  ;  (an.  1380),  371,  33  ; 
378,  29  ;  380,  8  ;  ed  (an.  1384),  430,  11 ;  v.  anche  Pe- 
rugia. 

Peruzzi,  fam.  fiorentina  di  parte  nera,  92,  14  ;  6  favo- 
revole  al  Duca  d'Atene  195,  35  ;  ric.  34,  10. 

Peruzzi  Bartolo  di  Martino,  viene  ammonito  (an. 
1375).   294,    30. 

Pkruzzi  Bartolomeo  di  Giotto,  viene  confinato  per 
tre  anni  e  condannato  a  lire  mille  per  trame  contro 
lo  Stato  (an.  1378),  340,  17  ;  fe  nelle  liste  dei  Priori 
del   1381   marzo-1382  aprile,  406,   40. 

Pbruzzi  Benkdetto  di  Simone,  processato  per  trame 
viene  dal  Podest<k  liberato  con  disappunto  generale 


(an.  1378),  338,  7-8  ;  viene  bandito  da  Firenze  du-  . 
rante  il  qual  bando  egli  complotta  con  Giannozzo  / 
Sacchetti  contro  lo  Stato,  347,  94-34  ;  viene  condan- / 
nato  neiravere  e  nella  persona,  348,  7-8.  ' 

Peruzzi  Filippo,  k  nellc  liste  dei  Priori  del  1283  dicem. 
bre-1284  dicembre,   59,  40. 

Peruzzi  Giotto,  k  nelle  liste  dei  Priori  1292  febbraio- 
1293  febbraio,  71,   84. 

Peruzzi  Pacino,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (l'ste  ij')6 
febbraio-1297  febbraio),  76,  26  ;  v.  anche  Psruzzi  {di') 
Pacino. 

Peruzzi  Pacino  d'Arnoldo,  6  nelle  liste  dei  Priori  dcl 
1285  dicembre-1286  dicembre,  61,  38  ;  e  del  1287  fcb- 
braio-1288    aprile,    63,   28. 

Peruzzi  Pacino  di  Tommaso,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del 
1336  dicembre-1337  dicembre,   186,    3. 

Peruzzi  (de')  Giotto  d'Arnoldo  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1303  febbraio-1304  febbraio,  94,  2«;  del  1305 
febbraio-1306  febbraio,  98,  16  ;  del  1313  febbraio- 
1314  febbraio,  116,  14  ;  del  1322  febbraio-1323  feb- 
braio,  131,  27  ;  del  1325  febbraio-1326  febbraio, 
152,  16  ;  del  1331  dicembre-1332  dicembre,  169,  6  ; 
e  del  1334  dicembre-1335  dicembre,  179,  3. 

Peruzzi  (de')  Leonardo  di  Sandro,  viene  escluso  dagii 
uffici  per  tre  anni  (an.  1379),  363,  40  ;  h  dei  Qua- 
rantatre  cittadini  el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia 
gii  nominati  (an.   1381),  404,   36. 

Peruzzi  (de')  Leonardo  di  Tommaso,  6  fatto  cavaliere 
dai  Ciompi  (an.  1378),  323,  40. 

Peruzzi  (de')  Maso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1298  feb- 
braio-1299  febbraio,  78,  1. 

Peruzzi  (de')  Niccol6  di  Rinieri,  viene  bandito  come 
ribelle  (an.  1380),  370,  26. 

I^RUzzi  (de')  Pacino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1293  feb- 
braio-1294  febbraio,  73,  30  ;  i;.  anche  Peruzzi  Paciiw. 

Peruzzi  (de')  Ranieri  di  Simone,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1358  gennaio-1359  gennaio,  254,  23. 

Peruzzi  (de')  RiNiERi  Di  LuiGi  ,  vicnc  fatto  cavaliere 
dai  Ciompi  (an.  T378),  323,  39. 

Peruzzi  (de')  RiNiERi  Di  Pacino,  6  ncUe  liste  dci  Priori 
del  1306  febbraio-1307  febbraio,  99,  16. 

Peruzzi  (de')  Simone,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1341  di- 
cembre-1342  dicembre,  190,  19  ;  e  dei  Quattordici 
cittadini  el.  dal  parlamento  per  costituire  il  nuovo 
Govemo  alla  cacciata  del  Duca  d'Atenc  (an.  1343), 
207,  34  ;  6  nuovamente  nelle  listc  dci  Priori  del  1344 
maggio-1345  maggio,  22,  5. 

Peruzzi  (de')  Simone  di  RiNiERi,  6  nellc  liste  dei  Priori 
del  1349  gcnnaio-1350  gcnnaio,  235,  37  ;  del  1354 
gennaio-1355  gennaio,  247,  24  ;  e  del  1356  gennaio- 
1357  gennaio,  250,  47  ;  ^  Gonfalonierc  di  Giustizia 
(listc  1363  gennaio-1364  gennaio),  264,  16  ;  h  nuo- 
vamente  nelle  liste  dei  Priori  del  1369  gennaio- 
1370  gcnnaio,  274,  38  ;  6  a  capo  dei  congiurati 
contr  Ic  sette  degli  Albizzi  e  dei  Ricci  (an.  1372).  280, 
29-35;  281,  32-35  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori 
del  1374  gennaio-1375  gennaio,  291,  20  ;  fe  con  suo 
figlio  tra  i  capi  e  i  maggiori  istigatori  della  Parte 
guelfa  per  Tammonire,  308,  9  ;  318,  8-9  ;  viene  el.  a 
sostituire  nell'ufficio  di  Balia  raminonito  Giovanni 


[Pernzii-Piero  da  Canaeto] 


INDICE  ALFABETICO 


597 


Dini   (an.    1377),  369,    16-18  ;  gli  viene  bruciata  la 

casa  dai  Ciompi  in  rivolta  322,  38  ;  dai  quali  viene 

poi    fatto    cavaliere,    323,    27  ;     viene    confinato   a 

Spoleto,  328,  34  ;  viene  fatto  dei  Grandi  (an.  1379), 

363,  10  ;  promesse  da  lui  fatte  a  Carlo  di  Durazzo, 

380'  25-30  ;  va  ambasc.  a  Napoli  per  tentare  di  rista- 

bilire   Taccordo  tra  Carlo  di  Durazzo  ed  Urbano  VI 

(an.  1385),  436,  16-17. 
Peruzzi  (de')  Tommaso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1513 

febbraio-1316  febbraio,  122,  8  ;  e  del  1320  febbraio- 

1321    febbraio,    127,   28. 
Peruzzi  (societA  dei),  ric,  CI,  7  „. 
Pesa,  f.,  ric.  369,  16,  18. 
Pesce  di   Guccio  di  Pesce,  fe  nelle  liste   dei  Priori  del 

1323  febbraio-1324  febbraio,  135,  22. 
Pesce  Pazzino  di  Gugio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1311 

febbraio-1312  febbraio,  112,  36. 
Pesci  (de')  Pesce  di  Gugio,  6  nelle  liste  dei  Priori   de- 

1307  febbraio-1308  febbraio,  102,  25  ;  e  del  1314  feb- 

braio-1315  febbraio,  119,  17. 
Pesci  (de'),  Pesce  di  Gusgi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1302  febbraio-1303  febbraio,  90,  33. 
Pescia  c,  viene  danneggiata  dai  Fiorentini  (an.1337),  184, 

26  ;  viene  data  al  Comune  di  Firenze  che  ne  prende 

possesso,    185,    36-38. 
Pesciatini,  mandano  ambasc.  ai  Priori  per  una  petizione 

contro  il  Vicario  di  Valdinievole,  Giovanni  di  Luigi 

de'  Mozzi,  303,  38-40  ;  304,  8-9. 
Petornella  (monastero  di  S.),  ric,  45,  34. 
Petraccolo  di  Parenzi,  notaio  dei  Priori,  ric  82,  31. 
Petrella  (della),  V.  Guido  della  P. 
Petri  Andrea  da  Gaville,  notaio  dei  Priori,  ric,  222,  36. 
Petri  Simone  di  Benedetto,  viene  ammonito  (an.  1378, 

316,  24. 
Petri  Tinaccio  di  Tuccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1320  febbraio-1321  febbraio,  127,   19. 
Petriboni  Ubaldino  di  Fastello,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1343  apriIe-1344  aprile,  219,  16. 
Petroboni   Bartolomeo,   6  fatto  cavaliere  dai  Ciompi 

(an.  1378),  324,  12. 
"  Petrucci  F.,  ric,  VIII,  24  ,,. 
Pezzini  GipVANNi,  notaio  dei  Priori,  ric,  284,  24. 
Pezzini  Guido,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gennaio- 

1353  gennaio,  242,  28  ;  e  del  1362  gennaio-1363  gen- 

naio,  262,  20. 
PiccARDi  Matteo,  del  popolo  di  S.  Paolo,  viene  condan- 

nato  nel  capo  per  la  rivolta  dei  Ciompi  (an.   1378), 

336,  26. 
PiccHiNi  Michele  di  Piero,  del  popolo  di  S.  Lucia  d'Ognis- 

santi,  viene  condannato  neiravere  e  nelia  persona  per 

la  rivolta  dei  Ciompi  (an.  1378),  336,  35. 
Picchiena,  ric,  170,   8-7. 
Picciotto  di  Giorgio,  viene  bandito  come  ribelle  (an. 

1380),  371,  9. 
Pico  [Picco],  figlio  di  Saturno,  ric,  6-12. 
PiERACcio,  V.  Guadagni  {de')  P. 
PiERACCio  Di  PiERO,  V.  Guadagtii  P.  di  P. 
PiERi  Benozzo,  notaio  dei  Priori,  ric.  248,  20  ;  259,  21  ; 
267,  1 1  ;  rJ  nelle  liste  dei  Priori  del  1364  gennaio-i36s 
gtnnaio,  265,  U. 


PiERi  FoRESE,  notaio  dei  Priori,  ric,  265,  17. 

PiERi  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1300  febbraio- 

1301  febbraio,  86,  10. 
PiERi  Martello,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1283  dicem- 

bre-1284  dicembre,  60,   3. 
PiERi  Mattia  da  Castel  Fiorentino,  notaio  dei  Priori, 

ric,   368,  9. 
"  PiERi  Paolino,  storico,  cit.  XXXVIII,  10  ;  XLIX,  7-8, 

3-i  „. 
PiERi  PiEROzzo  Di  PiERO,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1358 

gennaio-1339   gennaio,   254,  23 ;   del    1362   gennaio- 

1363  gennaio,  262,  2,  del  1366  gennaio-1367  gennaio, 

266,  22;  e  del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  34. 
PiERi  Di  Cenni,  V.  Ugolini  P.  di  C. 
PlERO,  V.  Bachini  P.  ;  Banchini  P.  ;  Bandini  P.  ;  Bini  P. 

Borghi  P.  ;  Branca  (della)  P.  ;  Brandani  P.  ;  Cambi  P. 

Chiarini  P.  ;  Cini  P.  ;  Compagni  P.  ;  Dini  P.  ;  Fa- 

stelli  P.  ;  Ferranlini  P.  ;  Forese  P.  ;  Gambacorti  P.  ; 

Ghini  P ;  Gorini  P.  ;   Guadagni  P.  ;    Guarnieri  P.  \ 

Guglielmi  P.  ;   Marchetti   P.  ;   Nelli   P.  ;  Nutini  P.  ; 

Ottinelli  P.  ;    Pucci  P.  ;   Velhili   [de')   P. 
PlERO  Ceffi,  e  Di  Ceffo,  V.  Beccanugi  (de')  P.  C.  e  di  C. 
PiERO  GuARDi,  V.  Rustichini  P.  G. 
PiERO  Gucci,  V.  Mucini  P.  G. 
PiERO  d'Andrea,  k  dei  Dodici  buoni  uomini  pel  quartiere 

S.  Croce  (an.   1378),  326.  39. 
PiERO  dell'Aquila,  Inquisitore  dei  Paterini,  sua  contesa 

col  Comune  di  Firenze,  225,  26-33  ;  226,  1-17. 
PiERO  Di  Baldo,  notaio  dei  Priori,  ric,  186,  10. 
PiERO  Di  BiNDO,  V.  Benini  P.  di  B. 
PlERO  Di  Bandino,  V.  Baroncelli  P.  di  B. 
PiERO  DEL  Bene,  V.  Pepe  P.  del  B.  ;  Pepi  P.  del  B. 
PiERO  Di  Benozzo,  bandito  fiorentino    per  trame  contro 

lo  Stato,  viene  fatto  prendere  con  un  tranello  in  se- 

guito  a  denunzie  di  nuove  congiure  e  fatto  decapi- 

tare  (an.  1383).  425,  3-35. 
Piero  di  Benozzo,  cognato  di  Mariano  degli  Albizzi  con- 

finato  a  Rimini,  dicerie  intorno  ad  una  lettera  a  lui 

diretta  dal  pred.    Mariano   dalla   sua   terra   d'esiIio 

(an.  1380),  388,  31-34  ;  viene  condannato  neiravere 

e  nella  persona  per  trame  (an.  1381),  400,  6. 
PiERO    Di    Bino    di    TiNACCio,  ^  nelU  liste  dei 

Priori  del  1364  gennaio-Z36s  gennaio,  265,  19. 
PiERO  Di  BoNAVENTURA,  V.  Ricoveri  P.  di  B. 
PiERO  Di  BoRGO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  dicem- 

bre-1287  dicembre,  62,  28  ;  del   1294  febbraio-1295 

febbraio,  75,  2  ;  e  del  1301  febbraio-1302  febbraio, 

88,  38. 
PiERO  Di  BuoNO,  da  Ognano,  notaio  dei  Priori,  ric,  94, 

39  ;  98,  7  ;  108,  18  ;  116,  30. 
PiERO  Di  BuTi,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1343  aprile- 

1344  aprile,  218,  27. 
PiERO  Di  Cambio,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1347  gennaio- 

1348  gennaio,  230,  4  ;  e  del  1359  gennaio-1360  gen- 

naio,  256,  18. 
PiBRO  DA  Canneto,  accusato  d'aver  tramato  in  Prato 

in  favore  di  Giovanni  Acuto.  viene  fatto  prendcre 

dai  Fiorentini  e  fatto  attanagliare  non  ostante  il  suo 

carattere  sacerdotale  (an.   1373),  292,   34-35  ;  293, 

8-11. 


598 


INDICE  ALFABETICO 


[Piere  di  C«iwI-Pierozi«  di  Bance] 


PlERO  Dl  Cenni,  V.  Ghetli  P.  di  C. 

PlERO  Di  Chiarino,  V.  Davanzati  P.  di  C. 

PiERO  Di  Chiaro,  «  dei  Priori  (an.  1380  maggio-gitigno), 
372,  10. 

PiKRO  Di  CiNO,  del  Popolo  di  S.  Frediano,  viene  condan- 
nato  neU'avere  e  nella  persona  per  la  rivolta  dei 
Ciompi  (an.  1378),  336,  33. 

PiERO  Di  CioNE,  V.  Ridolfi  P.  di  C. 

PiERO  Di  Dado,  V.  Canigiani  P.  di  D. 

PiERO  Di  DiNO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  maggio- 
1345  maggio,  222,  17  ;  del  1350  gennaio-1351  gen- 
naio,  239,  37  ;  del  1360  gennaio-1361  gennaio,  258, 
42  ;  e  del  1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  2S. 

PiERO  Di  DuRANTE,  6  nellc  listc  dei  Priori  del  1318  feb- 
braio-1319  febbraio,   125,    16. 

PiERO  Di  FiLiPPO,  viene  bandito  da  Fiwnze  per  trame 
(an.  1378),  321,  23  ;  V.  anche  Albizzi  {degli)  P.  di  F. 

PiERO  Di  FiNO,  notaio  dei  Priori,  ric,  189,  29. 

PiERO  Di  FoRNAio,  V.  Battimamme  P.  di  F.. 

PiERO  Di  Fronte,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1377  gennaio- 
1378  Inglio,  314,  8  ;  ric,  316,  3». 

PlERo  Di  Geppo,  V.  Orlandini  P.  di  G. 

PiERO  Di  Gerino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1380  marzo- 
1381  febbraio.  391,  22. 

PiERO  Di  Gherardo,  V.  Borsi  P.  di  G.  ;  Velluti  (de')  P. 
di  G. 

PiERO  Di  Ghino,  V.  Guicciardini  P.  di  G. 

PiERO  Di  GiLio,  i;.  Serragli  P.  di  G. 

PiERO  Di  GiOTTO,  V.  Marchi  (de')  P.  di  G. 

PiERO  Di  Giovanni  Firenze,  fe  dei  Priori  (an.  1379 
lnglio-agosto),  346,  6  ;  Gonfaloniere  di  Compagnia, 
h  preso  per  sospetto  di  trame  contro  lo  Stato  ma 
poi  viene  rilasciato  (an.  1381),  390,  32-35. 

PiERo  Di  GiuGNi,  V.  Giugni  (de')  P.  di  G. 

PlERO  Dl  Grifo,  detto  anche  delle  Riformagioni,  gli 
viene  braciata  la  casa  dai  Ciompi  (an.  1378),  323, 
1-2  ;  accoglie  in  sna  casa  a  Siena  i  banditi  fiorentini 
ed  i  Ciompi  che  preparano  la  spedizione  sn  Figline, 
349,  27  ;  viene  condannato  per  questo  dal  Podestci 
neiravere  e  nella  persona  (an.  1379),  350,  41. 

Piero  di  Guadagno,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1294 
febbraio-1295  febbraio,  75,  21  ;  e  del  1298  febbraio- 
1299  febbraio,  78,  2. 

Piero  di  Guccio,  V.  Filippi  P.  di  G.  ;  Matini  P.  di  G. 

Piero  di  Guglielmo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1313 
febbraio-1314  febbraio,  116,  8  ;  del  1316  febbraio- 
1317  febbraio,  123,  9  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1331  dicembre-1332  dicembre),  169,  4  ;  e  nuo- 
vamente  nelle  liste  dei  Priori  del  1339  dicembre-1340 
dicembre,  188,  24  ;  e  del  1346  maggio-1347  gennaio 
228,  9. 

Piero  di  Jacopo  detto  Cappellina,  viene  condannato 
per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  24. 

PiERO  di  Lapo,  V.  Baldovinetti  P.  di  L.  ;  Cantellini  P. 
di  L. 

PiERO  Di  Lapozzo,  k  dei  Qnarantatre  cittadini  el.  in  ag- 
giunta  agli  altri  della  Balia  gi4  nominati  (an.  1381), 
404,  38. 

PlERO  Di  Lippo,  i;.  Aldobrandini  P.  di  L. 

PiERO  Di  Lippo  Bonagrazia,   e  Buonagrazia,  k  nelle 


liste  dei  Priori  del  1355  gennaio-1356  gennaio,  25 

2  ;  viene  ammonito  (an.  1358),  253,28. 
PiERO  Di  LucA,  V.  Marzi  P.  di  L. 
PiERO  Di  Macone,  notaio  dei  Priori,  ric,  158,  4. 
PiERO  Mansuolo  di  Borgo,  t  nelle  liste  dei  Priori 

1297  febbraio-1298  febbraio,  77,  16. 
PiERO  Di  Martignana,  viene  condannato  a  lire  trecent 

e  confinato  per  sei  anni  (an.  1381),  401,  13. 
PiERO  Di  Masino,  V.  Anlella  (della)  P.  di  M. 
PiERO  Di  Masino  di  Tano,  k  nelle  liste  dei  Priori 

1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  2. 
PiERo  Di  Migliorino,  viene  ammonito  (an.  1373),  288,  H 
PiERO  Di  NarsI,  di  Francia,  viene  nominato  dai  Fiorentia 

Capitano  di  guerra  (an.  1325),  147,  4-9;  sue  segre 

trattative  coi  soldati  francesi  militanti  pr.  Castruccio  | 

per  attrarli  a  sfe,  148,  21-25  ;  viene  preso  con  un  tra- 

nello  da  Castraccio  e  fatto  uccidere,  25,  31. 
PiERO  Di  Nello,  V.  Corsi  P.  di  N. 
PiERo  Di  Neri,  V.  Pitti  P.  di  N. 
PiERO  Di  Neri  di  Lippo,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1367 1 

gennaio-1368  gennaio,  267,  41. 
PiERO  Di  NuTO,  V.  Michi  P.  di  N. 
PiERO  Di  Oddo,  V.  Altoviti  (degli)  P.  di  O. 
PiERO  DEL  Papa,  6  uelle  liste  dei  Priori  del   1324  feb- 

braio-1325  febbraio,  147,  29. 
PiERO  Di  Pero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1376  gennaiio- 

1377  gennaio,  306,  30. 
PiERO  DA  Pietramala  detto  Saccone,  V.   Torlafi  (d 

P.  da  P. 
PiERO  di  Pinaccio,  V.  Strozzi  (degli)  P.  di  P. 
PiERO  Di  PiuviCHESE,  V.  Brancocci  P.  di  P. 
Piero  di  Puccio,  V.  Benvenuti  P.  di  P. 
PiERO  Di  RiNuccio,  V.  MochiaveUi  P.  di  R. 
PiERO  Di  RoMOLO,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1346  ma 

gio-1347   gennaio,    228,    6. 
PiERO  DEL  Rosso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1372  gen4 

naio-1373  gennaio,  284,  31. 
Piero  di  Saggio,  h  nelle  lite  dei  Priori  del  1345   maggio-J 

1346  maggio,  226,  41. 
Piero  di  Spigliato,  da  Filicaia,  fe  nelle  liste  dei  Prio 

del  1350  gennaio-1351  gennaio,  240,  16  ;  e  del    136 

gennaio-1368  gennaio,  267,  40. 
PiERO  Di  Stefano,  V.  Casciani  P.  di  S. 
PiERO  Di  Stefano  Benintendi,  k  uelle  liste  dei  Prio 

del  1347  gennaio-1348  gennaio,  229,  45. 
PiERO  Di  Tuccio,  V.  Ferrucci  P.  di  T. 
PiERO  d'Ugolino  di  Bonsi,  6  dei  Priori  (an.  1380  gen- 

naio-febbraio),  389,  14. 
PiERo  d'Uguccione  del  Papa,  6  Gonfaloniere  di  Gius 

zia  (liste  1346  maggio-1347  gennaio),  228,  25. 
PlERO  Di  ZuccHERO,  V.  Soderini  P.  di  Z. 
PiERo  (di),  V.  Bartolo  di  P.  ;  Bernardo  di  P.  ;  Cozzo  di  P. 

Dino  di  P.  ;  Gabriello  di  P.  ;  Geri  di  P.  ;  Giovanni 

P.  ;  Rosso  di  P.  ;  Ugolino  di  P. 
Pierotto  (di),  Bencivenni  di  P. 
PiEROZZo,  V.  Alberti  P. 
PiEROZzo  Di  Banco  di  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Prio 

del  1353  gennaio-1354  gennaio,  246,   8  ;   h  Gonfalfl 

niere  di  Giustizia  (liste  1360  getmaio-1361  genna 

259,  19. 


[Pierozzo  di  Braccino«Piiani] 


INDICE  ALFABETICO 


599 


PiEROZZo  Di  Braccino,  h  nellc  liste  dei  Priori  del  1346 

inaggio-1347  gennaio,  228,   5. 
PiEROZZo  Di  Francesco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1372 

gennaio-1373  gennaio,  284,  19. 
PiEROZzo  Di  PiERO,  V.  PeH  P.  di  P.  ;  Pieri  P.  di  P. 
PiERUCCio,  V.  Fiorentini  P. 
PiERUZzo  d'Andrea  della  Vitella,  h  degU  Otto  ufii- 

ciali  incaricati  della  vendita  dei  beai  dei  ribelli  (an. 

1380),  372,  39. 
Pietrabuona,  castello  pisano  occupato   da  Giovanni  di 

Sasso    6  ripreso  poi  dai  Pjsani  (an.  1362),  260,  42- 

44  :  261,    1-4. 
Pietramala,   viene  assediata  dai  Fiorentini   (an.   1384), 

437,  4  ;  viene  a  questi  ceduta  con  tutto  ii  contado 

da  Marco  figlio  di  Piero  da  Pietramala,  Signore  di 

essa,  1-8  ;  ric,  388,  18. 
PiETRAMALA  (da),  V.  Bartolomeo  di  Maso  da  P.  ;  Marco 

da  P.  ;  Pietro  da  P.  ;  vedi  anche  Tarlati. 
Pietramalesi,  ric,  388,  16-18. 
Pietrasanta,  vi  vengono  mandate  milizie  dai  Fiorentini 

per  impedire  il  passo  ad  Arrigo  VII  di  Lussemburgo 

(an.  1311),  107,  5-8  ;  se  ne  afiida  la  guardia  ai  Fio- 

rentini  (an.  1335),  177,  37-38  ;  viene  donata  da  que- 

sti  al  vescovo  di  Luni  affinchfe  faccia  guerra  ai  Pi- 

sani  (an.  1343),  217,  21-23. 
Pietro  di  Buonavolta,  6  nelle  liste  dei  Priori  del    1297 

febbraio-1298   febbraio,    77,  24. 
"  PiETRO  da  Calesandria,  Proposto  della  Cliiesa  d'0- 

gnissanti,  vende  a  Coppo  Stefani  tre  casette  poste  al 

popolo  di  S.   Spirito,  Cl,    12-14  „. 
PlETRO  da  Corvaia,  antipapa  fatto  eleggere  da  Lodo- 

vico  il  Bavaro,  ric,  159,  30. 
"  PiETRO  FoRESE,  marito  di  Margherita  figlia  di  Coppo 

Stefani  CIII,    6-7  „. 
Pietro  di  Landolfo,  da  Roma,  Esecutore  di  Giustizia 

a   Firenze.    (an.    1324),    139,    9. 
[PiETRO  I  Di  LusiGNANo],  re  di  Cipro,  giunge  col  figlio 

in  Firenze  ove  si  trattiene  vari  giorni   (an.   1368), 

268,  10-16. 
PiETRO,  fratello  di  re  Roberto  di  Napoli  Signore  di  Fi- 

renze,  muore  combattendo  a  Montecatini  con  Teser- 

cito  fiorentino  (an.  1315),  117,  34. 
PiGELLO  Di  Talano,  k  tra  i  capi  della  Parte  guelfa  ac- 

corsi  in  difesa  contro  i  popolani  (an.   1378),  318,  16. 
PiGLi,  fam.  fiorentina  del  quartiere  di  Porta  S.  Branca- 

zio,  21,  28  ;  di  parte  ghibellina,  28,  28  ;  esce  da  Fi- 

renze  coi  Guelfi  all'annuncio  della  sconfitta  di  Mon- 

taperti  (an.  1260),  48,  5  ;  si  schiera  coi  Bianchi,  80, 

37  ;  viene  fatta  popolana,  216,  34. 
PiGLi  (de')  Maffio  di  Can,  e  Di  Cante,  h  nelle  liste  dei 

Priori  del    1358  gennaio-1359  gennaio,   254,    13 ;   6 

Gonfaloniere   di   Giustizia    (liste    1362   gennaio-1363 

gennaio),  262,  7  ;  e  di  nuovo  (liste  1364  gennaio-1365 

gennaio),    265,    15. 
PiGLi  (de')  RiNALDO,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1287  feb- 

braio-1288   aprile,   63,    37. 
PiGLiALARME,  V.  Pacini  P. 
Pineto,  castello,  viene  ceduto  al  Comune  di  Firenze  (an. 

1385),   435,    36. 
PlNO,  V.  Biccki  P.  ;  Cavicciuli  P. 


PiNO  Di  Chiavicella,  V.  TagHamochi  P.  di  C. 

Pino  da  Signa,  notaio  dei  Priori,  ric.  75,  36. 

PiNO  Di  Spina,  V.  Falconi  P.  di  S. 

PiNO  Di  Tegghiaio  del  Cicino,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1368  gennaio-1369  gennaio,  273,  25. 

PiNO  (del),  V.  Tuccio  di  Ciapo  del  P. 

PiNO  (di),  V.  Francesco  di  P.  ;  Tano  di  P. 

PiNUcci  Ghino,  notaio  dei  Priori,  ric,  99,  40. 

PiNuccio  Di  Antonio,  V.  Bonciani  P.  di  A. 

PiNzocHERi  Ciuto  di  Manetto,  6  ncUe  liste  dei  Priori 
del  1293  febbraio-1294  febbraio,  74,  3. 

PiPiNO,  re  dei  Franchi,  (aa.  754-768)  viene  in  Italia  chia- 
mato  da  pp.  Stefano  contro  i  Longobardi,  17,  13-15. 

PiPiNO  Pio,  nobile  romano,  viene  mandato  a  Firenze  da 
Carlo  Magno  per  la  riedificazione  della  c,  18,  7. 

Pisa,  vengono  a  guardarla  ed  a  difenderla  dairinsidie  dei 
Lucchesi,  durante  Tassenza  dei  Pisani  per  Timpresa 
di  Maiorca,  i  Fiorentini  (an.  1117),  22,  23-37;  23, 
1-7  ;  vi  giunge  e  vi  si  ferma  a  lungo  Arrigo  VII,  che  vi 
istruisce  il  processo  contro  il  comune  di  Firenze  e  vi 
pronunzia  la  sentenza  di  condanna  (an.  1313),  112, 
10-15  ;  vi  giunge  e  vi  si  ferma  Lodovico  il  Bavaro  che 
vi  lascia  alla  sua  partenza  come  Vicario  Tarlatino  dei 
Tarlati  (an.  1327),  153,  27  ;  156,  4-7  ;  161,  22-29, 
che,  pero,  viene  presto  cacciato,  con  Taiuto  di  Marco 
Visconti  e  delle  truppe  tedesche  stesse  del  Bavaro, 
restate  al  Ceruglio,  162,  24-26 ;  viene  danneggiata 
dai  Fiorentini  che  giungono  con  la  loro  cavalcata 
sino  airantiporto  (au.  1329),  163,  7-9  ;  assalita  dai 
fuorusciti  ghibellini,  aiutati  dalla  lega,  viene  liberata 
dai  Fiorentini  (an.  1332),  171,  33-34;  172,  1-8;  manda 
aiuti  ai  Fiorentini  in  rivolta  contro  il  Duca  d'Atene 
che  non  riescono  per6  a  questi  molto  graditi,  206, 
35-37  ;  207,  1-4  ;  vi  giunge  Timperatore  Carlo  IV 
(an.  1355),  247,  27-29  ;  249,  14  ;  vi  torna  lo  stesso 
imperatore  che  la  lascia  poi  in  signoria  a  Piero  Gam- 
bacorti  (an.  1368),  268,  29-35  ;  ric,  437,  35  ;  v.  an- 
che  Pisani. 

PiSA  (borgo  S.  Marco  di),  vi  si  fa  pace  tra  Pisani  e  Fio- 
rentini,    163,    8. 

PxsANi,  donano  ai  Fiorentini,  a  segno  della  loro  ricono- 
scenza  per  la  gnardia  da  essi  fatta  della  loro  patria 
neirassenza  per  Timpresa  di  Maiorca,  due  colonne 
(an.  1117),  23,  16-21  ;  vengono  a  guerra  con  questi 
ma  vengono  presto  sconfitti  in  una  grande  battaglia  e 
costretti  a  domandar  la  pace  (an.  1222),  30,  3-8  ;  si 
riaccende  con  gli  stessi  la  guerra  (an.  1251),  40, 
13-20,  29-35  ;  tornano  a  pace,  42,  34-35  ;  43,  1-9,  18- 
22  ;  ma  per  riprendere  le  armi  poco  dopo  (an.  1268), 
53,  33-41  ;  giunge  tra  loro  il  Vicario  deirimperatore 
Rodolfo  accolto  molto  onorevolmente  (an.  1286), 
62,  21  ;  prendono  con  inganno  ai  Fiorentini  Ponte 
ad  Era,  facendone  prigionieri  i  castellani  lasciati 
li  a  guardia  (an.  1291),  24,  27  ;  ma  vengono  da  que- 
sti  immediatamente  contrattaccati,  e  le  loro  terre 
da  essi  gravemente  daimeggiate,  69,  21-26 ;  man- 
dano  aiuti  di  uomini  e  di  denaro  airimperatore  Ar- 
rigo  VII  in  lotta  contro  i  Fiorentini  e  contro  Roberto 
di  Napoli  (aa.  1311-1313),  107,  30-32;  108,  41-42; 
110,   35-38;  111,   7;  mprto  Arrigo  nominano    loro 


600 


INDICE  ALFABETICO 


[Pitaae.Pecda] 


Capitano  generale  e  Signore  Ugnccione  della  Faggioia 
e  vanno  con  qiiesto  contro  Lucca  che  costringono  a 
restituire  i  castelli  loro  tolti  e  a  far  rientrare  i  Ghibellni 
(an.  1314),  114,  4-9  ;  occupano  Lucca,  15-18  ;  fanno 
pace  coi  Fiorentini  e  stringono  con  essi  e  con  re  Ro- 
berto  una  Lega  (an.  1317),  123,  32-39  ;  ma  presto 
contro  i  patti  della  .stessa  pongono  gabelle  sulle  mer- 
canzie  fiorentine  riaprendo  cosi  di  nuovo  la  lotta  (an. 
1322),  130, 2-5  ;  cacciano  il  Vicario  imperiale  lasciato 
nella  c.  da  Lodovico  il  Bavaro  e  ricostituiscono  il 
libero  comune  (an.  1329),  162,  24-26 ;  vanno  di 
nuovo  ad  assediare  Lucca  (an.  1340),  188,  6-7,  e, 
dopo  lungo  assedio,  falliti  i  tentativi  dei  Fiorentini 
di  venire  in  aiuto  della  c,  la  prendono  (an.  1342), 
193,  29-34  ;  vengono  a  pace  col  Duca  d'Atene,  Signore 
di  Firenze  e  s'impegnano  con  questo  di  restituire 
a  Lucca  la  liberti  e  alle  merci  fiorentine  le  franchige, 
198,  7-12;  stringono  lega  con  lo  stesso  Duca,  201, 
26-29  ;  35-40  ;  cacciato  il  Duca  da  Firenze  rinnovano 
gli  accordi  di  pace  direttamente  coi  Fiorentini  (an. 
1343)  ..  217,  27-34  ;  riprendono  con  questi  la  lotta 
(an.  1362),  260,  33-45  ;  261,  1-4  ;  per  vendicarsi  dei 
danni  da  questi  arrecati  alle  loro  terre  in  Valdera  vanno 
con  Toste  contro  Firenze  e  devastano  Campi  e  S. 
Donnino  (an.  1363),  15,  22  ;  tornati  a  pace  con  gli 
stessi  mandano  loro  aiuti  (an.  1379),  356,  35  ;  ven- 
gono  a  patti  con  la  Compagnia  di  S.  Giorgio  che  mi- 
nacciava  il  loro  territorio  (an.  1380),  368,  25  ;  strin- 
gono  nuovamente  lega  coi  Fiorentini  e  coi  Senesi  e 
coi  Lucchesi,  376,  36-40  ;  377,  1  ;  380,  4  ;  inviano  di 
nuovo  loro  aiuti  a  Firenze  (an.  1384),  430,  11  ;  u. 
anche  Pisa. 

PiSANO  (PORTO),  viene  preso  e  danneggiato  dai  Fioren- 
tini  (an.  1267),  53,  34  ;  e  di  nuovo  (an.  1290),  67, 
31-33. 

PiSTOiA,  sua  origine  e  ragione  del  suo  nome,  9,  18-20  ;  22, 
18  ;  vengono  contro  di  essa  i  Fiorentini  che  le  tolgono 
il  castello  di  Carmignano  e  devastano  il  territorio 
(an.  1228),  31,  20-24  ;  tornano  contro  di  essa  gli  stes- 
si  danneggiandone  il  contado  e  togliendole  il  castello 
di  Tizzana  (an.  1252),  40,  25-26;  vi  sorgono  dalla 
divisione  della  nobile  famiglia  guelfa  locale  dei  Can- 
cellieri  le  due  avverse  fazioni  dei  Bianchi  e  dei  Neri 
che  essa  per  la  pace  cittadina  confina  a  Firenze  (an. 
1300),  79,  1-27  ;  vi  si  raccolgono  e  rafforzano  i  Bian- 
chi,  cacciati  da  Firenze,  ed  i  Ghibellini,  cacciati  da 
Lucca  (an.  1302),  87,  6-8  ;  vengono  contro  di  essa, 
a  causa  di  questa  ospitalita,  i  Fiorentini  ed  i  Lucchesi 
che  ne  devastano  il  territorio  (an.  1303),  8-13  ;  89, 
30-34  ;  tornano  contro  di  essa  gli  stessi  che  la  cin- 
gono  d'assedio  (an.  1305),  95,  26-32  ;  cade  in  jxjtere 
di  questi  che  se  ne  dividono  il  territorio  riducendola 
a  borghi  (an.  1306),  96,  39-40  ;  se  ne  fanno  signori 
rAbate  da  Pacciano  ed  il  nipote  Filippo  Tedici  (aa. 
1323-1324),  137,  1-33  ;  viene  occupata  da  Castruccio 
(an.  1325),  140,  30-33  ;  viene  assalita  e  devastata  dal 
Conte  di  Monte  Scaggioso  Capitano  dei  Fiorentini  (an. 
1327),  151,24-27  ;  viene  a  pace  con  questi  concedendo 
loro  la  guardia  della  c.  ed  altri  diritti  (an.  1329),  162, 
14-28  ;  elegge  a  suo  Signore  il  Duca  di  Atene    (an. 


1342),  197,  12;  si  rribella  a  questo  (an.  1343),  207. 

16  ;  viene  as.sediata  dai  Fiorentini,  che  avevano  al 

lora  annesso  al  proprio  territorio  Prato,  e  costrett 

in  breve  ad  arrendersi  ed  a  sottomettersi  al  Comum 

(an.  1351),  236,  2-12  ;  vi  viene  rafforzata  la  guami- 

gione  fiorentina  (an.  1372),  284,  44-46  ;  v.  anche  P\- 

stoiesi. 
P|STOiA  (famiglib),  V.  CancelHcri ;  Panciatichi ;  Gualfre- 

ducci ;   Muli ;   Uberti. 
PiSTOlA  (da),  II.  Simone  da  P. 
PjStoia  (alpi  di),  ric,  383,  32  ;  398,  8. 
PiSTOiESi  [Pistolesi],  sconfiggono  pr.  Carmignano  i  Pra- 

tesi  ed  i  Fiorentini  (an.  1154),  24,  8-12  ;  danneggiano 

le  campagne  di  Montemurlo    (an,    1207),  27,  12-13  ; 

vengono  sconfitti  dai  Fiorentini  (an.   1251),  39,   32- 

33  ;   si   arrendono  e  si   sottomettono   a   questi   (an. 

1253),   42,    1-8  ;  inviano  aiuti  a   Firenze  contro  Ar- 

rigo  VII   (an.   1312),  110,   18;  vengono  ad  accordi 

con  Castruccio   (an.    1322),   129,    17-19;   respingon< 

il  Vicario  di  re   Roberto   (an.   1323),   135,   6-10  ;   ; 

anche  Pistoia. 
PiSTOLESi,  V.   Pistoiesi. 
PiTANA,  CiOMPO,  fatto  decapitare  per  sospetti  di  trame 

contro  lo  Stato,  415,  18-20. 
PiTTi  BoNACCORSo  Di  Ricco,  6  ncUe  liste  dei  Priori  del 

1348  gennaio-1349  gennaio,  234,  22  ;  e  del  1359  gen- 

naio-1360  gennaio,  255,  29. 
PiTTi  BoNACcoRso  Di  Rucco,  fe  nelle  Iste  dei  Priori  del 

1369  gennaio-1370  gennaio,  274,  41 ;  e  del  1375  gen- 

naio-1376  gennaio,  299,  14. 
PiTTi  CiONE,   h  nelle  liste  dei  Priori  del   1356  gennaic- 

1357   gennaio,   250,    47. 
PiTTi  Geppo  di  Ricco,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 

gio-1347  gennaio,  228,  31. 
PiTTi  Leonardo  di  Geppo,  fc  dei  Priori  (an.  1382  maggio- 

giugno),  416,  27. 
PiTTi  Maffeo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  dicenibre- 

1283    dicembre,    59,    16. 
PiTTi  Neri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1367  gennaio-1368 

gennaio,  268,  4. 
PiTTi  Neri  di  Bonaccorso,  6  nelle  liste  dei  Priori  dcl 

1361  gennaio-1362  gennaio,  259,  37. 
PiTTi  Piero  di  Neri,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1380  mar- 

zo-i^Si   febbraio,  391,   4  ;   6  dei  Quarantatre  citta- 

dini  el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gia  nominati 

(an.  1381),  404,  26. 
PiTTi  (de')  Cione  di  Maffeo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1302  febbraio-1303  febbraio,  90,  42  ;  e  del  1305  fcb- 

braio-1306  febbraio,  98,  15. 
PiTTiNi  Guido,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1356  gennaio- 

'357  gennaio,  250,  26. 
Piuvichese,   V.  Brancacci  P. 
PiuvicHESE  di  Brancaccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1316  febbraio-1317  febbraio,  123,  9. 
PizziNi  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  131,   15  ;    160,  26  ; 
188,   6  ;   h  nelle  liste  dei  Priori  del    1349    gennaio 

1350  gennaio,  235,   40. 
Po,  f.  ric,  375,  32. 

PocciA  GiovANNi,  sbandilo  perugino  caporale  nella  bri- 
gata  di  Giannotto,   '.^ialscalco  di  Carlo  di  Durazzo, 


[  Paccianti-Priamo] 


INDICE  ALFABETICO 


601 


353,  30  ;  viene  condannato  per  compliciti   in  trame 

contro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  7. 
"  PocciANTi,    storico,   afferma   erroneamente   che   Coppo 

Stefani   avesse    scritto    « Storie    fiorentine ,,.   XXII, 

22-25  „. 
(POGGETTO     (dEL)     BeRTRANDO]    CaRD.    LeGATO    DI    LoM- 

BARDiA,  tenta  invano  d'allontanare  i  Fiorentini  dalla 
lega  coi  Visconti  (an.  1333),  173,  3-15  ;  ric,  170,    14. 

Poggibonsi  IPoggibonisi].  viene  preso  dai  Fiorentini  (an. 
1254),  42,  21  ;  ribellatosi  viene  ripreso  e  devastato 
(an.  1257),  43,  27-29  ;  occupato  dai  Ghibellini  fuo- 
rusciti  viene  loro  ritolto  (an.  1267),  53,  27-30  ;  55, 
9-17  ;  vi  pone  il  campo  Arrigo  VII  di  Lussemburgo  che 
vi  ricostruisce  la  fortezza  chiamandola  Castello  Im- 
periale  (an.  1313),  111,  27-28;  vi  si  accampano  gli 
Ungheresi  di  Carlo  di  Durazzo  (an.  1380),  379,  33- 
34  ;  381,   17  ;  ric,  369,  6. 

PoGGio  (del),  V.  Viero  di  Gherardo  del  P. 

PoGiNGHi,  e  PociNCHi  (de')  NiccoLd,  castellano  di  Pie- 
trasanta,  di  la  guardia  del  castello  ai  Fiorentini 
(an.  1335),  177,  35-37,  con.servando  pero  per  sfe  la 
rocca  che  cede  poi  a  Mastino  della  Scala,  181,  1-6  ; 
tuttavia  viene  fatto  prendere  dal  detto  Mastino  e 
minacciato  di  morte  come  traditore,  7-10. 

PoGNA,  castello,  viene  preso  e  distrutto  dai  Fioren- 
tini  (an.  1185),  25,  31-35,  3  ;  26,  1-3  ;  "  cf.  XLIV, 
4-7  „. 

PoLONlA,  ric,  422,   30. 

"  PoLONO  Martino,  fonte  della  cronaca  dello  Stefani 
ric    XXXI,    14-19  „. 

PoMPEO  Gneo,  fa  costruire,  secondo  la  leggenda  dello 
Stefani,  le  mura  di  Firenze,     10,  5-6,   13-u. 

Poncanio,  e  Porcario  (!) ,  messo  di  Lodovico  il  Bavaro  pr. 
i  Fiorentjni,  189,  1  ;  192,   37. 

PoNci  Feo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  dicembre- 
1283  dicembre,  59,   17. 

PoNcio  (di),  V.  Feo  di  P. 

Ponte  Triemoli,  ric  178,  23. 

PoNTE  Vano,  ric,  388,  21. 

PoNZi  (de')  Ponzardo  di  Vaccareccia,  suo  sdegno  con- 
tro  rinvadenza  dei  Lucchesi  in  Firenze  (an.  1303) 
90,  23^4. 

PopoLAREscHi  NiccoLd  Di  Ghino,  gii  dci  Tornaquinci, 
viene  inviato  ambasc  dal  Comune  pr.  gli  Aretini 
(ab.  1380),  379,  4-6. 

Poppi,  castello  deirAretino  danneggiato  dai  Fiorentini 
(an.   1290),  67,  28. 

Porcari,  terra  dei  Lucchesi  presa  dai  Fiorentini  (an. 
1330),  166,  25. 

PoRCELLi  Bartolomeo  di  Piero,  viene  fatto  impiccare 
per  congiure  contro  lo  Stato  (an.  1382),  423,  32-34. 

PoRCELLO  Di  Recco,  e  Di  Ricco,  DA  Ghiacceto,  h  nelle 
liste  dei  Priori  del  1329  dicembre-1330  dicembre, 
164,  24  ;  e  del  1336  dicembre-1337  dicembre,  186, 
13  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1340  dicembre- 
1341  dicembre),  189,   38. 

PoRTico  Di  Romagna,  viene  fatto  ribellare  ai  Fiorentini 
dal  conte  Francesco  di  Doadola  (an,  1376),  298,  13- 
16  ;  ripetuti  ed  inutili  tentativi  per  la  sua  riconquista, 
16-34  ;  302,  26-41 ;  303,  1-6. 


PoRTiNARi,  fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  28,  17. 

PoRTiNARi  Sandro  di  Giovanni,  viene  ammonito  (an. 
1358),  253,  34. 

Portinari  (de')  Folco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282 
agosto-ottobre,  58,  17  ;  e  del  1286  dicembre-1287  di- 
cembre,  62,   43. 

PoRTiNARi  (de')  Fosco  Ricoveri,  k  nellc  liste  dei  F^iori 
del  1284  dicembre-1285  dicembre,  61,  2. 

Portinari  (case  de'),  wngono  dinneggiate  dal  fuoco  (an. 
1287),  63,  16-17  ;  ric,  18,  20. 

Porzia,  fam.  romana,  ric,  18,  10. 

PoRZio  Marco  Antonio,  nobile  romano,  viene  inviato  a 
Firenze  da  Carlo  Magno  per  la  riedificazione  della  c , 
18,    7-8. 

Porzevere.  ric,  142,   39. 

Pratese  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1392  (dicembre- 
febbraio),    70,    37. 

Pratesi,  ricomprano  dai  conti  Guidi  la  liberti  (an.  1080), 
22,  1 7  ;  vengono  sconfitti  e  sottomessi  dai  Fiorentini 
(an.  1107),  19-21  ;  "  cf.  XLIV,  27-38  ,,.  vengono  scon- 
fitti  dai  Pistoiesi  insieme  ai  Fiorentini  corsi  in  loro 
aiuto  (an.  1154),  24,  8-11;  vengono  condannati  dal  Co- 
mune  di  Firenze  per  essersi  rifiutati  di  consegnare  un 
assassino  rifugiatosi  pr.  di  loro  (an.  1293),  71,  18-23  ; 
cacciano  i  Guelfi  ed  i  Neri  ma  sono  poi  costretti  a  farli 
rientrare  dai  Fiorentini  venuti  in  aiuto  di  questi 
(an.  1309),  102,  33-38  ;  inviano  aiuti  a  Firenze  con- 
tro  Arrigo  VII  (an.  1312),  110,  18-19  ;  e  di  nuovo 
corrono  in  aiuto  di  questa  nella  rivolta  contro  il 
Duca  d'Atene  (an.  1343),  206,  34  ;  f.  anche  Prato. 

Pratighone,  castello  dei  Pisani  danneggiato  dai  Fio- 
rentini  (an.  1327),  163,  7. 

Prato,  sua  prima  origine,  22,  17-20  ;  viene  preso  dai  Fio- 
rentini  (an.  1107),  20-21  ;  "  cfr.  XLIV,  27-32,,  ;  vi 
si  rifugiano  per  poco  il  conte  Guido  Novello  ed  i  Ghi- 
bellini  cacciati  da  Firenze  (an.  1266),  51,  41  ;  52,  3-4  ; 
tenta  d'impadronirsene  Castruccio  che  viene  invece 
ricacciato  e  messo  in  fuga  dai  Fiorentini  corsi  subito 
a  difesa  (an.  1323),  18,  27  ;  tenta  lo  stesso  d'impa- 
dronirsene  con  trame  che  vengono  invece  scoperte 
e  stroncate  dai  Fiorentini  stessi  (aa.  1325),  141, 
4-lS  ;  viene  danneggiato  dal  predetto  Castniccio  che 
Tassedia  inutilmente  per  piil  giorni,  145,  18-26  ;  h 
dato  in  signoria  a  Carlo  duca  di  Calabria  (an.  1326), 
151,  20-21  ;  in  seguito  ad  accordi  con  la  Regina  Gio- 
vanna,  figlia  del  detto  Duca,  ritoma  al  Comune  di 
Firenze  che  Tannette  al  suo  contado  (an.  1351), 
235,  1-6  ;  V.  anche  Pratesi. 

Prato  (da),  t;.  Niccold  da  P.  card. 

Pretassini  Bernardo  di  Ridolfo,  i  nelle  liste  dei  Prio- 
ri  del  1366  gennaio-1367  gennaio,  266,  9  ;  e  del  1374 
gennaio-1375  gennaio,  291,  22. 

Pretassini  Ridolfo  di  Filippo,  notaio  dei  Priori,  ric 
78,  8. 

Pretassini  (de')  Venbdico,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1296  febbraio-1297  fcbbraio,  76,  2». 

Prete  Fortino  e  Gahcorsi,  masnadieri,  ric,  239,  4. 

Primilcuorb,  comune  di  Romagna  occupato  dai  Fio- 
rentini  (an.  1376),  298,  2-8. 

Priamo,  re  di  Troia,  fa  riedificare  la  c.  distrutta,  4,  38-39  ; 


602 


INDICE  ALFABETICO 


[PrI(aaDo.f>uy  (di)  Ccrardo] 


viene  a  guerra  con  Menelao  che  incendia  e  distnigge 
nuovamente  la  c,  5,  lO-H. 

(PSIGNANO  FrANCESCO        SOPRANNOMI- 

NATO  BuTiLLol  nipote  d'Urbano  VI  ;  discordia 
scoppiata  tra  il  detto  Urbano  e  Carlo  di  Durazzo 
a  suo  riguardo  (an.  1384),  433,  12-31  ;  tenta  con 
altri  baroni  di  liberare  lo  zio  assediato  in  Nocera 
dall'esercito  di  Carlo,  40-ts  ;  444,  1-3. 

Primerano,    V.  Ubbriachi  P. 

Primerano  (di),  V.  Spinello  di  P. 

Primerano  Obbriachi,  V.  Serragli  P.  O. 

Priore  d'Arrigo,  V.  Serragli  {de')  P.  d'A. 

Priore  di  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1304  feb- 
braio-1305  febbraio,  96,  6  ;  del  1310  febbraio-1311 
febbraio,  108,28  ;  del  1315  febbraio-1316  febbraio,  121, 
25  ;  del  1328  dicembre-1329  dicembre,  160,  20  ;  e  del 
1338  dicembre-1339  dicembre,   188,   7. 

Priorb  di  Cionaccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1318 
febbraio-1319  febbraio,  125,  22. 

Priorb  di  Feduccio  di  Cione,  t>.  Falconi  P.  di  F.  di  C. 

Priore  del  Pera,  V.  Baldovinetli  P.  del  P. 

Priore  (di),  V.  Francesco  di  P. 

Pristizio  Tarquinio,  V.   Tarqitinio  Prisco. 

Proca,  discendente  di  Enea,  padre  di  Numitore  ed  Amu- 
lio,  7,  10-11. 

Prosperi  Bindo  d'Ammannato,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del   1324  febbraio-1325  febbraio,  147,   30. 

Prospero  (di),  V.  Ammannato  di  P. 

Provenzali    (soldati),   ric,    150,    3. 

Provenzano,   t;.    Salvani   P. 

PuBLio  Pleteio,  ric,  9,   12. 

"  Pucci  Antonio  (zibaldone  di),  ric,  VIII,  5-6  ,,. 

Pucci  Bartolo  di  Vanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1330  dicembre-1331  dicembre,  167,  20  ;  e  del  1339  di- 
cembre-1340    dicembre,     188,     16. 

Pucci  BoNGiovANNi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1375  gen- 
naio-1376  gennaio,  299,  9  ;  e  del  1380  marzo-1381 
febbraio,    391,    34. 

Pucci  BoRGO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gennaio- 
1349  gennaio,  234,    12. 

Pucci  FiLiPPO,  viene  confinato  per  dieci  anni  (an.  1381), 
401,   35. 

Pucci  GioVANNl  Di  Bicrto,  6  uelle  liste  dei  Priori  del 
1382  (settembre-gennaio),  424,  15. 

Pucci  GuiDuccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  mag- 
gio-1345    maggio,    222,    18. 

Pucci  Jacopo  di  Banco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1354 
Sennaio-1355  gennaio,  248,  23  ;  e  del  1361  gennaio- 

1362  gennaio,  259,   44. 

Pucci  LoTTO,  notaio  dei  Priori,  169,  13  ;  6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1345  maggio-1346  maggio,  227,  29. 
Pucci  Manetto  di  Piero,^  nelU  liste  del  1385 

maggio-1386  aprile,  443,    7. 
Pucci  MicHELB,   h    degli  Otto  ufficiali  incaricati  della 

vendita  dei  beni  dei  ribelli  (an.  1380),  386,  19. 
Pucci  PiERO,  notaio  dei  Priori,  ric,  246,  22. 
Pucci  PiERO,  vinattiere,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1356 

gennaio-1357  gennaio,   251,   9  ;  e  del    1362  gennaio- 

1363  gennaio,  262,   11. 

Pucci  Paccio  Di  Lapo,  notaio  dei  Priori,  ric.  246,  3. 


Pucci  Stefano,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1353  gennaio- 

1354  gennaio,  246,   3. 
Puccio,  V.  AcciaiuoH  P.  ;  Carletti  P.  ;  Talenti  P. 
Puccio  Di  Benvenuto,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1295 

febbraio-1296  febbraio,  76,  3. 
Puccio  Di  FiLiPPO,  k  nelle  liste  dei  Priori  del     1362  gen- 

naio-1363  gennaio,  262,  26. 
Puccio  Di  Lapo,  V.  Pucci  P.  di  L. 
Puccio  Di  Ventura,  V.  Mori  (de')  P.  di  V. 
Puccio  (di),  V.  Bellaccio  di  P.  ;  Cristofano  di  P.  ;  Guido  di  P. ; 

Jacopo  di  P.  ;  Simone  di  Guiduccio  di  P.  ;  Ste/ano  di  P. 
PuGio  Di  Belcaro,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1304  feb- 

braio-1305  febbraio,  96,  28. 
PuGio  Di  Boninsegna,  6  Gonfaloniere  di  Grustizia    (li- 

ste  1330  dicembre-1331  dicembre),  167,   13. 
PuGio  Di  Jacopo,  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1321 

febbraio-1323   febbraio),   131,  23  ;   6  nelle  liste  di 

Priori   del    1323    febbraio-1324   febbraio,     135,     23. 
PuGLiA,  ric,  36,  20,  29  ;  50,  11 ;  253,  1«. 
PuGLiA  (re  di)  (detti  comunemenle  di  Napoli)  ;  t>.  Man- 

fredi  ;  Carlo  I  d'A  ngit)  ;  Carlo  II  d'A  ngid  ;     Roberto  ; 

Giovanna  I ;  Carlo  di  Durazzo. 
PuGLiEsi   RiDOLFO  Di  Teghia,  ribelle  pratese  condannato 

a  morte  dal  Duca  d'Atene,   194,   38-40  ;   195,    1-3 
PuGLiESi  ViTA,  trama  con  Castruccio  contro  Prato,  141,  5. 
PuLCi,  fam.  fiorentina  di    parte  guelfa,  28,   11  ;  esce  da 

Firenze  alla  notizia  della  sconfitta  di  Montai>erti  (an. 

1260),  48,   11;  si  schiera  coi  Bianchi,  92,   13;  sue 

case,  18,  16  ;  51,  30  ;  129,  35  ;  325,  9. 
PuLCi  Uberto  di  Rinaldo,  k  nelle  liste  dei  Priori  de 

1285  dicembre-1286  dicembre.  62,  10  ;  v.  anche  Puh 

(de')  Uberto. 
PuLci  (de')  Adoardo,  6  tra  i  capi  e  i  maggiori  istigator 

della  Parte  guelfa  per  rammonire,  308,  11  ;  6  fatto 

capitano  della  Parte  con    grande  Balia,  310,     15  ; 

318,  9  ;  viene  condannato  per  trame  contro  lo   Stato 

(an.  1378),  339,  5  ;  e  di  nuovo  (an.   1379),  365,  9 

trama  nuovamente  contro  lo  Stato  coi  Ciompi  di  Boj 

logna,    387,  6  ;  6  dei  Quarantatre  cittadini  el.  in  ai 

giunta    agli  altri  della  Balia  gia  nominati  (an.  138 

404,  43  ;  w.  anche  Pulci  (de')  Adoardo  di  Bartolomea\ 
PuLci    (de')    Adoardo   di    Bartolomeo,   viene   banditi 

come  ribelle  (an.  1380),  370,  34  ;  v.  anche  Pulci  (de' 

Adoardo. 
PuLCi  (de')  Doffo  di  Scolaio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1289  dicembre-1290  dicembre,  67,  17. 
PuLci  (de')  Guelfo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  (ago- 

sto-ottobre),    58,    13. 
PuLCi   (de')  Jacopo,   castellano  di    Castiglione  Aretino, 

207,   11-12. 
PuLci  (de')  Pietro  di  Barna,  h  fatto  popolano  (an.  1379) , 

364,  21. 
PuLci  (de')  Ruggieri,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  di- 

cembre-1287  dicembre,  62,  25. 
PuLci  (dk')  Uberto,  6  nelle  liste  dei  Priori  el.  1289   di- 

cembre-1290  dicembre,  67,  10  ;  v.  anche  Pulci  Uberto 

di  Rinaldo. 
Pussignano  di  Corrado,  da  Cinciano,  6  condannato  per   _ 

trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  21.  9 

(PuY  (di)  Gerardo]  Card.,  Abatb  di  Montb  Maggiorb, 


I 


[Quarata>Ravent>«] 


INDICE  alfabetico 


603 


signore  di  Perugia,  dicerie  intorno  a  stie  mene  con 
gli  Albizzi  a  riguardo  di  Firenze,  285,  22,  30-32  ; 
suoi  nuovi  intrighi  con  il  Card.  Legato  di  Bologna  e 
con  Giovanni  Acuto  contro  la  stessa  Firenze  e  rea- 
zione  dei  Fiorentini  (an.  1375),  292,  15-32;  293, 
1-36. 

QuARATA  (da),  V.  Bemardo  di  Castello  da  Q ;  L-iiigi  di  Gio- 
vanni  da  Q.  ;  Vanni  di  Simone  da  Q. 

QUARATESi,  fam.  fiorentina,  suo  dissidio  con  la  fam.  di 
Luca  da  Panzano  (an.  1382),  414,  6-15. 

QUARATESI   (CASE  DEl),  ric,  330,  8. 

QuARTiGiANi  GuERRUccio,  viene  mandato  a  morte  da 
Castruccio  insieme  ai  suoi  tre  figli,  perch6  sospetto 
d'aver  tramato  contro  di  lui  segretamente  col  Duca 
di  Calabria,  signore  di  Firenze,  (an.  1327),  152,  37- 
40;  153,  1-4. 

QuARTiGiANi  Pagano,  lucchese,  ric,  166,   15. 

QuERCETO,  ric,  355,  31. 

Querciagrossa,  castello  dei  Senesi  preso  e  distrutto  dai 
Fiorentini. 

QuiRico  (S.),  ric,  32,   1. 

Quona  (da),  V.  Ruggieri  da  Q. 

Rabatta  (da),  V.  Forese  da  R.  ;  Michele  di  Jacopo  da  R.  ; 
Niccold  da  R. 

Rabbiacanina  (da),  V.  Amadore  da  R. 

Raffacani  GiovANNi  Di  Masino,  6  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1348  gennaio-1349  gennaio),  234,  3  ;  h 
nelle  liste  dei  Priori  del  1355  gennaio-1356  gennaio, 
250,    9. 

Raffacani  Giovanni  di  Massaio,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1351  gennaio-r352  gennaio,  240,  38. 

Raffacani  Leonardo  di  GiovANNi,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1368  gennaio-1369  gennaio,  273,  33  ;  h 
Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1380  marzo-i38i 
febbraio),  391,  38. 

Raffacani  Massaiozzo  di  Piero,  i 
nelle  lisie  dei  Priori  del  1363  gennaio-1364  gennaio, 
264,  2S  ;  V.  anche  Raffacani  {de')  Masseozzo  e  Mat- 
teozzo  di  Piero. 

Raffacani  (de')  Calcina,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1309 
febbraio-1310  febbraio,  106,  9. 

Raffacani  (de')  Castellino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 
1301  febbraio-1302  febbraio,  88,  15  ;  del  1316  feb- 
braio-1317  febbraio,  123,  16. 

Raffacani  (de')  Cinozzo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1317 
febbraio-1318  febbraio,  124,  27  ;  e  del  1321  febbraio- 
1322  febbraio,  128,  31. 

Raffacani  (de")  Gregorio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1303  febbraio-1304  febbraio,  95,  6. 

Raffacani  (de')  Massaio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1284 
dicembre-1285  dicembre,  61,  10  ;  del  1286  dicembre- 
1287  dicembre,  62,  39  ;  del  1290  dicembre-1291  di- 
cembre,  68,  22 ;  del  1300  febbraio-1301  febbraio, 
86,  15;  del  1303  febbraio-1304  febbraio, -94,  23;  e 
del  1306  febbraio-1307  febbraio,  99,  26. 

Raffacani  (de')  Masseozzo  di  Piero,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1367  gennaio-1368  gennaio,  267,  39  ;  v. 
anche  Raffacani  Massaiozzo  di  Piero  e  Raffacani  (de') 
Matteozzo  di  Piero. 

Raffacani  (de')  Matteozzo  di  Piero,  h  nelle  liste  dei 


Priori  del  1373    gennaio-1374  gennaio,    289,  16  ;   v. 

anche  Raffacani  Massaiozzo  di  Piero  e  Raffacani  {de') 

Masseozzo  di    Piero. 
Ragni  Francesco  di  Fjorentino,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1345  maggio-1346  maggio,  227,  12. 
Ragugi  Banco,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1303  febbraio- 

1304  febbraio,  94,  24. 
Raimondo  [Ramondo]  di  Cardona,  viene  nominato  Ca- 

pitano  di  guerra  dai  Fiorentini   (an.   1325),  141,   17- 

24  ;  va  con  questi  contro  Castruccio  a  Pistoia,  34-35  ; 

142,  1-10  ;  viene  sconfitto  e  fatto  prigioniero  ad  Alto- 

pascio  da  Castruccio,  143,  25. 
Raimondo,  fratello  di  Giorgio  daBarberino,  viene 

ammonito  (an.   1377),  309,   7. 
"  Raineri  di  Gaetano,  pisano,  viene  mandato  da  En- 

rico  VI  quale  podesti,  in  Firenze,  ma  ne  viene  presto 

cacciato  (an.  1196),  LI  5-9  „. 
Rammaglianti    (de')    Giovanni,    viene    ammonito    (an. 

1358).  253,  27. 
Ramondello,  V.  Orsini  {degli)  R. 
Ramondino  di  Giovanni,  V.  Vecchietti  {de')  R.  di  G. 
Ramondo,  V.  Raimondo. 
Ranieri,  V.  Valori  R. 

Ranieri  Feo  Lapi,  notaio  dei  Priori,  ric,  94,  35. 
Ranieri  Lapo  di  Feo,  notaio  dei  Priori,  ric,  86,  29. 
Ranieri  Salvi  da  Vinci,  notaio  dei  Priori,  ric,  75,  37  ; 

78,  26. 
Ranieri  Zanobi  di  Berto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1344  maggio-r345  maggio,  222,  17  ;  del  1351  gennaio- 

1352  gennaio,  241,  4  ;  e  del  1362    geimaio-1363  gen- 

naio,  261,  35  ;  v.  anche  Rinieri  Zanobi  di  Berto. 
Ranieri  del  Forese,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1328 

dicembre-1329  dicembre,  160,  31  ;  6  Gonfaloniere  di 

Giiistizia  (liste  1332  dicembre-1333  dicembre),  175, 

40  ;  e  di  nuovo  (liste  1337  dicembre-1338  dicembre), 

187,  21  ;  V.  anche  Rinieri  del  Forese. 
Ranieri  della  Gattaia,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1294 

febbraio-1295    febbraio,    74,    41  ;  v.    anche    Rinieri 

della  Gattaia. 
Ranieri  di  Simone,  V.  Peruzzi  {de')  R.  di  S. 
Ranieri  di  Vinci,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1291  dicem- 

bre-1292  dicembre,  69,  12  ;  v.  anche  Rinieri  di  Vinci. 
Ranieri  (di),  V.  Buonaguida  di  R.  ;  Mazzajerro  di  R. 
Ranuccio  (di),  V.  Baldovino  di  R.  ;  Lippo  di  R.  ;  Nello 

di  R. 
Rapolano,  castello  dei  Senesi  tolto  dai  Fiorentini  (an. 

1253),  42,  12. 
Rapucci    (de')    Vita   Pasquini   Nuti,   viene   ammonito 

(an.  1375),  294,  31. 
Rassacani   Massaiozzo   di   Pietro,    6   Gonfaloniere   di 

Giustizia  (liste  1375  gennaio-i376  gennaio),  299,  15. 
Raugi  Bindo  di  N1CCOL6,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1354 

gennaio-1355  gennaio,  247,  35. 
Raugi  Francesco  di  Banco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1322  febbraio-1323  febbraio,  131,  8. 
Ravenna  (Arcivescovo  di),  predica  in  Firenze  per  la 

Crociata  suscitando  fra  gli  ascoltatori  grande  entu- 

siasmo  (an.  1188),  26,  8-7. 
Ravenna   (Cardinale   di),   viene  a   Firenze   inviato   in 

missione  dairimperatore   Carlo  IV  ma  ne  riparte  bei» 


604 


INDICE  ALFABETICO 


[RavMiaa-Rioci] 


preso  senza    avere  nuUa    concluso,  (an.  1382),  422, 

84-44  ;  423,   1-7  ;    dicerie  intorno  a  queste   missioni, 

7-14. 
Ravenna  (Cardinale  legato  di),  V.  Pelagrif  Arnaldo. 
Ravezzano,  villa,  ric,  85,  34  ;  355,  30. 
Ravignani,   fam.    fiorentina   del   quartiere   di   Porta    S. 

Piero,  21,  12. 
Ravignani  Bernardo,  notaio  dei  Priori,  ric,  135,  38. 
Ravignano,  castellopresodai  fuorusciti  pistoiesi,  150,  3S. 
Razzante,  V.  Forahoschi  [de')  R. 
Razzanti,  fam.  fiorentina,  ric,  47,  24. 
Razzanti   (Case  dei),   abbattute  dalla  rivolta  popolare 

contro  i  Ghibellini  (an.  1258),  44,  7. 
Rea,  figlia  di  Numitore  madre  di  Romolo  e  Remo,  sue 

leggendarie  vicende,  7,  11-18. 
Recco  di  Guido,  V.  Guazza  R.  di  G.  ;  Guazzi  (dei)  R.  di  G. 
Recco  di  Lapo,  V.  Arrighi  R.  di  L. 
Rbcco  di  Micco  del  Cappone,   h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1313  febbraio-1314  febbraio,  116,  2. 
Recco  di  Torre  da  Ghiacceto,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1297  febbraio-1298  febbraio,  77,  13  ;  e  del  1304 

febbraio-1305  febbraio,  96,  28. 
Recco  (di),  V.  Cappone  di  R. 
Redditi  Tommaso,  notaio  dei  Priori,    ric,  337,  37  ;  377, 

13  ;  417,  30. 
Rena  (della),  V.  Dosso  di  Naldo  della  R.  ;  Bernardo  di 

Piero  della  R. 
"Renier  Rodolfo,  storico.  cit.,  XXXIII,  1-5  ,,. 
Renzo  di  Giovanni,  V.  Bonaccorsi  R.  di  G. 
Renzo  (di),  V.  Jacopo  di  R. 
"  Repetti  E.,  storico,  cit.,  XLIX,  30-32,  S-6  „. 
"  Ricasoli  (Codice)  ,,  V.  "  Guadagni  (Codice)  ,,. 
RicASOLi  (da),  V.  Bettino  da  R.  ;  Bettino  di  Bindaccio  da  R. 
"  RiccARDiANO  (Codice),  ms.  del  sec  XVII  contenente 

la  cronaca  dello  Stefani,  dal  principlo  al  1381,  IX, 

15-18,,  ;  "  i  una  copia  del  codice  Asiniano,  XVIII, 

2-3  „. 
Riccardo,  V.  Cini  R.  ;  Figliuolipetri  (de')  R. 
RiccARDo  DEL  MAESTRO  Fagno,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1333  dicembre-1334  dicembre,  177,  6. 
RiccARDO  Di  Geri,  V.  Rustechi  R.  di  G. 
RiccHi  Lamberto  di  Schiatta,  uccide  in  S.  Casciano,  per 

ragioni  di  parole,  tale  Jacopo  fratello  del  Pievano  di 

Giogoli,  377,  10-15. 
Ricchi  Lippo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  maggio- 

1345  maggio,  222,  5. 
RlccHi  Schiatta,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gennaio- 

1349  gennaio,  234,   13  ;  del  1352  gennaio-1353  gen- 

naio,   242,    13 ;   e   del    1360   gennaio-i36r    gennaio, 

259,  12  ;  V.  anche  Schiatta  del  Ricco  e  di  Ricco. 
RlccHO  (I)  DEL  Teghia,  6  dci  Cinquantadue  cittadini  cui 

viene  data  Balia  insieme  ai  Priori  e  CoUegi  per  la 

riforma  del    Governo    (an.    1381),  396,    3  ;  v.   anche 

Ricco  del  Tegghia. 
Ricci,  fam.  fiorentina  di  Parte  guelfa,  247,  25-26. 
Ricci  LoTTo,  fe  dei  Priori  (an.  1381  marzo-1382  aprile), 

406,  38. 
Ricci  (DE'),  fam.  ;  v.  Ricci,  fam. 
Ricci  (DE')  Andrea  di  Guido,  6  Gonfaloniere  di  Giusti- 

zia  (Uste  1297  febbraio-1298  febbraio),  77,  18. 


Ricci  (de')  Ardingo,  gU  vengono  arse  e  saccheggiate  le 
catie  dal  popolo  in  rivoltu  contro  la  Parte  guelfa  : 
(an.  1378),  319,  84. 
Ricci  (de')  Bartolo,  k  neUe  Uste  dei  Priori  del  1307  feb- 
braio-1308  febbraio,  102,  19  ;  del  1313  febbraio- 
1314  febbraio,  115,  35;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1323  febbraio-1324  febbraio),  135,  28 ;  i  di 
nuovo  neUe  li.ste  dei  Priori  del  1327  febbraio-1328 
febbraio,  157,  36  ;  del  1331  dicembre-1332  dicembre, 
169,  24  ;  del  1335  dicembre-1336  dicerobre,  183, 
25  ;  e  del  1341  dicembre-1342  dicembre,  190,  23  ; 
h  dei  Quattordici  che  devono  costituire  U  nuovo  Go- 
vemo  aUa  cacciata  del  Duca  d'Atene  (an.  1343), 
208,  3. 

Ricci  (de")  Benzo  di  Guido,  t  nelle  liste  dei  Priori  del 
1303  febbraio-1304  febbraio,  95,  4. 

Ricci  (de')  GiORGio  Di  RicciARDo,  h  neUe  liste  dei  Priori 
del  1351  gennaio-1352  gennaio,  241,  7  ;  del  1361 
gennaio-1362  gennaio,  260,  30  ;  difende  in  Consiglio 
di  Richiesti  nel  palazzo  della  Signoria  i  Ricci  dal- 
raccuse  lanciate  contro  di  loro  ritorcendole  snigli 
Albizzi  (an.  1372),  281,  37-40  ;  muore  di  pestilenza 
(an.  1383),  427,  22. 

Ricci  (de')  Giovanni  d'Andrea,  k  neUe  liste  dei  Priori 
del  131 1  febbraio-1312  febbraio,  112,  23  ;  h  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1317  febbraio-1318  febbraio), 
124,  22 ;  (liste  1319  febbraio-1320  febqraio),  126, 
24  ;  e  (liste  1322  febbraio-1323  febbraio),  131,  13. 

Ricci  (de')  Giovanni  di  Ruggieri,  viene  escluso  dagU 
uffici  per  cinque  anni  (an.  1372),  282,  21-24. 

Ricci  (de')  Guicciozo  d'Ardingo,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1369  gennaio-1370  gennaio,  274,  34  ;  v.  anche 
Ricci  (de')   Uguicciozzo  d'Ardingo. 

Ricci  (de')  Jacopo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1303 
febbraio-1304  febbraio),  94,  36 ;  fe  neUe  liste  dei 
Priori  del  1308  febbraio-1309  febbraio,  104,  16  ;  del 
1329  dicembre-1330  dicembre,  164,  28  ;  e  del  1334 
dicembre-1335  dicembre,  179,  28  ;  v.  anche  Ricci  (de') 
Jacopo  di  Neri. 

Ricci  (de')  Jacopo  di  Neri,  k  nelle  liste  dei  Priori  dei 
1340  dicembre-1341  dicembre,  189,  26  ;  v.  anche 
Ricci  (de')  Jacopo. 

Ricci   (de')  Neri  di  Guido,   fe  Gonfalouiere  di  GiustizLi 
(Uste  1300  febbraio-1301   febbraio),  86,  28  ;   6  nelle 
liste  dei   Priori    del     1310    febbraio-1311     febbraio,     ■ 
108,  7  ;  e  del  1314  febbraio-1315  febbraio,  119,  11.        lj 

Ricci  (de')  Piero,  gli  viene  revocato  U  divieto  dagli 
Uffici  (an.  1378),  320,  25-26. 

Ricci  (de')  Ricciardo  di  Cione,  k  neUe  liste  dei  Priori 
del  1305  febbraio-1306  febbraio,  98,  9  ;  del  1313  feb- 
braio-1314  febbraio,  116,  27  ;  del  1315  febbraio- 
1316  febbraio,  121,  33  ;  del  1325  febbraio-1326  feb- 
braio,  152,  14  ;  e  del  1328  dicembre-1329  dicembre, 
160,  33. 

Ricci  (de')  Rosso  di  Ricciardo,  viene  fatto  prendere  e 
condannare  dal  Duca  d'Atene  (an.  1342),  195,  14- 
15 ;  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  maggio-1347 
gennaio,  228,  37  ;  del  1350  gennaio-1351  gennaio, 
240,  11  ;  del  1358  gennaio-1359  gennaio,  254,  14  ;  e 
del  1367  geiinaio-1368  gennaio,  267,  32  ;  \-iene  posto 


i 


[Ricd-Ricoveri] 


INDICE  ALFABETICO 


605 


a  capo  delle  genti  fiorentine  inviate,  per  la  lega  fatto 
con  Urbano  V,  contro  Bernab6  Visconti  (an.  1370), 
274,  21-25;  spinge  con  la  sua  autoriti  di  Capitano 
di  Parte  guelfa  i  riluttanti  coUeghi  a  votare  rammoni- 
zione  di  Zanobi  de'  Macigni,  277,  38-43  ;  278,  1-4  ; 
viene  escluso  dagli  Uffici  per  cinque  anni  (an.  1372), 

282,  21-24  ;  fe  tra  i  capi  e  i  maggiori  istigatori  della 
Parte  guelfa  per  rammonire  (an.  1377),  308,  19  ; 
viene  inviato  dai  Priori  contro  i  Ciompi  marcianti  su 
Figline  (an.  1379).  350,  18-22;  viene  inviato  ambasc. 
pr.  Carlo  di  Durazzo  (an.  1380),  380,  8-9  ;  muore  di 
pestilenza  (an.  1383),  427,  20. 

Ricci  (de')  Ruggieri  di  Neri,  e  nelle  liste  dei  Priori  del 
1330  dicembre-1331  dicembre,  167,  21  ;  del  1332  di- 
cembre-1333  dicembre,  175,  36  ;  e  del  1337  dicembre- 
1338  dicembre,  187,   11. 

Ricci  (de')  Salvestro  di  Ricciardo, 
e  nelle  lisle  dei  Priori  del  1338  dicembre-i 33^  dicembre , 
187,  is. 

Ricci  (de')  Uguccione  di  Ricciardo,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1339  dicembre-1340  dicembre,  188,  17  ; 
6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1352  gennaio-i353 
gennaio),  242,  30  ;  6  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori 
del  1365  gennaio-1366  gennaio,  266,  1  ;  durante  il 
suo  priorato  fa  approvare  la  riforma  della  legge  del- 
rammonire  per  porre  un  freno  ai  poteri  da  questa 
affidati  ai  sei  Capitani  di  Parte  guelfa  (an.  1366), 
263,  14-24  ;  va  ambasc.  a  Roma  pr.  Urbano  V  (an. 
1367),  264,  4  ;  viene  nuovamente  inviato  a  Roma 
per  stringere  la  lega  col  pp.  (an,  1369),  271,  36-38  ;  6 
Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1370  gennaio-1371 
gennaio),  276,  19  ;  ingelosito  della  potenza  acqui- 
stata  dagli  Albizzi  per  la  lega  con  la  Chiesa  e  per  la 
nomina  d'uno  di  loro  a  Card.,  manda  suo  figlio  Gu- 
glielmo  a  Bologna  pr.  il  Card.  Legato  che  gli  di  un 
Beneficio,  277,  23-33  ;  comincia  ad  essere  mal  visto 
dal  popolo  perchfe  da  contrario  quarera  alla  legge 
deirammonire,  ne  era  diventato  poi  molto  favorevole, 
32-34,  specie  durante  il  periodo  in  cui  era  stato  Gon- 
faloniere,  278,  27-29,-  nel  quale  parve  essere  tutfuno 
con  gli  Albizzi,  che  avevano  allora  tra  i  Priori  Carlo 
Strozzi  amicissirao  di  Piero  di  Filippo  degli  Albizzi, 
27-29  ;  viene  escluso  dagli  Uffici  per  cinque  anni 
(an.  1372),  282,  21-24  ;  fe  tra  i  capi  e  maggiori  istiga- 
tori  della  Parte  guelfa  per  Tammonire,  309,  18-19  ; 
gli  viene  revocato  il  divieto  dagli  Uffici  (an.  1378), 
320,  25  ;  muore  di  pestilenza  (an.  1383),  427,  21. 

Ricci  (de')  Uguicciozzo  d'Ardingo,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1355  gennaio-1356  gennaio,  250,  13  ;  f.  an- 
cke  Ricci  {de')  Guicciozzo  d'Ardingo. 

Ricci  (Setta  dei),  sorta  in  opposizione  a  quella  degli 
Albizzi,  245,  13-17;  trama  con  signori  di  fuori 
per  cacciare  gli  Albizzi  dalla  c.  e  per  impadro- 
nirsi  del  potere  (an.  1360),  527,  16-37  ;  6  da  prima 
contrario  alla  lega  con  la  Chiesa,  270,  20-21  ;  come 
si  distingue  dagli  avversari  nel  vestire,  25-26  ;  ade- 
risce  al  partito  della  lega  e  s'unisce  con  la  setta 
degli  Albizzi  (an.  1371),  278,  21-30  ;  vengono  esclusi 
dagli  Uffici  per  cinque  anni  i  capi  di  essa  (an.  1372), 

283,  14-19. 


RicciAi-BANi  Francesco  di  Niccol6,   6  dei  Priori  (an. 

1382  maggio-giugno),  416,  23. 
RicciALBANi  GiovANNi  Di  Niccol6,  h  nelle  liste  dei  Priori 

del  1380  marzo-i^Si  febbraio,  391,  6  ;  partecipa  alUi 

Balia  per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  410,  9  ; 

fe   Gonfaloniere   di   Giustizia    (liste    1383   settembre- 

1384  aprile),  434,  34. 
Riccialbani  MicHELE,   6  nellc  liste  dei  Priori  del  1298 

febbraio-1299  febbraio,  78,  11  ;   v.  anche  Michele  di 

Riccialbano. 
RlcciALBANi  NiccoLo  Di  MicHELE,  h  nellc  liste  dei  Priori 

del  1350  gennaio-1351  gennaio,  240,  12. 
RicciALBANO  (di),  V.  MicheU  di  R. 
RicciARDi     Baronio,     vescovo  di  Pistoia,  cac- 

ciato  di  c.  perchfe  contrario  agli  accordi  con  Castruc- 

cio  (an.  1322),  129,  20. 
RicciARDi  Manetto,   6  dci  Quarantatre    cittadini  el.  m 

aggiunta  agli  altri  della  Balia  gia  nominati  (an.  1381) , 

405,  4. 
RicciARDO  Di  Cione,  V.  Ricci  (de')  R.  di  C. 
Riccio  (del),  V.  Filippone  del  R. 
Riccio  (Di),  V.  Benozzo  di  R. 
Ricco,  V.  Albizzi  (degli)  R.  ;  ArloUi  R.  ;  Bardi  R.  ;  Falco- 

netti  (de')  R.  ;  Pegolotti  R.  ;  Papini  R.  ;  Taldi  R. 
Ricco  Di  Bando,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1318  febbraio- 

1319  febbraio,  125,  25. 
Ricco  Di  Buto,  V.  Davanzi  R.  di  B. 
Ricco  Di  Buto  del  Riccio,  V.  Davanzi  R.  di  B.  del  R. 
Ricco  Di  CoMPAGNO,  V.  Albizzi  (degli)  R.  di  C. 
Ricco  Di  Davanzo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1298  feb- 

braio-1299  febbraio,  78,  20. 
Ricco  Di  Gherardo,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  1349  gen- 

naio-1350  gennaio,  235,   10. 
Ricco  da  Ghiacceto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1293  feb- 

braio-1294  febbraio,  74,  6. 
Ricco  Di  GiovANNi,  notaio  dei  Priori,  ric,  187,  20. 
Ricco  del  Maestro,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1285  di- 

cembre-1286   dicembre,   62,  2  ;   del    1289  dicembre- 

1290  dicembre,   67,    10  ;   e  del   1291   dicembre-1292 

dicembre,  68,  36. 
Ricco  Di  Mico  del  Cappone,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1303  febbraio-1304  febbraio,  94,  24. 
Ricco  Di  Spinello,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1348  gen- 

naio-1349  gennaio,  233,  23  ;  del  1353    gennaio-1354 

gennaio,   246,  22 ;   del    1357   gennaio-1358    gennaio, 

252,  14  ;  i  del  1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  it. 
Ricco  del  Tegghia,  demagogo,  412,  42  ;    v,  anche  Ric- 

cho  del  Teghia. 
Ricco   (del),  t;.  Buto  del  R.  ;  Donato  del  R.  ;   Giovanni 

del  R.  ;  Giovanni  d' Aldobrandino  del  R.  ;  Martellino 

del  R.  ;  Niccold  del  R.  ;  Santi  del  R.  ;  Schiatta  del  R. 
Ricco  (di),  V.  Benozzo  di  R.  ;  Schiatta  di  R. 
RiCEVUTi  CiNO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  febbraio- 

1296  febbraio,  75,  30. 
RicovERi     Francesco     Caccini,    i   Gon/a- 

loniere  di  Giustizia  (liste  1365  gennaio-1366  gennaio) , 

265,  t7  ;  V.  anche  Ricoveri  Francesco  di  Caccino. 
RicovKRi  Francesco  di  Caccino,  e  Ciaccino,   fe  nelle 

liste  dei  Priori  del  1350  gennaio-1351  gcnnaio,  239, 

30  ;  e  del  1356  gennaio-1357  gennaio,  250,  46  ;  e  del 


Tomo  XXX,  p.  1  —  39. 


606 


INDICE  ALFABETICO 


(RicoT«ri*Rinaldi] 


1373  gennaio-1374  gennaio,  289,  16  ;  v.  anche  liico- 
veri  Francesco  Caccini. 

RlcovERi  N1CCOL6  Di  Vanni,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del 
1354  gennaio-1355  gennaio,  248,  8  ;  del  1359  gennaio- 
1360  gennaio,  256,  16  ;  del  1372  gennaio-1373  gen- 
naio,  284,  4  ;  e  del  1375  gennaio-1376  gennaio,  299, 
16  ;  viene  delegato  dal  Comune  per  le  trattative  con 
gli  ambasc.  di  Carlo  di  Durazzo  (an.  1380),  380, 
86-37. 

RicovKRi  PiERO  Di  BoNAVENTURA,  6  DeUe  listc  dci  Priori 
del  1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  20  ;  del  1363 
gennaio-T364  gennaio,  264,  23  ;  e  del  1368  gennaio- 
1369  gennaio,  273,  20, 

RlcoVBRi  Vanni  di  Niccol6,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1383  settembre-1384  aprile,  434,  41. 

RlcovERO  (di),  V.  Durante  di  R.  ;  Francesco  di  R. 

Ridolfi  Amadore,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  feb- 
braio-ragd  febbraio,  75,  40. 

RiDOLFi  Antonio  di  Niccol6  di  Cione,  k  nelle  liste  dei 
Priori  del  1367  gennaio-1368  gennaio,  267,  34  ;  del 
1376  gennaio-1377  gennaio,  306,  24  ;  riforme  degli 
Ordini,  reclamate  dalla  Parte  gnelfa,  approvate  du- 
rante  il  suo  priorato,  301,  6-13,  36-42  ;  suo  comporta- 
raento  ver.so  raccTisato  Giovanni  di  Luigi  de'  Mozzi, 
vicario  di  Valdinievole,  303,  8,  15-40;  304,  1-21  ;  6 
tra  i  capi  e  i  maggiori  istigatori  della  suddetta  Parte 
per  l'ammonire,  308,  3  ;  318,  4  ;  gli  viene  bruciata 
la  casa  dai  Ciompi,  322,  34  ;  h  confinato  a  Viterbo 
(an.  1378),  328,  35. 

RiDOLFi  Baldo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1290  dicembre- 
1291  dicembre,  68,  21  ;  e  del  1300  febbraio-1301 
febbraio,  85,  3. 

RlDOLFi  Bartolomeo  di  Niccol6  di  Cione,  k  nelle  li- 
ste  dei  Priori  del  1362  gennaio-i363  gennaio,  262, 
24  ;  del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  32  ;  viene 
fatto  dei  Grandi  e  ca.ssato  daU'ufficio  di  Vicario  di 
Valdinievole  (an.  1372),  303,  ia-23 ;  6  tra  i  capi 
deUa  Parte  guelfa  corsi  aUa  difesa  di  essa  contro  i 
popolani  (an.  1378),  318,  4-5  ;  viene  condannato  per 
trame  contro  lo  Stato,  339,  1  ;  e  (an.  1379),  365,  18. 

RiDOLFi  Bernardo  d'Antonio  di  Niccol6,  viene 
condannato  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378), 
308,  32. 

RiDOLFi  BiAGio  di  Fecino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1351  gennaio-1352  gennaio,  241,  2  ;  e  del  1365  gen- 
naio-1366  gennaio,  265,  te. 

RlDOLFi  CiONE,  6  neUe  liste  dei  Priori  del  1320  febbraio- 
1321  febbraio,  127,  27. 

RiDOLFi  Jacopo  di  GuERRUccio,  6  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1348  gennaio-1349  gennaio),  234,  19. 

RlDOLFi  N1CCOL6  Di  CiONE,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del 
133S  dicembre-z33g  dicembre,  188,  i  ;  del  1343  aprUe- 
1344  aprUe,  210,  38  ;  218,  36  ;  h  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1349  gennaio-1350  gennaio),  235. 
16  ;  e  di  nuovo  neUe  liste  dei  Priori  del  1352  gennaio- 
1353  gennaio,  242,  21 ;  e  del  1358  gennaio-1359  gen- 
naio,  254,  9. 

RiDOLFi  PiKRo  Di  CioNE.  fe  neUe  liste  dei  Priori  del  1347 
gennaio-1348  gennaio,  229,  32. 

RiDOLFi  RiDOLFo  Di  Jacopo,  6  neUe  liste  dei  Priori  del 


1375  gennaio-1376  gennaio,  299,  1»  ;  e  del  1383  sct- 
tembre-1384  aprile,  434,  7. 
RiDOLFi  ScHiATTA  Di  NoFFO,  k  nellc  listc  dei  Priori  del 

1357  gennaio-1358  gennaio,  252,  13  ;  k  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (liste  1362  gennaio-1363  gennaio),  262. 
18. 

RiDOLFi  Uberto  di  Schiatta.  fe  nelle  liste  dei  Priori  del 
1367  gennaio-1368  gennaio,  267,  35  ;  del  1371  gen- 
naio-1372  gennaio,  279,  13  ;  6  Gonfaloniere  di  Giu» 
stizia  (liste  1374  gennaio-1375  gennaio),  292,  6  ;  k 
tra  i  capi  della  Parte  gueUa  accorsi  in  difesa  di  esba 
contro  gli  awersari  (an.  1378),  318,  6  ;  viene  con- 
finato  a  Rimini,  328,  36  ;  k  fatto  dei  Grandi  (an. 
1379).  363,  18. 

RiDOLFiNO,  V.  Tucci  R. 

RiDOLFO,  i;.  Amadori  R. 

RiDOLFO  GiANNi,  V.  Barbc  R.  G. 

RiDOLFO  Di  FiLlPPO,  V.  Prelossini  R.   di  F. 

RiDOLFO  Di  GuiDO,  fe  nellc  liste  dei  Priori  del  1324  feb- 
braio-1325  febbraio,  147,  33. 

RiDOLFO  Di  Lorenzo,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1350 
gennaio-1351   gennaio,   239,   38  ;   del    1357   gennaio- 

1358  gennaio,  252,  14  ;  del  1362  gennaio-1363  gen- 
naio,  262,  26  ;  e  del  1371  gennaio-1372  gennaio, 
278,  40. 

RiDOLFo  (Di),  V.  Amadore  di  R.  ;  Baldo  di  R.  ;  Lorenzo  di 

R.  ;  Neri  di  R. 
RiGALETTi    PiERO,    6    fatto    Cousigliere    dei    Priori    (an. 

1343).  211,  16. 
RiMALDELLi   (de')  GiANiANO  Di  Lapo,  6  neUc  listc  dei 

Priori  del   1328  dicembre-1329  dicembre,   160.  29  ; 

6    Gonfaloniere   di    Giustizia    (liste    1336   dicembre- 

1337  dicembre),   186,   18. 
RimBaldesi  Bocchino  di  Chiaro.  k  nelle  liste  dei  Priori 

del    1315  febbraio-1316  febbraio,    122.  9  ;  v.    anche 

Rimbaldesi  (de')  Bocchino. 
RiMBALDESi    N1CCOL6    Di    BoccHiNO.    fe   neUe   Uste    de» 

Priori  del   1346  maggio-1347  gennaio,  229,  23  ;  del 

1350  geimaio-1351  gennaio,  240,   18;  del  1361  gen- 

naio-1362  gennaio.  260.    10 ;  del  1365  gennaio-1366 

gennaio,  265,  B2  ;  e  del  1373  gennaio-1374  gennaio, 

288,  29. 
RiMBALDESi  (de')  Bocchino,  fe  ueUc  liste  dei  Priori  del 

1311  febbraio-1312  febbraio,  112,  17  ;  v.  anche  Rim- 

baldesi  Bocchino  di  Chiaro, 
RiMBALDi  Valore,  6  neUe  liste  dei  Priori  del  1296  feb- 

braio-1297  febbraio,  76,  13. 
RiMBERTiNi  Neri  di  Jacopo,  6  ueUe  liste  dei  Priori  del 

1302  febbraio-1303  febbraio,  91,  1. 
RiMBERTiNi   (de')   Bettino.   6  neUe  liste  dei  Priori  del 

1309  febbraio-1310  febbraio,  106,  6. 
RiMiNi  [Rimine,  Rimino],  vi  si  ferma  per  alcuni  giorni, 

con  le  sue  genti,  Carlo  di  Durazzo  deUa  Pace  venuto 

in  Italia  per  la  conquista  del  Reame  di  Puglia  (an. 

1380),  375,   30-36  ;  vi  giungono  gli  ambasc.  fioren- 

tini  inviati  pr.  U  detto  Carlo,  378,  5-13  ;  ric,  356, 

33  ;  375,  33. 
RiMiNi  (da),  V.  Malatesia  da  R. 
RiNALDi  Aldobrandino  di  Lapo.  6  neUe  liste  dei  Priori 

del  1331  dicembre-1332  dicembre.  168.  40  ;  del  1333 


[Ruial<li«Ruiucci] 


indice  alfabetico 


607 


dicembre-1334  dicembre,  177,  20  ;  del  1337  dicembre- 

1338  dicembre,  187,  20. 

RiNALDi  Ammannato  di  Tegghino,  i  nelle  liste  dei  Priori 
del  1364  gennaio-J365  gennaio,  264,  39  ;  e  del  1369 
gennaio-1370  gennaio,  275,  11. 

RlNALDi  Bartolo  di  Borgo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1311  febbraio-1312  febbraio,  112,  29. 

RiNALDi  Bernardo  d'Aldobrandino  di  Lapo,  h  nelle 
liste  dei  Priori  del  1377  gennaio-1378  luglio,  314,  26 . 

Rinaldi  Betto,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1290  dicembre- 
1291  dicembre,  68,  9  ;  e  del  1296  febbraio-1297  feb- 
braio,  76,  24  ;    v.  anche  Betto  di  Rinaldo. 

Rinaldi  Borgo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1284  dicembre- 
1285  dicembre,  61,  1  ;  e  del  1303  febbraio-1304 
febbraio,  94,  31.  ;  v.  anche  Borgo  di  Rinaldo. 

Rinaldi  Dante,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1300  febbraio- 
1301  febbraio,  86,  8  ;  v.  anche  Dante  di  Rinaldo. 

RiNALDi  Giovanni,  viene  ammonito  (an.  1359), 
255.  5. 

RiNALDi  GiovANNOZZo,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1345 
maggio-1346  maggio,  266,  40  ;  del  1352  gennaio- 
1353  gennaio,  242,  28  ;  e  del  1355  gennaio-1356  gen- 
naio,  249,   30. 

RiNALDi  Jacopo  d'Aldobrandino  di  Lapo,  6  nelle  liste 
dei  Priori  del  1369  gennaio-1370  gennaio,  273,  18  ; 
6  dei  Dieci  di  Liberta  (an.  1373),  285,  15  ;  6  Gonfa- 
loniere  di  Compagnia  del  quartiere  S.  Giovanni  e 
partecipa  come  tale  alla  Balia  per  la  riforma  del 
Governo  (an.  1381),  394,  39. 

Rinaldi  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1303  febbraio- 
1304  febbraio,  94,  34  ;  del  1329  dicembre-1330  di- 
cembre,  164,  29  ;  e  del  1334  dicembre-1335  dicem- 
bre,  179,  27. 

Rinaldi  Matteo  di  Borgo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1339  dicembre-1340  dicembre,  188,  35  ;  fe  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1346  maggio-1347  gennaio), 
229,  7. 

RiNALDi  Totto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1322  febbraio- 

1323  febbraio,  131,  26. 
RiNALDi  (de')  GiANiANO  Di  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1321  febbraio-1322  febbraio,  129,  11. 
RiNALDO,  V.  Betti  R.  ;  Baroncelli  R.  ;  Casini  R.  ;  Jacopi 

R.  ;  Lotteringhi  R.  ;  Nticci  R.  ;  Pigli  {de')  R. 
RiNALDO  Di  BoRGO,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1287  feb- 

braio-1388  aprile,  63,  38  ;  e  del  1294  febbraio-1295 

febbraio,  75,   16. 
RiNALDO  Di  BUONACOSA,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1299 

febbraio-1300  febbraio,  82,  18. 
RiNALDO  Di  Ghirigoro,   6  dei  Priori  (an.    1379  marzo- 

1380  aprile),  342,  21. 
RiNALDo  Di  GlANNOZzo,  V.  GianfigliazH  {de')  R.  di  G. 
RlNALDo  Di  RusTicHELLO,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1346 

maggio-1347  gennaio,  229,  20. 
RiNALDo  Di  Stefano  da  Monte  Lupo,  viene  condannato 

per  trame  contro  lo  Stato  a  lire  mille  e  a  tre  anni  di 

confine  (an.  1378),  340,  17. 
RiNALDO  d'Uberto,  V.  Baldovini  R.  di  U. 
Rinaldo  di  Veri,  V.  Rondinelli  R.  di  V. 
RiNALDO  (di),  V.  Ammannato  di  R.  ;  Betto  di  R.  ;  Borgo 

di  R.  ;  Dante  di  R.  ;  Fazio  di  R.  ;  Guccio  di  R.  ;  Lapo 


di  R.  ;  Lottieri  di  R.  ;  Tecchino  di  R.  ;  Tegghino  di 

R.  ;  Totto  di  R. 
RiNiERi  Catelano,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  di- 

cembre-1283  dicembre,  59,  11  ;  e  del  1284  dicembre- 

1285  dicembre,  61,  7. 
RiNiERi  Franco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1303  febbraio- 

1304  febbraio,  94,  30. 

RiNiERi  Maffeo  di  Lapo,  notaio  dei  Priori,  ric,  82,  13. 
RiNiERi  Zanobi  di  Berto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1355 

gennaio-1356  gennaio,  250,  8  ;  v.  anche  Ranieri  Za- 

nobi  di  Berlo. 
RiNiERi,  i;.  Tolomei  R. 
RiNiERi  DEL  FoRESE,   fe  nellc  liste  dei  Priori  del   1297 

febbraio-1298   febbraio,   77,    14  ;  del   1304   febbraio- 

1305  febbraio,  96,  17  ;  del  1316  febbraio-1317  feb- 
braio,  123,  21  ;  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1321  febbraio-1322  febbraio),  129,  6  ;  v.  anche  Ra- 
nieri  del  Forese. 

RiNiERi  Di  Gano  del  Forese,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1309  febbraio-1310  febbraio,  106,  12. 
Rinieri  della    Gattaia,  6    nelle    liste    dei    Priori    del 

1287  febbraio-1288  aprile,  63,  35  ;  e  del  1288  dicem- 

bre-1289  dicembre,  265,  3  ;    v.    anche  Ranieri  della 

Gattaia. 
RiNiERi  Di  GioTTO,  capitano  dei  fanti  a  guardia  del  pa- 

lazzo  dei  Priori,  fa  aprire  le  porte  del  detto  palazzo 

al  Duca  d'Atene  contrariamente  alla  consegna  (an. 

1342),  196,  8-12  ;  V.  anche  Fantoni  R.  di  G. 
RiNiERi  Di  Jacopo,  V.  Rubertini  R.  di  J. 
RiNiERi  Di  Lando  da  Quarata,  fe  uelle  liste  dei  Priori 

del  1341  dicembre-1342  dicembre,  190,  38. 
RiNiERi  di  Pacino,  V.  Peruzzi  {de')  R.  di  P. 
RiNiERi  Di  Segna,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 

gio-1347  gennaio,  229,  11. 
RlNiERi  Di  ViNci,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  dicem- 

bre-1287  dicembre,  62,  42  ;  v.  anche  Ranieri  di  Vinci. 
RiNiBRi  (di),  V.  Catalano  di  R.  ;  Fantino  di  R. 
RiNOVANTE  (di),  V.  Lapo  di  R. 
Rinovanti  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1306  febbraio- 

1307  febbraio,  99,  26  ;  e  del  1313  febbraio-1314  feb- 

braio,  116,  5  ;  »•  anche  Lapo  di  Rinavanle. 
RiNUcci  Albizzo,  ft  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gennaio- 

1351  gennaio,  239,  27. 
RiNucci  Albizzo  di  Giovanni,  4  Gonfaloniere  di  Giusti- 

zia  (liste  1353  gennaio-1354  gennaio),  246,  1. 
RiNUcci  Alessandro,   fe  nelle  liste  dei  Priori  del  133 1 

dicembre-1332  dicembre,  169,  18. 
RiNucci  Alessio,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1320  febbraio- 

1321   febbraio,  127,   7  ;   6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1336  dicembre-1337  dicembre),  186,   8  ;  i  di  . 

nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1339  dicembre-1340 

dicembre,  188,  2«. 
RiNucci  Baldovino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  di- 

cembre-1283  dicembre,  59,  18. 
RiNUCCi  FiLiPPO,  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1299 

febbraio-i3oo  febbraio),  82,  11. 
RiNucci  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1296  febbraio- 

1297  febbraio,  76,  28. 
RiNucci  LoDOVico  di  Bono,  6  dei  Priori  (an.  1383  mag- 

gio-giugno),  426,  3. 


608 


INDICE  ALFABETICO 


[  Rinucci-Riitori  ] 


RiNUCCi  Nello,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1301  febbraio- 
1302  febbraio,  88,  19  ;  del  1306  fcbbraio-1307  feb- 
braio,  99,  19  ;  del  1308  febbraio-1309  febbraio,  104, 
15;edel  1313  febbraio-1314  febbraio,  115,  3;  11617. 
RiNUcci  NiccoLAio  Di  Nkllo,  &  nelle  liste  dei  Priori 
dcl  1324  febbraio-1325  febbraio,  147,  28  ;  dcl  1326 
febbraio-1327  febbraio,  155,  14  ;  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1328  dicembre-1329  dicembre),  161, 
5  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1333  dicem- 
bre-1334  dicembre,  177,  27. 
RiNUCCi  N1CCOL6  Di  BoNO,  i  nelle  lisie  dei  Priori  del  1366 
gennaio-l36y  gennaio,  266.  30 ;  e  del  1374  gennaio- 
1375  gennaio,  291,  18  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(an.  1379  novembre-dicembre),  348,  :)8  ;  partecipa 
alla  Halia  per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381), 
395,  27  ;  409,  23. 
RlNUCci   (de')   Simone  di   Francesco,    6  nelle  liste  dei 

Priori  del  1358  gennaio-1359  gennaio,  254,  3. 
RiNUcciNi  Francesco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1347 
gennaio-1348   gennaio,   229,  28  ;   del    1351    gennaio- 
1352  gennaio,  240,  37  ;  del  1355  gennaio-1356  gen- 
naio,   249,    30 ;   e   del    1361    gennaio-1362    gennaio, 
260,  22. 
RiNUcciNi  GiovANNi  Di  Francesco,  6  fatto  cavaliere  dai 
Ciompi  (an.  1378),  324,  5  ;  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1380  marzo-1381  febbraio,  391,  5. 
RiNUcciNi  Senno,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1299  feb- 

braio-1300  febbraio,  82,  25. 
RiNUcciNi   (de')   Francesco  di  Cino,   e  nelle  liste  dei 
Priori  del  1367  gennaio-1368  gennaio,  267,  25  ;  vicne 
ammonito  (an.  1377),  305,  26  ;  309,  36. 
RiNUcciNO  (di),  V.  Lapo  di  R. 
Rinuccio,   V.   Abati  R.  ;   Cocchi  R.  ;   Guidalotti  R.  ;   Sa- 

piti  R. 
RiNUccio  Di  BoccAccio,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1340 

dicembre-1341  dicembre,  190,  5. 
RiNUccio  di  Bonaccio,  V.  Guasconi  R.  di  B. 
RiNUccio  Di  Cocco,  V.  Cocchi  [de')  R.  di  C.  ;  Compagni 

R.  di  C. 
RiNUccio  Di   Pepo,   da   Farnese,    Capitano    dei   Senesi, 
viene  sconfitto  ed  ucciso  dagli   Aretini    (an.    1288), 
64,    12-14. 
RiNUccio  (di),  V.  Caslello  di  R.  ;  Jacopo  di  R.  ;  Lapo  di 

R.  ;  Manno  di  R.  ;  Nello  di  R.  ;  Tommaso  di  R. 
Riovardo    da   Montevarchi,    comandantc    dcUe     forze 
aretine  che  dovevano  occupare  Laterina    (an.  1380), 
388,    12-13. 
RiPAFRATTA,    castcUo   pisano   ceduto  ai    Fiorentini    (an. 

1254).   43,   8. 
RlPOLE  (Bagno  a),  viene  danneggiato  dalla  piena    (an . 

1380),  381,   40. 
RiSALiTi  Bardo  del  Ricco,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1325  febbraio-1326  febbraio),  152,  5. 
RiSALiTi  Cenni  del  Ricco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1303  febbraio-1304  febbraio,  95,  16. 
RiSALiTi  Duccio,  6  ncllc  listc  dei  Priori  del  1302  febbraio- 

1303  febbraio,  90,  32. 
RiSALlTi  Francksco  di  Cenni,   6  nclle    liste  dei  Priori 
del  1348  geniiaio-1349  gennaio,  233,  26  ;  e  del  1353 
gennaio-1354  gennaio,  246,  14. 


RiSALiTi  Geri  di  Gherardo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1343  apriIe-1344  aprile,  219,  25  ;  6  Gonfalonierc  di 
Giustizia  (liste  1357  gennaio-  1358  gennaio),  252,  20. 
RiSALiTi  Gheraroo,  notaio  dei   Priori,    ric,    114,    '.' 

241,   11. 
RlSALiTi  Gherardo  di  Geri,  e  nelle  liste  dei  Priori  dej 

1348  gcnnaio-1349  gennaio,  234,  13. 
Risaliti  Jacopo  di  Giovanni,   6  dei  Priori   (an.    1379 

settembre-ottobrc),  346,  28. 
RiSALiTi  Tizio  Di  Gherardo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del 

1360  gennaio-1361  gcnnaio,  259,  1. 
RisALiTi  (de')  Barone,  k  nellc  liste  dei  Priori  del  130S 

febbraio-1309  febbraio,  104,   12. 
Riscosso  Di  Bonipazio,  fe  nellc  liste  dei  Priori  del  i 

febbraio-1299  febbraio,   78,  21. 
"RiSTORl,    can.,    viene    ringraziato    daWeditore    li. 

cronaca  per  le  preziose  indicazioni  date  a  proposilu 

alcune  ricerche  storiche,  CI,  3-i  ;  CIV,  J3-J4  ". 
RiSTORi  Benincasa  di  Michele,  h  nelle  liste  dei  Pi 

del  1374  gennaio-1375  gennaio,  292,  4. 
RiSTORi  Cecco  di  Ciaio,  fe  nelle  liste  dci  Priori  del  i  - 

febbraio-1295  febbraio,  75,  1  ;  e  Gonfaloniere  di  ( 

stizia   (listc   1298  fcbbraio-1299  febbraio),   78,  26 

di    nuovo    nclle    liste'  dei  Priori  del  1301  febbraio- 

1302  fcbbraio,  88,  27  ;  c  del  1305  febbraio-i^ofi  /<h- 

braio  97,  28. 
RiSTORi  Chino  di  Simone,  6  nelle  liste  dei  Priori  dcl  i  , 

IugIio-1384   agosto,   428,  20. 
RisTORi    CiAio,  6    nelle    liste   dei    Priori   del    1282  (ago- 

sto-ottobrc),    58,    15  ;    dcl    1283   dicembre-1284    di- 

cembre,  59,  40  ;  e  del  1289  dicembre-1290  diceml. 

67,  19. 
RisTORi  CiAio  DEL  BuGLiONE,  6  nclle  listc  dei  Priori  del 

1283  dicembre-1284  dicembre,  59,  40. 

RiSTORi  CiAio  Di  CiAio,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  13-. 

febbraio-1323   febbraio,   131,  29. 
RiSTORi  CiANO,  6  nelle  listc  dei  Priori  del  1284  dicembie- 

1285  dicembre,  61,  8. 
RiSTORi  CoRSO  Di  Alberto,  h  ncllc    liste  dci  Priori   del 

1297   febbraio-1298     febbraio,   77,    16  ;   e  del     1300 

febbraio-1301    febbraio,    84,  21. 
RisTORi  Dino  di  Ciaio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  13 1-' 

fcbbraio-1313   fcbbraio,   115,    10. 
RiSTOKi  DoNATO  Alberti,   6  nclle  listc  dei  Priori  del 

1288  dicembrc-1289  diccmbre,  65,  20  ;    r.  anche  Ri- 

stori  Donato  di  Alberto. 
Ristori  Donato  di  Alberto,  6  nclle  listc  dei  Priori  del 

1284  dicembrc-1285  dicembrc,  60,  35  ;  e  del  1285  di- 
cembre-1286  dicembre,  62,  9 ;  del  1292  febbraio- 
1293  febbraio,  72,  10  ;  e  dcl  1298  fcbbraio-1299  feb- 
braio,  78,  23  ;  v.  anche  Ristori  Donato  Alberti. 

RiSTORi  FiLiPPONE  Di  FiLiPPO,  6  ncllc  listc  dci  Priori  del 

1318  febbraio-1319  fcbbraio,  125,  12. 
RiSTORi  Francesco  di  Ciaio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1296  febbraio-1297  fcbbraio,  76,  24. 
RisTORi  RisTORO  Di  MicHELE,  fe  ncllc  listc  dci  Priori  de 

1376  gennaio-1377  gcnnaio,  306,  23. 
RiSTORi  SlMONE  Di  MicHELE,  ^  Gonfaloniere  di  Giustizia 

liste  1356  gennaio-r357  gcnnaio),  251,  4  ;  e  di  nuovo 

Gonfaloniere    {liste  1363  gennaio-1364  gennaio),  264, 


il 


[Rittori-Roffo] 


INDICE  ALFABETICO 


609 


21  ;  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1366  gennaio-136^  gen- 
naio,  266,  14  ;  gli  viene  danneggiata  la  casa  dal  fuoco 
383,   3. 

RiSTORO,  V.  Dnidoli  R.  ;  Niccoli  R.  ;  Rislori  R. 

RisTORO  Di  Bencivenni,  notaio  dei  Priori  ric,  167,  14. 

RiSTORO  Di  CioNE,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1363  gennaio- 

»1364  gennaio,  264,   2S  ;  del  1369  gennaio-1370  gen- 
naio,  275,  15  ; c del  1375  gennaio-1376 gennaio,  299,24. 
RlSTORO  Di  Jacopo  da  Figline,  notaio  dei  Priori,  ric, 
428,   12. 

RlSTORO  Di  Spede,  k  nelle  liste  dci  Priori  del  1297  fcb- 
braio-1298  febbraio,   77,   4. 

RiSTORO  (di),  V.  Ciaio  di  R. 

RiTTAFi  Bardo  di  Niccol6  di  Luti,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1377  gennaio-1378  luglio,  314,  25. 

RiTTAri:  (di),  v.  Luii  di  R. 

Rittafede  Salvino,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1300 
febbraio-i3or  febbraio,  86,  27  ;  del  1304  febbraio- 
1305  febbraio,  96,  30  ;  e  del  1309  febbraio-1310  feb- 
braio,  106,  22. 

RiTTAFEDi  (de')  Taddeo  Salvini,  k  nellc  liste  dei  Priori 
del  1311  febbraio-1312  febbraio,  112,   31. 

Rittafedi,  e  Rittafede,  (di),  v.  Duranie  di  Donato  di 
R.  ;  Lttti  di  R. 

RizzA  Giovanni  di  Vanni,  viene  ammonito  (an.  1358), 
253,  25,. 

(RobertoJ  Card.  di  Ginevra,  Legato  pontificio  in  Ro- 
magna,  trama,  durante  la  sua  residenza  a  Cesena, 
con  alcune  fam.  bolognesi  per  abbattere  il  Comune 
e  rebtituire  il  dominio  della  c.  alla  Chiesa  (an.  1376), 
299,25-43;  viene  el.  a  Fondi  dai  Cardinali  awer- 
sari  di  Urbano  VI  come  nuovo  pp.  (antipapa)  e  va 
a  stabilirsi  con  la  sua  corte  in  Avignone  (an.  1378), 
312,  30-38  ;  313,  36-45  ;  314,  1-5  ;  ric.  375,  16  ; 
398,   19-20. 

Roberto  \Ruberto,  Uberto].  primogenito  di  Carlo  II 
d'Angi6,  re  di  Puglia,  Sicilia  e  Gerusalemme.  detto 
ancbe  di  Napoli,  viene  a  Firenze  quale  Capitano 
di  Guerra  conducendo  seco  milizie  catalane  e  fran- 
cesi  (an.  1305),  95,  18-23  ;  va  con  Toste  alVassedio  di 
Pistoia,  26-28  ;  parte  da  Firenze  lasciando  qua  a 
capo  delle  milizie  il  suo  Maniscalco,  96,  1-2  ;  F^o- 
clamato  re,  (1309-1343)  invia  al  suddetto  Mani- 
scalco  la  sua  insegna  (an.  1310),  103,  26-32  ;  torna 
a  Firenze  per  qualche  giorno  e  tenta  invano  di 
pacificare  gli  animi  dei  cittadini  in  lotta  tra  loro, 
105,  20-23  ;  viene  nominato  Signore  dclla  c  per 
tinquc  anni,  dovc  egli  invia  immediatamcnte  un 
suo  Vicario  (an.  1313),  113,  27-31  ;  riconducc  a 
pace  i  I"iorentini  con  i  Pisani  ed  i  Lucchesi  c 
.stringc  con  qucsti  una  lega  (an.  1317),  123,  32- 
33  ;  vicne  fatto  Signore  di  Genova  (an.  1318),  124, 
37-38  ;  va  ad  Avignone  per  soUecitare  gli  aiuti  di  Gio- 
vanni  XXII  per  ]a  gnerra  contro  i  Visconti,  125, 
V2  40  ;  .stringe  lega  coi  Fiorentiiii  contro  Giovanni  di 
Boemia  (an.  1331),  170,  14-17  ;  vicne  richiesto  da 
qucsti,  inutilniente,  d'aiuti  contro  i  Pisani  (an.  1340), 
188,  1-7  ;  .sua  morte  (an.  13.(3),  202,  1-4  ;  suoi  oiedi 
4-i;  "cf.  LXXXVII-XCII  „. 
BoBERTO  IRubertol  da  Lucca,  viene  el.  dai  buoni  uomini 


e  dai  mercatanti,  che  avevano  abbattuto  il  govemo  dei 
Ghibellini,  Capitano  del  popolo  di  Firenze  (an.  X250), 
38,  4-7. 
Roberto  (Messer),  viene  inviato  con  genti  del  Comune 
nel  Mugello  contro  la  brigata  di  Carlo  di  Durazzo 
che  si  diceva  stesse  per  venire  in  aiuto  degli  sban- 
diti  fiorentini  conrro  Firenze,  (an.  1379),  356,  8-1. 
RoBERTO,  V.  MartelH  R. 

Roberto  di  Carraia,  notaio  dei  Priori,  ric,  65,  15. 

Roberto   di   Piero   di  Lippo,   vicne  inviato,  insieme  a 

Giovanni  di  Mone,   dairEsecutorc  di   Giustizia   con 

venticinque  lancie  a  Bruscoli  in  seguito  airuccisionc 

del  conte  Francesco,  373,  21. 

RoccABRUNA,   castcllo  dcgli   Ubaldini  preso  e  distrutto 

dai  Fiorentini  (an.  1373),  286,  30. 
RoccHi  Arrigo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1303  febbraio- 
1304  fcbbraio,  94,  33  ;  del  1305  febbraio-1306  feb- 
braio,  98,  4  ;  del  1308  febbraio-1309  febbraio,  104,  7  ; 
e  del  1314  febbraio-1315  febbraio,  119,  20  ;  v.  anche 
Rocchi  (de')  Arrigo. 

RoccHi  DoNO,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1284  dicembre- 
1285  dicembre,  61,   6. 

RoccHi  Francesco  di  Arrigo,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1350  gennaio-1351  gennaio),  239,  25  ;  6  nelle 
liste  dei  Priori  del  1353  gennaio-1354  gennaio,  246, 
13;  del  1357  gennaio-i358  gennaio,  252,  31;  del 
1361  gennaio-1362  gennaio,  260,  4  ;  del  1365  gen- 
naio-1366  gennaio,  265,  41 ;  e  del  1371  gennaio-1372 
gennaio,  279,  4. 

RoccHi  Francesco  di  Tingo,  viene  ammonito  (an.  1377) 
305,  14. 

RoccHi  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1286  dicembre 
1287  dicembre,  62,  29. 

RoccHi  Manno,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1295  febbraio 
1296  febbraio,  75,  25. 

RoccHi  (de')  Arrigo,  6  fatto  Compagno  dei  Priori  (an 
1295),  74.  26  ;  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1296 
febbraio-1297  febbraio),  76,  34  ;  6  ncUe  liste  dei 
Priori  del  1312  febbraio-1313  febbraio,  115,  12  ;  v. 
anche  Rocchi  Arrigo. 

RoccHi  (de")  Arrigo  di  Gherardo,  k  nelle  liste  de 
Priori  del  1289  dicembre-1290  dicembre,  67,  14. 

RoccHi  (de')  Manno  d'Arrigo,  e  nelle  liste  dei  Priori 
del   1297  febbraio-1298  febbraio,   77,   6. 

Rocco  (di),  v.  Arrigo  di  R. 

Rodano,  f.  ric,  34,  21 ;  35,  10  ;  55,  22. 

Rodasio  [Rodazio,  Rodoazio],  re  dei  Goti,  scende,  secondo 
la  leggendaria  narrazione  dcllo  Stefani,  in  Italia  a 
capo  del  suo  popolo  per  vendicare  la  morte  di  suo 
zio  Alberigo  ma  viene  sconfitto  pr.  Fiesole  (an.  401), 
14,    16-20. 

RoDOLFO,  imperatore  (aa.  1273-1292),  manda  in  To- 
soana  un  suo  vicario  (an.  1281),  57,  11-18. 

RODOLFO  da  Camerino,  viene  noniinato  dai  Fiorentini 
Capitano  di  guerra  (an.  1376),  297,  11-12  ;  rcprime 
jn  Bologna  un  tentativo  sedizioso  pcr  abbattere  il 
Comune  e  ristabilire  il  dorainio  della  Chiesa,  299, 
35-39. 

RorFiANO  (da),  V.  Bartolo  da  R. 

RoFFO  (del),  V.  Fedello  del  R. 


610 


INDICE  ALFABETICO 


[Rof( 


OOI-KOIII 


RoPONi  Alberto,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1307  feb- 
braio-1308  febbraio,   102,   10. 

RoGERiNi  Maso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1282  dicem- 
bre-1293  dicembre,  59,   19. 

RoMA,  sua  fondazione  e  nome,  7,  31-40  ;  estende  il  stio  do- 
minio  sulle  terre  circostanti,  8,  1-2  ;  ordinamento  po- 
litico  datole  da  Romolo,  6-8  ;  sua  arma,  17-99  ;  suc- 
cessori  di  Romolo,  19-81  ;  cacciata  di  Tarquinio  il 
Superbo  ed  istituzione  del  Consolato,  21-3i  ;  nuovo 
ordinaniento  politico  datole  da  Cesare,  34-37  ;  vi  si 
leva  il  popolo  a  rumore  per  la  liberazione  di  Gre- 
gorio  VII,  preso  e  fatto  prigioniero  da  nn  nobile 
per  istigazione  delVimperatore  Arrigo  IV,  21,  38-39  ; 
22,  1-4  ;  vi  si  manifestano  i  primi  dissensi  tra  Fi- 
renze  e  Pisa  (an.  1220),  30,  10-27  ;  vi  giunge  Arrigo 
VII  per  rincoronazione  e  vi  grungono  contemporanea- 
mente  cavalieri  fiorentini  per  impedire,  insieme  agli 
Orsini  ed  alle  milizie  di  re  Roberto,  questa  incorona- 
zione  (an.  1312),  108,  21-33  ;  vi  si  combatte  per  piii 
mesi  per  le  vie,  109,  4-8  ;  vi  giunge  Lodovico  il  Ba- 
varo  per  rincoronazione  (an.  1327),  155,  1-7  ;  vi 
giunge  Carlo  IV  (an.  1355),  248,  32-39. 

RoMAGNOLl,  inviano  aiuti  ai  Fiorentini  contro  Arrigo 
VII  (an.  1312),  110,  21-22;  e  contro  Mastino  della 
Scala  fatto  Signore  di  Lucca,  184,  20-21. 

RoMALDELLi  (de')  Lapo,  6  uelle  liste  dei  Priori  del  1298 
febbraio-1299  febbraio,  78,  ft. 

RoMENA  (CoNTi  Di),  Signori  di  Lanciolina,  ric,  138,  15. 

RoMEO,    V.    Lotiieri    R. 

RoMEO  (di),  V.  Loremo  di  R. 

RoMOLO  e  Remo,  figli  di  Rea,  loro  leggendarie  vicende, 
7,  18-37  ;  la  nuova  c.  da  loro  fondata  e  il  nome  dato 
ad  essa  da  Romolo,  30-40  ;  guerre  di  Romolo  ed 
ordinamento  politico  da  lui  dato  alla  nuova  c,  37- 
42,  1-2  ;  la  morte  di  Romolo  ed  i  suoi  successori, 
5-20. 

RoMOLo  Di  Marco,  6  dei  Priori  (an.  1378  novembre- 
dicembre),  337,   36. 

RoMOLo  Di  Triccolo,  notaio  dei  Priori,  ric,  160,  28 ; 
228,  40. 

RoMOLO  (di),  V.  Piero  di  R. 

Roncofreddo  (da),  V.  Giovanni  da  R. 

Rondine,  castello  degli  Aretini  preso  dai  Fiorentini 
(an.  1289),  66.  10. 

RoNDlNELLl,  fam.  fiorentina,  si  schiera  coi  Popolani  con- 
tro  i  Grandi,  213,   30. 

RoNDiNELLi  Andrea  di  Veri,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del 
1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  15  ;  del  1353  gen- 
naio-1354  gennaio,  246,  30;  del  1357  gennaio-1358 
gennaio,  252,  7  ;  del  1361  gennaio-1362  gennaio, 
260,  25  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1370  gen- 
naio-1371  gennaio),  276,  1  ;  fe  a  capo,  pel  quartiere  di 
S.  Giovanni,  dei  congiurati  contro  le  sette  degli  Albizzi 
e  dei  Ricci  (an.  1372),  280,  32  ;  k  di  nuovo  Gonfalo- 
nieer  di  Giustizia  (liste  1373  gennaio-1374  gennaio), 
289,  9. 

RoNDiNELLi  Falco  di  Bello,  6  nellc  liste  dei  Priori  del 
1306  febbraio-1307  febbraio,  99,  37. 

RoNDiNELLi  FiLippo  Di  RiNALDo,  k  nellc  Uste  dei  Priori 
del  1358  geiinaio-1369  ge&naio,  258,  39  ;  del  1371 


gennaio-1372    gennaio,    279,    19  ;    i    fatto   cavaliere 

dai   Ciompi  (an.  1378),  324,    30  ;  v.  anche  Rondmelli 

(<&')  Filippo  di  Rinaldo. 
RoNDlNELLl  Ghino  di  Veri,  k  nelle  liste  dei  Priori  <!i ' 

1332  dicembre-1333  dicembre,  175,  38. 
Rondinelli  Michele  di  Veri,   k  nelle  liste  dei  Prioi  1 

del  1345  maggio-1346  maggio,  227,  25. 
RoNDiNELLi  Paolo  di  Michele,  i  nelU  liste  dei  Prion 

del  1363  gennaio-1364  gennaio,  264,  IS  ;  e  del  1368  gen- 

naio-1369  gennaio,  273,  36. 
RoNDiNELLi  RiNALDO  Di  Veri,  4  nelle  liste  dei  Priori  <!■ 

1324  febbraio-1325  febbraio,  148,  2. 
RoNDiNELLl    Veri,    k    Gonfaloniere    di    Giustizia    (liste 

1309  febbraio-1310    febbraio),     106,    24  ;     v.     anche 

Rondinelli  {de')    Vieri  e  Veri. 
RoNDiNELLi   VlERi  DEi    Bello,   h  nelle  liste   dei  Prion 

del  1295  febbraio-1296   febbraio,  75,   34;  del   13" 

febbraio-1302    febbraio,  88,  37  ;    del    i3i4   febbrai 

1315  febbraio,    119,    3  ;     e    del    1915   febbraio-1311, 

febbraio,    121,   29. 

RONDINBLLI     {DE')    FiLIPPO     DI    RiNALDO, 

i  nelle  liste  dei  Priori  del  Z366  gennaio-i36y  gennai 
266,    38  ;  V.  anche  Rondinelli  Filippo  di  Rinaldo. 

RoNDiNBLLi  (de')  Ghino  di  Vieri,  6  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1326  febbraio-1327  febbraio),   155,   31  ; 
k  nelle  liste  dei   Priori  del   1329  dicembre-1330  di- 
cembre,  164,  17  ;  del  1335  dicembre-1336  dicembic 
183,  2  ;  e  del  1340  dicembre-1341  dicembre,  190, 

RoNDiNELLi  (de')  Vanni  di  Falco,  fe  nelle  liste  dei  Priori 
del   1337  dicembre-1338  dicembre,  187,   5 ;   k  Gon 
faloaiere  di  Giustizia  (liste  1344  maggio-1345  ma 
gio),    222,    10. 

RoNDiNELLi  (de')  Vieri,  e  Veri,  h  nelle  liste  dei  Priori 
del  1298  febbraio-1299  febbraio,  78,  10 ;  del  1305 
febbraio-1306  febbraio,  97,  21  ;  h  Gonfaloniere  di 
Grustizia  (liste  1308  febbraio-1309  febbraio),  104, 
17  ;  e  di  miovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1311  febbraio- 
1312  febbraio,  112,  21  ;  v.  anche  Rondinelli  Veri. 

"  Rosano  (MoNACHE  DEL  MoNASTERO  Di),  feudatarie  di 
parte  del  castello  di  Monte  Grossoli,  L,  4-6  „. 

RosoNi  Alberto,  k  neUe  liste  dei  Priori  del  1303  febbraio- 
1304  febbraio,  95,  9  ;  del  1312  febbraio-1313  feb- 
braio,  114,  37  ;  del  1314  febbraio-1315  febbraio, 
119,  10  ;  e  del  1320  febbraio-1321  febbraio,  127,  u. 

RosoNi  Geri  di  Jacopo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (li- 
ste   1301   febbraio-1302   febbraio),  88,   30. 

Rossi,  fam.  fiorentina  di  Partebianca,  80,  35  ;  fea  capo  di 
una  fazione  d'01trarno  (an.  1333),  174,  37-39  ;  175, 
1-2  ;  si  affianca  coi  Grandi  contro  i  Popolaai  (an. 
1343).  214,  27  ;  ric  202,  11. 

Rossi,  nobile  fam.  di  Parma,  178,  23-24. 

Rossi  Buoso  Di  RisALiTO,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  13' 
febbraio-1309  febbraio,   104,    3. 

Rossi  (de')  Antonio  di  Tommaso,  fe  fatto  popolano 
(an.   1379),  364,  22. 

Rossi  (de')  Bernardo,  vienc  fatto  popolano,  216,  32, 

Rossi  (de')  Filippo  di  Fornaino,  viene  fatto  decapitarc 
per  trame  contro  lo  Stato  (an.   1378),  350,   18  ;  ri* 
420,   1«. 

Rossi  (db')  GiovANNi  Di  GusRRiERi,  viene  tondannalo 


I 


[RoMuRucellai] 


INDICE  ALFABETICO 


611 


per  trame  contro  lo  Stato    (an.    1379),    365,    14  ;  v. 
anche  Rossi  [de')  Nanni  Guerrieri. 
Rossi  (de')  Giovanni  di  Pino,  viene    confinato  a  Nizza 

(an.  1381),  408,  36. 
Rossi  (de')  Guerrieri  diTribaldo,  fetra  i  capi  ed  i  mag- 
giori   istigatori   della   Parte   guelfa   per   rammonire 
308,  5  ;  318,  5  ;  viene  condannato  con  Giovanni  suo 
figlio  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,    2. 
Rossi   (de')  Guido  di  Bico,  castellano  fiorentino  fatto 
prigioniero  dai  Pisani  a  Ponte  ad  Era  (an.   1271) , 
68,   26. 
Rossi  (de')  Nanni  dei,  Boneca,  6  dei  Quarantatre  cit- 
tadini  el.   in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gii  no- 
minati  (an.   1381),  404,  27. 

Rossi  (de')  Nanni  Guerrieri,  viene  condannato  come 
ribelle  (an.  1380),  370,  37  ;  V,  anche  Rossi  {de') 
Giovanni  di  Guerrieri.. 

Rossi  (de')  Nofrio  di  Barna,  va  ambasc.  pel  Comune 
fiorentino  pr.  il  Re  d'Ungheria  e  pr.  Carlo  di  Durazzo 
376,  2  ;  viene  condannato  in  lire  mille  (an.  1381), 
401,  21. 

Rossi  (de')  Orlando,  da  Parma  fatto  Capitano  di  guerra 
dai  Fiorentini  va  contro  Lucca,  182,  28-31. 

Rossi  (de')  Piero  di  Fornaino,  viene  condannato  per 
trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  338,  31. 

Rossi  (de')  Pietro  da  Parma,  fatto  capitano  della  lega, 
stretta  tra  Veneziani  e  Fiorentini  contro  i  signori 
della  Scala,  muove  con  Tesercito  contro  Lucca  (an. 
1336),  182,  10-15  ;  va  contro  Padova,  21-25  ;  com- 
batte  contro  Mastino  della  Scala,  184,  38-39  ;  muore 
combattendo  a  Monselice,  185,  14. 

Rossi  (de")  Pino,  ^  dei  Quattordici  cittadini  el.  dal  Par- 
]amento  per  costituire  il  nuovo  Governo  dopo  la 
cacciata  del  Duca  d'Atene   (an.   1343),  207,   Sl. 

Rossi  (de')  Tribaldo  di  Guerrieri,  viene  condannato 
per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378),  340,  8. 

Rosso  Marsilio,  capitano  al  saldo  della  lega  contro  i  Si- 
gnori  della  Scala,  va  con  le  genti  dei  collegat!  contro 
Verona  (an.  1337),  184,  32-42  ;  porta  soccorsoa  Pietro 
de  Rossi  capitano  d6lla  lega  assediata  a  Bogolento 
da  Mastino  ed  Alberto  della  Scala,  184,  37-40  ;  asse- 
dia  e  prende,  insieme  al  detto  Pietro,  Padova  185, 
1-5  ;  sua  morte,   15. 

Rosso  Orlando,  vicario  di  Giovanni  di  Boemia  in  Lucca, 
tratta  e  regola  con  Mastino  della  Scala  della  ces- 
sione  della  c.  (a.  1335),  178,  23-24  ;  k  fatto  capitano 
di  guerra  dai  Fiorentini  (an.  1336),  182,  28  ;  viene, 
inviato  a  Venezia  come  Capitano  della  Lega  e  va  a 
capo  deiresercito  di  questa  contro  Verona  c  Vicenza 
185,   17-19,  25-29. 

Rosso,  V.  Bacherelli  {de')  R.  ;  Filigherni  R. 

Rosso  d'Aldobrandino,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  131 7 
febbraio-i3i8  febbraio,  124,  27  ;  del  1320  febbraio- 
1321  febbraio,  127,  7  ;  del  1325  febbraio-1326  fcb- 
braio,  152,  15;  e  del  1340  dicembre:i34i  dicembrc, 
189,  21. 

Rosso  Di  CoRSO,  e  uelle  Ii.ste  dei  Priori  del  1349  gennaio- 
1350  gennaio,  233,  47  ;  c  del  1352  gcnnaio-1353  gen- 
naio,    242,    36. 


Rosso  Di  Geri  dello  Strozza,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1303  febbraio-1304  febbraio,  94,  28. 
Rosso  Di  Piero,  6  dei  Priori  (an.  1378  novembre-dicem- 

bre),  337,  30  ;  e  nelle  liste  degli  stessi  del  1383  set- 

tembre-1384  aprile,  434,   37. 
Rosso  Di  PiERO  Di  Rosso,  6  dci  Cinquantadue  cittadini 

cui  viene  data  la  Balia,  insieme    ai  Priori  e  CoUegi, 

per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  396,93  ;  h  nelle 

liste  dei  Priori  del  1383  lugIio-1384  agosto,  428,  29. 
Rosso  Di  RicciARDO,  V.  Ricci  (de')  R.  di  R. 
Rosso  DELLO  Strozza,   h  Gonfaloniere  di  Giustizia   (li- 

ste  1293  febbraio-1294  febbraio),  73,  35. 
Rosso  (del),  V.  Cione  del  R.  ;  Francesco  di  Bachino  del 

R.  ;  Mangia  del  L.  ;  Piero  del  R.  ;  Rosso  di  Piero  del 

R.  ;  Stefano  del  R. 
Rosso  (di),  V.  Buonavere  di  R.  ;  Camhino  di  R.  ;    Guido 

diR. 
RoTA  (di),  V.  Adimare  di  R.  ;  Giovanni  di  R. 
RoTARio,  viene  in  Italia,  secondo   la    narrazione  leggen- 

daria  dello  Stefani,  a  capo  dei  Longobardi,  17,  1-8. 
RoTiNE  Di  Boninsegna,  k  nclle  liste  dei  Priori  del  1301 

febbraio-1302  febbraio,  88,  36. 
Rubertini  Rinieri  di  Jacopo,  h  nelle  liste    dei    Pricri 

dei  1290  dicembre-1291  dicembre,  68,  16. 
Rucellai,  fam.  fiorentina  avversaria  del  Duca  d'Atene, 

209,  9. 
RucELLAi  Albizzo,   h  tra  i  maggiori  istigatori  della  Parte 

guelfa  per   l'ammonire,  308,   12  ;  318,   12-13  ;  viene 

escluso  dagli  uffici  per  tre  anni  (an.   1379), 363,   31. 
RucELLAi  Albizzo  di  Andrea,   6  dci  Quarantatre  cit- 

tadini  el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gi4  nomi- 

nati  (an.   1381),  405,  6. 
RucELLAi    Bartolo    di    Mannuccio,    k   nelle   liste    dei 

Priori  del  1346  maggio-1347  gennaio,  229,  17. 
Rucellai  Bingeri  di  Giovanni  di  Bingeri,  viene  con- 

finato  a  Parma  (an.  1378),  328,  21. 
RucELLAi   Bingieri   di   Giovanni,    h   fatto   dei   Grandi 

(an.  1379),  363,  4. 
RucELLAi  BiENGiERi  Di  Nardo,  h  ncUe  liste  dei  Priori 

del  1333  dicembre-1334  dicembre,  177,  8. 
RucELLAi    BiNGiERi    Di    PiERO,    vienc   condannato   per 

trame  contro  lo  Stato  in  fiorini  d'oro  duemila  ed  a 

sei  anni  di  confinc   (an.    1378),  339,   43  ;   viene  di 

nuovo  condannato  (an.  1379).  365,  20. 
RucELLAi  Cenni  di  Naddo,  vicne  condannato  pcr  trame 

(an.  1378),  338,  37  ;  e  (an.  1379).  365,  19. 
Rucellai  Cenni  di  Nardo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del 

1332  dicembre-1333  dicembre,  175,  25  ;  e  del  1335 

dicembre-1336  dicembre,  183,  13. 
RucELLAl   Francesco   di   Andrea,    6  fatto  dei   Grandi 

(an.  1379),  363,  5. 
RucELLAi  GiovANNi  Di  BiNGiERi,  6  nclle  listc  dei  Priori 

del  1373  gennaio-1374  gcnnaio,  289,  37  ;  vienc  cscluso 

dagli  uffici  per  trc  anni  (an.  1379).  363,  30. 

RUCELLAI    GlOVANNI    Dl    GlOVANNl    Dl    BlNGERI,    6    fattO 

cavaliere  (an.  1381),  394,  9. 
RucELLAi  Lapo  di  Vanni,  6  ncllc  listc  dei  Priori  dcl  1361 
gennaio-1362  gennajo,  259,  42  ;  dcl  1366  gennaio-ii^j 
gennaio,    266,    11;  del  1370  gennaio-1371  gennaio. 


612 


INDICE  ALFABETICO 


[Ruccllai-Saccbctti] 


275.  40  ;  c  del  1376  geniiaio-1377  gennaio,  307,  1»  ; 

6  fatto  dei  Grandi  (an.  1381),  392,  12. 
RucELLAl  LlPPO  Dl  Vanni,   6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1357  gennaio-1358  gennaio,  252,  3. 
RucELLAi   Naddo   di   Cenni,   vienc   fatto   prendere   dal 

Duca    d'Atene,    195,    10-14  ;    viene    condannato    a 

morte  dal  Conservatore  Gnglielmo    d'Asciesi,    200, 

37-40  ;  201,   1-2. 
RucELLAi   Niccol6   di   Bencivenni,    fc   Gonfaloniere  di 

Citistizia  (liste  1353  gennaio-i354  gennaio),  246,   7. 
KucELLAi  Paolo  di  Bingeri,  i  Gonfalonieri  di  Giustizia 

(liste  J363  gennaio-1364  gennaio),  264,   29  ;   6  nelle 

liste     dei    Priori    del     1371    gennaio-1372   gennaio, 

279,  4. 
Rucellai  Ugolino  di  Naddo,   6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  13;  e  del  1354 

gennaio-1355  gennaio,  248,  16. 
Rucellai  Vanni  di  Lapo,  viene  condannato  per  trame 

contro  lo  Stato  (an.  1378),  338,  36. 
RucELLAi  (de')  Andrea  di  Nino,  6  nellc  liste  dei  Priori 

del  1345  maggio-1346  maggio,  227,  11. 
Rucco,  V.  Bandi  R. 

Rucco  (di),  V.  Giovanni  di  R.  ;  Guido  di  R. 
RuFFiGNANO  Di  GiARDiNO,  viene  condannato  per  la  spe- 

dizione  contro  Figline  (an.  1379),  351,  24. 
RuFFOLi  CiONE,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1334  dicembre- 

1335  dicembre,  179,  2. 
RuFFOLi  (de')  Baldo,   6  nclle  liste  dei  Priori  del  1290 

dicembre-1291   dicembre,   68,   3  ;   h  Gonfaloniere  di 

Giustizia  (liste  1292  febbraio-1293  febbraio),  72,  3  ; 

procede  alla  prima  esecuzione  contro  i  Grandi  fa- 

cendo  abbattere,  in  virtu  degli  Ordini  di  Giustizia, 

le  ca.sg  dei  Galli,  71,  10-13  ;  ordina  il  disarmo  dei  cit- 

tadini,  13-14. 
RuFFOLi  (de")  Giovanni  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1299  febbraio-1300  febbraio,  82,  9. 
RuGGERiNi  Boninsegna,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1295 

febbraio-1296   febbraio,    75,    45. 
RuGGERiNO  Di  Benci,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 

1309  febbraio-1310  febbraio),  106,  14  ;  e  (liste  1313 

febbraio-1314   febbraio),   116,    12  ;   fe  nelle  liste  dei 

Priori  del  1314  febbraio-1315  febbraio,  119,  15. 
RuGGiERi  ArrigHetto,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1284 

dicembre-1285  dicembre,  60,  41. 
Ruggieri,  conte,  da  Dovadola,  invia  aiuti  a  Carlo  di 

Calabria  signore  di  Firenze  (an.  1326),  150,  3. 
RuGGiERi  vocATO  FiGLioccio,  viene  condannato  in  lire 

dnecento  (an.  1381),  401,  16. 
Ruggieri  conte  di  Salvatico,  ric,  297,  40. 
RuGGiERi,   V.   Cardinali  R.  ;   Lippi  R.  ;   Pulci   {de')   R.  ; 

Soderini  R.  ;  Tornaquinci  {de')  R. 
RuGGiERi  Di  Gherardino,  V.  Gianni  R.  di  G.. 
Ruggieri  di  Guglielmo,  V.  Bertaldi  R.  di  G. 
Ruggieri  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1323  feb- 

braio-1324  fcbbraio,  135,     13;  del  1329    dicembre- 

1330  dicembre,  164,  11  ;  del  1340  dicembre-1341  di- 

ccmbre.   189,  22  ;   6  Gonfaloniere  di  Giustizia   (listc 

1344  maggio-1345  maggio),  222.  34. 
Ruggieri  di  Neri,  V.  Ricci  (de')  R.  di  N. 
Ruggieri  Fante  di  Pigbllo  Adimari,  viene  fatto  deca- 


pitare  dal  Podesti  come  complice  della  congiura  con- 

tro  lo  Stato  (an.   1379),  361,   12. 
Ruggieri  da  Quona,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1288  di- 

cembre-1289  dicembre,  65,  17. 
Ruggieri  (di),  V.  Guggio  di  R. 
Rugomagno,    castello    preso   e   distrutto   dai    Fiorentini  1 

(an.  1208),  27,  32-33.  I 

Ruspo,  V.  Guittoni  R. 
Ruspo  Di  GuiTTONE,  6  nellc  liste  dei  Priori  dcl  1322  fcb-; 

braio-1323  febbraio,  131,  29. 
RusTicHELLi  Francesco  di  Giovanni,   k  nelle  liate  dei 

Priori  del   1341   dicembre-1342  diccmbre,   190.  33  ;  ] 

come  viene  accolta  dalla  folla  la  sua  proposta  di  con- 

ferire  al  Duca  d'Atene  la  Signoria  della  c.  solo  per  un  1 

anno  (an.  1342),  196,  14-17. 
RusTiCHELLi  GiovANNi,  h  nclle  liste  dei  Priori  del  1296 

febbraio-1297  febbraio,   76,  21  ;   del    1300   febbraio- 

1301   febbraio,  86,  23;  del   1308  febbraio-1309  ffb- 

braio,   104,  21  ;  e  del   1310  febbraio-1311   febbnii' 

108,  21  ;  k  Gonfaloniere  di  Giastizia  (liste  1316  fcl. 

braio-1317  febbraio),  123,  12  ;  e  di  nuovo  nelle  listc 

dei  Priori  del  1319  febbraio-1320  febbraio,  126,  ic 
RusTicHELLi    SiMONE    Di    Bernotto,    6    nclle    liste    (1 

Priori  del  1319  febbraio-1320  febbraio,  126,  1. 
Rustichelli  Tebaldo  d'Orlando,  notaio  dei  Priori,  ric, 

62,   37. 
RusTiCHELLO    (di),    V.    BattagUuzzo   di  R.  ;   Giovanni 

R.  ;  Rinaldo  di  R. 
RusTicHi  Leonardo   di   Rinieri,   viene  ammonito   (anj 

1377).  304,  42;  308,  31. 
Rustichi  Riccardo  di  Geri,  k  nelle  liste  dei  Priori  delj 

1326  febbraio-1327  febbraio,  155,  10. 
RusTiCHii  PiERO    Guardi,     fe  nclle  liste  dei  Priori  de 

1300  febbraio-1301  febbraio,  86,  17. 
RusTico,  V.  Consigli  R.  ;  Moranducci  R. 
RusTico  (di),  V.  Francesco  di  R. 
Rustighi  Neri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1291  dicembre«< 

1292  dicembre,  69,  2. 
Rustighi  Parigi,  notaio  dei  Priori,  ric,  59,  15. 
Sabbatini  (de')  Cola,  di  Bologna,  consigliere  della  Com- 

pagnia  S.  Giorgio,  367,  22. 
Sacchetti,  fam.  fiorentina  del  qnartiere  di  Porta  S.  Ma- 

ria,  21,  10  ;  di  Parte  guelfa  28,  21  ;  esce  da  Fircni 

airannunzio  della  sconfitta  di  Montaperti  (an.  126 

48,  12. 
Sacchetti  Forese,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1339  d* 

cembre-1340  dicembre,   188,   32  ;   k  Gonfaloniere  dil 

Giustizia  (liste  1347  gennaio-i^^S  gennaio),  229,  34  ;1 

c  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1358  gennaio-i359j 

gennaio,  254,  23. 
Sacchetti  Forese  di  Benci,  e  nelle  liste  dei  Priori  dclf 

13.53  gennaio-1354  gcnnaio,  246,  26. 
Sacchetti  Franco,  ric.  392,  15. 
Sacchetti  GiANNOZZO,  6  fatto  prendere  dagli  Otto  della  i 

Guardia  pcr  .sospetti  di  trame  contro  lo  Stato  (an. 

1379).   347,    7-10;   suoi   precedenti,    11-1;   snoi   .•^o 

spetti  armeggii  con  Carlo  di  Durazzo  e  con  gli  sb.111 

diti  fioientiui,  23-38  ;  prcro  nell?  rctc  c  risultato  rcwl 

mente  reo  di  complotti  gli  vicne  fatta  tagliarela  tr- 

sta,  38-39  ;  348,  1-2  ;  ric,  440,  42. 


[Sacchetti-Salviati] 


INDICE  ALFABETICO 


613 


Sacchetti  Jacopo  di  Piero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1360  gennaio-1361  gennaio,  258,  29  ;  del  1366  gennaio- 
1367  gennaio,  266,  10  ;  e  del  1371  gennaio-1372  gen- 
naio,  279,  12  ;  k  fatto  del  Consiglio  dei  Dieci  di  Li- 
berta  (an.  1373),  285,  9  ;  viene  nominato  cavaliere 
dai  Ciompi  (an.  1378),  324,  3  ;  viene  fatto  prendere 
per  sospetti  di  trame,  327,  34  ;  viene  confinato  a 
Todi,  328,  34  ;  viene  nuovamente  preso  e  consegnato 
al  Capitano  come  complice  della  congiura  ordita 
contro  \o  Stato  (an.  1379),  355,  36-39  ;  viene  fatto 
decapitare,  359,   17. 

Sacchetti  Tommaso  di  Jacopo,  6  fatto  cavaliere  (an. 
1381),  394,  4. 

Sacchetti  (de')  Forese,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1334 
dicembre-1335  dicembre,  179,  24. 

Sacchetti  (de')  Franco  di  Benci,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1383  luglio-1384  agosto,  428,  8. 

Sacco  di  Dato  da  Carraia,  notaio  dei  Priori,  ric,  95,  3. 

Saccone,  t;.  Tarlali  (de')  Pietro  da  Pietramala  detto  Saccone. 

Saggina  di  Filippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1298  feb- 
braio-1299  febbraio,  78,  10. 

Saggio  (di'),  V.  Jacopo  di  S.  ;  Piero  di  S. 

S.\LicE  Di  Giachinotto,  V.  Cavalcanti  S.  di  G. 

Salimbene  di  Bruno,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346 
maggio-1347  gennaio,  228,  34. 

Salimbeni  Benuccio,  ric,  143,  28. 

Salimbeni  Leonardo  Bartolini,  ^  nelle 
liste  deiPriori  del  1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  22  ; 
V.  anche  Salimbeni  Leonardo  di  Bartolino 

Salimbeni  Leonardo  di  Bartolino,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1375  gennaio-1376  gennaio,  299,  30  ;  e  del 
1380  marzo-1381  febbraio,  391,  35  ;  partecipa  alla 
Balia  per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  394, 
17  ;  f.  anche  Salimheni  Leonardo  Bartolini. 

Salino  di  Bruno,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  raaggio- 
1346  maggio,  227,  12. 

Saltarelli  Lapo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1291  dicem- 
bre-1292  dicembre,  68,  35  ;  del  1295  febbraio-1296 
febbraio,  75,  37  ;  e  del  1299  febbraio-X3oo  febbraio, 
82.  6. 

Salti  (de')  Francesco  Martini  da  Monte  Ficalle,  viene 
ammonito  (an.  1378),  316,  27-28  ;  317,  5-15. 

Salumanni  Nardo  Manni,  6  nelle  listc  dei  Priori  del 
1355  gennaio-1356  gennaio,  249,  31. 

Salvani  Provenzano,  potente  ghibellino  di  Siena,  46, 
31  ;  sua  ambizione  politica,  53,  38-39  ;  54,  1-7  ; 
guida  i  Senesi  contro  Lucca  ma  scontratosi  coi  Fio- 
rentini,  corsi  in  aiuto  di  questa  c,  viene  sconfitto, 
fatto  prigioniero  e  mandato  a  morte  (an.  1269),  7-11. 

Salvaterra  (di),  t'.  Lippo  di  S. 

"  Salvemini  Gaetano  ,,  storico,  "  loda  Tesposizione  luci- 
da  ed  ordinata  della  cronaca  dello  Stefani,  LIII,  24- 
29  „  ;  "  osservazioni  a  proposito  di  alcuni  suoi  giudizi 
sul  Villani,  LXI,  28-38  „  ;  "  sne  osservazioni  suiren- 
trata  delle  Arti  minori  ncl  Priorato,  in  relazione  allo 
Stcfani,  cd  csamc  di  cssc,  LXXXIII,  23-38  „  ;  "  ric, 
paasim  ncirintroduzionc  „. 

Salvkstrino  i>nL  Tkgghia,  del  popolo  di  S.  Ambrogio, 
vienc  condannato  nel  capo  pcr  la  rivolta  dci  Ciompi 
(an.  1378),  336,  28. 


Salvestro,  V.  Ciati  S.  ;  Cipriani  S.  ;  Lippi  S. 

Salvestro  d'Adoardo,  V.  BelfredeUi  S.  d'A. 

Salvestro  di  Alamanno,  V.  Medici  (de')  S.  di  A. 

Salvestro  d'Andrea  di  Chiarissimo,  viene  ammonito 
(an.   1378),  316,   12-13. 

Salvestro  di  Buoso,  V.  Campiombesi  S.  di  B. 

Salvestro  di  Donato,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1349 
gennaio-1350  gennaio,  235,  41. 

Salvestro  di  Giovanni,  pizzicagnolo,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1373  gennaio-1374  gennaio,  288,  34. 

Salvestro  di  Giovanni,  tintore,  6  dei  Priori  (an.  1378 
luglio-agosto),  326,  15  ;  6  tra  i  capi  della  fazione  de- 
mocratica  che  reclama  maggiore  rigore  sui  rei  di 
complotti  di  fam.  ricche  e  potenti  (an.  1379),  344, 
13  ;  viene  inviato  ambasc.  pr.  Carlo  della  Pace  (an. 
1380),  380,  10-11  ;  e  nuovamente  pr.  lo  stesso  dive- 
nuto  re  di  Puglia  pcr  rincoronazione  della  rcgina 
Margherita  sua  moglie  (an.  1381),  390,  22  ;  viene  con- 
finato  ad  Argenta  (an.  1381),  408,  30  ;  gli  vicne  re- 
vocato  il  bando,  410,  32. 

Salvestro  di  Manetto,  V.  Baroncelli  (de')  S  di  M.  ; 
Buonricoveri  S.  di  M.  ;  Isacchi  S.  di  M. 

Salvestro  del  Melana,  viene  condannato  per  trame 
contro  lo  Stato  (an.  1378),  339,  37. 

Salvestro  di  Riccardo,  V.  Ricci  (de')  S.  di  R. 

Salvestro  di  Tanuccio,  del  popolo  di  S.  Piero  Maggiore, 
viene  condannato  a  morte  per  trame  contro  ]o  Stato 
(an.  1378),  338,  24-25. 

Salvestro  di  Vanni,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1379 
marzo-1380  aprile,  368,  4. 

Salvetti  Domenico,  notaio  dei  Priori,  ric,  214,  17. 

Salvi  Lotto,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1301  febbraio- 
1302  febbraio,  88,  20  ;  e  del  1303  febbraio-1304  fcb- 
braio,  94,  32. 

Salvi,  V.  Dini  S.  ;  Gai  S. 

Salvi  Chiari,  V.  Girolami  S.  C. 

Salvi  Vespuccia  (di),  V.  Giovanni  di  S.  V. 

Salvi  del  Benino,  notaio  dei  Priori,  ric,  179,  31. 

Salvi  del  Chiaro,  V.  Girolami  (de')  S.  del  C. 

Salvi  di  Ciuto,  fenelleliste  dci  Priori  del  1297  febbraio- 
1298  febbraio,  77,  26. 

Salvi  di  Guglielmo,  6  dei  Cinquantadue  cittadini  cui 
viene  data  la  Balia,  insieme  ai  Priori  e  CoIIegi,  per 
la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  396,  11. 

Salvi  di  Lapo,  k  nellc  liste  dei  Priori  del  1345  maggio- 
1346  maggio,  227,  23. 

Salvi  (di),  V.  Cambio  di  S.  ;  Chiaro  di  S.  ;  Jacopo  di  S.  ; 
Marco  di  S.  ;  Niccold  di  S. 

Salvi  (Piano  di  S.),  viene  allagato  e  danneggiato  dall'i- 
nondazione  (an.  1380),  381,  40. 

Salviati  Andrea  di  Francesco,  <i  nelle  liste  dei  Priori 
del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  26  ;  h  dcgli  Otto 
di  Balia  pel  quarticrc  di  S.  Crocc  (an.  1375),  293, 
22  ;  k  nellc  liste  dci  Priori  del  1376  gennaio-1377  gen- 
naio,  306,  38  ;  6  fatto  cavaliere  dai  Cionipi  (an.  1378), 
323,26  ;  ft  Gonfaloniere  di  Giustizia  (an.  1378  novem- 
bre-dicembre),   337,    36. 

Salviati  Forese  di  GiovANNi,  4  fatto  cavnllerc  clni 
Ciompi  (an.  1378),  324,  2. 

Salviati  Francbsco  di  Lotto,  6  Cousigiicic  dei  Piioi  i 


614 


INDICE  ALFABETICO 


[Salvati«Saa  Miaiato  dcl  Tad*tco] 


(an.  1343),  211,  H  ;  *  nelle  liste  dei  Priori  del  1345 

maggio-1346  maggio,  227,  1. 
Salviati  Giovanni  di  Lotto,  h  nelle  liste  dei  Priori   del 

1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  38  ;  &  Gonfaloniere 

di  Giustizia  (liste  1355  gennaio-1356  gennaio),  250,  1  ; 

e  di  nuovo  Gonfaloniere  (liste  1369  geniiaio-1370  gen- 

naio),    275,    6. 
Salviati  Lotto  di  Cambio,  h  nelle  liste  dei  Priori    del 

1343  aprile-1344  aprile,  219,  28  ;  e  del  1351  gennaio- 

1352    gennaio,   240,  24. 
Salviati    Luca    di     Forese,^  nelle  liste   dei 

Priori  del  1382  gennaio-1383  aprile,  425,  3. 
Salviati  Niccol6  di  Cambio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1381   gennaio-1362  gennaio,  260,  1  ;  e  del  1366  gen- 

ttaio  J36J  gennaio,  266,   33. 
Salvini  Guccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1292  febbraio- 

1293  febbraio,  72,   10. 
Salvino,  V.  Artnati  S.  ;  Beccanugi  S.  ;  Rittajede  [de')  S. 
Salvino  d'Albizzo,  V.  Orlandino  S.   D'A. 
Salvino  Di  Martino,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 

gio-1347  gennaio,  229,  24. 
Salvino  di  Simone,  V.  Beccanugi  S.  di  S. 
Salvestri  Domenico,  notaio  dei  Priori,  ric,  263,  8. 
Salvucci  Berto,   h  ncUe  liste  dei  Priori  del    1326    feb- 

braio-1327    febbraio,    155,    34. 
Salvucci  Lapone,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1354  gen- 

naio-1355   gennaio,   247,    39. 
Sambuco,  ric,  398,  25. 

Samminiatesi,  ric,  106,  32  ;  v.  anche  San  Miniato. 
San  Benedetto  dell'Alpe,  ric,  298,  8. 
Sancasciano,  vi  pone  il  campo  Arrigo  VII  (an.     1312), 

111,   5-6  ;     vi  grungono   aU'Imperatore   gli   aiuti  di 

Pisa  e  di  Genova,  6-8  ;  vi  viene  fatto  costruire  sul 

poggio  dal  Duca  d'Atene  Castello  Ducale  (an.  1343), 

202,  24-25. 
San  Donato,  viene  preso  da  Arrigo  VII  (an.  1313),  111, 

27  ;  vi  passano  danneggiandolo  le  milizie  di  ventora 

di  Alberico  da  Barbiano  dirette  contro  Firenze  (an. 

1381),  398,  25. 
Sandro,  V.  Ghiselli  S.  ;  Muletti  S. 
Sandro  dell'Asino,   6  nelle   liste  dei  Priori  del     1343 

apriIe-1344  aprile,  218,   24. 
Sandro  di  Basilio,   6  dei   Priori   (an.    1379  novembre- 

dicembre),  348,  31  ;  viene  confinato  a  Corneto  (an. 

1381),  408,   42. 
Sandro    di    Bertello,     viene    ammonito     (an.      1360), 

258,26. 
Sandro  di  Biliotto,  V.  Tornabelli  S.  di  B. 
Sandro  di  Buto,  V.  Davanzi  S.  di  B. 
Sandro  di  Cenni,  V.  Biliotti  S.  di  C. 
Sandro  del  Corso,  capo  masnadiero,  ric,  239,  3. 
Sandro  di  Donato,  V.  Barucci  S.  di  D. 
Sandro  di  Feduccio,  del  popolo  di  S.  Maria,  vienc  con- 

dannato   nel   capo  per  la  rivolta  dei   Ciompi    (an. 

1378),  336,  30  ;  e  nuovamente  per  la  spedizione  con- 

tro  Figline  (an.   1379),  351,   11. 
Sandro  di  Giovanni,  V.  Porlinari  S.  di  G. 
Sandro    di    Guiduccio,    viene    ammonito    (an.     1358), 

254.  4. 
Sandro  di  Lapo,  V.  Covoni  S.  di  L. 


Sandro  di  Lorbnzo  Pagagnotio,  h  dei  Priori  (an.  1379 
settembre-ottobre),  346,  32. 

Sandro  di  Simone  da  Quarata,  h  nelle  liste  dei  Priori, 
el.  alla  cacciata  del  Duca  d'Atene,  fatto  poi  Gonfa- 
loniere  di  Giustizia  (an.  1343),  210,  37  ;  218,  35  ; 
219.  10  ;  fe  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1347  gen- 
naio-1348  gennaio,  229,  27  ;  h  Gonfaloniere  di  Gru- 
stizia  (liste  1356  gennaio-1357  gennaio),  250,  42  ; 
h  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1359  gennaio- 
1360  gennaio  256,  14  ;  del  1363  gennaio-1364  gen- 
naio,  264,  1  ;  e,  nuovamente,  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1366  gennaio-1367  gennaio),  266,  28  ;  e 
(liste  1369  gennaio-1370  gennaio),  275,  15. 

Sandro  di  Soldo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1367  gen- 
naio-1368  gennaio,  267,  9. 

Sandro  di  Zanobi  dello  Scelto,  k  nelle  liste  dei  Priori 
del  1346  maggio-1347  gennaio,  228,  43  ;  del  1353  gen- 
naio-1354  gennaio,  245,  33  ;  e  del  1359  gennaio- 
1360   gennaio,    256,   2. 

"  Sanesi  Ireneo;  storico,  si  confutano  le  sue  congetture 
suirepoca  della  morte  di  Marchionne  Stefani,  CVII, 
5-38-CVIII,  1-24  „  ;  "  cit..  CII,  2-3  ;  CVI,  4  ;  CXIV, 
1-10  „. 

Sangalhni  Nardo,  notaio  dei  Priori,  ric,  112,  43. 

Sangimignanesi,   aderiscono   alla  lega  contro   Pisa   (an.  j 
1284),   60,  26-27  ;   vengono  costretti    dai   Fiorentinij 
a  far  pace  coi  Volterrani  (an.  1310),  103,  20-24  ;  in- 
viano    aiuti   ai    Fiorentini   contro    Arrigo    VII    (an. 
1312),  110,  21  ;    vengono  condannati  ad  nna  multa 
e     viene    bandita    contro    di    loro    Toste    dai   Fio- 
rentini  per    aver  danneggiato  una    villa    del    loro 
contado,   ma    poi    viene    dal    Comune    revocata    la 
condanna  e  sospesa  la  spedizione   (an.    1332),   172, 
36-37  ;  173,  1-6  ;  nominano  a  loro  Signore  il  Duca  j 
d'Atene.  197,  12  ;  ma  presto  gli  si  ribellano,  207,  21  ; ' 
vengono  di  nuovo  condannati  dal  Comune  fiorentino 
per  atti  di  scorrerie,  294,  21-23. 

Sangimignano,   ric,    398,    6  ;    v.  anche    Sangimignanesi. 

Sanginetto  (da),  V.  Filippo  da  S. 

Sangimigni  Agnolo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1355  gen-  , 
maio-1356    gennaio,    250,    13. 

Sanguigni  Bartolo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1371 
gennaio-1372  gennaio,  279,  15  ;  e  del  1378  (gennaio- 
febbraio),  341,  7  ;  partecipa  come  Capitano  di  Partc 
guelfa  alla  Balia  per  la  riforma  del  Govemo  (an. 
1381),  395,  16  ;  6  di  miovo  nelle  liste  dei  Priori  del 
1383  IugIio-1384  agosto,  428,  3. 

Sanguigno  (di),  V.  Bartolo  di  S. 

Sano  (di),  V.  Checco  di  S. 

San  Martino,  terra  dei  Lucchesi  presa  dai  Fiorentini 
(an.   1330),  166,  25. 

San  Miniato  del  Tedesco  [Sanmignato],  sede  dei  \"\- 
cari  imperiali,  22,  26;  vi  si  trattienc  Federito  11, 
34.  40  ;  accoglie  onorevolmente  il  Vicario  dell'impc- 
ratore  Rodolfo,  62,  21  ;  viene  occupato  da  genti 
fiorentine  e  lucchesi  (an.  131 1),  106,  35;  invia  aiuti 
a  Firenze  contro  Arrigo  VII  (an.  1312),  110,  20  ; 
viene  danneggiato  da  Castruccio  (an.  1323),  132. 
\6  ;  invia  nuovamente  aiuti  a  Firenze  per  la  cac- 
;iata  del  Duca  d'Atene  (an.   1343).  206.  3S ;  si  ri- 


[San  Miniato-Saviai] 


INDICE  ALFABETICO 


615 


bella  ai  Fiorentini  (an.  1367),  269,  37-38  ;  di  ri- 
cetto  agli  sbanditi  e  complotta  con  questi  ai  danni 
di  Firenze  con  Bemab6  Visconti  che  vi  manda  sne 
genti  (an.  1369),  270,  1-10  ;  viene  assediato  dai  Fio- 
rentini,  270,  13-16  ;  torna  in  potere  di  questi  (an. 
1370),  272,    10-20. 

San  Miniato  (contado),  vi  vengono  respinte  e  messe  in 
fuga  le  genti  di  Mastino  della  Scala  signore  di  Lucca, 
181,    35-36. 

Sanna,  V.  Benci  S. 

Sanna  di  Giovanni  del  Sanna  degli  Usacchi,  da  Ca- 
stel  Fiorentino,  viene  ammonito  (an.  1372),  283,  37. 

Sannella  (del),  V.  Niccold  di  Bernardo  del  S. 

Sannella  (della),  V.  Giovanni  di  Vanni  della  S. 

San  Savino,  ric,   66,    11. 

San  Savino  (Badia  di),  viene  danneggiata  dai  Fioren- 
tini  (an.   1292),  69,  24-29  ;  ric,  40,  24. 

San  Savino  (Monte  a),  ric,  437,  24. 

Sansepolcro  (Borgo  a),  castello  liberatosi  dai  Tarlati 
d'Arez20  con  raiuto  dei  Fiorentini  e  dei  Perugini 
(an.  1335),  178,  33-34  ;  invia  aiuti  ai  Fiorentini, 
(an.  1339),  184'  2*. 

Sanseverino  (da),  V.  Bartolonieo  di  Smiduccio  da  S. 

Sanseverino  (di),  V.  Tommaso  di  S. 

Sanseverino  (Conte  Di),  al  seguito  del  Duca  di  Cala- 
bria,  ric,  149,  23. 

Santa  Croce,  castello  dei  Lucchesi  danneggiato  da  Ca- 
struccio  (an.  1323),  132,  14  ;  133,  34  ;  si  di  in  po- 
tere  dei  Fiorentini  (an.   1330),  166,   32-33  ;  167,   1. 

Sant'Agata  (Conte  di),  ric,  433,  41. 

Santi,  V.  Bruni  S. 

Santi  del  Ricco,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1374  gen- 
naio-1375  gennaio,  291,  18. 

Santini  Mone,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gennaio- 
1353  gennaio,  242,  11  ;  e  del  1356  gennaJo-1357 
gennaio,   250,  28. 

"Santini  Pietro,  storico,  conferma  quanto  dice  lo  Stefani 
a  proposito  della  vendita  del  castello  di  Monte  di 
Croce,  XLVII,  18-30,,;  "  esame  di  quanto  egli  a- 
ferma  a  riguardo  deiracqnisto  di  Monte  Grossoli  e 
di  ci6  che  su  di  esso  dice  lo  Stefani,  XLVIII,  32-35- 
LI,  1-36  ,,  ;  "  conferma  quanto  dice  lo  Stefani  a 
proposito  della  giiirisdizione  di  Firenze  sul  contado 
dopo  Federico  I,  LII,  24-31  „  ;  "  si  confutano  al- 
cune  sue  affermazioni  a  riguardo  delle  lotte  civili 
combattute  dagli  Uberti,  LVIII,  4-38  „  ;  "  ric, 
passim  neIl'Introduzione  „. 

"  Sanzanome,  storico,  autore  dei  Gesia  Florentinorum, 
fonte  principale  della  cronaca  dello  Stefani,  XXXI, 
26-27,    22-M;    XLVII,    19,  2-3. 

Sapiti  Andrea  di  Filippo,  notaio  dei  Priori,  ric,  69,  8 ; 
74,  38  ;  75,  43  ;  77,  29. 

Sapiti  Francesco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1357  gen- 
naio-1358  gennaio,  252,  1. 

Sapiti  Otto,  fe  nelle  listc  dei  Priori  del  1360  gennaio-1361 
gcnnaio,  259,  23. 

Sapiti  Rinuccio,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1350  gen- 
naio-1351   gennaio,  240,   4. 

Sarzana  ISererzana],  viene  presa  dal  contc  Guido  No- 
vello  (an.  1263),  49,  28  ;  vi  vengono  confinati  i  Bian- 


chi   (an.   1301),   83,   3  ;  vi  vengono  mandate  milizie 

dai  Fiorentini  per  impedire  il  passo  ad  Arrigo  VII 

(an.  1311),  107,  5-7  ;  viene  data  da  Lodovico  il  Ba- 

varo  a  Castruccio,  154,  22  ;  vi  si  adunano  gli  ambasc. 

fiorentini  e  quelli  di  pp.  Gregorio  per  iniziare,  me- 

diante  i  buoni  •uffici  di  Bernab6  Visconti,  le  tratta- 

tive  di  pace  (an.  1378),  311,  3-10  ;  ric,  383,  25. 
Sassini  Casino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1305  febbraio- 

1306  febbraio,  97,  27. 
Sasso  (di),  V.  Durante  di  S. 
Sassoli  Francesco,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1329  di- 

cembre-1330  dicembre,  164,  25  ;  e  del   1335  dicem- 

bre-1336  dicembre,  183,  26. 
Sassoli   Lorenzo,^  nelle  liste  dei  Priori del  1338 

dicembre-i33g  dicembre,  187,  20. 
Sassoli  (de')  Arrigo  di  Sassolo,  6  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia  (liste  1309  febbraio-1310  febbraio),  106,  1. 
Sassolini     Antonio     di     Marignano,    i 

nelle   liste   dei   Priori   del   138$    maggio-1386    aprile, 

443,   a. 
Sassolini     Giovanni,  i  nelle  liste  dei  Priori 

del  1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  3S. 
Sassolini   Giovanni  d'Arrigo,    6  nelle  liste  dei  Priori 

del   1351   gennaio-1352   gennaio,  240,  24  ;  del   1360 

gennaio-1361  gennaio,  259,  21  ;  e  del  1368  gennaio- 

1369  gennaio,  273,   18. 
Sassolini  (de')  Arrigo  Sassoli,  h  Gonfaloniere  di  Giu- 

stizia   (liste   1304  febbraio-1305    febbraio),  96,   31  ; 

k  nelle  liste  dei  Priori  del  1311  febbraio-1312  febbraio, 

112,  35  ;  V.  anche  Sassolini  {de')  Arrigo  di  Sassolo. 
Sassolini  (de')  Arrigo  di  Sassolo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1315    febbraio-r3i6  febbraio,    121,  28  ;  v.  anche 

Sassolini  (de')  Arrigo  Sassoli. 
Sassolini    (de')    Francesco   Sassoli,    6   nelle   liste   dei 

Priori  del   1313  febbraio-1314  febbraio,  116,  29  ;  e 

del  1326  febbraio-1327  febbraio,  155,   19  ;   t».  anche 

Sassolini  (de')  Francesco  di  Sassolo. 
Sassolini   (de')  Francesco  ui  Sassolo,  6  Gonfaloniere 

di    Giustizia     (liste     1310    febbraio-1311     febbraio), 

108,  25  ;    V.  anche  Sassolini  (de')  Francesco  Sassoli. 
Sassolini  (de')  Sassolo,  fe  iielle  liste  dei  Priori  del  1302 

febbraio-1303   febbraio,   90,    31. 
Sassolo  di  Giunta,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  mag- 

gio-1346  maggio,  227,  6. 
Sassuoli  Meglio,  k  nelleliste  dei  Priori  del  1312  febbraio- 

1313  febbraio,  115,  8. 
Saturnia,  antica  c  d'ltalia  fondata  dal  mitico  Satumo, 

quando  scacciato  dal  suo  regno   si  rifugi6  qua,   6, 

8-10. 
Saturno,  cacciato  dal  regno  dal  figlio  Giove,  viene  in 

Italia  dove  6  accolto  molto  onorevolmente  da  Giano, 

signore  del   luogo,   che  se  lo  associa  nel   regno,    5, 

34-37  ;   fonda  citti  e  dirozza   gli   abitanti  della  re- 

gione  insegnando  loro  ragricoltura  e  Tarte,  6,  1-12  ; 

siioi  discendenti,  12-17. 
Savelli   Pandolfo,   da   Roma,  viene   in   Firenze   quale 

ambasc  di  Arrigo  VII  di  Lussemburgo  (an.   1311), 

106,  29  ;  gli  viene  intimato  dai  Fiorentini  d'aIIonta- 

narsi,  33-41. 
Savini  Andrea  di  Ricco,  e  di  Ruccp,  *  nelle  liste  dei 


616 


INDICE  ALFABETICO 


[  S  avini-Sciliafuatil 


Priori  del  1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  26  ;  del 
1353  gennaio-1354  gennaio.  246,  17;  del  1356  gen- 
naio-1357  gennaio,  250,  38  ;  e  del  1359  gennaio- 
1360  gennaio,  256,  18. 

Savini  Bartolomeo  di  Rucco,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1362  gennaio-1363  gennaio,  262,   1. 

Savini  Giovanni  di  Ricco,  6  nellc  liste  dei  Priori  del 
1348  gennaio-1349  gennaio,  233,  37 ;  e  del  1351 
gcnnaio-1352  gennaio,  240,  39. 

(SavoiaJ  (di)  Luigi  [Luisi],  giunge  in  Firenze  quale  am- 
basc.  di  Arrigo  VII  (an.  1310),  104,  9. 

Savoia  (Conte  di),  viene  mandato  da  Arrigo  VII  con- 
tro  i  Fiorentini  accampati  a  Montelfi,  109,  25-29. 

Savorigi  (Case  de"),  ric,  51,  39. 

Scafati  [Iscafati],  c.  ric,  439,  2-3. 

ScAl-A  (della)  Alberto,  signore  di  Verona,  184,  13  ; 
vienc  fatto  prigioniero  dalle  genti  della  lega,  185,  9. 

ScALA  (della)  Cane,  ric,  120,  27. 

Scala  (della)  Mastino,  signore  di  Verona,  stringe  lega 
coi  Fiorentini  e  con  altri  contro  Giovanni  di  Boe- 
mia  e  contro  il  Bavaro  (an.  1332),  172,  17  ;  occupa 
Lucca  con  disappunto  dei  Fiorentini  (an.  1335),  178, 
21  ;  fa  scorrerie,  non  ostante  la  lega,  nel  contado  di 
Firenze  e  di  Bologna,  180,  4-7  ;  assedia  in  Bocolento 
Piero  De  Rossi,  Capitano  della  lega  formatasi  con- 
tro  di  lui,  lasciandovi  poi  a  capo  delle  milizie  asse- 
dianti  Alberto,  185,  1  ;  viene  a  pace  con  la  lega, 
27-30  ;  viene  ad  accordi  coi  Fiorentini  a  riguardo  di 
Lucca  (an.  1344),  218,  16-20;  (an.  1345),  224,  11-15. 

ScALA  (Signore  della),  ric,  338,  3. 

Scali,  fam.  fiorentina  di  Porta  S.  MaTia,  21,  9  ;  di  parte 
guelfa,  28,  22  ;  esce  da  Firenze  airannunzio  della 
sconfitta  di  Montaperti  (an.  1260),  48,  6  ;  si  schiera 
coi  Bianchi,  80,  36  ;  viene  fatta  popolana,  216,  30. 

ScALi  Branca  Di  GiORGio,  vienc  condannato  a  lire  mille 
e  a  dieci  anni  di  confine,  ed  escluso  per  sempre  da- 
gli  uffici  (an.   1381),  401,   42. 

Scali    (degli),  fam.  ;  v.  Scali,  Jam. 

ScALi  (degli)  Giorgio  di  Francesco,  di  famiglia  di 
Grandi,  fatto  popolano  per  benemerenze  civiche,  6 
Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1373  gennaio-1374 
gennaio),  289,  22  ;  fa  approvare  durante  il  suo  uf- 
ficio  la  proposta  che  nessun  Grande  potesse  avere  te- 
nuta  o  terra  dove  fosscro  stabiliti  dei  fedeli,  290, 
24-32 ;  viene  ammonito  con  grande  meraviglia  di 
tutti  dato  il  suo  noto  guelfismo  (an.  1375),  394, 
34-40  ;  295,  1-17  ;  6  fatto  cavaliere  dai  Ciompi  (an. 
1378),  324,  14  ;  6  dei  capi  della  coalizione  demo- 
cratica  che  rcclama  maggiore  rigore  sui  rei  di  com- 
plotti  contro  lo  Stato  specie  su  queUi  di  fam.  ric- 
che  e  potenti  (an.1379),  344,  6-7  ;  6  fra  i  segnati  alle 
vendette  degli  sbanditi,  354,  7  ;  6  con  Tommaso 
■  degli  Strozzi  a  capo  della  setta  dei  demagoghi  che 
spadroneggiano  nella  c.  (an.  1381),  392,  24-39  ; 
393,  1-8  ;  "  cf.  CXVII,  24-28  » ;  viene  fatto  prendcrc 
dal  Capitano  e  fatto  decapitare,  393,  7-16. 

ScAH  (degli)  Ugo  di  Vieri,  Capitano  della  brigata  fio- 
rentina  inviata  in  aiuto  del  Marthesc  di  Ferrara 
(an.    1333),   173,   18. 


ScALi  (degli)  Vieri  di  Berto  di  Vieri  di  Ugo,  viene 
ammonito  (an.  1373),  288.  23. 

ScALi  (Casb  degli),  ric,   18,  27. 

ScALi  (CoMPAGNiA  DEGLi),  suo  fallimento  (an.  1326), 
150,    20-24. 

ScARLATTi  BoccA,  k  uelle  liste  dei  Priori  del  1337  di- 
cembre-1338  dicembre,   187,  2. 

ScARLATTiNi  ScARLATTO  Di  NuTO,  vicne  ammonito  (an. 
1377).  305,  22  ;  309,  8. 

ScARLATTo  Di  ToMMASO,  II.  Paronci  S.  di  T. 

ScARPERiA,  castello  nel  Mugello  fatto  costruire  dai  Fio- 
rentini  (an.  1306),  97,  13-14  ;  viene  assediato  da  Ga- 
leazzo  Visconti  237,  30-37  ;  238,  27-2» ;  saa  difesa, 
29-34  ;  viene  rifomito  dai  Fiorcntini  con  scelti  fanti 
ed  audaci  masnade,   37-38  ;  239,   4-16. 

ScATizzA  Jacopo  di  Bartolomeo,  cimatore,  membro 
dei  piii  attivi  della  setta  dei  demagoghi  spadroneg- 
gianti  su  Firenze  (an.  1381),  392,  21-30  ;  viene  fatto 
prendere  dal  Capitano  per  richiesta  dei  Priori  ma 
viene  subito  liberato  ad  opera  dei  suoi,  30-39  ;  393, 
1-7  ;  "  cf.  CXVII,  24-28  „  ;  viene  bandito  dal  Capi- 
tano  e  condannato  neiravere  e  nella  persona.  399,  38. 

ScELTO,  V.  Guidotti  S.  ;  Tinchi  S.  ;  Tinghi  S. 

Scelto  di  Tingo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1363  gennaio- 

1364  gennaio,   264,  21  ;   v.    anche  Tinghi  Scelto. 
ScELTO  (dello),  V.  Giovanni  delh  S.  ;  Sandro  di   Zanobi 

dello  S. 
ScHEGGiA   (lo)   di  Camaldoli,  dcl  popolo  di  S.  Felice, 

viene  condannato  per  trame  contro  lo  Stato    (an. 

1378).   339,  26. 
Scheggia  Giovanni  di  Puccio,  viene  condannato  nel- 

]'avere  e  nella  persona  per  la  spedizione  contro  Fi- 

gline  (an.  1379),  351,  10. 
Schiatta,   V.  Ricchi  S. 
Schiatta  di  Noffo,  V.  Ridolfi  S.  di  N. 
Schiatta  del  Ricco,  6  nelle  Hste  dei  Priori  del    1356 

gennaio-1357  gennaio,   250,  36  ;  v.  anche  Schiatta  di 

Ricco  e  Ricchi  Schiatta. 
Schiatta   del   Ricco   Pezzaio,   uno    degli    Otto    della 

guerra,   spinge   il   capitano    Giovanni   Malatacca   ad 

attaccar  battaglia  con  Giovanni  Acuto    (an.    1369), 

271,  11  15. 
Schiatta    di     Ricco,e  nelle  liste  dei  Priori  del 

1365  gennaio-1366  gennaio,  266,  *  ;  v.  anche  Schiatta 
del  Ricco  e  Ricchi  Schiatta. 

Schiatta   di     Ridolfo,».  Guidi  S.  di  R. 

SciLiNGUATi  (degli)  Manetto  di  Dello,  k  Gonfalouiere 
di  Giustizia  (liste  1324  febbraio-1325  febbraio), 
147,    33. 

Scii.inguati  (degli),  Tuccio  Delli,  6  nellc  liste  dei 
Priori  del  1301  febbraio-1302  febbraio,  88,  35  ;  dcl 
1304  febbraio-1305  febbraio,  96,  8 ;  dcl  1307  fct- 
braio-1308  febbraio,  102,  fl  ;  e  del  1309  febbraio- 
13 10  febbraio,  106,  19  ;  t;.  anche  SciliHguati  (degU) 
Tticcio  di  Dello. 

Scilinguati  (degli)  TiTccio  di  Dello,  e  nclle  listo  dci 
Priori  del  1311  fobbraio-iji2  fobbraio,  112.  3«  :  del 
1314  febbraio-1315  febbraio,  119,  8  ;  del  1325  fcb 
braio-1326   fcbbraio,    152,  21  ;   del    1329   dicenibre- 


[Scodellari>Serragluia] 


INDIGE  ALFABETICO 


617 


1330  dicembre,  164,  25  ;  del  1334  dicembre-1335  di- 
cembre,  179,  4  ;  e  del  1337  dicembre-1338  dicembre, 
187,    14  ;  V.  anche  Scilinguati     (degli)   Tuccio   Delli. 

ScoDELLARi  {de')  Branca  di  Stefano,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1381  marzo-1382  aprile,  406,  42. 

ScoLAi  Gherardo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1322  feb- 
braio-1323   febbraio,    131,  21. 

ScoLAio,  V.  Franchi  S., 

ScoLAio  Di  Francesco,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1351 
gennaio-1352    gennaio,    240,    30. 

Scolaio  di  Lapo,  6  dei  Dodici  buoni  uomini  pel  quar- 
ticre  di  S.  Croce  e  partecipa  come  tale  alla  Balia  per 
la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  395,  5. 

ScoLAio  Di  Palamidese,  e  nelle  liste  dei  Piiori  del  1325 
febbraio-1326  febbraio,  152,  3. 

ScOLAio  Di  Palmidesi,  fe  nelle  li.ste  dei  Priori  del  1316  feb- 
braio-1317   febbraio,   122,  42. 

ScoLAio  (Di),  V.  Gherardo  di  Barzia  di  S.  ;  Giovanni  di  S. 

Scolari,  fam.  fiorentina  di  parte  ghibellina,  28,  27  ;  le 
vengono  arse  e  distrutte  le  case  dal  popolo  in  rivolta 
contro  i  Ghibellini  (an.  1258),  44,  8. 

ScoLARi  (DEGLi)  Ciupo,  capitano  della  foresteria  di 
Mastino  della  Scala  a  Lucca,  181,  33. 

ScoTTi  Piero,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1366  gennaio- 
1367  gennaio,  266,  32  ;  e  del  1370  gennaio-1371  gen- 
naio,   276,    5. 

ScoTTO  Di  Benincasa,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1313  feb- 
braio-1314  febbraio,  116,  19. 

Sega  (del),  V.  Giovanni  del  S.  ;  Niccold  di  Giovanni  del  S . 

Segna,    V.    Lotti    S. 

Segna  di  Cione,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1358  gennaio- 
1359  gennaio,   254,    33. 

Segna  di  Lotto,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1347  gennaio- 
1348  gennaio,  299,   40. 

Secna  (di),  V.  Giovanni  di  S.  ;  Naddo  di  S.  ;  Rinieri  di  S. 

Selvolk  di  Lippo  di  Cionk  del  Cane,  viene  escluso  per 
sempre  dagli  Uffici  (an.   1378),  321,  21. 

Sem,  figlio  di  N06,  ric,  2,  17. 

Semifonte,  castello  preso  e  distrutto  dai  Fiorentini 
(an.  1119),  26,  31: 

Senksi,  assediano  Monteprilciano,  ma  corsi  in  aiuto  di 
questa  castello  i  Fiorentini,  vengono  da  questi  stessi 
attaccati  e  sconfitti  pr.  Asciano  (an.  1174),  24,  26- 
31  ;  vemiti  nuovamente  a  guerra  con  gli  stessi,  per 
nou  aver  rispettato  i  patti  de!la  pace  precedente,  ven- 
gono  di  nuovo  da  essi  sconfitti  e  costretti  a  sotto- 
mettersi  a  condizioni  piii  dure  (an.  1208),  27,  26-33  ; 
28,  1-2  ;  andati  nuovamenre  contro  Montepulciano 
tornano  di  nuovo  in  guerra  con  gli  stessi  Fiorentini, 
venuti  ancora  una  volta  in  aiuto  del  castello  e  ripren- 
dono  con  loro  la  lotta  che  si  protrae  per  piii  anni  e 
che  si  chiude,  come  le  precedenti,  con  la  loro  sconfitta 
(aa.  1229-1235),  31,  25-32;  32,1-37;  33,  1-9,  16-22. 
30-31  ;  34,  1-4  ;  riprendono  con  gli  stessi  la  gucrra 
ma  ancora  una  volta  poco  felicemente  (aa.  1251- 
1253);  40,  19-20;  41,  23-26;  42,  11-18  ;  prese  nuova- 
mente  le  armi  contro  gli  stessi,  con  gli  aiuti  dei  Ghi- 
bellini  fiorentini,  rifugiatisi  pr.  di  loro  dopo  la  cacciata 
dalla  c,  e  con  gli  ainti  di  Manfredi  re  di  Puglia  li 
sconfiggono  in    una  grande   battaglia  a  Montaperti 


(an.   1260),  44,   13-17;  45,   32-35;  47,   35-40;    riac- 

cesa  poi  la  lotta    con   gli    stessi  Fiorentini,   in   se- 

guito  alla    nuova    cacciata    dei    Ghibellini    da    Fi- 

renze,    avvenuta    dopo    la     sconfitta    e    morte    di 

Manfredi,   sono  costretti  dopo  vari  insuccessi   a  do- 

mandar  la  pace  mediante    i  buoni    uffici  di    Lucca 

(aa.    1267-1270),    54,    7-12,    34-36  ;    55,    1-7  ;    stretta 

alfine   con   questi   una   lega   vanno   insieme   contro 

Arezzo  (aa.  1288-1289),  64,  8-15;  66,  11;  combat- 

tono  contro  Arrigo  VII  (an.  1313),  113,  3-11  ;  man- 

dano  aiuti  a  re  Roberto  di  Napoli,  signore  di  Firenze, 

per   la   guerra   contro   Matteo   Visconti    (an.    1319J, 

125,    37-38,    ed  a  Carlo  di  Calabria,   anch'esso  si- 

gnore  di  Firenze,  contro  Castruccio  (an.  1326),  150, 

6  ;  inviano  a  Firenze  i  loro  aiuti  alVannunzio  della 

rivolta  contro  il  Dnca  d'Atene  (an.  1343),  206,  32-33  ; 

inviano    nuovamente    aiuto    ai    Fiorentini    assaliti 

da  Galeazzo  Visconti  (an.  1351),  236,  34  ;  e  di  nuovo 

piii   tardi  in  altre  critiche   contingenze    (an.    1379), 

356,   34;   vengono  ad  accordi  con  la  compagniadi 

S.    Giorgio   venuta   a  danneggiare   il   loro   territorio 

(an.    1379),   368,  26  ;   danni   arrecati    dai    Ciompi, 

rifugiatisi  pr.  di  loro  dopo  ]a  cacciata  da  Firenze,  nel 

contado  fiorentino,  ed  accuse  al  riguardo  da  parte  dei 

Fiorentini  contro  di  loro,  371,  10-29;  stringono  nuo- 

vamente   alleanza   con   questi    (an.    1380),   376,    10, 

36-40  ;  377,  1  ;  mandano  a  questi  gli  aiuti  richiesti, 

380,  4  ;  si  dolgono  con  loro  per  rimprowise  richieste 

deirAcuto  (an.   1382),  421,  13-18  ;  cacciano  dal  Go- 

verno  la  gente  minuta,  434,   5-16  ;  s'accordano  coi 

Fiorentini  intorno  a  certi  castelli  da  questi  richie- 

t 
sti,  437,   18-29,  V.  anche  Siena. 

Senno,  V.  Rinuccini  S. 

SercHio,  ric,  192,  36  ;  193,  10. 

Serezzana,  V.  Sarzana. 

Sernigi  Luigi  di  Niccol6,  notaio  dei  Priori,  ric,  250,  3. 

Serotine  di  Salvestro,  V.  Brancacci  S.  di  S. 

Serotine  (di),  V.  Tommaso  di  S. 

Serragli  Niccol6,  notaio  dei  Priori,  ric,  274,  37. 

Serragli  Niccol6  di  Serraglio,  notaio  dei  Priori, 
ric,   299,    17. 

Serragli  PiERO  Di  GiLio,  fe  fatto  popolano  (an.  1379). 
364,  29. 

Serragli  Piero  di  Sillo,  6  dei  Quarantatre  cittadini 
el.  in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gia  nominati 
(an.  1381),  404,  26. 

Serragli  Primerano  Obbriachi,  d  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1345  maggio-1346  maggio),  227,  27. 

Serragli  (degli)  Bonaiuto  di  Belcaro,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1271  gennaio-1272  gennaio,  278,  39  ;  6 
Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1374  gennaio-1375  gen- 
naio),  291,  28  ;  fa  cassare  per  risentimenti  privati, 
durante  il  suo  ufficio,  il  Cancelliere  Niccol6  di  Ven- 
tura  Monachi,  291,  2-12;  6  tra  i  capi  e  i  maggiori 
istigatori  della  Parte  guelfa  per  rammonire,  308,  2  ; 
h  Capitano  della  detta  Parte  con  grande  Balia,  310, 
14-16  ;  318,  3-4  ;  viene  confinato  a  Pesaro  (an.  1378), 
328,  29. 

Serraglina  (Setta),  facente  capo  alla  fam.  Bordoni, 
briga  per  accaparrarsi  relezione  del  Priorato,  137, 


618 


INDICE  ALFABETICO 


[SerraTalle-Siinoiie  Arrighctti] 


38-89  ;  138,  1-6  ;  139,  2-4  ;  reazione  degli  awersari, 
processi  e  condanne,  6-19. 

Sbrravalle,  ne  viene  affidata  la  guardia  ai  Fiorentini 
(an.  1329),  164,  2-4  ;  apprestamenti  militari  fatti 
qua,  come  anche  a  Nievole  ed  a  Borgo  a  Buggiano, 
per  Tassedio  di  Montecatini  (an.  1330),  165,  24-26. 

Sbrvio  Tullio,  re  di  Roma,  ric.,  8,  20. 

Setti  Gherardo,  a  Certaldo,  notaio  dei  Priori,  ric, 
131,    34. 

SiCANO,  figlio  di  Attalo  signore  di  Fiesole,  va  a  stabilirsi 
neirisola  che  da  lui  prende  il  nome  di  Sicilia,  4, 
10-12. 

SiciLiA  [Cicilia]  (Re  di),  v.  Carlo  1  d'Angid ;  Carlo  II 
d'Angid  ;   Roberto  d'Angid  ;   Giovanna  I. 

SiBNA,  accoglie  i  Ghibellini  cacciati  da  Firenze  con  grave 
disappunto  dei  Fiorentini  (an.  1258),  44,  12-17  ;  ne 
viene  fatto  signore  per  cinque  anni  Carlo  di  Calabria, 
allora  signore  anche  di  Firenze  (an.  1326),  149,  6-13  ; 
vi  giungono  ambasc.  Fiorentini  per  dolersi  deirincur- 
sione  su  Figline  fatta  dai  Ciompi  stabiliiisi  qua  dopo 
la  loro  cacciatada  Firenze  (an.  1379),  350,  30-35  ;  visi 
scopre  una  congiura  ordita  da  cittadini  istigati,  se- 
condo  le  voci  correnti,  da  alcuni  Fiorentini  che  ven- 
gono  fatti  prendere  e  mandare  a  morte  (an.  1384), 
431,  26-42  ;  vi  giungono  ambasc.  inviati  da  Firenze 
per  chiarire  la  cosa  che  non  vengono  per6  bene  ac- 
colti,  432,  1-14  ;  vi  viene  instaurato  un  nuovo  Go- 
vemo  pid  conforme  ai  desideri  dei  Fiorentini,  434, 
5-16  ;  viene  ad  accordi  con  Firenze  su  certi  castelli 
degii  Aretini  e  nomina,  d'accordo  con  questa,  come 
arbitro,  il  Comune  di  Bologna  per  la  decisione  della 
•sorte  di  altri  castelli  egualmente  contesi  (an.  1385), 
437,  19-29;    V.  anche   Senesi. 

SiENA  (PoRTE)  PoRTA  Camolia,  ne  escouo  i  Senesi  per 
respingere  Arrigo  VII  che  moveva  contro  ]a  c.  (an. 
1313),    113,   3-U. 

SiENA  (CoNTADo),  viene  corso  e  danneggiato  dai  Fio- 
rentini   (an.   1208),  27,   31-32. 

SiENA  (da),  V,  Caterina  da  S. 

SiGNA,  vi  viene  fatto  ricostruire  il  castello  dai  Fiorentini 
(an.   1326),  150.  26-29;  v.  anche  Firenze  (dintorni). 

SiGNA  (da),  V.  Bonifazio  da  S.  ;  Fantino  da  S.  ;  Fazio  da 
S.  ;  Marsoppino  da  S.  ;  Pino  da  S. 

Signorelli  Matteo,  notaio  dei  Priori,  ric,  169,  3. 

SiGNORiNi  Cambio,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1349  gen- 
naio-1350  gennaio,  275,  25  ;  del  1352  gennaio-1353 
gennaio,  242,  38  ;  del  1358  gennaio-1359  gennaio, 
254,  11 ;  e  del  1362  gennaio-1363  gennaio,  262,  15, 

Sigoli  Vanni  Cini,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1300  feb- 
braio-1301   febbraio,   86,    14. 

SlGOLl  (db")  Priore  d'Arrigo,  viene  ammonito  (an. 
1371).  277,  36. 

SiLiMANNi  Fantino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1292  feb- 
braio-1293  febbraio,  72,  22. 

SiLVESTRo  Di  MicHELE,  V.  Nardi  S.  di  M. 

SiLVio  PosTUMO,  figlio  di  Enea  e  di  Lavinia,  succede  al 
padre  nel  regno,  6,  37-38  ;  suoi  discendenti,  7,  6-10. 

SlMINETTI  Bartolo  di  Giovanni,  detto  Mastino.  i 
nelle  liste  dei  Priori  del  1363  gennaio-1364  gennaio, 
264,  81  ;  e  del  1371  gennaio-1372  gennaio,  279,  2  ; 


passato,  secondo  alcune  voci,  per  rag^ni  di  denaro, 
dalla  fazione  dei  Ricci  a  quella  degli  Albizzi,  fa  ap- 
provare,  durante  il  suo  Priorato,  con  la  violenza,  una 
proposta  di  legge  minacciante  gravi  pene  a  clii  avesse 
osato  fare  proposte  sulla  Parte  guelfa,  ingraziandos) 
cosi  gli  Albizzi  ed  i  Ricci,  279,  39-45  ;  280,   1-20  ;  e 
nelle  liste  dei  Priori  del  1375  gennaio-1376  gennaio,  j 
298,  42  ;  6  tra  i  capi  e  i  maggiori  istigatori  della  Parte  | 
guelfa  per  rammonire,  308,  16;  317,  42;  gli  vienej 
arsa  la  casa  dal  popolo  in  rivolta  contro  la  detta  Par- 1 
te  (an.  1378),  319,  30  ;  viene  confinato  a  Mantova,  | 
321,   31;  328,   31;  tomato  in  Firenze  viene  fatto  j 
prendere  dagli   Otto   della   Guardia   come   complicej 
della  congiura  ordita  contro  lo  Stato  e  consegnato 
al  Capitano  (an.  1379),  355,  85,  40,  41  ;  k  fatto  de- 1 
capitare,  359,  18. 

SiMiNETTi  Bartolomeo  di  Guccio,  6  nellc  liste  dei  Prio- 
ri   del    1330   dicembre-1331    dicembre,    167,    1»;    *' 
Gonfaloniere  di   Giustizia   (liste   1334  dicembre-1335  | 
dicembre),   179,  29  ;  e   (liste  J338  dicembre-1339  di- 
cembre),  187,  U  ;  v.  anche  Siminetti  (de')  Bartolomeo 
di  Guccio. 

Siminetti   Francesco   di   Vannozzo,    6  nelle   lisle   dei  ■ 
Priori  del   1358  gennaio-1359  gennaio,  254,  21. 

SiMiNETTi  Gianni,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1316  feb- 
braio-1317  fcbbraio,  122,  42  ;  v.  ancke  Siminetti  (de') 
Gianni. 

SiMiNETTi  GiovANNi,  fe  uelle  liste  dei  Priori  del  1296  feb- 
braio-1297    febbraio    76,    u. 

SiMiNETTi  SiMONE  Di  GiovANNi,  fe  ncUe  liste  dei  Priori  \ 
del   1350  gennaio-1351   gennaio,  240,   14  ;  del   1354  ■ 
gennaio-1355   gennaio,   248,  23  ;   del   1358  geunaio- 
1359  gennaio,  254,  35  ;  del  1362  gennaio-1363  gen- 
naio,  262,  27  ;  del  1367  gennaio-1368  gennaio,  267, j 
40  ;  e  del  1373  gennaio-1374  gennaio,  289,  18  ;  come  j 
ottenne  che  la  sua  casa  non  venisse  arsa  con  le  al- 
tre  dei  consorti,  345,  3-7. 

SiMiNETTi  (de')  Bartolomeo  di  Guccio,  6  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (liste  1323  febbraio-1324  febbraio),  135, 
26  ;  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1327  febbraio-1328 
febbraio,  157,  33  ;  e  del  1341  dicembre-1342  di- 
cembre,  190,  35  ;  v.  anche  Siminetti  Bartolomeo  di 
Guccio. 

SiMiNETTi  (de')  Gianni,  uotaio  dei  Priori,  68,  21  ;  6  nelle 
liste  dei  Priori  del  1303  febbraio-1304  febbraio, 
95,  1  ;  96,  23  ;  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1309 
febbraio-1310  febbraio),  106,  4  ;  6  di  nuovo  nelle 
liste  dei  Priori  del  1313  febbraio-1314  febbraio, , 
116,  2  ;  del  1318  febbraio-1319  febbraio,  125,  13  ; 
di  nuovo  Gonfaloniere  (liste  1328  dicembre-1325 
dicembre),    160,    35  ;  "■  anche  Siminetti  Gianni. 

SiMiNETTi  (de')  Gianni  di  Bonapresa,  6  uelle  liste  dei 
Priori  del  1321  febbraio-1322  febbraio,  129,  13. 

SiMONCiNO  Di  Francesco,  viene  condannato  per  trame 
contro  lo  Stato  (an.  1381),  400,  23. 

SiMONE,  V.  Acciaiuoli  (degli)  S.  ;  Baroncelli  (de')  S. ; 
BattijoUe  (de')  S.  ;  Bernotti  S.  ;  Benci  S.  ;  Bertini  S.  \ 
Gheardi  S.  ;  Guazza  S.  ;  Guidalotti  S.  ;  Lapi  S.  ;  P«-J 
ruzzi  (de)  S.  ;  Taddei  S.  ;  Tttcci  S. 

SiMONE  Arrighetti,  V.  Abbruciati  (degli)  S.  A. 


[SimoDe  d'AgaoIino>Simoni] 


INDICE  ALFABETICO 


619 


SiMONE  d'Agnolino,  pezzaio,  capipolo  agitatore  di 
folle,  412,  37  ;  413,  5-6  ;  6  dei  Conquantadue  cit- 
tadini  cui  viene  data  la  Balia  insieme  ai  Priori  e 
collegi  per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  396,  22. 

SiMONE  d'Andrka,  viene  condannato  nel  capo  per  la  ri- 
volta  dei  Ciompi  (an.  1378),  336,  15  ;  v.  anche  Fa- 
giuoli  S.  d'A. 

SiMONE  d'Andrea,  detto  Morello,  e  Bartolomeo, 
suo  figliuolo,  del  popolo  di  S.  Lucia  sopr'Arno,  ven- 
gono  condannati  per  trame  contro  lo  Stato  (an. 
1379).    365,    29-30. 

SiMONE  d'Arrigo,  e  nelle  lisle  dei  Priori  del 
1385   maggio-1386   aprile,  443,   21. 

SiMONE  DETTO  Attorri,  6  fatto  popolano  (an.  1379), 
364,  18. 

SiMONE  Di  Baldo,  V.  Tosa  [della)  S.  di  B. 

SiMONE  di  Bartolino,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1377 
gennaio-1378    luglio,    314,    12. 

SiMONE  di  Benedetto,  V.  Gherardi  S.  di  B. 

SiMONE  Di  Benedetto  di  Martino,  V.  Petri  S.  di  B. 
di  M. 

SiM  ne  di  Bernotto,  V.  Rustichelli  S.  di  B. 

SiMONE  Di  Bertino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 
gio-1347  gennaio,  228,  34  ;  e  del  1350  gennaio-1351 
gennaio,  239,  29. 

SiMONE  Di  Biagio,  fe  dei  Dodici  buoni  uomini  (an.  1378), 
326,  41  ;  viene  annullata  la  sua  nomina  di  Proposto 
(an.  1379),  342,  38  ;  h  tra  i  capi  della  coalizione  de- 
mocratica  che  reclama  maggiore  rigore  sui  rei  di 
complotti  di  fam.  ricche  e  potenti  (an.  1379),  344,  9  ; 
viene  inviato  dagli  Otto  della  Guardia  con  lance  del 
Comune  a  prendere  Mariano  di  Lando  degli  Albizzi 
sospetto  di  compliciti  nella  congiura  contro  lo  Stato 
(an.  1379),  355,  29-31  ;  viene  delegato  per  le  tratta- 
tive  con  gli  ambasc.  di  Carlo  della  Pace  (an.  1380), 
380,  37  ;  6  uno  dei  membri  piii  attivi  della  setta  d. 
sfrenati  demagoghi  spadroneggianti  su  Firenze  (an. 
1381),  392,  21-39  ;  393,  1-7  ;  "  cf.  CXVII,  21-28  „  ; 
viene  inseguito  ed  ucciso,  dal  popolo  in  rivolta  con- 
tro  i  detti  demagoghi,  insieme  al  figlio  mentre  ten- 
ta  di  fuggire,  393,  17-22. 

SiMONE  Di  BiNDO,  V.  Altoviti  (degli)  S.  di  B. 

SiMONE  Di  BuoNACCORSO  da  Passignano,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1301  febbraio-1302  febbraio,  88,  24. 

SiMONE  Di  BubNARROTA,  V.  Simoni  S.  di  B. 

SiMONE  DEL  Chiaro,  fabbro,  agitatore  di  folle  che  tenta 
levarsi  sugli  altri,  412,    38. 

SiMONE  DKTTO  CiNARELLO,  viene  condaimato  per  trame 
contro  lo  Stato  (an.  1378),  340,  14. 

SiMONE  Di  CiNO,  viene  mandato  ambasc.  pr.  Carlo  di  Du- 
razzo,  re  di  Puglia,  per  rincoronazione  della  regina 
Margherita  sua  moglie    (an.  1381),  390,  20. 

SiMONE  DETTO  CoMPARE,  viene  condannato  per  trame 
contro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  42. 

SiMONE  Di  Duccio  DEL  Macca,  k  uelle  liste  dei  Priori 
del  1312  febbraio-1313  febbraio,  195,  6. 

SiMONE  DEL  Maestro  Fagno,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1346  maggio-1347  gennaio,  228,  32. 

Simone  di  Filippo,  V.  Capponi  {de')  S.  di  F. 

SiMONS  Di  Fkancksco,  V.  Rtnucct  {de')  S.  di  F. 


SiMONE  Di  Gabbriello  di  Simone,  vienc  ammonito  (an. 

1377).  304,  41  ;  308,  26-27. 
SiMONE  Di  Geri,  V.  Baroni  S.  di  G.  ;  Guidi  S.  di  G. 
SiMONE  Di  Gherardo,   6  nellc  liste  dei  Priori  del  1304 

febbraio-1305  febbraio,  96,  9  ;  e  del  1307  febbraio- 

1308  febbraio,  102,  16  ;  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(hste  1310  febbraio-1311  febbraio),    108,  8  ;  t».  anche 

Gherardi  Simone. 
SiMONE  Di  Gherardo  del  Bello,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1295  febbraio-1296  febbraio,  75,  32. 
SiMONE  Di  Giorgio,  V.  Baroni  S.  di  G. 
SiMONE  Di  GiovANNi,  V.  Siminetti  S.  di  G. 
SiMONE  Di  Guidalotto,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1297 

febbraio-1298  febbraio,   77,  21. 
SiMONE    di    Guiduccio    di    Puccio,    ^  nelle 

liste    dei    Priori    del    1363    gennaio-1364    gennaio, 

264,  e. 
SiMONE  Di  Jacopo,  V.  Bardi  S.  di  J. 
SiMONE  Di  Lapo,  notaio  dei  Priori,  ric,  190,  8. 
SiMONE  Di  Lapo,  V.  Corsi  S.  di  L. 
SiMONE  Di  Mattko,  V.  BiffoH  S.  di  M. 
SiMONE  Di  Michele,  V.  Ristori  S.  di  M. 
SiMONE  Di  Nardo,  V.  Guasconi  S.  di  N. 
SiMONE  Di  Neri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1324  feb 

braio-1325  febbraio,  147,  38. 
SiMONE  Di  Neri,  V.  Antella  {della)  S.  di  N. 
SiMONE  DA  Norcia,  giudice  in  Firenze  durante  la  signoria 

del  Duca  di  Atene,  viene  ucciso  dalla  folla  in  rivolta 

(an.  1343),  208,  5. 
SiMONE  Di  Palmiere,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1361  gen- 

naio-1362   gennaio,   260,  20  ;    viene   ammonito    (an. 

1378),  316,  18. 
SiMONB  Di  Pepo,  V.  Cavicciuli  S.  di  P. 
Simone  di  Piero,  V.  Borsi  S.  di  P. 
SiMONE  Di  Piero  della  Fioraia,  fe  nelle  liste  dei  Priori 

del  1382  (settembre-gennaio),  424,  16. 
SiMONE  da  Pistoia,  vieue  a  Firenze  quale  ambasc.  del- 

rimperatore  Arrigo  VII  (an.  1310),  104,  9. 
SiMONE  DAL  PoGGio,  sbandito  perugino,  caporale  nella 

brigata  di   Carlo  di   Durazzo  capitanata  da   Gian- 

notto,  353,  30. 
SiMONE  Di  Renzo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1383  luglio- 

1384  agosto,  428,  27. 
Simone  di  Rinieri,  V.  Peruzzi  S.  di  R. 
SiMONE  Di  Rota,  V.  Anmannati  S.  di  R. 
SiMONE  Di  Spigliato,  da  Filicaia,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1320  febbraio-1321  febbraio,  127,  12  ;  e  del  1328 

dicembre-1329  dicembre,  160,  38. 
SiMONE  Di  ToMMASO    da    Spoleto,    podesti    di    Firenze 

(an.  1383),  425,  29. 
SiMONE  Di  Tuccio,  V.  GuicciardiM  S.  di  T. 
SiMONK  Di  Vanni,  viene  ammonito  (an.  1377),  305,  6  ; 

309,  2. 
SiMONB  Vespuccia,   partccipa   alla   Balia   per  TArte   di 

Porta  S.  Maria  (an.  1381),  409,  29. 
SlMONB  (Di),  V.  Bernardo  di  S.  ;  Bonarrota  di  S. ;    Buo- 

naguida  di  S.  ;  Buoncristiano  di  S.  ;  Gabbriello  di  S.  ; 

Leone  di  S.  ;  Sandro  di  S. 
SiMONi  Bartolomeo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1371  gen- 

naio-1372  gennaio,  279,  18. 


620 


INDICE  ALFABETICO 


[Sinioni.SoIdi| 


SlMOKi     BiAGio     Dl     Leone,     i  nelle  Hste  dei 

Priori  del  1364  gennaio-i36$  gennaio,  264,  3«. 
SiMONi  BoNACCORSO,  viene  (ondannato  pcr  trame  contro 

lo  Stato  (an.  1381),  400,  16. 
SlMONl  BoNAGOiDA  Di   Jacopo,   6  nellc  liste  dci  Priori 

del  1360  gennaio-1361  gennaio,  258,  31  ;  e  del  1369 

gennaio-1370  gennaio,  275,  13. 
SiMONi  GiovANNi,  notaio  dei  Priori,  ric,  276,  32. 
SiMONi  SiMONE  Di  BuoNARROTA,  h  nellc  listc  dci  Priori 

del    1354   gcnnaio-1355   gennaio,   248,    1  ;    del  1365 

gennaio-J366  gennaio,  266,  i  ;  e  del   1370  gennaio- 

1371  gennaio,  275,  4. 
SlNiBALDO,  V.  Megliori  S. 
SiNiBALDO  DEL  MiGLiORE,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1300 

febbraio-1301   febbraio,  86,   6. 
SiNiBALDo  (di),  V.  Alvizzo  di  S. 
SiRiGATTi  N1CCOL6  Di  PiERO  Di  Guccio,  h  nclle  liste  dei 

Priori  del  1383  Ixiglio-i^S^  agosto,  428,  2. 
Sizi,  fam.  fiorentina  del  quartiere  Diiomo,  21,  7  ;  di  parte 

guelfa,   28,  24  ;   esce  da   Firenze   airannunzio  della 

sconfitta  di  Montaperti  (an.  1260),  48,  5. 
Smiduccio  (di),  V.  Bartolomeo  di  S. 
SoAViA  (Di)  Luisi,  V.  Savoia  {di)  Luigi. 
SoDERiNi,  fam.  fiorentina,  esce  da  Firenze  coi  Gtielfi  al- 

l'annunzio  della  sconfitta  di  Montaperti  (an.   1260), 

48,   10. 
SoDERiNi  Albizzo  di  Stefano,   6  nclle  liste  dci  Priori 

del  1317  febbario-1318  febbraio,  124,  8  ;  fe  Gonfalo- 

niere  di  Giiistizia  (li.ste  1321  febbraio-1322  febbraio), 

129.  2. 
SoDERiNi  Benzo  di  Filippo,  fe  ncUe  liste  dei  Priori  del 

1306  febbraio-1307  febbraio,  99,  33  ;  e  del  1309  feb- 

braio-1310  febbraio,  105,  33. 
Soderini  Geri  di  Stefano,  fe  Gonfalonicre  di  Giustizia 

(liste  1334  dicembse-1335  dicembrc),  179,  8  ;  6  ncUe 

liste  dci   Priori   del    1339  dicembrc-1340   dicembrc, 

188,  31  ;  V.  anche  Soderini.  (de')  Geri  di  Stefano. 
SoDERiNi  Giovanni  di  Stefano,  h  nclle  liste  dci  Priori 

dcl  1343  aprile-1344  aprile,  219,  23. 
SoDERiNi   Guccio   di   Stefano,   6  ncllc  liste  dei  Priori 

del    1332    dicemnre-1333    dicembrc,    175,   22;    e   del 

1365  gennaio-1366  gennaio,  265,  23. 

SoDERiNi  N1CCOL6,  viene  bandito  (an.  1378),  321,  25  ;   v. 

anche  Soderini  (de')  Niccold. 
SoDERiNi  N1CCOL6  Di  Geri,  h  nellc  liste  dei  Priori  del 

1366  gennaio-1367  gennaio,  266,  19  ;  h  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (listc  1370  gcnnaio-1371  gennaio), 
276,  31  ;  e  di  niiovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1375 
gennaio-1376  gennaio,  298,  37  ;  fe  tra  i  capi  di  Parte 
guelfa,  317,  42  ;  gli  vengono  arse  le  case  dal  popolo 
In  rivolta  contro  la  dctta  Parte  (an.  1378),  319,  31  ; 
viene  confinato  a  Treviso,  328,  26  ;  v.  anche  Sode- 
rini  (de')  Niccold  di  Gieri. 

SoDERiNi  PiERo  Di  ZuccHERO,  fe  nellc  listc  dci  Priori 
del  1369  gennaio-1370  gennaio,  274,  40. 

SoDERiNi  RuGGiERi,  notaio  dei  Priori,  59,  8  ;  6  nelle  liste 
dei  Priori  stessi  del  1283  dicembre-1284  dicembre, 
59,  39  ;  c  del  1285  dicembre-1286  dicembre,  62,  5. 

SoDERiNi  ToMMASo,  capo  di  Parte  guelfa,  gli  vengono  arse 
le  case  dal  popolo  in  rivolta  contro  la  Partc  stessa 


(an.  1378),  319,  32-33  ;  viene  escluso  dagli  ufiici  per 
sempre,  321,  19  ;  e  dei  Qvarantatre  cittadini  el.  in 
nggiunta  agli  altri  della  Balia  giii  nominati  (an.  1381), 
404,  23. 

SoDERlNi  ToMMAso  Di  Guccio,  vicne  fatto  Cavaliere 
(an.  1381),  394,  11  ;  tenta  di  levarsi  su  gli  altri, 
412,  26  ;  413,  11  ;  i  Gonjaloniere  di  Giustizia  {liste 
1385  maggio-J386  aprile),  443,  11. 

SoDERiNi  (de")  Geri  di  Stefano,  k  nellc  liste  dei  PVioi : 
del  1313  febbraio-1314  febbraio,  116,  13;  e  del  132', 
fcbbraio-1326  febbraio,  152,  9  ;  v.  anche  Soderim 
Geri  di  Stefano. 

SoDERiNi  (de')  Niccol6,  onori  da  Ini  fatti  a  Catcrin: 
da  Siena,  (an.  1377),  306,  9-10;  v.  anche  Soderim 
Niccold. 

SoDERiNi  (de')  Niccol6  di  Gieri,  e  fatto  dei  Grand: 
(an.  1379),  363,  19  ;  v.  anc/te  Soderini  Niccold  di  Gen 

SoDicHi  GiovANNi,  'uno  dei  Dodici  Anziani,  viene  con 
dannato  per  aver  portato  in  casa  un  cancello  <i: 
Chiesa  trovato  abbandonato  suUa  via,  44,  33-37  ; 
45,  1-6. 

SoFiA  [Soffia],  moglie  dcirimperatore  Giustino,  ric,  17,  *. 

SoLDANi  BONACCORSO  Di  FiLiPPOZzo,  e  nellc  liste  dfi 
Priori  del  1359  gennaio-1360  gennaio,  255,  31. 

SOLDANI  FiLlPPOZZO,  vicne  confinato  a  Bologna  per  tie 
anni  (an.  1381),  401,   1. 

SoLDANi  N1CCOL6  Dl  FiLiPPOZZO,  fe  nclle  liste  dei  Priori 
del  1374  gennaio-1375  gennaio,  291,  33. 

SoLDANi  ToMMASO  Di  Lippo,  k  nclle  listc  dei  Priori  del 
1356  gennaio-1357  gennaio,  250,  35  ;  del  1362  gcn- 
naio-1363  gennaio,  261,  36;  del  1365  gennaio-i366 
gennaio,  265,  3r  ;  c  del  1371  gennaio-1372  genuaid 
279,  1  ;  viene  ammonito  (an.  1377),  305,  7  ;  309, 
2  ;  h  confinato  a  Perugia  (an.  1381),  400,  39. 

SoLDANi  (de')  Filippozzo  Bonaccorsi,  i  Gonfaloniere 
di  Giustizia  (liste  1343  apriIc-1344  aprile),    219,    30. 

SoLDANiERi,  fam.  fiorentina  del  quartierc  di  Porta  S. 
Brancazio,  21,  8  ;  di  parte  ghibellina,  28,  8  ;  le  ven- 
gono  abbattute  le  case  nella  rivolta  contro  i  Ghibel- 
lini  (an.  1258),  44,  7  ;  le  vengono  danneggiate  le  case 
dal  fuoco  (an.  1331),  171,  4. 

SoLDANiERi  GlovANNi,  6  a  capo  della  rivolta  popolare 
contro  il  conte  Guido  Novello  (an.  1266),  51,  22. 

SoLDANiERi  Jacopozzo,  vicnc  fatto  popolano  (an.  1379). 
364,  30. 

SoLDi  Federigo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1329  dicembre- 
1330  diccmbre,  164,  37  ;  i  del  1338  dicenibre-1339 
dicemhre,  187,   1*. 

SoLDi  Marco  di  Federico,  i:  dcgli  Otto  di  Balia  pcl 
quartiere  S.  Giovanni  (an.  1375).  293,  24  ;  h  fatto 
Cavaliere  dai  Ciompi  (an.  1378),  323,  28. 

SoLDi  Matteo  di  Federigo,  6  nclle  liste  dei  Priori  de! 
1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  29  ;  del  1354  gen- 
naio-1355  gennaio,  248,  38  ;  dcl  1357  gennaio-1358 
gcnnaio,  252,  18  ;  del  1360  gennaio-1361  gcnnaio 
259,  16  ;  e  del  1364  gennaio-J365  gennaio,  264,  H  ; 
va  ambasc  in  Roma  pr.  Urbano  V  (an.  1367),  264, 
2  ;  h  nuovamcnte  nelle  liste  dei  Priori  del  1367  gen- 
naio-1368  gennaio,  268,  3  ;  6  Gonfalonierc  di  Giusti- 
zia  (liste  1374  gennaio-1375  gennaio),  292,  5. 


[Soldi-Spini] 


INDICE  ALFABETICO 


621 


SOLDi  (di),  V.  Federigo  di  S.  ;  Sandro  di  S. 

SoMELLE  Tano  di  Toccio,  6  nclle  liste  dei  Priori  del  1346 
maggio-1347  gennaio,  228,  23. 

SoMMAiA  (da)  Amerigo,  k  nelle  listc  dei  Priori  del  1349 
gennaio-1350  gennaio,  235,  41. 

"  SoMMAiA  (della)  Mons.  Girolamo,  ordina  per  ]a  Bi- 
blioteca  Magliabecchiana  di  Firenze  la  copia  di  un 
codice  della  cronaca  di  Marchionne  Stefani  che  egli 
poi  fa  attribuire  erroneamente  a  Coppo,  padre  di  esso 
Marchionne,  VII,  22-31  ;  XX,  32-36  „  ;  "  altre  er- 
ronee  attribuzioni  dello  stesso,  XXI,  4-38  ;  XXII 
1-10  ". 

SoNE  (di),  V.  Granaiuolo  di  S. 

SosTEGNi  Bencivenni,  i  nelU  liste  dei  Priori 
del  /JJ9  dicenibre-1340  dicembre,  188,  15. 

SosTEGNi  GiovANNi  Di  Mancino,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1355  gcnnaio-1356  gennaio,  250,  13  ;  del  1361 
gennaio-1362  gennaio,  259,  43  ;  del  1367  gennaio- 
1368  gennaio,  267,  9  ;  viene  ammonito  (an.  1377), 
305,  10  ;  308,  35  ;  e  nuovamente  nelle  liste  dei 
Priori  del  1382  gennaio-1383  aprile,  425,  8  ;  ric, 
409,  8. 

Sostegni  Mancino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1332  di- 
cembre-1333  dicembre,  175,  25  ;  c  del  1336  dicem- 
bre-1337  dicembre,  186,   16. 

Sozo  (di),  t».   Ugolino  {di)  S. 

Spede  (di),  V.  Ristoro  di  S. 

Spedito  di ,  uno  dei  Dodici  Anziani,  suo  dramma- 

tico  contrasto  con  Tegghiaio  Aldimari  e  con  Cece 
Gherardini  a  riguardo  degli  aiuti  da  inviarsi  a  Mon- 
talcino  assediato  dai  Senesi,  47,  1-14  ;  49.  13-20. 

Spezia  (la),  c.  ric,  383,  25. 

Spigliati  Giunta,  notaio  dei  Priori,  ric,  86,  13. 

Spigliato,  V.  Aldobrandini  S.  ;  Dini  S. 

Spigliato  (di),  V.  Antonio  di  S.  ;  Bandino  di  S.  ;  Bindo, 
di  S.  ;  Fagno  di  S.  ;  Giovanni  di  S.  ;  Jacopo  di  S.  ; 
Manello  di  S.  ;  Naddo  di  S.  ;  Nigi  di  S.  ;  Piero  di 
S.  ;  Siinone  di  S. 

Spina  Bernardo  di  Cecco,  e  nelle  liste  dei  Priori  del 
'373  gennaio-1374  gennaio,  289,  21  ;  viene  ammo- 
nito  (an.   1376),  300,   37. 

Spina  Geri.c  capo  d'una  .schiera  armata  dai  Grandi  con- 
tro  i  Priori  (an.  1295),  74,  21-22  ;  sollecita  con  Corso 
Donati  pp.  Bonifacio  ad  inviare  a  Firenze  Carlo  di 
Valois  (an.  1301),  83,  23-24  ;  accuse  coiitro  di  lui  a 
riguardo  dei  proccssi  e  condanne  dei  Bianchi,  86, 
38-41. 

SriNA  Napo  di  Cecco,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346 
maggio-1347  gennaio,  228,  37. 

Spina  Spina  di  Pino,  ^  nclle  liste  dci  Priori  del  1350 
gennaio-1351  gennaio,  240,  15  ;  e  del  1355  gennaio- 
1356  gennaio,  249,  40. 

Spina  di  Falcone,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1288  dicem- 
bre-1289  dicembre,  65,  13. 

Spina  di  Pino,  V.  Spina  Spina  di  P. 

Spina  d'Ugo,  V.  Spini  (degli)  S.  d'U. 

Spina  (di),  V.  Francesco  di  S.  ;  Lapo  di  S. 

Spinello,  V.  Bonsignori  S.  ;  Donati  S.  ;  Girolami  S. 

Spinello  di  Bonsignore,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1330 
dicembre-1331  dicembre,  167,  28. 


Spinello  di  Donato,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1362  gen- 
naio-1363  gennaio,  262,  25  ;  e  del  1367  gennaio-1368 
gennaio,  268,  5. 

Spinello  di  Girolamo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1299 
febbraio-1300  febbraio,  82,  6. 

Spinello  da  Mosciano,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1340 
dicerabre-1341  dicembre,  189,  24  ;  v.  anche  Spinello 
di  Primerano  e  Spinello  di  Primerano  da  Mosciano. 

Spinello  di  Primerano,  k  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1327  febbraio-1328  febbraio),  158,  2  ;  v.  anche  Spinel- 
lo  da  Mosciano  e  Spinello  di  Primerano  da  Mosciano. 

Spinello  di  PrImerano  da  Mosciano,  fe  nelle  liste  dei 
Priori  del  1308  febbraio-1309  febbraio,  104,  14  ;  k 
Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1310  febbraio-1311 
febbraio),  108,  7  ;  6  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori 
del  1315  febbraio-1316  febbraio,  122,  12  ;  del  1319 
febbraio-1320  febbraio,  126,  11  ;  del  1321  febbraio- 
1322  febbraio,  129,  9  ;  del  1331  dicembre-1332  di- 
cembre,  169,  1  ;  del  1335  dicembre-1336  dicembre, 
182,  33;  e  del  1338  dicembre-1339  dicembre,  187, 
19  ;  e  di  nuovo  Gonfaloniere  (liste  1343  aprile-i34.i 
aprile),  219,  30  ;  v.  anche  Spinello  da  Mosciano  e 
Spinello  di  Primerano. 

Spinello  di  Ranieri,  V.  Girolami  S.  di  R. 

Spinello  di  Simone,  V.  Borsi  S.  di  S. 

Spinello  (di),  V.  Bonsignore  di  S.  ;  Francesco  di  S.  ; 
Fruosino  di  S.  ;  Ricco  di  S. 

Spinetta,  inarchese,  ritoglie  a  Castniccio,  con  gli  aiuti 
inviatigli  dal  Duca  di  Calabria,  signore  di  Firenze, 
due  castelli  della  Lunigiana,  150,  31-32;  assedia 
Buoso  e  la  Verruca  ina  poi  lascia  l'impresa,  32-33  ; 
151,  2  ;  ric,   172,  28-32. 

SpiNi,  fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  28  23  ;  "  cf.  I.XV. 
24  „  ;  esce  da  Firenze  airannunzio  della  sconfitta  di 
Montaperti  (an.  1260),  48,  6  ;  si  schiera  coi  Neri. 
80,  40  ;  92,  16  ;  ma  6  contro  Corso  Donati  (an.  1295). 
90,  8;  (an.  1308),  100,  22  ;  c*  fatta  popolana,  216, 
32  ;  sue  case,   ric,  41,  3  ;  333,  13. 

Spini  Lapo  di  Ugo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1287  feb- 
braio-1288  aprile,  63,  29  ;  v.  anche  Spini  {degli)  Lapo 
di  Ugo. 

Spim  Spina  d'Ugo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1291  di- 
cembre-1292  dicembre,  68,  36  ;  v  anche  Spini  {degli) 
Spina  d'Ugo. 

Spini  (degli)  Anfrione  di  Geri,  fe  nelle  liste  dei  Priori 
del  1358  gennaio-1359  gennaio,  254,  37. 

SpiNi  (degli)  Cristofano  d'Anfrione,  viene  fatto  cava- 
liere  dai  Ciompi  (an.  1378),  324,  15  ;  e  dal  Capitano 
(an.  1381),  393,  39;  6  dei  Quarantatre  cittadini  el. 
in  aggiunta  agli  altri  della  Balia  gii  nominati  (an. 
1381),  405,  I. 

Spini  (degli)  Dego  di  Dosso,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1367  gennaio-1368  gennaio),  267,  31  ;  e  (liste 
1371  gcnnaio-1372  gennaio),  279,  34. 

Spini  (degli)  Francesco  di  Neri,  viene  fatto  cavalierc 
dai  Ciompi  (an.  1378),  324,  16. 

Spini  (degli)  Geri,  viene  confinato  coi  Neri  a  Citti  di 
Castello  (an.  1301),  83,  17  ;  viene  ad  accordi  con  Ugo- 
lino  degli  Ubaldini  per  la  cessione  di  Monte  Accinico 
ai  Fiorentini  (an.  1306),  97,  8-10. 


Tomo  XXX,  p.  1  —  40. 


622 


INDICE  ALFABETICO 


[Spini-Stcfuii] 


Spini  (degli)  Jacopo  di  Dosso  vocato  Cione,  6  nelle 
liste  dei  Priori  del  1376  gennaio-1377  gennaio, 
306,  40. 

Spini  (degli)  Lapo  d'Uco,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 
1285  dicembre-1286  dicembre,  62,  3  ;  v.  anche  Spini 
Lapo  di  Ugo. 

Spini  (degli)  Lippo,  va  ambasc.  pr.  il  pp.  in  Avignone 
(an.  1345),  226,  23. 

Spini  (dkgli)  Manetto,  partecipa  alla  Balia  per  la  ri- 
fonna  del  Governo  (an.  1381),  410,  H. 

Spini  (degli)  Nkpo,  6  dei  Sei  di  Balia  (an.  1343),  208, 
14;  6  Consigliere  dei  Priori,  211,  11. 

Spini  (DEGLi)  Spina  d'Ugo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1288  dicembre-1289  dicembre,  65,  11  ;  t/,  anche  Spini 
Spina  d'Ugo. 

Spini  (degli)  Ugo  di  Lapo,  6  uno  dei  quattro  Grandi 
che,  nominati  Priori  alla  cacciata  del  Duca  d'Atene, 
vennero  poi  deposti  dal  priorato  poco  dopo  dai  Po- 
polani  (an.  1343),  211,   1  ;  219,  1. 

Spinola  Obizzino,  voci  corse  intorno  a  concessioni  a  lui 
fatte  da  Arrigo  VII  a  danno  dei  Fiorentini,  112, 
14-1». 

Spinoli  Baldassarrk  di  Genova,  viene  ambasc.  di  Carlo 
di  Durazzo  pr.  i  Fiorentini  per  sollecitare  la  pace  e 
per  poter  quindi  assoldare  gli  Ungheri  del  detto  Carlo 
per  la  repubblica  di  Genova  contro  Bernabo  Visconti, 
380,    17-20;  ric,  383,  24. 

Spinoli  (degli)  Gherardino,  acquista  la  c.  di  Lucca 
dalle  milizie  tedesche,  163,  26-30;  riprende  CoIIodi 
fatto  ribellare  dai  Fiorentini,  38-39  ;  toglie  a  questi 
il  castello  d'Uzzano,  164,  11-15  ;  vende  Lucca  a  Gio- 
vanni  di  Boemia  (an.  1331),  168,  26-29. 

Squarcialupi,  signori  del  castello  di  Montenuovo,  ven- 
gono  a  guerra  coi  Fiorentini  (an.  1220),  30,  31-34  ; 
fanno  ribellare  a  questi  il  castello  di  Mortennana 
(an.  1254),  42,  21-22. 

Squillace  (Conte  di),  barone  al  seguito  del  Duca  di  Ca- 
labria,  va  con  i  Fiorentini  contro  Castruccio,  150, 
34-35  ;  V.  anche  Giuffredi  di  Marzano  Conte  di  S. 

Staggia,  ric,  369,  6  ;  370,  33. 

Stagio  di  Bartolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1369  gen- 
naio-1370  gennaio,  274,  28. 

"  Stefani  BoNiFAZio,  figlio  di  Coppo  e  fratello  del  cro- 
nista  Marchionne,  CI,  28  ;  CII,  1-4  ;  CIII,  5  ". 

"  Stefani  Coppo,  padre  di  Marchionne,  suo  anno  di  na- 
scita  secondo  p.  Udefonso,  C.  29-30  "  ;  "  h  nominato 
procuratore  da  Bcatrice  d'Este,  moglie  di  Galeazzo 
Visconti,  CI,  4-8  „  ;  "  sua  professione  e  sue  agiate 
condizioni  economiche,  CI,  8-19  „  ;  "  sposa  Gemma 
di  Dante  di  Rinaldo  degli  Adimari,  CI,  12-20  ;  CIII, 
4  ,,  ;  "  sua  donazione  a  favore  del  monastero  di  S. 
Lorenzo,  Cll,  11-12  „  ;  "  compare  pit  volte  tra  i 
Capitani  della  Compagnia  d'OrsammicheIe,  CI,  21- 
23,  20-24,,;  "  probabUe  anno  della  sua  morte  (an. 
1350).  CI,  21-24  „  ;  "  suoi  figli  secondo  p.  Ildefonso 
e  stcondo  i  nuovi  documenti,  CI,  27-28  ;  CII,  1-35  ; 
CIII,  1-7  „  ;  "  critica  della  tradizione  che  lo  ritiene 
autore  di  opere  storiche,  XXI,  4-38  ;  XXII,  1-35  „  ; 
"  si  confuta  l'ipotesi  di  p.  Ildefonso,  come  anche  d  i 
altri,  che  attribuisce  a  lui  la  prima  parte  della  cro- 


naca    dello    Stefani,    almeno   come   preparazione    di 
materiali,  XXII,   36-38  ;   XXIII,    1-4  „. 

'  Stepani  Elisabetta,  figlia  di  Coppo  e  sorella  del  crn 
nista  Marchionne,  manaca  deirordine  degli  Umiliati 
del  monastero  di  S.  Marta,  CI,  29  ;  Cll,  15-22  ,,. 

"  Stefani  Giovanna,  figlia  di  Coppo,  sposa  di  Uberto 
degli  Albizzi,  CI,  29  ;  CIII,  6  ;  nomina  suo  marito  pn 
curatore  per  procedere  alla  divisione  deirereditik  }>.-. 
tema,  CII,  23-35,  10-13  ;  CIII,  1-s  „. 

"  Stefani  Giovanni,  figlio  anch'esso,  secondo  p.    Ild 
fonso,  di  Coppo,  CI,  29  ;  CII,  6-8  „  ;  "  dubbi 
sua  esistenza,  CII,  8-8  ,,. 

"  Stefani  Jacopo,  figlio  di  Coppo  e  fratello  del  cronij 
Marchionne,  CII,  8-14  ;  CIII,  5  „. 

"  Stefani  Marchionne,  figlio  di  Coppo,  varie  manit 
nelle  quali  si  trova  espresso  il  suo  nome,  CIII, 
34  ;  CIV,  1-5  „  ;  "  suo  anno  di  na.scita,  CIII,  14-32  ,J 
"  non  sembra  possa  es.sere,  come  afferma  p.  Ild 
fonso,  il  maggiore  dei  figli,  9-13  ,,  ;  "  sua  abitazi( 
CIV,  6-15  ,,  ;  "  le  idee  politiche  manifestate  nella  : 
cronaca  in  rapporto  alla  politica  finanziaria  del 
mune  e  le  sue  condizioni  economiche,  18-32  ;  C\ 
1-36  ;  CVI,  1-12  ,,  ;  "  spo.sa  Costanza  degli  Adima 
ma  non  sembra  abbia  lasciato  figli,  14-33  „  ; 
primo  ingresso  nella  vita  politica  secondo  p.  Ild 
fonso,  CVIII,  27-29  ,,  ;  "  va  a  Napoli  e  poi  a  Rom| 
ma  non  pare  per  incarico  ufificiale  (an.  1367),  30-3J 
CIX,  1-6  „  ;  "  viene  chiamato  a  far  parte,  pel  qua 
tiere  di  S.  Maria  Novella,  delI'ufiicio  dei  Dieci 
I.iberta  (an.  1372),  9-12,,;  cf.  285,  11;  "c  po 
dopo  dei  Quattro  Ragionieri  el.  per  la  ricerca  dei 
ritti  e  crediti  del  Comune  (an.  1373),  CX,  3-24  , 
cf.  287,  5  ;  "  viene  inviato  dagli  Otto  di  Balia  ai 
basc.  a  Bologna  dove,  con  Taiuto  dei  Fiorentia 
s'era  abbattuto  il  dominio  della  Chiesa  c  costit 
il  libero  Comune  (an.  1376),  CX,  22-33  „  ;  cf.  28 
40-43  ;  300,  1-4  ;  "  assolda  per  incarico  del  Comui 
la  Compagnia  di  Brettoni  accampata  pr.  Bolog 
CXI,  1-6  „  ;  cf.  300,  22-23  ;  "  viene  inviato 
capo  di  nuove  genti  contro  Giovanni  d'Azzo 
gli  Ubaldini  e  contro  il  Conte  di  Dovadola 
la  riconquista  di  Portico  (an.  1377),  CXI, 
37  „  ;  cf.  302,  24-31  ;  303,  1-6  ;  "  viene  inviato  neB 
stesso  anno  quale  Podesta  a  Montecatini,  CXI,  3| 
37  ;  1-2  ;  CXII,  1,  1-3  ,,  ;  "  compare  piii  volte  nelle 
Consulte  del  Comune,  2-5  „  ;  "  nel  1378  compare 
quale  Consigliere  aggiunto  per  decidere  su  varie 
questioni,  10-33  ;  CXIII,  1-3  „  ;  "  neU'ottobre  dello 
stesso  anno  quale  Ufficiale  deirEstimo,  4-11  ,,  ;  "  nel 
Consiglio  del  dieci  gennaio  1379  fa  trionfare  i  suoi 
consigli  di  mitezza  a  riguardo  dei  nemici  del  Govemo, 
12-19 ,,  ;  "  nei  primi  mesi  di  questo  stesso  anno 
viene  inviato  ambasc.  per  tentare  di  ristabilire  Tac- 
cordo  tra  Giovanni  Acuto  e  Bemab6  Visconti,  CXIII. 
20-32  „  ;  cf.  341,  40-42  ;  342,  1-5  ;  "  probabilmente 
dopo  il  suo  ritorno  dov6  andare  Capitano  a  Volterra, 
ufficio  ch'egli  ricorda  nel  suo  testamento,  CXIII, 
33-39  ;  CXIV,  1-20,  J-2  „  ;  "  nel  luglio  e  neiragosto 
dello  stesso  anno  partecipa  ai  Consigli  tenutesi  per  le 
questioni  degli  Aretini  e  delI'Estimo,  21-34  ;   CXV, 


(Stefuii] 


INDICE  ALFABEtlCO 


623 


1-3  „  ;  "  negli  ultimi  due  mesi  6  dei  Priori,  4-9  „  ; 
cf.  348,  3*  ;  349,  15  ;  "  nel  febbraio  del  1380  va  am- 
basc.  pr.  la  Compagnia  S.  Giorgio  che  minacciava, 
insieme  alla  brigata  di  Giannotto,  Siniscalco  di  Carlo 
di  Durazzo,  il  territorio  fiorentino,  20-36  ;  CXVI, 
1-3  „;  cf.  366,  14-15;  367,  40;  368,  U-31;  369. 
19  ;  "  nello  stesso  anno  prende  parte  alle  sedute  del 
Consiglio,  CXVI,  14-17,,;  "  neiragosto  viene  man- 
dato  a  Bologna  per  sollecitare  Tadesione  dei  Bolo- 
gnesi  alla  lega  stretta  con  i  Pisani  e  con  i  Senesi,  18- 
34  „  ;  cf.  377,  3  ;  "  va  ambasc.  pr.  Timperatore  Ven- 
ceslao,  CXVII,  10-24  „  ;  cf.  389,  38  ;  "  di  ritomo  par- 
tecipa  come  Gonfaloniere  di  Compagnia  alla  Balia 
per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  CXVII,  24- 
37  „  ;  cf.  394,  34  ;  "  con  la  caduta  del  Governo  de- 
mocratico  e  con  lo  stabilirsi  della  oligarchia  si  ritira 
dalla  vita  politica,  CXVIII,  9-17,,;  "  dal  1382  in 
poi  concentra  ogni  sua  attivita  alla  preparazione 
della  cronaca  che  aveva  gia  cominciato  a  scrivere  sin 
dal  1378,  XXVIII,  1  ;  XXIX,  1-4  ;  CVIII,  13-17  „  ; 
"  ipotesi  del  Senesi  e  del  Foffano  suiranno  della  sua 
morte,  CVII,  5-38  ;  CVIII,  1-15  „  ;  "  si  dimostra 
pivi  probabile  ch'egli  sia  morto  invece  non  molto  piu 
tardi  del  1385,  CVIII,  16-24;  cf.  XXIX,  1-14,, 
"  le  sue  idee  politiclie  espresse  nella  cronaca  sulVIm 
pero,  la  Chiesa  ed  il  Comune,  CXVIII-CXXI,  1-19  „ 
preambolo  della  detta  cronaca,  1,  1-24  ;  "  cf.  XXX 
29-31  „  ;  "  partizione  di  essa,  XXVIII,  40-48-XXX 
1-7  „  ;  "  valore  della  medesima  nei  confronti  di  quella 
del  Villani,  V,  22-23  ;  VI,  1-9  ,,  ;  "  si  dimostra  con 
raffronti  che  anche  pel  periodo  leggcndario  di  essa, 
daIl'origini  al  secolo  IX,  da  lui  trattato  piuttosto 
frettolosamente,  egli  non  deriva  dal  Villani,  ma 
attinge  direttamente,  invece,  alle  fonti  servite  al 
Villani  stesso,  riproducendole,  a  volte,  in  modo 
piii  ampio  e  piCi  chiaro,  e  qualche  volta  attinge 
anche  a  fonti  sconosciute  al  Villani  medesimo, 
XXX,  9-39-XXXVII,  1-9  „  ;  "  spiegazione  della 
laguna,  tra  il  sec.  IX  e  TXI,  ch'egli  ha  comune 
col  Villani,  10-39;  XXXVIII,  1-13,,;  "  si  dimo- 
stra  che  i  particolari,  da  lui  aggiunti  al  racconto 
del  Villani  suUa  distruzione  di  Fiesole  del  loio,  non 
sono  afiatto,  secondo  gli  ultimi  risultati  della  critica, 
materiale  da  relegarsi  tutto  tra  le  leggende,  21-33  ; 
XXXIX-XLIII,  1-23  „  ;  "  nel  periodo  storico,  poi, 
che  s'inizia  col  sec.  XII,  egli  non  si  distingue  dal  Vil- 
lani  solo  per  le  notizie  ed  i  particolari  ma  anche  per 
gli  apprezzamenti  che  rivelano  un  certo  senso  pratico 
che  talvolta  difetta  nei  giudizi  del  Villani  stesso, 
XLIV,  1-10  ,,  ;  "  cosi  nella  narrazione  deirimprese 
esteriori  condotte  da  Firenze,  dal  sec.  XII  in  poi, 
contro  i  castelli  feudali  ed  i  piccoli  Comuni,  egli  non 
adduce  mai  ragioni  metafisiche,  come  fa  il  Villani, 
ma  solo  quelle  che  scaturi.scono  naturali  dai  fatti 
stessi,  5-32,  3-ie  ;  XLV,  1-7  ,,  ;  "  esame  e  raffronti 
di  alcuni  di  questi  fatti  e  delle  rispettive  considera- 
zioni  ad  essi  premesse.  8-39  ;  XLVI-LIII,  1-11  „  ; 
"  cosl,  parimenti,  neiresposizione  delle  lotte  civili  egli 
non  si  distingue  soltanto  per  i  particolari  nuovi  ma  si 
distingue  specialmente  pel  giudizio  piii  sereno  e  piik 


esatto  che  dk  intomo  agli  avvenimenti,  LIII,  13-29  ,,  ; 
"  suUa  situazione  politica  di  Firenze  e  su  i  moti  capi- 
tanati  dagli  Uberti,  dal  1177  al  ii8o,  egli  cid^  un'idea 
pii»  chiara  e  piii  precisa  di  quella  del  Villani,  32-36  ; 
LIV-LIX,  1-28  ,,  ;  "  Torigine  e  lo  sviluppo  dei  Guelfi 
e  Ghibellini  e  )e  loro  lotte  non  sono  per  lui  solo  una 
manifestazione  secondaria  della  grande  lotta  tra  il 
Papato  e  rimpero,  come  ritiene  il  Villani,  m:i 
piil  giustamente  ed  acutamente  sono  anche  lc 
conseguenze  del  volere  tutti,  come  egli  lamenta 
spesso,  gli  uffici  del  Comune,  30-36 ;  LX-LXIV, 
1-33  „  ;  "  la  sua  lista  dei  Nobili  guelfi  e  ghibellini  e 
quella  del  Villani,  LXV,  1-37  „  ;  "  esame  compara- 
tivo  dei  passi  dei  due  cronisti  sulla  costituzione  po- 
litica  del  Comune  del  1250  ed  il  valore  della  parola 
Popolo  nel  racconto  dello  Stefani,  34-37  ;  LXVI- 
LXVII,  1-34  „  ;  "  il  Govemo  del  Primo  Popolo  dal 
1250  al  1260  e  le  chiare  idee  dello  Stefani  sui  fatti  c 
-sui  vari  partiti  in  lotta,  LXVIII-LXX,  1-20  „  ;  "  le 
accuse  del  Villani,  contro  i  due  frati  gaudenti  chia- 
mati  a  capo  della  cosa  pubblica  durante  il  Governo 
dei  Ghibellini  del  1266,  che  gli  ultimi  risultati  dell.T 
critica  riconoscono  infondate,  non  appaiano  affatto 
nello  Stefani,  23-36  ;  LXXI-LXXIII,  1-28  „  ;  "  la 
costituzione  politica  delle  Arti  e  la  distinzione  di 
esse  in  maggiori  e  minori  fatta  la  prima  volta  da  lui, 
29-35  ;  LXXIV,  16  „  ;  "  la  istituzione  dei  Dodici  an- 
ziani  e  quella  dei  Dodici  buoni  uomini  confuse  dal 
Villani  e  distinte  invece  dallo  Stefani,  9-35  ;  LXXV, 
1-37  ,,  ;  "  la  costituzione  del  maggio  del  1267,  il  Con- 
siglio  dei  Cento  e  quello  Generale  nella  narrazione  dei 
due  cronisti  e  le  osservazioni  del  Salvemini,  LXXVI- 
LXXVIII,  1-5  „  ;  "  la  parte  avnta  dal  popolo,  nelle 
vicende  politiche  dal  1268  al  1279,  trascurata  e  con- 
fusa  dal  Villani,  messa  invece  in  chiaro  ed  in  evi- 
denza  dallo  Stefani,  7-36 ;  LXXIX-LXXXII.  1- 
6  ,,  ;  "  la  notizia  dello  Stefani  della  partecipa- 
zione  deirArti  minori  al  Priorato  ed  i  risultati 
della  critica  del  Salvemini  in  proposito,  8-35  ; 
LXXXIII-LXXXVI,  1-8  "  ;  "  neUa  seconda  parte 
deUa  cronaca,  in  cui  si  narrano  gli  avvenimenti  dal 
1300  al  1348,  raccolti  forse  daUa  voce  di  quelli  che 
vi  avevano  partecipato,  egli  cede  certo  il  posto  al 
VUIani  ed  al  Compagni  che,  spettatori  di  essi,  li 
rappresentano  drammaticamente  e  minutamente  ;  ma 
anche  per  questo  periodo  la  sua  narrazione,  come  si 
dimostra  con  raffronti,  ha  il  sno  particolare  valore, 
10-29  ;  LXXXVII-XCII,  1-31  „  ;  "  neH'ultima  parte 
di  essa,  poi,  che  narra  i  fatti  dal  1348  al  1385,  di  cui 
egli  fu  spettatore  e  spesso  anche  attore,egIi  supera  in- 
vero  per  la  larga  copia  dei  fatti  stessi  e  per  la  veriti 
delle  cose  narrate,  tutti  gli  altri  cronisti  contempora- 
nel  XCV,  5-13  „  ;  "  i  pregi  deUa  sua  cronaca,  15- 
25  „ ;  "  i  suoi  giudizi  suUe  persone,  26-33  ;  XCVI- 
XCVIII,  1-2  „ ;  "  la  sua  prosa,  9-35 ;  XCIX,  1- 
33  ,, ;  "  i  codicj  che  ci  restano  deUa  sua  cronaca  : 
i  cinque  che  riportano  Topera  intera  ed  i  sei  che 
ne  danno  solo  rultima  parte,  X,  11-35,,;  "  esa- 
me  e  raffronti  dei  piCi  importanti  coditi  del 
primo  gruppo  :  il  Guadagni,  su  cui  p.  Ildefonso  con- 


624 


INDICE  ALFABETICO 


IStefani-Stradft] 


dusso  principalmente  la  tua  edizione,  ed  il  Giorda- 
niano  e  TAsiniano  che  questi  invece  non  conobbe  o 
trascur6,  XI-XIII,  1-33  "  ;  "  si  confuta  Topinione 
di  padre  Ildefonso  che  riticne  il  codice  Guadagni  au- 
tografo  o,  almeno,  dettato  dairautorc,  XIII-XVI,  1- 
17  „  ;  "  si  dimostra  che  il  detto  codice,  ora  in  casa 
Ridolfi,  deve  derivare  probabilmente,  invece,  come  il 
Giordaniano,  da  un  altro  che  non  era  Toriginale  ;  e 
che  1'Asiniano,  poi,  nella  derivazione  daU'originale 
rappresenta  un  ramo  indipendente  da  quello  degli 
altri  due,  e  che,  per  il  suo  tempo,  ci  accosta  assai 
.  vicino  all'originale  stesso,  19-37  ;  XVII-XXI,  1- 
35  ,,  ;  "  relazioni  di  parentela  fra  i  codici  del  primo 
gruppo,  XIX,  10-37  ;  XX,  1-15  "  ;  "  i  codici  del  se- 
condo  gruppo  ed  il  loro  valore,  XX,  15-20  ;  XXIII, 
25-37  ;  XXIV-XXVI,  1-32  „  ;  "  ragioni  che  hanno 
consigliato  la  n.  ed,  della  cronaca,  V,  12-23  ;  VI, 
1-9  „  ;  "  valore  dei  codici  Giordaniano  ed  Asiniano 
in   questa   n.   ed.,   XXVI,    34-38  ;     XXVII,     1-18  „. 

"  Stefani  Margherita,  figlia  di  Coppo  e  sorella  del  cro- 
nista  Marchionne,  CIII,  1,  6,  moglie  di  Pietro  Forese, 
6-7  „. 

"  Stefani  Sandra,  figlia  di  Coppo  e  sorella  di  Marchion- 
ne,  CIII,   1-6  „. 

Stefani  Stefano,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  maggio- 
1345  maggio,  222,  30. 

Stefano  [III]  pp.  (aa.  752-757),  chiama  in  Italia  Pipino 
Re  dei  Franchi  contro  i  Longobardi,  17,  12-15. 

Stefano,  V.  Brunacci  S.  ;  Casciani  S.  ;  Pucci  S.  ;  Stejani 
S.  ;  Toscanelli  S. 

Stefano  Benintendi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1292 
febbraio-1293  febbraio,  72,  16. 

Stefano  del  Benino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1330 
dicembre-1331  dicembre,  167,  7. 

Stefano  di  Berto,  6  iiclle  listc  dei  Priori  del  1337  di- 
cembrc-1338  dicenibrc,  187,  27. 

Stefano  di  Berto,  V.  Davami     S.  di  B. 

Stefano  di  BiNDO,  V.  Benini  S.  di  B. 

Stefano  del  Buono,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1293 
febbraio-r294  febbraio,  74,  8. 

Stefano  di  Duccio,  e  di  Tuccio,  del  Forese,  e  nelle 
liste  dei  Priori  del  1322  febbraio-1323  fcbbraio,  131, 
9  ;  del  1350  gennaio-1351  gennaio,  239,  32  ;  del  1353 
gennaio-1354  gennaio,  246,  20  ;  e  del  1357  gennaio- 
1358  gennaio,  252,   17. 

Stefano  di  Giovanni,  notaio  dei  Priori,  ric,  148,  3. 

Stefano  di  Giovanni  di  Segna,  i  nelle 
liste  dei  Priori  del  1385  maggio-1386  aprile,  443,  16. 

Stefano  di  Lippo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1360  gen- 
naio-i36i  gennaio,  259,  22  ;  e  del  1374  gennaio-1375 
gennaio,  291,   17. 

Stefano  di  Lippo,  V.  Neri  S.  di  L. 

Stefano  di  Lippo  Di  Neri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1349 
gennaio-1350  gennaio,  235,  34  ;  e  del  1364  gennaio- 
13^5  gennaio,  264,  3i  ;  v.  anche  Neri  Stefano  di  Lippo. 

Stefano  del  MiGLiORE,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1376 
gennaio-1377  gennaio,  307,  II ;  e  del  1385  maggio- 
1386  aprile,  443,  31. 

Stefano  di  Puccio,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  mag- 
gio-1347  gennaio,  228,  36. 


Stefano  del  Rosso,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1374  gt;, 

naio-1375  gennaio,  291,  20. 
Stefano  di  Stefano,  viene  ammonito  (an.  1360),  259,  2 
Stefano  di  Taddeo,  »'.  Cerretani  S.  di  T. 
Stefano  (di),  V.  Coppo  di  S.  ;  Ste/ano  di  S. 
Stendardi    (degli)    Guglielmo,   barone   al   seguito   d' 

Duca  di  Calabria,  ric,  149,  30-31. 
Stigliano  (da),  i^.  Coluccio  da  S. 
Stinche,  castello,  fatto  ribellare  ai  Fiorentini  dai  Biar 

chi    fuorusciti,    ripreto    e    distrutto    dai    Fiorentiri! 

stessi  (an.  1304),  94,  14-16  ;  v.  anche  Firenze  (carce; 

le  Slinche. 
Stoldi  Francesco  di  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  di'l 

1356  gennaio-1357  gennaio,  251,  6. 
Stoldi  Stoldo  di  Lapo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1350 

gennaio-1360  gennaio,  256,   S  ;  e  del  1363  genna: 

Z364  gennaio,  264,   1. 
Stoldo  di  Bindo,  V.  AUoviti  S.  di  B. 
Stoldo  di  Dore  e  di  Lore,  k  nelle  liste  dei  Priori  d- 

1346  maggio-1347  gennajo,  228,  36. 
Stoldo  di  Francesco,  V.  ArdinghelH  S.  di  F. 
Stoldo  di  Lapo,  V.  Stoldi  S.  di  L. 
Stoldo  (di),  V.  Angiolo  di  S.  ;  Villano  di  S. 
Storich  e  Storlich  (duca   di)  {sic),  ric,   380,    6  ;  43' 

6  ;  439,   36-39. 
Stracciabende  Guglielmo,   6  nelle  liste  dei  Priori   del 

1299  febbraio-i3oo  febbraio,  82,  26. 
Stracciabende      Guglielmo        di      Nli- 

c  o  L  6,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  1338  dicenibre-l33-. 

dicemhre,  188,  2. 
Stracciabende  Guglielmo  d'Ugolino,  viene  ammonito 

(an.  1376),  300,  39. 
Strada  BaRtolo,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1331  dicem- 

bre-1332   dicembre,   169,   8  ;  del   1344    maggio-13.; 

maggio,  222,    3  ;  e  del   1353   gennaio-1354   gennai' 

245.  38. 
Strada  Bono  di  Taddeo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1377 

gennaio-1378  luglio,  314,  8  ;  e  dei  Cinquantadue  cit- 

tadini  cui  viene  data  la  Balia  insieme  ai  Priori  e  Col- 

legi  per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  396,  18  ; 

partecipa    nuovamente  alla  Balia,  410,   3  ;  va  am- 

basc.   del  Comune  pr.  il  Conte   d'Orbino    (sic),   43N 

38-40  ;  V.  anche   Strada  Buono. 
Strada  Buono,  succede  allo  Stefani   al  comando   delle 

milizie  inviate  dai  Fiorentini  per  la  ripresa  di  Portito 

(an.   1377),  303,  5  ;  v.  anche  Strada  Bono  di  Taddeo 
Strada  Cristofano  di  Bono,  6  nelle  liste  dei  Priori  dcl 

1362  gennaio-1363  gennaio,  261,  36. 
Strada  Donato  di  Jacopo,  viene  condannato  per  trame 

contro  lo  Stato  a  pagare,  sotto  pena  della  testa,  du< 

mila  fiorini  d'oro  (an.  1379),  248,  9-13  ;  viene  nu^ 

vamente   condannato   per   la   spedizione   contro   Fi- 

gline  (an.  1379),  351,  1  ;  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1382  (settembre-gennaio),  424,  14. 
Strada  Jacopo  di  Bartolo,  6  Gonfaloniere  di  Giustiz: 

(liste   1357  gennaio-1358  gennaio),   252,    32  ;  k   nel. 

liste  dei  Priori  del  1366  gennaio-T36y  gennaio,  266 , 

7 ;  del  1370  gennaio-i37r  gennaio,  275,  40  ;  e  nuova- 

mente    Gonfaloniere    (liste    1375    gennaio-1376   gen- 

naio),  299,   3. 


(Strada-Strozzi] 


INDICE  ALFABETICO 


625 


Strada  Taddeo  di  Buono,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
i346maggio-i347  gennaio,  228,  17. 

Strozza  del  Rosso,  V.  Strozzi  [degli)  S.  del  R. 

Strozza  (dello),  V.  Lapo  dello  S.  ;  Pagno  dello  S.  ;  Rosso 
dello  S.  ;  Rosso  di  Geri  dello  S.  ;  Ubertino  dello  S. 

Strozzafichi  Niccolo  di  Berto,  e  nelle  liste  dei  Priori 
del  1322  febbraio-1323  febbraio,  131,  11  ;  del  1325 
febbraio-r326  febbraio,  151,  33  ;  del  1330  dicerabre- 
1331  dicembre,  167,  29  ;  del  1333  dicembre-1334  di- 
cembre,  177,  29  ;  del  1336  dicembre-1337  dicembre, 
186,  17  ;  e  del  1339  dicembre-r^^o  dicembre,  188,  26. 

Strozzi,  fam.  fiorentina  di  parte  nera,  92,  11  ;  loro  torri 
in  Montemurlo,  fatte  abbattere  da  Castruccio, 
146,    10. 

"  StRozzi  Carlo,  codici  della  cronaca  dello  Stcfani  un 
tempo  in  suo  possesso,  VII,  3-15  ;  VIII,  1,  26  ;  IX, 
26  ;  ric,  CI,  18-19  „. 

Strozzi  Giovanni  d'Ubertino,  c  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  ^316  febbraio-1317  febbraio),  123,  2  ; 
6  nelle  liste  dei  Priori  del  1319  febbraio-1320  feb- 
braio,  126,  12  ;  e  del  ^322  febbraio-1323  febbraio, 
131,   10. 

Strozzi  Luca  di  Geri,  6  nelle  liste  dei  Priori  dcl  ^339 
dicenigre-1340  dicembre,  188,   16. 

"  Strozzi  Tommaso,  ric,  CXVII,  26  ,,  ;  v.  anche  Sirozzi 
(degli)    Tommaso. 

Strozzi   (degli),  fam.  ;  v.   Strozzi    fam. 

Strozzi  (degli)  Andrea,  viene  condannato  per  tentativi 
di  rivolta  (an.  1343),  212,  34-39  ;  213,  1-10. 

Strozzi  (degli)  Andrea  d'Ubertino,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1346  maggio-1347  gennaio,  228,  22. 

Strozzi  (degli)  Annibaldo  di  Leonardo,  6  fatto  dei 
Gr?ndi  (an.  1378),  321,  \l  ;  h  degli  Otto  di  Balia 
del  popolo  di  Dio  di  S.  Maria.  Xovella,  331,  18-19  ; 
viene  condannato  nel  capo  per  la  rivolts  contro  i 
Priori,  336,   19. 

Strozzi  (degli)  Benedetto  di  Giovanni,  fe  nelle  Iif.tc 
dei  Priori  del  ^352  gennaio-1353  gennaio,  242,  10. 

Strozzi  (degli)  Bernardo  di  Piero,  e  nelle  listc  dei 
Priori  del  1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  27  ;  e  del 
r36r  gennaio-r362  gennaio,  260,   10. 

Strozzi  (degli)  Carlo  di  Strozza,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1360  genn3io-i36i  gcnnaio,  258,  32  ;  del  1,363 
gennaio-1364  gennaio,  264,  31  ;  del  1366  gcmtnio- 
1367  gennaio,  266,  23;  e  del  1370  gennaio-r^^i  gen- 
naio,  276,  15  ;  durante  quesfultimo  suo  Priorato, 
essendo  Gonfaloniere  Uguccionc  dei  Ricci,  riesce  a  pa- 
cifirare  e  ad  imire  insieme,  in  grazia  della  .sua  stretla 
amicizia  con  Piero  di  Filippo  dcgli  Albizzi,  lc  due 
sette  avverse  degli  Albizzi  e  dei  Ricci,  specie  a  ri- 
guardo  della  legge  deirammonire,  278,  25-30  ;  aiuta 
finanziariamente,  secondo  alcune  voci,  Bartolo  Sinii- 
netti  liberandolo  dal  pericolo  del  fallimento  e  attiran- 
dolo  nella  settad  egli  Albizzi,  279,  34-45  ;  accorre  coi 
figli  a  difesa  della  Parte  gtielfa  (an.  1378),  317,  41 ;  gli 
vengono  date  alle  fiamme  le  case  dal  popolo  in  ri- 
volta  contro  la  detta  Parte  (.-<n.  ^378),  319,  28-30  ; 
viene  esiliato  per  cinque  anni,  321,  26  ;  vicne  confi- 
nato  a  Genova,  328,  27  ;  6  dei  Quarantatre  cittadini 
el.   in   aggiunta  agli   altri  della  Balia  gii  nominati 


(an.  1381),  404,  46  ;  legge  al  parlamento  le  proposte 
di  legge  concordate  tra  i  Grandi  e  i  Ciompi,  403,  32- 
35  ;  ma  tenta  invano  di  far  rogare  queste  dal  Notaio 
e  dal  Cancelliere  dei  Priori,  405,  18-34  ;  s'agita  per 
ottenere  il  risarcimento  dei  beni  perduti  per  cause 
politiche,  413,  14  ;  muore  di  pe.stilenza,  427,  16. 

Strozzi  (degli)  Corrado  di  Paolo,  viene  fatto  dei 
Grandi  (an.  ^378),   321,    15. 

Strozzi  (degli)  Filippo  di  Biagio,  viene  confinato  a 
Citta  di  Castello  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378), 
328,  24  ;  tomato  in  Firenze  viene  preso  e  consegnato 
al  Capitano  come  complice  della  congiura  ordita  da- 
gli  sbanditi  (an.  ^379),  355,  36  ;  viene  posto  ai  tor- 
raenti  e  quindi  fatto  decapitare  quale  reo  di  turba- 
zione  di  Stato,  357,  25,  37,  38  ;  358,  21-22. 

Strozzi  (degli)  Francesco,  viene  messo  a  capo  della 
brigata  fiorentina  inviata  in  aiuto  del  March.  di  Fer- 
rara  (an.  1333),  173,  18  ;  v,  anche  Stroizi  (degli) 
Francesco  di  Pafla. 

Strozzi  (degli)  Francesco  di  Palla,  6  Gonfalonicre  di 
Giustizia  (liste  1347  gennaio-T348  gennaio),  230,  2  ; 
V.  anche  Strozzi  (degli)  Francesco. 

Strozzi  (degli)  Giannozzo  di  Strozza  di  Jacopo,  6 
Gonfaloniere  cd  Giustizia  (liste  1355  gennaio-r356 
gennaio),  250,  14  ;  e  nelle  lisie  dei  Priori  del  1363 
gennaio-J366  gennaio,  265,  26  ;  e  del  ^374  gennaio- 
1375  gennaio,  292,  1. 

Strozzi  (degli)  Jacopo  di  Tommaso,  6  dei  Priori   (an. 
1380  maggio-giugno),  372,  14  ;  viene  condannat  > 
lire  raille  ed  escluso  per  sempre  dagli  ufiici  (an.  r^Si) 
401,  41. 

Strozzi  (degli)  Jacopo  d'Ubertino,  vicne  confinato  dal 
Capitnno  a  Manfrcdonia  (an.  r^Sl),  408,  36. 

SiRozzi  (degli)  Lapo  di  Strozza,  6  nelle  liste  dei  Prior 
del  IJ14  febbraio-1315  febbraio,  119,2. 

Strozzi  (degli)  Leonardo  di  Giovanni,  6  nelle  l!ste  dei 
Priori  del  1373  gennaio-1374  gennaio,  288,  33  ;  e  dcl 
1377  gennaio-r378  luglio,  314,  II  ;  viene  escluso  da- 
gli  uffici  (an.  1379),  363,  42  ;  fe  di  nuovo  nclle  liste  dei 
Priori  del  1383  lugIio-1384  agosto,  428,  6. 

Strozzi  (degli)  Lippo  di  Pagni,  e  nelle  liste  dei.Priori 
dcl  1313  febbraio-1314  febbraio,  116,  4. 

Strozzi  (degli)  Loso  di  Lapo,  e  Gonfalonierc  di  Giusti- 
zia  (liste  1310  febbraio-i^ri  febbraio),  108,  26. 

Strozzi  (degli)  I.uca  di  Gerino,  c  iielle  liste  dei  Priori 
del  1317  febbraio-i3rS  febbraio,  124,  10;  del  1331 
dicembre-1332  dicembre,  169,  18  ;  del  ^336  diccm- 
brc-1337  dicembrc,  186,  25;  e  del  1341  dicembrc- 
J342  diccnibrc,  190,  41. 

Strozzi  (degli)  Marco,  i  dci  (^uattoidici  cittadini  cl. 
a  formaro  il  nuovo  Governo  doiio  U  cacciata  del  Duca 
d'Atene  (an.  ^343),  207,  39  ;  v.  anche  Strozzi  (de- 
gli)   Marco  del  Rosso 

Strozzt  (degli)  Marco  del  Rosso,  k  nellc  liste  dei 
Priori  dcl  1330  dicembre-1331  diccmbre,  167.  10  ; 
del  r334  dicembre-rsss  dicembre,  179,  11  ;  del  1337 
dicembre-1338  dicembre,  187,  26  ;  del  ^349  gennaio- 
1350  gennaio,  235,  14  ;  c  del  ^357  gennaio-1358  gen- 
naio,  252,  10  ;  v.  anche  Slrozzi  (degli)  Marco. 

Strozzi  (degli)  Marcuccio  d'Uberto,  4  nelle  liste  dei 


626 


INDICE  ALFABETICO 


(StrouUTaddeo  di  BcadTcaBi 


Priori  dcl  1379  marzo-1380  aprile,  312,  23  ;  viene 
biasimato  per  il  suo  contcgno  verso  il  consorte  Pa- 
nm>  degli  Strozzi  reo  di  complotto  contro  lo  Stato, 
IM3,  20-24  ;  viene  eschiEO  dagli  uifici  per  tre  anni 
(an.  1379),  364,  43  ;  partecipa  airufficio  di  Balia  (an. 
1381),  410,  12. 

Strozzi  (degli)  Nofri  di  Pagnozzo,  i  fatto  dei  Grandi 
fan.  1379).  363,  13. 

Strozzi  (DEGLi)  NoFRi  Di  Palla,  i  Gonfo- 
loniere  di  Giustizia  (liste  1385  maggio-1386  aprile), 
443,  i3. 

STROZZI      (DEGLI)      PaGNO     D1     LeONARDO      DI      GlOVANNI, 

Priore  di  S.  Lorenzo,  viene  condannato  nel  capo  per 
tramc  contro  lo  Stato  (an.  1379),  343,  6-7,  23,  37. 

Strozzi  (degli)  Pagno  di  Strozza,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1312  febbraio-1313  febbraio,  114,23. 

Strozzi  (degli)  Pagolo  di  Jacopo,  fe  nelle  liste  dei 
Priori  del  1344  magRio-1345  maggio,  222,  19. 

Strozzi  (degli)  Palla  di  Jacopo,  t  nelle  liste  dei  Priori 
del  1327  febbraio-1328  febbraio,  158,  4  ;  del  1329 
dicembre-1330  dicembre,  164,  36  ;  del  1332  dicem- 
bre-1333  dicembre,  175,  24  ;  e  del   1339    dicembre- 

1340  dicembre,  188,  25. 

Strozzi  (degli)  Pazzino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1369 
gennaio-1370  gennaio,  274,  31  ;  va  ambasc.  pr.  Gre- 
gorio  XI  in  Avignone  per  la  pace  (an.  1376),  296, 
29  ;  6  tra  i  capi  di  Parte  guelfa  accorsi  a  difesa  di 
essa  contro  i  Popolani  (an.  1378),  318.  12  ;  v.  anche 
Strozzi  (degli)  Pazzino  di  Francesco. 

Strozzi  (degli)  Pazzino  di  Francesco,  h  nelle  liste  dei 
Priori  del  1380  marzo-1381  febbraio,  391,  8  ;  v.  an- 
che  Strozzi  (degli)  Pazzino. 

Strozzi  (degli)  Piero  di  Pinaccio,  6  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1318  febbraio-1319  febbraio),  125, 
8  ;  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1321  febbraio-1322  feb- 
braio,  128,  34. 

Strozzi  (degli)  Soldo  d'Ubertino,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1346  maggio-1347  gennaio,  299,  3. 

Strozzi  (degli)  Strozza  di  Carlo,  fe  fatto  dei  Grandi 
(an.  1379),  363,   16. 

Strozzi  (degli)  Strozza  del  Rosso,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1325  febbraio-1326  febbraio,  152,  2  ;  del 
1332  dicembre-1333  dicembre,  175,  15  ;  6  Gonfalo- 
niere  di  Ginstizia  (liste  1336  dicembre-1337  dicem- 
bre),   186,   8  ;  e  nnovamente   (liste   1340  dicembre- 

1341  dicembre),  189,  37. 

Strozzi  (degli)  Tommaso  di  Marco,  e  degli  Otto  di  Ba- 
lia  (an.  1375),  293,  23  ;  viene  fatto  cavaliere  del  po- 
polo  dai  Ciompi  (an.  1378),  323,  23  ;  e  dei  capi  della 
coalizione  democratica  che  reclama  dal  Capitano 
maggiore  rigore  suirei  di  complotto  contro  lo  Stato  di 
fam.  ricche  e  potenti  (an.  1379),  344,  8  ;  vjene  in- 
viato  ambasc.  pr.  Carlo  di  Durazzo,  347,  5  ;  informa 
coi  colleghi  la  Signoria  sulle  mene  degli  sbanditi  fio- 
rentini  col  detto  Carlo,  349,  8-11  ;  sue  denunzie  al 
ritorno  e  sue  drammatiche  accuse  contro  il  collega 
d'ambasccria  Donato  dei  Barbadori,  352,  20-36  ;  va 
con  Giovanni  pjni  a  rifeiiie  alla  Signoria  sulla  let- 
tera  di  Antouio  dei  conti  di  Bruscoli  denunziantc 
rimminente  scoppio  d'una  rivolta,  353,  36-41 ;  354, 


4-7  ;  i  posto  a  capo  per  le  Arti  maggiori  delle  gent; 
in  armi  a  presidio  del  palazzo  della  Signoria,  355 
23  ;  va  insieme  con  gli  altri  colleghi  pr.  i  Priori  pt 
riferire  intomo  al  mormorlo  e  al  timore  cittadini 
ed  a  proporne  il  rimedio,  261,  26-30  ;  viene  accusat' 
di    avere    istigato    il   tentativo   d'avvelenamento    (! 
Lapo  di  Castiglionchio     (an.    1380),  387,   33-34  ;   • 
a  capo  della  setta  di  demagoghi  spadroneggianti  suUa 
c.  (an.  1381),  392,  24-39  ;  393,  1-3  ;  "  cf.  CXVII.  24- 
28  „  ;  fa  liberare  dalle  mani  del  Capitano  Jacopo  Sca- 
tizza,  uno  dei  membri  piii   attivi  di   questa   setta,l 
fatto   prendere   dal   Capitano   suddetto,    3-8  ;    vienol 
condannato   neiravere    e    nella    persona    e     banditoj 
dalla  c,  399,  37  ;  v.  anche  Strozzi  Tommaso. 

Strozzi  (degli)  Ubertino  di  Rosso,  fe  nelle  liste 
Priori  del  1314  febbraio-1315  febbraio,  119,  18  ;  dd 
1326  febbraio-1327  febbraio,  155,  12  ;  del  1328  di^ 
cembre-1329  dicembre,  161,  3  ;  h  Gonfaloniere 
Giustizia  (liste  1335  dicembre-1336  dicembre),  183, 

Strozzi  (degli)  Uberto  di  Strozza  di  Jacopo,  k  neUel 
liste  dei  Priori  del  1354  gennaio-1355  gennaio,  248,^ 
3  ;  V.   anche   Uberto  di   Strozza  di   Jacopo. 

Strozzi  (degli)  Ugolino  d'Andrea,  va  ambasc. 
Parte  guelfa  a  Rimini  pr.  Carlo  di  Durazzo,  377, 

"  Strozziano  (codice)  ms.  del  sec.  XVIII  contenente 
cronaca  dello  Stefani  (dal  1308  al  1348)  provenient 
dalla  libreria  di  Carlo  Strozzi  (da  cui  il  nome),  afl 
tualmente  pr.   la  Nazionale  di   Firenre,   VII,   3-l| 
37  ;  VIII,  1-9  „. 

Struffaldi  Benincasa,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  128 
dicembre-1283  dicembre,  59,  23. 

Struffaldi  Lapo  di  Pace,  h  nelle  liste  dei  Priori 
1307  febbraio-1308  febbraio,  102,  27. 

Struffaldi  Marco,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1283 
cembre-1284  dicembre,  59,  35. 

Stufa  (della),  V.  Andrea  d'Ugo  della  S.  ;  Giovenco  d'Ut^ 
della  S.  ;   Ugo  della  S. 

Susinana,  castello  degli  Ubaldiai  preso  e  distrutto 
Fiorentini  (an.  1373),  286,  37. 

SUTRI,  C.  ric,   5,   35-38  ;  6,   7. 

Taddei  Bertuccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1326  fel 
raio-1327  febbraio,  155,   9  ;  e  del   1328    dicembr 
1329  dicembre,  160,  41. 

Taddei,  e  Di  Taddeo,  Borghino,  i  nelle  liste  dei  Prio 
del  J33g  dicembre-1340  dicembre,  188,  35  \  e  dq 
1343  aprile-1344  aprile,  210,  40  ;  218,  38. 

Taddei  Domenico  di  BoRGHiNO,  e  nelle  liste  dei  Prio 
del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  8. 

Taddei  Simone,  notaio  dei  Priori,  ric,  247,  34. 

Taddeo,  V.  Carncci  T. 

Taddeo  Salvini,  V.  Rittafedi  (de')  T.  S. 

Taddeo  d^Aldobrando,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  I3l| 
febbraio-1313  febbraio,  114,  26  ;  del  1314  febbraw 
1315  febbraio,  119,  24  ;  del  1329  diccmbre-1330 
cembre,  164,  28  ;  del  1332  dicembrc-1333  dicembn 
175,  26  ;  e  del  1336  diccmbre-1337  diccmbrc,  186,  ^ 

Taddeo  d'Aldobrando  da  Cerreto,  t:  ncUc  listc 
Priori  del  i^o---  fcbbraio-i^oj  fcbbroio.  9(1,  42;  c 
1305  febbraio-1306  febbraio,  98,  8. 

Taddeo  di  Bencivenni,  V.  Buonsostcgni  T.  di  B. 


[Taddeo  del  Bene-Tarlati] 


INDICE  ALFABETICO 


627 


Taddeo  del  Bene  di  Francesco,  viene  ammonito  (an. 

1360),  255,  27. 
Taddeo  di  Buono,  t;.  Strada  T.  di  B. 
Taddeo  di  Cantino,  V.  Agli  T.  di  C. 
Taddeo  di  Cennino,  V.  Agliani  T.  di  C. 
Taddeo  di  Cione,  V.  Aglioni  (degli)  T.  di  C. 
Taddeo  di  Donato,  V.  Antella  {deW)  T.  di  D. 
Taddeo  di  Fino,   viene  nominato   scrivano   (an.    1382) , 

407,  37  ;   v.  anche  Tosi  T.  di  F. 
Taddeo  di  Lapo,  notaio  dei  Priori,  ric,  250,  17. 
Taddeo  di  Neri,   h  dei  Priori   (an.   1378  settembre-ot- 
tobre),  331,  31  ;  viene  confinato  a  Lucca  per  cinque 
anni  (an.  1381),  401,  2. 
Taddeo  del  Ricco,  V.  Arlotti  T.  del  R. 
Taddeo  di  Riguccio,  V.  Pegolotti  T.  di  R. 
Tagliamochi    Dino    di    Teri,    e  nelle  liste  dei 

Priori  del  1366  gennaio-l36y  gennaio,  266,  10. 
Tagliamochi  (de')  Pino  di  Chiavicella,  k  nelle  liste  dei 

Priori  del  1318  febbraio-1319  febbraio,  125,  11. 
Tagliate  (le),  vengono  devastate  dal  Maniscalco  di  Gio- 

vanni  di  Boemia  (an.  1331),  169,  36. 
Taldi  Ricco,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1358  geimaio- 
1359    gennaio,    254,    15  ;   e    del    1373   gennaio-1374 
gennaio,  289,  7. 
Taldo,  V.  Bella  {della)  T.  ;   Valori  T. 
Taldo  di  Maffeo,  V.  Tebaldi  T.  di  M. 
Talenti  Lapo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1292  febbraio- 

1293  febbraio,  72,  1%  ;  v.  anche  Lapo  di  Talenio. 

Talenti  Manno  da  Sesto,  notaio  dei   Priori,  76,    19  ;  6 

nelle  liste  dei  Priori  del  1312  febbraio-1313  febbraio, 

115,  12  ;  e  del  1317  febbraio-1318  febbraio,  124,  29. 

Talenti  Nastagio  di  Lapo,  e  nelle  liste  dei  Priori  del 

1330  dicembre-1331  dicembre,  167,  8. 
Talenti  Puccio,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del  1283  dicem- 

bre-1284  dicembre,  60,  5. 
Talenti  Talento  di  Lapo,   h  nclle  liste  dei  Priori  del 

1313  febbraio-i3r4  febbraio,  116,  i. 
Talento  di  Duccio,  i  dei  Priori  (an.  1379  maggio-giu- 

gno),  345,  33. 
Talento  di  Lapo,  V.  Talenti  T.  di  L. 
Talento  di  Pacco,  del  popolo  di  S.  Lucia  d'Ognissanti, 
viene  condannato  neiravere  e  nella  pcrsona  per  la 
rivolta  dei  Ciompi  (an.  1378),  336.  32, 
Talento  (di),  V.  Lapo  di  T.  ;  Manno  di  T. 
Taluti  di  Neri,  V.  Bronchi  T.  di  N. 
Tanagli   Giachinotto   d'Aldobrandino,   viene   ammo- 

nito  (an.  1378),  324,  39. 
Tanaglia   Antonio   di  Michele,    6   fatto  cavalicre  dai 

Ciompi  (an.  1378),  324,  39. 
Tancredi  Agnolo,  ALBizzoe  Dosso,  signori  di  Valdelsa, 
vengono  uccisi  in  una  rivolta  popolare   (an.    1331) , 
170,    3-10. 
Tancredi   Martino,    notaio   dci    Priori,    ric,    235,    io  ; 

249,  23. 
Tanxredi,  V.  Bencivenni  T. 
Tancredi  da  Vicchio,  e  nclle  liste  dei  Priori  del   1300 

febbraio-1301  febbraio,  8G,  7. 
■Jano,  conte  di  Jlonte  Carelli,  vicnc  preso  in  Fireuze  c 
mandato  a  mortc  (au.  1360),  257,  12-13  ;  ric,  407, 
31-37. 


Tano,  V.  Baroncelli  T. 

Tano  di  Banco,  V.  Castellani  T.  di  B. 

Tano  di  Chiarissimo,  e  nelle  liste  dci  Priori  del  1323 
febbraio-1324  febbraio,  135,  35  ;  del  1330  dicembre- 
1331  dicembre,  167,  12  ;  e  del  1334  dicembre-1335 
dicembre,  179,  18;  6  Confaloniere  di  Giustizia  (li- 
ste  1336  dicembre-1337  dicembre),  186,  28. 

Tano  di  Mico,  V.  Baroncelli  (de')  T.  di  M. 

Tano  di  Nardo,  V.  Guasconi  (de')  T.  di  N. 

Tano  di  Pino,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1340  dicembre- 
1341  dicembre,  189,  35. 

Tano  di  Scotto,  del  popolo  di  S.  Piero  Gattolino,  viene 
condannato  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1378) , 
339,  25. 

Tano  di  Tuccio,  V.  Somellc  T.  di  T. 

Tano  (di),  V.  Cino  di  T.  ;  Lorenzo  di  T.  ;  Piero  di  Masino 
di  T. 

Taoni  Jacopo  di  Tuccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346 
maggio-1347  gennaio,  229.  3. 

Tarlati,  nobili  e  potenti  Ghibellini  d'Arezzo,  signori  di 
Pietramala  e  d'altre  terre  del  contado  aretino  e  di 
fuori,  63.  11  ;  vengono  cacciati  d'Arez20  (an.  1308), 

101,  31-33,  ma  vi  rientrano  poco  dopo  (an.   1309), 

102,  10-41  ;  cominciano  a  perdere  il  loro  antico 
prestigio  (an.  1335).  178,  32-35  ;  sono  consiglieri  del 
Duca  d'Atene  (an.  1343),  200.  28  ;  ric.  338.  10. 

Tarlati  (de')  Bartolomeo  di  Maso  da  Pietramala. 
viene  ad  accordo  col  Comune  di  Firenze  a  riguardo 
dei  castelli  aretini  da  lui  tenuti  (an.  1385),  435, 
21-45. 

Tarlati  (de')  GuiDO  e  Luigi,  vengono  fatti  prendere 
dal  Capitano,  che  i  Fiorentini  tenevano  in  Arezzo,  e 
vengono  inviati  a  Firenze  quali  rei  di  trame  coi 
Pisani  a  danno  dei  Fiorentini  (an.  1342),  191.  38- 
39  ;  192,  1-5  ;  vengono  liberati  con  gli  altri  Tarlati 
in  seguito  alla  pace  di  Pisa  col  Duca  d'Atene,  198, 
15-16. 

TaRLATI    (DE')    MaRCO,  riGLlO  DI  PlERO    DETTO    SACCONE, 

fa  proposte  al  Comune  fiorentino  per  la  cessione  di 
Arezzo  che  non  vengono  per6  punto  accettate  (an . 
1384),  429,  29-34  ;  favorisce  Tentrata  c  roccupazionci 
di  Arezzo  al  Sirc  di  Couchy,  35-44  ;  difende  con  tutt; 
i  suoi  Arezzo  assediata  dai  Fiorentini,  430.  25-2  7 
viene  costretto  da  questi  a  consegnare  le  terre  c 
i  castelli  aretini  da  lui  tenuti,  432,  23-36  ;  vienc  a 
patti  col  Comune  di  Firenze,  437,  1-7. 

Tarlati  (de')  Piero  da  Pietramala,  detto  Saccone, 
vicne  a  concordia  coi  Fiorentini  a  nome  del  Coniunc 
di  Arezzo  ccdendo  la  c.  (an.  1336),  183,  31-34  ;  viene 
a  Firenze  con  tutti  i  suoi  consorti  per  chiedere  la 
cittadinanza  che  viene  subito  conces.sa,  183,  41-43  ; 
invia  aiuti  ai  Fiorentini  contro  Lucca  (an.  1337)  184, 
21  ;  viene  accusato  di  tramare  con  i  Pisani  a  danno 
di  Firenze  e  viene  quindi  fatto  prendere,  192,  2  ; 
viene  liberato  con  gli  altri  Tarlati  in  seguito  alla  pacc 
fatta  dai  detti  Pisani  col  Duca  d'.\tene,  198,  15-18. 

Tariati  (de')  Ridolfo,  viene  fatto  prenderc  dal  Capi- 
tano  dei  Fiorentini  c  rimesso  a  Firenze  comc  reo  di 
tramc  roi  Pisani  a  danno  di  Fircnze  stessa,  191 , 
38-39  ;  192,  1-5. 


62S 


INDICE  ALFABETICO 


[TarUti>TettaJ 


Tarlati  (ue')  Tarlatino,  fe  fatto  Vicario  in  Pisa  da  Lo- 
dovico  il  Bavaro  (an.  1328),  156,  B  ;  161,  26  ;  viene 
cacciato  dal  popolo  in  rivolta  (an.  1329),  162,  25. 
Tarlati  (de')  Tarlato,  viene  fatto  prendere  con  altri 
della  famiglia  perclife  accusato  di  trame  contro  Fi- 
renze,  ma  riesce  a  fuggire  e  a  portarsi  neirAretino 
dovB  fa  ribellare  a  Firenze  molte  terre,  (an.  1342), 
192.  5-8. 
Tarlati  (de')  Vanni,  muore  combattendo  contro  i  Fio- 

rentini  (an.  1309),  103,  32. 
Tarquinio  Prisco,  re  di  Roma,  ric,  8,  20. 
Tarquinio  Superbo,  re  di  Roma,  ric,  8,  21-28,  30. 
Tassinaia    Domenico    di    Giovanni,    viene    condannato 
per  trame  contro  lo  Stato  a  lire  mille  e  a  tre  anni  di 
confine  (an.  1378),  340,  9. 
Tasso  (del),  V.  Bindo  d'Aldobrandino  del  T, 
Tavernelle,  vi  si  accampa  la  Compagnia  di  S.  Giorgio 
diretta  contro  Firenze  (an.  1380),  369,  8,  15  ;  f.  an- 
che  Firenze  (Dintorni). 
Tavernino,  V.  Donati  T. 

Tebaldi  (de')  Maffeo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1284 
dicembre-1285  dicembre,  60,  36  ;  e  del  1287  febbraio- 
1288  aprile,  63,  28. 
Tebaldo,  V,  Orlando  T. 
Tebaldo  d'Orlando,  V.  Rustichelli  T.  d'0. 
Tebalducci  (case  dei),  ric,  55,  32. 
Tecchi  Castello,  6  nelle  liste  dei  Prjori  del  1323  feb- 

brio-1324  febbraio,  135,  15. 
Tecchini    Niccol6    dell'Ammannato,    viene    ammonito 

(an.  1376),  300,  39. 
Tecchino  di  Rinaldo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1325 
febbraio-1326  febbraio,  152,   12  ;  del   1327  febbraio- 
132S  febbraio,  158,  13  ;  e  Gonfaloniere  di  Ginstizia 
(liste  1330  dicembrc-1331  dicembre),  167,  33  ;  e  di 
nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1333  dicembre-1334 
dicembrc,  177,  26. 
Tecchino  (di),  V.  Ammannaio  di  T.  ;  Caslello  di  T. 
Tedaldi,  fam.  fiorentina  di  parte  guelfa,  28,  24. 
Tedaldi  Maffeo,  e  nellc  liste  dei  Priori  del  12S2  dicem- 
bre-1283  dicembre,    59,    17  ;   e  del    1291    dicembre- 
1292,  dicembre,  69,  9. 
Tedaldi  Taldo  di  Maffeo,  6  nelle  Jiste  dei  Priori  del 
1293  febbraio-1294  febbraio,  73,  41  ;  6  Gonfalonierc 
di    Giustizia     (liste     1299    febbraio-1300     febbraio), 
82.  20. 
Tedaldi  Totto,  e  nellc  liste  dei  Priori  del  1313  febbraio- 
1314  febbraio,  116,  3  ;  e  de!  1316  febbraio-1317  feb- 
braio,  123,  V. 
Tedaldini,  fam.  fiorentina  di  partc  ghibellina,  28,  29  ; 
le  vengono  abbattute  e  distrutte  Ic  casc  dalla  rivolta 
popolare  (an.  1258),  44,  8. 
Tedaldo  (di),  V.  Totlo  di  T. 
Tedeschi,  ric,  439,  37. 
Tedesco  Roberto,  vicario  imperiale,  viene  sconfitto  dai 

Fiorentini  (an.   HI3),  22,  26-89. 
Tedice  di  Manovello,  6  nelle  liste  dei  Priori  dcl  1285 
dicembre-1286  dicembre,  61.  33  ;  e  del  1287  febbraio- 
1288  aprile.  63.  31  ;  c  del  1317  fcbbraio-1318  febbraio 
124,  11. 
TaDicE,  V.  ManmelU  T. 


Tedici  Filippo,  nipote  dell'Abate  Ormanno  da  Paccianu, 
briga  coi  Pistoiesi  per  far  respingere  il  Vicario  di  re 
Roberto  (an.  1323),  135,  5-10  ;  si  fa  nominare  signore 
di  Pistoia  e  quindi  allaccia  scgretamente  contemp^^ra- 
nee  trattative  per  la  ccssione  della  c.  con  Castructioe 
coi  Fiorentini  per  venderla  pci  al  maggior  offerentc 
(an.  1324),  137,  2-19  ;  suc  trame,  28-33  ;  chiede  aiuto 
ai  Fiorentini  contro  Castruccio  (an.  1325),  139,  29- 
32  ;  viene  ad  accordi  con  quesfultimo,  140,  3.')-36  ; 
tenta  d'entrare  di  furto  nel  castello  di  Popiglio  (an 
1331).  171,  21-25  ;  sua  morte,  25-30. 

Tedici  Ormanno  di  Jacopo  da   Pacciano,  abatc  c  si 
gnore  di  Pistoia  fautorc  deIl'accordo  con  Castmccio, 
129,  21  ;  sue  subdole  trattative,  a  mezzo  del  nipotc 
Filippo  Tedici,  coi  Fiorentini  per  la  cessione  di  Pi- 
stoia  (an.  1324),  137,  1-33. 

Tegghia,  V.  Bonaccolti  [de')  T. 

Tegghia  di  GuiDO,  V.  Tolosini  T.  di  G. 

Tegghiaio,  V.  Beccanugi  {de')  T. 

Tegghiaio  del  Cecino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1331 
dicembre-1332  dicembre,  169,  10;  del  1333  diccm- 
bre-1334  dicembre,  177,  10  ;  del  1334  dicembre- 
1335  dicembre,  179,  17  ;  del  1340  dicembre-1341 
dicembre,  189,  36;  del  1348  gcnnaio-1349  gennaio, 
234,  14  ;  e  del  1352  gennaio-1353  gennaio,  242,  41. 

Tegghiaio  d'Ugo,  V.  Altoviti  T.  d'U. 

Tegghino  di  Rinaldo,  i  nelle  liste  dei  Prioii 
del  1339  dicembre-1340  dicembre,  188,  31. 

Tegna  (di),  V.  Michele  di  T. 

Tellino,  V.  Dini  T. 

Tellino  di  Dino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1367  .srcn- 
naio-1368   gennaio,  267,  27  ;  v.    anche  Dini  Tellino. 

Tello  (di),  V.  Pasquino  di  T. 

Temagnini  Cecco  di  Cenni,  6  ncllc  liste  dei  Priori  del 
1311  febbraio-1312  febbraio,  112,  27. 

Temperano  di  Manno,  e  nelle  listc  dei  Priori  del  1353 
gennaio-1354  gennaio,  246,  27  ;  v  .anche  Ceccht 
T.  di  M. 

Temperano  di  Manno  del  Chiaro,  e  nelle  hste  dci  Pnor 
del  1374  gennaio-r375  gennaio,  291,  19. 

Temperano  di  Mauro  del  Chiaro,  ' 
nelle  liste  dei  Priori  del  1364  gennaio-i36s  gennaio, 
264,  39. 

Tempi  Benedetto,  notaio  dci  Priori,  ric,  252,  10. 

Tencino  d'Acerbo,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1298  feb 
braio-1299  febbraio,  78,   12. 

Tendi  (di),  V.  Paolo  di  T. 

Tengo  (di),  V.  Niccold  di  T. 

Teo,  V.  Bardi  T. 

Teo  Bentaccorda,  i  nellc  listc  dci  Priori  del  1295  feb- 
brajo-1296  febbraio,  75,  40. 

Teodorico,  re  dei  Goti,  viene  in  Italia  col  consenso  del- 
rimperatore  di  Costantinopoli  e  roccupa,  16,    30-31. 

Teodosio,  imperatore  (ca.  379-395),  ric,  14,  9. 
Teodosio  II,  imperatore  (aa.  423-425),  ric,  15.27. 

Teri  (di),  «;.  D.menico  di  T. 

Trrranuova,  ric,  388,  22. 

Terzo  di  Ctone,  V.  Bonelle  T.  di  C. 

Testa,  t'.  Brandini  T. 

Testa,  fratello   di   Macinella,   del   popolo   di   S.    Fnauo, 


(Tiberina-Tominafo] 


INDICE  ALFABETICO 


629 


viene  condannato  neiravere  e  nella  persona  per 
trame  contro  lo  Stato  (an.  1379),  365,  43. 

TiBERiNO,  discendente  della  regia  stirpe  d'Enea,  7,  8. 

TiBERio,  imperatore  (aa.  14-37),  sue  munificenze  in  favore 
di  Firenze,  12,  14-19  ;  sotto  il  sno  impero  viene  da 
Erode  fatta  tagliare  la  testa  a  S.  Giovanni  Battista, 
11,  41  ;  12,  19  ;  e  viene  crocifisso  Gesfi  Cristo,  12.  15 . 

Ticcio  Di  CiANO,  notaio  dei  Priori,  ric,  125,  30. 

TiERi,  V.  Benveniiti  T.  ;  Marchi  T. 

TiERi  Di  Benvenuto,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  13 17 
febbraio-1318  febbraio,  124,  12. 

TiERi  Di  BiNDO,  V.  Ambrogi  T.  di  B. 

TiERi  Di  Paolo,  6  nelle  liste  dei  Prioridel  1374  gennaio- 
1375  gennaio,  292,   11. 

TiERi  (di),  V.  Dante  di  T.  ;  Francesco  di  T.  ;  Michele  di  T. 

TiGLiAMOCHi  Agnolo  d'Uguccione,  e  deiPriori  (an.  1378 
settembre-ottobre),  331,  27  ;  k  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (an.  1382  luglio-agosto),  417,  29. 

TiGLiAMOCHi  DiNO  Di  Geri,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1355  gennaio-1356  gennaio),  249,  29  ;  h  nelle 
liste  dci  Priori  del  1359  gennaio-1360  gennaio,  256, 
4  ;  del  1369  gennaio-1370  gennaio,  274,  42  ;  e  del 
1373  gennaio-1374  gennaio,  289,  4  ;  vengono  fatte 
abbattere  per  ordine  del  Comune  alcune  sue  case  per 
innalzarvi  poi  la  loggia  della  Piazza  dei  F^iori  (an . 
1373),  288,  5. 

TiGNOSO,  V.  Bellandi  T. 

TiLE  Di  FiLiPPO,  V.  Beljredelli   T.  di  F. 

TiLE  (di),  V.  Andrea  di  T. 

Tinaccio  di  Tuccio,  V.  Petri  T.  di  T. 

TiNACcio  (di),  V.  Piero  di  Bino  di  T. 

RTiNELLO  Di  BoNASERA,  notaio  dei  Priori,  ric,  275,  8. 
TiNCHi  ScELTO,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1353  gennaio- 

1354  gennaio,  245,  32. 
TiNGHi  GiovANNi    e    Matteo    dello    Scelto,    vengono 

condannati  per  trame   contro  lo   Stato    (an.    1378), 

339,  7-8  ;  340,  34. 
TiNGHi   Lippo   DiNi,    6   Gonfaloniere   di    Giustizia    (liste 

1373  gennaio-1374  gennaio),  289,22  ;  v.  anche  Tinghi 

Lippo  di  Dino. 
TiNGHi  Lippo  Di  DiNo,   c  Gonfaloniere  di  Giustizia  (li- 

ste    1354  gennaio-1355    gennaio),    248,   27  ;  v.  anche 

Tinghi  Lippo  Dini. 

ITiNGHi  Matteo  di  Nanni  dello  Scelto,  viene  escluso 
dagli  uffici  per  sempre  (an.  1378),  321,  20  ;  vienc 
sospettato  d'essere  in  relazione  e  di  congiurare  coi 

Ciompi  di  Bologna,  387,  6. 
TiNGHi  Nanni  dello  Scelto,  vienc  condannato  dal  Po- 

desta  per  la   spcdizione  contro    Figlinc   (an,    1379), 

351,2 
TiNGHi  ScELTO,  k  nclle  liste  dei  Priori  del  1367  gennaio- 

1368  gennaio,  267,  36  ;  v.  anche  Scelto  di    Tingo. 
TiNGO,  V.  Barbadori  T. 
TiNGO  Di  Guido,  V.  Mancini  T.  di  G. 
TiNGO  (di),  V.  Giovanni  di  T.  ;  Niccolo  di  T.  ;  Scello  di  T. 
TiNi    Francesco    di    Giovanni,    i  nelle  liste 

dei  Priori  del  1385  maggio-1386  aprile,  443,  22. 
TiNo  d'Attavian6,  notaio  dei  Priori,  ric,  262,  10. 
TiNO  (di),  V.  Bartolo  di  T. 
TiNORS  Dl  Nardo,  V.  Gttasconi  T.  di  iV. 


Tinoro  di  Nardo,  v.  Gnasconi  T.  di  N. 

Tirli,  castello  degli  Ubaldini  preso  e  distrutto  dai  Fio- 

rentini  (an.  1373),  286,  36. 
Tivon  [Tiboli],  c.  ric,  109,  14. 
Tizio  Di  Gherardo,  i'.  Risaliti  T.  di  G. 
TizzANA,  castello  dei  Pistoiesi  preso  dai   Fiorentini   (an. 

1252),   40,  25-27;   ritomato  in  potere   dci   Pistoiesi 

viene  di  nuovo  assediato  dai  Fiorentini  (an.   1325) , 

142,   3  ;  ne  viene  affidata  la  guardia  ai  Fiorentini 

stessi  (an.  1329),  162,  19  ;  viene  danneggiato  dal  Ma- 

niscalco  di   Giovanni  di  Boemia,  170,  25. 
TizzoNE  (di),  V.   Uguccione  di  T. 
TizzoNi  Neri,  castellano  posto  dai  Fiorcntini  a  Ponte 

ad  Era  fatto  prigioniero  dai  Pisani  (an.   1291),  68, 

25-26. 
TizzoNi   (de')    Uguccione,    6   Gonfaloniere   di   Giustizia 

(liste  1308  febbraio-r^og  febbraio),  104,  17. 
ToDi,  c  ric,  109,  15  ;  110.  15  ;  380.  6. 
ToFANi  Giusto,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1380  marzo- 

1381  febbraio,  391,  18. 
ToFFO  Di  Lapo  del  Bugliaffe,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1353  gennaio-1354  gennaio,  246,  20. 
Tolomei  Rinieri,  notaio  dei  Priori,  ric,  67.  22  ;  77.  20  ; 

82.  32. 
TOLOMEI  (de'),  signori  di  Toscana,  ric,  178,   16-17. 
ToLOMEi  (de')  Cittadino  da  Siena,  caporale  della  Com- 

pagnia  di  S.  Giorgio,  367,  5. 
"  ToLOMBO     da     Lucca.     storico.     cit.    XXXVIII,    33. 

7-10,,. 
ToLOsiNi  BoNAGUiDA  Di  Fabbro,  6  nelle  liste  dci  Priori 

del   1317  febbraio-1318  febbraio,   124.   8  ;  del   1320 

febbraio-1321  febbraio,  127,  8  ;  e  del  1324  febbraio- 

1325  febbraio,  147,  39. 
ToLOsiNi  Duccio  Di  GuiDO.  e  nelle  liste  dei  Priori  del 

1350  gennaio-i35r  gennaio.  240.  6  ;  e  del  1356  gen- 

naio-1357  gennaio,  251.  2. 
ToLOSiNi  FiLippo  Di  Fabbrino.  e  nelle  liste  dei  Prior  i 

del  1354  gennaio-1355  gennaio.  247.  39  ;  e  Gonfalo- 

nicre  di  Giustizia  (liste  1359  gennaio-1360  gennaio). 

256.  9. 
ToLOSiNi  GuiDo.  viene  condannato  neiravere  e  nella  per- 

sona  per  tramc  contro  lo  Stato  (an.  1381),  408.  18. 
ToLOsiNi     Lapo     di     Guido,     i  nelle  lislc  dei 

Priori  dcl  1364  gennaio-1365  gennaio,  264,  IS. 
ToLOSiNi    Nastagio    di   Bonaguida,   6    nelle    liste   dei 

Priori  del  1343  aprile-1344    aprile,  210,  41  ;  218.39  ; 

e  del  1346  maggio-1347  gennaio,  229,  14. 
ToLOSiNi  Tegghia  di  Guido,  fe  nelle  liste  dei  Priori  de 

1318  febbraio-1319  febbraio,  125,  13  ;  fe  Gonfaloniere 

di    Giustizia     (liste    1321    febbraio-1322    febbraio)  , 

129,  12. 
ToLosiNi  (de')  Lapo  di  Dino,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1374  gennaio-1375  gennaio,  292,  12. 
ToLosiNi   [Tolofini]   (de')   Lapo  di   Guido   di   Fabbro  . 

viene  ammonito  (an.  1377).  305,2  ;  308,  43. 
ToMMASiNO   DA   Panzano,   V.    Tommaso  d'Antonio   Totti 

da  Panzano,  vocato  Tommasino. 
ToMMASO.  V.  Aldobrandini  T.  ;  AUoviti  degli  T.  ;  Barouci 

T.  ;  Baroni  T.  ;  Bartoli  T.  ;  Braneacci  T.  ;  Bucci  T.  ; 

Buuaffi    T.  ;    Confini    [de')    T.  ;    Corsini    T.  ;     Die- 


^o 


INDICE  ALFABETICO 


(Temmate-Toraaqwaci] 


iaiuti  T.  ;  Federighi  T.  ;  Lamberti  T.  ;  Peruzzi  {de') 
T.  ;  Redditi  T.  ;  Soderini  T. 

ToMMASO,  bilanciaio,  viene  condannato  a  lire  duecento  ed 
ai  confini  per  cinque  anni  (an.  1381),  401,  fl. 

ToMMASO  d'Antonio  Totti  da  Panzano,  vocato  Tom- 
MASINO,  nipote  di  Luca  di  Totto  e  suo  complice  nel 
tentato  tralugamento  del  gonfalone  della  Parte 
guelia,  329,  29  ;  330,  3  ;  viene  condannato  neiravere 
e  nella  persona  per  trame  contro  lo  Stato  (an.  1379). 
344,  29  ;  e  nuovamente  per  Tincursione  su  Figline, 
351,  4  ;  viene  bandito  come  ribelle  (an,  1380),  370, 
35  ;  uccide  in  Arezzo,  con  altri  sbanditi  fiorentini, 
Giovanni  Mone  ambasc.  del  Comune,  379,  10-13  ; 
in  seguito  di  che  viene  decretato  dal  Comune  fioren- 
tino  di  dichiarare  ribelli  tutti  i  suoi  consorti  qualora 
essi,entro  Tanno,  non  Tuccidano  o  lo  facciano  ucci- 
dere,  379,  16-22  ;  viene  ucciso  in  Siena  dal  cugino 
Giovanni  di  Luca  da  Panzano  (an.  1380),  387,  20-26. 

ToMMASO  Di  Bartolo,  fe  dei  Priori  (an.  1379  maggio- 
giugno),  345,  28  ;  e  nuovamente  (liste  1380  marzo- 
13S1  febbraio),  391,21. 

ToMMASO  [Mommaso]  di  Bartolo,  v.  Fedi  T.  di  B. 

ToMMASO  Di  Bese,  V.  Busini  T.  di  B. 

ToMMASO  Dl  BONACCORSO,  V.  Adimafi  T.  di  B. 

ToMMASO,  detto  Calavrese,  viene  bandito  e  condan- 
nato  neiravere  e  nella  persona  (an.  1381),  400,  20. 

ToMMASO  Di  DiNO,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1362  gen- 
naio-1363  gennaio,  262,  16  ;  6  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1367  gennaio-1368  gennaio),  267.  17. 

ToMMASO  Di  DoMENico,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1357 
gennaio-1358  gennaio,  252,  15. 

ToMMASO  Di  Duccio,  V.  Corsini  (de')  T.  di  D.  ;  Magalotti 
(de')    T.  di  D. 

ToMMASO  Di  FiLiPPO,  V.  MachiavelH  T.  di  F. 

ToMMASo  Di  Francesco,  V.  Davizt  (de')  T.  di  F. 

ToMMASO  Di  Francesco  di  Giunta, 
i  nelle  liste  dei  Priori  del  1365  gennaio-1366  gennaio, 
265,  4S. 

Tommaso  di  Giovanni,  6  dei  Priori  (an.  1380  luglio-ago- 
sto),  374,  33. 

ToMMASO  Di  GiUNTlNO,  V.  Alamanni  T.  di  G. 

ToMMASO  Di  Guccio,  V.  Martini  T.  di  G. 

ToMMASO  Di  Jacopo,  V.  Sacchetti  T.  di  J. 

ToMMASO  Di  LiPPO,  t;.  Amicini  T.  di  L.  ;  Soldani  T.  di  L. 

ToMMASO  Di  LucA,  notaio  dei  Priori,  ric,  179,  10. 

ToMMASo  Di  LuiGi,  V.  Mozzi  (de')  T.  di  L. 

ToMMASO  Di  Manetto,  ^  nelle  liste  dei  Priofi 
del  1382  gennaio-J383  aprile,  425,  i. 

ToMMASO  Di  Marco,  viene  condannato  per  trame  con 
tro  lo  Stato  (an.  1381),  404,  33. 

ToMMASO  Di  Marco,  V.  Strozzi  (degli)  T.  di  M. 

Tommaso  di  Meglio,  V.  FagiuoU  T.  di  M. 

Tom^aso  di  Mone,   e  degli  Otto  di  Balia   (an.   1375}, 
293, 24  ;  V.  anchs  Guidctti  T.  di  M.  ;  Guidotti  T.  di  M. 

Tommaso  di  Keri  di  Lippo,  c  nelle  liste  dei  Priori  dej 
1357  gennaio-1358  gennaio,  252,  5  ;  i;  Gonfalonicrc 
di  Giustizia  (liste  1362  gennaio-1363  gennaio),  262,  5  ; 
e  nuovamcnte  nelle  listc  dci  Priori  dcl  1366  gcniiaio- 
1367  gennaio,  266,  27  ;  e  del  1370  gennaio-1371  gcn- 
naio,  276,  8  ;  fe  fatto  Cax-aliere  dai  Ciompi  (an.  1378), 


324,  41  ;  partecipa  alla  Balia  per  la  riforma  del  Go- 

verno  (an.  1381),  410,  17. 
Tommaso  di  Pazzino,  viene  ammonito  (an.  1377),  305, 28  : 

309,    12. 
Tommaso  di  Piero,  V.  Giotti  T.  di  P.  ;  Parigi  T.  di  P. 
ToMMASO  Di  S.  Severino,  zio  del  Conte  di  Tricarico,  par- 

tigiano  del  Duca  d'Angi6,  libera  e  porta  via  da  No- 

cera,  assediata  dalle  genti  di  Carlo  di  Durazzo,    Ur- 

bano  VI  (an.  1385).  436,  35-37. 
ToMMASO  Di  Serotine,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1362  gen- 

naio-1363  gennaio,  262,  10  ;  v.  anche  Brancacci   (de') 

T.  di  S. 
ToMMASO    d'Ugolino    di    Vieri,    viene   ammonito    (an. 

1377).  305,  23  ;  308,  40. 
ToMMASo  Di  Vanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1369  gen- 

naio-1370  gennaio,  275,   16  ;  e  del  1380  marzo-1381 

febbraio,   391,    31. 
ToMMASo  Di  ViTERBO,  del  popolo  di  S.  Ambrogio,  viene  j 

condannato  per  trame   contro  lo   Stato   (an.    1378),' 

340,  32. 
ToMMASO  (di),  V.  Bartolo  di  T.  ;  Paolo  di  T. 
ToNo  Di  LoTTO,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1359  gennaio- 

1360    gennaio,    255,    31. 
ToNTo  Ugolino,  notaio  dei  Priori,  ric,  179,  10. 
ToRELLi  Alamanno,  c  nellc  liste  dei  Priori  del  1348  gen- ] 

naio-1349  gennaio,  233.  34. 
ToRELLi  Vanni.  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1299  febbraio- 

1300    febbraio,    82,     8. 
ToRELLO  Di  DiNO.  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1372  gen-| 

naio-1373   gennaio,   284.    17. 
ToRELLO  Di  DiNO  DEL  Garbo.  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1 

1380  marzo-1381  febbraio.  391,  19. 
ToRENA  (ViscONTE  Di)  (!),  fratello  di  Gregorio  XI,  spinge  j 

il  pp.  a  mandare  in  Italia  contro  Firenze  i  Brctonij 

(an.    1376),   296,    32-35. 
ToRRicA  (di),  V.  Bianciardo  di  T. 
ToRNABELLi   Francesco   di   Biliotto,   fe  nellc  liste  dei  | 

Priori  del   1312   febbraio-1313   febbraio,    114,    43  ;  e 

del  1314  febbraio-1315  febbraio,  119,  1. 
Tornabelli  Guccio  di  Bati,  ^  nelle  liste  dei  Priori  delj 

1316  febbraio-1317'  febbraio,   123,  2. 
Tornabelli  Sandro  di  Bigliotto,  6  nelle  liste  dei  Priori) 

del   1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  27. 
Tornabelli  (de')  Bate,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1290  \ 

dicembre-1291   dicembre,   68,    16. 
Tornaquinci,   fam.   fiorentina  di  parte  guelfa,  28,  23  ;  j 

esce  da  Firenze  airannunzio  della  sconfitta  di  Mon-| 

taperti  (an.  1260).  48,  5  ;  si  schiera  coi  Ncri,  80.  40; 

loro  case  ric,   18,  24. 
Tornaquinci  Jacopo  di  Pagnozzo,  e  fatto  Cuvalierc  (an.j 

1381),  393,   38. 
ToRNAQUiNci  Pero,  c  tra  i  capi  e  i  maggiori  istigatori 

della  Parte  guelfa  per  rammonire,  308,  15. 
Tornaquinci  Zanobi  di  MarcHettino,   c  dei  Dieti  di  -j 

I,iberta  (an.  1373),  285.   12. 
ToRNAguiNci  (de')  Ruggieri,  c  ncllo  liste  dei  Priori  de}] 

1284  dicembre-1285  dicembrc,  60.  Ol  ;  dcl  3 2S5  di- 

tembre-1286  ■diccmbre,   61,   36;   del   1287  fcbbraio-; 

1288   aprile,   63,    30;   c  del  1291    dicembrc-1292   di- 

cembrc,  69,  4. 


{TornaqnincU  Tncci] 


INDICE  ALFABETICO 


631 


ToRNAQUiNci  (de')  Sandro  di  Simone,  6  fatto  popolano 

(an.  1379),  364,  27. 
ToRNAQUiNci  (de')  Testa,  fe  dci  Quattordici  cittadini  el. 

a  costituire  il  nnovo  Governo  alla  cacciata  del  Duca 

d'Atene  (an.  1343).  207,  38. 
ToRRicELLA,  castello  dei  Tarlati  datosi  spontaneamente 

ai    Fiorentini    (an.    1335),    178,    38. 
ToRRiGiANi   GiANO,   ric,   358,    1. 
ToRRiGiANO  Di  GuiDO,  V.  Orlandi  T.  di  G. 
ToRRiGiANO  di  Viviano,  6  nelle    liste  dei  Prori  del  1364 

gennaio-1365  gennaio,  264,  36. 
TosA   (della)    Baschiera,   viene  confinato  coi   Bianchi 

a  Sarzana  (an.   1301),  80,  35  ;  83,   7  ;  viene  nuova- 

mente  bandito  da  Firenze  (an.  1302),  86,  37. 
"  Tosa    (della)    Davizzino,    6   Console    (an.    1198),   LI, 

26-28  .,. 
TosA  (della)  Francesco,  muore  combattendo  a  Campal- 

dino  (an.  1289),  66,  8. 
TosA  (della)  Francesco  del  Baschiera,  viene  ammo- 

nito  (an.   1376),  300,  37. 
TosA  (della)  Giovanni,  viene  fatto  popolano  (an.  1343), 

216,   35. 
TosA  (della)  Guido,  muore  combattendo  a  Campaldino 

(an.  1289),  66,  8. 
TosA  (della),  Lottieri,  vescovo  di  Firenze,  partigiano 

di  Corso  Donati,  90,   12-13. 
TosA   (della)   Napo,  viene  fatto  popolano   (an.     1343) , 

216,  36. 
Tosa  (della)  Pino,  viene  incaricato  di  trattare  col  Co- 

mune  fiorentino  sulla  cessione  di  Lucca  (an.  1329), 

162,  2-3. 
TosA  (della)   Rosso,  si  pone  con  i    popolani    contro  i 

Grandi  (an.  1304),  92,  16. 
TosA  (della)  Simone,  fe  a  capo  della  potente  fazione  av- 

versaria  della  Signoria  di  Roberto  d'Angi6,  119,  28- 

30  ;  "  cf.  XC,   5-42  „  ;  si  oppone  alla  proposta  del- 

l'acqnisto  di  Lucca  fatta  dal  suo  consorte,  Pino  (an. 

1329).  162,  4-12. 
TosA   (della)   Simone  di  Baldo,  viene  fatto  cavaliere 

dai  Ciompi  (an.   1-378),  324,  35. 
Toscanelli,  fam.  fiorentina  ric,  214,  34. 
ToscANELLi  Stefano,  notaio  dei  Priori,  95,  13. 
ToscHi,  fam.  fiorentina  di  parte  ghibellina,  28,  28. 
Tosco,  V.  Chinazzi  T.  ;  Ghinazzi  T. 
Tosco  (del)  Giovanni,  rivela  al  vicario  di  Federico  II, 

le  tristi  condizioni  degli  assediati  di  Capraia,  36,  23. 
Tosi  Albizzo,  notaio  dei  Priori,  ric,  124,  25  ;  127,  35. 
Tosi  Andrea  di  Vanni,  fe  dei  Dieci  di  mercatanzia  e  par- 

tecipa  come  tale  alla  Balia  per  la  riforma  del  Go- 

verno  (an.  1381),  395,  22  ;  409,  22  ;  fe  nelle  listc  dei 

Priori  del  1383  Iuglio-1384  agosto,  428,  17. 
Tosi  EiNO  di  TadDeo,  viene  fatto  prendere  e  processare, 

comc  sospetto,  dal  Governo  dei  Ciompi  (an.  1378  ), 

327,   30. 
Tosi  Taddeo  di  Fino,  c  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gen- 

naio-1353  gennaio,  242,   39  ;  dcl   1356  gcnnaio-1357 

gennaio,  250,  24  ;  e  d<>l  1360  gennaio-1361  gennaio, 

259,    1. 
Tosinghi,  fam.  fiorentina  del  quarticrc  Duonio,  21,   V  ; 

di  Parte  guelfa,  28,  24  ;  vienc  a  briga  cogli  Adimari, 


56,  16  ;  h  contro  Corso  Donati,  100,  22  ;  le  viene  fat- 

to   abbattere   il   palazzo   dai   Ghibellini    (an.    1248), 

35,  34-35  ;  ric,  36,  24. 
TosiNGHi   BiNDO   Di   BiLiGiARDO,    i   dci  Quattordic)  cit- 

tadini  el.  a  costituire  il  nuovo  Governo  dopo  la  cac- 

ciata  del  Duca  d'Atene  (an.  1343),  208,  1. 
TosiNGHi  (de')  Baldo  di  Simone,  6  fatto  cavaliere  (an. 

1381),    394,    12. 
TosiNGHi  (de')  Simone,  viene  deputato  dal  Comune  fio- 

rentino  al  battesimo  del  figlio  del  Duca  di  Calabria, 

152,   33. 
ToiTi  FoRESiNO,   fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1345  mag- 

gio-1346  maggio,  226,  42. 
ToTTi  MicHELE,  notaio  dei  Priori,  ric,  266,  41. 
ToTTi  da  Panzano,  V.  Luca  di  T.  da  P.  ;   Tommasino  T . 

da   P. 
ToTTO,  V.  Rinaldi  T.  ;  Tedaldi  T. 
ToTTO  Di  FiLiPPOZzo,  rende  al  Comune,  a  seguito  della 

denuncia  dei  Quattro  Ragionieri,  il  contKdo  del  Poz- 

zo  in  Valdisieve   (an.   1373),  287,   17-18. 
ToTTo  Di  RiNALDO  DA  Panzano,  k  nelle  liste  dei  Priori 

del  1344  maggio-1345  maggio,  222,  3. 
ToTTO  Di  Tedaldo,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1324  feb- 

braio-1325  febbraio,  148,  9. 
Tracca  (di),  V.  Lippo  di  T. 
Tramontani  Lapo  di  Gianni,  6  nelle  Ii.ste  dei  Priori  del 

1289  dicembre-1290  dicembre,  67,  20. 
Trappola,    castello    dei    Fiorentini    preso    con    inganno 

dalle   genti  degli   Ubertini  e  dei   Pazzi   (an.    1323), 

134,  5-7. 
Trenta  Marco  di  Giovanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1357  gennaio-1358  gennaio,  252,  24. 
Trento,  c.  ric,  188,   11. 
Treviso  {Trevigi],  viene  ceduta  da  Mastino  della  Scala 

a  Venezia   (an.   1338),  376,  28-29  ;  vi  giungono  pr. 

Carlo  della  Pace  di  Durazzo,  qua  di  passaggio,  gli 

ambasc   fiorentini   (an.    1380),  376,   5-20. 
TuRciA  (torre  della),  vi  viene  rinchiuso  Bernabi)  Vi- 

sconti,    436,    5. 
Tribaldo  di  Santi,  da  Monte  Lungo,  trama  con  alcuni 

di  Laterina  per  fare  entrare  nel  castello  genti  are- 

tine   (an.   1380),  388,    10. 
Tricolo  (di),  V.  Romolo  di  T. 
Trincia   (del),   V.   Davizzo  del  T. 
Trinciavelli  Braccino  di  Albizzo,   6  Gonfaloniere  di 

Giustizia  (liste  1299  febbraio-i^oo  febbraio),  82,  29. 
Trinciavelli  Guido  di  Caccialoste  Guidi,  vieneam- 

monito  (an.  1377),  305.  8  ;  308.  31. 
Trita   (della)   Francesco   di  Lapo.    fe   fatto   popolano 

(an.  1397),  364,  23. 
Trottaia,  castello  preso  da  Guido  Novcllo   (an.   i.;63), 

49,  38. 
Tucci  BONACCORSO,  notaio  dei  Priori,  ric,  175,  19. 
Tucci  DiONiGi,  detto  Nigi,  di  Giovanni.  notaio    dei 

Priori   ric,  428.    37. 
Tucci Gennaio.  6 dei  Priori  (an.  1379 luglio-agosto), 346, 1. 
Tucci  RiDOLFlNO,  da  Gangalandi,  notnio  dei  Priori,  ric, 

98,   12. 
Tucci  SlMONE,  c  nellc  listc  dci  Priori  dcl  1371  geunan) 

1372  gennaio,  279,   34. 


632 


INDICE  ALFABETICO 


[Tnccio-Ubaldino] 


Tuccio,  t».  Cocchi  {de')  T.  ;  Fcrrwci  T.  ;  Ferruszi  T. 

Tuccio  Delli,  e  Di  Dello,  V.  Scilingttati  (de)  T.  D. 

Tuccio  DEL  BiEGO,  fe  nclle  liste  dei  Priori  del  1302  fcb- 
braio-1303    febbraio,    90,    43. 

Tuccio  Di  CiAPO,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  J304  feb- 
br;iio-i305   febbraio,   96,    II 

Tuccio  Di  CiAPO  DEL  PiNO,  6  Gonfalonicrc  di  Giustizia 
(liste  1307  febbraio-1308    febbraio),    102,   20. 

Tuccio  Di  Cocco,  V.  Compagni  T.  di  C. 

Tuccio  Di  DiEDi,  V.  Falconieri  {de')   T.  di  D. 

Tuccio  Di  Ferruccio,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1298  febbraio-i29g  febbraio),  78,  16;  e  (liste  130.» 
febbraio-1305  febbraio),  96,  13  ;  k  nelle  liste  dei  Prio- 
ri  del  1319  febbraio-1320  febbraio,  126,  9  ;  i^-  an- 
che  Ferrucci  Tuccio. 

Tuccio  (di),  V.  Domenico  di  T.  ;  Ghcrardino  di  T. 

TuFFA,  e  Truffa,  (del),  V.  Zanobi  del  T. 

TuRA,   V.   Dini   T. 

TuRiccHio  (di),  V.  Filippo  di  Stagio  di  T.  ;  Guido  di  T. 

TuRiNO,   V. :  Baldese    T. 

Ubaldini  Bartolo  di  More,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del 
1351  gennaio-1352  gennaio,  240,  28  ;  fc  Gonfalo- 
niere  di  Giustizia  (liste  1356  gennaio-1357  gennaio), 
250,  40  ;  b  nuovamentc  nelle  liste  dei  Priori  del 
1359  gennaio-1360  gennaio,  256,  5  ;  e  del  1364  gen- 
naio-1365  gennaio,  265,  3  ;  6  di  nuovo  Gonfaloniere 
(liste  1369  gennaio-1370  gennaio),  274,  31  ;  e  nelle  li- 
ste  dei  Priori  del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  24. 

Ubaldini  Guido  da  Signa,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1299  febbraio-1300  febbraio),  82,  H. 

Ubaldini  More,  i  nelle  liste  dei  Priori  del  1312  febbraio- 
1313  febbraio,  114,  22  ;  del  1326  febbraio-1327  feb- 
braio,  155,  11  ;  del  1331  dicembre-1332  dicembre, 
169,  16  ;  e  del  1335  dicembre-1336  dicembre,  183,  S. 

Ubaldini  (degli),  potenti  feudatari  di  parte  ghibellina 
signori  di  molte  terre  di  Toscana,  pr.  i  quali  si  ri- 
fugiarono  i  Ghibcllini  cacciati  da  Firenze  per  prepa- 
rare  le  loro  vendette,  40,  12-13  ;  vanno  contro  di 
loro,  pcr  questo  fatto,  i  Fiorentini  e  li  sconfiggono 
pr.  Monte  Accinico  (an.  1251),  14-16  ;  tornati  a  dar 
ricetto  e  protezionc  ai  nuovi  sbanditi  di  Firenze, 
Bianchi  e  Ghibellini,  vengonc  di  nuovo  contro  di 
loro  i  Fiorentini  che  tolgono  e  danneggiano  terre 
c  casteUi  (an.  1302),  87,  24-37  ;  viene  assediato, 
preso  e  distrutto  dagli  stessi  Fiorcntini  il  castello 
su  nominato  di  Monte  Accinico  (an.  1360),  97, 
1-10  ;  vengono  con  questi  a  pace  (an.  1308),  101, 
35-37  ;  rimettono  la  decisione  di  alcune  loro  contese 
di  famiglia  al  Comune  fiorentino  (an.  1322),  130, 
23-26  ;  cedono  alcuni  loro  diritti  al  detto  Comune 
che  fa  costruire  suUe  Alpi,  che  porta  il  loro  nome,  il 
Castello  di  Firenzuola  (an.  1332),  172,  10-14  ;  si  ribel- 
lano  nuovamente  al  Comune  fiorentino  ed  aiutati  dai 
Ghibellini  di  Romagna  e  dai  signori  di  Milano  asse- 
diano  Firenzuola  e  la  prendono  sconfiggendo  i  Fioren- 
tini  accorsi  a  difesa  (an.  1342),  192,  11-18  ;  tornano  a 
pace  con  questi,  198,  14-15 ;  vengono  condannati 
dal  Comune  di  Firenze  neU'avcre  e  nelle  persone 
(an.  1345),  221,  21-24  ;  vengono  ammoniti  daUo 
stesso  Comtine  di  non  molestare  i  peUegrini  e  i  mer- 


catanti  che  passano  per  le  loro  terre,  233,  18-21  ; 
tomano  contro  di  loro  i  Fiorentini,  per  avere 
essi  spogliato  ed  ucciso  un  mercante  di  Firenze,  e 
li  costringono  a  cedere  i  loro  castelli  (an.  1350), 
234,  25-31  ;  pa.ssano  con  le  loro  genti  a  soldo  del 
Signore  di  Milano,  31-34;  riprendono  le  armi  con- 
tro  U  Comune  di  Firenze  insieme  alle  genti  di  Gio- 
vanni  Visconti  signore  di  Milano  venute  contro  Fi- 
renze,  236,  18-25  ;  come  si  venne  finalmente  a 
nuova  pace  e  come  i  loro  castclli  passarono  tutti 
al  detto  Comune  (an.  1373),  286,  9-40. 

Ubaldiui  (degli)  Baldinuzzo  d'Albizzo,  fe  condannato 
come   ribelle   (an.    1380),   373,   42. 

Ubaldini  (degli)  Francesco  di  Mainardo,  i-  condan- 
nato  come  ribeUe  (an.  1380),  373,  33. 

Ubaldini  (degli)  Francesco  d'Ugolino,  e  condannato 
come  ribeUe   (an.   1380),  373,   34. 

Ubaldini  (degli)  Gasparre,  viene  inviato  da  Bemabi 
A'isconti  con  genti  in  aiuto  di  S.  Miniato  ribeUato 
ai   Fiorentini   (an.    1369),   270,    8-9. 

Ubaldini  (degli)  Giovanni  d'Azzo,  cognato  del  conte 
Francesco  di  Dovadola,  occupa  con  sue  genti  la  terra 
di  Portico  fatta  ribellare  ai  Fiorentini  daUo  stesso 
conte  e  la  difende  dai  tentativi  fatti  da  qucsti 
per  riprenderla  (an.  1376),  302,  28-41  ;  303,  l-T ; 
"  cf.  CXI,  12-23,  30  ,,  ;  va  con  le  sue  genti  in  difesa 
di  Arezzo  assediata  dai  Fiorentini  (an.  1384),  430, 
25-26. 

Ubaldini  (degli)  Giovanni  di  Mainardo,  viene  con- 
dannato  come  ribeUe  (an.  1380),  373,  34. 

Ubaldini  (degli)  Giovanni  d'Ugolino,  viene  condancato  j 
come   ribelle   (an.    1380),  373,    30. 

Ubaldini  (degli)  Mainardo  [Maghinardo]  Di  Susisaka, 
viene  ad  accordi  col  Comune  di  Firenze  (an.  1350), 
233,  31-32  ;  si  ribeUa  a  questo  coi  suoi  consorti  e  faj 
ribcUare  allo  stesso  molte  terre  e  casteUi  unendosij 
alle  genti  di  Giovanni  Visconti  venute  contro  Firenze 
(an.  1351),  236,  19-28  ;  viene  preso  e  fatto  uccidere 
(an.  1373),  286,  2.5-34. 

Ubaldini  (degli)  Michele  d'Attaviano,  vicne  condan-  j 
nato  come  ribeUe  (an.  1380),  373,  32. 

Ubaldini    (degli    Ottaviano,    card.,    accompagna    Gre- 
gorio  X  pr.  i  suoi  nel  MugeUo  quando  questi  si  allon- ; 
tana   sdegnato   da   Firenze    (an.    1273),    55,    34-36  ;  j 
fa  costruirc  il  castello  di  Monte  Accinico,  97,  2-4. 

Ub.\ldini  (degli)  Pieraccio  di  Pazzino,  ric,  286, 
19-20. 

Ubaldini  (degli)  Tano,  viene  ucciso  dai  suoi  fedcli  1 
ribellatisi  nel  castello  di  Frena  (an.  1273),  286,  25-20.  j 

Ubaldini  (degli)  Tano  da  Castello,  signore  di  Jesi,  ; 
viene  fatto  uccidere  dal  Conte  di  Chiaramonte  quale  j 
traditore  deU'Impero  (an.   1329),  161,   15-20. 

Ubaldini  (degli)  Ugolino,  tratta  coi  Fiorentini  per  la  j 
ccssione  di  Monte  Accinico,  97,   8-10. 

Ubaldini  (degli)  Ugolino  di  Francesco,  ric,  286, 
18-19. 

Ubaldini  (degli),  Ugolino  di  Tano,  viene  cacciato  ini 
bando  da  Firenze  per  sospetti  di  trame  con    rimpe- 
ratore  Lodovico  U  Bavaro  (an.  1329),  159,  36-37. 
Ubaldino,   V.   Ardinghelli   U.  ;   FoittUi   V. 


(Ubaldino  di  F«.telIo-Uberto  di  Strozza]    INDICE  ALFABETICO 


m 


Ubaldino  di  Fasiello,  V.  Petriboni  U.  di  F. 
Ubaldino  di  Niccol6,  v.  ArdinghelH  (degli)  U.  di   N. 
Ubaldino   (d'),  V.  Bernardo  d'U. 
Ubaldo  d'Aguiglione,  {;  nelle  liste  dei  Priori  del   1306 

febbraio-1307  febbraio,  99,   38. 
Ubaldo  di  Fetto,  i;.  Ubertino  U.  di  F. 
Uberti  Cione,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1313  febbraio- 

1314  febbraio,  116,  8. 
Uberti  (degli),  nobile  fam.  fiorentina  del  quartiere  di 
Porta  S.  Maria,  21,  9  ;  "  siia  leggendaria  discendenza 
da  Uberto  Cesare,  favoloso  figlio  di  Catilina  capo- 
stipite  anche  degli  Ottoni  di  Germania,  XXX, 
19-33»;  « costituito  anche  in  Firenze  il  libero  Co- 
mune,  i  snoi  componenti  partecipano  spesso  al  Go- 
verno  della  c.  quali  consoli,  LV,  11-32,,;  scendono 
in  piazza  armati,  uniti  ai  popolani  e  ad  altri  di  nobili 
fam.,  contro  i  consoli  in  carica  che  non  erano  di  loro 
gradimento  (an.  1177),  25,  8-21;  "  cf.  LIV,  27-25- 
LIX,  1-7  „  ;  propagatisi,  in  Firenze,  i  due  par- 
titi  avversi  dei  Guelfi  e  Ghibellini,  si  schierano  ben 
presto  con  quesfiiltimi,  28,  26  ;  riprese  le  lotte  piii 
tardi  tra  i  due  pred.  partiti,  scendono  nuovamente 
contro  i  Guelfi  divenendo  presto  i  veri  capi  dei  Ghi- 
bellini,  35,  15  ;  nelle  loro  case,  divenute  rocca  forte 
del  partito,  s'adunano  i  Ghibellini  per  muovere  con- 
trg  gli  avversari  e  per  difendersi  da  essi  (an.  1248), 
15-16  ;  (an.  1250),  37,  28-29  ;  nella  rivolta  per6  contro 
i  Ghibellini  le  loro  case  vengono  prese  dalla  foUa  ed 
abbattute  (an.  1258),  44,  7  ;  e  nel  loro  posto  viene 
innalzato  piii  tardi,  per  deliberazione  del  Comune,  il 
Palazzo  dei  Priori  (an.  1298),  76,  38-40. 
Uberto  (degli)  AsiNO,  fratello  di  Farinata,  uccide  Cece 

Buondelmonti,  49,  26. 
Uberti    (decli)    Azzolino    e    Neracozzo,    rifugiatisi    a 
Siena  dopo  la  cacciata  dei  Ghibellini  da  Firenze,  sono 
costretti  poi,  in  seguito  alla  pace  dei  Senesi  coi  Fio- 
rentini,  ad  allontanarsi,  ma  presi  da  qiiesfultimi  ven- 
gono  fatti  decapitare  (an.  1270),  55,  1-7. 
Uberti   (degli)  Conticino,  rifugiatosi  anch'egli  con  gli 
altri  consorti  a  Siena  e  costretto  poi  con  gli  altri  ad 
uscirne  viene  preso  con  Azzolino  e  Neracozzo  dai  Fio- 
rentini  ma  gli  viene  risparmiata  la  vita  e  mandato  a 
re  Carlo  d'Angi6  a  Napoli  che  lo  fa  rinchiudere  in 
una  torre  (an.  1270),  55,   1-7. 
Uberti  (degli)  Farinata,  va  pr.  Manfredi  a  domandare 
aiuto  e  protezione  per  i  Ghibellini  cacciati  da  Firenze 
(an.  1260),  45,  21-25  ;  suo  stratagemma  per  ottenere 
da  questo  aiuti  maggiori  di  quelli  dati,  25-30  ;  46, 
1-11,  17-32  ;  sua  missione  pr.  gli  Anziani  del  Comune 
fiorentino,  28-29  ;  si  oppone  ad  Empoli  alla  proposta 
di  distruggere  Firenze,  48,  33-36  ;  ric,  49,  25. 
"Uberti   (oEGLi)   Fazio,  rtc.  XXX,  2  „. 
Uberti    (degli)  Giovanni,  viene  inviato    dai  Ghibellini 
pr.  Manfredi  per  domandare  aiuti  (an.  1258),  43,  32-34. 
"  Uberti  (degli)  Guido,  console  (an.   1174),  LV,   11  „. 
Uberti  (degli)  Mosca,  pronunzia  la  nota  frase  chespinge 
i  congiurati  airuccisione  di  Buondelmonte,   29,  26, 
29-30. 
"  Uberti    (degli)    Schiatta,    console    (an.    1197),     LI, 
26  „. 


Uberti  (degli)  Schiatta  ed  Uberto,  vengono  uccisi 
durante  la  rivolta  popolare  contro  i  Ghibellini  (an. 
1258),  44,  4,  10-11. 
Uberti  (degli)  Tosolato,  e  a  capo  di  una  brigata  di 
Ghibellini  che  tenta  di  rientrare  in  Firenze  (an.  1304), 
93,  17-20  ;  96,  38-39. 
Uberti   di   Pistoia,   consigliere  del  Duca  d'Atene,   ric, 

200,   28. 
Ubertini  Lapo  Uberti,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1289 
dicembre-ijgo  dicembre,  67,  12  ;  e  del  1293  febbraio- 
1294  febbraio,  74,   11. 
Ubertini  Ubaldo  di  Fetto,  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia 

(liste  1382  gennaio  1383  aprile),  425,  9. 
Ubertini    (degli)    Aghinolfo,    figlio   di    Bettino,    fatto 
prigioniero  dai  Fiorentini  e  messo  a  morte,  viene   ri- 
scattato  dai  potenti  consorti,  signori  di  varie  terrel 
neirAretino,  con  la  cessione  al  Comune  fiorentino  del 
castello  di  Lanciolina  (an.  1324),  138,  16-20. 
Ubertini  (degli)  Azzo,  alleato  dei  Fiorentini  (an.  1376), 
297,    36-39  ;   viene   richiesto   d'aiuti   dai   pred.    (an. 
1379),  356,   33  ;  intimato  dal  Comune    a    restituire 
le  terre  del  contado  d'Arezzo  da  lui  tenute  viene  con 
questo  ad  accordi,  432,  33-40. 
Ubertini  (degli)  Bettino,  ottiene  in  dote  dai  Conti  di 

Romena  il  castello  di  Lanciolina,  138,  15-18. 
[Ubertini    (degli)    BuosoJ,   vescovo   d'Arezzo    fe   consi- 
gliere  del  Duca  d'Atene  (an.  1342),  200,  28  ;  stringe 
una  lega  coi  Fiorentini  (an.  1344),  221,  15-18. 
Ubertini   (degli)   Guglielmo,   vescovo  d'Arezzo,   viene 
fatto  dai  Ghibellini  signore  della  c   (an.   1287),  63, 
10-12 ;    muore    combattendo    contro    i    Fiorentini    a 
Campaldino  (an,  1289),  66,  2-3. 
Ubertino   da   Carrara,    viene   riconosciuto   insieme   al 
fratello  Marsilio  signore  di  Padova  (an.  1336),  185, 
2-10. 
Ubertino  di  Rosso,  V.  Sfrozzi  {degli)  U.  di  R. 
Ubertino  dello  Strozza,   k  nelle  liste  dei   Priori  de- 
1283  dicembre-1284  dicembre,  59,  34  ;  del  1287  feb- 
braio-1288  aprile,  63,  23  ;  del  1295  febbraio-1296  feb- 
braio,  75,  28  ;  del  1298  febbraio-1299   febbraio,    77, 
41  ;   del    1305   febbraio-1306   febbraio,   98,    11  ;   del 
1307  febbraio-i3o8  febbraio,  102,  17  ;  e  del  1309  feb- 
braio-1310  febbraio,  106,  20. 
Ubkrto,  V.  Benvenuti  (de')  U.  ;  Pulci  (de')  U. 
Uberto    di    Benvenuto,    viene   ammonito    (an.    1372), 

283.    35. 
"  Uberto    Cesare,  leggendario    figlio  di    Catilina   stabi- 
litosi  dopo    la   distruzione   di   Fiesole    in    Firenze,  i 
cui  discendenti  dettero  origine  agli  Ottoni  di  Germa- 
nia   ed    agli    Uberti   di    Firenze,    XXXIII,    18-33  „; 
"  suo  raffronto  con  Bertaldo  Cesare  delln  leggenda 
Stefaniana,   XXXIII,    17-35-XXXIV,    1-30  „. 
Uberto  di  Gherardo,  V.  Giuochi  (de')  U.  di  G. 
Uberto  di  Jacopo  da  Certaldo,  6  nelle  liste  dei  Priori 

del  1304  febbraio-1305  febbraio,  96,  25. 
Uberto  di  Lando,  V.  Albizzi  (degli)  U.  di  L. 
Uberto  di  Pagno,  V.  Albizzi  (degli)  U.  di  P. 
Uberto  di  Rinaldo,  V.  Pulci  U.  di  R. 
Uberto  di  Schiatta,  V.  Ridolfi  U.  di  S. 
Ubbkto  di  Strozza,  V.  Strozzi  (degli)  U.  di  S. 


634 


INDICE  ALFABETICO 


(Ubcrt«  di  StrMxa-UlWitril 


Ubbxto  di  Strozza  di  Jacopo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 

1350  gennaio-1351  genuaio,  239,  40;  v.  anche  Strozzi 

(deili)   Uberto  di  Strozzi  di  Jacopo. 
Uberto  d'Ubaldino,  V.  Infangaii  U.  d'U. 
Ubbriachi  Primkrano,  6  nelle  liste  dei  Priori  del   1340 

dicembre-1341    dicembre,    190,    4. 
UccKLLiNi,   fam.    fiorentina,   esce  da  Firenze   coi   Guelfi 

all'annunzio  della  sconfitta  di  Montaperti  (an.  1260), 

48,  13. 
UccELLiNi  (degli)  Chiermontesk,  h  nellc  liste  dei  Priori 

del  1305  febbraio-r3o6  febbraio,  98,   S  ;  e  del  1312 

febbraio-1313    fcbbraio,    114,    40. 
Uccellini    (degli)   Cino   del  Buoso,    h  nelle  liste  dei 

Priori  del  1306  febbraio-1307  febbraio,  99,  29. 
UccELLiNi  (degli)  Maso  di  Chiermontese,    6  nelle  liste 

dei  Priori  del  1325  febbraio-1326  febbraio,  152,  4  ; 

k   Gonfaloniere   di    Giustizia    (liste    1331    dicembre- 

1332  dicembre),  169,  25  ;  6  di  nuovo  nelle  liste  dei 

Priori   del    1336   dicembre-1337   dicembre,   186,    17  ; 

e  del  I33g  dicembre-1340  dicembre,  188,   27 ;  e  Gon- 

faloniere   (liste   1344  maggio-1345  maggio),  222,  22. 
UoHi,  fam.  fiorentina  del  quartiere  di  Porta  S.  Brancazio, 

21,    3 
Uoo,  V.  Aldobrandini   U.  ;  AltovUi  (degli)    U.  ;  Lotterin- 

ghi  U. 
Ugo  di  Guccio,  e  nelle  liste  dei  Priori   del    1358   gennaio- 

1359  gennaio,  254,  33. 
Ugo  di  Guido,  V.  Battifolle  (da)  U.  di  G. 
Ugo  di  I.apo,  V.  Spini  (degli)  U.  di  L. 
Ugo  della  Stufa,  va  ambasc.  pr.  il  pp.  in  Avignone  (an. 

1345).  226,  22. 
Ugo  (d'),  V.  Consiglio  d'U.  ;  Filippo  d'U.  ;  Giovenco  d'U . 
Ugolini  Bencivenni,  notaio  dei  Priori,  ric,  62,  30. 
Ugolini   Domenico   di   Berto,    e  nelle  liste  dei   Priori 

del   1367   gennaio-1368  gennaio,   267,    16  ;   gli  viene 

bruciata  la  casa  dai  Ciompi  (an.  1378),  322,  43. 
Ugolini  Giovanni,  ^  nelle  liste  dei  Priori  del   1284  di- 

cembre-1285  dicembre,  60,  31. 
Ugolini  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1284  dicembre- 

1285  dicembre,  60,   33. 
Ugolini  Luca  di  Feo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1349 

gennaio-1350  gennaio,  235,  35  ;  e  del  1354  gennaio- 

1355   gennaio,   248,   6  ;   viene  bandito    da    Firenze 

(an.  1360),  258,  9. 
Ugolini  Pieri  di  Cknni,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1351 

gennaio-1352    gennaio,    240,    23 ;    viene    ammonito 

(an.   1363),  261,  27. 
Ugolini  Vanni,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1299  febbraio- 

1300  febbraio,  82,  23  ;  v.  anche  Vanni  d'Ugolino 
Uooti^o,  V.  Atiavanti  U.  ;  Benvenuti  U.  ;  Tonio  U. 
Ugolino  d'Andrea,   6  nelle  liste  dei  Priori  del  1328  di- 

cembre-1329   dicembre,    160,    32. 
Ugolino  di  Bonzo,  e  di  Bonzi,  k>  nelle  liste  dei  Priori 

del   1363   gennaio-1364   gennaio,   264,    14  ;  del  1368 

gennaio-1369  gennaio,  273,  19  ;  e  del  1373  gennaio- 

1374  gennaio,  289,  27  ;  viene  ammonito  (an.   1377), 

305,    3  ;    308,    43. 

Ugolino  delle  Grottk  a  Mare,  viene  inviato  da  Gian- 
notto  pr.  il  Comune  di  Firenze  per  tentare  di  venire 
con  essa  ad  accordi  e  spillar  denari  ma  senza  poter 


raggiungere  Tintento,  372,   3-8;  "  cf.  CXVI,   11-1«, 
33  „. 

Ugolino  di  Naddo,  V.  Rucellai  U.  di  N. 

Ugolino  di  Neldo,  e  di  Noldo,  v.  Gherardini  U.  di  N. 

Ugolino  di  Piero,  march.  da  S.  Maria  a  Monte,  podesta 
di  Firenze  cacciato  dai  Ciompi,  viene  restituito  nt;l 
suo  ufficio  (an.  1378),  335,  38-40  ;  fa  tagliare  la  te- 
sta  ai  due  degli  Otto  di  Balia  di  S.  Maria  Novella  ve- 
nuti  al  palazzo  dei  I*riori  in  atteggiamento  minac- 
cioso,  366,  1-11  ;  condanna  a  pene  varie  nelle  per- 
sone  e  negli  averi  molte  altre  per.sone  implicatc  nel 
tentativo  di  rivolta  dei  suddetti  Otto,  336,  11-41  ; 
337,   1-7. 

Ugolino  di  Sozzo  da  Trkbbio,  notaio  dei  I*riori,  ric, 
129,   8. 

Ugolino  di  Veri,  e  di  Vieri,  i  nelle  liste  dei  Priori  dcl 
1349  gennaio-1350  gennaio,  235,  9  ;  e  del  1355  gen- 
naio-1356  gcnnaio,  249,  35  ;  e  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia  (liste  1359  gennaio-1360  gennaio),  256,  21  ; 
e   (liste    1363  gennaio-1364  gennaio),   264,  :>. 

Ugolino  da  Villanova,  notaio  dei  Priori,  ric,  268,  <>• 

Ugolino  di  Zampa,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1293  feb- 
braio-1294  febbraio,  713,  34  ;  e  del  1307  febbraio 
1308  febbraio,  102,  19  ;  v.  anche  Giugni  (de')  U.  di  Z. 

Ugolino  (d'),  v.  .4lessandro  d'U.  ;   Vanni  d'U. 

Uguccione,  v.  Tizzoni  (de')   U. 

Uguccione  della  Faggiola,  famoso  condottiero  ghibcl- 
lino,  viene  richiesto  d'aiuti  da  Corso  Ltonati  (che 
aveva  sposato  una  sua  figlia)  per  poter  farsi  signorc 
di  Firenze  (an.  1308),  100,  18-20,  25-27  ;  fe  fatto  vica- 
rio  deirimpero  da  Arrigo  VII,  114,  3  ;  viene  accla- 
mato  dai  Pisani,  alla  morte  del  detto  Arrigo,  loro 
Capitano  generale  e  Signore  (an.  1313),  5-5;vacon 
questi  contro  Lucca  e  la  costringe  a  fare  rientrare 
i  Ghibellini  (an.  1314),  8-9  ;  s'impadronisce  con 
Taiuto  di  questi  della  c,  15  ;  prende  Cigoli  e  Montc  Cal- 
vi,  115,  30-31  ;  assedia  Montecatini  (an.  1315),  116,  ; 
31-35  ;  sconfigge  i  Fiorentini  corsi  in  aiuto  dcgli  as- 
sediati,  117,  31-35 ;  prende  Montccatini  e  Monte 
Sommano  e  gli  si  danno  i  castelli  di  Vinci  e  di  Cer- 
reto  Guidi,  118,  10-12,  15-20  ;  perde  nello  stesso 
tempo  la  signoria  di  Pisa  e  di  Lucca  e  se  ne  va  pr. 
i  signori  della  Scala,  120,  16-29  ;  "  cf.  LXXXIX. 
22-35  ;    XCI,    30  „. 

Uguccione  da  Gaggio,  caporale  della  Compagnia  di  S. 
Giorgio,    367,    16. 

Uguccione  di  Ricciardo,  v.  Ricci  (de')  U.  di  R. 

Uguccione  di  Rinieri,  v.  Bondoni  U.  di  R. 

Uguccione  di  Tizzone,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1310 
febbraio-1311  febbraio,  108,    10. 

Uguccione  (d')  v.  Aldobrandtno  d'U.  ;  Neri  d'U. 

Uguicciozzo  d'Ardingo,  V.  Ricci  (de')  U.  d'A. 

Ulkggio  (da),  V.  Giovanni  da  U. 

Ulivieri  Benvenuto,  notaio  dei  Priori,  ric,  65,  22. 

Ulivieri  Giovanni  Donati.  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1283  dicembre-1284  dicembre,  59,  34  ;  del  1285  di- 
cembre-1286  dicembre,  61,  39  ;  del  1292  febbraio- 
1293  febbraio,  72,  19  ;  e  del  1300  febbraio-t^oi  feb- 
braio,  86,  24. 

Ulivieri  Lapo  Guazza,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  129 


{ Uli  vieri' V  «Iduiie  veU] 


INDICE  ALFABETICO 


635 


febbraio-1293  febbraio,  71,  33  ;  h  Gonfaloniere  di 
Giustizia  (liste  1296  febbraio-1297  febbraio),  76,  35  ;  e 
di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del  1302  febbraio- 
1303    febbraio,    91,   2. 

Ulivieri  del  Carbone,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1320 
febbraio-1321  febbraio,  127,  22. 

Ulivieri  di  Gherardino,  V.  Cerchi  (de')  U.  di  G. 

Ulivieri  di  Lapo,  V.  Guazza  U.  di  L. 

Unganelli  Francesco,  e  nelle  liste  dei  Prjori  del  1343 
aprile-1344  aprile,  218,  24. 

Unganelli  Francesco  di  Maso,  k  nelle  liste  dei  Priori 
dl  1313  febbraio-1314  febbraio,  115,   35. 

Unganelli  Fruosino,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1353 
gennaio-1354   gennaio,   246,  21. 

Ungaria,    V.    Ungheria. 

Unoheresi.  e  Ungari,  soldati  veniiti  in  Italia  dairUnghe- 
ria  a  soldo  del  principe  Carlo  della  Pace  di  Durazzo 
(an.  1380),  375,  30  ;  vengono  col  pred.  Carlo  con- 
tro  il  contado  fiorentino,  379,  25-37  ;  conclusa  la 
pace  tra  i  Fiorentini  e  Carlo  se  ne  partono,  381, 
17-18  ;  vengono  assoldati  pei  Genovesi  da  Baldas- 
sarre  Spinoli,  ma  impedita  loro  Tentrata  nel  ter- 
ritorio  genove.se  ritornano  nel  contado  fiorentino 
dove,  dato  loro  il  passo  attraverso  le  Alpi  di  Pistoia, 
ripartono   alla   volta    della    patria,  382,  23-29. 

Uncheria  (d'),  V,  Andrea  d'U. 

Uncheria  (re  d"),  V.  Carlo  Uberto  (aa.  12^2-1343)  ;  Liiigi 
(aa.  1342-1388)  ;  v.  anche  Carlo  di  Durazzo. 

Urbano  V,  pp.  (aa.  1362-1370)  esprime  agli  ambasc. 
fiorentini  il  suo  risentimento  contro  il  Comune  per 
la  mancata  promessa  di  lega  contro  Bernab6  Vi- 
sconti,  264,  5  ;  265,  1-3  ;  gli  vengono  inviati  am- 
basc.  dai  Fiorentini  per  stringere  la  detta  lega  (an. 
1369),  271,  35-38  ;  nomina  card.  il  fiorentino  Piero 
Corsini  nipote  di  Filippo  degli  Albizzi  grande  fau- 
tore  della  lega  pred.,  274,  16-17;  ric,  268,  15; 
269,  24  ;  437,  38. 

Urbano  VI  pp.  (aa.  1378-1389),  sua  elezione,  311,  26-39  ; 
312,  1-15  ;  i  suoi  antenati,  5-19  ;  si  aliena  pel  suo  ca- 
rattere  gli  animi  dei  Card.,  che  cominciano  quindi 
improvvisamente  a  dichiarare  irregolare,  contraria- 
mente  alle  loro  prime  dichiarazioni,  la  sua  elezione, 
15-20  ;  infondatezza  di  queste  affermazioni,  secondo 
lo  Stefani  20-25  ;  interviene  nelle  lotte  civili  di  Na- 
poli  in  favore  di  Carlo  di  Durazzo  contro  la  re- 
gina  Giovanna,  39-40  ;  313,  1-35  ;  gli  viene  contrap- 
posto  come  antipapa  dai  Card.  suoi  nemici,  adunati 
a  Fondi  sotto  la  protezione  della  detta  regina  Gio- 
vanna,  il  Card.  Roberto  di  Ginevra,  36-45 ;  314, 
1-5 ;  viene  informato  dai  Fiorentini  della  lettera 
inviata  dal  Duca  d'Angi6  annunziante  il  suo  ar- 
rivo  in  Italia  in  aiuto  della  pred.  Regina  412,  6  ; 
manda  ambasc.  in  Firenze  a  richiedere  il  denaro 
promessogli  nel  trattato  di  pace  per  potersi  difen- 
dere  dal  detto  Duca,  420,  46-47  ;  421,  1-6  ;  va  a 
Napoli  per  reclamare  da  Carlo  di  Durazzo  Tadempi- 
mento  di  alcune  sue  promesse,  ma,  venuto  con  que- 
sto  in  aperto  contrasto  viene  rinchiuso  ed  asscdiato 
delle  genti  di  questo  in  Nocera  (an.  1384),  433, 
3-4  ;   suoi  dissidi  coi  Card.,    34-38  ;    tentativi    fatti 


dal  nipote  e  da  altri  per  la  sua  liberazione,  40-45  ; 
434,  1-3  ;  viene  liberato  dai  fautori  del  Duca  d'Angi6 
in  favore  del  quale  egli  ormai  si  schiera  apertamente 
(an.  1385)  ;  436,  25-44  ;  s'imbarca  su  galee  genovesi 
e  va  a  Genova,  437,  10-15  ;  quindi  a  Savona  per 
tornare  poinuovamente  nella  pred.  c,    10-15. 

Urlimbacche,  capitano  di  Castruccio  nella  battaglia 
di  Altopascio   (an.   1325),  143,    10. 

UzzANO,  castello  dei  Fiorentini  occupato  da  Gherardino 
degli  Spinoli  signore  di  Lucca,  165,  13-14. 

UzzANO  (da),  V.  Anionio  di  Agnolo  da  U.  ;  Giovanni  da 
U.  ;  Nicola  da  U. 

Vaccini  Cione,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1352  gennaio- 
1353  gennaio,  242,  35 ;  del  1355  gennaio-1356  gen- 
naio,  249.  40  ;  e  del  1360  gennaio-1361  gennaio, 
258,  41  ;  t).  anche  Cione   di  Vaccino. 

Vaccino  (di),  V.  Cione  di  V. 

Vaccio,  i;.  Cioni  V.  ;  Falcucci  V. 

Vaglia  (da),  V.  Bene  da  V. 

Vaiani  Paolo  da  Roma,  podesta  di  Firenze,  come  riesce 
a  scoprire  gli  autori  di  un  audace  furto,  243,  22- 
41  ;  suoi  prowedimenti  contro  colpevoli  e  suo  ener- 
gico  contegno  verso  i  Priori  che  cercavano  d'impc- 
dire  lo  svolgimento  della  giustizia,  244,  8-34. 

Valdambra  (Castelli  di),  di  Siena.  danneggiati  dai  Fio- 
rentini  (an.  1288),  64,  6  ;  ric,  32,  25. 

Valdarno,  di  Sopra  e  di  Sotto,  vi  si  rifugiano  i  Guelfi 
cacciati  da  Firenze  (an.  1248),  35,  38  ;  viene  danneg- 
giato  da  Castruccio  (an.  1320),  126,  32-35  ;  e  (an. 
1323),  133,  30-35  ;  6  corso  e  devastato  dalle  genti  del 
JVIaniscalco  di  Giovanni  di  Boemia  divenuto  signore 
di  Lucca  (an.  1331),  169,  38  ;  e  da  quelle  di  Mastino 
della  Scala  succeduto  a  Giovanni  di  Boemia  nella 
signoria  della  pred.  c.  (an.  1335),  190,  7. 

Valdarno  (Castelh  di),  dei  Lucchesi,  si  danno  sponta- 
neamente  ai  Fiorentini  per  non  cadere  in  mano  dei 
Pisani  (an.  1314),  115,  21-24  ;  ric,  126,  27. 

Valdelsa,  ric,  39,  7  ;  111,  35  ;  269,  20  ;  368,  36  ;  369, 
6,  9.  14  ;  381,  19. 

Valdelsa  (Colle  di),  tentano  d'entrarvi  di  furto  i 
Ghibellini  cacciati  da  Firenze,  ma  vengono  scoperti 
e  ricacciati  dagli  stessi  Colligiani  (an.  1322),  129, 
24-27  ;  abbatte  la  signoria  dei  Tancredi  ed  affida  la 
sua  guardia  e  difesa  al  Comune  di  Firenze  (an.  1331), 
170,  3-11. 

Valdera  (Terre  di),  dei  Pisani,  devastate  dai  Fioren- 
tini  (an.  1329),  163,  6  ;  e  di  nuovo  (an.  1362),  261. 
10-14. 

Valdicalci  (Castello  di),  ric,  66,  26. 

Valdigreve,  ric,  87,  33. 

Valdilamone,  vi  viene  assalita  e  sanguinosamente  deci- 
mata  dai  contadini  della  regione  la  Compagnia  di 
ventura  del  conte  Lando,  253,  3-9. 

Valdinievole,  viene  devastata  dalle  milizie  di  Mastino 
della  Scala  signore  di  Lucca  (an.  1335),  180,  6. 

^'aldinievole  (Castklli  di),  si  danno  spontaneamente 
ai  Fiorentini  per  non  cadere  nelle  mani  dei  Pisani 
(an.  1314),  115,  24  ;  morto  Castruccio,  che  era  riu- 
scito  ad  impadronirsene,  tornano  a  sottomettersi  di 
nuovo   al   Comune   di  Firenze  (an.  1329).  162,  S6-38. 


636 


INDICE  ALFABETlCO 


[Valdipcta-Vcccktetli] 


Valdipesa,  ric,  21,  ii. 

Val  di  Rosia,  ric,  368,  3r., 

Val  di  Sieve,  ric,  64,  27. 

Val  di  Strova,  ric,  368,  30  ;  369,  S  ;  381,  19, 

Valentini      Bartolomeo      di      Naccio, 

i  nelle  lisle  dei  Priori  del  1366  gennaio-l36y  gennaio, 

266,  J3. 
Valentiniano   [III]   imperatore    (aa.   425-455),   ric,  15, 

23-29. 
Vallombrosa  (Abate  della  Badia),  viene  fatto  ucciderc 

per  sospetti  di  trame  coi  Ghibellini   (an.   1258),  44, 

13-24  ;  ric,  285,   34. 
Vallombrosa   (Badia),  sua  importanza  strategica,  286, 

2-5. 
Valois  (di),  V.  Carlo  di  V.  ;  Filippo  di  V.  ;  Maria  di  V. 
Valore,  V.  Rimbaldi  V. 
Valore   (di),  V.  Lapo  di   V.  ;  Maso  di   V. 
Valori  Lapo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1312  febbraio- 

1313  febbraio,  114,  22  ;  v.  anche  Lapo  di  Valore. 
Valori  Maso,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1320  febbraio- 

1321  febbraio,  127,  30  ;  del  1323  febbraio-1324  feb- 
braio,  135,  15  ;  del  1324  febbraio-1325  febbraio, 
148,  11  ;  e  del  1327  febbraio-1328  febbraio,  158, 
9  ;  fe  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1333  dicembre- 
1334  dicembre,  177,  12. 

Valori  Niccol6  di  Taldo,  b  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1366  gennaio-1367  gennaio),  266,   15. 

Valori  Ranieri,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1333  dicem- 
bre-1334  dicembre,  177,   7. 

Valori  Taldo,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1321  febbraio- 

1322  febbraio,  129,  1  ;  del  1328  dicembre-1329  di- 
cembre,  161,  2  ;  del  1335  dicembre-1336  dicembre 
182,  35;  e  del  1337  dicembre-1338  dicembre,  187, 
6  ;  i  Gonfaloniere  di  Giitstizia  (liste  1339  dicembre- 
1340  dicembre),  188,  39. 

Valori  Valorino  di  Lapo,   k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1324   febbraio-1325   febbraio,    147,    40  ;   e   del    1328 

dicembre-1329  dicembre,  160,  33. 
Valorini  Barna,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1358 

gennaio-1359   gennaio),    254,    16  ;    b   nelle   liste   dei 

Priori  del  1361  gennaio-1362  gennaio,  260,  11  ;  e  del 

1367  gennaio-1368  gennaio,  267,   19. 
\'alorino,  V.  Dolcibeni  V. 
Valorino  di  Lapo,  V.   Valori  V.  di  L. 
Valorino  (di),  V.  Barna  di  V. 
Valosa  (di),  V.   Valois  (di). 

Vanni  Francesco,  notaio  dei  Priori,  ric,  260,  16. 
V  A  n  N  I    M  A  T  T  E  o,    notaio  dei  Priori,  ric,  188,  3. 
Vanni,  V.  Accolti  V.  ;  Angelotti  V.  ;  Ardimanni   V.  ;  Ar- 

mati    V.  ;    Bandini    V.  ;    Bcnini    V.  ;    Donnini    V.  ; 

Lamberti    V.  ;    Manetti    V.  ;    Mannucci    V .  ;    Torelli 

V.  ;  Ugolini  V. 
Vanni  Cini,  V.  Sigoli  V.  C. 
Vanni  Ugolini,  V.  Bencivenni  V.   U. 
Vanni  di  Bandino,  V.  Baroncelli  V.  di  B. 
Vanni  di  Benino,  V.  Formichi  V.  di  B. 
Vanni  di  Benintendi,  V.  Albizzi  (degli)  V.  di  B. 
Vanni  di  Buono,  V.  Gherardini   V.  di  B. 
Vanni  del  Coppia,  h  nelle  liste  dei  Priori  del  1293  feb-. 

braio-1294  febbraio,  74,  8. 


Vanni  di  Corso,  V.  Mattei   V.  di  C. 

V  A  N  N  l     D  I     D  o  N  n  I  N  o.     i  nellc  liste  dei  Priori  del 

1338  dicembre-l33g  dicembre,  188,  9. 
Vanni  di  Dotto,  d  nelle  liste  dei  Priori  del  1325  febbraio- 

1326  febbraio,  151,  34. 
Vanni  di  Falco,  V.  Rondinelli  (de')  V.  di  F. 
Vanni   di   Fantone  di  Giraldo,   viene  ammonito   (an, 

1378).  316,  22. 
Vanni  di  Jacopo,  V.   Vecchietti   V.  di  I. 
Vanni  di  Lando,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1346  magHW- 

1347  gennaio,  228,  1». 
Vanni  di  Lotto  da  Signa,  notaio  dei  Priori,  158,  9  ;  e 

nelle  liste  dei  Priori  stessi  del   1331   dicembre-i332 

dicembre,   169,  20  ;   del    1334  dicembre-1335  dicem- 

bre,    179,   23  ;    del    1340    dicembre-i34i    dicembre, 

189,  22  ;  e  del  1348  gennaio-1349  gennaio,  234,  13. 
Vanni     di     Mannuccio,     i  nelle  liste  dei  Priori 

del  1385  maggio-1386  aprile,  443,  6. 
Vanni  di  Michele,  fe  fatto  Cavaliere  (an.  1381),  394,  3, 
Vanni    di   Migliore,    fe    Gonfaloniere   di    Giustizia  (liste 

1344  maggio-1345  maggio),  222,  22. 
Vanni  di  Neri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1325  febbraio- 

1326  febbraio,  152,  9. 
Vanni  d'Oderigo,  V.  Bellondi  (de')  V.  d'0. 
Vanni  di  Pagno,  V.  Albizzi  (degli)   V.  di  P. 
Vanni  di  Puccio,  V.  Benvenuti   V.  di  P. 
Vanni  di  SiMONE  DA    QuARATA,    e   fatto    Cavaliere   dai 

Ciompi  (an.  1378),  323,  33  ;  partecipa,  come  Gonfa- 

loniere  di  Compagnia,  alla  Balia  per  la  riforma  del 

Governo  (an.   1381).  394,  26. 
Vanni  di  Stefano,  notaio  dei  Priori,  ric,  428,  38. 
Vanni  d'Ugolino,   fe  nelle  liste  dei  Priori  del   1286  di- 

cembre-1287  dicembre,  62,  24  ;  e  del  1294  febbraio- 

1295  febbraio,  75,   7  ;  v.  anche  Ugolini  Vanni. 
Vanni  (di),  V.  Bindo  di  V.  ;  Bonaccorso  di  V.  ;  Domeiiico 

di    V.  ;  Jacopo  di    V.  ;  Luca  di    V.  ;   Maffeo  di    V.  ; 

Niccold  di  V.  ;  Xtito  di  V.  ;  Simone  di  V.  ;  Toiiniiaso 

di   V. 
Vannino  di  Ventura,   6  nelle  liste  dei  Prioji  del   1325 

febbraio-1326  febbraio,  152,  8. 
Vecchietti,   fam.    fiorentina   del   quartiere   di   Porta    S. 

Brancazio,  21,   8  ;  di  Parte  guelfa,  28,  23  ;  csce  da 

Firenze   aU'annunzio   della   sconfitta  di   Montapcrti 

(an.  1260),  48,  5  ;  si  schiera  coi  Bianchi,  80,  37. 
Vecchietti  Bindo  di  Giovanni,  e  nelle  liste  dei  Priori 

del  1370  gennaio-1371  gennaio,  276,  28. 
Vecchietti  Ugo  ui  DpMENico,  viene  escluso  dagli  uflici 

(an.  1379),  364,  4. 
Vecchietti   Vanni   di   Jacopo,    i;   nelle  liste  dei   Priori 

del    1372    gennaio-1373    gennaio,    284,    35  ;    6   fatto 

cavaliere    dai    Ciompi    (an.    1378),    324,    21  ;    viene 

escluso  dagli  uliici  per  tre  anni  (an.  1379),  364,  5  ; 

fe  di  nuovo  neUe  liste  dei  Priori  del  1383  Iiiglio-i384  i 

agosto,  428,   19. 
N^^ecchietti  (de')  Niccol6  di  Jacopo,   h  dei  Priori  (a 

1380  settembre-ottobre),  383,  16. 
Vecchietti  (de')  Ramondino  di  Giovanni,  fe  nelle  list 

dei  Priori  del   1376  gennaio-1377  gennaio,  306.  27 

riforme   d'Ordini    reclamate   dalla   Parte   gruelfa   aj 

provate  durante   U  suo   priorato,   301,   6-13,    36-42; 


IVelluti-Vieri] 


mDICE  ALFABETICO 


637 


STio  comportamento  verso  Taccusato  Giovanni  di 
Luigi  de'  Mozzi  vicario  di  Valdinievole,  303,  8-9, 
15-40  ;  304,  1-21  ;  h  tra  i  capi  di  Parte  guelfa  accorsi 
a  difesa  contro  le  minacce  dei  popolani  (an.  1378), 
318,  12  ;  h  fatto  cavaliere  dai  Ciompi,  324,  22  ;  viene 
condannato  per  trame  contro  lo  Stato  a  duemila  fio- 
rini  d'oro  ed  a  sei  anni  di  confine,  339,  41. 

Velluti  Bernardo  di  Matteo,  viene  condannato  per 
trame  contro  lo  Stato  (an.  1381),  400,  21  ;  f.  anche 
Velluii   (de')  Bernardo  di  Matteo. 

Velluti  Bernardo  di  Salvestro,  va  ambasc.  pr.  Carlo 
re  di  Puglia  per  rincoronazione  della  regina  Marghe- 
rita  sua  moglie  (an.  1381),  390,   17. 

Velluti  Donato,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1369 
gennaio-1370  gennaio),  275,  14. 

Velluti  Donato  di  Lamberto,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1341  dicembre-1342  dicembre,  191,  1  ;  199,  1  ;  6 
Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1350  gennaio-r^ji 
gennaio),  239,  30  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori 
del  1355  gennaio-1356  gennaio,  250,   11. 

\'elluti  Gherardino  di  Piero,  viene  condannato  nel- 
Tavere  e  nella  persona  per  la  spedizione  contro  Fi- 
gline  (an.  1379),  351,  8  ;  6  bandito  come  ribelle  (an. 
1380),  370,  23. 

Velluti  Piero  di  Gherardo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1348  gennaio-1349  gennaio,  234,  8. 

Velluti  (de')  Bernardo  di  .  .  .  6  degli  Otto  ufficiali 
incaricati  della  vendita  dei  beni  dei  condannati  (an. 
1380).  372,  22. 

Velluti  (de")  Bernardo  di  Matteo,  h  nelle  liste  dei 
Priori  del  1367  gennaio-i^es  gennaio,  267,  23  e  del 
1376  gennaio-1377  gennaio,  307,  16  ;  ».  anche  Vel- 
luti  Bernardo  di  Matteo. 

Velluti  (de')  Gherardino,  e  nelle  liste  dei  Priori  del 
1298  febbraio-r299  febbraio,  78,  26. 

Velluti  (de')  Lapo,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste 
1307  febbraio-r3o8  febbraio),  102,  29. 

Velluti  (de')  Piero,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1336 
diccmbre-1337  dicembre,  186,  12  ;  e  del  1353  gennaio- 
1354  gennaio,  246,  6. 

Velluti  (de')  Piero  di  Gherardino,  6  nelle  liste  dei 
Priori  del  1323  febbraio  1324  febbraio,  135,  30  ;  e 
del  1331  dicembre-1332  dicembre,  169,  5. 

Velluto  (del),  V.  Diotaiuti  del  V.  ;  Mico  del  V. 

Venceslao  [Lamelao],  imperatore  (aa.  1379-1400),  fi- 
glio  di  Carlo  IV,  gli  vengono  mandati  ambasc.  dal 
Comune  fiorentino  (an.  1381),  389,  32-3«  ;  ric,  338, 
5-6. 

Venedicq,  V.  Pretassini  {de')    V. 

Venezia  [Vinegia]  (da),  v.  Fantino  da  V. 

\kneziani  [Viniziani],  vengono  sconfitti  dal  Legato  di 
Ravenna  (an.  1309),  103,  16-17  ;  stringono  lega  coi 
Fiorentini,  cui  aderiscono  anche  altri,  contro  i  si- 
gnori  della  Scala  (an.  1336),  181,  15-21 ;  vengono 
a  pace  con  Mastino  della  Scala  e  costringono  i  Fio- 
rentini  ad  accettare  i  patti  di  essa,  185,  25-36  ;  ven- 
gono  inviati  loro  ambasc.  dai  Fiorentini  per  soUeci- 
tare  la  .soluzione  della  questione  coi  Genovesi  a  ri- 
guardo  di  Tenedo  (an.  1382),  419,  38-45  ;  420,  1-fi  ; 
ric,  186,   32,   36. 


Venisti  (di),  V.  Caro  di   V.  ;  Jacopo  di  V. 

Venosa,  ric,  36,  20. 

Venni  Paolo,  notaio  dei  Priori,  ric,  273,  28. 

Ventura,  V.  Monachi  V 

Ventura   da   Faenza,   caporale  della  Compagnia  di   S. 

Giorgio,  367,  17. 
Ventura  (di),  V.  Arrigo  di  V.  ;  Francesco  di  V.  ;  Giovanni 

di  V.  ;  Michele  di  Pagno  di  V.  ;  Niccola  di  V.  ;  Nic- 

colb  di  Brunetto  di  V.  ;  Vannino  di  V, 
Verdiano,  V.  Arrighi  V. 
Vkri,  V.  Rondinelli   V. 
Veri  di  Duccio,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1312  febbraio- 

1313  febbraio,  114,  27. 
Veri  di  Falco,  V.  Baldovini   V.  di  F. 
Veri  (di),  V.  Ugolino  di  V. 
Vermigli  Geri,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1344  maggio- 

1345  maggio,  222,  9. 
Vermiglio  di  Franchino,  notaio  dei  Priori,  ric,  273,  40. 
Vermiglio  di  Jacopino,  V.  Alfani  V.  di  J. 
Vernacci  Bindo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1290  dicem- 

bre-1291  dicembre,  67,  40  ;  e  del  1302  febbraio-1303 

febbraio,  91,  9. 
Vernia,  ric,   143,    39-40. 
Verona,  viene  assalita  dalle  milizie  venete  e  fiorentine 

che  prendono  vari  castelli,  184,  34-35  ;  185,  25-20  ; 

ric,  375,  30  ;  436,  6. 
Verre  (del),  V.  Caruccio  del  V. 

Vkspucci  Cesti  di  Lapo,  notaio  dei  Priori  ric,  112,  25. 
Vespuccia,  e  Vespuccio,  v.  Dolcibeni  V.  ;  Simone  V. 
Vestri  Michele,  notaio  dei  Priori,  ric,  240,  47  ;  250,  31. 
Vettolino,  V.  Monte  Vettolino. 
Vettori  Agnolo  di  Neri,   b  nelle  liste  dei   Priori  dcl 

1373  gennaio-1374  gennaio,  289,  26  ;  e  del   1385  mag. 

gio,   1386  aprile,  443,  2. 
Vkttori  Alamanno  di  Torello,  6  Gonfaloniere  di   Giu- 

stizia  (liste  1355  gennaio-1356  gennaio),  250,  0. 
Vettori  Filippo  di  Recco,   k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1357  gennaio-1358  gennaio,  251,  39. 
Vettori  Jacopo  di  Alamanno,  ^  nelle  liste  dei  Priori 

del  1368  gennaio-1369  gennaio,  273,  18  ;  e  del  137J 

gennaio-1373  gennaio,  284,  2. 
Vettori  Neri  di  Boccuccio  di  Manno,  e  nelle  liste  dei 

Priori  del  1328  dicembre-X329  dicembre,  160,  30. 
Vettori  Paolo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1358  gennaio- 

1359  gennaio,  254,  8  ;  e  del  1361  gennaio-1362  gen- 

naio,  260,  6. 
Vezzi  (de')  Duccio  di  Macca,  k  nelle  liste  dei  Priori  del 

1307  febbraio-1308  febbraio,  102,   15. 
Vkzzosi  Vezzo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1302  febbraiu- 

1303  febbraio,  90,  37  ;  e  del  1308   febbraio-1309  feb- 

braio,  104,  25. 
VicENZA,   viene  assediata  dalle  milizie  venete  e   fioren- 

tine  alleate  contro  i  signori  della  Scala,  185,  26. 
VlccHio,  castello  costruito  da  Fiorentini  nel  Mugello  (an. 

1324),  128,  22-24. 
ViccHlo  (da),  V.  Tancredi  da  V. 
Vico,  terra  dei  Senesi  occupata  dai  Fiorentini  (an.  1260), 

45,  32. 
ViERl,  V.  Rondinelli  {de')   V. 
VlKRl  Falchi,  V.  Baldovini  V.  F. 


Tomo  XXX.  p.  I  —  41. 


638 


INDICE  ALFABETICO 


(Vicri  d»\  B*Uo>Vitconti] 


ViERi  DEL  Bello,  V.  RondinelH   V.  del  B. 

ViERi  Di  Bbrto  di  Vieri  d'Ugo,  V.  Scali  {degli)  V. 
di  B.  di  V.  d'U. 

Vieri  di  Cambio,  V.  Medici  (de')    V.  di  C. 

ViERi  Di  Falco,  V.  Davamati  V.  di  F. 

ViERi  Di  Gherardo,  V.  Bardi  (de')   V.  di  G. 

ViERi  Di  Paolo,  viene  confinato  a  Perugia  per  cinque 
,    anni  (an.  1381),  400,  46. 

ViERi  Di  Pepo,  V.  CavicciuH  V.  di  P. 

ViERi  (di),  t;.  Lapaccio  di  V.  ;  Luca  di  Piero  di  V.  ; 
Ugolino  di    V. 

ViGGiAKO,  castello  degli  Ubaldini  preso  e  distrutto  dai 
Fiorentini  (an.  1373),  286,  37. 

ViGNONE,  V.  Avignone. 

ViGOROsi  Francesco,  6  ncUe  liste  dei  Priori  del  1350 
gennaio-1351  gennaio,  240,  8  ;  del  1366  gennaio- 
1367  gennaio,  266,  22  ;  e  del  1373  gennaio-1374  gen- 
naio,  289,  17  ;  viene  ammonito  (an.  1377),  305,  23  ; 
309,  9. 

ViGORosi  Marco  di  Francesco,  h  fatto  cavaliere  dai 
Ciompi  (an.  1378),  324,  31. 

ViGOZZo  (da),  V.  Nttcciarello  da  V. 

ViLLAM  AGNA  (da),  V.  FiHppo  di  Jacopo  da  V. 

ViLLANi  Andrea,  e  nelle  liste  dei  Priori  del  1354  gennaio- 
1355  gennaio,  248,  22  ;  i  Gonjaloniere  di  Giustizia 
{liste  1363  gennaio-1364  gennaio),  263,  6  ;  e  di  nuovo 
nelle  liste  dei  Priori  del  1368  gennaio-1369  gennaio, 
273,  32;  del  1372  gennaio-  1373  gennaio,  384,  5; 
e  del  1376  gennaio-1377   gennaio,  307,   10. 

ViLLANi  FiLiPPO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1323  febbraio- 
1324  febbraio,  135,  25. 

ViLLANi  GiovANNi,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1315  feb- 
braio-r3i6  febbraio,  122,  16 ;  del  1320  febbraio- 
1321  febbraio,  127,  32;  del  1327  febbraio-1328  feb- 
braio,  158,  1  ;  viene  ricordato  dallo  Stefani  come 
storico  del  suo  tempo,  30,  11  ;  57,  31  ;  "  la  sua  cro- 
naca  6  xina  delle  fonti  principali  dello  Stefani  stesso, 
XXXI,  14-32  ,,  ;  "  la  sua  cronaca  e  quella  dello  Ste- 
fani,  V,  16,  21  ;  VI,  1-10  „  ;  "  esame  analitico  di 
passi  corrispondenti  delle  due  dette  cronache,, 
XXVIII-XCIX  „  ;  V.  anche  Stefani  Marchionne,  ric, 
passim  neU'Introduzione. 

ViLLANi  Matteo,  viene  ammonito  (an.  1363),  261,  22. 

ViLLANO  di  Stoldo,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1299  feb- 
braio-1300  febbraio,  82,   19. 

\'illanova  (da),  V.  Ugolino  da  V. 

ViLLANUCci  LoRENZo  Di  Mari,  6  nelle  liste  dei  Priori  del 
1341  dicembre-1342  dicembre,  190,  31. 

ViLLANUccio.  condottiero  di  ventura,  ric,  398,  24. 

ViLLANUZZi  BoNACcoRSO,  6  nclle  liste  dei  Priori  del 
1292  (ottobre-dicembre),  58,  26  ;  e  del  1290  dicem- 
bre-1291  dicembre,  68,  8. 

ViLLANUZzi  CiONE,  6  nellc  liste  dei  Priori  del  1283  di- 
cembre-1284  dicembre,  60,  9. 

ViLLANUZZO  (di),  V.  Cione  di  V. 

"  ViLLARi  Pasquale,  storico,  confuta  Tipotesi  delfHar- 
twig  e  diraostra  che  Firenze  con  la  venuta  di  Federico 
I  non  perdette  affatto  la  sua  giurisdizione  sul  conta- 
do,  Lll,  24-31  „  ;  "  esame  di  quanto  egli  e  il  Santini 
affermano   a   riguardo   deiracquisto   del   casteUo   di 


Monte    Cros.soli,    XLVIII,    32-35-LI,     1-37,.;    "  cri 
tica  di   quanto   egli   dice   sugli   Uberti,   LV,    1-5  ,,  ; 
"  ric,  passim  neirintroduzione  „. 

ViNCi  Lippo,  h  Gonfaloniere  di  Giustizia  (liste  1300  feb-j 
braio-1301  febbraio),  86,  28. 

ViNci,  castello  Valdarno  dei  Fiorentini  si  ribella  e  pasaal 
ad  Uguccione  (an.  1315),  118,  15-18. 

ViNCi  (da  e  Di),  V.  Rinieri  Salvi  da  V.  e  di  V.  ;  Rinieri^ 
di  V. 

ViNEGiA  e  ViNiziANi,  V.  Venezio  e  Veneziani. 

ViNTA  (di),  V.  Giovanni  di  V. 

ViNTA  DEL  Caccia,  V.  Altoviti  V.  del  C. 

ViRGiLio,  cit.,  5,  2  ;  7,  38  ;  "  cf.  XXXI,   13  „. 

Virt6  (Conte  di),  v.    Visconti  Gian  Galeazzo. 

ViscONTi  Azzo,  figlio  di  Galeazzo,  viene  con  sue  gentil 
in  aiuto  di  Castruccio  (an.  1325),  143,  14-15  ;  vienej 
con  questo  a  dare  il  guasto  al  contado  fiorentino,] 
144,  29-37  ;  fatto  signore  di  MUano  (aa.  1328-1339),] 
si  allea  coi  Fiorentini  contro  Giovanni  di  Boemiaj 
(an.  1332),  172,  11  ;  e  di  nuovo  con  questi  stessi,  codI 
Luigi  Gonzaga  e  coi  Veneziani  coutro  i  signori  della  j 
Scala  (an.   1337),  184,   12-14. 

ViscONTi    Bernab6,    signore   di   MUano    (aa.  1354-1385),.] 
promette  il  suo  appoggio,  secondo  alcune  voci,  allaj 
setta  fiorentina  dei  Ricci  per  la  rivolta  contro  il  Go- 
verno   (an.    1360),  257,  25-39  ;  manda  sue  genti  inj 
aiuto  di  S.   Miniato  al  Tedesco  contro  i  Fiorentinij 
(an.  1369),  270,  9  ;  si  allea  con  questi  contro  il  Legato  j 
Pontificio  di  Bologna  (an.  1375),  293,  3-4  ;  297,  15-j 
17  ;  interpone  i  suoi  buoni  ufHci  per  le  trattative  dij 
pace   tra   Gregorio    XI   ed   i   Fiorentini   (an.    1377),] 
311,  3-13  ;  gli  vengono  mandati  ambasc.  dai  Fioren- j 
tini  stessi   per   tentare  di  ristabilire  la  pace  tra  lui  e  ilj 
condottiero  di  ventura  Giovanni  Acuto   (an.   1378),^ 
341,  40-43;  342,   1-5;  "  cf.  XCVII,  2-5  „  ;  rimette 
ai  Fiorentini  una  copia  di  lettera,  da  lui  intercettata,_ 
inviata  in  Francia  contro  di  loro  dal  Duca  D'Angiil 
422,  3-4  ;  viene  fatto  prendere  e  rinchiudere  in  un 
torre  dal  suo  nipote  Gian  Galeazzo  detto  Conte  di 
Virtu  (an.  1385),  435,  46-47  ;  436,  1-11  ;  ric,  299,| 
43  ;  338,  2-3  ;  380,  18  ;  383,  26  ;  "  CX,  35  „. 

ViscoNTi  Galeazzo,  signore  di  Milano  (aa.  1322-1328 
marito  di  Beatrice  d'Este,  invia  aiuti  a  Castrucci 
(an.  1325),  143,  3-4. 

ViscoNTi  Galeazzo,  nipote  deU'arcivescovo  Giovanni  s^ 
gnore  di  Milano  e  di  Bologna,  inviato  daUo  zio  co 
numerose   milizie  contro  Firenze,    viene    ad   accara-* 
parsi  con  queste  a  Peretola   (an.   1351),  236.  24-3»  ;i| 
va  ad  assediare  Scarperia,  238,  21-29. 

[ViscoNTi    GiAN    Galeazzo]    detto    Conte   di    Virtii, 
prendere  e  rinchiudere  in  una  torre  lo  zio  Bemat 
impadronendosi  del  potere  (an.   1385),  435,   46-47 j 
436,  1-5  ;  gli  vengono  inviati  dai  Fiorentini  ambas 
che  stringono  con  lui  una  lega,  6-6. 

ViscONTi   Giovanni,    Arcivescovo   e   Signore   di   MUan 
(aa.    1339-1354),    suoi    preparativi    di    guerra,    236 
2-12 ;   manda   contro    Firenze   suo   nipote   Galea 
24-39. 

ViscoNTi  LucHiNO,  signore  di  MUano  (aa.  I339-1349| 
ric,  200,  37. 


(Vitconti«Zanobi] 


INDICE  ALFABETICO 


639 


ViscONTi  Marco,  el.  Capitano  dalle  milizie  tedesche 
lasciate  da  Lodovico  il  Bavaro  pr.  Cerruglio,  muove 
con  queste  contio  Lucca  ed  occupa  la  c.  (an.  1329), 

161,  34-36  ;  venuto  ad  accordi  coi  Lucchesi,  offre  la 
c.  di  Lucca,  a  nome  delle  dette  milizie,  a  mezzo  di 
Pino  della  Tosa  e  del  Vescovo  della  c.  stessa,  al  Co- 
mune  di  Firenze,  ma  rofferta  non  viene  accettata, 

162,  2-12  ;  va  con  le  dette  milizie  in  aiuto  dei  Pisani 
che  cacciano  cosi  il  Vicario  lasciato  dairimperatore 
e  ricostituiscono  il  libero  Comune,  24-26  ;  va  in  Fi- 
renze  per  riprendere  le  pratiche  della  cessione  di 
Lucca  al  Comune,  ma  anche  questa  volta  inutil- 
mente,  162,  22-32  ;  tornato  in  Milano  viene  fatto 
strangolare  dai  fratelli,  32-33. 

ViscoNTi  Matteo,  signore  di  Milano  (aa.  1311-1322), 
sue  lotte  con  Roberto  di  Napoli,  125,  39. 

VisDOMiNi,  fam.  fiorentina  del  quartiere  Duomo,  21,  7  ; 
di  Parte  guelfa,  28,  24  ;  esce  da  Firenze  airannnnzio 
della  sconfitta  di  Montaperti  (an.   1260),  48,    13. 

VisDOMiNi  (de')  Gherardo,  6  nclle  liste  dei  Priori  del 
1291  dicembre-1292  dicembre,  69,  13. 

VisDOMiNi  GuiDO  CoNTi,  6  ncUe  liste  dei  Priori  del  1285 
dicembre-1286  dicembre,  61,  30. 

ViTA  Pasquini  Nuti,  t;.  Rapucci  (de')  V.  P.  N. 

Vita  (di),  V.  Bonaccorso  di  V.  ;  Giovanni  di  V. 

Vitella  (della),  V.  Giovanni  di  Bindo  della  V.  ;  Pie- 
ruzzo  d'Andrea  della  V. 

\'iterbo,  vi  vengono  mandati  dagli  Otto  di  Balia  del 
Comune  di  Firenze  emissari  per  suscitarvi  rivolte 
contro  il  dominio  della  Chiesa  (an.  1375),  293,  33- 
35;  ric,  43,  11 ;  154,  23. 

ViTERBO  (da),  V.  Giovanni  di  Vannicello  da  V. 

ViTERBO  (di),  V.  Tommaso  di  V. 

ViTORATA,  ric,  377,  32,  34,   36. 

ViTORATA  (da),  V.  Baldo  da  V. 

ViTTOLiNO,  castello,  viene  dato  dai  Pistoiesi  ai  Fioren- 
tini  (an.  1321),  167,  19. 

ViTTORi  BoccAccio  Di  Manno,  S  uelle  liste  dei  Priori  del 
1319  febbraio-1320  febbraio,  126,  19. 

ViTTORi  GiANNOzzo  Di  Neri,  h  dci  Cinquantadue  cit- 
tadini  cui  viene  data  la  Balia,  insieme  ai  Priori  e  Col- 
legi,  per  la  riforma  del  Governo  (an.  1381),  395,25. 

ViVALDi  Manfredi,  ric,  171,  34. 

ViviANi  AzzoLlNO,  6  nelle  liste  dei  Priori  del  1351  gen- 
naio-1352  gennaio,  240,  23. 

ViviANi  DoNATO  Di  Lapo,  6  uelle  liste  dei  Priori  del  1306 
febbraio-1307  febbraio,  99,  19  ;  del  1308  febbraio- 
1309  febbraio,  104,  6  ;  del  1309  febbraio-i3io  feb- 
braio,  106,  21  ;  del  1312  febbraio-1313  febbraio, 
114,  38  ;  e  del  1313  febbraio-1314  febbraio,  116,  28. 

ViviANi  FoRiGiANO,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1356  gen- 
naio-1357  gennaio,  250,  36. 

ViviANi  GiovANNi  Di  DoNATO,  6  uelle  liste  dei  Priori 
del  1322  febbraio-1323  febbraio,  131,  30  ;  6  Gonfa- 
loniere  di  Giustizia  (liste  1324  febbraio-1325  feb- 
braio),  148,  4  ;  e  di  nuovo  nelle  liste  dei  Priori  del 
1328  dicembre-1329  dicembre,  160,  35 ;  del  1334 
dicembre-1335  dicembre,  179,  16  ;  e  del  1341  di- 
cembre-r342  dicembre,  190,  22. 

ViviANi  Lapo   di   Donato,   h  Gonfaloniere  di  Giustizia 


(liste  1354  gennaio-1355  gennaio),  248,  14  ;  6  nelle 
liste  dei  Priori  del  1358  gennaio-1359  gennaio,  254, 
15  ;  e  del  1364  gennaio-i^Ss  gennaio,  264,  37. 

ViviANi  Lapo  di  Giovanni,  6  Gonfaloniere  di  Giustizia 
(liste  1376  gennaio-r377  gennaio),  307,  3. 

Viviani  Lorbnzo  di  Donato,  i  nelle  listc 
dei  Priori  del  1338  dicembre-i33g  dicembre,  187,  11. 

ViviANi  ToMMASO  Di  Bernardo,  6  nelle  liste  dei  Priori 
del  1383  Iuglio-r384  agosto,  428,  21. 

ViviANo,  Notaio  delle  Riformagioni,  restituisce  ai  Ciompi 
le  deliberazioni  da  loro  prese  perchfe  non  valide  (an. 
1378),  329,  16-22;  si  rifiuta  di  rogare  i  Capitoli  di 
legge  presentati  da  Carlo  degli  Strozzi  per  le  stesse 
ragioni  (an.   1381),  405,   18-25. 

ViviANo  (di),  V.  Azzolino  di  V.  ;  Torrigiano  di  V. 

ViviNAiA,  terra  dei  Lucchesi  occupata  dai  Fiorentini 
(an.  1330),  166,  25. 

VoGLiA  (del),  V.  Nofrio  d'Ottaviano  del  V. 

VoLOGNANESi,  fam.  fiorentina  di  parte  ghibellina,  28,  24. 

Volterra  c,  viene  devastata  da  Attila,  16,  29  ;  viene  oc- 
cupata  dai  Fiorentini,  per  ragioni  militari,  durante 
la  guerra  che  questi  stavano  combattendo  contro 
Arrigo  VII  (an.  131 1),  106,  35  ;  si  da  in  signoria  a! 
Duca  d'Atene  (an.  1342),  197,  12  ;  si  ribella  a  questo 
e  viene  occupata  da  Attaviano  de'  Belforti  (ah. 
1343).  207,  13. 

VoLTERRA  (Vescovo  di),  e  consigliere  del  Duca  d'Atene, 
200,  28. 

VoLTERRANi,  veugono  sconfitti  dai  Fiorentini  e  costretti 
a  fare  rientrare  i  Guelfi  (an.  1254),  42,  24-31  ;  aderi- 
scono  alla  lega  contro  Pisa  (an.  1284)  60,  26  ;  tor- 
nano  contro  di  loro  i  Fiorentini  che  li  costringono 
a  venire  a  pace  con  San  Gimignano  (an.  1309),  103, 
20-24  ;  inviano  aiuti  ai  Fiorentini  in  guerra  contro  Ar- 
rigo  VII  (an.  1312),  110,  14-19. 

Zampa  (del),  V.  Ugolino  del  Z. 

Zampaloca  Lorenzo  di  Giovannetto, 
i  nelle  lifte  dei  Priori  del  1382  gennaio-j^S^  aprile, 
424,  3. 

Zampini  Antonio,  h  dei  Priori  (an.  1379  novembre- 
dicembre),  348,  15. 

Zanobi,  V.  Ardinghelli  Z. 

Zanobi,  medico,  Capitano  di  Parte  gueUa,  come  venne 
ucciso  e  come  in  seguito  a  questo  assassinio  andarono 
in  quasi  completa  rovina  le  famiglie  dei  due  ucsisori 
(an.  1382),  405,  33-42;  416,  1-15. 

Zanobi  di  Banco,  V.  Bencivenni  Z.  di  B, 

Zanobi  di  Bartolo,  notaio  dei  Priori,  148,  6  ;  157,  39  ; 
167,  34  ;  h  nelle  liste  ^ei  Priori  del  1344  maggio- 
1345  maggio,  222,  16. 

Zanobi  di  Bartolo,  V.  Lippi  Z.  di  B. 

Zanobi  di  Berto,  V.  Ranieri  Z.  di  B.  ;  Rinieri  Z.  di  B. 

Zanobi  di  Bonvanni,  partecipa  alla  Balia  per  TArte 
dei  beccai  (an.  1381),  409,  32. 

Zanobi  di  Bruno,  6  dei  Cinquantadue  cittadini  cui  viene 
data  la  Balia,  insieme  ai  Priori  e  Collegi,  per  la  ri- 
forma  del  Governo  (an.  1381),  596,26  ;  4  nelle  liste 
dei   Priori  del  1385  maggio-1386  aprile,  443,  3. 

Zanobi  di  Chiaruccio,  fe  nelle  liste  dei  Priori  del  1346 
maggio-1347  gennaio,  229,  6. 


640 


INDICE  ALFABETICO 


[Zanobi-2uccliero] 


Zanobi  di  Dino,  partecipa  alla  Balia  per  TArte  dei 
Galigai  (an.  1381),  409,  40. 

Zanobi  di  GiovANNi  Di  CiONE,  V.  Mezzola  Z.  di  G. 
di  C. 

Zanobi  di  Giovanni  di  Cionh,  da  Mezzola  e  di  Mezzola, 
i  nelle  liste  dei  Priori  del  1363  gennaio-1364  gennaio, 
264,  t  ;  viene  mandato  ambasc.  pi.  Urbano  VI  a 
Genova  (an.  1385),  438,  2-3  ;  v.  anche  Mezzola  Za- 
nobi  di  Giovanni  di  Cione  e  Zanobi  da  Mezzola. 

Zanobi  di  Lapo,  V.  Arnolfi  Z.  di  L.  ;  MannelH  Z. 
di  L. 

Zanobi  di  Lapuccio,  V.  Corda  Z.  di  L. 

Zanobi  di  Marchettino,  h  fatto  Popolano  (an.  1379), 
364,  26. 

Zanobi  di  Marchettino,  V.  Tornaguinci  Z.  di  M. 

Zanobi  da  Mezzola,  partecipa  alla  Balia  per  TArte 
della  Lana  (an.  1381),  409,  28  ;  v.  anche  Mezzola 
Zanobi  di  Giovanni  di  Cione  e  Zanobi  di  Giovanni 
di  Cione   da  Mezzola. 

Zanobi  di  Neri,  v.  Camerini  Z.  di  N.  ;  Macigni  {de') 
Z.  di  N. 

Zanobi  di  Simone,  V.  Fei  Z.  di  S. 

Zanobi  da  Strata,  poeta  fiorentino  incoronato  in  Pisa 
dairimperatore  Carlo  IV  (an.  1355),  249,  14-18. 

Zanobi  di  Taddeo,  V.  Borghini  Z.  di  T. 


Zanobi  del  Tuffa,    e    del    Truffa,    viene    ammonito 

(an.  1377),  304,  40  ;  308,  30. 
Zanobi  (di),  V.  Bencivenni  di  Z.  ;  Niccolo  di  Z. 
Zanobio  [Zenobio]    (S.),   vescovo  di   Firenze,   14,  28  ;   fa 

ricostruire  la  vecchia  Chicsa  di  S.   Salvatore  e  de- 

dica  la  nuova  Chiesa  cost  ricostruita  a  S.  Reparata, 

in  ricordo  della  vittoria  riportata  daU'armi  romane. 

nel  giorno  della  sua  festa,  sui  Goti,  14,  30-31  ;  sua 

morte  e  miracoli,  15,   1-9. 
Zanobio  Corsi,  V.  Borghi  {de')  Z.  C. 
Zanobio  di  Cambio,  V.  Orlandi  Z.  di  C. 
Zati  Giovanni,  h  fatto  cavaliere  dai  Ciompi  (an.  1378), 

324,  39. 
Zato,  V.  Passavanti  Z. 

Zato  di  Baldo  e  di  Gaddo,  v.  Passavanti  Z.  di  B.  e  di  G. 
Zello  (di),  11.  Bonaventura  di  Z. 
Zenone,    imperatore    di    Costantinopoli    (aa.    474-491), 

ric,  16,  34. 
ZiNCANi  Rinieri  (figliuoli  di),  non  accettano  la  pace 

proposta  dal  Card.  Latino  (an.  1380),  56,27. 
Zuccaro  di  Giunta,  notaio  dei  Prjori,  ric,  125,  19. 
Zucchero  di  Buonaiuto,  k  nelle  liste  dei  Priori  del  1315 

febbraio-i3i6  febbraio,  122,  2. 
ZuccRERO  Dl  Lapo,  V.  Benci  Z.  di  L. 
ZuccHERO  (di),  V.  Niccoli  di  Z. 


[AA.  71  a.  C..1107] 


INDICE    CRONOLOGICO 

[a  cura  del  Prof.  Cesare  Fraschetti] 


71   a.  C.  -  Fiesole  viene  presa  e  distnitta  dai  Romani 

9,   38-40. 
70  a.  C.  -  Viene  edificata  Firenze  ad   opera,   Hecondo  la 
leggenda,   di  Cesare  e   di  altri  nobili    baroni    di 
Roina,  10.  3-21,  5-25. 
252  -  Viene  ad  abitare  in  Firenze,  attratto  dalla  fama 
della  sua  bellezza,  Timperatore  Decio  che,  per 
la  persecuzione  da  lui  bandita  contro  i  Cristiani, 
vi  fa  decollare  reremita  Miniato  e  fa  martiriz- 
zare  nel  Mugello  Cresci  ed  altri  di  fedc  cristiana, 
12,    3t-41  ;   13,   5-8. 
311   -   L'imperatore   Costantino   pone   terminc   allc   pcr- 
secuzioni  dci  Cristiani,  dota  la  Chiesa  e  port.a 
H  sede  deirimpero  a  Costantinopoli,  13,  10-13. 
320  -  Onorio  predica  in  Firenze  la  fede  cristiana  e  con- 

verte  il  pojxslo  al  Cristianesimo,  1.3,  19-32. 
396  -  L'lnipcro  viene  diviso  fra  i  due  figli  di  Teodosio, 

14,  8-9. 

401  -  Scende  in  Italia,  a  capo  di  una  moltitudine  di  genti 

infedeli,  AJberigo   (sic)  re  dei  Goti,  che  ne  de- 

vasta  le  terre  «  muorc  poi  pr.  Cosenza  ;  e  vi  di- 

scende   parimenti,  poi,  raltro   re  dei  Goti,  Ro- 

dasio    {sic),    accorso    per    vendicare  la     morte 

dello  zio,  che  viene  sconfitto  pr.  il  luogo  dove 

era  prima  Fiesole,  14,  9-26. 

436  -  Attila  viene  in  Italia  con  un  grandissimo  esercito 

e  numerosissime  genti  ma   6  sconfitto  pr.   Fri- 

goli  {sic)  e  costretto  a  tornarsene  indietro,  15, 

23-28. 

450  -  Lo  stesso  torna  una  seconda  volta    in    Italia  con 

un  esercito  piu    grande    di    prima    c,   secondo 

la  leggenda  riportata   dallo  Stefani,   dopo  aver 

devastato    raolte     terre,     prende    e     distrugge 

Firenze,    15,   28-43;  16,    1-20;   fatta    poi  rico- 

stniire   Fiesole,  parte    alla    volta   di    Roma  ma 

muore  improvvisamente  per  via  in    Maremma, 

16,  24-29. 

529  -  Viene  in  Italia,  mandato  dairiiiiperatore  Giustino, 

Narsete,    che    vince  e    scaccia    definitivamente 

dalla  pcnisola  le  ultime  rcliquie  dei  Goti,  venuti 

e  stabilitisi  qua  da  tempo   16,  38-40. 

570  -  I  Longobardi,  condotti  dal  loro  re  Rotario  {sic). 


vengono  in  Italia  e  se  ne  impadronisccno,   17 
9-12. 

775  -  Carlo  Maguo  pone  fine  alla  dominazione  dei  Longo- 
bardi  in  Italia,  17,   13-14. 

801  -  Lo  stesso  viene  incoronato  in  Roma  Imperatore 
del  Mondo,   17,   15-16. 

811  febbraio  {8io  st.  fior.)  -  I  Fiorentini  inviano  am- 
basc.  iu  Roma  pr.  Carlo  Magno  e  pr.  pp.  Leone 
per  invocare  il  loro  aiuto  per  la  riedificazione 
della  loro  patria,  17,  25-35. 

811  aprile  -  S'inizia  per  ordine  di  Carlo  la  riedificazionc 
di  Firenze  con  le  sue  mura,  porte  e  borghi,  18, 
1-36. 

815  -  Carlo  Magno  vieiie  in  F^irenze  ed,  ammirato  della 
bellezza  di  essa  e  del  numero  e  della  nobilta 
degli  abitanti,  dicliiara  la  c.  pienamente  libera, 
19,   14-18. 

1010  luglio  6-1  Fiorentini,  sccondo  la  leggenda  ripor- 
tata  dallo  Stefani,  s'impadroniscono  con  uno 
stratagemma  di  Ficsole  e  la  distruggono,  impe- 
gnandosi  nello  stesso  tempo  coi  Fiesolani  di 
accoglierli  in  piena  eguaglianza  di  diritti  entro 
le  loro  mura  e  nei  loro  borghi,  19,  26-40  ;  20, 
:-18;  cf.  "  XXXVIII-XLIII  „. 

1072  -  Muore  dopo  una  vita  di  aspra  penitenza,  nel  luogo 
ove  poi  sorse  la  badia  di  \'allonibrosa,  S.  Gio- 
vanni  di  Gualberto  della  casa  di  Pctroio  di  Val- 
dipesa,  21,  24-36. 

1078  -  Si  ordina  e  s'inizia  la  costruzione  della  scconda 
cerchia  delle  niura  di  Firenze  e  si  racchiudono 
in  essa  i  nuovi  borghi  fonuati  dai  nuovi  abita- 
tori  venuti  qua  pel  suo  sviluppo  sempre  piii 
crcscente,  20,  20-36. 

1080  luglio21  -  Arrigo[IV]  viene  costrettodai  Fiorentini 
a  toglicrc  il  campo  dai  loro  dintorni,  22,  7-10. 

1107  -  I  Fiorentini  prcndono  e  distniggono  Prato,  perchi 
gli  abitanti,  ricompratisi  da  poco  dai  conti 
Guidi,  s'erano  rifiutati  di  venire  con  loro  n 
patti,  e  prendono  e  distruggono  pariraenti  il 
castello  di  Monte  Orlandi  e  ne  fanno  prigioniero 
il  signore  del  castello  stesso,  Amolfo  dei  conti 
di  Gangalandi,  cominciando  cost  ad    cstendero 


642 


INDICE    CRONOLOGICO 


[AA.  1113.1202  MtUmbr*) 


oltre  le  mura  la  loto  giurisdizione  ed  il  loro  do- 
minio,  22,   15-23. 

1113  -  Gii  stessi  sconfiggono  Roberto  Tedesco,  vicario 
deirimperatore  Arrigo  V,  signore  di  Monte  Ca- 
sciolli,  e  ne  prendono  e  distruggono  il  castello, 
22,  26-2». 

1115  -  Firenze  viene  danneggiata  dal  fuoco  che  distrugge 
quasi  interamente  borgo  S.  Apostolo,  22,  31-33. 

1117  -  1  Pisani,  costretti  ad  allontanarsi  dalla  patria  per 
rimpresa  di  Maiorca,  affidano  la  guardia  di 
essa  ai  Fiorentini,  i  quali  ricevono  poi  in  dono, 
a  segno  di  gratitudine,  due  colonne  che  essi  pon- 
gono  a  ricordo  avanti  la  porta  del  Duomo,  22, 
36-37  ;  23,   1-21. 

1135  -  I  Fiorentini,  sdegnatiperch&Buondelmonti.signori 
di  Montebuoni,  esigevano  il  pedaggio  da  quelli 
che  passavano  per  le  vie  del  loro  castello,  muo- 
vono  con  Toste  contro  di  loro  e  prendono  e  di- 
struggono  il  castello  stesso,  ma  conservano  per6 
loro  le  rendite  del  castello  medesimo  e  li  fanno 
inoltre  cittadini  di  Firenze,  ove  questi  vanno 
a   stabilirsi   definitivamente  23,  21-29. 

1146  giugno  -  Gli  stessi  muovono  guerra  anche  ai  conti 
Guidi  assediando  il  loro  castello  di  Monte  di 
Croce,  ma  vengono  sconfitti  dal  conte  Guido 
stesso  cui  erano  venuti  in  aiuto  gli  Aretini,  23, 
33-40. 

1154  giugno  10  -  Gli  stessi  tornano  contro  il  suddetto 
Conte  e  prendono  e  distruggono  questa  volta  il 
surricordato  castello,  che  poi  il  Conte  stesso, 
in  seguito,  con  licenza  dei  Fiorentini  medesimi, 
vendeal  Vescovo  di  Firenze,  24,2-6 ;  cf.  "  XLVII, 
15-34  ;  XLVIII,   1-15,,. 

1154  tettembre  15-  Gli  stessi  corrono  in  aiuto  dei  Pra- 
tesi  contro  i  Pistoiesi  ma  vengono  sconfitti  da 
questi  pr.  Carmignano,  24,  8-12. 

1170  ottobre-novembre  -  Gli  stessi  portano  guerra  agli 
Aretini,  per  vendicarsi  deiraiuto  da  loro  dato 
ai  conti  Guidi,  e  li  sconfiggono,  nia  restituiscono 
poi  loro  i  prigionieri  senza  riscatto  e  fanno  inol- 
tre  con  essi  un  patto  d'amicizia,  24,  15-21. 

"  1172  maggio  5  -  Gli  esuli  di  San  Miniato  congiurano 
cogli  Uberti  contro  il  cancelliere  deirimpero, 
Cristiano  di  Magonza,  facendo  causa  comune 
con  Firenze  e  Pisa,  LV,  15-38-LVIII,  14-43  „. 

1174  -  I  Fiorentini  vanno  in  aiuto  di  Montepulciano, 
assediato  dai  Scnesi,  e,  scontratisi  con  questi 
pr.  Asciano,  li  sconfiggono  iniziando  cost  le  lotte 
con  Siena,  24,  24-31. 

1177  -  Vengono  distrutte  dal  fuoco  in  Firenze  casc  e 
botteghe  al  Ponte  Vecchio  ed  in  S.  Martino,  24 , 
33-36  ;  25,    1-2. 

1177  ottobre  28  -  Si  rovescia  su  Firenze  una  gran  piog- 

gia  a  cui  segue  poi  il  rigonfiamento  deirArno 
che  oltre  a  numerosissimi  altri  danni,  fa  cadere 
Ponte  Vecchio,  25,  4-5. 

1178  marzo  {ii77  sl.  fior.)  -  Gli  Uberti,  irritati  per  non 

.iver  potnfo  oltencre  il  Consolato  a  loro  piaci- 
mento,  si  ulleano  coi  popolani  c  con  alcuni  no- 
bili  e  scendono  armati  in  piazza  contro  gli  av- 


versari  iniziando  cost  nella  c.  le  lotte  civili,  25, 
8-13  ;  cf.   "  LIII.   32-36-LIX,   1-21  „. 

*1180  -  Gli  stessi  vengono  ad  accordo  con  la  fazione 
avversa,  25,    13-21  ;  cf.   "  LIX,  22-28  „. 

1183  gennaio  {iiSt  st.  fior.)  -  Sparsasi  in  Firenze  la 
notizia  che  una  brigata  del  castello  di  Mont 
Grossoli  aveva  rubato  il  grano  che  il  Comune 
fiorentino,  angustiato  da  una  grave  carestia, 
faceva  venire  da  fuori,  i  Fiorentini  vanno  con 
grande  oste  contro  il  detto  castello  e  lo  prendono, 

25.  24-29. 

[1184  giugno  -  1  Fiorentini  prendono  e  distruggono  il  ca- 
stello  di  Pogna  in  Valdelsa,  25.  31-35J  v.  118$ 
iiugno. 

1185  gittgno  -  I  Fiorentini  prendono  e  distruggono  il  ca- 

stello  di  Pogna  in  Valdelsa,  25,  31-35,  3;  26, 
1-2 ;  cf.  "  XLV,   5-7  „  V.   [1184  giugno]. 

1186  agotto  2  -  Viene  in  Firenze  Timperatore  Federico 

I  che,  per  le  proteste  dei  nobili  del  contado  con- 
tro  le  aggressioni  dei  Fiorentini,  toglie  a  questi 
ogni  giurisdizione  fuori  delle  mura,  25,   37-38  ; 

26,  1-4;  cf.  "LII,   1-33-  LTII,   1-11  „. 

1188  tettembre  -  L'Arciv.  di  Ravenna  predica  in  Fi- 
renze  la  Crociata  suscitando  negli  ascoltatori 
grande  commozione  che  spinge  molti  a  partire, 
26,    6-10. 

1188  —  L'imperatore  Federico  restituisce  ai  Fiorentini 
la    giurisdizione  sul  contado,  26,  10-12. 

1190.  -  Giunge  in  Firenze  il  braccio  di  S.  Filippo  Apo- 
stolo,    26,    18-20. 

"  1195  -  Enrico  VI  manda  in  Toscana  il  proprio  fratello 
Filippo  e  lo  investe  dei  beni  della  contessa  Ma- 
tilde  creandolo  Conte  e  poi  Duca.  LI,  2-4  ,,. 

"  1195  -  II  pred.  Filippo,  per  gli  insopjjortabili  balzelli 
e  per  le  continue  vessazioni  cui  sottopone  i  To- 
scani,  si  rende  molto  presto  odioso  a  tutti  LI.  4  „. 

"  1196  -  I  Fiorentini  si  ribellano  al  pisano  Raineri  di 
Gaetano  che,  nella  sua  qualita  di  podesta  im- 
periale.  cercava  di  cancellare  nella  costituzione 
del  Comune  ogni  segno  d'autonomia,  ed,  ab- 
battuto  il  governo  di  questo,  ricostituiscono 
quello  dei  Iil>eri  consoli  cittadini,  LI,  5-9  ,,. 

"1197  -  A  difesa  contro  ogni  eventuale  pericolo  si  for- 
ma,specie  a  causa  del  cresciuto  odio  contro  rim- 
pero,  una  lega  di  tutte  le  c.  e  di  tutti  i  Comuni 
della  Toscana  alla  quale  aderiscono  anche  molti 
nobili   feudatari,   LI,    0-16  ,,. 

1198  febbraio  {TI97  st.  fior.)  -  Emanata  una  legge   che 

si  potesse  vendere  al  Comune  anche  un  castello 
gii  preso  con  la  forza.  viene  venduto  al  Comune 
fiorentino  il  castello  di  Monte  Grossoli  di  Val- 
delsa,  gia  da  tempo  preso  dalle  sue  forze  stesse, 
26,  21-24  ;  cf.  "  XLVIII,  1-35-LI,   1-35  „. 

1199  giugno  20-1  Fiorentini  prendono  e  distruggono| 

il   castello  di   Frondigliano,   26,  25-29. 
1202  lettembre  -  Gli  stessi,  presi  c  distrutti  dopo  luogo 
assedio   i   castelli  di   Seniifonte  e   di  CombiatiJ 
fanno  una  legge  minacciante  gravi  pene  controj 
clii   osasse    ricostruire    nuovi    castelli,    26,    30- 
33;   27,    1-23. 


[AA.  1203  inaKKio-12S2  gennaio] 


INDIGE    CRONOLOGICO 


643 


1203  magsio  -  Gli  stessi,   tuttavia,  per  tenere  a  freno       1233 
certi  conti  riottosi  di  Valdarno  fanno  edificare 
il  castello  di  Montelupo,  27,  5-9.  1234 

1207  -  Gli  stessi  comprano  dai  conti  Guidi  il  castello 

di  Montemurlo,  27,  10-14.  1234 

1207  -  Viene  tolta  ai  Consoli  ramministrazione  della  giu- 

stizia  e  viene  affidata  a  Rettori  forestieri,  27,       1235 
16-23. 

1207  -  I  Fiorentini  riprendonb  la  guerra  coi  Senesi  e  li      1236 

sconfiggono    pr.    Montalto,    27,    25-30. 

1208  -  Gli  stessi  tolgono  ai  suddetti  Rugomagno  e  lo  di- 

struggono,  danno  il  guasto  al  loro  contado  e  li      1249 

costringono  a  domandare  la  pace,  27,   32-33  ; 

28,  1-2. 
1215  -  Viene   ucciso   in    Firenze    per   vendetta   privata 

Buondelmonte    de'    Buondelmonti,    29,    5-32  ; 

in  .seguito  di  che,  i  vecchi  partiti,  nei  quali  era 

da  tempo  divisa  la  c,  e  quelli  nuovi  dei  Guelfi       1249 

e  Ghibellini,  sorti  a  causa  della  guerra  deirim- 

pero  con  la  Chiesa,  scendono  in  campo  ripren- 

dendo  le  lotte  civili,  28,  5-34 ;   29,    1-41  ;    cf.  : 

"  LIX,    30-38-LXV,    1-32  „. 
1220  agosto  -  Viene  condotta  a  termine  la  costruzione       1249 

del  ponte  detto  alla   Carraia,   chiamato   anche 

Ponte  Nuovo,  30,  2-8. 
1220  -  Si  iniziano  le  guerre  tra  i  Pisani  e  i  Fiorentini,       1249 

30.    10-28. 
1220  -  I  Fiorentini  prendono  agli  Squarcialupi  il  castello 

di  Montenuovo  e  lo  distruggono,  30,  31-34.  1250 

1222  luglio  -  Gli  stessi  sconfiggono  i  Pisani  in  una  gran- 

de  battaglia  a  Castel  del  Bo.sco,  31,  3-8. 
1228  -  Gli  stessi  vanno  contro    Figline,    che  s'era  ribel-       1250 

lata,    ed    assediano    e    devastano    il  borgo  del- 

I'Ancisa,   31,    10-15.  - 

1228  -  Gli  stessi  vanno  a  dare  il  guasto  al  territorio  di       1250 

Pistoia  e  prendono  e  distruggoito  il  castello 
di   Carmignano,    31,    18-23. 

1229  tettcmbre  -  Gli  stessi,  sentendo  che  i  Sehesi  erano 

andati  contro  Montepulciano,  escono  di  nuovo 
in  guerra  contro  di  qixesti  e  vanno  a  danneg- 
giarc  il  loro  tcrritorio  sino  ad  Asciano,  31  25-29. 

1229  -  Vicnc  ripreso  e  distrutto  il  castello  di  Caposelvole       1250 

in  Valdambra  iftitto  ribellare  dai  Senesi,  32,25-28. 
"  1230  -  II  Podesta  di  Firenze  emana  un  bando  contro  1251 
gli  abitanti  di  Monte  di  Croce  che  tentavano 
sottrarsi  al  pagamento  del  dazio  loro  iniposto 
dal  Vescovo  fiorentino,  XLVII,  34-XLVIII, 
1-2.,.  1251 

1230  maggio  -  I  Fiorentini  vanno  di  nuovo  contro  i  Se- 

nesi  con  grande  oste  e  col  Carroccio,  e,  dopo  una 

breve    diversione    nel    territorio    dei    Perugini 

alleati  di  questi,  dilagano   nel  sencse  prendendo 

o  distruggendo  castelli    e    giungendo    con    sac-       1251 

cheggi    e  devastazioni  fino  pr.  Siena,  31,  30-34; 

32.  1-23.  1251 

1232  -  Gli  stessi  prendono  ai  Senesi  il  castello  di  Qucr- 
oiagrossa,  e  lo  distiniggono,  33,  6-9. 

1232  -  Firenze    viene    danneggiata    dal    fuoco    che    di- 

strugge  casec  b^tteghcal  Mercato  Vecchio,  33,       1252 
n-17. 


-  I  Fiorentini  vanno  di  nuovo  a  dare  il  guasto  al 

territorio  senese,  33.   16-18. 

-  Gli  stessi  prendono  ai  Senesi  Asciano.  Oreglia  (!) 

ed  altri  castelli    minori,  33,  20-24. 
dicembre  -  Firenze  fe  di  nuovo  danneggiata  dal 
fuoco,  33.  24-27. 

-  I  Fiorentini  vengono  a  pace  coi  Senesi,  33,  30-32 ; 

34.  1-4. 

-  Vengono  fatte  lastricare  le  vie  di  Firenze  e  viene 

fatto  costruire  dal  podest^  Rubaconte  il  nuovo 
ponte  che  prende  poi  il  suo  nome,  34,  7-12. 

gennaio-30  febbraio  2  (1^4*  ^'.  fio''-)  -  Riaccese 
le  lotte  tra  i  Guelfi  e  i  Ghibellini,  a  causa  della 
guerra  tra  Federico  II  e  la  Chiesa.  i  Ghibellini 
fiorentini,  con  gli  aiuti  inviati  loro  da  Federico 
stesso,  cacciano  i  Guelfi  dalla  c.  e  s'impadroni- 
scono  del  potere.  34,   14-41  ;  35.   1-I8. 

marzo  {1248  st..  fior.)  -  Parte  da  Firenze  il  figlio 
deirimperatore.  che  era  venuto  in  aiuto  dei 
Ghibellini,  e  lascia  quivi  il  conte  Giordano, 
quale  vicario  imperiale,  con  cavalieri  e  fanti, 
36,  5-7. 

aprile  26-1  Guelfi  fiorentini  sconfiggono  pr.  Mon- 
tevarchi  le  truppe  tedesche  che  i  Ghibellini 
avevano  mandato  contro  di  loro,  36,  10-16. 

settembre  -  Gli  stessi  assediati  in  Capraia  da  Fe- 
derico  II  sono  costretti.  per  mancanza  di  vet- 
tovaglie,  ad  arrendersi.  36.  18-35. 

settembre  21  -  Gli  stes.si.  scontratisi  pr.  Figline 
con  i  soldati  tedeschi  e  coi  Ghibellini,  li  scon- 
figgono  uccidendone  molti,  37,   1-7. 

ottobre  17  -  Si  rovescia  sulla  Toscana  uno  spaven- 
toso  diluvio  a  cui  seguono  inondazioni  con  nu- 
merose  vittime  ed  ingenti  danni,  37,  9-20. 

ottobre  20-1  buoni  uomini  ed  i  mercatanti  fioren- 
tini,  irritati  per  le  continue  spese  che  si  facevano 
per  la  guerra  contro  i  Guelfi  fuorusciti,  si  ribel- 
lano  ed,  abbattuto  il  governo  dei  Ghibellini, 
prendono  nelle  loro  mani  il  potere,  creando  il 
governo  detto  del  Primo  Popolo,  37,  22-48  ;  38, 
1-40  ;  cf.  "  LXV,  34-37-LXX,   1-22. 

dicembre  20  -  Giunge  in  Firenze  la  notizia  della 
mortc  deirimperatore  Federico,  39.  15-16. 

gennaio  8  {1350  st.  fior)  -  Per  volonta  cd  ordinc 
del  Popolo  i  Ghibellini  ed  i  GueUi  sono  costrctti 
a  fare  pace  tra  loro  ed  i  Guelfi  rientrano  cosi 
liberamente  in  Firenze.  39,  15-22. 

luglio  -  I  Fiorentini  sconfiggono  in  una  grande  bat- 
taglia  pr.  Montc  Rubolini  i  Pistoiesi.  che  erano 
stati  Sobillati  contro  di  loro,  e  cacciano  dalla  c. 
tutti  i  Ghibellini  sospetti  di  aver  segTEtamente 
trattato  con  essi,  39,  24-37. 

agosto  15  -  Si  delibcra  di  cambiare  Tinsegna  del 
Comune,  40,  1-12. 

-  I  Fiorentini  vanno  contro  gli  Ubaldini,  che  avc- 

vano  ospitato  i  Ghibellini  fuorusciti,  e  li  scon- 
figgono  pr.  Monte  Accinico  ncl '  MligcUo,  40. 
12-10.  ■ 

gcnnaio  (/»51  st..  fior.)  -  Gli  stessi  riprendouo  c 
distruggono  il  castello  di  Montaio,  fatto  ribel- 


644 


INDICE  CRONOLOGICO        (AA.  12S2  giucno  25-1266  febbraio  26) 


lare  dai  Gbibellini  aiutati  dai  Pisani  e  Senesi, 

40,  19-23. 

1252  giugno  24  -  Gli  stessi,  usciti  a  dare  il  guasto  al  ter- 
ritorio  di  Pistoia,  prendono  a  questa  il  castello 
di  Tizzana,  40,  S*-27. 

1252  luglio  -  GU  stessi  vanno  contro  i  Pisani  ed  i  Senesi, 
cl»e  avevano  assalito  i  Lucchesi,  e  li  sconfiggono 
pr.  Monte  Topoli  inseguendo  poi  i  Pisani  sino 
alla  badia  di  S.  Savino,  40,  29-36. 

1252  -  Viene  fatto  costruire  il  nuovo  ponte  detto  a  S. 
Trinita,  41,  1-«. 

1252  «goito  -  I  Fiorentini  riprendono  Figline,  fatta  ri- 
bellare  dai  Ghibellini,  e  la  danno  alle  fiamme, 

41,  8-20. 

1252  agosto  -  Gli  stessi  vanno  in  aiuto  di  Montalcino  as- 
sediato  dai  Senesi  e  sconfiggono  questi  liberando 
cosl  il  castello,  41,  22-27. 

1252  «ettembre  -  Si  batte  in  Firenze  per  la  prima  volta 

la  moneta  d'oro  detta  Fiorino,  41,  29-32. 

1253  -  I  Fiorentini  vanno  contro  i  Pistoiesi  che  avevano 

cacciato  i  Guelfi  e  li  costringono  a  farli  rientrare 

42,  1-8. 

1253  dicembre  -  Gli  stessi  muovono  poi  contro  i  Senesi, 

danneggiando  il  loro  territorio  e  tolgono  loro 
Rapolano  ed  altre  fortezze,  42,  10-13. 

1254  -  Gli  stessi  vanno  di  nuovo  contro  i  Senesi  e  li 

costringono  a  domandare  la  pace,  42,  14-18. 
1254  —  Gli    stessi    prendono    Poggibonsi    e    rioccupano 
Mortennana    fatta   ribellare   dagli   Squarcialupi 

42,  20-23. 

1254  agoito  10  -  I  Volterrani  vengono  dai  Fiorentini 
sconfitti  e  costretti  a  fare  rientrare  i  Gnelfi,  42, 
33-31. 

1254  tettembre  -  I  Fiorentini  vanno  di  nuovo  coutro  i 

Pisani  eli  costringono  ancorauna  voltaa  doman- 
dare  la  pacc,  42,  34-3i  ;  43,  1-9. 

1255  -  Gli  stessi  fanno  rientrare  in  Arezzo  i  Ghibellini 

cacciati  dalla  c.  dal  loro  capitano  Guido  Guerra, 

43,  10-16. 

1256  -  Gli  stessi  riprendono  le  amii  contro  i  Pisani,    che 

avevano  violato  la  pace  assediando  un  castello 
dei  Lucchesi,  e  li  sconfiggono  costringendoli  a 
nuovi  patti,  43,   18-25. 

1257  -  Gli  stessi  tornano  contro  Poggibonsi  che  s'era  di 

nuovo  ribellato,  lo  riprendono  e  lo  devastano, 
43,  27-29. 

1258  -  Sparsasi  in  Firenze  la  voce    che  gli  Uberti  ed  i 

Ghibellini  stavano  trattando  segretamente  con 
Manfredi,  re  di  Puglia,  contro  U  Govemo,  ven- 
gono  dal  popolo,  subito  corso  alle  armi,  abbat- 
tute  e  distrutte  le  loro  case  ed  essi  stessi  dopo 
sanguinosa  lotta  per  le  vie,  cacciati  dalla  c,  43, 
31-36  ;  44,  1-11. 

1258  settembre  -  Viene  fatto  decapitare,  per  sospetti 
di  trame  coi  Ghibellini  cacciati  dalla  c,  Tabate 
di  Vallombrosa,  in  scguito  di  che  Firenze  viene 
interdetta,  44,  19-24. 

12SS  tettembre  19  -  Si  comincia  a\murare  il  scsto  d'OI- 
tramo,  44,  25-30. 

1260  gennaio  {1^39   st.   fiof)  -    Vieae  coadannato    a 


lire  mille  Giovanni  Sodichi,  uno  dei  Dodici  An- 
ziani,  per  avere  portato  in  casa  il  cancello  d'una 
Chiesa  trovato  abbandonato  sulla  via,  44,  33- 
37  ;  45,   1-6. 

1260  -  I  Fiorentini,  per  ritorsione  di  quanto  gli 
Aretini  avevano  fatto  a  Cortona,  loro  alleata, 
prendono  a  questi  il  castello  di  Gressa  e  lo 
distruggono,  45,  8-13. 

1260  -  Gli  stessi  .liprendono  ai  conti  Alberti,  signori  di 
terre  nel  Mugello,  i  castelli  di  Vemia  e  di  Man- 
gonc,  45,  1«-18. 

1260  maggio-gingno  -  Gli  stessi  vanno  nuovaniente 
contro  Siena,  che  aveva  accolto  i  Ghibellini 
cacciati  da  Firenze  e  stava  con  questi  tra- 
mando  con  re  Manfredi  contro  di  loro,  e  giungo- 
no,  prendendo  castelli  e  devastando  terre,  sino  pr. 
la  c  dove  sconfiggono  i  Senesi  e  le  forze  inviate 
loro  da  Manfredi,  45,32-35  ;  46,  1-15. 

1260  -  1  Senesi  ed  i  Ghibellini,  avuti  nuovi  aiuti  da  Man- 
fredi,  vanno  ad  assediare  Montalcino,  46,  18-24. 

1260  «ettembre  4-1  Fiorentini,  usciti  nuovamente  con- 
tro  i  Senesi  ed  i  Ghibellini,  vengono  sconfitti 
in  una  grande  battaglia  a  Montaperti  dalle 
milizie  di  Manfredi  e  da  quelle  degli  stessi  Se- 
sensi  e  Ghibellini,  46,  25-41  ;  47,  1-40. 

1260  settembre  13-1  Guelfi  alla  notizia  della  sconfitta 
di  Montaperti  escono  da  Firenze  e  vanno  a  sta- 
bilirsi  coi  loro  a  Lucca,  48,  1-13. 

1260  tettembre  16  -  Entra  in  Frenze  in  trionfo  il  conte 

Giordano  con  le  truppei  vittoriose  del  re  Man- 
fredi,  quale  vicario  di  Manfredi  stesso,  e  rien- 
trano  con  lui  i  Ghibellini,  che  abbattono  il  Go- 
verno  del  Popolo  e  si  impadroniscono  di  nuovo 
del  potere,  48,  1-2,  20-26. 

1261  -  II    conte  Guido    Novello,     succeduto    al    Conte ' 

Giordano  come  vicario,  raduna  tutti  i  Ghibel- 
lini  di  Toscana  a  parlamento  in  Empoli  dove, 
caduta  per  ropposizione  di  Farinata  la  proposta 
di  distruggere  Firenze,  si  decide  di  formare 
una  lega  di  tutti  i  Ghibellini  per  cacciare  i  Guelfi 
da  ogni  terra  della  regione,  48,  29-38. 

1261  -  Lo  stesso  con  le  forze  della  detta  lega  va  contro 

le  terre  del  Valdamo,  dove  si  erano  raccolti 
molti  Guelfi  fuorusciti,  e  prende  vari  castclli 
ma  non  riesce  ad  avere  ragione  di  Fucecchio, 

48,  40-41  ;  49,  1-5. 

1262  -  I  Guelfi  fuorusciti  prendono  Signa    ma  son  co- 

stretti  poi  a  lasciarla  ed  a  tornarsene  a  Lucca, 

49,  9-20. 

1263  -  II  conte  Guido  Kovello  muove  ad  oste  contro 

Lucca,  dove  i  Guelfi  resistono  ancora,  e,  scon- 
fitti  i  Lucchesi,  li  costringe  a  cacciare  anch'essi ; 
dalle  loro  terre  i  Guelfi  suddetti,  i  quali  devono  ■ 
andarsene    cosl    lontano    dalla    Toscana,     49, 
■J3-35. 

1266  fcbbraio  26  {1^63  st.  fior.)  -   Manfrcdi  viene  scon- ; 
fitto   a   Benevento  da  Carlo  d  'Angi6,   chc   ha  ; 
sotto  le  sue  inscgne  i  fuorusciti  guelfi  fioren- 
tini,  assoldati  per  lui  da  pp.  Clemente  IV,  50, 
t-80  ;  V.  [ia66  febbraio  aS]. 


(AA.  1266  febbralo  28-1281] 


INDICE    CRONOLOGICO 


645 


[1266  febbraio  28  {Ti6s  sl.  fior.)    Maafredi   viene  scon- 

fitto    a    Benevento    da    Carlo      d'Angi6 

50,   8-20]   V.   1266  febbraio  26. 

1266  -  Alla  notizia  della  sconfitta  e  morte  di  Manfredi 
il  popolo  di  Firenze  comincia  a  scuotersi  ed  i 
Ghibellini  e  il  conte  Guido  Novello,  allora, 
preoccupati  della  piega  degli  avvenimenti, 
cercano  di  accontentarlo,  sia  chiamando  di 
comune  accordo  al  Palazzo  del  Podesti  duc 
Frati  Gaudenti  e  trentasei  Consiglieri,  per  ve- 
dere  di  frenare  le  spese  e  far  contenti  i  citta- 
dini,  sia  infine  ricoaoscendo  alle  sette  Arti 
maggiori  il  diritto  di  avere  propri  consoli,  gon- 
faloni  e  botteghe,  come  prima,  50,  30-42  ;  51, 
1-14;    cf.    "  LXX,  23-36-LXXIV,   1-7  „. 

1266  novembre  11-12  -    II  popolo  di  Firenze,  sentite 

le  nuove  richieste  di  denaro  fatte  dal  conte 
Guido  Novello  per  le  milizie,  scende  in  piazza 
armato,  insieme  alle  Arti  ed  ai  loro  gonfaloni, 
e,  costretti  con  la  forza  il  detto  Conte  ed  i  Ghi- 
bellini  a  lasciare  il  potere  e  la  c,  riprende, 
dopo  aver  cacciato  anche  i  due  Frati  Gaudenti, 
il  governo  della  cosa  pubblica  interamente 
nelle  sue  mani,  51,  16-41  ;  52,  1-15  ;  cf.  LXXIV, 
9-35-LXXVIII,    1-5,,. 

1267  -  Giunge  in  Firenze,  inviato  dal  re  Carlo  d'Angi6 

a  richiesta  dei  Guelfi,  il  conte  Guido  da  Monte- 
forte  con  ottocento  cavalieri,  52,  18-19  ;  ed  i 
Ghibellini,  rientrati  da  poco  in  c.  a  seguito  di 
una  efimera  pacificazione  con  gli  avversari, 
ne  escono  allora  definitivamente,  mentre  il 
governo,  per  consiglio  di  Carlo  stesso,  cui  era 
stata  offerta  la  signoria  per  dieci  anni,  comin- 
cia  a  prendere  carattere  decisamente  guelfo, 
19-37. 

1267  maggio  -  Giunge  in  Firenze  il  Vicario  di  re  Carlo 
sotto  la  cui  direzione  viene  data  alla  c.  una 
nuova  costituzione  politica  cd  amministra- 
tiva,  53,  3-18. 

1267  agotto  15  -  Vierie  in  Firenze  lo  stesso  re  Carlo  che 
si  trattiene  qua  per  vario  tempo,  53,  21-23. 

1267  -  Carlo,  saputo  che  il  suo  Maniscalco  si  trovava  colla 

lega  guelfa  airassedio  di  Poggibonsi,  ad  evitare 
sorprese  da  parte  dei  Ghibellini  pisani  e  Senesi, 
va  egli  stesso  con  nuove  milizie  a  rafforzare 
il  suddetto  Maniscalco  e  resta  a  capo  degli  asse- 
dianti  sino  a  che  il  castello  non  si  arrende, 
53,   27-30. 

1268  gennaio-febbraio  W^7    ■''•    fi°*)  -    ^'°  stesso, 

preso  Poggibonsi,  muove  con  Tesercito  vitto- 
rioso  contro  i  Pisani,  distruggendo  loro  terre 
e  fortezze,  abbattendo  le  torri  di  Porto  Pisano 
e  prendendo  infine  il  castello  di  Motronc  che 
dona  ai  Lucchesi,   53,   33-38. 

1269  -  I   Fiorentini,  con  a  capo  Giambertaldo,  vicario 

di  re  Carlo,  vanno  contro  i  Senesi,  che  sotto  la 
guida  di  Provenzano  Salvani  avevano  mosso 
guerra  a  Lucca,  e  li  sconfiggono  facendo  pri- 
gioniero  lo  stesso  Salvani  che  fanno  decapi- 
tare,    53,    38-39  ;    54,    1-12. 


1269  -  Gli  stessi  vanno  contro  i  Ghibellini  e  contro  le 
genti  dei  Pazzi  di  Valdamo  e,  ripreso  loro  il 
castello  d'Ostina,  lo  distruggono,  54,  15-19  ; 
quindi,  insieme  ai  Lucchesi,  muovono  contro  i 
Pisani  prendendo  loro  il  castello  d'Asciano  e 
giungendo,  con  devastazioni  ed  incendi,  sino 
pr.   le  porte   della   c,  20-24. 

1269  ottobre  -  Cadono  per  lo  straripamento  deirArno, 

che  allaga  tre  parti  circa  della  c  facendo  vit- 
time  e  danni,  i  ponti  di  S.  Trinita  o  della  Car- 
raia,   54,  25-30. 

1270  aprile  -  I  Fiorentini,  sdegnati  contro  Siena  che 

noncessava  d'accogIiere  nelle  sue  mura  i  ribelli 
ghibellini  da  loro  messi  al  bando,  deliberano 
di  riprendere  contro  di  essa  le  armi  ma  poi, 
mediante  i  buoni  uffici  di  Lucca,  vengono  con 
la  stessa  ad  accordi  in  conseguenza  dei  quali 
i  detti  Ghibellini  vengono  cacciati  dalla  c,  54, 
34-36  ;    55,    1-7. 

1270  giugno  -  Gli  stessi  vanno  nuovamente  ad  oste  con- 
tro  i  Pazzi  di  Valdarno,  cui  prendono  due  ca- 
stelli,  e  contro  Poggibonsi  che  prendono  e  di- 
struggono,     55,     9-17. 

1273  giugno  18  -  Passano  per  Firenze,  diretti  al  Con- 
cilio  di  Lione,  Gregorio  X,  il  re  Carlo  e  Timpe- 
ratore  di  Costantinopoli,  Baldovino,  che  ven- 
gono  da  tutti  onorevolmente  accolti,  55, 
20-25. 

1273  luglio  2  —  Gregorio  X,  fermatosi  alcuni  giorni  in 
Firenze  per  tentare  di  ricondurre  la  pace  tra 
i  partiti  e  fa  rientrare  in  c.  i  Ghibellini,  sde- 
gnato  per  la  faziositi  dei  contendenti,  riparte 
improwisamente  interdicendo  la  c,  55,  25-36. 

1277  giugno  -  I  Fiorentini  cd  i  Lucchesi  vanno  contro 
i  Pisani  e  li  sconfiggono  pr.  il  fosso  Amonico 
costringendoli  a  far  rientrare  in  c.  il  conte  Ugo- 
lino  ed  i  Guelfi,  55,  37-39  ;  56,  1-11. 

1279  ottobre  8  -  SoIIecitato  da  istanze  del  popolo  e  dei 

Ghibellini,  giunge  in  Firenze,  quale  Legato  del 
pp.  Niccol6  III  Orsini,  il  Card.  Latino  per  ri- 
prendere  Topera  di  pacificazione  iniziata  da 
Gregorio  X  e  riportare  nei  cittadini  la  pacc  e 
la   concordia,    56,    14-26. 

1280  febbraio  (^379  sl.  fior. )   -  II  Card.   Latino  ricon- 

cilia  finalraente  tra  loro,  dopo  lunghe  tratta- 
tive,  i  Guelfi  ed  i  Ghibellini  ed  ordina  che  ven- 
gano  quindi  fatti  rientrare  in  c.  tutti  gli  sban- 
diti,  56,  28-37;  a  ricordo  poi  del  fausto  awe- 
nimento  delibera  rerezione  di  una  Chiesa,  in 
onore  di  S.  Domenico,  della  quale  egli  stosso 
pone  la  prima  pietra,  29-33. 

*1280  -  A  coronamento  di  questa  pace  viene  riformato, 
per  consiglio  dello  stesso  Cardinalc,  rordina- 
mento  del  Comune  ponendosi  a  capo  della 
cosa  pubblica,  in  luogo  dei  Dodici  buoni  uomini 
un  ufficio  di  Quattordici  cittadini  ripartiti 
tra  i  Guelfi  i  Ghibellini  ed  i  Popolani.  57,  1-10  ; 
cf.     "LXXVIII,     7-36-LXXXII,      1-8.,. 

1281  -  Giunge  in  Toscana  il  Vicario  deIl'imperatore  Ro- 
doUo  con  trecento  barbute,  ma  esso  non  viene 


m 


INDICE    CRONOLOGICO 


(AA.  1282.1290  dicenibre  24j 


accolto  con  onore  che  da  Pisa  e  da  San  Mi- 
niato   al  Tedesco,   57,    13-16. 

1282  -  Per  inizitiva  dei  mercatanti  e  degli  artefici, 
sdegn^ti  contro  Tarroganza  sempre  crescente 
dei  Ohibellini,  viene  proposta  ed  approvata, 
con  rappoggio  dei  Guelfi,  rabolizione  delVuf- 
ficio  dei  Quattordici  e  la  creazione  in  sua  vece 
di  un  nuovo  magistrato  di  tre  soli  membri, 
detti  Priori,  scelti  tra  le  prime  tre  Arti  mag- 
giori,  Calimala,  Cambio  e  Lana,  che  dovessero 
per  due  mesi  reggere  e  governare  le  cose  del  Co- 
mune,  57,  19-30  ;  cf.  "  LXXXII,  8-35-LXXXVI, 
1-8  „. 

1282  Kiagno  15  -  Entrano  in  carica  i  tre  primi    Priori, 

57,  33-34  ;   58,   1-5. 

1282  acotto  -  Viene  portato  il  numero  dei  Priori  da  tre 
a  sei,  e  si  assegnano  i  tre  nuovi  aggiunti  a  tre 
altre  Arti  maggiori,   58,   8-10. 

1282  agosto  15  -  Entrano  in  carica  i  sei  Priori  del  nuovo 
bimestre,    58,     10-20. 

1282  ottobre  15  -  Entrano  in  carica  i  sei  nuovi  Priori, 

58,  20-30. 

1282  dicembre   -   Firenze   viene   danneggiata   da  una 

grande  pioggia  ed  afflitta  da  una  grave  care- 
stia,    58,    32-36. 

1283  cingno  -  Si  tengono  per  la  prima  volta  in  Firenze, 

in  onore  di  S.  Giovanni,  grandi  feste  popolari 
con  danze,  canti  e  giuochi,   59,  24-30. 

1284  marzo  28  -  Si  ha  in  Firenze,  a  causa  di  una  grande 

pioggia,  un  nuovo  straripamento  deirArno  con 
numerose  vittime  ed  ingenti  danni,  60,    16-20. 

1284  tettembre  -  I  Fiorentini  stringono  una  lega  con- 

tro  Pisa  coi  Genovesi,  coi  Lucchesi  e  coi  molti 
altri  comuni  toscani  e  mandano  contro  la  sud- 
detta  loro  genti  che  occupano  alcune  sue  terre 
in  Val  d'Era,  60,  23-29. 

1285  gennaio  {J^S^  sl.  fior.)    -  II    conte  Ugolino  viene 

ad  accordi  coi  Fiorentini  e  caccia  da  Pisa  i 
Ghibellini,    61.     14-17. 

1285  febbraio  2  (raS^  st,  fior.)   -   Si  da  ordine  di  affos- 

sare  e  steccare  i  cinque  sesti  al  di  qua  deirArno, 
e  di  farvi  le  porte,  61,  21-24. 

*1285  -  Viene  costruita  in  Orto  S.  Michelc  una  loggia 
per  il  mercato  del  grano  e  della  biada  e  vengono 
elctti  sei  ufficiali,  detti  "  della  biada  ,,,  per  la 
sorveglianza  del  mercato  stesso,  61,  25-27. 

*128S  -  Firenze  viene  nuovamente  afflitta  da  una  grande 
carestia,    62,    14-16. 

1286  -  Giunge  in  Firenze  Prinzivalle  del  Fiesco  di  Genova 

a  domandare,  a  nome  deirimperatore  Rodolfo, 
il  censo  ed  il  giuramento  a  questo  dovuto,  ma 
le  sue  richieste  non  trovano  alcun  accoglimento 
da  parte  dei  Fiorentini  ,62,  18-22, 

1287  -  Corso  Donati,  con  Taiuto  di  alcuni  Grandi,  tcnta 

d'irapedire  al  Podesta  una  esecuzione  di  giusti- 
zia,  ma  reuergico  atteggiaraento  di  questo  fru- 
stra  il  suo  tentativo,  63,  2-7. 
1287  -  l  Ghibellini  d'.\re2zo  s'impadroniscono  del  poterc 
c,  fatto  signore  dclla  c.  il  vescovo  stesso,  Gu- 
glielmo  dcgli  Ubertini,  muovono  contro  Fircnzc 


portandosi  a  danneggiare  Montevarchi,  63, 
10-14. 

1288  febbraio  12  (iiSy  st.  fior.)  -  Firenze  viene  dan- 
neggiata  dal  fuoco  che  distmgge  case  e  botte- 
ghe,    63,    15-18. 

1288  giagno  -  I  Fiorentini,  sdegnati  pei  danni  arrecati 
dagli  Aretini  a  Montevarchi,  richiedono  gli  aiuti 
dei  coUegati  e  vanno  con  questi  contro  Arezzo 
a  devastare  e  distruggere  terre  e  castelli,  ma 
non  riescono  ad  impedire  pert  che  i  Senesi,  loro 
alleati,  allontanatisi  dagli  altri  collegati  per  com- 
piere  una  loro  azione  punitiva  contro  Lucignano, 
non  vengano  sorpresi  dagli  Aretini  e  sconfitti, 
64,  2-14. 

1288  ottobre  -  Gli  stessi  vanno  in  aiuto  dei  Guelfi  di 
Arezzo,  che,  cacciati  dalla  c,  erano  stati  da- 
gli  Aretini  chiusi  ed  assediati  in  Cacciano,  e 
tornano  a  dare  il  guasto  alle  terre  di  que.sti, 
64;    18-26. 

1288  dicembre  -  Firenze  6  di  nuovo  danneggiata  dallo 

straripamento  deU'Arno,  64,    30-3*. 

1289  marro  8  {1288  st.  fior.)    -  Gli    Aretini,  chiesti    gli 

aiuti  dei  collegati  ghibellini,  tomano  a  fare  scor- 
rerie  su  Montevarchi  e  su  Figline,  spingendosi 
sino  a  sette  miglia  da  Firenze,  con  devasta- 
zioni  ed  incendi,  64,  36-40. 

1289  maggio  11  -  I  Fiorentini  corrono  in  aiuto  del  prin- 
cipe  Carlo,  figlio  di  Carlo  I  D'Angi6  di  Napoli, 
cui  gli  Aretini  tentavano  impedire  la  via,  del 
che  grato  il  principe  dona  loro  la  sua  bandiera 
e  lascia,  come  loro  capitano  di  guerra,  Ame- 
rigo    di  Narbona,   65,  28-31. 

1289  giugno  11  -  Gli  stessi  vanno  di  nuovo  con  grande 
oste  contro  Arezzo  e,  scontratisi  con  gli  Are- 
tini  e  con  la  lega  dei  Ghibeini  pr.  Ccrtomon- 
do,  nel  piano  di  CampaIdino,Ii 
sconfiggono  in  una  grande  e  sanguinosa  bat- 
taglia,  65,  34-39  ;  66,  1-8  ;  prese  poi  loro,  in- 
sieme  con  gli  alleati  Guelfi,  tcrre  e  castelli,  c 
fatto  correre  il  palio  avanti  le  porte  della  c. 
tornano   in   Firenze,    8-16. 

1289  -  Le  cinque  Arti  minori  si  stringono  in  lcga  con  lc 
sette  maggiori  contro  i  Grandi  e  ottengono 
cosi  anch'esse  propri  consoli,  propric  case  ed 
il    Priorato,    66,  18-21. 

1289  agosto  -  I  Fiorentini  vanno  coi  Lucchesi  contro 
Pisa  e  prendono  e  guastano  i  castelli  di  Ca- 
prona  e   di    Valdicalci,   66,  24-26. 

1289  novembre  -  Gli  stcssi  tentano  inutilmentc  di  im- 

padronirsi  con  uno  stratagcmma  di  Arczzo, 
66,    30-37. 

1290  -  Gli  stessi  vanno  di  nuovo  contro  Arczzo  e  prcn- 

dono  e   distruggono   Poppi  cd  altri  Castclli,  67, 

2.>-29. 
1290   tettembre  -  Gli  stcssi  vanno  coi  Lucchcsi  c  coi 

Gcnovesi  contro  Pisa  c  prcndono  e  devastaao 

Porto  Pisano  e  la  Meloria,  67,   32-3?. 
1290  dtcembre  24-1  Pisani  occupano  di  furto  Ponte 

ad  Era  e  fanno  prigionieri  i  castcllani  chc  Fi- 

rcuzc  vi  teneva,  68,  24-27.  ■ 


1 


[AA.  1291.1301] 


INDICE    CRONOLOGICO 


647 


1291  -  I  Fiorentini  per  vendicare  Ponte  ad  Era  vanno 
contro  Pisa,  ma  sono  costretti  a  tomare  indie- 
tro  per  le  mene  dei  Grandi,  68,  29-32. 

1291  -  Gli  stessi  prendono  il  Castello  di  Ampinana  nel 

Mugello  e  lo  distruggono,   69,    15-18. 

1292  giusno  10-Iaglio  3  -  Gli  stessi  per  vendicarsi  fi- 

nalmente  di  Ponte  ad  Era,  richiesti  gli  aiuti 
degli  amici,  vanno  di  nuovo  contro  Pisa  e  danno 
il  guasto  alla  Badia  di  S.  Savino  ed  al  fosso 
Arnonico,    69,   20-26. 

1292  -  Viene  istituita  la  Compagnia  di  Orto  S.  Michele, 

69,   28-39. 

1293  gennaio    {1292  st.  /?or. )  -  I  mercatanti  ed   i  buoni 

uomini,  stanchi  delle  prepotenze  dei  Grandi, 
approvano  contro  di  questi  gli  Ordini  di  Giusti- 
zia,  in  base  ai  quali  i  suddetti  vengono  esclusi 
dagli  uffici  e  viene  istituito  per  resecuzione  dei 
detti  Ordini  un  Gonfaloniere  di  Giustizia,  70, 
1-30  cf.   "  LXXXV,    1-35-LXXXVI,  1-10. 

1293  febbraio  (/«92  st.  fior.)  -  I  nuovi  Priori,  entrati 
in  carica  il  15  febbraio  col  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia,  nominano  un  ufficiale  per  ricercare  e 
rivendicare  i  beni  ed  i  diritti  del  Comune  usur- 
pati   dai   nobili,   71,    3-5. 

1293  febbraio  (1292  st.  fior.)  -  Baldo  Ruffoli,  primo 
Gonfaloniere  di  Giustizia  di  Firenze,  comincia  a 
fare  esecuzioni  contro  i  Grandi  andando  ad  ab- 
battere,  a  capo  del  popolo  in  armi,  le  case  dei 
Galli  71,   10-14. 

1293  -  n  popolo  di  Firenze  costringe  il  Comune  di  Prato 
a  consegnare  un  cittadino  fiorentino  reo  di 
omicidio,  che  s'era  la  rifugiato,  71,  17-23. 

1293  -  Firenze  viene  danneggiata  dal  fuoco,    71,  25-26. 
*1293  -  I  Fiorentini  ordinano  che  le  facciate  di  S.  Gio- 

vanni  vengano  fatte  di  marmo  e  che  siano  ri- 
mosse  dalla  Chiesa  suddetta  tutte  le  sepolture, 
dando  incarico  della  cosa  ai  Consoli  di  Cali- 
mala,  71,  29-31. 

1294  maggio   18  -  Si  comincia  a  costruire  la  grande 

Chiesa  dei  Frati  Minori  detta  di  S.  Croce,  72, 
26-28. 

1295  marzo  S   {.1294  st.  fior.)  -  Giano  della  Bella,  mal- 

visto  dai  Grandi  per  gli  Ordinamenti  di  Giu- 
stizia,  ritenuti  di  sua  ispirazione,  per  intrighi 
di  Corso  Donati  viene  mandato  in  esilio  sotto 
accusa  di  aver  tentato  di  perturbare  lo  Stato. 
72,   30-43;  73,   1-16. 

1295  (.1294  sl.  fior.)  -  Si  delibera  di  ricostruire  e  d'in- 
grandire  la  Chiesa  di  S.  Reparata,  di  abbellirla 
con  marmi  e  decorazioni  e  di  chiamare  questa 
nuova  Chiesa  "  S.  Maria  del  Fiore  „  73,    18-21. 

1295  ir294  st.  fior.)  -  Vengono  dati  dal  Comune  di  Fi- 
renze  al  Vicario  deirimperatore  Alberto  d'Au- 
stria  trentamila  fiorini  d'oro,  73,  24-27. 

1295  luglio  5  -  Viene  frustrato  dal  popolo,  corso  subi- 
tamente  alle  amii,  un  tentativo  dei  Grandi 
per  riformare  e  levare  gli  Ordini  di  Giustizia, 
74,  IS-S.I. 

1297  -  I  Grandi  tentano  con  arte  di  seminare  dibcordic 
tra  i  popolani,  76,   5-8. 


1298 


1299 

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-  Si  delibera  di  costruire  il  palazzo  dei  Priori  nel 

luogo   ove  erano   prima   le   case  degli     Uberti, 
76,  36-40. 
novembre  -  Si  ordina  la  costmzione   del  terzo  cer- 
chio  delle  mura  della  c,   77,    32-38. 

-  Bonifacio  VIII  fa  bandire  il  Giubileo,  78,  28-32. 

-  Pistoia  confina  a  Firenze  i  capi  delle  due   fazioni, 

dei  Bianchi  e  dei  Neri,  sorte  allora  dalla  scis- 
sione  della  famiglia  Cancellieri,  78,  38-42 ;  79, 
1-28. 

-  I  Bianchi  ed  i  Neri  di  Pistoia  confinati  a  Firenze 

provocano  anche  qua  la  divisione  delle  fami- 
glie,  e  del  partito  guelfo,  in  parte  bianca  e  parte 
nera,   79,  28-36. 

-  Scoppiano  in  Firenze  le  prime  lotte  civili  tra  i 

Cerchi,  capi  della  parte  bianca,  e  i  Donati 
divenuti  capi  dei  Neri,  79,  39-44  ;  80,  1-41. 

-  Bonifacio  VIII,  sollecitato  dil   Comune  e  dal  po- 

polo  di  Firenze,  tenta  invano,  intervenendo 
presso  Vieri  dei  Cerchi,  di  sedare  le  ire  parti- 
giane,  80,  40-45  ;  81,   1-5. 

giugno  -  II  medesimo,  pregato  dai  Capitani  della 
Parte  guelfa  e  dai  Neri,  manda  a  Firenze  per 
ristabilire  la  pace  il  card.  Matteo  d'Acqua- 
sparta,  ma  questi,  vistasi  rifiutata  la  balia  della 
c.  perch6  sospetto  ai  Bianchi  di  voler  favorire  i 
Neri,  se  ne  parte  sdegnato  scomunicando  la 
cittadinanza,   81,    7-16. 

dicembre  -  Scoppiano  tra  i  due  partiti  nuove 
risse  cui  si  cerca  invano  di  porre  fine  con  le 
condanne  dei  responsabili,   81,    15-40  ;   82,  1-3. 

gennaio  (1300  st.  fior.)  -  Corso  Donati  complotta 
coi  Capitani  di  Parte  guelfa  per  sollecitare 
pp.  Bonifacio  a  mandare  in  Firenze  un  Signore 
guelfo,  ma  scoperto  viene  cacciato  in  bando 
dalla  c,  come  perturbatore  dello  Stato,  men- 
tre  nello  stesso  tempo,  airintento  di  facilitare 
la  pacificazione  degli  animi,  vengono  confinati 
anche  i  capi  dei  due  partiti,  82,  39-40  ;  83, 
1-18. 

febbraio  {1300  st.  fior.)  -  Lo  stesso,  portatosi 
in  Roma,  induce  con  Geri  Spina  il  detto  pp.  a 
mandare  in  Firenze  Carlo  di  Valois,  fratello  del 
Re  di  Francja,  83,  21-28. 

novembre  1  -  Giunge  in  Firenze  Carlo  di  Valois 
inviato  da  Bonifacio  VIII  quale  paciere,  84, 
24-29. 

novembre  S  -  Carlo  di  Valois  giura  in  pubblico 
parlamento  di  volgere  i  poteri,  che  a  lui  con- 
feriva  il  popolo,  al  ri.stabilimento  della  pacc 
cittadina,  ma  purtroppo,  mentre  egli  fa  queste 
premesse,  rientra  invece  armata  mano  in  Fi- 
renze,  con  tutti  gli  sbanditi  di  parte  nera.Corso 
Donati  che,  in  mezzo  a  rovine  ed  incendi,  fa 
le  sue  vendette  sugli  av-v^ersari  .scnza  trovarc 
da  partc  del  pred.  Carlo  alcunii  opposizionc,  • 
84,  29-40. 

novembre  6  -  Veiig.>no  nniiin.iti  i  nui>vi  Pri  'li, 
84,   43-44  ;  85,    1-11. 

-  Toma  in  Firenre,  mentre  se  ne  allimtuua    pcr 


648 


INDICE    CRONOLOGICO         [AA.  1301  dicembre  24-1308  fiusooj 


qualche  giomo  il  pred.  Carlo,  il  card.  d'Acqua- 
sparta  per  riprendere  la  missione  di  pace,  ma 
anche  questa  volta  6  costretto  a  partire  senza 
aver  potuto  raggiungere  Tintento,  85,  13-16  ; 
18-23. 

1301  dicembre  24-1  Cerchi  ed  i  Donati  vengono  aao- 

mente  a  zuffa  fra  loro,  85,  26-40. 

1302  aprile  2-1  Bianchi    vengono  dal  partito  domi- 

nante  cacciati  in  bando  dalla  c.  86,  90-42 ; 
87,    1-4. 

1302  magsio  -  I  Fiorentini  ed  i  Lucchesi  vanno  contro 
Pistoia  dove  si  erano  raccolti  i  Bianchi  ed  i  Ghi- 
bellini  cacciati  da  loro,  che  infestavano  i  loro 
territori  e  ne  danneggiavano  i  dintorni,  87,  5-13. 

1302  laglio  -  I  Fiorentini  vanno  contro  Carlino  de'  Pazzi, 
che,  ■unitosi  ai  Bianchi  ed  ai  Ghibellini  fuoru- 
sciti,  aveva  loro  tolto  Piano  di  Travigne  di  Val- 
darno,  e  riprendano  il  castello,  87,   16-23. 

1302  agoito-iettembre  -  Gli  stessi  vanno  anche  contro 
gli  Ubildini,  che,  insienie  ai  predetti  sbanditi, 
avevano  fatto  loro  ribellare  alcuni  castelli,  ne 
devastano  le  terre  e  riprendono  loro  i  castelli 
di  Montagliati  e  Monte  Acuto  che  distruggono, 
87,    26-34. 

1302  -  Pulcieri  da  Calboli,  Podesta  di  Firenze,  manda 

a  morte,  o  in  bando,  molti  cittadini  accusati 
d'aver  tramato  per  far  rientrare  in  c.  i  Bian- 
chi  ed  i  Ghibellini  sbanditi,  87,  37-41  ;  88, 
1-10. 

1303  marzo  {1302  st.  fior.)   -  1  Fiorentiri    respingono 

e  mettono  in  fuga  Scarpctta  degli  Ordelaffi 
venuto  contro  Firenze  a  capo  dei  Bolognesi, 
coi  Bianchi  e  coi  Ghibellini  fiorentini  sbanditi, 
dei  quali  essi  riescono  anche  a  prendcre  qual- 
cuno  ;   89,    1-17. 

*1303  -  Firenze  e  ritalia  tutta  vengono  afflitte  da  una 
grave  carestia,   89,  20-23. 

1303  maggio  11  -  I  Fiorentini  prendono  e  distruggono 
nel  pistoiese  il  castello  del  Montale,  89,  25-28. 

1303  giugno  -  Gli  stessi  tornano  coi  Lucchesi  a  dare  il 

guasto  al  territorio  di  Pistoia,  89,  30-34. 

1304  (ebbraio  {1303  st.  ftor.)    -   Corso  Donati,  approfit- 

tando  deirangustie  di  una  grave  carestia  in  cui 
si  trova  Firenze,  tenta  coi  Grandi  di  far  riformare 
gli  Ordinamenti  di  giustizia,  ma  il  popolo,  corso 
subito  alle  armi,  dopo  lunga  lotta  furiosa, 
manda  del  tutto  airaria  il  suo  tentativo,  89, 
36-37.;    90.     1-27. 

1304  maggio-giugno  -  Vieue  in  Firenze  per  ricondurre 
la  pice  negli  animi  il  Card.  NiccoI6  da  Prato, 
inviato  da  Benedetto  XI,  ma,  contrastato  dai 
Neri,  se  ne  parte  sdegnato  interdicendo  la  c. 
91,    19-42. 

1304  -  Cade  in  Firenze  il  Ponte  alla  Carraia  facendo  nu- 
merose  vittime,  91,  44-45  ;  92,  1-8. 

1304  giugno  10  -  Scoppia  in  Fircnze  una  furibonda 
battaglia  tra  le  principali  famiglie,  per  la  quale, 
a  causa  specialmente  del  fuoco  attaccato  in 
piCi  punti  dai  contendenti  stessi,  viene  de- 
vastata  molta  parte  della  c,  92,    15-34. 


1304  Inglie  20-1  Bianchi  ed  i  Ghibellini  sbanditi,  con 
gli  aiuti,  che  il  Card.  da  Prato  aveva  potuto 
raccogliere  e  riunire  insieme  dalla  Toscana  e 
da  Bologna,  muovono  di  nuovo  contro  Firenze 
attaccandola  da  tre  lati,  ma  vengono  respinti 
e   sbaragliati,    93,    6-41. 

1304  laglio  26  -  Gli  Aretini  tolgono,  con  un  tranello,  ai 
Fiorcntini  il  castello  di  Laterina,  94,   1-6. 

1304  agotto  -  I  Fiorentini  riprendono  e  distruggono  i 
castelli  di  Monte  Calvi  e  delle  Stinche,  che  erano 
stati  fatti  ribellare  dai  Bianchi  sbanditi,  94, 
14-21. 

1304  -   S'inizia   in   Firenze   la   costruzione   delle   nuove 

prigioni  dette  Le  Stinche,  94,  8-11. 

1305  aprile  25  -  Viene  in  Firenze,  in  seguito  a  richiesta 

dei  Fiorentini  stessi,  comc  Capitano  di  guerra 
con  forze  catalane  e  francesi,  Roberto  di  Cala- 
bria,  primogenito  di  Carlo  II  re  di  Napoli, 
95,    18-23. 

1305  maggio  20-1  Fiorentini  muovono  col  Capitano 
di  guerra  e  col  Podesti,  insieme  ai  Lucchesi, 
contro  Pistoia,  ancora  in  mano  dei  Bianchi,  e 
la  cingono  d'assedio,  95,  26-32. 

1305  gingno  28-1  Fiorentini  riprendono  e  distruggono 
il  castello  d'Ostina  in  Valdarno  fatto  ribellare 
dai   Bianchi,   95,    34-36. 

1305  settembre  -  Giungono  in  Firenze  inviati  da  Bene- 

detto  XI,  per  sollecitazioni  dei  card.,  Orsini 
e  da  Prato,  due  nuovi  lcgati,  per  far  cessare 
Tassedio  di  Pistoia  e  ricondurre  la  pace  nella 
c,  ma  anch'essi  come  gli  altri  inutilraente, 
95,    39-44,   96,    1-4. 

1306  aprile   10  -  Pistoia  s'arrende  ai   Fiorentini  ed  ai 

Lucchcsi  che  la  riducono  a  borghi  e  se  nc  divi- 
dono  il  territorio,  96,   36-43. 

1306  xettembre  -  I  Fiorentini  prendono  e  distruggono  il 

castello  degli  Ubaldini  di  Monte  .\ccinico,  dovc 
s'erano  annidati  i  Bianchi  e  i  GhibcIIini,  rico- 
struiscono  contro  di  loro  quello  di  Scarperia  e  dan- 
no  il  guasto  airaltre  terre  dei  snddetti,  97,  4-15. 

1307  maggio  —  Gli  stessi   vanno  contro  Arezzo,  dove 

il  card.  Napoleonc  degli  Orsini  stava  racco- 
gliendo  contro  di  loro  armi  ed  armati,  ne  deva- 
stano  il  territorio  e  costringono  il  detto  Card. 
a  partirscne,  98.  18-22. 
•1307  —  Viene  messa  un'imposta  sui  chierici  ;  vcngono 
fatti  nuovi  Ordini  di  Giustizia  pei  Grandi  e  vicnc 
nominato  un  Esecutore  dei  detti  Ordini,  98, 
28-31,  33-37  ;  99,  1-13  ;  101.  2-3. 

1308  -  Corso  Donati,  messo  al  bando  dal  Podesta,  comc 

ribclle  e  traditore  del  popolo  per  aver  tramato 
per  farsi  Signore  di  Firenze,  100,  14-31,  tenta 
audacemente,  trincerandosi  nelle  sue  case  coi 
suoi  partigiani,  di  resistere  alle  forze  del  Gon- 
faloniere  e  del  popolo  venute  per  resecuzione, 
31-35,  ma,  fallite  le  speranze  d'aiuti  cstcrni, 
cerca  di  fuggire  trovando  invece  la  morte  nclla 
fuga,  101,  11-26. 
1308  giugno  -  I  Fiorentini  vengono  a  pace  con  Arezzo, 
101,    31-33 


(AA.  1308  novembre.1312  nov.-dic.]         INDICE     CRONOLOGICO 


649 


1308  novembre  —  GH  stessi  fanno  pace  anche  con  gli       1311 

Ubaldini,   101,    35-37  ;    102,    1-4. 

1309  aprile  7  -  Gli  stessi  vanno  in  aiuto  dei  Neri,  cac- 

ciati  da  Prato,  e  costringono  i  Pratesi  a  farli  rien-       1311 
trare  ed   a  sottomettersi  al  Comune  fiorentino, 

102,  33-38. 

1309  maggio-giugno  -  Gli  stessi  vanno  di  nuovo  a  dare 
il  guasto  al  territorio  aretino  per  la  violazione 
dei  patti  della  pace,  102,  40-41  ;  103,    1-2. 

1309   giugno  S  -  Gli  stessi  impediscono  ai  Lucchesi  di       1311 
distruggere,  come  essi  volevano,  la  c.  di  Pistoia, 

103,  5-12. 

1309  luglio  -  Gli  stessi  inviano  genti  in  aiuto  del  Card. 

Legato  di  Romagna  nipote  del     pp.,    allora  in       1312 
guerra  coi  Veneziani,   103,   15-18. 

1309  settembre  -  Gli  stessi  vanno  contro  Volterra  e 

costringono   i   cittadini  a   venire  a  pace  con   j       1312 
Sangiminianesi,    103,    20-24. 

1310  febbraio  {1309  st.  fior.)  -  Rimessa  in  Firenze  da 

Roberto  re  di  Napoli  la  sua  bandiera  al  Mani- 
scalco,  che  egli  aveva  lasciato  qua  a  capo  dei       1312 
Catalani  e  dei  Francesi,  i  Fiorentini  tomano  con 
questi  contro   Arezzo    a    devastarne   il  territo-       1312 
rio,    103,  25-32. 

1310  aprile  -  Giunge  in  Firenze,  accolto  molto  onore- 
volmente,  11  Card.  Legato  di  Romagna  che, 
grato  degli  aiuti  avuti  dai  Fiorentini  nella  guerra 
contro  Venezia,  li  riconcilia  con  la  Chiesa,  as- 
solvendoli,  col  consenso  dello  stesso  pontefice 
Clemente  V,  dalle  scomuniche  contro  di  loro 
precedentemente   lanciate,    104,    30-34.  1312 

1310  giugno-luglio  -  I  Fiorentini  senza  punto  curare 
gli  ordini  in  contrario,.  ricevuti  dal  nuovo  im- 
peratore,  Arrigo  VII  di  Lussemburgo,  muovono 
ancora  una  volta  contro  Arezzo,  104,  36-38  ; 
105,   1-7. 

1310  -  Giungono  in  Firenze  gli  ambasc.  del  nuovo  impe-       1312 
ratore,   ma  essi   non   vengono  punto   ascoltati, 

105,  7-10. 

1310  -  Giunge  in  Italia  lo  stesso  imperatore  per  essere 
incoronato,  105,  11-13. 

1310  ottobre  -  Giunge  in  Firenze,  di  ritomo    da    Avi- 

gnone,  il  re  Roberto  di  Napoli,  che  si  trattiene       1312 
qua  alcuni  giorni  tentando  invano  di  riportare  la 
concordia  tra  i  Grandi  ed  il  popolo,   105, 20-24. 

1310  dicembre  -  Si  ordina  che  vengano  innalzate,  fino 

ad   otto   braccia,    le   mura   di   cinta   fiorentine 
dove  esse  sono  gii  fondate  e  che  si  facciano 
fossi   e   steccati,    invece,    dove   queste   non    vi 
sono     affatto,     105,    25-31. 
*1310  -  Si  ha  in  Firenze   una    nuova  grande    carestia,       1312 

106,  27-28. 

1311  ottobre  -  I  Fiorentini,  sentendo  che  rimperatore 

avanza  verso  di  loro,  occupano  coi  Lucchesi 
le  fortezze  di  Samminiato  e  di  Volterra,  106, 
34-36.  1312 

1311  ottobre  20  -  Giungono  in  Firenze  nuovi  ambasc. 
deirimperatore,  ma  viene  loro  proibito  l'en- 
trata  nella  c,  ed  ordinato  senz'altro  d'allonta- 
narsi,   106,    39-41. 


ottobre  25  -  Viene  mandato  in  Lunigiana  il  Mani- 
scalco  di  re  Roberto,  con  forze  della  lega,  per 
impedire  airimperatore  il  passo,  107,  5-7. 

novembre  -  L'imperatore  Arrigo  intima  da  Ge- 
nova  al  Comune  di  Firenze  di  rimettere  a  lui 
legati  con  pieno  mandato,  107,  10-12,  ma  i 
Fiorentini,  in  risposta,  ordinano  invece  ai  loro 
concittadini,  dimoranti  nelle  terre  deirimpero, 
di   rientrare   immediatamente   in   patria,    13-14. 

dicembre  15  -  Giunge  in  Firenze  gente  del  re  Ro- 
berto,  venuta  dalla  Lombardia,  per  mettersi,  per 
ordine  del  Re  stesso,  a  disposizione  dei  Fioren- 
tini,    107,    16-17. 

gennaio  6  (1311  st.  fior.)  -  Vengono  mandati  in 
bando  i  Cavalcanti  e  vengono  abbattute  le  loro 
case,  107,  22-25. 

gennaio  20  (rjir  st.  fior.)  -  I  Fiorentini,  avendo 
il  Maniscalco  deirimperatore  Arrigo  fatto  con- 
fiscare  in  Pisa  le  loro  merci,  mandano  genti 
contro  la  frontiera  pisana,  107,  29-32. 

maggio  7  -  L'Imperatore  entra  in  Roma  in  mezzo 
a  grande  contrasto,  109,  2-3. 

maggio  20  -  Arrivano  in  Roma,  inviati  dai  Fioren- 
tini,  mille  cavalieri  che,  uniti  alle  forze  degli 
Orsini  e  del  re  Roberto,  occupano  S.  Pietro  e 
dintomi  per  impedire  cosl  airimperatore  Tin- 
coronazione,  108,  31-39  ;  contemporaneamente, 
poi,  da  forze,  inviate  dagli  stessi  Fiorentini, 
viene  liberato  il  castello  di  Cerretello  assediato 
dai  Pisani,  40-43. 

-  L'Imperatore  Arrigo,  ottenuto  dal  pp.  il  per- 
messo,  a  seguito  dei  falliti  tentativi  di  snidare 
gli  awersari  da  S.  Pietro,  di  poter  fare  Tincoro- 
nazione  in  altro  luogo,  viene  incoronato  in  S. 
Giovanni  in  Laterano  e,  senza  attendere  altro, 
quindi,  parte  coi  suoi  da  Roma,  109,  8-12. 

tettembre  12-18  -  Lo  stesso  viene  contro  Firenze  e, 
dopo  aver  occupato  senza  contrasto  varie  terre 
del  contado,  109,  18-22,  e  battuto  i  Fiorentini,  a 
mezzo  dei  Conti  di  Fiandra  e  di  Savoia,  guidati 
dagli  sbanditi,  al  passo  di  Montelfi,  giunge  col 
grosso  dei  suoi     airAncisa,  22-29. 

lettembre  19-ottobre  5  -  Lo  stesso  muove  a  ban- 
diere  spiegate  verso  la  c.  e  s'accampa  in  attesa 
a  San  Salvi,  109,  39  ;  110,  1-2  ;  ma  il  popolo  ac- 
corre  armato  alle  porte  e,  rafforzato  dai  vil- 
lani  venuti  dalla  campagna,  innalza  barricate 
e  steccati,  mentre  affluiscono  gli  aiuti  degli  al- 
leati,  4-2«  ;  n6  da  una  parte  ni  dall'altra,  per6,  si 
inizia  punto  la  battaglia,  2  5-31. 

ottobre  10  -  I  Pisani  affiacandosi  sempre  pii» 
airimperatore,  vanno  ad  assediare  Certaldo, 
ma  vengono  battuti  dalle  forze  del  Maniscalco 
del  re  Roberto  accorso  coi  Fiorentini  a  difesa, 
110,  34-39. 

novombre-dicembre  -  L'Imperatore,  viste  »va- 
nire  le  speranze  di  rivolgimenti  interai,  toglie 
il  campo  da  San  Salvi  e  va  a  Sancasciano,  ove 
gli  giungono  gli  aiuti  di  Pisa  e  di  Genova  coi 
quali  egli  pu6  finalmente  respingere  a  Ccrbaia 


650 


INDICE   CRONOLOGICO 


[AA.  1312  dicembr*'1321] 


la  cavalleria  fiorentina  che  lo  molesta  con  assi- 
due    guerriglie,    111,  2-U. 

1312  dicembre  -  Vengono  affossati  e  steccatt  i  nuovi 

borglii    d'01trarno,    111,    16-19. 

1313  gennaio-febbraio     (rjra  si.  fior.)    -     L'  Impera- 

tore  leva  di  nuovo  le  tende  e  va  ad  accam- 
parsi  a  Poggibonsi  ove  fa  restaurare  Tantica 
fortezza  cui  egli  di  il  nome  di  Ca.stello  imperiale, 

111,  14-28;  ma  i  Fiorentini  lo  seguono  da  vicino 
e  lo  molestano,  con  attacchi  locali  e  scara- 
mucce,  facendo,  in  una  di  queste,  prigioniera 
una  brigata  inviata  per  vettovaglie,  28-33, 
e  battendo  duramente  in  un'altra  il  Duca  di 
Fiandra,  che  s'era  allontanato  coi  suoi  per  tor- 
narsene    a    casa,     34-38. 

1313  marzo  6  {1312  st.  fior.)  -  Lo  stesso,  stretta  a  Pog- 
gibonsi  una  lega  con  Federico  re  di  Sicilia  con- 
tro  Roberto  di    ."^apoli,  parte    alla  volta  di  Pisa, 

112,  2-8. 

1313  marzo  (1312  st.  fior.)  -  Lo  stesso,  giunto  aPisa, 
emana  solennemente  contro  i  Fiorentini  e  con- 
tro  Firenze  la  sua  sentenza  di  condanna,  112, 
10-15. 

•  1313  -  I  Fiorentini  danno  la  Signoria  della  c.  per  cin- 
que  anni  a  re  Roberto  di  Napoli,  113,22-29. 

1313  giugno  10  -  Giunge  in  Firenze  Jacopo  Cantellini 
in  qualita  di  vicario  del  detto  re  Roberto  si- 
gnore  della  c,   113,  29-34. 

1313  agorto  5  -  L'Imperatore,  terminati  i  preparativi 
per  la  nuova  guerra  che,  in  conseguenza  della 
alleanza  con  Federico  di  Sicilia,  doveva  combat- 
tere  contro  Roberto  di  Napoli,  parte  da  Pisa,  a 
capo  deiresercito,  alla  volta  dei  confini  dei  reame 
napoletano,  113,  3-11. 

1313  agotto  24  -  Arrigo   VII  muore  improvvisamente 

a  Buonconvento,   113,  20-21. 

1314  febbraio  (1313  st.    fior.)  -    Uguccione  della  Fag- 

giuola,  fatto  Capitano  generale  e  Signore  di 
Pisa,  va  contro  Lucca  e  la  costringe  a  resti- 
tuire  i  castelli  tolti  ai  Pisani  ed  a  fare  rientrare 
in  c.  i  Ghibellini,  114,  1-9. 

1314  giugno  14  -  Lo  stesso,  d'accordo  coi  Ghibellini,  si 
impadronisce  di  Lucca,   114,    14-18. 

1314  agotto  28  -  Giunte  in  Firenze,  rimesse  da  re  Ro- 
berto,  nuove  forze  con  il  principe  Pietro,  fra- 
tello  minore  dello  stesso  re,  i  Fiorentini  occu- 
pano  con  queste,  senza  colpo  ferire,  i  castelli 
dei  Lucchesi,  di  Valdarno  e  di  Valdinievole,  che 
si  danno  loro  volontariamente  per  non  cadere 
nelle  mani  dei  Pisani  e  d'Uguccione,  115,  18-24. 

1314  lettembre  28-1  Fiorentini  e  i  Lucchesi  vengono 
per  volonti  del  Principe  pred.  ad  accordi  con  gli 
Aretini,   115,  27-38. 

1314  -   Uguccione   prende   Cigoli     e     Montecalvi,    115, 

30-31. 

1315  -  Lo  stesso  va  ad  assediare  Montecatini,  116,  35-37. 
1315  luglio  10  -  Giunge  in  Firenze,  per  soUecitazione 

dei  Fiorentini  stessi,  Filippo,  principe  di  Ta- 
ranto,  fratello  del  re  Roberto,  con  cinquecento 
cavalieri,   116,   39-43,  117,   1-8. 


1315  agotto  29-1  Fiorentini  vanno  insieme  ai  suddetti 
in  aiutu  di  Montecatini,  ma,  scontratisi  con  le 
milizie  di  Uguccione,  vengono  da  questo  scon- 
fitti  in  una  sanguinosa  battaglia  in  cui  muorr 
lo  stesso  principe  Pietro,  117,  9-13,  33-35  ; 
118,    1-8. 

1315.  -  Uguccione  prende  Montecatini,  Monte  Sommano 
ed  i  castelli  di  Vinci  e  Cerreto  Guidi,  che  s'erano 
ribellati   ai    Fiorentini,    118,    8-20. 

1315  -  Viene  in  Firenze,  inviato  dal  re  Roberto  quale  Ca- 

pitano  di  guerra,  con  nuove  forze,  Beltramo  del 
Balzo,  conte  di  Monte  Scaggioso,  detto  Conte 
Novello,    118,  23-27. 

1316  aprile  -  II  suddetto,  per  le  mene  della  potente  fa- 

zione,  awersa  alla  signoria  degli  Angioini, 
capitanata  da  Simone  della  Tosa,  4  costretto 
a   lasciar  rufficio,    119,  26-33. 

1316  maggio  1  -  £^  nominato  per  opera  della  stessa  fa- 
zione,  bargello  della  c.  con  pieni  poteri,  I.ando 
da  Gubbio,  119,  39-43  ;  120,   1-9. 

1316  giugno  -  II  nominato  Lando  fa  coniare  una  nuova 
moneta  che  vien  detta  "  Bargellina  ,,,  120, 
8-10. 

1316  -  Uguccione  perde  la  signoria  di  Pisa,  che  passa  al 
conte  Gaddo  Gherardeschi,  e  nello  stesso  tempo 
perde  anche  quella  di  Lucca  che  viene  presa 
da  Castruccio  Castracani  degli  Interminelli 
di   Lucca   stessa,   120,    16-27. 

1316  luglio  15  -  Viene  in  Firenze  come  vicario  di  re  Ro- 

berto,  sollecitato  dai  Grandi,  dai  mercatanti 
e  dagli  artefici,  awersi  alla  fazione  di  Simone 
della  Tosa,  il  conte  Guido  da  Battifolle,  120. 
30-35  ;  121,  1-4. 
•1316  -  Viene  licenziato,  per  intervento  del  re  Roberto, 
il  bargello  Lando  da  Gubbio,  121,  6-8,   19-22. 

1317  aprile  18  -  Re  Roberto  riconcilia  i  Fiorentini  ed 

i  Lucchesi  coi  Pisani  e  stringe  con  essi  iina  lega, 

123,  32-33,   36-39. 

1317  -  Viene  coniata  in  Firenze  una  nuova  moneta  detta 

"  Guelfo  ,,  ,  124,  1-2  ;  e  si  inizia  la  costruzione 
delle  mura  di   Lungarno  e   d'01trarno,  4-6. 

1318  luglio  27  -  Re  Roberto  6  fatto  signore  di  Genova, 

124,  37-38. 

1320  marzo  (1319  st.  fior.)  -  I  Fiorentini,  i  Senesi  ed 
i  Bolognesi  inviano  aiuti  al  re  Roberto  in  Lom- 
bardia  per   la   guerra   contro   Matteo   Visconti, 

125,  37-40. 

1320  aprile  -  Castruccio,  sentito  che  i  Fiorentini  ave- 
vano  mandato  loro  genti  in  Lombardia,  va  coi 
Pisani  a  dare  il  guasto  alle  terre  di  questi  in 
Valdamo,    impadronendosi     di     alcuni    castelli, 

126,  29-37. 

1320  -  I  Fiorentini,  saputo   che   Castruccio  era  andato 

verso  Genova  per  farla  ribellare  a  re  Roberto, 
muovono  contro  le  sue  terre  della  Valdinievole, 
126.  39-40  ;  127,  1-5. 

1321  -  Gli   stessi,    alleatisi   col   march.    Spinetta   Male- 

spini,  vanno  nuovamente  contro  le  terre  di  Ca- 
struccio  della  Lunigiana  e  della  Valdinievole, 
mentre  questi  alla  sua  volta,  alleatosi  con  Pisa 


[AA.  1321  settembre-1324  m.gsio  22]       INDICE    CRONOLOGICO 


651 


ed  Arezzo,  torna  a  dare  il  guasto  alle  loro  terre       1323 
di  Valdarno,  127,  37-42  ;  128,  1-5. 
1321  lettembre  -  Muore  in  Ravenna,  in  esilio,  il  grande 

poeta     fiorentino  Dante  Alighieri,  128,  7-12.  1323 

1321  -  I  Fiorentini  deliberano  di  lasciare  la  signoria  di 

re  Roberto  e  di  tornare  a  darsi  Hberamente 
come  prima  capitano  e  podesta  a  loro  piacere, 
128,   14-20. 

1322  -  I  Pistoiesi,  con  grave  disappunto  dei  Fiorentini,       1323 

vengono,  ad  opera  deirAbate  da  Pacciano,  ad 

accordi  con  Castruccio,  129,  17-22. 
1322  aprile  -  Alcuni  Ghibellini  sbanditi  di  Firenze  ten-      1323 

tano   di   entrare   di   farto   in   Colle  di   Valdelsa 

ma  sono  ricacciati  e  dispersi,  129,  24-27. 
1322   giugno  -  Si  tiene  in  Firenze  sul  Prato  d'Ognis- 

santi  una  fiera  e  mercato  franco,  129,  29-31. 
1322  luglio-agosto  -  Firenze  viene  devastata  pifi  volte 

dal  fuoco  a  Ponte  Vecchio  ed  a  S.  Stefano,  129, 

33-37. 
1322  agotto  -  I  Pisani,  nonostante  i  patti  che  essi  ave-      1323 

vano  coi  Fiorentini,  pongono  gabelle  sulle  merci 

di  questi,  rompendo  cosi  palesamente  con  essi 

la  pace,  130,  1-5. 
1322  agoito  -  Viene  suonata  la  prima  volta  a  distesa  la 

campana  gros.sa  del  popolo,  130,  6-10.  1323 

1322  tettembre  29-1  Fiorentini  riprendono  agli  Aretini 

dopo   lungo   assedio   il   Castello   di   Caposelvole 

di  Valdambra,  130,   11-16. 
1322  settembre  -  Gli  stessi  ristabiliscono  la  loro  giuri-      1323 

sdizione   su   Casaglia  e  sulle   ville  d'Ampinana, 

130,   16-20. 

1322  ottobre  21  -  Gli  Ubaldini  vengono  ad  accordi  con  i      1323 

Fiorentini  e  si  sottomettono  al  Comune  di  Fi- 
renze,  130,  23-28. 
^l^^^  -  Si  ha  in  Italia  una  grande  carestia  che  costringe 
il  Comune  di  Firenze  a  prendere  prowedimenti 
pei  poveri  della  c.  e  di  fuori,  130, 28-31. 

1323  febbraio  {1322  st.  fior.)  -  I    Fiorentini,  ad  istanza       1323 

di  pp.  Giovanni  XXII,  mandano  genti  in  Lom- 
bardia  per  la  guerra  contro  i  Visconti,  130, 
34-35.  1323 

1323  marzo  (1322  st.  fior.)  -  I  Fiorentini  mandano 
aiuti  ai  Pistoiesi  e  spingono  alcuni  dei  loro 
castelli  a  ribellarsi  a  Castruccio  ma  con  scarso 
risultato,  131,  2-5.  1324 

1323  maggio  7  -  Jacopo,  capitano  dei  Friulani  a  soldo 

di  Firenze,  passa,  con  grave  disappunto  dei  Fio-       1324 
rentini,   a  Castruccio  con  trecento  uomini,   ri- 
velando   a   questo  le   trattative  che  il  Comune 
fiorentino    faceva   segretamente    con    alcuni   di 
Buggiano,  132,  5-10.  1324 

1323  maggio  16  -  Giunge  di  nuovo  a  Firenze,  come  ca- 
pitano  di  Guerra,  inviato  dal  re  Roberto  a  se- 
guito  di  richieste  dei  Fiorentini  stessi,  Beltramo 
del  Balzo,  conte  di  Monte  Scaggioso,  detto 
Conte  Novello,  con  duecento  cavalieri,  131 ,  1324 
35-40. 

1323  -  Giovanui  XXII  concede  ai  Fiorentini  la  facolti 
di  poter  porre  imposte  ai  chierici  ma  poi,  pei 
reclami  di  questi,  la  ritoglie,   131,42;   132,1-4.       1324 


giugno  -  Castruccio,  richiesti  gli  aiuti  dei  Pisani, 
va  contro  i  Fiorentini  dando  il  guasto  a  molte 
loro  terre,  132,  12-15. 

luglio  -  Lo  stesso  muove  contro  Prato,  ma  6  co- 
stretto  a  fuggire  per  Tarrivo  dei  Fiorentini, 
accorsi  con  grande  esercito  in  aiato,  riuscendo 
a  salvarsi  solo  in  grazia  dei  Grandi  che  ne  im- 
pediscono  Tinseguimento,  132,   18-29. 

luglio  -  II  popolo  di  Firenze,  sdegnato  per  queste 
notizie,  corre  alle  armi  contro  i  Grandi,  ma  poi 
presto  si  ristabilisce  la  calma,  132,  29-31. 

luglio-agosto  -  Gli  sbanditi,  ai  quali  era  stata-pro- 
messa  la  revoca  del  bando,  venuti  a  conoscenza 
che  essa  non  veniva  piii  concessa,  tramano  coi 
Grandi  contro  Firenze,  ma  la  congiura  viene 
subito  scoperta  e  stroncata  con  la  condanna  al 
bando  di  tre  dei  Grandi  stessi  in  essa  maggior- 
mente  implicati,  132,  29-32  ;  133,  1-10 ;  agi- 
tazioni  e  contrasti  per  queste  condanne,  10-19. 

agosto  23  -  Per  facilitare  meglio  le  adunate  del 
popolo,  in  caso  di  rumore,  vengono  istituiti  i 
Pennoni  ed  i  Pennonieri  alle  dipendenze  dei 
Gonfalonieri  di  Compagnie  in  numero  di  cin- 
quantasei,  133,  21-29. 

agosto  -  Castruccio  torna  a  dare  il  g^uasto  alle  terre 
di  Valdarno,  senza  che  le  forze  dei  Fiorentini, 
stanziate  a  Fucecchio,  si  muovano  affatto  a 
reagire,    133,    31-36, 

settembre  -  Si  ha  in  Firenze,  come  anche  in  quasi 
tutta  ritalia,  una  grande  quantiti  d'infred(iati, 

133,  37-38  ;  134,  1-3. 

settembre  -  I  Fiorentini  perdono  il  castello  di  Trap- 
pola  in  Valdarno,  occupato  dai  Pazzi  e  dagli 
Ubertini  per  tradimento  di  alcuni  dei  castellani, 
castello  che,  nonostante  il  soUecito  invio  di 
forze   sul  posto,   non  riescono  poi  a  riprendere, 

134,  5-11. 

ottobre  28  -  Si  fanno  in  Firenze  imborsazioni  del 
Priorato  e  di  tutti  gli  altri  Uffici  per  quattro 
anni,  134,   14-18. 

dicembre  20  -  Castruccio  tenta  d'entrare  con  uno 
stratagemma  in  Fucecchio,  ma  viene  subito 
scoperto,  ricacciato  e  messo  in  fuga  con  gravi 
perdite,  134,  25-35. 

gennaio  3  (1323  st.  fior.)  -  I  Fiorentini  chiedono 
al  re  di  Francia  cinquecento  soldati,  135,  1-4. 

marzo  3  (1323  st.  fior.)  -  I  Pistoiesi,  ad  opera  di 
Filippo  Tedici,  gran  mastro  d'intrighi  in  Pi- 
stoia,  respingono  con  violenza  il  Vicario  di  re 
Roberto,  135,  6-10. 

aprile  -  Vengono  fatti  rientrare  in  Firenze  tutti 
gli  sbanditi  meno  i  ribelli  e  i  tre  ultimi  condan- 
nati,  136,  3-6  ;  nello  stesso  tempo  poi  vengono 
emanati  vari  e  severi  ordini  contro  gli  ecces- 
sivi  ornamenti  delle  donne,  136,  3-8. 

aprile  20-28  -  Beltramo  del  Balzo,  capitano  dei 
Fiorentini,  occupa  Carmignano  ma  4  costretto 
a  lasciarlo  per  ordine  dei  Fiorentini  stessi,  136, 
10-18. 

maggio  22-1  Fiorentini  ricacciano  e  sbaragliano 


652 


INDICE    CRONOLOGICO 


[AA.  1324  manio  25-1352] 


le  milizie  di  Castruccio  venute  a  far  preda  a 
Castelfranco  di  Valdarno,  13G,  20-26. 

1324  maggio  25  -  Si  d^  urdine  di  portare  a  tcrmine  la 
costruzione  delle  mura  di  cinta  e  di  munirle 
con  barbacani  e  torri,  136,29-33. 

1324  luglio-settembre  -  Filippo  Tedici  e  TAbate  di 
Pacciano,  suo  zio,  cercano  con  astuzie  e  raggiri, 
trattando  in  segreto  contemporaneamente  coi 
Fiorentini  e  con  Castruccio,  di  vendere  la  si- 
gnoria  di  Pistoia  al  maggiore  offerente,  137, 
8-19,  23-34. 

1324  tettembre  -  Per  intrighi  della  setta  capitanata 
dai  Bordoni,  si  dk  incarico  ai  Priori  di  riformare 
e  correggere,  insieme  ai  Dodici  buoni  uomini, 
le  varie  imbussolazioni  fatte  precedentemente 
per  quattro  anni,  137,  36-39  ;  138,  1-13. 

1324  ottobre  -  Gli  Ubertini  cedono  al  Comune  di  Fi- 
renze  il  castello  di  Lanciolina,  138,   14-20. 

1324  ottobre  -  I  Fiorentini  fanno  costruire  nel  Mugello 
il  castello  di  Vicchio,  138,  22-24. 

1324  novembre  19  -  Giungono  in  Firenze  i  cinquecento 
cavalieri  richiesti  dal  Comune  al  Re  di  Francia, 
138,  25-28. 

1324  dicembre  13-1  Carmignanesi  si  danno  al  Comune 

di  Firenze  di  loro  libera  volonta,  138,  30-33. 

1325  gennaio     {1324  st.    fior.)   -  Vengono   condannati 

per  baratteria  Bernardo  e  Chele  Bordoni,  capi 
della  cosl  detta  setta  Serraglina,  139,  1-19. 

1325  febbraio  {13^4  st.  fior.)  -  Si  da  facolta  ai  Priori 
di  cas.sare  e  rinmovere  a  loro  piacere  le  famiglie 
dei  Rettori,  139,  20-28. 

1325  febbraio  25  (1324  st.  fior.)  -  Filippo  Tedici,  si- 
gnore  di  Pistoia,  chiede  aiuto  ai  Fiorentini  per 
difendere  la  c.  dalle  insidie  di  Castruccio,  139, 
29-32. 

1325  aprile  17  -  Vengono  condannati  messer  Janni  e 
messer  Cristiano,  della  brigata  francese  a  soldo 
dei  Fiorentini,  accusati  d'aver  tramato,  con 
Tommaso  Frescobaldi  e  con  altri,  per  corrom- 
pere  la  brigata  stessa  in  favore  di  Castruccio 
ed  occupare  in  nome  di  questo  Montelupo  e  Ca- 
praia,  139,  34-36  ;  140,  1-23. 

1325  aprile  -  Vengono  fatte  popolane  dieci  nobili  fa- 
miglie  della  c.  e  venticinque  del  contado,  140, 
26-28. 

1325  maggio  5  -  Castruccio,  venuto  segretamente  ad 
accordi  con  Filippo  Tedici,  occupa  di  sorpresa 
con  le  sue  genti  Pistoia,  travolgendo  in  breve 
le  poche  forze  fiorentine  poste  a  difesa  della  c, 

140,  31-39. 

1325  maggio  6  -  Sdegnati  i  Fiorentini  per  la  caduta 
di  Pistoia  in  potere  di  Castruccio,  nominano 
senz'aItro  loro  capitano  di  guerra  Raimondo 
di  Cardona  concedendogli  tutti  i  patti  richiesti, 

141,  17-26. 

1325  -  Castruccio  trama  per  impadronirsi  anche  di 
Prato,  ma  la  sua  trama  viene  questa  volta  sco- 
perta  in  tempo  ed  i  suoi  complici  vengono  presi 
e  mandati  a  morte,  141,  4-1«. 

1325  maggio  22-1  Fiorentini  occupano  il  castello  di 


Artimino  nel  pistoiesc  e  ne  fanno  abbattere  lej 
mura,  141,  25-30. 
1325  giugno-laglio  -  Gli  stessi  mnovono  con  tutte  le  ' 
loro  forze,  e  con  a  capo  il  loro  capitano  Rai- 
mondo,  contro  Pistoia  e  contro  Castruccio  ed 
assediano  i  castelli  di  Tizzana  e  di  Cappiano, 
141,  32-35;  142,  1-6;  Castmccio  a  tali  nuove 
esce  da  Pistoia  e  s'accampa  fuori  della  c.  fa- 
cendo  fossati  e  steccati,  8-10,  ma  non  riesce 
per6,  con  suo  grave  disappunto,  ad  impedire  che 
i  Fiorentini  prendano  Cappiano  e  Montefalcone, 
12-14. 
1325  agotto  11  -  Castruccio  va  con  le  sue  genti  a  dare 
il  guasto  a  Prato  ed  a  Carmignano  ma  scontra- 
tosi  coi  Fiorentini  pr.  Carmignano  stesso  viene 
da  questi  duramente  battuto,  142,  17-20. 
1325  agotto  -  I  Fiorentini,  venuti  a  conoscenza  dei  ten- 
tativi  di  corruzione  fatti  da  Castruccio  pr.  le 
milizie  francesi  a  soldo  del  Comune  fiorentino, 
richiesti  gli  aiuti  degli  amici,  muovono  nuova- 
mente  contro  di  questo  e  gli  prendono  il  castello 
di  Altopascio,  142,  30-33  ;  ma  per  le  sette  che 
purtroppo  erano  forti  anche  nel  campo  non  rie- 
scono  poi  a  mettersi  d'accordo  sul  modo  di  pro- 
seguire  le  operazioni  di  guerra,  142,  33-39. 

1325  agotto  20  -  Spinello,  figlio  bastardo  di  Nerone  dei 
conti  Alberti,  uccide  lo  zio  Alberto  e  s'impadro-  ; 
nisce  del  castello  di  Mangone  che  il  conte  Ales- 
sandro,  padre  di  Nerone  e  di  Alberto,  aveva 
lasciato  in  erediti  al  Comune  di  Firenze,  143, 
34-40  ;   144,   1-3. 

1325  tettembre  23  -  Castruccio,  avuto  rinforzi  ed  aiuti 
dagli  alleati,  muove  contro  i  Fiorentini  e  li 
sconfigge  pr.  Altopascio  in  una  sanguinosa  bat- 
taglia,  nella  quale  vengono  fatti  molti  prigio- 
nieri  fra  cui  anche  il  capitano  Raimondo,  143, 
1-27. 

1325  teltembre-ottobre  -  Lo  stesso  va  quindi  contro 
•^ltopascio  e  Montefalcone  e  riprende  i  detti 
castelli,  143, 29-32  ;  fatto  poi  abbattere  il  ponte  di 
Cappiano  e  la  fortezza,  144,  8-9,  muove  con 
Toste  contro  Carmignano,  che  prende,  e  pro- 
segue  poi  contro  Firenze,  devastandone  e  sac- 
cheggiandone  per  piii  giorni  i  dintorri,  144, 
8-27. 

1325  ottobre  2-11  conte  Ugo  di  Guido  da  Battifolle 
occupa  alcune  ville  di  Ampinana  spettanti  al 
Comune  di  Firenze,  145,  3-13. 

1325  ottobre  11  -  H  Comune  di  Firenze  acquista  da  Spi- 
nello  dei  conti  Alberti  il  castello  di  Mangone, 
143.  34-40  ;  144,  1-5. 

1325  ottobre  26  -  Castruccio  torna  con  I'oste  a  devastare 
i  dintorni  di  Firenze,  insieme  ad  Azzo  Visconti 
che  desiderava  vendicarsi  dei  Fiorentini,  giun- 
gendo  fino  a  Rifredi  ove  fa  correre  il  palio,  144, 
29-37. 

1325  -  I  Fiorentini,  fortificato  Fiesole  e  S.  Miniato  al 
Monte,  mandano  al  re  Roberto  per  aiuti  e  no- 
minano  loro  capitano  messer  Oddo,  allora  a  ser- 
vizio  dei  Perugini,  145,  4-7. 


lAA.  132S  ottjiov..l42?  novemb»  18]       INDICE    CRONOLOGICO 


653 


1325  ottobre'iiovembre  -  Castruccio  va  con  Toste  con- 
tro  Prato  e  poi  torna  contro  Firenze,  danneggian- 
done  il  contado  sino  a  Signa  ed  a  Rifredi  e  por- 
tando  via  grandissima  preda,  145,  18-26. 

1325  novembre  11  -  Lo  stessoespone  al  dileggio  in  Lucca 
il  Carroccioed  i  prigionieri  fiorentini,  145,28-34. 

1325  novembre  13  -  Si  delibera  in  Firenze  che  nessun 
parente  dei  detti  prigionieri  fiorentini  pr.  Ca- 
struccio  possa  occupare  alcun  ufficio  pubblico 
in  c,  146,  2-4. 

1325  novembre  26  -  Castruccio  va  ad  assediare  il  na- 
stello    di  Montemurlo,    146,    3-11. 

1325  dicembre  2  -  Giungono  in  Firenze  trecento  cava- 
lieri  mandati  qua  in  aiuto  dal  re  Roberto  di 
Napoli,  146,   17-20. 

1325  dicembre  10  -  Castruccio  manda  nuovamente 
le  sue  genti  a  depredare  il  contado  fiorentino  sino 
pr.  le  porte  della  c,  ma  esse  vengono  questa 
volta  ricacciate  e  messe  in  fuga  dal  popolo 
corso  aJIe  armi,  146,  23-25. 

1325  dicembre  -  I   Fiorentini  deliberano  di  dare  per 

dieci  anni  la  signoria  della  c  a  Carlo,  duca  di 
Calabria,  figlio  del  re  Roberto,  146,27-35  ;  147, 
1-2. 

1326  gennaio  5  (13^5  st.  fior.)  -  Gli   stessi  eleggono  loro 

capitano  di  guerra  Piero  di  Narsi  di  Francia 
che,  servendosi  delle  amicizie  che  egli  aveva 
nelle  milizie  di  Castruccio,  allaccia  con  queste 
segrete  trattative,  147,  4-10. 

1326  gennaio  8  {1325  sl.  fior.)  -  Castruccio  prende 
dopo  lungo  assedio  il  castello  di  Montemurlo 
facendone  abbattere  le  torri  dei  Pazzi  e  degli 
Strozzi  che  vi  erano  state  fatte  innalzare  a  guar- 
dia,  146,  8-12. 

1326  gennaio  20  [1325  st.  fior.)  -  Castruccio  manda  a 
morte  tre  suoi  Conestabili  sospetti  di  aver  tra- 
mato  col  capitano  di  guerra  dei  Fiorentini,  Piero 
di  Narsi,  per  passare  a  soldo  di  questi  e  licenzia 
le  truppe  francesi  e  borgognone,  147,  4-13. 

1326  febbraio  {1325  st.  fior.)  -  Lo  stesso  torna  a  sac- 
cheggiare  il  territorio  fiorentino,  147,  15-22. 

1326  marzo  29  -  Lo  stesso  occupa,  dopo  segreti  accordi 
col  custode,  la  Castellina  di  Greti,  148,  15-17. 

1326  aprile  -  Lo  stesso  va  contro  Empoli  e  contro  Pe- 
troio,  148,   17-20. 

1326  maggio  15-17  -Lo  stesso  fa  prendere  in  un  agguato, 
a.stutamente  teso,  il  capitano  di  guerra  dei  Fio- 
rentini,  Piero  di  Narsl  e  lo  fa  decapitare,  148, 
22-31. 

1326  maggio  17  -  Giunge  in  Firenze  il  francese  Gual- 
tieri  di  Brienne,  duca  d'Atene,  inviato  qua, 
come  sjo  vicario,  da  Carlo  di  Calabria  fatto 
signore  della  c,  148,  23-40. 

1326  giugno  30  -  Giunge  in  Firenze  il  card.  Giovanni 
Orsini,  Legato  di  pp.  Giovanni  XXII,  149,  3-5. 

1326  luglio  10  -  Giunge  in  Siena  Carlo  duca  di  Cala- 
bria  e  vi  viene  eletto  Signore  per  cinque  anni, 
149,  7-13. 

1326  luglio  30  -  II  pred.  Carlo  giunge  a  Firenze,  con 
grande  seguito  di  principi,  baroni  e  milizie,  per 


assumere  la  signoria  della  c.  cui  era  stato  chia- 
mato,  149,  15-40  ;  150,  1-5. 

1326  -  Affluiscono  in  Firenze  gli  aiuti  degli  amici  ri- 
chiesti  dal  Duca  per  la  guerra  contro  Castruc- 
cio,  ma,  con  grave  disappunto  dei  Fiorentini, 
il  Duca  non  va  poi  affatto  contro  di  questo, 
150,  5-11. 

1326  -  II  Duca  si  fa  confermare  la  signoria  della  c.  per 
dieci  anni,  a  cominciare  dal  primo  settembre, 
e  si  fa  dare  facolt^  inoltre  di  poter  fare  a  suo 
modo  i  Priori  e  tutti  gli  altri  Ufficiali,  150, 
14-19. 

1326  agotto  4  -  Viene  annunziato  in  Firenze  il  falli- 
mento  della  Corapagnia  degli  Scali,  150,21-24. 

1326  lettembre  15-1  Fiorentini  fanno  ricostruire  il 
castello  di  Signa,  150,  26-29. 

1326  ottobre  -  II  Duca  di  Calabria  ed  il  march.  Spinetta 
vanno  contro  le  terre  di  Castruccio  in  Luni- 
giana  mentre  i  fuorusciti  di  Pistoia,  aiutati  dai 
Fiorentini,  prendono  al  pred.  il  castello  di  Ra- 
vignano,  ma  Timpresa  tutta  si  chiude  purtroppo 
con  poco  onore,  150,  31-35  ;  151,  1-3. 

1326  dicembre  24  -  La  duchessa  fa  concedere  alle  donnc 

fiorentine  di  poter  portare  nuovamente  certe 
trecce  che  erano  state  loro  vietate  da  prece- 
denti  ordinanze,  151,  14-17. 
*1326  -  II  Duca  di  Calabria  comiacia  ad  opprimere  i 
Fiorentini  con  gravi  imposte  e  pone  in  palazzo 
uno  dei  suoi  Baroni  per  sorvegliare  e  control- 
lare  Topera  dei  Priori,  151,  5-11. 

1327  gennaio  {1326  sl.  fior.)  -    II  Duca,  contrariamente 

ai  patti,  esige  dai  Fiorentini  che  gli  si  dia  in 

perpetuo  la  signoria  di  Prato  e,  per  dieci  anni, 

qnelle  di  CoIIe,  Sangimignano  e   Samminiato  al 

Tedesco,  151,  19-22. 
1237  gennaio  21«22  (1326  st.  fior.)    -  II  Conte  di  Monte 

Scaggioso  va  da  Prato  a  devastare  Pistoia,  151, 

24-27. 
1327  aprile  -  H  Duca  fa  fare  segretamente,  a  mezzo  di 

Ufficiah    forestieri,  TEstimo  della  c.  152,  27-30. 
1327  aprile  13-21  -  II  Duca  ha  dalla  moglie  un  figliuolo 

cui  viene  posto  il  nome  di  Martino,  che  per6  gl 

muore  pochi  giorno  dopo,  152,  31-36. 
1327   giugno  12  -  Castruccio,  saputo  che  gli  si  stava 

tramando  contro,  fa  prendere  i  congiurati  e  li  fa 

impiccare,  152,  36-40  ;  153,  1-4. 
1327  giugno  24  -  Viene  pubblicata  in  Firenze  la  scomu- 

nica  lanciata  da  Giovanni  XXII  contro  rimpe- 

ratore  Lodovico  di  Baviera  allora  in  Milano, 

153,  5-8. 
1327  luglio  2i<25  -  Di   nuovo  il  fuoco  in  borgo  S.  Apo- 

stolo    distnigge   molte   case  e  botteghe,    153, 

10-11. 
1327  agotto  -  II    Duca    manda    contro    Castruccio    il 

Conte  di  Monte  Scaggioso  che,  abbattuta  la  re- 

sistenza  nemica,  gli  prende  S.  Maria  a  Monte 

ed  Artimino,  153,  14-25. 
1327  •ettembre  16  -  Cecco   d'A3coli  viene  mandato  al 

rogo    dal  Duca  per  eresia,  154,  2-10. 
1327  novcmbre  18  -  Lodovico  il  Bavaro,  presa  Pisa,  va 


Tomo  XXX,  p.  I  —  42. 


654 


INDICE     CRONOLOGICO      [AA.  1327  dicembre  7.1329  .(o.io  12] 


a  Lticca  ed,  in  riconoscimento  degli  aiuti  a  lui 
dati  da  Castniccio,  nomina  questo  duca,  con- 
fermandogli  la  Signoria  delle  terre  che  gik  te- 
neva  e  concedendogli  inoltre  anche  quella  di 
Volterra,  153,  27-29. 

1327  dicembro  7  -  Lodovico  il  Bavaro,  accresciuta  an- 
cora  piii  la  signoria  di  Castruccio,  con  ultre 
terre  tolte  ai  Pisani,  parte  con  questo,  alla  volta 
di  Roma,  per  essere  incoronato,  154,  22-24. 

1327  dicombr*  18  -  II  popolano  Gianni  Alfani  vienc 
fatto  condannare  dal  Duca  neiraveree  nella  pcr- 
sona  per  avere  criticato  in  Consiglio  la  sua  p<i- 
litica  fiscale,  154,  11-18. 

1327  dicombro  28  -  II  Duca  di  Calabria  parte  da  Fi- 

renze  lasciando,  come  suo  vicario,  Fihppo  da 
Sanginetto  con  due  giudici  per  consigHeri,  154, 
26-33. 

1328  Kcnnaio  17  {1327  st.  fior.)  -  Lodovico  il  Bavaro 

viene  incoronato  in  Roma,  155,  1-7. 

1328  «ottembre  -  Lodovico  il  Bavaro,  conosciuta  la 
morte  di  Castruccio  e  saputo  che  i  suoi  figli 
erano  entrati  in  Pisa  con  gh  sbanditi  fiorentini, 
parte  da  Grosseto,  ove  allora  si  trovava  a  com- 
battere,  e  va  a  Pisa  dove  forma  un  nuovo  go- 
verno  con  gli  avversari  dei  detti  figh  di  Castruc- 
cio  che  erano  aUora  rientrati  con  la  madre  a 
Lucca,  e  vi  nomina  suo  vicario  Tarlatino  dei 
Tarlati,    155,    39-40  ;  156,   1-6. 

1328  «ettembre  15-16  -  Fihppo  da  Sanginetto  va  coi 
Fiorentini  contro  Carmignano  ed  occupa  il  ca- 
stello  nonostante  la  strenua  difesa,  156,  3-26. 

1328  ottobre  -  Lodovico  il  Bavaro  toghe  ai  figh  di 
Castruccio  anche  la  c.  di  Lucca  nominandovi, 
quale  suo  vicario,  Ipocrato,  il  quale,  per6, 
avendo  sposato  poi  una  figlia  del  detto  Castruc- 
cio,  viene  dal  Bavaro  stesso  privato  deirufficio, 
156,  27-37  ;  157,  1-3. 

1328  novembre  1  -  Giunge  in  Firenze  Beltramo  del 
Balzo,  con  cinquecentoventi  cavalieri,  quale 
nuovo  vicario  del  Duca  di  Calabria,  157,  18-24. 

1328  nevembre  17  -  Vengono  lettere  in  Firenze  annun- 
zianti  la  morte  del  Duca  di  Calabria,  che  met- 
tono  in  gran  cordoglio  i  Fiorentini  (non  senza 
per6  una  certa  segreta  allegrezza,  come  nota  lo 
Stefani,  per  le  grandi  spese  che  la  signoria  loro 
costava)  i  quali  ordinano  in  suo  onore  un  so- 
lenne   funerale,  157,  25-29. 

1328  novembre  -  I  Fiorentini,  tornati  ormai  completa- 
mente  liberi  per  la  morte  del  Duca,  dopo  nume- 
rosi  Consigh,  deliberano  in  pubbhco  parlamento 
cosi  inuovi  ordinamenti  per  le  elezioni  dei  Priori, 
dei  Gonfalonieri  e  degh  altri  ufficiali  del  Comune, 
come  la  costituzione  del  Consiglio  del  Popolo 
e  di  quello  del  Comune  stesso,  158,  15-44;  159, 
1-18. 

1328  novembre   -   Viene  lanciato  contro  Firenze  Tin- 

terdetto,  per  Timposta  messa  ai  chierici,  inter- 
detto  che  poi  viene  tolto  dal  Vescovo  stesso, 
159,  20-25. 

1329  gennaio  10  (1328  st.  fior.)  -  Beltramo  del   Balzo 


capitano  dei  Fiorentini  e  di  re  Roberto,  va  a 
dare  il  guasto  al  territorio  di  Pisa,  dove  si  tro- 
vava  allora  Lodovico  il  Bavaro  con  Tantipapa, 
facendo  grandi  danni,  159,  28-32. 

1329  gennaio  16  (/J28  sl.  fior.)  -  Viene  scoperta  in 
Firenze  una  congiura  per  dare  la  c.  in  mano 
deirimperatore,  in  seguito  di  che  vengono  fatti 
prendere  i  congiurati,  dei  quali  alcuni  son 
mandati  a  morte  altri  cacciati  in  bando,  159, 
36-37  ;  160,   1-9. 

1329  febbraio  21  (1338  st.  fror.)  -  Beltramo  del  Babo 
va  coi  Fiorentini  a  dare  il  guasto  al  territorio  di 
Lucca,  159,  33-37. 

1329  marzo  8  (13^8  sl.  fior.)  -  Giunge  notizia  in  Fi- 
renze  della  esecuzione  capitale,  avvenuta  in 
lesi,  di  Tano  degli  Ubaldini  e  della  confessione 
da  lui  fatta  a  riguardo  del  suo  tentato  tradi- 
mento  a  danno  dei  Fiorentini,  161,  11-21. 

*1329  -  Si  deliberano  dal  Comune  di  Firenze  provvedi- 
menti  vari  per  alleviare  i  disagi  della  grandc 
carestia  che  tormenta  la  c.  e  ritalia  tutta, 
160,    16-18. 

1329  «prile  -  Lodovico  il  Bavaro  parte  alla  volta  della 
Lombardia  lasciando,  in  Pisa,  come  suo  vicari", 
Tarlato  dei  Tarlati,  ed  in  Lucca,  Francesco 
Castracani,  cugino  di  Castruccio,  161,  22-29. 

1329  aprile  15-18  -  Le  truppe  tedesche,  lasciate  dal 
Bavaro  pr.  Cerruglio,  nominano  loro  capitano 
Marco  Visconti  e,  sotto  la  direzione  di  questo, 
s'impadroniscono  di  Lucca  ed  iniziano  tratta- 
tive  con  il  Comune  di  Firenze  per  il  loro  assol-J 
damento  e  per  la  vendita  della  c,  pred.,  senz 
venire  per6  ad  una  conclusione,  161,  31-37  j 
162,    1-11. 

1329  maggio  29-1  Pistoiesi  vengono  a  pace  coi    Fio- 
rentini  accettando  tutte  le  condizioni  loro    im-l 
poste,  del  che  si  fa  in  Firenze  gran   festa,    162,] 
14-22. 

1329  giugno  18-1  Pisani,  con  Taiuto  deUa  bhgata  te-] 
desca  di  Cerruglio  e  del  loro    capitano    Marc 
Visconti,  cacciano  Tarlato,  vicario  del    Bavara 
e  ricostituiscono  il  libero  comune,  162,  24-26. 

1329  giugno  21-1  castelli  di  Valdinievole  fanno  pac 
col  Comune  di  Firenze  e  prendono  un    capitand 
fiorentino,  162,   35-38. 

1329  giugno  27  -  Marco  Visconti  viene  in  Firenze 

riprendere  le  trattative  della  cessione  di  Lucc 
ma  anche  questa  volta  senza  raggiungere  ui 
conclusione,  162,  28-33. 

1329  luglio  15-1  Fiorentini  riprendono  le  ville  d'Am| 
pinana,  nel  Mugello,    tolte  loro    dal   conte   Ug 
di  BattifoUe,  163,  10-13. 

1329  luglio  18  -  Gli   stessi  muovono  contro    Montec 
tini,  occupata  dalle  masnade  lucchesi,  in  viola 
zione  della  pace  di  Valdinievole,    e    prendon^ 
Monte  Vettolino,  163,  16-23. 

1329  agofto  12-1  Fiorentini,  corse  e   devastate,    sot 
la  guida  del  loro  capitano  Beltramo  del    BalzO 
terre  e  castelli  dei  Pisani,  giungendo    sino 
Tantiporto,  costringono  questi  a  domandare 


[AA.  1329  (ettembre>1332  luglio] 


iNDtCE  CRONOLOGICO 


655 


I 


pace  ed  a  concedere  loro  molte  franchigie,  163, 
3-9. 

1329  tettembre  -  Le  truppe  tedesche'  surricordate  ri- 
prendono  ancora  una  volta  inutilmente  le  tratta- 
tive  con  il  Comune  di  Firenze  per  la  vendita  di 
Lucca,  163,  28-33. 

1329  ottobre  21  -  Gherardino  degli  Spinoli  acquista 
dalle  truppe  suddette  la  c.  di  Lucca,  in  seguito 
di  che  i  Fiorentini,  sdegnati,  fanno  ribellare 
Collodi  che  viene  per6  presto  ripreso  da  Ghe- 
rardino  stesso,   163,  26-39. 

1329  novembre  11  -  Viene  data  per  tre  anni  ai  Fio- 

rentini  la  guardia  di  Serravalle,  164,  2-6. 

1330  febbraio  17  (rj29  st.  fior.)  -  I  Fiorentini  tentano 

invano  di  entrare  di  sorpresa  in  Montecatini, 

164,  8-11. 

1330  aprile  -  Vengono  emanati  in  Firenze  nuovi  or- 
dini  controglieccessi  dei  vestimenti  delle  donne, 

165,  1-8. 

1330  aprile  23  -  Gherardino  degli  Spinoli,  Signore 
di  Lucca,  con  gli  aiuti  dei  Pisani  e  del  march. 
Malespini,  toglie  ai  Fiorentini  il  castello  d'Uz- 
zano,  165,  11-18. 

1330  luglio  16  -  Si  ha  in  Fireqze  un  eclisse  parziale 
di  sole,  166,  5-7. 

1330  luglio  19  -  Riusciti  vani  i  tentativi  del  detto 
Gherardino  di  venire  in  aiuto  di  Montecatini,  i 
Fiorentini,  stringendo  piii  da  vicino  Tassedio, 
riescono  finalmente  a  prendere  il  castello,  165, 
20-39  ;  166,   1-3. 

1330  tettembre  19  -  Gherardino,  saputo  che  dai  Fio- 
rentini  si  tramava  coi  Lucchesi  per  ritorgliergli 
la  c,  fatti  prendere  e  mandare  a  morte  i  so- 
spetti,  va  per  ritorsione  con  la  sua  brigata 
ad  occupare  il  castello  di  Buggiano  caccian- 
done  i  Fiorentini  che  lo  tenevano  da  tempo, 

166,  10-19. 

1330  ottobre  -  1  Fiorentini  per  vendicarsi  di  Buggiano, 
chiesti  gli  aiuti  degli  amici,  vanno  ad  assediare 
Lucca,  prendendo  e  devastando,  lungo  la  via, 
terre  e  castelli  lucchesi  ed  accampandosi  poi 
a  mezzo  miglio  dalla  c,  166,  21-26. 

1330  dicembre  4  -  Alcune  terre  e  castelli  di  Val- 
darno  dei  Lucchesi  si  danno  spontaneamente 
ai  Fiorentini,  166,  32-33  ;  167,   1-2. 

1330  dicembre  16  -  Si  ha  in  Firenze  un  eclisse  par- 
ziale  di  luna,  167,   4-5. 

*1330  -  I  Lucchesi,  stringendosi  sempre  piJi  Tassedio 
della  c  da  parte  dei  Fiorentini,  iniziano  se- 
grete  trattative  col  Comune  di  Firenze  peT 
venire  con  esso  a  patti,  ma  sono  costretti  pol 
ad  interromperle  appena  il  detto  Gherardino 
ne    viene    a   conoscenza,    167,     37-40  ;     168, 

1-12. 

*1330  -  Gherardino  allaccia  direttamente  trattative 
con  i  Fiorentini  per  la  cessione  di  Lucca,  ma 
poi  improvvisamente  le  rompe,  168,  15-23. 

1330  -  Lo  stesso  vende  Lucca  a  Giovanni  re  di  Boemia, 
figlio  di  Arrigo  VII,  il  quale  manda  immedia- 
tamente    suoi    ambasc.  ai    Fiorentini    a  signi- 


ficare  la  cosa  e  ad  invitarli  quindi  a  togliere 
Tassedio  dalla  c,  168,  24-30. 

*1330  -  Si  fanno  in  metallo  le  porte  della  Chiesa  di  S. 
Giovanni  Battista,  170,   12. 

1331  febbraio  25  (133°  «<•  /»'<»'•)  -  I  Fiorentini  deli- 
berano  di  togliere  Tassedio  da  Lucca  ed,  in- 
cendiato  quindi  ogni  cosa,  tolgono  il  campo  e 
ritornano  a  Firenze,  168,  30-35. 

1331  marzo  (1330  st.  fior.)  -  Giovanni  di  Boemia 
manda  in  Lucca  il  suo  Maniscalco,  con  ot- 
tocento  cavalieri,  a  prendere  possesso  della  c, 
in  seguito  di  che  i  Fiorentini  lasciano  anche 
Borgo  di  Buggiano,  ed  il  castello  di  Buggiano 
stesso,  169,  30-38. 

*1331  marzo  10  {1330  st.  fior.)  -  CoIIe  di  Valdelsa, 
liberatasi  dalla  Signoria  dei  Tancredi,  si  di  al 
Comune  di  Firenze,  170,  3-12. 

1331  marzo  15-18  (1330  st.  fior.)  -  II  Maniscalco  del 
re  Giovanni  esce  da  Lucca  con  fanti  e  cavalieri 
e  va  a  saccheggiare  il  contado  di  Firenze,  fa- 
cendo  gran  preda  e  rientrando  in  c.  dopo  tre 
giorni  di  devastazioni,  169,  35-43. 

1331    aprile   16 I  Fiorentini,  sentendo  che  re  Gio- 

vanni  era  gii  in  Lombardia  e  che  tentava 
di  unirsi  col  Legato  pontificio  di  Bologna, 
stringono  lega  col  re  Roberto  di  Napoli  con- 
tro  il  detto  re  Giovanni  e  contro  quelli  che 
eventualmente    si  unissero  a    lui,  170,   13-16. 

1331  maKK>o  10  -  Firenze  viene  interdetta  per  que- 
stioni  riguardanti  la  Chiesa  di  S.  Maria  Im- 
pruneta  ed  i  suoi  Patroni,  170,  18-23. 

1331  cittgDO  6-1  Fiorentini  vanno  con  Amerigo  Do- 
nati  in  aiuto  di  Barga,  assediata  dal  Vicario 
di  re  Giovanni,  ma  vengono  affrontati  da  que- 
sto  e  sconfitti,   170,  26-32. 

1331  -  Firenze  viene  danneggiata  pid  volte  dal  fuoco, 

170,  35-36  ;    171,    1-6. 

1331  luglio  25  -  Nascono,  per  la  prima  volta,  in  Fi- 
renze  due  leoni  dalla  coppia  che  da  tempo  si 
trovava    rinchiusa    pr.    S.    Piero  Scheraggio, 

171.  8-11. 

1331  IukHo  26  -  Viene  data  per  un  anno  ai  Fiorenti- 
ni  la  guardiadella  c.  di  Pistoia  e  della  fortezza 
di  Serravalle,   171,   13-17. 

1331  «ettembre  26  -  Filippo    Tedici   tenta  d'entrare 

di  furto  coi  Lucchesi  nel  castello  di  Popiglio 
di  Pistoia,  ma  viene  scoperto,  ricacciato  ed 
ucciso  171,  21-30. 

1332  gennaio  15   (W  «'•  /««■•)    -    Viene    confermato 

ai     Fiorentini  Tincarico   della  guardia  dellac. 

di  Pistoia  per  altri  due  anni,   171,  17-18. 
1332  lennaio  (t33z  st.  fior.)  -   I  Fiorentini  vanno    in 

aiuto  dei  Pisani  assediati  dai  Ghibellini  fuo- 

rusciti,  e  costringono  questi  a  ritirarsi,    172, 

4-8. 
1332  aprile  8  -  Gli     stessi     delibcrano     di   costruire 

suirAlpe   degli    Ubaldini   una    fortezza   e     di 

chiamarla,  a  segno  della  loro  speciale  predili- 

zione,  Firenzuola,  172,   10-14. 
1332  lagHo  -  Gli  stessi,  insieme  al  re  Roberto,  strin- 


656 


INDICE     CRONOLOGICO    (AA.  1332  fettemkrc.1336  tettembre  1| 


gono  una  lega  coi  Visconti,  coi  Della  Scala, 
e  con  altri  Signori  deiritalia  Settentrionale, 
contro  Giovanni  di  Boemia,  oontro  Lodovico 
il  Bavaro  e  contro  tutti  quelli  che  eventual- 
mente  s'unissero  a  questi,  172,   15-24.  1335 

1332  ••ttcmbre  -  Barga,  disperando  ormai  degli  aiuti 
dei  Fiorentini,  s'arrende  ai  Lucchesi,  172, 
26-33.  1336 

1332  ottobr*   11-11  Comune  di  Sangimignano  viene 

graziato,  dal  Comune  fiorentino,  d'una  con- 
danna  avuta  precedentemente  dai  Rettori 
della   c,   172,    36-37  ;   173,    1-6. 

1333  marzo  (1332  st.  fior.)    -  I  Fiorentini,  nonostante 

j  replicati  incitamenti,  loro  rivolti  dal  Legato 
pontificio,    a   sciogliersi   dalla   lega   suddetta, 
restano   invece  ad  essa  fedeli  e  mandano,  in       1336 
base    ai   patti  della  medesima,  i    loro  aiuti  al 
March.  di  Ferrara,  173,   9-16. 

1333  maggio  -  Si  tengono  in  Firenze  grandi  feste 
popolari  ad  iniziativa  degli  artefici,  173, 
21-30.  1336 

1333  maggio  10  -  Si  comincia  in  Firenze  la  costru- 
zione  della  porta  di  S.  Frediano,  173,   34-35. 

1333  Bovembre'dicembre  -  Si  riversa  su  Firenze  una       1336 

gran  pioggia  durata  piu  giorni,  che  fa  strari- 
pa,re  l'Arno,  il  quale  allaga  la  c.  ed  i  dintorni 
cagionando  vittime  e  danni,  173,  38-39  ;  174, 
1-35  ;  175,  6-10. 
*1333  -  I  Grandi  tentano  di  riprendere  le  loro  lotie 
partigiane,   174,   37  ;   175,   1-4. 

1334  aprile  13  -  Giungono     in     Firenze     reliquie    di       1336 

Santi  che  vengono  deposte  in  S.  Giovanni, 
176,  1-4. 

1334  aprile  20«26  -  I  Fiorentini  vanno  contro  Lucca,       1336 

devastando,  lungo  la  strada,  Buggiano   e    Pe- 

scia,  ma,  venuti  a  mancare  gli  aiuti   promessi 

dalla  lega,  sono  costretti  a    tornare    indietro, 

176,   7-14.  1336 

1334  luglio  18  -  Viene  posta  dal  Vescovo  di  Firenze 
la  prima  pietra  del  campanile  di  S.  Reparata, 
176,  16-18.  1336 

1334  «ettembre  -  I  Fiorentini  vanno  di  nuovo  a  de- 
vastare  il  territorio  di  Lucca  e  rioccupano  il 
castello  d'Uzzano  in  Valdinievole,    176,21-24.       1336 

1334  novembre  1  -  Vengono  istituiti  in  Firenze  sette 
bargelli  ponendo  a  disposizione  di  ciascuno 
venticinque  fanti,  176,  26-32. 

1334  dicembre  -  Firenze     viene     nuovamente     dan- 

neggiata  dairinondazione,  176,  37  ;  177,  1-3. 

1335  luglio  9  -  Viene   dato   ai    Fiorentini   \'incarico       1336 

della  guardia  del  castello  di  Pietrasanta,  177, 
35-39. 

1335  Bovembre  1  -  Viene    istituito   un    nuovo   uffi- 

cio,  con  grande  balia,  detto  Conservatore,  e       1336 
viene  chiamato  a  ricoprirlo   Jacopo  de'   Ga- 
brielli  da  Gubbio,  178,   1-6. 

1335  Bovembre  -  Mastino   della    Scala,   ottenuto  da 

Orlando  Rosso,  che  teneva  Lucca  in  nome  del       1336 
re  Giovanni,  la  consegna  di  questa  c.  in  cam- 
bio  di  altre   terre,    178,   22-24,  dichiara  agli 


ambasc,  fiorentini,  venuti  a  ricordare  che  la 
detta  c.  era  stata,  in  base  ai  patti  della  leg.. 
promessa  loro,  che  egli  k  pronto  a  consegnarl.i 
ma  a  pace  conclusa,  178,  25-31. 

novembre  2  -  Alcuni  castelli  del  Vescovado  d'A- 
rezzo  si  danno  spontaneamente  al  Comune  di 
Firenze,   178,   33. 

febbraio  23  {I335  ^t.  ficr.)  -  Mastino  dell,i 
Scala,  essendosi  gli  ambasc.  fiorentini,  cht 
erano  tornati  a  reclamare  la  consegna  di 
Lucca,  rifiutati  di  aderire  alla  sua  richiesta 
d'aiuto  per  combattere  i  Bolognesi,  va  senza 
altro,  con  le  genti  che  aveva  in  Luccastessa, 
a  devastare  il  contado  di  Bologna  e  quello 
fiorentino,   179,    34-44  ;   180,    1-7. 

marzo  10  (I335  st.  fior.)  -  I  Fiorentini,  vistisi 
cosi  traditi,  nominano,  con  grandissima  e 
piena  balia,  sei  uf&ciali  per  provvedere  agli 
affari  di  guerra  e  quattordici  per  trovare  i  de- 
nari  occorrenti  per  la  bisogna,  180,  9-12. 

-  I  Colligiani  confermano  ai  Fiorentini  per  altrj 
tre  anni  Tincarico  della  guardia  del  loro  ca- 
stello,  180,   15-18. 

aprile  14-1  Fiorentini,  saputo  che  Piero  dei 
Tarlati  d'Arezzo,  detto  Saccone,  aveva  chie- 
sto  aiuto  a  Mastino  della  Scala  contro  di 
loro,  e  che  i  detti  aiutierano  gii  giunti  a  Forll, 
mandano  loro  gente  per  impedire  a  questi  il 
passo  e  ne  inviano  poi  altre  contro  Arezzo 
stessa,   180,  21-26. 

aprile  21  -  Mastino  della  Scala  prende  con 
raggiri  Pietrasanta  cacciandone  i  Fiorentini, 
181.   1-10. 

luglio  5-1  Fiorentini  ed  i  Perugini  vanno  coii 
tro  Arezzo  ie  devastano  e  saccheggiano 
sue  campagne  distruggendo  ed  abbattendO 
ogni  cosa,   180,  29-37. 

luglio  14  -  Mastino  della  Scala  manda  a  deva 
stare,  con  le  forze  che  aveva  in  Lucca,  Cerf 
reto  Guidi  di  Valdarno,  181,  29-32. 

luglio  15-1  Fiorentini  fanno  lega  coi  Vene 
ziani  contro  i  Signori  della  Scala,  181 
13-26. 

agotto  5  -  Mastino  della  Scala  manda  nuova 
mente  a  danneggiare  le  terre  dei  Fiorenti^ 
con  le  forze  che  teneva  in  Lucca,  ma  scontrai 
tesi  queste  con  la  brigata  dei  Fiorentini  pi 
Samminiato  vengono  duramente  battut 
181,    32-38  ;    182,    1-3. 

agosto  20-1  Fiorentini  cominciano  a  ricostrji 
re  il  castello  di  Laterina  e  vi  lasciano  poi  pr 
prie  forze  per  tenere  a  bada  gli  Aretini,    I84 
4-6. 

agotto  24  -  Giunge  in  Firenze  Piero  de'  Ros^ 
da  Parma,  quale  capitano  della  lega,  allor 
fatta  coi  Veneziani,  contro  i  Signori  dell 
Scala,  182,   10-12. 

settembre  1  -  I     Fiorentini,    con    a    capo 
detto  Piero  de'  Rossi,  vanno  a  dare  il  guast 
al  territorio  di  Lucca  e,  scontratisi  coi    Lu«| 


[AA.  1336  settembre  20-1342  maggio  1]   INDICE    CRONOLOGICO 


657 


chesi,  li  sconfiggono  prendendo  loro  la  ban- 
diera  stessa  di  Mastino,  182,  12-20. 

1336  settembre  20  -  Piero  de'  Rossi  parte  da  Fi- 
renze  e  va,  sempre  a  servizio  della  lega,  nel 
contado  di  Padova  dove  continua  a  combat» 
tere    con  notevoli  successi,   182,  22-15. 

1336  ottobre  16  -  Viene  in  Firenze,  quale  capitano 
di  guerra  dei  Fiorentini  in  sostituzionf!  di 
Piero  de'  Rossi,  Orlando  de'  Rossi  da  Par- 
ma,  182,  26-28. 

1336  novembre  25  -  Orlando   de'    Rossi    va  coi  Fio- 

rentini  a  devastare  e  saccheggiare  il  contado 
di  Lucca,  182,  29-31. 

1337  marzo  19   {1336    st.    fior.)  -  Piero    dei  Tarlati, 

detto  Saccone,  da  la  Signoria  d'Arczzo  al  Co- 
mune  di  Firenze  suscitando  in  tutto  il  po- 
polo  fiorentino  grande  allegrezza  e  conten- 
to,   183,    31-38. 

1337  aprile  10  —  Lo  stesso  viene  in  Firenze,  con 
tutti  i  suoi  consorti,  a  domandare  la  citta- 
dinanza  fiorentina  che  viene  senz'altro  con- 
cessa,  183,   41-43. 

1337  aprile  -  II  Comune  di  Firenze  viene  a  con- 
cordia  coi  Perugini  a  riguardo  di  Arezzo  e  di 
certi  castelli  aretini,  184,    1-5. 

1337  aprile  -  Azzo  Visconti,  signore  di  Milano  e  di 
Ferrara,  e  Luigi  Gonzaga,  signore  di  Man- 
tova,  riusciti  vani  i  tentativi  di  pacificare 
Mastino  ed  Alberto  della  Scala  coi  Fiorentini 
e  coi  Vcneziani,  stringono  con  quesfultimi 
una  lega  contro  i  detti  Signori  della  Scala, 
lega  alla  quale  si  unisce  poi  anche  Carlo  di 
Boemia,  figlio  di  re  Giovanni,  che  toglie  ai 
suddetti  Civita  e  Feltre,  184,  9-16. 

1337  giagno-agosto  -  I  Fiorentini,  avuti  gli  aiuti 
degli  amici,  vanno  nuovamente  contro  Lucca 
e,  dopo  aver  danneggiato  Buggiano  e  Pe- 
scia,  posto  jl  campo  pr.  Cerruglio,  saccheg- 
giano  e  devastano  il  suo  contado  senza 
trovare  resistenza  alcuna,   184,     18-30. 

1337  agotto  3  -  Dopo  vari  scontri  cogli  avver- 
sari,  le  forze  della  lega,  capitanate  da  Mar- 
silio  e  Piero  de'  Rossi,  entrano  in  Padova 
facendovi  prigioniero  Alberto  della  Scala,  e, 
dopo  averla  corsa  in  trionfo,  la  lasciano  in  si- 
gnoria  ad  Ubertino  ed  a  Marsilio  da  Car- 
rara  che  entrano  nella  lega,  184,  32-40  ; 
185.  5-10. 

1337  agotto  -  Morto  Piero  de'  Rossi  a  Monselicc, 
in  seguito  a  feritc,  e  morto  poco  dopo  a  Pa- 
dova  Marsilio  de'  Rossi,  viene  nominato 
capttano  della  lega  Orlando  de'  Rossi, 
capitano  di  guerra  dei  Fiorentini,  che  viene 
sostituito  in  questo  ufficio  da  Jacopo  dei  Ga- 
brielli  da  Gubbio,  185,   13-21. 

*1337  -  Orlando  de'  Rossi,  a  capo  delle  forze  della 
Icga,  combattc  con  successo  contro  Ve- 
rona,  prendendo  terre  c  castclli,  ed  assedia 
Vicenza,  185,  24-26. 

1339  febbraio  10    [T338    st.    /ioy.)    -     I    Fiorentini, 


saputo  dagli  ambasc,  giunti  da  Venezia, 
che  era  stata  fatta  la  pace  con  Mastino 
della  Scala  e  che  a  loro,  contrariamente  ai 
patti  della  lega,  erano  state  date  le  terre 
di  Buggiano,  Pescia  ed  Altopascio  e  non 
Lucca,  sdegnati  per  il  tradimento,  tentano  di 
reagire,  ma  poi  sono  costretti  loro  raalgrado 
ad  accettare  e  danno  ordine  al  loro  Capi- 
tano  di  prendere  possesso  senz'altro  delle  terre 
suddette,  185,  28-39. 
*1339  febbraio  {133S  si..  fior.)  -  Giungono  in  Fi- 
rcnze  ambasc.  dei  Signori  di  Lombardia, 
facenti  parte  della  lega  contro  Mastino  della 
Scala,  per  dolersi  della  pace  conclusa  a  loro 
insaputa  con  questo,  ma  viene  loro  risposto 
che  la  pace  in  questione  era  stata  fatta  dai 
Vcneziani  e  non  dai  Fiorentini,  186,    33-35. 

1340  -  I   Fiorentini  mandano  ambasc.  al  re  Roberto 

per  domandare  aiuti  contro  i  Pisani,  che  as- 
sediavano  Lucca,  in  base  ai  patti  stretti  con 
loro,  ma  inutilmente,  188,  1-8. 
*1340  -  Gli  stessi  mandano  ambasc.  per  chiedere 
aiuti  anche  al  Bavaro,  ma  anche  con  qnesto, 
pur  non  troncandosi  del  tutto  le  trattative, 
nulla  si  conclude,  189,  1-4  ;  le  quali  tratta- 
tive,  per6,  destando  i  sospetti  del  re  Roberto 
contro  di  loro,  causano  purtroppo  gravissimi 
danni  alle  numerose  compagnie  di  mercanti 
fiorentini  trafficanti  nelle  terre  del  detto 
Roberto,   8-19. 

1341  -  Gli  stessi,  fallite  le  speranze  poste  in  re  Ro- 

berto  e  nel  Bavaro,  decidono  d'andare  in 
soccorso  di  Lucca  con  le  sole  forze  degli 
amici  che  avevano  potnto  raccogliere,  190, 
11-15. 

1342  -  Gli  stessi  mnovono,    quindi,    col    loro    capi- 

tano  di  guerra,  Malatesta  da  Rimini,  in 
aiuto  di  Lucca,  ma,  con  grave  loro  disap- 
punto,  questi  s'accampa  pr.  il  poggio  di 
Grignano  e  perde  il  tempo  in  vani  tentativi 
di  corrompere  le  forze  tedcsche,  che  Pisa 
teneva  alTassedio,  invece  di  correre  alla 
liberazione  della  c,  191,   15-35. 

*1342  -  Vengono  presi  Piero  Saccone  e  molti  altri 
della  famiglia  dei  Tarlati  d'Arezzo,  accu- 
sati  d'aver  tramato  coi  Pisani  contro  i  Fio- 
rentini,  e  vengono  mandati  tutti,  tranne 
Tarlato  dei  Tarlati  che  riesce  a  fuggire  nel 
campo  dei  Pisani,  a  Firenze  pcr  il  proces,so, 
191,  38-39  ;  192,  1-8. 

*1342  -  Gli  Ubaldini,  con  gli  aiuti  dci  Pisani  e  dei 
Ghibellini,  prendono  ai  Fiorentini  Firen- 
znola,  Tirli  e  Monte  Collareto,  192.  10-18. 

*1342  -  Gli  Ubaldini  ed  i  Pazzi  di  Valdarno  fanno 
ribellaro  ai  Fiorcntini  molte  terre  della  re- 
gione,  192,  20-23. 

1342  maggio  10-giagno  1  -  Svanite  dcfinitivamentc  le 
:;pcra)i2e  di  poter  liberare  I.ucca  con  a.stuxie 
o  con  pacifichc  trattative,  il  capitano  Malate- 
sta  muove  alfine  con  le  genti  fiorentine  pcr  soc- 


658 


INDICE    CRONOLCXilCO 


[AA.  1342.1343  lu|li«  26] 


corrcre  e  liberare  la  c.  dall'assedio  dei  Pisani,  ma 
purtroppo,  dopo  lunghe  ed  inutili  manovre  e 
spostaraenti  di  truppe,  fe  costrctto  a  tornare 
indietro  con  danno  e  vergogna,  192,  38  ;  193, 
1-21. 

*1342  -  Gualtieri  di  Brienne,  duca  d'Atene,  che  era  stato 
gii  in  Firenze  come  Vicario  di  Carlo  di  Cala- 
bia,  e  che,  tornato  qui,  all'insaputa  del  re  Ro- 
berto  per  soUecitazioni  dei  Fiorentini,  aveva 
partecipato  come  amico  alla  surricordata  spe- 
dizione  in  soccorso  di  Lucca,  distinguendosi 
singc^larmente,  combatte  con  successo  anche  con- 
tro  i  Pisani  a  capo  delle  forze  fiorentine  di 
stanza  a  Fucecchio,  192,  26-35 ;  193,  9-15, 
24-27. 

*1342  -  Lucca,  disperando  ormai  degli  aiuti  dei  Fio- 
rentini,  s'arrende  ai  Pisani,  193,  29-34. 

1342  atosto  1  -  II  Duca  d'Atene,  per  gli  intrighi  di  alcune 
fazioni  cittadine,  viene  nominato  dai  Fiorentini, 
scontenti  ormai  quali  erano  del  capitano  Mala- 
testa,  Conservatore,  Capitano  della  guardia 
della  c.  e  Capitano  di  guerra,  193,  35-37  ;  194, 
4-34. 

1342  «gotto  -  II  pred.  Duca,  preso  appena  possesso  del 
suo  ufficio,  comincia  con  arte,  per  ingraziarsi 
il  popolo,  a  far  prendere,  processare  e  condan- 
nare  non  pochi  cittadini  per  baratterie  ed  al- 
tri  reati  commessi,  secondo  la  sua  accusa,  con- 
tro  il  Comune  e  contro  la  cittadinanza,  194, 
35-40;    195,    1-18. 

1342  tettembre  7  -  Lo  stesso,  inorgoglito  del  favore  che 
gli  mostravano  i  Grandi  e  degli  applausi  coi 
quali  Taccompagnava  dovunque  il  popolo  mi- 
nuto,  convoca  improwisamente  il  parlamento, 
del  che  meravigliati  e  preoccupati  i  Priori,  per 
evitare  mali  peggiori,  vengono  con  lui  ad  ac- 
cordo  di  dargli  per  un  anno  la  signoria  della  c, 
195,  21-40  ;  196,   1-4. 

1342  lettembe  8  -  Lo  stesso,  contrariamente  ai  detti 
accordi,  colI'aiuto  dei  Grandi,  del  popolo  mi- 
nuto  e  di  alcune  famiglie  di  popolani  grassi, 
uniti  tra  loro  con  patti  segreti,  viene  acclamato 
Signore  a  vita  e  portato  in  trionfo  ed  insediato 
nel  palazzo  della  Signoria,  195,  22-39  ;  196, 
5-22. 

1342  «ettembre  9  -  Lo  stesso  toglie  ai  Priori  ogni  giuri- 
sdizione,  fa  strappare,  tra  gli  applausi  dei  Grandi, 
gli  Ordini  di  Giustizia  e  togliere  il  Gonfalone, 
e  nomina,  come  suoi  collaboratori,  Consiglieri 
e  Ministri  di  suo  fiducia,  196,  25-41 ;  197,  1-7. 

1342  tettembre  -  Lo  stesso,  mentre  attende  ad  occupare 
le  fortezze  e  terre  del  distretto  di  Firenze,  as- 
soldando  per  la  -bisogna,  contro  i  patti,  quanti 
pii  soldati  pu6,  specie  francesi,  viene  nomi- 
nato  signore  anche  di  Arezzo,  di  Pistoia,  di 
Colle  Valdelsa,  di  Sangimignano  e  di  Volterra, 
197,    9-15. 

1342  -  I  Tarlati  e  gli  Ubertini  tentano  d'entrare  furtiva- 
mente  in  Arezzo  ed  in  Castiglione,  ma  vengono 
.scoperti  e  costnetti  a  fuggire,  mentre  non  pochi 


di  essi  vengono  presi  e  fatti  condannare  per  or- 
dine  del  Duca,  197,  40  ;  198,  1-5. 

1342  ottobre  15  -  II  Duca  viene  a  pace  coi  Pisani  impe- 
gnandosi,  a  corrispettivo  delle  concessioni  da  loro 
ottenute,  di  far  rientrare  tutti  gli  sbanditi  fio- 
rentini  che  erano  stati  in  lega  con  loro  e  di  ri- 
mettere  in  libertli  Piero  Saccone  e  tutti  gli 
altri  Tarlati,    198,    7-19. 

♦1342  -  Muore  Carlo  Uberto,  figlio  di  Carlo  Martello,  re 
d'Ungheria,    198,   20-27. 

*1342  -  Viene  fatto  card.  il  fiorentino  Andrea  Ghini  dei 
Malpigli,    198,  29-31. 

*1342  -  II  Duca,  accostandosi  un  poco  ai  consigli, 
che  si  dicevano  datigli  dal  re  Roberto,  nomina 
i  nuovi  Priori  ed  il  Gonfaloniere  di  Giustizia, 
cui  dk  un  nuovo  Gonfalone,  198,  34-36  ;  199, 
1-22;   cf.  197,    15-30. 

1342  -  Lo  stesso,  mentre  ostenta,  alienandosi  i  Grandi, 

rigore  verso  i  Bardi  e  predilezioni  speciali  verso 
i  beccai  e  i  cardassieri,  cui  concede  diritti  e 
pavese,  comincia  a  circondarsi  sospettoso  di 
armi  e  d'armati  ed  a  far  sentire  sui  cittadini 
sempre  piu  grave  il  peso  della  sua  persona  e  dei 
suoi  numerosi  Ufficiali  e  Consiglieri,  200,  3- 
40  ;    201,    1-25. 

*1342  -  Lo  stesso  stringe  una  lega  coi  Pisani  che  non 
riesce  molto  gradita  ai  Fiorentini,    201,  25-33. 

*1342  -  I  Pisani,  col  consenso  del  Duca,  fanno  delle 
loro  genti  tedesche  una  Compagnia  che  procura 
molti  fastidi  agli  amici  dei  Fiorentini,  201, 
35-40. 

1343  gennaio  29  (1342  st.  fior.)  -    Mnore   in  Napoli   re 

Roberto  in  onore  del  quale  si  fa  in  Firenze  un  so- 
lenne  funerale,  202,    1-4. 
1343  -  II  Duca  fa  costruire  sul  poggio  di  Sancasciano  Ca- 

stello    Ducale,    202,    24-26. 

1343  maggio-ginKno  -  Lo  stesso  fa  tenere  a  sue  spese 

grandi  feste   popolari   che   provocano    nei    Fio- 

rentini,     specie     per     Teccessiva     dimestichezza 

ostentata  neU'occasione   dai   soldati  e  dai   suoi 

cortigiani  verso  i  cardassieri  e  verso    la    gente 

minuta   in   genere,   nuovo   sdegno,   202,  28-36  ; 

203,   1-16. 

1343    f  iugno  -   Lo   stesso  fa  strappare   la   lingua  a! 

Priore    Bettone  Cini    per    avere  osato  criti- 

care    in    Consiglio    la    sua    politica  fiscale, 

203,    18-29. 

1343  luglio  18  -  Lo  stesso  fa  sottoporre  ai  tormenti 

alcuni    cittadini,  sospetti  d'aver  congiurato 

contro  di  lui,  per  quanto  poi  sia  costretto, 

per  consiglio  dei  sioi  stessi  fidi,  data  la  va- 

stiti  della  congijra,  a  non  precipitare  le  de- 

cisioni  estreme,  204,   9-22. 

1343  IokHo  26-1  Fiorentini,  stanchi  delle  gravezze 

fiscali  e  delle  crudelti  cni  erano  sottoposti 

dal  Duca,    rotto    ogni  indugio,    corrono  alle 

armi   e,   come    ad  un  cenno   dato,   muovono 

per  vie  diverse  alTattacco  del  suo  palazzo, 

mentre  coni.emporanearoeDte     danno    anche 

i'as9aito  alle  prigioni,  liberandone    i    carce- 


[AA.  1343  luglio  27.1344  aprilel 


INDICE    CRONOLOGICO 


659 


rati,  ed  al  palazzo  del    PodestJi    distraggeti- 
done  le  scritture,   203,  29-42  ;  206,  1-8. 

1343  luglio  27  -  II  Duca,  sbigottito  dalla  miDac- 
ciosa  piega  degli  avvenimento,  tenuto  cod- 
siglio  coi  suoi  fidi,  tenta  pacificare  il  po- 
polo  ma  questo  non  cede  e,  mentre  chiede 
gli  aiuti  degli  amici,  continua  a  tenerlo  as- 
sediato  nel  suo  palazzo,  206,  11-37  ;  207, 
1-6. 

1343  luglio  28-1  FiorentiDi,  nientre  continua  an- 
cora  Tassedio  del  detto  palazzo  e  mentre 
vengono  finiti  a  furia  di  popolo  i  Consi- 
glieri  e  gii  Uffician  dez  Duca,  piii  odiati  per 
i  loro  atti  di  crudelta,  che  silasciano  pren- 
dere,  208,  21-31,  eleggono  concordemente 
in  pubblico  parlamento  quattordici  cit- 
tadini,  meta  Grardi  e  meta  Popolani,  af- 
finche  costituiscano,  insieme  al  Vescovo 
della  c,  un  nuovo  governo  come  loro  sem- 
brasse  meglio,  207,  24-40  ;  208,  1-6  ;  i 
qaali  cominciano  intarto  col  nominare  Po- 
desta  il  march.  di  Varliano,  dando,  nel- 
l'attesa  del  sno  arrivo,  piena  balia  a  sei 
cittadini  da  loro  scelti  in  parti  eguali 
tra  i  Grandi  ed  i  Popolani,   6-18. 

1343  agoito  3-11  Duca,  saputo  ormai  la  caduta 
delle  sue  Signorie  d'Arezzo,  di  Pistoia,  di 
Volterra,  di  Sangimignano  e  di  CoUe,  207, 
9-21,  si  decide  finalmente,  dopo  lunghe  trat- 
tative  che  rendono  la  foUa  accalcantesi  sotto 
il  suo  palazzo  sempre  pifi  esasperata  e  fu- 
rente,  a  lasciare  la  sigroria  di  Firenze,  e, 
venuta  la  notte,  parte  quindi  dalla  c.  ricon- 
fermaudo  poi  al  confine  dello  Stato  al  Conte 
di  Battifolle,  espressamente  incaricato  dal 
Comune,  la  definitiva  rinunzia  alla  detta 
sigporia,   208,    35-36  ;  209,    1-32. 

1343  agotto  -  Cacciato  cosl  il  Duca  e  riconosciuto 
anche  ai  Grandi  il  diritto  di  partecipare 
al  Duovo  governo,  per  ripartire  equamente 
tra  i  Grandi  ed  i  Popolani  e  tra  le  varie 
parti  della  c.  le  cariche  e  gli  uffici,  si 
delibera  prima  d'ogni  altro  di  dividere  la 
c.  stessa  in  quartieri,  invece  che  in  se- 
stieri,  e  di  porre  poi  a  capo  della  cosa  pub- 
blica  dodici  Priori,  invece  di  sei,  assistiti 
daottoConsiglieri,  209,  40-41  ;  210,  1-41; 
211,  1-10. 

1343  settembre  -  Risorti  per6  improvvisamente 
tra  i  Grandi  ed  i  Popolani  i  vecchi  dissidi, 
coirassenso  dei  suddetti  Quattordici  di 
balia  e  del  Vescovo,  i  Grandi  vengono  messi 
fuori  da  tutti  gli  uffici,  211,  22-40;  212, 
1-23. 

1343  settembre  22  -  Cacciati  cosl  i  Grandi  dal  I'rio- 
rato  e  dal  Consiglio,  i  Priori  restati  in 
carica  nominano  iino  di  loro  Gonfaloriere 
di  Giustizia,  ristabilendo  cosl  rufficio  tanto 
in  odio  ai  Grandi,  eleggono  altri  otto  Con- 
siglieri,    riportando    il    numero    di    questi 


a  dodici  come  era  prima  del  Duca,  ed  eleg- 
gono  e  ristabiliscono,  infine,  i  Gonfalonieri 
di  Compagnia  ed  i  Consigli  del  Popolo  e 
delle  Capitudini,    212,  23-32. 

1343  settembre  23  -  Viene  condannato  neiravere 
e  nella  persona  Andrea  degli  Strozzi  per 
aver  tentato  di  sovvertire  lo  Stato,  212, 
34-39  ;    213,     1-10. 

1343  settembre  24  -  Sparsasi  in  Firenze  la  voce  che 
i  Grandi  avevano  chiamato  in  aiuto  gli 
amici  di  fuori  per  la  riscossa,  questi  ven- 
gono  assaliti  nelle  loro  case  dai  popolani, 
accorsi  subitamente  alle  armi,  i  quali, 
stretti  dietro  i  loro  Gonfaloni,  in  breve 
li  costringono  ad  arrendersi,  213,  12-99  ; 
214,    1-44  ;    215,    1-33. 

1343  settembre  25  -  Viene  inseguita  e  dispersa 
dalle  genti  del  Podesti  una  brigata  di  car- 
dassieri  e  di  gente  minuta  che,  approfit- 
tando  dei  moti  surricordati,  aveva  assa- 
lito  e  tentava  di  saccheggiare  le  case  dei 
Bisdomini,   215,  26-39  ;  216,   1-5. 

1343  ottobre  -  Viene  completata  e  definita,  con   ca- 

rattere    decisamente    popolano,    la    nuova 

costituzione   politico-amministrativa  di  FI- 

renze,   216,    7-18  ;  vengono     rimessi    in  vigore 

gli  Ordinamenti  di  giustizia  contro    i  Gran- 

di,  20-28  e  vengono,  infine,  fatte  popolane 

alcune    famiglie   di    Grandi   della   c.  e   del 

contado,   38-39;  217,   1-8. 

*1343  -  I   Fiorentini,  in  riconoscimento  dei  servizi 

prestati  allo    Stato  nelle  passate  vicende  dal 

conte  Simone  di  Battifolle,  restituiscono  a  que- 

sto   i  castelli  di  Ampinana,  Moncione  e  Baldi- 

schio,    217,  14-15. 

*1343    -    Gll     stessi    deliberano    che    Arezzo,  pagata 

un'ammenda  per     la  ribellione,  fatta  al  tem- 

po  della  cacciata  del  Duca,   resti  libera  e   che 

Pietrasanta  passi    al   Vescovo    di    Luni,    217, 

15-25. 

*1343  -  Gi  stessi  fanno  una  nuova  pace    coi  Pisani 

non  ritenendo  piti   valida  quella  fatta  co- 

gli  stessi  dal  Duca,  217,  27-34. 

*1343  -  Per  sospetti    di  trame,    contro  il    Comune, 

vengono    confinati    alcuni    dei    Bardi,   dei 

Frescobaldi,   dei   Rossi,   dei   Cavicciuli,  dei 

Donati  e  dei  Pazzi,  in  seguito  di  che  quasi 

tutti   i  Grandi,  per    isdegno,  escono  dalla  c. 

e  vanno  a  stabilirsi  nelle  loro  ville  nel  con- 

tado,  217,  35-38  ;  218,   l-n. 

1344  marzo    (z343  st-  fior.)    -    I    Fiorentini  strin- 

gono   lega   coi    Senesi,    coi   Perugini   e  con 

gli   Aretini,   218,    13-14. 
*1344  -  Si  viene  ad  accordi  coo  Mastino  della  Scala 

per   quello   che   egli    doveva   ancora   avere 

dai    Fiorentini    per    la    compra   di    Lucca, 

218,    15-21. 
1344   aprile  -  Gli  abitanti  di  Castelfranco  di  sopra, 

del  contado  di  Firenze,   prendono  Campo- 

giallo  e  lo  distruggono,  219,  35-39. 


660 


INDICE    CRONOLOGICO 


(AA.  1344.1348) 


*1344  -  Per  ordine  dell'Esecutore  di  Giustizia  ven- 
gono  processati   e    condannati    tutti  quelli 
che   avevano   abbandonato   le   terre   e  i  ca- 
stelli,  loro    affldati,  al  tempo  della  cacciata       *1345 
del  Duca,  219,  40-42  ;  220,  1-5. 

*1344  -   Vengono   el.   appositi  ufficiali   affinchfe  pro- 
cedano  ad   una  nuova  compilazione  dei  li- 
bri  e  degli  atti  della  Camera  e  del  Comune,       *134S 
bruciati  di"-ante  la  rivolta  contro   il   Duca, 
220,    8-10. 

*1344  -  Viene  condannato  in  contumacia  Corso  di       *1345 
Amerigo    Donati    accusato    di    aver    avuto 
segrete    trattative    con    Luchino   Visconti, 
220,   11-14. 

*1344  -   Firenze   viene   danneggiata   dal   fuoco   che 

distrugge    case,    botteghe  ed    il    Monastero       *1345 
di   Prato  d'Ognissanti,  220,   16-20. 

*1344  -  Vengono  emanate  severe  ordinanze    contro       *1345 
i  Grandi  allontanatisi  dalla  c,  220,  23-30. 

*1344  -  I   Fiorentini,   in  risposta  al   Duca  d'Atene 

che  reclamava  pr.   il   Re  di    Francia    rap-       *1345 
presaglie    su    di    loro,    fanno    una    nuova 
legge    contro   di   lui   e   prendono    contro  il 
medesimo  e  contro  i  suoi  Consiglieri  altri       *134S 
provvedimenti,  220,  32-37  ;  221,  1-6. 

*1344  dicembre  -  Viene  posta  nel  Palazzo  dei 
Priori  una  seconda  campana  per  chiamare 
i  cittadini  in  caso    d'incendio,    221,    8-13. 

*1344  -  II  Comune  di   Firenze  stringe   una  lega  col 

Vescovo   di   Arezzo,   221,    15-19.  *134S 

1345  febbraio  {^344  st.  fior.)  -  .  La  casa  degli 
Ubaldini  viene  condannata  dal  Comune 
di  Firenze  negli  averi  e  nelle  persone  per 
aver  attaccato  a  tradimento,  a  tempo  della 
cacciata  del  Duca,  le  sne  genti,  221,  20-24. 

1345  -  II  Comune  fiorentino  delibera  di  racco- 
gliere  c  d'iscrivere,  in  un  apposito  libro, 
i  suoi  debiti  e  di  assegnafe  ai  suoi  credi- 
tori  rinteresse  del  5  %  Tanno,  cominciando 
con  Tottobre  1345,  221,  27-30.  1346 

1345  -  Muore  in  Firenze  in  concetto  di  santita 
Jacopo  figlio  del  Giudice  Giambono,  221, 
31-38. 

1345   marzo  28  -  Si  ha  la  congi^nzione  di  Giove 

con  Saturno,  222,  27-43  ;  223,  1-7.  1346 

*134S  -  Vengono  emanate  nuove  leggi  ed  ordinanze 
sui   chierici,   223,    11-17. 

*1345  -  Vengono  ritolti  ai  Grandi  i  beni  che  erano       1348 
stati  loro  dati  dal  Comune  fiorentino  per 
benemerenze    civiche,   223,  25-39. 

*134S  -  I  Pisani  tentano  d'impadronirsi  con  in- 
trighi  di  Fucecchio,  ma  vengono  scoperti  e 
ricacciati  immediatamente,  223,  35-40  ; 
224,   1-3.  *1348 

*1345  -  Viene  ricostruito  jn  pietra  Ponte  Vecchio, 
224.   5-8. 

*134S  -  II  Comune  di  Firenzc,  avendo  Mastino 
della  Scala  fatto  prendere  nel  suo  Stato 
tntti  i  mercatanti  fiorentini,  per  i  snoi 
crediti  Don  ancora  pagati  dal  Coraune,    manda      ♦1348 


al  detto  Mastino  suoi  ambasc,  i  quali 
vengono  in  Ferrara  con  Mastino  stcsso  a 
nuovi     accordi,   224,    11-19. 

-  Sangimignano  viene  condannato  dal  Co- 
m"ne  fiorentino  per  lc  scorrerie  che  i  suoi 
abitanti  avevano  fatto  nel  contado  di 
Firenze,  224,  20-24. 

asotto<(ettembre  -  Firenze  vieno  gravc- 
mente  danneggiata  dal  terremoto  e  dalla 
continua  pioggia,   224,  26-32. 

tettembre  -  Giunge  in  Firenze  la  notizia 
dello  strangolamento  di  Andrea  d'Unghc- 
ria,  marito  della  regina  Giovanna  di  Na- 
poli,  ad  opcra,  secondo  le  voci  correnti, 
dei  suoi  stcssi  baroni,  224,   35-38. 

-  Viene  coniata  in  Firenze  una  nuova  m"- 
neta  d'argento,   225,    6-7. 

-  Vengono  fatti  prenderc  e  mandare  al  rogn 
alcnni  che  avcvano  falsificato  la  detta  mo- 
ncta,   225.   9-ii. 

-  Vengono  annunciati  in  Firenze  i  fallimcnti 
delle  Compagnie  dei  Bardi  e  di  altri,  225, 
14-17. 

-  II  Re  di  Francia  riconosce  al  Duca  d'A- 
tene  il  diritto  di  rappresaglia  sui  nierca- 
tanti  fiorentini  residenti  in  Francia  in  ri- 
sarcimento  dei  pretesi  danni  da  lui  subiti, 
con  grave  detrimcnto  dei  Fiorcntini  .sud- 
detti,    225,    19-24. 

-  Sorta  una  controversia  per  diritti  di  com- 
petenza  tra  le  Magistrature  del  Comune 
fiorentino  e  Tinquisitore  dei  Paterini,  ven- 
gono  mandati  ambasc  in  Avignone  pr.  il 
pp.  per  regolare  e  risolvere  la  questione, 
225,  26-33  ;  226,  1-26  ;  contemporanea- 
mente,  poi,  vengono  emanate  da  Comune 
nuove  leggi  ed  ordinanze  sulle  competenze 
giurisdizionali  deirinquisitore  stesso  c  dcl 
Vescovo,  26-31. 

Inglio  11  -  Carlo,  figlio  di  Giovanni  re  di 
Boemia,  viene  elctto  in  Germania,  col 
consenso  del  pp.,  re  dei  Romani  per  cs- 
sere  poi  incoronato  Imperatore  contro  il 
Bavaro,  227,   38-41  ;  228,   1-2. 

ottobre  -  Vienc  condotto  a  termine  la  ri- 
costrnzionc  in  pietra  del  Ponte  a  S.  Tri- 
nita,  227,  23-35. 

-  Si  diffondc  in  Firenze  c  nel  contado  una 
spaventosa  pcstilenza  che,  in  mezzo  al 
terrore  generale,  miete,  dal  marzo  airot- 
tobre,  numerose  vittime,  asccse  comc  nota 
lo  Stelani  a  circa  novantascimila,  230,9-36; 
231,  1-42  ;    232,  1-29. 

-  Vengono  emanate  varie  ordinanze,  cosi  contro 
gli  eccessi  del  vestire,  degli  ornamenti  c 
delle  feste,  ai  quali  s'cra  data  sfrenata- 
mente  la  popolazione  al  cessare  della  pe- 
ste,  come  anche  contro  reccessivo  rin- 
caro  della  vita,  232,  33-41  ;  233,  1-3. 
Giunge    in     Firenze     il     concittadino     Nic- 


[AA.  1349.1357] 


INDICE   CRONOLOGICO 


661 


col6    Acciaiuoli,    Gran    Siniscalco     del     re 
Luigi  e  della  regina  Giovanna    di    Napoli, 
insieme  con  lo  stesso  re,  restando  con    lui 
vari     giorni      segretamente      alla      Certosa,      •1351 
233,  6-10. 
1349  -  Si   iia   in     Firenze     una     grandissima     care- 

stia  di   vino,   233,    11-15.  1352  - 

1349  -  II   Comune   di    Firenze   informa   gli  Ubaldini 

dei   lamenti    e    delle    accuse,     che     da     pi4 

luoghi  si  facevano  contro  di  loro,  per  rube- 

rie  loro  attribuite    a    danno    di    pellegrini 

e    mercatanti,    non    ottenendo    da     essi     in       1353  - 

risposta    altro      che     deboli      scuse,      233, 

18-21. 

1350  -  Lo  stesso  muove  guerra  ai    detti     Ubaldini 

per  aver  spogliato    ed    ucciso,    nonostante 
i    precedenti    ammonimenti,     un     mercante 
fiorentino   e   li   costringe   a   venire    ad     ac- 
cordi  ed   a  cedere   i    propri    castelli,    233, 
21  ;  234,  25-34. 
*1350  -  Lo   stesso   va   contro   Prato,     divenuto     ri-       1353  - 
fugio  degli  sbanditi  fiorentini,   e,  presi  ac- 
cordi  con  il  re   Luigi  e  con  la     regina    Gio- 
vanna,    signori    di    questa    terra,    mediante 
i    buoni    uffici   del   Gran   Siniscalco  Niccol6 
Acciaiuoli,   Tannette  al  contado    fiorentino       *1353  ■ 
con  grande  letizia  di  tutti  i  cittadini,  234, 
34-41.  ♦1353 

1351  -  II  medesimo   va  ad  oste  contro  Pistoia,   per  le 

stesse  ragioni  che  ravevano  spinto  contro  Prato, 

e  costringe  i  Pistoiesi  ad  arrendersi  e  a  sottomet-       1354  - 

tersi,  236,  2-12. 

*1351  -  Giungono  notizie  in  Firenze  di  grandi  prepa- 
rativi  militari  da  parte  deirArcivescovo  Gio- 
vanni  Visconti,  Signorc  di  Milano,  che  lasciano 
non  poco  preoccupati  i  cittadini,  236,  2-12. 

*1351  -  Viene  contro  Firenze  Galeazzo  Visconti,  nipote 
del  detto  Arcivescovo,  Signore  di  Milano,  che 
partendo  con  le  sue  genti  da  Bologna,  allora  in 
signoria  anch'essa  deirArcivescovo  stesso,  dopo 
-aver  riunito  alle  sue  forze  quelle  degli  Ubaldini, 
che  s'erano  ribellati  di  nuovo  ai  Fiorentini  e, 
dopo  aver  danneggiato  Firenzuola,  muove  di 
qua  a  bandiere  spiegate  contro  Firenze  accam- 
andosi    poi    a    Peretola,   236,    18-29. 

*13S1  agotto  -  I  Fiorentini,  vistisi  assaliti  da  cosl  po- 
tente  signore,  chiedono  gli  aiuti  degli  amici,  236, 
31-35,  e  nello  stesso  tempo  eleggono  venti 
cittadini,  affinch6  provvedano  con  nuove  entrate 
ai  fondi  neces.sari,  ed  altri  quattro,  poi,  ai  quali 
affidano  i  Gonfaloni  dei  singoli  quartieri  e  la  cura 
degli  apprestamenti  militari  occorrenti  alla  difesa, 
cosa  che  questi  iniziano  senza  indugio,  38  ;  237, 
1-27,  40-41  ;  238,   1-20. 

*1351  -  Galeazzo   Visconti,   viste   fallire   le   speranze   di 

movimenti  intemi   nella  c,   tenendo   a   bada   i       *1355 
Fiorentini  con  ingannevoli  mosse,  toglie  improv- 
visamente  il  campo  da  Peretola  e  muove  verso  il 
Mugello,  ove  pone  Tassedio  al  castello  fiorentino      1357  ■ 
di  Scarperia,  237,  SO-37  ;  238,  22-29  ;  ma  il  ca- 


1354 


1354 


1355 
*1355 


stello  resiste  mentre  il  Comune  fiorentino  s'af- 
fretta  a  prowedere  al  rafforzamento  del  suo  pre- 
sidio,  29-34  ;  239,   1-16. 

-  I  predetti  Venti  della  balia,  per  procurare  i  de- 
nari  occorrenti  agli  urgenti  bisogni  della  guerra, 
pongono  sui  cittadini  varie  gabelle,  239,  23-25. 

•  I  Fiorentini  inviano  ambasc.  a  Napoli  per  Tin- 
coronazione  del  re  Luigi  e  della  regina  Giovanna, 
241,  14-21  ;  i  quali,  poi,  al  ritomo  portano  in 
dono,  da  parte  del  re  stesso,  il  braccio  di  S.  Repa- 
rata,  23-37  ;  242,   1-4. 

Firenze  viene  nuovamente  afflitta  da  una  grande 
carestia,  243,  1-3  ;  in  seguito  di  che  cominciano 
a  lamentarsi  nella  c.  aggressioni  e  furti  che  tur- 
bano  non  poco  le  autorita  giudiziarie,  6-26  ;  ma 
il  Podesta  riescc  alfine  con  astuzia  a  scoprire  i 
colpevoli  di  uno  di  questi  furti  ed  a  punirli,  20- 
41  ;  244,  1-4,  e,  nonostante  le  palesi  e  coperte 
opposizioni,  riesce  anche,  con  la  sua  energia, 
a  punire  i  loro  alti  protettori,  7-34. 

-  Vengono  contro  Firenze,  per  la  via  di  Valdelsa, 
a  danneggiare  il  suo  territorio  le  milizie  di  ven- 
tura  del  conte  Lando,  che  il  Comune  allontana 
versando  loro  venticinquemila  fiorini,  244,  36- 
41  ;  245,   1-11. 

-  Cominciano  in  Firenze  i  primi  palesi  contrasti 
tra  gli  Albizzi  ed  i  Ricci,  245,  12-23. 

-  Vengono  sbanditi  da  Firenze  i  Bordoni  per  aver 
aggredito  i  Mangioni  e  per  aver  inoltre  ucciso  due 
donne  di  qaesta  famiglia,  245,  25-30. 

-  Dietro  proposta  della  fazione  dei  Ricci,  che  gli 
Albizzi  loro  avversari  non  credono  opportuno 
di  contrastare,  vengono  emanate  severe  disposi- 
zioni  che,  con  minaccia  di  gravi  pene,  victano 
ai  Ghibellini  ogni  pubblico  ufficio,  dando  cosl 
alle  fazioni  cittadinc  nuova  esca  per  )e  loro  lotte 
intestine,  246.  33-44  ;  247,  1-15. 

-  Scende  in  Italia  rimperatore  Carlo  IV  che, 
invece  di  portar  guerra  ai  Signori  di  Milano, 
come  speravano  i  Fiorentini  che  avevano  vcrsato 
a  lui  per  questo  centoventimila  fiorini,  viene  con 
loro  ad  accordi,  247,  17-22. 

■  Carlo  IV  passa  a  Pisa  ove  fa  tagliar  la  testa  a 
Lotto  ed  a  Francesco  Gambacorti  e  dove  prov- 
vede  poi  a  rifornire  le  sue  casse  esauste,  corao 
nota  lo  Stefani,  con  i  dcnari  dei  Comuni  to- 
scani,  247,   24-30. 

-  Lo  stesso  giunge  a  Roma  ove  viene  solennemente 
incoronato  imperatore,  248,  33-39. 

-  Torna  in  Firenze,  con  grande  seguito,  accolto 
onorevolmente  da  tutti,  il  concittadino  Niccol6 
Acciaiuoli,  Gran  Siniscalco  del  re  Luigi  e  della 
regina  Giovanna,  proveniente  da  Roma  dove  era 
andato  a  rappresentare  airincoronazione  impe- 
riale  i  suoi  sovrani,  248,    43-44  ;  249,  l-H. 

-  Carlo  IV,  dopo  apposito  esame,  incorona  d'al- 
loro  in  Pisa  il  poeta  fiorentino  Zanobi  da  Strata, 
249,  14-19. 

-  Si  delibera  di  affidare  a  sei  capitani  di  Parte 
guelfa,  il  potere  di  ammonire  i  cittadini,  ritenuli 


662 


INDICE   CRONOLOGICO 


[AA.  1357.1369) 


a  giudizto  della  loro  maggioranza  sospetti  d'e8- 
sere  Ghibellini,  di  non  assumere  pifi,  sotto  mi- 
naccia  di  gravi  sanzioni,  alcuno  ufficio  pubblico, 
251,   12-32. 

*13S7  -  Comincia  in  Firenze  a  seguito  di  questa  delibe- 
razione  la  serie  dei  cittadini  ammoniti,  251, 
32-37.  •1366 

13S8  luglio  -  Tornano  di  nuovo  a  saccheggiare  il  con- 
tado  fiorentino  le  milizie  di  ventura  del  conte 
Lando  e  del  conte  Broccardo,  252,  38-40  ;  i  1387 
quali,  venuti  poi  a  patti  col  Comune  con  im- 
pegno  d'allontanarsi  senz'altro  dal  contado, 
avendo,  invece,  durante  la  loro  ritirata,  conti- 
nuato  a  depredare  contro  i  detti  patti,  vengono 
assaliti  e  decimati  sanguinosamente,  nella  stretta 
di  Valdilamone,  dai  contadini  toscani  e  roma- 
gnuoli  dei  dintorni,  riuscendo  a  salvarvi  solo  in 
pochi,   40-44  ;  253,   3-18. 

1358  -  I  Capitani  di  Parte  guelfa  cominciano  ad  aumen-      *1367 

tare  notevolmente    il  numero    degli    ammoniti, 

253,  20-40  ;  254,  i-6.  1368 

1359  -  Viene  condotta  a  termine  la  costruzione,  in  mar- 

mo  lavorato,  del  tabernacolo  della  Vergine  Ma- 
ria  d'Orto  S.  Michele,  255, 2-7. 

1360  -  Si  deliberad'affrettare  la  costruzione  della  nuova      1368  ■ 

Chiesa  di  S.  Maria  del  Fiore,  gia  cominciata  vari 
anni  prima,  nel  luogo  della  vecchia  Chiesa  di  S. 
Reparata,  e  si  prendono   gli   opportuni    prove- 
dimenti   affinchfe  essa    riesca    veramente    degna      *1368 
della  c,  affidandone  la  cura  airArte  della  Lana, 

256,  26-45  ;  257,  i-io. 

1360  settembre  -  Vien  fatto  decapitare  in  Firenze  il 
Conte  Tano  di  Monte  Carelli,  257,  12-14. 

1360  -  Si   scopre   in    Firenze   una   vasta   trama   ordita, 
secondo  alcune  voci,  dai  Ricci  che,  con  Tappog- 
gio  di  aiuti  esterni,  dovevano  cacciare  gli   Al-      *1368 
bizzi  e  la  loro  setta  ed  impadronirsi  del  Governo, 

257,  16-37  ;   ma,   preoccupata   la    Signoria   del      *1368 
gran    numero   degli   implicati,    vengono    di   essi 
mandati  a  morte  i  due  soli  che  si  lasciano  pren- 

dere  e  messi  al  bando  gii  altri  datisi  alla  fuga, 
non  ritenendosi  forse  opportuno  andare  in  fondo 
con  altre  inqnisizioni  e  condanne,  37-41  ;  258, 
1-13. 

1362  -  I   Fiorentini,  sdegnati  per  quanto  i  Pisani  ave-      *1369 

vano  fatto  contro  alcuni  loro  concittadini  a  Pie- 
trabuona,  nominano  Capitano  di  guerra  Boni-  1369  - 
fazio  Lupo  da  Padova  e  vanno  a  saccheggiare 
ed  a  depredare  le  terre  pisane  di  Valdera,  ri- 
accendendo  cosi  la  guerra  con  Pisa,  260,  32-45  ; 
261,  1-13. 

1363  luglio  -  I  Pisani,  per  vendicarsi    dell'ingiuria    loro      *1369 

fatta  dai  Fiorentini  in  Valdera,  vanno  alla  loro 
voJta  a  depredare  e  saccheggiare  le  terre  di 
Campi  e  di  S.  Donnino,  261,  15-22.  *1369 

1366  -  Vengono    in    Firenze    condannati    alcun    ufficiali 

del    Comune   per   baratteria,    262,    40-45  ;   263,       1369  - 
1-4. 

1366  noTcmlire  -  Preoccupati  i  Fiorentini  dei  larghi 
strascicbi  che  rapplicazione  della  legge  dell'am- 


monire  lasciava  dietro  di  sfe,  e  ritenendosi  dai 
piti  troppo  grandi  i  poteri  affidati  dalla  detta 
legge  ai  sei  Capitani  di  Parte  guelfa,  viene  pro- 
posta  da  Uguccione  di  Ricciardo  de'  Ricci  una 
riforma,  per  porre  un  freno  a  questi  poteri,  che 
viene  senz'altro  approvata,  263,  8-24. 

-  Continua  in  Firenze,  quasi  come  prima,  nono- 
stante  la  suddetta  riforma,  la  serie  dei  cittadini 
ammoniti,  263,  26-30. 

-  Gli  ambasc.   fiorentini,   inviati  a  Roma  pr.   Ur- 

bano  V,  informano  con  lettere  che  il  pp.  era  for- 
temente  indignato  contro  il  Comune  fiorentino 
per  la  mancata  promessa  di  lega  contro  Bernabo 
Visconti,  e  che  egli  aveva  manifestato  questo 
suo  risentimento,  come  confermava  a  voce  lo 
stesso  cronista  Stefani,  latore  delle  dette  lettere, 
anche  con  alcuni  Baroni  della  regina  Giovanna, 
264,  3-5  ;  265,  1-5  ;  266,   1-7. 

-  I  Fiorentini  mandano  ambasc.  alfimperatore 
Carlo  IV,  266,  8  ;  267,  1-2. 

-  Tomano  in  Firenze  gli  ambasc.  inviati  pr.  Urbano 

V  che  confermano  a  voce  quanto  avevano  fatto 
sapere  per  lettera  a  riguardo  del  risentimento  del 
pontefice  contro  i  Fiorentini,  267,  4-7. 

-  Viene  in  Firenze  onorevolmente  accolto  il  Re  di 

Cipro  con  il  figlio,  in  giro  per  Tltalia,  secondo 
quanto  si  dice,  per  sollecitare  i  Cristiani  ad  an- 
dare  contro  gli  infedeli,  268,  10-18. 

-  Scende  di  nuovo  in  Italia  Timperatore  Carlo 
IV  per  combattere,  come  aveva  promesso  al  pp., 
Bemab6  Visconti,  ma  le  sue  milizie  si  sciolgono 
e  si  disperdono  per  mancanza  di  denari  e  di  vet- 
tovaglie  ed  egli  6  costretto  cosi  a  venire  ancora 
una  volta  a  concordia  con  questo,  ed  a  maovere 
poi  verso  Pisa  e  Lucca,  268,  21-23. 

-  Si  ha  in  Firenze  a  causa  delle  pioggie  un  pes- 
simo  raccolto,  268,   37-41. 

-  I  Fiorentini,  pressati  dai  reclami  deirimperatore 
e  costretti  dalle  milizie  del  Patriarca  d'AquiIeia, 
dal  pred.  fatto  signore  di  Lucca,  che  era  venuto 
a  devastare  il  contado  fiorentino,  vengono  con 
rimperatore  stesso  ad  un  nuovo  acCordo  ver- 
sandogli  altri  cinquantamUa  fiorini  d'oro,  269, 
3-5,    15-29. 

gennaio-febbraio  {136S  st.  ftor.)  -  Si  hanno  in 
Firenze  grandi  nevicate,  269,  30-34. 
■  I  Fiorentini,  riusciti  vani  i  tentativi  di  ricondurre 
airubbidienza  Samminiato  al  Tedesco,  nominano 
loro  capitano  di  guerra  Giovanni  Malatacca  e 
vanno  con  Toste  ad  assediare  il  detto    castello, 

269,  37-38  ;  270,  l-io,  12-16. 

-  Scoppiano  in  Firenze  dissensi  e  brighe  tra  i 
partigiani  e  gli  avversari  della  lega  con  la  Chiesa, 

270,  18-27. 

-  Si  hanno  in  Firenze  lunghe  piogge  che  impedi- 
scono  la  semina,  270,  28-32. 

Viene  ad  accamparsi  pr.  Borgo  a  Cascina,  man- 
dato  da  Bernab6  Visconti  in  aiuto  di  Sammi- 
niato,  Giovanri  Acuto  con  la  sua  Compa- 
gnia  di  ventura,  270,  37-38  ;  271.  1-3. 


[AA.  1369-1372] 


INDICE    CRONOLOGICO 


663 


*1369  -  I  Fiorentini  muovono  contro  le  milizie  di  Gio- 
vanni  Acuto  ma  vengono  da  questo  sconfitti^ 
271,   15-18. 

*1369  -  Gli  stessi,  sgomenti  per  questa  sconfitta,  nomi- 
nano  nuovo  capitano  di  guerra,  pr.  Tesercito 
che  assediava  Samminiato,  il  conte  Roberto 
da  Poppi  e  stringono  lega  con  Urbano  V  contro 
Bernab6  Visconti,  271,  29-38  ;  272,   1-8. 

*1370  gennaio  9  (1369  st.  fior.)  -  Gli  stessi  si  impadro- 
niscono  finalmente  di  Samminiato,  272,  10-20  ; 
come  furono  trattati  in  Firenze  i  prigionieri 
Samminiatesi  che  avevano  maggiormente  spinto 
alla  resistenza,  20-40  ;  273,   1-3. 

1370  -  Giovanni  Acuto,  dopo  essere  restato  accampato  per 
vari  giorni  a  Peretola,  danneggiando  ogni  cosa, 
riparte  per  la  Lombardia,  272,  1-3  ;  273  ;  6-16. 

1370  -  I  Fiorentini  mandano  loro  milizie  per  la  guerra 
contro  Bernab6  Visconti,  ponendo  a  capo  di  esse 
Rosso  dei  Ricci,  274,  18-22. 

1370  -  Bernab6  Visconti  manda  sue  genti  contro  Firenze, 

per  1a  via  di  Sarzana  e  di  Mutrone,  ma  esse  si 
sciolgono  e  disperdono  lungo  la  strada  per  man- 
canza  di  vettovaglie,  275,  25-28. 

*1370  -  Firenze  viene  di  nuovo  afflitta  da  una  grave  ca- 
restia,  275,  30-38. 

*1370  -  I  Capitani  di  Parte  guelfa  riprendono,  per  opefa 
specialmente  di  Piero  di  Filippo  degli  Albizzi, 
salito  ormai,  per  la  lega  con  la  Chiesa  e  per  la 
nomina  di  un  suo  nipote  a  Card.,  al  sommo  della 
potenza,  la  serie  delle  ammonizioni,  276,  34-45  ; 
3-10. 

1371  gennaio  (l370  st.  fior.)  -  Viene  emanata  una  legge, 

quasi  esclusivamente  diretta,  come  nota  lo 
Stefani,  contro  Benghi  Buondelmonti,  che  vieta 
gli  uffici  per  venti  anni  ai  Grandi  che  fatti 
popolani  non  rifiutino  la  consorteria  277,  13-20. 

1371  -  I  Ricci  cominciano  a  venire  in  odio  della  cittadi- 
nanza,  perchfe  sembrano  a  questa  aver  fatto 
ormai  tutta  una  cosa  con  gli  Albizzi  e  perch^, 
specialmente,  da  contrari  alla  legge  deirammo- 
^iire,  quali  essi  erano  sempre  stati  prima,  n'erano 
divenuti  poi  fieri  ed  aperti  fautori,  277,  22-24, 
39-43 ;    278,    1-4. 

1371  -  Vengono  nominati  quattro  bargelli  pel  contado, 
con  grande  balia,  e  vengono  emanate  severe  di- 
sposizioni  contro  gli  sbanditi  che  vi  si  erano  anni- 
dati,  278,   7-11,   17-18. 

1371  -  Vengono  fatte  varie  e  dure  ordinanze  contro  i  fal- 
liti  e  le  loro  famiglie,  278,  13-17  ;  e  contempo- 
raneamente  viene  posta  una  gabella  sopra  certe 
operazioni  sui  depositi  del  Monte  e  vengono  ema^ 
nati  ordini  contro  Teccessive  pretese  dei  Notaii 
19-24,     33-37. 

1371  tettembr^-ottobre  -  Si  stringe  sempre  pi{i  ad  opera 
di  Carlo  Strozzi,  grande  fautore  della  setta 
degli  Albizzi,  che  6  Priore  al  tempo  in  cui  Uguc- 
cione  dei  Ricci  6  Gonfaloniere,  Tunione  delle 
due  sette,  prima  cosi  avverse  fra  loro,  degli 
Albizzi  e  dci  Ricci,  specie  nei  riguardi  deiram- 
monire,  278,  »-81. 


1372  gennaio-febbraio  (I37i  ^t-  fior.)  -  Viene  fatta 
approvare,  con  la  violenza  e  con  Tintimidazione, 
dal  Priore  Bartolo  de'  Siminetti,  partigiano  degli 
Albizzi,  con  Tassentimento  del  pred.  Uguccione, 
una  legge  minacciante  gravi  pene  a  chi  osasse 
far  proposte  contro  la  Parte  guelfa,  279,  34-45  ; 
280,  1-4  ;  del  ch6  spauriti  i  buoni  uomini 
ed  i  mercatanti,  cui  pareva  essere  divenuti 
schiavi  dei  Ricci  e  degli  Albizzi,  non  osando  par- 
lare  in  palese,  cominciano  a  ragionare  tra  loro 
segretamente  come  uscire  da  questa  servitii, 
17-21. 

1372  aprile  -  I  predetti,  incoraggiati  pei  nuovi  Priori 
entrati  allora  in  carica,  persone  quasi  tutte  estra- 
nee  alle  due  sette,  legatisi  fra  loro  con  giura- 
mento,  cominciano  a  tenere  segrete  riunioni, 
280,  24-38  ;  quindi,  dopo  una  di  queste,  pivi  nu- 
merosa  delle  altre,  tenuta  a  S.  Piero  Scheraggio, 
vanno  al  palazzo  della  Signoria  ove  manifestano 
ai  Priori  i  loro  timori  e  domandano  la  convoca- 
zione  d'un  Consiglio  di  Richiesti  per  discutere 
insieme  e  consigliarsi,   38,   39  ;  281,   1-7. 

1372  aprile  -  Convocato  il  Consiglio,  i  Priori  espongono 
agli  adunati  le  ragioni  della  convocazione  do- 
mandando  i  loro  pareri  e,  dopo  aver  ascoltato  i 
discorsi  di  Filippo  di  Cionetto  Bastari  e  di  altri 
congiurati,  invocanti  la  difesa  delle  liberta  cit- 
tadine,  minacciate  dalle  sette  degli  Albizzi  e 
dei  Ricci,  e  quelli  dei  rappresentanti  delle  due 
sette  stesse,  che  si  riversano  scambievolmente 
Taccusa,  sciolgono  il  Consiglio  detto,  281,  8-43, 
ed,  adunatisi  poi  fra  loro,  eleggono  dieci  citta- 
dini  affinch^  facciano  nei  singoli  quartieri  una 
inchiesta  sui  mali  denunziati,  43-44  ;  282, 
1-3. 

1372  aprile  -  Riferito  ai  Priori  ed  al  CoUegi  il  risultato 
della  detta  inchiesta,  questi,  riuritisi  a  Consi- 
glio  insieme  ai  suddetti  dieci  cittadini,  ricono- 
sciuto  esser  necessario  infrenare  le  due  sette, 
282,  7-10,  deliberano  dopo  lunghi  dibattiti 
(insieme  ad  altri  prowedimenti,  riguardanti. 
le  nuove  borse  degli  uffici  ed  il  diritto  di  poter 
presentare  petizioni  per  far  dichiarare  dei  Grandi) 
di  escludere  per  cinque  anni  da  tutti  gli  uffici, 
eccetto  quelli  della  Parte,  tre  della  famiglia 
degli  Albizzi  e  tre  di  quella  dei  Ricci  e  di  creare 
inoltre  un  nuovo  ufficio  di  dieci  citta- 
dini,  detto  dei  "  Dieci  di  Libertk  ,,,  per  invi- 
gilare  alla  sicurezza  dello  Stato,  15-16,  21-43. 

1872  -  Viene  estesa  Tesclusione  dagli  uffici  per  cinque 
anni  a  tutti  i  componenti  delle  due  famiglie  de- 
gli  Albizzi  e  dei  Ricci,  283,  14-19  ;  contempo- 
raneamente,  poi,  mentre  si  comprimevano  gli 
oligarchi,  si  concede,  a  richiesta  degli  artefici, 
alle  quattordici  Arti  minori  di  poter  eleggere  an- 
ch'esse  due  Consoli  della  mercatanzia,  21-30  ; 
ma  gli  oligarchi,  cacciati  dagli  uffici  del  Comune, 
si  rafforzano  in  quelli  della  Parte  per  preparare 
la  rivincita  e  la  lista  degli  ammoniti  quindi 
continua,   32-38. 


664 


INDICE   CRONOLOGICO 


[AA.  1372  ■•ltembre.1375] 


1372  tettembre  -  I     Fiorentini    rafforzano    la  guarni- 

gione  di  Pistoia,  284,  44-46. 

1373  «gosto  -  Viene  condannato,    in  contumacia,   dal 

Podesti,  a  mille  fiorini  e  ad  un  anno  di  confine, 
Giovanni  di  Ser  Fruosino,  denunziato  dai  Dieci 
di  Liberti,  per  aver  tenuto  discorsi  minaccianti 
la  sicurezza  dello  Stato,  facendo  allusioni  a 
prossimi  interventi  del  Card.  di  Bologna  e  del- 
TAbate  di  Montemaggiore,  signore  di  Perugia, 
per  cacciare  da  Firenze  il  Govemo  e  ristabilirvi 
gli  Albizzi  ed   i  Ricci,   285,    19-30. 

*1373  ottobre  -  Repressa  all'intemo  la  protervia  deUe 
due  sette,  i  Fiorentini,  sentendo  che  gli  Ubaldini 
avevano  ripreso  a  derubare  quei  che  passavano 
per  le  loro  terre,  nominato  loro  capitano  di  guer- 
ra  Obizzo  da  Monte  Carugli,  muovono  con  Toste 
contro  di  questi,  286,  9-17,  e,  favoriti  dai  dissidi 
scoppiati  nella  loro  famiglia,  riescono  alfine  a 
riprendere  loro  Firenzuola,  a  togliere  molti  ca- 
steUi  e  ad  avere  inoltre  neUe  loro  mani  U  conte 
Mainardo,  che  fanno  senz'altro  decapitare  dal 
PodestA,    18-41. 

•1373  -  Vengono  eletti  quattro  Ragionieri  straordinari 
per  ricercare  e  rivendicare  i  crediti,  le  ragioni 
ed  i  diritti  del  Comune  usurpati  dai  privati, 
286,  44  ;  287,  1-2  ;  ma  queste  ricerche  e  riven- 
diche  non  hanno  in  generale,  per  le  pressioni  de- 
gli  interessati,  come  dice  lo  Stefani  che  fu  uno 
dei  detti  quattro,  esito  molto  felice,  7-44. 

*1374  febbraio  {z373  st.  fior.)  -  Si  deliberadi  costmire 
la  loggia  della  piazza  dei  Priori  e  di  rifare  la 
campana  grossa  del  Palazzo,  288,  2-7,  9-12. 

1374  -  Firenze  e  dintorni  vengono  nuovamente  funestati 

da  una  spaventosa  mortalita,  289,   30-38,  e  da 
una  grande   carestia  che  si  protrae   anche   nel- 
ranno   seguente,   290,    5-13. 
1374  «cttembre    -    Si  ha  in   Firenze  un  eclisse  di  luna, 
290.  15-16. 

1374  novembre-dicembre  -    Viene    proposta    e    fatta 

approvare  dal  Gonfaloniere  di  Giustizia,  Gior- 
gio  degli  Scali,  la  legge  che  nessun  Grande  possa 
avere  terra  o  tenuta  ove  siano  fedeli  e  che  essa 
debba  cedersi  ad  un  giusto  prezzo  al  Comune, 
ma  la  deliberazione  suddetta  non  viene  poi  mai, 
per  rintervento  degli  interessati,  messa  in  ese- 
cuzione,    290,   19-33. 

1375  aprile  -  Niccolo  di  ser  Ventura  Monaci,  Cancelliere 

dei  Signori,  viene  fatto  cassare  dal  suo  Ufficio, 
per  risentimenti  privati,  da  Bonaiuto  di  ser  Bel- 
caro  dei  Serragli,  allora  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia,  e  viene  nominato  al  suo  posto  Coluccio 
da  Stigliano,  291,  2-15. 
1375  giugno  -  I  Fiorentini,  richie.sti  dal  Card.  di  Bolo- 
gna,  in  accordo  con  TAbate  di  Montemaggiore, 
signore  di  Perugia,  di  un  prestito  di  centomila 
fiorini  in  favore  di  Giovanni  Acuto,  per  dar 
modo  a  questo  di  pagare  la  sua  Compagnia,  ri- 
spondono  di  non  essere  in  grado  di  poterio  fare, 
292,  17-28  ;  sapnto  pcr6  che  il  detto  Acuto  s'era 
mosso  da  Bologna,   con  la  sua  Compagnia,  di- 


retto  contro  le  loro  terre  per  istigazione,  co- 
m'essi  ritenevano  indubbiamente,  deUo  stes.so 
Card.,  e  che  a  Prato  s'era  tramato  in  favorc 
deirAcuto  stesso,  decidono  per  il  momento  di 
venire  ad  accordi  diretti  con  questo,  29-35,  il 
quale  poi,  ricevuto  da  loro  centotrentamila  fiorini, 
si  ritira  dal  loro  contado  e,  dopf)  aver  fatt" 
scorrerie  nei  territori  dei  Pisani,  dei  Senesi  v 
della  Marca,  esigendo  altre  taglie,  se  ne  ritorn  i 
a  Bologna,  35-38  ;  293,  1-7. 
1375  Inglio-agotto  -  Indignati  i  suddetti  per  tuttc  que- 
ste  cose,  avvenute  ad  opera  dei  due  surricordati 
Pastori  della  Chiesa,  dopo  aver  fatto  prendere 
ed  attanagliare,  nonostante  fosse  prete,  Piero 
da  Canneto,  accusato  di  aver  tramato  in  Prato 
per  TAcuto,  stringono  contro  di  questi  una  lega 
coi  Comuni  della  Toscana  e  con  Bernabo  Visconti 
e  nominano  otto  cittadini  con  grandissima  e 
piena  balia  a  far  leghe,  guerra  e  pace,  292,  39  ; 

293,  1-11,  17-24  :  e  per  provvedere  poi  ai  denari 
occorrenti  per  le  spese,  cui  si  doveva  sottostare 
per  colpa  dei  detti  Pastori,  eleggono  appositi 
Ufficiali  che  dovessero  imporre  prestiti  ai  chie- 
rici  ed  alle  Chiese  e  venderne  i  beni,  293,  11-16, 
28-32. 

1375  -  Costituite  le  leghe,  i  pred.  Otto  di  Balia  decidono 
di  iniziare  senz'altro  la  lotta  per  liberare  le  terre 
dal  dominio  della  Chiesa  ed  inviano  quindi  a 
Perugia,  ad  Orvieto,  a  Viterbo  ed  in  altri  luoghi 
del  Patrimonio  loro  emissari,  che  in  breve  susci- 
tano  in  queste  terre  rivolte  e  vi  istaurano  li- 
beri  Comuni,  cui  vengono  rimesse  dagli  stessi 
Otto  le  bandiere  rosse  della  libertk,  293.  32-37  ; 

294,  1-4  ;  ma  intervenuto  subitamente  nella 
lotta  Gregorio  XI  che,  fatto  aprire  procedi- 
mento  contro  il  Comune  fiorentino,  senza  curare 
punto  le  difese  presentate  dal  suo  inviato  spe- 
ciale,  interdice  Firenze  e  scomunica  gli  Otto  di 
Balia,  i  Priori,  gli  Ufficiali  del  Comune  e 
tutti  i  Fiorentini  e  quelli  che  in  terre  straniere 
osassero  ospitarli,  4-13,  i  Fiorentini  suddetti, 
e  specialmente  i  mercatanti  sparsi  per  il  mondo, 
costretti  per  questa  scomunica  ad  uscire  da 
quasi  tutti  gli  Stati  con  la  rovina  dei  propri 
affari,  vengono  da  questo  inatteso  sviluppo 
deUa    lotta    gravemente    danneggiati,    15-20. 

1375  novembre  6  -  Dai  Capitani  di  Parte  guelfa  vien 
fatto  ammonire  Giorgio  di  Francesco  degli  Scali, 
di  progenie  e  di  stirpe,  come  dice  lo  Stefani, 
guelfissima,  ma  inviso  pel  suo  ardire  ai  capi  della 
Parte,  producendo  nelVanimo  di  queUi  che  non 
erano  partigiani  deirammonire  sbigottimento  c 
terrorc,    294,  34-40  ;  295,   1-17. 

1375  novembre  20  -  Dagli  Otto  di  Balia  vengono  man- 
dati  emissari  anche  in  Bologna  per  vedere  di  li- 
berare  anche  questa  c.  dal  dominio  della  C.hiesa, 

295,  19-24. 

1375  -  Malgrado  rinterdetto  lanciato  &a\  P>-.ntcfii  e  si 
manifesta  in  Firenzc  in  tutti  i  cittidini  una  rom- 
pnnzione  ed  un  fervore  religicso  molto  maggiorc 


[AA.  1376  marzo  20.1377] 


INDICE  CRONOLOGICO 


665 


di  quando  si  tenevano  le  sacre  funzioni,  tanto  da 
sembrare  quasi,  come  dice  lo  Stefani,  che  si 
volesse,  cosl,  vincere  ed  umiliare  il  pp.,  295, 
32-40  ;  296,     1-7. 

1376  marzo  20  {T375  st.  fior.)  -  Bologna  si  ribella  alla 
Chiesa  tornando  a  liberti  ed  il  Comune  di  Firenze 
vi  manda  suoi  ambasc.  e  sue  genti  per  organiz- 
zare  e  presidiare  il  nuovo  governo,  col  quale 
si  stringe   senz'altro  in   lega,   295,  26-29. 

1376  marzo  -  Avutosi  sentore  dalle  Autoriti  ponti- 
ficie  che  stava  per  ribellarsi  anche  Faenza,  vi 
si  fa  entrare  immediatamente  per  tenerla  a 
freno  Giovanni  Acuto  con  la  sua  Compagnia, 
il  quale  la  sottopone  ad  un  orribile  sacco  che 
non  risparmia  neanche  i  Monasteri,  296,   10-20. 

1376  giugno  2  -  Gli  Otto  di  Balia,  desiderosi  di  porre  ter- 
mine  ormai  alla  guerra  con  la  Chiesa,  mandano 
ambasc.  al  pp.  in  Avignone  per  trattare  la  pace, 
296,  21-30  ;  ma  questi  vengono  respinti  da  Gre- 
gorio  che,  in  risposta,  invia  in  Italia  contro  Fi- 
renze,  ad  istigazione  specialmente  del  Visconte 
di  Torena,  (I)  suo  fratello,  che  voleva  farsene  Si- 
gnore,  una  Compagnia  di  Brettoni  espressa- 
mente  assoldata  a  questo  scopo,  296,  30-39. 

1376  -  Venuti  a  conoscenza  di  qdesto,  i  pred.  Otto  man- 
dano  sollecitamente  i  loro  messi  per  stringere 
nuove  leghe  coi  Signori  e  coi  popoli  vicini  e  no- 
minano  capitano  di  guerra  Rodolfo  da  Came- 
rino,  che  era  entrato  tra  i  primi  nella  lega,  il 
quale,  venuto  subito  a  Firenze,  ne  riparte  poco 
dopo,  colle  forze  della  lega  stessa,  alla  volta  dei 
minacciati    confini,    297,    7-15. 

1376  luglio  -  Giungono  pr.  Bologna  i  Brettoni  mandati 
dal  Pontefice  contro  Firenze,  ma  essi,  invece  di 
continuare  la  marcia  stabilita,  sia  perchfe  tenuti 
in  un  primo  momento  abilmente  a  bada  da  emis- 
sari  degli  stessi  Otto,  sia  anche,  specialmente, 
perch6  non  ottengono  dalle  Autorita  pontificie  i 
denari  richiesti,  vanno  ad  accamparsi  pr.  Ce- 
sena  e  Castrocaro  in  attesa  degli  eventi,  297, 
.  19-31. 

*1376  -  I  Fiorentini  si  assicurano  Talleanza  e  Tamicizia 
di  molte  Comuniti  sui  confini  della  Romagna, 
garentendo  loro  la  liberta  dalle  mire  dei  Signori 
vicini,  limitandosi,  per  conto  loro,  ad  occupare 
di  esse  solo  Primilcuore  e  qualche  fortezza  per 
ragioni  puramente  militari,  297,  34-41  ;  298, 
1-9  ;  ma  perdono,  per6,  in  questa  stessa  regione, 
Portico,  terra  da  tempo  facente  parte  della  loro 
giurisdizione,  fatta  ribellare  dal  conte  Francesco 
di  Dovadola,  senza  poter  riuscire  poi  con  loro 
grave  disappunto  a  riprenderla,  nonostante 
le  forze  14.  inviate  a  questo  scopo,  12-31. 
*1376  -  Viene  represso  energicamente,  per  il  pronto 
intervento  delle  forze  e  degli  ambasc.  fiorentini, 
tra  i  quali  lo  stesso  Stefani,  il  tentativo  fatto  in 
Bologna  da  alcune  famiglie,  in  accordo  col  Card. 
di  Ginevra,  di  abbattere  il  Comune  e  far  rien- 
trare  i  Pepoli,  299,  35-42  ;  300,  1-4  :  cf.  "  CX, 
26-39  „. 


*1376  -  I  Fiorentini,  per  togliere  definitivamente  il  pe- 
ricolo  che  i  Brettoni  potessero  unirsi  alla  Com- 
pagnia  di  Giovanni  Acuto,  come  si  diceva  stes- 
sero  trattando,  s'accordano  coi  Bolognesi  per 
assoldarli  essi  stessi,  prendendone  ciascuno  una 
parte,  e  procedono  senz'aItro,  a  mezzo  dello 
Stefani,  che  si  trovava  in  Bologna  come  ambasc., 
alla  conclusione  del  contratto  d'arruoIamento 
della    loro   quota,   300,  7-23  ;  cf.   "  CXI,  1-13  „. 

*1376  -  I  Capitani  di  Parte  guelfa,  approfittando  dei 
danni  portati  dalla  guerra,  che  essi  andavano 
dicendo  voluta  dagli  Otto  di  Balia,  accentuano  la 
loro  lotta  contro  di  questi  colpendo  di  preferenza 
con  le  loro  ammonizioni  persone  ad  essi  notoria- 
mente  favorevoli,  300,  25-35. 

*1377  gennaio  {.1376  st.  fior.)  -  Gli  stessi,  per  disar- 
mare  e  tenere  meglio  a  freno  i  loro  avversari, 
tentano  di  far  togliere  le  petizioni  per  fare  dei. 
Grandi  e  nominano  in  ogni  quartiere  loro  con 
fidenti  e  difensori  per  la  ricerca  di  coloro  ch 
osassero  parlar  contro,  301,  6-12,  36-42 ;  302, 
1-25. 

1377  gennaio  (.1376  st.  fior.)  -  Gli  Otto  di  Balia  man- 
dano  a  capo  delle  forze  combattenti  contro  Gio- 
vanni  degli  Ubaldini,  che  contrastava  loro  Por- 
tico  con  genti  della  Chiesa,  e  contro  il  conte 
Francesco  di  Dovadola,  cognato  deU'UbaIdini 
stesso,  che  continuava  a  far  scorrerie  contro 
le  loro  terre,  il  surricordato  Stefani  che  vi  re- 
sta  per  sei  mesi  combattendo  senza  tregua  con 
notevoli  risultati,  302,  26-41  ;  303,  1-5 ;  cf . 
"CXI,    17-34  „. 

1377  gennaio-febbraio  {1376  st.  fior.)  -  Giovanni  di 
Luigi  dei  Mozzi,  vicario  di  Valdinievole,  contro 
il  quale  i  Pesciatini  avevano  presentato  una  pe- 
tizione  per  farlo  fare  dei  Grandi,  viene  dai  Priori 
(tra  i  quali  era  Antonio  di  NiccoI6  Ridolfi,  il 
cui  fratello  era  stato  fatto  dei  Grandi  proprio 
al  tempo  in  cui  il  detto  dei  Mozzi  era  Priore  e 
proposto)  cassato  dall'Ufficio  e  sottoposto  a 
sindacato  per  omicidio  e  baratteria,  riuscendo 
a  sfuggire  la  decapitazione  solo  in  grazia  del- 
Tuscita  di  carica  dei  Priori  suddetti,  303,  8-40  ; 
304,    1-35. 

1377  -  La  Parte  guelfa  delibera  speciali  onori  e  distin- 
zioni  per  i  Capitani  maggiormente  .segnalatisi 
neIl'ammonire,   305,    32-41. 

*1377  -  Si  ordina  ai  preti  ed  ai  chierici  di  riaprire  le  Chiese 
e  di  riprendervi  le  sacrre  funzioni  nonostante 
1'interdetto,   306,    1-4. 

*1377  -  Giunge  in  Firenze  a  predicarvi  la  pace  con  la 
Chiesa  Caterina  [da  Siena]  che  viene  accolta  dalla 
Parte    guelfa    con    ostentati    onori,    306,    6-20. 

1377  -  I  confidenti,  i  difensori  e  tutti  i  capi  della  Parte 
ed  istigatori  deirammonire  si  insediano,  dice  lo 
Stefani,  nei  vari  quartieri  come  bargelletti,  307, 
22-43  ;  308,  1-13,  e  gli  ammoniti  quindi  crescono 
ogni  giorno  piii  ed  i  colpiti  non  sono  piCi  come 
prima  solo  di  gente  poco  nota,  23-24  ;  309,  1-12. 

1377  -  Muore  Giovanni  Magalotti,  uno  degli  Otto  di  Ba- 


666 


INDICE   CRONOLOGICO 


[AA.  1377.1378  IukIio  20] 


lia,  alla  cui  menioria  il  Comune  iiorentino  tri- 
buta  grandi  onori,  e  muore,  ugualmente  onorato 
dal  Comune  e  pianto  da  numcrosa  foUa,  Kic-       1378 
col6   degli    Alberti,    ricchissimo   e   munificentis- 
simo  cittadino,  309,    15-19,   31-33. 

1377  -  La  Parte  guelfa,  inorgoglita  della  solenne  amba- 

sciata  inviatale  al  principio  deli'anno  dalla  re-  1378 
gina  Giovanna,  ordina  un  proprio  Gonfalo- 
ne  con  Tarma  di  Carlo  I  d'Angi6,  nominando  come 
suo  primo  Gonfaloniere  Benghi  Buondelmonti, 
e  si  dk  una  nuova  costituzione,  in  conseguenza 
della  quale  i  Capitani,  per  la  Balia  loro  concessa, 
ne  diventano  per  un  anno  gli  arbitri  assoluti, 
309,  36-38;  310,   1-1 1. 

1377  -  I  capitani  di  Parte  guelfa,  ritenendosi  ormai  non 
solo  Signori  della  Parte  stessa  ma  anche  di  Fi- 
renze,  fanno  prendere  e  processare  dal  Podesti, 
per  questioni  loro  personali,  Lorenzo  di  Dino 
ed  Alessio  Baldovinetti  ed  ordinano  che  essi  ven- 
gano  senz'altro  decapitati,  ma  sono  costretti 
a  recedere  dalle  loro  pretese  per  la  resistenza 
del   Podesta  stesso,   310,  22-41. 

1377  -  I  Fiorentini  inviano  di  nuovo  a  Gregorio  XI  am-       1378 

basc.  per  trattare  la  pace,  i  quali,  mediante  i 
•  buoni  uffici  di  Bernab6  Visconti,  possono  que- 
sta  volta  iniziare  finalmente  a  Sarzana  coi  Le- 
gati  del  pp.  le  desiderate  trattative,  311,  3-6.  1378 

1378  -  Viene  ammonito  Giovanni  Dini,  uno  degli  Otto 

di    Balia,    insieme    a    molfaltri    cittadini,    311, 
15-24. 

1378  -  Muore  in  Roma  Gregorio  XI  e  viene  el.  in  sua 
vece  Urbano  VL  al  quale  i  Fiorentini  inviano 
nuovi  ambasc.  per  riprendere  con  lui  le  tratta- 
tive  di  pace  interrotte  per  la  morte  di  Gregorio, 
311,  26-39  ;  312,  1-15,  nonostante  che  dai  suoi 
nemici  si  fosse  proceduto  poi  a  Fondi,  per  pre- 
tesi  vizi  della  sua  elezione,  dei  quali  lo  Stefani  1378 
mostra  Tinfondatezza,  alla  nomina  di  un  nuovo 
pp.  (antipapa)  nella  persona  del  Card.  R  o  b  e  r  - 
to  di  Ginevra,' 15-39  ;  313,  36-45  ;  314,  1-5. 

1378  -  La  Parte  guelfa,  insuperbita  del  fatto  che  nes- 
suna  reazione  era  seguita  airammonizione  del 
surricordato  Dini,  con  un  colpo  d'audacia  fa 
nominare  al  suo  posto,  nell'ufficio  degli  Otto  di 
Balia,  un  suo  confidente  ;  314,  35-41  ;  ma  sbi- 
gottiti  i  buoni  uomini  ed  i  mercatanti  di  tanta  1378 
baldanza  e  terrorizzati  del  numero  sempre  cre- 
scente  degii  ammoniti,  cominciano  a  trattare  tra 
loro  segretamente  ed  a  raccogliersi  intomo  agli 
Otto  di  Balia  e  specialmente  intorno  a  Salvestro 
di  Alamanno  de'  Medici,  noto  avversario  della 
Parte  guelfa  e  della  legge  deU'ammonire,  che  1378 
doveva  essere  nel  maggio  Gonfaloniere  di  Giu- 
stizia,  314,  40-42  ;    315,1-13,24-40;    316,    1-30. 

1378  maggio  -  Sale  all'ufficio  di  Gonfaloniere  di  Giu-  1378 
stizia  il  pred,  Salvestro  de'  Medici  col  quale 
i  Capitani  di  Parte  guelfa,  riusciti  vani  tutti  i 
mezzi  da  loro  tentati  per  impedire  la  sua  no- 
mina,  credono  bene  di  venire  ad  accordi,  impe- 
gnandosi  reciprocamente  di  mitigare  nello  stesso 


tempo  le  petizioni  e  le  ammonizioni,  315,   13- 
22;  316,  33-43;  317,  1-3. 

giugno  15-1  Capitani  di  Parte  guelfa,  violando 
gli  accordi  presi,  procedono  a  nuove  ammoni- 
zioni  .senza  punto  seguire  le  norme  che  s'erano 
impegnati    d'osservare,  317,  5-15. 

giugno  18  -  Salvestro  de'  Medici,  informato  solle- 
citamente  della  cosa  dai  mercatanti  e  dai  buoni 
uomini  indignati,  prende  gli  accordi  con  gli  amici 
e,  presentata  una  petizione  nella  sua  qualiti  di 
proposto,  fa  convocare  il  Consiglio,  deciso  ad 
iniziare  ormai  la  lotta  contro  la  Parte  e  contro 
Tammonire,  317,  18-25,28-36;  a  questa  notizia 
i  Capitani  e  tutti  i  maggiori  esponenti  della 
Parte  accorrono  armati  in  atteggiamento  d 
minaccia,  38-48;  318,  1-17,  ma,  essendo  con 
temporaneamente  accorsi  sotto  il  Palazzo  ove  s 
teneva  il  Consiglio  gran  folla  armata  di  artier 
e  mercanti,  la  petizione  viene  approvata  e  ven 
gono  cosl  ristabiliti  per  un  anno  contro  i  Grand 
gli  Ordinamenti  diGiustizia  e  vengono  gli  stessi 
inoltre,  privati  d'ogni    ufficio  per  venti,    17-32 

giugno  20-1  Priori  notificano  alla  Parte  guelfa 
le  deliberazioni  prese  dal  Consiglio  ed  ordinano 
un  nuovo  squittinio  per  le  ammonizioni,  318, 
34-38. 

giugno  22  -  Respinte  ad  opera  degli  amici  della 
Parte  alcune  nuove  petizioni  contro  i  Grandi, 
il  Popolo  e  le  Arti,  nel  sospetto  che  dalla  Parte 
si  stesse  preparando  la  rivincita,  scendono  nuo- 
vamente  in  piazza  armati  e  quindi,  come  ad  una 
voce,  si  riversano  nei  vari  quartieri  ove  danno 
alle  fiamme  le  case  dei  piil  noti  istigatori  di 
essa  e  prendono  ed  incendiano  le  Stinche,  li- 
berandone  i  carcerati,  318,  40-41  ;  319,  1-45  ; 
320,    1-6. 

giugno  23  -  Ristabilito  Tordine  e  fatte  sbaragliare 
e  disperdere  dal  Podesti  le  turbe  di  popolo  mi- 
nuto  che,  approfittando  della  sollevazione  con- 
tro  la  Parte,  s'erano  date  a  saccheggiare  Chiese 
e  CoRventi,  si  decide  di  affidare  ad  una  Commis- 
sione  di  ottantuno  cittadini  piena  balia  di  ri- 
vedere  le  ammonizioni,  dal  1354  in  poi,  di  re- 
vocare  i  bandi  dei  confinati  non  ribelli  e  di  pu- 
nire,  infine,  i  colpevoli,  320,  6-25;  321,  10-35. 

luglio   1  -  Entrano  in  carica  i    nuovi  Priori  che 

uniti  ai  Gonfalonieri,   ai   Dodici  buoni    uomini, 

ai  Consoli  delle  Arti  ed  a  tutti  gli  altri  compo- 

nenti    Tufficio    dei  suddetti  ottantuno,   iniziano 

la    revisione    deirammonizioni     ed     eleggono    i 

nuovi  Sindaci  delle  Arti,  321,   1-8,    38-40. 

luglio  -   Giungono  in  Firenze  lettere  dagli  ambasc. 

inviati  a  Roma  che  annunciano  la  conclusione 

della  pace  con  la  Chiesa,  322,  1-4. 

luglio  20  -  Gli  operai  piiJ  umili  deirArte  della  lana, 

detti  comuneraente   Ciompi,    saputo   che   erano 

stati  presi  e  messi  alla  fune  quattro  dei  capi 

del  mov  mento,  da  loro  iniziato  insieme  airAr- 

ti   minori     per   ottenere   proprie    Arti   e   propri 

Consoli,  scendono  in  piazza  armati  a  reclamame 


lAA.  1378  IukUo  21-1378  tettembre  1]      INDICE    CRONOLOGICO 


667 


la  liberazione  e  quindi,  non  essendo  questa 
stata  concessa,  corrono  ad  incendiare  e  distrug- 
gere  le  case  del  Gonfaloniere  di  Giustizia  e  di 
molfaltri  cittadini  ritenuti  loro  nemici,  322,  4- 
43  ;  323,  1-10  ;  terminata  poi  ropera  di  distru- 
zione,  assumendo  rivoluzionariamente  poteri 
di  govemo,  deliberano  d'escludere  questi  da 
tutti  gli  uffici  e  nominano  invece  altri,  che  ri- 
tengono  loro  amici,  Cavalieri  del  Popolo,  323, 
10-40;   324,    1-43. 

1378  luglio  21-1  Ciompi  suddetti,  sebbene  si  san  visti 
presto  abbandonati  dalle  Arti  che  prima  avevano 
incoraggiato  il  loro  movimento,  continuano  ad 
emanare  da  soli  ordinanze  e  sentenze  di  morte 
ed,  impadronitisi  poi  del  palazzo  del  Podesta  e 
di  quello  deirEsecutore,  cui  tolgono  il  Gonfa- 
lone  che  inalberano  suUa  piazza,  intimano  ai 
Priori,  che  ubbidiscono  senza  opporre  alcuna 
resistenza,  di  lasciare  la  carica  e  di  tornarsene 
a  casa,   325,   4-31. 

1378  luglio  22  -  Gli  stessi,  deliberato  che  gli  Otto  di  Ba- 
lia  dovessero  restare  in  carica  per  loro  guardia 
e  consiglio,  entrano  solennemente  nel  palazzo 
della  Signoria  con  a  capo  il  cardassiere  Mi- 
chele  di  Lando  da  loro  creato  Gonfaloniere  di 
Giustizia,  325,  34-39  ;  e  questi  vi  si  insedia  su- 
bito  da  solo  come  padrone,  con  pieni  poteri,  as- 
sumendo  di  sua  autoriti  Balia  di  fare,  insie- 
me  ai  Sindaci  delle  Arti,  agli  Otto  suddetti  ed 
a  Salvestro  de'  Medici,  i  nuovo  Priori,  i  Gon- 
falonieri  ed  i  Dodici  buoni  uomini,  325,  39- 
40  ;    326,    1-6. 

1378  luglio  23  -  Vengono  eletti  i  nuovi  Priori,  i  Gonfa- 
lonieri  ed  i  Dodici  buoni  uomini  che  entrano 
in  carica  senz'altre  formalita,  326,   6-43. 

1378  luglio  -  I  Sindaci  delle  Arti  deliberano  la  creazione 
di  tre  nuove  Arti  minori,  dei  Farsettai,  dei  Tin- 
tori,  e  dei  Ciompi,  con  gli  stessi  diritti  e  privi- 
legi   delle   altre   quattordici,   327,  2-7. 

1378  agofto  -  Viene  deliberato  lo  squittinio  generale  dei 
Priori,  dei  Gonfalonieri  e  dei  Dodici  buoni  uomini, 
che  devono  iniziare  il  loro  ufficio  il  primo  settem- 
bre,  e  se  ne  stabiliscono  le  modaliti,  327,  9-25. 

1378  agosto  -  Per  provvedere  ai  piii  bisognosi  deila  c. 
e  della  campagna,  in  mezzo  alla  grave  crisi  eco- 
nomica  in  cui  era  caduta  la  c.  stessa  per  la  chiu- 
sura  delle  botteghe  seguita  ai  moti  dei  Ciompi 
medesimi,  e  per  procurare  poi  alle  casse  del  Co- 
mune  i  denari  occorrenti  per  le  necessitcl  del 
momento,  vengono  prese  numerose  delibera- 
zioni  a  riguardo  del  Monte,  deU'Estimo  e  dei 
prestiti  da  imporsi  ai  cittadini,  mentre  per  mi- 
sure  di  sicurezza,  date  le  voci  circolanti  di  trame, 
vengono  assoldati  due  mila  balestrieri  e  mandati 
al  confine  numerosi  cittadini,  327,  28-37  ;  328, 

1-37. 
1378  agotto  28  -  Delusi  per6  i  Ciompi  nelle  speranze  po- 
ste  nel  loro  governo,  scendono  di  nuovo  armati 
in  piazza,  e  quivi,  con  Tassistenza  di  un  Notaio, 
fanno,  in  mezzo  a  una  grande  confusione,  nuovi 


ordini  e  leggi  che  rimettono  ai  Priori,  ma  che  ven- 
gono  per6  restituite  loro  dal  Notaio  delle  riforme 
come  nuUe,  perchfe  non  approvate  dal  parla- 
mento,  328,  40-41  ;  329,  1-22  ;  nel  sospetto  al- 
lora  d'essere  traditi,  dopo  aver  atteso  invano 
Luca  di  Totto  che  doveva  portare  loro  il  Gonfa- 
lone  della  Parte  guelfa,  25-33  ;  330,  3-17,  si 
raccolgono  in  S.  Maria  Novella  ove  decidono  di 
creare  un  ufficio  di  otto  cittadini,  con  i  pieni 
poteri,  detto  degli  "  Otto  di  Balia  del  Popolo  di 
Dio  di  S.  Maria  Novella  „  i  quali  dovessero  sta- 
bilirsi  in  Palazzo  per  sorvegliare  e  controllare  i 
Priori,    19-42  ;  331,    1-3. 

1378  agosto  29  -  Vengono  estratti  dalle  borse  i  nomi  dei 
nuovi  Priori  e  del  Gonfaloniere  di  Giustizia  in 
mezzo  alle  urla  dei  Ciompi,  accorsi  sulla  piazza, 
che  reclamano  ed  impongono  rannuUamento 
di  quelli  non  graditi,  331,  23-35;  chiuse  queste 
operazioni,  poi,  dagli  Otto  di  S.  Maria  Novella 
vengono  rimessi  ai  Priori  alcuni  ordini  affinchfe 
essi  li  facciano  subito  approvare  dal  parlamento, 
ma,  poichfe  questi  rispondono  che  Tavrebbero 
fatto  neiradunata  del  primo  settembre,  ven- 
gono  costretti  ad  impegnarsi  a  ci6  con  giura- 
mento,  37-38  ;  332,  1-21,  sdegnati  allora  i  Priori 
per  tanta  arroganza,  si  stringono  insieme  segreta- 
mente,  decisi  a  reagire,  e  mandano  di  comune 
accordo,  nella  sera  stessa,  un  loro  messo  a  pre- 
parare  la  c.  per  la  rivolta,  331,  39  ;  332,  26-27, 
30-36. 

1378  agosto  30  -  Vengono  mandati  dai  Priori  fidati  emis- 
sari  per  richiamare  i  buoni  uomini  ed  i  mer- 
canti  fuggiti  nella  campagna  e  per  esortarli  a 
rientrare  tutti  per  il  primo  settembre,  facendo 
loro  presente  la  servitii  politica  e  le  rovine  che 
gli  Otto  di  S.  Maria  Novella  stavano  preparando 
alla  c,  332,  30-39  ;  333,  1-17. 

1378  agotto  31  -  Messi  in  sospetto  dal  tramestio,  gli 
Otto  di  S.  Maria  Novelli  mandano  di  buon  mat- 
tino  al  Palazzo  due  dei  loro  per  costringere  tutti 
i  Priori,  vecchi  e  nnovi,  ad  un  secondo  giura- 
mento,  ma  essi  vengono  senz'altro  affrontati  e 
feriti  gravemente  da  Michele  di  Lando,  333, 
17-31  ;  in  seguito  di  che,  datosi  subito  dagli  Otto 
suddetti  il  segnale,  tutti  i  Ciompi  si  riversano 
armati  in  piazza,  ma  vi  accorrono  contempora- 
neamente,  chiamate  dai  Priori,  anche  le  Arti 
ed  i  Gonfalonieri  con  le  loro  genti  in  armi  che, 
venute  coi  Ciompi  improvvisamente  alle  mani,  li 
travolgono  e  li  disperdono  inseguendoli  e  cac- 
ciandoli  in  fuga  dalle  vie  e  dai  borghi,  31-32  ; 
334,    1-27. 

1378  tettembre  1  -  Cacciati  cosi  i  Ciompi  dalla  c,  poi- 
ch6  il  popolo  reclama  che  vengono  espulsi  an- 
che  i  due  di  questi  facenti  parte  del  Priorato, 
che  doveva  allora  entrare  in  carica,  dal  Consi- 
glio  delle  Capitudini,  espressamente  convocato 
dai  Priori,  si  decide  che  venga  senz'altro  sop- 
pressa  l'Arte  dei  Ciompi  e  che  vengano  esclusi 
e  sostituiti  quindi  i  due  di  quesfArte  estratti 


668 


INDICE    CRONOLOGICO  (AA.  1373  .•tt.-ott..l379  aov«inbr«J 


dalle  borse  come  Priore  e  come  Gonfaloniere, 
334,  36-42;  335,  1-14;  procedutosi  allora  al- 
rimmediata  sostituzione  di  questi,  nei  modi  in- 
dicati  dal  Consiglio  stesso,  i  nuovi  Priori  ed  il 
Gonfaloniere  entrano  finalmente  in  carica,  ini- 
ziando  senza  indugio  le  nomine  dei  podesti  e  vi- 
cari  delle  terre  piCi  importanti,  dipendenti  dal 
Comune,  e  degli  altri  ufficiali  minori  e  passando 
poi,  infine,  a  riportare  nel  suo  pristino  ufficio 
il  Podesti  di  Firenze,   16-40. 

1378  lettembre-ottobre  -  Vengono  processati  e  condan- 

nati  dal  Podesta  i  responsabili  dei  passati  di- 
sordini,  335,  40,  336,  1-40,  mentre  da  parte  dei 
Priori  si  cerca  di  provvedere  al  ristabilimento 
deirordine  ed  alla  pacificazione,  sia  coll'annuUare 
le  deliberazioni  odiose,  prese  dai  Ciompi  sul 
Monte  e  su  altre  cose,  e  col  richiamare  gli  arte- 
fici  ed  i  mercatanti  al  lavoro,  sia  anche  col  creare 
un  nuovo  ufficio  di  Otto  cittadini,  detto  degli 
"  Otto  della  Guardia  „  ,  coll'eleggere  due  Bargelli 
e  con  il  ristabilire,  in  fine,  il  Capitano  del  po- 
polo  con  tutti  i  suoi  poteri,  337,  1-22 
1378  novembre-dicembre  -  Viene  condotta  a  ter- 
mine  dai  sessantaquattro  ufficiali,  espressa- 
mente  incaricati,  la  compilazione  deirEstimo  e 
dai  nuovi  Priori  viene  continuata  Topera  dei 
predecessori,  ma  la  c.  torna  tuttavia  ad  esser 
messa  nuovamente  in  allarme,  cosJ  dalle  voci  di 
Compagnie  di  ventura  in  movimento  e  dai  ni- 
mori  di  guerre  d'oltre  confine,  337,  39,  338, 
1-6,  come  anche  dalle  voci  di  scoperte  di  trame 
contro  lo  Stato  e  dai  numerosi  processi  e  con- 
danne  che  le  accompagnavano,  6-40  ;  339,  1-41  ; 
340,   1-37. 

1379  gennaio-febbraio   {137^    si.    fior.)   -  Si  pone   un 

freno  ai  processi  e  si  riprende  dai  nuovi  Priori, 
entrati  col  germaio,  ropera  di  pacificazione, 
nominando  a  questo  scopo  trentuno  cittadini;  i 
quali,  dopo  ampie  discussioni,  deliberano  di 
fare  un  nuovo  squittinio  dei  Priori  e  di  tutti 
gli  uffici  e  di  togliere,  infine,  a  molti  dei  Grandi 
gli  Ordini  di  Giustizia,  riammettendoli  cosi  ne- 
gli  uffici,  341,  15-39  ;  contemporaneamente, 
poi,  avendo  Bernab6  Visconti  chiesto  aiuti  al 
Comune  per  combattere  insieme  le  Compagnie  di 
ventura  deirAcuto  e  del  Conte  Lucio  (cui  s'an- 
dava  accostando  anche  queUa  italiana  detta  di 
S.  Giorgio),  non  sembrando  il  momento  punto 
indicato  per  fare  guerre,  vengono  mandati  am- 
basc.  cosi  al  Viscopti  come  airAcuto  per  tentare 
di  ristabilire  fra  questi  Taccordo,  40-44  ;  342, 
1-3,  e  si  viene,  infine,  a  patti  con  la  Compagnia 
stessa  di  S.  Giorgio,  la  quale,  dietro  versamento 
di  diecimila  fiorini,  s'impegna,  per  un  anno  e 
sei  mesi,  di  non  venire  contro  le  terre  del  Co- 
mune,  n6  contro  quelle  sotto  il  suo  protetto- 
rato,  5-lS. 
1379  aprile  -  Si  scopre  an  nuovo  complotto  contro  lo 
Stato,  ordito  come  i  precedenti  dagli  sbanditi 
guelfi  e  dai  Ciompi,  che  riporta  la  divisione  ne- 


gli  aninii  dei  cittadini,  specie  a  causa  delle  con- 
danne  seguite,  sembrando  ad  una  certa  sett^ 
di  essi  che  i'  Capitano  avesse  proceduto  in 
qaeste  troppo  duramente  con  la  gente  minuta 
e  troppo  blandamente  invece  coi  ricchi  e  potenti, 
342,  42  ;  343,  1-43  ;  344,  1-44  ;  345,  l-ii  ;  nello 
stesso  tempo,  poi,  nel  timore  che,  approfittando 
delle  discordie  interne,  milizie  di  vent  jra  non 
tentassero  di  venire  contro  la  c,  viene  assoldata 
direttamente  dal  Comune  la  Compagnia  di  Gio- 
\anni  Acuto  e  quella    del  Conte  Lucio,   11-19. 

•1379  -  Viene  fatto  in  Firenze  il  censimento  della  c, 
345,  22-25. 

1379  agotto  -  Viene  presentata  una  proposta  di  legge, 
per  escludere  i  forestieri  dagli  uffici,  che  suscita 
grave  malumore  tra  gli  artefici  da  essa  special- 
mente  colpiti,  346,  10-24. 

1379  tettembre  6  -  La  legge  predetta  viene  approvata 
e  messa  senz'altro  in  esecuzione,  346,  37-43. 

1379  tettembre  -  Informati  gli  Otto  deUa  Guardia  dagli 
ambasc,  inviati  pr.  Carlo  di  Durazzo,  che  Gian- 
nozzo  Sacchetti  stava  tramando  contro  lo  Stato, 
con  alcuni  noti  sbanditi  e  confinati  fiorentini,  in 
nome  di  Carlo  stesso,  questi  viene  fatto  subito 
prendere  e,  confessatosi  reo,  6  fatto  senz^altro 
decapitare  dal  Capitano,  347,  13-39  ;  348,  1  ; 
il  quale,  poi,  condannava  invece  a  pene  piCi  miti, 
suscitando  nuovo  malcontento  neUa  setta  sur- 
ricordata,  gli  altri  di  famiglie  ricche  e  potenti 
coi  quali  esso  Sacchetti  aveva  trattato,  1-15. 

1379  -  Si  dk  facolta  ai  Priori,  che  devono  entrare  in  ca- 
rica  col  primo  di  novembre,  di  potere,  uniti  alle 
Capitudini,  ai  Capitani  di  Parte  ed  ai  Dieci  di 
Liberti,  confinare  oltre  le  cento  miglia  dalla  c. 
tutti  gli  sbanditi  che  a  loro  giudizio  sembrasse 
opportuno,  di  poter  dichiarare  ribelli  quelli  che 
violassero  i  confini  assegnati  e  di  potere.  infine. 
nominare  un  Ufficiale  per  la  confisca  e  per  Tam- 
ministrazione  dei  beni  dei  ribelli  stessi  neirinte- 
resse  del  Comune,    348.  21-27. 

1379  novembre  -  Entrano  in  carica  i  nuovi  Priori,  tra 
i  quali  Tautore  stesso  della  cronaca,  che  danno 
immediatamente  esecuzione  aUe  suddette  deli- 
berazioni  confinando  oltre  le  cento  miglia  trenta 
sbanditi  ed  eleggendo  rUfficiale  per  la  confisca 
e  per  ramministrazione  dei  beni  dei  ribeUi.  349, 
3-6,   14,   16. 

1379  novembre  -  Tornano  a  circolare  per  la  c.  voci  di 
trame  e  di  complotti  da  parte  degli  sbanditi  e 
dei  Ciompi  in  combutta  con  Carlo  di  Durazzo, 
349,   6-14,   17-22. 

1379  novembre  -  I  Ciompi  e  gli  sbanditi  fiorentini  di 
stanza  a  Siena,  usciti  armati  dalla  c,  tentano 
un  colpo  di  mano  su  Figline,  terra  sotto  la  pro- 
tezione  di  Firenze.  per  muovere  poi  di  qua  contro 
Firenze  stessa,  ma  le  misure  prese  in  tempo  dai 
Priori  mandano  airaria  il  loro  tentativo,  349, 
20-40  ;  350,  1-31  ;  in  seguito  di  che  viene  man- 
data  a  Siena  una  solenne  ambasciata  per  do- 
lersi  della  cosa,  350,   30-31,  e  vengono  istruiti 


[A.  1379  novembre-dlcembre  22] 


INDICE   CRONOLOGICO 


669 


processi  che  portano  a  nuove  condanne,  seguite, 
purtroppo  anche  questa  volta,  dal  malumore 
contro  il  Capitano  che  viene  pubblicamente  bia- 
simato  dagli  artefici  di  non  usare  verso  i  ricchi 
il  rigore  dovuto,  350,  33-45  ;  351,  1-40. 
1379  novembre  -  Tornano  a  Firenze  gli  ambasc.  in- 
viati  pr.  Carlo  di  Durazzo  i  quali  confermano  a 
voce  quanto  avevano  gi^  fatto  sapere  per  let- 
tere  sulle  trame  degli  sbanditi,  352,  5-20  ;  dram- 
matiche  accuse  dell'ambasc.  Tommaso  degli 
Strozzi  contro  il  coUega  Donato  de'  Barbadori. 
20,  38. 
1379  dicembre  -  Mentre  si  cerca  dai  Priori  di  far  luce 
intorno  a  certe  voci  di  congiure  fatte  riferire 
loro  vagamente  da  Giovanni  Acuto,  giungono 
a  Firenze  lettere  da  piil  vie  nelle  quali  si  parla 
chiaramente  di  armi  e  di  bandiere  della  Parte 
guelfa  e  del  Popolo,  che  si  stavano  preparando, 
per  una  imminente  rivolta,  dagli  sbanditi  fio- 
rentini  e  dai  Ciompi,  in  accordo  colla  brigata  di 
Carlo  di  Durazzo  accampata  allora  pr.  Bologna, 
352,  40-42.  353,  1-33. 
1379  dicembre  17  -  Informati  i  Priori  da  Tommaso  de- 
gli  Strozzi  e  da  Giovanni  Dini  che  era  immineate 
lo  scoppio  d'una  vasta  congiura,  che  doveva  ri- 
condurre  in  Firenze  tutti  gli  sbanditi  dietro  le 
bandiere  della  Parte  guelfa  e  del  Popolo,  e  che 
una  di  queste  bandiere  era  gi^  in  borgo  S.  Niccolo 
pr.  tale  Bruno  di  Simone,  vengono  adunati  in 
fretta  gli  Otto  della  Guardia  i  quali,  messi  al  cor- 
^^  rente  della  cosa,  mandano  subito,  sul  luogo  indi- 

■  cato,  loro  gente  che  in  breve  riesce  ad  avere  nelle 

mani  la  bandiera  in  questione  e  lo  stesso  Bruno 
che  viene  condotto  senz'altro  pr.  i  Priori,  353, 
35-41;  354,  4-17,  26;  355,  1-3;  ma  avendo 
questi  dichiarato  di  non  potersi  occupare  ul- 
teriormente  deUa  cosa  perch^  non  di  loro  com- 
petenza,  il  suddetto  viene  condotto  dal  Capitano 
che,  avuta  da  lui  !a  confessione,  fa  prendere 
immediatamente,  in  mezzo  al  rumore  degli  ar- 
tefici  subito  corsi  alle  armi  alla  prima  notizia, 
tutti  i  complici  che  riesce  ad  avere  nelle  mani, 
3-11. 
1379  dicembre  18  -  Viene  preso,  mentre  tenta  di  fuggire, 
Lorenzo  di  Giovanni  detto  Nencio  Cecco,  che 
rivela  tutte  le  fila  della  congiura  ed  i  nomi  di 
tutti  gli  implicati  in  essa,  355,  1-15. 
1379  dicembre  19  -  Levatosi  in  armi  a  tali  nuove 
tutto  il  popolo,  vengono  posti  a  capo  dei  cit- 
tidini  armati,  a  presidio  della  c.  e  del  palazzo 
della  Signoria,  due  deirArti  maggiori  e  due 
delle  minori,  355,  15-27  ;  e  mentre  dagli  Otto 
della  Guardia  si  sguinzagliano,  alla  ricerca  dei 
complici  e  dei  sospetti,  sicuri  agenti,  che  ia  breve 
riescono  a  prendere  Piero  di  Filippo  degli  Al- 
bizzi,  Cipriano  di  Lippozzo  Mangioni,  Bartolo 
di  Giacomo  Siminetti,  Filippo  di  Biagio  degli 
Strozzi,  consegnandoli  al  Capitano,  Donato  e 
Bartolomeo  de'  Barbadori  che  consegnano  al- 
TEsecutore,    Carlo   Mangioni,    Lorenzo   di   Gio- 


vanni   e   Fraacesco   di   Simone   che   alBdano   al 
Podesta,  tutti  noti  confinati  di  famiglie  ricche  e 
poteati  rientrati  furtivamente  in  c.,  355,  29-41  ; 
,7'356  12-15,  vengono  inviate  forze  verso  il  Mu- 
gello  contro  la  Brigata  di  Carlo  di  Durazzo,  che 
si  diceva  stesse  per  venire    da  Bologaa  in  aiuto 
dei  congiurati,  vengono  spediti  messi     ai    Bolo- 
gaesi,  affinchfe  impediscano     la     partenza  della 
detta  brigata,  e  vengono,    infine,    richiesti    gli 
aiuti    degli   alleati   e    degli   amici,    356,   7-12, 
31-37. 
1379  dicembre  20  -  H  Capitano  (aelle  cui  prigioni  si  tro- 
vavano  rinchiusi  i  surricordati  nobili  a    lui  coa- 
segnati  e   Giovanni  di    Piero  Anselmi,  di  fami- 
glia  anch'esso  molto  nota,  preso  per  altre   ra- 
gioni  prima  della  scoperta    della     congiura  ma 
sospetto  come  gli  altri  di  complicit^  nella  me- 
desima),   356,    37-40  ;  357,    1-2,  proceduto    su- 
bito  airesame    dei    detenuti,  dichiara    agli  ar- 
tieri  ed   alle    Capitudini,    che    reclamavaao    la 
loro  condanna,  di  aon  poterli  condaanare  perchfe 
non  li  trovava  colpevoli ;    ma  poich^  il  popolo 
minaccia  di  fare  esso    stesso  giustizia  col  fuoco 
e  con  la    spada,  se  essa  non  viene  fatta    al   piii 
presto  come  si  deve,  2-19  ;  il  Capitaao,  per  isca- 
rico  di  s6,  decide  di  sottoporre  questi  alla  prova 
della  tortura,  25-30. 
1379  dicembre  21  -  Veagoao  fatti  decapitare  per  tur- 
bazioae  di  Stato,     in    seguito    alle    confessioai 
fatte   duraate   i    tormeati    della    tortura,  Carlo 
Maagioni,  Lorenzo  di  Giovanni  e   Fraacesco  di 
Simoae  dal  Podesti  e  dal  Capitano,  poi,  nel  cortile 
del  proprio  palazzo,  Giovanni  Anselmi  e  Filippo 
Strozzi,  mentre  la  folla  urla  furente  "  agli  altri 
agli  altri  ,„  357,  29-44  ;  258,   1-28  ;  ma  poichfe 
il  Capitano  coatinua  a  ripetere  che  egli  aon  ha 
trovato  per  quesfaltri  ragioni,  per  poterli  man- 
dare  a  morte,  ed  U  popolo  si  fa  sempre  piil  mi- 
naccioso,   i   detenuti,   di   cui   si   reclamava   cosl 
fortemente  la  testa,  terrorizzati  per  loro  e  per 
le  loro  famiglie,  decidono  di  finirla  e,  di  comune 
accordo,   fatto   chiamare  il   Capitano,  si  dichia- 
rano  senz'altro  rei  d'aver    tramato    contro    lo 
Stato  chi    con    uno   chi    con   un    altro,     33-42 ; 
359,  1-7. 
1379  dicembre  22  -  In  conseguenza  di  questa  confes- 
sioae,    avendo    i    Priori,    richiesti   dal   Capitano 
sul  da  fare,  risposto  di  non  potersi  ingerire  di 
cose  aon  di  loro  competeaza,  i    surricordati   Ci- 
priano   di  Lippozzo  Mangioni,  Bartolo  Siminetti 
e  Pietro  di  Filippo   degli  Albizzi  vengono  fatti 
decapitare,  non  senza  per6  che  essi  continuassero 
a  protestare   con   forza,  siao  airestremo   colpo, 
la   loro   completa   innocenza,  359,     7-20  ;    aello 
stesso  tempo,  poi,  viene    fatto    decapitare    dal- 
TEsecutore,    nonostante    le  sue  dichiarazioni  di 
costante  fedelti  al    Comune,    Donato   de'    Bar- 
badori   che    nel  passato   aveva,   come    dice    lo 
Stefani,  tanto  benemeritato  della  c,  22-44  ;  360, 
1-6  ;  dopo  di  che  il  popolo,  riteauto  ormai  fatta 


Tomo  XXX,  p.  I  —  43. 


'676 


INDrCE    CRONOLOGICO  [AA.  1379  dicembr«  24.1380  mascio  4-16] 


la  giustizia,  depone  le  armi  e  ritorna  calmo  al 
lavoro  riaprendo  le  botteghe,  8-8. 
1379  dicembre  24  -  Vengono  fatti  decapitare,  per  com- 
pliciti  nella  stessa  congiura,  altri  cinque  citta- 
dini,  tra  i  quali  il  surricordato  Nencio  Cecco,  dal 
Capitano,  e  gli  altri  quattro,  infine,  dal  Podesti,  1380 
360,  29-34  ;  361,  l-S. 

1379  dicembre    -    Dai    quattro    cittadini,    che    erano 

stati  nei  giorni  passati  a  capo  degli  armati,  viene  1380 
riferito  ai  Priori  il  mormorio  ed  il  timore  del 
Popolo  che  dalla  borsa  dei  nuovi  Priori  e  Gonfa- 
lonieri  non  venga  tratto  qualche  parente  o  con- 
sorte  dei  giustiziati,  che  metta  nuovamente  in 
pericolo  la  c,  e  vengono  quindi  dagli  stessi 
proposte  alcune  modifiche  al  riguardo,  ma,  por- 
tata  la  questione  in  Consiglio  si  decide  invece 
concordemente  di  non  fare  alcuna  innovazione  e 
di  continuare  Testrazione  dei  suddetti  nel  modo 
usato,  361,   15-44.  1380 

1380  gennaio  (1379  st.    fior.).   -  I  nuovi  Priori  entrati 

in   carica   col   primo   gennaio,   per   riportare   la 

concordia  negli  animi  turbati,   si  riuniscono,   a 

seguito  di  proposte  d'un  Consiglio  di  Richiesti, 

coi    Gonfalonieri,    con    i    Dodici    buoni    uomini, 

coi  Capitani  di  Parte,  coi  Dieci  di  Libertk  e  con       1380 

due  rappresentanti  d'ogni  Arte  e,  dopo  lunghi 

dibattiti,   prendono   insieme   varie   deliberazioni 

che  vengono  poi  pienamente  approvate  e  con- 

fermate  dal  Consiglio  del  Comune  e  da  quello 

del  Popolo,  362,    10-38  ;  363.    1-42  ;  364,  3-35. 

1380  gennaio  [1379  st.  fior.)  -  Giunge  in  Firenze  ono- 
revolmente  accolto  il  card.  Agapito  Colonna, 
Legato  d'Urbano  VI,  per  tentare  d'indurre  i 
Fiorentini  a  stringere  lega  col  pp.  ma  ne  riparte 
poco  dopo  senza  aver  nulla  concluso,  364,  36-41. 

*1380  gennaio  {1379  st.  fior.)  -  Vengono  condannati 
dal  Capitano  negli  averi  e  nelle  persone  tutti  gli 
sbanditi,  i  confinati  ed  i  fuorusciti,  che,  neiri- 
struttoria  del  processo  per  congiure  contro  lo 
Stato,  erano  risultati  in  esse  in  qualche  modo  1380 
implicati,  365,  3-46  ;  366,  1-6. 

MSO  febbraio  {i379  st.  fior.)  -  Giunta  notizia  in  Fi- 
renze  che  la  Compagnia  di  S.  Giorgio  (cui  s'erano 
uniti  con  le  loro  genti,  Giannotto,  siniscalco  di 
Carlo  di  Durazzo,  comandante  della  nota  bri- 
gata  accampata  in  Bologna,  di  cui  tanto  s'era 
parlato  durante  gli  ultimi  processi  per  congiure  1380 
contro  lo  Stato,  e  Guglielmo  Filibach)  si  trovava 
nel  territorio  senese  e  minacciava  di  venire  contro 
Firenze,  nonostante  gli  impegni  che  essa  aveva 
presi  col  Comune  fiorentino,  viene  mandato  pr.  1380 
di  questo  il  cronista  Stefani  per  richiamare  ad 
essa  i  patti  e  per  cercare  di  riconfermarli  per 
altri   due   anni,   366,   11-18,28-39;    367,   34-40. 

ISBO  marzo  20  {1379  st.  fior.)  -  Torna  ir  Firerze  lo  1380 
Stefani  che,  dopo  aver  riferito  ai  Priori,  cosi  le 
dichiarazioci  amichevoli,  fatte  dai  comandanti 
della  Compagnia  di  S.  Giorgio  e  da  Giannotto, 
come  le  informaziori  da  lui  raccolte  segreta- 
mente,  iDtorno  alle  loro  vere  intenzioni  ed  in-       1380 


tomo  a'  gran  numero  di  sbanditi  fiorentini  cl 
si    raccoglievano    sotto    la    bandiera    del    detu. 
Giannotto,  viene  rinviato  il  giomo  stesso  pr.  1 
suddetti   per  cercare  di  venire   con   essi   ad   a' 
cordi,   368,  11-29. 

marzo  23  (1379  st.  fior.)  -  Viene  mandato  pr.  il 
pred.  Stefani,  come  compagno  per  la  missione 
affidatagli,  Bettino  Covoni,  368,  30-31. 

marzo  26  -  La  Compagnia  di  S.  Giorgio  e  le  brigai 
di  Giannotto  e  di  Filibach,  protraendosi  anco: 
le  trattative  con  i  rappresentanti  del  Comui' 
fiorentino  senza  conclusione  (per  le  pretese  deli 
stesso   Giannotto   che   voleva   venissero   senz'a: 
tro  riammessi  in  Firenze  tutti  gli  sbanditi)  e 
sendo  ormai  concluso  Taccordo  coi  Pisani  e  c 
Senesi,  partono  da  Siena  e  maovono  alla  volt 
di  Firenze  accampandosi  in  Val  di  Strova,  368, 
34-42  ;  369,    1-2, 

marzo  31  -  Gli  stessi  levano  il  campo  da  \'. 
di  Strova  ed  entrano  nel  territorio  fiorentir 
dichiarandosi  amici,  nonostante  i  fatci  mostra- 
sero  proprio  il  contrario,  e  pongono  le  loro  teni: 
a  Tavernelle,  a  quattordici  miglia  da  Firenzi 
369,  5-11. 

aprile  1  -  Gli  stessi  riprendono  la  via,  e,   sacche: 
giando  e  devastando  per  dove  passano,  ment: 
la  Compagnia  di  S.  Giorgio  va  ad  accamparsi 
Quarantola  ed  a  Schizzano,  a  dodici  miglia  da  1  : 
renze,  la  brigata  di  Giannotto,  che  ha  con  sh  sban- 
diti  e  fuoru.sciti  fiorentini  in  gran  numero,  s'a 
campa  invece  a  Carcheri,  a  nove  miglia  da  Firen.: 
stessa,  369,  15-20  di  qua,  poi,  il  pred,,  dopo  aver 
assicurato    i    due    ambasc.    fiorentini,    venuti   a 
lamentare   i   danni   fatti  nel   contado   dalle  sae 
milizie,    che    avrebbe    fatto  giustizia  sui  colpe- 
voli.  fiducioso  nelle  promesse  fattegli  dai  fuoru- 
sciti,  tenta  coi  suoi  di  spingersi  verso  la  c.  ma 
viene  ncacciato  e  battuto  dal  Conte  Averardo 
accorso  con  le  sue  lance  da  Malmantile,  19-25. 

aprile  2  -  Giannotto,  nonostante  gli  impegni  che 
si  diceva  avesse  contratto  con  gli  sbanditi  e  con 
i  fuorusciti  fiorentini,  si  ritira  e  riesce  cosl  a 
sfuggire  al  nuovo  attacco  che  il  conte  Averardo 
stava  preparando,  dirigendosi  prima  verso  Em- 
poli  e  poi  a  Lucca,  che  viene  con  lui  e  con  la 
Compagnia  a  patti.  369,  25-42  ;  370,  1-2. 

aprile  -  Vengono  condannati  come  ribelli  tutti 
gli  sbanditi  e  fuorusciti  fiorentini  che  erano  ve- 
nuti  cop  Giannotto  nel  contado  a  danneggiare  il 
territorio  della  Patria,  370,  19-45  ;  371,  1-10. 

aprile  3  -  Giunge  in  Firenze  Giovanri  Acuto, 
eletlo  dai  Fmrentini  capitano  di  gnerra,  con 
larga  provvigione  che  ron  riesce  a  tutti  gradita, 
371,   39-45. 

aprile  10  -  Giannotto,  fallite  le  speranze  riposte 
negli  sbandi*i,  tenta  di  riprendere  col  Comane 
fiorentino  le  trattative  per  un  accordo,  inviando 
due  suoi  messi,  ma  qiesti  ripartono  pero  poco 
dopo  senza  aver  nuPa  ottenuto,  372,  3-6. 

maggio  4-16  -  Esposto  dai  nuovi  Priori,  in  un  Cod- 


[A.  1380  maggio  IS.ottobre  7] 


INDICE  CRONOLOGICO 


671 


siglio  di  Richiesti,  il  bisogno  di  denaro  in  cai  si 
trova  il  Comune,  si  decide  concordemente  dopo 
lunghi  dibattiti  di  verdere,  neirinteresse  del  Co- 
mune  stesso,  i  beni  degli  sbanditi  condannati 
neiravere  nella  persona,  incaricando  per  questa 
incombenza  otto  ufficiali,  con  balia  di  poter 
anche  costringere  i  cittadini  a  ricomprare,  se- 
condo  le  proprie  possibilita,  i  detti  beni,  e  si  d^ 
facolti  ai  Priori  e  Collegi  di  nominare  senz'altro 
i  detti  ufficiali,  372,  20-28. 
1380  maggio  18  -  Vengono  eletti  gli  otto  ufficiali  sur- 
ricordati  con  micaccia  di  gravi  pene  qualora  non 
accettassero  la  nomina,  372,  29-40. 

1380  -  Viene  condannato  come  ribelle,  insieme  ai  suoi 
complici,  Alberto  dei  conti  di  Bruscoli,  per  aver 
ucciso,  in  Bruscoli  stesso,  per  dissidi  di  fami- 
glia,  il  fratello  Francesco  e  ferito  gravemente 
il  fratello  Antonio  ed  altri  parenti,  373,  2-42. 

1380  gingno  12  -  Vengono  emanati  prowedimenti  per 
facilitare  la  restituzione,  promessa  alla  Chiesa 
ael  trattato  di  pace,  dei  beni  dei  chierici,  tolti 
e  venduti  dal  Comune  al  tempo  della  guerra  con 
la  Chiesa  stessa,  e  vengono  nel  medesimo  tempo 
poi  minacciate  gravi  pene  ai  preti  che  negassero 
i  sacramenti  a  quelli  che  avevano  comprato  i 
detti  beni,  374,  3-17. 

1380  giugno  23  -  Passa  per  Firenze,  fermandosi  qualche 
giomo  pr.  i  frati  deUa  Certosa,  i]  Card.  Fiesco  di 
Genova,  374,  19-25. 

1380  luglio  -  Giunge  in  Italia  con  cinquemila  Ungheri, 
fermandosi  alcuni  giorni  a  Rimini,  Carlo  della 
Pace  (piii  comunemente  noto  col  nome  di  Carlo 
di  Durazzo),  cui  il  re  d'Ungheria  aveva  ceduto 
i  suoi  diritti  sul  reame  di  Puglia,  invitato  a 
Roma  da  Urbano  VI  per  essere  incoronato  e  per 
muovere  poi  contro  la  regina  Giovanna  alla  con- 
quista  del  regno,  375,  3-36. 

1380  luglio  -  Tomano  in  Firenze  gli  ambasc.  inviati 
neiraprile  pr.  il  Re  d'Ungheria  e  pr.  il  predetto 
Carlo,  per  dolersi  dei  danni,  arrecati  nel  territo- 
rio  fiorentino  da  Giannotto,  siniscalco  di  esso 
Carlo,  con  la  sua  brigata,  i  quali  riferiscono  il 
rammarico  del  Re,  e  di  Carlo  stesso,  per  questo 
fatto,  e  le  loro  assicurazioni  per  ravvenire,  375, 
40-41  ;  376,  1-15. 

13801uglio  18-Giunge  in  Firenze  il  vescovo  di  Giava- 
rino  (I)  inviato  dal  Re  d'Ungheria  e  dal  pred. 
Carlo,  per  chiedere  al  Comune  la  conclusione  di 
«na  lega  contro  la  regina  Giovanna  ed  un  prestito 
per  la  guerra  contro  la  regina  stessa,  ma  non  ot- 
tiene  altro  che  buone  parole  e  vaghe  promesse, 
376,    18-34. 

1380  luglio  -  viene  inviato  a  Bologna  il  cronista  Stefani 
per  chiedere  ai  Bolognesi  la  loro  adesione  alla 
lega  allora  stretta  dai  Fiorentini  coi  Senesi,  Pi- 
sani  e  Lucchesi,  376  36-40  ;  377,  1-4. 

1380  agosto  -  Vengono  emanate  severe  leggi  per  repri- 
mere  lo  spaventoso  dilagare  nella  c,  e  nel  con- 
tado  dei  reati  di  sangue,  377,  T-26. 

1380  agocto  -  Si  spargono  per  Firenze  voci  di  trarae  e  di 


preparativi  di  bandiere  da  parte  degli  sbanditi 
e  dei  Ciompi,  per  porre,  secondo  le  voci  stesse, 
a  capo  della  c.  Carlo  della  Pace,  377,  29-36. 

*1380  -  Giunge  in  Firenze  la  notizia  della  morte  avve- 
nuta  in  Roma  di  Caterina  da  Siena  e  dei  mira- 
coli  da  lei  fatti  in  questa  c,  378,  2-4. 

1380  agosto  -  Vengono  inviati  a  Rimini  pr.  Carlo  della 
Pace  ambasc.  del  Comune  e  della  Parte  guelfa 
con  ricchi  doni  che  non  vengono  per6  da  Carlo 
punto  accettati,  378,   6-14. 

1380  agosto  -  Per  accrescere  Tentrate  del  Comune  ven- 
gono  poste  alcune  gabe'Ie  sulla  mercanzia,  sui 
buoi  e  suirolio,  ma  per  i  lamenti  degli  interes- 
sati,  poi,  quella  sulla  mercanzia  viene  presto 
levata,  378,   15-23. 

1380  agosto  -  Carlo  della  Pace  parte  da  Rimini  e  va  a 
Gubbio  dove  entra  da  Signore,  favorito  dal  Ve- 
scovo  della  stessa  c.  della  casa  Gabrielli,  378, 
25-31. 

1380  settembre  -  Lo  stesso,  fallito  il  tentativo  di  poter 
avere  nelle  sue  mani  anche  Citt^  di  Castello 
muove  verso  Arezzo  dove,  per  gli  aiuti  a  lui 
dati  dai  Boscoli,  entra  cononori  reali,  378,  31-34. 

1380  settembre  14  -  Viene  ucciso  in  Arezzo  da  Tomma- 
sino  da  Panzano,  dal  figlio  di  Bemando  Becca- 
nugi,  detto  Moscone,  noti  sbanditi  fiorentini,  e  da 
Bartolomeo  da  Prato,  Giovanni  di  Mone,  ambasc. 
del  Comune  di  Firenze  pr.  gli  Aretini,  379,  2-12. 

1380  settembre  20  -  Per  rorrore  suscitato  da  questo  de- 
litto  si  decreta  dal  Comune  fiorentino  di  ritenere 
come  ribelli  tutti  i  consorti  degli  assassini  se  que- 
sti  entro  Tanno  non  venissero  da  loro  uccisi  o 
fatti  uccidere,  e  si  delibera  inoltre  di  abbattere 
senz'aItro  le  case  di  Bemardo  Beccanugi,  padre 
del  Moscone,  e  quelle  di  Luca  da  Panzano,  zio  di 
Tommasino,  379,  13-15,  17-20. 

1380  settembre  24-29  -  Partitosi  Carlo  della  Pace  da 
Arezzo  coi  suoi  Ungheri  e  venuto,  dopo  qualche 
tappa  nel  territorio  senese,  ad  accamparsi  nel 
contado  fiorentino,  facendo  scorrerie  su  Staggia 
e  Poggibonsi  e  venendo  piil  volte  a  contatto  con 
le  genti  deU'Acuto,  capitano  dei  Fiorentini, 
dal  Comane  di  Firenze,  mentre  si  chiedono  in 
fretta  gli  aiati  degli  aUeati,  vengono  mandati  a 
lui  ambasc.  per  venire  ad  aceordi ;  i  quali  comin- 
ciano  col  fare  intanto  con  lo  stesso  una  tregua 
di  cinque  giorni,  379,  25-37  ;  380,  l-lO. 

1380  settembre  30  -  Giungono  in  Firenze  gli  ambasc. 
di  Carlo  deUa  Pace,  380.  14-17. 

1380  ottobre  —  Riferite  da  questi  le  dichiarazioni  e  le 
richieste  di  Carlo,  vengono  nominati  speciali  de- 
legati  che.  insieme  agli  ambasc  gii  inviati  pr. 
Carlo  stesso,  dovessero  cercare  con  i  rappresen- 
tanti  di  questo  le  vie  per  un  accordo,  impe- 
gnandosi  intanto  tutti  reciprocamente  che  nes- 
sun  atto  ostile  venisse  in  alcun  modo  fatto  daUe, 
parti  durante  le  trattative,  380,  20-38. 
1380  ottobre  7  -  Si  concludono  fra  le  due  parti  gU  ac- 
cordi  e  si  definiscono  gli  impegni  reciproci,  380 
39-43  ;  381,  1-10. 


672 


INDICE   CRONOLOGICO        |AA.  1380  ottobr*  9-10-1381  ottobre) 


1380  ottobre  9-10  -  Oli  ambasc.  di  Carln  e  r|uelli  dcl 
Comune  fiorentino  si  portano  nel  campo  di  Carlo, 
il  quale  firtna  e  sanziona  cod  gli  accordi  suddetti 
e  ritira  nello  stesso  tempo  dal  cronista  Stefani, 
espressamente  inviato  dal  Comune  per  il  versa- 
mento,  la  prima  rata  dei  quarantamila  fiorini 
promessigli  nei  patti  a  titolo  di  prestito,  381, 
13-16. 

1380  ottobre  IMl  -  Mentre  gli  Ungheri  si  partono  da 
Carlo  e  vengono  come  amici  a  Poggibonsi  e  di 
qua,  dopo  ricevuto  il  denaro  pattuito,  si  di- 
rigono  verso  la  Val  d'Elsa,  Carlo  ritorna  at- 
traverso  il  Chianti  in   Arezzo,  381,    17-26. 

1380  ottobre  11«12  -  II  Comune  fiorentino,  libero  ormai 
dalle  preoccupazioni  esterne,  toma  ad  occuparsi 
dei  problemi  irterni  e  prende  dragoniane  mi- 
s  ire  coptro  i  ribeUi,  ponendo,  a  libera  ed  insirda- 
cabile  disposizione  degli  Otto  delia  Guerra, 
diecimila  fiorini  per  il  loro  sterminio,  381,  29-33. 

1380  ottobre  20  -  Si  ri^ersa  sj  Firenze  e  sul  contado 
uno  spa\entoso  diluvio  a  cui  segaono  inondazioni 
con  ni^merose  vittime  ed  immen>i  danni  nella  c. 
e  nelle  campagne,  381,  o6-40  ;  382,  1-19. 

1380  ottobre  26-27  -  Per  volonta  degli  artefici  minori, 
che,  per  la  loro  forza  numerica,  riescono  sem- 
prc  a  far  prevalere  i  loro  interessi  sugli  altri, 
viene  deciso  di  disfare  tutte  le  monete  di  rame 
per  far  diminuire  il  valore  del  fiormo,  382,  20-40. 

1380  novembre  -  Gli  Ungheri  che,  partiti  da  Carlo, 
erano  stati  assoldati  pei  Genovesi  da  Baldas- 
sarre  Spinoli,  impediti  d'entrare  nel  territorio 
della  Repubblica  dalle  genti  di  Bernab6  Visconti, 
vengono  nuovamente  in  qdello  fiorentino,  per 
tornarsene  poi  di  qua  in  Ungheria,  e,  dato  dal 
Comune  il  passo  attraverso  TAlpi  di  Pistoia, 
riprendono  la  via  alla  volta  della  patria,  383, 
22-39. 

1380  novembre  -  Essendosi  largamente  diffuso,  pr. 
le  famiglie  fioreutine  di  grande  casato,  Tuso  di 
andare  a  stabilirsi  in  campagna  nelle  ville,  sia 
per  lo  sdegno  degli  uffici  perduti,  comeper  ra- 
gioni  economiche,  viene  emanato  dal  Comune 
ua  ordine  che  ingiunge  a  tutti  di  tornare  ad 
abitare   in    c,    384,    13-25. 

13M  dicembre  7  -  Viene  abrogata,  dopo  lunghi  ed 
animati  dibattiti,  la  legge  che  assegnava  la  pena 
di  morte  a  chi  avesse  osato  far  proposte  sull'inte- 
resse  e  sul  capitale  depositato  dai  cittadini  pr. 
il  Monte,  384,  28-39  ;  385,   1-8. 

1380  dicembre  12  —  Viene  presentata  ed  approvata 
una  proposta  di  legge  che  riduce  Tinteresse 
sui  depositi  del  detto  Monte  dal  15  al  5  %,  al- 
leviando  cosi  il  Comune  fiorentino  di  un  notevole 
carico,  ma  siiscitando  per6  grande  malumore 
tra  i  numerosi  creditori  di  esso  Monte,  385,  8 
17  ;  contemporaneamente  poi  viene  riformata 
anche  la  legge  sulI'Estimo,  20-30. 

1380  dicembre  -  Per  togliere  deplorevoli  abusi  si  deli- 
bera  che  nessua  cittadino  possa  piii  mangiare 
nella  tavola  dei  Priori.  385,   31-40. 


1380  dicembre  -  Vicnc  ducrctato  dai  Priori  che  gli  Uf- 
ficiaji  incaricati  della  vendita  dei  beni  dei  con- 
dannati  possano  disporre  e  cancellare  anche  il  de- 
naro  dai  medesimi  depositato  pr.  il  Monte,  e 
vengono  eletti  contemporaneamente  dai  detti 
Priori  otto  nuovi  ufficiali  per  la  vendita  dei  beni 
suddetti  con  piii  ampia  balia  dei  predecessori, 
386,    3-11. 

1380  dicembre    -    L'Arte  della    Lana    viene  a  contra- 

sto  con  quella  dei  Tintori  che,  forte  del  suo  nu- 
mero,  riesce  ad  imporre  la  sua  volonti,  386, 21-38. 

1381  febbraio  6    {13S0   st.  fior.)    -  Vengono    fatti   pren- 

dere  e  decapitare,  dal  Capitano,  Bartolo  di  Ric- 
cardo  e  Salvi  Pagni  per  trame  contro  lo  Stato 
ordite  coi  Ciompi  di  Bologna  e  di  Siena,  387, 
1-18. 

1381  {1380  st.  fior.)  ~  Viene  ucciso  in  Siena  dal  cu- 
gino,  Giovanni  di  Luca  da  Panzano,  Tomma- 
sino  da  Panzano,  noto  ribelle  fiorentino  ucci- 
sore  di  Tommaso  di  Mone,  387,  2-28. 

1381  (1380  st.  fior.)  -  Giunge  notizia  in  Firenze  che  s'era 
tentato  in  Roma  d'avvelenare  Lapo  di  Casti- 
glionchio,  387.  28-35. 

1381  febbraio  16  {13S0  st.  fior.)  -  Vengono  presi  e  fatti 
decapitare  dal  Capitano  cinque  abitanti  di  La- 
terina,  accusati  di  aver  trattato  con  emissari 
dei  Boscoli  per  fare  entrare  nel  detto  castello 
genti  aretine,  388,  5-27. 

•1381  aprile  -  Vengono  date  alle  fiamme  e  distrutte  al- 
cune  lettere  inviate  dal  noto  ribelle,  Mariano  di 
Lando  degli  Albizzi,  sul  cui  conteauto  s'era 
fatto  un  gran  parlare  nei  giorni  precedenti, 
calmando  cosi  un  poco  il  mormorio  del  popolo 
e  le  ire  delle  sette  contrastanti,  388,  31-42  ;  389, 
1-12. 

1381  luglio  -  Vengono  eletti  ed  inviati,  pr.  Timperatore 
Venceslao,  gli  ambasc,  tra  cui  lo  Stefani,  in  ri- 
sposta  agli  altri  da  lui  mandati  al  Comune  di 
Firenze  tre  anni  prima,  389,  32,  39  ;  390,  1-2, 
cf.  "CXVII,   10-23,,. 

*1381  luglio  -  Giungono  in  Firenze  lettere  di  Carlo  della 
Pace  che  annunciano  la  conquista  e  roccupa- 
zione  del  reame  di  Paglia  e  Timprigionamento 
della  regina  Giovanna  e  dei  suoi  consiglieri,  390, 
3-9  ;  del  che  si  fa  in  generale  dai  Fiorentini 
grande  allegrezza  e  si  decide  d'inviare  per  Vin- 
coronazione  della  regina  Margherita,  moglie 
di  esso  Carlo,  una  solenne  ambasciata,  9-24. 

*1381  ottobre  -  Scopertosi  che  certuni,  sdegnati  per  la 
riammissione  degU  ammoniti  negli  uffici,  an- 
davano  intorno  minacciando  e  tramando  con- 
tro  lo  Stato,  vengono  fatti  prendere  a  condan- 
nare  alcuni  alla  decapitazione  altri  al  confine, 
392,  25-37. 

*1381  ottobre  -  Dietro  proposta  di  alcuni,  che  ritene- 
vano  non  essere  stati  puniti  tntti  gli  implicati 
nelle  dette  trame,  viene  data  baha  ai  Priori, 
ai  Gonfalonieri,  ai  Dodici  buoni  uomini,  ai  Ca- 
pitani  di  Parte  guelfa,  ai  Dieci  di  Liberti  ed  ai 
Nove  delle  Mercatanzia  di  poter  fare  dei  Grandi 


[AA.  1381  ouobre.1382  febbraio  15]        INDICE    CRONOLOGICO 


673 


e  di  poter  escludere  dagli  uffici  quelli  che 
a  loro  paresse.  392,  1-8 
*1381  ottobre  -  Dal  Consiglio  di  balia  pred.  vien  fatto 
dei  Grandi  Lapo  di  Vanni  Rucellai  e  vengono 
esclusi  dagli  uffici,  per  dieci  anni,  i  figli,  i  padri 
ed  i  fratelli  dei  condannati  come  ribelli  negli  1382 
ultimi  tre  anni,  392,   9-18. 

1381  dicembre  -    Spadroneggiano    spavaldamente,    con 

il  loro  numeroso  seguito  di  gregari  sulla  vita  pub- 
blica  fiorentina,  Tommaso  degli  Strozzi  e  Gior- 
gio  degli  Scali,  uniti  in  ibrido  connubio  cogli  in- 
fimi  popolani,  Simone  di  Biagio,  corazzaio,  1382 
Feo  di  Piero,  corazzaio,  e  Jacopo  Scatizza,  ci- 
matore,   392,    19-30. 

1382  gennaio  8  {13S1    st.    fior.)  -  In    seguito  a  richiesta 

dei  Priori,  viene  fatto  prendere  dal  Capitano 
il  detto  Jacopo  Scatizza  per  alcuni  acccrta- 
menti  a   suo   riguardo,   392,    33-36.  1382 

1382  gennaio  13  {ijSz  st.  ftor.)  -  Tolto  dalle  mani  del 
Capitano,  ad  opera  della  surricordata  setta,  Ja- 
copo  Scatizza,  che  durante  ristruttoria  aveva 
confessato  le  sue  malefatta  e  quelle  dei  suoi,  dal 
Capitano  stesso,  rianimato  dalle  Arti  accorse 
in  suo  ainto,  vien  fatto  prendere  Giorgio  degli 
Scali,  uno  dei  capi  della  setta  stessa,  che,  men- 
tre  il  popolo  si  leva  in  armi  per  scuotersi  di  dosso 
rincombente  sua  tirannia,  vien  fatto  senz'aItro 
decapitare,  392,   36-39  ;  393,   1-16.  1382 

1382  gennaio  {13S1  st.  fior.)  -  Viene  ucciso  dalla  folla 
a  sassate,  mentre  tenta  di  fuggire  da  Firenze, 
Siraone  di  Biagio  con  il  figlio,  membri  attivis- 
simi  della  detta  setta  e  vengono  dalla  stessa 
folla  presi,  e  consegnati  al  Capitano,  Donato  del 
Ricco  e  Feo  di  Piero,  altri  attivi  membri  della 
medesima,  mentre  cercavano  anch'essi  di  nascon-  1382 
dersi  e  fuggire,  393,   13-24. 

1382  gennaio  21  {1331  st.  fior.)  -  Mentre  i  due  predetti 
vengono  fatti  decapitare  dal  Capitano  nel  cor- 
tile  del  suo  palazzo,  improwisamente  comincia 
alevarsiperla  c.  il  grido  di  "  Viva  Parte  guelfa,,, 
ed  i  Grandi  ed  i  Popolani,  levatisi  in  armi,  si  ri- 
versano  in  gran  numero  da  ogni  via  sulla  piaz- 
za,  393,  19-27  :  fattosi  allora  suonare  a  parla- 
mento,  dal  popolo  adunato  viene  data  piena  1382 
balia  ai  Priori  e  CoIIegi,  ai  Gonfalonieri,  ai  Do- 
dici  buoni  uomini,  agli  Otto  della  Guardia,  a  sei 
Capitani  della  Parte,  a  due  dei  Nove  della  Mer- 
catanzia,  a  due  dei  Dieci  di  Liberta  ed  a  cinqua- 
tadue  altri  cittadini  di  riformare  e  riordinare, 
entro  il  cinque  febbraio  il  governo  della  c.  come  1382 
a  loro  piacesse,  27-32  ;  dopo  di  che  gli  adunati 
si  spargono  per  le  vie  inneggiando  alla  Parte 
ed  alle  Arti  e  restando  sino  a  sera  in  servizio  di 
guardia,    32-35. 

1382  gennaio  22  (13^1  st.  fior.)  -  Radunatisi  quindi 
insieme  i  detti  componenti  della  Balia,  delibe- 
rano  prima  di  ogni  altro  che  tutti  i  confinati 
e  gli  esclusi  dagli  uffici,  dairri  giugno  1378  al 
22  gennaio  1382,  ritomino  nel  pristino  stato 
in  cui  erano  prima  della  condanna  ;  che  tutti  gli 


sbanditi  per  ragioni  politich ;  tornino  liberi  re- 
stando  per6  fuori  della  c.  per  tutto  il  mese  di 
febbraio,  e  che  le  due  Arti  minori  dei  Farsettai 
e  dei  Tintori,  infine,  vengano  senz'altro  sop- 
presse,   397,    3-21. 

gennaio  24  {13SZ  st.  fior.)  -  I.e  quattordici  Arti 
minori,  sobillate  dalle  due  soppresse,  scendono 
in  Piazza  armate  contro  quclli  della  Balia,  ma 
vengono  subitamente  ricacciate  e  disperse  dalle 
genti  dei  Rettori  e  dei  Gonfalonieri,  accorse  a 
difesa,   397,  23-38. 

gennaio  24-25  {z^Sz  st.  fior.)  -  I  predetti  della  Ba- 
blia,  sedati  i  tumulti,  riprendono  i  loi-o  lavori  ed, 
annuUate  e  bruciate  le  borse  gia  pronte  del  Prio- 
rato  e  degli  altri  Uffici,  fanno  una  nuova  distri- 
buzione  e  ripartizione  fra  le  varie  Arti  di  tutte 
queste  cariche,  397,   41  ;  398,   1-10. 

gcnnaio  24-31  (rjSj  st.  fior.)  —  II  contado  di  Firenze 
viene  improvvisamente  invaso  e  danneggiato 
dalle  mUizie  di  ventura  di  Alberigo  da  Barbiano 
(venute  dal  territorio  d'Arezzo,  ove  si  trovavano 
al  soldo  di  Carlo  di  Durazzo),  le  quali,  approfit- 
tando  della  situazione  interna  della  c,  portano 
via  persone  e  cose,  nonostante  le  forze  molto  mag- 
giori  che  aveva  Ik  a  sua  disposizione  Giovanni 
Acuto,  capitano  di  Guerra  dei  Fiorentini,  398, 
13-39. 

febbraio  {z^Sz  st.  fior.)  -  Gli  sbanditi,  violando  gli 
ordini  loro  imposti  di  restare  fuori  della  c.  per 
tutto  il  mcse  di  febbraio,  rientrano  in  massa 
a  sfogare  il  loro  risentimento  sugli  avversari,  e 
riescono  ad  ottenere  dal  Consiglio  di  balia,  con 
Taiuto  dei  consorti,  persino  di  far  cancellare  tutte 
le  loro  condanne  comunque  riportate,  399,  1-10. 

febbraio  {z^Sz  st.  fior.)  -  A  spingere  sempre  piii  il 
Capitano  ed  il  Podesti  a  fare  nuove  inquisizioni 
e  a  dare  nuove  condanne,  per  allontanare  cosi 
dalla  c.  quei  che  davano  ombra  agli  sbanditi 
rientrati,  viene  data  loro  ampia  balia  sino  al 
16  febbraio  e  viene  inoltre  premiato  lo  zelo,  di- 
mostrato  sino  allora  del  Capitano  nelle  dette 
condanne,  con  doni  speciali  e  con  la  conferma 
delI'Ufficio  per  sei  mesi,  399,  13-31. 

febbraio  {z38Z  sf.  fior.)  -  Vengono  tolti  ai  Grandi 
gli  Ordini  di  Giustizia  e  vengono  restituiti,  poi, 
nel  loro  pristino  stato,  liberi  ed  assoluti  (cosa 
che  lo  Stefani  dichiara  enz'altro  pessima)  tutti 
i  cittadini  che  erano  stati  fatti  dei  Grandi  in  se- 
gaito  a  petizioni,  402,   13-39;  403,   1-13. 

febbraio  15  (rjSr  st.  fior.)  —  Scendono  nuova- 
mei>te  in  piazza  le  famiglie  primarie  di  Firenze 
che,  unite  ai  Grandi  ed  ai  Ciompi,  corrono  ar- 
mati  'a  c.  dietro  la  bandiera  della  Parte  guelfa 
ed,  adunatisi  poi  nel  palazzo  della  Parte  stessa, 
insierae  ai  quattro  rappresentanti  deirUfficio  di 
Balia  inviatiloro  a  seguito  di  espressa  richiesta, 
eleggono  quarantatre  cittadini,  che  essi  volevano 
dovessero  avere,  con  gli  altri  gi4  nominati,  piena 
balia  per  la  riforma  del  govemo,  e  domandano 
la   convocazione   del   parlaraento,    403,    14-28 


674 


INDICE  CRONOLOGICO 


[AA.  1382  febbraio  16.1382] 


aduoato  poi  il  parlamento,  letta  ed  approvata 
la  proposta  e  la  nomina  dei  detti  quarantatre, 
vengono  letti  di  sorpresa  anche  altri  capitoli  e 
proposte,  28-45 ;   404,    1-20 ;   ma,   sciolta   Tadu- 

Pnanza,  il  Notaio  delle  Riforme  ed  il  Canceliiere 
dei  Signori  dichiarano  nulli  i  Capitoli  e  TOrdi- 
nanze  in  questione  perchfe  lette  in  parlamento 
senza  rordine  dei  Signori,  405,  18-34,  mentre, 
da  parte  loro,  i  bdoni  uomini,  i  mercatanti  e  gli 
artefici,  sorpresi  non  solo  per  la  nomina  dei  nuovi 
membri  della  Balia  ma  anche  pel  contenuto  dei 
CapitoH  ed  Ordinanze  suddette,  si  riuniscono 
tra  loro  per  cercare  insieme  il  modo  di  reagire, 
34-3&  ;  406,  1. 
1382  febbraio  16  {13SZ  st.  fior.)  -  Adunatosi  quindi 
il  Consiglio  di  Balia  per  la  ripresa  dei  lavori,  da 
alcuni  dei  suoi  componenti  si  propone  di  cac- 
ciare  senz'a]tro  i  quarantatre  nuovi  membri,  el. 
il  giorno  precedente,  ma  poi  si  decide  concorde- 
mente  invece  di  fare  prima  con  loro  qualche 
cosa  insieme,  406,  1-9  ;  senza  indugio,  quindi, 
si  passa  con  essi  ad  esaminare  ed  a  modificare, 
secondo  le  loro  richieste,  la  ripartizione  degli  Uf- 
fici  ed  a  concordare  insieme  il  modo  per  inden- 
nizzare  gli  sbanditi  dei  beni  loro  tolti  e  poi, 
affidata  tutta  la  balia  dei  detti  quarantatrc  a 
due  soli  di  loro,  scelti  di  comune  accordo,  ven- 
gono  licenziati  tutti  gli  altri,   3-30. 

febbraio  26  {zsSz  st.  fior.)  -  Vengono  estratti 
dalle  borse  i  nomi  dei  nuovi  Priori  che,  contraria- 
mente  a  quanto  avveniva  nel  passato,  sono  que- 
sta  volta  in  gran  parte  d'antiche  famiglie  fio- 
rentine,    406,    33-38. 

marzo  {z^Sz  st.  fior.)  -  Gli  sbanditi  cui  era  stato 
revocato  il  bando,  visto  che  neII'estrazione  e  di- 
stribuzione  degli  Uffici,  fatta  dai  Priori,  v'era 
qualche  ammonito,  si  riuniscono  coi  Ciompi 
a  consiglio  per  accordarsi  sul  da  fare  in  propo- 
sito,  407,  1-6. 

marzo  9  {z^Sz  st.  fior.)  -  I  pred.  escono  a  sera 
in  piazza  armati  e  corrono  la  c.  con  Tinsegna 
della  Parte  guelfa  devastando  e  dando  alle  fiam- 
me  le  case  di  alcuni  noti  ammoniti,  407,  6-12. 

10  marzo  {z^Sz  st.  fior.)  -  Gli  stessi  scendono 
nuovamente  in  piazza  da  dove  poi  muovono, 
crescendo  sempre  pid  di  numero,  verso  Porta  S. 
Giorgio  dove  vengono  raggiunti  dal  Capitano, 
che  viene  con  loro  ad  accordi,  in  base  ai  quali, 
fattosi  suonare  subito  a  parlamento,  essi  leg- 
gono  e  fanno  approvare  da  questo  i  loro  Capi- 
toli  e  le  loro  proposte,  407,  12-45. 
1382  marzo  11  {13SZ  st.  fior.)  -  I  Ciompi,  non  soddi- 
sfatti  ancora,  tornano,  con  alcuni  sbanditi  ar- 
mati  in  piazza,  domandando  la  ricostituzione 
delle  tre  Arti  minori  soppresse,  ma  vengono 
questa  volta  ricacciati  e  dispersi  dai  merca- 
tanti,  dai  Gonfalonieri  e  dal  Capitano  e  ven- 
gono  poi  dal  Podesti  processati  e  condanaati, 
407,  40-42;  408,  1-15. 
1382  marzo  14-16  {zjSj  st.  fior.)  -  Le  Arti  ed   i  buoni 


>1382 


*1382 


►1382 


'1382 


uomini,  indignati  per  le  deliberazioni  prese  dal 
parlamento,  ad  opera  dei  Ciompi  e  degli  sban- 
diti,  tenute  fra  loro  varie  riunioni,  fanno  affi- 
dare  dai  Consigli  ad  un  nuovo  Ufficio,  costi- 
tuito  dai  Priori  e  Ojllegi,  da  un  rappresentante 
d'ogni  Arte  e  da  un  altro  di  ogni  Gonfalone, 
da  due  Ufficiali  della  Guardia,  da  due  dei  Capi- 
tani  della  Parte,  da  due  dei  Sette  della  Merca- 
tanzia  e  da  due,  infine,  dei  Dieci  di  Liberta, 
piena  balia  di  rivedere  e  correggere,  entro  dieci 
giorni,  le  dette  deliberazioni,  408,  16-44  ;  409, 
1-45  :  410.  1-20. 

1382  marzo  -  I  componenti  della  Balia  snddetta,  allo 
scadere  dei  dieci  giorni  loro  assegnati,  fanno 
note  le  loro  decisioni  che  annullano  tutte,  tranne 
qaella  sngli  ammoniti,  le  deliberazioni  prese  dal 
surricordato    parlamento,  410,  22-44  ;  411,   1-25. 

1382  marzo  -  H  Duca  d'Angi6,  reggente  del  regno  di 
Francia,  manda  a  Firenze  ambasc.  per  annunciare 
Tarrivo  in  Italia  di  suo  figlio  Luigi,  in  aiuto 
della  regina  Giovanna  di  Napoli,  e  per  do- 
mandare  quindi  alleanza  ed  aiuti,  cui  i  Fioren- 
tini  rispondono  con  vaghe  parole,  informando 
poi  di  tutto  il  pp.  e  il  re  Carlo,  411,  27-48  ; 
412,    1-7. 

1382  -  Si  riprende  in  Firenze  da  parte  di  alcuni  a  ten- 
tare  ancora  una  volta  di  primeggiare  nella  vita 
cittadina  con  la  baldanza  e  la  violenza,  412, 
10-46  ;    413,   1-44. 

1382  aprile  -  Firenze  viene  messa  piii  volte  in  allarme 
e  subbuglio  da  risse  sanguinose  provocate  dagli 
sbanditi  rientrati,  dai  Ciompi,  e  dagli  ammo- 
niti,   413,    47-48  ;   414,    1-33. 

'^1382  aprile  -  Vengono  mandati  ambasc.  al  re  Carlo 
per  trattare  del  richiamo  della  Compagnia  di 
ventura  accampata  in  Arezzo,  che  continuava 
sotto  la  sua  bandiera,  a  procurare  fastidi  ai  Fio- 
rentini,  414,  36-39. 

*1382  maggio  -  Viene  autorizzato  il  Comune  Fiorentino 
a  cercare  un  prestito  di  ventimila  fiorini  d'oro 
per  poter  cost  restituire  agli  sbanditi  richiamati  i 
beni  loro  tolti,  414,  40-43  ;  415,  1-5. 

*1382  maggio  -  Sparsasi  la  voce  che  i  Ciompi  e  gli  sban- 
diti  rientrati  stavano  ordendo  una  nuova  con- 
giura,  si  corre  dal  popolo  subito  alle  armi  e  dal 
Capitano  vengono  fatti  prendere  certi  degli  indi- 
ziatj,  che  vengono  poi  condannati  alcuni  alla 
decapitazione  altri  al  confine,  415,  8-22. 

♦1382  masgio  -  Giungono  in  Firenze  ambasc.  del  re  Carlo 
per  portar  via  finalmente  da  Arezzo  laCompagnia, 
surricordata,  facendosi  dare,  per  questo,  dal 
Comune   ventiseimila   fiorini,   415,  25-30. 

*1382  giugno  -  Scoppiano  in  Firenze  nuove  risse,  de- 
terminate  da  risentimenti  personali,  che  por- 
tano  a  nuovi  bandi  e  rovine  di  famiglie,  415, 
34-42;    416,    1-15. 

*1382  giugno  -  Vengono  el.  dodici  cittadini  affinchfe 
trovino  il  modo  di  pacificare  la  c,  416,   18-25. 

1382  -  Giungono  in  Firenze  ambasc.  di  Luigi  duca  d'An- 
gi6  per  anaunziare  il  suo  arrivo  in  Italia  in  soc- 


[AA.  1382  agosto  31-tett.  1.1383] 


INDICE  CRONOLOGICO 


675 


corso  della  regina  Giovanna  e  per  presentare  al 
Comune,  nello  stesso  tempo,  le  sue  dichiarazioni 
d'amicizia  e  le  sue  richieste,  416,  39-43  ;  417, 
1-12  ;  in  risposta  di  che,  saputosi  dai  Fiorentini 
che  il  detto  Duca  era  giunto  gia  a  Bologna,  ven- 
gono  mandati  cola  ambasc.  a  fargli  visita  e  prof- 
ferte,  417,   12-19. 

1382  agosto  31-settembre  1  -  Scontenti  certuni  che  i 
Priori  ed  il  Gonfaloniere  di  Giustizia,  estratti 
dalle  borse  il  ventotto  agosto,  fossero  uomini  co- 
muni  e  non  di  nobile  famiglia,  si  comincia  la  sera 
del  31  detto  a  gridare  da  molti  contro  gli  ammo- 
niti  ed  i  GhibeUini  e  contro  Cipriano  degU  Al- 
berti,  che  era  stato  tratto  come  Gonfaloniere, 
ma  la  rivolta  viene  stroncata  sul  nascere  dallo 
stesso  Alberti,  che  esce  coraggiosamente  da  casa 
coi  suoi  e  va  al  palazzo,  ove  si  fa  cosegnare  sen- 
z'aItro  il  Gonfalone,  417,  32-45  ;  418,   1-23. 

*1382  settembre  -  Viene  fatto  prendere  dal  Podesta 
Agnolo  di  Pierozzo  Arcagnoli,  sospetto  d'essere 
stato  inviato  a  Firenze  dagli  sbanditi  e  confinati 
fiorentini,  di  stanza  a  Pisa,  per  ordire  trame,  e 
viene  condannato  al  confine  mentre  vengono  fatti 
prendere  ed  inquisire,  per  la  stessa  ragione, 
anche  altri  sospetti,  418,  26-40. 

*1382  -  Vengono  el.  quarantotto  cittadini  affinchfe,  in- 
sieme  ai  Priori,  ai  Dodici  buoni  uomini,  ai  Gon- 
falonieri  ed  ai  Capitani  di  Parte  trovino  lavia 
per    pacificare    finalmente    la    c,    418,    43-46 ; 

419,  1-5. 

*1382  settembre  -  H  capitano  del  popolo  Obizzo  degli 
Alidugi,  sottoposto  a  sindacato  al  termine  del 
suo  ufficio,  viene,  ad  opera  dei  suoi  amici  e  pro- 
tettori  della  Parte  guelfa,  mandato  libero  e, 
per  di  piu,  anche  onorato  e  remunerato,  nono- 
stante  le  numerose  sue  malefatta,  419,  7-31. 

*1382  -  I  Fiorentini,  saputo  che  i  Genovesi  avevano  fer- 
mato  per  rappresaglia  le  loro  meercantanzie, 
perchfe  non  avevano  ancora  potuto  riavere  dai 
Veneziani  Tenedo,  della  cui  restituzione  essi  si 
erano  fatti  garanti,  mandano  agli  uni  ed  agli  al- 
tri   ambasc.    per    regolare    la    cosa,    419,    32-46, 

420,  1-5. 

1382  ottobre  -  II  Capitano  Cante  de'  Gabrielli  riesce  con 
un'astuzia  a  far  confessare  da  tale  Fornaino 
la  falsiti  d'una  certa  sua  accusa  e  lo  condanna 
quindi  a  lire  mille  ed  a  portare  inoltre  in  ludi- 
brio,  per  le  vie  di  Firenze,  la  mitra,  420,  8-34. 

1382  ottobre  -  Richiesti  dal  pp.  al  Comune  fiorentino 
i  denari  che  gli  si  dovevano  pel  trattato  di  pace, 
per  potersi  cosi  difendere  dal  Duca  d'Angi6, 
dalla  fazione  favorevole  alla  lega  con  il  re  Carlo 
si  ottiene,  con  abili  ed  astuti  maneggi,  che  una 
parte  dei  detti  denari  venisse  data  invece  a 
Giovanni  Acuto  affinchfe  questi,  lasciato  TUf- 
ficio  di  Capitano  di  guerra  di  Fiorentini,  andasse 
a  servizio  della  Chiesa  a  difendere  il  pp.  stesso, 
420,  45-47;  421,  l-ll  ;  in  conseguenza  di  che, 
TAcuto  parte  da  Firenze  per  andare  alla  difesa 
della  Chiesa  e  del  pp.  ma,  dopo   essersi    fermato 


qualche  giorno  in  Roma,  va  invece,  con  grande 
gioia  della  suddetta  fazione,  a  Napoli  in  aiuto  del 
re  Carlo,  11-26. 

1382  ottobre  -  Vengono  in  Firenze  ambasc.  del  re  Carlo 
percercare  di  giungere  ad  una  lega  coi  Fioren- 
tini  contro  il  Duca  d'Angi6,  che  suscitano  vive 
ed  aspre  contese  tra  i  partigiani  e  gli  awersari, 
421,  29-45. 

1382  ottobre  -  Giunge  notizia  da  piii  luoghi  della  morte 
del  re  Luigi  d'Ungheria,  in  seguito  della  quale, 
sebbene  non  ancora  partecipata  nh  dalla  moglie 
n6  dalle  figlie,  vengono  fatti  in  Duomo  solenni 
funerali  come  generalmente  si  suole  per  la  morte 
dei  re  di  Napoli,  422,  10-30. 

1382  novembre  -  Vengono  rimesse  a  Firenze  copie  di 
alcune  lettere  del  Duca  d'Angi6,  intercettate 
dai  Bolognesi  e  da  Bernabo  Visconti,  nelle  quali 
il  detto  Duca  informa  i  suoi  ed  il  Governo  fran- 
cese  degli  aiuti,  inviati  dai  Fiorentini  al  re 
Carlo  contro  di  lui,  e  chiede  loro  che  vengano 
quindi,  per  rappresaglia,  fermate  in  Francia  le 
mercanzie  ed  i  mercatanti  fiorentini,  421,  46- 
49  ;    422,    1-8. 

1382  novembre  -  Giunge  in  Firenze  accolto  onorevol- 
mente,  nonostante  le  sue  ostilita  contro  i  Fio- 
rentini  al  tempo  della  guerra  con  la  Chiesa,  il 
Card.  di  Ravenna,  inviato  qua,  secondo  alcuni 
voci,  con  vari  e  delicati  incarichi  da  parte  del- 
rimperatore,  ma  ne  riparte  poco  dopo  senza 
aver   per6   molto   concluso,    422,    34-44 ;    423, 

1-14. 
1382  novembre    -    Viene  condotta  a  termine  la  Loggia 

da  tempo  iniziata  suUa  piazza  dei  Priori,  423, 

17-24. 
1382  novembre  -  Si  scopre  in  Firenze   una   nuova   tra- 

ma  contro  lo  Stato,  ordita  da  gente  delle  tre  arti 

minori   soppresse,   per   la   quale,  alcuni   dei   so- 

spetti  vengono  presi  ed  impiccati,  altri  banditi, 

423,  26-44;  424,   1-6. 
1382  dicembre  -  Vengono    emanate  severe  leggi  per  re- 

primere    Taudacia   sempre    crescente   dei    ribelli 

e  garantire  in  qualche  modo  gli  Ufficiali  del  Co- 

mune,  424,   8-12. 

1382  dicembre  -   II  Capitano  del  popolo  Cante  de'  Ga- 

brielli  rassicura  i  Signori  e  la  cittadinanza,  adu- 
nata  in  Consiglio  di  Richiesti,  che  gli  implicati 
nelle  congiure  dei  giomi  scorsi  erano  stati  tutti 
inquisiti   e   condannati,    424,   28-38. 

1383  maggio  -  Vengono  fatti  prendere  con  un  tranello, 

ad  opera  del  conte  Giovanni  d'AIberghettino 
e  d'Amerigo  suo  figlio,  i  due,  sbanditi  fiorentini. 
Piero  di  Benozzo  e  Manno  di  Boccaccio,  per  so- 
spetti  di  trame,  e  fatti  quindi  consegnare  al  Ca- 
pitano  e  al  Podesti  di  Firenze  che  li  fanno  de- 
capitare,   425,    1-36. 

*1383  luglio  -  Si  scopre  un'altra  trama,  ordita  anch'essa 
da  gente  minuta,  per  la  quale  vengono  mandati 
in  bando  molti  dei  sospetti  di  complicit^,  426, 
12-29. 

*1383  -  Firenze  viene  auovamente  colpita  da  una  spaven- 


676 


INDICE  CRONOLOGICO 


[A\.  1383-138S) 


tosa  pestilenza  che  la  funesta  per  piti  mesi,  fa- 
cendo  numerose  vittime,  426,   31-40  :  427,  1-2, 

13-24. 
*1383  -  Vengono  emanati  in  Firenze  severi  ordini  e  com- 
minate  gravi  pene  pecuniarie  contro  quelli  che 
s'erano  allontanati  dalla  c.  per  paura  della  pe- 
stilenza,    427,    4-11. 

1383  -  Giungono  in  Firenze  voci  che  in  Perugia  s'era 

tentato,  per  istigazione  di  alcuni  Fiorentini,  di 
cambiare  la  forma  di  Governo,  427,  25-33. 

1384  -  Vicne  in  Italia  dalla  Piccardia   con  grande  seguito 

d'armati,  in  aiuto,  secondo  quanto  si  dice,  del 
Duca  d'Angi6,  il  condottiero  di  ventura  fran- 
cese,   Inghiramo  di  Couchy,  428,    40-45. 

1384  -  II  Sire  di  Cojchy,  traversata  la  Savoia  ed  il  Pie- 
monte,  giunge  in  Lombardia  ove  si  ferma  al- 
cuni  giorni,  ospite  di  Bernab6  Visconti,  che,  se- 
condo  alcune  voci,  lo  rifornisce  di  denaro  per 
mandato  del    Duca  d'Angi6,   428,    45-48. 

1384  -  I  Fiorentini,  messi  in  sospetto  di  questo  improv- 
viso  arrivo,  incerti  ancora  sul  da  fare,  nominano 
dieci  cittadini  affinchfi  provvedano  nel  migUor 
modo    alle    necessita    del    momento,    426,    3-18. 

1384  agosto  17  -  Si  ha  in  Firenze  un  eclisse  quasi  totale 
di  sole,  434,   30-32. 

1384  -  II  Sire  di  Couchy,  dopo  alcuni  giorni  di  sosta  in 
I^ombardia,  viene  in  Toscana  fermandosi  dap- 
prima  nel  territorio  lucchese,  che  devasta,  poi 
in   quello   senese,   dove  s'accampa,    429,   21-27. 

1384  -  Marco  da  Pietraroala,  figlio  di  Piero  Saccone, 
fallite  definitivamente  le  trattative  da  lui  ini- 
ziate  coi  Fiorentini  per  la  cessione  di  Arezzo, 
s'accorda  col  detto  Sire  di  Couchy  che  entra 
cosi  coi  suoi  nella  detta  c.  e  se  ne  impadronisce, 
429.  27-42  ;  430,   1-3. 

1384  ottobre  -  I  Fiorentini  sgomenti  a  tali  nuove,  danno 
piena  balia  ai  pred.  Dieci  cittadini  affinch^ 
prowedano  all'assoldamento  delle  milizie,  che 
le  necessiti  del  momento  richiedevano,  ed  a 
procurare  nello  stesso  tempo  i  denari  necessari 
alla   bisogna,    430,    5-6. 

1384  -  I  pred.,  provveduto  senza  indugio  ai  denari  oc- 
correnti,  assoldano  milizie  e  le  mandano  verso 
Arezzo  per  impedire  alla  c.  i  rifornimenti,  430. 
7-16. 

1384    -  Castiglione  Aretino  si  dk  ai  Fiorentini  430,  18-20. 

1384  novembre  -  II  Sire  di  Couchy,  nonostante  il  parere 
contrario  di  Giovanni  d'Azzo  degli  Ubaldini 
e  di  Marco  da  Pietramala,  vistosi  neirimpossi- 
bilita  di  poter  continuare  la  resistenza  alFasse- 
dio  dei  Fiorentini,  viene  ad  accordi  con  questi 
e  cede  loro  Arezzo  per  cinquantamila  fiorini, 
mentre  viene  loro  ceduta  per  ventimila  anche 
la  fortezza  della  c.  che  Jacopo  Caracciolo  te- 
neva  occupata  in  nome  di  re  Carlo,  430,  23-39  ; 
la  drammatica  flrma  deiraccordo,  33-41  ;  431, 
1-16. 

1384  novembre  28-1  Fiorentini  prendono  possesso 
anche  della  fortezza  di  Castiglione  Aretino, 
431,    18-20. 


1384  dicembre  6-  Giovanni  degli  Obizi  viene  in  Firenze 
e  consegna  solennemente  nel  Palazzo  della  Si- 
gnoria  ai  Dieci  di  balia  rin^egna  del  Comune  <li 
Arezzo,  in  mezzo  al  tripudio  di  tutta  la  c,  431, 
22-25. 

1384  dicembre  -  Vengono  in  Siena  presi  e  giustiziati 
alcuni  cittadini  fiorentini  accusati  d'aver  trama- 
to,  in  accordo,  come  si  diceva,  col  Comune  di  Fi- 
renze,  per  cambiare  la  forma  di  Govemo  della 
c,  431,  27-42. 

1384  dicembre  -  Vengono  mandati  dal  Comune  fforen- 
tino  ambasc.  a  Siena  per  giustificare  e  chiarire 
la  cosa,  ma  essi  non  veugono  dai  Senesi  molto 
bene   accolti,  432,    1-14. 

1384  dicembre  -  Si  sparge  in  Firenzc  la  notizia  che  il 
fiorentino  Agnolo  di  Jacopo  di  Donato  Accia- 
iuoli,  vescovo  della  c,  6  stato  nominato  card. 
dal  pp.  Urbano  suscitando  in  tutti  i  cittadini 
grande  gioia  ed  allegrezza,   432,   15-20. 

1384  -  Giungono  notizie  in  Firenze  della  partenza  di  Ur- 

bano  VI  da  Roma  alla  volta  di  Napoli  pr.  re 
Carlo  e  della  discordia  improwisamente  scop- 
piata  tra  questi  due  dando  esca  e  pretesto  alle 
fazioni  fiorentine  di  potersi  scagliare  di  nuovo 
Tuna  contro  1'altra  nel  nome  dei  due  contendenti, 
433,  1-25. 

1385  febbraio  {13S4  st.  fior.)  -   I  Fiorentini   vanno    con 

le  loro  genti  contro  Marco  figlio  di  Piero  Saccone 
da  Pietramala,  e  lo  costringono  a  consegnare 
le  terre  del  contado  di  Arezzo  da  lui  abusiva- 
mente    ritenute,    432,   23-37. 

1385  febbraio  {13S4  st.  fior.)  -  Azzo  degli  Ubertini 
intimato,  contemporaneamente  al  detto  Marco, 
•dal  Comune  fiorentino  a  consegnare  le  terre  del 
contado  aretino  da  lui  tenute,  viene  a  Firenze 
e  cede  al  Comune  la  terra  di  Leone,  432,  38-42. 

1385  marzo  {13S4  st.  fior.)  -  Siena,  col  favore  dei  Die- 
ci  di  Balia  di  Firenze,  si  d^  una  nuova  costitu- 
zione  politica  con  grande  allegrezza  dei  Fioren- 
tini,    434,    5-16. 

1385  marzo  {13S4  st.  fior.)  -  Si  ha  in  Firenze  nna  nuova 
grande  carestia  di  grano  e  di  vino,  434,   19-29. 

1385  -  Bartolomeo  di  Maso  da  Pietramala  viene,  dopo 
lunghe  e  drammatiche  trattative,  ad  accordo 
coi  Fiorentini  e  cede  al  Comune,  che  assegna  a 
lui  un  vitalizio  di  cento  fiorini  mensili,  sei  ca- 
stelli   del   contado   d'Arezzo,    435,  21-43. 

1385  aprile  -  Giunge  notizia  in  Firenze  che  Gian  Ga- 
leazzo,  detto  Conte  di  Virtii,  figlio  di  Galeazzo 
Visconti,  aveva  preso  e  fatto  rinchiudere  in  una 
torre  lo  zio  Bemab6,  Signore  di  Milano,  impa- 
dronendosi  del  potere,  435,  46-47  ;  436,  1-6  ; 
in  seguito  di  che  i  Fiorentini  mandano  al  detto 
Conte  loro  ambasc.  e  stringono  con  lui  una  lega, 
0-11. 

1385  maggio  -  Si  ha  la  congiunzione  di  Saturno  con 
Giove,   442,   40-43. 

1385  -  Aggravandosi  ancora  piu  la  lotta,  tra  Urbano  e  re 
Carlo,  col  passaggio  del  primo  alla  parte  del  Duca 
d'Angi6  e  con  Tassedio  di  questo  entro  Nocera 


[AA.  1385.1386] 


INdICE  CR0N0L0GIC6 


677 


da  parte  delle  milizie  di  re  Carlo  stesso,  i  Fio- 
rentini,  solJecitati  specialmente  dal  Vescovo, 
creato  allora  card.,  mandano  a  Napoli  ambasc. 
per  tentare  la  pacificazione  dei  contendenti 
433.  25-45  ;  434,   i-3  ;   536,   15-21. 

*1385-  Giungono  notizie  in  Firenze  che  Urbano  VI  era 
stato  liberato  e  portato  via  da  Nocera,  nono- 
stante  lo  stretto  assedio  col  quale  re  Carlo  strin- 
geva  la  c,  dal  Conte  Tommaso  di  Sanseverino 
e  dal  Conte  Ramondello,  figlio  del  Conte  di 
Nola,  di  casa  Orsini,  partigiani  del  Duca  d'Angi6, 
436,    25-44. 

*1385  -  Marco  figlio  di  Piero  Saccone  dei  Tarlati  viene 
ad  accordi  col  Comune  fiorentino  su  Pietramala 
e  sul  sno  contado,  437,  1-7. 

*1385  settembre  -  Giungono  notizie  che  Urbano  s'era 
imbarcato  a  Bari  su  galee  genovesi  e  che  s'era 
diretto  a  Genova,  437,  10-15. 

*1385  -  I  Senesi  restituiscono  ai  Fiorentini  alcune  terre 
del  contado  d'Arezzo  da  questi  reclamate  e  ri- 
mettono,  d'accordo  cogli  stessi,  la  risoluzione 
della  questione  su  altre  terre,  egualmente  con- 
tese,  al  Comune  di  Bologna,  437,   18-29. 

*1385  -  Re  Carlo  di  Napoli,  invitato  da  alcuni  Baroni 
d'Ungheria  a  tomare  col4  per  cingere  la  corona 
di  quel  reame,  restata  vacante  per  la  morte  di 
re  Luigi,  trovandosi,  purtroppo,  sfornito  dei  de- 
nari  necessari  per  la  bisogna.confisca  tutte  le 
mercatanzie  che  trova  nel  suo  regno,  comprese 
quelle  dei  mercatanti  fiorentini,  costringendo  cosl 
il  Comune  di  Firenze  ad  intervenire,  con  suo 
danno,  per  un   accordo  nell'interesse  di    questi 

439,  20-32. 

*1385  -  Lo  stesso,  raccolti  i  denari  occorrenti,  parte  per 
rUngheria  dove,  nonostante  ropposizione  della 
Regina  vedova  e  delle  figlie,  viene  ad  opera  dei 
suddetti    Baroni    incoronato    re,    439,   34-44 ; 

440,  1-3. 

1385  noTembre  -  Agnolo  degli  Acciaiuoli,  Vescovo  di 


Firenze,  nominato  da  tempo  card.  da  Urbano  VI, 
parte  alla  volta  di  Genova  per  ricevervi  il  cap- 
peUo  cardinalizio,  onorato  alla  partenza  dal 
Comune  fiorentino  d'un  ricco  palio  e  dal  suono 
a  festa  di  tutte  le  campane  della  c,  437,  30-35. 
*1385  novembre  12  -  Lo  stesso  riceve  solennemente  in 
Genova  il  cappello  cardinalizio  da  pp.  Urbano, 

437,  35-36. 

*1385  -  Giungono  in  Firenze  ambasc.  inviati  da  Roma 
per  sollecitare  il  Comune  a  mandare  suoi  speciali 
messi  a  Genova  pr.  Urbano  VI  per  pregarlo  a 
tornare  nella  saa  sede,  437,  40-41  ;  438,   1. 

*1385  -  Giunge  in  Firenze  il  Card.  di  Nocea  di  Gualdo 
{sic)  che,  con  meraviglia  di  molti,  non  viene  af- 
fatto,  nonostante  le  consuetadini,  onorato  dal 
Comane  nb  airarrivo  nfe  alla  partenza,  438, 
7,20. 

*1385  -  II  Comune  di  Firenze  interpone  i  sjoi  buoni 
uffici  pr.  il  Conte  da  Orbino  (sic)  in  favore  di 
Francesco  de'  Gabriel'i,  intimato  dal  detto 
Conte,  che  s'era  allora  impadronito  di  Gubbio, 
a  restituise  alcuni  castelli  della  c  da  lui  ritenuti, 

438,  22,  43  ;  439,  1-18. 

*1386  gennaio  {13SS  st.  fior.)  -  II  Comane  di  Firenze 
manda  a  Genova  pr.  Urbano  VI  gli  ambasc.  per 
i  quali  era  stato  soUecitato  da  Roma,  438,    1-S. 

*1386  -  Re  Carlo,  portatosi  a  visitare  la  Regina  d'Un- 
gheria,  vedova  di  re  Luigi,  a.seguito,  secondo  le 
voci  correnti,  di  un  espresso  suo  invito,  viene 
aggredito  e  ferito  mortalmente  nelle  stanze 
della  Regina  stessa,  in  conseguenza  di  che  egli 
muore  pochi  giorni  dopo,  440,  5-12. 

*1386  -  Giungono  in  Firenze  copie  di  lettere  della  Re- 
gina  d'Ungheria,  sulla  morte  di  Re  Carlo,  in- 
viate  dalla  stessa  in  Francia,  al  pp.  ed  al  Comnne 
di  Venezia,  440,  5-26 ;  ripercussioni  faziose  in 
mezzo  aUe  sette  fiorentine  deUe  ultime  dram 
matiche  vicende  del  detto  Carlo,  440,  29-46 
441,  1-48  ;  442,  1-38. 


Gl« 


INDICE    GENERALE 


PREFAZIONE  : 

Prefazione  di  Nicol6  Rodolico. 


Cap.     I.     —  I  codici  della  Cronaca  di  Marchionne  di  Coppo  Stefani Pag.  V 

Cap.  II.     —  Valore  della  Cronaca  (Lo  Stefani  ed  il  Villani) XXVIII 

Cap.  III.   —  Notizie  snlla  vita  del  Cronista t  q 


CRONACA  FIORENTINA  DI  MARCHIONNE  DI  COPPO  STEFANI 


I 


INDICI : 

Indice  alfabetico «  Ajy 

Indice  cronologico    ..... i  641 


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I 


1 


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DG 

M87 

1900 

t.30 

pte.l 


•Muratorl,  Lodovico  Antonlo 
(ed.) 

Rerum  italicarura  aeriptorea 
Nuova  ed,  riv,   anipl-iata  e  esrr. 


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